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Full text of "Vocabolario della lingua italiana;"

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Digitized  by  the  Internet  Archive 

in  2011  with  funding  from 

University  of  Toronto 


http://www.archive.org/details/p2vocabolariodel02manu 


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VOCABOLARIO 

D  !■:  I,  l  A 

LINGUA    ITALIANA 


GIÀ     COMPILATO 


DAGLI     ACCADEMICI     DELLA     CRUSCA 


ED  ORA  BOVAMESTE  CORRETTO  ED  ACCRESCIOTO 


DALL'  ABATE 


GIUSEPPE     MANUZ  Z I 


TOMO  SECONDO  PARTE  SFCONDA 


IN  FIRENZE 

APPRESSO    DAVID    PASSIGLI    E    SOCJ 


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VOCABOLARIO 


«ELLA 


LINGUA      ITALIANA 


f  S.  Prema  settima  ietterà  deìP  .1  (fa- 
telo itaitnnOf  decimaterza  delle  conson  'rt' 
II,  ia  quale  si  pronunzia  Esse;  ed  è  di 
suono  veemente,  cerne  la  R.  Posta  ia  com- 
posisioiie  ce*  suoi  primitivi j  ha  Jorza  mol- 
te vo'te  dt  privativo,  come  CALZARE, 
SCALZARE,  MONTARE,  SMONTARE. 
Alle  volti-  d'accrescitivo,  come  PORCO  , 
SPORCO  .  MUNTO,  SMUNTO.  Jfle 
voile  di  frequentativo  t  come  BATTERE, 
SBATTERE.  J/fe  volte  non  opera  nulla, 
valendo  lo  stesso  CAMPARE  e  SCAM- 
PARE. BANDITO  e  SBANDITO,  BEF- 
FARE e  SBEFFARE.  Afypo  di  noi  ha 
due  tMriì  suo/iìj  il  primo  più  gagliardo  , 
t  a  noi  piti  familiare,  come  CASA  ,  AS- 
SE» SPIRITO.  Valtro  più  soUile,  0  ri- 
messo, usato  più  di  rado,  come  SPOSA, 
ROSA.  ACCUSA.  SDENTATO  ,  SVE- 
NATO, /n  questo  s<  condo  suono  non  si 
raddoppia  giammai,  ne  anche  si  pone  in 
principio  dr-Ua  parola^  se  non  quando  im- 
mediatamente  ne  se^ue  una  consonante, 
c^fmc  SMERALDO,'  SDENTATO.  Con- 
tente dopo  di  sé  nel  principio  della  pa- 
rola tutte  le  consonanti,  salvo  la  Z.  IVel 
mecio  della  parola,  e  in  diversa  sillaba  , 
riceve  dopo  dt  se  le  medesime  consonan- 
ti, ma  più  malagevolmente  ,  e  per  l?  più 
tn  composizione,  colla  preposizione  DÌS,  o 
MIS>  <ome  DISDETTA.  MISLEALE; 
ma  col  C.  P,  T  s*  accoppia  frequente- 
mente senza  diffìcultà ,  come  TASCA, 
CESPUGLIO,  PRESTO.  Quando  e  po- 
sta avanti  a/  C  ,  F ,  P ,  T  ,  si  dee  pro- 
nunziare nel  primo  modo,  cioè  col  suono 
più  gagliardo,  come  SCALA,  SFORZO  , 
VESPA,  STUDIO,  CESTO;  ma  avanti 
ni  B,  D,  G,L,  M  ,  N,  R,  V  si  pronunzia 
coi  suono  più  sottile  ,  0  rimesso^  come 
SBARRARE,  SDEGNO  .  SGUARDO, 
SLEGARE,  SMANIA,  SNELLO,  SRA- 
DICARE, SVENTURA.  Jvanti  di  sé 
ammttte  la  L,  N,  R  in  mezzo  della  dì- 
itone,  e  in  diversa  sillaha,  come  F&.I.SO, 
MENSA,  ORSO.  Raddoppiasi  nel  mezzo 
della  parola,  come  l'altre  consonanti,  do- 
ve lo  ricerca  il  bisogno.  *  Salv.  Jwert. 
1-  3.  2.  2^.  E  Del  libro  de' Sagramenli  si 
serve  della  S  per  ìaterpooimeoio  l'aulore 
di  queir  opera,  scrivendo  come  s'è  case  e 
poderi,  per  con  dir  come  è  case,  che  s' 
usa  speiso   pzi^ndio  nel  parbre;  e  legoesì 


parimente  ne\U  predetta  Storia  di  san 
Giovambatista  :  vengono,  e  domandano  chi 
s'è  questo  Giesùj  modo  che  oggi  è  pro- 
prio del  parlar  viuizi.inn  ;  nu  l'annoio  eolia 
S  dolce,  la  (jual  semplit-c  Z  è  stata  da  noi 
appellata,  qual  si  pronuozid  io  r?sa ,  in 
ispo^a  ,  e  sì  fatte.  (FJ  Salvin.  Disc.  3. 
9^.  La  S  è  UDJ  lettera  dì  suono  cosi  vi- 
vace, e  snello,  che  s'accompagna  in  prin- 
cipio delle  parole  con  tutte  le  lettere  del- 
l' alfabeto,  fuori  che  cou  se  medesima; 
sanità,  sbarco,  sdarsi  d*  una  coso,  sua- 
morarsi,  smammarsi  ce    (C) 

S  A  B 

SABAOT  ,  che  alcuni  scrivono  anche 
SABAOTH.  Foce  ebrea.  LaU  sabaoth. 
Gr.  sajSoca'à  .  Darti.  Par.  j.  Osanna  , 
sanctus  Deus  sabjoib  .  But.  Ivi  :  Sabaoth 
s'interpetra  :  delle  virtù  ,  ovvero  degli 
eserciti.  G.  ì'.  li.  76.  ^.  Lo  onoipoleu- 
te  Iddio  sabaoth  dà  vinto  e  perduto  a  cui 
gli  piace  ,  soc.:iido  i  meriti  e  i  peccali  . 
M.  f.  li-  3.  Le  quali  sono  nelle  mani 
del  Signore  Dio  sabaoth,  cbe  interpetrato 
è  Dio  degli  eserciti  .  /  arcli.  E»  col.  162. 
Alleluia,  che  significa:  lodato  Dio;  Osan- 
na, che  vuul  dire:  salva,  li  priego;  e  Sa- 
baci,  cioè:  esercito;  tulle  e  Ire  usale  da 
Dante  .  Ar.  sat.  ty.  Pochi  sono  gramma- 
tici, e  umanisti  Senza  il  vizio ,  per  cui 
Dio  sabaot  Fece  Gomorra,  e  i  suoi  vicini 
tristi. 

:?  SABATICa  Jg^-iunto  dato  dagli  E- 
hrei  ad  uno  de*  più  nobili  periodi  annua- 
li ,  ed  era  Quello  che  constava  di  sette 
anni.  (A) 

aS  SABATINA  .  Vicesi  Far  la  sabati- 
na, e  vale  Aspettar  a  cenate  subito  dopo 
la  mezza  notte  del  sabato,  per  poter  man' 
gicir  Ciirm-,  0  simile.  (A) 

#  SABATINO.  Add.  Di  Sabato  j  ed 
anche  ISato  in  giorno  di  sabato  .  Salvin. 
Tane,  fliion.  O  S.dndno,  o  Mone j  nomi 
proprii  di  conUdini  .  Sahatìno  ,  nato  in 
giorno  di  Sabato;  come  /^aj^ui/iOj  la  Pa- 
squa ;  ec.  fA) 

SABATO  .  che  talora  da  alcuni  st  «crij- 
je  SABBATO.  Nome  dd  settimo  dì  della 
settimana  .  Lai,  sabbatam  ,  dies  Saturni. 
Gr.  ja35aT0v.  Cavale.  Frutt.  lin^.  Onde 
in  figur?  di  ciò  dice  san  Gregorio  ,  cbe 
Iddio  diede  al  popolo  suo  a  guardare  e 
festeggiare  il  giorno  del  sabato,  che  vie- 
ne a    dire    rquie.    Hocc.  g.  ~-f.  8-  Ed 


S  A   B 

il  simigliante  fscenamo  del  sabato  susse- 
guente - 

g.  L  Non  aver  pan  pe'  sabati  j  prover- 
bio, che  si  dice  quando  vogliamo  descri- 
vere uno,  che  abbia  da  vivere  scarsamen- 
te, Lat.  trium  dierum  comnieatum  ha- 
bere. 

§.  II.  Domeneddioj  0  Cristo  non  paga 
il  sabatoj  dettato  esprimente,  che  II  ga- 
stigo  può  differirsi,  ma  non  si  toglie. 'Lat. 
da    laneos  pedes    habent   Gr.  fxóXn   tc- 

3;tOV,    i'JxlSi    T910VT5V  ^''Sctt.    T'cd.  Flos. 

3i2.  Fach  Stor.  ìo.  328.  Ma  Iddio, 
il  quale  (  come  dice  il  proveibio  de*  vol- 
gari )  non  paga  il  sabato  ,  riserbò  il  suo 
gasligo ,  e  la  meritata  pena  A  signor 
Chiappino  Vitelli.  E  l6.  63g.  I  quali  vi- 
vono ancora,  furse  perchè  Domeueddio  (co- 
me si  dice  per  proverbio  )  non  paga  il  sa- 
bato. Morg.  2.\.  34-  Ma  non  sanza  cagion 
si  dice  un  metto.  Che  'I  sabato  non  paga 
sempre  Cristo,  E  non  vi  fia  poi  in  fine  un 
quattrin  rotto.  Lib.  Son.  70.  Chi  vien  di 
folassù,  giugne  ben  presto,  Percb'  e'  non 
paghi  il  sab.ito  appuntino. 

§.  III.  Sabato  santo,  diciamo  per  eccel- 
lenza a  quello  avanti  la  Dcmeniea  della 
Besurrezione.  Piai.  S.  Grcy.  1.  io.  Lo 
sabato  santo  ìn  sul  vespro  passò  di  questa 
vita.  3Iaestrttzz  i.  ^j.  La  Chiesa  ha  due 
tempi  ordinati  secondo  l'antica  usanza,  cioè 
il  sabato  santo,  e  lo  sabato  della  Penteco- 
ste. P'ra/ic.  Sacch.  nov.  160.  Il  quale  uno  dì 
di  sabato  santo  ,  quando  la  beccheria  era 
più  fornita  di  carne  ec,  si  mosse  a  volo.  ' 

§.  IV.  Esser  più  lungo,  o  maggiore  , 
che  '/  snbato  santo,  si  dice  del  Non  venir»^ 
o  infavellare,  0  in  operare,  mai  alla  fine. 
Lai.  orbita  tardior.  Pat.iff.  6.  Più  ,  che  'l 
sabato  santo  tu  se'  maggio.  Salv.  C ranch. 
1.  2.  Tu  se*  più  lunga  che  '1  sabato  janto  : 
Assomma,  se  tu  vuoi. 

SABBIA.  Sabbione.  Lai.  sabulam,  sabu- 
lo.Ov.  ^du.Cf.'^o  i.  Ar.  Fur.  7.  2^.  Soave 
fior  qual  non  produce  seme  Indo,  o  Sabeo 
neir  odorata  sabbia.  Alam.  Gir,  9.  1^0. 
Quetl*  altro  in  atto  se  gli  raccomanda,  £ 
SI  fa  *n  volto  di  color  di  sabbia. 

g.  I.  In  provcrb.  Seminare  in  sabbia,  va- 
le Operar  senza  frutto,  Perdere  il  tem- 
po, e  la  fatica.  Lat.  cìeum  et  operam 
perdere.  Ar.  Far.  2$.  66.  Tanto  gli  pr**- 
me  L'  aver  gran  tempo  seminalo  'n  rab- 
bia. 

*  g.  IL  Sabbia,  vale  anche  Lido,  mt 
in  questo  senso  è  voce  poetica.    Ir.   Far. 


98o 


S  A  B 


8.  39.  Stupida  e  fiwa  nell' incprla  «abbia, 
Coi  capelli  disciolli  e  rabbuffati  ec  l 
bo|;uidi  occhi   al    cici   tcoca  Uvati.    (Br) 

*  SABBIARE.  Copriremo  li  il  arare  con 
tabbia.  Rea,  Lrlt.  Si  »«"  l'orioale  col 
•uo  cappello  ci«o.  e  »i  "bbia  bcoe  le 
congiunture  ,  che  dod  possa  svaporare 
Dientr.  fy4) 

SABBIONCELI.O.  Dim.  di  Sìbhione. 
Tratl.  secr.  c»^-  ft^nn.  Nasce  quest*  erba 
su*  iiugri   sabbioncclli,   e   mollo   renosi. 

•ìABBIONE.  Renat  0  Terra  arenosa. 
Lai.  sahulunt,  sabato.  Gr.  t{»'//jt_aO;.  Sfn. 
Pisi.  Quando  M  mare  è  lungamente  in 
pace,  e' torna  io  polvere,  o  in  sabbione. 
O.  V.  7.  29.  3.  Ni'D  sofferse  il  Re  ,  che 
Tossono  soppclliti  in  luogo  sacro  ,  ma  in 
sul  sabbione  del  mercato ,  perchè  erano 
scomunicati.  Hant.  tnf.  l3.  Mentre  Che 
tu  Terrai  nell*  crribil  sabbione.  K  17.  Co- 
sì la  6era  pessima  si  slava  Sull'  orlo,  che 
di  pietra  il  sabbioo  serra.  liu(.  Sjbbione 
è  f'-na  grassa,  e  piena  di  |)ietrellc  picco- 
line.  Cr.  2.  26.  1.  Che  non  sia  magro 
sabbione  sanza  mischiamento  di  terreno. 
Hed.  Ins.  5.  Fu  dottrina  d'  Archelao , 
scolare  d'  Anassagora  ,  che  non  ogni  ter- 
rencllo  magro,  ed  arenoso,  non  ogni  morto 
sabbione  fosse   il   caso. 

SABBIONOSO.  Adii.  Di  quaìità  di 
sabbione,  o  Pieno  di  sniibtnne.  Lat.  sahu- 
lofus.  Gr.  ^'/.^y.(ìcÀSri^.  G.  /''.  7.  3/.  6. 
La  delta  contrada  è  motto  sabbionosa,  e 
quando  è  secco,  fa  molla  polvere.  Cr.  2. 
l3.  2\.  Ne' luoghi  sabbionosi  sì  sparga 
la  creta,  e  l'argilla.  E  cnp.  16.  3.  Di- 
venta allora  il  campo  polveroso,  e  sabbìo- 
noso,    e  salso,    e  pessimo. 

SABBIOSO  .  Ad'l.  Sabhionoso.  Lai. 
s^ibulosiis.  Gr.  tj;aua3w'o*5;.  Palina.  Feb- 
br.  33.  Amano  i  luoghi  caldi,  sabbiosi,  e 
spiasse  volle  la  maremma.  Alani.  Co't.  5. 
118.  Brama  ìl  seggio  trovar  profondo,  e 
grasso.  Schiva  il  sabbioso. 

■f-  ^  SABINA.  Pianti  sempre  verde, 
le  Ciii/oglii-  sono  di  un  sapore  acre,  di  un 
odor  acuto  ,  e  le  bacche  di  un  tur- 
chino alquanto  ncm.  Lai.  sabina.  Lih. 
ciir.  malntt.  La  sabina  giova  alla  ritenzio- 
ne  de'  mestrui,   e   giova    alla   slcrileiza.  (') 

SACCA,  Sorta  di  sacco.  Luì.  pera.  Gr. 
ttrip'X.  I>.  lar.  T.  2.  4-  5.  Povertà  balte 
alla  porta,  E  mm  ha  sacca,  nò  borsa.  Gal. 
Dial.mot.  570.  Da  (questi  due  chiodi  penda 
nna  catenella  srittile,  e  tanto  lunga,  che  la 
sua  sacca  si  sleiid.i  quanta  è  la  lunghezza 
del  prisma  (qui  per  simiHt.,  evale  Cur- 
vatura }  . 

•f*  SACCACCIO.  Peggiorativo  di  Sac- 
e.  Beni'.  Celi.  f'il.  2.  3()l.  Quei  muscoli 
non  son  ritratti  da  un  Uomo,  ma  sono 
ritratti  da  un  sacrarcio  pieno  di  poponi  che 
diritto  sia  inesco,  appi>ggi.i(o  al  muro  . 
Buon.  Fier.  3.  1.9.  Ci  lu  data  una  stanza 
Mssai  ben  Ionia,  Il  cui  letto  era,  involta  in 
un  saccarcio  ,  Certa  che  fu  gi'a  paglia,  or 
fatta  è  lis' a,  Nidio  ed  alloggiamento  re. 

SACCAIA.  Sorta  di  sicco.  Lat.  pera. 
Gr.  TTvj'pot.  .Sfl/v.  Granch.  2.  .5.  Ilo  più 
saccaie,  e  più  bossoletti,  V.  più  alborctli  , 
che  non   ebbe  mai   Cantanìbanco. 

g.  I.  Far  latCnia,  .ti  dice  delle  ferite 
infistolite  ,  quand-*  saldate  e  non  guarite 
rifanno  marna,  che  non  si  vede.  Lat.  in 
imo  sinu    iiihsidere,  ex'i'um     non    habere. 

§.  II.  Far  saccaia,  si  dice  anche  per 
metaf.  delC  Accumular  nell'interno  ira 
sopra  ira,  0  sdegno  sopra  sdegno.  Lai. 
tram  trae   addire. 

SACCARDELLO.  Dim.  di  Saccardo  j 
e  si  prende  comunemente  pt-r  (/omo  vile. 
Lai.  nihtli  hcnio,  vilis,  ahiectns,  homun- 
CIO.  Or.  ^t.nf^.BeÌlinc.  son.  33o.  Però  non 
mi  trattar  da  s.icrardcUo.  ^  Beva.  lett.  ^j). 
Quevto  è  quel  che  rovina  voi  altri  pov«  retti 
ammarlellali  ,    che  v'immergete  in  coleste 


S  A  C 

magnificenze  ec.  senza  ricordarvi  de'povtrì 
saccariielti  amici  e  servitori  vostri,  (à) 

SACCARDO.  Quf^h  ehe  conduce  die- 
tro agli  eserciti  le  vettovaglie,  o  gli  ar- 
nesi, e  l^  baga^lie  j  Bagaifltone.  Lat.  ca- 
io,  Ilvi.  Gr.  CAtvooópo^.  Af.  V.  9.  ({. 
Molti  uomini  d'arme,  ma  più  de'saccardi, 
per  lo  brusco  tempo,  e  per  lo  disagio,  e 
mala  vita,  ma  i  più  de'saccardi  non  prove- 
(luti,  grande  parte  de'loro  cavalli  ti  guasta- 
rono per  difetto  di  strame,  eper  lo  mangiar 
del  grano,  ch'altra  biada  noo  avieno,  che 
dare  loro.  E  cap.  37.  Cominciò  a  fare  bri- 
gata di  saccardi.  e  assai  Inghilesi  che  si  di- 
lettavano di  mal  fare,  e  che  attendìeno  a 
vivere  di  rapine.  Frane.  Sacch.  nov.  l3.'). 
Voglio  dim'^slrare,  come  un  buono  uomo  , 
servendo  un  vile  saccardo  con  uno  dono  d' 
una  piccola  cosa,  fu  meritato  da  lui  dell'  a- 
vcrc,  e  della  persona.  E  Op.  div.  i36.  Si 
contraffece  con  veste  di  manipolari,  li  quali 
oggi  chiamiamo  saccardi,  o  saccomanni. 

SACCARELLO.  Dim.  dt  Sacco.  Lai. 
sacculuv.  Gr.  //«5?Jtiov.  Fr.  Zac.  T.  i. 
2.  3.  Venni  rinrhiuso  in  un  saccarello. 

^-  SACCATO.  Term.  de'  Medici.  Ag- 
giunto per  lo  più  d'idiopisia.  Cocch.  Bagn. 
Idropisia  saccata.  (A) 

t  SACCENTE.  Che  sa.  Sapiente.  Lat. 
pcrituf,  scient,  gnarut.  Gr.  €'iO»i'/XWV.  f^al. 
Maìs.  P.  S  Acciocché  non  mancasse  sa- 
cerdolessa  saccente  degli  antichi  costumi  a 
quella  Dea.  Fav,  E^op.  Per  questo  esemplo 
dobbijmo  intendere  ,  che  gli  uomini  che 
non  sono  sarrenli,  rhefann'i  dimoslrazion 
di  fare  ec.  Tesoretl.  Br.  ^.  26.  Ma  Ìo  non 
sono  sacceole.  Se  non  di  quel,  eh'  e'  suole. 
*  §.  I.  Ma  p,'r  lo  più  Si  piglia  in  mala 
pai  t-'y  dicendosi  di  Chi  presume  di  sapere* 
'<  Lor.  Me<l.  Coni.  i3l.  Fuggendo  un  certo 
vixio  comune  a  donne,  alle  (juali  parendo 
d*  intender)-'  assai,  divengono iuiopporlabili, 
volendo  giudicare  ogni  cosa,  che  volgar- 
mente le  chiamiamo  saccenti.  Bem.  1  im. 
1.  l.  Un  prete  della  villa  ,  un  ser  saccente. 
Fii-:  Prip.  112.  Da  qualche  hello  spirito 
degli  antichi,  o,  come  sogliamo  dire,  da 
qujlche   saccente  ».  (C) 

t  3  §•  I'  P'-''  Astuto,  Saf^ace,  Accolto, 
Lai.  sagax,  adulur,  vafer.  Gr.  7rojluu.»ÌTi5. 
Bocc.  nov.  88.  5.  Con  un  saccente  barattie- 
re si  convenne  del  prezzo.  E  nov.  ()2.  !\.  Un 
de'suoi,  il  più  saccente,  bene  accompagnalo 
mandoall*Abate.3/(rac  Mad.M.  Questi  era 
sì  saccente  e  procacciante,  ec.  Fr.  Giord. 
Pred.  S.  Diventano  le  genti  argute,  e  sac- 
centi, e  schernitori.  Bem.  Ori.  i,  18  5o. 
Tu  se' troppo  per  me  saccente,  e  sag- 
gio. 

•f  SACCENTEMENTE.  Awerb.  Con 
savi-zza  j  ma  in  qut-sto  significato  è  voce 
antica.  Lat.  saiiienter,  Gr.  noisCi.  Alhert. 
cap.  ^7.  La  terza  si  è  usare  Icmpcratanicntc 
e  sacccnlemenle  di  rjuello,  che  noi  abbiamo, 
e  guadagniamo. 

g.  Talora  si  prende  per  Prosontuosa- 
niente.  Arrogantemente,  Astutamente*  L»i. 
v'frr,  callide,  petulanter,  Gr.  Travoui'/w;. 
ir  Dep.  Decani,  y^.  Doverra  pur  sempre 
dilettare  più  a'iellori  di  spirilo  e  d'ingegno 
aver  quello  .ippunto  che  il  Boccaccio  ci  la- 
ccio scritto  coti  semplice  e  puro,  che  ciò 
che  quabhe  animoso  emeodalorc  avesse 
sacccnieineate  mutato,  ancorcbìr  io  me- 
glio. (F) 

SACCENTERI'A.  Astratto  di  Saccente, 
art  secondo  significato.  Presunzione,  Sfac- 
fiiitrzza^  Presuntuosità,  Arroganza,  Sa- 
pere affettatOy  e  semi  fondamento.  Lat.  pe- 
fiilantia.  Gr.  oìua^i'st.  Capr.  ftott.  7.  l.^jj. 
Io  eleggerci  piuttosto  di  morire,  che  \i\cre 
con  cotesle  saccenlerie.  Tac.  Dav.  Star.  \. 
343.  Parendo  ec.  che  Demetrio,  ehe  facca 
professione  dì  filosofo  Cinico,  aveue  difcio 
con  più  sarceoleria,  che  oorslì,  io  tristo 
manifesto    (il  testo  litino  ha.'  ambilioiius  » 


S  A  C 

quam  hooestiui  ).  5orgA.   Col.   if</i/.  438 
Volere  10  questo  caso  saperne  più  del  prio 
«pale,  mi  pare  ec.  uoa   troppa  sotliglieua  , 
o.  »  dirla  più  propriamente,  saccenteria. 

SACCENTINO.  Dim  di  SaccenUj  Pre 
sunCuoietU,  Arrogantuccio.  Lat.  ardelio  , 
sciolus.  Gr.  oin,t,o'5>o^.  tìelhn..  son.  161. 
In  ogm  luogo  pnbhlico  si  canta  De'moJi 
tuoi,  dicendo  :  al  wcceoliuo  Esser  gli  p»ro 
un  Tullio.  *  Ge/l.  Error.  i.  2.  |o  ho  quel- 
la diavola  di  mogliama,e  quel  saccentioo 
del  mio  6gliaolo,  che  io  li  %o  dir  ch'e* 
mi    pongon  beo   mente  alte  roani.  (B) 

SACCENTONE.  Accrrsctt.  di  Saccen- 
t€j  e  si  prende  prr  io  più  in  mala  partt^ 
cioè  per  Chi  presume  sapere  assai,  Lat. 
magnus  aedrlio.  Alleg.  |25.  Mi  fanno  pure 
smascellar  delle  risa  ec  certi  sacceoloni  a 
credenza,   i  quali  ec. 

SACCENTUZZO.  Saceentino.  Lat.  scio- 
lus.  Gr.  òitiii-Jo'fo^.  l'arch.  Ercot.  ^5. 
Onde  certi  saccentuzzi.  che  vogliooo  ri- 
prendere ognuno,  si  chiamano  s«r  Appun- 
tini. 

SACCHEGGIAMENTO.  Sacco,  il  sac- 
cheggiare. Lat.  direptio,  depopulatio.  Gr. 
Qi'xpTtOL'/ri,  ^zóphr^-n^.  Liv,  M.  Dopo  tale 
saccheggiamento  imbarcandosi,  ec.  Serd. 
Star.  16.  621.  Gli  travagliasse  cogl'iocendii 
colle  occitioni.  e  saccbeggiameoti. 

*  S-  ^  r*"^  m<M/  Seaner.  pred.  6.  3. 
Con  negarvi  l'acqua  a  suo  tempo,  ovvero 
con  ispedire  al  saccheggiamento  do*  vostri 
campi  or  minute  gragouole  ,  or  leggiere 
nebbie,  ora  piccioli  animaluzzi.  (Br) 

SACCMEGGIANTE.  Che  saccheggia  . 
Lat,  dfpopulator,  d  populans.  Gr.  tA^Of- 
^rlrotp  .  Tac.  Dav.  Ann.  4-  97-  '  nemici, 
veduta  lor  Iracuta^gine,  fanno  due  schie- 
re, per  assalire,  una  t  saccbeggiantì,  e  Tal- 
Ira   il  ratnpo  romano. 

5  SACCHEGGIARE,  ^ore  il  spicco.  Porre, 
o  Mettere  a  sarco.  Fare  il  sacco.  Far 
preda.  Lai.  piaed>ri  ,  depopulnri-  Gr. 
affC-juJàv.  Ar.  Fur.  29.  72.  E  lottavia 
saccheggia  ville,  e  case,  Se  bisogno  di  ci- 
bo aver  si  sente. 

*  §.  I.  Per  metaf.  m Fr,  tac.  2*.  3.  A. 
5  Quello  che  lo  'nganoalore  N*  avea  lol> 
lo  e  saccheggiato  Questo  giovine,  ch'e 
nato.  L'ha  ritolto  intieramente  .  Boes. 
Farch.  |.  3.  Onde  essi  si  danno  tutti  a 
saccheggiare  bagaglie  inutili  »  .  (C}  Car. 
Long.  Sof.f.2,  Dond'è  questa  tua  sicur- 
l*a  di  cosi  saccheggiare  i  giardini  »\lTUÌÌ(Br) 

t  V  ^.  II.  Saccheggiarr,  gidtce anche  di 
Alcune  cote  ched^nno  il  sacco,  portando- 
ne via  altre.  Segn.  Sior.  !,h.  5.  Rovinò 
(il  Tevere)  molli  ediScii  pubblici  e  pri- 
vali, saccheggio  gran  copia  di  vettovaglie 
ce.  (CP)  Segner.  Pred.  10.  2.  Vedrete 
com*  ivi  vengono  a  generarsi  da  principii 
lutti  diversi  ec.  e  le  oesi  ,  le  quali  im- 
biancano i  gi<*ghi;  e  le  grandini,  le  quali 
sacchc^-giano   i   seminali.   ( Bi) 

SACCHEGGIATO.  Add.  da  Sacckeg- 
giare  .  Lat.  dirrptus  ,  depopulatus  .  Gr. 
avaiTaro^  fìrm.  Ori.  1.  14  66.  Onda 
veder  si  polca  chiaramente  La  terra  sac- 
cheggiala,  e  quella    gente. 

*  §.  Saccheggiato,  vate  amcha  Portato 
via  nel  dare  il  sarco  ,  Ghicc  Sior.  a. 
46<).  Non  essendo  anche  appresso  ai  sol- 
dati di  tanta  automa  che  f'^sse  haslanla 
a  far  muovere  1*  esercito  implicalo  nel 
dispensare,  o  mandare  ìo  luoghi  sicuri  le 
robe    saccheggidir     (f.) 

t  SACCHEGGIATORE.  J'trhal  masc. 
Che.  o  Chi  saccheggia.  Lai.  depopulalor, 
prtrd.it  r,  deprttdator.  Gr.  «KffO^&r.raif - 
Fr.  Gtard.  PreK  B.  Ma  1  sarrbeggialon 
fecero  la  pcnitcosa  del  loro  peccalo  Baon. 
Fier.  I.  4'  8.  AssaltJn  le  botteghe,  auo- 
gian,  beono  Saccbe^gialori,  t  ciò  cbt  e' 
e ,  starnaiiano. 

*  SACCHEGGIO    Depredasion*  tutte- 


S  A  e 

nt  ài  una  città  >  fi' una  terra ,  /ittt  per 
io  più  dii^entf  armata j  Sacchcggi'ìffiento, 
Sacco.  Saìvin.  (A) 

SACCHETTA  .  Dim.  di  Sncc<t  Lat. 
snccutttf.  Gr  ^a^starrtov .  T-s.  Poy.  P* 
S,  cnp.  8.  Anco  le  rose  messe  in  una 
saccfaetla,  bollite,  e  poste  in  sull'occhio, 
tolgono  la  tioglia,  e  1'  cii6.izione.  l'S  ccp- 
19-  A*  dolori ,  e  storsioni  Ji  ventre  ,  che 
haoDO  gli  dissenterici,  logli  i^  crusca,  e 
metti  nella  saccbrtla  ,  e  fjMioMire  nel  vi- 
DO,  e  poni  sopra  l>i  doglia,  e  iiicunlioi'nle 
guarisce  .  ì'it.  Pluf,  Quando  andavano 
^orrendo  per  le  contrade  di  Pompeo,  po- 
nevano questo  pane   nella  sacchetta. 

SACCHETTARE  .  Percuotere  alcuno 
con  sacchetti  pimi  di  rena.  Lai.  saccitiis 
arena  pienii  contundere. 

t  *  SACCIIl.Xri.NA  .  Ditii.  di  Sac- 
chetta, i.asc.  Cen.  2  nov.  8.  pag.  iS^» 
Tutti  gli  usci  e  tutte  te  casse  e  i  cassoni 
gli  apersero,  e  tra  l'altre  cose  più  care 
in  una  c;issetla  trovarono  una  saccbellina, 
dove  er.ino   dugt'nto   fiorini   d'oro.  (B) 

SACCUETllNO  .  D>m-  dt  ò\jcc/ielto  . 
Lat.  saccit/its  .  Gr.  ^Kpsu'mstf  .  Frane, 
Sacchi  nov.  i(jH.  In  uno  saccheltino  "di 
cuoio  da  tenere  spezie  se  l'appiccò  allato, 
Bor°h.  Bip.  217  Come  son  secchi  ,  si 
mellano  in  saccheltino  di  cuoio  di  ca- 
aioscio . 

SACCHETTO  .  Pim  di  Sacco  .  Lat. 
saccnltts.  Gr.  //scpsurrtov  Bocc.  nov.  \!\, 
10.  Quivi  parendogli  esser  sicuro,  ringra- 
ziando iddio,  che  Condotto  ve  l'aveva, 
sciolse  il  suo  sacchetto.  G,  /■',  8.  3y.  2. 
Que' dell'una  parie,  e  delTallra,  ch'eran 
degni  d'essere  priori,  mettere  in  s;iLchetli 
a  sesto  a  sesto,  e  trarli  di  due  mesi  in 
due  mesi.  Cr.  6.  94.  3.  C.nlr'aDa  fred 
da  reuma  sì  metta  in  sacchetti  sopra  il 
capo  della  polveie  fjlta  della  predeita 
erba  C  pa»lin,ìca  J  Leo  calda  .  Dait.  In/ 
17»  E  un  ,  che  d"  una  scrofa  azzurra  ,  e 
grossa  Segnato  avea  Io  suo  sacchetto  bian- 
co,  Mi  disse. 

SACCHETTONE  .  Accre^cit.  di  Sac- 
chetto; Sacchetto  grande.  Lasc,  Spir.  5. 
5.  Hagli  quel  faltore,  che  tu  vedi,  in  que' 
duoi  sacchettoni. 

t  '*•  SACCHIEL  .  .Vome  osgi  ignoto 
d'una  sorti  d'erba.  Tes.  Br.  5.  34- 
Questo  nido  mmjoo,  e  fas  iano  d'una 
erba  che  ha  nome  sacihiel.  (') 

*  SACCIUTELLO  Dm.,  dì  Sncciutoj 
SaccrnfiizzG.  Lat.  scio/us.  Cr  r^^cityaQy;'^. 
AUeg.  237.  Ogni  sacciuiello.  duvVtrova 
il  terren  leneio,  vuol  fare  del  letteralone 
al  buio.  {•) 

SACCIUTEZZA.  Saccenteria.  Lat.  pe- 
tulantia.  Gr.  yXuw^ia.  Tac.  Dav.  Ann. 
5.  108.  Forse  per  .saciiulczza  temendo  il 
male  futuro,  e  non  il  presente  (  il  t  sto 
lat.  ha:   prava  solerli.!). 

SACCIUTO.  AdJ  Saputo,  Che  affetta 
di  sapere.  Saccente.  Lai.  ardtlio,  scio/us. 
Gr.  o'ir.'ji'ìdfo;  .  T.>c.  Hav.  Perd.  eloq. 
412.  Proemii  lunghi,  narrazioni  da  lon- 
tano, mille  sacciuie  di\isionì,  e  argomenti 
ce  ,  pareano  il  serento  (il  lesto  lat.  ha: 
mullaruni  divisiocum  oslenlatio).  E Scism. 
71.  Facean  ciTrerc  cortigiaui.  mercatanti, 
e  femmine  sacclute  .  /  arch.  Eicol.  96. 
Questi  tali  foramelli  .  e  lignoiuzzi  ,  che 
vogliono  contrapporsi  a  ognuno  ,  si  cbia- 
mano  ser  saccenti,  scr  sacciuti,  ec. 

3  SACCO,  Stntmen'o  per  lo  più  fatto 
di  due  pezzi  di  tela  cuciti  insieme  da'due 
lati ,  e  da  una  di  l'è  teste  .  Atcpiasi  co- 
munemente per  mettervi  dentro  cose  da 
trasportarsi  dn  luogo  a  luosoj  quando  si 
piglia  per  misura,  vale  Tre  staio  Lat. 
sacca s  .  Gr.  sa/.xo?  .  Bocc.  nov.  i\,  i5. 
Di&se  alla  buona  femmina  ,  che  più  di 
cassa  non  aveva  bisogno  ,  ma  che  ,  se  le 
pìaceue  ,  un  sacco  gli  donasse,  ed  av«s- 


S  A  C 

SCSI  quella.  E  nov.  60.  17.  Parlavano  il 
pan  nelle  mazic,  e  *1  vin  nelle  sacca. 

#  §.  l.  E  fìguratnm.  «  Dant*  Inf.  G. 
Ed  egli  a  nìc  :  la  tua  cillk  ,  eh'  e  piena 
D*  insidia  si,  che  gi'j  trabocca  il  sacco, 
Seco  mi  tenne  in  la  vita  serena.  A'  Par. 
11.  Le  cocolle  Sacca  soa  piene  di  farina 
ria  ...  (M) 

S-  II.  Per  simiìit.  Dant.  Inf.  a8.  La 
corata  pareva,  e  '1  trillo  sacco.  Che  mer- 
da ìa  di  quel,  che  si  trangugia  (cioè:  il 
ventre).  Bed.  Annot.  Dnir.  71.  Lo  sto- 
maco per  similitudine  fu  dello  sacco  .  E 
Esp.  nat.  i3.  Prima  d'  inghiottirli  soglio- 
no sconcia menle  colmare  il  sacco  dello 
stomaco  di  maccheroni,  e  d'altri  pastumi 
condili  con  grandissima  quantità  di  burro. 


S  A  C 


9?* 


Man 


Ip.     l3o.  Poi  si  cacciava 


qu. 


il  che 


penna  in  bocca,  Per  vomitar,  quand'  egl 
ha  pieno  il  sacco.  E  st.  1^2.  Margulte  , 
eh'  avea  ancor  ben  pieno  il  sacco. 

§,  III.  Sacco,  si  dice  nache  una  Spe- 
zie di  panno  rozzo  e  grossolano,  del  quale 
p:ù  comuncmenle  si  fanno  i  sacchi,  f'ìt. 
SS.  Pad.  I.  cji.  Scrisse  quasi  un  testa- 
mento, lasci.inddgli  luiie  le  sue  ricchezze, 
cioè  Io  libro  de'  Vangeli,  e  una  tonica  di 
sacco,  ec.  i'S  Cnr.  Long.  Sof,  Bag  2.  Una 
tascoccta  di  sacco  lutto  rattoppato.  ( FP) 
*f  Salvia,  disc.  3.  jì.  Sacco  e  una  paro- 
la che  si  ritrova  in  ebraico,  in  greco  ,  ed 
in  Ltiuo,  e  significa  sempre  tela,  o  pan- 
naccio  grosso.  (Aj 

f  §.  IV.  .S'acco,  si  piglia  anche  per  Con- 
trassegno di  prnitenza,  o  dolore  .  Vi(,  S. 
A'ess.   i6>     Onde  la  madre  sua  dal  giorno 


della 


lila  de!  figliuolo  stese  il  sacci 


parrna  uei  ngliuolo  slese  il  sacco  sop 
il  njvimcnlo  della  camera  sua  ;  nel  qual 
loco,  piangendo,  ec.  (così  spesso  nella  S. 
ScritfuraJ.    (f'J 

§.  V.  SPICCO  della  ragna,  si  dice  quel- 
la Parte  di  l  panno  ,  dove  rimane  preso 
r  uccello. 

§.  VI.  Sacco,  per  B..rsa.  Frane.  Sacch. 
noi".  64.  Va' ,  va',  che  ora  sarai  tu  messo 
nel  sacco  de'  priori. 

t  §.  VII,  Far  sacco,  vale  Empiere  il 
sacco,  e  figuratamente  Accumulai  e  Lui. 
coriaierc  opes ,  Cvrmdere  picuniam.  Gr. 
5uvK-/5tv  ;i«VTaxrfàev  .  Ott.  Coni,  luf^ 
7»  III.  Rubano,  predano,  tolgono,  e  ogni 
mal  fanno,  per  far  sacco  di  moneta 

Q.  Vili.  Sacco,  vale  anche  Sacchfgi;ia- 
mento.  Il  saccheggiare.  Lat.  depopulatio, 
diieplio.  Gr  s'/TTopOfl^i;.  Capr.  Bolt.  2. 
33  Potrebbono  certamente  dire  ,  come 
quella  donna  da  bene,  che,  essendo  presa 
nel  sacco  di  Genova  ,  disse  ;  ringrazialo 
sia  Dio  ,  che  io  mi  caverò  un  tratto  le 
mie  voglie  senza  rimorso  alcuno  di  co- 
scienzia  .  'A-  farch.  Err.  Giov,  66-  La 
quale  (  volontà  )  era  che  in  tulli  i  modi 
s*  ingegnassero  d'  aver  Firenze  ,  salva  e 
senza  sacco,  e  non  potendo  altramente  1' 
avrebbe  lolla,  arsa,  o  in  cenere.  (C) 

f  §.  IX.  Onde  Fare  il  sacco.  Mettere 
0  3fnndare  a  sacco.  Porre  a  sacco.  Da- 
re il  s^cco  a  una  città,  o  simili,  vaglia- 
no Far  preda  dì  quel  che  v'  è.  Saccheg- 
giare Lat,  pradari,  dep'pu'ari,  diiipere. 
Gr  iìnoiUÀ^v.  M.  V.  10.  82.  Dove  spe- 
ravano fare  il  sacco.  Ar.  Fur.  11,  53. 
L'aver  fu  messo  a  sacco,  e  messo  fuoco 
Fu  nelle  case.  Bucn,  Fier.  l^.  4-  l8. 
Alla  mia  casa  il  sarco  Mal  si  può  dar  , 
eh' è   poco  men,   che  vola. 

i"  §  X.  Andare  a  sacco^  vale  Esser  sac- 
cheggiato .  Lat.  diripi.  Gr.  ^lapTra^scDat. 
Belc.  J'it.  Colomh.  56.  Tulle  le  co- 
se da  mangiare  sono  ite  a  sacco.  Belline, 
son.  216.  E  però  vada  la  cucina  a  sacco. 
Vnrch.  Slor.  12. '44'^'  ^'^^  tema  che  Fi- 
renze ,  partito  lui,  restando  disarmala, 
non  andjsse  a  sacco  .  '"^  Lasc.  JS'an.  i. 
I.  Presero  il  cielo  e  lo  mandaro  a  sac- 
co .  (Br)  Gi.v.  Geli,    yu    AIJ.    46.  Fu 


6na1mcnte  preso  il  castello  e  la  fortesza , 
e  coir  uccision  di  molte  persone  mandato 
a  sacco.  (C) 

§.  XI.  Far  sìcco  ,  0  sacrata  ,  si  dice 
anthc  delle  ferite ,  quando  saltiate,  e  non 
guarite  rifa/in<i  occultamente  m^ircia. 

§  XH.  E  fìguratani,,  si  dice  dell*  Ac- 
cumular nell'interno  ira  sopra  ira,  o  sde- 
gno sopra  sdegno.  Lat.  tram  ira-  Odde- 
re. 

§.  XIII.  Far  sacco,  o  1/  sacco,  dicia- 
mo del  Fare  qualche  nolahilc  errore  ,  0 
dell'  Jncnpparv  in  qualche  a^natoj  presa 
la  met"f>ra  dall'  uccello,  che  dando  nella 
rag'ta  ,  rima'ie  come  in  un  sacco  .  Tac. 
Dav.  Ann.  4  lOl.  Né  Stiano  aiutava  sì 
Diuso,  ch'ei  non  tend*>sse  rete  anco  luì, 
alto  a  fai  vi  maggior  sacco,  come  bestia- 
le (il  lesto  lat.  ha:  iiisidiis  magis  onpor- 
tunum).  E  S(  >r.  2.  279,  Vedendo  ec.  il 
nemico  armeggiare,  saldi,  e  allenti  lo 
lasciavan  ec.  far  sacco  nella  stoltizia  (  il 
lesto  lat.  ha:  alieoam  stuUitiam  opperic- 
bantur  )  £"4.3^7.  E  poiché  conobbe  , 
che  egli  avea  viduio  farli  fare  il  sacco 
per  ucciderlo,  fece  uccider  lui  (il  testo 
lai.  ha:  posiquam  qufe^ilum  sibi  crimen 
Cfedemque  conipcrit). 

t§.  XIV.  Tenere  il  sa,  co  ,figurntam., vale 
Aiut'ìrc  ad  alcuno  a  rubare,  0  a  fare  qua- 
lunque ali/ a  rea  opera j  che  altrimenti  si 
diCi;  Tener  di  mano,  0  Tener  mano,  Lat. 
tiaJere  opems  mutuas  .  OU.  Com.  Inf. 
26.  45^.  Diumedes  per  lo  più  tenne«il 
sacco,  e  colui  furòe  ,  Geli.  Sport.  2.  i. 
Io  dubiio  che  cosini  non  sia  anche  egli 
un  tristo  ,  e  tengagli  il  sacco,  J'arch. 
Slor.  E  tenevano  il  sacco  a  chi  rubava  . 
Malm.  8.  5o.  E  per  via  d'  un  ,  che  le 
teneva  il  sacco,  Mcnlr'  ei  dormiva  gli  ta- 
gliò i  capelli. 

g.  XV.  Onde  in  proverbio:  Tanto  na 
va  a  chi  ruba  ,  che  a  chi  tiene  Ìl  sacco. 
Lat-  agcntes  et  consenticntes  p.iri  poena 
puninntur . 

§,  XVI.  Sciorie,  T'otare.  0  Scuotere  il 
sacco,  Scior  la  bocca   al  sacco,   Figliare, 

0  Scnotirr  il  sacco  pe*  pellicini  ,  0  simi- 
li j  mnrrere  flguiate  ,  che  vai;lÌono  Dire 
ad  altrui  senza  rispetto,  o  ritegno  ,  tutto 
quel  che  l'  uom  sa  j  e  talora  Dire  tutto 
quel  male  che  si  può  dire  .  Morg.  iS. 
1^2  E  di'  che  'I  sacco  non  hai  lutto 
sciolto.  Farch  Ercol.  58-  Di  coloro,  i 
qu.ìli  ec.  dicono  tutto  quanto  quello  che 
hanno  dello  ,  e  fatto  ,  a  chi  ne  gli  do- 
manda ec. ,  si  usano  questi  verbi  :  svet- 
tare, sborrare  ec,  votare  il  sacco,  e  scuo- 
tere il  pellicino  .  E  5<).  Perciò  si  dice 
non  solo  votare,  e  scuotere  il  sacco,  ma 
ancora   i   pellicini  del  sacro.  Ltb.  Son.  hg. 

1  pigliero  pe'  pellicini  il  sacco,  E  scuote- 
rò si  le  costure  e  'I  fondo,  Ch*  i'  so  che 
n  uscirà  polvere  un  mondo  .  Cas.  rint. 
buri  i,  3.  E  percir  io  voglio  scior  la 
borea  al  sacco.  Voi,  che  a  questi  signor 
rodete  il  basto,  Venilem'  a  aiutar,  quand* 
io  mi  stracco  .  Fìr,  Lue.  4*  5.  Pensali 
eh'  i'  vo*  pigliare  il  sacco  pel  pellicino  . 
Sali'  Giainh  3.  8,  Fi' conto  che  io  ab- 
bia sciolta  La  bocca  al  sacco  ,  e  presolo, 
e  scossolo  Pel  pellicino. 

§.  XVn,  Essere  alle  pegs^iort  del  sac- 
co, vale  Esser  nel  colmo  della  discordiaj 
e  I  eniie  alle  pe^^'^i  ri  del  sacco  ,  vale 
J'enire  in  discordi,'.  Lai.  in  discordiam  ab' 
ripi.  Gr  CjZif ^y:'^ìo-J 7 (lì ^  e'pt^iiv.  Malm, 
II.  6.  IVIeulre  la  f.\  venir  Marte  vigliac- 
co Col  suo  Baldone  alle  pcggior  del  sac- 
co,  lardi  Fi  col  5^.  Essere  alle  peggiori 
del  sacco  (vale)  esser  nel  colmo  del  con- 
tendere ,  •','  Cas.  liti.  87-  Sono 'sempre 
tulio  vostro,  e  sempre  alle  peggior  del 
sacco  con  Mcos.  Illii>triss-  vostro  padrone 
per   collazione  di   beneficii.    (C) 

g.  XVIII-    Essere  ni  fondo  del  safc«  . 


>j82 


S  A  C 


Vfuch,    Ercol.  St).  Ewcre    al    fonJu  àiA 
tacco  (vaU)  euerc  al  fine. 

S.  XIX.  Eslt  è.  come  J'irf  i«  ««  '«C* 
<o  ro/(j  y  prove»  fjto  che  significa  Affati- 
LHisi  senza  proj  ed  e  io  stesso,  che  Du- 
rar /atiCa  per  impoverire.  l.^X.  frustra 
Ltborare.  oUitnt,  et  operam  perdere.   Gr. 

g  XX.  C'ji"'f*''^  '^  sacco t  Jiauratam., 
vate  Fare  ia  checchessìa  tutto  il  possibile 
con  ogni  soprabhondanza,  Tac.  Dav.  Ann. 
|5'  I9d>  Sia  CÌ4SCUQ  tli  Dui  ba  culriiu  il 
i^cco  ,  tu  di  dare  <|uaDlo  puù  priocipe  a 
uu  amico,  io  di  ricevere  ipiaatu  può  ami- 
co dd  priucipe  (il  testo  iat,  ha  :  ineosu- 
ram  implevimu^).  Petr.  san.  loG.  L'avara 
UiiLilooia  ba  colmo  il  sacco  D'ira  di  Diu, 
cj  di  villi  empii  e  rei- 

S-  XXI.  Traboccare  il  sacco  »  figura- 
tani.  Varch.  Ercol.  Sg.  Traboccare  il 
AdCCa  è  quaado  non  ve  ne  cape  più  ,  cioè 
aoo  a  puù  avere  più  pazienza. 

3.  XXII.  Tornare,  Venire,  0  Andarne 
cu/Ze  trombe  nel  sacco  ,  vale  Tornar  da 
alcuna  impresa  senza  projìtlo ,  o  Andar- 
iene  senza  eh'  ella  sui  riu^cUu  .  Lai,  m- 
fcita  re  redire,  lupus  hiat.  Gr.  ).J/.qì 
iy/xii*  .  Lusc.  Sibili.  (\-  (\-  AoJianne  1 
colle  Irumlje  nel  sa<co.  Ambr.  Beva.  4- 
6.  Se  uè  uudrà  in  dileguo  Culle  trombe 
nel  iaccu.  Mvrg,  %\.  iJ.  E  eoa  le  trom- 
l«c  nel  sacco  ne  venne. 

*  §.  XXIIL  Trovarsi  in  un  sacco,  ft- 
giiratam  t  vale  Essere  impiglialo  in  ma- 
niera da  non  pdeiòi  distrigare  .  Buon. 
Pier.  \.  5.  22.  Oli  yuarda  adesso,  Ch' 
io  mi  Uovu  iu  un  sacco  ,  se  coloro  M- 
uè  son  per  cavar.    (N)  \ 

g.  XXIV.  Non  dir  quattro,  se  tu  non 
l'  hai  nel  sacco  j  proverbio  che  significa, 
che  l'  Uomo  non  dee  fare  assegnamento  dì 
alcuna  cosa  ,  injinche  e'  non  l'  Ita  in  sua 
halii  .  Lai.  multa  cadunl  Inter  caltceni  , 
supremaque  labra  j  tutitn  ne  dixeiis  , 
ifnod  manibus  non  lenes.  Lasc.  Sibili.  4- 
4.  Non  bisogna  dir  quallro,  s'allri  non  l' 
ha  nel  sacco;  non  sapete  voi  il  proverbio? 
Eir.  Trin.  i.  2.  Padrone,  non  dile  quat- 
tro, se  voi  non  l'avete  nel  sacco. 

f  §.  XXV.  Xon  ledete,  0  Riavere  del 
san.0  le  corde,  o  simili,  figuralam,,  vagliano 
Non  avere  della  cosa, che  gli  s^  aspetta,  il  suo 
dovere  a  un  gr^ut  pezzo.  Crun.  Mordi. 
268.  E  se  tu  muori,  nou  riavranno  i  tuo* 
figliuoli  del  sacco  le  cordicelle.  Frane. 
Sacch.  nov.  lii^.  Così  l'acconcerò  io,  se 
ijon  mi  paghi}  non  ti  bo  ancor  del  sacco 
le  cordelle. 

g.  XXVI.  Esser  due  volpi  inun sacco,  si 
dice  del  Bisticciarsi  dite  osUnatamenU  di 
continuo. 

%.  Ji.\\ll.Dareadalcuno  col  sacco»  vale 
Far  dimoilo  male  a  uno  j  e  mottrar  di 
fargliene  pvco. 

§.  XX Vili,  ^fanginr  Col  capo  nel  sac- 
et»,  si  dice  di  Chi  ha  tutto  ciò  che  gli 
bisogna,  senza  darsi  venta  pensiero,  0 
briga.  Geli.  Sport.  3.  3.  Noi  fattori,  seb- 
bunu  mangiamo,  come  il  cavai  della  car- 
rella, col  rapo  nel  sacco,  (juesto  nostro 
paue  i:  arcompagoalo  da  tanti  guai,  eh  e 
aare'megUo  averselo  a  guadagnar  con  la 
zappa. 

t  §.  XXl.V.  Mettere  in  sacco. figiinitam., 
vale  Sl'ÌKnere,  0  Convincere  altrui  con 
gli  argomenti  ut  forma  y  t/iV  non  abbia  j 
o  non  sappia  che  risponderei  modo  basso. 
Salvin.  Disc.  2.  atìi.  Wel  dialogo,  a  pa*so 
a  paìso  procedendo,  e  punto  per  punto  cc^ 
»i  veniva  a  t'ar  dire  ^iravversario,  ciò  che 
uou  avrebbe  voluto,  fl  così  preso,  e  invi- 
luppato, a  metterlo  in  sacco,  come  vol- 
^ainiuDio  li  ilicp. 

~  §.  XXX.     fendere,    0  Comprar  gatta  m 
lacco,  r.  GATTO,  §.  XI. 

SACCOCCIA  .     Tiuca,    Lat.    manttca. 


S  X  c 

Buon.  Fier.  4.  2.  I.  Ma  queste  noitre 
scatole  e  vaselli.  Di  che  piene  ci  avete  le 
saccocce,  ce. 

SACCOLO.  Dim.  di  S->cco.  Lai.  sac- 
cul'js.  Gr.  ju.apffu:T(Ov.  Buon.  Fier.  5.  2. 
I.  Onde  il  saccolo  cmpiennc  la  man  pia 
Dell'  lodo  mercatante. 

SACCOMANNO.  Saccardo.  Lai.  caio, 
lixa.  Gr.  cxiuoyo'po^.  M.  V.  6.  56.  Gran 
quantità  di  cavalieri,  0  di  saccomanni  io 
ronzini.  Slor.  Aiolf  Donò  Aiotfo  l'arme 
e  '1  cavallo  a'  saccomanni  della  stalla. 
Frane.  Sacch.  Op.  div.  i36.  Codro  si 
conlraSece  in  veste  di  manipolari,  li  quali 
oggi  chiamano  saccardì,  o  saccomanni  ^ 
Giov.  Geli.  Vit.  Alf.  iiq  Trovò  che  ol- 
ire al  namero  grande  de  venturieri,  e  de* 
saccomanni,  eran  morti  più  che  la  metà  de* 
fraozesi.  (C) 

%.  Per  Sacco,  Sacckeg^iamento.  Lai. 
dinptio,  depopulalio.  Gr.  TTo'fàìist;.  .V. 
F.  4-  Iv^'^'^  riguardando  pero  le  biade 
de' campi  pe'loro  cavagli,  ni-  dell*  altre  co- 
se, che  polcssono  giugneie  sanza  fare  gual- 
dane.  o  saccomanno.  E  7.  35.  Si  rasse- 
gnarono iremda  cinquecento  cavalieri  bene 
armati,  e  bene  a  cavallo,  santa  l'altra  ca- 
valleria da  saccomanno.  Pataff.  6.  E  van- 
no a  saccomanno  pedovando.  Ar.  Far. 
3o.  9.  Che,  oltre  eh 'e*  ponesse  a  sacco- 
manno llpopol  si,  che  ne  restò  disfatto,  ce. 
Buon.  Fier.  3.  5.  6.  £  mettere  or  celalo, 
ora  palese  Tutti  i  mercaati,  e  fiere  a  sac- 
comanno. 

*  SACCOMAZZONE.  Sorta  di  giuoco 
usato  per  lo  più  da'contadini,  che  '  si  fa 
tra  due  che  cogli  occhi  bendati,  e  tenen- 
dosi vicini,  cercano  di  percuotersi  a  vi- 
cenda con  un  panno  annodato,  per  dare  al- 
legrezza alla  brigati.  Baldin.  Dee.  (A) 

SACCONACCIO.  Peggiorai,  di  Sacco- 
ne, Bern.  Ori.  I.  3.  1 5.  Venga  a  sua  po- 
sta, cb'io  lo  slimo  meno,  Ch'un  sacconac- 
cio  di  letame  pieno. 

SACCONCELLO.  Dim.  di  Saccone. 
Fr.  Giord.  pred.  li.  Non  avea  altro,  che 
un  vile  sacconcellu  di  paglia.  Fr.  Jac.  7'. 
3.  7-  8.  Ni^  Una  o  sacconcello  Non  ci  avea 
il  dolce   fiore. 

§.  Per  Guancialetto.  Lai.  pulvillus.  J'it. 
Crist.  D.  Giose[ipo  fece  lo  sìmiglianle,  e 
tolse  la  sella  dell'asino,  e  trassfoe  un  eo- 
talt*  sacconcello  di  Una,  ovvero  di  borra,  e 
quella  si  pnosc  a  sedere  in  su  quel  saccon- 
cello. 

SACCONCINO.  Sacconcello  .  Frane. 
Sacch.  Op.  div.  i34<  Dormìa  solameolc  su 
uno  lacconcino  di  palma,  o  d'altra  foglia. 
SACCONE.  .y/»err(' di  sacco  grande,  cu- 
cito per  ogni  parte,  e  pieno  dì  paf:lta.  In 
forma  di  materassa,  e  tiensi  in  sul  letto 
sotto  le  materaf>e.  Lat.  calcitra  stramenti- 
tia.  Bocc.  nov.  5o.  12.  E  gitlovvi  suso  un 
pannacelo  di  saccone,  che  fatto  aveva  il  di 
votare.  Frane.  S'tcch.  noi'.  28.  Lasciata 
la  paglia,  ch 'e' portò  in  senti,  nel  slcc<'re 
di  ser  Tiuaccio.  #  ^''^g'  ^-  Umil.  72. 
Avev.1  questa  Santa  per  letto  uno  saccone 
di  paglia,  sopra  il  quale  poro  %i  giaceva, 
o  riposava.  (C)  Burch.  2.  28.  Un  topo, 
eh*  iu  avea  sotto  l\orecchio,  Forte  rodea 
la  paglia  del  saccone. 

♦f  *  SÀCCUtCIA.  Saccocci.^.  Salvtn. 
disc.  3.  74-  IJ'c*'  P"'  sacchetta,  rbe  cor- 
risponde in  certo  modo  a  saccoccia ,  cio« 
sacciiccii.  E  appresso  :  Io  mi  penso  chea 
principio  dicessero  saccuccia,  e,  parendo  il 
suono  un  poco  smilso  ,  venissero  a  dire 
saccoccia,  e  dessero  in  nn  altro,  gruuo  e 
poco  leggiadro.  (A) 

SACCUCCIO.  Pim.  di  SactojSacchet 
to.  Lat.  lacculus.  Gr.  /la^J-tow.  Ltb. 
Masc.  Infondi  orzo,  e  cuocibi  nell' acqua, 
calda,  e  mettilo  in  un  saecnccio. 

*  SACCULO.  /.  L.  Dtm.  di  Sacco; 
SaaliHUi-  Sa/imti-   Art.  Pt.    tJ.    Davano 


SAC 

il  petto  negli  lesi  iogaooi  ,  ed  10  quelli 
inviliippati,  quasi  in  più  sseeuli  diveraa- 
menic  peodevioo/'^Mir/ii  de^li  uccelli).  (N) 
•r  *  SACELLO.  /'.  L.  Cappelletta, 
Oratorio.  Teieid  ltb.  12.  Argom.  Con 
onore  La  fa  sposare  (Emilia)  al  Tel/iDu 
amadore.  Chiamando  prima  Imene  nel 
sacello.  (Ai  Ptttt.  Adr.  Op.  mor.  ».  485. 
Sentendo  urlare  t  cani  a  guisa  di  lopi,  e 
veduta  germogliar  la  gramigna  intorno  al- 
l' altare  del  sacello  del  suo  palazzo  ec. 
si  mancò  d'animo  che  ec.  s'ucctae  da  se 
medesimo.  (C) 

SACERDOTALE.  Add.  Di  sacerdote. 
Lai.  tacrrdjtalts.  Gr.  t'e&aTt/e';.  AnnoU 
Fang.  Usaue  1*  uficio  del  sacerdote  dinao- 
zi  da  Dto,  secondo  1*  uficio  ucerdotalr. 
Coli.  SS.  Pad.  Per  affetto  di  fraiernil^  , 
e  per  dignità  sacerdotale.  Maestruzz.  |. 
l5.  Dicono  quasi  tutti  i  dottori,  che  ia 
niuoo  modo  puote  esaere  veacovo.  s«  oon 
e  prete,  imperocché  1'  ordine  sacerdotale  ^ 
quasi  fondamento  suslanaiale  dell*  ordina 
vescovalc.  tt  Tass,  Ger.  11.  l5.  E  u* 
fronte  alzando  ai  popoli  guerrieri  La  oun 
sacerdotal  lì  benedisse.  ^.V; 

#  g.  Benefzii  sacerdotali,  dtconst  da' 
Canonisti  Que' brnefizli  che  non  possono 
estere  legalmente  posseduti  se  non  da 
chi  e  negli  O'dmi  sacri,  f  A) 

SACERDOTALMENTE.  Avverb.  Du 
sacerdote.  Lai.  nijre,  *e/  rifu  sacerdotsun. 
Gr.i«p«Ti^w;.  Fr.  Oiord.  pred.  R.  Maegb 
volle  operare  sacerduialmente  ,  come  do- 
vea.  /:.'  appresso  :  Comparve  sacerduial- 
menle  vektito. 

t  SACERDOT.A.TICO.  F.  A.  Sact'- 
dozio.  Lat.  sactrJottum.  Gr.  ii^wsu'vi]. 
1  al.  Mass.  Colle  insegne  de'maesuati  cbc 
amministrati  avcano  ,  e  colli  sacerdotali- 
chi,  che  avevano  avuti,  sedeanu.OfJ.  Com. 
inf.  19.  Il  detto  Re  dispuose  lansooe  del 
sacerdulatico  (la  stampa  pag.  35l.  ha  de- 
pose Giasone  del  sacerdozio;  mail  MS- 
legge  C'irne  qui,  Sa'vo  che  in  luogo  di  sa 
cerdolalico.  hn  sacerdotatice). 

SACERDOTE.  QuegUtChe  e  dedicato  a 
Dio  per  amministrar  le  cose  sacre.  Lat. 
sacerdos.  Gr.  UcexI^.  Bocc.  l'U.  Dant. 
245.  E  similmente  avvisarono  diversi  mi- 
nistri ec.  per  maturità,  per  eli,  e  per  abìlo 
più  cbc  gli  altri  uomini  reverendi,  li  quali 
appellarono  sacerdoti.  E*p.  Fang.  Sacer- 
dote tanto  è  a  dire,  quanto  inscgoatora.  e 
donatore  di  cosfr  sante.  G.  F.  1.  25-  3. 
Concepelle  ocruUamente  a  un  portalo  dtat 
figliuoli  ec.  del  sacerdote  di  starti. 

^  g.  Sacerdote,  per  Sacerdctessa.  Sai- 
vin.  Jùieid.  li'-.ty.  Quando  ebbe  cou  dnio 
l'attempata  di  Febo  sacerdote.  (F) 

SACEliDOTESSA.  ì  erbai,  femm.  di 
.'sacerdote.  Lai.  sacerd^^tisfu.  Aneli.  Gr. 
liplxv..  Fi'oc.  \.  18.  Avvenne  che  ungior- 
no,  non  so  rome,  la  fortuna  mi  baJcsUo  in 
un  santo  tempio  dal  Principe  deVtlesltali 
urcrllì  nominato,  nel  quale  aacerdtitruc  di 
Diana  ec  t-fliitavano  liepidì  fucthi,  e  di- 
votara«-nte  laudavano  il  sommo  Gii>«r .  t'ml. 
Mats.  t*.  S.  Ac'ìocché  oon  maocaM«  sa- 
cerdoti isa  sacreute  drgli  auUchi  costumi  « 
quella  Dea.  ì  ttt.  Colt.%.  Quella  Mccrdu- 
tessa  non  a|'pruvò  ne  Tuna,  n'  l'alita  di 
queste  materu. 

S.*CERDOTO.     V     A.     Sa^oMe 
Macsttu2z.   I.   3j.  Ma    o(igiluite  Ir  peni- 
lenzesuno  posle  nell'ari' *. .      '  '  '   ' 

«  Fr.  Gì  rd.  iV^.  Sa 
che  Uomo  dì  mruo, 
nconcìliatorr  tr*  Dio  e  l'uomo.  .  /  > 

SACERDOZIO.  f,%i.',  .■  Dtgntù  del 
Stice'd-tr.  Lat.  tacerdotiuni.  Gr.iipM9Uvq 
Lab-  164.  Il  qoal  coklume  l'anlichità  •.-Ib- 
mamcDttf  auror  serva  al  mondo  prcatntc 
ne'Papati  rr .,  e  grnrralmeole  in  tulli  i  ma- 
fpilrati,  e  saccrduiii,  e  ot  II*  altre  maggio 
rame  diwnc.  Z7air /^    11    CLi  dicuo  .> 


S  A  e 

ìura  e  chi  atl  aforismi  Sen  giva,  r  chi  se- 
guendo i;ifer»lt>iio.  Pass.  3o5.  Imperocché 
tu  non  hai  \c»Iulo  avrre  scipnzia,  io  ti  cac- 
cerò via  ;  che  non  abhi  I'  of6tio  i\A  mio 
aarerdoaio,  il  cui  u6rio  è  di  reggere,  e  d' 
ammaestrare  altrui  :  che  dod  ìi  puotc  ben 
fare  sanz»  srienxia. 

*  g.  I.  Sacrrdtzio,  si  piglift  anche  pert 
Ordine  ìni'ìrtìi  de/qiin/vsi  acffnista  l'ufi- 
cto,  e  la  dig'iiln  ,U-i  sactrJolv.  Seg'ter. 
Crisi.  in.Hr.  3.  ?/|.  20.  In  ogni  caso  (loi  , 
cheec.  vi  detcrminasle  ad  assumere  ilsa- 
c«rdoEÌo,  ricordatevi  dì  disporvi  anteceden- 
temente con  quelle  preparationi  che  si  con- 
vengono, (C) 

*  g.  II.  Sacerdosio,  trovasi  usalo  anche 
per  f  esce  vado,  Bem-ficio.  Vav.  Svisni.  t\^. 
(  Cofnin,  11^^'  )  Morì  ne'mcdcsimi  giorni 
<>ug1ielmo  Uvarano,  arcivescovo  di  Con- 
luihia,  gran  favorilore  della  Reioa,  Il  Re 
pensò  sì  gran  sacerdozio  dare  a  chi  aiutasse 
la  sua  lihidìne.  (1') 

*  SACERDOZIO,  /idd.  Di  sacerdote. 
Dei  sactrdoti,  Eccfcsiastico  .  Lat.  sacer- 
dotalis-,  ecclfsiaslicus,  Pios.  Fior,  i,  3. 
l54-  Le  quali  (orazioni)  avendo  saputo  lo- 
dare la  giustizia,  la  religione  sacerdozia  "e 
la  mililare,  mostrano  di  poter  comparir  tra 
cotante  sì  degne  Iodi.  (^S) 

SACRA.  1',  SAGRA. 

SACRAMENTALE.  Jdd.  Di  sacramen- 
to. Attenente  a  iacranttntc.  X>:i\* sacrante n' 
talis.  Gr.  {ji'jts'ixo'i.  Pass.  iig.  Gli  ì;  vale- 
vole questa  confessioDc.  avvegnithì!  non  si 
possa  dire  propriainenle  sacramentale,  pe- 
rocehi;  ci  manca  il  propio  ministro  di  tale 
s.icramento.  Maestruzz.  \.^2.  Quello,  che 
iignifii-ano  questo  c'sc  sacramentali,  che  si 
fanno  innanzi  al  haltesiino  nel  catccismo, 
si  dirj  dì  sotto  nel  hatlesim'^.  Esp.  Sa/m. 
Queste  sono  sette  antifone  sarramenlali,  che 
gridano  l'ovveniraento  di  Cristo  (cioè,  mi- 
steriose )  . 

•V  §.  Grazia  sacramentale  ,  diccsi  la 
Grazia  che  si  ottiene  per  mezzo  del  Sacra- 
mento della  Penitenza.  V.  GRAZIA,  g. 
XXV.  (C) 

SACRAMENTALMENTE.  Mvetb.  A 
format  o  Per  mezzo  di  sacramento.  Lat. 
*sacranienialiter.Gr.fiìjijrtA(Z^.Mnestritzs. 
1.6.  E  da  sapere,  che  due  sono  i  modi  di 
manicare  il  Corpo  di  Cristo,  ec.  :  l'uno 
modo  sacramentalmente  ec,  l'altro  modo 
spiritualmente.  S.  As^jst.  C.  P.  Non  sola- 
mente maogiarono  il  Corpo  di  Cristo  sa- 
cramentalmente, ma  virtualmente.  Frane. 
Sncch.  Op.  div.  1^0-  Andiamo  a  vedeie  il 
Corpo  di  Cristo  sacramentalmente,  peroc- 
ché sacramentalmente  il  Corpo  suo  umana- 
to  con  tutte  le  membra  è  nell'ostia. 

SACRAMENTARE.  Amministrare  i  sa- 
grementi.  Lat.  sacramenta  impertiri,  mi- 
nistrare j  sacramento  muniVe;  sacra  my- 
sleria  tradere.  Gr.  Ispol  fj.uaTfì'zta.  Siio- 
vac. 

§.  I.  in  signijìc.neutr.  pass,,  vale  Bi- 
cedere  i  sacramenti,  e  particolarmente  /' 
Eucaristia.  *  Baldìn.  Pec*  Non  lasciò 
mai  di  sacramentarsi  ogni  giorno  di  Do- 
menica. (A) 

§  il.  Sacramentare,  vale  anche  Far 
giuramento.     Giurare,    Lat.    iurare.    Gr. 

*  SACRAMENTARIO.  Term.  degli 
Ecclesiastici.  Antico    rituale^    contenente 

le  orazioni,  e  i  riti  appartenenti  alla  cele- 
Itraziongy  ed  nmministrazione  dt'  sagra- 
menti.  (A) 

*  §.  Sacramtntarii  cg^iitì  diconsì  da* 
Teolost  gli  Eretici  che  hanno  pubblicato, 
e  sottenuto  dottrine  erronee  circa  l' Eu- 
cartstia.  Tali  sono  i  Calvinisti»  e  i  Lu- 
terani.   Pallav.  Stor.   Cone.   (A) 

SACRAMENTATO.  Add,  da  Sacra- 
mentare. Segner,  Cnst.  inslr.  3.  4.  12. 
Tutta  la  gloria    possibile    a    Dio    se   gli 


S  A  C 

rende  da  Gc^ii  Cristo  sacramentato  (qui 
i'afe:  Cht  i  nefl'  ostili  consacrata).  *  E 
3.  7.  l5.  M.I  lo  slrapaizo  fatto  da*  per- 
versi Cristiani  a  Cristo  sacramentato ,  è 
un  attent.Uo  mosso  da  essi  contra  la  sua 
divina  Persona  ec.  (qui  pure  vale  Che  è 
nell'ostici     consacrata),  (C) 

•f  SACRAMENTO.  Ingenerale  denota 
Se^no  d'una  cosa  tanta,  o  sn^rn.  JS'ella 
Cbies'i  Cattolica  Romana  è  un  segno 
sensibile  dflìa  grazia  santificante  ,  insti- 
tuifa  da  Gesù  Cristo.  U^u  sacrarne ntum. 
Gr.  [j.V'jTr!piov.  ]\I"Cstriizz.  I.  1.  Sacra- 
mento secondo  il  Maestro  delle  sentenze 
e  diversi  Dottori,  è  di  cosa  sagro  segno. 
Ovvero  Sacramento  è  visibile  forma  di 
invisibile  grazia  .  Ovvero  :  Sacramento 
è  quello  ,  nel  quale  sotto  Ìl  compi- 
mento delle  rose  visibili  la  divina  virtù 
segretamente  aopera  salute.  Ovvero  :  Sa- 
cramento è  materiale  elemento  sottopo- 
sto agii  occhi  di  fuori,  il  quale  per  l'or- 
dinamento segna,  e  per  la  similitudine 
rappresenta  ,  e  per  la  sua  santiiìrazione 
dà  invisibile  grazia.  Bocc.  nov,  i.  j.  A 
Chiesa  non  usava  giammai,  e  i  sacramen 
ti  di  quella  tutti  ,  come  vii  cosa  ,  con 
abominevoli  pnrole  scherniva.  Enum.  12. 
Egli  non  si  vorrà  confessare  ne  prendere 
alcuno  sacramento  della  Chiesa  "^Tcsorett. 
Br.  27.  Altri  per  simonia  Si  getta  in 
mala  via,  E  Dio  e'  Santi  uCfendc,  E  ven- 
de le  prebende.  E'  santi  sjcramenii,  E 
melton  fra  le  genti  Esemplo  dì  mal  fa- 
re. (B) 

%.  I.  Per  Giuramento,  Saramento.'Lzt, 
iminrnnlum,  sncmmentnm.  Cr.  Opxoi  ■ 
di/,  V.  I.  ^5.  Ricevette  il  sacramento  e 
r  omaggio  di  lutti  i  baroni.  Ar.  Fur,  23. 
78.  Ho  sacramento  dì  non  cinger  spada  , 
Finch'  io  non  tolgo  Durindana  al  Conte. 
V  Bemb.  Slor.  Q  83-  Ed  acciocché  que- 
st.i  cosa  non  si  risapesse,  a  tutti  i  sena 
lori  fu  dato  sacramento  di  silenzio,  e  fu 
da  loro  giurato.  (F) 

§.  II.  Sacramento,  si  dice  oggi  anche 
per  Velazione,  0  f  elamento  delle  mona- 
clte  in  occasione  <iella  loro  profesiicne 
nella  religione. 

§.  Ili  Per  Eucaristia.  Lat.  sacruni 
mysterium,eucharistia.  Gr. Ispo'-J  [àuitt,- 
ptov,  supfa^tTTt'o.  ^*  Pass.  134.  Per  re- 
verenza del  sacramento  del  corpn  di  Cri- 
sto. (Nj  Borgh.  Rip.  86  La  principale 
è  quella  che  vien  sopra  la  tribuna  del 
sacramento  (cioè  dove  si  conserva  C  Eu- 
caristi'ì). 

^  §.  IV.  Sacramento,  si  trova  anche 
per  Cosa  segreta  mostrala  da  Dio.  Mira- 
colo, o  Altro  sacro  segno,  Fit.  SS.  Pad. 
4-  224-  E  P'*'  si  riteneva  di  manifestare 
si  alto  sacramento,  che  Dìo  in  lui  avea 
dimostrato  (parla  'ielle  Slimate  ricevale). 
Fior.  S.  Frane.  119.  Frate  Francesco 
sappi  che  non  per  te  solo,  ma  eziandio 
per  gli  altri,  Iddio  ti  mostra  alcuna  vol- 
ta i  suoi  sacramenti.  E  12O.  Con  tutto 
che  egli  studiasse  di  celare  e  nascondere 
il  sacramento  delle  sacre  sante  istimate 
ec.  (F) 

SACRARE,  y.  L.  Propriamente  Dedi- 
care a  deità.  Consacrare.  Lat,  sacrare. 
Gr.  Ispovv.  Petr,  canz.  49-  IO.  Vergine 
i' sacro,  e  purgo  Al  tuo  nome  e  pensie- 
ri, e  'ngegno  e  stile. 

^  §.  I.  Sacrare  ,  vale  anche  Bender 
snero.  Borgh,  f'esc.  Fior.  3.18.  Quantun- 
que in  alcun  Santo  s' intitolasse  una  chie- 
sa ,  tuttavia  ci  si  aggiugocva  innanzi  sa- 
crandola :  Ad  onore  dì  Dio,  e  del  nostro 
Salvatore   Gesù   Cristo.  (f'J 

f  *§.  II  Per  Riconoscere,  e  Venerar 
ppr  santo.  Canonizzare.  Petr.  Uom.  ili. 
24  Pietro  fu  crnci6sso  in  Valicano  ec  , 
A  Paulo  fu  tagliata  la  testa  ec  ,  e  a  que- 
sto modo  furono  martiri,  e  sacrati. ^/^^  Fior. 


S  A  C 


O8I 


Ital.   12.   Sacravano    etiandro  a   Lui  tutte 
le  porte  delle   case.  (  C} 

^  §,  III.  Per  Consacrare  ,  nel  senso 
del  §.  IV.  P.,ss,  99  (Fir,  J725)  Per  re- 
verenza del  sacramento  de!  (.'orpo  di  Cri- 
sto,  il  quale  egli  h.ie  a  sacrare,   (P) 

t  V  §,  IV,  E  tn  stgnific.  neutr  patt. 
Consacrarci,  Dedicarsi.  Chiobr.  Rim.  3. 
32.  Cedro,  Dandosi  io  dono  alla  diletta 
Atene  .  Sacrossi  a  morte    (.4) 

t  *  §.  V.  Talora  va'e  Ricevere  il 
Sacerdozio,  0  *l  Fescovado.  Pel'-.  Uom. 
ili,  45.  Nessuno  Vescovo  potessi  essere 
coosecrato  da  meno  di  tre  Vescovi  ce,  E 
quando  r  Arcivesco%'o  si  saer.i,  che  tutti  i 
vescovi  della  provincia  vì  debbino  essere,  ^/-'l 

SACRARIO.^  /'.  L.  Sagrestia.  Lat.  sa- 
crariunf  Gr.  ìsr5pu>aV(SV.  Se^r.  Fior, 
Stcr.  8.  201,  Lorenzo  dall'  altra  parte 
ec.  nel  sacrario  del  tempio  si  rinchiuse  . 
E  oppresso.'  Trovatolo  nel  sacrario  rifug- 
gito, non  potette  fjrlo. 

§,  Sacrario,  si  dice  anche  il  Luogo  , 
dove  si  buttanfj  e  versano  le  lavatore  de' 
v.isi  ^  panni,  o  simili,  che  servono  im- 
mediatamente al  sacrifizio  .  Lat.  *sicra- 
rium . 

SACRATISSIMO.  Saperi,  di  Sacrato. 
Lat.  sicratissimus.  Gr.  tEpojVaro;.  Amet. 
55.  Nelle  sacratissìme  rocche  di  Palatino  , 
sopra  r  onde  del  piacevole  Tevero  ,  fer- 
mammo il  lungo  errare  .  E  102  E  però 
liberamente  l'esaminazione,  e  la  corretio- 
ne  d'essa  commetto  nella  madre  di  tutti, 
e  maestra  sacratissima  Chiesa  di  Roma  . 
Stor.  F'tr.  I.  1.  Carlo  Magno  in  Roma 
ec.  unse,  coronò,  0  benedisse  il  predetto 
Re  in  Principe  sacralissimo  dc'Cristiani, 

f  V  SACRATO.  Susi.  Luogo  sacro. 
Cattale.  Frutt,  ling.  362.  La  sotterrarono 
in  UD  luogo  \i!e,  fuori  dì  sacrato.  (Aj 

3  SACRATO.  Add.  da  Sacrare j  Fatto 
snero  ,  Consagrato  .  Lai.  sacratus  .  Gr. 
li^wàst'^.  Petr,  canz.  49-  5.  Santi  pen- 
sieri ,  atti  pietosi  ,  e  casti  Al  vero  Dio 
sacrato,  e  vìvo  tempio  Fecero  in  tua  vir- 
ginità feconda, 

§.  I.  Per  lo  stesso  che  Sacro  .  Lat. 
sacer.  Gr  iipoq  .  Dani.  Purg.  9.  poi 
pinse  l'uscio  alla  porla  sacrata.  Rocc. 
Fit.  Dani.  2^5.  Vollono,  che  dilungi  ad 
ogni  plebeo,  e  pubblico  stile  di  parlare 
si  trovassero  parole  degne  da  ragionare 
dinanzi  alla  Divinità  ,  nelle  quali  le  si 
porgessero  sacrate  lusinghe.  ^'^  Tass.  Ger. 
i.  65.  Ella  (l'oste)  giunga  alla  città  sa- 
crata Qaant'è  possibii  più  meno  aspetta- 
ta (parla  di   Gerusalemme)  (D) 

§.  II.  Ostia  sacrata  ,  si  dice  l'  Ostia 
dopo  le  parole  della  consecrazione  ,  per 
essersi  la  sostanza  del  pane  convertila  in 
quella  del  sacralissimo  Corpo  di  Cristo. 
Afaestruzz.  i.  6.  In  ninno  caso  sì  dee 
dare  1'  ostia  non  sacrata  per  la  sacrata  , 
acciocché  noi  facesse  idolatra  ,  adorando 
quello  che  non  è. 

t*§.  III.  Prete  sacrato, dicesi  Quello 
che  è  già  prete  ,  ed  ha  fatto  professione 
in  alcuno  istituto.  Pass.  102  (Fir.  172  5) 
Un  monaco  fu  dell'ordine  dì  Cestella,  che 
essendo  già  prete  sacralo,  usci  dell*  ordi- 
ne ,  e  diventò  malandrino  e  rubalore  dì 
strade.  (E) 

=1^  g.  IV.  Monaca  sacrata,  dicesi  Quel- 
la che  ha  fatto  professione  ,  tt  G.  V.  5. 
iQ.  3.  Non  sanza  cagione  e  giudicio  di 
Dio  dovea  riuscire  si  fatta  ereda,  essendo 
nato  di  monaca  sacrata.  E  6.  i.  4*  F**" 
rono  operatori,  ch'egli  nascesse  del/a  mo- 
naca sacrata  Gostanza  ».  (?!}  Pass  l3g. 
Questa  fanciulla  ec,  crebbe;  e  falla  donna, 
mon.ica  sacrata,  si  confessò  ec,  (F) 

SACRESTIA  .  Sacrestia  .  Lat.  sacra- 
rium  .  Gr.  tsao^uAaziov  .  G,  V.  9.  21. 
2  Lascìollo  in  Lucca  nella  sacrestia  dì 
santo  Friano. 


984 


S  A  e 


*f  *  SACRIFICAMENTO.  VJtto  di 
sncrificnre,  Sacnfìcaziunrg  Sacrifizio.  Sai- 
i-in.  Seno/.  5.  125,  CL-lcbrava>Ì  una  certa 
raagoifica  suleoailj  pubblica,  che  facevano 
i  Rudiaui  al  sole,  e  pruccikiooe,  e  sacrifi- 
camento  e  mi^ltiluJiae  di  Citladiai  fesleg- 
gìanti.  (Cj  Udea.  JVis  3.  49*  Potea  non- 
dimeoo  sortire  la  sua  perfezione  il  furma- 
le  allo  tragico  ,  qual  è  il  tacri&camenlo 
di  Oreile  ,  aeaKa  il  progresso  della  Ielle- 
ra.  (Jj 

SACRIFICANTE.  Ch^  sacrifica»  Sa- 
ciificaUra.  Lai-  sacrijìcant.  Gr,  iiptJoi*, 
dJwv  ■  yémel.  86  fi'è  io  alcuna  parte  i 
termìiii  dati  dalli  primi  sacrificanti,  dÌ; 'I 
luogo  passu.  Itemb.  Asol.  1.54'  ^"^^  mezzo 
de'sacriGcanti  sacerdoti  il  Te  cadere. 

SACRlFlCAnE.  Offerire  in  sacrificio. 
Lat.  sacrificare,  immolare.  Gr  tspiuuv. 
JM\  M.  Quelli  che  portano  le  insegne  de' 
CoDSulì,  e  hanno  la  scila  dorata,  sono  de*  I 
tlinati  a  motte,  siccnnie  la  bestia,  che  V  I 
uomo  vuole  sjciiGcafe  ,  la  quale  1'  uomo 
adorua  di  bìjiiche  liste. 

§.  I.  Per  [)•  dicaie.  Consacrare,  Lai. 
sacrare  .  Gr.  Itpov*  .  fai.  Mass,  Nega- 
va ,  una  cella  putere  essere  sacrificata  a 
due  Dii. 

t  §  11.  fa  signijìc.  nfttir,,  vale  Far 
sacrificio.  Lai.  sacrificare.  Gr.  tepsu'etv. 
Oh.  Com.  Inf,  20  357.  Li  demonii  baoDo 
a  tanto  coodolto  li  ui>mini,  che  s*  hanno 
fatto  adorare  e  sarrificare,  siccome  si  con- 
viene a  solo  I<ldio  creatore  .  ì'al.  Mass. 
Non  era  usanza  di  saciificare  insieme  a 
due   Dii. 

*  §.  III.  E  col  ffuarto  caso.  Star.  Bari. 
74-  Valli  a  profferire  e  a  offerire  a'nostri 
Iddei,  e  sacriBcali  (un  altro  lesto  ha  sa- 
rrifìciali),  e  troverà' li  poi  perdunalori  de' 
luci  peccati    (P'j 

*  §.  IV  Assoluto.  Mor.  S.  Grrg,  j. 
2.Z.  Sacrificando  il  re  Geroboam  d'incenso 
sopra  l'altare.  (F) 

g.  V.  Per  meta/  Mor,  S.  Greg,  Ciò  è 
a  dire,  che  fosse  sacrificalo,  e  morto  da 
noi  ogni  appetito  della  carne  nostra. 

•>-  g,  VI  Sacrificare,  i-ale  anche  Cele- 
hrare,  Vir  la  messa.  Pallav.  Slor.  Conc- 
a.  2ÌÌ8.  Sarrificò  dunque  la  nrultina  ap- 
presso Fra  Baldassarre  Eredia  Arcivescovo 
di  Caglieri.  (li) 

*t  *  S>  VII  Si  dice  anche  Sacrificare 
il  sacrifizio  dill*  altare,  e  vale  lo  stesso. 
Hicord,  Malcsp.  cap.  1 18.  Uno  prete  della 
chiesa  di  sanlo  Ambruogio  di  Firenxe  , 
che  avea  nome  preie  L'gurcione ,  aven- 
do sacrificalo  il  sacrificio  dell*  altare , 
ce.  (f) 

SACRIFICATO.  Jdd.  da  Sacrificare. 
Lai.  immotatus .  Gr.  eTricpaysi';.  Amel. 
•jX,  Enea  ce.  ,  sacrificata  la  bianca  troia 
alla  crucciala  Giunone.  Pass.  "i'^o.  Certe 
figure,  che  appariscono  nelle  spalle  d'  al- 
•  uno  aniniab-  sacrificato  agl'idoli. 

t  SACRIFICATOKE  .  J'erbal.  masc. 
Che,  O  Chi  sacrifica.  Lai.  sacri/ìcus  G>. 
lepoTtoi^i.  G.  V.  I.  23.  4-  l'erocchc  vi 
furo  i  primi  sacrificatori  agl'lddii  con  fum- 
mo d*  incenso  dello  tuscio  ,  Pctr,  Uom. 
ili.  Dava  speranza  ,  quasi  a  modo  di  suo 
avolo,  di  Ile  sacrificatore,  e  non  combat, 
ilmre . 

t  3  SACRIFICAZIONE.//j'»crj/7f(7re, 
Sacrificio  Lat.  sacrificano  ,  sticrifìcium . 
<ÌT.  Upilov.  Star.  Toh  C.  /">(,'■  ^3- (Li- 
vorno 1799)  Le  nazioni  verranno  a  te  di 
lunghi  paesi  con  grandissimi  doni  ,  le 
quali  adoreranno  il  signore  m  le  ,  e  la 
l>>rra  tua  averanno  in  sarrifir.-itionc. 

SACRIFICIO.  «SACRIFIZIO  Culto, 
o  ì'eneiazione  fatta  a  Dio  con  vfTrrirp/i 
per  mezzo  de'  sactidoli  la  vittima  per 
ftacarto,  o  riagraziarlOf  0  lod  irlo,  Lat. 
sacr'ìficium*  Gr.  icpCtcv.  Bocc.  nov.  \. 
37.  Miuoa  cosa  li    coavìea    leoer    netta, 


S  A  C 

rome  il  tanto  tempio,  oel  quale  sì  rea- 
de  sacrificio  a  Dio.  Dant.  Par,  8  Per- 
chè non  pure  a  lei  faceano  onore  Di  sa- 
cjrificti  e  di  votivu  grido  Le  genti  anti- 
che Cavale.  Fruit  ling.  L*  orazione  è 
sacrifirio  mentale,  il  quale  a  Dio  1'  ani- 
ma ofTifrisce  delle  sue  viscere. 

t.S-  '•  P^^  /«  nttime  di  animali,  o 
altre  cose,  che  si  o/ferivano  da*  Gentili 
a*  demonìi  .  Maestruzz  2.  14.  Anco- 
ra sarebbe  più  grave  .  se  si  faccue  sacri- 
fizio ,    e    rivercnzia    al    chiamalo    demo- 

DIO. 

§  II.  Per  similit  Dani,  Par.  5.  Duo 
cose  si  convegnono  all'essenza  Di  questo 
sacrifirio   (tratti  del  volo). 

*  SACRIFICO  Aid.  Che  appartiene 
al  sacridiiy.  Ang.  met.  l3.  2^0.  Offerier 
su  l'aliar  le  lor  persone  Per  ostia  alle  sa  • 
crificl-e  facelle.  (M) 

•f  *  SACRIFICOLO,  e  SACRIFICU- 
LO.  Re  dei  sncrficii  presso  gli  antichi 
Pomani.  Segr  fi  ,r.  Disc  I.  25.  Crea- 
rono un  capo  di  detto  sacrificio,  il  qua- 
le essi  chiamarono  Re  sacrificolo ,  e  lo 
soltomessnno  al  Sommo  Sacerdote.  SaU-in- 
Cas.  Un  Satiro,  e  un  garzone  Orgiasta, 
o  Sarrificulo  di  Ba«co.  (Aj 

*  SACRIFIZIO  .  y.  SACRIFI. 
CIO    (C) 

SACRILEGAMENTE  .  Avverò.  Con 
SacrilcQÌo.  Lai,  S'iCritt-ge.  Gf.  ^iO'Su'ì.ùi. 
Fir.  As  61.  Allora  la  gentil  moglie, 
tutta  divenuta  altiera,  sacrilegamente  ,  e 
con  elicaci  parole  rispondendo  alle  accu- 
se del  marito,  diceva  che  egli  si  partiva 
dalla   verilà. 

t  3  SACRILEGIO.  Lai.  sacrilegium  . 
Gr.  iE5U3<'3ii'a.  Maestiiizz.  2.  3o.  2-  Sa- 
crilegio è  una  violazione  della  cosa  sa- 
grata, ovvero  usurpazione  ,  ed  è  delta 
quasi  sacri  laedium,  cioè  che  offende  la 
cosa  sacra,  ovvero  furante  la  cosa  sacra  . 
Tes.  Br.  8.  6  Sacrilegio  si  è  furar  le 
cose  sagrante  di  luogo  sagralo .  S.  Ant. 
Confess.  E  sacrilegio  quando  per  a*er 
roba  la  perdona  ruba  le  cose  sacre;  ma 
nota,  che  sacrilegio  si  commette  in  tre 
maniere,  cioi?  circa  le  persone  sacre,  cir- 
ca t  luoghi  s^cri,  e  circa  le  cose  sacre. 
Bill.  Inf.  20-  I-  Ed  è  sacrilegio,  fura- 
menlo  del  culto,  che  sì  dee  dare  a    Dio, 


darlo 


ci'  idoli.   E  altro- 


ve :  Sacrilegio  è  di  persone  consecrate,  D 
pur  che  1'  una  sia  consecrala.  G.  V.  12. 
Ili-  4  1'  quale  ha  fallo  come  tu,  con 
frode,  e  sacrilegio  sposata  quella  rea  fem- 
mina, ec. 

•f  3  SACRILEGO.  Add.  Che  com- 
mette snctilegio.  Lat*  sacrtlrgut-  Gr. 
^ioyvyrl^.fliil.  Sacrilego  e  qualunque  to- 
glie le  cose  date  a  Dio.  Filoc.  5.  5l. 
Che  ho  verso  gli  Iddìi  commesso,  che  i 
miei  s<icrificii,  puramente  fatti  non  sieno 
accettali?  lo  non  sacrilego,  io  non  invi- 
dioso dei  loro  onori  ec  ,  ma  fedelissimo 
e  divoto  servidore   di  tulli  ec. 

§.  Sacrilego,  vale  nncfie  Fnipiof  »  di- 
cesi  delle  cose,  «  Pass.  383.  E  simiglian- 
temente  è  gravissimo  peccato,  e  sacrilega 
idolatria  proccurare  d'  avere  sogni,  e  loro 
significazioni  del  Diavolo  »•    (.-^J 

SACRISTIA  .  r.  A.  Sagrestia.  Lat. 
adytum.  Gr.  a^UTOV.  Bfaestiuzs.  2-  4l- 
Debbono  riponere  la  pecunia  io  alcuna 
sacrtsiia. 

*  SACRO.  Siist.  Sorta  d'artiglieria. 
Betiv.  Crii.  J'tt.  I.  i6o.  Volsi  certi  pel- 
ei di  sacri,  e  falconetti  dove  io  vedevo  il 
bisogno,  e  con  essi  ammazzai  dimoili  uo- 
mini de' nemici  K  173.  Il  qud  pezzo  (un 
gelifalco)  si  è  maggiore,  e  più  lungo  di 
un  sarro.  quasi  come  una  mezza  colubri- 
na. F.  179  Avendo  preso  un  sacro,  e  ud 
falconetto  ec.  io  gli  empievo  di  quei  pu- 
laloiieci.  /'.  SAGRO  (Cj 


S  A  C 

•*■  %  Soci  I  nel  numero  plurale  ,  vale 
Cerimonie  ,  Piti  di  PfHgione  LaU  sa- 
cra ,  Ang.  Met.  II.  18.  A  vendicar 
contro  le  donne  ,  Orfeo  Non  vuol  il 
Padre  pio  rivolger  gli  occhi;  Che  aveodo 
offrii  t  sacri  di  Lieo  Lascia  che  a  lui  que- 
sta   vendetu  tocchi.   (M) 

*\  3  SACRO,  ^dd.  Appaitenente  alti 
divinità.  Dedicato  •/  cullo  divino.  Santo, 
Contenente  cete  dt  rrligtone  ,  ì'enerando 
per  religione  ,  Augusto.  Lai.  tacer.  Gr. 
itsòi  .  Petr,  canz.  !\Q  7.  Vergine  sacra 
ea  alma.  Non  tardar,  eh'  i*  son  forse  al- 
l'ullim*  anno.  /:.  son,  2o5  O  sacro,  av- 
venturoso,  e  dolce  loco,  Dant.  Pmrg.  g. 
Gli  spigoli  di  quella  regge  sacra,  £  Par. 
3.  E  cosi  le  fu  tolta  Di  capo  V  ombn 
delle  sacre  bende.  E  xS.  Se  mai  conliu- 
ga  che  *1  poema  sacro  ec.  Vinca  la  cru- 
deltà che  fuur  mi  serra  Del  bello  ovile  . 
Bocc,  nov.  2  i3  Giannotto  il  levò  dal 
sacro  foote  ,  e  nomioulto  Giovanni.  Lèv. 
M.  Faccia  ì  prìncipii  della  città  più  u- 
cri,  e  venerabili  (il  tetto  lat.  ha.-  augu- 
stiora  facial)  *  S  Ani.  Confess,  E  s«- 
cri1*>gio,  quando  per  aver  roba  la  persona 
ruba  le  cute  sacre;  mj  nota  che  sacrilegio 
SI  comm-  Ile  io  ire  maniere,  cioè  circa  le 
persone  sacre,  cirra  i  lunghi  sacri,  e  circa 
le  rose  sacre  .  Marsiru::,  2.  3o.  2.  Sa- 
crilegio quasi  sacri  lucdium ,  cioè  che  of- 
fende la  cosa  sacra,  ovvero  furante  la  cosa 
sacra     f.Y; 

*  §.  I.  Ordini  sacri,  diconsi  il  Sacer- 
dozio, il  Dtaconaiy,  il  Soddiaconato,  a  dif- 
ferenza dt-pii   Ordini  minori.  -  Dant.   Inf. 

27.  Ni.-  sommo  uficio,  né  ordini  sacri  Guardò 
in  se  M.  (A) 

*  g.  il.  Le  Sacre  Carte  ,  o  le  Carte 
Sacre,  dxonsi  per  eiC'-ll'nza  i  Libri  delim 
Santa   Scrittura.  1  ,  CARTA,  §.  XII.   (C) 

*  g.  III.  //  Sacro  Collegio,  dicesi  II 
Collegio  de*  Card.nali     (Aj 

*  g.  IV.  S.icra  Maestà y  è  Titolo  che  ti 
dà  air  Imperatore  d'Austria}  ed  anche  a 
qualche  Be,  come  persone  che  hanno  riem» 
villo,  0  che  si  crede  che  abbiano  ricevuta 
la  sacra  unzione.  lied  leti.  1.  2l3.  La 
somma  bontà  con  la  quale  V.  Sacra  Ha«- 
stà  non  ha  sdegnala  la  mia  servitù  ec.  mi 
fa  ardilo  di  inviarle  un  esemplare  nuova- 
menle    tlamiuto  de!  mio  Dtiirambo.  (C) 

§.  V.  Sicio.per  Esrctahile.  Lat.  tacer, 
execrandus  .  Gr.  f-asaro;.  Dani.  Purg, 
2%  Perchè  non  reggi  tu,  o  sacra  fame 
Dell'oio.  Tappetilo  de'mortali! 

*  §  VI  Sacro  ,  vale  anche  Sagrato  , 
C.nsawato.  Car,  En.  lib.  %.  Tosto  il 
pietoso  eroe  col  gregge  lutto  Ali*  aliar  la 
condusse;  e  poi  che  sacra  L*  ebbe  al  gT»o 
nume  luo,  massima  Gmno.  A  le  1' uccs- 
itfPrjFct  1 32.  E  come  figlie  Di  quella 
selva,  a  me*»on  sacre,  e  care  Si,  ch'or  M 
temo.  (Cj  Cas.  son,  48.  Placido,  inerme 
entro  un  bel  fiume  Sacro  ho  mio  nido,  e 
nuli'  altro   mi   cale.   (FPJ 

*  S-  VII.  .W^rfto  saero,  lo  steste  ike 
Epite.'^ia.    I  .  MORBO  SACRO.  M-* 

*  g.  Vili.  S'tC'o,  aggiunto  di  Ossa, 
dinota  Quell'offe  che  sta  nella  parte  M- 
feriore  della  spina  ,  e  le  'fr%*  tjmasijll 
base,  Lat,  os  sacrum.  Gr.  ii:o»orr»ù». 
Bed.  leti,  I.  4(1.  Si  potrà  parìmml*  u 
gnere  tutta  quanta  la  regione  dell'oaso  sa- 
cro   (•) 

*  §  IX  S.icro,*i  usa  anche  in  for»a 
di  sust.  Sfgner.  Pred.  Pml.  Ap,  6.  Il  - 
Avviene  che  talora  fin  giungano  ad  avel 
care  le  diuensioni  che  airadooo  alla  gior- 
nala  Ira  Cri»lo  e  Cesare  ,  tra  'l  saero 
e  il  profsoo,  tra  lo  spirituale  e  il  politi- 
co. (C) 

3  SACROSANTO  .  Add.  Sagrcsamta  , 
Sacro  e  santo  .  Lai.  sacrosanctus  .  Gr. 
«XTlOna^u/vOi  Dant.  Par,  6  Perchè 
tu    veggi   con    quanu    ragione  Si  muove 


S  A  e 

conlra  M  sacrosanto  segoo.  Sui.  ivi:  Sa- 
crosanto si  dice,  che  è  composto  da  sacro 
e  santo,  ce.  Sacro  i  quello,  che  s'appar- 
tiene a  Dio;  sanlo  i-  quello,  che  e  fermalo 
e  statuto  ad  alcuno  line,  ec.  Fìr.  As. 
iSg.  Ed  io  vece  del  tuo  negato  sacrosan- 
to cospetto  lasciami  fruire  la  vista  delle 
mie  sirocchie. 

*  §.  Sacrosanto  ,  si  dice  ancora  delle 
Persone  coslituile  in  tal  dignità  che  le 
rende  inviolabili .  «  £»■  M.  La  dignità 
de'  trihuni  è  sacrosanta  ,  e  questo  non  è 
altro  che  harallcria  e  trecchcria  .».  (C) 

*  SADOISFARE,  e  SADISFARE.  l-oci 
poco  usate.  Lo  stesso  che  Soddisfare,  e 
Sodii/are.  Tratl.  Car.  20.  (Fir.  182,,) 
Il  desiderio  dell'  animo  ardente  in  almno 
modo  nessuna  cosa  il  può  sadisfare .  E 
16.  Quando  nessuna  cosa  li  può  sadisfa- 
re. Benv.  Celi.  In.  1.  394.  11  Cristo  di 
*""  "•  "^oo  molli  liellissimi  ornamenti , 
•addisfece  grandemente  al  Papa.  (CI 

#  SADDISFATTO.  Md.  da  Saddi, 
'fare.  Beni:  Celi.  Fit.  2.  ll3.  Il  car- 
dinale molto  benigno  ascoltatore  ,  e  sad- 
diifalto  oltramodo  dclli  disegni  ec  dis- 
"■  (C) 

SAEPPOLARE.  Tagliare  alle  eitì,  per 
'■•ngioianirle.  il  pedale  Si^pra  il  saeppolo 
Paltad.  Febbr.  12.  I,i  il  tondi,  pw  ca 
gì 'ne  di  riparar  poi  la  vite,  e  questo 
'1  chiama  saeppolare  (il  testa  lat.  ha 
tueri  ). 

•t'  SAEPPOLO.  Arco  da  pallottole  per 
saettare  gli  uccelli.  Lai.  arciis .  Gr 
"ìov.  Olt.  Con,.  Purg.  23.  432.  Con 
loro  arco  o  saeppolo  ,  vanno  perdendo 
tempo  ,  d.leiio  dietro  agli  uccellini.  Cr. 
10.  28.  3.  Colui  che  vuol  saettar  con 
"eppolo,  o  arco  da  pallottole,  dee  aver 
le  pallottole,  d'ugual  peso,  e  ben  riton- 
.  ■  V  "'.■;  f  "P-  Ora  ecco ,  che  già  si 
"«■gl.e  .1  lino,  e  rannosi  le  reti,  e  le 
ncc-n^  "TPoI.,  e  prende  1'  uomo  gli 
uccelli.  iVorg.,^.  ,„.  j,„u  domandare, 
™m  ,0  m,  colleppolo.  Di  farlo  venir  giù 
•ama  saeppolo.  '  " 

S-  Saeppolo  si  dice  anche  ai  Tralcio 
"to  W  ped.le  della  lite.  lasciatovi  da- 
£'  ''f"=f'or,  a  fine  di  rinvigorirla,  se- 
ef"lo  ;l  pedale  sopra  detto  tralcio, 
fn«   pia    comunemente    si    dice    Saetto- 

SAETTA.  Freccia.  Lat.  sagitla.    Gr. 
fiiioi    Dani.  Inf.    8.    Corda    non    pinse 
™ai  da  se  saetta.  Che  si  corresse  via  per 
aer  snella.  E  Par.  5.  E  siccome  sact- 
".  che  nel  segno  Percuote  pria     che  sia 
■a  corda  queu.  Cosi  corremmo    nel    se- 
condo regno.   E  17.  cbè    saetta    previsa 
'■en  pm  lenta.   £  29.  Forma    e    materia 
congiunte  e  puretle  Uscirò  ad     alto     che 
"on  avea    fallo.    Come    d'  arco    tricorde 
ire  saette,  i'e^r.  ca«.  49.   -.1   di  miei , 
pio  correna  che  saelta/^Tra    miserie     è 
peccai,  Sonsene  andati.    Bocc.    noi:    Ì2 
13.  La  sottil  corda  riceverà  otlimamcuto 
la  "ella  che  avrà  larga  cocca.  Tes.  Br. 
o.  9.  li  lornisconsi  di    pietre  e  di    man- 
g",ed.    saette,    e    d'ogni    fornimento 
"•'  a  guerra  appartiene.  *    Tass.     Ger. 

"e.  flvj  '  '-'"S"'-"»  il  foro  e  1' 

^Te     F,    ^"'^r-  '  *>"".  P^r    Fol. 

S    a  r'Ts'/v "'"■'''   '"^•°«"- 

in„.         '  ■  t-  o.  I.  Venne  con  un  CTan 
nono  una  sae,ta„ella   detta    chiesa  "^^ 

^rènT?'----'^---: 

^r^^aa^.^s^d.  ::;::£' 

-  "•-.  W.  da.a,e.vi.bi,m^" 


S  A  E 


te  mandale,  arse.  Bicord.  MaI.sp.cap.  ,0 
il  quale  r-emo;  por  l'alia  ampieaaa,  di 
saelH   di  folgore   si   disfece.    (/  ) 

tila  d,,,.  Lucr.  Dan,,  p^rg.  2.  Da  tutte 
pan,  saettava  '1  giorno  Lo  Sol,  ch'avea 
colle  saette  conte  Di  nie«o  '1  ciel  cac- 
cialo 'I   Capricorno. 

§  III.  Saetta  ,  chiamano  i  lennaiiioli 
un  Ferro  col  quale  fanno  il  minor  mem- 
oro  alte  cornici. 

lì.fi-  '^- /■"■""'  "  *«  anche  Quel  can- 
del  ere  dove  si  pongono  te  qiiLicican. 
di  le  nel  tempo  degli  Uffici,  delta  setti- 
mana  santa. 

dà\rt  \/'""'''/",  '"""'  r"-  J-'-""'"- 

""  trar    sangue.    Lih.     Maic.    Abbia     la 

t'S''  1  arteria.  E  appresso  -•  Quando  vuo- 
gli  trar  sangue  da' membri  dentro,  dà 
della  saetta  nelle  mezze  vene. 
J^§.VI.  Per  Indice,  ovvero  quella 
Freccia  dell' orinolo,  che  mostra  fé  ore 
ffS-er.  Conf.  instr.  cap.  „.  Come  fa 
1  onuolo,  a  cui  poco  va'^e    quel    0^0    ha 

fuori  „  T"  "S»l'™ente   ancora    di 

Bari.  B.cr.  i.  „.  l„conta„ente  se  n^ 
organ,„asse  da  se  medesimo  un  orinolo 
a  ruota  con  tuli,  dentro  i  suo'ineeeni 
come  1  lavorati  a  mano;  e  il  suon^  'de  1= 
ore  a  suo  tempo,  e  di  fuori  la  saetta  e 
.  numeri  da  mostrarle.  (BrJ 

oZl^'  /"•  '^f  ""■  ^'"■"'-  de-Gecmetri. 
Qulla  linea  che  dal  punto  di  mezzo 
della     corda    si    parte    lasciandosi    dalle 

co.rV  '""      '°     ""    ''""    ""■'"•■ 

nonJ'NÒ"'Ì"""'-  ^"■'"-  '''?'■•  -'-"-o 
Z  ;  ,""  ''  """  "'"''"'ione  deli- 
emisfero  boreale.  (A) 

sJ»"^**'^-   Q'""'"'"'''  saette.  Lat. 

^ar'eva    ^J^"-  '^'*-  ''^°"-   "  'oro  sietlame 

co  s\e1  am  ^^^  ^  ''"'  '»P<""iieno  loro 
COI  saettarne,   e  co'  sassi. 

SAETTAMENTO.  Saetlame.  Lai.  mis- 
s'iia,  sagiltarum  vis.  Gr.  toc  Sei.,.  Bore, 
nov.  42.  i3  Ove  si  trovasse'^modo,  eh' 
agU  arcieri  del  vostro  as  versarlo  mancasse 
li  saeltamenlo  ec.  io  avviso,  che  la  vo  tra 
battaglia  s.  vincerebbe.  E  num.  li  É 
appresso  far  fare  saeltamenlo,  le  co«ho 
del  quale  non  sieno  buone  se  non  a  „ue- 

Ger™  '°'"''-    ''•    ^-y-S.   2.  In'san 

Germano  mise  ec.  tulli  i  Saracini  di  No- 
cera  con  arcora,  e  balestra,  e  con  molto 
sael  amento.  £,2.  ,6.  5.  Ov'ebbe  moli" 
raorli  ec.  per  lo  mollo  saeltamenlo  e 
pietre,  che  venivan  del  palagio.  Stor 
^'olf-  A  gran  fatica  fu  levalo  il     non  e 

fa'ment^/-;'""    r^M";"^"    "^'- 
vu    ifi.   f  .    2.   là.    Mandarono    ar. 

niadute,  saeltamenlo,   e  balestra 

■'■  g-  Per  i  Atto    del    saettare.    Sca- 
gliamento  di  saette.  (V) 

<!  ?■  *  ,  S:^ETTARTE  .  Che  saetta  . 
fP^'>n.  Ihad.  lib.  u  V.  ^O.  Venuto  era 
fCme;  Jle    „„e    Navi    de' Greci    a     ri 

6ne,  Per  liberarla,  e  nella  man  lenendo 
La  ghirlanda  d'Apollo  ,1  sae.lanle.  Con 
aure^o^sceltro;  e  supplicava  i  Greci  Tulli. 

S  SAETTARE  .    Ferire     con    ..anta  . 

Jlocc.  ncv.  14.  j.  Del  legnello  niuna 
persona,  se  saettalo  esser  non  voleva  p"! 
Ouand'"?"'''^"  f'ro./c/ie^.  d' AniarÌs. 
Quando  Lepido  vide  Ottaviano  ,  ordinò  I 
co  la  sua  gente  che  1'  uccidessono,  e  fé! 
celo  saettare.  .  e    le 

•   §■   l.   E  in  forma  ntutr    pass  ,  per  ' 


S  A  E 


989 


^"j."'  "'"•^;""-l'"""'  con  saetta  . 
ball  I-  ;  'a"'  "*■  '^■""'■"■■"o  tra  loro 
tatl.,gl,a  cittadina  ec.  ,  saettandosi  e 
combattendosi  di  di  e  di  notte  ...fQ 
anche  ill^n  '*''""'"'f  "■  """^  >  'letto 
alcnno  di  "?■„''"    '"""    •■"'-'"ora, e 

aleno  d,  sua  bellezza-    Tass.  Ger.  S.   ,5 
Benché  Armid.    ,n    lui    saelti    Men    può 
nel  cor  superbo  amor  di  donna.   Che  avi 
dita  d   onor  che  se  ne  i„J„„„;  ^^;  "' 

§.   111.   Per  Gettare.    „  .Scaglici,    » 
Tu 'ire  saette;  e  si  usa  in    siglar  at' 
e  neutr.  Lai.   em,„ere  .    iaculari.    Boec 
"Ov.   42.  14.  Poiché  gli  arcieri  del  vostro 
nimico  avranno  il  suo  saetlameolo  saella.„ 
"■.^""'.•^■"S-     3..    Ma    dinanzi    d!'h 
occhi  de  pennuti  Rete  si  spiega  indarno 
o  SI  saetta.  ' 

=••  §■  IV.  E  col  terzo  caso.  mi.  ìf 
Jol.  298.  Un  idolatro  andava  uccellando 
ai  pavoni  ;  e  saett.mdo  a  uno  pavone  si 
diede    a    S.    Tommaso     che    noi    vede- 

§.  V.  Per  siinitit.  G.  7'.  12  65  5 
Con  bombarde  «he  saettavano  pallottole 
d.  ferro.  V  Salvia.  Eneid.  lib.  f.  Disse. 
e  1^  lace  al  giovan  saetlonne.  (F) 

*  3.  VI.  Saettare,  s,  dice  anche  dello 
Scagliare  altre  cose,  come  fuoco  ec.  Fior 
Ji.  2J0.  Quelli  che  slavano  alla  guardia 
del  porto,  non  lassarono  lor  pigliar  terra 
anzi   SI  procacciavano  di  saettare  loro  fuo- 

••■  §.  VII,  Saettare  saette,  per  Iscoo- 
car  saette.  Mil.  M.  Poi.  364.  Le  saette 
cominciarono  ad  andare  per  l'aria,  tan- 
te che  tutta  l'aria  era  piena  di  saette;  e 
tante  ne  saellarono  che  più  non  aveva- 
no. (C) 

§■  Viri.  Per  metaf.  Cani.  Inf.  16.  E 
se  non  fosse  il  fuoco  che  saetta  La  natu- 
ra del  luogo,  i' dicerei  Che  meglio  stesso 
a  le,  che  a  lor,  la  fretta.  E  2q.  Lamenti 
saeltaron  me  diversi.  Che  di  p'iaà  ferrali 
avean  gì.  strali .  E  Purg.  a.  Da  tutte 
pam  saettava  il  giorno  Lo  Sol.  E  Par 
17.  E  questo  è  quello  strale  Che  I'  arco 
dell  esilio  pria  saetta.  Anim.  Ani.  16.  3. 
a.  Alquanti,  quando  vengono  a  dare  i  do- 
ni ,  prima  saettano  le  ingiuriose  parole . 
Vttv.  Acc.  ì!^o.  Non  correrete  voi  a  ferir- 
lo, a  saettarlo  subito  di  sentenza?  *  ..  Menz. 
rim.  I  218.  Buon  poeta,  or  ci  saetta  D' 
una   dolce  canzonella  w.  (]VJ 

t*  §■   IX.  Saettare,  vale  andie  Folso- 

"Te  f'""  °^'-  '•  "3-  8-  Ma  quando 
pio^e,  tempesta,  saetta,  Allor  sta  lieto  eh. 
1  Duon  tempo  aspetta.  (\) 

SAETTATA.  Colpo  d'i  saetta.  Ln.  sa- 
g.fto  ictus  ...  Lasc.  Rim.  ,.  86.  Ab  s'io 
potessi  far  1  antiche  prove.  Che  i  Ricanti 
ammazzar?  che  saettale  !  So  che  elle"  an- 
drieno  ad  abitare  alln  ve.  (Cj 

§.  Per  la  Lunghezza  della  via  che  fa 
la  saetta,  ocli-etla  può  fare,  quando  eli' 
•L '"''•,"'■  J-'^s.igiltee  iactus.  Gr.  SVloMc 
?oVn.  M.  r.ì.  50.  Venuto  a  pie  del 
campanile  di  quella  chiesa  per  ispazio  d' 
una  saettala  di  balestro  .  Bui.  Purg  Z2 
1.  Forsi  la  saetta  sfrenala  va  lauto  in  tre 
saettale,  quanto  eramo  rimossi  ce 

SAETTATO.  Add.  da  Saettare^  Col- 
pito. 0  Fe,ilo  con  saetta.  Lat.  saaitta  i- 
clus  .  sagitlis  confossus  .  Gr.  ^o-iir.rU 
Borgh.  Hip.  340.  Dipinse  in  san  Petro- 
nio ec.  una  tavola  a  tempera,  entrovi  un 
san  Bastiano  saettalo  .  Car.  Iclt.  z  20- 
Esso  con  Diana  recitino  poi  versola  naru- 
destra  ,  e  i  saettali  da  loro  siano  Olo  « 
iLQalte  . 

§1.  Per  Iscagìiato ,  Gettato,  Tirato. 
Lai.  emissus.  Bocc.  ncv.  42.  io.  Gli  av- 
versarli non  potranno  il  saeltamenlo  saet- 
tato da' vostri  adoperare. 

J  §.   II.    Per  metaf.   Buon.   Ficr    2    I, 
27.   Saettale    parole  ,  alali  detti  Fian  de' 

i»4 


g86  S  A  E 

aoslrr  deiir,  Ji  noilre  brame  lotcrpreli 
naicosi.  E  3-  4.  2.  E  (..Ip.i^r  di  cuori 
Da  scambievoli  sgujrdi  sj^tUH- 

t  SAETIATOKE.  l^erhai.  masc.  Che, 
n  Chi  bietta.  Perita  ili  saettare.  Lai.  sa- 
giltirius  »  UicitUtor  .  Gr.  TOjOTJi;  •  ^'''- 
ftut.  lug.  R-  *^"»  •^'"'  v^*«o»it  «^  «pL'ditc 
rompagnie,  e  eoa  rombolatori  e  sat-Ualori 
eleni  era  ira  i  primi.  M'ir.  S.  Greg.  Ri- 
ceve la  pcrcosic  di  chi  lo  saelU,  come  il 
segno,  che  è  poslo  incontro  a'  saeltat'jri. 
/ìorg'i.  hip-  349-  Vi  è  uà  saettjlore , 
che  ,  appoggiatati  U  kilcstra  al  pclio  si 
china  a  terra  por  caricarla. 

■j-  SAETTATRICE  .  Si  dice  di  Donna 
che  saetta  ,  o  che  à  perita  di  siettare  . 
Lai.  iaatlalrix .  Gr.  n  d^9J-:i^0Ji0L. 
Okid.  Pift.  208-  Tulle  queste  cose  rei 
coniaodòc  a  me,  dointfnd?,  che  io  ti  do- 
vessi scrivere,  la  saeltatrice  Dea.  Be-nb. 
At.  2.  Ql-  Chi  non  sa  fare  locoolanenle 
ijUcUa,  che  egli  ama,  saetlatrice,  fingendo 
Àe  gli  occhi  suoi  feriscano  di  punguntis- 
sime  saette!  Tnss.  Cer.  17.  49.  Che  non 
e  degno  un  cor  villano  ,  o  bella  SaeUa- 
trtce  che  tuo  colpo  il  tocchi. 

*  g.  f^ario  uro.  Sei^ficr.  Mann.  Mig^. 
18.  I.  Sono  innumcrabili  quelli  che  il  Si- 
gnor guadagna  con  questa  sorta  di  caccia 
saettatrice.  (ì'}  ' 

t  SAETTEVOLE .  V.  A.  Add.  Di 
■saetta.  Appartenente  a  saetta.  Lai.  sagit- 
tarius,  mtsutis.  0^'d.  Pisi.  l55.  Già  non 
potessi  tu  lui  ammaestrare  della  sacltevole 
arte. 

f  SAETTI'A.  Specie  di  navi/io  velo- 
cissimo ai  corso.  Lat.  celox,  na%'is  cita, 
cnrsoria  navis  .  Gr.  xi'iij;  -  Bocc.  nov. 
16.  40.  E,  olirla  ciò,  mandava  per  loro 
una  sacllia  con  alquanti  gentiluomini.  G. 
y^  7.  29.  I.  Fecero  armare  una  saellia 
per  paisarc  in  Cicilia.  la»*.  Ger.  \.  68. 
Sovra  una  lieve  saetlta  tragitto  Vo'chc  tu 
faccia  nella  greca  terra. 

*  SAETTIERE.  Saettatore.  Che  saet- 
ta. Lat.  iacitlator,  sagittirins.  Gr.  T9^9- 
T»i;.  Silvia.  Disc»  I.  3.52.  Occhi  rideuii, 
uettier  d'  amori ,  Colle  grazie  più  liete 
(qui  Jì^uratam  ).  (') 

SAETTOLARE  .  Saeppotare,  Soder. 
Colt.  42-  Ecci  chi  usa,  per  tenerla  a  die- 
tro, di  saellolarla;  il  che  a  certe  vili  tra- 
sandate fa  molto  bene,  e  a  certe  00. 

SAETTOLO.  Saeppolo,  Pallnd.  Fchhr. 
12.  Riserba  tutte  1'  unghie  secche  delle 
guardie,  cioL*  i  saettoli  secchi  dell'  aliro 
anno.  Dav.  Colt.  iS;.  Per  tenere  addie- 
tro una  vile,  meglio  non  ci  ha,  che  la- 
nciarle i  snettoli.  /S  apprcsio:  Non  per 
tanto  da  lodar  sono  que*  che  dicono ,  i 
saelloli  esser  buoni  prr  appiccarvi  il  fia- 
schetto,  perchè  1'  utile  è  di  gran  lunga  del 
danno  maggiore. 

*  SAETTONE.  Term.  de*  naturai i- 
Hi,  Sp-cie  di  serpent.-,  detto  coù  perche 
corre  veloce  come  una  snetta,  l  ed.  A- 
CONZI\.Lat.  iaculum,  Gr.  oyi;.  J/<i/m. 
r*.  16.  Vedrai  che  il  Duca  torna  allotta 
allotta  Correndii  a  casa  come  un  sacttonc. 
Con  quanta  ciurnu  eh*  egli  ha  qua  con- 
dotta.  Per  voler  ammanar  bestie  e  par- 
sone.  (*) 

SAETTUME.  Saettarne.  Lat.  mitsilia 
tela,  Tacit.  Gr.  TO^  ^5>>).  Liv.  M.  Con 
ogni  sorta  di  sacttume  e  di  sassi  ancora. 
T.ic.  Dav.  Stor.  3.  3a3.  Con  tegoli  ,  e 
sassi  oc  caccuno  i  Vìtelliani  «  che  altro 
non  aveano  che  spade,  ni-  tempo  a  man- 
dar per  mangani,  o  laettumc.  Sfgr.  Fior, 
Art.  guerr.  5.  121.  Tanto  che  lutto  Te- 
sercito  veniva  ad  essere  comi?  sotto  un 
tetto,  e  difeso  dal  sacUumo  nimico.  ^ 
Ciov.  Geli.  t'U.  Alf.  34.  CumballcnJoii 
per  i  Vinixiani  dalla  più  alla  parlo  ilct 
forte,  con  infinito  sacttume,  sroppielti  ec. 
iBCcessc  questo    e*.    ^(7    Salvia      Odia 


S  A  E 

liù.  21.  V.  I2J.  M.1  sedendtj  mangiale 
quctamente,  O  fuor,  piangete  ,  ascendo  , 
qui  Ijssjnlo  11  sa  eli  urne  ,  a'  Proci  forte 
giuoco,  f/i) 

SAETTUZZA.  Dim.  di  Saetta.  Lat. 
parva  .ia<;ttta. 

'fi  a-  1-  ^<''  similit.,  vale  Lancetta, 
o  fimile  Strumi'nto,  Frane.  Sacch,  nov. 
26  Barlulino.  come  viJc  la  vescica  :  ora 
VI  convorrebbe  avere  la  laelluua,  e  darri 
entro. 

#  §.  II.  Saettane,  si  dicono  anche  le 
Pant'i  deUrtpanif  Co'qaiU  si /ara  o  pie- 
tra,  0  melali-),  o  le^no  de^ la^'ort  genftU. 
•'  fìenv.  Ceti-  Qref.  1^1.  Avendo  messo  le 
saeliuzze  nella  sua  ingorbiatura,  fatta  ap- 
posta per  tale  effetto».  ( A^  E  VH.  3  25. 
Al  marmo  trapani,  sactlouc,  subbie,  scar- 
pelli ,  scuffine  d'ogni  sorte,  e  altri  rotali 
ferri. ^6'>  Hai  Ha.  l'oc.  Dit.  Cjsulleito  si  di- 
ce anche  a  strumento  Ji  ft^rroron  unj  rui>ta 
d'acciaio,  che  serve  per  1«  più  per  bucar 
pietre,  coll'aiuto  d'altri  strumenti,  come 
cannelli',  saeltuzze,  e  simili.   (B) 

f  SAFENA.  Ramo  interno  d'-lla  venit 
della  gamhn,  d'ila  di^fi  Anitomici  cru- 
rale. Lat.  siphte'ia.  M.  Aldohr,  P.  A'- 
3o.  Ne'  piedi  sono  duo  vene  sotto  a'  tal- 
loni dal  lato  di  fuori,  che  la  fisica  appel- 
la sciatiche,  e  altre  duo  vene  dal  lato  di 
dfrnlro,  che  la  fisica  appella  safene.  yol^. 
Ras.  La  flobotomia  si  dee  fare  dalla  sa- 
fena,  cioè  dalla  vena  del  tallone  dentro 
del  piede. 

•f  ^  SAFFICO.  Di  Sa/fo,  D^-lla  poe- 
tessa Saffoj  ed  è  per  lo  più  Asfiunto  di 
sorta  di  verso  endecasillabo,  di  cui  essi 
Jn  inventrice.  Salvia.  Pros.  Tose.  I.  5^7 
Ora  può  affigur^ire  il  falcucio  ,  ed  ora  il 
saffico  in  certo  modo  far  risonare.  IC  2. 
5i.  Per  vedere  d'introdurre  un  più  ar- 
tificioso e  maestrevole  verso,  che  non  è 
il  nostro  endecasillabo,  corrispondente  al 
faleucto  ed  al  salUco.  E  86.  Il  gravissi- 
mo e  linialissimo  poeta  franzese  Malerba 
nella  sua  canzone  ec,  fatta  graziosamente 
alla   maniera   de'  versi   saffici,  dice       (*) 

•f  *  SAFFinO.  Zf/?iVo.  Stor.  Toh.  pag, 
44"  (Livorno  1799  )  Le  porle  di  leru- 
ulem  saranno  edificate  di  saffiri  e  di  sme* 
raldi,  e  tutte  le  mura  sue  di  pietre  pre- 
ziose. (A) 

V  SAGA.  r".  L*  Strega^  tncantatrice, 
Ar,  Fur.  3l.  5.  Questa  è  la  cruda  av- 
veleoata  piaga,  A  cut  non  vai  liquor,  non 
vale  impiastro.  Ne  murmurc,  né  immagi* 
ne  di  saga.   (ìt) 

f  *  g.  E  tu  forta  d*add.  Varch.  rim. 
past.  254-  Fedele  Elpitlo  mio.  sema  che 
mandc  A'Massili  o  per  erbe,  o  donna  sa- 
ga ec.  (I'} 

SAGACE.  Add.  Attuto  ,  Considerato  , 
Avveduti).  Lat,  ia-'ax,  asUtlus.  Gr.  rro- 
Xw^urirt;.  Bocc.  nov,  71.  g.  E  cosi  il  sa- 
gace amante  senza  costo  gode  della  sua 
avara  donna.  E  nov.  7Ì.  2.  Uomini  sol- 
lazzevoli mollo,  ma  per  altro  avveduti  e 
sagaci.  Coli.  SS.  Pad.  Tutti  i  pensieri, 
che  vengono  nel  cuore ,  con  sagace  di- 
scernimento disaminare.  Dittam.  i.  20. 
A  forza,  e  con  sagaci  tradimenlt  Sesto  il 
figliuolo  giacque  con  Lucrezia. 

"ié-  §.  \.Sa£ac<^,  diccst  propriamente  de- 
gli Animali  che  hanno  l'odorato,  o  tudì- 
to  acuto,  come  l'oche,  e  i  cani  special- 
mente da  caccili.  OÙ,  Com,  Purg.  i5. 
Il  cane  è  animale  più  sagace  degli  altri , 
e  ba  più  senso  che  gli  altri  animali.  Po- 
lii. St.  1.  3i.  L'astuto  lupo  vie  più  si 
rinselva  :  E  rinsclvjio  lo  sagaci  nare  Del 
pìcciol  bracco  pur  temo  il  meschino.  San. 
naz.  Arcad.  Prot.  8.  La  sagace  oca ,  sol- 
licita  palesalrice  delle  notlurno  (toAc,(Br) 
#  §.  il.  F.  in/'jrza  d'  avverbio,  vale  Sa- 
gacrmcnte  premurato,  e  si  trova  seguito 
dalli  particella    di      Ott.     Com.     in/,  9. 


S  A  O 

x56.  Il  cui  regno  ritenne  la  natura  saga- 
ce di  conservare  le  lerreae  riccbeue.  (C) 
SAGACEMENTE.  Avverò.  Ccn  saga- 
cita.  Lai.  sagaciter,  astute.  Gr.  ivfmx^- 
vvi,  :to3iJTiOTtM4.  G.  V.  n.  x33.  1.  Il 
Mastino  non  dormia,  ma  Mgacemrote  pre- 
se suo  tempo.  Mar.  S,  Greg.  Quando , 
attendendo  sagacemente  a'  mali  della  pre- 
sente vita,  dol-odosi ,  considera  come  e. 
Frane.  Sacch.  nov.  179.  L*  oaa  verso  T 
altra  comiocii!),  e  come  l'altra  ugacemeo- 
te  rispose  ■ 

SAGACEZZ\.  r.  A.  Sasaettm,  Lm. 
saiacitas.  caUtditat,  Gr.  cèyxt'yoifit.  Fr. 
Giord.  Pred.  R.  Uomo  «r«  pieno  d'av- 
veduta sagarezza. 

:;:  SAGACIA.  Avveduiezsa  ,  Sagaeità. 
Fine.  Martell.  rim.  2.  61.  E  *ovra  ogni 
sagacia  approvo  e  lodo  ,  Se  bisogna  ,  il 
giurar,  pcrch'  altri  *l  creda  ;  E  questo  è 
quel   mirtei  eh*   ferma   il   chiodo.    (B) 

SAGACISSIMAMENTE.  Suprrl.  di  Sa- 
gacemente, Lat-  sagacissime,  cailiditsime. 
Gr.  «^olrxra-  Bocc.  nov.  34-  5.  De* 
quali  sagacissimamente  il  fece.  Mor.  S. 
Greg.  Sagacissimamente  guarda  di  non 
passare  i  termini  della  giustizia.  Jlf.  F. 
q.  65  Bene  conosceva  ,  che  impossibile 
era  sua  difesa  conlra  la  forza  di  mester 
Bernabò,  non  avendo  altro  aiuto,  e  però 
sagacissimamente  si  sostcoea. 

SAGACISSIMO  .  Superi,  di  Sagace. 
Lat.  sa^acitfimus  ,  callidissimas  .  Gr. 
■joowTaT55  Bocc.  Vif.  Dant.  a3i-  Era 
al  tempo  di  costui  la  fiorentina  cittadi- 
nanza in  due  parti  perversissimamente  di- 
visa .  e  e  oli 'operazioni  di  sagarissimi  ed 
avveduti  Principi  di  quelle  era  assai  cia- 
scuna possente.  Ftamm.  4-  80-  lo  io  que- 
gli iilti  sagacissima  per  addietro,  con  oc- 
chio perplesso  ogni  cosa  mirava.  jV.  P^- 
8.  I03.  Il  quale,  tuttoché  fosse  sagacissi- 
mo e  astuto  signore  ec,  fé  la  via  per  Fi- 
renze. 

SAGÀCITA'.  SAGACITADE.f  SAGA- 
CITATE  Abito,  0  Ditposizione  virtuosa. 
colla  quale  st  sa  ditcernere  ti  vero  dal 
falso,  e  giudicar  Aene,  e  con  prudenza 
delle  umane  operazioni,  e  operare  altresi» 
Lai.  sasacitat,  atUtUa.  Gr.  Qtyxi'wta. 
Bocc.  nov,  63  23-  Colla  sua  wgaciià  fog- 
gi il  pericolo  soprastante.  E  f-  8.  /.  1. 
Commendato  il  consiglio  di  Pietro  Cani- 
giani)  ec,  e  la  sagaeità  di  Salabaetto.  che 
non  fu  minore  a  mandarlo  ad  esecouooe. 
G.  F.  8.  6.  I.  Avendo  per  suo  senno  e 
sagaeità  adoperato  che  Papa  Celestino  avea 
rifiutato  il  Papato.  D'Uam.  3.  18.  La  sna 
sagaeità.  lo  'ogegno  e  l'arte.  ^  Seal. 
Claustr.  433.  E  quando  egli  si  parte,  si 
si  parte  a  maestria,  e  a  s^gaciUde ,  per 
gelusia.  ch'egli  bae  di  te»  (C^ 

SAGAPENO  .  Liquore  gammos»  ,  che 
.traturi tee  di  una  pianta  tintile  al  JÌmoc- 
chio,  Seritpino.  Lat.  sai:np<num.  Gr.  €«- 
■/«TI»ivov.  Lih.  cur.  maiali  Rammorhìda 
il  sagapcno.  e  stendilo  in  un  cencio ,  e 
fanne  un  cerollmo.  Ricttt.  Ftor,  65.  Il 
scrapino,  chiamato  da*  Greci  sagapcoo,  i 
un  liquore  di  una    ferula  così  detta. 

*  SAGENA.     Sorta    di     rvt*    grmm^s  . 
colla  quale  ti  pesci  rasente   •'  '  '" 
Adr.    Op    mor.  4    186.  La  tn. 

e  il  dragone  si  pigliano  con  alti 
gripi  e  sagene,  che  soo  fatte  cimu«  ti  g*^^- 
cbio.  rO  Salvili.   Op.   Pese  l.  296.  Par- 
te s*adJimandan  giacchi  ,    E  parte  gripi  0 
gangame.   cil   iporhr    fonde   e  sagene.  (.*) 

*  SAGGETTO  Dimin.  di  Saggio 
Car.  Lett.  I.  321.  ivrcbi-  n'abbioo  pia- 
cere ancor  gli  altri,  e  massimamente  1  si- 
gnori camerieri,  che  n'  hanno  conoaccnaa 
per  famj.  e  per  quel  saggetlo  die  dette 
in  corto  alli  mesi  pauatt  della  su«  vinù.^^V 

•|  *  SAGGEZZA.  AstrmUodi  Sèggio 
Sevietz^.  Lai.  tapientia,    prudenUa,     Gr. 


S  A  G 

ofiyia,  yco'vflfft^.  Aìam.  Gir.  2,  137. 
Aaco  c&a«r  può,  che  gli  amorosi  tarli  Ilo- 
dia  il  cor  a  chi  Ji  lur  &i  litle  ;  E  a  chi  no 
'1  vorria,  consiglio  tlarli  Opra  ù  che  da 
sjggeua  si  divide.  (')  imperf  /'.  Ttisc. 
1).  9.  J".  a.  16.  Con  molla  saggcxma  a- 
vele  parlalo,  sìf;.  WagioUi.  /■:  /'.  Tib.  D. 
\.  T.  II.  8ij.  Ciò  fra  far  la  saggfira  della 
ragione.  E  Tini.  J).  12.  7".  8-  4^5  Que- 
lle operaiioni  di  saggezza  quantunque  man- 
chevole non  vi  rasscnilirano  scintille  della 
sapienza  peilritistima  di  Dio?  (f^J 

SAGGIAMENTE.  JiWrti,  Saviarnent,'. 
Lai.  bene,  iapientir.  Gr.  eu,  co^w^.  ^■ 
Alam.  nm.  J.385.  Qui-llo  uggì  spende 
saggiamente  gli  armi.  Che  col  .suo  trava- 
gliar iraya^lia  it  muudo.  Cercando  l'uiil 
suo  negli  altrui  àanoi *(£)  lied.  Jnx.  i]i. 
TeoCrastoec.  saggiamente  lien  per  fermo, 
che  tal  maligna  invidia  non  si  trovi  mai 
negli  animali. 

SÀGGIÀHE.  (•'are  ti  J<ipeio,  ia  pruo- 
*aj  e  si  dice  propriamente  delibero f  e  d'al- 
tri mttalli*  Lat.  pvricuium  fitcn  e,  ad  e- 
Xanien  revocare,  ad  truUnam  tXit^ercGx. 
e:rt  tov  sraSuo  v  «'-/Kyìt  v.  Dai-. Man,  1 12. 
Portarlo  conviene  alla  zecca .  pubblica;  ed 
tlia  it  prende,  e  pesa,  e  saggia. 

§.  1.  Saggiarti  per  Assaggiare.  Lai. 
praegustare.  Sen,  l*i»t.  5o.  E'  uomo  il  dee 
isforzare  che  cumiuci,  peiofchè,  poi  ch'eoli 
avrà  saggiala  la  medicina,  ella  non  gli  par- 
rà amara,  anzi  gli  dileiier'a,  sentcndusi  mi- 
gliorare, .^mf/i.  ^/if.  G.  io4.]N'i>n  saggia- 
le lo  misagìo  iu  vila  sanza  dottrina.  * 
Gaiit.  Ulenì.  e  Lett  2-  339.  Se  voi  ave- 
ste cognizione  della  liugua  toscana,  avre- 
sto,  senza  più  oltre  bgfjere  nel  mio  libro, 
inteso,  come  il  nome  saggiatore ,  senza 
traslazione,  significa  1'  Ìsles.<^o  che  coUibi- 
&la,  e  nou  quello  di  praegustator  vini  , 
il  quale  noi  chiameremmo  assaggialore , 
perchè  si  dice  assaggiare  ti  vino,  e  non 
sa^aiare.  (P*-) 

5js  g.  II.  Saggiare,  talora  vale  anche 
Misurare.  Da/it.  Conv.  5ti.  Sicché  il  nu- 
mero e  la  quantità  e  '1  peso  del  bene  gli 
pare  più,  che  se  con  giunta  misura  fosse 
.raggiato,  e  quello  del  male  meno.  (J) 

SAGGIATORE.  Caini  che  saggia  l'o- 
ro, o  altri  metal/i,  Lat.  p  nderaior,  exa- 
minator.  Gr.  CTaàymjTr/c.  Gal.  S'tgg.  276. 
lo  ho  voluto  servirmi  d'una  bilancia  da 
saggiatori,  che  sono  cosi  esalte,  che  tira- 
no a  meno  d*  un  sessantesimo  di  grano  . 
'•ifSegn.Jitft.  pag.  5o  (Vinegia  l55i;  li 
giudice  è  simile  al  saggiator  dell'  oro  ;  che 
e'  debbe  considerare  il  falso  e  il  vero  , 
oc.  (B) 

§»  I.  Per  similit.  Cant.  Carn.  Ott.  88. 
Ma  ora  andiam  facendo  sperimento  Degli 
uomio,  come  d'uoroin  saggiatori 

§.  ÌL  Saggiatore  ,  per  le  Bilance  stes- 
se^ colle  quali  si  saggia.  Lat.  ann/ìcis 
staterà.  Gr.  xo^u^ictoù  Cu'/o';.  Sngp. 
nat.  e.ip,  256.  Posle  in  sulle  bilance  det- 
te il  saggiatore  due  vergbellc  d'  acciaio 
di  peso  uguali,  una  infuocala,  e  una  fred- 
da, par  che  questa  rimanga  più  grave 
dell'  altra. 

t  SAGGINA.  Pianta  il  cui  fusto  so- 
miglia quello  della  canna  di  zucchero  j 
ed  ènne  di  due  sorte  :  ièna  che  fa  la  .^paz  - 
woy  C  altra  la  pannocchia  j  e  Saggina 
chiamasi  pure  il  suo  seme.  Lat.  militim 
ofundinaceum,  milica,  niilium  Indicum  , 
J  lin.  Af.  Aldobr.  Saggina  si  è  una  ma- 
niera di  biada,  che  cresce  in  Toscana,  ed 
Jii  Proenia  a  maniera  di  canna.  Cr.  3. 
)".  I.  La  saggina  è  connsriutissima  ,  ed 
enne  di  due  latte:  ènne  una  rossa,  ed  una 
bianca.  G  V.  8.  82.  6.  Tennonsi  infino 
■  tanto  che  vi  rimase  a  mangiare,  avendo 
mangiati  i  cavalli,  e  pane  dì  saggina,  e 
di  semola,  nero  come  mora.  3/.  /•'.  3.  56. 
La  saggina  (  valeva  )  soldi  trenta  ìd  ireo- 


S  A  G 

tacin<iue.  Alam*  Colt.   1.  7.  La  vermiglia 
saggina,  il  biani-o  miglio.  Burch.    i.  7.  E 


S  A  G 


^8? 


se   mm   fusi 


il 


..go 


■  'I  zafterano,  Ncm 


si  irovcria  m.ii  saggina  in  piazza  V.emU. 
pros.  I.  l\^.  Il  pane  del  grano  non  si  fa 
miglior  pane  per  mescol.irvi  la  saggina. 
SAGGINALE.  Gambo,  o  Fusto  della 
saggino,  Lat.  milicaf  ctilniit.i .  vvl  cafa- 
nius.  Cr.  3,  17.  4-  Tagliasi  rasente  ter- 
ra, e  poi  appresso  alle  pannocchie  se  i 
sagginali  vorrai  avere,  /iocc.  nov.  79  20 
Per  certo  con  voi  perderieno  le  celere  de' 
sagginali,  sì  arlagolicameple  slrarantale. 
Frane.  Satch.  nov.  ?.io.  Quivi  furono 
recati  s^igginali,  dicendo;  noi  ardiamo  po- 
che altre  legiie. 

f  g.  Sagginale.  Xerm.  de^li  Ornito- 
logi, Uccello  del  genere  de*  Beccaccini j  e 
sonne  di  due  specie ,  maggiore,  e  mino- 
re. (A) 

•f  SAGGINATO,  e  SAGINATO.  A'Id. 
da  Sof^inn;  Mescolato  con  sagf;inn.  Lib. 
cur,  malati.  Come  sarebbe  il  pane  fallo 
di  gran  sagginalo,   o  vecciato. 

§  I.  T'ilora  è  aggiunto  d'un  pelame 
di  be.stie,  di  color  simile  alla  saggina  . 
Lai.  bndiiis  Burch.  i.  66  Mule  sbiada- 
te, e  asin  sagginati.  Bttn.  Ori.  1,  18. 
li-  Il  suo  cavallo  era  il  più  smisurato 
Che  giammai  producesse  la  natura  ;  Era 
lutto  lossigno  e  sagginato.  Con  g^mibe, 
testa,  e  coda  nera,  e  scora. 

§.  II  Per  Ingrassalo.  Lai.  sa^inatus. 
Gr.  ffirtflSEi'^.  Palla.i.  Marz.  28.  Impe- 
roccht;  (  i  bttoi }  non  sono  ancora  saggi- 
nati, ne  ingrassati  per  arte.  ^ì-  Jiocc. 
Cotn,  In/.  Fece  il  pietoso  padre  uccidere 
il  vitello  sagginalo,  fece  parare  il  convi- 
to, fece  chiamare  gli  amici,  (.^j  far.  En. 
lib.  8.  V.  276.  Co' suoi  Teurri  tulli  E- 
nea  fu  delle  visrcre  pasciuto  Del  sa- 
gioato  a  Dio  devolo  bue.  E  Ij.  J174- 
Nelle  sacre  Foreste  è  dall'  aruspice  intu- 
oalo.  Che  la  vittima  è  grassa  :  itene  tulli 
Seco  a  goder  del  saginato  bue  A  piena 
pancia.  (B)  Srgner.  Fred.  21.  7  Essi, 
vestili  di  cilizio,  sparsi  di  cenere,  lico- 
perti  di  lividure,  temevano  d'ogni  prin- 
cipio di  colpe,  come  d'un  principio  di 
dannazione;  e  non  temerete  voi,  che  pu- 
re vivete  ammanlati  di  bisso  ,  aspersi  di 
odori,   e  sagginati  nel  lusso?   (Pj 

SAGGIJNELLA.  Saggina  seroline.  Lat, 
ntilium,  Jndicìtm  serctinum.  Dav.  Colt. 
199.  Di  Giugno  ec.  semina  panico  ,  mi- 
glio, sagginelia  e  cardani. 

SAGGIO.  Sust,  Picciola  parte,  che  si 
Itva  dallo  intero.,  per  farne  pruoea,  0  mo- 
stra. Lat.  specimen.  Gr.  $ùyp.a.  Dani. 
Purg,  16.  Ma  qual  Gherardo  è  quel  che 
tu  per  saggio  Di'  cb'é  rimaso  della  genie 
spenta?  Bnt.  ivi:  Cicì;  per  esemplo.  Lo 
saggio  è  quello  ,  che  dimostra  qual  dee 
essere  la  cosa.  Pass,  ^i-  Rispose  ec.,  eh' 
egli  gliene  moslerrebbe  alcuno  saggio.  /•,' 
4  ì.  Temendo  di  non  andare  a  quelle  or- 
ribili pene,  delle  quali  aveva  il  saggio. 
Malm.  IO.  22.  A'vermini  a  tua  posta 
manda  Ìl  saggio.  Bed.  lett.  2.  76.  La 
memoria  ec.  mi  rendono  ardilo  per  sup- 
plicarla a  farmi  ]'  onore  di  non  isdegnare 
alcuni  odori,  e  quintessenze  che  in  una  cas- 
setta le  invio  ,  come  per  un  saggio  di 
quello    che    potrei  mandarle. 

§.  I.  Per  sin-iìit.  Dani.  Pnrg.  27.  E 
di  pochi  scaglion  levammo  i  saggi,  But, 
ivi:  Levammo  1  saggi:  cioè  di  pochi  sca- 
glioni avemmo  esperienzia  ,  cioè  pochi  ne 
montammo,  perchè  ne  venne  la  notte, 
Morg.  1^.  43.  Perocché  '1  luo  valor  non 
m'è  segreto,  Ch'io  n'ho  veduto  a  que- 
sta volta  il  saggio;  E  1/4.  16.  Questo  es- 
ser debbe  ad  ogni  savio  un  saggio  Di  sua 
potenza. 

§.  II.  Saggio,  vale  anche  il  Saggiare  , 
PAlto  del  saggiare.  Prova,  CmierTio,hal 


experiwentnm ,  examen,  cragium.  Gr, 
Jox Inasta,  SiUTìiipu.  Coli.  SS.  Pad. 
Qui'lle,  il  cui  peso,  e  pirzzo,  rodendo  la 
ruj;j;iiie  della  \aiiiude.  nun  lasciano  rag- 
gu.iyUare  al  saggio  de*  Padri,  scusiamo  co- 
me monete  leggieii,  e  dannose  (ti  testo 
lat.  ha  cx-.^ium).  G.  l.  6.  55.  1.  Fe- 
cene  far  saggio,  e  trovògli  di  finissimo 
oro.  Gal.  .yagg.  276.  ^o^  tralasciando 
proposizione  alcuna  produlla  da  quello, 
farò  di  tutte  i  lor  sag^i.  /•;  227  Sia  il 
piimo  saggio  intorno  ad  alcune  parole  del 
^roenno.  E  appresso  :  Seguita  appresso 
(  e  sia    il   secondo  s.igj^io  )  ce. 

t  £.  Ili  Per  Una  certa  quantità  de- 
terminnta.  fr  Mil.  M.  Poi.  181.  E  le 
quattro  venti  di  questi  lati  sei,  che  io  v* 
ho  detto,  vagliono  un  saggio  d'  oro  fine- 
e  questa  è  Ij  piccola  numela,  ch'egli  ispen- 
dot)o.  (C)  E  184*  ^''S''^'"" 'e  ottanta  por- 
cellane un  saggio  d'  argento,  che  snno  due 
viniziani  grossi,  e  gli  otto  saggi  d'arienlo 
fine  viigliono  un   saggio   d'  oro   fine. 

§.  I\'.  Far  saggio,  vale  Assaggiare , 
Far  la  credenza  Lat.  prnegustnre.  Gr. 
TTpoyeusiSrKc.  G.  /'.  8.  80  I.  Sanza  far- 
ne fare  saggio,  perchè  era  presentalo  da 
fenmiina,  uè  manf;iò  assai.  Fronc.  Sacch, 
nov.  192  In  queir  ora  i  saggi  erano  fat- 
ti, ed  egli  poteva  molto  bene  soprassa- 
lare. 

§  V.  Saggio,  si  dice  anche  un  Picciol 
faschetto  ,  nel  quale  si  porta  altrui  il 
vino,  perch'  e'  ne  faccia  il  snggìojs  che 
anche  si  dice   Sagginolo. 

'"?  §.  VI.  Siìggio,  dicasi  anche  a  Quel- 
la bilance/te  ,  con  cui  .ii  pesano  le  mo- 
nete ,  Borgh.  Non.  228.  Il  tenere  i  pesi 
dille  monete,  e  quel  eh'  e'  dicevano  saggio 
e  sagginolo  ,  fu  già  ofizìo  proprio  e  solo 
del   pubblico,    (yj 

SAGGIO.  Add.  Savio.  Lat.  sapiens. 
Gr.  c5^or.  il/.  F.  11.  65.  Molti  antichi, 
e  cari  cittadini,  sapgi,  e  inieiidenti,  era- 
no schiusi  dagli  ufiui  .  J)ant.  Purg.  &. 
Finche  n'  appaia  alcuna  scorta  saggia . 
Pelr.  son.  20-  Due  rose  fresche,  e  colle 
in  Paradiso  ec.,  Bel  dono,  e  d*un  aman- 
te antiquo  e  saggio.  E  canz.  49.  2.  Ver- 
gine saggia,  e  del  bel  numero  una  Delle 
beate  vergini  prudenti. 

g.  I.  Inforza  di  sust.  Dani.  In/,  i. 
Aiutami  da  lei  ,  famoso  saggio  ,  Ch'  ella 
mi  fa  tremar  le  vene,  e  i  polsi.  E  Purg. 
27.  Che  '1  Sci  corcar  per  1'  ombra  ,  che 
si  spense.  Sentimmo  dietro,  ed  io,  e  gii 
miei  saggi  .  E  Par.  i^.  Biancheggia  Ira 
i  poli  del  mondo  Galassia  sì,  che  fa  dub- 
biar ben  saggi. 

g.  II.  Per  Consapevole.  Lat.  certior , 
sciens  .  Dant,  Purg.  5-  Corsero  incontra 
noi  ,  e  dimandarne  :  Di  vostra  condizìon 
fatene  saggi.  Bui  ii-i  :  Fatene  saggi,  cioè 
fateci  saputi  chi  voi  siete. 

SAGGIUOLO.  Picciol  faschetto  ,  mi 
quale  si  porta  il  vino  per  farne  il  sag- 
gio . 

§.  I.  Diccsi  anche  Sagginolo  a  Quelle 
bilancette  ,  con  cui  si  pesano  le  monete. 
Lat.  aurifìcis  slaleta  .  Gr.  y.oJiXuSiCToO 
^uydi  .  Frane.  Sacch,  nov,  j4^.  1  Ge- 
novesi dall'altra  parte  col  sagginolo,  e 
col  granello  del  panico  slesono  una  mau- 
tellina,  per  ricoglicre  questa  piccola  cosa. 
Pav.  Man-  j  22.  I  quali  per  arnesi  por- 
tano in  seno  lor  crsoie ,  e  sagginolo  «  e 
non  hanno  3  combalterc  che  con  la  lega. 
Borgh,  Mon.  228.  Il  tenere  i  pesi  delle 
monete,  e  quel  eh'  e'  dicevano  saggio  ,  e 
sagginolo,  fu  già  ofizìo  proprio  e  solo  del 
pubblico. 

*  g.  II.  Sagginolo,  V  anche  Quella 
piccola  parte  di  vino,  olict  0  simile,  che 
si  piglia,  dà,  o  manda  per  mostra,  e  per 
assaggio  .  Salvia.  Annot,  H/alm.  766.  E 
de'vini  si  dire  sagginolo   hit,  gustus.  (C) 


^  S   À   G 

SAGI5A  .  r.  A.  Possesso  hti^pos- 
iessio,  dftentio,  Gr-  x«/?Tf«s'5  •  t..  /  . 
6.  17.  3.  Poi  a  »^^  "«'""'^  '**  mctereb- 
be  io  .ignori,    e    sagina    d.    K-rusalemme 

taoza  colpo  di  'P**!*.  „^,v4Tn  e  if  ffìì 
*SAGINATO./^AGGI>ATO,§.II.r^; 

SAGIRE  -    /^'    A.    Dare    il  possesso, 

Mettere  in  possesso.   Occupare.  Lzl.  pos- 

sesstonem  (radere,  *saisire.   Ved.  ti  Da- 

Fresnc.  Gr.  /rr/TOpa  TTOietv.   G.  ì  -  5. 

l8.   !•  ii  quando  egli  fu    al    tutto  iagilo 

Jcl  reame  ,  ».  ^cgui  Torme  del  padre,  d* 

ciiL-re  ingrato  a  santa  Chiesa.  K  12.  112. 

2.  Per  sagire  i  baroni,  e  i>aesc  di  Puglia 

■  sua  tigooria. 

*  SAGITTALE  .  Sutura  del  cranio  , 
per  cui  si  connettono  fra  se  le  due  ossa 
del  sincipite.  BalMn.    l'oc.  Dis.  (A) 

SAGITTARIO  .  Arder,-,  Lai.  sagUta- 
rius  ■  Gr.  TOjor»];  •  Ouid  Li.  Lo  dello 
re  Epistropìo  mcoòe  seco  un  jagiUario  . 
E  altrove  :  Adunque  convenne  per  viva 
fona  ,  che  Diomcdcs  s'  affrontasic  col  sa- 
gittario. Petr.  san  66.  Sì  tosto  come  a v- 
vicn,  cLe  1'  arco  i<:occbi,  Buon  sagillario 
di  lontdn  disrcrnc  Qujl  colpo  è  da  sprcz- 
laic,  ec.  'l*  Vfljì.  Oer.  Ub.  12.  3.  U'alto 
lipchiusa  oprai  Tarmi  lontane,  Sagillaria, 
noi  nego,  assai  felice.  (  P) 

g.  t'er  Uno  de*  dodici  Segni  del  Zo- 
diaco. Lai.  sa^ittarius  ,  nrcilenens  .  Gr. 
T5|5T/i;.  G.  /  .  H.  2.  5.  La  pi.nncla  di 
Mars  alla  venula  de!  diluvio  si  trovò  nel 
segno  del  sagitlurto. 

SAGLIENTE.  Che  sagtie.  Lat.  ascen- 
densj  conscendens.  Gr.  ava^i^ca;.  Pocc. 
nov.  45.  12.  La  quale  d*ela  di  due  anni, 
o  in  quel  torno  .  lui  saglientc  su  per  le 
scale  chiamò  padre. 

SAGLIMENTO.  J'.  A.  Salimento.  L^t. 
aicensui  .  Gr  àva^ait;  .  LH».  cur.  ma- 
lati. Nello  saglimenlo  delle  scale,  e  delli 
luoghi  erti  ingrossa  il  fìato- 

SAGLlRE.  /'.  A  Salire.  Fr.  Giord. 
Prcd.  H.  Mentrcche  su  per  la  scala  sa- 
gliva.  Guitt.  Leti.  Se  voi  a  UmU  allezza 
wglirete.  E  rint.  ant.  F.  H.  Me  dispero 
saglirc  a  tanta  altura- 

«  SAGO.  /^.  L.  Add.  Sagace.  Pemb. 
Asol.  2  110.  O  fortunalo,  il  velo  in  cui 
**  avvolse  L"  anima  saga;  e  lei  di'  ogni 
altra  vesta  Men  le  si  convenia.   (ÌV) 

*  SAGOLA.  Tenti,  di  Marineria.  Fu- 
Htcella  incatiamata  ,  in  capo  alla  quale 
e  attaccato   un   peso   per  iscnndagUare  il 

fondo    dell'  acqua  j  e  dicest    per     lo    più 
Sagola  da  scandagho.  (A) 

*:  §  I.  Sago'a  da  Incciare  .  Term,  di 
Marineria.  JJicesi  ad  una  fune  annodata 
a  maglie  ,  t-Ae  serve  ad  allacciare  1  col- 
tellacci. (A) 

*  g.  II.  Sagola  della  barchetta.  Term. 
di  Marineria,  dicest  ad  Una  piccola  corda 
misurat.t,  e  segnata  con  nodi  esprimenti 
le  diverse  distanze  ,  attaccata  alla  hai- 
chelta  per  misurare  il  cammino  dilla  na- 
PI.  (A) 

*  §.  III.  In  generale,  per  Canapo, 
Cavo,  Gomena.  Lat.  rudent,  f'olg.  Ovid. 
met.  Ub.  3.  Uel  qudc  alcuno  non  era  più 
presto  a  satin  ni-lle  somme  antenne  ,  ne 
di  correre  addietro  per  U  presa  sagola  . 
(  prensoque  rudente  relabi).  E  lib.  li. 
Cerio  gli  uomini  suonano  colle  grida  ,  le 
>agolc  collo  slridorc  (  qttippc  sonanl  cla- 
more  viri,  stridore  rudenlcs.    (ìvìd.).  (P) 

*  SAGOMA.  Il  Contrappeso  della  sta- 
dera, che  scorre  di  qua  e  di  fa  dalla  mi- 
sura ,  e  per  cui  si  rag^ungltano  i  pesi , 
quando  ita  fermo,  (A) 

*  S-  Sng>ma.  Term.  degli  Ar<.fiiUtti. 
Lo  stesto  che  Mudano,  cioè  II  mìo  pro- 
filo d'  ogni  membro,  o  modanatura  d'A'- 
thitetUira.  Alcuni  lo  prendono  ancora  per 
la  medestm-i  modanatura,  (A) 

^  SAGORA,      fune  .  Stor.  Pist    /ly 


S  A  G 

210.  E  lubito  detto  che  l'ebbe  Tua  lai 
gittata  una  sagora  in  collo,  e  con  etti 
strascinato  per  la  sala  in6ne  alla  fine* 
sira,  e  cosi  con  la  sagora  in  gola  fue 
messo  fuori  della  finestra  predella,  e 
la  sagora  Tue  legala  dentro  ,  e  quivi  lo 
lasciò  slare  impiccato  tanto  che  vi  morio, 
e  rome  fue  morto,  la  sagora  Tue  tagliata, 
sicché  il  corpo  cadde  nel  giardino.  (C) 

SAGHA,  e  SACRA.  Dedicazione,  o  Con- 
segrazione  ,  Lai.  dedicatio  ,  coasecratio  . 
Gr.  KO.'biipuati.  Annoi.  Vang.  Cbe  "c* 
nis&cru ,  e  fossero  alla  dedicazione  e  sagra 
della   statua. 

g.  I.  Oggi  Sagra,  si  dice  la  Festa  dil- 
la consacrazione  delle  chiese,  Lat.  •  en- 
caenia.  Gr.  eyzaivtx  Bocc.  nov.  20.  16. 
Ansi  mi  paravate  un  baoditor  di  sacre  e 
di  feste,  sì  ben  losapavale./Vrt/ic.  Sacch.  Op- 
div.  117.  Sono  molti  che  corrono  allesagre^ 
e  alle  perdonante ,  per  iscemarsi  le  pene 
del  Purgatorio.  Dial.  S.  Greg.  1.  10.  Ku 
invitala  colla  sua  predetta  suocera  allale- 
sla  della  sacra  di  santo  Sebastiano  marti- 
re, e  la  notte  dinanzi  al  dì  della  sarra 
quella  giovane,  vinta  dalla  volontà  della 
carne,  non  si  potè  astenere  dal  marito. 

g.  U.  Onde  Parere  che  in  alcun  luogo 
sia  la  sagra.  Aver  la  sagra,  o  simili,  si 
dicono  per  dinotare  numeroso  concorso  di 
gente,  l'arch.  Suoc.  2.  i.  Intorno  all'u- 
scio mio  era  si  grande  la  serra  ,  che  pa- 
reva che  alla  mia  casa  fusse  la  sagra. 
Amhr  Furi.  3.  5.  La  casa  di  nozze  par 
sempre  una  sagra,  tanic  persone  entrano 
ed  escono  sempre. 

§.  111.  Sagra,  per  Sagro,  Spezied'ar- 
me  da  fuoco,  Ar.  Fur.  II.  26.  Qualsa- 
gra,  qual  falcon,  qual  colubrina  Sento  no- 
mar, com'al  suo  autor  più  aggrada. 

SAGRAMENTALE.  Add.  Sacramenta- 
le. Lat.  *sacramentalis.  Gr.  /uLUSftxo'^. 
Esp-  Vang.  OperazioD  di  vita  attiva  ,  e 
cristiana  si  è  ogni  mislerìo  sagramenlalc, 
comr  il  battesimo,  e  gli  altri  sagramcnli. 
Pass.  119.  A  lui  solo,  come  a  ministro 
della  Chiesa ,  si  dee  fare  la  sagrameotale 
confessione. 

t  SAGRAMENTALMENTE.  Avverb. 
Sacramentalmente.  Lai.  *  sacramentali- 
ter.  Gr.  /jl'jstuoj;.  Med,  Arb.  Cr,  29. 
Quando  si  dice  ,  che  Crìslo  e  nelT  altare 
sagramcntalmcnie,  è  a  dicere  ,  eh*  egli  è 
ivi  veracemente.  Pass.  io5.  Per  la  qu^lc 
confessione,  segretamente,  e  sagramenlal- 
menlc  falla,  il  prete  come  giudice  cugno- 
scc,  e  discerne  tulli  i  peccati. 

SAGRAMENTAllE.  Sacramentare. 
g.  Per  Far  sagmmrnto.  Giurare.  Lat. 
ittrarc.  Gr.  o'juvu'stv  Tac.  Dav.  Ann.  ^. 
qo.  Sagramcntava  Cornuto  essere  innocen- 
\c  (il  testo  lat,  ha  adscverabat  ).  lìem. 
Ori.  1.  20.  59.  Sagramentando  di  nuo- 
vo a  Macone  ,  Che  ne  fai  ebbe  Ang'--lica 
pentire.  #  Dnv.  Sci^m  pag.  8a  (  Co- 
min.  1754)  I'  barone  Poggclto  ec  sa- 
gramcniò  che  Bucero  ,  se  presenti',  e  iu- 
lernretc  appresto  Dudieo  ec.  ,  domandalo 
se  ec,   rispose:   ce     (P) 

«  SAGRAMENTATO.  Add.  da  Sa- 
gramentare.  (C) 

*  §•  Cristo  sagramentato,  vate  l'  Eu- 
caristia. Ces.  Vìi.  Gonz.  106.  Quivi  eb- 
be Luigi  grande  agio  di  sfogarsi  con  Ge- 
sù Cristo  sagramrnlaio.  (C) 

SAGRAMENTO.  Sacramento.  Lat.  sa- 
cramcntum.  Gr.  /jLvarn'piov.  I^U.  SS. 
Pad.  I.  139.  Lo  quale  aveva  questa  gra- 
tia,  che  conosceva  le  colpe,  e  i  meriti  di 
quelli  che  ricevevano  le  sagramenta  .  V 
ICsp.  f  iing.  Ogni  mislerio  lagr^meniale. 
come    il    Battesimo  e  gU  altri  sjgramen- 

li.  (IV) 

§.  I.  Per  Ehcaristia.  Lai.  euchanstia. 
Gr.  éwx«ft'oT»«-  ^"  SS.  Pad.  a.  aa;. 
Perdonagli  secondi^    il    comandi  meato  di 


S  A  G 

Crifto,  e  poi  vieni,  e  degoamenle  riceri 
lo  santissimo  S.igrameDlo.  E  268-  Pregò 
Iddio,  che  quel  fanciullo  dovesse  ritorna- 
re nella  spezie  di  prima  del  Sagramenlo. 
E  appresso:  Trovo  lo  corpo  di  Cristo 
pure  nella  sua  spezie  del  Sagramenlo. 

g  li.  Per  Giuramento.  Lat.  sacra. 
mentum ,  iusìurandum.  Gr.  5cs.o:,,  Docc. 
Vii.  Dani  246.  Cominciaron  ad  aumen- 
tare le  religioni,  e  colla  fede  di  quelle  ad 
impaurire  i  suggelli,  e  astrignere  con  sa- 
gramenlo alla  loro  obidienzia  quelli  li  qua* 
li  non  vi  sarebbooo  polulì  eoo  forza  eo- 
slrigncre.  Sf^r.  Fior.  Art  guerr.  l.  i^. 
Né  alcuno  d' infima  fortuna  pensò  di  vio- 
lare il  sagramenlo. 

§.  Ili  Per  Cosa  sagra  de*  GeniiH  . 
Oiid.  Pisi.  Eolo  gliele  fece  torre,  cl'io- 
Cnte  sagramt-ota  rivelo«  (il  testo  lat.  ha  : 
raenlitaque  lacra  revelal). 

SAGRARE.  Sacrare.  Lai.  sacrare.  Gr. 
t'c^cù'.  Fior.  Jtat.  Sagravano  a  lai  tulle 
le  porle  delle  case  ,  e  de*  templi.  3Sae- 
struzt.  1.  36.  Quando  si  sagra  la  chiesa, 
non  si  può  dare  più  the  uno  anno  di 
perdono.  Dittam  3-  l.  Perocché  qual  s* 
intendo  in  Simon  m^go,  Per  sagrare  il  suo 
libro  lassù  munta  .  "^  Tac.  Dav.  Germ. 
375.  Sagrano  boschtlli ,  foreste  ,  ove  ap- 
pellano per  nomi  divini  quella  incompreo* 
sibilila  che  adorano.  (TC) 

-f-  #  §.  I.  Sagrare ,  parlandosi  di  fan- 
ciulla ,  tale  Spesarla.  Cecch.  incanì,  a. 
5.  Or  oltre,  io  son  lisoluio:  i' T  arò,  e  la 
sagrerò  a  suo  dispello.  (i\) 

n*  g.  II.  E  per  Con secrar  il  sangue  di 
G.  C.  Sig.  Fiagg.  Moni.  Sin.  95.  Costoro 
non  sagrano  il  corpo  di  Cristo  al  ooslro 
modo,  anzi  fanno  il  sagramenlo  col  paoe 
colto.  (J\')  Dav.  Scism.  83  (Comin*  1764) 
Il  quarto  articolo  fu,  che  nella  corouaio- 
ne  ri  sagrasse    ancora  il  vino    di    oeccssi- 

tJ.  (F) 

•t  *  SAGRATINA.  Detto  per  antìfr^- 
si,  per  Grande,  Solenne  ,  Eccessivo  j  ed 
è  per  lo  più  plebeismo  usato  per  aggiun- 
to di  Fame.  Salvia.  Fier.  fìuon,  3.  4* 
II.  Fame  di  quella  sacrata;  e  la  plebe 
dice  :  di  quella  sagratina  (e  i  plebeismi 
non  son  da  dispreizare  del  lutto  in  ma- 
teria di  lingua  ,  pi-rrhè  danno  de'  lumi 
anche  al  parlar  nobile).  Dicono  che  quel 
sacra  ^  detto  per  antifrasi,  ec.  (A) 

SAGRATISSLMO.  Superi,  di  Sagralo. 
Lat.  .tacratissimus.  Gr.  iipWTaTo'?.  Filoc. 
5.  26Q.  Non  dubitò  di  contaminar  le  sa- 
gratissime  leggi  ira  lui  e  Progne,  di  Fi- 
lumeoa  surella,  mairimonialmente  roolral- 
te  .  Croi.  Morell.  34l-  O  santissimo,  e 
sagratissimo  Padre  ,  Figlinolo  ,  e  Spirilo 
Santo  ec. ,  concedi  al  tuo  pìccolo  ser- 
vo  ec. 

t  SAGRATO  .  Add.  da  Sngrarej  Sa- 
crato ,  Sacro.  Lai-  sacratus  ,  sacer.  Cr. 
t'sooV  Maestruzs.  a.  3o.  2.  Il  sacrilegi., 
si  commette  togliendo  la  cosa  sagrata  del 
luogo  sagTJlo,  ovvero  la  cosa  non  sagrata 
del  luogo  sacralo,  ovvero  rosa  sagrala  del 
luogo  non  sacralo.  TV*.  Br.  i.  49*  EHi 
(Geremia)  fu  profeta  Ìo  Gtadea,  e  fa  sa- 
gralo, Oiid  Pisi.  50-  Si  dice  che  tu  an- 
dasti ncir  isola  di  Colchi,  e  che  tu  face- 
sti arare  li  sagrali  buoi  dì  Marie  sansa 
porvi  la  tua  mano.  A' 67.  Poni  giù  gì* 
Udii,  e  le  sagrale  cose,  le  quali  lo  U>c- 
rando  disagri  .  l>ant.  Par.  j3.  E  cosi  , 
figurando  il  Paradiso  ,  Convirn  saltar  lo 
sagrala  poema.  Alam.  (tir.  6.  I"9.  E 
lauto  più  ,  che  il  vero  ho  proprio  dello  , 
Come  iu  luogo  sjgialo  mai  si  soglia  . 
#  Borgh.  f  esc.  Fior.  384'  Ma  non  per 
tanlo  ,  aocorchò  non  sagrata  ,  erano  pur 
come  chiese  tenute  ,  chiamato  ed  adope* 
rate.  (F) 

§.  Sagrato,  ostoluLim.  detto  in  farsa 
di  sust.  ,  come   iUlirarsi ,  o  Stari  iC    1 1 


5  A  G 

Mgratùj  a  in  sul  sagrato,  vagliono  Riti' 
rarsi ,  o  State,  o  simili ,  in  chic  su  ,  ci- 
miterio,  luogo  sacro,  o  sagralo,  o  ininm- 
nt.  i^r.i/ic.  Sacch.  nov.  l\\-  lo  l'ho  man- 
dalo a  soiierrare  io  sacralo.  Lnsc.  Sihili. 
5,  II.  Se  io  uoii  ne  ìaccsiì  patir  turo  la 
peoilenzj,  iu  non  mi  soUorrerei  in  sagra- 
lo, Alleg  riin.  87.  Inroiiiro  u'bìrrì  slare 
in  iul  sagrato  •'.'  l'arc'i  Err  Gto\>.  2Z. 
Disse  a  me  fra  mullc  allrc  cose,  il  Papa 
avergli  detto  che  non  volea  sotterrarsi  in 
sagrato,  se  n<in  rìavea  Firenze.  (C) 

#  SAGRATONA. .  Lo  stesso  che  Sa- 
gratina.  Magaf.  Leti.  Bisogna  veramenlo 
dire  che  sia  fame,  anti  sagralitoa  ,  quella 
de*ec.  in  materia  di  sentir  lodi  de*  buc- 
cheri.  (.4) 

SAGRÀZIONE.  Sagra.  Lat.  consecra- 
tio,  dedicatio  .  Gr.  xaOiSi'wii;  .  Borgh. 
Rip.  3o6.  Nella  facciala  di  sani'  Egidio 
ec.  dipinse  )a  istoria  della  sagraziooc  di 
detta  chiesa  . 

SAGRESTANO  .  C/i'  e  preposto  alla 
cura  deU:t  sagrestia.  Lat.  atrditiitts  ,  epdi' 
timus0tierophYlax-  Gr .  ic^syu'Àa^,  vsw- 
*.ÒDOi  .  Bocc  noe.  g^.  ^0-  Il  sagrestano 
nella  chiesa  entrò  eoa  un  lume  in  mano. 
Pais.  1^9.  Avresti  in  conosciuta  una  mo- 
naca gì'j  sagrestana  di  questo  monistero  ? 
Ltb.  Son  123.  Paggetto  sou  ancor  del 
sagreslanj. 

SAGRESTI'A  .  Lito^o  nel  quale  si  ri- 
pongono, r  guardano  le  cose  sagre,  e  gli 
arredi  della  chiesa.  Lat.  adytunt,  sacra- 
rium,  Gr.  aoyrov,  cepopvXa'xiov.  Dant. 
/"/•  2^-  (a  giù  son  messo  tanto  ,  perch' 
l'fui  Ladro  alla  sagrestia  de'  beili  arredi. 
Maestruzz.  1.  2.  Desi  riporre  colle  reli- 
\\M\e  in  sagrestia  in  luogo  sicuro  y  e  re- 
ferente. Pass.  Iji).  Le  chiavi  della  sa- 
grestia tu  ritroverai  in  sull'altare.  Din. 
Comp.  2.  54-  Ruppono  I.1  sagrestia  ,  e 
la  tesoreria  del  Pupa  ,  e  toljOBgli  mollo 
tesoro  . 

§  I.  Per  similit.  Teol.  mi,t.  Ha  in 
odio  questa  cosa  così  abhominevole ,  cioè 
ifae  la  mente,  eh*  e  sagrestia  di  tutta  la 
Trinità,  ricc\a  i  libidinosi  parlali. 

*  g-  li.  Figuratar.i.,  per  Cose  snere. 
Santità.  Menz.  .%at.  I.  Rompcvan  giova- 
oacci  alla  osteri.i  ec.  i  deschi  e  i  pialli 
Quei  rh' oggi  sptran  lutti  sagrestia.  (l'J 

§.  III.  lìntrarc  in  sagrestìa,  si  dice  in 
modo  basso  del  Ragionare  di  cose  sagre 
in  mezzo  a'  discorsi  profani.  Lat.  nnsce- 
re  sacra  projatrìs  .  Gr.  Tip  y^  oupavai» 
ava/ir/vùvai.  Lasc.  Streg.  proU  Io  non 
voglio,  che  noi  entriamo  ora  in  sagrestia, 
perchè  De  il  luogo,  né  il  tempo  lo  richieg- 
gono. 

•f  *  SAGRETAMENTE.  T\  A.  Av- 
verb.  Segretamente  j  Secretamente.  J'it. 
S.  frane,  206.  Quando  egli  tornava  dall' 
oraxione  ,  spesialmente  privata,  cioè  che 
solo  avea  orato  sagrelamente,  ec,  (VJ 

•f  SAGRETO.  f\  A.  Susi.  Segreto  . 
Lai-  arcanum,  secntwn.  Gr.  oi'ixóppfiXGV. 
Croniche  ti .  d'  Amar.  j3.  Egli  prese  so- 
spetto ,  e  Dou  gli  dicea  i  suoi  sagreti  . 
Buon.  Tane-  3.  l3.  Non  doveva  saper 
questo  sagreto . 

•f  SAGRETO.  ;'.  A.  Add.  Segreto. 
Lit.  inlimus  t  secretus.  Gr.  6i/.iiótixto^. 
G.  F".  6.  ^2.  2-  Concordandosi  col  suo 
Mgrelo  ciamberlaQO  (in  alcuni  testi  a  pen- 
na si  legge  segreto). 

•t  *SAGRIF1CAME>'T0.  Sagnf.zio, 
Salvia.  Seno/,  ltb.  5.  pag.  92.  ("Londra 
1757Ì  Celebravasi  una  certa  magnifica  so- 
lennilà  pubblica  ,  che  facevano  i  Rodiani 
al  Sole ,  e  processione ,  e  sagrìficamen- 
10  ,  e  mollitodioe  di  cittadini  festeggian- 
ti.  (.4) 

SAGRIFICARE.  Sacrificare.  Lat.  sa- 
erijtcare.  Gr.  Upt^iiv.  Vu.  SS.  Pad.  2 
395.  Marivigliosseae  molto,  e  ditegli  che 


S  A  G 

sagrificasie;  al  quale  rispuosc  Eustagio,  e 
disse  arditamente:  io  adoro  Cristo,  e  a  lui 
solo  sagrifico.  Croitc^n-tf.  d'  Amai;  118. 
Volle  che  tulli  i  cavalieri  sagrifica^sono 
agli  Dei  *  Car.  En.  IO-  8 13.  E  per 
onore  all'  ombra  Dell'  Amico  ,  e  per 
vittima  al  grand'Orco  Molti  giovani  uvea  già 
destinato  Vivi  sagriGcar  sopra  il  suo  rogo.fZ// 

SAGIUFICATO    Aid.  da  Sagrificare, 

*  SAGlUFlCAZlO\E.  Lo  stesso  che 
Sacrijtiazi.^ni:  Ott.  Coni,  taf.  20.  3.>7. 
Li  dcmonii  hanno  a  tanto  condotto  gli  uo- 
mioi,  che  s'  hanno  fatto  adurare,  e  sagvi- 
ficare,  siccome  si  conviene  a  solo  Iddio 
Creatore;  per  la  quale  sagri6cazionc  li  detti 
dcmonii  non  solo  hanno  fatto  peccare , 
ma   ce.    (t') 

SAGRIFICIO,  e  SAGRIFIZIO.  Sacri- 
fido.  Lat.  sacrifìcium.  Gr.  lepiìov.  l'it, 
SS.  Pad.  2.  191.  Una  volfa  andò  dopo  '1 
padre  occultamente,  quando  andava  a  fare 
sagrificio  all'  idolo.  È  2o!^-  Andò  lo  'ra- 
peradore  al  tempio  a  fare  sagrificio  api' 
Idoli,  ec;  e  vedendo  che  Eust^igio  ec.  non 
faceva  sagrificio  ,  maravigliossene  .  Croni- 
cnett.  d'  Amir.  2.  Mohipricò  i  preti  e  i 
sagrifìcii.  Stor.  Eur.  6  142-  Otterendoli 
sopra  lo  altare  scannati  ed  arsi  in  guisa 
di  pecore  due  figliuoli  suoi,  che  aveva, 
con  orrore,  e  spavento  grande  di  chiun- 
que scuti  conlare  un  sagrifizio  si  misera- 
bile .  Scgner.  Pred.  17.  3o3.  Vietò  già 
Dio  nella  legge  vecchia  agli  Ebrei,  che  non 
gli  ofierissero  pesci  ne'sagnficii  .  ^  Lasc, 
rini.  pag,  5.  (Livorno  1799  )  Almo,  de- 
stro, divino  occhio  del  cielo  (parla  a  Fé- 
bojf  Del  nascere  e  nudrire  alla  cagione  , 
Pei  sagrìfizii  urail,  che  'n  Delfi  e  *a  Delo 
T'  olTerson  già  divote  ie  persone,  Ti  pre- 
go ec.  (B) 

§  I.  Per  similit.  Lise.  Pinz,  5.  2. 
Dall'  una  hy  avuto  sei  lire,  e  dall'altra 
questo  anello  ,  che  proprio  è  stalo  come 
aver  fatto  un  sagrifizio. 

g.  II,  Sngrijìcio  dell' altare,  vale  3fes' 
sa.  f'it,  SS.  Pad.  2.  239.  Dobbiamo  te- 
nere e  credere  che  1'  anime  dei  defunti 
ricevano  grande  reauìa  per  lo  sacrificio 
dell'  aliar--.  " 

*  SAGRILEGIO.  Lo  stesso  che  Sa- 
crilegio. Oli.  Coni.  Par.  20  ^85.  La 
cosa  de'poveri  non  darla  a'  poveri  è  peccato 
disjgril  gio.  (C)  Seg/nr.  Pred  3.  ',.  Come 
dunque  volete  voi  sospettare  che  Dio  non 
prendasi  a  cuore  l'offese  vostre,  mentre 
voli'  egli  fare  tanto  più  caso  del  primo 
fallo  operato  a'  danni  del  prossimo  ,  che 
non  del  primo  sagrilegio  commesso  ad  onta 
dell*  istessa  Divinità  ?  (yj 

*  SAGRISTA  .  Quel  PreiUo  che  so- 
stii'ne  le  feci  di  Sigrestaao  nel  Palrzzo 
pontificio.    Pallav.   (A) 

f  SAGRO.  Sust,  Nome  d'una  spezie  di 
falcone.  Miì.  M.  Poi»  i38.  Porla  bene  eia- 
quecento  girfalrbi,  e  falconi  pellegrini,  e 
falconi  sagri,  in  grande  abbondaoia  (qui 
in  forza  d' add.  j.  Tes.  Br.  6.  12.  Lo 
•sesto  lignaggio  è  Io  sagro  ,  e  quelli  sono 
molto  grandi,  e  somiglianti  all'aquila,  ma 
degli  occhi ,  e  del  becco  ,  e  dell'  ale  ,  e 
dell*  orgoglio  aono  simigliami  al  girfalco. 

g.  Sagro  ,  diciamo  anche  a  una  Sor- 
ta di  pezzo  d'artiglieria.  Varch.  Stor. 
12.  4^4"  ^®  menò  seco  assaissimi  muli 
carichi  di  diverse  robe  ,  molte  some  di 
vettovaglia,  cinque  carrate  di  munizione  , 
due  sagri,  e  sei  mezzi  cannoni. 

3  SAGRO  .  Add.  Sacro  .  Lai.  sacer  . 
V  Tac,  Dav.  Germ.  3/5.  Il  proprio  di 
questa  genie  è  pigliare  indovìnamenlo  e 
consìglio  da  certi  cavalli  bianchi  nutriti 
dal  pubblico  in  sagri  boschi.   (TC) 

'^  g.  I,  T'ir  Consacrato  .  Pass.  87, 
( Fir.  1726)  Conviene  che  sia  prete  sa- 
gro (cioè,  sagrato)  e  ordinalo,  secondo  il 
modo  e  *J  rito  della    santa    Chiesa  .  (V) 


S  A  G 


38S 


t^  §.  il.  Sagro  »  vale  anche  Che  con- 
ciglia venerazio  iC  ,  rispetto  ,  rex\-ren3a  . 
"  Iteli  Man,  18,  Mirate  ornai,  per  dio, 
l'aNpctlo  sagro,  E  il  fronte,  dove  Ìl  no- 
stro Sol  s'oscura»»-  Salvia,  Annot.  it'j  .* 
L  aspetto  sagro,  cioè  che  concilia  ve- 
nerazione ,  rispetto  ,  reverenza  ,  come  le 
cose  realin.nite  sacre  E  una  casta  belletia 
ha     questa     virtù  ,  te,   (B) 

t  '■•  §-  l'I  Sagro,  presso  i  notomisti^ 
e  aggiunto  di  MhscoIo,  o  di  Osso  e  di- 
nota (^htel  muscolo,  o  Quell' osso  che  sia 
nella  parte  inferiore  della  spina  ,  e  U 
seri-e  quisi  di  base.  JmperJ.  Anut.  qi. 
Questo  paio  di  muscoli  rircvono  ì  nervi 
loro,  e  sì  dalle  spine  d' U*  osso  sagro , 
che  è  quello  che  in  comunal  significato  si 
chiama  codrione.  E  U2.  Il  terzo  sotto- 
posto  a  questo  chiamasi  il  muscolo  sagro 
perchè  nasce  per  di  dietro  dal  codrione,  e 
termina  con  vari  tendini  nella  spina  della 
vertebra  dodicesima  del  tor.tre.  E  iSj,  Ne 
viene  poi  l'osso  sagro,  detto  così  perchè 
nella  spina  e  il  maggiore  di  tulti;  è  lar- 
go ed  immobile  e  coslituìsue  la  base  del 
dorso  ;  ec-  (Fj 

*  SACROSANTO  .  A:l'r  S.tcrosanto  , 
Sacro  e  sinto ,  Lat,  sacrosanctus  .  Gr. 
£:/.T£=t£tac^u£vo5  .  F.  alla  foce  SACRO- 
SANTO. (') 

SAIA.  Specie  di  panno  lano  sottile  ,  e 
leggieri.  Qnad.  Cont,  A  messer  Tomma- 
so dei  Mozzi  e  a'  compagni  portò  Lapo  per 
una  pezza  di  saia  d'  Irlanda  ,  per  vestir 
della  moglie  d'Andrea.  E  appresso  :  Per 
braccia  nove  e  mezzo  di  saia  di  Como,  pre- 
sa per  una  gonnella  della  moglie  d'  An- 
drea. Ditfam.  4-  26.  Siniilemente  passam- 
mo in  Irlanda  ,  La  qual  fra  noi  è  degna 
di  fama  Per  le  nobili  saie,  che  ci  man- 
da .  Nov,  ant.  5i.  3.  Appresso  gli  calzò 
brune  calze  di  saia . 

'I*  §.  Saia  rovescia,  è  una  Specie  di  pan- 
nina, detta  anche  atsolutam  .  Rovescio  . 
Min.  3/(7/m. Panno  col  pelo  annodato,  com* 
h  la   saia  rovescia,  o  il  rovescio.  (A) 

f  ^  SAICA.  Tcrm.  di  Marinerìa  . 
Sorta  di  b.tstiinento  greco,  o  turco.  Bellin, 
Bucch.  iSi,  E  '1  pensier  gliel  trasmise  la 
lamaica  loveuzion  d'un  piloto  d'una  sai- 
ca.  (A) 

t  SAIETTO.  Dim.  di  Saio,  Lai.  *.7- 
giilum.  Gr.  layiov.  Benv.  Celi.  Vii  \. 
363.  Una  bella  vestetla  di  ermisino  pure 
azzurro,   e  un  saietto  del  simile. 

SAI'.ME.  /'.  A-  Lardo,  Grasso  strut- 
to .  Lat.  sumen  .  Gr,  r,Tpo^  ,  Tratt.  in- 
tend.  Come  Io  saìme  ,  e  la  grascia  ,  che 
inforza  ,  e  nodrisce  il  fuoco  ,  e  accende  . 
Pallad.  cap.  17,86  l'omore  crepasse  per 
li    sassi,   logli  pece,  e   saìme,  ovvero   sevo. 

5  SAIO  .  Salone  .  Lat.  sagum  .  Gr. 
uayo;  .  Bern.  rim.  i.  69.  Ch'io  credo 
eh' e' manchi  Pora  cosa  d'un  braccio  a 
fargli  un  saio.  Galal.  16.  Quando  alcuno 
gentiluomo  Vinitiano  andava  per  la  loro 
citta  in  saio. 

.   Saio,  era  anche    Una  veste  mili- 


tare di  varii 


popoli 


ntichi  ,  e  singolar- 


mente dei  Romani  j  più  lunga  della  to- 
naca, aperta  dinanzi,  ove  si  congiungea 
talora  Cvn  una  fìbbia,  di  panno  grosso,  la 
quale  si  scvrapponeva  alle  armi,  e  ad  ogni 
altra  veste.  «  Hern.  Ori.  2.  i.\.  63.  Chi 
gelta  r  arme,  e  ehi  si  spoglia  i  sai  ».  Car. 
En,  8.  1026.  Avean  le  i  hiome  ,  Avean 
le  barbe  d'  uro  :  aveano  i  sai  Di  lucid* 
ostri  divisali  a  liste,  E  d'or  monili  a  i 
bianchi   colli  avvolti.  (C) 

*  SAIO>ACClO.  Peggiorai,  di  Saio- 
ne  .  Segn.  Stor,  9.  233.  Correva  tutto  il 
popolo  per  la  Via  larga  alle  case  de'Me- 
dici  a  vedere  un  miserandi)  spettacolo  , 
che  era  nel  rimirar  Baccio  io  sur  un  ca- 
valluccio, con  unsaionaccio  sudicio  in  doi> 
so,  ec.  (') 


9S0 


S   A  I 


SA10>£.  ì'esUmento  dei  busto  Cj'tjuai' 
ti  lunghi  ,  ma  serve  od  uom  solamente  , 
Lai.  santini.  Gr  cxyoi  Cant.  Cam.  ^26. 
In  camicu  la  siate  Sé  giuuca,  e  'J  verao 
io  cullcLto  .  o  ÌD  giubliuoe  ,  Benché  certe 
brigale  Trovimi  ancor  ,  che  Io  fanno  io 
«aiooe  .  Buon.  Tane,  (\.  2.  Creder  po»o 
Col  saion  di  d^mmasco  (chi  Io  sa  T)  Di 
veuir  aoch*  i*  a  Fie&ol   Potetlà. 

SAÌOK>À.  Spezie  di  veste  lunfja.  Buon. 
Fier.  ^.  2.  7.  E  de*  giuvaai  Domestiche 
spog1iazz£,  e  sforDÌnieDtì  Disaiorue,  gior- 
nee, guaroacche  e  robe.  Tac.  Dav.  Herm. 
377.  Vanno  tutti  in  saiorne  cuu  fjb1)ie  , 
o  y  mancandone,  appuntano  con  spine  (il 
testo  Int.  ha  sagum). 

SAIOTTO  .  Salone.  "Lui.  sapum.  Gr. 
GoCyoi-  Lasc .  Par.  ^,  6.  Apri  la  camera 
terrena,  e  fa*  torre  a  Spinello  il  mantello, 
e  quel  mio  saiotto  da  cavalcare. 

SALA.  Stanza  prtncipnfe ,  la  mag-jiore 
della  casa,  e  la  più  cimune,  dove  per  lo 
più  s'apparecchiano  /e  mente.  Lal>  aulap 
cotnacnlum  ,  Gr.  awi»;  ,  Òet;rvi;7»;jiov  . 
Bacc.  Introd.  52.  E  ciò  che  al  servigio 
della  sala  appartiene.  E  S'^.  Entrati  in 
una  saU  terrena  ,  quivi  le  tavole  meste 
videro.  E  nov.  4^-  8-  Trovata  la  giova- 
ne nella  sala  ,  la  presono.  Frane.  Sacch. 
nov.  i52.  Tolse  gli  a^iui,  e  mÌ&rgU  nella 
stalla,  e  quelle  coverte  mise  in  una  sjU. 

g.  1.  Saia,  V  fl/ifAi?  una  Sorla  d'erba, 
della  quale,  secca  che  sia,  s'tntessono  le 
seggiole  ,  e  Si  Janno  le  veste  a'  Jiatclà  . 
Lai.  cyperoides  laiifohum  .  Buon,  Fier. 
L.  I.  il.  Dalle  cui  teste  assisi  cran  duo 
naìchi  Vestili  di  tabacco  ,  e  non  di  sala, 
Sì  cran  neri^  e  tulli  sdruci,  e  toppe. 

§.  II.  Sala,  disse  corrottamente,  in  vece 
della,  voce  turca  Allha  ,  Rtcoid  Mtitetp, 
alcap,  126.  Il  Soldino  gli  rendù  a  cheto 
Gerusalem  ,  salvo  che  'I  tempio  di  Dio  , 
che  volle  che  rimanesse  a  guardia  de'Sa* 
ratini,  acciocché  vi  si  gridasse  la  sala  ,  e 
chiamasse  Maunietto. 

§.  HI.  S-ìU ,  si  dice  anche  Quel  legno 
che  entra  ne*  mozzi  delle  ruote  di  carri, 
catTOZZC ,  o  simili,  intorno  atV  estremità 
del  finale  esse  gìr.mo  .  Lai.  o.ns  .  Gr. 
a;o>v.  't  *  Cr.  5  61.  !■  L'olmo  è  ar- 
bore noto  ce.  Del  suo  legno  s\  (anno  le 
travi  ec;  anche  se  ne  fa  sale.  {*)  Satvin. 
Georg,  l.  .'}.  Vola  la  sala  calda  dalla  for- 
za. F  Eneid.  l.  5.  Si  abbassan  1*  onde,  e 
il  gonfio  mar  si  stende  Sotto  la  sala  del 
cocchio  che  tuona.  (F) 

*  SALACCA  .  JSonte  che  i  Pescato- 
ri danno  ad  un  pesce  dt  mare  simile  al 
ragno ,  ma  più  compresso  nella  schie- 
na. (.1) 

*  SALACE.  Add.  Che  eccita  libidine. 
Alain.  CV/I.  5.  1 19.  Or  la  salace  eruca,  e 
Tamil  bietJ,  E  la  morbida  malva,  ec.  (B) 
Cocch.  fu.  Pilt.pag.5l.  (Venezia  17^4") 
Itestìno  escluse  assolulanienle  tutte  le  ma- 
terie vegetabili  più  sode  ,  e  più  salaci  e 
pungenti,   e   di   maggior   nutrimento.  (Aj 

*  SALAIUOLO.  Colui  ihe  vende,  o 
distrihitisce  il  sale.  Instr.  Cane,  72. 1  can- 
cellieri consegneranno  questi  libri  ai  sala- 
lUoli,  o  canovieri  prcdcLli.  F  /B.  1  Cancel- 
lieri co'salaiuoli  e  deputali  vecchi  c^lcule- 
ranno  tutto  il  sale  che  vcramcalc  sarà 
avanzai».  (C) 

•f  *  SALAMALECCHE  ,  SALAME- 
LECC11K,  e  SALAMALECUA  .  /  oce 
hatta  ,  mata  per  lo  ptù  in  ischerzo  »  e 
formata  dall'  lìhraica  «  Aiaho,  salcm  le- 
cha  ,  che  vile  Pax  libi.  Salvin,  Disc.  2. 
^35.  Siilamalechi  presso  i  Turchi  e  lo 
stesso  r!iQ  dire  Pax  liOi  j  donde  abbi.im 
fatto  il  nostro  Salnmalecche ,  cioè  cirimo- 
uiuto  '.aluto,  e  riverenza  profonda.  Maini. 
IO.  ^\.  Le  guarda  dietro  Calagnilo ,  e 
grida  :  M'  «vcisi  detto  almco  salamelec- 
•  bel  LuQn,  Fter.  2.  5.  5.  Io  aringo  salilo 


S  A  L 

Si  vide  il  baccalare  imbasciadore.  Che  già 
per  far  le  sue  salameleccbe  ec,  Conipoocva 
itembijoii,  or    (•) 

t  SALAMANDRA.  Spi-eie  di  luce't^ 
la  ,  siintU  al  ramarro  ,  tutta  pezzetta  di 
nero  e  di  giallo  ,  alta  quale  e  stato  er- 
roneamente dagli  antichi  attrihuita  la 
proprietà  di  vivere  in  mezzo  alle  fiamme. 
Lai.  salamandra,  Gr.  exlv.ftylvòpv..  Petr. 
canz.  35-  4  '-*'  '*^i*  morte  mi  pasco, 
e  vivo  in  fiamme;  Stranio  cibo,  e  mirabil 
salamandra.  Bim.  ani.  yot.  tac.  |  IO.  La 
salamandra  audìvi.  Che  dentro  il  fuoro  vive, 
stando  sana  .  Bemh.  A  sol  1.  26.  Quale 
vive  nel  fuoco  come  salamandra  ,  quale  , 
figni  caldo  vital  perdutone,  si  raffredda 
come  ghiaccio. 

t  ^  S-  Salamandra  acquatica,  dtcesi  Un' 
altra  specie  di  rettile  che  ha  la  coda 
piatta  ,  Compressa  j  una  cresta  membra- 
nota  lungo  il  dorso,  la  quale  nel  matchio  \ 
e  dfnteli'iita  j  il  corpo  bruno  ,  varialo  di 
nero  e  cerulio  j  il  ventre  ginllo  ,  o  ros- 
siccio .  È  comune  nei  luoghi  paludosi. 
Red.  Oss,  an.  7.  Ho  detto  che  non  han- 
no piedi,  perrht;  nelle  lureriote  ec  ,  uelle 
salamandre  aquatiche  ,  nclli  stellioni  ec. 
la  borsetta  del  fiele  trtiv.isi  piantala  tra 
i  due  lubi  di-1  fegato,  ed  altamente  radi- 
cala   in   uno  di   essi.  ^.V^ 

SAL\MA^DRATO.  Add.  da  Salaman- 
dra j  Di  salamandra  .  Fr.  Jac.  T.  3.6. 
33  Ocuorsalamandrato.Di  viver  si  infucato. 
SALAME  .  Carne  salata  ,  come  Pre- 
sciutto  ,  Salsictiotto  ,  Muitiidella  ,  e  si- 
mili. Lai.  salsamentum  .  Gr.  tcipt^Oi  ■ 
Buon.  Fier.  3.1.  il.  Tu  porgi  a  me  quel 
resto  del   salame. 

*  SALAMELECCBE.  F.  SALAMA- 
LECCHE. (A) 

SALAMISTRA.  Aggiunto  di  Donna, 
vale  Saccenti'.  Lai.  pra^e  solcrs  ,  osten- 
tatrix*  Celi.  Sport.  3.  5.  E  chi  fia  stato? 
quella  salantiilia  dì  monna  Ginevra,  che 
non  mi  volle  nui  bene?  Tac,  Dav.  Post. 
426.  Impara,  qualunque  se*,  moglie  strcb- 
bialricc,  borbottooa,  salamistra  e  gelosa  ; 
questa   postilla   tocca   a   te. 

SALAMISTRAHE  .  Fare  il  saccente. 
Lat.  scitum  se  estendere ,  o.*tentare.  Gr. 
tv;;  euouius  ctTtooei^tv  Tiotfioui  .  Buon. 
Fier.  1.  2.  2.  Oh  quanli  uomini  ho  io 
veduti.  Or  maestri,  or  censori,  or  consi- 
glieri ,  Salaniistrar  negli  cserciziì  altrui  ! 
E  4-  ^'  ^^-  Questa  dunna  mi  pare  una 
dì  quelle  Donne  saccenti ,  che  noi  tro* 
viam  spesso  Per  queste .  o  quelle  case 
Far  delle  medichesse  E  delle  faccendiere, 
Salamiìtrando.  e  che  s'  odon  dir  cose  Da 
far  muover  a  riso  i  pie  del  Ietto. 

SALAMISTREKIA.  SaccenL-ria.  Buon. 
Fier.  Jnlr.  2.  3  Pormiam,  dormiam  pur 
noi:  tutte  son  baie  Le  tal amiilr erte  Dì 
quelle  pestapepe. 

•t  #  SALAMISTRO.  Saccente,  Pre- 
suntuosello.  Salvia.  Fier.  Buon.  i.  2.  2. 
Salamisirarc ,  fare  il  saccente,  il  sapulo; 
da  Salamistro,  saccente.  (A) 

SALAMOIA.  Aiqiia  insalata,  per  uso 
di  conservarvi  entro  pesci,  funghi,  ulive, 
e  simili*  Lat.  murta  .  Gr.  à)/AT).  Cr.  p. 
86.  11.  Lo  quali  (uova)  ottimamente  ser- 
bar si  possono  lungo  lempo,  se  si  terran- 
no tre  ore  nel  sale  trito,  o  nella  salamo- 
ia, ec.  Pataff.  1.  E'  ne  fa  gran  burbanta 
e  salamoia  (qui  Jiguratam.).  Buon.  Fier. 
|.  2.  3.  In  acque,  in  olii,  in  acidi  liquo- 
ri. In  salamoie,  io  ranni  ec.  Posson  far 
traritaie  ogni  materia.  Maìm.  8.  26.  Por- 
gli fra  sale,  e  uichìottro  in  salamoia. 

't  <:  SALAMOIA.  Salamistra,  Dot- 
toressa .  Salvia.  Fier  Buon.  4-  5-  )6- 
Salamiitrando,  tacendo  \c  sicrenti,  le  sa- 
lainouc.  Il*  salamiitre  Questi  vrrbi .  for- 
mali, di  nuovo  de  nomi  noli,  son  biztarri 
e  comici   (A) 


S  A  L 

*t  #  SAL.AMO.NCLN'A.  Dim.di  Salamo- 
naj  Salamistra .  Salvin,  Fier,  Buon.  In- 
trod.  2.  3.  S.ilamistrerie  ,  voce  comica- 
mente furniaia  d^  Sa/amatra  ,  che  vale 
Donna  saputa,  quasi   Salamoncina,  (A) 

SALAMOIE.  Lo  stesso  clte  Sermone. 
Morg.  i\.  66.  Raggiata  e  rombo,  occhiata 
e  pescecane  ,  La  triglia  ^  il  ragno  ,  e  '1 
corcai  salamone. 

SALACE.  Asperger  checchessia  di  sah 
per  dargli  sapore,  o  per  consenario,  Lat. 
salire  ,  sale  condire,  Gr.  ouu'^fttv.  Bocc. 
nov,  76.  2.  Tra  1*  altre  cose  ,  che  sa  v 
ricoglicva  ,  n'aveva  ogni  auno  un  porco, 
ed  era  tua  Usanza  sempre  culà  di  Dicem- 
bre d'andarsene  la  m.glie,  ed  egU  in  tilla. 
ed  ucciderlo,  e  quivi  Urlo  salare.  PaBmd. 
Magg.  (j.  E  quando  e  rassodalo  in  quelle 
strettoie  ,  con  sale  irilo  si  sali  non  trop- 
po (  il  testo  lat.  ha  aspergere  )  .  Frmitc, 
Sacch.  nov.  11)2-  Avendo  per  così  falla 
forma  salata  la  pentola  ,  the  quasi  man- 
giare non  si  potesse  .  E  appresso  :  Se  la 
seconda  vulla  avea  mollo  più  saUto,  che 
la  prima  ,  la  terza  salo  beo  tre  |plaoli  . 
SALARIARE.  Dar  salano.  LaL  sola- 
rium dare.  Gr.  ^atsà^v  ^too'vai .  Bocc» 
nov.  ù5.  5.  li  quale  ,  dove  bea  salariato 
fosse,  |*er  arte  nigromaniica  pruffrreva  di 
farlo-  Frane.  Sateh.  nof,  202  Mi  mossi, 
come  disperato  ,  a  taUriar  quelle  chiese 
che  hanno  sonalo  per  1*  anima  della  ra* 
gione  ,  che  è  murta  .  Lab.  3lO.  Forse 
speravi ,  potendole  nelle  braccia  venire 
ec.  ,  cosi  essere  salarialo  ,  come  fu  già  il 
cavalir-rc,  di  ctii  di  sopra  parlai  (  qut  fi- 
guratam.). 

SALARIATO  .  Add.  Che  ha  Molmrio  , 
0  provvisione.  Lai.  stipendio,  vel  mercéde 
conductus  .  Gr.  /j,»03WTSi'; .  Cron.  Veli. 
85.  Perocché  in  quel  tempo  ,  e  poi  assai 
non  a\ca  il  C'>muoe  sa%ii  salaiuti .  S. 
Agoàt.  C.  Dt  All'opere  dutribuile,  e  par- 
tite tra  loro  ,  come  couduiiori  salariati  a 
vettura  ^  Pallav.  Pe*J.  C'rist.  1.6.  Inorai 
sua  minuta  azione  soggiace  più  d'ogni  zoo 
salariato  famiglio  alle  ferree  leggi  dì  quel- 
la superba  tiranna  che  ha  nome  usan- 
za. (DJ 

SALARIO,  e  SALARO.  come  talora  si 
legge  presso  gli  antichi .  ^Jercede  pattui- 
ta, che  si  dà  a  chi  stTte»  Lai.  solarium. 
Gr.  /jitgào';.  Bocc.  introd  16.  Li  quali, 
da  grossi  salarii  e  sconvcnevoli  traiti,  scr- 
vieuo.  E  nei'.  84'  4'  ^^1^^*  essere  e  Cin- 
te ,  e  f.imtglio ,  ed  o^nt  cosa,  e  senza  al- 
cun salario  sopra  le  spese.  E  Test,  pag 
I.  Ancora  voglio  che  essa  di  quello,  che 
avere  dovesse  di  sao  salario  di  reHo  da 
me,  sia  interantente  pagala.  Frane.  Bari. 
298.  l4-  E  non  guardar  se  grande  Sala- 
rio in  lei  sì  spauiie.  Cavale,  FrutL  lin^ 
Pigliano  uficio  e  salano  di  pregare  Iddiu 
per  altrui.  Star.  Ptst.  ^l.  Elli  Uberò  I 
Comune  di  Pistoia  dal  salaro,  che  duvca 
per  r  i-flì- 10  della  capitaneria.  #  /'*.  /  lU 
Fit.  Tadd.  23.  Ricrviudo  pubblici  lala- 
rìi ,  luogo  tempo  Ìn»4-gnò  medicina  io 
Bologna  .  (FP)  Faich.  Fir.  Giov.  ly. 
Dice  che  a  ninno  iocresceva  di  Clementi, 
pertbè  avea  oU'.-so  tulli  poncodo  a*  Preti 
derime,  lilenriuK)  i  dm^n  Hrgli  ofisii,  t 
levando   il  sal.111 

«  §    i.  7V/-  it  pt' 

l'uso  dt   una  i    -     .  /'ut-   7. 

Sia  licito  di  prestare  de'  pagli  per  U  fé 
sta  di  Santo  Iacopo  ■'Hrlton  delle  arti 
li  quali  SODO  usali  di  i'Qrrcir  li  pa^li  net 
la  dicU  Irsta  col  i-lan*  usalo.  Mi!  M 
PoL  3r»3.  Le  ua\i  i>  t<>glioao  per  lo  sa 
laro  di  roetcatanuc  soluW,  trenU  p«K  cen- 
to. (C) 

«S    H     Per  Mi  t cede  in  ' '      '    ' 

SS.  Pad,  2.  3.^V  Dielle  . 
quanta  pecunia.  ijOUi  per  (.«i 
tato    (l) 


S  A  L 

*  SALASSARE.  Ctvar  sangue.  Cavale. 
Specch.  Cf.  172  Cominciò  a  farsi  salas- 
Lire,  t  fecesi  circonridere,  e  sparse  il  san- 
gue suo  per   noi.  (l  ) 

*r  §.  1.  Salassar  la  vena  ,  vii/e  lìu- 
caria  a  fin  dt  trarne  del  sangue.  Iniperf. 
Anat.  283.  L3  vena  poi  assillare  sì  divide 
Del  suo  princijtio ,  e  uu)  principio  delle 
braccia  ili  duu  rami  insigni;  il  supcriore 
8  minore  dicesi  veii,i  cefjlica  ec.  perchè 
ne*  mali  di  capo  suolsi  salassare.  (F) 

^  §.  II.  f;J  in  sig'iific.  neiUr.  pass,  va- 
ie Bucarsi  la  vena  ajfine  di  trarne  del 
sangue .  Segner.  Prcd.  36.  6.  Sì  squar- 
ciju  le  vesti,  si  5lra[)pano  i  capelli,  si 
graffian  le  gote  ;  ed  a  fin  di  smorzare 
quella  graud'  ira  clie  stimano  accesa  iu 
ciclo,  tutte  salassansi  acerbamente  le  vene 
con  acute  spine  di  pe^ce  ,  facendone  pio- 
vere largo  sangue.  (CP) 

•f  S'It-ASSO  .  //  cavar  sangue  .  Lat. 
sangninis  missio  .  Gr.  oXE^OTOy-i'ot.  .  Cr. 
2.  4'  8.  Perchè  son  forate  presso  alta  ra- 
dice, imperoccbè  quindi  esce  l'uniìdo  su- 
perfluo, siccome  uscisse  per  salasso,  v  Jm- 
perf.  Anat.  281.  Ciò  si  dee  notare  per  lo 
salasso,  o  cavamenlo  dt  sangue  nella  plcu- 
rilide.  (F) 

*p  §.  Salasso  »  oggidì  è  anche  termine 
dai  Alani  scale  hi,  ed  è  il  Nome  d^llo  S(ru- 
mento  con  lancetta  da  cavar  sangue  ai  ca- 
vaili ,  ed  altre  bestie.  (A) 

SALATO.  Susi*  Salame  t  Camesecca  , 
Lat.  saisantenlttnt  .  Gr.  T^pt^Oi  .  Agn. 
Pand,  56  Se  tu  mauomellì  il  vino  Ior- 
io, o  '1  salato  guasto  ,  o  qualunque  altra 
cosa  non  buona  a  pascerne  la  famiglia  , 
oiuDo  sa  farne  riserbo  ,  gettasi  ,  versasi , 
niuQo  se  ne  cura,  cias<-uDO  se  ne  duole. 

SALATO.  Add.  di  Salare.  Lat.  sali- 
titi, Gr.  aXisàst?.  Jìocc.  nov.  ^O.  7.  O 
por  cibo  salato  che  mangiato  avesse  .  F 
nov.  5o.  10.  D.Ualc  un  pezzo  di  carne 
salata.  Li  m^mdo  con  Dio. 

§.  I.  Per  S.tlio.  L.di.  saLms,  Gr.  aXy.u-  ' 
pòi.  Tes.  Br,  2.  3q.  Io  uu  luogo  è  ella 
dolce,  ed  in  un  altro  è  amara,  o  salala. 
Alam,  Colt.  2.  35.  Quando  niontaodo  il 
Sol  si  lascia  indietro  11  cornuto  animai  , 
ch'addusse  Europa  Deutro  all'onde  sala- 
te. Red.  lett.  2.  93.  I  carnumi  erano  vi- 
vi ,  e  uno  di  essi  mi  ha  avuto  a  cavare 
un  occhio  ,  perchè  schizzano  ceri'  acqua 
salata  che  cuoce. 

5  §.  II.  Costar  salalo,  si  dice  di  cosa 
che  si  compri  a  prezzo  carissimo  .  Lat. 
plurimi  sibi  emere,  Gr.  TtXet'ffTOU  w'vsTff- 
aae  TI. 

^  §.  III.  E  Jtgurafam.  di  cosa  che  sia 
ternata  di  grandissimo  danno.  «  Maini. 
7.  69.  Ma  quel,  eh'  hai  tolto  a  me,  la- 
dro assassino,  Sion  dubitar,  ti  costerà  sa- 
lalo. (C) 

#  §.  IV.  Salato,  dieesi  anche  di  Con- 
cetti,  e  vale  Arguto.  Set:n.  Bell.  Arist. 
123.  Egli  è  ben  morire  senza  aver  com- 
messo nessuno  errore  ;cotaI  detto  non  ha 
il  salato  ec.  Ma  il  detto  ha  del  salato  e 
dell'urbano,  quando  ec.  (qui  inforza  di 
sust.)-  (FP) 

t  SALAVO,  r.  A.  Add.  Sudicio,  Bian- 
co macchiato^  e  sudiciccioj  contrario  del 
Bianco  candido.  Lat.  sordidus*  Gr.  p  Jic/.- 
po'^.  Guitt.  lett.  25  6q.  Laido,  non  lai- 
do già,  ma  bello  laidìsse  ;  né  reo  si  pare 
io  reo  ,  ma  in  buono  troppo,  come  non 
pare  in  salavo  drappo,  ma  in  candido  pa- 
re ,  e  disparc  forte  ,  e  grande  ,  e  più  il 
laido. 

SALAVOSO.  V.  A.  Add.  Sporco,  Su- 
dicio, Salavo.  Lai.  sordidus.  Gr.  pu-ti'j.pò^. 
Fr.  Zac.  T.  2.  2.  35.  Che  siasi  quanto 
vuol  r  uom  satavoso  ,  Candido  più  ,  che 
ueve  il  la   parere. 

SALCE.   V.  SALCIO. 

SALCETO.  Luogo  pieno  di  salcio  Lat. 


S  A  L 

salictum.  Gr.  itsoj».  Cr.  2.  a6.  7.  Il  ter- 
zo è  quel,  dove  sieno  salceti  ;  il  quarto, 
ove  sia  uliveto  .  /'.'  7.  5.  2.  Se  *i  luogo 
sarà  umido  ,  e  basso  ,  e  soluto  ,  riceverà 
più  convenevolmente  il  salceto  ,  1*  albere- 
to ,  1*  ontano  ,  e  '1  pioppo  .  Tratt.  ;^QV, 
fam.  Non  per  le  vìe  maestre  ,  ma  per  ]Ì 
spineti,  pe'  salceti,  e  pe'  giuncheti  voglio- 
no cautminare. 

§.  Salceto,  per  meta/.,  vale  Intrigo, 
Viluppo,  Ginepraio.  ì'^arch.  EreoU  8. 
I  quali  si  crcdeano,  che  voi  ec.  foste  o 
presuntuosamente  entrato  in  questo  salce- 
to, o  non  senza  temerità.  ^I^  .!/.((/. /'Vnn:;. 
rim.  buri.  Ma  V  umor  che  &'  incapa  ne' 
poeti,  Non  vi  par  delle  grazie  oUin  da- 
te, Se  non  s'  entrasse  in  mille  bei  salce- 
ti. (Br) 

*  SALCIAIA.  Term.  degl'Idrati- 
liei.     Siepe    assai    bassa  ,  formata    per 

10  più  di  piccoli  salci  intrecciati  per 
riparo    degli     argini  ,   0    delle     ripe    del 

fiume  j  e  per  farvi  deporre  le  torbi- 
de.  (A) 

*  SALCIGNO.  Adi,  Di  salcio.  « 
Malm,  7.  23  E  vede  all'  ombra  di  sal- 
cigne frasche  Fra  le  più  brave  musiche 
acquaiole  ec.  '>.  Minitcc  .  ivi:  Salcigne 
frasche.  Frondi  di  salcio  ,  albero  nulo, 
che  nasce  e  vien  più  vigoroso  in  luoghi 
paludosi.  ( B)  Salvia.  Georg,  l.  ^.  Guardigli 

11  guardiano  de*  ladri  e  digli  uccelli  Colla 
falce  salcigna,  il  tutelare  Nume,  1' El- 
lesponliaco  Priapo.   (F) 

*Ì'  5  §.  F  anche  aggiunto  di  Lesnanie 
di  mala  qualità,  e  non  facile  a  esver 
lavorato,  e  a  pigliar  pulimento,  'r  Baldin, 
Foc.  Dis.  139.  iS'ii/c/g'/io,  yi(/'/.  Una  qualità 
di  alcuni  legnami,  come  gatlice  o  gallerò, 
che  non  facilmente  si  pulisce,  perchè  il  suo 
filo  non  cammina  sempre  per  lo  verso  di- 
ritto, che  però  inloppa  il  ferro  in  varii  ri- 
scontri, e  invece  di  levarne  pulita  la  super- 
ficie, alza  in  esso  alcune  fila,  che  s'  alza- 
no e  dividono  dal  pian-*  a  foggia  del  sal- 
cio. Questa  parola  salcigno  è  presa  da 
alcuni  per  lo  stesso  che  risconlroso  ^  da 
quegli  intoppi  e  riscontri,  che  trova  il 
terrò  per  lutti  i  versi  in  esso  le- 
gno. (B) 

t  SALCIO  ,  e  SALCE.  Albero,  che 
fa  ne'  luoghi  timidi,  e  paludosi  .  Lat, 
satix.  Gr.  t7t'«.  Bocc.  nov.  77.  3o.  Col 
suo  fante  Ira  salci  ed  altri  alberi  presso 
della  torricella  nascoso  era.  Tcs.  Br,  3.  7 
Secondo  che  dimostra  il  giunco,  o  salce 
salvatico,  e  lutti  arbori,  che  di  umidore 
nascono.  Alani.  Colt.  i.  12-  Dal  robusto 
castagno,  e  salcio  acquoso.  Dalla  nodosa 
quercia,  e  d'  allri  multi  Prenda  Ì  rami, 
dappoiché  siau  sfslegno  Alle  sue  membra. 
E  lL^.  Vedi  il  popolo  altero,  il  lento  sal- 
cio. Seder.  Colt,  35.  Non  è  buono  (a far 
pali)  ne  r  alloro,  né  *1  fico,  né  '1  salcio. 
Tass.  Ani.  1.  I.  L'  orno  per  1*  orno  ,  e 
per  la  salce  il  salce  ,  E  1'  un  per  l'altro 
faggio  arde  e  sospira  (qui  ancht'  in  gen. 
fentm,,  considerato  come  maschio  e  fem- 
mina). 

'f  §.  I.  Salcio  da  legare  ,  o  Salcio 
giallo.  Specie  di  salcio  che  st  pianta 
lungo  le  fofse  vicino  a/I'  acqua,  e  si  col- 
tiva a  capitozza,  tagliando  i  virgulti  che 
produce,  i  qu  ili  si  fendono,  e  servono 
per  legar  le  vite,  i  cerchii  delle  botti,  ed 
altro,  e  per  farne  ceste,  graticci  ,  oc. 
Lat.  salix  vitellina.   (A) 

-\'  §  II.  Salcio  Davidico,  Salcio  di 
Babilonia,  e  volg.  Salcio  che  piove  ,  0 
piangente.  Specie  di  Salcio  che  prestissi- 
mo cresce,  i  cui  lunghi,  e  sottili  rami 
sono  pendenti,  e  fragilissimi  .  Lat.  salix 
babilonica.  (A) 

g  HI.  Far  mazzo  de' suoi  salci,  ^gu- 
ratam.  vale  Andar  pe' fatti  suoi.  Badare 
a  se,  0  simili,  Lat.    rem    suam    ogere  , 


SAI.  ggl 

sibi  attendere,  Gr.  éaurw  irpoos^^si-^ . 
Morg.  i3,  5^.  Io  feci  presto  mazzo  de* 
'mei  salci,  Che  lo  star  quivi  mi  parve 
disagio, 

SALDA.  Acqua  in  cui  sìa  stata  di- 
sfatta gomma,  o  altre  materie  viscose 
e  tenaci,  con  che  sì  bagnano  i  drappi  . 
e  simili,  per  far-^li  staro  incartati,  e  di- 
stesi,   hai.  ferrum^n,  Gr.    cuvaov)'. 

§,  Salda,  è  anche  Acf/iia  in  cui  sia 
stato  disfatto  amido,  e  serve  per  tener 
distesi,  e  incartati  i  panni  lini  fini,  le 
trine,  e  simili.  Lor.  Ned.  canz.  G3.  17. 
E  ben  buona  a  dar  la  salda  Qualche  pò* 
di   gelosia    (qui  per  nietaf), 

u'  SALDAMENTE  .  Awerb.  Ferma- 
mente, Sta'ul'ucnte.  Lat.  firme,  fìrmiter, 
Gr.  xxpTspoii.  Salvin,  Disc.  3.  58.  Ma 
impressa  tieula  neir  aoimo  saldamente.  (') 
Maur.  rim.  i.  J27,  Nuovo  vi  parrà 
cerio  il  mio  suggello,  Ma  non,  se  mire- 
rete saldamente  Quel  che  scrìvendo  altri 
poeti  han  detto.  (B) 

SALDAMENTO  .  Il  saldare  .  Lai. 
contolidatio,  femvìiinatio  .  Gr.  cuvaoij* , 
Cr.  8.  6.  2.  Con  cera  ,  e  con  loto  si 
turi  il  pertugio,  acciocché  '1  sole  ,  o  *I 
vento,  o  la  piova  non  impedisca  il  suo 
saldamenlo  .  E  ^.  Si.  i.  Si  tagli  colla 
rosetta  tanto  dell'  unghia  intorno  alla  fe- 
rita, che  l'unghia  non  calchi  la  carne 
viva,  né  ancora  la  tocchi;  imperocché, 
se  la  toccasse  ,  sarebbe  impedito  in  tutto 
il  suo  saldamento. 

§.  Per  Saldo.  Lat.  exaeqiiaiio.  Gr 
e?t'5W5t5.  D.  Gio.  Celi.  lett.  16.  Credo, 
che  per  sua  cortesia  esso  ha  voluto  indu- 
giare il  saldamento  di  vostre  ragioni.  ^ 
Cron.  Stria,  118.  Allora  rimase  a  dare 
Cambino  ad  Alfieri  fiorini  d'  oro  80  ,  o 
poco  più,  o  poco  meno  j  credo  che  fosse 
questo  saldamento  nel  1297  ,  od  io  quel 
tempo  ;  e  ciascuno  di  loro  ha  la  sua  scrit- 
ta per  memoria.   (J') 

SALDARE.  Riunire,  Riappiccare  ,  e 
Bicongutgnere  le  aperture,  e  fessure  }  e 
si  dice  più  propriamente,  che  d'altro,  di 
cose  di  metallo,  di  ferite,  e  di  piaghe  j  e 
talora  vale  semplicemente  Unire,  e  Ap- 
piccare le  coie  che  erano  per  lo  innanzi 
disgiunte,  Lat.  ferruminare,  snlidnre.  Gr. 
cuvaTTTitv.  Cr.  1.  9.  1.  Se  si  menerà 
(  l'  acqua  )  por  condotto  murato  ,  sì  si 
dee  saldare  il  canale  ,  acciocché  V  acqua 
non  possa  scorrer  per  le  fessure.  E  nvm, 
3.  Innanzichè  vi  si  volga  il  corso  dell' 
acqua,  vi  si  dee  metter  favilla  mista,  che 
Con  alcun  liquor  vi  discorra  ,  acciocché  , 
saldi,  e  incolli  i  doccioni,  se  avessero  al- 
cun vizio.  E  5.  20.  12.  Avicenna  dire 
che  le  pere  salvaliche  secche  hanno  pro- 
prietà di  saldar  le  ferite  Petr.  canz.  36. 
l^.  Prima  che  medicine  antiche  o  nove 
Saldin  le  piaghe  ch'i'  presi  'n  quel  bo- 
sco. Sen.  Ben.  Varch.  6.  27.  Noi  ci  al- 
legriamo bene  che  ella  sia  saldata  ^/rt  fe- 
rita J  ;  ma  vorremmo  nondimeno  non  a- 
verla    avuta. 

*r  g.  I.  Talora  si  usa  in  signìfìc.  neiitr. 
J'it.  S.  Gio.  Jìal.  227.  Il  ferro  quanto 
più  si  b.ilte,  meglio  salda,  ed  è  più  for- 
te. (V)  Red.  Esp.  nat.  99.  Le  ferite  ec, 
grandi  non  ho  mai  trovato,  che  saldino  in 
ventiquattro  ore  ,  e  che  perfettamente 
rammargmiuo.    (C) 

J^  %.U.  Saldar  a  calore.  Ved.  CALO- 
RE, §.  I.  (D 

g  IH  E  figiiralam.  Pass.  85  Quanto 
il  cuore  è  più  rollo,  e  Irilo  da  questo 
dolore,  tanto  Iddio  più  l'accetta,  e  più 
il  salda,  a  mettervi  il  tesoro  e  il  dono 
della  grazia.  Pclr.  canz.  lì.  3.  Per  te 
spera  saldare  ogni  suo  vizio. 

5§.  IV.  Saldare  raqinni,  o  conti,  vale 
T'edt-re  il  debito,  e  credilo,  e  pareggiar- 
le.  Lat.  subducere,    exaequare    raliones, 


9iJ* 


S  A  L 


pulare  rationem,  paria/acrre,  tramigere. 
Gr,  loyi'^isSai.  Petr.  son.  262.  E  per 
saldar  lo  ragion  nostro  aoiicbe  Meco  e 
col  fiume  ragiooanJo  andavi-  Ca/,  Sist. 
221,  Mi  quitterel>l>e,  quando  mi  fosic 
kaldjlj  tjuclla  partita  del  muoverli  il  mo- 
bile por  doppio  spazio  del  passalo,  ce 
(aui  f-r  stotilU  }.  Tac.  Dav.  Vit.  y^^r. 
398.  Saldale  il  conto  delle  imprese,  sug- 
cellate  con  questo  giorno  il  ciaquanlcsi- 
tno  anno  (il  testo  lai.  Ad.*  traosigite  cam 
expcdìlìoDÌbus). 

#  %.  \.  E  /ì^uratam.  <-  D.  Gio. 
Celi.  leu.  16.  lo  il  piicgo,  gli  piaccia, 
che  al  saldare  de*  vostri  conti  vi  troviate 
avaniaio.  Doez.  J'arch.  2.  3.  Vuoi  tu 
dunque  venire  acconti  colla  fortuna  ,  e 
ftildar  seco  la    tua  ragione  »  ^  (C) 

g.  VI.  Saldiìie ,  per  Ultimare,  Ter- 
minare. Lat.  rem  conftcere  ,  perjicere  . 
Gr.  aTTOTeJeiv.  Maini.  8-  5o.  Cosi  non 
U  saldò  già  Martinazza. 

SALDATO.  Md.  da  S-i'dare  .  Lat. 
JerruminalHs.  Gr.  ouviO/A/zevo;.  Zibald. 
Andr,  93.  Le  piante  e  le  stelle  sono 
dello  fermamenlo,  e  lo  fermamcnlo  i;  di 
loro,  e  tutti  imiemc  sono  legali ,  e  sal- 
dati (cioè,  uniti).  Bui,  Inf.  28.  I.  Colla 
spada,  che  tiene  in  mano,  a  ciascuno  ri- 
fende la  sua  piaga  saldata.  Lib.  Asirot. 
Guarda  che  non  &*  arcoslino  molto  al 
fuoco  li  luogbi  saldati;  elio,  se  tu  non  le 
guardassi ,  guastcrcbbotiìi  le  parli  che 
sono  appresso  delli  luogbi  della  saldatu- 
ra. Sag^.  fiat.  csp.  98-  Dopo  averlo  in- 
«erilo  neir  anello  ce,  saldato  a  un  fcr- 
ruzzo.  Sen,  Ben.  f'arch.  6.  (\.  Onde  tu 
che  cri  come  creditore  venuto  (saldato  il 
ooulo),  le  ne  parti  debitore  (qui  nel  si- 
gnifc.  del  §     IH.   Ji  SALDARE). 

g.  Per  Insaldato  ,  Che  ha  avuto  la 
salda,  Malm.  6.  ^5.  Fiorita  è  la  tova- 
glia, e  le  salviette  ec.  Saldate  colla  pece 
e  in  pii-ga  stielte,  Infra  le  chiappe  slate 
de*  demoni. 

*  SALDATOIO.  Term.  degli  Jrtif ti. 
Strumento  per  saldare-  (A) 

-J-  SALDATURA.  /,*  azione  del  salda- 
re, o  l*  Effetto  di  questa  azione,  ed  an- 
che V  Luof^o  sald'iio.  Lat.  Jeriumtnatio, 
compaijes,  cicatrix .  Gr.  rsovoif/i.  Lib. 
jislr.  Quella  saldatala  sia  con  islagno,  e 
ben  fatlu.  E  altrove:  Guarda,  cbe  non  s* 
accostino  multo  al  fuoco  li  luogbi  salda- 
lij  che,  se  tu  nou  le  guardassi  ,  guaste- 
rcbbonat  le  partì  che  sono  appresso  delli 
luoghi  della  saldatura.  =^  Bmv.  Celi. 
Ore/.  ^^.  Ogni  volta  cbe  si  ha  da  sal- 
dare è  necessario  metti'te  sopra  la  salda- 
tura falla  un  poco  della  delta  lega  . 
Magai,  leti,  scicnt.  |38.  (Fir.  1721)  In- 
uldata  cuu  esse  una  porcellana  ce.  in 
iiiun  luogo  sono  meno  soltoposli  a  rom- 
persi che  nella  saldatura.   (C) 

f  g.  1,  Saldatura,  di(\-si  anche  delle 
ferite,  o  pinghe.  Mor,  S.  Greg.  9.  Bg.  Le 
margini  non  sono  altro,  se  non  le  salda- 
ture delle  ferite. 

f  §.  II.  Saldatura,  si  dice  anche  alla 
Materia  con  che  si  saldino  i  metalli,  che 
è  un  Composto  di  sei  corali  d' 010  fine, 
e  un  carato  e  mezzo  tra  rame,  e  argento. 
Lai.  Jerrumcn.  Gr.  ouvaj»»]'  ^  Bcnv, 
Celi.  Ore/',  ^3.  Pigliasi  sei  carati  d'  oro 
6ne  e  un  citalo  e  mezzo  tra  rame  e  ar- 
gento fine  re.  :  la  qual  saldatura  ce,  fra 
gli  orefici  è  t-hi:ii)i:ila  lega.  (C)  Sagg. 
nat.  esp.  ì,\l.  Lo  squarcio  principiato 
nell'argento  della  saldatura  tirò  innanii 
per  r  oro  ancora 

•f  '^  §.  in.  saldatura  di  terso.  Un 
comporto  di  due  once  d'argento  e  una  di 
ra-ite.  Setve  per  saldurr,  sopra  piastre  d' 
mrgent>  ,  ogni  sorta  di  Jìlo  ,  e  per  ram- 
marginare.  Benv.  Celi.  Ore/.  27.  E  ne- 
jECuario  ancora  di  provvcdcro  latdalura  di 


S  A  L 

terzo  ,  che  cosi  viea  delta ,  perciocché  li 
piglia    due    once   d'  argento  e  uua  di  ra-  | 
me.  (I') 

^  g.  IV.  Saldatura  di  ottavo.  Composto 
d'  un'  oncia  d'argento  coli' ottava  parte  di 
un'  oncia  di   rame  ,  con   cui  si  saldano  i  j 
pezzi  delle  figure,  e  i  vasi  d'argento, /atti 
di  cesello.  Biildin.  Voc.  dis.  (B) 

"^  §.  V.  Saldatura  di  rame  arso.  Una 
saldatura  per  figure  di  metalli,  perù  de- 
bole assai,  e  di  poca  durata.  E  adoperata 
a  saldare  in  argento  j  guasta  il  lavoro  , 
perchè  vi  lascia  una  certa  qualità  di  non 
ammettere,  in  quel  luogo  dove  e  stato  il 
rame  arso,  saldatura  d'altra  sorte.  Bai- 
din.  Voc.  dis.  (B) 

•f  SALDEZZA.  Astratto  di  SaldojSta- 
biliià.  Fermezza.  Lat.  stahilitas ,  solidi- 
tas  ,  Jìrmitas  .  Gr.  oTK^ipÓrrsi  .  Pallad. 
cap.  6.  Per  conservare  la  saldezza  ,  e  ma- 
grezza della  vite.  Lor.  Med.  rim.  88.  Non 
colonne  marmoree  in  altezza  Reggon  le 
picciolette  e  bjsse  mura  Dello  edificio  ; 
non  gli  dà  bellezza  Pietra  di  gran  saldez- 
za, chiara  e  dura. 

g.  I.  Per  metaf.  Lai.  Jìrmitas  ,  con- 
siantta.  Gr.  c'uoTctàeta .  Mor.  S-  Greg. 
Rimuove  dall'  atto  virtuoso  ogni  saldezza 
di  temperanza.  Cavale.  Med.  cuor.  Il  terxo 
effetto  della  Iribulazione  si  è,  cbe  dà  for- 
tezza e  saldezza  ,  come  il  fuoco  materiale 
indura  la  terra,  e  cuoce,  ^  Pallav.  Stil. 
5q  Come  Enea,  bencbè  ce.  spargesse  la- 
crime ec.  per  le  querele  di  Didone,  tulta- 
Tia  ritenesse  un*  eroica  saldezza  dcU'  ani- 
mo. (FPJ 

f  *  g,  II.  Rispondere  ,  0  cimili,  in 
saldezza,  vale  Risponder  da  senno,  in  sul 
sodoj  ma  è  maniera  antica.  Lat.  *erto  re- 
spondere.  Vit.  S  Eufrag,  l63.  Quantun- 
que ella  dicesse  per  giuoco  ,  questa  ri- 
spondeva pure  in  venUdc ,  e  in  saldez- 
za.  (V) 

•f  *  §■  \\\.  Saldezza, per  Massa  d'  un 
pezzo  di  pietra,  o  simile,  Benv.  Celi.  Ore/. 
j^O.  Ma  sircome  di  quelle  (pietre)  si 
trovano  saldezze  glandi,  di  questa  il  me- 
desimo  non  interviene  ,  perciocché  picco- 
li sono  i  pezzi  cbe  si  ritrovano  di  e^* 
SP.  (l) 

SALDISSIMAMENTE.  Superi,  d,  Sai 
demente.  Lai.  fìrmissime,  constaatissime, 
Gr.  aTEpEajTaTK.  Boez-  f'arch.  5.  6.  lo 
ti  confesserò  una  cosa  ,  la  quale  è  Lene 
saldissimamente  vera. 

SALDISSIMO.  i'M/jer/.  A\y(iWo.  Lat./r- 
missimus,  soUdissimus.  Gr.  oreptuTCtTO;. 
Bocc.  nov.  63.  4-  Conciofosiccosachè  ella 
si  fosse  molle  volte  accorla,  cbe  Arriguc- 
cio assai  ad  addormentare  si  penasse ,  ma 
poi  dormiva  saldissimo  ,  avvisò  ec.  (  qui 
in  forza  d'  avverbio  ,  e  vale  Profondissi- 
mamente). Sagg.  nat.  esp.  S\.  Sul  quale, 
oltre  alla  legatura  saldissima,  si  possa  in- 
torno intorno  stucrarsul  braccio  l'orlo  della 
vescica  frioìsslabilissima,  fortissima). //or^/i. 
Fir.  dis/.  256.  Non  fece  già  così  il  Sigo- 
nio,  uomo  di  saldissimo  giudicio  (cioh,  ta- 
oissimo,  savissimo) 

SALDO.  Sust.  si  dice  il  Saldare  del- 
le ragioni,  e  de'  conti.  Lai.  transactio. 
Malm.  3.  61.  Col  fine,  e  saldo  d*un  Buon 
prò  vi  faccia  Ha  dato  un  frego  a  tulli  i 
debitori.  *  Instr  Cane.  66-  E  al  saldo 
delle  ragioni  dc'Camarlingbi  e  Reiteri  , 
slicno  mollo  avveduti  confarsi  produrre, 
per  rivedergli  e  riscontrarli  lutti  gli  ori- 
ginali delle  suddette  licenze.   (Cj 

g  Onde  Par  saldo,  che  vale  Saldare 
e  Pareggiare  i  conti.  Lai.  consolidare  ra- 
tionrs,  putare  rationes,  exaequttre,  tran- 
sigere. Cr.  Xoyt%t9^»i.  Buon,  Fier.  l\. 
5  23.  Min  lutto  quanto  (il  danno ), àt- 
eo, mio,  che  feci  II  saldo  mio  col  peg- 
giorar la  lira. 

3   SALDO     Add.   Inter»,  Senta    rottu 


5  1  L 

ra.  Lat  solidus,  integer.  Gr.  QX6>ÙT,p6i. 
Dani.  in/.  \\.  Vide  sovra  lo  sno  stuolo 
Fiamme  cadere  infioo  a  terra  salde.  Bocc. 
nov.  60.  19.  Cosi  intero,  e  saldo,  cometa 
mai.  E  nov.  62.  II.  Il  doglio  mi  par 
ben  saldo.  Alam.  Colt.  3.  57.  Truove  ì 
saldi,  odorati,  e  freschi  t^ì.  Ch'esser  ri- 
cello denno  al  suo  liquore. 

#  g.  L  E  figuratam.  m  Petr.  «om.3ii. 
Morte  ha  spento  quel  Sol  eh'  abbagliar 
suolmi,  E  *n  tenebre  son  gU  occhi  ioten 
e  saldi«.  (C) 

g.  11.  S.ildo,  per  Palpabile^  Sodo.  Lai. 
compactut,  soltdui.  Or.  srescV^.  Dani. 
Purg.  21.  Trattando  l'ombre  come  coi» 
salda.  Bui.  ivit  Come  cosa  salda,  cioè  co- 
me cosa  Solida  e  palpabile ,  come  è  la 
corpo. 

g.  III.  Saldo, per  Massiccio  Lai.  soli- 
dus. Gr.  artppÓi,  òtorg.  \^.  19  Vogliam 
per  sempiterna  tua  memoria  Un  simulacro 
farti  d'  oro  saldo. 

#  g.  IV.  Saldo,  vale  anche  Che  resista 
a'coipi.  Bue.  Ap.  2'Ì3.  Alcuni  ec.  Tengo- 
no ferma  la  candente  massa,  E  la  hvol- 
gon  su  la   salda  incudc.  (C) 

g.  V,  Saldo,  per  Sano*  Lat.  tanus,  Gr. 
JyiKì';.  Pecor.  g.  25.  nov.  2.  223.  Per 
alcuni  si  disse  che  egli  giacque  con  una 
donna,  non  essendo  salda  ;  appresso  ne 
morì  a'dì  g  di  Novembre  negli  anni  di 
Cristo  1285. 

g.  VI.  Saldo,  per  Fermo,  Costante, 
Stabile.  Lat.  stabilis,  Constant ,  Jirmus. 
Gr.  ira^tpói.  Dant.  Par.  4-  Ma  cosi 
salda  voglia  e  troppo  rada.  E  22.  Qui 
soo  li  frali  miei,  che  dentro  a*  cbiostri 
Fermar  li  piedi,  e  tennero  *l  cuor  saldo. 
Petr.  son.  232.  Won  seguir  più  pensier 
vago  fjUace,  Ma  saldo,  e  cerio,  eh' a  buon 
fin  ne  guide,  Bocc.  nov.  57.  t\.  Domandò 
con  fermo  viso,  e  con  salda  voce  quello, 
che 'egli  a  lei  domandasse  (cioè,  ardila, 
e  s-  nza  paura  )  .  #  Benv.  CeU-  Race.  44- 
(fin.  1828  ;  GìUasi  al  fuoco  con  salda 
intenzione    di    non  mai  più  scrivere.  (C) 

#  g.  VII.  Saldo,  detto  di  cosa,  vale 
anche  Che  dura.  Che  non  si  stanca.  Cas. 
son.  9.  Correr  veloce,  e  eoo  beo  salda 
lena.  (FP) 

#  §.  Vili.  Mettere  in  saldo  una  cesa, 
vale  Chiarirla,  Trovar  le  prove  che  sta 
tale  quale  altri  la  crede.  Pros.  Fior.  Bar- 
gh.  Leti.  4-  4  ^^'  ^*  ^°°  riaoluto  di 
mettere  in  saldo  tutta  questa  parte  della 
nobiltà  nostra,  cosa  che  tra  molli  capi  è 
diflEcile.   E  239.  Se  trovate  la  disceoaeo- 

'  za  di  quel  Beucivcnoi  dì  Simone  ec.  are- 
le  messo  in  saldo  la  maggior  parte.  (C) 
g.  IX.  Star  saldo,  vale  Star  fermo  j 
che  talora  si  usa  anche  assofutam.  Sal- 
do, col  verbo  sottinteso.  Lai.  quicjcere* 
Geli.  Sport.  4.  3.  Ma  sia  salda,  non  ser- 
rar l'uscio,  eh  io  veggo  venir  di  qua  Ghi- 
rigoro, che  torna  a  casa.  Circ.  Geli.  a« 
39.  Ma  sia  saldo  ;  parlerai  un  poco  cou 
quella  serpe,  che  viene  allraversaodo  U 
strada  inverso  noi.  Bern.  Ori.  3.  5.  ^7. 
E  con  parlar  discretamente  altiero  Giiuò 
saldi,  signori;  io  lon  Ruggiero. 

#  g.  X.  Star  saldo,  vale  anche  EiSer 
vero.  Eiter  fondato  su  solide  ragioni.  Se- 
gnar, Pred,  Pai.  Ap.  5.  l3.  Pare  che  s< 
sta  saldo  qit«^to  si  è  da  noi  divisato  fino 
a  quest'ora,  sia  cosa  tcrribiliitìma  il  snt- 
toporsi  a  qualtisia  obbligaai'^oe  di  core 
pubblicbf,  sprcialmenla    spirituali.     (TC) 

#  g.  XI.  Saldo,  in  /orza  di  lust.,  ra- 
le  Fermezza,  Costanza.  Pass.  2^9  Ogni 
uomo,  che  vive  in  questo  mondo,  k  tolta 
vanità  ;  chi'  non  ci  ha  Diente  di  taMe , 
o  di  stabilità.  (D 

»  g.  XII.  Saldo,  pure  In /orsa  rfl  *«- 
st.,  per  Serietà.  Giavità.  proi.  Ftor 
Borgh  Leti.  4  4*  '75-  E  ^'^  primo,  avrò 
do  aalls  materia  coDgiaoto  il  uldo.  t  U 


S  AL 

scherio  insieme,  pare  che  di  nccessili  ab- 
bia accoppialo  la  medesima  qu.iliti  nel 
filo  dell'  oraiione.   (C) 

#  g.  XIII.  Onite  Hecarsi  sui  saldo, 
vale  Recarsi  sul  grave,  sul  .\erio,si<i  nel 
parlare,  sia  neW  operare.  Car.  Bett. 
jirist*  lib.  3"  e.  l8.  Bisognando,  come 
dice  Gorgia,  quando  l'avversario  si  reca 
ÌD  sul  saldo,  knijcc;irlo  col  farsene  beue; 
«  quando  egli  bclTt-gj^ij,  col  laido»  e  col 
Tero  fermirlo.  (M) 

#  %.'ìi.i\.  Sul  saldo,  posto  avveri,,  vale 
Da  senno.  ò\tlv.  Av^ert,  I.   1-  l5.    Come 

Ju  mai,  che  par  delio  da  beffe  ce-,  da  fra 
Giordano  fu  pure  usato  in  sul  saldo.  {Vj 

#  §.  XV.  Sture  in  sul  saldo,  va'e 
l'ondarsi  in  huone  ragioni.  Dtp.  Decani. 
5"^.  Cbi  ci  volesse  sopra  solliliizare  ec.  , 
gli  terrebbe  per  avveolura  fallo  d'imma- 
ginare qualche  sen&o  cbe  in  apparenza 
arcbbe  onilira  di  verisimile,  a  slare  pure 
in  sul  saldo,  ben  considerato  ec.  (f) 

§.  XVI.  Saldo. /ter  Saldato.  Pareggia- 
to. Tac.  Dav  Anu.  i8.  l66.  Vero  è  . 
che  egli  aveva  pattuito  che,  senza  rivedere 
i  conti  suoi  pubblici,  s*  iolendess'ero  saldi 
e  pari  (  qni  ti  testo  latino  ha  :  paresque 
ra^iones  cum  rcpublica  haberet  ). 

SALDO.  J^-v,rb.  Solidamente,  Con  sal- 
dezza. Lai.  finniter,  slafiififer.  Gr.  st£- 
pEW^.  Pctr.  son.  83.  Che  *u  nulla  parte 
si  laido  s'intaglia,  Per  far  di  marmo  una 
persona  viva.  E  cap.  i.  Che  mai  più  saldo 
io  marmo  non  si  scrisse. 

■J-  SALE.  Uno  de'primi  componenti  di 
tutti  i  misti,  da' quali  artificialmente  si  ca- 
va, ed  in  particolare  dalCacqua  marina.per 
contlimeato  de^  cibi,  e  per  preservar  le  co- 
se dalla  putrefazione.  Lai.  sai.  Gr.  à>;. 
M.  y*  8.  83.  Sale,  che  trovarono  alle  sa- 
line di  Cervia  insaccato  ec,  sanza  alcuno 
coDtasto  levarono.  Cr.  ^.  qi.  io.  Prendi 
ooa  pierla  mano  di  sale  bianco,  e  tre  uova 
fresche,  Ott.  Coni.  Inf.  i\,  268.  Così  de' 
salì, così  degli  allumi,  e  de*metalli  .  pit. 
SS.  Pad.  t.  67.  Li  primi  tre  anni  non 
mangiò  altio,  se  non  una  certa  misura  di 
lenticchie  ec,  e  gli  altri  tre  anni  pane  ari- 
do, cou  acqua  e  sale. 

§.  1.  Saper  dt  sale,  v^ile  Saper  d'amaroj 
e  si  usa  anche  figuratam.  per  Dispiacere. 
Dant.  Par.  17.  Tu  pr^overai  si  come  sa 
di  sale  Lo  pane  altrui.  Ciriff".  Calv.  \.  28. 
E  tristo  a  quel  che  sua  vivanda  assaggia  , 
Cbe  la  bocca  quel  giorno  cuocerassi ,  E 
uprà  dir  come  ella  sa  di  sale. 

§.  lì.  Sale,  0  Sali,  si  dicono  ancheQuel- 
le  particelle  saporite,  e  acri,  die  si  cava* 
no  in  vai'ie  guise  da  tutti  i  corpi.  Lat.  sai. 
Gr.  aX^.  Sa^g.  nat.  esp.  i'^-  Anche  il 
zucchero  fa  qualche  cosa,  ma  non  molto  in 
comparazion  del  sai  comune,  del  salnitro  . 
e  del  sale  armoniaco.  E  228-  Nei  lapilli  de' 
salì  attraggono,  come  da  alcuni  è  stato 
scritto. 

■j-  §.  IIL  Sale,  per  metonimia,  sipren- 
de  talora  per  lo  Mare,  dali*esser  salso  , 
siccome  anche  i  Greci  e  i  Latinijomle  Vir- 
gilio disse  :  spumas  salis.  Dant.  Par.  2. 
Heller  potete  beo  per  1'  allo  sale  Vostro 
navigio.  Jìut.  l'i-i  .-Per  l'alto  sale,  cioè  per 
lo  profondo  mare  della  mia  poesia. 

"t  §•  IV,  SaWt  per  metaf.,  vale  spesso 
arguzia,  D^tto  grazioso,  e  leggiadro,  Lat. 
saìes.  Gr.  a^sTìTy^us;.  Albert,  cap.  2. 
Li  tuoi  sali,  ovvero  riprensioni,  sieno  sen- 
ta denti.  Maini,  8.  26.  Perchè  ognuno  è 
distinto  in  un  sonetto  ,  Che  '1  poeta  ha 
ripien  tutto  di  sali. 

*  §.  V.  Sa^e  della  discrezione,  chia- 
m-ino  gli  Ascetici  Quella  moderazione  che 
dettesi  usare  nel  sacrifizio  del  proprio 
corpo.  Segner.  Scnt,  Oraz.  80.  IMeglio  è 
che  nel  sacrificio  de'nostri  corpi ,  il  sale 
della  discrezione  ce.  sia  piuttosto  poco 
che  mollo.  (TC) 

Vocabotaiio  T    IL 


S  A  L 

g.  VI.  Sale,  p-r  metaf.,  vale  Senno,  e 
S-ìviezza;  ed  è  d>'tto  per  lo  più  in  ìscfirr. 
zo  :  C"sl  si  trova  presso  l  Latini  sai  m 
sis:nljìc.  di  Sapienza  j  onde  Marziale  dis- 
se: Nulla  in  tam  magno  corpore  mica  sa- 
lis. lìocc.  nov.  32.  ip.  Siccome  colei  che 
poco  sale  aveva  io  zucca.  Jìellinc.  son. 
167.  Son  tulle  oppinioni  I  be' capei  ;  cer- 
cate sale  in  zucca,  Perch'  Àssaloa  morì 
per  la  parrucca. 

§,  VII.  Onde  Pigliare  il  sale,  che  fi- 
guratam. si  dice  deW Acquistar  sapienza, 
0  perizia  di  checche  <sla, 

%.  Vili.  Dolce  di  sale,  vafe  Sciocco, 
Scimunito.  Lai.  insulsus.  Gr.KVKi'jSfviTo;. 
Bocc,  tiov,  32.  Il-  Donna  zucca  al  ven- 
to, la  quale  era,  anzi  chn  no  ,  un  poco 
dolce  di  sale,  godeva  tutta,  udendo  que* 
ste  parole.  Galat.  5o.  Non  sono  dunque 
da  seguitare  i  volgari  modi  ,  e  plebei  di 
Dioneo  ec,  né  fingersi  mallo  ,  né  dolce 
dì  sale,  ma  a  suo  tempo  dire  alcuna  cosa 
bella  e  nuova.  Malm.  2  76.  Ma  non. fu, 
quanto  lui,  dolce  di  sale. 

§.  IX.  Manicarsi  l*  un  l'altro  col  sale, 
vale  Volersi  mal  di  morte.  Odiarsi  scam- 
bievolmente. Tac.  Dav.  Ann.  i^.  i83. 
E  sarebbunsi  egli,  e  Agrippina  manicati  col 
sale  (qui  il  testo  lat.  ha:  mutuis  odiis 
Agrippinae   iovisus  ). 

*  g.  X.  Prestarsi  il  sale.  V.  PRE- 
STAUE,   §.  X\\,(V) 

§.  XI.  Apporre  al  sale  ,  si  dice  del 
Biasimare  qualunque  cosa,  per  ottima  che 
ella  siaj  cbe  anche  si  dice  Apporre  al  so- 
le, 0  alle  pandette.  J'ed,  APPORRE,  g. 
XI.  Salvia  Pros.  Tose.  l.  ^<il.  Se  su 
questi  piccoli  fuochi  dì  giovani  ingegni  ec. 
vi  soffia  vento  ,  per  cosi  dire,  d'invidia, 
0  spirilo  non  so  quale  d'  apporre,  come 
si  dice,  al  sale,  cui  Platone  cbi.imò  corpo 
a  Dio  caro,   quelle  faville  marciscono. 

-J-  §.  XII.  Jn  questo  paese  ci  farebbe 
il  sale.,  si  dice  per  esprimere  la  ferii- 
lilà  del  luoso  di  cui  si  parla. 

5  §.  XIII.  Senza  mettervi  su  né  sai, 
né  olio,  0  sinulij  modi  bassi,  che  vaglia- 
no Presto,  Subito,  Senza  replica  ,  o  dif- 
fìcullà.  Lat.  nulla  interposita  mora.  Malm. 
3.  28.  Subito  accetta,  e  siede  in  alto  so- 
liOy  Senza  mettervi  su,  ne  sai,  ne  olio. 

"^  §.  XIV.  Non  ci  bi.iogna  su  ne  sai, 
ne  olio  j  dicesi  proverbialm.  di  Cosa  com- 
piuta,  alla  quale  non  manchi  nulla.  » 
Buon.  Tane.  ^.  4- La  ci  ha  dato  la  man, 
l'è  obbrigata:  Non  ci  bisogna  su  ne  sai, 
ne  olio.    (C) 

f  'Il  g.  XV.  Non  ci  metter  su  ne  sai,  né 
aceto  j  dicesi  in  proverò,  di  Cosa  della 
quale  non  c^tmporti  nulla,  o  per  la  qua- 
le non  daremmo  un  passo.  Menz.  Sat.  7. 
O  muse,  o  sommo  Apollo,  è  questo  il  se- 
gno Di  nobiltà?  or  fa' per  me  un  decre- 
to, Cbe  privo  io  sia  di  così  illustre  pe- 
gno :  E  non  ci  metto  su  ne  sai,  né  ace- 
io.  (V) 

#  §.  XVI.  Sali,  si  dissero  anche  dai 
òTedici  Certe  affezioni  morbose  che  per  lo 
più  vengono  alla  cute,  delle  quali  opina- 
vasi  essere  cagione  una  sostanza  salina 
prevalente,  sparsa  nel  sangue  e  mescola- 
ta cogli  umori  animali.  Red.  leti.  I.  lO-'f- 
Il  rimedio  dunque  si  è  di  procurare  ec. 
di  temperare  e  raddolcire  1*  acrimonia  del 
sale  dell'  urina,  con  la  buona  redola  di  vi- 
vere. £"  appresso  :  Primieramente  tutti  ì 
moli  di  corpo  violenti  si  debbono  sfoggi- 
re  ,  perchè  in  questi  ci  svapora  molto  u- 
mido  fuor  della  corporatura,  e  per  con- 
seguenza ì  fluidi  nostri  rimangono  più 
ricchi  di  sale.  (C) 

•f  SALEGGIARE.  Asperger  di  sale  , 
Insalare.  Lat-  leviter  sale  asprrgere  , 
Salire.  Gr.  TyT9òtf  aAi^etv.  Stor.^  Tob. 
Arrosti  I*  altro  rimanente  del  pesce  ,  e 
saleggiaronlo ,    perchè  bastasse    (T    cdiz. 


S  1  L 


99J 


di  Livorno  I799  a  pag.  21-  Ifgfie  ,  e 
saleggiarolo,sìcbc  bastasse  loro  tanto  che 
giugnesscro   in   Rages,   ce). 

SALEiNTE.  Saglirnte.  Lat.  ascendens. 
Gr.  àva^at'wwv.  Cr.  4.  48-  l4'  ''  '^"™* 
mo  (del  vino)  salente  dello  stomaco  nuo- 
ce al  celabro,  e  la  mente  percuote.  Fr. 
lac,  T.  7.  jì.  Contemplo  in  la  mio 
mente.   Di  sopra  al  ciel  salente. 

•f  §.  Nel  numero  del  più  e  in  forza 
di  sust.,  diconsi  Salenti,  f; li  Antenati  per 
retta  linea,  che  più  Comunemente  diconsi 
Ascendenti.  Maatiiizz.  i.  75.  Come  si 
conta  il  grado  della  consangiiinilade  7  Nel- 
la linea  do'  salenti  cias<4i<'dutia  persona 
a<;gìunta  fa  grado  ;  onde  Ìl  paJrc  e  '1 
figliuolo  sono  nel  primo  grado. -l-  £1.77;- 
E  da  sapere  che  tre  spezie  di  parentado 
legale  nascono  dell'adozione:  l'uoa  è  de' 
salenti,    e  de'  descendentì,  ec.   (C) 

SALETTA.  Dim.  di  Sala,  Bocc.  nov. 
49.  II.  Il  quale  nella  sua  saletta  vidde 
sopra  la   stanga  ec. 

§.  Saletta,  è  anche  Una  sorta  di  sale 
inferiore,  o  di  cattiva  qualità.  Slor,  Pi- 
si, i'}'ì.  Pacca  vendere  la  salelta  per  sale, 
t  SALGEMMA,  e  anticam.  SALGEM- 
MO.  .Spezie  di  sale  minerale  lucido  ,  e 
trasparente  .  che  si  trova /otsile  in  varii 
Inoohi,  e  serve  di  condimento  negli  ali- 
menti come  il  Sai  comune.  Lat.  sai  fossi- 
le, sai  gemmeum.  Gr.  ai^o'-yxTo'^.  M. 
Aldohr.  B.  V,  Si  conviene  che  le  loro 
balie  stropiccio  la  lor  bocca  di  salgemma 
e  di  mele.  E  P.  N-  8p.  Prendete  uc»* 
oncia  di  corno  di  cerbio  ec,  salgemma  la 
quarta  parte  di  un'oncia.  Cr.  9,  26.  2. 
Si  prenda  osso  dì  seppia,  tartaro,  e  sal- 
gemmo  con  ugual  mistura.  Bed.  Oss,an. 
116.  Il  più  possente  è  il  salgemma,  ed 
ugualissimo  al  sai  comune  j  dopo  del  sal- 
gemma è  il  vitriuolo.  i^fl^^.  «(i(.  ejp.266. 
Tali  sono  il  zucchero  candito,  il  zucche- 
ro io  pani,   ed  il  salgemma  lapìllato. 

•f  u^  SALIARE.  De' Salii,  Saccrdou 
di  Marte  j  ed  aggiunto  dì  Convito  , 
o  Pranzo,  vaie  ad  imitazione  de*  Salii  , 
secondo  il  costume  de'  Salii  che  solevano 
banchettar  lautamente,  e  che  saltavano  , 
danzavano  ec.  Car  Pari,  i.  lett.  lot).  Perchè 
il  pranzo  fosse  Saliare  affatto,  avemmo  poi 
davanti  al  Duca  moresche,  forze  d'Ercole, 
gagliarde  ec-   (A) 

•f  '\'  SALIBILE.  Add.  Che  si  può  sa- 
lire. Salvia.  Odiss,  lib.  II.  v.  4o6.  Ed 
Ossa  sopra  Olimpo  porre,  Sovr*Ossa  Pa- 
lio scoiitor  di  frondi  Teotaro,  acciocché 
'1  Ciel  salibii  fusse,  ec.   (A) 

V  SALICA.  Aggiunto  di  un'antica  leg- 
ge, la  quale,  tra  le  altre  cose,  escludeva  le 
donne  dall'  eredità  di  certe  terre  già  com- 
partite tra'guerrieri  liberi  dopo  la  con- 
quista delle  Gallie,  e  chiamate  Saliche. 
Oggi  legge  Salica  s'  intende  più  comune- 
mente Q'iella  che  esclude  dalla  successio- 
ne al  trono  le  d^nne,  e  i  loro  discenden- 
ti, Borgh.  7 'esc.  Fior.  Sip.  Ligio  ec. 
dai  vecchi  Franchi  è  preso,  nelle  leggi 
saliche  antiche,  e  in  altri  loro  scrittori  si 
dice  lido,  ovvero  Leudo.   (C) 

SAUCALE.  Luogo  pieno  di  salici,  hai. 
salictum.  Gr.  l'rsw'v.  Lor.  Med.  Nenc 
3o.  Nenciozza  mia,  vuo'  tu  un  poco  fare 
Meco  alla   neve  per  quel  salìcale  7 

SALICASTRO.  Salice  salvatico.  Liv. 
Dee.  3.  Il  fiume  più  corrente  con  tra- 
verso corso  cacciò  i  dogli  alle  ripe  tra  1 
salicaslri. 

SALICE.  Lo  stesso,  che  Salcio.  Lat. 
snlix.  Gr.  i"t-;'x.  Tes.  Pov.  P.  S.  cap.  26 
Item  la  cocitura  di  salice  sana  la  doglia  ec 
e  la  durezza  (della  milza).  Red,  Ditir. 
43.  Né  m'importa  se  un  tal  calice  Sìa  d' 
avorio,  o  sia  di    salice. 

t  *  ^LICETO  .  Luogo  piantilo  di 
salici  ■   Lat.  salictum.  Salvin.  Geor^.  lib, 

125 


(j^  S  À  L 

2.  La  flarial  canna  a  UgU  e  impiega  La 
cura  ioSo  d' inculto  lalicelo  .  E  Egl-  l- 
Quella  liepc  Jel  vicino  Confin,  che  sem- 
pre  ha   il   fior  del  mIìccIo.   (F) 

SALICO.NE.  Spezie  di  salcio.  Lai.  «- 
lix  p.Ttica/ii.  Lor  Med  NcnC.  2;).  Vien- 
lene  su  per  quciti  saliconi  .  Dav.  Coft. 
189.  Dclli  iillicri,  onuni ,  saliconi  ,  e  si- 
mili, puoi  fare  Ìl  medesimo.  £  appretto.- 
E  più  il  saliconc,  che  T  alhcro  delio  al- 
trimcnli  oppio  . 

SALIERA.  Vasetto  nel  quale  si  mette 
ti  sale,  che  fi  pone  in  tavella*  Lai.  salt- 
num.  Gr.  aXiooox"''"''-  /'"''c''-  i-  7  Al- 
lora ebbou  grao  d"glia  le  saliere.  Belline, 
son.  160  Per  te  sou  vote  in  questo  \e  sa- 
liere .  Fir.  As.  2)7  Io  misi  sottosopra 
ciò  che  ora  su  per  le  tavole,  e  su  per  la 
credenza  ,  bicchieri ,  guaslade  ,  saliere  , 
colltlli  .  ec.  Lib.  Son.  78  Piglia  un  lu- 
pino  ignudo  a  pinco  rillo,  Che  abbia  svcr- 
gioalo  una  saliera. 

g.  Per  Sahna.  Lat.  salina.  Gr.  d^OTHl'- 
yiov.  itfi/.  M.  Poi.  Egli  hanno  molle  sa- 
liere, ove  ai  cava,  e  fa  mollo  sale.  Frane. 
Sacch.nov.  192  E'parchequi  sieno  le  sa- 
liere di  Volterra  ,  che  io  non  ho  potuto 
due  mattine  assaggiar  del  cullo  eh*  eli* 
abbia  (atto,  tanto  sale  v*  ha  messo  den- 
tro .  Htceit.  Fior.  58.  Quello  »  che  pro- 
priamente si  chiama  fiore  di  sale  si  ritro- 
va nelle  miniere  del  sale  ,  e  ancora  nelle 
uliere,  come  farina,  che  circonda  il  sale 
grosso.  =?  (jtov,  GelL  t  it.  Alf.  166  Aq- 
tivedendo  che  l'unlrale  della  saliera,  ven- 
dutagli da  Papa  Leone,  se  questo  accordo 
Dveva  eflclto  ,  gli  toroavan  molto  mino- 
ri. (C) 

SALIGASTRO.  Salcio^  Salicone.  Lat. 
salix .  Gr.  iTs'a.  Cr.  \.  8-  4-  '*  saliga- 
stro  t  il  pioppo  1  la  canna  ,  l*  ellera  ,  e 
moke  altre  cose  ,  che  di  molto  acquoso 
umore  si  generano  .  liocc,  nosf.  67.  i6. 
Mei  giardino  andatosene  cou  un  pezzo  di 
Aaligastro  in  mano  ,  ec  ^  Sonnaz.  Are. 
pros.  9-  D'intorno  circondato  di  qut-rciole, 
cerreiti  ,  suberi  «  lentisrhi ,  saligastri ,  e 
d'  altre  maDicrc  di  sai  valichi  arboscel- 
li.  (FP) 

^  Saligno  .  Aggiunto  dì  una  Sorta 
di  marmo,  che  ne*  tempi  umidi  continua' 
mente  suda.  /  as.  Op.  Ftt-  i.  jS.  E  per- 
che giudizios.imcutc  considerò  che  i  marmi 
da  quella  parte  della  fabbrica  dove  a\eva 
a  lavorare  erano  volli  verso  la  marina,  e 
che  tutti  essendo  saligni  per  gli  scilocchi, 
sempre  sono  umidi  e  gettano  una  certa 
salsedine  ce.  fece  fare  ec.  un  arricciato 
oc.  CO 

SALlMlìACCA.  Picciolo  le^netto  riton- 
do, e  ificavtto,  dove  st  mette  cera»  e  con 
«sso  si  siigsella  il  sacco  del  sale,  e  altre 
mercanzie..  Bttrch.  1.  85.  Rame  di  trombe, 
'!  carne  di  salsiccia,  E  legname  gentil  da 
salimbacche- 

g.  I.  Per  siftìilit.  Salimltacca  ,  si  dice 
Quell'arnese  ritoudo  a  gitisi  di  scatolet- 
ta, fatto  di  diverse  materie,  che  si  pone 
pendente  da  una  cordicella  a'prtvi/egiif  e 
alle  patenti  ,  per  conservarvi  il  suggello 
'Colpito  m  erra  di  citi  le  concede. 

§.  n.  Salimbaccn,  è  unn  Sorta  dì  va- 
so ,  forse  simile  al  Lai.  'fiacca.  Ved.  il 
Du'Fresnf  .  /iiirch.  i.  18.  Egli  è  un 
gran  filosofo  in  Baldracra  ,  Che  insegna 
mollo  ben  bccrarc  a*  pulii.  E  da  lor  ber 
ron  una  salimbacca  .  Morg.  2^.  lo3.  E 
non  parve  ristucco  Di  pnrtar  l'acqua  col- 
le satimbacchc.  Orv/T  Ca!v.  1  a5.  Anzi 
piuttosto  d*  Ormignacra  il  mosto  Bevuto 
•  re'  con  una  salimbaccj. 

t  SKUÌ/lEtirO.  n  salita.  LaL  aseen- 
.110,  ascenuts.  Gr.  ava'^Saffi;  Off.  Com. 
Inf.  IO  600  Lo  quinto  articolo  è  del 
salimenlo  di  Cristo  in  ciclo,  ^r  4'  ^^• 
3.  E  poi  conirguenlenicnlc  peff  i  rami  in 


S  A  L 

quello  medesimo  modo  della  vite  si  proc- 
curi  il  salimenlo  ,  sempre  un  ramo  alla 
vetta  deir  arbore  dirizzando. 

g.  Per  metif  Mor.  S.  GreQ.  1.  9.  Si 
dee  ec.  mondare  i  piedi  del  cuore  da  ogni 
salimento  di  superbia  .  Maestruzz.  2.  9. 
A.  Siccume  la  contenzione  impnrla  alcuna 
cootradizione  nelle  parole ,  così  la  rissa 
dice  alcuno  salimento  nei  fatti  (  tfui  per 
Assaliniento  ,  Affronto  .  Lai.  aggressio  , 
insultus,  Gr.  tfopur,ti^). 

SALINA.  Luogo  dove  si  cava,  e  raffina 
il  saie.  Lai.  sa/ina.  Gr.  Ta  àXo~riyix. 
G.  y,  11.  49'  1*  Avea  gran  quistione  e 
sdegno  preso  col  Mastino  da  Verona  per 
le  salice  da  Chioggia  a  Padova  .  .1/.  /'. 
8.  83  Sale  che  trovarono  alte  saline  di 
Cervia  insaccato  ce,  senza  alcuno  conta- 
sto  levarono.  Star.  Pisi,  142.  Li  Fioren- 
tini feciono  lega  col  Comune  di  Vioegia, 
al  quale  mcsser  Mastino  avea  già  comin- 
ciato a  iar  gueira,  ed  avea  già  tolte  loro 
le  saline. 

g.  Stlina,  per  Sale  astolutam.  Lat.  sai. 
Gr.  OCA;,  ^f.  Aidobr.  p.  >'.  186.  L'ai- 
tro  è  quello,  che  si  fae  du*  pozzi,  e  gran- 
di stagni,  lo  quale  si  fae  bolteudo  io  cal- 
daie di  slagno  e  di  metallo  ,  e  cotal  sale 
lo  appellano  i  Franceschi  sai  dulce.  e  noi 
l'appelliamo  salina.  3/.  Aldohr.  li.  V, 
Loro  usanza  sì  è  di  mangiarle  (  le  qua- 
glie) arrosto  <-on  salina  Tes.  Pov.  P.  S. 
cap.  5tt.  Togli  olio  laurino  ec,  sugoa  di 
porco  beo  fritta  dramme  cinque  ,  salina 
dramme  otto  .  Frane.  Sacch,  nov.  j52. 
Fa*  tagliare  subilo  una  gonnella  a  le  ,  e 
una  per  uno  a  quelli  altri  che  vanno  con 
gli  asini  portando  le  mie  saline. 

SALKNCERBIO,  e  SALINCERVIO  . 
Giuoco  d'eserciJio,  usalo  dai  nostri  fan^ 
ciulli,  Pataff.  4-  E  con  rimbrotti  a  salin- 
cervio  alzommi  .  Belline  son.  267.  Non 
e*  è  maggior  diletto,  Com  *n  un  testo  di 
sul  letto  i*  truovo  Che  fare  a  saliocerbio, 
o  a  metti  l'uovo. 

*  SALI.NO.  Add.  Sa/so  .  Che  ha  dei 
sale.  Hed,  Cons,  l.  126.  Le  parti  saline 
ec.  si  rendono  più  acute,  piò  salmastre,  e 
più  lissiviali.  (C)  Bart.  Ghiacc.  25.  Spi- 
riti salini  e  ritrosi.  (Nj 

•-f  *  SALIO  .  Nome  che  diedero  i 
liomani  ai  Sacerdoti  di  Marte  j  onde 
dtcevansi  Salii  anche  i  versi  che  si  c-m- 
lavano  in  onore  dt  lui.  Tac.  Dav  Ann. 
2.  55.  Fosse  il  nome  suo  da'Salii  sal- 
meggialo, ec.  (A) 

f  SALIRE.  ì  erba  che  appo  gli  antichi 
si  disse  anche  fa/ora  SAGLIRE.  Andaie 
ad  atto,  Atonlarej  e  ti  usa  nell'alt.,  nel 
neutr.,  e  nel  neutr.  pass.  Lai.  aicendere, 
scandere  ,  inscendere  .  Gr.  àva^su'vst'  . 
Bocc-  nov,  43-  6.  Subitamente  prese  le 
cose  sue,  e  sali  sopra  il  suo  ronzino-  IZ 
nov.  46*  7-  Ed  in  quello  trovat.i  una  an- 
lennetla,  alla  finestra  dalla  giovane  inse- 
gnatagli r  appoggiò  ,  e  per  quella  assai 
leggiermente  se  ne  saglì.  E  nov,  0*5.  ij. 
Facendo  sembiante  di  venire  altr«5ud*  w 
ne  salì  in  casa  sua,  e  drsioò.  IC  nav.  61). 
25.  Se  Dio  mi  salvi,  se  io  fossi  sana,  come 
io  fu*  già,  che  io  vi  sarrci  su  per  vedere 
che  maraviglie  siin  queste.  Vant.  Inf.  1. 
Ma  lu  perchè  rilorni  a  lanla  noia  T  Per- 
chè non  sali  il  dilettoso  monte  T  E  17. 
Trovai  lo  Duca  mio  ,  eh*  era  salilo  Già 
sulla  groppa  del  fiero  animale  .  E  Par, 
I.  Non  dèi  più  ammirar,  se  bene  slimo. 
Lo  luo  salir.  E  20.  Quel  mormorar  drll' 
aquila  salissi  Su  ptr  lo  rollo.  E  li.  Ma 
per  salirla  mo  nessun  diparte  Da  terra  i 
piedi  .  Pitr  non.  2l3.  Se  per  salire  all' 
eterno  soggiorno  Uscita  è  pur  del  beli*  al- 
bergo fuura.  E  son.  2t'<^,  Trovuimi  a  1* 
opra  via  più  lento,  e  Ir^le  D'  un  picriol 
ramo, cui  gran  lascio picgajE  dissi:  a  cader 
va  chi  troppo  sale.   E  canz.  4o-  6    Duo* 


S  A  L 

ne  ce.  Di  me  \'t  doglia,  e  vincavi  pielate, 
Non  di  lei,  ch'i;  salita  Atanta  pace  Fr,  lac. 
T.  5.  ?8.  4-  A  te,  sposo  diletto,  Salisca 
contemplando.  E  6.  44'  7-  Ailor  mi  sov- 
viene Com*  alto  salisco  .  Fir.  As.  17O. 
Affrettando  i  passi  per  colai  cagione  ,  se 
ne  salse  sull'esirenità  del  mustrato  monte. 

"^  g.  I.  Saltre,  dicesi  anche  non  di  per- 
sona, 0  d'altro  che  vada  su,  ma  dt  Cosa 
che  tiene  da  hatso  in  su,  Bocc,  g.  7.  n. 
8 .  A  poco  a  poco  levò  quella  scala  ,  che 
saliva  in  sul  battulo,  dove  la  dooaa  era 
ec.  (f)  Bern.  Ori  2-  4-  >5.  Ben  mille 
braccia  verso  il  ciel  saliva  (  ti  muro  )  . 
-  Tae.  Dav.  Ann,  2.  34-  Dietro  sale  una 
selva  eoa  alte  ramora  ,  e  suolo  netto  (  il 
testo  lat,  ha  iosurgebat)  ».  (Br) 

5  S"  II-  P""  metaf.  Jfaestruzs.  a.  38. 
Deesi  intendere  per  lo  padre  ,  e  per  lo 
figliuolo  tutti  coloro,  che  sutgooo,  e  Ucco- 
dono  per  retta  linea.  lìant.  inf.  26.  E  tu 
in  grande  onranza  non  ne  sali*  Frmnc, 
Sacch.  nov  189.  Ando  Lorenzo  a  quello 
da  Ricasoli  a  provare,  con  quante  ragioni 
potesse,  di  farlo  salire  (eioe,  offerire  mag- 
gior somma),  f'arch,  Lea.  S'iO.  L'  latcl- 
letlo  nostro,  non  potendo  intendere  nolla 
senza  il  senso  ,  ha  bisogno  delle  bellexae 
terrene  ,  mediante  le  quali  desto  ,  ed  in- 
citato, saglia  alle  celesti.  Dav.  Sdsm.  8* 
Giovanni  Dudieo  ,  conte  di  Varvico  ec. , 
ne  salio  in  burbama. 

*  g.  III.  Pure  per  metaf ,  vale  leni- 
re in  istato  di  grandezza.  Lat-  insurgrrr, 
Tac,  Dav.  Ann.  l.  I.  Guadagnatoti  co' 
donativi  i  soldati,  col  pane  Ìl  popolo,  e 
ognun  col  dolce  riposo  ,  incominciò  pian 
piano  a  salire,  egli  uffirii  far  del  senato, 
de*  magistrali  e  delle  leggi.  (Br) 

*  g.  IV.  Salire  in  mitezza,  vah  Ve- 
nire in  erande  slato  .  Din.  Comp.  Uh,  |. 
Veggendo  i  Cerchi  salire  io  altezza,  aven- 
do murato  e  cretriuio  il  palagio  ,  e  te- 
nendo gran  vita,  comiBctarono  avere  ì  Do- 
nali grande  odio  contra  loro.  (Br) 

*  g.  V.  Salire  in  ira,  vale  Adirarsi. 
Chtabr.  rim.  Forse  Ho  sembianza  di  ean, 
che  lu  ne  vieni  Col  tuo  vincastro?  indi 
salilo  in  ira  Gridando  et  minaccio-  (Br) 

I  *  g.  VI.  Salire  in  piedi  .  vale  Riz- 
zarsi. Car.  Long  Sof.  62.  loconlanentc 
saLe  io  piedi  ,  e  presa  la  tua  roatza  ,  le 
tenne  dietro.  E  92.  Quando  Dafni,  sali- 
lo subitamente  in  piedi,  disse:  ec.  E  lOO. 
Dionisol'ane  ,  alzalo  un  grido  maggior  che 
Megaclr.  salso  in  piedi.  (M) 

t  g.  VII.  Salir  già  dal  cavallo,  0  sl- 
mile, vale  Jìinender  del  cavallo  »  o  si- 
mile. Ar.  Fur,  8.  6-  Del  palafreno  ti  c»c- 
cÌ4lor  giù  sale. 

g.  Vili.  Per  Uscire,  A r  Tur,  19.  56. 
Lo  stare  in  dubbio  era  di  gran  periglio. 
Che  non  salissrr  genti  della  terra.  ^  C^r. 
Lcnu'.  Sof,  99.  E  Dionisofane  la  mattina 
di  buon'  ora  salse  fuur  del  letto.  (Cj 

*  §  IX.  Salire  il  moseherin» .  K  HO- 
SCHERLNO   §    I.  (•) 

SALIRE.  Nome.  Saliti.  Lai.  sistemnu. 
Cr,  avat,9a«i;  D^nt  Piug  19.  Drìnate 
nui  verso  gli  alti  laltri* 

SALISCENDO,  .•  SALISCENDI.  C/m 
delle  Merrrature  deli'  uicio  ,  che  è  una 
lima  di  ferro  vrostettd  ,  che  impermata 
da  un  capo  nella  'mposta  ,  e  inforcando 
i  monachetti  dall'  altro  ,  serra  uscio  ,  o 
Jìnts tra j  dello  così  dal  taiirr.  e  scemdwre 
eh' e'  fa  nel  serrare,  e  meli'  apeire.  f^gme, 
Sacch  Hcv,  x>7.  Mritendo  la  chiave  nel 
srrtame,  e  volgendola  per  aprirlo,  il  fra- 
te, protendo  il  saimcpdo.  subilo  si  leva. 
Salv.  Spim.  5.  Q  Aitando  madonna  Ful- 
via il  saliscendo  cosi  un  poco  per  trarla 
dentro  .  fu  da  gente  di  fuori  sbaltnta  • 
spalancala  questa  porta  con  usa  spinta,  ed 
entrato  in  ca\a  .  BeJlinc.  som.  aSÌ.  Co- 
ti il  proverbio  dice:  Non  saranno  più  tuoi, 


S  A  L 

se  tu  gli  spendi,  Perche'  fortuna  fa  de*  sali- 
scendi (tjui  per  tncUif',  e  vaie:  delle  mu- 
taxioni). 

SALITA,  il  saiirej  e  'l  Luogo  per  io 
guai  si  sale.  Lai.  ascensus  ,  cluits.  Gr. 
ysuXofOV  .  Dani.  Purg,  j.  Vrendele  iì 
monte  a  più  lieve  salita  .  Jl  6-  Cbe  ne 
mostrasse  la  ntìglìor  salila  .  B^t.  Pur^. 
6.  a.  Quel!'  animj  gentile  ec.  fu  così  pre- 
»  ec.  dà  fare  al  ciiladia  suo  ec.  quivi , 
cìoù  Della  salita  al  Turgatorio,  festa,  G. 
y*  6.  4'>-  2.  r*on  lasciando  per  nevi,  ne 
per  salila  del  poggio.  M<'irn,  5-  (j  i .  Per- 
ch'io l'ho  corsa  a  lar  questa  salita. 

SALITO.  J'til-  da  Salire,  Lat.  super- 
^ressiis.  Gr.  a^a^a;.  .V  7  .  3.  4i*Cerii 
lillaoi  del  paese,  pochi,  e  male  armati  ec, 
salili  in  alcuna  parte  sopra  Malacoda,  gri- 
davano contr^a'  masnadieri.  Frane.  Sacch. 
Op.  dty,  6o.  Per  le  discordie  de*  mort-li 
saliti  a  cavallo,  e  fatti  gente  armigera,  e 
barbara.  Cas.  Uf.  cotti.  c)3.  Coloro  alle 
dignità  ,  e  ricchezze  saliti  riveriscono  ,  e 
onorano  (cioè:  innalzati). 

SALITOIO  Strumento  per  salire.  Lai. 
scansorium  i/i.ilriirìtenlunitas(tnsoria  ma- 
china.  Gr.  ì'rrijSit'àpa.  Frane.  Sucth,  nov. 
l6l.  Veggendo,  che  '1  ponte  e  '1  salitolo 
più  non  V*  era^  conveoue,  che  attendesse 
ad  altro. 

t  SALITORE.  ì'trbal.  masc-  Che,  o 
Chi  saie.  Lat.  inscensor,  ascensore  Dant. 
Purg,  25.  Che  per  arteiza  i  salitor  dispaia. 
Dote.  nov.  23.  2i^.  E  divenuto  andator  di 
cotte,  apritor  di  giardini,  e  salilor  di  al- 
beri. Buon.  Fier.  3.  i^.  2.  Sprezialori  Di 
porte,  salilorì  Di  mura,  e  di  pollai  To- 
ta tori  . 

SALIVA  .  Scialtva  .  Lat.  saliva  .  Gr. 
cia/ov,  ct'gXo;  .  Amet.  53.  Quasi  come 
se  d'  alcuna  sentisse  i  dolci  baci  ,  cotale 
gusla  la  saporita  saliva  Ked.  J'ip.  i.  ^8. 
Avendo  letto  nella  storia  degli  animali  di 
Aristotile  ,  che  alle  più  delle  bestie  vcle- 
DÌfere  è  nocevole  la  saliva  umana,  ec. 

t  SALITALE.  Ad^i.  CU  ha  relazione 
alla  saliva.  Lat.  salivarius.  Gr.  ota/ixo'^. 
Red.  Vip,  1.  4^.  Quel  liquore  giallo  non 
per  altra  via  mette  capo  nelle  sopranno- 
minate guaine  de^denli.  che  per  quei  con- 
dotti  salivali  nuovamente  ritrovati.  E  2. 
38.  Il  liquor  giallo  sgorgasse  in  esse  guai- 
ne} dopo  aver  corso  per  i  condotti  salivali. 
t  *  SALIVAZ10>E.  Terni,  de'  Me- 
dici. Flusso  di  saliva  provocato  da  qual- 
che rimedio,  o  Cagionato  da  qualche  in- 
comodo, Magai.  Leti.  Quella  radice,  che, 
tenuta  in  bocca,  operava  quella  strana  sa* 
livaxione,  (A) 

SALMA,  fornii.  Peso.  Lat.  sorcina,  o- 
nus,  sagnia,  Gr.  ETrtoayya.  Vani.  Par. 
Ss.  Quando  M  Figliuol  di  Dio  Carcar  si 
volse  della  nostra  salma.  Petr,  canz.  Sp. 
4*  Con  faticosa,  e  dileltevol  salma.  £?cn^. 
5-  Mille  e  mille  Tiniose  e  care  salme  Tor- 
re gli  vidi  (cioèt  sptglie  )  .  Frane.  Sac- 
ch* nov-  196.  Che  perchè  non  abbia  coda, 
e'  porterà  bene  la  salma.  Varfh.  Ltz. 
.'102.  Ogni  altra  salma,  ogni  altra  soma, 
verbo  provenzale.  Puon,  Fier,  /j-  iatr.  E 
se  por  di  Levante,  O  d'Olanda,  0  del 
Cairo,  o  di  Siviglia  Salma  talor  mi  viene 
a  gran  derrata,  ec. 

•^  §•  \*  Saltila  ferrea,  fu  detto  per  Ar- 
matura  grave  dal  Tass.  Ger.  l3.  61. 
Vedi  le  membra  de' guerrier  robuste.  Cui 
ne  cammin  per  aspra  terra  preso,  Wè  fer- 
rea salma,  onde  gir  sempre  onuste  ec. 
giacciono  ec.  (D) 

*?  §.  IL  E  Jiguratnm.  per  Quolsivo- 
glia  opgl-ito.  Tass,  Pim  Ani.  Son.  8. 
Scavasi  amor,  quasi  in  suo  regno  ,  assiso 
Nel  scrcn  di  due  luci  ardenti  ed  alme. 
Mille  famose  insegne,  e  mille  palme  Spie- 
gando in  un  sereno,  e  chiaro  viso  :  Quan- 
do rivolto  2  me,  che  intento  e    fiso    Mi- 


S  A  L 

rava  le  suo  ricche,  e  care  salme,  Or  cau- 
ta   disse  ec,  (P) 

§  IH.  È  ancht  termine  marinaresco, 
e  vale  Misura  di  quantità  determina- 
ta . 

SALMASTRO.  Add.  Che  tiene  del  sal- 
so. Lai.  sa!sux,  *salmacidus.  Gr.  aAjtiupc's. 
(V.  6.  .^7.  I.  Coulr' alla  stranguria  ec. 
si  prenda  della  della  erba  ( cretano  )  ec, 
e  M  bulla  in  acqua  salmastra  ,  e  in  vino, 
e  olio.  E  6.  jf»  3.  Contr*  al  vomito  che 
veof^a  per  debiliia  di  virtù  contentiva  ,  o 
per  caj^ion  fredda,  si  cuoca  la  menta  in 
acqua  3jlmastra,  e  in  aceto.  Ped.  Oss, 
an.  \^o  La  cavita,  nella  quale  stanno 
rncrhiusi  Io  stomaco,  o  \X  intestini,  1'  ho 
trovata  tutta  piena  d'  acqua  salmastra.  ^ 
Salvin,  Odiss.  lib.  |2.  v,  Zìl^.  Ma  quan- 
do riiighiotliva  la  salmastra  Acqua  di  mar 
tutta  sembrava  dentro  Rimescolarsi,  ec  (B) 
^  g.  /'.'  tit  forza  di  sust.  Seijner.  Mann. 
Selt.  2".  5.  Stellerò  come  pesci  tra  l'acque 
salse  senza  punto  attrar  di  salmastro,  (F) 
Sah'in.  Pros.  Tose.  366-  Osservate  che 
le  pietre,  e  la  terra  e  tutto  questo  nostro 
luo-;o,  e  ogni  cosa  e  tarlata  e  guasta  ,  e 
mangiata  come  i  luoghi  intorno  al  mare, 
che  dal  salmastro  di  quello  son  rosi.  (JV) 
SALMEGGIAMENTO.  Il  salmeggiare. 
Lat.  psalmodia.  Gr.  i|/a).jUWOi'«.  Segncr. 
Pred  I.  4*  Won  sono  le  discipline,  non 
SODO  i  sileozii,  non  sono  i  salmeggiamene 
li,   non  SODO  i  letti  assai  duri. 

:::  SALMEGGIANTE.  Che  salmeggia, 
fìaldm.  Dee.  Dislinli  in  quattro  ordini  i 
canonici  salmeggianli.  (A) 

SALMEGGIARE.  Leggere,  o  Contar 
salmi.  Lat.  psallere.  Gr.  ij^aiieiv.  Esp. 
Saint.  Nel  salterio  di  dieci  corde  salmeg- 
gerò a  le.  D.  Gio.  Celi.  leti.  21.  E  ul- 
timamente cheggendo  V  olio  santissimo  , 
salmeggiando  sempre  co'frali  che  gli  era- 
no appresso,  [)azienlemente  rendè  l' ani- 
ma a  Dio.  S.  Bern.  Leti,  Io  salmeggerò 
collo  spirito,  e  colla   mente. 

%  Per  siniilil.  Tac  Dav,  Ann.  2.  55. 
Fosse  il  nome  suo  da'  Salii  salmeggiato 
(  il  te.ito  lat.  ha  :  Saliari  Carmine  cane- 
retur  ). 

f  SALMEGGIATORE.  Vcrbal.  ma^c 
Che,  o  Chi  salmeggia.  Lat.  psalfes.  Gr. 
'l'a'im;.  Omel.  S  Ciu.  Grts.  255.  Pa- 
revano più  tosto  cori  di  salmeggiatorì,  che 
eserciti  di  battaglia. 

SALMEGGiATRICE.  l'erbai.  f,.mm. 
Che  salmeggia.  Fr,  Giord.  Pred,  P.  Di- 
spiace la  raucedine  alle  femmine  religio- 
se, e  salmeggiatrici. 

SALMERI'A.  Moltitudine  di  seme,  Car^ 
riaggio.  Lat.  ini pv dimenta,  satcinae.  Gr. 
a'-05>c£ur;'.  Bocc  g.  7.  p.  J.  Con  una 
gran  salmeria  u*  andò  nella  valle  delle 
donne.  Snllusl.  lug-  P,  Prima  che  l'osle 
si  potesse  ordinare,  o  le  salmene  raccor- 
re.  G.  r.  7.  l3o.  5.  E  dietro  tutta  la 
salmeria  raunata  per  ritenere  la  schiera 
grossa.  2'oòS,  Gei.  18.  l\6.  Queste  gran 
salmerie  d'orni,  e  di  pini  Vcdean  dal  bo- 
sco esser  condulle  all'  oste.  Cir{ff\  Calv. 
2.  63.  Or  rìlorniamo  alla  gran  salmeria, 
Ch*  era   tre  miglia  già  presso  alle  mura. 

SAL  MI  SIA.  Posto  avveibiatm.  quasi 
Salvo  mi  sia.  Parole  di  buvno  augurio  , 
che  si  dicono  nel  ragionare  di  quo/che 
mala  avventura.  Buon,  Tane.  l.  1.  Basta 
che,  se  di  onesta  tu  bai  fame.  Tu  ti  mor- 
rai digiuni',  sai  mi  sia.  Jlleg.  \0.  Come 
sono,  sai  mi  sia,  i  poeti,  i  quali  per  loro 
buria  ne  portano  il  cordone  alla  berretta 
dal  di  delle  feste. 

f  SALMISTA,  Ccnponitor  di  salmi,  e 
per  eccellenza  s'intende  del  prof  età  David, 
Lat.  *psalmista.  Gr.  ■^</.)~ri^,  '^uyyoyfc/ì- 
yo;.  pass.  35.  E  *1  Salmista  dice  :  ec. 
Dant.  Purg.  10.  Li  precedeva  al  bene- 
detto vaso,  Trescando  a'za^o.  l'umile  SjI- 


SAL 


995 


mista.  Ott*  Com.  Par.  1.  |.  Il  Salmista: 
Beati  coloio  che  abitano  nclU  casa  tua  , 
Signore. 

Jj  I.  Dicesi  anche  Salmista  il  J  ohimè 
de' salmi,  o  Saltero.  Lai.  psalterium^  vo- 
lumen  p-.almorunt.   Gr.  ilfa^Ty/ptov. 

g.  II.  Pvr  S'iccentf,  e,  come  oggi  più 
comunemente  .w  due,  Salamislra.  Lab. 
175.  Quando  foUemerite  il  collo  sotto  lo 
'ncomporlabile  giogo  di  colei  sottomelte- 
sli.  alla  quale  una  gran  salmista  paro  es- 
sere Dit/.im.  2.  25,  E  fu  nel  cerchio 
della  Luna  vista  La  pianeta  di  Venus  tan- 
to chiara.  Ch'io  ne  vidi  segnare  il  più 
salmista. 

SALMO.  Canzone  sacra^  come  ì  Com- 
ponimenti di  Vnvid,  e  simili  Lai.  psal- 
mus.  Gr.  ij/K^uo^.  Dant.  Purg.  2.  Con 
quanto  di  quel  salmo  è  poi  scrìtto.  E 
Far,  24  Per  Moisè,  per  profeti  e  per  sal- 
mi. Pnss.  23-  Onde  s.mio  Agostino,  spe- 
gnendo il  siilmo,  dice  :  ec.  liane.  Sacch, 
nov.  iQi.  Si  raccomandava  a  Dio  dicen- 
do la  'ntemerata,  e'  salmi  penitenziali. 
Fit.  SS.  Pad.  I.  10.  Con  molle  lagrime 
cantòe  salmi,  e  fece  or.TzÌore  ,  secondo  V 
Uso  della  cristiana  relìgiiijie.  E  66.  Ora- 
va spesso,  e  cantava  salmi  per  confor- 
tarsi. 

§.  In  proverbio  ••  Ogni  salmo  torna  in 
gli'ria  j  e  si  dice  quando  alcuno  spesso 
ripiglia  il  ragionamento  di  quelle  cose 
che  gli  premono  j  nel  qua!  senso  dicia- 
mo anche:  La  lingua  halle  dove  il  dente 
duole.  Ar.  Len.  2.  3.  Finalmente  ogni 
salmo  torna  in  gloria. 

SALMODIA.  Canto  di  salmi.  Lat. 
psalnicdìa.  Gr.  ^c/.yp.ojSi(/..  Dant.  Purg. 
33.  Dolce  salmodia  Le  donne  incomincìa- 
ro,  lagrimando.  But  i\'i  :  Salmodia,  cioè 
canto  di  salmo.  Cavale.  Pungil.  E  cosi 
in  coro  per  in  dormire,  e  interrompere  i 
salmi;  cioè  la  salmodia.  E  Med  cuor. 
Che  *1  diavol  fugga,  e  sgomenti  per  la 
salmodia,  e  letizia  spirituale,  fu  6guratO 
in  ciò,  che  David,  sonando  la  citara,  cac- 
ciava il  diavolo  da  Saule,  E  Frutt.  ling. 
Cassiano  dice:  La  dolcezza  della  salmodia 
consola  e  conforta  i  cuori  tristi  e  negli- 
genti, e  le  fastidiose  menti  eccita,  e  di- 
letta, e  li  peccatori  crudi  induce  a  com- 
punzione. Ancora  dice  :  La  salmodia  e 
consolazion  de'tristi ,  cura  de'dolenlì,  sa- 
nila degli  infermi,  e  rimedio  dell'anima,  e 
suflragio  d'ogni  miseria. 

^  SALMOiNE.  Lo  stesso  che  Salamo' 
ne.  Ar  Fur.  6.  36.  Mule  salpe,  salmoni 
e  coracini  Kolano  a  schiera  in  più  Iretla 
che  ponno.  (I\') 

SALNITRO  Nitro.  Lat.  nitrum.  Gr. 
vi-Tf-Jv,  àXÌ-JiTp-^'i.  M  Aldtjbr.  P,  i\%  18- 
Quelle  che  non  sono  dolci,  sono  di  molte 
maniere,  siccome  sono  acque,  che  hanno 
natura  di  solfo  ec.  e  altre  ,  che  hannu 
natura  di  salnitro.  E  altrove:  Prendete 
galla  muschiata  ec  ,  allume  ,  salnitro,  e 
scorza  di  mele  granate.  Bern.  Ori-  2.  J7. 
5.  Chi  crederà  che  ognun  le  sue  miniere 
Abbi.1  dclKoro  e  degli  altri  metalli,  Fi- 
no al  salnitio?  Sagg.  naf.  esp.  173.  A 
sperso  il  ghiaccio  dell'uno  col  sale  armo- 
niaco,  e  Inalilo  con  ugual  quantità  di  sal- 
nitro. 

f  :;■  SALONE.  Accrescit.  di  Sola,  Sa- 
la grande.  Malm.  6-  78.  Il  Re,  fatta  con 
lei  la  dipaitenza.  Al  salon  del  consiglio 
se  ne  torna  (*)  Benv.  Celi.  Fit.  2.  IjS. 
Entrò  nel  mio  s.done,  e  il  pnmo  che  ved- 
de,  vedde  me  con  una  gran  piastra  d  ar- 
gento in  n.ano-    (C) 

t  *  SALOTTIKO.  Dint.  di  Salottcj 
Picco/o  salotto.  Lasc.  Ccn  3,  nov,  lO. 
pag.  245,  Poi  dal  frale  furono  ■menati por 
la  sua  camera  in  una  ai.licameretla,  ed  in- 
di d'uno  scrittoio  in  un  salotlino,  dove  il 
guardiano  ec.  (B) 


996  S  A  L 

f  SALOTTO.  Piccola  sala.  lasc.  Pinz. 
I  ti.  T'aocomodtTÒ  dalla  parte  di  lìi,  che 
v'L'  UD  salotto  onorevole  con  luite  Papparte- 
neuzc.  li>'nv  Celi.  Iti*  i.  277.  Mi  passeg- 
giavo per  un  salotto.  Maini,  I.  II.  Poi 
dal  s^ilotto  in  camera  Irapaisa. 

•■j-  *  SALPA.  Terni,  de'  NaturaìisU, 
Pesce  ignobile  <lt  mare,  dt  colore  tendente 
al  pavonnzzo ,  con  alcune  righette  gialle 
più  vii-aci  dt  quelle  dell*  Orata,  a  cui  nel 
resto  è  molto  inferiore.  Ar.  Far.  6.  36.  ' 
Mule  salpo,  salmoni,  e  corarini  Nolano  a 
.ihÌL-ru  in  più  fretla  che  ponno.  Sulvin. 
i>{>p.  Pise  3.  320  Dilellansi  l«  salpe 
:>0(iini3nicDlc  D'alghe-  Lagnate,  e  cootjucU' 
o6ca  prcndonsi.  (/4j 

5ALPAHE.  Tertriine  marinaresco,  e  va- 
le  Levar  V àncora  dal  mare t  e  tirarla  nella 
nave,  Sarpire.  l.ìi.  tollere  ancfioram,  sol- 
vere anclioram,  solvere.  Gr.  ay/ jskv- oT- 
piff*S<ri/.  Stor.  ind.  7-  27!^  Mi-ntrccbè 
L-s&i  salpavano,  e  si  discostavano  dallito.  /:.' 
1^.  58o-  Con  gran  coufuNione  salpavano,  e 
i\  discostavano  da  terra. 

SALPATO.  Add  da  Salpare.  Sfrd, 
Stor.  Ind.  g.  338.  lUsoIuIo  d'andare  a 
■  isalire  i  nimici  in  quille  iiri-llc,  salpale 
r  àacorc,  s'inviò  a  t|ucltj  volta. 

•f  *  SALl'RUiNKLLA.  Che  anche  scri- 
vesi  SAL  PRUNELLA.  SorLi  di  siile  ar- 
tificiato. Red  lelt  I.  ^4^  ^'^^^  ^^  ^^' 
vante  dramme  iii.,  salprunolla  dramme  i., 
noce  moscad.1  polverizzata  ce.  E  Cons.  2. 
116.  Sena  di  Levante  dr.  iii.  e  mcz.,  sai 
pruoella  dr.  i.  e    mcz  ,  ec.   (*) 

SALSA.  Condimento  di  più  maniere  , 
die  st  fa  al/e  virande  per  ag'^iuaner  loro 
sapore.  Lai.  oxjporum.  Gr.  o^^Tiopo-J. 
Bocc.  nov.  20.  20-  t>i  cui,  tulio  premen- 
dovi, non  si  farebbe  uno  scodelliti  di  sal- 
sa. £,'  nov.  72.  lì.  Desinava  la  mattina 
con  lui  Binguccio  dal  Poggio,  e  Nulo  Bu- 
glietti,  sicché  egli  voleva  tar  della  salsa. 
E  num.  1-5.  Vuì  non  pesterete  mai  più 
salta  in  suo  mortaio.  Allc^.  rim.  )v8. 
Uq  altro  accoccolato  in  sulla  panca  Sof- 
fiarsi il  naso  un  trailo  nelle  mani,  Men- 
trechè  fa  la  salsa  o  verde  o  bianca. 

§,  Salsa,  per  meta/.  J'ena,  o  Tormen- 
to. Lat.  crticintiis.  Gr.  a^'/vj^wv.  Dant. 
Inf.  18.  Ma  chi  ti  mena  a  sì  pungenti 
salse?  lìttt*  iV<;  A  sì  pungenti  salse  ;  cioè: 
perqual  colpa  se' condannato  a  si  latta  pena? 
•f  SALSAMENTO  .  /'.  A.  Spezie 
di  salsa.  Cr.  6.  3.  3.  Ad  aprire  le  vie 
del  fegato,  e  dell'orinare  gli  andamenti, 
facciasi  salsamcoto  con  viuo,  e  con  sugo 
il'  erbe  diuretiche,  e  diasi  al  paziente  (co- 
si ne'  testi  a  pcnni  ).  '•'  liocc.  Coni.  Dani, 
inf.  5.  E  cosi,  com'  essi  non  iurono  con- 
lenti solamente  alle  delicate  vivande  ,  né 
a'  savorosi  vini,  né  eziandio  a'  sahameoti 
spesso  eccitanti  il  pigro  »■  addurmt'ntato 
■  ppelito,  ma  gli  vollono  dalle  indiane  spe- 
llo e  dalle  saUe  odoriferi,  vuole  la  divi- 
ua  giuitiiia  ch'essi  siano  dal  corrotto  e 
fetido  piuzo  della  terra  offesi  (qui  pare 
che  (.ahamcnto,  essendo  mes^o  distinto  da 
salsa,  val^a  in  generale  SalMinie,  0  Sala- 
m.;.    (P) 

f  S\LSAPAR!GLIA.  Pianta  america- 
na, la  cui  radice  e  molti  usntt  in  medi- 
cina come  sudorifico.  Lai.  *snrsapaiiila, 
Ricett.  Fior.  60.  La  salsapariglia  è  una 
radico  di  una  pianta  portala  dall'  Indie 
orcidculali,  lunga  due  o  tre  braccia  in- 
rirca,  uguale,  e  grossa  come  la  gramigna, 
o  la  smilacc  aspra.  Red.  lett.  2.  io?.  Lo- 
do l'uso  della  s.ds-ipariglia.  /•,'  appresso: 
Metto  in  convidrrazioiie  ,  se  in  igurlla 
pollastra,  con  la  quale  si  die  lar  bollire 
la  salsapai-iglia,  fosse  bene  il  mctlervi  nel 
suo  venire  n  dell'  ono  collo,  o  del  riso 
colto  *  Altet^r.  rim.  8.  Salsapariglia  e 
rìoa,  O  legno  santo,  po<'o  Giova  •  chi 
pnn  li  sta  *n   camera  al  fuuco    (/f) 


SAL 

SALSEDINE.  Sahrzza .  Lai.  salsedo. 
Qt,  cc'J/Jivoi';.  Ltb.  citr.  matatt-  Per  tem- 
perare la  salse'line  del  sangue,  f'o/g  Afes. 
Il  siero  lava,  e  mondifira  per  la  sua  ni- 
trosita,  e  salsedine.  Cai.  Sist.  l^ì5,  Acqua 
della  medesima  sorte,  che  era  la  prmia  , 
della  medesima  talsediae,  della  medesima 
dcnsilà . 

s^SALSETTO.  Dtm.  di  Saltoj  Aùjuan- 
to  salto,  l'allitn.  (A) 

SALSEZZA  .  Astratto  di  Salso  .  Lat. 
saltitudo ,  salsedo.  Gr.  aìuupt';.  Zthald. 
Andr.  ji3.  I  sentimenti  dell*  assaggia- 
menlo  della  lingua  son  questi  in  ulLo 
spezie  ,  cioè  dolcezza  .  amaritudine  ,  sai- 
sezja,  ec.  Pai/ad.  Oltohr.  i^  Infra  quello 
tempo  dicono  che  perdono  la  sua  saUezza. 
SALSICCIA  .  Carne  minutissimamente 
battuta,  e  messii  con  .tale,  e  altri  ingre- 
dienti nelle  budella  del  porco.  Lai.  luca- 
nica,  isiciiirn,  insiciitm,  suillum  /'arcimen, 
tmiacula  ,  tormiciaa  .  Gr.  a/ìac;  .  JJocc. 
Conci.  4-  Di'*  lutto  di  foro,  e  caviglia,  e 
morlaio  ,  e  pestello,  e  salsiccia.  Pataff. 
8.  Salse  di  quindi  il  sorcio  alla  saUìccia. 
Frane.  S'tcch.  nov.  258.  Delle  busecchie 
avea  fatte  salsicce  d'  asino.  Lib.  sun.  72 
Salsiccia  poi,  che  parca  di  verziao,  Sotiil, 
ben  trita,  netta,  e  cotta  a  puDto. 

§.  I.  Far  salsiccia  dt  checchessia,  si 
dice  del  Ridurlo  in  minutissimi  pezzi  . 
Lat.  minutim  concidfre.  Gr.  uucti'AjIeiv, 
Rem*  Ori.  i.  3.  28.  We  vogliou  far  sal- 
siccia e  notomia  .  Rtion,  Tane.  5.  5.  W 
are*  voluto  al  certo  far  salsiccia. 

§.  IL  Legarsi  le  vitine  culle  salsicce  in 
alcun  luogo,  si  dice  del  Viversi  con  gran 
dovizia  ,  e  in  ampia  fortuna,  lìocc,  nov. 
73.  4-  ^^  una  contrada,  che  si  chiamava 
Bengodi  ,  nella  quale  si  legano  le  vigne 
colle  salsicce.  Cecch.  Cvrr.  I.  2.  Andate 
là:  le  vigne  c^  si  legano  Colle  salsicce. 
l'arch.  Suoc.  4*  **■  Qucila  sarebbe  trop- 
po gran  ventura,  e  in  (]uestJ  paesi  uon  sì 
truovano  le  vigne  legate  colle  salsicce. 

•f  *  SALSICCIAIO.  Quegli  che  fa  le 
salsicce  .  Fir.  rim.  buri.  3.  3o6.  Fassi 
buona  salsiccia  d'ogni  caine:  Dicon  l'i- 
storie, che  d'un  bel  torello  Dedalo  sal- 
sicciaio già  fece  farla,  E  a  monna  Pa>i- 
fé  die  a  mangiarne  (qui  detto  per  simi- 
lit.).  (A) 

SALSICCIONE.  .$/7«iV  di  salsiccia. 
Frane.  Sacch.  nov.  112.  Avendo  il  dello 
comperalo  una  6lia  di  salsiccioni  per  mei- 
terne  su  ogni  tagliere  uno  lesso.  Rem. 
rim.  I.  II.  E  fausi  le  saUicce,  Cervella- 
te ,  venlresche  ,  e  safsiccioni  .£27. 
Quando  io  ti  veggio  in  seti  que'  dui  fia- 
sconi.  Oh  mi  viene  una  sete  tanto  grao- 
de,  Che  par  cb*  abbia  mangialo  salsiccio- 
ni. Rucn.  Fier.  3.  |.  II.  Rinfrescali,  o 
polmone,  e  succia  questo,  A  cui  strada  il 
sentiero  il  salsiccione. 

SALSICCIOTTO.  Spezie  di  salame. 
Lasc.  Sibili.  2.  5  Farem  lesse  le  starne 
o  i  capponi  con  un  pczxo  di  came^ecca 
di  coscia,  e  un  salsicciotto  frescu,  Ru<m. 
Fier.  4.  5.  3.  Capilo  al  piziicagnol,  chieg- 
go un  pezzo  Di  salsicciullo  ,  ed  ci  me  'I 
taglia  a  sghembo. 

SALSICCIUOLO.  Pezso  di  salsiccia» 
il  quale  si  dice  anche  RocihioA.it.  botiilu*, 
botellns.  Gr.  /oaXe'vripov.  Fianc.  Sacch. 
nov.  112.  Signori,  io  mi  vi  scuso,  che  v' 
aveva  a  dar  sa'sicciuoli,  che  erano  su  ana 
finestra  a  freddare;  mm  ve  gli  bo  trovi- 
ti. Rfircb.  I.  87-  Di  lì  dal  conGlrmmi  , 
Dove  il  Danese  finse  d'esser  sordo  Duo' 
salsicriuoli  accompagnano  un  lordo.  Rern. 
Ori.  I.  20.  2.  E  con  una  vitalba  ciula 
slrella  ArraDdetlarsi  come  un  salsicciuolo. 
•f  #  SALSISSIMO.  Superi,  di  Salso. 
Castigl.  Corti^t  109  E  se  a  questo  è  con- 
gtuolo  lo  ambiguo,  il  motto  diveaU  sai- 
sissimo  Ci/hi  fi^uralam  }.  (f  } 


SAL 

*  SALSO-  Sust.  Salsezza,  Salsedine. 
Lai.  salsilago  ,  salsugo .  Pros.  Fior.  P. 
l.  voi.  3.  Or,  5.  pap.  16.3.  Le  sue  im- 
provvise risposte  ,  come  se  veoissero  dal 
mar  della  sapienza,  porgevano  il  salso  «!- 
Irui ,  senta  punto  amareggiare  il  gasto  o 
r  udito  (qui  metafortc.  per  Facezia,  Con- 
cetto arguto).  (IS'Sj 

f  SALSO  .  Add.  Di  qualità  ,  e  saper 
di  sale.  Lat.  salsut,  Gr.  oi^p-Mpé^,  Bocc. 
nov.  14.  12.  Una  povera  femmioetla  per 
ventura  suoi  stovtglì  colla  rena  e  coU'ac- 
qua  salsa  lavava,  e  facea  belli.  Ott,  Cam. 
Purff  2.  27.  Mi  volsi  a  quella  terra,  ove 
Tevere  entra  in  mare,  e  fassi  salso,  cica 
Iloma  ■  Pallad.  Anche  dee  guardarsi  da 
ngoi  acqua  salsa  ,  o  in  che  regna  alruna 
ventosità.  Petr,  son.  51.  Dìiol  come  per- 
sona a  cui  ne  calsc,  E  cbe  'I  norai  la  so- 
pra l'acque  salse.  Frane,  Sacch.  rim.  i^. 
Il  tuo  poder,  che  fu  gii  in  acqua  salsa  , 
Perdesti  per  voler  sigooreggianie  Essere 
al  soprastante  (cioè:  nel  mare).  Ruon. 
Fier.  2.  5.  4.  Contro  a  quel  che  fu  diansi 
Con  lingua  troppo  salsa  proferito  (  qui  per 
met-tf.  C(OL>,mordace). 

'»•  §.  Salso,  vale  anche  Che  ha  sali,  net 
senso  del  §.  XVI.  ìolf;.  Mes.  La  confeiio- 
ned'Amecvale  ad  ogni  passione  falla  da 
collera  e  da  Oemma  salsa  ,  come  si  e  lo 
fuoco  salvalico.  (ì\'} 

SALSUGGINE,  Salsesza,  Lat.  salsugo» 
Gr.  (x>/iU3i5.  Cr,  i.  II.  3.  Ma  se  è  pur 
di  necessità  che  s*  usi  la  rena  del  mare  , 
sarà  di  grande  utilità,  che  prima  si  tuffi 
in  acqua  dolce  acciocché  si  purghi  t  la- 
sciando la  sua  salsuggine  .  F  a.  17.  2. 
Ciò  che  in  tal  terra  si  puo  mettere .  sì 
converte  in  arsura  ,  ed  jo  salsuggine  ,  e 
secchezza  .  f  olg.  H/es,  Il  brodo  di  gallo 
vecchio  per  la  nilrosità  e  salsuggine  sua, 
si  è  caldo  mollo. 

SALSUGGINOSO.  Add,  Salso,  Che 
ha  salsuggine  .  Lai.  *salsilagineus  ,  Gr. 
xXfX'jpOi.  Foli:.  Mes.  Il  brodo  di  gallo 
vecchio  é  saUuggiooso ,  come  abbiamo 
detto.  *  Red.  Cons.  I.  12.  Per  noo  ren- 
dere il  sangue  e  gli  altri  fluidi  più  acri , 
più  mordaci,  e  salsugginosi.  E  1.  77.  lo 
presuppongo  per  cosa  verissima ,  che  la 
5ero>ilà  del  sangue  del  nobilissimo  N.  N- 
sia   una  serosità  salsugginosa,  ec.  (V) 

SALSUME.  Tutti  I  camangiari  che  Ji 
con.t.rvano  col  salej  che  più  comunemente 
diciamo  Salume.  Lai.  saltamentum .  Gr. 
xUpixot.  M.  Aldobr.  Piimierameole  siea 
guardali  da  tutti  i  salsumi  e  agrumi,  • 
principalmente   dall' usar  della   femmina. 

§  Salsume,  per  Salsezza.  Liì.  salsedo. 
Gr.  a>/*u.5iff  .  Cr.  9.  ai.  3.  Gli  sì  dia 
lardo,  0  carne  di  porco  salala  a  sua  to* 
looià,  la  qnale  per  la  fame,  e  per  lo  sal- 
sume del  lardo  mangerà  volentieri. 

•f  *  SALTABECCA.  Specie  di  caval- 
li Ita,  della  dal  volgo  Crrt'a  volante  ,  o 
Mangiapere  ,  e  dai  Fiorentini  Bucapere. 
Belila.  RiKch.  40.  E  in  qua  e  in  111  sempr* 
saltellano  ec.  Come  grilli  o  saltabeccbe. 
Che  Dio  ci  guardi  d-Ile  lor  cilecche.  Da 
Saltabecca  st  è  fatta  la  i>ore  Saltabecca- 
re. (A) 

SALTABECCARE.  Saltahet/are.  Buon. 
Fier.  2.  4-  1-  E  quelle  snelle  Saltabec- 
car, guardargh  di  st<ltecro  tf  Renv.  Celi, 
i'it.  I.  8t>.  Questo  Luigi  f/'ii/ciy  andava 
ogni  giorno  a  saliahcrare  con  questo  ca- 
vallo mtorno  a  questa  mcrclricc  PanUaì* 
Ica.  (yj 

SALTABELLARE  .  Fara  spasti  stUi  , 
€  non  mollo  grandi  ;  che  anche  dittamo 
St  Iter  eli -ire,  e  Salt.i  beccare.  Lai  saltre  . 
aisitire  ,  tuhsaltare  ,  tir  nr,Sàt .  fiocc. 
nov.  ri').  ^(^.  Come  egli  si  fu  accorto  eh« 
metser  lo  maestro  v*  era  ,  cosi  comincio 
a   sallabellara. 

*  S-   F  figurai am.  OaltL  Cóhs,  Tau, 


S  A  L 

s.  i6.  Noo  vi  è  ragion  nessuDa*  per 
|j  quale  sì  debba  più  ia  questa  che  oell* 
•  lira  parte  saliabcMarc.  (Pj 

*  SALTACCHIO.NE  .  /'  A  SALTAC- 
CHlO.Nt:.  (.4) 

*  SALTALEONE.  Tenn.  ./e*  Battilo- 
ri, ec.  Sorla  di  filo  sottilissimo  d'ottone, 
che  ser\'e  a  divtrrst  n^i,  vd anche  per  corde 
Ut  iiì'indo'lino,    chHarr.i,ec.  (A) 

•f  SALTAMAKXIWO.  Sorta  d'artig/ie- 
ria  di  una  hhhra  di  palla  incirca  .  Sci'^g. 
nat.  esp,  25o>  Accomodalo  sopra  udj  car< 
retta  a  sci  cavalli  un  saltamartino  da  una 
libbra  di  palla  di  terrò,  er.  lìuon.  t'ier. 
2  4"  *5.  Argaoi  ,  verrirelli  ,  e  taglie,  e 
comi,  Sjltarnartioi  assai,  liiGniti  piccuni. 
i?  4-  3-  7  *^  '  torre  a  prestar  lede  Per 
nostra  sicurtà,  per  nostra  guardia  A  simil 
korta  di  sallamartioi  (quijìguratam.). 

•f  SALTAMBARCO  .  f  tittmcnlo  ru- 
stico da  uomo,  Sìntimh>ircOt  forse  simile 
al  Lat.  barducucullus.  Fir.  rim.  buri.  ii6. 
Fa  capperucci  di  cento  ragioui  A  questi 
•altambarcbi  da  villani.  Matt.  Franz- 
rim.  hurl.  a.  126.  Gli  osti,  ch'ai  prof- 
ferir mai  non  soo  parchi ,  Volean  eh*  io 
scavalcassi  a  sì  mal  tempo,  E  ni'offeiivan 
fuoco,  e  saltamharcbi  .  Menz.  sat.  1.  E 
penhè  a  me  non  domandar  piuttosto  S* 
i'  ho  converso  la  toga  in  saltambarco? 

*  SALTAMEiNTO.  Salto.  Lat.  saltus. 
Sah.  i/if.  se.  35.  Eccovi  che  proprie 
sono  dell'eroico,  e  celebrale  da  Aristoti- 
le, (juelle  Unte  e  fila  e  tele  e  favole  e 
varianze  e  sallamenti  ,  di  che  ed  egli  si 
vanta  e  compiacesì,  e  dj  voi  si  biasima  1' 
Ariosto.  E  quanto  ai  saltamenti  appartie- 
ne ec.  (qui  per  lo  Lasciar  di  mezzo  , 
Digressione.  Lat.  intermissut ,  digres- 
'io),  fys) 

SALTAMIi\DOSSO  .  race  fatta  in  i- 
schetzo ,  per  significare  un  Vestimento 
misero,  e  scarso  per  ogni  verso  .  Frane. 
Sacch.  nov  Q2.  La  cappa  da  baroni  si 
couTeriì  in  un  mantelliuo  ,  che  parca  un 
taltamiadosso  . 

SALTANSECCIA.  Uccelletto  Jt  quel/i, 
che  fivono  di  bacherozzoli  j  appresso  l' 
Aldrovando  detto  Slopparola  dalle  stop- 
pie. Come  da  noi  Saltameccia  dtille  sec- 
ce. Buon.  Fier,  4.  2.  1.  E  cingallegre, 
•  taltansecce,  e  frasche, 

§.  Per  meta/,  si  dice  di  Persona  co- 
lub'lr,  0  leggieri,  Lat.  levis  ,  ìnco'istans. 
Gr.  a3s5at95,  a^TaS*)';.  Pataff.  7,  M^ 
saltanseccia  se',  donna  bugìana.  hor.  Med, 
canz.  65.  2-  Una  certa  saltaoseccia,  Falla 
come  la  castagaa.  Buon.  Fier.  3.  2.  i5. 
Che  boccuzza  ha  quell'altra  saltaoseccia! 

•f  *  SALTANTE  Che  salta  S-ilvin. 
Fier.  Buon.  3.  4*  9-  Cavriole ,  dalle  ca- 
pre saltanti;  donde  un  polio  caprizzinle, 
Gr.  «tyc'Cwv,  fu  detto  da  Galeno  nel  libro 
ec.  fj4)  E  Snof.  5.  II^.  Allora  appar- 
▼emi  uno  saltante  fuori  della  sepoltura, 
e  si  provava  di  tenermi.  (C) 

•■j-  *  §.  Punto  saltante.  Piccola  macchia 
rossa  in  cima  all'uovo.  Il  punto  della  gene- 
razione del  pulcino.  Salvia.  Annot.  Op. 
Pese.  5.  400.  li  cuore  è  principal  parte 
dell'  nomo ,  e  da  quel  saoguìgoo  punto 
che  si  vede  nel  torlo  dell'  uovo,  chiamalo 
punto  ialtantc  ,  e  originato  i!  moto  ,  io 
spirito,  e  la  vita  dell'animale.  Magai. 
tett.  Quanti  sieno  (i  giorni)  che  indugia 
a  Tedrrsi  (  nell*  uovo  )  il  punto  saltan- 
te. (.4) 

SALTARE.  Levarsi  con  tutta  la  vita 
da  ter'/i  ,  ricadendo  nel  luogo  stesso  ,  0 
gettandosi  di  netto  da  una  parte  all'al- 
tra senza  toccare  lo  spazio  di  mezzo  .  Ljt. 
exsilirr  ,  saltare,  tran  sii  ire  .  Gr  aÌ>£- 
c^ai.  Bocc.  noi'.  73.  i3.  Calaodrina  an- 
dava, siccome  più  volenteroso,  avanti,  e 
prestamente  ,  or  qua  or  la  saltando  ,  do- 
vunque alcuna  pietra   nera  vedeva,  si  git- 


S  A  L 

lava  Tes.  Br.  4-  5.  Dalfìno  è  un  grande 
pesce,  e  multo  leggiere,  che  sulta  di  sopra 
dell'  acqua,  e  già  sono  slati  di  quelli  che 
son  saltati  di  sopra  delle  iii\ì.  F  appres- 
so r  Adivenne  cl»e  questo  garzone  a  pre- 
ghiera d'  uno  signore  si  lo  fece  uscire 
fuori,  e  saltare  nella  piazza,  e  quelli  lo 
uccisero  .  Petr.  cip.  5.  E  quella  Greca 
che  saltò  nel  mare  ,  Ver  morir  netta  ,  e 
fuggir  dura  sorte. 

§  l.  Per  met.jf.  vale  Bijlettersi.  Dani. 
Purg.  i5.  Come  quando  dall'  acqua  e 
dallo  specchio  Salta  lo  raggio  all'  opposi- 
la  parte. 

§.  II.  pur  fìguratam.  per  Trapassa- 
re ,  J  agore .  Bocc.  nci\  77.  53.  E  d' 
UQ  pensiero  in  altro  saltando  ec.  s'addor- 
mentò . 

§.  HI.  S'tltare,  vale  anche  Ballare.  Lai. 
saltare,  tripudiare,  pedibus  chcrcoi  plau- 
dere,  Gr.  ^aiit';;iv.  Mor.  S.  Gr,g  Fu 
messa  in  carcere  dagli  iniqui  ,  e  per  Io 
saltare  d*  una  fanciulla  gli  fu  tagliala  la 
lesta.  Frane.  Stcch,  nov.  82.  Poi  fa  loro 
ripigliare  il  ballo;  il  Genovese  salta,  che 
parca  un  beccarello. 

§.  IV.  Per  Trapassare  d-t  un  lato  a 
un  altro  con  gran  prestezza  .  Lat.  tran- 
silire  0  Dant.  Par.  6.  Quel,  che  fé  poi 
eh'  egli  usci  di  Ravenna  ,  E  saltò  *1  Ru- 
bicon, fu  di  lai  volo,  Che  noi  seguiteria 
lingua,  ne  penna.  Guid.  G.  Le  vele  della 
quale  (nave)  ripiene  di  prospero  vento, 
tantosto  abbandonano  li  conoscenti  lunghi 
di  Tessaglia  ,  e  a'  luoghi  non  conosciuti 
con  tostano  corso  saltano.  Bocc.  nov.  -^y, 
iq.  Tania  fu  la  sua  letizia,  che  d'Inferno 
gli  parve  saltare  in  Paradiso. 

*t  §•  V.  Per  simtlii.,  vale  Lasciar  di 
mezzo.  Omettere  alcuna  cosa  in  leggendo, 
0  scrivendo.  Lat.  intermitlere,  praeterire. 
Gr  ^taÀsc'-£iv.  Dant.  P.ir,  23.  E  cosi  , 
figurando  *1  Paradiso,  Convien  saltar  lo 
sagrato  poema.  J'arch,  Star.  12.  ^^S, 
Usavano  fare  che  messer  Donalo,  diiife- 
rata  e  leda  eh'  ei  V  aveva,  interlineasse 
alcuni  versi  .  secoodochè  giudicavano  a 
proposilo,  a  fine  che  colali  versi  così  in- 
terlineali si  dovessono  saltare  dal  cancel- 
liere, sanza  leggerli  altramenli  in  pub- 
blico. 

t  *  g.  VI.  Saltar  la  febbre  addosso  , 
o  simili,  vale  Esser  siprappreso  dalla 
fbbre,o  limili.  Lat.  in  jfebrem  incidere. 
Salvia,  Pros.  Tose,  \.  Per  aversene  cac 
ciate  in  corpo  due  staia  gli  saltò  addosso 
un  febbrone,  (j^) 

f  *  %.y  il.  Saltare,  parlandosi  di  ven- 
ti, vale  Levarsi,  Sorgere  improvviso.  .4r. 
Far,  i3.  i5.  Salta  un  maestro,  ch*allra- 
verso  mena,  E  cresce  ad  ora  ad  ora  .  e 
soprabbonda  ;  E  cresce  e  soprabbonda  con 
tal  fona,  Cbe  vai  poco  alternar  poggia 
con  orza.  (N) 

§.  Vili,  Sa'tare  a  cavallo,  0  .fui  Ca- 
vallo, o  destriere,  vale  lo  staso,  che  Mon- 
tare in  sella.  Salire  a  cavallo  Lat.  cquum 
n scendere.  Gr.  ltctzov  e-t^y.ivitv.  Jr. 
Fiir.  36.  17.  Salta  a  cavallo,  e  vieu  spro- 
nando in  fretta  Ove  nel  campo  la  figlia 
d'Amooe  Con  palpitante  cuor  Rug-iero 
aspetta,  Morg.  ]5.  19.  Come  fu  armato  , 
saltò  in  sul  destrieri. 

g.  IX.  Sahare  a  cavallo,  si  dice  an- 
che del  Far  salti  sopra  certo  legno Jt^w 
mate  un  cavallo  ;  il  quale  esercizio  da 
Frgezio  è  detto  in  Lai.  eqitr-rum  salitio. 
Gr.  iTZTZcav  etti'^xtij.  Diac.  Cai'c*  (>.  Que- 
sta vostra  ciUa  ec.  ufXi  ha  mancalo  giam- 
mai ec.  d'occupar  la  gioventù  io  esercì- 
zìi  nobilissimi  ec,  la  primavera  nella  pal- 
la, e  nel  pome  ec.«  e.'l  verno  nel  salta- 
re a  cavallo,   ec. 

g  X.  Saltare  in  collera,  0  simili,  va- 
gliano Entrare  in  collera,  Adirarsi.  Lai. 
ira  corripi.    Gr.   Òp'/Ì^i'i^y.t,     Fir     DiiC. 


S  A  L 


997 


an.  i3.  Egli  ec.  salta  in  collera,  quaodo 
uu  gli  vuol  favellare. 

S-  XI.  Saltare  U  grillo.  Saltar  la  mo- 
sca. Saltare  il  moicherinn j  modi  bassi, 
che  parimente  vogliono  Entrare  in  col'e- 
ra.  Stizzirsi.  Lai  indignari,  commoven  , 
excande^ccre.  Gr.  ofuay^ETv.  .ffer/i  Ori. 
I  3  8^  Salta  la  mosca  subito  a  colui  , 
E  dice:  dunque  tu  non  vuoi  partire?  E 
2.  14  30.  Visto  costui  lo  strazio  che  fa- 
ceva Il  crudel  Saracin  della  *ua  cenle 
gì.  sa  la  ,1  grillo,  e  di  schiera  si  leva  , 
E  vagli  addosso  furiosamente, 

g^  XII.  Saltare  di  palo  ,n  frasca,  0 
d  Arno  in  Baccliillone.  vale  Passar  d'u- 
na cosa  in  un*  altra  Lat.  de  Calcaria  ia 
carbnnariam,  praeter  institutum  senno- 
nem  vigari.  J'arch.  Ercol.  101.  Quando 
alcuno  entra  d*  un  ragionamento  in  un 
altro  ec,  si  dire  ,  tu  salii  di  palo  in  fra- 
sca, o  veramente  d*  Arno  in  BacchiHunc 
Borgh.  J'csc.  Fior.  586.  Donde  anche 
pensano  sia  uscito  il  tritissimo  proverbio, 
che  vive  ancora  ,  ma  messo  oggi  in  uso 
capo  piedi,  saltar  di  Bacchillone  in  Ar- 
no, di  chi  esce  ne'  suoi  r.-.gioaamenti  del 
primo,  e  principal  proposito.  Bed.  An- 
noi. Ditir.  53.  Ilo  saltato  di  palo  in  fra- 
sca :   ne  doverci  esser  proverbiato. 

§.  XIII.  Saliar  la  grm'Ha,  modo  bas- 
.<o,  vale  U<cir  di  sotto  la  custodia  del 
pedante.  Maini.  6.  66.  Se  e*saltan  la  gra- 
nata,  addìo  creanza. 

•t  *  SALTARIZZO.  Term.  ,le' Cas 
ittllertzzi.  Jgj..iunla  di  cavallo  addestra- 
to a  sature.  Forlig  Ricci^rd.  22.  ]q 
Egli  al  cavallo,  rh"  erj  sallarizzn,  Feo  far 
lai  salto,    che  usci  fuor  del  cerchio    (41 

•t  *  SALTATO.  Add.  da  Saltare. 
Sali-in.  Annot.  Opp.  Cacc.  V  l^a.  Vi 
trovai  un  genlilissimo  verso  di  più  (  nella 
sopraddclla  ediiioae  saluto,  come  ancora 
saltato  io  nn  altro  MS.  più  recente  del- 
l' islessa  libreria  )  ,  il  quale  aggiusta  lut- 
to (  qi:i  JigHt  alani,  per  Lascialo  indie- 
tro,   Ommesso  j.   (A) 

«  SALTATOIA.  Tcrm.  de'  Pescatori 
Rete  che  si  stende  sopra  l'acqua  dietro 
ad  un'  altra,  dentro  cui  saltando  restano 
iiriltippali  i  ntii^aini.   (A) 

t  j  SALTATORE.  Vcrhal.masc.  Che, 
0  Chi  salti.  Lat.  snltalor.  Gr.  o'Dyt\'7zr,i. 
Cron.  Veli.  /|9  Fu  forte  arditi,  e  atan- 
te,   e  molto  leggieri,  e  grande  saltatore. 

*g.  l-  Saltatole,  dicesi  anche  Cllniche 
fa  siiti,  e  simili  destrezze  ginnastiche  in 
liioshi  pulihlici.  «  Dicer.  Div.  Avve^na- 
chi;  da  Jui  li  fossi  parlilo,  e  da  lui  fug- 
gito, come  da  saltatore  non  come  da  uo- 
mo. Buon.  Fier.  l^.  2.  j.  Ai  sallatori  at- 
tesi,  e  a'  cavadenti  •»  .   (C) 

5  §  II.  Sill3tore,  per  Rallerino.  Lat. 
sillator.  Sorgli.  Orig.  Fir.  i;^.  Come  ben 
sa  chi  ha  punto  veduto  gli  scrittori  lati- 
ni, che  fra  r  altre  cose  chiamavan  salta- 
tore quello,  che  noi  diremmo  peravven- 
tura   ballerino 

t  •-•  SALTATORIO.  V.  L.  Add.  Che 
appartiene  a  saltatore.  Sepn.  Poet,  2'-8. 
Queste  medesime  differenze  ancora  si  pos- 
sono scorgere  nell'arte  saltatoria  ,  ed  in 
quella  de' suoni.  (FJ 

SALT.4.TRICE  .  Ferbal.  femm.  C'ie 
salta. 

t  §■  Per  Ballerina.  Lai.  saltatrix. 
Gr.  ipyr.lTpia.  Filoc.  7.  48.'>  Che  fu, 
per  servare  il  giuramento  d*  Erode,  me- 
rito  della  saltatrice  giovane.  Cabale.  DI- 
scipl.  spir.  Questo  vizio,  che  e  similmeo- 
le  assimigliato  alla  saltatrice,  la  quale  fe- 
ce dicollare  S,  Giovanni  B.itista.  Omel. 
S.  Gio.  Gris.  223,  11  capo  di  lanlo  pro- 
feta, il  quale  è  dato  alla  saltatrice  in  mer- 
cede di  libidine  e  di  piacimento. 

SALTAZIO>E.  //  saltare.  Lai.  talta. 
tt'\    saltitaf.  Gr.  ^T/iOTJ^l;,  TTyiVlitta.  Bui. 


9D8 


S  A  L 


Purg.  g.  i.  VcQUs  e  pianetj  fredJo  ed 
umido  ce,  e  ligoiGca  largbezxa  ce.  ;  ul* 
talloni,  uso  di  cauto  can  caunc,  e  eoa  leu- 
io,  ce.  I{t:d.  Jnrtìt.  IJitìr.  197.  Dove 
racconta  le  varie  ipciic  di  sjUjcìudì,  co* 
nomi  loro,  *  Salvia,  Pros.  Toéc.  I.  337- 
La  sallazione  ti  può  dire  che  della  mu' 
sica  partecipi  e  d.-lU  ginnastica,  (pi) 

*  SALTELLANTE.  CUt  sfittila.  Lii. 
subsiliens.  Sadin.  Pros.  To:ìc,  i.  17G. 
FurmaDo  il  iuoao  aspro,  sjllullantc  e 
sconcertato  (  qnt  per   sititi  Ut.  )  .   {*) 

SALTELLARE.  Satlnre  sp,ssamtnU  , 
e  a  piccioli  Siiti.  Lat.  siilmUrf,  Gr. 
VfCÀXy.t'ì^xi.  Fitùc.  6.  2^8.  Come  i  fu- 
riosi tori,  ricevuto  il  culpo  dol  pesante 
maglio,  <|ua  e  là  senza  ordine  saltellano. 
Dani.  Ili/.  12.  Che  gir  non  sa,  ma  qua 
e  là  saltella.  Dui-cU  1.  (^i.  E  vedrai  sal- 
tellar mille  ranocchi.  ^Vur;,'.  2.  5.  3^.  Ma 
egli  in  qua  e  'u  1^  lanlo  saltella,  Cbe 
giunse  (love  stava  la  donzella. 

't  SALTELLINO.  Dim  di  S'tluHo. 
Lai.  saltatitincnlct.  Mor-j;,  2:*.  2^5.  Ma 
questo  all'uno  ed  all' nitro  oav.iIlo  Credo 
cbe  fosse  un  sallcllin  da  hallo. 

*  SALTELLO.  Dim,  ih  sullo.  OU. 
Corri.  In/.  3à,  55t.  E  quella  (pietra) 
giuQt.i  al  suo  corso,  e  ripercossa  dalla  ri- 
pa, un  poco  ritorna  saltellando  ;  e  questi 
saltelli   fanno   un  suono   dello   cicchi,   (C) 

SALTELLONE,.'  SALTELLONI.  A^v- 
i-Crlf.  A  salii  Lat.  siUuaUm,  Gr.  TT'ìO»]- 
n'tw;.  Ucrn  Ori.  1.  l3.  63.  Ila  gij  la 
fiera  in  man  |>reKo  il  bastone,  E  va  in- 
torno a  Rinaldo  saltellone.  T\r.  As.  317. 
Costui,  jvendo  un  pomo  d'oro  nella  man 
destra,  il  diede,  correndo  cosi  un  poco  sal- 
tellone, a  quel  pastore.  Buon  Fter.  A. 
.1.  23.  Che  tromlia  t:  quella  ,  che  si  sal- 
telloni Suona  come  campana  cbe  rintoc- 
chi?  (f]ut  per  sìiNilit.i, 

*  SALTERECCIO.  Add.  Spettante  a 
saito,  litit.  l'ij.  Tresca  si  chiama  un  ballo 
salterecciOf  dove  sia  grande  e  veloce  mo- 
viment>>  ;  e  a  denotare  lo  veloce  mo- 
\inK-nlo  delle  mani  di  quelle  misi-re  anime 
a  scuotersi  Tarsura,  lo  chiama  tresca.  (B) 

SALTEHELLAUE  .  Fretjuentaiivo  di 
Salti'llan-,    Saltahvilftrc, 

SALTERELLO.  Dtm.  di  Salto. 

§.  I.  Salterello,  si  dice  a'iclie  Un  pezzo 
di  carta  ai'volla  ,  e  legata  strettissima  , 
denlrola  quale  sia  rinchiusa  polvere  d' 
nrchibusoj  detto  così,  perche  pii;lian</o 
fuoco,  e  scoppiando  saltella.  Allc^.  226. 
Il  suo  favor,  siccome  i  salierolli,  Sa  ne 
va  in  fumo,  romorc,  e  baleno.  Cecch. 
Donz.  4-  7-  Ilo  vi>to  tante  maschere,  ap- 
piccato  Più   di   rìnquant-i   sallen-lli. 

§.  II.  Silterellif  dtConsi  anche  (Jue*ie- 
inetti  che  ne^U  strumenti  di  tasto  fanno 
sonare  le  cord<-.v  iJurt.  Suon.  4*4  ^"l^' 
tosi  a  cercarlo  ad  una  ad  una  (/e  corde 
del  cembalo)  ,  trovò  mancare  al  salterel- 
lo dell'  ultima  quel  poculin  di  panno  , 
che,  riradendo  in  giù  il  sallcrello,  tucca 
la  curda  a  ne  ammorza  il  suono.  Jifuf^if^ 
leti*  Scient .  Traltt-nendosi  un;i  m.ittina 
allo  slrumcDlo  ce.  giunse  a  far  puiUic  i 
salterelli  e  le  eoido  iu  una  forma  cbe  /jo- 
pulut   i-idtb.it   Viccs.   (Br) 

*  §.  in.  Sallirello,  per  Sorta  di  bal- 
lo, lied.  Quartine  (Lo  star  dì  mezzo  In- 
verno intorno  al  fuoco  ce  J  Dirò,  rhe<|uau- 
do  ci  suona  la  libera.  In  si  dolce  vi  spic- 
ca aita  eccellenza  11  salterello,  e  l'aria  dì 
FioreDza,  ce,  (Jt) 

*  SALTEHETTO.  Piccolo  Salterio, 
Libro  de' salmi.  Fr,  Ciord.  aS^-  1' boo 
veduto  cogli  occbi-la  Reina  di  P' rancia,  e 
le  figliuole  del  Re,  o  i  Ggliuolì,  ce.  tulli 
cui  belli  libretti  in  mano,  e  leggeano  ce. 
Ciascuno  avrà  il  suo  libretto  ce  ,  e  sono 
in  Santo  coi  bolli  salterelli,  cb*  è  una  de 
voiiouc.  (}') 


S  A  L 

SALTERO,  e  SALTERIO.  //  Volu^ 
me,  e  l'Opera  de'salmi  di  David.  Lai» 
ptaltertum.  Gr.  "^tt^niptov.  G.  V.  6. 
3i.  I.  Ed  era  di  volume  come  uno  sal- 
tero. lÙ  7.  5o.  2.  Con  mal  animo  dicen- 
do il  verso  di-'l  salterio.  Te*.  Br.  \-  11 . 
Il  priifeta  David  nel  comiaciamento  del 
salicro  nomina  Ire  maniere  di  peccalo. 
Cronichett.  d'  Amar.  2.  Fece  il  salterò, 
e  recò  1*  arca  di  Dio. 

§.  1.  Dite  il  salterio,  vale  fiecitare 
i  salmi  contenuti  nel  saltero  Davidico. 
MaestruZi.  2,  i8Se  du--  giurano  che  an- 
deranno  olir'  amare  per  Dio,  ovvero,  cbe 
entreranno  nella  religione,  ovvero,  cbe  di- 
ranno duco  Ire  salierii  l'uno  per  l'altro. 
IC  2.  22  Aggiugne  Innocenzio,  cbe  se 
si  bota  (il  rt/ii;ioiO)  di  dire  un  sjllcrio, 
ovvero  alcuna  orazioue  ,  dove  nullo  pre- 
giudizio puolc  iuiervenirc,  dee  osservare 
il  boto. 

g.  II.  Per  un  Piccolo  libretto^  su  cui 
i  fanciulli  imparano  a  tempere  ^  il  quale 
contiene  alcuni  salmi  .  Cren .  Morell. 
33^.  In  sci  (anni)  seppe  il  Salterò,  io  ot- 
to il  Donadello.  Malm.  8.  S?.  Fu  Paride 
persona  letterata,  CbÌ!  già  studiato  avea 
più  d*  un  salterò. 

*f  §.  III.  Per  Sorta  di  antico  stru- 
mento musicale  di  dieci  corde ,  perciòdet- 
to  anche  Decacordo,  Il  Salterio  d'o-^cidi 
e  uno  strumento  piano  in  forma  d'un 
triangolo  troncato  in  etnia,  ed  hn  trenta 
cordi-  tV  ottone  ,  ordinate  all' unitono  ,  o 
ottava.  Lai,  psalterium.  Gr.  t^aÌT>5'piov. 
Frane.  Sacch,  Op.  div.  ||8.  .\ola ,  che 
1  sjltcro,  il  quale  si  caola  nella  chiesa 
e  lutti  gli  uficii  che  vi  si  canlano,  aniica- 
mcntc  si  cantavano  con  cembali,  con  trom- 
be, eoo  celere  e  ron  salterii;  e  da  questo 
Salterò,  che  è  stormciito  di  dieci  corde 
aifiguratc  a'dieci  cumandamenli  di  Dio, 
ebbe  nome.  Ftp.  Salm.  Ed  è  ancora  det- 
to questo  salterio  decacordo,  cioè  di  dieci 
corde. 

§.  IV.  Sellerò,  per  lo  Felo,  o  Accon- 
ciatura di  veli  che  portano  in  capo  le  mo* 
I  nache  Bocc.  nov.  82.  tit.  Essendo  lei  con 
un  prete,  credendosi  il  salterò  do'  veli  aver 
posto  in  capo,  le  brache  del  prete  vi  si 
pose.  F  num.  6.  Credendosi  torre  certi 
veli  piegati,  li  quali  in  capo  portano  ,  e 
chiamangli  il  saltero,  levcnner  tolte  le  bra- 
che del  prete;  e  tanta  fu  la  frelta ,  che 
senza  avvedersene,  in  luogo  del  salterò  , 
le  si  gtttò  in    capo,    ed   usci    fuori. 

SALTETTO.Am  di  Salto.  Piccolo  sal- 
to. Lai.  saltatiuncula.  Frane.  Sacch.  rim. 
3o.  L'una  alla  terra  va  co' piedi  slrelli; 
Danzando  l'alti  a  fa  valghi  sallclli.  i^  Ca- 
stigl.  Cortili,  I.  35.  Qual  di  voi  è  cbe 
Don  rìda,  quando  il  nostro  M.  rifq>aulo 
danza  alla  foggia  sua,  con  que' snlletli,  e 
gambe  stirale  in  punta  di  piede,  ec.  (F) 
*  SALTICCHIARE.  F,equ,ntalivo  di 
Saltare,  Soltellare.  Bim.  buri  3.  6. 
Ond'elU  (la  ijatzuota  )  e  io  siti  f  ';d  sn 
salticchia,  e    vola.    (!\') 

•f  «  SALTIMBARCA.  SorU  di  veste 
Vile,  Saltuntbarcv.  L»l.  bardocucullus.  Al- 
leg.  101.  Come  di  duo  K'dzuu'  far  un 
sacchetto.  Come  d'  un  lucro  far  un  sal- 
timbaica,  Cb*  è  ijuasi  far  ec.  (*) 
.  SALTO.  Jt  saltare.  Lat.  saltus.  Or. 
«Xjuia.  Bo€c.  nov.  ^j).  6  Prese  un  sal- 
to, e  fussi  gitlato  dall*  altra  parie.  />. 
Ciò.  Celi,  lift.  4  Ma  pure  ti  veggio 
dato  avere  un  salto  fuori  ilei  maro,  co- 
rno fauno    certi  pesci. 

§.  I.  Per  metaf.  Petr.  son.  3l.  E 
gran  tempo  è  ,  cbe  io  presi  il  prinucr 
salto.  E  son.  116.  Ondo  convicn  ch'ar- 
malo viva  La  vita,  che  trapassa  a  sì  gran 
salti. 

t  g.  II.  Per  similit.  Te*.  /?r.  1,  48. 
Quando  sono    finiti  quegli   ocdiii    d>l  ri- 


manenift,  e  uno  di,  secondixbè  detto  é 
dinanzi,  rbe  sono  appellati  li  salii  della 
Luna,  allora  tu  dei  prender  quel  di,  e 
gli  ondici  del  rimaneolr.  F  Tesoretl.l^. 
Il5.  La  faro  il  grau  s^ili,..  Per  dirle  più 
dislese  Nella  lingua  franzose.  Saga.  nat. 
esp  i53.  Salto  dell'immersione  e  quel 
primo  balzo  cbe  si  vede  fare  ali'  aequa 
in  qufl  the  la  palla  tocca  il  ghiaccio. 
E  appresso  :  Abbaisameoto  deoola  il 
grado  ,  al  quale  dopo  1)  suddetto  salto 
dell*  immersione  si  riduce  l'acqua  nel 
cominciare  a  pigliare  il  freddo.  /<  |64- 
Salto  drir  agghiacciamento  disegna  il  gn. 
do,  al  quale  viene  scaglijta  l'acqua  con 
massima  velocità  nel  punto  dell'agghiac- 
ciarsi. 

§.  III.  Ordinarsi  per  salto,  dicono  1 
Canonisti  del  t'enir  promosso  all'  ordine 
superiore,  avanti  di  essere  ammesso  alC 
ordine  inferiore.  Lai.  per  saltus  promo- 
veri,  Maestrttzz.  |.  i5.  Che  sarà  di  co- 
loro che  si  ordinano  per  salto  T  Se  al- 
cuno è  promosso  per  salto,  cioè  che  la- 
sciando uno  ordine  si  sal^  a  quello  cb* 
è  più  su,  costui  riceve  il  caraliere,  ma 
per  rigore   dee    essere  disposto. 

§.  IV.  Saltn,  per  Ballo,  Lai.  saìiatio. 
Gr.  ^oztici..  Dont.  Par.  18.  l'bo  fermo 
'I  desjro  Si  a  colui  che  volle  *ivcr  solo, 
E  che  per  salii  fu  Iralto  a  marliro,  But. 
ivi:  Per  salti  fu  trailo  al  marliro,  impe- 
rocché la  6gliola  d'Erode,  avendo  saltalo 
nel  convito  del  suo  natale,  e  ballato, 
dimandò,  per  conforto  della  madre  ec., 
lo  capo  di  san  Giovanni  BalisU. 

§.  V.  Per  Bosco.  Lai.  saltus.  Gr. 
a>90^  Vant.  Par.  ji.  Esser  non  paole 
Che  per  diversi  salti  non  si  spanda,  .^forg. 
28.  85.  Poiiht-  i  salti  rivide  Pirenei.  * 
Ar.  Fur.  1.  62.  Woo  si  vanno  i  leoni 
o  i  tori  in  salto  A  dar  di  petto,  ad  ac- 
costar sì  crudi,  Cornell  duo  guerrieri,  al 
fiero  assalto.  (P) 

g.  VI.  Salto  mortale,  si  dice  dei  Saiht- 
re  voltando  la  persona  sottoiopra^  sema 
toccar  terra  Colle  mani  ,  o  Can  altro . 
Malm.  9.  25.  Ondo  più  d'uno  in  giù 
verso  la*  strada  Fa  pur  di  nuovo  un  bel 
salto   mortale     (  qui  per  similit,). 

+  3  SALVA.  Lo  spato  che  si  fa  ad  un 
tempo  di  molti  anhibufii,  o  pezzi  d'arti- 
glietia  in  segno  di  onore^  o  dt  gioia,  o  dt 
feitaj  ed  anche  Molu  cofpi  diarttgii<ria 
fatti  continuatamente  nella  medesima  oc- 
casione 

*  §.  I.  Salva,  si  dice  anche  la  Scarica 
di  più  fucili,  0  pezzi  d'artiglieria  fatta  nel 
medesim'ì  tempo  contro  lo  siesta  ubbiettu. 
•4  ìted.  Esp.  nat.  i5  Si  gloriava  d' ciécr. 
indurito,  e  ghiacciato,  e  cbe  senza  limurc 
si  sarebbe  posto  per  hersagho  a  qudUi- 
sia  più  brava,  e  più  orribil  salva  di  mo- 
schettate ••  .  (C) 

§.  11.  Salva,  per  Credenze,  nel  signt- 
fic.  liei  §.  XIII.  Lai.  praegustmuo.  Cr 
ffpo'-/co5i«-  ^cd,  ì  tp.  a.  38.  Diede  .* 
maugiarc  alla  giovane  Ke{tÌDa  quella  par- 
te dì  esso  uccello  ihc  era  stata  toccata  dalla 
banda  del  rollello  avvelenato,  e  culi' al 
ira  p^rte  il  buon  uomo  ne  fece  la  salva 
SALVADANAIO,  t  asrUj  di  Urrà  coi- 
ta, nel  quale  i  fanciulli  mettono  per  un 
piCCtol  pertugio,  ch'egli  ha,  1  kiu  tena- 
ri, per  salvargli,  non  me  gli  potendv  pot 
eavare,  se  non  ronipemdolo.  Ttail.  gov. 
fam.  "".  Non  patire,  .ibbi^uu  salvadanaio 
o  ctsseliins,  ne  mai  dicano:  questo  e  mio. 
infinrhè  tu  vivi.  '•»//.  Sp<rt.  5  1-  Na- 
scoiigli  orila  rapprlla  de' Serragli,  parto- 
domigli  avri  messi  nel  salradiM>o-  ^*"'''- 
Fier  3  ].  II.  Avrete  cura  allo  creden- 
■e.  e  a'  Iclli,  E  a' salvadanai  E  Ì\,  tntr. 
Egli  slan  pur  benin  con  quella  bòitr  Ui 
raso  al  collo,  e  que*  ssUadanai  Dorali  tu 
mano. 


S  A  L 

SALVADORE.  SaU-ntore .  Lat.  sal^'a^ 
tor.  Gr.  Gùì-zt'.p.  />orgh.  Hip.  Cfi,  AvjDti 
vi  SODO  quattro  Apitstuli  ,  che  eoo  divo- 
sioDc  rigujnlaoo  tu  allo  il  S^tvjdore  ri- 
tusritato.  V'.'  qj.  S.iu  Domeuioo,  itiipirato 
dalla  pietosa  ISlailre  del  Salvador  nostro 
ec,  ritrovò  un  niudu  di  inaiidur  preghie- 
re a  Dio  (in  questi  eti-nipit  è  nei  sig'ujtc* 
deÌ$.  iti  SALVATOKE)  t-  Se-^ner.  Mann. 
Die.  19.  2.  E  altro  ciò  che  uo  essere  Sal- 
vadore  qual  fu  udo  Oltoniello,  o  un  Gio- 
suè, o  un  Gedeone,  o  altri  tali  ec,  questo 
è  UD  essere  Salvador  similissinio  a  Gesù 
Cristo  ec.  gli  altri  Salvadori  stettero,  per 
così  dire  alle  i'alde  del  monte  Sion   (^  ) 

*  SALVAFIASCm  .  Custodia  de'  /la- 
schi j  e  forse  è  Ceri*  armatura  di  vimi- 
nif   o  d'altro   /rpno  ^  che   si  fa   intorno  a' 

fiaschi,  bocce,  e  simifi  vasi  di  vetro  da 
conscrv^ir  liquori,  per  loro  difesa.  JMalt. 
franz.  rìm.  buri.  E  sol  si  scrvcn  de'vasi 
che  ho  detto  (de*  rinfrescatoi)  Per  salva- 
fiaschi  e  per  un    bel  parere.  (lir) 

SALVAGGIAA.  Carne  dì  animale  sai- 
valico,  buona  a  mangiare^  e  si  dice  an- 
che dvgli  animali  slessij  Sd/i'alicina.  Lat. 
ferina.  Gr.  Svjpt'oy.  liocc.  nov.  5.  7.  il 
luogo,  !J  dove  era,  dovere  esser  tale,  che. 
copìosaniente  di  diverse  salvaggine  aver  vi 
dovesse.  Dittam.  ^.  12.  Assai  v'ha  pesce, 
salvaggine  e  belve.  Cron.  MortJl  220.  Per 
essi  boschi  usa  gran  quantità  di  salvaggi- 
na,  come  porci  salvatichi,  caprioli  ,  orsi  , 
ed  altre  fiere.  *  Mil.  M.  Poi.  56.  Quivi 
hae  tutte  salvaggine,  e  assai,  e  havvì  niou- 
toni  saUalicbi  assai  e  grandi,  (C)  Sa'vin. 
fCnrid,  /.  I.  E  sdraiati  per  1'  erba  si  ri- 
colmano Di  vio  vecchio,  e  di  grassa  sal- 
vaggioa.  (t) 

t  SALVAGGIO .  Add,  Lo  stesso  che 
Selva^io,  ma  meno  usato.  Lat.  .■i'flfester. 
Gr.uioee;,  aypio;  .  Lìb.  cur.  malati. 
Nasce  in  paesi  salv^ggì  ed  inofpiti.  G.  p^. 
8.  55.  7.  Questa  salvaggia  e  grossa  arma- 
dura  chiamano  godendach. 

*  §.  Salvagmo,  metaf.,  yer  Lontano  , 
Diverso.  G.  /•'.  lib.  i.  cap.  2  2-1  quali 
per  paura  di  loro,  sì  come  gente  stranie- 
ra e  da*  loro  costumi  salvaggìa,  per  nìmici 
li  trattavano,  (y) 

SALVAGGIUME  .  Tntte  le  spezie  d* 
animali  che  si  pigfiano  in  caceia  j  buone 
a  mangiar^.  Lat.  fera:,  ferma.  Gr.  Stj^i'ov. 
M.  f.  7.  48.  Il  iirauuo ,  perchè  avea  co- 
mandato che  il  salvaggiume  non  si  piglias- 
se con  alcuno  ingegno  ec,  incrudelì  con- 
iro  al  semplice.  Cron.  Morell.  222.  Ap- 
presso esce  del  Mugello  gran  quantità  di 
formaggio  ec  ,  e  simile  salvaggiume  in 
grande  abbondanza.  Tac.  Dav.  ann,  12. 
l45.Trovavisi  sparsi  i  salvaggiumi  per  ter* 
ra.  V?  l5.  214  Eranvi  uccellami ,  e  salvag- 
giumi  di  varii  capi  del  mondo. 

SALVAGIONE.  Sanazione.  Lai.  ja/z/j, 
tnco/umitatf  sospifas,  Gr.  ctàTTtpiu,  ocs- 
foCXziu.  Cai.  cap  too.  3.  i83.  Onde  co- 
lor che  si  pigliano  impaccio  Della  mia 
salvagione  e  del  mìo  bene  ,  Bravano ,  e 
dicon  eh'  io  non  no  fo  straccio. 

*  SALVAGUARDIA.  Custodia,  Sicu- 
rama.  Lai.  custodia ,  sccuriias.  Gr,  «sya- 
).«(«.  Sfg'itT.  Crist.  instr.  I.  27.  4-  Que- 
sta fa  che  il  Signore  ponga  come  una  sal- 
vaguardia a  lutti  i  beni  posseduti  da  noi, 
affinchè  ognuno  gli  rispetti  .  (*)  Jmperf. 
Prov.  D.  i3.  T.  4.  3^0.  È  dunque  1* 
esilio  una  salvaguardia  che  dalle  corrut- 
t<*le  ne  custodisce.  (F) 

SALVAMENTE.  Avvtrb.  Consah:zza, 
Senza  danno  .  Lai,  tufo  .  Gr.  affyaiw;  . 
J9occ.  nov.  77.  66.  Salvamente  infin  (uor 
della  torre  la  coodnsse.  O.  F.  10.  31.  5. 
Si  ricolsero  salvamente,  e  parlironsi  di 
Roma,  con  danno  e  disonore.  Pass.  i5i. 
Se  *!  confesserò  ne  fosse  esaminato  ec.  , 
non    le    dee    manifestare  ,  e  punte  salva- 


S  A  L 

!  mente  giurare  ec.  the  egli  nonnesa  neente. 
SALVAMENTO.   //  salvarsi.  Sah-vzz^. 
Lai,  sa/iis.   Gr.   ffWTyjpK.  /iocc.  g.  (i.  /. 
!    3.    Voglio  ,   che    domane  si   dica    ec.    dulie 
I  liell'e,   le  quali  0  per  amore,  o  per   -salva- 
I  mento  di   loro  ,   le  donne  hanno  già   falle 
a'Ior  mariti.  Dant.  Par.  5    Questo  vi  ba- 
sti a   vostro  salvamento  .    Cr.    1,    6.    10. 
:  Fuor  di  ragiono  ìmp.)ccerebbon  la  corte  , 
1  la  quale  per  salvamento  degli  abitanti  ri- 
chiede   sano  aere  per  la  bontà  del  sole,  e 
de' venti. 

g,j^  salvamento, postoavverbinlm.^  vale 
Senza  d-inno,  Simo  e  suLo.   Lat.   incolli- 
I  mis.  Gr.   (Àzzimi,    j-/ir!i.     O.    /'.  ti.   87. 
j  2.  Non  poteano  andare  a   nullo  salvamen- 
I  to  ,   ne  riconoscere  via,  o  cammino.  Pass. 
Il3.  L'anima  andò  a  salvamento  (cioè, 
1  si  salvò),   ymc.    Mari.   leti.   39.   Io  inien- 
^  do  per  quella   (Iftlcra)  l'arrivo  del  signor 
Marchese    vostro    padre  a  salvamento  .   IL 
rini,  56.  Lasciale  spesso  unii   callaia  aper- 
ta Daputcr\i  ritrarrea  salvamento,  Sela  ra- 
gia d'alcun  \ieue  scoperta   lievn,  Orl.^.  5. 
28,  La  douna  pur  passaodu  con  buon  ven- 
to, A  Reggio  si  ridusse  a    salvamento.  Red. 
Ivtl.    2.    83.    La    cassetta    consegnata   per 
mandare  a  Genova  ec.  è  arrivata  a  salva- 
mento . 

♦  SALVANTE.  Che  salva.  Tac  Dav. 
Ann.  I  10-  Erano  ancora  per  azzuOarsi 
la  legione  ottava  ,  chiedente  Sirpico  cen- 
turione per  amniazaariu  ,  e  la  quindicesi- 
ma ,  lui  salvante  ,  se  la  nona  non  vi  si 
frametteva  co' preghi,  (?iS)  Sa/fin.  Inn. 
Orf,  Ed    ì   tuoi  supplici   salvante.   (A) 

SALVAi\ZA.  /  .  A.  Salvezza  ,  Salva- 
mento. Lai.  salai,  inco^umitas.  Gr.  ow'ttJ- 
^t'a,  a^pxisia.  Fr.  Ine.  T,  6.  40.  27. 
lo  sono  1)  prezzo  di  voslra  salvanza;  Sulla 
croce  per  voi  fui  chiavellalo. 

f  SALVARE  .  Conservare  ,  Difendere, 
Lat.  servare,  tueri ,  sal\are.  Gr.  coì^tiv. 
Dant.  Inf.  l5.  Siccbi;  dal  fuoco  salva  1' 
acqua  e  gli  argini.  Prtr.  canz.  47-  6.  Sal- 
vando insieme  tua  salute  e  mia.  ScaL 
C^austr,  44^'  Adunque,  o  anima,  che  hai 
tanto  onore  ec,  priegoti  ,  che  ti  s.ilvi  ,  e 
guardi  monda  e  pura  .  Bocc.  Test.  pag. 
2.  Ed  essi  operai  gli  debbano  guardare  e 
salvare ,  mentre  durano  a'  servigi  della 
detta  chiesa. 

§.  i.  Per  Dar  salate,  Trar  di  peri- 
cofo.  Lat.  servare,  salutem  afierre.  Petr, 
canz.  49.  3.  Per  te  il  tuo  Figlio,  e  quel 
del  sommo  Padre  ec.  Venne  a  salvarne  in 
su  gli  estremi  giorni.  £occ.  nov.  5o.  16. 
Se  Dio  mi  salvi  ,  di  cosi  falle  femnìine 
non  si  vorrebbe  aver  misericordia. 

§.  II.  Salvar  In  capra  e  i  cavoli,  si 
dice  proverbialm, ,  in  modo  basso ,  del 
Far  bene  a  uno  senza  nocunienio  dell'al- 
tro. Lai.  alteri  prodesse,  alteri  non  obes- 
sej  e  talora  si  dice  del/' Acconciare  alcun 
suo  fatto,  schivando  più  periccli,  Cecch. 
Spir.  2.  I-  Ma  si  può  Far  in  mo'da  sal- 
var la  capra  e  i  cavoli.  Salv.  Granch.  2. 
2.  Parendomi  eh'  e*  sia  Proprio,  come  si 
suol  dire  in  proverbio  ,  Un  modo  da  sal- 
var la  capra  e  i  cavoli  .  l'arch  J\rcoL 
223.  Piacemi  che  voi  andiate  cercando  di 
salvare  la  capra   e  i  cavoli. 

g.  IH.  Sahare  ,  neutr.  pnss.  ,  vale 
Scampare.  8ed  Ditir.  38.  Ma  se  la  ter- 
ra comincia  a  tremare,  E  traballando  mi- 
naccia disastri,  Lascio  la  terra  ,  mi  salvo 
nel  mare. 

5?  §.  W,  Salvare,  per  Conservare.  Vii. 
S.  Frane.  209.  Il  fieno  ,  che  stelle  in 
quella  mangiatoia  ,  fue  salvalo  ,  e  ri- 
posto, e  avea  virtù,  che  sanava  di  molte 
infermità.  (C) 

g.  V.  Ed  in  sì^nifc.  pass,  si  usa  co- 
munementi'  anche  per  /scampare  dalle 
pene  infernali.  Andarne  "  anime  in  lun- 
go di  eterna   salute.   Dani.  tnf.   4-  E    vo* 


S  A  L 


9Ì)J 


cbe  sappi,  che  dinanzi  ad  essi  Spirili  u- 
manì  non  eran  salvali.  S<rm.  S»  Ai;ost. 
00.  Acciocché  voi  siate  salvati,  e  non  giu- 
dicati, non  giudicale  alcuno.  ESG.  Sare- 
mo accompagnati  dai  Patriarchi  ,  e  dai 
Profeti,  e  dagli  Apostoli  ,  e  da  Martori 
e  Confessori,  e  Vergini,  i  quali  lutti  si 
salvano  )    qui  in    ui^nìfic.  neutr.    pass.). 

§.  VI.  lar  a  salvare,  lo  stesso  che 
Fare  a  salvoj  tarmine  del  (giuoco.  Ved 
FARE  A  SALVO.  lìem.  rim.  1.  5i.  Puoi 
far  con  un  compagno  anche  a  salvare.  Se 
tu  avessi  paura  del  resto  ,  E  a  tua  n'osta 
fuggire  e  cacciare. 

§  VII.  Dio  li  salvi.  Dio  vi  salvi,  0  si- 
mili j  modo  di  sntuiare  altrui.  Spezie  di 
saluto.  Lat  .salve,  vale  ,  solvete,  •••nlete . 
Fir.  Disc.  an.  34»  Dio  ti  salvi,  santo  ro- 
mito. 

*  §.  VIII.  .S'è  Din  mi  salvi,  ti  salvi,  „ 
simile  j  modi  deprecativi .  Seal.  Claustr. 
447*  O  anima,  dimmi,  se  Dio  ti  salvi,  or 
che  ti  vale,  or  che  ti  giova  la  continua 
lezione,  e  che  ti  giova  occupare  lo  tem- 
po e  perderlo,  leggendo  le  Sante  Scrit- 
ture 7  A'occ.  nov.  76.  Se  Dio  mi  salvi  , 
questo  è   malfatto.   (C) 

*  SALVAROnA.    Susi.     Guardaroba 
Cas,    Leu.  ined,   16    Quando  M.  Tiziano 
ara  fatto  il  ritrailo,  allora   V.   S.  R'-v.   a- 
verà  quello  cbe  è  in  salvaroba.  (Bj 

*  SALVASTRELLA.  Sorta  di  erba. 
Pimptnelìa.  Lat  *piwpinclh.  Lib.  Cur.  ma- 
lati. Lo  'mpiastro  della  salvastrella  giova 
al    mal   del   dilombato.    (•)  ^ 

•f  SALVATELLA.  Una  delle  vene  del- 
la mano,  Lat  *snLatelln,  Tes.  Pov.  P. 
S-  cap.  26.  Tolgasi  sangue  della  vena  sal- 
valella  del  braccio  manco.  /?  cap.  63. 
La  flobotomia  della  vena  salvatella  della 
mano  manca,  fatta  lo  dì,  quando  la  Lu- 
na   primamente  è  veduta. 

SALVATICAMENTE.^ir^r^-.  Alla  sal- 
vatica ,  Con  modo,  e  costume  sa/va tico  , 
zoticair.entc .  Lat.  ruslice,  inhumane.  Gr. 
a.ypaty.Òii.  Bccc.  nov.  20.  t2.  E  tu  non 
pare  cbe  mi  riconoschi,  sì  salvaticamenfc 
mollo  mi  fai. 

'V-  SALVATICTIELLO.  Add.  Salvati- 
chetfo.  Penv.  Celi  f-'it.  2.  260.  Era  mol- 
(o  b'ila  di  forma  di  corpo  ,  ed  era  ;il- 
quanio  brunetta;  e  per  essere  salvatichel- 
la,  e  di  pochissime  parole,  veloce  nel  suo 
andare,  accigliai!»  negli  occhi,  queste  tali 
cose  causorno,  che  io  le  posi  nome  Scor- 
zone.  (C) 

5  SALVATICHETTO.  Dim,  di  Sai- 
vniico.  Lai.  rusticiilns  ,  subrusticus.  Gr. 
U7TK7jOaxo5.  Bocc.  nov.  46.  7.  La  giova- 
ne, parendole  il  suo  onore  avere  ornai 
perduto,  per  la  guardia  del  quale  ella  gli 
era  alquanto  nel  passato  stata  salvatichel- 
ta  ec,  seco  aveva  preso  di  piacerli  in  ogni 
suo  desiderio.  E  nov.  72.  5.  Ed  ella  co- 
tal  salvatìcheita,  farcendo  vista  di  non  av- 
vedersene, andava  pure  oltre  in  conlegno. 

SALVATICHEZZA.  Astratto  di  Sal- 
vatico.  Lat-  asperilas  .  Gr.  a'y^otxiV.. 
Lnh.  67  Assai  bene  ora  conosco  ec.  che 
voglia  dir  la  salvatichezza  dfl  luogo  ,  e 
gli  altri  nomi  da  te  mostratimi  della  val- 
le. Cr.  2.  i3.  19.  Ninna  altra  cosa  è  la 
salvatichezza  della  pianta,  se  non  negli- 
gente coltivamento  di  quella.  ^*  Pros. 
Fior.  4.  73.  Le  Città  richiamano  gli 
u9mioi  dalle  salvalicbezze  de'  boschi  e 
dal  commercio  delle  fiere  alla  civil- 
tà. (TCJ 

§  I.  Per  metaf,  vale  Rozzezza,  Zoti- 
chezza. Lat.  rustie itas.  Gr,  cHypcii^ta. 
G.  V.  8-  38.  3.  Per  la  conversazione 
della  loro  invìdia  colla  bizzarra  salvati- 
chezza nacque  il  superbio  sdegno  Ira  lo- 
ro. Docc.  ncv.  26  5  Catella  lasciò  una 
salvatichwzj,  cbe  con  lui  avea.  Amet. 
5q.  Egli  m'  incominciò  a  piacere,    e   già 


iboo 


S  A  L 


S  A  L 


S  A  t 


m*  er^oo  cari  i  pusi  &uoÌ  ,  srgucDti  le 
mie  petlafe^  e  1'  usala  talvalicbetza  ab- 
bandonò il  pcllo  e  gli  orrhi  miei,  disposti 
ad  amjrc,  più  che  ad  altro.  /Of.  SS. 
Putì.  1.  ^.  (Quegli,  il  (juale  con  (aato 
isludiu  bai  cercato  di  trovare  ec,  pule 
di  vecchiezza  e  di  sulvaticbexza  B^rn. 
Ori.  I.  24-  19-  Parve  che  fusse  gran 
ulvatirhrzza  A  quella  doooa,  cb*  era 
mal  avvezza. 

^  §.  II.  Salvatickezza,  per  Mal  ani- 
mo t  fiuggine.  Cron.  Fili.  8.  Richiesti 
da  lui  a  fare  U  pace,  non  erano  com- 
parili :  e  ìd  tanta  salvaticbeua  ktellono 
che  ec.  E  t).  Da  poi  in  qua  siamo  stati 
fratelli  senza  niuna  salvatichezza  .    (Mtn) 

t  SALVATICHISSIMO  .  Superi,  di 
Selvatico  .  Benv.  Ct-ll  Fit.  i,  429. 
Giugnemmo  a  quel  salvaiicbiSìimo  allug- 
giamenlo,  dove  essendo  noi  molli,  isirac- 
cbi  e  affamati  fummo  piacevolissimamen- 
te ricevuti. 

SALVATICINA.  Silvaggina.  Ln.  fe- 
rina. Gr,  &ij^i'ov.  Ar,  Lrn  2.  3.  E  in- 
sieme dolgomi  Che  mai  per  alcun  tempo 
nou  si  Tendono  Salvaticine  qui  come 
si  vendono  In  tutte  altre  citladi.  Car. 
leu.  2  Si.  Per  vanagloria  di  quel- 
la sua  gran  caccia?  delle  salvalicine  fila- 
ria LcMie;  ma  quei  capponi  irnpa&lali,  cbe 
hanno  a   fare  coi  cacciatori  ì 

SALVATICO.  Susi.  Luogo  pieno  d' 
alberi  da  far  ombra.  Lat.  nemus.  Gr. 
Ó.X'70{.  Cron.  Morella  220.  Di  più  fra' 
poggi  vedi  il  lalvalìco  di  gran  boschi,  e 
k«lve  di  molli  castagni,  ec.  l'ett.  Colt, 
21.  lo  gli  risposi,  che  egli  era  pur  co- 
stume antico  Ji  fare  ne'  giardini  de*  sal- 
vatirhi. 

SALVATICO.  AJ'l  Di  teha.  Non  do- 
tnettico.  Lai.  sylve-tter,  iylvattcus  .  Gr. 
dypiOi  .  Bocc.  noi\  3o.  4-  Dandole  al- 
quanto du  mangiare  radici  d*  erbe  ,  e 
pomi  salvaticbi  e  datteri,  e  bcfe  acqua, 
le  disse  :  ec,  /?  nnv.  43-  9.  Per  lo  sal- 
vatico  luogo  s'andò  avvolgendo,  l'ìt.  S, 
Già.  Batt.  201.  Alcuna  volta  trovava  co- 
tali  fruiti  salviticlii  che  sano  per  li  bo- 
schi,  e   parevangli   bulli    e   coglievanc 


assaggijvagli  ,  e  parevangli    buoni, 


nt. 


SS.   Pad.    I.  67.    Vivetlc  d'erbe    salvati 
cbe,  e  di  certe  radici  crude. 

^  %■  ^*  Aggiunto  di  Paese,  Campo, 
terreno f  e  simili,  vale  talora  Aon  coltivato. 
Cron,  Mordi,  220.  Tengimo  parte  di 
salvalico,  e  parte  di  domestico.    (C) 

fr  §.  II.  Salvatico,  e  arnhe  agt^iunto 
di  alcune  piante  e  di  alcuni  frutti  che 
vengono  n-tturalmente  senza  the  all'i  si 
pi^li  alcuna  Cura  d'  i'incstitrfjli,  e  colti- 
va'li.  f^c'^ez.  177.  Di  cipressi  ec,  odi  Cer- 
ri salvatichi  o  domcsticbi  o  di  assi 
falli  d'  abete  nave  Liburtina  si  tesse.  Cr. 
6.  7.  ».  Dell'  oppij  altro  t;  domestico, 
•  altro  è  salvatico.  A"  cnp.  j5.  1.  La 
malva  è  fredda  e  umida  nel  secondo  gra- 
do, 1j  quale  ì*  di  due  maniere»  cioè  di- 
mestica e  salvatica.  (C)  ^ 

■f  §.  III.  Salvatico,  aggiunto  m^via,  0 
simile  ,  vaU  .'tspra.  San  frequentala  . 
Bocc,  nov.  <)3.  II.  Non  per  quelli  via, 
donde  tu  qui  venisti,  m.i  per  quella  che 
tu  vedi  a  sinistra  ec,  n'  andrai  ,  percioc- 
ché, ancoraché  un  poco  più  salvatica  sia, 
«Ila  è  più  vicin.1  a  rasa  tua  (cévè ,  più 
aspra»  e  meno  frequentata). 

•f  *  g  IV.  Sabatico,  vale  anche  So- 
/ttario,  Homito,  Difnhitato.  Bocc.  nov, 
4)8.  43.  5cnz.i  S3p<  re  dove  b*  andasse , 
più  che  d'  altro,  di  morir  disideroso  ,  s' 
avTcnnc  in  un  luogo  molto  salvatico  del- 
la ciliìi,  dove  ce.  (I') 

S-  V.  Per  metif.  O.  V.  8  38.  2. 
L  una  si  mos^e  per  invidia,  t*  l'  altra  per 
salvatica  ingraliludinc  {ci^tt,  tcorter  ,  roua 
iuumauj). 


'<!  g.  VI.  Kiser  salvatiCQ  ad  alcuna  co- 
sa, vate  /esserne  alieno  ,  Xon  portarle 
affezione.  Stor.  Bari.  121.  Bene  veggo 
e  conosco  cbe  tu  se'  salvatico  al  mondo, 
e  alle  cose  cbe  ci  sono,  e  seti  dato  a 
Gesù  Cristo.  (Fj 

g.  VII.  Aggiunto  a  Ftera,  Bestia,  o 
simiU,  vale  Che  vive  in  selva,  o  alla  fo- 
resta. Lai.  ferua.  Gr.  a'//:to;*  Amm, 
Ani.  3o.  l.  12.  Schiumasi  la  bocca  a' 
porci  salvatichi,  e  aginzaosi  i  denti  . 
Bocc,  nov.  77.  4i>  La  fine  della  peoi- 
tenzia  nelle  salvaiicfae  fiere.  com>'  tu  se' 
ec  ,  vuol  esser  la  morte.  A  it.  SS.  Pad. 
2.  11.  Una  fiera  salvatica  per  certi  segni 
gì'  insegnò  un*  erba  ,  della  quale  egli 
mangiando,  fu  guarito  subito.  Fit.  S. 
Gio.  fìat,  202.  Queste  sono  delle  cose 
che  ha  fatte  Dumeneddio  ,  che  diceva 
messere  e  madonna  cb*  erano  fiere 
salvaliche.  E  203  Ora  se*  tu  colle  be- 
alie  ìalvaticbe  ?  R  s'elte  li  faranno  male, 
come  viveró  io  ?  £  2o8  Co»i  s'abbrac- 
ciava Co'  lioni  e  culle  lieslie  grandi  sat- 
vaticbc,  cbe  trovava  per  lo  diserto,  come 
facesse  colla  famiglia  di   casa. 

§  Vili.  A.'ginato  a  Uomo,  vate  Zo- 
liC'i,  Bozzo;  contrario  tt'  Aff''ttitle  ,  e  di 
Gentile.  Lai.  dwus,  a<per,  rusiiiuf.  Gr. 
ói'/ptOy.  Bocc,  nov.  48-  2-  Tanto  cruda 
e  dura,  e  salvatica  gli  si  mostrava  la 
giovanelta  amata.  Da/it.  Purg.  26.  Non 
altriin<-nli  stupido  si  turb^  Lo  rauntanaro 
e  rimirando  ammuta,  Quando  rozzo  e 
salvatico  s'  inurba.  Petr.  cnp,  4  '".  tl>* 
era  più  salvatico  cb'e'  cervi,  Kailo  do- 
mesticato fui  con  tutti. PtfiJ.tó^- Ma  e'sono 
molli  e  molle  cbe  vanno  cercando  colali 
confessori  salvalicbi ,  mentecatti,  e  rozzi, 
G.  V,  8.  3'.  2.  Uomini  erano  morbidi, 
innocenti,  salvatichi,  e  ingrati,  v  Buon, 
Tane.  2.  3.  Tancia,  tu  se*  salvatica  e 
maléa.  (S) 

*  SALVATICDME.  Lo  sUsso  che 
SalvaUchczza.  hìtperf.  V.  Tib.  D,  4. 
T.  12.  182.  Divengon  frutti  domestici 
quei  cbe  da  per  se  pel  soverchio  rigoglio 
aviian  dato  in  salvaticume.  E  Tini.  D. 
12.  T.  8.  4' (*  ^^'  mondo  cbe  ì  campi 
più  fertili  senza  la  dimestica  semenza  e 
il  lavoro  se  ne  vanno  tulli  io  rigoglio  d* 
erbe    inutili  e  di  salvaticume  re.  (F) 

3  SALVATO.  A<ld,  da  S-tlvnre  Lat 
servatus.  Gr.  ^udei'^.  Semi.  S.  Ag  88, 
Colla  tua  anima  è  salvata  la  nostra  ani- 
ma. Alam.  Gir.  16.  llS.  Salvata  dal 
passaggio  ogni  ragione.  Buon.  Fier.  ^ 
4>  4-  ^^*^  combattuta  la  salvata  oave  , 
Fur  sovr'  essa  veduti  aerei  mostri. 

^  %,  E  in  forza  di  Sust-  è  opposto  di 
Dannato.  <«  Frane.  Saich.  Op.  div. 
Io3.  Passi  quistione  ae  la  faccia  di  Dio 
SI  muterà  al  die  iudicio,  conciossicosachè 
secondo  l'Evangelio,  parri  lieta  a*  sal- 
vali, e  crucciosa  a'  dannali  Bui.  Purf>. 
21.  I.  Non  puj  compren-brc  della  dot- 
trina di  Virgilio,  se  nou  la  puniiiune  dei 
dannati,  e  la  purgazione  dei  salvati  ••■  F 
Par.  20.  E  perchè  1'  autore  parla  qui 
de'  salvali,  perù  dice  piedeitinaaionc  ,  e 
non  prescienzia.  (B) 

SALVATORE  Che  salva.  Lat.  salva- 
tor, servator ,  liheiator  .  Gr.  a^xrlp. 
Fu.  Plut.  Diccodo  che  con  voleano 
che  il  lor  salvatore  andasse  alti  traditori 
infedeli. 

§.  Stivatore,  posto  atsolutam  ,  s'  in- 
tende pri^priantónte  Gesucristo  .  Boic, 
not!;  1.  17.  La  quale  il  mio  Salvatore 
ricomperò  col  suo  prezioso  sangue.  Colt. 
Ah.  Isaac,  cap.  17.  E  però  il  Salvatore 
coinandòo  al  suo  seguilatore  ,  eh'  egli  si 
spogliasse,  e  usciuc  del  mondo.  Semi. 
S.  .Ig  ^)^.  Diceva  il  nostro  Salvatore: 
beati  coloro  che  piaogoDo.  E  appresso  ; 
I  Fui  dice  il  Salvatore:  fodele    r  rtll'^ra- 


levi,  cbè  la  vostra  mercede  è  molto  gno' 
de  io  cielo. 

*  SALVATORIO.  Sacrario,  Luogo  do- 
ve alcu-ii ,  fuggendo  la  corte,  per  tema 
di  essrr  presi.  Si  ritiravano  e  \islavanoi 
quasi  F'aichigia.  Borgh.  Fesc.  Fior. 
4)3.  lo  DOQ  so  se  fusse  per  avventura 
questa  parto  quella  cbe  bea  Gregorio 
Turonense  chiama  nella  sua  storia  Salva- 
torio.  (Fi 

SALVATRICE.  FerOal.  ftmm,  Cf» 
salva  .  Lai.  servatrix.  Gr  sutci^k  . 
Fior.  S.  Frane.  Soavissima  Vergine  be- 
nedetta ,  t  salvatrice  dell'  anima  mia. 
#  Salvin.  Staof.  Uh.  l.pa^'.  t).  (Londra 
l'^^)  E  presso  all'onde  Del  fiun-e  Milo, 
a  Iti  reverenda.  Salvatrice,  io  futuro  rio* 
chi   doni  PresenteraoDo.  (B) 

^  SALVAVOCE.  Echeo,  Lat.  echta. 
Gr.j^t*^*  S'ilvin.  Pros.  Tote.  1.  3o8. 
In  somma,  è  un  ecbeo,  un  ulvavoce.  uo 
serbatoio,  oaa  dispeosa,  aoa  conserva  del 
cauto.  (*) 

t  SALVAZIONE.  Sthamento.  Salate. 
Lai.  salus.  Gr,  9wr»i(5i'ot.  Dant.  Jnf,  3. 
eh'  e  principio  alla  via  di  salvatiooe. 
E^p'  Sal'u.  Dimostra  ooo  osere  salva- 
zione, e  salute  Med.  Arò.  Cr.  t^.  Aves- 
sirno  salute  e  salvazione,  e  sempitcraalc 
giustizia.  Colt.  SS.  Pai,  Vengono  a  sal- 
vatiooe per  toslana  medicina.  Pass.  l8o* 
Se  Don  danno  impedimento  alla  loro 
salvazione.  Fit.  S.  Margh.  i56.  Dio  a 
lui  dia  tal  duDO  Che  vegnano  tutti  a 
salvazione. 

*  §.  Salvazione,  vate  anche  Libera' 
zione.  Guicc.  Stor.  4  374-  Nella  quale 
litubatione  di  animo  stimando  sopra  ogoi 
cosa  la  salvazione  di  quelle  genti  ec. 
promesse  Oraoges  stare  fermo  con  1'  eser- 
cito due  giorni.   (L) 

SALUBERRIMAMENTE  .  Suptrl.  di 
Satubrentente  .  Lat.  saluberrime.  Gr 
9(ttrr,£iÙTa.za.,  Tratt.  Segr.  cos.  donn. 
Il  riohjrbaro  si  è  loro  medicina  saluber- 
rima, e  di  vero  se  ne  vaglioau  saluber- 
rimamente* 

t  SALUBERRIMO.  Superi,  di  Sala- 
tre.  Lat.  salubeinmiis.  Gr.  ootXTipi^  • 
Tac;;.  Tratt.  segr.  cot.  donn.  Il  rio- 
barbaro  sì  è  loro  medicina  saluberrima  , 
e  di  vero  'se  oc  vaglioDO  saluberrima- 
mente. Lib.  cur.  m-ìlaU  Ne*  malori  dello 
stomaco  freddo  il  vino  e  rimedio  salu- 
berrimo./7(-/c.  ì  it.  Cohmb,  ao-  I  «eni 
adunque  di  Cristo  al  saluberrimo  consiglio 
degli  spirituali  amici  tanto  più  coofidco* 
temente  si  accostarono. 

SALUBRE  Jdd.  Che  ha,  apporta»  o 
indica  salubrità.  Lai.  s>ituber,  Gr.  S6i- 
•ztipKQi,  Cr.  5.  8  8-  Mcditina  ir  salubre 
(il  seme  dtl  cederno),  e  diuoUe  le  po- 
steme Buon.  Fier,  |.  2.  3.  E  riacalia- 
to  la  malvagia  veltra  Con  salubri  argo- 
racnli  e  tutta  pruuva.  E  l-  3.  3.  Pcrcbr 
lo  scemar  cibo  Con  1*  accrescer  fatica  sia 
salubre.  $  Tais  Ger.  li.  88  Rifiuti 
dunque,  (ahi  sconuKentcI)  ìt  dono  Del 
ciel  salubic,  e  'oeoulra  a  lai  l*  adi- 
ri T  (\) 

SALUBREMKNTE.  Avverh.  Con  j.i- 
titbrità.  Lai,  .ialuhriler  .  Gr.  uyilivwf. 
Lib.  cur  malati,  Dioiorano  salubremenie 
in  quella  aria  di  collina  tanto  matchi.  cbe 
femmine. 

f  SALUBRITÀ*.  SALUBBITADB  .  . 
SALUBlllTATE  .  Qualit'i  di  c.ò  clu 
e  ta.'ubre,  Lat.  taUbmas.  Gr.  uyi'u« 
Cr.  11.  3  3  La  salubrità  dell'aria 
dicbiarano  t  lu.igbi  liberi  dalU  basse 
valli,  e  libcti  nelle  Outli  d^llt  nebbie. 
Eir,  Bag.  i35.  Ma  vero  è,  «b«  noi  *i 
avaniiamo   l'.clla  salubril'a  dell*  aria* 

*X  *  SALVE  .  J  oce  prttU  latina  , 
usata  net  numero  del  meno  par  In  pm 
pceVcnmente,  per  h  tftio    cha    Oto     ii 


S  A  L 


5  A.  L 


S  A  L 


1001 


saivit  Tu  sii  il  hen  venuto  ,  Fatti  con 
Dio,  Ben  po.tia  sture,  o  Bene  stia  il  tale, 
Snondìt  Buongiorno,  Buona  sera  ,  Ti 
saluto  ,  Addio.  SiU'in,  Inn.  Om.  (  O 
Vesta,  cbe  ec<.}  Sulvi-,  6gliuolj  di  Salur- 
00,  e  con  leco  ce.  IC  (Muse,  tlile  acciò 
canti  ec  )  Salve,  reiua  Dea  di  bìancht' 
braccia,  Divina  Luna ,  beniyna ,  crini- 
U.  (A) 

SALVEREGINA.  Orazione  che  st  re- 
cita, alla  nostra  Donna,  cosi  detta  dalle 
parole  con  cui  comincia.  Vani,  Purg.  7. 
SaUcrrgina  iu  sul  verde  e  *u  su*  fioii 
Quindi  seder  cantando  anime  vidi.  Bui. 
ivi:  Salverecina:  nufsta  oraziune  cauta  la 
santa  Chiesa  la  sera  a  compieta. 

•f  *  SALVETE.  Lo  stesso  che  Sal- 
ve, ma  nel  numero  del  più.  Sah-in*  Inn. 
Om,  (De'  DinSLori  dito  ec.)  Tiudaridi , 
salvcte,  montatori  Di  veloci  destrieri,  eh' 
io  di  voi  ec.  (J) 

SALVEZZA.  Salvazione,  Salute,  Scam- 
po. Lat.  saliis*  Gr.  otuTi^it'a .  Bocc> 
ROV*  l\\.  14  In  quella  guisa  puoi  e  la 
mia  pace  e  la  tua  salvezza  acquistare.  K 
nov.  iòZ.  2.  E  adunque  mia  iutenzione 
di  dirvi  ciò  che  una  giovane  ec.  quasi 
in  un  momento  di  loinpo  per  salvezza  di 
eè  al  marito  l'accsse. 

f  SALVIA.  Pi-Miia  aromatica,  che  si 
msa  assai  nella  cucina  j  ed  anche  in  medi- 
cina .  Lat  salvia.  Gr.  g'isit'oya/o;  - 
£occ.  nov  37.  7-  Pasquino  al  gran  cesto 
della  salvia  rivolto,  di  quella  colse  una 
foglia.  Cr,  6,  Ii6  ta  salvia  si  pianta 
colle  piante  e  co' rami  giovani  del  misp 
d'Ottobre,  e  di  Novembre,  e  niej^lio  dt-l 
mese  di  Marzo.  La  salvia  è  calda  nel 
primo  grado,  e  secca  nel  secoudo,  ed  e 
salvia  dimestica,  e  salvatica.  Bern.  Ori. 
I.  7.  3tì.  Messevi  salvia,  cicuta,  e  finoc- 
chio . 

SALVIATICO.  r.  J.  Add.  Salvialo. 
Lat.  salvia  comlitus-  Cr.  4-  22.  5.  Se 
r  uve  nere  a  bollir  si  pongano  nel  fon- 
do del  lino,  il  vino  sarà  più  rosso  ,  ec.  j 
e  se  mele,  più  dolce;  e  se' salvia,  salvia- 
ttco. 

SALVIATO.  Add.  Fatto  con  salvia  , 
Che  ha  odore,  0  sapore  di  salvia.  Lai, 
salvia  condilus.  M.  Aldobr.  Ma  noi  vi 
diremmo  ancora  del  vino  salviate,  e  ro- 
sato. 

SALVIETTA.  Tovnglioìino.  Lat.  mnp- 
pula.  '^-  lied.  Cons.  1.  191.  Si  cuopre 
col  suo  coperchio,  ed  il  vaso  s'ìnvoUa  iu 
una  salvietta  bi.inca  .  Pros.  Fior.  6  Sy. 
Non  sarebbe  ba^talo  in  quel  cambio  un 
lenzuolo,  non  che  una  salvietta.  (*)  Malm. 
6.  45.  Fiorita  è  la  tovaglia,  e  le  salviette 
Di  verdi  pugnitopi    e    di    stoppioni  ,   Sal- 


piega    strette  , 

.     Che    salva , 
Dant.   1.   »3t). 

o   voglìani  dire 


date   con   la  pece 
ec.  (BJ 

t   *    SALVIFICANTE 
Che  Ja  salvo.  Boic.   Coni. 
Qui  la  grazia  saUifìcanle, 
beati6cante,  se  alla  salute  del  pregante  s; 
dispone.  (A) 

SALVIGIA.  Asilo,  Bifugio,  Franchi- 
gia, Borgh  Vesc.  Fivr.  507.  Qual  sole- 
vano giìi  i  servi ,  da'  padroni  strani  ,  e 
fantastichi  maltrattati,  in  salvigia  a'  tem- 
pii ,  e  sotto  le  statue  de'  Principi  rifug- 
gire . 

SÀLUME.  Salsumc,  Lat.  salsamenium, 
Gt.  ràpiy^O^.  Cas .  nm.  buri.  l.  8.  Mas- 
Mme  col  salume  in  compagnia  .  Buon. 
Fier.  3.  I.  IO.  Che  vegg'  io?  Piatti  di 
frastagliami,  Frutte,  paue  ,  salun^i  :  ove 
vjnn*  eglino? 

SALVO.  Sust.  Convenzione  colla  qua- 
le altri  ntt  vendere,  concedere,  o  simili, 
una  cota  ad  uno,  si  riserba  checchessioj 
Bestrizione  ,  Riserva.  Lat.  pactum  con- 
vcntum .  Gr.  cuv&vf/.ir].  ♦  G.  f^.  io.  2.  I. 
I  grandi  e  potenti  er.  si  raunarono  insie- 
Vocahohrio   T.  II. 


me,  e  vollono  dar  la  signoria  Ubera  al  Du- 
ca, e  senza  termine,  v  niun  salvu.  (C)  IC 
12.    22.   5.    I    patii  e  .salvi   l'uroii   <|Uei,ti. 

g.  1.  Mettete,  0  Porre  in  snlvo  ,  vale 
Mettere,  o  Porre  in  sicuro.  Lat.  in  tii- 
tum  redigere  .  Gr.  si;  aooa^siav  xa&i- 
CTa'vat  .  Bocc.  nov.  ()2.  5.  I  cavalli  ,  e 
tutto  r  arnese  messo  in  salvo  ,  senza  al- 
cuna cosa  toccarne.  IC  nov.  ()().  i^t)-  Fat- 
to le  ricche  gioie  porre  in  salvo  ,  ciò 
che  avvenuto  gli  fosse  ce.  raccontò  all' 
Abate  . 

§.  U.  Fare  a  salvo,  F.  FARE  A 
SALVO. 

3  SALVO.  Add.  Fuor  di  pericolo.  Si' 
curo  ,  Salvato  .  Lai.  salvus  ,  incolumis  . 
Gr.  aùOi,  ,  Bocc.  nov.  61.  9.  Io  per  me 
non  mi  terrò  mai  salva,  ne  sicura,  se  noi 
non  la  'ncantiamo. 

V  g.  1.  Arrivare,  Fssere,e  simili,  sa- 
no  e  salvo,  vale  Arrivare,  Essere,  e  si- 
mili, in  ottima  saluti' j  e  dicesi  di  Chi  ab- 
Ifia  corso,  o  poteva  correre  qua/che  peri- 
colo .  «  Ovid.  fist.  3.  S.  B.  Troia  è 
tornala  in  cenere,  e  'l  mio  marito  e  sano, 
e  salvo.».  (C) 

'\'  g.  U.  Non  Esser  salvo  checcheisia, 
vale  Non  esser  sicuro  ,  Correr  pericolo  . 
Cince.  Slor.  3.  26.  Dall'  avarizia,  libidi- 
ne e  crudeltà  dei  quali  non  sarebbe  stata 
salva  cosa   alcuna.   (L) 

V  g.  IH.  Salvo,  aggiunto  di  Luogo, 
vale  Dove  non  è  pencolo.  Sicuro  da  pe- 
ncolo .  «  il/.  Aldohr.  Per  meglio  guar- 
darlo ,  sì  lo  mise  natura  nel  più  salvo 
luogo  I».  Fior,  II.  249-  Confortate  ch'io 
spero  in  loco  salvo  esser  venuto.  (C) 

'?  g.  IV.  Salvo,  talora  vale  anche  Sen- 
za  pregiudicare  ,  Senza  nuocere  ,  A  con- 
dizione che  non  si  rechi  danno,  o  simile. 
u  Bocc  g.  2.  f.  5.  Sopra  che  ciascun 
pensi  di  dire  akuiia  cosa  ce,  saKo  sem- 
pre il  privilegio  di  Dioneo.  G.  V.  9. 
189.  1.  Renduta  la  citta  del  Poggio  col- 
la rocca  a  patti,  se  ne  uscirono  salve  le 
persone  (così  nel  testo  I)av.  }  ».  Giiicc. 
Slor.  18.  84-  Furono  quegli  di  dmlro 
costretti  ad  arrendeisl,  salvo  l'avere,  e  le 
persone.  (C) 

§.  V.  Salvo  il  vero,  si  dice  nel  rac- 
contar checchessia,  quando  si  può  dubita- 
re che  il  fallo  possa  star  altramente  j  e 
vale  :  Il  vero  stia  sempre  in  piede  ,  0 
abbia  sempre  il  suo  luogo.  Lat.  sit  veti- 
tali  Lcus,  nisi  fallar.  Frane,  Succh.  nov. 
l5.  Avendo  una  sua  siroccbìa  da  marito, 
che,  salvo  il  \ero  ,  ebbe  nome  madonna 
Alda,  ec.  Cren.  Morell.  277.  Abbi  a  men- 
te questi  versi,  insegnati  da*  nostri  autori 
per  ammaestramento  di  noi,  come  trove- 
rete nello  istudio,  credo  notabili  d*  Eso- 
po, salvo  il  vero. 

#  g.  VI.  Fu  detto  ancora  salvo  il  con- 
veniente,  per  significare  Abbia  sempre  la 
convenienza  il  suo  luogo  .  Bart.  Op.  I. 
6^q  Non  però  è  da  credersi  cosa  d'  o- 
gnuno  il  saper  far  bene  questi  due  tanto 
fra  sé  lontani  ,  e  dissimili  personaggi  ; 
massimamente  il  giucbevule  ,  salvo  il 
conveniente  al  decoro.  (D) 

*  g.  VII.  Per  salvo  modo  ,  quasi  in 
vece  d'  avverb.,  vale  Con  sicurezza.  Lat. 
tute.  Car.  leti.  1.  78.  Mandovi  con  que- 
sta certe  .scritture  ,  che  mi  lasciò  in  Ro- 
magna M.  Luca  Martini  j  vi  prego  che 
glie  ne  inviale  per  salvo  modo,  ed  a  me 
diciate  una  parola  di  ricevuto.  (P) 

f  SALVO.  Preposizione,  e  vale  Eccet- 
tuato ,  Fuorché,  Se  non.  Si  usa  anche 
colle  particelle  CHE,  o  SE  talvolta  espres- 
se ,  e  tali  olla  soUintfW,  e  si  unisce  co' 
nomi  d*  ogni  genere  ,  e  d'  ogni  numero  . 
ha\..pra:tcr,  prirtcquam.  Gr.  TiXr/v.  Bocc. 
nov.  7^.  8.  E  perciò  esser  non  vi  si  po- 
trebbe, salvo  chi  non  volesse  starvi  a  mo- 
do di  mutcjo      E  nov.    lOO     l5.  ?Jon  la 


lasciar  per  modo,  che  le  bestie  e  gli  uc- 
celli la  divorino,  salvo  se  egli  noi  IÌ  co- 
mandasse, ì:  Leti.    Pm.  Boss.   279.  INiuno 


vecchio  (i  (salvo  se  Quinto  Metello  non 
eccettuassi  )  ,  il  quale  per  vane  avversili 
non  abbia  pianto   molle   volti 


multe  do- 
lutosi, iiiolip  la  morte  desiderata,  G,  F. 
1,  57.  2.  Salvo  che  un  solo  ponto  avea 
sopra  r  Arno.  /•;  3.  5.  |.  Rend»-gli  la  si- 
gnoria di  Lombardia,  salvo  la  Marca  Trì- 
vigiana  .  E  6.  4"-  3.  L'  arme  cbe  egli 
prese,  e  portò,  Iu  quella  dello  'rapcrioi 
salvo  dove  lo  'mperador  suo  j.adrc  portò 
il  campo  ad  oro,  e  1'  agugli.i  nera  ,  egli 
portò  il  campo  d'  argento  ,  e  V  aguglia 
nera.  E  9  317.  4-  Fecero  ordine  e  di- 
creto,  che  ciascuno  potesse  uscire  di  ban- 
do ,  salvo  quelli  delle  case  ecceltate  per 
Gbibelliui  ,  E  U.  l3o  4  Feciuno  lega 
con  tutti  i  conti  Guidi  ,  salvo  col  conte 
Simone  e  'l  nipote.  l'elr.  san.  20.  Che  '1 
mio  d'  ogni  liior  sostene  inopia,  Salvo  di 
quel  che  Jagrimando  stillo.  Vani.  iiif.  3l. 
Ed  i;  legato,  e  fatto  come  questo  ,  Salvo 
che  più  feroce  par  nel  volto,  il/.  /'.  4* 
29.  Ancora  considerò,  cbe,  stando  egli  a 
Mantova,  niuoo  Signore  o  Comune  d'Ita- 
lia ,  salvo  che  Ì  collegati  ,  era  venuto  ,  o 
avca  mandato  a  lui.  Cronichett.  d'Amar. 
34»  Erano  tulli  a  legge  pagana,  salvochè 
Gerusalem  ,  la  quale  tenea  la  legge  di 
Moisè  . 

§.  Salvo  che ,  vale  anche  talvolta  lo 
stesso  che  Purché  .  Lat  dummodo  ,  M. 
Alduhr.  P.  N.  99.  Le  cose  dolci  ,  che 
sono  più  amabili  e  meglio  gli  fanno,  sal- 
vo cbe  il  fegato  non  sia  troppo  ripieno 
di  caldezza  .  E  HI.  Aidobr.  B.  V.  Le 
carni  del  porco  di  più  tempo  vagUono  as- 
sai meglio,   salvo  che  siano  castrati. 

SALVOCOINDOTTO.  Sicutià  che  dan- 
no i  Pimcipi,  o  le  Bepubbliche  ,  peiche 
altri  ne'loro  Stali  non  sia  molestato^  o 
nella  persona  ,  0  nella  roba  .  Lat.  /ìdt^ 
publica.  Gr.  aioai-Eta.  G.   V.   10-   2i3. 

1.  Il  re  Giovanni  venne  di  Francia  ec. 
per  farsi  fare  salvocoodotto  .  E  li.   l3o. 

2.  Per  sicurl'a  di  suo  salvocondotto  il  Co- 
mune di  Pisa  gli  niandaro  una  lor  galèa 
armala  passeggicra  .  Frane.  Sacch.  nov  ■ 
107-  E  se  ma'  tu  mangerai  più  meco,  k> 
vorrò'il  salvocondotto  per  gli  occhi.  Bern. 
Ori.  I.  27.  45-  Ci  si  andò  per  quel  sal- 
vocondotto ,  E  mai  non  ebbe  la  miglior 
novella.  Cas.  lett.  28.  Se  non  che  V.  E. 
ha  fatto  un  salvocondotto  ne'Leui  e  nella 
persona , 

•■{-  *  SALlITA^TE.  Che  saluta.  Tac, 
Dav.  Perd.  elvq.  409.  Non  nii  rompa  '1 
sonno  strepilo  di  salutanti  ,  ne  messaggio 
ansante.  Salvia,  Fiir.  Buon.  3.  2.  18.  1 
Romani,  a  voler  avere  il  codazzo,  davano 
ai  loro  aderenti  e  salutanti  la  sportula  : 
oggi  in  luogo  della  sportula  è  succeduty 
la  cioccolata  .    (A) 

*  §.  E  in  forza  di  sust.  Tac.  Dav. 
Slor.  2.  296.  Le  male  biette,  e  la  citlà, 
feconda  madre  di  nìmicizie  li  rattizzò  ,  e 
mise  ambo  in  gaia  d'  onori  ,  di  codazzi  , 
e  tuibe  di  salutanti. f^O '''"'*''"•  Ceorg.l.  2. 
Oh  troppo  fortunati  Agricoltori  ec.  Se  al- 
ta magion,  dalle  superbe  porle,  E  da  tutte 
le  stanze  non  ributta  De'  salutanti  la  mat- 
tina un  mare.  (I<') 

t  3  SALUTARE.  Eerbo.  Fare  qual- 
che atto  di  civiltà,  di  ossequio,  o  si'uile, 
ad  alcuno  in  presentar glisi,  incontrando- 
lo, o  in  qualihe  alti  a  occasione,  h^t,  salti- 
lare,  conipelliire.  Gr.  ccGTra'i^ecSat,  TTpo- 
ooLyopiktv.  Bocc,  nov.  49-  9.  Avendola  già 
Federigo  reverenlemente  salutala  ,  disse  : 
ec.  E  nov.  77.  26.  Verranno  a  voi  due 
damigelle  ec.  ,  e  sì  vi  saluteranno  .  Eit. 
SS,  Pad.  I.  76-  Poiihè  gli  ebbe  saluta- 
ti, di  po' alquanto  gli  benedisse. 

-|-  V  §.  I-  £  informa  di  neulr.  pass. 
126 


IQ03 


S  A  L 


l'arane.  Sacch.  nov.  i^S.  Qualunque  Irò* 
viiva  suo  domestico,  talutdodosi  cun  lui, 
diceva;  Bea  l'bo.  (ì'j 

§.  II.  /Vr  umi/tt.  Petr.  son.  i83.  Così 
mi  svoglio  a  salutar  l'aurora. 

#  §.  III.  /iIUio  ti  saluti j  maniera  cfie 
vale  /lidio  ti  st/i'i,  Iddio  ti  dia  .lalnte, 
yit.  SS.  l'ad  2.  iìf)'}.  Si  Io  saluto,  o 
diiscgli:   Si;;nor  mio,  Iddio  (i  saluti,  (y) 

#  §.  IV.  Salutari',  talora  vate  Fare  i 
tuoi  complimenti  per  lettera .  Vit.  SS. 
Pad.  2-  1 1^.  E  partendosi  disse  loro 
quello  primo  romito,  salulatelori,  e  dite- 
gli da  mìa  parie,  che  non  innacqui  la  cu- 
cina dell'orlo.  «  Pflr.  son.  2^6-  Ma  ben 
ti  prego  che  'n  la  terza  spera  Guitton  sa- 
luti, e  mcsscr  Gino,  e  Ujiito.  Cas,  l>-tt* 
58.  lo  saluto  il  P.  Borgliino  ,  e  gli  altri 
amici  di  V.  S.  e  miei  w.  (C) 

^  §.  V.  Salitt'tre  ,  talora  vale  anche 
Visitare  ,  Andtr  a  trovare  alcuno  .  Lat. 
salutare,  visitare,  Ces.  liti.  Cic.  5.  ^7.  Es- 
sendo Fitogene  tuo  liberto  venutone  a  Lao- 
dicca  a  salutarmi  ce,  gli  consegnai  que- 
sta Icllera,  clic  è  in  risposta  iilla  tua  avuta 
dal  messo  di  Bruto.  K  8.  259-  Egli  era 
venuto  per  salutarmi;  ma  lìd.  me  iavitato 
rcilò.  (C) 

*f  §  VI  Salutare  alcuno  in  lie  ,  0 
slmile,  l'ale  Acclamarlo  per  Ile,  o  stmi' 
le  .  Lat.  consalutare  .  Gr.  a^TK^sflÌTKc  . 
Petr.  Uom.  ili.  La  più  parte  de*  sacerdo* 
li,  e  del  clero  ec.  si  voUono  a  questo  Co- 
non,  e  salutiironlo  Pontefice  (qnoito  esem^ 
pio  è  trailo  dalle  /  ile  degli  Imprradori 
e  Pontefici  romani  ,  e  riicontrasi  neW 
tdtz.  del  1625  a  pag.  l58.).  /'Vr.  Puc. 
an.  58.  Consigliava  per  bene  e  utile  lo- 
ro ,  e  per  esaltazione  del  regno  ,  che  lo 
dovcssoQo  salutare  per  Uc  ^  Tac.  I)av. 
Stor.  2.  292.  Ali*  uscir  di  camera  Vospa- 
siano,  pocbi  soldati  gli  si  fanno  incontro 
quasi  per  salularlo  Legato  ,  e  *1  salutare 
Imperadure.  (Cj 

#  §.  VII  Salutare  uno  padre  ,  bene- 
fattore ec  ,  vale  Cliiamarlo ,  Appellarlo 
padre ,  bene Jaliore ce  Scgr.  Fior.Stjr.lib.  4. 
in  fin.  Egli  (ornando  dallo  esigtio  ec.  da 
ciascuno  volontariamcule  fu  salutato  be- 
nefattore del  popolo  ,  e  padre  della  pa- 
tria. (CJ 

t  ***  §■  Vili.  Salutare,  prr  Proi-ocnre 
alla  pugna.  Car.  ìùi.  II.  JJ7 1  -  E  con  le 
lance  in  resta.  Con  saette  e  con  dardi  in- 
cuminciaro  Primamente  da  lunge  a  sa- 
lutarsi (qui  in  forma  di  neutr.  pass.}.  (M) 

t^  §.  IX.  Salutare  alcuno  con  un  ba- 
stone, con  un  sasso,  0  simili,  vale  Dargli 
d'un  bastone,  d'un  sa.tso,  o  simili.  Geli, 
l'j-r.  A.  3.  Io  li  saluterò  ben  io  con  una 
di  queste  pietre,  se  tu  non  mi  ti  levi  di- 
uanu,  inipicratiiccio.   (C) 

^  $.  X.  Salutare  ,  si  dice  anche  de* 
Segni  di  rispetto  clic  .ti  danno  ad  alcune 
cose  .  Car.  Knrid.  3.  82^-  Italia  Acalo 
Gridò  primieramente  :  Italia  ,  Italia  Da 
ciascun  legno  riloroaudu  allegri  Tutti  la 
salutammo.  (C) 

SALUTARE  .  Susi.  L'  Atto  del  salu- 
tare. Saluto.  Lai.  satutntio  .  Gr.  aarcx 
apói  .  Dant.  Purg.  8.  Nullo  bel  salutar 
ira  ooi  si  tacque.  E  ì  it.  I\'iiov.  9.  Pas* 
sando  per  alcuna  parte  ,  mi  negò  il  silo 
dolcissimo  salutare,  nel  quile  slavj  tutta 
la  mia  beatitudine.  E  appresso:  Uscendo 
alquanto  del  pruposito  presente ,  voglio 
dare  ad  intendere  quello  che  *1  suo  salu- 
tarn  in  me  virtuosamente  operava. 

^  g.  Significa  anche  Sili'alore,  Medi- 
co. Cavale.  Spetch.  Cr.  175.  Visitaci  noi 
tuo  ululare,  cioè  mandaci  il  tuo  l-'ìgliuolo 
nostro  Salvatore  .  Mor.  S.  tireg.  ij.  39. 
Era  venuta  mono  1'  anima  del  Profeta  , 
Tcsficndo  in  amore  del  salutar*-  di  Dio  , 
/*-'  8.  17.  L' anmia  mìi  venne  meno  «Ifl 
tuo  salularv    (l'j 


S   A  L 

SALUTARE.  Add.  Salutijero,  Sazie- 
vole, htl  salutaris,  Gr.  'SùiTrJptOi.  Pass. 
127.  Possono  la  confessione  u>iire,  e  pro- 
sciogliere ,  e  imporre  penilenxa  salutare  . 
Fir.  As.  l5o.  Adorata  prima  la  sua  sa- 
lutare deii'a  ,  setua  sapere  dove  ti  gisse, 
seguitò   suo    viaggio. 

SALUTATO.  Add.  da  Salutare,  Lat. 
salutaUis  .  Gr.  Tjsjry.T/tis'voi  .  Amet-  69. 
In  terra  ferma  posarono  i  patti  loro  ,  o 
salutati  i  viciai  monti,  ne.  frane.  Sacch, 
Op.  div.  92.  Priego  la  1i>>ali>simi  Vergi- 
ne Maria,  salutata  dall' Aogrlo,  piena  d* 
ogni  grazia,  ce. 

t  SALUTATORE.  Nerbai,  masc.  Che, 
o  Chi  .itlut.i.  Lat.  salutator.  Or.  npoiv.- 
yop!UTif>.  /fga,  Pand.  ^7.  Salutatori,  lo- 
datori, assentatoci,  profferitori  si  trovano 
assai,  amici  iiiuno  Fanh.  Jùcol.  33.  Io 
ho  in  casa  di  colali  salutatori  pure  astai. 
Segr.  Fior,  Stor.  7.  173.  Quelli  che  so- 
levano vedere  le  case  loro  piene  di  salu- 
tatori ,  e  di  presenti  ,  vote  di  sostanze  e 
d'  uomini  le  vedevano. 

SALUTAZIONE.  //  salutare.  Saluta. 
Lat.  salutatio.  Gr.  v.'srzy.rsp'ì'i»  G.  /'.  6. 
26.  2.  La  quale  (lettera)  comincia,  della 
la  salutazione,  ce.  Annot.  ì'ang.  Come 
Elisabetta  udì  la  salulazion  di  Maria  ,  il 
fanciullo,  che  avea  nel  suo  ventre,  si  ral- 
legtò  .  Vii.  Plnt.  P.  S.  9  Alessandro, 
quando  egli  scriveva  sue  lettere,  giammai 
non  iscriveva  salutazione  a  niuno.  Frane. 
Sacch.  nov.  181.  La  risposta,  ch'io  v'ho 
fatta ,  è  stata  secondo  la  vostra  saluta- 
zione . 

3  SALUTE.  Assicuramento,  o  Libera- 
zione da  ogni  danno,  e  pericolo!  Salvez- 
za. Lat.  salut ,  incolumifas.  Gr.  aoìvrìpiy:. 
f/occ.  nov.  ^7.  9.  Con  grandissimo  pianto 
un  dì  il  manifestò  alla  madre,  lei  per  la 
sua  salute  pregando.  Petr.  canz.  39.  3. 
Durò  molt*  anni  in  aspettando  un  giorno, 
Che  per  nostra  salute  unqua  non  viene  . 
Dant.  Inf.  j.  Di  quell'umile  Italia  fia 
salute,  Per  cui  muno  la  vergine  Camilla. 
E  Purg  17.  Mai  non  può  dalla  salute 
Amor  del  .suo  soggetto  volger  viso  .  /:.* 
Par.  8.  K  non  pur  le  nature  provvedute 
Son  nella  niente  ,  eh*  è  da  sé  peifclta  , 
Ma   esse  ÌnsÌetiic  colla  lur  salute. 

V  §.  I.  Salute,  vale  anche  Salvazione, 
Felicità  eterna  .  «  Oli.  Com.  Purg.  10. 
334-  Seneca  dice  ;  principio  della  salute  è 
cognosciniento  del  peccato.  Cavale.  Frati. 
ling.  Speranza  di  saluto  e  quando  dopo  il 
peccato  seguita  la  vergogna  ».  Segner. 
Crist  instr.  j.  6.  2.  Couvien  ricorrere 
continuamente  al  Signore,  e  chiedergli  la 
salute  .  F  num.  3.  Raccomandatevi  sem- 
pre senza  internieitere  un  esercizio  si  ne- 
cessario per  la  salute    (C) 

^  £.  II.  Ultima  salute,  in  sìtinific.  di 
Dio,  il  disse  .  »  Dant»  Par.  33-  Tanto 
eh*  e*  possa  cogli  occhi  levarsi  Più  altn 
verso  r  ultima  salute  lìut.  ivi:  Verso  1* 
ultima  salute,  cioL'  ec.  inverso  Dio,  che  e 
r  ullima   nostra  salute  ».  (C) 

I  *  §  III.  Salute,  talora  vale  Reden- 
zione, /ìorgh.  Orig  Fir,  i  jo.  Egli  scris- 
se in  veisi  Latini  assai  vaghi  secondo  il 
secolo,  nel  quale  egli  visse,  che  fu  intor- 
no al  ecce,  della  salute  nostra.  E  l3:'». 
L*  aooo  dodiresimo  di  Lioprautlo  Re  de* 
Longobardi ,  che  venne  ad  essere  intorno 
al  DCCXXIl.  della  S.  F  Fasi.  473.  I 
nostri  Cristiani  er.  vollero  annoverare  gli 
anni  dal  principio  della  comune  S.  (/') 
Stor.  Jinr.  i.  5,  Sino  a  tanto  che  l'anno 
7.44-  della  salute,  al  Irmpo  di  Costan- 
tino V  e  di  Papa  /acihena  eoo  af»  mila 
combattenti  non  tornarono  a  rioccupar- 
1".  (C) 

^  S-  *^-  Salili*  ,  vaie  anche  Sanità  . 
Itocc.  nov.  27.  3V  Voi  udirete  novello 
che  vi  piar*|-,nuo  .  sì  veramente  »c  10   1' 


S  A  L 

ho  buone  ce.  della  soa  lalolc  .  /^  g.  3. 
n.  2.  Vi  priegoche  voi  guardialealla  vostra 
salute.  Cr.  9.  3.  1.  Ma  se  potesse  sLar 
seou  la  madre  (il  puledro)  uclle  pa>tur«, 
e  santa  altre  cavalle,  iofino  a'  tre  anni, 
molto  gioverebbe  alla  salute  dvile  tuo 
gambe,  e  di  tutta  U  persona.  J/.  F.  lib, 
1.  cap,  34.  E  per  aiuto  dì  grandi  e  tD- 
liiti  argomenti  (pelato  de*  tuoi  peli)  rico- 
verò la  salute  del  suo  corpo*  (f)  m  Cas. 
leti.  i5.  Pregando  nostro  Signore  Dio  per 
la  salute  sua  >*.  ((^) 

#  3.  V.  Allt  salute  d'alcuno.  Alla  vo- 
stra salute  I  o  simile  j  maaiera  di  dire  « 
di  cui  ci  serviamo  quando  beviamo  a  omo- 
re  di  qualcuno.  (Cf) 

#  J.  VI.  Salute,  per  mftaf.  aitrifmito 
alle  piante,  Cr.  5.  I  16.  La  cui  putrefa- 
zione ingenera  vermini ,  i  quali  malva- 
giamente perseguitano  la  salute  dell'  ar- 
bore. (F) 

9  S  VII.  Per  SJuto.  Lat.  salutatio. 
Gr.  asTTXT/xo*;.  Petr.  cap.  2.  Ch'  a  pena 
g'i  potei  render  saluto. 

^  §.  Vili.  Salute  ,  è  anche  voce  che 
si  usa  nei  preamboli  delle  bolle  Papali , 
negli  Editti  de*  Vescovi,  nelle  lettere  ec. 
verso  coloro  a  cui  sono  dirette,  m  G.  F, 
7.  66.  2-  A*  pcrIìJi  e  crudeli  dell*  Ìsola  dì 
Cicilia,  ciarlino  papa  quarto,  quelle  sa- 
lute, delle  quali  degni  sete.  Filoc.  3.  I96. 
Per  questa,  quella  salute,  che  per  me  d^ 
tidero,  ti  mando  •».  (C)  \  Tass.  Ger.  18. 
5l.  AI  Signor  di  Giudea,  dicea  lo  scritto. 
Invia  salute  il  capitan  d'  Egitto,  (y) 

s?  SALUTEVILE.  F.  A  Add,  Salu- 
tevole. Guitt  tett.  21.  5p.  Sia  maggior- 
mente lui  (a  lui  ì  gloriato,  e  salutevtle 
voi    (a  voi)   in  tutte  cot».  (F) 

SALUTEVOLE.  Add.  Salutifero.  Lat. 
saluher ,  salutaris ,  saliitifer.  Gr.  c«TT]'- 
piQ^.  G.  F.  II.  3.  8.  Ne  dalla  peniten- 
za  ,  nù  da  adorare  non  sieno  di  lungi  I0 
limosinr,  loro  salutevoli  compagne.  Filoc. 
|.  119.  Incominciamo  la  salutevole  fuga. 
Coli. 'ss.  Pad.  Si  ne  gasltga  colla  sala- 
tcvol  compunzii>ne  .  n=  Salvia.  Disc.  a. 
401.  Da  sette  giranti  stelle  gl'inQuviì&a- 
lutevoli,  o  mali,  se  si  ha  da  crederò  41* 
genetliaci,  a  noi  ne  scendono.  (]Vj 

§.  Salutevole ,  tnlora  vale  Di  saluto. 
Dant,  Inf  4-  Volsersi  a  me  con  aalutevoi 
cenno.  But.  ivi:  A  me  con  salutevol  cen- 
no ec;  cioè  Virgilio,  che  quelli  poeti  m* 
ehbono  salutato. 

SALUTEVOLISSIMO.  Superi,  di  Sa- 
lutevole. Lat.  saluherrimus.  Gf.  aaiTTjpiay- 
raro^.  Petr.  Uom.  ili.  La  repubblica  di- 
fesa  per  lo  lodalissimo  e  saintevolìisimo 
aintorio  del  consiglio  di  Nasica.  S.  Agotl. 
C.  D.  Li  suo*  prccati  son  cassi  eoo  tanta 
piel^,  per  la  salutevolissima  umiltà  della 
penitenza . 

SALUTEVOLJIENTE  .  Avverò,  Con 
silute.  Lat.  salubriter .  Gr.  owTv;ptOi(  . 
f*.  /'.  11.  3.  16.  Anfora  queste  alBiiioni 
alcuna  volta  salutevolmente  ne  sono  niao- 
d.iTr.  /■;  la.  108.  2.  Ctoie  allo  stato  de* 
SUOI  divoti  si  possa  talulrvolmente  prov- 
vedere .  Cr,  j)  55.  2  Se  *1  luello  tari 
infino  al  fondo  dannificato,  t^luierulmen- 
te  si  cura  col  diiolaniento  dell*  anghia 
{così  ne'biioni  tetti  a  pemm») 

#  %.  Per  SaU-amentr  ,  Gntd  G,  ||. 
1.  Entrarono  salutevolmente  nel  porto  d' 
un  castello.  E  appresta  t  E  poiché  elli  sa- 
lulevolmcnle  \i  furono  giunti.  (C) 

SALUTIFERAMENTE.  Avveri.,  Com 
apportgmento  di  salute.  Lai.  salubriter. 
G(.  7WT>;ci  w(.  tìniel  S,  f.'/rc  II  volto© 
del  peccato  salulireramentr  s'apre,  il  qua 
le  niortir«ramcntr  s'ocrullava  nella  men- 
to .  S.  Agost,  C,  />.  Ove  comanda  »alu 
tiferameoli* ,  dicendo.  0  Car.  Ser.  Opr. 
161.  Peniorrbc  Cristo  netl*  evangelio  di- 
ipuland*  d<<ir  elemosine  ,  ed   esorlandont 


S  A  L 


S  A  M 


SAN 


I0o3 


fedelmente ,  o  salutiferameDle ,  che  per 
meno  ec.  (Cj  Cince.  Sior.  2.  3-7  Per- 
riò  aTere  i  PaJrì  antichi  nel  Concilio  di 
Costanza  salutiternmente  stabilito,  che  per 
V  av%enirc  di  dieci  in  dieci  anni  si  cele- 
brasse il  concilio.  (L) 

t  SALUTIFERO.  A<ii!,  Che  è  vantag- 
gioso alla  salute  del  corpo,  o  dell'anima. 
Che  è  utile  al  manlgnìniento  della  i-ita  , 
della  roba  ,  della /anta  .  Lat.  saluttjer  » 
saìnlaris.  Gr.owT>i';5to«.  Bore,  Vit.  Dant. 
224*  Wacquo  questo  singulaie  splendore 
italico  ec.  negli  anni  della  saluttlera  in- 
carnazione, del  Re  dell'universo  1265.  E 
nov.  4-  5.  Seco  molle  cose  rivolse  ,  cer- 
cando se  a  lai  alcuna  salutifera  trovar  ne 
potesse.  Cron.  Morell.  2"^^.  Sarai  franco» 
«saputo  a'rimcdii  salutiferi,  e  buoni.  Ci- 
riff.  Cali',  1.  36.  Il  mio  venir  quanto  fia 
salutifero.  Sfn.  Jien.  ì'arch.  f\.  5.  Donde 
tanti  albuscelli,  die  producono  diversi  frut- 
ti? tante  erbe  salutifere? 

*?  §  IC  in  forza  di  iust.jper  Cosa  sa- 
luti/era,  Sali-ezzii.  Oli  Com.  Inf,  7.  119. 
Oh  a  quanti  lu  utile,  e  salutifero  la  po- 
Tertà,  il  non  essere  conosciuto  ,  e  1'  esse- 
re privalo,  e  senza  dignilade.  (^') 

SALUTO  //  salutare.  Lat.  saintatio. 
Gr.  oiy:txsfiói.  Tes.  Br.  i.  18.  Egli  av- 
venne nello  antico  tempo,  che  qoando  alcuno 
uomo  salutava  I'  Angelo,  egli  non  gli  ren- 
dea  il  suo  saluto ,  anzi  il  dispregiava  . 
Tac.  Rit.  Lo  Re  disse  :  io  ricevo  lo  sa- 
luto sopra  di  me  .  Petr.  son.  87.  Come 
col  balenar  tuona  in  un  punto,  Co<>ì  fu* 
io  da*  begli  occhi  lucenti  E  d*  un  dolce 
saluto  insieme  aggiunto. 

*  SALUTO  V.  A.  Jdd.  Salilo.  Jìmn. 
Favol.  2.  22.  Mi  disse ,  e  ho  '1  credulo. 
Che  se  'a  cima  saluto  (  qui  per  la  ri- 
ma},  (X) 

SAMBRA,  r.  A.  Zamùra.  Guitt.  leti. 
1^.  Doveano  dimorare  in  nelle  sale,  e  in 
la  sambre  vostre  tra  i  domestichi  loro. 

*-J-  SA^nìUCA.  Strumento  musicale  da 
corda  degli  antichi  Greci,  che  niolli  cre- 
dono essere  lo  stesso  Barbiton.  Lat.  sam- 
buca. Gr.  eoLfi^xixri  .  Car.  Matt.  son.  2. 
O  naccheri,  o  sambuche  Sparate;  e  tu  , 
che  1'  Ubi  di  piume  brollo  ,  Va*,  gli  apri 
il  capo  ,  e  cavane  il  midollo  .  j4r.  tur. 
17-  47*  ^<^6  Id  sera  il  suon  della  sam- 
buca . 

*  §,  Sambuca,  è  anche  una  Macchina 
colla  quale  dalle  torri  sì  abbassava  il  fra- 
te sulle  mura  della  città  combattuta,  l'e- 
ff«.  pag.  166.  ( Fir.  iSl5)  La  sambuca 
è  dett.t  a  similitudine  dilla  cetera,  perchè, 
secondochè  nella  celerà  sono  corde  ,  cosi 
nelle  travi  che  per  Io  lungo  allato  alla 
torre  si  pongono  ,  sono  funi  cb'  il  ponte 
ec,  fanno  chinare,  acciocché  ec.  (B) 

SAMBUCATO.  Add  A^gmnto  di  Co- 
sa, dove  sieno  mescolati  Jiori  di  samhu- 
co .  Lab.  ipi.  Le  frittellette  sambucate  , 
i  migliarci   bianchi,  i  bramangieri,  ec. 

SAMBUCHIINO.  ^t/rf.  £>i  irtm////co.Lat. 
sambuceus.  Gr.  a'/Tafo^.  Cr.  5.  ^S.  12  A 
questo  medesimo  modo  si  fa  il  violato  (olio), 
il  sambuchino.  il  mirtino. 

t  SAMBUCO.  Sorta  d'albero,  i  cui  ra- 
mi sono  ripieni  d*  una  midolla  tenera  e 
copiosa,  ed  i  cui  Jiori  bianchi  hanno  vir- 
tù diuretica,  ed  attrattiva.  Lat.  sambueus. 
Gr.  ttxxri.  Cr.  2  t\,  i5.  Sono  ancora  al- 
cune piante,  le  quali  hanno  quasi  lutta  la 
sQslanxia  piena  di  midolla  siccome  il  sam- 
iuco,  l'ebbio,  e  simigliami.  E  .5.  53,  i. 
Il  sambuco  è  albero  nolo  ,  il  qual  nasce 
nelle  siepi,  e  agevolmente  s'  appiglia  pian- 
tato co' rami  fitti  nella  terra.  Alam,  Colf. 
5.  109.  In  essa  spanda  Ora  i  suoi  rotii 
fior  r  ebbio,  e  '1  sambuco. 

t  SAMPIERO.  Sorta  di  fico,  e  di  su- 
sino s  e  SI  dice  tanto  dell'albero,  quanto 
del  frutto  .   Burch,   \.   49-  E  venti  buchi 


di  fichi  sampieri  .  ^fcrg.  18.  137.  Mi 
sdrucriolan  giù  propio  per  Ij  boera,  Co- 
me i  fichi  sanipi.i,  quei  ben  maturi.  //<■/- 
litic.  .foti,  258-  Che  non  si  mangi  più  fi- 
chi sarnpieri  .  Dav*  Colt.  l85.  L*  altra 
turba  de'  (susini)  perniroui  ec,  calelani  , 
amorosi,   sain[iieri  ec.   non  se  ne  cura. 

'f  SAMPOGINA  .  Sfnimenio  rusttcann 
musicale  di  fiato,  hit.  fìstula.  Gr.  aùpty^. 
Dant.  Par.  20-  Siccome  al  pertugio  Della 
sampogna  vento  che  penetra  .  Sen.  Pist. 
Cantando  a  suon  di  sampogna  ,  goduti  , 
guduti  siamo  ogyi  Arrtiib.  7,1.  Colla  sam- 
pogna  dolcemente  canta  ruccell.»lore.  Tnss. 
Ani,  prol.  E  questa  e  pure  Suprema  glo- 
ria ,  e  gran  niìracol  mio  ,  Render  simili 
alle  più  dotte  cetre  Le  rustiche  sam- 
pogne. 

*  SAMPOGNARE.  Zampognare.  Sen, 
Pisi.  Ivi  con  sommo  studio  si  giudica 
chi  è  buono  violatore,  e  chi  ben  sa  sam- 
poguare,  e  chi  ha  buona  boce.  (f  ) 

*  SAMPOGNETTA.  Dim.  di  Sawpo- 
gna  .  Oh  Ccm,  Par.  1.  1^  Marsia  per 
arroganza  prese  il  parlilo  ,  e  tolse  una 
sampognetta ,  e  fece  dilicatissimo  suono 
con  quelle  note  che  per  umana  scienza  si 
possano  produrre  in  atto.  (X) 

•f  SAN.  Tronco  ffa  San:aj  modo  an- 
tico. Lai.  sine.  Gr.  a  v£u .  Tesontt.  Br. 
8.  Sq  E  l'uom,  se  Dio  mi  vaglia.  Crea- 
to fu  san  faglia  ,  La  più  nobile  cosa  ,  E 
degna  ,  e  preziosa  DÌ  tutte  creature  .  E 
12.  f)6.  Non  ti  paia  travaglia.  Che  tu  ve- 
draisaa  faglia  Tutte  le  gran  sentenze. 
Bim  ant.  /•'.  B.  Guid.  Gitiniz.  Però  san 
dimorare  ,  Canzonetta  piacente  ,  Va',  di* 
a  Madonna  esto  molto  vertiero  .  E  Ar. 
Bald.  E  vorrei  pur  provare,  S'  io  potes- 
si campare  San  travagli  d'  amore  ,  e  san 
tormenti. 

g.  Son  ,  è  anche  voce  accorciata  da  San- 
to, r.  SANTO. 

SAN.VBILE.  Add,  Atto  a  sanarsi.  "Lsi. 
sanabtlis  .  Gr.  l'a-^i/JLO;  .  Albert  cap.  2, 
E  sia  la  Ina  caduta  non  sanabile  dalla 
morte.  But,  Inf  3i.  I.  Se  un'altra  vol- 
ta si  metlea  nella  ferita  ,  la  facea  sana- 
bile . 

SANAMENTE.  A^veib.  Con  sanità. 
Lai,  salubriter.  Gr.  uyitù;. 

g.  I.  Per  Bene,  Perfettamente,  e  Sen- 
za passione.  Lat.  recte.  Gr.  uytw;.  Bocc. 
nov.  5o.  23.  Intendi  sanamente  Pietro, 
che  io  son  femmina  come  1'  altre  .  e  ho 
voglia  di  quel  che  l'altre.  E  nov.  62.  8. 
Intendi  sanamente  ,  marito  mio  ,  che  se 
io  volessi  lar  male  ,  io  troverei  ben  con 
cui  , 

§.  II.  Per  Sog£;iamente,  Con  giudizio. 
Lat.  sapienter  .  Gr  coycJ?  .  Ci'C.  Celi. 
5.  11^-  lo  dubito  che  tu  non  abbi  ren- 
dalo il  poter  discorrere  sanamente,  come 
tu  hai  fatto  il  favellare,  a  coloro,  con  chi 
i'  ho  parlalo,  come  tu  premettesti. 

*  g.  III.  Per  Certamente,  Di  sicuro. 
Lai.  sane.  Med.  Arb,  Cr.  26  Sanamente 
dopo  Lazzaro  risuscitato  da  Cristo,  ec.  sap- 
picndo  Gesù  come  la  turba  gli  dovea  ve- 
nire incontro,   si  sali  in  sull'  asino.  (C) 

SANARE  .  Far  sano  ,  Pender  sanità  . 
Lai.  sanare,  sanitati  restiluere.  Gr.i'às^ai. 
G.  V.  7.  i54-  I-  Sanando  infermi,  e  rizzan- 
do attratti,  e  sgombrando  imperversati. 
Serm.  S  Asost.  5o.  Tu  facesti  inferma- 
re colui  eh*  è  sanatorc  di  tutti  ì  mali,  ac- 
ciocché e'  sanasse  le  nostre  infrrmiladi  . 
Vani.  Inf.  11.  O  Sol,  che  sani  ogni  vi- 
sta turbata.  Tu  mi  conlenti,  l'etr.  sen. 
126.  Non  sa  come  Amor  sana  ,  e  come 
ancìde . 

f  g.   I.  In  S'gnifìc.ncutr,,  per  Risana- 
re ,   Guarire  ,  e  dicesi    di    persona  ,  e  di 
cofa.  Lat    convalescere,  crnsaneseere.  Gr. 
I  «■TTo  T"^;  a^Ssvsi'a;  patCetv.  Peir.  son. 
I   ^q.   Piaga  per  allentar  d'  arco   non  sana  . 


*  jTr.  Cìvrd.  73.  Entrato  in  un  bagno 
d'  olio  lavorato,  il  quale  i  medici  l'aver 
nu  fallo,  acciocché  sanasse,  uscendone  fu 
bene  dicci  cotanti  peggio  poscia  che  pri- 
lla •  (F)  Cas.  Son.  l'j.  Cangiai  con  mio 
gran  duol  contrade  e  parte  ,  Coni'  egro 
suol  che  'n  sua  magion  non  sana.  (FP) 

g.  IL  Sanare,  l'usiamo  anche  in  signi- 
fic.  di  Castrare.  Lat.  castrare,  evirare, 
eisrcare  .  Gr.  iyjioxìyf^ni  .  Cani,  Cara. 
157.  Non  gli  fate  per  nulla  mai  sanare, 
Perrbi'  mogi  diventano  ,  Ni-  gli  potete  a 
nulla  adoperare.  Fir.  jls.  ?.io.  Noi  po- 
tremmo col  sanarlo  trargli  il  ruzzo  del 
capo . 

■f  'S  g.  III.  Sanar  la  doglia  ,  la  squi- 
nnnzia  ,  e  simili  ,  dicesi  dei  medicamenti 
e  delle  erbe  che  hanno  vntìi  di  sanare 
altrui  della  doglia  ,  dilla  squmanzia  ,  e 
simili,  Tfs.  l'ov.  P.  S.  18.  La  scabbio- 
sa gargarizzala,  bevuta  ed  impiastrata,  sa* 
na  la  squinanzia  disperala.  E  cap.  26.  La 
corilura  dì  salice  sana  la  doglia  ec.  e  la 
durezza   (della   milza).   (A) 

SANATIVO-  Add.  Che  ha  virtù  di  sa- 
nare. Lat  sannndi  vim  habens.  Gr,  ^spoi- 
TTEWTtxo;.  Cr.  5.  2.  i4-  La  corteccia  ,  e 
le  foglie  (del  mandorlo)  $on  mondificati- 
ve,  e  sanative. 

SANATO.  F.  A.  Susi.  Senato.  Lat*  st- 
natus.  Gr.  -j -.pOM'iCfj..  Ditlam.  1.  23.  Per 
la  vendetta  il  Sanato  disciulse.  Sen,  Pisf. 
97.  I  giudici  ec.  richiesero  il  Sanato  à* 
aiuto.  Cronichett.  d' Amar.  69.  Lo  Sanalo 
di   Roma   non   volea.  ^ 

SANATO.  Add.  da  Sanare.  X.iìU  sana- 
tus.  Gr.  l'acSit';.  Mor.  S.  Greg.  5.  li. 
I  quali  ben  furouo  signi6cati  nell*  Evan- 
gelio per  que*  dieci  lebbrosi  sanati .  E  6. 
28-  Ma  la  somma  verità  ci  rimanda  cosi 
sanati  a  casa. 

SANATORE  .  V.  A.  Senatore  .  Lat. 
senator  .  Gr.  /SojJeutv]';  .  C.  V.  1.  26. 
3.  Chiamò  cento  migliori  uomini  della 
città,  e  più  antichi,  per  suoi  consiglieri, 
i  quali  fece  chiamare  Padri  coscritti  ,  e 
Sanatori.  E  cnp.  29  1-  Si  resse,  e  go- 
vernò la  Repubblica  di  Roma  4^0  anni 
per  Consoli  ,  e  Sanatori  .  Ditlam,  \.  19. 
E  che  '1  numer  dei  Sanatori  accrebbe  . 
Cronichett.  d'  Amar.  69.  I  Consoli  colli 
Sanatori  non  se  ne  sapeano  diliberare  se 
fosse  il  meglio,  o  no. 

t  SANATORE.  Verbah  mase.  Che,  o 
Chi  sana.  Lat.  citrator,  Gr.  ìarpo'^.  Serm. 

5.  Ag.  5o.  Tu  facesti  infermare  colui , 
eh' è  sonatore  di  tutti  i  mali,  acciocchì; 
e*  sanasse  le  nostre  infermiladi.    Tes,  Br. 

6.  36.  Lo  sanalore,  lo  quale  sana  H  modi 
delli  falli,  che  sono  intra  gli  uomini,  si 
è  colui  ,  che  fece  la  legge  (  qui  per  me- 
taf).  Dant  Purg.  aS.  Ed  io  lui  chia- 
mo ,  e  prego  Che  sia  or  sanator  delie  lue 
piaghe  . 

*  SANATORIO.  V.  .-/.  Add.  Appar- 
tenente al  Sanotoj  Senatorio.  S.  Ag,  C- 
D.  I.  3i.  Per  le  sue  parole  commossa  la 
provideoza  sanatoria  ,  vietò  da  quella  in 
poi  che  non  si  ponessero  le  sedie.  (F) 

SANAZIONE.  Gìinrigicne ,  Guarimen- 
to.  Sanità.  Lat.  curotio.  Gr.  t'a^c;  ,  3e- 
py.Ttiìv.  .  Lih,  cur.  malati.  Con  questa 
maniera  di  vivere  truovano  facilmente  la 
sanazione .  Tratt.  segr.  cos.  dcnn.  Ma 
vanamente ,  e  senza  proBlto  cercano  la 
sanazione  desiderata  .  Fr.  Ciord-  Pred. 
Chiaro  per  la  sanazione  di  tanti  malori  . 
e  per  la  Idierazione  di  tanti  energumeni  . 
*  Bed  Leti.  102.  Sia  premuroso  VS. 
Eccell.  in  esagerarle  questa  verità  ,  nella 
quale  consiste  la  principale  parie  della  di 
lei  sanazione.   (C) 

*  SANCIRE.  Statuire,  Determinare  . 
Decretare.    J  nrch.   son.   past.   (A) 

SANCOLOMBANO,e  SANCOLOMBA- 
NA.   Sorta  d' uva  ^    ed  anche  il     Vitigno 


iioo4 


SAN 


che  la  produce.  Soder.  Colt.  II7.  Ne  fan- 
no poco  (dell'ino),  ma  in  rflVtto  qui-Ilo 
eh'  elle  r^nno  ì-  buonissimo,  selibt-tie  sicno 
rn  paesi  e  luoghi  fallivi  :  cosi  ho  speri* 
mcnialo  iu,  e  masiìmamenlc  dell' uve  tao- 
rolomhane,  le  quali  fanno  un  vino  simi- 
gliantis&imo,  ec.  K  1  iq.  La  sanrolombana 
tiene  il  primo  grado,  la  quale,  annestala 
in  sulta  vite  mosc.idella,  diventa  all'odore 
più  preciosa  e  delicata.  K  125.  Conviene 
eleggere  vitigni  che  facciano  uve  da  du- 
rare, come  pergolcie,  saocolombana  ,  Ireb* 
liiano,  paradisa,  ec. 

SANCTIO.  Voce  composta  per  ìtcfirr- 
zo,  per  C'^nttnjfnre  un  Sanese^  dal  lìocc. 
noi'.  63.  II.  Quando  '1  bercio  sanctio  udi 
questo,  tutto  svenne. 

SANDALO.  Let;no  duro,  odorato,  e  di 
differenti  colori,  che  a  noi  e  parlato  dnl- 
r  indie.  Lai.  santalum.  M.  j4ldohr.  lì. 
^^  Sia  atìumirala  di  ranfuracdi  sandali 
e  'ntorniala  <ti  di  appi  raniiidì  Imi  M. 
Aldobr,  P.  A'.  54'  Sia  jHummala  la  ma- 
gione di  canfora  e  di  sandalo,  e  inviro- 
nata  di  drappi  dì  lino  molli.  Ziha/d.  /in- 
de. l^^.  Alle  volte  ti  farai  suflumìcameoli 
ni  celabro  di  cose  prezitise,  cioJ-  al  tempo 
di  caldo  di  cose  frigide,  cioL-  di  rose,  san- 
dali,  ve. 

•f  §.  l-  Per  /spezie  di  barca  che  serve 
al  trasporto  d'uomini,  o  di  e^ettij  pesca 
poco,  ond*  e  di  xrrvizio  ne'  bassi  Jbndi . 
Dillam.  A  II.  In  Affrica  ancora  Entròc 
con   Davi,  con  galee,   e  sandali. 

g.  II.  Per  Sorta  dt  calzare  che  usano 
I  Vescovi,  e  altri  Prelatij  quando  por- 
tano ali  abiti  pontificali.    Lat.    sandalia, 

SANDARACA,  e  SANDRACCA.  Com- 
posizione minerale  delta  anche  lUsagal- 
lo.  Lai.  sandaracha.  Gr.  Ofj.-i5updyri.  Ki- 
cett.  Fior.  5j).  La  sandaraca  Jj  un  mine- 
rale che  nasce  nelle  miniere  de'  metalli  « 
il  più  delle  volle  insieme  coli' orpimenlo, 
di  coliir  rosso  run>u  cinabro. 

g.  Sandaraca,  è  anche  una  Spezie  di 
gomma  che  scaturisce  dal  pedali-  dt'  gi- 
nepri, e  serve  a  far  vernici  lufuide  ,  e 
secche.  Lat.  pumma  iuniperi,  sandamclia. 
aoLv3a:.fx-xu.  iiicett-  Fior.  59.  E  da  yv- 
^crlire  che  questo  nome  di  sandaraca  ap- 
presso agli  Aralti  sigi\i6r3  I:i  vernice  da 
scrivere,  la  quale  è  gomma  di  n'icpro,  e 
non  la  detta  pii'tr.'.  /l'cir^A.  Hip.  221. 
Prendasi  per  lo  primo  un'oncia  d'  olio  di 
spigo,  e  un'oncia  di  sandracca  in  pol\e- 
rc.  E  appresso  :  Chi  volesse  la  vernice  di 
più  Uislro,  vi  mella  più  sandracca, 

SAWÈA.  V.  A.  Pary  che  significhi 
Costa,  0  Sptac^ia ,  presso  G,  i.  10. 
io4-  1-  K  poi  sopra  Gaeta,  seguendo  la 
sanèa  della  marina,  facendo  danno  (  nel 
lesta  Davanz.  ed  in  alcuno  altro  si  leg- 
f  >'  stinea  )  . 

*  SANGniNENTE.r.  .LSaneuinenle. 
Lega-  IhUinil.  |22.Che  ri  fai  Ut  qiii.rrudrlc 
bestia,  e  malvagio  nimico  7  Che  ci  appelli 
ru,  bestia  sangbinenle  7  (  qui  par  che  va- 
glia  Ingordo   di   5.inf;«o  ).    (C) 

•f  *  SANGIACCO.  Term.  decli  Stu- 
rici moderni.  'l'itolo  di  dif;nit'ì  pretso  1 
l'urchi,  e  vale  Governatore»  Tolom.  l.ett. 
Sta  col  Sangiaccu  di  Belgrado,  il  quale 
ÌQ&ieme  col  Sangiarco  di  Vidin  ec.  ;  e  que- 
sti due  Sangiacchi  vanno  innanxi  con  cir- 
ca mille  cavalli  per  acconciar  li  passi  . 
Sega.  Slor.  y.  in'^,  SiTpraggiuntu  dagl* 
inimici,  sì  forliGcu  il  meglio  che  potette 
in  sì  stretto  tempo,  e  chiamò  soccorso  dal 
re  Giovanni,  e  da' Sangiacchi  di  Belgra- 
do. (A) 

#  SANGIMINIANO.  Sorta  di  vino, 
Afalt.  Franz,  lim.  buri  2.  ì'jlì.  Grechi. 
^angiroìniaui  e  moscatelli.  Ch'appetto  a 
le,  con  lor  sopporlaiionc.  l'aioo  lutti  ran- 
nato  e  acquerelli.   (*) 


SAN 

SANGIOCHETO-  V.  SA.NCIOVETO. 

SANGIOVA.NMTA.  Dr/la  s^fia  e  del- 
l'ordine equestre  di  S,  Giovanni.  Lai-  * 
hospitnliirius  S.  ioannis.  Lib .  f'iagj;.  V 
ò  il  grande  spedale  dell'  ordine  di  S.  Gio- 
vanni, donde  li  Sangiovanniti  hanno  il 
lor   principio,   e   cominciamento. 

SANGIOVETO,cSANGIt^GFIETO  Di- 
ceti  una  Sorta  d'uva,  ed  anche  il  Vitrjno 
che  la  produce.  Soder.  Colt.  I18.  Il  treb- 
biano d'  ogni  torte,  il  raOune,  il  morgia- 
no,  la  barbarossa  er.  il  sjngiogbelo  a- 
spro  a  mangiare,  ma  sugoso  ,  e  pienissi- 
mo di  vino.  F  120  L*  oriesc.  e  *l  san- 
gioghftn  son  vitigni  lodati  per  far  del 
vino   assai. 

•f  *  SANGOACCIO.  Peggiorai,  di 
Sangue  j  Sangue  di  pessima  qualità  . 
Late,  rim .  2.  83>  Mellonvi  dentro  (nel- 
la salsiccia  )  ogni  gagliolTeria,  Peverada, 
uova,  sanguacciu  e  cervella  ,  K  colta  e 
cruda,  ec.  Salvia,  Opp.  Pese.  2.  280. 
Come  allor  che  ingegnoso  mcdicanle  ec. 
una  razza  Umida  ,  negre  di  palude 
serpi  (  cioè,  micnatte  )  Sopra  la  cute 
travagliata  ;i(figge,  ec.  E  traggono  il  san- 
guaccio,  né  mai  lasciano,  Finche  di  sangue 
cariche     ec,    (/l) 

SANGUE.  (Juell*  umor  vermiglio  che 
scorre  nelle  vene,  e  ne/i'  arterie  degli  ani- 
mali, che  dagli  antichi  Ju  talora  usato 
in  genere  fimniiniao.  Lai.  .»n/i?wrj,  cri/or. 
Gr.  tttyx.  Quist,  Fths.  C.  S,  Sangue  è 
un  umore  che  ha  qualità  e  convenienza 
coir  aere,  che  è  elemento;  colla  primave* 
ra,  che  è  tempo;  e  coH'infanzia  ,  eh' è 
cladc.  l'es.  lir,  2.  .^2.  Lo  sangue  è  cal- 
do, e  umido,  ed  ha  '1  suo  sedio  nel  fe- 
gato, e  cresce  nella  primavera.  Vant.  Par. 
q.  Troppo  sarebbe  larga  la  bigoncia.  Che 
ricevesse  il  sangue  ferrarese.  lìocc.  1  it. 
Dant.  2^1.  Comechè  Ravenna  già  quasi 
tutta  del  prezioso  sangue  di  molti  marli- 
ri  si  bagnasse,  ec.  IC  nov.  16.  ij).  A 
bruttarsi  le  mani  del  sangue  d'un  suo 
fante,  fil.  SS  Pad.  l.  l5.  Acciocché  si 
vergognasse  vedendosi  vincere  da  un  gio- 
vanetto ce.,  e  fosse  vintt>  in  sua  vergogna 
dall'  uomo ,  che  ave  carne  e  sangue.  !r 
Ar.  Fur.  43.  122.  E  che  d'ambedue  i 
sangui  (  dil  manto  e  della  moi;lieJ  il  fer- 
ro tinto  Levasse  lei  di  biasmo  ,  e  se  di 
doglie.    fV) 

g,  I.  Sangue,  pti  V  Emissione,  o  Ca- 
vata del  sangue.  Lai.  sanguini t  missio  , 
phiehcloniia.  Gr.  ^Xc^orO/jit'a.  lied,  lett,  2. 
pò.  Stimo  neccssariu  il  continuare  dopo 
il  sangue  i  solutivi.  /.'  Cons,  I.  225.  Ne 
si  tema  del  sangue,  perchè  questo  si  ri- 
genercià  prestamente,  e  si  rigenererà  più 
dolce  ,  e  mcn  viscuso  j  nlircchè  1'  essere 
spesso  sua  signoria  illiutrissima  suggello 
a  patire  inGammaxione  alle  f.iuci,  è  moti- 
vo sulGcicnIe,  senza  gli  altri,  a  cavare 
una  buona  quantità  di  sangue. 

3  g.  II.  Sangue,  pi  r  metti f.,  vale  Stir- 
pe, J'rogrnie.  Lai.  sanguis,  sùboles. ,Gr. 
oTjua,  yevea-  Uvee,  nov.  i3-  22  Quan- 
tunque forse  la  nobiltà  del  suo  sangue 
non  sia  così  chiara  ,  come  è  la  reale.  F 
nov  l^c^.  2.  l'er  costumi,  e  per  virtù  mollo 
più,  che  per  nobiltà  di  sangue,  chiarissi- 
mo. Petr.  son.  226  Gentileiia  di  sangue 
e  r  altre  care  Cose  tra  noi,  perle,  e  ru- 
liini  ed  uro,  Quasi  vii  soma,  egualmente 
dispregi. 

#  g  111.5'i'n^ir,  Vile  talora  ]\'obillà  di 
sangue,  i''ior.  It.  2iiu-  Lo  qua)  forestiero 
farà  collo  suo  sangue  lo  nostro  nome  an- 
dare in  fino  allo  stello  >•  Jlaigh.  Arm. 
l'am.  83.  Ancorché  ne  possati  qualche 
volta  avere  alcune  più  proprie  cagioni  , 
ed   esservi  nuche   diversilà  di  sangue  ■•.  (l''.) 

#  g.  IV.  Sangue,  per  Ferite  Dant 
Inf,  28.  r  Se  t*  adunasse  ancor  tutta  la 
genie  ,   Cbt  giii  in    sulla    fortunata    terra 


SAN 

Di    Puglia     fu     del    suo    sangue    dulea< 
le.  (Min) 

g.  V.  Sangui,  per  Mestrui.  Lat.  me«- 
Strua.  Gr.  xaroruir^yia.  Troll,  segr.  COS. 
dona,  lu  alcune  fcnimice  sgorgano  questi 
sangui  aalicipatissimi.  E  altrove  .•  Ma  le 
femmine  d'  ogni  piccola  anticipazioncella 
de'  sangui  si  conturbano.  E  altrove  :  At- 
ciocché  i  sangui  vengano  l><ro  agguaglia- 
tamente  1*  un  mese  con  1'  alcro. 

§.  VI.  Figu rata m.  Sangue  prendesi  per 
lo  Avere.  G.  /'.  11.  121.  i.  Si  parti  di 
Firenze  ec.  ricco  delle  sangui  de'Fioreo- 
lioi  (  nei  testi  Kiccardi  si  legi^e  dello 
sangue).  M.  / '.  li.  l^r.  Erano  per  Ir 
apese  premuti  dal  Comune  fino  alle  san- 
gui (cosi  ne'mss.  ìticci  e  Cowni,  guati' 
tunqite  lo  statrpato  n/'Arn  al  sangue  )  Seti, 
Jten-  Farch.  7.  IO.  Ma  colesti  libri  gran- 
di che  sono  ?  ec.  che  cotesto  tempo  che 
voi  vendete,  e  i  dodici  per  cento  che, 
qu:isi  bevendovi  1*  allrui  sangue,  riKUO- 
Icte?  "S?  Piicc,  Cenliloq,  C.  3q.  st.  gì, 
p  120  S*  alcuno  ha  sete,  e  al  here  oou 
s*  abbatte.  Ferisce  un  de'  cavalli,  e  tanto 
succia.  Che  delle  sangui  a  suo  piacer  gli 
ha  tratte,  (/f)  Segner.  l'red.  i3.  6.  Per 
lanciar  ricca  dote  non  dubitasti  di  sue- 
chi;ir  il  «angue  dei  poveri,  e  di  scberoire 
i  sudori  de' giornalieri.  fA^ 

g.  VII,  (tnde  in prm'erbic:  t  danari  so- 
no il  secondo  sanguej  che  si  dice  per 
mostrare  che  il  danaro  è  necessarissimo 
per  li  comedi  della  vita.  Lai.  vita  et 
sanguis  hominilnts  est  pecunia.   - 

g.  Vili.  Sangue, per  similit.  Bed,  Dltir. 
2.  Se  dell'  uve  il  sangue  amabile  Noti 
rinfranca  ognor  le  vene.  Questa  vita  e 
troppo  labile.  Troppo  breve,  e  sempre  io 
pene  ;  SI  bel  sangue  e  un  raggio  acceso 
Di  quel  Sol  che  in  ciel  vedete. 

g.  IX.  Far  sangue,  vale  Gettar  san- 
gue, Lat.  sanguinea!  fundere,  sanguinem 
emiiiere  Gr.  viuopsoiìv  .  7  olg.  ilfr/. 
Nel  capitolo  decimo  si  tratta,  quandol'no- 
mo  fae  sangue  di  sotto.  Cr.  c).  12.  2.  Ma 
se  dopo  la  (a;:lialura,  ovvero  scarnameolo 
alcuna  vena  faccia  sangue,  si  dee  coslrì- 
gnrre  in  questo  modo.  E  cap.  |5.  2.  Se 
per  lo  svellinienlo,  ovvero  scaroamenlo 
suo,  s*  apra  «cua  alcuna  e  faccia  sangue, 
allora  incontanente  si  prenda  ,  e  stretta 
con  le  mani,  con  filo  di  seta  slrcttamenie 
si  leghi. 

§  X.  Far  sangue,  tale  anche  Otci- 
dere.  ì  ed.  FARE  SANGUE. 

f  >!*  g  XI.  Sparger  sangue,  0  torre nim 
di  sangue,  vale  Far  uccisione,  o  grande 
uccisione  d'uomini.  Dm.  Camp,  lib.  a. 
Fino  a  quel  di  non  era  sparto  sangue  . 
Tass.  Ger.  Lib  10  5o  lo^  che  sparsi  di 
sangue  ampio  torrente.  (P) 

f  §.  XII.  /testar  senta  sangue,.  Per- 
dere il  sangue,  0  simili,  vagliano  Mima- 
nere  esangue  j  e  Jìguraiam.  Perdere  t 
sentimenti.  Abbattersi  ,  Accerarsi.  Lat. 
exsanguem  Jieri,  rxaninian.  Gr.  ffai/tev 
yt'.'S'jsai.  Din.  Camp.  3.  63.  I  Caval- 
canti perderono  quel  di  il  cuore  e  il  san- 
gue, M-deudu  ardere  le  loro  <ase,  e  pa- ■ 
lagi.  e  botteghe,  le  quali  per  le  gran  pi- 
gioni, per  lo  stretto  luogo  ,  gli  trnrano 
ricchi.  Ovid.  Piti.  122.  Allora  si  pirli  la 
luce  dagli  occhi  miei^  e  rimasi  santa  san- 
gue. 

g  Xin.  Agghiacciare  il  sangue  nelle 
vene,  vale  Arrestarlo,  Fermarlo ,  RmJ- 
freddarlo;  e  in  sientbc.  neulr.  pa<r.  vie 
l'isletso  che  Pestare  etangue.  Lai.  idji« 
guinem  htbere,  ì  irgil.  Petr.  cani.  18*  3- 
Dunque,  eh'  i'  non  mi  sfaccia  ec.  Non  è 
proprio  valor,  che  me  ne  scampi.  Ma   la 

Itaura  un  poco.  Che  *1    sangue    vago  per 
e  vene  aggbiaccii. 

g.  XIV.  IS'on  rtmaner  sangue  m*klotto, 
SI  dtcf  dt  Chi  ha  grandissima  paura.  Lai. 


SAN 

«xsonguem  Jìtri.  Malm.  II.  la.  E  per 
naura  a  chi  non  fu  perrcsso  Non  rimase 
io  quel  punto  snngue  addosso. 

^  §.  XV  £"oeT  latte  e  sangue,  dicesi  di 
Chi  è  dt  bri  colere,  l'ir.  Js.  3!p  Qut' 
^rgli  Amorini  non  frano  se  non  latte  e 
lingue.  (^)  Sttfi'in.  Annoi.  Jìiton.  Tonc 
i).  ^.  Noi  diciamo  d'una  prrscn^i  vistala  , 
di  I)cl  rolore  :   Klla  ì-  lattr  e  sangue.    Cj 

5^  §.  X\  1,  ji {Tarsi,  0  yon  affarsi  i  san- 
gui, dicesi  a'iorchr  tra  due  persone  vi  e 
simpatìa  ,  o  antipatia  .  Ktr.  Bell,  donn 
33p.  Son  iV'Fse  i  sangui  che  si  affanno,  o 
che  non  $i  alTanno.  o  qualche  altra  ormila 
cagione;  ma  una  bella  unìver^jlmeote, 
come  se'lu  sat\  lorxa  che  piaccia  n  ognuno 
uuiversaimenfe,  come  l'ai  tu.  (C) 

g.  XVII.  A'tdiire  a  sanetie  j  tale  Pia- 
cere, pentirsi  V  uomo  iiichnnto  a  poire 
amore  a  quello  di  the  si  tratta.  X.a\, pia- 
cere^ arridere,  cengmerc,  pergrnlum  tsse. 
Gr.  acecKEiv,  Ftr.  Trin.  i.  ?.  Quando 
ella  non  mi  piacesse,  e  non  mi  andasse  a 
sanguf  .  e  ntn  mi  parere  Lelia  ,  the  mi 
pare  l»eUisjim;t  cr,  ^  io  la  veglio  per  di- 
.«pcllo  di  Giovanni.  Cecch.  Pom  3.  i. 
Posto  fh'c'  sia  lutto  Buono,  e  bello,  però 
non  mi  va  a  sangue.  Tac.  ììav.  Ann.  l3. 
162.  l'ero  molto  gli  andava  a  sangue  (  il 
testo  liit,  ha  :  mire  ctogruplui  ) 

g.  XVIil.  Ai'ire  a  sangue,  vaU  Avere 
a  cuore ,  o  in  ccnsiderazwne  ,  Gradire. 
Lat.  cordi  esse,  turae  e.f.ie.  Gr  aùnv, 
Car.  hit.  I  62.  Gridano  d'essere  ab- 
bandonati, e  che  MoDsiguore  non  gli  ha 
a  sangue. 

§.  XIX,  Trarre,  .0  Cavare  della  rapa 
sangue,  o  simili,  proverb.  che  si  dice 
quando  si  vuol  da  uno  quel  eh'  e*  ncn  La, 
o  eh*  et  faccia  quel  ch'e'non  /jnò.'Lat. 
aquam  e  pnmice  postulare*  Gr.  ovoutto- 
xa\-  trr.sXv.  Fir.  Tua.  2.  3.  Mal  si  può 
trar  della  rapa  sangue.  La^c.  Spir.  5.  7. 
Mai  non  si  caverebbe  della  rapa  sangue. 
Malm.  8-  75.  Di  rapa  sangue  non  si 
puu  cavare,  Né  lar  due  cose  ^  perdere,  e 
pagare. 

§.  XXa  BoUtre  il  sangue  j  locuzione 
colla  quale  dinotinmo  Avere  l'  istinto  del 
concupiscibile,  o  dell*  irnsc'biìe  appetito. 
Lat.  effervesccre,  Gr,  KTZoCi^tvrò  ai'ua. 
Cron.  3fore/l.  25^.  Pogoamo,  che  li 
sangui  li  bollano,  e  che  tu  disideri  essere 
i.^ciolto,  e  darli  vita,  e  buon  lenipc;  non- 
dimeno ec. 

§.  XXI.  Jìuon  vino  fa  buon  sangue  j 
proverbio  che  valr.  Che  7  buon  vino  ap- 
porta anzi  giovamento,  che  nocumento. 
Red.  Annot  Vitir.  5.  In  Toscana  so- 
gliamo dire  per  proTerbio  :  il  buon  vino 
fa  buon  sangue. 

g.  XXII.  Andarne  il  sangue  a  cati- 
nelle.  J'ed.  ANDARE. 

§.  XXIII.  A  <angue  caldo,  A  sangue 
freddo,  vagliono  I\el  calore  della  passio- 
ne, o  lupo  che  la  passione  e  calmata. 
Segner.  Mann.  Lugl.  2.!\.  2  Chiunque 
pecca  .  pecca  pert  bè  vuol  peccare  ;  chi 
noi  sa  ?  Con  tutto  ciò  alcuni  peccano  a 
sangue  caldo,  altri  peccano  a  sangue  fred- 
do. Sai  l'in.  Pros.  Tose.  I.  67.  È  ben 
vero  che  non  si  può  condurre  poi  a  san- 
gue freddo  a  limare  o  ritoccare  alcuna 
cosa. 

§  XXIV,  Sangue  di  dragone,  e  Sangue 
dì  drago.  Sugo  gommoso  congelato  ,  ma 
facile  a  stritolarsi,-  di  coler  rosso,  che  si 
trae  per  via  d' incisione  da  un  albero  del- 
l' Indie  chiamato  Braco.  Lai.  sar.^uis 
draconis.  .V.  Aldobr.  P.  A*.  ^9.  Ovelar'a 
colto  gomma  arabica,  e  gomma  dragante, 
koromacco,  bolarmenicbi,  sangue  di  dra- 
gone. Tes.  Pov.  p.  S.  Aniimonio,  e 
sangue  di  dragone .  dato  io  qualunque 
modo,  guarisce.  Ricelt.  Fior.  61.  Con- 
cordano quelli  c'banno  visto,  e  scrittole 


SAN 

rose  naturati  appartenenti  all'  uso  della 
medicina  ec  ,  che  il  s;ingue  di  drago  .sia 
gomma  di  un  albi  ro  che  nasce  nell'isble 
Canarie,  t'sisì  quello  che  è  di  color  rosso 
acceso,  IrasparcDle,  e  frangibile,  ihiiimato 
Sangue  di  drago  in  l;igtime  ,  lasciando 
quello  che  è  in  pani  >  o  fattizio.  IJinv. 
Celi.  ()f/.  6  Al  quale  d.n  uno  di  questi 
lalsi6catorÌ  rr;i  stato  tinto  il  fondu  con 
un  poco  di  sjngue  dì  drago  ,  il  quale  è 
uno  slucro  fallo  di  gomme,  che  si  liquc- 
fanno  al  fuoco. 

^'  §.  XXV.  Sansiift  n-.efaforicnm.  per 
la  f'ivrzza  colorita  dilla  eloqutnza  e  del 
dire,  pai,  Prrd.  ehq.  fap,  26.  Negare 
non  saprei  che  Cassio  Severo  non  sia  ve- 
ro oratore;  benché  I.1  m.iggìor  parte  del- 
l' opere  sue  abbia  più  sforzo,  che  sangue 
(se  già  rti/i  vat'es^e  vigor  naturale.  // 
lat.   ha:   satì^uiuh),  (f'J 

=►•  g.  XXV  i  Uomo  di  snngue,  vale 
Sangifiuolento.  Ricord.  Ulalc.tp  cap.  (.13.  E 
tuttoché  fosse  iumo  di  s.ingue  (  Chiri- 
grrio  settimo),  fece  buono  fine  con  la 
sanla  contrizione.  Dont.  Jnf.  a^-  E  di- 
manda qua)  colpa  quaggiù  *l  pinse;  Cb* 
io  'I  vidi  ui  ni  già  di  sangue,  e  di  cor- 
rucci, (ì  ) 

'*•  %.  XXVII.  Causa  di  sangue,  dicesi 
dai  Giuridici,  Quella  nella  quale  si  'ratti 
d^omìiidio,  Sefnir.  Pr<  d  l'ai.  Ap  3.  8, 
Si  arriva  net  tribunali  a  comporre  cause 
gravissime,  quali  sono  specialmente  quelle 
di  sangue,  per  via  di  multe  non  perso- 
nali, ma  pecuniarie.  (CP) 

*  g.  XXVIII.  Ì?(0  di  sangue,  dicesi 
Colui  che  ha  commesso  qualche  omicìdio. 
Srgner.  Pred.  Pai,  Ap.  3.  8.  Ntn  so 
però  io  vedere,  come  negli  omicidii  (per 
altro  pari  di  circostanze  aggravanti  )  chi 
è  pingue  di  facoltà  sia  men  reo  di  san- 
gue,  che  chi   o"è  smunto.  (CP) 

^  §.  XXIX.  Tor  srnstie,  vale  Cavar 
sangue.  G.  /  .  "VjV'.  2.  E  là  morìo,  aven- 
dosi   tolto  sangue  di  suo  braccio    (J  ) 

t-  §  XXX.  Morire  in  f angue,  vale 
Esser  aniniazzato.  G.  /'.  lib.  i.  cap.  1. 
Srilvo  un  picciolo  fanciullo,  che  ebbe  no- 
me Guido,  soprannomaio  Sangue  per  li 
juoi,  che  furono  tulli  in  sangue  morti,  f/^^ 
^  g.  XXXI  .  Scemarsi  sangue,  vale 
Farsi  cavar  sangue  .  Fit.  S.  Frane. 
24^-  H  sangue  gU  usciva  sì  forte  per  gli 
occhi,  che  parea  una  vena  aperta  cbegit- 
lasse,  come  si  scema  sangue  di  braccio,  c/'^ 
Cose.  S.  prrn.  Egli  mi  confortano  ch*io 
mi  scemi  sangue,  acciocché  mi  possa  po- 
sare. (Br) 

*  SANGUIFICANTE.  Che  sanguinea. 
Che  forma  il  sansue,  Baldin,  Foc.  J)is. 
in  VENA.  (A) 

SANGUIPICARE.  Generar  sangue.  * 
imperf.  Anni.  265-  Il  Barlolino  dunque 
mostra  d'  aver  veduto  manifestamente  per 
vene  Idllee  toraciche  portarsi  il  chilo  nel 
modo  sopradetlo  a  $angui6care  nel  co- 
re.jF; 

^  §.  £"  neutr,  pass,  per  Farsi  sangue, 
Imperf.  Aiiat,  2^9.  Lascio  giudicare  a  voi 
se  niuna  parte  può  star  mai  senza  il 
continuato  Ùusso  del  sangue  abmcntoso,  o 
il  sangue  senza  il  debito  risarcimento  per 
lo  chilo  sopravveniente  che  via  via  si  sangui- 
fica.  E  ivi:  266.  Il  Barlolino  reputa  che  ec. 
il  chilo  più  tenue  se  ne  vada  a  sanguifi- 
carsi  nel  cuore  e  il  chilo  più  crasso  si  tra- 
sporti al  fegato  per  ivi  sanguificarsi.  (F) 
S.\Nq^lFlCAZ10NE.  //  sanguificare. 
Rtd.  Oss.  an.  39.  Tulti  gli  canali,  e  tulli 
gli  strumenti  appartenenti  alla  nutrizione, 
e  alla  sanguificazione,  e  alla  generazione 
appariscono  ec.  figurali  nello  slesso  model- 
lo. ^  Imperf.  Anat  2l6.  Tuttoché  il  Pec- 
quetlo  animella  sola  questa  via  dì  sangui- 
ficazione, negando  del  tuUo  la  sanguifica- 
zione del  fegato.   (F) 


SAN 


ioo5 


SANGt'IGNO.  Add.  Di  sangue.  Lat. 
snncuimut.  Gr.  atjuaTw'OTjS.  Jied.  Cons. 
1.  i.^i3-  L'universale  fermentazione  me- 
struale della  mas.*a  sanguigna  non  ha  ogni 
mese  per  dì\erse  ragioni  il  medesimo  e^l 
Uguale  m(  niPiHo  d'impelo,  e  d'agitazione. 
E  154  Ea  di  mestirre  procurare  ec,  di 
tor  via  le  ostruzioni  di  quei  vasi  sangui- 
gni che  metlun  capo  nell*  utero.  E  ^ 
33.  Onde  gli  alm,  e  gli  elHuvii  della 
massa  sanguigna  possano  laciimcnie  volar 
via  insieme  con  le  sulfuree  fuliggini  in 
forma  di  vapori. 

§.  I.  Sanguigno,  vale  anche  Che  ab- 
honda  di  sangue.  But.  Purg.  7.  1.  Quìiv- 
di  si  dire  complessione  sanguigna,  colle- 
rica, ilrmmalìra,  ce.  #  Tran.  Fquit.  As- 
sale piultoi-to  e  più  sovente  d*  ira  e  di 
discoidia  Io  rolbrìro,  lo  sanguigno  di 
giulività,  e  di  lussuria  (qui  in  forza  dì 
sust.J,  (I\') 

g.  Il  Per  Asperso  eh  sanf:ue.  San-' 
giirnoto.  Lat  cmentus.  Gr.  «ijuampo?  . 
Pcir.  conz  2<  .  ^.  Cesare  l.^ccio.cbe  per 
ogni  piaggia  Fece  1'  erbe  sanguigne.  Tass. 
Cer  19  27.  Ma  lasciato  di  lorze  ba  quasi 
voto  La  sanguigna  vitloria  il  vincitore. 

g.  III.  Per  Cupido  di  Sangue,  San. 
guiiiolente.  Lat.  sanguinarius,  Gr,  Oi)ai- 
ptxrcc.  Toc.  Dav  Sur.  3.  324-  In  que- 
5t'  ultimo  il  tenne  chi  d.ippoco,  chi  mo- 
deralo, e  non  sanguigno  (  il  testo  lat. 
ìia  :  civium   sarguinis  parcuni  )  . 

f  3  g.  IV  Snngu  gno,  talora  è  aggiunto  > 
di  Co/ere  simile  al  sangue.  G.  V,  IO- 
ifS  3.  L*  altro  (palio)  fu  dipannosan- 
guigno,  rbe  Io  corsone  i  fdUli  a  pie.  Ott, 
Ccm.  Inf.  5.  84-  Questo  sanguigno  di- 
nomina il  sangue,  cioè  il  colore  cardina- 
lesco, che  noi  cbìamianio  sanguigno.  Petr. 
cnnz.  ('.  1.  Verdi  panni,  sanguigni,  oscu- 
ri .  e  persi  Non  vesti  donna  unquanco, 
Arriih.  65  Intra  l'aspre  spine  sta  na- 
scosa la  Leila  rosa,  tìnta  di  rossezza  san- 
guigna, Poliz  st  2.  34.  Parea  sanguigna 
in  ciel  farsi  la  Luna.  Bed.  Annoi.  Ditir, 
28.  Questo  forse  è  quel  colore  di  vino, 
che  Plinio,  lib.  i4-  cap,  9.,  chiama  san- 
guigno. 

=r  §.  \.  E  in  forza  di  sust.  vale  Color 
ressa,  «  Dant  Jnf.  5.  Che  visitando  vai 
per  l'aer  perso  Noi  che  tignemmo  il  mon- 
do di  sanguigno»!,  (Cj 

SANGUINACCIO.  Vivanda  fatta  dt 
sangue  di  anima/e.  Lat.   sanguiculus,  Gr. 

SANGUINANTE.  Che  sanguina.  Sai- 
vin.  Pros.  Tese.  1.  l35.  Abbandono  il 
tutto  alla  vostra  considerazione,  quonlo  s* 
incrudisse  allora  la  piaga  ancor  fresca  ,  e 
sanguinante. 

SANGUINARE  .  T'ersare  il  sangue. 
Lat.  sangiiinem  emitlere,  sanguinare.  Gr. 
OiìyopcoÉtv.  ^  Morg.  19.  33.  Col  braccio 
destro  strascinava  un  orso  E  san£;uin3va 
pe'gralfi  e  pel  morso.  (]\)  Bid.  Oss. 
an.  i5.  La  ferita  cominciò  fortemente  a 
sanguinare. 

§.  Per  Imbrattar  di  sangue,  hat.  cruen- 
tare. Gr.  a.ìnv-TOÌJj.  Urh.  Il  suo  fresco, 
e  candido  viso,  già  pallido  divenuto,  colle 
proprie  unghie  sanguinando  rigava.  Cavale. 
Speccb.  Cr.  cap.  i'j.  Di  lutto  il  corpo 
volle  essere  sanguinato,  per  guarire  noi 
e  tutto  il  corpo  della  Chiesa.  ^  Dant. 
Purg.  5.  Fuggendo  a  piede,  e  sangui- 
nando  il  piano.    (31) 

•j-  SANGUINARIA,  Piccola  pianta, oggi 
comunemente  detta  Sanguinella,  il  Cui 
fusto  e  picn  dt  nodi.  Lai.  polygonurn , 
sanguinaria  Gr  TToJu'/ovov.  Cr.  6-C)I.3. 
Contra  '1  flusso  del  sangue  del  naso  vale 
quel  medesimo  impiastro  ec.  ,  essendo 
fatto  della  sua  polvere  (del  p stilo) ,  o  del 
sugo  della  sanguinaria.  Tes.  Pov.  P.  S. 
cap.    16    Item  ti  guarda,  che  la  ciotola  , 


Jco6 


SAN 


SAN 


o   «lira  coia,    non    li  siringa  .1  corpo  ,    e 
licni    la  mano  P''"-^  ^''  sanguinaria. 

«SANGUINARIO.  AM  SangiiiMlcntr, 
UliciàiaU.  Lai.  sangumf>rÌHt.Gt.  yovio;. 
Seencr.  Crisi,  intlr.  I.  22.  ig-  Sono  or- 
dinarijnicnlc  persone  di  mala  vila,  o  su- 
perbiosi, o  saoguinarii  o  sensuali.  [  i  l^■ 
Con/,  instr.  cip.  II.  Io  non  ragiono  ([Ui 
di  ceni  uomini  sanguinarli,  cbc  medilano 
ad  ogni  ora  ammaiiamenli.assassinamenli, 

rovine.  <!')  ,  .      „  , 

•+  *  g.  K  in  forza  il  Kilt.  I''"^- 
Uom.  ili.  22',.  Pirla  iiual cosa,  non  Papa, 
ma  sanguinario,  cioè  che  si  dilotlava  di 
sangue,  era  chiamalo.  (^  ) 

•f  SANGUINE  Arboscello  che  premi» 
il  slo  nome  dnt  color  rosso  eli.'  ncqui- 
siano  i  rami  d.Ma  pnrle  che  i  hauala 
dal  Sole.  Il  suo  U--no  f  dnro,  e  huono  pel 
lornioj  le  sue  vermene  si  a.lop.rano  per 
gM.e.  «r;,//-,  e  canestri.  Le  bncch 
Ungono  di  cJor  porporino. -L^l.v.rgn  san- 
guinea, cr.  5.  55   I.  Il  '■;"8'»";-  "'"■• 

glianlcmenle  fe  arbore  piccolo  il  quale 
nasce  mollo  nelle  siepi,  e  quelle  fa  spesse 
e  folle  mollo,  ma  non  ha  spine ,  e  pro- 
duce bellis.ime,  e  sode  verghe  delle  qua! 
«fanno  vergelli,  ec.  ZJ...  to/(.  1.0.  In 
Wmezai  por  lullo  rpo-';  sanguine,  pio- 
ripal    fondimeoto    e    ripieno    della     mac- 

"   SANGUINELLA.     Lo    slesso  che    San- 
guinorin.   Lai.     polr^onum.    sa..gulnana. 

•''irsSlN.CNTE.r.^.^.W.^- 
.«i'iojo,  Imbrallalo  di  sangue.^  Lai.  san- 
guinolenins  .  crwnlus.  Gr  «lyar^fi.;  . 
nani.  Inf.  l3.  E  uienommi  al  crspugl  o, 
che  piangea.  Per  1=  roUure  sanguinenl,  . 
in  vano  Oli./.  /'"'■  -i^-  !""^""  "" 
fosse  levalo  il  capo  colla  sanguinenle  spa- 
da. *  rcse,d.  ',.  34.  E  cogh  aguli  ferri  1 
..  ..-1     --    T  ;  i->ii<-ftrilij  Sedeva. 


Tradimenti  Videec.  Li  Discordia  sedeva 
e  ,an^uineDli  Ferri  avie  in  mano,  ec  (lì) 
*  S  I  Per  Cupido  di  sangue.  San- 
guinario. '■■  Lcgg.  S.  t/mi/.  Appressando,. 
V  ora  della  morie  sua  ,  fu  presente  il 
diavolo  ce  ;  la  quale,  vedendolo  istare 
dinanzi  da  se,  cuniinciollo  forlenienle  a 
riprendere  e  conta,tare  ,  dicendo  :  che  e, 
fai  lu  qui,  crudele  bestia  e  malvagio  n.- 
inioo  ?  che  ci  aspetti  lu  ,  bestia  sangui- 
nenie?  "  (N)  .    .,. 

*  S  II  /t""iunlo  di  guerra,  0  simile, 
vale  Guerra  in  cui  .<i  ì  sparso  mollo 
,ansue.  ..  M.  V.  8.  106.  Con  guerre 
sanguintnti  e  mortali"  .  rt'J 

*  S.  III.  /•;  per  melaf.  «  Tr.  Ciord. 
S.  Fred.  11.  I  peccali  sanguinenli  saranno 

isbiancali"  .   (li)  _,     ,        ..,     „ 

+  s  SANGUINEO.  V.  L.  /Idd.  S,>n- 
cui'-no,  m  san-iue.  Lai.  sanguincus.  Oe. 
•a;;-XTWO-.i;.  Lab.  262.  Io  mi  lacero  de 
Gumi  singninei  ,  e  crocei,  che  di  quella 
I  vicenda  discendono. 

*  g  I.  Sanguineo,  vale  anclie  the 
abbonda  di  sangue.  «  Te.  Br.  2.  3a.  L' 
una  natura  i:  di  complessione  sanguinea, 
l'altra  m..linconica,  o  Oemmatica  ,  o  col- 
lerica, secondochL-  gli    ''mori    soperchiano 

più  ,1  .     (C)  --,  ,   ,      I 

*  g.  11.  F.  inforza  disusi. Colui  che 
abbonda  di  songue...  Capr.  lìotl.  1.  16. 
Per  la  quale  ,c<»»;./e.>.io»f;  '•  suo  calore 
è  più  temperalo,  e  Tumido  manco  allo  a 
disseccarsi,  e  a  corrompersi,  come  avviene 
ai  sanguinei,  che  hanno  l'umido  loro  man- 
co acqueo,  e  più  aereo  "  .  ((  ) 

+  §.  111.  Saasuineo,  vate  anche  Cu- 
pido di  sangue.  S.nguinolenU.  Lat  san 
gmneus.  Oli.  Com.  taf.  20.  31.0.  Puossi 
predire,  secondo  la  nalura  degli  uomini , 
la  loro  compressione  per  coslellaiione ,  o 
sanguinea,  o  coUerira,  oc. 

*  g    IV.  Singninro,  aggiunto  di  pugna,  o 
■umiìc,  vale  l'ugna  in  cui  sia  sparso  mollo 


sangue,  che  e  costala  mollo  sangue,  /inceli. 
Ap.  225.  Ma  poi  che  tu  dalla  sanguinea 
pugna  Rivocalo  averai  gli  ardenti  regi  , 
Farai  morir  .lUel  cheli  par  peggiore. f.l/; 
g,  V.  Per  Consanguìneo .  Lai-  coi- 
sannuineus,  afnis.  Cr.  ó^ai>M»,  suyyE- 
■,r,l  Mieslru-.z.  \.  Ì\.  1  consanguinei 
miei  sono  affini  della  donna  mia  in  quello 
medesimo  grado,  nel  quale  e'  sono  miei 
sanguinei.  K  appretto. ■  Non  sono  impediti 
i  consansuinei  dell'  uomo  di  torre  costei 
per   m.iglie,  né   i  sanguinei  della  donna  di 

torre  iiuello  uomo.  

S  SANGUINITA',  SANGUISITADE. 
e  SANGOINITATE.  Parentela.  Lat.  con- 
saa-uimtat,  cognalio,  affinllas.  Gr.  =uy- 
yt'vtia.  Docc.  Inlrod.  lyi.  La  quale  ad 
ilcuno  di  loro  per  sanguinila  era  con- 
eiunla.  E  Ut  nani.  26.  Di  lei  non  si 
curo  perciocchi:  di  sanguinila  la  sapeva 
ad  alcuno  de'principi  della  parie  avversa 
eongiunla  (  la  moderna  edizione  ha  con- 
sanguinita).  Dani.  IH.  Xuov.  26.  La 
quale  era  meco  di  propinquissima  sangui- 
nila congiunta 

*  8  I-  Sanguinila,  ì  anche  tarmine  col- 
lenivo,  che  abbraccia  Tulli  i  sanguinei , 
o  consanguinei  d'alcuno,  a  Slor.  Aiolf. 
Se  tu  non  rendi  il  nipote  al  Re.  egli  te  e 
tutta  Ina  sanguinil'a  mrtler'a  a  morte  ».  fO 
g.ll  Per  ò'a'igiie,  o  Complessione. Cron. 
Morell.  25 1.  Non  fu  di  forte  natura,  d 
piccolo  paslo,  e  di  gentile  sanguinila. 

5  SANGUI.NOLENTE.  Add.  P ago  di 
far  sangue.  Crudele.  Lai.  sanguinolenlus 
Gr.  <fi\-J.U%roi.  Tran.  gov.  fam.  David 
ebbe  ec.  sanguinolenti  figlinoli. 

*  §.  Sanguìaoltnle  ,figurnlam.  per 
Muidu.le  ..  I-ir  Js.  3l3  Allora  la  per- 
fida  donna,  avendo  gran  maleria  da  lab- 
bricare  gran  male  ,  in  grande  opera  mise 
le  sue  sansuinobnli   m.ini"  .   (t) 

SXNGUINOLENTEMENTE.  AvV.  Con 
ispargimenlo  di  sangue.  Lai.  crueale.  Gr. 

+  «  SANGUINOLENTO.  Add.S'agui 
nolale.  .  Oli  Com.  Inf  11  2l3.  E  san 
Ruinolenlo,    acciocchì-    veruno  presumisca 

contro  a  lui  ...rW*f""-   ■'''■'■''■  ^    *^  f' 
dira  ec.   che  fuste  egualmenleun  uomorab 

hioso,  bestiale,  sanguinolento.  (A) 

+  *  g.  Efigural.im.Salvin.  Pros.  Tose 
,     203    Non  potevi,  o  Immaturo  ,  scam 
pire  In  fiera  accasa  ,  che  ,  risparmiata   al 
S.istcnnlo  ,  avrei  con  sanguinolenta  usura 
contro  di  le  se.gliata.   (A) 

SANGUINOSAMENTE.  Avverb.  San- 
,uinolenlemente.  Lai.  """'"■  ^'^':'^.'^;. 
UlZi.  Sa,  rten.  Varch.  5.  lt>.  Ci.  altri 
adoperarono  l'armi  più  sanguinosanienle; 
ma  ,  sa.iati  .  nondimeno  qualche  volta  le 
celiarono  via.  ...    e 

SANGUINOSISSIMO.  Superi    di   San- 
guinato.  Cuicc.Slor.  ,.  2.     1  Viscoot. . 
tenliluomini  di   Milano  .    nelle    p..r«ial>ta 
1  sanguinosissime  che  ebbe    Italia    de    Ghi- 
bellini ec  ,  diventarono  ec. 

J  SANGUINOSO.  Add  Imbrattalo  di 
sanmie  .  Lat.  cruenlus  .  Gr.  alp.^TT,zó'S. 
U.cc  nov.  17.  3l.  Colle  mani  ancor  sao- 
Kuinose,  allato  le  si  colico.  Dani.  Inf  27. 
E  di  Franceschi  sanguinoso  mucchio  .  fi 
34.  E  per  tre  menti  Gocciava  'I  punto , 
e  sanguinosa  bava. 

#  e  I  Aggiiuiliy  l'i  battaglia,  vittoria, 
o  simili,  vale  Battaglia  .  l iHor>a  ,  dove 
e  stato  sparso  molto  "•,"?;" 'f'^  V /"' 
stalo  molto  sangue.  -  Colt.  SA^ad.  Vo- 
gliemlo  matgiormente  per  la  indiscreta  m.. 
lericordia  temperare  la  sanguinosa  vitloria 
con  essola  piai:.  ...  ^r.  Pur.  l5.  I.  GÌ. 
;.  ver  che  la  vittoria  sanguinosa  Spesso 
far  suole  il  capitan  men  degno.  rW 

*  e.  II.  l'er  Sfnguinano  S.  Afosi. 
C.  n.  a  a3  Mario  uomo  vile  e  di  bassi 
gente,    crudele   e  sanguinoso  (  il  lai.    hn 


SAN 

crueo(l/J.««"i;.  Dav.  Scism.  77.  l  Co- 
min.  175;.  )  Avanti  al  repudio  non  la 
sanguinoso:  pochi  plebei,  e  due  soli  no- 
bili  fece  morire.  (ì  ì 

*  g.  Ili    Per  nel  colore  umile  al  san- 
gue. ìeiTnigho.   Ch,ab-.  rim.   E  di  foglia 
sanguinosa  Germogliò  la  prima  rosa.  (Br) 
SANGUISUGA  .   Mignalla  .    Lai.    san- 
I  ei.i.iign  ,  birudo.   Gr.    fiòMa.  ■   il-    -•"• 
1   dobr    B    y.  Prima  conviene,  che  le  san- 
guisughe ,   poi  che   son    prese  ,  stieno  nn 
dì   in  acqua    chiara   per  purgarsi  .   k    .". 
Aldol.r.   I'    A-      37.     Voi    dovete    sapere 
che  una  maniera  di  sanguisughe  »no,  lo 
quali     tengono    veleno  ,   siccome  dicono, 
filo.afi.    Pallnd.  cap.  ì'.-  Con  foglie  del- 
lera  peste  ,  e  mischiale  con  olio  ,  e  co  le 
mignatte  .anguisugherfl...  ."  J''-"  <<  "'/>■ 
ned.    O...  an.  8».  Q"cl  ,    che  dico  delle 
"nguUughe  d'acqua  dolce,  lo  d.co  altresì 

delle  sanguisughe  di  mare. 

SANILAMENTO.    I.  A.  Il  samcare 


Lai.  «-...I.».  Gr.  .-«l.S  Cap.  Impr.  pr. 
Perciocchi.  ammiraiionc  genera  nelle  meni, 
de'  fedeli  vedere  i  singulari  miracoli,  e  sa- 
nicamen.i ,  e  Coggimenli  di  demoni. ,  ec 
F.  cap.  7.  E  così  si  perseveri  infino  a 
sanicamenlo  ,  secondo  la  comodila  .  ed  il 
potere  della  compagnia.  .  di  ciascuno. 

SANICABE.  /•-  A  In  s.guifc.  neulr. 
vale  Ricuperar  la  sanità.  Lai  san.Ialem 
recuperare  .  sanescere  .  ""/''"";%%., 

proccura  di  lor  da  te  ogni  medic.na.e  ogn. 
argomento,  acciocché  lu  non  san.ch.. 

%  8.  I  K  in  tignifir.  neutr.  ?«'■«•• 
le  U  stesso  .  Fior.  S.  Frane.   46.  Do  e 

santo  Francesco  toccava  colle  •«"■"' 
mani.  SI  pania  la  lebbra  ec;  e  comesi 

incomincio  la  carne  '  ."■"•""•  Tdl  „,- 
cominciò  .  sanicaro  l'anima:  onde  «^ 
gendosi  il   lebbroso   cominciare    .    gnan 

\i"?n  si^nific.  .,1.  vale   Renderla 

sanili,  Ridurre  a  """-•  "^^-r"^/;:  ! 
samtalem  reslituere.  snaare.Ot.^ilMl^y 

Cavale.   Mrd    cuor    A  significare  ,  che  . 

'e"ere   la    mente  a  Cristo    in    »-l°    P'» 

della  croce,  lo  l"''^   r^'".!-'".»"  •/. 

non  era  .  ci  sanica  d.  ogn.  ;»''"''"  ^• 
di  tenta.ione.  *   Salverei:.  01 


pena 


lo 


Tu  medichi  noi    delle    nostre    fed ile  , 
sanicbì  le  nostre  inferm.ladi.  (C) 

S  111.  Per  metnf.  Cron.  l  eli.  ÌOg. 
Proponendo,  che  intendeano  san.ear  F.ren- 
^c  e  trarla  di  fedeli'»  e  tirannia  Dav. 
còli  170  Poni  il  fico  i.  lerren  fresco  e 
éras  o.  in  gran  formella,  o  fossa  non  falla 
Psamcare'il  campo,  che  presto  guasleri 
con  le  barbe  la  f.goa.  c.le^e  ■ 

S\NICATO.  F.^  ^■'■'■'"^'""Zia 
Ubero    d.l    male  .   Che  hn  '"'"'"<■''' 

rt»Vn:""8;^.;-»^'^"; 

trovo  sanicata  .  (l)    1  rany    ^ 
i.    Lasciò  si  sanic.ta  e  s.  gueril.  la  00- 
ilra  Cini  .  che  si  riposò  mollo  bene  per 
'  assai  lemiK)  (qui  p'r  melaf). 

SAMF.  r.  L.  .Marca.  Lai.    sanie s  . 

pe,  f.^elente  Mime .  #  Car.  En.I.bJ. 
Sempre  intriso  fc  di  »-'«,'''"« 
avieri  Br)  Salvia.  En,U  /,»^2.  D  ..ro 
„nen    di    sanie    macchialo.  (H 

SANIFICARE,  r.  .■/.  Saniccre.  Lai 
,.n,la,i  reslituere.  Gr.  uy'«?"«;  ''^ 
Cord.  Pied.  S.  67.  Pero  l.  a.ssi  che 
„ri  sanificala,  che  .ara  ?»'«•'"  ."^'fi"* 
"rrn.ion.  .  Zibald  Andr.  .^4.  Il  finm. 
.-.Ilarsò  ec.  ,  e  sanifico  luti.  I.  provo 
eia    ch^^livenne  fertile  »  (raltirera.  .?«' 

Fior.  Stor.  2.  .34.  I  pa"'.'"!!  "?.'„'■ 
ventano  sani  per  una  moltitudine  di  no- 
mini, eh.  .a  un  ir-vtto  gli  occupi.  .  quali 
con  la  cultura  sanificano  1.  urrà. 


SA:«I0S0  .  r.  Z.  JtU.  Pieno  di  sa- 
nie. Marcioso.  L.al>S<tniOfus.  Gt*  S^TTUO^. 
Bemb,  Stor.  3.  38.  Quel  crudel  morbo, 
che  mal  fniDCosc  ti  cbìanu  ,  itvcva  ueWa 
citlà  fritto  priucipiu ,  il  quale  primiera- 
mentt*  le  parli  geDiUlì  Ìl  più  delle  vulte 
viziavj  ec,  di  yui  bulle  ec,  eofijlurs  ,  e 
comt-  fìgnoli,  prima  uo  puco  duri,  e  po- 
sci;i  ezidodio  «Jiiiosi  oiscejDu. 

SAMSSIMO.  ^'»/u-r/.  di  Sano.  Bocc. 
Intrcil.  2-j.  Li  quali  ,  non  che  allri ,  ma 
Galicoo,  ippocralc  ,  o  EscuUpio,  avrtvnp 
giudicati  i^toiisimi ,  ^ntfjr.  Co/.  J.  3.  E 
10  ca^j  min  vivo,  e  sanissimo.  lied,  iett, 
2.  ii)6  I  frutti  maogiatì  con  muoo  amo- 
revole ,  e  discreta  suno  sauis&imi  ,  tauto 
crudi,    quanto  cotti. 

SAMTA'.  SANiTADE,  f  SAMTATE. 
CostHuziont  dì  corpo  senza  doionr^  e  Jtrt- 
Zit  impedimento  d'  operazione.  Lat.  sani- 
tà.!. Gr.  u -/l'ila  .  Jlocc  nov-  l8.  23.  La 
saoilk  del  vostro  6glìuolo  uun  è  nell'aiu- 
to de' mrdici .  Jì  nov.  q\.  i3.  Con  gran 
sollecitudine  e  eoo  isposa  il  torna  nella 
prima  sanila  .  Ainet-  ^\.  Le  nostre  in 
Tuoti  chiare,  dirivale  Di  viva  pietra,  be- 
von  con  &.ipore  Tal,  che  le  serva  in  lieta 
saoìlale.  Cr.  ().  36.  i.  Alcuna  volta  si  dà 
(  /'i  scalapuzza  )  a'  sani  ,  a  cooservazion 
della  sanilade  ;  alcuna  volta  agi*  infermi  , 
3  rimuover  la  'nfcrmitade.  /  tt,  SS.  Pad, 
t.  70.  Conoscendo  la  loro  sanità  da' me* 
riti,  e  dall'oraziun  d'  Ilarione.  Cas.fe(t.6o. 
Il  che  sia  perciò  con  commoJo  della  tua 
sanila.  V  /r.  lac.  T.  4  >4  *P-  D'^'pe- 
rar  segni  son  sì  dt&iosi ,  Far  miracoli ,  e 
render  sanitati  >  Dì  ratti  e  profezie  sono 
golosi  (così  lefge  il  J'ocabol.  in  RATTO 
SUSI.  §.  IIL).r/?; 

^'  §  I.  in  sanità,  posto  avverbiaìm. 
rai<.-  JVei  tempo  dflla  sanità  .  Fit.  SS. 
Pad*  2.  6t>.  Kon  voleva  che  poi  gli  fos- 
se rimproverato  da'  compagni  suoi,  dicen* 
do  che  per  paura  di  morte  avesse  fatto 
quello  che  non  aveva  voluto  fare  in  sa- 
nitade.  fi  ) 

5?  §.  II.  Snnità  dell'arili,  'teli'  acqua 
ec.  ,  i'a/e  Salubrità  .  Cr.  La  sanila  dell' 
aere  dichiarano  i  luoghi  che  sono  liberi 
da  profonde  valli,  ec.   (Jj 

t  #  §.  III.  /?«Tc  irt  sanità  dt  alcuno, 
dicesi  Quando  si  bt-ve  a  onore  di  alcuno, 
Red,  Ditir.  18-  lo  bevo  in  sanità  ,  To- 
scano Re  di  te.  (Ti) 

SSyyK,  che  anche  si  dice  ZANNA. 
Dente  grande  j  e  più  propriamenit-  quel 
Dente  curvo  ,  una  parte  del  quale  esce 
fuori  delle  labbra  d*  alcuni  animali ,  co- 
me del  porco,  del t  eh  fante,  e  simili.  Lai. 
sannn.  Gr.  y\iMT,^  c'ooi/^.  Dani.  Inf.  Q, 
Le  bocche  aperse,  e  mostrucci  le  sanne . 
E  22.  E  Ciriallo  ,  a  cui  di  bocca  uscia 
D*  ogni  parte  una  sanna  ,  come  a  porco, 
Gli  fé  sentir  come  1'  una  sdruria.  l'ranc. 
Sacch.  nOi'.  22O.  Nella  6oe  tirandolo  per 
Io  mantello  ,  e*  si  volse  ,  che  pareva  un 
diavolo ,  con  gli  occhi  rossi  ,  e  con  le 
saune  grandissime; 

*  SANMTRIO.  Lo  stesso  che  Salni- 
troj  ma  assai  meno  usalo.  Lasc,  Cen,  2. 
nov.  2,  pa^.  5i,  Tosto  che  1'  ebbe  tocca, 
così  s*  avvampò,  ed  accese,  come  da  fuoco, 
sannitrio,  o  zolfo,  slato  torco   fosse.  (C) 

SA.NNUTO.  Jdd.  Che  ha  sanne,  Zan- 
'.uto.  Lat.  dentaius.  Gr.  o'oovrw'ovj;.  Fr. 
/ac.  T.  1.  3.  6.  Come  i  porci  sanhuli  , 
Ha  gli  suoi  denti  acuii.  Cron.  1  eli,  22. 
Ebbe  aofo  il  dello  Matteo  uno  figliuolo 
maschio  bastardo,  il  quale  avea  nome  Gio- 
vanni, che  fu  grande  della  persona,  e  ar 
dito,  e  gagliardo,  e  saonuto.  E  67.  Luigi 
fu  saonuto,  e  di  grossa  forma,  e  pasta  (m 
questi  esempli  è  prr  similit.,  e  iole:  con 
grossi  denti;.  CiriJT.  Calv.  \,  3i.  Che 
avea,  come  il  cinghiai,  sannutì  denti  (qui 
"-'-  -  fatti  a  guisa  dì  sanne), 


fole  : 


sa:* 

t  3  SANO.  yJdd.  Che  ha  sanità.  Sta 
za  malattia  ,  Lai.  sunus  .  Gr.  uyt'ivo^  . 
Hocc.  rti.1'.  63.  5.  Credonsi  che  ce.  il  vi- 
ver  subriaiiiente  faccia  gli  uomini  magri 
e  sottili,  ed  il  più  sani.  E  num.  \2.  In- 
nanzi che  io  mi  parla  di  qui,  voi  vedre- 
te il  fanriul  sano,  come  voi  %cdesie  mai. 
Dant.  /\ir.  ^.  E  santa  chieda  con  aspet- 
to umano  Galibriell'  e  Michel  vi  rappre- 
senta, E  l'altro  che  Tohbia  rifece  sano. 
^  Cron.  Morelt.  2.'>6.  Appresso  togli  fan- 
ciulla che  tu  li  coutenti,  eh*  ella  sia  sana, 
e  intera.  (C)  liid,  leit.  2.  lyS.  A  que- 
sta buona  regola  del  vivere  si  attenga  V. 
S.  Illustriss.,  se  vuol  vivere  vita  lunga  e 
vita  sana. 

vS  §  I  E  in  forza  di  sust.  Colui  che 
i  sano.  Cr.  6*  36.  I.  Alcuna  volta  si  dà 
a'  sani  ec.  alcuna  volta  agi'  infermi.  "  Oe/l, 
Ivtt .  1.  léz.  4'  E  fi^  i  medici  e  in  pro- 
verbio ,  che  a'  sani  tutte  le  cose  son  sa- 
ne »,  (K) 

§.  II.  Esser  più  sano  che  pesce , 
Sano  come  una  lasca,  o  simili,  si  dicono 
di  Chi  ^ode  sanità  perfetta  .  Lat.  pt^cc 
sanior.   y  PESCE,   §.   IV.  LASCA,  §. 

V  g.  III.  Sano,  vale  anche  Siiuro,   E- 

sente    da    pericolo  .   S'-ener.    Sent.    Graz. 

I  ^1    Slima  meglio  di  andare  con  passo  più 

moderalo,  ma   ancor  più  sano.  (TC) 

t  §-    IV.  Sano   e  salvo  ,    volt'  Libero  , 

■  o  E*trntc  da  o^/ii  danno,  o  pericolo.  Lat. 

incolumis,  sali'iis  -   Gr.   CWO;.   fìcee,   nov. 

II.   l5.  Di  cosi  gran  pericolo  usciti,  sani 

e  salvi    se    ne    tornarono  a  casa  loro  .   K 

nov.  66.   II.   Io  li  porrò  a  casa  tua  sano, 

e  salvo  .    Ovid.    Pist.    S.    B.  3,  Troia  è 

tornala  in  cenere,  e  '1  mio  marito  è  sano 

e  salvo. 

§.  V.  Per  Salutifero  ,  Che  conferisce 
alla  sanità.  Lat.  salndfer ,  snluber,  Gr. 
ff&jTr;|0t05  .  Lofi.  23g.  Se  quello  è  vero  , 
che  questi  fisici  dicono,  che  quello  mem- 
bro, il  quale  l'animai  bruto,  e  l'uccello, 
e  '1  pesce  più  esercita  ,  sia  più  piacevole 
al  gusto  ,  e  più  sano  allo  stomaco  .  Tes. 
lir.  3.  5.  Koi  dovemo  guardare  1'  aere  , 
che  sìa  sano  ,  e  nello  ,  e  dolce  ,  ec.  Il 
sano  ,  e  netto  aere  d.-e  essere  conosciuto 
in  questa  maniera  .  ^  Sf^r.  Fior.  Stor. 
2-  34-  I  paesi  mal  sani  diventano  sani 
per  una  moltitudine  di  uomini  ,  che  ad 
un  tratto  gli  occupi  ,  i  quali  con  la  cul- 
tura sanificano  la  terra  .  (A'J  Geli.  Itti. 
1.  lez.  4  E  fra  i  medici  è  in  proverbio, 
che  a'sani  tulle  le  cose  son  sane.  (C) 

t  3  §.  VI.  Per  metnf  vale  Intero, 
Senza  mai^ngnn  .  Lai.  intff^er  .  Gr.  0/0- 
Te)-/,'^.  Dani.  Inf.  21.  Bolle  1'  inverno  la 
tenace  pece,  A  rimpalmar  li  bgoi  lor  non 
sani.  Esp.  f'nng.  Io  non  addimando  pane 
sano,  ne  pezzo  di  pane,  ma  le  brice  del 
pane  ec.  Sodt-r.  Coli,  7.  L' importanza  è 
non  ìspircare  dalle  viti  i  magliuoli  ec  , 
osservando  ec.   che  sien  sani  dì  tronco. 

f  §  VII.  Pir  Bello  ,  Giusto  .  Dant. 
por.  3l.  Al  divino  dall'umano,  All'eter- 
no dal  tempo  era  vennlo,  £  di  Fiorenza 
in  popol  giusto  e  sano. 

g.  Vili.  Pur  per  melaf  vale  Giovevole, 
Utile.  Lai.  convenienti  utilis.  Gr,  zk).5';. 
Cuid.  Gt  Veggendo  che  non  era  sano  di 
abbandonarsi  all'  onde,  e  al  profondo  del 
mare,  innanzi  eleggevano  di  spf'gner  le  lor 
vile  in  terra,  che  atlufljrsi  ne'marosi  con 
cieca  profondiude  (  qui  si  sottintende  il 
sust  ,  cioè, Sino  consiglio).  Pass,  i^  Tra 
*ì  dubbio ,  e  '1  possibile  è  da  seguire  il 
sano  consìglio  di  sani'  Agostino. 

§.  IX.  Sano  di  mente,  per  melaf. 
vale  Savio  ,  SaoQio  ,  Giudizioso  .  Stor. 
Eur.  1.  I,  Trovandosi  mal  disposto  del- 
la persona  ,  e  della  mente  non  mollo 
sano  . 

f  §.  X.  Sano,  aggiunto  di  Numero, 
vale   ette  non  ha  rotti.   «    Tes.      Jir.   \. 


S  A  ^ 


1007 


3.  Arismetiica  ,  ec.  e"  insegna  a  conlace 
ec, ,  e  partire  1"  uoo  per  i*  altro  ,  e  nu- 
mero sano.  •  numero  rollo.  {Br} 

*'•  j;.  XI  Siìno  ,  'Ingiunto  a  nome  di 
Tempo,  i-a!e  Compiuto,  Intiero.  Segner . 
Cri^t.  instr.  \.  33.  |5.  può  dirsi  che  ne- 
i^-i  altri  vizii  il  demonio  peschi  con  ramo, 
ni.ntre  lalvolu  starà  egli  altorno  ad  una 
piccola  preda  ì  giuroi  anche  sani;  ma 
quanto  alla  disonestà  ce.  (CPj  E  J.  33 
17.  Potrete  facilmente  conoscere  se  io  di^ 
cj  il  vero,  con  interrogarne  la  vostra  co- 
scienza medesima  ,  mentre  è  chiaro  che 
lavorando  voi  tutta  la  settimana  ro'voslri 
di  casa  ,  vi  passano  i  giorni  sani  senza 
jteccato  ;  laddove  andando  il  di  di  fesu 
in  rt,mp.ngni.f  di  questo  e  di  quello  vi 
empite  l'anima   di  pensieri  malvagi.  (C) 

*  g.  XII.  Sano,  si  dice  anche  dell'In- 
telletto, dilla  Mente,  e  tielU  loro  conce- 
zioni  ,  e  operazioni  .  m  Dani.  Inf.  g.  Q 
voi,  ch'avete  gì' intelletti  sani,  Mira'te  la 
dottrina   ec.   ».,  (  Cj 

y  g.  XML  Sano,  si  dice  anche  Degli 
offerti.  ..  Dant,  Par.  3.Ì.  Ancor  ti  prego, 
Higina  ,  che  puoi  Ciò  che  tu  vaoli ,  che 
conservi  sani ,  Dopo  tanto  veder  ,  gU  af- 
fetti suoi.  (Cj 

g.  XIV.  Mandar  sano  altrui,  si  dic€ 
del  Licenziarlo.  Abbandonarlo,  Non  isti' 
mai  lo  ,  Mandarlo  con  Dio  ,  Mandarlo  a 
spasso.  Lat.  vale  dicere,  vale  iubere.  Gr. 
X5'.:>£iv  £KV.  Tac.  Dav.  Perd.  eloq.  A04. 
Mi  comanderà  che,  mandate  sane  le  gret- 
te Muse  liiigatrici,  ove  io  ho  sudato  da-  ' 
vanzo,  mi  consagri  a  quesla  più  santa,  ed 
eroica  eloquenza.  Malm.  2.  4^.  Onde  ogoi 
altro  ne  fu   mandalo  sano. 

g.  XV.  Sta*  sano,  e  State  sano.  Modo 
di  salutare  altrui,  licenziandosi.  Lat.  va- 
le,  valete.  Gr.  Ep'cotzo  .  Tolom.  Lett. 
Slate  sano,  e  saluiate  il  nostro  M.  Erco- 
le .  E  altrove  :  State  sano  ;  e  se  vi  vico 
mai  comodo  ,  raccomandatemi  ec.  a  quel 
vostro  e  mio  signore  .  p:  altrove  :  State 
sano,  e  amatemi,  c'rtr  lett.  73.  Sta' sano  , 
e  scrivimi  spesso.  E  76.  Sta'  sano,  e,  se 
lu  mi  ami.  studia.  E  79.  Raccomandami 
a  tuo  padre,  e  sta*  sano. 

SAKSA.  Ulive  infrante^  trattone  P  olio. 
Lat.  sansa,  sontpsa,  fi aces.  Cr.  5.  jg. 
3.  Pullula  (rullio)  e  nasce  dal  oocciob 
della  sansa,  uscita  del  suo  olio  (il  testo 
lat.  ha.-  ex  nucleo  suie  amurcae).  Ricelt. 
L^ior.'^g.  Supphscesi  ancora  col  soiierrarle 
(/e  medicine)  sollo  a!  letame,  o  nella  vinac- 
cia, o  nella  sansa  d'ulive  riscaldata. 

*  g.  Sansa  ,  chiamasi  anche  da'  Ca- 
stagnai i  frantumi  delle  scorze  delle  casta- 
gne ripulite.    (A) 

SAWSENA.  V.  A,  Sansa.  Lat.  sansa  , 
sampta.  Li''.  Cur.  malati.  Si  dee  tenere 
per  otto  giorni  nella  sansena  dell'olive, 
quando  ha    piglialo  il  caldo. 

*  SANSL'CINO.  Add.  Di  sansucoj 
Ti  alto  dai  snnsuco.  Bicett.  Fior.  ant. 
Olio  sansucino.  (A) 

SANSUCO.  Erba  notissima,  detta  al- 
trimenti Persa,  o  Maiorana.  Lat.  sam- 
psuchnm,  amaracus,  Gr.  eoLjj.'b\iyo'J.  31. 
A'dubr.  Recipe  fior  di  camaniìlb  ,  aneto, 
mentastro,  foglied'alloro,  sjlvia,  raraerino, 
e  sansuco,  dicatuna  due  manipoli, 

•t  SANTA",  SANTADE,  e  SANTATE. 
T'.  A.  Sanità.  Lat.  sanitas^  bona  valetu- 
de,  va /eludo,  Gr.  óyi'eta.-  Frane.  Barb. 
II.  ig  Se  con  medici  sarai.  Tratta  con 
lor  del  conservar  santade.  Bocc.  ncv.  gS. 
l5.  Lascia  il  pensiero,  caccia  la  malinconia, 
rirbiama  la  perduta  sanlà.  S.  Bem.Lctt. 
Infino  .ti  termine  della  p>*rfeIl.T  santa  usa 
il  rmiedio  della  mf-dìcìn:ile  obbedienzia  . 
Cr.  2.  27.  2.  KcJlc  calde  provincie  si 
dee  più  tosto  desiderare  quella  parie  del 
Settentrione,  la  quale  risponda  con  ugual 
bonlade    all'  utilità  ,    e  al    diletto,   e   alla 


too8 


S  A  N 


SAN 


SAN 


saoià.  G,  y.  IO-  56.  3.  Se  Dio  gli 
renilesse  saolaJe  ,  tempre  sarebbe  ubbi* 
diente  a  «anta  Chiesa.  Sen.  Pisi.  Per 
cbeolc  maniera  tu  puoi  L  tua  buona 
saotadc  guardare  e  migliorare.  Fit.  S. 
Gio,  li^t.  La  Donna  nostra  il  rende  alla 
madre  sua  ,  e  prende  commiato  e  sanl'j, 
(nelle  Vite  de"  SS.  Pad.  Frrona  i ;.)'). 
voi*  3»  p.  193.  leffsesi  qaetlo  esempio 
così  :  La  nostra  Donna  lo  rende  alla 
madre  sua,  e  prende  commiato*  e  ma- 
donna santa  Lisabetla  dice:  Va'in  pace.ec). 
Fallati,  cap.  S.  La  santa  d^-U'arij  si 
dimostra,  se  i  luoghi  sono  liberi  d.U«. 
profondissime  valli-  Vit.  Cnti.  Puirai 
considerare,  e  vedere  che  dalla  pianta 
del  piede  infino  al  capo  non  e  santade 
in  lui.  Marstruzz,  2  12.  3-  Nondimeno 
per  cagione  di  salila,  e  di  ricrcazi'ine 
tarclibe  licita  (  a' chierici  la  caccia  J^ 
$e  Dun  fosse  troppo  ispesseggiala.  E  2. 
^2.  ^.  La  temperanza  procura  b  sautà, 
e  rallegretza. 

§.L  Fare  santa,   J'ed.  FARE  SANTA'. 
§.   IL   Farneticare  a  sanlà,  vale    Fare, 
o     Dire   pazzie,    senza    avere    offeso     il 
cervello.  Lab.    i47-  Tu  farnelicbi  a  san- 
ta,  e  anfani  a  secco. 

*  SANTAGIO.  J'oce  hnstn  ,  che  si 
dice  a  persona  affiata  e  tarda  neW  ape- 
rare.  Malm.  IO.  21.  Qu^nd*  il  nimico, 
cb*ivi  sta  a  diiagio  A  lai  pigriiia.  grida 
ad  alta  voce  :  Vieni,  asinaccia  ;  movili  , 
santagio.   (*) 

SANTAMARl'A.  Sorta  d'  erha  nota, 
amara,  e  odorosa.  Lai.  menta  tory mhijera. 
Cr.  6.  76  I.  Enne  un'altra  (  m>nta  )  ,  la 
quale  b.i  [-ili  lunghe  e  più  lalc,  e  più 
«cute  le  foglie,  e  fiucsta  e  la  menta  ro- 
mana, ovvero  saracinesca,  e  volgarmente 
s'appella  erba  Santamaria,  e  questa  e  più 
diuretica  che  l'altra. 

*t  '''  §■  Ucifllo  Santamaria,  chiamati 
volgarmente  un  (/icelletto  di  penne  verdi 
che  sta  per  lo  più  nell'acque.  Morf:.  \t\. 
56.  La  gallinella  con  variate  piume,  L' 
accel  sanLimaria,  v'era  il  piombino.  (•) 
SANTAMBARCO  .  Sorla  di  teste  da 
contadino  j  lo  stesso  che  Saharnharco; 
Forse  simile  all.3\,bardocucttlliis.  Buon 
Fier.  4.  5.  3.  Vii-ne,  e  sì  mi  lira  Pel 
santambarco,  e  dice:  Che  fa'tu  quelli 
tpjgbcri?  E  Tane.  2.  8  E  ti  faro,  fur- 
fante, il  più  scontento  Che  porti  san- 
lambiirco.  Maìm  i.  .'(Q  Man  certi  san- 
tamharrhi  fino  a'  pitdi.  Che  chiamano  il 
zimbi'l  di  là  da*  monti. 

SANTAMKNTE.  J^verb .  Con  santi- 
tà, A  guisa  di  santo.  Lat.  sonde.  Gr. 
a^iu^.  G.  /'.  II.  47-  2-  y^  determina- 
la, e  data  fine,  e  silenzio  santamente  alla 
della  quistiune.  Maestrnz^.  |,  1^.  Impe- 
rocchi:  è  de  iure  naturali  che  l  uomo 
santamente  traili  le  cose  sante. 

SANTARELLO.   ì'ed.  SANTERELLO. 
*  SANTASSANCTORUM.  Quella  par- 
ie dei  tahernacolo  della  Legge  antica  nella 
quale    non    entrava    altri    che    il    s^mmo 
Sacerdote  una  volta  sola  all'anno.  (J) 

*r  g.  Selle  t'hiese  cattoliche  così  chia- 
masi il  sito  dell*  aitar  maggiore  ,  cinto 
ordinariamente  di  balaustrata,  che  anche 
dicesi   Preshiti-rin.  (A) 

SANTATE.  Vrd.  SANTA'. 
SANTERELLO,rSANTARELLO./>)m. 
di  Santo,  Lat.  sanctulus  ,  Frasm.  Fir. 
nov.  7.  261.  Era  tenuto  per  un  cotalsan- 
tercllo.  Farch.  Sitoc.  2.  1.  Benché  non 
pensi  a  mal  nessuno  ne  di  lui,  ne  di  lei  « 
che  ù  come  una  santarella.  Segr.  Fior. 
Cliz.  2.  3.  E*  non  si  può  ire  a  altri,  che 
a  fra  Timoteo,  eh*  e  nostro  coofessoro  di 
casa,  ed  è  un  sanlarello. 

t  SANTESE.  y.  A.  Che  ha  cura  del 
Santo,  cioè  della  chiesa.  Lai.  aedituus , 
*niati\ionarius.  Or.  vcuxopoj.  Sen.  Pist. 


Non  ti  bisogna  lefar  le  mani  a  cielo  ,  e 
pregare  il  sjnieie  delh  chiesa,  che  li  la- 
sci passare.  Fr.  Ciord.  Pred.  S.  Area 
nome  Gu^tanzo,  ed  era  m;instunariu,  cioè 
sanlcse  nella  d''tta  chiesa  ///  /'ocaholano 
alla  v/yce  .MANSIONARIO  porta  quetto 
esempio  comr  fratto  d-ii  Dtal.  S.  Greg. 
M.  I.  5.,  e  l--g^e  Costantino.  L*  edizione 
di   Roma  ha  Costanzio  ). 

*  SANTESSA.  Graf/tasanti,  Ipocrita  . 
liocc.  *;.  3.  n,  6.  Perciu  a  Napoli  tra- 
passando, dirò  come  una  di  queste  san- 
tesse,  che  coiì  d'amore  schife  si  mostra- 
no, ec,  (così  leuge  la  ventisettana  j  quel' 
la  dei  Deputati  ha  saolesi  ) .  (F)  f^arch, 
Suoc.  2.  I.  Queste  spigolislre  ,  queste 
sanlesse,  queste  picebiapelii,  ec.  (*) 

SANTIFICAMENTO.  //  sa^tijieare . 
Lat.  sanctijicatio.  Gr-  àyc'a^/ia  -  .tnnot. 
Fani:.  Secondo  lo  spirito  del  sanlifira- 
mento  della  resurression  de' morti.  Ftt. 
Bari.  17.  La  piicienza  da  fede  a  sanlifi- 
cameDto  d'anima,   e   di  corpo. 

*  SANTIFICANTE.  Che  santifica}  e 
suol  esicrr  aggiunto  d-^lla  grazia  divina. 
Segner.  Crist.  instr.  3.  22-  3.  In  tutti  i 
sjgramenli,  ultre  la  grazia  abilu-ilc  san- 
tificante che  noi  riceviamo  io  essi ,  rice- 
viamo ancora  V  attuale,  ovvero  l'aiutante, 
la  qujle  ec.  (*)  E  Parr,  instr.  7.  |.  Se 
voi  direte  al  popolo  che  la  grazia  Santi' 
ficante  è  una  qujlila  divina,  la  quale  ab- 
bellisce l'anima  a  maiavjglia  ,  gli  direte 
il  vero;  ma  egli  poco  ancora  ne  inteo- 
di^rà.  E  Mann.  Selt.  ^.  2.  Dio  abita  in 
essi  mediante  la  sua  grazia  santificante.  ^K^ 

SANTIFICAHE.  Far  smto,^  o  cosa 
sintn.  Lat.  snntifira'e .  Gr.  ocyta^eiv. 
pass.  18).  Esser  mondato  e  sautid  alo 
innanzi  che  nato.  E  opprefso  :  Sia  data 
maggiore  grazia,  e  maggiore  gloria  ,  che 
a  qitelli  che  fossero,  o  che  furono  concc- 
puli,  e  nati  col  peccalo  originale,  e  poi 
per  battesimo  santificati  e  mondati.  /'/(. 
S.  Gio.  Bat.  2f)3.  Di  quale  allro  si  b-gge 
che  fosse,  come  Giovauoi,  nel  ventre  dt-lla 
sua  madre  sanlìGcat».  edetlo  Spirilo  San- 
to ripieno  T  Late.  Sibili.  1.  X  Non  ìj- 
pele  voi  eh'  egli  e  meglio  ubbidire ,  che 
santificare  ? 

g.  L  Per  Canonizzare.  Lat.  in  San- 
ctorum  numernm  adscribere.  Gr.  arro- 
'stoZ'i.  e.  ì'.  I .  t>2.  I.  £  simile  santifi- 
carono con  lui  santo  Eugenio. 

g.  II.  Per  Divenir  santo.  Vend.  Crist. 
Op.  div.  Andr.  H3-  Molli  si  convertirono 
alla  fede  di  Cristo,  e  ricevettero  il  batte- 
simo, e  poi  santificarontt.  Tes.  Br.  3.  25. 
E  però  santificaro  molti  appostolici  di- 
nanzi a  lui,  perche  soQerirono  marlirii,  e 
tormenti  per  mantenere  la  diritta  fede. 
Dittam.  o,  3.  Allor  mi  piacque  Trovarmi 
dove  giace,  e  si  santifica. 

•f  SANTIFICATO.  Add.  da  Saniifi. 
C'ire.  Pass.  3o.  Santo  leremia  profeta  , 
santificato  nel  ventre  della  madre  sua  , 
dtcea  in  persona  di  Dio.  C<^/1.  .-Ih.  Isaac, 
5i.  Per  lo  peccato  irragiooabile,  iL..  fue 
nelli  suoi  speziali  sacerdoti,  e  giudici  ,  e 
principi,  e  santificati  suoi  (qui  inforza 
di  suitantivo )  . 

t  SANTIFICATORE.  Ferbal.  masc 
Che,  o  Chi  santifica.  Lat  .  saactificator. 
Gr.  àycaaT/;';.  C.  ^.7.  37.  5.  Sii,  Si- 
gnore Iddio,  del  popolo  tuo  santificalore 
V  guardiano. 

SANTIFICAZIONE,  /l santificare.  Lat. 
sanctificatio.Gr.  aytRa/j.o'{.  Annoi.  Fang. 
Date  le  membra  vostre  alla  giustizia,  e  in 
santificazione.  Cavale.  Discipl.  fpir.  Avrete 
in  questa  vita  frullo  in  santificaiiooe,  cioè 
in   puritli. 

SANTIFICO.  /'.  A.  Uom^  di  santa 
vita.  G.  F.  1 2.  35.  5.  Il  dello  anno  , 
addi  12.  di  Mano,  pauò  di  questa  vita 
il  santifico,  uno  Iacopo  Fiorentino,  re. 


SANTIMONIA.  Santità.  Lat.  sancu- 
tat,  tanctimonia.  Gr.  àyiSTfl;.  3/«jre.  26. 
118-  Cb'ei  sapeva  anche  simulare,  e  finge- 
re Castità,  saniiroonia.e  divozione.  Belline. 
san.  201.  Che  »ol  per  santimonia  vive  d'erba. 
*f  «  SANTINFIZZA.  F^ce  poco  usa- 
ta. Graffiasantt ,  Ipocrilo.  Lai.  pietatts 
simulator.  Gr.  uTiOz^tT*;'?-  Malm.  7.  68- 
O  lec<*j  pcverada  .  Carne  stantia,  barba 
putlolosa.  Ribaldo,  sanliofizu,  gabbadei. 
Che  a  quel  d' altri  poa*  cinque,  e  levi 
sei.  (•)  Mtnucc.  ivi:  Ver  santinfizza  s'in- 
tendono certi  torcicolli ,  che  aUono  tutte 
il  giorno  davanti  a  una  immagine  d*  un 
Santo,  perchè  si  creda  che  essi  facciano 
orazione.  (B) 

*\  *  SANTINO.  Immiginettadi  Saatv 
stampata  in  leeno,  0  in  rame,  e  per  lo 
più  miniata.  Forti::.  BicciarJ.  3.  23.  Io 
questo  beo  sapra  ch'era  tantino,  E  '1  no- 
merò dicca  delle  peccata  ,  Onde  il  mae- 
stro davami  il  santino.  3tagal.  Lelt.  Non 
mi  dimentico  de*  santini  che  vi  ho  pro- 
messi ;  ma  giacché  ì  miei  pittori  ec  non 
ci   hanno  ancor   messo   mano,  ec.  fA) 

SANTISSIMAMENTE  .  Superht.  di 
Santamente.  Lai.  s.incli$.fime.  Or.  eéyi- 
ùJTarx.  Bocc.  Leit.  Pr.  S.  Ap.  39^*  Òt- 
liinamente  di'  ,  aoiÌ  santissimamente,  ed 
amichevolmente.  Farch.  Ercol.  297.  L'al- 
tro solo  quelle  dell'animo  santissimameolc 
ditidrri. 

SANTISSIMO.  Superi,  di  Santo.  LaL 
sanctisiimus.  Gr.  ocyt^iTaTO;.  Bocc.  nov, 
i.  20.  Ad  ogni  uomo  addiviene,  quan- 
tunque santissimo  sia.  il  parergli*  dopo 
lungo  digiuno,  buono  Ìl  mjiiicare.  Emum. 
3o.  Diedegli  la  sua  benediuone,  avendolo 
per  santissimo  uomo.  Petr.  canj.  ^\.  6- 
Cosa  nuova  a  vederla.  Già  santissima,  e 
dolce,  ancor  acerba;  Parca  chiusa  in  or 
fio  candida  perla.  D'nl.  Purg.  33-  lo 
ritornai  dalla  santitsim*  onda  Rifatto  si, 
come  piante  novelle.  /  it.  S.  Gio.  Dal. 
188.  Zacrberia,  uomo  fedeIts*imo  e  santo, 
e  che  conoscea  la  donna  sua  santissima,  ec. 
§.  1.  Santissimo,  e  anche  Titolo  che  si 
dà  al  S-mnio  Pontefice.  Lai.  tanctissi- 
nius  Bui  Parg.  19.  2.  Volea  dire  forse 
santissimo  Padre  ec,  che  cosi  1'  usa  dire 
al  Pana. 

f  i  g.  II.  Santissimo  ,  in  forza  di 
sust.  vale  Uomo  di  gran  santità.  ì'it*  SS. 
Pad.  1.  l38-  Ed  era  questo  untissimo  di 
tanta  virtù,  ec,  (ì  ) 

SANTITÀ*.  SANTITADE  e  SANTI- 
TATE.  Astratto  di  Sinto  ,  SafUimotita. 
Lai.  sanctitas.  Gr.  dytozrii.  Bocc,  nov. 
60.  7.  Avrebbe  forxa  di  guastare  ogni  lor 
virtù,  ogni  lor  senno,  ogni  lor  santilà . 
Nov.  ani.  100.  H).  La  lena  addivieoe  o 
per  santitade.  o  per  peccato.  Fit.  S.  Gio. 
Bat.  Tornando  a  cau  dicevano  sì  grandi 
novelle  della  sua  santilà,  che  non  sì  po- 
trebbe dire.  Fit.  SS.  Pad.  i.  ì^.  Awe- 
gnacbè  lutti  quasi  avanzasse  in  fama  e  in 
verità  di  santità,  a  tutti  non  però  di  mo- 
no era  caro,  e  graziovo,  E  69.  Udendo  la 
fama  della  sua  sanliUde  una  donna  ec. 
E  70.  Stette  con  Harione  aggiuralo. 
anzi  sforzato  da  lui  per  la  sua  sanlitada. 
Bern  tiri.  1.  20.  !^.  La  saniilk  comio- 
cia  dalle  mani,  Moa  dalla  boera,  o  daWi- 
so,   o   da*  panni. 

§.  I.  Per  Titta  che  si  dà  al  Sommo 
Pontefice.  Lat.  beatitudò.  sanctitas.  Bocc. 
no**.  |3.  21.  Acciocché  la  voUra  Santità 
mi  marilaue.  E  nnm.  22.  Per  visitare  gli 
santi  luoghi  e  reverendi,  de' quali  qursta 
città  è  piena,  e  1j  vostra  Sanliià. 

*  %.  II  Santità,  per  tirtà  im  cernere- 
to.  Iit  S.  Domil  274-  Ogni  sautità, 
quando  si  perde  per  alcuno  peccato,  si  può 
ritornare  allo  stalo  di  prima  per  la  pc 
nitrnza:  ma  sola  la  virginità  al  suo  staU 
ritornare  doo  li  può.  (/') 


A  Pfi^^ 


SANTO-  Susi.  Cfiiesa.  Lat.  aeJes  sa- 
cra, tcniplum.  Gr  to  t'fi^o'v.  Docc.  nov. 
•jz.  Q.  Che  viJelc  che  non  ci  poiso  an- 
dare a  saotu,  né  in  niiin  liuun  luogo.  E 
mtm.  12.  Po5ci.i  [ijilitosi  in  gonnella  (rhe 
parcvj  che  venisse  Ja  servire  a  nozze  )  , 
se  ne  tornò  al  sjoto.  f'tt,SS.  Pod.  Quan- 
do uscivaou  di  ijntti,  addimaudava  loro 
perdono.  J3org/t.  lese.  Fior-  4^7*  " 
qual  Dome  di  »jiito  ec.  si  diede  allora  per 
suo  proprio  alle  chiese,  che  lungamente 
durò.  lor.  Miti,  yenc.  43-  'o  '*  \cddi 
tornar,  Nem-ia,  dal  sanio  :  Eli  sì  bella, 
che  tu  ni'ablugli<tsli. 

§.  1  Entrare  in  s<into,  o  .-indiire  in 
santo,  o  Menare  it  santo  ,  si  dice  delV 
Andart,  o  Eaer  condotte  U  pattorienli 
la  prinui  l'oUn  dopo  i7  parto  in  cìiiesa 
per  la  beneduione  del  sacerdote  i  e  Met- 
tere in  santo,  l'Atto  che  fa  ti  sacerdote 
di  benedirle  i  ed  in  questa  sola  occasione 
si  usa  oggi  In  voce  Scinto  per  Chiesa. 
Segr.  Fior*  Mandr,  5.  2.  Farò  levare,  e 
Javare  la  donna,  e  farolla  venire  alla  chie- 
sa, ed  entrare  in  santo.  E  se,  5.  Egli  è 
lienCj  ch'io  vada  innanzi  a  pjrlare  al 
frale,  e  dirgli  che  ti  &ì  faccia  incontro  in 
itjW  uscio  di-llj  chiesa  per  menarti  in 
santo,  perchè  e^Ii  è  proprio  stamane  come 
se  tu  rinascessi.  E  se.  ult.  Tu,  Lucrezia, 
•juanti  grossont  bai  a  dare  al  frate  per 
entrare  in  santo?  (in  questi  tre  esempli 
si  accenna  una  somigliante  funzione  ,  wa 
per  altro  motivo  J.  Jtorgh.  Tese.  Fior. 
à2'J.  Mettendosi,  come  è  l'usanza,  dopo 
il  parto  la  donna  in  chiesa,  si  dice  anco 
r.i.  ritenendo  eoa  1*  antica  usanza  il  vec- 
chio nomo,  mettere  in  santo. 

§.  II.  Santo,  o  Santi,  si  dicono  le  Pit- 
turCt  0  Stampe  in  cui  sia  effigialo  alcun 
santo,  o  altro.  Lai.  imagines  sacrae.  Gr. 
«i'/OV£;  a/i'wv.  B^rgh,  Orig.  Fir.  203. 
Come  ancor  oggi  i  t'anciulU  soglion  chia- 
mar santi  tutte  te  pitture. 

SA^TO.  Add.  Quegli  il  quale  è  elette 
da  Dio  del  numero  de' Beati,  e  dalla  Chiesti 
tenuto,  0  canonizzale  per  tale.  Lat.  sanclus. 
Gr.  ayto^.  Pass.  3.  Come  dice  il  Maestro 
ifelle  seolensie  disamo  Agostino,  e  santo 
Isidero,  e  santo  Gregorio,  e  alcuni  altri. 
Dant.  Par.  l6.  Ditemi,  dell'  ovil  di  san 
Giovanni.  Petr.  canz,  22.  2.  I'  die'in 
guardia  a  san  Pietro,  or  non  più,  no. 

§.  1  Dassi  tale  epitelo  amhe  a  Dio 
stesso.  Dant.  Par.  26.  Dicea  cogli  altri: 
santo,    santo,  santo. 

§.  II.  Si  dà  questo  epiteto  anche  a 
quelle  cose,  che  riguaiduno  Dio,  o  che 
da  lui  derivano,  f'it.  SS.  Pad.  i.  I.  Co- 
me scrive  messer  san  Gregorio  ,  nobile 
dottore  di  santa  Chiesa,  alquanti  si  muo- 
vono più  a  ben  fare  per  assempri ,  che 
per  parole,  p'ii.  S.  Gir.  9.  Quest'  uomo 
ec.  ora  priega  per  la  Chiesa  santa  ,  per 
la  quale  tanto  s' allalicu.  Bed.  leti.  2. 
IQ2>  Il  buono  Dio  le  assisterà  con  la  sua 
santa  grazia  in  questa  virtuosa  ,  e  carita- 
tiva fatica-  E  207.  Non  lasciò  mai  pas- 
sar congiuntura  alcuna  di  dir  qualche 
parola  in  servizio  di  quel  buon  amico  ve- 
nuto alla  santa  Fede. 

*  §.  Ili.  Per  Bati/tcat),  Confermalo, 
Approvato,  Statuito.  But.  Par,  6.  Sacru  è 
quello  che  s'  appartiene  a  Dio  j  santo  è 
quello  che  è  fermato,  e  statuto  ad  alcu- 
no fine  (  lat.  sancitum  ).  (f'J  Bemb,  Star, 
lib.  3.  Questa  lega  in  ogni  modo  volle 
il  Papa  pe*  suoi  brievi  scritti  al  Seoalo  , 
rhe  rata  e  santa  fosse.  (Br) 

%  IV.  Santo  Padre,  maniera  con  cui 
comunemente  *'  appella  il  Papa.  Bocc. 
nov.  i3.  11.  Andiam  noi  con  esso  lui  a 
Roma  ad  impetrare  dal  santo  Padre , 
che  ec. 

§.  V.  Santa,  si  dice  anche    alV Anima 
eh*  è  in  luogo  di  salvatone,  presso  Dant. 
J'o:abolano  T    lì. 


SAN 

Par,  itì.  Al  parto,  io  che  mia  madre, 
eh'  è  or  canta,  S'  alleviò  di  me,  ond*  era 
grave. 

g.  Vi.  Santo  ,  si  chiama  anche  Cv.'ni 
che  in  questo  mondo  .  vive  srintantr/Uv. 
Bocc.  nov.  43.  16.  Per  ventura  v'  era  una 
sua  donna,  Li  qual  buonissima  ,  e  santa 
dunoa  eia.  Peir.  so'i.  2O9.  Santa,  saggia, 
leggiadra,  onesta,  e   bella. 

g.  VII.  Talora  si  dà  questo  aggiunto 
a  membra,  a  luo-^o,  e  simili  co<e,  clic 
attengono  a  santo.  Dant.  Inf.  2.  Fur  sta- 
biliti per  lo  loco  santo,  U*  siede  il  succes- 
sor  del  maggior  Piero.  E  Par,  3.  Che 
sorridendo  ardea  negli  occhi  santi.  Amet. 
3g.  Le  sante  vuci,  udite  da  me  con  ani- 
mo attento,  mi  fecero  pietoso. 

*  g.  Vili.  Santo,  è  anche  aggiunto  dì 
pane,  e  vale  Pane  che  si  fa  di  piccole 
fttte,  tubate  nel  brodo,  rinvo/te  nelle  uo- 
va sbattute  ,  e  di  poi  fritte  nel  lardo  . 
r.  PANE,  g.  XIX.  (C) 

*  §.  IX.  Santo,  talora  vale  Perjello, 
Buono.  Malm.  e.  2.  st.  52.  E  gli  passo  , 
fuggendo,  allor  davanti  Per  traviarlo  , 
solo  con  speranza  D'  avere  a  far  di  luì 
più  boccou  s.mli.  Minucc.  ivi:  Più  hoc- 
con  santi.  Più  Iiuun  bocconi.  La  voce 
santi  in  casi  simili  significa  perfezione  in 
generale.  (B) 

g.  X.  Sunto,  sì  prende  anche  per  Pio, 
Religioso.  Lat.  pius,  sanctus,  f'it.  SS. 
Pad.  I.  14.  Tutte  le  vatudi  ec.  si  ridu- 
cea  a  memoria,  e  quasi  per  santa  consi- 
derazione masticandole.  E  appresso:  In- 
fiammato di  mirabile  fervore  e  d'uoa 
santa  superbia,  studiava  che  nullo  s'avan- 
zasse, ne  eccedesse.  E  appresso:  Brigava 
molto,  tentandolo,  di  ritrarnelo  da  quel 
santo  proponimento.  E  35.  Tutti  con  san- 
to studio,  e  con  mirabile  fervore  isforza- 
vansi  d'avanzare  l'uno  l'allro  in  carità. 
Segner.  PreJ.  S.  I.  Credo  però,  che  quel 
che  tanto  poti?  nella  Cananea,  fosse,  a  dir 
vero,  una  sfacciataggine  santa  ,  cagionala 
in  lei  dalla  fede. 

g.  m.  Di  santrt  ragione,  0  D*una  santa 
ragione,  posti  aeverbialm.  vogliono  Gran- 
demente, Copiosamenti:  ,  In  abbondanza. 
Lat.  acriler,  vehenientcr,  mognopere.  Gr. 
'Sfo'òpx.  Bocc.  nov.  68.  10.  Battutala 
adunque  di  santa  ragione,  e  tagliatile  i 
capelli  ec,  disse  :  ec.  Malnu  li.  20.  Ei 
suoi,  che  di  tal  arme  ban  la  licenza.  Glie- 
ne daran  d'  una  santa  ragione. 

§.  XII.  Avere  una  santa  pazienza,  vale 
Acquietarsi,  Soffrir  con  pazienza.  Red, 
lett.  2.  78.  Se  poi  non  avrò  tanto  fiato 
da  poterlo  servire ,  bisognerà  che  ancor 
esso  abbia   una  santa  pazienza. 

g.  XIII.  Aver  qualche  Santo  ,  0  buon 
Santo  in  Paradiso,  vale  Aver  buoni  aiu- 
ti, 0  gagliardi  protettori,  per  Cvnseguir 
checchessia.  Lat.  validis  inniti  praesidiis. 
Gr.  ^uvarous  s^^'^  cuvaywvtffTtf's. 

§.  XIV.  Dicesi  a  chi  vuol  pensare  in 
un  negozio  da  first  a  troppe  sottigliezze: 
Qualche  snnto  ci  aiuterà,  o  simili  j  ed  è 
lo  stesso  che  dire:  Il  tempo  ci  darà  con- 
siglio, o  Cosa  fatta  capo  ha.  Lat.  Deus 
providebit.  Geli.  Sport,  i^.  I.  Poi  qualche 
santo  ci  aiuterebbe.^  Ambr.  Furt.  1.3. 
Facendogliene  una,  gliene  potrei  Far  ben 
anco  dua:  qualche  Santo  in  questo  mez- 
zo ci  aiuterà.  (ì'} 

§.  XV'.  Rivolere  i  santi  suoi  quando 
è  guasta  la  festa  j  proverbio  che  si  di- 
ce d' l  Rivolere  alcuna  Cosa  donala.  Fir. 
Lue.  4.  3.  Per  dirne  il  vero,  ell'ba  mille 
ragioni  ;  che  questo  rivolere  i  suoi  santi 
com£  si  guasta  la  festa ,  è  cosa  da  fan- 
ciulli. 

§.  XVI.  Scherza  .co' fanti,  e  lascia  stare 
i   Santi.    Ved.   SCHERZARE,   g.   IV. 

*  §.  XVil.  Olio  Santo,  r.  OLIO,  §. 
vili    (Cj 


S  A  >' 


>oog 


SANTOCCniEnrA.  Simulata  pietà , 
/pjcrisia.  Sfid.  Slor.  1.  ^8.  Ingannano 
le  credule  nienli  degli  uomini  con  gran 
bugie,   e  con    vaiìi*   santocchierie. 

=1*  SANTOCCHIO.  Dedito  alla  santoc- 
chieria, l'ortig.  cap.  8.  La  corte  e  un 
ampio  mare,  uve  si  nuota  Da  tutlÌ  noi  , 
e  atfoganvt  parecchi  ;  E  mm  vai  di  moli' 
anni  esser  pilota  ,  Cbè  aflondanvi  i  saa- 
locchi  asciutli  e  scerbi,   (li) 

SANTOCCIO.  ì'oce  usata  dal  Bocc. 
in  significato  di  Sciocco,  o  dt  Scimunito. 
Lat.  bardus,faiuus,siitplex.Gv.  i'u/.'&t];. 
Bocc.  r.ov.  6j.  12.  Il  santoCii<»  credendo 
queste  cose ,  tanto  1*  afiezion  del  figliuol 
lo  strinse,  che  egli  non  pose  1*  animo  al- 
l' inganno  fattogli  dalla   moglie. 

•f  -:•  SANTOLO.  Con  tal  nome  chia- 
masi dal  figlioccio  Colui  che  l'ha  levalo 
al  sacro  fonte ,  0  presentato  alla  cresi- 
ma. Pecor.  g,  4"  "•  *•  Voglio  ,  com' io 
son  morto,  che  tu  te  ne  vada  a  Vinegia 
a  un  tuo  santolo  ,  che  ha  uouic  messere 
Ansaldo,  ec.  (Aj  Reg,  Matr.  37.  Nessuna 
femmina  può  pigliare  per  mariio  il  suo 
compare,  oè  il  suo  6gli'»ccìo,  ne  il  suo 
santolo.  Similmente  il  figliurcio  non  può 
pigliar  pLT  mnglie  la  figliuo'a  carnale  né 
legittima,  ni;  bastarda  del  suo  nonno  ,  o 
nonna,  ovver  santoli.  (C) 

Sk^TO^lGO.Erba  simileaW Assenzio. 
Lai.  t.bsynthium  sanlonicum.  J'el.  Dio- 
scor.  Cr.  10.  6.  4-  Dagli  sopra'l  pasto  su- 
go di  foglie  di  pesco,  ovvero  polvere  di 
santonico,  e  sarà  liberato.  Ricett.  Fior. 
38.  Quel  (eupatorio)  di  Mesue  è  quoiP 
erba  amara,  chiamata  da  alcuni  canforata, 
e  da  altri  erba  giuba  ,  della  volgarmente 
santonico,  che  sì  tiene  che  ella  sia  l'age- 
rato  di  Dioscoride. 

f  SANTOREGGIA.  Erba  odorifera,  ed 
appetitosa,  la  quale  agevola  la  digestione, 
e  però  molto  usala  negl'  intingoli.  Lat. 
satureia.  Gr.  '^Ùfi^coc.  Pallnd.cap,  38.  H 
primo  grado  de'  buoni  fiori  si  è  il  limo 
ec,  il  terzo  è  ramerino,  e  santoreggia.  Cr. 
6.  121.  1.  La  santoreggia  i.- calda  e  secca 
in  secondo  grado,  e  seminasi  del  mese  di 
Dicembre  ec  mescolatamente  con  l'altre 
erbe.  Dav.  Colt.  198.  Di  Febbraio  semi- 
na cavoli  ce,  santoreggia,  invidia  ,  smi- 
naci. 

SANTUARIA,  e  SANTUARIO.  Reli- 
quia dt  Santi,  o  Arnese  sacro.  Lat.  San- 
ctoruni  reliquiae.  Gr.  ayt'wv  /ìt>^«va. 
G,  V.  6.85-  2.  La  sua  mantellina  fode- 
rata di  vaio  ec.  mostravasi  in  san  Fnano 
di  Lucca,  come  una  sanluaria.  E  10-  9p- 
2.  Spogliò  san  Fortunato  di  tutti  i  gioielli 
e  saniuarie  ,  infino  alle  lampane.  Lib. 
Viagg.  E  in  quello  teneano  i  Giudei  i 
loro  saniuarii,  ovvero  reliquie. 

g.  I.  Santuario,  si  dice  anche  la  Chie- 
sa, o  il  Luogo  dove  si  conservano  le  re- 
liquie, o  simili,  Lat."  sanctuarium.  Gr. 
«•/lasTvj'ptov.  Sen.  Pisi.  gS-Come  que\ 
che  sono  sacrati,  solamente  sanno  i  secreti 
de' sacrificii;  cosi  in  filosofia  son  mostrali 
a  coloro  che  son  ricevuti  a'suoi  saniuani 
(qui  per  similit.).  Segner.  Pred.  23,  4- 
Rispelterano'j  Dio  su  i  circoli  delle  stra- 
de quei  che  l'onorano  cosi  poco  nel  cuore 
de'  santuari!  ? 

g.  II.  Inforza  d'add.  per  Santo,  ma 
niera  antica.  Gap.  Impr.  prol.  ì-.^  qual 
compagnia  fu  creata  per  la  della  chiesa 
repararc,  e  conservare,  e  molte  saniuarie 
osservanzie  in  onore  di  Dio  ,  e  della  sua 
beata  Madre.  E  nppresso  :  Le  singulari 
grazie  che  Iddio  ha  fatte  sotto  la  mezza- 
nità delle  saniuarie  dipinte,  e  non  dipinte 
immagini. 

SANTUARIAMENTE.    /'.   A.    Avverh. 
SanVimenle.    Lat.    sancte  ,    Gr.    aytw;  . 
Cap.  Impr.  prol.  La  della  ecclesia  nesa- 
ràe  santuariamente  coltivala  ,   e  esaltata, 
127 


lOlO 


S  A  5 


«SANTUARIO.  ;Vrf.  SANTUARU.(') 

*  SANTOLA.  Matrin".  Cimare.  Lat. 
*>ommaier.  Gr.  r,  a'/y.Oix*'^.'^-'"]'  ■^"'- 
Purf.  12.  1.  Ld  sanluli ,  o  vero  mairi* 
na,  che  lo  presento  al  haUrjimo.  (*)  Eap- 
presso  :  1.3  iaolula  ,  o  vi-ro  malrina,  che 
lo  tenne  al  liallesimo  ,  suguò  ec.  (li) 

•f  SANTUKIA.  F.  A.  Cosa  santa  , 
Santuaria.  Lat.  res  sancta,  sacra.  Gr. 
ayto'v  Tt.  Bicord.  MaUsp.  172.  Moitra- 
▼ast  ia  santo  Fridiano,  come  una  sanlu- 
ria  (la  stampa  de  Gitinti  ha:  io  santo 
Frìano,  com'  una  sanlura  ). 

•f  *  Sk^TXSSSV..!  ocr  schcrzevoU,  ed 
antica.  Parere  il  santiis^e,  s*  dicr  di  Chi 
mostra  dt  fuori  gran  pirtii.  Cecch.  At- 
siuol.  I.  2.  E  matlonna  Vi-rJiana,  che  pa- 
re il  sanlasse  ,  parv'  egli  però  che  la  fac- 
cia  tiene  a  tener  mano  ec.  (/') 

SA>ZA.   l'ed.   SENZA. 

#  SANZIARE.  r.  A.  Stniuire,  Stan- 
ilare.  Ott.  Com.  In/.  I9.  355l  E  saniiò 
(Costantino  )  che  la  Chie&.i  di  Ruma  fosse 
madre  dì  tutte  le  (^bìe&c  del  mondo.  (ìVj 

•f  *  SX^ZXOyE.  f<atificnzione  ,  Con- 
fermazione. Tt-rm  .  c/tr'  Legisti  ,  i  quali 
per  lo  più  chiamano  Sanzione  Quella 
pnrt^  fltlla  l<'g^e,  c/te  contiene  fa  minac- 
cia della  penn  ai  trnsgrrsiori,  o  la  pro- 
messa dt  riccmpemn  aglt  osservatori  di 
e4sa  leggff  ovvero  il  henet  o  il  male  che 
conseguono  (per  effetto  della  legt^e  )  dalla 
osservanza,  o  trasc;ressione  dell-i  mtdest- 
ma.  Mn^al.  pait.  2.  leti.  7.  Circa  il  ve- 
nire o  il  non  venire  la  logge  mosaica  da 
Dio  ec.f  o  ella  si  consideri  nella  suj  ori- 
gine, o  si  consideri  nelle  sue  sanzioni, 
tutte  conformi  ai  dettami  della  ragione  ec, 
Teniva  a  essere  ec  (Aj  Cvs.  leti,  Cic,  2. 
109.  Ma  tu  vedi  delle  leggi  abrogate  non 
essersi  mai  osservate  le  sanzioni.  (C) 

SAPA.  yfosto  cotto,  e  alquanto  con- 
densato nel  bollire,  che  serve  per  condi- 
mento. Lat-  sapa.  Gr.  st^Kiov.  Pallad. 
Cenn.  i5.  Le  sorbe  si  possano  lungo  tem- 
po serbare  nella  sapa.  Cr.  ij.  19.  3.  Cato 
dice ,  r  uve  nelle  pentole  comodissima- 
rnente  riporsi,  e  in  sapa  ,  e  in  mosto  be- 
oe.  ♦  fi  4-  26.  3.  La  sapa,  quando  ^/<o/- 
iendo)  è  tornata  la  terza  parie,  la  quale 
tnigliore  fanno  le  mele,  ce.  (F)  Buon. 
Fier.  4-  4-  ^^'  Quanta  bau  venduta  ri- 
goTeroatura,  Quanta  s^pa  per  racle  gli  spe- 
ziali. 

*  SAPERDE.  Sorta  di  pesce  fluviale. 
Salvin.  DiiC.  3.  193.  Messogli  in  mano 
un  pesce  detto  saperde,  se  lo  conduceva 
dietro.  E  appresso  :  Diogene  ec.  incontra- 
tolo, rideoilo  gli  disse,  la  tua  e  mia  ami- 
citia  un   saperde  ha  disciulla.  (N) 

5  SAPERE.  Verho  che  anche  presso 
gli  antichi  (j  disse  SAVERE,  e  in  duerni 
suoi  modi  fu  usato  con  varie  terminazio- 
ni. Aver  certa  cognizione  d'  alcuna  cota 
per  via  di  ragione,  o  di  esperienza,  0 
ff  altrui  niazionr  j  e  si  usa  ,  non  the 
nella  sìgnijicazione  att.,  ma  nella  neutr., 
e  nella  neutr.  pass,  ancora.  Lai.  scire  , 
sapere.  Gr.  ei'cs'vct.  Sm,  Pi<t.  33.  Po- 
ruech'  altra  cosa  e  ricordare,  allra  è  sape- 
re. E  ricordare  si  ì*  quando  la  cosa  l- data 
a  guardare  alla  memoria  ;  sapere  si  è  di- 
re, e  fare  del  suo  proprio,  sjnta  stillo- 
mettersi  all'altrui  maestria,  e  agli  esem- 
pli, e  non  dir  sempre  secondo  eh'  è  detto 
di  sopra  :  questo  disse  costui  ,  e  questo 
disse  quell'altro;  ma  sia  alcuna  diBVrcn- 
la  intra  te,  e  l'altro.  T. //.  Ah.  Isnac. 
Non  e  di  lungi  dui  sapere  quegli  che  ha 
inconiiociato  ad  intendere  quello,  ehe  egli 
non  sa.  Dani.  Pnrj;.  5.  SuUi  colui  che 
inoaneilala  pria,  Disposandn.  in' avea  colla 
sua  gemma.  L  3i.  Non  fura  men  nota  La 
Culpa  tua  ,  da  lai  giudice  sassi.  E  ap 
presso  :  Salsi  miei  the  la  cagion  mi  por 
se.    E   Par.    3.  Siccbt'  poi  sappi  sol  tener 


SAP 

lo  guado.  E  3.  Dio  \o  SI  sa  qual  poi  mia 
vita  fusi.  E  23.  T*M»  più  grande,  di  se 
slessa  uscio;  E  che  si  f<fMe  hnipnibrar  nuo 
sape.  Petr.  ton.  216.  Nir  so  che  me  ne 
pensi,  o  che  mi  dica.  E  canz  33-  5.  E 
gli  aspidi  incantar  tanno  in  lor  note  Bocc. 
nov.  Zcf.  11.  La  mattina  seguente  fu  sa- 
pulo per  tutta  la  contrada  come  questa 
cosa  era  stata  (qui  Lat.  rescire  .  Gr. 
/lavàa'v!!').  E  nov.  ^2.  9.  E  dod  sap- 
piendo  ella  stessa  che  cagione  a  ciò  la  si 
movesse,  io  se  stessa  prese  buono  augu- 
rio d'  aver  quello  nome  udito,  e  comio- 
ciù  a  sperare,  senza  saper  che.  E  nov.  79. 
47.  Voi  tremavate  come  verga,  e  non  sa- 
pavate  dove  voi  vi  foste.  E  nov.  07.  8. 
Temo  morire  ,  e  pia  non  saccio  V  ora. 
Guitt.  leti.  19.  Non  saccio  vero  consiglio 
alcuno,  che  il  vostro.  E  lett  34<  Qaesto 
è  mio  giuoco ,  e  ad  altro  giuncare  noo 
sappo.  E  appresso:  lo  più  non  sappo, 
che  tu  oggi  ni>l  sappia.  Eranc.  Baih.  Jij6. 
3.  £  sacci,  che  è  maggiore  Villa  ,  se  no 
l'onore,  Ptm.  ont.  Dani.  Maian.  83. 
Ogne  plager,  sacriate.  Avanza  sofTorema. 
E  84>  Ne  cosa  altra  gradita  Alla  vostra 
beltate  Manca,  donna,  sacciate.  Che  pietà. 

g.  I.  Esser  saputo  ,  in  signìfic.  pass., 
vale  Es<er  nominato ,  lodato,  0  riputato 
savio.  Pass.  323.  Sono  alcuni  altri,  che 
vogliono  sapere  per  esser  sapuli,  cioè  per 
esser  conosciuti,  e  tenuti  savii.  Cavale. 
Fritti,  ling.  Sono  alcuni,  che  studiano  per 
sapere,  e  questo  studio  è  curiosità  ;  alcuni 
per  esser  s.tputi,  cioì:  nominali  e  laudali, 
e  questa  è  vaniia. 

§.  II.  Saper  di  lihro ,  vaie  Esser 
dotto     assolutamente  i  modo  basso. 

§.  III.  Saper  di  geometri'i,  di  grama- 
tica,  e  simili,  vale  Esser  dotto  in  quelle 
scienze,  0  facoltà.  *  Ar.  Fur.  35.  36. 
Possa  io  trovare  un  eh' a  colui  resista,  E 
sappia  tanto  d'arme  e  di  battaglia.  Che  '1 
fiume  e  '1  ponte  al  Pjgan  poco  vaglia.  (Pe) 

§.  IV.  Sapere  a  mente,  vale  Avere  im- 
pressa alcuna  cosa  nella  memoria  in  ma- 
niera che  si  possa  ridire.  Lat.  memoria 
tenere.  Gr.  :r«^a/aT£);£iv  t»)  /jtv/j'uv] . 
Bocc.  nov.  70.  10.  Si  fu  UDO,  il  qual  pa- 
reva che  tulli  i  miei  peccati  sapesse  a 
meate.  Cat.  lelt.  5l.  Manderò  i  sonetti 
con  le  prime,  che  il  libro  è  a  Murano^  e 
io  non  gli  so  bene  a  mente. 

§.  V.  Saper  per  lo  senno  a  mente 
checchessia,  vale  Averne  intera  scienza, 
minutissima  notista.  Lat.  exploi  atum  , 
peritpectuniqiie  fiabe  re  j  prcbe  caliere,  Gt. 
tÀxpi^d  yivwVxeiv,  e/ji-£t'36j;  exetv./  rt*-- 
ch.  Slor.  12.  449'  ***  Firenze  vivono  an- 
cora, se  non  più  .  diecimila  persone  ,  le 
quali  le  sanno  ec.  per  lo  senno  a  mente. 
E  Ercol.  97.  Non  e  sì  tristo  artigiano 
dentro  a  quelle  mur.i  che  voi  vedete  ce  , 
il  quale  noo  sappia  di  questi  motti,  e  ri- 
boboli i^er  lo  senno  .1  mente  le  centinaia. 
Gal.  Sist.  27*  Ci  »on  molli  che  sanno  |>er 
lo  senno  a  mente  tutta  la  poetica,  e  son 
noi  infelici  nel  comporre  quattro  versi. 

§.  VL  Saper  alcuna  Cosa  di  buon  Imo- 
gi>,  vale  Averne  certa  e  chiara  notizia. 
Fir.  Trin.  prof.  Questa  sera  si  fa  la  scrii- 
la,  ed  io  lo  so  di  buon  luogo. 

§.  VII,  Saper  vivere,  vale  Aver  pru- 
denia. 

g.  Vin.  Saperdi  barca  menare  s  modo 
basso,  ihe  vale  Avere  astuzie  per  arri- 
vare a'suoi_fini.  #  Salvin.  disc.  2.  101. 
La  fortuna,  soggiugoc  ,  dli  i  suoi  beoi  a 
chi  S.I  di  barca  menare,  come  da  noi  in 
modo  basso  si  dice.  (C)  E  Opp.  20a  Ih 
nota.  Noi  dichiamo  d'  uomo  aemrtu  e  de- 
stro nel  condurre  i  ncgozii  :  Sa  di  barca 
menare,  s.i  navigar  secondo  1  venti,  irati* 
la   similitudine   dalla   nautica.  (J\') 

^  g.  I\.  Saper  navigai*  ad  ogni  ven- 
to ,  diceti  provctbialm.    di   Chi   sa    adat- 


SAP 

tarsi  alle  circostanze ,  e  fare  dtlia  neces- 
sità virtù. 'LaU  ser*ife  temporihas.  Cecch. 
Sti.v.  5*  8.  lo  ioteodo;  e  so  che  la 
sei  uomo  che  hai  ingegno,  e  sai  essere  io 
ogni  lato,   e  navigare  a    ogni    veoto.  ((-) 

t  g.  X.  Sapere  a*  quanti  di  e  sai 
Biagio,  proverbialmente,  e  in  modo  basso, 
vale  Etser  accorto  ,  o  pratico  dt  chec- 
chessia. Farch.  Ercbl.  57.  Quando  alcu- 
no fa,  o  dice  alcuna  cosa  sciocca,  o  bia- 
simevole, e  da  uoa  dovergli  per  dappo- 
caggine, e  tardità,  o  più  tosto  tardezia 
sua,  riuscire,  per  mostrargli  L  scioccfaezaa 
e  mentecattaggine  sua,  »e  gli  dice  :  ec.  » 
tu  perdi  il  tempo,  tu  non  sai  a  quanti  di 
è  san  Uiagio,  tu  f^rai  .a  metà  di  oooool- 
la,  tu  non  sai  mezze  te  messe,  ec.  Segr. 
Fior,  Cliz.  2  3.  Ognuno  di  noi  sa  a 
quauti  di  è  tao  Biagio.  #  Ambr.  Furt. 
4.  l3.  Eh  ,  Guicciardo  .  Don  accade  far 
tante  maraviglie  ;  noi  sappiamo  aucbe  noi 
a  quanti  di  e  san  Biagio.  (F) 

•f  g.  XI.  Saper  dove  il  dtavol  tten 
la  Coda,  in  modo  basto,  v/ile  Avere  espe- 
rienza, e  notizia  anche  delle  cote  meno 
note,  e  non  avvertite  comunemente  j  Co- 
noscere gP  inganni  s  Essere  astuto,  sa- 
gace. Lat.  cnlùdum ,  vrleratortm  esse. 
Gr.  Travou^ysT*.  /ed.  Flos.  25i.  Bocc. 
nov*  77.  70.  La  maggior  parte  (degli 
SCO 'ari)  sanno  dove  ildiavol  lieo  la  co- 
da. Salv.  Grandi.  3-  9.  So  dove  il  dia- 
Voi  lieo  la  coda,  Quand*  io  non  upeu*al- 
Iro.  Ciriff".  Calv,  \.  27.  Perocch*  egli  o 
malvagio  e  pien  di  froda.  E  sa  ben  dove 
il  diavol  lieD  la  coda.  Varch.  Ercol.  78. 
Generalmente  d'uno  ,  che  conosca  il  pel 
nell'uovo,  e  non  gli  chiocci  il  ferro,  e 
sappia  do«c  il  diavol  tien  la  coda,  si  di- 
ce: egli  ha  il  diavolo  nell'ampolla. 

f  *  §  XH.  Sapere  del  momio,  o  delle 
cose  del  mondo,  vale  A^tre  molta  espe- 
rienza degli  a/fari  o  delle  cose  del  m^^ndo. 
Bocc.  g.  7.  n.  2.  Tu,  che  se' uomo,  e  vai 
attorno  ,  e  dovresti  sapere  delle  cose  del 
mondo,  hai  venduto  un  doglio  cinque  gi- 
gliati, il  quale  io  femminella  ce.  1'  ho  veo- 
dolo  sette.  (V)Danl.  Pur^.  21  Del  mondo 
seppi,  e  quel  valore  amai  ,  Al  quale  ha 
or    ciascun    disteso  V  %xeo.{Br) 

%.  XIII.  Saper  fare,  si  dice  deWCfor 
modi  industriosi  per  arrivare  a' suoi  finL 
Lai.  catltditale  uli,  catlidum  esse  ,  aslit 
contendere.  Gr.  ittnvovsyùv.  Sen,  Ben, 
Farch.  2.  28.  Colui  non  è  pari  a  me  nò 
di  virtù,   ne  di  meriti,  ma  ha  saputo  f^rv. 

2' yiiy ■  Saper  t'intofare,  %  ale  lo  stesso 
che  Fare  in  ntanierm.  Adoperarsi,  o  in- 
gegnarsi tn  guisa j  modo  basso.  Lai.  ef- 
ficrre,  p*rfìcere.  Gr  èffi?K3i!c*,  JtaTfaT- 
T«»v  Bocc.  nov,  77.  4^'  l*»  **PP'  l*"'<* 
fare,  che  io  costassù  ti  feci  salire  ;  sappi 
tu  ora   tanto  f<ire,  che  tu   »•  scenda. 

§.  XV.  .Vo'i  saper  fare  altro,  o  yon 
sapere  altro,  che  gridare,  o  simili  ,  vw- 
gliono  Man  fur  mm  altro,  che  gridare, 
o  simili.  Lat.  nihil  atiud  velie,  ani  pese. 
Gr.  oucìva^ìo  ^ov/ìi^rsti.  r,  ouvotsOai. 
Petr.  son.  3o8.  Ne  1»  orecchie,  che  udir* 
altro  non  sanno,  Scnia  1'  oneste  soe  dolci 
parole. 

g,  XVI.  Tion  taprr  che  0i/mrr»  Aon 
S'iper  che  si  dire,  %'iìghone  Et0trt  irri- 
soluto.  Lat  incertum  animi  etse,  ni  ex>- 
tum  non  tavenire,  quid  quis  agat  mesei' 
re.  Gr.  «TOJiìv.  Bocc.  nov.  34-  t).  Sap- 
pitndo  che  il  re  Gutlielmo  tao  avolo  da- 
la  avea  la  sicDrli  al  Be  di  Tunisi  ,  non 
sapeva   che   (arsi. 

\  g.  XVII.  Pion  saper  mezze  l*  mei- 
se  L«t.  multa  ignorare.  Gr  ?roA^  otyvo- 
cTv.  /  arxh.  Ucci.  57.  Quando  alcano 
fa,  o  dice  alcuna  cosa  sciocca,  o  biasime- 
vole, e  da  ni<n  dovergli  per  dappocaggi- 
ne, e  lardila  ,  o  più  tosto  lardeata  sua  . 
riuscire,  per    mostrargli     U  leìocfheua  e 


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1011 


menlecatlaggine  sua,  «e  gli  dice  :  ce,  m 
pcriii  il  tempo,  tu  noo  sai  a  quanti  ili  è 
san  Bidgio,  tu  farai  la  metà  Ji  nounulla, 
tu  non  sai  mi'izt'  le  messe.  l'C.  r'ir.  Lue. 
A.  6.  Voi  noD  sapete  mrize  le  messe;  egli 
ò  iunamoralo  Iradicio  Ji  questa  c;inlonie 
ra,  clip  sia  qui  vicina.  Jìern.  nm.  l.  43. 
£  se  fosse  qualcun  che  gli  cocesse,  E  vo- 
lesse maogiarli  in  varii  mudi.  Ditegli  che 
DOD  sa  meixe  temeste   (paria  de' cnrdi). 

*  §.  XVIII.  -Vo/i  ne  sipere  straccio, 
Òuccicata^e  stntili,i/icesi  Quando  d'alcuna 
cosa  no'i  se  nf  sa  niente,  f.  BUCCICATA, 
«  STHACCIO.  (O 

§.  XIX.  Non  snper  più  Ai,  i-ale  Saper 
poche  cose,  Jppos^rsi  della  prima  appa- 
renza .  Cìrc.  Geli.  8  ipy.  I.a  eloquenia 
tua  è  tale,  e'I  hj  tanta  forza,  che  chi  fus- 
se  stalo  a  udirti  ,  e  ooo  sapesse  più  là  , 
rrederehhc,  che  tutto  quello  che  bai  dello 
fusse  il  vero. 

#  §.  XX.  Senza  saper  più  là,  vale 
Senza  esstrv  hene  in/ormato  delle  cose  . 
Varch.  Krr.  Gtcv.  58-  Taddeo  Guiducci 
non  er.i  più  onorato  rittadino.clie  il  Co- 
nODC,  e  Bartolo  Ted:tldi,  ma  egli  senza 
saper  più  là  ,  perchè  era  dalla  parte  de* 
Medici,  il  loda.  (C) 

f  5*:  §.  XXI.  Non  voler  saper  più 
niente  dtr'/ntti  d'alcuno,  vale  Non  voler 
aver  che/are  più  con  alcuno.  Se^ner.  Pted, 
3.  IO.  Air  ultimo  Don  vogliamo  più  saper 
niente  de 'fatti  suoi,  non  lo  vogliamo  ve- 
dere, non  Io  vogliamo  udire,  gli  vogliamo 
per  lulto  villanamente  voltar  le  spalle.  (!') 

#  §.  XXII.  Non  sapere  accozzar  trv 
pallottole  in  un  ha>.in<.ì  ,  vale  Non  saper 
fare  anche  le  cose  JaciUssime ,  J'.  PAL- 
LOTTOLA, §.  II.  (N) 

*é  §.  XXilIa  Non  sapere  accozzare  in  un 
anno  tre  mani  di  noccioli,  vale  Fsser  da 
poco.  Non  esser  buono  a  niente.  V.  NOC- 
CIOLO, S.  VI.  (N) 

■f  tf  §.XXIV.  Non  saper  che  siaunaco- 
sa  t  vale  Non  conoscere.  Non  sapete  per 
esperienza  che  sta  una  cosa,  e  dicesi  co- 
sì  delle  persone,  come  delle  cose.  Dani. 
Purg.  3o.  Quando  'l  Seitenirion  del  pri- 
mo cielo  ,  Che  né  occaso  mai  seppe  uè 
l'Ito,  Ne  d'altra  nebliia  che  di  colpa  ve- 
Io  ec.  (cioè  .•  non  Ju  mai  sogj^ctto  ad  oc- 
caso). (V) 

*  g.  XXV.  Non  saper  /'  abbini,  fi- 
guratam.  ,  vale  Mancar  dell'  inV  lligetiza 
dei  principii.  V.  ABBICCI',  g.  (N) 

#  §.  XXVI.  Non  Sapere  quel  eh*  ticm 
Hpejcchi     r.  PESCARE,  g.  VII.  (•) 

5r  §  XXVU.  Non  sapere  quante  dita  si 
ha  nelle  mani.  /'.  DITO.  g.  VII.  {*) 

^  §.  XXVIII.  Non  sapere  quanti  piedi  s' 
entrino  in  uno  stivale.  J  .  STIVALE.  (') 

tf  §.XXIX.  Sa  meglio  il  pazzo  ijalti 
suoi  ,  che  ^l  savio  quelli  degli  altri  ,  e 
vale  Che  ne* fatti  proprii  c^nun  ne  sa  più 
degli  altri.  V.  PAZZO,  g.  XI.  (VJ 

^  %.  XXX.  Saperne  pota,  o  molta  > 
i'ale  Non  esserv  ,  o  Kssere  valente  in 
•  checchessia.  Non  Sapere,  o  Sapere  mol- 
te cose.  Salvi/I.  J'u.  f>to^.  206.  Veden- 
do un  giuocatore  di  bracria  o  lottatore  , 
che  ne  sapeva  poca,  fare  il  medico,  per- 
chè questoT  disse:  forse  il  fai  per  battere 
>  terra    coloro  ,    che    una    volta   li  vìnse- 

*  g.  XXXI.  Sapersela  ,  vale  Saper  il 
fatto  suo.  Essere  accorto,  f'arch.  Ercol. 
78  Quando  alruno,  per  esser  pratico  del 
mondo,  non  è  uomo  da  essere  aggirato  , 
né  fallo  fare,  $i  dice  :  egli  se  la  sa.  (C) 
Jmbr.  Cof.  4.  2.  Egli  ha  cfra  d*  uom 
pratico,  e  d'un  che  se  la  sappia  bene.  fF; 

f  g.  XXXII.  Venire  a  non  si  sapere, 
vale  ì'enrre  in  dimenticanza.  Borgh.  Vesc. 
Fior,  ^^2.  Le  cose  inlanlu  6t  mutano,  o 
mancano  ,  e  cosi  vengono  per  difetto  di 
scrittori  ■  non  si  s^prre    (F) 


*  g.  XXXIII.  Dovete  sapete,  Dob- 
btam->  sapere  ,  e  stilili  j  miniere  tUtlo 
stil  familiare,  co'i  cui  s'introduce  qual- 
che parte  del  discorso,  e  per  lo  ptù  una 
narrazione  ,  o  dicliiaratione  .  Cavale. 
Specch.  Cr.  4.  Veggiarno  adunque  come 
questo  modo  fu  più  convenevole  e  più 
efficace,  rhe  nìuuo  altro  iikkIo.  Dubbi-'ino 
sapere,  come  dice  santo  Anselmo,  che  Id- 
dio fece  r  uomo  per  dargli  bealiiudine 
perfetta.  (P) 

*  g.  XXXIV.  Sai  che  è?  Sai  com'è? 
Motti  familiari  iisnti  quasi  per  riempi- 
mento,  o  conclusione  di  discorso.  «  lìocc. 
nov.  y-.  iQ.  Ma  sai  che  è?  portatelo  io 
pace;  che  quello  the  sranotle  non  è  po- 
tuto essere,  sarà  un'altra  volta».  Pe- 
cor.  g.  ^.  n.  l.  Disse  M  An*.ildi>,  quan- 
do ebbe  inteso  lulto:  Sai  com'è,  Gian- 
netto T  Non  ti  dare  punto  di  rniininconia; 
poich'io  t'ho  naviiip,   io  sun   contento. f/-'; 

t  *  §.  XXXV.  E  sai  the  ,  o  E  sai 
se,  maniere  d'  affermare,  che  valgono  j4l 
certo  che,  e  simih.  Lasc.  Celos.  5.  3. 
Quante  volle  gli  dissi  eh'  egli  slesse  alla 
posta,  e  in  orecchi!  ec.  o  sai  ch'io  non 
gli  ho  dato  l'agio.  (V)  Jìert,  Ginnip.  225. 
E  sai  se  voi  siete  venuto  fuora  col  ve- 
stito   del  di  delle  feste  I   (C) 

t  '\'%.  XXXVI.  Sappi,  yosto  così  asso- 
lulamente  senza  altra  caso,  significa  /  e- 
ritmenle.  Al  certo,  Prr  mia  fede  Bocc. 
nov,  8.  l3.  Sappi,  chi  sarebbe  stato  che 
avesse  credulo  the  in  Mugnone  si  doves 
se  truvare  una  così  virtuosa  pietra  altri 
che  noi?  (A) 

§.  XXXVII.  Et  sn  molto.  Io  so  molto. 
Che  so  io  ?  Che  sai  tu  ?  Maniere  parti- 
colari del  popolo  nostro  ,  che  vagliano  .* 
Io  non  so.  Et  non  sa*  Lai.  bene  novil  , 
sat  scio  ,  qui  scìam  ?  nescio,  Bocc.  nov. 
IO  9.  Che  so  io,  madiiuna,  se  nello  eleg. 
gere  degli  amanti  voi  vi  faceste  il  simi- 
gliante?  Eir.  Lue.  5.  3.  Ei  sa  molto  do- 
ve s'è  colai.  V  Bor^h.  l'ir.lib.  33b*.  Cavil- 
lar eh'  ei  fusse  subretlizio.  e  finalmente 
(che  so  io7  )  negar  che  l'avesse  mai  fai- 
lo.  (J) 

g-  XXXVIII.  Se  tu  sai. soggiunto  a  mo- 
do di  Confermazione  all'  antecedente  det- 
toj  V  g.  Fa',  se  tu  sat  j  Fate  pur  ,  se 
sapere  ecj  va/e  lo  stesso  che  Qwinto  tu 
puoi  ,  Per  qitant'  è  dulia  vostra  parte  , 
dal  canto  vostro.  Lat.  quantum  vis  Bocc. 
nov.  ^q.  21.  Sie  pur  infermo,  se  tu  sai, 
che  mai  di  mio  mestiere  io  non  ti  torrò 
un  dcnaio. 

f  §.  XXXIX.  Sapavamcelo,  disson  quel 
da  Capraia,  Sapavamcelo ,  assolutam.  si 
dice  Quando  alcuno  et  narra  cosa  nota  . 
Sa(v,  Granchi  1.  j.  Sapavamcelo,  Disson 
quei  da  Capraia  "^  Toc.  Dav,  Post.  ^32. 
Quel  Muzio  ec.  farebbe  ceffo  a  questa 
Fiorentinaria   (  che   così  le  proprietà    no 


sire  appella  con  barbarismo  goffo  e  suo) 
censurerebbe  così  ,  conjortavanlo  che  si 
ferisse.    Sapavamcelo.  (Cj 

g.  XL.  In  proverh.  T)ep.  Deciim. 
pi.  Onde  è  il  proverbio:  chi  di  venti 
non  sa  ,  di  irenla  non  ha  ('  e  vale  ,  che 
Quando  ncn  si  è  acquistato  il  senno  a 
una  certa  età  ,  è  impossibile  ncquistarlo 
in  avvenire  ). 

g.    XLI.    Pure    in    proverb.    Frane. 
1  Sacch.    nov.  <)2.     E     così     avviene    spesse 
T«Ue  ,    che    tanto    sa    altri  ,    quanl'   altri 
(detto  che  accenna, 'cf.e  l'alerà  rimane  in- 
gannato chi  vuole  ingannare  altruiJ.^BvCC. 
g.  8>  n.   10.  £  così  rìmasasi  col  danno  e 
con  le  beffe  ,   trovò  che  tanto  seppe  altri 
quanto  altri.  iF) 
I       ^  g.  XLII*  Pure  in  proverb.   Lasc.  Gc- 
I  los    4'  4-   ^'^  ^^^  ^        ^^^  '"  '^^  ^  (cioè 
I  rhe    dei    fare  ?  E  tiiccsi    quando  si    vuol 
[   fare  avvertilo    uno    della  cosa    che  gli   si 
,  vuol  comandare)     (V) 


*  S'  XLIII.  Ti  so  dire.  Fi  so  due 
e  siniifij  modi  di  asseverare.  1'.  DIRE, 
3.  XXXIX.  (N) 

*  g.  XLI  V.  Non  so  che.  Non  sapea  che, 
in  fjrza  d'agtiittnlo,  0  Un  non  so  che  , 
Un  non  japea  che,  in  furza  di  sust,  di* 
cesi  d'  Cina  qualità,  o  d'  Un  sintìmento 
non  possibile  a  drfinirM.  ..  Dant.  Purg. 
2.  Poi  d'ogni  pane  jd  esso  in' apparìo 
Un  non  sapea  che  bianco».  Ces.  Pros. 
I  53.  Al  certo  la  cosa  \uut  e).si-r  come  voi 
dite,  e  al  tulio  ri  mnverrà  esser  conienti 
di  conoscere  1*  cleganta  per  quel  Non  so 
che.    I:    appresso:    Que^lu   è    pure   il   Non 

so  che.  /  .  ftON  SO.  §.  I.  (C) 

*  g.  XLV.  Far  sapere,  per  liiferire  , 
Annunziare,  informare.  Dant.  Inf  10. 
E  s'io  fui  dianzi  alla  risposta  muti), 
Fate  saper  che  il  fei perchè  pensava  ec.^P^ 

-ì«  §.  XLVI.  Sapere,  per  Conoscere. 
Cecch.  Vitiiin.  ì.  1.  lo  non  so  grandez- 
za,  colla   quale  facessi  baralto.   (F) 

^- g.  XLVII.  Sapere  addentro,  i>ale  Co- 
noscere profondamente.  Vant.  lnf.7..  Dac- 
ché tu  viiui  siiper  colanlo  addentro,  Di- 
rotti brevemente  ,  mi  ii>pose  ,  Percb'  io 
non  temo  di  venir  qua  entro.  ( D)  TasK. 
Ani.  1.  2.  Fa' eh' io  sappia  più  addentro 
dilla  tua  Dura  coudiuoo,  e  dell'  amo- 
re.  (TC) 

*  g.  XLVIII.  Sapere,  talora  vale  Pro- 
varsi, Federmodo,  Tentare.  Sfor.  Bari.  ^3. 
Arachino  disse  ,  che  amabilmente  e  con 
dolci  parole  sapesse  se  egli  lo  potesse  con- 
vertire. TU.  S.  M.  Madd  <)4.  Racco^- 
dossi  ch'ella  s' aveva  messo  allato  un  bos- 
soletto  di  prezioso  unguento  la  sera  , 
quando  andarono  a  sapore  (per  vedere) 
se  lo  potessono  adoperare  in  lui.  E  ap- 
presso: Venite,  Angeli  santi,  e  sappiate 
se  potete  riconoscere  la  faccia  del  nostro 
Re  f  Cristo  crocifìsso)  .   (J~) 

■j-  :!=  g.  XLIX.  Sapere,  talora  vale  Infor- 
mai sì  d'una  Cosa,  Far  di  sapere  una  cosa. 
Bocc.  g.  3.  nov.  I.  Sappi  se  egli  sa  la- 
vorare, ed  ingegnali  di  ritenertelo.  T  it. 
SS,  Pad.  2.  25.  Andate  a  lui,  e  sappiate 
come  sta.  Frane.  Sacch.  nov,  li.Vallenu 
al  Vescovo,  e  di'  ec,  e  sappi  quello  che 
lìvuol  dire  (  oJi,  senti).  E  nov.  221. 
Mandò  il  cavaliero  all'  albergo  della  Co- 
rona, sappiendo  se  era  suo  famiglio  (  h 
mandò  ad  informarsi  )  .  (F) 

g.  L.  Sapere  ,  per  Aver  sapore  ■ 
Lat.  sapere  .  Or.  pfj^i'^etv  .  Dant.  Por. 
17.  Tu  proverai  sì  come  sa  di  sale  Lo 
pane  altrui.  But.  ivi:  Siccome  sa  di  sa- 
le ,  cioè  come  è  amaro  .  Mcr,  S*  Greg. 
1.  li-  Sapere  è  aver  sapore  delle  cose. 
Ora  molli  hanno  sapore  delle  cose  eter' 
ne,  e  nientedimeno  non  le  intendono. 

g.  LI.  Per  Avere  odore  j  onde 
Saper  di  mw^chio  ,  Soper  di  rose  ,  o  si- 
mili ■  Lat.  redolcre  ,  olere  .  Or.  0  Cstv  . 
Mor^.  iQ  i3i.  E  sapeva  di  vin  come  un 
arlotto  .^ Lor.  Med.  canz.  71.  3.  Ella  sa 
proprio  di  cuoio,  Quand'  è  in  concia  ,  o 
di  can  morto. 

g.  LIl.  E  per  simiiit.  Lib.  Son,  117. 
Si  eh'  io  so  ,  Peggio  mio  ,  troppo  di 
povero.  *  F.  P'tlL  Fil.  Zan.  Strad,  7. 
L'aspetto  suo  era  allegro  ec,  e  il  visu  e 
il  parlare  sapevano  d' una  modesta  adula- 
zione. (FP)  Buon.  Fier.l^.  3.  3.  Tu  se' 
punto  ben  bene,  E  sai  d'  innamorato  che 
tu  ammorbi.  (N) 

%.  LUI.  Sapere,  per  metaf.  Lat-  sa- 
pere ,  olere,  redolere.  Gr.  JTOTo'ofJtiv  , 
Teccr.  But.  Purg.  16.  2.  È  in  loro  al- 
cuna cosa  dì  virtù  ,  perchè  sanno  ancora 
dell'antico.  Snlv,  Spin.  2.  2.  Tant' è,  non 
mi  dìle  a  me,  che  a  ogni  modo  ella  non 
sappia  «n  poco  di  nrn  so  com*  io  debba 
chiamarmela. 

g.  LIV.  Saper  di  mille  odori  ,  m 
modo  proverbiale,    «i   dice  di   Checcheitin 


1012 


SAP 


spiri  gian  J'tagranza.  Lai.    lotam  spi- 
j4rabiam ,    Gr.    tr.-*  oìrtV  'ApOL^ittf 


■che  spi' 

rare 

àjrOTTvSÌv.    Frd.    i'ioi.    2()J. 

§.  LV.  Saper  hncno ,  vale  Ji'cr 
buon  odore  j  e  figurainm.  Parer  Suono  - 
Lat.  piacere  ,  prt placet .  Gr.  àpé'7*li-»  . 
#  Guitt.  leu.  1.  4  Ma  ce  lullo  il  beo 
loro  Doa  sj  lor  quusi  kuooo  >  sa  loro  lo 
mal  ti  grare ,  che  raiuoa  rota  dì  noia 
par  r  uccida  ,  uode  ben  seolon  poro  ,  e 
male  ass;.ii  ;  cbè  a  picciuleilo  uomo  hrae 
fiicciu)  sa  grande  ,  e  male  grande  t\UAì.\ 
nienle  .  (f)  Introd.  t  ìrr.  278.  Quesio 
pensiero  gli  sa  si  buoni»  eh*;  uon  ic  w: 
sasia  ,  ma  dì  ,  e  nolic  \i  ponsa  ,  perchè 
si  seD(e  per  quello  pensamento  lulii  i  suoi 
desideri!  compiere.  fC.  Fi.  Ctotd.  Prtd. 
S.  Nondimeno  sono  drll'  anima  ,  che  gli 
ama  ,  e  vuole  ,  e  sannole  buoni  .  Ctint. 
Carti.  271.  Il  dolce  nostro  suono  Vi  sa- 
pr&  lanlo  buono,  Che  non  ci  parrà  invano 
t^>S3er  venuti. 

*  §.  LVI.  P'^ale  anche  Aver  huon  sa- 
pore.  Fior.  S.  Frane.  55.  La  vera  asli- 
aenzia  è  temperarsi  da  quelle  cose  cbc 
saDQO  buone  allj  bocca,  ff-'j 

§.  LVII.  Aon  saper  di  httono  t  vale 
Aver  cattivo  odore  j  e  Jìguratam  Dare 
indizio  di  mnlvaguà.  Lai.  pravitatem  rC' 
dolere.  Gr.  //s;fGȓpiav  o^S'V. 

§.  LVHL  Super  bene,  vale  Esser  gra- 
dilo .  Lai.  piacere  .  Gr.  cìpìoxstv  .  Car. 
tett,  I.  100.  Al  ritorno  ci  sapranno  me- 
gliii  te  nostre  camere ,  e  i  nostri  let- 
tini . 

%.  LIX.  Saper  male  ,  Saper  reo  ,  e 
^imilt  ,  vagfiono  Parere  strano  ,  Dìspia* 
cere.  Lai.  ditplicere  .  Gr.  a;r«f Bazsiv  . 
!Vov.  iint.  55,  1.  Messrr  Brancadoria  il 
vide;  seppegli  reo.  s»'  Fav.  £sop.  lO'j. 
(Fir.  i8iH.)  Quando  lo  Villano  udì  che 
pure  gli  convenia  partorire  ,  spppegliene 
molto  male.  Lnsc.  leti.  Ma<ac.  Ma  sopra- 
tutto r  .'iflligge  ,  e  preme  ,  u  li  sa  mate 
degli  amici  di  Febo.  lied.  Iftt  35  Me- 
ne sa  malf  ,  perchè  darà  quest'  uomo  da 
dire  a  coloro  che  non  gli  vogliono  be- 
ne. (Cj  Fortig.  tiiccinrd.  1.  48.  Per  I' 
■icerbo  dolor  divenne  tuie  .  Che  a  tutta 
Spagna  ne  sapeva  male.  (B) 

§.  LX.  Saper  gratto  di  checchessia,  vale 
Averne  obbligazione .  Lai.  habcre  graliam, 
Gr.  £ioVv«t  ydpt-t,  Gr.  S.  Gir.  17.  Egli 
non  ti  saperrebbe  grado  dclli  tuoi  doui  , 
Bocc.  nov.  ^9.  12  Signori  ,  di  ciò  che 
ierserk'  vi  fu  fatto,  so  io  grado  alla  for- 
tuna. Sen.  Ben.  Varih.  3.  5.  Così  ci  sa 
migliurc  il  dono  ,  e  ne  sapemo  maggior 
grado  ,  quanto  meno  ol-  siircmo  stati  in 
pendeate. 

5.  LXI.  Non  ne  saper  grodo^  che  anche 
si  diie  JVon  ne  soper  ne  grado  ,  ne  gra- 
zia t  vale  il  contrario  ,  cioè  JS'on  si  rico- 
nosce'e  obb/ipato  ,  iVo/i  atxrne  gtatitudi 
ne  Lat.  prffirif»  non  hafierr.  (■•¥.  oi'/v.ct- 
flTSÌv.  Liv.  M.  Non  n»*  seppuno  né  gradai, 
né  grazi»  alto  'mppradore.  Fu.  Pini.  Se 
essi  non  passarono  Gange,  non  ne  sapeva 
loro  ne  grado  dò  gr;itia.  Fir.  Lue.  5.  3. 
lo  ho  fallo  bene,  alla  H*:  ella  non  mene  ta 
grado  né  grazt».  Morf-.  18-  182.  Qut-I  che 
si  ruba,  non  s*faa  u  super  grado. 

*  §.  LXII.  iìiceKÌ  anche  in  tento  ftff'i-r- 
niatifO  .  Lnsc.  Ictf.  Masac.  Pcrocbè  io  ti 
disgracierei,  se  tu  me  ne  sapessi  grado  né 
gratia.  (C) 

*  g.  LXlll.  Oicesi  anche  nello  stesto 
signific.  Sapere  il  malgrado  ,  e  la  mala 
crazin.  Lasc.  lett.  ilAiinr. Ma  n'hai  uputo 
(  sa'ne  il  malgrado  e  la  mala  grasia  a  rbi 
(e  r  ha  donalo.  (Cj 

SAPKRE.  Pfome.  tVoUtia»  Sdenta,  Lat. 
ropnitiP  ,  .ycientia.  Gr.  yy(jj9t(  ,  «VonJti. 
Coli.  Ah  lujrtc.  Non  è  di  lungi  dal  sa- 
pore quegli  rheha  incomioriato  ad  inteoilTf 
niiBll'»  ,   «"h^  egli    non  sa      Frane.  \Sacr' 


SAP 

nov.  222*  Un  bello  inganno,  o  piò  sape- 
re ,  voglio  raccontare  nella  preioule  no- 
vella. Farch.  Freol.  18.  La  diversità  de* 
giuditit  nasce  datila  diversità  de'saperi. 

*è  %.  in  pro\'eth  :  E' vai  piìt^o  F  me- 
glio un*  oncia  df  fortuna,  che  una  Itbhra 
di  sapere  j  e  1  aU  che  La  fortuna  talora 
f,inva  più  che  il  senno  .  F.  0.>CIA  ,  5. 
V.  (Aj 

SAVEVOt.Z.  Add.  C/ieM.  Lat.  tci.ns, 
conacint,  gnarus.  Gr.  S*~l9T>5'/ia»v.  Ftawm. 
\.  iS.?.  Ne'  vani  affanni  d*  ornar  la  mia 
giovanezza  ,  più  che  *l  dr-biln  ornata  daU 
la  natura,  te  000  sjpevole  offendendo,  er. 
l'tr^  Kneid.  .M.  E  tu.  o  santissima  indo- 
vina, sapcvolc  di  quello  rbe  ha  a  venire. 
F  oppresso  :  Dido  non  sapevole  quanto 
Amore  a  lei  misera  sopra*)  ea  .  Sallutt. 
Catell.  Essendo  l'uno  all'altro  costanti, 
e  sapevoli  di   tanto   male. 

-.-  SAPIDO.  F.  L.  Add.  Saporoso. 
Lai.  snpidus.  Fall.id.  Cenn.  \^.  Ancora 
la  lattuca  sapida  ,  e  condita  di  sapori  di 
molli  semi,  ec.  ()') 

SAPIENTE,  Add.  Che  ha  sapienza, 
Chesaj  Supplente. l.it.  Si'pirns  Gr.  zc^d^. 
Fr.  Jac.  r.  2.  3l.  48.  Quello,  rbe  e  sa- 
piente ,  Con  ragion  si  difende.  Fir.  As. 
S'ìX  Quel  vecchione,  di  tanta  prudeniia 
dotalo  ,  che  1*  oracolo  Delfico  il  giudico 
sapiente  sopra  lutti  gli  altri  mortali?  F 
fii'K-  l55.  Così  è  da  credere  adunque  che 
abbia  fatto  quel  grande  artefice  ,  e  sa* 
piente . 

t  *  §■  Pf  Sapido  .  Car.  Long.  Sof. 
87.  Fero  con  le  labbra  e  col  naso  un  cer- 
to nifiulino  ,  rome  mostrando  d*  aver  a 
schifo  quel  Imo  raprino  ,  e  quel  fortore 
cosi  sapiente  di'  becchi,  (^fin) 

SAPIENTEMENTE.  Awtrh.  Con  ca- 
pienza ,  Suv'uitnente .  Lat-  fopienlcr .  Gr. 
50OW5  .  Fsp.  Sa^m.  Beoignamcnlc  crea  , 
e  per  benignità  s:)pieo temente  crea  .  Al 
beri.  Clip.  4').  Procura  d'avere,  e  d'usare 
r  utililadc  loro  ,  e  di  reggerla  sapiente- 
mente  . 

SAPIENTISSIMAMENTE.  Superi,  di 
Sapìfnttimnti-  .  Lai.  Aa/'iintissime .  Gr. 
cofjiTKTy..  Fr.  Gìord.  Fred.  B.  It  gran- 
de Dio  ,  rbe  sapicnliuìmaracDte  govcrn.i 
1'  ■juiverso  .  Tratt.  seg':  COf.  dom.  Se 
danno  in  fisico,  che  sapicntìssimameote  le 
governi  alla  venuta  dì  quel  malore  tanto 
acridentoso. 

t  SAPIENTISSIMO.  Superi,  di  S.'pien 
te.  Savissimo.  Lat.  sapìenlìssimi.s.  Gr.  10- 
ywrcro;.  (•.  F  12  108.  5.  Del  sapieoiis- 
simode'savii  re  Itubrito  tuo  tio ,  ce.  Ott. 
Coni.  Inf  4 .  f>a  Tale,  questi  fue  al  Icmpu  di 
losia  re  d*I»dracl;  fur  l'uno  de'selle  sapien- 
tissimi, dc'quali  è  detto  di  sopra.  FmikC 
Socch.  nov.  ?.  O  sapirnlissimo  Re.  bene- 
detto sia  il  vi'iitre  '  b'-  portò  tanta  pro- 
denz.!,   quanta  iu  tr  regna. 

SAPIENZA,  e  S.\PIENZIA.  Scienza  , 
che  contempla  la  ca^^ity/ir  di  tutte  le  tose. 
Lai.  snpimtia  Gr  lasi'a.  Albert,  cap, 
t8.  Negli  antichi  «e  la  iapi<  ma,  e  iu  (U(i- 
go  tempo  s*  accatta  s<-nn<i.  F  cap.  5o.  È« 
la  sapienza  ,  srìrnia  «onditi  di  savore  di 
virtude.  /:,'  npp'ejfo  :  L.i  .vjpienia  è  per- 
f  Ito  ben  dell.i  iin-ntf  ,  ed  !•  lavere  delle 
uniane,  e  delle  disine  «titr  /:,'  appresso: 
Possiedi  la  s.ipirnia.  pfrrinrrbè  ella  Jr  me- 
glio rhc  l'oro.  F  npfcsto  :  L'animo  sen- 
za k.ipicoza  é  detl>>  uif^rmo.  7*eol.  ^tist. 
La  sapienza  è  dignis^tmu  rcgniiion  di  Dio, 
la  quale  é  per  ignoranza  ronosriuta  ,  se* 
cnntlo  r  unione  sopra  la  mente  ,  quando 
la  mente  da  tulle  l'altro  -ose  spiirlendo- 
si,  poscia  anche  se  medesima  Uttiando,  i- 
unita  .igli  splendieoti  r.iggiuolì,  illuminata 
nello  investigaliii  profindo  della  sapirnu. 
^/oi .  S.  Orep.  la  sapienza  si  trae  dalle 
palli  uctulle.  itr.  S.  tlìr.  Sapiente  é  fug- 
gir lo  mali  ,   i    far    lo  bene  ,   E  rhe  è  Io 


SAP 

male?  tutto  ciò  che  Dio  vieta.  E  che  è 
lo  bene?  lutto  quello  che  Dio  comanda. 
C'ivafe.  Fruii,  ling.  Ogni  sapienza  è  da 
Dio  .  Fr.  Giord.  Sapienza  è  una  virtù  * 
che  diriixa  torte  le  cose.  Dant.  Par  il. 
L'altro  per  sapìenzia  in  terra  foe  Di  cheru- 
bica luce  UDO  splendore. 

£.  I.  Figuralam.  Dani.  Inf.  3.  Frcemi 
la  divina  Potestate,  La  somma  Sapirniia, 
e  *I  primo  Amore  .  F  Par.  23.  Qui  é  \a 
Sapienza  e  la  Possanza  ,  Cb'  apri  le  strade 
tra  '1  cielo  e  la  terra  {in  questi  due  esempli 
vale  Iddio). 

*;.  11.  Per  Luogo  dove  pubblicamente 
si  leggono  le  nienze.  J'arch.  Frcof.  291 . 
Messer  Agostino  da  Sesta  ,  essendo  una 
mattina,  quando  leggeva  filosofia  in  Pisa, 
uscito  della  Sapienza,  er. 

*  g.  III.  Sapienza,  è  anche  Acme  d' 
uno  de'lihfi  drltn  sacra  Scrittura.  ì'.  SA- 
PIENZIALE. 'A) 

•f  *  SAPIENZIALE  Add.  Aggiunto 
proprio  di  quei  libi  i  della  tacra  Scrittura, 
che  sono  intitolati  Sapienza.  3fagal.  pari. 
1.  leit.  «).  Se  voi  altri,  scartabellando  i 
salmi  ,  o  i  libri  sapienziali  ,  o  quello  di 
Giijb  ec.  trovate  qualche  pauo  che  paia 
adattarsi  a'  vostri  concetti  filosofici  ,  per 
poro  non   fate  ec.  (Aj 

•f  *  SAPIO.  /'.  A.  Savio  ,  Sapiente. 
Frane.  Sacch.  nov.  127.  EscaDoe  fuori  lì 
sapii.  il) 

*t  *  SAPONACEO.  Add.  Cht  parte 
cipa  della  notata, e  pC'- prie tà  del  sapone. 
Cocch.  Vit.  Pitng.  pa^.  il-  (Feneziai'jW)^ 
Sugo  acqueo,  oleoso,  e  salino,  rbe  gli  artisti 
chiamano  saponaceo  ,  e  del  quale  ec.  E 
pa^.  41.  Queste  materie  sono  oleose  in- 
sieme e  saline,  e  di  meravigliosa  virtù  sa- 
ponacea, attenuante  e  deirni\a,  massùn*- 
in  mesrotanza  con  altri  cibi,  ec.  fA) 

•f  SAPONAIA.  Saprnaria.  Lat.  radicu- 
la,  erfi't  lanaria  .  Gr.  OT^Ov^iOv  Folg. 
Diosc.  La  sapooaia  è  nota  a  tutti ,  e  s' 
adopera  da' purgatori  per  purgartela, 
ne. 

SAPONAIO.  Che  fabbrica,  a  vende  sa- 
pone. Lat.  *sapcnnrius.  Gr.  ffaTtwwaTTOto;- 
Biion.  Fier.  4.  4-  Tintori  saponai,  di  ma- 
cellari Srniuirfioi,  edìfizii  da  trar  seta. 

V  SAPONARIA,  .^oria  d'erba,  deiU 
anche  S.^pO"aia .  Brd.  Coitt.  |.  63-  Sog 
giunsero  ,  che  era  oeceisario  riegrrer  di 
nuovo  ad  uu  terzo  decotto  di  legno  san- 
to, di  salsapariglia,  di  cbioa,  e  di  sapo 
naria  ,  ec.  F  appresso:  Ottimo  pensa 
mento  sarebbe  stato  il  far  cuocere  ec 
una  vipera  intera  nel  soprammentovato  de 
colto  di  legno  santo  ,  di  china  ,  dì  salsa 
pariglia,  e  di  saponaria.  (*) 

SAPONATA  .  (^infila  schiuma  che  fm 
/'  acqui  dove  wa  disfitto  il  sapone.  C«nt. 
Cam.  160.  Noi  abbiamo  un  buoD  sapone. 
Che  fa  saponata  assai  :  Fruga  un  [«etio 
ove  si  pom*  ;  Se  più  meni  ,  più  o*  arai 
J.or.  Mtd.  Beon.  cap.  8.  >>•  pria  le  sliene 
alli  nostri  occhi  lolse,  Ch*  e' ci  parevj 
al  calo  un  cavriolo.  Per  la  gran  taptmata 
ehe  vi  accolse  (qui  per  similit.).  ♦  Red. 
O1S.  an.  38.  In  questi  moli  •'  imbrodo- 
lano d'una  spuma.  <•  l>ava  simile  ad  um 
saponata   bianchissima,   f II) 

t  SAPONE  .  Un  ccmposto  fatto  an 
olio  ,  0  altre  materie  gr'HStt ,  ed  un  al' 
cali  ,  rAr  s'  udcpera  per  tavwrt  e  pur- 
gtirt  I  panni,  e  per  bagnar  la  barba  in- 
nanzi di  raderla.  Lat.  sapo.  Gr.  euT^y/sot. 
Cr.  ().  a5.  4'  S*  unga  cou  sapone  saraci- 
nesco .  I*  quanto  si  può  più  aitcolameDtc 
si  metta  leggieri  nelle  nari  del  cavallo  . 
ffocc.  nov.  Sirs.  IO.  C*>n  sapone  moscolea- 
to  e  eoa  garofanato  maraviglioMmeole  «- 
Itene  lutto  lavò  Salabaello  .  Buon.  Firr 
4.  5.  3.  Vorrò  veder  se  sa  vendar  pw  sa 
|ia  Sapon  da  set'  stemperalo  in  ranno 
Pern.   O'I    2     IO.   ao.  Poi  gli    ha    sfn»* 


SAP 

sapone  il  memo  raso  ;  La  barba  giù  nel 
pelto  gli    Inborra. 

g.  I.  t'imitate  il  saficne^o  simili } fi f in at. 
vale  La^cinrsi  corromfce  con  donntiii ;  lo 
sifS-ìo  ,  chi'  Pi'j,liaie  il  boccone,  /  .  BOC- 
CONE, g.  IV.  ìtln'm.  6.  20.  Ea  v^K  chc 
•la  essa  «l>bc  il  «Ji>onc  ce,  Meotr'ella 
saltò  iu  l>arca    rltiuip  rorchio. 

*  g.  11.  Vnr  ilei  snpvne,  o  simile,  nd 
tìlcttnoy  vnlc  Lodarlo  adulandolo  j  modo 
basso,  leop.  rini.  il-  Danle  »he  volle 
dar  tanto  sapone  A  Ser  Vergilio.  arriva- 
to in  Parnaso,  Ne  cavò  dalla  musa  un 
liuoD  musone.   (C) 

Sàl'ONETTO.  Dini.  di  Sapone  s  e  si 
yrende  comtincnunle  per  Sapvne  più  f^en- 
lile,  e  vrhroso.  Buon.  /Ver.  2.  2-  6.  Pa- 
Uiccbi,  kapcncltì,  Ji-licate  Conce  di  guan- 
ti,  e  di  srarjiini  adorni. 

*  SAPORARE.  Susi.  Gusto,  hai.  gu- 
stus  .  "  Dic/om.  Quuili/.  C.  L'odora 
re,  il  saporarc,  il  toccare,  e  l'udire  ». 
inirod.  l'irt.  6.  Il  capo  ni'avea  orna- 
to di  (juattro  scntimenli  principali,  ciol'  di 
Tcdcre  ,  e  di  udire  ,  e  di  odtir.ire  ,  e  di 
saporaro  :  e  rosi  a  ciascun  membro  avea 
dato  compiutamente  la  sua  virtut'*.  (C) 

5  S.APORAHE.  assaporare.  Assaggiare. 
Lat.  gustare  ,  degustare»  libare.  Gr.  Tipo- 
ysu£5?at.  S.  Agost  C.  V.  Che  non  voglia 
dire  del  suporar  le  vivande,  del  diletto  car- 
nale, assai   lo  mostra  dove  dice  ec. 

*  g.  E  per  meta/,  Eelc.  1  it.  Eg.  cap. 
5.5.  O  signor  mio,  quanto  preziosa  è  la 
santa  castità)  come  ti  piace,  e  quanto 
ami  quell'  anima  che  la  possedè  I  Conte 
I*  accompa-^oi  rai  co*  santi  angeli  !  Come 
la  preiiiicrai  in  vita  eterna!  È  soffiando, 
e  saporando  diceva  ec.fCj 

SAPORATO.  Add.  da  Saporire.  Lat. 
^uttatiis,  lih^tus.  Gr.  TT^ayswési^. 

*f  SAPORE  .  Sensazione  chc  producono 
rulla  lingua  fé  cose  che  si  gustano  j  e  più 
spesso  p,  r  Quella  virtù  che  e  nelle  cose  di 
produrr»-  in/e  sensazione.  Lai.  sapor.  Gr. 
XWJ»S?.  Bocc.  net:  io.  9.  Non  solamente 
aoD  sono  da  rosa  alcuna,  ma  sono  di  mal' 
vagio  sapore.  Cr.  ^,  ^3.  3.  Se  troppo  vi 
sieise  ,  dì  mj|  sapore  il  gnasterelibe  .  E 
^^.  2.  In  qut'Sto  nirdo  si  dire  lil>erare  il 
T»40,  e  *l  vino;  ma  il  vino  ba  mal  sapo- 
re, lìicrtf.  Fit-r.  41.  EWg^csi  quella  (•^om- 
ino eltmij  che  e  ragìosa,  leggiera,  e  di  odo- 
re buono,  e  di  sapore  potente. 

g.  1.  Dt  mezzo  sapore  ,  v"le  C/ie  non  è 
né  agro ,  ne  dolce  .  Cccth.  Esali.  Cr.  5.  1. 
Queste  tante  melarance  Oh  fussoo  clltrn  dì 
meno  sapore  ! 

g.  II.  E  Sapore  ,  per  Gusto.  Lat.  t  0- 
luptas  ,  g'tstiis  ,  iucunditas  .  Gr.  ■f,òovri. 
Amet.  2^.  Le  nostre  in  fouii  chiare,  di- 
rivate  Di  viva  pietra  ,  Levon  con  sapore 
Tal ,  che  le  serva  ìn  lieta  sanilate.  Dani. 
Conv.  55  L*  una  ragione  e  1*  altra  darà 
sapore  a  coloro  chc  a  questa  cena  sono 
convititi  .  !?  Pnllav.  sul.  229.  Leggnnsi 
eiiandio  dagl'  ingegni  di  fino  gusto  cuu 
più  sapore  che  ec.  (FP) 

g.  III.  Per  metof.  Dani.  Purg.  16.  Di 
piccicl  bene  in  pria  sente  sapore.  E  20.  Vi- 
linoamenlc  ci  si  grida:  Crasso,  Dicci,  che  '1 
sai,  dì  che  sapore  è  l'oro?  Tes.  Dr.  8.  29. 
Sicché  Don  paia  cosa  pensata  malizio^ameo- 
te.  e  non  di  troppe  paruie  di  giuoco,  uè  di 
vanìt'a,  anzi  ferme,  e  di  buon  sapore  (  cioè, 
di  sustanxìa.  e  concludenti). 

SAPORETTO.  Dim.  di  Sapore.  Lat. 
tcilus  sapor. 

g.  Per  Salsa.  Lai.  conàimerdum  .  Gr. 
£p.^xpux.  Bern.  Ori.  i.  25.  4.  E  pare 
anche,  chc  gusto  e  grazia  accoglia  A  vi- 
vande ,  che  sian  per  altro  buone  ,  E  le 
faccia  più  care  e  più  gradite  Un  sapo- 
retto,  con  che  sien  condite. 

•*  *  SAPORIFICO.  Add.  Che  ha  sa- 
pore.  Coceh.   T'it.  Pi:t.  pa^.  63.  (1  ene- 


SAP 

zia  l-!k\).  Corpuscoli  saporifici  ,  onde  le 
cdrni  ,  t*  gli  aromi  ,  e  k  materie  dure  ed 
oleose  abbondano.   {A} 

SAPORITAMENTE.  Avverb.  Con  sa- 
pore. Lat.  .copule.  Gr.  \€pT:-iùii.  *  fìart. 
Uom.  piint.  Introd.  pag.  9.  Guardatevi 
ec.  da  que' cibi,  che  per  l'arte  che  vi  ha 
di  saporitamente  coudirli,  lusingano  il  pa- 
lato. (TCJ 

g.  Per  Gustosamente,  Con  gusto,  Lat. 
quadam  gustus  iucuaditate.  Gr.  /*£&'  t]00- 
vtÌ^.  Bocc.  nov.  52.  6.  Cominciava  a  ber 
si  saporitamente  queslu  suo  vino,  ch'egli 
n' arebbe  latto  venir  voglia  a' morti.  Bed. 
f  tp-  l.  17.  Fu  veduto  saporitamente  più, 
e  più  volte  lambirne.  Caini.  27.  Mae- 
stro, questi  rhi  è?  e  per  qual  cagione  sì 
saporitamente  1*  acqua  della  guastadetta 
bevve  egli  tutta  ,  la  quale  tutti  gli  altri 
aveano  rifiutata  7 

SAP0R1TI>0.  Dim.  dt  Saporito.  Lat. 
scitufui.  Eìr.  Ai.  ^l.  E  più  tosto  stimola 
con  ogni  sollecitudine  quella  sua  fanticeU 
la  ,  peiciocch'  ella  è  galantina  ,  e  tutta  sa- 
poririna  (qui  /ì^iiratant.,  e  nei  signijìc.  del 
g.  III.  di  SA'pÒKITO). 

SAPORITISSIMAMENTE.  Superi,  di 
'Snporilanienle. 

"j"  g.  Per  Gustosissimamente  .  Bemb. 
Iftt.  a.  11.  1^7.  Io  ho  riso  saporitissima- 
mente, e  più  di  una  volta  sono  tornato  a 
legger  la  istoria  vostra,  lied.  Jns.  5g.  Se  gli 
trangugiò  saporitissimamente. 

SAPORITISSIMO.  Superi,  di  Sapori- 
to.  B,d.  Itti.  2.  177.  Grande  sarebbe  slata 
la  mia  gloria  ,  se  nello  stesso  tempo  non 
fosse  stata  fatta  un'  altra  saporitissima 
nuova  sropfrla  nella  regione  australe  in- 
cognita de'  daini  .  SoJer.  Colt.  5.  Buona 
ed  eligibile  positura  per  le  vigne  è  la  qua- 
lità delle  spiagge  ce,  dove  si  raccolgono 
saporitissimi  (1  vint),  ed  odorali.  E  120. 
In  monte  fa  oUra  modo  bene,  e  nell'asprez- 
za d'esso  è  saporitissima. 

§.  Per  Gustosissimo  Sodtr.  Colt.  121. 
Ond'è,  eh' e' vini  che  sono  raccolti  alla 
vista  del  mare  sono  di  forza ,  e  di  suporiiis- 
simo  sapore. 

SAPOR lTO.//rfrf.  r/*c //a  ffl/>ore,D/Z/HO^ 
sapore.  Lat.  snpi,lus  Gr.  s^X"'"'-  I**^f^^- 
nov,  77.  ^H.  Di  gran  lunj^a  è  da  eleggere  il 
poco  e  saporito,  che  il  mollo  ed  insipido. /'>. 
Ciord.  Pred.  D.  l  pesci  arrostiti  sono  mi- 
gliori, e  più  saporiti ,  che  quelli  che  sono 
lessi  neir  acqua.  Bid.lett.  2.  176.  Il  cer 
vello  di  daino  è  una  gentil  cosa,  molto  sa- 
porita, e  molto  sana. 

g.  I.  Per  Gttstoso  j  Che  dà  gusto  ,  Che 
si/a  con  gusto.  Lat.  gustata  iucundus.  Gr. 
rsp'Tt'Jo'i  .  Bccc,  ncv.  52.  6.  Al  quale  ec.  il 
saporito  bere,  che  a  Cisti  vedeva  fare,  sete 
avea  generala. 

g.  il.  Eiguratam.  vale  Che  arreca  di- 
letto ,  Bcrn.  Ori.  I.  25.  2.  Le  cose  bel- 
le e  preziose  e  care  ,  Saporite  ,  soavi  e 
dilicale  ,  Scoperte  in  man  non  si  debbon 
portare  ,  Perchè  da'  porci  con  sieno  im- 
brattate. 

g.  Ili  Dicesi  Uomo  saporito  ,  di  Perso- 
na graziosa  e  dt  spirito  ,  e  per  ironici  di 
Persona  maliziosa.  Lai.  cal.'idus,  emuucta; 
naris.  Gr.  Tlo/u/xi^Ti^.  Salvin.  Pros  Tose. 
2.  log.  Come  si  vede  giudiciosamente  fatto 
dal  saporito  Kcdi  nel  suo  vago  e  famoso 
Ditirambo. 

^  SAPORITO.  ^tverA.  Sapori: amente. 
Dilettevolmente j  Squisitamente.  Lat.  sopi- 
de  ,  deleclabtliter  ,  lucunde  ,  exquisittm  . 
Toc.  Dav.  Perd.  Eloq.  j^itì.  Onde  e  nato 
quel  travolto  ma  spesso  dettato,  die  i  no- 
stri oratori  parlano  sciocco  ,  e  gì*  istrioni 
ballano  saporito.  (ìSS) 

SAPOROSAMENTE,  avverò.  Con  sa- 
pore ,  Saporitamente.  Lai.  sapide.  Gr. 
T£p:rv&j;. 

g-   I     Pi-r  C'tstosim  nte.   Lat.   iucunde 


SAP 


ioi3 


Gr.  TipTTvij?.  "^  Belc.  ì'it.  Eg.  cap.  5H. 
Volse  la  faccia  sua  e  la  mente  verso  il 
Cielo ,  quasi  volendo  parlare  con  Dio , 
udendolo  quel  cavaliere,  e  firvenlementc, 
e  saporosamente  disse.  E  appre.^so  .•  E 
dicendo:  pu .  pu ,  saporosamente  soffiava 
come   prinij,  (i'j 

t  g.  II.  Per  metnf.  Med.  Arb.  Cr.  3. 
Fu  cotto  saporosamente  di  merigge  per 
lo  caldo  del  sole  spiritu.iIo  .  /'//  P/ut. 
Bruto  se  ne  rise  saporosamente  (cioè  ,  dì 
cuore  ). 

SAPOROSISSIMO.  Supeil.  di  Saporo- 
so. Sesm-r.  Pred.  6.  4.  Poco  rileverebbe 
dunque  che  Dio  vi  lasciasse  ed  ì  v- siri 
alberi  carichi  di  saporosissime  fruite  ec,  se 
dall'  altro  canto  m  alterasse  il  palato  in 
modo,  che  tali  cibi  più  vi  fosser  noiosi, 
che  dilettevoli. 

SAPOROSlT.\'  ,  SAPOROSITADE,  e 
SAPOROSITATE.  A.stra>to  di  Saporoso. 
Lat.  saper.  Gr.  yy}J.D\.  Cr.  3.  19.  2.  La 
sua  secchezza  perde,  e  saporosità,  e  buon 
nutrimento  acquista.  •?  E  5.  6  q.  La  loro 
saporositade  {  >UlU  C'istngne  }  e  pontici- 
lade  dimostra  la  lor  secchezza,  ec.  (B) 

SAPOROSO.  Add.  Saporito.  Lai.  sa- 
pidw.  Gr.  z'v'xuXoi.  Fiamm.  ^.  iig.  Le 
nuove  erbette  ec.  gU  ministrano  saporosi 
riLi.  Cr.  6.  3;).  1.  La  polvere  del  suo 
&eme  (di'l  cnnando.'oj,  gittata  sopra  la  car- 
ne ,  la  fa  saporosa.  J{<d.  lelt.  2.  177.  11 
lampredotlo  del  daino  *-■  vie  più  gentile  , 
tenL-ruccio  ,  e  saporoso  di  quello  di  qual- 
sivoglia altra  Jiestiarcìa.  * 
g.  Per  mi-ta/.  Lat.  dulcis  ,  mellilus  , 
iucun'ius.  Gr.  -/)'jx.-j'^  ,  p-zU^pòi  ,  Tsp- 
TTvo;.  Co/l.  Ab.  /Jane,  27.Conciofosseco- 
sach'  egli  fussino  saporosi  di  sale  divino  . 
Bemb.  Asci.  2.  8.!.  Della  quale  (sahinct- 
ta  )  la  giovanetta  età,  e  la  vaga  bellezza 
facevano  le  parole  più  saporose,  e  più  care 
( lioè ,  dilettevoli  ). 

SAPPIENTE.  Add.  Che  *rt.Lat.  sciens. 
Gr.  3't(?/;'^wv.  Cr,  4.  18  6.  Avvegnaché 
alcuni,  cosi  maschi,  come  femmine,  non 
sappienti  la  natura  ,  e  generazioni  delle 
graguuuie,  imprudentemente,  o  fallace- 
mente affermino  ,  alla  gragnuola  ,  e  alle 
folgori  alcuna  cosa  far  si  possa. 

§■  E  Sappìente,  diciamo  anche  l'Olio,  e 
il  tacio.quando  hanno  troppo  acuto  sapore. 
I^at.sapidus.  A/lvg.  82.  Acciocché  non  dia 
cattivo  here  affatto,  aggiuguetcvi  cacio  sap- 
pìente di  forma. 

3  SAPUTA.  //  sapere  t  Polizia.  Lat 
scientia  ,  consiliitm  .  Gr.  yvwst;  .  Tes. 
Br.  7.  20.  L' uno  è ,  che  noi  impren- 
diamo le  cose  ,  che  noi  non  sapemo,  per 
diritta  saputa. 

^*  g-  L  Essere  una  cosa  in  saputa  d' 
alcuno,  vale  Essergli  nota.  «  Sallast.  Ca 
tclf.  (Brun.  Catell.  i.)  Non  senti  che  la 
tua  congiurazione  è  già  strettamente  in 
saputa  iM  tutti  costoro  »?  (C) 

f  g.  II.  Di  saputa  d'  alcuno,  locuziO' 
ne  avvrrbiii/c.  Sapendolo  alcuno.  Con  sa- 
puta d'alcuno.  Lat.  scienter.  .<  G.  K.  8- 
18.  I.  Il  dello  re  Giacomo  si  scusò  della 
'mpresa  ec. ,  e  come  era  suia  di  sua  sa- 
puta ».  fC; 

#  g.  111.  Senza  saputa  d'alcuno,  n 
mia,  vostra,  e  simili,  locuzione  nvverbia- 
Ic  ,  Non  sopendolo  alcuno  ,  0  io  ,  voi,  e 
simili  .  u  Bocc.  nov.  36.  19.  Perdono  vi 
domando  ec.  d'  avere  senza  vostra  saputa 
chi  più  mi  piacque  marito  preso,  E  nov. 
7.Ì.  8.  Diliberò  di  non  volerlo  fare  senza 
sapula  di  Bruno,  e  di  Buftjlmaoco  "-(C) 

SAPUTAMENTE  .  As  verb.  Con  sape- 
re.  Scientemente.  Lat.  scienter,  consulto. 
Gr.  e'^sai'moic.  Cavale.  Pungil.  PerchL- 
quelli  lo  fecero  ignorantemente,  ma  que- 
sti ciò  fanno  saputamente.  Sen.  Declam. 
Convenirsi  con  una  femmina,  e  saputa- 
mente   obbedirla   in  simiglìaoti  atti  vani  , 


lOl'i 


SAP 


rome  tu  facesti  ,  dichiarano  la  dUoneslJ 
d'  ealro  .  Maestruz:.  l.  78.  Il  icltimo  è 
colai  che  sj|)Ulanieotc  piglia  per  moglie 
una  monaca  .  #  Te^oreft.  Br.  7.  E  chi 
saputamente  Un  grave  punto  tenie  la 
Citto  e  'n  ditto  e  'n  cenno ,  Quello  è 
chiamalo  senno.  (lì) 

•■{-  ^  SAPUTELLO.  Saccente.  Se^ner. 
Paneij.  SS.  Ntin:,  §.  l.  Quand'uo  ceri* 
uoran,  più  saputello  degli  altri,  ditte  che 
Fidia  avca  mollo  errato  nell'  arte,  perchè 

*  SAPUTISSIMO.  SuprrK  di  Saputo. 
Alleg.pT^.  2,2'i.  (Anst.r.tarno  175^).  lo 
m'  addormentcrù,  con  suppt>rlazion  vostra, 
oeile  venerande  liracria  delle  prelibate  sa- 
potittimc  loro  magni6caggini,  liastaadomi 
ec.  (li)  Bari.  Vit.  Bfllarm.  hb.  i.  cap. 
8.  Ho  più  fedel  teslimooio  a  sicurarmene 
il  Cardinal  di  Peorune  ,  sapulissimo  in 
quella  lingua  {  Green),  che  non  rerarlo 
in  dubbio  quel  mal  grammatico  ,  e  peg- 
giore eretico  che  fu  il  Casaubooo   (CPj 

f  *  SAPUTO,  r.  J.  S'ifl.  Lo  stesso 
che  Saputa.  Snh:  j4itert.  2.  I*  16.  No- 
mi e  avverbii,  i  quali  hanno  Icrminaiione 
e  genere  di  maschio  e  di  femmina,  e  tan- 
to Tagliono  ec.  saputa,  saputo,  ec.  (/') 
i"  *  §■  S^n:n  saputo  iV  alcuio  ,  locu- 
zione avvertitale.  Non  sapendo/o  alcuno. 
Lii'.  M.  2.  Elli  vuole  primamente  passare 
a'n»^mìcÌ  sanza  saputo  d'alcuno,  (f'j 

SAPUTO.  JdJ.  da  Sapere,  L»t.  cogni- 
ttts.  Gr.  yiiw'si/io?,  yvùUTo?.  Dant.  Purg. 
12.  Aliar  fec*  io  come  color  che  vanno  , 
Coa  cosa  in  capu  non  da  lor  saputa  . 
Bocc.  noi'.  44"  9*  ^*  giovane,  saputo  que- 
sto,  pr»!St3mente   vi   fece   fare   un   Ietto. 

5  5.  I.  Per  Sivio,  .1ccorto.i.ìì., sapiens, 
rauttis.  Gr.  355)95.  -Vff.  ant.  2.  2.  Mae- 
stro ,  avvisa  questo  destriere ,  che  mi  è 
falto  conto  che  tu  se*  molto  sapulo  .  31. 
f.  II.  3o.  Il  capitan  delle  galei-,  saputo 
iruerrierc,  fece  a  due  galee  It-vare  alto  gli 
alberi.  Amm.  Ant.  li.  1  6.  Lo  parlare  ra- 
gioncTule  e  adorno  mostra  disagguaglian- 
za  da' non  saputi.  Dani.  Pur;;.  16.  Onde 
la  srorta  mia  saputa  e  6(la  Mi  s'accostò. 

^  §.  JL  E-fseie  imputo  in  una  cosa  , 
va/e  Aver  praltca  ,  conoscenza  di  quella. 
-  Stor.  Pist.  82.  Castruccio,  come  colui, 
ch'era  savio,  e  sapulo  in  guerra,  mosse 
con  tutta  la  gente  sua  ».  Cren,  Mortll. 
2^6.  Era  saputa  nella  masserizia  della  casa, 
e  non  con  punto  d*  avarizia,  o  di  miseria; 
ma  traeva  il  sottile  dal  sottile.  (C) 

^  §.  111.  Eaer  saputo  di  una  cosa  , 
%'ttU  Ksscrne  istruito,  ammaestrato.  Sen. 
Pist.  45.  Non  e  alcun  uomo  ,  che  Unto 
grossamente  conosca  la  virtù  del  bene,  e 
la  sua  dignità,  e  tanto  ne  sia  poro  sapu- 
to, eh'  egli  1'  abbassi  infino  alle  cose  nù- 
nule,   f]\J 

f  #  §.  IV.  Far  saputo  alcuno,  vale  Far- 
pli  sapere.  Renderlo  mjormato,  fìut.  Pur^, 
5.  Fatene  saggi,  cioè  falrci  sapuli  chi  voi 
siele.  Bemb.  Stor.  i.  ig8.  Fra  queste  cose 
Federico  Re  di  Napoli  per  lo  suo  amba- 
sciatore fece  ai  padri  sapulo  ,  se  volere 
5oo  cavalli  mandare  ce.  fA^ 

SARÀ.  Lai.  .ferra  piscis.  Te*-  Br.  l^. 
1.  Sara  e  uno  pesce  e*  ha  una  cresta 
eh'  è  alla  maniera  di  serre  ,  onde  rompe 
le  navi  di  sotto,  e  le  sue  alo  sono  sì  gran< 
di  ,  che  clli  ne  fa  \i-1a  ,  e  va  bene  otto 
leghe  cootra  alle  navi;  ma  alla  fine,  che 
•gli  non  ptiote  più  soiferirc  ,  sì  ne  va  in 
profondo  di  mare. 

't  *  SARACINARE.  Dicesi  dell'  uva 
quando  ,  maturando  ,  comincia  ad  anne 
rire  j  presa  la  tutta fo*  a  dai  Mori 
vero  Saracìni.  Salvia.  Annot.  Opp.  l'esc. 
.^.  3o/(.  Uve  le  quali  maturando  anneri 
scono,  p,  come  dicono  i  contadini,  s.ira 
cinano.  F  Odiss  Altre  ora  ne  vendem 
miann,  Altre  pigiao;  eoU  loa  esso  •groslo, 


S  A   R 

Buttando  il  fiore;  ed  altre  saracioano.  E 
Ann-)l.  Tane.  Buon.  4.  j.  L'uva,  quando 
di  agresta  sì  la  malora  e  aera,  i  contadi* 
ni  la  dirooi)  saracioare  ,  dai  Saracioi  e 
Mori.  (A) 

t  SARACINESCA,  e  SERACLNESCA. 
Sust.  Sorti  di  toppa,  la  quii''  non  ti  può 
aprire  ni  di  fuori,  ne  di  dentro  senza  la 
chiave.  Salv.  Granch.  3.  5.  La  Clarice  %* 
è  chiusa  con  Fortunio  Disavvedalamen- 
te  nella  camera  Della  sararioesca  .  Buon. 
Fier.  I.  4.  4.  Chiavi  di  serratura  Nuova, 
e  fuor  d'  ugni  usanta  Strane  saracinesche. 
Atlee;.  167.  L'oro,  e  l'argruio  di  questi 
se  ne  sta  raccolto  nei  casson  di  noce  im- 
liullftlali  ,  e  gravi ,  serralo  a  ceDlomila 
saracinesche. 

f  §.  Saracinesca,  si  dice  anrhe  Quel- 
la serratura  di  legname,  o  simile  ,  che 
ti  fa  calare  d'i  alt)  a  basto,  per  imprdire 
il  pastagaio  alle  acque,  agli  animnit  ,  o 
simili.  Lih.  Son.  146.  Sicché,  levata  la 
saracinesca,  AfiTjgò  forse  venti  ,  e  non 
migliaia.  Segr.  Fior.  Art.  guerr.  | , 
l5|.  Air>rliGcaosi  ancora  le  porle  eoo 
le  saracinesche,  per  poter  mettr-r  dentro 
i  suoi  uomini,  quando  sono  usciti  fuora 
a  combattere,  e  occorrendo  che  i  nemici 
li  caccino  ovviare  che  alla  mescolata  non 
entrino  deniro  eoo  loro.  E  p-rò  sono 
trovate  queste  ,  le  quali  gli  antichi 
chiamavano  cateratte,  le  quali  calandosi 
fsrludooo  i  nemici,  e  salvano  gli  amici  . 
K  appresso:  Io  ho  vedute  di  qU'Ste  sa- 
racinesche', che  voi  dite,  fatte  nella  Ma- 
gna di  travelte.  in  forma  di  una  grati- 
cola di  ferro,  e  queste  nostre  sono  falle 
di   panconi   tulle   massicce. 

3  SAKACINESCO.  Adi.  Di  Saracino, 
Da  Saracino  .  Lat  sarncenicus.  lìocc. 
uov.  00.  37.  Com.iodó  che  a  messer 
Torello  ce.  fosse  messa  io  dosso  una  ro- 
ba alta  guisa  saracinesca.  Cr.  9.  25-  3- 
.S'  unga   con   sapone   saracinesco. 

#  §.  I.  Saracinesco,  inforza  di  sust. 
vale  Lingua  df'  Saracint.  «  G.  /'.  6.  I. 
3.  Seppe  la  lìngua  Ialina  ,  e  la  nostra 
vo]g.ire,  tedesco,  francesco,  greco,  saraci- 
nesco. £"12.  101.  1.  Tanto  b  a  dire 
Mule  in  saracinesco,  come  Re  in  nostro 
Uùno».(N) 

g.  II.  Toppa  saracinesca,  vale  lo  stesso 
che  Saracinesca,  net  primo  sÌ:;nifca(o  . 
Late.  P.irent.  5.  7.  Voi  sapevate  pure 
della  toppa  saracinesca,  che  non  si  può 
aprire  ne  di  dentro,  ne  di  Inori  sema 
la  chiave.  Antbr.  Furt.  3.  II.  Il  quale 
(uscio),  avendo  una  buona  toppa  saraci- 
n-'sea,  si  viene  a  serrar  di  lorle,  che  ne 
di  dentro  ne  di  fuori  si  può  senta  la 
chiave  aprire. 

SARACINO  Sust  Statua  di  le^no  a 
similitudine  di  uomo  Saracino  nella  qua- 
le i  cavalii-ri  correndo  romprin  la  lancia. 
Lat.  palus.  Onde  correte  al  Saracino  . 
Lai.  ad  palum  se  exercire.  Lab.  233. 
Questi  così  fatti,  se  egli  avessono  già  il 
viso  fatto  come  il  saracìn  drlla  pì«u2 , 
ama  ella  sopra  ogni  altra  cosa  .  Frane. 
Saech.   nov.    |5q.   E   cesi  si   fermò   l'a   do- 


ve si  pone  il  Saracino.     Buon.     Fier. 


•eli' 


è  una  quintana.  Ch'  un  Saracino  fll*  è. 
Malm.  4  ^7*  E  come  cavatier  ,  che  al 
Saracino  Corre  per  carnovale ,  o  altra 
festa. 

#  §.  I-  Ftsere  il  Saracino  di  piatta  . 
Farcii,  F.rcol.  l3a.  D'uno  che  sia  in 
'voce  del  popdo,  e  del  quale  cgnuno  ar- 
disca di  dire  quello  che  vuole,  e  ancora 
fargli  delle  bisrhenche,  e  de'  soprusi,  si 
dice  ;  tf-ti  i  il  Sirarino  rfj  piassa,  (C) 

§.  lì,  Snracini ,  diciamo  ani  he  gli  Acini 
deir  uva  ,  quando  c<*niinciano  a  divenir 
vai.  Bell'ine,  son.  X|9.  Si  fuggoo  nella 
vigna  i  saracinì 


S  A  R 

3  SARACINO.  Seguace  d*  setta  pa^a- 
na,  e  infedele  Lai.  SjracenuS  .  Boco. 
nov.  Az,  10.  Gostanxa,  io  ti  menerò  in 
casa  d'  una  bonissima  donna  saracioa  ■ 
Dantt  Inf.  27.  Avendo  guerra  presso  a 
Lalerano,  E  non  con  Saracìn  ,  oe  con 
Giudei.  K  Pu'K,  33.  Quai  barbare  fur 
mai,  quai  saraciorT  Petr.  cap.  q  Vidi 
verso  la  fine  il  Saracino  ,  Che  fece  a* 
nostri  assai  vergogna  e  danno.  J/anfr»». 
2-  2^>.  ^.  Eziandio  che  egli  uccìda  uoo 
Pagano,  uvvero  Saracino.  K  2  3o  I. 
E  li' ito  al  distiano,  che  è  tenuto  dal 
Saracino,  d*    involargli   alcuna   cosa? 

0  %.  E  drtto  di  cosa  in  luogo  di  Sara- 
cinesco. -  Ar.  Fur.  2;).  22.  E  ,  ripren- 
dendo il  rilo  Saracino,  Gran  taue  e  pieni 
fiaschi  ne  tracanna   ".  I y') 

*  SARAGO  /'.SARGO  (A) 
SARAMENTARE.  F.  A  Ot>bli-arr,  o 
Coitrit^nere  con  giuramento  ,  Giurare  . 
Lai.  iusiurandum  adisere .  Gr.  cyxatoc- 
Xxu^aviiv  xa.7'  aiv%-/Kr,v  tm;  0  p^Oti  • 
Albert.  2  47-  Conciossiacosacbì:  tu  puoi 
aver  pace  con  sarameoto  ,  e  sarameatarli 
al  tuo  comandamento.  Fir.  At.  31^.  Il 
poverello ,  gridando  e  raccomandandosi  . 
giurava,  e  sarameotava,  che  egli  non  ave- 
va veduto  fanciullo  alcuno. 

t  SARAUEMTO  .  /'.  A.  Giuramento. 
Lat.  iusiuranditm  ,  sacramentwn  .  Gr. 
Op'to;  .  Bocc.  nov.  |.  6.  Daodusi  a  qne* 
tempi  io  Francia  a'saramenti  grandiuima 
fede.  E n^v.  73.  |3.  Con  saraincntì  affer 
mando  che  cosi  era  .  E  nov.  84-  5-  ^^^ 
molti  saramenti  gliele  affermo.  G.  V-  7 
85  I.  Si  prese  concordia  sotto  saramen- 
lo,  presente  il  detto  P.<pa,  di  fare  la  delta 
battaglia  F  il.  5^.  3.  Diponeodo  ìt  suo 
saramenlo  ,  e  impromesta  del  santo  pai- 
saggio  d'  oltremare  .  1  it.  SS.  P^d.  Po- 
gnamo  che  io  in  sogno  abbia  giuralo;  pur 
mi  pare  d'  essere  obbligato  a  questo  sara- 
menlo.  Stat.  Mere.  Sia  tenulo,  e  debba 
per  legame  di  saramenlo  a  lui  dato,  ogni 
negligenza  lasciata  ,  far  fare  ec.  un  bello 
e  sofiìcienle  armario  .  Re  Bub.  48-  Al 
saggio  non  convìrn  far  saramenlo  .  Ovid. 
Puf.  i;)7.  Più  non  farai  saramenlo  ad 
altro  amante, 

*   SARCASMO.    Term.  da'  BeUorict 
Specie  di  amara    troni  t  ^   Derisione  f^tta 
motteggi. indo.   (A) 

SAKCHIAGIONE  .  Il  sarchiare .  Lai. 
samliOf  sarculaiio,  sarritur»,  Gr.  9xa- 
>(JSt^  Cr.  3.  8.  5.  Della  quai  sarchia- 
eione  non  si  affligge  (  la  Java  )  .  ami 
fa   prò . 

SARCHIAMENTO.  //  sarchiarr  .  Lai 
narri t io  ,  sarculmio ,  Gr.  Qxa'Xcustf.  Cr. 
6.  2.  |3.  Fassi  ancora  sarchiamento,  qaan- 
do  per  lo  peso  della  terra  ce.  la  terra 
sarli  troppo  dissodala. 

SARCHIARE  .  Ripulire  dnlP  erhe  sai- 
tatti.be.  t'tcltando/e  ed  sarchio.  Lai.  tar- 
cularr  ,  strrirt .  Gr.  ffKailJH»  .  Cr 
3  14.  3.  I  lupini  da  sarchiar  non  sono. 
e  sarchiali  si  spengono.  F.  6  2*  1>.  Quel 
le  che  troppo  s;'es«e  naie  saranno  ,  cosi 
rade  si  pongantt,  che  sarchiar  si  posuno. 
E  num.  i3.  Sarchiansi  quante  M'Ite  l'er- 
be nocive  nascon  tra  loro.  Lab  2£)3  Do- 
mine, dligli  il  malanno:  tornì  ■  sarchiare 
le  cipolle ,  e  lasci  slare  le  gratddoone  . 
Tnìtt.  tiov.  fam  31-  Se  ìt  grano  non  ca 
desse  iD  terra  ,  non  morrebbe  ;  se  rion 
morisse  ,  non  nascereblM?  ;  se  non  naares- 
se  ,  non  sarebbe  sarchialo  ;  se  non  fosse 
sarchiato,  non  crescerebbe.  "^  Bari  Ben. 
tini  pag.  8.  (/,i»cr«io  1799)  Non  doman- 
dar coni'  io  semini  ri  ari,  E  come  Ìo  p  »- 
lo  ben  V  anno  le  vili  :  Neil*  ano«sUro  «I 
mondo  ncn  ho  pari ,  -E  nel  urehiare  e 
nel  tener  pulite  Le  fosse  e  le  senienie 
ec,  (ìi) 

SARCHIATO    Add.  da  SareMlm-e.  Lat 


S  A  R 


S  A  R 


S  A   U 


sarcu/fittit  .  Gr.  cxa^su-et^  .  Cr,  3.  i4- 
3.  I  lupini  dj  sarchiar  non  sodo  ,  e  s;ir- 
chiati  SI  >pengonu. 

SAIUIIUTURA.  ti  santiiare.  Lìl.sar- 
ntiira .  Gr.  ixaJs'jjc;.  Palind,  Selt,  i^. 
At  qujlr  lifvt'mente  l'aiu  iiilk^rno  sarchia- 
tura, Tortifica  la  leutTezza  della  piatila. 

SARCHIELLA.  /  .  SARCHIELLO. 

SAnCHIF.LLARE  .  Lfiigte>menU  sar- 
chiarci chf  anc/ie  CLmunetuente  t  no»t/i 
Contatltni  il  d<Ccno  Radere,  o  Chisctare. 
Lat.  sarcufare  .  Gr.  axa.Xi\!&tTt .  pai/ad. 
Giiifjn.    I.   Di    questo  mese    s'apparecchi 


l'a 


pò.. 


aveadola    sarchiellata   lieve- 


mente ,  **  accooci  eoo  pula  e  eoo  mor- 
chia . 

SARCHIELLINO.  Dim.  di  Sarchiello. 
Paiiitd.  Marz.  i5.  Vuoisi  seminare  spar- 
grndu  e  gitiandolo  ,  e  ricoprire  col  sar- 
cbiellioo,  o  rastrellino. 

SAKCHIELLO,  <-  SARCHIELLA.  Dhv. 
dt  Sarchio.  Lai.  sarculiim.  Gr.  oaolXi'ì  . 
Pallad.  cnp.  ^i.  Sarchielli  semplici,  o  sar- 
chielli con  due  corna  ,  con  manichi  ivi 
entro.  Alani,  Colt,  z,  36.  E  mentre  egli 
opra  tal  ,  la  sua  t'<imig1ia  Con  semplici 
«archielle  aUoruo  maode  .  E  4*  99  Put 
le  tappe,  i  marron,  le  vanghe,  i  coltri. 
Le  sarchielle  y  i  Lideotì  ec.  Sìan  oies^e 
tutte  iasieme. 

SARCHIETTO.  Sarchiello,  Lat.  snr- 
ailtit.  Gr.  cxaJi'^.  Cr.  6.  2.  i^-  L'erbe 
nientedimeno  ccl  sarchietto  si  ricidano. 

SARCHIO  .  Piccola  marra  per  uso  di 
sarchiare.  Lat.  sarcuinm.  Gr.  5/aÌi^.  Cr. 
6.  3-  i3.  Così  col  sarchio,  come  con  mano, 
olliraamenle  si  tolgono. 

SARCHIOLINO./J/m.  di  Sarchioj  Sar- 
chiello. Lat.  sarcutus  .  Lib,  cnr.  maiali. 
L*  erbe  con  le  radiche  si  cavano  di  sotterra 
con  un  sarchiolino. 

SARCHIONCELLO.  Dim.  dì  Sarchio. 
Lai.  satcìt/iis  .  Gr.  oxot/i  ;  .  Cr.  6  102. 
I'  Appresso  si  roncano,  quandunque  rina- 
scano r  erl>«  in  essa,  con  le  mani,  e  col 
urchioDcello. 

•f  *  SARCOCELE.  r.  G.  Term.de' 
Chiru' ght.  Malattia  in  cui  uno,  o  ambi' 
due  I  testicoli  sono  divenuti  sirrosi ,  sinvi 
o  no  tumefazione  dello  scroto.  Lai  *sar- 
cocele.  Gr.  sa^xozr/i*].  Bed.  Cons.  1.  278. 
Olire  lo  scirro,  %enj;on  produtie  le  scro- 
fole ec,  un  tumore  dello  scroto,  chiama- 
to ramire  ,  ed  un  altro  pur  dello  scroto, 
chiamalo  àarcocele,  cioè  a  dire  ernia  car- 
nosa. (•) 

t  SARCOCOLLA.  Materia  vegetale  re- 
sinosa che  stilla  da  una  pianta  esotica  di 
questo  nome  j  la  quat  materia  si  usava 
una  volta  come  aitringcnte  ,  e  detersivo  . 
Lat.  sarcocol'a.  Gr.  ffasxsxflUJa.  M.  Al- 
dobr.  P.  i\',  69.  Porre  di  sopra  polvere 
dì  sangue  di  dragone,  e  sarcocolla.  Bicett. 
Fior.  tio.  La  sarcocolla  è  una  lagrima  di 
no  arbore  di  Persia  ,  simile  all'  incenso 
micuio,  di  colore  o  gialliccio,  o  rossigno. 

*  SARCOFAGO.  Teim.  degli  Storici 
antichi.  Sepolcro  in  cui  gli  antichi  ripo- 
nevano i  cadaveri  che  non  si  volevano  ab- 
bruciare. (A) 

«  SARCULA.  Specie  d'uva  del  Bolo- 
f:nese  .  Cr.  4  4-  ^*  ^^  ^  "°'  ^''^a  ma- 
niera ,  che  da  alcuni  Malixia  ,  e  da  alcu- 
ni altri  Sarcula  è  chiamala  ,  la  quale  ha 
il  granello  bianco  e  ntondo  e  torbido  , 
con  soltil  corteccia  ,  che  in  maravigliosn 
modo  pesa,  o  in  terra  assai  magra  si  di- 
fende, f/'j 

SARDA  .  Sorta  di  pietra  dura  .  Lat. 
sarda ^'carneofa.  Ditttim.  4.  8.  La  sarda 
pietra  quivi  ancor  si  trova. 

*  g.  Sarda,  per  Sardella  »  0  Sardi- 
na ,  dicesi  oggi  comunemente  da'  Pesca^ 
lori.  (A) 

•f  «  SARDANAPALESCO.  Add.  Pa- 
rassitico,  Fpulonesco.  Buon.    Fier.   1.    1. 


2.  Vostra  la  cura  6a,  ...  Che  '1  mio  da- 
naio .  .  .  Non  si  scialaiqui.  per  nutrir  fa- 
miglia Indiscreti,  o  briaca,  o  disleale,  O 
sardaniipalesca.  Salvin.  Annoi,  ivi.'  O  sar- 
d.inapa/esca,  dal  re  Sardanapalo,  gran  cra- 
pulune ,  abbandonalo  ai  piaceri  e  al  lus- 
so .  Buon.  Fitr.  g.  5.  Intr.  se.  3.  E  '1 
bisrazzier  ,  1*  uom  della  gola  ,  E  '1  sar- 
danapalesco  ,  e  quel  eh'  aspetta  L*  inipu- 
bere  alla  svolta  ,  ec  .  Andarne  a  sticne 
rotte.  ìA) 

I  SARDELLA.  Piccolo  pesce  di  mare, 
del  quale  si  fa  grande  uso  saluto  .  Lat, 
.tariiinea  ,  lieroald.  Frane,  Sacdt.  nov. 
87.  Levata  questa  vivanda  ,  vennono  sar- 
delle in  tocchetto.  Bcrn.  rini.  i,  g8.  Ha 
presso  un  Kigo  .  ihe  mena  carpioni ,  E 
trote  ,  e  granchi  ,  e  sardelle  ,  e  frittura  . 
Burch.  I,  Q,  Giurando  alle  guagnel  del- 
le sardelle  .  Bti.-n.  Fier.  4  •'>•  4-  Quelle 
Forme  sardesche  in  mare  Ebber  geliate  a 
ingrassar  le  sardelle  .  Malm.  1.  62.  Ser- 
ransi  ìn  barca  come  b-  sardelle. 

SARDINA.  Sbudella.  Lat.  sordn  minor, 
sardine^.  Gr.  oa^ot'va.  Bed.  Oss.an.  iy5. 
Ho  rinvenuto  ec.  averla  altresì  la  murena 
ec. ,  la  sardina,  l'ago  primo  del  Ronde- 
lezio . 

SARDONICO.  Lai  sardon^x.  Gr.  jap- 
^d'vuf.  Mor.  S.  Orrg  Ben  sappiamo  noi 
che  lo  sardonico  e  lo  zaffiro  son  j-ietre 
preziose;  ma  conciossiachè  molle  altre  pie- 
tre sicno  più  nobili  di  queste,  e  di  mag- 
gior prezzo  ,  come  è  che  lo  sardonico  ,  e 
lo  zaffiro  ha  color  d'  acre ,  ec.  Frane. 
Sacih  Op.  div.  q3.  Sardonico  è  bella 
gemma  ,  e  di  rosso  colore ,  e  ha  nome 
Sardonico  ,  perchè  intra'  Sardi  fu  Irovata 
in  prima. 

^'  §.  Sardonico ,  per  Aggiunto  di  Biso. 
Specie  di  convulsione  ,  che  contrae  dall' 
una  e  dall'  altra  parte  i  muscoli  delle 
labbra     J  .   RISO,    g.    IV.   (') 

*t  *  SAREPOt.LARE.  Lo  stesso,  che 
Saetlolare.  P.illad.  Feblir.  12.  Sarà  otti- 
ma cosa  se  'l  potatore  guarderà  sempre 
al  tralce,  eh'  e  iilcuua  volta  ben  nato  ab- 
basso laggiù  della  vite,  e  ad  una  gemma 
o  due  il  vi  tondi,  per  cagione  di  riparar 
poi  la  vite  :  e  questo  si  chiama  sare- 
pollare    (  così    legge    l'  ediz.    di    J'erona 

1810).  r/v 

SARGANO,  e  SARGINA  .  Spezie  di 
p'ìnno  da  coverte.  G.  F.  12.  66.  3.  Sotto 
i  carri  alla  coverta  dì  sargani,  e  di  drappi, 
che  si  guarenticno  di  quadrelli  ,  ec  Liv. 
Dee.  3.  Queste  cose  li  Duchi  disprezze- 
volmente  riprendevano  ,  ma  ne  trapassa- 
re, oè  disrompere  la  salmeria  opposta,  ne 
a  far  far  lungo  alle  costipate  barde,  e  alle 
sargiae  sopra  lor  poste  era  leggiere. 

*f  SARGIA.  Specie  di  panno  Imo  ^  o 
lano  di  vani  colori,  e  e  munalmente  di- 
pinto, che  era  già  in  uso  per  cortinaggi, 
e  simili.  Lat.  lodix.  Gr.  orpùua.  Boic. 
ncv,  44-  8  Faccialevisi  un  letto  tale , 
quale  egli  vi  cape  ,  e  fallo  fasciar  d'  at- 
torno d'  alcuna  sargia.  F  g,  '.  p.  {\.  Es- 
sendo in  più  luoghi  per  la  piccola  valle 
fatti  Klli  .  e  lutti  dal  discreto  siniscalco 
di  sarge  francesche  ,  e  di  capolclti  intor- 
niali e  chiusi.  Dtttam.  4»  26.  Similmente 
passammo  in  Irlanda  ,  La  qual  fra  noi  è 
degna  dì  fama  Per  le  nobili  sarge  (Cediz. 
di  f  e  ne  zia  1820  leg^e  saie,  e  gli  Atia- 
demici  pcrlano  questo  slesso  esimpio  al- 
la voce  SAIA  )  che  ci  manda  .  Petor.  g. 
2.  nov.  2.  Il  quale  era  ec.  fascialo  d'  en- 
tro con  un  lenzuolo  ,  e  di  fuori  con  una 
sargia  . 

*  SARGIAIO.  IS'ome  che  si  dava  nn- 
ticnmente  a  Colui  che  dipignea  le  sarge 
da  letto.    fSnld.  DeC    (A) 

SARGINA.  r.  SARGANO. 

*  SARGO.  Pesce  nel  mare  di  Egitto, 
motto  simile  al  Melamiro.  Flut.  Adi.  Op. 


.  mor.   4.    186.    I    monnilli,  i  sirgi,  i  ghioi- 
;    zi,  e  lupi  er.  si  pigliano  con  altre  leti.  (C) 
I   S'ìlvm.    Op.    Pese.  4- -^t)!.  I  sarghi  impau- 
■  riti  in  frotta  in  fondu  Del    mare  ,  ranoo- 
I   dandosi,  stan  quatti.  (A) 
:        *   SARISSA.    Term.  de*  M Hit.   Specie 
I    d    asta  antica  ,   lun'^a  quattordici  cubiti  , 
I    "*nta  particolarmente  dai  Macedoni.    Tass. 
Pros.  ili.   i3o.    Se    non    raoslrcrà  le  ric- 
chissime spoglie  e  le  prede,   le  sarisse.  1« 
faretre,  ec.  (/ì)  Segr.    f-ior.  Jrt.   Guerr, 
pig.   38.  (l55o)   Le  falangi  di  Macedonia, 
le  quali  portavano   aste,  che  chiamavano 
sarisse,  lunghe  bene  dieci  braccia,  (A) 

SARMENTO  .  Lo  stcs.w  che  Sermen- 
to. Sedurr.  Colt.  27.  il  tempo  velo  dello 
spiccargli  dalle  viti  è  quando  coniinci.ino 
i  sarmenti  ad  aver  piagati  un  pò*  gli  oe- 
thi.  E  32.  Si  fanno  su  per  le  pergole  e 
per  le  vili  degli  arbori  co' sarmenti  delle 
viti  proprie  .  F  3;.  Acconciandogli  ,  che 
stieno  rilevali  ugualmente  per  tutto,  sic- 
ché crescendo  ,  resti  aggravala  la  vile  di 
sarmenti  traversali,  con  contrappeso  pari 
da  ogni  lato  F  L^6.  Quanto  si  può  51  ca- 
richi il  sarmento  sopra  la  vite  ,  affinchè 
non  si  marcisca,   e  sì  regga   meglio. 

SAR>ACCHIO.  V,  A.  Quella  quanti- 
tà dì  catarro  che  in  una  volta  si  spula  j 
che  oggi  più  comunemente  diciamo  Sor- 
n'icchio  .  M  ALlohr.  Gli  abbonderà  sar- 
nacchii  secondo  il  savor  della  maniera 
della   (lemma. 

SARNACCHIOSO  .  F.  A.  Add.  Che 
ha  sarnacchi ,  Lai.  pituitosus.  Gr,  yJ-E"" 
yaxToi^fìi.  Fr.  lac  T  i.  3.  6.  La  sar- 
naccbiosa  tossa  ec  ,  Con  Io  sputo  fcleole, 
Che  conturba  la  gente. 

*  SARPA.  Term.  de'  Pe.'^catori.  Pesce 
Itttorale,  che  si  prende  colla  rerzitolaj  il 
suo  corpo  è  alquanto  piano  e  grigiolato,  o 
righettato  di  nero  per  lungo.  (A) 

SARPARE.  Term.  marinaresco.  Scio- 
glier l*  àncora,  Silpnre.  Lat.  tollere  nn- 
choram  ,  solvere  anchornm  ,  solvere.  Gr, 
ayxu;;av  aVpetv  .  =;;  Ar.  Fur.  17.  36.  I 
nocchieri  suoi  vede  in  disparte  ,  Sarnar 
lor  ferri,  e  in  opra  por  le  sarte,  F  18. 
1^0.  L'  ancore  sarpa,  e  fa  girar  la  proda 
Verso  ponente.  ( FPj  Buon.  Fier.  3.  2. 
l3  Sarpa  tu  'I  ferro  olà.  Menz.  rim.  \. 
12.  E  pure  in  lieto  giorno  Sarjió  l'anco- 
re sue  r  altera  nave.  Malm.  i|.  33.  Si 
lancia  fuora  ,  e  via  sarpa  ,  fratello  (  qui 
per  similit.,  cioè:  scappa,  o  fugge  presta- 
mente) 

SARROCCHINO  ,  Sorta  di  vcstinrento 
di  cuoio  ,  che  si  porta  da'  pellegrini  per 
coprir  le  spalle  .  Malm.  i,  2I.  Va  col 
sarrocchino  ,  £  col  bordone ,  e  un  bel 
barbon  posticcio,  Sembrando  un  venerabil 
pelici;  rino. 

3  SARTE  ,  Corde  della  vela  del  navi- 
lio,  legate  all*antetinn  Lat.  rudentts.  Gr. 
■rzpÓTOvoi.  Fitoc.  5.  4^-  L'  albero,  le  ve- 
le, i  temoni  e  le  sarle  da'  venti  ,  e  dall' 
onde  ci  sono  .stale  lolle.  Pctr.  canz.  l\2. 
2.  Indi  per  allo  mar  vidi  una  nave  Colle 
sarle  di  seta,  e  d'or  la  vela.  *  ylr.  Fur. 
17.  .^6.1  nocchieri  suoi  vede  in  disparte, 
Sarpar  lor  ferri,  e  in  opra  por  le  sar- 
le. (Cj 

*  g.  I.  Eftsuratam,  «  Dant.  Inf,  2;. 
Dove  ciascun  dovrebbe  Calar  le  vele,  o 
raccoglier  le  sarte.  Pt:tr.  son»  23l.  Veg- 
gio fortuna  in  porto  ,  e  stanco  ornai  II 
mio  nocchiero ,  e  rotte  arbore  e  sar- 
te «.  (B) 

^  §.  IL  Sarie  ,  si  dissero  anche  le 
Alzaie  ,  che  servono  per  far  risalire  1 
fumi  ai  nnvigli.  Mil.  M,  Col.  23 1.  Xot- 
le  le  navi  hanno  sarte  di  caojpe  .  cioè 
legami,  per  legare  le  navi,  e  per  tintile 
su  per  questo  fiume.  (Cj 

SARTIAME.  Term.  marinaresco.  No- 
me generico  di  tutte  le  funi    che  st  adv- 


ioi6 


S  A  S 


S  X  s 


parano  nelle  navi .  *  Jccut.    Cr.    Mass, 
Volle  che    li    facesse    venire    dalla    Vera  j 
CrUi   sartiami   e  Icrramctili ,   con   tulli   gli  . 
■illri  altrfizi    sjIvjIì   da    quei    vascelli  che 
s.*  frano  fatti  aa.ljrc  j  fondo.  (A) 

Sauto.  Q'ifg^'  che  li^Ha  ì  vetUmen- 
ti,  e  gli  cuce,  Lat-  sarcinttor,  vestiariiis, 
Erasm.  IStcc.  nov.  38.  3.  Coo  una  fan- 
ciulla del  tempo  suo,  figliuola  d'un  sarto, 
si  dinicUicò.  Diliam,  \,  4  Pt^rch-;  laoto 
uii  stringe  a  quello  punto  La  lunga  letna, 
rh'i'fo  come  il  sarto.  Che  per  frclla  tra- 
passa spcsio  il  punto.  Frane,  lìnrb.  3o2. 
4.  Gii.irdj(i  dal  harbiirc  ec. ,  Dal  sarto. 
che  Ugliarc  3ion  vuol  che-  '1  vcggia.  o  Ti- 
re, /-r.i/if.  HtC'h.  Oi>-  titv-  »io  Per  tre 
modi  puolc  .ipparare  chi  in  questo  modo 
vive:  per  natura,  ec;  per  arto  meccanica, 
fahhro,  arie  di  lana,  sartu,  ce. 

*t  *  §•  ^'""  '''  ■"*'■''»  **'*'*  Fantoccio, 
i'atc'i.  Snoc-  4-  6.  Colei  e  trincala,  the 
farebbe  fare  un  uom  da  sarli.  Lasc-  Oc- 
los.  .\,  M.  lo  ho  paura  che  tu  non  abbia 
vestito  un  uom  da  sarli.  (t'J 

SAUTORE  Sarto.  Lai.  sarcinator,  ve- 
ttidnui.  Or.  «/£7r:^';,  l^i'xro^pyii.  .*/• 
r.  9  3;.  In  (jucsli  tempi  della  slate  uni 
sartore  Ii)ghile*c  ec.  cominciò  a  fare  brigata 
di  saccjfiii  Dant.  htf.  l5  E  li  ver  noi 
aguzzavjH  le  ciglia,  Come  vecchio  sarlor 
fa  nellj  cruuj  .  E  Par  32  Qui  farem 
punto,  comò  buon  sartore,  Che.  com'egli 
ha  liei  paun.i  ,  fa  la  gonna  .  Tratt.  go^-. 
fam.  Richiedcii  appresso  alla  comunità 
univers.ilc  diverbi  eserciiii,  come  ec.  sar- 
tori, armaiuoli,  ec  Mor'^.  ig.  53.  Uicea 
Margutie  :  quel  can  traditore  Per  modo 
le  cuslurc  m'ha  trovale.  Che  non  sarcb- 
he  cattivo  sartore.  E  a5.  258  Perde  Ìl 
punto  il  s.irlor.  the  non  fa  il  nodo. 

^:  SAllTOUIO.  Termine  de^li  Anato- 
mici, Uno  de  muscoli  flessori  della  gam- 
ha,  che  serve  principnhnentc  ad  incrocic- 
chiare le  eoscie.  Impeif.  /inai.  i3i.  Due 
..Uri  (mnxcoli)  dentro  arcoslano;  il  primo 
.lice.-ii  Congo ,  ovvero  fasciale ,  o  sarto- 
rio i  è  messo  tra  quelli  che  piegano.  (F) 
*  SASSACCIO.  Peggiorai,  di  Sasso. 
Lat.  iilif  lapis.  Pros.  Fior.  4*  3.  86- 
Inlervienc  :i  questa  genie  bestiale  quello 
«he  avverrebbe  a  un  muratore  senza  più, 
fh^  trovala  una  pietra  fine  e  rilucenle  , 
se  ne  servisse  a  tirar  su  un  pczio  di  muro, 
..-ome  di  qualunque  altro  sassaccio  e  mat- 
tone .  (.\S)  /ìif/in.  DiS'.  2.  182.  E 
come  li  gaaslerelibc  quella  colonna  ec.  se 
ec.  sema  alcuna  regola  ne  ricavassimo  un 
^a$SJccio  tulio  rialti,  e  tulio  gobbi  ec.  (Fj 
SASSAFRAS,  «r  SASSAFRASSO. /rf-/io 
giallicci»  odorifero  f  di  sapore  alquanto 
nere,  e  aromatico,  ti-ndente  n  quello  dfl 
fì'iocchio,  che  siene  a  noi  in  pezzi  grossi 
dalla  Florida,  e  l' a/biro  da  cui  e  tolto, 
è  chiamalo  dngP  Indiani  Piìvame  .  Lai. 
*sasso/ras.  litrett.  Fior.  5^.  H  sassa- 
fras  e  un  arbore  .  <hc  nasce  nell'  In- 
die nccTdrnlali,  di  fusto  assai  grande  ,  di 
somiglianza  al  pino,  ed  ha  le  foglie  con  tre 
punte,  come  quello  del  Cico.  Rtd.  Esp. 
nat.  r)7.  Racconta,  «he  il  legno  del  sassa- 
frasso,  tenui"  in  molle  per  otto  giorni  nel- 
l'acqua di  mare,  la  fa  divenire  dolce ,  e 
buona  a  bere.  E  98.  Ancorché  ec.  in  al- 
tre prove  raddoppiassi  la  quantità  del 
sassafrasso.  E  Conf.  l.  liS- Cicderei  che 
fosse  necessario  venire  ali  uso  di  un  de- 
collo di  rina  e  di  vipere,  con  la  giunta 
di  qualche  porj  di  saU.ipariglia,  e  di  sas 
».ifras.  pr(*paraia  secuudu  l' arte,  con  altre 
erbe,  r.idiche,  ec. 

SASSAIA.  Riparo  di  sassi  fatto  ne' /itt- 
mi,  a  similitudine  di  pignone.  Lai.  ri(ni«- 
Ihs  lapidum.  riv.  Di^c.  Arn.  (\2..  I  quali 
servissero  c»nie  di  guida  a  quei  pignoni  , 
■  I  sassaie  che  in  forma  d'argini  putenti  m 
tnlendcrt'i  di  fare    E  ^^    lo  coostruire  a 


seconda,  e  a  traverso  pignoni  che  sod  chia- 
male sassaie.  E  ^^5  Nel  fiume  d' Arno  ec. 
sono  state  messe  in  opera  più  sassaie  coo 
quello  della    Verucola. 

SASSAIUOLA.  lìattaJiafuttJ  co'tatsi. 
Lat.  lithomachi'i.  Gr.  le&o/iaxi'at.  *  «y*)?- 
l'ia-jg.  ^fan.  Sin.  55.  Corue  noi  colram- 
mo  in  uno  de'borghi  della  città,  ci  si  levò 
una  sassaiuola  addosso  grande  e  grossa,  a 
modo  che  se  noi  fossimo  istalì  cani.  (S) 
Cfcch,  Mo:L  3.  4  t:hc  se  i  ciiti  s'ac- 
corgessero Di  questo  vostro  umore,  e*  vi 
fjrehbono  La  sassaiuola  dietro. fìuoa,  Firr. 
3  1-  Q.  O  qualcb'  altro,  ch'armeggi  Ca- 
valcando di  Pinilo  Sul  cavjl  Pegateo  le 
sassaiuole     l  qui  Jigurntam.). 

SASSAI  UOLO.  Aggiunto,  che  si  dà  a 
u'ia  tpeiic  di  colom'ti.  Lai.  saxntilit.  Gr. 
nirp'AlOi  Cr.  9.  8S.  1.  E  di  quelli  ( co- 
lomhi }  che  vi  si  mettono,  migliori  sono 
i  sassatuoli,  e  dopo  quelli  soau  i  ligrani. 
f  SASSATA.  Cjlpj  di  sasso.  l.il.  taxi, 
vel  ìaptdit  ictus.  Gr.  ÀiàOjSoÀ*]*.  Farch. 
Stor.  IO.  280  11  Marchese  siess'>,  mentre 
brigava  di  salire  sopra  i  basti'^oi.  per  una 
percossa  d'una  sassata,  ch'egli  ebbe  ec., 
cadde  in  terra  tramortito.  Morg.  j.  44* 
Chi  dà  percosse  di  masse  e  di  scure.  Chi  'l 
petto  p.ir  rhi  le  gambe  gli  spilli;  Chi  dà 
sassale,  che  parevjn  dure,  lìi-rn.  rim.  |. 
io5.  Ha  del  labbro  un  gheron  di  sopra 
manco  ;  Una  sjssata  gliele  portò  via  , 
Quando  si  combatteva  Caslclftanco. /?»o/i. 
Fier.  5.  inlr.  3.  La  lealtà  le  trasse  una 
sassata.  O  fosse  di  diaspro,  0  d'alberese. 
:::  SASSATKLLO.  S<tssoli-to.  Lat  Li- 
pilhis  Gr.  itSascov.  Soder.  C^lt.  i\.  Cosi 
le  torre  sparse  ui  minuti  sassatclli  ec.  gio- 
vano alle  viti.    (") 

SASSEFRICA.  Erlfì  noti,  di  gr.m- 
detta,  e  colore  non  molto  dissimile  dolila 
pastinaca,  le  cui  barbe  colte  s'  uutno 
il  verno  per  insalala.  Lai.  trasopo-jon. 
Gr.  TayyoTTw'ywv.  Cr.  6.  9^  3.  Contra 
stranguria  .  e  dissuria  si  dia  il  vino  della 
dccotion  del  suo  seme,  e  di  sassefrica. 
Dav.  Colt.  200.  D'Agosto  fa'  V  agresto, 
semina  rape  ,  radici,  sassefrica  ,  navoni  , 
carote,  e  pastinache. 

SASSELLO.  Diciamo  a  una  Spezie  di 
tórdo  <tlqunn(o  più  piccolo.  Morg.  l4'58. 
Il  marin  ti>rdo,  il  bottaccio,  il  sassi-Uo  . 
Malm.  7.  76.  Dagli  pur.  rispondca,  ch'e- 
gli    ('•  sassello    (  qui  Jigivatam.). 

•f  SASSELLO.  Sassuolo.  Soder.  Colt, 
l4-  Le  terre  sparse  di  minuti  sasselli. 
(  l*  cdit.  qui  Citata  legge  sassatelli  ^  e 
mesticale  di  scaglio  o  pietre  ec.,  giovano 
alle  vili. 

*f  *  SA'SSEO.  AdJ.  Di  sasso.  Sahin, 
Omer.  Inn.  (  Sowerrommì,  ni?  me  pren- 
derà ce.  )  Cosi  detto,  dispoie  i  fond.imen- 
tt  ec.,  e  sopra  lor  Trofonio  pose  Ed  Aga- 
mcle  un  sasseo  pavimento,  ce.  E  Annot. 
Fier.  /ftion,  4-  l-  5.  Per  più  enfasi  disse 
il  poeta  elegiaco,  non  tasseo ,  ma  sasso, 
cioè  uomo  crudo,  insensato,  crudele.  (A) 

*  §.  I,  Per  Convertito  in  sasf:  ff^ec. 
Cam.  Dant.K  cosi  come  se  veduto  areui- 
mo  il  Gorgone,  sassri  diventiamo.  (A) 
Ang.  Mei.  4*  -^52.  L'altra  che  si  svellea 
le  liionde  chiome  ce  Fermò  nel  sasseo  crin 
la  sassea  mano,  (y) 

*  §.  II.  Sasseo,  per  Simile  a  sasso, 
Salvm.  Opi*-  Cacc.  Un  uovo  immenso 
parloriscoD  (gli  i^ruisi ^,  quanto  Capisca 
un  tanto  augello,  io  giro  armalo  Di  sas- 
sei   gusci.    (A) 

^  §.  111.  Figuratam.  Mem.  rim.  4* 
101  Siavao  rigidi  il  pie,  ussci  le  ciglia. 
Tronchi  insensali  in  solitaria   arena.  (ì\'Sj 

*  SASSETO.  Tratto  dt  terreno  co- 
perto di  sassi  rotolati  dall'acqua-  (A) 

SASSETTO.  Pim.  di  Susro.  Liti,  la- 
pilltts,  Gr.  Xt&i'ijK54  Gal.  Sut.  126. 
Queste  e  assai  minori  resistente  dì  sasictli, 


di  rena  ,  di  foglie,  vediamo  quietissima- 
mente riposarti  io  terra.  E  l85.  Dicami 
il  signor  Simpli'io  qual  sia  il  moto  che 
fa  quel  «assetto  stretto  nella  corca  della 
cjnna,  mentre  il  fanciullo  la  muove  per 
tirarlo   looiano  ? 

*X  ^  5ASS1CELLO.  Sa t Molino  ,  Sas- 
fuoh.  Segner.  Miser,  verseli.  18.  La 
contrizione  ha  questo  di  proprio  ec.,  di 
abbattere  r  alleata  dello  spirito  già  ri- 
belle all'  isiesso  Dio,  anxt  di  slrilolarla 
più  che  quel  sassicello  svello  dalla  moo- 
lagna  non  stritolò  qu<i'  gran  Colosso  fa- 
moto,    comparso   ec.  (Al 

*  SASSIFlCARE.  Cingiare  in  satto. 
Menz  lìmi.  E  può  novella  e  assai  mi- 
glior Meduta  ec.  Ai  mostri  rei  sassificar 
le  ciglia.  (F)  Chiahr.  canz.  Quinci  gran 
meraviglia.  Nel  gorgon  di  Perseo,  Ab- 
liominato,    e    reo  ,  Sassificò  le  ciglia.  (A) 

*  SASSIFICO.  Add  Che  hi  virUt 
di  cinsi  ire  in  sasso.  Ang.  Met.  5  5|. 
Il  sasMfìco  mostro  avea  ogoor  seco.  E 
s(.  57.  Deh  I  non  mi  fate  I*  orrido 
spavento  Veder  della  sassifica  Gorgo- 
ne. f.\} 

SASSIFRAGA,  e  SASSIFRAGU.  Erba 
nota,  che  nasce  tra  i  sassi,  e  in  tuo- 
frhi  aridissimi;  e  secondo  'l  èfmtHuoh, 
ce  n'è  di  pia  spesie.  Lat.  saxi/ragum, 
sirifragt.  Gr.  ff^rft'scayov.  9f.  Aldobr. 
V.  se  vien  per  freddo,  recipe  gengiofo, 
pilalro.  sassifragia,  ed  isa^o.  Cr.  ».  iS- 
q.  Adunque  in  que'  colali  luoghi  o  al 
lutto  pianta  non  vi  natre,  o,  se  vi  na- 
sce, sì  è  rara,  e  debole,  siccome  è  la 
sassifraga,  e  certe  altre  piccole  gramigne, 
ovvero    erbe. 

•f  «  SASSFNATO.  r.  A.  Astaaina- 
lo.  Mors.  20.  7.  Perch'cran  sauinati 
rome  cani  f  il  vol^o  t'usa  ancora  in 
alcuni    luoghi  }.     (A) 

SASSO.  Pietra  comunemente  di  eri"- 
dezza  da  poterla  trarre ,  e  maneggiar  con 
mano.  Lai.  saxnm  ,  hpis  Gr.  Tzirpet.. 
(;.  F.  II.  39.  5.  Co*  sassi  cacciati  fuori 
e  fediti.  E  12  20.  8.  Si  mise  dentro  al 
serraglio  della  piaua  al  ponte  a  gran 
pericolo,  ricevendo  di  molli  sassi  e  qua- 
drella,  Cronichett.  d'Amar  33.  Come  lo 
lìone  gli  venne  addosso,  e'  prese  un  sasso 
e  lo  mantello,  e  difesesi  vigorosamente 
Soder.  Colt.  3.  Gli  antichi  lasciarono  per 
rirordo  delle  viti,  che  si  lasciassero, 
presso  a'fianrhi  delle  (osse  piantale  di 
viti,  sassi  non  più  di  cinque  libbr»  l'uno. 
#  §  I.  Sa^si  X  Oriente  ,  per  Pietr. 
preziose  il  disse  f!  -  Fir  Diat.  beli, 
dona.  406.  Non  tulle  le  nostre  pan 
hanno  il  mod.i  d' ahhigliarsi  co' sani  d' 
Orii-nie.  o  colle  arene  del  Tago  -  -  (O 
3  §.  II.  Sassn,  pigiasi  eziandio  per 
Ogni  sorta  dì  pietra,  e  siasi  quanto  ei 
vuol  erande.  Lai.  saxiim  .  rupes.  Gr. 
aifp^TOuo;  r:sTp%.  Petr.  eam.  3i.  ?• 
-Sotto  un  gran  sasso  In  una  chiu«  val- 
le, ond'esce  Sorga,  Si  Ha.  IMnt.  Inf 
34.  Poi  usci  fuor  per  lo  foro  d'  un 
sasso.  E  pose  me  in  sull'  orlo  ■  sedere. 
E  par.  II,  Nel  crudo  sasso  mlt»  Te 
vere  ed  Amo  Da  Cristo  pres^  K  ultimo 
sigillo.  lìut.  ivi:  Nel  crudo  sasso  ec. 
ciiM-  nel  monte  dell*  Avereia.  Dnat.  Pnr, 
71.  Tra  duo  liti  d'Italia  sargon  sassi. 
F  non  mollo  distanti  alla  ina  patria 
ì'it  SS  pad  l.  4.  Ebbe  trovala  una 
bella  spelonca  ,  rhitisa  rnn  una  lapida, 
ippi<>  d'uno  bellissimo  monte ,  lo  quale 
era  quasi  tulio  tatso.  \falm.  8.  a3-  Sta- 
tue ecrellrnti  di  que'PraisilelH ,  ^be  •* 
sassi  danno    il  moto    io   Seittgnano. 

§,  III.  Sasso,  per  Sepolcro  dt  ptetraj 
maniera  poetica  Lai.  lapis  stpulc'-ah*. 
Gr.  )i  So;  CTTiTayio;.  Peir.  can:.  !ii. 
1.  0<T  chiusa  in  un  sasio  Vinse  m'tli.-i 
bellrxza   acerba  morte.   E  scn.    387*    Ile. 


viQie  doleoti,  A  duro   sauo.   Che  '1  mio 
caro  tesoro  in    terra  ascoudc. 

*  §.  IV.  Sasso,  talora  sì  figlia  per 
Jifontagna.  Fior.  Jt.  3o4-  Won  molto 
di  lunge  da  iiuo^to  ano  di  tk  dal  fiume 
è   uoa    cilt^   antica    (C) 

§.  V.  Diciamo  in  proverbio,  Trarrf,  o 
Gettare  il  Sttsso,  e  nascoiuter  la  mano  j 
che  vale  Fare  il  male,  e  mostrar  di  non 
esserne  stato  l*  autore.  Varck.  Stor,  12. 
478.  Arelibe  voluto,  iecoodo  il  costume 
suo,  il  quale  era  di  giUare  il  sasso,  come 
si  dice,  e  uasrondere  la  mano,  rbe  un  al- 
tro avesse,  u  dod  r|^li.  levalo  questo  dado. 

*  §.  VI.  Dicesi  anche  Rimanere  di 
sasso,  vale  Esser  compreso  da  eccessiva 
maraviglia,  0  paura.  Ces  Ncv.  2^.  Alla 
ÌDaspettata  proposta  tulli  rimaser  di  sasso, 
e  il  ladro  meglio  che  gli  altri ,  che  il 
cuore  gli  cumiaciò  Latlere  l'urtemeD- 
ie.(Cj 

*  §  VII.  Conoscere  il  pan  da' sassi. 
V.  PAKE,  §.  XXVn.  (C) 

g.  vili.  Fare  a*  sassi  pe*  Jorni.  Ved, 
FORNO,  §.  VII!. 

§.  IX.  hss.te  alla  porta  co*  sassi.  V, 
PORTA,  §.  111. 

SASSOFRASSO.  Sassofras,  Lat.  sas- 
sa/ras.  Buon.  Fier.  2.  3.  4'  '^  *^*' 
soCtasso,  Siccoaie  il  legno,  vi  si  dà  pel 
capo. 

SASSOLIJiF.TTO.  Dtm.  di  Sassolino. 
Se^ner.  Pted.  2.  6.  La  colpa  dell*  uno 
fu,  che  il  Re  avea  trovato  Del  bicchiere 
UD  mosciao;  dell'  altro  fu  ,  che  aveva 
trovato  nel  pane  un  sassolinelio. 

SASSOH^O.  Dim.  di  Sasso.  Lat. 
ìapilltis.  Gr.  iiSoc'ptOV.  Serd.  Stor.  1 . 
27.  Senza  punto  fermare  il  corso  de' 
cavalli,  di  subito  sì  ponevano  a  sedere, 
e  quindi  ricoglicvano  per  terra  i  sassoli- 
ni, e  in  un  momento  ancora  smonlava- 
DO  e  rimontavano ,  correndo  sempre  i 
cavalli  quanto  più  potevano.  Bern.  nm. 
1.  102.  Avere  un  sassulin  'n  una  scarpet- 
ta, E  una  pulce  drento  a  una  calza  , 
Che  vadia  io  giù  e  'n  su  per  istaffetta. 
Jied.  Esp.  nat.  66.  Che  le  gru  ingozzino 
questi  sassolini,  lo  accennò  Eliano.  Sfi^^. 
nat,  esp.  268.  C*  hanno  ne*  lor  ventrìgli 
maggior  copia  di  sassolini  ingbioiiiti. 

SASSOSISSIMO.  Superi,  dt  Sassoso  . 
Hed,  DiUr.  34-  Or  questo  ,  che  slillj 
deiruve  brune  Di  vigne  sassosissime  To- 
scane, Bevi,  Arianna. 

SASSOSO.  Jdd.  Pieno  di  sassi  Lat. 
saxosus,  lapidosus.  Gr.  ÀtSw'ov;;.  Pailad. 
Febbr.  2.5.  Si  semina  il  finocchio  in  ter- 
ra aperta,  e  poco  sassosa.  Mor,  S.  Greg. 
Cristo  roppe  le  fonti,  e  i  sassosi  foìsì  , 
quando  aperse  i  fiumi  della  verità  ne' 
cuori  de'suoi  appostoli.  J  it.  SS.  Pad.  1. 
6.  E  andando  cosi  pensando,  pervenne  ad 
una  valle  mollo  sassosa  -  Alani.  Colt*  (1. 
(j3.  E  per  sassosi  colli  11  lucente  cristallo 
e  '1  freddo  affina. 

*  §.  I.  Per  Dt  sasso.  Satvin,  Op.  Pese. 
Tosto  i  polpi  quai  pesci  oe  compaiono  , 
Saltando  fuor  della  sassosa  forma    (A) 

*t  ^  §■  J'-  ^"'  Somigliante  a  sasso. 
Che  ha  forma  di  sasso  .  Alam,  Colt.  5. 
l36.  Molti  modi  al  frenar  già  mise  in 
uso  La  rozza  antichità  ,  V  aspre  procelle, 
E  le  sassose  grandini,  che  spesso  Readon 
vane  io  un  di  d'  un  anno  1'  opre.  (J) 

*  §•  III.  «$"1  usa  anche  a  modo  di  sust. 
Ciriff.  Calv.  3.  86.  Ella  sare'  maitezza  A 
V  uler  camminar  per  la  sassosa,  Putend*  ir 
per  )a  piana  con  dolcezza  ,  E  gir  per  la 
moDUta  scropolosa  (forse,  e  ne^iio.icte- 
pelosa).  (B) 

SASSrOLO  .  Dim,  di  Sasso.  Lat.  la- 
piìlus.  Gr.  itSaptcv.  Buon.  Fier.  2.  5. 
7.  Arena  diventar,  sassuoli  e  brecce.  So- 
drr.  Colt.  26.  Si  faccia  fare  un  ferro 
sodo  a  uso  di  succhiello  in  punta  ,  the 
Focahohrio   T.  Il 


SAX 

discosteià  ì  sassuoli,  in  che  egli  iuloppi 
sotto . 

SATAN,*  SATANA.  JSome  del  princi- 
pe del  dtmonii' ;  oggi  più  comunemente 
Satana.t.to.  Lat.  sattnas,  adver^^arius,  Gr. 
oaravàs.  Dant,  Inf.  7  Pape  Satan,  pa- 
pe Satan  aleppe  .  Coli.  SS.  Pad.  Allora 
entrò  in  lui  S.iiaua,  e  san  Pirro  disse  ad 
Anania:  peichè  tentò  Satana  il  cuor  tuo, 
che  lu  mentissi  allo  Spiritossanlo  ?  Mor, 
S.  Ciegt  1.  2.  Ecco  che  ra*  è  dato  lo  sti- 
molo della  carne  mia ,  1*  angelo  di  Sa- 
tana . 

SATANASSO  .  Lo  stesso  che  Satana  . 
Lat.  satanas.  Gr.  oaravà^.  Frane.  Sacch. 
nov.  ]53.  Come  se  andasse  a  combattere 
con  Satanasso.  Serd,  Stor.  1^.  558.  Con 
aoimo  di  prendere  quella  sedia  della  guer* 
ra  contro  a  Satanasso.  £  571.  Ficcu  pa- 
lesemente nel  Coran  le  insegne  vincitrici 
della  morte,  e  di  Satanasso. 

§-  Per  Diavolo  semplicemente .  Ciriff'. 
Calv.  2  t\0.  Poi  se  n*  andò  coti  tanti  Sa- 
tanassi, Ch'io  credo  che  Tinferno  più  non 
n'ebbe.  lìern.  Ori.  1.  4-  l3.  E<;IÌ  è  venuto 
in  Spagna  un  Satanasso,  Una  furia  ,  una 
fiera  orntnda  e  strana  ,  Che  dicon  che 
si  chiama  il  re  Gradasso  (  qui  fìgura- 
tam.  ). 

*  SATANICO.  Add,  Di  satanasso. 
Diabolico.  Segner,  Crisi,  inslr.  3.  29.  2. 
Chiamando  il  ballo  un  giuoco  satanico,  e 
negando  avvenire  in  esso  che  si  sfuggano 
i  lacci  tesivi  dal  nimico  ,  e  che  si  resista 
.il  le  suggestioni  risvegliale  dal  senso.  (*) 

SATELLITE.  /.  X.  Soldato  che  ac- 
compagna altrui.  Lat.  satelles.  Gr.  Sop\>- 
fo'fa^.  l'arch.  Stor.  12.  44^-  ^^  man- 
carono de'suoi  soldati  e  satelliti,  chiamati 
'^gg*  cagnotti  ,  i  quali  pubblicarono  per 
tulle  le  città  cartegli  ec. ,  facendogli  ec. 
appiccare  ne'  lunghi  pubblici  ,  e  più  fre- 
quentali .  Cuicc  Stor.  g.  ^5^.  O  perche 
ne  fossero  autori  i  satelliti  de'  Bentivogli, 
0  pure,  perchè  ec, 

*  g.  I.  Satellite,  per  Birra,  Zaffo, 
Il  J'ocabol.  alla    V.  ZAFFO.  (A) 

*  g.  II.  Satellile.  Te r m.  degli  A 5 Irò- 
nomi.  I\ome  che  si  dà  ad  alcuni  pianeti 
minori,  che  girano  attorno  a  un  maggio- 
re. Gal.  Leit.  voi.  2.  409  (  Ediz,  Pa- 
àov.  },  Tutti  gì*  indussi  ec.  son  derivati 
non  più  da  Giove  ,  che  da'  suoi  satelliti. 
E  appresso  :  Distinguere  più  particolar- 
mente i  loro  effetti  non  saprei  io,  se  pri- 
ma qualcuno  non  gli  rimovesse  ì  suoi  sa- 
telliti dal  fianco.  (Mj 

SATIRA.  Poesia  mordace,  e  riprendi- 
trice  de'iizii.  Lat.  satyra.  Gr.  oarupix?;'. 
Bui.  Purg  22.  2.  Satira  è  materia  in  in- 
fimo siilo,  e  riprensione  de'vizii;  e  dicesi 
satira  ,  che  era  una  tafferia  ,  ovvero  sco- 
della ,  che  s*  offeriva  agli  Dii ,  piena  d' 
Ogni  cosa,  come  è  la  satira,  che  ripren- 
de ogni  vizio,  e  mischia  i  grandi  e  i  mez- 
zani e  i  piccoli  insieme.  Ovvero  sì  chiama 
satira  da'  Satiri  ,  che  erano  Iddìi  delle 
selve,  cornuti,  co' pie  caprini,  nudi,  le 
quali  condizioni  si  convengono  alla  satira, 
che  con  parole  nude  a  niun  perdona,  ed 
entra  in  ogni  vii  materia  .  Red.  Annoi, 
Ditir,  11.  Fra  lacopone  da  Todi  ec.  in 
una  sua  satira  ,  che  tra  le  stampale  è  la 
decimascsta.  .t' j36.  Ma  ne'bisogni  l'han- 
no usala  ancora  i  moderni,  tra'qualì  mon- 
signor Àzzolini  nella  sua  famosa  satira. 

SATIRACCIO  .  Peggiorai,  di  Salirò. 
JHenz.  sat,  IO.  Si  sraastella  di  risa,  e  fa 
una  cera  D'un  Satìraccio  .  'i?  Red.  Op. 
voi.  2.  p'ig.  107.  (  ediz.  Class  }.  E  per 
maggior  disgrazia  ec.  lo  prego  il  ciel  , 
che  tu  PoskÌ  aver  per  marito  un  Salirac- 
cio.  Sgherro,  vecchio,  squarquoio,  e  gio- 
catore, ec.  (B} 

•f  !?  SATIRALE.  Add.  Di  satiro. 
Bocc     Jmcr.    J'is.    18     Soletta   appress" 


.SAT 


1017 


Antiopa  scguia  ,  Con  la  qual  Giove  in 
forma  saltrale  Parlava,  ed  ella  lui  pietosa 
udia.  (A) 

•f  *  SATIREGGIASTE.  Che  satirep- 
gli.  Cden.  Ms.  5  16.  Il  fine  della  satira 
e  la  emendazione  de*  costumi ,  degni  di 
penna   satinggiante.  (A) 

SATIREGGIAHE.  Far  salire  j  e  figu- 
ratam.  Riprendere.  Btnstmnie  Lei.  satj- 
ram  scrihere.  Alleg.  63  Io  non  vo*  per- 
tanto inferir  quel  chi-  par  che ,  satireg- 
giando,  accennasse  un  galantuomo.  Car. 
kit.  I.  35  Se  la  tintazione,  che  mostra- 
V.I  aver  di  satireggiare,  è  ita  innanzi.  Sal- 
iin.  Disc.  2.  iHy.  Noi  diciamo  dare  il 
giambo  ad  uno  ,  e  i  Greci  lay^i  ^stv  , 
per  satireggiare: 

't  *  SATIREGGIATO.  Add.  da  Sa- 
tireggtare  .  Uden.  I\'ts.  5.  16  La  forma 
della  satira  e  la  inaledicenza  satirica,  e  la 
materia  della  satira  è  il  vizio  satireggia 
to.  (A) 

t  SATIRELLO.  Dim.  di- Satiro.  Lat. 
saljnscus.  Gr  CKTypt'cxo^  .  Ovid.  Pist. 
(\'].  Li  Salirelli  che  sono  Iddii  delli  bo- 
schi, e  li  Fauni  che  sono  Iddii  de'  cam- 
pi ,  già  mi  perseguitarono  per  boschi ,  c- 
per  riviere  ,  e  per  colli ,  e  per  foreste  . 
Red.  DUir.  43.  Satirelli,  Ricciulelli,  Sa- 
tirelli,  or  chi   di  voi    Porgerà  ec. 

SATIKESCAME^TE.  Avverb.  A  ma- 
niera di  satira.  Lai,  satynce.  Gr.  sktu- 
pi/ùJ5 .  Salvin.  Disc.  1.  323  Titolo  ec. 
d*  occhi  cernili  diede  satirescamente  l'A- 
teniese Aristofane  in  una  sua  commedid^, 
intitolata  la  Pace  ,  a'  Lacedemoni. 

SATIRESCO.  Jdd.  Satirico.  Lat  sa- 
tyricus  .  Gr.  ffarupezo';  .  Menz.  sat,  3. 
Pur  tenterò  con  satiresca  avena  ,  Menlr' 
io  bagno  nel  fiele  il  labbro  secco ,  Far 
sentire  una  zolfa  orrenda  e  piena. 

SATIRETTO  .  Salirello  .  Lai.  satyri- 
scits.GT.  zy.-Z'jpiz/.O^.Cant.  Cam.  1.  Que- 
sti lieti  Saliretli,  Delle  Ninfe  innamorati, 
Per  caverne  e  per  boschetti  Han  lor  posto 
cenlo  aguati  .  E  l\0.  Vedete  questo  lieto 
Salìretlo ,  Da  dolce  amor  legato  .  Red. 
Ditir.  25.  Da  un  insolente  Salirello  osce- 
no Con  infame  flagcl  venga  percosso. 

•f  *  SATIRIASl  .  Tensione  morbosa 
del  mtmbio  virile,  accompagnala  da  ar- 
dente incitamento  all'  atto  venereo  ,  Lai. 
*satyriasis.  Gr.  aocTupioisti.  Red.  Cons. 
I.  280.  Insinuandosi  questa  flatuosità  nel 
concavo  del  ventre  inferiore  ,  produce  1' 
idropisia  limpanilidc,  ec.j  se  nel  membro 
genitale,  ce  deriva  la  saliriasi,  o  priapi- 
smo.  (") 

•f  *  SATIRICAMENTE.  Avverò:  In 
modo  satirico.  Per  via  di  satira.  Uden. 
Ai\r.  3.  65.  Luciano  in  Saturnalia  ferisce 
satiricaiCente  Omero  ed  Esiodo  ,  o  pur 
dissimulatamente  gli  Dei  slessi,  per  conio 
delle  disorbitanze  attribuite  loro.  (A) 

SATIRICO.  Sust.  Compositore  di  sa- 
tire. Lat.  satyrarum  scriptor,  Gr.  CKtu- 
pÓ'/pOLOOi.  Buon  Fier.  5.  4-  6.  Dicbia 
raudo,  fra  questi  I  suUazzevol  ^ersìficatorl 
E  i  satirici  buon  non  dover  porsi. 

t  SATIRICO.  Add.  Che  appartiene 
a  satira.  Che  tiene  della  salirà  .  Lat. 
satyrictts.  Gr.  OKTUpixc'^.  Red.  Ditir,  \G. 
Di  satirico  fiele  atra  bevanda  Mi  porga- 
Buon.  Fier.  Inlr.  5  3.  E  i  satirici  colpi 
inloruo  meni  ■ 

■j-  §.  Satirico,  vale  anche  Che  e  dato 
alla  satira.  Che  pugne  e  offende  altrui, 
0  in  parole  ,  0  in  iscritlura.  Bui.  io  tut- 
te sue  opere  fu  satirico,  perchè  tiaitòdella 
rìprension  de'  vizii. 

SATIRINO.  Dim.  di  Satiro.  Lai.  sn 
tjrisciis  .  Gr.  soLTVpt'a/.Oi  ■  Borgh.  Rip. 
^^8.  Dipinse  ce.  un  Polifemo  ijraDdissimo 
con  molli  fanciulli  e  Satiriui,  che  gli  gÌuo- 
cano  intorno.  E  5l2.  Uà  una  tazza  nella 
niau  deìtrn  ,  e  nella  sinistra  una  pelle  ^i 
128 


ioi3 


S  A  T 


tigre  e  un  grappolo  d*  uva  ,  la  quale  od 
Salirino  crrca  di  manjj'af* 

SATIHIU  I.o  ste.-ixo  ihe  Salinone, 1.^\. 
satjrion.  Hicett.  Fior.  62.  Il  salino  ap- 
presto gli  Artfl'i  t  Donie  comune  a  luUe 
le  »orlc  de'  tfUiioli  cf. ,  inlendeodo  per 
testicoli  di  g<>lpe  (|Ut-lli  tbe  appresso  a' 
Greci  si  cfaìjnianu  propriamcote  sJtirii. 

5  SATIRIUWE.  S'ome  gmertco  de'  U- 
sticolt  di  cane,  {li  volpe,  e  di  becco,  ben- 
ché ila  alcuni  \ia  slato  erroneamente  cre- 
duto il  m^fte^imo  f/ic  l'  ^pftio  salvatico. 
Lat.  satyrion  ,  satynum  ,  orthii  ,  lesti' 
cuttis,  Gr.  stKxJpiOii .  Cr.  6.   106    l-  Il 


salirioDe  sì  (iene  cbc   lìj  1'  ai 


ppio 


co  ,  ed  ù  cjldu  e  secco  nel  terzo  gr-ido  , 
ed  ba  virtù  allratliva  dalle  parli  remule. 
Tes  poi:  P.  S.  cap  8  Ugnili  col  sugo 
del  satìrionf,   rhc   na&('e   ne*  munii* 

tr  %.  Satirione,  è  anche  unii  Specie  di 
tattovo'o  ,  II*  cui  base  era  il  salirio  . 
»•  Srgr.  Fior.  CUz.  ^.  z  Io  piglirrò  pri- 
ma una  presa  d*  un  laltovaro  che  si  chia- 
ma saliriune  ».  il^) 

*  SATIRISTA  .  Colui  che  nelle  ami- 
che danze  sairt  rapprrsenl'iva  un  Siitiro. 
Sali-iit.  Cas.  Dopo  1  Cori  del  Jiallo  ar- 
malo .  venivano  i  Curi  de*  Satiri!>ti ,  che 
figuravano  Ij  grecbcsca  daasa  delta  Sicin- 
nidc.   (A) 

•f  SATIRO  .  Sust  Dio  boschereccio  f 
Jinto  da' poeti  in  figura  d'uomo,  colle 
cosate  e  le  f^amhe  di  capro  .  Lai.  satjr- 
rus.  Gr  ooÌtj^o^.  l'nss.  36l.  Dicendo, 
eh*  è  uno  animale  a  modo  d'uno  Satiro, 
o  come  UD  gatto  mammone  ,  che  va  la 
ootlc  ,  e  fa  questa  molestia  alle  genti  . 
Guid-  fi.  E  perciò  si  dice,  cUe  vi  abbon- 
dano molli  Satiri,  e  Fauni  bicorni.  jJlam. 
Colt.  1.  2.  Il  cornuto  paslur  cu'suoi  Sci- 
vani.  Co' suoi  Satiri,  e  Fauni  a  lui  com- 
pagni ,  Vengan  colle  zampegne  a  schiera 
a  schiera.  lìuon,  Fier.  Inir.  \.  Dunque 
eli'  avea  del  Satiro  cortei  ?  L.  Appunto  : 
io  non  s.iprci  dirla  altrimenti.  Ch'una  Sa- 
tira vera. 

§.  I.  Per  meta/,  si  dice  di  Persona 
rozza,  e  salvalicn,  Lat>  rudis.  Gr.  a.'/piOi. 
.'ìmel*  67.  Tra'  quali  molti ,  un  giovane 
dì  grazioso  aipctlo  ,  b(  nchc  agreste,  e  sa- 
tiro di  povero  cuure.  A"  Sg.  Io  il  rendei, 
di  rozio  satiro  dnUo  giovaue;  e  di  pu- 
sitlanimot  niagnjnimo  il  feci. 

§.  II.  Pvr  Coniposilor  di  satire.  Lat. 
tatyrarum  siriptor,  Gr  aoi.T\jpoypttfo~. 
fìànt.  Inf.  t\'  Quegli  è  Omero,  poeta  so- 
vrano;  L'.iUroc  Orazio  satiro.  /j«/.  Purg. 
l5  2.  Onde  Persio  satiro  nella  terza  satira 
dice.  Cant  Cam  ^^0.  Questi  p<r  altre 
vie  Compongono  elegie,  F,  però  tanto  ma- 
cilenti  e  mesti  Son  nel  serobiaole,  e  satiri 
SCO  questi . 

•f  *  SATIROGRAFO  .  Striilore  di 
satire.  Salvia.  Cas.  Accostiamoti  ora  alla 
raisegna  de' poeti  satirografi.  C'dea.  !\i.s  5. 
6.  Gioveoalo ,  a  cui  luila  la  (ritira  per 
aatonomasia  prctcìive  il  nome  di  Satiru- 
grafo.  fJj 

SATISDAZIONE.  /'■  L.  Jssicuramem- 
to.  Lat.  satisdatio.  Gr.  ;ta?eyy\jT)9i;.  St>ìt. 
Mere*  Alconu  buon  uumo,  il  quale  sopra- 
stea  alla  guardia  degli  atti  della  corte  del 
dello  ufinale,  v  del  suo  uCcìo,  promissione 
e  ulisdaiione 

«  SATISFACIMENTO.  Satisfazione  . 
Lat.  satisf.ìctio  .  Datti.  Conv,  l^^  Ve- 
rocchi:  una  virinanta  se  non  può  in  lutto 
%atisfare,  conviene  a  salitfacimento  di  quel- 
la essere  la  ciuìi  (')  Fr  Gioid.  Pted.  a. 
35q.  Onde  1.1  pena  de' dannati  non  è  al> 
tro  che  uno  latisfacimcntu  alla  giuslitia 
di  Dio    rA> 

SATISFARE.  J"drfif/flre.  Lai  sntii/a- 
cer*  ,  alicuins  voluntatem  expltrg  .  I  il, 
SS-  Pad  I.  <in.  E  poiché  sopra  questa 
materia  ec.  ebbe  assai,  e  mollo  bene  par- 


salvali- 


S  A   T 

lato  ,  volendo  satisfare  al  prego  del  frate 
predetto,  benedisse  dell'olio  A"  lOO.  Al- 
lora certo  va  1*  anima  per  la  via  lata  , 
quando  salirla  a'  suoi  desiderìi  ;  e  allora 
va  per  la  tia  itretta,  quando  repugna  al* 
le  sue  volonladi.  E  228.  Era  la  sua  cella 
a  tre  ordini,  cine  di\iia  in  tre  parti;  nrll' 
una  lavorava  e  mangiava,  nell' alira  ora- 
va .  e  nella  terza  satisfaceva  alle  Decessi- 
ladi  d'I  corpo  *  lior^h.  Fiet.  2ii.Trf>- 
vaiidosi  stretto  dal  bisogno  di  pagare  ,  e 
satisfare  a'  koldali  suoi  vittoriosi  de'  pre- 
mii  e  promesse  fjtle  loro  .  Prp.  Decam. 
99.  Tempo  è  di  satisfare  del  resto  della 
promessa  al  lettore,  e  mostrare  ce.  (1) 
Ar,  Fur.  I.  <>3.  Ed  egli  a  lui:  Di  quel 
che  tu  mi  chiedi  lo  ti  saliiCtrò  senta  di- 
mora .  K  ivi  7-^  Che  un  sol  ronzio  per 
dui  sana  mal  atto  ;  E  oc  vico  egli  a  sa- 
tisfarei  ratto.   (P) 

^  %.  PI  in  signific  neutr.  pasx  BcAV, 
Celi.  Race.  IO  (/'en,  1IJ28).  Ancora  co- 
stui mio  si  salisfrce  del  suo  intaglio  per 
niellare.  PS  30  Satisfallo  eh'  Ìo  mi  fui  , 
io  mandai  a  chiamare  li  tre  vecchi  gio- 
iellieri. (C) 

SATISFATTISSIMO.  .ywpT/.  dì  Sati- 
sfatto Borph.  Ori':,  Fir.  Ii)5.  Restando- 
ne satiìfaltisìima  la  cin'a  tutta  gli  fu  alla 
partita  per  pubtdico  derreln  donalo  un 
pennone.  Car.  leti.  2  67.  Resto  satisf.*t- 
lissimo  dello  scrivere  ,  e  delle  promesse 
che   mi   fai. 

•f  *  SATISFATTIVO.  Add.  Atto  a 
satisfare  .  Sfgner.  Pred*  32.  IO  La  li- 
mosina ha  uua  virtù  satisfatliva  ammira- 
bile   (A) 

SATISFATTO  .  y^rfrf.  da  Satitfa'e  . 
Benv.  Celi.  Ore/,  57.  Mostrando  di  par- 
tirsi da  me  satisfatto.  ^  F  J  it  2.  5o3. 
lo  mi  chiamerei  conlento  ,  e  satisfatto  , 
purché  S.  E.  non  mi  privassi  della  sua 
buona  grazia.  (C) 

•f  *  SATISFATTORIO.  Add,  Scd- 
disfattnrio.  Allenente  a  salisf azione.  Lat. 
snUs/aciendi  vim  habens  .  Cavale.  Ftult. 
lina.  Cap.  33.  pag,  3l2  Dee  e*sere  (  /a 
confessione  )  satisfatloria  ed  umile,  senza 
eJaziooe.  (*)  /:.'  3(>0>  Ecco  adunque  come 
la  cunfessioDC  ,  acciocché  abbia  tlTetto  , 
debbe  e.<;serc  intera,  e  salisfalloria  intera- 
mente Sef:ncr  Mann.  Febbr.2'j.\.  Adem- 
pir quelle  penitenze  e  salìsfatturie  e  salu- 
tari,  le  quali  ci  sono  ingiunte.  (f'J  F 
Pvnit.  instr.  cap.  J2.  L*  opere  imporle 
per  penitenza,  e  cosi  eseguite,  sono  assai 
più  salisfatlorie,  e  più  merilorie,  che  non 
sono  quelle,  che  si  fanno  per  propria  ele- 
zione. (C) 

SATISFAZIONE  Soddisfazione.  Lat. 
saii*faciio,  Gr.  Tiìr,pOfGùitt..  Bui.  Purg, 
17.  1.  Purgato  dal  peccato  dell'ira,  colla 
satisfazione  dell*  opera  s*  apparecchiava  ec. 
a  moDiarc  a  purgarsi  degli  altri  ^  i'.uicc- 
Slxr  tom.  2-  /•t»f  20  (ediz,  del  i8l;()- 
O  pure  lo  muvejse  ec  la  mjla  satisfa- 
zione che  aveva  de'  Prineipi  ronfederali  , 
per  avergli  mancato  delle  promesse  falle- 
gli    (Pe) 

#  g.  I  j4  mia  ,  A  tua  ec.  s.ilii/'tio- 
ne,  vale  A  mìo,  A  tuo  ec.  m(*d,K  Guicc. 
Star.  1.  4''?  1^  popolo  (  era  )  pieno  di 
gelosia  chAicitiadini  poienii  non  avevsrro 
procurata  la  sua  venuta  per  ordinare  un 
governo  a  loro  satisfasiooe.   (L) 

$  §.  Il-  Sali 'fazione ,  è  anche  Una 
delle  tre  parli  della  Penttenta.  Sfftnrr. 
Sent  Graz.  I.  Nella  quale  (cr^nfessionet 
un'altra  finezza  ancora  apparisce  della 
divina  bonla  .  ed  e  the  voglia  aicnverci 
a  merito  1*  islessa  saliifazi<ine.  (TCj 

f  SATIVO  Add.  Che  si  semina,  e  tot- 
tiv.i.  Lai.  sattvus.  Gr.  4Ts',-iw9(.  Cr,  2. 
1.^.  Q  Quattro  geuerazi'>ni  erano  ne*ram> 
pi.  nc'quali  lo  piante  per  ctiltìvamenlo  ti 
dimesticano,  ciiì-  il  salivo,  idest  acrnoM'i 


S  A  T 

a  teme  ,  ec.  F  appresto  :  Ma  di  questi 
quattro  solameole  li  due  collimarono  a- 
randu  e  cavando  ,  cioè  il  (ativo  e  '1  no- 
vale. E  c-p.  18.  6.  Però  allora  la  pianta 
diventa  dimestica .  quando  si  tempera  il 
salivo  rampo  secoiidameolc  eh'  e  dello. 

SATOLLA.  Tanta  quanUta  di  cibo  che 
satolli  Br^cc.  nóv.  73  6.  Io  vi  verrei 
una  volta  eoo  esso  leco  pur  per  veder 
fare  il  tomo  a  quei  maccheroni  ,  e  tor- 
mene  una  satolla  .  Amai,  Ant,  g>  227. 
Quegli  procaccia  •  sé  lame  con  saloUa  > 
lo  quale  quanto  più  hae  ,  più  vuole  di 
quello  che  non  ba  .  Fir.  As.  g/Q,  Aven- 
do veduto  appresso  della  stalla  uno  urto, 
e  morendomi  di  fame  .  io  me  ae  aodai 
dentro  alla  libera;  e  ancorché  quegli  er- 
baggi fussero  crudi ,  ne  presi  una  buona 
satolla  . 

S-  Per  similit.  Lib  Son.  35.  E  '1  ve- 
loce desirier  sprona  e  disserra  ,  Per  ve- 
niitene  a  dare  una   satolla. 

SATOLLAMENTO.  //  satoliarsi.  lat. 
sniwitat.  Gr  ^^Tt-sfiQt^.  Fr  lac»  Ceit. 
Maraviglia  Tue,  che  con  sì  cortese  scusa 
di  troppo  satoltameoio,  e  eoo  si  semplice 
confessamealo  di  verilade  I*  ira  del  Be  %i 
converletle  io  ri»o  (tjai  (Ì::uralam.). 

t  §•  ''•''■  Fcceden-a  nr/  nmngiare.  Amm. 
Ani.  .^4  ^  ^-  "  salullanicDtu  easlità  gua- 
sta, e  vanità  nutrica.  A  bert  cnp  51.  A* 
vrai  adunqne  il  censo  della  salute  del  cor- 
po,  e  aggiugoeraii  la  vita,  se  tu  con  la 
temperanza  e  c«n  astinenza  schiferai  eom- 
messazioni,  e  salullameoto,  ed  rbbressa,  e 
troppi  spessi  e  diliratì  mangiari.  Coli,  SS. 
P.ìd.  Non  lasciandogli  cadére  per  fatica 
di  digiono  ,  né  gravar  la  mente  per  sa- 
lolIan>eolo 

SATOLLANZA.  Sat  Itamento,  Sazietà. 
Lai  <aiurilat  ,  satieiat,  Gr.  ff/iis^yv;' , 
it-ófo^-  Amm,  Ani.  24.  3.  3  Sempre  al- 
la satuUanza  è  coogiuota  vanesia  di  lai- 
dura  .  Toc.  lìav,  Ann,  3.  73.  Riformi 
noi  la  modestia,  ì  poveri  la  oicìst'a,  i  ric- 
chi la  >alollanza.  F.  6  I2f.  Non  mitiga, 
van  Tiberio,  d'ipo  Ire  anni  che  Sciano  fu 
morto,  le  cose  che  pur  sogliono  gli  aliti, 
tempo  ,  preghi ,  satollanxa. 

3  SATOLLARE.  Saziar  col  cibo.  Ca- 
var la  fante  .  Lai.  saturare  ,  tafuPare  . 
Gr.  xosiTv  ,  Pats.  3o^.  Chi  non  si  reca 
le  m.tni  a  bocca,  tardi  si  saloUerà,  e  ri- 
marra aflamaio.  salollaodu  altrui. 

*^  §  I-  E  neutr.  e  neutr.  pass.  ,  vale 
Saziarsi  col  cibo  -  Anmot.  l'amit.  l^Ian- 
giando  e  usando  questo,  salolletctevi ,  e 
luderelr  il  oom^  del  nostro  Signore  ••  (C) 
Albert  t.  5\.  IVmperanza  e  astinenza  e 
ri\parmiameni>t  dei  ordinare  coDir'alle  go* 
losilà  e  allo  diluvio.  ri«tè  lo  troppo  satol- 
lare. (Bri  S.  Acoit.  e.  D.  2  20.  Li  po- 
veri S''rvano  alti  ricchi  pure  per  potersi 
satollare  <li   p.ine    (TC) 

§.  il  Per  met'f.  Lai  Maturare,  expte- 
re.  Gr  ;(9,rrcr^'.iv ,  «v«TÌn/9y».  .Vor 
S  t'-rrg.  Dopo  la  |>ercossa  drlla  mascel- 
la, soggiunse.  saloUarnnsi  delle  pene  mie. 

*f  %-\\\,  Pnrr  mrtafo^cmm. deità àtl  t€r- 
r-no,  vale  J.etimiaarl^  Alam  Cmlt.  1. 
I  poi  quinci  e  quindi,  ove  mancar  si  veg- 
gia  II  notriiivti  umor,  non  prenda  a  sde- 
gno Con  le  sue  pruprie  man  di  lordo  6nio 
Satollar  si ,  che  vive  fono  prenda.  (Dì 

§  IV.  Dicitnto  in  proverbio.'  Chi  mar 
man  d'altri  s' imbecca,  tardi  si  mtotlmi 
e  fale,  {he  A  ehi  non  fa  1  fatti  suoi  da 
se  stesso  ,  rare  volte  gli  suicedom  batta  . 
/  .    IMDOCCARE.   §     VI. 

SATOLLATO  Adi  da  Satollare  Lai. 
salur.  salfiratns  Cr  I  J-ilOj,  jtOM«3ai> 
F'p  l  nng.  Intendi  tu  ,  rhe  leggi,  eilt  il 
numero  dei  laiollaii  fu  cinquemila 

t  SATOLLEZZA.  /'.  A  S 
Lai.    tiiurily»  .   Gr     xózo: 

iHl     Tot;      Pnrp.   lì     ',3^.    ' 


SAX 

ile  r  animo  allento  alle  sue  cure,  e  la  sa- 
tollrxza  Ha  sopore  uWì  tnemltri. 

SATOLLirV,  SATOLLtTADF.f  SA- 
TOLLITATE.  /'  ^.  Salo!/ 1 meni y  .  Lat 
sntuntas,  Gr.  xOfOi^  7r^»j7U9v»3'.  Pedani, 
Qni'itiL  P.  La  >taiicala  fame  colla  satol- 
liudtf  slriDgoliamo.  Pisi,  S  Oir  F.  R. 
La  gola  e  la  satollila  ci  caccio  di  Para- 
diso . 

SATOLLO.  j4ild.  Satollai»»  Sosio.  Lai. 
satttr .  Gr.  £jui;r>cw;  .  Tes.  lìr,  5.  ^i. 
Quando  elli  (il  Itone)  ba  multo  mangia- 
to,  e  fli>-'  'I  suo  venire  è  ben  satoHn  ,  e 
li  cacciatori  Io  cacciano  ,  elli  giUa  Inori 
tutto  il  suo  pasto,  per  lilierarsi  tblla  grj- 
^rtt.'ì  del  suo  corpo  .  /ìocc,  Intrcd.  26 
Senta  alcuno  correggimonlo  di  pastore  sì 
tornavano  satulli.  OiU'i.  ti.  Il  suo  stoma- 
co, ripìen  di  cibi,  è  SJtollo  l^ant,  Purg. 
25.  Ricordivi,  dicea,  de' maladetti  Ne'iiu- 
volì  formali,  die  satolli  Teseo  combatlèr 
co'doppii  pelli  E  Par  2.  Del  quale  Vi- 
yeti  qui,  ma  non  sou  vieu  saluUo 

§.  I  Per  mei^f,  ì  it.  Pliit.  Quando 
egli  fu  saloli»»  di  piagnere.  iNoi-.  ant.  5. 
1.  Di  tulle  le  cose  del  mondo  era  stato 
satollo  ,  salvo  clic  di  donare  .  ^*<>^^.  nat. 
esp,  ìS6  Siano  dunque  (gU  anelli)  pre- 
giti, e  bea  satolli  d'  umore  ,  acciocché  la 
loro  dilatazione  si  paia  più  manifesta. 

§.  II.  In  proferb.  Il  satollo  non  cre- 
de al  digiuno  j  e  vale,  che  Chi  pode ,  o 
^  in  buono  stato,  non  crede  U  miserie  di 
chi  stenta.  Fir.  Lue.  3.  2.  Costui  che  è 
satollo,  non  crede  a  me,  che  sono  digiu- 
no. Sali:  (irancli.  1.  3.  Ma  '1  satollo  non 
crede  al  digiuno. 

*  SATURO,  y.  L.  Saturo  ,  Satollo  , 
Sazio  .  Lai.  satnr  .  Sannaz  Arcad.  est. 
IO.  Ilenc,  vaccherelle,  in  quelle  praiora. 
Acciocché  quando  i  boschi,  e  i  monti  im- 
brunano ,  Ciascona  a  casa  ne  rilorne  sa 
(ora.  (F) 

•f  t:-  SATRAPI'.^.  Term.  degli  Stori- 
ci .  La  dignità  di  Sotropo  .  Serd.  Stor. 
3.  108.  Tutta  r  isola  si  divide  in  nove 
ulrapie.  ovvero  regni,  e  per  frequcnia  de' 
porti  e  per  silo  del  paese  è  malto  acco- 
modala ad  ogni  sorla  di  commercio.  (A) 
SATRAPO,  (iovernator  di  prci-inc/a  , 
o  di  eserciti.  Lai.  sairapes,  satrapn.  Gr. 
•JOL^p^Tlti^.  Tac.  Dav.  Ann.  6.  122.  D' 
altra  banda  Farasmane  ingrossa  di  Alba- 
ni,  solda  Sarmali,  i  cui  Satrapi,  delti 
Sceplrorhi,  presero  a  loro  usanza  presen- 
tì, e  parte  da  ogni  banda.  Ar  tur.  26. 
32.  Anii  nuocer  parea  molto  più  f.ric  A 
Re,  e  Signori,  e  a  Principi,  e  a  Sa- 
trapi . 

§.  Satrapo  ,  Jìguratnm,  si  prende  per 
Saccente  f  Dottore,  Che  presume  di  se  j 
rnde  Fare  il  satrapo,  che  vaie  fare  del 
grande  ,  dell*  autorevole  ,  del  saccente  . 
Tac,  Dav  Stor.  4-  332.  Gli  darebbe  un 
boon  consiglio,  di  non  fare  il  satrapo  co' 
principi  (li  testo  iat  ha:  ne  supra  prin- 
cipcm  scanderet).  Buon.  Fier.  i.  2.  i- 
Litterali  a  dozzine  ,  e  ucmìn  gravi ,  Sa- 
trapi e  baccalari  io  «luantità.  l'arch  JFr- 
col.  225.  Come  colui  rlie  voglia  fare  della 
lingua  Fiorentina  e  dell'altre  il  gonfalo- 
niere, il  satrapo  ,  il  Macrobio  ,  I*  Aristar- 
'O.  Bern.  rim  1.  66-  Farò  lacere  al- 
lor  certe  cicale ,  Certi  capocchi ,  satrapi 
Ignoranti. 

•f  *  SATRAPO>E  Accnscìt.  di  Sa- 
trapo ,  in  signijic.  di  Saccente,  e  per  lo 
più  detto  ironicamente  .  Bellin-  Bucck. 
zi\.  Dunque  dove  il  giudizio  Ebber  que' 
tanto  saviisatraponi  Per  distinguere  i  gigan- 
ti Dagli  alir'uumin  tulli  quanti,  ec.  (A) 
«SATLRARE.  F  L.  Saziare.  (C) 
té  §.  Saturare,  è  nache  termine  de' Chi- 
mici ,  e  vale  Far  sciogliere  in  un  liquido 
M/11  tal  quantità  di  checchessia  ,  eh-  più 
non  vi  se  ne  possa  disdogfiere    (A) 


S  A  T 

:'.:   SATURATO.    Ad<l.  da    Saturare. 
Bel,,     ./ci,'.    /V.  Spir.  Ed    10  s.iluratu    ri-  1 
.«guardai  la  sporti-Ila   con   le  co^e  da  man- 
gi.trf,  e  vìdila  sirrome  era  in  prima.  (C) 

*  SATURAZIONE.  Term.  de'  Chimici. 
Il  saturare ,  e  Lo  stato  d'  un  liquido  safu- 
nil<i.  (A) 

•|   SATUREIA,     r.     L,    Santoreggia. 
Alani,    Colt.    5.    ilc).  E  I*  anicio  e  'I  fi- 
nocchio e  'I  coriandro  E   i'  anelo  con  lor  . 
sotterra  senta  La  sementa  mi};lior,   la  sa-  , 
tureia   Negli  aprici  terrea   vicino  ai   ma- 
re ,  cr. 

SATURITA',SATURITAUE,  e  SATU- 
lìiTATK.  /'.  /..  Lo  stesso  che  Sazietà. 
I-at.  satnritas  .  Or.  7r).i55/JlOVȓ'  Albert. 
v-ip  6-  Li  tuoi  granai  s' empiranno  di 
saturilade  .  Cas.  leti.  76.  Di  dieci  scudi 
il   mese  vi  sarebbe  a  saturitìi. 

'^-  SATURNALE.  Aggiunto  de' giorni 
e  delle  Jeste  che  ne' medesimi  si  facevano 
in  onore  di  Saturno,  Lai.  siìturnnlis,  Gt. 
xpo'vto^-  Bed  Cons  |.  292.  Gli  novera 
tra  quei  donativi  che  scanibievolniente  far 
si  suleano  ne'  giorni  saturnali.  Salvia. 
Disc  2.  5i6.  I  nostri  anliihi,  seguendo 
l'uso  de' saturnali,  ne*  quali  giorni  I*  au 
rea  semplicità  del  r^gno  di  Saturno  con 
una  innocente  liberta  si  rìnnoveliava,  una 
particella  dell'anno  ec.  al  passatempo, 
per  cosi  dir,  consecrarono.  E  Pioi,  Tose. 

1.  1 2g.  Contasi  degli  antichi  una  molto 
buona  e  bolla  usanza  nei  giorni  cortissimi 
del  Dicembre,  dedicati  a  Saturno,  e  per- 
ciò saturnali  chiamati.   (*) 

*  §  Saturnale,  vale  anche  Saturnino, 
Maligno  3/.  /.  3  II.  (ediz.  i562.  ) 
Altri  albilrarono  che  questo  procedesse 
dalla  inlluenza  della  comi  ta  che  apparve 
in  questo  anno,  e  quella  fu  Saturnina,  si 
che  ciascheduno  trasse  alli  efleiti  satur- 
nali. (B) 

SATURNALIZIO.  Salurnafe.  Salvin 
Pros.  Tose.  1.  129.  Le  antiche  feste  sa- 
turnalizie  dir  si  poteano  rinoovellale  al 
tempo  del  Redi ,  anzi  falle  perpetue  di 
lutto  Tanno. 

t  SATURNINO  .  Add.  Di  Saturno  . 
Lat.  saturninus.    Gr.    xpovtxo'^.    M.     T', 

2.  ^^.  Una  conieta  ,  la  quale  per  lo  più 
fu  giudicata  nigra,  la  quale  e  di  natura 
saturnina  (cioè,  maligna). 

g.  Oggi  prendiamo  Saturnino  in  signif. 
di  yinninconico,  o  fantastico.  Tao.  Dav. 
Ann.  I.  27.  Per  non  far  paragone  con 
quel  suo  viso  saturnino  a  quel  gioviale 
che  vi  portava  Aguslo. 

*f  SATURNO.  Uno  dfgli  undui 
Pianeti  principali  ,  sinora  scoperti  ,  il 
nunle,  dopo  Uranf,  è  il  più  lontano  dal 
Sole.  Attorno  a  Saturno  girano  sette  Lu- 
ne, o  Satelliti.  A  Saturno  è  dato  falera 
i*  aggiunto  di  tricorporeo,  per  ce'  la  sua 
forma  ,  prodetta  qualche  volta  da  quel 
maraviglìoso  Ant  ilo,  da  cui  è  circondato. 
Lai.  Saliirnus.  Gr.  /fn'vo:.  Dant.  Pnrg. 
IO,  Neil'  ora  che  non  può  *l  ralor  diurno 
Intiepidar  più  'I  freddo  della  Luna,  Vin- 
to da  Terra  ,  0  lalor  da  Saturno.  Pelr. 
san.  33.  Allor  riprende  ardir  Saturno  e 
Marte,  Crudeli  stelle.  Arrigh.  l^'j.  L'em- 
pia turba  de'  sette  pianeti  mi  nuoce  ,  ec. 
Saturno  porta  la  falce. 

SATURO,  r.  L.  Add.  Satollo,  Lat. 
satur.  Gr.s'u7r)à*w;.  ^'  Sannaz.  Anad. 
pros.  3  Ciascuno  parimente  levatosi,  co- 
minciò ad  ornare  la  sua  macdra  di  rami 
ec,  poi  con  fumo  di  puro  solfo  andò  di- 
votamenle  attiirniaodo  ì  saturi  greggi  (B) 
Taxs.  Cer.  5.  62  Che  qual  saturo  au 
gel,  che  non  si  cali  Ove  il  cibo  mostrando 
alili  r  invita  ;  Tal  ei  ec. 

SAVERE.  T'  A.  Sust.  Sapere.  Lat. 
scìentia  ,  sapientia.  Gr.  ocyi'a.  Dani. 
Inf  7.  Colui,  lo  cui  saver  lutto  trascen- 
de. Fece  li  cieli.   G.  !  .  864  ^^^  *"  s"*^ 


S  A  V 


10l>) 


«avere  e  potere  fu  mollo  ridottalo.  Al- 
bert, eap.  5o.  Adunque  è  da  vedere,  che 
Cosa  ì-  il  comincianienlo  di-I  savrre,  e  cosa 
Sta  il  savere.  E  appresso  :  Comiiiciamcnlo 
del  savrre  e  \a   paura  d*  Iddio. 

t  5  S AVERE  /'.  A.  l  er/,0  S.'pere. 
Lat.  scire,  Gr.  ei'JsvK-.^:  Tesorett.  Br. 
O  .'2  Si  conte  di-i  savere,  Quando  degnò 
venire  La  mursià  sovrana  A  prender  car 
ne  umana  N.IU  virg(t  M^ria  ec.,  Che  da- 
vanti e  dipoi  ,  Sì  rome  saven  noi.  Fu 
nella  e  casta  tutta.  Vergine  non  corrot- 
ta. (C)  Guilt  Leu,  l'i  39  Dovete  sa- 
vere, che  PC.  E  22.  59  Se  io  s.ivcssi  al- 
cuna cosa,  Alam.  Colt  4  8^.  -Né  m  dee 
non  saver  come  ciascuno  Aibor  che  in 
quella  parie  i  rami  stese  Che  guarda  al 
mezzodi,    miglior  si   trova.    (F) 

SAVIAMENTE.  Avverò.  Con  saviez- 
za, Cnutamvnie,  Lai.  caule,  prudenter  ^ 
.sapienter.  Gr.  5oywc.  Bocc.  nov  64-  *3. 
Ogni  suo  piacer  facesse,  ma  sì  saviamen 
te,  che  egli  non  se  ne  a\'vedesse.  E  nov. 
77.  f^'g.  Da  iodi  innanzi  e  di  bpffare,  e 
d*  amare  si  guardo  savi.imenle.  G,  /'.  8. 
120  1.  Saviamente  sì  spuosono  loro  am- 
basrìala. 

*  SAVIEGGIARE.  Addottrinare.  In- 
stntire,  Siìlvin  Teogn,  Or  mentre  io  sa- 
vieggio  ,  o  Cimo  ,  posto  sia  suggello  a 
questi  carmi,  (A) 

SXWEZZA  Accortezza,  Prudenza,  Av- 
vedimento. Lai  S'fpientta,  prudentui.  Gr. 
70f!'a,  ijJ_c&vr,3t;.  Ftt  Bari.  E  tu  fai  si, 
eh*  io  abbia  saviezza  e  agguaglianza.  ^r 
I^c  T.  5.  35.  59.  Il  suo  sguardo  d'a  sa- 
viezza. *  Med  Aib,  Cr.  5  Eleggerà  il 
legno  sauto  della  Croce  di  Cristo  Gesù 
sopra  tutte  le  saviezze,  e  le  scienze  mon- 
dane. (C)  Dnv.  Tac.  Cerni.  36.  E  la 
fortuna  de*  Catti,  che  gli  hanno  vinti,  « 
passata  in  saviezza.   (TC) 

SAVINA.  Ail'Cro  noto,  simile  al  ci- 
pre<:^o,  una  spezie  del  quale  è  sterile  , 
un*  altra  Jeconda_;  Sabina.  Lat.  sabina. 
Gr.  ^jaSu  Cr.  5.  52.  1.  La  savina  è 
arbore  assai  piccolo,  la  quale  ha  sempre 
le  foglie  verdi,  e  quasi  simigliante  al  ci- 
presso. Lab,  i3i.  Per  questo  la  misera 
Savina,  più  che  gli  altri  alberi  ,  si  trova, 
sempre  pelala.  G.  V.  7  l53.  I  Taglia- 
rnnvi  un  grande  albero  di  savina.  Alam. 
Colt.  4  86  Altri  melton  nel  vino  olio  e 
marrobbio,  Altri  mirra  ,  altri  porri,  altri 
Savina. 

3  SAVIO.  Add.  Che  ha  saviezza.  Que- 
gli che  ordina  bene  tutte  le  cose  al  fine. 
Lat.  sapiens  ,  prudcns  ,  cautus,  Gr.  95- 
00':  *  tfpo-Jifj.oc,  ivìv^r'^.  Bocc.  nov,  42. 
l5.  Al  Re,  il  quale  savio  signore  era  , 
piacque  il  con.'iiglio  di  IMarluccio.  E  nov. 
50-  14  Conobbe  ch'egli  erano  dell*  altre 
così  savie,  come  ella  fosse.  IC  nov,  61  3. 
Fu  figliuola  di  Mannuccio  dalla  Cuculia, 
s.ivia  e  avveduta  mollo.  Albert-  Colui 
eh'  è  savio  non  dice  :  non  pensai  rhe  cosi 
andasse.  Cas.  lett.  ^!\.  Qu.into  all'abba- 
zia, mi  pare  (he  sia  un  negozio  da  farlo 
bene  e  diligeutcmeole,  e  da  consigliarse- 
ne con  Giovanni  Ginori,  e  altri  amici  sa 
vii.  *  Gwv.  Geli.  J  it  Alf,  184.  Non 
essendo  da  credere  che  Cesare  savio  nel- 
r  interesso  suo  sempre,  e  tenacissimo  delle 
iurisdizioni  imperiali,  fusse  mai  per  dimi- 
nuire.  (C) 

g.  I.  Savia  donna,'  vale  Levatrice.  Lai. 
obstetrix.  il/,  Aldobr,  P.  xV.  223.  Si  trn 
va  poche  savie  donne  che  levano  i  fan- 
ciulli,   che  perfeltamente  il  sappiano. 

g  li.  Savio,  in  forza  di  sust.  vale 
Umo  detto  ,  e  snpi'nte  lat.  magister  , 
doctorj  sapieni.  Gr.  otoVc/a>05  Dant, 
inf  i3.  S'egli  avesse  potuto  creder  pri- 
ma, Rispuose  'l  savio  mio  ec  ,  Non  ave- 
rebbe  in  te  la  man  distesa.  E  2^.  Così 
per  lì  gran  savii  si  confessa    Che    la     fé- 


S  A  V 


5  A  V 


S  A  Z 


oice  muore,  e  poi  rinasce.  C'Onichett.  d* 
Amar.  i6.  E'  savii,  eh'  erano  a  suo  cod- 
siglio,  maDdaroDo  per  tulle  le  provjocie, 
cercando  per  helte  fanciolle  pulcellc  ,  e 
fecerle  veairc  allo  Re. 

ir  §.  Ili-  /'  col  sfcondo  caio.  Dial. 
S.  Greg,  .V-  Per  ulililale  almeao  d'  al- 
quaotiiadotli,  e  non  taviì  di  scrittura. fC> 

*S-*V.  Savio,  vale  anche  Che  ha  molta 
•httrina.  Dotto.  Calai  9.  Ho  leolito  mol- 
le volle  dire  ai  savii  letterati,  rbe  lauto 
viene  a  dire  ia  Utioo  sbadigliaote,  quauio 
neghittoso,  e  trascarato.  (C) 

■J-  §.  V.  Far  savio  alcuno  di  ckeC' 
chessLx,  vale  Farlo  accorto,  sciente  di 
checchessia.  Li''.  Am.  Sjvìo  te  ne  farò 
in  altra  parie  per  traiialo  maggiore. 

f  %.\\.  Savio,  talora  vale  l'crito.  G. 
V.  11.  65.  3.  l-gli  era  il  più'  sofBcieDle 
rapilano,  e  savi"  di  guerra,  e  prode  di  sua 
persona,  che  nullo  altro  di' a  suo  tempo 
fosse,  "if-  E  \.  27  Elessero  (i  Romani) 
a  Re  e  loro  Signore  Numa  Pompilio. 
Questo  fu  savio  di  sripuza  e  di  costumi, 
ed  ammendo  mollo  lo  leggi.  (CP)  f'il. 
S.  Anast.  3o!>-  La  madre  era  cristianis- 
sima, e  savia  nella  legge  di  Dio.  (J') 

#  §  VII.  .S'aero,  ti  dice  anche  delle  A - 
zioni,  delle  Parole,  esimili,  dove  appari- 
sce  la  p'udenza  e  la  saviezza.  **  Bocc. 
nov.  63.  8.  Chi  sjprehbe  rispondere  alle 
vostre  savie  parole  ti  Segr.  Fior.  Art. 
gurrr.  7.  |5l.  E  adunque  savio  partilo  ce. 
(ortiBcar  1*  entrate  delle  terre,  e  coprir  le 
porte  di  quelle  con  rivellini.  (Cj 

§.  Vili.  Savio  di  ragione,  e  Savio  as- 
solutam.,  vagfiono  Giureconsulto,  Lfgisia, 
Avvocato.  Lai  iurisconsullas,  Gr.  voai- 
/o'i-  Star.  Pisi.  206.  Sopra  questo  elite 
più  e  più  savii  dì  ragione,  per  sapere,  se 
ragìoDCvolmente  lo  potesse  racquistarc. 
Cron.  VeU  %\.  Fu  per  essa  cagione,  e 
per  mio  procaccio  savio  quasi  del  conti- 
Qtto  de*  fondachi  de' Bardi,  peruizi  ec.  ^ 
con  buoni  salarti  e  provvisioni  ,  e  *\  si- 
mile di  molti  uficii  di  Comune,  che  avea- 
no  savii  a  salaro,  perorcbi;  in  quel  tem- 
po .  e  poi  assai  non  avea  il  Comune  sa- 
vii salariali  ,  e  ciascheduno  u6cÌo  potea 
rbiamarc  savii. 

SA  VIGNE.  Accrcscit.di  Savio,  *  Lasc, 
rim.  2.  5i).  Somigliando  uno  di  que*  mi- 
nistri antichi  della  Dea  Minerva  ,  o  uno 
de'  sacerdoti  di  Diana,  o  veramente  ao  di 
que*Saviooi  di  Grecia.  (C)  fìucn.  Fier.  3. 
^*   I.  Tu  dove   vai,  savione  7 

SAVISSIMAMENTE.  Superi,  di  Sa- 
viamente. Lat-  cauttsstme,  sapientissinie. 
Gr.  copw'raTX.  /iocc.  nov.  26.  25.  Sa- 
Tissimamcnle  operando,  molte  volte  gode- 
rono del  loro  amore.  Tratt.  gov.  fam. 
Però  disse  savissimamente  la  somm^  Ve- 
rità ;    beati   i  poveri  ec 

SAVISSIMO.  Superi,  di  Savio  Lai. 
sapienfissinius  Gr.  ooywTotTO; .  ffocc. 
nov.  79  25  lo  n'  ho  tanto  del  senno , 
che  io  ne  potieì  fornire  una  città  ,  e  ri- 
marrei  savissimo.  F  nov,  c^g.  q.  Savissima 
era,  e  di  grandissimo  animo.  O.  f  .  8. 
6^  I.  Fu  savissimo  di  scrittura,  e  di 
senno  naturale.  Cronichrtt.  d'Amar.  3. 
Fo  il  più  savissimo  uomo,  e  fece  tre  libri. 
E  34.  Questi  fu  savissimo  signore,  e  sep- 
pesi  passare  lutti  gli  ultraggi,  lied.  Int. 
2.  Dvllatu  da  quelli  antichi  savissimi  uo- 
mini,  che  ec. 

SAVONEA.  Afelicamento  di  consisten- 
za simile  al  mele,  solito  utarsi  nella  tos- 
se, nei  catarri,  e  in  altre  infermità  He* 
polmoni,  r  deli'afpera  arteria.  Lai,  ecle- 
f:ma  Gr.  cx>cty/xa.  Lib,  cur.  malati.  Vi 
adoperano  la  savonèa  ,  e  U  decoiione  di 
regolisia. 

SAVOHARE.  V  A.  Assaporare,  At- 
sageiarr.  Lat.  f>itttarf  ,  degustare.  Gr. 
'/cucff^xt     Giiitt.  leti.  20  Quelli  che  sa- 


voraro  dei  suoi  savori,  aveano  tutto  «sto 
mondo  per  men  che  fango,  i?  Fsp  Pmt. 
ÌVott,  8.  Sapienza  si  è  detta  da  sapere  e 
da  lavorare  ,  che  quando  1'  uomo  riceve 
questo  dono,  egli  gusla  ed  assavora  ti  sa- 
pore del  buon  vino  al  gusto  meglio  che 
a    vederlo,    fy) 

*  SAVORATO.  r.  A.  Add  da  Savo- 
rare.  Guitt.  lelt  9.  26.  Esso  (frutta)  « 
che  rende  ai  cicchi  \'no  ec.  ,  gustato  e 
savorato  in  mente  bene.  E  2^,  62.  El  cui 
fruito  ,  gustalu  prnulamente  e  savorato 
bene,  adilolcisce  ogni  senno,  e  pasce  co- 
re, ec.  (y) 

•f  SAVORE,  r.  A,  Sapore.  I.»|.  sa- 
por.  Gr  yy}i^ói.  Fr.  Ciord.  Pred.  S. 
Sdpienza  non  i.*  a  dire  altro,  se  non  una 
rosa  savorosa,  che  dà  savore.  Guiit.  leti. 
20.  Quelli  che  savoraro  dei  snoi  savori, 
aveano  tutto  esto  mondo  per  men  che 
fango.  Dani.  Par,  17.  A  molti  Ha  savor  di 
forte  agrume.  .4mm.  Ani.  6.  2  5.  .Ma 
per  diversità  di  carne  e  dilelto  di  savori 
si  genera  lo  eoBamento.  Lib.  Son.  1 20. 
Oh  dissoluta,  enorme. e  vii  carogna,  Anzi 
ser  tinca  mia  senza  savore  I 

§.  I.  Savore,  è  anche  una  Salsa  fatta 
di  noci  peste,  pane  rinvenuto,  agresto  pre 
muto,  e  altri  iaeredienti.  "L^l.  embamma. 
Gr.  e/t^au^o.  lìelttnc.  son.  267.  E  fun- 
ghi, che  affogavan  nel  savore.  K  son.  3.3o. 
Picn  di  savor  te  *1  chiede    il    Fiorentino. 

§.  II.  Si  prende  talora  semplicemente 
per  Salsa,  0  Condimento  assolutam.  Lat. 
embamma.  Gr  e/ji^a/jt/ia.  Cr.  5.  ^\.  1. 
Preso  (il  comma)  con  cibi  ,  e  ne'  beve- 
raggi e  ne*  savori,  conforta  la  digestione, 
i»/.  Aldobr.  P.  y.  121.  Carne  di  fjgia- 
no  si  vuole  mangiare  con  savore  di  pe- 
vero  nero,  o  con  salsa  camellina. 

§.  III.  Per  similit.  Èlatm.  5  38.  Un 
par  d'  occhiacci  orlati  di  savore,  Cosi  ad- 
dosso ad  un  tratto  gli  squaderna  (cioè, 
cispa).  Benv.  Celi.  Oref.  121.  Cuoprasi 
il  detto  6I0  sottilmente  con  un  savore  al- 
quanto più  liquido  del  primo. 

t  SWOREVOLE.  r.  .'/.  Add.  Sapo- 
roso. Lat.  sapidtts.  Gr.  iC^MÌ-o^.  Cuitt. 
lett.  i4-  Ofa  che  dolci,  e  dilettosi,  e  savo- 
revoli  frulli  gustali  avete  già  nel  giardino 
di  pace  !  ec,   (  la  stampa  ha  :  savorevili). 

^-  SAVORNARE.  Mettere  la  savorm 
nella  sentina  della  barca,  Fr.  Bvb.  260. 
II.  Falla  ben  savornare.  (l  ) 

•f  SAVOROSO  ì  'A  Add.  Sapori. 
in,  Lat.  sapidus.  Gr.  eux^Jo»  Fr.  Giord. 
Pred.  S.  Cosa  savorosa,  che  da  savore. 
TV/,  /ir.  5.  26.  Quando  ella  (la  fenice  ) 
e  colanlo  vivuta,  ed  ella  cognoscc  la  suu 
natura,  che  la  AUa  morie  s'  appressa  ,  ed 
ella,  per  avere  vita,  si  so  oe  vaea'buoni 
arbori  savorosi  ,  e  di  buono  odore,  ec. 
Dani.  Purg  22.  Fé  savorose  con  fame 
le  ghiande. 

*  SAVORRA.  Zavf,rra.  Lat.  saburra. 
Gr.  CcfiOi,  Sfgner.  Mann.  JVov.  17.  3.  In 
quelle  sono  permesse,  come  a  navi  ,  che 
volano  al  par  degli  austri  e  degU*afrrirbi 
per  savorra  ;  in  le  sono    permesse    anche 

fier  gastigo.  (•)  E  Conf.  instr,  cap.  i.Se 
e  può  levare  anche  il  peso  della  savorra. 
e  questo  i.-  disporta  ad  un  evidente  nau- 
fragio. (-\) 

*  SAVORRARE.  Term  di  Marineria. 
Mettere  la  sa^'ona  1/1  un  vascello.  (A) 

SAURO.  Aggiunto  che  SI  dà  a  man- 
tello di  cavallo,  di  colore  tra  bigio,  e  ta- 
n'r.  Ar.  Fur.  6.  76.  Quivi  a  Ruggiero 
un  gran  corsier  lu  dato.  Forte  e  gagliar- 
do, e  tutto  di  pel  sauro 

§.  Sauro  chiaro.  Sauro  abbrucialo  ,  e 
simili,  accennano  diverse  specie,  in  che 
si   divide  il  folor   Sauro. 

SAZIAUILE.  Add.  Atto  a  sasianì , 
Che  SI  sazia.  Lai.  talinbiUt.  Gr.  xo^i* 
oTo'{.    J'ratt.  J'-£r.  coM.  donn.  Non  Simo- 


slraoa  mai  saziabili  delle  medicine  eva- 
ciunli.  E  appresso  :  Non  saziabili  sono, 
anzi   sono  insatiabiliuime 

*  SAZIABILITA".  Attratto  d,  Sa- 
ziabìiej  .Sazievolezza.  Il  f'ocabel.  ^Ua 
voce  SAZIABILMENTE     (') 

SAZIABILME.NTE.  Avverbio  Ctm  Jtf* 
siabilità ,  Coi  saziamento.  Lat.  saliate. 
Gr.  utrV.  xÓpOiJ.  Tratt.  segr.  eos.  dona.. 
In  questo  non  è  possibile  trattare  sazia- 
bitmenle.  Lif*  cur.  malati.  Il  fisico  pensa 
offi-rire   saztabilmeole   li   evacuanti. 

I  SAZIAMENTO.  //  foziare  Lat.  w- 
turitas.  Gr  Tr)r(7U0Vi;'.  Fr.  Giord.  Pred. 
S,  Che  vi  si  iruova  tutto  saziamento  e 
pasto.  M.  ì^*  6  |.  La  loro  sfrenata  libi- 
dine non  prende  satìameoto  de)  fatto.  Ott. 
Cam.  InJ.  5.  ^.  L'appetito  della  forni- 
catione  è  fatica  d'  animo,  e  '1  saùameoto 
d'  essa  è  pentimento. 

§.  Per  Soiievoletza,  iS'oia,  Tedio,  Ria' 
crescimento.  Lat.  salietax.  Gr.  ffi»;9,uo- 
v<;' .  Petr.  Uom.  ili.  Tanta  stancbecza. 
e  tanto  saziamento  di  sconfitta  soprav- 
venne  ai   nimiri. 

I  9  SAZIARE.  Dar  sujfficiemtemenU 
da  mangiare  per  acquetar  la  fame,  o  per 
sodisfire  l*  appetito-  Lat.  satiare,  expie- 
re  Gr.  jjo&TK^ecv.  av5t?ri»)poy».  Soce. 
nov.  3).  i.|.  Prima  coMenti  e  coU'iiDgbìe 
la   sua   ira   sazia,   che  la   fame. 

^  %,  l.  E  in  Sfgnifìc.  neulr.  pats.  Fr. 
Giord.  Pred,  4?*  Que'**»  iime  e  uno 
grande  difelto  :  ed  a  cacciar  questo  difet- 
to però  addinuodi  i  cibi  per  saziarti,  per 
empierli.  Segner.  Pred.  36.  2.  Del  corpo 
quel  sangue,  di  cui  s*  ionebria  il  terreno; 
del  corpo  quelle  membra,  onde  saiiaui  i 
Leopardi.  (C) 

*  §.  II.  Dicesi  figttratam.  anche  delU 
Passioni,  e  dei  Desidera,  che  si  acqmie- 
tino  in  sodisfarli.  «  Bocc.  nov.  21  2- 
Li  quali  la  piena  licenza  di  poter  far  quel 
che  vogliono  non  può  saziare.  E  nov.  ^2. 
16.  Acciocché  gli  occhi  saziasse  di  ciò 
che  gli  orecchi  colle  ricevute  voci  fatti 
gli  avraoo  desiderosi.  E  nov.  85.  20.  La- 
sciami saziar  gli  occhi  di  questo  tuo  viso 
dolce.  Vii.  SS.  Pad.  I.  108.  Queste  e 
molte  altre  belle  cose  per  tre  giorni  con- 
tinovi dicendoci  lo  santissimo  Giovanni  . 
saziò  e  consolòe  mollo  l'anime  noslre,  e 
le  accese  a   gran  fervore   ■  .  (C) 

*  §.  III.  F  in  signifie.  neulr.  pass. 
m  Diint  Par.  ij.  I»  »fg6»<*  ben.  che  giam- 
mai non  si  sazia  Nostro  'ntelletto,  se  il 
ver  non  lo  illustra-  /.'  3o<  Ma  di  quest' 
acqua  convicn  che  tu  bei.  Prima  che  tan- 
ta sete  in  le  si  sani  •.    (C) 

*  §.  IV.  Per  simi'it,  Dani.  Purg  \\. 
Si  spazia  Un  fiumirel  che  nasce  io  Falle- 
rona  ,  E  cento  miglia  di  corso  noi  sazia 
(eioir,  non  basta,  perchè  spaziasi  via  più 
miglia)   (1) 

tf  g.  V.  Saziare,  neulr.  assai.  Dami. 
Purg.  21  l*a  zete  naturai  che  mai  non 
sazia  ec.  Mi  travagliava.  fBrJ  Sen,  Pisi. 
2^  Giammai  la  sua  crudeli^  riposò,  né 
4atiò.  secondo  che  avviene  delle  bestie 
salvatiche  f  il  lat  ha  .-  nec  subsistit  ouo- 
quam    Usa   rrudelitas  ).   iS) 

3  SAZIATO  Add  dt  Saùmre.Lal. 
saiuratiiS.  Gr.  y9:;i«^ir;  C^U.  Ab.  ismmc, 
tap,  16.  L'altro  assaggiando  di  tutte  que- 
ste cose,  e  saziatene,  e  tornalo  addietro. 

*  g  E  fieuratam.  -  G,  /'.  13.  16 
l8.  Saziati  i  loro  ivvenarii.  non  lo  do- 
mandaro.  Vii,  SS,  Pad  |.  loV  Poiché 
ftc'zaziato  d'ogne  immondizia,  e  inreccbii- 
to  op'mali,  Li  vuogli  mostrare  casto  e  buo- 
no -.  (C) 

t  3  SAZIETÀ,  SAZIETADE.  «  SA- 
ZIETATE.  //  mangiate,  o  ber  lamio  da 
sodisfare  interamente  l'appelito.  Lat  sa^ 
iieliis.  Gr,  TTinBuoit*;'.  Amm.  Ani.  xj. 
y    \   Quando  il  vrnire  per  sazietk  si  stende. 


S  A  Z 


S  B  A 


i  puugigltoni  della  lussuria  5>^no  Ìs\eg1ta1i. 
Annct.  /  nni:.  Mangi,ivam>  il  ni>slio  pane 
eoo  satipt'i./  i/.ó'.V  Voti.  I.  i53. Ammonivi 
li  Irjli,  cbeso  voicsMTO  viuccrt'  e  donure  la 
carne,  e  rarciare  iIj  se  le  Tanlasie  del  demo- 
nio, ciiaTulio  dell'acqua,  non  bevessono  iusi- 
no  a  saiirliulc.  Il  l5,>.  C<iminciullt);id  ani- 
maf:)trare  er.,  che  una  fì<iU  lo  di  man- 
giale, e  non  più.  ma  non  m;ii  si  pasccssc, 
o  bevesse  insino  a  sazietjde. 

*  §  /•;  fitittrnlam.  »  Mor.  S.  tìrrf^. 
La  saxicià  di  questi  diletti  Iraositohi  al 
tempo  di  quella  ultima  retribuzione  si 
convertirà  in  «raariludine.  Cavnk.  Meit. 
cuor  II  terzo  si  è  saxielà  sema  fastidio. 
ESpetcfi.  Cr  Troverremnvi  più  saiìelà  , 
rlie  in  quelle  coso,  nelle  quali  siamo  teo- 
tati  «.  fC; 

f  #  SAZIEVOLAGGINE.  A&lratto  di 
Sazievolt;  J-'astitiiosacgin^-  Cfcch.  Proi; 
pag.  60  Le  t'a  c^e^ce^  l'ambascia  Con  tante 
e   tante    sue    saiievolaggini.  (If) 

f  SAZIEVOLE.  Af/d.  Che  sazia.  Lat, 
satifint  Gr.  xOrTK^wv.  Scai.Chustr,  ^i6. 
Perocché  ivi  si  vede  Iddio  nel  suo  trono, 
e  sentevisi  Io  glorioso  diletto  ec. ,  e  la 
5aiievole  dolcezza  del  giocondevole  e  lu- 
minoso splendore  dello  radiante  sole  della 
Triniti. 

§.  I.  Per-  Saziabile,  Che  si  sazia.  Amet. 
49"  Venne  chi  trovò  mille  modi  con  nuo- 
ve vivande  da  lusingare  la  non  s^izievole 
gola.  *  Ciiard,  Con<.  ì6g.  L'avarizia 
è  disonesta,  e  non  sazievole  cupidezza  di 
cose  altrui,  e  di  suo  onore.  (Cj 

§.  II.  Talora  vale  Fastidioso,  Hincre- 
•iCcvoU  ,  Importuno ,  Stucchevole.  Lat. 
i'tiportunus,  gravìs,  molestusm  Gr.  aopri- 
xo'^,  ^vp\Ji,  niviapo'^.  Bocc.  nov.  58.  3. 
Era  tanto  più  spiacevole,  sazievole  e  stiz- 
zosa, che  alcuna  altr^.  E  nov.  €i6  3.  Per- 
cioccbc  spiacevole  uomo,  e  sazievole  le 
parea.  5^  Lare,  Cen.  i.  nov.  5.  Senza 
essergli  rotto  la  testa  daU*iniportuDa,  e  sa- 
zievole mugUe  allegrissimo  badava  a  ca> 
varsi   le  sue  voglie,   (TC) 

SAZIEVOLEZZA.  Astratto  di  Snzif- 
tv/f.  hil.  satiet<JS  GT.7zXri<jpov/i.  i'anh. 
E'tol.  278.  Il  fine  fu  per  ddeitare  gli 
ascoltatori,  e  tor  %ia  colla  varietà  e  soavi- 
tà de'numeri  il  tedio  e  il  fjslidio  della 
sazievolezza  (qui  nel  significdct  g.  uit, 
di  SAZIEVOLE). 

•f  ^-  SAZIEVOLMENTE.  Avveib. 
Con  sazievolezza.  In  modo  sazievole  Sal- 
via. Buon.  Pier.  3.  ^.  p.  Virgilio  più  so- 
briamente osò  questo  arcaismo  :  Aulai  in 
medio  j  e  no  '1  fece  come  Lucrezio  sazie- 
volmente ,  col  far  seguire  due  di  questi 
dittonghi,  ec.   (A) 

5  SAZIO.  Add.  Che  ha  contento  l'ap- 
petito. Lai.  satur.  Gr.  è/xTrXs'wg.  Dani. 
/n/,S.  Ed  egli  a  me:  avanti  che  la  pro- 
da Ti  si  lasci  veder,  tu  sarai  sazio.  E  iq. 
Se' tu  si  tosto  di  quell'aver  sazio,  Perlo 
qual  non  temesti  torre  a  inganno  La  bella 
donna?  E  Pur.  i5.  Perchè  mi  farci  del 
IQO  nome  saiio.  Petr.  canz.  ^-z.  a.  Le 
(rist'onde  Del  pianto,  dì  che  mai  tu  non 
se*  sazio. 

*  §.  I.  Sazio,  è  anche  sincope  di  Sa- 
ziato. Dani.  Purg.  33.  Lo  dolce  ber  che 
mai  non  m*  avna  sazio,  tt  E  Par  28.  Sa- 
zio m'avrebbe  cìocbe  m'  è  proposto  .».  (/i) 
4!  §.  II.  Per  JS'oiato.  Fr.  Oiord.  247. 
Gli  omini  santi  ,  che  mangiano  di  questo 
pane,  sono  sazii  di  tulle  le  cose  del  mon- 
do ec,  e  non  le  appetiscono    (l'J 

§.  III.  Per  meta/.  Dant.  Purg.  20 
Trassi  dell'acqua  non  sarta  la  spugna. 
fìat,  ivi:  Non  sazia  la  spugna  ,  cioè  ca- 
vai la  spugna  fuor  dell'arqua  .  non  piena 
d'acqua  quanto  o'arebbe  preso. 


S  B 

SUACCANEGGIARE.  Fare  il  baccano, 
liiiou.  Iter.  3  3.  2  Ogni  altra  cosa  cre- 
derò gran  gusto,  Fuor  che  sbaccaneggian- 
do  torsi  il  suuno  IC  5.  1.  I.  Sbaccaoeg- 
giaie  ,  strepitare  infesti,  Quando  la  città 
tutta  Trav..glia. 

SBACCELLATO  .  Add.  Cavato  dal 
baccello.  Sbranato,  Lai.  e  siliijuis  edu- 
ctus.  /.or.  Med.  canz.  I18.  l3.  A  chi 
piacesser  le  fave  sgranale,  O  fuor  del  gu- 
scio tutte  sbaccellate,  A  casa  mia  n'  aia 
buone  derrate. 

*  SBACCHETTATURA.  Term  d.gU 
Archibusteri.  Canafe  della  cassa  dell' ar. 
chihuso,  pistola,  0  simile,  in  cut  si  cac- 
eia  la  biìcchetia.  (A) 

*  SBACCIIIAKE.  Ùncchiare,  e  figw 
ratam.  lìaitce.  Percuotere  con  checche 
sia  come  stj" irebbe  col  bacchio.    (A) 

*  SBACCO.   /  .   A  SBACCO.   (C) 

*  SBAUATAGGINE  Spensierataggine, 
Disattenzione.  Lat.  inconsidcrantia,  incu' 
ria.  Gr.  a/jLs'i&ta.  à^povrisTiV..  Bed.lett. 
2  286.  Per  far  dispetto  a  V.  S.  Eccellenliss. 
voglio  scriverle  qui  un  altro  sonetto,  nel 
q.uule  con  la  mia  solila  sbadataggine  mi  è 
venuto  fitta  la  rima  iu  ore.  (') 
'  «  SBADATAMENTE.  Avvcrb.  Incon- 

siderata'nente.  Con  disattenzione.  Lat.  iVi- 
considerate,  inciiriose.Gr.  auxeTrTw;,  cf.pg- 
itj;.  lìtd.  leti,  I.  (,6.  Guarda  un  po'co* 
me  tu  tieni  sbadatamente  le  mani  nel  ma- 
nicotto. (•) 

*  SBADATELLO.  Dim.  di  Sbadato 
Pros,  Fior.  6.  220.  Mi  lasciai  tentare  a 
ciò  credere  dal  conoscere  alcuni  di  loro 
ipocondriaci  marci,  e  verisimilmente  al- 
quanto stilici,  sbadatelli  e  irresoluti,  ec  (•) 

*  SBADATO  Ad<i.  Disattento,  Spen- 
sierato. Lat.  nci^ligcns  ,  incuriosits.  Gr. 
àpsXrii.  ^ied.  fjp  voi.  2.  pag.  io-j.  ( ediz. 
de' Classici J.  Ah  tu,  Nisa  ,  non  corri,  e 
nej;hittosa  Forse  di  me  ti  ridi,  E  sbadata, 
melensa  e  sonnacchiosa  Già  per  dormir 
t'assidi.  (BJ 

SBADIGLIAMENTO,  e  SBAVIGLIA- 
MENTO.  Lo  sbndii^liaic.  Lat.  oscitalio. 
Gr-  '/^d-ìp-rì  Lift.  tur.  malati.  Sono  in- 
festati da  frequcnli  sl)adiglìamenti.  Car. 
leti.  2.  112.  Languido  parrà  forse,  dove 
per  Io  contrailo  s'accozzano  tre,  o  quat- 
tro vocali,  che  fanno  un  certo  sbadiglia- 
mento, ovvero  iato,  che  lo  chiamino  i  La- 
lini,   di  mal  suono  (qui  per  simiht.  ). 

SBADIGLlANTE,c  SBAVIGLIANTE. 
Che  sbadiglia.  Lat.  oscitans  Gr.  vccii/oj'' 
pvio^.  Galot.  p.  Ho  sentito  molte  volte 
dire  a'savii  lelleiali,  che  tanto  viene  adi- 
re in  latino  sbadigliante,  quanto  neghit- 
toso  e   trascuralo. 

SBADIGLIARE,  e  SBAVIGLIARE,  ^- 
pnr  la  bocca  racco-^liendo  il  fiato,  e  po- 
scia mandando l  /uora  j  ed  è  effetto  cagio- 
nato da  sonno,  da  rincresciinento,  0  da 
negghienza-  halosfitarr.  Gr  ;^a3/jtà'35at. 
Bui.  Inf.  25.  2.  Lo  sbavigliare  è  uno  scia- 
lare d'increscimenlo  indotto  da  fame,  0  da 
sonno,  o  da  Iravagliamento,  che  l'uomo 
sente  dentro ,  o  da  pensieri  di  irisiizia. 
Dnnt.  Inf.  25  Lo  lra6tto  il  miro  ,  ma 
nulla  disse  ;  Anzi  ,  co'piè  fermati,  sbadi- 
gliava. Bocc  noi».  i5.  25.  Come  se  del 
letto  o  da  atto  sonno  si  levasse  ,  sbadi- 
gliava, e  stropictiavasi  gli  occhi,  Diil.S. 
t^reg.  M.  3  17.  Incontanente  entrò  in 
quel  corpo  l'anima,  e  sbavigliò,  e  aperse 
gli  occhi-  Sen.  Pist.  Una  lassezza  senza 
fatica  sorprende  i  nerbi,  e  uno  sbadigliar 
di  gola,  che  er.  Fir  Lue.  4-  6-  Vedete 
come  egli  sbaviglia  E  ncv.  7.  26^.  Co- 
minriò  a  prostender  le  gambe,  e  aprire  le 
braccia  ,  come  fa    uno,    quando  egli  sba- 


SBADIGLIO,  r  SBAVIGLIO.    L'alto 


dello  .tbadifiiiare.  Lai.  cscitntio.  Gr.  -jcx- 
ipyi.  Ltf'.  son.  58.  Era  ancor  Febo  colla 
cispa  agli  orchi,  E  gli  sbavigli  uscian  di 
colombaia.  liuon.  Fier.  3.  4*  9*  Ogni 
i'ura.  ogni  sbaviglio  ,  ogni  nonnulla  ce. 
Zelanti   tan    parer  caso  di  sialo. 

SBADIIU;.      Ta,„      d.-gU    Artisll. 
mpcre.    n    Disjnie  /„  i.l.nMlura.  (A) 
SBAGLIAME.NTO,   Lo  sbasU-re' tiu 
errar.  Gr.    5yaJ//K, 

*  SBAGLIASTE.  ylM,  „„  sh„glia. 
Sahin.  hneid.  Iib.  2.  Quando  dj„li  ,|,jjj 
Fugge  toro  ferito,  il  quale  scosse  Dalla 
cervice  la    shagliante  scure.   (J^j 

SBAGLIARE.  Errare,  Scarnhiare  Lat. 
f<ìlli  ,  afierrarf  ,  allucinnri.  Gr.  larjiW.. 
l'sa.i  Sagir.  nnt.  rsp.  If.  E  chi  »•  ha 
fallo  la  pratica,  suole  sbagliar  di  poco 
.SnAiV,.  Pros.  Tose.  i.  i83.  Porta  seco 
(blla   nascita. 


Ilon 


come  necessario  corredo,  lo 
sbagliare  e  sfallire. 

SBAGLIO.    Lo  sbagliare.    Lai    error. 
Gr.    5j,a),a«.  a,aKpT>j//«.    lied.    Annoi. 
Vaglia 


Dilir. 


ri 


07.    vagirà    ri    vero,    parmi    che 
egli  prendesse   uno   sbaglio,    quando  disse 
che    ec.    Sal,;„.  Uisr.    1 .    3g^.  iy„„  j. 
poggiare    tanto   sulla    lede    d'  accreditato 
scrillore,  perciocchò    pure  è    uomo,  e  por 


conseguente 

*  SBA Tre 

l've 


rlr   sbael 


Lat.   cbstnpe. 


soggetto. 
A.     JIaìre  . 


AUib- 

.  .■escerr,    slupore    percel- 

Il  ■  Gr.  sxTiJay^vKi.  M.  j:  ,0  33 
Trovò  il  fanciullo  morto  :  il  perchl;  e' 
venne  meno,  e  forte  sbai  ,  e  perde  la 
favella  Lucan.  82.  Cesare  medesimo  fi,, 
tutto  sballo,  e  non  si  movea,  ce  (ti 
SBALDANZIRE.  In  .ugn.fi^ .  „„„,. 
Ferd,r  la  baldanza ,  Sbigottirsi  .  Lat. 
despondere  animimi,  exaiiimari,  conster- 
nari.  Gr.  ZKTajr)r,TT£(i3ai.  Ricoid.  Ma- 
lesp.  cap.  129.  Erano  si  isbaldaniiti  . 
che  non  ardrvano  a  fjre  più  che  Fe- 
Jerigo  volesse.  Tac.  Dat:  ì  it.  Agr.  3qa. 
Shaldanziro  i  nimici,  e  gli  atterri  Pilrlio 
Gerirle. 

t  SBALDANZITO  Add  daShaldan- 
•ire.  Lat.  exaninialus,  Irepidus.  Gr  za- 
Ta-iayet',-.  Oli.  Com.  l„f.  S.  1:^4.0; 
che  Virgilio,  CI  me  pensoso,  turbato  e 
sbaldanzito  divenne.  Tue.  Vao.  Ann.  ù. 
106.   Tornaronsi    a   Ruma  sbaldanzili. 

*t  *  SBALDEGGIARE  Fare  .-ba!do- 
re,  Imbald.mziie.  Salvia.  Fier.  Jìncn. 
^■  I-  II  Esbaudeiar,  cioè  sf-aldes^iare, 
dice  degli  augelli  che  ckI  canto  si"'r.ille- 
grano,    un    poeta  provenzale.     (  I) 

t  *  SBALDORE.  V.  A.  Baldoria  , 
Allegrezza  .  Rmi.  Ani.  Rin  d'Aqiiin. 
^'O'^.  ledi  Gain.  lelt.  noi.  81.  Li  auzei 
fanno  sbaldore  Dentro  della  frondura  (Ì'I 
SBALESTRAMENTO.  Lo  sbalesirare. 
Cai.  S,sl.  i83.  Tal  rovina  e  sbalestra- 
mento  non  si  può  fare  di  edifizii  e  di 
animali,   che  prima   non  sieno  in   terra 

t  =c  SBALESTRANTE.  Cbe  sbalestra. 
Bellin.  Disc.  I.  164.  Gli  ossi  del  femore 
ec  sfiancano  all'  infuora  obbliquanieule  in 
una  forma  cosi  sbalestrante  e  quasi  fuor 
d'  architettura  eh'  ella  par  mostruosa  a  ve- 
derla. (A) 

SBALESTRARE  .  Tirare  fuor  del  se- 
gno colla  balestra  per  errore,  o  per  igno- 
lanza.  Lat.  iaciilando  non  collimare.   Gr. 

§.  I.  Figiiralam.  v.ile  Kon  dar  net  se 
gio  proposto  in  favellando  di  cbrcchessia. 
Dilungarsi  dal  vero.  Lai.  aberrare  .  Gr. 
K'yt<,iiapTav£tv.  Farcii.  Ercol.  54.  Quan- 
do alcuno  in  favellando  dice  cose  grandi, 
impossìbili  ,  o  non  verisimiti  ec.  ,  se  fa 
ciò  senza  cattivo  fine  ,  si  usa  dire  ;  egli 
lancia  ,  0  scaglia  ,  o  sbalestra  ,  0  strafal- 
cia . 

V  §  II.  Per  Mandir  via.  Allontana- 
re Farcb.  Suor.  5.  3.  Costei  m'  ha  per 
gonzo:  crede  che  io  non  conosca  che  <1- 


Ì021  S  B  A 

la  mi  vuole  sbaleilrartr  in  qujlche  luogo, 
perchè  io  non  le  dmuodi  di  quella  col- 
lana (prima  ^ti  avea  d.-tto  :  mcltili  la  ria 
fra   le   gjmbe,    e   va    rjlto).   (f'J 

g.  III.  Prr  Seitiplicenientf  Tirare,  o 
Scagliare.  Lai-  emcitlart.  Gr.  «/5aA>!t/. 
lìurdi»  I.  |3.  $corl;<mi  quesU  slaflj  , 
compagnone  ,  E  sbalestragli  no  pelo  ne) 
boccone  (qui  per  simifit.J. 

g.  IV.  Per  metaf.  lìuon.  Fier.  4.  i. 
II.  E  &)ialestraa  dal  len  bestemmiatori 
l'iù  di  tei  sporche  Uidezze  in  6Ij. 

JS  JJ,  V.  ShaL-ilrar-  /,-  ^amhf  .  Terni, 
'lei  Cavìllerizzi.  Dicesi  d<i  lavtl/o  quan- 
do Va  mancino,  e  manda  t/t  Juori  le  gam- 
be dinanzi.    (À) 

SBALESTllATAMENTE.  /t%verb  ,  dt 
Sbalestrarej  ma  si  uta  per  lo  più  in  sen- 
so  Ji^trato  ,  e  vale  /nconsidiratamente  ^ 
Scompo%tamente  ,  e  Sema  nmno  ordine, 
o  ccn^i-lt-r-izione ,  Lai.  ìnConfiderute  ,  in- 
condite, inconsulto.  Gr.   «7/2';rTw;. 

SBALESTRATO.  /Idi.  d-i  Sba/ntr^- 
re,  Salvi/I.  DifC.  2  iSj  Quante  follie 
entrarono  mai  in  capo  ad  alcune  bestie 
coronale  degl'Impcradori  Romani  e  d'ai- 
trì  Monarchi,  che  vedendosi  dalla  fortuna 
sbalestrati  al  trono,  cominrìargao  a  polire 
vertigini  sì  stravaganti  ,  che  nnn  li  rin- 
vennero piii  d'  esit-rr  uomini.  B  Pios 
Tose,  2.  2'|6.  Molte  avventure  si  narra- 
no di  due  bi-lliuimi  e  fedelissimi  sposi  , 
che  dopo  le  nozze  sbalestrati  dalla  fortu- 
na .  ec.  (q»i  pir  meìaf.). 

5.  !•  Occ'-i  sbaie tt'ati ,  va/e  Sfossi 
senza  o'dine,  e  senza  modo.  Lai.  crmns, 
circumt  nga'ts  .  Gr.  7T/«va»^aeva;  .  Cote. 
S.  lìern.  Pilon  attendo  al  seulimcnto  de* 
«almi,  ma  colia  mente  ^.^gab(^nda,  e  col- 
1*  abito  disso!utn,e  cngh  orchi  sbalestrati 
ragguardo  iu  ijua  e  'n  là;  veggi-»,  e  sol- 
tilmeule  ragguardo  ciò  che  quivi  SÌ  fa. 

%.  II.  Sb.ileittnto  ,  .ir  -lice  a  ,che  Co- 
lui ihc  fa  le  cose  s'ia/istratamente  Lai. 
inconditut,  incomp'--sitiiS,  inconsutlus,  Gr. 

Fitr.  2.  2.  .1-  A  te,  che  se' di  guardia, 
fa  mestieri  D*  assistere  :jIIj  porta  ,  Bale- 
stro mio  ,  che  co.sì  sbalestrati»  T'  avventi 
qua.  E  ?>,  5.  3.  M.1  sbalestrato  Tu  ave 
vi  gi^  corso  una  giornjta  ^  Quand'  ei  'I 
fini  di  dire. 

SBALLARE  Aprtre,  e  Disfar  te  hat- 
lej  contro- io  d*  /m''a Ilare.  Lat.  e  sarci- 
nis  rxplicare,  Gr.  sTi^ay/xar*  Jtaiu'ìiv. 
Ltb,  son,  53.  Tultavia  »b.illo  arazzi,  e  fo 
festoni.  ^«01.  Fter.  a,  3.  :J  Oh  che  ri- 
balde lane  e  sciagurate  Si  soo  da  certo 
tempo  in  qua  sballate  I 

§.  I.  /T  Sba/l'irr,  in  modo  basso  ,  si 
dice  II  racc-intar  co^e  lonttne  dui  vero. 
Maini.  3*  63  Culi  sballando  simil  ciao 
ce  ,  e  fole ,  Si  tira  dietro  un  ougol  di 
persone . 

*  g.  \\.  SfKillnre,per  Dimetter?  i!  bal- 
lo, foce  inusitata.  Mulni,  II.  4-  Si  sballò 
il  ballo,  andar  da  canto  i  canti,  V.  le  chi- 
tarre, e  i  mtisiri  strumenti,  ec,  ^fln'^rc. 
ivi:  Il  verbo  Sbillnre  ec  .  qui  Mgnifita 
dismettere  il  ballo.  In  buon  Toscano  non 
sì  direbbe   ce.  ,  quantunque  la   forza  della 

Icllera,  s,  aggiunta  al  piincìpìo  di  vt-rbo 
n  Dome,  sìa  dì  dar  signiBcat»  contrario , 
si  come  la  particella  tn  appresso  ì  Lati- 
ni .  .  . .:  ma  il  Poeta  se  ne  serve  per  far 
nascer  lo  srheri»,  ee.  (/}) 

*  SBALLONE.  Colui  che  sballa  ,  nel 
signific,  di  Raccontare  cote  lontant  d-il 
vero,   (j-1) 

SBALORDIMENTO  .  lo  sbalordire 
Lai.  animi  confusi^,  stiipor.  Gr.  i*.r:'ir,- 
$(;  i'*  Red.  leu.  i  33.5.  Che  fari  il 
merruiio,  solito  a  produrre  anco  ne*  sani 
gli  sbalordimenti  ,  e  le  oHuiilàT  (*)  Sai' 
vin.  Senof  3.  "fi.  Fu  assai  il  bisbìglio  , 
e  il  tumulto  di  quei    di  casa  ,  e  passioni 


S  B  A 

rimescolale  ,    urla  ,    paura  ,    sbalordimen- 
to   fC) 

*  g.  Prr  Ammirazione,  Stupore.  Ufi- 
rni-i-;fii.  /fr/lin.  Pire.  g.  2^,  Wnute  al- 
la luce,  ed  esposte  al  giudizio  di'!  mondo 
sono  stale  lo  sbalordimento  de'  Letterali, 
lo  stupore  .  e  il  trionfo  delle  mallemati- 
che   racoilà.   fCj 

•f  SBALORDIRE.  Nrutr.  Perdere  il 
sentimento.  Lat.  co'fwtdi  a-iinto,  externa- 
li  Gr,  xy.T9iTrl»)'Tr?33at.  /ìem  Ori.  1 . 
16  34  Volta  ad  Uldaoo.  e  fello  sbalor. 
dire  Con  un  roveseio  a  traverso  alla  fac- 
cia. Che  dall'  arcion  per  l'irza  in  terra  il 
caccia.  More,  io  l '|6.  Lascia  ch'io  suo- 
ni col  battaglio  a  doppio:  Al  primo  colpo 
il  farò  sbalordire. 

t  S  Tilorn  ti  uta  O'icbe  in  signific- 
ati,, e  vnte  Far  perdere  il  s'-nltmenlo  Lai. 
t'xlernire.  Gr.  XKTaTr/Tj'rreiv.  Tac.  Dav. 
Ann.  3.  159  Onde  per  sospetto  levare, 
o  perchè  la  paura  sbalordisce  ,  fattosi  da 
Narni  portare  pf-r  la  >era  nel  Tevere  , 
raccese  1'  ira  del  p  >polo  (d  testo  lat.  ha: 
pavidis  cunsilia    in   incerto   sunl) 

t  *  SBALORDITIVAMENTE  .  Av 
verfi  in  modo  da  .ibitordire,  fìrllin.  Di^c. 
a.  III.  Dico  che  ciascuna  di  quelle  parti 
d'arqua  iovensibili,  e  si  sbalorditivamente 
miiiuiL*.  .iltbia  ì  suoi  biscanti,  e  te  sue  facce 
anch'  essa,  (fi) 

t  *  SBALORDITIVO  .  Add  Alto  a 
sfmlordire,  Cbe  tbtilorditee.  fìr/lin.  Disc. 
I.  87  E  in  questa  condizione  quanto  ci 
e  di  maraviglie  e  dì  stupori  sbalorditi- 
vi!  (A) 

SBALORDITO.  Add.  da  Sbalordire j 
Stordito.  Lat.  anìm^  confa  sii  t  ,  externa- 
tiis  Gr.  /VTxr.luytii  G.  ì^.  10  219. 
3.  Quasi  come  sbalorditi,  per  quelli  del- 
l'oste  male  fu  difeso.  F.  V.  II.  73.  H 
popolo  sbalordito  correa  in  qua  e  in  là 
sanza  ordine,  e  sanza  capo  Vii.  SS  Pad. 
I.  125.  Quasi  lutto  per  vergogna  sbalor- 
dirò, non  le  rispuo^e  altro,  se  non  che  la 
pregòe  che  gli  mostrasse  l'ecclesìa.  Afor. 
S.  Gr,g,  Gli  uomini  giusti  si  lìevaon  tan* 
lo  in  contemplazione  dell'alte  cose,  che 
quasi  la  biro  fjccta  di  fuori  pare  sbalor- 
dita. Dittnm.  I.  4'  ('li  occhi  smarriti,  in 
qua  e  in  là  moventi,  Avea  la  Irìsla,  e  cosi 
sbalordita  BurbolUndo  parlò:  percbì;  con- 
sentì ? 

SBAL7.ARE  Far  safinre  ,  Gettare  , 
L'inriare  ,  Lai.  elicere,  proiicere .  Gr. 
g'eBvXXtiv.  Dein.  Ori.  2.  1^  So-  Ri- 
naldo e  dietro,  e  gli  spezza,  e  gli  slrac- 
eia  ,  Sbalzando  ìn  aria  busti  ,  e  teste  ,  e 
bracria.  Srn,  Rea.  f'arcb.  6.  2-  La  ma- 
teria del  benefìzio  può  sbalzarsi  in  qua  e 
in  là  ,  e  muLire  padrone  (qui  fignralam, 
il  tcito  lat.   lia  iactatur). 

§.  In  siffni/ìr.  neulr.  vale  Siltare,  Lan- 
ciarsi Tac.  Dai:  Star  3.  30().  Vedendo 
i  Vitelliani  non  poter  reggere  a  lanla  ser- 
ra, e  fuor  della  tesluj^gìne.  ciò  che  di  so- 
pra piombava,  sbalzare  (il  testo  Int.  ha: 
superiecla  tela  testudìue  l«ben^nlo»'J  ffrrn. 
Ori.  2  27.  i4- Rirn.i*e  quella  personaceia 
cionca  Del  braccio,  e  spalla  destra,  e  della 
testa.  Che  vìa.sbalzaro,  e  'I  busto  in  ter- 
ra resta.  Riion.  Fier.  3  4*  2.  Meo  d'un 
paio  Grancili,  qu.1l  pc*  Gjnchi  e  qual  pel 
ilosso  ,  Non  ne  fea  ruvesrion  giù  per  la 
valle    Sballar    dal    baluardo 

#  SBALZATA  Sbalzo.  .ÌF.Ut  Franz, 
rtm.  hiirl.  Si  fermi  sema  darvi  una  sbal- 
zala. (i:r} 

SBALZATO.  Add.  dt  Sbahnrr.  Lai. 
rirrtuf ,  dei'Clut.  Gr  cx^Xvi^ci;  Rnon. 
Firr.  4-  *•  7*  Or  coii  *l  mondo  del  tuo 
perno  uirito.  Eccol  tutto  intronato,  eccol 
per  terra  Sbalzato,  e  delle  terre,  e  delle 
torri  .  E  d*  ogni  altra  eminenza  sua  sca- 
vezzo .  <t  Oat.  Sist,  i54-  Quando  dun- 
que la   ruzzola  ibaltata    in    allo  ricade  in 


S   D    A 

giù  .  perchè  non  può  ella  abbattersi  . 
ee    f/t) 

SBALZO,  fo  tba'zire  .  Lai.  eiectio  . 
Cr.  i/fioirl.  ìfalm  i  65.  Un  eerto  dia- 
vol  d'  una  mona  Cionna  ec.  He  renne 
presto   a   farle  dar   lo  slutio. 

:?  SBANDAMENTO,  lo  Sbnndtre  . 
Piilhv.  Sv^r.  Cane.  2  80.  E  un  tal  bre- 
ve quantunque  esprimeste  la  predetta  ca- 
gione di  condurre  il  concilio  altrove,  eio^ 
il  pericolo  dello  sbandamento  per  lìfflore 
drlla   guerra,   si  itendeva   ee.  (Mf 

=?  g  Sbandimento,  per  Bandn.  Relltm. 
Di'-c  1 1  P-'ghi  di  tanti  e  si  gravi  ollng- 
gi.  e  delle  sue  tante  barbarie,  e  delle  sue 
laute  irreligiosil'a,  con  un  perpetuo  sban- 
'jamenln   |.i   pena     (JtfinJ 

SBANDARE.  Disperice,  Pttsipare  , 
/htrifg/iere.  Scomporre  j  e  si  ttta  in  si- 
gni/ic.    alt.    e   neutr.    pass    j    tnlora     anche 

colle  parficel/e  lotilitese .  Lat  dititce- 
re  ,  ditfif.are  ,  ditt-'Uere  ,  Gr  &IX9XI- 
oy'^civ,  ji«>  JCiv.  Tmc  Dav  Ann,  2  3i. 
Ne  Cesare  combattè  gli  assedianti,  perchè 
al  grido  del  suo  venire  sbandarono.  E  l'it, 
^S^-  I96  Degli  errori  de'  nìmiei  fa  sua 
gloria  il  loro  esercito  di  genti  diversissi- 
me.  appiccato  insieme  colla  cera  d' no 
po'  di  fortuna  ,  ehe  mutata  lo  sbanderà. 
l'arch.  Stor.  Ed  essi,  parte  inufli  ,  par 
te  presi  .  e  parte  malati ,  si  sbandaro- 
no.  Bargh  Arm  fant.  9  Fn  fona  che 
il  popolo  si  sbandasi  ,  e  se  ne  toma*- 
se  a  rasa  .  Serd.  Stor.  II.  45o.  Sendosi 
sbandata  gran  parte  de'  suoi,  se  ne  tornò 
addietro  • 

SBANDATO.  Add  da  Sf'nndare.  Lai. 
vagus,  diniectn^,  dit*ipatui,  pa/ans  Gr 
nhJrci,  ci'/?/tca9^«';,  òtioTiapfUnci - 
Tac.  Dao.  Sior.  3.  31.'»  Il  quale,  assa- 
lilo il  nimiio  sroniposlo,  e  sbandato  per 
vaghezza  di  preda  ,  lo  rispinse  a*  na- 
vilii.  K  Stor.  4.  35 1.  I  più  bravi  in 
sol  luogo,  milii  furono  moni  sbandati . 
gli  altri  fuggirono  indietro  nel  campo 
fìern.  Or/.  2  2S  7^  Fuggendo  vanne 
il  pnpiilo  sbandalo. 

SBANDEGGIAMESTO.  Lo  sbandeg- 
giare, Edilio  Lat.  exifiunt  ,  relc^aùo 
Gr.  fj'/tì,  i^opiQ;*ói  .  Pocc.  nov,  27 
27.  Se  mai  «vviene  che  Tedaldo  dal  suo 
lungo  sbandepgiamento  qui  tomi  .  fìat. 
Inf,  2^.  I.  Allora  vide  Danio  meravi- 
gliare  Virgilio  s'pra  colui  che  era  diste- 
so in  croce  tanto  vilmente  nell'  eterno 
sbandepgiamento  Mae%truzs,  2-  3o  5 
Ma  se  coir  arme  fece  foraa.  è  panilo  di 
sbandeggi  amen  lo,  e  mandato  in  alcona 
isola  a*  confini,  e  perde  (ut'Ì  Ì  beni  taoi. 

*     Plut.      Adr.      t^p.      mcr.      2.     479       Ma 

quanto  più  grave  e  pesante  stimate  tui 
la  servitù  provala  da  quelli,  che  non  pos- 
sono fuggire  né  scampare,  d^  rieovrarsi 
dal   suo   t-olontario   sband eggiaroenlo  ?  <0 

SBANDEGGIARE.  Sbandire.  Lai.  1* 
exilnim  mitterr,  reU^^re  .  Gr.  OV'/a- 
StìJtiV,  i^optmZiV  M-ìtstrvzz  2-  3o  I-  Ma 
dee  essere  altrimenti  punito,  cioè  sìa  \\» 
stonato  e  tiliandeggìalo  Pa^s.  209-  Sban- 
deggiand.ili  di  iuit<  *1  SUO  reame,  sansa 
mai  potervi  ritornare.  Prece,  p.  a3.  nov 
•2.  Alla  donna  ec.  fu  perdonala  la  vita  , 
ma  fu  per  tempre  sbandeggiala  Din 
Conip  2.  'ifi.  Molti  nelle  ne  opere  di- 
veno'^ro  grandi,  i  qnalì  avinii  nominati 
non  erano,  e  nelle  crudeli  opere  rrgntn 
do.  cacciarono  molti  ciuadini.  e  fecinngli 
rubelli,  e  sbandeggiarono  nell*  avere,  • 
nella  f>ersnna 

SBANDEGGI  \TO  .4dd.  da  Sbandef- 
fiitfe,  Lat  relrftiut,  in  exi/imm  miinw 
Gr.  t^t'pttroi  iV.  /'.  3.  59.  Che  '1 
Comune  dì  Firenze  debbi  trarre  di  ban- 
dii lutti  cnloro  che  fossono  sbandeggiati 
Dant  rtm.  3l.  E  questa,  sbandeggiala  dì 
(US  corte,  Signor,  non  cura  colpo  di  tuo 


S  B  A 

ilraU-.   ntt(^n.   Fii'i.  \.  4-    23.    Sbandeg- 
guli    Da   <)ui>stu   e   quella   lena. 

*  SUAISDELLAKE  A.  .'.i;-  /■•  h.imLl- 
U.  /ìf/t'in.  Disc.  a.  3l4-  Noi  siamo  sonali 
chiavi;  passar  si  vuoIp;  che  s'iu  iIj  fard 
Spevzarc.  nutlcre  a  lieva  ,  sliaudellare, 
sLjrl).irf  aipuiiii,  ec.  mandar  le  iotposle 
ìd  nulle  pi-zzi,  (c.  (/l) 

•f*  SllAi\DELLATO.  Jitft.  di  Sban- 
d'iìarej  Che  j-  tcnza  b-muei'/f,  Jieilm. 
Cicaf.  g.  Piaotaodoti  a  quel  ruo'  storpialo 
colla  mascella  fuoii  dfgli  arpioni,  comò 
$e  ella  l'osse  uno  sporU-lio  sbundollato 
d'imposta  di  Gm-.trj  «l*un' osteria  dismessa 
iu   .aiiip.j-nj    iJ) 

«  SBA.%Dfc;\GLE.  r.  j4.  Àdd.  Che 
die  sbandirsi  J>us.  \\^-  Almeno  di  ca- 
varli del  Paese  per  i>bandevule  rsamea- 
to    (C) 

SBAJJDIGIONE  .  Sb.mdimento.  Lai. 
fxi/iiim.  'Ir.  s'Io^i'a.  Fr.  Zac.  T.  J.l5. 
12*  Che  'I  suo  talso  intendimento  Sopra 
b;i   latto  sbandi^ione. 

•f  SlìANDIMLINTO  <  Lo  sbandite  , 
KsHio»  Lat.  vxdxutii.  Gr.  s^oJi'at.  Sen. 
Pistm  Se  n"  andu  tutto  di  grado  in  is- 
baodimmlo,  e  sciavo  la  città  di  Roma. 
Amm,  Ant  2.  tì.  \\  rSi'O  troverai  is- 
bandimento  o  confini  in  luogo,  duve  al- 
cuno non  aititi  pT  sua  vulontà.  Bocc. 
yit.  l^anl»  220.  In  luogo  di  Cjuelli  (al- 
tissimi menti),  iDgiu^ta  e  furiosa  dau- 
ci aiione,  perpetuo  sliandimt  nto  ,  aliena- 
lione  de*  paterni  beoi  ec.  gli  furon  do- 
nale. 

J  SBANDIRE.  Dar  bando.  Mandare 
l'I  esifto.  Lat.  ia  rxi/itim    mittere  .    Or. 

'^  Z-l  E  mctof  u  Lab.  ^|0.  Poiché  dalla 
vostra  mortai  vita  sbjndito  fui,  ho  lamia 
ira  in  carità  trasmutata  (  cioèt  poiché  fui 
tolto  dal  numero  ile' %iventi)-  l^anl.Par. 
7-  Ma  per  se  stessa  pur  fu  ella  sbjndi- 
fj  Di  parailiso  (cioè,  laciiata).  Petr.  son. 
'•^0-  Tornami  a  meole.  anzi  v'  è  dentro 
|uel!a  Ch'  indi  per  Leie  esser  non  può 
sbrodila  (cioè,  non  può  pi*r  dimfntican- 
u  essermi  tolta  dalla  mente).  F  canz. 
48>  5.  E  le  mie  notti  il  sonno  Sbandirò, 
e  più  non  ponno  Per  erbe,  o  per  incanti 
j  se  riirarlo  fcior,  mi  tolsero  il  soduo  )  . 
Ca%vfc.  Friitt.  /ifig.  Come  cggi  questa 
povertà  sia  sbandita  e  odiata  ,  troppo 
arremo  che  dire  (cioè,  non  sia  più  fra  gli 
uomini)  ».  (Uj 

^  g.  IL  Sbandire,  vaie  anche  Coiifi- 
nare.  Mandare  in  esilio  in  un  dito  /uoso. 
Lat.  relegare,  deportare.  «  ì'it  SS.  Pad. 
I.  %7-.  Pervenne  ;id  un  castello  ec.  per 
vedere  Dragonzio  vescovo.  Io  quale  quivi 
era  cacrimo  e  sbandilo  da  Gostanzio  im- 
peradore.  E  appresso:  E  partendosi  quin- 
di, di  po'  tre  altri  giorni  ron  glande 
tatica  pervenne  a  Babiloni.!  per  vedere 
Filone  ^csfo^o,  lo  quale  simigliantemente 
«lai  predetto  Costanzo  era  nel  predetto 
lungo  sbandilo  ».   (C) 

*  g.  III.  Sbandire,  vai-  anche  Pub- 
/dira>  per  bando  'LH.i-^icto  iuòvre.  Ilenw. 
CeiL  Fit  3.  277  La  città  aveva  per 
nuova  legge  sbandilo  che  e'  non  si  por- 
lassi  per  i  contadini,  né  per  altri,  più  tali 
cinture    (C) 

*  g-  IV.  S'-andire  uno  in  avere,  vale 
Confiscargli  i  beni.  G.  ì'.  lib.  7.  cnp. 
"S.  E  fece  sbandire  i  Fiorentini  in  avere 
ed   in  p<»rsona.  (F) 

§.  V.  Sbandire,  si  prende  talora  per 
la  Contrario  dì  Bandire,  cioè  Levare  il 
bando.  Lat.  exilii  gratiam/actre,piitriae 
restituer^. 

SBANDITA.    Contrario  di  Bandita. 

SBANDITO.  Siist.  Quegli,  che  è  sta- 
lo mandato  in  esilio,  o  che  è  in  bando, 
Lat.  exul,  extofiit.  Gr.  ©uyac,  ì^o'pL- 
CTff?»  Bocc.  aov.  81.     ij.    Aspettando  di 


S  B   A 

dover  pigliare  uno  sbandito.  C.  F.  8. 
2.  3  l'er  lo  Comune  di  Fircnte  fu  man- 
dato al  Comune  di  Piato,  che  limandas- 
souo  Io  ibaiiililo.  Lefjf;.  S*  P.  S.  Era 
ribanditu  <>gnì  nutriittore,  e  ogni  sbandi- 
to- Din.  Coiirp  I.  17.  Delle  quali  coso 
dovea  avere  corona  ,  perthè  avca  puniti 
gli  sbanditi,  e  malfattori  /■,'  2.  38-  Ave- 
ano  invitati  multi  villani  d'  attorno  ,  e 
tutti  gli  sbandili  dì  Firenie.  Bcrn.  Ori. 
3-  I.  i5  A  casa  sua  giurò  mai  non  tor- 
nare, IVIa  per  ribellii  aversi  e  per  sbandito 
Fioche  6nitu  sia  di  vendicare. 

g  Lo shandilo  corre  ilten  o  al condennatoj 
provc'bio  che  .u  dice  di  Chi  cvndann-i  in 
aldi  I  SUI  i  f/i/elti  nifdcsiiri  .  Lai.  Clo- 
diiis  aCiusot  maicho.'!,  C.aU'tna  Cetigum. 
Cioveii.  I''r,inc.  Saich.  iiov.  37.  l'er 
questo  nacque  quel  proveibio;  Lo  sban- 
dito corre  dii''to  al  condennato.  /:."  nov. 
l6u  Dice  uno  l.tiuiuolo  :  oh  buono,  oh 
buono  1  lo  sbandilo  corre  drielo  al  con- 
dennato. 

SBAKDITO.  Jdd.  da  Sbandire.  Lat.  in 
cxi/ium  n'i.isut ,  relegntiis  .  Gr.à'^opUTO; 
Bocc.  Jit.Dant.  223.  Questi  Tu  quel  Dante, 
il  qual  prin>o  doveu  al  riloino  delle  Muse 
sbandile  d'Italia  aprir  la  via  Frane.  Sacch. 
n^iv.  1(^0-  Li  marinai,  come  gente  scheraoa, 
o  sbandita  giungono  pcrcotendo  le  porle. 
Bi-o/t.  J^icr.  I.  5.  11.  Astica  del  mondo 
parte  Sbandita;  ira  tvionfa,  e  regna  Mar- 
te /■.'  3-  2.  12.  li),  di  r,Tsa  sb.iniiitii  S'io 
volli  al  6ne  non  morir  di  fame.  Mi  convcn- 
ne  approdare  in  questo  lito. 

^  SBAINDO  L'  Azione  dei  mandare 
alle  case  loro  1  soldati  che  compongono 
un  eseicilo.  Segn  Stvr.  lib  ^,  Le  genti 
nemiche  erano  ridotte  a  molto  minor  nu- 
mero ce.  considerale  le  morti,  gli  sbandi, 
e  i  cattivi  pagamenti  che  seguivano  soveule 
in  quel  campo   (Fi') 

•f  *  SBAJNDOiNARE.  F.  A.  Abhan- 
donare.  Cavale»  Friift.  lino.  53.  Ecro  che, 
o  signore,  abbiamo  isbandonalo  ogni  cosa, 
ed  alibiamo  seguitato  te  (  ro^ì  lifgr  una 
Variante  .-  il  tt.'-lo  ha  abbandonato  )  E 
218.  Era  lecito  al  figliuolo  di  sbandonare 
il  padre  fi  osi  /egi;f  una  vattanti:  li  testo 
ha  abbandonare)    f  F) 

=:-  SBARAGLIAMENTO.  Lo  sbaraglia- 
re,  Pisiinionc  Lai.  dispei  siOffttga.  Cecch, 
j'ì.i.tiuol.  pr.  Ki?  sia  chi  cr<  d.i  »he  questa 
commedia  si  cnniinci  o  dj|  sacco  di  Roma 
ec.  ,  o  da  sbandimenti  di  persone  ,  o  da 
sbaragliamento  di  t'amigiìe,  o  da  altro  così 
fatto  accideole.  (F) 

SBARAGLIARE.  Sbarnttare,  Disperde- 
re, DuMpare,  che,  olire  al  signi/ìc.  alt  , 
si  usa  anche  nel  neiitr.  e  nel  netitr.  pass. 
Lat.  disperdere  ,  dissipare  ,  Ji-nde>  e.  Gr. 
Cta5~£i'^4tv,  Cron.  ì  eli,  28.  Ma  isbara- 
gliati  gli  altri  ,  che  presono  mala  via  ,  si 
sbaragliarono  questi.  Poe.  Dnv  Ann  \. 
2^.  Massimamente  i  cavalli  er.  sprangavan 
calci,  sravalcavan  l'uomo,  sbaingliavano 
i  circostanti.  Ll  appresso:  Un  cavallo,  rolla 
la  cavezza,  spaurito  dalle  grida  ,  correndo 
si  avvenne  in  certi  ,  e  sbaragliolli  .  E  2. 
36  E  dal  gelalo  vicino  Setlenlrione  in- 
crudelito, ra|)i  e  sbaragliò  le  navi  in  alto 
mare  .  E  Stor  ^,  355.  1  plebei  ,  gittate 
giù  r  armi  ,  si  sbaragliarono  per  la  ram- 
pagna.iVirrf.  Sfar  Jnd»  10.  ^08.  Poiché  furo- 
no sbaragliati,  gli  seguitò  gagliaidamenle 
colla  cavalleria.  Ar.  Pur.  18.  l^t).  Quivi 
Rinaldo  assale,  apre,  e  sbaraglia  Le  schiere 
avverse,  e  le  bandiere  atterra.  Buon.  Fir. 
^.  Intr  E  quaod'io  non  potrò  più  sotto- 
mano Farmi  la  mia  fortuna  alla  scoperta 
Sbaragliando  farollami. 

SBARAGLIATO.  ^Idd.  da  Sbaragliare. 
l.al.  /asus,  ftigalus.  Gr.  6(5  yuyrlvT^a 
TTit';.  Liv,  M-  Cosi  quella  si  sparse,  e  tutti 
sbaragliati  se  ne  andarono,  E  aUrove  : 
Quei  di  Traria  ec,  sbaragliali  si  lornaro- 


S  B  A 


1023 


no  a  rasa  .  M.  1\  li  5o*  Parendo  .t 
inesser  Piero  da  Farnese  avere  doppia 
vergogna  ,  si  per  le  castella  perdute  ,  si 
per  la  griile  sbaragliala  Ìii  Carr.igoana  . 
Bern.  i)il.  1.  16,  ^1.  lo  veggo  la  mia 
gente  sbaragliata  Dal  marlel  di  colui  spie- 
tato e  duro 

SBARAGLINO.  Giuoco  di  tavole,  cLc 
si  fa  con  itile  doitt  j  e  chiamasi  anche 
Shara'^lino  lo  strumento  sul  quale  si 
giiioia  .  Brrn,  riou  I.  5l  S'  io  perdessi 
a  primiera  il  sangue  e  gli  occhi.  Non  me 
ne  curo,  dove  a  sbaraglino  Rinnego  Dio, 
s' io  perdo  tre  b.iincchi. 

SBARAGLIO.  Lo  sbaragliare  »  Disu- 
nione ,  Confusione.  Lai  dispersio  ,  fusa. 
^r,  yuyo.  Btion-  L\cr.  j.  3.  3.  Molti 
slioppi  D'  oidigtio  tal  .  che  col  non  far 
rimbtmibo  ,  I\è  buttar  fuoco  ,  fan  le  lor 
passale  Con  islorpio,  e  sbaraglio  «dirami- 
surj  Terribili.  /'  :(.  I.  l.  N^  nien ,  chn 
gli  animosi,  avvezzi  a  risso,  Pralirbi  alli 
sbaragli  -  E  appri-sso  :  Ed  eecogli  'nler- 
delto  ,  Mentre  im[iortuiio  ardisce  un  lai 
sbaraglio  ec,  Quella  sera,  e  per  sempre  1' 
Usciolino. 

§.  I.  Mei  tire  a  sharagfi^y^  i-ale  Esporre 
a  certo,  e  niouifisto  pericolo,  Lat.  peri- 
culo  obiirere.  Gr.  £t^  /t'vouvov  xaStcToc- 
vai  Tivoc.  Pera.  Ori  i.  23  52.  A  sba- 
raglio mettendo  la  persona  Sopra  Aquilanle 
tutta  s'abbandona.  7'ac.  Dav.  Ann»  23. 
Sa  Onde  si  mise  a  sbaraglio  maggiore 
(  il  testo  1:1  Ita  :  ad  maiora  prxcipilia 
coDversus  ). 

•'.*  §.  II  Mandare  a  sbaraglio  ,  vr.fe 
Mandare  in  precipizio  ,  Mettere  in  crm- 
fusione  .  Se<^iier.  Mann.  Luul.  ^.  ^.  In 
un  tale  slato  non  solo  non  darai  all'  ani- 
ma tua  queir  oncire  ch*  ella  si  merita  , 
ma  glielo  toglierai:  anzi  la  manderai,  se 
bisrgni  ,  ancora  a  sbaraglio  con  sommo 
suo  vitupero,  (J') 

§.  III.  E  Sbaraglio  ,  chiamaci  ancora 
un  Giuoco  di  tnvo/e  simile  allo  Sbaragli- 
no, che  si  fa  con   tre  dadi, 

SBAFATTA.  F.  A.  Lo  sharattnrv  , 
dnfiisione.  /'>  /ac.  2"  I.  1.  9  Mcttc- 
rnnimi  a  gran  sbaratta  Tra  gente  grosso- 
lana e  matta. 

SBARATTARE.  Disunire,  mettendo  in 
confiisir-ne  ,  in  fuga  ,  in  rotta  j  e  si  usa 
in  signfic.  alt-  e  n>'utr.  pass,  Lat.  di' 
.<pcid'n;  dissipare,  fttndtre,  fugare,  Gr. 
it;  j?uyy;v  TpÌTlZni ,  GV/aSiUHV.  (7,  /'. 
8.  77.  3.  La  maggior  parte  furon  prese 
e  sbaraltale.  E  Cf-  Il  2.  3.  Cosi  detta  ar- 
mata ec  tutta  si  bbaratlò,  e  venne  a  nien- 
te. Ti?  1 1 .  63  3.  Si  sbaraltò  la  nostra  oste  , 
e  della  lega,  e  villjnamenle  si  dipartirono. 
Gtiid.  G.  Mescolandosi  tra  le  schiere  ,  le 
sbaratta  mortalmente,  ferendo  molti  Greci. 
Birn.  Ori.  2.  6  44-  Come  dal  foco  la 
p3j;Iia  è  disfatta  ,  In  no  tratto  gli  rompe 
e  gli  sbaralla  . 

SBARATTATO.    Add.    da  S^arattare 
pecor.    s     25.  nov.    2     2o4     Vedendo    la 
sua   gente  sbaratlala,  prima    la  sua  scfaie. 
ra   e  poi  l'altra,  e  venire  io  fuga,  moriva 
di  dolore. 

SBARAZZARE  .  Toglier  via  gì'  imba- 
razzi, gì'  irtipcilimeuti.  Lai.  impcilimenta 
tollere.  Buon-  Pier,  i.^  6.  lo  vo  innanzi 
A  sbarazzare,  ove  bisogni,  il  passo.  PS  2. 
4  !■'>•  Mentreché  la  dogana  si  sbarazza  . 
Per  dar  luogo  alle  vostre  mercanzie.  E 
4'  4-  1'-  ^^  '"be  sgombrar  di  mostre  e 
di  sportelli.  Che  serrar  di  botteghe.  Stac- 
car disegni,  e  sbarazzar  di  mura!^.*  Bed. 
Conf,  1.  166.  Fa  di  mestiere  altresì  sce- 
marne la  quantità,  e  sbarazzare  e  render 
libere  le  strade  sanguigne  dell'  utero,  ac- 
ciocché essi  sangui  al  dovuto  tempo  pos- 
sano  naturalmente  scaturirne,  (F) 

SBARBARE.  S^eslnr  dalle  barbe,  "L^ì, 
cvellere,  rxtirpare,  eradicare.  Or    àizoppi- 


1024 


S   D   A 


^Siv.  Cirtff    Cal^.  2    Ò4    E  di  toU  1j  sua  ^ 
corona  Leila  Si  Ujì^c  c  i  Itiaochi  cria  di-  1 
velie  e  &barl>.i.  Sodrr.   Colt.   2O-   Puaeodo  ■ 
a  lutli   uaa   cjnajcci.i   u   paletto,  e  lappao- 
doglt,  u  vaogaotiuli  ciakchcduu  mese,  ethìT- 
baodo  l'erba,  sicché  siano  conguagUati  al 
terreno.   Dai\   Colt.   170.   Trova  I' aoae 
statura  delle  marze,  e  quivi  taglia,  e  lutto 
il  suìia  vecchio  sbarba  e  leva.  $  Car   JCn. 
3.  63-   RiteniaDdo  ancora,   Vengo  al  terzo 
virgulto,  e  con  più  forza  Mt.-atre  lo  scerpo, 
e  i  piedi  al  suolu  appunto,  E  lo  scuoto  e  lo 
sbarbo,  ec.  (Bj 

§.  I.  Per  mela/.  Teol*  mist.  Coslrigoe 
iasioo  dai  fondamento  di  sbarbar  la  crea 
tura  da  sé  ( cuc  ,  staccar  eoo  violenza  ). 
Tac.  Dav.  Aa'i,  2.  38.  GcrmanÌLo  nou 
aspello  più ,  benché  conoscesse  questi  es- 
ser trovati  d'  invidia  per  isbarbarlo  djl 
già  acquistalo  splendore*  (cioè,  privamelo 
a  forza  ;  il  testo  tal.  hi  :  parlo  ìam  de- 
cori abslrahi  ioielligerel  ) .  /loez.  Vaich. 
X.  6.  Ma  questo  e  il  costume  delle  per- 
turbazioni ,  le  quali  possono  bene  colle 
foree  loro  muovere  un  uumo,  ma  sbarbar- 
lo affatto,  e  diradiculo  non  possono  f'cioè, 
abballerlo,  avvilirlo  ).  *  JlUt:r.  loo.  io 
vorrei  et .  se  fosse  possibile,  sbarbare  dalla 
sterile  maggiatica  degli  idioti  cervellacci 
della  rainuta  gente  mudcroa  qurstj  gol- 
jiata,  anzi  lo^I|osJ  opinione.  fS)  Setiner. 
Mann.  Ag-  27.  Aflìuihè  tali  affetti  non 
alzino  i  loro  germogli ,  almeno  troppo 
dcDìi  .  dentro  il  cuor  tuo ,  avvezzati  a 
risecarli  frequenlemenle  ,  giacche  non  è 
mai  pos!>ibile  di  sbarbarli  dalle  tMAxci^V) 

§.  II.  Sbarhare  ,  si  dice  anche  dell' 
Otteiwre  da  chicchi-.ssia  alcunn  cosa  o  per 
arUiii  per  forza j  che  anche  diciamo  S/jurt- 
tarla  . 

SBARBATELLO  .  Dim.  di  Sbarbato  . 
1-at.  imOerhts.  Gr.  a*/ì'y£io;.  Buon.  Fier, 
3.  2.  12.  U  so,  che  sbarbatt:llo(  il  primo 
pelo   Nun   messo  ancora,  ec. 

SBARBATO.  Jdd.  da  Sba/bire.  Lai. 
Ciiitsus,  avulsiis.  Gr.  ez5i^&iì:et'^.  Bem. 
riiii.  1.  35-  Qucrcie  sbarbate,  salci,  al- 
beri, e  Cerri,  Case  spianate,  e  pooli  ro- 
vinali . 

t  g.  I.  Per  nittnf  Tnc.  Dav.  S(or.  3. 
323.  JVoo  potelttTO  t'Dlrare,  perchè  Sabino 
la  turò,  in  ve<'c-  di  muro,  con  le  statue  . 
.•splendori  degli  antichi,  di  qualunque  luo- 
^o  sbarbate  i  il  testo  lai.  ha:  revulsas). 
;;:  G(oc.  Cfll.  Vit  Jlf.  \l.  Si  abbia  poi 
»  tener  per  fermo  il  Pa)>.i  ec.  ,  sbarbala 
con  infelice  crudel  movimento  la  riputa- 
zione del  nome  Italiano;  aver  dato  la  pa- 
tria sua,  già  signora  del  mundo,  ad  abitare 
agli  strani  ed  a'  barbari.  (C) 

g.  II.  Sbarbato, per  Mancante,  o  P$ ivo 
di  barba  .  Lat.  imbc'bis  .  Gr.  ays'vEto?  . 
Tac.  Dav.  Ann.  |5.  2I4.  Remavano  ibar- 
liali  giovani,  collocati  secondo  l'età  e  mae- 
stria di  libidini.  JMatt.  Franz,  rim.  buri, 
p.  102.  E  Dioltc  genti,  che  si  son  pelate, 
PossOn  'o  un  tratto  aver  barba  e  capelli, 
K  si  meltOD  le  barbe  alle  sbarbale-  Bor^k, 
Hip.  4^4'  ^^^^  po'  sopra  la  porta  di  san 
Bastiano  de'  Servi  .  essendo  ancora  sbar- 
balo ,  r  arme  de*  Pucci  eoo  due  figure  , 
che  fu   tenuta  bfllistima. 

f  SBAllBAZZARE  .  Bravare  ,  Ripren- 
dere. Lat.  increpare  ,  verbis  tad^re.  Gr. 
t;TtTi/iccv  ,  ioiJopjraSac  .  Car.  lett,  I. 
61.  Intanto  vedendo  certo  guardie  di  Pa- 
ladini; certi  rivedimrnii  di  rocche;  certi 
sbraDcamenti  di  cjpiparte;  uno  sbarbauare 
di  questi  signoretli.  un  giugner  d'improv- 
viso per  tutto  ,  ec.  Stavano  in  un  cerio 
modo  forsennati,  appellando  una  maggior 
rosa  che  governo. 

SBAUBAZ7.ATA  Sbrigliata.  Sbriplia- 
tura  .  Lai  frani  adduetto  .  Gr  X''^^' ' 
vwo-;  ■ 

f%     Onde   Dare,  0   Farr  una  sbarbai- 


S  B  A 

zala,  \'aleFare  una  buona  riprensione j  tolta 
la  metef  dal  dare  strappute  di  briglia 
ai  cavalli  ,  quando  s'  amat  lestraao  .  Lai. 
gravit*-r  r^prehenJere.  Gr.  p9^T(/u{  £  Tt- 
Ttjuoci*  .  Benv.  Celi.  J'ii.  \.  279.  Beatis- 
simo padre  ec. ,  datemi  auiorilà  clie  io 
gtit-ne  possa  dare  ana  sharbazzala  a  mio 
modo  . 

SBARBAZZATO.  Add.  da  Sbatbazza- 
re.  Tac.  Dav.  Ann.  ^.  93.  I  Greci  pote- 
vano parlare  non  pur  libero,  ma  sbarbaz- 
zatu  (qui  inforza  d'  awerb.,  e  vale  Con 
grnadtiMmi  libertà  ,  o  arroganza  .  Lat. 
Uberrime.  Gr    e'>eu9epwT«Ta). 

«  SB.\HBICAME:ì(TO.  Sradicamento, 
Kitirpanicnlo.  t  allisn.  3    328.  (Min) 

SBARBICARE.  Sbarbare,  Sradicare. 
Lai  evellere  ,  evertere  ,  eradicare  .  Gr. 
e/pt^ojv  B'd.  Ditir.  2i.  Che  per  ischeno 
baldanzusamente  Sbarbica  i  denti,  e  le  ma- 
icelle  sganghera. 

§.  Per  metaf.  Fir.  As.  7 1 .  La  cosa  è 
stabilita  in  questo,  che  per  sua  esamina 
egli  ci  confessi  chi  furono  i  compagni ,  a 
cagione  che  egli  si  sbarbichi  sino  ai  fon- 
damenti questa  brulla  fazione .  Menz. 
sai,  4  ^^^  V'  sbarbichi  Apollo  ,  e  che 
vi  sfroozi. 

SBARCARE.  Cavar  dtlla  btrca  Lai. 
navi  efferrr ,  fdncere,  Gr.  ~lat'«w  E/VS- 
p£iv.  ^r  Serd.  Stvr.  2.  67.  Passò  a 
Mclindc  ec.  e  sbarcato  io  terra  il  suo 
oratore  ,  che  il  Gami  avea  portato  in 
Portogallo  ,  se  ne  passò  con  felice  navi- 
gazione ali'  isola  Anchediva.  K  Itb.  i3. 
>el  cospetto  de*  nemici  ed  al  dispello 
loro  sbarcò  i  snidali  e  le  vettovaglie,  e 
tulli    gli  slromcnli  da    guerra,    (tir) 

§.  Jn  st^nifti..  neutr.  e  nentr.  pass 
vale  UiCir  deità  barca.  Lai  exsetndere, 
appellere  .  Gr.  ifopai^zi^ui  ,  «ara- 
TTÀfiìv.  f  arch.  Sltir.  Lj  fant*^ria  sbarrò 
in  una  villcita  quattro  migHa  quindi  vi- 
cina. E  altrove.'  Si  era  dipulalo  in  I- 
spagna  dove  sua  Macslk  duvesse  sbar- 
carsi  Buon.  Fier,  ^.  3.  i.  O  'I  lio- 
fante  sbarca  Certo,  o  ch'egli  ì:  sbarcato. 
F  4  4*  '^'  Inibarcarc  ,  sbarcare,  urlarsi 
insieme.    Investirsi,     slargarsi,   ec. 

SBARCATO,  .-/c/rf.  da  Sb.trcare.  Ine 
Sol,!,  sat.  5.  Sbarrala  la  vedremo  anche 
a'feslini,  Ove  treschi,  saltelli,  e  coccovfg- 
gì,  Chiamando  a'  suoi  panìoo  ceulo  zer- 
bini (qui  per  similit.  ,  e  vale  Scesa, 
Smontata  }. 

SBARCO.  Lo  sbarcare,  *  Serd.  St^r, 
l3.  532.  11  giorno  d'  avanti  erano  stale 
mandate  tre  caravelle  a  bailer'a,  come  se 
di  la  si  cercasse  di  far  lo  sbarco.  (Cj 

SBARDELLARE.  Cavalcare  i  pulrdri 
col  bardinone,  Lib.  Son.  ^g.  Una  lavan- 
daia scalza,  co*  pìè  bianchi  ec.  Senza  man- 
darsi il  ccrcia  giù  da'  fianchi,  Tutii  sbar- 
della  i  suoi  secrclì  sili  (qui  fi-.-uratam  }. 
SBARDELLATAME^TE  .  \4we>bio  . 
Fuor  di  misura.  Smisuratamente  j  voce 
bassa.  Lai.  immense,  immodice,  immani' 
ter.   Gr.  urrsi/iìTf  w;. 

•f  *  SBARlìELLATISSIMO.  Aud. 
Supirl.  dt  Sbardellnt^.  Alleg.  2-l\,(  Am. 
sttrdamo  ì'^^  )  Domandalo  una  volta  ec. 
chi  per  sua  fede  egli  avesse  per  i  prosoo- 
tuosi  maggiori  dell'  universo  del  tempo 
nostro  ec  ,  rispose  :  li  malematirhi  e  pe- 
danti; ma  questi  con  uno  sbardellalissimo 
torlo  presumono  ,  e  quelli  con  una  sfog- 
giatissima  ragione.  (A)  Lerp.  rim.  ab. 
Standomi  un  giorno  solo  ,  alla  finesira  , 
Vidi,  fra  Tallre  cose  legnalale.  Una  sbar* 
dfllalissima  minrslra  (C) 

SBARDELLATO  Foce  bassa  Ad.l. 
da  Sbardtllate 

•f  g.  I.  Ver  Discrbitanlt,  Grandissimo. 

I  Immenso-  Lat.  tmmrnsus  ■  Gr*  orulT^O;. 
Morg.  33.  101.  Rispose  Gan  :  iu  bai  '1 
rapo  pi^n  di  grilli,  E  fusii  si*tr|>re  pattu 


S  B   A 

sbardelblo.  ì'arch.  /ìim.  buri,  1.  35.  lo 
sto  cioqa*  ore  del  giorno  in  mercato  A  pa- 
scer gli  occhi  di  si  beli'  oggetto.  E  ne  ca- 
vo un  piacere  khardellatu.  Cant.  Cam. 
169  Certi  manlacbi  grossi  e  shardcUati 
Son  male  atti  al  gonfiare  Buon-  Fier.  \. 
3.  1-  Inarcando  le  ciglia.  Simular  mara- 
viglia ,  Quasi  avvisando  io  loro  Fortune 
sbardellaie  Sbracarsi  la  natura.  Malm.  1. 
25.  E  gli  messe  una  voglia  sbardellata  Di 
far  battaglia,  e  mille  belle  imprese. 

*  g.  U  Per  Scapestrato.  Benv.C-rll- 
Ftt.  3.  778.  Egli  slava  vicino  a  una  bot- 
tega di  fundaci>,  dove  stava  un  cerio  gio 
vanaccio  sbardellalo.   (Cj 

^  SBARDELLATURA.  Ihrozxameito, 
o  Primi  rudimenti  dt  un'arte,  o  scienza 
Macai.  Leu  Ci  siamo  messi  a  pigliare 
una  sbardellatura  da  questo  Turco  nella 
lingua  arabica.  (A) 

SBARRA.  Tramezze,  che  si  mette  per 
separare,  o  per  impedire  il  passo  j  e  an- 
che si  prende  per  Qualunque  ritegno  mes- 
so attraverso,  acciocché  una  Cosa  non  ro 
vini,  0  non  si  richiugga.  Lai.  septum,  re- 
populum.  Gr.  isnoi-  O.  F,  7.  68.  X-  1 
nostri  Fiorentini  aveano  già  le  sbarre  vin- 
te, ed  acquanti  entrali  dentro  E  il,  3^- 
2*  Gran  battaglie  ebbooo  alle  sbarre  della 
via.  Lasc,  Streg,  2.  1.  Tulle  le  pene  . 
tulle  le  catene,  e  tulle  le  sbarre  del  mon- 
do non  mi  tcrrebbooo  che  io  non  andassi 
via  oggi. 

§.  I.  Per  mela/,  Lib.  Seni,  Are.  Lo 
cuor  del  savio  è  sbarra  di  virtù,  altresi 
come  di  muro  e  di  fortezza.  Buon.  Fier. 
4-  3  2.  A  tal  che  gli  occhi  miri,  non 
ben  satolli  ,  Bisogno  han  pur  ancora  Di 
sbarra  che  me  gli  apra. 

g.  Il  Sbarra  ,  si  dice  ani.hr  Quello 
strumento  che  si  pane  altrui  in  bocca 
ad  fffelto  d'  impedirgli  la  Javella.  Buon. 
Fier.  t>  5.  9.  Uno  sgraziato  incatenato  e 
stretto  ,  Co'  pie  nei  ceppi ,  e  le  manette 
a'  polsi,  E  le  sbarre  alla  bocca,  e  in  capo 
un  sasso* 

*  g.  III.  Per  Quell'  uscetto ,  o  impo- 
sta cJie  serra  t'oviie.  Poltz  stani,  i-  lu 
Or  delle  pecorelle  il  rozzo  mastro  Sì  vede 
alla  sua   torma  aprir  la  sbarra.  (P) 

*  §.  IV  Sbarra,  Term.  degli  Grimo- 
lai.  I\'ome  che  si  dà  a  diversi  pezzi  del- 
oriuolo.  Tale  è  quello  che  regge  la  molla 
del  tamburo.   (A)  . 

*  §  Y.  Sbarra  d'  un  carro .  Term, 
de*  Mrccanid ,   Pezzi    di    le^no    posti    ai 

fianchi  dei  ca-ri,  per  farecbeil  ca/téu  ne: 
imptdisca  il  pirar  delle  ructe.  (A) 

*  g.  VI.  Sbarra.  Term.  atnldico.  Vi 
cesi  di  Un  pezzo  dell'arme,  che  dalla  si- 
ni>lra  drllo  icudo  vm  M  basso  a  termi- 
narsi verso  la  destra.  Onde  Divìse  sbar- 
rale spie^<i  la  Crusca  Divise  a  sbarra  . 
Pear.  nov  Un  drago  verde  nel  campo 
vermiglio  ,  cun  una  sbarra  azzurra  in 
meaao .  (A)  Ar.  Pur,  io  85  Port- 
in  azzurro  una  dorata  sharia  11  conte  d' 
Ollonlci  nello  stendardo.  (Pj 

ir  §.  VII.  St'oma  Term  dt' L^natue 
ti.  Pezzo  di  legno  mss-u  forte,  sitstilu  sul 
davanti  del  teiato,  e  spaccato  in  tutta  fa 
sua  lunghezza  ,  perche  vi  possa  postare 
la  parte   già   tessuta  dit  panno.  (A) 

^  2*  Vili  òbaira.  Term.  dt' B^cmi. 
Pezzo  di  legno  the  si  mette  p*r  traverso 
a'castiKti ,  pir  accomt^dar   la   r<le.  (A) 

^-    %      W.    Sbarra     doppia  .      Term*    dt 

3/ujuu  .  I\'ome  delle  due  tinte  vtttiealt 
che  atlrrnversamo  il  Bigo,  ed  mdiemsto  per 
lo  più   il  fine  del  ptzz4>  musicate.  (Bf 

SBARRARE  Tean  ezzar  c.n  ishmr,m 
Lat.  sepire,  occludere  Gr.  tiiocf  p«TT(tv 
Bern,  Ori.  I.  6.  ^t.  Aveva  un  piede  r 
metao  di  gioisrua.  E  con  due  gran  catene 
si  sbarrava  tiuicc.  Star.  3.  90-  Attendeva 
a  sbarrare    e  fortificarr  le  bocche  delU  v»c. 


S  B  A 


S  B  A 


S  B  A 


1025 


5  §.  I.  Sbarrare,  per  Largamente  apri- 
re j  che  anche  dietimo  Spalancare  .  Lat. 
palefaccre ,  aperire,  dissecare  .  Or.  avoi- 
yciv  .  Dant.  l'i/-  8.  Pcrch'  i'  avanti  in- 
tento l'occhio  sbarro.  Frane.  Sacch.  rim. 
26.  Altre  velate  vanno,  Purtamlo  bruno, 
e  sbarrua  gli  occbi  a  retro.  ^'  liciti'.  Celi. 
Ore/.  44.  Vi  adattai  un  Ercole  che  facc- 
Ta  U  fatica  del   leone  &barraadogli  la  boc- 

*  g.  II.  Sbarrare»  per  Spartire,  ten- 
dere la  pancia  per  cai-urne  gi'  ini,  nari . 
m  G.  r\  12.  iti.  l5.  Fu  morto  ec  ,  poi 
in  sulla  piana  dei  priori  impeso  per  li 
piedi,  e  sparato,  e  sbarralo  cmc  porco  , 
Dav.  Scisrru  68.  Due  uè  dicoUò-,  la  lena 
nel  parlo  sbarrò  ■».  (J) 

f  §.  III.  Sbarrar  le  braccia^  o  Sbar- 
rarsi nelle  braccia,  vale  ^lUatiiarle,  Di- 
stenderle .  Lai.  brachici  pandi-re  .  Gr. 
X£ì"^je«  -STavJJEiv.  Morg.  19  73.  Mor- 
gante  allor  uelle  braccia  si  sbarra  ,  E  1' 
«rbor  sotto  alla  bestia  taglioe .  *  ^r. 
Fur.  29.  55.  Ma  quel  ne*  piedi,  cbe  non 
TUol  che  viva,  lo  piglia  ce.  E  quanto  più 
sbarrar  puote  le  bracci-i.  Le  sbarra  si  cbe 
io  duo  pezzi  lo  straccia  f  a'ciine  edisioni 
hanno  Io  sbarra  si).  (FI*) 

*  SBARRATA  .  Lavoro  ,  o  Ripara  di 
sbarre.  S<gr.  Fior.  Star.  Uh.  5.  Con  ogni 
industria  d' aver  nelle  mani  i  luogbi  forli 
l'ingegnarono;  e  quelli  che  non  poterono 
avere,  con  l'ossi  e  sbarrate  d^lla  terra  se- 
paravano. (CP) 

t  3  SBARRATO.  JdU  da  Sbarrare; 
Chiuso  con  isb<irra  .  Lai,  septiit  ,  occiii- 
su$  .  Gr.  JtaTTsypayai'va^  .  T<ìc.  D-n'. 
Sbarrate  le  porle,  si  vi>lio  coulrn  a' viu- 
dlori.  *  Ar.  Fur.  17.  S'i.Quei  rispondean 
nella  sbarrata  piana  Per  un  di ,  ad  uno 
ad  uno,  a  tulio  '1  mondo;  ec.  Per  gioco 
«n  somma  qui  faceao,  secondo  Fan  li  ni- 
niici  capitali,  ec.  (li) 

f  §.  I.  Sbarrato,  parlandosi  di  Eser- 
citi si  trova  anche  per  Posto  in  rotta  , 
Sbara^iato,  Disperso,  G,  V.  9  21 2.  4- 
Si  possente,  e  vittoriosa  uste  ,  come  era 
quella  delta  Chieda  ec  ,  si  parli  sbarrata 
dal  detto  assedio  di  Melano  .  Stor.  Ptst, 
5q.  Vedendo  Ufiuìcrioiie  venire  la  gente 
del    Prince    molto  sbarrala,  e   senz*  ordi- 


ni §.  ìì.  Di%>iSL'  sbarrate,  diconsi  Quel- 
le che  hanno  sbarre,  che  dalla  sinistra 
dello  scado  vanno  in  basso  a  tt-rminarsi 
verso  h  destra.  «<  Mvrg.  7,  8.  Mostrava 
le  divise  sue  sbarrale  (cioè,  divise  a  sbar- 
ra )«.^AV 

SBARRO .  Lo  stesso  che  Sbarra;  Im- 
pedimento, Ritegno.  Lat.  obex.  Gr.  ip-T^ó- 
Siov . 

§,  I.  FiS'irntam  Dant.  Pttrg.  33-  Si* 
coro  d'ogn*  intoppo,  e  ti* ogni  sbarro.  Bnt 
ivi.'  D*  ogni  sbarro  ,  cioè  d*  ogni  riteni- 
nieoto,  cioè  che  uon  araano  impaccio  ve- 
runo. 

f  #  g.  II.  Sbarro,  per  Frastuono. Sagg 
rim.  Saccb,  Batt.  (\.  ÒO.  Allor  le  don- 
ne tulle  ec  .  Apersun  gli  occhi  a  lo  Dio 
rilucente  ,  E  d'  allegrezza  fanno  grande 
isbarro  Con  molti  suoni  ,  e  poi  benigna- 
mente Davanti  alla  rcina  tutte  van- 
no. (B) 

*  SBASIRE  .  Lo  stesso  che  Basire  . 
Cor.  Com.  20.  Sentì  tanta  dolcezza,  che 
parendogli  di  veder  la  gloria  ec  avanti 
file  sbasisse,  chiamò  il  suo  Barba,  e  ec. 
gli  disse.  (Fp) 

SBASOFFIARE.  T'oce  bassa.  Mangia- 
le smoderatamente.  Malm.  3.  S^.  Il  se 
condo  è  il  Vecchina  ,  il  gran  barbiere , 
Che  vuol  che  ognor  si   trinchi,  e  si  sbasoffi. 

*  SBASSAMEJiTO.  Bassamento,  Sca- 
dimento. Lat.  deprestio  ,  imminutio,  Gr. 
TaTfii'vwsc;.  ^■iw?!^.  V.  alla  voce  BAS- 
SAMENTO. f) 

yocabolario  T    II. 


SBASSANZA  .  V.  A.  Bassezza  .  Lat. 
humilttas  .  Gr.  TaTu'vwii;  .  Bini.  nnt. 
P.  .V.  Salad.  C\\  Amor  non  guarda  al- 
terezza, ne  slia<>saDza. 

i?  SBASSARE.  Abhassaiv,  Scemar  /' 
altezza    (C) 

i^'  §  IC  figttratam.  Segr.  Fior.  Pr.  3. 
Né  le  persuasioni  di  Filippo  gì' indussero 
mai  ad  essergli  amici  senza  sbassarlo.  (C) 
Se^n*  Polii,  lib.  I,  dichiar.  cap.  1.  Né 
qui  vo' dirne  altro,  per  non  parer  ch'io 
voglia  sbassare  questo  suggello,  ch'io  ho 
al  presente  tra  mano,  con  dirne  <"c.  (f) 
F  Slor.  3.  72-  Volendo  quei  cittadini  ec. 
sbassare  assai  la  potenza  di  Cosimo,  leva- 
rono via  la  bali».  (FP) 

*  SBASSATO.  Jdd.  da  Sbassare.  S. 
Cr.  Per  lo  stesso  fine  vedesi  sbjssato  quel 
tetto  che  a  foggia  di  piramide  s'  alza  per 
di  fuori,  (A) 

^  §.  E  Jìguratam.  Segn.  Stor,  Itb,  3. 
71.  Favoriva  la  parte  del  popolo,  ed  i 
nien  polenti  ,  sbassali  e  conBnali  nmUi  di 
quei  grandi  che  prima  reggevano.  (C) 

*  SBASSO.  Diminuzione  che  si  fa  nel 
saldire  un  conto, 0  nel  prezzo  dt  ciò  che 
SÌ  Compra  j  liifiasso  .  Cocch.  Lett-  sp. 
-Noi  faremo  uno  sbasso  sempre  di  qualche 
scudo   per   braccio   nel   broccato.  (A) 

SBASTARE.  Cavnn-  U  ba^to  .  X.aI. 
clilelUs  exuere.  Gr.  e'ntiayaa  ajJicc^ssi 

SBATACCHIARE.  Battere  altrui,  vio- 
lentemente in  terra  ,  0  contra  'l  muro  . 
.  Lat.  nllidere,  afjligere  .  Gr.  7:poi/.fO'J- 
=iv.  Tac.  Dav.  Ann.  1.  12.  Con  le  spade 
ignude  ,  come  pjzzi,  s'avventano  a*  cen- 
luriuui  ec,  e  per  terra  te  gii  sbalacchia- 
Qo  (il  testo  iìt.  ka  :  proslratos  verberibus 
niultaDt).   E  altrove  :    Disarmati,  o  cjr- 


renli  per  1'  arme  gli  sbatacchia  •  Buon. 
Ficr  2.  2  3.  Cliiappole  per  le  code,  le 
sbatacchio  Per  quegli  scogli,  e  sbatacchiale 
scortico. 

SBATACCHIATO  Add.  da  Sbuiac- 
rhinre.  Lat.  alltsits,  afflic'Ms.  Gr.  xxTa- 
S:^Ìj]//à'vo^.  liii-n.  FiiT.  2.  2.  3  Chiap- 
pole per  le  code,  le  sbatacchio  Per  quegli 
scogli,  e  sbatacchiale  scortico.  E  Tiìnc. 
5.  5.  Si  arrainpicnnno  su,  e  noi  balocrhi 
Trovonno  sb.itacchiati   e  catli\elli. 

*  SBATACCHIO.  Lo  sbatacchiare.  Bcl- 
lin.  Bucch.  E  furon  messi,  di  subito  nj- 
•t,   d'una    guerra    allo  sbatacchio.   (Aj 

•f  SBATTERE.  Spessamente  battere. 
Scuotere,  Ai^'tare-  Lat.  concutere,  agita- 
re, iactare,  Gr.  ffoy/couciv.  'Tes.  Br, 
5,  21.  Puolc  I*  uomo  conoscere  quando 
de*  piovere  ,  eh'  elle  gridano  molto  (le 
cornacchie  )  ,  e  fanno  un  grande  sbatter 
à*  jW.  Sodcr .  Colt.  10.^.  Volendo  fare  il 
vin  bianco  limpido  ,  e  trasparente  ,  piglia 
l'albume  di  Ire  uova,  e  gettale  nella  bot- 
te, avendole  sbattute  prima  sinché  faccia- 
no tutte  la  schiuma,  ec.  Poliz,  st.  |.  87. 
Sbatton  ie  code,  e  cogli  occhi  locosi,  Rug- 
gendo, i  fier  lion  di  petto  dansi.  Buon. 
Fier.  5.  I.  .^.  Quant'cra  me'  morirmi  Di 
fame,  ch'agognando  all' alliui  roba.  Sa- 
lir un  carro  su  per  una  ruota,  Che  mos- 
sasi mi  sballa  e  mi  strascini,  E  mi  stiacci 
una    noce. 

§.  I.  E  neutr.  ^s$.  *  Ott  Com. 
Purg  i3.  232.  S'  accigliano  gli  uccelli 
di  rapina,  quando  dj  prima  sono  presi 
acciocché  sieno  più  umili,  e  per  sua  sai- 
valichezza  non  si  isbaltano  di  soperchio.fA'J 
Soder.  Cult.  63  Fermerai  bene  que'lralci 
a  canne,  o  pali,  che  non  si  sbattano. 

§.  II.  Pure  in  signt/ic.  neutr.  pass, 
vale  Abitarsi,  o  Coni  muoversi  veemente' 
mente  per  passion  d^  animo,  o  per  dolore 
di  corpo.  Lai.  concuti,  iactari.  Mtnz.  Sai 
3.  E  pur  Curculion  suda  ,  e  si  sbatte.  ^*  Se- 
gner,  Mann.  Lugl.  7.  I.  Santo  Agostino 
voleva   un   tempo  aprire  ornai  la  sua  por- 


la ;  si  sbatloj,  si  a6fjnnava  ,  si  affaticava; 
e  pur  dopo  tanto  sforzo  non  ritrovava 
ancora   il  iiu/do  di  aprirla    (ì'} 

*  §  III.  Per  Declinare,  Sviare,  Svol' 
tare  un'arme,  od  un  colpo.  Cor.  En.  lib. 
10.  *•.  5o8.  E  sette  dardi  Gli  avventare 
in  un  tempo  ;  altri  de*  quali  Dall'  elmo  e 
dallo  -scudo  risùspinti.  Altri  furon  da  Ve- 
nere sbattuti  Si,  ch'o  vani,  o  leggieri,  il 
corpo  a  pena  Leccar  passando.  E  v.  Il43* 
Ed  ei  fremendo  Slava  intri-pido  e  saldo, 
e  con  lo  scudo  Sbattea  dell'  aste  il  tem- 
pestoso nembo.  E  v.  larr*")  Stridendo  an- 
dò per  1"  aura  il  telo  ;  Ma  giunt<\  e  dallo 
scudo  in  altra  parte  Sbattuto,  di  loDtan 
percosse   Autore,  ec.   (^[) 

§  IV  Sbattere  ,  per  meta/.  Boez. 
J'arch,  4-  6  Certi  rimorde  e  sbatte  (Id- 
dio ) ,  acciocché  per  la  lunga  felicita  non 
divengano  rig')<jliosi  troppo  (cioè,  afQigge). 
§.  V.  Sbattere  ,  per  Detrarre,  Dilf'al- 
care.  Lai.  deniere,  dctrahere,  deducere. 
Gr.  «y«tc€Ì5'^«i.  G.  V.  11.  89-  8.  Non 
volieno  isbattere  la  parie  nostra  del  con- 
quisto di  Meslri,  e  del  ponte  di  Praga. 
Cren.  Morell.  262.  Ma  sballine  il  quar- 
to, farcii.  Ercol.  77.  Quando  ci  pare  , 
che  alcuno  abbia  troppo  largheggiato  di 
parole,  e  detto  assai  più  di  quello  che  è, 
solemo  dire:  bisogna  sbalterno,  o  tararne, 
cioè  farne  la  tara  ,  come  si  fa  de' conti 
degli  spezi.tli. 

g,  VI.  Sbattere,  si  dice,  in  modo  bas- 
so, del  Muovere  della  bocca  per  mangia- 
re j  the  anche  si  dice  Sbattere  il  denie. 
Lat.  manducare.  Gr.  £53l'civ  Belline. 
son-  106.  E  che  piacere  è  stare  io  un  pa- 
lazzo, E  Qun  vi  sia  da  sbatter  poi  d*  un 
uovo  Mahìi.  7.  5.  Chi  dal  compagno  a 
ufo  il  dente  sbatte. 

V  §  VII.  Sbattere,  per  Diminuire, 
Scemare,  in  senso  morule.  Guicc.  Stor. 
t.  11.  ficc.  lo\  (  ediz  1819.).  Non  si 
curando  gli  uomini,  come  accade  nelle 
cìtlà  divise  ,  d' impedire  il  bene  comune 
per  sbattere  la  riputazione  degli  avversa- 
rli-  (Pe) 

§.  VIII.  Per  Ribattere,  Confutare. 'LaU 
repellere.  Qr.  ocTwQe'v.  Buon.  Fier.  4- 
5.  2.  E  il  mio  detto  ec.  Insultatori  sbat- 
tono. ^  Segn.  Bett.  Arisi.  99.  Usando 
r  amplificazioni  in  conlerraare,  0  sbattere 
una  cosa.  (FP) 

*  g.  IX.  Sbattere  la  malinconia,  o  sh 
niilc,  vale  Cacciarla  via.  Liberarsene. 
Pros.  Fior.  Sahin  Lett.  4.  2.  261.  Ma 
mi  rallegro,  che  poi  la  sbattiate  (la  ma- 
linconìa), e  non  le  lasciate  pigliar  posses- 
so. (C) 

SBATTEZZARE.  Costrìgnere  altri  a 
lasciare  la  religione  Cristiana,  .l/orj,*.  j^ 
25.  E   sbattezzar  vuol  lutti  i  battezzati. 

g.  I.  In  signifìC.  neutr.  pass,  vale  Mu- 
tar religionr.  Lai.  baptismo  1  enunciare. 
Morg.  16.  48-  Che  questo  è  poco  men  , 
cbe  sbattezzarti.  E  25.  3o.  Ma  che  più 
oltre  non  saie'ragione ,  Cbe  chi  è  battez- 
zato si  sbattezzi.  J'arch.  Eico',  55-  S« 
continova  nella  stizza,  e  mostra  segni  di 
non  volete,  o  non  potere  star  furie,  e  aver 
pazienza,  si  dice:     egl 


dice:  egli  arrabbia;  e' vuol 
"dar  del  capo,  o  batter  il  capo  nel  muro; 
egli  è  disperalo;    e' si    vuol*;    sbattezzare. 

g.  IL  Per  similit.  vale  Mutare  il  no- 
me. Lasc.  madr,}^.  Perchè  TalLoli  poi, 
se  ben  si  stima,  Mal  si  può  dire  in  pro- 
sa, e  peggio  in  rima,  ec.  Meliete  tutti  i 
mezzi,  Perchè  '1  Bonanni  Greco  la  sbat- 
tezzi. Cas.  rim.  buri.  l.  12.  S'io  avessi 
manco  quindici,  o  vent'annì  Messer  Gan- 
dolfo,  io  mi  sballezzerei.  Per  non  aver  mai 
più  nome   Giovanni 

;;;  SBATTIMENTATO.  Add.  Aggiunto 
che  si  dà  al  corpo  che  riceve  la  Iute  ri- 
flessa e  ombreggiata,  e  anche  alla  mede- 
sima luce.  Buon.  Fkr.  z.  ^.  \5.  Tra  gli 
129 


1026 


S    B    A 


orrori  SbjUiincnUto,  scorge  un  baccalare 
Coa  un  lung-»  barbon,  ec.  Salvia,  Disc. 
1.  .Hi4.  U  nero  è  ulto,  perchè  non  Hceo- 
cia  da  se,  coinu  fjn  {j'i  i*Uri  colori,  ma 
porge  agli  occhi  nosih  in  varie  guiie 
ibjUÌm<-nula    la   Iure.   (') 

SBATTIMENI'O  Lo  shaltere.  Perco- 
timento. Lai.  coiiCii.ìsio,  quasfatto,  affli- 
etia.  Or.  lu'yXjSOUii;.  fler'aiu  Quinti/, 
C,  Non  può  r  al&tto  d'alcuno  dal  &uo 
luogo  esser  caccialo  ,  »e  nuQ  con  imbatti- 
mento  di  lu'le  le  'nleriora-  Cr.  5.  i.  in- 
contro la  rabbi!  e  sl)Jltimeiilo  de'  venti 
oc.  si  dee  convcn^rvolc  soslcnlamcnlo  a 
ciascuno  arbutcello  eoa  ispessi  legami 
legarc- 

g.  Sbaltimcnio  »  dicono  nnche  i  pittori 
AlVomhra»  che  gettano  i  corpi  ptrcosù 
Ual  lume.  I-al-  umbra:  proic  tny.  lird. 
Osi.  an.  l88.  Alcuna  volta  rasseml>ra 
velalo  di  verde,  secondo  gli  sLaiiiiiienli 
della   Iure. 

SBATTITO.  Shatlimeulo.  Lai.  convus- 
tio,  (junsinlio.  Gr.  cy/x5ou»t5. 

V  g,  1.  ò'bnUito,  vdle  nuche  Sottratto' 
«e.  Diffalco.  ììoss  A\-cL  l'tc.  Ces.  Or- 
dinò ec.  cbe  ec.  della  somma  principale 
si  avesse  a  sbatlrre  luUo  (jucllo  che  per 
i  rredtiuri  si  tosse  numerato,  u  messo  a 
conio  per  l'usura:  per  lo  «pule  sluttito 
veniva  ad  andare  a  terra  quasi  la  quarta 
parie  del  debito.    (FP) 

§.  II.  Per  nntqf.  Travaglio,  Passione. 
Lat.  fiffliclio.  Gr.  /a'xwii;  Par,  Uom, 
il/,  Cbed  eglino  con  universale  sbattilo 
d'  animo  lasciabS-ro  sì  falla  patria. 

^  SBATTUTA.  Sbntiiwento,  ^fgiUizio- 
'4<.  MagAl.  Lult.  E  quivi  dato  ftlgaihj 
eoo  una  ab^ttuta  d'ali  una  chic(.biriata , 
cascargli   morlo   a   piedi.   (//) 

SBATTUTO,  yldd.  da  Sbattere.  Lat. 
eoncus-ius.  agilottis,  iactatiis.  Gr.  /.ara- 
^Ì^//i;/£'vo;.  7'.v.  Pov.  P.  S.  cap.  1^=,. 
A  golia  fredda,  ed  umida  toyli  sugna  vec- 
cbiii,  albume  di  uovo  bene  sbattuta  <:ru- 
ica,  ce.  /■'(>.  nov.\.  179.  La  sbattuta  ua- 
re,  lasciata  a  discreiìoue  de*  venti  ec  ,  se 
ne  andava  cercando  d'  uno  scoglio  cbc 
desse  fine  alle  fatiche  degli  sf.irtunati  m;i- 
rmari.  SoJrr.  Coh.  127  Inlridfindo  una 
poltiglia  cwl  lolo  di-Ila  fornace  ben  prslo 
e  sbattuto,  dandovi  co' giappoli  un  tutfu 
dentro,  e  poi  appiccandola  in  lu'  go  asciut- 
to, vi  ti  (louser^erà  l'uva  lungo  tempo. 
g.  I.  per  mela/.  Lai.  afflictus.  Gr. 
Ta>cci'7Tw'^5;.  l'ir.  y/i.  286.  La  diffirmc 
pallidezta  degli  occhi  sbattuti,  le  ginoc- 
chia slrarcbe  te.  febbrosa  la  mostravano 
in  ogni  offetlo  (Cioè,  languidi).  Farch. 
Stor.  1  cittadini  popolaui  ,  vegj-endusi 
sbatluli  ec,  non  ardivano  ec.  (do'et  ab- 
bittuti ,  perduti  d'animo),  T"C.  J)av. 
./fin.  (i  §y.  Vedersi  iu  Roma  gli  amlia 
sriadori  de"  Garamaali .  cosa  rarj,  murlo 
Tacfarinata  ,  sbaltuli  scolparsi  col  popol 
UiMiiam)|'aO(^,  impaurili;  1/  testo  lai.  ha  : 
pcrcuUa  gens).  *.'  Ang*  Mei.  1.  211.  Fe- 
luntc  allor  cosi  sbaUuto  e  morso  Subito 
mosse  i  suoi  veloci  piedi    (D) 

§.  II.  Per  Diffalcato^  Detratto.  Lai. 
dtduciui.  Gr-  ìÌv.ipK'3i<i-  Cron.  Morell. 
Sballulinc  lullì  1  danari  cbc  ba  spesi  ec. 
cqmo  tocca  loro  per  rata  de' detti  ire 
quarti,  e  sbattutone  ogni  altro  d«naio  che 
per  altre  cagioni  necessarie,  o  uliU  avesse 
spesi 

SBAVAGLlAllE.  Contrario  d^  Imbava- 
glinic.  Lai.  caput  oln-olntuoi  drtegere 

SbAVAGLlATO.  //</'/.  'M  Sbnvnii/iare. 
Mora  ai.  H5.  E  sriobi  que'  rumiti ,  e 
sbjvagliati ,  K*  domando  donde  e'  preson 
la  via  dolor  che  gli  bannu  così  mal  trat- 
tali. 

*  &\ÌK\ k\\^.  Mandar  bava.  A ng.  Mei 
6  118.  E  vltava  per  superbia,  e  rude  il 
freno.  ìMj 


S  B  A 

*  §.  Sbavare,  è  anche  termine  de* fon- 
ditori,  e  vate  Levar  via  le  bave,  ctoè 
(jufgll  orli,  0  profili  che  risaltano  in 
fuori  ne'  metalli  cai^att  dalhi fornace .  lìurt. 
La  quale  { stuttia  J  poi  passata  per  i^U 
scarpelli,  le  lime  ,  e  gli  strumenti  suoi 
proprii,  cbe  tutta  la  ricercano,  la  sbavano, 
la  rinettaoo,  le  danno  pulimento  e  pelle, 
rimine  cosa  eterna  al  durare  ,  ed  allrel- 
tanto   meravigliosa   al   vedere.   (IVj 

I  *  SBAVATO.  Jdd.  da  Sbavare  j  ed 
usasi  sempre  nel  sit;nifir.  del  g.,  e  vale 
Senza  hn^a.  Jìenv.  Celi  Uref.  |33.  Da 
pjrte  del  dello  buco,  eh' è  di  fuur^  drlla 
t'ornare,  si  det>be  fare  larga  pfr  sei  volte 
qnjDl*  è  quella  parie  sopraddetta  che  si 
appoggia  al  dt-tlo  mattone ,  e  cxt%\  debliC 
venire  pulitamente  shavala  in  fuora.C) 

SnAVATUUA  Jìavn.  lih.  cur.  wnlnlt. 
Impiastra   colla  sbavatura   delle  lumache 

g.  Per  siiniUi  si  dice  di  Filo  S't- 
fi/iftinio  di  seta.  lied.  Ins.  1 38.  Fece  il 
suo  bozzolo  lutto  di  seta  bianca  ,  con 
molta  sbavatura  di  seta  all'intorno  del 
bozzolo,  E  i32.  >on  avea  pero  esterna- 
mente quella  sbavjiurj  di  seij.  IC  Ots. 
an.  18S.  Coporlu  d'  un' ammaccata  [clu- 
ria  gialliccia  ,  simile  a  quella  sbav,)tura 
che  circund^  eslernamenlc  i  bozzoli  de* 
vermi   d.i   seta. 

f  u-  SBAVAZXATURA  Bagnamento  di 
ba\-n.  Bert.  Giamp.  l55.  Altrimenti  in 
camliio  di  slimaile  noi  sudori  d'un  lei- 
leralo  cbc  scriva,  le  diremo  sbavazzalurc 
di  una  donna   cbe   6ti.  (A) 

SDAVIGLIAllLNTO.  /  .SBADIGLIA- 
MENTO. 
SBAVIGLI  ANTE.  /'.  SBAOl«;LIANTE. 

SBAVIGLIARL.   /'.   SfìADlGLIAUE. 

SBAVIGLIO.   /'.  SBADIGLIO. 

*  SBAULARE.  Cavar  fuori  del  baule. 
Disfare  il  baule,  (A) 

SBEFFARE.  Beffare.  Lat.  irridere,  fu- 
dificari,  ludibrio  h.ibere.  Gr.  CXW~r6iv. 
Cnpr,  lìott.  IO.  199  N<ii  allri  vecchi  non 
siamo  solamente  stimali  poco  ,  ma  siamo 
quasi  sbctTati  e  tcouli  a  giuoco  da  ognu- 
no, l'arch  ErcoF.  55,  Ma  so  fa  ciò  por 
vilipendere,  n  pigliarsi  giuoco  ,  ridendosi 
d'  alcuno,   s'usa  dire   bcllare,   e  sheffjre. 

SBEFFATO.  Add.  da  Sbiffare.  Lai. 
irrisus,  ludibrio  Imbìtu^,  Cant.  Carn,  i.ì. 
Noi  fummo  al  mondo  giovani  galanti , 
Ricchi  di  pnss(.-s$Ìoni,  e  di  conlautì.  Ma 
soiioposli  aj;Ii  amorosi  pianti,  Sempre  da 
Anioie  sbetfjti   e   sc^jernili 

*  SBEFFEGGIAME.NTO.  Peffeggia- 
mento.  Magai.  Letf,  Quanto  per  l'addie- 
tro  sono  slato  irritalo  per  ragione  de*  vo- 
stri sbcffeggiamenli.   (j-ÌJ 

SBEFFEGGIARE.  Sbeffarc  ,  Beflare  . 
Lai.  traditetre,  irridere.  Gr  zKTaysÀ^v, 
Xiauc'^ctv-  Fir.  L'ic.  4-  4-  Sicchi)  io  ho 
a   essere  sbelfeggi.ila   a   questa   foggia  7 

t  *  SBEFFEGGIATORE.  f'erhal. 
masc.  Che  sbeffrggia  ,  Beffatore.  Il  /  o- 
cabol.  alta   F.    DERISORE,  f^; 

SBELLICARE.  A'eutr.  pass.  Rompersi, 
o  S-ioidiersi  il  bellico. 

g  S'tellicarsi  drPe  ritai  modo  basio  , 
vale  liidfre  smoderatamente ,  o  eccessiva' 
mente  i  che  anche  diciamo  Smascellarti 
delle  risa,  n  simile.^  de' quali  ved,  RISO, 
g  V.  LjI.  inpra  modtim  ridere,  cachin- 
nari,  Gr  xx-/x*4'***  »S'''""-  Pr»'-  To- 
se. I,  112  Avrò  più  d'uu  argomento  a 
parie  per  questo  cQViio ,  che  non  fark 
sbellicare  delle  risa,  ì.*  vero,  ma  dai^  pa- 
scolo alla  virtuosa  vohira  curiosità. 

f  SBENDARE.  Togliere  la  hendu  j  ed 
if.\asi  così  al  propii-y  ,  iO'«e  al  fìt:urat<->. 
Lat.  viltam  deirahere.  Cuitt.  leti.  i^. 
Itbendate  ormai,  i^bendate  vostro  heodalu 
viso.  E  20'  Isbeudale  gli  orchi  della  nirn* 
te  vostra,  e  guardate  bene,  rcitù  da  falsu 
discernendo. 


S  B  £ 

•f  *  SBERCIA.  Foce  derivala  di  Iter- 
saglio,  o  da  Jmbentaete,  e  dtcest  di  Culai 
che  è  poco  prntico  del  aiitoco,  che  prende 
degli  sbagli.  Salvia.  Fi'r.  Buon,  l-  4- 
y.  A  unu  cbe  nel  giuoco  non  dà  nel  se- 
gno, e  prende  degli  sbagli,  dicumo  Sber* 
eia.  (A) 

SBEBGA.  V,  A.  Sbergo,  Uebereo.  Lai. 
thorai,  Gr.  B^pa^,  C.  F.  S.  58-  4. 
Ciascuna  terra  e  villa  per  sé  si  soprasse- 
pnassefo  di  sber^he  e  arme,  ciascDuo  me- 
ili*Te  per  ù:  Buon  Fier.  \.  3.  3.  Il 
peneli  .iliibssinii  verdu>:bi ,  E  laipe  dell* 
lupa.  Da  sfondar  qual  ss  siao  abergk*  • 
twricbr. 

SUKRGO  F,  A.  Usbergo  Lat.  tha- 
rax.  J.iv.  M,  l-j;Ii  erano  carichi  di  kber« 
go,  e  d'allre  anni.  Diilani.  \.  21.  Più 
tlifrsono  allora  il  mio  albergo  Le  femmi- 
ne vestii'-  denlro  a' panni.  Che  gli  uomi- 
ni armali  nello  »b*-rgo.  ì\'inf.  Fies.  I.  E 
legato  lo  lien  con  lo  splendore  ,  E  eoa 
quei  raui,  a  ruì  non  vaUc  isbergu.  FrOMC. 
Sact/i.  rim.  46.  Del  frullo  di  "Suc  s*armA 
ogni  sbtirgo. 

SBKRLEFFARE.  Dare  degli  sberleffi. 
Lat-   caderr.    Gr.    oipuv. 

g,  Prr  Burlare  ,  u  Scherairtf  o  Fare 
sberleffi ,  net  sigr.fìcaio  del  %,  Coppet. 
rim  bwl,  2.  49  ^  ^^^  v"^^  sberleffiir  a 
sberli-flì  in  vano. 

SBKtiLEt'FE,  o  SBERLEFFO-  Ta- 
glio,.^fegio.hìK  ictus,  iic.  t:/»!/»*/.  MaJm. 
2.  3.  Che  s'egli  udia  iraltarne ,  avria 
piutloslu  Voluto  sul  moslaccio  uno  sber- 
Ielle.  liu  n.  Ficr.  2  3.  Il  Bello  sber- 
leffo i.h'  egli   ha   *D  sul   mo^Uccio. 

g.  Sber/rffy,  si  d'Ce  an<,he  un  certi 
Att.ì,  o  Ge.tto  che  si  f\  per  ischeraire  al- 
trui. C'ppet.  rim.  buri.  2.  ^S.  Dietro 
gli  fa  iberirifi  ■  bocca  piena.  E  2.  47* 
E  s*  io  s>^n  tale.  Cerne  in  vero  io  sono  . 
>*on  dovete  a' sberleffi  di  veruno  Star  a 
rider  di  me 

SBKRLINGACCIARE.  Andarsi  sellat- 
Landò,  e  partiO'larmenie  il  giorno  di  ber - 
lini:nccio.  Farch.  I^oL  6J.  Sono  alcu- 
ni, i  quali  credono  cbe  da  questo  verbo  , 
e  non  dal  nome  borgo,  sia  della  berght- 
nelli^  e'xo'e  fanciulla  che  vada  therliogac- 
ciando,  e  si  Iruovi  volentieri  a  goiioviglie, 
e   a   tambasciV 

SBERMA,  ho  stesto  che  II  ernia  s  drt- 
lo  in  isrherzo.  Buon.  Fier.  3.  5.  3.  Chi 
è  1  Giudeo  che  l'ha  data  a  pigione  Co- 
testa   sbernia    Turcbesra? 

*  SBERNOCCOLUTO.  Add.  Lo  stes- 
so che  /ierncccoluto.  Magai.  Leti.  M'  i: 
venuto  il  nicchio  ce;  il  convesso  esterno 
è  tulio  sbernoccoluto,  come  potrebb*  es- 
sere un  peno  di  scoglio.  (A) 

SBERRETTARE,  Salutare  alimi  eoi 
trarsi  ia  berretta  j  e  si  usa  aacJie  in  si- 
gnific.  neutr.  pass.  Lat  en/mt  honorts 
causa  dettgere.  Gr-  xijjaÀri»  otsoxci- 
ÀjTrss^at.  Allei:,  l6u.  Al  qnale  ì' fu 
l'inchino,  e  mi  sberretto.  Buon  Ft€r.  i. 
I.  a  E  i' possa,  lui  'nconlrando,  sberrct- 
Urlo  A  posta  mia  con  1*  una  e  I*  allra 
mano.  /*.'  q-  4'  7*  Ch'io  me  gli  scanso. 
Scoia  rh*  10  lo  sberreiii. 

•f  SBERRETTATA,  il  cavarsi  per  n- 
vermza  la  berretta  di  capo  a  ehi  che  Sta. 
Mali.  Frani,  rim,  buri.  a.  108.  Cbe  prs- 
viti'gio  u  *|uel  degli  slarnuti,  Cbe  voglio- 
no aucor  lur  la  sberrettala  T  Non  basta 
cb'  e'si  dica  ;  Dio  v'  aiuli  f  /.'  a.  Ili)  Era 
puro  una  vita  brnedrtla  .  Priva  di  cers- 
raoQir  e  sberrrtiBle.  Che  fan  eh'  altri  le 
braccia  si  scommcila  Lth.  Son.  iB^.  Con 
tatst*  sberrvllatc  r  tanti  inchini.  Buon. 
Fier.  7.  5.  lic.  Cttii  rikparmirrannosi  Ir 
mane  Del  gun  favlidio  delle  sberrellaiv. 
SBEHTAHE  Sbeffare,  Brffart,  Bue- 
/iirtf.  Lat.(/criitf#rr.  Gr.x^ti>a^l<v  *  Bert 
Cin'np    S').  P«rchii  aTcìe  vui    slcftato  di 


S  B  E 


S  B  I 


5  B  1 


sopra  al    num.  26.  quella    formula  Aiffr 
CQfrtnt'i  7   (C) 

SBEVAZZAMICNTO.  Lo  sbfi',i^zare  . 
I<at>    pfitatio,  tompotalio. 

SBEVA^ZARK  .  fiere  spesso,  ma 
non  in  cran  quantità  prr  volta.  Lat.  /»<>• 
Ulart.  Strn,  AVf.  I  otck,  6.  ^\  Era  ila 
la  notte  per  tutta  Ruma  sÌ>evj2ian<]u.  A'mo/i. 
Fier.  2.  1.  8.  Sotto  i  frascati  di  quclTo- 
steria  E  slievaitan»,  e  gìuorano,  e  consu- 
naasi*  /:.'  3.  2.  S-  E  qu.tnd' udo  sbe- 
vaita,  E  che  abbocca  la  liona  Del  fi.i^co 
o  della  taxaa. 

*  SDEVERE  .  C'ndiware  br^rnJo  ,  o 
atrahevtntlo ,  Salvin,  Odiss.  Tulio  ciò» 
cfae  a  te  ìd  casa  i'c  «bevuto  E  mangialo 
«e. ,  rcntlrrem    (j^J 

SBEZZICATO.  /fdd.  Bezzicato.  Buon. 
Fier,  4-  -'••  *^-  Dicon  quelle  parole  sbez- 
cicate.  Che  ctscr  voglion  pregale.  Lusin- 
gate, ligi»te. 

*  SBIADATELLO.  Dim.  di  Sbiadato. 
Alq'ianto  sfnnrlato,   Magni.   Leti.   (A) 

SBIADATO.  Aggtìinto  di  Co/or  Cile 
Siro,  o  azzurro^  e  ,  secomt-i  altri,  azztto- 
lo  .  Lat.  coeruleus  .  Gr.  xvk'vso^  .  Quad. 
Coni.  Diede  in  braccia  quattro  e  mezzo 
saia  sbiadata  per  Biado.  Saltin.  Disc.  i. 
335.  Il  lurcbìoo  ce.  sbiadato,  e  il  ceru- 
leo ,  rbe  dj  nel  bianco,  è  ancora  di  non 
bella  vista. 

§.  Sbindat---f  in  equìvoco,  parlandosi  di 
bestie,  vale  Tenute  senza  binda,  fìem. 
rim.  i.  loq.  Uaa  mula  sbiadata  dama- 
seli ina  .  Jìurch.  I.  6(5.  Mute  sbiadate,  e 
asin  sagginali  .  Belline,  son»  325  Io  li 
hmando  il  tuo  carretton  baie  ,  Ansi  prò 
prio  sbiadato,  e  da    V<»lseDa. 

*  SBIADITO.  Add.Di  colore  che  ha 
perduto  molto  di'lla  sua  prima  vivacità  , 
Bott.  Di.1l,  5.  ff,  18.  li»-ggio  1826.).  Le 
uliille  di  lUilaello  ec.  forse  la  più  beli* 
opera  di  quel  pennello  divino  ,  bcnrbè 
sbiadite  e  mezze  stinte ,  dopoché  sono 
state  rilocrate,  nessuno  le  guarda.  (CP) 

SBIANCARE  .  Divenir  dt  colore  c'ie 
tenda  al  bianco.  Lat.  albesccre.  Gr.  ).vj- 
xat'vssàKU  Flit.  l'tf.  25.  i.  Quando  ar- 
de la  candela  ,  dinanzi  che  arda  lu  luci- 
gnolo, sbianca,  e  poi  si  stende  nclT  an- 
nerato il  biauco.  lìortih.  Rip.  211.  Tan- 
toché, a  strignerc  colle  dita  la  cimatura, 
&*esca  ti  colore,  e  la  cimatura  sbianchi. 

SBIANCATO.  Add,  dn  Sbiancare.  Lai. 
albens,pallens.  Gr.  ut^^ìuxs^.  Fr.  Giord 
S,  Prcd.  II.  I  peccati  sanguineoli  saranno 
isbiancaii.  Tac.  Da*',  Ann.  11.  i3o  Al 
tri  dicono  di  pampani  sbiancali .  E  iS. 
223-  Col  viso  smorto,  e  le  carni  sbian- 
cale per  lo  molto  spirilo  vitale  uscitole 
(il  tetto  lat,  Zia,'  mcmbris  in  pallorem 
albentibus  )  .  Jioez  ì  arci.-.  2  lini.  ^, 
Quando  Febo  dal  ciel  col  carro  d'  oro 
Muove  a  sparger  la  luce  Dolce  ,  cU'  al 
mondo  l'opre  e  'l  color  rende.  Tutto  1' 
ardente  coro  Delle  stelle  sbiancato  appe- 
na luce. 

*  SBIANCIDO  Add.  Sbiancato.  Car. 
i  om.  28-  Sono  Ì  ficlii  più  cari  che  sono 
più  sodi,  più  lisci,  e  più  coloriti:  o  tali 
aono  i  brogiotti  ce.  ;  dove  gli  altri  ec. 
sono  vizzi,  e  grinzj,  e  sbiancidì.  (FP) 

*  SBIASCIATURA.  Terni,  d.-'  Cima- 
tori. Difetto  di  cimatura  allorché  le  for- 
hici  ,  in  camino  tli  laglinre  il  pelo  ,  lo 
stringono  tra  i  due  coltelli.  (A) 

SBIAVATO.  Add.  Sbiadato.  Lat.  c^- 
TuUtiS.  Gr.  xyavio;.  Jìocc.  noi.  72  11 
Jo  lì  lascerò  pegno  questo  mio  tabarro  di 
sbiavato  (ctoè,ài  panno  sbiavato).  E  num. 
i-  J*"  quello  che  mi  dice  Buglielto,  che 
sai  che  si  conosce  cosi  bene  di  questi  panni 
•bìavati.  /tnon.  t'ter,  3.  i.  8.  Non  potei 
Altro  veder  ,  che  no  abitìn  lascivo  Scar- 
natino .  e  sbiavato. 

*  SBIFXAMENTE.   Avvi,rb     In  ìsbie- 


COf  Stortamente,  J'asar  II  quale  (ponti-) 
fece  fare  sbiecando  anch' egli  l'arco,  se- 
condo elle  sbiecamente  imboccava  Ìl  fiu- 
me, ec.   (A) 

*  SBIECARE.  Storcere,  Fnre  in  mo- 
do che  checchesst't  si  trovi  patto  in  Ìsbie- 
co.  ì'as.  PerchJ'  il  fiume  attraversava  la 
strada  in  isbieco,  foci  fare  (il  ponte)  ihic- 
cando  an<h*  egli  1'  arco  re.  (A) 

*  §.  I.  Sbiecare,  v.ile  talvolta  Pareg- 
^are,  Hender  dirittn ,  e  e^^uafe  una  cosa 
bieca.  Min,  Malm.  La  voce  bieca  è  usala 
as^ai  da' legnaiuoli  ,  per  intender  l'ine- 
gualità d'  un  legno  ;  e  dicono  sbiecare 
quando  lo  pareggiano  ,  e  fanno  ugua- 
le.  (A) 

■f-  §.  n.  Sbiecare  ,  in  signijìc,  neutr  , 
vale  Storcere,  Stravolgere,  A'idare  a  sbie- 
co. Lat.  obliquare,  Gr.  xu^toùi".  T'anh. 
Star,  n.  249'  ^®  *"^  mura,  torcendosi  io 
alcuni  luoghi  e  facendo  gomito  ,  ovvero 
angolo,  sbiecano  molte  volte,  e  vanno  a 
schimbesci. 

f  '>'  §.  III.  E  ncutr.  pass.,  parlando  de- 
f;li  occhi ,  vale  Divenir  loscc,  Chiabr 
Rim.  2  122.  Sbiecarsi  i  r.iggi  impari- 
no Del  tuo  sguardo  seren .  Perfida  Fille, 
e  s'arino  Le  nevi  del  tuo  sen  (cioèj  possa 
tu  divfnt-r  losca,  e  grinza).  (A) 

*  SBIECATO.  Add,  da  Sbiecarej  Stor- 
to, Stravo.'to,  (N) 

ir  g.  Per  Pareggiato  ,  fienduto  dirit- 
to, ed  igitnle.  ì'asnr,  Fat-icndo  massima- 
mente congiugnere  Varco  di  pietra  sbie- 
calo in  modo  da  tulle  le  bande  che  riusci 
forte,  ed  ha  molta  grazia.  (A) 

SBIECO.  Add.  Storto  ,  Stravolto,  tzi. 
cbliq'tus.  Gr.  Ttia'yio;. 

S-  A  siliceo  ,  o  In  isbieco  ,  pO'.ti  av- 
verbial.,  vagliano  Stortamente.  Lat.  obli- 
qtic,  Gr  TrXayt'w;.  ^  Borgh.  fl/on.  179. 
E  questa  (cinquina)  segnarono,  piegando  a 
sbieco  quel  frego,  f  f'') 

t  5  SBIESCIO.  Add.  Lo  stesso^  che 
Sbieco.  Gali.  Sia.  ì5^.  Perchè  non  può 
ella  aliballersi  a  dare  sullo  slue^cio  di 
qualche  sasso  fitto  in  terra  ,  e  che  abbia 
il  pendio  verso  dov'è  Ìl  moto?  (qui  in 
forza  di  sust.}. 

'I*  §  A  sbiexcio,  lo  stesso  che  A  sbie- 
co. ••  Gal,  Sist.  i54-  Se  noi  non  lascias- 
simo cadere  (la  ruzzola)  su  qualche  pietra 
che  avesse  pendio  ec,  e  cbe,  battendo  a 
sbiescio  sulla  pietra  pendente,  acquistasse 
movimeulo  ec.  ,  non  saprei  io  qual  altra 
maniera  ec.  (B) 

SBIETOLARE.  Imbietolire,  Intenerir- 
si,  Piagnere j  voce  bassa.  Ma'ni,  7.  93. 
Trovan  Nardino  ancor  di  male  oppresso, 
E  sliielolar  lo  veggono  ancor  lui.  ^  Mi- 
nucc,  pag.  IQ7.  Come  noi  da  Bietola  ca- 
riamo il  verbo  Sbielolnre ,  cbe  vuol  dire 
scioccamenie  piangere  ec.  ,  così  gli  antichi 
avevano  Bcfizare,ec.  (B) 

SBIETTARE.  Contrario  d'Imbiettare^ 
Cavar  Iti  bii-tta.  Lat.  cuneum  evellere   Gr. 

§.  I.  Sbiettare,  in  sicnijlc*  neutr-,  xi  dice 
del  Partirsi  con  prestezza  e  nascosamen- 
te,  quasi  fuggendo,  e  scappando  vìa.  Lib, 
Son.  55.  Arranca,  sbietta,  spulczza  ,  cal- 
cagna •  E  i3o.  Isbiella  lùor  di  nostra 
colombaia.  Ciriff,  Calv.  ^.  Ii3.  A  qucslo 
modo  la  brigata  sbietta  Verso  la  porta  . 
Salv.  Granch.  3.5.  Eccoti  ch'egli  sbiellan 
di  qua. 

*  §.  II.  Dicesi  iu  provcrb  Mentre  pi- 
scia il  cane,  la  h'pre  sbirtta  s  e  vnle  che 
Chi  njn  sollecita  qumdo  e*  può  ,  ;  erde 
l^  occauonc.  Malm.  '] .  87.  E  mal  per  chi 
ba  tempo,  e  tempo  aspetta;  Che  mentre 
piscia  il  can,  la  lepre  sbietta.  (C) 

SBIGOTTIMENTO.  Lo  sbigottire.  Lai. 
animi  consterna'io  ,  pavor  .  trrpiditas.  Gr. 
ex7r/n|(^.  C.  7'.  7.  26.  4-  Sentito  ciò  uel- 
l'osle  del  Re.  n'ebbe  grande  sbigottimento, 


Pass.  pr.  Non  ostante  la  paura,  lo  sbigot- 
timento,  il  dibattito,  r  ansietà  ec,  e  gli 
altri  gravi  arridenti  die  hanno  a  sostenere 
Coloro  a'  quali  tal  fortuna  scontra.  Cron. 
Mordi  3-'Ì8.  Fu  questa  presa  gran  rotta, 
e  grande  iil.igottimento  a  luUi  i  Fioren- 
tini. Pist.  S.  Gir.  Appo  Dio  non  jiossìa- 
mo  esser  frlìci  ,  se  non  siamo  combat- 
tuti dalle  sventure,  e  dal  terreno  sbigot- 
timento . 

SBIGOTTIRE.  Atterrire.  Metter  pan- 
rn  Lat  pertirri-fai  ere,  ttmcrcm  incutere, 
crinslantiani  exiniere  ,  e:rtirrerf.  Gr,  xa- 
T«:T>kri'T7;tv  Pass.  11.  Dicendo  con  pre- 
giudirio  delle  1  irò  anime,  che  non  voglio- 
no Io  'nfermo  iibigotlire.  E  z'.'o  La  paura 
delle  salvalicbe  fiere  la  sbigottiva  lorte  , 
Tac.  Dav.  Ann.  12.  ij2.  Fatta  la  cosa 
maggiore  ,  per  isbigotlire  il  nuovo  ca- 
pitano . 

3  §.  I.  ZT  ncutr.  pass.  ,  benché  talora 
colle  partici  Ile  MI,  TI  ec.  non  espresse, 
vale  Perdersi  d'animo  ,  Impaurire.  Lai. 
animo  cadere,  pnverc,  Gr.  X!'T?.Suy,;Tv  , 
TTSpifc^-L's'^ui.  Bocc.  nov.  43  18.  Pie- 
tro, al  qual  pareva  del  ronzino  avere  una 
compagnia  e  un  sostegno  delle  sue  fatiche, 
forte  sbigotti  .  E  nov,  67.  6.  La  donna  . 
senza  sbigoiilre  punto ,  con  voce  assai 
piacevole  rispose  .  Peir.  son-  236-  Onde 
si  sbigottisce  e  si  sconforta  Mia  vita  in 
tutto.  E  cap  5.  Coni' uom  rh'é  sano,  e 
in  un  momento  ammorba  ,  Che  sbigottì 
scc.  Dnni.  Ii'f.  8.  Perdi'  io  m'  adiri  ìVon 
sbigottir,  eh' i.' vincerò  la  pruova,  E  ai- 
Cosi  mi  fece  sbigottir  lo  mastro,  Quand* 
i'gli  vidi  si  turbar  la  fronte.^  Cas.  son. 
ig.  E  sbigottisce  del  passalo  risco.  (FP) 
#  §.  II.  tS"/  trova  anche  in  senso  di  Sba- 
lordire ,  Stordire  .  «  Stor.  Pist.  3  Da 
una  finestra  gli  gettò  nna  pietra  ,  e  con 
essa  gli  perro.^se  sulla  testa  sì  grande  il 
colpo,  cbe  tutto  il  fece  sbigottire  ».  (C) 
SBIGOTTITAMENTE.  Avverb,  Con 
isbigottiinento.  Lai.  pavide ,  trepide,  an- 
Tie.  Gr.  Ttepi^iw;.  Bim,  ant  Inc.  126. 
Questi  sono  in  figura  D'un  cbe  si  niuor« 
sbigottitamente  . 

SBIGOTTITO.  Add.  da  Sbigottire. 
Lat.  pertcrr-Jactus  j  trppidas  ,  paviduì  , 
exterritus.  Gr  "rZi^l^EOr';.  Dani,  Inf.  28. 
Oh  quanto  mi  pareva  sbigottito  I  Pttr. 
canz.  3o.  ]■  Ivi  s'acqueta  l'alma  sbigot- 
tita .  Bocc.  nov.  54.  7.  Cbicbibio  quasi 
sbigottito,  non  sappiendo  egli  stesso  don- 
de si  venisse,  rispose,  J'it-  SS,  Pad,  i. 
123.  Stibitemente  \edendo  questi  dragoni, 
furono  sì  sbigottiti,  che  caddero  iu  terra 
per  morti,  avendo  perduto  ogni  sentimento 
e  conoscimento.  Guid  G.  Dionigio  Areo- 
pagita  ec, ,  reggendo  nella  passione  di 
Cristo  oscurare  il  Sole ,  sbigotlilo,  rosi 
disse.  Tass.  Ger.  2.  II.  E  *1  volgo  delle 
donne  sbigottite,  Che  non  sanno  ferir,  ne 
fare  schermi, 

f  :;•  SBIGOTTITUCCIO  .  Dim.  di 
Sbigottito;  Alquanto  sbigottito,  LasC.  Cen. 
Z.  nov.  3-  pog-  72,  A  madonna  L.ildomine 
pareva  già  essere  nelle  mani  di  Malcbrau 
che,  e  stava  mezza  islìigottitnccia.  (A) 

SBILANCIAMENTO  ,  Lo  sbilanciare. 
Lai.  aquilibrii  sublatio.  Gr.  t'soppCTTi'as 
Ufi/x'pizU. 

SBILANCIARE  Tirar  giù  la  bilancia. 
Levar  d'equilibrio.  Lai.  acquilibrium  tot- 
lere.  Gr.  l'copp'oTt'av  ùfa.ip-Zv  .  Sagg. 
nnt.  esp.  181 .  Quella  vera  rarefazione 
ec.  è  d'  avanzo  per  isbilanciare  anche  ap- 
parentemente air  occhio  il  primo  equili- 
brio  tra   essa,  e  le  jialle. 

'^  §■  E  figuralam,  Viv.  hit.  La  sera 
poi  che  a  mio  conto  pensavo  d'aver  finito, 
prima  cbe  ad  un'  ora  di  notte  ,  mi  sbi- 
lanciò r  arrivo  dello  Stenone  ,  e  appresso 
qcello  del   Sìg,   Molara.   (A) 

SBILANCIO-   Lo  sbilanciar»    Lai-   .ir- 


toaS 


S   B   I 


ijttiìibri  amotiOt  suhlath.  Gr.  i-sappOTiixi 
«pxt'pe-Tt;.  Sil'-ifi  pro-i.  To.Kc.  I.  ^07. 
Quel  che  ancorj  fj  maggiore  tlnlancio , 
per  così  Jirc,  diiegujlilli,  u  cunfasìune,  si 
e,  che  cullo  sle^sa  nome  si  aomina  la 
viriti,  e  'I  villo. 

SBILE.VCO  .  ^tli.  Hiienco  ,  Storto, 
3fif/<fll'>.  Lai,  flislortilt ,  varnt ,  vafgtiij 
ditlortit   criirihut.    Gr.    ÓoUf^o'i. 

#  SBILLACCO  Lo  fletto  che  IJitlac- 
co  .  /iettiti.  Disc  I.  igtt.  Non  vi  lerrò 
con  pjroI<?  ,  e  vi  dirò  s'*nti  esagrraxioae 
una  ipertiolc  si  stran;*,  che  voi  non  ve  1' 
imina^incrcstc  giammai  per  sognaUilc  dai 
cervelli  più  faniaslicalori  di  qualsista  ro- 
manziirr  piii  sliillacco.  (C) 

SBIRDATO.  Ad.l.  /nginnii.t.  Truffato 
con  hirhttj  voce  basta.  Lai.  dotis  circitnt' 
ventits  .  Pir.  nov.  8.  3o5.  Che  lem-ndusi 
più  &birhat<>  di  FallaII>accbio  ,  gli  pareva 
metlervi  più  del  suo. 

SDIKCIARK.  Soccttiudere  pfi  occhi  per 
vedere  con  più  Jaci/ità  te  cose  minute  ; 
proptiù  di  chi  hn  l.t  vìxti  corta,  Lat. 
hirqiiit  ociilit  iniueri  Mafni.  i.  g.  Sbir- 
cia di  qua,  di  là  per  le  ciltidì.  K  6.  76. 
SLirciaudula  un  pò*  mi>glÌD  .  e  più  da  pres- 
to. ^  7>  W  Sbirciando  sempre  in  qua 
e  in  1^  ,  se  vede  Donna  di  viso  bianco, 
e  chermisi  nn. 

SBIRRAGLIA.  Tatto  il  corpo  insieme 
de*  birri,  o /amig'i.  hai.  h'ctoriim,  i-el  sa- 
letlitum  muOitu'lo  .  Gr-  ol  pv.^iòo\J-j(ot  . 
jir,  l'^itr.  23.  63.  L*  aiutava  a  rìpur  1' 
arme  sue  intorno  ,  Che  al  capitan  della 
sbirraglia  tolse.  Jìnon.  Fier,  ^.  1.  21. 
Non  s<-'ppi  si  fare  Col  volermi  celar,  che 
la  sbirraglia  Non  mi  scopriste. 

SBIRRERTA.  Shirra^tnì.'Lìì,  /ictorum, 
vel  sat^ti'itiim  mutlitmlo.  Gr.  oi  cx-Sooj- 
3(0C.  Bern.  Ori  2.  3.  H"] .  Ecco  addosso 
gli  fu  la  sbirreria,  liuon.  Ficr  4  i  12. 
La  sbirrcria  non  ha  la  maggior  voglia , 
Che  di  raffardi'llarnii  qualcbi;  golfo. 

SBIRRO.  Hirro  Lai.  lictor  ,  sttletles. 
Gr,  i'A^SoZyji  .,  Tojorvj;  ,  u.Tz-.ce'm^  . 
Fir.  ^<.  284-  Allori  fu  il  romor  grande 
non  solo  tra  il  padron  della  casa,  e  i  soU 
dati,  ma  con  gli  sbirri  ancora  .  Bern. 
Ori,  2.  21.  33.  Appena  aveva  ciò  Bru- 
nello inteso,  Che  dagli  sbirri  fu  tulio  di 
peso. 

§,  \.  Dir  le  xiie  rngioni  agli  sbirri, 
vale  Dir  li'  sue  ragioni  a  chi  espressa- 
mente  l'  e  contrario,  e  non  può  aiutarti, 
Lat.  apu'i  noverc'tm  quiui,  /'.  BIUKO, 
g.  II.  Cccch.  lue,  2.  2.  Doletevi  i)i  voi 
•tesso,  cho  andaste  (  semplice  1}  A  dire  i 
fatti  vostri  e  (come  dicesi  Per  proverbio) 
le  vostro  ragioni  a  Gli  sbirri. 

K'  §.  11.  SItirro,  dicesi  d'i' Pescatori  e 
31arinni,  a  un  Pezzo  di  canapo  impiom- 
bato nelle  due  vtlreniilà  ,  che  serve  ad 
imbracare,  qualunque  co  fa  per  traspor- 
tanti altróve  ,    r>    lcv>irla   in   alto.   (.'/} 

SBISACCIARE.  Ca^ar  le  rohe  della 
bisaccia .  Lai.  i-  pera  evincere ,  Matt. 
Franz.  Jìini.  buri,  2.  l38.  Inibìtacciare, 
e  sbis.icrturc   spesso. 

SHIZZARRIHE.  Seapticcirej  e  si  usa 
nel  signific.  ntl.,  nel  neutr,  e  nel  neulr. 
pass.  Lai.  genio  indulgere^  geniunt  exple- 
re.  Gr,  x«V  ■ftO'ì-ii)'*  TTSteiv  .  jVof,  ant. 
g.  2,  34.  Noi  abbiamo  sbiuarrìto  ,  e  il 
Duca  di  Trillano  .  e  dt'gli  altri,  rhc  -tono 
un  gran  pezzo  maggior  barba,  cbi>  i  Nor- 
cini.  Matt  Frani,  fììm.  buri.  2  ì5^. 
Ver  vostra  Te  ,  non  è  la  poesia  Un  pro- 
prio andare  in  p'>stc  co*  raprirci,  E  sbii- 
xarrirsi  della  fant.isiaT  4  Fnrch.  Star,  2, 
3l>  Gridando  un  vetturale,  e  volendo 
uno  du*  suoi  muli  sbiiiarrire  correndogli 
dietro,  e  cuo^uiia  maiza  percuoLcndulo  , 
fu  cagline  che  nudtl  si  levassero,  e  cor- 
ressero fu'^ra  foli*  arme.  (C) 

S U O C C A M EM O    Le  Sboccare .  Serti. 


5  B  O 

Star.  1.  5i.  Vi  sono,  olire  a  questo, 
lanli  sboccameutì  di  strade  che  entrano 
una  n*-ir  altra,  che.  a  guisa  di  laberintu, 
f.tnno  tni;irrire  e  aggirarti  ì  non  pratichi 
(qui  vale  imboccature.  Lat.  capila  via- 
rum  ). 

*  SBOCCANTE.  Che  s'>occa.  Salvin, 
Senof.  lih.  i  pag.  5.  Con  iipalao<'ali  oc- 
chi Ij  bella  di  Abrocomr  in  loro  sboccao* 
te  ricevendo  ,  e  le  maniere  ornai  ec.  ( B) 
Bellin.  Dite.  I.  123.  Vi  entra  aria  per 
certi  ejnalt  fatti  a  polla  ,  sboccanti  nella 
nostra  aria  cfirrna  dalla  superficie  esterna 
del   gusrio.   (C) 

•r  •^.  Per  la  Cosa  sboccata.  Plut.  Adr. 
Op.  mor.  4.  104-  Nel  verno  scaturisce 
(l'  acqui)  nuova  e  r'^ceote  ,  di  cui  i  ne- 
cessario che  partecipi  ancora  Ìl  mare  agi- 
tato, oltre  il  rirevcre  gli  sboccamenti  de* 
fiumi .  F  aoS.  La  terra  per  gli  oltraggi 
di  sboccumenii  diioidtnali  ili  fiumi,  e  per 
le  paludi  era  per  lo  più  sformata.  (C) 

3  SBOCCARE  .  Oiced  propriamente 
d  7  Fnr  capo,  o  Sfetter  JoCe  i  fiumi,  od 
altre  acque  simili ,  in  mar,'  ,  o  in  altro 
fiu-nr ,  Lat.  se  egerere,  egeri,  maria  su- 
bire ,  se  esonerare  .  Gr.  ti;  5a).X7oav 
IX^ipiy^OCt,  2*«5^x7/!iv.  Slor.  Far.  5. 
107.  Il  primo  è  Vcncr,  o  Venero,  donde 
sbocca  il  fiume  Trolletla,  lungo  la  costa 
de*  monti  asprisslnii  che  dividono  quasi  la 
Scondla  .  E  119.  Sino  all'ultima  cnnra- 
viii  del  Carnaro  ,  dove  1'  Arsia  sbocca 
nel  mare.  Sj'Ier.  Colt,  22.  Pur  rettifi- 
cargli conviene  talvolta  fare  grandissimi 
fossi  aperti ,  che  ìsboccbiao  in  laghi  e 
fiumi  vicini. 

#3*  '•  '"  ^"^  senso  ti  usa  anche  at- 
tivamente .  Lat.  devoti'e'C .  Plut,  Adr. 
Op*  mor.  \  98  Oli  albuscclli  e  le  pian* 
te  che  si  dice  gennioare  nel  mar  nero 
non  producono  frutto  abuno  ,  e  son  nu- 
trite djir  acqua  de' Gumi  che  vi  sboccano 
molta   belletta    (D)   Se^r.  Fior.  Star.  Uh. 

12.  Cornelio  riferisce  esser    venuti    oratori 
FlurL'niini  aU'impiTjlorc    a   pregare ,    che 
i  l'acque  delle  Chiane  non  fossero  sopra  il 
paese  loro  sboccale.  (CP) 

*  §.   n.    Per  l'  Uscire  che  fanno  ifiu- 
!  mi,  0  simili.  d<:l  hro     letto.    Trafioccare. 
I  M    (r.    /-'.   11.    1.    Il-   L'Arno    sboccò    al 
I  lusso  Arnoiiico,  e  al  borgo  dello  Campa- 
ne nello  stagno  ••.  C^J    C-f.   Fn.  lib,  5. 
E   Xanio  .  da'  cadaveri  impedito  ,  sboccò 
ne*  campi,  e  deviò  dal  mare.  (Br) 

g.  Ili  Pi-r  simtltt.  Lat.  irrurrr,  vio- 
Icnier  egiedi ,  evaderf  ,  Gr.  e'^ui/^a'ÀJietv  , 
ifop<sv.'t .  Ciriff.  Calv  3  io3.  Eccoti 
gli  Arbi  ili  uu  tratto,  ibe  sboccano  Fuor 
d'una   valle  per  uni-i  costiera. 

■f  2-  IV-  Shoccare,  vate  anche  Svolta- 
re t  o  Svoltando  riuscire  .  Anihr.  Furt. 
4.  1.  Voltale  a  man  manca  re,  sboccate 
poi  a  man  destra.  ♦  Late.  Gelos.  3  6. 
Vennero  a  sboccir  qua  lutt*  e  due  ,  o  1* 
UDO  venne  alla  vulta  mia  ce.  (F) 

§.  V.  Shoccare  i  vasi,  ò  il  Gettar  via, 
0  Trarre,  quando  e'soa  pi'ni,  un  po' po' 
di  quel  liquore  eh' è  iti  sopra,  Malm. 
7,  IO.  Sbocconnllandn ,  intanto  il  fiasco 
sbocca  .  JJav  Colt.  iG'ì.  Me'  Dischi  del 
trebbiano  ,  p<-rcbò  non  inforti ,  si  iiirite 
un  dito  d'  ulto  alla  boera;  ma  quando  si 
vuol  bere  bisogna,  sboccalo  1'  olio  vìa,  al 
fiasco  romperò  il  collo. 

g  VI  Sh  turca  re  ,  <i  dice  anche  del 
liotnpere  la  bocca  to'  vasi .  I..al.  vasis 
crt/ìcium  /tangere •  Gr.  %,'f/t\04  oro/uc 
^laxXvv. 

^  ^*.  VII.  Sboccare ,  parlandosi  di  Ar- 
tiglierìe .  vale  Itomper  loro  la  bocca  . 
Guicc.  Star.  4*  >ll-  Contro  al  quale 
(pastnvolanle  detto  il  bufolo)  benchì)  Pa- 
gul»  voltasse  alruoi  pasvavotanti  da' quali 
fu  sboccato,  non  cessando  però  di  trarre, 
Ijcerò  di   maniera  in  più  dì  \é  torre,  cbo 


S    B  O 

Paffolo  fu  alla  fine  coslrello  «Ti  IcTame  V 
arliglrerij,   e   abbandonarla.  (C) 

*  §.  Vili.  Shoccar  la  trincea,  vale 
Aprirla  per  procedere  innanU  cogli  ap- 
procci, o  per  an-tare  all'  tu  tatto  di  qual- 
che opera  di  fortificazione,  Guiec.  Stor. 
lih.  17.  Euend<t»i  battuto  quasi  tutto  il 
giorno,  fece  sboccare  la  trincea,  con  spe- 
ranza di  pigliare  la  notte  medesima  il  ba- 
stione .  /:.'  tvi .'  Essendosi  al  diciannove 
tbocrate  due  trincee  nelle  fosse  loro  ,  si 
ritiravano  con  altre  trincee,  delle  quali  il 
Duca  d*  Urbino  teneva    poco  conto.  (Br) 

§.  IX.  S'tcccare  ,  fi^uratam.  Mor.  S. 
Gr.-t:,  l  buoni  uomini  col  freno  del  eoo* 
sigilo  si  ritengono  d^llo  sboccar  del  par- 
lare   (cioè,  dal   parlare  sboccatamente). 

*  £.  X.  Prr  Proromprre  .  Mor,  S* 
Greff.  2.  IO-  Tanto  più  ardilo  ,  quanto 
più  disperato  sboccasse  in  alcuna  viilaiua. 
E  2,  2J.  A<-ciocelic  venendo  alcuna  ten- 
tazione egli  f  il  nostro  animo  )  pertanto 
non  si  sbocchi  di  fuori  in  alcun  parla- 
mento illecito.  F  5  3l.  Essendo  l'animo 
turbato,  uieotedlmmo  si  pon*r  silenzio  di 
non  iiboccare  di  fuori  io  parole  .  e  cosi 
tiene  silfnxio  al  prossimo  suo.  (F) 

SBOCCATAMENTE.  Awerh.  Dicesi 
Parlate  shoccatatnmle  ,  del  Parlare  con 
diTotifstiuhtt.  o'/scene  loqui.  Gr.  àiv^po- 
Xo'/d*  .  *  Seg'ier  C'ist.  instr.  i.  aS- 
2.  Se  una  ved  ivj  ec.  parla  sboccatameote 
cogli  uiMiiioi  che  a  b'ì  vengono  ec.  é  dif- 
ficile il  riputarla  una  tortorella  scompa- 
gnata che  pianga  la  perdita  dolorosa  del 
SUI  consorte.  (C) 

*1"  ^  §■  SIjoccatamente  ,  vale  anche 
Sfrenntatnente  ,  Senz.i  verun  rtlegn'i,  jé 
guisa  di  cavallo  shorcnto.  Segner.  Parr. 
instr.  cap.  18.  a.  Chi  poirà  mai  correre 
tanto  sboccatamenlc  in  braccio  alla  di- 
sonesià  ,  che  nou  sì  raKvcnperi  alfine  « 
ec.  (^) 

SBOCCATO.  Add.  d.t  Shoccare. 

f  §.  I.  Per  nielaf  vale  Ditonesto  ,  o 
Soi'e'chinmentr  triterò,  0  incauto  nel  par- 
lare. Lat.  obtcene  loquens,  ore  infrieni . 
Gr.  at7X»o/oy3;  .  Pass,  tì^.  Non  sia 
ebbriaco,  non  taverniere,  non  giucatore , 
non  masnadiere .  non  isboccalo .  Cant. 
f'nrn.  Qit.  27.  E  or  non  si  vede  uomini 
in  vecchiezza  Piùiupeibldi  loro,  r  più  sboc- 
cati ,  Farch.  Stor,  7.  176.  Cominciò  a 
dire  apertamente  per  tolto,  come  leggiera, 
e  sboccato  rh'  egli  era  ,  che  chi  vincessa 
quella  prowiiione  non  pulrcbl>e  essere  so 
non  un  tristo  .  E  F.rcoL  t«2.  Questi  tali 
maldicenti  si  chiamano  »  Fircoae  ec.  eoa 
meno  infame  vocaltolo,  sboccati,  lioguac- 
ciuii.  mordaci. 

§.  II.  Shccealo,  si  dier  anche  al  Ct* 
valfn,  che  n-m  cura  il  mono;  che  aiu/tm 
il  diciamo  Duro  dt  hocco.  Lai.  liuri  ori». 
Gr,  «TT9_UL0fi-  Frane,  Jìnrh.  36l.  j>.  Il 
cavai  discoverlo  nel  tenere  Feci  sboccato 
sema  ferri, o  freno.  J/irc-  la.  %%.  Caval- 
cava un'alfana  snii«arala.  Di  pel  morrl- 
In,  e  stella  aveva  in  Irontoj  Solo  no  di- 
fetto atea,  ch'era  sboccata,  E  pel  Its- 
ror  le  par  piano  ogni  Tnontf  .  ^  Gi.v. 
Geli.  Fit  All'.  .34.  Ercole  Canlelmo 
giovane  di  aobilissinK>  sangue,  trasporta- 
to da  uu  ravallo  sboccato  io  nwtao  de* 
ncrairi,  ron  grandissima  crudeli^  schiavo- 
na,  rimase   estinto. ^O 

g.  Ili  S'-occtto,  Si  dtc»  ancora  de* 
Cani,  che  per  itlanchesza ,  o  per  mttnf 
non  addentane.  Pise,  t'alc.  al.  Come 
cacciatori,  rhe  avessero  i  vollri  shocrati, 
e  non  potessero  io  sul  giugoero  la  fiera 
aasannare 

S  IV.  .WtvC'Tf*  .  «cciunio  m  ^maeo  , 
vate  AfanO'uesio.  o  talora  anche  RoHo 
ne/in  ttocca  ;  contrario  d'  Abbocca- 
to . 

I  5  SBOCCATURA.  Lo    j'/occarr.  ed 


S  B  O 

mneha  1/  Luogo  H^n'e  un  finmf,  una  itm* 
da,  o  stniilf,  shoccn;  Shocco.  Lat.  faitcet. 
Bar^h.  Ong.  t'ir.  1 23  Poco  meno  che 
io  sulla  prima  sl>ncc,itiir.i  del  Btime  ce. 
nceve  tulio  il  ptirno  empito  e  furia  dell* 
•equa.  Gè//,  ie't.  2.  /«.  4-  ^^  Vuole 
che  sia  ricoperta  da  una  faldj  di  terra 
a  uso  dì  volta  la  sua  sboccatura. 

*  §.  I.  Sftocciìmra  ,  dicesi  anche  l' 
^zioHf  dello  sboccir^  un  fìnsco.  Fcrtig, 
Rice.  A  tue  serabianxe  belle  (Picele)  io 
sacro  questa   sboccatura.  (.-0) 

*  §.  11.  Onle  ISssere  alla  prima,  al- 
la seconda  te.  sboccatura  ,  vate  Aver 
manomes-fO  il  primo,  il  secondo  l'C,  fia- 
tea,  Avert  sboccalo  uno,  due  ec.  Jiaschi. 
»  Ma/'/t.  12.  5.  Qui  per  alquanto  a  Pa- 
ride riturno,  Gli"  e  nell*  oste  alla  quarta 
sbocrulura  »■  (A) 

SBOCCIARE.  iVe«/ro.  Si  dice  dell' 
Uscire  ti  fiore  fuor  de/li  sua  boccia  . 
*  Sa/vin.  Disc.  3.  7I.  Perchè  le  cose  nella 
primavera  muovono  e  sbocciano,  ma  non 
maturano,  ec.  (*) 

*  ^'.  Pr  similit.  dicesi  de/le  Aeque 
sotterranee,  cbe  s'  aprono  una  via  ,  ed 
ffcno  fuor  de/la  terra.  P'iv.  /eli.  La 
sorgente  ec.  sia  ridotta  a  sbocciare,  e 
rompere  nel  più  debole  della  campa- 
gna. (A) 

SBOCCIATO.  Add.  dì  Sbocciare. 
Sa/vin.  fìisc.  7.  265.  Narciso  poi,  con- 
verso in  fiore,  ci  mostra  quel  che  è  in 
realtà  no»trj  vita,  che  scappa  fuori  a  mo- 
do che  fa  il  fioie,  il  quale  appena  sboc- 
cialo rade,   ed   è  pesto. 

t  SBOCCO.  Lo  sbeccare,  0  anche  il 
twy^o  dovi'  sbocca  un  /tii'nt',  una  strada, 
0  simili-.  Lat.  effluinuni,  Jaticet.  Gr.  ix- 
psu»;.  7ac.  I)av,  Ann.  12.  i53.  Appa- 
recchiò un  convito  allo  sbocco  dell'acqua. 

SBOCCO'CliLL.VRE  .  Man^iinr  /^^. 
giermente.  Lal.irro'/fr?.  Gr./a7a-:;w''/=tv. 
/Vr.  Lnr.  3.  1.  Domine,  eh' e*  non  vi 
sia  rimasto  qualcosa  da  sboccoDcellare 
qualcun  di  quei  rilievi?  E  4-  ^-  Las  iami 
andare  a  vedere  s*  i'  truovo  da  sboccon- 
rellare  in  qualche  Iato.  *  Ma'm.  7.  JO. 
SboccbDcellaodo  intanto  il  Basco  sbocca, 
ec.  Minucc  ivt  .•  Diciamo  sboiconceUarc, 
quando  UDO,  mentre  aspetta  che  veoga- 
uo  i  compagni  a  mensa,  o  che  sia  por- 
lata  la  roba  in  tavola,  piglia  de'  pezsetti 
di  pane,  e  mangia.  (Bj 

*  SBOGGETTAUE.  Dicesi Sbog^ett.ir 
sentenze,  e  vale  lo  st*-ssi  chi-  Sputar 
sentenze.  Al/eg  ^'i'j.  Se  quelli  (  i  let- 
terati) sboggett:>Q  le  sentenze  ammirabili, 
•  questi  (gì*  idioti)  ne  fanno  lo  schiamaz- 
zo maggiore,  (f) 

SBOGLIENTAMENTO  T  A.  Quasi 
Bollimento,  Lo  fbogfienlare.  Lat.  ntofur, 
accatto,  fervor  ,  aestttf.  Gr.  /.itri'ìi:,  , 
^s'ii^,  XKUffWV..  Cr.  4.  I-  2.  Le  foglie 
della  vile  ec.,  in  acqua  cotte,  il  ealor 
febbrile  refrigerano,  e  lo  sb'>j;lìeniamen- 
lo  e  l'enfiamento  delU»  stomaco  maravi- 
gliosamente cessano.  Ovid.  Metfim,  Sic- 
come la  n.ivc,  I4  quale  piglia  lo  vento 
o  lo  sboglientamento  contr.)rio  al  vento. 
firt^.  Kneid.  M.  Sentendo  Enea  tempesta 
nell*  animo  per  grande  sbogli^'utamento 
di  sollecitudini.  M*  V.  2.  5g.  Avendo  in 
parte  raccontato  lo  sboglientamento  delle 
guerre. 

SBOGLIENTARE  T.  A.  Qunsi  Boi. 
h'-e;  e  ptr  metaj.  Agitare.  Perturbare  , 
Contmuoxert.  Lat.  n*;itare  ,  iommoverCt 
incender r,ferve/acere,GT.  xtti.X-J.'b-puw.'- 
ȣiv  .  Va/,  Hfass.  Ciascuna  somma  cru- 
deltà sht>glientava  nel  cieco  furore.  M. 
V.  a.  3ìi.  Tanto  imbrigamcDto  di  guer- 
ra sUoglìenlava  gli  animi  degl*  lia- 
liaut. 

§.  I.  P  r  simi/it,  Zibald  Andr.  121, 
Quandi)  e^li  non  fosse  ben   disposto  ,  ne 


S  B   O 

ben  temperalo,  si  *1  conoscerai  per  questi 
segni,  cioè  spesso  sboglienlare,  ruti^ire  di 
sripido  e  puzzolente  savore  (ci'?i.  Cargo- 
gltare  il  corpo  per  /o  vento  c'ie  si  raggi' 
ra  entro  le  budella). 

f  g.  II.  In  sipni^cnto  neutr.  patt. 
va/e  Accendersi,  S/ogani.  Lai  g/i^cere  . 
exard-re,  inflammari.  Gr.  !/ j>)  sysTàDtt. 
Guid.  G.  II.  1.  Per  la  qual  cosa  tra  li 
Greci  e  li  Troiani  del  detto  castello  cru- 
delmente si  sbogltcntòe  battaglia.  I-^  altro. 
ve:  Innanzi  che  si  apprrs&i  il  duro  col- 
tello, 0  che  la  tagliente  spada  si  sboglieoli 
ntl   vostro  sangue. 

SBOGLIENTATO.  /'.  A.  Add.  da 
S/w^lienfare,  M.  /'.  8.  106.  Là  quale 
quasi  del  lutto  divisa,  e  piena  di  scan- 
dali, di  rioltc  in  conlinue  guerre  sbo- 
gliontate,  ec. 

SBOLZONARE.  Pare  delle  bolzonate, 
BolciO'irtrc.  Lsl.  arietai-e.  Gr.  xopyTTTsiv. 
V  S'ilvin.  Otiist.  167.  Altro  altrove 
cantò  r  alta  cìitade   Sbottonar.  (N) 

g,  I.  Ar  simi/il,  Lib.  Son.  5p-  Pur 
lì  giovò  a  sbi^Uonar  ragazzi.  Mn/m.  t\. 
7,').  Cupidi'  Amor,  che  tanti  ha  sbolzonato, 
Berzaglio  qui  si  giace  della  Morie. 
■  §.  11.  Per  Guastare  il  cranio  delle 
monete.  G.  /'.  12.  96.  i.  La  moneta  da 
soldi  quattro  di  Firenze  ec.  e  la  mon"la 
di  quattrini  si  sbolzonavano.  e  portavano 
via.  D'ìv,  Man.  119  Peggiorandola  (la 
monetn)  \  viriiii  e  '1  tempo,  e  le  male 
arti,  la  >ua  buona  fia  sbulzonala  inconta- 
nente,   e  tr.ftigat;!. 

SBO:\IDARUARE.  Scaricar  le  bom- 
barde. 

§.  Per  metnf.  vaie  Tirar  Coregge, 
Lai.  pedi-re^  errpiium  ventris  emiltere. 
Gr.  Trs'jSCa'V  Burch.  I.  127.  Entravamì 
per  bocca  nella  pecria,  Ch'io  non  po- 
teva le  labbra  serrare;  Onde  mi  bisogna- 
va sbombjrdare  Per  la  taverna  eh'  esce  io 
vacchereci*i.i- 

SBOMBARDVTO.  Ad-Ì,  da  Shombar- 
dare.  Buon,  l-'ier.  3  2 .  1 2.  E  iperbolo- 
iii.  e  fiabe  sbombardatc  (<jui  per  metaf. 
cioè    sballate). 

SBOMBETTARE.  Bombettire  .  Sl>e- 
vazzare.  I.al.  se  vino  ingurgila'-e  .  Gr. 
KaTOtvjy^rat  .  Infar.  Sec.  142.  Lo 
sbombettare,  e  l'addormentare  che  fanno 
insieme   Giunone,  e  Giove- 

*  SBO-NDOLATO.  f^.  A.  Ada.  Po- 
vero, Sci 'gtinito  .  Cavnlc.  Pun^il.  ^S. 
Hanno  a  vìIp  ed  in  orrore  gì*  infermi  e 
poveri ,  ed  altri  sbondolati,  e  sciagura- 
ti- (y) 

SBONTADIATO.   F.  A.  Add    Inutile, 

Che  non  è  qumi  pia  buono  a  nulla-  Lat. 
inutilis  -  Gr.  -xpyùoi  .  Zibald.  Andr. 
Ii5.  Guardatevi  di  non  avere  a  fare 
con  uomini  sbonladiatì,  e  sventurati*  Vtt. 
SS,  Pad.  Come  a  persona  che  parca  ìor 
vecchio  e  sbonladiatu,  si  gli  commison  la 
cura  dell'orto. 

•f  *  SBOiVZOLAìVTE.  Che  sbonzola. 
Che  pende  ,  C'ie  'e  cascante  per  abbon- 
danza di  umore  .  Sitlvin.  Nic.  Al.  Di 
Ijtte  colma  sbonzolanlc  poppa  .  E  de/. 
Eitrip.  6.  Le  sbonzolanli  mamme  Cala  , 
e  porgi  a  ricever  Da'capczzoU  i  semi.  Che 
ai    talami  tu  lasci  degli  agnelli  ec.  (A) 

*  SBOZZOLARE.  IS'èutr.  Penzolare, 
Ester  p:ndeiite,  e  come  cascante  per  ab- 
bond.inzn  di  untore  .  Sa/vin.  ì\'ìc.  Ter, 
Trae  giù  le  poppe  ec.  di  lalic  sbonzo- 
laudo.  (A)  E  Odist.  189  E  per  le  man- 
dre  Le  femmine  lielarano  non  munte,  Che 
le  poppe  scoppiavan  sbonzolando.  (?>') 

SBONZOLARE  .  Xeuir.  Jl  cadere  in- 
ternm-'ntc  gì'  intestini  nella  coglia  ■  Lat. 
intestina  in  scrotunt  decidere,  Burch.  2- 
2    Ed  ella  va  dicendit:   va,  che  sbonzuli. 

^  §-  S.  E  in  signific  att,  per  Far 
cader?  ,id  a/t'uat  iitrramente  el*intestini 


S   B   O 


1029 


nella  coglia.  Late.  Cen.  i.  ncv.  8.  pag. 
149  Ed  egli  artatamente  lascialosegli  ca- 
der<*  addosso,  fu  quasi  per  isbouzolarlo.  (C) 
%■  II.  Per  ni.  taf.  PaViff.  2  E  sbon- 
Zola  dom.in  ,  eh'  è  Berlingaccio  (  eio'e  , 
empiti  tanto,  che  tu  Corra  risico  di  sbon. 
zolnr»  ,  o  scoppiare  .  Lai.  alvum  disten- 
dere, ventreni  disrumpere  .  Gr   yxsTl^pa 

(J(aT5lV2tV  ). 

§.  HI  Per  similit.  Aprirsi  le  muraglia, 
o  timi/i  j  Bovinare .  Dav,  Oraz.  Gen. 
deltb  ii8.  Se  noi  le  carichiamo  (ir  mu- 
raglie) del  nuovo  pondo  di  que«ti  ferra- 
menti e  pietroni ,  elleno  primieramenta 
faran  pelo,  poi  corpo,  in  ultimo  sbonzo- 
leranno  ,  e  fracasserà  «  gni  cosa. 

*  §.   IV.  Per  Abbondare    Sahin.  Geor. 

I.  z.  Ne  mai  rifina  l'anno  che  o  di  po- 
ma Non  slonzoli,  o  di  parto  di  bestiami, 
O  di  covon  di  cerenle  spiga.  (JS') 

SBONZOLATO.  Add  da  Sbonzolare 
•f  *SBORACIARE,  e  SBORRACURE. 
Purgare  dalli  bor'race  .  Lat,  chrysacol- 
Ifi  purgare.  Gr.  XP'^<'OKO>.).'Xv  tÀv'xipZtv. 
Beno.  Celi.  Orcf.  28.  Saldato  che  sari 
il  lavoro  la  prima  volta  ,  se  1'  opera  sia 
d' argento  si  firi  bollire  ce.,  e  tanto  vi 
bollir!:,  cbe  il  lavoro  sia  sboracialo;  la 
qual  cosa  si  conseguila  per  termine  d'un 
terzo  d'  ora.  (*) 

'^'  SBORBOTTARE    Btn.-broftnre.  Lat. 
increpitnre.    Gr.   iTZiTifiàv.    Red.   ictt.   i. 
[  6.  Ella  mi  ha  sborboltato,  rampognalo,  e 
sgridato  a  torto   (•) 

SBORCHIARE.  Levarle  borchie.  Buotft 
Fier  4  4-  *2.  Le  scatenan,  le  sborchiano, 
svcspiiano. 

*  SBORDELLAMENTO.  Lo  shordeU 
lare,  Piittanec^lo.  Lai.  corruptela  _,  me- 
retricium.Gr.  C'.stjsàocx  Erat'^Tj^i;.  Segn. 

\  Stor.  11.  281.  Senza  raccontare  gli  sbor- 
dellamenti  delle  matrone  ni-bilì,  la  vergi- 
nità perduta  dalle  fanciulle  sacre,  e  pro- 
fane ,   ec,   (*) 

SBORDELLARE.  i?orrfe//3re  Lat. /cor- 
Tiri.  Gr.  TZOpviTjzi-j. 

§.  Sbordeli'nre,  vale  ancora  Fare  il  bor- 
dello. Far  il  chiasso.   Buon.    Fier     i.    5. 

II.  Mentr' e«si  sbordcltandn  Si  rivolgevan 
fegatelli  vivi  per  entro  M  fieno  ,  e  facean 
capilondoli, 

*  SBORRACIARE  F.  SBORACIA- 
RE.  (AJ 

SBORUAiìE.  Ca.ar  fa  borra.  Lat.  fo- 
mfnt'ii'ì  editcerc  . 

g.  Per  Dar/tw!,  o  Dir  checchessìa  libc' 
ramrnte.'L^ì..  promere.  Ter.  Gr.  SK/.p'oéì'j. 
Fare,  Ercol.  58-  Di  coloro,  i  quali  re.  di- 
cono tutto  quanto  quello  che  hanno  detto,  o 
fatto  a  chi  ne  gli  dimanda  ec  ,  s'usano  que- 
sti verbi:  svenare,  sborrare,  ec.  l^nc,  Vav. 
L'  essersi  trovato  uno  che  sborrò  il  ratlenu- 
to  da  tutti.  Alleg  104.  Ricevendosi  con  fe- 
sta ,  e  sborrandosi  eoo  soddisfazione  Buon. 
Fier.  4.  I.  2.  E  poi  quel  che  la  lingua  sbor- 
ra e  mesce. 

*  SBORRATO  .  Add.  da  Sborrare, 
Baldin.  /?cc.^  Cavalli  e  ciucci  con  lor  ba- 
sii, e  sborrate  barclelle.   (A) 

SBORSARE.  Cavar  della  borsa  e  co- 
m'uiemxinte  pagar  di  contanti.  "L^X.pecu- 
niam  num.^rare.  G-r.xcKTV.^V.yitv  Ùpyjp'jo  v. 
j1/i«.  Franz.  Bim,  buri.  2  67.  Man- 
dando lo  sborsar  per  la  più  lunga.  Ar. 
Cass.  I.  5.  Poi  quando  aspetto  che  i 
danari  sborsino.  Non  ri  hanno  '1  modo, 
mi  domaodan  termine.  Bern.  rim.i-  il8. 
n'  iotratlenerti,  pur  cbe  non  si  sborsi  ; 
Con  audienze,   rispusie.  ec. 

SBORSATO  /^./rf.  da  Sborsare.l^at.  so- 
lutus  ,  narr^rratus  .  Gr,  /«T«.5>»;-El'5  . 
Guìcc,  Star.  Con  fjcolii  di  ricomperare 
i  beni  alienati  dal  fisco,  ma  rendendo  il 
prezzo  sborsato.  Fir.  As  2^0.  Sborsato 
il  pregio  della  mia  compra,  che  fu  ben  se^ 
dici  lire  Ec  ,   mi   cnn^egnò  a   Filebo. 


io3o 


S  B  O 


SBORSO.    Lo    sbortirf,     P-iginieiti. 
Lai  solatio,  Gr.  xair^olo'.  Occ'i.  Esait 
Cr,   2.    2     E' mi   bi*o;;nj   Fjtc   uuo   sb-ir-  I 
so,   che   coitui   oi>n   h   Per   <iir  di   al  ,    i'  io  j 
non  pjgo  i  suoi  tlt^-ltiti      A»-.    Cim'i.  91, 
DjI  primo  iborio  vostri    al   prewnlc     ri-  ì 
torno  ce.  avrete  gujitjgnatu  scudi  uno  e 
mc»o.  ' 

#  g.    Sborso,  dicesi    talor/t     ancfie     il 
Jìantro   iborsato    Sfaner.   Prel.  Pai  Ap.  ' 
2.   |3  Quando  il  priqcipal  (debU>re)  ooa  ! 
gli  c&liagua  (i  Urbili  J  con  pieno  sbirso, 

■  I  mallrvidurcc  tenuto  al  pari  d'estinguerli 
ad  uno   ari   uno     fCj  j 

*  SBOTTARE    Sembra  lo  stesso  che  ' 
/■'otarf.   Sgonfiarsi.    Car.   Matt.   2.  Schia- 
Diaxia.  e  si  dibatte,  e  sbuffj.  e  sbotta.  (*) 

•f  SBOTTONARE.  SJihhiare  i  boti  >.  1 
nij  coHlrrtrio  d'jihbottontre  Lai.  globii- 
tot  lax.irf,  vel  rcsoh-erf.  Fit.  Pini,  So- 
pra queste  parole  sbottonò  te  sue  r->be,  e 
mostrò  dA  sU'I  pellu  tanti  forati»  che  nul- 
lo uomo  lo  potea  credere. 

§.  Sfi-fttonare f  figwal-fm.  ,  si  Ota  per 
Dire  a'cun  mollo  contro  a  chlcchefsit  / 
che  anche  didimo  Sbotion 'pigiare .  Lat. 
convicia  ingerire,  co  ttumrlins  in/erre ,  di- 
cieria  ia'er.*,  diclfriir.  seu  aculeatis  vrr- 
bii  lace*'lre,  Gr.  yniopììv,  63pt^Uf, 

t  SBOTTONATO  ffU.'fiS'jAtonire. 
Feo  fiele.  J'it  Colomb.  25  Quegli  po- 
ciiì  panai  cbe  portara,  teneva  sbottonati, 
al  petto. 

SBOTTONEGOI\RE  Di» e  alcun  mot- 
to cont'O  a  chicchesùa.  Lit.  convicia  in- 
gfrtre,  dicterit  iucer^',  dìcleriis  iicesu- 
re.  Or  ioiòopiì'*,  u^S^si^su.  Varch.  Er- 
eoi.  6j  Sbotloneggiarc,  ci  )C  dire  astuta- 
mente  alcun  motto  contro  cbìccbcsiia  per 
lorgli  credito  e  riputazione,  e  dargli  bia- 
simo, e  m.ila  voce.  Sul*'.  Gtanch.  3.  9. 
Per  isdegao  dovè  contro  questi  asini  Sbol- 
tòncgglare  non  so  cbe  Dav.  Scism.  Sfì 
Due  preti.  Un  loro  famiglio,  e  nn  frate, 
cbo  sbottoneggiaronn  di  questa  podestà  sa- 
cra  del   Re,  furono  impirrati,  e  squartali. 

SBOZZACCHIRE.  Ctcir  del lisicitme. 
Uscir  di  stento  s  prcp-Ì3  delle  piante  e 
degli  anìmjH,  che  dopo  esseie  slati  al- 
guanto  sitll*  t'ubozzacchiic,  si  son  riavuH, 
Lai  rcviretcrre,  reviviscere ,  vires  reci- 
pere.  Or.  c^vK/o/juCs^sat. 

«  SBOZZARE.  'Terni.  d.-j;li  /Irtisii  . 
che  signijìca  in  generale  Dar  una  prima 
forma  a  ciò  che  si  fiul  mettete  in  op<^ra, 
come  limare  un  puzzo  di  metallo ,  e  ri- 
durlo pretio  a  p.^co  ai/'i  grossezza  e  Ina- 
ghezzt  che  dee  avere    (A) 

*  SBOZZATO-  Add.  d\  Shozza- 
re  .  lìnrt.  Uom.  punt.  I  4-  P'^^'  '^^■ 
Ma  vinto  ancb'egli  d.l  troppo  m-ilagevo- 
le  argomento,  lasciò  l'opera  poco  più  cbe 
sbowata.  (TC) 

*  SBOZZATURA.  Sbozzo,  Abbozza^ 
mento,  imperf.  Tim.  D.  12.  T  8  3*)^. 
He  possono  csscic  in  vcrun  modo  piccole, 
o  minime  ibixuturc  dt  quv'gli  ultimi  edi- 
fici! invisibili    (!•*) 

SBOZZIMARE.  Cavar  la  hozzimi.  Lat. 
emphilriim  Jur/arrun  exculerc. 

SBOZZO.  Abbozzo.  S.ilvin,  Prot.  To- 
se, 2.  ìO^y.  La  prima  sl.impa  serve  qujsi 
di  primo  sbozzo  ^  Imperf.  T.  Ttb,  !),  \ .  T 
1 1 .  73.  Ne  tal  cosa  si  può  comporre,  e  nict 
tAru  insieme  in  un  attimo  a  fotta  di  vi- 
vezza e  ingegno  ,  come  i  primi  sbozzi  si 
fjnno.  (!'} 

SBOZZOLARE.  Pigliar  col  bozzolo 
ptrtc  della  molenda,  ostia  materia  maci- 
nala j  lo  che  Ja  il  mugnaio,  per  mercedi- 
di-lla  sua  optia.  Frane.  Sacch.  nov.  l<)t) 
Vedendo  Bozzolo,  cbe  non  poteva  tbotco- 
lare  come  volea  ec. ,  cbiamo  la  saccente, 
che  cosi  avca  nome  la  moglie.  E  pia  sot- 
to: Una  cosa  (arò.  cbe  Douolo  mai  non 
mi  sltntznjera  mio  grano. 


S  B  R 

§.  Dicia-no  aichir  Sbozzolare,  il  ì^evj' 
re  i  bozzoli  della  seta  di   lull-i  frat-n. 

SBRVCARE.  Seuir,  patt.  Cwarti  le 
bnche  j  r  /l'urila-n,  S/trzarti,  Fire  o^ni 
dilioi-nza  pT  cfiecrheitt^.  L.1Ì  oh  titi,  eni- 
ti.  Gr.  dfzt otxiiiv  Alhs-  l»i-  <^'»<  '•* 
si  lien  paotaecia  e  ti  ticn  loggia  D-^'fatti 
d'  altri  ,  e  qu'-II' è  più  valente.  Che  nel 
dir  mal  d*  ognun  ti  sbraca  ,  e  sf<>ggia. 
fliioa,  Fier.  ^.2  I  Quasi  avvisando  in 
loro  Furlune  sbardellate  Sbracarsi  la  na- 
tura. 

SBRACATAMENTE  .  Avverò.  Spen- 
sieratamenlf  Lat.  otioit.  Car.  lett,  2. 
li).  Ffderigj  sta  b^'np.  e  si  gode  dell^ 
villa  sbr.tcj|ament(r.  ^r  /:.'  Lelt,  Tornii.  3- 
Rivolgetevi  poi  addosso  al  contin''nte  con- 
tro  a  que'tanli  Re  che  nell'  Appamond>> 
avete  veduti,  come  sbraratamvote  stanno 
sotto  quei  lor  padiglioni.  (C) 

SBR.ACATISSIMO.  Superi,  di  Sbra 
CatO. 

§.  Figurata-ri.  per  Grandissimo,  Sbar- 
dellato.  Lit-  immeatue.  Gr  oe.airp»;.  Al- 
/f?.  l(>6.  Mi  sprona  ad  aver  de*  fatti  loro 
una   sbracatissima   compassiin*-. 

SBRACATO.  v^/t/.5e/i=iArarfte  Frane. 
Sacch.  no^.  116.  Questi  eberici  Marchi- 
giani, andando  sbracati,  sono  si  fieri,  che 
ogni  piTsona  fjnno  venire  a  ubbidienza  .  t 
Alt.  Alnn  tja,  17.  Ma  mi  pare  un  bir  | 
rone  scioperato.  Ciuco,  sbracato  ,  e  senza 
panni  in  dosso. 

g  Figuratam.  A/feff,Sg  Perche  io  non 
ho  cosi  sbracato  mobile  in  casa,  ee.  (cioè, 
cosi  grande,  cosi  magnifico;  ma./o  bino). 
C'ir,  l  it.  i.  74  Coniidt-rate  per  vostra 
Te,  cbe  sbracala  vita  saria  la  ooitra  ,  se 
non  sapessimo  ec.  (cioì,  (elice,  spensiera- 
ta, senza  briglie  )  . 

*  SBRACtiKTA.  Aziote  di  largheg- 
giare o  in  fttdy  o  in  pa'fle.  Lise  Rim, 
I.  a.iS.  lo  ho  creduto  sempremii  , 
Cbe  mignanimn  fusi  e  ,  e  liitcrale ,  Ed 
arevi  per  tale,  Veggend  1  farci  tante  sbra- 
cerie.   (Ci 

SBRACCIARE  .  Civav  del  braccio. 
Frane.  Sacch.  no^.  l32.  Non  polendo 
sbracciar  lo  palveie  ,  non  sì  potea  le- 
vare. 

§.  I*  In  signific.  neatr.  p-iss.  vale  Sco- 
prir le  braccìij  nudandole  d'  ogni  vesta. 
Lat  hrachia  nud'ire.  Gr-  f-ZfX'no'»%^  «TT»- 
y\ìp.'iQri.  ho'-.  Med,  cjnz.  ì!^6.  3.  Poi  si 
sbraccia,  e  si  lava  il  suo  bel  viso  Matm. 
7.  67.  Arriva  a  casa,  e  sbracciasi,  e  si 
melie  ec.  Sopra  quel  sacco  a  far  le  sue 
vendette.  Buon.  Fier.  Inir.  7.  2  Sbrac- 
ciatevi, alleolatevi,  La  veste  al  fianco  al- 
r.alevi  ,  Il  seno  spettoratevi  '-*  fiucell. 
Diil.  3.  Se  vedeste  con  rb'  garbo,  con 
che  lestezza  du9  di  lorf».  Uiciic  di  schiera, 
si  son  vedale  sbracciarsi  quasi  fino  al  go- 
mito. fUIin) 

§.  II.  FigM  atam.  vale  Adoperare  in 
checchessia  og"i  Jorz-i  ,  e  saperej  modo 
b'itso.  Lai.  omncs  ner*-os  intendere  ,  ma- 
nibut  pedibusqur  contendere  Of- Otf'.Tn'- 
ve?&ai  lìitnn.  Fier.  3.  I  T».  Ma  rb# 
noi  prima  Ci  doviamo  sbracciare,  ed  ogni 
nostra  Fona  adoptare  io  lor  ,  per  beo 
curargli. 

SBRACCIATO.  Adi  da  Sbracciarti 
Chr  ha  timh'-'CCrtto  le  maniche  fino  al 
gam'to,  r  nud  ilo  (furila  parte  del  br.iccio. 
Lai.  nndalus  brachici,  l'iamm.  .'j.  |  IQ 
Vaghissime  gi>*vani,  in  giublte  di  zendado 
spogliale,  scalze,  e  sbracciate  nell'acque 
arulanti  Ltb,  Astrai.  Le  \e»timenla  corte 
infino  alle  ginocchia,  e  cinto  sopr'  esse,  • 
altresì  sbra'-rialo  il  braccio  infinti  alle 
gombila.  lìuon.  Fitr,  3  I.  10  A  quei 
gan»n  puliti  in  grembiul  bianco.  Sbrac- 
ciali ,  scollacciati ,  fti  ramicÌDoU,  E  in 
calion   di   gnarnelto 

•f    «     SBRACIAMENTO      ShraciaUt. 


5  B   R 

Salvia.  Tane.  Buon.  4-  2-  Sbraci! ,  rioè 
sbmctanienti,  tbraciate  ;  tante  pompose 
mostre,   e   apparenze     (A) 

SBRACIARE.  Allargar  la  brace  acce- 
sa,pe-ch'elln  renda  mn^^i^ior  caldo.  Mmlm. 
II.  44  E  1*  altro  una  palella  da  caldani, 
E  con  essa  a  lai  cerea  e  sbracia  il  muto 
(fini  f».:itra'am  )  .  ^  HJinuec.  ivi  j  Sbra- 
ciar- Tuol  dire  stnzzirar  la  hrare  perchè 
s'accenda,  o  fa'^ceta  spandere  alquanto;  e 
qui  dicendo  gli  sbracia  il  muio,  intenda 
lo  p'*rcuote  con  la  paletta  nel  vito,  • 
glielo  scortira.  (A} 

)(.  I  per  ntetnf  vale  Lar^beigitrt  o 
in/ntli,  o  in  parole,  Scalarq'tare  prodi- 
ea mente  .  Lai.  largire,  prodize'e.  Gr 
Otaps^a*.  t'arch.  Ercol.  rf)  A  coloro 
cbe  troppo  si  millanlano,  e  dicono  di  vo- 
ler fare  e  dire  cose  di  fuoco  ,  s*  om, 
rompendo  loro  la  parola  io  boera  ,  dire  : 
non  itbrariale.  Toc.  Dav.  Ann,  I.  1^ 
Ma  r  esserli  Germanico  ,  sbraciando  da- 
nari e  licenza,  procaccialo  il  favor  de' sol- 
dati ec,  e  la  cotanta  sua  gloria  d'arme 
lo  Irafìggevann  .  Malm  2  IO.  Ond'io, 
sbrariar  vedendo  a  bel  diletto.  Mi  rìsr>l* 
vei  levar  quel  via    da*  fiaschi» 

§.  II.  Sbraciare  a  uiciia,  vale  Censi*- 
mare   lenfi  risparmio,  o  riteri-o. 

SBRACIATA.  Lo  alla-gimento  delia 
brace  accesi,  perchè  renda  Cfld-t  maggio- 
re. *f  ^  Salvia.  Odiss.  2,^5  Ma  poichi^  fu 
bruciato  il  fuoco  ,  e  morta  La  fiamma  , 
fatta  allor  buoni  sbraciata,  Per  di  sopra 
distese  gli  srbidi<^ni.  (3fin) 

§.  /•-  per  metaC.  vale  Mostra  di  valer 
far  cran  cose.  ^  Salvia,  lìuon.  Tane.  4 
2  Difesi  fare  sbraciale,  cioè  vanterìe,  e 
-ostentazioni  della  propria  persona.  (B) 
•f  SBRACl'O.  Sbraciata,  Sbraciameit 
U>,  Pomposa  mostrai,  0  Apparenza  di  vo- 
ler ftre,  o  dire  g  an  Cote.  Detto  dallo 
shr.tcìa'e  che  co*la  paletta  si  fa  del  fuo- 
co, cin  t'ir  venir  fnora,  e  scintillare  la 
brace,  tnfa''.  prim,  485.  Fu  vanita  .  e  , 
come  si  dice,  sbrario,  e  sroprimento  di 
troppo  sforzalo  artififio.  CÀirl.  Fior.  128 
St- mai  pure  i  titoli  aveste  letti  degrìn- 
se;;namenli  A'Wà  poetica,  t  degli  ammae- 
stramenti della  reiloriea,  vi  sareste  mes 
io  per  ogni  guisa  a  fame  qualche  sbra- 
cio, come  avete  fatto  delle  parole.  Buon. 
Tane.  4-  *-  Che  le  padrone  per  nulla 
non  sooci.  Che  faDn<>  pur  tanti  sbrarii 
e  sfuggi. 

SBHACUUTO  Add  S'nza  brache.  0 
calzoni.  Ma'm  7  25.  Il  quale,  cosi  molle 
e  sLracutato  ,  Il  caduvero  par  di  monoa 
Checca.  Jtfraz  sai,  3-  Megli»  era  dargli 
un  S3SS0  Nel  capo,  o  una  pedala  arriso- 
lenne  In  qu^l  corpaccio sbraciilato  e  grasso 
SBRAMALE.  Ca.ar  la  brama.  Sosia- 
rej  e  si  usa  in  stgnific.  att.  e  mamtr, 
patf.  Lai.  saliare,  explere  .  Gr.  iJt:r)Q- 
poj».  Fihc  3  9  Avend'»  ancora  gli  oc- 
chi alquanto  della  lunga  sete  sbramali,  e 
prendendo  riposo  del  rirevutn  affanno,  io- 
cominciò  a  menar  lieia  sita.  Bemh.  nm. 
q3.  Cerco  sbramar  piangendo,  an»i  ch'io 
maoia,  Le  luci  ,  rbc  desio  d*  altro  non 
hanno.  Soea  f  mrch  3.  pros.  3.  Sei  bi- 
sogni, che  stanno  sempre  ■  boera  aperta. 
e  sempre  cbirggìono  àlcnns  rosa,  non  si 
sbramano,  n<>  si  empiono  colle  rircheaae, 
egli   è   gìuocofnrza   che  e*-, 

«SBRANAMENTO  hi  shranart, Girne 
Ora:  70  E  l'oro  alranìt-ro  lariiamenia 
comincio  feddnmeslirarsi  per  la  Franeis  , 
e  pertuadere  lo  sbrananieoio  di  quel  po- 
tentissimo rrgno    (\S) 

t  *  SBRANANTE,  Chr  sfirama»  Bel- 
lin.  Dite  <)8  Se  dunque  stcìs^  volalo  Dio 
cbe  la  testuggine  si  pascette  di  lolhgtni , 
a  dispetto  di  tulli  i  tlagelb  loro  shraosnii 
ori  loro  strì:ciaTe,  non  er*  rgU  necessari* 
armare  cotesto  canalvT  (Jtm) 


SBnA^'ARE.   Rompere  in  brani  j  che, 

par/uiti/uM  di  panni  ,  tlicianio  anche 
Strarnhfiì.i'e.  Ljt.  Ji/atii-ire,  discetpere, 
lacerare.^  Or.  ^lasTiàcsai.  Jiocc.  nov. 
43.  13.  £  inullu  inen  nule  e&ìcre  dagli 
uuiniiii  sirazt-ita,  che  sbranata  per  li  liu- 
scili  dAìti  fitTL*.  lìiion.  2\inc.  5.  5.  Clio 
Io  sbiaiiinu  i  cani  j  duo*  palmeDÙ-  Jiofgh, 
Orig,  f-'ir.  HO.  QujM  passo  coli' aratro 
te.  |>t'r  mv'  ta  jiorla  di  vm  Capuj,  sltra- 
oandooc  una  In-Mj  partila  di  territorio  . 
(  ^itt  fiaiitatum.,  cioè  separaodone,  to* 
gliendiiiK-  ). 

SBHANATO.  Jt/d.  da  Sbranare.  Lut. 
tlil.tnittius,  iltscerpiui,  iacir.  Gr.  oiai- 
TTacàsi'i.  Fianc.Sticch.  nov.  i6i.  raccen- 
do un  Gito,  c  gran  Icone  addosso  a  una 
•braiiata  »gugli.i.  I''ir,  As.  2I4-  Avendo 
ritrovate  i|ui.m  pasturi  tutte  le  m^mlira 
dello  iliranaio  corpo  ,  messole  insicnic  , 
ratto  al  medesimi^  Ijosco,  iaceodo^Ii  il  se* 
poicro,  le  renderono  alla  terra.  *!■  Car, 
En.  <).  j(ì3.  Figlio,  dove  ti  cerco?  Ove 
li  tri'vo  Si  di%iso  da  le?  Come  raccozzo 
Le  tue  co-i  shtaiKitc  e  sparse  mcnilira?  (M) 
*  SBHA.NATORt:.  /  eibal.  masc.  Che 
sbratta,  Laciratoie.  Ptetlìn.  Due.  l.  96. 
Cascan  per  aria  gli  uccelli  di  tapina  bul- 
inili gin  dallo  stento  e  dall'  inedia,  se  la 
mala  lortuna  loro  non  gli  fji  incontrare 
in  qua'iiie  innocenie  colomba  nelle  carni 
della  quale  eì  faccian  prova  della  forza  dei 
loro  aitigli  ,  e  del  loro  rostro  sbraujio- 
rc.  (Fj 

SBr.A.\CAMEiNTO.  Lo  sbrancar^;  Lai. 
srgrrgatio.  Gr.  aTro;;w'pr)Si5.  Car.  leti, 
i.  61.  Vedendo  certe  guardie  di  paladi- 
ni, certi  livcdimcnti  di  rocche,  certi  sbrau- 
cameoli  di  rapìparte  ec. ,  stavano  iu  un 
cerio  modo  fur^ennali. 

SBKANCAUE.  Cavar  di  branco  j  ed  è 
proprio  delle  batic,  cerne  di  pecore ,  ca- 
pre, vacche,  cavai'Ct  e  simili,  che  vanno 
u  braacht.  Lui  seg'-rgare  ,  abìgere,  di  • 
siicete.  Gr.  Kyosi^-iv.  =?  C'tir,  Lon^.  SlJ: 
EglÌQu  si  the  »»>ao  niaìi  cacciatori,  ed  1  loro 
*;aoi  malissin>o  avvizzì,  perciocché  ab- 
baiando, e  kbraDcandomi  tutta  la  greggia, 
me  r  banoo  perscguiialaf  (^fitlJ 

■f  §.  L  £,'  IH  signijio.  neutr.,  e  neiitr. 
pass,  vaU   (J^cir  di  branco,  Lat,  duerle- 

rt.  Gr  :rst35trpsT:£53K'.  *  C'tr,  Lons. 
So/.  4-  Si  diede  a  por  mente  alle  gilè  di 
ijaesU  be.vliuola;  ec,  veggendola  dall'altre 
sbrancare,  e  per  1'  orme  .seguendola,  vide 
prima  che  «e.  (lì)  /•' 8.  Quando  ipialcbe 
randagia  pecora  si  sbrancava,  Dafni  ta  ri- 
metteva.  (Br) 

%■  il.  J'er  metaf,  Tac,  Dav.  nnn,  4* 
<)0.  11  quale  pose  la  g'-nle  di  quelle  ga- 
U-e  iu  vani  luoghi,  e  sbrancò  la  congiura 
ia  sul  cominciare  (cioè,  dissipo  i  il  testo 
Ì<\l.  ha  disiicit).  K  SLr.  1.  24^'  Cli 
alabardieri  sbrancarono  (  cic'v  ,  fuggirono 
alL  rinfusa  ;  li  lesto  .'at.  ha .-  dilapsis 
rpeculaioribus  )  .  *  Si^r.  Fior,  Legoz, 
Due.  I  al.  lòy.  E  chi  pure  si  determina 
*rede ,  che  <|ueslo  Signore  sbrancherà 
<]Ualruno  di  questi  confederati  (cioè,  ca- 
verrà   di  leg.).  (Pe) 

2-  iU  Sb' lineare,  i'a^e  anche  Troncare^ 
Homptrc,  Potare  ,  Toghar  via  le  brn/i- 
the»  o  i  lami.  Lat.  amputare,  Gr.  tte- 
ftAOniZii,  Peir.  son,  162  Ne  però  smor- 
so i  dolce  inescati  ami,  CSè  sbranco  i 
Tcrdi  ed  invescati  rami  Dell' arbor,  che 
né  sol  cura  ,  nò  gielo. 

SBRANCATO.  JJU.  da  Sbraucare.  Lat. 
*tgrcgntut,  disiectut,  Gr.  a'^opiaàst'i . 
Tur,  Jìav.  Ann.  lij.  J75.  Tiridale  s'ag- 
girava  iuttirno,  lontano  più  d'un  tiro  d' 
arco,  or  miciacciando,  or  mostrando  teme- 
re, per  allargare,  e  sbrancati  seguiUre  i 
nostri  t  P  testo  lat.  ha  :  laiare  ordiues, 
el  diverscs  consertari  )«  Buon.  Ftet,  2  4- 
37     Si,    si,    vidi    beo     io   là   tra   quegli  ul 


SUR 

mi  Àlirggiarc  una  pecora  sbrancala  ^Sul- 
vin.  ni.'  Sdrancnla,  ciuè  levatasi  di  bran- 
co, e  in  conseguenza,  fuori  di  custodia  e 
d' occhio  del   pastore.    (A) 

SBRANDELLARE.  Spiccare  un  bran- 
d'Ilo.  Lat.  friistum  dveerpere.  Gr.  T&fXK- 
Xtov  ùno^piniv.  JJuv.  Lez  mon.  120- 
D'ugni  vidima  portata  loro  ad  immolare 
sbrandellavano  un  gherone,  per  lormani* 
care. 

SBRANDELCATO.  Add.  da  Shran- 
detiare.  Sa!v.  Avveri  I.  I  j,'|.  Questo 
pei  ludo  ce,  non  pur  difficile  e  duro,  ma 
o  so>pcso,  o  con  un  membro  sbrandellato 
del  tutlo  diventa  senza  alcun  fallo  (  (jtii 
figli lalam.  J,  u-  Jìarl,  U<m  pnnt.  i. 
1.  pag.  jo.  So  sopra  qucstp  aride  spal- 
le posasse  un  manto  di  porpora  ,  o  un 
cencerello  dimesso,  e  sbrandellalo.  (TCj 
t  SBRANO,  //azione  dello  sbranare  , 
e  lo  Sta:o  della  cosa  sbranata.  L^l- lace- 
r<i/i\',  cadrs.  Gr.  OTTK/sst '///«,  oaa'/iov. 
Diltam.  3.  20.  E  vidi  ancor  dalla  sini- 
stra mano  Dove  accesi  di  vino  e  dì  lus- 
suria Fu  dementami  fatto  il  grande  sbra- 
no Maini.  6.  5).  Addosso  ha  sbrani  ,  e 
buche  come  valle. 

SBRATTARE.  JScltare  j  ed  olire  al 
senfim,  alt.  si  usa  anche  nel  neutr.  pass. 
Lat  purgare,  perpolire.  Gr.  /.oc^v-pi^stv. 
Cr.  g  ql).  1.  Le  quali  (pecchie),  se 
spesso  contr'  a  se  combattono,  imbagnare 
si  vogliono  coirarqud  niulsa  :  il  (|ual  fat- 
to, non  solamente  si  riiimngonu  dalla  bat- 
taglia, ma  isbrattansi,  leccandosi  (*  coj(ì  ne/  1 
lesto  di  Cini,  de^/iicci  j  il  testo  lai.  ha 
consortiunl  ). 

§.  L  Per  metaf.  vale  Levare  gl'inipe- 
dimenìi.  Sbrigare,  Spedire.  Lat.  expedi- 
re,  exlricare.   Gr.  arros/zàv.    Ir,   Giord. 
1^1  ed    D-   I    carnali    son    quelli  che    son  | 
presi  da   questo  visco,  cioè  da'diletti  della  I 
carne,  che   non  par  che  se  ne  possane  mai  , 
sbrattare.  *  AVr/i.    Ictt.    43.    Sbrattatevi 
quanto  più  presio  potete,  e  non  v'  avvi- 
luppate tanto   in  coleste  signorie.  (C) 

§.  II.  Sbrattare  il  paese,  o  del  paese  , 
o  simili,  vogliono,  in  modo  basso^  Andar- 
sene. Lai.  solimi  vertere.  Gr.  //.travt'c- 
rac^ax.  IUafm,  6.  77.  Dice  che  ormai 
sbrattar  vun!  la  rampagna,  E  tornare  a 
dar  nuove  a  Beitinella.  Salvia.  Disc,  i. 
365*  Uscì  un  decreto  del  Senato  contro 
ai  filosofi  e  relori  ce.  ch'egli  sbrattassero 
di    Roma. 

•f  *  SBRAVAZZONE,  /bravaccio, 
Cospeilone,  Mascilz-  ne,  Tagliacanlone  , 
Sgherro.  Salvin.  l'iter.  Piion.  5.  l.  J. 
Smargiasso,  bravazzo,  sbravazzone;  quasi 
Mar/osse,  da  Marie  dio  della  guerra.  Cor- 
sia. Tcrraccb.  12.  21  Oh  quanti  allor 
di  quegli  sbravazzoni.  Che  alle  parole  oh 
chi  sembran  pel  mezzo  Voler  tagliar  a 
un  colpo  ì  torrioni,  £  ai  fatti  poi  son  di 
viltade    il  lezzu!  (A) 

*  SBRICCO  .  Masnadiere  ,  Cagnot- 
to, Brictone.  Lat.  sicanus,  pcrdilu.\.  Gr. 
Itjs/iys'fo;,  po-jC^fipo'c,,  Bcrn.  rim.  i. 
K.'j.  Sbricchi,  sgherri,  barboni,  bravi,  sbi- 
sai-   (') 

5^  §.  Di  qui  Alla  sbricca,  vale  lo  stesso 
che  Alla  sgherra.  Lasc  Arzis-  3.  2.  Su- 
bito lo  spogliò,  e  rivestillo  alla  sbricca  di 
certi  panni  del  suo  6gliUolu,  da  cavalca- 
re,  ff  ì 

SBRICCONEGGlARE,  Faie  il  bricco- 
ne, I  iver  aa  briccone.  Lat.  mqnissimc 
vivere.  Gr.  Trjvy.jSOTWTOv  ^t'ov  ^loìjv. 
Buon.  Fier.  {^.  2  7.  Sbriiconcggiar  co* 
6aschi,  e  culle  zolfo. 

SBRICIO.  J  ore  ba^sa  Add.  Ahbivl- 
to.  Meschino,  l  ile.  Malm.  11,  itì.  E 
pi-^lia  quella  ciurma  abbietta  e  sbricia  A 
menate,   com'anici  in   camicia. 

f  *  SBRICIOLAMENTO.  Lo  Sbricio- 
lare.  Bellin.  DiìC.    2.  2^0.  Ed  io    posso 


S  B  R 


io3i 


dirvi  di  vantaggio,  che  in  un  simde  sbri- 
riulameiiio  si  disfarebbero  tutte  le  cos« 
duic.  (Min) 

SRRICIOLARE.  Ridurre  tn  bricioli. 
Lai.  conterete,  coiinninuete,  Gr.  ouvroi'- 
^tvi.  Miilm.  6  6i.  Credeva  il  mio  fan- 
toccio con  un  sguardo  Di  sbriciolar  tulio 
il   teinineu  sesso  (  fini  fi^nralam.). 

SBlilCIOLATO.  Add,  da  Sbriciolare. 
Lai.  co'itrilus  ,  coinminuius.   Gr.    cvVTg- 

3  SBRIGAMENTO.  Lo  sbrigare  Lat. 
fe\tinatio,  expcditio,  celvritas.  Gr.  cJTOU- 
ÒÓ.  Anitn.  Aal.  3l.  j.  4  Ninna  cosa 
è.  che  possa  aver  loda  di  diligenzia  insie* 
me  con  grazia  di  molto  isbrigamenlo. 

*►*  §.  Sbri^antento,  e  anche  una  Sorlit 
di  ornamento  retlonco.  •<  Bell,  Tuli.  8t). 
E  un  altro  ornaniento,  che  s'appella  isbri- 
gamenlo ••  .  (C) 

•j-'  SBRIGARE.  Dar  fine  con  pre.itezza, 
e  .speditamente  ad  operazicne  che  s'  abbia 
Jra  mano  j  e  non  the  neW  alt.,  si  usa 
anche  nel  netttr.  pass*  Lat.  maturare,  sin- 
dere,  e.rp,;lire,  .\e  liberare,  transigere, 
Gr.  Ta^u-'siv.  Jit,  C/iit.  i35.  Disse 
Messcr  Ge^ù  a  Giuda  :  Isbrigati  di  far 
tosto  quello  che  tu  dei  fare.  Gr.  S.  Gir. 
3o.  Per  questa  santa  ìscala  iabrighiamocì 
di  montar  al  glorioso  Signore.  Fr.  Giord. 
Pred,  S.  3()-  Troponemmo  quattro  ragio- 
ni, delle  qu.ili  sbrigammo  la  prima  ,  e  le 
Ire  rimasono.  Pallad.  Giiign.  2.  Quello 
che  si  porrebbe  ( !a  stampa  di  f nona 
1810.  a  pag.  2o4'  l'^Sge  penerebbe)  a^^ 
mietere  uno  mese  per  uomo  ,  ìn  uno  di 
ne  sbriga  un'opera  di  bue.  Ar.  Fur.  20. 
4.  Sbrigossi  tosto  del  suo  debito  ella  , 
Tanto  il  nome  dì  lui  saper  disia.  Tac. 
Dav.  Stor.  3.  3l|.  Favorinne,  come  spes- 
so, la  fortuna  romana  ,  che  condusse  là 
Muciano,  eie  forze  d'Oriente,  e  ci  sbrigò 
di  Cremona  (ciac,  fece  che  ci  sbrigassi- 
mo ;  il  testo  lat.  ha:  Crcmouae  Iraose- 
gimus), 

SBRIGATAMENTE.  Avverb,  Spaccia- 
lamentc  ,  Con  prestezza.  Lai,  ccleriier  , 
ocytis,  expedite,  Gr.  t&jjsw?.  Salitisi. 
lag.  B,  Allora,  conosciuto  il  lallo  ,  sbri- 
gatamenle  presero  loro  armi.  E  Sallust. 
Cateti.  E  poiché  il  consiglio  e  preso  ,  sì 
è  sbrigatamente  mestieri  il  fallo  (qui  il 
lesto  lat.  ha:  mature  fatto  opus  est). 
7\'s.  Br,  S' alcuno  ti  domanda  d'alcuna 
cosa,  tu  dei  rispondere  sbrigatamente.  , 
SBRIGATIVO  Add.  CheJacUmentesi 
sbriga,  I-at.  rxpe-iitus.  Gr.  zuT^opo;,  f'iv. 
Disc.  Arn.  5i.  Sono  (questi  lavori)  i 
più  sbrigativi,  i  più  durabili,  i  meno  di- 
spendiosi, ed  ì  meno  soggetti  a  danni,  ed 
a  fraudi. 

^  g.  Sbrigativo,  dicesi  anche  delle  per- 
sone, e  vale  Speditivo,  Che  si  ibri<ia.  Ba!~ 
din.  Dee,  Si  in  conoscere  per  un  uomo 
sbrigativo  nelF  operare  suo,  (A) 

SBRIGATO  Add.  da  Sbrigare,  v  Ciov. 
Celi.  T'it.  Alj.  35.  il  Travisano  commis- 
sario generale,  sbrigaiusi  con  non  poche 
fatiche  da  tale  assalto  .  la  dette  giù  pel 
fiume  alla  seconda,' salva  a  gran  pena  ta 
capitana.  ( C) 

t  §.  I.  Per  Spedilo,  Faci/e, hit  e.rpe- 
ditus,  celer,fucilis.  Gr.  iJ-iZO^Oi.  Pallad. 
Marz.  24  La  più  sbrigata  via  è  aggiu- 
gnere  il  bue  eh' è  più  Ibrte  e  feroce,  con 
bue  mansueto,  frgiz,  I  quali  pedoni  gli 
antichi  chiamavano  sbrigati.  G.  /'.  7.  65. 
3.  Ma  a  cui  Dio  vuol  male,  ell'è  sbri- 
gata (cioè,  finita,  spedita  i  Lai.  actura 
est). 

V  §.  II.  S'irigato  ,  d,'tto  di  persona, 
vale  Pronto,  Slittilo,  F-^peditno.  Tes. 
Br.  7.  17.  Salamoile  dice:  quelli  che  è. 
ìshrigalo  in  tutte  le  sue  opere,  dimora  di- 
nanzi al  re,  e  non  Ira  '1  niinuto  popolo. 
icsu  Sirac    dice  ;  sia   isbrig^to  in  tulle  I2 


Xo3s 


S   B  R 


S  B  R 


SBC 


ini  Ir,  2. 
air  ordioe 
I  ,    sempre 


lue  opere    (D)  Se^ner,    Crisi. 
10.    12    1  coltivi   sono  sempre 
per  operar  male  ,  st-mpre  saclii 
sbrigali,   senzJ   stjncarii.   (IV) 

SBKKiLIARIi.  Contrario  d*  imhri^lia- 
re,  Ciivare,  o  Levare  la  /triglia.  Lai. /rae- 
nurn  toUere*  Gr.  X'^' tvò  v  oi-i%t.piZ-i. 

§.  I\r  si'iiiUt.  Sciorre ,  Slegare.  Lat. 
Mherc.   Gr.  avxXujti'. 

SBRIGLIATA..  Strappala  di  briglia, 
Shrigliulura,  Sbarbazzttta.  LìX./raenl  ve- 
hemem  adductio. 

§.  PtT  niet-if.  vaU  Ripassata,  Riprei' 
sione  t  Ranimanzina  j  onde  Dare  una 
sbrigliata.  Lat-  a  'itjuem  repreUenJere  , 
of/iurgare.  Gr.  i-:itzip.'2j  tivi.  yarcfu 
Krcot.  88  Ujfo  uuj  sbriglidia,  ovvero 
sbrigliatura,  è  dare  atcnnj  bunoa  ripreo- 
sioDC  jd  ulcuDO  per  rjffrcadrlu;  il  cbc  si 
dice  ancora  fare  un  rovcjrio. 

f  SBRIGLIATELLA.  Dim.  di  Sbri- 
f^liata.  Gal.  Sift.  443-  Alcune  bbrigliatelle, 
che  si  sou  date  nc'giorni  pa^s^li  al  signor 
Simplicio  ,  l'bauno  reio  mansueto  ,  e  di 
saUatore  cangialo  in  una  cbinea  (t/ui  fi- 
gitrattim .). 

SBRIGLIATISSIMO  Superi,  di  Sbri- 
gliato. Jìuon.  Fier.  3.  2.  ly.  E  farsi  ogni 
qua1uni|U0  temeraria.  Folle,  sozza,  inooe- 
;iusta  impresa,  SbrìgliaiiSìimo  le- 


sta 
cita 

SDIUGLIATO  Add.  da  Shriglian-j 
Che  non  ìia  briglia.  Che  e  senza  briglia. 
Scio/lo,  Libero.  Lat.  in/raenis  j  solutus. 
Gr.  «/aXtvo;. 

§  Pt-r  mrtaf  Buon.  Fier.  \.  5.  II. 
Non  si  crcd.i  m-ssuna  esser  sicura  U.igli 
assalti  sbrigliali  e  lempestosi.  £  3.  4-  2. 
V.  susurri,  e  parole  iroiicbc  e  basse  ,  E 
&bri^1iate  quercb-,  e  labbri  aperti. 

SBRIGLI  ATURA.  .Strappata  di  bri- 
glia, clic  si  d'i  ni  cavalli  quando  s*  ani- 
maestran )j  Sbirb.izzaia.  Lat  frasai  vC' 
hemens  adductio. 

§.  E  per  melaf.  vale  Ripassata,  S'iar- 
balzata.  L.il.  obiurgalio.  Gr.  etiti '/Jir,7t;. 
p'arch.  Slor,  10  32().  Forse  per  la  sbri- 
gliatur.i,  che  gli  aveva  l'aiiuo  passalo  data 
Anton  Lchéì,  disse  tulio  M  contrario.  Kd 
Krcùl.  88.  Dan:  una  sbrigliala,  ovvero 
&1)rig1iatura,  è  dare  ab  una  buona  ripn-n- 
tione  ad  alcuno  ,  per  raifrenarlo  ;  il  cbe 
si  dice  ancora  fare  un  rovescio,  -r  Da\>* 
leti.  10.  QiuUro  furono  liberali,  e  Giu- 
liano e  un  altro  riU>uutÌ  al  largo.  Pensai 
prr  un  pnco  di  sbiigUalura,  come  più  vi- 
vi; ma  vedendo  continuare  le  mandai  una 
supplica  a  mio  nome  (C) 
SUIU/,/.ARE  Sprizzare. 
§.  PcT  meta/,  vate  Spezzare  in  mimi' 
tissimi  pi'zzi.  Lat.  contcrere,  diicinderr  , 
comminiwre.  Gr.  0'jVTpl'^£iv.  Tav.  Rit. 
Vengonsi  a  fcdìrir  due  grandissimi  colpi  , 
(•   sbriLzano  te   lance   in    ptrtzi. 

•■;-  *  SBROBUIARE.  Va  B  rabbia  j 
Voce  popolare  e  batsa,  che  valf  Dir  vil- 
lania, S\>illatieggiare,  Salvia.  Jliad.  lib. 
20.  f.  3J8.  Ma  perchè  ri*se  e  brobbi  è 
forza  ati  ambi  Sbrobbiar,  quai  femminrl- 
ie,   un  C'«ntra  l'aliro,  ec.   (A) 

*  SBHOCCAUE.  Lo  stesso  che  Sbru- 
care, Srrd  Stor.  Capra  vecchia  bene 
sbrocca.  (A) 

*  §.  Sbroccare.  Term,  d.gU  Arti- 
sti della  veta.  Ripulir  la  seta  con  ago,  o 
altro  frrruzzo  appuntato  ,  dagli  sbrocchi 
e  su  liciunii  ch(.  nel  filarli  vi  si  sono  at- 
taccati.  (A) 

^  SBROCCATURA.  rerf/irnc  rfi-y/i  Ar- 
tisti drilli  seta.  IJ*  Operazione  dello  sbroc- 
care la  seta  sul  guindolo  ,  ed  anche  lo 
Sbrocco"'che  se  ne  cai'a  (A) 
SBROCCO,  yed  SPROCCO. 
=*  g  Sbr'KCO.  Tarmine  degli  Artisti 
della  seta.  Quella  seta  che  si  cava  dal 
gnindilo  nel  ripuhrU  dopo  ehcitrattì.{A) 


*  SBROCCOLARE.  Shroccarc,  Shra- 
care,  Rodtr  U  f<}^lie  de'ratnt.  Allei;.  299. 
Chi  vi  mena  il  c;ivjl,  vi  può  r<--care  An* 
che  la  biada;  e  lo  far'j  piii  forte,  Se  lo 
manda   alle   macchie   a  sbroccolare,  (f^) 

SBKOGLIARE.  Levare  gl'imbrogli  j 
contrario  d'  Imbrogliare.   Lai.   expedire. 

•f  g.  Eia  signifìc.  neutr.  ptss.fVale 
Strigarsi  ,  Scapecilitarsi  ,  Levarsi  dalC 
imbroglio  .  Lat.  se  expedire  .  ^  Ma»al. 
Lett.  Di  come  poi  tutta  qjvtla  grande  e 
poco  concepibile  manifattura  potesse  sor- 
tire il  suo  iotento,  aoo  finisce  S.  A.  di  ricor* 
darsi  come  chi  glie  la  disM  M  do  ftbro* 
gliasse.  (.É) 

SBROGLIATO.  Add.  da  Sbroshart  . 
LiLexpei/itus,  purqatiis.  Gr.  a— K>/«yei'i» 
za&ajisOit'i  .ia/Wn.  Due,  i.  379.  Fin- 
gete un  erto,  ed  aspro,  e  spinoso  cacn> 
mino,  pieno  di  balie  e  di  dirupi,  ee.:  se 
questo  viene  sbrogliato  dalle  spine  cbe  1' 
impacciavano  ce,  la  difficoltà  e  l'asprezza, 
mutata  faccia,  riuscirà  io  allrcltanta  d<jl- 
cciza,  e  farilitìl. 

SBRUCARE.  Levar  via  le  foglie  a' 
rami  ,  Brucare  •  Lai.  folia  detrahere  t 
pampiaare,  /rondare,  collucare.  Gr.  oui- 
Xo/.iKÌlv.  iironl.  Rim.  buri.  2.  25j.  E 
sbrucale  e  dìbucciale  in  un  trailo.  Morg. 
23.  6.  Dettegli  un  pugfio,  e  sbrucagli  1* 
orecchio  ,  E  fé  dì  sangue  un  lago  di  Fu- 
ceccbio  (qui  per  similtt.). 

SBRUFFARE.  Spruzzar  colla  bocca  . 
Lat.  liquorem  insufflare,  insp.-rgere.  Tes. 
Pov.  P.  S.  cap.  i8-  Ad  uno  cbe  non  può 
tenere  lo  capo  saldo  ,  falli  uno  sacchetto 
ec  ,  e  sbruUiilo  ben  di  vino,  e  così  caldo 
ponlo   in   sul   capo. 

♦  §.  I.  St  dice  anche  dello  Spruzzare 
per  le  nari.  Car.  En.  lib  y.  v.  ^zi-  Al 
Troian  duce  assente  un  carro  invia.  Con 
due  corjier  ch'erau  di  <|uci  del  Sole  Ge- 
nerosi bastardi,  e  vampa  e  foco  Shruffa- 
van  per  le  nari.  (R)  Salt-in.  Geor.  l.  i. 
E  quando  co'cavalli  ansauli  SbrulTu  a  ool 
la  luce.  (F) 

♦  §.  11.  Sbruffare,  per  Aspcrt:ere..Soìd, 
sai.  h.  Or  qui  I'  appella  ,  da  ch*r  *1  Sole 
allufl'i  I  suoi  dfstrieri  in  mar  alla  mani- 
na ,  Cbc  al  nuovo  corso  d'ambrosia  gli 
sbruffa.  (R) 

SBRUFFO.  Lo  sbruffare.  Lat,  fff'uùo. 
Gr.  e/p!U5t^.  Malm  11.  35.  Sbruffile* 
lenti  scaricando  e  rulli.  In  uu  tempo  spa- 
venta, e  ammorba  tutti. 

3  .SBRUTTARE  .  Tor  via  ,  e  Levare 
il  bruito,  Nrttare.  Lat.  purgare,  nitida- 
re.   Gr.  xadotjoi^etv,  ya^^ìlJvscv. 

♦  §.  £  i/i  signifìc.  neutr,  pass.  ,  vale 
Torsi  via,  e  levarsi  il  brutto ^  ^'ettarst. 
41  Malt.  Franz.  Rim.  buri.  3.  96.  Men- 
tre  i  demi   si  stuzzica,   e  si   sbrutla**.  (\} 

SBUCARE.  In  signific.  neutr.  vale  (/• 
scir  della  biict  j  cont>  aria  d'  Imbucare; 
e  anche  scmpficemente  Uscir  fu>ri.  Lai. 
ad  auras  evadere.  Gr.  iTOOìBiOn  v  e't^  tÒ 
oijyon^v.  Aforg  a.  37  Che  noi  potremo 
or  nt'ir  Inferno  andare  ,  E  faVne  *utti  i 
diavoli  sbucare.  E  7  32  Le  pcc4-bie  so- 
glion  pel  fuoco  sbucare.  E  22.  17^  Dun- 
que convtrn  che  I'  Arpalisla  sbuchi.  Cecch. 
Dot,  ij.  .1.  S'  io  lo  fo  .vliucare  (  rem*  io 
credo)  di  casa  ce,  io  vo'  cercar  le  volle, 
E  veder  se  e'  vi  son  da  cavar  fuori  Que* 
poveri  prigioni  .  Tasi,  Am.  3-  2-  Ecco 
di  non  so  donde  un   lupo  sbuca. 

g.  E  in  signific.  alt.  vale  Cavar  della 
buca j  e  talea  anche  sempluentenle  Ca- 
var  fuori  .  Lat.  «ducere  .  Gr.  c'tgc'yciv  . 
Moni.  2\-  X^y).  E  se  vi  fosse  restato  al- 
cun tarlo  .  Ognun  con  carila  lo  sbuchi 
fuore.  Burch.  1.  A.*».  E  sbucò  'I  capo,  e 
guardò  giù  la  tomba  .  Lib,  Son.  7. 
sbura  fuor  quel  luo  sonetto  trito. 

SBUCCIIIARE.  Shucciare,  Lat.  decor-  \ 


Or 


Lo  fé  lavare  sette  volle,  e  immanlenenle 
fa  libero  dalla  malatua,  t  Uscio  via  quel 
mal  cu->io,  e  sbucchiossi  tulio,  e  diventò 
la  carne  sua  brlla  ,  Fr.  Gtord,  S.  Pred. 
36.  Eniru  nel  Oiordano  .  e  lavossi  sette 
volle,  e  immanteoeale  fa  libero  dalla  ma- 
ladelta  lebbra,  e  lascio  via  quel  mal  cuo- 
io, e  sbucchiossi  tulio,  e  divento  la  carne 
puriBcata  come  di  fanciullo.  Paiaff.  5.  La 
tigna  con  |i;;namica  mi  thucchio. 

SBUCCIIIATO  .   Adì,  di   Sbucchiare 

Lat.  Jrcorticatus.  Gr.  arroJerrnOet'i.  Lib. 

Son,  102-  Tu  se*  d*  ogni  bontà  sbucchialo, 
e  nello  ftpii  per  metaf.), 

9  SBUCCIARE.  Levar  la  buccia.  Lat. 
decorticare,  cofticem  detrahere.  Gr.  v.no- 
i^TSiv.  Cr.  5.  37  I.  Si  colgono  (le  ver- 
che  del  brillo)  del  mese  d*  Aprile,  quando 
il  sugo  si  muove  in  quelle,  e  si  sbaccia- 
Do  ,  e  se  ne  fanno  corbe  ,  e  gabbie  da 
accelli .  Lor,  3Ied,  cans,  77.  ^.  Non  sì 
monda,  e  non  si  schiaccia,  Sol  si  sbuccia 
un  pocolino. 

^  %.  \.  E  in  signi/ic.  neutr.  pass.,  *>ale 
Deporre,  o  Lasciar  la  buccia,  o  la  pelle* 
«  Red.  Oss.  an,  106.  la  questo  leoipo 
uno  di  essi  quattro  (lombrichi)  comiociò 
a  sbu:cijrst  della  cuticola  m.  (jt) 

§  1!  Per  metaf,  Pata^.  \.  Isbucciati,  e 
Don  far  di-Ilo  sliztoso. 

SBUCCIATO.  Adi.  da  S'>ucciare.  Lat. 
excoriatus  ,  decorticatus  .  Gr.  datpro^  - 
Ricttt.  Fior.  3o.  La  copia  inGnila  delle 
selve  di  questo  albero,  che  s{K>niaaeameo- 
te  oasc*  senza  coltura  alcuna,  persuade, 
che  se  ne  sbucci  non  puche  delle  perfette, 
ne  più  kbuccìat<p.  Ruoa.  Tane,  5  4-  ^- 
E*  deona  aver  le  gote  icoluhte  .  C  E  Iv 
mani  sbucciale.  Sodar,  Colt.  93.  Fatti 
minuti  col  piallctio,  ovvero  raschiando  il 
legno  sbaceiato  prima  col  colteUo  tagUec»- 
te  ,  ec. 

*  SBUDELLAMENTO  Lo  sbudella- 
re, n  Vccabol.  alla  V.  SF0>*DAK£21 
TO  .  §.  (•) 

SBUDELLARE.  Ferire  in  guisa,  che 
escano  te  budella.  Lai.  exenterare.  Gr. 
£|evT£j5t'?scv.  G,  F.  8.  55.  i5.  Non  ta- 
teniteano  ad  altro.che  ammazzare  i  cavalieri, 
e  i  loro  cavalli  isfondare.  e  sbudellare  (cosi 
ha  il  te^t-y  Davanz  },  Dm.  Comp,  i.  9. 
I  pedoni  d^gli  Aretini  si  metteauo  carpo- 
ne sotto  i  ventri  dr*  cavalli  colle  coltella 
ia  mano,  e  sbudvllavangli  .  CirifT.  Calv. 
2.  45*  E  sotto  mano  una  punta  crivella. 
Che   r  elefante   in   un    punto  sbudella. 

SBUDELLATO  .  Add.  da  Sbudella- 
re. Lai.  exenteratus  Or.  c^cvre^aàct;. 
Guid  G.  Quando  vni  vedrete  li  voslri 
parli  sbudellali.  Frane.  Sacch.  nov.  a58- 
Chinando  il  lume,  vede  l'asino  morto  e 
sbudellato  .  Heinb.  Stor.  2-  36.  Qoalfl 
dalle  feiile  e  da'  cavalli  sbudellati  c«du- 
to,  e  dagli  altri  soldati  abbandonalo. 

SBUFFANTE.  Che  sbufìa.  Lai.  anhe- 
lans,  ti-rmrns  Gr.  asduai'vwv,  yuftdv. 
Tac,  Dav  Ann  4-83  Temeva  di  Droso. 
nimico  già  scoperto  e  ibutTjale,  che  dov* 
era  il  figliuolo  si  chiamasse  all'  Imperio 
altro  aiuto  (qui  ti  tetto  lat.  ha  querens). 
#  Salvia.  Odiss.  lib.  5.  %:  56^  Temo 
non  me  di  nuovo  la  procella  Involando, 
non  porti  al  mar  pescoso,  Gratemeoto 
sbuifante  e  sospirante.  (R)  E  Georg.  Uh. 
I.  E  .  o  lu  a  cui  la  prima  uno  sbufianle 
Deslrirr  versola  terra  ec.  E  Enetd.  lib.r. 
Alto  crinito  Elmo  sottien  Chimera  dalle 
fauci  Fuochi  d'  Etna  sbutFante.  (F) 

SBUFFARE.  Susi,  Lo  shuffmro  ,  Sof' 
fiamento  ,  Fremito.  Lat.  fremitus-  Gr. 
^fiifiOi  .  Tac  Dav  Germ.  375.  Osser- 
vano gli  tnilriri  e  gli  sbuQàri ,  e  a  que- 
sti hanno  più  fede  ,  che  ad  altro  indovi- 
namente . 

SBUFFARE  .  Tfeutr.  Mtaméar  /bora  /• 


(ictrr.  Gr.  k:toàÌ;ciiv    /-V.  Giord.  Paad    '  alito   rj/i    unpeto  ,  #  a  scosse  per  to  piA 


S  B  U 

«  cagione  d'ira.  Lai.  anìtelare ,  fremcrv. 
Gr.  aa0,a«tv£tv ,  yuaioùw .  Dant.  In/. 
]8-  QuÌQili  seottiiiinu  ^i-ale  che  si  nicchia 
Neil'  ahrj  bulgt^,  o  che  cui  muso  ibutTi, 
E  se  tnedesma  colle  palme  picchia.  />V/vi. 
Ori.  I.  16.  24*  Mi*  tio"  b'avvfiilj  il  fuo- 
co sì  alla  stoppa,  Nù  d*  uiu  fit>ru  ud  ran 
salta  alla  pelle  ,  Come  levato  si  rivolta 
Orlando  ,  Di  sdegno  acceso  sofiìaDdo  e 
■bu£&ndo.  l'arch.  lùcol.  55.  Se  v*  ag- 
giugne  parole,  o  alti  che  moslrino  lui  a- 
Tcr  preso  il  grillo,  essere  saltato  in  sulla 
bica,  cioè  essere  adiralo,  e  avere  ciò  per 
male  ,  si  dice  :  e'manaa  ,  egli  sbuQj  ,  o 
soflfia.  Tac,  Dit%>.  Ann,  3.  61.  Fatto  cuo- 
re,  rieolra  in  senato,  e  trova  rinforzale 
1*  accuse  ,  ì  Padri  iliufiare  ,  contrario  e 
terrìbile  oj-ni  cosa  ,  K  \1  l38.  Nnn  più 
Lisbìgliando,  ma  sbuffando  alla  scoperta, 
dicevano:  ec. 

g.  I.  Sbuffare  ,  in  sionijìc.  alt, ,  vaie 
Proferire,  0  Dire  con  isdesno.^Serd.Stvr. 
a.  79.  Come  a  Cochin  venne  la  nuova  d* 
un  tanto  preparuniento  ,  la  plebe  comin- 
ciò a  sbufilirc,  che  per  amore  de'forestìeri 
era  messa  ìa  pericolo  della  vita  ,  e  della 
roba.  (CPJ  E  i3.  528.  Incomiocìarono 
gioroalmeole  a  sbufljre  le  medesime  cose 
se*  cerchi,  e  nelle  tende. 

^  g.  II.  E  pure  in  signifìc,  att,  Man- 
dar  plori.  Ang.  Met»  2.  4^-  Ti  pensi  tu 
gli  alipedi  destrieri,  Fatti  ardili  dal  fuo- 
co ,  e  dal  veneno  Che  &bu£in  fuor  iodo- 
mìli  ed  altieri  Poter  ben  governar  sotto 
il  tuo  freno?  E  58.  Sbuffjn  Bamme,  an- 
DÌtriscoD  ,  come  quelli ,  Clie  tutto  hanno 
al  volar  l'animo  intento,  fi?^ 

*§.  III.  Sbuffare.  T  d,^' Cavallerizzi. 
Dicesi  del  ioffiare  che  fa  il  cavallo  quan- 
ào  se  gli  para  davanti  alcuna  cosa  che  lo 
spaventi.  (J) 

•f  *  SBUFFO  .  Aspergine»  Spruzzo 
particolarmente  gettato  per  bocca  ,  op- 
pure dall'  armeggiamento  di  chi  nuota  . 
Più  volgarmente  dicfi  Sbruffo  .  Salvia. 
Op.  Pese.  5.  4i4-  ^  niolto  sopra  '1  mar 
spala  sanguigna  Spuma,  bollendo  pe'do* 
lori ,  e  mugghia  Di  lei  infuriata  sotto  V 
acqua  Lo  sbuffo.  (A) 

*  §.  Sbuffo  .  r.  de'  Cavallerizzi  Lo 
sbuffare  del  cavallo  nel  veder  iosa  che  lo 
spaventi.  (A) 

SBUGIARDARE.  Convincere  di  bugii. 
I«lt.  mendacii  ccarguere.  Gr.  s^sis'yX-'^ 
Tcva  '('SUooXoyi'a^.  Dnv.  Scism.  79.  Con 
loro  dispulare  e  confondergli,  scoprirli, 
sbugiardarli ,  conBggerli. 

*  SBULLETTARE  .  Gettar  fuori  le 
bullette  j  e  dicpsi  propriamente  nd  Un 
certo  gettar  che  fanno  gì'  intonachi  di 
calcina  d'  una  porzioncvlla  di  lor  super- 
fìcie per  lo  più  di  figura  tonda  ,  simile 
alla  testa, 0  cnppello  di  una  bulletia ,  la- 
sciando un  buco  simile  a  quello  che  fa 
la  bulletta,  0  chio.lo  nella  muraglia  nel 
cavamelo  fuori.   Baldin.    J'oc.  Dis.  (A) 

*  SBULLETTATURA.  Lo  sbullettare, 
detto  propriamente  degl'intonaclii.  (A) 

SBUSARE  .  Vincere  altrui  tutti  i  suu' 
danari.  Pataff.  2.  Rivela,  sbusa,  rabbufla, 
eeroeccbia  .  Lib.  Son.  54-  ^'on  bai  più 
giuoco,  e  straccerai  le  carie:  Bendi  a  tua 
posta  ornai  la  spada  a  Marte,  Ch'Ìot*ho 
sbasato,  e  poi  se'  mastro  vecchio.  Burch. 
3.  14.  Io  li  debbo  sliusare  a  poco  a  poco, 
E  non  giuoco  più  oggi  con  Cristiano. 

SBUSATO.  Add.  da  Shusare-  Pataff.  2. 
EgU  è  sbasato,  e  vassi  infrancescando. 


•f  SCABBIA.  Rogna.  Secondo  i  Medici 
€  una  Malattia  cutanea,  pruriginosa  e  con' 
tagiosa  ,  che  differisce  dalla  rogna  nell* 
avere  le  pustole  più  piccole  ,  e  alquanto 
steche*  Lat.  scabies.  Gr.  ^&t^9c,  \{iwft'a- 
Focabotario   T.  II. 


S   C  A 

ot;  .  Diint.  Jnf.  29.  E  si  traevan  giù  1* 
unghie  la  scabbia  ,  Come  coUel  di  scar- 
dova  lo  scaglie .  E  Pnrj'.  23.  Dih  nun 
conteudt-re  all'  asciutta  scabbia  Che  mi 
scolora  .  Pitr.  canz.  29.  3.  Cb'  al  corpo 
s.ino  ha  procuralo  scabbia.  Cr.  3.  16.  6. 
Ancora  se  si  (a  iinguenlo  di  quello  (orzo) 
con  acelo  forte,  e  punsi  a  modo  d'impia- 
stro sopra  la  !>caljbia  ulcerata,  sanala.  E 
6  IO  2.  La  sua  polvere  (delC  anstolofrin), 
con  aceto  mischiala  ,  da  puzsa  e  scabbia 
ottimamente  mondiBca  la  cotenna  .  Esp. 
Salm,  Questo  Lasserò  era  pien  di  scab- 
bia. Alnm.  Colt.  l.  25.  Rimedio  e  scher- 
mo Alla  ijfda  podjgra  e  all'  aspra  scabbia. 
SCABBIARE  .  Nettare  dalla  scahbia  . 
Lat.    scnbie  purgare  .    Gr.    "fw'pa^  a;to- 

§.  Per  metaf.  vale  Piallare,  Ripulire. 
hai.  lacvìgare  »  Gr-  iàiat'vatv  .  Pallad. 
cop,  26.  Fia  il  luogo  mondo  ,  e  d*  ogni 
lato  scabbiatn,  e   piallato. 

•f  SCABBIOSA,  Pianta  perenne  ,  €0.1} 
della  perche  credula  buona  per  la  scab- 
bia .  Coltivasi  ne'  giardini  ,  e  nasce  ne* 
Cfimpi  ,  e  trovasi  fiorila  fra  le  biade  nel 
mese  di  Giuiino.  Il  fiore,  volg.  dello  Ve- 
dovine, o  Vedovina  salvatica.è  pure  una 
specie  di  Scabbiosa  .  Lai.  scabiosa  .  Cr» 
6-  35.  3.  CoDtra  le  scrofole  secche  si  fac- 
cia impiastri  di  due  parli  di  cicuta  ,  e 
terza  di  scabbiosa  .  E  &•  11 7.  La  scab- 
biosa è  calda  e  secca  nel  secondo  grddo, 
la  quale,  quando  è  secca  ,  è  di  nulla  ef- 
6cacia  .  Paiaff.  4-  Della  scabbiosa  tram- 
iKisciando  pacchio.  Xtbnld.  Andr.  46.  To- 
gli barbe  di  sparagi  ,  barbe  di  fioocchio, 
barbe  di  scabbiosa,  e  fanne  siroppo.  Ta. 
Pov.  P.  S.  cap.  3.  La  scabbiosa  ,  trita 
con  la  sugna,  leva  la  Gemma  salsa  che  fa 
la  scabbia,  ovvero  rogna. 

SCABBIOSO  .  Add.  Che  ha  scabbia. 
Lat.  scabiosiis  .  Gr.  t|;cijpwO>i4  .  Pallad. 
Magg.  8.  Questo  tutto  1'  anno  è  medica- 
mento  da  fare  alle  pecore  ,  per  non  la- 
sciarle diventare  scabbiose  .  Bui.  Purg. 
23.  1.  Finge  l'autore,  come  li  golosi 
erano  scabbiosi. 

§.  Per  sinnlit.  si  dice  delle  piante,  e  di 
auro  ,  e  valf  talora  lo  slesso  ,  che  Sca- 
braso  .  Cr.  2.  24«  I-  Sappiamo  che  le 
piante  salvalicbe  sono  spinose  e  srabbiose 
nella  su^taozia  della  corteccia.  E  4-  1*  1 
La  vile  ec.  è  un  arbuscello  umile  molto, 
torta,  nodosa  e  scabbiosa  (cosi  in  alcuni 
testi  a  penna  j  lo  stampato  ,  e  il  testo 
Ricci  hanno  scabrosa  ).  Alam.  Colt.  1. 
22.  Me  dì  scabbiosa  ruggine  empia  ì 
ferri  . 

*  SGABELLO.  Sgabello,  Med.  Ari. 
Cr,  73.  Porrà  i  suoi  nemici  sotto  lo  sca- 
beilo  de'  suoi  piedi  .  Cor.  Apol.  2z\.  E 
non  voler  far  del  grande  e  stare  in  sulle 
competenze  con  luì  ;  che  non  ha  scabello, 
che  oou  intenda  questa  lingua,  e  che  noo 
le   ne  potesse  esser  maeslro.  (C) 

SCABRO.  Add.  Che  ha  la  scorza  im- 
brattala, Ronchioso,  Ruvido,  Di  superfi- 
cie rezza  .    Lai.    scaber  ,  scabrosus  .   Gr. 

do  ì  rami  sun  troppo  spessi,  o  scabri,  o 
aspri ,  o  che  non  nascono  in  convenevoli 
luoghi,  sì  taglino  dall*  arbore  con  taglienti 
e  duri  ferri.  Poliz.  .•:l.  i.  io4-  Nello  e- 
slremo  se  slesso  it  di^io  fabro  Formò , 
felice  di  si  dolce  palma.  Ancor  della  fu- 
cina irsuto  e  scabro.  Buon.  Fier.lnlr.  2.  8. 
Più  d*  un  monte  Ìl  fa  scabro,  e  più  d' 
un  rivo  . 

SCABROSISSIMO,  ^uper/.  di  Scabro- 
so. Lat.  asperrimiis  ,  maxime  scafirosus, 
Gr.  zfKy^UfJTO:;  .  Red,  Oss.  an.  Sq.  Le- 
vata loro  la  prima  durissima  e  scabrosis- 
sima pelle.  Gal.  Sisi.  61.  Questa  (su- 
perficie) della  terra  tocchiamo  con  mano 
essere  scabroiissima  ed  aspra. 


SCA 


1033 


SCABROSITÀ',  SCABROSITADR,  « 
SCABROSITATE.  Astratto  di  Scabroso. 
Lat.  scabricies,  sCabricia  ,  scabndo.  Gr. 
TjaaxuTTJi  .  Sagg.  nat.  esp.  2.].  Mercè 
dtlla  scabrosità,  e  irregolarità  delle  lor 
parti.  Gal.  Sisl.  i52.  Quelle  di  terra 
vengono  impedite  dall'  asprezza  del  toc- 
cameuio.  cioè  dall'  ijicssa  scabrosità  della 
terra.  ->  fu  p.it.  68.  Una  certa  liscia- 
tura e  ultimo  riuetlamenlo  ,  che  raggua- 
gli ,  e  tolga  via  ogui  scabrosiià  del  lavo- 
ro. (N) 

•t  SCABROSO.  >^d,^  Jcn&ro.  Lat.««- 
brosus.  Gr  T^aX"'^'  <>•  5.  47.  2.  fi  piop- 
po ha  questa  proprietà,  che  se  si  pota  nel 
tempo  della  stale  ec,  agevolmente  si  sec- 
ca ,  e  diventa  infermo  ,  debile,  scabroso, 
e  aspro.  Aìam.  Colt.  5.  125.  Di  quest'al- 
tro ìl  venire  Largo  e  scabroso  ,  e  sopra 
picciol  ramo  Viene  a  grandezza  tal  ,  ee. 
Gal.  Sisl.  432.  La  superficie  di  questo 
nostro  globo  noo  è  lutla  scabrosa  ed 
aspera • 

g.  I.  Per  mela/.  Diffìcile ,  Intriga- 
to .  Lat.  asper ,  durtis .  Gr.  Tpot-vJ^ , 
X«Xe-o;  . 

t  *  §.  II.  E  pure  per  metaf.  vale 
Pieno  di  difficoltà.  Imperf .  Tim.  lì.  3, 
T.  6.  175.  Se  queste  cose  difl5cili  lì  pa- 
iono, danne  la  colpa  a  Platone,  e  non  a 
me;  e  avvrrlisci  eh'  e'  non  ci  ha  sottiglies- 
za,  la  quale  non  abbia  dello  scabroso  (qui 
inforza  dì  sust.).  (E) 

SCACAZZAMEIVTO.  Lo  scacazzare. 

SCACAZZARE.  Jn  signific  alt,  e  neutr. 
pass.  Mandar  fuora  ^li  cscrcmenli,  che  3Ì 
avrebbero  a  mandare  in  un  tratto,  e  in 
un  luogo ,  in  più  tratti  ,  e  in  parecchi 
luoghi.  Burch.  1,  5.  Tal»  eh' ancor  dì 
paura  sì  scacazza . 

§.  Scacazzare,  per  meta/ ,  si  dice  dello 
Spendere  t  e  Giltar  via  1  danari  in  coS9 
frivole,  e  vane  Lai.  pecuniam  in  res  mi- 
nutas  prodigere.  Eir.  nov.  7.  2^2.  Il  Vi- 
cario ordinò  che  la  vecchia  fusse  scopata, 
e  che  Menicuccio  desse  quaranta  lire  al 
Giannella  ,  che  la  vecchia  si  aveva  sca- 
cazzale, per  supplire  alle  cento. 

SCACAZZl'O.   Scacazzamento. 

*  SCACCAFAVA.  /.  A  SCACCA- 
FAVA.  {') 

'\'SCACCkT A.. Colpo,o  Percossa  di  scac- 
co. Cast-gLCcrtig.  2  175.11  geoliluom  turba- 
to, come  soglion  esser  tutti  quelli  che  perdo- 
no a  quel  giuoco  ^r/c'g/i5<:accA(^,  prese  in  roa- 
no il  re.  che  era  assai  grande,  come  usano 
i  Portoghesi,  e  diede  in  su  la  lesta  alla  sci- 
mia  una  grande  scaccata.  (?>S) 

SCACCATO  .  Add.  Fatto  a  scacchi  . 
Lat.  tessellatus.Gr.  Tìsjioixti^evc?.  Erane. 
Sacch.  nov-  80.  Morto  sia  a  ghiado  il  di- 
pintore che  gli  dipinse,  che  dovett' esser 
forse  Calandrino,  che  fece  loro  le  calze, 
vergate  e  scaccate  .  E  appresso  :  Quelln 
che  intervenne  a  lui,  interverrebbe  a  moli' 
altri ,  e  spezialmente  veggeodoglì  con  !• 
calze  vergate  e  scaccale.  Alam.  Gir.  23, 
70.  Porta  quel  scudo,  che  degn'  è  d'  im- 
pero, Poiché  lutto  è  scaccato  a  bianco,  t 
nero  Borsh.  Arm.  Jam.  61.  Trovandosi 
r  aquila  dì  Moravia  scaccata  dì  bianco 
e  rosso  .  E  62.  La  Ca  da  Mosto  io  Ve- 
nezia ha  il  cane  scaccato  a  rete  azzurro  • 
d*  oro . 

SCACCHIARE  .  Morire  j  modo  basso. 
Lai.  abire  ad  plures  .  Gr.  SvyjflXerv  , 
a7to3v/;ff/Etv  .  Cecch.  Spir.  1.  i.  Cre- 
dendo io  eh'  egli  scacchiasse.  M'appiccai 
al  peggiore.  Losc.  Pinz.  i.  6.  Ma  tener» 
segreto  ìl  maritaggio  tanto,  che  mio  pa- 
dre scacchi  ^  JSert.  Giamp.  84.  E  cosi 
in  burla  in  burla  scaccbiale,  e  Tacciate 
piagnere  il  mondo  davvero.  (C) 

^-  g.  Scacchiare  .  Term.  degli  Agri- 
coltori .  Levare  tutti  i  nuovi  capi  d'  un 
magliuolo  seni'  uve  ,  a  riserva  di  quilh 
x3o 


io34 


S  e  A 


venuto  dall'  occhio  lasciato  su  aito  vicino 
all'  estremi tàj  e  dtcrsi  anche  Sbastarda- 

SCACCHIERE,  e  SCACCHIERO.  Quel- 
la tivoln  scaciata  e  qu<nlra,  cioè  compo- 
sta di  SfSS'Jiita'juafl'O  f/nadrettì  chiamati 
scacciti  ,  sopra  la  qu<ìU  SÌ  giuoca  colle 
figure  dette  scacciti.  Lai.  abacus,  alveus, 
atveolui  Gr.  oT/Sx^.  *  Qtt.  C-m.  In/.  12 
s33-  CoQOiciulo  tlj  alcuno  che  giucav;i  a 
scacchi ,  coD  lo  scacchiere  in  &u  'I  cjpo 
percosso  fu  niorto.  (Cj  /iocc.  Introd.  56. 
Qui  è  beilo  e  fresco  stare,  ed  barri,  ro 
me  voi  vedete  ,  e  tavolieri  e  scacchieri  . 
G.  /'.  7.  12.  3.  Giucò  ad  un*  ora  a  Ire 
tcaccbieri  co*  migliori  maestri  di  scacchi 
ÌD  Firenze ,  giucjndo  eoa  due  a  meatc  , 
e  col  terzo  a  veduta;  i  due  giuochi  %ÌQ- 
M  ,  e  il  terio  fece  uvola  .  Dtse.  Cale, 
t6.  Poi  cominci.iuo  a  venire  gì'  lonanzi 
più  giovani,  presi  per  mano  di  maniera, 
che  a  ^oisa  di  scaccbiero  nella  prima 
copia  j  man  dritta  sjrU  l'iDDauzi  bianco» 
nella  seconda  verr^  il  rosso ,  e  così  nella 
terza  il  bianco. 

g.  Per  simiUt.  Fir.  Trin.  4-  I-  Non 
Tonc'però  entrare  in  luogo,  che '1  Sole 
mi  facesse  lo  scacchiere  (  cioè  ,  in  pri* 
gioDe  ). 

SCACCIAGIONE  .  io  scacciare.  Lat. 
expuliio,  e.ractio.Cr  e'^eXa-ìt^.s^w'jri?»;. 
Cuid.  G.  Per  la  scjccijgione  di  Pelco,  suo 
■  volo  paternale. 

SCACCIAMENTO,  lo  scacciare.  Lat. 
expuhio^  exilium.  Gr.  è^Ax^i;  ,  elo^t- 
ojuo;.  G.  y.^.  19.5.  Lui  fio  dolente  mente 
pigliaodo  ce,  in  Soavia  colla  scrocchia  in 
iscacciamento  tiKindò  (cioè  >  in  esilio).  E 
12.  111.  6-  Tale  fu  la  fine  del  Duca  di 
Durazzo  ,  la  presura  degli  altri  Reali ,  e 
scact'ìjmento  dì  loro  donne  .  Coli.  SS. 
Pad.  Nello  scacciamento  loro  sono  poste 
sanza  dilcrminato  numero.  | 

*SCACCIANTE-  Che  scaccia.  Espul- 
sivo. Gal.  Cali  z3S.  Trova  (il  corpuscolo) 
particelle  di  acqua  più  piccole,  e  di  resi- 
stenza minore  all'  esser  mosse  e  scacciate, 
che  nou  è  la  forza  sua  propria  premente 
e  scActiante,  ond*  e*>i  luffa  ,  e  ne  muove 
quella  porzione  «e.  (NS) 

*  §.  Per  rnetnf.  Cic  Tusc-  112  Per- 
che  i  moti  lurbolcnli  ,  e  le  fatiche  degli 
animi  incitale,  e  per  lo  inconsiderato  im- 
pelo inoalzalu  scaccìjuti  ogni  ragion»;  non 
lasciano  parie  alcuna  d<;l1a  vita  beata.  (C) 

*\  *  SCACCIAPENSIERI.  Strumento 
da  fanciulli,  che  si  suona  applicandolo  Jra 
le  lebbra  ,  e  percotendo  la  linguetta  ,  o 
firilli-tto  ,  che  molleggiando  rende  mono  . 
Magai.  Lett.  scient.  pag.  80.  N«n  solo 
noD  piglierò  m;ii  una  tromba  marina  per 
UDO  scacciapensieri  ,  ma  ne  un*  arpa  per 
un  liuto,  ec.  liellin.  fìucch.  50-  Chi  so- 
nare udì  mai  bestia,  o  persona  DÌ  con- 
trappunto lo  scacciapensieri?  F.  Ij)2.  V*è 
chi  sta  cantando  Snr  un  ruscello  airum- 
hra  degli  alteri  ce.  ,  Chi  sta  sonando  Io 
scacciapensieri.  (A) 

*  §■  Stacciapensieri,  dicesi  anche  di 
Cosa  che  diverta,  e  svaghi.  Lasc.  Jìim. 
3.  38.  La  caccia  è  proprio  uno  searcia- 
pensif  ri  :  Che  l'aria,  i  bo%chÌ ,  i  monti, 
•  la  sfogata  Pianura  ce.  molto  svagando 
vjDuo  Gli  afUitli  e  pensierosi  animi  urna- 
ni.  (C) 

SCACCIARE.  Discacciare.  Lat.  expel- 
lerc,  fiepelUie,  repellere  Gr.  KX^c^)letv, 
i^aACiv,  fìocc.  nov.  I.  3-  Tale  dinanzi  olla 
sua  maestà  facciamo  proccuratore.  che  da 
quella  con  eterno  esilio  è  scaccialo  PeU . 
son»  37.  Per  cuusiglio  di  lui,  Donna,  m* 
avete  Scaccialo  del  mio  di>1rc  alhergo  fo- 
ra, lì  145*  Amor  mi  sprona  in  un  tempo, 
<d  aQVena  ec,  Gradisce  e  sdegna,  a  sé  mi 
ehiima  e  scaccia  E  2^3.  Sracci.iudo  dcl> 
l'oiruru  e  grave  core  Culli  ffontc  serena 


S  C  A 

i  pensier  trilli.  Boez.  Varch-  3.  pros.  3- 
Gli  uomini  facultosi  hjono  onde  postano 
Sdziar  la  fame,  onde  trarsi  la  sete,  onde 
srarciare  il  freddo  .  Soder.  Colt-  66.  Le 
nebUie  cbc  vengono  alcuna  volta  sopra  , 
e  tra  le  vili  ,  si  scacciano  col  fummo  ,  e 
fiamma  di  pigliacela. 

3  SCACCIATA.  Scacciamento,  Lat.  ex- 
puhio,  eieciio  Gr.  E/,?»).!]'.  e^w6>)7(«- 

*  §■  I.  P'"^  siniiht.  Dire  uti  scaC' 
data,  vale  l'are  una  rivista  con  tolleci- 
titdine.  M  Buon.  l'ie'-.  2.  i.  i4'  Data  la 
mia  scacciata,  io  n*  ho  levati  Multi  che  , 
disperati  d*  aver  luogo  ,  Tcneau  le  mani 
a  ciotola  ...  (Hi 

*  3-  "■  Scacciata.  Term.  de*  Battìi >ri. 
Cartapecora  ,  in  cui  si  mette  C  oro  per 
batterlo,  (J) 

*  SCACCIATELLA.  Dim.  di  Scaccia- 
ta,   fìaldov.    Dr.   (A) 

SCACCIATO.  Aild.dt  Scaceiir€.  Lai. 
expulsus.  Gr.  e's&isOii';.  Dani.  inf.  28. 
Questi,  scacciato,  il  dubitar  sommerse  In 
Cesare  ,  ec.  Petr,  son.  ^3.  La  scacciata 
j  parte  ,  Da  se  slessa  fuggendo  ,  arriva  in 
{  parte  Che  fa  vendetta,  e  il  suo  esilio  gio- 
condo, .ffocc.  l'it,  Dant.  222.  Raccoglien- 
dovi nondimeno  dentro  quelle  poche  reli- 
quie, che  vi  si  trovarono,  de*  discendenti 
degli  antichi  scacciati. 

t  SCACCIATORE.  Fer6«/.ma*c.  CAr, 
o  Chi  \caccia.  Lat.  expultor,  depuhor.Gt. 
e).aT/;'j,  eiw'/.ms-  Bo'-t.  Varch.  ^  pros. 
6  Chi  altri  il  cooservjdore  dc'heni,  e  lu 
scaccijlore  de'  mali ,  che  il  rettore  e  medi- 
cature delle  menti  Dio? 

*  SCACCIATRICE  .  Femm.  di  Scac- 
ciatore .  Palm,  ì'tt.  Civ.  19.  Filosofia 
h  ec  .  guida  degli  uomini  ,  maestra  della 
virtù,  scacciatrìce  de'vizii,  amica  del  hen 
vivere,  ec.  (//)  Segn.  Rett,  Arisi,  ri.  ha 
cosa  acerba  y  e  crudele  e  differente  da  quel- 
la che  ci  fa  misericordiosi,  ed  è  scaccia* 
irice  d'essa  misericordia.  (FP) 

SCACCO.  Uno  >U  ijiie' fjuadrrtti  che 
per  lo  più  ,«/  vedono  dipinti  l'uno  atcanto 
all'  altro  nelle  insegne  ,  nelle  divise  ,  e 
negli  scacchieri  ,  con  differenti  colori  . 
Lat.  ti'stera,  tetsella.  Gr.  2/<^ii;//aTC5V. 
Dant.  Par,  28.  Il  numero  loro  Più  che 
'I  doppiar  degli  scacchi  s'immilla.  G.  V. 
10>  38.  2.  Fccclo  armare  a  cavallo  co- 
vertalo, e  lundiere  a  modo  di  Duca  col 
campo  ad  oro,  e  attraverso  una  banda  a 
scacchi  pendenti  azzurri  e  argento,  siccome 
1*  arme  {iroprìa  al  tutto  con  delti  scacchi 
del  Ducato  di  Baviera  .  Pera  Ori.  2. 
23.  19.  Con  la  bandiera  a  scacchi  neri  e 
,  bianchi  Di  Normjndia  Rìccardu  accanto 
gli  era. 

§  I .  Scacchi,  nel  numero  del  più,  pren- 
donsi  pili  comunemente  per  lo  Giuoco,  che 
si  Ja  sullo  .scacchiere ,  e  per  le  Piccole 
figure  'li  esso  'giuoco,  fatte  per  lo  più  di 
legno  ,  rnppresentanti  pia  cose  diverse  , 
divise  in  drtm  parti,  sedici  per  parte  ,  V 
una  d'  un  colore  ,  e  /'  altra  d'  un  altro 
Lat.  latrunculiy  *scacchia,  G.,  f .  7.  12. 
3.  Giucò  ad  un*  ora  a  tre  scacchieri  cu' 
migliori  maestri  di  scacchi  in  Firenze , 
giucaodo  con  due  a  mente,  e  col  terzo  a 
veduta:  i  due  giuochi  \inse  ,  e  il  teno 
fece  tavola.  Dm.  Camp.  3>  i)0  Un  gior- 
no giocando  a  scacchi ,  due  gio\ani  de* 
Donati  con  altri  loro  compagni  vennono 
a  lui  da  casa  stia  ,  e  fcdironlo  di  molte 
ferite.  Bocc.  g.  6*  p  3-  Chi  andò  a  dor- 
mire, e  chi  a  giurare  a  scacchi,  e  chi  a 
tavole.  E  g.  6.  /.  2.  Io  diro  dclli  re  di 
s'cacchi,  Iroppo  più  cari,  che  Ìo  non  so* 
no.  3taestru:t  a.  II.  6.  L  peccalo  nel 
canto,  e  stomienti  de*  secolari,  e  nel  giuo- 
co degli  isCBcchi?  Cr.  5.  3^*.  I  Del  suo 
legno  (del  bosso)  sì  fa  ottimi  pettini,  r 
cucchiai,  e  manichi  di  culleinni  .  e  srac- 
chi ,    u    lavolrllo. 


S  C  A 

§■  II.  Scacco  malto,  che  anthe  si  die*: 
Siacfomatto  ,  tt-rm.  del  Giuoco  di  scac- 
chi j  etti  è  Quando  si  vince  il  giuoco,  chiù- 
di-ndo  l'  andata  al  re.  Lat.  calculus  ina - 
tut  .  Filoc  6.  86.  Per  dare  scaccomatlo 
al  re  ec.  mosse  il  tuo  rocco  .  Frane. 
Sacch.  nov.  ig^  Itt.  Uno  piovano  glu- 
cando  a  scacchi  ee.  suona  a  martello  » 
per  mnstrare  a  chi  trae  come  ha  dato 
scaccomatto  . 

g.  III.  Avere,  Ricevere,  0  Dai^  scac- 
co, o  lo  scacco ,  0  scacco  malto  ,  per  si- 
militiidine  vafliono  Levare,  o  Esser  levato 
di  posto;  e  Jì'urat.  Avere  ^  Ricevere,  o 
C't'^t'.^nare  rovina,  danno,  o  perdita.  Lai. 
perniciem,  iti  damnum  aberri.    Or.     ^ij- 

20-  26.  Infra  la  virtù  e  1'  atto  Molli  ci 
hanno  scaccomalto.  Cavale.  Discipl.  spir. 
Scaccomatlo  rircvoo  coloro,  a' qaali  pa- 
rendo loro  aver  fatte  molte  buone  opere» 
e  non  guardando  che  con  poca,  ovvero 
nulla  carità  l'hanno  fatte,  truovacsi  alt* 
ultimo  periodo.  Tac.  Dav.  Ann.  4  92. 
Accuuvanlo  Latrio  Secondo  ,  e  Pinario 
Natta  ,  lance  di  Sciano  :  qoesli  g'i  dava 
lo  ÌC2CC0.  E  Stor,  3.  3ia.  Quando  quelli 
che  speculano  i  cuori  de*  principi  veggoa 
Vilcllio  tinto  bene,  da  poter  dare  a  Bleso 
lo  scacco,  oc  lascian  la  cur^  a  L.  Vileltia 
(il  testo  lat,  ho!  posse  Blasom  perrerli)* 
Buon,  Fier.  \,  1.  2-  O  abhia  scacco,  o 
muli  sede  un  nonne.  E  3.  X.  9.  Io  ti  la- 
sciava far,  per  darti  pei  Scaccomatlo  'a 
sull'opra  in  qualche  modo.  Jilatm.  t.  36. 
Destino  muover  guerra  a  Bertinella,  Che 
a  lei  gii  dato  atea  lo  scaccomatto. 

§.  IV.  J'tdere  il  sole  a  scacchi  ,  in 
proverbio  vale  Essere  ia  prigione*  MaOn. 
t>.  i)3.  Operando  io  maniera  ,  eh*  egli 
insjcrhi  Io  luogo,  ove  si  vede  il  tote  a 
scacrhi. 

*  SCACCOLO  .  Brano  ,  Pezzuola  . 
Pallav.  Siil.  5.  34-  Basterà  qoi  abboz- 
zare in  picciolo  ed  in  iscorcìo  sopra  uno 
scaccolo  di  carta  quello  che  se  si  dipin- 
gesse di  ^usta  misnra.  ed  in  prospetti- 
va occuperebbe  una  grao  facciata  di 
muro    (Cj 

*  SCACCOROCCO.  Così  dicesi  nel 
giuoco  degli  scacchi  Lo  scacco  dato  al 
rocco.  Jlforg.  12.  4*-  Che  wlea  dare  a 
tulli  scaccorocco.  f.\j 

8CACIATO.  Add.  Diciamo  ccmmne- 
mente  Rimanere  scattato,  e  vate  Rimit- 
nere  eicluto  da  ciò  che  altri  si  credeva 
ottenere  infullibilmente.  Lat.  spe/rustari^ 
re,  qiiam  tjuis  spe  detorn-rrat,  excìdere. 
Gr.  aTorv//aysiv  Tr,^  e/:n'05;.  Varch. 
ErCot.  5^.  Quando  chicchessia  ha  violo 
la  pruova.  cìlk;  sgaraio  un  altro,  e  fatto- 
Io  rimanere  o  om  danno,  o  con  vergo- 
gna, dicono  a  Firenze  :  il  tale  è  rimaso 
ec.  smaccato,  o  scaciato.  Malrm  4*  ^- 
Ma  pcrrhi.-  dietro  al  masso  era  fuggila. 
Il  ribalda  riman  quivi  selcialo.  E  X|. 
IO  Cosi  scaciata  atlassera  la  cresta.  Io 
veder    che    de'   suoi    non     campa    teita- 

SCADENTE.  Che  seade.\.*X,iaferior, 
dcterior,  minor,  Gr.  cvOf t'aT(,:o(.  Tm£. 
Dav  Ann.  2  ^9.  D'  ogni  sorta  arnesi, 
che  porgerà  cuscuna  naiiune  .  nieni« 
scadenti  da'  qoe'  che  oggi  la  viulront 
de*  Parti,  o  la  Romana  grandena  ri- 
scuote. 

•f  SCADERE.  Declinare,  ì'enirt  tn 
peggiore  stato,  Lat  decrescere,  imminui^ 
I/i  peiut  lahi,  sublmhi  ,  retro  rtfirri. 
Gr.  iÀaTToiÌ5&«e,  x/iut^JvC9&ai.  Liw. 
Pec.  3.  Tanto  e  cresmiia  la  sua  gran- 
desta,  rhe  non  puoie  più  durare,  e  gi^ 
comincia  ad  iscadere,  /  arch.  Esxol.  yo- 
Dar  giù  ec.  in  Firenze  si  dice  non  solo 
de'  mercatanti,  quando  hanno  tratto  am- 
baui  io  fondo,  cior  quando  sono  fallili  , 
•  di  quelli   citladiai    o    graliluemini  .    1 


5  G  A 

quali,  come  si  dice  ìa  Vinegìa,  tono  sra- 
iiuli,  cioè  baoDO  perduto  il  credito  orU* 
uoiversule;  ma  ec  Car.  Itti.  2.  8i).  Non 
avt'te  a  pt-risaro  che  ec.  possiate  esser 
punto  scaduto  dall'  opinioDe  rbe  di  voi 
avete  Usciata  appresso  di  me. 

§  I.  Pt-r  Occorrerv,  Accadere.  Din, 
Comp.  I.  6.  Era  prima  sradula  una  dif- 
ferenza tra  lui,  e  i  Sauesi  per  un  suo  ca- 
stello gli  avean  tollo.  *  Pttr.  Uonu  HI. 
5.  Essendo  Questore  in  Ispagua  ,  scadde 
che,  capitato  a  Gadi,  vide  nel  tempio  di 
Ercole  una  im.igine  d*  Alessandro  Mjgno. 
K  46-  E  questo  lece  ,  per  cessare  molti 
perìcoli  che  nel  matrimonio  sradev.uio.  (ì'} 

*  §.  II-  Per  Aver  occasione,  oppotlu- 
nìtà.  Car.  leti.  3.  55.  Kmmi  p.irso  far- 
lovi  intendere  ,  perchè  se  vi  scadesse  dì 
farvi  altro,  passiate.  E  appresso  :  Racco- 
niandalemi  a  M.  Lorenzo  ec,  e  agli  al- 
tjì,  secondo  che  vi  scade.  (C) 

§.  III.  Scadere^  per  Ricadere,  o  ì'enir 
per  via  d' eredità.  Lai-  lese  venire  ,  de- 
*folvit  cadere.  Bocc.  noe.  i8-  33.  Di  tulio 
ciò,  che  a  lei  per  eredita  scaduto  era  ,  il 
fece  signore.  G.  V,  7.  70.  3.  Egli  si 
parta  di  sua  terra,  la  quale  gli  scadde  per 
retaggio  di  sua  mogliera.  DtUam.  \.  j6. 
Duo  6glÌuoli  ebbe,  e  1' ud  fu  Numitorc  , 
Amulu  l'ultro;  ed  al  primo  scadrà  La 
signoria,  perocch*  era  Ìl  maggiore. 

*  §.  IV.  Per  Provenire,  Derivare. 
Dittarti.  4-  t5.  Di  qui  ci  mena  in  Pie- 
cardia  la  strada  ce.  Da  Piceo  Castro 
par  che  *1  nome  scada.  (B) 

§.  V.  Scadere,  sì  dice  anche  de /l' Es- 
sere scarse  le  monete. 

*  §.  VI.  Scadere,  tì/ora  vale  Essere 
inferiore.  Tao.  Dav.  Ann.  hb.  2.  Post. 
Il  primo  grado  di  dìgntt'i  avevano  i  se- 
natori ;  ìl  secondo  ì  cavalieri  ron)3ni  ;  e 
questi  quando  risplendevaoo  per  viriù,  o 
riccheaza,  entravano  io  senato,  rendevano 
il  voto,  e  poco  scadevano  da'senatorì   (BrJ 

S-  VII.  Per  Passare  ,  J'enir  meno. 
Sa/vin.  Pros.  Tese.  j.  cj6.  Kcn  avendo 
voi  mai  fatto  Gne  di  beDtficaimi,  non  è 
scaduta,  ne  scorsa  l'ora  del  ringraziamento. 
SCADIilENTO.  Lo  scadere.  Lai.  de- 
cremenlnm,  imminutio  Gr.  £X«T7W:(:, 
fltiùicti  G.  l'.  9.  2lj5.  I.  La  citlà  non 
era  in  bisogno,  nù*  in  ìjigidimento,  che  bi- 
sognasse  ribandiro  i  mafatlori. 

SCADUTO.  JJJ.  da  Scad.re.  Li*t  de- 
pressus,  iacens,  afnectus.  Gr.  t£t«— ìt- 
y&)/iSVO{.  Lab.  3o8.  Parli  egli  cesi  e.isc- 
re  da  nulla?  se'iu  così  pusillunìmo  ,  cosi 
scadalo?  C.  V.  fi.  67.  2,  E  più  altre  ca- 
se e  schialte  dì  popolari,  e  grandi  scaduti. 
Dictr.  Div.  Questo  è  v  ero,  che  ìl  re  Dio- 
taro  la  lua  famiglia  scaduta,  e  vile  di  le- 
oebre  trasse.  Cani.  C"rn.  277.  Ma  quan- 
do son  maggiori,  e  snn  scaduti,  Con  qual- 
che mela  il  gusto  lor  rendiamo. 

#  §.  l.Per  Infelice,  Disgraziato.  Cor. 
Voiff»  Omei  S.  Greg,  Perciocché  né  le 
medesime  cagioni,  né  li  medesimi  appc- 
tili  sono  della  femmina,  e  del  masrbìo  ec. 
degriracondi  e  de*  mansueti,  de'forlunati, 
e  degli  scaduti.  (TC) 
K  *  §•  li.  Per  Malcondotlo  di  salute. 
Car.  tett.  intd.  2.  1^0.  Ma  inlìn  qui 
Ita  gagliardo,  e  non  so  perchè  se  lo  fac- 
cino così  estenuato  e  cosi  scaduto,  come 
scrìvono.  (C) 

\  SCAFA.  Specie  di  naviglio  piccolo 
pel  servizio  di  un  bnsiiniento  maggiore. 
L»i.  scapha.  Gr.  exc/ifti.  Cuid.  G.  Colle 
scafe  loro  con  sicuri  passi  scendono  in 
terra.  I.ib.  Op  div.  Quivi  per  la  gran 
terope^tade  aipeoa  potcroo  campar  la  sca- 
fa, l'efn:.  Ancora  de'portare  scafi-  d'un 
solo  albero,  cavate  eoo  funi  molto  lunghe. 
Ciriff.  Caìv.  ^  122  Burchi,  maranj,  sra- 
fe  e  palandree  Grosse  e  sottil,  carovane, 
tf  calce. 


S  C  A 

*  SCAFAlUOLO.  Tetm.  di  Mann. 
Colui  cìic  f:uida  la  sc^fa  col  remo  Segn* 
Venietr.  Fat.  ■^6.  Dennsi  f..bbiicar  parile 
ec,  faccendole  derivare  dalle  parole  di 
prima,  come  scaf-iiuolo,  colui  cbe  col  re- 
mo guida   la   scafa.   (C) 

•f  SCAFFALE.  Strun.enio  per  lo  più 
dt  legno,  che  lii  varie  Cipaciliì,  e  sparti- 
menti,  nc'quali  si  pongono  scritture,  o 
libri,  detti)  altriweatt  Scansia.  Lat.  plu- 
tcus,  scrimunì,  locu/amentuni.  Buon.  Tier, 
2.  4  18.  Osservai  bene  Sovra  certi  scaf- 
fali, Diversi  dì  natura,  e  anche  d'arie  , 
Bizzarre  stravaganze.  /:,'  3-  2.  g.  Ed  io 
mi  vo  aggirando  C:on  questo  mio  carretto, 
che  vedete,  Fatto  a  sraOali,  e  pien  dì  va- 
nì libri.  Ma/m.  8.  24-  Uno  scaffale  v'  e 
di  libri  varìi,  Ch*  eran  la  libreria  di  Si- 
mon   mago. 

SCAFFARE.  Termine  del  giuoco  di 
Sbatagiio,  e  di  Sbaraglino,  e  vale  Farla 
di   Coffa  pari  j  contrario  di   Caffare . 

§.  Per  Traboccare,  Cadere.  Morf^.  22. 
iSl.  E  quasi  di  cader  la  messe  in  forse  • 
Pur  si  sostenne,  e  d*  arcion   non   iscaffa, 

•f  *  SCAFIGLIO,  0  SCAFILO.  Sor- 
ta di  misura  aulica  di  forano.  Borgìi.  /"e 
se.  Eior.  65i.  La  composizione  sì  fece 
per  lo  più  a  scafigli  di  grano,  voce  a  me 
nuova ,  e  i|ual  non  saprei  iuduvinare  a 
quale  oggi  di  queste  nostre  misure  si  ri- 
spondesse ;  né  si  maravigli  alcuno  ,  che 
questa  misura  o  nome  uun  sì  ritruovi  , 
poiché  non  si  rilruova  anche  interamen- 
te   quel     dello    staio,  (Ì'J 

f  SCAFO.  In  Urniine  di  Matineriae 
il  Corpo  d'un  vascello  senza  armamen- 
to di  veruna  sorta,  l  Murinai  il  dicono 
anche  Guscio. 

*  SCAFOIDE.  Jl  terzo  delle  sette 
ossa  del  tarso.  Imperf.  Anat,  l83.  Il 
terzo  (  OS.SQ  del  tarso)  e  l'osso  navicu- 
lare,    ovvt'ro    srafoìde  er.     (F) 

SCAGGIALE. /'.  A.  Scheggiale,  Cin- 
tuia.  Lat,  cinguluni.  Gr,  ^6J5T>o'p  Bocc, 
nov.  72.  Q.  Io  ricoglierò  dall'usuraio  la 
gonnella  mia  del  perso  ,  e  lo  scaggiale 
dai  dì  delle  feste,  G.  l\  IO.  l5^.  2. 
r»è  poter  penare  più  di  due  anella  in 
dito,  ne  nullo  scaggiaie  ,  ne  cintura  di 
più  di  dodici  spranfjhe  d'argento.  Tav. 
Bit.  Io  ve  ne  menerei  lo  scaggiaie  del- 
la Reina  incontro  a  quello  di  mia  dama. 
E  altrove:  Era  lo  corno  d'ariento  tuito 
fornito  a  ver^hctte  d'oro,  e  lo  scaggiaie, 
là  ove  gli  era  appiccato  lo  corno,  sì  era 
luUo  d'oro 

3  SCAGIONARE.  Scolpare,  Scusare  j 
contrario  d'Accagionare.  Lat.  purgare, 
excusare,  Gr.  a::oio'/£raSrai,  Dant.  Jnf 
32.  Sappi  ch*  i'  fui  il  Camìclon  de' 
Pazzi.  E  aspello  Carlin,  che  mi  scagio- 
ni. Fatch.  Slor.  II.  l^\8  Quella  (ca- 
gione) che  s'allegava  in  difesa  del  si- 
gnor Marziii  ec,  nonio  scagiona ,  né  gli 
toglie  la    macchia    dell*  infamia- 

V  §.  ^  in  signific.  neutr.  pass,  vale 
Scolpai  si.  "Liv.  M.  Lamentandosi  de* 
Romani,  e  scagionandosi  di  ciò  che  ì 
Romani  apponevan  loro  «  .    (N) 

•f  SCAGLIA.  Chiamnnsi  scaglie  Quel- 
le piastre  tte  dure,  per  lo  pia  lisce  e  tra- 
sparenti, -le  quali  quasi  a  modo  di  em- 
brici ,  coprono  la  pelle  della  più  pane  dei 
rettili,  e  dei  pesci.  Lat.  .iquamac.  Gr. 
t'x-u^.««>  yoii';-  Dant.  Inf.  29- 
traevan  giù  1'  unghie  la  scabbia 
coltel  di  scardova  le  scaglie. 

§.  I.  Scaglia,  per  similil  G.  V- 
7.  Sono  con  sottili  briglie,  senza 
e  povera  sella  d*  una  bardella,  con  picco- 
le scaglie  incamutaia-  Sodrr  Colt.  io3. 
Attaccale  lame  di  piombo,  o  di  rame  al 
fondo  del  cocchiume,  lunghe  e  larghe  tre 
dita,  e  poste  che  tocchino  il  vino  ,  se 
resteranno  asciutte  e  pure,  è  segno  dì  du- 


S  C  A 


103:^ 


rare;  se  Lagnate,  il  conlrarìo;  e  massimo- 
niente  se  averanno  le  scaglie  falle  a  »o- 
niiglianzd   di   biacca 

3  ^^  11.  Sia-ili,i ,diiiamo  anche  a  Quel 
piccolo  pezzuola  che  4i  lirva  da'  marmi 


o  da    altre 


pu-t,. 


in    lavorando    collo 


E     si 
,  Come 

8.37. 
freno. 


scarpello.  Lai  as.udae.  Gr.  oxtvJa^/jtot'. 
Tiati  Umil  Di  pietre  e  di  scaglie  10 
egli  succiare  l'olio,  o  i\  mde. 

*  g.  III.  F.  figuratam.  <.  Jr.  Fur. 
3.  4.  Levando  inlanlo  queste  prime  rudi 
Scaglie  n'  andrò  con  lo  scarp.  Ilo  inci- 
to ».  (B) 

^'  §  IV.  Scaglia  ,  per  TeHug^ine  , 
Fav  Fs.  i3,  T.  B.  Un*  .igugli.i  volava 
lungo  il  mare,  perché  volca  di.'*pcsci;  sic- 
ché trovò  una  scaglia  Siina.  Quando  l'agu- 
glìa  l'ebbe  trovata,  brigavasi  di  romperla, 
e  non  polca;  p- r<ic<  bé  il  pesce  iscaglia  sì 
e  molto  duro  a  rompere.  (P) 

§.  V.  Scaglia,  per  Fromba  colla  qua- 
le si  tirano  i  sassi.  l.at.  funda.  Gr.  opev- 
oo-jT..  Buon.  Fier,  2.  i.  i5.  Archi  e  ba- 
lestre quello,   e  quello  ha  scaglie. 

g.  VI.  Scaglia  dc'mtialli.  Lat.  squa- 
ma. Bici  ti.  Fior,  62.  La  scaglia  de' me- 
talli, chiamala  da'Lalinì  stjunmma,  è  quel- 
la che  casca  da'metaili  quando  cui  mar- 
tello si  percuoion'i  mcnlre  sono  affocati. 
Casca  b  scaglia  solamente  dal  rame  e  dal 
ferro  e  dall'  acciaio,  quando  si  spegne  nel- 
l'acqua per  temperarlo,  o  peraltro.  ^  F. 
Fili.  J  it.  Bvcc,  8.  Come  dalla  materia 
del  boglienlc  ferro  dalle  martella  fabbrili 
balluta  sogliono  scintillare  alcune  scaglie 
affocate.  (FP) 

^-  §.  VII.  Scaglia  di  ferro.  Una  certa 
superfìcie  del  fero,  che  insieme  con  una 
ruggine,  la  quale  .si  trova  al/e  cave  di 
esso  ferro,  serve  per  far  colore  da  velif 
re  le  finestre,  0  vetriate  di  vetri  colorati. 
Baldin.    ice.   Dis.   (B) 

^  SCAGLIABILE.  Jdd.  Che  si  può 
scagliare.  Atto  a  lanciarsi  ,  Laudabile  ■ 
Bellin.  Lett.  follisn.  Ella  sa  eh'  erano 
in   uso  ì  dardi  scagliabìli.   (A)  , 

SCAGLIAMEM'O.  Lo  scagliare.  Lat. 
iactus.  Gal.  Sist.  l83.'  La  confuluzìooa 
del  quale  consiste  nella  demolizion  delle 
fabbriche,  e  nello  scaglianiento  delle  pie- 
tre. E  2o5.  Quanto  poi  allo  scioglimento 
dfir  ultima  instanza,  presa  dallo  scaglia- 
mento della  vertigine  diurna  ec* ,  basta- 
va er, 

SCAGLIARE.  Levar  le  scaglie  n'pesci. 
Lat.  desquamare,  Gr,  s'/isTit^stv. 

g.  \,  Scagliare,  per  Tirare,  Lanciare, 
Gettar  via.  Lai  prciìcerr,  escutere.  Gr. 
/.ùLTV.zftTZTifK  s/^a'D-Eiv.  Disc.  Cale, 
zi.  Sopra  lutto  si  guardi  dal  fallo ,  il 
quale  si  commette  ogni  volta  chela  palla 
si  fj  di  posta  passar  lo  sleccato  della  fos- 
sa, ed  ogni  volta  eh'  ella  è  scagliala  Ar. 
Fur.  2p.  6.  E  poi  ch'una  e  due  volte 
raggirollo.  Da  sé  per  forza  inverso  '1  mar 
lo  sraglìa.  Bern.  Oil.  2  3.  28.  Se  pel 
ciuffetlo,  vecchiaccio,  ti  piglio,  Cbe  qui 
ci  tieni,  e  non  ci  lasci  andare.  Ti  scaglìe- 
rò  di  là  da  Francia  un  miglio,  E  la  vet- 
tura li  farò  avanzare.  Calat.  79.  Né  le 
mani  si  vogliano  tenere  spenzelate  ,  né 
scagliar  le  braccia  ,  né  gittarle  ,  sicché 
paia  cbe  l'uomo  semini  le  biade  nel  cam- 
po (cioè,  agitarle,  vibrarle)  . 

§-  II.  Ef^uratam.  Tnc.  Daf.  Ann,  2. 
53.  Plaociua  insolentisce  ,  scaglia  via  il 
bruno  per  la  sorella ,  ammantasi  drappi 
gai  (il  testo  lat,  ha  :  lucium  amissae  sn- 
roris  laelo  cultu  muiavii  )  E  Vit.  Àgr. 
3pi-  Le  Germanie  aver  pure  scagliato  via 
si'mil  giogo,  ec,  (qui  vale  scosso;  il  testo 
lat    ha  eifussisse  ). 

g.  III.  Scagliare,  per  Dire  d' aver  ve- 
duto, udito,  o  fatto  co.(e  non  vere,  ne  ve- 
risimili.l.iìt,vana  fund:tare.  Gr.  /i«TaiO- 
X:y;tv.     Farch,    Frcoì.    S^.  Quando  al- 


lo36 


S  C  A 


•ODO  in  faTellanJo  dice  cose  grandi,  im- 
possìliili,  o  non  veriiimiU ,  e  in  somma 
quellfi  cose  che  si  chiamano,  non  bugiaz- 
■c,  o  buRie,  ma  bugioni  ,  se  fa  ciò  scoia 
«attivo  fine,  s*  usa  dire:  egli  lancia,  o 
scaglia,  o  jbaleslra,  T<ic.  Dav.  Ann  6. 
IIQ.  Tiberi'i  scagliò  di  lei  cose  bruttissi* 
me  ( it  Usti  he.  ha:  fijedisjirais  crimi- 
oatoribus  rxarsit  ). 

§.  IV.  Sciffjiiar  fé  parole  al  vento,  va- 
ie Parlare  inconsideraliincnte  ,  o  iantil- 
mente.  Lai.  verba  effatite.  Gr  y>j«/?»rv. 
Mor-fj.  27.  78  Tutti  degni  auto'*  moder- 
ni e  piaui.  Che  nuD  iscagliaa  It  parole 
al   vcDtn, 

g.  V.  Sra^fiarf,  nfutr.  piss,  vale  Sbat- 
tersi^ IJibaHersi.  Apuani.  Lat.  concuti  , 
ComffiOien.  C,t.  Si'A7v: -^TTttìsrm,  JiO/i- 
VEiiOai.  Tac.  I)av  Jnn.  235.  Nerone, 
Marcello  t.ili  co*c  dicendo,  si  scagliava  con 
*oce,  volto,  orchi,  minacce,  iotuocalo.  Circ. 
Geli.  6.  1^5.  Per  fuggire  il  dolore  del 
male,  ••gli  si  scaglia  |mt  lo  letto, 

g  Vi.  Scapitarsi  atithsso  nd  alcuno, 
vale  Avt't'nlirifg/i  ,  G'tUrsegh  addosso. 
hit.  l'I  atìffn^rn  invoim't  aggredì.  Gr. 
acffpailfiv  ìi;  riva'.  Mf^rg  »5.  35  Or- 
lando allor  se  gli  scagliava  addoiso.  *  T'ir. 
En.  2.  667.  A  si  fero  spettacolo  C-rebo 
Infurialo,  e  di  morir  disposto  ec.  A  quella 
Kchicra   sraglio^ii  in   mezzo,   (FP) 

*  g.  VII.  Scig^iarsi  coatra  alcuno,  ta- 
lora vale  Inveire  ,  Fare  invettiva.  Salv. 
Avveri.  I  2  *>-  Non  pos^iam  noi  avverti- 
re come  da  Tullio  si  scriva  a  Pompeo  ec  , 
come  si  rompa,  come  si  scagli  coalra  di 
Catilina  ?   (l) 

3^  g.  Vili.  Scasli^re,in  senso  neulr.  paxs. 
vale  iscappar  via,  Scuizzire  ,  Potiz.canz. 
Alcuna  6ala  iscaglia  Da  me,  non  per  fug- 
gire, Ma  per  farmi  languire,  E  poi  ritor- 
na, (nr) 

§.  IX.  Scagliarsi,  fi^nratam.  dicia- 
mo dfll*  Impegnarsi  oltre  al  convenevole 
ad  alcuna  cosa .  o  di  Chi  volendo  appari- 
re d'  offerirli  gran  cose,  V  offerisce  poco, 
0  nulla.  Salv,  Granch.  X.  2.  lo  ti  pro- 
metto. Come  prima  i' avrò  questi  <!anari, 
Di  darti  senza  manco  fino  in  quattro  Du- 
cati. F,  Si,  tone  ben  pochi,  guarda  Pur 
di  non  ti  .scagliare. 

SCAGLIATO.  Add  da  Scagliare.Vn. 
eiacnlalus.  Gal.  Sist,  189.  Io  non  ho  dub- 
bio alcuno  ,  che  supposto  quello  che  non 
è  ec,  cioù  che  I'  iurlinazione  di  quei  cor- 
pi gravi  fusse  di  andare  al  centro  di  quel- 
la ruota  ,  e*  non  verrebbero  estrusi  ,  ne 
trsgliati.  E  appresso  :  Perchè  non  voglio 
negare  che  ì  sassi   vengano  scagliati. 

*  SCAGLIATOKK  .  l'erhal.  wmrc 
Che,  0  Chi  scaglia.  Che  (ancin.  Lancia- 
tore.  Bellin.  Disc,  l-  29. 1  frombolatori, 
e  gli  scagliatori  de*  sassi  a  mano  pur  per 
ccolinaia  di  passi  scagliano  i  sassi  toro.  (C) 

SCAGLIETTA.  Dim.  di  Scaglia.  Lai. 
squamala,  Gr.  isrtc'oiov-  Art.  Veir.  JS'er. 
5.  74«  Sopra  alle  polveri  metti  scagliette, 
e  peizctti  piccoli  di  cristallo.  Benv.  Celi, 
Ore/  70.  Massimamente  che  n'I  tempe- 
rarle gettano  una  scaglietta,  la  quale  gna- 
stercbbe  il  lavoro,  so  non  vi  si  ponesse 
gran  cura. 

t  *  SCAGLIOLA  .  Piccola  scaglia  . 
Magai.  Lett. /ani.  1.  21-  Un»  di  quelle 
scagliole  d'  agata,  nella  quale  fosse  rima- 
sta spiccata  di  netto  una  di  quelle  mac- 
chio da   voi  tanto  ilimato.  (A) 

*  SCAGLIONCINO.  Piccolo  scaglione, 
Jtaldin.   Voc.   lìis.   (A) 

SCAGLIONE.  Grado  ,  Scalino.  Lai. 
gradiis.  Gr.  avajSaS^ov.  fìant.  Purg. 
g.  L'a  no  venimmo  ,  e  lo  scaglion  pri- 
maio  Bianco  marmo  era.  E  12-  Gì^  mon- 
tavam  su  pi^r  gli  scaglion  santi.  Liv.  Jtf. 
Egli  cadn  giù  per  gli  scaglioni. KrAnr.tS'nrrA. 
nov.   l5i«  Quante  volte  il  di  hai    salito  e 


S  C  k 

sceso  la  scala  (uà  ?  ec.  Or  mi  di*,  quanti 
scaglioni  ha  ella  7 

5  I  Figuratam.  Frane.  Snceh.  rim. 
58  Che  per  altrui  non  scenda  lai  scaglio- 
ne. Sen.  Rea.  Varch.  3,  3o  L' essere 
nato  e  il  primo  grado,  e  scaglione  a  tutte 
le  cose  ;  mj  non  è  gi*a  il  maggiore  di  lui- 
te,   sebbene   è   il   primo- 

•f  et-  II  E  Si  aghoni,  chiamanti  anche 
1  tjnattro  denti  canini  del  cavallo,  i  quali 
sporgono  uni  per  mascella, e  uno  per  ia- 
to, in  quello  spazio  che  è  tra  gfi  inciti- 
vi, e  i  masiellart.  Cr,  g  I,  3.  Appresso 
hanno  gli  scaglioni  ,  e  appresso  a  questi 
hanno  gli  mascellari,  e  può  esser  che  certi 
cavalli  n'hanno  più,  e  allora  i  denti  son 
duppii. 

^  g.  III.  Scaglione,  dicesi  Una  specie 
di  pesce  d'  acqua  dolce.  Ar.  Fur.  Quale 
o  lr«ta  ,  o  scaglion  va   giù   pel  &ume-{A) 

SCAGLIOSO.  Add  the  ha  scaglia. 
Lat.  squimosiit.  Gr.  XsTi^WT^';.  Ar, 
Fur,  16.  21.  Quando  fu  noto  il  Saracino 
atroce  All'armi  strane,  e  alla  scaglio» 
pelle  ,  ec.  Morg.  5.  Bf).  La  lingua  tutta 
scagliosa  e  le  canncj  Un  occhio  avca  nel 
petto  a  mpzzo  il  torso.  Ch'era  di  fuoco, 
e  largo  ben  duo  spanne. 

*t  *  ^*  Siaahoso,  vale  anche  Che  si 
scagli I.  lìaldin.  Voc.  Dis.  in  EMBRICI. 
Le  lastre  di  piflre  scagliose  de*  Genovesi, 
e  d'alcuni  luoghi  della  Toscana,  non  ar- 
rivano ec    (A) 

SCAGLIUOLA.  e  SCAGLIUOLO.^;»?- 
zie  di  Pietro  tenera  simile  al  talco,  ni- 
trimenti  ditta  Specchio  d'  asino ,  della 
quale  si  fa  il  gesso  da  doratori,  ed  an- 
che Una  composizione,  0  matura  con  cui 
si  ricu-^prono  le  tavole,  o  simili.  Lai. 
lapis  specularis,  alumcn  Kcaliolae.  M.  Al- 
dohr.  Recipe  radici  di  ginestra  ,  allume 
scagliuolo,  e  galle.  Riceti.  Fior.  1^.  I 
faltizii  (allumi)  ancora  sono  molti  ,  cioè 
lo  scagliuolo  fatto  della  pielra  speculare  , 
che  è  piuttosto  gpsso,  che  allume. 

g.  I.  £■  Sc-igltuohi  ,  Spezie  di  grami- 
gna, che  fa  la  spiga  in  cui  si  racchiude 
il  seme,  dello  parimente  Scngltuola  ,  del 
quale  si  nutrisrono  ie  passere  di  Canaria. 
Lai.  phalaris.    Gr.    oy.Xv-pi^. 

g.  II.  Scaglinola,  i  anche  dim,  di  Sca- 
glia, Lat.  squamuln,  scnndulae .  S-igg. 
nat.  esp,  172.  Mentre  in  esso  pareva  che 
fossero  mosse  in  gr.in  copia  scaglinole  di 
talco  50lti!issim.imfnlc  sminuzzato. 

•f  SCAGNARDO.  /  ree  poco  usata 
Add.  Aggiunto  dato  a'trui  per  villania, 
Morg,  27.  qo,  E  non  pareva  ni*  sorda, 
né  cieca  Certo  quel  di  quella  vecchia 
scagnarda.  Lor.  Med.  canz,  5p  5.  L'ha 
ancora  un'  altra  cosa.  Ch'  cU'  è  ghiotta 
ed  è  bugiarda  Questa  vecchia  brodolosa  , 
E  una  falsa  scagnarda. 

SCALA.  Strumento  per  salire,  compo- 
sto di  scaglioni,  o  di  gradi  :  uhuna  è  sta- 
bile,  che  è  di  pietra,  o  di  leiino;  alcuna 
portatile  ,  che  e  di  legno,  e  chiamasi  « 
piuoli,  0  veramente  di  ccrda,  o  di  seta. 
Lat.  scala.  Gr.  y^ifiv.^.  D-mt,  inj.  34- 
E  questi,  che  ne  f»?  scala  col  pelo.  Filt'b 
ancora,  siccom'era  prima.  ììut.  ivi  :  Cioè 
Lucifero,  al  cui  pelo  attenendomi  ,  io  di- 
scesi, e  così  feci  scala  al  mio  discendere. 
Dani.  Par.  io  Che  ti  conduce  su  per 
quella  scala.  /*  17-  E  com'è  duro  calle 
Lo  scendere  e  '1  salir  per  I'  altrui  scale 
/iocc.  uov.  4V  p-  Coir  aiuto  d*una  scala 
salj  sopra  un  muro.  E  nov.  65  l5.  Per- 
ciò serrerai  ben  l'asrio  da  via  ,  e  quello 
da  mezza  scala  Frane.  ,Sacch.  nov.  -y 
Giugnendo  costui  dove  era  il  signore,  tro- 
vò che  era  in  su  una  scala  per  salire  a 
cavallo  (qui  lo  slesso  che  montatoio)  . 
Diti.  S  Grrg,  I.  5*  Costaoltno  slava  sur 
una  scala  a  pinoli  ad  accendere  le  lam 
pane  della  chiesa-  Smlv.  Granch,  ^.    1    E' 


S   C  A 

mi  sar^  agevole  ec.  a  persuader  loro  Chfl 
la  cosa  sia  grave,  essendoci  iti  Massima- 
mente attorno  scalamenti  .  Scale  di  seta, 
Ijtrocìnii,  ed  iltre  Simil  cose.  Morg.  18. 
l3.').  E  succbii  d'ogni  fatta,  e  grimaldel- 
li, E  scale,  o  vuoi  di  legno,  o  vuoi  di 
corde. 

#  §.  I.  Scala  a  chiocciola ,  o  a  luma^ 
ca,  diceli  Quella  che  rigirando  sopra  se 
stetsi  ,  si  voice  attorno  a  un  cilindro,  o 
simili.   V.  CHIOCCIOLA.  %.   VU.  (C) 

*  §.  Il  Sdì  d  fpia,  diceii  a  (^uel' 
la,  che  contlurrndo  a  un  mritesimo  piano 
si  divide  in  due  I" accia  conformi  di  gran- 
dezza  e  di  architetura  Tass.  Piai.  Pad, 
Fa-n.  Vi  si  saliva  per  ona  scala  doppia  , 
la  quale  era  fu<>ri  della  porla,  e  dava  due 
salile  assai  comorfe  per  venticinque  gradi 
larghi   e  piacevoli   ila   ciascuna   parte     (D) 

g.  III.  Scala,  per  similH,  vale  Ordine 
di  checchessia,  che  va'la  gradatamente  cre- 
scendo, o  seemand-},  S»g^,  nal.  esp.  9. 
Vero  è,  che  ei  non  entra  nella  medesi- 
ma scala  di  proporzione.  E  II.  Onde  si 
h.iranno  prese  s>-i  palle  a  scala  di  oguali 
differenze,  cioè  di  gradi  dieci  in  dieci. 

•f  g.  IV.  Onde  Scala  de'colori,  si  dice 
il  Dijradamento  dr'colori  dal  più  chiaro 
al  più  scuro ,  procedendo  tempre  per  It 
più  ùmili  l'it  Pift.  ?k^.  Quelli  ( tre  co- 
lori )  non  fanno  diversità,  se  non  neU  es- 
ser. V.  g.,  il  rosso,  o  il  giallo  più  o  meno 
Fiieoo,  restando  p'TÒ  nrlla  medesima  sca- 
a  dei  rosso,  o  del  giallo.  Sah-iu.  Pros. 
Tote.  I.  426.  NclISsleua  scala,  per  esem- 
pio ,  del  verde,  o  più  pieno  o  più  sbia- 
dato, o,  come  i  Latini  dÌc«-ano ,  più  an- 
nac(|Uaio,  o  più  satollo,  o  con  allri  colori 
scherzevolmente  mischiato,  più  e  più  gra- 
di di  verdi  si  trovano. 

g.  V.  Scala  ,  nrlle  carte,  o  iihrl  di 
Geografia,  e  simili,  s'intende  Una  deter- 
minala misura  quivi  arrennata,  corrispon- 
dente a  miglia,  o  leghe ,  0  simili ,  per 
comprender  con  essa  la  disianza  de'  luo- 
ghi, 

g.  VI.  Per  meta/,  si  dice  scala  Tutto 
quello  che  da  una  cosa  ne  conduce  ad 
un'  altra  Lat.  gradus.  Gr.  ava^a&^ov. 
Pelr.  cnnz  48.  IO  Per  le  cose  mortali. 
Che  son  scala  al  Fattor,  chi  ben  l'estima.  • 

Tac.  Dnv    fit.-^gr.  3Sg     Tornato  dal  i^ 

carico  drlla  legione,   il  divino    Vespasiano  A 

il  ftce  patrizio;  indi  il  mandò  a  regger 
la  provincia  di  Aquilaoia,  dignità  di  prin- 
cipale splendore  ,  e  scala  al  destinatogli 
consolato  #  Segr.  Fior.  Legnz.  Frane. 
Giudicanlo  anche  scala  all' impresa  di  Na 
poli,   qu-indo  si  avesse  a  fare.  (TC) 

g.  VII  Sca^a^per  Porle,  termine  ma^ 
nnaresco.  Serd,  Stor.  5.  I;|6.  La  ciiti  , 
che  è  la  scala  de*  mercatanti,  è  posta  do- 
ve it  golfo  si  rilira  indentro,  E  7.  aSo. 
Gi^  scala  nobilissima,  ed  ora  ec.  frequen- 
tala solamente  da  pochi  negozianti. 

g  Vili.  Onde  Fare  scala,  t'ale  Pig/iar 
porto  Lat.  portiim  capere,  mppellere.  Gr. 
"ro^osur^iiv  et;  Xtfxtvx.  Pera.  Ori.  1 
5.  5o*'  La  nave  ad  nn  giardin  va  scala  a 
fare.  Ar.  Fur.  p.  <(3.  Né  scala  in  Inghil- 
terra, nò  in  Irlanda  Mai  lasciò  far.  oè  sul  * 
contrario  lilo.  Cecch,  Mogi.  1.  |.  Toccò 
(la  n-ne  }  a  Raugia,  dove  fatto  scala,  Gli 
corsari  venderon  la  fanciulla. 

g.  IX.  Fare  scala  ad  alcuna  cosa,  JS- 
guralam.  vale  Guidare,  Lai.  ducere,  rf#- 
ducere  Gr.  efxyciv.  Pui^n.  Fier,  1.  5.  l. 
Noi  vi  farem  la  scala.  Belle  diavola  no- 
stre, al  nostro  allargo. 

g.  X.  Scala  franca,  vale  Franchigia, 
Liherià  d'andare,  o  stire.  Patso  Ithere 
Jtfalm,  5.  33.  Talché  libero  il  passo  • 
scala  (ranca  Avrai,  per  dar  effetto  al  tuo 
disegno. 

*f  «  SCALABRINO.  Uomo  scaltro, 
scaltrito  i  detto  da    Calahrino  ,  della   Cm- 


5  e  A 

MHm  ,  che  produce  uomini  ingegnosi^  td 
meecrtt ,  Safyin»  Fier.  Buon.  ^.  i.  12. 
Dice»!  ScaUbrÌQo  ud  uomo  scaltro  ,  scaU 
trito.  (JJ 

SCALACCIA  .  Pf^gtorat,  di  Scala, 
Lasc.  Orhs.  3.  3.  Quella  di  su  h  uoa 
mala  scatarci.1  . 

SCALAMATI  .  Nome  di  malatlia  de' 
cavala.  Lflt.  SCnl.imatus .  Cr,  g.  22.  t 
Del  morbo  scaljinati.  e  sua  cura.  Questa 
infermila  asciuga  e  disecca  le  'oleriora 
del  cavjJLi  ,  e  macera  il  corpo  ,  e  'l  suo 
sterro  i*  jiulire  più  rbc  quel  dell*  uomo; 
e  ciò  yli  avvieav  |ht  lunga  iiiagiczza  , 
che  procede  per  poco  cibo  a  lui  dato  ,  e 
por  molla  laiirj  ,  la  qua!  riscalda  e  di- 
secca le  membra  ,  in  tanto  che  doq  può 
diveuiar  grasso  ,  uè  far  caruc  ,  uè  ancora 
si  cura  di   mangiare. 

SCALAiMEMO.  Lo  scalare, 'Lti.  sca- 
iae  appulsus ,  ttscensiis.  Gr.  avXjSaoiS. 
òo/t*.  Granch.  ^.  i.  E'  mi  sarìi  agevole 
ce.  a  pcrsuadi-r  loro  Che  la  cosa  sia  gra- 
re  t  est&endoo  ni  Massimamente  allumo 
scalameli,  Scale  iJi  seta,  latrorioii  .  ed 
altre  Similcoic  'A'  Cromili  e  tt.  264.  Ed  a- 
veudo  il  dello  Papi  bando  per  uiaiiGcio 
da  lui  commesso  personjlmeule,  eia  slato 
a  servire  nel  campo  ,  e  mi  dello  scala- 
meulo  era  stato  il  primo  a  scalare  in  su 
le  mura,  h'  o/<preifO  :  Nel  detto  scala- 
mentu  m  trovò   Vieri  Guadagni.  (Cj 

SCALAPPIARE.  Usctr  dd  calappio. 
Lai.  fffiigere,  Gr.  éf/'y  =u/EiV.  Bant.  Purg. 
21.  Ornai  veggio  la  relè  Che  qui  vi  pi- 
glia ,  e  come  si  scalappia  .  liut.  ivi  :  E 
come  si  scalappia,  cioè,  e  come  si  scioglie, 
e  spaccia  d.i  questa  relè. 

§  Per  met.if.  vale  Uscir  dalle  insidie 
nelle  tjuaii  l*  uomo  è  incorso. 

SCALARE.  Salire^  Montare  con  iscale. 
Lat.  scalis  admotis  a<cvn</ere,  .tcatit  ag- 
gredì .  Gr.  ava^at'*j-[v  .  6V0/1.  Morell. 
290  Gli  fece  iscaUre  di  notte  alla  pri- 
gione. E  2j)9.  Vi  sl<ritoDo  più  di,  e  sca- 
larono il  castello  Salv.  Spia.  4.  12.  Un. 
per  mia  fé,  che  scala  la  casa  di  Bernabò. 
Citiff'.  Calv.  I.  23.  Che  si  poteva  Ascalona 
scalare  Da  quellj  parteche  dod  vede  il  mare. 
SCALATA  .  Scalfimento  .  Lai.  scnlae 
nppulius.  asiensiis  Gr.  «va'^Saci;.  *  Bel- 
Itn.  Dite.  I.  196  Ed  ecco  che  la  vi  è  una 
scalata  a  quella  piazza,  più  là  fulmina  la 
batteria,  la  va  in  aria  un  baluardo  perchè 
vola  uoa  mina  .  (C)  lìart.  Simh.  Ub.  3. 
pag.  ')0\.  Il  suono  delle  trombe  Romane, 
che  ad  ora  ad  ora  davano  il  segno  della 
scalata.  (D) 

§.  Dar  la  scaìMa,  ierm.  militare^  che 
vafe  Salir  sulla  muraglia  del  lue-go  asse- 
diato o  colte  scale»  0  sulle  rovine  fatte  dal- 
la breccia.  Lai.  scalis  aogressioncmfacere. 
Gr,  $t.d  Twv  a'vy.paSrpwv  ifopfiùv. 

SCALATO.  Jdd.  da  Scalare.  Lat.  con- 
scemus,  inscensus.  Buon.  Fier.  ^.  5.  3 
Scalata  una  torre,  S'avean  ripreso  libertà 
comune. 

*  §.  Scalato,  per  Bipartito,  Diviso  . 
fardi.  Stor.  (lì) 

t  SCALATORE.  T'crhal.  mise.  Che  , 
o  Chi  sale  j  0  monta  con  iscale  .  Tac, 
Dav.  ^nn.  2.  35.  Gli  scalatori  dell'  argi- 
ne, come  sotto  muraglia  ,  erano  di  sopra 
percussaii  duramente  .  Buon.  Fier.  4-  2. 
7  Mi  sembraro  scalatori  Già  già  dover 
entrar  per  le  finestre. 

SCALCAGNARE.  Pestare,  o  Calcare 
altrui  il  calcagno  della  scarpa,  andando- 
gli appresso.  Lai.  calcem  calce  premere, 
Painff\  S.  Del  Vescovo  la  mula  ti  scal- 
cagna . 

SCALCAGNATO.  Jdd,  da  Scalcagna- 
re. Buon,  Firr.  [\.  5-  6.  Chi  colle  scarpe 
Va  scalcagnato  ,  e  non  può  ire  ,  e  resta 
Addietro,  e  grida  (qui  vale:  Che  ha  per- 
duti t  caliagnt  delle  scarpe). 


SCA 

•f  SCAtCARE.  J'occ  fuori  d'uso  Cai- 
care.  Lai.  calcari',  lonculcare.  Gr.xara- 
nv.re.iv.  But.  inj.  ti.  I  Poi  passamm'  ol- 
irà, scalcando  l'anime  de'golosi.  F  appres- 
so :  Per  essere  scalcati,  sì  risponde  a  loro 
vilipensione . 

SCALCHEGGIARE  Tirar  calci.  Lai, 
ca/iitrarc.  Gr.  iarrt^etv.  Pallad.  Marz. 
27.  Se  lu  cavalla  scaU'heggiaue,  o  impaz- 
zasse ,  aflalicfaisi  un  poco  culle  morse  ,  e 
starà  cheta  .  Mor.  S.  Greg.  Duro  è  sral- 
cheggiarc  centra  lo  sprone,  l'it.  SS,  Pad. 
1-  60-  Asinelio,  io  furo  che  lu  non  iscal- 
cheggerai;  io  li  farò  st;ire  magro,  non  ti 
pascerò  d'orso,   ma  darotti  della  paglia. 

3  §.  I  Per  meinf.  vale  Contrastare  , 
Pii-pug'iare.  Lat  obstaif  ,  advet inri  ,  re- 
c-fcilrnre.  Gr.  £  vavTcoÙ303.t.  F.--p,  f  an^. 
Si  fa  per  rcfretidre  il  corpo  bcsli.ite,  tbc 
non  iscabbeggi  allo  spìiito,  e  alla  ragio- 
ne, o  e'si  la  per  soddisfare,  e  correggere 
il  mal  fatto.  Cron.  leti.  Ii3.  Sempre 
sogliono,  quando  sono  forti,  scalcbeggiare 
la  Chiesa  .  Ftanc,  Sntch.  rim.  t).  Sicch' 
ogni   viJlanel  te   non  scalcbeggt. 

^  g.  IL  Per  Mdltratlarv ,  Conculcare, 
u  Bocc.  Lett.  /'/-.  S.  ylp.  3o'-\  Debbonsi 
cosi  fasiidiosamcnte  acalchrgjjiare  i  mino- 
ri »?   (Br) 

SCALCHEr.I'A.  VJrte,  e  Uficio  dello 
sca/co  .  Lat.  architricltni  offlctnm  .  Fr. 
Giord.  Fred.  lì.  Si  era  gran  maestro  nel- 
la scabherij. 

*  SCALCIARE.  Filar  calci,  Scal- 
cheggiare.  Silvia.  j4rat.  pr.  Q  quando  1' 
un  r  altro  co*  pie  ribaltane  scalciando  , 
gli  scarichi  con  quattro,  ed  i  cornuti  con 
due.  Magli.  Leti  E  addentando  loro  una 
gamba,  scalciate  pur  se  sapete,  non  la- 
sciava la  presa    (Jéj 

SCALCINARE  .  Lei'nr  la  calcina  da' 
muri,  guastando  lo  ''atonico.  Lat.  fedo- 
rnim  dernd,re.  Frane.  Sacch.  nov.  5.  Con 
una  lancia  ,  cbe  parea  che  avesse  a  fare 
una   sua   vcndella,   lulla   la  scalcinò. 

V  SCALC1^ATU  .  Add.  da  Scalcina 
re  j  e  dicesi  propriamente  di  muro  a,  cu^ 
sia  stata  tolta  via  la  Copertura  ili  calci- 
na. Lise.  Rim.  2.  253.  Le  mura  per 
dilello  Son  fesse  e  scalcinale  pure  assai. 
Piene  di  ragoateli.  e  di   vespai.  (C) 

SCALCO.  Quegli  che  ordina  il  convt- 
to  y  e  mt  tic  in  tavola  la  vitanda  j  e  an- 
che Quegli  che  la  trincia.  Lat  arcliìtri- 
clintts  j  stritctcr  .  Gr.  vpy_KZLir.').vJO-  . 
Morg.  25.  28S.  E  d'  ogni  cosa  che  lo 
scalco  manda,  £' faceva  la  parte  sua  re- 
carsi .  Jr.  Fur,  33.  124.  E  con  cenni 
allo  scalco  poi  comanda  Che  riponga  la 
mensa,  e  la  vivanda.  E  sai.  2.  Io  non 
ho  multo  gusto  di  vivande  ,  Che  scalco 
6a  ec.  Bfd.  Tip.  2.  27.  Quindi  tengo 
forse  per  favola  ec.  ,  Cbe  la  vecchia  Pa- 
risatide,  regina  de' Persiani,  potesse,  co- 
me lo  scrivono  ,  far  avvelenar  la  sua 
nuora  dal  trinciante,  o  dallo  scalco.  Buon. 
Fier.  2.  4-  *•  ^^  come  volentier  farei  da 
scalco  I 

SCALDALETTO.  Vtiso  di  rame,  0  si- 
mi/e,  in  forma  di  padella,  con  coperchio 
trajorato,  dentro  al  quale  si  mette  fuoco, 
e  con  e.\so  si  scalda  il  lètto  .  Lai,  ther- 
niocUnium.  Gr.  &s^(zcz).i'vcov,  Bern.  rim. 
I.  123.  Ma  non  loglio  pero  questi  sug- 
gelli Per  quel  caldo  d'  amor  cbe  presto 
presto  Fan  le  fantesche  con  li  scalda- 
letti  . 

•f  SCALDAMANE  .  Scria  di  giuoco 
puerile  ,  che  si  fa  accordandosi  più  a 
porre  le  mani  a  vicenda  una  sopra  l'al- 
tra ,  posata  la  prima  sopra  un  piano  ,  e 
traendo  di  poi  quella  di  sotto,  posta  so- 
pra  tulle  le  altre  ,  battendo  forte  per  ri- 
scaldarsele. Malm,  2.  45.  Faceva  con  gli 
sposi  a  scaldamane. 

SCALDAMENTO  .  Le  scaldare  .   Lat. 


SCA 


1037 


caìefactio,  Gr.  &e,o^uavct;.  Zibald.  Andr. 
100.  La  seconda  cosa  si  è  lo  scaldamen- 
to, che  egli  si  scalda  e  infiamma  in  quella 
volontà. 

*  SCALDANTE.  Che  .scalda.  S.  Jgost. 
C.  D.  l'l>.  12.  cap.  r^.  Qual  cosa  è  più  ut^ 
le,  che  II  fuoco  s. fidante  e  cocente  ,  posto 
che  ec.  (I\S}  *  *^ 

SCALDARE.  Indurre  il  caldo  in  ch,4- 
Chessiaj  e  si  usa  nelC  att.  .  nel  ntutr.  , 
enei  neutr.  pass.  Lai.  caUfacere  .  Qt. 
;W«iV6tv.  Dant.  inf  29.  ,„  .jji  j^, 
sedere  a  se  app,  ggut.  ,  Come  a  scaldar 
s  appoggia  tPgghia  a  tegghia.  E  Par  21 
Le  pule  insieme  ai  cominciar  del  giorno 
Si  muovono  a  scaldar  I-  fredde  piume 
A  24.  Wun  scaldo  ferro  mai,  né  balle  an- 
cude  Bocc.  nov  77.  5l.  Se  il  Sole  ti 
cum.ncia  a  scaldare,  riardili  del  freddo 
che  tu  a  me  facesti  palire.  Lab  ,70.^0 
che  troi'po  abbia  il  furno  la  fornaia  scal- 
dato  re..  /?..  3.  5.  Se  ne  del.be  gnar- 
dare  d  acque  salse  e  nitrose,  pnciocch* 
elle  scaldano  e  seccano.  <.-  peggiorano  il 
cuv^o  .  Nov.  ani  100.  2.  Quando  egli 
era  scaldato  di  vino,  o  di  vivanda  ,  ed 
ella  disse. 

§.  Per  mel.f  Lei.  acc.ndcrt ,  u,flan,. 

5"IJo    I   peno.   E  Pnrg.   ,,.  Al  mio  ar- 

Jelb  d„,na  fiamma.  E  cpprc,,o  :  Or 
può,  U  quanl.u.e  Comprender  dell'amo? 
eh  a  le  m.scalda  Per  son.  336.  Non  è  si 
duro  cor  che  iagrimondo  ,  Pregando, 
amando,  talor  non  si  smova.  Kè  si  fred- 
do  voler,  che  non  si  sralde.  E  son  3ii 
INon  e  eh,  faccia  e  paventosi  ,  e  Laidi  ì 
m.e,  pens,er,  ne  chi  gli  agghiacci,  e  scal- 
di •  .^o^'.  ani.  Slan,,,  a„t.  (il.  2.  Farà 
bene  quel  giorno  del  lorneamenlo,  e  scal- 
derass,  d  allegrezz.,  .  E  appresso:  Il  ca- 
vahere  ebbe  il  pregio  deU"  arme,  scaldossi 
a  allegrezza  , 

SCALDATO.  Jdd  da  Scaldare.  Lat. 
calefaaus.  Gr.  ?S2./av;!i';  .  £).,„,,  J„J_ 
17.  Ne  quando  Icaro  misero  le  reni  Senti 
spennar  per  la  scaldala  cera.  Sodcr.  Colt. 
81.  Tu  porrai  dell'  uva  buona  sopra  i 
gralicr,  o  asse  ne!  forno  tanto  scaldato  , 
che  ella  rigonfi  ,  e  rigonfiala  la  caverai  . 
£■101.  Per  vielare  ch'e'nou  diventi  ace- 
lo piglia  una  dozzina  di  noci  acciaccale; 
e  bene  scaldale  in  un  lorno  ,  gettale  ro- 
ventate  nella  bolle,  ec. 

t  SCALDATORE  Jerhal.  wasc.  Ch„, 
o  Clu  scalda.  Lat  cah-factor.  Gr.  ?jpu- 
a>vw,,  J<a;S|:^a,-vo,v .  But.  Purg  20. 
1.  Nascendo  nella  stalla  delle  bestie,  e 
dove  la  mangiatoia  gli  fu  letto,  e  lo  Lue 
e  1  asino  scaldatoricon  lo  loro  fiato 

SCiLDA VIVANDE.  Vasello  per  io  pia 
traforato,  dentro  al  quale  s,  mette  fuoco 
per  tener  calde  le  t-h-ande  ne'piallellij  e 
rassene  di  p,,',  fogge.  Lat,  focu/us,  ienec. 
Gr.  icyxcK.  *  lasc.  Cen.  3.  nov.  io. 
Intanto  comparsono,  portali  da' servitori, 
tre  grandissimi  pialli  di  stagno  sopra  tre 
scaldavivande,  pieni  di  freschi,  e  bene  ac- 
conci tartufi.  (J}J  Pros.  Fior.  6.  igS. 
Uno  scaldale! lo  pieno  di  diaccio,  una  "ge- 
latina su  lo  scaldavivande,  ec    (*) 

SCALEA  .  Oidini  dt  gradi  avanti  a 
chiese ,  o  altro  edificio  .  Lat.  scalarum 
^radus.  Gr.  rà.  à.iu.ZaXf-i  G.  y.  1.  5;. 
5.  Si  fecero  le  scalee  de'  macigni  giù  per 
la  costa.  Dant  Par.  32.  Queste  sono  il 
muro  ,  A  che  si  parton  le  sacre  scalee  , 
Frane.  Saccli.  nov,  22 1.  Partironsi,  e  fa- 
rendo  la  via  verso  le  scalee  della  Badia 
di  Firenze  ,  giunti  a  quelle  ,  dice  colui  : 
ec.  Lib.  J'ioeig.  Di  sopra  al  muramento , 
e  sopra  alle  scalee  v'  è  certo  traversa- 
mcnlo ,  ovvero  ordinamento  acconcio  con 
beilo,  e  finissimo    marmo,    dove    ba    da 


ìojS 


S  e  A 


S  C  A 


ilare  lo  'mporaJorc  a  sedere.  Buon.  Fur. 
3.  I.  11.  E  'usino  ieri  pjrccchi  scrocca- 
tori, A  furur  Ji  tlafEli  ,  di  furcine,  Sal- 
tando le  sralee  della  &|M.>dd[e,  l'retcser  quj 
rìurrcsrainetito,  i  ghiotti. 

V  g.  Far  le  sca/te  Ut  S,  Ambrogio  . 
V.  FAKK.  (^1) 

SCALELLA  .  Cr.  io.  23-  I.  Anche 
nelle  fave,  e  ocT^giuoIi  «emioali  si  pren- 
dono colombi  e  torlolc  eoa  piccoli  Ijc- 
ciu.>li,  che  volgarmenle  li  rhuinano  scj- 
Ielle.  Di  questi  lacciuoli  il  modo  è  4UC1I0: 
<!C.  (il  testo  iit.  ha  scapellic). 

SCALENO  .  Aggiunto  ili  tria/i'^olo  ,  i 
tati  del  quale  sono  disugita/i  tra  loro,  Lat. 
scaleniis.  Gr.  ezairivo;.  Si^g,  nit.  etp. 
18.  Qujod'  anche  nella  sua  prima  vihra- 
tione  Io  furmasse  (ti  triang-to  }  scaleno  , 
in  virtù  del  peto  scorre  buhito  al  più  in- 
6ino  punro,  al  quali^  ridurci  possa,  ed  in 
esso  poi  si  maoliune. 

SCALEO.  Scala.t.3,\..tcafa.  Gr  xXi'^aa;. 
Dant.  Par,  21.  Di  color  d'oro,  in  che 
raggio  iraluce,  Vid'  io  uno  scalè^j  eretto 
in  suso,  flut  ii'i.'  Uno  scalèo,  cioè  uniscala 
di  colore  d'  oro. 

*f*  *  SCALERE.  Nel  numero  del  più 
diconti  Quei  Irradi  che  sono  ai'anti  a  cilie- 
ge, o  altro  edifìcio.  Benv.  Celi.  f'it.  pag. 
236  (Milano  ìHz])-  Scontrato  un  acqua- 
ruolo,  ec.  chiamatolo  a  me,  lo  pregai  che 
■ni  levassi  dì  peso  ,  e  mi  portassi  io  sul 
Tialto  delle  scalcre  di  S.  Pietro  ,  ec.  Su- 
bito costui  mi  prese,  ec.  e  porlommi  in 
sul  detto  rialto  delle  scatere  di  S.  Pie- 
tro. r/»v 

SCALETTA.  Dim,  di  Scala.  Lat.  brc- 
l'iJ  se  ila  .  Gr.  xit/jLOiì/isv  .  Dunt.  Fur^. 
21.  Non  rugiadaj  non  hrina  più  su  cade. 
Che  la  scaletta  de' tre  gradi  hreve  .  f'it. 
Crisi.  Posta  anche  un'  altra  scaletta  pic- 
cola tl.d  lato  dinanzi.  È'Vanc.  Sacch.  n)f* 
19^.  La  donna  sccmlc  d'una  scalcila  co- 
me una  gatta  levala  .  IC  nov.  220  Con 
(jDcsta  soma  ne  va  a  uno  usr(.*iiu  ,  dal 
quale  scondi->a  un.i  scaletta  in  una  stalla. 
Fallad.  E  da  ogni  lato  della  scaletta  ab- 
liiano  i  canali  i  loro  doccioni. 

f  *  SCALFICCAHE.  Staccare  a  poco 
a  poco  (Jttalchc  parli-  di  checche  sinj  quasi 

10  stesso  cfic  Sca/Jiri'.  fìellui.  Disc.  1.  10. 

11  suo  consumarsi  egli  ij  un  roderli  con  1 
ftuot  di'itli,  cioè  con  essi  scalficcandu  e 
strappando ,    staccarne  assai  piccole    par- 

ti.  (.1) 

SCALFIRE.  Levare  alquanto  di  pelle, 
ftcnetr.tnd)  leggiermente  nel  vivo  .  Lat. 
tcaO^'ve,  leviter  incidere,  scarificare.  Gr. 
5X«>£7£tv.  Dcclam,  (Juinttl.  Acciocché  i 
tuoi  vecchi  membri  i  miei  gravi  abbrac- 
ciamenti non  iscaIBscanu. 

t  SC.VLFITTO.  Suit.  Scalfittura.  Lai. 
Ici'it  inasto,  Ifvis  iclut,  scanjicntio.  Gr. 
5/a/suuy..  Benv.  Celi.  lic.  2  307.  Mo- 
strandoci I*  un  I'  altro  gli  scaletti  e  le 
percosse . 

SCALFITTO  .  .'i.td  dì  Scalfire  Lat. 
leviter  ictus.  Gr.  sì^aXsijOìi'^.  TtiC.  Vav. 
.4nn,  3.  109  Vilellio  re,  sralfittosi  Icg- 
giermeote  la  ven.i,mort  d'aiiguscia.  ^  Car. 
Long,  S»f.  i.  Era  lutto  quel  loco  scom- 
pigliato, scalnlto,  e  divenuto  fangoso  (qui 
meta/.}.  (Min) 

SCALFITTURA.  Li  lesione  eh,' fa  lo 
tcalfire  .  Lat,  levis  incitio  ,  scarifcatio  . 
Gr.  ax-x}.£fJ;i'A  -  jìA  Aldobr.  Le  vene  , 
che  sou  nelle  labbra  d*  coirò  ,  è  buono 
segnare  a  scalfittura  .  Vit.  C'ist,  D.  Ag- 
giungono lividori  sopra  lividori  ,  e  una 
scalfittura  sopra  1*  allra. 

'.'  SCALINA.  Pìccola  scala  ,  Scaletta 
/tildin.    ree.   Vis,  (J} 

^'  SCALLNATA.  Ordine  di  gradi,  Sca- 
lcre. fi.ildtn,  roc.  Dis.  (A) 

SCALINO  .Scaglione,  Grado.  Lat.  ^ra» 
dui.  Gr.  ^«5p5V     Dellinr.  san.   171    Uno 


icatioo  bo  arso  d' ooa  scala  Buon  Fi  r, 
^.  I.  c).  Fra  r  un  scjlin»  e  l'altro,  io  *n 
quel,  tu  'a  questo,  E  quelTaliro  in  qU'-ll' 
altro,  e  lutti  in  tutti  Ditlribativameule . 
Otl.  Si*i.  352-  Questa  pel  primo  scalino 
fa    un   grjn   calare. 

SCALMANA,  r.  SCAUMANA. 

SCALMANARE.  /'.  SCAKMAN'ARE. 

«   SCAL.MA.NATO  .    T.   SCAHMANA- 

To.  n 

•|  *  SCALMATO  .  Scarmnnito  .  Se- 
gnet.  pred.  i)  6.  Negarono  un  poco  d* 
acqua,  quelle  ad  Ercole  sitibondo,  questi 
a  Latuna  scalinata.  Forlig.  Rirciard.  3o- 
91  E  per  quanto  ei  con  lo  scalinata  volto 
Uetla  fiamma  del  cor  facesse  fede,  E  mo- 
strasse ec.  ( .4} 

SCALOG?{0.  Specie  di  cipolla  che  na- 
sce a  cespi  ,  e  produce  le  ra'tici  sottili  . 
Lai.  cnepa  ascalonua  .  Gr.  a'ixuXuvtov. 
Hocc.  nov.  72  5.  Quando  le  mandava 
un  m.nzzuol  d'agli  fretrbi  ce,  e  talora  un 
mauuol  di  cipolle  mali^e  ,  o  di  scalo- 
gni- Cr.  6  123  I.  Gli  scalogni  si  pian- 
tano nel  mese  di  Febbraio  ,  siccome  gli 
agli.  F  appresso:  Gli  scalogni  soD  della 
natura  delle  cipolle,  ma  son  meno  umidi. 
Hit'ch.  I.  III.  Sangue  di  more  e  latte 
di  scab'gni  Fecer  si  grande  e  sterminato 
Ami;  )  .  Altm  CJt.  A  8rt.  Altri  mnton 
nel  vino  olio  e  marrobbio  ce,  Altri  delta 
vitalba,  altri  scalogni.  JZ  5.  119.  La  pian- 
gente cipolla,  r  aglio  oleate,  U  mordente 
scalogno,  il  fragil  porro. 

♦  §.  Scalogna,  per  Sorta  di  fico.  Sal- 
via. Pros.  Tose.  I.  5l||.  Infìnu  i  fichi 
scalogni  da  Ascatona  ,  1  itlà  di  Soria.  F 
appn-Mo:  lo  il  primo  fui  quello  che  nel- 
le medaglie  di  questa  città  ec.  scopersi 
essere  pretti  e  sputati  scalogni.   (•) 

SCALONA.  Scalt  gr.md-.  Tratt  segr. 
Cos.  do'in.  S.diva  e  scinb-va  ogni  mjtti- 
na  a  digiuno  molte  volte  una  lunga  sca- 
lona . 

SCALONE,  V.  A.  Scaglione  ,  Grado  . 
Lat.  grada s  ,  Gr.  x).i;/a/Tvi'_3  .  Fr.  ìac. 
T.  5.  3.  i3.  Uomo  posto  in  altura,  E  'n 
^cvole  scalone  .  Lih.  Cur.  nialatt.  Venne 
a  rompersi  uno  degli  scaloni  di  quella 
S'-ala  .  But.  Inf,  33.  I.  Furono  ec.  sot- 
terrati nel  monimento  eh'  è  allato  alli 
scaloni  nel   montare  in  chiesa. 

SCALPEDRA.  Aome  i-ano,  e  finto  per 
baia  d'I  ììoec.  nov.  79,  12.  La  Semi- 
stanlc  di  Bcrlinzone ,  e  la  Scalpedra  di 
Marsia  . 

•f  *  SCALPELLETTO.  Ptccolo  scal- 
pello .  Salvia  Fier.  lìuon.  2.  4-  ^  '^ 
porfido  prima  con  un  scalpellciio  ec.  si 
prepara,  e  si  condiziona  con  altri  ferri  a 
più   forte   lavoro.   (A) 

•f  ^  SCALPELLO  .  Lo  stesso  che 
Scarpello.  Bern.  Ori.  2.  8.  l6.  E  dalla 
parte,  donde  viene  il  giorno.  Era  taglia- 
ta a  punta  di  scalpello  Una  purla  p.ileate, 
alta  e  reale,  ce.  (A)  S'-gnC.  iiitp.  {)utet. 
3  j.  E  chi  son  qutri  che  manef*giann  bena 
scalpello   tale   nel   p;iso   nostro  T   (PC) 

SCALPICCIAMENTO.  Lo  sc-itpiccìa- 
re  ,  Lai.  prduni  strepitus  ,  conculcalio  * 
Gr  xaraTo^Tn.ua  Cr.  2.  i5.  !■  La  sal- 
dezza della  corteccia  di  sopra  *  fatta  per 
lo  peso  della  terra  tu  •desini  a  ,  e  per  lo 
scalpicciauienlo  di'gli  Uomini  e  delle  be- 
stie re,   quella   itupcdisce. 

SCALPICCIARE.  Calpestare  ,  ma  con 
i stropicci'»  di  pii-di  i'ifra'^nendo  .  Agn. 
Pumi.  28.  Porrcgli  dove  meno  «uggias- 
sono  1  seminati,  meno  mugnoiuno  i  cafn* 
pi,  e  nel  corre  i  frutti  meno  si  sralpìc- 
ciassono  t  lavorìi. 

§.  I.  Per  Semplicememtt  calpestare . 
Lai.  conculcare.  Gr  xoCTa~«r<Ty .  Cr, 
3.  l3.  2()-  Quando  vi  sar^  stato  quiodici 
di.  e  sarà  scalpicciato  v  mollo  dalla  piog- 
gia ,  si  rauoj  .  <*  a   uà  monte    di    letamo 


d-ipo   alquanti  di  ti  ridace  .   F.  ^-  24     3* 

Si  dc-e  difendere  solamente  dalle  bestie  , 
mt;nire  c^,K  tenera  e  debuie,  che  non  la 
rodano  e  sralpicrmu.  /Ìul ,  Inf.  \\.  \. 
Scalpicciare  lo  suolo  dt-IU  terra  colle  sue 
schiere,   facendole  andare   attorno. 

*  %.  IL  /:  figurai,  vale  Maltrattare. 
S.  (ito.  Chiosi  210.  Vedendo  colui  che  è 
protervo  e  malvagio  er.  essere  fatto  ter- 
ribile agli  uomini ,  e  in  modi  senza  no- 
merò rruriare  ed  atUiggere  ,  e  per  modo 
di  dirr  scalpicciare  e  tritare  co'  piedi  i 
buoni  ed  ones'.ì  uomini.  (Cj 

SCALPiCCl'O.  Stropicciamento  di  pt»- 
di  in  andiitd'.  Lat.  ptduin  strepitai.  Bocc. 
nov.  81.  4-  Senlcodo  lo  scalpiccio  che  Bi- 
nuccio  fac>-a. 

SCALPITAMENTO.  Lo  scalpitare. 
Lat.  eo'iculcatio ,  Gr.  x%7a.7Cxz  f,yM.  M. 
/'.  I.  56.  Quando  due,  quando  quattro, 
quando  sci  ,  e  talora  fu  che  dodici  vi  si 
trovarono  morti  dalla  stretta  e  dallo  scal- 
pitaniento  della  gente.  F  lì-  SI  Quivi 
fu  il  grand*.-  scalpitamenlo,  e  ivi  gli  scorri- 
dori mocolaii  coi  nemici  quasi  ù  melUe-  , 
DO  Della  porta-  JÌ 
•f  *  SCALPITANTE  .  CA»  nafptta  .  i| 
S.  Agost.  C  O.  IO.  3i.  Però  dicono, 
che  siccome  il  piede  fosse  stalo  ab  elerao 
nella  polvere,  sempre  sarebbe  sialo  il  ve- 
sligi'i,  il  quale  nondimeno  vestigio  ddUo 
dubiterebbe  che  fosse  fallo  dallo  iscalpi- 
taole  essa  polvere,  e  non  sarebbe  però  1' 
uno  prima  che  1'  altro,  ce.  Salvia.  lùad, 
lift.  5.  V.  353.  E  cuntra  noi  prendeodo 
il  tempo  allora  II  figliuol  dt-1  magnaoimo 
Tideo.  Noi  due  uccida,  e  porli  via  i  ca- 
valli Scalpitanti  la  terra  ad  uoghia  iole- 
ra.  (A) 

SCALPITARE  Pestare,  e  Calcar  co' 
piedi  in  andan-lo.  Lai.  conculcare,  calca- 
re .  Gr.  xatT«~3'.TSÌv  .  Bocc.  g-  2.  p.  i 
Le  rugiadose  erbe  con  lento  pasao  scalpi- 
tando ec  ,  per  lungo  spazio  diportaodo 
s'andarono.  F  nov.  77  38.  Me  sentendo 
per  la  tua  corte  andare,  i  denti  battendo,  « 

e  scalpitando  la  neve.  Sen.    Pisi.  A  lanla  ■ 

dilicatcìza  siamo  venuti,  che  noi  non  vo-  ^ 

gliamo  scalpitar  se  non  gemme  .  Pallad. 
La  pianterctta  nata  si  vuol  guardar  dalK. 
scalpitar  delle  bestie  Uant.  inf.  \\.  Per 
eh'  e'  provvide  a  scalpitar  lu  suolo  Colle 
sue  schiere. 

§  Ffivratam.  Lab  ì^\.  Arislolile , 
Tullio,  Virgilio  ec.  erano,  come  fango, 
da  loro  sr^jlpilati  ,  scherniti  e  annullati. 
Amm.  Ant.  4.  3.  3  Sono  alquanti,  che 
con  sollirito  studio  cercano  e  iruovano  li 
spiiituati  comandamenti;  ma  quelle  cose, 
alle  quali  collo  'otcndiinento  trapassano  , 
culla  vita  le  scalpitano.  Mar.  S.  Oreg. 
i4  9.  Quota  tale  morte  ^i  può  dire  che 
scalpili  gli  uomini  rei,  siccome  Re,  quan- 
do già  li  possiede  senza  coniraily  alcoli-*. 
3  SCjVLPITA  ro.  Ad.t.  da  Scalpitare j 
Pestato,  Citato  Lai  ca/catus  ,  concul- 
catus.  Gr.  xarxTraiTTj^tt';.  Fr^nc,  Sacch. 
nov.  i5t).  Senteudo  il  fomore  ,  ed  essen 
do  sospmii  e  scalpitati ,  meoavano  loro 
bastoni  ^  t  tt  S.  6 ir ^2.  Arrivarono  in 
un  bosco,  e  non  vedeodovt  via  scalpitala 
uè  di  uomini  (lè  di  bestie,  temendo,  rao- 
comaiidàrsi  a  santo  Girolamo  (  qut  vale 
Signata  di   orme).  (Ì  ) 

^  ^  E  figurai  tm  »  Scn.  PiSt.  85. 
Non  rri-dere  che  sia  scalpitato  e  soppres- 
salo dall' avversiladi.  /:  9|.  Ella  ci  ba 
dato  a  if  jlpitare  e  sopraffare  tulle  que»^ 
cose,  jier  le  quali  noi  siamo  scalpitati  r 
soppressali  -      (li) 

a  SCALPI  no.  Scalpiinmemlo.  j'it 
S  Gir,  108.  Odono  quello  grida  d*  un 
graode  scalpitio,  e  di  voci  di  rammari 
chio,  come  di  persona  forte  iormenl»1a.(  /  * 
SCALPORE.  Bammarichio  .  Risenti 
ment>    grande  cA.-    si  fa   d' alcf^na    cesa 


S  e  A 

Lat.  queslus,  rumor.  Gr  //s/i'l'is.  xpi- 
•/■*]'  i'aUiff.  -.  Di  ri'  in  buon  non  f-icen- 
àii  scjlpuri.  Vrvn.  JUcrclt.  api.  Aiilonio 
di  Brfe  s^nti  questo ,  coniinciù  a  fure 
iscalpure.  Croir.  fili.  Facemmo  fare  co- 
mauJamenio  di  dis<;ontbrare:  Tt^'cioniic  un 
gr.inilc  scalpore.  Tue.  J)ai\  Ann.  i.  7. 
Il  popolo  di  I.1I  prrntincnza  levatagli  non 
r«c  die  un  po'  di  scalpore. 

SCALPKO.  /.  L.  Scarpello,  hit.  scal. 
prum.  Buon  l'ier.  5.  4  2.  Esquisito  Di- 
s^aator  ne  insegna  quanto  vjgiia  In  gen- 
tiluomo la  matita,  e  il  gesso.  £  lu  scal- 
pro,  e  'I  peooel. 

t  St  ALTERIME.NTO  V*.^.  .ycn//r/w/i- 
to.  Lai .  calliiiitas,  snffacilas.Gr,  TTavoupyi'a, 
$uvìrr,i.  Bea.  Tuli.  Sì  la  per  vìa  dì 
scalterimento,  e  fassi  ìd  due  mudi.  Din, 
Compé  3.  t)o.  Vedendo  che  la  terra  si 
teoca  con  molli  scallerimenli ,  perde  la 
ìperania  d'averla  f.il».  Amor.  ^5.  Vìa 
di  scallerimento  e  di  malizia  pieno,  volle 
la  semplice  femnima  tentare.  M.  V.  7. 
62.  Oltre  a  questo,  usarono  un  allro  scal- 
terimenio. 

*  SCALTEniTA',  SCALTERITADE, 
*•  SCALTER1TAT£.  /  .  A.  Scallrvzza. 
Tuli.  Amie.  lOij.  Quelli  che  sodo  più 
fermi  e  costanti  ncH* amistà,  sì  sono  da 
ammonire  eh*  elli  si  guardino  da  essere 
ingannati   dalla  scallerilà  e  coverta  IusÌd- 

g».  (O 

t  SCALTERITAMENTE.  V,  A.  Av- 
vi rb.  SeaUntamcnU'.  Lai,  callide.  Gr. 
Tavflu'syw;.  Tratt.  pece.  mori.  Questi 
fanno  scalterilamenle  ciò  cbe  i  santi,  e 
onesti  uomini  Tojjlion  fare.  A'righ.  5'. 
Dunijue  più  scalteritamenle,  o  nemica  de- 
gì*  Iddii,  mescola  le  tue  riprensioni.  M. 
Aldohr.  P.  ,V.  \iS\.  Posta  nelle  mediiiue 
vomitive,  dee  essere  trita  scalteritamenle. 

t  SCALTERITO.  f.  A.  Add.  Scaltri, 
to.  Lai.  callidns,  sngax.  Gr.  TZV.voupyo^ì 
cii*T^y'X.vOi.  Pataff".  6.  Benché  sia  scalle- 
rilo,  e*  fu  arcato.  Coli.  Ab.  /sane,  cnp.  5. 
Non  avere  tcco  le  parole  degli  scalteritì , 
falsi,  e  di  coloro  che  vendono  le  paiole 
divine.  Zibald  /Sndr.  118.  Clii  ha  il  col- 
lo corto,  fia  ratto  al  parlare  ,  e  di  calda 
natura,  frodolente,scaItcrito,  e  ingannatore. 

^  %.  \.  Scaf lento,  vale  anclìf  Pratico  , 
Esperto.  Iniiod.  J  tri.  6q  El«*ssero  do 
diei  uomini  che  tiovaro  fortissimi  e  aavii 
«  iscaltcriii  di  guerra.  (f'J 

^  §.  II.  Per  Limato,  Ridotto  a  perfe- 
zione.  Dial.  S.  Greg.  5.  l5.  Veggiamo 
alcuni  suggelli  che  non  sono  ancora  per- 
fettameote  scalteriii,  e  sì  gli  lodiamo  co- 
me se  fossero  6nitì.   (f) 

•f  *  SCALTR.VMENTE.  Avverb.  In 
modo  scaltro  ,  Scaltritamente.  Car.  En. 
2.  2l5.  Pur  ei  (  Calcante)  tacque  ancora 
Per  dieci  giorni,  e  scaltramente  al  Diego 
Si  mise,  di  voler  che  per  suo  dello  Fosse 
alcun  destinato  e  spinto  a  morte,  ,1/iir- 
cheff.  Lucr,  HO.  5.  v.  657.  Che  certo  è 
hcn  che  i  genitali  corpi  Con  sagace  consi- 
glio e  scaltramente  Mou  s'  allogjr  per  or- 
dine. Gè  ec.  (A)  Segner.  Jii^p.  Qmet.  7, 
fi.  Benché  (|ui  1'  impugoatore  ec.  abbia 
scaltramente  formalo  d'un  testo,  due. fTTj 

*  SCALTREZZA.  Astratto  di  Scal- 
tro. Accortezza,  Salacità.  Lai.  sa^acitttf. 
asiutia.  Or.  ayjjÓ3!«.  S-ihin.  Vìfc.  2. 
477.  La  santità  conviene  colla  sapienza  , 
mentre  questa  non  sia  disgiunta  dalla  giù- 
fcliiia.  e  piuttosto  sia  scaltrezza  ,  e  solti- 
lilà.  td  astuzia,  e  sagarilà  umana  {')  Se- 
gner.  Prcd  Pai,  Ap  9.  14  Anzi  mirisi 
la  scaltrez2a  l  Conoscendo  la  femmina  a 
chiari  segni,  che  quegli  con  cui  trattava, 
era   uo  gran  Prcfrta.  che  dovea  fare?  (TC) 

SCAiTRIME»TO.  Scatlerimento,  A 
siuzta,  Siigacità,  Accortezza.  Lai.  calli- 
Hitas,  S'igacitas,  prntia.  Gr.  TTavsoijyi'a. 
(Jgiv^TTi;  ,   ìaTits^r.     Tes.    Dr.    G'.    30. 


S  C  A 

Abtuiia,  cioè  scaltrimento  è  di  prudeota, 
col  quale  l'uomo  viene  a  6ne  cen  {jran 
sotligliczj.i  dc'suoi  intendimenti  nelle  ro- 
se buone.  Genes.  P.  A'.  Per  lo  suo  sen- 
no e  jcallrimenlo.  J'vi;ez.  Nel  pensameu- 
lo  di  giuoco  quello  scaltrimenlo  s*ap|)a- 
ravj.  i,'  appresso  :  Lo  scaltrimenlo  di  lan- 
ciare per  usanza  s*  appara.  Mtti.  Tu'/. 
qO*  Questo  ornamenlo  sì  l'^  in  due  mo- 
di :  ec,  l'altro  ec.  si  fa  per  ijcaUrimento. 
*  Cirijf.  Cah:  cani.  3.  st  Mi.  (  I\r. 
1672  )  Or  qui  Falcon  mostrò  suo  scal- 
trimenlo, E  divise  in  due  parti  le  soc  na- 
vi, ec.  {/ij 

t  ^  ^■.  Scnltrimrnti  ,  nel  numero  del 
più,  per  le  Cose  che  servono  agli  scaflri- 
mcnfi  miltltiri ,  il  disse  Ciriff".  Cah.  4- 
3.  (Fir.  iSja).  E  la  novella  v' avea  ar- 
recata ec,  E  come  un  certo  Falcon  ma- 
ladello  Giltali  avea  alle  navi  setpenli,  E 
fuochi,  e  |>iombo,  e  mille  scallrinicnli.C/y^ 

SCALTniRE.  Di  rozzo,  e  inesperto, 
fare  altrui  asUtt),  e  sagace.  Lat.  calli' 
dnm  ndilcre.  Gr.  ^qisq-ì  TTOtiìv.  Dant, 
Purg.  26.  Spesso  il  buon  Maestro  Dice- 
va :  guarda  ;  giovi  ch'io  ti  scaltro.  Fvtr. 
ca/t:,  26.  2-  L'uno  a  me  nuoi'e,  e  1*  .al- 
tro Altrui,  eh'  io  non  lo  scaltro.  Pcmb. 
pros.  I.  ip.  La  loro  lingua  ancora  ,  e 
rozza  e  povera,  iscaltrirono  .  ed  arricchi- 
rono dell'altrui.  Ar.  Pur.  3?.  .17.  Il  pa- 
rer di  quel  Re  vo' che  mi  scaltri.  I  are  fi. 
l^rcoL  57.  Dicesi  ancora  ec,  con  voce  più 
gentile,  e  usata  da'  compositori  nobili  , 
scaltrire  ,  onde  viene  scaltro,  e  scaltri- 
to, cioè  accorto,   e  sagace. 

SCALTRISSIMO.  Superi,  di  Scaltro  . 
Lat.  callidissimus,  peritissimus.  Gr.  TTK- 
vojp75T>3tTO;,e_a-ei^OT«,TO;.  Petr,  Uom. 
ili.  Costiignendolo  la  sua  fortuna,  ch'elio 
morisse  nella  terra  d'Italia  per  insidie  dello 
scaltrissimo  nemico. 

t  SCALTRITAMENTE.  Awerh.  Con 
iscaltriminto,  e  accortezza.  Lat.  callide. 
Gr.  TTavij'ryw;.  Lil'.  Am.  In  questo  la 
tua  prodezza  si  mostra,  che  si  scaltrila- 
meote  6.11  usar  tue  parole.  Ott.  Coni.  ìnf. 
t).  l'[ti.  La  qu,t!  domanda  srallriUmcnle 
ia  l'autore,  per  certìGcarsi  di  quelle  pa- 
role che  Virgilio  avea  dette  nel  6ne  del 
precedente  capitolo, 

SCALTRITISSIMO,  ^y/z/jcr/.  di  Seal- 
trito*  Lat  calli  Jisstmiii,  sagicissimiis. 
Gr.  ;rxvoupy3'T«70;,  s'/ATtstsoTaTo;.  Coli. 
SS.  Pad.  Kella  qual  cosa  lo  scaltrilìssi- 
mo  diavolo  lenlò  di  porre  re.  Tac.  Pai\ 
Ann.  16.  23l.  Pareva  sempre  vedersi  quel 
gran  bravo  alla  vita  ec,  robustissimo, 
scaltritissimo  in  arme  (  il  testo  lat.  ha  : 
ingenti  curporìs  robore,  armorumque  scien- 
lia  )  . 

t  SCALTRITO.  Add.  da  Scaltrirej 
Astuto,  Siig.ice,  Av^'ednto,  Hene  instruilo. 
Lat.  CalliduSf  sagax,  cautus,  e.rcrcitatus, 
iCiens.    Gr.     r:aJO\tpyoi,  KiJrlyy.-joi  ,   £V- 

Ts^va;,  ooXofpovui-j,  ^o^A-  /'"•  /'■  11. 
101.  Giovanni  dell*  Agnello  ec,  piuttosto 
srahrito,  e  astuto,  che  saggio.  L'ut.  Pura, 
26  1.  Suole  dirsi  dell'  uomo  pratico  e 
scorto  del  mondo:  egli  è  uno  scaltrito 
uomo.  Seal.  C/nustr.  ^23.  Perchè  egli, 
non  ìscaltrito  in  guardarsene,  non  vedesse 
quello  ,  che  poscia  non  vogliunte  deside- 
rasse. E  ~\'\2  Gli  spirili  e  gli  Angeli,  che 
sono  mollo  savie  scaltrite  spie  f  tu  questo 
secondo  esempio  la  stampa  ligge  se  alte- 
rile )  Din.  Comp.  I.  l5.  Fu  tanto  sial- 
iritu  con  suoi  seguaci,  che  egli  speizò^li 
armarli,  e  straccio  gli  alti  per  modo,  che 
mai  non  si  trovarono.  'l'ac.  Dai-.  Dell'ar- 
ti paesane  scaltrito,  e  di  chiara  fama  tra 
quelle  genti,  Morg.  28.  21 .  Acciocché 
riuscisse  netto  il  giuoco-,  Sendo  cotanto 
mascagno  e  scallrilu.  Bern,  Ori.  i.  12. 
l3.  Trovò  uoa  scaltrita  messaggiera  ,  Ch* 
avea  erand 'amicìzia  con  Tisbiod. 


S  C  A 


io3') 


SCALTRO.  Add.  Scallriio.L:ì\.  calli- 
diis,  sagax-,  prttdrns,  l'nutus.  Gr.  Tixvdìip- 
■/O;  ,  os'j'vtuo^  .  Tir.  lìav.  Star.  2. 
278  Parve  a  Suetooio  Paolino,  tenuto  lo 
più  scaltra  guerriero  dei  suoi  tempi,  ap- 
parlenerglisi  di^corrtre  di  tutta  la  guer- 
ra /luou.  Pier.  2  4.  18.  Le  scaltre  ci- 
rimonie coriigijup.  Malm.  3-  40.  Ed  il 
restante  non  si  astuto  e  scaltro  Compari- 
sce, perch'ei  non  può  fjr  allro.  fardi. 
Ercol.  57.  Dicevi  ancora  ec.  con  voce  più 
gentile,  e  usala  da' compositori  nobili 
sc.iltrire,  onde  viene  scaltro,  e  scaltiito 
cioè  accorto,  e  sagace. 

•r  SCALZACANE.  Mascalzone ,  Scal- 
zrtgatlo.  Magai.  leU.  Se  la  sìg.  M,,  che 
e  chi  eli'  è,  ne  chiedesse  uno  a  me,  sono 
un  povero  scalzacani  ,  io  le  darei  un  00 
tanto  fatto,  (.f) 

ì:^scalzagatti,<!  scalzagatto. 

Guidone,  Uomo  vile.  Lai.  verhero,  masti- 
già,  Gr.  ;/Ksrt/c'a?.  Malm.  5.  5!^.  Tor- 
na, e  rispondi  n  questo  scalzagatto.  Che  si 
crede  ingoiar  cou  le  parole.  Ch'io  non  s» 
quel  ch'ei  dica,  ec  (•)  Bellin.  L'ucch. 
Che  se  per  altro  Ei  fos^e  o  scalzagalli  o 
uno  sgraziato.  Come  per  verbi  giazia  uno 
scartato.  (Aj 

SCALZAMENTO.  Lo  scalzare  Tratt. 
segr.  COS.  donn.  E  necessario  che  il  medi- 
co  faccia  un  diligente  scalzamento  alla  loro 
taciturnità  (  qui  nel  sienifìc,  del  ^.  IV 
di  SCALZARE  ).  *  ^  ^ 

SCALZARE.  Trarre  i  calzari  di  gam- 
ba,  o  di  piede  j  e  st  usa  in  signi/ic.  alC 
e  neutr.  pns^.  Lai.  discalceare ,  caUeos 
deiralicre.  Gr  z^v7zoÒsi-j.  Pece.  nov.  aq. 
8.  Dove  gli  fece  scalzare,  e  rinfrescare" al- 
quanto. Dant.  Par.  ,,.  Tanlo  che*!  ve- 
nerabile Bernardo  Sì  scalzò  prima  E  ap- 
presso  :  Scalzasi  Egidio,  scalzasi  Silvestro 
(  in  questi  ese^»pi  vale  Abbracciare  la 
vita  religiosa J.  E,.  y„r.  T.  5.  3o.  2t>. 
Non  aggi  ardire  Qua  più  presso  dì  veni- 
re, Se_  non  scalzi  prima  i  piedi.  3forg. 
19    2J    Esser  dovevo    scalzata  ogni  sera. 

g.  I.  ISon  essere  atto  a  scalzare  chic- 
chessia, modo  proverbiale,  cbe  xale  Es- 
sergli di  g,an  luiisa  inferiore.  J'arch  Et- 
eoi.  3oi.  Nel  qual  caso  io  vi  dissidi  so- 
pri, che  la  greca  (lingua )^xx^n  sarebbe 
alla  a  scalzare  la  volgare,  ma  mollo  me- 
no la  latina.  £7.  Se  io  mi  ricordo  bene  . 
VOI  non  diceste  scalzare,  ma  portarle  die- 
tro 1  libri,  e  esserle  fattorina. 

t-  II,  Per  levar  la  lena  intorno  alle 
barbe  degli  alberi,  e  delle  piante j  contra- 
rto di  Hiaeahare.  Lai.  ahlnqueare.  Gr- 
pt,0T0/x£tv,  Pallad.  Genn.  1,  Del  mese  di 
Gennaio  le  viti  si  vogliono  scalzare  ne' 
luoghi  temperati.  Dav.  Colt.  i5g.  Lavo- 
rali, scalzali,  tagliali  fra  le  due' terre.  E 
18»,  Scalzando  il  frutto,  e  un  agulo  ben 
addentro  conficcando.  Soder.  Colt.  27 
Ma  ponendolo  torto  da  quivi  in  su,  s'of- 
fende poi  troppo  a  scalzare  e  zappare  , 
urtaodovisi  dentro.  E  .39.  Ne' freddi  si 
bruscbiDo  di  Febbraio;  e  quando  non 
sirva  questo,  sì  scalzino.  E  ^0.  Se  soa 
sane  ec  ,  scalzandole,  e  tirandole  cosi  al 
principio  di  Marzo. 

§.  III.  E  per  similit.  si  dice  levar  d" 
attorno  mat<-na  ad  ogni  altra  qualunque 
cosa.  Morg.  20.  32.  La  nave  è  vecchia  , 
e  pur  l'onda  la  scalza.  Talché  comincia  a 
uscirne    la   stoppa. 

Q.  IV,  Lat,  rem  sermocinando  expisca- 
ri.  Gr.  zltzij-iy.-j  -zo  Tw  otaioyts.aw. 
l'arcb.  Ercol.  71.  Scalzare,  metaforica- 
mente, il  cbe  sì  dice  ancora  cavare  i  cal- 
cetti, significa  quello  che  volgarmente  si 
dice  sottrarre  e  cavare  di  bocca,  cioè  en- 
trare artatamente  in  ^jIcudo  ragionamento» 
e  dare  d'  intorno  alle  buche  per  fare  che 
colui  esca,  ciuc  dica,  non  se  ne  accorgen- 
do, quello  cbe  [u  cerchi   di   sap«re.  JVov. 


»o4o  s  e  A. 

.,(.  ai.  4.  Ma  Uolo  U  scJri  .  eh'  ella 
T,U:\,%»  '"-  boi  cavaliere,  e  pa- 
go^™! 6oem.o.e.  Gal.  S,.<.  .Sg.  Vo. 
dLvicoM  per  unum..,  =  (come.,  d.c. 

dal  volgo  )   per  iscaliarmi 

SCALZATO.   -Wrf    J-    *.ta«.    La  . 

3o.   ScaliaUM.  co'biaDcl..«.nì.    p.eJ,   leQ- 

r;,a  le  friside  ""d"-  ^•""'^-  ^'"-•.  '^■ 
D.  quc.lo  mese  ver.0  Caleoai  Aprile  .. 
semioaDO  pU  sparagi  io  luogo  gravo 
umido,  s.al.alo  (  qu,  mI -en'fic.  dd  S- 
Il  di  SCALZARE)-  naon.  Iter.  .1.  i. 
4  IlaTvi  per  lerio  Uq  allro,  che,  .cal- 
ino.  Par   che    .oglia    guadare. 

*  SCALZATOIO.  Terni,  de  Chirurgi. 
Strumento  clururgico  da  scalzare  1  dea- 

Èi    (Ai 

't  SCALZATORE.  rerbal.  masc.  Che. 
o  Chi  scalza.  Buon,  firr  3.  I.  ->•  j» 
giudico  a  couui  dover»  dare  Per  a«  ■ 
Loie  UD  di  ,ueul  .o.lili,  t.perU  >cal. 
talor,  che  bau  Uale  secchie.  *■  l-  ^• 
'.  Scalxalor  di  oego...  e  d.  .egrel.  (.n 
quesU  tsemfii  è  «el  signijic.  del  S-  "• 
di  SCALZARE  ).  , 

SCALZATURA.  Scalzamealo.  Lo  ical- 


.i*. 


SCI 


ipebuare.  Donne,  noi  divelliamo,  E  tal 
meuier  facciamo ,  PercLi:  ci  piace  piii  lo 
ftcamalare . 

*  S.  K  nulaf  per  Corrr^iert,  t.nien- 
dare.  All'g-  276.  Ricevetelo  (il  oipHoti- 
na)  aduoque.  e  lellolo.  icamatalelo  a  un 
dipreuo  ,  non  conforme  al  luo  hiwgno , 
che  e'  vi  darel.be  Uoppo  che  (are.  (I  ) 

#  SCAMATATO  -  Jdd.  da  Scamata- 


i  Per  Buca,  o  Lu^,o  scalzato.  Soder^ 
Coft.  39.  Si  .caLioo  iUM,  e  la  »cal 
«tura  si  riempia  di  salita  d,   fiume,    e 

veramente  di  cenere.  , 

5   SCALZO.    AdJ.  Senza  eaUari.  Sci 

"    .    ,5    Ed  ella  in    trecce  e      n    guiina 

^^&^:^^^^^^. 

^"■p"";'iu      Che     nel  capestro  a    Dio    s. 
tos  maniera  JamiUare  colla  'ì'"-^'    "    ";_ 

di    dolersi.    «  X-'"-  f,„„oi  uannomi- 

bamlolin  mio  :  e  die     ''■"""'„"„.,,., 
Chi?   Quel  Franco  mahdel lo.  Fraocacc  o, 
^„     ■!  mandr,i,.io  scalro  a  '"to"  "  f^^     , 
e     II     Per  sinlUit.  Morg.   22-   ISI-  "• 

r^r'\Tx;:nir^;.^; 

ni      e  meno  tribuni»  ie/:"- •'""^-    ^-   ° 
Che   g-iliba  seco   condotte,  -non  fi».. 

colletri.i..  scaUa,  .  >'"°8»''."-caUi  5 
r,i  K  loillc  sollevare  infami  scalii.  '■ 
%  Oso"   soalxo  vuol  far   del   mercatan- 

,i  ì,a  per  denoUu-c.  do^-ersi  ,n  quella  lai 

>ri    I  al     nana,   oai'Ct»  ^T-  ti»'*-**»  / 

"•  l'»'-f  "''""'^     ,  ,     w  .   :■  vo'  pian   piano 

Kiinn     Tane.    J*    *!•    *'■'    '    •"    r  » 

f^*;"o-t:n  len  guardare.  S-iovcgsoo  ■ 

,r.  I,ni  Pietro,  o  s  .0  lo  «°'°-  •;";°°i 

rosse  I   e'mi  fu  per  ingoiare  «■  Oh  "«■ 

.calzo!  so  eh-  e-  m'  are'  concio,  ec_  Menz 

/„<    .■■..  Oh    vacci   SC.I.0I  e- non  ha  Unii 

un   gUelto   Ladri  costumi.  „,,„„ 

SCAMATARE.   Percuotere,  0   Ballcre 

con  carnato  lana.  0  pinni ,   per  trarne  la 

polvere.    Lai.    rudiruti.    curare      I  r, ne. 

Sacch.  n...6\.   Va',  scamatai,  lana,  co- 

me.use-uso,*elasc,ar.r...rVhe 

la  sanno  lare.   Lor.   Med.  canz.   j8.  -l-   K 

'ii  ha  da  scamatar..    Lasca    «ar'    ogni 

faccenda-   Buon.   Fier.  ..  /,.   iS-  •'*"™" 

la     Ris.iicqua  panni,  canta,  suona,  gnda. 


re.  Lai.  virgulis  excussus.  Gr.  p»ji:no 
isnoi.  Il  yccahol.  a//«  .Mce  VERGHEG. 

CIATO,  §.  (•)  ,     ,  ,     , 

*  SCAMATINO.  QuegU  che  scamata  la 
lana,  o  i  pam,i  ,  per  trarne  la  pohert. 
Bronlm.  Lett.  Sarellero  da  lodarsi  per 
arti  belle  inBnite,  che  sono  tenute  a  vi  e, 
come  gli  scarpcllini ,  eh.  lavorane  alle 
cave  ,  o  che  scalpellano  le  strade  ee.  ,  o 
scamatini.  o  maniscalchi,  o  simili.  (.1) 

«SCAMATO  y.  A.  nacchrlla,! er- 
,„.  fai:  Esop.  106.  Intendere  rordinalo 
modo  del  vivere  con  freno  di  temperao 
la .  e  collo    scamato   di    degna    corresio- 

oe.  <y)  ,  ,  r  ,. 

SCAMBIAMENTO.  Lo  scambiare.  Lai. 

„ici..  conversi.,  mutaUo.  Gr^!Ta**«7'i . 
prùfiaUiucMopatomio,  .ntroalquale 
si  di.pongòno  le  leggi  degli  elemcnU,  e  gì. 
scambiamenti  delle  .steli.,  e  con  più,  e  più 
colpi  l.ri.o.  e  assai  sovcole  macchialo 
eJcirc.  Geli.  9.  20i.  Per  temere  d. 
non  si  me.lere  in  quello  '""-J"-""""" 
pericolo  di  perderlo,  yarch.  ■^'>r.J,^'' 
Ltaiioni  di  regni.  Uni.  scambiamenU  di 

^"TsCAMEIARE.  Dare,  o  Pigliare  una  j 
c„„  m  cambio  S  un'  altra.  Lai  p<rn,u. 
tare  .  immut  ire  ,  ..'~um  prò  altero  a,.u- 
mere,  l'cl  dare.  Gr  a.acTeiv  .  Bou. 
7o"n6.  tt.  Per  non  .smarrirle,  o scam- 
biati.: fec.lor  fare  un  certo  segnaluixo. 
sùon.  Fier.  ,-  ..  2  Ne  che,  ignoran te 
delle  cose  note.  Uella  sua  terra  la  .  ori. 
.rovesci,  E  spesso  scambi  .1  capo  pel  vi- 

"Ì°°S  I  Scambiare,  vile  anche  Piglia- 
re una  cosa  ponendone  altra  in  sua  .ece 
„  Bocc.  nov.  80-  32.  Acciocché  ninna  co- 
sa  gli  pole.se  esser  tocca,  o  tramutala  o 
scan.h.al..  FraiC  Sacch.  no...  17--  "'^ 
1  piovano  dell'  Aniella  d.  Firenze  senle 
he  messer  Vieri  de'  Bardi  fa  venire  ma- 
;»„oh  da  Coroislia,ec.=  gli  fa  scambia- 

re,  e  togli  per  lui».fC> 
'  +  *  S-  "•  Scambiare  una  cosa  ad  un ^ 
altra,  .'ale  l'orre  una  cosi  in  luoso  J  un 
altra.  Sostituire  una  cosa  ad  un  altra  - 
Dep-  D.cam.  9..  Non  farelle  altro  .. 
non  che  scamlicrclle  un  modo  di  pa  a^ 
re  più  raro  e  più  leggiadro  ad  un  a  ro 
più  comune  e  più  Inviale.  Toc  Ha,. 
W  2.  Bacc.  lai.  Sulla  e  più  agevole 
che  scambiarle  (alcune  proprietà  della  fa- 
,.el!a  fiorentini)  a  voci  e  maniere  più  co- 

°"i"'i  8  III.  5ci.mi>i<i>-«  d.x  una  cosa  ad 
un- altra,  .ale  Errare  P'S''^"'".  "V.  "J 
sa  m  luogo  d- un- altra  .  liorgh  f"'- 
Fior.  459.  lo  credo  «e.  che  chi  copio 
scambiasse  dalla  N  alla  V.  e  che  egli  ab- 
bla  a  dire  anU  voi.  ('  )  , 

#  K  IV.  Scambiare,  dieeil  anche  del 
l,varé  ad  alcuno  la  dignità  .  coafiren- 
dola  ad  un  altro.  Guicc.  Slor-  l-  29J. 
Scambiandosi  di  due  indù,  mesi  il  supre- 
mo  magistrato,  al  quale  si  r.feriv.  la  s..nn.. 
dell,  cose  più  ardue,  si  governava  la  re- 
pubblica eoo  molla  confusione.  (I.) 

q  V  Per  Tramutare  .  Cronictiett.  d 
Amar.  »6.  Ave.  seco  da  qual.ro  mila  ca- 
valieri d.  MacedonU  ec_  .Un  '•"'";"•'' 
Turchia  .  dì  Sona  e  d'Egitto  egli  n  .... 
quanti  ne  vole. .   m.  li  Kumbiava    d    un 

§    VI,  S<amb,art  I  dadi.  »'■>'«*•  £-«' 


S  C  A 

,  71.  Ricoprire  ec.  i;  quando  alcuno,  il  qo»l« 
'  ha  dello  e  fallo  alcuna  cosa,  la  quale  egU 
non  vorrebbe  avere  ne  della  oi  latta,  OS 
dice  alcune  «lire  diverse  da  quella,  e  qua» 
inlerpetra  a  rovescio,  o  almeno  in  un  al- 
tro modo,  se  medesimo,  ec  :  la  qoal  co» 
si  dice  ancora  rivolgere  e  rivolUre.  e  lai- 
Tolu  scambiar,  i  dadi  .  £  327.  .MMser 
Lodovico  Martelli  uso  coteslo  argomenlo 
ec,  affermando  che  le  donne  di  Lombar- 
dia inteodeao)  meglio  il  Petrarca,  che  U 
Fioreoline  .  Che  rispondete  »oi  J  T.  Ch« 
egli  scambiò  i  dadi, 

S  VII.  .S'camliiare  le  Carte  in  mano  , 
vale  lo  Slesia  che  Scambiare  *  dadi .  K. 
CARTA,   S-  ^iXI.,  e  D.VDO.  3    VIL 

-»-:?§    Vili.  .Scambiare   in  mano,  va-   ,_ 
le  figurai.   Far  v,dere  il  contrario  dt  di  ^ 
che  SI  crede,  e  che  si  propone;  ma  iM       » 
si  dice  che   in  mala   pane .    Inperf.  y. 
Tusc.    D.    I.    r.    I.  3i.    Da  di.  e  aoD 
possono  aliarsi  .ani'  oltre,    ed    .nteroim 
nel  vero  .    te   lo   «ambiano  in  MOO  con 
la  bugia.  (F) 

§  IX.  Scambiare  alcuno,  vale  l-Mlrare 
in  luogo  suo.  Succedergli  Lai.  succedere 
a'icu,  .  aliquem  m  officio  eicipere  .  Gr. 
o\aO!Z"Sa.     .V.   r.  4.   12    La  dovesso- 

00  stare  quindici  di  .  tanto  ck<  gli  alln 
due  ouarlieri  gli  aodassooo  .  scambiare. 

Tac^'lJav.  ru.  A,r.  y.  Varan.o  lo 
scambiò,  e  mori  in  quell  anno.  *  fc  ò«>r. 

1  21  i  E  Cilla  in  cui  rimise  il  Senato 
lo  elegger.  gU  aml.asciadori  .  con  gran 
leggerezaa  ne  nomino,  scuso,  scambio, 
secondo  che  si  raccomandavano  d  anda- 
re ,    o    rimanere    per    timore,  o    iperan- 

SCAMBIATO  .  Add.   da    Scambiare 


Lai.  commutatus,  permutatus.  Gr.  «J*»" 
y-=a«.  òiaoaiti's.  G.  T.  10-  l?^-  » 
Presono  a  loro  soldo  messer  Beltramon. 
del  Balio .  che  tornava  di  pregione  di 
Lomlardia  ec.  .  scambialo  per  lo  Legalo 
con  Orlando  Bosso  di  Parma  .  frane. 
Sacch  no.:  2o6.  Chiodio  san«  costo  eh- 
be  di  quella  farina  scambiata,  rh.  era  di 
Farinello.  Bwn.  Fier.  4.  4-  >»•  ^""T. 
pretendente  Sopra  '«^  ■""""'•  °  "a 
condiiionalr,  e  fuor  d.  tempo.  O  Urd. 
consegnate.  Scambiale,  menomate. 

SCAMBIETTARE.  Fare  scambull,  . 
Lai.  salutare.  Gr.  n5>*«"«  »fX""«'- 
Lor.  Mcd.  .\,nc.  2..  Quand  ella  compie 
il  bailo,  .Ila  s'  inchina  -,  Poi  torna  indie- 
tro  ,  e  duo  salti  scambietta  .  Burch.  2- 
,5.  Cosi  li  prego  della  scala  oggi  Ucam- 
bietlando .  _ 

S.  E  per  Ispciso  mutare.  lac.  I>av 
Sto-:  2.  270.  Piacendo  a'  soldati  questo 
.camb.eiur" capitani  (il  lesto  lat.  ha: 
\Kla  milite  ad  mulationem   ducum  ). 

SCAMBIETTO-  Salto  che  si  fa  la  fal- 
lando.   Lat.     saHu,  .     Frane      f''''\"'': 

82.  Fa  seantbielli.  lanciandosi  io  allo  pm 

destro,  che   se    fosse    •'."».-■' ..IXùo 

Morg.  6.  20-  Or  oltre  .'  vo   col  battaglio 

sooafe.  PerVh-  e'  non  facc..o  gli  seambie». 

in  fallo. /...e.  .ver,-.  4.  3.  yo  vo  fart  um. 

sc.mbietlo  per  r  alWgr.-iia  ,^-„,.. 

e.   Per  hpes,a  mutazian,.  Lai. /Wl^ncy 

mutaUo.  Malm.  !..   .8.  Per»  '1  «'S"'' '" 
I  ceni  ►rambietti.  Che  te  ne  svisa  quattro,  o 

set  per  volu.  _.         ,       . 

'        scambievoli;.   AdJ     luenda^-ote, 

Kccprnco.  Lat.  mutuiis  .  .«.fP  "•-  "P 
:,3o  Ma  questa  k  un'  .none  .camb...«  e. 
e  nienle  ,..ù  propri,  dell  .mbta,  che  de 
m.de.imi  corpi,  da' quali  •<"^""'  '' 
rata.  =»  .*>.«'-  S  .<  Prtnc.  lU"  2  3 
Spiegando  il  Santo  .,ue..o  aiuto  Kambie- 
vote!  che  s.  danno  il  cono.cim.nto  .  •  1 
amore  seguita  .  dire  ec.  iTC) 

SCAMBIKVOLEZZA.  .//lr.«^*;<""^ 
hievole.  Lat.  vic.Kitudo  Salvia.  D,^>_ 
,35.  Non  Mpr«  .om'  «»•  »'  r»"»"  """ 


S  e  A 

ÌD  pie  »enia  questi  ilue  appoggi  e  sostegni 
dellj  vigilia  e  iIl-1  soiiuo  ,  e  si-iiu  <|ut:st-j 
necessarie  scji«l>ii.'Vu!exze    e    \  n:l»^llu^liai  . 

*  Imperf.  y,  fuse,  />.  i5.  T.  2.  3^3. 
Può  dirsi  che  ec.  cou  uaa  scjnibivvolexza 
di  luce,  e  la  luna  e  la  lerra  Ir^i  loro  fjc- 
ciaa  riverbero  E  l'.  Tth.  D.  3.  T.  12. 
38.  Offici  giovevoli  poi,  e  alti  virluosi 
cbi;iciiar  si  possono  quelli  rbe  per  iscjni- 
Ltcvolexza  J' amiciiij,  o  di  bcnemertrtue, 
o  per  servigi  ricevuti  voleolieri  si  Ìai\- 
no.  (F) 

SCAMUHCVOLMENTE.  Av^erb.  Vi- 
cendcvolmenle .  Lai.  mutitOj  vicissim.  Gr. 
a^uoi^aJav  ,  i'va/ix;  .  Ftr,  Dial.  beli, 
fhnn.  372.  Quivi  e  la  sede  degli  amoro- 
si luci,  atti  a  ljr  pjssar  le  amine  scam- 
Lievolnieote  ne' corpi  l'uno  dell'altro. 
Red.  Ots.  an,  38.  V^uei  membri,  riundo- 
landò  fuor  del  corpo,  scambievolmeote  si 
(lÌTÌoco)jno,  ii  scontorcono,  ec. 

SCAMBIO  .  Cambio  ,  Soifub.a'ncnlo  . 
htU  pernìiitatio  ,  mttlatio.   Gr.    ocAia.//]  . 

*  Se^n.  Ette.  hb.  5.  cap.  5.  Biso-u,i  ci'. 
che  quella  proporzione  che  ha  l'edifii-jlt» 
re  col  calzolaio  ,  U  medesima  abbiano  le 
scarpette  con  la  casa  ,  e  col  nutrimento; 
perchè  alitimeoti  non  si  può  fare  lo  scam- 
bio .  (CP)  ìmperf.  Ttm.  lì.  T.  ti.  23;, 
Oh  che  bollo  scambio  DoÌ  abbiamo  tatto 
dipartendoci  da  quel  viale ,  e  venendo 
qui  nel  giardino,  perchè  là  s'andava  in- 
cootru  al  caldo,  e  qui  si  va  verso  la  fre- 
scura. (F) 

g.  l.  Cogliere,  o  Pigliare  in  iscanibio  , 
vaie  Pigliare  una  persona,  o  una  cosu  P''r 
un'altra.  Lat.  aberrare.  Gr.  ay-apTiìv. 
Socc.  nov.  27.  ^5.  Voi  m'  avete  colto  in 
iscambio  .  Ftr,  Lue.  3.  2.  Ridevasene  in 
modo,  che  io  mi  accorsi  eh*  ella  nii  avea 
culto  m  iscambio. 

§.  II.  In  iscambio,  postò  av\erbialm  , 
cMe  ant,hc  si  dice  assoi'utam.  Scambio  , 
va/e  io  stesto  che  In  vece.  Lat.  prò.  Gr. 
a'vTi'.  C.  ì\  12.  78.  3.  Altri  Guelfi  fu* 
roQO  messi  in  quello  scambio.  Burch,  i. 
68-  Che  Tullio  fu  trovalo  in  Camerata 
Con  sugo  di  bambagia  in  una  cesta,  Che 
lo  vendeva  in  scambio  di  giuncata  .  Fir. 
As.  IO.  Toltone  il  cbiaru  giorno  ,  e  la 
scialonc  U  oscura  notte  in  quello  scint- 
bio. 

§.  IH.  Scambio,  si  dice  anche  la  Pi-r 
sona,  o  la  Cosa  presa,  o  messa  in  iscam- 
bio. yi^v.  ant,  Qg.  12  Lo  scambio  che 
ella  ha  preso  di  me  ,  m'  ha  re<:aio  albi 
morte.  Frane.  Siedi.  /loi'.  227  Le  don- 
oe  talvolta  son  ite  cercando  di  metlere 
ano  scambio  in  luogo  del  marito.  '^  Instr. 
Cane,  3.  A  tali  adunanze  e  pubbliche  f'un* 
tioui  non  si  ammeUiino  in  modo  alcuno 
scambi,  o  sostituti.  (C) 

^%.  \W.  Scambio, dicesi  anche  Colui  che 
dee  scambiare  alcuno  cosddnto  m  carica; 
Successore.  Tac.  Dav,  J^^r,  391 .  Ebbe  per 
■scambio  Petronit»  Turpigliano,  conìe  più 
placabile,  e  agevole  a  perdonare  ai  ripen» 
liti  i  peccati  non  fatti  a  tempo  suo.  Se-^r. 
Fior,  Disc.  I.  tap.  4-  Fecero  una  legge, 
che  lutti  i  magistrali  che  sono,  o  fussero 
dentro  e  fuori  della  Cilld,  mai  vacasspro, 
se  non  quando  fossero  fatti  gli  scambi,  e 
i  successori  loro.  (C) 

SCAMERAKE.  Levar  dalla  camera, 
cioi:  dall'erario  pubblico.  V,  CAMERA, 
S-  IV.  Lat.  cerario  auferre  .  Tac.  Dav, 
Ann.  6.  Ut.  Che  i  beni  di  Sciano  si 
scjDierassero  ,  e  mettessero  nel   fisco. 

SCAMERITA.  Quella  patte  della  schie- 
na del  porco  ,  che  è  più  vicina  alla  co- 
scia . 

SCAMICIATO.  Jdd.  Spoglialo  di  ca- 
micia, o  in  camicia.  Frane.  Sacch.  noi-. 
239.  E  giunto  a  Carrara  cosi  sramiciato, 
domandando  molto  più  che  la  prima  volta 
•P»,  tristo  tristo  si  tornò  a  Paima  v  Fr. 
Vocabolario   T    II, 


S   C  A 

Giord.  219.  Vedete  altresì  i  barattieri  : 
staranno  Culàe  miseri,  scamiciati  in  latito 
vilqu-rio,  (Fj 

SCAMOIARE.  /'.  A.  Fuggir  via  con 
prestezza,  Lat.  soliim  vertere  Gr.  y.&7tx.- 
vt'araaOai.  P'itiff'.  i.  Tromba  da  vico, 
il  bisiarro  scamoia. 

\  3  .SCAMONÈA.  Pianta  medicinale, 
iad'fjena  dilla  Sf  ia  Lat.  scammomitm  sy- 
riacum,  et  antiochenum,  Gr.  o/.ajauw^ict. 
Ce.  2.  21.  12.  Noi  vediamo  che  la  pianta 
posta  allato  ali*  elbboro,  ovvero  alla  sca- 
monèa,   trae   a  se  le  sue  proprieladi. 

'^  g.  E  Scamonea,  dicesi  anche  il  Suc- 
co d.  Ila  detta  pianta  ,  e  serve  a  pui-^ar 
ga-^ltardameate  la  bile,  e  le  sierosità  per 
d'  abbasso  .  «  Htectt,  Fior.  tÌ3.  La  sca- 
monèa è  il  sugo  che  stilla  dal  capo  della 
radice  d'  una  pianta  chiamata  da'  Greci 
scanimonio  ••.    (li) 

SCAMONEATO  .  Add  Aggiunto  di 
que'  medicamenti  ,  dove  entra  kt  scamo- 
nea .  Tes.  Pov.  P,  S.  cap.  i3.  Netta  le 
interiora  dalla  sutlilita  delle  mediciac  sca- 
monrale  . 

SCAMOSCIARE.  Dar  la  concia  al  ca- 
moscio  . 

SCAMOSCIATO  .  Add,  da  Scamo- 
sciare . 

-\i  SCAMOSCIATORE  .  Term,  degli 
Artisti.    Conciatore  di  peli   in   olio,  (A) 

SCAMPA.  /*.  A.  Scampo.  Lat  e^fn- 
gium.  Gr.  e'/yyyr]'.  Stor.  Pisi.  23.  Pen- 
sarono alquanti  di,  e  non  poteano  vedere 
loro  scaiDpa  .  ^  Rim,  Ant.  dì  Ferrara  . 
E   ultimo  rifugio  di  mia  scampa.   (V) 

*  SCAMPAFORCA.  Furfmtune,  Sca- 
presto,  l^ai,  furci/vr,  dierectus.  Gr.  ttk/x- 
Ijx'upo;,,  Buon.  Fier.  i.  3.  6.  E'  fan  bro- 
glio ira  lor  di  scampaforche.  Fingbiam  non 
por  lor  meote,  e  stiamo  allenti.  (*}.A'iiA'//i. 
ivi:  Scampa/orche  t  detto  quasi  a  simili- 
tudine del  lai.  Jwcifer  ,  cioè  degno  di 
portare  le  forche  sulle  spalle  ,  per  quivi 
essere  appeso.  (A) 

SCAMPAMENTO.  Lo  scampare.  Lat. 
efT'igittm ,  ^alus  Gr.  à/yu'//]',  a(*iT'f}pt.'c/,. 
iXov.  ant,  3().  3.  Le  donne  risposero:  vo- 
lentieri, salvo  che  tu  non  domandi  tuo 
scanipamenlo  .  Ce.  5*  1.  12.  Acciocché 
quello  che  si  fa  per  riparo,  e  scampa- 
meolo  ,  non  faccia  ad  esso  veneno  ,  JJiif. 
Inf.  22.  2.  M'dla  quinta  si  pone  lo  scam- 
pamento  del  Navarrese .  E  altrove:  Lo 
consigliasse  di  quel  eh*  era  bisogno  al  suo 
scampjmeato. 

SCAMPANARE  .  Fare  un  gran  sonar 
di  campane. 

SCAMPANATA.  L'alto  dello  scampa- 
nare, 

•f  *  SCAMPANELLARE.  Sonare  ti 
campmel/o  .  Sn/vin.  Buon.  Tane.  2-  5. 
Senti  coni*  elle  squillanoj  quasi  dica  scam- 
panellano, suonano  a  guisa  di  campanelli, 
o  squille,  {.-f} 

SCAMPANIO.  Scampanata. 
'\'  SCAMPANTE  .  Che  scampa  ,  Che 
si  libera  .  Lat.  evadens  ,  e^ugiens  .  Sen. 
Prowid.  42.'j«  Perchè  non  volentieri  rag- 
guarderebbero  (gì'  Iddii  il  loro  nudrllo, 
scampante  per  uscita  così  chiara,  e  memo- 
revole 7  (ISS) 

SCAMPARE.  Verbo.  Difendere,  Sal- 
vare, e  Liberar  dal  pericolo.  Lat.  libera- 
re, servare  ,  defentere ,  tatari.  Gr.  oia- 
Oùj'^-iv,  Oict3u)>aTTe'.v,  «^uv£iv.  G.  F. 
8.  Cj6.  7.  Promettendo  loro  molta  mone- 
ta ,  se  lo  scampassero  Pelr,  cnnz.  ^p.  6. 
Ricordili  che  fece  il  peccar  nostro  Pren- 
der Dio  ,  per  scamparne  ,  Umana  carne  . 
Din.  Conip,  2.  35.  Avea  messer  P.izzÌno 
de' Pazzi  in  casa  sua,  che  era  confinato, 
confidandosi  in  lui,  che  lo  scampasse  quan- 
do fusse  tornato  in  istato.  Sen.  Ben.  Vatch. 
6.  9.  Quanti  furono  quelli  che  T  aver  male 
scampo  T 


SCA 


io4i 


*  S*  I-  C'ill' ablativo.  Petr.  son,  AUro 
schermo  non  trovo  ,  che  mi  scampi  Dal 
iiMuilcìto  accorger  delle  genti  .  E  cani. 
Que;>ti  iu  vecchiezza  la  scampò  da  mor- 
te. P.iss.  3  1.  Si  facesse  beile  di  colui 
che  avesse  saputo  scampar  la  vita  e  le 
cose  dalla  fortuna  e  da'  pericoli  de!  ma- 
re. (Mia) 

§.  II.  Per  liimuuvere  ,  Bisparmiare  • 
Lat.  parcere  ,  auferre  .  Gr.  Ofit  j£5?ai  . 
G  V.  5.  4  3.  La  madre,  per  iscampare 
verg-'gna  alla  figliuola  ,  uovòe  una  bella 
damigella    povera. 

V  %.  III.  Scimpare,  vale  anche  Sebi* 
Jare,  Fu-^gire  .  Cavale.  Fruit.  ling  cap. 
2.  Avevano  in  tanto  orrore  i  Santi  Padri 
la  oziosità  che  eziandio  ,  benché  non  in- 
tendessuuo  di  vendere  i  loro  lavori,  pure 
lavoravano  certa  parte  del  tempo,  per  po- 
tere scampare   l'  accidia.    (CPJ 

5?  g,  IV.  Scamparla  ,  vale  Liberarsi 
dalla  morte  ,  Mttornare  in  salute  .  lied, 
op.  3.  61.  (Mapoli  Ij68).  Di  cinque  co- 
nigli   (feriti   da  una   vipera)   ne   rimasero 


morti  tre  ,  e   di  tre    aguelli  i  due    ultimi 
la   scamparono.  (^J 

§.  V,  In  si^nific.  ncutr.  vale  Liberarsi 
di  pencolo,  S^ilvaròi.  Lat.  evadere,  effu- 
l'ere  .  Gr.  «.'ttoo^kv  ,  ì/.fzuynv  .  Bocc, 
nov.  ^4-  I^'  ^^  paura  del  morire,  e  il 
disiderio  dello  scam[)arc  ec.  gli  fecer  di- 
re, se  essere  apparecchiato  (({i»i  inforza 
dt  nome,  in  vece  di  scampo).  E  nov.  l^'J. 
1.  Udendogli  scampare,  lodando  Iddio, 
lulte  si  rallegrarono.  E  nov.  b6.  11.  Dq- 
ve,  mercè  di  Dio  e  dì  questa  gcniildoQDa, 
scampato  sono.  Petr.  canz.  l\l.  5.  Che 
spezzò  il  nodo  ,  ond'  io  tcmea  scampare  . 
È  san.  8^.  Non  veggio  ove  scampar  mi 
possa  omai.  E  23o.  lai  eh*  a  gran  pena 
indi  scampato  fora.  il/.  /'.  7.  ) 2.  La  pie- 
na vittoria,  che  Iddio  v'ha  apparecchiala, 
non  vi  scampi  per  tardamente  de'  voslri 
trattati  ^cioc,  vi  scappi,  ed  esca  di  mano). 
*  §.  VI.  la  pruverb.  Chi  scampa  d' 
un  punto,  scampa  di  mille  ^  o  simili, 
va!e  Che  il  male  diJJIcìito  molte  volte  per 
benefizio  del  Itnipo  si  iCampa  .  F.  PUN- 
TO .    §.    XLIII.  (CJ 

SCAMPATO  .  Add.  da  Scampare.  G. 
F  g.  73.  3.  Castruccio  scampato,  a  grido 
fu  (allo  signore  di  Lucca  (cioè,  liberato, 
salvato).  Alain,  Gir.  \li.  79.  Venga  il  dì 
dello  di  Ciprigna  al  lemjno  ,  A  ringra- 
ziarla del  Stampato  scempio  (cioè,  eviti*- 
lo,  scansato). 

f  SCAMPATORE.  Verhal.  masc.  Che, 
o  Chi  scampa.  Tac.  Dav.  Post.  ^5o.  Lo 
scampato  dallo  aifogarc  non  può  vedere  lo 
scampatore  per  pruno  moto  e  Ìmpeto,  di 
natura  . 

•f  SCAMPO.  Salute,  Salvezza  da  pe- 
ricolo incorso,  0  che  minacciava  Lat.  sa- 
lii s  ,  ejfugium  .  Gr.  cwTvjpca  ,  szauyr)'. 
Dani,  hif  22.  I*  vidi  già  ca\aUer  muo- 
ver campo  ec,  E  talvolta  partir  per  loro 
scampo .  Petr,  son.  299.  Non  si  presta 
Fosse  al  mio  scampo  là  verso  1'  aurora  . 
Botc.  nov.  44-  4  ^  '®  *^*  ''  trovar  mo- 
do allo  scampo  della  tua  vita,  e  della  mia- 
G.  /'.  8-  75.  5.  Feciono  un  bello  e  subi- 
to argomento  al  loro  scampo.  Din.  Camp. 
2.  35.  E  a  loro  umilmente  parlai  con 
gran  tenerezza  dello  scampo  della  citta  . 
Sen,  Ben.  ì'arch.  5  l5.  Né  al  sangue  si 
perdona  di  coloro,  in  iscampo  e  per  aiuto 
di-i  quali  semo  a  sp^rgti're  il  proprio  sangue 
tenuti.  •!'  Ped.  J  ip,  1.  64.  Non  sapendo 
trovare  altro  s<ampo  o  sutterfugio  ,  licor- 
rtmo  alle  cavillazioni  ,  ai  sofismi,  ed  in 
ultimo  luogo   alle  strida.  (C) 

SCAMPOLETTO  Dim.  di  Scampolo. 
Scampolino  .  Lai.  frusiulum,  reliquia  . 
Gr.  T£//axtov. 

g.   Pi.r  metaf  vale   Pcchettù.  Cuid    G. 
Quello  icampolelto  del   sole  del  die  ,  eh' 
l3i 


10,3 


S   C  A 


era  io  meno  ira  la  luce  e  le  tenebre  , 
cerimi  ma  meo  te  pareva  a  lei  che  avesse 
traila  di  due  di. 

SCAMPOLINO-  Scampofetta.  haU/ru- 
stulum  ,  reliquice.  Gr.  Tcua^^ov.  Tran. 
segr.  COS.  donn.  Del  drappo  ce  porlaoo 
UQo  scampoliou  sopra  la  parie  offesa  del 
male  ■ 

f  SCAMPOLO.  Pesto  di  panno  di  due, 
o  tre  braccia  al  più»  Avanzo  della  pezza, 
nuon.  Far.  2.  4-  II.  Abliiale  pronti  e 
ftjggi  e  mostre  e  scampoli  ,  Paragoni,  ri- 
prove, esperienre.  M<ìltrt  il-  22.  Va  ol 
manlel ,  ci»'  egli  ha  di  cento  scampoli 
(  cioè  ,  lutto  rattoppalo  ) .  /i  12.  36-  Dì 
certe  loppe ,  scampoli  e  soppanni  Torsi 
d*  impaccio  volle. 

§.  Per  melaf.  vale  A^'inzo,  lìimasu- 
gho.  Lat.  reliquia.  Gr.  Àti^-xva.  f'aUr. 
Mass.  Con  quelli  piccioli  seampoli  della 
«oa  vita  fece  si  .  che  la  repubhlica  ooo 
peri.  Liv.  M-  F»*»»»  ''  co<i*^l^>  *'  ^om- 
batte  a  Perugia  contro  allo  scampolo 
degli  Elrurii  Coli-  Ab.  Jsaic,  cap,  25. 
Secondo  l'ordine  della  solitudine  guidi 
lo  scampolo  dei  suoi  dì.  Cuttt.  leti.  i6. 
Dimandandovi  in  prezio  di  quello  scam- 
pol  d'  amore,  che  mi  dovete  ancora,  che 
sovente  mi    sigoifichlale  ec. 

SCAMUZZOLO.  ^tinima  parU  di  chec- 
chessia ,  quasi  Minuzzolo  ;  voce  bassa. 
Lit.  frustum.  Gr.  Te>«xo;.  Pita/f.  1-  Io 
non  ho  6or,  ne  punto,  ne  calia,  Minui- 
sol,    né   scamuzzolo. 

SCANA.  /'.  A.  Zanna,  0  Sanna,  Dani, 
Inf.  33.  E  coir  agutc  scane  Mi  parca  lor 
veder  fender  li  Banchi,  lini,  ivi:  Scane 
tono  li  demi  puntenti  del  cane,  ch'e- 
gli  hae   da    ogoi    lato,   co*  quali   egli  af- 

ferra. 

SCANALARE.  Incavare  lefjno  ,  o  pie- 
tra, o  simil  co  fa,  per  ridurla  a  guita 
di   piccolo    canale.  L;il.     striare. 

SCANALATO.  AJd.  da  Scanalare. 
Lui.  striata s.  lied.  I»s.  .'Ì2.  L*  allre  cin- 
que vertebre  nella  parte  supcriore  sono 
scanalate.  K  i5o.  Quella  eslrcmila  ce. 
ò    scanalala    per    traverso. 

SCANALATURA.  Veff'etto  dello  scana- 
lare. Lat.  Sina.  Gr.  -rTT^.'//^*-  ^<^''-  ^"'■ 
l50  La  scanalatura  è  marcala  di  due  mac- 
chie   nere.  . 

*  SCANCELLAMENTO.  Canc^llauo- 
ne.  Lat.  delrtio.  ohlileratio.  Gr.  z^aUi- 
4»i5  .  Il  yocaboL  alla  voce  REMISSIO- 
NE, n 

SCANCELLARE.  Cascare  lascittura 
fregandola.  Cancellare.  Lai.  deUre,  vbli- 
ttr.ire.  Or.  e^x>£t>£»v  apavi'^'.iv.  Boez. 
rarch.  2.  -.  QujDli  uomini  grandi  e 
famosi  ne*  l'empi  loro  crediamo  noi  che 
abbiano  scancellati  ,  e  come  tolti  del 
mondo  la  dimenticanza,  e  carestia  degli 
icrillori?  ffj'o  ft^uratam.  )  *  Gu,cc. 
Stor.  4.  28.  Perché-  chi  non  può  e  non 
vuole  scancellargli  ri  bintfizii  }  cou  la 
rimuneraiione  ,  cerca  spesso  di  scancel- 
largli o  col  dimeolicarsegti»  o  col  per 
suaderc  a  se  medesimo  che  non  sieno 
slati  SI   grandi  (  qui  pure  fxr  metaf.  ).  (L) 

*  §.  Scancellare  ,  dicesi  ancU  delle 
Pitture,  l'arch.  Stor.  5.  I17.  Onde 
nacque  per  avventura  il  bando  ec.  che 
lolle  le  armi  de' Medici,  che  dal  dodici 
al  vcotiseltc  erano  stale  o  dipiote  »  o 
scolpito,  o  nelle  chiese  .  o  per  le  case 
cosi  dentro  come  fuori  della  cìtlà ,  si 
scancellassero   e   levassero.    (Cj 

•f  *  SCANCELLATICCIO.  AdJ.  Che 
si  può  stancellare  ,  Che  facilmente  si 
scancella»  o  Che  à  alquanto  scancella- 
to. Laic.  CV/i.  2.  no**.  4-  P'^P-  *^^' 
AcconciidU  con  un  suggello  *cancella- 
liccio  che  uon  vi  si  scorgeva  quello 
«he  VI  fusse  impresso.  Allega  pag  IM. 
(  AmsUrdamo    1754.)-   Come    diavoi   »a- 


S  C  A 

praoaVglioo  mai  insegnar  lettere  latine 
ec,  eh'  e'  non  oe  appreson  per  lor  me- 
desimi se  non  certe  poclic  tcancellalìc- 
ce  .  e  salratiche,  pelle  pelle  imparale  ? 
ec.    (A) 

SCANCELLATO.  Add.  da  Scancella- 
re.1.^1,  deletus,  obtitrratui.  Gr.  e'^r/zuft.- 
fit'yoi  ,  apav(«3et'^.  Alleg.  Se  non  cer- 
te  parole  scancellala. 

^  SCANCKLLAZIONE.  .Sc/fntre//ame/i- 
to,  Cancell-izione,  Srgner.  Mi  ter.  De! 
rimanente  (  che  e  la  scancellazioa  del 
peccato  )  lasciane  interamente  la  cura  a 
Dio.    (A) 

SCANCERi'A.  St  dice  ad  Alcuni  pai 
chetti  d*  asse,  che  per  lo  più  si  taagono 
nelle  cucine.  Frane.  Sarch.  nov.  70. 
Caccia  di  qua ,  caccia  di  là  ;  e  quello 
ferito  d*a  in  una  scanceria  tra'  bicchieri 
e  orciuoli  per  forma  e  per  modo,  che 
pochi  ve  ne  rimasooo  saldi.  Morg.  i8. 
1^0.  Come  una  scanceria  son  netto  e 
mondo. 

*  §.  E  Jtsuralam.  Lasc.  Him.  2.  53. 
Per  esser  voi  bugnola,  arca,  armadio,  e 
scanceria   delle   poesie.    (Cj 

SCANCl'A.  Palchetto,  Scaffale,  Scan- 
sia. Lat.  pluteus.  Buon.  Fier.  4-  2.  7. 
Scancie  dì  spezierie  ,  Vati  di  proforoier, 
bacheche   d*orafi. 

3  SCANCrO  Schianrio.^  Belltn.  Disc. 
1.  162.  L'ossa  del  braccio,  e  della 
mano  fra  loro  sono  così  stranamente  le- 
gati insieme  ,  che  non  e*  è  scancii  .  oè 
sghimbesci  che  possano  spiegare  1'  obli, 
quità  delle  loro  scambievoli  posizioni-  (C) 

^  %.  A  scancio,  o  Per  tscancio  ,  po- 
sti avverò.  Io  stesso  che  A  schtancio . 
m  Suder.  Colt.  59.  Si  dee  fjrc  il  foro 
per  iscancio  a  schimbesrio  pendente  at- 
traverso allo  *ngiù  M  .  C,V;  (ialil.  Fort. 
Ferendo   1*  artiglieria     a    angolo    obliquo , 

0,  come  si  suol  dire  .  a  scancio.  (Min) 
Salvin.  Enetd.  lih.  5  Pit;lia  il  vento  a 
scancio.    e    cosi   dice.    (F) 

SCANDAGLIARE.  Propriamente  Get- 
tar  la    scandag'io. 

g.  Per  metaf.  Calcolare  esattamente. 
Esaminar  per  la  minuta.  Fare  lo  scan- 
daglio. Lai.  exacte  aestimare.  Gr.  «/^i- 
P'jj;  avaio'/i'^s^Sat.  Sa^g.  nat.  esp.  iq^- 
Non  es!.eado  ej^li  altro  che  una  filiera 
d'acciaio,  forala  con  diverse  misure  di 
cerchi  .  per  iscaodagliare  in  es5Ì  i  v-arii 
ricrcsrimenli,  che  operano  difierenli  gra- 
dì di  calore.  Gal.  Sisl.  12^.  Il  quale  le 
ha  prodotte,  e  sicuramente  esaminate,  e 
scandagliale   puntualissimamcnle. 

f  3  SCANDAGLIO,  Strumento  consi- 
sti-nte  in  un  piombo  appiccato  ad  una 
corda  ,  del  quale  altri  si  ser%-r  per  cono- 
scere in  mare,  ne'Jiumi  ,  e  simili,  la 
profondità  dell*  acqua  ,  o  la  qualità  del 
fondo  j  detti}  altrimenti  Piombino.  Lai. 
holis,  catapiratet,  Isidor.  Fed.  Flos.  23. 
Gr.  ^o'n'it  r.KT'X-Jtiprìriip.  Frane*  Rarb. 
258.  21.  Scandagli,  ed  orce.  0  funi,  £ 
canapi  comuni  Morg.  25.  57.  E  si  po- 
teva gettar  lo  scandaglio  Per  tutto  ,  ìn 
modo   nel    sangue  si   guizza . 

#  §.    l.     E    fìgurntam.     m   Mens.     sat. 

IO.  Ma  se  non  giugni  col  tuo  scanda- 
glio A    trovar   fondo   alle     terrene     cose, 

Vuoi  r  eterne  cribrar  dentro  al  tuo  va- 
glio N  l  (C) 

S.  II.  Per  meUf.  Caleulo  ,  Riprova, 
Esperimento  j  onde  Far  lo  scandaglio, 
v.fte  Esaminar  per  la  minuta,  CalcoLire 
esattamente,  Scandaglinre.  Lai.  trami- 
aare,    erplorare  ,   aestimare.   Rem.    rim. 

1.  17.  La  pelle  è  una  pruova.  uno  scan- 
daglio. Che  fa  tornar  gli  imici  a  uo  per 
cento. 

*f  <(  SCANDALEGGIARE.  Foce  poco 
uinta  Scandali  tiare  .  Lat.  exrmplo  of- 
/end<'t,*scindn'zare.  Gr.  s/avcaii'^tt». 


S  C   A 

Cavale.  F'utt.  ling-  ^\.  L*  altro  popolo 
con  i  lor  mali  consigli  ec.  fanno  cadere  e 
tcaod.«|r-ggiare.    (*) 

SCANDALEZZANTE.  F.  SCANDA- 
LIZZANTE. 

SCANDALEZZARE,  SCANDALIZZA- 
RE, e  SCANDOLEZZARE.  Dare  scanda- 
lo .  Lai.  •  scandaliiare  ,  offendert  .  Gr. 
oxavJoùi'^ssrai.  Pats.  .366.  Muovesì  il 
diavolo  a  fare  sognare  ,  o  da  se  medesi- 
mo, per  la  sua  malìzia,  per  conturbare,  e 
scandalizzare  le  persone  ,  ec.  Maestruzz, 
2  Q.  8.  L'  altro  è  lo  scatidolo  attivo , 
cìiic  quello  che  è  ìn  cului  che  iicandale»- 
ca  .  E  appresso  :  Quando  alcuno  induce 
alcuno  con  parole  o  con  fatto  a  peccare, 
costui,  io  quanto  e  di  sé,  iscaodalìzxa.  E 
appresto.'  Lo  scandalo  passivo,  cioè  quel- 
lo eh'  è  io  colui  eh'  è  iscandalizzalo»  ooD 
puote  esser  peccato  ispniale .  Rem.  Ori. 
I.  20'  3.  Questo  mosirar  di  non  sì  con- 
tentare Della  vita  comunemente  buona,  E 
voler  far  tra  gli  altri  il  singolare,  Subito 
scandalczia  la  persona. 

t  §  1.  In  signific.  nrutr,  pass,  vale  Pi- 
gliare scandalo.  Lat.  offèndi,  *scandalt£a- 
ri.  Gr.  a/jiv^oir^e^Sac.  G.  V*  12.  ll4- 
2  1  Provenzali  s'  erano  molto  scandalexzali. 
Pait.  35.  Ridicendogli  i  discepoli  suoi, 
come  i  Farisei  s*  erano  scandalexxati  ,  e 
mormoravano  dì  certe  parole  che  Gesù 
Cristo  avea  dette  ,  rispose  :  ec.  Tes.  Rr. 
7.  ~5.  Iddìo  comandò,  che  quando  il  de- 
stro ocrhio  si  scandalixzasse,  fosse  cavalo, 
e  giltaio  fuori.  S.  Ciò.  Grisost.  l84-  Dì 
tanti  debili  e  imperfetti,  lì  quali  per  le  si 
scaodalrziano.  Maettruzi.  2.  9. 8.  Due  sono 
gli  srandali  :  1'  ano  e  passivo»  cioè  colui 
che  si  tcandaleiza;  e  questo  e  sempre  pec- 
cato ,  imperocch'  egli  non  si  scaodalexxa  . 
se  none  alquanto  rovioaue  di  spirituale 
rovina,  la  quale  è  peccato.  Fit.  SS.  Pad. 
I.  77.  Dicea  che  nullo  sì  dovea  perciò 
scandalìztare . 

§.  Il,  Per  Impazientirsi,  Adirarsi, 
Lai.  excandesccre.  Gr.  oCuSw^ei».  Morg. 
25.  3o.  Non  sare*  ragione.  Che  chi  è  bal- 
lezzalo  si  sbattezzi.  Acciocché  Cristo  Doo  si 
scandalezzi  l'end.  Critt  Op.  dtv,  Andr. 
45.  Sorelle  mie  benedette  da  Dìo  ,  non 
piangete  più,  che  voì  mi  fareste  ìscaoda- 
lizzare  .  Fior.  S.  Frane  8-  Dice  a  frale 
Elia,  che  vada  a  quello  giovane;  ed  egli 
se  ne  scandalìzza  ,  e  non  vuole  andare  . 
Malm.  I.  56.  E  non  avendo  ancor  toc- 
calo un  bezzo  .  Sì  scandolezxa  ,  ed  entra 
io  grande  smania  E  11*  23.  E  i  con  Ma - 
cone  allor  si  scandolezza. 

SCANDALE7.ZAT0.  SCANDALIZZA- 
TO,  e  SCANDOLEZZATO.  Add.  da*  lo- 
ro verbi.  Lai.  *scandilizatut  ,  scandal$uM 
patsus  .  Gr.  e'5Z3tvoxiiia!*voj  .  Fit,  S* 
M.  yiadd  23.  A  lei  rimase  la  veritadc 
sanza  mormorio  ,  e  coloro  ne  rimasooo 
icaodaliziali.  Red,  leti.  2  202.  V.  S  Ec- 
cellentiss.  o  rimarrà  scandoleuata  di  me, 
oppure  se  oe  riderà. 

f  §.  Per  Incollerito  Fior.  S.  Frane. 
]6.  Se  noi  pur,  eostietli  dalla  fame,  e  dal 
freddo,  e  dalla  notte,  più  picchieremo  e 
chiameremo  ec.,  e  quegli  più  tcandalem- 
zalo  dirà:  costoro  sono  gaglioffi  importu- 
ni; io  gli  pagherò  bene  come  sono  de- 
gni, 

SCANDALEZZATORE.  /'.  SCANDA- 
LIZZATORE. 

SCANDALEZZO.  Scandalo.  Lat.'/CNA- 
dalum,  cjjensa.  Gr.  exxvoaìov.  hah. 
300*  Se  |>er  ì»cisgura  le  si  pooea  uoa 
mosca  in  «ul  viso,  questo  era  si  grande  scao- 
datezio  e  si  grande  lurbazione,  che  a  rispello 
fu  a'Crìstiani  perdere  Acri  un  diletto.  Fr. 
Giord.  Pi  ed.  S.  Quanto  tcandalecso  avrà  1' 
uomo  nel  »rrvìrc  agi*  infermi.  Rutck.  |. 
117.  Onde  il  Preior  rìmrdió  al  scaoda- 
lezso  Ch'era  nato  fra' bufoli  a  Quaracchi. 


sex 

#  SCANDALITICO.  Md.  Di scanda- 
lo.  Generativo  di  scandalo.  OlL  Com. 
Inf.  29.  4i)7'  ^^^^  '^^^  piangi^  il  suo 
acaudalitiro  peccalo.   (Ti) 

SCANDALIZIOSO.  /'.  A,  Add.  Che 
commetta  e  dà  scandalo  j  che  oggi  più 
oomunemcnte  ilicinnio  Sc-tndaloso.  Lai. 
facttosus  ,  /acinorofus  ,    sctlestus  .    Gr. 

Esp.     Salm.    Qucilo    mezzo    adopera    il 
Diavolo   mediante    gli    nomini    scandali- 

siCMÌ. 

SCANDALIZZANTE,  SCANDALEZ- 
ZANTE,  t  SCAKDOLEZZANTE  .  Che 
scandnlissa.  ColL  SS.  P«d,  Siccome  quo 
necessario,   ma  scandalizzante. 

SCANDALlZZAliE.  /  .  SCANDALEZ- 
ZARE. 

SCANDALIZZATO  -  P'.  SCAJSDA- 
LEZZATO. 

t  SCANDALIZZATOBE  .  SCANDA- 
LEZZATORE,  e  SCANDOLEZZATO- 
RE,  Che  dà  scindalo.  Ott.  Com.  Inf. 
28.  48t)-  Poi  il  dichiara  per  U  terza  eh' 
egli  tiene,  la  quale  meiilovando,  induce 
un  «Ilio  scandalezzatore.  E  poco  sotto: 
Qui  il  pjìesj  il  nome  e  '1  fatto  di  questo 
Kaudaliztatorc. 

15  SCANDALO,  ff  SCANDOLO.  Lat. 
scandal um,  o (fendici lum  Gr.  a/&:'ve)a).ov. 
Hfaestruzz.  Z-  9-  8  Che  è  scanddlo  ? 
Dice  santo  Girolimo;  quello  che  i  Greci 
chiamano  scandalo  ,  noi  possiamo  dire 
che  in  nostra  lingua  sia  V  uffensione  , 
ovvero  ingiuria,  ovvero  percotimento  di 
piede,  quando  si  pone  nella  via  alcuna 
cosa,  per  la  quale  vi  si  percuote  e  c^ide, 
e  quella  così  fatta  cosa  è  detta  scandalo. 
Così  interviene  nella  vi,i  spirituale  ,  che 
alcuna  cosa  vi  si  pone  alcuna  volta  ,  per 
far  rovinare  spiritualmente  o  con  parole, 
o  con  l'alto  altrui,  in  quanto  alcuuo  per 
sua  ammonizione,  o  inducimento,  ovvero 
con  esemplo,  trae  l'altro  a  peccare;  e 
questo  e  detto  propriamente  scandalo.  S. 
j4nt^  Confess.  Scandalo  è  un  parlare  o 
operare  men  che  bene,  cioè  il  quale 
dà  ad  altri  cagione  di  cadimento  spiri- 
tuale, cioè  in  peccato,  C<.walc.  Speccli 
Cr.  Questo  Cristo  crociBsso  è  alli  Giudei 
scandalo,  alli  Gentili  pare  stidtizia.  E 
Mcd  cuor*  A  niuuo  vuUi  mai  fare  scan- 
dalo. 

§.  X.  Per  Qualsisia  impcdimcnlu  . 
Maeslruzz.  2.  Q  8.  E  alcuna  volta  scan- 
dalo si  piglia  largamente  per  ogni  impe- 
dimento #  Fr.  Giord-  125.  Qui  vanno 
le  Davi  (ne*  mari  alti)  sicure  sanza  dub- 
bio, e  non  ci  si  rompe  mai  nave,  e  non 
ci  si  trova  alcuno  scandalo  (l'  autore  il 
dice  per  simiolianza  di'i^d  umili).  E  ap- 
presso: Ma.  .  ,  i  mari  terragnoli,  pieni 
di  scogli  e  di  sassi  e  di  colli,  ogne  nave 
ci  si  spezza  .....  imperocché  ci  trova 
molti  contasti  e  molti  scandali.  (I') 

■f  -r  §.  II,  Scandalo  ,  si  dice  anche 
dell'  Jndignizione  che  altri  prende  delle 
altrui  cattive  azioni  ;  onde  Recai  e  in  i- 
scandalo,  vale  Fare  adirare.  Scandalizzare 
neisigni/ìc.  de/$.  II.  Fav  Esop.  19.  Priva  i 
tuoi  compagni  minori  del  merito  delle  loro 
buone  operazioni,  recandoli  in  scandalo  e 
in  furore.  (V) 

%■  UI.  Per  Danno,  Infamia,  Dìsono' 
re,  Lat.  dadecitt.  Gr.  o'vìtiJo;.  Bocc.nov. 
86.  2  In  essa  vedrete  un  subito  avvedi- 
mento d'  una  buona  donna  avere  un 
grande  scandalo  tolto  via.  Z.*°^.  S.  Umil. 
JO7.  Temendo  che  non  venisse  agli  orec- 
cbi  de*  parenti,  e  tornasse  in  iscandolo 
della  fante.  Fir,  As.  238.  Ingannando 
quelli  buoni  omiciatti,  e  semplici  donnic- 
ciuole,  danno  lor  fra  le  mani  in  iscandolo 
e  disoDor  grande  de'  veri  religiosi  e  della 
nostra  religione ,  ec. 

§.  IV.  Per  Discordia,  Disunion",  Lat. 


S  C  A 

dissidium  ,  discidium ,  offensio.  Gr.  Jtx- 
a^mti,  Sivfopol.  G.  /'.  7-  to.  4-  On- 
de nacque  poi  grande  scandolo  tra  luro  . 
Diuit.  Inf.  28.  SemiiKTtor  di  scandalo  e 
di  scisma  .  Frane-  Sncch.  nov.  l(ìo.  Cosi 
ha  fatto  qut  sto  niatadetto  corvo .  eh'  è 
venuto  a  mettere  scandolo  tra  quelle  due 
arti  .  /loci:  nnv  98.  '^O.  Se  io  andassi 
or.»  a  dire  che  io  per  moglie  mm  la  vo- 
lessi ,  grandissimo  scandalo  ne  nascereb- 
be. Din.  Comp.  2.  29.  I  seminatori  dej-li  j 
scandoli  li  dtceauo  :  Signore,  non  entrare  . 
in  Pistoia  .  E  niipresso  :  LÌ  confermava 
quello  che  pe"  seminatori  degli  sranduli 
gli  rra  detto.  A'  u  Pass.  348.  Ciò  fanno 
i  dcmonii  ppr  seminar  questo  errore  ,  e 
per  mettere  scandalo,  e  per  infamare  quelle 
cotati  persone,  la  cui  similitudine  prendo- 
no». CO 

*  §.  V.  Piflriì  di  scandalo,  /ìgitratam., 
vale  Catjion  di  scandalo.  V.  PIETRA,  §. 
XIII.  (Ai 

*  SCANDALOSAMENTE  .  Avverò. 
Con  iscandalo  ,  Scandolosnmente .  Gtticc* 
Stor.  3.  Ily.  Il  quale,  essendo  molto 
prima  stato  accusato  al  Puntefire  .  che 
scandalosamente  predicasse  contro  a'  co- 
stumi del  Clero  ,  e  della  corte  Romana  , 
ec.  era  finalmente  l'anno  precedente  stato 
dal  Pontefice  separato  con  le  censure  dal 
consorzio  della  Chiesa,  (C) 

•f  ♦  SCANDALOSISSIMO.  Superi, 
di  Scandaloso  .  Ciiarin.  Idiopic-  I.  3. 
Che  giova  egli  a'  poveri  padri  1'  allevar 
con  buoni  costumi  i  figliuoli,  se  essi  poi 
per  le  piazze  ,  e  ne'  trebbii  trovano  ec  . 
compagni  scandalosissimi  d'  ogni  male  e 
d'  ogni   licenzia  ?  (A) 

SCANDALOSO,  e  SCANDOLOSO . 
A'Id.  Chi'  commette,  e  dà  scandalo.  Lat. 
factiosus .  Gr.  oraoiKOTtxo'^.  Fir.  Disc, 
a/u  98.  Cosi  il  più  tristo  che  savio  padre 
si  andò  a  nasconder  la  notte  in  quella 
scorza  dell'  arbore  dello  scaodoloso  teso- 
ro. Tac.  Dnv.  Scandalosi  in  pubblico  ,  e 
disonesti  per  le  case. 

SCANDELLA  .  Spezie  di  biada.  Lat. 
hordeum  dtsticnm,  zea.  Pallad.  Genn.  4- 
Se  '1  verno  va  buono  ,  vuoisi  da  dodici 
di  fra  Gennaio  l'  orzo  di  Gallazia,  cioè  la 
scaudella,  la  quale  è  grave  e  Iiianca  ,  se- 
minare .  E  Fehbr.  8.  In  fino  a  Calendi 
Marzo  si  semina  1'  orzo  GaUtico,  ciuè  la 
scandella  ,  ne*  luoghi  freddi,  la  quale  è 
grave  e  bianca- 

■j-  §.  Scaudelle,  diciamo  anche  a  minu- 
tissime gocciole  d'olio,  0  di  grasso  ,  gal- 
legginnti  in  forma  di  piccala  maglia  so- 
pr'acqiia,o altro  liquore.  Ott.  Com. Inf.  17. 
Bevero  ec.  è  di  tanta  grassezza,  che  stan- 
do alla  riva  ,  e  percotendo  colla  coda  l* 
acqua,  scandelle,  e  gocciole  come  d'  olio, 
nell'acqua  rimangono  (  (jui  li  stampa 
alla  pag.  3 16.  conforme  al  Ms.  legge 
Scaodelli  in  genere  ninscolino). 

*  SCANDENTE.  l'oce  latina.  Che  sa- 
le j  e  dicesi  per  lo  più  da'  Botanici  di 
Tronco,  o  Hama  che  sale ,  attaccandosi 
con  viticci,  uncini  e  barbe,  come  la  fi- 
te  ,  l'  Ellera  ,  ec.  Dicesi  anche  Rampi- 
cante.  (A) 

SCANDERE.  V.  L.  Salire.  Lat.  scan- 
dire. Gr.  ^ai'vsiv.  Dant.  Par.  8.  Lo  Ben 
che  lutto  '1  regno,  che  tu  scandi  ,  Volge 
e  contenta.  Put.  ivi:  Lo  quale  tu  scandi, 
cioè  tu  ,  Dante  ,  monti. 

^  §.  I.  E  in  signific.  neutr.  Salvia. 
Odiss.  83.  Poiché  al  mate  scandemmo  ed 
alla  nave,  E  la  cena  apparammo  ec.  (IV) 

§  II.  Scandere,Si  dice  anche  de\ersi, 
e  vale  Misurargli.  Lai.  numt-ros  carmi- 
num  mfliri .  Gr.  TOC '£  ttt)  yara/iSTpeiv  . 
Ciriff.  Calv.  I.  2  E  non  invoco  voi,  sa- 
cre ,  che  al  monte  Scaodele  i  versi  .  ^ 
Tasi.  lez.  son.  Cas  187.  Una  delle  due 
se  ne  butta  o  nel    numerar  le  sillabe  ,  0 


S  C  A 


1043 


nello  scindere  i  piedi.  Inf.  Sec.  93.  E 
quando  imparava  a  scanderc  lo  agmtna 
ciniim^pexit ,  che  parinieotc  gli  ricorda- 
te. (C) 

''?  SCANDESCENZIA.  Escandescenza, 
Stizza,  Sdegno.  Lat  excandescentia.  Gr. 
3y/AWjt;  .  Car.  Ltt.  \.  23.  Il  capitano, 
che  si  trovava  aver  fatto  tanto  schìamas- 
zo  a  Ruma  di  questa  sua  vigna,  venuto  ÌD 
iscandescenzìa   ec  ,    disse:    ce.    (*) 

*  SCANDIHE.  Lo  ^tvsso  che  Scandi- 
re, nel  signific.del%.  II  Lat. /inmc/oj  car* 
mintim  metiri.  Gr.  Ta  iTifi  xara^ucrpeTy. 
Salvia.  Pros.  Tose.  2.  9.Cì.  Per  me  sospetto 
che  ec.  il  verso,  in  dicendo  tulle  intere 
le  parole  ,  che  nello  scandire  necessaria- 
mente si  srbiacriano,  ne  saria  venato  ec, 
soprabbondante.   (*) 

SCANDOLEZZANTE  .  F.  SCANDA- 
LIZZANTE . 

SCANDOLEZZARE.  f.  SCANDALEZ- 
ZARE. 

:?  SCANDOLEZZATISSIMO.  Superi, 
di  Scando/ezzato  .  Accad  Cr.  Mess.  Ve- 
duta questa  esecuzione  ,  il  P-  ec. ,  senza 
altra  risposta  ,  se  ne  tornò  scandolezzatìs- 
simo.  (A) 

SCANDOLEZZATO  .  V.  SCANDA- 
LEZZATO. 

SGANDOLEZZATORE.  F.  SCANDA- 
LIZZATORE. 

SCANDOLO,   r.  SCANDALO. 

'\-  SCANDOLOSAMENTE.  Avveri.  In 
maniera  scandalosa .  Lat.  cffendiculo,  mqjo 
exemplo.  Gr.  TrpoffXOTrvi".  Fr.  Gtord.  Fred. 
R  Ne'  tempi  delle  feste  solenni  scandolo- 
samente  tripudiano,  e  dVsser  tripudiatori 
si  gloriano.  (*) 

'Y-  SCANDOLOSISSIMO  .  Superi,  di 
Scandoloso.  Cas.  Leti.  Perciò  Sua  Beati- 
tudine, non  volendo  per  niente  comportar 
questa  indegi.ilà,  né  alcun'  altra,  ier  mat- 
tina fece  pigliare  pubblicamente  Lottino, 
e  metterlo  in  Castello,  siccome  quello, 
per  mano  del  quale  si  è  trattata  pessima 
e  scandolosissima  opera,  e  molle  altre  si- 
mili. (A) 

SCANDOLOSO.  V.  SCANDALOSO. 

SCANFARDO.  Epiteto  dato  altrui  per 
ingiuria.  Lor.  Med  Arid.  (\.  5.  O  porta 
i  fiaschi  da  te,  scantarda,  *«*  j'arch.  SuOC. 
4.  6.  Quando  vidi  pure  che  la  scanfarda 
non  la  voleva  pigliare  (la  collana)  da  se, 
gliela    gettai  in    grembo.   (V) 

SCANICARE  .  /'.  J.  Si  dice  propria- 
mente dello  Spiccarsi  dalle  mura,  e  cadere 
a  terra  gì'  intonicati.  Pallad  cap.  10.  Per 
la  sua  saldezza  fa  scauicare  gV  inlODicali 
delle  camere. 

t  g.  Per  metnf,  Pallad.  cnp,  6-  Solle- 
vare 1'  uve  acerbe  si  vuole  fare  quando 
non  si  teme  di  scanicare  ,  0  di  rompere 
1'  acino  . 

SCANNAFOSSO.  Sorta  di  fortificazione 
militare.  Ar.  Pur.  l!^.  lofi.  Dovunque 
intorno  il  gran  muro  circonda,  Gran  mu- 
nizioni avea  già  Carlo  falle  ,  Fortificando 
d'  argine  ogni  sponda ,  Con  scannalossi 
dentro,   e    case   matte. 

:;:  SCANNAPAGNOTTE.  Uomo  disu- 
tile, e  buono  solo  a  mangiate,  Parasito. 
Benv.  Celi.  J'il.  2.  l5o.  Certi  di  quei  sua 
cortigiani  scannapagnotte  dicevano.  (C) 

s^  SCANNAPANE  .  Scannapagnotte  . 
Benv.  Cill.  f  il.  I.  169  Conosciuto  cer 
ti  di  loro  dissi:  o  scannapane,  se  voi  non 
vi  levate  di  costi  ec,  io  farò  polvere  di 
voi.    (Cj 

SCANNARE  .  Tagliare  la  canna  della 
gola.  Lat.  iugulare.  Gr.  a^aTTSiv.  Bocc. 
nov.  81.  II.  Parevagii  tratto  tratto  che 
Scannadio  si  dovesse  levar  ritto,  e  quivi 
scannar  lui.  IJoez.  tarch,  \.  4-  Se  iu 
avessi  empiamente  voluto  ardere  1  tempii 
sagri  ,  se  scelleralamente  scannare  i  preti 
ec.   non  perciò  arebbono  ne  senicnziarmi 


S' 


\o\\  sex 

pototo  ,  De  pODÌrmi  ragionefolmente  .  se 
prima  non  m'avessero  rilato,  poi  udito, 
•  finalmente  convinto.  Ii<rn.  Ori.  ì.  8. 
Li,  KaiiriuHi  e  vetrchi  presero  e  sraonaro. 
§,  I.  Prr  nietnf.  T'<c.  Dai'.  Ann.  t\. 
q6.  Crede»)  facessero  ammaziar  Pisone  i 
Ttfrmeslini  ,  perchè  gli  scannava  colle 
;ravezze  .  E  6.   123.  Che  volete  voi  fare 

uo  Re  che  nella  pace  vi  scanna,  e  nella 
guerra  vi  ruviiu?  Mahn.  ^.  2^.  E  tale  V 
appetito  che  mi  scanna  ,  Che  un  diavoi 
collo  ancor  mi  p^rra  manna  .  E  st,  if). 
Mio  padre,  che  ']  hisognu  ne  lo  S'-anna  , 
Con  un  mio  zio,  che  n'andava  pezieote, 
ce.  E  6.  25.  Perchè  la  fame  quivi  ne  lo 
scanna  . 

§.  M,  Per  Lei'nr  d*  in  sulla  cinna  . 
Buon.  Eier,  A.  2.  3.  Zingana,  quella  seta 
Che  '1  Dond»Ia  tintor  posta  avea  al  sole. 
Chi  la  levò  d'  in  sulla  cauoa?  chi?  Chi  la 
■cannò?  su  ,  di'. 

SCANNATO.  j4J(I.  da  Scannare  Lai. 
iu^uintui,  Gr.  VTZyifViyH;.  Segaci ,  Mann. 
Die.  28-  !•  Questi  ujiiiliiiii  innocenti  per 
conseguirlo  elduTO  ,  appena  nati,  a  sofiV- 
rire  una  crudelissim.i  tn-'rie,  scannati  e  sfra- 
cassati sugli  occhi  di-lIe  loro  madri. 

SCANNATOIO.  L'io-jo  ,l.<ve  si  scanna- 
no gli  animali  pi-r  In  l/cciheria.  /tnon. 
Fn-r.  t\.  4«  !!•  Tintori,  s^pomi,  di  ma- 
cellari Scannalo!,  edlfizii  da  trjr  seta. 
Maini.  1 0.  f{0.  Vici  no  al  boschereccio 
scaunatoio,  Mentre  fuoco  di  stipa  vi  ri- 
luca. 

§.  E  per  similit.  si  dice  di  Luogo  of*- 
£i  usino  disoneità^  o  s-pvrchierie.  -é  Sal- 
via* Fifr.  lìiion.  ij.  ^,  11.  E  scannatoi 
ti  dimandanti  quelle  ca^c  e  stanze,  dove 
ti  giuoca  di  vantaggio,  e  si  fa  il  colto  a' 
poveri  giovani,  e  perciò  si  dicono  polb- 
itrolli.  Mnaal.  Leti.  Neil*  elezione  di-1 
lito  voi  rafli^urale  suliito  un  ripostiglio, 
o,  come  suoi  dirsi,  uno  scjnnJtnio,  lasria- 
lo  tra  qiiattrn  mura  in  fondo  a  una  torre. f','/^ 

t  SCANN\T()UE  l'erhal.  nuisc.  Cfi.-. 
o  Chi  sconn'i.  Lat.  iiipulator ,viciimnriut. 
Gr.  opa/£j;.  Buon,  l'ir.  \  2.  2.  Ah, 
ah,  jribaldo  Sroiticalor  del  pan  caldo, 
Scannator  delle  cantine,  Sgombrator  del- 
le cucine   (  tjuiji^uratani.  ). 

te  SCANNATHICE.  rcbal.  fcm.  (ti 
Scannato'-e.  C/iiabr.  ritn.  Ha  di  prnvar 
diletto  Tra  gregge  il  dente  e  1"  ungliia 
scannatrice.  (tìr)  Ces.  Fit.  Cr  5.  ^7;i.  A 
non  rcsliluire  il  mal  tolto  ,  e*  frutti  di 
quelle  scannalrici  usure,  la  perdiziun  lo- 
ro  è   sicura    (qui  fi-^uralant.  ).   (C) 

•f  *  SCANNKLLAMKNTO,  SKanala- 
tura.  Salvia.  Op.  Pese.  2.  2'|6  L' in- 
gannosa  seppia  t:c.  in  preda  tragge  i  pe- 
sci Bocconi  sulla  arena,  sotto  un  nicchi» 
Serrata;  e  ancor  con  quei  scann<ltjnienti, 
Qitandu  Tonde  s'infuriano  l'inverno  Al> 
le   pietre   «jual  nave   ella   s'allacra.  (/1) 

SCANNELLARE  D^j  Cannello,  vadr 
Si-oh^vre  il  filo  ili   sul  cannef/o. 

g.  I.  /r  Scinneflare,  d'i  Cannella,  va- 
le  Versare,  e  Schizzare  lontano  a  f^uisa 
d'una  cannella  sturala,  che  sia  nies\a  ad 
un  vaso  bi'n  pieno.  Lat.  eiaculavi,  evo- 
mere, 

*  §.  I[.  Scannellare,  T.  d  gli  Argen- 
tieri.  Ottonai,  e  simili.  Fare  lo  scan- 
nell'ilo,  civè  sranalalura,  o  incavi  toltili 
per  Iliaco,  cl-e  j'h»<i  /fi'r  per  ornamento 
de*lavori  d'  oro,  argento,  o  a'tro  metal- 
lo.  (A) 

*  %.  III.  Scannellare  Terni,  degli 
Agricoltori.  Dirndtre  i  canneti,  tatuando 
le  cannucce  sotiilt,  che  non  ptofittereh- 
hern,  r  sarettbero  di  pregiudizio  all'ai- 
tre.  (A) 

«SCANNELLATO.  Termìn.' degli  Ot- 
t.'nai,  Argentieri,  e  simili.  Lavoro  che 
st  f't  sui  metalli  ,  scannell-mdngli  col 
pianatolo.  (A) 


sex 

#  SCANNELLATURA.    Scanalatura, 

Scannellami-nto.  Magai.  Operett.  3o5. 
Hanno  n  qualrbe  riga  io  giro,  o  un  pu* 
di  scannellatura.  £  328-  Le  scannellatu- 
re ec.  sono  quello  che  vi  è  di  piò  re- 
golare. (/{) 

SCANNELLO.  Diminutivo  di  Scanno. 
Lat.  scamnelluni.  Gr.v:roTo'diov.  Lih.  Op, 
div.  Lo  cielo  è  mia  sedia  .  e  la  terra  è 
scaonrllu  de'miei  piedi  ^  tac  Sold,  sai  5. 
Tempo  verrà,  oè  fia  lun^^i  da  questa  Età, 
che  noi  vedrem  nel  tuo  scaoncDo  ,  Ch' 
ora  ec.   (/ì) 

§.  L  Scannello,  più  comunemente  si 
prend,-  per  una  creta  Cassetta  quadra,  da 
capo  più  alta  ck-  da  pie,  per  u%o  di  scri- 
vervi t'apra  comodamente  ,  e  per  riporvi 
entro  U  scritture.  Lat.  scrinium.  Gr- 
xtf3wTi5V.  Lasc.  Gelo*.  ^  g.  Dove  di'm 
ch'egli  ha  dello  ch'c'son  rimasti?  B, 
Nello  icriltoiu  in  sullo  scannello,  smemo- 
rata l'arih.  Eroi.  l6c).  L*  ho  in  quello 
scannello  che  voi  (|UÌ  vedete.  E  Lrz,  Z^. 
Come  un  tegolo  ed  uno  embrice,  o  noa 
credenziera   ed    uno   sc:innelln. 

^  %  IL  Scannello,  Trnn.  de' Carroz- 
zieri, Nome  di  due  pezzi  di  legno  d' li- 
mo, situati  l'  uno  al  di  sopra  della  sala, 
e  l'altro  sotto.  (A) 

V  g  HI.  Scannello.  Terni,  de'  Macel- 
lai. Quel  taiiUo  del  culaccio.,  che  è  più. 
vicino  alla  coscia.  (A) 

SCANNO.  Seggio,  Panca  da  sedere. 
Lat.  scaniniim  ,  seites.  Gr.  Soibpov  , 
àw/o;.  Amet  72.  Le  pnsie  mente,  nulla 
altro  espetlaoli,  si  riempierouo  d*  uomini 
e  di  donne  ,  e  ciascuna  tenne  secondo  il 
suo  grado  lo  scanno.  Cr.  5.  |3-  6.  Del 
suo  legno  f  de/ noce  >  si  fanno  ottimi  scan- 
ni, e  belli  soppidiani,  e  durabili  ,  e  tulli 
altri  vaselli  da  riporvi  gli  arnesi,  Dani. 
Par,  ^.  Non  hanno  in  altro  cielo  i  loro 
scanni.  E  3o.  Vedi  li  nostri  scanni  si  ri- 
pieni. Che  poca  gente  omai  ci  si  disira  . 
E  \2.  E  come  quinci  il  glorioso  scanno 
Della  Donna  del  cielo,  e  gli  altri  scan* 
ni  Di  sotto  lui  cotanta  cerna  fanno. 

§.  Per  similit.  vale  Banco  dt  rena.  De- 
posizione di  rena  fatta  ne' Jiunii ,  o  in  ri- 
va al  mare.  Viv.  Disc.  Arn,  2j.  E  per- 
ciò prolungando  *1  letto  dentro  quelli 
scanni,  baix'hi  ,  dune,  o  cavalli  dì  rena 
che  vi  si  creano,  questo  accrescimento  di 
causa   sarebbe   inevitabile. 

#  SCANNONEZZARE  .  Scagliar  coi 
cannone,  Abhaltere  col  cannone.  Lai.  tor- 
mento bellico  diruere.  Gr  /aàaicirv.  Car. 
Iftt.  I.  liti.  Vi  scanni  nezzo  quel  Saodi- 
sir   subilo   eh' arrivo  ^  (yu»  /ìguratmi.  }.  {*) 

SCANONIZZARE.  Togliere  dal  nume- 
ro  dei  Santi  j  contrario  di  Canonizzare. 
Lai  e  numero  .Sanctorum  espungere.  Dav, 
Scism.  S.').  Questo  Santo,  adunque,  psr 
tanti  miracoli  illustralo,  e  più  di  ^00  ^o- 
ni    prima   canonizzato,   sranuni/zò. 

*  Sc:ANSAMENTO.A'c/«/<im.v;r.,  Sjug- 
gimento.  Lai.  declinntio.  Gr.  txrpom!. 
Salvia.  Di*r,  3.  I2>  La  virtù  ed  il  vizio, 
e  il  seguimento  di  ()uel1a  ,  e  lo  scansa- 
mrnlu  di   questo,   ec.   (*) 

SCANSARE.  In  alt.  signi/ìc.  vale  Di- 
S'0*lare  alquanto  l.i  eota  del  tuo  luogo. 
Ltl.  amrivere.  Gr.  arro^'tveìv. 

g,    I     Per  /scarnare.  Sfuggire    Lat.^Ti'- 

lare,  declinare,  vitare.    Gr.     Ota^lJyity. 

j  Fr,   Ine.    T,  (\.    li.  g.  Non  pntiam  morte 

scansare,  E  vediamola  venire.    Fir.    nov. 

'  1.'  l8().  Mi  parrebbe  ec.  che  noi  sranns- 

Simo   quei   pericolosi   passi,    a*  quali  ci  guì- 

!  da   questo   nostio  amoie.    Tac,    Dai.:  Ann. 

'  &.  88.  O  pur  possiamo  ,  alcuna   cosa  noi 

j  (leslreggiando  ,   e   senta   ne   sempre  adula- 

'  re,    né  sempre  dir  contro,  scansare  prri- 

I  culi   e  viltà,  lenendo  mezzana  via.    /,'  Star. 

a.   288.  (.omaiido  alla  legione,  che  tenesse 

il  romniino  per  1*  alpi   Graie,  |>rr  iscansar 


S  C  A 

Vienna,  sospettando  de*  Viennesi  -.'  Pw 
ceti.  Irti.  5.  VS  Hima.  s'accorgerà  «he 
nel  conto  d«-lle  materie  ci  sarà  ouervala  11 
grammaii's,  p  scamati  tntii  i  solecbmi  in 
che   gl'Italiani   non   badano.   (C) 

§-  "•  '«  sign'fie  neutr.  pass,  vale  Dl- 
scoslarsi.  Allontanarsi,  l^t.  recedere.  Gr. 
aT!^€T&ai.  Fior.  Itat.  D.  Io  non  vo- 
glio che  nullo   Italiano  si  scansi    p«r  noi. 

«SCANSATO  A. i.L  da  Scansare,  y. 
alla   voce  SCAMPATO.    fB) 

t  SCANSATORE.  J  erbai,  masc.  Che, 
o  Chi  scansa.  Lat-  evitalor.  Jìiion.  Fier, 
7.  I.  I^-  lo  bevvi.  Scansalor  di  pericolo, 
e  bevendo  Mi  lei  lor  si  domesUco,  ch'io 
presi   re. 

SCANSI'A.  Strumento  per  lo  più  di 
lei-no  ,  ad  itfO  di  tenere  scritture  ,  O  si- 
mili, detto  altrimenti  Scffale.  Lat.  più- 
teus,  scrinium.  Gr.  xf^wriov.  tr  Bari. 
(j'om.  Leil.  1.  pa:.  7J.  Come  se  il  senno 
de' filosofi  ne' libri  loro,  quasi  in  ampolle 
serrato  ec.  potesse  col  solo  fiutarlo  ,  ti- 
rarsi tulio  al  cervello;  e  con  ciò  farsi  in 
capo  una  libreria  di  tanti  autori,  di  quanti 
se   ne   hanno   ì   libri   nelle  scansie.  (TCj 

•f  *  SCANSIONE.  Misura  di  versi. 
Spi-r.  Dìal.  12^.  Non  vo' pero  che  creg- 
giate  che  la  volgire  scansione  sia  paro 
numero,  tanto  che  sole  undici  sillabe, 
comunque  insieme  si  adunino,  facciano  il 
verso  toscano  ;  ma  è  mestieri  ec.  Uden. 
ìVis.  I.  20.  I  medesimi  effetti  si  possoo 
considerare  dalla  scansione  dattilica  in 
questi   versi   virgiliani,   ec.   (Aj 

SCANTONARE  In  alt.  signifc.  La- 
vare I  canU  a  cfiecchrtsìa.  Lat-  11  angu- 
I  lot  exsrcare.  B'nv,  Celi.  Orrf,  85.  Presa 
{  la  piastra  .  e  pulitala  dalle  bave,  e  srao* 
tonatala  alquanto,  la  radei  da  tutte  e  due 
1  le  bande  nel   modo  che  di  sopra  dicemmo. 

!^,  I.  E  Jigiiratam,  vale  S/ugcire.  Tac. 
Dav  Ann,  i'\.  ipS.  Scantonandolo  Cesa- 
re ogni  di  più.  gli  cki>-de    audienza   (qui 

'  ti  testo  lai.  ha  :  familiariialem  aspernan- 
Ir).  *  Buon.  Fier.  ^.  1.  i.  E  vie  non 
men  die  al  ladro  Gli  sono  infesti  i  cani  ec. 

.  Onde  gli  è  forra  gobbo  gobbo  e  quatto 
Scantonar  ad  ogn'  ora.  (B) 

§.  II.  Scantonare,  in  sigmjìc  neutro  e 
neutro  pasf.  ,    vale    Andarsene    nascosta- 

I  mente,  e  alla  .tfusvita.  Lat.  declinare,  de- 
vitarr  ,  suli'er/iigere,  Gr.  otTopey'yeiv. 
Bocc.  nov.  •jn .  i6.  lu  mi  snn  leste  con 
gran  fatica  scantonala  da  lui.  Patmff.  ^. 
Egli  e  nuovo  cinlunchin  a  scantonarsi. 
Bern,  Ori.  |.  IH.  60.  Se  disarmato  al- 
cun vede  per  sorte.  O  che  punto  scanto- 
ni dalla  schiera.  Noi  ramperebbe  Apollo 
dalla  morte.  Oolat.  ^^.  Deeti  lasciare  che 
ciò  si  faccia  da' maestri  e  da*  padri  ,  da* 
quali  pure  perciò  i  figliuoli  e  i  discepoli 
si  scantiHuno  tanto  volentieri  ,  qoaolo  ta 
sai  eh'  f' fanno.  Maini  ^.  27.  Onde  min- 
cliioii  minchinn,  facendo  il  mallo.  Se  ne 
scantona,   rhr   non   par   suo   fatto. 

SCANTONATO.  Add.  da  Scantonare. 
Lai.  in  angui ^s  eTJ.ectuf,  L^r.  Med.  And. 
^,  5  Un  rubino  io  lavula  ce.  legalo  al- 
l'aulica, stanlonalo  un  poco  da  una  ban- 
da. Benv.  Celi.  Orrf.  8^.  La  della  pen- 
na drilli*  essere  scantonala  e  luada. 

*  SCANTONATURA.  //  tuog^,  o  La 
pirte  iCinton-ita.  B'idin.  Dee.  Tra  te 
scantonalure  ddla  sala  ce  gli  angoli  che 
lascia  l'ovato  del  vrsliliulo.  Mozz.  S  Crs- 
se.  Scalino  ec,  con  vaghe  scanlonature 
nelle  sue  eslrrmiià    (A) 

i:t  SCAPARE.  Termine  de' Pescatori. 
Levar  /a  tetta  ali'  acciughe  prima  di 
salarle.  (A) 

#  SCAPATO.  AdJ.  Che  e  senza  capo, 
nel  significai  ^  di  CAPO.  §    XXX  Vili. /^C; 

SCAPECCHIARE.  ÌS'ettars    ti  lino  dal 

C-'peCchia. 

$.    E  Stapecchtarsl,  per  ««/«/ir«,  vaia 


S  e  A 

Sviluppani,  Spastoiarsi.    Lih.    Son-   l37. 
Pulrifi,  chp  per  le  ville  li  scapecchi. 

SCAPECC!lIATOIO  .  Strumento  col 
qiia/f  SI   sepiirt   il  lino  dal  capecchio 

SCAPESTRARE,  e  SCAPRESI'ARE. 
Tifutr.  piìis.  LfV'ìrsi  il  cnpesfro,  Sciorio} 
«  Jt'^ttratnm.  jAhera^si  da  qualunque  im- 
paccio. Lai.  solvere.  Or.  otaiwstv.  Pvir. 
son,  65.  E  più  mi  diiol  ,  cht-  6en  meco 
Immortali,  Poiiliè  V  alma  dal  cor  non  si 
«capeslrj.  J  anh.  les.  482  Alcuna  vol- 
ta, si  trova  la  S  sola,  come  smorsarc, 
sbrancare,  scaricare,  scapestrare,  formati 
da  qufsti  Domi:  morso,  branca,  carico, 
capestro. 

§.  I.  /'i  sipnifìc.  neutr,  assol.  valf  Vi- 
vere scnpestratamente.  Tnc.  Dav.  Ann.  3. 
71.  Di>JireDdo-'.Ì  a  principe,  se  questa  cit- 
tJ,  o  quella  scipestra,  uscir  del  centro  di 
lutto  il  governo  (qui  il  testo  Int.  Ita 
lurbet  ). 

§.  Il  In  signific.  attivo  vale  Guasta' 
re.  Disordinare,  Corrompere,  Indurre  li- 
cenza,  0  disxohitezzn  Tac.  Dnv.  Ann.  2 
47.  Scapestrò  sì  ogni  cosa,  cbe  il  volgo  il 
Jicea  pjdre  delle  legioni  (il  tnto  lat. 
fin  eo  usque  rnrrupiionis  provectus  est  ). 

SCAPESTRATAMENTE. //wtrè.  Dti- 
soìutamente,  Sfrenat-imente ,  Licenziosa- 
mente.  Lai.  rff'raennte.  Gr.  a;f xiivwVw;. 
Lnb  27V  La  valente  donna  ,  disiderosa 
di  più  scapestratamente  la  sua  vecchiezza 
menare,  che  nvn  le  era  paruto  potere  la 
giovanexza.  l\loitr.  Forse  più  senno  ti 
sarìi  ti  tacere.  Che  favellare  scapcilrata- 
mente.  licmb.  Asci.  3.  iQj.  La  ragione 
guida  il  sen&o,  il  quale  ,  dal  caldo  della 
voglievole  giovanezza  portato,  non  l'ascul 
la,  qua  e  là,  dove  esso  vuole,  scapestrata- 
mente Iraliorcando. 

•f  SCAPESTRATO,  e  SCAPRESTA- 
TO.  Ad'I.  da  Scapestrare .  e  Scapreslare, 
Lat.  efì'raenatus.  Gr.  aj/a'livo^.  Fior, 
Ital.  D.  Andava  con  quel  vigore  e  con 
quella  gagliaidia.  cbe  vae  il  cavallo  sca- 
pestralo e  sfrenato. 

5  §.  l.  Per  metnf.  vale  Dissoluto  ^ 
Sfrenato,  Licenzioso-  Lat.  .tòìutus,rffiae- 
ni<.  Gr-  «xyit'O^.  T<ìc.  Dav.  Ann*  4- 
8<).  D'Affrica  a  questa  guerra  ogni  ma- 
landato e  scapestrato  più  rurrrva  (  il  le- 
sto lat,  ha  moribus  lurbidus)  .  Buon. 
Fier.  4.  5.  3.  E  ar.iprestata  a  suo  talen- 
to ha  fatto  II  peggio  eh*  ella  può  sempre 
per  tutto. 

#  §.  II.  E  detto  di  cosa,  tale  Scom- 
pigliato, Disordinato,  i  Bocc.  nov,  2g. 
12.  Quivi  trovando  ella,  per  lo  lungo  tem- 
po cbe  senza  Conte  stato  v*  era,  ogni  co- 
sa guasta  e  scapestrata  ec,  ogni  cosa  ri- 
mise in  ordine».  (IV) 

§.  IH.  Alla  scapestrata,  posto  avverò. 
y.  ALLA   SCAPESTRATA. 

•f  *  SCAPEZZAMENTO.  L.o  Kcnpez- 
snre,  Ud,n.  I\'is.  i.  ip.  Qui  si  noti  ec. 
lo  scapetznmento  sillalnro  in  sermonem  j 
e  lutto  per  servire  ec.  (A)  Bel/in.  Di^c 
2.  3oo-  A  furia  di  punte  si  fanno  quegli 
•capeizamenti,  e  quei  mozzamenti  d'ugni 
mucrfaii'tto,  o  moniicelto,  o  risalto  di 
marmo.  fF) 

t  SCAPEZZARE.  Tagliare  i  rami  agli 
alberi  insino  in  sul  tromo  j  die  a  Uri- 
meati  dici  ^mo  Tagliare  a  corona.  Lat 
amputare.  Gr.  aTTOzo'TiTiiv.  Pallnd.  cnp. 
^1.  Coltellacci,  e  pennati  da  laf-Iiare  i 
rami  secchi  tra  i  verdi  in  sull'  albero,  e 
da  scapezzare.  Dav,  Colt  169.  Scapezza 
il  oesto  col  pennato,  e  non  con  la  sega. 
Soder.  Colt.  37.  Convìen  potarle  presso 
al  tronco,  cioè  scapezzare  ì  sermenti  a 
quattro  e  sei  dita  vicino  a  esso,  in  capo  al 
primo  nrcbio.  F  39  Taglisi  sopra  a  dove 
(ler  ultimo  versoi  rapi  siriiruovi  ìl  magliuo- 
lo mantenuto  verde,  scapezzando  affatto  a 
dove  si   conosca  possa  rimetter  la  vite. 


S  C  A 

§.  Per  similir,  vale  Tatjlia'e  il  capo  , 
o  la  sommità  di  checchfs^ii.  Lat  cnpUc 
truncat  e ,  detrumare.  Or-  aTTOjfjpaJi'Cstv. 
Dav.  SiiS"i.  61.  Buon  per  noi,  che  il  He 
ce  r  ha  scapezzato.  Ciri/J.  Calv.  4  lo/i 
Che  diavul  la  costui?  che  arme  è  quella, 
Che  tanta  gente  a  un  colpo  scape/za  ? 
farcii.  Star.  ().  261.  Ne  si  contano  le 
torri  de'  cittadini  privati,  le  quali  antica- 
mente erano  più  che  molle,  ma  di  già 
erano  slate  qu-tsi  tutte  scapezzate,  e  ri- 
dotte o  in   case,  o  al  pari  delle  case. 

SCAPEZZATO.  Add.  da  Scapezzare, 
Lat.  nmpftiì^tus,  <.r.  «TroxOTTst';  .  (V.  2. 
2^.  26.  Colai»!  arbore  si  si  dt-e  lasciar  ta- 
glialo, ovvero  scapezzato,  infioo  al  seguen- 
te anno  .  Pallad.  Mellerai  sopra  il  letto 
della  p.iglia  due  parli  di  pieire  scapezza- 
le. Una  parie  di  calcina  leiiiperalaj  e  quan- 
do tu  avrai  tallo  questo  a  grossezza  di  sei 
dita,  melteraivi  regoti  uguali.  Sodfr.  Colt. 
2.  Questa  jtregiatissinia  pianta,  pìù  d'ngoi 
altra  feconda  e  fruttifera,  dal  suo-scapez- 
zato  e  reriso  tronco  ,  e  mozzi  rami  ec.  , 
pullula  e  manda  fuori  ec.  E  56.  Metten- 
do sotto  qualrhe  difesa  di  cuoio,  o  cen- 
cio, o  sl'ippa  legala  forte,  sei  dita  sotto 
al  taglio  del    tronco  scapezzato. 

*  SCAPKZZONATA  .  Term^de'  Ca- 
vallerizzi  .  Botta  di  ninno  con  tutta  la 
frza  del  cnva^c^lore  ,  e  con  tutto  quel 
moto  elle  può  /'tre  il  braccio.  (A) 

SCAPEZZONE.  Propriamente  Colpo 
che  si  dà  nrl  capo  a  mano  aperta  .  Lat. 
colaplins.  Or.  xo'^ccso^.  Pccor.  g.  6.  nov. 
1.  L'abate  alzò  la  mano,  e  die{;li  un 
grande  scapfzzone  .  Lih.  son  5j.  Poich' 
io  ti  ho  morto  cogli  scapczzoni  .  Ciriff. 
Ciilv.  3  8t.  Sicché  la  gente  si  lue  allar- 
gata ,  Per  non  aver  di  quelli  scapezzoni. 
liitrch.  \.  t>6.  E  pan  buffetto,  e  cacio 
scapezzooe  {qui  detto  per  contrapposto  di 
Budello,  in  equivoco  scherzoso),  E  2.  ^6 


S  C  A 


inVI 


Giunse    mio 


diemmi    un 


gran 


buffetto  ,   E  scapezzoni  e  lirommi  il  ciuf- 
felto. 

t  SCAPIGLIARE  .  Scompigliare  i  ca- 
pelli sparptìfiliiindogli.  Lat.  copillos  con- 
turbare .  Gr.  otc-T«£arT£[v .  Ott,  Coni. 
Inf.  27-  4*58  I!  giovane  fu  a  lei  ;  costei 
per  nullo  modo  volle  consentire  :  scapi- 
gliulla  ,  grafGolla  e  morsecchiolla  .  e  ogni 
oltraggio  le  fece.  Pntnff  (^.  Madre  del 
diavolo,    io  la  scapigliai. 

^  g.  I.  K  neuti ,  pns-v.  Ang.  met.  2. 
109  Ogoì  sorella  di  Fetonte  e  figlia  Del 
Sol  uon  men  di  Climene  ,  si  dole ,  Si 
giaffia,  si  peicote  e  si  sca[iiglia  Ed  empie 
il    Ciel  di   pianto,   e  di   parole.   (DJ 

§.  11.  //(  sisnifìc  neulr.  pass,  figura- 
tnm.  Vale  Darti  alla  scapighntura  ,  li- 
vere  sC'ipcitrataiiie/ìti'  ,  o  dissolutamente 
Lat.  nepotari    Gr    a^'jJTSj'ìsàai. 

SCAPIGLIATO.  Add.  da  Scapigliare. 
Lat  pas.ii(  crinihiis  .  lìocc.  nov.  ^8.  6 
Vide  venire  ppr  un  !)oschetto  ec  una  bel- 
[  lissinia  giovane  ignuda,  scapigliata,  e  lutla 
graffiata  dalle  frasche  e  da'  pruni  .  Lìin. 
C'.'mp.  2.  5l.  Con  abbondanza  di  lagri- 
me scapigliata  in  mezzo  della  via  ginoc- 
chione  si  gettò  in  terra  innanzi  a  messer 
Andrea  da  Cerreto  giudice,  ec.  Dnnt  Inf, 
18.  Sicchi;  la  farcia  ben  con  gli  occhi  at- 
tinghe  Di  quella  sozza  scapigliala  tante  , 
Che  là  si  graffia.  E  li'.  I^uov.  25.  Ap- 
parvero a  me  certi  visi  di  donne  scapi 
gliale,  che  mi  diceano;  lu  pur  morrai.  IC 
appresso  :  Veder  mi  parea  donne  andare 
scapigliale. 

§.  Scapigliato,  vale  anche  Che  s'è  dato 
alla  scapioliatitia;  e  talora  si  usa  infor- 
za di  siist.  Lat.  nepo'f.  Gr.  aiwTO?  Tac. 
Dav.  Po^t.  !\\\.  Ma  Tiberio  solanienie 
tolse  la  degnila  seoaloria  a  questi  quattro 
scapigliali.  Alleg.  rini.  178.  Io  non  son 
torcici-llo,   o  slropiccione;  Adunque  io  so- 


no un  grande  Kapjgliato?  Buon.  Fier.  3. 
^    ().  Ditelo  voi,  scapigliala  gente. 

SCAPIGLIATUUA.  L'  atto  dello  scapi- 
plinrsi,  neir  ultimo  sienifìc.  Vita,  O  Ma- 
niira  di  iii-eie  dissoluta,  e  scapestrata  . 
Lai.  la\civia  ,  'icrntia  .  Gr  àcs/ysia  , 
«lOJTi'a  Bium.  Fi<r.  3.  i.  9.  E  'I  lan- 
ternino amiro  arreso.  Che  sempre  ho  in 
tasca  pe'casi  opportuni  Delle  scapigliature 
mie  notturne.  /■;  Tane  5.  6.  E  'l  danno 
della  sua  scapigliatura  S' ha  a  ristorar  or 
con   un  Luiin  dotune. 

SCAPITAME.-VTO.  Le  scapitare.  La». 
dimnum,  dttrìnientum  ,  inctura.  Gr.  C?]. 
y.i'a.  Cavolr.  Spccih,  Cr.  Questo  adduirne 
eggi  a  molta  genie,  perocché  tanto  regna 
questa  invidia  .  che  pare  che  1'  uomo  sia 
itolenle  della  fama  e  dell.i  gloria  e  dell* 
ulililade  allrui  ,  reputando  l'altrui  me- 
rito suo  scapitamenlo  -  •\'  Pullnv.  Sfor, 
Conc,  j.  428.  E  sentisse  ancora  lo  scapi- 
tamenlo della  riputazione  cbe  ivi  patia  la 
sede  apostolica.  (IV) 

SCAPITARE  .  Perdere,  e  Metter  del 
c-ipitale ,  Metterci  del  suo.  Andarne  col 
peggio.  Lai.  summam  iniminuere  ,  iacfu- 
rani  faccre  .  Gr.  C>l/Jit'av  iiv/r.-ì^  .  Tes. 
lir,  7.  16.  Amerei  più  Ì-scapitare,  che  lai- 
damente  guadagnare.  Inlrod,  Virt.  Ne  si 
metta  con  lui  ad  altra  quistione  ,  impe- 
rocché ne  potrebbe  scapitare.  Puon.  Fier. 
4.  4*  12.  E  scapitalo  aver  di  lai  manie- 
ra ec.  ,  Che  forza  gli  è  1'  andarsene  in 
dileguo  .  .» 

Si  g.  I.  Scnpitnr  di  credilo,  0  simile, 
vale  Binictterci  di  credilo,  o  simili.  Se- 
pner.  j\lnnn.  Apr.  26.  3.  E  non  e  que- 
sto uno  scapitar  di  saviezza  quando  più 
ne  dovresti  aver  guad.ignato?  E  Fred.  3. 
6-  Credete  voi  cbe  se  perdonando  scapi- 
terete di  credito  presso  molli  degli  uo- 
mini noti  a  voi,  non  dobbiate  presso  al- 
trettanti scapitare  ancor  di  credilo  ven- 
dicandovi?   (  V) 

*t  *^  §■  ^(-  Scapitare,  vale  anche  Per. 
dere  di  sua  virtù,  o  efficacia.  Red  Tett. 
voi.  5.  p'g.  60.  fediz.  de'Clns.s.).  A  tutte 
le  singolari  doli  di  quest'acqua  (del  Tfl- 
tnccio  J  D*  e  accoppiata  un'  allra  singola- 
rissima, che  ella  può  tramandarsi  in  tulle 
le  più  lontane  regioni  del  mondo,  senza 
eh'  ella  scapiti  ne  poco  né  punto  di  sua 
virlù.  (A) 

SCAPITATO.  Add  di  Scapitare. 
SCAPITO,  Lo  siapit'.rr,  Scapilamen- 
to.  Lat.  dimniim  ,  ditrimentum  ,  indura. 
Gr.  ^riuta.  Fr,  Gìord.  Pred  Jì  Esage- 
rava il  timore  di  fare  uno  scapilo  grande. 
L'^  appresso:  T^on  si  accorse  del  fallo  gran- 
dissimo scapili^. 

SCAPITOZZARE.  Far  capitozze.  Ta- 
gliare gli  alberi  a  corona  .  Lat.  amputa- 
le. Gr.  aTro/o'TTTEtv,  Dav,  Colt  188.  -Se 
vuoi  farne  molti  (de*  mori) ,  scapitozzane 
di  Marzo  uno  che  sia  iu  luogo  umido  e 
grasso  . 

•f  SCAPOLARE  .  Feibo  antiquato. 
Liberare.  Lai  liberare.  Gr.  è^.iuQ-po'jV. 
O,  V.  7.  IO.  3.  Poco  tempo  appresso  i 
baroni  Pugliesi  ,  Ì  quali  il  Re  jvea  presi 
alla  balli-glia  ,  fece  scapol.ire  ,  e  a  molti 
di  loro  rendere  le  loro  terre.  E  12.  16 
7.  Ogni  allo  e  scrillure  vi  furono  prese 
e  arse,  e  rotta  la  carcere  della  Vologna- 
na  ,  e  scapolali  1   prigioni. 

§.  I  In  signijìc,  neutr.  vale  Fue^ire, 
Scappate  .  Lai.  effiiL-ere  ,  evadere  .  Gr. 
£zp;J-/aiv .  Buon.  Fier.  i.  4-  ^-  Prima 
uscirà  da  quel  minor  pertugio  ,  Fallo  di 
pirrol  ago  un  elef.mle,  <-he  possa  scapo- 
lar, da  noi  guardato.  Dalle  carceri  nostre 
un  brusco,  un  pelo.  F  Tane,  5-  l.Ecco 
che  in  un  i»tanle  l' accerchiare.  Che  tem- 
po nou  vi  fu  da  scapolare.  Fir.  As.  67. 
Anziché  egli  d'  indi  se  ne  scapolasse  per 
alcuna   segreta   strada,   aspettala    la    malli- 


io46 


S  e  A 


Da,  io  provvidi  che  egli  fosse  menalo  di> 
n.iDzi  al  vostro  illustrissimo  cospetto. 

§■  II.  Scapotare  p  per  Uscire,  o  f'enir 
fuori  .  ìiuon.  Fier,  3.  5.  6-  Piova  via 
Manilla  e  Napoli,  Piova  gran  Danzica  e 
Tripoli ,  Gran  di  qua  ,  via  di  là  sca- 
poli . 

SCAPOLARE.  Sust.  Quei  cappuccio 
che  tengonf}  in  capo  ì  frati.  Lai.  *scapu- 
tare ,  'cuculio ,  Vives.  V.  ti  Du-Fretne. 
Baca  nov,  6l.  3.  Quaì  calie,  e  qujl  rap- 
pa,  e  quale  scapolare  ne  traevano  sposso. 
Pteor,  ^,  3.  ii-)w  1.  Si  cominciò  a  vesti- 
re, e  a  mettersi  io  capo  lo  scapolare.  D. 
Già.  Celi.  ìi'tt  i^.  Si  turò  il  volto  collo 
scapolare,  e  diegli  d'uno  collcllino  per  lo  ' 
corpo.  JJurcfi.  i.  ^-j  Erano  tulli  senza 
scapolari  lii-rn.  Ori.  2.  22.  58.  Aggrjffa 
i  frati  per  gli   scapolari. 

SCAPOLATO.  .'/(/(/.  ila  Scapolare, 
Lai.  tjui  evasit.  Or.  jxyuyw'v  ,  Fr.  /ac, 
T*.  4-  *4"  ^  L*  antiriuo  serpe  pare  sca- 
polalo. Fir.  As.  ijrt.  Cupidij  ec.  ,  non 
potendo  più  supportar  1' as^rOEia  drlla  sua 
Leila  Psiche,  scapolato  per  una  strettissi- 
ma finestra  di  quella  camera  ,  dove  egli 
era  ristretto  ec,  se  ne  venne  là  dove  ella 
dormiva  . 

SCAPOLO  .  Add.  Lihcro  ,  Senza  so- 
praccapy.  Libero  da  su^p-ztone.  Lat  so- 
iutu^,  liher.  Gr  auTi?oy5io;.  Vtt,  liarl, 
25,  Bello  figliuolo,  ora  si  parrà  come  tu 
ti  guarderai  di  lor  lacci  ,  donde  tu  set 
scjpulo.  /Jurih  2.  75.  Sifcli'  abbi  Ì  tuoi 
pensieri  sciolti  e  scapoli  Dalla  fornicazion 
ver  luì  diabolica. 

§.  Per  limogli'tto  .  Lat.  catli-hs.  Gr. 
aya^o;.  Tac,  D<w.  Ann-  3.  65.  Metten- 
do più  conto  r  essere  scapolo  (  ti  testo 
lat.  ha:  prsevalid.i  orbitale).  Sull'in,  Disc. 
2.  4^3-  ^*^^'  g'i  uofiiini  scapoli  e  senza 
moglie  riconoscliiaiiio  andare  di  6eru  co- 
raggio adorni  ,  e  di  brio  fornili,  e  di  spi- 
rito. 

SCAPONIKE,  l'incer  l'altrui  ostina- 
zione. Lai.  alienine  pertinaciam  injringe- 
re  .  Gr.  au^a^£iy'v  Ttvo;  xxzocp'prìyjZ- 
vai.  V  Salfin,  Annot.  Fter.  Buon,  3.  3 
2.  Scaponire  ,  Levar  di  capo  1'  ostinazio- 
ne ,  la  caponeria  ,  come  si  dico  scaponire 
un  ragazzo,  che  s'è'  intestato  di  qualche 
cosa,  (]S) 

t  §.  Per  metaf  Buon.  Fier.  3.  3-  2- 
E  pur  sappiamo  Anche  noi  torre  a  sca- 
ponire un  libro.  '•'  Red.  lett.  1.  89.  Ma 
sia  coni*  esser  si  voglia  ,  sarà  forse  detto 
che  r  c-nergta  d<'ir  unlimoain  sapra  molto 
bene  scaponire   la   n.aura.   (J') 

#  SCAPPANTE.  Che  scippa.  Lat  eva- 
dens,  exten.<.  Gr.  Jiy.tJj'wv.  Sthin.  Disc. 
2.  q5.  Ulisse,  che  prepose  alla  veduta  del 
fumino  ,  scappante  dai  fuinm.iiuoli  della 
sua  Itaca  ,  1'  iminorlalila  eìibilagli  dal- 
la Ninfa  innamorala  di  lui  ,  dice  della 
tiicdcsinia    sua    patria  ,    eh'  era    uno  sco- 

SCAPPABE.  Fuggire.  Uicire,  o  Andar 
via  Con  velocità,  con  astuzia,  o  con  vio- 
lenza j  e  si  dice  propriamente  di  cova  che 
sia  ritenuta  .  Lai.  erutnpere  ,  efftisìere  , 
evadere,  excidere.  Gr.  fi/yeu'yiiv.  Bocc» 
nov,  77.  63.  Ma  fermamonle  lu  non  mi 
scapperai  dalle  mani.  Tito.  Dav.  Star.  4- 
342.  L'appiccavano  anche  a  Vocula  ,  se 
travestito  da  sihi.ivo  di  noUe  ilielo  nou 
iscappava.  Sa^\i.  nnl.  eip.  no.  Ma  cssen* 
do,  non  so  comi',  5r,ippat<i  di  mano  a 
chi  r  immergeva  ec,  si  vcdde  che  in  quel 
solo  alto  d'immergerlo  1' urge  n  lo  n' avea 
mangiata  una  gran  pirlo 

g.  1  Scappate  a  dire,  o  a  fare  alcuna 
cosa  ,  vaie  Lasciarsi  andare  a  farL»,  o  a 
dirla  qnasi  non  volendo,  0  dopo  esserse* 
ne  ritenuto.  Tac.  Dav.  Ann.  a.  55.  Della 
qual  ciisa  rara  ,  e  lieta  eziandio  a'  povcr 
uomini  Tiberio  foce   Unto   giubbilo ,  che 


S  C  A 

in  senato  scappò  a  vantarsi  ,  niuno  altro 
Romano  di  sua  grandezza  aver  avuto  due 
nipotini  a  un  corpo  (il  tetto  lat,  ha.  ut 
non  lemperaverìt  quin  iactarel). 

§.  II.  Scappare  alcuna  cosa  ad  alcuno, 
per  stmiltt.  vale  Hiescirglt  di  farla.  Ve- 
air^li  fìtta.  Lat.  excidere  atiquid  .  Car, 
lett.  1.  106.  Quando  mi  scappasse  qual- 
che coletta  ,  sarà  di  più  favore  a  me 
venendo  alle  sue  mani  ,  che  di  piacere 
a   lei. 

§.  III.  Scappar  la  pazienza  ,  la  rab- 
bia, o  simili ,  vagliano  Uscir  di  flemma. 
Entrar  in  collera  ,  in  furia  ,  r  simili  . 
Lat.  patifutiam  abrumprrr  ,  Tacit,  Gr. 
■TTa'/f/VTac  s//a_av!iv  ,  Tic.  Dav.  Ann. 
12.  i56.  Ad  i-ssi,  bench>-  usati  a  servire, 
scappa  la  pacienza  ,  e  1*  assediano  armati 
in  pjlagio.  ff  Forti^  liicciard  t.  76.  A 
Rinaldo  la  (lemma  a  un  tratto  scappa.  ^A'V 

SCAPPATA.  Z'  alto  dello  scappare;  e 
dicesi  propriamente  della  prima  Afotsa 
con  furia  nel  correre  del  enne,  e  del  ca- 
vallo ,  liberati  dal  ritegno  che  gt*  impe- 
diva . 

g.  I.  P.r  metaf.  Salvia.  Disc.  l.  3l4. 
Abbnndevolitsimo  è  1' ingfgno  dell' Ario - 
slo,  e  fecondissimo,  fervido,  ed  amoroso; 
onJe  dove  vede  Ìl  bello  da  sfogare  solto 
fiyura  d'altri  la  propria  passiun<-,  da  certe 
scappale  non  può  tenersi.  A'  |.  349.  La 
stagione  ec,  invii-i  me  ,  per  ristoro  delle 
passate  estive  fatiche  e  recitazioni  arcade- 
miche  ,  a  prendere  dal  presente  dubbio 
acconcia  e  comoda  congiuniura  dì  gincoa- 
da  scappata  .  E  2.  299  Sono  bei  luoghi 
poetici,  e  scaj'pate  d'ingegno, 

§.  n.  Stappata,  pur  per  metaf,  si  dice 
di  Errar  grave  ,  e  poco  consideralo  in 
fatto,  0  in  detto  Tac.  Dav,  Ann.  i.  27 
Ravvedutosi  di-Ila  scappata,  chinò  le  sputile 
ad  assolvere  il  reo  djlla  querela  (il  testo 
lai,  ha:  quantoque  inrautìus  eflerbucrat  , 
poenìtentia  patiens]  .  Alleg.  123.  Delibe- 
rando di  fare  una  scappata  marchiana  per 
uscir  de'pupdli  davvero.  Buon.  Fier.  \. 
Ci.  II.  Penso  pur  nonJimen  rinvenir  casi 
Delle  scappale   lor. 

*  SCAPPATELLA.  Dim.  di  Scappata. 
Pros.  Fior.  6.  204  Questo  sgraziato  ve- 
dendo che  Venere  t'acevj  qualche  scappa- 
tella, non  volle  lasciar  correre,  come  tant' 
altri  .  ec.    (') 

SCAPPATO.  Add.  di  Scappare.  Lat. 
qui  ffluf^it,  qui  excessit,  vcl  elapsus  èst. 
Gr  e'xpuywv  .  Tac.  Dav.  Stc<r.  3-  3lo. 
Scappali  di  pacienza  ,  gli  rinfacciavano  1* 
orgoglio  e  la  crudeltà,  e  infino  al  tra- 
dimento (il  lesto  lat.  ha  cxarsere).  Buon. 
Fier.  I.  3.  2  Uscito  il  Podestà,  scappato 
voi.  ^3.  I.  9.  Oh  che  gole,  oh  che 
menlo  ,  oh  che  ganasce  Scappate  de'  lor 
gangheri  t  E  3.  2.  l5.  I  barberi  scappati 
Si  5on  rimessi  a  segno.  Cecch.  Esalt.  Cr. 
1.  5.  E  venuto  un  Cristian  di  verso  Susa, 
Scappalo  da  quei  barbari.  , 

•f  ^-  SCAPPATOIA.  Sutterfufiio,  Scusa 
affettata.  Salvia.  Tane.  Buon,  ^.  6,  Que- 
ste 1,'retole  ec,  queste  scuse  .iQetlate,  questi 
rifugii,  sutlerfugii,  scappatoie.  (Aj 

•^  SCAPPATURA.  foce  poco  usata  j 
Scappata.  Car,  lett.  med.  a.  II7.  Il  car- 
dinal Salviali  sta  con  grandissima  dispia- 
cere della  scappatura  <Iel  nipote,  e  m'  è 
slato  detto  che  già  aveva  per  concluso  un 
parentado  eoa  una  figliuola  del  Sig.  Vin- 
cenzo  (y) 

Scappellare.  Cavar0  n  cappa!- 

/.> .  Lat.  pileum  detrahere  .  Gr.  TTtXi'i^iov 
OtfOttpttv  .  l.ib.  ^fotf.  Se  gli  accostò  ab- 
bracciandolo ,  e  trassegli  il  cappello  ,  di- 
cendo che  un  Re  poteva  bene  scappellare 
un   altro. 

■j-  §.  Talora  vate  Salutare  alcuno  ,  o 
Cavarsi  il  cappello  per  salutare  alcuno  j 
e  si  usa  oltre  alCatt.  anche  nel  tìgnìfic. 


S  C  A 

neutr.  pass.  Lat.  aperire  caput .  Gr. 
xepaìiìv  a:Tozx>uTTW3at .  Buon.  Fier, 
4-  3.  5.  Che  ritrose  Mi  faccìao  muso  , 
qujad'  io   le  scapp«dli. 

SCAPPELLATO  .  Add  da  Scappel- 
lare . 

SCAPPELLOTTO  .  Colpo  dato  nella 
pirte  deretana  del  capo  colla  mano  aper^ 
ta,  Lat.  capitis  ictus,  alapa.  Gr.  xavov^ko;. 
Buon  Fier.  1.  4-  6  Perchè  a  queste  pe- 
lando La  Conocchia  ,  e  a  quelli  Scappellot- 
ti e  frugoQi  e  punzon  dando  ,  Non  v'  era 
più  nessun  che  non  volasse  Di  dove  egli 
appana . 

SCAPPERUCCIO.  Capperuccio  .  Lat. 
cuculio.  Gr.  T9  7:^^  r.ifxXÀi  xv.ì^ju.fi{i . 
Car.  lett.  1,  28  Fermatosi  dunque,  e 
sbracciatosi  in  uo  tempo  ,  si  lascio  calar 
lo  scipperuccio  sulle  spalle. 

SCAPPINARE.  Fare  lo  scappino,  cioè 
il  pedule j  e  dicasi  più  degli  stivali,  che 
d'  altro . 

SCAPPINO.  Pedule.  LaL  pedule,  Gr. 
:roo£toy  .  Sov.  ani,  75.  4-  Certo  ,  dìue 
niesser  Rioieri  ,  si  sono  ;  ma  sono  torna- 
to per  gli  scappini  delle  calze.  $  Cecch. 
Prov.  24  Tu  hai  le  cervella  a  rimpedu- 
lare,  cioè  a  racciabattare  ,  come  si  fanno 
le  calze  quando  si  rifa  loro,  o  rattoppano 
li  peduli,  cioè  gli  scappini.  (D) 

SCAPPONATA  .  ì\sU  de'  contadini , 
fatta  per  la  nascita  de*  lor  figliuoli,  detta 
dal  mancarsi  in  essa  de'  capponi  Buon, 
Tane.  l.  1.  Qiiand'  e*  si  fece  un  di  la 
scappon^ta,  In  pi.'n  Mugnone  il  vidi  stra- 
lunare . 

•f  *  SCAPPONEARE  Voce  basM,  e 
poco  utata  .  Fare  uito  scapponeo ,  una 
ramuiaaziaa  .  Sa'vin.  Fter,  Buon.  3.  4- 
11.  Il  Tasso  fj  una  stupenda  Canzonet* 
ta  cunlra  la  Luna  ,  scopritrice  de'  suoi 
amorosi  rigiri  ,  e  ,  per  cosi  dire  ,  scappo- 
neala.   (A) 

SCAPPONEO  Banpognamento  ,  lì 
rampognare ,  Hiprenstone  ,  Hnnimanztna  y 
voce  basta.  Lat.  convicium  ,  obiurgatio . 
Gr.  infzCp.tiìii  ■  Salvin.  Pros,  Tose.  I. 
356  Ln  fa  fare  a  un  notturno  amante  ec. 
un  nobilissimo  rampognaniento,  o,  come 
volgarmente  noi  Fiorentini  diciamo,  scap- 
poneo . 

SCAPPUCCIARE.  In  signt/lc.  neutr, 
pass,  vale  Cavarsi  il  cappuccio  .  Lai.  a- 
perire  caput.  Gr.  /.«soirjv  aSOxaiwTTTJ- 
83ai  ,  A<f:n.  Pand.  |3.  Servi  costui»  di- 
spetta  a  un  altro  ,  compiaci  ,  gare|;gia  , 
ingiuria,  inchinati,  scappucciati,  e  tutto 'I 
tempo  dare  a  simili  operazioni  saoza  dìu- 
na  ferma  amicizia,  anzi  più  tosto  infioite 
nimistà.  Frane.  Sacch.  nov.  87.  Mandate 
le  brache  ^iù  a  un  tratto,  gli  scappuccia 
il  culo,  e  il  capo. 

§  I  Scappucciare ,  in  signifc.  neutr., 
diciamo  anch<-  per  Errare  ,  ma  in  modo 
basso.  Salv  Cranch.  a  2  Ognuno  ha  a 
scappucciare  una  Volta,  e  sciorre  uo  trat- 
to i  bracchi  Car.  Utt.  |  |3  Nello  scri- 
vere con  quelle  terze  persone  mi  «iene 
spesso  scappuccialo  ,  e  dato  del  voi  alla 
signoria  vostra,   con  altre  discordanze. 

§.  II.  Per  inciampare.  Lai.  cespltart. 
Gr.  TZoccoifOpQ-*  ^x^i'^ci».  }fatt.  Frana, 
rim  buri,  a  1 56.  Scappucciò  quella,  que- 
sta  assai   ben   corse. 

#5  III.  Per  Impazzare.  Ao-tf.  rim. 
3.  q'i  II  l'opau  dura  da  due  a  tre  mesi. 
Proprio  nel  t^mpo  dello  scappucciare,  Che 
nome  eterno  ba  donato  ai  Sauesi.  (C) 

SCAPPUCCIATO.  Add.  da  Scappuc- 
ciare.   Frate.    Such.    rim,   5o    l'udi'gìà. 
non  molli  anni  passati.  Gridare:  alla  paz- 
na,   alla    pazzia.    E   quel   che   non  è  pauu. 
I  pazzo  sia  ,   A  quc"  che  si  chiamavan  scsp- 
I  pucciali.    E  nov.    x55.    E    'I   medico    scap- 
pucciato col  Cavallo  ,  che  pel  romore  de' 
■  fcrrameali  caduti  molto  più  correva  ,  ec 


S  e  A 

SCAPPUCCIO-  Lo  scappucciiìre ;  e  Jì- 
curalam.  ,  ma  in  mcdo  biisso  ,  I:rrore  , 
h' errarti  Sbaglio,  Svista,  hai.  rrrntum, 
delicltim.  Gr.  ayalua.  l'arch.  Sion.  io. 
32Q.  Perchè  1'  universale  Ji  Firenic  ha 
questo,  che  chi  doq  fj  scappucci  d'erro- 
ri ,  è  piuttosto  lutUto  da  lui  ,  che  biasi- 
mato, /i  ErcoL  p5.  Chi  io  favellando  ha 
fatto  qualche  scappuccio  ,  e  gli  è  uscito 
alcuna  cosa  di  bocca  ,  della  quale  vieu 
ripreso  ,  suole  a  colui  ,  che  lo  riprende  , 
rispondere:  ec.  K  29^.  Bisogna  che  sia  o 
nato,  o  stalo  a  Fircnie;  altramente  (a  di 
grandi   scappucci . 

SCAPRESTARE.  J\   SCAPESTRARE. 

SCAHRESTATO.  V-  SCAPESTRATO. 

SCAPRICCIARE,  r.  SCAPRiCCIRE. 

SCAPRICCIATO.  /'.  SCAPRICCITO. 

SCAPRICCIRE,  e  SCAPRICCIARE.  Ca- 
fare  altrui  di  testa  i  capricci  j  quasi  Sca- 
ponire, I.al.  alterius  pertinaciam  vincere  . 
Gr.  !x9a'osiav  tcvo^  xaTarp'Tj'/vuvat. 

§.  In  signijìc.  neittr.  pass,  vale  Cavarsi 
I  capricci  .  Lat.  cnpiJitatem  ,  lihidinem 
rrplfre  ,  licentia-  indulgere.  AUe^,  iqp. 
Voleodonii  scaprtccire  a  tutti  i  patti,  sfugo 
la  mia  rozza  vena  col  mantenermi  '1  me* 
eh*  i*  posso  terra  terra  Buon,  Fier.i^.  2. 
7.  Da  scapriccirmi  il  di  parecchie  volte 
Col  ballerlo  nel  muro  ■  È  ^  5-  3.  Sca- 
pricciati  a  tua  posta  ;  eccol  qaa  pruolo  . 
Segner,  Mann.  Marz.  16  I  Aveva  qua- 
lunque comodità  mai  volesse  dì  darsi  dU* 
ozio,  di  banchettare,  di  bere,  di  scapric- 
ciarsi. E  Apr.  18.  1.  Perchè  attendiamo 
a  pigliarci  i  nostri  piaceri,  a  scapricciar- 
ci, a   sfogarci? 

SCAPRICCITO,  e  SCAPRICCIATO  . 
Add.   da' loro  verbi. 

f  *  SCAPULA.  foce  latina,  che  vale 
Omero,  Spalla.  Gli  Anatomici  però  dan- 
no questo  nome  alla  paletta  della  spalla, 
la  quale  con  V  omero,  0  spalla,  è  legata. 
Bellin.  Disc.  I.  161  Questa  palletta,  che 
scapala  s'  appella,  non  ha  altro  sostegno, 
che  quello  di  questi  due  ossi,  che  hanno 
nome  clavicole-  (A)  Imperf.  /Inai.  1^0. 
L*  osso  della    scaputa  che  paletta   in   vul- 

Sare  si  chiama  ,  cusliluisce    la    latitudine 
ella  spalla.  (F) 

SCAPULARE  .  Scapolare  ,  Susi.  Lat. 
cuculio,  cuciilluf  .  Gr  zo  xc*  )(£5«Xyi'; 
xa'Au/ijLtsc.  Frane.  Sacdi.  nov.  i32.  L'  un- 
cino s'appiccò  allo  scapulare. 

*  SCAPULARO-    Scapolare,    Caslig/. 

Cortig.  2.  211.  E  calatosi  indietro  Io  sca- 
pularo,  mostrò  una  gran  zazz<iTa.  (IS'Sj 

SCARABATTOLA.  Lat.  *cimelium,  Gr. 
Ktifir'XiOv.  Red  Diltr.  ■^!^,  Son  minuzie, 
che  raccattole  Per  fregiarne  in  grjn  do- 
vìzia Le  moderne  scarabaltole  Delle  don- 
ne Fiorentine.  1C  Annoi.  Diiir.  212.  Scara- 
battole, fogge  di  stipi,  o  sludioli  trasparenti 
da  una,  o  più  parti,  dove  a  guardia  dì  cri- 
stalli si  conservano  tutti  i  generi  di  mi- 
nute mìscee  ,  cui  la  rarità,  la  ricchezza, 
o  il  lavoro  rende  care  ,  preziose  ,  o  sti- 
mabili . 

•f  *  SCARABATTOLO.  Lo  stesso  die 
Scarabattota.  Bed.  Annot.  Ditir.  2I2.  Oi- 
CQim  io  Castigliano  Escaparrales ,  dalla 
qual  Toce  ebbe  orìgine  tra  noi  Scarabat- 
tola,  e  Scarabatto.'o  Magai,  Zeff. Desidere- 
rei sapere  a  un  di  presso  quanto  converrebbe 
pagare  uno  scarahattolo  di  ebano  liscio  con 
trt  palchetti,  e  col  suo  telaio  davanti  per 
cristalli    fA) 

*  §  E  figurai.  BeVin.  Disc  2.  212. 
S  ei  fosse  tempo  adesso  di  condurvi  ec. 
dove  io  tengo  li  scarabattoli  delle  bazze- 
gole  Pittagorirhe.  (F) 

^  SCARABEO  .  Scarabone,  Lat.  sca- 
rabaus.  Gr.  xa'v^asoj.  Car.  Irti,  2.  71. 
Ancora  io  pensava  che  fosse  dì  quelli  che 
romaoo»  e  non  di  quelli  che  fanno  pallottaj 
come  lo  scarabeo,  0  lo  scarafaggio.  (*) 


S  C  A 

SCARABILLARE  .  Sminuire  ,  Arpeg- 
giare. Lat.  stridiifum  instrumentum  pul- 
sare  .  J'arth.  Ercol.  24;)-  E  chi  non 
eleggerebbe  dì  toccare  piuttosto  mezzana- 
mente uno  violone  ,  che  perfettamente 
scarabillare  un   ribechino  T 

SCARABOCCHIARE.  Jc/iicc/ie/arf. Lat, 
conscrihtiinre. 

SCARABOCCHIATO.  Add.  da  Scara- 
bocchiare. Pataff,  7.  Alma  scarabocchiata 
alle  carole  (qui  per  meta/.}. 

SCARABOCCHIO.  Dicesi  II  segno  che 
rimane  nello  scarabocchiare .  ^  Rtd.  leti. 
1.  128.  lo  vi  farei  quella  beltà  comparsa, 
che  farebbe  ec.  uno  di  quei  rozzi  scara- 
bocchi che  schiccherava  co'  suoi  pennelli 
l'antico  Margheritone  d'Arezzo.  (*)  lìellin. 
Disc  2.  26.  Che  cosa  vedeste  voi  mai  più 
straniamente  ioforme,  e  più  lontana  da  ogni 
ben  praticata  legge  di  ben  caratterizzare 
quanto  le  cifre  da  scrivere  lettere?  Non 
paion  elleno  veri  girigogoli ,  e  veri  scara- 
bocchi, e  veri  sfregdccioli  tirati  giù  alla 
peggio?   (F) 

SCARABONE.  Scarafaggio.  Lai.  sca- 
rabcetis-  Gr.  cxapaSaro?.  Pattad.  Agost. 
7.  Dì  questo  mese  li  scaraboni  molto  mo- 
lestano r  api. 

SCARACCHIARE  .  Belare.  Lat.  irri- 
siones  ingerere,  irridere.   Gr.   ^fiéuy'^eiv. 

SCARACCHIATO.  Add  da  Scaracchia- 
re .  l'arch.  Ercol.  5^.  Quando  chicches- 
sia ha  vinto  la  pruova  ,  cioè  sgarato  un 
altro  ,  e  fattolo  rimaner  o  con  danno,  o 
con  vergogna  ,  dicono  a  Firenze  :  il  tale 
è  rimaso   scornato  ec,  o  scaracchiato,  ec. 

*  SCARACCHIO.  Foce  dell'  uso.  Spulo 

catarroso     (A) 

*  SCARAFAGGETTO.  Dim,  dì  Sca- 
rafaggio, l'allisn.  I.  375    (MinJ 

:>  SCARAFAGGIiNO.  Dim,  di  Scara- 
f'gsio  .  Bed.  lett.  Ho  ricevuto  un  vaset- 
to cogli  scarafaggini  nati  dai  vermi  delle 
ooccìuole.  (A) 

t  SCARAFAGGIO  .  Animaletto  nero 
simile  alla  piattola  ,  che  depone  V  uova 
nello  sterco  di  cavaVo,  o  di  vacca  ,  e  h 
riduce  m  /orma  di  palla,  rotolandolo  per 
terra,  e  conUicendolo  dove  vuol  tenere,  o 
conservare  le  sue  uova  .  Lat.  scarabeeus. 
Gr.  e/.r,p%^inoi.  Omel.  S.  GÌo.  Grisost. 
232-  Come  scarafaggi  rivoltare  e  rimestare 
Io  sterco  suo.  Ftanc.  Sacch  rim.  ^7.  A' 
scarafaggi  tu  verrai  in  ira.  E  nov.  i36 
E*  nascerà  motte  volte  una  fanciulla  ,  e 
forse  le  più.  che  paiono  srarafaggi.  Burch. 
!•  HO-  Jl  Sol  già  era  nello  scarafaggio 
(  qui  in  ischerzo ,  per  un  segno  cele- 
ste  ). 

*t  *  §-  Scarafaggio  ,  per  Pesce  vols. 

dello  Tenuta  .  Salvm.  Op.  Pese,  3l5. 
Tosto  r  odor  lo  scarafaggio  desta  ,  Ood* 
eì   verrà  drento  alla    tonda   rete.   (Aj 

SCARAFALDONE.  F.  A.  Lat.  satel- 
les  ,  miles.  l'end,  Cr.  Vennono  gli  scara- 
fatdoni  ,  cioè  la  f.«miglia  della  sinagoga 
ec-  E  questi  scarafalduni  andarono  dietro 
all'  odore  ,  ed  ebbonu  trovata  questa  cal- 
daia . 

*  SCARAFFARE  .  Arraffare,  Rapire 
a  ruffa  ruffa,  Levar  con  Jui'ta,  e  affolla- 
tamente .  Lat  abrìpere  .  Gr.  aaTrc/^stv  . 
Malm.  q  So-  Se  vien  frittala  ognun  sta- 
va accivito  ,  Che  per  aria  chi  può  se  la 
scaraffa  .  (*) 

SCARAMAZZO.  Add.  Che  non  è  ben 
tondo,  Bernoccolitioj  e  si  dice  delie  perle. 
Lat.  male  rotundus,  ^ihhosus.  Gr  xy^CTO?. 
Bed.  Esp.  nal  78  Quattro  perle  scara- 
mazze,  che  tutte  insieme  pesavano  dodici 
grani,  nel  ventriglio  d*  un  piccion  grosso 
scem^ron  dì  peso  qual)ro  grani  in  30  ore. 

SCARAMUCCIA.  Scaramuccio.  Lat.  ve- 
litatio.  Gr.  aViJsSoiijuì;.  3/.  /'.  il.  7q. 
Lasciando  le  forestiere  storie ,  e  tornando 
allv  scaramucce,  e  badalucchi  della  tediosa 


S  C  A 


10^7 


guerra  intra  ì  Fiorentini  e*  Pisani,  ci  oc* 
corre  ec  Cron.  More  l.  3l2.  I  nostri  trae- 
vano motto  piò  forte  alla  scaramuccia  ,  e 
spezialmente  il  Tartaglia  (co.ù  ne'  testi  a 
penna  j  la  moderna  ediz.  ief:g€  :  i  nostri 
teneano).  E  appresso  :  Bernardone  s'  ap- 
parecrhiò  il  meglio  che  si  potè:  la  scara- 
muccia si  cominciò:  il  Tartaglia  non  si 
poli.-  tenere  ,  ed  esci  alla  scaramuccia . 
I  arch.  Stor,  li.  ^3o,  La  carne  del  ca- 
vallo ec,  quando  ne  erano  ammazzati 
nelle  scaramucce ,  (  si  comperava  )  due 
grossoni ,  e  non  era  cattiva  .  Di^c.  Cale, 
i5.  Negli  eserciti  antichi  de"  Romani  i 
fundilori  ,  ed  oggidì  ne'  moderni  gli  ar- 
rbibusieri  attaccano   le  scaramucce. 

•'•  SCARAMUCCI  ANTE.  r//^ffrtr/7mt/c- 
cia.  Lat  velitans,  procursms,  levi  prcelio 
lacessens,  Pros.  Fior.  ].  3.7.  s^S-  I  "lu- 
sici,  se  io  non  sono  errato,  quei  loro  con- 
cetti musicali ,  dove  le  note  in  un  certo 
modo  si  van  seguendo,  e  si  raggiungono 
r  une  I*  altre  ,  a  modo  di  persone  che  , 
scaramuccianii,  queste  fuggono,  e  altre  ad 
esse  corrun  dietro  ,  che  è  cpcra  spesse 
volte  e  avvenimento  militare  ,  costumano 
di  addomanilary/rgAej  con  metaforica  pro- 
porzione.   (NSj 

SCARAMUCCIARE.  Combattere  chefa 
una  parte  dell'  esercito,  o  dtll'armata  can- 
tra una  parte  de'nemid  che  siano  a  fron- 
/«-.Lat.  velitari.GT.ii/tpoSoll^i'z'ba.i..  f'it. 
Pluf.  Alcune  volte  scaramucciavano ,  e 
sempre  vincevano  quelli  di  Cesare.  Cron. 
Mcrell.  3ii.  Que'del  Duca  erano  accaTn- 
pati,  e  scaramucciavano  lutto  giorno  co* 
nostri.  Buf.  Quelle  quattro  (galee)  di  Ci- 
cilia si  Irassono  fuor  del  porlo,  e  scara- 
mucciando mandarono  ec. 

^  %.  E  neuti  o  passivo,  vale  Difendersi, 
Schermirsi  da  quali  he  pericolo.  Benv, 
Celi.  Fit.  I.  118.  Seguitando  appresso  la 
peste  molti  mesi,  Ìo  mi  ero  scaramucciato, 
perchè  mi  eran  morti  di  molti  compagni, 
ed    ero  restalo  sano,  e  libero.  (C) 

SCARAMUCCIO,  e  SCARAMUGIO  - 
Comb  itti  mento.  Zuffa  da  piccola  parla 
degli  es<-TCiti  fatta  Jìtor  d' ordinanza  Lat. 
velitatio,  velitaris  pugna.  Gr.  ix.AOo5oyi- 
a^ao;  G.  7'.  9.  ^y,  2.  I  Fiorenlini  non 
usiiron  fuori  a  battaglia  ,  se  non  in  cor- 
rerie e  scaramugi.  E  10.  89  3.  Quivi 
stettero  più  giuroi  sanza  assalire  una  oste 
r  altra,  se  non  di  scaramugi  e  badaluc- 
chi. E  11.  3.  I.  E  in  su  quello  di  Gri- 
gnano  più  scaramugi  ebbono  la  nostra 
gente.  E  12.  38.  3.  Sovente  uscivano 
fuori  agli  scaramucci  e  biidalucchi.  E 
cap.  58  4.  Cosi  vi  continuò  1'  oste  ec. 
al  continuo  uscendo  fuori  a  badalucchi  e 
scaramucci. 

*  SCARAMUZZA.  Lo  stesw  che  Sca- 
ramuccia,hai.  velitafio.  Cortig.  Castigl.  2. 
107  Riirovandosi  il  cortegiano  nella  Sca- 
ramuzza. 0  fatto  d'arme,  o  hatlaglie  di 
terra,  o  in  altre  cose  tali,  dee  discreta- 
mente procurar  d'appartarsi  dalla  molti- 
tudine. (NS) 

5  SCARAVENTARE.  Scagliar  con  vio- 
lenza. Lanciare.  Lai.  magna  vi  vibrare. 
Gr.  piTX^'oL^  ajypptm^=iv.  *  Fortig. 
Biccinrd.  2.  I9.  V.  quando  (la  helva } 
apre  la  sua  terribil  bocca.  E  tu  la  sca- 
raventa (quella  radice)  nel  palato,  E  sa- 
bito vedrai  ec.  (B)  Buon.  Fier.  2.  3. 
7.  Scaraventa  '1  cappel  eh*  egli  ha  dì 
treccia.   (N) 

^  §.  /:.'  in  signijìc.  neufr.  pas.i.  vale 
Scaqliarsi  con  violenza,  Avventarsi.fTac. 
Dav.  Post,  4ì6.  Lanciatevi:  avrei  detto 
scaraventatevi,  ma  ,  rappita  t  il  Muzio  ci 
grida»  .  Buon.  Fier-  !^.  ^.  12.  L' uoni 
malvagio,  Che  per  timor  tenne  al  suo 
vizio  il  morso.  Non  avendo  chi  'I  freni. 
Colle  sue    iniquità    si  scaraventa.  (Bj 

SCARAVENTATO.  Add.  da  Scaraverf 


io)8 


sci 


tire.  Lil.  milita  vi  einculaius.  Gr.  /ieTiX 
/^caj  a*£pi(^juii*»5;.  Buon.  Fier.  3.  5. 
2-  E  la  scarjventJtc  e  giubhe  e  brache. 
^  SCARCAHE.  l'oce  poet.  Sincop.  di 
Scaricare.  A'',  t'ur.  7.  12  Sullo  due 
oegn  e  soUiliisiini  arolu  Soa  duo  negri 
occhi,  anzi  due  chiari  Soli,  Hìuloii  a  ri- 
tardare, a  muvcr  parchi,  lotorno  a  cui 
[»jr  ch'Amor  schermi  e  Tuli.  £  cti' iiiJì 
tulli  la  faretra  scarcbi-  E  28  87.  Nod 
fugge  il  suo  peiiìier,  ne  se  oe  scarta 
RodomuDle  per  terra,  né  per  onda.  (SS) 
E  3:3.  II.  la  quel  fiume  che  Lete  &i 
aoma  Scarcava,  anzi  perdea  la  ricca  su- 
ma.  (FPj 

SCARCERARE  Levar  di  carcere.  Lai. 
e  vinculis  educer^,  carcere  Uherare.  Gr. 
efa*/3t'/-cy  e/  toJ  os5juiwr»;,3i'ou.  ^  Serti 
Vit»  ini.  l'Ili.  Il  Re  ai  nmir  in  punto 
per  mare,  e  por  lerra  ,  e  scarcerò  il 
conte  di  Munlorin,  perchè  gli  ricuperasse 
l'Aquila.  (CPj  Dnv.  ^cii/n.  86.  S<jrcero 
e  rimise  ne'loro  onori  1  condannali  per  la 
Fede.  Sa'vin.  Seno/\^  2  5l  Sembratagli 
di  vedere  il  padre  Licomcdc  in  veste  ae- 
gra, errante  per  terra  e  per  mare,  e  ve- 
nuto alla  carcere,  scioglierlo,  e  scarcerar- 
lo.  fC) 

fi.'  g.  I  E  /iguratam,  per  Trarre  fuori. 
Salvin,  Gcor.  lib.  \.  E  dalla  »elce  scar 
cerasse  il  fuoco,  (l'j 

*  g.  II.  E  per  SI  tiilif.  Buoi.  Fier.  3, 
5.  2.  Scalzarli  a  forzj  d'argani ,  murale 
Loro  le  calie  'n  gamba  ,  e  scarcerarle 
Delle    tenaci  ritirale  invoglie    (Bj 

f  SCAUCO.  f''vce  per  lo  più  poet. 
Sflit.  Lit.  e.vmt-ratio.  Gr.  a'-opa'pTi^i;. 
Da/il.  Inf,  12.  Coii  prendemmo  via  giù 
per  lo  scarco  Di  quelle  pietre  .  Bui.  i^i: 
Per  quello  scarco,  ciuè  per  quello  scarica- 
mento di  quelle  pietre  che  si  scaricarono  e 
rovinarono  giuso  ,  e  riinasonne  ismosic 
assai  per  lo  luogo.  *  Ces.  Pros.  23o. 
E  quasi  allo  scarro  delle  colline  che  ivi 
soavemente  detliiuno  ^71/1  nel  sii^nijìc. 
del   §.  II.  '/(  SCARICO).  (C) 

SCORGO,  f'occ  poeu  /tdd.  Scarico , 
Scaricalo,  Pi  iva  di  carico.  Lai.  exonem- 
IH.X,  onere  lexhUus.  Gr.  a,-r3Tsji05rt5fi£- 
90;.  Pctr.  so't.  112.  Niì  cosi  bello  il  S»\ 
giammai  levarsi,  Quando  'I  ciel  fosse  più 
ìli  nebbia  scarco.  Dwil.  Purg.  26.  Ma 
poiché  furon  di  stupore  scarche  ec  ,  Ri- 
cominciò colei  che  pria   ne  chiese:  ec. 

'^  g.  SCiirc»,  parlandosi  di  tempo,  eie- 
lo^  ec.p  vale  RnsserenaiOf  Chi'  non  mi- 
naccia più  P'og'^in.  Car.  Tlrt.  lih.  8.  E 
vider  là  ve*  il  ciclo  era  più  scarro  E  più 
tranquillo,   una   dorata    nube     (Pr) 

•j-  •::  SCAUDA.  Term.  de'  /iotanici. 
Sorta  d' ethi.  Lo  .ìie^fO  che  Ulva.  Cir, 
ìCneid*  1.  22().  Di  buia  notte  io  un  pan- 
I,ui  m'ascosi.  Ove  net  tango  infra  le  scardy, 
e   i   giunchi   Sl-tva   qual   mi   vedete.   (À) 

V  SCARDAFONt;.  Sorta  d'  inietto 
nero  ,  e  sozza.  Car.  Jpoh  I»)9  Si  vide 
in  alto  un  nuvolo  grandiisimo  di  mu- 
scbLjini.  di  zanzare,  di  ljf.tni,  di  ve*pe  , 
ili     scardafoni,   e   di   simili.    (FP) 

*  SCARDAKE.  Termine  degli  J.^ri- 
coltori,  Ettrarre  le  cattagne  dal  card.)  , 
o  riccio  j  che  anche  diiCfi  Diricciare^f .4) 
SCARDASSAKlì.  lii/finar  Ai  lana  co- 
gli scardtsiì.  Lai.  carminare  Gr.  jtTCVt'- 
£ìcv.  Lib.  Son  127.  Sento  che  M  ma- 
trassaio  ha  buona  cera,  Perchè  scardassa. 
Cani.  Cam.  1$!}.  E  sr-  pur  acardatsjre  Ci 
bisogna  lalor  Lina  e' ha  viiio  ,  F.i  '1  ra- 
malo il  servizio.  /'.'  2t>5.  Ognun  ([umiche 
nieslier,  qualrh'arle  piglia  ,  (MiÌ  più  alla 
n  più  bassa.  Chi  purga,  o  tigne,  chi  la- 
va, o  tcarinig'ia,  Chi  pettina,  o  scardassa 
Maini.  3.  60  Noi  non  abbiamo  a  scar- 
dassar più  l.ma.  /tuoi.  Fier.  2  1.  16. 
E  si  scardassi,  s'abburatti  e  vagliai,  Morg. 
22.   174*   t^*  fare'mrgliu  oiicr  con    quelle 


se  h 

dame,  Che,  con  questo  Pagan  crudele  e 
rio.  Che  cosi  scardassato  t'ha  lo  stame. 
driff".  Calv.  I.  2^.  Se  non  che  a  scar- 
dassar s'aveva  lana,  Che  gli  parrà  più 
dura,   che  sardesca. 

%.  Pi-r  metaf^  Vorg.  28.  l3l.  Adat- 
terà il  battaglio  ancor  dal  cielo  In  qual- 
che modo  a  scardassargli  il  pelo.  ì'arch  . 
ErcoL  55.  D'uno  che  dica  male  di  un 
alito,  quando  colui  non  è  presente  ,  si 
u^ano  questi  verbi  :  cardare,  «cardassare  , 
traili  da'cardalori,  e  dagli  scardassiefi. 

SCAItDASSIKRE.  Che  scardassa.  Che 
esercita  l'arte  drllo  tcardaaare.  Lai. 
carminitor.  Gr.  ^'jivrri^.  Bocc.  nov.  37 
11.  La  cai  innocenzia  non  pali  la  f»rtuaa, 
che  tolto  la  testimonianza  cadesse  dello 
Stramba  e  drirAltirciato  e  del  Malage- 
vole, forse  scardassieri,  o  più  «ìli  uomi- 
ni G.  l'.  12-  3.  6.  l'er  certi  scardassie- 
ri, e  popolazzo  minuto.  Stor.  Piit.  172- 
Con  loro  erano  molli  del  popolo  minuto, 
scardassieri,  e  altra  gente  di  piccola  con- 
dizione. Ci  onichett .  </'  Amar,  z\o  Che  i 
peilinatori  ,  scardassieri  ,  vergbeggialori  , 
lavatori  di  lana  ec.  avessero  Consoli  da 
loro,  e  non  (ossooo  più  sottoposti  all'Ar- 
te della  lana.  *  Plul.  AUr.  Op.  mor.  3. 
2^2.  E  Sardanapalo  ancora  scardastiere  a 
cui  donasti  la  corona  p  la  porpora  reale. 
Fiirch.  Err  Giov.  18.  Ed  è  pur  da  ri- 
dere quando  dice  che  non  si  vergognaro* 
DO  d'actettarc  il  giogo  d'un  vilisiimo 
artefice,  intendendo  di  Michele  di  Laodo 
scardassiere.  (C) 

SCARDASSO .  Strumento  noto  ,  eoa 
tlenti  di  fii  di  ferro  anncimtti  ,  detto  an- 
cUe  Cardo  ,  col  quale  si  raffina  la  lana, 
acciocché  si  possa  filare.  Lat.  pecten  la- 
narins.  Bocc.  nov,  23.  26*  Biasiinaudo  i 
lucignoli  e'  pettini  e  gU  scardassi,  insieme 
con  gran  dileltu  si  sollazzarono  Buon. 
Fier,  2-  l.  iT).  Cb'  è  carico  di  pettini  da 
lino.  Di  s<'ard.issi,  e  di  setola. 

•f  SCARDINE  Sp-zte  di  piccai  pesce 
d'  acqit"  dolce.  Cr.  io.  3t).  7  Alcuna  vol- 
ta truuva  lauti  pesci,  e  massimamvule  ao* 
guille.  che  sono  aggomitolate,  conrìossia- 
roiarlié  d'amore  ardano,  ovvero  scardini , 
the  adunali  vanno,  che  appena  la  navi- 
cella tener  gli  può  (il  tCito  lat,  ha  ic*v- 
dinias ). 

•f  SCARDONE.  Spezie  di  pìccol pesce 
d'  acqua  dolce,  forse  lo  stesso  die  Scar- 
doi-a.  Cr.  <).  81.  2.  Se  1*  acqua  fia  di 
fontana,  ovvero  di  fiumi  ,  in  quella  po- 
tranno ben  vivere  di  que' pesci  che  son 
nellf  parli  di  Lombardia,  cioè  cavedini  , 
srardoui,  barbi,  e  alcuni  altri  piccoli  pe- 
sci ,  e  forse  trote  (così  ti  U-f^ge  in  al* 
cuni  testi  a  penna  ). 

SCAKDOVA.  Spezie  di  pe<ce.  Dant. 
In/.  2<).  E  si  traevan  giù  1'  unghie  la 
scabbia.  Come  colici  di  scarduva  le  sca- 
glie, Biit.  iifi  :  Così  r  unghie  faccano  ca- 
dere le  grosse  croste  della  lebbra  ,  come 
lo  coltello,  con  che  si  diliscami  li  pesci, 
fa  cadere  da  qUcl  pesce  che  si  chiama 
scarduva,  che  ha  molto  grandi  squame 

SC\RFEKOME  Arnese  da  tfe^tire  la 
flamba.  Stivaletto.  Lat.  ocrea.  Or.  xyiT/At;. 
Buon.  Fier.  ^.  2.  7.  E  con  eue  uose  , 
usatli  e  scarfcroni. 

*f  ^  SCAltlCA  Spirata  di  pii\  arme 
da  fuoco  ad  un  tempo  Salvia.  Fier.  Buon* 
2.  5.  7.  Se iricuzioni  enfiate ,  ec.  cioè 
scariche  ,  spaiale  ,  dalla  scarica  e  dallo 
»paro  df' cannoni.  Magai.  I.rtt.  Presen- 
tatisi loro  per  attaccargli  ce.  ,  nel  punto 
di  far  la  prima  acarica  fosse  rrdula.  A*:- 
cad.  Cr.  Mest.  Fece  gran  danno  questa 
prima  scarica,  e  maggiore  tarebbe  alalo, 
se  ce,  (A) 

*t  SCARICABARILI.  Giuoco  fanciulle- 
sco, che  si  fa  da  due  so!i,  che  ti  i-olfono 
le  spalle  r  un  l'altro,  e   intngìte  tcim 


5  C  A 

bievolme-'te  le  braccia,  t'aliano  a  vtcen' 
d>i   r  un  Coltro. 

SCARICALASINO.  SorU  di  giuoco , 
che   .«i  fa    fui  ItvoHere. 

SCARICAMENTO.  Lo  scaricare.  Lai- 
rx'neralio.  Gr  V.-K^fopU'Si.i.  Lib.  l'tazg. 
Quelli  colali  porti  sono  chiamati  riposi  » 
ovvero  luoghi  di  «caricamento.  But.  Inf. 
12,  1.  Per  quello  scaricamento  di  quelle 
pietre  che  si  acaricarouo,  e  rovinarono 
giuso. 

•f  SCARICARE  Lfvare,  o  Posare  il 
carico  da  dofso.  Sgravare  j  e  si  Hja  an- 
che nel  nrutr  pass.  L*l,  exonerare,  exo- 
ncan.  Gr.  aizofopzi^m,  xrtofop'i't^t- 
aàxt.  Bocc.  nov.  a6.  18.  Tu  aspcIUn 
scaricar  U  some  altrove  (qui  in  senso 
dttoneito  ).  E  ncv,  63-  2.  Gran  pe»o  mi 
resta  ec.,  del  quale,  colf  aiuto  di  Dìo,  to 
spero  assai  bene  scaricarmi  (qui  è  detto 
meta/ortc.J.  E  nov.  80  2-  Facendole  aca- 
ricare ,  tutte  in  un  fondaco  ,  Ìl  quale  io 
molli  luoghi  è  chiamato  Dogana  ec.  ,  le 
portano.  ^  Buon.  Fier.  3.  1.7.  Che  lan- 
ternoni, e  che  gibbion  son  questi,  Diche 
voi  vi  siete  ora  scaricali?  (]S') 

#  S  I  Detto  delle  navi,  che  lasciano 
ove  che  sia  il  loro  carico.  Frane.  Sacch, 
n-ìv.  l5'.^.  Uno  padrone  d'  una  nave  ,  1» 
quale  pochi  di  nel  porto  di  Genova  ec. 
avea  acaricato  ec.  (  può  anche  esser  at- 
tivo, prendendo  in  quarto  caso  la  qua- 
\e).(ì-) 

§  II.  Scaricare,  per  metaf,  Guid.  G. 
Gente  infinita  d'infinite  parli  vennero  in 
queir  isola,  femmine  e  uomini,  per  isca- 
ricarsi  de*  lor  b»LÌ  fcioè.  soddisfare,  e  sgra- 
var la  coscienza),  yit.  Bari,  1^.  Que- 
ste cose  non  potremo  noi  conoscere  cer- 
tamente di  qui  a  che  noi  non  aiano  sca- 
ricati di  questa  m<~<rtal  carne  (ctoi,  aciol- 
ti,  separati  ).  Buon.  Fier.  \.  2.  7.  Delle 
passale  fiere  dir  carole,  E  scaricar  mira- 
coli (cioè,  riferire,  vantare,  o  scagliare,  net 
si^rJ/ic.  del  %  \\\).  ^'  S.  Cat.  leti.  T. 
a.  /.  22  Volentieri  l'avrei  dello  alla  vo- 
stra propria  persona  per  acaricare  a  pieoo 
la  coscienza  mia.  (l  ) 
I  ^1=  %,  111.  Scaiicare  checchessia  addos- 
so ad  lino,  Jìgnratiim.  ya'e  Btmettere  ad 
'  uno  la  eu'tt  di  checchessia.  Guicc.  Stor. 
16  71^8  Combattendo  in  lui  da  uo  canto 
l'utilità  propria,  dall'altro  la  sua  molli- 
aie.  scarico,  come  spesso  era  usato  di  fare, 
addosso  a  altri  quello  che  a  lui  non  ba- 
stava non  so  se  la  fronte,  o  l'animo  di 
sostenere,  pf-os.  Fior.  ^.  3-  223.  In  cosi 
fatta  pellegrinazione  ,  come  questa,  io  ho 
bisogno  d'aiuto  ,  e  non  che  mi  si  scari- 
chino  addosso  i  soprossì  di  casa.    (Cj 

§.  IV.  Scaricare  archibuso,  artiglieria, 
e  simili,  vale  F-ire  uscirne  la  canea  col 
dar  loro  fuoco.  Lat.  explodce,  displode* 
re.  Gr.  i/(/.so'Jut.  t^ant.  Cam.  37.  Chi 
lo  sroppielto  maneggiare  ogni  ora  Può 
con  faol  deslrezx?.  Scarica  quattro  o  aei 
volle  per  ora.  *  Pari.  A*.  !•  2-  81 
Ma  quegli,  o  per  inganno  del  fiume,  o 
per  troppa  baldanza  fretlulusi,  piima  d'es- 
sere a  tiro,  acaricarono  1*  «rùglieria,  e 
perderooo  i  miglior  colpi.  E  appresso  : 
Né  poterono  rimettersi  in  qualche  ordi- 
nanza, prima  che  i  nostri,  acarirata  a 
grande  a^Ìo  quattro  volle  tutta  l'artiglie- 
ria, uè  affondassero  nove,  er.  (P)  Segner. 
Crist.  inttr,  2,  20  16.  Al  barlume  della 
Dotte  credutolo  l'inimico,  gli  scaiicarono 
addosso  lutti   i   loro  archibusi.   (C) 

*  g.  V  Scarita'e,  vale  Scagliare .  ì'i 
brare-  Bern,  O'I.  l,  ^.  7.  E  nondiroeoo 
attende  a  scaricare  (  colpi  )  .  E  20  29 
Colui  la  niaua  scarica  •  furore  ;  CcmIui 
gli  rispondeva  ben  col  brando,  ffir^  Bart 
6^'m  Punt  Introd.  Minrridt  ec  scon- 
tratosi a  vedere  in  campagna  un  suo  ga- 
gliardo lavoratore  levare  a  due  roani    al- 


S  e  A 

lo  la  tappa,  e  scaricar  grao  colpi  io  atto 
di  feDdt^re  t-d  aprir  h  lerra,  e  slritoUr- 
□e  le  lollc  .  tutto  raccapricriossi.  (O) 
Segnar.  Pred.  Pul.  Jp.  2.  6.  CLi  poli; 
però  scaricare  sopra  eroe  si  magnaoirou 
colpo  tale,  che  lo  atterrasse  T  (TC) 

*  §.  VI.  a;  per  metaf.  Segner.  Pn- 
nit.  istr.  i5  Sebbene  dou  deve  1'  uomo 
tralasciare  allora  però  le  sue  devoziuiii,  i 
suoi  di^iuui,  ed  altre  opere  buone,  per  le 
quali  il  Signore  viene  molto  a  suspendcre 
quei  gastighi  che,  tolte  quelle,  scariche- 
rebbe con  luna    (P) 

§.  VII.  Scaricar  Carco,  o  la  balestra, 
SI  dice  del  Farla  scoccare.  Gaf,  SisC.  i6^. 
Nello  scaricare  il  boliooe  verso  il  corso 
della  carroua  ,  l'arco  imprime  i  suoi  (re 
Irradi  di  velocità  iu  uo  bolione,  che  ne 
ba  già   un  grado. 

§.  Vili.  Scaricarsi,  parlandosi  dì  fiumi, 
si  dice  del  Mettere^  o  Shoccare  l'  acque 
/oro  in  altro  fiume t  o  sì  vero  nel  m'ire. 
Lat.  exonerari,  egeri.  Gr.  s/p^ps^àai. 
Stor.  Eur,  5.  107.  Di  questo  esce  Molala 
fiume,  che  si  scarica  in  mare  a  Levante  poi 
che  ha  trascorso  il  lago  Roseno. 

ir  §.  IX.  E  in  si^'ufic,  alt.  vale  lo 
stesso  Galli,  Sist.  ;^35  Si  potrebbe  dire 
che  r  acqui  lutta  del  Mediterraneo  cali 
perpetuamente  verso  Io  stretto,  come  quella 
rbe  deve  andare  a  scaricare  neU*  Oceano 
r  acque  de*  tanti  fiumi»  che  dentro  vi 
sgorgcno  Bellm.  Disc.  1 .  6.  Sempre  si 
mantiene  l' istesso ,  oè  mai  si  secca  quel 
fiome  che  quaato  di  acque  scarica,  e  smar- 
risce nel  mare  ,  altrettanto  ne  ritrova  e 
De    riceve   dalla  sorgente.  (C) 

§.  X.  Scaricate  il  ventre,  vale  Cacare, 
Lat.  cacare, ve n treni  exonerare,Gr.y^iCs.tv, 
Sagg,  nat.  esp.  11 5.  Come  se  veleno  avesse 
preso,  scaricò  il  ventre,  e  abbandonatasi 
aOatto,  cadde  morta   sul  vetro. 

^  §.  XI.  E  Scaricare,  neutr.  pass, 
vale  il  medesimo.  Bellin.  Disc,  i.  117. 
Dalla  parte  opposta  vi  è  un  foro  per  lo 
quale  ec.  si  scarica  degli  escrementi  del 
venire.  (C) 

*  §.  XII.  Scaricare  t  parlandosi  di 
Colerti  vale  Fargli  perdere  alquanto  deìla 
tua  vivacità.  jS'er.  Art,  l'etr.  Se  fosse 
troppo  carico  (di  colore)  dagli  un  poco 
di  manganese,  che  lo  fa  scaricare.  (J) 

%.  Xìll.  Scaricar  la  testa,  vale  Trarne 
per  le  narici^  0  altronde,  i  soverchi  umori, 
^  §.  XIV.  Scaricare  invensìoiii,  buffic , 
scuse,  e  simili,  vale  Dir  hu^ie ,  Allegar 
scuse,  e  simili.  Buon.  Fier.  3.  2.  16.  E 
dopo  questo  il  terzo  ,  ch'dllor  fi;i  Cbe 
questi  ritornati  Dopo  a  palazzo,  le  belle 
inveosioni.  Gli  scarichi,  le  scuse,  le  bu- 
gie. Egli  scaricheranno  per  difesa  Del  loro 
andare  a  ionio    (C) 

SCARICATO.  Add.  da  Scaricare.  Lat. 
exoneratus.  Gr.  arzofopitcùit'i  .  Car, 
lett.  2  2i5.  La  fo  cosi  scaricala  (la  molla), 
per  dinotare  che  non  sia  conosciula  ,  né 
adoperata  a  quel  che  potrebbe  fare  (fjui 
vale  Scattala  ). 

SCARICATOIO.  Luoiìo  dove  si  scari- 
ca, ì'iv.  Disc.  Arn.  35.  Per  tenerlo  sem- 
pre arginato  all' intorno  ,  accio  serva  di 
scaricatoio  ,  dentro  al  quale  esse  materie 
pouaoo  comodamente  deporsi. 

SCARICAZIONE.  Scaricamene.  Lai 
exoneratio,  onerix  levatio.  Buon.  Fier. 
2.  3.  7.  Tu  terresti  ben  noi  per  gonfia- 
nogoli.  Se  noi  preslassim  fede  A  queste 
lue  scaricaiioni  enfiale  (qui  per  meta/, 
e   vale   Sparate). 

t  5  SCARICO.  Sua.  razione  del  le- 
vare da  una  harca,  da  un  carro,  o  simili, 
le  merci,  o  gli  altri  opgetti  che  aveva  ca- 
ricati,; Scaricameato.  l.it,  exoneratio.  Gr. 
ttltofoprtai:.  *  Buon,  Fier.  Seguile  pur, 
oiealre  la  nave  vostra  Lo  scarico  ritar- 
da. (AJ 

Vocabolario   T    II 


S  C  A 

Sr  5.  I.  Scarica,  dicesi  anche  II  luogo 
destinato  a  partirvi  le  some  della  ti'rra 
Acavata  dal  snnlo  in  occorrenza  di  scavar 
fosse  per  fomiamenli,  e  di  calcinacci  dalle 
fnhbiiche,  Baldin     Joc.  Dis.  (X) 

il?  g.  11.  Scarico  ,  SI  dicoho  anche  Le 
materie  stesse,  che  si  portano  fuori  nel 
fare  uno  scavo.   (A) 

'\'  g.  III.  Scarico  ,  per  similit.  dicevi 
anche  dogli  Scrittori  naturali  di  tutte 
quelle  Materie  che  rovinano  giù  da*inon, 
ti.  (A) 

^  §.  IV.  Scarico,  vale  anche  Scolo  di 
umori,  o  Evacuazione  di  escrementi  . 
«  BeJ.  lett.  2.  110.  Sari  di  mestiere 
cavar  sangue  dalle  parti  inferiori  ,  e  par* 
ticolarmenie  se  l'utero  non  facesse  motivo 
veruno  di  scarico  »».  (Cj 

3  §■  V.  Scarico,  per  metaf.  Giustifica- 
zione, Scusa.  Lat.  piirgatio,  Gr.  aTTo'Jio- 
yta.  Filoc,  2.  2^.  Per  mio  scarico  il  me- 
glio è  di  dirlo  al  Re.  Buon.  Fier.  3.  2. 
16  Gli  scarichi,  le  scuse,  le  bugie.  Tac. 
Dav.  Ann.  1.  21.  Ora  che  lume  ne  dai 
prima  il  potere,  ripiglio  l'antica  fede,  e 
voglia  di  quiete,  non  per  mio  prò  ,  ma 
per   ìscarico  dì  tradigioae. 

V  g.  VI.  Scarico,  pive  per  metaf.  ta- 
lora vale  Quiete,  Tranquillità,  f  Car. 
leti.  I.  78.  La  qual  cosa  torna  non  meno 
in  OTa<in)ento,  e  comodità  della  terra  vo- 
stra, cbe  in  salisfazione,  e  scarico  dell'a- 
nimo mio  ".   (C) 

SCARICO.  Add.  da  Scaricare;  Scari- 
caio.  Lai.  exonvratus,  onere  levatus.  Gr, 
oiTf^fop-zizìiU-  Fir.  As.  208.  Scarico 
della  soma,  scansai  tanto  manifesto  peri- 
colo. 

§.  I.  Per  metaf.  Lat.  solutus,  hiliiris, 
Gr.  tXocpo'g,  fcciSpói,  Geli.  Sport.  1.  2. 
Oh  io  sono  tutto  scarico,  che  io  ho  tro- 
vato la  sporta  dove  Ìo  la  nascosi.  Fir. 
Disc.  an.  39.  Parendogli  aver  fatto  una 
bella  prova,  se  ne  tornò  tutto  scarico  a 
dormire.  Tac.  Vav.  Stor.  t.  aSl.  Comin- 
ciando allora,  scarico  d'ogni  pensiero  ,  a 
perdersi   nelT  allegrezza. 

^  §.  H-  Talora  vale  Libero  da  0!:ni 
dubbio.  Sicuro.  Bor^h.  Orig,  Fir,  287. 
Or  ben  potremo  noi  con  Tanimo  alquanto 
piò  scarico,  per  l'autorità  di  molte  (pie- 
tre), credere  e  per  poco  tener  certa  que- 
sta  opinione,   fi  ) 

^  g.  III.  Talora  vale  Libero  da  pas- 
sione, ^on  prevenuto.  Borgh,  Orig,  Fir. 
126.  E  veramente,  e'  non  parrà  pia  loro 
cosa  dura  ,  quando  attentamente,  e  con 
animo  scarico  considereranno  ,  che  a  fare 
una  rocca  ne  potesse  bene  invitare  il  bi- 
sogno. (V) 

#  §.  IV.  Talora  vale  Libero  da  cure. 
Disoccupalo.  Alleg.  Leggetela  ad  animo 
scarico,  e  tempo  avanzato.  (C) 

§.  V.  Scarico  di  colore,  e  Scarico  as- 
solulam,  ,  parlandosi  di  liquori,  vogliono 
Chiaro,  Limpido,  LaU  dilutus,clarus.  Gr. 
Xv-fj-izzói*  Soder.  Colt.  75.  Questo  stabi- 
lità il    vino,  e  lo  farà  scarico  di   colore  . 

V  g.  VI.  Scarico,  aggiunto  d'occhio, 
vale  r^itdo,  jYon  armato  di  lente,  Lasc. 
Ccn.  2.  nov,  3.  pag.  67.  Quanto  1*  occhio 
mio  scarico  poteva  vedere  intorno,  tanto 
durava,  e  forse  più  assai,  la  lietissima  pia- 
nura, senza  esservi  iilberi  di  sorta  alcu- 
na. (C) 

§.  VII.  Scarico  di  collo,  o  di  gamba, 
o  simili,  parlandosi  di  cavallo,  o  d'altri 
nnimali  ,  vale  Che  abbia  il  collo,  o  la 
gamba  ec.  sottile,  svelta,  Lat.  asirictus. 

g.  Vili.  Scarico,  parlandosi  di  tempo, 
vale  Bavserenalo,  Che  non  minaccia  più 
pioggia.  Lat  Iranqitillus,  sine  nube.  Gr. 
ìJ^io^f  ctìQpioq.  Car.  lett.  i.  ig.  Cavan- 
do il  capo  fuori  :  di  qua  (disse)  il  tempo 
è  scarico    ;  domani  di  certo  dod  pioverà. 

^    g     IX     Aggiunto  d'arco,     vale   Di- 


S  C  A  id^Q 

steso.  Allentato.  Lat.  laxus.  Car.  En. 
lift.  II.  Se  ne  van  con  gli  archi  Scarichi 
in   su   le   iTga   e  spenzolooi.  ( Br) 

t  SCARIFICARE.  F  L,  Scarnare, 
intaccare  leg:; ti- 1 mente  affinchè  esca  più 
facilmente  cheichesùa.  Lai.  scarificare  , 
Gr  27re|irv.  M  Aldobr.  Sia  fatta  la  si - 
gneia  della  vena  cefalica,  e  poi  sia  scari- 
filata  la  gengi.!.  ec.  ;  e  se  fosse  per  ca- 
gion  di  postema,  rnnviensi  scarificare  ,  e 
poi  lavar  la  borea  cun  sugo  di  cavolo  . 
Cr.  5.  IO.  8  Deesi  il  suo  pedale  (del 
fico)  scarificare  nel  luogo  dove  gunfia  e 
ingrossa,  accioccbi;  1'  umor  ne  possa  sco- 
lare ,  sicch(>  non  generi  vermini.  ;;;  Bcd. 
l'ip.  1  27.  E  di  qui  io  raccolgo  quan- 
to possa  giovare  a  quelli  cbe  sono 
slati  morsicali  dalle  vipere,  lo  scarificare 
secondo  lo  'nsegnameuto  degli  antichi,  il 
luogo    eh' è  stato  morso.  (C) 

*  SCARIFICATO.  Add.  da  Scarifica- 
re. Lat.  scanficatus.  Gr.  tj/K^o'jUiEVC^. 
Red.  Cons.  2.  10.  Con  poco  buon  sac- 
cesso usò  i  bagni  di  Napoli  ec,  e  poscia 
in  processo  di  tempo  le  ventose  tagliale 
e  scarificale,  ed  un  vessicatorio  al  collo   (•) 

SCARIFICAZIOINE.  f.  L.  Lo  scari- 
ficare. Lat  s<ic' ific'Uio  .  Gr.  o>ta).£ujjLa . 
M.  Aid.  br.  T>vm.iaòi  che  due  (entose  si 
pongano  sotto  le  mammelle,  senza  scari- 
ficazione. ♦  lied  Ins.  71.  Ebbe  di  buono 
a  poter  guarirne,  dopo  molte  scaiificazio- 
ni    fatte     sopra    la   ferita,    e    dopo     ec.    (B) 

^  SCARIOLA.  Lo  sti'sso  che  Jndi^ia 
minore.  Ricett.  Fior,  ani.  Sappi  che  il 
seme  della  scariola  e  il  seme  dell'invidia 
salvaiica.  (B) 

*  SCARLATTINA.  Term.  de*  Medici. 
Malittia  esantematica  ,  contagiosa  ,  con 
macchie   rosse  alla  pelle,  accompagnata  da 

febbre.   (A) 

SCARLATTINO.  Scarlatto.  Lat.  coc- 
cinum.OT.-Kop^'Jp^.  Ricord.  Malcsp.  161. 
Passarono  la  maggior  parte  d'una  gonnel- 
la stretta,  e  di  grosso  iscarlattino.  3L  ì  . 
3.  85.  Per  la  rinnovazione  di  questa  me- 
moria il  Comune  1'  ordinò  (il  palio  ) 
di  braccia  dodici  di  scarlalliuo  fino,  e  che 
si  corresse  a   cavallo. 

t  SCARLATTO.  Color  rosso,  e  molto 
vivo.  Lai.  pttrpura,  coccinum.  Gr.  Tiop- 
fJp^-  Red.  Óss.  an.  27.  Conservava  un 
colore  di  scarlatto  \ivissimo. 

t  g.  1.  Scarlatto,  dicesi  altresì  il  Fanno 
lano  tinto  di  questo  colore.  Lat.  pannus 
purpureus,  Bccc.  nov.  79.  2-  Co'  panni 
lungbi  e  larghi,  e  cogli  scarlatti,  e  co'vai. 
E  num  3.  >  estito  di  scarlatto,  e  con  un 
gran  baialo.  G,  J'.  8.  i3.  2.  In  sua  com- 
pagnia 200  cavalieri  ec,  tutti  giovani» 
vestiti  col  Re  d'una  partita  di  scarlatto 
verdebruno.  Fr,  Giord.  Pnd.  S.  67.  Fu 
spogliala  da' demoni!  del  più  nobile  ve- 
stimento che  giammai  fosse  ,  e  più  che 
ogni  scarlatto  o  sciamilo  di  questo  mon- 
do. E  appresso  :  Chi  desse  una  fine  roba 
di  scarlatto  per  una  di  foglie  di  fico,  mal 
cambio  avrebbe   fatto. 

§  II.  Scarlatto,  inforza  d'add.  Lai.  c^t 
cineiis.  Gr.  yo'/xtvo^.  Quad.  Cont,  Porlo 
Lotto  Manetti  per  i^5  pance  di  vaio  per 
la  guarnacca  scarlatta  della  moglie  dì  Bin- 
dg.  e  per  due  ermellini,  e  per  meitiiur.i 
sotto  la  guarnacca.  v  Ltgg.  B.  Umil.  Ò' 
La  gonnella  ìscarlatta  nuova,  cbe  le  avea 
comperata  il  roarilo,  la  strinse  dalle  lato- 
ra,  (C)  Bern.  rim.  1.  62.  Che  quel  van- 
taggio sia  fra  loro  appunto .  Ch'c  fr^i  'I 
panno  scarlatto,  e  i  panni  bui. 

SCARMANA,  e  SCALM.\NA.  Infami- 
tà  cagionala  dal  raffreddarsi  inmediata- 
mente  dopo  J^eisersi  riscaldato.  Lat.  pleu- 
ritii  Gr.  :ṛU|^Ttc,  ^-  Minuec.  Mnhn. 
88  Scarmana  è  una  specie  d'inferniii:! 
che  viene  a  coloro  che,  dopo  essersi  so- 
vercbiaraeni<'  riscaldati  ec-,  si  raffreddane 
i3.-. 


io5o 


S  C  A 


o  col   bere,  ec.  ;  e  si  dice:    Pigliare  una 
scarmana,  o   Scarntaaare.      (tì) 

SCARMANARE.  e  SCALMANARE.  In- 
correre nel/a  infermità  della  scarmana  j 
e  si  usa  per  lo  più  in  stgntftc.  netitr, 
pass.  Lat.  plfuriUih  corrtpi.  Gr.  Trieuj&t'- 
xiii  voserv  .  ^  Minucc.  Malm,  88. 
Scarmaoa  è  uoa  specie  U*  tofermiUi  che 
vieae  a  coloro  che  ,  dopo  essersi  sover* 
chiamente  riscaldati  ec  ,  si  raffiteddaao  o 
col  bere,  ec.  ;  e  si  dice  :  Pigliare  una 
scarmana  ,  o  Scarmannre  .  lied,  lett. 
I-  197.  Chi  ami  di  durar  fatica  io  que- 
sto mondo,  e  di  scalmaoarìi  a  vaoTera  , 
corre  risico  di  perdere  la  saoitlt,  e  ,  quel 
che  più  imporla,  di  andarseoe  prim-  del 
«ao  tempo  a  baltburiveggoli,  o,  come  dice 
il  vecchio  proverbio^  a  patrasso,   (fì) 

SCARMANATO,  e  SCALMANATO  . 
Addiett.  da'  loro  verbi.  Che  ha  presa  la 
scarmana.  X,,kU pleuritide  corrrptiis. Maini. 
l.  2^  Che  i  suoi  lacchè  spedali,  e  conci 
male  ,  Si  rimasero  I'  uqo  all'usleria,  £  l* 
altro  scarniaaalo  allu  spedale. 

t  SCARMIGLIARE.  Scompigliare»  Av- 
viluppare s  e  per  lo  più  dicesi  de'capelli. 
Lat.  turbare  .  Gr.  oiotra^aTTSiv.  Cani. 
Cam  2t)5.  OgauD  qualche  meslier,  qual- 
che arte  piglia,  Chi  |iiù  alla,  o  più  bassa: 
Chi  purga,  o  tigne,  chi  Ijva,  o  scarmiglia. 
Chi  pettioa.o  scardassa.  Car.  lett  2.  ii3. 
Ferdooale  a  me,  se  vi  pare  che  ve  1'  ab- 
bia troppo   scarmigliato   (qui  per  metaj,  ). 

g.  In  signijìc-  neutr.  pass*  vale  Rab- 
banijfarsi,  Azzu^arsi,  quasi  graffiandosi  » 
guastandosi  gli  abiti,  e  diiordinandosi  i 
capelli.  Lat.  comam  turbare»  cinrs  velie- 
re* Gr.  iikoY^}XO\Ji  tujs3k^51v.  Pataff.  8. 
£  poi  ci  scarmigliammo  iosiemc  alquaoto. 
Morg.  32.  6J.  Rioaldo  si  scarmiglia  col 
liooe. 

*  SCARMIGLIATA.  Picchiata,  Ut- 
frusto.  Car.  Stracc,  1.  5.  Uoa  buooa 
scarmigliala   bai   tu   tocca.  (J)r) 

SCARMIGLIATO.  Jdd.  da  Scarmi- 
gliarej  Scompigliato,  /inviluppato,  Lat, 
turbatns.  Gr.  oiaTapax^ei'^-  ^occ.  nov, 
100-  10-  Sopra  i  suoi  capelli  così  scarmi- 
gliati, com'egli  erano,  le  fece  mettere  una 
coroua.  Frane.  Sacch.  nov.  2.  Lo  Re, 
veggendolo  cosi  scarmigliato  ,  disse  :  er. 
f  il  testo  stampato  ha  scbermigliato)  . 
#  Ped.  Quartin.  (  Lo  star  di  mcrzo  In- 
verno ec.  )  Poi  scarmigliato  e  rabbuffato 
il  crine.  Gelide  bave  dalia  bocca  spruz- 
sola  Fortig.  Picciard  1.  5o.  Le  bionde 
trecce  scarmigliate,  e  mozze  ec.  E  qucìte 
Testi  ec.  Odiano  d'Imeneo  l'alma  facel- 
la    {Bì 

t  SCARMO.  Caviglia  di  lesino,  o  di 
ferro,  piantala  a  bordo  di  un  battello  a 
reità,  che  serve  a  tener  fermo»  e  fìsso  il 
remo  che  vi  e  legalo.  L.it.  sca/mus.  Dit- 
lani,  1.  ^.  Presi  a  pensar  Aopra  i  dubbiosi 
scarmi  Al  gran  cammio  dall'  tmo  all'altro 
polo.  Ciriff'.  Calv.  3.  90  Chi  scaglia  ri- 
oodelle,  e  chi  barili.  Chi  banchi,  u  ba- 
lestriere .  o  remi,  o  scarmi. 

SCARNAMENTO.  Lo  scarnare,  Lat. 
scanfkatio.  Gr.  oxa/sujma.  Cr,  9.  12.  2. 
Se  ^opo  la  tagliatura,  ovvero  tcarnamen- 
lo,  alcuna  vena  faccia  sangue,  si  dee  co- 
strigncre  in  questo  modo.  l'I  cap.  i5.  2. 
Se  per  lo  svellimento,  ovvero  scamamenlo 
suo,  s'apra  vena  ;ilcuna  ,  e  farcia  sangue, 
allora  incontanente  si  prenda,  e  slrt-Ka 
con  le  mani,  con  Elo  di  seta  streltameolc 
si  leghi. 

SCARNARE.  Levare  alquanto  di  carne 
superficialmente,  Lat.  scarificare  .  Gr. 
crti^tì*-  Cr.  9  12.  1.  Se  ne  cavino  con 
mano,  scarnandole  prima  (le  scrofole) 
con  r  unghia,  ovvero  che  i\  fenda  il  cuoio, 
e  vi  SI  pulveriixi  il  risagallo  pesto  Morg. 
28.  IO*  Chi  con  la  mau,  chi  col  pit*  lo 
percuote.  Chi    (ruga,  «    chi    sospignc  ;  e 


S  C  A 

chi  punzeccfaij.   Chi  gli  ha  con     l'unghie 
scarnate  le  gote. 

§■  I.  DiCesi  per  timilit.  di  qualunque 
altra  cosa  »  cui  si  Irvi  alquanto  della  su- 
perfide.  Dav.  Colt.  169.  Auizale  (U 
marze )  e  scarnale  con  taglieotissimo  ferro. 
Soder.  Colt.  .^8-  ScìTuiic\e  (  alla  vtU  ) 
tutto  quel  secco  e  tristo  impiagato  sin  al 
vivo ,  levando  via  ogni  particella  maga* 
gnala. 

§.  II.  In  signifie.  neutr.  pass,  pur 
per  simtltt.  vale  Dimagrare ,  Consumarsi. 
Lat.  tabescere  »  conlabescere.  Gr.  ixccpcu- 
vssdoi  .  Petr.  son.  267-  Volse  in  amaro 
sue  sante  iolcezxe,  Ond*  io  già  vissi,  or 
me  ne  struggo,  e  scarno.  J'arch.  Bitn. 
post  219  Mentre,  seguendo  lei  mi  strug- 
go e  scarno.  F  266.  Ma  quella,  ond'  io 
mi  struggo  e  scarno  ,  Degna  prepara  già 
doppia  corona  . 

SCARNASCiALARE  .  Darti  alfa  cra- 
pula, e  a'passalempi  dfl  cirnasciale.hil. 
bacchanalibus  induhere,  bacchanalia  vive- 
re. Gr.  a/eiv  ot5vu5ia. 

SCARNATINO  .  Incarnatino  ,  Lai.  ex 
albo  rubeus,  albo  rubeoque  mixtus.  Buon. 
Fier.  3.  I.  8.  Sicfh*  io  noo  potei  Altre 
veder,  che  un  ahitin  lascivo  Scamatino,  e 
sbiavato  .  E  se.  9.  E  veggo  al  fine  Un 
QOD  so  che  di  scaroattoOf  e  verde. 

SCARNATO.  Jdd.  da  Scarnare.  Lat. 
scarifìcatus.  Gr.  c^aXfi'jQsc.'^  liuon.  Fier. 
2.  !\.  1 1.  E  qut-'  bozzoli  sdossati,  e  le  pelli 
Scarnate  cambia  in  cere  belle,  e  fresche. 
'è  Imperf.  Anat  37.  Sono  vene  come  si 
è  dello  ,  arterie  ,  e  nervi  da  tre  cadaveri 
veri  scarnati  con  puntuale  esatieixa,  e  tratti 
dalle  viscere.  (F) 

§.  I.  Per  similit.  Borgh,  Ong.  Fir. 
l64-  Tolte  via  le  colonne ,  scarnala  la 
grossezxa  del  vestibulo  .  Dav.  Colt,  i56. 
Vi  s'  incastra  la  maria  auuala,  e  scarnata 
con  diligenza* 

§.  II.  Per  Incarnato,  Scamatino.  Buon. 
Fier.  3.  1-  q.  lo  veggo  entro  le 'n voglie 
Scarnate  e  verdi  star  vestito  un  corpo. 

SCARNIFICARE.  Levare  altrui  la  car- 
ne.  Lai.  e jcaral/fcirc.Gr.  zara/^soopytìv. 
Seg'ier.  ÒJann  Febhr  9.  3  Lasciò  che  o- 
gnUDO  se  lo  potesse  mettere  sotto  t  piedi, 
ec.:  lo  lasciò  squarciare,  sbranare,  scar- 
nificare .  ~ 

SCARNIFICATO..^^*/,  da  Scarnificare. 
Lat.  dilamatus  ,  excarntficatus  ■  Segner, 
Mann.  Febbr.  5.  3  Considera  essere  quel- 
le membra  tutte  trattale  sì  rrudelnienle  , 
sbranate  ,  scarni6cate  ,  grondanti  di  vivo 
sangue  .  LI  Giu^n.  8.  3.  Sopra  tutto  do- 
vrassi  allor  ricordare  d'essere  morto  per  le 
io  croce  fra  due  ladroni,  nudo,  derelitto, 
deriso,  scarnificalo. 

SCARMRE.  Scarnificare. 
§.  Per  metaf.  valf  Diminuite  ,  Impic 
coltre»  Scemare  Salvin.  Pros,  Tose.  1, 
46;^.  Non  i;  arie  lo  scaroirc  e  lo  scemare 
una  parte,  per  far  che  più  ricca  ne  ven- 
ga l'altra  T 

SCARNITO.  Add.  da  Scarntre.  Salvin. 
Pros.  TcsC-  |.  28  ^  Non  isdei^oarono  di 
farlo  (  il  verso  )  ,  ove  uopo  il  chicdea  , 
smilzo  ancora,  per  dir  cosi,  e  smunto,  e 
scarnito  (  qui  pvr  melif.  j, 

SCARNO  .  Add.  Scarnalo  ,  A/filalo  , 
Magro,  Che  ha  poca  camt.  Lat.  macer, 
gracilts,  Gr.  »*0Z^5»  .  ifTTTs';.  Ar.  Fur, 
28.  37.  Par  che  gli  occhi  s'ascondan  nella 
testa.  Crriciuto  '1  naso  par  nel  viso  scar- 
Ilo  .  ì'arch.  Rim.  post.  219  Nape  è  sol 
la  cagìon,  ch'esangue  e  scirnu  Tutti  ri- 
cerco  ognot   quelli,    e  quei   liili. 

^  3.  /'-"  per  sinuhl.  Sfgnt-r.  Intrrd. 
I.  Il*  7  lo  mi  riporto  alla  coniidcraaiou 
delle  foglie  ec,  altre  ncrie  come  felpa, 
altre  sode,  altre  scarne  (C) 

tf  SCARNOVALARE  Corna u inlart , 
Lai.  baccHannlibns  indulgere.  Gr    oyciv 


S  C  A 

Ò19W91X  .  Pros.  Fior.  6.  43  Ognuno, 
qiuodo  gli  si  porge  1'  occasione,  s*  allenta 
un  p^*  del  rigore ,  e  si  diletta  di  scaroo- 
valar  volentieri    (') 

*t  $  SCARO.  Sorta  di  p€àC€  dt  mar€ 
assai  buono,  che  ti  pasce  d'erbe.  Ha  la 
testa  grande  .  declinante  in  pendio  ,  * 
tutta  coperta  dt  scaglia.  Lat.  scaru*  cr*- 
tensis.  Silvia,  Op.  Pese.  2.  284-  H  »ol« 
scaro  delicato  ,  mai  ,  Dicono  1  pescatori , 
per  lo  scuro  ,  Cb*  egli  noo  cada  a  pre- 
da. (A) 

SCARPA.  Il  calzar  del  piede»  fatto  per 
lo  più  di  cuoio  ,  alla  parte  di  S0pra  del 
quale  diciam  Tomaio,  e  a  quella  che  sta 
sotto  la  pianta  Suolo.  Lai.  calceus  ,  cai- 
ceamentum.  Gr.  -jffo'^i^aa,  JnoJTj^aTiov. 
Ditiam.  2  28  Quandu  in  Proveoaa  ven- 
ne il  buon  Ramundu  Col  mulo,  col  bor- 
done, e  scarpe  grosse.  Ftr.  Disc,  an,  22. 
Niuoo  si  mette  la  berretta  a'  piedi,  o  sol 
capo  le  scarpe.  Cant.  Cam.  |3  A  queste 
belle  scarpe  ,  alle  pianelle  Veoite  a  compe- 
rar, donne  e  donzelle. 

^  §.  L  Scarpe  a  cncaiuola  ,  diconsi 
Quelle  che  non  sono  ^nile  di  calzare,  IVon 
tirate  su    y.  CACAIL'OLA    g   III.^O 

#  §  11.  Scarpj,  dicesi  anche  Quei  fer- 
ro incurvalo  ,  che  Si  adatta  sotto  le  ruote 
di  una  (arrazza  »  o  simile  ,  perchè  nùn 
girino  precipitosamente  alta  discesa.  (A) 
g.  Ili  Scalpa,  diciamo  a  quel  Pendio 
delle  mura  che  le  fa  sp:trgrre  im  fuori 
pia  da  pie  che  da  capo,  tìiucc.  Stor.  Ac- 
costandosi alla  scarpa  del  maro  del  tm» 
stello  .  Buon.  Fier,  Intr.  |.  Precipitati 
giù  sulto  la  scarpa  Della  muraglia. 

§  IV.  yt  scarpa  ,  posto  avverbia'm.  , 
vale  A  ftendio  j  e  si  dice  propriamente 
delle  muroi^lie,  che  non  si  tirano  in  piom- 
bo, ma  che  sono  più  larghe  nella  pianta, 
che  nell'  estremità,  Soder.  Colt,  21.  S'ha 
ad  avvertire  ec  ,  f^re  un  muro  a  secco  , 
grosso,  a  scarpa,  che  soitcoga  il  terreno. 

#  §.  V.  ./4  scarpa,  dicono  varii  artefi- 
ci, di  qurgli  strumenti ,  ortLgni^  o  opere  . 
che    sono    tagliale  a  sdrucciolo  ,  cioè  che           ■ 
da  una  base  alquanto  larf^a  vanno  diml-            ~ 
nuendo  da  una  banda  fino  in  cima.  (A} 

§.  VI.  Scarpa,  è  anche  una  Specie  di 
pace  vilissimo  di  Ioga,  che  dtcesi  ancora 
Scarprttaccta  Lit, 'ballenii.  Bed.Ots,  am. 
175.  Ho  no\rnuto  averla  (la  vescica  del- 
l'aria  J  il  grongo  ec. ,  la  scarpa,  il  car- 
pione,   la   (rota  .   er. 

SCARPACCIA  .  Pff:gìcrat.  di  Starpa  . 
Lai.  calceus  dissutus,  malus  Gr.  xoudv 
ùn65r,{i.v.  .  Ar.  Lea  2  1  Qoalcbe  par 
di  scar|>acce.  o  di  pantofole  ,  Poi  che  1* 
avete  ben  pelate  e  logre,  mi  Donate  al- 
cuna volta . 

SCARPELLARE.  PropriameaU  Lave^- 
rar  le  pietre  collo  scarpello.  Boryh.  Bip 
l5o  Ora  fate  conto  cb*  io  comioci  a  scar- 
pellare il  marmo. 

§.  I.  Per  Intagliire  Lat.  ealarw,  in- 
cidere Gr.  y/ot^ity  Lib.  l'iagg  Dì  foori 
di  quisti  granai  è  sr^rpellalo  lettere  di 
molle  ragion   linguaggi. 

#  §.  11.  Scarpellare,  vate  anche  Inta- 
gliar semplicemente  collo  scarpello  alcuna 
pietra  per  luhecciar/a  ,  B'Onz.  Irti,  Sa- 
rebbero da  ludarsi  per  arti  b^lle,  in6nitr 
che  sono  tenute  a  vile,  come  gli  scarpel  - 
lini  che  la\orano  alle  cave  ,  o  cbe  scar- 
pellano  le  strade.  (A) 

#  §  III.  Siarf>ellart,  \ale  anche  Cma 
ilare  ,  Ter  vie  tolto  scarpello  scmttmrr  , 
e  simili  .  I  as  IH,  A  Pis.  La  quale 
arnie  ,  sebbrne  fu  falla  scarpellare  dal 
nugitlrato  dr'  Doilioi  ,  rbe  ebb^  cura  dt 
spegnere  ogoi  memoria  di  quel  Duca,  ri- 
mane nondimeno  ec.  (S) 

t  §•  l*'-  /*"■  similiU  vale  Levarsi  1 
przsuoti  dette  pelle  celi*  magkie,  e  gaisa 
che  della  piet'-a  fa  lo  scarpello    Lat    sca- 


S  e  A 

bere  .  Gr.  xH^etv  .  Ott.  Coni.  /nf.  zq. 
507-  ^  quando  I'  ù  falla  una  bella  ,  gli 
occhi  cutlu  hrancbc  si  scarpella. 

#  SCAHPELLATO.  Jdd.  ila  Scarpet- 
(arti  Lavorato  con  lo  starpello  .  Jìelltn. 
deal.  11.  Hj  Ja  venire  il  grillo  gd  UD 
uumo  d'  ÌDventare  uo  mudo  di  fabbrica- 
re, che  sia  il  pili  rutto  ec.  ,  scota  oroa- 
meoto,  fallu  di  p«tti  dì  pielracce  scarpel* 
late  alla  riDluia,  ce.  (fì) 

t  SCARPELLATORE  Verbal.  mnsc. 
Colui  che  lai-ora  pietre  coUo  scarpello  Lat. 
lapicida,  *latoniu.s,  laptdanus,  Gr.  ^aro- 
flOi  .  *  Dtli,  Agi;*  lir.  Spir  Ha  nome 
Eulogio,  ed  è  per  arie  scjrpelljlorc  di 
pietre.  E  appresso.'  Ed  eserctu  l'arie 
dello  scaipciirftore  datila  sua  giovenlù  in- 
•ioo  ad  ora.  (C)  Jlern  Rim  i,  2()  Co- 
si, modcroi  voi  scarpelljiori  ,  E  ancbe 
aolicbi  ,    andate  tulli  al   Sole. 

f  5  SCARPELLETTO.  Dim  di  Scar- 
pello .  Lai-  icatpi-llum  .  Gr.  /ciaTTT^i'p  . 
Benv.  Celi*  1  it,  2.  ^OO.  Io  mi  acconcìjvo 
certi  scarpelletli  per  lavorarlo. 

#  §.  Scarpelletto  augnalo  Term.  dell' 
Arte  di  hi'ornr  di  filo.  Scarpello  piccolo, 
simile  a  quello  che  adoperano  i  Legna' 
luolt  ,  ma  la  sua  asta  è  simile  a  quella 
de*  bulini,  e  sen-e  n  tagliare  ijih.  «  Jìem\ 
Celi,  Ore/,  27.  Con  queste  iroverassi  in- 
sieme uno  scarpellello  augnalo  io  gui- 
sa di  quelli  che  adoperano  i  legnaiuo- 
li ..  (B) 

*  SCARPELLINACCIO  .  Pe^g.  di 
Scarpellino.  Car,  Coni,  47-  Scarpellinac- 
cì  ignorami  e  trascurati  della  vera  arte  di 
far  6gure.  (FP) 

SCARPELLINO.  Quegli  che  lavora  le 
pietre  collo  scarpello.  Lat.  lapicida,  la- 
pidarius.  Gr.  iaTC'juo?  ■  Buon.  Tane.  5 
5.  Cbè  per  far  retto  giù  certe  brigale  Di 
•rarpellini  ve  l'avevan  tesa 

SCARPELLO  ■  Strumenta  di  /erro  ta- 
gliente in  cima,  col  quote  si  lavorano  le 
pietre,  e  t  legni.  Lat.  ctelum,  scalprum  . 
Gr.  €"9'*l'p  »  xv^i^TTip.  G.  /'.  1.  4-^-  7- 
La  detta  pietra  Golfulina  per  maestii  con 
picconi  e  scarpelli  per  forza  fu  Ugliala,  e 
dibassala.  J%  8.  78.  4-  Leggieri  d*  arme, 
eoa  balestri,  e  dardi,  e  giavellolti  a  fu- 
sone  ,  e  con  pietre  pugncrecre  conce  a 
scarpello.  Cr.  2.  23.  27-  Sia  la  corteccia 
levata  sotlilmeote  con  tagUeniisiimo  scar- 
pello in  tal  modo,  cbe  la  gemma  non  ri- 
ceva lesione.  Soder.  Colt,  .'»6.  S'impniiiii 
DD  colpo  con  Io  scarpello  a  ditillo  della 
Tite  sul  suo  legno  .  E  appresso  :  Allora 
eoo  lo  irarpello  a  pieno  dandosi  sopra  un 
colpo  con  on  maztapiccbio  di  legno  sodo, 
farai  tal  fenditura,  che  arrivi  ec, 

•f  §.  Scarpello,  è  anche  uno  Strumento 
da  pigliare  uccelli  presso  Cr.  10  28.  6. 
Anche  con  iscarpello  si  ptglt.tno  le  porza- 
ne,  ec.  E  lo  scarpello  uno  strumento  fatto 
con  due  archi  molto  pieg<iti.  poco  dilungi 
V  uno  dall'  altro  ,  intra  i  qu^li  un  poco 
poi  si  pone  fruito  d'erba  coca,  simile  alle 
ciriege,  il  quale  quando  prender  vogliono, 
per  lo  collo  si  stringono* 

SCARPELLOr^E  .  Accrescit.  di  Scar- 
pe Ilo  j  Scarpello  grande.  £enf.  Celi,  Ore/, 
i3l.  Si  debbe  con  asce,  e  scarpelluni  falli 
H  posta  per  tal  necessità,  lavorargli  puli- 
tamente. 

SCARPETTA.  Ptm,  di  Scarpa  .  Lat. 
calceolus.  Gr.  ùnocrip-ariov  Bocc.  not; 
60.  IO.  Senta  riguardare  ec.  alle  sue  scar- 
pette tulle  rotte,  e  alle  calze  sdrucite.  E 
mev.  72.  9.  lo  non  so:  chiedi  pur  tu,  o 
vDogli  un  paio  di  scarpette,  o  vuogli  un 
frenello.  ^Ileg.  119  Le  scarpette,  i  cai- 
no, la  cappa,  e  '1  saio  .  Frane.  Sacch, 
rim.  17.  Se  niuno  avaro  è  in  questo  bal- 
lo ,  Le  sue  scarpette  rompe  senta  fallo  . 
Galat.  i8.  Guata  qui  ,  come  tu  nettasti 
ben  questa   icarpetta  .   Bern.   Ori.   1.   2'j. 


S   C  A 

53.  Pur  tutte  1*  armi  guarda  per  sonile, 
E  le  scarpette,  e  l'uno  e  1' altro  guanto. 
Buon.  Tane.  5.  7.  Con  le  scarpette  Ges- 
sale e  nette. 

SCARPETTACCIA.  Peggiorai,  di  Scar- 
pclta.  Lib  Son.  c)0.  Tu  pari  un  can,  con 
una  scarpet  taccia  ce.  Che  scuole  il  capo, 
e  poi  le  dà  di  ciuffo  ,  Poi  la  ripon  ,  noi 
la  ripiglia,  e  straccia.  Cinff.  Calv.  1  27. 
E  certe  scarpettacce  vecchie  e  rotte  Parule 
sonn  un  zuccber  di  sei  colle.  Cant.  Cam. 
106.  Donne,  non  tenete  addosso  Scarpet- 
tacce, o  vetriuoli. 

SCARPETTACCIA,  Spezie  di  pesce  vi- 
lissimo  di  lago,  che  dicesi  ancora  Scarpa. 
Lat.  *hallerus, 

SCARPETTINA  .  Dim.  di  Scarpetta  . 
Lat.  calceolus  Gr.  uTro^T5jUaTiOV.  Tralt. 
sepr.  COS.  donn.  Il  buon  viso  cbe  fanno 
alle  scarpetline  nuove.  Buon.  Fier.  2.  3. 
12.  Vengono  snelle  e  pronte  In  bianca, 
in   gialla,  e  in  rossa  scarpeilina. 

SCARPETTINO.  Scarpetlina.  Lat.  cal- 
ceolus, Gr.  u:ioo»ija«Tiov.  Ltb.  Son.  73. 
Rossi  dì  monloncio  gli  scarpettinì. 

«  SCARPETTO.  Lo  stesio  che  Scar- 
petto  j  ma  meno  usato  .  Car.  Cam,  60. 
Quando  si  va  al  calzolaio  ec.  se  un  paio 
di  scarpelli  sono  troppo  larghi ,  tu  le  ne 
provi  un  altro.  (FP) 

t  SCARPETTONE.  v^rfrp.jfi(.  di  Scar- 
petta. Buon.  Fier.  2.  3.  7.  Scaraventa  il 
cappel ,  eh'  egli  ha  di  treccia  ;  Trasi  gli 
scarpelloni. 

SCARPINO.  Dim  di  Scarpa.  Lat.  cnl. 
ceolus  .  Gr.  u7TO(Jt3ju-c'tiov  .  Buon.  Fier, 
2  2.6.  Pastlcchi,  saponelli ,  delicate  Con- 
ce di  guanti,  e  di  scarpini  adorni. 

*  SCARPIONCELLO.  Dim.  di  Scorpio- 
ne Benv  Celi,  J'it.  3.  321.  Imburiassalo  da 
quel  primo  scarpioncello  ,  non  volse  mai 
venire  alle  cose  del  dovere  (qui  per  metaf, 
vale  Ignorantclìo  ,  e  mal  pratico  del  me- 
slicrej.  (C) 

f  SCARPIONE  .  Lo  stesso  che  Scor- 
pione j  ma  molto  meno  usalo,  Lat.  scor- 
pius  .  Gr.  GXOfTZi'o^  .  ì  it.  SS.  Pad.  \. 
25o.  Questi,  cantando  una  nolle  ru6cio, 
fu  punto  da  uno  scarpionej  la  qual  pun- 
tura egli  sentendo,  non  si  mosse  pero  del 
suo  luogo,  ne  lasciò  di  cantare,  ma  uccise 
lo  scarpiooe  ,  e  perseverò  orando  e  can- 
tando ,  e  la  puntura  n<m  gli  fece  male  . 
E  altrot-e:  Avvegnaché  temessimo  d'  en- 
trare per  gli  spiriti,  sfarpioni  e  serpi  che 
sogliono  entrare  in  queste  colali  caverne. 
Tes.  Br.  5.  ^i.  Anche  lo  scarpione  gli 
fa  gran  male,  se  il  fiede.  Fior.  J  irt.  A 
M.  Lo  scarpiooe  lusinga  colla  faccia  ,  e 
colla  coda  morde  .  Toc,  Dav.  Ann.  l^. 
loi-  Le  cose  ancor  senza  lingua  e  senz' 
anima,  tetta,  e  mura,  e  lastre  eran  guar- 
dale intorno,  se  vi  dormisse  lo  scarpione 
(cioè,  se  vi  fosse  nascoso  inganno) 

*f  §•  Scorpione,  si  dice  anche  una  Spe- 
zia di  pesce  di  mare  mollo  spinoso.  Lai. 
scarpio  piscis  .  Tes.  Br.  ^.  i.  Scarpione 
e  appellala  i<na  gcnerazion  di  pesce ,  Ii 
quali  sì  magagnano  altrui  le  mani. 

Sp  SCARPONE.  Accrescit.  di  Scarpa. 
Cor.  Long.  So/.  HO.  2  pag.  28.  (  Fir. 
181I  )  Eccoli  comparir  loro  avanti  un 
vecchione  con  un  vestilo  di  pelle  indosso, 
con  scarponi  di  corde  in  piedi,  ec.  (M) 
Lasc.  rim.  2.  296.  Scarpon  ,  pianelle  , 
stivai  son  niente.  (C)  Salvia.  Fneid.  Iib. 
7.  Hanno  nudo  il  pie  sinistro  ,  L'  altro 
cunpre  scarpon  di  cuoio  crudo.   (Fj 

SCARRIERA.  Gente  dt  scarnerà,  e  si- 
miliy  si  due  d*  Uomini  vagabondi,  e  prC' 
sii  a  ogni  mal  fare  Fir.  nev.  (\.  23o. 
Che  dolenti  vi  faccia  Iddio  ,  gente  di 
scarrieia.  Burih.  i.  t>.  Perocché  vi  eran 
genti  di  scarriera  .  l'arch.  Ercol.  55-  1 
quali,  perché  il  più  delle  volte  sono  per- 
sone rigattate,  e  uomini  di  irarriera,  nio- 


S  C  A 


io5i 


strano  altrui  la  luna  nel  porto  ìV  E  Su  oc. 
.'>.  3.  Da  un  canto  costoro  hanno  il  dia- 
volo addosso,  e  son  persone  di  srarriera, 
che  si  ddellano  di  veder  male,  e  non  isti- 
«nano  se  non  1*  utile  :  onde  dubito  che 
questo  non  sin   uno  inganno  ,  ec.  (E) 

§.  Comperare, e  J'endeie  per  iscarhe- 
rn  ,  si  dice  del  Comperare,  e  ì'endere 
Juoti  del  trajjico  comune,  e  quasi  occul- 
tamente . 

't  *  SCARRUCOLAME^TO.  Tratto 
di  carrucola  ,  Tratto  preso  colla  carri^ 
cola.  Minucc-  Maini,  pag  21.  Un  tratto, 
L^  voce  tratto  ha  molli  sìgniGcatt,  diceu- 
dosi  tratti  di  fune  (juello  scarruculamento 
che  si  dà  ai  delinquenti  nel  martìrio  della 
corda,   ec.   (A) 

•f  SCARRUCOLANTE.  Che  scarruco- 
la. Buon.  Fier.  5.  3.  8  Stravaganti  sensi, 
Stolti  e  scipiti  s'ascoltaron  molti,  Com'uso 
è  della  plebe,  e  de*  cervelli  Scarrucolanti 
(qui  per  melaf.  ,  e  vale  senza  freno,  l«- 
merarii  ). 

SCARRUCOLARE.  Lo  Scorrer  del  ca- 
napo sulla  girella  della  carrucola  libera- 
mente, e  con  violenza,  f  ♦  Bellin.  Disc, 
l-  191.  Perché  nel  salir  di  lui  la  fune 
cavalca  la  taglia  ,  e  tanto  di  essa  scarru- 
cola dalla  parie  di  là,  quanto  sale  il  sasso 
dalla  parte  di  qua.  (Min) 

SCARRUCOLATO  .  Add.  da  Scarru- 
colare ■  Buon,  Fier.  4*  4'  2^'  Come  al- 
legri si  fanno  Con  quella  voce  lor  scar- 
rucolala (qui  per  simiUt  ).  -f  *S  Bellin. 
Disc.  \.  191.  Lasciando  poi  ricalare'*  il 
sasso  a  terra  ,  ritorna  la  fune  scarrucola- 
ta a  ricavalcar  la  taglia,  e  ritornar  di 
qua.  (Min) 

SCARSAMENTE-  Avverb.  Con  iscar- 
sita.  La!,  pnrce.  Gr.  y£((?o/ji£'vw5  .  Sen. 
Pisi.  Si  lo  dovrem  noi  temperatamente  , 
e  scarsamente  dispensare.  /•'*(.  Plut.  Giam- 
mai non  s'appoggiò ,  se  non  iscarsaniente, 
quando  egli  dorniia  .  3/cnz.  rtm.  i.  180. 
E  se  diran  che  scarsamente  adempio  Ciò 
che  nel  cuor  disegno,  Colpa  fia  dell'  in- 
gegno . 

•f  SCARSAPEPE.  Sorta  d'erba  che 
fa  il  fiore  simile  all'  Origano.  Lo  Scar- 
sopepe  sahatico  da'  Fisici  è  detto  Ori- 
gano .  Jl  Mattiuolo  la  disse  in  Lat.  ma- 
rum  .  J  olg.  Diosc.  Lo  scarsapepe  è  un* 
erba  col  fiore  simile  all'  origano  .  E  al- 
trove :  Lo  scarsapepe  salvalico  ,  che  per 
altro  nome  da'  fisici  è  dello  origano  ,  e 
simile  nelle  foglie  all'isopo. 

SCARSEGGIARE. £"were,  o  Avere  scar- 
sità d"  alcuna  coia. 

%  In  signific.  att,  vale  Andare  a  ri- 
lento collo  spendere,  o  col  donare,  o  con 
simili  cose  Lai.  parce  erogare,  Gr.  agi- 
(JecrSat  .  T/alt.  gov  fam.  1  divini  tesori 
non  si  debbono  scialacquare  ,  i  quali  son 
de'mìg'iori  e  più  bisognosi,  a' tristi  scar- 
seggiando. 

SCARSELLA  .  Specie  di  tnschetta,  0 
borsa  di  cuoio,  cucila  a  una  imboccatura 
di  ferro,  o  d'altro  metallo,  per  portarvi 
dentro  danari  .  Lai.  ascopera  ,  montica  . 
Gr.  Ti/fW.  Bocc.  nov.  73.  10  Che  avrem 
noi  a  fare  altro,  se  non  mettercela  nella 
scarsella?  Pass,  i3l.  De' romei,  e  de'pe- 
regrini  si  dice  che  basta  ,  se  presono  il 
bordone,  e  la  scarsella  ,  com'  é  usanza  , 
dal  proprio  prete  .  forane.  Sacch  Op. 
div,  ii^4  La  prima  cosa  che  fa  Io  pelle- 
grino quando  si  parte,  si  veste  di  schia- 
vina, appiccasi  la  scarsella,  e  mettevi  ago 
e  refe  ,  e  moneta  d'  arieoto  ,  e  d'  oro  - 
*  Buon.  Fier.  Intr.  2.  5.  Chi  sa?  sotto 
una  veste  Lacera  e  rappeizala  anche  tal- 
volta Una  grande  scarsella  sta  nascosa , 
Cb*  è  piena  di  danari.   (B) 

§.  I.  Per  similU.  Borgh.  Ong.  Fir. 
ìScf.  Né  dell'  aggiunta  fatta  della  scar- 
sella dalla  parte    di    dietro  ,  fuor  del  tuo 


1052 


S  e  A 


vero  modello.  E  l6o.  Allora  si  creile  che 
ftts»e  fatto  il  coro  (tlei  tempio  di  S.  Gio- 
vannij  accomoJalo  alla  captiella,  che  nella 
icarsetla  si  fece. 

*  §.  II.  Scarsella,  dicesi  anche  Quello 
spazio  cliiiiso  Ira  <itte  lineet  dove  gli  scrii- 
turali  ,  e  r-if^ionieri  dichiarano  lo  storno 
d*  una  partita.  Salvia,  Annoi.  Cas-  167. 
Distornare  è  termine  degli  scritturali  .  e 
ragionieri  ;  dicendo  essi  fare  uno  storno, 
e  stornare  una  parlila  j  quando  in  una 
scarsella ,  o  postilla,  la  diihiarano  errata 
V  mal  posta.  (C) 

g.  III.  Per  simitit.  diciamo  anche  Scnr 
setta  Quetl'  apertura  che  ha  il  granchio 
nella  p'tncia  .  nettine,  son.  l55.  E  non 
vi  paian  favole,  o  novelle.  Che  i  granchi, 
per  paura  de'  fornai ,  Non  porlin  mai 
danar  nelle  scarselle.  E  son.  2-^5.  E  s'io 
piglio  de' granchi  di  Gennaio,  Nelle  scar- 
selle lor  non  ho  hona<-cij. 

§.  IV.  Aver  il  granchio  alla  scarsella. 
f.  GRANCHIO,  §.  VI. 

*  SCARSELLETTA  .  Dim.  di  Scar- 
sella; ScarsclUna.  Cas.  Leti  Guatt.  181. 
E  Tovvi  dire,  che  se  una  scarselletla,  eh' 
io  porlo  più  per  le  scritture,  che  per  al- 
tro Lisogoo  ,  non  fosse  sempre  assai  leg- 
gieri di  danari  ,  arci  alle  volle  dubiUto 
de'  casi  suoi,   (f} 

SCARSELLINA.  Dim.  di  Scarsella  . 
Lat.  loculus  .  Gr.  (9aiavTiOiov  .  ZibaU, 
Andr.  Non  leng.mo  se  non  pochi  soldi 
oella  scarsellina  mollo  bene  occultata. 

SCARSELLONA  .  Scarsella  grande. 
Lat.  crumena  maior  ,  marsupium  .  Gr. 
HKpcùmo*.  Lasc.  Geloi.  3.  1.  Egli  ha 
quella  scarsellona.  che  pare  una  bisaccia. 
SCARSELLONE.  Accrescit.  di  Scar- 
sella.  Buon,  Ftcr.  2.  i.  10.  Che  tal  mi 
dà  inditio  Quel  grande  scarsellon,  che  di 
velluto  Gli  pende  sopra  *l  Banco  .  E  2. 
2.  7.  Oh  lo'  bei  scarselloni  I  e  come 
gonfi  Riseggon  lor  sul  fianco,  e  'n  sulla 
trippa  1 

SCARSETTO.  Dim.  di  Scarso  .  Lat. 
parcus,  parcior.  Gr.  y£iòw)o?,  y/t^xpo'i- 
Fir.  Dia!,  Iteli,  do-ìn.  ^24-  La  gamba  ci 
darà  Selvaggia  lunga,  scarsella,  e  schiena 
nelle  parli  da  basso  (cioè,  non  troppo 
grossa  ,  scarza  ). 

5  SCARSEZZA.  Scarsità^  Lai.  parci- 
tas  .  parcintonia  ,  Gr.  ysiòwXt'a.  Rim. 
ant.  GuiU.  94.  Scarsella  face  lo  uomo 
arricchire  ;  Troppa  scarsella  fa  talor  dan- 
oaggio  .  *  Car.  lieti.  Arisi,  i.  9.  La 
liberalUà  (e)  quella  di  sovvenir  coi  da 
nari,  e  la  scarscxra  il  suo  contrario.  (TCj 

#  §.  Scarsezza,  vale  anche  Un  certo 
che  di  mancanza.  Pochezza.  Sef:ner,  Seni. 
Orat.  43.  Vede  in  me  la  scarsewa  di 
quelle  mie  lagrime.  (TC) 

#  SCARSISSIMAMENTE.  Superi,  di 
Scarsamente.  Lai.  p<rcissime,  Gr  yit- 
cjf^STiXTa.  //  ì'ocahol.  alla  /'.  STRET- 
TISSIMAMENTE, g.  I.  (•) 

SCARSISSIMO.  Superi,  di  Scarso  . 
Lai.  parcissimus ,  Gr.  yeiowìcTaro;. 
/Voi-  ant.  94.  I.  Era  si  scarsissimo 
1:  s6dalo ,  che  faceva  i  mawi  del  ca- 
man^iare  con  le  sue  mani  (cioè,  lena- 
cissimo  ,  avarissimo  ) .  /ìed  Oss,  an.  cp. 
Queste  tre  ultime  rane  d' animali  soglio- 
no per  Io  più  naturalmente  noli'  inverno 
o  non  cibarsi  ,  o  prendere  scarsissimo  o 
fidissimo  il  nuttimento  (cioè,  pochissimo, 
o  in  pochissima  quantità). 

SCARSITÀ",  SCARSITADE.  e  SCAR 
SITATE.  Astratto  di  Scarto;  Miseria, 
Tenacità  ,  Strettezza.  Lai,  p'ircitas,  Gr. 
oetòuÀi'a.  Lib.  Amor,  Se  ricco  e.  teme 
che  gli  oucria  la  preterita  icariiti  Rtm. 
ani  P.  .V.  Rinnld.tt  Ai}nin  Che  è  d  n- 
na  e'  ha  bellexse  .  Ed  i;  sema  piotade  , 
Com'  uomo  e'  hj  ricchexie,  Ed  usa  sfar- 
siUde  . 


S  C  A 

§.  Per  Un  certo  che  di  mancanza,  Po- 
chetza.  Lat.  Inopia,  defeclut.  lìocc.  Intr. 
16.  Essere  abbandonati  gl'infermi  da*vi- 
cini  .  da'  parenti  e  dagli  amici ,  e  avere 
scarsil'i  di  serventi  7Vj.  Jìr.  9.  45  Scar- 
sità di  pene  currompe  la  città  ,  e  T  ab- 
bondanza di  peccatori  mena  l'  uso  dì  pec- 
care./ me.  M<trt.  Leti  [^o,  Sebbeo  l'animo 
si  doleva  della  scartila  della  f>enna  ec.  , 
il  debito  rispetto  lì  dulea  non  meno  della 
sua  prodigalità,  Rr>i  teli.  2^  28.  Se  V.  S. 
Illustri^,  vien  qui  da  sé,  resterà  appagala 
della  scarsilà  . 

f  SCARSO  Susi.  Scarsità  nel  signific. 
del  g.  Lat.  inopia,  de/eclus,  Gr.  ftiSot- 
JLt'a  G-  r,  10  100  2.  Allora  era  in  sul 
tempo  della  ricolta,  ed  era  carestia  e  scarso 
di  viltuaglia. 

SCARSO.  Add,  Alquanto  manchtvole. 
Lai.  parcus  ,  inops  ,  mancus  ,  exiguus  . 
Gr,  tvSirlit  óiisopoi.  TiripOi.  Dani,  Par. 
\5.  Chi;  (ulte  simigliaoie  sono  scarse.  E 
33.  Tutti  i  miei  prieghi  Ti  porgo,  e  prego 
che  non  sicno  scarsi.  Petr,  son.  263.  Ma 
l'ingegno  e  le  rime  erano  scarse  Io  quel- 
la etale  a'pensier  nuovi  e  'nfermi.  liocc. 
Leti.  Pin.  Ross.  278.  Voi  dovete  essere 
contento  di  avere  piuttosto  stretta  e  scarsa 
fortuna.  G,  f.  li.  HI.  5.  Al  Re  d'In- 
ghilterra fatila  moneta,  che  i  suoi  uficia- 
li  di  là  il  ne  tenieno  a  dieta,  e  scarso  . 
^  f'iv.  Disc.  Arn.  38-  E'  si  riduce 
(Arno)  talvolta  Dell*  Estate  con  si  scarsa 
acqua,  ch'ella  non  basta  alla  corsa  di  ben 
piccoli  navicelli*  (C) 

*  §.  I  Per  Privo  ,  Mancante  .  Se^r. 
Fior,  Stor.  lib.  A.  Messer  Rinaldo  aven- 
do vedula  la  freddezza  di  Messer  Palla  , 
e  la  K-ggerezza  dì  Ridolfo  Peruizi,  scarso 
di  miglior  partilo,  si  rimise  nelle  braccia 
sue.  (CP) 

3  %.  II.  Per  Tenace»  Misero,  Che  span- 
de a  rilento.  Lat.  parcus,  avarus,  misrr, 
andus ,  reslriclus.  Gr.  psiowio^.  Rvcc. 
noi:  72.  8.  Siete  tutti  quanti  più  scarsi 
che  'l  fistolo.  Petr-  son,  279  Ho  servilo 
a  signor  crudele  e  scarso.  Quitt.  fitos.  G. 
C.  L'avaro  ec.  è  dell'altrui  largo,  e  del 
proprio  scarso.  Rim.  ant.  P.  A'.  Riionag. 
Urliicc.  eh'  Amore  ha  in  sé  virtute,  Che 
'i  vile  uom  face  prode  ,  S'  egli  e  villano 
in  cortesia  lo  muta,  Di  scarso  largo  a  di- 
venir l'aiuta. 

*  5.  lil-  Scarso,  per  Circospetto  , 
Cauto,  Non  Cai  rivo,  u  Dani.  Par  17. 
Quei  che  ancor  fa  fi  padri  a'  figli  scarsi  ». 
Ar.  Fur.  IO-  6  Siate  a'  prieghi  ed  a' 
pianti  che  vi  fanno  (  i  vostri  amanti  )  , 
Per  questo  esempio  ,  a  credere  più  scar- 
se. (MJ 

§.  IV.  Figuralam.  Dani  Purg.  ì^.  Mi 
da  che  Dio  io  te  vuul  che  iraluca  Tanta 
sua  grazia,  non  li  sarò  scarso.  Rut.  it-i  .* 
Non  sarò  scarso ,  cioè  ,  eh'  io  non  mi  ti 
manifesti  . 

§.  V.  Moneta  scarsi  ,  diciamo  Quella 
che  non  è  di  giusto  peso.  ' 

*  3.  VI.  Misura  scarsn,  dtceti  Quefla 
che  e  minore  del  giusto  .  Segnrr.  Penit. 
inslr.  inttrrog.  Se  avete  inganoalu  nel 
giuoco,  o  nel  vendere  con  misure  scarse, 
o  con   peso  ingiusto.  (C) 

*  g.  VII.  Colpo  scarso,  diersi  Quello 
che  è  dato  obliquami  nte  ,  o  colla  parte 
più  debole  dell*  arme  .  Ar,  Fur.  2.  9. 
Fanno  or  con  lunghi ,  ora  con  finti  e 
scarsi  Colpi  veder  che  mastri  son  del 
giuoco.  E  24.  65.  E  se  non  che  fu  scar- 
so il  colpo  alquanto.  Per  merco  lo  fen- 
dea  come  una  canna.  Tass,  Cer.  12. 
55.  Non  danno  i  ci>Ipi  or  finti,  or  pieni, 
or  scarsi:  Toglie  l'ombra,  e  '1  furor  l'uso 
dell'  arie.  (?i) 

%.  Vili.  Cogliere  scarso,  si  dice  Qmam- 
do  colpn,  o  stmite.  ferisce  chtiquamtnte , 
0  colla  parte  pia  d-  baie  dell*  arme 


s  e  A 

*  S  IX.  Colpir  scarso,  vale  lo  stesso, 
lìellin.  Disc  li.  Svelte,  o  sradica,  dirò 
così,  queir  eminenza,  o  quell'asprezza,  o 
quei  risalti,  e  via  gli  porta  per  la  sua  di- 
rittura, secondo  che  gli  colpisce  scar>o,  o 
in    piano     (Min) 

SCARTABELLARE  .  Legger  presto  . 
per  lo  più  con  poca  apptìeasione  .  La!. 
libros  versare.  Gr.  ra  €iS)u'a  •S'ùi^ttf. 
Allrg,  332.  Son  andato  pertanto  mille 
vulte  chimerizzando,  e  a'  ho  scartabellalo 
tulio  lo  Scopa,  e  il  Seponlioo.  Gal,  Sist. 
179  Si  ritirano  io  istudio  a  scarUbellar 
gl'indici  e'  repertorii,  per  trovar  se  Ari- 
stotile ne  ha  detto  niente. 

S?  §  Scartalietìare  ,  per  Passar  sol' 
lo  si'enzio.  Preti  rmettere  .  Lasc,  Non.  i. 
68.  Gallo.  Tozze! to  .  Idiimo,  e  '1  baca 
.Slrambucro,  Ed  infiniti  assai  ch'io  scar- 
tabello.  (Rr) 

t  *  SCARTABELLATORE.  f'erbal. 
masc.    Che,  o   Chi  scartahetla.  (A) 

SCARTABELLO  Si  dice  di  Libro,  di 
L'-::gen'la,  o  Se  iitura  di  poco  pregio.  Lat. 
libellus.  Gr.  ^ijSiiov.  Patajf.  l.  Iste- 
verare  striscia,  e  scartabello.  Cari.  Fior. 
5|.  Quando  gli  Accademici  ve  l'avranno 
a  produrre  a  banco,  il  vi  rooslerranoo 
autentiro  d'  altra  maniera,  che  quei  mi- 
seri scartabelli  che  voi  impiastrate  al  vo- 
stro civile.  Fir.  Trin,  ^.  3.  Beo  sai  che 
quel  tuo  scartabello,  che  lu  giltasti  alla 
Manetta,  capitò  in  mano  alla  madre. 
Buon.  Tane  5.  5.  Non  vorrei  aver  pò* 
a  venir  all'  armi  In  vescovado  collo  scar- 
tabello. Malm.  8  56.  Ricerca  nel  suo 
mastro  scartabello  Di  quei  paesi  la  geo- 
grafia. 

^  %■  E  dello  di  libro  anche  di  pregio. 
Red  Ditir.  E  il  mio  dello  vo'  che  ap- 
provi Ne'  suoi  dotti  Kartabelli  L'erudito 
P.gnalelli.   <  Br) 

SCARTAFACCIO.  Scartabello.  Lat. 
libellut.  Gr.  ^i^yt'ov.  Fir.  As.  341  E 
preso  lor  privilegi  e  scarlafacci,  si  mite- 
ro  in  viaggio.  /  ine.  Mari  leti.  38.  Noo 
avendo  fursc  letto  fra  i  vostri  scartafacci. 
rhe  già  in  Egitto  nacque  un  bue  tanto 
savio  ,  che  si  fece  adorar  dalle  genti . 
Buon.  Fier.  3  4-9  ^*^'  *  ^*'"  "''Ioni 
Tutti  i  suoi  scartalacci. 

*  SCARTAMENTO.  Lo  scartare. 
Chiappolo.  Lai-  reiectio.  Gr.  «Ta^ci»)'. 
n  yoc^^b    rtZ/a  voce  CHI 4PP0L0.C) 

SCARTARE.  Gettare  in  giiicando  a 
monte  te  carte  che  altri  non  vuole  ,  e 
che  si  hanno  di  più.  Malm.  8-  61.  Sen- 
do  scoperto  a\er  di  più  una  carta,  Per- 
chè dì  rado,  quando  ruba,  scarta-  Lasc. 
Sibili.  2.  2.  lo  me  no  posso  andare  a 
monte  a  mia  posta  ,  che  voi  m' avete 
scartato  in  tutto  •  per  tulio  (  qui  in 
senlim.   allegorico). 

§.  per  mttaf.  vale  Ricusare  ,  Rìgfl' 
lare.  Lat.  reiicere  ,  Gr.  «rfo^lii»». 
Tae.  Dav.  Ann.  3  68-  Cosi  fu  scartata 
la  senlcnsa  di  Cecina  fil  tetto  Imt  Ma 
elusa).  Meni.  s^t.  7.  Già  tu  non  fai  per 
me.  Sgorbia;  ìo  li  scarto  #  lac.  Sold- 
Sat.  5.  Pensa  a' suggelli,  e  sceglierai 
quei  putti  Che  sian  di  piano  e  moderalo 
ingegno:  Quei  che  lalì  non  son, scartagli 
tutti.  (Ri 

f  SCARTATO  Add.  da  ScarUro  , 
Così  nel  proprie*,  reme  nel  fisurato.  Lai. 
reiectus.  Gr.  aTtO|3>»;3«i'«  .  Rem,  rim. 
1.  70  £  tulli  i  Paladio  farcbbon  me- 
glio, Poich'  e'  sono  scartati ,  andare  a 
monte. 

g  Dar  nelle  scartate  ,  ti  dice  d*t 
f'aler/t  di  quel  che  è  eia  stato  ricmsmto,  t* 
Dire  cote  già  dette,  o  sapute  da  afin; 
metafora  tolta  dal  giuoco  delle  emrte.  K 
SI  prende  anche  per  Dar  nelle  furio. 
Entrar  grandemente  in  collera  ,  Uscir 
ifna<i  ftioi     di     se.     Farch.     Ercol.      89. 


S  e  A 

Dare  fjvelldnJo  nelle  scartale,  è  dire 
i|Urllc  cose  che  si  erano  delle  prima,  e 
eh'-  ogniHiu  si  sapevj.  Cur.  leti.  2.  2;0. 
Se  non  v*  avessi  pt-r  iutrìnseco  amico  , 
non  ve  '1  direi,  per  paura  di  non  dare 
nelle  scartale.  '^'  Cccch.  Prov.  \0.  Dicesi 
ancora,  tu  li.ii  dato  nelle  scartale,  quan- 
lio  uno  i'  abbaile  in  cosa  che  non  vor- 
rebbe, o  trisla.  (C)  Huon.  Fier  !^.  3  a. 
Intenti  noi  Al  sovvenir  la  barca,  Demmo 
nelle  scartale.  E  Tane  4-  >•  E  io  appe- 
na me  ne  innamorai,  Ch'io  ho  dato  così 
nelle  scartale 

t  *  SCARTO.  Terni,  tfei  Giuoco  . 
L'  azione  dello  scartare j  td  anche  Le  car- 
te stesse  scartate.  (J) 

f  *  g.  Scarto,  per  simiìit.  ,  si  dice  di 
Qualunque  cosa  che  si  sin  rig.  tinta  dopo 
sceltone  ti  meglio  tra  varie  della  stessa  spe- 
cie. (j4) 

*  SCARTOCCIO.  Lo  st^-fSo  che  Car- 
toccinj  ma  meno  usato  .  Bollar.  Dinl. 
p.  i6o.  Dopo  aver  fallo  uno  scarloccio 
piegato  per  un  verso,  ne  fanno  uno  che 
piega  per  l'altro  (qui  è  un  Ornamento  di 
Archtlettura  che  si  fa  ai  capitelli  com- 
posti, e   ionici).  (N) 

*  SCAHZA.  -^orla  di  pesce,  Mor^.  i^. 
66-  Gambero,  e  nicchio,  e  calcinello,  e 
seppia,  E  sgombero,  e  morena,  e  scarza, 
e    cheppia.  (*) 

SCARZO.  Add.  Di  membra  leggiadre, 
e  at;ili,  Anzi  magro  che  no  j  contrario 
di  Atticciato  ,  Traversato  ,  ìilassiccio  . 
Lai  agiiis.  Gr.  i}.ot.fpó<;.  Se^r.  Fior. 
Mandr.  4  8.  lo  sto  pur  bene  ;  chi  mi 
conoscerebbe  ?  Io  paio  maggiore ,  più 
giovane,  più  stano.  Hed.  Ins.  iSj.  An- 
corché sieno  un  poco  minori,  e  più  scar- 
si di  corpo. 

SCASARE.  Obbligare  altrui  a  lasciar 
la  rasa  dove  abita.  Salvìn.  Di-^c.  2.  8i. 
Dall'astinenza  delle  rami  degli  animali 
fomento  più  che  mai  questa  opinione 
Pittagora  ,  sdegnando,  ptT  così  dire  ,  di 
scasare,  uciidendogti,  anime  per  avventura 
sue  parenti  (qui  per  similit.).  ^  Bcuv.  Celi. 
Vit.  2.  i88.  Quel  secondo  abitante  che 
io  avevo  carciato  del  mio  casli'lto ,  avea- 
mi  mosio  una  lite  ,  dicendomi  che  io  gli 
avevo  rubalo  gran  quaniiià  della  sua  roba 
quando  r  avevo  iscasato.  (S) 

SCASIMODEO  .  S<]uasimodeo.  f'arch. 
Ercot  cfi.  Alcuni  (sogliono  wari' )  sca- 
simodeo,  e  chi  ancora  chiaccbi  bicbiacchi. 
Lasc.  Streg.  3.  l.  Io  debbo  forse  esser 
qoasi  scasimodeo,  o  qualrfae  nuovo  pesce  . 

SCASSARE.  Si  dice  propriamente  del 
Cavar  della  catsa  le  mercanzie,  e  similij 
contrario  d'  Incassare.  Lat.  ex  arca  de- 
promere.  Gr.  i'x  j(t€oiTOÙ  Tzpo'.^ipii^. 

*  g.  I.  Scassare  ,  vaie  anche  Aprire 
sfonando,  e  rompendo  per  lo  più  a  ca- 
gione di  furto.  Sa'vin,  Sencf.  3  8i-  Ma 
avendo  l'intesa  delle  robe  con  lei  seppel- 
lite, i  ladroni,  scas.iando  la  sepoltura,  tol- 
sero lutto  il  prezioso  ,  e  il  corpo  fecero 
sparire.   (A) 

§.  II,  Per  Conquas.fare,  o  Sconquas- 
sare, che  più  comunemente  diciamo  Sras* 
stnare,  Lat  agitare,  cmcntere.  Gr.  ^la- 
9«i'etv  ,  Fr.  lac.  T.  Questo  foco  passa 
sopr*  ogni  altru  pena  ,  E  lutto  mi  scassa 
in  ciaKuna  vena. 

g.  HI.  Scasiare^  trattandosi  di  terra, 
vote  Divegtiere.  Lai.  pastinare.  Gr  Scuio* 
azpOfÙv  .  ^  Sodfr.  Colt,  4'-  Meglio  è 
sradicare  le  vili  vecchie  ec  ,  e  dopo  due 
anni  ec.  ripiantarle  di  nuovo,  scassando  il 
terreno.  (F) 

§.  IV.  Per  simitit.  Tac.  Dav.  Ann.  i. 
34-  Air  alba  scassano  i  fossi  ,  riempionli 
di  fascine  fcoèt  guastano,  o  rovinano  te 
«ponde  de'  fossi  :  ti  testo  lat  ha  pro- 
raunt  ). 

SCASSATO    Add.  da  Scassare. 


S  C   A 

*  SCASSATORE.  J'erbaL  mosc  Colui 
che    scassa.  (A) 

*  SCASSATUIlA.  L'azione  di  cav.ite 
dalle  casse  la  m^rc.mzia  ,  o  altra  cosa 
incassata,  liald-  Dee  Per  ritrovarsi  pre- 
sente alla  «cassatura  delle  medesime,  già 
stale  inviale  per   mare.  (A) 

SCASSKNARE  .  Rompere,  Guastare, 
Sconquassare  .  Lai  fron'^eie  ,  evertere  , 
co'rumpere,  Gr.  TTopàstv.  Tì/xv-iv.  Dav. 
Colt.  l53  Nelle  quali  fosse  non  mescolar 
mai  6chi,  perchè  le  barbe  loro  scassinano 
la  fogna.  Silv.  C.ranch.'ì  12  EgU  aveva 
gi'a  mezzo  Scassinalo  quell'uscio. 

SCASSINATO.  Add.  da  Scassinare. 
Lai     fractus  ,     ruptns  ,     corrnptus  .     Gr, 

xixXafl//avo;,  avK-yTKTO;,  Stif^xpfiivoi. 
Bern.  rim.  l.  97.  Una  barcaccia  par  vec- 
chia ,  dismessa  ,  Scassinala  e  scommessa. 
Tnc.  Dav,  Ann.  2-  4i)  Druso  arquislò 
non  poca  gloria  col  nicller  tra'  Gemini- 
ci discordie  ,  e  far  Mjr;iboduo  già  scassi- 
nato cadere  (qui  fìgurntam.).  K  Slor.  2 
zSq.  Pericoloso  era  l'assedio  dentro  a  mu- 
ra vecchie  e  scassinate  (  il  testo  lat.  ha 
dilapsis  velustale  moenibus).  Fir.  nov.  \. 
a32.  Per  essere  la  serratura  tutta  scassi- 
nata  . 

SCASSO.  Divelto.  Lat.  pastinum  y  pa- 
stinano. *  Salvin.  Geor.  lih.  2.  E  tagliar 
per  gli  scassi  i  grandi  pogi;i    (F) 

^  §.  Scasso,  vaie  anche  A  pei  tura  fatta 
con  islrnmento, e  propriamente  La  frattura 
di  cassa t  o  cassetta  per  un  furto.  Salvin 
Senof.  3  79.  Perilao  poi,  inteso  lo  scasso 
del  sepolcro  ,  e  la  perdila  del  corpo,  era 
in  una  adizione,  e  in  una  smanta  gran- 
de. (C) 

*  SCASTAGNARE  Tergiversare,  Sfug- 
gire la  difficoltà  Magni.  Lett,  Voi  non  ave- 
te allora  a  pretendere  di  cominciare  a  sca- 
stagnare,  col  revocare  in  dublio  o  il  dello 
del  profeta,   o  il  fatto  di  Cristo.  ^..^^ 

*  SCATALUFFO  -  Sembra  lo  stesso 
che  Scapezzane  ,  o  altra  simile  percossa. 
Alleg.  90.  Altramenti  n'  avrei  mille  rab- 
buffi Da  Apollo,  e  voi  solenni  goccioloni. 
Da  lui  n'avreste  ancor  sei  scataluffi.  (*) 

SCATAPOCCmO  Chiamò  per  ischer- 
zo  il  Burcbie/lo  il  membro  virile  .  Lat. 
muto.  Gr.  /&i>r)'  .  Burch,  2.  5.  Sicrh'  io 
vedeva  il  fiero  scatapocchio,  11  quale  era 
dell*  online   maggiore. 

*  SCATAPUZZA  .  Sorta  di  erba.  Lo 
sfesso  che  Catapuzza.  Lat  lathj'i.s:.  Gr. 
iaàu^ct?  .  Cr  6,  36.  I  La  scalapuzza  è 
calda  nel  terzo  grado  ,  e  umida  nel  se- 
condo .  E  appresso  :  La  scat.ipuzza  ha 
virtù  di  purgare  principalmente  la  flem- 
ma ,  appresso  la  collera  e  la  malinco- 
nia (B)  E  niim.  3  La  scalapuzza  è  mol- 
to lassativa,  e  purga  di  sopra,  e  di  sotto 
fatico'.amenle  e  con  angoscia    {') 

SCATELLATO.  Add.  Lai  piobro  no- 
tatus  ,  Gr  eTTcv^t'tì'njTO;  .  Farch.  Ercol. 
54  Quando  chicchessia  ha  vinto  la  pruo- 
va,  cioè  sgarato  un  altro,  e  fattolo  rima- 
nere o  con  danno  o  con  vergogna .  dico- 
no a  Firenze  :  il  tale  e  rimasto  scornato 
ec.  ,  scaracchialo  ,  o  scalellato  ,  0  smac- 
cato ,  ec. 

SCATENARE,  Trnr  di  catena,  Scior- 
re  altrui  la  catena  .  Lat  ex  catenis  sol- 
vere. Gr.  ktt'  aXj'^Ewv  a~o)u-:tv  Bore, 
nov.  3)2.  26.  Facendo  sembianti  di  volere 
scatenare  il  suo  uom  satvatiro  .  E  num. 
27  E  gittatagli  una  cappa  in  dosso  ,  e 
scatmaiolo  ec. ,  in6no  a  casa  loro  ne  *1 
menarono. 

•f  V  §.  I  Scntrnare,  vale  ambe  Tor~ 
re.  Spogliare  altrui  dille  catene  che  por- 
ta per  ornamento,  fìuo/ì,  Fier.  4.  4  ^^' 
Alle  donne  impoirnti  e  non  difese.  Tro- 
vandole sparlale  dan  la  caccia  ec.  Le  sca- 
tenan.  le  sborchiano,  svespaiano.  (A) 

§.  II.  In  signijìc.  neutr.  pass.  Sdorsi, 


S   C   A 


io53 


o  Uscire  della  calma.  G.  J'.  j)  237.  3- 
Le  galee  di  don  Amfus  ,  eh'  erano  nel 
porlo  di  Castello  incatenate  per  conlra- 
dìjre  il  porto  e  la  scesa  a'  Pisani,  si  sca- 
tenarono,  e  vtnnero  contro  all'armata 
de'  Pisani. 

§  III.  Per  mela/,  vale  Scappar  fuori. 
Sollevarsi  con  furia,  ed  impeto.Lai.  ertini- 
pe>e.  in^rurrr.  Gr.  i^opuv.v.  Bet  Ditir. 
41.  Or  qual  nera  con  frem'iii  orriÌ)ili  Sca- 
tenossi  tempesta  Gcrìssima  T 

5  SCATENATO.  Add.  da  Scatenarcj 
Libero,  e  Sciolto  dalla  catena.  Lat.  t'M- 
culis  liberatns.  Gr.  «TTs  0£9ju&JV  aoeSst'^. 
But.  Coii  erano  correnti,  come  veltri  sca- 
tenati . 

*  §.  Diavolo  scatenato,  dicesi  di  Per- 
sona bestiole,  perverso.  «  Bocc.  nov.  23. 
22  Se  io  posso  rafirenare  questo  diavolo 
scatenato  »    (A) 

SCATOLA  .  Arnese  a  siml^lìanza  di 
vaso  fatto  dì  legno  sottile,  o  anche  d*  al- 
tre materie,  per  uso  di  riporvi  entro  chec- 
che si  sia  .  Lat.  pjwis  ,  capsula  ,  thcca  . 
Gr,  TTL'I't'?,  xiSwTtov,  S/)'/v5,  Bocc.  nov. 
63  4-  Lasciamo  stare  d'aver  le  lor  celle 
piene  d'  alberelli  ec. ,  di  scatole  di  varii 
confetti  pien- .  E  nov.  76.  12.  Vennono 
con  una  scatola  di  galle,  e  col  fiasco  del 
vino.  Buon.  Fier.  2.  2.  10.  E  *n  quesle 
grandi  scatole  7  T.  I  disegni  Qui  tengo, 
come  avvien  ,  poco  finiti.  3falm.  12.  U. 
Chi  ha  scatole,  chi  sacchi,  chi  involture 
Di  gioie,  di  miscee,  di  biancheria,  ,. 

§.  E  perchè  nelle  scatole  degli  speziali 
è  scritto  a  lettere  grandi  quel  che  v*  è 
dentro,  diciamo  proverbialm.  Dire  a  let- 
tere di  scotola,  o  di  speziale,  e  vale  Di- 
re ad  alcuno  il  suo  parere  chiaramente  , 
alla  li/'Cra  ,  e,  come  altramente  si  dice, 
fuori  de'  denti  .  Lai.  libere  Icqui  ,  nudo 
capite  dicere  Gr.  Tzapprini.d^zr*.  Farch. 
EtcoL  99.  Dire  a  lettere  di  scatola,  o  di 
speziale,  è  dire  la  bisogna  chiaramente,  p 
di  maniera  che  ognuno  senza  troppa  spe- 
culazione intendere  la  possa  .  Bern.  Òri. 
2.  i4-  55.  Il  peggio  che  so  far,  fo  al  mio 
nimico  ;  A  ledere  di  scatola  le  *l  dico  . 
Bed.  Fip  I.  12.  Plinio  lo  avea  detto  a 
Idtcre  di  sralola  . 

SCATOLETTA.  Dim.dì  Scatoìaj  Sca- 
tola piccola  Lat.  niella.  Gr.  x tSwTtov. 
Sag£.  nat,  esp,  98.  Cominciammo  a  vo- 
tar l'aria  della  scatoletta  con  uno  schiz- 
zatoio  inserito  a  vile  nella  bocchetta  .  E 
appresso  '  Acciocché  ec.  non  potesse  la 
medesima  rìenlrar  nella  scatoletta  .  Bed. 
lett  2.  l55.  Mando  a  V.  S.  iHustriss.  la 
scaioleiia  per  trasmettere  al  sig.  Marcello 
Malpighi  a  Bologna. 

SCATOLINO  .  Piccola  scatola  .  Lat. 
arcella  ,  capsula  .  Gr.  xtSw'nov  .  Bed. 
I"s.  io4-  De'  quali  ci  serviamo  in  vece 
di  scatolini.  Buon.  Fier,  4-  4'  **-*■  Schiu- 
do Lo  scalolino,  e  trovomi  i  sonagli  Ave- 
re in  mano.  E  4-  5.  27.  Occhiali  ,  sca- 
tolini  e  alberelli . 

SCATOLONE,  e  SCATOLONA.  Ac- 
cresctt.  di  Scatola.  Lat.  magna  capsula  , 
thfca  .  Gr.  j^Ey^yt]  'àr^xri  .  Buon.  Fier. 
2.  2.  3-  Ma  chi  è  costui  con  questi  sca- 
toloni ?  E  3.  I.  7.  Sfibbiane!  queste  ci- 
gne  ,  E  sgravianci  le  spalle  DÌ  queste 
casse  ,   o  stipi  ,  o  scatoloni. 

SCATTARE  .  Lo  scappare  che  fanno 
le  cose  tese  di  quelle  che  le  ritengono  , 
come  archi  ,  e  simili  .  Salvin,  Disc.  2. 
322-  A  un  tratto,  rimosso  l'oslacolo,  scap- 
pa e  scatta,    qual   malinconica    molla. 

§.  I.  Per  Passare,  Scorrere.  Lat.  ela- 
bi. Gr  St-^Uy-tJ  Farch.  Slor.  io  3l7. 
Tutti  volevano  essere,  ed  erano,  senza  la- 
sciare scattare  pur  un  giorno,   pagati. 

§.  IL  Per  similit.  Malm.  8.  54-  Per- 
che, scattando  un  pel  ,  tu  avresti  fritto 
(cioè,  sgarrando,  0  uscendo  un  minimo  che 


iu5ì 


5  C  A 


dell*  iilnizioQe  avoU  ) .  #  Imperf.  Tim. 
D.  4-  T.  6.  zSy.  Giudicaroa  I*  aniverso 
ec-  preadere  il  filo  oriiinaituimo  del  pro- 
prio ine  jm  mio  a  menta  alle  sue  varie  e  sì 
Iiene  aggiustate  opcrasioni  ,  né  da  quello 
scattar  punto  giammai.  (F)  Sfogai.  Leti, 
seient.  pa^.  i3i.  (f'caezia  IjSi.)  Se  voi 
aveste  un  orìuolo  ec.  per  modo  cbe  io 
dieci  anni  non  v*  abbia  mai  tcaltato  d^ì 
veri  punti  del  mezzodì  e  della  mezza  not- 
te quanto  è  un  minuto  secondo,  voi  ec.  (I^j 
^  g.  HI.  Scattar  moUo,  o  pìco ,  o  Ji- 
mi/et  da  una  cosa,  o  persona  ad  un'altra, 
vale  Estervi  molto,  o  poco  divario.   (C) 

*  §.  IV.  Pi:r  Ci-ssare,  Schivare,  S/ug. 
gire.  fav.  Etop  ^5  (Padova  iSii)  Ac- 
ciocché Doo  facestooo  (gli  /fleniesi  pri- 
ma liberi)  a  loro  senno  ,  poseglì  legge, 
e  soUoposcgU  a  Re  ;  e  cootrappaiiarono 
a*  comandamenli  y  i  quali  potevano  scat- 
tare, (.iftn) 

SCATTATO.  j4dd    da  Scattare. 

SCATTATOIO.  Quello  strumento  adun- 
co, per  lo  più  di  ferro,  dove  s'  atlacca  la 
cordai  dt'ir  arco,  o  similij  Scoccatolo. 

*  SCATTINO,  Ttrm.  degli  Qriuolai. 
Piccolo  tcatti  delle  repetizioni ,  H  quale 
r  messo  in  libertà  dalla  stella  del  suo- 
no. (/I) 

SCATTO.  Lo  scattare.  Sagg  nat  esp. 
zSo.  S' intende  sempre  dallo  scatto  al  ri- 
toroo.  #  Salvia,  fiuon.  Fier.  i.  ^.  ^. 
Scatto  si  dice  della  motta ,  quando  ella 
scalta,  cioè  scappa  dalla  sua  tenitura  e 
pressione,  cbe  si  leva  a  gran  distanza.  (B) 
§  I.  P^r  Discrepanza  ,  Divario,  che  an- 
che in  .^ens) figurato  diremmo  Salto.  Buon. 
Fier.  I.  4-  4*  Registrata  oe  vidi  una  al 
seccnto.  Che  dovev'ire  al  decimo  (odi 
scatto  t  )  ec. 

^  ■^.  II.  Scallo,  chiamano  gli  Oriuolai 
Quel  pezzo  dei^li  oriuoli ,  che  libera  il 
meccanismo  della  soneria.  (J) 

*  SCATURIENTE.  Che  scaturisce. 
Lat.  exstlienv  ,  scafuriens.  Gr  avK^iJ* 
^fijy.  Buon,  Fier.  ^.  4-  l8  In  mezzo  a 
cui  par  rider  scintillante  Limpido  fonte  , 
che  r  aere  irriga  Scaturlcnle,  e  poi  l'erbe 
p  i  fior  bagna.  E  5  2.  l.  Poi  dove  fon- 
ie, cb*  è  d'  uà  masso  inciso  Scalurivote  , 
a  confortar  la  sete  Ci  esponga  il  chiaro  e 
gelido  liquore.   (*) 

SCATURIGINE  SorgeaU  propriamen- 
te dell'  acque.  Lat.  scaturito.  Gr.  avoc- 
piuct;.  Red.  Ditir.  35.  E  1*  ondose  sca- 
turigiai  ec.  Di  rovina  sono  origini.  San- 
naz.  j4rcad.  pros.  12  Ove  molti  laghi  si 
vedeano»  molte  scaturigini,  molte  spelon- 
che, che  rifondevano  acque,  dalle  quali  i 
Bumi,  che  sopra  la  terra  corrono  ,  pren- 
dono le  loro  origini. 

'r  g.  Scaturigine,  figuratam.  vale  Ori- 
gine. Sqner.  Pred.  Pai.  Jp.  5.  7.  Eli' 
ebbe  tutta  la  sua  scaturigine  in  quella  pri- 
ma  debolezza   del    Vescovo.   (Nj 

•r  SCATURIGlONE..y<:fl/«r/g7/ie.  Bellm. 
Disc.  12.  Non  altro  sarete  ciascun  di  voi, 
che  fabbriche  e  sraturigioni  non  mai  man- 
rhcToli  e  sempiterne,  traboccanli  in  fiumi 
di   lutto   fuoco,   (Min) 

*  SCATURIMENTO  Lo  scaturire  » 
Scorrimento*  Lat.  effluxus  Gr.  a'va^iu- 
ot;.  Il  J'ocabof.  alla  voce  AVVENIMEN- 
TO,  g.  III.  (•) 

SCATURIRE.  Propriamente  11  primo 
scoppiare ,  0  uscir  dell'acque  dalla  terra, 
o  dai  nio-tti.  Lat.  scatere,  scaturire,  flue- 
re.  Gr.  ^ilU^eiv.  Fiamm.  2.  C)  Abboo- 
<lanti  lagrime  da*  suoi  occhi,  come  da  due 
fontane  ,  cominciarono  a  scaturire  (  qui 
per  .ùmilit.).  Tac.  Dav.  Star.  4  365 
Quindi  (del  monte  Libano)  oe  scaturisce 
il  fiume  Giordano. 

^  5  ''  *''  signific,  att.  vale  Mandar 
fuori.  Cbiabr,  nm.  Torbido  scaturisce  II 
beli*  occhio  terco  lucidi  6umi.  (fìr) 


S  C  k 

5  SCAVALCARE.  In  signfìc.  neutr. 
vale  Scender  da  cavallo,  SmonOtrt,  Lat. 
ex  equo  descen-iere,  equum  demtttere. 
Gr.  itxra^xtvftv  atro  tjj  t*TTOy.  Fi- 
loc.  2.  201  •  Addestreremo  il  vostro  ca- 
vallo, e  voi  serviremo  ,  con  debita  rive- 
renza e  onore,  inGno  a  tanto  che  voi ,  ri- 
cevuta nella  nuova  casa  ,  scavalcherete. 
Tac.  Dav  Vit.  Agr.  398.  Scavalcò,  e  sì 
pose  dinanzi   all'insegne. 

#  5.  I.  Scivalcare  in  un  luogo, parlan- 
dìsi  di  chi  viaggia,  vale  Fermarviii  a 
fine  di  prendervi  riposo,  o  di  soggiornar- 
vi, m  Cron.  Moreli.  35j,Fu  fatto  loro  gran- 
de onore;  iscavalcarono  in  santa  Croce. 
Fir.  Ai.  3;.  Quando  mi  accaderà  di  ca- 
pitare in  questi  paesi  ,  io  non  mancherò 
di  venire  a  scavalcare  in  casa  vostra*. ^O 
§.  II.  Scavalcare,  in  signific.  att,  vale 
Fare  .scendere,  o  Gittare  da  caiaUo  , 
Lai,  equo  deiicere.  Gr.  a'rrò  raJ  tTTOu 
aTu^stv.  G.  V.  II.  96  .'i.  Alla  fine  fu 
scavalcato,  e  fedito  meiser  Luchino.  7V- 
seid  2.  65  E  per  lo  campo  le  genti  or- 
gogliose Uccidendo,  ferendo  e  scavalcan- 
do, ec.  lìem.  Ori.  1.  I.  3i.  Ma  chi  po- 
trà Uberto  scavalcare,  Abbia  per  premio 
la  persona   mia. 

§.  III.  Scavalcare,  per  similit.  vale 
Levare  una  cota  di  sopra  C  altra  Sa-jc, 
nat.  esp.  l^5.  Avendo  l'energia  del  fred- 
do ,  nel  rarefare,  scava'<:ato  d'insieme  le 
viti. 

§.  IV.  Scavalcare  altrui,  fì<^itratam.  va- 
le Farlo  cader  di  grazia,  o  di  grado  tt al- 
cuno, soiten'rando  in  suo  luogo.  ^  Car. 
leti,  in-d  2-  9j,  Fino  a  ora  ho  scaval- 
cato Mignanello  del  tutto,  e  batto  S.  Vi- 
tale che  per  vìa  dei  suoi  intrinsechi  in- 
tendo che  se  ne  duole  a  cielo.  (X)  Se- 
gner,  Pred  33.  10  Le  vostre  politiche 
non  si  stendano  se  non  il  più  a  scavalca- 
re un  vostro  emolo  nella  corte,  (CP) 

*  g.  V.  Scavalcare.  Term.  de' Calzet- 
tai. Far  che  una  maglia  entri  neW  al- 
tra   (A) 

SCAVALCATO.  Add.  da  Scavalcare  . 
M.  f,  5.  2.  Lo  eletto  Carlo  sopraddet- 
to, giugoeodo  a  san  Piero  ec. ,  iscavalca- 
lo  colla  sua  donna  ,  furono  ricevuti  nella 
chiesa  con  grande  tumulto  di  stormeoli. 
Tac.  Dav.  Ann.  i5.  218.  Fenìo  Rofo 
prefetto  ec-,  scavalcalo  di  grazia  al  Princi- 
pe per  crudeltà  e  sporcizie  da  Tigellino. 
(qui  nel  signific.  del  g.  IV.  di  SCAVAL- 
CARE ;  il  testo  lat.  ha  quem  in  animo 
Principis  anteibat  ). 

I  SCAVALCATORE-  Ferbal.  masc 
Che,  o  Chi  scavalca.  Fr,  Giord.  Pred. 
R.  Godono  di  essere  scavalcatori  nelle 
corti  (qui  nel  signific.  del  §.  IV.  di 
SCAVALCARE  ). 

SCAVALLARE.  Scaivleare.  Lat.  equo 
dfiicere,  equo  deturhare.  Gr.  oCtto  Toy 
Ttttsu  TTOcpoiSeìv.  Guid.  G.  E  similmente 
Pari  fue  scavallato.  Teseul.  X  75.  Così 
Teseo,  6eramente  andando  Co'iuoi  mm- 
pagni  infra  le  donne  ardite.  Multe  oc  ^a 
per  terra  scavallando.  G.  /*.  7.  i3o.  7. 
Fu  si  forte  la  percossa,  che  i  più  de*  fe- 
dilori  de'Fiorcniìni  furono  scavallali.  Bui, 
inf*  22-  I.  Dove  non  si  cerca  vittoria,  se 
non  dello  scavallare.  Tav,  Bit.  Ed  era  si 
grande  la  tempesta,  e  lo  scavallare  dc*ca- 
valieri,   «e.  (  qui   in  farsa  di   nome  ) 

§.  I  Scavallar»  alcuno,  figuratam.  df 
damo  del  Farlo  cadere  iti  gratta,  o  di 
grado  altrui,  sottetttrandù  in  suo  luogo  . 
Lat.  afiquem  apud  aliquem  cnminando  , 
ipsum  in  il/iut  animo  antrire.  Tac.  Dav, 
Sior.  I.  366,  Maligno  e  astuto,  scavallava 
i  buoni  r  modesti, 

g  11.  Scavallare,  tn  signtfic.  mmlr, , 
per  i scapigliarsi,  S^'0''dfllare.  Lat.  Imsci' 
vtre.  Gr.  a'iiiyìit.  Tae.  Dav.  Ann.  i3. 
178    Nerone  vi   veniva,  per  andar  megbo 


S  C  A 

scaralbodo  fuori  della  città  Malm.6.  i3. 
Di  quanto  ha  fatto,  scavallato  e  scorso  , 
Ci    fa   sentire   al   raor   qualche   rimorso. 

SCAVALLATO  Add  da  Scavallare. 
Lat.  ei7uo  deturbatus  ,  dtiectus.  Gr. 
«Td  Toù  trzTtoM  )taTa^i»53a'5.  G.  V. 
12-  16.  4  Chi  fu  preso  ec  ,  e  chi  per 
le  vie  fediti  ,  morti  e  scavallati.  Dav, 
Scism  |5.  Vedendosi  da  Anna  sua  mi- 
nor sorella  scavallata,  e  da  lei.  e  dal  Re 
dispreizala,  n*  andò  alla  Reina,  e  dissele. 
(qui  nel  tigmfc.  del  §  I.  di  SCAVAL- 
LARE). 

•f  SCAVAMENTO.  Lo  sravart.t^X 
effossio,  excavatio,  Gr.  e'xxi'Xusi;.  Vìv. 
Disc.  Arn.  1.  Non  sì  replichercbbooo  di 
tempo  in  tempo  gli  scavameoli  de*  loro 
alvei. 

SCAVARE.   Cavar    sotto.    Affondare, 
Far    buca  .    Lai.    cavare,    eff'odere      Gr. 
xaTS(7<a7rTetv     Cr.  2.  29.  i.  Spesse  voi- 
'  te  avviene  cbe    i    fiumi    col     loro    impelo 
!  scavino  e  scalaaoo  le  ripe  delle  possessio- 
ni, e  faooole  rovinare.   Pallad,    Il    casta- 
gneto spesso  si  vuole    scavare  e    lavorare. 
Red.   Ins.  89    Quando  le   locaste    pastn- 
'  rano  di    primavera ,   cercano    uo    lerreoo 
I  grasso  e  umido,  sopra  di  cui  si  gellaoo, 
e  colte  code  scavano  certe  fossette. 

'!'  §  Scavare,  figuratam.  vale  Cavar 
di  bocca.  Scalzare.  Salviti.  Fier.  Buon, 
4-  2.  7  Scalzalori,  che  scalzano,  che  sca- 
vano gli  altrui  senlimeoti  eoo  bella  e  w>t- 
lile   maniera.   ^.Y^ 

5  SCAVATO.  Add.  da  Scavare.  LaU 
excavatus.  Gr.  /.aT£««/jiju.evoi.  *  Ruceti. 
Ap.  220<  E  foggi  l*  acque  putride  e  cor- 
rotte    U  dove  spiri  grave  odor  di 

fango,  O  dove  dalle  rupi  alte  •  icjvatc 
Il  suon  rimbombi  della  voce  d'Eco,  ec.  (B) 
•f  #  g  I.  Scavato, detto  di  Cadavere  ca- 
vato dalla  terra,  dove  era  sepolto.  Vit 
SS*  Pad  I.  116  Sotterrandolo  sotto  V 
arena,  la  mattina  seguente  lo  trovarono 
scavato  dalle  bestie,  e  lutto  quasi  dilaoiato 
e  roso  da  loro.  (A) 

*  %.  II.  Per  Incavato,  -Cr.  ^  ',.  3 
Abbia  (  il  camallo  )  le  falci  cbioate  come 
il  cerbio,  l'unghie  de*  piedi  ampie,  dure 
e  scavale  quanto  si  conviene.  Fir.  Dial. 
beli,  donn,  Ò'Q,  Servono  eziandio  quelle 
vie  lortuoif,  e  come  cavernelle  scavale, 
acciocchì;  il  suono  della  voce  entro  vi  cre- 
sca -  .  (A) 

*  SCAVATORE  l'erbai,  mate,  Che. 
0  Chi  scava.  Salvia.  Disc  3.  8o.  Qoeftlo 
uccello  i  Greri  dicono  j^oxo^octinif.cioé 
scavatore  di  quercia.   (*) 

*  SCAVATURA.  Scavazione,  Scava- 
mento. B'irt.  Lapide  trovata  nella  scava- 
tura sotto  terra  in  Montagnooe.  (A) 

*  §.  £  per  incavatura.  Bart  Rie. 
Sav.  l.  i.  14  23[.  Eotraodo  le  ioferiorì 
prominenze  dell'una  oelle  superiori  sca- 
vature drll' altra.   (C) 

*  SCAVAZIONE.  Lo  scat-are.  Ca%a, 
Lat.  fossio,  Gr.  )rst7av9i(.  /l  FocaJ'cl. 
alla  voce  CAVA.   g.  V.  {•) 

SCAVEZZACOLLO.  Caduta  a  rt-mpt- 
collo.  Ben,  rim.  I.  lOO.  A  sostrocre  i 
tuoi  Scavcztacolli  dinaosì  e  di  drelo ,  Bi- 
sogna acciaio  tempralo  io  aceto  Cfcch 
Esali. Cr  7.6  ChequesloFuituccio  da  galea 
sempre  gli  metta  Nuo\i  scavezzacolli?  f^i 
figurai.,  e  vale  imbrogli,   pencoli). 

§  1.  j^  scavttimcolh,  prsto  av\>er*tialm  . 
vale  Precipitosamente  ,  (Vn  ptrieolù  di 
scaveszarsi  H  collo.  Lat-  in  praectp*.  Gr 
?I;30TfTw;.  Tac.  A>m-.  Slot.  3-  325.  Gli 
altri  ti  giliavano  a  scavetiacollo  alle  navi 
(il  tetto  lat  Ajiruebaot).  Serd.^or,  m 
389-  Parre  si  giilarooo  a  seaveiaacoUo 
fuori  delle    mura    e  delle    fiorstre. 

«  g    II. Scaveizacolh,  in  feria  di  awrerh., 

SI  usa   anche  sema    la  particella    A    da- 

I  lanti    Lasc,  Nam.  3    4*  '4-  ^  '**  mando 


e  A 


S  C  E 


S  C   E 


I0!i5 


con  uo  colpo  di  lancia  Si'avcMacoUo  ro- 
toloni in  Francìj.  (lìr) 

8.  IH*  Scavezzacollo,  diciamo  anchr  a 
(Ji-mo  di  sca'id>tlosa  vita.  Lat.  in  cmne 
facintisproifctus.  Gr.  :t3vr)poT«To;  *  Car. 
Reti.  Àrist.  219.  A.  uno  ailiralo  si  com- 
porta facilmente  che  eoo  parole  doppie 
dica  che  cului  di  chi  parla  fosse  uno  sca- 
veuacullo.  o  uno  squj.^bat'orcbe.  (C)  E 
Apol.  239.  Credevo  che  voi  foste,  come 
dire  un  timone  ec.  ma  non  già  che  foste 
uno  scavcMJCoUo,  e  uno   scherano.  (F P) 

SCAVEZZARE.  Siapezzart,  Rompere  , 
Spezzare  m  tronco.  Lat.  discindere,  di- 
sritnipfre  ,  truncare.  Gr.  Jiaxs'TTrsiv. 
Frane.  Sacch.  nov.  I17  Io  scavezzerò 
loro  le  braccia  sulla  colla  Bern.  Ori,  i. 
l5.  a.^.  Colale  Orlando  attraversa,  sca- 
vezza. Urta,  getta  sossopra,  strugge,  ucci- 
de. Buon.  Fier  ^.  3-  6,  Va',  che  tu  cre- 
pi, e  che  lu  rompa  il  collo.  E  quel  ti 
61    sca?<'KÌ    (qui    nfutr.    p^ss  ). 

g,  J.  per  mftaf.  Lat.  prcvcpìtare.  Gr. 
xaraparTSiv.  Tac.  Dnv.  Ann.  3.  63. 
L'avverti  a  non  iscavezzar  la  retlorica  , 
per  troppo  volerne, 

g.  II.  In  prove» bioi  Chi  troppo  s'as- 
sottiglia^ si  scavezza  j  e  vale ,  che  Chi 
troppo  s^Jìsticn  non  conchiude  »  e  non 
conduce  niente  a  fine,  Lat.  ahrampetur 
tensus  Junictilus.  Petr  canz.  22.  4-  ^ 
chi  troppo  assottiglia  si  scavezza.  ì'arch. 
Ktcol.  187.  Non  voglio  gi*a  niaocjre  di 
dirvi,  qui'l  proverl'io  parermi  verissinto  ; 
chi  troppo  s'assottiglia  ,  si  scavezza.  Buon. 
Fier.  I,  2-  \.  Venir  dall'  aria  ,  La  cui 
troppa  acutezza  Assottigli  indo  più  sempre 
ì  cervelli  (  E  qui  vale  il  proverliio) ,  gli 
sca  velia. 

SCAVEZZATO,  e  SCAVEZZO.  Add. 
da  Scavezzare.  Lai  amputatus,  ditrun- 
catu*.  Gr.  :t5j5ira,u£t*5,  octìvotsi;  Buon. 
Fier.  4  2.  7.  E  d'ogni  altra  eminenza 
iOa  sca*c«o  Rotolar  qua  e  là.  Car  lelt. 
2.  a35.  Farei  che  un  sol  monte  restasse 
in  pie  ,  e  quellkj  anco  scavezzalo  da'  ful- 
mioi. 

SCAVO.  Ln  Parte  scavata  di  qual- 
che cosa.  Lat  cavum,  part  excavala, 
Gr.  to'  xoDov,  zot'iwaa.  Ftr.  Dia/,  beli. 
donn.  àiS.  Quello  scavo  che  è  tra  l'in- 
dice e  1  dito  grosso,  sia  bene  assettato^ 
teosa    crespe,    e  di   vìvo    colore. 

SCAZZELLARE.  Trastullarsi  j  voce 
bassa.  Lat.  colludere.  Gr,  co^wTrai'^stv. 
Cant.  Cam  5l.  Qualcb'allro  e'  è,  e' ha 
assai  del  nuovo  pesce.  Che  con  noi  scaz- 
zellar  non  gli  rincresce.  Lasc»  Madr.  18. 
Quando  per  passar  ozio  E  per  piacer 
eoo  le   Muse   scazzello. 

SCAZZONTE.  J'erso  usato  da'Greci 
e  da*  Latini ,  simile  alt  lanifnco,  fuori 
che  nf  ir  ultimo  piede,  che  è  Spondeo. 
Lai  scazon.  Gr.  sza'Cwv.  Btd.  Annoi. 
Ditir.  S\.  fpponatte  ec.  conta  in  certi 
iuoi  versi,  che  forse  sono  scazzonti,  che  ec. 

•f  SCEBRAN.  La  Scebmn  ma^^iore 
di  Mesue  e  QueW  erba  che  altrimenti 
vien  detta  Esula  maggiore,  e  da  Dio- 
scoride  Piliusn.  Lat.  tiihymalu.i .  Gr. 
TtSu/zot/s;.  Ricett.  Fior.  37.  Per  1' e- 
"ula  maggiore  s'intende  la  piliusa  di  Dio- 
tcoride.  e  la  scebran  maggiore    di  Mesue. 

SCEDA.  Beffe,  Scherno.  Lat.  irrisio  , 
lujuì.  Inditi.  Or.  );)£y«<iuo'$  Bant.  Par. 
39  Ora  si  va  con  molti  e  con  iscede  A 
predicare.  But.  ivi:  Con  iscede,  cioi?  detti 
beffevoli,  che  strazieggiano  e  contraffanno 
lo  pLtrlare  altrui.  Sceda  è  la  prima  scrit- 
tura, en  anco  sìmulaiione  e  conlraffaci- 
menio,  come  quando  l'uomo  straiieggiando 
contraffa  altrui.  Dtttam  2.  ip.  Quanto 
è  folle  colui  che  Si^a  scede  Della  voce 
d*  Iddio,  e  quanto  a  lui  Danno  tornò  , 
beffando  delb  fede  1  Arrigh.  44-  Egli 
canta  di   me   infamia  ,  e  con   molle  beffe 


l'empia  lurba  di  me  fa  scede.  Tralt. 
pece,  niorf.  Ancora  la  pp^G"^  >  *^''*-'  "g^' 
si  gabba  e  fa  sceda  de'riccbi,  e  de' buoni, 
e  de'siinti,  e  giusti  uomini. 

g.  I.  Per  Lezio,  Smorfia,  Lat.  deli- 
cine.  Gr.  rp^f*ì.  Bolc.  nov.  7^.  ^.  Con 
suoi  modi  e  costumi  pieni  dì  scede  e  di 
spiacevolezze. 

*  §.  II.  E  per  Scrittura  abbozzata  , 
Prima  scrittura  j  e  per  lo  più  si  dice  a 
quelle  </e'  A'ofai.  Lai.  sc^ieda.  Gr.  lyi^fi. 
But.  Par.  20.  Sceda  è  la  prima  scriliura, 
ed  anco  simulazione  e  contraffaciuieulo , 
come  i[uando  t'  uomo  sUatieggiando  con- 
traff"j  altrui.  (*) 

SCEOATO.  Addiett.  Dato  alle  scede. 
But.  in/  |5.  2  Come  bestiali  e  scedali, 
dicono  che  vogliono  esser  nominati  almcn 
per  lo  vizio. 

SCEDEHI'A.  Sceda.  Lai.  sctirrilis  io- 
cus.  Gr.  (j/w/ji/jia,  j3ùJuo>o^t*a.  But  Inf. 
29  2.  Tra  r.illre  scuderie,  faceano  frig- 
gere li  Gorìni  f  qux  forse,  per  delicatezza 
eccessiva  e  matta  ),  E  Par.  2_i).  2.  Basta 
pure  ai  predicatori  del  tempo  presente  , 
che  dal  popolo,  che  sta  a  udire,  si  rìda 
bene  per  li  motti,  e  per  le  scederie  ch'e' 
dicono. 

*  SCEDONE.  Figura  schernevole,  che 
suole  servire  da  men.sof<t,  o  da  capitello. 
But.  Purg.  IO  2.  Mensola  :  questo  voca- 
bolo significa  lo  piumacciuolo,  o  lo  capi- 
tello, o  Io  scedone ,  0  leoncello  che  si 
chiami,  che  sostiene  qualche    trave.   (*) 

SCEGLIMENTO.  Lo  scegliere.  Lat. 
delectus.  Gr.  :TjS5:tt'pi7t;.  -li  Bellm.  Disc. 
I.  134.  Tulle  questi:  belle  parole,  ch'io 
v'ho  delle,  vogliono  po'dire  Ìl  medesimo 
a  capello  ec,  per  l'uso  dello  sceglimenlo 
del  cibo  nostro,  ec.  (B) 

SCEGLIERE,  e  SCERBE.  Cernere, 
Separare  ,  o  Mettere  di  per  se  cose  di 
qualità  dner.ta  ,  per  dt^lingnerle,  o  per 
eleggerne  la  migliore  j  e  talvolta  Elegger 
semplicemente.  Lai  eligere,  seligere,  se- 
cernere. Gr.  iTiJsysiv.  xaTa)ì'/£tv,  v'no- 
xpi'vetv.  Da.it.  Inf.  1^.  Rea  la  scelse  già 
per  cuna  fida  Del  suo  Byliuolo.  ìì.  Purg. 
1.  Quale  ei;li  scelse  L' umile  pianta,  colai 
si  rinacque,  E  28  Una  donna  soletta,  che 
si  già  Cantando,  ed  iscegliendo  fior  da 
fiore.  Ti  Par.  28  Le  parli  sue  vivissime 
ed  eccelse  Si  uniformi  son,  ch'io  non  so 
dire  Qual  Beatrice  per  luogo  mi  scelse. 
Petr.  son.  277.  Vidi  un'altra,  ch'Amore 
obbietlo  scelse.  Amm.  Ant.H-  3.  8  Com- 
mettiti all'arbitrio  di  Dio  ,  il  quale  leg- 
giermente suol  dar  lo  bene,  e  avvedutis- 
simamente lo  sa  scegliere.  Pallad.  cnp.  7. 
Allo  scegliere  del  campo  e  del  sitosi  vuole 
porre  mente.  G.  V.  '■  85.  2.  I  migliori 
che  sapessero  scegliere  a  Bordella  in  Gua- 
scogna, uno,  che  ebbe  nome  Otto,  fu  il 
primo  scello  e  coronato  per  li  Romani  . 
Ricetta  Fior.  11,  Di  quelli  (semi)  che 
vengono  di  fuori,  e  di  paesi  lontani,  bi- 
sogna ec.  srerre  quelli  che  sono  più  pieni. 

^  §-  Scegliere  ,  vale  anche  Distingue- 
re. Tes.  Br.  I.  i5.  Ragione  è  un  movi- 
mento dell' anim.i  ,  che  assottiglia  l'inten- 
dimento ,  e   sceglie   il    vero  dal  falso,  fi?r^ 

SCEGLITICCIO,  ia  Parte  peggiore,  e 
più  vile  delle  cose  scelte.  Lai.  purgamen- 
tum.   Gr.  y.rJ.^'JLpp.v.,   7r£|5c'^r;'j.«. 

t  SCEGLITORE.  Inerbai,  mmc.  Che, 
0  Chi  sceglie.  Lat.  selector.  Gr.  ixìoyiui. 
S.  Agost.  C.  D.  La  Dea  ,  del  cui  dono 
questi  sceglitori  ood  posano  tra  gì'  Iddìi 
scelti 

SCELERAGGINE  V  SCELLERAG- 
GINE. 

*  SCELERARE.  Commettere  scelenig- 
gini  Bccz  6q.  A*  vizii  sottomette  il  no- 
bil  cuore.  Libidinosamente  scelerando.  E 
108.  Il  non  punire  dello  scelerare  repu- 
tano esser  felice,  (f) 


*  SCELERATAGCINE.  V.  SCELLE- 
RATAG(;l\E  {•) 

SCELERATAMENTE  V.  SCELLE- 
RATAMENTE. 

SCELERATEZZA.  F.  SCELLERA- 
TEZZA. 

SCELERATISSIMO.  /'.  SCELLERA- 
TISSIMO. 

SCELERATO.   V,  SCELLERATO. 

*  SCELEUEZZA.  /'.  A.  Scelerità, 
Scelleruggine.  Fr.  lac.  Cest.  2.  5.  5l. 
Il  maestro  che  avea  fatta  cotale  sccleret- 
za,    disse    sccleratc  parole.  (N) 

SCELERITA'.SCELERITADE,  eSCE- 
LERITATE.    F.   SCELLERITA'. 

SCELLERAGGI>'E,  e  SCELERAGGI- 
NE. Scelleratezza.  Lai.  scelus  ,  factnus. 
Gr.  /At'aff^uK,  ro'^rìpioc..  Albert,  cap  l^!^. 
Siccome  quel  ladrone  degnamente  per  sue 
srelleraggini  5 '  uccidea.  Wor.  S.  Greg.  lA. 
l5.  Il  popolo  di  Isdrael  era  infiammalo  a 
far   vendetta   di   questa  sceleragcine. 

SCELLERANZA.  /'.  A.  ScePeratezza. 
Lat  scelu.<,  Gr.  ::ovnpt'a.  S,  Agost.  C. 
D.  Giudicando  esser  grande  scelleranza  , 
se  1*  uomo  uccide  se  medesimo,  /'jl.  S. 
M.  Madd  6.  Ricorsono  a  Dio,  farcendo 
fare  molle  orazioni  e  molle  limosine,  pre- 
gando Iddio  ,  ponesse  fine  a  tanta  scelle. 
ranza.  ^  Car.  Fn.  8  3i3  Caco  ladron 
feroce  e  furioso,  D' ogni  misfatto  e  d'ogni 
scelleranza  Ardito  e  frodolente  esecutore. 
E  y^S-  A  «he  di  lui  (Mesenzio)  contar 
le  scelleranze  7  A  che  la   ferità?  (B) 

*  SCELLERARE.  Contaminare,  3fac^ 
chiare.  Render  colpevole.  Lai.  scelerare. 
Fior.  It.  7.y^.  O  Enea  ,  abbi  pietà  del 
misero  ,  che  qui  è  sotterralo  ;  guardati  , 
o  Enea  ,  di  non  scellerare  le  lue  pietose 
mani    (C) 

*  SCELLERATAGGINE,  e  SCELE- 
RATAGGINE.  Astratto  di  Scellerato. 
Scelleratezza.  Lai.  scelus,  improbilat.  Gr. 
Trov/jpi'a,  fj.'sx'^'^p'-'o!..  Giuv  Geli.  Vit.  Alf. 
20.  Era  consapevole  e  incitatore  dì  così 
brutta  e  empia  scelerataggìne.  fT  I23-  Ma 
questa  sì  empia  sceieralagginc,  concepufa 
si  brullamente  ec.  non  si  potette  coprire 
sì  a  lungo  ,  eh'  ella  non  venisse  ec.  agli 
orecchi  de'CoIonnesi.  (C)  Segner.  Crivt. 
instr.  1.  8.  21.  Si  eslermini  da  tulli  voi 
la  bestemmia  ,  peccato  che  va  congiunto 
con  ogni  altra  scellerataggine.  £"1.  n, 
14  Dopo  aver  quasi  dormito  tutta  la  set- 
timana, nella  domenica  sì  scatena,  ed  em- 
pie di  scellerataggini  il   Cristianesimr».  (*) 

SCELLERATAMENTE,  e  SCELERA- 
TAMENTE. Avvi-rb.  Con  i^celleratezza. 
Lat.  scehrate,  sceleste.  Gr.  Trovyjcw;, 
p.OX^ripÒii.  G.  r.  6.  67  3.  Scellerata- 
mente, e  a  grida  di  popolo  gli  feciono  ta- 
gliare la  lesta.  Petr.  Uom  i7/.  Con  gran- 
dissima crudeltà  scelleratamente  aveva 
morto  il  Senato.  F/r.  Disc,  nn  l\\.  Quella 
donna  a  Pistoia  non  sarebbe  morta  ,  s'ella 
così  scelerala mente  non  si  fusse  voluta 
contrapporre  agli  amori  della  sua  criata  . 
J  ardi,  Lez,  68.  Che  bisogna  per  provare 
che  le  cose  o  iniquamente,  o  scellerata- 
mente fatte  punire  sì  debbano  ,  allegare 
gli  autori   Cristiani  7 

3  SCELLERATEZZA,  e  SCELERA- 
TEZZA.  Fatto  pieno  d'  eccessiva  malva' 
gita,  e  bruttura,  Scelleraggìne.  Lat.  sce- 
lus, fncinus,  improbitas.  Gr.  piuiixa  , 
TTOVijptK.  /zo^fSvijCi'a.  Fiamni.  4-  162.  In 
brieve  ninna  grave  scelleratezza  fu  senza 
esemplo.  Fir.  As.  120.  Commette  senza 
tema  e  senza  danno  scelleratezze  ,  e  non 
fa   niai  altro  che  male. 

^  §.  Scelleratezza,  vale  anche  Inclina. 
zione  al  malfare.  «  Tac.  Dav.  Ann  2-  52. 
Ma  essendo  rapito  dalla  sceleratezza  di 
Pisone  e  di  Plancina,  Ijs^ìo  questi  ultimi 
preghi  ne'  vostri  pelli  ».  .  Car.  En  2  179, 
Non  ben    sapendo  ancor  ec.  Quanta  sce- 


io56 


S  e  E 


S  C  E 


S  C  E 


leratczzz  e  (juaala  aUuzia  Fosse  ne'  Gre-  . 

CI.    (C) 

SCELLERATISSIMAMENTE.  Superi, 
di    Scelleratamente.    L-il      sceUttitsime  ■ 
Gr.  rtovYipo'TXTV..    S     Jgott.    C.    D.  il 
qu^le  ODO  può  se  non  iscelieralissimamea*  i 
\e  dire  :  urcidili.  1 

t  SCKLLEKATISSIMO,  e  SGELERÀ- 
TISSIMO.  Superi  di  Scellerato.  Lai.  set-  \ 
let'atissintui,  scelestisstmtis.  Gr.  TtO'/ripó-  \ 
TaT35,  /jt3;^à>j^3TaT05.  S.   dìo.    Grtsost.  i 
I2A-  Per  impiclà  delle  cose  scelleralisiime 
«-■ccedelte    ogni     memoria     d*  uomo.     liut . 
Fisgiori  ec,   che  non   furono   u  imini  scel- 
leratissimi.  /'((.  SS.  Pai.    I,     i83.    Era 
uomo  scelcralissimo,  e  furo,    e    micidule. 
JBoez.   Varch.  3-    4-    Conoscendo    ia    lui 
mcnle  di  malvagissimo  bu&oap,  e  dì  ice- 
leraii&sima  spia. 

t  1  SCELLERATO,  e  SCELERÀTO. 
Add.  Colpevole,  o  Capace  di  ^ran  deUtll. 
Lai.  sccleratuf ,  scc/estut.  Gr  ttwtjpo^  , 
u.ox^flpo''f  Petr.  c<tp.  3.  Procri.  Artemi- 
sia con  Deidamia,  Ed  altrellanle  ardite  e 
scclerale.  D<tnt.  Inf.  20  Chi  è  più  sctrlle- 
rato  di  colui  Ch*  -1  giudicio  divin  passion 
porla?  E  3o-  Ed  c;;li  a  me:  quella  è  1* 
unima  antica  Di  Mirra  scellerata.  /'/(. 
SS.  Pad.  i-  184.  Questi  cosi  disperato  e 
sccleralo,  come  piac«]uc  alla  divitM  mise- 
ricordia, essendo  una  fiata  in  pericolo  del- 
la vita  per  li  suoi  nialeficii,  fuggine  ad  uu 
nionasterio. 

^  §-  l.  Scelìer.tto,  si  dice  anche  di  co^a, 
e  vale  Iniquo,  Miilva-^io,  At'oce,  **  Bocc. 
novt  l-  38  Comeccbé  la  sua  vita  fosse 
scelerata  e  malvagia  »  .  (C)  Ch'ale.  Frutt. 
lini;.  ^^^'  Confissoli  suoi  grandi  e  scele- 
rali  peccali.  E  372.  Cbe  mi  gioverebbe: 
la  confessione  dopo  tanti ,  e  sì  scellerati 
mali  che  io  ho  fatti?  G  ì'  lib  9  tnp, 
102.  La  quale  fu  una  scolerata  crudel- 
tà. (D  Ar.  Fur.  45.  59.  Quale  il  ca- 
nuto ligco  rimase,  quando  Si  fu  a  la  men- 
sa scelerata  accorto.  Che  quello  era  il  suo 
figlio.  (!Vj  Mcnz  Sat  IO.  E  per  quant' 
anni  egli  ravvolga  al  subbio.  Mai  non  fia, 
che  sì  muti,  e  nuova  massa  Uiu  fia  che 
aggiunga  al  scellerato  rubbio-   (Cj 

V  §  II.  Per  Infamissimo,  Malaugurato 
•grandemente.  Oli.  C^m,  Inf.  7.  I23.  E 
tosi  nonostante  cbe  per  alcuni  scellerati 
movimcnli  di  stelle  ,  o  per  influenza  rea 
d'alcuno  corpo  di  pianeta,  o  per  disposi- 
zione,  qualilade  ec.   nicntenieno   ce.   (N) 

*SCELLERE.  V  L.edA.  S^eUera^f^ine. 
Tìittam.  1.  27.  Non  piace  alli  Roman,  disse 
il  gran  viro,  Che  tavalieri  uccidano  il  lor 
Duca  ,  Nò  preinio  dar  di  scellcrc  e  mar- 
tiro.  (C) 

SCELLERITA\.SCELERITA',SCEL- 
LEUITADE,  e  SCELLERITATE,  SCE- 
LERITAUE,  e  SCELERITATE-  Scelle- 
ratezza. Lat.  scelu.t,  sceleritas.  Gr.  fti'oc- 
apuL,  p.Qx^fif^'-^-  ^f*^''-  -S'  C«g.  2.  10. 
Ma  non  crediamo  pertaalo  cbe  i  figliuoli 
di  sì  fatto  uomo  per  l'uso  de' conviti  sì 
dessoQo  a  s<elleritadi.  Jl  2-  l5.  Il  mio 
diletto  nella  casa  mia  fece  molle  scelcrì- 
tadì.  E  11.  22  Mostrami  quante,  ovvero 
come  grandi  iniquità  e  pcccili  io  abbia  , 
e  le  icelcrità  e  i  falli  mici.  Capr.  iSotl, 
1.  10.  Da  che  nascono  il  più  delle  volte 
1  iradiiucoti  delle  patrie  ce,  ed  ogni  al- 
tra scelerilà,  se  noa  dalla  voluttà  e  dal 
diletto  T  Fir.  Ajc  2^)3  Con  tante  simu- 
lazioni di  paura  e  semplicità  di  parole 
aveva   quella   scellcnlà  ordita. 

t  SCKLLEROSO.  T-  A.  Add.  Scell,- 
rato.  Li\.  nef ari,, <t  sceleslus.  Gr.  po^^A- 
pòi  %  Tiovijco'i.  Seal-  Claustr.  461.  lUn- 
nu  ricevuta  tn  se  la  scrllcrosa,  putaolenle^ 
e  malfattrice  ainislade  dei  peccatori. 

t  SCKLO./'.  A.  ed  A.ScellrrafmineLal. 
scelus.  Gr  ptxopoi..  Morg.  27.  260-  E  dis- 
»c:  o  tradilor  Marsilio,  or  ceco  Dove  tu 


commetlesli  il  grande  jcelo.  E  28.  35. 
Nuo  si  dice  egli  aoror  del  Vangelista  , 
Benché  rio  comparar  par  forse  scclo? 

SCELTA.  Lo  sceghrrr,  EUzime.  Lai. 
eleciio,  delectuf.  Gr.  ÌK'*oy{-  Bocc.  nov. 
77.  3-  Esseadosi  ella  d'un  giovanetto  bel- 
lo e  leggiadro  a  sua  scelta  innamorata. 
Paol.  Oros.  I  suoi  parenti  e  proskimani , 
non  facceodo  scella  oiuna,  mise  a  morte. 
Ala  n  Gir.  7.  144,  Già  de'  miglior  ca- 
vai fanno  la  scelta.  SoHer,  Colt.  07-  Fa- 
rai a  tutte  le  viti  elette»  di  che  tu  vuoi 
1*  uve,   questa   scelta. 

g.  (fiiamo  anche  Scelta  prr  la  Parte 
più  squisiti,  e  più  eccelfeate  dt  clifccfies- 
iìa.  Lai.  flot,  rohur.  Ar,  Fur,  26  ly. 
Malfida  av'-ndo  in  compagnia  e  Ruggiero, 
Cb' eran  la  scelta,  e  '1  6or  d'ogni  guer- 
riero. 

*  SCELTEZZA.  Astratto  di  Scelto. 
Lat.  delectus.  (ir.  i/.\o'/r,.  Stlvtn.  Pros. 
Tute.  1-  1^1.  Alla  sodezza,  alla  dignità, 
alla  maestà  della  prosa  ,  la  sccltezsa  ,  la 
leggiadria,  la  sublimità  della  poesia  con- 
giunse. (*)  /Sellia.  littcch.  100-  Quel  sa- 
per li  volesti  procacciare  ,  Che  solo  alla 
sceltezza  non  dispiacque,  E  da  le  quinci 
ce.  (lì) 

SCELTISSIMO  Superi,  di  Scelto  Lat. 
li-ctiisiiftus.  Gr.  «/Àt/TOTocTd;.  Salvia. 
Disc.  \.  324-  Farei  gran  tui'to  al  bel 
paese  dov'io  son  nato,  e  ad  una  gcDlilis 
sima  schiera  d'autori  sceltissimi.  Segner. 
Mann.  Gena.  3|.  2.  Uua  dilexiuoe  scel* 
tissìma,  subliinissirna,  sovrumana,  e  tale, 
che  non  possa  ui^  pur  venire  imitala  sì 
agevolmente. 

t  SCELTO.  Add.  da  Scegliere,  Lai. 
selectus,  rlectus-  Gr.  e/).e}.S'/us'vd^.  Scoi- 
Clanstr.  ^Sz  Dio  alcuna  volta  suscita  li 
figliujli  d'  Abraam  dello  pietre,  ce.  ;  ciois 
a  dire,  ch*  egli  trae  i  suoi  scelti,  0  lì  suoi 
amici  indurati,  e  cbe  non  vogliono  obbe- 
dire, delle  durezze  del  cuore.  J'arch.  Stur, 
Tencvasi  a  parte  la  borsa  de*  più  confi- 
denti e  stimali,  che  sì  dicevan  gli  scelti  . 

3  §.  I.  Per  /Suono,  Squiiilo.  Pai/ad.  Tra 
tutte  rac(|uc  la  piovana  è  la  più  scelta. 

#  ù»  II.  Dei  scelti,  c/iianiarono  i  Romani 
Quelle  oli)  Divinità  che  dettero  a  Giove 
siccome  con<ii:lieri,  in  Ofigiunla  ai  dodici 
Dei  Consenti,  Lat.  Dd  selccti,  **  S.  A^ost. 
C,  D.  La  Dea,  del  cui  dono  questi  scegli- 
tori non  posano   tra  gì*  Iddìi  scelti  "  .  ^.V^ 

SCELTCME.  V  avanzo  delle  cose  cai- 
tive  separate  dalle  buone.  Marame.  Lat. 
purgamentum  ,  purgamcn.  Gr.  xaSot^/za, 
':zipC<^rìp'x. 

f  SCEMAMENTO.  Loscemare.  Lat.  im- 
minutio  ,  delractio,  decrementum,  detri- 
mentum,  drfectio.  Gr.  eiàrTwatj.  G.  V. 
9.  3(>4  I-  Con  grande  speadin,  e  scema - 
mento  dell'oste  de'Fìorcntìnì.  Teol.  Misi. 
Sanza  scemamento  e  votamento  prolferer 
foglie  dì  par<jle,  non  attìgnendo  dell'  ari- 
dità de' mondani,  se  uoD  se  dispregian- 
doli. Med.  Arb.  Cr.  2Q  Non*dicu  oìuno 
scemamealo  del  su»  essere,  roa  nuovo  modo 
d*  eiscre.  Coli.  SS.  Pad.  Non  sentendo 
danno  dello  scemamento  delle  bìadora  che 
debbon  venire.  Lih.  Jitr,  Quando  questa 
tavola  sottile  si  porràf  nella  cavatura,  si 
la  empieràe  tutta  da  ogni  parto  con  suoi 
frastagliamenti  ,  senza  aggiugnìmento,  o 
scemamento. 

SCEMANTE.  Che  scema.  Lat.  minttens^ 
decrescens.  Pallad.  cap.  36  Ciò  cbe  se- 
ipìni,  poni,  o  pianti,  fallo  a  luna  crescen- 
te ;  e  ciu  cbe  cogli  per  serbare  ,  fallo  a 
luna  scemante.  ^  ìtcllin.  Disc.  i.  160. 
Si  termina  tutta  questa  lunghezza  cuti 
una  serie  dì  verlebrctle  sempre  ordinata- 
mente icemanli  di  grossezza.  (C) 

#  SCEMENZA,  y.  A.  Di'mnutmenlo, 
Scemamento  .  /'arih.  /ìoet.  3.  pms.  io. 
Imperciocrbè  tulio  quello  cb>*  si  dice  es- 


sere imperfelto  ,  si  dire  essere  imperfetto 
per  dìmtouimrnlo  e  scemaoza  del  perfet- 
to. (V) 

SCEMARE.  Ridurre  ameno.  Diminui- 
re ì  ed  in  signific.  neutr  e  neutr.  pass. 
vale  Ridursi  a  meno  ,  Diminuirsi  .  Lat. 
minuere,  decrctrere  ,  imminttere  ,  minai, 
Gr.  e/aTTOjv,  eiaTToJffàai.  Pace.  nov. 
ikS.  4  Perciocché,  cosi  laccendo,  sceme- 
rebbe r  amore  e  le  ii>ese.  E  nov,  Go-  21. 
AfTermando.  che  tanto  quanto  essi  scema- 
vano a  far  quelle  croci  ,  poi  ricrescevano 
nella  cassetta.  Dani.  Inf.  4  La  sesta  com- 
pagnia in  duo  si  scema  .  A*  12.  Sì  come 
tu  da  queste  parti  vedi  Lo  bulicame,  cbe 
sempre  si  scema.  E,  Par.  4  La  violeua 
altrui  per  qual  ragione  Di  meritar  mi 
scema  la  misura?  Petr.  canz.  45.  2.  Sce- 
mando la  virtù  ,  che  '1  'ie^  gir  presto.  E 
son,  204  ■  Tempo  sarebbe  Da  scemar  no- 
stro duol  ,  cbe  'nfin  qui  crebbe .  #  Car. 
Lo/i:;.  Sof.  61  lo  le  ne  prego  non  tanto 
per  lo  scemo  novero  del  mio  branco,  quanto 
perchi:  non  scemi  del  vostro.  (C) 

g.  1.  Scemare  per  bollire,  vale  Scema- 
re a  poco  a  poco.  Malm  li-  ^3.  Cbe  U 
nel  mezzo  a*  suoi  nimi^i  zomba  Di  modo, 
eh'  essi  sceman   per  bollire. 

*  §.  li  E  col  genitivo  .  Alam.  Colt, 
lib.  2.  51.  E  gli  scemi  dell'  esca  ,  acciò 
che  manche  E  la  forza  e  l'orgoglio.  (Br) 

*  §  III  Scem  tre,  p,r  Scontare.  Dant. 
Pnrg  i3.  Pace  volli  con  Dio  io  tu  lo  stre- 
mo Della  mia  vita:  ed  ancor  non  sarebbe 
Lo  mio  dover  per  peaitcnzia  scemo  ,  Se 
ec.   (Cio'e,  scemalo),    (l') 

SCEMATO.  Aid.  da  Scemare.  Lat. 
imminutiis  .  Gr  £*/«TTwàii';  .  G.  ì'.  7. 
lo3.  2.  Sentendo  cbe  il  uavìlio  del  Re  di 
Francia  era  assai  scemato  e  straccato  ,  sì 
r  assalto  (  cioè,  consumato  ,  indebolito  )  . 
Frane  Saccb.  mv,  il3.  Credendo  eh"  e* 
danari  fossono  cresciuti,  gli  trova  scema- 
ti .  Buon.  Ficr,  1.  3.  3  Se  dalle  cose 
eguali  Egualmente  si  scema,  esse  scemale 
Rimangon  pure  eguali . 

SCEMATORE  C/te  scema.  Lat  immi 
niiens.  Gr.  0  e'/arrwi». 

*  SCE.MISSIMO,  Superi,  di  Scemoj 
Sciocchi  istmo.  Di  pochissimo  senno.  Se- 
gner. Incr.  I.  12  16.  Venga,  non  il  suo 
capo  scemissìmo,  ma  la  sapienza  di  tutte 
le  mentì  umane  ec,  0  si  cimenti  in  tanta 
«■arìeià  di  creature  ec.  a  riformare  ,  non 
dico  una  specie  intera  ec. ,  ma  il  guscio 
d'una   lamaca.  (B) 

J  SCEMO.  Sust.  Diminuimento  ,  Sce- 
mamento. Lat.  dimtnutio  ,  imminutio,  de- 
crementum .  Gr.  s'ìaTT0i9i«  .  G,  f.  Il 
Il3  a.  Con  tutto  Io  scemo  de'  morti, 
valse  lo  staio  del  grano  più  di  soldi  3o- 
But.  Ptirg  18.  2,  Li  Luna  ,  che  era 
passata  già  la  quintadecima  ec,  sicché  lo 
suo  scemo  era  in%erso  Occidente  .  E  al- 
trove :  Pauato  questo  termine  ,  lo  lato 
lucido  (della  Luna)  sta  inverso  Levante  , 
e  lo  scemo  inverso  Ponente  ;  e  per  mo- 
strar qursto  dice:  Io  scemo  della  Luna  . 
che  andava  innanzi. 

*  §.  Per  Di/etto,  i-onoranza,  -  Dani. 
Per  20  Non  conosciamo  ancor  tulli  gli 
eleni  ;  Ed  cane  dolce  così  fatto  sce- 
mo, l^) 

SCE.MO.  Add  Che  manca  tn  gnakhe 
parte  della  ptenezza»  e  grandiSza  di  pri- 
ma .  Lai  imniinutus  ■  Gr.  l)kKTTwdct'{  ■ 
Fr.  Gtoid.  Prtd.  S.  Gli  richiamo  a  mi- 
sura non  piena  ,  ma  srema  .  Pass.  SSp 
La  Luna  scema  «  piena  ,  qaando  cala  e 
quando  cresce,  come  altera  gli  omori  ne' 
corpi,  cosi  fa  mutazione  ne'  »i>gni  Dani 
IhJ.  17.  Poco  più  olire  veggio  io  sutU 
rena  Genie  seder  proaiinqua  al  luogo  sce- 
mo. B.tt.  ni .'  Al  luogo  scemo  ,  ckh  all' 
orlo  dello  di  sopra.  Dant.  Purg.  7  Quand' 
'  i'  m*  accorsi  che  'I  raonf  era  scemo     Bui. 


S  e  E 

iVi  ;  Era  scemo ,  cioè  aveva  coocavìla  e 
Talle,  sicché  non  girava  tomìo.  Dant.  Purg. 
12.  Avvegnaché  i  pensieri  Mi  rimanessero 
e  chinali  e  scemi  /?«(.  ivi  :  Scemi,  cioè 
ec.  non  dichiarali.  Pani.  Par,  i3.  Ma  la 
natura  la  dli  sempre  scemj  .  Pett\  cani. 
43.  2.  !>'  un  liei  diamante  quadro,  e  mai 
non  scemo  ,  Vi  si  vcdca  nel  mezzo  un 
seggio  allìero  .  Bo€C.  nov.  77.  a5.  Con- 
verrà che  voi ,  essendo  U  Luna  molto 
scema  ,  ignuda  io  un  6ume  vivo  ec.  vi 
bagniate  • 

§.  I.  Ptr  isciocco ,  Di  poco  senno, 
Lat.  simplex  ,  fatuttf  .  ntfntecaplus  ^  im- 
mimtta  menti-  .  Gr  S  J»:'à*];  ,  i'^^f.^WV  , 
^ia?.  Tue  Dav.  Ann.  6.  126.  Penso  a 
Claudio  ,  di  acconcia  eia ,  e  studioso  di 
buone  arti,  ma  era  scemo.  /Arn  Ori  2. 
1.  68.  Perche  '1  cervello  scemo  e  '1  trop- 
po Tino  Ti  fa  parlar  da  parie  d'  Apol- 
fìno  • 

§,  II.  Sentire^,  o  Aver  dello  scemò, 
che  vogliono  ^vere  poco  senno  ,  Dar  a 
divedere  di  non  esser  molto  savio.  BocC* 
nov.  32  8.  Conobbe  ioconlanenle,  che  co- 
stei seuliva  dello  scemo  .  E  nov,  90.  2. 
Io  ,  il  qu.il  sento  anzi  dello  scemo  ,  che 
no  ec,  più  vi  debbo  esser  caro  /'rr,  I.uc. 
&.  i.  Io  ebbi  beo  dello  scemo  slamattioa, 
<]uando  io  rendei  la  borsa  a   Bello. 

#  S.  III.  Scemo  t  talora  vale  anche 
Privo.  Dint.  Pur^,  3o  Ma  Virgilio  n* 
avea  lasciati  scemi  DÌ  sé.  Ar.  Far.  3i. 
loS.  Ed  anco  volcolìer  vi  portta  mano  , 
Per  fjrla  rimaner  d'effetto  scema  (  cw'e, 
al  luUo  vola  d'cffelto).  Alani.  Gir.  19. 
16.  L*  un  di  noi  resterà  di  vita  scemo  , 
O  per  nostre  arme  ,  o  per  la  cruda  ec. 
E  At-arch.  19.  |33  Di  voi  sempre  fi- 
glinoi  s'  appelleranno  Quei  che  '1  spino 
non  ban  del  corpo  scemo.  (Mj 

#  5.  IV.  Per  Troncato.  Petr  cap  \. 
E  quel  Guglielmo,  Che  per  cantar  ha  il 
fior  de*  suoi  di  scemo.  (M) 

#  §.  V.  Scemo,  aggiunto  a  l'ino,  vale 
Guasto,  dlam.  Colt.  lib.  3.  Chi  noi  cu- 
ra (il  vino)  ,  Sol  si  doglia  di  se;  che 
onlla  C05a  Può  medicare  il  vin  che  resta 
tcemo.  (fìr) 

SCEMPIAGGINE,  Scimunitaggine,  /?<7- 
tordaggine  ,  Betiaggìnr  .  Lai.  simplicitas , 
fatiiitat.  Gr.  eur;'d£ta,  /lupt'a. 

SCEMPIARE  Sdoppiare*  Contrario  d* 
Addoppiare.  5 

§.  Per  /straziare  con  iscempio  ,  Tor^ 
mentore  aspramente  .  Lai.  discruciare  . 
Gr.  5T^s6ìoùv.  petr.  son.  63.  Non  temo 
gii,  che  più  mi  slrazii  e  scempie.  Ne  mi 
ritenga  .  Cavale.  Med.  cuor.  Essere  im- 
piccali ,  arsì ,  attanagliali ,  dimembrati,  e 
per  diversi  modi  scempiati  .  Lod.  Mart. 
rim,  37.  Or,  che  ne  può  far  peggio  Ko- 
ctra  fortuna.  Amore,  Che  scempiarne  ad 
ogni  or,  come  la  fai  ?  J'arch.  Lez.  5oo. 
Il  medesimo  signì6ca  straziare  e  scempiare 
nella  nostra  lingua. 

SCEMPIATAGGINE  .  Scemjjìaggine  . 
Z^t.  simpticitas ,  fatttitas.  Gr.  s''jv;àEia> 
^iwct'ot.  *  Magai,  part.  I.  lett.  26  Gìo  • 
vao  Trulla  ce.  si  rideva  della  scempialag- 
gine  di  costui;  e  volendonelo  ec.(B) 

#  §.  Scempiatnggine,  vale  anche  Cosa 
fatta,  o  detta  con    scempiaggine  .  Bellin, 

Disc*  I-  178-  Non  vi  rinvenite  ancor  be- 
ne ec.  ch'io  v'abbia  condotto  a  lant*  al- 
tezza di  contemplazione  per  la  via  dì  quelle 
scrmpialaggini,  e  di  quei  taccoli,  ec.(BJ 

*  SCEMPIATAMENTE.  Avverò.  Sgan- 
gheratamente, In  maniera  scempiata.  Lai. 
perperam,  stolide,  incondite.  Gr.  7t>*)jiiju£- 
io7;.  #:'Xi5i'w;,  octoi/tw;.  Bed.leti.i.  285. 
I  miei  dolori  forse  mi  fan  parlare  cosi  scem- 
piatamente   (*) 

»  SCEMPI  ATEZZ  A  Scempi,  zza.  Lasc. 
Cen.  2.  n-yv,  2.  St\.  Pure   la  maggior  parte 
degli  uomini  ti  accordava,  che  dalla   sua 
Vocabolario  T,  ti. 


S  C  E 


1057 


scenipialrzza  e  pazzia   incomparabile  fosse 
derivjto  il   lutto.   (B) 

•f  «  SCEMPIATISSIMO.  Superi,  di 
Stempialo.  Magni,  part.  I.  /ett  1 3.  Vi 
so  dire  che  essi  si  rideranno  forse  ben 
bene  della  n'islra  scempiai ìssima  dappo- 
cag^ine ,  in  esservi  noi  forse  stati  talora 
cosi  vicini,  e  pure  non  ci  aver  dato  den- 
tro ec.  (A) 

SCEMPIATO.  Add.  Sdoppiato,  Fatto 
scempio. 

§.  Per  Semplice ,  Sciocco  ,  Scimunito  , 
Sgangherato.  Lat.  insipidus  ,  fatuus.  Gì . 
avat'sài^TO; ,  [loipói-  Fi,  lac.  T.  Come 
natura  formala.  Sarà  una  scempiala. ^/{e<i. 
lett.  1.  |S5.  Oli.  sig.  Vincenzo  mio  caro, 
si  son  lette  le  scempiate  cosel  (V) 

^-  SCEMPIETÀ'.  SCEMPIETADE,  e 
SCEMPIETATE.  Scempiezzi ,  Scemping- 
gìnp,  (Min) 

*  §.  Scempietà,  vale  anche  Cosa  fatta, 
o  detta  Con  scempietà  .  Car.  Apol.  76. 
Invece  di  una  scempietà  ne  venite  a  dir 
molte.  (FP) 

5  SCEMPIEZZA.  Astratto  .li  Scempioj 
Scempiaggine  .  Lai  siniplicitat  ,  ineptia  , 
stotiditns.  Gr  a'uTj'Oéia ,  afiiXrtjSt'a  ,  t£- 
pKTtiix.  .  Lasc.  Parent.  5.  6.  Onde  ora 
per  la   sua  scempiezza  son  libero, 

^  §  Scempiezza.vale  anche  Cosafaitn, 
0  detta  con  scempiczza  .  Lat.  res  inepta. 
"  Tac»  Davm  Ann.  2.  ?>S.  Lesse  come  Li- 
bone  aveva  fallo  gettar  1'  arte  ,  s*  egli  a- 
vrebbe  m.ii  tanti  danari,  che  coprissero  la 
via  Appia  fino  a  Brìndisi:  e  colali  scem- 
piezze,  e  vanità  da  increscer  buonameiile 
«li  lui.  "  ì'arch.  Ercol  ^7.  lo  non  ere 
derò  mai  che  di  bocca  di  Dante  fossero 
uscite  colali  scempiezze  ».  (C) 

SCEMPIO  Sttst.  Ct tidel tormento.  Lat, 
cruciatns .  Dani.  ìnf.  10.  Ond' io  a  lui: 
lo  strazio  e  *l  grande  scempio  ,  Che  fe<"e 
r  Atbia  colorala  in  rosso,  T.il  orazìon  fa 
far  nel  nostro  tempio.  E  Purg.  12.  Mo- 
strava la  ruiua  e  *1  crudo  scempio  Cbe  fé 
Tomiri.  G.  /".  12.  49  3.  Lasceremo  al- 
quanto de'  nt'Slri  falli  dì  Firenze,  e  rac- 
conteremo d*  uno  scempio  e  scellerato  pec- 
cato (così  ne' tetti  a  pennaj  lo  stampalo 
per  errore  ha  screpio).  Petr.  canz.  ^  I- 
Benchè  *l  mìo  crudo  scempio  Sia  scritto 
allrovc  .  Ar.  Fur.  25.  36.  In  terra  ,  in 
aria,  in  mar  sola  son  io,  Cbe  patisco  da 
te  sì  duro  scempio. 

^  §.  Scempio  ,  è  anche  term.  di  Bal- 
lo ,  ed  e  Una  specie  di  passo  .  Fir,  As. 
3i6.  Quelle  capriolctte  minute,  quelle  ri- 
prese nelle,  quegli  scempii  lardelli,  quei 
doppiì  fugaci  ,  quelle  gravi  continenze  , 
quelle  umili  reverenze  ,  e  così  a  tempo  , 
che  e'  pareva  cbe  ogni  lor  movimento 
fusse  degli  strumenti  medesimi.  (*) 

SCEMPIO.  Add.  Contrario  di  Doppio. 
Lat.  siniplix .  Dani.  ìnf.  25-  Uscir  gli 
orecchi  delle  gole  scempie .  Bnt.  ivi  : 
Scempie ,  cioè  semplici ,  cioè  pur  dalle 
gole,  e  non  da  altro.  Dani,  Purg.  J2 
£  colle  dita  della  destra  scempie  Trovai 
pur  sei  le  lettere.  E  16.  Prima  era  scem- 
pio, e  ora  è  fallo  doppio  E  Par  17.  E 
quel  che  più  ti  graveià  le  spalle.  Sarà 
la  compagnia  malvagia  e  scempia  ,  Colla 
qual  tu  cadrai  ìn  questa  valle.  But.  ivi: 
Scempia  .  cioè  divìsa  .  Omel.  S  Greg. 
Veggendoci  non  poter  resistere  col  nostro 
scempio  esercito  contro  il  suo  doppio. 

^  g  I.  Per  T'alo,  privo  Segr.  Fior. 
Capit.  dell'  Ambizione.  Quando  gli  Qomin 
viveano  o  nudi  ,  o  scempi  D'  ogni  fortu- 
na   (Min) 

#  §.  Il-  Fiore  scempio,  presso  ì  bota- 
nici ,  dicesi  (Quello  the  non  ha  che  quel 
numero  di  f^slie  che  deve  avere  natural- 
mente j  a  differenza  de*  Fiori  doppi  che 
per  la  cu/tura  ne  hanno  un  numero  mag- 
giore .  (C) 


§.  IH  Scempio,  ìo  prendiamo  anche  in 
signific.  di  S<  empialo  ,  cioè  Sciocco,  Sci' 
munito.  Pi  poco  senno*  Lat,  simplex,  fa- 
tuus  ,  .itolidus .  Gr.  àvai'«0»jTO5  p.(iìpQi. 
Sp<r.  Graz.  Sono  iosicme  si  scempii,  che 
a  se  medfAÌmì  si  contradtticono  .  benché 
sieno  scempii  con  una  doppia  malignità  . 
Bcrn,  rim.  i.  7.  E  non  vorrei  però  pa- 
rere un  scempio.  Cari.  Fior.  ^5.  Le  cose 
cbe  si  fanno  6n  dagli  scempii,  solamente 
alle  insensate  persone  si  convengono  snoc- 
ciolare . 

*  g.  IV.  Scempio,  dicesi  anrhe  Pelle 
cose  fati  e  senza  senno.  B.irt.  <ìp.  1.  i56. 
Ne  fu  altro  che  scempia,  e  felle  1'  adula- 
zione de'  vanissimi  Ateniesi.  (P) 

f  #  SCENA.  La  parte  del  teatro  dove 
gli  attoi  i  agiscono  dinanzi  al  pubblico  . 
Ar  Fur.  32.  80.  Quale  al  cader  delle 
cortine  suole  Parer  fra  mille  lampade  la 
scena,  D'  archi ,  e  di  più  d'  una  superba 
mole  D'  oro  e  di  statue  e  di  pitture  pie- 
na. (Pe) 

g.  I.  Sci-na,  pel  Paese,  e  Lticgofnto  sul 
palco  da*  Comici.  Lat.  scena.  Òr.  cxtì'vtj. 
Lnsc.  Spir  prof.  La  scena  è  Firenze,  dove 
si  finge  che  intervenisse  il  caso. 

§.  II-  Scene,  più  particolarmente  dicia- 
mo Le  fe'e  confìtte  sopra  telai  di  legno, 
e  dipinte  per  rappresentare  il  luogo  fato 
da'  Comici. 

g.  III.  Scena,  per  lo  Teatro.  Tac.  Dav. 
Perd.  elotf.  ^08.  Ora  dalle  accademie  e 
dalle  scene  li  richiamo  a'  giudiziì  ,  alle 
cause,  e  alle  vere  battaglie  (il  testo  lat. 
ha    ab  auditoriis  et  Ibeatris). 

g.  IV.  Scena,  per  la  Commedia,  0  Tra- 
sedia  rappresenfata  d l'Comici.  Tac.  Dav. 
Ann.  ì!^.  l85  Gli  ordì  subilamenlc  un  atto 
da  scena,  mentre  spoucva  ec, 

f  §  V.  Scena,  si  dice  anche  Una  del- 
le parti  ,  in  cui  sono  divisi  gli  atti  della 
commedia,  0  della  tragedia. 

^  g,  VI.  Scena, si  trova  anche  nel  significa 
primitivo  de*Latini  di  Capanna  di  frasche 
fatta  per  Jare  cmhra  .  Car-  Ea.  i.  272. 
V'ha  d'alberi  sopra  Tale  una  scena,  che 
la  luna  e  '1  sole  Vi  raggia  e  non  pene- 
tra. (FP) 

%.  VII.  Scena ,  figuratam.  Sen.  Ben, 
Farcii.  6.  29.  Ne  si  accorsero  che  in 
quella  scena  risplendente  di  beni  vani,  e  cbe 
tosto  spariscono,  non  è  cosa  alruna  tanto 
avversa  e  contraria,  che  essi  non  dovesse- 
ro aspettarla  da  quel  tempo  che  cominciaro 
a  non  udire  nulla  che  ver  fusse  f e iOt",  ap- 
parenza poco  durevole), 

*  g.  Vili.  Per  Aspetto,  7'istn.  Tass. 
Ger.  i5  43-  Tacciono  sotto  ì  mar  securi 
in  pace  ;  Sovra  ha  dì  negre  selve  opaca 
scena.  (D) 

V  g.  IX.  Scena,  vale  anche  Mutazio- 
ne, l'icenda.  Pros,  Fior.  Salvia,  lett.  /^. 
2.  285.  Quando  io  giovanelto  era  a  sto 
dio  a  Pisa,  ancor  egli  era  giovanetto,  e 
fiero,  e  avveneule,  e  ora  è  colla  zazzera 
canuta  e  vecchio.  Io  fo  ì  miei  conti  cbe 
ancor  ìo  sarò  a  quel  modo,  e  gli  sarò 
parso  com'egli  a  me.  Così  va  il  mondo. 
Cosi  voi  vi  troverete  col  tempo  a  simili 
scene.  fC) 

g  X.  Mutarsi  la  scena,  fguratamin- 
te  vale  Mutarsi  la  faida  delle  cose,  o 
degli  offiri.  Malm.  3.  2  Non  pensa  the 
patirne  dee  la  pena,  E  che  fra  poco  s' 
ba  a  mutare  scena. 

§.  XI.  Venire,  o  Comparire  in  isce- 
na,  vagliano  Venire  al  pubblico.  Apparì- 
re.  Maini.  1.  2.  Volto  a  Febo,  con  le 
vengo  in  iscena.  E  f\.  6.  Né  per  ancora 
le  Ugnanesi  genti  Hanno  veduto  compa- 
rire in  scena  La  materia  che  dà  il  por- 
tante  a' denti. 

*  SCENACCIA  .  Peggiorai  di  Sce- 
na. (A) 

t  SCENARIO  .    Foglio    in    cui    son» 
i33 


io58 


S  G  E 


S  e  E 


s  c  r 


della     e 
verifica 


tieicriUi  i  rtcit/tnli,  le  scene,  e  i  /neghi 
pe'  quali  volta  per  volta  tieono  uscire  in 
palco  i  eunuci,  e  altre  simili  cote  con- 
cernenti  le  comme'lie,  If  tra-^edif  te.  Lat. 
tumma  co'uaedi-te ,  Gr.  StiitO/*/]  7^4 
xwuuòta;  .  Malin.  i.  5o.  Collo  tccnaiio 
IO  mjno,  e  il  inanJjfuora,  Va  ioiunzi  a* 
nobii  suoi  commitiiooi. 

*t  *  §•  *  Scenario  ,  si  dice  anche 
sovente  il  Mandafuora,  Min  Utalm.  pag, 
42-  Il  Manil t/iiora  e  a'qajoio  difTi-reate 
dallo  Scfnnrio  ec  ,  ma  tullavia  ce  .  »' 
intende  e  si  piglia  spesso  1'  uno  per  Tal- 
iro.  (^) 

*t  *  §■  II-  Scenario,  dìceii  anche 
T'aito  lo  ipizio  occupilo  dalle  S.cne,e  le 
Scene  slesse  dipinte,  e  rappresentanti  cose 
relative  alla  commedia,  0  simile  t  che  si 
recita.  (A) 

*  SCENDENTK.  Che    scende.     Guid. 

0.  |3  I.  Lo  jctndc'Dtc  colpo  nel  suo 
scudo.  (Cj  't  ^^l  Siti.  l5.  Arde  voi  dif- 
Sculta  nei  concedere  tbe  due  mabiU  egua- 
li, aocorcbù  sccndcnli  per  diverse  linee  , 
tenia  veruno  impedimento  facciano  ac- 
quisto d'  impeli  eguali  ,  te  E  Parer. 
r/i  Op.  voi.  i.  p<Jg-  4o-  Se  l'andata  del 
pendolo  non  i;  per  un  grand'  arco .  V 
impelo  del  pendolo  sceiidetite  non  acfjuisla 
gran  momenlo.e  per  breve  spazio  trapassa, 

«-e-  (^)  ,.       .     ., 

i?     %.     E    in   forza  di    siiti,  dicesi    il 

Corpo  che  scinde.  Gal,  Sisl.  I7.  Ditemi  ■ 
perchè  vi  pare  che  la  velocita  del  ca- 
dente  per  C  B  sia  maggiore  della  velo- 
cita  dello  scendente  per  la  C  A.  Simp. 
Farmi  percbi:  nel  tempo  cbe  M  cadente 
passerà  tutta  la  C  B,  Io  sccndenlc  passe- 
rà nella  C  A  una  parte  min 
B.  Sali'.  Cosi  sia,  e  cosi 
ec.  (NS) 

SCENDERE.  Andare  in  bnsso ,  Ca- 
lare j  conlrario  di  Svilire  ,  e  si  usa  in 
signific.  alt,,  nvutr.  e  nnttr.  pass.  Lat, 
descendere,  Gr.  /aTaf5aiv;iv.  /iocc.  nov. 
60.  5.  Come  a  tavola  il  senlironn  ,  cosi 
se  ne  scesero  alla  strada.  E  nov.  ^S.  8. 
Volendo  su  salire,  vide  messer  Lambertuccio 
scendere.  E  nov.  77.  i3.  Aperta  la  ca- 
mera, chelamenle  se  ne  scesero  all'uscio. 
Dant.  Inf.  20.  Come  'l  visj  mi  scc^c  in 
iur  più  basso.  E  Par.  1.  Se  d'alto  mon- 
te scende  giuso  ad  imo.  E  9.  Si  leva  un 
collo,  e  non  surf-e  raoU'  alto,  L'a  ondo 
scese  gi'a  una  fairella,  E  17.  E  come  e 
duro  calle  Lo  scendere  e  'l  salir  per  V 
altrui  scale.  Pflr.  san.  228.  Alma  rcal 
dignissima  d'  impero.  Se  n^n  fosse  tra 
noi  scesa  sì  lardo.  E  son.  aSo.  Quand' 
io  veggio  dal  cicl  scender  1'  aurora  ce.  , 
Amor  m*  assale.  O.  V.  9  3o5.  9.  Co- 
minciò a  scendere  il  poggio,  e  tenere  a 
badalucco  i  Fionnlini,  jT-c  A)f.    Ann. 

1.  17.  Cesare  adunque  mette  a  ordine  j 
arme,  legni,  aiuti,  por  Isrendcro  per  lo 
Reno  a  combalterle  (cioè,  andare  a  s-conda 
del  Reno:  il  testo  lat.  hcn\emi\.\Qxe  Reno). 
Hemh,  Star.  1 .  3.  Ed  olire  a  ciò.  di 
grand 'animo  anch' egli  essendo,  scese  del 
cavalla. 

§.  I.  Scender  sopra,  vale  Andare  ad- 
dosso, Assalire.  Lat.  Ofigredi.  Gr.  iz€'p- 
3C(oà»t.  liocc.  nov.  17.  4*"  ^"''  q^^i'l" 
potè,  allo  scendere  sopra  Osbech  suUe- 
citó. 

-j-  §.  II.  Per  Di.tcendere ,  cioè  J'enir 
per  generazione  .  Lit-  orii-inem  ducere  , 
de.tcrndere.  Ott.  Com.  Inf-I-  l6.  Heroc- 
chè  di  lui  dovcano  scendere  li  fundatori 
del  Romano  imperio.  ^  Tn^s,  Cer,  .t. 
16.  Scoio  Gernandu  e  da'  gran  Re  Nor» 
vegi  Che  di  molto  provincic  ebber  1'  im- 
pero. CO 

§,  tu.  Ar  lìtnviliart.  Frane.  S'cch. 
rim.   21.  E  r  "lio  iceode.  siatene  avvisato. 

Jr   g.  IV.  Per  Terminare,  Finire,  Safv. 


jivvert.  I.  3.  2.  37.  Di  quelli  (nomi) 
cbe  caggìoiio  in  ero,  di  que'  che  scendono 
in  irò  ,  e  di  que*  che  Guisn-no  in  oro, 
quasi  lo  sless'i  è  da  dir*.',  cbe  d>-gli  uscenti 
in  aro  pur  testé  .ibbiam't  dello.  (Tj 

^  Jj'.  V.  Sieuderr,  fijiuraia'tt.  per  In- 
ditrii,  Piegarti.  Ar.  Fur.  i.  ^y-  Ma,  dura 
e  fredda  più  d'  una  colonna  ,  Ad  averne 
picl'a  non  però  scende.  (M) 

*f  S-  VL  Scriidere ,  va'e  nmhe  Acco- 
modarsi a  un  prrzzo  minore  nrlle  vendile, 
o  Simile,  l)tp<if  tirsi  dal  prtmn  proposto. 
Frane.  Sacch.  nov.  iSg.  6i.«gio  stette  pur 
fermo  a  mille  (fiorini  per  la  d>ie},  e  mai 
non  itcc&e  E  appresso:  Tu  ti  ponesti  su 
mille   fiorini,   e   mai   non   ne   scendr»liY^V 

'I'  §  VII.  Stendere  ,  dicett  anche  di 
l'osa  che  lien  ti' alto  in  basso  j  come  per 
lo  contrario  Salire,  di  co*a  che  tiene  da 
basso  in  su,  D  >nt.  t'J.  7.\  Cb<»  l*  una 
costa  surge  e  l'altra  scende.  (Ur) 

f  ^  2,  Vili,  Scendere  una  cosa,  o 
una  persona,  vale  Porla  dall'  alto  d->ve  e 
al  b.isso.  fu,  S.  Gio  Pati.  2l5,  Giù 
scppo  poneva  Giesù  suU'  asino  ,  e  fallo 
andare  un  pezzo,  e  poi  lo  scende,  e  po> 
nevi  su  la   Donna   nostra.  (/') 

•f  *  SCE.NDIBILE.  Add,  Che  può 
srrndrrsi ,  Agevole  alla  scesa.  Sali  in. 
Oditi,  lih.  I.t.  V.  l4)«  E  dentro  acque 
perenni,  e  due  son  purle  :  Queste  a  Bo- 
rea scendibili  dagli  uomini;  Qucll' altre 
a   Noto  sono,   le  divine.  (A) 

SCENDIMENTO.  Sfeto,  Lo  scendere. 
Lai.  deiceisus  .  Gr.  /y.Ta^«5i^  .  i  olg. 
Met  I]  catarro  è  sccndimen'.o  dt  umore 
dal  rapo  alle  membra  per  di  dentro. i'ir  f^r. 
Ciord.  12^.  Non  i;  questo  (venire  ad  7/- 
cuno  slato)  salimeato  ,  ma  sceadimeoto  ; 
pcrocrhi;  ec.  (P) 

*f  ♦  SCENICAMENTE  .  Avverò,  Jn 
modo  scenico  ,  Cm  rappretent  inza  in  /• 
scena»  Uden.  ?iit.  \.  8.  A  ciascuno  è 
manifestissimo,  cbe  qualunque  azione  tra- 
gica i:  motto  prima  storicamente  interve- 
nuta ,  e  che  poi  si  rappresenta  scenica- 
mente, ec.  (A) 

'è  SCENICO  ,  Susi.  Giuoco/ntore  , 
Giullare,  f'egez.  Art.  eiierr,  71.  Kè  i 
scenici ,  cioè  coloro  che  giuocano  uelle 
piazze,  per  mostrare  ch'abbiano  grande 
forza  e  virtude  e  b-;;gerezza,  dall'  operare 
non  si  partono.  (Min) 

SCENICO.  Add.  Di  scena  ,  Lai.  see- 
nicits.  Gr-  oxi^vizo;.  *  S.  Agosl.  C.  D. 
Della  instituzione  de'  giuochi  scenici  ne* 
teatri  (C)  lìoet.  G.  G.  Cbi  ha  permesso 
venire  queste  sceniche  puttanelle  a  questo 
infermo?  Por^h,  Orii^.  Eir.  178.  Di  To- 
scana certamente  cavarono  i  Romani  il 
modo  de' ludi  scenici,  e  gl'istrioni.  Ar. 
Fur,  4ì*  ^-^-  Trovano  archi,  e  trofei  su- 
bito fuiii  ec-  Altrove  palchi  con  diversi 
giuochi,  E  spettacoli,  e  mimi,  e  scenici 
atti. 

*  SCENOGRAFIA.  Arte  che  Intesna 
a  disegnate  le  cose  come  appaiono  tifa 
vitttt.  Paldin.  Foc,  Dis.  Prospettiva  delta 
da*  Greci  Sceno^ralìa,  parte  esseniialissi- 
ma  della   Pittura,  l A) 

*  SCENOGRAFICO.  Add,  Apparte- 
nente alla   Scenogia/ia.  (A) 

SCENTRE. /'.  A  Saputaj  onde  A  tuo 
scentre ,  A  mio  scentre ,  e  timi/i , posti  avver- 
htalni.,  che  vacliono.Con  tua,  o  miti  saputa, 
0  cognizione. hai  le,  vel  me  conscio,  'Frati, 
pece.  mori.  Tu  il  ricevevi  (il  santìssimo 
Sagr.miento  )  in  peccato  mortale  a  tao 
sceoire,  eh' è  troppo  ^ran  diiprtio.  E  af»- 
presso  :  Lo  stesso  è  guerreggiare  verità 
a  suo  scentre ,  e  sprii.ilmenle  la  vrril'a 
della  f' de  Cristiana.  Guitt,  l.rtl  Quello 
che  (.'e  più  abominoso  si  èe  ,  che  lo  liae 
fallo  a  suo  iccntre  .  E  alnxne:  Non  Io 
fece  ignorantemenlr.  ma  a  scentre  . 

I  SCERNERE    Discerncrt,  UisUngue- 


re,  DisUntamente  conoscr-re.  Lai.  diseer- 
nere,  diitmcte.  cosnoscrre.  Gr.  (Jiayiv&i- 
SA'.vé.  O  >nt.  inf,  |5.  E  quanto  io  Tab- 
bo  in  gr.4do,  meoir*  io  vivo,  Ctmvien  cbe 
nella  mia  lingua  si  scerna.  E  Purg.  26. 
O  frale,  di*^e,  questi  cb'  io  ti  scemo  Col 
diiu  (  e  additò  uno  spirto  innanzi  )  Fu 
miglior  fabbro  del  parlar  materno  (  cioè, 
rnu«tro).  Oli.  Com.  Pitrg,  a.  I9.  Per  la 
parole  d[  I  testo  si  due  ^cernere  la  dispo* 
lition  del  ciclo  nell'  ora  che  fa  suo  aa* 
to.  Petr  son.  148.  In  tal  goisa  %'  aperse 
Quel  pieiuìo  pensier,  cb'  altri  oon  scerse. 
Ma  vidiTio.  /:  S'n.  117.  Che  Ca  di  Doi, 
non  so;  ma,  in  quel  cb' io  scerna.  A* suoi 
begli  orchi  il  nial  nostro  non  piace  Tass, 
Cer.  14.  4  Onde  siccome  entro  uno 
speglio  ci  scerM  Ciò  che  lassuso  è  vera- 
mente in  elle. 

S  Per  Itcegliere,  El-sgere,  Lai.  «- 
cerneie,  tehgere.  Gr  ocT6/S/uv,  ZAXpt- 
v»(v.  Segr.  Fior.  Art.  guerr.  Lo  tcerne- 
re  in  questo  ca»o  pochi  per  avergli  mi- 
gliori,  è   al   tutto   falso. 

SCERNIMENTO.  £0  scernere,  LaL 
discretto,  separili  >  Gr.  òtoie.pm^.  Albert, 
cap.  60  La  soiligliaoza  è  sceroimenlo  de* 
vizii  e  delle  virtudì. 

SCERNI'RE  F.  A.  Scernere,  Lai. 
ditccnere,  dittinctf  cognoscere.  Gr,  ^la- 
y(vw7/ctv  Fr.  Giord.  Pred,  S.  ^O.  Cri- 
sto ili  qurtu  mondizia  si  fece  Keniire  . 
trPoez.  S^.  Cosili  1  coperti  volli  e  dub- 
biosi de'  compai:QÌ  t'  ha  scernili  (  lat, 
secrevit.  cioè,  distinti,  fatti  conoscer  chia- 
ro ).  (FJ 

5  SCERPARE.  Rompere  ,  Guastare  , 
Schiantare  Lat.  divellere,  exstirparé.Gx. 
ot*op'pi^3Ù»  Dnni.  Jn/,  i3  Ricominciò 
a  gfiilar:  perche  mi  scerpìT  Put.  ivi: 
Scerpi,  cioè  mi  stracci  e  schianti.  Di/end, 
Pac.  Non  può  alirimeoti  etsere  scerpato 
e  guaito  perf^tlanienle  ne'  frutti  si  dau- 
najigjosi.  ^  Car.  En.  3.  62.  Ritcotando 
ancora  Vengo  al  terzo  virgulto,  e  eoo  più 
forza  Mentre  lo  sccrpo,  e  i  piedi  al  suolo 
appunto,  E  lo  scuoto  e  lo  sbarbo,  ee    (B) 

^  %,  E  neutr.  pass.  »  Morg.  I9.  |5. 
Oime  1  cb'  e'  par  cbe  *1  cuor  da  me  si 
scerpi  -.  (B) 

SCERPASOLEA.  Tei  Br.  5.  S?. 
Quando  viene  il  tempo  di  fare  le  «uè 
Uova,  elli  (1/  cuculo)  va  al  nido  d*  uno 
picciolo  uccello  cbe  ha  nome  scerpasolea. 
che  de' maggiori  ha  paura,  e  bee  uno  de* 
suoi  uovi,  e  favvi  eolio  uno  de*  suoi  in 
quel   Cambio. 

SCERPELLATO,  éggiunto  d'occhio 
che  a'dna  anovesciale  le  palpebre. 

SCERPELLINO  Addirti  Serpetlato. 
Fir,  /Is,  258.  Perrincch'  e^U  eraoo  a»- 
vezsi  a  star  tra  'I  fummo,  egli  avevano 
quegli  ueclii  scerpellioi.  sicché  e'  vederan 
poco,  o  niente  di  lume.  Lor.  3fed  Beon, 
Cip,  g.  Tra  lor  ve  o*  en  alcun  soppo,  e 
sciancalo,  E  gamberacce,  e  occhi  tcerpelli- 
ni  /  arch.  Siioc.  4-  *>  Q"'*  ***'  **■  S"*"^ 
labbro  en6ato  con  gli  occhi  scerpel- 
lioi. 

SCERPELLONE.  Erretr  solenne  com 
mess'f  nel  parUr,-,  o  nell'  operare-  Lat 
allucinaitì.  Gr  — «ao'sxwa.  Patn/f.  2. 
Saldi  alla  peltinella  srrrpeDnni  ì'arch. 
E'C'd.  .}S.  Dire  farfalloni,  scerpelloni  e 
strafalcioni,  si  dice  di  coloro  che  Uocsa* 
no,  raccontando,  bugir  e  falsila  maaifeilr. 
Alleg.  325  Laddove  per  oeuun,  ch'io 
sappia,  si  dice  ec  rnsì  fatto  acerpellone . 
Lasc.  Spir.  3.  !\,  Oli  cUtr  ir«rp«Uoai  di- 
CODO   alle  volle  qurili   ritladini  I 

SCERRE     /  .  SCEGLIEIIE. 

SCERVELLA  IO.  Adi  {itegli  a  cuti 
uscitoli  CTvel'o,  Ihcrrs'e  litio  ,  Fin:- 
Eneid.  Quello  inconlaaeote  scervellato  ab- 
balte,   dicendo:   ec. 

*t    *  %■    E  Jigurotsm.  ptr    Pmiusco, 


S  e  E 

StoUdo  .  Rfd  ìett.  2,  177.  Per  atlutire 
la  min  scervellala  superbia,  niu  ne  do- 
DÒ  CP.  (A) 

SCESA.  China.  Vin,  o  I.uo^o,  per  lo 
qual  si  cala  da  alto  a  b.isioj  contrario 
diSalita.e<i'i:rt<ì  L;il.  rffiC-rtiKC,  declive, 
declivitas.  Or,  xò  Karavr;?  H  y.  11- 
5|.  7.  Per  r  avvaiUjygio  della  scesa  ,  e 
per  la  vìitortj  avuta,  cm  grand'  empito 
percouono  i  nostri  I>ant  hif.  iti.  Rim- 
bomba là  sovra  ^.ln  lìeiudcllo  Dall'alpe, 
per  cadere  ad  una  sres;».  Vetr.  cop.  \. 
Ratte  scfie  all'  entrare  .  all'  uscir  erte. 
Cr,  2  18.  2.  La  qiialf  (pto,-a)  discende 
con  impelo  dalla  scesa,  ovvero  pmdio  del 
moDle.  *  /;<■»./>.  Stvr.  1.17  Perciocché 
da  Rovere  venendo,  per  la  srcs.i  ripida 
della  montagna,  andare  alla  Pietra  non  si 
potei,  (y) 

§.  I.  Per  P  Atto  dello  scendere ,  Sten- 
dimento. Lai.  de-!cvnsiis  Gr.  xccra^ait;. 
Cai. Stst.  221  Inalirettanlo  tempo,  quanto 
«  slato  quello  della  sua  scesa,  pa-iscrebhe 
spaiio  doppio  del  passato  nellj  linea  d</l 
precedente  moto  io  giii  7'^  22j.  Il  tem- 
po che  si  cousumerelihe  in  questo  secondo 
moto  ascendente,  credo  che  sarehbe  eguale 
al  tempo  della  scesa. 

§.  II.  Scesa,  diciamo  al  catarro  che, 
secondo  l'  opinione  degN  antichi  medici, 
discende  dal  capo  nelle  membra*  Lat. 
distillatio,  rheumiì.  Gr.  pzOtxa..  /Ui'c/i. 
son.  1.  122.  Signor  mio  caro,  se  tu  hai 
la  scesa,  O  se'inlredJ.ilo,  o  senti  di  catarro. 
Stilla  un  pertuiiio  d'  un   rbiovo  da  carro. 


Mon  Io    Iter  tutto, 


P'.; 


liane 


S  C  E 

•f  '\i  SCETEUARE.  Sonar  la  estera  . 
Stì/xin.  Ifin.  ()•>'.  (  So\v«Tronitni  ,  nh 
me  ec).  Va  sceleraado  il  figlio  di  Latuna 
Largamente  famosa  colla  cava  E  vaga  ce- 
tra alla   petrosa    Pilo  ec.    (A) 

t^  SCETP.O-  Scettro,  per  la  rima  Lat. 
sceptrnm.  l'ihc  nm,  175.  (Son  Ma  lu, 
tc  )■  Ma  tu,  Signor,  sotto  il  cui  santo  e 
giusto  Regno  vila  non  pur,  ma  trono  e 
scetro  ILin  le  belTarti.  e  per  cui  torna 
indietro  Più  che  mai  Lello  il  setolo  vetu- 
sto. (XS) 

*  SCETTICISMO  Term.  didascalico. 
Setta  ,  e   Dottrina  d<i;li  Scetlici.   (A) 

•f'    -'•   SCETTICO    /idd.   D  tee  si  d'una 
setta  di  nnlicl'i  fitosofi,   che       stabilivano 
per  principio,  che  non   v'i  nulla   di   cet  to, 
e  che  si  ha  da  dubitar  d'ogni  cosa.    Magai.   . 
part.    I,   leti    5    Come  dunque  voi  ,     che  1 
siete  in   tutte  l'altre   cose  Scenico     famoso  j 
tanto,  che  ec,  se  poi    vi  si  propone  la  qne- 
stione  ni  Deus  sit ,  questo  e  il  solo  punto, 
al  quale  non  regge  la  vostra  scettica  filosofia, 
questa  è  la  sda  bagattella   ec.    (.'ij 

f  *  §.  K  inforza  di  siist.  Sfgner. 
Incr.  2.  2.  8.  I  maestri  della  terra  ci 
pongono  tutto  in  lite,  fino  se  ci  moviamo, 
come  Zenone;  e  fino  se  vegliamo,  o  se  va- 
neggiamo .  come  gli  Sceltici.  (lìf  Magni, 
part.  1-  leti.  5.  Ulte  che  ra>sioma  non  è 
punto  certo,  adducendone  per  riprova  l'a- 
verne dubitato  gli     Sceltici  ,    le  sofistiche 


S  C  E 


io5tj 


Capr.  JiOtt.  I.  12.  Potrebbe  essere  qual- 
che poco  di  scesa,  che  fj  parere  sentire 
aUrui  di  questi  zufolamenti  nel  cervello  . 
Amhr.  Cof.  3.  3.  Una  scesa  pare  a  me 
che  dicano  I  medici,  e  per  sees.i  meiJicata 
la  Hanno.  Malm  i.  i5  Percb' alla  lesta 
ooo  gli  muova  scesa. 

#  §.  Wi.Sce-ia^  vaL-  anche  una  Flussione 
calata  agli  occhi,  fìrm'.  Celi.  ì  it.  1.  260 
Mi  si  scoperse  una  scesa  con  (anio  affjuno 
agli  occhi,  che  por  il  dolore  io  non  potevo 
quasi  vivere.  K^.f'i'-.  O".  fH.l\.  ;'0i.  Ca- 
dendogli un  trabocco  discesa  negli  oecbi, 
il  misero  ne  divenne  ec.  cicco  del  lutto 
Cas,  Utt.  i4>  Agostino  ha  una  scesa  ne- 
gli occhi  mollo  ben  molesta    (C) 

§.  IV.  Prendt'rf,  o  simili,  checchessia 
a  sctio  di  testa,  vale  impegnarsi  ostina- 
tamente in  alcuna  co^a.  Mettervi  c^ni 
forza,  studio,  applicnzionCff  diiii;''iiza ,  od 
oggetto  di  conseguirne  l' intento.  Lai  lot'S 
viribus  inniti,  omnibus  nervis  inlend.re, 
Gr,  JiaTitv'Ec^ai  Car.  Ictt.  2.  dq.  Gli 
sarebbe  bastalo  ancora  far  le  prime  oppu* 
sizioni,  senza  pigliare  per  iscesa  di  testa  a 
mandare  ogni  di  fuori  un  suo  trattato 
conira  le  cose  mie.  #  E  leti.  invd.  3.  I^I. 
Messer  Giovanni  Francesco  Ridolfi  1'  ba 
presa  per  iscesa  di  testa,  e  non  vale  che 
^li  sia  fallo  intendere  che  pregiudica  a 
lei.  ("A';  liert.  Giamp  223.  Siccome  egli 
Qsaodole  ha  mostralo  la  sua  perizia,  cosi 
voi  nel  passargliene,  quando  vi  siete  messo 
a  scesa  di  lesta  a  volergli  ritrovare  quel 
che  non  è  degli  antichi,  avete  moslrata  la 
vostra  ignorauta.  (C) 

SCESO*  Add.  da  Scendere.  Disceso. 
Segr.  Fior.  Stor.  5.  203.  Di  quindi  scese 
le  sue  gemi  nella  terra,  la  porla  di  sani* 
Aotonio  ruppero. 

"t  §■  Per  Originario,  Discendente.  Lat. 
prvgnatus.  Gr.  VEyovtu';.  Oiirf.  Pisf.  86 
La  tua  vaga  donna  volendosi  adornare  si 
mise  le  lue  beli'  armi,  guadagnate  dalle 
lue  prodezze  sopra  la  gente  scesa  di  Dar- 
dano. 

*  SCESOSO.  Add.  Caccoloso,  Cisposo. 
Segr.  Fior.  Cam.  in  versi.  Att  2.  se.  4.  Chi 
sente  di  renella,  e  chi  di  tìsico  ;  Chi  ba  il 
c4po  aperto,  ech'  gli  occhi  ha  scesosi.fjfm^ 


ragioni  de'quali  mettete  in  campo,  ec.  (A) 
*f  ^'  SCETTRATO.  Add.  Munito  di 
scettro,  Che  imbrandiste  lo  scettro  Cbinbr. 
canz.  maral.  \\.  SceltratD  Re  sull'odorale 
lele  Non  trova  sonno;  i  suoi  peiisier  tra- 
vaglia Or  periglio  d'assedio,  or  di  batta- 
glia, ec.  Salvia.  Odisi,  lib  5.  v.  1 1 . 
(iiove  Padre,  e  voi  altri  Iddii  besti.  Che 
sempre  sete,  più  oiun  benigno,  Piacevole 
e  clemente  sìa  ,  scettralo  Re.  ne  sensi  in 
cuore  abbia  diritti  ,  Ma  duro  sempre 
sia.  (A) 

't  *  SCETTRIFERO,  Add.  Scettrato. 
Safvin.  Op  Ai-C.  5.  4''3-  Queste  imparai, 
scellrifero  di  Giove  Allievo,  opre  di  ma- 
re .    Ora   a  te  sempre  ec.    (J) 

SCETTRO.  Sacchetta  reale,  segn<^  d' 
autorità,  e  dominio,  Lat.  scepirum.  Gr. 
5>:-ȓ"7tTpov.  Bocc.  nov.  p^-  ^l.  Estime- 
rete, l'aver  donato  un  Re  lo  scettro  e  la 
corona  ec,  essere  stalo  da  ag-uagliare  al 
fatto  di  messer  Gentile?  Pelr.  cop.  6 
U'sono  or  le  ricchezze,  u'  son  gli  onori  , 
E  le  gemme,  e  gli  sc-llri ,  e  le  corone? 
n=  §.  I.  Scettro,  per  metonimia,  vale 
Regno  ,  Impero  .  Ar.  Fur.  3.  3^-  Ter- 
rà costui  con  più  felice  scettro  La  bella 
terra.  Car,  En-  lib.  \.  Qui  di  porre  avca 
già  disegno  e  cura  (  Se  tale  era  il  suo 
fato)  il  maggior  seggio,  E  lo  scettro  aaco 
universal  del   mondo.  (Br) 

V  §.  II.  Per  Dominio,  Signorìa»  Tass- 
Ger.  17.  68.  Mosira  che  Aurelio  io  li- 
berta conserva  La  gente  sotto  al  suo  scet- 
tro ridutta.  Car.  En.  lib.  7  Io  credo  che 
ogni  terra,  che  al  tuo  scettro  Non  è  sog- 
getta, sia  straniera  a  noi.  Sesner.  Pred. 
3o  1.  Assuero,  quel  re  sì  illustre  dell' 
Asia,  che  sopra  127.  provincie  slendè 
Io  scettro  (Br) 

i'?  §.  III.  E  per  meta/.  Ar.  Fur.  6. 
62.  Avrai  d'  Àlcina  scettro  e  signoria  (Br) 
^  §.  IV.  Per  Comando,  Superiorità  , 
Dignità  militare  dt  comandante.  Tass. 
Ger  2  48.  Sopra  i  nostri  guerrieri  a 
te  conredo  Lo  scettro,  e  legge  sia  quel 
che  comandi     (Br) 

*  g.  V.  Per  Chi  è  munito  di  .scettro. 
Tnss.  Ger.  17.  77.  Che  può  la  saggia  e 
valorosa  donna  Sopra  corone  e  scettri  al- 
zar la  gonna  (cioè,  può  superare  i  re- 
gnanti ) ,  E  st.  80  Quel  ne'  suoi  Guelfi 
rinnovar  vedresti  Scettri  e  corone  d'or  , 
I  più  che  mai  lieto    (Br) 


SCEVERAMENTO.  lo  sceverare.  Se- 
parazione. Lai,  discreiio  ,  separatio  .  Gr. 
0(a/pi3t;.  Coli*  SS.  Pad.  Lo  scevera- 
mciito  da  questa  carne  sì  confidava  con 
tutu  credenza  ,  che  fosse  una  presenza  a 
Cristo.  /■>.  Giord  Pred.  S.  12.  Que- 
sto fia  il  più  crudele  scevcramenlo  che 
mai  possa  essere  in  questo  mondo.  Bett. 
Tuli.  8.(.  E  un  altro  ornamento,  che 
s'appella  scevi-ramenlo,  il  quale  ha  luogo 
quando  abbiendo  cei  te  com'  delle  di  sopra, 
quelle  o  ciascuna  per  si-,  ovvero  tulle 
insieme  ronrhiudiarno  er.  (  q„i  per  la 
figura  reltorita  ditta  dui  Latini  disino- 
Clio  ). 

*  SCEVERANTE.  Che  scevera.  Se- 
parante, Dividente.  Coli.  Ab.  Isaac. 
Avendo  a  schifo  con  tulio  orrore  il  di* 
moro  della  presente  vila  ,  che  noi  abi- 
tiamo questa  terra  come  peregrini,  e 
sceverante  noi  lontanamente  dal  uosiro 
padre.  (A) 

f  3  SCEVERARE  ,  che  per  sincope 
.ù  dice  anche  talora  SCEVRARE.  Sepa- 
rare, Fare  .*ì  che  delle  persone  ,  o  cose 
non  istiino  più  con  altre.  l^A.  secemere,  se- 
parare, dissociare  .  Gr.  oiK/pi'véiv,  X^F'^' 
Ptiv  ,  c'oo^rCesSiai.  ì'egez.  Clienti  sieno, 
cui  lu  dei  dalla  tua  oste  sceverare  .  Liv-  M. 
L'una  parte  era  sceverata  dall'  altra  per 
li  Roniani,  th'erano  arranipali  nel  mez- 
zo. Petr.  canz.  37  2.  Ui  di  in  di  spero 
omai  l'ullìma  sera,  Che  scevri  in  me  dal 
vivo  terven  l'onde.  Albeit.  cap.  23.  Cui 
Dio  congiunse  ,  uomo  non  gli  sceveri  . 
Tac.    Dav.   Sceverano   i  vecchi    da*  nuovi. 

#  g  l,  E Jìgtiratam.  •■  Albert  cap.  ^8. 
Lo  cominciamento  della  superbia  dell'uomo 
fa  sceverare  l'uomo  da  Dio,  perciocché  '1 
cuor  suo  si  scevera  da  colui  che  '1  f&- 
ce».(C) 

^  g.  II.  Sceteiare,  si  dice  anche  di 
Ciò  che  fa  che  una  persona  ni  n  istia  con 
altre.  «  T'av.  Dicer.  La  sua  malizia  lo  sce- 
verava  spesso  da'buoni".   (Cj 

V  g  III.  Sceverar  gli  amici,  per  Far 
cessar  la  loro  amicizia.  S.  Ag.  C.  D. 
Altro  è  il  mezzano  reo,  il  quale  scevera 
gli  amici,  altro  il  mezzano  buono,  il  quale 
riconcilia  i  nemici.  (C) 

^§  W.  Sceverare,  in  signi fìC.  neutr.pass. 
per  Andar  disgiunto.  Separarsi*  «  Boez» 
T'arth.  4-  pros.  3.  Non  può  un  savio  du- 
bitare della  pena  de*  rei,  la  quale  da  lon* 
mai  non  si  scevera  >•  .  (A) 

SCEVERATA.  Scevci amento.  Lai.  di- 
scrctio,  separa'io.  Gr.  Jiaz^m;,  ^^WySr.stj. 
Pool.  Oros,  Mario,  di  po'  la  sceverala  de' 
nimici,  mosse   il  campo,  e  pigliò  un  colle. 

SCEVERATAMENTE.  Avveib.  Sepa- 
ratamente. Lai.  separadm  ,  scorsimi,  Gr . 
y_fjipi\.  Pool.  O/OS.  Acciocché  le  battaglie 
citladine,  insieme  con  quelle  che  colle 
genti  straniere  son  fatte,  per  volumi  di 
libri  sceveraiamenle  si  dicano. 

SCEVERATO,  e  SCE\R\TO.  Add.  da 
Sceverare,  e  Scevrarej  Separalo.  Lai.  se- 
paratiis.  Gr  x^piz'^st'^;.  Coli.  SS.  Pad. 
La  ove  abitano  in  solitudine  disertissima, 
sceverali  dalla  compagnia  di  lutti  gli  uo- 
mini. J'egez.  Perchè  maggiormente  è  me- 
stiere che  calcalamentc  combattano  ,  che 
più  dalla  lunga  sceverali.  Buon.  Tane.  4- 
I .  E  *l  beccaio  non  volesse  darli  orec- 
chio, Perchè  quivi  scevrata  la  serbassi,  ec. 

*  §.  Per  Diradato  ,  Fatto  raro.  Sce- 
mato. C.  V.  7.  37.  E  r  oste  de'  Cristia- 
ni fue  tutta  sceverata  e  venula  al  niente, 
senza  colpo  de' nimici  (per  la  morla'i- 
tà).  (Min) 

SCEVERATORE.  Che  scevera.  Lat. 
separane.  S.  Ag.  C.  D.  Altro  è  il  mez- 
zano reo,  il  quale  scevera  gli  amici,  al- 
tro il  mezzano  buono,  il  quale  riconcilia 
i  nemici  ;  e  però  son  molli  li  mezzani  sce- 
veratori. 


io6o 


S  e  E 


SCEVICKO,  e  per  sincope  SCEVRO. 
Ad'I.  Scevcalo.  Lat.  Sf  para  taf  .  Gr. 
XOJ^iT&tt'^.  Dtnt.  Par.  iQ.  Onde  Bei- 
iricf,  eh'  era  uà  poco  scevra,  Ridendo  par- 
ve quL'Iia  che  Ionio.  Petr.  canz.  21.  I* 
Scevro  da  morie  eoo  uti  picciol  legoo. 
Cr.  5  7.  5  Allri  &ouo  che  le  toUerrano 
(le  colog/iej  in  miglio,  ovvero  scevero  le 
oieltono  iolra  la  paglia.  Fr.  GiorJ»  Pred. 
S.  44*  ''^''  4^*-'^^a  ragione  dunque  è  mi- 
Iteri  the  l'anima  ,  che  vuule  imprendere 
tapienzia,  sia  tutta  SL-evera  e  partita  dalle 
occupazioni  del  mondo  ^  Car.  F.n.  q.  1. 
McDlrc  cosi  da'suoi  icevro  e  lontano,  E- 
nea  fa  d'armi  e  di  sussidi!  acquisto.  (FP) 

SCKVRARE    /.SCEVERAKE. 

•f  *  SCEVRATAMENTE  .  Avveth. 
Sincope  di  SClvVKliATAMENTE.4yaA//i 
Opp.  Pftc.  I.  218  Cbè  lur  (itU Jemmine de' 
granch'j,  non  rome  agli  aliri,  sallan  fuora 
L'  uova  scovralamenle  ,  ma  commesse  A 
6gura  di  grappolo.  Ira  loro.  fAj 

SCEVRATO.   r.  SCEVEUATO. 

SCEVRO,    r    SCEVERO. 

*  SCHEDA.  Sc-da,  Carta  scritti.  Lai, 
teeda»Gr.  tjy/S^n.  Menz.sat.  12.  Ad  Apollo 
chiede  Àncb'ei  d'esicr  pjcta,  e  meglio  fo- 
ra Gettar 'n  un  cesso  le  l'ierie  schede.   (•) 

*  SCIIEDONE.  ;'.  /l.  SchtdioriL-.  Fr. 
Giord    28y.  Credono  le  persone  che    sia 

alloro  :  fannone  Lelli  schedoni  ,  avvelena 
la  carne,  e  sonne  già  morte  molte  perso- 
ne. Cavale.  Speccìt.  Cr,  1^6.  La  sua  carne 
fece  arrostire  al  fuoco  delle  molle  Irìbu- 
laziont  sullo  schedooe  della  croce  (  gai 
/ìgiiratam.}.  (/') 

*  SCIIEDULA.  Dim,  di  Scfu-daj  Car- 
tuccia.  Lai.  schedala  Gr,  l'/iSio/.  Ca- 
vale, Frult.  Itng,  363.  Cosi  fece,  e  portò 
la  scbcdula,  dove  erano  scritti  quilli  pec- 
cati, e  poscia  in  mano  dello  Aliate,  che 
gli  leggesse.  F.  ^i-j'i.  Il  prete  portò  al  Ve- 
scovo la  schedala  scritta  della  vita  di  co- 
lui ;  la  quale  il  Vescovo  leggendo,  pianse 
mollo,  e  disse:  ce.  (l')  lied.  leit.  2.  5^. 
Perchè  il  sig  Mongivoto  nel  fio-'  della  ' 
scheduta  ce.  scriva  che  cerca  occasione  di 
mandarmi  il  suo  libro  ,  questa  sera  ne 
scrivo   io  costì,  ec.   (*) 

SCHEGGIA  Pezzetto  di  legno,  che  nel 
tagliare  i  leg/ict'ni  si  viene  a  spiccare 
Lat.  a<isula,  schidia,  scandula.  Gr.z'/il^'X^ 
O^i^l'ov.  Dant.  Inf.  l3.  Cosi  di  quella 
scheggia  usriva  insieme  Parole  e  sangue, 
(cioè,  da  quel  tronro  di  pianta  )  .  E  l'ttrg, 
26.  Il  nume  di  colei  C'ie  s*  ioil>e>tÌo  nelle 
'mhestiale  schegge  foof,  nel  toro  fatto  di 
più  pezri  di  legno).  Lib.  San*  i38.  Che 
messa  sia  la  quercia  a  ciocca  a  ciocca  In 
sul  fuoco  co'  porci,  e  trita  a  schegge. 
.Morg.  7.  5o  Balzano  i  peni  di  piastra 
e  di  maglia  Come  le  schegge  d*  intorno  a 
chi  taglia. 

§.  \.  Scheggia,  per  similit.,  si  dice  lii-i 
Pezzetti  che  si  spiccano  nel  rompere  qual- 
sivoglia nitro  corpo.  S'igg.  nat,  esp.  i^i. 
Che  a  romperlo  poi  (il  ghiaccio)  soli' 
acqua  in  minutissime  schegge,  si  veggono 
scapparne  fuori  in  gran  novero. 

§.  II.  Schegaia, per  /scoglio  Si  fiegijiato, 
o  scoscso.    Lai.    riipes    praeriipta     Gr. 

O^TtÓTOp-Oi  '::Ì-pV.,  Pini.  Inf.  18  E  volli 
a  destra  «ipra  la  sua  scheggia.  Da  quelle 
cerchie  eterne  ci  partimmo,  liut.  Inf.  18. 
2.  Però  finge  che  convenisse  volgersi  a 
man  ritta  sopra  la  sua  scheggia,  cioi.'  su 
per  l'ascension  dello  scoglio.  Dant  Inf, 
2^.  Avvisava  un'altra  scheggia.  Dicendo: 
sovra    r[U(-lIa   p  li   t'aggr,ippa. 

§.  Ili  Scheggia,  duiam-ì  anche  a  Sot- 
tile striscia  di  legname,  per  uio  tH  far 
corbelli,  panuri,  e  altri  vasi  simili.  Lai. 
scandula. 

§.  IV.  Chi  ha  de' ceppi,  può  far  delle 
schrggv  j  pi  overhio  vnfgato  che  viUt  che 
Pali'  aiS'ii  può  trarsene  il  poco.  Lat.  cut 


s  c  u 

multum  est  piperà  ,  etiam  oleribns    im- 
miscet. 

%.  V.  Lii  scheggia  ritrae  dal  ceppo,  ti 
dice  Jìfiiirata'n.  di  Chi  non  traligna  da' 
suoi  progenitori.  Lai.  palris  est  Jilius  , 
forles  et  candir  /ortihiis. 

SCHEGfìlALE  Sorla  di  cinto  di  cuoio 
con  fibbia  Lat.  cmgulum.  Gr.  ^^vtov. 
Ricord,  ^faleip.  161.  Passavano  la  mag- 
gior parte  d'una  gonnella  stretta  ce  ,  e 
ernie  d*  uno  scheggiale  all'  antica.  Lor. 
Meil.  canz,  ii(^  4-  PiTcli'  i*J  n**n  gli  voUì 
aprire.  Questo  scheggiai  mi  gettò  eoo  la 
horsa.  Fir.  nov.  4-  226.  Che  le  facesse 
rimettere  una  61diia  allo  scheggiale. 

•^  %.  Sch''ggiale  ,  SI  disse  anche  per 
Cintura  di  nobile  or-iamento.  Fur.  it.  3l2. 
Allora  Curiato,  henclii:n*aveisemolloargtn- 
to,e  molle  arme,  e  moltcgioie,  nulla  cosa  pre- 
se se  non  le  coverte,  e  lo  scheggiale  (qui  vale 
Balto).  (C)  Tav.  Bit,  r;.  S.  E  appresso 
le  dona  uno  iscbeggiate  ,  nel  quale  era 
coricate  (collocale  )  da  ottanta  pietre  pre- 
ziose.  Cavale.  Pitngil,  26}-  ( qui  tocca  gli 
ornamenli  delle  donne)  ^lel  lungo  del 
soave  oroamento  de' loro  uuguenli  ver- 
ranno in  fetore,  e  per  gli  scheggiali  sa- 
ranno cinte  di  funi  (  ved.  alla  voce 
SCAGGIALE,  dove  la  cosa  si  pir  me- 
gituj  Fu.  ss  Pad  2.  23.  Trovarono 
due  tribuni  con  molla  pompa  e  ornamen- 
to d'  oro  ec,  cinti  di  scheggiali  d*  oro  . 
Buon.  Tane.  i.  |.  Uno  scheggiale,  un 
chiavacuore,  un  vezzo  Sarebbe  '1  fatto,  o 
qualcosa   di   prezzo,  (f^) 

t  *  SCHEGGIA.MENTO.  Lo  scheg- 
giare. Belila.  Disc,  2.  264-  Sebbene  nel 
fendimenlo  e  nello  scheggtamento  il  col- 
tello, o  ascie  che  scheggia  e  fende,  solo  s' 
adatta  alla  sommità  della  materia  che  vuol 
fendersi,  o  scheggiarsi    (Min) 

SCHEGGIARE.  Fare  schegge.  Levare 
le  schegge  j  e  si  usa  in  signi/ic,  alt. 
netttr.  e  neutr.  pass.  Lat.  scindere,  dif- 
Jìndv-re  Gr.  c^i^'iv.  Dant  Par.  il.  Per- 
chi:  vedrai  la  pianta  ,  onde  si  scheggia. 
Ditt,  ivi!  Oode  si  scheggia,  cioè  onde  si 
deriva  ,  come  la  scheggia  dalla  pianta. 
Dittam.  I.  6.  E  però,  quel  eh'  io  dico, 
nota  e  leggi.  Accioccbi.>  sappi  si  guidar  lo 
remo.  Che  la  tua  barca  non  rompi,  ne 
scheggi.  ^'  Jìellin.  disc.  2.  265.  l'er 
imo  mi  piace  avvertire  anco  qui  che  se 
il  fendere  e  lo  scheggiare  sjn  tagliamen- 
ti,  e  lo  strumento  che  sch -ggia ,  o  fende 
per  la  lunghezza  intera  della  materia  da 
fendersi  ,  o  da  scheggiarsi  mai  s'  insi- 
nuò, mai  si  distese,  di  qui  anco  si  dedu- 
ce riconferma  che  vi  è  taglio  che  si  fa 
senza  insinuazione  di  strumento.  (C) 

g-  Per  /scoscendete,  o  l'.s^ere  scosce- 
so. Biit,  Inf.  18  2.  Pero  finge  che  con- 
venisse volgersi  a  man  ritta  sopra  la  sua 
scheggia,  cioi;  su  per  l'ascensioo  ilcllo 
scoglio  che  schegì;i.iva  dalla  ripa  ,  ovvero 
la    banda    ritta   del    ponte. 

SCHEGGIATO  -  Add.  da  Schfggtare, 
Lat.   scissus  ,  discisius, 

SCHEGGIO.  Scheugia.  nel  tigni/ic.  del 
§.  II.  Lai.  riipii  segmentum,  rupes.  Gr. 
TrérpoL;  ocTTo'/su^uia  .  Dant.  Inf.  21.  Giù 
l'acquatta  Dopo  uno  scheggio,  che  alcun 
schermo  l'  aia  .  Dillani,  Ci.  l^.  Preso  la 
strada  Sotto  un  grau  monte  poi  di  scheg- 
gio in   scheggio. 

SCHEGGIONE.  Adrescit.  di  Scheggio. 
Dant.  Inf  21.  E  *1  Duca  mio  a  me:  O 
tu,  chs  siedi  Tra  gli  schegginn  del  ponte 
quatto  quatto.  Sicuramente  ornai  a  meli 
riedi. 

SCHEGGIOSO.  Add.  Partito,  o  Ta- 
gliìto  a  schgge.  Lai.  prceruptus  .  Gr, 
a:roTO«o;.  Fior.  S,  Frane.  Sassi  spezzali 
e  scheggiosi,  e  scogli  disuf^ualì,  che  usci- 
vano fuora  (qui  vale  mal  pari,  disuguali), 
tf  Car.  En»  0.  35a<  Era  un'  atra  speluo 


S  C  H 

ca  ,  la  cui  bocca  Fin  nel  baratro  aperta, 
ampia  vorago  Facea  di  rozza  e  di  scheggio- 
sa ruccU.fBj  F  Long.  Sf  rag.  i.  L'aure 
rinfrescando  ricreano,  1' acqae  mormoran- 
do dilettano  ec.  queste  per  le  scheggioso 
cadute  romoreggiaudo,  e  quelle  per  i  fron- 
zuti  pini  llscbiando.  (FPj 

SCHEGGIUOLA.  Dim.  di  Sc/ieggia  . 
Lai.  panuin  segmentum  ,  Gr.  :tÌTptX.i 
aVo/o/i/jLaTiav .  Hed,  Vip.  1.  5o.  Si 
fendono  per  lo  lungo  d^lla  radice  alU 
punta  in  tre,  o  quattro  mioutissime  scheg- 
ginole . 

t  SCDEGGIUZZA.  Schegginola.  Lai. 
parvuni  segme  tinti,  Gr.  a'TO*(*/x/i.'XT»ov. 
.Matt.  Franz.  rini.  buri,  2.  lAo.  Wel 
mezzo  stava  un  quadro  focolare,  Sutti 
qualche  schrggiuxza  e  cepperello  .  Benv, 
Celi.  Vit,  2.  69.  Co*  denti  tanto  feci, 
che  io  De  spiccai  un  poco  di  scheg- 
giuzza  . 

t  *  SCDELETRAME.  Masta,  e  Quan- 
tità di  scheletri.  Bel/m.  Disc,  a.  27  Sa- 
pete voi  quel  che  sono  questi  scbeletiami, 
con  si  mostruosa  stravaganza  arcbiletla- 
ti?  (Min) 

•f  SCHELETRO.  Tutte  l'ossa  d  un 
animai  morto,  tenute  insieme  dai  ligamen- 
ti  naturali  >  o  artificialmente  da  fili  di 
ottone,  e  scusse  di  Carne;  Carcame.  Lai. 
sce-etitt .  Gr.  axùtro'i.  Bed.  Int.  18. 
Parevano  tanti  S'beletrì  usciti  dalla  mano 
del  più  diligente  ootoniisla  .  E  "ÌQ,  Moo 
era  più,  per  rosi  dire,  uu  cadavere ,  ma 
uno  scheletro  d'  ossa  senza  carne  .  Buon. 
Fier.  3.  1.  ~  E  che  marzocchi  e  bab- 
buini e  scheletri  Di  fuor  tì  son  dìpioti  Y 
#  §.  Scheletro  ,  per  similit.  ,  dictsi 
anche  delle  piante,  o  simili.  Cocch*  Disc. 
Scheletri  delle  piante .  Magd.  Lett.  Vi 
scrissi  de' due  tartufi,  uno  di  40,  e  uno 
di  80  libbre,  gli  scheletri  de*  quali  s'as- 
serisce essere  stati  conservati  per  lungo 
tempo  dal  cardinale    Chigi.  (Aj 

SCUENCIRE.  r.  A.  Andare  a  schian- 
cio  » 

t  §■  J*^''  ""'V-  *'<"'<'  Scantare.  Lat. 
evitare,  devitare,  cavere.  Gr.  ix^eu'/civ. 
Fr,  Giotd.  Fred.  S.  In  quella  via  aresse 
uno  scoglio,  ed  egli  il  vedcue,  e  noi  ces- 
sasse, e  noi  volesse  schencìre  .  Giambo», 
Mis.  Uoni.  fi.  Delle  lue  awcrsiià  debbi 
tosto  consolare,  e  non  m  debbi  porre  il 
tuo  pensamento,  se  non  in  quanto  le  ere- 
desM  potere  schcncire,  o  schifare. 

3r  SCHEDO.  Srt'ì  dt  rnnura  persiana 
di  sessanta  slndi  ,  cioè  di  s«tte  miglia  e 
mezzo.  Plut.  Adr.  Op.  mor.  2.  3a3.  Ci 
sembra  che  non  mal  parlasse  Callimaco 
direndo  non  convenirsi  misurar  la  aapienia 
con  lo  schenij  persiano.  (Cj 

SCIIEKAGGIO.  /'.  A  G.  V.  3.  a. 
4.  Seguendo  poi  dietro  alla  chiesa  di  sao 
Piero  scheraggio,  che  cosi  >i  chiamò  per 
un  fossato  ,  ovvero  fogna  ,  che  ricoglieva 
quati  tutta  l*  acqua  piovana  della  citlade. 
e  andava  in  Arno,  e  chiamasi  lo  scherag- 
gio, Patafl.  6.  Ed  ha  più  tempo,  che  ooo 
ha  scheraggio. 

SCHEIlANO.  Uomo  facinoroso.  Assas- 
sino. Lai.  latro.  Gr.  ìv^oTi'f,  xx/c^^yo;. 
Bocc.  nov.  i.  23.  Coleste  soD  Ci>fte  da 
farle  gli  scherani,  e  i  rei  uomini.  G.  /'. 
4.  3|.  |.  Kiducevansi  molli  sbanditi  • 
scherani  r  mala  gente  ,  che  alcuna  «olla 
l'accano  danno  alle  strade.  .\ùv.  ani.  8a. 
iCoireado  cosi  questo  romito,  s'ÌB<oppu 
in  tre  grandi  scherani,  li  quali  stavano  in 
f|uell4  loresla  per  rubare  chiunque  vi  pas- 
sava. F  iium,  ^.  RimasiTo  questi  scbcla- 
ui  tutti  e  Ire  insieme  a  guardare  questo 
a%ere .  0%id.  Metam.  Strad.  La  figliuola 
tua  non  e  degna  d'aver  marito  scherano. 
Cavali.  Med  cuor.  Chi  ben  considera  , 
peggio  fa  una  femmina  vana  ,  che  uno 
•cbetaDo  ;   perchè    lo    schciaou    uccida  il 


S  e  H 

corpo,  e  quella  V  anima.  Pant.  rim.  2^. 
Cbc  luDto  od  irI  Sul  ,  qujiilo  nel  rezzo 
Questa  sclierana  mitidialf  e  Lira  .  Stn. 
Itrn.  l'atch.  (\,  28.  Le  mura  Jella  cillJ 
^lOcuM  gli  M.bei<<ni  e  ntasii^Jicii  da*  nemici 
tlifi-odouo . 

g.  Scherano  ,  in  forza  tf  adJ.  Lai.  /a- 
cmon  JU5.  i'^/anc.  ò*<ic<  A.  10*'.  150.  Li  ma- 
rinai, come  gente  telici  aua  e  iliaudiu  » 
giuDgunu  peri'uleuJo  le  forte. 

SCHEHA>ZrÀ.  Sq ut nan zia  .  hai.  aa- 
j;irt«.  Gr.  /uvayjfni. 

•f  SCIIEULTKO.  f.  A.  Scheletro. 
Lat.  sceiettis*  Gr.  cwiiaro'^.  Mahi  6. 
5|.  Spjtgou  le  rame  in  varia  architellu- 
ra  Schertlrì  bianchi,  e  ros>e  ;inatomie. 

*  SCIIERICAKE.  A.«f'-.  pass,  vaie 
Lfi-arst  tt  collare,  UiCire  dal  numero  de' 
chetici.  (C) 

*  §.  Scfiericare,  in  signific.  alt.  dice- 
si del  l'or  via  la  sommila  de'  diamanti, 
e  simili,  fìtnv.  Celi.  J  if.  2.  3^6.  Li  pa- 
droni di  esso  diainanle  avevano  iìchericuto 
quelli  delta  puuta.  £"348.  Questa  dello 
diamante  era  d'  un'acqua  ec  lorbidiccia , 
e  per  quella  causa  avevano  iscbericalo 
quella   punta.   (C) 

SCHKRICATO.  ^dd  Quasi  degradato, 
e  privato  dell*  ordine  del  cluricaloj  e  si 
dice  talora  per  ignominia  n'  cherici.  Lib. 
Son.  6  Prete,  lu  loccberai  di  schericalo. 
J^  3Q.  £  se'  lu  quel  pvelaccio  schuricaio  . 
l'ir,  nov  4-  23o.  Ahi ,  prelaccio  ,  ribaldo 
schencalo  ,  vedi  vedi ,  che  io  ti  bo  pur 
giunto  . 

t  §■  Per  similit.  sì  dice  delle  Piante 
scapezziite,dei  diamanti,  esimili.  *  Benv. 
Celi.  J'il,  2.  370.  Dica  quel  che  la  spese 
Qcl  diamaulc  grande,  punta  schericala.  {C) 

SCHERMA.  Schtrmoj  e  dicesi  propria- 
mente deli'  jirte  dello  schermite  .  Lat. 
gladiatura.  Gr.  jtiovsyat/ia.  Buon.  Fier. 
1.  3.  3  E  cento  alir'  arrat  strane  da  fe- 
rire ec. ,  Secondo  *l  tempo  e  '1  luogo , 
cb'  alla  scherma  Può  lar  più  giuoco  ,  e 
apportar  vantaggio.  E  3  2.  19.  Hanno 
incontro  agli  empii  Nei  essila  d'aver  pron- 
ta la  spalla  Sempre  y  e  sempre  tenersi  in 
sulla  scherma,  v  Salvin.  Senof.  lib.  l, 
F'^S  '•  Questo  Abrocome  sempre  e  di  dì 
io  dì  cresceva  in  bellezza  ,  ec:  la  celerà, 
la  cavallerizta  e  la  scherma  erano  i  con- 
sueti suoi  esercizii    (lì) 

§.  I  Onde  Maestro  di  scherma  vale 
Scherntit<.>re.  I^t.  lanista»  g'adiator.  Gr. 
■/uuvasTi;';. 

§.  II.  Perder  la  scherma  ,  Uscir  di 
scherma  ,  e  simili ,  /ìguratam,  vogliono 
Ao/i  saper  quel  ih'  un  si  faccia  ,  Perder 
la  rrgofa,  e  *l  modo  dell'  cperare.  Lai.  ab 
instituto ,  a  regala  aberrate.  Bcrn,  rim. 
1-66  £  le  composizioni  escon  sovente, 
Che  fan  perder  la  scherma  a  chi  com- 
pone. Buon.  Fier.  3.  3  i4-  Tu  vai  per 
sei.  Se  la  tua  lìngua  non  perda  la  scherma. 

§.  IH.  Cavare  altrui  di  scherma  ,  fi- 
guratami \-ale  Far  pe'dere  il  filo  del  di- 
scorso, e  ddl'cperare  ad  alcuno.  Lai  ab 
instituto  ,  a  regala  aberranteni  Jacere  . 
Malm.  5.  ^9.  Ma  quando  innanzi  a  lei 
costui  sì  ferma  Così  tremante,  ta  cavò  di 
scherma . 

SCHERMAGLIA  .  Zuffa.  Lai.  pugna  , 
nxa  ,  certanien  .  Gr.  fJ-dy^r^  .  Lab.  202. 
Per  ct  rio  ella  sì  sarebbe  messa  con  lei 
alla  schermaglia.  3/o/g  i5.  4  Che  a  cor- 
po 4  corpo  per  campai  battaglia  Subilo 
fuor  ne  vrnga  alla  schermaglia  .  Galat. 
42.  Per  non  essere  ognora  con  esso  noi 
alla  schermaglia. 

a  SCHERMARE.  Schermire.  Lai.  de- 
fendere,  sitare.  Gr.  eu>ao-ìs6at.  Dani. 
Purg  6.  Vedrai  le  sìmiglìante  a  quella 
'oferma.  Che  non  può  trovar  posa  in  sul- 
le piume  .  Ma  ci>n  dar  volta  suo  dolore 
icberma  . 


S  C  n 

#  g.  Scheirum  e  una  cvsu  ad  un*  altra, 
vale  lìijeiidere  una  cosa  da  un'ulna. 
«  Daiit  /'"'g.  l5.  Che  è  quel  ,  duUe 
Padre,  a  che  uun  possu  Schermar  lu  viso 
tanto  ,  che  mi  vaglia,  Diss'  io,  e  par  iu- 
ver    noi  esser    mossuT  (Cj 

t  5  SCHERMIDORE,  e  SCHERMITO- 
RE, /  et  bai.  ma^c.  C.'ie  sthertuisce,  Che/.t, 
oinsigna  l'arte  della  schcriua  Lai  lanista, 
gladiator.  Gr  yuuvajTiOi.  Petr,Ci>p.5.  Che 
giammai  scbeinudor  non  fu  sì  accurlo  A 
schifar  colpo  F  6'om. ///.  Fece  giuochi  mur- 
lorii,  e  giuochi  di  schermitori,  a  memoria 
di  &UO  padre  .  I\'vv.  ani.  20-  1*  Uomini 
d'  arti,  giostratori,  schermitori,  d'  ogni 
maniera  genii.  Fianc.  Sacch  nov.  j6.  Era 
stalo  il  dello  Malteu  di  CrtUlìiiu  ne'suu'dì 
e  giostratore  e  schermitore. 

^  §  Talora  è  amhe  verbal.  finm. 
«  Cani*  Cam.  5t).  Per  voi,  donne,  uuov' 
arte  caviam  fuure,  Che  siam  fanciulle  luUe 
schermidore  »<  .  (Cj 

f  ^-  SCHERMIGLIARE.  Scutr.  pass. 
finire  a  zuffa,  0  alle  prese,  Benv.  Celi. 
ì  il.  2.  357.  Dipoi  giunto  a  Venezia  ,  e 
cou>ideralu  con  quauli  diversi  mudi  la 
mia  crudel  fortuna  mi  straziava  ,  niente- 
dimeno Iru^andumì  sano  e  gagliardo,  mi 
risolsì  di  scbermigliarmi  con  essa  ul  mìo 
solilo.    (A) 

SCHIÌRMIGLIATO.  Add.  Scarmìi^liaio, 
Lai  incomptus  t  lurbatus.  Gr.  et/Ojunl'O?, 
Tiza.puyp.èvoi.  Frane.  Sacch.  nov.  i-  Lo 
Re,  veggendolo  così  scbermiglialo,  disse. 
Buon.  Iter.  5.  5.  6.  Che  a  beli*  arie  ne- 
gletta e  scbermiglìata.  Porta  sì  alta  brava 
Quel  cjppelliu   di   paglia. 

SCHERMIRE.  òJuJare,  e  Riparare  con 
arte  il  colpo  che  tira  il  nemico,  e  cercar 
di  vf/tnderlo  nello  stesso  tempo;  tìtitcar 
di  spada.  Lai.  ladere  ense  ,  digladtari . 
Gr.  <Jfa;jia;^i53ai.  A^n.  PandolJ.  3o.  Sìa 
vostra  opera  ,  come  di  colui  che  vuole 
stbermire  ,  imprima  conoscere  e  impren- 
dere per  meglio  saper  fuggire  la  punta  , 
e  difendersi  dal  taglio  .  Cron.  f'cil.  2j. 
Dopo  certo  tempo  mutarono  condizione 
in  contendere  ,  a  darsi  buon  tempo  ,  a 
schermire  ,  e  far  delle  cose  da  spendere  . 
Cron,  HJorell.  270.  Usa  alle  scuole  del 
sonare,  del  cantare  o  danzare,  dello  scher- 
mire ,  ec.  Bcin.  Ori.  i.  18.  22.  Ma  e*, 
che  di  schermire  ha  la  dottrina,  Cou  gli 
occhi  aperti  multo  ben  1'  allende  ,  E  ben 
da   luì  si  guarda  e  si  difende, 

§.  In  stotiific.  neutr  pass  vale  Difen- 
dersi. Lai.  se  lucri.  Pttr.  son.  11.  Se  la 
mia  vita  dall'  aspro  tormento  Si  può  lan 
lo  schermire,  e  dagli  aSanni.  Burch.  z- 
57.  Che  appena  può  siberrnìrsi  da'  pi- 
docchi. *  I\liz.  rim.  Iflt.  207.  Dal  qua- 
le (rozzore)  ne  il  divino  Dante,  per  altro 
mirabilissimo,  si  e  potuto  pt^r  ogni  parte 
schermire.   (C) 

SCHERMITA.  /*.  A.  Siherrna.  Fr. 
Jac.  T.  1.  6.  5.  Serventi  del  diavolo. 
Sollecite  il  servile  j  Con  le  vostre  scher- 
mite Molte  alme  a  lui  mandate. 
SCHERMITORE.  ;'.  SCHERMIDORE. 
*  SCHERMITRICE.  F,mm.  di  Scher- 
mitore. Btllin.  Disc.  1-  177.  Perch' egli 
intenda  che  forza  e'  vuole  ,  e  che  gli  fa 
bisogno  dì  qut'lla  che  fa  schermire ,  il 
pUDtual  minislro  sospenditore  e  ben  inte- 
so delle  sue  forze  si  riUra  d-ll'  esercizio 
della  prima  ch'età  minore,  e  prende  la 
srbermitrice  ,  che  al  suo  signore  abbiso- 
gna.  (Bj 

3  SCHERMO.  Piparo,  Difesa  Lai.  de- 
fensio  ,  propugnano.  Gr.  UTe^a5:iiff/i9^. 
G.  /'.  7.  6.  2-  Chi  migliore  <cbermo  non 
poteva  avere,  smontando  de*  ca\alli  e  le- 
vando loro  le  selle,  con'esse  in  capo  an- 
davano sotto  le  mur.i.  Dant.  inj.  21.  Giù 
t'acquatta  Dopo  uno  scheggio,  che  alcun 
scbermo  t'  bau  .  Velr    cu/:.  29.  3.  Ben 


S  C  u 


lofff 


provvide  natura  al  nostro  slatn  ,  Quando 
dell'alpi  sLheiriio  Pose  tra  noi  e  la  tcde- 
sci  rabbia.  /:,  son,  :^8  Aluo  scbermo  non 
trovo  ,  che  mi  scanipi  ,  Seu.  Pisi.  Ogni 
altro  scbeimo  è  dubbioso.    Tass-    Gcr.  3. 

11.  E  'I  volgo  delle  donne  sbigottite.  Che 
non  sanno  lerii,  ne  fare  schermi,  Xracan 
supplici  e    iiiesle  alle   nu-sibile. 

^  g  Schermo  ,  vale  anche  Arme  con 
che  SI  schcriuisce.  «  Dnnt.  Inf.  ai.  Cre- 
di tu  ,  Malacuda  ,  qui  vedermi  Esser  Te- 
nulo  .  disse  il  mio  Maestro  .  Securo  già 
da  tulli  i  Vostri  schermi.  Senza  voler  di- 
vino e  fato  destro  m?  (Br) 

SCHERMUGIO.  V.  A.  Scaramuccia, 
BaditluciO.   Lai    velilatio.    G.    f  .   8.  55. 

12.  Gli  assaliremo  da  più  parti,  e  ter- 
remgli  in  badalucchi  e  scbermugi  grau 
parte  del  die.  E  cap.  58.  4  Sovente  a- 
veano  insieme  schermugio  e  badalucco. 

SCHEUJSA,  e  SCIJERINIA  J \J  Scher- 
no. Lai.  ludihrium  ,  contumelia.  Gr.  Tica'. 
yvtov,  tsKcZpixa..  Pass.  33.  Le  quali  gU  uo- 
mini del  inondo  biasimano ,  e  I.muoiie 
scherne  .  Mcr.  S.  Gicg.  Questa  s^beina 
non  fece  in  loro  uliliià  di  virtudc  alcuna 
ec:  quelli  s'approssima  per  queste  scher- 
ne umane  a  Dio,  il  quale  è  conservato 
mondo  dalle  iniquità  G.  J'.  6  76.  2. 
Tornali  a  Siena  con  sì  pìcrolo  aiuto  , 
grande  schema  ne  feciouo  ì  Sauesi.  E  7. 
91.  2.  I  Pisani  sì  partirono,  facendo  gran 
grida  dì  rìmprocci,  e  scherne  de'Gcuuvesi 
(il  testò  D.ivanz.  ed  altri  tesli  a  penna 
hanno  stbernle).  Fr.  Giord.  l'red,  S.  Lfi 
cattive  cose  non  sì  mostrano  se  non  per 
tarne  sthernie  .  Bib.  Am.  10.  Se  al  po- 
stutto mi  troverai  non  degno,  fa  scbcinie 
di  me,  e  fammi  schernire  a  chi  lu  vuoli. 
Albert,  cap,  2.  L'altrui  dello  non  ripren- 
derai, acciocché  a  quello  assenjplu  un  al- 
tro non  faccia  ischemie  di  te  .  Frane. 
Sacch.  Op  div.  i3g.  Questa  corona  gli 
la  puosouo  per  ischerne  .  E  nov.  33.  Il 
Irate  predicatore  nella  passLila  novella  fe- 
ce scherne  di    un   gran    popolo. 

•f  ''•  SCHERINAMEiNTO.  /'.  A.  Scher- 
no .  Cavale.  Syecih.  Cr,  8t).  Delle  deri- 
sioni, e  ischernamenti  dì  Cristo  (co.ù  le^ge 
una  variante  al  titolo  dil  capitolo  xix.  , 
ma  il  testo  ha  schernimento  ,  e  così  vien 
ripetuto  al  principio  del  capitolo),  (f'^} 

fa  SCHERNEVOLE  Add.  Che  fa,  o 
contiene  scherno.  Lai.  contumeliosus,  iniu- 
'isus.  Gr  C^pf^z-rii  .  Lab.  2y5  Coa 
queste  parole,  e  con  simili  ,  e  con  molle 
altre  schernevoli  lunga  pezza  della  notte 
passarono  .  31or.  S.  Greg  Continuando 
colali  parole  schtruevoli,  odi  come  soggiu- 
gne  appresso. 

-^  §.  Schernevole,  vale  anche  Degno  di 
scherno.  uDant.  f  it,  I\'uov.  i5.  Pusciacbè 
tu  pervieni  a  cosi  schernevole  vista  quando 
lu  se'  presso  di  questa  donna,  perchè  pur 
cerchi  di  veder  l'I   "?  iCj 

•f  SCHERNEVOLMENTE  .  Avverb. 
Coti  isiherno  .  Lat  contumeliose  ,  iiiiu- 
riose  .  Gr.  STTOveioi'oTeos  .  Pit.  S.  Ciò. 
Batt  258.  Ponevano  mente  (le  detnonia) 
se  vedessono  in  lui  niuiio  peccato,  che  vi 
polessono  attaccare  il  loro  uncino  ,  per 
poterlo  menare  più  iscbernevolmente  ,  fa- 
cendo  beffe  di   lui. 

SCHERMA  /.^  ;.  SCHERMA. 
t  SCHERJVIAKO  l'.A.  Coluiche  scher- 
nisce,1.31.  irrtsor,  coiilunìrliosiis.  Gr.  ;^Ì£- 
uxorv]'?-  Albert,  cap.  25  I^Jon  g.isligaro  lo 
s<-berniano  ,  ne  l'empio;  che,  come  disse 
quel  medesimo,  ibi  gaslìga  lo  scherniaDO, 
egli  fa  ingiuria  a  se. 

t  *  SCHERMDORE  .  re/bai.  masc. 
Sihetnitoie.  Dav  TaC.  lett  2.  BoCC.  Val. 
A  6ne  the  a  veggente  occhio  si  chiarisca 
lo   sihernidore.  (  l  } 

*  SCHERNIE  .  V.  A.  Lo  stesso  f/« 
Scherno    Fr.  Curd.  19^.  Chi  dicesse:  si 


ìoSa. 


S   C  H 


liae  fede,  p  egli  non  facesse  l'opera  che 
richiedi*  Ìj  f.-dc,  parribbe  unj  schu-rnic  (l'J 
K  I.  25.  Se  considerasse  che  cosa  è  la 
signoria  del  niuiidu,  el)j  è  una  schernie. 
l'^  28.  Non  cff-donu  che  oraieiooc  si<i  uti- 
le, e  pare  loro  una  schcroie.  (y) 

SCHEHNIME.NTO.  Scherno.  1.^1.  con- 
tarne Iti  ,  Gr.  T^t'yvcov  ,  ug^i;  .  Satlitst. 
luq.  /{.  Già  è  ijuinditi  anni  tu  questo 
scheriiimrnlo  siate  essuti.  I'\u;  JCsyp.  La 
volpe  ,  ahlncndo  il  cacio  ,  disse  al  corbo 
con  grandi  schcroimcoti:  std  cheto  per  1' 
amor  d*  Iddio  j4met.  58.  Le  mie  scfaer- 
nilc  Bjrmne  dj  lei  «on  vicendevole  scber- 
nimenio  sicno  da  me  vendicate  .  Amm 
Ani.  28.  2.  7.  Sozza  cosa  è  di  se  predi* 
«-are,  e  spezialmente  il  falso,  e  eoo  istbcr- 
nimcato  degli  uditori  volersi  fare  cavalie- 
re glorioso. 

SCHEKNIRE.  Fare  scherno  a  dtUlto , 
Dispre::iare  alla  scoptrta.  Lat.  irridere  , 
contumelia  a fftcerc ,  sub\aiinaie.  Gr.  '/ì.i'Joi- 
^ivi  .  Galat.  ^5.  Sappi  che  niuna  dìf- 
Icrenza  è  da  schernire  a  licitare  ^  se  non 
fosse  il  proponimento  e  la  intenzione  che 
r  uno  ha  diversa  dall'  altro,  concÌossÌachè 
le  heifc  si  fanno  per  sollazzo,  e  gli  scher- 
ni per  istr.iziu,  come  che  nel  comune  fa- 
vellare e  nel  dettare  si  prenda  assai  spesso 
V  un  vocabolo  per  1'  altro  ;  ma  chi  scherni- 
sce, sente  conlento  della  vergogna  altrui; 
echi  beffa,  prende  dell' altrui  errore  non 
conlento,  ma  sollazzo.  lìocc.  nov.  60  2Ì- 
Fece  coloro  rimanere  scberniti  ,  che  lui  , 
togliendogli  la  penna  ,  avevan  creduto 
schernire.  E  nov.  77.  2-  Spesse  volte  av- 
viene che  r  arte  è  dall'  arte  schernita  ,  e 
perciò  è  poco  senno  it  dilellarsi  di  scher- 
nire altrui.  Dati.  inj.  23.  Questi  per  noi 
Sono  scherniti  e  con  danno,  e  con  beffa. 
lÌHon.  riiiì.  26.  Mani  a  schernir  cìii  per 
voi  muor  si  pronte  ,  Occhi  volli  a  beiTir 
chi  più  s*  allacci  .  ^  Ar.  Far.  20»  l38. 
Odi  ec.  tu  che  sei  Cotanto  altier  che  sì 
mi  scherni,  e  sprezzi  ({fui  per  licenza  poe- 
tica invece  <U  schernisci)    (FP) 

§.  /  'ale  anche  talora  Non  curare.  Di- 
sprezzare.  Lat.  coiiteninere  t  rid-re.  Gr, 
■nzpt^povziv.  f'inc>  Mari,  rim.  37.  Driz- 
ziu  pur  gli  occhi  della  mente  dove  Salda 
colonna  scherne  il  caldo,  e  'I  gelo, 
•f  *  SCHEHNITIVO,  Aihl.  Atto  a  scher- 
nire. Uilcn.  JVis.  I.  )8.  Qu'-ir  altro  adi- 
rato, con  alterazione  scherniliva  gli  replica 
ridevolmente.  (A) 

SGUERNITO.  Add  da  Schernire.  Lat. 
irrisus,  Itttlihrio  ìialiittis.  Gr.  jfisuot'jTEi';. 
Jiocc.  nov.  6o-  23.  Fece  coloro  rimane- 
re scherniti,  che  lui  ec  avean  credulo 
Achcrnire .  IC  nov,  tSg.  3l.  Così  il  misero 
marito  schernito  con  lei  insieme,  e  col  suo 
amante  nel  palagi»  se  ne  tornò  .  Petr. 
cap.  3.  Volgi  in  qua  gli  occhi  al  gran 
padre  schernito  .  Cali .  SS*  Pad.  Questi 
adunque  con  qual  patto,  o  con  qual  ra* 
gione,  ilopo  t.inte  fatiche  ,  schernito  dall' 
insidiator  diavolo ,  rovinjnd>i  di  gra- 
vissima caduta  ,  percosse  di  lamenlevol 
dolore  (ulti  quelli  che  abitano  in  questo 
diserto  .  ì'it.  S.  M.  Madd  5l.  Quando 
voi  mi  vedrete  pia  appenato,  e  più  avvi* 
lito,  e  più  conculraio,  e  più  schernito  e 
bcflato,   allora   sarò   vincitore. 

tSCm:RNlTORE.  rerha/,masc.  Che, 
o  Chi  schernisce  .  Lai.  irritor  «  derisor  , 
eontemptor .  Gr.  yfXtJtx.iTfìi  .  '''"■  Giord. 
Pred.  S,  Diventano  però  le  genti  argute, 
o  saccenti,  e  srhernilori  Filoc  i .  17  J. 
Dispregiando  gli  schernitori  della  tua  po- 
tenzia lungamente,  e  di  questi  sempre  più 
tardi  ,  che  degli  altri  ,  ti  vendichi.  Mor. 
S.  GrC"^.  Non  voler  riprendere  lo  scher- 
nitore, acciocché  esso  non  l'  abbia  a  noia. 
Lib.  Seni,  Chi  biasima  lo  schernitore,  d 
noia  a  se  medesimo;  e  chi  biasima  lo  mal* 
vagio ,  acquista   delle   sue    tacche  .    Pass. 


S  c  n 

38  Parlando  in  persona  di  eoloro  che  fu- 
rono derisori,  cioè  schernitori  de*giusli. 

SCHER.MTRICE  /'erbai,  femm  Che 
schernisce.  .Lit.  contrmptrix  Or.  I)  /Jz- 
ua^9U?a.  Amrt  76.  O  giovani  scberni- 
trici  de*  danni  dali,  e  di  chi  eoa  sommo 
studio  per  addietro  v'ha  onorate,  levatevi 
di  qui.  E  77.  Le  gli  dette  di  me  scher- 
nitrici  mi  furono  davanti ,  ma  eoo  vista 
gabbevole  meno  .  *  Tatt-  Grr.  16.  ^7. 
Ed  air  altre  tue  ludi  aggiunta  questa  , 
Che  la  tua  scheruitrico  abbia  schernì- 
lo.    iP) 

3  SCHERNO,  ho  schernire.  Dispregio. 
Lat.  irriùo ,  contumelia.  Gr.  ufi^ij.  Ga- 
tal.  45.  E  lo  scherno  un  prendere  la  ver- 
gogna, che  noi  facciamo  altrui,  a  diletto, 
senza  prò  alcuno  di  noi.  F  af>pri-sso:  Le 
beffe  si  fanno  per  sollazzo  ,  e  gli  .scherni 
per  istrazio,  comcchc  nel  comune  favellare, 
e  nel  dettare  si  prenda  assai  spesso  1*  un 
vocabolo  per  l'altro.  Pocc.  nov.  ^l.  3. 
Quasi  per  ischcrno  da  tutti  era  chiamato 
Cimone. 

'1*  §.  Avere  a  scherno,  vale  I\^on  curare, 
Disprezzare-  «  Petr.  son,  i56  A  ciascun 
remo  un  pensier  pronto  e  rio,  Che  la  tem- 
pesta e '1  fin  par  eh' abbia  a  scherno  ì'tic. 
Alart,  rim.  12.  Avrei  lutt' altre  mie  fati- 
che a  scherno.  Buon.  rim.  33  E  i  venti, 
e  le  lenij)c'sle  par  che  schive  ,  E  che  di 
Giove  i  folgori  abbia   a  scherno  »•  .  (C) 

SCIIEKUOLA  .  Specie  d'  erbt  che  si 
coltiva  per  io  più  nei;li  orti  .  Amet.  46. 
Il  suolo  era  ripieno  di  fronzuti  cavoli,  e 
di  ccstute  lallughe  ,  e  d'  ampie  bietole  « 
e  d'aspre  b<<rragìni,  e  di  sottili  schcruo* 
le,  e  di   molti*  altre  civaie, 

*  SCHERZACCIO.  Pegsior.  di  Scher- 
zo. Cecch.  Jncaat  ^.  ^.  Hanno  fattovi  For- 
se qualche  scherzacelo  li  mie*  diavoli?  f!'^) 

SCIIERZAMENTO.  Lo  scherzare, Se fier- 
zo.  Lat.  /(ft«v.  Gr.  n^Kiyvtoy.  Pa*s.  212  I 
giuochi,  i  toccumcnti,  ì  ruzzi,  e  gli  scher- 
zjmenii  delle  mani,  f  ^  Cnr.  Lon^.  Sof. 
lo5  Stati  alc|uanto  i  giovanetti  a  mirar 
la  bellezza  del  lago,  gli  S' hercamenti  de' 
pesci,  ed  i  lampeggiamenti  del  sole,  (fiìin) 
SCHERZANTE.  Che  schtrza.  "Lzl  in- 
den.t,  alhidens.  Gr.  0  Tiai^wv.  -?  Silvin, 
Pro.^.  Tose.  i^I.  Queir  islcsso  che  ne' 
dialoghi  filosofante  ammiravamo  ,  nelle 
cicalate  .  proprii  insigni  componimenti  di 
nostra  accademia,  tra  ì  bicchieri  scherzan- 
te ce.  applaudivamo.  F  Senof.  \.  22.  E 
sopra  il  letto,  baldacchino  storiato,  scher- 
zanti Amorini,  parie  corteggiando  Venere, 
parte  ce.  (C) 

t  g.  ^  per  metaf.  Fir.  As.  iSp.  Per 
questi  iu<>i  d'ugni  intorno  odoriferi,  e  scher- 
zanti capelli . 

SCHKRZXRE.  ì:  proprio  lo  Scorrazza- 
re, Sultiìhellare,  Gridare  >  0  Percuotersi 
/c^ff/er/nfn/tf,  cAr  per  fiiiioco  Janna  i  fan- 
citiiti  ,  e  f;Ìi  animali  (giovani  j  Far  delle 
baie,  fìittlare  ,  Razzare  •  Lat.  iusHare  , 
nugis  agere  ,  ia.tcivire  .  Gp.  ^oXXUAti 
Tiai'^etv.  Dant.  Purg,  |5-  Che  sempre  a 
guisa  di  fanciullo  scherza  Prir,  canz.  29. 
5.  Che  alzando  il  dito,  colla  Morte  scher- 
za ?  (qui  fi'^nratam,).  Fit.  SS,  Pad.  I. 
2o8.  Scherzando  co'  compagni  e  giocan- 
do, per  isciagura,  e  per  caso  n'uccise  uno. 
Frane,  Sacch.  nov.  33.  Nelle  cose  sacre 
non  si  vuole  scherzare  .  Boez,  ì  arch.  2. 
I.  Non  t*  impacciar  con  lei  (  colla /or Ut- 
na),  la  quale  sempre  scherza,  che  cuoce. 
^  g  I,  /'-'  per  similit.  Fir.  rim.  5l- 
Scberzano  i  finr  coli'  aura  per  qurì  col- 
li. Tast.  Ger.  7,  .^.  Non  si  desiò,  finche 
garrir  gli  augelli  Non  sentì  lieti,  e  salutar 
gli  albori,  E  mormorare  il  fiume  e  gli  ar- 
boscelli,  E  con  l'onda  schcrear  l'aura  e 
co'  fiori    (D) 

f  §.  II.  ESchertart,  per  Trastullarsi 
amorosamente.  Hocc,  n<>v.  ^4    IO   Riacal 


s  c  n 

dati  e  si  dal  tempo,  e  si  dallo  scherzare, 
senza  alcuna  cosa  addosso  s'  addormenta- 
rono. E  nov.  78.  5  Li  quali  ^iv/i^  scher- 
zando Spinelloccio  fatti  le  aveva  cadere  . 
(hid.  Pisi.  i58.  Solamente  quelli  tro^o 
ardito  mi  loUe  scherzando  e  combattendo 
alquanti  baci:   altro  da  me  non  ebbe. 

=5^  §■  III.  Scherzare,  neutr,  pass  ,  vale 
Spdssa'si,  Galat,  3lO.  Non  si  raccon- 
tino dunque  le  Prediche  di  frate  Ma- 
slasio  alle  giovani  donne ,  qaando  elle 
hanno  voglia  di  scherzarsi.  (C) 

£.  IV.  Scherzare,  lo  usiamo  anche  per 
I\'on  far  da  senno.   Lat.  lo^ari    Gr.  »ca'* 

§.  V.  Scherzare  in  briglia.  Varch,  Er- 
cot.  72.  D'uno  cb' è  bene  stante,  cioè 
agiato  delle  cose  del  mondo  ec  ,  e  nondi- 
meno, o  per  pigliarsi  piacere  d*  altrui ,  o 
per  sua  natura,  pigola  sempre  e  si  duole 
dello  stato  suo  ,  e  fa  alcuna  cosa  da  po- 
veri ,  si  suol  dire  come  delle  gatte  :  egli 
Uccella  per  grassezza  ;  e*  si  rammarica  di 
gamba  sana  ;  egli  ruzza  ,  o  veramente 
scherza  in  brìglia  .  Matm.  7.  7'".  Così 
scherzando,  coiu*  io  dico  ,  in  brìglia  ,  Ne 
vanno  senza  mai  sentirsi  stanchi. 

§  VI.  Scherza  co'/anii,  e  lascia  stare 
i  saatij  maniera  proverbiale,  colla  quale 
si  Oi-verte  a  non  porrr  in  Ì.tcherio ,  o  in 
derisione  le  cose  sacre  .  Fninc.  Sacch 
nov.  1 10.  Sant*  Antonio  fece  questo  mi- 
racolo ,  e  però  dice  ;  scherza  co'  fanti ,  e 
lascia  slare  i  santi. 

§  V  n .  iV  O/I  ischerzar  coli*  orso  ,  se 
non  vuogli  erser  mirso  j  pur  maniera 
proverbiale  t  con  cui  si  avicrtisce  altri  a 
non  metterti  a  imprese  troppo  pericolose. 
Fraac,  Sacch  nov.  i5o.  Non  ischerure 
coir  orso,  se  non  vuogli  esser  morso. 

fSCHERZATORE.  l  erbai,  mate.  Che. 
o  Chi  scherza.  Lat.  tUusor  ,  iocator.  Gr. 
^Taiyviyj'uwv  .  I.th.  cur.  malati.  Con  la 
continuazione  di  questi  modi  ti  fanno  co- 
noscere che  son  1  uomini  per  lo  più  scher- 
ralori  .  Buon.  Fi'-r.  i.  5.  1.  In  questa 
valle  Spiriti  forse  stanno  scbercalorì  .  E 
3.   2.   II.   Ironici  e  amari  schertatori. 

*  SCHEUZETTO  .  Dim  di  Scherzo. 
Lai.  iocnlus  ,  Plaut,  Gr.  Troi'yisv.  Sai 
vtn.  Pras.  Tose.  2  20.4.  Qui.  come  s'  è 
dello,  nave,  e  nocchiero  ha  particolare  e 
distinta  significanti,  e  non  è  nudo  giuoco 
di  parole,  u  scherzetto  di  suoni.  (*) 

t  3  SCHEllZEVOLE  Add,  Che  ama. 
Che  SI  piace  di  schrizirej  Burlevole-  Lai. 
iùcosut  ,  argutus  ,  faceius  ,  lepidas .  Gr. 

^  §.  Scherzefole,  sì  dice  anche  delle 
Azioni,  dellf  Maniere^  dello  Stile,  e  si- 
mili,  «  Fir.  At.f^q.  Avanlichè  io  atetsi 
finito  dì  mandar  giù  tutto  il  vino  ,  ella 
con  ìschericvul  modo  presemi  il  hicchi»- 
re  di  mano  ,  e  messoselo  a  bocca .  u 
riguardandomi  così  per  irtverio ,  dolce- 
mente centcllava  quel  poco  che  m'  era 
avaniato  ••  .  ft^) 

SCHERZEVOLMENTE.  Avxerh  Com 
ischerzo,  Dfì  tchetzo.  Lat.  iucundr,  ver- 
niliier  ,  argute  ■  Gr.  ti^tvnJ,  i)d<  tti(  , 
«jTiJsft'w;  Bemb  Atot.  3.  83.  A  queste 
rosi  i.iile  parole  molte  altre  dalle  donne 
e  da'  giovani  delle  ne  furono.  1*  uno  all' 
altro  SI  lierzevolnienic  rittirnando  le  vaghe 
rimesse  de'  vezzosi  parlari  E  ia8.  Tulle 
insieme  ne  ragionavano  schmevolmtoto. 

SCHERZO.  Trastullo,  Btia,  LaL  10 
cus  ,  lusus  ,  lutto.  Gr.  rtxiymov  .  Petr. 
cap.  11.  Ingiuria  da  corruccio,  e  non  da 
sclieno.  l.ib.  Mott,  Al  padrone  non  pia- 
cquero gli  scherzi  ,  perch*  erano  asinini 
Car.  Irtt.  a.  253.  Cosa  cominciata  per 
ischerzo  ,  e  solo  per  ana  pruova  »!'  un 
poema  che  mi  cadde  neU'  animo  di  fare. 
Ar,  Itir.  37.  66.  Ed  atlaccossi  I»  l-'ti* 
glia  in  Icrto.  Ed  era  per  uscirne  un  stri 


5  e  II 


S  C  il 


S  C  II 


1063 


no  schcrio    qtti  per  ironia ,  e  vaie  Cattivo 
giuoco,  0^'i-sa,  Danno). 

^.  I.  D'I  st/ierzo,  l'osto  twvifrbìnf.,  va- 
ie Da  buil.t.  Lai.  ioco,  per  locimi ,  Gr. 
JT«ttfi-<Ui.  Sag^.  nut.  csp.  100.  Ailuni|Uo 
(dissero  alruiii,  come  d.i  acliCKn)  o  \'*IÌA 
OOD  hu  che  fjr  cui  suuiio,  u  clU  vale  in 
qualunque  hl.Uo  aJ  ug«.ilmrntc  produrlo. 

§.  II.  Diciamo  m  pioi'ertt.  tìecarsi  in 
eattività  in  is</ie/jo,  cioè  t  oler  ricoprire 
tu  maiviigità  col'*  of-bra  dello  scherzo. 
Metterla   m  hnffom-ti.t. 

SCIlEKZOSAMk.NTE.  Avverb.  Con 
ischerzo  ,  Ver  iJiAenot  Lai.  ioculanler. 
Gr.  :r«tOixw4.  «<«/.  Os.  an.  14;*.  Certi 
medici  niisterioti,  e  loiie  della  slcsi-i  scuola 
di  certuni  inirodotii  siherxoàJiiuuU"  nelle 
commedie  rranzc^i  del  tjui.-iissinio  M.  liè- 
re.  Salvm.  Di>c  l  zti  Arcs.  che  (ale  e 
il  acme  greco  di  MarlCt  lo  «lesso  Platone 
nello  slesso  luo^o  it.liLrzos.uiieulc  la  ve- 
nire da  upl^iv  j  che  vuol  dire  maschio, 
e  fi»uralanit-nte  preiuk-ii  per  forte  e  ga- 
(jliardo  . 

•f  *  SCHEKZOSlvTTO  .  Dir»,  dì 
Scherzoso j  Alquanto  scherzoso,  /irllin. 
Disc,  i.  235.  I^oii  vi  par  egli  una  ga- 
laoteri.1  da  star  bene  sul  .  .  .  polso  d* 
ogni  più  scherxoSL-tla   lanciulla?   (A) 

SCUERZOSO.  Add.  Che  sJurza.  1,^1. 
iccosns,  facttus.  Gr.  •:z:~yòi,  Tiaiowo/;;, 
8uVpa:CiXo5 .  Fr.  Oiord.  Fred.  li.  Sono 
gente    scberiose  e  facete  <li  ultimo  gusto. 

#  §  Schi-rtoio,  SI  dice  nnclte  tifile 
Azioni,  dello  Stile  ,  v  simili.  Hutell. 
Dial.  1.  Por  darne  dì  sé  con  più  libertà 
dtlettanxa  merce  de'Ioro  scherzosi  Irastul- 
li.  (C) 

SCUIACCIA.  Ordigno  per  pigliare  gii 
anim'ilij  ed  è  C'ii  pietra,  o  sinttle  cosa 
grave,  sostenuta  rf.i  certi  Jascvl/eld  posti 
ia  bilico,  tra  i  quali  si  mette  ti  Cibo  per 
allettargli j  tocchi  scoccano  ,  e  la  pietra 
cade,  e  schiactii  chi  •■'  è  sono.  Onde  sì 
dice  per  similit,  iiiu'^mre,  e  Rimanere 
alta  schiaccili,  per  CogUi-re,  0  per  lianp- 
pare  nelle  insidie.  LjI.  nas'^im  incuUre. 
Sera.  Ori.  a-  12.  3y.  Ciimbiossi  tutto 
Astolfo  nella  faccia,  t  più  Del  cor,  sen- 
tendo racconlare  Ch*  Orlando  ancora  era 
giunto  alla  schiaccia  /  aich  Krcol.  g2. 
Parlare  e  rispondere  in  guisa  ,  che  egli 
non  abbia  onde  appiccarti  it  ferro  addos- 
so, e  pigliarli,  come  si  dice,  a  raazzac- 
cbera,  o  giugnerlì  alla  schiaccia. 

§.  Schiaccia,  si  dice  anche  a  Quell* 
istrumento  che  Sfrvf  in  vece  di  gamba 
a  coloro  che  C  hnnno  mancai 0  stroppiata. 

SCHIACCIAMENTO.  Lo  schiaccmre . 
Lai.  cotlisto,  conttisto.  Gr.  5UVTf)i'|'i5  , 
^  Bellin  Disc  I.  53.  Il  dover  noi  mo- 
rire di  subito  sotto  .1  lanlo  peso  del  no- 


stro corpo, 


oppi 


L'ssi    e     schìaccì;ili     da 


esso,  è  lo  sritiglirnento  del  nostro  pro- 
blema; ma  che  quel  guastarci  del  tutto 
1'  universo  è  1'  ultima  necessità,  lo  schiac- 
ciamento e  il  subilo  morir  nostro,  ec.  (Ji) 

5  SCHIACCIARE,  lionipere,  e  infran- 
gere j  ed  è  pia  propi  io  ,  che  d'  altro, 
delle  cose  che  hanno  guscio,  hai.  frange- 
re, /rendere,  conjlrin^cre  ,  conliindvre  , 
sujffrinsvr,- ,  collidere  .  Or.  5U'J7pi'3itv  . 
Bocc.  nos^.  60  l8.  Il  quale  gran  mer- 
catante io  (rovai  Pa,  che  schiacciava  noci, 
e  vendeva  i  gusci  a  ritaglio  .  il/or.  S, 
Greg.  lo  schiacciava  ì  denti  mascellari 
dell'  iniquo,  e  toglieva  la  preda  de'denti 
SUOI.  Pallnd.  Febbr.  i3.  I  palmiti  non 
si  vogliono  legare  ali*  albero  cnn  vinco 
duro,  imperocché  gli  potrebbe  riciderc  o 
schiantare,  ovvero  schiacciare. 

*  g.  I.  iv/n  signijic.  neutr  post.  «  Sno^. 
nat.  rJp.  g.  Dion  può  far  di  meno , 
quando  la  pasta  del  cristallo  è  rinvenuta 
per  infuocamenlo,  di  non  ischiacciarsi  in 
alcuni  luoghi  m.  (N) 


g  II.  Schiacciare  ,  per  simifit.  Dani. 
InJ.  l8-  D.<1  vecchio  ponte  guardavam 
la  Iractia,  Che  venia  virso  noi  dall' allra 
banda,  E  che  la  ferza  similmente  schiac- 
cia (cioè,  percuote).  Frane.  Sacch.  nov. 
07.  Scliiacciaudo  (la  civetta)  col  becco, 
Iacea  ec. 

f  §.  IH.  Schiacciare,  per  metaf.  vale 
Hiatiizz'ire,  Keprtniere.  Lai.  tbtundvre. 
Gr.  o\ìVTp{SivJ.  S.  Gio.  Grisu>t.  12. 
Onde  stguita,  che  quasi  licitatneuie  pec- 
chiamo, e  sehiacciaud<)  Io  slimulo  della 
coscienza  ce.  non  solamente  ci  ciucciamo 
ec.  ma  ec. 

^  §  iV.  Schiacciare,  in  modo  basso, 
per  liodere  il  /reno,  Avere  grnnd'  ira  , 
e  non  potere  sfogarla  a  mo  modo.  Lai. 
Jt  vnnm  nioidtre  -  Gr.  t«  X^'-'^*i  ^' 
lU-Zfi  .  Fcd.  alla  voce  RODEHÌÙ  y  g. 
IX.  (•) 

V  §,  V.  Schiacciare  un  .tonno  ,  vaie 
Fare  un  sonno.  Dormile  un  sonno j  modo 
basso.  Sali-in  Georg.  Uh.  3  Oh  non  mi 
giovi  allor  morbido  sonno  Al  sereooschiac- 
ciar,  (F) 

SCHIACCIATA.  Focaccia.  Lai.  pla- 
centa. Gr.  ■:xXy.AOJ^.  Lor.  Mtd,  i\enC. 
3:1.  Doman  t'  arrecherò  un.i  schiacciala. 
Fir.  As.  l~'i.  In  ci.iscuna  delle  mani 
egli  ti  fa  mesiiero  portare  una  sihiuccia- 
(a  ,  e  dentro  alla  bi.cca  due  quatlrini  . 
Soder.  Colt.  117.  Ripara  all' imbiiachez- 
za  il  mangiare  schiacciale  falle  cai  mele. 
Ih-ilinc.  SO".  26^).  Faccvan  di  due  noci 
una  schiacciala  (qui  in  sentim,  equivoco, 
in  isiheizo). 

SCHIACGIATINA.  Dim.  dì  Schiaccia- 
ta. /  aich.  Ercol.  5'j.  Tu  saresti  tardi 
alla  fi.'ra  a  Lanciano,  tu  ti  nioircsli  di 
fame  in  un  forno  di  schiacciaiine. 

SCHIACCIATO.  Jdd,  di  Schiacciare. 
Lai.  contusiis,  collisus.  Gr.  ffuvrpij'àii'.;. 
Ptillad.  Febbr.  '^^.  Mettono  olio  once  d' 
orbacche  di  mortina  bfn  ni.iture  e  secche, 
e  bene  schiacciate.  Sigg.  nat.  esp.  2^y. 
Se  la  palla  venuta  da  alto  si  troverà  me- 
no sirbiacciata  dell'  altra,  sarà  segno  che 
r  aria  ec. 

g.  1.  Per  Fiuto  ,  e  Quasi  come  se 
Joss--  schiaccialo.  Lat.  pressus,  sìmus.  Gr. 
at/xo'^.  flocc.  nov.  7^^  9.  Ella  aveva  il 
naso  schiacciato.  Bnt.  Far.  i.  2  E  pero 
(la  Luna)  pare  a  noi  schiacciala  come 
una  focaccia,  quando  la  vergiamo  tonJa 
in  allo.  Jìern.  Ori,  2-  II.  49-  G""  denti 
rari,  e  col  naso  schiaccialo. 

*  g.  II.  Detto  del'n  pronuncia.  Salv. 
Avveri.  1.  3.  I.  3  Le  pronunzie  son 
queste:  ec,  ch  rotondo,  (h  schiacciato  ec 
gh  rotondo,  sh  schiaccialo .  ^/^ 

SCHIACCIATURA  .  Schiacciamento  , 
Infrn^niiìicnlo.  Lat     contusio  .  Gr.     ffu'v- 


'f^'y 


/;.  Cr. 


3.  La   cenere  della    vite 


inconianente  la  6siola  purga,  e  cura  il 
dolor  de'  nervi,  e  le  schiacciature  loro 
mitiga.  Tes.  Pov.  P.  S.  cap.  1^(5.  Gam- 
beri crudi  di  6ume,  triti  con  latte  d'asina, 
guariscono  ogni  rottura,  e  ogni  schiacciatura. 

*  SCUIADICA.  yonie  di  due  dira- 
mazioni dil  tronco  inferiore  della  vena 
cnva,  altra  delia  maggiore,  ed  altra  mi- 
nore.   Paldin.    l'oc.   Dis.   (A) 

SCinAFFEGGIARE.  Dare  schiaffi. 
Lai.  alapis  cadere,  colnphos  impingire. 
Gr  xoiajjt'^àiv  ,  py:Ti?eiv  riva.  Fr. 
Giord.  Pred.  S  Allotta  gli  schiaffeggiano 
e  danno  lor  le  gelate.  S^ihin.  Disc  i. 
253.  Racconta  d*  aver  veduto  ec,  una 
certa  per  nome  Apeme  concubina  d'  un 
Re,  sedere  a  man  ritta  accanto  al  Re  , 
torgli  il  diadema  dal  capo  ,  e  porlarlo 
nella  sua  lesta  ,  e  colla  sinistra  scbiall''g- 
giarlo.  *  Scfner,  Fred.  35  l3.  Se  gli 
all'oliarono  slrellamente  d'  intorno  (  i 
manigoldi  a  Cristo),  chi  a  spulargli  sul 
viso,  chi   a  schiaffeggiarli  le  gote  (CP) 


*  SCHIAFFEGGIATO  .  Add.  Da 
schiaffeggiare.  Segner.  Mann.  A-^ost.  |5» 
4-  Usii  deriso,  s>  hiafleggiato  ,  sleizalo,  e 
quale  a^saNvino  di  strada,    3trascinalo.  (V) 

SCIIIAI-FO  .  Colpo  dato  nel  viso  con 
mano  afuria,  Lat  alopa,  colaphitt  .  Gr. 
/.o'Aayo;.  P.U'lf'.  3  Un  malo  schiaffo,  a 
una  ((ffal.i  ebbe  ^mm.  Jnt.  30.  7.  5. 
Dicesi  di  Socrate,  che  avendo  ricevuto  un 
grande  schiaffo  ,  non  ri>puose  altro  ,  so 
non  che  disse  :  molesta  rosa  è,  che  uo- 
mo non  sa  quando  debbia  portare  l'elmo 
o  quando  no,  Ó'erf/  Stur.  ili,  b.;5  Eleonora 
ec.  s'aiutò  fino  all'ullimo,  faceva  gagliarda 
difesa  e  con  le    pugna  e  con  gli  schiaffi  . 

•-;:  SCHIAMAZZA-STE.  Che  schiamaz- 
za. Che  fa  schiamizzo.  Salvia.  Odiss. 
itb.  12.  V,  333.  Cosi  costoro  palpitanti 
Alle  pietre  levati  erano;  e  quivi  Sulle 
porle  mangiava  scluamazzanti.   (F) 

SCHIAMAZZARE.  Ptopri,tn,et,te  il 
Cri. tur  delle  galline  quando  hanno  fitto 
Innovo,  e  de'polli^  e  d*  altri  uccelli  quando 
e-iU  hanno  paura.  Lat.  exclantire,  per- 
strepere,  crocilare.  Gr.  v.vx^oò^v  ,  d'ta- 
^Ofàv,  -o).Xx/.t;  zpw'?£(v.  Filine  Sacch. 
n  V.  i3tì.  Tutti  erano  a  modo  delle 
galline  quando  schiamazzano.  Dani  Conv. 
123.  Lo  tuo  riso  si.i  "i-inza  cachinno,  cioè 
sanza  schiamazzare,  come  gallina  Pataff. 
IO.  E  dove  hai  fallo  Tuo^o,  là  schia- 
mazza, larih.  Sfar.  6.  i52.  \  quali  gli 
dissero  fra  1'  allre  cose  ,  esser  gran  diffe- 
renza tra  shideic  che  la  fuggir  gli  uc- 
celli, e  schiamazzar  che  gli  alletta.  Liì>. 
son.  5t).  Galletlin  ,  se  tu  schiamazzi  , 
Franco  ti  scolerà  i  pollinda  dosso  Varch. 
Ercol.  62.  Schiamazzare  (dicesi)  delle 
galline,  quando  hanno  fallo  1'  uovo. 
Mcnz.  sai.  3.  Et  odio  ancora  entro  il 
vii  cuor  n'  avea  Usato  al  schiamazzar  di 
certi  nibbi,  Oguun  de'  quali  intoruo  gli 
slridea.  Dep.  Decam,  q'^.  Il  che  sarebbe 
secondo  la  natura  di  cuta'  %oci  finte,  e 
da  cosa  noia  e  dimestica  e  donde  la 
lingua  ancora  ha  cavalo  schiamazzare  e 
galloria.  ^  Car.  En.  li.  1  ijj8.  Come 
neir  aria  insieme  avviticchiati  Si  son  visti 
talor  l'aquila  e  '1  serpe  Pugnar  volando 
ec,  E  questo  con  la  testa  alto  fischiando 
E  quella  schiamazzando  e  dibattendo,  ec. 
(B) 

g.  I.  In  proverbio:  La  gallina  che 
schiamazza,  è  quella  e'  ha  fatto  l'  aoi-oj 
e  vale,  che  Chi  troppo  s'  affatica  per 
iscusarsi,  per  lo  più  si  scuopre  colpevole 
Lat.  qui  se  ingerii  prò  su^pecto  habe- 
tur. 

g.  II.  Schiamazzare  ,  fguratam.  vale 
Fare  strepito ,  Gridare.  Frane.  Sacch. 
nov,  32.  Chi  schiamazza  di  qua,  e  chi  di 
là:  più  giorni  per  la  terra  non  sì  disse 
altro.  Ciriff'.  Calv.  2.  67.  Dicendo:  to- 
sto darà  nella  rete  Quest*  uccellacelo  , 
che  tanto  schiamazza  E  t\.  112.  Il  po- 
pol  grande,  eh'  era  li  di  fuori,  Islupefat- 
lo  ognun  grida  e  schiamazza.  Mcnz.  sat. 
2.  E  puoi  ben  schiamazzare  e  alzar  la 
voce.  Che  tulto  è  nulla. 

'1^  §.  III  E  in  signiJìc.  neutr.  pass, 
vale  Gittarsi  con  isiìnamazzo  .  Lat.  se 
clamitan'lo  proiicere .  Gcmb.  Asot.  2. 
126.  L'altra  (colomba)  per  la  p.Tura 
(dell*  Aquila)  schiamazzatasi  nella  fonie, 
e  quasi  dentro  perdutane,  pure  alla  fine 
riavutasi  ec,  It  ntamentc  s'  andò  con 
Dio.  fiXS) 

t  SCHIAMAZZATORE. /VrAfl/.mdjc. 
Che       schiamazza   ■      Lai.      perstrepens  . 
Gr.     Ota-^s^rJiv.     Ltb.     Fred.    Proccura-  . 
va  di  rappacificare  il  popolo    schiamazza* 
tore 

SCHIAMAZZIO  Schiamazzo  .  Lai. 
strepitus,  (uniultiis.  Gr.  i^ocso^,  hopu^o^. 
Bocc.  nov.  4-  4  Pi-inamenle  passando 
davanti    alla    cella    di    costui  ,    sentì    lo 


Jo64 


s  c  n 


schiamazzio  cLe  costoro  insieme  facevano. 
E  hot;  75.  9.  Il  podestà  lì'  altra  parie 
SL-Dlilol'i,   ff-rc   un   grande   scbiamaizio. 

SCHIAMAZZO.  Honìore ,  Strepito, 
Fracasso.  Lai.  stn-pitm  .  Gr.  i^c'po;. 
Sen.  Piit.  Mj  io  ti  «lieo  veramente,  rhe 
io  non  pregio  quc&to  schiamazzo  e  romo- 
rc  e  liollore  neenle  più,  eh'  io  farei  ro- 
morc  d'  un  fiotto  <li  mare.  Bern.  rim. 
I.  2.  Avendo  udito  far  tanto  schiamazzo. 
Varch.  Star.  l5.  60^)  Comcchè  Salviali 
facesse  più  romore  e  maggiore  srtiiamazzo 
di  tulli  ce,  nientedimeno  ec  Jifa/m.  8. 
66.  E  cosi  finiraa  tanti  schijmazii  Di 
chiamar  la  forluaa  e  i  giuochi  iagiu- 
ftlt  . 

§.  I.  Schiamazzo,  diciamo  anche  a 
Quel  tordo  che  fi  tìen  ned'  ucceliarf  in 
gabbia,  e  si  Ja  gruiarc,  mostrandogli  la 
civetti,  0  facendogli  paura  ,  acciocché 
quei  che  s^n  nclVnria  si  calino  n  quella 
voce.  Lai.  turdiis  ob'Hrepent  '^forg  2\. 
97,  La  frasca  naturai,  la  pania,  e  '1  vi- 
»chio,  E  la  clvetra,  e  gli  schiamazzi,  e  '1 
fischio.  *  Car.  IfU.  3.  106.  H)  ec  fatto 
incetta  ce.  Di  visco,  dì  paniuzze,  di  civet- 
ta, Di  due  merli,  d'un  tordo  cantaiuolo, 
Di  Ire  schiamazzi,  e  d'  un  altro  che  allet- 
ta. (N) 

§.  II.  Schi'im^zzot  per  similit.  Tac. 
Va^'.  Ann.  4.  Io3.  Convennero  che  La- 
ziare.hazzjca  di  SaLìno.  f.sse  lo  schiamazzo 
»■  gli  altri  il  vischio  (il  testo  laf.  ha  sir il- 
rret  dnlum). 

SCIIIANCIANA  .  La  linea  diagonale 
del  quadrilatero. 

SCniANCIO,  cSTIANCrO.  Che  par- 
tecipa del  lun'^o,  e  del  tarsio,  siccome  fa 
Ja  dindonile  d.Ì  quadro,  altramcnti  detta 
Schinnciannm 

%.  A  schiancio.  Di  <chiancio,  e  Per 
ischiatich,  posti  avverbialmente,  vagHcno 
A  sghembo,  A  sghimbescio^  A  srhi.fa  , 
Di  travL-rfO.  Lai.  tranfiversim.  Gr.  Ttly.- 
yt'w;.  P^illnJ.  Ftb'.r.  16.  Tagliandolo  a 
schiancio  io  giù  dall'  una  parte,  salvo  il 
midollo.  Cr.  5  5|.  3.  Le  sue  pertiche 
(del  salcio)  ec.  si  ricidano  rilopdamente, 
o  almeno  non  molto  a  schiancio  .  Fir. 
rim.  l5.  Se  di  lei  solo  uno  sguardo  Di 
sollecchi  0  per  stiancio  Fan,  eh' i' mi 
consumo  ed  ardo,  -f  BeUin.  Disc.  1. 
24.5.  Questi  pezzi  o  tagliali  per  filo,  o  a 
rhiancio  voi  gli  attaccate  poi  insieme  con 
mille  generi  di  cuciture.  (C) 

SCniANClRE  .  Dare  ,  o  Percuoter 
di  schiancio.  Frane.  Such.  nov.  110. 
Non  gli  die  di  sodo,  che  la  scure  schian- 
ti. 

SCHIANTARE.  Rompere  con  violenza, 
Fendenj  ed  è  proprio    drgli    alberi,  de* 


panni 


e  di   cose  similij  e  si    usa   anche 


nel  neutr,  pass.  Lat.  diffndere,  scinde 
re,  scindi.  Gr.  Jtasx^?**^  o^^'Z^'^s- 
c9'/t. /M/i/.  /'</.  9.  Gli  rami  schianta  , 
ahhalle,  e  porla  i  fiori.  T'^lS.  E  '1  tronco 
kuo  gridò  :  perch!;  mi  schiante  ?  Bocc. 
nov.  16.  22.  El  pare  che  M  cuore  mi  si 
.•.chianti,  rirurdandomi  di  ciò  che  già  mio 
p.idrc  v'  rl.W"  a  faro.  E  nov.  77.  5\. 
Parve  nel  muoversi  che  tutta  la  colta 
pelle  le  s'  aprisse  ed  ischiantasse  .  òVn. 
Pili.  Forza  di  continua  tossa  ,  che  ti 
faccia  schi.intare  parte  delle  budella  . 
PalLtd.Sctt.  I  I.  Perorrhè  (la  cera)  umilia 
1.1  pece,  e  non  si  schianta  poi  al  tempo 
del  freddo 

J).  I  Pef  Cog'iere,o  Pigliare  con  vio- 
lenza. Strappare.  Lai.  carpere,  dererpe. 
re.  Gr.  arroX^yuv.  Daat.  Pwg  20. 
Sicché  buon  fruito  rado  se  ne  trhianla  . 
/'."  28.  E  fruito  lu  in  s'c,  che  di  là  non 
ti  ichiant.i.  /?»/.  ii'/."  S.hianlare.  cioi:  Imn- 
rare,  corno  si  tronca  lo  frullo  dall' arl»o. 
re.  (]Uindo  si  coglie  Petr.  son.  276  Ahi 
morie  ria,    come    a     schianUr    se' presta 


s  c  n 

Il  fratto  di  moli*  anni  in  si  poche  ore  I 
g.  II.  Per  metaf.  Diitam.  i.  28  Se 
la  memoria  mia  da)  ver  non  schianta. 
#  Pass.  22  ComanJandu  quelli  che  pa- 
reva il  maggiore  (d-'monio)  di  loro,  che 
r  anima  gli  foue  schiantata  di  corpo,  co- 
minciò a  gridare  ad   atta  voce  ;  ec.   (V) 

SCHIANTATO.  Add  da  Schiantare. 
Lat.  discissus.  Gr,  Jtax*!^!»';-  Pallad. 
Gena.  i^.  In  quelli  gradi,  che  sono  ra- 
denti le  congiunture  delle  foglie  già 
schiantate  ec,  mettono  tutti  questi  semi. 
*  SCHIANTATURA,  e  STIANTATU- 
RA.   Stinnln,   /{ottura.  (A) 

SCHIANTO.  Apertura,  Fessura,  Rot- 
tura   Lai.  fractura.  Gr.   xlw'ft;. 

§  I.  Per  Subito,  e  improvviso  scoppio, 
rumore,  o  fracasso}  e  ti  dice  comune- 
mente de'tuoni.  Salvia.  Prot.  Tosc>  1> 
290*  Duro  tuono  dvl  tuon  del  fulmine  , 
che  fa  schianto,  disse  con  bella  novttìi  E- 
siodo. 

§.  II.  Per  metaf.  vale  Passione,  e  Tor- 
mento Lai.  cniciatuSt  dolor,  dividia.  Gr. 
a>yo;,  T5V0;,  >jt/i.  /-./''.  Amor,  Che  se 
sapeste  li  sospiri  ,  i  pianti  e  gli  srhianti 
che  sente  il  cuore  ogni  fiata,  non  la  la- 
sceres'i   partir  del  ctirpo  si  tormentala. 

SCHIANZA.  Quella  pelle  che  si  secca 
sopra  la  carne  ulcerata.  Lai  criisla.  Or. 
Ttìa'^.  Pool.  Oros.  Corrompendu  il  cor- 
po, face'no  srhlanze  Dant.  InJ.  29.  Dal 
capo  a*  pie  di  schianze  maculali.  Fr. 
Giord.  Pred.  II  moscado  è  una  srhianza, 
o  postema  d'una  bestia.  Car,  Matt,  5.  Fa' 
che  a  schianto,  a  biiorzi.  a  ve»ciconi  Gli 
si  fregi  la  cherica  e  la  cotta.  Bern.  rim. 
I.  10^  Con  poni  e  schianze,  e  suvi  qual- 
che callo. 

SCHIAPPA  .  Voce  antica  ,  e  bassa  . 
Sorta  di  veste  antica  usata  di'  giovani , 
stretta  alla  vita,  Morg.  27.  2^8.  E  parea 
più  rubizzo  e  più  gagliardo,  Che  quc' che 
aveao  le  schiappe  e  le  divise. 

*  g.  Per  Arnese  da  rimenar  la  pasta. 
Salvia.  Pros.  Tose  l.  lOI.  Egli  fa  una 
massa  di  pasta,  <;  vero,  ma  di  pasta  fine, 
con  una  piccola  schiappa,  che  e  l'arnese 
per  rimenarla.  (*) 

SCHIAPPARE.  Pare  schegge  di  alcun 
le^nù-  Lat.  in  atiulas  dividere.  Gr.  ft; 
oztvoaXjULOys  /lept'^stv. 

g,  Quanfio  vogliamo  mostrare,  alcuno 
esser  grasso,  e  dt  Intonis^ima  fatta,  dicia- 
mo :  É':li  è  grasiO,  ditegli  schiappa,  ci-^è 
quasi  s'apre,  e  crepa  ,  e  non  cape  nella 
pelle;  modo   fiasso. 

SCHIARARE.  Far  chiaro.  Lai.  illu- 
strare, clarum  reddere.  Gr.  ).aa:rp'jvetv. 
Dani.  Inf  26.  Nel  tempo  che  colui,  che 
'1  mondo  schiara.  La  faccia  tua  a  noi 
tien   meno  ascosa. 

g.  I.  Per  metaf.  va/e  Manijestarr,  Di- 
chiarare. Lai.  illuilrare,  declarare  Gr. 
ò>])oJv,  cxpirivi^ttv.  Oenes,  Altro  non  se 
ne  schiara.  Tcs.B'.  9-  M.  Ma  per  me- 
glio schiarare  ciò  ch'egli  ha  dello  .  di. 
rà  dello  circostanze  .  F  p.  4*  Mandargli 
brevemente  la  somma  di  tulio  suo  uficio, 
e  schiarare,  sicché  nullo  errore  vi  potesse 
surgere.  V  Z,enon  Pisi  9.  Ma  poiché 
nostri  piedi  ci  portaro  Tanto  vicin,  che 
chiaramente  scorsi  Quel  che  per  tema  di 
bugiardo  schiaro.  (C) 

3  g.  II.  Schiarare,  in  signific.  neuir.  e 
neutr.  pass,  vale  Divenir  chiaro-  Lat 
sptendescere,  lucesccre,  illucescerc.  Gr. 
Jta^-'Jpt'^ei».  Dant,  Par.  21.  Ma  quell' 
alma  nel  cici,  che  più  si  «chiara  ce.,  Alla 
dimanda  tua  non  soddisfarà  G.  V.  lO. 
59.  6.  Schiarando  il  giorno,  la  genie  co 
minciò  ad  andare  al  Prato.  Guid  G  Es- 
sendo schiarata  la  mattina  .  e  fall'-  le 
schiere.  F  altrove:  Sicchò.  innanzi  che  si 
schiarasse  il  giorno,  più  di  TeolimiU  uo- 
mini uccisero  a  ghìjdo- 


S  C  H 

*  §.  III.  Schiarare,  si  dice  anche pot- 
landò  de*  liquidi,  e  vale  Divenir  chiaro  j 
contrario  d' Intorhidare.  -  ?iov.  ant.  43  3 
L'acqua  schiarando  ,  vide  l'ombra  che 
piangea   com'  elli  ••  .  (Cj 

g.  IV.  Schiarare  ,  fignratam.  ,  per 
Uscir  di  duh'>io.  h»t.  cerliorem  feri  Gr. 
£y  EiÒs'vai.  Dant,  Par.  26  E  disse:  cerio 
a  più  angusto  vaglio  Ti  conviene  schia- 
rar . 

SCHIARATO  Add.da  Schiarare;  Fat- 
ti chiaro.  Lat  illuttratut  Gr.  TreywTi- 
5uev5;.  Dant,  Par.  2*».  Cosi  viJ"  io  Io 
schiaralo  splendore.  />,  /ac.  T.  6.  ^5.  7. 
O  Iure  bramata,  Come  in  casa  se'eolratà. 
Tutta  schiarala  La  fai  diventare.  3f.  V. 
2.  L\2  Schiarato  il  di,  vedendo  aperta  e 
presa  la  porta  per  i  Ghibellini  ec.  ,  DOn 
vedt-vano  da   potere  riparare. 

t  SCHIARATORE./Vr&a/.  mase.  Che, 
o  Chi  schiara.  Lai.  collustrator.  Bui. 
Stihiaralor  del  mondo,  e  illuminator  delU 
tenebre. 

SCHIARATRICE.  rerbal.  fem.  Che 
schiarn.  Lai     illuminatrix. 

SCHIAREA.  Silvia  talvatica  La  tea- 
rea.  Cr  6.  122  1.  La  scbiarea  ti  semina 
del  mese  di  Dicembre  ec.,  e  desidera  tal 
terreno,  quale  desiderano  1'  altre  erbe  co- 
muni. Quetta  erba  è  ottima,  ed  è  perpe- 
tua, ce.  .1/.  Aldobr.  210.  Togli  seme  del- 
l'infrascritte  erbe:  ec  ,  centroDgalli,  cioè 
seme  di  schiarea,  balsamite,  squinanti,  ec. 

*  SCHIARIMENTO.  Lo  schiarire.  Il 
divenir  chiaro  Rei.  leti  i.  i27.DoTeho 
parlato  a  longo  de'medesimi  ÌDlorbidameo- 
ti  e  schiarimenti.  (*) 

*  §•  Per  Chiiriià,  Dichiarazione.  Sal- 
via. Pros  Tose.  2  21.  Ne' luoghi  ec.  si 
ommeltono  le  virgole,  riserbandole  ne* passi 
più  opportuni,  e  liisognevoli  di  distinuone 
e  di  schiarimento.    (') 

SCHIARIRE.  Farsi  chiaro  s  e  ti  usa 
in  sig'iific  neutr.  e  neutr.  pass.  Lai.  i/- 
lucescere.Gr,  l5t/ATu^i*?siv.  Bocc.  Inlrod. 
46.  Il  mercoli'di  in  sullo  »rhiarir  del  gior- 
no ec.  usciti  della  città,  si  misero  in  via 
Dant.  Par.  25.  Poscia  tra  esse  un  lume 
si  schiarì  (cioè,  apparve). 

§.  I.  Per  Divenir  chiaro.  Contrario  d' 
Intorbidare.  Dav,  Colt.  160.  Svina  e  im- 
botta un  po' giovane,  acciocché  nella  hotlc 
alquanto  grilli,  e  perciò  si  risenta  e  schia- 
risca Sod-r,  Colt.  76  Potrai  ec.  un  pò- 
chetto  in  sul  primo  lasciarlo  bollire  e  schia- 
rire. E  116.  Lascùi  un  po' riposare  « 
schiarire. 

§  II.  Per  Diradare,  Slmrgare.  G.  V. 
7.  27  8.  Il  re  Carlo  reggendo  ftcbiarire 
e  aprir  la  schiera  delli  Spagnuoli  oc-,  si 
ricoUc  e  tornò  a  schiera. 

4  SCHIARITO.  Add.  da  Schimrirej 
Schiaiato,  Posto  in  chiaro,  Mtt$o  al 
chiaro.   Salvin.   (A} 

SCHIATTA.  Stirpe,  Progenie.  Lat. 
sobolet  ,  pr.-'gt-niet  ,  stirps.  Gr.  yiyta'. 
Bocc,  tntrod,  27  Oh  quante  memorabili 
scbialte  ec.  si  videro  senta  successor  div 
bito  rimanere!  E  g*  "■/'  '  '*>  "****  *"* 
glio  mostrare  d'essere  di  schialU  di  caa 
botoli,  che  incontanente  sì  *uol  vendica- 
re, Dant.  Pjr.  |6.  Udir  come  le  icbiatte 
si  disfanno.  Non  ti  parrà  nuova  cosa,  nr 
forle.  1-'  appresso:  L'  oliracotala  schiatta, 
che  s'indraca  ec.,  GiV  venia  ad  Fit,  S, 
}L  Madd.  2.  A  quel  tempo  le  arti  •  i 
lavorìi  non  avvitivano  le  genlileue  ,  e  }» 
nobiltà  della  schialta  F  appresto:  Coloro 
che  fanno  l'arti  di  guadagnare,  sono  spret- 
«ati  e  avviliti,  contultochì?  sieno  stali  di 
gentile  schiatta.  F  120  Maria  Maddalena 
Tue  nata  di  schiatta  reale.  Cromichett,  d' 
Amar  35.  E  in  lui  finì  la  schiatta  di 
Cesare. 

§.   Per  similit.   Pallad.   Fehhr.   ip     A 
eatuna  schiatU  di  pomi  dipulerai    il    suo 


s  e  u 

onlioe,  F.  tugL  2.  Se  vuogli  avere  seme 
di  grande  iscbulta   di  rape,  ec. 

SCHIATTIRK.  Squittire.  Lai.  ululare, 
latrare.  Gr.  u^k/teÌv.  Ar.  Far.  3c).  lo- 
Come  levrier.  «he  la  fugare  feri  Correre 
ialomo  e  aggirarsi  mira  ec  ,  Si  tormeoti, 
a'afìligge  e  si  dtspiTa,  Schiattisce  indarno, 
•  si  dibatte  e  lira. 

SCHIATTONA  Accrescit.  di  Schiat 
Vi;  e  si  dice  di  persona  rigogliosa,  e  ai- 
ttcciata,  fìern.  r,m.  3.  7.  Credo  che  chi 
cercasse  lutto  'I  mondo.  Non    irovcria  la 


[>iu  grande 


idc  schiallona. 


/,„ 


di   Schiavo.    V. 


«    SCHIAVA. 
SCHIAVO.  (.4) 

#  §  Hchiiu-a  ,  pfr  Specie  d'm-n.  Cre 
te  4-  12-  ^-  ^  massimamente  nelle  sot- 
tili terre,  e  nt-tle  speiie  delle  vili  che  si 
chiamano  albano,  e  sch\iYe.(Fj 

SCHIAVACCIO.  Pi-gsiorativo  di  Schia- 
vo. Lai.  servus  viti^si-nus.  Gr.  àyòf%- 
Wfl^ov  panioTarsv.  l'ac.  Dav.  Perd 
etoq.  ^ly.  Oj^gidi  ,  come  il  fìgliuolo  e 
nato,  si  raccomanda  a  una  servacela  gre- 
/  ea,  e  uno  o  due  schiavacci,  che  loro  fa- 
vole e  pazzie  imprimono  nella  tenera  ce- 
ra di  quc'nobili  animi.  Mcnz*  snl  i.  Pur 
Sinceragli  un  giorno  Anche  un  schiavaccio 
i  più  rea  catasta.  E  sat.  7.  E  nel  tuo 
cuor  vedrai  Berline  e  forche,  e  di  schia 
Tacci  On  bagno. 

•f  #  SCHIAVAGGIO  Voce  poco  usa- 
ta. Schiavitù,  Slato,  e  Condizione  di  schia- 
vo. Siih-in.  Seno/,  Itb.  2  pag.  32.  Era 
lo  spettacolo  compassionevole,  cunciossia- 
chè  i  tormenti  lutto  il  corpo  deformava- 
DO,  che  non  era  avvezzo  allo  srhiavaggìo; 
il  sangue  colava  lutto,  e  dileguavasi  la 
bellezza.  (.4) 

SCHIAVARE    Sconficcare. \.i\..  refigere. 

Gr.  «rr^xa^Tjioyv.  liocc.  nov.  80.  33 
Fece  che  M  sensale  fece  schiavare  ì  ma- 
gaiiinL  Vii.  Crisi.  E  schiavaro  lo  chiovo 
de'piedi.  Sior.  Pijt.  i6t.  Schiavòe  le 
toppe,  e  mise  dentro  da  trecento  fanti. 

SCHIAVATO  y*'/J.  di  Schiavare.  Buon 
t\er.  1.  5.  Il>  Schiavato  l'uscio  che  cola 
risponde  ec.  Fummo  tulli  alla  preda. 

SCUIAVELLARE.  Schiavar^.  Lat.  re- 
figtre.  Gr.  «Troxa^j^ioùv.  Vend.  Crisi. 
Poich'io  ebbi  la  parola  da  Pilato ,  lo 
ichiavellai  della  croce.  E  appresso  :  Lo 
qual  fu  meco  a  schiavelUr  Cristo  della 
croce. 

SCHIAVESCO.  Jdd.    Di  schiavo.  Da 
schiavo.   Lai.  servilis.  Gr.  Joyiixo'4.  Tac. 
Dav.  Sior.  2.    296.     Vana    per    I'  astuzia 
tchiavesca,  che  la  moneta  trafugava  in  ri-  ' 
potigli. 

SCHIAVETTO  Dim.  di  Schiavo,  L.it. 
servulus  Gr.  è-*'j\tlQio-i,  Stor.  Eur.  5. 
104  Così  arricchiti  fuor  di  misura,  atte- 
sero a  finire  a'  mercanti  gli  schiavetti  che 
aveano  presi,  e  tutto  quello  (he  aveva  ri- 
capito. Fir.  As.  i55.  lo  voglio  adotlare 
un  di  quei  miei  schiavelli,  e  a  lui  donar 
le  penne,  le  fiamme,  1*  arco,  le  saette,  e 
tutta  la  mia  masserizia. 

5  SCHIAVINA.  Veste  lunga  di  panno 
grosso»  propriamente  da  schiavi,  e  la  por- 
tano anche  i  pelh-^rini,  e  i  romiti.  Lat 
centOf  centttnculus.  Gr.  Tuppa^aua.  liocc. 
n.Qv.  37.  28-  Prestamente  la  schiavina  git- 
tatasi  da  dosso,  e  di  capo  il  cappello,  e 
Fiorentino  parlando,  disse.  Frane.  Sacch. 
Op  div.  144.  La  prima  cosa  che  fa  Io 
pellegrino  quando  si  parie,  si  veste  dì 
schiavina,  appiccavi  la  scarsella  ,  e  met- 
tevi ago  e  refe,  e  monete  d'ari^oto  e  d* 
oro.  E  rtm.  2.  E  con  mante*,  eh'  a  noia 
Sono  a  veder  di  sì  brulla  schiavina.  Vtt. 
Bari.  28.  Portava  una  schiavina  tutta  pie- 
na   d'orlique  di  corpi  santi. 

*  S  L  E  figuratnm,  »  Sem.  Ori.  1.  27. 
8.  E  poi  saltarsi  alla  pelle  alla    fìne .     E 
Carsi  le  pellicce  e  le  schiaTÌoe  *>  .  (If) 
Vocabolario  T-  II. 


S  C  H 

§,  II.  Schiavine,  si  dicono  anche  Aldine 
coperte  da  letto,  che  si  fanno  di  panno 
della  sfasa  qti.ìlttà, 

^  g.  Ili  Schiavina,  vale  anche  Pri- 
gione da  schiavi.  Ergastolo,  Car.  Apol. 
5^.  Ancor  con  questi  voleti-  esser  villano, 
ai  quali  da  "goi  altro  che  voi  si  cavereb- 
be la  berretta?  Vi  prometto  che  se  vi  sco- 
tono,  vi  fauno  balzare  in  una  schiavi- 
na. (Br) 

SCHIAVINO.  /'.  A.  T^omedi  dignità, 
o  magtitralo.  ti  V.  8.  54»  2  Combat- 
terono il  castello,  ove  stanno  gW  schiavini 
e  rettori  della  terra.  Frane.  Sacrh.  nm. 
119.  Ov'è  *l  Colile  di  Fiandra,  E  la  gen- 
ie  malandrà,   e  lor  schiavini. 

schiavitù'  .  e  SCHIAVITUDINE 
V.aiX..  servUuSfCapttviias.  Gr.  at'j;_uaiw7i'a. 
Red,  I  ip.  I.  24.  In  altro  modo  |iiii  evi- 
dente non  poteva  mo&iiare  al  popolo  qual 
maniera  di  morte  quella  Reina  si  era  elet- 
ta, per  fuggire  la  scbiaviludiiie  dt-l  vinci- 
lore  Augusto.  ^  Salvia-  disc.  2.  Sty. 
Quelli  the  dalla  srhi.ivitìi  della  Giudaica 
perfidia,  o  della  Maomettana  super>tizione 
alla  franchigia  vengono  del  Cristianesi- 
mo, (Nj 

t  SCHIAVO.  Quegli  che  è  in  intera 
podestà  alitai,  avendo  perduta  la  liberta. 
Lai.  .serviis  ,  caplìvii.t  ,  mancipium,  Gr. 
cx.-^Spci~oiov.  S.  Gio.  G'isost.  i(.)6.  Ri- 
tornando miglioralo,  e  più  fervente,  e  più 
umile  lo  ricevessi  non  come  servo,  e  schia- 
vo ,  ma  come  fralel  carissimo  iu  Cristo  . 
Bocc.  nov.  80.  8.  Dove  egli  non  istelle 
guari,  che  due  schiave  venner  cariche. 
Dant.  Purg.  20-  Veggio  vender  sua  figlia, 
e  patteggiarne,  Come  fan  li  corsar  dell'al- 
tre schiave.  Tac.  Dav.  Sior.  2.  297.  Pose 
a'  liberti  de*  passati  Imperadori  un  bal- 
zello di  tanto  per  ischiavo. 

f  3  §.  I.  Schiavo,  fìguratam.  per  Oh- 
bligaio.  Lat.  oh-ioxius,  Gr.  t'ioyo^.  Dav. 
Scism.  10.  VuuUeo  ec.  slimolava  il  Re  a 
soccorrere  il  Pontefice  ec.  ,  e  fartosi  giu- 
dice favorevole  nella  causa  del  ripudio,  e 
schiavo  il  Re  di  Francia. 

*p  §■  II.  Schiavo  ,  pur  fìguratam,  vale 
anche  Dependente  dai  voleri  d'  alcuno. 
Lìgio  ad  uno.  "Bern.  Ori.  1.  i3.  I.  lo 
voglio  essere  schiavo  in  vita  mia  A  que- 
sta doona  per  questa  novella  *  .  (C)  Car. 
leti.  ined.  3-  266.  Quando  fu  qui,  sì  vi- 
yamente  lasciò  impresse  ncU*  animo  la 
bellezza  e  grazia  del  suo  corpo,  e  le  regie 
sue  virtù,  che  mi  fece  desiderare  d'esserle 
schiavo  eoo  ogni  nmilta.  (y} 

SCHIAVOLINO.  Dim.  di  Schiavo.  L^l. 
servulus.  Gr.  SovX^piov.  Fir.  As.  166. 
Tu  mi  par  così  brutta  schiavolina,  che  io 
non  so  pensare  ìn  che  altro  modo  tu  ti 
possi  guadagnar  la  grazia  d'alcuno  ama* 
dorè,  se  non  con  una  diligente  servitù. 

SCHIAVONE.  Accrescit.  dt  Schiavo  j 
Schiavo  grande.  Morg,  27.  262.  Aveva 
Carlo  un  suo  certo  schiavone  Lungo  tem- 
po tenuto,  detto  l'Orco. 

SCHIAZZAMAGLIA.  Gente  vile,  e  ab- 
bietta. Lat.  populi  /ex.  Gt.  ntpirpi^ip-st. 
Patnff.  4-  La  schiazzamaglia  non  ha  de' 
fiorini. 

SCHICCHERAMENTO  .  Lo  schicche- 
rare, e  anche  la  Cosa  schiccherala.  Salvia. 
Pros.  Tose.  1.  67.  Ben  quattro  volumi 
ha  pieni  di  questi  suoi  scbiccheramenli. 
SCHICCHERARE.  Propriamente  Im- 
brattar fogli  nello 'mparare  ascrivere,  o 
disegnare ,  che  anche  diciamo  Scaraboc- 
chiare.  Lai.  conscribillare,  Bocc.  nov.  73. 
10.  Senza  avere  lutto  *1  di  a  schiccherare 
le  mura  a  modo  che  U  la  lumaca  (qui 
per  similif.  }.  Car.  3fatt.  6.  Su,  che  1 
cui  gli  si  turi  e  si  suggelli,  Che  più  carte 
non  schiccheri,  o  'mpacchiuche.  E  leti.  2. 
48.  Arò  piacere  che  vi  mandi  a  vedere  le 
sue  novelle,  te  n'avrà  schiccherate  più  di 


S   C   H 


io65 


quelle  che  averà  di  già  vedute  Mens. 
sat  8-  Retloricuzzo  schiccherar  prrsuni* 
Le  carie  intorno  a'viiii. '/:,'  sat.  \\.  Che  al 
MuDlrmagni  potria  fare  scorno  In  schic- 
cherar paieiiii   in  stil  soave. 

SCHICCHERATO.  Add.  da  Schicche- 
rare .  Fr.  Ciord  Fred,  D.  Oh  che  pazzia 
è  questa?  lare  un  mestilo  schiccheralo, 
pieno  di  farfalloni,  che  coiter*a  3oo  lire, 
o  più.  che  se  egli  il  volesse  rivendere  a 
mano  a  mano,  non  ne  trarrebbe  il  lerxO. 
e  se  la  donna  si  muore,  non  vai  più  nat- 
ia (q'ii  per  similit.).  Allcfi.  89.  Mi  si 
leverà  dinanzi  f^rse  questa  serca^-;ÌDe  del 
fiatar  tutto  '1  giorno  cartucce  schicchera- 
te al  buio. 

*  SCHiCCHERATORE.  7Vrtfl/.  ma«. 
Che  schicchera.  Che  scarabcichia  Cuarin. 
Un.     ì.(B) 

•f  *  SCHICCHERATURA  Schicchi- 
ranientOj  Scarabocchio,  Sgoibto.  Stgner. 
Concord.  pati.  2.  cap.  7.  Anzi  io  conce- 
do che  ec.  sian  più  ec.  che  le  dipin- 
ture di  Apelle ,  rispetto  alle  schicche  - 
rature,  o  agli  scarabocchi  de'suoi  garzoni 
più  infimi    di    bottega.   (A) 

't  *  SCUIDIOWARE.  Inflzare  i  car- 
naggi nello  schidione  per  cuocergli  ar- 
rosto .  Salvia.  Odiss.  Indi  due  recò 
(  porcelli  )  ,  e  mise  Alla  fiamma ,  • 
trinciò,  e  ischidionò  (  l'  e.sempto  e  trat- 
to dal  lib.  i\.  V.  io5.  ma  i' edi»,  dei 
Man/re   legze    inschidionò).  (A) 

SCHIDIO.NE,  e  SCBIDONE  .  Stru- 
mento lungo,  e  sottile,  nel  quale  s'  in  fa" 
zano  i  carnaggi  per  ctiocerglt  arrosto,  ed 
è  per  lo  più  di  ferro.  Lat.  veru.  Gr. 
GplXo'^.  Bocc,  nov,  4p»  12  Tiratogli  il 
collo,  ad  una  sua  fanticella  il  fé  presta- 
mente  pelato  e  acconcio  mettere  in  uno 
scbìdone  ,  e  arrostir  diligentemente.  Cr» 
5.  29.  3-  Il  suo  legno  f  del  ginepro)  è 
rosso  e  bello  ,  e  alquanto  vaio  e  odorìfe- 
ro ,  ed  è  buono  per  ischidioni.  Frane. 
Sacch.  nov,  34  Trovò  io  cucina  un  gian- 
dissimo  fuoco  con  due  pentole  piene  ,  e 
con  uno  schidone  di  capponi  e  di  starne. 
Ar.  Sat.  3.  Unga  il  suo  schidon  pure,  o 
'1  suo  tegame,  Sino  ali*  orecchio  a  ser  Vo- 
rano  il  muso.  ^  Car,  Eneid.  i.  348.  Lun- 
ghi schidioni,  e  gran  caldaie  appresta- 
no. (FP) 

SCHIENA.  Neil*  uomo  la  Parie  dere^ 
tana  dalle  spalle  alla  cintura  j  nel  qua- 
drupede Dalle  spalle  alla  groppa  j  e  ne' 
pesci,  e  simili.  Tutta  la  parte  di  sopra 
tra  'l  capo,  e  la  coda.'Lìt.  dorsum.  Gr. 
vwTtsv.  Ì)ant.  Jnf.  22.  Come  i  delfini , 
quando  fanno  segno  A*  marinar  coli*  arco 
della  schiena  ,  Che  s'  argonientin  di  cam- 
par lor  legno.  E  3\.  Che  talvolta  U 
schiena  Rimanea  della  pelle  tutta  brulla. 
Bocc.  nov.  90-  9.  E  così  fece  alla  schio- 
na  e  al  ventre.  Frane.  Sacch.  nov.  iSg. 
Fra  gli  altri  quasi  nell'  ultimo  della  sua 
vita  n'ebbe  uno  (cavallo)  che  parea  uno 
cammello  ,  con  una  schiena  che  parea 
Pìnzadìmonte.  Bern.  Ori.  2.  12  4-  ^^ 
colui  privo  al  luito  di  cervello,  E  debil 
molto,  e  tenero  di  schiene  ,  Ch*  ad  una 
donna  (sia  chi  vuol)  gli  dica,  perchì;  a 
tener  le  duran  gran  fatica  (parla  de' se- 
greti )  .  Farch.  Sior.  iQ  3lO.  Tulle  le 
grasce  dovevano  venire  per  ischiena  di 
mulo,  o  d' asini  fcioi.,  portate  sulla  schie- 
na). 

§.  I.  Per  similit.  Bemb.  Asci,  2.  I27. 
Il  vedere  la  sua  donna  ,  spaziando  con 
altre  vergini,  premere  le  liele  erbe  de* 
verdi  prati,  o  de' puri  fiumicelli  le  fre- 
schissime ripe,  o  la  consenziente  schiena 
de'  marini  liti ,  incontro  a'  soavi  zefi- 
ri camminando,  ec.  Tac.  Dav.  Ann. 
4.  97.  Quivi  s'accampò,  e  con  ottima 
gente  prese  la  schiena  d'  un  monte.  Lib. 
Son.  60.  Per  ischiena  un  mattone  Scara- 

.34 


io66 


S  e  li 


bio  di  alar,  di  molle  non  Lì  caglia.  E  1^3. 
Le  schiene  «li  due  treipoU  erjn  meoM  . 
Gai.  Sist.  382  Siccliir  la  scUieoa  del  SUO 
coperto  può  ieg;»re  ad  cingoli  rcUi  il  roe- 
riifiano  di  qualche  aUilaziooe  posU  aelU 
pianura. 

f  !r  S-  **■  Schitna»  Jiguratam.  par/aado 
di  vino,  per  Forza.  JiU-g.  179.  Di  piano 
lo  pigliavano,  pcnhé  egli  (  ii  vino)  di 
manco  fumo  ,  e  più  colore  j  e  quelli  di 
poggio  lo  tolgono ,  perche  egli  ha  manco 
tiola,  e  più  schiena.  (V) 

*  §.  \\\.  Schiena-,  chiamano  i  Marina- 
ri Quei  petit  di  legno  disposti  come  tra- 
viCctU»  cfte  attraversano  il  fondo  dei  hat- 
uUi»  e  sopra  i  quali  si  attaccano  le  swla, 
le  tavole,  e  le  bordature  del /ondo.  (A) 

»  SCUIENACCIA.  /Vc^.  ài  Schiena. 
Fir,  rim.  buri.  i.  28;1  Che  quejlì  cola- 
lon  lo  possan  fare.  Oh'  hanno  schienacce, 
che  ulle  voUl-  ho  visto  Le  campane,  e  le 
funi  lur  ipeiiare.  (C) 

SCUlENALt:.  SJ'iena.  Li.t.  dormm. 
Gr.  vwTov.  Cr.  9.  8-  i-  Il  miglior  caval- 
lo che  sia.  e  quello  ec.  che  ha  forte  guar- 
datura e  forti  orecchie,  lunghe  chojrae,  e 
ampio  peno,  e  schienale  curi...  liut.  Inf. 
25.  I.  U  due  pie  dinanzi  s  aggvunsono 
colle  braccia  ec.  e  li  due  di  mc^zo  col 
y^Q\xty  e  'l  capo  col  capo,  e  la  coda  s  ag- 
giunse  allo  schienale. 

*  g.  I.  Schtewile,  Termine  de  Macel- 
lai. V  unione  delle  vertebre  che  compon- 
gono le  schiene  delle  bestie  da  macello.^  (A) 

*  g.  li.  Sthienale,  dicono  pure  a-l  A- 
nlmella  che  e  contenuta  ndU  vertebre 
medesime  ,  che  nf^U  uomini  si  dice  Mi- 
dolla spinale.  (A) 

SCUIENANZI'A.  Infiammazione  delle 
fauci,  V  della  laringe,  che  rende  dipiale 
a  respirare,  e  rtn^ihioltircj  che  anche  in- 
differentemente  si  dice  Schinanzm,  Squi- 
aanzia,  Schcmnzia,  e  Sprcmanzi».  hil- 
angina.  Gr.  a\JjU/xri  Fr.  Jac.  T.J\.i2. 
2.  A  me  vegna  mal  di  dente,  Mal  di  capo 
e  mal  di  vunlic,  A  stomaco  duolpungen- 
tC  ,  Ed  in  canoa  schienaniia.  *  '^l''"7* 
Stor.  hb.  4.  Avendo  avolo  il  male  della 
schicnanzia,  che  i  Ialini  chiamano  angina, 
ai  condusse  ec.  in  termine,  che  si  dubito 
assai  della  vita.  (FP) 

SCHlENCntE.  Ì'.A.  Schcncire,  Ve- 
^>Z.  Lo  scudo  ben  reggere,  e  1  colpi  bene 
schieucire,  e  arditamcule  i  colpi  fi-dire 
0/    testo    lai.    lux    veulcntia     tela    defle- 

"ciÌlENELLA,e  SCUlNELLA.  Malore 
die  viene  m-Ue  gambe  dinanzi  a'civalh 
tra  '/  pinocchio,  e  la  giuntura  del  pie. 
Lib.  Molt.  Volendo  vendere  un  suo  cavallo 
mollo  bello  e  leggiadro,  fu  rifiutato,  per- 
chè aveva  una  schicnella. 

§.  Per  simtlii.  Frnnc.  Sacch.  rim.  21. 
Libero  fojlc  di  irhinella,  o  rappa.  Car.  lett. 
2.  87.  Qujudo  la  rilazion  comparse  ,  noi 
trovò  nel  letti. 'colla  febbre  j  or.  Dio  lau- 
dilo, sim  rimaso  senza,  ma  non  già  senza 
altre  srhienelle  the  mi  trovo  addosso. 

f  SCUli->UTO.  Add.  Che  ha  grande 
schiena.  liurch  2.  87.  E  fa,  stu  puoi, 
che  sia  ben  fazionato  te.  Largo  nel  pelto, 
•  sia   bene   schicnulo   (parla  d'un  cane). 

SCniEHA.  Numero  di  soldati  in  ordì- 
aansa.  Lai.  ncies,  vxercitus,  Gr.  Tty^ccC' 
TOt^i;  <*.  /'■  IO.  86.  4  ^^^^  tulla  Tosto 
de' I-'ioreuliiii  di  l»r.Uo  con  ordinala  ichie- 
ra«  IC  11.  2.  20.  Sthierc  di  cavalieri  ar- 
matit  che  cavalcasiono  u  furnre.  Croni- 
cheti,  d'  Amar.  53.  Tito  Quinzio  dilla- 
lore  muisc  le  schiere,  e  cumbaii;-  con  lu- 
ro.  /■-'  appresso  :  Lo  dittatore,  eh'  era  Cara- 
millo ,  mosie  le  schiere  ,  e  combaiiè,  e 
»ioic.  /i94  ^*"  ^^^^  l"fo  l""'?'"""  ""* 
ischicr.i  lunghissima  ,  credendo  lare  per- 
cuoterò la  roda  della  ichiera  colla  testa 
addosso  a  Cesare  j  ma  Cci.ue  s'avvide,  e 


5  C  H 

fece  le  sue  schiere  per  modo,  ch'egli  scon- 
fisse e  ruppe  i  Barberi. 

g  I.  /Vr  tnet'f  n  dire  d' Os'ti  ordì' 
nata  moltitudine.  Lui.  acfS  ,  muliitudo  . 
Triif^Oi,  o^.uoj  Dant.  Inf  2-  Ch'uscio 
per  te  della  vulgare  schiera.  E  Fa-,  l8. 
E  come  augelli  surti  di  riviera  ec.  Fau- 
no di  &è  or  tond.1,  ur  lunga  schiera.  Petr» 
son.  24t>-  Guitlon  saluti ,  e  mctscr  Cino 
e  Dante,  Franceschin  nostro  ,  e  lutla  quel- 
la schiera  (cioè,  compagnia,  conversaxìo 
ne,  brigala).  Cr.  8.  2.  i.  Piantanti  in 
esso  schiere,  ovvero  ordini  di  peri  e  <)i 
meli,  ce;  ancora  vì  si  piantano  schiere 
di  muri  e  di  cihegi  (cioè,  fiUri  ). 

'fi  g.  n.  Similmente  per  metaf  detto 
ili  Mo/tiliidine  di  vocaholi,  o  simili.  Pal- 
lav  Tratt.  stil.  cip.  21.  Per  tantu  la  re- 
gola inlornoa  questo  si  è,  che  i  vocaboU 
si  Viigliono  separare  in  tre  schiere.   (lì) 

§.  \\\.  A  schiera,  posto  avverbialm, 
vale  In  compagnia,  in  truppa.  Lai.  C'itev 
vatim.  Gr.  0».$6-i.  Gmd.  G.  Ailunque 
andare  a  schiera  a*  tempii  degl'Iddìi,  e 
onorare  ec.  Sen,  licn.  /  nrrA.  ti.  32.  Kun 
si  chiamano  amici  colesti ,  che  a  grande 
schiera    picchiano   la   porta. 

§.  IV.  A  ichu-ra  a  schiara  ,  vale  In 
ischieia,  A  una  schiera  per  volti.  Lai, 
agniinatim.  Alani.  Colt.  i.  2.  Il  cornuto 
paslor  co*  suoi  Sei  vani ,  Co' suoi  Satiri  e 
Fauni  a  lui  compagni,  Veogao  colle  xam- 
pogne  a  schiera  a  schiera* 

t  3  SCIIItRA-MENTO.  Vazione  dello 
schierare  i  soldati  in  ordine  di  batta- 
g'ia  .  LaL  instrucfio  .  Gr.  TTa^aTK^i;. 
Zibald,  Andr.  Mostrò  perizia  grande 
nello  schieramento   delle    sue   genti. 

^  §.  Schieramento,  si  dice  anche  fi- 
gitralani.  per  Cosa  qualunque  posta  in 
ordine.  "  Salvin.  Pros,  ^i>sc.  I.  566. 
Non  sono  mica  le  lingue  un  giochetto  di 
varii  suoni,  ma  un  arlifieiuso  scbieramcu* 
lo   di   pentirri   in   parlar   ridotti  >>  ■  (C) 

SCUIEHAUE.  Mettere  in  i^chiernj  e  si 
usa  in  sisai/ic.  att,  e  netitr.  pass.  Lat. 
aciem  instmere  ,  explìrore^,  instrnere  e- 
xertitum.  Gr.  :ra^TOCTTetv  òwvaatv.  <i. 
V.  8.  12.  2.  Sctiieraronsi  parto  di  loro 
nella  piazza  dì  san  Giovanni.  £  12.  95.  5. 
Lo  Ile  d'Inghilterra  fece  armare,  e  schie- 
rar sua  peate.  Cronichett.  d'Amar.  79. 
Mario  co*  Romani  si  schierò,  e  comballc- 
ro.  Cirì/f.  Cali'.  3.  72.  E  preson  jier 
parlilo  d*  assaltare  11  campo  sema  dovcr&i 
schierare.  Tass.  Cer.  20  2^.  Cosi  Einiren 
gli  schiera,  e  corre  anch'  esso  Per  le  parli 
di  mezzo,  e  per  gli  estremi. 

SCHIERATO.  Add.  da  Schierare,  Mes- 
so in  ordinanza.  hM.  i'istrurtus,  rxplica- 
tus.  Gr  ■nupcit.TiT'jtyiiiv:)^  C  /".  ii.8tì. 
1.  Il  Re  d'  Inghilterra  venne  con  sua 
gente  schierato  nel  luogo  ordinalo.  M,  F, 
i.  3q.  1  quali,  schierali  in  sul  campo,  fa- 
ccano  vergogna  al  Re.  Cronichett.  d' A- 
mar.  l36.  E'  Pisani  sì  puoiono  a  campo 
presso  a'  Fiorentini  ,  e'  Fiorentini  tulli 
schierati  andarono  verso  loro.  Tnc.  Dav 
Ann.  4*  8i)>  1  nostri  fanti  e  cavalloggieri 
bene  schierali,  disposti,  e  provveduti  ^l'ar. 
En.  II.  y56.  Pir-na  d'.irmi,  d'insegne, 
di  cavalli,  E  di  schierati  fanti  e  di  squa- 
droni Si  vcdea  la  campagna:  cran  per  tulio 
Gualdanc,   ce.   (/i) 

#  SCHIERICATO.  Add.  Schericato. 
Bern.  rim.  \.  77..  Ladri  Cardioalacci 
schiericali.  (F) 

3  SCHIETTAMENTE.  Avveib.  Con 
isdiirttezza.  Lat.  \impliciter,  libere,  in- 
genue. Gr.  cÀcuàc'^wc ,  a:T).ù{.  Se^n. 
helt.  Dove  sono  quo'heni  che  schìellA- 
mente  soo  beni.  Tac.  Dav.  Perd.  ehq, 
4o5.  Sapere  csier  ciò  non  per  cavarli  da- 
nari, o  per  redarli  ,  o  iniiwlrar  qu.drbr 
uficio,  ma  schiettamente  per  amor  luu  ^ 
SiUm.  Odiss.  lib.  8.    *•     756.    Or    \tt . 


S  C  II 

ciò  dimmi,  E  per  ordiuo  cuoia  schietla- 
mente  U'ti  smarristi,  e  a  quai  giugoesti 
luoghi,   ce    (li) 

SCHlETTEiZA.  Astratto  di  Schietto. 
Lat.  iinctritas,  simplicitas,  libertas.,  con- 
dor, in^ennitas*  Gr.  «TtiaTr,;,  Kj>s7cta. 
#  Salvin.  pros.  sacr.  Oraz.  S.  Jiened. 
Mjravi(;lia  dunque  non  l-,  se  tanta  foise 
la  veemi'oza  delle  sue  predicazioni  ec.  , 
tanta  t'autoril'j  e  la  scbiellessa  nel  par- 
Lre  de'  suoi  pensieri,  ec.  (H)  Hellin.  Utt. 
Uom.i'l.  1-2^5. Prendo  qualcheconsolauonc 
ceonfurio  d^lla  mia  c>jscÌcoxa«  dalla  bontà 
e  schiettezza  del  presente  governo,  sulto 
il  di  CUI  patrocinio  mi  fido.  (C)  E  Disc. 
2.  7.  Quanti  souo  gli  animali  ec.  che  sono 
r  est- m più  e  1' amure  delle  donzelle  con 
la  ftchittlezza  del  lor  candure  ec.  (F} 

\^  %  Schiettezza,  dicesi  amche  la  Qua- 
lità di  CIÒ  che  è  schietto,  che  non  i  me- 
scolato con  altra  cosa .  lìellin.  Bucch. 
211.  E  quesiu  peso  jggiunlo  alla  figura 
E  alla  schirllczza  di  quel  gran  perlune  , 
Fa  che  stimala   eli*  è   senza   misura.  (B) 

SCHIETTISSIMAMENTE  .  Superi, 
di  Schtett-imente.  tf  Srgner.  Prtd.  6.  5. 
Schielli»simameiile  ve  lo  confesso:  quanto 
più  mi  stanco  a  pensarvi,  tanto  meno  la 
su   trovare     (li) 

SCHIETTISSIMO.  Superi,  di  Schietto. 
•?  Segner.  Mann.  JS'ov.  5.  3.  Ti  basti  di 
sajHrr  questo,  per  voler  esser  al  cootrario 
schieltissirao  {  tincerissimo  )  e  candidiui- 
mo  in  ogni  affare  .  (B)  Bet/in.  Disc  3. 
33.  Terminiamo  adunque  questa  schiettis- 
sima e  purissima  verità.  (Min) 

f  3  SCHIETTO.  Add.  Puro,  A'm  mi- 
schiato. Lat.  pu'its,  mer US,  simcerus.  Or. 
t.'j.^(g.z6:„  ei'>x,S(vr;';.  Ott.  Com.lnf.^  i6jj. 
tnfiuo  a  qui  sono  schirlle  parole  di  Boe- 
zio.  Sa^g.  nìt.  esp.  128-  Quelli  (vasi)  A* 
oro  più  schietto  soiiìglia  e  dislcode,  e  fi- 
nalmente strappa  .  Buon.  Fier.  2-  3.  4- 
Chi  si  compiace  di  color  miftlìali ,  Avrà 
da  soddisfarsi,  Perchi*  gli  schietti  ci  «odo 
in  disuso. 

*  §  L  F.  accompagnalo  dalla  parfi- 
crlli  da  .  Pnilav,  Ptrf.  Crist.  procm. 
Nelle  passale  mie  opere  il  sacro  è  come 
1'  oro  nelle  monete  ,  il  qual  non  è  mai 
schietto  da   qu.ilche  lega   di   rame  .    (D) 

§.  II.  ScJtiitto,  per  PiJito,  Uniforme, 
Seni/ilice.  Liit.  simple.r,  purus.  Dant.  Inf. 
l3a  Non  rami  irhirtii ,  ma  nodosi  e  'o- 
volii .  E  Pi"^-  I.  Va' dunque,  e  fa*  che 
tu  coìtui  ricinga  D*  un  giuoco  srhi.;l(o  . 
Petr.  canz.  2).  3.  lo  un  boschetto  nuo- 
vo i  rami  santi  Fiorian  d'  un  lauro  gio- 
vinetto V  schioilo.  E  son.  166  E  sol  nelle 
mìe  piaghe  arerUi  e  crudi  ,  Uìti  schietti , 
soavi  .  ^<  E  son.  l5o  lur  come  donna 
in  un  vestire  schietto  Celi  un  uoro  viro, 
o  sotto  un  picciol  velo.  (C) 

^  g.  111.  ScbieUo,  %-ale  uUorm  Aon 
corrotto,  iVit/i  puatto.  Btlc,  FiU  Célomb, 
2S3.  Sconficcarono  il  coperchio  della  cas- 
sa, e  trovarono  quel  corpo  in  quella  caMa 
intero  senza  ninna  macula;  e  la  gonnella 
e  il  cappuccio,  e  la  (:rÌllaoda  lolli  sani  . 
e  schietti,  come  quando  glieli  misuoo  in- 
dosso. (C) 

tf  %.  IV.  Schietto,  riferito  «  vino,  tWc 
JS'on  niischiitto  con  acqui.  Puro.  Ar,  Sat. 
2  E  il  vili  fumuso  a  me  mj  più  inter- 
dello.  Che  '1  losco,  costi  a  inviti  sì  tra- 
canna ,  E  sacrilegio  «  oon  b«r  molto  ,  e 

sclticltu.   (C) 

3  §•  V.  Uomo  schietto,  snUe  Di  mem- 
bra leggiadre,  t  agili j  contrario  dt  Attic- 
ctaio,  Tra^trsato,  o  Massiccio  j  ckt  «is- 
che  diremmo  Scarto.  Lat.  agiUs.  (r.  /'. 
10  87.  4*  Questo  Caslruceio  fu«  della 
persona  mollo  destro,  grande  auji,  d*a«- 
vrnanlc  fiirma  ,  ischieiio  ,  e  non  gratin. 
Cron.  Morell.  2^2.  Fu  costai  di  poriona 
più  che  comunale,  cioè  di  grandeiza,  se- 


S  e  II 

condo  i\  tempo  suo.  schietto,  e  oon  però 
magro,  ffern.  Ori.  3.  7.  !^^.  Di  persona 
cri  grande,  m^gro  e  schieltu. 

#  §,  Vr  Sc/iietlo,  e  anche  a^^itmto  d' 
alcuniì  parte  del  corpo  ,  e  vale  Afille  , 
Anzi  magro  che  no  ,  Sotli.'e .  <•  Lasc 
Spir,  2.  5.  I*on  mente  gjmba  scbiella  ! 
guarda  cosce  mcmlirulf  »!  Stor.  Eiir.  1. 
6.  Il  reslo  nitfOlcdimapco  dellj  persona, 
lutto  era  bello  e  Ijtn  fatto  veramente;  gli 
omeri  larghi,  le  Ixaccia  grosse,  e*  fianchi 
schietti,  il  venite  raccolto  ec.  Ftr,  Dial. 
Bill  donn.  ?>\\.  A  UD  dito  si  ricerca  es- 
sere schietto  e  bianco,  /l  423.  I  fianchi 
Toglion  rilevar*  ass^i.  e  gittar  su  il  busto 
schietto  e  gentile    (Cj 

§.  \\\.  Uomo  schietto,  ^'j;urntam.  vale 
Sincero  .  Lat.  simplex  »  purus  ,  integer  , 
sincertis,  ca/ididus,  liOer ,  ingeanus.  Gr. 
xxìxpo'i  ,  affici  ,  iihxpi'Jr,^  ■  *  '^'r?''- 
I^ior.  nnt.  l6o-  Uomini  ec.  in  che  il  nuo- 
vo stato  assai  confidava,  per  aver  renduto 
all'uno  la  patria,  all'altro  lo  ìtalo,  e  di 
ichiello  cauiìtlico  averla  chijmalo  a  quel 
governo  che  in  un  viver  Ubero  per  le  sue 
virtù  non  gli  poteva  esser  negato.  (C) 

*  §.  VUI.  Onde  Andare  scfiietty,  mie 
Procedere  con  sincintà  ,  ingenuamente  . 
Sert.  Giamp,  225.  Può  essere  che  aven- 
do voi  udito  raccontare  a  qualcuno  ec. 
cora*  ella  voleva  che  chi  avea  a  parlar 
co*  principi  usasse  parole  di  bisso,  cioè 
andasse  candido  e  schietto  ;  voi  per  mo- 
strar che  il  vostro  parlare  sia  più  che  da 
principi ,  può  essere,  dico,  che  siate  an- 
dato apposta  a  cercar  di  questa  paro- 
la-  (C) 

*  g.  IX.  Arme  schietta,  Term.  arai- 
dicoj  e  dicesi  Quella  che  è  intera,  sema 
rastrello ,  o  altro  j  che  anche  dicesi  Ar- 
me pura.  -  Riccrd.  Mtlexp.  X78.  Per  lo 
detto  Doca  il  sopraddetto  cavaliere,  e  la 
casa  de'  Pazzi  portano  e  portavano  Tarme 
•chiclla  del  Duca  di  Bari  ».  (/>} 

•|  *  SCHIFA.  F.  A.  Noia.  Vit.  S.  Gir. 
4".  Affrettati  ,  dolcissimo  sposo  dell'  ani- 
ma mia  ,  e  non  1'  avere  a  schifa  ,  perch' 
ella  sie  nera  de'peccaii.  (Vj 

SCHIFA  'L  POCO,  (fiato  a  modo  d' 
aggiunto  .  Dìcesi  di  Persona  che  artata- 
mente/accia  la  modesta,  e  la  contegnosa. 
/Vr.  Lue,  1.  3.  Cosi  si  vuol  fare  a  que- 
lle schifa  '1  poco:  non  ne  lasciar  lor  vìn- 
cere ooa  per  nulla.  Late.  Spir.  2.  5.  Se 
io  fussi  so  ben  io  chi,  tu  non  faresti  co^ì, 
monna  schifa  '1  poco.  ^S  Cccch.  Asiiuol. 
1.  2.  E  voi  ,  monna  schifa  '1  poco  ,  che 
fareste?  Giù.  Il  medesimo,  o  meglio.  (1) 
SCHIFAMENTE  .  Avveri,.  Con  ischi- 
fezs't .  Lai.  sordide.  Gr.  5.»"apw5»  -^'^- 
SSoit.  Diue  che  M  pigliava  con  due  dita, 
e  fece  'l  segno  molto  scbifamente  (  qui 
vale:  In  maniera  schiva.  Lai.  parce , 
mcde^ie  ), 

SCHIFAMENTO  .  lo  schifare  .  Lai. 
tvitatio  t  fuga  ,  declinatio  .  Gr.  éi<z)i5t?. 
Albert,  cap.  60.  Lo  liguardamento  è 
scbifamento  de'  viiii  contrarli  (  così  nel- 
/'  ottimo  lesto  dell'  Accnd.  Lo  stampalo 
ha  Circospczione  e  guardia  de'  viiii  con- 
trarii  ). 

§.  Per  Dispregio  ,  Vilipendio  .  Lat. 
opprobrium  ,  ahìrclio.  Gr.  ovsi^o;  .  f'it. 
Crist.  D.  lo  soo  verme,  e  nun  uomo, 
vituperio  degli  uomini,  e  schifamento  del- 
la gente . 

*  SCHIFANOIA.  Fuggifatica  ,  Pigro. 
Lai.  iners,  suis  inservims  commodis.  Gr. 
orpyo'^,  vw^sir'^.  Mail,  Franz,  rini.  buri. 
2.  100-  Ma  chi  trovasse  il  modo  a  bilìcallo. 
Sarebbe  an  schitanoia.  (*) 

•f  *  SCHIFANTE.  Che  schifa.  Che 
ha  a  schifo  ,  Sen,  Prcv,  ^26-  Che  dun- 
que? Sarebbe  più  felice  (  Fabbrizto  }  se 
Del  suo  ventre  atlaffasse  pesci  di  loogin- 
quo  marct  e  pellegrine  uccellagioni,  e  se 


S   C  II 

di  calcinelli  del  mare,  di  sopra  e  di  sot- 
to, la  pigriii.!  dello  stomaco  schifante  ri- 
lev.isse...7  (.lì 

SCniFANZA.  P\  A.  Lo  schifare,  Schi- 
fmienio.  Lai.  evitati^,  Gr.  ^xxiioc  Frane. 
/Jarlt.  179.  16.  Ma  non  prendessi  csem - 
nUi  in  securanza,  S' hai  a  far  col  minore; 
Che    tal    fiata   onore  Tolgon  a   quei,   che 

00  fanno  schifanza. 
SCHIFARE.  Schivare,  Scansare,  Sfug- 
gire .  Lat.  evitare  ,  effugere  ,  declinare  , 
dejlectere,  fastidire.  Gr.  Éxx.VtvEiv,  a:To- 
n'-T^ì-^-.'yiKf.*.  s  :r«p5;rT!9àai .  Jiocc.  nov, 
(\\.  4.  La  giovane,  senza  schifar  punto  il 
colpo,  lui  similmente  cominciò  ad  amare. 
K  no.'  60.  17.  Li  quali  tulli  il  disagio 
andavan  per  1'  amor  d'  Iddio  schifando  . 
E  nov.  8f>.  3.  Se  l'iouccìo  ec.  non  aves- 
se schifato  il  biasimo  della  giovane  e  *1 
suo  .  E  Lab.  169.  Dalle  quali  cosi  belle 
tu  non  se' schifalo  oè  schernito,  ma  è  loro 
a  grado  il  potere  slare  ,  sudare  ,  e  usar 
leco  .  Albert,  cap.  i\.  Non  ischifa  fatica 
chi  disidera  gloria  di  virtude,  e  di  bonla- 
de.  Tes.  Br.  3.  6.  L'  uomo  dee  ischifjre 
mala  acqua  e  paduli  e  slaj;ni  ,  massima- 
meole  se  sono  contro  a  Occidente,  e  con- 
tro a  Mezzodie.  Pelr.  cap.  5.  Che  giam- 
mai sfherroidor  non  fu  si  accorto  A  schi- 
far colpo  ((/III  Lat.  delle»  tcre  ).  ^  Poliz. 
rim.  leti.  1O7.  U  quale  (Ci/io  da  Pistoia) 
primo,  al  mio  parere,  cominciò  I*  antico 
rozzore  in  tutto  a  schifare.  (Cj 

5?  §.  I,  £  in  signifìc,  neutr.  pnss.  Med, 
Arh,  Cr,  32.  Neil'  ora  del  tradimento  la 
bocca  che  abbondava  in  malizia  non  si 
schifò  di  lasciarsi  porre  alla  sua.  (€}  IH. 
SS,  Pad.  I.  26^1.  Sovveneli  di  quel  che 
potè,  non  curandosi ,  ne  schifandosi  della 
villade  e  bruttura,  che  suole  avvenire  al- 
le  donne  nel  tempo  del  parto.  (CP) 

§.  II.  Per  Dispregiare  .  Lai.  speme- 
re.  Gr.  xataypovsTv.  Petr.  canz.  2p.  3. 
Quel  poco  che  m'  avanza  ,  Fia  eh*  1'  noi 
schifi  ,  s*  i'  *1  vo'  dare  a  lui.  Guiit.  leti. 
20.  Nullo  è  grande,  for  quello  che  quanto 
ci  è  schifa,  e  a  cielo  bada. 

§.  HI.  Per  Avere  a  schifo,  0  a  stoma- 
co. Lai.  aspernari,  ahhorrere.  Gr.  juioaT- 
TEsScti.  Cavale  Fruii,  ling.  Non  si  sde- 
gnano d'  esser  nostri  ministri,  e  non  ischi- 
fano  ne  il  lebbroso,  ne  'I  peccatore.  Cas. 
leti.  35.  Se  il  precettore  lusse  di  qualche 
condizione,  non  sarebbe  astretto  a  fare  al- 
cuni officii  che  si  sogliono  schifare,  d'ac- 
compagnare il  putto  fuori  ,  e  simili  altre 
cose. 

g.  IV.  Per  Ricusare.  Lat.  recusare . 
Gr.  a'vavsy'siv.  Din.  Comp.  i.  17.  Tanta 
baldanza  pre5e,  che  palesemente  egli  e  la 
sua  famiglia  vendevano  la  giustizia,  e  non 
ne  schifavano  prezzo,  per  picciolo  o  grande 
che  egli  fusse  .  Bocc.  introd,  {^Z.  Se  di 
prenderli  a  questo  ofirio  non  iscbiferemo. 
SCHIFATO.  Adii,  da  Schifare.  Lat. 
evitatus  ,  Jastidio  habitus.  Gr.  fii'sfixó^. 
Cron.  Morefl.   271.    Scaccia  paura,    timi- 

1  dezza  ec.,  e  altre  simili,  le  quali  ti  fanno 
tristo  e  Egraziato,  e  fannoli  essere  non  re- 
putato, da  niente,  e  schifato  (cioè,  disprez- 
zato). Calai.  27.  Figliuolo,  questi  è  mes- 
ser  Domeneddio  ,  e  1'  acqua  da  lui  solo 
bevuta  ,  e  da  ciascun  altro,  come  tu  vedesti, 
schifata  e  rifiutala,  fu  la  discrezione. 

t  SCHIFATORE.  ì'erhal.  masc.  Che, 
o  Chi  schija.  Lai.  osor.  Gr.  ò  [Xitriiv.-;. 
Lib.  Prcd.  Si  mostrano  scbifatori  di  quel 
brutto  peccato  . 

SCHIFETTO.  Dim.  di  Schifo  sust. 
Lat.  phaseìus .  Gr.  ya'jriXs;.  But.  Par. 
II.  1.  Sì  mise  a  voler  passare  di  colte 
quel  mare  con  piccolo  schifetto,  che  avea 
Amiclate  pescatore  poverissimo.  E  appres- 
so: Misonsi  amburo  in  mare  per  volere 
passare  col  suo  schifetto,  ma  non  poterò, 
per  la  grande  fortuna  che  era  io  mare. 


SCI! 


1067 


SCniFEYOLE.  Add.  Che  schifa.  Lai. 
fìiltdiens  .  Gr.  Tta^OTTTo'asvo;  .  Bemh. 
Afol.  Esso  interrompendoli  soverchio,  delle 
sue  lodi  scbifevole  ,  volea  ,  seguitando  , 
alle  prime    proposte  ritornare  - 

^  §.  Se hfevole,  per  i schifoso  ,  Schifo, 
Che  fa  stomaco.  Segner.  Crist.  instr.  3. 
2.^.  21.  Appena  slam  nati,  che  egli  (di- 
sto) ci  appresta  un  bagno  ,  entro  cui  la- 
varci dalla  lebbra  schilevole  del  pecca- 
lo, (ys) 

t  *  SCHIFEVOLMENTE  .  Avveri. 
Con  ischfimcnlo.  Lat.  incvitabiliier.  Boez. 
i^?>.  Che  se  non  ischirevolmentc  esser  ad 
avvenire  giudica  le  cose,  le  quali  eziandio 
è  possibile  non  avvenire,  è  inganoato:  la 
qual   cosa    ec     (f'J 

SCHIFEZZA.  Lnidezza,  Sporcizia.  Lat. 
sordes,  spurcilia,  immunditia.  Cavale.  Di- 
serpi,  spir.  Il  cibo  itgettato  è  di  più  schi- 
fezza, e  più  abbomiuabile,  che  qualunque 
altro  cibo  freddo  e  spiacevole. 

§.  I.  Per  Istomaeoggine.  Vit.  SS.  Pad, 
2.  76.  Egli  avea  sete,  e  non  volea  bere, 
per  ischifezza  di  quel  lebbroso. 

g.  II.  Per  Soverchia  squisitezza  di  gu- 
sto ,  0  per  Lo  recarsi  a  schifo  ogni  co- 
sa .  Schifila  .  Lat.  deliciec  ,  fnsUdium  . 
Sen.  Pisi.  La  fame  richiede  piccolo  costo  j 
la  schifezza  e  la  ghioltorcia  lo  richiedo 
grande . 

*  g.  in.  Essere  a  schifezza  una  cesa, 
vale  Averla  a  schifo  .  S.  Ciò.  Grisost, 
238.  Cooluttochc  gli  sieno  posti  ionaosi 
soavi  e  dilicati  cibi  ,  piultoslo  gli  sooc^ 
orrore  e  schifezza,  che  a  diletto.  (TC) 

SCHIFILTÀ',  SCHIFILTADE,eSCHI- 
FILTATE.  Astratto  di  Schifo,  in  si^nific» 
di  Guardingo ,  o  Ritiralo.  Lat.  ntod^Uia. 
Gr.  KOafiiÒTri^.  Bemh.  Asol.  2.  1^8.  Ora 
il  pregio  della  schifiltà  onerando,  ora  i 
fruiti  della  dimestichezza  procacciando, 

J  §.  ).  Per  Rilrosìa,  Ripugnanza.  Lat- 
refractnrii  animi  vitìum  ,  ruslicitas  .  Gr. 
dypiòzT,^  .  Sen.  Pisi.  78.  Egli  è  tanto 
grande  la  loro  schifiltà  e  segnoria,  che  si 
fanno  portar  dietro  la  cucina  .  Bocc.  In- 
trod.  36.  Acciocché  noi  per  ischifillà  o  per 
Irascuralaggine  non  cadessimo  in  quello,  di 
che  noi  peravvenlura  per  alcuna  maniera 
volendo  non  potremmo  scampare. 

*  g.  II.  Schifiltà,  talora  vale  anche 
Azione  da  schi^ltoso  ,  ritroso  ,  «  Segr. 
Fior.  Slandr.  4-  8  Ma  io  non  la  lodo 
già  ,  che  innanzi  che  ella  ne  sia  voluta 
ire  a  letto  ,  eli'  abbia  fatto  tante  scbifil- 
l*a  ».  (N) 

§.  in.  Per  Istcmacaggine  .  Z.^i.  fasti ■ 
dium  ,  nausea.  Gr.  avo^^^i'a,  vaUTt'st  . 
Sen.  Pisi.  Che  ha  malo  stomaco  e  cor- 
rotto ,  e  pieno  di  schifiltà. 

§■  IV.  Per  Lo  avere  a  schifo,  Sausea. 
Mor.  S.  Greg.  Dispregiano  quelli  che  so- 
no entro  nella  chiesa,  per  iscbifiltà  della 
lor  vita. 

SCHIFILTOSO  -  Add.  Che  schifa  , 
Schivo,  Ritroso.  Lat.  diffìcilis ,  rusticus, 
diirus,  Gr.  dypio^.  Dav.  Sctsm.  12.  Quan- 
to più  il  Re  la  sollecitava,  tanto  più  con> 
legnosa  e  stbifillosa  gli  si  mostrava,  giu- 
rando non  esser  mai  per  dare  a  persona, 
che  suo  manto  non  fosse,  la  sua  vergi- 
nrtade . 

SCHIFISSIMAMENTE.  Snperl.  di  Schi- 
famenle.  Loidissimnmente  ,  Sporchissima' 
mente.  Lai,  spurcissime.  Gr.  àifj)(pdrcc7CC. 
SCHIFO.  Sust.  Paliscalmo.  Lai.  sca- 
pha.  Gr.  (ixa'fj).  Serd.  Leti.  Ind.  3.  81O. 
I  mercatanti  vollero  andare  alla  terra  co- 
gli schifi  .  Ciri£.  Caìv.  t^.  122.  Liuii  e 
schifi  sull'acqua  leggieri .  v^r.  Fur,  il. 
37.  Tosto  che  1'  orca  s'  accostò  ,  e  sco- 
perse Lui  nello  schifo  con  poco  ìolerval- 
lo  ,  ec. 

g.  Per  simrlit.  si  dice  di  Volta  di  slama 
falla  a  guisa  di  schifo  a  rovescio. 


io63 


s  e  n 


?o 


SCHIFO  .  j4dd.  Sporco  ,  Lordo  .  Lai. 
jpurcut  ,  lutufentus  .  Gr.  à^ix'ìa.pTOi  , 
^opBopoìSm.  Gatat.  7.  Non  sodo  du  fare 
io  presenzj  Hegli  uomioi  le  cose  Uide,  o 
fetide  ,  o  schife. 

f  §.  I.  Per  lìitroso  t  Fastidioso,  Che 
V"ff?**  Che  sdef^na  ogni  cosa.  Lai.  indi- 
gnans  ,  /astiilienf  ,  dr/icatus  .  Gr.  clrzo- 
nrpiyóp.fi'ìi  »  Tzctponro'fitvoi ,  aS^a';  . 
Bocc.  no^'.  17.  l5.  Moilrjndo  di  Don  a- 
vff  cura  dì  ciò  .  che  ella  ti  moìlrava 
■chifa  .  Lab.  263.  Nelle  Chiaoi  di  mci- 
sa  state  con  multa  meo  noia  dimorreLbe 
ogni  schifo,  che  vicino  a  quello.  C  y, 
l3.'».  5.  Fu  alquanto  pr^suoluoio,  schi- 

e  sdegnoso  .  Òlt.  Com,  Inf.  3.  32  A 
dare  ad  miendcre,  che  ancora  e  schifo  di 
passare  uomini  vivi ,  por  la  rimembranza 
di  quello  che  fece  a*  demonii  Ercule  e  Te- 
leo .  Dani.  Purg  26  Queste  d.l  gicl , 
quelle  del   Sole  schife. 

§  li.  Per  Gifirihn^o ,  Ritirato.  Lat. 
motfsfut.  Gr.  zonato;.  Pflr.  son.  189 
E  Laura  mia  con  suoi  santi  alli  schi6  Se- 
dersi in  parie,  e  cantar  dolcemente.  Trat', 
puv. /am.  Chi  è  schifo  sano,  conviene  che 
stenti     infermo     (lat.     mollis,   delicatus  ). 

*  Tass.  Him.  Krmc,  Son.  21.  Spirto  im- 
morlal  ,  eh;  saggio  e  insieme  ardilo  Nel 
mortai  campo  alte  vittorie  aveiii,  Di  %o- 
glie  schife  armato,  e  d'  alti  onesti  ec.  Deh  ! 
risguarda  ec.  (D) 

§.  MI.  Schifo,  inforzi  di  sust,  ,  per 
ischifiUà  ,  Schifezza  i  onde  f'enire  schi- 
fo, A^ere  a  schifo»  vale  Venire  a  noia. 
Essere  schifato  ,  Avfre  a  noia  ,  Lai.  fa- 
tttdire  .  Gr.  aT0?r^s'p£53at-  Dant.  Inf. 
3l.  E  o -n  Icn  venga  schifo.  Peir.  son. 
aSO-  Che  non  ha  a  schifo  le  tue  bianche 
chiome,  Bocc.  nov.  18.  3;.  Il  quale  a 
schifo  avea  la  Gi-nuetla.  Guitl*  Utt.  zS. 
E  come  per  rssìone  ec.  avrebbe  avuto 
alcun  hu  mo  a  schifo. 

SCHIFOSISSIMO.  S»pej-K  di  Schifoso. 
Lat,  inini'indisiimus.  Gr.  Jy^xaSasTOTa- 
TO5.  Sfi:ner.  Mann.  Giugn.  2.  3.  Son  dati 
ÌQ  predii  a  schifosissimi  vermi,  che  gli  di- 
moiano, fu  22.  I.  Se  qu.in.lu  uno  cade  in 
qual'he  vituperosa  carnalità,  restasse  an 
eh*  rgli  di  subilo  tutto  oppresso  da  sebi- 
fosìssima  lebbra  ,  credi  tu  che  sarebb^^no 
taali  al   mondo  ec.  i  Uscivi? 

5  SCHIFOSO. //(/'/.  Schifo.  Lat.  iuri- 
dits,   imTinndiii.GT.  ccAUicAproq. 

ilr-  §.  I.  Schifoso  ,  v^ìle  anche  Che  in- 
duce nausea  ,  stomacaggine  .  "  S>sner. 
Pred.  3.  3.  Si  bevve  il  sangue  d'  una 
fetida  caprj  ,  sangue  non  meno  pestìfero 
che  schifoso,  e  cosi  da  se  slesso  s'  avve- 
lenò.». rO 

*   §,   II.    E  ftg'tratam.  m  Sesner.    Cnst. 

lastr.  2.  21.  9.  Chi  potrà  mai  spie- 
gare quanto  fu  acerbo  questo  cordoglio 
nel  cuore  dtl  Rcdenlore  ,  in  considerarsi 
coperto  e  carico  della  feccia  più  che  schi- 
fosa di  tutti  i  peccali  -  7  (C) 

SCniMBESCIO,e  SCIIIMDECIO.Tor- 
to,  Traierso.  Lat.  obliquns,  traas\ersus . 
Gr,  :rÀa/io; 

§.  A  schtmbescio,  A  schimhesd»  e  A 
schimheci,  posti  avverhiit. ,  vagfiono  A 
schianch,  A  sghembo,  A  traverso.  Lai. 
oblique,  tranSiursint.  Gr.  TTÌa/t*M;.  So- 
der.  Colt.  '\\.  S*  hanno  a  tagliare  3  tra- 
verso allo  'ngiù,  facendo  a  srhimbesci  il 
tjglio  augnalo.  E  Sp.  Si  dee  fare  il  foro 
per  iicancio,  a  scbìmhescio  ,  pendente,  a 
traverso  allo  'ngiù,  1/.  Bin.  rim  buri.  i. 
20  1.  Ma  se  per  caso  l'  adocthi»,  o  l'an- 
nasa Mciscr  Latin,  perch'  ella  sia  a  scbim- 
beci,  La  Ti'ggi'>  un  di  tanquam  tatuila  ri- 
ga.  Burch.   2.   U,  Campi  si  e  in  peduli. 

•  po^to  al  f'  zzo,  E  per  noo  m*  infangar 
vo  a  schìmbeei. 

SCHINANZl'A.  Squlnaniia.  L«t.  angi- 
na. Gr    ouvayj(>i. 


S  C   H 

SCHlNCniMUnRA.  Nome  fato  per 
burla,  e  per-  inditr  niiravt^ha,  dal  Bocc, 
nov.  70  12.  InBno  alla  schincbimutra  del 
Presto  Giuvanni,  che  ha  per  me'  *1  culo 
le  corna. 

*  SGUINCIO.  Add.  Ohhliquo,  Tra- 
verso. Lai.  tran*versus.  Gr.  "Iria-zta?. 
Dìttam,  I.  8-  Da)  Nilo  è  bello  che  qui  mi 
comince  ,  Cht-  vien  dal  Mexzodi  per  molte 
lingue  ,  E  per  istr^de  disviate  e  schin* 
ce.    (•) 

SCHINELLA.    r.  SCHIENELLA. 

SCKINIERA,  e  SCHINIERE.  Arnese 
per  lo  più  dt  ferro,  che  difende  le  gam- 
be de*  cava.'ten.  Lai.  tibtn/e.  Gr.  Tttpi- 
y.jrifiti.  Alam.  A^arch.  16.  5.  Il  pesante 
schinier,  che  lutto  abbraccia.  Quanto  Tos- 
so primiero  in  allo  ascende.  Di  ben  si- 
curi chiodi  intorno  allaccia.  E  20.  6  II 
suol  di  ferro  ,  e  l'argentato  sprone  ,  Lo 
srhiaier  sopra  ,  e  *l  coscial  dopo  assìede. 
Bern.  Ori.  1.  7.  34-  La  scbiniera  iocao* 
tata  grossa  e  piena  Pur  si  piegò  dì  den- 
tro,  e   gìtlò  foco, 

SCUIODARE.  Sconffcare,  Cacare  il 
chiodo  confitto.  Lai.  refigere.  Gr.  a~o.<a- 
3tiìo3v  Ar.  Fur.  12  5o-  Ogni  colpo  d' 
Orlando  o  piastra,  o  maglia  E  schiuda,  e 
rumpe,  ed  apre,  e  a  strazio  mena.  ^  E 
3i.  21.  Ora  levando  i  canti  ai  grossi  scu 
di  Schiodando  or  piastre,  e  quando  ma- 
glie aprendo.  (C) 

g.  Per  metcìf.  Dtttam.  3.  12.  Io  ho  sì 
ben  legato  a  nodo  a  nodo  Nella  mia  men- 
te ciò  che  detto  avete  ,  Ch'  a  pena  una 
parola  non  ne  schiodo.  Varch.  Ercol.  58. 
Di  coloro,  i  quali  ec  dicono  tutto  quanto 
quello  che  hanno  detto,  e  fallo  a  chi  ne 
gli  dimanda  ec,  s'usano  questi  verbi:  sver- 
tare,  sburrare,  schiodare,  ec 

•^  SCHIODATO.  Add,  da  Schioda- 
re. (A) 

•r  SCHIODATURA.  Voce  dfll' uko.  V 
aito  dello  schiodare^  e  La  cota  schioda- 
ia. (A) 

SCHIOMARE.  Di sf are, o Scompigliar  U 
chioma.  Lat.  crtnes  solvere,  Gr.  rptjja^ 
exluitv.  Frane.  S<tcch.  rim.  6p.  Perché 
tal  moto  va  in  terra  di  Ronu,  Dovel'au» 
rea  chioma  Si  schioma  e  si  doma  Coo 
portar  trista  soma, 

<•  SCHIOPPETTERI'A.  Quantità  di 
schic-ppelti,  ed  anch'!  SoUaiesca  armala 
di  schioppetto.  Giticc.  Slor.  Battendogli 
anche  con  la  schiopppi feria  distesa  per 
questo   io   su   le   mura   della   t«-rra.   (yj 

*  SCHIOPPETTIERE.  Soldato  nr. 
mata  di  schioppetto.  Guicc.  Star.  Tra' 
quali  erano  quattrocento  cavalli,  la  rorlà 
schioppetlierì.  (IV) 

SCHIOPPETTO  .  Dim.  di  Schioppo  s 
e  vale  ancora  lo  sV-sso  che  Schioppo  . 
Guicc.  Styr,  lib.  It.  Benché  dentro  ap- 
presso al  muro  fosse  uno  squadrone  di  fanti 
con  gli  schioppetti,  e  con  le  picche. 

SCHIOPPO,  Sorta  d'arme  da  fuoco  , 
Archihitso  ,  Scoppio ,  Scoppietto,  Lat. 
*sclopus.  Serd.  leti.  ^.  879.  Verfoerr  ar- 
mali d*  archi  e  di  schioppi  Buon  Fier. 
I.  Jntrofi.  E  fummo  ogaor  bcraaglio  Do- 
gli archi  e  degli  schioppi 

't  *  SCHIOSTRARE.  jYe«lr.  post.  , 
vale  Uscire  del  chiottro,  e  i>er  metaf. 
Liberarsi.  D.int,  rim.  (  Io  credo  io  Dio 
Padre,  che  può  fare  ec.)  E  che  noi  per- 
duniam  tu  ti  dimostri  Esempio  a  noi  per 
la  tua  gran  virlule,  Onde  dal  rio  nemico 
ognun  si  schiostri    (f) 

SCHIPPIRE  r.  A.  Scappare  c.^n  nstu- 
zia,  con  ingrj:no,  e  con  da^t'Ciia  Pataff". 
4.   Srbìppa   tosto  infardato   \co|>erto. 

SCHIPPITO.   Jdd   di  Schippirt.   Tac, 
Pav.   Ann.  ^.   89    Ricordandosi    delle   fa- 
tiche durale  per  vnire  a  queila    bramata 
e  tante  vulic  loro  scbippìla  pugna,  si  sa 
tiavano  di  veiuldla  e  di    sangue  (  il  testo 


s  c  n 

Ut.  ha  adveniu  eludeott-s  optata*  totìes 
pugnae  ). 

*t  *  SCHIRAGDAITO.  /'.  A.  Sen- 
tine/in, ovvero  /,'!  schiera  che  sti  in  agua* 
to.  Lucan.  y.  66.  La  notte  era  oscura  , 
il  primo  iscltiraguaito  dell'  oste  dormia  ; 
già  il  secondo  avea  cominciato  a  veg- 
ghiare.  E  76.  Quando  egli  giunse  alta  ri- 
va, credette  passare  lo  scbtragoaito,  ma  fu 
niente,   sua   genie  il   conobbe,  (l') 

:::  SCHIRIBIZZO.  Lo  slesso  che  Ghi- 
ribizzo. (A) 

•f  *  Si:.\\ÌK\Z\ZZOSO.  Add.  Lo  sUsso 
che  GhinbitzOiO.  Magai.  Lelt.  scient.  pag. 
101.  Neil'  cKlorato  ad  usc^  del  punto  si 
dà  in  delle  scene  più  schiribìuose  •«• 
sai,  (A) 

SCHISA.  Diciamo  Per  ischisa,  o  la 
ischisa,  e  vale  A  schiancio.  I,at.  in  Iran- 
sversum.  Gr.  Triayi'w?.  Tav.  Bit.  Tri- 
stano ha  nell'insegna  il  campo  azzorro  , 
con  una  banda  d'  argenlo  per  ischisa. 
Cron.  Morelt.  337-  *'  l'fao  di  portò  Tuo» 
verde,  e  rosso  in  ischisa. 

SCHISARE.  Termina  aritmetico,  t  vale 
il  Bidurre  il  numero  rotto  ad  altro  nu- 
mero minore,  ma  di  valore  eguale.  J'ed. 
F.'os.  a  23.  ì'arch.  Ercol.  |55.  Di  greca 
origine  sono  ec,  slradiollo,  schisare,  ave. 
nirsi,  ec.  E  227.  Averebbe  sentito  iuiaa 
a*  fanciulli  che  non  sono  ancora  ili  all*al>- 
haco,  e  non  sanno  schisare ,  dire  tempre 
cinque  oliavi,  e  Don  mai  le  cinque  parti 
dell'  oliavo. 

SCHISO.  L'aUo  dello  schisare.  Ter- 
mine aritmetico. 

•|    *     SCHITARRARE.  Sonar  la  chi- ^ 
titrra,   o  simili.   Salvia.    Om.  Inn.    (  Cao- 
la.   o    Musa,    a    Mercurio    inno,   ec.)    Ei 
scbilarraodo    Amabitmeole  colla    lira,  fran- 
co  Stava    il   6glio   di   Maia,    ec.   (A) 

3  SCHIVARE.  Scansare  ,  Sfuggire  , 
Schifare.  Lat.  evitare,  fffitgere.  Gr.  e*«- 
psu'/eiv.  Sa^c-  nat,  e<p.  65-  Non  sodo 
però  questi  talmente  inevitabili,  che  dal- 
l'accortezza del  diligente  osservatore  aoo 
sì  possano  leggiermente  schivare.  Fir.  As. 
109  E'  fece  tanto,  eh*  e*  s*  osci  di  casa, 
ma  DOQ  potè  per  questo  schivar  1*  uUi- 
mo   colpo   della   fortuna. 

*  g.  I.  Per  Dispregiart.  ■  Buon, 
rim,  26.  Pregia  me,  pregia  il  mondo , 
a  cui  se'  bella.  Ne  schivar,  beocbè  1^>- 
si,    ì   merli  nostri  ■•  .  (C) 

*  g.  II.  per  Guardare,  Difendere.  Ar, 
Fur.  6.  .^O.  Se  da  grandine  il  ciel  sem< 
pre    ti  schivi.  fP) 

*  S-  III.  Schivare,  per  Togliere,  Im- 
pedire. Ar,  Fur.  11.  56.  Non  so,  dis- 
s'ella,  s'io  V*  ho,  che  la  morie  Voi  mi 
schivaste,  grazie  a  riferire .  E  Hy.  Io 
v'ho  da  ringraziar  ch'una  maniera  Dì 
morir  mi  schivaste  troppo    enorme.  (D) 

^  §.  IV.  Per  Bimovere^  AUontama* 
re.  Cessare.  Ar.  Fur.  9.  49-  Dopo  il 
qual  ne  la  forza,  oè  il  tesoro  Poti^ 
giungfr  più  a  tempo,  sì  che  morte  E 
strazio    schivi  al    mio  caro    Coosorle.  (Brf 

*  Si  WWKTO.  Add.  da  S(hivart.(J} 
SCHIUDERE     Contrario  di    Otiudere, 

Aprire  Lat.  «perire,  recludera,  resera, 
re,  Gr.  •(^9«'*/uv.  Dant.  Inf.  3o.  Che 
mordendo  correvaa  di  quel  modo,  Cba 
'1  porco,  quando  del  porcil  si  schiude. 
*  Buon.  Fier  3.  19.  Lasciale  ec.  Le 
scarpe  anzi  alta  soglia,  e  pian  pianissi- 
mo Vo  innanzi ,  sempre  più  un  Uolio 
schiudendo     La   lanterna    a     mirart  ;     • 

v<TK"    ''   '*"^  ''^*   (^^ 

t  5  §.  I  Schiudere,  per  Eselmdere^  Ut- 
gettar^-;  c^ntf-n'io  di  Ammettere.  Lat- 
excludrre.  G.  /'.  il.  16.  2.  Certi  po- 
polani, ch*  erano  degni  d*  euer*  al  dello 
uficio  ,  per  selle  a*  erano  scbìiui.  àf.  F, 
IO-  75  I  quali  quasi  del  tutto  «rtno 
scbiuii    (I>1li    ufficii. 


s  e  u 

t  §.  II.  Schiudere,  vate  anch'  Rl- 
Tnuoi't-re ,  Ailontanare  .  Pass.  f>6.  La 
peaiteoxa  schìfii  l' av^iiriziii  ce,  s>  biude  \i 
'oTÌdia.  Dani.  Conv.  112.  P«r  ischiu- 
»Ìerc  ogni  fjlia  opinione  da  me,  per  la 
4Uj1o  Toasp  sospicjt't.  lo  mio  amore  cs- 
icre  per  sensibili-   dilellaiione. 

*  g.  III.  /><T  me/<i/.  insegnare.  Ma- 
ni/estare. Jr.  Fiir.  25.  63.  Non  le 
domando  a  questa  offerU  unire  Tesor  , 
uè  dominar  popoli  e  terre  ee.  Ma  sol 
che  qualche  via  donde  il  desire  Vostro 
l'adempia,    mi   srhiuda    e    diiserre.    (£r) 

*f  *  SCIIIVEZZA.  Stomacaggine, 
Nausea.  Ar*  su.  5.  Sì  che  quei  che  le 
barìjiio,  ben  ponno  Con  meo  scbivezza 
t  stomachi  più  saldi  Baciar  loranco  ce.  (.4) 

SCHIUMA.  Jt^i^rt^ato  d' infinite  bot- 
te,  Sonagli,  o  pallottoline  ripiene  di  aria, 
che  si  producono  nelle  cose  liquide  o 
per  forza  di  calore,  o  quando  con  /or- 
sa, e  veentenZ'i  si  abitano,  e  si  dibatto^ 
no.  Lat.  spuma.  Gr.  ajppo';.  Cr.  i.  io. 
3.  Si  mctl.i  a  cuocere  in  una  pentola 
in6no  a  tanto  cbe  Ut-vino  la  schiuma,  e 
poi  le  rimoveriii  dal  fuoco.  Lìaat,  Inf. 
a^.  Colai  vestigio  io  terr?  di  si;  lascia, 
Qual  fumo  io  aere  »  ed  in  acqua  la 
schiuma.  Serm.  S.  Bem.  NulU  altra 
cosa  è  la  carne ,  colla  quale  tu  h.ii  sì 
grande  amìst^de,  se  non  isrhiunt.i  fitta 
carne,  restila  di  fragil  bellezza.  Annoi, 
yang.  Cadde,  e  volgevasi  per  terra ,  e 
faceva  schiuma  per  la  bocca  (qui  per 
Bava  )m   Frane.  Sacch.   rim,    24.  Ciò  che 

fiotè,  dal  nascer  all'  occaso  Mise  in  le 
ira  le  manne  schiume.  l'J  65.  Io  non 
mi  sarei  stantio  oc  riniaso  Tra  le  Tir- 
rene e  r  Adrìaoe  schiume  (  in  questi 
due  esempii  Schiuma  ti  prende  per  l' 
Acqua  dfl  mare  ).  Soder.  Colt,  lo'j. 
Piglia  r  albume  di  tre  uova,  e  gettale 
nella  botte,  avendole  sbattute  prima  fin- 
che facciano  tutte  l'i  schiuma.  E  loS. 
Levagli  ria  la  schiuma  e  riliaMeria  che 
getta  pel    cucchìumo. 

§.  I.  Per  mrtnf.  Da-it.  Purg  i3.  Se 
tosto  grjzia  risolva  le  schiunie  Di  vo- 
stra coscienza.  But-  i^'i  :  Hisotva  le  schìu- 
nie  Di  vostra  cosrienz.i  Come  Ij  schiu- 
ma significa  la  impurità  dcira''qua,  cosi 
la  pone  qui  per  la  impurità  della  co 
«cieota  ;  cioè:  se  tosto  la  grazia  di  Dio 
rùolva  e  distaccia  la  macchia  del  pec- 
cato cimasa    nella    coscieozia. 

§.  If.  Schiuma  degli  sciagurati^  de' 
ribaUi,  0  simili,  il  diciamo  per  /scia- 
guralissimo,  e  Ribaldissi'no.  Lai.  impro- 
borum  fttr,  Gr.  'X-J^p.7ZOtf\po^.  Mor^.  ip. 
97-  Io  era  capo  degli  sriagurati.  Anzi  b 
schiuma  di  tutti  i  nlialdi.  Lib.  Son.  iii. 
Ch'  egli  è  caso  da  ghioHi  E  parassiti  >  e  tu 
ne  se' la  schiuma.  Varth.  Séor.  12.  472. 
Costoro,  t  quali  ordìn-iriamente  sono  la 
schiuma  de*  ribaldi,  nou  sulo  entravano  in 
qualunche  casa  veniva  lor    bene,    ec. 

^  §  III.  Schiuma  di  cucina,  cornea 
dire  f Ulano,  Ribaldo.  Bern.  Or/.  2 
17.  53.  Come,  rispose,  schiuma  dì  cu- 
eina?  ec.  (F) 

8«  IV.  Venir  fa  schiuma  alla  bocca j 
modo  hasso ,  vale  Adirarsi.  Lat-  ira  a- 
bripi.  corripi.  Bern.  Ori.  1.  itì.  5S-  A 
Galafron  vien  la  schiuma  alla  bocca,  Ve- 
dendo il  popol   suo   così    fuggire. 

*  SCHIUMANTE.  Che  schiuma.  Che 
fa  schiuma.  Lat.  spumans.  Gr.  aspiVsiv. 
Salvia.  Disc.  a.  ^36.  Dove  il  tremito 
e  lo  scotimento  e  la  convulsione  succe- 
de, e  la  bocca  si  fa  schiumante.  (•)  E 
Teoer.  Idi/.  20.  Ella  il  palpava,  e  la 
scfaiamanle  bocca  Colla  man  gentilmente 
gli  asciugava.  (B)  E  Ceor.  /i'».  4.  Adun- 
que questo  stesso  uomo  abbondava  || 
primo  d'api  ec.  e  da*  favi  lo  schiuman- 
te MJe  sprcmea.  (FJ 


s  c  n 


lOfSj) 


f  SCHIUMARE.  ì.evarf,e  Tor  via  la 
SchiU'H'ì.  L-it.  spiimnm  adimert-^Gr,  vypòv 
àsaipi'v.  P'ìUad.  Febhr.  27.  Alcuni  sO' 
no,  chf  fanno  bollire  l'acqua  saUa  ,  e 
ischiumano  /:,"  altrove.'  Togli  pece  e  su- 
gna ,  ovvero  sevo  per  igual  parte,  e  la' 
bollire,  e  schiumala  bene.  Af^^i-  Pon  l- 
li-  L'esercÌzii>  conserva  la  vita,  accende 
ti  caldo  e  '1  vigore  naturale,  schiuma  le 
superchie ,     e   cattive   materie,  e    umori. 

§.  /a  si°ni/ic.  neulr.  e  neutr.  pass, 
vate  FarCfO  Generare  schiuma.  l,3U  Spu- 
mare. Gr  appt'?£tv.  Tes.  Br,  3.  8.  Fa- 
ra'li  bollire  insieme,  tantoché  si  schiu- 
mino, e  poi  li  leverai  dal  fuoco.  G,  y. 
ì  it,  Maotì.  \ve3i  Maometto  la  malattia  di 
morbi)  caduco  ;  che  spasso  cadeva  in  terra 
e  dibatteva  ,  e  sthiumava  colla  bocca 
sanza  sentimento.  Amm.  Ant.  2^.  4-  li. 
Il  ventre,  che  bolle  dì  vino,  tosto  srhiu- 
m.i  in  lussuria.  E  3o.  I-  12.  Schiumasi 
la  bocca  a*  porci  sulvaticbi,  e  aguzzansi  i 
denti. 

SCHIUMATO.  /^J(/.  da  Schiumare. 
Tt's.  Po,'.  P.  S  cnp.  8.  La  chiara  dell* 
uovo  menata  e  scbiuinata.  messa  negli  oc- 
chi lacrimosi  e  quasi  arsi  ,  sana  .  E  ap- 
prèsso :  Item  lo  succo  di  ruta  mischiato 
con  mele  schiumato  a  poco  a  poco,  mes- 
so negli  occhi,  toglie  la  caligine  (in  que- 
sti esempii  irh'iuinilo  è  nel  signi/ìc,  del  §, 
di  SCHIUMARE  )-  Tac.  Dav.  Star.  2. 
269.  Le  virtù  d'  ambi  congiunte  ,  schiu- 
mate de'  vizii,  fatto  avrieiio  al  principato 
ottimo  temperamento  (  qui  figuratam.  il 
testo   Int.   lia    deniptis     viliis). 

f  SCHIUMOSO.  Add.  Pieno  di  schiuma. 
Lat.  spumoutf.  Gr.  «opw'oic;  -  Ftloc.  6". 
255.  Come  'l  porco,  poich'  e'  scote  l'agu- 
le  saune  de*  c.iccianli  cani,  schiumoso  cuo 
furia  si  rivolge  tra  essi,  magagnando  con 
la  sanoa  quale  in  prima  giugne.  i/ib  5.  Av- 
venne cbe  uno  iiddenlato  cinghiale  tut'.o 
schiumoso,  e  con  rabbuffalo  pelo  davanti 
a  lui  correndo  trapassava.  But.  Pwg.  |3. 
2.  La  coscienza  rimane  brutta  e  schiumo- 
sa, e  questa  sthiuma  si;;nìfìca  la  colpa  del 
peccato  che  rim.ioe  nolla  cosci-nza.  Bern. 
Ori.  3.  8-  27.  Guarda  le  torri  e  spregia 
quL'ir  altezza  Colli  denti  schiumosi ,  com' 
UQ  verro. 

SCHIVO  Add.  Schifa,  in  sentimento  H 
.  Ritroso.  Dant.  I"f  26.  E'  sarebbero  schi- 
vi, Perch'  e'  fur  Greci,  forse  del  tuo  detto. 
Bui.  iti.-  Sarcbbono  schivi,  cioè  schifercb- 
bono,-  Dant  Purg.  2  E  di  calcar  nessun 
si  mostra  schivo. 

*  g.  \.  E  in  forza  di  vust.  Trtjr.  Gcr. 
I.  3.  Il  vero  condito  io  molli  versi  I  più 
schivi  allcttando  ha  persuaso.   (DJ 

5  g.  II  Pfr  Guardin^c',  Ritenuto,  Mo- 
desto. Lat.  mod'Stits  ,  pudicus  f  vcecua- 
dus  .  Gr.  at^vi'/xwv  .  Petr.  canz,  ^8.  q 
Giovane  schivo  e  vergognoso  in  atto,  v  E 
Cnp.  6.  Adendo  violu  il  gran  nemico  ec. 
Non  con  ;ilira  arme,  cbe  col  cor  pudico 
E  col  bel  viso,  e  ro'  pensieri  schivi.  (P) 
Ar.  Fur.  29.  43*  Io  ^iso  bella  ,  E  noi 
sembianti  accortamente  schiva.  (FPj 

*  §.  IH.  Per  Fa^tìdito,  Noiato.  «  Tasi 
Gcr.  12  71  E  ben  la  vita  sua  sdegnosa  e 
schiva  ,  Spezzando  a  forza  il  suo  ritegno 
frale.  La  bella  anima  sciolta  al  fin  segui- 
va ,  Che  poco  innanzi  a  lei  spiegava  I' 
ale  ».  (M) 

g.  IV.  Per  IschifiltQso,  Lezioso.  Red  . 
Vip.  I.  61.  Per  levare  una  certa  ubbia  a 
quelle  volgari  donnicciuole  ,  che  doveano 
lavarlo  dopo  morto,  le  qiiiili,  comr  troppo 
casose,  schive  e  guardinghe,  erano  solite 
forse  di  fare  grand'  atti  e  gran  lezii. 

§  V.  Per  gioioso.  Malinconico.  Lat, 
trisiis.  Gr.  ffxuSawTTo's  .  -Petr.  son.  \t^\. 
Quasi  senza  goviTOo  e  senza  antenna  Le- 
gno in  mar  >  pien  di  pensìer  gravi  e 
schivi  , 


t  #  §.VI.  Schivo,  talora  vate  anche  Scf 
vro ,  Non  macchiato  Ar.  Fur.  43.  ig5. 
t'ra  quei  guerrieri  il  veccbiarel  devoto 
Sta  dolcemente  ,  e  li  conforta  ed  ora  A 
Voler  Schivi  di  perniano  e  loto.  Mondi 
passar   per  questa    morta  gora.  ( P,) 

-•*  5  Vii  Jn  sgniftc.  di  Schifo,  infor- 
za di  sua  Ar.  tur  7.  71,  E  dove  amarlo 
e  caro  aver  solia.  L"  odia,  sprezza,  n*  h» 
schivo,  e  'Igeila  via.  Se^ner.  Parroc.  instr. 
6.  2.  In  caso  poi  che  qualche  uditore  IQ- 
pprbo  avesse  a  schivo  un  dire  umile  cb« 
rileva?  (V) 

*  §  VIII.  Scfiivo,in  forza  di  sust.  i^ 
le  ani /te  Rip'czzo.  Ar,  Fur.  ^2.  Si.  Ma 
tanto  onor  ne  sente  e  tanto  schivo  .  Che 
stride  e  geme  e  duulsi  ch'egli  è  \'\\o.(Pe) 
SCHIUSO  .  Add.  da  Schiudere.  Lat. 
apertuv  ,  reclu^us  ,  reseratus  .  Gr.  avat- 
X^ii';.  Dni.t.  Pur<r.  25.  Onde  ir  ne  con- 
venia  dal  lato  schiuso  ,  G.  7\  q.  iq.  I. 
La  citta  era  tutta  sdiiusa,  e  le  mura  vec> 
chic  qiusi  gran  parte  disfatte,  p'.  u.  gfi, 
-'|.  Non  provveduti  per  l'assalto  della  not- 
te, e  la  detta  villa  schiusa,  furono  scon- 
fitti, 

t  §.  Per  Escludo  .  Lat.  exc/iisus  .  «5*. 
Ciò.  Grisoft.  Li  maldicenti,  come  è  detto, 
secondo  la  senieozia  di  san  Paolo,  ne  so- 
no schiusi  (qui  la  stampa  pag.  11,  /egg' 
ne  siano  esclusi).  Frane.  Sicch-  rim,  36. 
Se  non  che  come  fu  già  spento  e  schiuso 
Tra  gli  altri  del  catalogo  Lione  .  Cron, 
Morell,  2.Jj).  Avendo  ischiuso  quello  che 
gli  doveva  essere  padre,  :'.i  Vit.  SS.  Pad.  ' 
2.  l38.  Rimangono  di  fuori,  e  sono  schiusi 
del  regno  di  Cristo    (f) 

•f  :;:  SCniZZAMI.NTO.  Lo  schizzare. 
Belila.  Biicih.  iqo.  E  dalle  gemme  dello 
schizzamento  Nacque  di  più  quest*  altro 
gran    portento.   (A) 

SCHIZZANTE.  Che  schizza  Lat.  exi- 
lienf,  proMliens,  eniergens.  Gr.  e/7rj]i?wv, 
Red.  Annoi.  Ditir,  i\(^.  Quel  chiaro,  lim- 
pido ,  brillante  ,  pien  di  rollini  ,  gustoso, 
odorifero,  saporito  e  schizzante  negli  oc- 
chi, il  quale  li  faccia  ,  bevendolo  ,  lagri- 
niiire  per  dtilcezza. 

SCHIZZARE.  Saltar  fuora ,  proprio  de* 
/ìquori  ,  quando  scajuriscoiio  per  piccoli 
zampilli  con  impeto  ,  o  quando  percossi 
sai tan  fuori  con  violenza.  E  si  usa  anche 
nel  tentim.  ali.  Lat.  exitire  ,  prosi/ire . 
Gr.  £/Ti5^y.v  .  S.der.  Co/t.  97,  Volendo 
fare  un  vin  buono  in  eccedente  sovranità 
di  perfezione,  e  die  schizzi  in  aria  ,  non 
che  brilli  ne!  bicchiere  er.  ,  oserai  quest* 
accuratezza.  Sag^.  nat  esp.  78.  Le  quali, 
o  schizzino,  o  piovano  per  lo  mezzo  dell* 
aria,  o  posino  so;<ra  un  corpo  asciutto, 
tirano  sempre  al  rotondo  .  Fir,  As.  q3. 
Il  ventre  pien  di  bietole  e  di  altri  erbag- 
gi, assaltato  la  merci?  di  quelle  bastonate 
da  una  sdrucciolevole  soccorrenza  ,  schiz- 
zando come  un  uìbbio.  di  loro  una  parte 
ne  ricoperse,  e  un'  altra  n'  ammorbo  con 
quello  odore. 

g.  I.  Per  similit.  si  dice  di  Qualunque 
altra  cosa  che  salii,  o  scappi  fiioii  presta- 
mente. Fi/oc.  2.  209  J  suoi  ocelli,  infiam- 
mati di  lucida  rossezza,  pareva  cbe  della 
testa  schizzare  si  volessero  .  Lib  Son.  6. 
Del  capo  gli  occhi,  0  invidi,  vi  schizzi  . 
E  ehi  non  vuol  restare  in  secco,  guizzi; 
Morg.  4  62.  La  vipera  crudel  tosto  si 
rizza,  E  fuoco  e  tosco  per  bocca  gli  schiz- 
za .  Frane.  Sacch,  nov.  83.  Tommaso  a- 
prendo  la  cassa,  dov*  era  il  cappone  e  la 
galla  schizza  fuori  ,  e  dagli  nel  petto.  Ji 
nov.  84  Colui  avvedutoci,  schizza  con  uà 
salto  dicendo;  non  {scherzar  coll'asce.  E 
ncv.  168.  Del  mese  di  Luglio  battendo 
fave,  gliene  venne  schizzalo  una  nell'o- 
recchia, Siìga-  nat.  e<p.  Ii5.  Quindi  a 
poco  ritornarono  fal.'a  lucertola)  i  primi 
accidenti ,    eco    ìtcooci    slravolgitoioti  di 


.     io?o  s  e  li 

bocca,  ed  coBjracnto  d'occhi,  quasi  vo- 
lessero schizzarle  fuori  di  tcsla. 

^  g.  II.  Per  Sgniofnrsi  .  fìcnv.  Celi. 
Ore/.  I06.  Qurslu  f  Vtfrnicc  J  poni  a  jcal- 
Jarc  dolccmcDlL'  ,  facendo  slruggcre  con 
essa  un  pocu  di  cera,  la  qual  fa  che,  di- 
sogoando  poi  sopra  la  delta  vernice,  non 
schizzi  fnon  vada  in  ischfp'^e}.  Questa  di!i- 
genia  si  fa  perché  olire  alU  vaghezza,  finito 
che  sia  di  smaltane,  lu  trnallM  non  iscbizzi 
(non  mnlti  in  fuori).  (TJ 

g.  III.  Schizzare,  in  signijic.  alt.,  è 
anche  li-rmine  di  Pittura  ,  e  vale  Dise- 
gnare alla  grossa.  Lai.  UiiU.-r  defonfin- 
re,  prima  ducere  lineamcnta,  adumbmrc. 
Ot.  «TTHJtia^etv.  Matt.  Franz,  rim.  buri. 
2.  Iq5.  Schizzo  in  risposta  (picsto  mio  di- 
segno. Bronz.  rim.  buri,  3.  ^O-  Quando 
VOI  schizzale  O  donna  o  uom  ,  per  dipi- 
gnerlo  poi.  Che  cattiva  maniera  non  fac 
ciatc.  E  l\z.  Mettiam  per  caso,  una  dunna  | 
si  muore  ,  S'ella  si  fa  dipignerc  e  schiz- 
tare,  Laicia  pure  quel  bene  e  quell'ono- 
re.^- Vasar.  Op.  ÌU.  3.  (>5o.  Disegnan- 
do alcuna  volta  Ilaffjello»  e  schizzando  a 
modo  suo  r  invenzioni ,  le  faceva  poi  ti- 
rar misurale  e  grandi  ^  Giulio  per  ser- 
virsene  nelle   cose   d*  aichiletUua.  (C) 

•f  •'?  SCHIZZATA,   ho  schizzare;  ed  j 
anche  La  cosa  schizzata  .    Car.  Com.  jp. 
A  quest*  ultima    schizzala    cominciando  1' 
argomento  a   fare  operazione,  il  pedante  a 
brache  calate  se  ne  va  a  gesto.  (A) 

t  -r  %.  Persimilit*  Car.  Apol.  2o8.  Gli 
ornamenti ,  che  ec.  parevano  ec.  ,  riusci- 
rono schiccheramenli  di  lumache  ec,  schiz- 
zate d'  urccjii,  e  raunatc  di  brutture.  (A) 

SCHIZZATO.  Add.  da  Schizzare,  l'olg. 
Mes.  Si  moudifìchi  con  acqua  melala  ec.  , 
schizzata  dentro  colla  calza.  Car.  Ictt.  2. 
1.  L'altro  (disegno)  schizzato  d'acquerel- 
la è  d'  un  uomo  dabbene,  che  non  si  cura 
d'  esser  nominalo.  E  2.  pi-  La  voglio  ve- 
der prima  disegnata,  o  almeno  schizzata, 
che  intagliata  (questi  due  esfnipii  sono  net 
sigmfic.  del  g.  m.  di  SCHIZZARE). 

*  SCHIZZATOIA.  Una  gola,  o  Con- 
dotto che  è  nelle  fumaci  da  Jondere  me- 
*alli  sopra  la  braciitntola  ,  per  la  qttaU 
esce  la  fiamma,  per  portarsi  nel  forno 
del  nu-tallo  ,  per  fondalo  .   /ìaldin.    l'oc. 

SCHIZZATOIO.  Strumento  perlopiù 
di  sto'^no,  0  d'ottone,  coi  quale  s'attrae, 
o  schizza  aria,  o  liquore  per  diverse  ope- 
razioni. Lai.  clyster.  Or.  y.loiznp.  Cani. 
Cam.  4^0.  Ch'ebisogna  sapere  Lo  schiz- 
zatui.»  con  arte  maneggiare.  Sigg-  nat.  esp. 
38.  Applicarono  a  quella  una  borea  di  srhir- 
zaloio  con  sua  madrevite  corrispondente. 
3ral>n.  3.  1^.  Ov*  egli  ha  per  lanterna  , 
essendo  sera  ,  L'  orinai  fitto  sopra  a  un 
schizzaloio  .  E  IO  4f*-  P-il'on  grosso  . 
bracciali  e  schizzaloio  Co'  giocatori  a  pal- 
leggiar conduca. 

*  §.  E  per  similit.  vale  òlembro  viri- 
le .  J.asc.  Cen.  I.  nov.  2.  png.  70.  Per 
un  fesso  che  era  al  cominciar  dello  spor- 
tello ,  come  se  stato  fosse  fatto  a  posta  , 
messe  lo  schizzaloio,  e  forse  fece  la  vista 
di  pisciare.  (C) 

SCHIZZETTARE  .  Umettare  con  lo 
schizzetto.  Lai.  elysteriarg,   ì'tgcz. 

SCHIZZETTO.   Piccolo  schizzatolo. 

§.  I.  Per  lo  Schizzettare  .  lUd.  lelt. 
2.  77.  Allo  schliictlo  d'acqua  d'  orzo, 
che  V.  S.  lo  U  fare,  aggiunga  sempre  un 
poco  di  mei  rosato. 

g.  II.  E  Schizzetto,  si  dice  un  Archi- 
buso  piccolo . 

*  §.  HI.  Schizzetto.  ^  indie  diminuti- 
vo di  Schizzo,  nel  signijic.  del  %.  II-  '^»"* 
IH.  Cons.  TaiS.  l.  l^a.  Così  in  materia 
di  pittura  qualche  sibizzctlo  di  Baccio 
Bandinelli,  o  del  Parmigiano. ^/Vr^ 

•f  ^  SCUIZZIGNOSO.  Add.  Schifi- 


S  C  il 

toso.  Piagai.  Leti,  scient.  pag.  100-  Aoii 
direi  di  più  ,  che  il  punto  degli  occhi 
fosse  meno  rig'^roso  di  quello  del  nasone 
che  in  conseguenza  il  godibile  dell'  odo- 
rato fosso  pili  limita'o  ,  o  diibiamo  più 
srhizzigtioio  del  godibile  delta  vista  (qui 
fgnrat.)     (A) 

SCHIZZINOSAMENTE  .  Avieri.  In 
m'tniera  schizzinosa  .  Tratt  segr.  cos. 
donn.  Talvolta  iroppo  scbizzinosameote  ri- 
cusano  il  rimedio. 

SCHIZZINOSISSIMO  Superi,  di  Schiz- 
zinoso. Lat.  vtrecundia  nddtctiisimntf  stu- 
diosissimus.  TraV,  u-gr.  coi.  dona.  Si  truo- 
va  che  sono  schizzinosissime  cod  soverchia 
di  Iczti. 

SCHIZZINOSO.  Add,  Ritroso,  Lezio- 
sa.  Lat.  rusticus,  fastidiens.  Gr.  «'/pio;* 
Pataff".  I.  S'  aggravò  screzio  a  gara  ,  e 
tcbitzinoto .  J  arch.  Suoc.  3.  2.  Eli*  e 
troppo  schizzinosa.  Sfgr.  Eior.  Mandr.^. 
8  Io  vorrei  ben  vedere  le  donne  schizzi- 
nose ,  ma  non  tanto  .  farcii.  Lez.  63tì. 
Dalie  quali  (licenze)  i  Latini,  come  se- 
veri, e  forse  troppo  schifi,  per  non  dire 
schizzinosi,  si  guardarono. 

SCHIZZO.  Lo  ichizz'ìrej e  anche  Quel- 
la macchia  di  fango,  d'acqua,  o  d'altro 
liquore,  che  viene  dallo  schizzare*  Lai, 
a.tpcrgo  ,  nota,  vel  lafies  lutea  ,  coenota  , 
Pocc.  noi-.  55.  6.  Tutti  molli  veggeodo- 
si  ,  e  per  gli  schizzi,  che  i  ronzini  fanno 
co*  piedi  in  quantità,  zaccherosi,  -fi  Cecch. 
Prov.  3o.  Schizzo,  .  e  zacchera  e  quella 
terra  molle  che  andando  ci  salta  su  per 
le  calze,  e  su  pe*panui.  (C)  Imperf.  Tim. 
n,  2.  7'.  6-  l^O.  Dove  un  alcuno  schiz- 
zo casuale,  o  d*  inchiostro,  o  d'  altra  tin- 
tura, il  quale  da  presso  non  è  salvo  che 
scarabocchio  sformalo  ,  un  ben  ordinato 
disegno  di  regolali  lineamenti  talvolta  da 
discosto  ci  sembra.  (E) 

§.  I.  Schizzo ,  il  diciamo,  anche  per 
Minirntssima  particella  di  checchessia  j 
come  :   io  non  f  j'  questo  schizzo- 

%.  II.  St/nzxo ,  term.  di  Pittura,  e 
vale  Spezie  di  ditrgno  .icnz' ombra  ,  e 
non  terminato.  Lat.  (jraphis.  Gr.  y^a- 
yt; .  Bern.  rim,  i.  67.  Serbato  que- 
sto schizzo  per  un  pegno  ,  Fin  eh'  io  lo 
colorisca  e  Io  riscuota  .  Copp.  rim.  buri. 
2.  3l.  Quest*  è  un  esempio,  uo  schizzo, 
un'  ombra  ,  un  zero  (  qui  per  similit.  )  . 
Tac,  Dav.  Perd.  eloq.  (\\Q-  Finito  no  ce, 
ma  cominciato  pare  a  me  ,  e  fattone  un 
po'  di  schizzo  (  il  testo  lat.  ha  vesti- 
gia ac  lineamcnta  quacdam  oìlendisse  vi> 
dearis  ]. 

*  g.  in.  Schizzo,  si  dice  anche  pei* 
Frego,  Tratto.  lìert.  Giamp.  221.  Far, 
dico  ,  tanto  roniore  per  avere  il  signor 
Dertiui  in  ((uel  suo  libretto  adoperalo  al- 
cune parole,  e  formo  di  dir  moderne* 
e  poi  voi  in  due  schizzi  di  penna  lasciar- 
vcnc  scappar  tante  1   (C) 

s?  §.  IV.  Schiz:o  ,  si  usa  anche  per 
Schizsatoio.  Ar.  AV^r.  Prol.  Non  a  spel- 
lale argomento  né  prologo ,  Chd  firlo 
sempre  dinanzi  fastidia.  Il  variare,  e  qual- 
che volta  metterlo  Di  dietro  giovar  suol: 
nella  commedia  Dico,  s'  alcun  i;  che  pur 
lo  desideri  Aver  or  ora,  può  in  un  tratto 
correre  Al  speziai  qui  di  corte  ,  e  farsrl 
melterc  ,  Che  sempre  ba  schizzi,  e  deco- 
zioni in  ordine,  (l^ì 

*  g.  V.  Schizzo  .  Term.  di  Giuoco  . 
iYome  che  si  dà  a  quelle  quattro  pietre 
che  sono  peste  nel  pallottoUio  .  ad  uso 
di  rijltttr  le  palli,  0  di  far  mattonel- 
le. (A) 

SCIABICA.  Sorta  di  rete.  Buon.  Fier. 
a.  4-  -''-  Com«  se  *1  giacchio  qui  trar  si 
dovcuc  ,  £  le  sciabiche  tendere  ,  o  la 
ragne  . 

SCIABLA.  e  SCIABOLA.  Sorta  d' ar* 
me  simile  alla  Scimilarm.  LaU  tnsitfal- 


S  C  I 

catus  Gr.  ft'yo;.  Red.  leti.  2.  12O  Sua 
Maestà  mando  il  suo  Silillar  a  portar  una 
veste  di  zibellini,  e  una  sctabU  al  Gno 
Visir  in  dono. 

*  SCIACQUADENTI  .  Voce  bassa  . 
Colrzione  j  e  propriamente  IÌ  mangiare 
qualche  piccola  cosa  per  bere  con  gusto. 
Lat.  silatnm,  ienlaculum  Gr.  OiavTjjTi* 
ffu.3*;.  Maini.  1.  35.  A  lei  fece  Baldooe 
Quivi  portar  un  po'  di  scìacquadeDli  ,  O 
volete  chiamarla  colcxiooe.  (*) 

SCIACQUARE.  Risciacquare,  Lat. 
ablnere,  eluere,  Gr.  e/7T>.Jvct-j.  Rim.nnt, 
Eaz.  Uberi.  IO.'.  Di  lagrime  convien 
che  gli  occhi  adacqui ,  E  che  'l  viso  ne 
sciacqui . 

f  *  SCIACQUATORIO  .  Voce  poco 
usala,  rd  antica.  Ruma  ,  Disfacimento  . 
Car.  lelt.  inrd.  3.  127.  Fino  adetso  tu 
hai  fatto  per  modo  che  la  casa  tolta  se 
ne  va  in  sciarquatorio:  tanto  in  pochi  di 
hai  versato,  e  buttato  ria    (M) 

•f  *  SCIAGUATTAMENTO  Dibat- 
timento di  acqua,  o  dì  altro  liquOrej  Di- 
guazzamento .  Magai.  Lelt.  tcier.t.  pag. 
5  ì.  Ninna  cosa  impedisce  dal  potersi  dire- 
che  queir  umore  che  g«>nrse  e  distilla  pe- 
rennemente nel  granel  dell*  uva  dalle  ve-. 
ne  materne  del  tralcio  ,  si  mescoli  con 
questa  tal  polvere  di  luce,  e  per  lo  scia- 
guatlamentn  che  riceve  esso  amore  per  lo 
continuo  molo,  e*-.  (A) 

*  g  Fu  detto  anche  della  luce.  Im- 
perf V.  Tuic  n.  14.  r.2.  288  La  lu- 
ce quante  più  riflessioni  patisce  più  debole 
ne  diviene  ec.  perchè  della  gran  copia 
che  dalla  prima  superficie  oella  seconda  . 
e  dalla  seconda  nella  terza  si  fillelle  ,  io 
cosi  fallo  sci.iguatlamento  sempre  qualche 
po'  ne   va    male.   (E) 

SCIAGUATTARE.  Dieesi  propriamente 
quel  Diguazzare  che  si  fa  de*  liquori  ne* 
vasi  non  intieramente  pieni;  '  anche  ta- 
lora del  Travasarli  senza  ordine  d'  uno 
in  altro  vaso. 

§.  Sciaguattare,  si  dice  ancora  per  i- 
sciacquare.  Battere,  e  Diguazzare  alcuna 
cosa  nelC  aequa  per  pulirla.  Lat.  eluerc 
coagitando,  Malm.  7.  19.  Giunto  al  mu- 
lin,  dal  mezzo  in  giù  sbraccialo.  Si  scia 
guaita  i  calzoni  in  quella  gora.  #  tìelUn. 
Disc.  I.  l4V  Schijnii  egli  con  la  sua  mano 

Sualcbe  pianta  innocente,  mentre  ella  vive, 
alla  sua  terra,  e  sciaguattando  oell*  ac- 
qua pura  le  sue  radici,  ec.  mi  dica  quel 
eh*  egli  vede.  Pros.  fior,  Salvin.  lelt,  ^. 
a.  2bi.  Le  cose  che  si  pur^no  ,  dod  u 
possono  purgare,  purificare,  e  chiarire, 
se   prima   non  si   s«  laguatlano.   (C) 

't  *  SCIAGUATTATO.  Add.  da  Scia- 
guattare, e  Jìguratam.  Dibattuto.  Magai, 
part,  I.  leti.  18-  Se  ec.  il  nostro  discorso 
non  fosse  altro  che  un  nome  dato  da  co- 
lui all'  effetto  risuluntc  da  quella  tale 
agitazione,  diciamo  della  luce  sciaguattala 
nei  vasi  del  nostro  cervello,  co.  (A) 

SCIAGURA,  e  SCIAURA  .  Malawen- 
tura.  Disavventura,  Disgrazia  .  Lat.  in- 
fortunium,  res  adve'sar.  Gr.  oy«Tu'x»]/'-at- 
Rocc.  nov.  ^^  9.  Della  sua  sciagura  do- 
lendosi ,  per  lo  salvatico  loogu  >*  andò 
avvolgendo.  E  nov.  48-  9.  Per  la  sua  fie- 
rezxa  e  crudeltà  andò  sì  la  mia  sciagura, 
che  io  un  di  con  questo  stocco  ec*  m*  ao 
cisi.  E  nov.  5o.  tu.  Uno  asian  per  iscia- 
gura  pon  piede  io  sulle  dita  di  colui  eh' 
era  sotto  la  cevta.  E  num.  17.  Quantun- 
que talvoll.)  sciagura  ne  cogliesM  ad  al- 
cuna. E  nov.  -9.  4;)-  ^1  mèiliro  si  vole- 
va scusare,  0  dir  delle  su'*  sciagure.  /'//. 
SS.  Pad  |.  210.  Fra  bisogno  che  io 
giugneui  >à  lui  domattina  per  tempo,  ed 
ora  m*  e  a% venula  questa  sciagura,  che 
1*  asino    cidia    soina   it  caduto  ,    e  non   vi 

fiosso  giugnere  ,  se  tu  oon  m'  aia'i  •  "• 
evare.  Frane.  Saeett.  nov.  ai5.  Sonj  d« 


s  e  I 

quelli  che  nascono  con  le  sciagure  in  ma- 
no. Maini.  I.  20.  Concliiudi,  e  dille,  che 
tu  te  presago,  Cbf  presto  fioìrau  le  sue 
&cijcure.  ^'  Car.  Jiett.  An.^t.  i.  l3.  Scia- 
gure SI  chiamano  quegli  arcideuti  che 
vengono  falli  iinpeosatamenle ,  e  sema 
malitia.  (TC) 

SCIAGUnANZA,  *•  SCIAURANZA.  V, 
A'  Sciiguratagginc.  Lai.  iniprodìtas.  Gr. 
HOvvipiOi.  S.  Ag,  C.  /).  Non  si  pensi  nella 
■uà  vacatiune,  pigritia  ,  tristaggine,  né 
sciagurania. 

SCIAGURATAGGINE,  e  SCIADRA- 
TAGGINE.  Astratto  di  Sciagttrato,  e  di 
Sdauratc^  Lai.  i^a^n'ia,  scelus,JIagiUum* 
Gr.  ^ox^'Jf i'«  •  .f''"-  Otord.  Prcd,  Ji. 
Fuggire  la  loro  conversuziune ,  e  detesta- 
re le  loro  sciagurataggini .  Lor.  Mt.d. 
Arid,  5*  6.  Non  ha  altra  paura,  se  non 
che  la  sciaarataggine  di  suo  padre  non 
voglia  che  la  tolga,  ^1=  Segncr.  Pred.  28. 
^.  Ove  morisse  iu  quella  sciuguraljggine, 
della  quale  a  sorte  egli  è  reo,  tanle  au- 
toiilà  non  gli  giovtfibhero  oieote.  fN) 

SCIAGURATAMENTE,  e  SCIAURA- 
TAMENTE  .  Avv^ib.  Disavvenlurata- 
mentCt  Con  disavventura.  Con  iscin^nra. 
Lat.  misere,  infeliciter ,  infortunate.  Gr. 
a'àii'w; .  Ben^b.  Asoi.  i.  5q.  Senlesi 
sciaguratamente,  quasi  un  altro  Tantalo, 
nel  metto  delle  sue  molte  voglie  consu- 
mare. 

§.  Sciagìirataniente ,  vaU  anche  tal- 
voita  Con  tjciaguratag^inef  Con  viltà,  o 
poltroneria.  Lat.  sedeste,  flagiiiose,  igna- 
viter,  Gr.  — ovu^aw^  .  Pctr.  Uom.  tU. 
Onde  noi  dicemmo  che  imprudentemente, 
e  sdaguratamenle  egliuo  sì  partirono. 

SCIAGURATELLO,  e  SCIAURATEL- 
LO.  Dimm.  di  Siingnral-},  e  di  Sciaurn- 
10.  Lat.  misellut  Gr.  TaiaiTtwro;.  Liù, 
Son,  37.  E  se*  sciaguratello  a  tal  eoo* 
dotto,  che  a  me,  non  eh*  altri,  del  tuo 
stato  cale.  Lasc,  Gvlos,  2.  2  Dove  sarà 
fuggila  or  questa  isciaguratella? 

t  *  SCIAGVRATF.ZZA  .  Astratto  di 
Scìasu'iito,  nel  signijìc.  del  g.  V.  Sciau- 
ratezza.SceUera^ginf.  T'i^l.  Leti.  Quella 
compauionc  che  un  malvagio  uomo  nelle 
uie  sciaguratezze  notturne  usava.  (A) 
SCIAGLKATISSIMAMENTE^e  SCIAU- 
RATISS1MA.MENTE.  Superi,  di  Scia- 
guraùjmenfe,  e   ScinnraLìtnentc. 

SCIAGLRATISSIMO,  eSCIADRATIS- 
S1M0>  Superi,  di  Sciagurato,  e  ili  Sciau- 
rato.  Lat.  sce/estissinitts.  Gr.  7ZO/YìporoL- 
TOi.  Amm.  Ant.  z5,  2.  8.  lo  costui  non 
lolameote  serro,  ma  scìaguralissimo  servo 
reputo. 

5  SCIAGURATO,  ^SCIAURATO.^rfrf. 
Infelice,  Sgraziato.  Lai,  in/elix  ,  infor- 
tunatus,  miser.  Gr.  céàiio;  ,  'novrtpó^  . 
Dani.  In/.  22.  Che  tu  sappi  chi  e  lo  scia- 
gurato Venuto  a  man  degli  avversarli  suoi. 
Bemb.  Asol.  1.  ^6.  Nel  Li  felicità  son 
miseri,  e  nelle  ricchezze  mendicì,  e  nelle 
loro  venture  sciagurati. 

^  §.  I.  Sciagurato  me,  0  a  me^escla' 
mozione  di  dolore.  Geli.  Sport.  5.  2.  Oh 
sciagurata  a  me  !  e  che  ne  sapete 
«it  (C) 

*  §.  n.  Sciagurato,  si  dice  anche  dtille 
Dost,  e  vale  Che  cff^iona  dolore,  Dtgno 
di  pietù.  Deplorabile  .  »  Amet.  ^i.  La 
fTentorata  giovane  dal  primo  per  isciagu- 
rata  morte,  e  dal  secondo  per  falsissima 
Tifa  abbandonata  «.  (Cj 

*  §.  IIL  Talora  vale  Calamitoso  . 
-  Tass,  Am.  1.  2-  Che  ì  sciauratt  prono- 
stichi Lofelici,  Ch*ei  vende  a*  mal  accorti 
con  quel  grave  Suo  supcrcilio ,  non  haa 
mai  effetto  »,  (C) 

*  §.  IV.  Talora  vale  Inìquo,  Malvagio. 
••  Arrigh.  47-  Niuoo  ìn  questo  sciagurato 
mondo  fu  cosi  misero,  come  io».  (C) 

5    §      V      Sciagurato  ,    vale  ancora  lo 


S  C  I 

!  stesso  che  Scellerato.  Lat.  scelestus,  fla- 
giiiosus,  improhus.  Gr.  /xo^Syjfo;  .  /'V. 
I  (iiord.  Pred.  li.  Uomini  sciagurati  ,  e 
I  pieni  d'ogni  vizio  più  brutto,  f  ti.  SS. 
Pad.  Che  tue  pur  st'lo  sci-iguralo,  e  mi- 
sero peccatore  ne  sii  copeilu.  Menz,  sai. 
1.  Sciagurato  che  se',    piglia   un*  accetta. 

*  g.  VL  E  in  forza  di  sust.  vale  Uo- 
mo scelUrato.  «  Moro,  jg,  jj-.  |*  non 
fu*  appena  uscito  fuor  dell'  uova  Ch' 
i*  era  il  capo  degli  sciagurati  .  Bern. 
rint,  I.  07.  Poss' io  morir  com*  uno  scia- 
uralo  ».  (C) 

§.   VII,  Sciagurato,  si  dice   anche  per 

Vile,  Abbietto,  Dappoco.  Lat.    ignavus  , 

\  vilts.   Gr.  Ò'ei>o'5.  Dant.   Inf.     3.    Questi 

sciaurali,  che  mai  non    fur    vivi,    Erano 

ignudi. 

*  SCIAGURATONE  .  Accresctt.  di 
Sciagurato,  Lai.  ncquissimus.  Gr.  TTSpt- 
7:ovriCù\.  Red.  leti.  2.  82.  Stia  sana  V. 
S.  ,  e  proccuri  di  vivere,  perchJ.'  ,  morti 
che  siamo,  questi  sciaguraloni  che  resta- 
no, subito  ci  seppelliscono,  e  non  ci  dan- 
no da  mangiare  (qui  in  ischerzn),    (•) 

*t  *  SCIAGUROSO.  Add.  Lo  stesso 
che  Sciagurato.  Snlvin.  Ont .  Inn.  (  Sov- 
vcrrommi.  né  me  prenderà  ec).  Uomini 
folli,  sciugurosi  e  tristi,  Che  pensieri  vo- 
lete, e  forti  pene  E  angosce  al  cuore  , 
ce.  (A} 

t  SCIALACQUAMENTO.  J^cce^^o  nello 
spendere,  o  nel  donare.  Abitudine  di  chi 
scialacqua.  Lat.  prodigmda,  prodigitaf.Gr. 
adCJTt'a.  Ott.  Coni.  Inf.  7.  lol  ^*ro- 
dtgalitade  è  uno  scialacquamealo,  o  spen- 
dio delle  proprie  faeulladi.  /•>.  Ine.  Ces. 
Grande  vìzio  è  lo  scialacquamej^to  ,  il 
quale,  avvegnaché  alquanta  utilità  parto- 
risca ad  altri,  pure  alla  per  fine  è  di  dan- 
no al  prossimo. 

g.  Per  meta/-  Mor.  S.  Greg.  Alcuno 
rìstiingendosi  già  dall'  oziose  parole  ,  ha 
vìntolo  scialacquamento  della  lingua  (cioèj 
il   troppo  parlari-). 

SCIALACQUANTE.  Che  scialacqua. 
Scialacquatore.  Lat.  proj'nndens ,  dtlopi- 
dans,  male  ulens  .  Gr.  t/'stOTO^.  Tac. 
Dav.  Ann,  ^.  102.  Che  costui,  morto 
gran  tempo  di  fame,  e  testé  di  quest'arte 
arricchito,  e  scialacquante  la  seguitasse  , 
non  fu  miracolo 

t  SCIALACQUARE.  Prodigalizzare  , 
Spender  profusamente.  Dissipar  le  sue 
faculliidi.  Lat.  prodigere,  profundere,  di- 
lapidare.Gt  a5wrsu'£5&«t.  r(ov.  ant.  2.Q. 
I.  Dispendeudo  e  scialacquando  il  suo  , 
gli  anni  sopravvennero  ,  e  sopercbiògli 
tempo,  e  rimase  povero,  cbè  avea  lutto 
dispeso.  Mirac.  Mad.  M.  Costui ,  per 
iscialacquare  il  suo,  venne  io  povertà,  Fr. 
Giord.  Pred.  S.  Si  chiama  prodigalità  , 
cioè  scialacquare,  cioè  dar  troppo.  Giambon. 
A/is.  Uom.  62.  Le  ricchezze  tostamente 
guadagnate  subitamente  si  scialacquano,  e 
vengon  meno. 

*§.!.£  neutr.  pasf.  per  Rilassar- 
si, Discostarsi  dalla  onestà  .  Cose.  S. 
Bern.  5.  Se  pure  gli  addiverrà  alcuna 
cosa,  cioè  tentazione,  o  altra  baltiiglia  , 
non  si  scialacqua  ,  né  diventa  dissoluta 
nella   volontà  della  carne.  (C) 

§.  II.  Figuratam.  Ditlam.  (\.  5  Per 
lungo  corso  gran  terreno  adacqua,  E  ba- 
gna di  Pompeo  la  radice.  Poi  corre  al 
mare,  dove  si  scialacqua.  Fir.  Trin.  3. 
I.  Non  bisogna  adesso  scialacquare  tanta 
filosofia. 

SCIALACQUATAMENTE .  Avverò. 
Con  iscinlacquo.  "Lat,  prodiga  ,  profuse. 
Gr.  aTWTW?.  Gnid.  G.  Scialacquatamente 
abbiamo  fatte  tante  gravi  spese.  Frane. 
Sacch.  nov.  188.  Quello'ec.  che  ragione- 
volmente spender  sì  dovea,  per  altrui  , 
scialacquatamente  sarà  speso  e  gitlato. 

g.   Per  meta/.  Sen.    Pist.    Sa     che    V 


S   C   i 


1071 


uomo  non  due  usare  scialacquatamente  1* 
uomo.  Co.ic.  S.  y^rr/i.  Mi  porlo  disordinata- 
mente e  si'ialacquatamenlc  quantunque 
%  ohe  io  parlo. 

SCIALACQUATO.  Add.  da  Scialacqua- 
re. Lat.  dilnpidatus.  S.  Ag-  C.  D.  Che 
bastino  sempre  a  fare  le  scialacquale 
spese.  Srgncr  Conf.  mttr.  Come  se  il  Si- 
gnore nel  suo  giudizio  avesse  solo  da 
chieder  conto  al  servo  negligente  del  la- 
lento  scialacquato. 

g.  I.  Per  I scialacquatore  senza  ritegno. 
Disordinato  nello  .^pendere  .  Lat.  prodi- 
gut  ,  profit-fus  .  Gt  aswro^  .  Gnid.  G. 
Fu  disioso  di  combattere,  largo  io  <lonare, 
e  scialacqualo  nello  spendere, 

§.  II.  Per  Disordinato,  Soperchio.  Lal- 
incornposiius,  dissolulus.  Omel.  S.  Greg. 
Composto  e  pulito  ne*  vestimenti  ,  sciala- 
cquato negli  alti.  /:  nZ/roi-c*  Era  leggieri 
di  parole,  perverso  ncU' opere,  ornato  in 
reste,  scialacqualo  in  costumi. 

t  SCIALACQUATORE.  J  erbai  masc. 
Che,  o  Chi  scialacqua.  'Lat.profusus,  prò- 
digus.  Gr.  «5CJT05  .  Fr.  lac.  Cess,  Agli 
scialacquatori  e  guastatori  debbono  esser 
dati  curatori,  acciocché,  poich'eglì  aves- 
sono  consumato  ogni  cosa,  non  sien  costretti 
d'imbolare.  Ros.  ì  il.  F.  Pand.cap.Z2-  Non 
sì  debbeappellargtusto  né  liberale  uno  scia- 
lacquatore e  donatore  senz'ordine  e  misura. 
Galiìt.  38  Ma  chi  fosse  in  ciò  soprabboD- 
dante  e  scialacquatore,  sarebbe  biasimato, 
siccome  vano  e   leggiere. 

SCIALACQUATRICE.  Verbal.  femm." 
Che  scialacqua.  Lai.  predica.  Gr.  75  acw- 
TSUOjmi'vjj.  Lab.  220.  Dove  tesoriera  aver 
mi  credea  ,  donalrire  ,  scialarquatrire,  e 
guastatrice  avea.  Cren.  Mordi.  268.  Se 
tu  conosci  la  donna  tua  poco  savia,  poco 
amorevole,  vana,  lussuriosa,  ìscialacqua- 
trice  ec,  sii  contento  ìn  questo  caso  ch'ella 
si  rimariti. 

SCIALACQUATURA.5'ci(T/nc7/i(Tf77rnro, 
Scialacquio,  Scialacquo.  L.it.  prodigcntia  , 
profiisio.  Gr.  a^WTi'a.  Lib.  Pred.  Si  con- 
sumano nelle  soverchie  e  continuate  scia* 
lacquature. 

t  SCIALACQUI'©  ,  Scialacquo.  Lat. 
prodigenfia,  profusio,  luxus.  Gr.  UtOi'ioc. 
Tac.  Dav.  Ann.  3.  72.  Anno  fuori  quie- 
to ,  in  Roma  sospetto  dì  severa  riforma 
alle  pompe  e  scialacquìi  di  danari  a  dismi- 
sura trascorsi. 

■f-  3  SCIALACQUO.  Eccesso  nello  spen- 
dere, o  nel  donare.  LM.  prodigcntia,  pro- 
fusio. Gr.  «ffiiTia.  Tratt.  gov.  fam.  52. 
Non  volendo,  alcuno  non  avesse  suo  do- 
vere, non  volevi  perciò  sì  facesse  scialacquo. 
^  §.  E  figura tam.  Pro's.  Fior.  Salvi:i. 
leti.  ^.  2.  255.  A  me  parve  propria- 
mente un  muto  rimprovero  della  gio- 
ventù ec.  perduta  dietro  agli  abiti,  e 
alle  mode,  e  perpetuamente  con  tsciala- 
cquo  lacrimevole  del  prezioso  tempo  in 
frivole  conversazioni  dimorante,  (Cj 

t  SCIALAMENTO.  Lo  scialare,  o 
la  Cosa  scialata  .  Lat.  exhalntio  .  Gr. 
aV^o'?.  But.  Purg.  i6.  1.  Lo  sospiro  viene 
dal  polmone,  che  isfiata  forte,  per  dare 
scialameolo  al  cuore.  £"  28.  2.  La  terra 
e  r  acqua  producono  certi  vapori,  li  quali 
r  autore  chidma   scialameoti. 

'fi  SCI  ALAPPA.  Lo  stesso  che  Scia- 
tnppa.  Lai,  *ialappa  Red.  Cons.  l.  ^i. 
£  cosa  certissima,  che  il  sale  di  zucca 
ec.  ha  la  stessa  slessissìma  natura  del 
sale  di  salvia  ec.  ,  di  scìalappa,  o  di  qual- 
sisia  altro  legno,   o    erba.  (') 

t  3  SCIALARE.  Sfogare,  Esalare,  Man- 
dar fuori  di  sé  dei  vapori,  degli  odori  ,  e 
simili.  Lat,    exhalare.   Gr    e'^ar/AtCeiv. 

*  g.  I.  Scialare  ,  dicesi  fsuralam. 
delle  passioni,  degli  affetti,  e  simili,  e 
vale  Mandar  fuori.  Dar  esito  ,  Sfoga- 
re,   Sminuire     f    Cavale*    Pitngil.    Co- 


1073 


S  C  1 


li  quetli  tali,  di  mal  amore  feriti)  dicono 
e  proITeriscono,  per  i^ciabr  l'  amor  del 
cuore,   pjtule   disune*te".  (C) 

ì;s  j  il  e  in  siffnifìc.  neutr.  e  nriitr. 
paìs.  i/sctr  fuora.  Sfogarsi,  Alleggerirsi. 
m  But.  liif.  i3.  2.  Kieace  una  piaoU  vAsi\!\' 
ca,  delle  luglie  della  quale  l*jrpie  ti  paicoao, 
e  fjuDogli  dulure.  e  apertura  a  dolore, 
onde  si  sciali  lu  dulure,  e  lo  Umeolo.  K 
33.  2  K  'I  duolo,  noQ  polendo  scialare, 
»i  toroavrf  deolro.  S  Gio.  Grisost.  Se  par- 
lano spesio,  acciocché  almeno  pt-r  lo  mollo 
parlar  di  quello  che  amano  ,  si  scialino  un 
poco  ,  e  truovino  kolIa*xo  e  rifrigerio  del 
ferverne  amore  cbe  hanno  dcnlro  (qui  ia 
stampa  alla  pa.;.  4'|  '«"P?*  •»  sfoghino)"-  (Cj 
f  i?  §,  HI.  Scia/are,  pure  in  si-Jinific. 
nciitr.  pass,  vate  anche  Sfibbiarsi  i  panni. 
Sciorinarsi.  Segner.  Fred.  Pai.  Ap.  Q-  4' 
Non  fece  Cristo  come  usano  i  viandanti, 
i  quali  io  arrivare  ad  una  fonie  slraccbi, 
e  ^calmati,  la  prima  cosa  che  facciano  n 
io  scialarsi,  cioè  jfil»l>iare  i  panni,  sgom- 
brar il  petto,  lra.aouar  sorsi,  per  dir  co- 
ti,  d'aria  nujva  che  U  refrigeri.  (CPj 

•f  *  §•  IV-  Scialare,  dicesi  eziandio 
per  Darsi  bel  tempo,  ed  anche  per  Dissi- 
pare. Salvin.  Fter.  IJuon.  3.  2  l'i.  Far  e- 
teci  esalare.  Di  qui  è  venula  la  popolesca 
Toce   Scialare,  darsi   bel   tempo.   (A) 

*  §.  V.  Sci  ilare,  vaie  anche  Sfo^siiare. 
Salvia.  Disc.  3.  l8ì.  Se  in  qualche  luo- 
go vedeva  qualche  femminella  adorna  ,  e 
ben  assetta,  andava  alla  casa  di  quella,  e 
pregava  il  marito  the  cacciasse  fuora  il 
cavallo,  e  l'  arme;  perciocché  *e  egli  que- 
ste cose  aveìsc  avute,  poteva  scialale  ej^li, 
e  la  donna,  perchè  con  queste  egli  sem- 
pre  si  sarebbe   difeso.   (N) 

SCIA.LBA.RE.  /'.  A»  ìntonicare,  o  Im- 
biancare le  muraslìe.  Lai.  tectorinrn  tn- 
ducere.  Gr.  aTo).£J/ai'v£tv,  X3vià>.  Cr. 
I.  IO-  I.  Colui  che  non  avrà  acqua  ,  si 
dee  fare  la  citeroa  di  quella  grandezza 
eh' a  lui  diletta,  e  che  gli  basii,  alla  qual 
si  possa  conducer  lulla  l*  acqua  de*  letti , 
e  deesi  scialbare  di  smalto.  ^  Pallad.  l4« 
HI.  Come  la  camera  dee  essere  scialbata, 
e  quale   è   il  buono   scialbo.   (C) 

g.  Per  metif.  Mor.  S.  Greg.  Questi 
tali  diventano  dentro  ottenebrati  per  la 
volontaria  malizia,  e  col  dimostrar  d'es- 
sere operatori  di  giustizia  si  scialbano  dal- 
la parte  di  fuori  (cioè,  ricuoprono  con  bel- 
le apparenze  i  lor  raaocamenli ,  a  guisa 
che  fa  lo  'ntonico  al  muro)  . 

SCIALBATO,  r.  A.  Ad.l,  da  Scial- 
bare. Lai,  dealhatus ,  tectoho  induciits. 
Gr.  aTOÀsyxxvSii*;.  Lif».  Op.  div.  Disse 
pjolo  al  principe  de' sacerdoti  ;  Dio  ti 
percolerà,  parete  scialbata.  Mor.  S  Grrij. 
Guai  a  voi,  Scribi  e  Farisei  ipocriti,  che 
siete  simili  a*  sepolcri  scialbati,  che  di  fuo- 
ra paiono  belli  agli  uomini,  e  dentro  son 
pieni  d'ossa  di  morti,  e  d'ogni  bruitura. 
s!e  S.  Gio.  Grisoit.  itìB.  Son  è  altro  se 
non  un  sepolcro  scialbalo,  piono  dentro  di 
puzta,  e  d'immondizia.   (  TC} 

f  SCIALBATURA,  f-  A.  Lo  scialba- 
re, ed  anche  1  atonico  .  IntoniCato ,  siist. 
Lat  tectorittm,  Gr.  xovt'aijux.  Lib.  cur. 
malati.  Quando  la  scialbatura  ì:  ancor  fre- 
sca nel!a  camera. 

•f  *  SCIALBO.  T'.  A.  Susi.  Intoni- 
co.  Scialbatura.  Pallad  i^-  tit.  Come  la 
camera  dee  essere  scialbala  ,  e  quale  è  il 
buono  scialilo.   ff'J 

SCIALBO.  /'-  J.  Add.  Scialbato. 
§.  Tiihra  e  aggiunto  del  color  dello 
'atonico,  e  vate  Pallido.  Lat.  pallidus  , 
exalbidas.  Gr.  tiìj(pò-,.  Dani,  l'uri;  ly. 
Mi  venne  io  sogno  una  femmina  baiha  ec, 
Colle  man  monche,  e  ili  colore  scialba. 
5U  /4r.  Kgl.  Tirs.  e  Meiib.  Qual  campestre 
papavero  alla  rosa,  Qu.il  scialbo  salce  al 
sempre  verde  alloro    (P) 


S  C  l 

•f  SCIALIVA.   Untore    che   si    separa 

dalle  sei  glandule  detti.'  perciò  Saativali, 
e  che  viene  entro  la  bocca,  e  StTve  pria- 
Cipaimeate  alla  mattìcaztone,  e  di^fsiione 
de' Cibi.  Lat.  sjlii'a.  Gr.  at'xlov.  Reti. 
Tuli.  103.  Appena  potè*  riGatare  ,  si  for- 
temeole  sospirava,  e  gilUva  la  scialiva  per 
bocca,  e  torceva  le  braccia,  e  non  trovava 
Itiogo,  dove  iitesie.  Amm.  Ant.  36.  5. 
l4-  Accostaosegli  le  labbra  ,  e  seccasi  la 
scialiva.  Esp.  f^an^.  Lo  spulo  discende 
dal  capo  ;  la  scialiva,  ovvero  lo  sputo  di 
Cristo  e  la  sapienza. 

g  SCIALO.  Lo  tcialare.  h*l.  exhalatio. 
Gr.  ÙTtofopx.  Sut.  Inf.  25.  1-  Il  cas- 
so, ciot*  U  parie  pettorale,  ove  e  nel- 
r  animale  del  voto  per  dare  spazio  e  scialo 
al  cuore.  E  Par,  12.  1  Lo  rimbomba 
nasce  del  parlare,  che  è  dentro  nel  luo- 
go chiuso  all'aire,  che  e  oell'estreoiOt  che 
richiede  suo  scialo. 

^%.\.EJÌ4uratam.uBut,Inf.  3.  I.  In 
g;uai  alti  e  fiochi,  che  significano  lo  scialo 
della   impazienza,  e  delle   passioni».  (C) 

*t  *  S-  IL  Sci-iloy  per  Pumpa,  Magni- 
ficenza, Sfjggto,  lìellin.  Gucch.  12^.  Quel- 
la è  la  stura.  Lo  sciupiot'o,  lo  scialo  . 
sfarzacciu  Di  qualsivogl 
taccio     (A) 

*  SCIALONE 
Dissipatore.  ( .4} 

SCIA.MANNATO.  Add.  Sciatto,  Scom- 
posto, Sconcio  negli  abiti,  e  nella  persona, 
hil.  inconcinniis.  Gr.  a'va's^oaTo;.  Menz. 
stt  11.  Sire,  Gli  è  là  un  poeta  scìamau* 
nato  e  brullo. 

f  §■  Alla  sci tmannata,  m.iniera  awerb. 
In  modo  sciantannntoj  e  figuratam.  Alla 
buona.  Senza  tUtdio ,  Senza  eleganza. 
C'ir.  lett.  X.  io4>  M^>  diletta  olire  modo 
quel  vostro  scrivere  alla  sciamannata. 

SCIAME,  e  SCIAMO.  Quella  quantità 
e  moltitudine  di  pecchie  che  abitano,  e  vi* 
fono  insieme,  Lat-  examn.  Gr  ea/jtj;. 
Mirac.   Mad.    M.    Mi>elo    in    uno    sciarne 


qualsivoglia    gran    siguoraz- 
Che    sciala  di  mollo 


Cr. 


9.  97.    1.   I   legni   della   sanila 


(  delie  p'-cchiej  sono,  s*  elle  son  frequenti 
nello  sciame.  A"  9,  lOi.  1 .  Lo  sciame  uscir 
suole,  siccome  dice  Varrone,  quando  l'api  ' 
nate  son  molto  prospercvoti.  Bocc  Lett. 
Pr.  S.  Ap.  317.  Fanciullesca  cosa  e  toc- 
care il  baiile  delle  pecchie,  e  non  aspet- 
tare nel  viso  le  punture  di  tutto  lo  scia- 
me, yit.  SS.  Pad.  1.  i5t.  Uscirono  tutti 
come  uno  .sciame  d*  api,  ciascuno  di  loro 
monasterii.  v  Car.  Ea.  12.  960  Qual  è 
di  pecchie  entro  una  cava  rupe  Accolto 
sciamo  allor  che  dal  pastore  D' amaro  fu- 
mocla  caverna  offesa;  Che  trepide  ec.(B) 
%.  L  Per  siniiitt.  vale  Moltitudine  adu- 
nata imieme.  Lat.  eximen  ,  multitndo  , 
populus.  Gr.  Ì3[xoi,  ^Xriìoj,  ÀOLo'i.  Tac, 
Dav>  Ann,  4-  99*  Cresciuti  di  nuovo  i 
lidi,  mandarono  uno  sciamo  in  Grecia  dal 
nome  di  Tebipc  appellato.  E  Ann.  II. 
l36.  Non  bastare  l'essere  in  senato  bai- 
tali  gt'  Insubri  e  i  Veneti ,  se  gli  sciami 
do*  forestieri  non  vi  corrono  ,  come  a  presa 
ciltà.  Buon.  Fier.  3.  1.  5.  Pensate  voi  ; 
ce  ne  sono  Uno  sciame.  Che  slan  sempre 
là  dentru  Affatturali  da  diverbi  Umori.  E 
4-  4*  *^-  ^^°  *^*^  greto  del  fiume  e  dello 
macchie  ec.  Uscito  era  uno  sciame  DÌ 
lio^ani,  e  di   tali  altri  scherani. 

#  §  II.  A'  detto  per  Moltitudine  di 
cose  inanimate.  Match.  Lucr,  iib.  5.  Tu 
poi  delle  semente  e  dcgl'  innesti  Piicno 
saggio  «d  origine  la  slessa  Creatrice  del 
tutto  alma  Naturi,  Coiirió  sia  che  le  bac- 
cbe,  e  le  caduche  Ghiande  sotto  a'Ior  al- 
beri naiccndo  Tenipesltvi  porgean  sciami 
di  figli  (cioè,  di  polloni,  virgulti  ce  ).  (Br) 
t  <t  SCIAMINTLNO.  Sorta  di  drap- 
po di  co'or  di  porpora.  Car.  Loaf.  Sof. 
Siippl.  io5.  L'altre  (parti)  coverte  erano 
di  un  VIVO  candor  di  latte  misto  eoo  una 


S  C  I 

porpora   di  sciamiotioo  oaiiv^meote    car- 
nale. fMin) 

SCIAMITO.  Spezie  di  d- appo  di  varie  . 
sorte,  e  colon.  l,n.  hexantitus.  Bocc.nov, 
6q.  1^.  Vestita  d'uno  scumito  verde.  G» 
y.  1.  60.  2.  lo  quello  di  si  corresse  un 
palio  di  sciamilo,  Telluto  vermiglio.  E  \\. 
76.  I.  Feciuno  correre  un  palio  di  scia- 
mito  dinanzi  alla  porta  di  Verona.  Fior. 
Cron.  Avendo  egli  una  porpora  di  scia- 
mito  in  dosso.  T^ov.  ant,  81.  1.  Comando 
che  quando  sua  anima  fosse  partita  dal 
corpo,  cbe  fosse  arredata  una  ricca  oavi- 
cella  coperta  d'un  vermiglio  sciamilo,  con 
ricco  letto  ivi  entro.  Ovid.  Pìst,  Stea  lie- 
ta, e  altamente  giaccia  nel  vermiglio  scia- 
milo di  Tiria.  fìrit.  Tuli  97.  E  d'un 
bello  sciamilo,  e  d'  un  bello  drappo  ad  oro 
vestito.  Bern.  Ori.  3.  6.  IO.  Come  stara 
questa  canaglia  fresca,  Cb'  armati  son  di 
sciamilo  e  di  tela  T  Alam.  Gir,  12.  90. 
Un  sciamilo  vermiglio  fascia  e  stringe  Le 
bianche  membra. 

SCIAMITO.  Fiore  dt  co!or  rosso  scu- 
ro, fatto  in  forma  di  pina,  Lat.  nmaran- 
thus,  Gr.  a/xap»»334-  Luig.  Pule.  fìec. 
7.  E  sempre  fior  di  sciamilo  eli*  ha  io  te- 
sta, E  par  con  esso  ana  cou  fiorita. 
SCIAMO,  r.  SCIAME. 
t  SCIAMVIARE.  y.  A.  Aprire^  Sun- 
dcre  ,  Allargare  ,  Dilatare,  Ampliare j 
ed  oltre  alla  signijic.  attiva  si  usa  anche 
nella  neutr.  e  nrutr.  pats.  LaL  au- 
pHare,  dilatare.  Gr.  T/arurst»  .  Fr. 
Giord.  S.  Ma  per  virtù  del  vino  si 
fanno  compiute  secondo  tutta  la  materia 
sua,  imperocché  sciampia  le  vene,  e  i  po- 
ri. E  Pred.  44-  L'a  poco  il  cuor  suo  si 
sciampiò  ad  amarle  (le  ricchezze)  .  E 
Pred.  8u.  Il  corpo  non  si  può  distendere 
ah  sciampiare  se  non  alle  cose  presenti . 
#  E  l33.  L'aquila,  quando  vuole  inse- 
gnare volare  agli  aqudini,  sì  sciampia  1' 
alie,  e  tievasi  in  alto,  per  ammaestrarli  di 
volare.  (F)  G.  V,  11-  3.  16.  Iddio  la 
nostra  citlade  nobilitò,  sciampiòe ,  e  so- 
pra tutte  le  vicine  anzi  remote  ciltadi 
saoxa  cumparaiione  esaltò.  Albert,  cap,  26. 
Moo  sono  da  hsirigoere  i  beneficii,  ma  da 
sciampiare  per  parole,  e  per  uperaoza  di 
quel  cbe  ancora  fia.  f'e^ez.  Secondo  il 
novero  de'  cavalieri  e  de*  pedoni  si  dee 
pigliare,  o  guarnire  il  campo,  accìoccbè 
grau  molliiudioe  troppo  non  ristringa.  n« 
i  pochi  in  ispazioso  luogo,  più  cbe  sia  ba- 
stevole, si  convenga  sciampiare  ('  il  testo 
lat,  ba  cogalur  extendi  )  .  Ott.  Com. 
Purg.  II.  i85.  Hanno,  ed  avranno  quasi 
sempre  guerra  colli  Saoeii  ;  e  la  cagione 
è,  perche  li  Conti  vugtiuuo  mantener* 
loro  giuridiziooe,  e  li  Sanesi  la  vogliooo 
sciampiare. 

t  *  SCIAMl'IATORE.  f'erbal  masc 
0ie  ,  o  Chi  sciampia  j  Ampliatorr.  Fr. 
Giord.  Pn-d.  a.  19.  Ma  il  maggiore  fu 
santo  Agotlioo  ec.  Prima  non  era  nulla 
religione,  erano  i  preti  secolari  ed  i  ve- 
scovi ;  questi  fu  il  primo  che  trovò  ,  • 
fece  ,  ed  ordinò  la  religione.  Or  vedela 
se  fu  bene  sciam|-ialorc  di  questa  casa.  (S) 
SClKSCkTO.  Add.  Che  ha  roil.t,  ogm^ 
sia  /'  anca  ,  Troppo.  Lai.  c'audus,  Gr. 
X«io*>-  Boce  mo%'.  7^  io  Olir' a  lotto 
questo,  da  sciancata,  e  un  poco  monca 
dal  lato  destro.  Li%:  M-  Fue  fedito  io 
uno  de*  piedi,  siccb*  egli  ne  divenne  scian- 
cato. O.  ì'.  7.  I.  4>  Il  p'irao  ebbe  noma 
Carlo  secondo,  e  fu  alquanto  sciancalo. 
Dani.  Inf,  si.  Non  poliir  quei  fuggirsi 
tanto  chiuti,  Cb'  io  non  scdrgeui  beo  Fuc* 
CIO  sciancato. 

§     Fii:ur,tt.im.  per  Imprrfttto,  Mancan- 
te,  Difett^sy.   B»ic,   Ili.  limai.  ìUj.  Sen 
sa   niun  dubbio  quella  repubblica  .  rbe  1 
faceva,  conveniva  andare  sciancala      Cas. 
lett.  72    Sodo  stalo  impedito  dalle  poda- 


à 


s  e  I 

gre  ec.t  le  quali  noa  turbano  sùhmeiiLc  il  t 
corpo  e  i  DtTvi,    ma  legano   Jiico    in  parie 
l'aaimo,  e  rcuduulo  quasi  dt-ltulc  e  sciaa- 
cato. 

SCIAPIDIRE.  Divenire  sciapìHo,  S-.i- 
pire,  Scipifiirr.  Lai.  imipiditm  fieri.  Gr. 
ava^uov  yf/vs^^yi.  Fr.  l.ic.  T.  6.  3.  2. 
Se  a<in  gusto  il  suo  sapore,  Tutu  quanta 
tctapidisco. 

*  SCIAIMDO.  Lo  stesso  che  Scipido . 
Lat.  insipi'lut  Gr.  a;ifu,uo;.  1/  f'oC'iho/. 
alla   f.  SCIAPIDIRE.  (') 

*  SCIAVITO.  J'/il.  Scipito.  Cavate. 
Med,  luor.  139.  Molli  SODO  gli  altri  ef- 
fetli  tU-l  fuoco ,  rioè  che  cuoce  le  cose 
crudi?,  e  dì  sapore  alle  sctapite.  /?  Kipos, 
Stmb.  2.  6r>  Ma  oimèl  che  1  s^le  è  di- 
veotalo  sciapito,  e  la  prudenza  è  pi-rdula. 
E  Frutl.  fi'ig.  ig'ì*  Ogni  carne  gU  pare 
sciapila.  (J'J 

SCIARAPPA.  Rt dice  medicinale  di  er- 
be, sìmi/f  a*  ec'somini  della  notte  ,  che 
viene  dalle  Indie  occidt'nlali .  Lat.  *  Ji- 
lappa  t  •  qialappa.  Rtcetf,  Fi"r.  ij  | .  Si 
ritrova  ancora  un*  altra  pianta  ec.  ,  ma 
quelli  della  nuova  Spagna  1'  hanno  chia- 
mala sciarappa.  E  \z.  La  sciarappa  ha 
la  Korca  Li^ia  e  assai  oscura,  e  nella  so- 
staDU  cenerognola  .  Hed.  Vip.  i.  77. 
Questi  sali  delle  ceneri  nel  purgare  han- 
no tulli  Ira  di  loro  ugual  possanza  ,  co- 
me ec.  quel  di  rabarbaro  ec. ,  di  sciarap- 
pa. di  raecioacau,  e  degli  altri  simili. 

*t  §•  K  Jig»'-»^'^"*-  ^tenz.  sa'.  2.  Iq 
somma  diede  lor  questa  sciarappa. 

*  SCIAKDA.  Ma/a  saaidn  si  dice 
forse  a  persona  trista,  come  Miln  zeppa. 

Mala  lanuiza ,  e  simili.  Pataff,  7.  La 
mala  sriarda  fu  giunta  nel  chiostro  ,  E 
spopolato  fu,  l'aria  grattando    (*) 

*  SCIARPA.  Ciarpa,  lìandrt  ,  Menz. 
sat.  7.  Certo  che  la  oaslriera  e  1*  aurea 
iciarpa  ec.  Già  m*  abbarbaglia,  e  '1  buon 
veder  mi  tarpa.  (*) 

SCIARPELLARE.  Tirare  forzatamente 
eolle  dita  le  palpebre  dfgli  occhi  per  te- 
nerli bene  aperti.  Lai,  palpfhras  didncc- 
re.  Gr.  t:^  ^JeP^.^ct  oiv.t.siìv.  Lib.  Moti, 
Uno  speziale  area  posta  una  scimia  a  guar- 
dia d' una  bottega,  e  uno  che  voleva  im- 
bolare ,  acciocché  la  scimia  facesse  come 
esso,  com'è  di  loro  natura  ,  si  chiudeva 
1'  uno  occhio.  La  scimia  fu  savia  :  come 
colui  lo  si  chiudeva  ,  ella  se  1'  apriva  ,  e 
sciarpcilava  Frane.  Saah.  nov,  107.  Ai- 
tando le  mani  agli  occhi,  e  avendo  sciar 
pellaligli,  fu  tuli*  uno,  dicendo  a  questo 
Pratese  :  deh  mangidri  anche  questi  (  lo 
stampato  ha   sriarpalili  ). 

SCIàRPELLATO.  Àdd.  da  Sciirpel- 
tartj  aggiunto  d'occhio  che  abìna  le  pal- 
pebre arrovesciate .  Lib.  Mott.  Messer 
Guiglieiroo  Borsiere  aveva  un  occhio  sciar- 
pollato.  Pataff.  3.  Gnaffe!  tu  se*  un  nuo- 
vo Pagolioo  ,  A  vederli  i  lucciaoti  sciar- 
pellati. 

SCIARPELLINO  .  Che  ha  gì,  occhi 
sciarpe'lati  j  che  oggi  si  dice  più  comu- 
nemente   Scerpetliao .    Lat.    lippus .    Gr. 

t  SCIARRA.  Pissa>  Contesa.  Lat-  >•■ 
xa.  Gt  ÉS(;  S  .4nt.  C'-'nfc^s  Rissa  è  una 
contesa  di  falli,  quando  si  percuulono  in- 
sieme r  un  coir  altro,  o  alcuni,  ma  po- 
chi, con  alcuni  altri  solamente  per  movi- 
mento d' ira,  o  mala  volont'a  ,  e  chiamasi 
volgarmente  luffa,  o  mischia,  o  veramen- 
te sciarra.  E  altrove:  Facendo  ingiuria  a 
esso  luogo  sagro  ,  come  spezzando  uscio 
o  muro,  o  spargendovi  sangue  per  isci.ir- 
ra  ,  o  facendovi  ribalderie.  Dep,  Decam, 
106.  Già  sì  disse  anche  sciarra  ,  onde  è 
il  verbo  sciarrare  negli  scritti  più  vecchi 
assai  frequente.  Morg,  jg,  jiq.  Un  dì, 
eh'  i'  fei  nella  moschea  poi  sciarra,  E  eh' 
io  uccisi  il  mi»  vecchio  papasso^  Mi  posi 
Vocabolario  T.   !l. 


S  C  I 

allato  questa  scimitarra,    fìern.   Ori.  i.  5. 
^A    Or  ecco  Dragbinazxo  a  fare  sciarra. 

SCIARRAMENTO.  Lo  snti'r.irr.  Lat. 
dissipino,  proJliii.it  io  .  Gr.  Oia^xs'oait;  . 
G.  /'.  11.  2  17.  Pir  la  persecuzione  e 
sciarramcnld  de*  Giudei  fallo  per  Tito. 

SCIARUARE.  Dividere,  j4prire ,  Sba- 
rattari'  ,  Sl'aniglinre  ,  Mettere  in  rotta  . 
Lat.  diisiparf  ,  pn  filmare  ,  fundcre  .  Gr. 
<?i«-jX!(?«vv:vxi.  G.  r.  7-83.  ^.  Si  Irvò 
una  fortuna  con  vento  Agherbino  sì  forte 
e  impetuoso,  che  sciarrò  tutta  la  della  ar- 
mala, E  IO  104  *>•  Tulio  suo  navilio 
sri.irru  in  più  pirli.  E  11.  8-  3*  Onde 
l'oste  fti  tutta  M-iarrata  .  /•,'  li.  C)f>.  6.  I 
quali  creilenduìi  aver  vinto  il  campo,  era- 
no sriarrati,  cacciand'i  gli  sconfini.  Frane, 
Sacch.  rim*  4^'  E  Carlo  non  si  sciarra, 
Che  Conte  della  Marcia  fu  il  terzo. 

SCIARRATA.  Snst.  Sciarra.  Lat  nxa. 
Gr.  ipi;. 

SCLVKRATO.  Jdd.  di  Sciarrare.  Lai. 
di.iriipiiis,  prcfligatus.  Gr.  ^isp5aa,aì'vo;. 
Bnf.  Srìarrali,  ciué  scoppiali,  e  aver  fuor 
del  venire  le  puzzolenti  inleslina  .  G.  V. 
7.  io4-  !•  Si  partirono  in  calen  d*  Olio* 
bre,  recandone  lo  Re  malato  in  bara  con 
poco  ordine  ,  sciarrati  ;  chi  meglio  e  più 
tosto  poteva  ,  camminava  .  Dorgh.  Arm, 
fam,  \^.  Enea,  dopo  quella  crudel  fortu- 
na della  sua  armala,  se  ne  andò  verso  il 
lilo,  se  forse  vedesse  alcuna  delle  sciar- 
rate  navi. 

•f  SCIATICA,  Infiammazione  di  qual- 
che parte  dfl  nervo,  o  della  membrana 
che  cucpre  il  nervo  ischiatico,  e  che  prò- 
duce  a-prissimo  dolore  .  Lat.  coxendi.r  , 
ischias  ,  ischiadiciis  dolor  .  Gr.  i3;^tx;  . 
Tet.  Pov.  P.  S.  cap.  4^.  Nasturzio  mi- 
schiato con  fjrina  ed  acelo,  ed  impiastra- 
to ,  vale  alla  sciatica  .  Red.  J'ip.  1.  53. 
Guariva  gli  acorbissimì  dolori  della  sciatica. 
SCIATICO.  Susi.  Infermo  di  sciatica. 
Lat.  ischiade  laboranSj  ischincus,  ischia- 
dicust  Gr,  l's^fia^ixo'^ .  Cr.  6.  t^o.  2.  E 
utile  agli  sriaticbi  ,  artelici  ,  e  podagrici. 
Tes.  Pov.  P.  S.  cnp.  45.  Il  sugo  della 
buglossa  bevuto  giova  agli  sciatici.  E  ap- 
presso.' La  radice  e  l'erba  del  finocchio, 
colta  con  olio  ,  giova  alla  doglia  degli 
scialici,  paralitici  e  contratti. 

SCIATICO.  Add.  Di  sciatica.  Lat. 
ischiadicus.  Gr.  l'^X'^^^^^Os*  ^L  Jldobr. 
Passione  sciatica,  cioè  dolor  della  coscia. 
Tes.  Pov.  P.  S.  cap.  45*  La  cenere  del- 
la testa  di  luccio,  o  di  muggine  toglie  la 
doglia  sciatica  .  lìurch.  2.  3i.  Ma  se  tu 
hai  catarro,  o  gotta  sciatica»  ec, 

§.  Sciatica,  e  anche  Nome  di  una  vena. 
M.  Aldobr.  P.  .Y.  3o.  Ne*  piedi  sono  due 
vene  sotto  a'  talloni  dal  lato  dì  fuori,  che 
la   fisica  appella  sciatiche. 

•f:::  SCIATTAGGINE.  Disadaftagr;ine, 
Insii/lìcienzi.  Bellin.  Cic  i^-  Per  ovviare 
a  quella  gran  vergogna,  che  sarebbe  sta- 
ta ec.  se ,  a  conto  dello  mia  scìaltaggine, 
vo*  rimanevi  senza    cicalata  stasera.   (.,ij 

^  §.  Sciatiagqine ,  per  Soverchia  negli- 
genza nei^li  abili  .  Baldin.  Dee.  Forzalo 
ec.  a  rinfronzirsi  un  tantino ,  lo  faceva 
con  tanta  avversione  del  suo  naturale , 
che  anche  fra' migliori  panni  faceva  com- 
parire la  sua  sciallaggine.   (J) 

•■{-  ;::  SCIATTARE.  Rovinare,  Mandar 
mate  un  lavoro,  una  persona.  Bellin,  Disc. 
2,  385  Io  vi  dico  di  più  ,  che  se  a  voi 
piace  di  ristringer  V  anatomia  ancor  di 
vantaggio  ec,  e  giudicarla  solamente  buo- 
na ec.  a  sciattar  quattro  cadaveri  dì  po- 
chi strangolati,  o  qualche  morto,  ec.(j4) 
•f  *  SCIATTATO.  Add.  da  Sciatta- 
re. Maaal,  leti.  8-  L'ultima  esperienza 
è  stata  /atta  sopra  un  ladro  condannato  a 
morte ,  il  quale  Bo'udei  pretende  che  i 
cerusici  abbiano  sciattato  per  render  la 
piaga  incurabile.  (AJ 


S  C  I 


1073 


•f  *SCUTTKRI'A.  Temi,  collettivo. 
Persene,  o  Cote  sciatte  .  Bvlltn.  ììiicch, 
87.  E  che  M  far  razza  sia  cosa  da  sciat- 
ti, E  srijtti  veri  ec.  Guarda  che  la  sao 
f.trp  iafino  i  gatti,  E  ogni  altra  sciatteria 
della  natura  ,  I  ciechi ,  ì  sordi  ,  ec.  E 
i\^.  Srnti  che  rob.i  l  vera  sciatteria,  Ve- 
ra roba  dj  [lovcre  famìglie.  Dì  greppi  o 
cncci  ,  e  simili  sloviglif.  (A)  E  Disc.  i. 
235.  Non  avreste  m.ii  credulo  che  fra  !• 
sciatterie  de*  notomisli  si  trovasse  queste 
lindtire.  E  3.  34.  V.ii  stimaste  sempre  1* 
Anatomia  una  cosa  abietta  e  meschina,  una 
miseria,  una  sciatteria  ec.  (F) 

•f  A-  SCIATTE/ZA.  Aitrattn  dt  Sciat- 
to. Minuce.  Malm.  45o-  Questo  fu  un  tale 
nominato  Giovanni  ,  che  si  diceva  Nan- 
naccio  per  la  sua  sciatlczza  e  spensiera- 
taggine ,  poiché  questo  nome  è  peggiora- 
tivo del   vero  nome  Giovanni,  ec.  (A) 

SCIATTO.  Add.  Colui  che  ma  negli 
atti,  nelle  parole,  e  negli  abili  soverchia 
negligenza,  e  che  va  sc'mpostoj  Sciaman- 
nato .  Lat  i'icultiis  .  Gr  avst'p^^STOs  . 
Toc.  Dav.  Perd.  eloq*  4*4"  Appena  li 
patisce  la  parte  ,  sì  sono  mesti  ,  sciatti  , 
smunti  e  sani  per  dieta  .  Buon,  Fier.  3, 
2.  l5.  Bandiera  che  tu  sei.  Sciatta,  svi- 
vagnataccia.  3falm.  g.  5.  Acciocch'ei  non 
la  vegga  sconcia  e  sciatta  >  Manda  giù  1' 
impannata  ,  e  si  rimpiatta. 

*  SCIAVERO.  Term.  de'  Legnaiuoli. 
Quella  porzione  rozza  del  legname  ,  che 
si  cava  colla  sega  da  un  pezzo  di  legna- 
me che  si  riquadra  j  onde  diconsi  Scia' 
veri  Le  quattro  porzioni  di  cerchio  che  si 
cavano  da  una  trave  nel  riquadrarla  colla 
sega.  (A) 

SCIAURA.   V.  SCIAGURA, 

SCIAURANZA.    J'.    SCIAGURANZA  . 

SCIAURATAGGINE.  /'.  SCIAGURA- 
TAGGINE. 

SCIAURATAMENTE.  V.  SCIAGURA- 
TAMENTE. 

SCIAURATELLO  .  1'.  SCIAGUKA- 
TELLO. 

*  SCIAURATEZZA.^jfrdWo  di  Sciau- 
ratoj  Sciauratag^ine.  Lai.  improbitas,  ne- 
quitia.  Gr.  juo);S*5.*Jt  «»  7Z0Tir,pia.  Segner. 
Crisi,  insfr.  3.  g.  8.  Tante  impudicizie, 
tanti  scandali,  tante  sciauratezze,  che  fanno 
pianger  la  santa  Chiesa  a  lagrime  inconso- 
labili,  sì  toglìerebbono  tosto,  se  ec.  {*) 

SCIAURATISSIMAMENTE.  V.  SCIA- 
GURATISSIMAMENTE. 

SCIAURATISSIMO  .  V.  SCIAGURA- 
TISSIMO. 

SCIAURATO.   V.  SCIAGURATO. 

SCIBILE.  V.  L.  Add.  Che  si  puh  sa- 
perci e  in  forza  di  susl.  vale  Ciò  che  può 
sapersi  .  Lat.  scibihs  .  Gr.  eTtsTTjTC,  . 
Pass.  326  E  bnevemenie  tutte  le  cose 
che  sono  scìbili  ,  cioè  che  si  possono  sa- 
pere, o  che  si  fanno  naturalmente.  Dani. 
Conv.  172.  Deesi  fine  attendere  dalla  par- 
te dfl  suo  scibile  desiderato  .  Gal.  Sist. 
102-  Questo  è  un  modo  di  contener  tut- 
ti gli  scibili  assai  simile  a  quello  ,  col 
quale  ec. 

•f  *  SCIENA  .  Quel  pesce  che  anche 
dicesi  Ombrina.  Salvia.  Opp.  Pese,  4-  391. 
E  '1  sargo  tremolante  di  paura,  E  V  im- 
belle scieoa ,   ovvero  ombrina.  (A) 

t  SCIENTE.  ;-.  L.  Add.  Che  sa.  Che 
Ita  notizia  d'una  cosa.  Lat.  scicns.  Tac. 
Dav,  Ann.  12.  i44  Espongono,  venir  bene 
scienti  dì  nostra  colleganza 

f  g.  I.  Sciente,  vale  anche  Scientifco, 
Sapiente  ,  Lat.  sapiens  ,  lileralus  .  Gr. 
ÌTnrsTfìtj.oìv.  GiiUl,  leti.  9.  Oh  quanto  es- 
ser dee  dolce  piaga  di  correzione  a  sciente 
uomo  I  E  altrove  :  Mi  conviene  conver- 
sare con  Uomini  scienti  ,  e  veramente 
scienti  mollo.  Buon.  Fier.  i.  2.  4*  *'* 
quando  pur  non  sian  molto  scienti,  l'ho 
spcranja  ch'egli  impareranno. 
i35 


io7Ì  SCI 

#  §.  II.  Si  trova  unito  anche  aììa  pre- 
posizione In  Oli.  Com  In/.  4  62.  Que- 
cti  (Orfeo)  fu  sffi'-rit''  i"  'nu>it!a,  r;  seri 
TOPO  li  poeti .  eh*  pili  fu  6gIiuolo  di  Cai 
liope ,  e  eh'  cìU  ebhc  pt^r  moglie  Euridi- 
ce. (C) 

g.  Iir.  y4  sciente.   F.  A  SCIENTE. 

SCIKNTKMENTE  .  A^verb.  Con  sa- 
puta ,  Con  pieni  cognizione.  Lat.  scìen- 
ter,  consitlto  .  Gr.  65  JTtTflO!?  .  Lih. 
Afn.  26.  Quella  che  id-iDPatnente  e  con- 
giunta air  amore  di  alcuno  ,  tu  non  la 
dei  sottrarre  da  quello  srieoteinetile .  A" 
62.  Dee  pjxieotementc  portare  che  quella 
Uìi  putl.nii.1,  djppuichL',  conijiccndola  put 
taa:i.  siienlcni'-nte  a  lai  amore  ki  congiua- 
te.  Tei.  lir.  8.  t).  Sjhw  culpa  è.  quando 
egli  dice  che  noi  lece  scicnleincnlc  ,  ami 
per  Don  sapere,  ec.  *  Sahin  OJift.Uh. 
21.  V.  (io.  Al  pavimento  Sali  di  quercia, 
cui  gi'j  r  architetto  Pi.illò  scieoleineote,  e 
drizzo  a  squadra,  ec.   (U) 

SCIENTIFICAMENTE.  Awerb,  Con 
modo  scientìfico  .  Lai.  *.u:ifntifice  ,  ììnt. 
Di  colai  che  argomenta  scientificamente. 
Sega  Hi't.  5  E'  non  si  può  ancor  per- 
suadere a  certi  le  cose»  hi*nchè  tu  le  di- 
chi  scieiitiGcamentc.  l'arch.  /,f5.  5.  Tutte 
le  rose  che  si  sanno  scii^otificamenlo  si 
sanno   mcdijulf:  la  dimoslraiione. 

t  SCIENTIFICO.  A'id.  Di  scienza. 
Appartenente  a  scienza  .  Ott.  Com.  Inf. 
6.  qo.  La  quali;  ditrae  lo  'nlelletto  dell* 
nomo  dalie  speculazioni  e  scientifiche  co- 
le, e  reiidelo  solamente  alteuto  e  sollecito 
alte  corporali. 

■\  §.  Parlandosi  di  persona  vale  Scien- 
ziato j  e  si  iiiij  anche  in /orza  di  sust 
Lat.  prudeif  ,  literatus  .  Gr.  ypo'vt^j;  , 
TTSTatocu/jLjvo;.  Vit,  Plut.  Non  conviene 
ad  uomo  prudente  e  scieniifico  porsi  in 
pericolo  per  pazzi.  But,  In/,  i.  2.  Ce- 
sare mollo  onorò  li  uomini  scienlificbi,  e 
letterali ,  E  Òl^.  2.  Così  si  tiene  per  li 
«cicutt6cbi . 

SCIENTISSIMO.  Superi,  di  Sciente. 
Lat.  peritissimus.CMt.Zfj.TtiipóxvLTOi-  Dav. 
Scism.  17.  L*  altro  vi  fu  Legalo  di  Lion 
X.,  e  delle  cose  dell'isola  scientissìmo. 

SCIENTRE  .  F.  A.  Sciente .  Lat. 
sciens.  Gr.  2'7rt(J7*]jUo;.  FU.  Bari.  zi.  Non 
allumina  ninno,  e  '1  suo  scientre  lascia  la 
lumiera. 

SCIENTKEMENTE.  F.  A.  Avveri. 
Scientemente.  Lat.  scienter.  Gr.  ÈiH'srn- 
/ULOvixù;.  Fr,  GiorU.  Pred.  S.  l3.  Ma  di 
verità  chi  scienlrcmento  sapesse  che  ciò 
eh*  avesse  non  fosse  altro  che  usura,  non 
]a  dee  torre  il  servo  dì  Dio.  Lih.  Ant. 
47.  Alcuno  scicntremente  non  dee  sov- 
vertire f'-mmina  che  ad  amore  d'altri  sia 
congiunta  duhiiamenle. 

t  SCIENZA  .  e  SCIENZIA  .  Notista 
certa,  ed  evidente  di  cfwcchessi't  ,  dipen- 
dente da  vera  cognizione  de'  sttfìì  princi- 
pii .  Lat.  scie-itin.  Gr.  «TUT/j^aTj .  Dant. 
Conv.  I.  Scienza  è  ultima  perfezione  del* 
la  nostra  aoim.i,  nella  (|uale  sta  la  nostra 
ultima  fflicità  lu  Pur.  5.  Non  fa  srienzj 
Senza  lo  ritenere  avere  inteso  S  A^ost, 
C  D.  La  scicnzia  allora  fa  prode,  quan- 
do cjn  essa  è  la  carità.  Ott.  Coni.  Pur^. 
21.  38i.  L;i  scienia  è  perfezione  dell'a- 
oima  infìno  rh*  è  col  murtal  corpo. 

§.  1.  Per  Qualunque  co<;ni:ione,  o  no- 
tizia. Dani.  In/.  33.  Ed  egli  a  me  :  come 
'I  mìo  corpo  stea  Nel  mondo  su  ,  uulla 
seienzia  porto. 

§.  11.  Per  Ofjni  sorta  di  dottrina,  e 
It'tterafunj  ,  Lai,  doctrina ,  /itera.  Gr. 
Ttatoet'a,  y.aa'auxTa.  /locc.  noe.  60  3. 
E,  nllre  a  questo,  niuoa  scicDiia  avendo, 
ti  ottimo  parlatore  e  pronto  era,  che  ce. 
E  nov*  'j'j.  3.  Avendo  luneamente  stu- 
diato o  Parigi,  non  per  vender  poi  la  sua 
scieuij  a  minuto,  corno  molli  fanno ,  ma 


noi-.  5q    6.   Noi,  e  gli  altri  uomini  idioti 
terati ,  siamo  a  comparazioue  di 


S   C   I 

per  sapere  la  ragion  drllr  cose.  IVov,  ant, 
36.  I-  Uno,  !■(  qinle  ehbe  nome  Mileu- 
siuv  Tale,  fuf>  grandissimo  savio  in  molle 
scieniie. 

*  SCIENZIALE.  Add.  Appartenente  a 
scienza.  PiUav.  Tratl.  sfil.  cap,  3  Que- 
sta Controversia  vuoisi  distinguere  per  mio 
avvito  in  tre  Ìnvestit;aEÌonì.  La  prima  ì:  , 
se  a' trattati  scienxiali  convengono  gli  or- 
namfn'i    (li-ll'eloqurnia  ,    ec.   f  Itj 

SCIENZlATISSI\lO..V'*/»e/-/.  di  Sciea- 
ziito.  Liit.  d'CiiiSi'nus.  Gr  cofiirv.r^i, 
Firff.  IÙ'i:id  Conrios*iacoi3ch''  Virgilio  , 
uomo  scienziatis^imu  e  potala  ottimo ,  di 
nazione  Mantovano  ,  ec.  Perno,  Asol.  3. 
181.  Ptrrciocchè  io  avea  inteso  che  egli 
era  scienzialissimo. 

■J-  T*  §  ^  nccompagnat)  afli  particella 
In.  Ott.  Com,  Inf.  4.  (J6.  Questi  (To- 
lomeo) fu  scienziatisiimo  in  astronomia  , 
cumpUQse  r  Almagesto  ce.  e  più  altri  li* 
bri    (Ci 

J  SCIE>ZIAT0.  Add  Che  ha  seienzia 
Lat.  literatus.  Gr.  7t5:r3tiÒ£V'ie'>o;    liocc 

I-.  5q 

non  liti 
lui,  e  degli  altri  uomini  scientiati,  peggio 
che  uomini  morti.  Frane.  Satch.  Op  div, 
121  Adunque  chi  ha  a  giudicare  e  reg- 
gerf,  può  iiialc  CMcre  giusto  e  far<'  insti* 
zia  ,  se  non  è  scienziato  Galat.  26  Sun 
mica  idiota,  nò  materiale,  ma  scienziato 
p  d'acuto  ingpgno  .  F  ^Q.  Ho  voluto  il 
parere  di  più  uomini  scienziaii  .  fìemh. 
Asol.  3.  l6t.  Mossa  dal  chiaro  grido, 
che  i  Ire  giovani  aveano ,  di  valenti  e  di 
scienziati. 

-^  ^  ^' .  I .  F  accompagnata  alla  particel' 
la  di.  Ott.  Com.  Inf  |.  8.  Dice  che  fu 
poeta,  cioè  scienziato  della  scienza  di  poe- 
sia, e  scrìsse  in   versi  come   Enea  ec.  (C) 

*  %.  II.  E  in  forza  di  sust.  «  fìocc. 
Intro'1.6.  O  chela  ignoranza  de' medicanti 
( de' qudli.  oltre  al  numero  degli  scienziati 
ce.,  era  il  numero  divenuto  grandissimo) 
non    conoscesse   da   che  si   movesse  »  .  (Cj 

SCIEN7.IU0LA.  Dimin.  di  Scienza  , 
Lai.  *scienlio{a,  Arnoh.  S.  Agoit.  C-  D. 
Per  questa  colai  cagione  vogliamo  più  to- 
sto vanamente,  che  utilmenle,  mostrare  la 
nostra    scienziuola. 

SCIFIC\RE.  r.  A.Prono-^ticare.\.^X. 
prcenunciitrc.  Gf.  TZpoxyyOXiiv.  G.  F. 
12.  98.  1.  Ciascuno,  che  *1  teppe,  ne 
sriGco  e  disse  che  sarebbe  con  mala  usci- 
ta (alcuni  testi  a  penna  hanno  signi- 
ficò). 

•f  *  SCIFRARE.  Dictfrnre  s  r  Jigu- 
rat.  Spiegare  ciò  che  v' r  d'oscuro,  di 
rf'i.tteriiìso  in  checchessia  Forti;.;,  Ricciard. 
3.  20.  Deh  sciframi  per  dio  que5tu  se- 
greto ;  Ch'io  nuu  so  se  mi  sia  in  mOule 
o  in  piano,  ec.   (Aì 

SCIGAERE,  r  scìngere.  Contrario 
di  Cigtetej  Scìorre  1  legt'tii  che  ein'ono. 
Lat.  discingfrr,  dis>ofv.re.  Gr.  ano^wv- 
vytfai,  JtxXu'stv.  ^ofc.  nv.  2.*i.  i^Fat- 
lolo  siigncre,  e  latta  recare  acqba  f>^dda 
PC,  tutti  per  costante  ebbero  eh' e' fosse 
mr.rto.  Petr.  .ron.  227.  Quindici  Tana,  e 
r  nitro  dicìolto  anni  Portalo  ho  in  seno, 
e  giammai  non  mi  scìnsi.  Pnt,  Ptirg.  33. 
I.  Partitevi  del  tempio  ,  e  copritevi  lo 
capo,  e  scingetevi,  e  gillale  le  ossa  drlb 
grande  madre.  7^ats.  Ger.  12.  .^17.  Tre 
volte  il  cavdiicr  la  donna  stringe  Colle 
robuste  braccia ,  ed  altrettante  Da  que* 
nodi  tenaci  ella  sì  scinge  (qui  meutr. 
pa^j  ).  ^  lìenth.  si>n.  .'Ì7.  Chiamo  chi  del 
mortai  mi  scinga  e  sloglii    (FP) 

*  §.  L  F  fii:uratam.  Tat<.  lett.  ifì^. 
(Cornino  1751.)  Però  assai  fj>  ilmenlc  po- 
trà impietrarla  Monsignor  tlluslrìuìmo,  il 
quale  già  molli  anni  ho  portato  in  sano, 
e  giammai  uon  mi  scinsi.  (Cf 

§.    II.    In  proverbio  :  Chi  t  ha  per  mal. 


S  C  I 

si  scinga  s  e  ti  dice  quando  non  ci  dà 
pernierò  che  altri  abbia  per  male  afeu/ut 
Cora.  Pataff.  6.  E  se  In  Thai  per  mal. 
sì  le  ne  srigni.  Segr.  Fior.  Mandr.  2.1. 
Se   e' l'ha   per   mali*,    scingasi 

SCIGRIGNATA.  F.  a.  Colpo  di  in- 
g/iot  e  la  Ferita  che /a  il  taglio  j  oggi 
più  comunemente  Scingnata.  Frane.  Saù- 
eh,  nov.  t'ì^.  S*  io  avctsi  avuto  un  buon 
cavallo,  io  avrei  dalo  a  colui  una  grande 
scìgrigriata  (qui  pare  che  significhi  Col- 
po  dato    rolli    lantia  ). 

•t  *  SCI  LECCA.  Beffa.  Malm.  10. 
3{.  Volta  faccia  vigliacca,  ch'io  t' ucci- 
da, E  ch'io  l'insegni  farmi  le  scileccbe. 
Afiniicc.  ivi:  Può  essere  che  siccome  da 
illicia  sì  fece  Lezzi,  sorta  di  delicatezxe, 
così  Scilecche  il  contrario  .  che  si  fanno 
coli*  allettare,  e  poi  burlare.  F  pag.  336. 
Fare  una  cilecca,  o  scilecca:  far  Dna 
burla  ;  c'io'k  Bogvr  di  voler  fare  una  cosa, 
e  poi  non  la  fare    (A) 

scilinga   f.  sciringa. 

SCILINGUAGNOLO.  Filetto,  o  Lega- 

mento  valido,  e  memhraaoto  ,  posto  nel 
mezzo  della  pai  te  di  sotto  della  lin:;ua,  che 
coacilia  alla  meilerima  forza,  o  /ermezza, 
e  che  si  taglia,  perchè  alle  volte  impe- 
disce il  parlare  Lai  fraennlum ,  anrylo- 
glosium,    fimi.    Gr.   i///u)i5yiw«0v. 

■f-  S«  !•  Romper,  0  Scioglier  lo  scilingua- 
gnolo, per  Cominciare  a  parlare.  lìOCC. 
nov.  21.  iB.  Rotto  lo  scilinguagnolo,  co- 
mìncio a  dire:  ec.  Silvia.  Pros.  Tose. 
\,  319.  Quando  segue  alcuna  cosa  contro 
alle  leggi,  allora  che  si  dovrebbe  parlare 
si  sU  cheti  ec  e  poi  sì  scioglie ,  come 
volgarmente  sì  dice,  lo  scilinguagnolo, 
quando  non  occorre. 

g.  II.  A^'cr  rotto  ,  o  sciolto  lo  seilin* 
giiarnolo.  Farch,  Frcol.  60  D*  uno  che 
favella  assai,  s*  usa  dire  :  egli  ha  rotto,  o 
tagliato  lo  scilinguagnolo,  il  quale  ai  cbìa> 
ma  ancora  filetto,  che  è  quel  mascolino 
che  tagliano  le  più  volte  le  balie  di  sotto 
la  lingua  a*  bambini.  Bemb.  Asol.  2.  I2Q. 
Den  vi  dico  io,  madonna,  che  egli  na 
oggi  rotto   lo  scilinguagnolo. 

t  SCILINGUARE.  Balbettare,  Lai. 
balbutire.  Gr.  "^iììi^uv,  Farch.  Frcol. 
60.  Di  coloro  ì  quali  per  vizio  naturale 
ec.  non  possono  proffrrire  la  lettera  r  ce, 
si  dice  non  solamente  b.itbolire,  o  balbn* 
tire,  come  i  Latini,  ma  balbeitare  anco- 
ra ec  ,  e  il  verbo  proprio  dì  questo,  e  al- 
tri colali  difelli  è  srilinguare  .  F  rim. 
past.  2l3-  Oiid'  è,  (dicra  Carìn)  che  *n  tua 

fireicnza  Nim  so  ,  Nape  gentil  ,  scioglier 
a  lingua.  E  sci<ilia  |h>ì  non  parla,  ma 
scilingua  ?  yf,  Aldobr.  Quasi  non  puule 
parlare,  anzi  comiocìj  a  scilinguare.  OAd. 
Piit,  7t)  O  madre  mia.  d*  te  non  rice- 
vetti io  tenere  lusinghe  nelli  mìei  primi 
anni  :  e  io  fanciullina  scilingaando  pian* 
geva.e  non  potei  acquistate  il  tuo  tcncio 
amore 

SCILINGUATELLO.  Dim.  dt  SciUn- 
euato.  Lib  cur.  maiatt.  Favellano  scilin- 
guatelli,  comr  se  fossero  t«'oeri  (anciul* 
letti. 

t  SCILINGUATO.  Ad t,  da  Scilin- 
guare, Genrs.  P.  iV.  In  tulio  'I  Irnipo 
della  vita  sua  balbcllirò.  e  lu  scilinguato. 
Oit.  C.>m,  Purg.  if),  j^o.  Una  fcinmina 
scilinguata,  e  fosca,  iiuid.  G.  Fuc  unpn* 
co  scilinguato.  Ftp.  Fan:;,  Cmlo  cbe 
sieoo  quelle  persone,  le  quali  bannn  maln 
lo  mio  scilingualo  parlare.  Gm^at.  ^5. 
ConirafTacrndo  gU  scilinguali,  o  toppi ,  o 
quaKhe   gobbo. 

*  SCILINGUATORE.  Feròal,  mast. 
Che    scilin'^Ma,  Bttc.  Matm.  (A) 

SCILIVA.  Sialiva.  Lai.  saliva.  Gr. 
Bi'ct>5y.  3/wr.  S.  Greg.  8.  21.  Allora  la- 
scerai tu  trangbioUire  pcrfctlamente  la 
sciliva  all'uomo,   quaudo    tu  il  satterai  ci  ■ 


s  e  1 

Lor.  Meii,  cant*  71.  2.  Sempre  hùscia 
fichiseccbi.  Perchè  f.ui  óeU-à  sciliva.  T'ac, 
J)av.  Stor.  !^.  35y  Un  povero  cicco  tli 
AlcsModru  (.-e,  ^iLt^itoii  4lle  ^inoccliij  di 
VetpasiaQO  ,  pii^iicnilo  Ìl  prcgn  volcrlu 
■Uuminare,  le  gote  e  gli  occhi  iinmolldo- 
dofili  colla  9UJ  sctlivu.  iVc/i:.  sat.  6.  t 
fa  *\  ciglio  affiljr  ciilU  ^cilivj. 

SCILLA.  StfuiHa.  Spezie  </i  cipo/.'a.  LjI. 
«i7/a  Gr.  9xi>ia.  /ine/t  Kor.  168.  Loc 
di  «Ugo  di  Scilla  di  Asclepi.ide.  Sfcondu 
Galeno.  Recipe  sugo  di  sciUa  cruda  ce.  , 
cuoci,  e  fa' lue.  A"  169.  Loc  di  polpa  di 
Scilla  del  niedf&imo  Kccipe  Scilla  cbe  ri- 
maoe,  trattooc  il  mgo  ec.  ,  cuoci  ,  e  fa' 
loc. 

SCILLITICO.  Jd'/-  S>/uiÌiitico*  Lat. 
tciiiUcus.  Gr.  ffxJltrixa».  Rtcett,  Fior. 
li?'  L'oiiimele  scillilico  coinp*»ito  si  fa 
come  i'  Disimele  composto,  pigliaudu  per 
aceto  semplice  lo  scillilico. 

•f  *  SCILLORIA..  l'oce  bassa.  Intel- 
letto,  Capttcità.  BelUn.  Bucch.  21O-  Io 
to' meglio  pensar,  che  a  peso  d'oro, Con 
^anta  io  n'ho  adùprar\t  scilloria;  E  per- 
chè il  peso  sìa  più  puntuale,  Vo'  accattar 
lo  bilance  allo  spellale.   (A) 

SclLOtXO.  -Yome  di  vento  tra  Le- 
vante,  e  Mezzodì^  Scirocco.  Lai.  notus. 
Gr.  vÓTOi.  Tes  Br.  2.  3;.  Dall'  altra 
part^'  di  verso  Mezxodt  sì  n' è  un  altro, 
che  iiigeoera  nuvoli  ,  e  ha  nome  Euro  , 
ma  li  marinari  lo  chiamano  Scilocco;  ma 
IO  non  so  ragione,  perch*  elli  lo  chiamano 
così.  Bocc.  noìf,  i4-  6-  Levandosi  la  sera 
ano  Scìlocco,  ìl  quale  non  solamente  era 
contrario  al  suo  cammino,  ma  ancora  fa 
ceva  grossissimo  ìl  mare.  G.  V.  12.  26. 
X.  Fu  in  mare  una  grandissima  tempesta 
per  lo  vento  Scilocco  in  ogni  porlo. 

SCILOMA.  Hagionamento  lun^o^  e  ta- 
lora inutile,  Varch.  Ercol .  82.  Fare  una 
predica,  ovvero  uno  sciluma,  o  ciloma  ad 
alcuno,  è  parlargli  lungamente  o  per  av* 
venirlo  d'  alcuno  errore ,  o  persuaderlo  a 
dover  dire,  o  non  dire,  fare,  o  non  fare 
alcuna  cosa.  SaU:  Sptn,  1.  3.  Or  Goisci 
ora  quel  tuo  sciloma,  che  tu  avevi  co- 
miaci^to  di  colui  là.  G.  Lo  sciloma  è  bel- 
lo e  6nilo.  Lift.  Son,  29.  Ma  tosto  n'an- 
drai tu  senia  sciloma. 

S-  A'  talora  fu  usato  anche  in  genere 
femm.  Tac  Da\>  Perà.  eloq.  ^24-  Che 
bisogna  scilome  in  senato,  se  i  migliori 
klla  prinu  acconsentono?  1  il  testo  lat. 
ha  muUis  sententiis  ) .  CeccU.  Correa.  \  . 
3.  O  pur  fornì  quella  sciloma. 

*  SCILOPO.  I  oce  umia  per  la  rima 
in  vece  di  Sciroppo.  Burch.  2.  83.  Car- 
retton,  veiturìo  bolio  e  rappreso.  Or  sen- 
ta cascia  ,  pillole  e  scilopi  Cacar  ti  farò 
ttroDzoli  seoopi,  E  dori  sì,  che  ìl  cui  Li 
parrà  acceso  .  Ar.  Fur.  21.  Sp.  Un  me- 
dico trovò  d'inganni  pieno  ec.  Che  sapea 
mejìo  uccider  di  veneno.  Che  risauor  gli 
infermi  di  scilopo.  (^tS) 

SCILOPPARE.  Dargli  sciìoppuCecch. 
Donz.  4-  7-  Che  è  carnovale.  Altro  che 
no  valente  medicone  ec-,  che  ce.  ci  se  il  op- 
pa Con  mille  passatempi,  con  che  smuove 
Gli  umor  cattivi?  Belline,  son.  23;.  Slu 
m'  bai  ,  Lorenzi»  .  sempre  scìloppaio  >  A 
questa  volta  da'  la  medicina. 

3.  Per  meta/.  .Morg.  zS.  60.  Pefò  il 
venne  co' baci  sciloppando.  Car.  leti,  l. 
Ii4«  Ho  bisogno  che  voi  mi  scìloppiale 
di  cosià  della  paura  che  m*  hanno  messo 
addogo. 

SCILOPPO.  Sciroppo.  Lat.  s^rupiis  , 
eatapoUtfii,  Gr.  xaTx^aTtav-  3/.  Aldohr. 
B.  V»  Prenda  ciascun  mattino  e  ciascuna 
•era  scìloppo  acetoso.  E  P.  JS.  44-  Lor 
conviene  prendere  la  mattina  e  la  sera 
scìloppo  acetoso.  Capr.  Boti  4*  70>  Co- 
me se  lo  spìrito  d'  Aristotile  e  di  Plato- 
ne ec.  fosse   rinchiuso  nello  alfabeto  Gre- 


S  G  1 

co,  come  in  un'ampolla»  6  the  V  uomo 
se  lo  bee^sc  in  un  tratto,  corno  sì  fa  uno 
sciloppo. 

*  SCIMA.  e  SIMA.  Quel  membro  de- 
gli  ornttinriiti  in  A' chi  lettura ,  che  anche 
diccsi   Golii.   Bnlthi,    l'oc.    Pis.   (A) 

jSClMlA.e  .SCIMMIA,  llertuccia.  Lat. 
siniia.  Gr.  7ii0/]/o;.  ìVoì'.  0/1/  ;j6.  i. 
Uno  im-icilanle,  che  recava  bcrrelle  ,  se 
gli  bjgn.iro  ;  e  avendole  tese,  sì  vi  appa- 
rirò molle  scimmie,  e  catuna  se  ne  mise 
una  in  capo.  S'rnt.  S.  A^*  D.  Sono  sì 
migliaolì  jlla  srìmìa,  che  ha  viso  d'uomo, 
e  le  menitira  di  bestia.  Ftt.  SS  Pad.  l. 
11 3.  Adoravano  le  bestie,  come  cani,  scim- 
mie, e  buoi. 

#  §.  I.  Scimia  ,  figttrtìtant  vale  Che 
contrafàt  Che  imita  le  produzioni,  le  ina- 
ntere,  o  sinuli,  di  un  altro.  «  Oant,  Inf. 
29.  Com'i'fui  di  natura  Iiuona  scimia 
Bui.  ivi  :  Buona  scimia  ;  questo  si  può 
inleodere:  com*  io  fui  buono  contraffalore 
di  natura»  .  (C)  Car.  lett.  i.  71.  Così 
fa  medesìinaineote  l'urte,  la  quale  in  ogni 
cosa  è  scimia  della  natura,  (l^j 

§.  il  DiCimmo  in  proverò.  Dir  l'orazion 
della  scimia  j  e  vale  Borbottar  bestent' 
miando  senza  essere  inteso,  V.  ORAZiO- 
>E,  g.  XII. 

SCIMIATICO.  Add.  Che  tiene  di  sci* 
mia.  Che  ha  della  scimia.  Cavale.  FrutL 
ling  E  un'  altra  orazione  slolla  ,  la  qual 
sì  chiama  scimi.ilìca  ,  cioè  di  quelli  che 
pur  muovon  le  labbra  come  una  scimia, 
e   Don  ìnlendoQ  quello  che  dicono. 

•f  *  SCIMIO  .  /'.  A.  Scimia,  Fav. 
Esop.  112.  Avendo  il  lupo  accusala  la 
volpe  di  furto  dinanzi  allo  scimìo,  scu^a- 
vasi  la  volpe  a  potere,  alla  quale  lo  giu- 
dice messere  scimìo  era  favorevole,  £  n/)- 
p/cjjn;  Possiamo  ec.  per  lo  scimio  giudice 
ÌDtendere  chi  s'  inchina  alla  volunià  del 
corpo  .  E  appresso  .*  Possiamo  intendere 
per  lo  scimìo  i  falsi  giudici,  ec.  (^) 

3  SCIMIOTTO,  e  SCIMMIOTTO. 
Scìmiir,  Sitmia  gióvane.  Salvin.  Disc.  1. 
32.Ì.  Appigliandogli  però  non  lìoni,  come 
pareva  che  quel!'  epiteto  ec,  richiedesse  , 
ma   babbuini,  e  scimmiotti. 

*  §.  Fare  il  scimiotlo  ,  vale  Contraf- 
fare ,  Imitare.  •  Menz.  sat»  ii.  A  far 
forse  il  scimìotto  Lì  d'  iotoruo  a  più  d* 
un  bigio  animale  -■  (C) 

SCIMITARRA.  Spada  corta  con  taglio, 
e  costo/a  a  guisa  di  coltello  ,  ma  rivolta 
la  punta  verso  la  coslolaj  e  dicesi  anche 
Storta.  Lat.  ensiì  falcatus,  acinaces,  ma- 
chcra  .  Gr.  tt/iva/.)J4  .  Tac.  Dav.  Ann. 
12.  i56  Sguainala  la  scimitarra,  lei  fie- 
de,  e  strascica  alla  riva,  e  gìita  in  Arasse- 
Mor^.  it).  {^l.  Saltato  avrìu  per  fuggire, 
ogni  sbarra  ;  Pur  s*  arrostava  con  la  sci- 
mitarra. Ar.  Far.  16.  72.  E  scudo,  arco 
e  faretra  Avere  in  odio  ,  e  scimitarra  e 
lancia.  E  3o.  Sfl.  E  spada  io  non  avea  , 
De  sctmilarra  .  *  J?  27.  58.  La  mia  ra- 
gion dita  mia  snmitaira  ,  E  faremo  il 
giudizio   nella  sbarra.   (FPj 

*  SCIMITARRATA  .  Colpo  di  Scimi- 
ta'-ra.  Car.  Nas.  Se  non  era  questo  (gnar- 
dnnaso  )  ,  reslava  senza  naso  per  una 
scimìtarrata  cbe  gli  trasse  un  Giannizze- 
ro. (N) 

SCIJDIIA.  V.  SCIMIA. 
SCOtMlOXE  Scimia  gratde.  Bertuc- 
cione ■  Lat  simius  ■  Gr.  ni'6»j»!35  .  Nov. 
ani.  q5.  2.  Allora,  per  sentenza  d*  Iddìo, 
apparve  in  quella  nave  un  grande  scim- 
mione: prese  il  tascbello  di  quella  mone- 
ta, e  andonne  in  cima  dell'  albero. 

g.  Per  similit,  favellando  di  maestro 
Simone ,  medico  sciocco  ,  e  scherzando 
col  suo  nome  ,  P  ufo  il  Bocc.  nov.  83. 
q.  Ma  il  maestro  scimmione  rìdeva  sì 
squ  a  e  eh  e  ratamente  ,  che  tulli  i  denti  gli 
si  sarebber  polulì  trarre 


S  C  1 


1075 


SCIMMIOTTO.  J  .  SCIMIOTTO. 
t  3  SCIMUiNITAGGIWK  .  Mancnnaa 
't'  indegno,  e  di  fiiiJizioj  Scempiaggine  , 
Bai .rita.:giii^.  Lat.  /ituitat,  ineptiae.  Gr. 
s'ui»]'rii-y..  Alle:;.  123.  Incontratosi  nella 
srimunitaggiiK-,  publilica  femmina  di  mon- 
do, ec,  ittldoiiicìiìcaiidosi  con  essa,  ven- 
ner  a'  ferri  . 

^i  §.  Si  dice  anche  de/.'e  Azioni ,  e 
delle  l'a'ole  che  manì/estnno  difi ito  d' 
ins'gno,  e  di  giudizio  .  u  A/leg,  63.  Per 
ricoprir  la  sua  prima  sriraunìlaggìne ,  ad 
of^ni  poco  d'occasion  t  ho  glitne  fosse  da- 
1.1  ec.  ,  rammenterebbe  la  Uenedrli'  joinu 
àMi  sua  colei-  E  123.  Egb,  s;iillando, 
faceva  lare  agi'  innamorati  sciniunilaggìui 
a  iosa  ..  .    (C) 

f  SCIMUNITAMENTE  .  Avveib.  In 
una  mnniera  scimunita.  Lat.  inepte,  stulle. 
Gr.  avo*i'TW5-  Alle^.  123.  Ond'egli  allo 
'ncontro,  scrìvendomi  scimunitamente  ,  la 
biasima  a   tulio  transito. 

SCI.MUNITELLO.  Z?/m.  di  Scimunito, 
Lat.  ineptits,  fatuus.  Gr.  i'uy;'Gr;;,  /jLupo'4. 
Lasc.  Gel.  5.  10.  Eh  eh  ,  scimunitella  , 
egli  t'  ara  detto  un  altro  nome  .  Alleg, 
Qu.  Quando  scimunìtello  a  credenza  mi 
persuadeva  che  quell*  omacciou  da  be- 
ne ec. 

SCIMUNITO  .  Add.  Sciocco  ,  Scemo  . 
Lat.  msulsus,  insipidus,  stiiltus,  nebulo. 
Gr.  ^Xa|,  xai  Yi'Ji'OtOi.  Fdoc.  4-  22,11 
tuo  diletto  è  dimorar  ne'  vani  occhi  delle 
scimunite  femmine.  Pass,  122.  Se  la  per- 
sona sa,  o  crede  che  quello  confessore  sta* 
per  vecchiezza  rimbambito  ,  o  per  infer- 
mità, o  per  naturale  condizione  smemora- 
lo, o  scimunito.  Bern.  Ori.  2,  21  l\0. 
Pazzo,  senza  giudicìo,  scimunito.  Poiché 
i  servigi  ricordava  in  corte.  Fir.  Lue.  3. 
3.  Scimunita  eh'  i'  sono  !  i'  m*  er^  sdimea- 
licala  il  più  e  '1  meglio. 

SCINDERE,  V.  Ln  Separare,  Lat.  scin- 
dere ,  dividere  ,  separare  .  Gr.  o^''^*'^  ' 
Dant.  Piirg.  11-  Che  fama  avrai  tu  più, 
se  vecchia  scindi  Da  le  la  carne  ?  Petr, 
cap.  9.  Quanto  del  vero  onor.  Fortuna, 
scindi  I 

SCINGERE.  V.  SCIGNERE, 
SCINTILLA  .  Favilla,  Lat.  scinUlla  . 
Gr.  oTivflij'p.  Dant.  Par.  28.  Lo  'ncen- 
dìo  lor  seguiva  ogni  scintilla  .  Fir.  Dial. 
beli.  donn.  369.  Pose  loro  in  mezzo  ,  co- 
me due  scÌDtille  dì  fuoco,  le  pupille,  che 
volgarmente  si  chiamano  luci,  culle  quali 
la  virtù  visiva,  che  quivi  è  propriamente 
locata  ,  rapisce  gli  obbietti  cbe  se  le  pa- 
rano  innanzi. 

\  SCINTILLAMENTO.  Lo  scintilla- 
re. Lat.  scintillatio  .  Gr,  cTrivSajSiy/o;  . 
Ott.  Coni.  Inf.  26.  44^*  *-•**"  ^''"'  scin- 
tillamenti vedea  io  splendere  nell'  ottava 
bolgia  . 

SCINTILLANTE  .  Che  scintila  .  Lat. 
ScintiUans,  micans  .  Gr.  oniv^yjpt'^wv  . 
Fir.  As,  i56.  La  presero  a  domandare 
qual  fusse  la  cagione  ,  che  con  sì  brutto 
piglio  ella  adombrasse  la  venustà  de'suoi 
occhi  scintillanti.  Buon,  Fier,  4*  4-  '^" 
la  mezzo  a  cui  par  rider  sciatillanle  Lim- 
pido fonte. 

*  SCINTILLANTISSIMO.  Superi,  di 
Scintillante    Bemh.  Lett.  (A) 

SCINTILLARE.  Sfavillare,  Traman- 
dare scintille.  Lat.  scintillare.  Gr.  cttiv- 
^tìpL^zvt  .  But,  Nella  sua  rotondità  vidi 
gìltar  raggi  d'  intorno  e  scintillare,  come 
scintilla  il  ferro  rovente,  qiundo  è  balinio 
dal  fabbro  col   martello, 

g.  1.  E  comunemente  si  usa  per  Ri- 
splendere tremolando  ,  quasiché  nel  tre- 
molare paia  che  escano  scintille  .  Lat. 
scintillare  ,  micare  .  Gr.  a::tvdr.pii;£tv  . 
Dant.  Par,  9.  Tu  vuoi  saper  chi  è  'n 
questa  lumiera.  Che  qui  appresso  me  co- 
ti «cinlilla.  E  l^-  Di  corno  ìu  corno,  e 


1076 


s  e  I 


tra  li  cima  e  '1  Lasso  Si  move'n  lami  , 
sciolinando  forle  .  /:  20.  Quelli ,  onde  1* 
occhio  in  lesta  mi  scinlillj  .  E  2'\.  Que- 
sto è  '1  priocipio,  quusla  è  la  favilla,  Che 
«i  dilaU  in  6jrTima  poi  vivace  ,  E  come 
«Iella  in  ciflo  IO  nip  iciotilla. /''i/oc.  I.  I7. 
I  luceoti  occhi  della  {iella  donna,  scinlil- 
lando,  guardarono  i  miei  con  acuta  luce, 
per  la  «jujle  focoia  iaclU  d'oro  ,  al  mio 
parere,   vidi   venire. 

*  à'.  II.  SctntiUnre  »  fu  detto  anche 
del  Vivace  colore  dei  Jtori.  Ftr.  As.  9I. 
Fra  le  riposte  omhre  scintillava  lo  splen- 
dore de'ljmpeggianli  6ori    (C) 

SU  g.  HI.  In  si^mfie,  alt.  P  usò  ii  Ca- 
ro ,  Art  Uh.  5  f.  J29.  E,  quasi  un' Iri 
A  Sole  avverso,  sciulillo  d'intorno  Mille 
varii  color  di  luce  e  d*  oro.  £  Uh.  li. 
V.  129^.  E  gU  occhi,  che  pur  dianzi 
Scintillavano  ardor  .  grazia  e  fiereiia  ,  Si 
fer  Inrliidi  e  gravi.  (M) 

t  SCI.NTILLAZIONE.  Lo  scintiilare , 
Splendore.  Lat.  MintiHutio .  Gr.  5:rivea- 
pf/yoi.  Ott.  Com.  Par.  21.  ^7^.  Per  gli 
scontri  che  si  facevano ,  e  per  li  luoghi 
dove  si  trovavano  .  molta  luce  ,  scinlilla- 
«ìone  e  chiarella  ivi  apparta. 

*  §.  Scintillazione,  ivrm.  degli  Astro- 
njmi,  per  Quella  lras'iiii.uone  tU/ulgore, 
e  replicata  vibrazione  propria  degli  astri, 
per  citi  semhra  che  tramandino  certe 
scintilie  ,  e  per  cui  insieme  gli  occhi  de* 
ri.iirtiardanti  sono  dilettati,  e  in  un  certo 
modo  nhhugliati    (A) 

SGINTILLETTA  .  Dim,  di  Scintilla, 
Lat.  sciiiltllitta  .  Gr.  amt^'X.piy^  .  Lab. 
07.  Ma  pure  alcuna  sciiitilletta  di  ragione 
dimustrandomi  che  mollo  maggiore  ver- 
gogna a  me,  ciò  facondo,  acquisterei,  che 
a  lei,  da  tale  impresa  ce.  mi  ritenne  (  qui 
per  meUt/.}. 

•f  *  SCINTILLUZZA  .  Piccola  scin- 
tilla, Scmtìlletta.  Boez.  Farch.  i.  pros. 
0.  Di  qui  a  poco  di  questa  menomissima 
sciotilluzz.)  li  s'accenderà  lutto  il  calor 
naturale.  (A) 

SCINTO.  Add  da  Scignerej  S.-nza  cin- 
tura ,  o  Coli,!  cintura  sciolta  ,  Sfibbiato. 
Laì*  itiscinctiis,  Gr.  ocrrè^wja! V5;.  Bocc. 
noi'.  73.  20  D'  altra  parie  Calandrino 
sciuto  ,  e  ansando  ,  a  guisa  d*  uom  las- 
so, sedersi.  Nov.  ant*  SUimp.  ant.  Sg.  2. 
Giunto  alla  badia  la  notte  medesima  ,  si 
vi  Uovo  una  donna  in  pianto,  scapigliala 
e  scinta,  furie  lanienlando.  Pelr.  sq/i.  22. 
Vcggendo  quella  spada  scinta,  Che  fece  al 
signor  mio  si  lunga  guerra  (cio^,  spiccata 
dalla  cintura  ,  lolla  dal  fianco  )  Doez 
f'nrch.  2  rim.  2.  Tante  ricchezie  ogno- 
ra Sparga  Duvizia,  e  versi  II  corno,  aperta 
il  grembo  ,  e  scinla  il  seno  >  Tass.  Ger, 
l3.  6.  E  sciuto  e  nudu  un  pie,  nel  cerchio 
accolto,  Mormorò  potentissime  parole. 

•f  *  SCIO.  Lo  stesio  che  Ischio. 
Red,  Lett.  (Op  3.  182).  Il  signor  Soria 
e  stalo  ass.ilit'i  dalla  gotta  prima  nel  pie 
de  ec,  poi  alla  volta  dell'osso  scio.  Sal- 
vili, lliad.  Uh.  5.  V.  \5l.  Con  questo 
(sasso)  colpì  Enea  nell'osso  suo.  Dove 
la  coscia  nello  scio  si  volge ,  E  ciottola 
però  viene  appellato.  (A)  Imperf.  Anat, 
160.  L'osso  ischio  detto  anche  cosscndico, 
e  scio,  e  la  terza  parte  ec.  (dell'  osso  inno- 
minato ).    (T) 

^  §.  And  ire  a  Scio,  vale  Perd.rsi 
interamente  ;  presa  la  figura  da  un'ar- 
mata ,  che  andando  all'  impresa  di  Scio 
vi  si  perdi-,  Salvin,  Annot.  Fier,  lìtton. 
l\.  3.  ì\.  Noi  ditbiamo  andare  a  Patrasso, 
a  morte,  a  Scio,  in  rovina,  in  distruzio- 
ne; per  lo  sconBlte  quivi  state.  (S) 

SCIOCCACCIO  .  Scioccone.  Lat.  insi- 
pidus ,  injicems.  Gr.  cévoTjTO?.  But,  In/ 
zq.  a.  Vedendo  maestro  GriSolioo  ,  che 
questo  Albero  era  cotale  scioccaccio  ,  fe- 
cogli  a  credere,  vantandosi  ec. 


S  C  I 

SCIOCCAGGINE  .  Sciocchezza  .  Lat. 
ineptia,  fatuità ì ,  stultìtia  Gr-  ^uvj'Oeix  , 
fioìptu.,  fitfiOOTrìi  Ar.  IVegr.  2.  3.  Cre- 
di tu  eh*  i'  non  abbia  piò  d'  un  tralTi  o  la 
questa  terra  piena  di  sciocraggine?  lieUinc, 
sO'ì*  l3r).  Merita  il  segno  del  puelirjiu, 
E  per  miglior  mercato,  E  manifesto  esem- 
pio di  scioccaggine  ,  D«bb*  esser  coronato 
di   Carlaggine  . 

SCIOCCAMENTE.  Awerb.  Con  iseioc 
chfzta.  Senza  giudicio  ,  Senza  Considera- 
zi'jne  .  Lat.  insipienter ,  Gr.  ayoijVw;  . 
Bocc.  nov.  68.  2.  Il  quale  scioccamente 
ec.  pensò  di  volere  iogeniilire  per  moglie. 
K  nov.  77.  g.  Del  quale  Scioccamente  bai 
gelosia  presa.  Gmd  O,  Onde  egli  scioc- 
camente si  avventarono  addosso  a' Greci. 
Alatn.  Gir.  16.  17.  E  ricercato  come  no- 
me avesse,  Parea  che  scioccamente  si  ri- 
desse . 

SCIOCCHEGGIARE.  Fare  scioccherà', 
fanegìjiare  ,  Far  cote  da  sciocchi .  Lat. 
insipienter  agere  ,  detipere.  Gr.  TTaoat- 
^pOviìv.  M^r.  S.  Gret;.  23.  6.  Dimostra 
egli  bene  quanto  egli  puerilmente  scioc- 
cheggi .  Morg.  22.  2o5.  E  di'  eh'  io  vo' 
venir  cou  la  coreggia  Al  collo  e  ginoccbion 
chieder  meni-,  Come  faociut  talvolta  che 
scioccheggia. 

SCIOCCHERELLO.  Dim.  di  Sciocco. 
Lat.  insipid.is  ,  tnsultas  •  Gr.  ooJLOtxs'^  . 
Ftr.  Lue.  2.  4  lo  ni'  >ono  bene  avvisto 
che  costei  e  una  sriocrherella  ,  e  si  pre- 
sume savia.  E  2.  5.  E' dice  ch'eli' è  una 
sciocrherella;  mi  Iddio  '1  voglia  eh*  e*  non 
la  insali  alte  sue  spese.  liuon,  Fier  à.  2. 
1.  Se  sempre  ride,  e  non  si  vede  a  che 
Proposito  ella  fa,  fra  se  favella,  Ch'eli' è 
una   scioccherella  . 

t  SCIOCCHEHl'A.  Azione  ,  o  Paro- 
la sciocca  ,  Sciocchezza  .  Lat.  dementia, 
siuliitiiì  .  Gr.  a'vjia,  p.vptoc  .  Fir, 
Lue.  3.  I.  Non  feci  mai  più  la  maggiore 
scioccheria,  ne  la  maggiore  poltroneria  dì 
quella  che  io  ho  fatta  st.imattinj  .  Buon. 
Fier.  2.  4  18.  Tulli  i  Iczii  e  le  scedo  e 
scioccherie  Eranvi  espressi  delle  donne  tutte. 

t  SCIOCCHEZZA.  Qualità  di  ciò  che 
è  Sciocco  in  signi/ìc  d'  ìntcipido  j  Scipi- 
tezza. Lat,  insiiiivitas.  Frane,  Sacch,  nov. 
192.  Bonamicu  lasciò  quella  pentola  nella 
sua   sciocchezza. 

f  3  §.  I  Sciocchezza,  fgurntam,  vale 
anche  Mancanza  di  saviezza  ,  di  pru- 
denza .  Lat.  stult'tia  ,  ins'pientia  .  Gr. 
/i.w,5i'a ,  oìfpoaJvr,.  ììocc.  nov.  70.  il. 
Cominriò  a  far  beffe  della  sua  sciocchezia. 
F  nov.  80.  21.  Dolente  oltre  modo,  seco 
medesimo  la  sua  sciocchezza  piagnra  . 
Cion.  Aforell.  253.  Si  dichiarerà  i  gran 
danni  e  prrsecusioui  a  noi  avvenute  o  per 
dislioo  di  fortuna  ,  o  per  malizia  di  chi 
ci  ha  avuto  a  ministrare  ,  o  per  nostra 
sciocchezsa  . 

*  §.  11.  Sciocchezza  ,  si  dice  anche 
delle  Azioni,  e  delle  Parole  che  mam/e- 
staiio  mancanza  di  saviisza,  di*priidfnza. 
"  Cromchetf.  d*  .-Intar.  73.  Tu  fai  scioc- 
cbezia  a   fìrlarlì   di  lui  •»  .   (C) 

«  SCIOCCHINO.  Pim.  di  .Vnnfco.  Lat. 
stulliilus.  Gr,  oì^i^TtpOi  .  Buon.  Tane. 
l^.  5.  Non  mancherà  chi  gli  torrìi,  scioc- 
china,  (')  Ped,  in  M,»g<ìl.  Lrlt.  voi.  i. 
pai:.  203.  (Fu:  1761)).  Co»J  cominciava  il 
capitolo,  con  cui  io  doveva  risponderò 
ec.  ;  ma  quelle  sciocrhine  delle  Muse  , 
quando  hanno  sentilo  intonare  er  ,  non  ì- 
mai  stalo  possibile   che   vngliano  ec.   (P) 

SCIOCCIIISSIMAMENTE.  Superi  di 
Scioccamente.  Lai.  stultisiime .  Gr.  iV* 
fpovi9Ta.rv..  S.  Aff'  C.  P.  Disputano,  che 
non  si  può  comporre  un*  arca  di  tanta 
grandezta  .  e  scioccfaiisimamente  calun- 
niano . 

SCIOCCHISSIMO.  Superi,  di  Sciocco. 
Lat    stullifsimut  .    Gr     ^jrf>pe«i7Taro; 


S  C  I 

Trati.  pece.  mori.  Qarslo  ramo  si  divi- 
de in  tre  parti:  una  ipocrisia  lorda.eoaa 
sciocca,  e  un'  altra  sciocchissima.  E  ap- 
presso: Quelli  suno  ipocriti  sciocchiuimi, 
che  ec.  *  Boez.  32.  Tu  li  sforzi  di  ritene- 
re il  forte  movimento  della  rigirante 
ruota.  Oh  scioccbissimo  s'-pra  tutti  > 
mortali  1  S'  ella  comincia  di  star  fcrou  , 
ella   manca  d*  esser  fortuna    (P) 

SCIOCCO.  Add,  Scipit.,  ,  Senza  sa- 
pore .  Lat.  insipidus ,  insulsut  .  Gr- 
«Z'-'MO?-  oi*9.lfJ.0i.  Cr.  4  ^8.  u.  La 
diversità  del  vino  è  per  lo  sapore,  imperoc- 
ché altro  <;  dolce  ec,  altro  sciocco,  FranCm 
Sacch.  nov.  1  c)2.Turoato  il  marito  a  desinare, 
e  assaggiando  la  sciocca  vivanda,  comin- 
cia a  mormorare.  #  Bed.  Cont.  2.  |5. 
Tra*  brodi  umettativi  loderei  il  prendere 
ogni  mattina  sei,  o  sette,  o  otto  once  di 
brodo  sciocco.  (Cj 

5  3. 1.  Sciocco,  parlando  d*  uomo,  o  J* 
azion  d'  uomo,  vale  Che  manca  di  sa- 
viezza, di  prudenza.  Lai.  stiiltus ,  insi- 
pieni  Gr.  uùtpoi,  l/ffpùiv,  Bocc,  nov. 
10.  6  Quasi  credessero  questa  passione 
piacevolissima  d'  amore  solamente  nelle 
sciocche  anime  de*  giovani,  e  non  in  al- 
tra parte,  capere  e  dimorare.  E  nov.  si. 
i5.  Egli,  facendo  colali  risa  sciocche,  il 
menò  nel  capannello  .  F!  nov.  Ag.  tg. 
Sciocca,  che  i:  ciò  che  tu  di'T  £  nov.  63. 
7.  Voi  siete  una  sciocca  ,  se  per  questo 
lasciate.  Dant.  Inf.  Zi.  E '1  Dnca  mio 
ver  lui:  anima  sciocca,  Tieoli  col  corno. 
Petr.  son.  ^2.  Pregialo  poi  dal  rolgo  a- 
varo  e  sciocco.  E  20^.  Misero,  e  pien  dà 
pcnsier  vani  e  sriorcbi.  /:  cani  aQ-  2- 
O  refrigerio  al  cieco  ardor  cb*  avvampa 
Qui  fra   i  mortali  sciocchi . 

*  §  II.  Rimanere  sciocco,  vale  Restar 
Confino,  e  ammutolito  per  qualche  heffx 
che  ti  sia  fatta.  Car.  Apol,  207.  Le 
bietole  ne  rimasero  sciocche,  e  1'  altre 
erbe  se  ne  risero  (si  narra  una  favola 
della  zucca,  delle  bietole,  e  della  pnt- 
maj.  fPr) 

*  §.  Ili  Sciocco,  talora  è  sust.  mFir. 
Disc,  an.  28  Tcnnesi  per  isciocca,  aven- 
do ingiuslameote  dato  luogo  a  lanU  pau- 
ra ..   (C) 

P  SCIOCCO.  Avverh.  Scioccamente. 
Lat,  insipientrr,  insulse.  Tac.  Dav,  Perd. 
elo/f.  416.  Onde  è  nato  quel  travolto,  ma 
spesso  dettalo,  che  i  nostri  oratori  parla- 
no sciocco,  e  gli  istrioni  ballano  sapori- 
to. ^A'.V; 

SCIOCCONACCIO  -  Pe-^ptorat,  di 
Scioccone.  Lat.  mentecaptus,  fttuus.  Or. 
fxppuv,  iiupói-  Fir.  Trin.  5.  2-  An- 
datevene a  casa,  scìocconarcio  :  vo*  mì 
parete  uscito  di  voi,  alle  patate  che  vo* 
dite,  e  che  vo*  fate, 

SCIOCCONE.  Pili  che  tcioeco»  Sab- 
bione. Lat.  intulsut,  fatnus.  Gr.x*»9ttadf:- 
TO;,  /Jtwpo';  .  Boec,  nov.  69.  9,  Là  dove 
io  per  molto  savio  t' area ,  io  t*  avrò 
per  uno  scioccone  E  mcv.  71).  27.  Come 
molli  sciocconi  vogtion  fare  Lab  gS.  Vedi 
tu  quello  scii>econe  T  rgli  t  *1  mio  vago. 

9  SCIOGLIENTK  .  C'ie  scicglie  . 
Prltin,  Pi^r.  3,  3a|.  Sono  adunque  que- 
ste (ante  urne  non  altro  che  vasi  d'acque, 
ma  d'acque  dikfaccitrici  ,  d'  acque  scio- 
gWenli,  ec.  eh'  elle  vi  ridurranno  in  pol- 
vere  i   diamanti,   ed   ogni   gemma.   (F/ 

scio»;liere.  r.  sciorre. 

SCIOGLIMENTO  Lo  scios-llerr.  Lat. 
dissolittio  .  Gr  fiocìv9i{  .  Coti.  Ah. 
/taae,  cap.  hg  La  chiave  de*  pensieri 
del  cuore  si  da  nella  carila  del  prossimo. 
e  secondo  ch'è  la  misura  dello  scioglimento 
del  cu  «re  da'lrgimt  drl  corpo.  Setter.  Critt. 
inttr  I.  2.  [.  Sono  tornato  qui  a  replican  1 
ciò  che  vi  dimostrai  nel  passato  ragi» 
namrnio,  per  inlrodurmi  allo  scioglin;rn 
to  d'  una  grande  oppositione. 


s  e  I 

§.  I.  Per  Sedizioso  commovimento . 
Lai.  seditio.  licentia  Gr.  a:roT«iTa«'a  . 
O.  /.  12.  i6.  8.  AUrj  ruberia  od  of- 
l'caHune  corporult-  noa  lu  fjlU  iu  tanto 
fcìosliniento  «li  citla. 

§.  11.  Per  DisUmperamento,  Li/fUff<f 
ttone,  LaU  diisotutio.  Gr.  ota'i'JSi;-  ''*''^^o- 
fiat.  esp.  III.  CoDsiiif  in  uu  fioiiiimo 
kctoglimcnto  di   bollÌMlIe  rainulissinic. 

*  §.  111.  Scioglimento,  dtcfst  da' Pit- 
tori ,  Scultori  ec.  l' AgevoleziM  con  cui 
le  memhra  dipinte,  o  scolpite  ec.  sembrano 
muovc^vt  ccnte  nel  naturale,  Jt"ldin.  Dee. 
DÙMni  ec.  atliluJioati  con  disinvoltura  e 
•cioglimento  dì  parti.  (.4) 

t  *  SCIOGLITORE.  yerbal.  masc. 
Che,  o  Chi  scioglie.  Ir  Gtord.  Gen. 
89.  Questi  è  Cristo,  il  quale  è  solo  egli 
il  sciogliiore,  e  il  liberatore.  (N).  Salvm. 
Opp.  Pese.  Avendo  il  cuore  Sospeso,  611- 
chè  d'entro  oda  lo  strido  Scioglilor  della 
pena,  (.-t)  E  O.iiss,  Uh.  20.  »'■  7^  EHa 
toslo  air  Olimpo  la  divina  Se  n*  andò 
delle  Dee,  quando  chiappoUo  11  sonno, 
che  del  cor  le  cure  scioglie,  Di  membra 
Kioglitore.   (B) 

t#SC10GLlTRICE.  Cfie scioglie.  Sai- 
W/1.  tnn.  Orf,  Profana  scioglitrice  di  cin- 
tare ec  .  Amica  di  furore,  cacciairice  Co* 
cani,  e  de' pensieri  scìogliirice  (e  detto 
Hi  Diana)  (A)  Belhn,  Di<c.  1.  322.  E 
quest'acque  cosi  pregne  di  sali,  e  in  que* 
•la  maniera  scioglitrici  e  scomponenti,  sa- 
pete voi  con  qnal  nome  si  nominano!  (Min) 

*  SCXOVO  S'^putello,  Siccentino,  Dot- 
torino. (.4) 

SCIOLTAME>'TE  .  A^verb.  In  ma- 
niera sci'yita.  Con  iscioltezzi,  Lat.  expe- 
dite.  Gr.  eu^w'jw;.  S'-^ner.  Mmn  /Ipr. 
l5.  1.  Qoal  è  '1  parlar  de* bambini  ?  un 
parlar  balbeitante,  tronco,  tardo,  stentalo, 
che  però  si  slima  un  miracolo,  se  mai 
parlano  scioltamente. 

f  SCIOLTEZZ-V.  .U'rnHa  di  Sciolto. 
Sah'in.  Disc.  2.  ^t>7  Nelle  bestie  non 
dome,  e  che  libere  errano  per  li  campì, 
veggiamo  essere  colai  compiacimento  di 
loro  scioltezza. 

f  §  Scioltezza,  diceti  anche  deli*  Agi- 
lità, e  Destrezza  deile  mtmbra  del  corpo. 
Lai.  mobilitas  ,  agiUtas  Gr.  £ jxtyTjai'y. , 
èlfltupj'rT;;  Gal.  Sist.  167.  Questi  scrit- 
tori più  leggiadri  ec,  per  mostrar  la 
scioltezza  della  mano,  senza  staccar  la 
penna  dal  foglio,  io  un  sol  irjtlo  segnano 
con  mille  e  mille  lawolgiraenii  unj  vaga 
iotrecciatnra.  "^  Sannazz.  Arcati.  Pros. 
II.  Di  velocità  e  scioltezza  di  piedi  avan- 
zano tutti  gli  altri  pastori.  (Br) 

SCIOLTO  AJd.  da  Sciorre.X.^X.  sola- 
tas.  Gr.  ènltl-JjiÙOi.D'int.  Inf.  21.  Non  fu 
mastino  sciolto  Con  tanta  fretta  a  segui- 
tar lo  furo.  Pttr-  son.  218.  Dj  me  si 
parte,  e  di  tal  nodo  sciolta  Vassene  pure 
a  lei.  Bccc.nov,  \\,  i^-  Trovò  io  quella 
molte  preziose  pietre  e  legale,  e  sci. .Ile. 
E  noi-.  Qfi.  6.  Co'rapelli  talli  innanellj- 
li,  e  sopr'essi  sciolti  una  leggicr  gbirlan- 
delta  di  provinca. 

f  §  I.  Sciolto,  fignrntam.  vale  Libe- 
ro. Lat.  so'utus,  iibrr.  Gr.  I-Ìu^uì'vo;  , 
cÀiu6!,J0;.  G.  /'.  8.  68-  3.  Siccome  in 
ciit^  rotta  e  sciolta  ,  e  sanza  ordine  di 
signoria.  Dant.  Purg.  12-  Che  non  sti- 
mava r  aoimo  non  acii  ho.  E  Par.  10. 
Donne  mi  parver  non  da  ballo  srioUe  , 
Ma  die  s'  arresiìn  tacile  ascoltando.  E 
27.  Tale  ba\buzÌendo  ancor  digiuna.  Che 
poi  divora  colla  lingua  sciolta  Qualunque 
cibo.  Ott.  Com,  inf.  l^.  262.  Dice  che 
li  ioddomiti  erano  piti  ,  e  quelli  altri 
rocoo ,  ma  più  sciuUi  a  piangere  (  cioè, 
che  maggiormente  piangevano). 

J?  §.  II.  Per  Infrenato  ,  Senzn  rite- 
gno» Guicc.  Stor.  4*  29.  Voi  medesimo 
eoo   una   dissoluta     bontà    sarete    quello 


S  C  I 

cb0  gli  farete  sciolti,  e  ardili.  (L)  Ar. 
Eur.  3o.  2.  Manca  il  dolor  ,  oè  1*  im- 
pelo sta  fermo  ,  Che  la  lingua  al  dir 
mal  faeeasi  sciolta.   (P) 

g.  III.  Per  DiscioUù.  Lat.  dissolutus. 
Gr.  Oi«>uOst',-  S.igg.  nat.  rsp.  128.  Il 
fuoco  scioUo  in  velociisime  faville,  cac- 
ciandosi per  le  commessure  più  fitte  delle 
pietre  e  de' metalli  midesimi  ,  gli  apre  » 
liqutffil,    e    riducegli   in    acqua. 

*  §.     IV.    Per   Dissoluto.  Stor.  Eur, 

1.  8.  La  gente,  che  ci  vieu  contro,  e 
di  chi  suona  tanto  la  fama,  non  e  gente 
disciplinata  ,  non  avvezza  nella  milizia  , 
non  capitan;it.i  da  uomini  singulari ,  ma 
sciolta,   e  scorretta   tutta.  (C) 

g.  V.  Sciolto  dì  membra,  ti  diciamo  per 
Agile,  Destro. 

*  g.  VI.  Sciolto  nel  sonno,  vale  Eor- 
temente  addormentato.  Ott.  Com.  Purg. 
23.  4^4"  Abliracciò  colui  sciolto  uell*  al- 
to sonno,  perocché  era  il  tempo  della  not- 
te. (C) 

g.  VII  A  b'ig/ia  sciolta,  posto  avver- 
btalm.  vale  Precipitosamente  ,  Senza  ri- 
tegno, Lat.  prcccipitanter.  Gr.  tt/jotìETW?. 
Bern.  Ori.  I.  II.  11.  Già  Sacripante  a 
lui  s'era  voltato,  E  ne  venia  volando  a 
briglia   sciolta. 

§.  Vili,  terso  sciolto,  vale  Verso  non 
legato  dalla  rima.  Varch.  Ercol.  258.  Voi 
forse  vorreste  piuttosto  il  verso  sciolto  d* 
undici  sillabe,  che  lo  sdrucciolo.  Car.  leti. 

2.  253.  Ho  fallo  una  traduzione  de' libri 
di  Vergilio,  non  in  ottava  rima,  come  di- 
te,   ma   io   versi  sciolti. 

g.  IX.  Parole  sciolte,  0  Parlare  sciol- 
to, vogliono  Parole  non  obbligate  alla  ri- 
ma, o  al  verso,  Prosi.  Lat.  soluta  ora- 
tio.  Gr.  aveu  twv  [xÌTpoiv  ie^t^.  Dant. 
inf.  28-  Cbt  pona  mai  pur  con  parole 
sciolte  Dicer  del  sangue  e  delle  piaghe 
appieno,  Ch'  i'  ora  vidi  ?  lìuon.  Fier.  5. 
4-  3.  lo  quella  guisa,  che  '1  parlare  sciol- 
to, Ch'  io  "ulendo  per  la  prosa  ,  Riceve 
da' periodi   ni.tggiori  Maggior  lo  stile. 

SClOLVEKE  Asciolvere.  Lai.  icnta- 
Culum.  Gr  àrfjCaTCì/jw'?.  Lib.  Son.  l'^'ì. 
Deb!  serbiamo  a  domani  Qualche  relì- 
quia a  desinare,  o  sciolvere.  Lor.  Med. 
cani.  28-  3.  Non  si  saziar  bene  a  sciol- 
vere ;    Vollon   anco  desinare. 

SCIONATA.  Lai.  ecnephint,  prcce'ln  , 
turbo,  Gr.  t'/vsot'a;,  TyjJw'v.  Serd.  Stor, 
ll^  S!\5.  Oltre  a  questo,  le  fortune,  e' 
nodi,  o  gruppi  di  venli  detti  ecnephias  e 
lyphon  dagli  antichi  ,  e  dj*  nostri  tcionata 
u  remolino,  principale  spavento  de'  mari- 
nari . 

SCIONE.  Scionala,  Buon.  Fier.  4.  4. 
5.  Unirsi  in  un  istante  E  scioni,  e  drago- 
ni, e  tuoni,   e  lampi. 

SCIOPERAGGIiNE  .  Scioperio,  Lat. 
otium,  Sah'in.  Pros.  Tose.  \,  3o:^.  La 
scioperaggine  ,  e  il  non  fare  nulla,  che 
prima  s'a\ea  io  odio,  alla  fine  si  viene 
ad  abbracciale    volentieri. 

•f  *  SCiOPERAMENTO.  Scioperio  , 
Scioperatezza.  tJiten.  Aif.  4  *02.  Astol- 
fo, Aquilanle  ec.  si  svagano,  consumando 
moltissimo  tempo  in  mille  inutili  sciope- 
ramenli ,  prima    che  si  rasseguino  a  Pari* 

•f  SCIOPERARE  ,  e  SCIOPRARE  . 
Levare  cbiccìiessia  dalle  sue  faccende  , 
facendogli  perder  tempo.  Frane  Sacch. 
nov.  102.  Un'altra  brigata,  che  vi  dava- 
no  poco,  d'essere  stali  scioperati  ,  ridea- 
no il  meglio  che  poteano.  Cecck.  Esalt. 
Cr.  3.  4  A  voler  che  Paian  saccenti,  bi- 
sogna far  fare  Le  cose  quando  sciopraoo  i 
CrÌ!>tiani.  Maini .  j.  29.  Perocché  chi  mi 
d'j  che  far  mi  sciopra. 

g.  In  signifìc.  neutr.  pass.  vaU  Le- 
varsi dall'  op<ra.  Fir.  Dtal.  beli.  donn. 
1^94-  Acciocché  poi  noi  non  ci  abbiamo  a 


S  C  I 


1077 


scioperare,  quando  saremo  in  sul  'avoro. 
Car.  lett.  I.  II.  Woo  occorre  che  si 
scioperi  a  rispondermi,  perchè  mi  baila 
che    mi  Uii^a    in   bua   buona   grazia. 

SClOPIiKATAOGLNE.  Scioperio,  Lat. 
otium.  SiiUin.  Pros,  Tose,  I.  37^.  Non 
amava  lu  ciance,  e  le  scioperataggini  del 
parlare ,  e  multo  menu  le  malediceo- 
ze  . 

:?  SCIOPERATAMENTE  .  Avvtrb. 
In   m^do  scioperato.   Oziosamente     (A) 

^  SCIOPERATEZZA.  Scioperataggine, 
Spensierataggine^  ,  Slraicuraiaggine.  Lat. 
incuria  ,  Gr.  ÙfXtXztcx. .  Segtter.  i'red, 
21.  7.  Maggior  pericolo  corrono  di  pe- 
rire quei  eh'  ogni  leggiera  culpa  gastigano 
con  lauta  severità,  di  quii  che  raniiiietlono 
cou  tanta  sciopeiatezza.    ^*j 

SCIOPKRATISSIMO.  Saper/, di  Scio- 
perato, Lat,  nia.vime  feriatus,  Gr.  evo. 
/:<o'TaTOi  .  Lib.  Pred.  Se  ne  stanno 
giurilo  e  notte  sciopcralissimt  ,  e  senza 
pensier  veruno. 

SCIOPERATIVO.  Add.  Scioperato. 
Lat  feriatus,  Gr.  axo^MOi,  Huon.  Fier. 
\.  2.  7.  Di  quesli  ed  altri  sì  fatti  tra- 
stulli Passai  scioperativo,  e  donzellone, 

SCIOPERATO.  AdJ.  da  Scioperare/ 
Senza  faccenda  ,  Sfaccendato  ,  Ozioso  . 
Lat.  *cxoptratus,  cciosus.  Gt.isxoXmqì. 
Bocc.  nov.  1.  IO-  Ser  Ciappelletto,  che 
scioperatosi  vedea,  e  malagiato  delle  cose 
del  mondo  ec,  disse  che  volea  volentie- 
ri. Coli.  SS.  Pad  Stando  sempre  in 
pensar  di  lui,  e  chiamarlo,  non  diven' 
tasse  scioperato.  G.  l.  12.  78.  3.  E  se 
fosse  r  accusato  iscioperalo  ,  Ì  delti  sei 
testtmonii  {fossero)  approvati  per  li  prio- 
ri. D.  Gio.  Celi.  iti.  II.  Pareami  es- 
sere a  ragionare  con  voi,  e  non  m'av- 
vedeva che  la  lettera  cresceva;  ma  leg- 
getela, quando  sete  scioperato. 

:;:  SCIOPERATO-NACCIO.  Pegg.  di 
Scioperattme.   lied.  Lett.  (A) 

'•^  SCIOPERA  lONACCISSIMO.  Sti- 
peti,   di    Scì-prrntonaccio.    Bcd.  Leti.  (A) 

t  SCIOPLUATO^E.  Sust.  Accrescit. 
dt  Scioperalo  j  Colui  die  è  senza  fac- 
cc'ide  ,  Lai.  male  ferialus.  Gr.  Tovyjaws 
^X^^otro,.  Cecck.  Spir.  2.  I.  Acciocché 
ec.  non  uscisse  fuori  La  voce  d'una  spi- 
ritala, e  si  Volgesse  qua  una  schiera  di 
certi  Scioperatoni. 

SCIOPERIO.  Lo  scioperarsi.  Perdio 
mento  di  tempo.  Lat.  otinm.  Gr.  a'j^oXr^. 
Frane.  SacLh.  nov.  IO2.  >oi  t'accusep  mo 
al  podestà,  e  converrà  che  tu  ci  ristori 
dello  scioperio  nostro.  Coli.  SS.  Pad. 
Siamo  provocali  a  rilevarci  dal  sonno 
dello  scioperio.  Cecck.  Esalt.  Cr.  3.  L. 
Acciocché  '1  verno  col  patire  assai,  E  poi 
la  siale  con  gli  scioperìi  Le  cose  nostre 
Vacano  in  malora. 

*  g.  Per  Ozio.  Car.  Apol.  l65.  Dirò 
cosi  di  passata,  che  io  mi  vorrei  trovar 
più  fornito  di  srìopcno  ,  che  non  mi 
irovo,  per  dare  una  rimescolata  anche  a 
loro.  (FP) 

f  SCIOPERONE  .  Colui  che  è  senza 
faccende  j  ScÌop,ra'o  .  Lat.  J^-riatus  , 
ocio»f>  .  Gr.  'S'/o'/xìai  .  Car.  leu.  1. 
61.  Voi  direte  ch'io  sono  uno  sciopero- 
ne a  scrivervi  queste  pappolate .  More. 
28-  42*  ^  certi  scioperon  pinzocberaii 
Rapportano:  il  tal  disse,  il  tal  non  cre- 
de . 

§.  Scioperone  ,  vale  ancora  lo  stesso 
che  Scimunito ,  0  Merendone.  Lai.  nebu- 
lo,  vappa.  Gr.  à/a^,  ou7tca.J0  4.^  Bart. 
Ben.  rim,  pag.  2-j.{LuorfiO  l'jCtCi).  Sovente 
Sì  dà  'n  qualche  sgraziato  bottegaio  ,  O 
scioperon  da  lavar  ceci.  o  lente.  ( B) 

•f  *  SCI0PI>O.  Caso,  Avvenimento 
fortunoso.  Buon.  Tane.  5.  5.  Perchè  con 
esso  lor  dandoci  bere  ,  Mentre  noi  gli 
contammo    Io  sciopino  ,   Da   morie  a  vita 


1078 


s  e  1 


ci  fé  riavere  Un  yr.indc  insaljtone.  e  uà 
po'  di  vino.  (A) 

*  SCIOPRARE  .  ^.  SCIOPERA- 
RE. (A) 

•f  *  SCrOPRO.  Oc.'O,  Riposo,  Ces- 
sazione liti  lavo'o;  L*  dicasi  tperiatmente 
da'conla.lint   Dì,  o   Giorn<}  di  sciopro,  per 


SCI 

,  pan*  Lit.  tolverct  dinoherf.  Gr,  ÀJ'tv, 
'  Jiaiy'scv.  /iocc.  nov  \fi.  ly.  P-jrchc  io- 
conUnfrnie  misd-i,  c\\f*.  i  due  ^invjni  Tis- 
iero  dal  pilo  sci'ilii,  IC  nov  8<»  3|.  Soio- 
I  gliendo  le  lulle.  tutte,  fu'it  rbe  da**,  che 
'  ptoni  crJQo,  picae  le  Irovà  di  capf echio. 
1  lù  ca.iz    ti.  ^.    Se  quuslo   far   Don   vu'>gli 


dire  Gioaj  lU/isdì,  o  Giorno  in  cui  non  I  almeno  sciogli  I  tegami  annodati  da  »pc 

*(  lavora.   Buon,  Tane.   1.   x.  Io  era  an-  "  .        -     - 

dato  a  portar  certi    cpppi  Un  dì  di  scio- 

prò  al  sere  a  Setlignano.  Salvin.ivi:  Un 

dì  di  xciopro  j   un    giorao    non    di    lavo- 

ro.  (Jj 

SCIORINAMENTO  .  Lo  sciorinare. 
Matt.  t'ranz.  rtm.  buri.  3.  loi.  Questo 
b  quel  modo  proprio  d'  ire  aione  ,  Uno 
KÌorinamcoLo  delle  imprese  ,  Uno  spasso 
da  bestie,  e  da  persone. 

SCXOKiSKK^.Spienixre  all'aria j  e  si  dice 
pir  lo  pui  tic' panni,  hii, e xoji rare,  exauri 


rjnza.  Pi^tr.  canz.  /ji.  5.  Dal  laccio  d'or 
Don  sia  m.ii  cbi  mi  sciogtia. 

§.  I.  Fi;uratam.  Dmt  Jnf,  22.  Fer- 
mò le  piante  a  t'>rra  ,  ed  10  uo  punto 
Saltò  ,  e  dal  proposto  lor  si  MrinUu  (cioè, 
si  liberò  ).  E  Purg.  5.  E  quel  »oipias« 
Ncir  Arno,  e  sciolse  al  mio  petto  la  cro- 
ce (  cioè,  levò) .  E  Par.  ^.  Csi  1*  avria 
ripinte  per  la  strada  ,  Ond'  craa  tratte  , 
come  furo  sriolte  fcioè,  liberal^  ).  T^s. 
Br.  5.  ^y  Quando  l'oomo,  o  altra  bestia 
lo   caccì.i ,    egli    scioglie   lo   SQu   ventre 


/lartf.  .Vor^.  20.  62.  E  fece  un  suo  stendardo  |  giitasi  da  dietro  una    feccia    una     grande 
sciorinare.  Dove  il  lion,  eh'  io  dissi,  può  I  pezza  di  lungi  da  lui  si  putente,  che  ar- 


mirarsi.  Buon.  Fier.  3.    I.    li.   Camere 
riveder,  sciorinar  letta. 

g.  I.  Per  similit.  AUeg.  l3o.  Non  son 
cosi  solleciti  i  dottori,  O  gU  scolar  di  leg- 
ge, o  medicina,  À  sciutinare  i  Baldi,  u  gli 
Almansori.  Tac.  Oa^'.  Post.  ^.ìg.  Ma  e* 
m*  e  piaciuto  non  per  ubarla  ,  ma  per  i- 
sciorinarla  un  tratto,  e  trarre  questa  voce 
del  suppediano  dell' anlirbità. 

§.  II.  Sciorinare t  par  melaf,  Tac.  Dav, 
Slor.  2.  295.  Lo  di  seguente  al  senato  e 
popolo  ,  come  fussero  d'  un'  altra  città  , 
con  mjgDi6ca  diceria  sciorinò  le  laudi  di 
se  stesso  (il  testo  lai.  ha  magni6cam  ora- 
tioucm  de  semetipso  prompsil). 

§.  III.  Sciorinare,  neutr.  pass,  vale 
Aprirsi  ,  Allargarsi ,  Sfibbiarti  i  panni. 
Cominci  tre  a  nudarsi.  Cron.  Mordi  282. 
Esercita  la  persona  con  fjlica,  che  tu  non 
sudi,  e  non  abbi  a  ansare,  o  isciorinarti 
de'  panni.  Alfieri,  cap.  65.  Non  ti  srio- 
rioare  ad  ogni  vento.  J^.  F.  Il-  Q~.  Qua- 
le 61  bagnava  in  Arno,  quale  si  sciorinava 
al  meriggio,  e  chi,  disarmandosi,  in  altro 
■nodo   preadea   ri  ul  rosea  mento. 

§,  I V.  Per  si'iii/it.  vale  Procurarsi 
sollievo,  o  refrigerio  ,  Prender  ristoro. 
Cessare  alquanto  dalli  fatica.  I-at.  (/«ie- 
scere  ,  intenniiterc  .  Gr.  av«:t«'j;i3ici  . 
Dmt*  l'if.  21.  l'manrlo  verso  Ik  di  que- 
sti mici  A  riguardar  s*  alcun  se  ne  scio- 
rina (  cioè  ,  per  sollevarsi  dalla  pena  ,  si 
moslia  fuori  della  pegola),  liut.  Perchè 
gli  altri  si  vengono  a  srionnare  un  poco. 
y?»io/).  Pier.  3.  1.  5.  E  gli  sciorini  angu- 
stiato il  core  (qui  in  si-'nific.  alt.  ). 

§.  V.  Sciorinan',  in  tigai/ic.  di  fibra- 
re,  o  Vi'>rar  colpi,  vai-  Dare,  o  Percuoter 
forti'.  Lat.  acriter  verherarc.  Gr.  syóSp'X. 
TUTlTStv.  Morg,  3.  6.  E  comincio  a  scio-  | 
rinarc  ii  battaglio  ,  E  fa  veiler  più  luc- 
ciole eh*  Agosto  .  E  2t).  137.  E  Ricciar- 
detto col  brando  non  crocchia  ,  E  molte 
volle  a  traverso  iciorina.  Ciri/f.  C'iv.  2. 
57.  E  tanto  spessi  i  suoi  colpi  sciorina  , 
Che  d'intorno  a  Sansone  bi  fatto  un  Ia- 
go. E  3.  101*  E  sciorinava  col  braiulo  un 
fendente  A  SiueGdo,  Da^:  Acc.  i^O.  Co. 
m' io  lo  n*aviò  rinfacciati  dui,  o  tre  ,  0 
quasi  colpi  mortati  sriurtnatì  a  traverso  • 
hfalin.  f).  53  E  r  U^iiautse  ,  al  quale  Ìl 
ballo  tocca ,  Sciorina  a  Ucrtiuclla  in  sulle 
nocca  . 

SCIORINATO.  Add  da  Sciorinare. 
Cant.  Cam.  lOI.  Ecci  cbi  fra  le  roto 
spicciolate  Lo  lime  a  riafreicarc  ,  Chi  le 
maneggia ,  e  tieale  sciorinalo.  L'fP.  Mcd. 
Arid.  3.  2.  Voi  avete  fatto  bene  per  non 
vi  riscaldare,  cho  voi  siete  a  roti-5i»  mo- 
do sciorinalo  (qui  nel  signifìcm  del  §.  III. 
di  SCIORINARE). 

SCIORRK,  r  SCIOCLIERB.  Lfvare  t 
legami.  Disfare  U  legature^  contrario  di 
l.egarej  e  si  ufa  in  signific  alt.  e  neiUr. 


de  rome  bragia  ciò  che  tocca  (cioè,  maO' 
da  fuori  gli  escrementi  del  ventre  ).  Mae' 
strnzz.  1.26.  Chiunque  VOI  iicioglierete  so- 
pra terra  ,  sita  isciolto  io  cielo  (  cioè, 
assolverete).  Guid.  G  O  lo  Dio  della 
natura  sosiien  pena,  o  l'ordigno  del  mon- 
do si  sciogli'  (cioè,  si  dissolve  ).  Ta$s. 
Ger,  16.  73.  Esso  mi  fé  donna  vagante  , 
ed  esso  Spronò  1'  ardire  ,  e  la  vergogna 
sciolse  (ci-iè,  I'jUc  via  )  Alam.  Gir,  i3. 
56.  Con  altra  sapienza,  e  in  altri  modi 
Aperti  sieno  i  nobili  volumi  ,  E  sciolti  i 
dubbii,  e  inestricati  i  nodi,  Che  riserrano 
in  sé  leggi  0  costumi  (cioè,  sìcno  dichia- 
rati ) . 

g.  II.  Sciórre  la  linentt.  Sciar  parola, 
e  simili,  vagliano  Incominciare,  o  Parco- 
minciare  a  parlare .  Lat.  linguani  solve- 
re. Gr-  Xj'you  otp^^iaSau  Pttr.  son.  268- 
Amor,  che  'n  prima  la  mia  lingua  sciol- 
se, pareli.  ErcoL  52.  Aprir  le  labbra,  e 
scioglier  la  lingua  .  0  rompere  il  silenzio, 
snno  locuzioni  topiche  cavate  dal  luogo 
do'  couseguenti,  o  piuttosto  degli  anlccc- 
denli.  pcrcbi;  nluiio  può  favellare,  se  pri- 
ma non  ivcioglie  la  lingua  ,  noa  apre  la 
bocca,  non  rompe  il  silenzio.  Buon.  Pier. 
3.  1.5.  GeliJo  e  fredJo,  senza  scior  pa- 
rola, Le  mi  soffrcgai  *utornt>  ripeniilo. 

3.  III.  Scior  la  bocca  al  sacco  ,  prò- 
vei-b.  che  vale  Cominciare  a  dir  libera- 
menU  quello  che  si  ha  nelC  interno  .  V. 
SACCO,  3    XVI, 

§.  IV.  Sciogliere  il  volo  ,  vate  SodJi' 
sfare  al  volo  .  Lat.  %'Otum  solvere  .  Gr. 
ijxdi  «TOOi^ovac.  Tass,  Ger.  20.  i44- 
E  «jui  r  arme  sospende  ,  e  qui  devolo  II 
gran  sepolcro  adora  ,  e  scioglie  il  voto  . 
Alan,  Colt  2.  4*  *^''  conip'1-o  ••  C""»- 
miu  Ira  mille  e  mille  E  di  scogli,  C  di 
mar  perìgli  estremi  ,  Lieto  in  porto  si 
Iruova,  e  i  voli  scioglie  A  Glauco  e  Pa- 
DOpea  .  T.ic.  Da>;  Ann.  2  5l.  Quando 
seppe  eh*  ci  migliorava,  e  se  ne  scioglie- 
ratio  i  boti,  f'cc  mand.ir  da*  Itilnri  ^ouo- 
pra  le  vitliin.>,  e  gli  apparali  della  plebe 
fusteggianle  .  Bern  Ori.  3.  17.  52  Di- 
ceva :  iUvalier  ,  lasciami  andare  ,  Che  al 
tempio  d'  Ap»llino  ho  a  sciorre  un  volo. 

§.  V.  Avere  sciolto  ,  vale  Essere  l'/i- 
p '1  zzalo  j  modo  fiosso.  Buon.  Pier.  2.  ^, 
3o.  Che  ba  sciolto  costui?  che  è  briaco? 

g.  VI,  Sciane  i  bracchi.  V,  BRACCO  , 
§S.  VII.  vili    e  X. 

%.  VII.  fìocchin  da  sciorre  aghetti,  si 
/tue  in  ischerzo  di  B-fCCa  stratta,  e  for- 
zatamente serrala  ,  come  per  lo  più  so- 
fjliono  tenerla  ,  per  parer  belle  ,  le  fem- 
minti  l  sto  te  .  J.t'u  Son*  33.  Saporito 
liocchin  da  sciorre  agbetii.  .\f.ilm,  7.  72. 
E  con  un  suo  bocibiu  da  sciorre  aghetti 
Chiede  da  ber,  ma  non  già  se  l'aspetti. 

*  §.  Vili.  Scioglier  l' obbliga .  sm/.*  So- 
disfarlo ,     idempirto,    .-ir.   fur     l8.    I68 


S  C  I 

Mi  par  cbe  quando  ancor  qoesl'  anima 
ei''3  lo  ODor  di  sua  fama  ,  io  non  com- 
pensi Nìf  Siriolga  Verso  lui  gli  obblighi  im* 
measi.  (C)  E  rtm.  cap.  8.  Kestorai  qui  , 
ne  qu<-I  cbe  Amor  vorrebbe  Posso  a  Ma- 
donna suddihCar,  oè  a  voi  L*  obbligo  SCior, 
che   la   mia  f«  vi  debbe.  (M) 

*  §,  IX.  ,9ciogliere,  parlando  di  stra- 
nienti, vale  Cominciare  a  sonarli.  Cbiabr, 
rim,  E  lusingato  da'  peosier  ,  ei  scioglie 
La  bellissima  cetra.  (Br) 

ff  %.  X-  Sctorre,  posto  assolutnm  vale 
Salpare.  Cor.  En.  Uh.  4.  v.  8*>0  Quao- 
do  già  di  partir  fermo  e  parato  Eo«a  , 
per  riposar  pria  cbe  sciogliesse  ,  S'  era  ■ 
dormir  sopra  la  poppa  agiato.  (M)  Bari. 
Star.  Il  lib.  3.  Sopra  un  brigaotino  pu- 
ieggrro  sciolse  da  Genova  verso  la  Coni- 
ca. (Br) 

*  §.  XI.  Sciogliersi  da  alcuno  ,  vale 
Licenziarsi  ,  Spacciarsi  da  alcuno.  DamL 
Pure:.  6-  '^at  era  io  in  quella  turba  spessa 
Volgendo  a  loro  e  qua  e  là  la  faccia,  E 
promettendo  mi  scioglila  da  essa.  (P) 

tf  g.  XII.  Scioglier  la  vita,  Vale  Mo- 
rire. Lat.  vitam  solvere.  Bus-  73.  Quelli 
che  per  fuga  non  si  poterono  goarrotire, 
per  ferro  furono  morii,  e  con  morLe  acer- 
ba  sciolsono  la   vita.    (C) 

SCIOVERSO  .  Sovescio.  Dav.  ColL 
157.  Ricuopri  la  buca  non  aSaito  per  po- 
ter nascere,  e  farsi  scioverso.  /:,*  appres- 
so: Il  secondo  (anno),  in  luogo  di  questo 
Ili 


scioverso,  dà  loppa  e  pagliaccio, 

SCIPA  .  riome  Jinto  per  ischerno  dal 
Bocc.  nov.  7p.  25.  A  Buffalmacco  parea 
mille  anni  di  dovere  essere  a  far  quel- 
lo cbe  questo  maetlro  scipa  andava  cer- 
cando . 

SCIPARE  .  Lacerare  >  Conciar  male  , 
GuasVirej  e  si  adopera,  oltre  al  sen- 
tim,  alt.  ,  anche  nel  neutr.  pass.  Lat- 
ditiipare  .  Gr.  (JiaTX€oav»t/v*i  .  Dani. 
Inf.  7.  E  perchè  D'Stra  colpa  sì  ne  scipaì 
E  2Ì.  Che  la  memoria  ìl  sangue  ancor 
mi  scipa.  Bui-  ivi:  Ancor  mi  scipa,  cioè 
la  ricordanza  di  que*  serpenti  ancor  mi 
diville  il  sangue  dai  luoghi  suoi ,  e  fallo 
tornare  al  cuore,  cunie  fa  la  paura.  Pass. 
35.  Iddio  ha  scipaie  e  distrutte  l'ossa  di 
coloro  che  piacciono  agli  uomini.  E  3oo. 
Una  febbre  di  tre  di  tutti  i  beni  del  cor- 
po scipa  e  guasta  .  fu.  S,  Margh.  Io 
bo  distrutte,  e  scipale  le  fatiche  di  molti 
giusti . 

§.  Per  Abnrtare  ,  cbe  anche  diciamo 
Sconciare  ,  Sciupare,  e  Aorlare .  LaU 
aftortum  facere  .  Gr.  ùtp.070KtZit ,  Cr»  \. 
5  S.  All'*  femmine  vien  molto  tiscimeoto 
di  .angue  inpslruo,  e  oon  si  coslrigne  m 
non  cou  malagevolezza  ,  e  ipessamentc  si 
scipano,  ovvero  sconciano  ,  per  la  moUt* 
tuJinc  delle  loro  infermiiadi .  .£9-77- 
10.  Convi-nsi  fare  il  porcile  alto  d'  at- 
torno di  tre  piedi  ,  e  poco  più  ampio  «li 
queir  altezza  da  terra  ,  acciocché  quando 
la  troia  pregna  vorrà  uscirne,  non  si  sci- 
pi.  Mor.  S.  Grc^.  Lo  bue  conc«pelte,e 
non  si  scipòe  ;  la  vacca  parlorie  ,  e  uoo 
fu  privata  del  parto  suo  .  Frane-  Sacch. 
nov.  ni/&  La  f|iiale  ne  cadde  in  terra  per 
forma,  cbe  ù  scipòe. 

SCIPATO.  Add.  dm  Seipare.  D.  Glo. 
Celi,  leti,  i4>  Seminano  il  seme  celestia- 
le dflle  parule  d*  Iddio  nella  terra,  e  nel 
campo  dfl  cuore,  del  quale  e  iscipalo  ogni 
tìzìi  c  passione. 

t  SCll'ATOKE.  f erbai.  m«JC.,C&«, 
:  o  CM  scipa .  Lai.  dittipator.  T^c-  Ottv. 
I  Ann.  3.  73.  Acci  creili.'  quri  vergognosi 
I  scipatori  ,  che  voi  vedute  arrossare  e  tc- 
I  mere  ,  an<.^^b*  io  non  vegga,  e  quasi  colga 
I  in  poLcalo  * 

I  SCIPA/IO.NE  Lo  sctpare.  Lai.  prò- 
I  lutto  ,  disiipatto  ,  pmdemdms  luXu*  .  Gr. 
I  ot9(kinx  .   Fr     Gtord»    Pred.  D.  Or  non 


s  e  I 

credete  voi  che  Iddio  ve  ne  addomandì 
ragiuDc  di  questi  scipaxionc?  gramlL'  giù- 
dioio  ne  f^ir'i. 

SCIPIDEZZA  .  Astratto  di  ScipiJi}. 
Lat.  insuai  itiis,  Gr.  oifìòiv.. 

tS  S'  l- Scipidczza, /igttrnt,  voL- anche 
Jfiincan:<i  i{i  xavtfzzit,  di  prudcnz'ij  ò'cioc~ 
thfzza.  Lat  stuUitia,  fatttttas  <ir.  civaia, 
fiotfioc*  t>.  e  lord  ò\  Pred.  27.  Truo- 
vaosì  di  quello  'Jfnminf)  cho  se  ne  faooo 
kj'UQÌtori,  ec.  graude  follia  è  la  loro,  trop- 
pa è  U  luro  Acipideisa. 

*  g  li  Sctptdfzza,  dicesi  anche  delle 
Parole,  e  dell»  Azioni  che  manifestano 
mancanza  dt  saviezza  ,  di  prudenza  , 
•  AW.  ant.  7^.  1.  t' 00  s'era  messo  u  scri- 
Tere  tulle  Iv  lollie,  e  le  scijtideize  che  si 
fareutTo.  ffor^h.  Man.  iSi.  E  colali  al- 
tre sripideiac.  chi*  egli  vi  adduce  ■».    (0) 

SCIPIDIRE.  Oii'entre  scipido.  Sciapi- 
dire.   Lat*  insipidum  fieri.  Gr.   ai(o'»]T3V 


yt  viggat 


/■>.   tiiordt    Pred.    R.   Come  i 


Tini  più  generosi  possono  scipidire,  cosi 
ancora  per  lo  peccato  uomini  dottissimi 
KÌpidiscono  . 

*  §.  Per  lìfndeir.  Fare  divenire  sci- 
ptdo  I  e  hnfjuido  .  Giambon.  Mis-  Lìom. 
37.  La  vecchiezsa  t'c.  iofrìgidiìce  il  cuore, 
•  languire  fa  lo  spirito,  e  il  capo  crolla- 
re,  e  Hi  la  l'accia  rigata,  e  la  boera  6a< 
Iota,  e  i  denti  fracidi,  e  il  dosso  chinato, 
e  meuoma  il  vedere,  v  V  udire,  0  1*  odo- 
rare, e  il  saporare,  v  scìpidisce  il  tocca- 
re. (C) 

SCI  FIDO.  Add.  Scipito.  Lat.  insipi- 
dus.  Gr.  cexw.tJ^o»-  Fr.  Giord,  Pred.  Non 
può  mangiare  i  buoni  cibi  savorosi  ,  né 
bere  i  bu'toi  viai  eh*  egli  ha,  anzi  si  pa- 
sce pur  di  latte,  eh'  è  cosa  scipidj,  e  che 
non  ha  ».ipi>re  .  E  di  sotto  :  Anzi  averau 
latte  sripida  ■  Pai/ad.  At;,  8-  Nei  luughi 
del  piano  sono  gravi,  salse-,  tiepide,  e  sci- 
pide  (il  testo  lui.   ha  in&uaves). 

■}•  S-  £  /iguratnm  .  per  Iscimunito  , 
Sciocco.  Lai.  *nsipirnv  p  desipicns  ,  Gr. 
av^wv.  Fr.  Giord.  Pred.  S.  Matti  sono, 
e  scipidi. 

SCIPIRE.  Scipìdire.  Lat  insipidnmjie- 
rt  ■  Gr.  a»9'i]Tov  -/l'vsc^ai .  Tratl.  jc^r, 
eos.  donn.  Vino  bianco  che  abbia  comin- 
cialo a  sei|)ire. 

f  *  SCIPITAGGINE.  Mancanza  di 
gaviezzfi,  it  priidenziij  Scipitezza,  Scioc- 
chezza .  AlUs-  p<ig-  166.  (.fmst.  l'S^). 
Il  porger  di  quelli  adunque  in  tanto  sal- 
Talica  semplicità ,  argomenta  la  mera 
faoolà  loro,  e  quelle  cou  tante  e  cosi  fat- 
te sicumere,  per  conchiuder,  la  loro  sbar* 
dellatiuiroa    scipitaggine  .  (A) 

f  #  §.  Scipitaggine  ,  si  dice  anche 
delle  Azioni,  delie  Parole  che  manifeiìta- 
no  mancanza  di  saviezza,  di  prudenza. 
Uden.  yis  3-  101.  Bel  decoro  di  poeta, 
prorompere  in  siflfalte  scipitaggini,  compur- 
tevuli  ap[>ena  allo  storico.  (Aj 

»  SCIPITAMENTE.  Aiverh.  Insipida- 
mente i  e  per  meta/.  Sci-Kcamente.  Lat. 
ùtsultc,  insipienter.  Gr.  «voj'tw^.  Il  ''o- 
cabot.alla    f.   INSIPIDAMKNTE.   (') 

SCIPITEZZA.  As!rallj  di  Scipito.  Lai. 
tnsu.ivitat.  Gr.  avjòi'x. 

t' S*  Per  Insipienza.  Ignoranza.  Palìav, 
Ptrf.  Crist,  i.  i\.  Fra  tante  naiioDÌ  , 
taulte  delle  quali  non  avean  consorzio  dm 
r  altre,  e  vivean  sepolte  in  una  sìolida 
scipitezza  .  appena  se  n*  ir  trovata  veru- 
na PC  (D) 

SCIPITO.  Add,  Sensi  sapore.  Sciocco. 
Lat  insipidtts  j  intnlsus.  Gr.  «j;uuo;, 
a»aÀTO;.   Cnvt/c.  Med.  cuor.  Molli  sono 

f;li  alti  effetti  del  fuoco  ,  cioè  che  cuoce 
e  cose  crude,  e  dà  sapore  al)*;  scipite. 
Burck.  2.  32.  Scipito  ù  più  che  pastinaca, 
o  bieltda. 

g.  Per  metaf.  vale  Scimunito ,  Senza 
xtmnot  Sctocco.  Lat.  instpiens,   Jesìpiens. 


S  C  I 

Gr.  oii^put,  oivon'o;-  /ift.  tyon.  44- Spa- 
rato, malvoluto,  uomo  scipito.  Tac.  Dav, 
A-in.  12.  l4^-  Ogni  cosa  era  agevole  con 
quel  Prìni'ipe  buono,  scipito,  da  essere 
imboccato   e  coiuandato 

f  ^*:  SCmii  f^.  L.  ed  A.  Sapere.  Cuitt. 
leti.  I.  b*.  li  dessi  srirc  tantoslo  quullo  che 
ad  amore  adduca.  l'Y.  Jar.  T.  |.  I  |.  6. 
Non  l'  L-  in  amore  chi  vuol  di-ntro  scirc.  (V) 

■j-  V  §.  Per  Utcìrej  ma  e  V.  A.  Cr. 
S.  Gir,  ^.  logli  farò  scire  fiume  d'acqua 
viva  do!  suo  corpo.  Rim.  ant  F.  li.  Notaro 
Giacomo  da  Lentino,canz.  7.  Vorria  eh'  or 
avvenisse  Che  lo  meo  cor  scisse.  Ivi  :  Retto 
Mettìjuoco,  canz.  23.  Ne  lo  meo  pensa- 
mento Non  può  scir  di  tormento,  (f) 

SCIKIGNATA.  Sci'^rignata. 

SCIRINGA  ,  e  corrottamente  SCILIN 
GA.  Sifone,  o  Cannella  rotonda,  liscia , 
eguale  per  tutto,  e  concava  a  similitudine 
di  una  penna,  che  s'  introduce  dml-^o  la 
vescica  per  cavar  fuori  l'  orina,  0  per  ve- 
nire in  chiaro  se  nvlia  vescica  sia  pie- 
tra  ,  0  altro  impedimento-  Lat.  Jìstula  , 
.Kj-rinx*  Gr,  ou'piy^. 

SCIRINGAHE.  Introdurre  altrui  la  sci- 
rin^a  nella  ve':cica. 

*  SCIROCCALE.  Add.  App.^rtencnte 
a  scirocco  .    f  allisn,  (A) 

SCIROCCO.  Scilocco.  Lat.  notus,  Gr. 
vo'to^  Dani.  fHr;,'.  28.  Quand*  Eolo  Sci- 
rocco fuor  discioglie.  tìcrn.  Ori.  1.  iS. 
32.  Siccome,  poiché  V  impeto  e  '1  furore 
Di  Garbia,  di  Scirorco,  o  d'  altro  vento, 
Da  mez^o  di  soffiando,  Io  splendore  Del 
Sol  con  spessi  nugoli  hanno  spento. 

SCIROPPO.  Bevand.t  mcUcinnìe,  fitta 
con  decozioni,  o  tii^/ii  d'  erbe  conditi  con 
zucchero.  Lat.  *syrupus.  Gr.  /araTisrov. 
Cr.  I.  4-  16.  L'acqua  salsa  sì  dee  bere 
con  aceto  e  con  isciroppo  acetoso,  nella 
quale  ghiande  e  granella  di  mortìua  e  sor- 
be si  deono  mettere.  E  (\.  47-  I-  Lo  sci- 
roppo acetoso,  che  si  fa  d'aceto,  è  buono 
alla  semplice  terzana.  Frane.  Sacch.  nov. 
210.  Nili  re  ne  avvedremo  a*  medici  e  agli 
sciroppi.  Malm.  3.  2.  E  pur  chi  vive  , 
sta  sempre  soggetto  A  ber  quali  he  scirop- 
po che  dispiace   f  qui  fgnratam.). 

*f  ^  SCIRPO.  Lo  stesso  che  Giunco. 
S'ilvin.  Disc.  3.  l33.  Conoscere  il  pel 
nell'uovo,  er  ;  simile  a  quello  :  TCodum 
in  scirpo  tfucei  ere  j  dove  non  sono  scru- 
poli, difficoltà  ,  trovarvelc  ,  perchè  nello 
scirpo  non  v*  è  nodi.  (A) 

SCIRRO.  Appresso  i  Medici  è  un  Tu- 
more duro,  che  non  du.le.  Lat.  scirrhus. 
Gr.  axippo'f;.  Lib.  cnr.  malati.  E  utile  per 
sanare  lo  scirro  del  figgalo  e  della  milza. 
*  Rid.  Gens.  1.  278-  FioalmenleseC(7«u'- 
sta  pituita)  viene  ad  essere  d'una  molto 
ma';giore  consistenza,  produce  quel  turno- 
re  che  è  chìanjalo  durezza,  e  per  allro  no- 
me scino.  Va  liAe  scirro  più  facilnjenle 
vien  prodotto  dalP  umore  melanconico, 
cioè  da  quella  parte  della  massa  del  san. 
gue.di  temperamento  fredda  e  secca,  ve. (fi) 
Imperf.  An.it.  2'!^t>.  h'  atrofia  ,  o  ma- 
credine  derivante  dalle  glandulc  assediate 
e  turate  da  qualche  scirro,  o  tumor  duro 
nel   mesenterio.  (Fj 

*  SCIRUOSO.  Add.  Term.  de'  Chi- 
rurgi* Appartenente,  a  scirro.  Che  ha  del- 
lo scirro.  Cocch.  Bagn.  Tumore  scirro- 
so    (A) 

f  SCISAL^.  Divisione,  e  Separazione 
dal  corpo,  e  dalla  comunione  d'  una  re- 
li[ion--j  ma  noi  il  prendiamo  quaii  sem- 
pre per  Divisione,  e  Separazione  dal  cor- 
po, e  comunione  della  Chiesa  cattolica  . 
Lat.  schisma.  Gr.  c'/icpuL  Dant.  Inf.  2S. 
Semiuator  di  schiudalo  e  di  scism;*  But.  Ed 
è  scisma  divisione  c-svparameuto  dal'.'  unità 
della  fede  e  della  carila.  S.  Ant.  Confess. 
Scisma  è  quando*!  Ciìstiaao  si  parte  dall'a- 
uità  della  Chiesa,  la  quale  consiste  e  nella 


S  C  1  1079 

congiunzion  de' fedeli  insieme  io  carità.  •? 
in  un'ordinaiioue  de' fedeli  cou  Cristo, 
come  suo  capo.  Pasf.  224*  Della  super- 
bia nascono  le  reste,  lo  scìsme,  ce  Bor^h. 
ì  e<c,  l'tor.  5S2.  Forse  è  alquanta  diffe- 
renza fra  qiicMi  nomi  eresia  e  scisma:  cho 
la  prima  pare  che  per  uso  generate  ini - 
piarti  sentire  male  de*  niihtcrii  e  sacramenti 
dilla  (-hiosa  ce,  qu.'tl' altro  propriamcnt'' 
per  divisiouo  e  separazione  dal  comuD  cor- 
po si  pigli. 

g.  Per  Qualunque  divisione  ,  .tepara- 
zione,  0  discordia.  Lat.  dissidium,  ilisci- 
dium.  Gr.  ^lacrast?.  G.  V.  Vit.  Maom. 
Beno  ebbe  ira  loro  al  cominciameoio,  per 
la  'nvidia  dL-lla  signoria ,  grande  scisma. 
(V.  pr.  lìum  3.  Disideroso  del  parifico  • 
tranquillo  stalo,  dopo  la  divisione  e  sci- 
sma di   quella    nolul    ciltatle. 

t  SCISMATICO.  Add.  Di  scisma,  mi 
primo  signific.  Lat.  schi.%maticus.  Gr. 
oXt5Uxrixo?.  Fsp*  Silm.  Prendere  au- 
clie  l'umano  aiuto,  non  d'infedeli  e  sci- 
smatirì,  nta  di  coloro  er.  Ott.  Com.  Purt'. 
32.  572.Quesia  volpe  hac  a  significare  uno 
frodolenlc  scismatico,  ovvero  eretico.  Mae- 
struzz.  2.  34  2.  Il  nono  è  contro  a  co- 
loro che  s'  appoggiano  all'  ordinazioni  , 
ovvero  alienazioni  fatte  dagli  scismatiet . 
yit  ss.  Pad  I.  247-  Quattrocento  mo. 
naci,  li  quali  per  certa  dissensione  ec.  s'e- 
rano partiti  dalla  Ecclesia,  e  diventati  sci- 
smaiiri  ec.  ,  ricoverò  all'  unitade  della 
santa  Ecclesia  Appostolica.  • 

g.  Scismatico,  vale  anche  Brigoso.  Lat. 
seditiotus,  faciiosus.  Gr.  cTac*a57i/o'^. 
'?  SCISSILE.  A;jsiunto  di  una  specie 
di  allume,  Lat.  schiston.  Gr.  ojjt'sTOV. 
liicett.  Fior,  i4  Gli  allumi  naturali  sono 
più;  cioè  l'allume  scissile,  il  rotondo,  \o 
slrongile,  l' astragalole,  il  liquido,  il  pia- 
cile,   e  il   piinlite     {*) 

SCISSO-  V.  L  Add.  da  Scindere.  Lai. 
scissns.  Gr.  ^i-:5X'^,"^£*vo5.  Dant.  Pur^, 
6-  In  lutto  dall'  armrgcr  nostro  scisso.  E 
Par.  21  Che  da  ogni  creata  vista  è  scis- 
so =!=  Car.  l'n.  lib.  /j.  7S1.  Falla  la  pita 
E  d'ilici  e  di  tede  ;uidc  o  scisse  Alta- 
mente  composta.   (ììr) 

SCISSURA.  F.  L.  I  crbale.  Fessura. 
Lo  sfendere.  Lat.  scissura.  Gr.  ayiiuvi, 
Fr.  Jac,  T,  Le  pietre  mostran  scissura  , 
E  i  inonumeuli  apritura.  Cr,  4-  I»-  li. 
Xìa  allro  inncslameoto  ui  vile  spesso  pro- 
vai, e  quello  trovai  infallibile  .  e  sicuro 
dalla  pullulazione  ,  e  dall'  offensione  e 
scissura   de'  cavatori. 

'•''  g.  E  figurai  am.  Discordia,  Disunione. 
Pallav.  Stor.  Cono.  i.  583.  Non  sospira 
egli  io  quel  medesimo  aureo  libretto  le 
miserabili  scissure  di  coloro  che  maneggia- 
\au   la   Chiesa  ?   (]^) 

SCIUGARE.  Rasciugare.  Lat.  sicca'c, 
absiergere.  Gr.  l'vjpat'vecv ,  aTTOTpt'/Sstv. 
Nov,  ant.  63.  I.  Slavasi  in  una  grolla  al 
sole  a  sciugare.  Bireii.  Fior,  75.  li  nu- 
trire è  simile  all'inumidire;  ma  è  diffe- 
rente in  questo,  che  egli  si  fa  con  meno 
umore,  e  subito  che  è  inzuppato  si  mette 
a  sciugare,  o  al  sole,  o  nelle  stufe.  E  al- 
trove :  Acciaccale  colie  mani  V  infilano,  e 
le  mettono  0  sciugare.  ^-  Rem.  Rim.  afi . 
Ma  'I  sollion  s*  ba  messo  la  giornea,  E  par 
rbc  gli  osti  r  abbian  salarialo  A  sciug;<r 
bocche  perche  il  vin  si  bea.  (K) 

*r  g.  E  figuratam.  Ar.  Fur.  12.  82.  Nes- 
sun TÌ  si  mirò,  se  non  un  veglio  ,  A  cui 
*\  sangue  V  età  ,  non  1'  ardir  sciuga.  (M t 
SCIUGATOIO.  Un  pezzo  di  panno  li- 
no, lungo  ci'Ca  due  braccia  ,  per  uso  dt 
rasciugarsi.  Lat.  .fudarium.  Gr.  aouOK- 
pio-J.  liùcc.  nov,  2;>.  i3.  Quel  giorno,  il 
quale  tu  vedrai  due  sciugaioi  icai  alla  fi- 
nestra della  camera  mia  ce,  fa*  che  per 
1'  Uicio  del  giardìuo  a  me  te  ne  venglii 
Tratt.  gov.  fam.   29.  Corra  presta  per  Io 


lodo 


S  C  I 


SCO 


sciogaloio,  gli  «iropicci  il  cipa  lutto  mol- 
le. Lor.  Med.  canz.  12  5.  Le  si  veggono 
in  qae' panni  Con  soggoli  e  «ciugitoi.  Dati. 
Scinti.  .Io-  Vide  Anna  gitlare  dalla  6oe- 
»tra  uno  S'iugaloioa  uno  do' suoi  amido- 
ri  lutto  sudato. 

*  SCIU.NO.  y.  A.  Adi  Sprovvtditta, 
S'nternit'3.  Lat.  impalatiti.  Gr.  «Tasa- 
OXiUOi.  />.  toc.  T.  2.  8.  'S  La  carne  fa 
sembiaglia,  E  conlra  la  ragione  Muove 
grande  liallaglia  ,  E  suo  voler  non  sma- 
glia Con  la  voglia  importuna  ;  Se  trova 
l'alma  sciuna,  Fallasi  consentire.  (*) 

SCIUPARE.  SJpire.  Lai.  dissipare, 
perdere.  Gr.  oi-/5/.eia»vùvai ,  t.jo.ix.ii'.n- 
S«i.  Meii:.  sai  4.  Vi  par.  canaglia  ,  di 
dover  siuparc  II  bel  Parnaso  ,  e  quella 
sacra  fronde,  Ch'i;  degno  premio  all'al- 
me illustri  e  chiare  ? 

§  In  siiinific.  imilr.  pass,  per  Iscoa- 
ciani.  Lat  a'iorlum  facert.  Gr.  ejafl- 
aXoù-<  Maeslruz:  2.  29-  k  *' ''  "calura 
già  era  formata  ,  e  la  donna  per  la  per- 
cossa  si   sriupò,   fu   micidio. 

+  SCIUPATORE.  Verbal.  masc.  Che, 
n   Chi  sciupi.    Lai.  ilissipator. 

SCIUPINARE.  Frequentali^  ài  Sciu- 
pare. C'cch  Esali.  Cr.  3.  4.  Avventano 
que'  fruscoli  e  quei  sassi  Per  sciupinar  le 
genti. 

SCIUPINI'O.  Lo  sciupìnare.  Lai.  dis- 

■  lìpatio.  Gr.  0t5HZ50V.5i?.  *  Tìellia.  Bucci,. 

2^0    La  sperpetua,  il  satanasso,  O  s'altro 

e'  i;  ,  che  spiegar  possa  io  terra  Lo  sciupi- 

nio  d'  ogni  più  dura  guerra.  (B) 

SCIUPI'O.  Lo  sciupare.  Lat  dissipa- 
no   Gr.  Sfji.iy.ioa.iii. 

■'f  SCIUTTO  Add.  da  Sciugare;  A- 
sciullo.  Fr.  lac.  T-  2.  32  26.  Se  tu  ca- 
di nel  pelago.  Non  te  ne  levi  sciullo.  (V) 
I  J  SCLAMARE.  Keiitr.  Gridare  ad  al- 
ili voce  per  ammirazione,  o  prr  dolore,  0 
„er  ira.  Lai.  exclamare.  Gr.  ezjiwver». 
a  y  g  lìS.  4.  Bene  si  dilettò  in  quella 
commèdia  di  garrire  e  sclamare  a  guisa  di 
poeta.  Tac.  Dai:  Anu.  12.  160.  Per  si 
fatte  cagioni  fu  dannala  a  morie  ;  stla- 
mand.me  molto  Narciso  ,  il  quale  ogni 
ora  teoienJo  più  d'  Agrippina,  dicono  che 
tra   gli  amici,  disse,  ec. 

*  g.  Jii'i  sig'ii/ic.  ali.  vale  lo  slesso. 
..Mora  26.  107.  Forse  quel  sangue  inno- 
cente, si  darò  ,  Vendetta  delilie  or  nel 
.-ielo  sciamare  -(qui  figuralamentc  }■  (C) 

3  SCLAMAZIONE,  Esclamazione,  Lo 
sclamare  ■    Lat.    exclamalio.    Or.    s/jJM- 

*  §.  Sclamatione,  e  anche  Una  figura 
rcllorici  ,  delta  più  comunemenle  Escla- 
mazione .  «  Tac.  Dav.  Peni.  eloq.  4l8. 
Potri  anche  dall'  Epicuro,  e  da  Metrodoro 
qualche  onesta  sclamaiione  a  proposito  pi- 
gliar r  oratore  •■  .   (C) 

SCOCCA  'L  FUSO.  £>ii(c(o  c'ie  si  da 
in  (scherzo  a  donna  da  poco,  o  mal  vaga 
di  lavorare,  e  sempre  vi  s'  agsiugne  Mon- 
na. Palaff'.  4  E  monna  scocca  'I  fuso  ha 
tre  c&rnclte.  Frane.  S'icch.  rim.  17.  Se 
o'  ci  lussc  monna  scocca  'I  fuso  ,  Voi  la 
conoscerete  pure  al  muso. 

*  SCOCCANTE.  Che  scocca  .  nellin. 
Disc.  I.  32.  Tanti  archi  scoccanti  son  le 
memhraue  quando  contraggonsi  (  qui  per 
similil.  I.  (C) 

#  §.  K  per  Che  scappa.  Salvia,  lliad. 
Per  reggere  agli  slrai  spesso  scoccanti.  (Ai 

J  SCOCCARE  .  Lo  Scappare  che /an- 
no le  cose  lese,  0  ritenute,  da  l'ielle  che 
le  ritengono  ,  come  archi  ,  strali  ,  e  si- 
mili! l'  che  anche  diciamo  Scattare.  Lat. 
vibrari.r,t.civai.j>pi^i%'-l'^i>-^.Dant.Purg. 
^l.  Come  halcslro  frange,  quando  scorca 
Da  troppa  lesa  la  sua  corda  e  1'  arco  . 
/•>.  lac  T.  Nulla  saetta  vola  si  torte  . 
Quando  "l  Iialestro,  scocca,  quanto  Corre 
l'ora  dolU  morie    Cr.  10.  35.  I.  Quan- 


Fare  scap- 

.  Gr.  KJV.p- 

Ma    disse  : 


do  'I  topo  la  piglia  ,   scocca  ,  e  cade  ad- 
dosso al  lopo. 

§.   I.  Iit  alt.  sigai/ic.    vale 
pare  cosa  teta.  Lat-   vihrare 
piTl'^ei»  .    nani.    Piirg.     l'i. 
scocca  L'  arco  del  dir,  che  'usino  al   ferro 
hai  tratto.    E  Par.    I.  Cen  porta  la   virtù 
di  quella  corda.  Che  ciò  che  scocca,  dnaia 
in  segno  lieto.   Pelr    canz.  35.  7.  Aipetl 
io  pur  che  scocchi  V  ultimo  colpo  chi  mi 
diede  il  primo  .   E  canz.   Ji.  7.  lodamo 
tendi   r  arco,  a   volo  scocchi. 

*  §.  II.  Talora  vale  Tirare,  Scagliare 
coir  arco.  Segarr.  Seat  Or.is.  iS.  Quan- 
do un  cacciatore  vuol  raggiungere  qualche 
6era  fuggiasca  ec.  che  fa7  le  scocca  rarie 
saette.  (TCj 

§.  III.  Per  meta/.  Dani.  In/.  25.  E 
attenda  a  udir  quel  eh'  or  si  scocca  (cioè, 
si  palesa).  *  u  £  Purg.  6.  Molti  han  giu- 
stizia in  cuor  ;  ma  tardi  scocca.  Per  non 
venir  sania  consiglio  all'  arco  .  Dut.  ivi  : 
Scocca,  cioi;  esce,  come  lo  strale,  ovvero 
il  verrettone  ,  del  balestro  ,  essa  giusliiia 
fuor  della  bocca  loro.  Fir  Ai.  l3o  La 
crudel  fortuna  ec.  li  tende  una  pericolo- 
sa trappola  ,  la  quale  con  grandissima 
cautela  ti  fa  mestiero  cercar  ch'ella  non 
iscocchi  ...  (C)  Bern.  Ori.  I.  5.  43.  Gii 
comincia  apparire  innanii  il  sole  La  bella 
aurora,  che  da'  monti  scocca  Ccioè,  scappa 
fuori,  spunta).  Salv  Spia.  l.  1  Io  era 
appunto  alla  porla  ,  quando  scoccaron  le 
venlun'  ora  fcioi-,  ballcrono  ,  sonarono  ). 
Lasc.  Gelos.  3.  6.  Vennero  a  scoccar  di 
quaggiù  tuli'  e  due  (tioe,  uscirono  fuori 
imitrovvisamentc  )  . 

*  SCOCCATO .  Add.  da  Scoccare. 
Segaer.  Parroc.  inslr.  7.  2.  Siccome  la 
saette  scoccate  all'  allo,  nel  tornar  giù  fé-- 
riscono  il  nimico  mollo  più  al  vivo  ,  di 
quello  che  il  lerlrebliero  se  fossero  di  pri- 
mo lancio  avventale  contro  di  lui  ;  così 
ce.  E  Mann.  Magg.  iS  I.  Iddio  eoo  le 
saette  <ii  varie  Iriliolailoni  .  intimategli 
prima,  e  di  poi  scoccategli,  lo  fé  rimaner 
dalla  fuga.  (!') 

SCOCCATOIO.  Scallatoio. 
'f  *  SCOCCATORE.  Eerhal.  masc. 
Che  .  0  Chi  SCOCCI  .  Salvia.  Odiss.  Uh. 
18.  V.  347  Che  dicono  i  Troiani  esser 
gueri'ieri  Uomin,  dardieri,  e  scoccator  di 
frecce.  (A)  Dellin.  disc.  1.  265.  Con  il 
quale  (  scorrere  )  urta  ,  e  si  porta  tra  i 
fili  di  lei  quel  ricamo  d'arco  scoccalore, 
quel  ricamo  di  mina  che  vola,  quel  rica- 
mo di  vento  che  si  scatena  (  tini  per  si- 
milil.).  (C) 

SCOCCO  .  yerbal.  Lo  scoccare  .  Lat. 
vihratio,  ptilsatlo. 

§.  Per  meta/.  Salv.  Spia.  2.  5.  Quivi 
potrete  ragionar  seco  a  vostro  grande  agio 
fino  allo  scocco  delle  due  ore.  Lasc.  Oe- 
los.  I.  3.  Non  rimanemmo  noi  per  le  sci 
ore?  ce  Vedi,  elle  sono  in  casa  in  sullo 
scocco  Tac  lìav.  Ann.  16.  229.  I  quali 
iu  sullo  scocco  della  icntenu  contro  s'ap- 
pellarono al  Principe  (qui  il  tr"o  lat.  ha 
iuslantem  damnalionem  frustrati). 

SC0CC0BRI.no.  /'.  SCONCOBRINO. 
SCOCCOLARE.   Corre,  0  Levar  le  coc- 
cole . 

§.  Figaralam.  .^coccolare  barbarismi  , 
o  simili,  vale  Rrplicarli  ia  abhoadaitza,  e 
diviato.  Buon.  Fier.  3.  2.  »8  E  scocco- 
lare barbarismi  a  isonne. 

SCOCCOLATO    Add.  da  .tcoccolart. 
j  §     I.  Per  B  a    chiaro.  Bea  conto     " 


SCO 

SCOCCOVEGGIARE.  In  si-^-nificnealr. 
Civettare j  e  ia  tignific.  alt.  Burlare,  Be/- 
fare.  Lat.  illudere,  deridere.  Gr.  x*"">'- 
;ei(.  Pataf.  7.  Scoccoveggiato  e  egli  seni 
pre  in  casa,  p'arch.  Ercol.  64  Se  fa  ciò 
per  vilipendere,  o  pigliarsi  giuoco,  ridea- 
dosi  d'alcuno,  s'usa  dire:  ec. ,  galeSsfe 
e  scoccoveggiare,  benché  questo  sia  piut- 
tosto Saocse ,  che  Fiorentino. 

*   SCODARE     r<rni.   de'  Cavalleriui. 
Tagliar  la  coda  a  un  cavallo.   (A) 

SCODATO  AJd.^  Privo  di  coda.  Lat. 
cauda  mutilut.  Gr.  iiipMi-  ffCar.  Apol. 
200.  Un  cerio  animale  eoo  due  piedi,  eoa 
due  ali  ec.  scodalo,  gonfio,  pettoruto.  (FP) 
§  Putta  scodata,  si  dice  proverbtalm., 
in  modj  haiso,  d,  Persona  accorta,  e  ma- 
liziosa. Earch  Ercol.  78  Quando  alco- 
00  ,  per  esser  pratico  del  mondo ,  noo  e 
uomo  da  essere  aggirato  ,  ni;  fallo  fare  , 
si  dice  :    ec. ,  .gli  ha    scopato    più    d'  uà 


cero  ,  egli  è  putta    se 


rodata  .  AUeg.    226. 


d'Siinlo,  Prett.^.  Pataff.   3.   Si  dice:  e  g 


_ ...  ,  > 

ebbe  netti,  e  scoccolati      Eir.    Trin.  3.6. 
Allrimenli  e  una  scoccolata  bugia. 

*  §.  II.  Per  .4rdito,  ì  aniaggiato  nella 
durata.  ...Vii»  Franz,  rim  k'irl.  i  96. 
Sarebbe  in  vcril'a  niriaa  impanala,  Poi- 
ch'  e'  salia  la  gente  sema  questo.  Che  la 
trattiene  un'  ora  scoccolala"  .  (C) 


cero  ,   rgii   e   |ju..> ■   —  -p-     — 

Ditelo   a   me  ,  che  son  putU  scodaU .   F- 
PUTTA  .  §.  11. 

j  SCODELLA,  l'aselto  cupo,  che  fer- 
ve per  lo  pia  a  mettervi  eatro  minestre. 
Lai.  sculella  Gr.  :iiva<c5«05.  Din  Comp. 
3.  79  Per  loro  amore  a  gran  festa  mao- 
giò  io  iscodella  d'  oro.  Bocc.  nov.  3q.  7. 
Quando  a  tavola  sarò,  me  la  maoiTa  in 
una  scodella  d'argento.  E  nov.  5o  8.  Ci 
cacciano  in  cucina  a  dir  delle  favole  colla 
I  catta  ,  e  annoverare  le  pentole  e  le  sco- 
i  delle,  tu.  S  M.  Madd.  J7.  Ed  ecco  ve- 
I  Dire  Marta  co'  taglieri  e  colle  scodelle.  « 
Maria  prende  una  scodella  ,  •  ponla  in- 
nanzi a  messere  Giesù.  Bern.  rim.  l.  4. 
La  credenza  facea  nel  necessano ,  Inten- 
detemi bene,  e  le  scodelle  Teneva  in  or- 
dinanza in  suir  armario.  E  1.  9.  Cna 
minestra ,  Che  non  la  può  capire  ogni 
scodella  .  ., 

»  §.  I.  .Scodella  di  minestra,  0  slmile, 
vale  Scodella  piena  di  minestra,  o  Tanta 
quantità  di  min'stra ,  o  simile  ,  quanta 
se  ne  contiene  in  una  scodella  .  •  Morg. 
22  45.  Mangiava  una  scodella  di  tar- 
tufi Rinaldo  ben  acconcia  in  un  giuuet- 
to  ...  (C) 

§.11.  Per  la  Minestra  sUtta,  che  <i 
mancia  in  iscodrlla.  Lat.  iusculum,  puh. 
Gr.  ?Muo'i  Laic.  Spir.  J.  1.  E  stamani 
che  desineremo?  T.  Mancheri  ec.  :  ierseri 
v'avanzò  quasi  tutto  quel  oppone.  G.  Se 
io  non  mangio  scodella,  non  mi  par  mas 
01!  desinare,   oè  cenare. 

SCODELLARE  .  Metter  la  minestra  , 
0  altra  vivandi,  nelle  scodelle  .  Buon. 
Tane.  3.  3.  Vienne,  mia  ma  la  micce  ha 
scodellala  .  *  Leop.  Bim.  29  Solamente 
a  vederla  scodellale,  Quell'odorio,  ti  t» 
di  sorte  a  pelo  Che  tu  ti  senti  tolto  con- 
fortare. (C) 

§.  E  per  similit.  vai»  Rovesciare,  o  La- 
sciare an.tar  ch.-cchrssia  .  I-al.  d-iieere  , 
eJTund.re.  Gt  xXT«^a»nv.  ik^uxo»- 
Buon.  Fier.  l.  5.  11.  E  '1  lastron  capo- 
levando  ,  Scodella  sotto  terra  quelle  be- 
stie. E  3.  2.  l3.  La  barca  ci  scodella  lo 
bocca  a  una  balena,  o  a  un  delfino. 
SCODELLATO.  Add.  da  .Scodellare 
SCODELLETTA  .  Pim.  di  Scodella  . 
Piccola  icde'l'.  Lat.  parva  s.utella.  Fit. 
SS.  Pad.  1.  68  Ogne  di  si  faccTa  fare 
una  scodellella  di  farinata  liquida  con  al- 
quante etbelle  colte  e  peste  mescolate  con 
essa  ,  e  questo  era  suo  cibo  e  tuo  bere  . 
Benv.  Celi,  t^rrf  52  Mettasi  ogni  cosa 
io  una  scndeltclla  invelriaia. 

SCODELLISA.  .VrorfeKcfM.  Lat  pan-i 
tciiteila  .  Fr'nc.  Sach  nov.  99.  Venoeli 
innanzi  piccola  scodellina  di  szlsa 

SCODELLINO.  Pim.  di  Scodella.  Lai. 
pana  scutera.  fìcee,  nei.  ao.  IO.  Di  cui 
tutto  premendovi,  Bon  si  farebbe  uno  ico- 
dellin  di  salsa.    Mr.  As.  3o3.  Noo  min- 


SCO 

rò  cbi  mi  porUss*  nn  quarto  di  capre:  to 
con  aoo  soodellioo  di  sjUj.  lìeìimc,  fOn 
33o*  Se  t*  avantasse  qualche  scodeltiao  , 
DàHn  i  me,  non  di  que*  che  ti  dà  il  Du> 
oa,   Pien  di  sature. 

§.  I.  Scodellino  ,  Parte  dt  W  archibuio  , 
dove  è  il  focone 

J>  §  il.  Scotlrllmi,  dtconsi  Quelle  due 
fossette  che  nel  ridere  dolcemente  venivo- 
ao  a  farsi  ad  alcfini  nelle  ^te  .  Snlvìn. 
Annota  F.  /i".  r>.  :>.  6  Prr  altro  .'•  belici- 
la  quando  uel  ridere  dulcenu-nlc  vengono 
«  far»i    due    rosset|«>  ,  o  scodrllini  .  e  chu 

Saìono  sigilli  del    dito    piccolin    di    Cupi- 

•f  V  SCOFACCIARK  .  Schincciare  a 
similitudine  dt  cofìcca.  Foriit:*  Bicciard. 
4.  ^5.  Chf  >'?  mille  di  lor  (mosche)  con 
«nano  arri%i  E  lor  scoricci  la  testa  e  la 
•cbiena  ,  Son  tante  1'  altre  ec.  E  6.  l^. 
Che  cento  almt-no  prende  di  coloro  Cuo 
la  sua  relè  oon  afTilto  ;ipcrtj  .  E  poi  li 
gira  con  le  forti  braccia  E  gli  abbacchia 
aul  suolo,  e  gli   scofaccìj.  f^^^ 

SCOFACtlATO.  Jdd,  Schiacciato  a 
Mmilttudine  di  cofacia  ■  Cinff.  Cnlf.  i. 
3i.  Un  volto  giallo  e  tondo  e  scofaccijto, 
Che  pare  io  quinta  decima  la  luna. 

*  §.  Efiauratam.  JUeg,  lO^.  Non  vi 
fate  però  sì  scofaicijle  niarjvif;liacce,  che 
in  quel  sonetto  ec.  si  trovi  una  paroli- 
na eh*  abbia  amiche  no  dello  sporcheL- 
to.  (F) 

SCOFFINA.  Scuffina*  Lat.  Itma,  Ri- 
celi.  Fior,  L'  agarico  si  riduce  in  polve- 
re ,  fregandolo  sopra  uua  lima  di  ferro 
Wga,  detta  scoffioa. 

SCOFFIiNATO.  jéJd,  Fregato  sopra 
la  lima,  proprio  dfW  ascari  co.  Lat.  com- 
minutns,  friattii.  Hicett.  Fior,  Alle  quali 
<''6B*U''g'  1' 'c^'^^'^  scoffinalo,  o  fregjto 
sopra  lo  staccio. 

#SCOFFONE.  Patnff,  p.  Toccami  lo 
•coSboe  UQ  tal  ciibinu  (il  Commentatore 
atee  che  Scoffuoe  in  Lomhnrdia  vale  CA- 
serone,  Calseroito,  e  per  lo  capitolo  an- 
tecedente si  rimette  ,  se  qui  vot^lin  dire 
altro  di  paggio  .  Fi-rse  ScoHbne  vale  lo 
gtesio  che  Ischio;  onde  Torcar  lo  scoffo- 
00  dinoterebbe  atto  osceno  j  a  cui  corri- 
sponde il  Lat-  siphniassare,  e  il  Gr.    ffi- 

•f  SCOGLIA.  La  pelle  che  getta  o^ni 
anno  la  serpe.  Lat.  spolmm.  Gr.  «xu'jtov. 
Pai/ad.  Tiovemb.  7.  Se  'I  pesco  per  lo  sr-le 
a*  abbronu  ,  recbilisi  della  terra  a' piedi, 
e  poi  dopo  vespero  s' innacqui ,  e  faccia- 
seli ombra.  Aiutasi  ancora  sospendendovi 
■uso  la  scoglia  della  serpe. 

g.  I.  Ptr  stmilit.  Pat'ìff".  p.  Troppo 
Oli  se*  riuscito  del  guscio.  Disse,  veggen- 
ào  mutatomi  scoglie.  Mors;.  1.  83.  Se  e' 
e  armatara  ,  o  cosa  che  tu  voglia  ,  Vat- 
tene in  lambra  ,  e  pigliane  tu  stessi ,  E 
caopri  a  questo  gigante  la  scoglia.  E  26. 
7^.  Egli  aveva  una  scoglia  di  tesiudo 
Questo  gbiotton  adattato  a  suo  modo. 

*t  §•  ^''  '■'*'''  l^fOglio  f  SiìSSo  grande- 
tti, scopuliii,  Gr.  ey.o'rOoi.  Ai-t/.  Fiet. 
79-  Onde  io  più  presso,  Mi  feci  alquanto 
dietro  a  certe  scoglie  ec.  (  l'  ediz.  di  Pa- 
rtii 1778  lesse:  E  io  appresso  Mi  feci 
avanti ,  e  dietro  a  certe  scoglie  ,  Tacita* 
mente  per  veder  fui  messo). 

•f  *  SCOGLIACCIO.  Accrescit.  e 
Peggiorai,  di  Scoglio .  Bellin.  JSucch, 
2^2.  Posato  (r elefante)  in  SU  que' qual* 
tre  pilastracci  Più  ruspi  e  brulli  di  quat- 
tro seogUacci ,  ec.  (A) 

SCOGLl.\TO.  Co'CO  stretto.  S^nza 
coglioni.  Castrato.  Lat.  spatSo.  Gr.  c:ta'- 
i^-t  *  Liv,  3f.  Il  quale  menava  appresso 
di  lè  gran  compagnia  di  femmine,  e  di 
scogliati .  Sen.  Pist.  87  Catone  Censori- 
00  ec.  cavalcava  un  cavallo  scoglialo,  eolla 
taligia  sempre  dietro. 

Focabolrio   T.   Il 


SCO 
«SCOGLlEnA.    Quìntilà  ,    Mucchio 

di    SCngll    nudi.    (.4) 

^'  2-  Sc-giere,  chiamanti  dngl*  Idnm- 
liei  le  Cascate,  o  Cattratte  naiurali  de' 
fiumi.  (Ai 

*  SCOGLIETTA.  Dim.  di  Scoglia  j 
e  qui  pt'r  S.a^liiiota,  nel  signific.  del  g. 
II.  Lat.  ■it/ua/nii/n  .  Gr.  iìTl'JtOv.  Ifi-nv, 
Celi.  Ore/'.  7.  Altuni  ;irle6'i  ,  spioli  da 
avarizia  ec.  ,  hanno  preso  una  scoglietta 
di  rubino  ec,  ed  il  restante  della  pietra, 
che  mira  nel  castone  dell'anello,  hanno 
fatta   di  cristallo.  (*) 

SCOGLIETTO.  Dim  di  Scoi^'lio.Fiamm. 

4.  1 17.  Delle  quali  ogni  piccolo  scaglici  lo  o 
lito,  sulii  che  d'  alcun.)  ombra  di  munte  da' 
solari  r.iggi  difeso  fusse,  ei^oo  piene.  Car. 
leti.  1.3).  Quindi  Uscendo  luuri,  Iruova 
intoppo  di  certi  stoglìetli, 

SCOGLIO.  M'tsso  in  ripa  al  mare,  o 
d.-ntro  nel  mare.  Lai.  scopulus.  Gr.  3/9- 
Titkoi.  *  Dani.  Inf.  18  E  come  a  tai 
fortezze  da*  lor  sogli  Alla  ripa  di  fuor  soo 
ponticelli  ;  Co^ì  da  imo  della  roccia  scia- 
gli Movieu  ,  che  rìcidean  gli  argini  e  i 
lossi  Infino  al  pozzo  che  Ì  Ironra  e  rac- 
cogli .  (M)  liocc.  nov*  46.  3.  Di  scoglio 
io  (scoglio  andando  ,  marine  conche  con 
Un  coltello  dal'e  pietie  spiccando  ,  s'  av- 
venne in  un  luogo  fra  gli  scogli  riposto. 
Pass  prol.  Per  percossa  di  scogli  dcgl' 
intraversati  sassi  ec.  si  rompe  e  fiacca. 
Peir.  cinz.  3u.  5.  Che  giova  dunque  , 
perchè  tutta  spalnie  La  mia  barchetta  , 
poiché  infra  gli  scogli  E  ritenuta,  f  can2. 
42.  2.  Che  la  nave  percosse  ad  uno  sco- 
glio .  f'it,  SS,  Pad.  I.  pò.  Trovòe  ec. 
infra  mare  un  monte  ,  quasi  uno  scoglio 
occulto  ed  aspro .  Fir,  Disc.  an.  69. 
Chiunque  si  mette  nel  mare,  potendo  an- 
dare per  terra,  tollia  fa  lamentarsi,  se  dà 
in  iscoglio. 

*t  §  I.  Per  Bupe,  BoccLj»  Qualunque 
masso  eminente.  L.At.  rupcs,  saxum.  Gr. 
ct.7Zoxpriij.fOi  ziirpoi.  Dani*  Inf,  2q.  Che 
dello  scoglio  l'altra  valle  mostra.  £ut. 
ivi  :  Dello  scoglio,  cioè  del  ponte.  ^  Fior. 

5,  Frane,  5o.  GilloHo  gìuso  per  quella 
ripa  (dirupo)  il  quale  trabalzando  e  pcr- 
cotendo  di  scoglio  in  iscoglio  ec.  (e  pri- 
ma aveva  detto  :  era  una  ripa  profundis- 
sima  ,  e  di  qua  e  di  ì'ì  sassi  spezzati  ,  e 
ischepgiati,   e  i  scogli  disuguali  ec).  (f'J 

5  §.  II.  Per  /scorza.  Lat.  cortex,  Gr. 
yioio'^  .  Cr.  5.  3.  I.  Le  lunghe  (  noe- 
duole  )  nono  più  saporose,  e  più  tosto  si 
maturano,  e  tutte  manifestano  la  loro  ma- 
turitade  ,  quando  da^  loro  scogli  si  par- 
tono. Alam.  Colt.  3.  7I-  Qui  l'aliissimo 
più  nel  ciel  dimostra  11  durissimo  fruito 
esser  perfetto  ec.  Questo  cor  si  conviene 
innanzi  alquanto  Che  i  legnosi  suoi  sco- 
gli, aprendo  il  seno,  Lassio  gire  i  figHuoi 
per  r  erba  errando. 

§  III.  per  J scoglia.  t.3l.  spol^tm.  Gr. 
6Z'J/0V.  ^  Poliz.  St.  I.  l5.  Giovane  don- 
na sembra  veramente  Quasi  sotto  un  bel 
mare  acuto  scoglio  ,  Ovver  tra  fiori  un 
giovincel  serpente  Uscito  pur  mo'  fuor  del 
vecchio  scoglio.  (D)  Ar.  Ftir.  17,  11, 
Come  uscito  di  tenebre  serpente  ,  Poi  eh' 
ha  lasciato  ogni  squallor  vetusto  Del  novo 
scoglio  altero,  e  che  si  sente  Ringiovani- 
to e  più  che  mai  robusto.  (M)  Capr.  Boti, 
7.  l35.  La  serpe  getta  ogni  anno  lo  sco- 
glio vecchio,  come  ella  mangia  del  finoc- 
chio. Ciriff,  Calv .  2.  67.  Un  paio  di  cai 
te  avea  di  fina  maglia  Sotto  uno  scoglio 
di  serpente  cotto,  fiuon.  Fier.  2-  2.  3.  E 
il  loro  scoglio  Rallorco  in  uno  invoglio  . 

*  g.  IV.  Efgurat.  •'  Pani.  Purg.  2.  Cor- 
rete al  monte  a  spogliarvi  lo  scoglio,  Ch' 

I  esser  non  lascia  a  voi  Dio  manifesto  »  Y3/J 

SCOGLIOSO.  Add.   Pieno  di    scogli. 

I  Lat.  seopulosus.    Gr.     cxOTsXw'o*)?.   Vit. 

1  SS.   Pad.   Venimmo  in  luogo  mollo    pro- 


S  C  0 


1081 


fondo  e  orribile  e  scoj;IÌoso  e  aipro.  Frane. 
Sacch.  ri/;».  7.  Rinchiuso  è  'I  cor  Ira  due 
scogliosi  monti,  v  Fr.  Giord,  125-  E  la 
nave  che  si  abbattesse  in  mare  scoglioso  , 
il  è   in    pericolo   di   peiire.  (/') 

•f  *  SCOGLIUZZO.  Scofflictlo  Chia- 
hr.  tini,  i-rt/  2./»rt-.  x.'i:^.  (  Geremia  ì'-2o). 
Ben  so  quale  scogliuizo  Di  superbo  orgo* 
gliuzzo    Vi   si   nasconde  in  seno.  (A) 

t  *  SCOO>OSCENTE  .  F.  A.  Add, 
Scono tcentà,  In'^ralo.  Cava'c.  Espos.  simb. 

1.  .^tì8  Delli  benefiiii  è  isctgnoscente  e 
delle  pene  e  delli  Ungelli   indura.  (ì) 

f'^'  %.  Vet  Zotica  f  Hoiio.  Cav-ìe  Espos. 
sim/'.  i  278-  Questo  medesimo  \  noi  dare 
ad  intendere  e  cognoscere  <t  certe  vergini 
trepide  e  scognosrpnti     (F) 

^  SCOGJHOSCENZA.  lo  .tte^so  eh.- 
SiOnoscenza,  In^ralitiidine.   J  il.SS.  Pad. 

2.  3r»4  Dopo  queste  cose  tornando  10 
nella  spelonca,  reode'mi  in  colpa  a  Dio 
della    mia    nigri';enza,  e    scogooscenza.    (*) 

SCUOIARE.  Levare  il  cuoio  ,  Scortica- 
re Lai  cortum  detiahvre.  Or.  iy.Sipuv. 
Dant.  Inf.  6.  Graffia  gli  spirti,  gli  scuoia 
e  gli  squalra.  E  22.  O  Rubicanle,  fa' che 
tu  gli  metti  Gli  anghtoni  addosso,  sì  che 
tu  lo  scuoi.  Ar  Fur.iS  (\'^.  Ch' altri  il 
crudel  ne  scanna,  altri  ne  scuoia.  Molti 
ne  squarta,   e  vivo  alcun   ne   'ngoia. 

*  SCOIATTO.  Scoiattolo.  Lat.  sciu- 
rus.  Gr.  uitt'ou^o;.  Morg.  i^.  7p.  Seve- 
ro, e  '1  ghir  sonnolente  e  perduto  ,  E 
puzzola,  e  faina,  e  Io  scoiatto,   (*) 

t  SCOIATTOLO.  Piccolo  quadrupede 
della  film iglia  dei  rodenti:  ha  la  coda  vei- 
lutaj  ahita  nelle,  selve  j  ed  è  dotato  di 
tale  agilità  che  salta  di  /amo  in  ramo  a 
modo  d'uccello.  Lat  sciurus.  Gr.  n/.i'oM- 
pOi.  Lib.  /  iagg.  Quivi  è  un  bello  giar- 
dino, entrovi  delle  molte  fiere  grosse  e 
minute,  ciò  sono  lepri,  conigli,  ermellini, 
scoiattoli,  e  altri  animali.  Serd,  Stor.  2- 
63.  Questa  fiera  ha  la  coda  come  In 
scoiatlilo,  mollo  lunga  e  setolosa.  Cani. 
Cara.  276.  Questi  gentili  e  negri  anima- 
letti. Scoiattoli  chiamati  ec.  Per  voi  gli 
abbiam  portati.  Bed.  J'ip,  2.  16.  La  vi- 
pera ammazza  più  facilmente  ec.  uno 
scoiattolo,  un  ghiro,  ed  altri  ec.  anima- 
letti piccoli,  che  un  animale  grande. 

SCOLAGIOWE.  V.  SCOLAZIOKE. 

SCOLAIO.    y.  SCOLARE. 

SCOLAMENTO.  Lo  scolare,  Soder. 
Colt.  |3.  Nelle  valli,  dove  concorre  sco- 
lamento di  (erren  buono,  stanno  benissimo 
le  vigne, 

SCOLARE,  e  SCOLAIO.  Aijf.  Che  va 
a  scuola.  Che  va  ad  imparare.  Lat.  di- 
scipuliis.  Gt.  pv.B-mr,^.  Bocc.  nov,  77-6. 
Il  savio  scolare,  lasciali  i  pensier  filosofi- 
ci da  una  parte,  tutto  1*  animo  rivolse  a 
costei.  Fr.  Giord,  Fred.  S.  44*  Noi  veg- 
giamo  che  lo  scoiaio,  quando  il  maestro 
insegna,  se  egli  baderà  allora  neente  io 
alcuna  altra  parte,  non  imprenderà  neente 
di  qnella  dotuioa,  e  rimarrà  voto.  G.  F. 
8.  85.  2.  ScomL*aìcò  qualunque  scoiaio 
andasse  a  Bologna  a  studio.  Pass,  Lt. 
Questo  scoiaio  morto  gli  apparì.  Tesorett. 
Br,  2  Trovai  uno  scoiaio  Sur  (il  Foca- 
boi,  alla  voce  SOR  legge:  Incontrai  uno 
scoiaio  Sor  ec,  ed  alla  voce  SUR  Vidi... 
Sor  ec,  L^ ediz.  Fir.  1824.  ha:  Incon- 
trai ec.  Sovr'  ec)  un  muletto  baio. 
Cas.  leti,  52.  Anzi  ha  fallo  maggior  nu- 
mero di  dotti  scolari  ella  sola  ,  che  forse 
non  hanno  fatto  lolle  le  città  d'  Italia. 
#  Buon.  Fier,  3-  4  ^-  Cli  scolari  ISon 
cessan  mai  dall'  insultar;  né  capo  S'ele^ 
gon  quei,  se  non  se  per  far  male.  Tumul- 
tuando o  contro  ai  cittadini,   ec.   (B) 

SCOLARE.  Si  dice  dell'  Andare  aie  in- 
giù, o  Cadere  abbasso  a  poco  a  poco  1  li- 
quori, o  altre  materie  liquide,  o  il  resi- 
duo loro  j  e  st  usa  nel  senttm.    neutr.    « 

l36 


loSa 


SCO 


nei  nentr.  pass.    Lai.    chUatim    .fflutrt^ 
tfferi,  excola'i.   Gr.  CTaXa^sr-,*,  0i>]jsrv. 
Cr.   I.  6.   2.   Cbe   1"  piove,  che  vi  caglio- 
DO,  agevolmeotc  se  m-   diriviuo  e    «rulioo 
Fuori,    r  2.   17.2.  Allora  quella  lerra  tao-  ' 
lo  dura  alibondevole,  qu^Dlo  sta  cbe  per 
allagamentn  di  pioggia    noo    »e    oe    i<-oli 
fuori   I*  argilla.   K  nunt.  3,    St    cava     eoa  i 
fossali  per  traverso,  a'  quali  prima  aceode  | 
il  coperchio  umore,  e  poi  scola  e  va  fuo- 
ri del  campo.   Guià.   G.  Scolandosi  li  ou* 
▼oli,  smisurjle  piove  ti  rovesciano.  So>/er, 
Colt,  2I<  Si  riempia  Ìl  (ondo  di  sasit  aon- 
moDlati   in   colmo,   afiìncbè  I*  acqua   scoli , 
e  000  covi,  e  st>igDÌ. 

5.  in  tigntjtc.  alt.  vale  Fare  scolare  » 
Tenrrf  alcuna  coAa  in  modo  che  scoli . 
Frane.  SaccU.  nov  92.  La  roatlioa  lo  sco- 
la alquanto  djll'  acqua  ,  e  mandalo  al  ci- 
mator'* ,  che  t'asciughi  ticlla  irn)prcisa  . 
if  Cr.  11.  2.  Si  possano  accnoru mente 
arare  i  rampi  ec.  e  scolar  1' acquj  Jc'lo- 
ro  luoghi.  /;.'  2.  17  Per  li  foswli  nelle 
stremila,  e  termini  de'  rampi  aperti  met- 
tano faorì  ,  e  scolino  quelU  umidità  che 
già  vi  sia  discorsa ,  o  per  piove  venu- 
ta. (N) 

t  SCOLAREGGlARF.rare  da  scolare  . 
Buon.  Fifr.  3  2  12.  Il  so,  che  sbarba- 
tello il  primo  peto  Nnn  messo  ancora,  un 
gaogher  dato  al  banco  Per  pormi  id  li- 
bertà, lodano  al  vecchio.  Anch'  10  scola- 
rpggiai . 

•f  *  SCOLARESCA.,Vo/(iYurf(/iedi  «o- 
larx,  Untversttà  di  scolari,  Segner.  Parr. 
instr.  fi.  2.  Sarebbevi  condannato  ancor 
^li  qualsivoglia  Lettore  di  Uoiverbità,  il 
quale  salariato  per  dare  alla  scolaresca  le- 
noni pubbliche  di  MoraU-,  0  di  Melafiiica 
ai  gicrni  debili,  non  le  Jl-sso  per  noia  di 
tanto  peso.  (j4) 

*  SCOLARESCAMENTE.  Jw.  In  mo- 
do .scolaresco,  l'allav.  stil.  gS.  Questo 
vuol  dire  profittarsi  degli  autori  8cienii6- 
camcntc  e  non  scolarescamente.  (FP) 

•f  *  SCOLARESCO.  j4dd.  hi  scola- 
re, appartenente  a  scolare.  Cori  Long, 
sez.  3.  Spesse  fiale  alcuni,  corno  ebbri,  si 
lasciano  trasportare  a  reni  affetti  lontani 
dal  fatto,  proprii  però  di  loro,  e  scolare- 
schi. (À) 

f  SCOLARETTO.  Dim.  di  Scola'ej 
per  lo  più  detto  per  dispregi^.  Lat.  Ij'ro 
'^r  vz'oc,  fj.y.-3fi~r'i.  Oli.  Com.  Por.  2. 
36.  Tornale  dunque,  scolaretti,  a  quelle 
cose  pTosse  ,  che  sono  conformi  a  vostra 
srìeniu.  Fir  As  l\\*  Allora  scossa  un 
pochetto  la  fronte,  e  rivolgisi  verso  di  me 
con  certi  occhi  ladri,  mi  disse  :  o  scola* 
retto,  tu  ti  pasci  d'  una  dolce  e  amara 
viranda. 

*  SCOLABINO.  Dim.  di  Scolar,;  j 
lo  stesso  che  Scolaretto.  Sannm.  Lasc. 
flim. 2.268  love  ne  prego  pc*mici  scolari- 
ai.  Che  sanno  Greco,Laiinu,  e  Toacaoo.f^O 

*  SCOLASTICA.  Sufi.  Chiamati  così 
tfnella  Teologia  che  procede  secondo  il 
metodo  d' Aristotile,  conciliando  la  fedf 
con  la  ragione»  Srgner.  Sett»  Pnnc  il- 
tus.  5.  3  Ed  ecco  una  sferrata  data  a 
coloro  che  d^nno  opera  alla  scolasti- 
ca  (TC) 

SCOLASTICO.  Add.  Di  scuola.  Ap- 
partenente a  scuola  j  e  più  comunemente 
i*intende  delle  scuole  di  Ftlosojìa,  e  Teo- 
l^gia,  che  procedono  secondo  il  metodo  d* 
Artitotite.  Lai.  •  tchotastlcus,  Gr  c^o- 
AaffTixcf;.  Guid.  G.  E  di  queste  e  scrìtto 
oel  libro  delle  storie  scolastiche.  Zihald. 
Andr.  1^0.  Secondo  che  scrìve  il  nnestro 
delle  storie  scolastiche  (  in  quesit  esem- 
pii  è  aggiunto  di  un  libro  particolare  ce- 
^ì  detto). 

%.  \.  Scolastico,  inforna  disusi,  vale 
Seguace  della  scuola  Peripatetica.  Jìed, 
int     \Q.  Ln   quale  si  abbassi  a  formare  gli 


SCO 

scorpioni  ,  le  mosche,  i  vermi,  i  lombri- 
chi, ed  altri  somiglianti  ,  che  imperfetti 
dagli  Scolastici  sono  appellali. 

§.  IL  Alla  tcolafttia,  posto  avve'bial- 
ntr/ile,  vale  Ha  scolare,  /Uh  fofiMta  d<-- 
gh  scolari.  Ar.  Supp.  1.  i,  E  alla  sco- 
lastica Con  lunghe  robe  del  padroa  ve- 
steodusi.  re. 

SCOLATIVO.  Add.  Che  ha  virtù  di 
fare  tcol'tre.  Lat.  excolamdt  vtm  habens. 
Gr.  ^iigsifTtxCf.  Cr,  3.  16  3.L*or»oec. 
è  freddo  e  «ecco  nel  primo  grado,  ed  ba 
virtù  mondiGcativa  e  scolativa. 

SCOLATO.  Adi  da  Scolare.  Lai. 
exculatui.  Gr.  JiJiJn^fii's.  Pai/ad.  cap.  17. 
Un;>aki  spesso  per  più  volle  con  grasso 
di  lardo  scolalo  f  H  Lat  ffice  dtcocius  ). 
Ouid.  G,  Alla  perfine  scolale  le  lagrime 
con  piova  di  pianto  (Lat.  o\iOTtMX  )  ,  So- 
der.  Coli.  <,0  II  vino  che  si  addoniand,i 
di  lagrima,  si  fa  ancora  in  questo  modo, 
ma  lascianilulo  bollire,  subito  scolato  dal- 
l' uve  non  pigiate,  ec.  E  128.  S'assetti- 
no 5U*  graticci,  sircbè  elle  non  »*  urtino 
r  una  l'altra,  r  dopo  tre  ore  si  rivfiluno 
in  modo,  che  i  grappoli  non  sì  rimetlano 
al  lato  meJe*imo,  che  l'umore  scolatooe 
non  II*  corrompa. 

SCOLATOIO.    Luogo  pendente  ,  per  lo 
:  quale  scolano  le  C-^se  /ii/ui-le.  Jint.  Purg 
j  5.   2.   Come    l'acque    de*  fossati,  e    degli 
I  scolatoi  delle  niuQiagne  sì    raunaron   nelli 
l  rivi  della  valle.  Mmz.  sai-  9.  Tanta  fec- 
I  eia  non  ban  gli  scolatoi  D'  ogni  più    ìm- 
I  monda  e  letida  cloaca  ,  Quanta,  o   buon 
e.  iove,  cui  sodali  tuoi.  Soder.   Colt,  22. 
Per  dare   lo  sfof;amento   ali*  acque,   e   con 
fare  nei  lu»gbi  da  smaltirne  buoni  acqui- 
docci, con  i  suoi  scolatoi  beo  fognali. 

SCOLATURA  .  La  materia  scolata  . 
Lat.  eltqu'tmen.  Soder.  Colt.  5o.  La  sco- 
latura delle  fogue,  la  fogliacela  avansata 
a'  bachi  della  seta  ,  la  polvere  della  lana 
battuta,  e  quella  d/ prati  al>brbci.iti  ec. , 
tutto  fa  pi!i  tipcrjzi"ne  allo  novelle  viti  , 
cbe  ylle  vecchia-  e  falle.  Sagg.  nat.  erp. 
186.  Messavi  della  scolatura  di  ghiaccio 
salato,  vi  si  ritornò  a  metter  su  la  croce. 
#  §.  Scolatura,  lu-'e  anche  Scolazione. 
Vasar.  Fit.  Gherard.  Mori  per  una  cru- 
dele scolatura  di  rene.  (.4} 

•f  SCOLAZIONE.  e  SCOLÀGIONE. 
Temi,  di'  flledici,  v  de'Chirurgt,  i  quali 
cosi  denominano  qualsn'Oglin  itillicidio 
involontario  if  eli' uretra  dell'uomo.  Le 
varie  specie  di  tal  malattia  si  distinguo- 
no poi  Con  nomi  particolari  Lat  conor- 
rhiC'i.  fcn.ùtls  floxus.   Gr,  'fOtòplfìKt. 

*  SCOLETTA  Dim.  di  Scuola.  Se^ner. 
Panr-r  Pigliar  leaioni  puerili  in  una  sco 
Iella   pubblica   di  grammalira.   (At 

*  SCOLIA.  Lo  stessn  che  Scolii  Car. 
leti.  2.  ifx).  Giudico  che  sia  necessario 
acrumpagnarl.1  (la  traduzione  d'-lla  Ret- 
lori>a)  «on  alcune  scolie  per  Tt nder  qual 
che  r.igione  deirinlerpielaiione  di  quei 
luoghi  cho  SODO  oscuri,  o  dubbii*,  e  da  al- 
tri inlesi  allramcnlo.  (C) 

SCOLIASTE.  Cluosotore.  Lai  scho- 
liastes.  Gr  <ixo^»««T»:';.  Hed.  Ins  63. 
Sircomc  fu  creduìiuìmo  il  Gn-co  Scoliaste 
di  Teocrito,  quando  scrisse  che  dal  corpo 
della  morta  lucertola  oascrr  lulevaoo  le 
vipere.  P:  Fip.  1^6.  K  Micandro  aderi 
io  lutto  e  p4*r  lutto  il  <li  lui  Greco  stam- 
pato  Scoliaste. 

*  SCOLIO.  Term.  didascaliro.  A^ta 
grtfntmalicale,  o  crit*ca,  per  servire  atC in- 
telligenza, o  spieghitene  d'un  autor  clas- 
sico. Gon  Long.  Pise  prelim.  Il  primo 
a  darlo  in  Iure  colla  (radutione  latina  fu 
ec- ;  avendolo  illutlrato  olir*»  di  ciò,  con 
unj  sua  dotta  prefaiione  eoo  scolti  e  com- 
mentarli. (A) 

SCOLLACCIATO.  Add.  Col  collo  sea- 
pertoj  ed  è  proprio  delle  donne,    quando 


SCO 

il  tengono  senza  fazioletXo  ,  e  er-l'e  vpstt 
poco  accollale.  Dai'.  Sciti».  II.  Essa  e  le 
sue  damigelle,  che  prima  scollacciale  a' 
andavano,  vestirono  accollalo,  ftu'-n.  Fier. 
3  1.  10*  A  quei  garsuo  puliti  io  greiD- 
liiul  bianco  ,  Sbrarriati,  scollacciati  ,  io 
camiriuola,   E   in   ralzon   di  guarnello 

SCOLLARE  .  Contrario  tf  Incollare  . 
Slaccare  d'insieme  le  cote  incollaU.  LaL 
compiges  diisolvrre,  disiicere.  Gr.  diat- 
iu'civ.  fìuon.  Pier.  z.  ^.  IX.  Si  fpnnU- 
00.  si  scollao,   si  scoscendono. 

£.  Scollare,  e  anche  contrario  di  Ac- 
collar r. 

*  SCOLLATA,  r.  A.  Lo  stesso  efm 
Collata.  CavaU.  Specch.  Cr.  lOO-  Noo 
ebbe  letto  né  riposo  ;  anzi  molle  scollate 
e  guanciale  £"  106  11  collo  e  la  gola  to- 
sipone  la  rateoa ,  ovvero  la  fame  e  U 
scollate,   fi  ) 

*  SCOLLATO.  Sust,  Quelt  apertura 
dell*  a f -ito  delle  donne,  che  la  tcia  scoperta 
il  colle.  Infer.  App.  L'abito  di  queaCe 
donne,  di  raso  er. ,  a  superbi  e  lasciti  ri- 
cami d'  oro  ,  eoo  ornamento  ,  ìntoroo  al 
loro  scollato,  d'  oro.  e  ricco  di  gioie.  (A) 

SCOLLATO.   Add    da  Scollare. 

§■  1.  Scollato,  è  anche  aggiunto  di  cosa 
che  lasci  il  collo  scyterto.  G,  V-  IO. 
ì5\.  3.  Nulla  doooa  potesse  portar  paoni 
luoghi  dietro  più  di  due  braccia,  oè  iscol- 
lato  più  di  braccia  udd  ,  e  quarto  il  ca- 
pcizjle 

%.  II.  Per  Lteol/acciato.  Ptit.  Pmrg,23. 
7,  Le  donne  Fiorentine  andavano  taolo 
sgolale,  e  scollate  gli  panni,  che  mostra- 
vano   ec 

SCOLLATURA.  Sfemità  superiore  del 
vestimento  .tcollnto .  Filoc.  3.  74*  ■Alcoo' 
altra  vo'ta  s'  ingegnava  di  mettere  le  dila 
tra  la  scollatura  del  vestimento  e  te  mam- 
melle. Amet.  21.  Mosirava  il  candì- 
do  p^tio,  del  quale,  mercè  del  vestimento 
cor'rse  nella  sua  scuUaiura,  gran  parte  sa 
n*  apriva  a*  riguardanti. 

#  g.  Scollatura,  per  Scollegamento  . 
fìaldin.  Dee.  Non  ebbe  da  quel  naufra- 
gio altra  lesione .  che  qualche  scollatura 
delle  tavole    (A^ 

«  SCOLLEGAMENTO.  Disunione, 
Separazione  di  due,  o  più  cose  che  do- 
vrebbero rsser  Collegate  insieme  j  contra- 
rio di  Collegamento.  (A) 

SCOLLEGARE.  Contrario  di  Collega- 
re, Lai.   eisofvrre.  Gr.  t'uìCni. 

SCOLLEGATO  .  Add,  di  ScotUaare. 
Lai  e.rsoltttus  Gr.  oix*>UTC;.  Fiv.  Due. 
Ara.  47.  Confrfila  ,  dico,  a' solidi  com- 
ponenti il  riparo ,  benché  scollegati  e 
sciolii,  ed  i  quali  sicno  di  furma  non  ro- 
tonda . 

SCOLLINARE  Travalicar  le  cottine. 
Lai.    niontium   iuga  Irantccndere.  Gr.   Toc 

Sp-n  ctocfjetv. 

SCOLMARK.  Tor  Wn  h  colmatura  dt 
checchesiia.  Pav.  Man.  1 20.  Quello  sium- 
miar  l'altrui  melali»  che  «iene  a  monetarsi, 
scand-dozza,  come  scemare  il  piattello  del- 
l' uova  che  vengono  1  benedirsi. 

SCOLt».  Lo  icolar^,  Fsito  drlte  rwe 
liquide.  Lai.  rxcolalio,  efftnyns  Gr,  oii;*- 
&»;'3i;.  S'tgg.  nat.  e<p  12  L'acqua,  del 
quale  aveib  ìl  suo  scolo  per  un  ciDalelto 
fjlto  nella  paile  più  alla  del  cristallo  . 
Porgh.  Orif  Fir,Xn\.  Ritenendo  l'acqu-t 
cui   chiuderle   la    lia,  e  gli   sroli   oalorali. 

SCOLOPENDRA.  Speue  d'insetto 
tet-rrttre,  e  mcquatiee.  Lat.  scolopemérm  . 
Gr.  ^iroìCTTCvi^pa ,  9Mc)oTi'a.  Red.  Oss. 
an.  61.  Tra  questi  veri  arboscelli  abitano 
re.  4rob>pendre.  lombnchcUi,  e  vermie- 
rioolutii  ,  ogn'.ino  de'  quali  sta  lotaoto 
nella  propri*!  e  particolar  soa  casa.  A'  Il 3. 
In  pochi  momenti  ancora  muoiono  col 
iQccbero  pfdverìntato  qucgl*  insetti  di  ma. 
re,  che  ii-nlupendrc  marine  s'appellaoc 


SCO 


SCO 


SCO 


los:: 


*  SCOLORAMENTO.  ScohriménU  , 
ni.ico/orami'itl-'.    /'n//av.  Slf>r.    Cane,   (/i) 

SCOLOHAlìE.  Torri-  il  colore  .  Lai. 
di-cohrarf.  Gr,  a;/«upoùv.  Dant.  tnf.  5 
Per  [liù  fiiiie  f-li  ocelli  ci  sos|iìd>«  <^iiellu 
Icttu»,  o  sct'Iornrct  il  viiO.  /•.  P»rg.  aS. 
Deh  ooo  ciinti-iult^rfì  ali*  u^ciulM  scjbhia, 
Ch«  nù  scolora  ,   pre^^ava  ,  la  |>eUe. 

§.  in  sf^ntlk-,  nrHtr.  f.jss.  vnlfi  Per- 
liere  ti  cohre.  Lai.  tiecolorn't.  Gr.  a'yau- 
foOiàat  .  /V(r.  jrt/i.  3  Lra  il  giorno, 
eh*  al  Sol  SI  »color»ro  Per  la  pieiìà  del 
suo  Fattore  t  r;ti. 

SCOLOltlMENTO  .  Lo  scoìorirc.  Se- 
^iier,  l'red.  IO.  10.  In  lui  vedrete  can- 
«luiti  ,  m*  OOD  liuto  dd  mjcrbia  ;  ÌD  lui 
Imlù  .    ma    unii  sitjjjjfUa   a  si-olorimenlo. 

SCOLUniRE.  Pinttr.  f  nfutr.  pnss. 
PenU- re  it  colore  .  Lat.  ùecolomii  .  Gr. 
àfxctijpovvìxt. ,  Petr.  Si^/t.  II.  E  M  viio 
scolorir,  che  oc' mici  d.tnui  A  Umentar 
011  fa  ('auroso  e  lenlo.  Tnv.  fìft  Lo  Ke 
tutto  sruluri  uel  viso,  vcdi-ndusi  tale  douo 
■ddòm^ndarc . 

SCOLOBI  rO.  .'/•M.  rf.i  6Vo/onrc j ly^rt- 
sa  colore,  Lat.  tteco/or.  (ir.  a;fpo05  P<tr. 
san,  2^  Fia  U  viita  dt-l  Sole  scolorilii  . 
Fiioc.  ^.  211).  La  vecthia  abitatrice  di 
cotal  luogo  era  nu^ri^sima  e  vizza  ,  nel 
viso  scolorita  .  P'int,  rim*  31-  E  mostra 
poi  la  l'accia  scolorita,  Tati:  Ger.  12. 
8l.  E  quasi  un  riel  DOlturno  anco  sereno. 
Senza  spleador.  la  farcia  scolorila.  E  i3 
2'  Qui  aAV  ora  ,  che  '1  Sol  più  chiaro 
splende  ,  E  luce  inrerla  ,  scolorila  e  me- 
sta .  lìern.  Ori,  1.  I.  J3.  Mostrando  in 
visr>  or  rosso,  or  scolorito.  Che  p.isàione 
slranu  1'  ba  assniilo. 

*  SCOLPAMENTO.  Giu^iUficnzione  , 
Scusa  .  Lai.  txcnsaiio  ,  purj^atio  .  Gr. 
atffoioyia.  Il  f  onthol.  alla  r>  GlUSTl- 
F4CAZI0NE    (•) 

SCOLPARE  .  Tor  via  la  colpa  ,  Di- 
ftadt  -r.  Scusare,  IC  si  usa  così  nelfall. 
si^nifii:  ,  come  nel  neutr.  pass.  Lat.  cui- 
p.xm  diinoefre  ,  se  purgate  ,  vrimen  tli- 
fucre.  Gr.  «ToiovitiSrai .  G.  V.  l-  17- 
1.  Ma  Vergilio  jl  lutto  di  ciò  lo  scolpa. 
Ditnf.  Pur^.  z\.  Verso  la  valle,  ove  mai 
OOQ  si  scolpa  .  Frane.  Sacch.  Op  dU\ 
Spess.)  io  Colpa  si  truova  il  grande,  e  su- 
bilo si  scolpa.  J'inc.  Mari.  leti.  I.  6.  Io 
noa  ho  luogo  da  scolparmi  eoa  voi,  s?  la 
rqaità  vostra  non  vioce  la  mia  pigrizia  , 
e  non  perdona  alla  mia  negligeuzj. 

SCOLPIRE  .  Fabfiricare  immagini  ,  o 
Formar  figure  in  materia  sofidii  per  vit 
d' i.itn^fto-  Lai.  exculpere,  scutpere,  cte- 
larf.  Gr.  oiay>yy'iv.  *  f  it.  SS.  Pad.  j. 
^5-  Etd)e  una  piastra  di  nit^tuUo  dì  Cipri 
e  scuUevi  eniro  certi  raratteri  .  fi'}  Ar. 
Fur.  \S,  2.  Duo  Dessi  e  quel  che  appar 
sculpe  e  colora  Mtcfaf^l  più  che  mortale  Angel 
divino.  E  4-^-  3f  Mi  la  bella  ili  lei  che 
ancor  vi  sculse  er.  (Pe)  Frane  Si'cch. 
«  'i'.  i83  Fu  Cosini  orafn  in  Porla  santa 
Maria,  e  continuo,  come  faimo,  scolpiva 
niui  intagli  dentro  atto  &poitelIo.  Buon. 
rim.  22.  Ma  non  giammai  saprei  Altro 
tfolpir,  che  le  mie  atttille  membra. 

g.  I.  Per  ntctrif.  Lai.  imciilpcre,  infì- 
nere,  Gr.  éy/iv^st-J  ,  e^u.~iT/vJvat .  Peir. 
jo#i.  122.  Quei  dolce  pianto  mi  dipinse 
Amore,  Ami  siolpio.  E  cnnz.  g  5.  Quan- 
do primìer  si  fiso  Gli  tenni  nel  bel  viso. 
Per  ii<^<dpirlo  immaginando  in  parie.  Buon. 


28.  La  memoria  l' un  prima  i 


liptn- 


ge,  L*  altro  vivo  scolpisce  in  mezzo  al  seno  . 
*  §*  II.  K  neutre  pan.  Scolpirsi  di 
mia  cotn,  vale  Impressionarsene,  twpri- 
mersene /ortemenU ,  Tass.  Rim.  E»oic. 
Soa.  16.  Sotto  il  giogo,  ove  amor  tecu 
mi  strinse.  D'  amicizia  solcai  campo  fe- 
condo ;  E  d*  ogni  affetto  tuo  mesto ,  o 
giok'ondo  Si  scolpi  Talma  dentro  ,  «  fuor 
mi  pinse.   (DJ 


f  -^  §.  HI.  Scolpire,  SI  trov.ì  amile 
per  Federe  .  .iVo'ei'r,-.  Ufori;.  3  7.  Era 
a  cavallo  Orlando  ricalilo,  E  già  di  Li<>. 
nello  ricercava;  Ma  Lionello  come  e' 1' ha 
scolpito  ,  Inverno  la  città  &t  rtloruuva  ,  E 
per  paura   1'  avca   fuggito,  t /V) 

g.  IV.  Siolfurr ,  va/e  anche  Proìiunzinr 
bene,  Lat.  projiire,  e(f'eire,  pivnnncurre. 
Gr.  Tp'ì^ipsi-J*  Cnpr.  lìolt.  1.  12.  Oi- 
nifi  ella  scolpisce  le  parole,  ed  è  uel  mio 
capo  . 

SCOLPITAMENTE  .  Awcrb,  Distia- 
tament<-j  e  dicevi  del  fien  profferir -'e  pa- 
raie.  Lat.  ex/ìÌKate,  di\tincte,  Gr  o»;').'ji;- 
*  S.tlv,  Jvvert.  I.  3  3.  5  Incontraiidoii 
nella  r  la  della  /,  uon  si  firii-ot*  di  prof- 
ferire, ma  soldineiit'_'  s'  avvirina  la  linj;ua 
a  quella  paiti*  che  dovrebbe  pcrrUntere  , 
se  SI  duvess»*  la  del'a  r  srolpitumenle  pi o- 
nunziare  .  (f)  Car.  Lon<^t  ,\.>/.  pn^.  58. 
(l'ir.  iSll)  Questo  fallo.  p<'Scro  boera 
alle  sampogne  er.  ,  ed  iti  ,  primo  sotto 
voce  ,  pi>scia  più  sC(d[>Ìtanicnle  pn-nun- 
ciando,    rispondevano,    {/i) 

§.  Per  si'nilif.  vale  Chiai amcnle.  Sa'v, 
Oraz.  Veti,  Ne*  quali  e  felicissimo  inge- 
gno e  soprumano  giudtcio  riluceva  scolpi- 
ìainente, 

t  SCOLPITO.  A-ld.  da  Scolpire.  Lai. 
scitìpius,  av'niitv.  Gr.  yi-/Xujja£'vo?.  3f. 
/.  7.  gì.  Cosi  diceano  le  lettere  icolpile 
nella  sua  sepoltura  (  qui  vale  Incise  con 
lo  scarpello  ),  PU't.  ri.  Dove  era  1*  im- 
niagioe  della  Vergine  Maria  cui  Figliuolo 
in  braccio,  dì  legname  scolpila,  l'ctr.  canz. 
7.  5.  Che  con  vera  pietà  mì  mostri  gli  oc- 
chi L'  idolo  miti  scolpito  in  vivo  lauro  . 
Red,  Leti,  Occh,  La  scolpila  nel  marmo 
dì  Sulmona,  da  me  già  comunicala  ul  si- 
gnor Carlo  Dati. 

§,  Per  AV/t  pronunziato  .  Dav.  Acc. 
i44-  Ii^  sentii  la  parola  scolpita  ,  quando 
die  i\  nome  nell'  orecchio  al  cancelliere  , 
e  disse:  ce,  '^  Salv.  Avveri,  i.  3.  3.  7- 
La  m  ec.  appo  i  Latini  ba  due  suoni:  l 
uno  imperfello,  e  l'altro  stolpìlo  :  lo  scol- 
pilo ricerca  il  chiudere  e  l'aprir  delle  lab- 
bra ,  allo  'mperfetlo  il  chiuderle  solo  è 
bastante,  (V) 

SCOLPITURA.  Scultura.  Lat.  sculplu- 
ra,  ceelatura.  Gr.  yiuyr]'. 

§.  Per  Effìgie,  Impronta,  Lat.  imago, 
^Jigifs  .  Gr.  Etxw'v  .  D.  Gio.  Cvll.  leti. 
12.  Come  la  scolpitura  del  P.e  ,  che  dà 
forma  alla  moneta  .  Tlut,  Purg.  10.  1- 
Imperocché  più  proprie  erano  le  scolpi- 
ture,  che  non  arebbe  saputo  fare  Poìicre- 
lo,  ne  la  natura  potuto  produccre. 

SCOLTA.  Ascolta,  Sentinvlla.  Lat.  ex- 
cubia! ,  vtgi/es  .  Gr,  'jpoMpoi  ■  l'oc,  Dav, 
Ann.  i3,  173.  Vidersi  in  quello  esercito 
soldati  vecchi,  che  non  avevano  fatto  mai 
guardia  ,  ne  scolta  .  E  Stor,  i.  252.  S* 
elessero  i  prefetti  del  pretorio  a  lor  modo, 
cioè  Plozio  Firmo  già  sitlJatello  ,  allora 
capo  di  scolte.  GuiC',  Stor,  li.  55'(.  Al 
primo  tumaUo,  quando  dalle  scolte  fu  si- 
gnificala la  venula  de'  nemici. 

f  SCOLTARE.  Lo  stesso  che  Ascoltare s 
ma  poco  usato  Lat.  atidtre.  Gr.  axoystv. 
Gr.  S.  Gir.  3o.  Ora  iscoltalc  quali  sono  le 
due  pareli 

*  SCOLT O.Add.  Sco/pifo.  Pelr.l/om.ill. 
187.  La  seconda  (memn  d'argento)  dov* 
era  scolla  Roma,  alla  Chiesa  di  Ravenna 
donò.  (T') 

f  *  SCOLTURA-  Lo  stesso  che  Scul- 
tura j  ma  meno  usato.  Fr.  Earb.  266. 
I.  Faccian  sepoltura  Con  suo  nome  in 
scoltura.   (J  ) 

:;-  SCOLIURESCO  .  Add.  Di  scoùu- 
ra  ,  Attenente  a  scoltura  .  {*) 

"ì"  V  g.  Alla  scolt'urescas  maniera  av- 
verbiale, A  modo  di  scultore.  Car,  lett  1. 
38.  Soa  tutto  vostro  alla  scoUuresca  ,  e 
Doa  alla  cortigiana.  (*) 


SCOMBaVARK  .  Imbrattiir  di  bava. 
Lai.  saliva  /otdare  ,  conspurcore .  Or. 
^Tu-//w  ^i/oXw'vitv  Amtt.  63.  Poìcb*  egli 
ha  UKil'te  volte  rolla  li-tidb  bocca  ,  non 
bariuia  ,  ma  ìcombuvalii  la  mia  .  Trait. 
iffiiif.  QoL'si'  asino  ec.  giUolli  i  pit-di  al 
coli'»,  e  li-icavalu,  e  scombavava  ,  e  rag- 
ghiava foru-nirnle  .  Se-^r.  Fior  CliZ-  i\* 
2.  Come  non  ti  vergogni  (u  ad  avere  or- 
dinalo che  si  delicato  viso  sii  da  si  fetida 
boc'M    scombavalo  ? 

•f  *  SCO.MBERKLLO.  Strmuento  a 
w-o  di  mpxigere.  Car.  pori.  1.  lett.  H. 
Queir  libro  a  uso  di  scorabcrellu  è  l'au- 
storio.   (A) 

SCOMBICCHERARE.  Scriver  mate,  e 
non  pit/ttit'urnle.  Vìi  Consci  ibillare.  Car. 
lett.  1.  7T,  Di  star  tuttavia  accigliali,  per 
non  far  :dlru  che  scombircherar  fogli,  e 
vers.trsi  all'  ultimo  Ìl  ciTvello  per  le  maoi. 
/•■  yj.  Vi  diro  il  vero  ,  che  »picslo  tanto 
scombiccherare  m'  è  venuto  a  noia. 

SCOMKICCHERA'l  O.  Add.  da  Scom- 
hicchcrare.  Frane.  Saich.  Op.  div.  Leit. 
Don.  Acciaiuof,  56  Scritta  di  propria 
mano  ,  ovvero  direi  più  proprio  scombic- 
cheralo il  foglio.  .Illrgt  i64-  Riempitn- 
domi  ,  cortese  ,  1'  orecchie  di  leggiadre 
canzoncine,  e  le  mani  di  scorabiccberHtc 
carlucre . 

*  SCOMBINARE.  S!;oiiii'<are ,  Scom- 
porre .  Lat.  dissolvere  ■  Gr.  ota>weiv  . 
Salvia-  Disc.  2.  216  II  timore  d'alcuni, 
che  spendono  luU-  la  materia  in  un  svi 
mondo,  acciocché  niente  restando  fnoti  , 
non  venga  con  urti  a  p;rcuoterIo  e  scom- 
binarlo, si  mostra  esser  vano.    (*) 

U  SCOlvrBINAZIONE.  Sgominio,  Dìt- 
ordinamento.  Lat.  disso/uiio.  Gr.  Jia>u- 
ot;-  ■/'  ì'ocahol.  alla  V.  SGOMIiNI'O.  (') 
•f  'c-  SCOMBRO.  Pesce  marino  di  cor- 
po demo,  tondo  e  carnoso,  e  di  pelle  li- 
scia ,  Cerulea  e  r  ispfendente,  a  tol  che  ha 
del  fosforo  ,  Saliin.  Opp.  Pese.  3.  333. 
Stoltezza  scombro  uccide,  e  grasso  Ioddo, 
ec.  (A) 

SCOMBUGLIO  .  /'.  A.  Scompiglio  . 
Lat.  tumitlUts  ,  sedilio  .  Gr.  Bòpxifoi  , 
SiXOezot.cix.  G.  /'.  6.  86  I.  In  Firenze 
ebbe  gran  remore  e  scombuglio  (il  testo 
Dnv,  ha  sonibuglio)'  *  Bart.  Stcr.  It.  l, 
3.  cap.  18.  Il  Vicario  Laylez  non  v'ebbe 
arte  ,  né  diligenza  possibile  cui  non  ado- 
perasse io  «cconcio  del  sicurarsi ,  che  1^ 
chiamata  de'  Padri  per  lo  seguente  Mag- 
gio ,  si  farebbe  seulir  nella  Spagna  ,  al> 
lora  in  qualche  scombuglio,  e  perciò  non 
cosi  agevole  a  passai  vi  lettere  e  rispo- 
ste. (CP) 

•^  SCOMBUIAMENTO  .  Scompiglio  . 
Disperdimento,  "Lsil.  perturbatìo.  Ces.  lett. 
Cic.  Q.  177-  Del  resto  la  repubblica  tutta- 
via giace  in  quegli  scombuiamenlì  ne' quali 
egli   r  ha    traboccata.  (C) 

SCOMBUIARE.  Dispergere  ,  Dissipa- 
re, Disordinare,  Porre  in  disordine.  Lat. 
dissipare  ,  perturbare  .  Gr.  Ta^«7T£tv  . 
Tao.  Dav.  Vii.  Agric.  3p7.  Son  coloro 
che  1*  aoDo  passato  ,  coperlì  dalla  notte  , 
assalsero  quella  legione,  e  voi  con  le  gri- 
da gli  scombuiaste  (il  testo  lat.  ha  cla- 
more debellaslis  ). 

SCOMBUIATO.  Add.  da  Scombuiare. 
Salvin,  Pras.  Tose.  2.  211.  La  cicala  ec. 
ha  quel  suo  cannellino  sul  petto,  col  qua- 
le ella  succia  ìl  celeste  stillato  ,  il  quale 
ella  scombuiala,  svolazzando,  per  la  paura 
sotto  pisciandosi,  rende  per  aria,  e  dà  lo 
spruzzo  (qui  vale  Iidimidita,  Cui  sia  slato 
fatto   spavento). 

§.  Per  Divenuto  buio.  Rabbuiato.  L»t. 
caliginosus,  cbscurus,  Gr.  cxoTstvo'^.  Ce- 
nes.  Immantenente  la  terra  ne  venne  ste- 
rile, l'aria  scombuiata,  il  fuoco  turbo. 

SCOMBUSSOLARE.  Scvmbuiarej  voce 
bussa.  Salvia.  Pros*  Tose.  i.  118.  Di  cui 


lod 


SCO 


(  di  Giove  )  koUmenle  la  (esla.  qua  odo  si 
muove,  scomhusiob   mf'tzo  mondo. 

•f  -'t  SCOMBUSSOLATO,  jidd.  da 
Sconthui^Ottrf.  Silvin.  Atnot.  Fter.  Huon. 
3.  4  4-  Venne  un  m.irrÌo  ipocondriaco  , 
tullu  iifililto  e  sombussolato  ,  a  casa  un 
vatente  medici*  ,  clic  ,  secundu  la  buona 
scuola  ,    ec.  f  A) 

SCOMMESSA.  Pitto  che  si  debba 
vincere,  o  perdere  sotto  alcuna  determi- 
nala condizione.  Lui.  /•ig/iits.  Gr.  evi;fij- 
pov.  Lasc-  Strrg.  fi,  3.  Lucjntunio,  l'ha 
guadagnaln  la  scommessa .  Serd.  Stor. 
Ind.  \'i.  57.1.  Finalmmle  vcoissero  alla 
scommossa,  e  fjfessero  sjieriwiie  quanto 
u  voglij  a*pre,  e  malagevoli.  Hed.  SUsp. 
nat.  17.  Fece  scomrne.'>ta  di  veolicinque 
doppie,  e  iT'ivo  subito  il  riscontro.  Cat. 
tctt.  6).  K  allora,  se  la  signora  Duchessa 
degnerà  di  acrellarmi  al  suo  giuoco  . 
proveremo  come  andrà  la  scommessa  d' 
Annibale.  *  Husp.  ton.  i.  200-  Vo'Iare 
una  scommessa  ,  Che  ,  sempre  eh'  egli 
strippa  j11' altrui  spese,  Rece  poi  roba  , 
cb*  ei   ne   ramp.i   un   mes»*.  (O) 

SCOMMESSO,  /iild.  da  Scomm.tieie. 
Lai.  disieclus.fatisccm.  Gr.  Sttpptfj.ij.s- 

V03.  x**'W'-  ^*'"'-  '"'"'•  ^*  97-  ^°^ 
barcaccia  p.ir  ve<  cbia  dismeisa.  Scassinala 
e  sr(»mmes*;i.  JìiiOti  i'ter.  Inlr.  i.  Noi, 
<:b*abl»iam  lutto  trapanato  il  dosso,  Scom- 
messe le  giunture,  /i"  4  2.  7.  CiscraoDc 
assai  scommesse,  e  Ijryhe  vecchie.  E  ap- 
pressa :  Ma  c'.r  era  guasta.  Dico  questa 
mia  lira,  e  sì  scommessa.  Che  ec. 

3  SCOMMETTEHE.  Contrario  di  ccii- 
mcltere  ;  e  vale  prop'  iamente  Disfare 
opere  di  legname,  0  ti*  altro,  che  /"ossero 
commesse  insigne*  -E  si  adopera  nelC 
alt»  sif>nific.  e  nel  neiitr.  pass.  Lat.  di- 
s^IuttnarCf  S.  Gir.  Gr.  ^laXi/etv.  Tass. 
Cer,  18.  44  ^'  sf^ommctle  la  mole  e  ri- 
compone, Con  sottili  giunture  in  un  con- 
giunta. Serd.  Stor.  16.  627.  Il  violento 
baltcr  del  mare  scommesse  di  maniera  le 
bande,  che  vi  entrava  dentro  tanta  gran 
quaotiL'i  d'acqua,  che  i  marìoaii  ec,  non 
sopperivano  a   volarla. 

#  g.  I.  Scommettere  ,  dicesi  anche 
delle  ossa,  e  simili^  ed  è  lo  stesso  che 
Slogarsi.  "  Malt,  Franz,  rim.  buri.  2. 
Iiq.  Era  pure  una  vita  benedella.  Priva 
di  cerimonie  e  sberreHate  ,  Che  fan  eh' 
altri  le  braccia  si  scommetta  ».  (C) 

♦  g.  II.  Scommettere,  in  significati 
vafe  Sommuovere ,  Suscitar  contro.  Ott. 
Coni,  l'ar.6.  157.  Nel  palagio  realfr  dalli 
tesorieri  era  schernito,  t  quali  scommeitcano 
contro  a   Cesare  il   popolo  della  terra.  (Cj 

g.  III.  Scommettere,  per  simtlit.  Semi- 
nar discordie,  0  scandali.  Lat.  discordiam 
concitare,  Gr.  vsr/o;  cysìpiiv .  Vant. 
inf.  27.  In  che  si  paga  il  fio  A  quei 
die  scommettendo  acquislan  carco,  fìat. 
>»'f  .•  Che  scommettendo  ec,  cioè  ai  se 
minatori  degli  scandali  e  dello  discordie. 
t'arch.  F.rcùl,  7().  Non  hanno  i  Toscani 
verbo  proprio,  che  significhi  eoa  una 
voce  sola  quello  che  i  Latini  dicevano 
Committere  f  V.  Lo  possono  avere  ec. 
anzi  r  IiauDo,  e  mo  ne  avete  fatto  ri- 
cordare ora  voi,  ed     è  scommettere, 

g.  IV.  Scommettere,  vale  anche  Gin- 
care  per  mantenimento  di  sua  opinione  , 
pattuito  quel  che  si  debba  vincere,  o  per- 
dere, L»t.  sponsionem  Jacere,  pifinorihus 
datis    contendere  .    Gr.    :ra^tyyu«i3at. 

uìtt^X*"'^"'*  ^'^^-  ^'P  '■  *'*  ^"  "•*' 
mo  dottissimo  ce.  scommesso  avrebbe  tut- 
to il  suo.  die  ogni  minima  gocciola  di 
fiel  di  vipera  bevuta  ammanalo  avrebbe 
uu  uomo  de*  più  robusti. 

*SCOMMETTIMENTO.  lo  tcommet- 
tere.  Hellin.  Disc.  II.  Lo  scommettìmenio 
«  l'iasÌDUazione  del  nostro  slrumoolo  nella 
mMieria  «hNgli  scommette    (Min) 


SCO 

I         SCOMMETTITORE  .      Ch»     tcom- 
j  mette. 

\  t  S  ^^''  Semlnator  di  scandali,  e  di- 
I  scordte,  M'ilfatiire.  Lai.  sttitiosus.  Gr. 
I  orana^Ttita';.  Ditt->m,  2.  l3.  Cristiano 
I  lu,  e  fuggi  etnie  fuoci  Ogni  scommetti- 
I  tore  e  ogni  disrurdia  ,  E  pace  diiiava 
Ott.  Com,  l-tf.  29.  4*^*7-  ^^*'-  Geri  del 
Bello  scommelliiore,  e  falsificatore  di  reo- 
I  neta. 

I  "^  SCOMMETTITURA.  L'aziOnr  dello 
I  scommelterejo  l.a partr  sco-nmesi'i.  fìeilin. 
I)t*c  1 1 .  Lo  strumento  calcato  scommetta  e 
sluoghi  e  penetri  u  s'  iusaoui  fra  le  parti 
che  tenevano  coniinuala  insieme  tutta  eoe- 
rf*ate  essa  mali'riit;  questa  soLi  scummel- 
litura  e  iminuazioue  sarà  ella  un  foro,  o 
un    taglio  ?   (Min) 

SCOMJVIEZZARE.  Divider  per  lo  mez- 
zo. Partire  per  e^ual  parte.  Lai.  divide- 
re, Gr.  oiauep'^aiv. 

SCOMMI AT ARE  Jccommiatare,  Lai. 
deducete    Gr,  aTOTs'jUTrsiv. 

§.  E  ncutr.pass.  vile  Pigliar  licenzia, 
0  commiato  Lai.  abeitndi  veni'im  petere, 
vale  dicere.  Gr.  -j^-Mplf*  eoe./.  Nov.  ani 
78.  3.  Ti>raandu  al  signore,  per  iscom* 
miatarsi  da  lui,  il  signore  disse  .  /  it. 
C'tit.  Alla  per  fine,  ringraziandule  cisi  , 
si  srun)mÌ.itaroiiu  da  tulli  quaali.  E  al- 
trove: Abbracciò  slrultamente  la  madre,  e 
SCO  in  mi  a  tossi   da   loro   e   da   lei. 

SCOMMIATATA.  Verhal.  Lo  scom- 
miatire.  Ruord.  M<ile^p.  cap.  iS  E  fallo 
questo,  sì  fece  aprire  la  porla,  e  fece 
grande  iscominiatata  dalla   Keioa. 

t  SCOMMIATATO.  j4dd.  da  Scom- 
miata'C.  Introd,  f'itl.  276.  E  scommia. 
tati  dalla  fede,  ci  partimmo,  per  compier 
nostro  vijggio  (  qui  fi::uratam.  ). 

SCO.MMODAHE.  V.  SCO.MODARE. 
:;-•  SCOMMODITA'.  Lo  s lesso  che  Sco- 
modità.  Lai.  incommoditat.  Gr.  ow5;(i'- 
psia.  Pros.  Fior.  3.  190.  Per  non  recar 
disturbo  colà  dove  onesta  brigala  si  ri- 
trovava, egli  Cflasse  la  propria  scommo- 
dita  y  e  s'  iofiugesòc  di  avervi  pieuissinid 
consolazione.   (•) 

SCOMMODO.  r.  SCOMODO. 
SCOMMOSSO.  Add  da  Scommuove- 
re. Lat.  coninioius.  Gr.  syyxivioàsi's  ì  it, 
Jìarl.  5,  Quand»  il  sunto  uomo  ebbe  tutte 
queste  cose  delle,  si  fu  il  Ile  mollo  scom- 
mosso io  ÌTi\,  e  in  mal  talento.  G.  V.  9. 
6o.  I.  1  Fiorentini,  veggendo  la  perdita 
di  Lucca,  furono  mollo  crucrio.si  e  scom. 
mossi.  E  la.  19.  6.  La  città  era  tutta 
io  arme,  e  eoo  molti  forestieri  e  contadi- 
ni, e  tutta  scommossa  in  gelosia  e  paura. 
*  SCOM.MOVIMKNTO  .  Scommovi- 
zione,  Lat.  lommotio.  Gr  avitzi'vijsi^ 
Snlvtn.  Dite  3  34  ■•  Di  fallo  il  nome 
di  pazzia,  che  non  sf-nza  l>uon.i  verisimi- 
gliaiiza  prot'cde  dal  greco  enipalfiìn  ,  the 
vale  interno  sriMiimovimcnto  e  lufermilà 
di   mente,  rende  il  //*  per  r.   (*) 

•f**  SCOM.MOVITOliE.  fefhal.ma- 
SC.  Che,  o  Chi  scommuove.  Silvia.  Uiad. 
lib  20.  V.  114  Enea  addirittura  Apoll'i 
mosse,  Scommovitor  di  genti,  incontra  il  fi- 
glio Di  Peleo,  e  gì'  infuse  uu  buon  valo- 
re    fA) 

•f  SCOMMOVIZIONE.  l'o<e  poiO 
usala.  Lo  scommuovere.  Lai.  eommotio  , 
motits,  lunmltus.  Gr  suy/.t'vijst;,  xi'vtj^ì;. 
Ta^«x*Ì  -  G.  V.  12.  19.  .1.  Per  la  scom- 
movizione  della  città  per  li  malvagi  cit- 
ladini,  che  la  volevano  guastare  (  alcuni 
tetti  a  penna  hanno  scomiiiosione  ). 

*  SCOMM07-10NE.  /'.  SCOMMO- 
VI7J0NE    (A) 

SCOMMUOVERE  Commuovere,  Sol- 
levare. Lat.  perturbare^  commcvrre.  Gr. 
TapotTrciv.  G,  ì  .  9  31.  2.  Li  Hìviera 
di  Genova  ,  cosi  per  Icfra  come  per  mare, 
era  lulla  scommossa   *  guerra.   /:'  11.    6. 


SCO 

4<  Alle  quali  grida  e  roinorv  il  popoTo  ar- 
mato fue  scommosso.  ^  Am^n.  Ant.  3o. 
]■  9.  li  cuore  acceso  per  gli  slimoli  della 
sua  ira  si  scommuove,  il  curp'>  t>ema,  la 
lingua  s'impaccia  ,  la  faccia  s'iufiamm», 
inaspriscono  gli  occhi.  (D)  E  3o.  2.9-  La 
parte  sovrana  del  mondo  più  ordinala,  « 
prossimaoa  al  cielo,  oon  si  turba  di  oeb' 
bia,  non  sì  scommuove  di   tempesta. 

*  SCOMODAMENTE.  Awerb.  Com 
scomO'tità    Lai     incommode.   lialdin.  Dee, 

75^.  tic  si  faccia  alcuno  maraviglia  di 
e  >me  ei  pote»i4i  così  dittrallamenle ,  e 
scumodamenie  operare  in  cosa  Unto  mi- 
nuta,  e  g'Iosa.  iC) 

SCOMODARE,  e  SCOMMODARE.  In- 
comodare j  e  si  usa  in  signific.  atL  e 
neuir.  pass.  Lai.  incommod.ìre,  molestiatn 
ttffrrre  .  Gr.  o'/iov  TasE'jfsi.!  .  Buon. 
Tane.  4  9  Oh  I  mi  sa  mal  che  tu  gli 
tcomodassi.  florali.  Orii:.  Fir.  ii3.  Chi 
lo  mettesse  di  qua  da  Signa  io  suU'  Ar- 
no, scomoderebbe  Tolomeo.  Lmse.  Sibili. 
5  7.  Faceva  per  accomodarvi.  M.  E  Ut 
m' aresti  scommodata.  Car.  Ittt  I.  133. 
Non  voglio  però  che  vi  scomodiate  per 
me   più   che   tanto. 

ic  SCOMODATO.  Add.  da  Scomoda- 
re. (A) 

SCOMODEZZA  Scomodità,  Scomodo. 
Lat.  incommodum,  molestia.  Gr.  a'vi'a  , 
^'xp^Xféi.  Dav.  Camh.  95.  Per  agevolar 
ancor  più,  e  srtiif,ir  la  scomodezza  e  ìl 
pericola  del  ii.<gi;io  ec.,  %\  trovò  modo 
d'  avere  i  suoi  danari  dove  altri  gli  vo- 
lesse.'^r  J^n/c.  niad'tgìl.  (Che  giova  aver 
rifallo  ec  J.  N^n  si  potea  pensare  Loogo 
pia  fuor  di  squadra  e  impcrlineatc,  B 
eh'  alla  oobii  gente  Reeatse  più  disagio  e 
scomodezzj.    fff) 

*  SCOMUDISSIMO.  5";wr/<if.  </i\$-co- 
modo.  Sahin.  Di^e,  2.  274.  Scomodissi- 
ma  adunque  stagione  v  la  state,  come  con- 
traria alle  fatiche  particolarmente  d' ioge- 

eoo  (•) 

SCOMODITA'  .  SCOMODITABE,  « 
SCOMODITATE,  tncomo.ittà.  Lai.  i>- 
comm-jdiv'i,  incommoditas,  molestia,  dif- 
ftcultas.  Gr.  ^apJxTti,  avtK,  oy7)(!'peia- 
lìo'gh,  Ong.  F-*r.  III.  Alla  quale  si  ag- 
giungeva davvantaggiolasromodità.4  Far- 
eh.  Slor.  10  3i)2.  Si  propose  ec.  che  i 
borghi  della  Città  SÌ  duvetiero  iocooU- 
iituie  rovinare  lutti  da'l'ondamenti  ec.  cb« 
potessero  recare  o  comodità  alcuna  a  quei 
di  fuori,  o  scomodità  a  quri  di  dentro.    fCj 

SCOMODO.  Sust.  Incomodo,  Scorno- 
dilli  Lai-  iactìmmodumt  detrfmemtum.  Gr. 
^ijot'ot,  ^'k'x^fi  Tratt.  segr.  cos.  domi. 
Si  assuelacciano  digiune  prr  esercixio  ad 
alcuni  pesi  portabili,  e  >enza  scomodo . 
•"r  Jìellin.  Disc.  2.  l35.  Dio  buono,  cbr 
patimento,  che  sentimento  di  lormeotoso 
scomodo  I   (F) 

SCOMODO,  eSCOMMOUO.^./J.  Con- 
trailo di  Comodo}  Disadatto  ,  Dicitile, 
Lai.  iacomntodus,  ineptus.  Gr.  ava'^^o- 
ffTOf.  l'iirch.  Lei,  291}  Il  quale  (luogo) 
può  essere  sacro  e  prof4no,  luogi  e  d'ap- 
presso, chiuso  e  aperto,  coraniudo  e  sooni- 
modo. 

*  SCOMPAGINARE.    Turbare  la  sim- 

mtì'ir,  Conf^mder  l'ordì  le.  iìeliin,  2.  SaO- 
La  forza  sola  dell'impelo  d'una  ruota, 
benché  ne  tagliaole,  ne  molto  salda  nelle 
sue  parli,  scompagina  il  diamaole.  (Min) 
Ce.*.  Fit  Cr.  4-  ^77-  Un  uoivfrsaU  ri- 
mesrolameulo  della  terra  e  del  marv  scom- 
pagina il   mondo.  (Cj 

f  SCOMPAGINATO.  Add  da  Sc^^m- 
paginate j  Che  t  fuori  della  dovuta  eom 
P^e-   (A) 

«    SCOMPAGINAZIONE  .    Scmvo^ì 

meni.  Del  Papa.  I\'at    cald.  fredd.  (A) 

9   SCOMPAGNARE     Vunmirt,  o    Sa. 

pi*r.ìf    ila,  compov'ti     Lai.   difstcior»,  te* 


SCO 

luitSire,  tfparare,  Gr.  JiaiuSni,  otiOTa* 
t%i,  otjt^iuyvùvai.  Frane  Sacch,  no%>. 
j^(i.  lo   mi  scompagno  ib   te. 

J>  §.  I.  E  fifjurainm  »  Fai.  l'jop. 
63.  Parte  fi/  c<i«tfj  il  nostro  amore  col 
suo  abb4Ìan:ento,  e  domaaJa  scompsgaaFe 
il   ben  dellj  pace   •>■    (C) 

*  g.  Il  F  I/I  sisni^c.  nfutr.  pass. 
•  Petr,  cani.  !\\.  6.  Con  »oci  ancor 
non  preile  Di  lingua  che  dal  Une  ii 
«compagne  E  son.  \\o-  Dal  cor  l'ani 
ma  Slanca  »i  scompagna.  Per  gir  nel  Pa< 
railìio  suo  lefreuo  -  (m  questi  esempli  /igw- 
raUm.J    (C) 

SCOMl'AC.NATO.  .-/</./.  rf«  Scompa- 
finart.  Lai.  <y/**ofi.ilM.f,  disiunctus,  se- 
pmraUts.  Gr.  (Jia^fiwx^'*'-  '  "'^^^'  'ì"'"'^*'^' 
a36.  Nui  le  potremmo  per  avventura 
chiamare  spicciolale,  o  scompagnale.  Buon. 
Fur,  2.  3.  q.  Elle  oneste  Ostavano  al 
favore,  scorop-ignatc  Djgli  uomm  loro. 
Jhrgh.  O'ii:,  Fir,  22G.  Vorranno  che 
non  resti  così  privo  J*  appoggi  ,  ne  cosi 
scompagnalo  Plinio,  come  io   mi  credo. 

5  §.  f'aU  anche  Che  sia  senza  com- 
pag/iia.  Che  non  ha  compagnia  Chiabr. 
canj.  3.  Scompagnata  e  soletta  Tutta 
tua  gioviueua  ^on  dei  oieoar  «  beo 
ui.  (B) 

*  SCOMPAOATURA.  Lo  stato  del- 
ia cosa  tcontpapnati  ,  L*  essere  scompa- 
gnato. Cor.  Apoi*  49  ^^'^  dottrina  io 
aere  è  questa,  trovata  nuovamente  da  voi, 
dell'  accompagnatura ,  e  scompagnjtura 
di  queste  voci  co*  sustantivi?  £"  69  ^'e 
seguila  per  questo,  che  l'accompagaalura, 
u  sconijiagnjtura  delle  parole  faccia  si- 
gnificar questo  nome  di  Dio  altro  che 
bene?  (B) 

SCOMPARIRE.  Si  dice  del  Perderai 
presto,  0  di  bellezza  alcuna  cosa  posta  a 
con^rontOt  o  a  paragone  con  un*  altra  . 
Sa/vtn.  Pros,  7o<c.  1.  181.  Vedete  ora 
come  il  sonetto,  che  a  prima  vista  facea 
quaKhe  compaisa»  e  scomparito,  e  quasi 
ridotto  al  niente. 

*  SCOMPARITO.  Àdd.  da  Scompatt- 
re.  (A) 

5  SCOMPARTIMENTO,  tosompar- 
tilt.  Lat.  divtfio,  patitilo.  Gr-  ótc/.vofj.ri ■ 
Soder.  Colt.  21.  Nello  scompartimento 
de*  campi  si  riempia  il  fondo  di  sas^i 
ammoulalì  in  colmo.  Saf^i;.  nnt.  esp.  ^. 
Questo  scompartimento  si  potrà  fare  a 
occhio.  Serti.  Sior.  6  219.  Lo  scompar- 
timento poi  di  tutta  la  città  è  fallo  in 
questa  maniera. 

*  S-  '  Scompartimento  ,  vale  an- 
che La  parie  della  cosa  scomparti' 
ta  «  Beav.  Celi.  Ore/.  ^7  lo  ^ra  ol>- 
bligato  ad  alcune  gioie,  che  nello  scom- 
partimento di  detto  bottone  si  avevano  a 
terra ro  ».  (B) 

t  S-  li.  Scompartimento,  dieesi  anche 
Una  delle  sei  partt  necessarie  ali*  eàiji- 
;/",  ed  e  quella  che  divisa  tutto  il  sito 
tt*esio  tn  sitimincri,  Baldin-  1  oc.  Dis,(Aj 

SCOMPARTIRE.  Compartire.  Divide- 
re ,  Distribuire.  Lai.  distnbuere  *  Gr. 
SiXviuLUv.  Tac.  Dav,  Ann  2.  32.  Giun- 
ta l'armata,  avviò  i  viveri,  scomparti  per 
\k  navi  le  legioni  e  gli  aiuti  Sasg.  nal. 
esp.  4«  E  però  bisogna  scompartirlo  lutto 
colle  teste  diligentemente  in  dieci  parli 
ugnali.  Buon.  Fitr.  2.  3.  7.  Scomparti 
re  '1  nonnulla.  E  quando  d'una  cosa  as- 
sMi  piccina,  O  d'una  poca  roba,  o  un  pie 
col  piatto  ,  Si  fa  più  parti  per  soddisfar 
(nulli. 

t  *  §  In  tisnific,  neutr,  pass.  Scom- 
partirsi una  cosa,  vale  Dividersela  fra 
due  ,  o  più  persone.  Benv,  Celi,  l  it. 
Acconcia  tutte  le  figliuole;  il  restante  sì 
scompartirono  i  figliuoli.  (A) 

SCOMPARTITO  Add.  da  Scompar- 
tire,    Lai.     diiisus  ,     dissectus  t    dittri- 


SCO 

butui.  Gr.  ftccaeotoàstV  T-ie.  Dav  Sior. 
3  309.  Pose  ;>Ile  trincee  e  porte  le  le- 
gioni scompartite.  Bed.  Oss*  an,  22.  La 
parte  che  posa  nel  lato  destro  trovasi  per 
io  più  «compartita  in  tre  lobi. 

*  SCOMPEWSARE.  Pen^■^r  qwi,  età. 
Girar  colla  mente  ruguniumlo.  Lat*  .iccum 
voh-ere,   Liv,   Gr.  /*ejtaviy.  Buon.  Tane. 

2.  4-  *  ""^^  saperre'  ìrt-  scompensando 
Quel  eh'  ella  s*  abbia  cosi  ad  un  tratto  (*) 

SCOMPIGLIAMENTO  .  Lo  scompi- 
gliare .  L.1I.  pertiirbntio,  Koninictio,  Gr. 
Taoa^r/,  ouyxt'vrjjc;   Segner,  Crisi,  instr. 

3.  i3.  ^.  Il  paragonare  le  opere  somme 
de'  gran  mon.trchi  nella  condotta  degli  e- 
stTciti,  nel  soggiogamento  dell»-  città,  Dello 
scompigliamento  de' congiurati,  ec. 

SCOMPIGLIARE,  Disordinare  ,  Con- 
fondere,  e  Pei  turbar  l'  ordine,  proprio 
delle  malatsej  contrario  di  Compig/iarej 
e  si  usa  neli'  ntt,,  e  anche  nel  ncuir 
pass.  Lai.  perturbare,  coiifund-rv.  Gr. 
oiaTKjSc'TTEiv.  G.  F.  12.  5i.  3.  Per  la 
morte  del  di-lto  ro  Andreas  si  scompigliò 
tutto  il  regno  di  Puglia.  F  cnp.  5(f  3. 
Onde  tutta  la  corte  ne  fu  scompigliala. 
Morg  6.  2  Quell*  amorosa  stella  liful- 
genie,  Che  spesso  troppo  gli  amanli  scom- 
piglia. Bem.  Ori.  |.  4.  82.  Tutta  la 
gente  sbaraglia  e  scompiglia.  £"3  5  33. 
Distese  le  sue  genti  ìusin  io  Puglia,  E 
tutta  Italia  scompiglia  e  *ngarbug1ij.  Sa/v. 
Granch.  I.  3.  lufin  che  tu  non  guasti,  e 
Don  fornisci  Di  scompigliar  tutta  questa 
matassa.  Tu  non  se'per  rei>tar. 

§,  Per  mtta/.A-  G.  /  .  8.  65).  4  Ordi- 
naro  sottìlemente,  per  iscompigliare  il  trat- 
tato,di  maodareuna  lettera  contraffalla  f^'^ 
Sa.Uin.  F.neid.  /ih.  4  Questo  pensier  scom- 
piglia il  lor  riposo.  (Fj  Gal.  Sist.  161. 
Questi  uccelli,  che  ad  aibitrio  loro  vola- 
no inoanzi  e  'ndietro,  e  rigirano  in  mille 
modi  ec.,   mi  scompigliano  la  fantasia. 

SCOMPlGLlATAMLNTE.^t-ve/fr  Al- 
l' aivi/uppata,  lìisrrd-.nataiiicnte  Lat  per- 
turbale,  c<-njii  te.  Gr.  '5uyz;xu/*ì''''5'>4'  Car. 
teli  1.  ili.  U  che  fa  ,  che  scompiglia- 
tjnienle  vi  scrivo  questa  A' Bellin.  Disc.  I. 
1^5.  Ogni  parte  del  corpo  nostro  ce.  non 
è  altro  che  uu  iotessimenio  scompìgliata- 
menie  ordinato  di  canali  portatori  di  quella 
materia  alle  parli  che  è  rifacilrice  di  es- 
se.  (Fj 

SCOMPIGLIATO.  Add.  da  Scempi- 
gliare.  Lat.  pertitrbitus ,  confusili.  Gr. 
5iy.Ta^a;c3£i*;,  aìjyxzyfxtus-JO^.  G.  F.  11. 
4  I-  Lj  città  scompigliata  e  tutta  schiu- 
sa, e  le  genti  tutte  sbigottite.  /Vr.  JVm. 
4<  5.  Ogni  cosa  è  confuso,  intricato,  av- 
viluppalo e  scompiglialo.  Sa^g.  nat.  esp- 
169-  Fanno  ,  per  mudo  di  dire  ,  un  ri- 
pieno scompigliato  e  confuso.  Bed.  Oss, 
an  171.  S'iotiiga  a  foggia  d'una  scom- 
pigliata maiassa  di  rete  aggroviglialo . 
!?  Car,  En.  3.  397.  Co' fieri  denti  e  con 
le  bocche  impure  Ghermir  la  preda  ,  e 
ne  lasciar  di  novo  Vote  le  mense  ,  e  scom- 
pigliate e  sozie.  (B) 

SCOMPIGLIO.  Confusione  ,  Pertur- 
fianienio  .  Lat-  perlitrbatio  ,  oioluf  ,  tu- 
niu/lus.  Gr.  roLpaxó  G-  / '.  11.  61.  1. 
Per  la  qual  novità  fu  grande  scompiglio 
alla  nostra  oste.  Dicer.  Div.  Qui  s;jreLLe 
potuto  star  distretto  con  essi  in  sì  grande 
scompiglio  della  guerra.  Morg.  y.  20. 
Subito  il  campo  è  tutto  in  iscompiglio,  £ 
corron  tutti  come  genie  pazza.  Bern.  Ori, 
I.  24.  26.  Ed  a  quel  suono  ancor  qualche 
altra  cosa  Uscir  vedrete  piena  di  scompiglio. 

SCOMPIGLIUME.  Scompiglio,  Massa 
di  cose  scompigliate.  Lai  dtssipntio,  per 
tiirbatio  Gr.  OiaTXioac^j';  ,  Tapa^r'- 
Buon.  Tane.  5.  5.  Tante  zizzanie  e  tanti 
srompigliumi  ec.  Fanno  che  dill' amore 
esca  de' fiumi ,  E  \aòj  un  trailo  a  ra 
sciugarmi  al  sule- 


S  c  o 


108J 


SCOMPISCIARE.  Ptictnrt  addosso^  a 
Bagnar  di  piscio  checchessìa  j  e  si  uaa 
in  ,1'i.vii/ft-,  ntt  e  neutr.  pass.  Lat.  com- 
imngtre.  Te  Br.  5.  4 1.  Se  'I  lione  ^ 
puoie  porre  mano,  per  niuno  modo  non 
I  Uccide  p'TÒ,  ma  rompogli  le  gambe,  0 
srompijcialo  per  fargli  più  onta  Frane. 
Sa<\h,  noi'.  82.  Mette  mano  alle  brache, 
e  scompiscio  l'ulibriaro  con  più  orina  , 
che  non  avea  bevuto  malvagia  ,  che  n'  *- 
vea  bevuto  3o  bicchieri  ;  o  scompisciato 
che  l'ebbe,  ec.  Cirijf  Calv,  3.  »,(.  g 
per  paura  v*  è  chi  si  scompiscia.  *  For- 
iti;. Bicciard.  6.  61.  La  donna  si  con- 
torce come  biscia,  per  la  paura  ,  e  inita 
si  scompiscia     (IS) 

g.  I.  Scompisciarsi^  neutr.  pass,  si  dio» 
anche  per  Aver  ^ran  xou'ito,  e  slimolo 
d  urinare.  "Luì.  mi,. tiirtre.  Gr  OUpYisEi'giv. 

§.  II.  Sco'hpi.sctarsi  delle  risa»,  o  per 
le  risa ,  vale  Ridere  smoderatamente  j 
modo  bns.in.  Lui.  ri^tt  difflutre ,  disrunu 
pi.  Fir.  Trin.  5.  I .  Oh  voi  ci  avete  fallo 
proprio  scompisciar  per  le  risa  a  contarci 
quelle  vostie  sciagure.  Mrm.  sai.  2.  Ed 
io  so  ben  che  argomentavi  io  guisa,  Cho 
*l  Concesso  confuio  col  quesito  Facea  lo 
panche  scompisciar  di  risa  (qui  detto  en- 
faticament'-f  e  per   ipeibole  ) . 

*  SCOMPOMMENTO.  Lo  scomporre, 
Scompouzione.  Beilii.  Disc.  2.  3^8.  Quan- 
do adunque  fa  i  ^um  scomponimenli  l'  A- 
nalomia  ,  ella  non  fa  suo  lavoro  impen- 
s.itamenle,  e  all.i  cirrj.  (Min) 

SCO. M PORRE.  Ciiasfarc  il  composto  ,' 
Disordinare  j  e  si  u.^a  in  significalo  alt. 
e  neutr.  pass.  Lai.  re.-^ohere,  destruere , 
Gr.  «vaiy'stv.  Copp.  rim.  burf.  2.  27. 
Tantd  più  quel  si  scema  e  si  scompone  , 
E    dispar  come  ne^e  a    poco  a   poco. 

t  g.  I.  Per  metnf.  Turbarsi,  Alterar- 
si. Salvia.  Disc,  2.  HO.  Quante  in- 
degne cose  conviene  che  faccia  1"  irato  1 
come  sì  scomponga  nel  volto  e  ne*  moti  I 
*-'.=  Segner.  Fred.  Pai  Ap.  3.  2.  Col  non 
snpei'  correggere  mai  veruno  senza  scom- 
porsi  di    volto.    (TCj 

''•  ^.  II.  Scomporre,  dicono  gli  Stam- 
patoti il  Di.fare  unn  fi  ma,  separandone 
le  lettere,  di.^ponendclc  di  nuovo  nelle 
casse  ,  ciascuna  nel  suo  proprio  nic- 
chio. (A) 

i^^SCO^VOSlTiyO.  Add  Atto  a  scom- 
porre- Beliin  Disc,  2.  322.  L'  acqua 
dunque  presa  io  quante  di\crse  misure  o 
quantità,  o  quante  diverse  partile  abbiso- 
gni ec.  imbevute  ciascune  dì  difièrcnti 
sali  diviene  scompositiva  di  tutte  te  co- 
se.  (F) 

*  SCOMPOSITORE.  Verbal.  mote. 
Che,   0    Chi  scompone.  (Cj 

t*SCOMPOSiTBICE.  l'erbai,  femm. 
di  Scompcsitofe,  Belhn.  Disc.  2.  376. 
Che  pretend'  ella  (  l' Anatomia )  giam- 
mai di  ricavarne  da  questo  suo  tanto 
scomporre  ec.  ,  e  scomporre  con  tanta  e 
sì  varia  ingegneria  di  macchine  scompo- 
silrici  ?  (Min) 

*  SCOMPOSIZIONE.  Perturbazione. 
Lat.  periui balio.  Gr.  i'/Ta^agi?  .  Segner. 
Mojìn,  Ottobr.  3l.  3.  Rdre  volte  avviene 
che  un  suddito  resti  in  religione  emen- 
dato da  quel  gasligo  eh'  egli  si  vede  dar 
dal  suo  superiore  con  ira  d*  uomo,  ciot 
Con  tale  scomposizione,  e  con  tale  severi- 
tà, che  dinotino  in  lui  passione.   (*) 

^  §.  Scomposizione-  Term.  degli  Stam- 
patori. Lo  sc<.mpo  re,  nel  signif  calo  del  %. 
II.  (A) 

*  SCOMPOSTAMENTE.  Avverb.  Con 
iscompostezza.  pros  Fior,  3.  2.  i.  3i. 
L' allra  (donna  si  doveva  intendere)  per 
la  parentela,  o*ver  collegamento  dille pa> 
role,  1*  una  con  1'  altra  fatto  opporluna- 
menle  ;  della  qual  parentela  par  che  oggi 
si  siano    smarriti  i    liuoni    sensali,  e  che 


xo8$ 


SCO 


SCO 


SCO 


eilc  »d  v.'Lilrio  »i  metculiao  scompokU- 
ìueale  *  guisa  di  femmuie  iiceoziose.e  id<iiI 
coUuniiie.  fySj 

*t  =*•=  SCOMPOSTEZZA  Immodestia, 
Diii-jltiUzia.  Segrter.  P/rii.  23.  4-  ^*'** 
(jual  niuJestia  egli  sederà  alle  commedie, 
se  OSSI»!'-'  atlj  predica  cuu  Uotu  di  tcom- 

SCOMPOSrO.  JiU.  ila  Scomporrei 
Dìso'tim  ito.  Confuso.  Lìit.  incompositut. 
Gr.  «T«/7a;.  /».  /?ifc.  /e«.  326.  Come 
potrà  mai  leg;;erc  il  Fiureolioo  composto 
cun  queir  o  di  meu'i  aperto.  chi>  «gli  non 
•iiven^j  nel  visj  lullo  scomposto?  Tac. 
Dai'.  Sti^r,  3.  3l5.  II  qujle  ,  asulilu  il 
oiinico  ìcorupoitu  e  sbandato  per  vaghez* 
u,i  di  prtrdj,  lo  ripiuse  a'aavilii.  E  i\*  3^1. 
Seou  ^spellar  d' ordinarli,  cummciaao  a 
comlial^ere  straccbi  e  scomposti.  ^  9f'ir- 
cftftt  I.ucr.  lib.  2.  v.  i3.i5.  Poicbè  si 
«ciolgon  de*  principii  primi  Le  politure  , 
ed  impediti  affatto  Sono  i  moti  vitali,  lO- 
fino  *  taalo  Che  squassata,  e  scomposta 
ogni  materi.i.  ec  (B) 

*X  SCOMPUZZAIlE.  Empierf  di  ffuzzo. 
1.31.  fatore  iiip/ere,  Gr.    JjsMÙ'a    ?rX»)'- 

ÌJEt>.  i'V,  Oiord.  Prel.  li  Co' loro  fetidi 
aliti  di  parole  maldicenti  srumpuzzano  ogni 
aiiembléj   f  ifii  figurai  unente  ). 

SCOMPUZZÒLAnE  .  T.  A.  Levar  via 
la  ntusea  eoa  alcuna  cosa  che  ri-trcendu 
r  appetito.  Pataff".  3.  Deb  non  far  grot- 
te, cb*  io  me  ne  scompuzzjlo  (qui  neutr. 
pai  i.}. 

SCOMU:^AKE.  F.  A.  Guastar  la  co- 
muiiansa  ,  Disunire  ,  Dtvihre  j  e  si  usa 
in  sig'ijic,  alt.  t  neuir,  past.  Lai.  co>n' 
mttnìjaem  dinmere.  Gr.  /jivMVt'av  O'-k- 
X^ivt.  Dm.  Cimp.  I.  i^-  Ma  vinciamli 
jnrimj  eoo  ingegno,  e  scomuniimli  colle 
p.irolc  piatose  ,  dicendo  ec.  E  appresso  : 
Ordinarono  due  per  contrada  ,  che  avoj- 
sono  a  corrompere  e  sconiunarc  il  popolo. 
ti.  V.  ti.  34.  3.  La  città  sì  citminciò  a 
sconiunarii ,  e  pai  tirsi  i  nobili  e  tulio  d 
popolo. 

SCOMUNATO.  /'.  A.  Adì.  da  Sco- 
otunarc.  G.  K  12.  19.  3.  Allora  lo  sco- 
iiiunatJ  e  disarmato  populazzo  col  loro 
pazzo  caporale  si  partirò.  Oin  Comp.  i. 
l\.  E  così  scomanati  e  mciamyli  per  mo- 
Ùj,  cbe  più  non  ai  rilievino.  Lucan.  3l. 
Or  scie  a  Roma,  e  si  l>  altresì  scomuaata 
battaglia,  come  s' Annibale  re  d'Afirica 
Tosso  resuscitato. 

SCOMUNICA  .  Pena  Imposta  dalla 
Citiftu  per  correzione ,  c'*k  prit^a  della 
pa'tecipazioiie  de'  sa^rnnienti  »  e  del  com- 
mt-rcio  de'  Fedeli.  Lat.  i-xcommunicalio. 
Gr.  rj\,'i^»p.f.,  G.  P",  12.  57.  2.  Alla 
'(ualc  scomuaici  e  interdetto  s'  appello  al 
Papi, 

SCOMUNICAGIONE.  f\  SCOMUNI- 
GAZ  IO. NE. 

SCOMUNICAMENTO  .  Scomunica  , 
Scomunicazione.  Lat.  excommunicntio.  Gr. 
aivaJiua.  Tmtt.  Consigl  Questo  sco- 
niunicameoto  sarà  sopra  tutti  quelli  che 
MraDno  a  sinistra. 

•f  SCOMONICARE.  Imporre  scomuni- 
ca. Lat.  a  Chrisli'inonon  communione  se- 
ptrare.  Gr.  avaSr/jiaTt'?» tv.  G.  F.  la. 
42.  3.  Issofatto  fu  scomunicato.  Pass. 
\\'l.  Da  coloro  che  fu«s<mo  scomunicati  dì 
maggiore  scomunicazìnnc  ee.  ,  dee  il  con- 
feuore  domandare  saramento,  ch'egli  sta- 
ranno a*  coinandamenli  della  Chieia  IC 
iW-  Poi  gì*  impinza  la  penitenza  ce,  co- 
mandandule  che  li  guardi  di  non  rìcide* 
re  io  simile  fallo,  pi-r  lo  qualt*  fuise  sci.. 
raunicato.  Maestruzi.  2.  3^-  !■  Lo  sro- 
muoicato  non  puote  iicnniunicarc.  K  2. 
3^  Quando  il  giudice  dice:  io  iiromuni- 
co  C'jIuÌ,  e  siniiglianli  parole,  t'intendo 
della  iscomunicaijone  maggiore.  E  pia 
sott.>  :  Cbe  «ara  di  due,  a  quali  (u   com- 


metto cbe  i-gliuo  iscomunicbirio  alcuno , 
e  ciaf-bedano  di  ioru  10  uno  montento 
medesimo  dice:  io  ti  scomunico,  te  co- 
lui noa  li  iicomuoica  ?  Risponde  sani*  U- 
gone.  Ciascbfduno  di  que' giudici  i>con)a- 
Dica.  imperocché  U  loro  initrozion^  è,  cbe 
costui  ii«  is<'i>miini''atn.  Din,  Comp  3, 
7^'  Scomunico  gli  uSciati,  e  interduse  la 
terra. 

^  SCOMl/NlCATISSlMO.  Superi,  dt 
Scom-inictf»     All'-ff    >Af 

3  SCOMUNICATO.  AdL  Da  Sromuni- 
ctt-e  Lai.  ihstentus.S.  Cipr,GrT.  oìvx9tisv.- 
nt^'.Ci  G  F.t2.  105  1  Della  delta  cadu- 
ta subitamente  morio  saaza  penitenza,  sco- 
munii-ato  e  dannato  da  santa  Chiesa,  Pass. 
143  Imprima  il  peccatore  scomonicato  si 
dee  omiimentc  inginocchiare.  Di'lant,  2. 
25  Or  questo  Imperador  fu  il  primo,  il 
qua*e  Fosse  sromooicato  per  la   Chiesa. 

#  §.  L  E  in  forza  dt  Must.  -  Mne- 
stmzs-  2.  4  3-  ^*  *'E'**  scomunicazione  o 
maggiore,  o  minore  data  dalla  ragione 
puute  lo  scomunicalo  essere  assoluto  dal 
Vescovo.  P.iss.  -Mentrechè  dice  il  salmo, 
batte  le  reni  dello  sc'tmanicato  eoo  4lcaaa 
ver^i.   o  bastone».  f^J 

g.  II.  Per  simUit.  vale  Iniquo,  Pessi- 
mo, Lai.  execranduf,  sacrilenus.  SfQner, 
Conf.  insfr  I  rimedii  son  di  due  sorte  t 
altri  vagliono  a  punire  queste  lingue  sco- 
municate, ec, 

t  SCOMUNICATORE.  Ferhil.  masc. 
Colui  che  seomtinicn,l.il.  exommnniCdtor, 
Gr,  ò  a'vxOs/jiaTi'Cwv.  Mnrstrnzs.  2.  4o. 
Essi  isromunicjtori  metterebbouo  motti  in 
pericolosi  lacciuoli  ;  la  qual  cosa  sopra  '1 
capo  loro  si  rivolterebbe.  E  2.  \^.  Dalla 
sentenzia  del  giudice  non  puoie  essere  as- 
soluto ninno,  se  non  so  dallo  scomuuica- 
tore  ,  ovvero  dal  suo  superiore  ,  se  non 
s'  appella,  ovvero  se  lo  scomunicatore  ne- 
gligentemente, ovvero  maliziosamente  in- 
dugi  l'assoluzione. 

SCOMU.MC\ZiONE,c  SCO>IUMCA- 
GIONE  .  Scomunica.  Lat.  sacoriini  ia- 
terdictio,  excommuaicatio.  Gr.  ava  Js;iM£. 
^^fiifStraz:;  2.  34-  2.  Scomunicazione  è 
ispartiinenio  da  ciascheduna  legittima  co- 
muriione,  e  alto  legittimo.  G.  F.  7.  23. 
5  E  pTÒ  cade  in  sentenza  di  scomuni- 
cigìoae  di  santa  Chiesa.  E  12.  106  6. 
Sotto  pena  di  scomunicazione.  Pass.  12G. 
Sono  mjlagc%'oli  casi  quelli  de'matrimonii 
ec,  delle  ripresaglie,  de*  pegni,  delle  sco- 
municazioni ,  delle  irregularitadi ,  ec.  E 
lfì\.  Dalla  scomunicazione  minore,  la  qua- 
le t'  unmo  iuccrre  participando  con  alcuno 
scomunicato  nel  favellare,  o  nel  mangiare, 
puole  prosciogliere  il  prete,  f'it.  SS.  Pad, 
L'  altro,  come  malizioso,  volentieri  rimase 
ne'.Ia  scomunicazione.  Din.  Camp.  3.  76. 
La  Chiesa  di  Hoina  richiese  ì  Fiorcnlini, 
e  formo  processo  di  scomuoìcazione  ,  e 
sentenza  die   contro  a  loro. 

SCOMUZZOLO  ,  rarefi.  Ercol.  98. 
Quando  i  maestri  vuj;lì.>ii  significare  che 
i  fanciulli  non  se  le  sono  sapute  ,  e  non 
ne  hanno  detto  straccio,  usano  queste  vo- 
ci :  boccata,  boccicita  ec.  briciolo,  capel- 
lo, pelo,  scomuziolo. 

SCO.NCACADORE  .  f.  SCONCACA- 
TORE 

SCONCACAriE  .  In  signlf^r.  nti.  vale 
Bruttar  di  mrr.la  ,  Lai.  merda  foeda^e  , 
t-ynsperf^ere  .  Gr.  noriso^opixv  ,  xo'itpov 
jrXiJ^a^v  .  Frane.  Saich.  noi'.  1^4-  V**' 
.  dite  che  io  ▼*  ho  sconcacato;  lo  scoacaca- 
to  pare  estere  a  me. 

§  /'i  signific.  nfutr.  pass,  vale  fìnti' 
tirsi  dt  merda  j  e  talora  A^'er  sjrandis- 
Simo  ttimolo  et  andar  del  corpo,  Pian  la 
poter  ritenere  ■  Palaff.  ^.  Per  voglia  dì 
giurar  nii  sconcaeai. 

SCONCACATO  .  Add,  d.t  Scomeacari: 
Fi  fine     SaccH.    noi'.    8a.    Tu    r  hai  fatto 


cavalier  piscialo ,  e  io  lo  laro  cav^iere 
sconcaeado  (qui  atti  maniera  l-ntimr' 
da, /accado  parlar^  messer  Bermmrito  Ft- 
àComtt }. 

SCONCACATORE,  e  SCONCACADO- 
RE.  Che  teoneac*.  Frane.  Sacch.  no  1.'.  IJ^- 
Va,  reca  a  Stecchi  la  tal  roba  ec. .  dap- 
poiché mi  convieo  vestire  Io  sconcagadoo; 
e  gli  sconca^di  (  qui  olla  maniera  lom- 
barda ). 

#  SCONCARE.  Trarre  fuori  deila  eo»- 
(a.  fine.  M f'm.  Sconeare  il  bucalo,  f A) 

«  SCONCATENARE  Scto^irre.o  Rom- 
pere le  ca'^ne ;  e  figura'.  Distio^liert.  Im~ 
prrf.  F.  Tih.  D.  3.  T.  12.  40.  Subilo  cbe 
da  chi  che  sia  »i  brama  e  si  vuole  più  di 
quello  gli  to<*ca.  e  cbe  è  di  «i<>Tere,  sì  vio- 
lano da  luì  le  U^gi  d<rlla  società  umana, 
la  qu^Ic  se  tutti  t  acurdassero  io  rio,  fi 
sconvolgerebbe,  e  scoDcjienerebbesi  totla, 
e  000  p'irrie  più  sussistere.  (Fi 

«  SCO-NCATENATO.  Add.  da  Sivn- 
catennrf  ;  Sonnesso,  Che  mm  ha  conca- 
tenazione. (A) 

SCO.NCENNATAMENTE.  F.  A  A* 
vere.  nisacC'^nciamrnte .  Lai.  tiHoncinnt  . 
Gr.  »ra/rw;.  I  it  Cnst.  E  menjto  in- 
verso Gerusalemme  «e.,  e  ansando,  r  colle 
mani  legate  di  dietro,  spogliato  in  ma»' 
teìlo,  cinto  in  gonnella  scoDcenoatameoir, 
e  col  capo  scoperto.  ^  Fr.  Giord.  Pred. 
2.  267.  Sai  come  audresti  male,  e  sfoii- 
cenoatamente  che  parrebbe  una  giulLe- 
ha,   (N) 

SCONCERTAMENTO.  Seonctrto.  Lai. 
turbutio.  Gr.  rup-^xr>'   Tratt.  se»',  coi. 
I  Jon/T. Provano  alquaiiiune  gli  scoQceriameoii 
prodotti   dal  sudore. 

SCONCERTARE.  Cavar  di  cotte  erto  . 
Lat.  concinentiam  perturbare  .  Gr.  VMp- 
puvt'av  TxraTTeiv. 

g.  I.  Per  metaf.  Disordinare.  Lat.  de- 
struerr,  perturbare.  Gr.  atTOffitiwaiJit* , 
^iaTxp«TT£iv  .  Safig,  nat,  esp.  72.  La 
quale  (aria)  poscia,  in  qualunque  modo 
alterandosi,  sconcerti  e  guatii  la  retta  o- 
peratione  dello  strumento.  Red.  Ditir.  j|. 
Lo  sconcerti  quanto  sa,  Voglio  berne  al- 
nien  due  ciotole. 

#  §.  II.  Eia  sigiìfic.  neutr.  pass.  Se- 
gner  Mann.  PÌ^'V.  i3.  1  Tornando  ogni 
poco  I*  ordine  a  scoocerlarsi  per  la  ribel- 
lione frequente  delle  passioni,  f-l  apprrs^ot 
Una  tale  subordinazione  non  è  faciU  a 
sconcertarti .  (1) 

«  SCONCERTATAMENTE.  Av^erh. 
fn  modo  sconcertilo  ,  Disordinatamemte  . 
Accad.   Cr.   Mess.  (A) 

#  SCONCERTATISSIMO.  Saperi,  di 
Sconeeitat  •.  Se^-ier.  Conf.  inslr.  cap.  ^ 
Questo  è  propriamente  alteroar  le  note 
con  una  sconcertalìsiima  coiuonansa.  (F) 

f  SCONCERTATO,*-  SCONSERTATO. 
Add.  da  Sconcertare,  e  Sconsertare,  coti  al 
proprio, come  a/  fìs^irat^.  l^U  perturbat'ss, 
'  Gr.  0(arx^3(;fàct;  fJuon.  Fier.  4-  a-  7* 
-  Da  rimetter  in  forma,  dicev*  egli,  I  capi 
scoDsertali  e  fuor  di  setto.  E  appretto  : 
Fiaccati  poTÌ  .  e  zone  scnnieriate,  S^l^un, 
Dire.  I.  92.  Quando  le  pauiooi  ,  qual 
popolo  sconcertat'i  e  tumultuoso  .  nella 
città  dell*  anima  si  solleva  ce. ,  tutto  Ì 
confusione,  tutto  è  disordine.  O  Cor.  £h. 
2.  620  Noi  che  impjuhti  e  sroasertati  A 
la  s]>rovivta  gli  assatimmu  ce.  in  brew 
spazio  Li  circondammo,  e  gli  occidemmu 
alfine.  (l'P>  Srgntr.  Pred.  a8.  6  Noo 
maoravano  in  tante  solennità  e  le  trom- 
be, e  le  cett-re  loro  amiche;  non  però  pia 
gioconde.  «>d  arni  miose,  come  una  voUa, 
ma   queruli',   e  sconcertale,   fy) 

t«SCONCEHTATORE.  l'eihal.  ma>e. 
Che,  o  Chi  tc^ncrrta.  (A) 

SCONCERTO.  L-.^  fccnerriaresctmtrarto 
di  Concetto.  Lit.  concentms  pertmrÒAréu, 
ttt'batì^.  Gr.  7v,uj»w»ix;  rrpxx^  . 


SCO 

§.  Se^nceiIOp  si  prende  anchi-  per  Di' 
9or,Um- .  Si'f:'ìer.  Mann.  ]\ot',  ri.  1.  E*- 
scoilo  il  Uno  intiTnu  pienissimo  di  scon- 
certo, nieiilrt'  alla  parit-  iiitVriiTC  loria  di 
comjnJjre.  alla  sufu-riiTe  d*iil»Li»liie.  ^^  E 
Prtd.  Ptil,  .'tp  I.  I.  La  natura  non  prova 
mai  sroorerli  più  ttr.ini ,  rite  qaantio  rbi 
dovrclibo  star  s<>prj  ili  luogo,  &ia  necessi- 
tato star  sono,   i  Ti'i 

SCONCEZZA  .  Jstratlo  ili  Sconcioj 
Dtsordiaamento  .  Lai.  laconcintiittis  .  Gr. 
atjxorjisia.  Amm.  Ant.  ì!\,  3.  2.  >è  deside- 
rate scunceixf  ,  né  composte  ad^rneize  si 
coDven(;oQo  a  nomo  CriMiano,  /:,"  i,|.  ò. 
4-  Non  s»lanif>nlc  nella  bellezza  e  ut-lla 
pompa  di'lltf  cose  temporali,  ma  eziandio 
nella  iconiczsa  puote  csst-r  vanità.  /  aler, 
Mass.  Non  lianno  scoa<cua ,  e  sod  da 
scrìvere  tra    i   miracoli. 

SCOSCI KME^TV..  A vi'i-rh.  Con  ifcon- 
do.  Lat.  inconcinne.  Gr.  a/o,ui^(u?.  '*•  Salv. 
Ai-verf,  I.  2.  5.  Con  le  voti  del  mif-lior  se- 
colo, il  più»  scrivono  il  sconcianunie  oc., 
»he  troppo  misera  cosa,  tioppo  compassio- 
nevole semltni  \a  lor  fatica,  (y) 

g.  I.  Ptr  I  emognosonienle.  Con  onta. 
Lai.  Itirpitcr  ,  inf-oncKte  .  Gr.  uinyptZii , 
O.  V.  II.  108.  2.  1  Fiamminghi,  eh' e- 
rano  a  oste  sopra  Tornai ,  se  ne  partirò 
sconciamente .  »>  Guid.  G.  Prol.  Multe 
parlicolarila  le  qiuli  mollo  possono  allet- 
tare gli  animi  degli  uomini  per  lrop|iu 
abbreviare  sconriamente  lascio  stare.  (C) 

§.  IL  Per  Grandemente t  o  Sopiammo- 
dùj  e  si  dice  in  mala  parte  Lat.  fot  de  ^ 
foedtim  in  modum,  ìmrnnniter  .  Gr.  ùi- 
9XpÒìi,  avatodij;.  /Jocc.  noo.  1.  8-  Golosis- 
simo, e  bevitore  grande,  tanto  che  alcuna 
volta  sconciamente  gli  facea  noia.  H  noi: 
69.  21-  Presone  un  altro  (dfnt<-),  il  qua- 
le sconciamente  magaj^nato  Lidia  avea  in 
mano,  a  lui  doloroso,  <•  quasi  meno  mor- 
to il  mostrarono.  /■,"  nov.  88.  tit.  Si  Ten- 
dica  facendo  lui  sct»nciamenle  battere  . 
ffern.  OfK  2.  Q.  12.  Percbf? .  accostala 
con  la  sleru  in  mano  ,  Sconciamcule  di 
dietro  lo  batteva. 

§  111.  Per  lstrax'a»antemente,Maìamen' 
te.  Lai.  malf,  Gr.  Xa/w^.  Taw  lìit.  Li 
cavalieri  trapalano  quella  sera  il  meglio 
possono  (.un  frutte  silvaiitbe,  e  erbe  scoa- 
ciaroeote  condite.  Tl  oppresso  :  Io,  secondo 
peccatore  ,  sconciamente  l'ho  usate. 

:!PSCOtiCl\MEViTO.  Sconcio,  Lo  scon- 
ciare,Scomodo.'Lit.incommcdatio.Gr.^^y.fx- 
aa  Sa/yin.  Disc.  3. 1^2.  Gli  sconciamcnli  e 
gli  urti  e  gli  afifronlì  della  persona  in  que- 
sto esercizio  iniervengono    (*) 

ir  g.  E  Jigurot.  per  PiattSi-a  ,  Ahomi- 
nazione.  Ces.  Prof.  252.  Mi  feriscono  al 
primo,  ma  tosto  mi  nauseano,  e  lasriano 
neir  animo  un  cotale  sconriamenlo  e  di- 
sdegno. (C) 

SCONClATtE.  Guastare  ,  Disordinare. 
Ed  oltre  agli  altri  seniim  ,  */  usa  nel  si- 
gnifie.  neutr,  pats.  Lat.  perturbare ,  cor- 
rtitppere.  Gr.  oiaracx'TTEiv,  SixfBii'ptvj. 
G.  V.  \\.  24-  3  Per  questa  mutazione  mol- 
lo sì  sconciò  li  buono  stalo  di  Genova.  E 
12.  49*  3'  ^oQ  ^'^ò  di  piovrre  quasi  del 
continuo,  onde  motto  sconciò  le  rirolle  , 
«  guasto  motto  grano.  ÌScv-  ani.  l^\.  1. 
Mesier,  per  cortesia  acconciate  li  fatti  vo- 
stri ,  e  non  isconciatc  gli  altrui .  Valer. 
Mass.  Affermando  che  niuna  parola  usci- 
rebbi.'  della  sua  bocca,  per  la  quale  la  sua 
cauu  se  ne  sconciasse- 

g  I.  Sconciare  ,  per  fseomodare.  Lat. 
incenimodare,  incommcditatcm  ofì'fiTe.  Gr, 
*5"iK^ctv  .  Lab.  260.  Non  fu  giammai , 
rh' io  uon  avessi,  senza  sconciarmi  di  nul- 
la, ad  un  compagno,  che  con  non  minore 
albero  di  me  navigalo  (osse,  fatto  luogo. 
Pecor.  ^.  6-  nor.  2.  Quel  ptidere  era  la 
dote  sua  ,  e  con  la  voleva  scemare  ,  ni; 
teoDciar   •«   per   acconciare  altri .   frane. 


SCO 

Saccli,  Op.  Jn:  l3l.  Se  pagassi ,  e  non 
le  ne  sconci ,  se*  tenuto  sovvenire  il  Co- 
mune tuo  san7.l  interessfk.  Geli.  Sport.  1. 
3.  Compara  ,  e'  bisogna  sconciarsi  a  que- 
ste cose. 

§.  II.  Scf^nciare  ,  terni,  del  (jiiioco  Jtl 
cateto,  si  dice  del  Tratti-nere,  e  incomo- 
dare gì*  innanzi  m  Lui.  iufnlis  dcfiulsnrr  , 
r/n'iani  rurrentts  pericrtere.  Gr.  rrvxvov 
artwàiìv.  Ci  cefi.  Do/.  2  5.  Chi  non  può 
Dare  alla  palla,  sconci.  L'ir.  Dinl.  beli. 
donn.  3.ì8.  Al  calcio  noi  non  serviamo 
per  isconciare  ,  ma  sì  bene  per  d.irc  alla 
palla  talora  ,  s'  ella  ci  balza  .  Vav.  Acc. 
\^t.  Quivi  dandi>  alla  palla,  e  rimbeccan- 
do e  sroni'iando  ,  e  scorrendo  ec.  ,  si 
deSiro  e  sì  prò*  di  sua  persona  si  dimo- 
strò ,  ec. 

g.  IIL  Sconciarsi,  diciamo  del  Disper- 
der che  Janna  le  femmine  prc<*ne  fa  crea- 
tura. Lat  abortire.  Gr.  £?«^6ioùv.  Cion. 
Marcii.  350-  Hanne  avuti  iufino  a  oggi 
otto  o  nove  figliuoli  ,  ed  èssi  sconcia  cir- 
ca di  tre  volte.  La  prima  volta  sì  sconciò, 
eredo,  dal  di  \.\  menò  a  due  anni  in  circa, 
in  una  fanciulla  femmina.  L'ranc.  Sici/i. 
rim.  26.  Che  tal  si  sconcia  grossa,  e  tal 
si  sface,  E  tal  ,  se  "1  porta  ,  un  pitcinaco 
face  .  Sper.  Orvz.  Anzi  ,  accorgendosi  d' 
esser  gravida,  usa  ogni  arte  a  gran  rischio 
per  isfomiarsi  e  disgravidare. 

g.  IV.  Sconciarsi  una  gamba,  o  un 
piede,  Homperselo  ,  o  Slogarselo  *  Cron, 
i  eli.  53.  Sì  mosse  il  civallo,  e  corse  un 
pezzo,  e  gittolla  in  Icrra,  dì  che  si  sconcio 
la  gamba  .  M.  7'.  g.  'il-  Il  capitano  ec. 
sronciossi  il  piede  in  forma,  che  non  po- 
teva più  stare  in  su*  piedi. 

SCONCIATAMENTE  .  AvK-erh.  Scoi- 
ciamenle  ,  In  maniera  sioncia.  Lat.  ma-  -. 
le,  incondtte  ,  indecore  .  Gr.  acc^ptù;  . 
Dorgh.  Vesc.  Fior.  5j^.  Troppo  scon- 
ciatamenle  s*  allontanò  nella  parte  prin- 
cipale del  santo  e  costumato  vivere  Cri- 
stiano. 

fSCONCIÀTORE.  f  erbai,  maitc.  Che, 
o  Chi  sconcia. Cant.  C'trn.  Oli.  (^\.  E  perchè 
sconciatori  Ci  è  rggi  più  che  mjì  ,  ma 
senza  ingegno,  Chi  ba  poco  disegno  Non 
lo  chiamale  a  scuncur  nulla  mai  Disc. 
Cale  i3.  Il  calcio  richiede  quattro  sorte 
di  giocatori.  <:inè  ec  gli  sconciatorì,  i  qua- 
li raltengono  i  detti  innanzi  ,  quando  la 
palla  accompagnano  ,  e  dallo  sct.<n<'io  che 
e'  danno  loro  ,  s:  no  così  delti.  ^  Viv, 
lift.  Ucm.  ili.  2.  l4'  Non  polli  mai 
penetrare  chi  fusse  quello  così  zebnle 
per  non  dir  invidioso  degli  altrui  av.tn- 
zanit'nli  che  facesse  da  sconciatore  de'miei 
studii.    (C) 

3  SCONCIATURA.  Aborto,  la  Creatura 
dispersasi  nel  pirlo.  Lat.  nbortivitm.  Gr. 
TcI  ÌKTpùìp.Kroùov  .  f'arcb.  Surc.  3.  3, 
E  se  pure  s'  avvedesse  alcuno  eh*  ella  a- 
vesse  partorito,  dire  eh'  ella  sia  stata  una 
sconciatura  . 

*  §.  I.  Dare  in  isconciatura  ,  fnle 
Abortire^  Sconciarsi.  «  Menz.  sat .  5.  E 
già  più  d'  una  donna  sì  scnngiur.i,  Per- 
chù  costor  l'han  falla  spiritare,  O  almcn 
per  questo  ba  dato  in  sconciatura .   fC) 

S-  II.  Persimitit.  Sodcr.  Colt.  68.  E 
non  è  dubbio,  in  quello  della  Miglia  sul 
Genovese,  accanto  alle  Magra,  essersi  ve. 
dutu  un  susino  vivere  sopra  un  ulivo  j 
ma  sono  sconciature  e  abortivi  ,  rhe  non 
I>.istaDO  ,  ne  possono  bastar  più  che  tan- 
to ec. 

§.  III.  Per  meta/,  si  dice  di  Cosa  m:per. 
fetta,  o  malfatta.  Gi.lat.  6|.  Tu  non 
de'  giammai  favellare ,  che  tu  ijon  abbi 
prima  formalo  nelT  anin^o  quello  che  tu 
dri  dire;  che  così  saranno  ì  luoi  ragiona- 
menti parlo,  e  non  ìsronrialura. 

•f  *  SCONCIATURELLA  .  Dim.  di 
Sconciatura^  Sconcìaturina.   Segner.  Incr. 


SCO 


ÌO^' 


I.  8  2.  Che  se  pure  ec.  quelle  lame 
leoncìaturelle,  cui  diamo  il  nome  di  .ito- 
mi, con  accozzarsi  ciecamente  fra  loro  in- 
finite volte,  ec.  (Af 

sconcìaturina.   Dim.  di  Sconcta- 
t"ra.  /tlicrr,    ,/^(i    Vi  nasrevan    dentro  le 


centinaia   tbllt- 


sroniuiuniie  senta  misura. 


3  SCONCIO  .V„,,.  Scomodo,  Danno  Lai, 
mC'^n,modnm,ìnrtura  Gr.  ?>l//i'«,  ^Jafi»:. 
hocc.  nov.  35.  4.  Senza  danno  0  sconcio 
d,  loro  questa  vergogna  ec.  si  potessero 
torre  dal  VISO.  G  l  .  8  3;.  3.  I  Fioren- 
tini, per  tema  che  le  drlte  pjrtì  non  fa- 
cesson  ribellar  la  terra,  a  sconcio  di  parla 
Guelfa,  sì  si  iramisono  d'acconciarli  in- 
sieme .  Agn.  Pand  36  Del  danno  luo  , 
del  tuo  sconcio  poco  si  cura  ,  dove  a  luì 
ne  risulii  beop.  Calai.  17.  Eglino  sempro 
sono  1*  indugio,  Io  sconcio  e  'I  disagio  di 
tutta  la  compagnia. 

*  g.  L  Per  Impedimento.  ..  Caiat  3;.  Le 
cerimonie  si.no  di  grande  sconcia  alle  fac- 
(cnde,  e  di   mollo    tedio  »».  {C} 

'?  g.  IL  Sì: ondo ,  nel  giuoco  del  cal- 
cio ,  vale  ImpediminiOj  o  Incomodo  dato 
agli  innanzi.  Dtsc.  Cole.  i3.  Il  calcio 
richiede  quattro  sorte  di  giocatori,  cioè  ce. 
gli  sconciatorì,  i  quali  rallengono  i  detti 
innanzi  quando  la  palla  accompagnano,  e 
dallo  sconcio  che  e'danno  loro,  sono  così 
d-^ti.  (C) 

^  g  IH.  Per  L'ende Ita. /Jocc.  Fiamm.  png, 
114.  (  L^ir.  1723.)  Né  altro  sconcio  di- 
maDdi  di  lui,  se  non  che  se  egli  ajna  I»> 
nuova  donna,  in  quella  vita  lo  lasci  in 
che   egli  ha    me  lasciata.   (C) 

SCONCIO.  Aild.  Contraiiio  di  Accon- 
cio. Lat.  incnci/iritis,  inornninv.  Gr.  a/ou- 
ijjo;  .  Lor.  Med  (anz  6.  2.  Quando  agli 
uomin  vi  mosfrale  ,  F.;le  d'esser  sempre 
accooce  ,  Benché  rerle  son  più  grate , 
Quando  altri  le  vede  sconce.  Malm,  q.  5. 
Acciocch'  ei  non  la  veggia  sconcia  e  sciat- 
ta, Manda  giù  la  *mpannala  ,  e  sì  rim- 
piatta. 

g.  L  Per  Disordinato  ,  Srnz' ardine. 
Lat-  pertiirb'it'is,  incontpositiis,  Gr.  ot«- 
Tapy-xQei*?-  Sior.  Pist.  go.  Andavano 
molto  sconri,  come  coloro  che  non  credeano 
che    la  gente  di    Cashurcio   \ì  fosse 

§.  II.  Per  Mal  fatto,  Deform.-.  Lat. 
dr/oimis.  Gr-  uì-^Xf^'^-  Pern,  Qrl.  i, 
l3.  9.  Di  corpo  sconcio,  0  di  viso  sì  fiero» 
Cb*  aria  smarrito  ogni  anima  sicura. 

*  g,  ili.  Per  Brutta.  Dì-.cnesto,  Vii. 
go^noso.u  Pass.  Ci\.  Fu  in  Parigi  uno  3CO- 
laio,  il  quale  per  gli  sconci  e  gravi  pec. 
cali  ch'avca,  si  vergognava  di  venire  alla 
confessione  »  .  (^!) 

'.'  g.  IV.  Per  Schifoso,  m  Dani.  Inf. 
2Q.  La  vostra  sconcia  e  fastidiosa  pena  Di 
palesarvi  a   me  non  vi  spaventi  >'  .   (M) 

f  3  g.  V.  Per  Spropoizionafo,  Defor- 
me, Dani.  Inf-  3o.  Issarci  messo  già  per 
lo  sentiero,  Cercando  lui  tra  questa  gente 
sconcia. 

t  3  g-  VI.  Ver  Isnusiiralu  ,  Cmndis' 
Simo.  Lat.  immensus,  immodemtiis ,  im* 
manist  Gr.  uT:spp;eye5rj^.  Doic.  nov.  i3. 

7.  Avendo  dimenticalo  a  qual  parlilo  gli 
avesse  lo  sconcio  spendere  allia  volta  re- 
cati. 

>'?  g  VII.  Per  Smodato  ,  Discom;  na- 
tole. «  Hhestri'zz.  2.  5  Della  gola  ne 
nascono  cinque,  cioè  isconcìa  Iclizia,  srur- 
rìlìlade,  immondizia,  il  mollo  parlare  ,  e 
iscurità  de'  sensi  »  .   (Mj 

g.    VIII.  J^er  /stiOiagontc.    O     7'.  12- 

8.  19  All'  uscita  dì  Giugno  fece  f<ire  ua.a 
sconcia    giustizia. 

§.  IX.  Per  /sconi'rnetole.  Lat.  tiirpis, 
indeconis.  Gr.  cf-^0po-i  Dani.  tnf.  jg. 
I*  fui  colei  che  la  (ihisola  bella  Condussi 
a  far  le  voglie  del  Marchese  ,  Come  che 
suoni  la  sconcia  novella  Docc.  ncv  5o. 
4    Se  ne  ccmiociò  lorle  a  turbare  ,  e  ad 


lo83 


SCO 


SCO 


SCO 


averne  cui  marito  ài  scooo*  parole.  E  g. 

6.  f  ^,  Non  per  cli>ver''  nel!.;  np^re  mai 
alcuna  cosa  troncia  teguirr.    E  nov,    82. 

7.  La  quale  la  saniti^,  1*  onetia  e  la  buo- 
na fain.1  del  mooiìlero  rolV  sue  sconce  e 
TÌlupereruli  opere,  se  «lì  fuor  si  sapesse  , 
coQtamioJtc   avea. 

§.  X.  P.r  lic-lltratì.  Dtnt.  Par.  Q. 
Piangt-rà  F<  Uro  ancora  la  diSalta  Dell'em- 
pio sun  pastor,  ohe  sarà  scuacia.  But  l't'/.* 
Sconcia,  cioè  scellerata. 

§.  XI.  Per  Aspro,  Scosceso.  Lai.  dtf- 
Jicilts,  nsper^  incommoiiut  Dnnt.  inf.  |(j. 
Quivi  soavemente  spose  il  carco  Soave 
per  lo  scoglio  scoiicio  ed  erto. 

§.  XII.  Pt  Guasto,  S'osato  Lai.  tu- 
xatus.  Gr.  ef i}^à^w/Jiev05  Civile.  Di- 
acipl.  spir.  Come  duaqae  sarebbe  stolto 
chi  volesse  iuoanxi  sempre  tenere  il  brac- 
cio sconria  ,  e  vivere  in  continua  pena  , 
die  sentir   solo  il  duolo  del  racconciarlo  7 

*  SCONCISSIMO  S'tpriL  di  Sconcio. 
Salvia  Oi'P-  Pese  Qui  ten  vcrru  pieii 
dello  sconciiiimo  Fato.  (^)  Itart  f^it. 
Beltarm.  lib  1-  cip  8  Fece  quel  no- 
vembre una  stagione  sconcissima  a  viag- 
giare ,  per  le  dirollc,  e  contìnue  piogge 
che  caddero.  (CP) 

*  SCONCLUDERE.  Contrario  di  Con- 
cluderr;  Diffnre,  pitciorre.  Lai.  dissol- 
vere. Gr.  Jiaiy'stv.  fìed.  leti  2.  |3|. 
Quanto  più  io  mi  mostrassi  infervoralo  di 
voler  concludere  l' affjre  ,  tjnlo  più  mi 
rredcrci  di  sconcluderlo.  (*) 

SCONCOBRLNO.  e  SCOCCOBRINO  . 
Gioco'are.  forse  simile  a  Mattaccino.  G. 
V.  12.  ({•  3.  K  '1  cappuccio  vestilo  a 
modo  di  scoocohrini,  col  baialo  6ao  alla 
cintola  (cosi  in  alcuni  testi  a  pennn  ). 
T^Sor^.  25.  23.  Buffjni  e  scoccolirin  fanno 
moresche  ,  E  getlan  da'  balcon  6or  Lian* 
riii  e  gialli.  fieUtnc.  son-  \!\\  Elia  sa- 
pea  di  rulli  di  radice,  Come  de' scocco- 
l)rin  la  sonagliera. 

SCONCOKDANZ\  Contrario  di  Con- 
mrdanzi,  nel  st-^niftc^to  del  §.  I  Salvin. 
Proi,  Tose.  \.  29;).  Quel  secolo  del  l3oo. 
in  cui  correttameuic  da  chicchessia  senza 
le  odierne  sconcordanze  parlavasi  ,  fu  la 
base  e  M  fnnd^mento  di  ooslra  lingua. 

*  SCONCORDE.  Contrario  iti  Con 
corde'  Bart.  Mi*^,  j^/"^-  ^-  Disuniti  e 
sconcordi,  in  questo  solo  d'impugnarla 
(la  le::^e  di  Cristo  )  ,  s'  univano,  ed  erano 
ktrcltaiiicnte   conrordi.  (fi) 

f  SCONCORDIA.  Contrario  di  Con- 
cordia. Lai.  discordia.  Gr  Stufopx.  Fior. 
Cron  Era  abbassala  per  le  sconcordie  e 
divisioni.  Oli.  Coni.  /«/.  9  I.'>3.  La  cru- 
dele scoacurdia  che  conducova  1*  anime 
Homane.  G.  i\  8  86  i-  Ma  tulio  era 
invano,  te  non  che  gli  Ubaldini  tra  loro 
vennero  a  s<-oncordia, 

•|  *  SCO.NCORPORARE.  Jtorporrtre, 
Tof;lier  dal  corpo,  e  Jìguratam.  Levar  da 
un  fondo  ,  da  un  capit<iU.  ^tagat.  Leti, 
scient.  pag.  2o5.  Il  di  cui  inSnilo  esclude 
ì1  potergli  dar  fuora  ,  e  ,  per  cosi  dire  , 
tcoDcorporargli  ne  in  lutto  né  in  parie  da 
te  medesimo  ,  non  lasriando  egli  voto  di 
ah   alcun   luogo,   dove  ec.   (j4) 

*  SCONDERE.  r.  J.  N'iscondere . 
lii'n.  An(,  ^q!5.  Onf'tto  da  Uotof^na  (  f. 
Aof.  lOo.  Guilt.  leit*  )  .  E  diri  *1  pecca- 
tor  :  dove  mi  scondoT  Him.  A-it.  Pier. 
Delle  Jlgne.  Ancor  m'  a;;gia  s<-ondulo 
E  odinggto  altro  motto  che  disdire.  (!') 

*SCON»ESCESO.<^rf</.,Vcojce.o, /Jirii- 
pato.  lied,  Lett  Per  le  scondoccse  stra- 
rupcvoli  balie  di  Pindo,  (.4) 

SCONDITO  Add  ÌSon  condito.  Altee. 
120  A  suo  Cullo  mjuiar  poche  scondite 
Vivande  in  fretta,  e  B^con  esse  vino  Che 
•Il  canapo  sia  più,   che  di  vite. 

§.  Per  metaf.  vnle  Sciocco ,  Senti  giù  ■ 
dttio.  Lat.  in^ii'idus,  inconditut,  fatuus 


Gr.  ayeu'7d>)794,  /l'upi';.  V.  y.  5  36 
Pjrrndo  al  Patriarca  vhtc  in  vergognoso 
e  non  strur»  pAtiilo  tra  le  mani  dello 
srondito  popul^tto  ,  cui  eg'i  mattamente 
avea  esaltato.  /C  eap,  \(ì.  Menarne  a  Siena 
gli  uimint  e  le  femmine  e<v  in  gran  glo- 
riJ  e  gicurra  di  qu'llo  scandito  popolat- 
fit  fi  II.  -'>^  Aliai  ve  ne  furon)  m><rii 
di  quelli  del  bildanaoso  e  scondito  po- 
pjl...  Toc.  Pav,  P.rd.  r/of.  ^|3.  Ma 
quelle  parole  roste,  que'  cancelli  sconditi 
sanno  dell'antico  (  tjui  il  testa  lat.  ha 
ìnconditì  sensu*  ) 

•f  n:  SCO.NFHRMA.  Riirattnione  di  | 
una  nuova  che  si  è  sparta  ;  contrario  I 
di  Conferma.  Sjlvin.  Buon.  Fier.  3.  4*  ' 
I^.  Dicesi  aspettar  io  zoppo  ,  cioè  il  se-  i 
condu  corriere  .  e'  ha  più  indugiato  a  ve-  1 
nife  a  udire  la  conl'erma,  o  scunfcrma  1 
della   primj   nuova.  (A) 

^  SCONFERMARE,  foce  bassa,  usa-  ■ 
ta  per  eneraii  di  lingua  ;  e  vale  lo  stes- 
so che  Confermare  in  tutto  ,  siccome  si 
dice  Sprojondtre  per  Profondare  ,  S-nun' 
to  per  Munto,  ed  altri.  Lai.  firmistimum 
reddere.  Gr.  T^o9f^:r<0oJy.  Buon.  Tane. 
2.  2.  r  vu'  che  questa  pace  con  un  ballo 
Qui  fra  noi  Ire  si  venga  a  sconfermare.  (*) 
SCONFESSARE.  Contrario  di  Confes- 
sirej  Segare.  Lat.  negare.  Gr.  àp-tìl* 
oàat.  Bocc.  Leti.  Pr.  S  Ap.  3og.  So 
nondimeno  essere  di  quelli  che  vogliono, 
ed  egli  non  lo  sconfessa  ,  lui  avere  scritto 
molte  epistole  volgari.  Frane*  Sicch.  rim. 
22  Chi  niega  e  chi  sconfevsa  scrille,  0  cjrte. 

t  *  SCONFICCABILE.  Add.  Che  può 
sconficcarsi.  Bel/in.  Disc.  2-  91.  Per  lutto 
il  dintorno  delta  materia  sconficcahi- 
le.  (Min) 

t  *  SCONFICCAMENTO.  Lo  scon- 
ficcare. Bellin,  Disc.  2  4)2  Come  sona 
gli  sconBccameoti  de'  rubatori.  (Min) 

SCOSFlCCKRE.Scommeiter  le  cose  con- 
fitte f  ScliioJare*  Lat.  refig'-re  ,  perfringe- 
re-  Gr.  «TT0>r«^T;)0JV.  /iorr.  HOV.  1^. 
1^.  Nondimeno,  n<m  esseudo  Ij  buona 
femmina  in  casa,  la  sconGcrò  per  vedere 
che  dentro  vi  fosse.  ì'it.  S.  M.  3Iadd. 
Q2.  Io  voglio  andare  alla  città,  e  cerche* 
ro  di  miei  amici  ,  che  vengano  a  aiutar- 
mi sconficcare  il  mio  Signore  della  cro- 
ce. K  q3.  Nicodemo  pose  la  mano  a*  pie- 
di ,  e  'ocominciò  a  sconficcare  ,  ce.  E  la 
Maddalena,  vedendo  sconficcare  que' pre- 
ziosi piedi ,  peosomi  che  con  doloroso  pian- 
to diceva.  Tac.  Dav,  Ann.  2.  .^1.  Quasi 
sconficcar  la  tesoreria  ,  la  qualu  se  noi 
voteremo  per  vanità  ,  1'  avremo  a  riem- 
piere per  ingiustiiie.  Ltb.  Son.  85.  Ed 
ì^cci  un  Fiorentin  ,  ehe  '1  Salvatore  Di 
croce  sconficco  con  le  tue  mani. 

SCONFICCATO.  Add,  da  Sconficcare} 
Schiodato  ,  Scommesso  .  Lat.  fefixus  , 
perfractui.  Gr.  aToxxdo^^wOtM-  Serd. 
Stor.  16  6)3.  Dimorarono  quivi  sei  gior- 
ni, e  davano  chiodi  sconficcali  per  lo  più 
dalle  tavole  del  naufragio  ,  pc^  jvrr  car- 
ne, e  altre  c/ise  da  mangiare. 

SCO.NFIDANZA  Diffi-tema  j  contra- 
rlo di  C-onfidama.  LaL  dtfiidrntia.  Gr. 
an«7Tix.  G.  /'.  io>  l3i.  4*  Mostrando 
con  belle  ragioni  e  culorale  la  sconfidan- 
ta  di  inesser  Marco.  M.  f.  2  55.  Onde 
ira*  terrauani  e*  forestieri  era  sronfidania 

S rande.  F  S.  9.  Mrnrr  MafB.do,  veggro- 
o  che  messer  Giovanni  era  tornato  in 
gratta  di  roeisrr  Galeatto  ,  incomincio  a 
prendere  sronfidanta   di     lui. 

SCONFIDAHE.  Di/ft  tire,  L*t  d,fKde- 
re.  Gr.  aTiariiv.  Pl^^.  S.  Gir.  Accioc- 
cbi;  per  lo  comune  T<islro  conienlimenio 
lu  possi  il  debito,  che  to  promettesti , 
rendere  al  Signore,  della  cui  cotcicuia 
Don   ci   sconfidiamo. 

«  SCONFIDATO  Add.  Che  KaptrduLyU 
fìtitCia.    Bart     ì'it.     Kott.     tib,    2.    cu/i.  5 


Queste  voci  sembrano  non  venute  il  al  u- 
cerdoie  agli  orecchi ,  ma  da  Dio  .«1  cuore 
di  quegli  sconfidali,  e  inuliimcote  dolen- 
lui     (CP) 

SCONFIGGERE.  Rompere  il  nimico 
in  battn,;lia.  Lai.  dtnipare  ,  profligare  , 
cladfm  afferri,  Gr  >jTT5t».  G.  /'.  II. 
72.  3.  Per  amore,  che  con  Castruccto  ci 
fu  a  sconfiggere  ad  Allopascio.  BocC-  nov. 
17.  44*  ^"  nella  battaglia  morto,  e  il  suo 
esercito  sconfiitu.  .Yov.  aat.  20.  3.  Il 
Conte  gli  scuafisse,  e  franco  lo  paese.  Liv^ 
M.  Bolo  a  Giove,  che  se  egli  sconfig- 
gesse ì  Sanniti,  farebbe  ec.  i'ii,SS*  Pad- 
1.94  Culai  di  esci  loro  a  dkjsso  nel  no- 
me di  Dio,  e  (li  certo  che  tn  gli  scoo- 
Gggerai  Jlam.  Gir.  10.  1.^9.  Opra  poi 
fé  maravigliosa  e  nuova  ,  £  ci  tcuo&ue 
tulli    in    un    momento. 

*  §.  I.  Prr  Jscotjiccare.  Borgh.  Col. 
milit.  l\!\%,  Eksendo  tornato  Cicerone  da 
quel  cosi  inpiuilo,  e  mal  da  lui  mertlalo 
esilio ,  ed  avendo  per  Torta  Koafitta  tls 
Campidoglio  la  legge  per  la  quale  era 
stato  cacciato,  ne  fu  da' più  severi  a>wi 
biasimato.  (V} 

g.  II.  Sconfi sgere  t  per  meta/,  vale 
Abbattere.  Lat  nffiigere  ,  profligare.  Gr. 
KX-:tpyv^tì3'At,  òtxysiipttv,  Sen.  Pisi. 
■  4  Quello  medesimo  avvifne  delle  cote 
che   sconfiggono  i  nostri  animi. 

SCONFiGGIMENTO.  Lo  sconfiggere. 
Lai.  cladrs,  Gr.  ^rra.  yn,  Ptut.  Allora 
fece  parere  si  gr^o  roiu  e  tcoofiggimeolu 
a  quelli  ,  ec- 

t  *  SCONFIGGITORE.  Ferba!.  mate- 

Che,  O  Chi  sc>nfigge  Salvin.  Pros.  SùCT. 
Della  carne  rubellc  sconfiggitore.  (A) 

SCONFIGGlTRICE  .  f'erbal.  Jèmm, 
Che  fCopfig-:e.  Lai.  profiigaU-ix.  Amm. 
Jnt  3.  7.  5.  Elia  (la  vergogna)  e  ver- 
ga di  disciplina  ,  tcoofiggilrìce  de'  mali, 
difendilrice  di  naturale  purìU.  *  Rucefl. 
Dtat.  87.  Dove  questa  (la  ragione)  alle 
virtù  ci  consiglia,  la  povertà  ne  sfona  ; 
essa  è  sroofiggitrice  de'  vixii.  perchè  h  i^ 
vera  maestra  della  continenta.  della  Lem- 
peraota,  drlla   jiarsimonia     (Min) 

*  SCONFISCARE  /'.  A.  Mettert  al 
fisco.  Cron  .Morell,  l47-  E  scoufiscaHyio 
i  loro  beni  al   Comune,  (l  ) 

SCONFITTA,  f  erbai. ^da  Sconfiggerti 
Rotta.  Lat.  cfades.  Gr.  y.rtv..  Bocc,  nov. 
I7.  5  lo  una  grande  scooCtU,  la  quale 
aveva  data  ad  una  gran  moltitudine  di 
Arabi.  G  F.  S.  55  x8  Di  questa  scod- 
fitta  abbasso  mollo  1'  onore  ec.  de'  Fran- 
ceschi /-'  II.  5i.  7.  La  gente  di  mester 
Mastino  furon  messi  in  isconfitla.  Dìttam. 
1.  22-  Ora  ti  vengo  a  dir  le  cose  slraoc 
Che  furo  in  terra  e  'o  mare  .  e  le  scod 
fitte  Galliche  e  Spagnole  ed  Affhcaoe. 
Peir.  Uont.  ili.  Non  campando  meuo  che 
portasse  la  nocella  della  sconfitta.  FiL 
SS.  Pad.  I.  6.  Udendo  Anlonio  ,  inco- 
minciò a  piangere  di  grande  letiaia,  gao^ 
dendo  della  gloria  di  Crì*lo  ,  della  sooa- 
fitta  del  nimico. 

#  §.  Sconjitta  ,  pe'-  Cuastamemta  , 
Devaitasiane  t  Ro*'ina.  Car  Long,  S '/ 
p^g  80.  (Fir.  1811)  Dafni,  caccialesi  le 
capre  inoanù ,  con  gran  fretta  rimontò 
l'erta,  e  veduta  tanta  sconfitta  f  CJO^  it 
gi-trdino  disertalo  )  ,  lutti  insieme  grida- 
vano ,  e  gridando  dolorosamente  piange- 
vano. (M)  Benv.  Celi.  Pit.  1.  iSa.  kC 
menu  in  casa  re.  do^e  erao  tulli  qUià 
soldati   che   si   erano  trovati  a  quella  iscoo- 

'  fitta.  E  2*  338.  Quoto  fu  il  primo  gTao 
travaglio  che  io  ebbi  in  Firrote ,  restar 
padre,  e  guida  dì  una  tale  iscoofitla  (C) 
t  SCONFITTO.  Ade.  da  Sconfiggere. 
Ftnl'y.  o  Rotto  tn  battaglia.  Lat.  p'ojliga- 
tms.  Gr.  riTTr^Oii'i.  X  Gk'.  Giisost,  lo5. 
Migliore  dunque  eri  la  inoanti  che  cadesti. 

I  che  la  moltitudine  di  Giudei  iconGlli.  Dtt- 


I 


SCO 

tam.  3.  I?'  Che  in  Persia  er*  ilo.  loroan- 
doK0D6lto,  E  che  [«raulo  aveva  auai 
del  mio .  6Wa/c.  Mrd  cuor.  Un  «Uro 
Santo  dice,  ihe  di  oluna  tosa  lo  uimico 
«  il  scODfillo,  come   per   la   mikericordia. 

§.  I.  Per  Isconfucato  .  LjI.  rtjixns  . 
fatiscens.  Gr.  «jrojtae>l>w65ii  ■  //occ. 
nOi'.  |5.  19.  Gli  venne  jitr  vtniura  posto 
il  pi^  sopra  una  t.ivalj  ,  la  qu^le  djlla 
contrapposta  parie  sron6lta  dal  irjvuLllo, 
eoo  lui  insieme  se  n'  andò  «luiodi  giuso  . 
Burch.  I.  45.  Nel  digesto  .  t>ye  iralta 
dei  loccoli  sci.n6ili.  *  fu.  S.  M  Ma.lJ. 
q3.  e  quando  ebbono  sconBlle  le  mani 
(M  Crtslo),  e  GioM-p  piglio  quel  corpo 
ia  stUIe  braccia,  ec.  (D 

*  §.  Il  .Vr/-/.  per  Gnistato  ,  Hvi- 
nato.  Car.  Lon;,'.  Sof.  pn,. Si. (F.r.  ,81  .)• 
Ob  rosaio  8coo6Uo  !  oh  gurdio  mio  de- 
lertol  (^f)  Oo:z.  Strm.  18.  Su  salta  e 
godi.  Irsuto  ballerin ,  6iiche  d^yli  aooi 
SconSlto  il  corpo,  appena  avrai  bastanti 
Lacchi'  per  trarli  xoppicuni    (l^J 

SCOiNFITTURA..  f^.  4  Sconfida  Lat. 
elades  Gr.  ìTTTa  liv.  M,  Doad' eli.  mi- 
te ftì  gran  paura  a'  oimici  ,  eh'  elli  torna- 
ro  a  scoofittura . 

SCONFONDERE.  Confondere  con  vio- 
lenza ,  Mettete  in  grin  disordine  .  Lai. 
turbare.  Gr.  Tup€3c';5tv.  Pat'j:  6-  Ma 
quello  Dio.  che  morte  ricevelie.  Gì*  ipo 
criti  sconfonda,  e  i  traditori .  Tic.  Dav. 
Jnn,  12.  l50.  Rompe  i  bastioni,  e  colo- 
ro scoofonde  presi  nella  lor  gabbia  .  E 
Stor.  3.  Boi.Scoofonderanno.rintroneran- 
oo  quanti  cavalli  e  cavalieri  dive^zi  dalla 
guerra  vi  avrà  (qui  il  testo  hi.  ha  ope- 
rieot ,  ac  superfundent  ) .  Morg.  3.  1^ 
Per  mille  volte  Io  dio  Macoraetlo  Ti 
sconfonda.  Appollonio,  e  Triviganle. 

■if  %.  E  in  sisnific.  nfutr,  p>ì<!S.  S<iÌ- 
vtn  disc.  3.  168  Se  egli  li  dice  villanie, 
ù  turbi  quello,  e  «oufondasi,  non  ti  ver- 
gogni? (N) 

SCONFORTAMENTO.  //  dissuadere. 
Lo  sconfortare.  Sconforto.  Lat.  deborla- 
iio.  Gr.  a;roTpOT7i*.  Lib.  Op.  div.  Il  Ve- 
icovo  lo  sconfortò,  e  lo  cavalier  valente 
allo  sconfortamento  non  consentì. 

SCONFORTARE.  Dissuadere,  Distor- 
re. Lai.  dehortari,  dissuadere.  Gr.  arro- 
Tpé-:ietv  .  Lift.  Mott.  Sconfortandolo  che 
non  pigli  moglie.  Stor.  Pist.  l3o.  Quan- 
to più  ne  lo  sconfortavano,  tanto  più  gli 
accendevano  l'  animo  a  farlo.  Fr.  Giord. 
Fred.  R.  Con  empie  persuasioni  sconfor- 
tavano questa  santa  impresa  .  J  it.  SS 
Pad.  I.  123.  Ci  venne  incontro,  e  scon- 
forlocci  d'  andarvi  .  Capr.  Bott.  4-  61. 
Dimmi  un  poco  .  donde  viene  che  questi 
dotti  «confortano  così  gli  altri  dallo  stu- 
diare T  Bern.  Ori.  2.  21-  21.  Forse  che 
l'odio,  che  a  Rinaldo  porla,  A  slare  in 
iua  pre&eniia  la  sconforta  .  Borgh.  Col, 
Lat.  398  Pare  che  per  questa  conside- 
ratione  fieramente  gli  sconforti  dall'accet- 
urle. 

#  §.  I.  Per  Disfjpprovare.  Guicc.  Stor. 
4.  i83  Sconfortava  il  Re  di  Francia  l'an- 
data del  Pontefice  ai  Principi,  come  cosa 
che  per  la  importanza  sua  meritava  molla 
eoo  side  ratio  ne.  (L) 

§.  il.  In  signifc.  neutr.  pass,  vale  Shi- 
fottirsi  .  Lat.  animuni  despondere  ,  con- 
sternari .  Gr.  xaTa:rX»fTT£j&ai  .  Bocc. 
nov.  17.  5ì^  Madonna  ,  non  vi  sconfor- 
tale pnraachè  vi  bisogni  Pelr.  san.  236 
Onde  si  sbigottisce  e  sì  sconforla  Mia  vi- 
ta in  lutto  .  Ovid.  Pìst.  ^8.  O  siroccbia 
mia,  io  ti  prego  che  tu  non  ti  sconforti; 
aiutati  valentemente. 

SCONFORTATO     Jdd    da  Sconfor- 
Uu"e. 

§.  P^r  Abbattuto  ,  Mesto  ,   Sbisotiì'o, 
Lat.  afflictus  ,  moerens .    Gr.  xaTKjyi;';, 
XjTttO^i  .  yov.   ani.  99.  7.   E  come  sete 
Vocabolario  T    II. 


SCO 

voi  così  sconfortato  malamente?  G.  7^  9. 
208.  2.  Per  lo  quale  Iradimenlo  e  parti 
ta  i  Fiorentini  nniasen»  mollo  sronfurtali. 
*  Oli,  Con».  Dant.  bf.  ()  14(1  Era  mol- 
to sconfortalo,  pure  udendo  le  prime  pa- 
role da'drmonii   dette   verso  lui.    {C) 

f  SCONFORTO.  Avvtlimrnto  d'ani- 
mo, Scvra-i.gttto.  Bocr  nov.  .^^.  IO.  Ma 
per  non  esser  cagione  d'  ab  uno  sconforto 
a  Gabriollo,  quanto  più  potè,  I.1  sua  paura 
nascose.  Olt.  Com.  l'if.  Q  ì^^i-  Ma  die- 
tro lo  sconforto  venne  la  paura,  proce- 
dente dal  f.ilto  de'  demonii  in  rio  che  rhiu* 
sero  le  porte  mi  peli'"  di  Virgilio.  Mess. 
Cin,  Bi'U.  Non  credo  fosse  cuore  Sotto 
tua  K'gge,  Amore,  Che  non  pigliasse  mar- 
tiro,  e  sconforlo.  Crvn.  Morali.  28.V  Non 
islare  ec.  con  chi  venisse  dall'aria  corrot- 
ta ec,  se  non  il  meno  che  tu  puoi  ,  non 
dìmostr.indo  iscbilarlo  per  modos'avvcg- 
gia,  accio  non  isdegnabsc,  o  non  pigliasse 
isconfurto.  Bern.  Ori.  3.  4-  ^l.  Chi  con- 
terebbe i  piiinli  e  gli  scontorti  Che  s'odon 
per  le  caso  e   per  le   strade   Di   Parigi? 

SCONGIUGNIMENTO  .  Contiano  di 
Congiugnimento  j  Dis^fiugnimento,  Lai  a- 
Uenatio,  disiunctio,  separalio.  Gr,  aiXo- 
Tp['«5t5,  Jia?su?t;  ,  Jcaxu/>T07i5-  Bui. 
Inf.  22.  2  Draghinazzo  significa  implica- 
zione, e  scongiugnimento  d'  dfft'zione. 

t  *  SCON'^IUNGERE.  Disgiungere  j 
contrario  di  Con'^iungere  .  Bel'in.  Vì'^c. 
2.  4-  Il  t.iglio  poi  egli  è  un  dividere,  egli 
è  un  separare,  uno  scongiungere    (Min) 

SCONGIUNTURA  .  Scongingnimrnto  . 
Iiitrod  l'irt.  Per  la  scongiuntura  di  tulli 
li  membri,  che  tulli  mi  lurono  disgiunti. 
SCONGIURAMENTO.  Lo  scont^iurare. 
Declam.  Quintil.  C.  11  munimento  è  in- 
torniato con  ìscongiuramenlo  Tac*  Dav. 
Ann.  2.  5i.  Trovandosi  sotto  il  suolo  e 
nelle  mura  ossa  di  morti,  versi,  scongiu- 
ramenti  f  il  testo  lat.  ha  devotiones  )  . 
Serdi  Stor.  2.  87  Ne  gli  scongiurameuli 
e  prieghi  dell*  otlimo  e  costantissimo  Re 
poterono  piegare  1'  animo  di  Francesco 
{  f/ui  nfl  siiinific.  del  §.  11.  di  SCON- 
GIURARE. Lai.  obtestatto.  Gr.  t'xsct'a). 
SCONGIURARE  Constrignerecon  mez- 
zi per  lo  più  leciti,  e  violentare  i  demo- 
nii E  Scongiurare  alcuno  vale  Procurare 
di  costrignerc  i  demonii  ad  uscirgli  d*ad- 
dosso.  Lat.  adiurarc  ,  S.  Ag  e  Lattant, 
Gr.  «^ojxt'^ìiv  .  Pa'!s.  347-  Truovausi 
certe  alire  persone,  e  uomini  e  femmine, 
che  non  sanno  l'arte  magica,  ne  invo- 
care né  scongiurare  demonii  1  G.  V ■  9. 
234»  I-  Con  più  de'  suoi  frati  e  con  più 
di  cento  buoni  uomini  della  terra  il  venne 
a  disaminare,  e  a  scongiurare.  Maestruzz. 
2.  20.  Ma  i  demonii  possiamo  iscongiu- 
rare  per  virtù  del  nome  d'  Iddio.  E  ap- 
presso: Non  è  però  licito  di  scongiurarli 
per  imparare  alcuna  cosa  da  loro. 

§.  1.  Per  Costringere,  o  Provocare  a 
fare  alcuna  cosa  con  giuramento  esecra- 
torio .  Maestruzz.  2.  20  H  principe  de* 
sacerdoti  presumetle  di  scongiurare  il  no- 
stro Signore   Gesù  Cristo. 

§.  IL  Per  Ricercare  alcuno  stretta- 
mente di  checchi-ssia,  per  amor  di  qual- 
che cosa  eh'  egli  abbia  airaj  Strettamen- 
te predare  Lat.  obttstari,  obsecrare.  Gr. 
l'xsTEUci,».  Dant.  Purg.  21.  L'una  mi  fa 
tacer,  1'  altra  scongiura  Ch'  i'  dica  ;  ond' 
io  sospiro,  e  sono  inteso.  Bocc.  nov.  26. 
25.  Tanto  disse  .  e  tanto  pregò  ,  e  tanto 
scongiurò,  che  ella  viola,  con  lui  si  pace- 
fico.  E  nov.  67.  7.  Anichino  si  senti  scon- 
giurare per  quanto  ben  tu  mi  vuogli./  arch. 
Etcol.  i3.  E  cosi  vi  conforto  e  prego  e 
scongiuro  che  facciate  .  Bern.  rim.  I.  8. 
Io  vi  scongiuro,  se  voi  mai  venite  Chia- 
mato a  medicar  quest'oste  nostro.  Date- 
gli bere  a  pasto  acqua  di  vile. 

SCONGIURATO.   Add,  da  Scongiura- 


SCO 


1089 


re.  "Lai,  adiuralus  Gr.  «^opxcaOct?.  />il- 
tani.  I.  18.  Magico  tu,  e  oelli  scongiurali 
dimon  credette. 

t  SCONGIURATORE.  Vrrba/.  masc 
Colui  che  scongiura .  Lat.  exorcista  , 
adìiirator  ,  obte statar  .  Gr.  ÌXopVi9Ty)i  m 
Maestruzz.  2.  20.  Lo  scongiuratore  delle 
creature  sunza  r^igione  si  può  intendere 
in  due  modi  -f  Stor.  flnr/.  8»(.  Si  era 
d^lla  pJite  del  Re  ntcltu  grande  gente, 
ciò  erano  gli  coltivatoli  delle  idole,  e  lì 
scongiuratori  de'  demonii  ,  e  li  sterlob- 
bi    (FP) 

f  SCONGIURAZIONE  Sconpiuramen- 
lOf  Esorcismo,  Scongiuro.  Lat.  odiuratio, 
exorcismnt  Gr.  e^ofzic.ac; .  t>it.  Cim. 
inf.  20.  358.  per  modo  di  scongiurazione 
li  demonii  fanno  noto  agli  uomini  quello 
che  e  a  venire  in  più  modi  .  Moesti  uzz. 
\.  11.  Imperocché  a  lui  s'  appartiene  d* 
imparare  a  mente  ec  le  scongiurazioni 
de'  mali  spiriti,  Ar.  Fitr.  26.  128.  Pur 
la  scongiurazione  ,  onde  solia  Comandaro 
a'  demonii ,  aveva   a  mente. 

g.  Per  Giuramento  esecratorio  .  Lat. 
CTecratio  .  Gr  xarapa  -  Maestruzz.  2. 
20.  Nondimeno  per  alcuna  neccssilade  i 
superiori  possono  coslrignere  i  sudditi  con 
tale  generazione  di  scongiurazione  .  TaC* 
Dav  Stor,  4-  334.  Udito  con  grande  ap- 
provan/a  di  tutti ,  gli  fece  con  loro  bar- 
bare scongiurazioni  obbligare. 

SCONGICRO.  Lo  scongiurare  ,  Scon- 
giuramento  ,  Costrignimento  ,  o  Violenta- 
mento  dei  demonii.  Lat-  exorci.^mus.  Gr. 
à'^opxtsjuo^  .  pass.  335.  Quando  per  in- 
vocazione, o  per  lo  scongiuro  ec.  il  demo- 
nio si  chiama  a  rispondere  ec. ,  spesse 
volle  mostra  d'  esser  costretto  per  la  'n- 
vocazione,  o  per  lo  scongiuro.  E  342.  A 
fare  queste  cose  usano  ì  malefici  alcuna 
fiata  invocazioni  e  scongiuri  a'  demonii 
espressamente  .  Borgh.  Orig.  Fir.  237. 
Perché  non  venisse  a  notìzia  de'  nemici , 
e  polesser  con  certi  scongiuri  per  questa 
via  far  danno. 

*  §.  I.  Per  Giuramento  ,  Ar,  Fur. 
43.  l36.  Ma  con  scongiuri  il  Negro  ad 
afiermare ,  Che  sua  è  la  casa  ec.  (  co- 
strutto  lat   at  ille  peierare).   (V) 

g.  II.  Scongiuro,  è  anche  il  Provocare 
altri  a  fare  alcuna  cosa  invocando  il  nome 
di  Dio.  Maestruzz,  2.  20.  S?  alcuno  per 
invocazione  del  nome  d'  Iddio,  o  vero  di 
qualunque  cosa  sacra  ,  ad  alcuno  uomo 
non  suggello  a  se  intenda  d*  imporre  ne- 
cessitai di  fare  alcuna  cosa  ,  siccome  im- 
pone a  se  medesimo  giurando,  tale  scon- 
giuro  non  è  licito. 

§  Ili.  Per  Priego  caldissimo  ,  effica- 
cissimo, o  instantissimo.  Lat.  obtestatlo  , 
obsecratio  .  Gr.  iX65i'a  .  Petr.  Uom.  ili. 
Non  fece  mai  fine  a'  preghi  e  agli  scoi>- 
giuri,  infino  eh'  ella  non  armò  colle  pro- 
prie mani  lo  'ofelice  e  mal  credalo  ma- 
rito .  Serd.  Stor.  Ifid.  i5.  6ob".  Con  av- 
vertimenti, scongiuri,  e  con  aulorilà  ottenne 
che  facessero  inconlanenle  abbassare  il  Irin- 
chello . 

*  SCONNESSO  -  Add.  Incongruente  . 
Disunito  .  Lat.  disiunctus  ,  incongruus  . 
Gr.  Jia>u9Et'5  ,  oi)iOLpp.oazoi  .  Segner. 
Mann.  Dicemb.  7.  3  Vedi  però  che  con- 
nessione strettissima  passa  tra  queste  pa- 
role ec.  e  tra  queste  altre,  che  sembrano 
si  sconnesse.  Salvia.  Pros-  Tose,  z-  '4 
Il  sonetto  ,  per  dir  tutti  Ì  difetti  io  un 
mazzo  ,  è  gretlo  ,  sterile  e  sconnesso  ,  ee. 
E  89.  Le  quali  ,  a  chi  più  olire  non 
mira,  sembrino  disunite  e  sconnesse.  (') 

SCONOCCHIARE.  Trarre  d*  in  sulla 
rocca  il  pennecchio  telandolo.  Lat.  pf/i- 
sum  conficere,  pensurn  ahsolvere.  Gr.  to 
CTaS/j:r]3£i'  oietTi>£tv.  Belline,  son  \\^. 
Sai  ben  dove  un  pennecchio  si  seonoe> 
chia  ■ 

137 


ÌOQO 


SCO 


t^  S*  Sctmoeohiaref  per  simtfit.  Conn^ 
mare ,  Finire  tjualche  rosa  mangiandola. 
Lat.  consumere  ,  exeden- .  Gr.  c'^e'^ciy  . 
Red.  ieit,  2.  175.  Camparsami  calda  cal- 
da e  beo  rosolala  in  tavola  ,  me  la  sco- 
ooccbiai  francamnntc  quati  tutta    (*) 

SCOSOCCniKTO.  J  hi.  da  Scon^cc'iin- 
re.  Zifiald.  ^nilr.  100  H  lino  che  si  61a 
eloto,  e  lo  sconorchialo .  quaoilo  noD  ve 
o*  è  più,  Alropos*  BtUinc.  san.  26:4.  Un 
mulin  colla  rocca  scnnoccbìala. 

SCO.NOCCIIIATORA  .  //  rfsiduo  del 
pcnnect/iio  sulla  conocchin  .  Lat.  pensi 
pan  residua 

SCONOSCKNTE.  Add.  Ingrato.  JSon 
ricordevolf  de*  hmefiCit  .  Lat.  ingratus  . 
Gr.  x/vtJfj.oiJ  .  /ìocc.  nov.  ^9  7-  E  co- 
me sarò  iu  sì  sronnsrenic  ,  che  ad  uo 
centiluomo  ,  al  quale  niuno  altro  diletto 
e  più  rimalo,  io  questo  ylt  voglia  torre  ? 
E  nov*  68  20  Ami  si  vorrebbe  uccidere 
questo  f^n  fasiidioso  e  fronoscenle-  Him. 
ttnt.  Gitid.  Cabale.  62  Tu  di'  eh'  io  sodo 
■conoscente  e  vile  E  disperato,  e  pìen  di 
Tanilatc.  Tats,  Cer.  12  88  Rifiuti  adun- 
que, ahi  scoDuscente»  il  dono  Del  CÌel  sa 
lubre,  e  'nconira  a  lui  l'ailiri? 

^  §.  I.  E  col  tvrzn  ca^o  Cavale*  Kvpos. 
Slmh  I.  85  Le  male  opere  lo  mostreran- 
no pfg^io  che  pagano  ,  e  sconoscente  a 
T>io,   (V) 

g.  11.  Per  Zotico,  Rozso.  Lat.  rudfs, 
inhitmaniis  .  Gr.  aypio;  .  Tav.  Hit.  Es- 
sendo giunti  ,  trovarono  al  mulino  Ire 
mulinar!,  i  quali  erano  assai  villani  e  sco- 
noscenti . 

§.  III.  Sconoscente,  t  Jti  detto  ancora 
Colui  che  non  si  è  einmmat  fatto  cono- 
scere per  opera  alcuna  lodevole  $  Scono 
xciuto.  Lat.  it:nobi/is,  vbscurus.  Gr.  ^ui- 
yswn*;.  oi'fsrìfj.0^.  Dant.  Inf,  7.  Ed  egli  a 
me;  vano  pensiero  aduni:  La  sconoscente 
vita,  che  i  fc*  soni ,  Ad  ogni  conoscenza 
or  gli  fa  bruni  .  Slor.  lur.  2.  3g.  Per- 
chè la  seuaosconte  vil.i  <b'  e'  vissero,  non 
merita  m;igglor  memoria  per  lo  avvenire, 
rhe  ella  si  abbia  fino  a'  di  nostri. 

SCONOSCENTEMENTE,  /twerb. Sen- 
so cononcenza,  JgnornnU-mente.  LjI.  tenie 
re.  imperite.  Gr.  a69uiw^  .  ««stttw?  . 
Arrigh.  62.  Isconoscentemcnte  usa  le  cose 
dotci  colui  che  non  ha  usato  T  amare. 

SC0NOSCENTlSSlMO.*y«;jer/  rfi.yco- 
iioscente.  Fr.  Ciord  Pred.  R.  Vivono  vita 
sconoscentissima  a  Dio. 

SCONOSCENZA  .  Ingratitudine  .  Lat. 
inpratns  animus.  Gr.  ayvw/xoavvij.  Ca- 
vale. Ftutt.  ling.  La  coscienia  riprende 
ciascun  della  sconosceva;  ogni  uomo  sco- 
oosccQtc  comunemente  e  odioso  ,  e  '1  co- 
noicenle  è  amabile,  /;  altrove;  Grande  in 
verità  e  la  nostra  scono&cenza  .  rosi  sfac- 
ciatamente (iffeodere  il  nostro  pietoso  pa- 
dre Iddio.  ;•:  Spfcch.  Cr.  Ma  oggi  è  tan- 
ta la  nostra  ingratil  odine  e  viltade  e  sco- 
noscenaa,  che  ec.  /.(''.  Pred,  La  seconda 
■i  è  per  la  sua  sronoscenca. 

ir  %.  Per  Js^nomnza,  Pi/etto  di  cono- 
scenza .  Fior,  f  irt.  i32.  E  si  è  super- 
bia di  sconoscenza,  cioè  a  voler  più  stato 
che  non  si  conviene  (così  afferma  il 
Bottart  avere  alcuni  testi  )•  (C)  Ated^ 
Arh.  Cr.  9.  Acciocché  tanta  dolcezza,  e 
msnsuetudine,  e  condescendimcnto  di  Dio 
inverso  di  noi  non  ri  '.ornasse  in  perico- 
lo, e  non  fosse  valevole  alla  nostra  salute 
per  isconoscenza,  e  per  non  sapere  quan- 
do venisse  ,  volle  Iddio  cominciare  infino 
dal  principio  del  mondo  di  farcelo  a  sa- 
pere. (CP) 

SCONOSCERE.  Essere  sconoscente, 
ingrato.  Lat.  ingratum  esse  .  Gr.  oc'yvu- 
^ovirv.  M.  V.  1.  16.  Per  la  soperchia 
abbondanza,  in  che  ti  scoaoicevano  a  Dio 
(qui  n*-utr.  pans*). 

iCONOSCIMENTO  .      invralUudtne  . 


SCO 

Lat  ingrati  animi  vitium,  Gr.  ayvùìfi.c- 
9i/vii.  M.  /'.  6.  63.  Per  vendetta  dello 
iconoscimeoto  di-U*  onore,  eh'  elli  aveva 
fatto. 

SCONOSCIUTAMENTE.  Afverb-  Sen- 
za etsT  conoSiiuto,  Occultamente,  Na- 
jcoianienle  .  Lat.  c!ani  ,  occulte  .  Gr. 
Kyvw^rw^.  lìocc  nov.  17.  Itj.  Scono- 
sciuumeotc  se  n*  andò  con  alcuni  suoi 
fidatisiimi  compagni.  S.  Agott.  C-  D. 
Codro  re  d*  A'ene  sconosciulamenie  si 
mise  trj  li  Peb'pp'^'uesi,  nimiri  della  soa 
cillà,    prr  esser   morti»;   e  coji    fu. 

^  SCONOSCIUTISSIMO.  Superi  di 
Scont'ACiutO*  Sfgner.  Ct  tsl.  tnstr.  3  7.  8. 
Cambiò  il  vino  in  sangue,  ed  in  sangue 
proprio,  con  un  cambiamento  sconusda- 
titsimo.   (•) 

SCONOSCIUTO.  Add.  IS'on  conosciu- 
te, Jncounito.'Lti  incognitut.  Gr.  ayvw- 
OT04.  /ìocc.  /loi'.  27.  7.  Eraci  tornalo  sco- 
nosciuto prr  esser  eoo  lei.  Ptir,  ton. 
5  t.  M'  andava  sconosciuto  e  pellegrino. 
Pa^s.  26  Si  levò ,  e  andava  dit-tro  a 
questo  sconoscioto  cavaliere,  lìtrn.  O'L 
2-  5.  67.  Scooosciuto  siccome  peregrino 
Per  mezzo  V  oste  prese  U  «no  cam- 
mino. 

g.  Per  Oscuro,  Ignobile,  Sema  fama  . 
Lai.  igaohifis,  Gr.  «fli^uo?.  Pas*.  79^- 
Tulto  il  mondo  parlò  di  lui,  e  scrissesi 
nt-lle  cronache  e  nelle  storie  colui  che 
[  prima  era  oscuro  e  srooosriulo. 
I  't  '.■  SCONQUASSAMENTO.Xo  JM- 
to  della  cosa  sccnquassatn*  Signer.  l^Jonn. 
Aggiunt.  Vener.  Smt.  [^.  Bi-n  sai  tu  che 
la  rrocc,  siccome  era  già  tra*  supplizii  da- 
ti a'  delinquenti  in  que'  tempi  il  più  do- 
lorifero  ,  atteso  li»  s»onquasvamento  totale 
di  tutte  Tossa,  così  era  senta  dubbio  il 
più  verpcpnr.so.   (V) 

SCONQUASSABE  .  Scnsùnare  ,  Con- 
quassare j  e  si  ma  in  signi/ìc.  att.  e 
in  neiilr  pa-s*  Lat.  quntere  ,  quatsare. 
Gr.  òt7.g£t'etv  .  Pecor.  g.  j6.  Jtnllat 
Tempera  ornai  i  tuoi  venti  crudeli,  E 
non  ìsconquatsar  più  la  mia  barca,  Tac. 
Dav  Ann  12.  l56.  Poi  sconquassando- 
sele il  venire,  e  le  viscere  dij^uazzando- 
sele,  lo  prega  rbe,  per  non  lasciarla  pre- 
da e  strazio  a'  neniìri,  le  dea  m«rle  one- 
sta. Huon.  Firr.  5.1.2.  Chi  pictbia,  orbe, 
chi  pirrhiaT  chi  sconquassa  A  questo  mo' 
le  'mpo-'.le? 

SCONQUASSATO.  Add.  da  Sconquas- 
sate Lat.  dinectus,  iactnlus,  corruptus, 
quatsalus.  tJr.  OiaiEiaSet'^  .  Serd.  Stor. 
ind,  8.  28q  Perche  ne  i  marinari  ne  le 
funi,  ne  le  vele  eiano  bastanti  a  tre  navi, 
ne  abbruciarono  una  che  era  più  sconquas- 
sala.  lìucn.  Fier.  3-  2-  9  Qual  fowe 
già  I*  ,-iIieiza  Della  torre  del  capo  de' 
superbi  re,  <  he  sconquassala  giace  là 
per  terra.  E  4.  5,  6.  Vedete  quel  pe- 
dante sconquassala.  Muìm.  il.  56.  1  pae- 
sani sbigoUili,  E  dal  disagio  scwnquassatt  e 
frolli. 

•]•  *  SCONQUASSATORE.  1  erbai, 
niasc.  Clic,  o  Chi  sconquaisn  j  Conquns- 
salare.  Siil*in.  Odiss.  lt'>  $.  t-  4<>2.  Non 
comandar  ciò  a  me ,  Nettun  ,  di  terra 
Sconqaassatur;  che  triste  son  pe'tristi  Lo 
sicnrtadi  a  sìrurarsi.  Poti.  Lez.  Accad. 
Quei  nostri  pesanlissinii  carri,  sconquas- 
satori  con  vergogna  comune  delle  bellis- 
sime contrade  di  questa   città.   (A) 

SCONQUASSO.  Lo  sconquassare.l^at. 
quassatiOt  tutbaiio.  Gr.  aii9//o;.  Puon. 
Fier.  L.  5  L.  Che  imbroglio,  che  rigiro. 
che  scunquasio  I  Salvin.  t>i*c-  I.  y^.  L' 
uua  e  r  altra  disordina  notabìlmeote  1' 
anima  ,  e  mette  consegurniemenle  in 
confusione  e  iu  isconquasso  anche  il 
corpo. 

*  SCONSACRARE.  Piofanare,  Ridur- 
re a   U.10  privano.   Dartof.    M$.    pnrt       | 


SCO 

/.  3.  p.  17.  Egli  poi  si  ha  per  «oia  si 
rererenda,  e  sacrosanta,  rbe  tanto  sol  ebe 
tocchi  terra  co*  piedi,  si  scunsatra,  e  peràe 
la  digott'a.   (FJ 

*ft?  SCONSENSO.  ì'oeeccntadmerca, 
per   Consento.    L'uon.    Tane.    5.   3.    l'ercbé 
poi  lo  scontenso  a  Pietro  dia,   S'  ba  auto 
I  a  str-is^inarla   per  la  gola,  (.f) 

SCO.NSENTIMENTO.     Contra.io    di 

Comenttmento.  Lat.   dissentus.   Gr.    itat- 

I   90p%.  ttu,d.    G.5.  Conciofossecosaché  piò 

r  aiiab-niasse  il     consentimento,    che    lo 

SConveiilinirnlo. 

St.O.NSENTIRE.  Contrario  <t  Accon- 
sentne  Lat.  dissentire,  Gr.  dta^e'^civ. 
Pui.  Purg  18.  1- Quella  naturale  liberta 
rbe  ba  1'  anima  di  consentire  ec.  o  scon- 
sentire. 

SCONSERTATO,  r.  SCONCERTA- 
TO. 

t  SCO^SIDEBANZA.  /  .  A.  Sconside- 
ratezza     Lat.     intipientia  ,    inCOnstderon- 
ti''.  Gr.  Kflj.i^ta.  S    Agost.  C,  D.  Non 
I  ebbono  sapienza,  e  perirono  culla  sconsi- 
deranza. 

SCONSIDERATAMENTE  .  Awerb. 
Con  isconsiderntezza,  Lat  temere  ,  in- 
consulto. Gr.  un-ìi  ,  oi^oùXù*i  >  Salvi.i. 
P'*r,  I.  i49-  Qui\i  dunqne  seonsidera- 
tamenle  giunto  Cupido  .  e  dalle  Ninfe 
ec.  riconusciulo,  gti  furono  tutte  addos- 
so ^  Imp^tJ.  ì  .  Tib.  D.  3.  r.  12. 
13^.  Verissima  rosa  è  che  agevolmente, 
e  presto  presto  decadono  nel  dispregio,  o 
incontrano  mali  termini,  e  creanze  villa- 
1  ne,  o  da  chi  n^^n  ne  sa  più,  o  da  cui 
scousidrraianirnie  sospinge  la  troppa  pre- 
sun'ioDc  e   l'ardire    l F) 

i  SCONSIDERATEZZA.  3fancania  dt 
con sidertf Sione,  Quafcbe  po*d*imprudensa 
nri  discorsi,  o  ne/ùt  condotta.  Lat.  temeri- 
tas,  tnsipienlia.  Gr.  flC^CVÌt'x.  TTpOTZÌTtlSL. 
SaliiHm  Pi.tc.  I.  70  La  verecondia  ec.  è  da* 
tj  jier  freno  alla  scoosidrratezza  della  gio- 
ventù. E  !^z5.  11  pensare  che  tutti,  ciò  che 
h^nrio  nel  cuore,  abbiano  sulla  lingua,  iogc- 
nererel'be  una  dannosa  simplicilà,  ona  scon- 
sideratezza, e  farebbe  gli  uuminì  poco  guar- 
dinghi. 

•f  *  SCONSIDEnATlSSIMO.  Sitpert. 
di  Sconsiderato  Uden,  I\'is.  4-  54  Scon- 
sideralissimo  assurdo  forse  per  ('pinìone 
universale  si  è  questa  presente  proposi- 
zione, ec.  (A) 

SCONSIDERATO,  ^rf/rf.  CAerv©  CAe 
si  Ja  senza  ce niidc razione  Lat.  inconsul- 
tus,  inconsiderans,  temerarius,  praeeeps. 
Gr,  aiittrtroi  •  Tac.  Pav.  Ann,  ia- 
|58,  Il  Senato,  perchè  il -detto  non  pa- 
resse sronsidvrato,  ne  fece  decreto  ancor 
più  ampio  ,'//  lesto  'at  hi  prolapsus). 
/'.'  Stor.  3.  325.  Ma  ogni  cosa  guastò  la 
fretta,  e  poi  la  dappocaggine  di  Sabino 
che  prese  1*  armi  sconsiderato  (  qui  im 
forza  d*  ai-x'erbio,  per  t sconsideratamen* 
le;  il  lesto  lai.  ha  temete  )  .  Buon. 
Fier,  3.  5.  Air.  Raffrenili  il  desio  delle 
■  icrbccze.  Né  vogli.ite  imbarcar  sconsi- 
derati. 

I  SCONSIDERAZIONE  .  Lo  stesso 
che  Sconsideratezza.  Ltl-  insifientia  .  im- 
consiiirmatia,  Gr.  a'^^LS^i'a.  Snlvin,  Disc. 
3.  4^-  Dalla  banda  della  loquacità  Ìo  >'eg- 
gio  slare  l'arroganza.  la  vanità,  lal^gereB- 
za,  1*  orgoglio,  la  disonestà,  la  «considera- 
zione 

SCONSIGLIARE.  Consi^ttart  a  non 
f4rr.  Dissuadere  Lai.  dehorlari ,  dis- 
suadete Gr.  a:roT^c:tftv-  Bocc.  nov. 
57.  4-  Ancoraché  >consigltat«  da  mol- 
ti su<>i  amici  e  parenti  ne  fosse,  drl 
iiitlo  dispose  di  comparire-  Buon.  Fier. 
3.  ?.  14.  Come  dissuadendo  E  come 
sconsigliando  Fiirem  1'  isicuo  noi.  Stgn. 
Peti.  18  Ancora  chiunque  loda  o  bia< 
sinu,  chiunque  coniig'ia  o  sconsiglia. 


SCO 


SCO 


SCO 


logi 


, 


«  SCONSIGLIATAMENTE.  J.^crb. 
Scc,sid,r.lan,tnte.  Senza  consiglio.   L^l. 

Srentr.   Crisi,  inslr.  3.  29-     'O      Ditcn 
tiZ  eoo  più  d.  '.-aio  M-  cl.^  'coa«- 

5.  25.  Non  voglia  sconi.gluum'nl.,  e 
più  eh.  mesùer  non  f-,"'  "-"""f"- 
.i      pro.ar.  1'  «Ur.  virtù    (*)    B    0</.«- 

c«slcr«...  E  1»    voc.     udir.,     dell.    S.r<!- 

%"SC0ÌS1GL1ATEZZA.  JsW>">   -" 

cV  d.f.Li  d  ••  c.lìiv.m    .,.,..».oo.U    .  .  ,  ! 
".d;rn«""ù"ócb-c  venuto  per  colp. 

di  loro  icon>iglial>"»  ^  '  „  ..  ;  j 
*  SC0NSI*GL. ^T.SSiMa  S.per^^a. 
Scon„slia,o  ÒVS"  r.  Pr^i.  33.  8.  l-n 
«.si  pur  p.r  >è  il  l"'"  «  i  quesl.  od.er. 
S  .  on"iKl'.i"in.i  coosigLen  che  no. 
«  (Bl  E  36.  5  Ferma.  gU  d.r.sle;  eh. 
fai  '  sconsigliaiisimo    eeon..mo     d.      luo. 

'^SCONSIGLIATO  .    Àld.    da     Sconsi- 

*Ts.  P"  P"'"'  '"  consiglio.  Lit.  "■■ 
consuUus.  conùtu  «p.r,.  Gr  a^<iu)o;  . 
Ot'irf  P"'  95-  I»  sconsigliala  sempre 
immagino  che  ora  qu.nci,  or.,  qo.ndi  ve 
.nano  .  lupi  a  slraeciar.  .1  m,o  corpo 
°ol  bramoso  deole  .  /'."••  canz.  49-  2 
Vergine  ,  que'  begli  ocehi  ec.  Volgi  al 
mio  dubbio  stato,  Che  scon.igl.ato  >  le 
»ien  p.r  consiglio.  f!:ioi.  Firr.  I.  J.  O. 
Or  dove  1.IC  ,  Vedove  sconsigliate  ,  e 
dove  sete  Voi,  mogli  de'  manU  dorma! 
fuoco?  ,     . 

SCONSOLAMENTO  .     Sconsolazione. 

L.t.  «m.ciio  /•<'.  i-A-.  Po-I  V  »■*•  O't- 

tarooglisi  ai  piedi,  e  pregaronlo  che  non 
si  tosto  si  partisse,  e  desse  loro  tanlo 
sconsolamento.  *  A""n.  Ani.  png.  .^^J. 
iF.diz.  Sresc  ).  Piangiamo  con  molle  la- 
grime r  universale  danno  0  il  ■"amfeslo 
"consolamento  dello  studio  di  Par.»..  ,  D) 
*  SCONSOLAKZA.  /'.  A.  Sconsola- 
iiont.  Rim.  Ani  M.  Cin.  (nella  racco/,a 
MI'  Allacci  r-?.  269)  Perche  radice  d 
,ujni  sconsoìan.a  E  lusinganxa.  (C) 

SCONSOLAIIE.  Contrario  di  tomo- 
lare  1  R'Car  ira^ogl.o.  Lat.  pertarhnl.o. 
nen,  afferre.  Gr.  J.KT^paTTS.v .  F.loc. 
5  IÌQ.  Ora  ci  ha  la  fortuna,  e  amore 
di  quelli  (siccome  io  ti  diro)  sconsolale. 
Rim.  ani.   F.   R.  Ch'abbia  virtù  d.  scon 

solarla  inai.  „ 

Si:0SSOLATAMENTE  .-/.ver/,.  .Sci- 
la consolazione.  Tra,astinU>menle .  Lat. 
incon,olabililer.Gr.oilZ'/.pr,y:>prirai.R:"-- 
ani.  M.  Cin.  S!,.  Perche  ne  vivo  scon- 
solatament.. 

*  SCONSOLATISSIMO.  Superi,  di 
Sconsolalo.  Tass.  l.ell.  fain.  53.  La  ve- 
onta  di  V.  S.  a  Firenze  m  avrebbe  oL 
tramodo  potuto  consolare,  perche  .0  sono, 
rome  sempre,  tconsolalissimo.  h  Uii.ij,^- 
La  sua  morte  mi  ha  lasciato  ec.  sconso- 
lalissimo.  (V)  , 

SCONSOLATO.  Add.  fin  Sccniolarf  ; 
Privo  di  con<oloz,,ne.    TramsHalo ■   Lat. 
miser,  afflici'".  Gr.  aS)io;,  Taiw-Wr'i 
Rocc.  nof.  60.  19.  .Ma    pure,     per    non 
lasciarvi  sconsolate,  ve  ne  diro  d'alquante. 
E  nov.  77      5l.     La    sconsolata    donna, 
vegg.ndo  che  pure  a  criid-l    fine    riusci- 
vano le  parole  dello  scolare  ,     ricomincio 
a  piagnere.   Dani.  In/   8.  Noi     pur    giù 
gn.mmo  dentro  all'  alle  fosse    Che  vallan 
quella  terra  sonsolata.   Pelr.    canz     qO. 
8.    Non    fa     per    le    di    star    fra    gente 
allegra.  Vedo».!  sconsolala    in    vesta     ne- 
gra   *   Cor.  leu.  2.    i;3.   Quanto  a  me, 
non  m.  affido  di  poterven.  dare  consola- 


ùon.  alcuna  ;  tanto  no  sono  stala  scouso- 
lata  .  scontentala  io  medesima^  (i) 

*  S.  l'er  D.rotlo,  St.ahocchet'oU.  In- 
I,  I  al  immodiciis  ,  \ehem,n <  , 
'cZ:Z.^ros:F.or.l,.^^-^2-^;^^^^ 
.erra  d'  Etiopi,  getta  una  calma,  un  aria 
lr„?sa  vermiglia  :  un  caldo  travaglioso, 
^[°;g..  sconsola,.,  e  un  faslid.o  che  non 
lascia  vivere  altrui.  (■.^  A'( 

+  SCO.NSOLAZIONE    Tri.i'.V"'.^/ 
/7,r.<»ieLal.mù,M.,,n/?I.C(.o.Gr.xax=T,l:, 

U-zo,.  G.  r.  12-  83.  7  P"  ''  ''"•'' 
rconsolaaione  .1  Papa  fece  dicrelo  ,  .e. 
Me.l  Ari,  Cr.  .15.  Qual  lingua  può  di 
cere,  o  quale  inleudimenlo  "'"""«•" 
pensare  quel  gravissimo  peso  dell.  tu. 
'  scoiisula.ioni  ?  /.•"■".-  F.er.  2.  J.  2.  Or 
eh.  sconsolaiion  di   nasi  e  queslaj 

SCONTAKE.  ZJiMiiiiiirf,  o  l:s"ng"er' 
ildAnlo,  compitando,  ccntrappoilnvi 
CO<n  d,  .alma  r^na'e  Lai.  compensa, f, 
a.s  ah,n,.m  dissolse.,,  ex  sorte  ahquid 
deducere.     Gr      x?-"'''""'  '    l"-    ^-u 

ancora  i  soldi  .7  P"  l'W'"  >>='  ^"^^^l 
d.l  Comune.  Ca.nlc  Mei.  cuor.  Anx. 
grande  gra.ia  ci  fa  Iddio,  quando  ci  la- 
ida lar  danno  e  ingiuria,  poiché  per 
questo  possiamo  scontar  con  In.  .1  nostro 
debito.  Frane  Sacci,.  Op  rf".  lo>.  ". 
Sienore  riceve  queste  opere,  e  sconl  a  a  costui 
della  somma  di  cento;  e  se  luti.  1  avesse, 
tutte  le  sconta.  _ 

*  §.  Sconl,re,  neulro  pass,  v^le  Con- 
tar male,  o  Tion  sape,e  d,  conto,  leso- 
teli Br  \'i  112.  Così  s'io  non  mi  sconto, 
Eran  venti  per  conto  Queste    donne  rea- 

'  SCONTENTAMENTO  .  Dispiacere  . 
Tia.ael,..  Lit.  r«o/esIi<i,  Gr.  àvi'a.  ^gn. 
Pa„d  ,è.  E  però  i  buoni  non  possono 
ben  conducere  le  cose,  bene  d.sporle  bene 
ammin.5trarle  nella  republ.ra,  onde  n 
hanno  più  dispiaceri  e  scontenlamenli  . 
Cron.  Veli  iV  Della  qual  cosa  .  folte  da 
temere  ,  c.nsiderati  gli  scontcntam.nt.  e 
divisioni  ri  sono. 

SCONTENTARE.  Rendere  scontento. 
Lat.  trislilia  afJScere.  Gr.  lultsr».  Bui. 
Par.  1  l.  Non  consentendomi  la  con 
scienria  di  scontemar.  gli  auditori,  eoe  1. 
miei  maegiori  venerab.lissimi,  ec. 

8.  In  signific.  neulr.  pass,  vale  tion 
contentarsi  i\o«  sodd,..fars,.  yittr.stars,. 
Lat  non  acquiescere,  molestia  ajfici_  Gr. 
>u:l£r55a.,  Sapuvs^Sai.  Lab.  170  "' 
coi  io  mollo  meno  mi  poteva  sconten-. 
tare,  che  di  questa.  Fr^nc.  Saceh.  nov 
2,2.  Il  Gonnella  udendo  eloR.  e  baro 
Di  ec  .  non  se  ne  scontentò  pero  mollo. 

*  <CO.NTENTATO.  Addiell.  da  òcon- 
tentare.  Lai    IrisMia  affectus .  contrisla- 

lus.  Gr.  >uTnS£i';.   (•-'•■  '"'■   =^-   '7'- 

Quanto  a  me,  non  mi  affido  d.  poterven. 
dare  consolazione  alcuna  ;  tanto    ne    sono 
restala  sconsolala  e  scontentala    .0    mede- 
sima. (')  »    .    j 
SCONTENTEZZA,  ^con/f/ilo- Lai.  do 
/or.  meestitia.  cegritwio   Gr.  i Jjrri.  /  a,cl,. 
Star.    l3.  48^.   Era   in   tutto  1    uoiversale 
una  tacita  mestizia  .    sconlentezza.    &,Iì: 
Grand,.    I.    I.  D' ogni  mio  travaglio,  a  o 
coi    mia    Scootentcìza    n.una    altra  cosa  , 
Fuor  che  soverchio  amore,  e    che    «over- 
chia  Gelosia,   n'  è  cagione. 

SCONTENTISSIMO.  Superi,  di  Scon- 
tento. Lai.  mastissimus.  Gr.  «uSfW_;TO- 
xaTO;.  Lasc.  Gelos.  1.  2.  Ma  la  Cas- 
sandra è  quella  che  n'  t  trista  e  sconten- 
tissima. Saanaz.  Arcad.  prò,.  6.  Mi  era 
gittato  a  pib  d'un  albero,  doloroso  e 
scontenlissimo  oltramodo. 

SCONTENTO     Susi.   Mula  contentez- 
za. Dispiacere,  Disgusto     Lai.    maliim , 
dolor  ,    ees'itudo  .    molestia.    Gr.    luTni- 
.  Mail.  Franz,  rim.  buri.  3.  88    Ponendo 


a  sommo  ben  nelle  ricche....  E  'n  qM- 
sta  miti  quanti  gli  scontenti.  ^"P-  ^""j 
3  4i  Acciocché  almanco  questo  poco  del 
tempo,  che  noi  abbiamo  a  star.  in.;..».. 
io  non  ti  dia  più  sconlento  nessuno,  -e  Se- 
ga. I.lic.  2.  q3.  Chi  Kpporla  le  cose 
terr.bil.  e  dentro  vi  si  diletta  ,  0  vera- 
mente non  se  n.  duol.  ,  e  uomo  forte  : 
.  chi  n.  piglia  sconlento,  i;  Umido.  (C) 

SCO^Tl..UTO.  Add  Malcontento.  LaU 
masUis  animo  ,  icger,  11//Ì  di'pineiis.  Gr . 
xaTOffl?.  ^un»i£5'5,  ^Oa/xi'TW'.  Star. 
Pi\t.  l30.  Li  Bolognesi  furono  troppo 
sconieiili.  e  cosili  F.orentini.  f-o-i.  Veli. 
110  Piesiudo  i  signoii.  che  volendo  rac- 
conciare Vii' nie,  l'acronciassono  .multo 
e  non  i.i  parte,  potendo  ae.ouc,.,re  e  con- 
tentar,  tutto  ,  rammentando  degli  altri 
sconienti.  Morg.  IO  'A-  Erniin.oi.  rima, 
se  assai  sront.l.lo.  Malm  8.  67.  b.  i  ma 
I  intanlo  per  lui  vivo  scontento. 

*  SCONTESSITDRA.   Scombinazione. 

Dis,rd,namenta.  l.i\.  dissolutio.   Gr.ii-J- 

\  rj„-    S.iMn.   Disc    2.    .53.  Nella   stessa 

'  guisa   appunto  che  ai  febbricit.inti  scnbra 

il  dolce  amaro  per  la    sconlessitura    delle 

parti,   nella  quale  si  dee  quella  sensa.ion. 

ricevere.   (  )  ..        „.. 

*  SCONTINUARE.  Non  continuare. 
Pros.  Fior.  pari.  1.  voi.  3.  Or.  b.  pog- 
,52  Ditel  poi  voi,  se  saviamente  elegge- 
ste e  se  le  lellur.  nella  vostra  Accade- 
mia fiorirono,  e  se,  per  non  sofferir  eh 
elle  giammai  si  scoolinuassono  ,  alcun. 
volte  egli  stesso  fece  ufficio  di  chiaro  Con- 
solo,  e  di  leggente  maraviglioso.  (^.i) 

*  SCONTINUATO  Add.  Contrario  di 
Coniinuato.  Uden.  Nis.  1.7.  Perche  non 
rimanga  scootiooala  e  imperfetta  la  pre- 
sente materia,  le  concederemo  pm  spaam 
di  camminare  avanti.  (B) 

SCO.NTO  Susi.  Lo  uon-^,e.  Diminuzio- 
ne di  .Ub,to  che/a  il  cre,IUorc  al  debitore 
per  anticipato  pag.imenlo,  o  per  alt,,,  ca- 
gione   Lai.    co„,pensalio  ,  ex  sorte    dedu- 
cilo. Gr    a^.o.|3r,'.   =?  Frane  Sacci,,  nov. 
,70.  Bartolo  Gioggl   a   lungo   andare  fece 
un   buono  sconto,  se  volle  esser  pagato,  f/  ; 
Buon    Fi-r    2.   1     1.  Faransi   più  fattut. 
Nun  trar  di  penna  piantar  più  partite  , 
N-  un  breve  digrumar  raccor    p.u    coni.  , 
Aggiustare  e  fermar  ragion  di  sconti.  r<; 
•t    «.    E  fi'-n,aiam.    Buon.    Fier.  3.  4. 
'     o    n    ,■         ri-    r_i...    ^nn    \n    «conto 


i,      Dar    fede   a   fede  falsa   con    lo    5Con,o 
D'  averne   un    ,ratto    la  buona    ventura. 

*  SCONTO.  Add.  da  Scontare,  òtat. 
Sunt.  Pisi.  16.  Insin  da  ora  /'  i"l"'°" 
sconta ,  e  basti  allo  scontar,  della  dota 
predetta.   (C)  ^  ,      1. 

if  %  Per  Espialo.  Belc.  TU.  Coicmb. 
16  E  non  crediate  però,  che  sieno  sconti 
i    peccati  e  i  rei  desiderii  che  io  ho  avuto 

in  queste  contrade.  (Cj 

SCONTORCENTE,  r/ie  ironforccf  ic. 

Dav.  Ann.  2.  5l.  Fiacco  si  Irasferi  in 
Tra'i.i,  e  bellamenle  con  parole  amplissi- 
me lui  si;  riconoscente  e  scontorcente  rar- 
tucolò  nelle  forze  Romane. 

+  SCONTORCERE.  Travolgere,  Stor- 
cere.   Lat.     ccniorquero  .    torquere.    Gr. 

(5TCeO£iy. 

f  J  S.  1.  ^'contorcere ,  in  signifc.  neulr   e 
neutr.  pass. .parlandosi  di  cose  animate,  va- 
le   Travolger   le  p,-oprie    membra  ,  o  per 
.ìolore  che  s,  senta,  o  per  vedere,  o  ave- 
re   a    fare     co<a     che    dispiaccia  .     La,. 
commover,,  lorqueri.   Gr.     i.aT«P"T.»5- 
3=,..    ra,cl..   Ercol.   55.  Ogni    vo  1^    che 
ad  al.ono  pare  aver  ricevuto  piccolo  pre 
mio   d'  alcuna  sua  fatica    o  non  vorrebbe 
fare   alcuna    cosa',  o    dubita     se      a    vuo 
fare   o   no,    mostrando  che   egl.   I.   fareb- 
be  so    maggior    1'-"°, ''^'V°  J  "T 
gli    fosse,    si    dice:    e' nicchia   ".,   s.  d, 
^mena    nel    manico  ,   s.    sconlo.c..    Fr,«. 

.s-,cc/..  i"'-  i;-^'  ^  """  '■•'"  '°  " 


ID9> 


SCO 


torcere  ,  che  messer  Dolribeoe  p«r  lire 
IrcDta  Ira  ameadue  ebbe  fìorìoì  otto.  E 
nov.  2a5.  Di  che  1' asiDo  per  lo  cardo 
tcoDtor<'eDdosi  e  saltando  ,  Dell*  andare 
facea  sonare  il  cembalo.  Bern.  rim.  i. 
3.  Mentr'  io  mi  grallo  il  capo  ,  e  mi 
ftcoDlurco.  (ialiìt.  |5.  Sono  ancora  di 
quelli  obe  cosi  li  dimenano  e  scontor- 
consi  ec;  die  pare  cbe  gli  pi^i  la  feb- 
bre in  r|Uelt'ora.  Ctriff,  Calv.  3.  Q^- 
Co&>  r  un  l'altro  si  forbotta  e  pirrhia  , 
L'  un  si  scontorce,  e  l'altro  si  ranoir- 
rhia.  E  4  >06.  Talché  Cirifia  tolto  si 
scontorte.  Sen.  lìen.  Varch.  3-  2^  Ver- 
gendo che  egli  si  scontorceva,  oè  arebbe 
voluto    dargliele    ec,     diue    :     ee* 

#  §  11-  E  in  signi/ic.  att.  vaU  h  stesso. 
mCatit.  Cam.  5i.  Allur  quanto  più  una  ti 
dimena,  Scontorce  *l  viso,  e  rannicrbia  la 
schiena  >»  .  (C)  Morg.  17.  124  E  ritrovava 
costui  la  corazta  T^nlo  che  spesso  scon- 
torceva  il  grifo.   (N) 

SCONTORCIMENTO.  Lo  scontorcere. 
Lat.  conlortio»  dulortio  Gr.  òtoLirpoor^. 
Lift*  cur.  malntt.  Di  qui  nasce  il  riso 
sardonico,  e  lo  acooturcimento  della  boc- 
ca. Hed.  fii).  I.  5^.  Quel  cane  ec.  con 
urli  e  scontorcimenti  orribili  &Ì  mori. 

SCONTOnCIO.  Srofilùrcimenlo,  Lai- 
Commotio.  Gr.  (J*/«'vT]5t5.  Buon,  Ftfr,  'a. 
1*  7.  Ob  cbe  distender  d'ossa,  e  scon- 
torcio  Di  membra  bieco  e  strano  I 

•f  SCONTOKTO.  Add.  da  Scontorce- 
re. Lai.  contortns ,  dislortus.  Gr.  Jia's- 
rpofOi  Frane.  Saceh,  nov.  i36.  Comec- 
ché oaturalmeole  siano  e  diritti  e  torti  e 
■contorti,  da  turo  con  molli  ìngf^goi  e  arti 
•uno  slati  ridotti  a  bella  proporzione.  E 
rim.  2  Or  chi  volesse  qui  d'amor  ini- 
tio  ,  Tosto  veder  potrebbe  Femmina  che 
sarebbe  A  par  col  diavoi  eoo  suo'  alti  cor- 
ni. Mere,  scontorte,  fuor  di  bello  indizio. 
Benv.  Ceti.  FU.  a.  364  La  quale /'il/e- 
dusa  )  si  è  quella  femmina  scontorta,  cbe 
è  sotto  i  piedi  del  Perseo.  ^  Car.  En. 
Ilo.  U.c.  840.  Ha  nell'imo  una  semita 
per  mezzo  Angusta  ,  malagevole  e  scon- 
torta, Cbe  d'ognintorno  è  dalle  ripe  of- 
fesa,  (/i) 

*  SCONTRAFFARE.  Guastare,  De- 
liirpare.  Jniperf.  /'.  Tiisc.  Preamb.  T. 
I.  10.  La  caligine  delle  corporali  passio- 
ni, le  quali  sconliaffanno  di  lai  rngionc  la 
sua  bella  forma  ch'elU  vie  più  a*  bruti 
che  a   Dio  si  fa  somigliante.  (F) 

SCONTRAFFATTO  .  Ad.iiett,  Con- 
traffatto ,  Brutto,  Deforme,  Lat.  defor- 
wnis,  turpit .  Gr.  Ui-fj^pÒ^  D'ttam.  5.  8. 
Solin,  diss'io,  dì  vedere  av^a  brama  Que- 
sto animale  ,  e  parmi  scoulraQ*.itto  Assai 
vie  più,  che  noi  porla  la  fama.  Frane. 
Sacch.  nov.  22S.  Citi  avr^  la  6gliuola 
guercia,  sciancata,  o  scontraffatta  ,  dice  : 
Jo  la  voglio  dare  a  Dio.  Buon.  Fier, 
].  3.  2.  Lammie  e  grif.igDi  varii,  ed  al- 
tri mostri  Deformi  e  scontraffatli,  e  di 
gran  pasto. 

SCONTRAMENTO  Lo  scontrare.  Lat. 
occursits,  conjlicius,  coHisus.  Gr.  a'-a'v- 
T>)ot; .  Tes.  Rr.  a.  37  Quando  e  quel 
forte  scoDlramento  de'  nuvoli  e  de'  venti, 
e  dello  spesseggiar  de*  tuoni,  natura  ne  fa 
nascere  fuoco,  il  quale  getta  grandissima 
chiarezza,  serondo  cbe  voi  vedete  quando 
li  baleni  gettano  loro  lume. 

•f  *  SCONTRAPPESARE  .  T^eutr, 
pass,  It' att'ì  de/i'  andar  giù  la  bilancia  , 
oisia  del  perdere  /'  equilibrio.  lìi'Utn. 
Bucch.  loH.  In  manco  assai  che  10  un 
punto  di  luna,  O  in  un  scontrappcsarsi 
una  bilancia,  Un  quadro  ci  ti  squailerna 
n  una  sonala.  Come  scodellar  giusto  una 
frittala.  (.4) 

5CON THARP..  Incontrare,  Fìtncoilrarej 
ed  e  usato  anche  nel  neutr.  pass,  Lat. 
occurrers,    oiiviint   procedere  ,    nancisci. 


SCO 

Gr  dnoLtTS.'*.  Bocc.  nov.  58-  3.  Altro 
che  torcere  il  muso  non  faceva,  quasi 
puxxo  le  venisse  di  chiunque  vedesse,  o 
sconlrasse.  E nnv.  72.  6  Scont/ó  Beotive- 
gna  del  Mazzo  con  un  asino  pien  di  cose 
innanzi.  Fifoc  1.  1.?^.  Quando  a  loro  il 
nimico  esercito  si  scontrò  mollo  vicino, 
ec.  Dani,  in/  i8-  Menti*  io  andata,  gli 
occIjÌ  miei  in  uno  Furo  scontrali.  Petr. 
.*on.  27^.  Preiso  era  '1  tempo.  dov'Amor 
si  scontra  Con  Caslilale  Patt.  69.  L'ai* 
tro  ginrno  s^^n  Domenico  si  scontrò  in 
tanto  Francesco  E  i6o.  La  quale  dee 
slare  in  lai  modo,  che  '1  viso  e  gli  oc- 
chi suoi  non  si  possano  iscootrare  con 
quelli  del  confruore. 

§.  I.  Scontrar  male,  vale  A^'venir  ma- 
le, /ibbai tersi  male.  Lai.  male  coitin^e- 
re.  Gr.  OWbtuX'**-  '' "■•  '"'"'•  8  Quel 
dolore  Che  suol  mostrar  chi  mal  scontra 
in  amore. 

§.  II.  Scontrare,  per  Bìscontrare,  Bi- 
ved-re  il  conto.  Lai.  rationrs  expendere, 
con/erre.  Gr.  ).oyO>  ^tìtùi.  D.  dio.  Celi. 
Irtt.  IO  Ma  avendo  io  le  mie  ragioni  non 
salde  al  mio  quaderno,  fino  cbe  non  scon- 
tro con  lui ,  cui  è  la  vigna  ,  non  so  la 
certezza   dellii  ricolta 

SCONTRATA  Ìncoi.l,o,  Scontro,  Lat. 
occiirsus.  Gr.  tx:Tavr»)flt;.  Teseid  8.  20. 
Chi  pasto  innanzi,  chi  rimase  appresso 
D(^*  [Tinripi  primat  nella  scontrala.  ^  E  !>, 
71.  Feci  la  scontrata  Su  la  persona  piena 
di  valore-  (N) 

SCONTRATO.  Add.  da  Scontrare.  Fr, 
iac.  T.  2.  I.  2.  Fanno  grande  remore 
D'està  cosa  scontrala. 

SCONTRAZZO.  1.  A.  Spezie  di  com- 
hnttitnento  fatto  nel  riscontrarsi.  Lai. 
congressus  ,  conflictus.  Gr.  ouvOcvsi^  , 
a?r3tvT*]9t;.  G.  /'.  11.  70.  1.  C.valcan. 
dogli  addosso  l'oste  del  re  Pietro,  subi 
tamente  per  isconlraizo  presero  due  suoi 
Cgliuoli.  E  12.  67.  4-  Ove  ebbe  più  as- 
salii e  bad.i1ucrbi  0  scooiraszi.  M.  V.  ^. 
81  ■  Trovandosi  insieme  parte  dell'  una 
grnle  e  di'ir  atira  per  isconlraizo  si  com- 
batterono Ira  loro. 

§.  Per  Amichei-olt'  incontro.  Lat,  oc- 
Cursus  Gr.  aTx'vT»)?!;.  Frane.  Sacch. 
nov.  178.  Giugncndo  a  uno  srontrazzo  di 
donne,  e  Giovanni,  the  lussurioso  era 
molto  ,  andamlo  e  guardando  le  donne  , 
percosse  ìn   una   pietra. 

*  SCONTHINELLO  Dim.  di  Scon- 
tro Piccolo  scontro,  /'afa^.  5.  Che  mug- 
gioli  per  uno  sconlrinello    (*) 

t  j  SCONTRO  Incontro,  Lo  scontrare, 
Binconlro.  Lat  occursus.  Gr.  t/'rtdfxtltf.%. 
Amm.  Ant,  2-^.  2.  1 2  Nello  scontro  del- 
l'altre bestie  lo  leone  però,  non  teme, 
perocch*  egli  sa  e\iC  tulle  le  vince.  Oit. 
Com.  Inf,  8.  142.  Nuoce  il  demonio  al- 
l' uomo  violenlemrnic,  siccome  quando  rgli 
lo  percuote  in  corpo  ,  come  sono  scontri 
di  notte,  folgori,  inoiìmenli  d'  alcuni  cor- 
pi, ec.  Guiit.  G.  Sa.  Mintreche  e' riguar- 
davano la  detta  nave,  videro  chr  ella  si 
parilo  dallo  scontro  loro,  piegando  li  remi 
in  altra  parte. 

f  't  §.  I.  Scontro,  vaie  anche  Com- 
hnitimento  di  due  persone,  0  di  due  schie- 
re nemiche  net  riscontrarsi  all'  improvvi- 
so, Fortip.  lìiteiarit.  a.  30-  Rinaldo  ,  al 
quale  è  ignoto  lo  spavento.  Lascia  la  don- 
na,  ed  a  color  va  incontro,  E  domanda 
cbì  sieno  al  primo  scontro.   (IfJ 

g.  11.  Per  Avversario  in  cui  altri  si 
sco'ìtri  eomtiattendo  Filoc  |.  iSj.  Ma 
tulli  valorosamente  combattendo ,  abbai- 
tuii  i   loro   scontri,  cavalcarono  avanti. 

'^  §.  III.  Scontro  .  vate  anche  Disgra- 
zia ,  Ditavverilura.  <-  Tav,  Bit.  Per  mio 
forte  scontro  1'  altro  giorno  mi  scontrai 
in  lui-.  fC) 

*  §.   IV.   Scotte»,  talora  -*i  ptgtìa  an- 


SCO 

che  per  AiÉgnrio.  Tes.  Br  5.  i5.  Quan- 
do li  marinftit  lo  irovaao,  dicono  cbe  è 
buono  isroiiiro.   (}'} 

SCO.NTURBARE  .  Conturbare  j  •  st 
usa  in  signi/tc.  aU.  e  nruir.  pass.  Lai. 
commovrre,  ionturbate ,  turbare  Gr.  Ì*o- 
Xieiv  Buon,  Tonc.  2.  5.  Ma  1' noi  vo' 
sroniorbar  ;  vo'star  discosto.  Tac  Dav. 
Ann,   2.   40     Tiberio  se   ne  sconturbò. 

*  SCONTURBATO.  AdJ,  da  Scon^ 
tur/tare    fA) 

3  SCONVENENZA,  e  SCONVENIEN- 
ZA. Centrano  di  Convenienza  ;  Inconve- 
niente Lat.  dis'enrus  t  ditconvenientla. 
Gr.  Oi^OATaata.  C.V.  1 1.  137.  2.  Nacqoo* 
no  molte  sconvenenze  e  pericoli  e  danni. 

*  §.  I.  Sconvenienza,  vate  anche  Dispa- 
rità, Disuguaglianza.  ■  Gal.  Sist  a60- 
Ma  nella  posuionr  del  Copernico  corpi  cbe 
convengono  in  grnere,  e  tra  di  loro  si. 
milissimi  ,  arebbono,  Ìo  quanto  al  moto  # 
una  somma  sconvenienza  j  ami  una  dia- 
merralr  repugnanza.  (Cj 

^  g.  11.  Stonventema  ,  vale  anche 
Sproporzione.  -  S  Ag.  C.  D,  Nulla  dif- 
formità sarà  che  faccia  la  scoovenienxa 
delle  parli  ••  .  (A) 

^  g.  MI.  Sconvenienza,  talora  vate  an- 
che Tracotanza.  Salfust.  Giug.  1j8-  I 
poprilari  per  loro  prosperilìi  erano  da 
iicunvenenta  e  oltraggio  presi,  e  occupa, 
li.   W 

SCONVENEVOLE.  Add,  Contraria  di 
Convenevole s  Disdicevole.  Lai.  indecens, 
turpis  Gr.  aiff;f_co;.  Bocc.  nov.  98.  8. 
Lascerai  lo  sconvenevole  amore,  se  quello 
vorrai  fare  ,  che  si  conviene.  E  Introd. 
16.  Li  quali  ,  da  grossi  salarii  e  sconve- 
nevoli tratti,  servieno.  Amm.  Ant.  4-  !• 
5.  Quale  e  al  mondo  più  sconvenevole 
cosa ,  che  nel  diritto  corpo  portare  lo 
piegato  ed  inchinato  animo  T  l'av.  Esop. 
PromeiicDdogli  la  morte,  dargli  pace,  e 
trarla  di  tanta  sconvenevole  signoria,  l'it. 
SS.  Pad,  i.  200.  Sconvenevole  cosa  le 
parca  eh'  egli  per  lei  occultasse  tanta 
virtù. 

SCONVENEVOLEMENTE.  V.  SCON- 
VENEVOLMENTK. 

SCONVENEVOLEZZA.  Contrario  di 
Co/ivenevotezza  j  Co^a  che  non  conviene. 
Lai.  indecentia  ,  turpiiudo  ,  disconventem- 
tia  ,  Tert  Gr.  acijj^OT»);.  Hocc.  nov. 
98.  16.  Quauio  più  era  di  Gisippo  la  li- 
beralità ,  tanto  di  lui  ,  ad  usarla  pareva 
la  sconvenevolezza  maggiore  .  Lab  3ai. 
S'  ella  noi  fece,  tuo*  tu  perciò  per  la  sua 
scon#enevoletia  consumarti  7  Ella  a  buona 
ragione  ha  più  da  rammaricarsi,  che  non 
hai  tu  ,  perciocché  della  sua  sconvenevo- 
lezsa  ella  perde,  dove  tu  ne  guadagni 
(  cicè,  d'  avrr  mancato  a  quello  che  con- 
veniva ).  Pi.si,  Cic.  Quitti.  La  loro  ava- 
rizia e  le  loro  sconvenevolezze  .  Calaf, 
76.  Gli  animi  temperati  e  composti  sen- 
tono della  loro  sconvmL-tolesza  dispiacere 
e  noia. 

^  SCONVENEVOLISSIMO.  ^Mper/.  (/i 
Sconvenevole  .  Lat  indecentissimms  .  Gr. 
anfifffvretTo;  .  //  f'ocmbol.  mlU  /'. 
SCROCCHIO.  (•) 

SCONVENEVOLMFNTE,  e  SCONVE- 
NEVOLEMENTE. Avi'ert».  Centrano  <* 
Convenevot niente  j  Fuor  del  eonvenevolt . 
Lat.  indecenter  ,  indecore  ,  turpiter  .  Gr. 
oÌt.9Xpt^i  •  Amen.  Ant.  4  I-  8.  S«  tu , 
non  essendo  scoov<  oevolmente  terreno, 
conosci  il  «ero,  ceriamenle  A'ei  vedere 
che  ec  E  Sc^  |.  4  Lo  lungo  di  sopra 
ec.  sconvroevobnente  è  domandato  .  Ca- 
vale .Med.  cunr.  Pognamo  che  si  leoes* 
se  .  rome  dire  ;  nientemeno  scoovenevol* 
mentr  si  desidera.  Cr.  p.  37.  i-  Questa 
infermità  incontra  quan'lo  il  cavallo  molto 
giovane  si  cavalca  multo  sconveoevolmeole. 
Matitru^t     I.  27     La  prelaiicioe.  s' eli' e 


SCO 

l»oo  .mmlnislrau  t  iiconvcnMolfmenl.. 
iDpclita  .  inlfrvipiie  che  »c 

«  SCONVENIENTE.  Sasl.  Cosa  dir 
Mia  «,".-•."..»:<.  .•  l.non.en,r.,^.  «  O. 
r  10.  IgS.  I.  IUrhi.ao,>.l,.  U  Chiosa  p.  r 
,cnli«.le%>pitu:i  gr.n.li  ,u>*id..  e  era.». 
,  ..„i>6KÌ.  in.r/  qu.l.  cU,«  d.  muli,  scon- 
venienti,  e  i.llrapgio i  Q 

J  SCONVENIINTE.  yi<l<l.  Cc„lr„r,o 
d,    Convfnontc  i  Scomencvclr,   Che  scon- 

Gr.  a.»ypOi.  r^-  '■"•  >•  ■4^  <3""'° 
nome  è  Iroppo  ingiurioso  e  Ircppo  scon- 
«niente  non  solo  alle  tante  e  s.  onor.  e 
,o.tre  a.ioni    p»"»"  ■  >">    »■>"  "  V"^' 

•""sToNVENIENTEMENTE  .  ^.-"*. 
&o„.r-e.o/me»(e  .  La..  ,«co„.vm.»(er . 
.Al„^e.  i-dec^re,  l„rpiur.  Gr.  «TG^IW,. 

a.aypùc.  ii»-  "-■•  ""■''""  *°"°  ""P"' 
toni  e  sconvenienlemenlc  cb.rp gooo  i  n- 
inedii.  E.llro'e,  Ma  non  lauto  vogliono 
i  riraeJii  Konveoientemente  .  quanto  an-  , 
cor.  eli  voRliono  sroovenientissiniamenle. 
SCONVENIENTISSIMAMENTE,  iu 
perì,  di  Sccn,rn„-nl<-mtnle.  l.ih.cur.  ma. 
Utt.  Ma  non  tanto  vogliuno  .  nme.li. 
.convenientemente,  quanto  ancora  gì'  ""■ 
•liono  scoo»enienli«imamcnte.  E  ai'prts- 
io:  Sono  medicine  sconvenientissimamente 
proposte  dacli  i.pt-rari. 

•+  «  SCONVENIENTI.SSIMO.  Superi. 

di  Sconvenirne.    U.lm.   A».    3.   96     Cosa 

(il  pungere)  vile  e  iconvenient.s.inia  ad 

uom  forte,  e  a  capitano  """"'"^^'t/ 

SCONVENIENZA  .      T.     SCONVt- 

NENZA .  .     , 

SCONVENIRE.  IZssere  scom-emenle  , 
Disdirsi,  nel  signific.  rlrì  g.  SUI.  Lai  de- 
decrre.  Gr.  o'u  Tifiizuv  .  Bore.  no».  flS. 
II.  Conoscendo  egli  quanto  questo  gli  si 
«ronvenisse.  per  penitenza  n'  avea  preso  il 
Toler  morire.  Ilim.  air.  Guid.  G.  HI. 
Troppa  «Itereaia  i  quella  che  sconvene  . 
Cent.  Cam.  OH-  29.  Ma  tanto  si  scon 
•iene  Indosso  a  un  uomo  vile  oro  o  ar- 
gento ,  Che  le  paocacce  è  fona  vi  dien 
ofrento  . 

SCONVENUTO-  /idd.  da  Sconvrnire. 
*  SCONVERTIRE  Far  rn-ohrre  la 
mrnlf  dal  hrnt  al  male  J  conlrario  d> 
Converlirr.  Cas.  'eli.  Cali.  I90.  Scrivo  al 
cardinal  Farnese  che  sarebbe  necessario  che 
io  avessi  commissione  per  breve  di  proce- 
dere contro  ad  un  Irate  Ambrogio  milane 
>e  Eremitano,  che  ha    sconvcrtito   mezzo 

Cipro.  (Ci  ,  T    .    • 

SCONVOLGERE.  Trai'o/grrr.  Lai.  m- 
.erlere  ,  distorquert  Gr.  xaTasT^epsiv 
Frane.  Sacch  no.-.  87.  Dino  sconvolge 
il  suo  gorgozzule.  SaUin.  lise.  I.  396. 
Quella  bella  Greca  ec.  fu  cagione,  per  la 
ina  bellezza  ,  che  1'  Asia  e  l  Europa  s. 
JcooTolgessero  fqui fauratam.). 

e  Per  isvolgerr.  cioè  Prrsiiadere.^  Lai. 
ezorare.persuadirr  , /ledere.  Gr.  ejizs- 
T5v«iv.  Tao  Dicer.  Non  li  lasciare  scon- 
volgere ad  altrui  soggezione. 

«  SCONVOLGIMENTO.  Scompiglio. 
Perliirbamrnlo  .  Lai.  perlurbalio  ,  confii- 
tio  Gr.  5Uvxivr,a<4-  Sesner.  Crisi,  inslr. 
I.  ,S.  18  Ancoraché  nella  coscienza  si  af- 
faccino per  breve  ora  .  cagionano  sempre 
un  grave  sconvolgimento  e  un  grave  scon- 
certo, n  f"^-  '«"•  2-  2'"'  °'"^  """'^ 
letterarie  ec.  non  uprei  cosa  dirmele ,  in 
(anta  confoaione  di  guerre  e  di  futuri 
leonvolgimenti,  a' quali  si  prepara  il  mon- 
do, (l'i  tmper/.  Tim.  D.  7.  T.  7.  l65. 
Il  Ficino  favellando  dello  sconvolgimento 
dell' universo  .  e  del  cesjamento  di  qua- 
lunque delle  sue  operazioni  a  fine  poi 
di    rinnovellarii    più    bello  e  pila  perfetto 

te    (F) 

•a-'    «    SCONVOLGITORE.   T'rrl.al. 
masc    Clic,  o  Clii  sconvolge.  Segn'r.  ln<r 


SCO 

1  1-.  \J  Vi  par  bella  gloria  stare  dalla 
banda  degli  sconvolgitori  dell'  Universo  , 
pii,  tosto  che  arrolarsi  tra  quei  che  tanto 
bene  lo  riduronoa  legge  con  dargli  DwHJJ 
SCONVOLTO.  J'Ii'.  'la  Sconvolgere; 
Tr.,vollo  J  rd  è  proprio  drlle  bracca  e 
de-pirdi.  quamlo  l'osso  e  liscilo  del  Ino 
go  <«o.   Lai.  iiiv.rsus,  liixalus.  Gr.  ta.-.f 

§  Per  Pllcrlo.  Lai.  inlorliis.  Lab.  j/jb. 
Ouesle  parole  così  dette  sono  1  ronconi  e 
1^  securi,  con  le  quali  si   tagliano  1  vele- 


SCO 


I09J 


nosi    sterpi,    le    spine    e    i    pruni,    e    g 
sconvolti    bronchi,    che,    a    non    lasciarti 
la   via  da  uscirci  vedere,  davanti  li  sono 

assiepati.  _ 

*  SCONVOLVERE.  Sconvolgere,  ieon- 
Iwbare.  Lai.  lurbare  ,  inverUre  .  Filic. 
Rim.  pag.  Jl6.  (  Con:.  O  tu,  ec.  J.  Ma 
che  non  ponno  i  earmi  ?  eterno  impero 
Hanno,  e  pon  far  che  gli  ordini  sconvol- 
va  ,  E  tolga  Clio  le  sue  ragioni  a  Mor- 
ie. '(fiS)  .      . 

SCOI'A  .  Lai.  scopa  .  Gr.  sa.fui'ìfo-i . 
Cr.  5.  5q.  1  La  scopa  è  arbucello  molto 
piccolo  .  "qu^"  simigliarne  al  ginepro  ,  la 
eui  radice  i  ritonda,  e  si  dura  e  nodosa, 
che  di  quella  si  fanno  ottimi  nappi,  quan- 
do si  Ituova  ben  soda.  G.  /  .  10-  II». 
1.  Le  quali  si  IroTalono  allogate  a  pigio- 
ne, e  stipate  di  scope.  CM.  SS  P^d.  E 
vegnendovi,  sì  la  truova  vacante,  purgata 
con  iscope  ,  e  ornata  (  cioè  ,  spazzala  )  . 
Al.^m.  Coli.  1.  14.  Vedi  la  scopa  umile, 
il  faggio  alpestre. 

§.  òcopo,  è  anche  Sorta  di  gasligo  che 
si  dà  a'  malfatlori,  e  consiste  in  perciio 
lereli  con  le  scope.  1.1Ì.  fnslignlio .  Gr. 
|uf»x(,m'a.  D.itom.  1.  23.  Che  per  tema 
ciascun  della  sua  scopa.  Seguiva  e  onora- 
va la  .'ua  immagine.  Morg.  28.  7.  E  nu- 
tera,  e  berlina,  e  scopa,  e  gogna.  Lasc 
Pinz  4.  2.  Cosi  sarete  liberale  dalle  scope 
e  dalla  mitera,  ed  egli  dal  remo. 

*  SCOPAMESTIERI.  Quegli  che  co- 
mincia, e  cambia  in  peeo  lempo  vane  ar- 
li,  0  meslieci  ,  non  piaeendegli  •  primi  . 
Valm  II.  43.  Nannirussa  ba  più  la  pien 
di  ferite.  Pericolo,  che  fu  scopameslieri. 
Fu  pallaio,  sensale,  attor  di  lite.  (') 

-j-  SCOPARE  .  Percuolere  con  iscope  j 
il  die  quando  doUa  giustizia  si  fa  a'mal- 
Jallori,  l  Specie  di  gasligo  infume .  ed  e 
quasi  il  medesimo  che  Frustare.  Lai.  JCO- 
pis  caldere.  Gr.  aoLpùìpa  Stpti-'.  Bocc. 
g  6.  ;■.  7  Cornandone  che  più  parole  ne 
romor  lacesse  ,  se  esser  non  volesse  sco- 
pata .  Frane.  Sacch.  rim.  69.  Scopare  e 
suegellar,  mozzar  1'  orecchio  La  legge  li 
dimostra,  e  fatti  specchio.  Bel,.  Vii  Co- 
lomb  4o.  Così  menandolo  scopando  per 
tutti  i  borghi,  tirandolo  col  canapello 
scorsoio  in  modo,  che  ec.  Buon.  Iier. 
4.  5  3  Ti  possa  condannare,  Milerare, 
scopare  .  *  Tac.  Dav.  Cerm.  378.  La 
pena  è  conceduta  subito  al  marno  ,  ta- 
"lidle  i  capelli:  traila  di  casa  ignuda  in 
presenza  de'  parenti  ,  e  scopala  per  ogni 
villaggio.  (  TC) 

§  1.  Scopare  ,  per  Frustare  ,  0  Per- 
cuolrre  assolulamente.  Lai.  caedere  ,  fla- 
gellare. Gr  6ipii-i.  l^'ov  ont.  93.  I.  Gli 
altri  discepoli  furo  intenti  colle  corregge, 
e  scoparlo  per  tutta  la  cootrada. 

8.11.  i'ei-  /.rp>r:nre  .  Lai  verrere  , 
scopis  purgare  .  Gr.  5ac>E.v.  Fr.  Ciorcl. 
Fred  S  Ove  dice  che  si  scopava  ,  cioè 
che  si  ricercava  ,  spazzava  ,  e  mondavasi 
(allude  a  quel  dello  del  salmo:  scopebam 
spiritum  meom).  Cas.  Uf  Com.  ll3.Ne 
si  faccia,  come  alcuni  di  perversa  natura 
fanno  che  i  nobili  scopino  la  casa  ,  e  le 
lordure  fuori  delle  camere  portino. 

*  §  HI.  Scopare,  feuratam.  Bubare. 
Slorg.  18.  13.1.  Io  ho  scopalo  già  forse 
un  pollaio.   (Cj 


§.  IV  Scopare  .  il  diciamo  anche,  in 
modo  basso,  dell'  Andar  cacando  minu- 
lameole  alcun  paese.  Lai.  peragrare.  Gr. 
o"i!>x!36ai.  «  Fr.  Giurd.  Pred.  2.  l53. 
Viene  y  usuraio,  o  '1  mercatante  e  scopa 
lutto  '1  mondo  ,  e  bussasi  20  e  40  < 
5o  anni  pieni  di  fatiche  e  di  amaritudi- 
ne .  (!\')  llrrn.  Oil.  2.  9.  47-  *•  ^i"* 
lor,  eh*  aveva  cerche  tante  Provincie,  eh' 
erano  una  compassione;  Scopato  tutto  avea 
quasi  il  Levante. 

§.  V.  Scopare  ,  a  simitiiudine  del  ga- 
sligo de'  malfatlori,  il  diciamo  per  Isver- 
gogiiare  alcuno  ,  pubblicando  i  suoi  man- 
camenti. Lai.  traitucere.  Gr.  Jiaou^aiy, 
Tra^aosr/^aTi'^iiv. 

g.  VI.  Avere  scopalo  piti  d*  un  cere, 
ftgiiralam.  Lai.  nulla  fraude  ,  aul  dolo 
circunivenin  posse.  J  arch,  F.rcol.  78. 
Quando  alcuno  .  per  esser  pratico  dei 
mondo  ,  non  è  uomo  da  essere  aggirato  , 
ne  fallo  fare  ,  si  dice  :  egli  se  le  sa  ec.  , 
egli  ha  scopato  più  d'  un  cero ,  egli  i:  putU 
scodai^ 


SCOPATO  .  Add,  da  Scopare  .  Lai. 
fusligotiis  Gr.  ?u>oX57rouyevo5.  #  Legg- 
B.  Umil.  86.  Per  nome  di  Cristo  grave- 
mente m'  affliggesse  di  molle  ingiurie  e  lor- 
mentt,  e  alta  per6ne  iscopala  per  tutta  la 
cittade,  poi  mi  facesse  tagliare  il  capo.  (C) 
Buon,  l'ier.  3.  I.  5.  Le  mi  voltai  col  dille 
tanto  male,  Che  non  udì  mai  tanto  uomo 
scopato  Passando  per  mercato. 

*  §.  Per  Selolalo,  Keltato  con  la  se- 
tola. Mail  Fianz.  rim.  buri.  E  la  cappa 
altillata  e  ben  guernita.  Scopata  si  che  un 
pel  non  sia  veduto.  (Br) 

SCOPATORE.  Colui  che  scopa  ,  0  a 
cui  appartiene  lo  serpai  e  ,  in  signific.  di 
Spazzare.  Lai.  verrens.  Gr.  a  oai'pMV. 

g.  Scopatori,  SI  dissero  anche  una  Specie 
d'  uomini  dati  alla  dive zione,  al  riliramen- 
lo,  e  similij  Disciplinati,  nel  signific.  del 
%  IV  I.3\.  sodales,qui  se  relìgionis  caussa 
sCopis  caedunl.  Bocc.  nov.  ìl\.  2.  Buci- 
navasi  eh'  egli  era  degli  scopatori  Cron. 
l'eli  16  Vivetle  da  cinquanta  anni,  e  con 
buona  fama,  e  sotterrossi  coli'  abito  degli 
scopatori  di  Firenze.  Frane.  Sacch.  nov. 
ni.  Ut  Da  uno  della  brigata  degli  sco- 
patori con  la  bocca  è  tolta  1"  offerta  che 
avea  sull'altare  E  appresso:  Quando  li 
scopatori  ebbono  dinanzi  a  quello  altare 
orato  in  ginoccbione  quanto  vollono  ,  ec. 
SCOPATURA  .  L'  alto  del  percuotere 
colla  scopa.  Lo  scopare  .  Lai-  /usligatio. 
Gr.  ^u^o/onta. 

g.  I.  Per  Correzione  pubb'ica,  e  Btn- 
facciamento  degli  altrui  mancamenti  ,  a 
fine  di  far  vergognare  alcuno]  che  dicesi 
acche  Bravata.  Rabbuffo.  Lai.  iurginm, 
obiurpalio.  Gr.  olloVEixi'a  ,  ETtiTl///:!!!.:- 
*  Salvia.  1  II.  Piog  193.  Cosi  gli  pose 
in  cerio  modo  alla  berlina,  e  fere  loro 
avere  per  lutto  una  solennissima  scopatu- 
ra. (Cj  , 

§  II.  Onde  Pare  una  scopatura  ,  cne 
vale  Sversognare,  Rabbuffare,  Bravare. 
Lai.   obiurgare.  Gr.   yilovEixeìv. 

g.  III.  E  Toccare  una  scopatura,  che 
vale  Essere  svergognato,  rabbuffato,  bra- 

'"sCOPERCHIARE,  e  SCOVERCHIA- 
RE.  Levare  il  copri chio  ,  Scoprire.  Lai 
del  e- ere  ,  opercu/um  adimere  .  Gr.  a"»- 
xaiJTtTiiv.  Bocc.  nov.  3l.  24  Con  forte 
viso  la  coppa  prese,  e  quella  avendo  sco- 
perchiata ,  come  il  cuor  vide  ec.  ,  ebbe 
per  certissimo  quello  essere  il  cuor  di  Gui- 

'"scoperchiato,  e  SCOVERCHIA- 
TO. Add.  da  ScepercMare,  e  da  òcover- 
cWc.Lat.  </encr„r.   Gr    ««'"«i«{|- 

usvo;  .  Dani.  l.f  '0-  Al'"^  '""'  '"' 
Tista  scoperchiala  Vnoenli..Bocc.ncv. 
gg    5o.  Seopercbiatal»,  se  la  mise  a  boera. 


1094 


SCO 


e  vide  raDello.   Buon»  Fkr,  3.  5.  2.  E 

scoperchiati  quei  sepolli  vivi  Uscir  di  quel-  I 
la  tornila. 

SCOPERTA,  e  SCOVERTA.  Scopri- 
mento. Lai.  ditectio.  Or.  KTroxof).yt|iii;  . 
Sagg.  nat,  esp.  265.  In  modo,  che  alla 
ficoncrti  (lelt*  uno  ri^poadd  immcdialami-n- 
(e  la  scopt-rta  dell'  altro. 

g,  l.  l'ar  la  scoperta,  /ìt;uralam.  ridi- 
ce del'  Ct-rcare  di  conoscere^  o  di  sapere 
checchfssii .  Lai.  explorai^e  ,  gp^-cularì , 
Gr.  xarai/OTcttf .  T'tc.  Da^,  Slor.  3. 
3o5.  Più  lontano  era,  come  &'  usa,  gente 
a  far  1j  4cop.?rlj  (il  testo  Int.  ha  expto- 
ralores  ).  Cccch.  K^alu  Cr.  2  5.  Tu  , 
Fausto,  Fa  '1  simìi  de'  cavalle^gier,  quali 
lianno  A  farci  U  scoperta  per  le  strade. 

4"  §.  1!  Fare  una  scoperta,  y.  FA- 
RE. (C) 

*t  *  §■  *^''  Scoperta,  dicesi  anche  del 
Pf unterò  che  scoprono  i  dadi  a  ciatcun  ti- 
ro.  Galtl,  Conùd,  Did-  t'o/.  ^.  pag.  I19. 
Essendo  un  dado  terminato  da  se-i  fjrcie, 
sopra  riasouiia  delle  quali  gettato  ,  egli 
può  ìniliffereolemente  fermarsi  ,  sei  veo- 
gODo  ad  essere  le  sue  scuperte,  e  non  più, 
r  una  differente  dall'altra.  (^) 

§.  IV.  /4/ia  scopi-rt-i  ,  posto  avverhiat. 
r,   ALLA  SCOPERTA. 

SCOPERTAMENTE,  e  SCOVERTA- 
MENTE.  A^verb.  Contririo  di  Coperta- 
mente j  Alla  scoperti,  P^tle^emente.  Lai. 
pafam  Gr,  ystvip&J;.  M.  /'.  3  \'ì.  Co- 
stui, fatto  Pitpa,  non  restò  di  fare  quanto 
il  dello  Re  seppe  dom.iod.ire ,  e  mollo 
scopertamente.  Tac,  Dav  Stor.  1.  2gi. 
Teneva  scopertamente  Seleuco  maiemalì- 
co   per  sua   guida   e   initovioo. 

*\  '^  SCOPERTISSIMAMENTE.  ^«. 
per!,  di  Scopcrtnncntc  .  Ud--n.  IVìi.  3. 
i!Ì8<  Fra  molti  concelti  gravi  dì  fuiirì,  e 
ridicolusi  di  dentro  ,  si  manifesta  scoper- 
tissimamente sul  fine,  ec.  (A) 

SCOPERTO,  e  SCOVEKTO  .  Sutt. 
Parte,  o  Luoro  scoperto.  Lai.  locn^  sub 
dio  Gr.  e'v  àtS^t'a:.  Dmt.  ìnf.  3i.  Sic- 
ché *n  sullo  scitpcrto  SÌ  ravvolgeva  infino 
al  giro  quinto.  Cron.  Morell.  22O.  Più  di 
presso  seguente  i  sopraddetti  vedi  grandi 
scoperti  adorni  di  odorifìchc  erl>c. 

g.  1.  AUd  scoperto  ,  posti  a\iverh.  vale 
Si opcrla mente  Lai.  pila-n.  Gr.  o'A'Jtpòi;. 
Filoct  2.  28'^.  Non  voglio  che  tu  però 
meni  molti  colpi;  mji'strevolmenle  si  bene, 
«pl.'indi)  luogo  e  tempo  ti  parrà  di  fare  al- 
lo scoperto,  cop'Tlainente  fieri.  Srn.  fìcn. 
f^nrch  7.  I.  Tutto  quello  che  può  farci 
fi  migliori  o  beati,  fu  da  lei  posto  o  allo 
scoperto,   o   poro   a   fmido 

g  il.  liiiiìaneie  allo  scoperto,  dicesi 
di  Chi  non  può  esser  ptgato  ,  o  per  non 
•■'  essere  il  pieno  ,  0  per   esservi   crediti 

privi h'QÌ iti,   o   anteriori. 

SCOPERTO.  *  SCOVERTO.  Add  da' 

lor   verbi  .    jVort    coperto  .     Ljlt,    inlectiis  , 

nperttts,  nndus.  Gr  :r,r'y'iJi)).o;,  a'voixro';, 
yu^vó;.  Dani.  Inf.  20  lo  era  già  dispo- 
sto tulio  quanto  A  risguardar  nello  seo- 
verto  f'indo.  K  Par.  l'i.  E  vidi  quel  do' 
Nerli  e  quel  del  Vecchio  Esser  contenti 
alla  pelle  scoverta.  K  22.  Ti  veggia  con 
Ìmm.if;ine  scoverla  .  flocc.  nov  21.  1 5. 
Avendogli  il  vi-nto  i  panni  davanti  levati 
indieiro,  tutto  slava  sroperlo.  K  nov.  ^7. 
7.  A  me  si  ronvien  guardar  l'onrstà  mia. 
licche  io  possa  andare  Culle  altre  donne  a 
fronte  scoperta  (cioè,  senta  temer  di  ver- 
gogna). ^  licrn.  Ori.  \.  25.  7.  Le  cose 
belle  ,  preaiose  e  care  ,  Saporite  ,  soavi  e 
delicate,  Scoperte  in  man  non  si  debhon 
portare,  ce.  (B) 

§.  I.  Per  niettìf.  vale  Palese.  Lai.  a- 
prrtut  ,  manifestiis.  Gr.  avot/TO^  ,  T-0- 
^17X9;.  ('.  /'.  II.  68-  1.  1  Viniiiani  non 
**  ardirono  di  cominciar  guerra  srnperia 
co*  G*'novesi. 


SCO 

*  §.  ri.  Per  Ifoto  .  Gttiee.  Stor.  4. 
236.  Perchè  scoperta  a  tatti  la  posillaat- 
miti  del  PooleGcc  tenevano  per  certo  che 
ec.  (L) 

^  §.  III.  Scoperto,  parlandoti  di  per- 
sonj  va'e  Schietto,  Candido.  Benv.  Celi. 
Hìcc,  38  (Te'i.  1828  ).  E  come  persona 
srmpre  libera  e  scoperta,  io  la  lodai ,  di- 
cenilo  non  .iver  mai  veduta  la  più  bella.  (C) 
SCOPERTURA,  ^  SCOVERTURA.  lo 
Scoperto,  e  talora  anche  /*  Alto  d^Uo  scO' 
pnre  ,  /'  Essere  scoperto  .  Lat.  detertio. 
Cr.  I.  5.  II.  Dee  conoscere  ce,  in  che 
modo  giace  la  sua  dispositiooe  ,  secoodo 
l'allezia,   la    hassciza,    e   scopertura. 

f  ^  %■  E  fi^urattm,  ìfini/st'izione. 
Palesamento.  Cnr,  Lett.  Fara,  3.  I^V 
Per  supplicarla  che  sia  contenta  d'  ado- 
perarsi a  dispor  Sua  Maestà ,  che  restì 
servila  di  non  astringere  il  Duca  mio 
fratello  a  venir  per  orj  a  questa  scopertura 
conira  al   Duf-a  di  Ferrara.   (Min) 

SCOPETINO.  Boscì  dt  sc^pe.  Scope- 
ti Lai.  scopetum  .  Cron  Morell,  220. 
Vedrai  scopetini  e  ginestreti  dove  usano 
lepri   in   quantità   grande. 

SCOPETO.   BoìCQ  dt  scopi:  Lat.  -teo- 
pt'tiim.  Ttthafd.    Ande,  La  serpe  SÌ  asconde   , 
nello    scopeto  ,   e   nello    scopeto    più    folto 
alleva    i   »uoi   figtiu<)li. 

SCOPETTA.  Spinola.  Lat.  icopnla.  ! 
Gr.  y.i/pò-i  voipuòpo-*.  Bern.  rim.  I.  II.  i 
Adoprasi  io  quel  tempo  più  la  teglia  ec,  , 
Che  la  scopetta  a  Napoli  .  o  la  sireglia  .  | 
Soder.  Co't.  r»t).  Lcghera'gb  forte  con  salci 
sfes&i  ,  o  giuochi  sodi ,  come  una  sco-  | 
pelta.  I 

SCOPO    ^f^ra  ,   Berzagfio  j    e  Jìi.'wa-   ' 
tam.   Intenzione  .  Lai      fcoput  ,  finiv.   Gr.    1 
«otto;  .   Malm.    2.    63.  Ed    io  ,  eh'  ebbi 
mai  sempre  un    tale  scopo  D'  accaretzarc    ; 
ognun,  benché  nimico,  ec.   *  Serd.    Ga- 
leott.  Ma'-z      dcdic.    Seguili  di  vivere    in 
questi  suoi  bei  pensieri  .    e    virtuosi    con- 
cetti ,     che    questa    sola  e  la    vìa  di   farla 
contenta   e  felice  in  vìu,  e  dopa  di  quella 
ancora   operare   che   la    resti   per   molli  se- 
dili   viva    nella    memoria   di>gli   uomini  che 
è  lo  scopo  e'I  Bue  degli  animi  veramente 
nobili.  (C) 

'?  ^,  Scopo,  chiamnnì  t  Geometri  Quel 
pezzuola  di  C'irla,  o  simile,  che  si  inette 
in  cimi  a*  paletti  per  cogliere  la  mira  nel 
livellare,  Gnid.  Gr.  Paletti  conficcali  ucl 
terreno  nel  livellare,  su*  quali  sia  Io  sco- 
po. (A) 

SCOPOLO.  e  SCOPULO  V.  L,  Sco- 
glia .  Boez  G  S.  129  Tra  gli  scopoli 
eccelsi  della  pielr.i  Della  grande  Erminia, 
dove  fuggendo  I  Partì  armati  d'arco  e  di 
faretra,  er.  :l-  Sannaz.  Arcad.  e»!.  12. 
Non  veggio  i  tuoi  recessi,  e  i  divcriìculi 
Tutti  cangiati  .  e  freddi  quelli  scopuli  , 
Dove  temprava  Amor  suo*  ardenti  spicu- 
liT  (B)  Menz.  tal  8.  Oh  piaccia  al  ciel, 
ch'elle   (le  barche}   ujn   dienq   in   scopo- 

li    (D 

*  SCOPPETTIERE  Armalo  dt  schiop- 
petto. Lat  balista  i^nen  instructus.  Matt. 
Franz  rim.  buri.  .3.  q)  E  dìvenlio  piul- 
toslo  scoppettìeri,  O  imlu-rcialor.  che  voi 
vogliate  dire,  (')  Ghicc.  Stor.  ly .  iq. 
Appresenlatisi  adunque  gli  scoppciticri  alle 
due  porte  ec  (C) 

•f  *  SCOPPIABILE  .  Add,  Che  può 
dare  uno  sc-ppio.  Che  e  atto  a  scoppiare. 
Salvia.  Iliad,  lib.  20  i*.  ali.  <^ui  Nel- 
tlinno  s'  assise,  a  gli  altri  Iddìi.  E  una  ser- 
rata e  non  scoppiabii  nube  Vestirò  iotoroo 
agli  omeri.  (A) 

SCOPPIAMENTO.  Lo  scoppiare.  Lat. 
crepituf,  ruptio,  Gr.  •^ifOi,  /Jn'f»;  ^^flfC- 
nat.  etp.  l33.  Nù  si  può  dire  che  Ule 
scoppi  cimento  poteue  procedere  non  altri- 
menti dal  r.irefarii.  nia  piuttosto  dal  con- 
densarsi dell*  acqua   neir  agt^hiacciire. 


SCO 

•t*SCOPPIANTE.  Che  scoppia.  Uden. 
Nit.l.  29  Rimbombo  di  parole  ec,  a  guisa 
di  scoppianti  vesciche  e  di  grandeggianlt 
sonagli  .  Cor.  Long,  sez  3^-  Pio  facil- 
mente potrebbe  1*  uomo  tenere  aperte  le 
luci  alle  scoppianti  folgori  ,  che  fiuaric 
negli  affetti  ,  ec.   (A) 

SCOPPIARE.  Spiccarsi,  0  Aprirsi  j  e 
si  dice  di  quelle  cose  che  per  la  troppa 
pienezza  ,  0  altra  violenza  ,  s'  aprono  t 
SI  rompono  ,  per  l->  più  facendo  tlrepito. 
Lai  rampi  ,  ditrumpi  .  Gr.  òiXpprlyitM- 
969U  .  Oin.  Comp.  3.  71  Tal  citladioo 
vi  fu,  che  per  fame  palila  mangiò  tanto, 
che  egli  scoppiò-  Pass  83  Taoto  pianto 
sopr^libondò  .  che  la  natura  noi  potè  ao- 
steoere,  ausi  le  scoppio  il  cuore,  e  cadde 
morta  .  Oaat.  Pure.  20  E  quella  ponta 
Si  ,  eh*  a  Fiorenza  fa  scoppiar  la  pancia. 
Bocc,  nov,  73.  24-  Avevano  sì  gran  vo- 
glia di  ridare  ,  che  quasi  scoppiavano  . 
Fit.  S.  M.  Midt.  i3.  Alcuna  volta  get- 
tava fuori  un  grido ,  che  pareva  che  '1 
cuore  le  scoppi^ue. 

§.  I.  Scoppiare,  per  meta/.  Lat.  rampi. 
Dant.  Pitrg.  16.  Ikla  io  scoppio  Deolro  • 
un  dubbio,  s'  io  non  me  ne  spiego  fcioi, 
ho  grandissimo  desiderio  d*  esser  chiarito 
d*  uà  dubbio)  JC  3l.  Si  scoppia'  io  soli' 
esso  grave  carco  .  Fuori  sgirgaodo  lagri- 
me e  sospiri  (  cioè,  non  mi  potetti  più 
contenere  ) .  Petr.  Frott,  So  ben  eh'  io 
parlo  a  sordo  ;  ma  io  scoppio  Taceudo,  e 
male  accoppio  Questo  detto  con  quello 
( ci->è,  peno,   duro   fatica). 

f  §.  Il,  Scoppi.ire .  per  fascere,  Pe- 
rivare  ,  Pullulare  .  Lai.  oriri  ,  surgere  . 
Gr.  a*aT£ÌÌ£fv.  Dant.  Inf.  23.  E  come 
r  un  |>ensier  dell'  altro  scoppia.  Cosi  na- 
cque di  quello  un  altro  poi.  F  Pifg-  3r. 
Ma  quando  scoppia  dalla  propria  gola  L' 
accusa  del  peccalo  in  noslra  corte.  Rivol- 
ge sé  conira  'I  taglio  la  ruota.  Dav.  Colt* 
177.  Conciossiachè  il  calor  naturale  ec. 
vien  fuori  nel  pedale  e  nelle  ramora  ,  e 
tiravi  r  umore  che  l' impregna,  e  scoppia 
per  quelle  in   mes\e  e  fiori  e  frulli. 

f  §  HI.  Scoppi  ire,  vale  anche  Usci- 
re.  Lat.  rrttmpere  .  Dant  Inf,  17.  Per 
gli  occhi  fuori  scoppiava  lor  duolo.  Dern. 
Ori.  3  7.  76.  Si  gran  pena  asuliUo  ,  e 
dolor  tanto ,  Che  fuor  degli  occhi  gli 
K0|>piava  il  pianto.  Sagg.  nat.  esp.  128. 
Non  altrimenti  che  nelle  sotterranee  e 
profonde  mine  il  rabbioso  fuoco  «coppia 
con  empito  ,  e  s'  apre  furiosamenle  ogni 
via  . 

§.  IV.  Scoppiare  ,  diciamo  anche  per 
Far  romore  ,  come  quello  degli  nrehibu- 
si,  e  di  simili  strumenti,  quandi  si  sca- 
ricano ,  che  sono  anche  detti  Sceppi,  e 
SioppietU ,  Lat.  displodi.  Gr.  ^tx<p«Ti»- 
ffJoti.  #  Mil.  V,  Poi.  I.  i;^.  Le  canoe 
itcoppiano  ,  perchè  si  mettono  verdi  nel 
fuoco,  e  quelle  si  lorcooo  e  fmdoao  per 
meaao  ,  e  per  questo  fend<*rf  fanno  laoto 
romore  ,  che  s'  odono  dalla  lunga  presso 
a  cinque  miglia  .  (CP)  Ar  Fur.  9.  76. 
Dietro  lampeggia  a  guisa  di  halcoo  ,  Di- 
nanii  scoppia,  e  manda  in  aria  il  tuono. 
§,  V.  Scoppiare  t  parlandosi  d'archi' 
busi  ,  e  simili  ,  si  dice  anche  del  ìtom- 
persi,  e  Aprirsi  la  canna  nell'  atto  dello 
scaricarti . 

§.  VI.  Scoppiare,  in  alt.  signific. ,  e 
talora  anche  mei  meutr,  pats.,  vale  Bom- 
pere,  o  Cuattar  la  ce>ppia .  Lasc,  rim 
Scoppierannosi  i  frali ,  Correndo  a  furia 
in  quriie  parli  e  m  quelle  Por  l' influen- 
aa  delle  pappardelle  ■  Buon.  Tane.  5.  7- 
Qualcun  si  scoppi  .  Chi  si  raddomi ,  Poi 
ciascun  pigli  |>er  mano  La  sua  dama  »  e 
andiam   pian    piano. 

§    VII .  .V,  oppiare  delle  risa,  o  dalle  rua 

%alf  Ridere    t •moderatamente.  Lai.  rttu  dt- 

\  sruinpt.  Fr.incSacch  aev.(^!^.  Tulli  quelli 


SCO 

d'at(orao  icoppiaTaoo  àeìU  risa.  E  nof .  87. 
Li  compagni  icoppiavaDO  Jelle  risa.  Boet. 
Parch,  2  pros.  O.  Se  lu  vedessi  che  Ira  i 
topi  alcuno  Ji  loro  »*  appropriasse  ragiooe 
e  polesik  sopra  gli  altri,  non  iscoppiaresU 
tn  dalle  risa?  Burch.  1.  2  Tal  ch'i  fichi 
ceoppiavao  dalle  risa  (qin  tn  sentim.  equi- 
voco )  iMnInt.  9.  65.  II  tuito  osserra,  e 
scoppia  djlle  risa. 

g.  VMI.  Scoppiare  di  rabbia,  d'invi- 
dia ,  di  fitlt  ,  o  simili,  vale  Esser /or- 
temente  agitato  dalla  rabbia  ,  dati*  invi- 
dia, re.  *  .1/0.^  Ili-  Gao  per  invidia 
scoppia  .  E  ì6.  E  scoppia  e  mpaita  di 
sdegno  e  di  duolo,  (^'i  Mmz.  snt.  3.  Che 
le  Muse  romane  io  Elifona  Mi  consacra- 
re, e  tra  gì'  ingegni  rari  (Scoppia  di  fiele) 
il  nome  niìo  ri>uuoa. 

g  IX.  Scoppiare  il  cuore  a  uno  di  chec- 
chessia. SI  dite  dell'  ylverne  gran  dispia- 
cere ,  0  conip^ssicne .  Lat.  moerore  labe- 
scere.  Gr  >t'«v  >u:retaS;«i  Car.  Un,  1. 
90.  dire  a  infiniti  rispetti,  che  mi  fanno 
affligger  dilla  sua  m,  rie  per  conto  mio  , 
me  ne  sccppia  il  cuore  per  amor  vostro. 
*  Tac.  Di'V  Jpr.  ^02  Ma  a  me,  e  alla 
figliuola  tua,  oltre  all'  acerbezza  di  a^cr 
perduto  un  tanto  padre,  scoppia  il  cuore, 
che  non  ci  sia  toccalo  ad  assistere  nella 
tua  malattia.  (Cj 

*t  *  §-  X  Scoppiare,  detto  anche  del- 
la frusta,  o  sfetza  Chiabr.  Fir.  5.  6^. 
E  sema  sproni  al  piede  Ha  sferza  nella 
man  ,  che  scoppia  e  6ede.   (A) 

't  *  §•  XI.  Scoppiare,  per  Aforire  . 
Geli  Sport,  3.  2.  E  io  ti  so  dire  che  ella 
lo  torri,  o  io  |j  carcerò  in  un  munìslero, 
e  farov%ela  stare  s'ella  scoppiasse.  (J) 

t  SCOPPIAT.A..  Stist.  lerha/.  Lo 
scrppio  j  che  più  coniiinenienfe  diremmo 
Scoppiettata,  e  Stoppieitio.  Lat,  sirepitus, 
fragor,  crepitus,  Gr.  -^ófOi.  3/j'.  3/.  Poi. 
174.  l'reodono  di  qutUe  canne  la  notte, 
e  faooole  ardere  nel  fuoco;  peichè  laono 
si  grande  iscoppiata,  che  tutti  gli  leoni  e 
orsi  e  altre  bestie  fiere  hanno  paura  ,  e 
fuggono,  e  ui  n  si  accosterebbero  al  fuoco 
per  cosa  del  mondo. 

SCOPPIATO  JdJ.  da  Scoppiare  Lat. 
ritptu<,  disruptns,  disp/csus  Or.  GiUpoti- 
XOit'-;  .  Le!>.  201.  Ella  sarebbe  di  stizza 
e  di  veleno  scoppiata  icioe.  avrebbe  djto 
ÌD  ùroanìe ,  sarebbesi  ^iolentemel^te  adi- 
rata ).  E  3o8.  Se'  iu  così  pusillanimo  , 
cosi  scaduto,  così  nelle  fitte  rimaso  ,  cosi 
tcoppiato  di  Cerro,  o  di  grolla  ?  Fiamm. 
5.  98.  EgU  non  è  dì  quercia,  o  di  grot- 
ta, o  di  dura  pietra  scoppiato  (in  questi 
esempli  vale  Nato,  Prodotto).  /ìurth.  1, 
3o.  Labbra  scoppiate,  e  risa  di  bertuccia 
(cioì  ,  spaccale  ). 

£.  I.  Scoppiato  ,  e  anche  contrario  d* 
JcCfppiato,  Ani.  Jlam.  rim.  scn.  x5.  E 
DD  frate  accoppiato,  e  poi  scoppiato,  Po- 
Irebbon  bene  osar  colla  badessa,  v  Segr. 
Fior.  Comm.  senza  tit  2.  1-  Frate  Al- 
berigo, voi  siete  così  scoppialo:  dove  ne 
andate  rot  ȓ  furioso?  (Bj 

*  §  Il  E  in  fona  di  siist.  Geli.  Err. 
a  3.  Da  frate  non  le  è  paruto  in  modo 
alcuno,  non  andando  quei  che  stanno  nella 
regola,  se  non  a  coppie;  ed  essendo  gli 
scoppiati  di  non  troppo  buon  no  ree  .  (C) 

^  §.  Ili  Scoppialo  ,  vale  anche  Jhs- 
pinnto  fomecchesìia.  Segn,  Beft.  Arist. 
8o.  L'  eia  virile  ha  tutti  quei  beni  che 
nella  giovioeua,  e  nella  vecchiezza  stanno 
srcppiati    (FP) 

SCOPPIATURA,  to  scoppiare.  Scop- 
piamente,  o  l'  Apertura  che  lascia  lo  scop- 
piamenlo.  Lai.  n-ptura,  Gr.  p^^i;.  Tes. 
Pov.  p.  S  L'olio  di  pesce  cane,  ugnen- 
do  sopra  lo  antrace ,  rompelo  tosto ,  e 
manda  fuora  per  iscoppiatura. 

*  SCOPPIETTANTE  Addirli.  Cht 
sccppielta*  Lai-  crtpitans.   Strd.   Caleott 


SCO 


tOyS 


Mart.  |8a.  Perciocché  quando  e*  non  re- 
spira (il  fuoco)  è  spento  .  e  sempre  si 
muove,  e  doppietta,  onde  disse  il  poeta; 
E  come  scoppiettanti  fiamme  abbruciano 
La  lieve  stoppia.  (C)  Salvin.  Georg,  lib.  1. 
Bruciar  le  lievi  stoppie  Con  scoppitltanti 
^^mnw.  E  Eneiil  lib  7.  Kd  arder  dal- 
la fiamrua  scoppiellante  Tutto  l' orna- 
to. (E) 

SCOPPIETTARE  .  Fare  scoppietti  , 
Fare  remote  je  st  dice  proprirmmte  delle 
legne,  che  Janno  tal  effetto  abhiuttando  . 
Lat.  crepate,  ircpitare.  Gr  «|)oy«v.  Hf 
cett.  Fior,  S\.  Il  sale  ed  il  nitro  s*  ardono 
nel  medesimo  modo,  e  si  conoscono  quando 
sono  arsi,  che  eglino  non  iscoppieilano, 
ni- fanno  strepilo.  ^  Srtd,  GaUoii.  Mnrz 
182.  Perciocché  quando  e'  non  respira  (  il 
Juoco  )  è  spento,  e  sempre  si  muove,  e 
scoppietta  ,  onde  disse  il  poeta  ,  E  come 
scoppiettanti  fmmme  nbbtuiiano  La  line 
sl'ppia.  (C)  Sìlvia  Ceor^.  lib.  1.  Tanto 
sui  Itili  Scoppiettando  saltella  orrida  gran- 
dine.  (F) 

#  R.  Scoppiettare,  si  dice  ancora  drl 
rumore  che  si  Ja  (O.'le  dito  percuvtendole 
in  qualche  lucf:o.  Plut.  Adr.  Op.  mor. 
3.  ab'j  Gli  rizzarono  una  statua  in  alto 
di  ballare  seco  stesso  alla  maniera  barba 
resca,  e  di  scoppiettar  colle  dita  sopra  il 
capo.  (Cj 

SCOPPIETTATA.  Scoppiala,  Scop- 
pietlioj  e  talora  anche  Colpo  fatto  collo 
scoppietto.  Lat.  strepiius,  crepitus,  explo- 
sio.  Gr.   4'0?o<- 

SCOPPIETTERI'A.  Soldatesca  armata 
di  sccppielto,  Cuicc  Stor.  12.  608.  Bat- 
tendogli anthe  con  la  scoppiellena  distesa 
per  questo  in    sulle  mura    della    terra. 

SCOPPIETTIERE  Tiralor  di  scop- 
•  pietto.  Armalo  di  scoppietto,  Cant.  Carn. 
36.  Donne  ,  1*  ubilo  e  *I  fuoco  Mostran 
che  siam  perfetti  scoppietlieri.  Cirtff.  Calv. 
2.  62  £  poi  gli  scoppietlieri  Parati  da 
dar  fuoco  a  ogni  p.isso.  E  6.3-  Cominciò 
a  gridare  a  quegli  arcieri  :  Iscatioale  al- 
l' erta  nelle  pance  ;  E  similmente  a  quegli 
scoppieltieri  :  ?p.irale  in  sulle  vostre  me- 
larance Scgr.  Ftor.  Art.  ^uerr.  2.  34- 
Hanno  fra  loro  scoppieirieri,  i  quali  coli' 
impeto  del  fuoco  fanno  quell'  ufficio  che 
facevano  ahlicaniente  i  ftndilcri  e  i  bale- 
strieri. 1  orth.  Stor.  2.  10.  E  fra  ^li  al- 
tri fu  da  uno  scoppiettiere  ferito  e 
morto. 

SCOPPIETTI'O.  Lo  scoppiettare,  Bo- 
more  ,  Scoppio.  Lat.  /^agor ,  crepilus, 
expfoiio,  Gr.   i^dfO^. 

SCOPPIETTO.  Scoppio  piccolo.  Lai. 
pta-vus  sirepiiiis  Gr.  ptxpòi  ^o'fOc,  Bitr- 
eh.  I.  i6  Cogli  scoppietti  delle  fave  fre- 
sche. E  I.  1^9-  E  alquanti  scoppietti  di 
pianelle. 

g.  I.  Scoppietto,  è  anche  Una  sorta  rf' 
arme  dajiioco,  detta  coi  dallo  scoppio  e 
remore  che  fa  nello  scaricarsi  j  che  an- 
che si  dice  A'chibuso,  Scoppio,  e  Schiop- 
po. Lat.  •  sclopiis.  Cirijf.  Cnlp.  I.  33.  E 
preslògli  Luigi  un  ricco  elmetto,  Cb'avea 
provato  ad  ogni  spada  dura.  Alla  lapria , 
al  balestro,  allo  scoppietto.  Sv<^r.  Fior. 
Art.  guerr  2.  ^3,  Fargli  trarre  colia 
balestra  e  coli' arco,  a  che  aggiugncreì  lo 
sconpietlo,  instruraenlo  nuovo  ,  c^me  voi 
sapete,  e  necessario.  Cani.  Carn.  36,  Rari 
usar  irassinar  già  gli  scoppietti  Oggi  ognon 
vuole  usargli. 

*  §.  II.  Scoppielia,  per  Balestra.  Morg, 
5.  58.  Colui  eh*  è  drento  asselta  lo  scop- 
pietto ,  E  slava  al  bucolin  quivi  alla  pò 
sta  ;  Trasse  uuo  strale  a  Rmaldo  nel  pet- 
to, ec.  (B) 

SCOPPIO  Bomore,  1-^rnCnsso  che  na- 
sce dallo  scoppiar  delle  cose.  "LzX^fragor, 
strepiitis.  Gr.  ^'JfOi  Prtr.  son  32.  In- 
finu  a  Roma  n*  udirai    lo    scoppio.    Bed- 


Esp.  nat.   17.  Quando  dava  fuoco,  faceva 
la  pistola  un  grandiuimo  scoppio. 

■f  §.  1.  Sentirsi  prima  lo  scopfio.  cii€ 
vedersi  il  baleno    f  .  BALEWO.  §.   II. 

§■  li.  Scoppio,  e  anche  Una  sorta  d* 
arme  da  jiwco,  delta  così  dal  fare  scop- 
pio, cioè  strepilo,  tuono  e  rimbombo  nello 
scoricarsi  j  la  quale  si  dice  ancora  Scop- 
pietto, Archibuso,  e  da  alcuni  Stioppo,  e 
Schioppo,  Lai.  •  sclopus,  Ar.  Far.  il. 
24-  E  qual  bombarda  ,  e  qua!  nomina 
scoppio.  Qual  semplitiT  cannon,  qual  can- 
non  doppio.  Guìcc.  Stor.  jg.  I-'q  ferito 
neLl'  assalto  in  una  cosrij  d*  uno  scoppio 
Pietro  da  Birago.  E  appre.iiO  :  Fu  ferito 
anche  di  scoppio  Piero  Botticella. 

§.  IH  Fare  scoppio  .  Jìguratam. 
va'e  SvCiilinre  maraviglia.  Far  pompa  0 
comparìa.  Sul*  in.  Disc  l.  Boi.  Ci  do- 
nano a  conoscere ,  il  pregio  della  vtr'ù 
non  essere  così  a  prima  vista  palese  ,  ne 
fare  quello  scoppio  che  fa  una  sfulgorante 
belltz^a  E  Bros,  Tose.  i.  84.  Il  mede- 
simo pensiero  e  discorso,  uscendo  più  da 
una  bocca  che  da  un'  allra,  fa  più  scop- 
pio, ed  ba   maggior  forza  e  valore. 

3  SCOPRlMtCSTO,  e  SCOVRIMENTO. 
Lo  scoprire.  Lat.  deieitio,  invetifum  Gr. 
iijpr,[xcx..  V  Seii/icr.  Fred.  Pai.  Ap.  a. 
p.  In  pochi  colpi  arrivarono  gli  empii 
cu* loro  tlagelli  allo  scoprimento  dell'os- 
sa. (TC) 

!?  g.  I.  Scoprimento,  vale  anche  Òf(t- 
nifestczione  di  ciò  che  era  tenuto  cecili' 
to,  S'gner  Leti  Princ.  Conci,  Op.  E  qui 
mi  piace  di  terminale  lo  scoprimento 
delle  selle  illusii/ni  da  me  pronìcsse  (TC) 

^'  §-  li*  Scoprimento,  vale  anche  T'ro- 
vamcnto  di  ciò  che  non  era  conosciuto , 
Che  s' ignoiava.  «  Sayg.  nat  esp,  181. 
Won  dee  già  lo  scoprimento  di  questo  ef- 
fetto renderci  ec,  punto  dubbia  la  fedo 
de'  nostri  termometri.  Gal.  Gali.  228.  Gli 
ullimi  scoprimenti  di  Saturno  tricorpo- 
reo  ec.  hanno  cagionato  tal  dilazione  ».  (C) 

■f-  SCOPRHIE,  e  SCOVRIRE.  2W  via 
ciò  che  copriva  una  cesa,  o  una  personaj 
contrario  di  Coprire,  e  si  usa  in  sign,  att. 
e  neutr.  pass.  Lat  d>tegei e,  Gr.  c/TTO/a- 
iu~TEtv.  Bocc.  nov  ij.  3i  Tutta  b  don- 
na, la  quale  fisamente  dormiva,  scoperse. 
E  nov.  ig.  i5.  Pianamente  scopertola 
tutta,  vide  che  cosi  era  bella  ignuda,  co- 
me vestita.  Soder.  Colt,  4-  Sì  ricut'prono 
tutte  (le  viti)  di  terra  smossa,  scopren- 
dosi poi  nella  stagione  temperata.  Eq-Dì 
poi  si  scuoprooo  (le  piante)  a  primavera, 
e  vengono  molto  bene. 

5  g.  I.  Per  Federe  ,  o  Far  vedere 
quello  che  non  si  vedeva  prima.  Dant. 
InJ.  ip  Indi  un  altro  valb^n  mi  fu  sco- 
verto E  Par.  16.  E  come  il- volger  del 
cìel  della  Luna  Cuopre  ed  iscuopre  i  liti 
sanza  posa ,  Cosi  fa  di  Fiorenza  la  for- 
tuna. 

^  §,  IL  Uno  seuopre  la  lepre  .  e  nn 
altro  la  pigliaj  maniera  proverbiale  che 
si  dice  (Quando  alcuno  dura  fotica  in 
qualche  cosa,  e  un  altro  ne  ha  il  meri- 
to. uMalm  4-  33.  Scopro  la  lepre,  e  un 
altro  poi  la  piglia  ».  (Cj 

■J-  g.  111.  Scoprire, figuratatìì.  vale  anele 
Arrivare  a  conoscere.  Intendere  ,  Sapete 
ciò  che  era  tenuto  occulto,  secreto  .  Lat- 
resiire  ,  deprehendere  ,  eietegere  .  Gr. 
lxcf.vBv.vevf  ,  ytvùj'szetv  ,  a'vKyvwci'^etv. 
Farck.  Stor.  12.  44*"  Accordatosi  con 
frate  AJesso  SUozzi  ,  il  quale  sapeva  e 
aveva  scoperta  questa  pratica. 

f  3  g.  IV.  Scoprire,  vale  anche  Mani/e- 
slare ,  Palesare,  Bivelire  ciò  che  era 
Unuio  occulto,  secreto,  Lat  detegere.  pa- 
lam  facete,  exprcmere,  aperire,  prodere. 
Gr.  E/i-j^avi^tiv.  òr.XoJ-^  Dant.  Purg. 
IO  Cosi  scopersi  la  vita  bugiarda.  Dece, 
nov.    47.    8     La    tua    gravidezza    scopri- 


iogfi 


SCO 


ri  il  fjllo  nostro.  E  nov.  So.  8-  To 
noo  poteri  a  periona  del  moailn  sco- 
prir r  anima  tuo,  che  più  utile  li  fosic 
ìli  me.  E  nov  t)^.  1 3.  Io  noo  l'oso  sco- 
vrir, se  DOn  a  voi.  Pelr.  son.  \'^'J.  l'ag- 
gio Di  scovrirle  Ìl  mio  mal  preso  consi- 
glio. E  cap.  I*  Le  sue  parole  e  '1  ragio* 
Dare  antico  Scoperioa  quel  che  'I  viso  mi 
celava.  M^rg.  n.  ^^.  Qu''slo  (acca,  per- 
che Doo  ahlita  aiuto,  Ni.'  per  la  via  sco- 
perto r  hj  a  persona.  #  Taf».  Ger.  2. 
22.  Poi  la  richiede:  io  vu*  che  tu  mi 
scopra  Chi  dii;  consiglio,  e  chi  fu  insie- 
me ali*  opra  fCj  Gnicc,  Stor.  ^.  3^1- 
Ma  si  scopriva  ogni  dì  più  l' animi)  del 
Pontefice  intento  a  cose  nuove.  (L) 

^  %-  V.  E  in  si';nific.  nfitlr.  pars. 
m  Dani.  In/.  |6.  Ciò  eh'  io  allendu.  e  che 
'I  tuo  pensier  sogna,  Tosto  conviea  ch'ai 
tuo   viso  si  scuopra  »  .  (Cj 

#  §  VI.  Scaltrirsi  ,  vale  anche  Darti 
a  conoscere.  Par/are,  o  Procedrre  in  mo- 
di che  aftrì  t'accorga  con  thi  tieni,  del 
come  la  pensi,  l'arch.  Stor.  ^.  yz.  Ed 
alcuni  ec.  noo  ostante  avessero  il  medesi' 
mo  fine,  tuttavia  se  non  come  m^no  ap- 
passionati, cerio  come  più  prudenti  non 
Ù  scoprivano,  come  il  Carducci  faceva.  (Cj 
Guicc.  Stor.  '\t  i8tì.  Commesse  al  luogo- 
tenente suo  ec.  acconsentire  di  reintegrar 
il  Duca  di  Modana.  e  di  Iteggio,  con  ri- 
cevere da  lui  in  brevi  tempi  dug»ntoiuila 
ducati,  obbligarlo  a  scoprirsi,  e  cavalcare 
oome   capiLjDo   della   lega   all'  esercito.  fL) 

§.  VII.  Scoprirsi  ad  alcuno,  vale  Ma- 
mfeslargU  interamente  a/cuna  cosa  tenuta 
prima  occulta.  Lai  animwn  siium  dete- 
Bere,  apurire,  Consilia  sua  comm.tn icari'. 
Frane.  Sacch.  nov.  7J.  Pensò  di  scoprir- 
glisi.  ed  andare  a  lui,  e  raccomandaudosi 
perchè  lo  manleoeuc,  e  favellasse  nelle  sue 
ragioni,  ec. 

s?  §.  Vili.  Vale  anche  Parsegli  in- 
contro. Benv.  CrlL  Vit.  2-  35  Posalo  la 
mia  fascia,  mi  si  sroperie  addosso  una  di 
quelle  sentinelle,  che  facevano  la  guar- 
dia. (C) 

§.  IX.  Scoprir  palese  ,  o  terra  ,  vale 
Veder  nuova  terra,  0  nuovo  pne^e.  Lat. 
itovas  regioufs  invisere.  Gr.  v-'a;  yoipXi 
CTrta/oTTiisSjat.  E  per  meiaf.  Ceruficar- 
si.  Prender  notizia,  Lat.  anirrtum  alicitfus 
tentare  t  detenere,  cxplorare  ,  pervcstiga- 
re.  Gr.  xaraTsipy v,  yv&.'ju*)v  tivs*^  yi- 
vw«£iv,  Stor.  Èiir.  6.  127.  Eberardo  ec. 
cominciò  sotto  Hnla  bciiivulensia,  per  isuo- 
prir  paese  il  più  ebe  e'  poteva  ,  a  ragio- 
nare alle  volle  con  esso  Arrigo.  Ftr,  R<tg. 
65.  Tentano  altrui  per  iscoprir  paese. 
Cecch.  Corr.  ^  ().  E  vo  ,  come  chi  va 
facendo  Per  iscoprir  paese,  e  si  diguazza 
Per  parer  vivo.  Buon.  Eitr.  2  i  27. 
Abhiam  scoperto  lerra  Coli'  aura  della  no- 
itra  corlesta. 

§.  X  Scoprire  un  attare,  per  ricoprir' 
ne  un  aÌtro  j  proverbio  che.  significa  Fare 
u/i  debito  nuovo,  per  pioarne  un  vecchioj 
presa  la  metafora  ddlo  Sparecchiare  un 
altare  per  apparecchiarne  un  altro  ,  per 
mancamento  di  tovaglie.  Lat.  versuram 
factre,    Penelopes    tetam    relexere  .    Gr. 

§.  XI.  Scoprir  gli  altari,  vale  anche 
Dir  cose  che  altri  voirebba  che  si  taces- 
sero, per  non  esser  di  suo  servigio  che 
il  pubblico  le  sappia.  Lat.  lafentta  aperi- 
re, evutgare.  Gr  v.SrìXa.  (fscTrety.  Hfens. 
sat.  3.  E  quel  ch'i;  Paggio,  Ìo  so  sco- 
prir gli  altari,  ^r,  sai.  O  Ma  so  degli 
altri  io  vo*  scoprir  gli  altari.  Tu  dirai 
che  rubato  e  del  Pistoia  E  di  Pietro  Are- 
lino  abbia  gli  armari. 

s?  §.  XII.  Scoprirti .  Termine  digli 
Scnltiri  ì  e  dicesi  del  Levar  terra,  0  al' 
tra  materia  ,  in  Supfrjicie  delle  Cave  de* 
marmi,  e  pietre,  Jincliè  1'  arrivi  al  masso 


SCO 

sahlo  i  lo  che  si  fa  fare  a'ii  searpellini. 
Raldin     Voc    DI*.   (À) 

*  §.  XIII.  Scoprire,  si  dice  anche  di 
ciò  che  fa  lo  scultore  sopra  una  statua 
abbonata  all'  interesso  in  un  masso  ,  la- 
vorando collo  scarprUo  finche  compari- 
senno    le    membra    della  figura.    Baldin. 

roc,  Dit.  (Ai 

t  SCOPRITORE.  Vefòal.  mate.  Che, 
o  Chi  scopre.  Lai.  detector.  Gr.  oÌ7to- 
mxXjTTotv,  Buon.  Fi>-r  ^,  I.  i.  Scopri- 
tor  di  turati  nella  cappa  Ti  s' arcoslan 
non  pochi.  Gal.  Sist,  3i'j.  Fu  il  primo 
scopritore  ed  osservatore  delle  macchie 
solari.  $  Red.  leti,  ^5.  Il  volgo  e  la  pie 
be  de'  medicontoli  grida  ,  stride  ,  e  lo 
vorrebbe  lapidare  ,  come  scopritore  della 
medicinale  nurmcria,  fCj 

•J- *  SCOPRITKICK.  rerb.  Femm  di 
Scopritore.  Salvia.  Buon.  Fier,  3.  i.  1 1 . 
Il  Tasto  fa  una  stupenda  canzonetta  con 
tra  la  Luna  ,  scopritrice  de'  suoi  amorosi 
rigiri,    e,   per   cosi    dire.   scap|ioneala     (A) 

SCOPRITURA,  e  SCOVRITURA.  Lo 
scoprire.  Lat.  detectio.  Gr.  aTO/aijii:. 
Cr.  5.  I.  2  Si  conviene  la  terra  cavar 
fi'  intorno  ad  essi  infino  alla  scopritura 
delle   radici. 

SCOPULO.   F.  SCOPOLO. 

SCOPULOSO.  F.  L.  Jdd.  Pieno  di 
scogli.  Lai.  sc.jpulostit  .  scopulis  p/eniis . 
Gr.  «07rc/6J0<i;.  M.  V.  3,  87.  Fece 
lutto  il  cammino  per  da  Nizza  a  Genova, 
eh'  «ra  scopuloso,  e  pieuo  di  molti  stretti 
e   mali   passi,   appianare   e   allargare. 

SCOKAGGURE.  Togliere  altrui  il 
coraggio  j  contrario   d'  Incoraggiare. 

%  In  signific.  neutr.  patt,  vale  Per- 
dere il  coraggio.  Sbigottirsi ,  Sgomentar- 
si.  Lat.  animo  cadere,  vel  concidere,  con- 
sternari,  exanimari,  languescere.  Gr.  /a- 
T«TX»i*rT!93at.  Bim.  a'it.  P.  /V.  3/.  Bi- 
nild.  d' Aquin.  Però  non  mi  scoraggio 
D'  Amor,   che  m'  ha  distretto. 

SCORAGGIATO.  Adjiett,  da  Scorag- 
[;iari\   Lat.  co'isternatus,  cxnnimatus.  Gr. 

/arK:r>»)y;i'5  Liv.  M.  I  Ycienli  sbigot- 
titi e  scoraggiali 

*f  *  SCORAMENTO.  Avvilimento  d* 
animo.  Costernazione,  Pros.  Fior,  P.  A, 
voi.  2  pag.  276.  Questa  svogliatura,  que- 
sto fastidio,  questo  disprezzo  di  lutto  ciò 
che  non  è-o  che  non  pare  perfetto;  que- 
sto non  ammirare  ,  questo  non  lodare , 
questo  criticar  tutto,  questo  sfatare,  oltre- 
ché è  cosa  forlemenic  odiosa  e  poco  uma- 
na, e  uno  scoramento  de' giovani,  e  una 
tirannia  d'  un  cerio  buon  gusto  alla  mo- 
da sopra  le  professioni,  ce.  (IVS)  Accad. 
Cr.  Mess.  Quegli  istessi  vinli  ,  in  oggi 
cosi  spaventati  e  fuggiaschi ,  si  rifaraanu 
cuore  del  vovtro  scoramento    (A) 

SCORARE.  Scorazi;iare.  Nov.  ant.  q2. 
7.  Di  questa  battaglia  furono  li  Galli  f*ar- 
temenle  impaurili,  e  sì  scorati,  che  la  noi* 
le  seguente  si  partirono  quiudi,  oomc  gente 
ricreduta  e  vint.i.  Liv.  yf.  Per  questa 
misavventura  furono  sì  scorali,  ec.  4  Se- 
gner.  Mann.  Lugl.  28.  2  Questo  precello 
non  si  adempie  mai  su  la  terra  perfetla- 
mcnie  ;  si  adempie  in  cielo  :  ma  ciò  non 
ha  da  scorarti,  (f-') 

SCORATO.  Adi.  da  Scorare.  Dep. 
Decam.  5-  Dissono  scorata  gli  antichi,  e 
discorato,  che  i*  l'intero,  di  chi  si  perde 
d'animo,  che  i  Latini  exanimatus  Toc. 
Dav.  Stor.  3.  309.  Tanto  che  t  VitcUia- 
ni  a  poco  a  poro  scorati  redono  alla  for- 
tuna. Scrd.  Stor.  I.  5l.  Sono  di  maniera 
viti  e  scorali ,  che  non  ardiscono  pur  di 
guardare  con  diritti  occhi  gli  uomini  tlc- 
gli  ordini  a  loro  superiori. 

•f  *  SCORBACCHIAMENTO  .  Lo 
scorbacchiare  j  Scornacchiamentt.  Sylvia. 
Tane.  Buon,  a  3.  Il  Corbaccio  del  Boc- 
cacci, detto  ne*  mts.  Satira  .  non  ì    altro 


SCO 

che    noo    «corba  echi  a  mento    delle    femmi- 
De.  fA) 

SCORBACCHIARE.  Ridire  1  fatti  di 
questo,  e  di  quello  per  titr  apattar  lo,  Bo- 
dare,  e  Palesare  gli  altrui  errori  e  ma- 
lefatte Lat.  alicuius  facta  divulgare,  oblò* 
qui,  alicuius  famae  detrahere ,  tradncere- 
Gr.  J(«»upn»,  :iot.pKÌtiyfj.%TÌì^uv.  *  Ma- 
gli, leu  ì.  pag.  81.  (  Ftrente  1769.  )  O 
questo  dice  il  vero,  e  non  occorre  altro  ; 
o  tace,  e  Ìl  sig  Principe  non  vorrà  scor- 
bacrhiario.  e  avrà  ragione.   (Bj 

SCORBACCHIATO.  A  Id.  da  Scorbac- 
chiare. Scornato,  Scornacchiato.  Lat.  Ini- 
ductut.  Gr.  otaiJTwpusvo;.  l'arch,  Ereol. 
5).  Quando  chicchessia  ha  vinto  la  pmo* 
va,  cioè  igarato  un  altro,  e  fattolo  rima- 

j  nere  o  con  danno,  o  con  vergogna,  dicono 
a  Firenze:  il  tale  è  nmaso  scornato,  o 
tcornacrhialo,  o  scorbacchiato.  E  Stor.  il. 

I  347.  Onde  egli  se  ne  ritornò  scorbacchia- 

;  to  a  Bologna.  Lasc.  Par.  3.  6  Dal  quale 
a   certo   tempo  conosciuto  e  scorbacchialo 

I  uscirò  da   canto  io.  e  ricordandogli  la  vii- 

I   lanta    fattami,    gli   dirò    che    della    moglie 

I  non   è   ver  nulla.   Segr.   Fior,   Clit,  5-  ^. 

I   Che   dire   Nicomaco  ?    S.  E   tulio   scorbac- 

I  chialo   il   pover   uomo. 

SCORDIARE.  Lasciar  cadere  lo  'nchio- 

I  stro  sulla  carta  per  macchiarla,  0  sia  a 
caso,  o  sia  apposta;  Fa'C  scorbn.  ^  Plui. 

[  Adr,  Op.  mor.  2.  2o3.  I  loqua-ri  vera- 
mente  affliggono  gli  orecchi  con  le  repe- 

I  licioni  in  guisa  di  quelli,  che  scorbiano  le 

ì  tavolette  da  abbaco.  (C) 

1        SCORBIO  .   .Macchia  d*  inchiostro  «- 

I  ditto    sopra  la  carti  .     Tac.     Dav      Post. 

I  427.  Ma  senza  dubbio  come  le  parole 
deooo  esser  rilratti  ,  e  non  scorbìi  de* 
concelti  dell'  animo  ,  così  le  lettere  delle 
parole  (qui  per  meta/".).  Buon.  F'er.  i- 
I.  a  Fate  pur,  che  le  carte  kiui  ben 
nelle   E  da    macchie   e   da   scorbii. 

•f  *  SCORBUTICO  .  Add,  Jppartc 
nente  a  scorbuto.  Coc^h.  ì'it.  Pitt.  pag. 
61  (Ven.  174^)  Dalla  natura  scorbutica 
dell*  elefantiasi  si  dedu''e  ancora  ec.  (A) 
•f  SCORBUTO.  Malaltii  che  olendo 
principalmente  le  parti  membranose,  e  che 
nel  suo  crescere  producendo  grande  C  in- 
gorgamento sanguigno  nei  vasi  di  quelle, 
fa  sì  che  essi  nelle  estremità  loro  si  •• 
p^ano  ,  e  producano  macchie  livide  alia 
pelle,  e  che  si  generi  emorragia  nei  fOji 
pia  debili  ,  e  segnatamente  alle  gengive . 
Bed,  lett.  2.  117.  Seriamente  abbiamo 
discorso  intorno  a' mali  dvlla  signora,  ed 
ec.  intorno  allo  »corbuto  ,  e  che  lo  vor- 
rebkoo  medicare  eoo  gli  antivenerei  me- 
dicamenti ,  ce  E  li8.  Tuli'  i  medici 
concludono  ,  che  ci  vuole  gli  anlivcnerci 
in  questa  foggia  di  scorbuto. 

SCORCARE.  Contrario  di  Corcare j 
Levarsi  .  E  si  usa  in  sigtific»  neutr.  é 
neutr.  pass.  Lai-  surgerr  .  Gr  ot'wffTOt- 
aOxt  .  Bitrch.  3.  5o.  Quando  *l  mattino 
vien.  con\ien  eh*  i' scorchi;  Mi  lievo  pieo 
d*  affanni  e  di  difetti ,  Con  gran  peoueri 
e  con  ouotì  rimorchi. 

t  SCORCIAMENTO.  Lo  seorciart , 
Diminuzione  di  estensione  ,  o  di  durata  . 
Lat.  diminntio  ,  immintttio.  Gr.  l'XxrrCi- 
Oli.  M.  Aldobr.  P.  JV.  191.  È  scorcia- 
mento di  vita  ,  e  corrompimenlo  di  vir» 
tude  .  Gal.  Sist  Jrji.  Accrescimcnli  e 
scorciamenti  de'  giorni  ,  mutazioni  delle 
stagioni,  er.  ^  Betlin.  Disc.  1.  !()'>.  Nfc 
qui  finirebbero  le  proprìel'a  maravtgliote 
di  questo  scorciamento ,  •  altungameolo 
delle  rigor  degli  os.i .  E  Iq)  Intanto 
fermiamo  rhe  gli  strumenti  sospendilori 
dell*  ossa  devono  essere  arrendevoli,  ec.  e 
di  più  mobili  con  moto  di  altungameolo  , 
e  scorciamento  scota  strapparsi.  (C) 

t  3  SCORCIARE.  Render  più  corto; 
Contrario  di  .^llungtra   Lai    mtnuert,  de- 


SCO 

e  urtare .  Gr.  cì^arTOÙv  ,  xdXoSoJv.  Sagg* 
nat.  tsp.  20«  Per  potere  con  facililà  scor- 
ciare ed  alluog^re  il  Iriaogulo.  ^  Ar.  Fur. 
37.  36.  Che  fino  all'ombiltco  ba  lor  Io  goD- 
oe  Scorciale  doq  so  chi  poco  corlese.  (N) 

#  §.  1.  E  fipiratam.  «  Ou.  Com.  Par. 
16.  365.  Chi  vuote  euerc  vero  ookite,  noa 
«i  dee  lasciar  scorciare  il  titolo  delle  vir- 

^tuose  opere   de'  suoi   maggiori  »    ma    dee 
quelle  coDtinujre.  (C) 

*  §.  II.  IC  in  signific.  neutr.  passivale 
Divenir  più  corto.  Betlin.  Disc.  J.  3l. 
Le  quali  (cor.tej  si  stirano  Dell'  accordar- 
li ,  e  poi  alleolaDdule  si  vedono  rientrar 
da  te  stesse  in  se  stesse,  cioè  scorciarsi, 
o  coDiraersi  .  (C) 

f  #  §.  111.  Scorciar  la  via,  o  simile ^ 
vale  prendere  qualche  via  traversa  ,  che 
renda  più  breve  la  via,  o  simile.  Forti-^. 
Ricciardi  2.  34*  Ritornatevi  tutti  a  casa 
vostra  ;  ec-  E  eoo  la  man  la  strada  lor 
dimostra  ,  Perchè  scorciare  possano  la 
Tia.  (ffj 

f  #  §.  IV.  Scorciarsi  i  capelli,  0  si- 
vttli,  vale  Tagliarseli,  Henderli  più  corti. 
Ar.  Fur.  25*  26.  Ferita  da  uno  stuol  di 
Saracioif  Che  senza  l'  elmo  la  trovar  per 
ria,  Fu  di  scorciarsi  astretta  i  lunghi  crini, 
S«  sanar  volse  d*  una  piaga  ria    (H) 

§.  V.  Scorciare,  e  anche  term.  di  Pro- 
■ipettiva, e  vale  Apparire  in  iscorcio  Varch. 
Lez.  2l5.  La  pittura  fa  scorciare  una  figu- 
ra, ec.  Gal.  Stst.  ^7.  Doveché  Io  scorciare 
tanto  ,  e  mostrarsi  così  sottili  verso  tale 
estremiti  ec  ci  rende  sicuri,  quelle  esser 
falde  di  poca  profondila  o  grossezza  ,  ri- 
spetto alla  lunghezza  e  larghezza  loro. 

SCORCIATO.  Jdd.  da  Scorciare,  Lai. 
imminutu.t,  decurtutus.   Gr.  a;ioxOT£t5- 

#  §.  Scorciato.  Term.  araldico  Dicesi 
de*  pezzi  scorciati  nella  loro  estremità  in 
gmsit,  che  non  tuCC<ino  gli  orli  dello  scu- 
do,  (A) 

SCORCIATOIA.  Tragetto,  J'ia  più 
corta  Lai  vitB  compcndium,  semita.  Gr. 
aTj3a::35.  Fr,  Giord.  Pnd.  R.  Entraro- 
no in  viaggio  per  la  scorciatoia  più  facile. 
K  appresso:  La  scorciatoia  noa  riuscì  ta- 
le ,   quale  se  la  erano  creduta. 

*  §  I  EJgurat.  Bellin.  Disc,  \.  182. 
Ella  è  Lece  (li  vii  delle  Scienze)  una  via 
stretta  ,  e  stretta  talmente  che  un  non  si 
può  volgere  oè  in  qua,  uè  in  là,  né  vie 
cantonale  che  conducano  a  scorciatoie.  (C) 

#  §  U.  fin  forziìdiadil.  Segner.  Mann. 
Marz.  3l.  4  Sai  tu  perchè  i  consigli  si 
ilicoQo  vie  scorciatoie  di  andare  al  cieloT 
Perche  sono  vie  di  lor  natura  più  rette  . 
F  num,  5.  Questi  fentierì ,  cioè  queste 
vie  più  strette,  più  solioghe,  più  scorcia- 
toie ve,  si  chiamano  di  equità.  (J'J 

*  SCORClATORE.r^/i'a/.maic.  Cne, 
o  Chi  scorcia.  Bellin,  Disc,  i.  192.  Non  la- 
«estero  ce.  né  come  i  canapi  sollevatori 
ilei  pesi ,  ne  come  i  cannoni  sluogalorì , 
«r  scorciatori  dei  canocchiali.  (C) 

SCORCIO.  Susi.  Approssimamento  afjì- 
i<  J  come  Scorcio  di  fu  ra.  Scorcio  d<l  gioì- 
nojt  simili.  *  Car.  Long.  So/.  2^ .  Era  nello 
Korcio  della  primavera,  e  nel  principio 
dell*  estate.  (TCj  Salv.  Granch.  i.  3. 
La  cosa  e  condotta  alto  scorcio .  Tac. 
Dav.  Stor.  5,  371.  Il  fiume  nello  scorcio 
deH  autunno,  d'assai  piogge  ingrossato, 
coperse  la  Wssa  e  paludosa  isola  in  forma 
di  stagno  0/ («jto  lat.  ha  fleio  autumni). 
Ruon.  Fter.  i.  1.4  Non  furo  a  tempo, 
o  furo  Sullo  scorcio  del  tempo, 

§.  I.  ^Scorcio  ,  va/e  anche  Positura  , 
0  Attitudine  stravagante.  Mor^.  zì.  n^. 
Socpeso  avendo  la  sinistra  gamba  .  Di 
scorcio  strana  ,  orribil ,  torta  e  stramba  . 
fìuon.  Fier.  2  2.  io.  Quel  che  tende  le 
reti  Al  vcnloj  tb  hello  scorcio!  Malm.  \. 
38    E  fa  scorri  di  bocca,  e  voci  strane. 

't  S  *'•  Scorcio,  e  anche  term,  di 
Vocabolario  T-  li. 


SCO 

Pittura,  o  Ut  Prospettiva  ,  ed  è  Quella 
operazione  che  mostra  la  superficie  esser 
rendiita  capace  della  terza  dimensione  del 
corpo  mediante  essa  prospettiva,  la  quale 
fa  apparire  le  Ji gare  di  più  quantità  eh' 
elle  non  sono,  tioè  una  cosa  disegnata  in 
faccia  corta,  che  non  ha  Valtezza,  o  lun- 
ghezza eh'  ella  dimostra  .  #  Dav,  Tac. 
Leti-  La  (lingua)  Fiorentina  propria,  che 
si  favella,  è  ricca  di  partiti,  voci,  e  modi 
spiritosi  d^  abbreviare,  che,  quasi  iragetti 
di  strada,  o  scorci  di  pittura  ,  esprimono 
accennando.  (J) 

V  §  111.  Onde  Essere  ,  o  Stare  in 
iscorcio  ,  si  dice  a  Figura  dipinta  in  tal 
modo.  Jialdm     f'oc.   Dis,  (A) 

§.  IV.  Filiere,  e  simili,  in  iscorcio  j 
Contrario  di  l'edere  in  facci  a  j  ed  è  quan- 
do si  vede  alcuna  cosa  per  banda  .  Gal. 
Sist.  47-  Tra  tulle  le  figure,  sola  la  sfera 
non  si  vede  mai  io  iscorcio. 

*  SCORCIO.  AdJ.  Scorciato.  Ar.  Fur. 
25.  26-  Fu  di  scorciarsi  astretta  Ì  lunghi 
crini ,  Se  sanar  volse  d'  una  piaga  ria  , 
Cb' avea  con  gran  periglio  nella  lesta  ;  E 
così  scorcia   errò  per  la  foresta.  (Ts'S) 

SCORDAMENTO.  Dimenticanza  Lat. 
oblivio  .  Gr.  à/iv»55Ti*a.  Fr.  lac.  T.  Il 
nono  grado  sì  è  scordameoto,  E  del  mal 
fatto  non  curare. 

SCORDANTE.  /?(JCorrfa/)/e.  Lai.  di- 
screpans.  Gr.  a'ffUjUyuvo;.  G.  /'.  8.  101. 
5-  Ivi ,  sansa  nullo  scordante  ,  elessero  a 
Re  de*  Romani  Arrigo  conte  dì  Luzim- 
borgo.  Cuid.  G.  Per  la  maggior  parte  si 
sono  trovali  in  concordia,  e  in  poche  cose 
sono  trovali  scordanti  .  Stor.  Pist.  i58. 
Li  trentacinque  furono  scordanti. 

SCORDANZA  .  V,  A.  Discordanza  , 
Diversità  rf"*  opinione,  Lat.  discrepantia  , 
dissensio.  Gr.  (Jiaywvt'a.  Fr.  lac.  Ccss. 
Quando  tra  i  cavalieri  nasce  scordanza  di 
voloniade,  rade  volte  se  n'  aspetta  vittoria 
della  battaglia. 

t  5^  §.  Scordanza,  e  anche  term.  gram- 
maticale ,  ma  pochissimo  mato  ,  e  vale 
Sconcordanza  -  A'/.  Pgzz.  rim.  buri.  3. 
33i.  E  lasciate  ire  oramai  le  scordanze 
Che  fa  la  lingua  nostra  ne'  plurali.  Che 
soQ  piuttosto  regole,  che  usanze,  (f') 

SCORDARE.  Tor  la  consonanza;  con- 
trario d'Accordarej  e  si  dice  di  strumenti 
di  corde,  e  simili,  Lat.  discordem  redde- 
re.  Gr.  «cw/JL^oavov  TTOtsIv.  Ft ,  lac.  T. 
4.  6.  t>.  Bello  fu  lo  stormento  ;  Non  l'a- 
vesse scordato, 

§.  I.  In  signific.  neutr.  assol.  vale  Dis- 
sonare ,  Non  accordare  ^  come  :  Il  liuto 
scorda  col  violino  .  Lat.  discordare  .  Gr. 
OiaywViTv.  ^  Fr.  Giord.  Pred.  39.  In 
qaella  vita  beata  di  paradiso  se  ci  avesse 
pur  uno  peccato,  pur  uno,  tutta  quella 
corle,  tutta  quella  celerà  scorderebbe.  (CP) 
^  g.  II.  Talora  si  usa  anche  in  si- 
gnific. neutr.  pass,  nello  stesso  tignificnto, 
Corsin.  Torracch.  i.  5l.  S' odon  di  qua, 
di  là  singultì  e  pianti ,  Si  sgonfiano  e  si 
scordan  gli  strumenti  ;  Circa  il  fuggir  , 
beato  chi  è  più  innanli  ,  ec.    (£) 

*§.  III.  EJìguratam.  Fr,  Giord.  20. 
In  questo  s'accurdaro  tutti  i  filosofi  e  tulli 
i  santi;  ma  in  questo  si  scordato,  che  ec. 
f'it.  S.  Gir.  ;o.  La  sua  santa  vita  non 
si  scorda  dalla  loro.  (FJ 

*  g,  IV.  Scordare,  vale  anche  Discor- 
dare.  Esser  di  diverso  parere.  Sen.  Pist. 
QQ.  r  mi  scordo  anche  da  lui  in  quel 
eh'  e'  disse,  che  i  savii  trovaro  il  ferro 
ec.  (TC) 

g.  V.  In  signific.  neutr.  pass,  vale 
Dimenticarsi  .  Lat  oblivisci .  Gr.  olfiVYi- 
/JLOVcWEiv  .  ^  Ar,  Fur.  27.  137.  Che  il 
nome  suo  non  mi  s'  è  mai  scordato.  (C) 
Morg.  24"  86.  Uo'  altra  cosa  fa*,  che  non 
ti  scordi.  Che  con  Gan  nulla  non  ne  ra- 
giooaut .  Capr.  Boi'.  2.  3l     0  cb' ei  te 


SCO 


109; 


lo  scordasse  ,  0  che  non  sìa  lecito  parlar 
delle  cose  di  là  a  chi  vi  è  stato  .  Gal. 
Sist.  406.  Intanto  ,  pfr  non  me  lo  scor- 
dare, voglio  dirvi  certo  particolare. 

«SCOP.DATISSIMO.  Superi,  di  Scor- 
dato. Baldìn.  Dee.  VÌTeva  scordatissìmo 
de'  proprii  loieresii  e  facullà.  (A) 

SCORDATO.  Add.  da  Scordare.  Lat. 
oblitus  ,  imnumor  .  Fir.  As.  1 4o.  Non 
iscordatosi  Zoffiro  del  regale  comanda- 
mento, presele  nel  grembo  della  >.pirant« 
aura  ec,  le  pose  a  pie  del  bellissimo  pa- 
lagio . 

§.  L  Scordato,  contrario  d'Accordato. 
Che  scorda.  Lat.  dissonus,  Gr.  kou/jlow- 
voi  ■  Cas.  lett.  78-  Come  un  istrumcniu 
scordalo  non  si  può  usare  ad  alcuna  mu 
sica,   così  gli  animi  impetuosi  ec* 

1 5ì^  g.  II.  Scordato,  e  anche  term.  della 
pittura,  t  della  scultura,  e  vale  Che  non 
ha  accordo,  Benv.  Celi.  Vit.  3.  317.  Av- 
viene che  molle  volte  Io  scultore  manco 
amorevole  a  tale  arte  si  contenta  d'  una 
bella  veduta  ,  ìnsino  in  dua,  e  per  non 
durare  fatica  di  limare  di  quella  bella 
parie,  e  porlo  in  su  quelle  sei  non  tanto 
belle,  gli  vien  fatto  motto  scordata  la  sua 
statua.  (A) 

SCORDEO.  Lat.  scordiitm.  Gr.  a/.op- 
ot'ov.  Ricett.  Fior.  64-  Lo  scordeo  è  un' 
eiba  che  ha  la  foglia  simile  a  quella  del- 
la querciuola,  ma  maggiore,  e  dod  tanto 
inlaglìata,  con  un  poco  di  lanuggine  ,  ed 
ha  odore  di  aglio  ,  e  sapore  amaro  ed 
astringente,  e  i  fusti  quadri,  sopra  i  quali 
nasce  il  fiore  rossigno  ,  e  uasce  negli  ac- 
quitrini de'  monti. 

t  SCORDEVOLE.  Add,  Che  si  scorda 
facilmente  ,  Dimentichevoie  .  Lat.  imme- 
mor,  obliviosus.  Gr.  oifivr}'fj.ùìv .  ^  Segn. 
Etic.lib.g.cap.  7.  La  più  parte  fd^^/i  uomi- 
ni^ è  scordevole  de*  benefiziì ,  e  piuttosto 
desidera  d*  essere  beneficata  che  dì  fare 
benefizio  ad  allri.  (CP) 

V  g,  I.  Scordevole ,  si  dice  anche  de- 
gli affetti  dell'  animo.  «  Fir.  Lett,  donn. 
Prat.  333.  Mostrano  di  tenere  tanto  conio 
di  questo  infelice  mio  libretto ,  eh'  elle 
mi  minacciano  d*  ono  non  iscordevole  o- 
dio,  perchè  io  non  ce  le  bo  inserite  den- 
tro n  .  (C) 

5  g.  li.  Per  Discorde.  Lat.  discors.  Gr. 
cLii\jp.f(avoi  J'aler.  Mass,  Egli  aveva 
intanto  pacificati  gli  scordevoli  tencioua- 
menti . 

SCORDIA.  r.  A.  Discordia,  Lat.  di- 
scordia. Gr.  Jiaywvt'a.  Liv.  M.  In- 
tra i  padri  e  *1  popol  minuto  fu  grande 
scordia  . 

SCORDO.  V.  A.  Discordia.  Lai.  dis- 
stdium  .  Gr.  ^i^oOTast'a.  31.  V.  i.  76. 
E  i  Sanesi  non  fossono  cagione  di  questo 
scordo  . 

SCOREGGIA.  Striscia  di  cuoio,  o  si- 
mile, colla  quale  si  percuote  altrui.  Lai. 
scutica.  Gr.  ar.VTKXri.  Frane.  Sacch.  nov. 
80.  Passando  uno,  che  era  vestito  mezzo 
bianco  e  mezzo  neio  tutto  da  capo  infitto 
a  piede,  eziandio  scoreggia  e  scarpelt« 
(qui  vale  Striscia  da  legare  t  vestimenti, 
o  simili),  Tac,  Dav.  Pei d.  elcq.  414. 
Fugga  le  buffonerie  da  scoreggia,  le  clau- 
sule  tulle  a  un  modo  (  il  testo  lat.  ha 
foedam    et  insulsam  scurrilitatem  ). 

*  SCOREGGIALE  .  F.  A,  Cintola  , 
Salvia.  Tane.  Buon.  i.  1.  Scheggiale  -• 
cintura  femminile  j  cintola  ,  credo  io  ,  di 
cuoio  ,   quasi   scoreggiale.   (B) 

SCOREGGIARE.  Percuotere  colta  sco- 
reggia. Lai.  scutica  ccedere.  Gr.  czvTaiij 
TrXriTTEtv.  Morg.  II.  109.  E  farlo  tanto 
a  Gano  scoreggiare.  Che  sìa  segnalo  dal 
capo  a'  talloni  .  Alleg.  i5.  Quel  bastar- 
dello  impiccatuzzo  dì  Cupido  m'  ha  dì 
maniera  scoreggiato  il  cervello,  eh' e' m' 
ha  ,  non  so  in  che  modo ,  fatto  mettere 
l38 


JOj"?  SCO 

ODI  IO.  f"ol.  io  MMona  (  iu,  ptr  mt- 

SCOREGGUTA  .  Colpo  d,  scortW": 
I,.t.  iculico!  iclu:  Gr.  «UT«Xr,5  Itiiyl 
But.  /nj.  l8.  I.  A.hi  COR..  f«""  lof  1'- 
«rlebecxe,  ciò.  le  gami...-"""; 
quelli  peccatori  con  le  ^cor-gg'»"' Y"  I 
i»«/,.no.v  195-  Il ■•)'"><>''•«  ""  ""t^'"^' 
voi  e,  che  mi  facciale  dare  coquaola  o  ha- 
clonale  ,  o  .corcggiale.  C..»<.  t-/..  4'^, 
Ma  troppo  gii  d.  lor  noi  v.  6dale  ,  Che 
tulli  son   huSm  da   .coreggiate 

CDdo  .1  vetturale  in    sulla    su,,    .nula      e 
tenendo  il  fr-no  dill'  una    mano  ,  e  dal 
•lira  mano  la  scoreggiata,  >'g'">"68>"'  ' 
con  lecoscie,  e  con  le  man.,    «  fa««U 
andare  in  un  forte  amb.o. 

•t  *  SCOREGGIATO.  Su.:  Coregg,'lo 
da  balUrc.  Sah.n.  Tane.  '""<'""■'*" 
rc-smlo,  o  <ore.g.»(».  stru.nenlo  da  bai- 
uJergraoo  disteso  sull"  a.a  .  dello  ec. 
d"la  coreggi,.  n,ol,.le  altaccaU  alla  por- 
tica,  che  Ta  in  volta    (.1) 

SCORGERE.  l'à,rc.    /J.!«rner^.  La  . 
crxer.,  w./.«,  fcrspicrre.  Gr.  ^c^^oc-j.'-  , 
Vani.  „./.   6.    Quando  e.  scorse  Cerbero 
il  eran  vermo.  Le  bocche  aperse.   C   .4. 
Co!a  non  fu  dagli  .a- occh.  scoria  Nota- 

lille.  E  33.  Ed  .0  scors.  Per  quattro  v.s.  1 


SCO 


Il  mio  aspetto  Slesso.  •«''"■"'"•''.' „\.^ 
E  simiLninle  avea  scorto  Al"'"'»'»"; 
ter  ve.r.10  de-  panni  di  Scannad.o.  Peir 
son  Tòì-  Suh.lo  scors.il  buon  g.ud.c.o 
(nUroFralanlicslbeivolliilpiuper.etlo 

File.    S.cch.    ««..    78.    Esl'  "'  "J" 
tempo,  che  noi  non  lo  poteo..no  «"rgere  • 

(5  1  6Vorgeef,  per  <;....'■<",  -I^.lr^re 
acan.m.nc.W  le  <cor,a.l.A.  .lucere 
deductrc,  ducem  .<e  prahcr..  prac'-e.  Gr. 
,  "  .  '  „,„,  i„r  «  Tu  qui  rimarrai. 
Che  gli  hai  scorta  si  buia  contrada.  /. 
P°r"  21.  Chiv-  ha  per  la  sua  scala 
/'«r„.    .il.   ^  <         .     Quella  che 

tanto  scortei    Peir.  son.   2;J    v 
g,a  co- begli  occhi  mi  scorse.  Ed  or  con- 

ven  che  col  pensier    la    segua.    A.    SoH-. 
Ouella  m,  scorge,  onde  bene    imparo,    h  \ 

E  preidiin  grado  '  ""B-"" '''"'^ '' f  "  " 
26.  Alcuno  baleno  mi  scorgeva  onoslret-  j 

to  sentiero.  (C)  .,,.;„. 

•t  :?  S-  "•  Scorgere,  m  senso  assolu- 
to per  Maurare.  Manifestare  Ch.al.r^ 
cLrr.  Gol.  2,  tì.  Voi,  lodati  6n  qui  U 
nobil  fede,  Non  vi  macchiate  d.    novello 

errore  ;QÙ's<i  <>•'"•  »"°  ?■=  "  .""'«V  n 
voi  Vin«r  dovete  con  gl'imperi  suoi. r^/^ 
Iv  F.a.  I,  128.  Eolo  a  rincontro:  a 
te  regina,  disse,  Con.iensi  che  tu  scorga 
i  ,uoi^e;iri.  Ed  a  me  ch'io    gli    adem- 

*"'p  '^Ml''  Per   Guidare  altrui  con  sinr- 

re  G  r.ìX^  iàoniuo^»>  USCI,  poi 
gli  scoconó  e  eondussono  per  la  Lom- 
bardia a  Bob.gna.  K  cap.  2^  1  «a 
F.orentini  furono  scorti  e  accompagnai, 
insino  a  Montegu.irch..  M  I  .  i-  "O?- 
Sicurava  i  comperalori,  e  f"""»»  «"• 
-ere  lealmente,  per  dare  corso  .Ila  sua 
Lrcal.mna.  5<»c.  P,rr62.Lofece.co. 
g„e  fuori  di  Lucca  sano  e  salvo  con  tolta 

"l'Ti'y'.  P'r  Condurre.  Essere  enpltn. 
nato    Ta„.  Ger.  t;.  22.V,  S,f»cc\e  p,.- 

s.  V  .Scor«r,  la  voce,  '■ale  DUtin- 
gue,U.  Conoscerla.  Ira^feriU  l  opera„on 
dell-  occhio  air  orecchio,  f  "'"«..'''''V 
„„  talora  Sentire  in  cambio  ./.  f  edere 
Lai.  rf...e"..re.  Or.  *.«xp.vl...  Bocc. 
no...  26.  16.  Senta  favillare  in  gui... 
<b<  iscorg.r  s.  potessi  la  voto. 


»  g.  VI,  Scorgere,  parlandoti  di  pule- 
dri, 0  simili,  l'ale  Ammaestrare.  Domare. 
Frane.  Sacch.  no...  l55.  Se  torcete  un  pol- 
iracchiello,  in  che  spendiate  otto  in  diec.Bo- 
rini  raddoppierele  i  danari  in  meno  d  no 
anno,  perocché  i  vostri  pari  gli  scorgono  be- 
ne, che  tulio  di  II  menano  in  qua  e  .n  la,  e 
poi  riescono  i  migliori  cavalli,  e  .  più  51 
curi  che  li  scorgano,  fi  app'O.o.-  Gliene 
fu  menalo  uno,  ch'era  d'Ormann-eco  del 
Bianco  Deli,  il  quale  sempre  il  dilettava 
di  scorgere  puledri,  fi  ) 

§.  VII.  F.irsi  scorgere  ««  balordo,  0 
per  balordo,  isn.'rante.  tristo,  e  simili, 
vale  farsi  conoscrr  per  tale.  Lai.  se 
improhum  etc.  osleadere  .  praeseferre 
suamlmpro'dlalem  Gr  xa/t'«vejyaiv!cv. 
Morp.  19  95  Margone  gli  faceva  oo 
viso  arcigno,  Dicendo  :  tu  fai  scorgerti 
un  briccone.  Lih  S.n  121.  Per  farli  he- 
ne  scorgere  un  arloKo. 

€  Vili.  F'rsi  scorgere,  assolutam., 
vale  Farsi  burlare,  o  beffare.  Lai.  se 
irnd,nlun,  praebere,  spectaciilo  "«./"■ 
Imlan,  feri.  Gr.  p.Z°'Ol  ■/iicl^'^'-  Toc. 
D,v.  Ano.  l3.  I<i5.  Per  non  farsi  Ira 
que'  forestieri  scorgere,  la  rimisero  nelli 
statichi,  e  ne'  loro  conducenti  (  il  testo 
lat.  ha  ne  diulius  cilernis  speclacolo  es- 
set)  Fir.  Tnn.  3.  5.  Vuo'  tu  ch'i  m. 
faccia  scorgere  sec"  ? 

*  SCORGIMENTO.  »i<C"-(iime#.ei>. 
B/llin.  Disc.  II  Del  suo  grossolano  scor- 
gimento rimproverandolo,  t  }fin} 

t  SCORGITORE,   l'erbai,  masc.  Che. 
0   Chi  scorge.  Lat.  spectator.  Gr   f  f  Of»;; 
*  Sega.  Elie.  lib.  3    cap.  l^    commi.  L 
inlelletlo  ora  le  mostra  ^n//a    volontà)   .1 
vero  bene,  ed  ora  il  bene  apparenle,    se-  | 
condo  eh'  egli  i?  o  mediante  le  aiioni  vi-   , 
liose  corrotto,  o  mediante  1  buoni  costa- 
mi    fatto  dalla   virtù   morale     prrf.tlo  ,     e 
scorgitore  di    quello  che    veramente    sia  . 
bene,  (CP) 

g.  p,r  Guida.  Lai.  Alt,  Gr.  nys/JMV  | 
lini.  Purg.  33.  2.  Lo  quale  va  d.nanti 
a  geote  per  iscorta,  ci„ù  per  guidatore 
della  genie,  e  scorgitore  della  via.  E 
P.ir.  Il,  1.  Fussono  alla  della  sposa  gui- 
datori e  tcorgilori  per  1' una  e  per  1' al- 
j  tra   via  virtuosa  in  P.radiso. 

SCORIA.   Materia  che    si    separa    da 
melala   nelle  /ornaci  quando  si  fondono, 
e  che  Insieme  con  es<0  loro  scorre  fuori 
di  esse;  e  si  dice    nache    Scoria   Quella 
'  matteria  che  «  separa  dal  ferro  gin  fon- 
liuto  ne- forni  allorché  si  ribo'le  nelle  fu-^ 
Cine;  e  C"   altro  nome  comunemente    s 
appella  Rosticci.  Lat.  scoria,    recremen- 
liim.  Gr    5<w5ia.  Fr.  lac.  T.   2.  2.  ^8. 
E  sia  spoglialo  d'  ogni  mala   scoria.    Pi- 
ceti    Fior.    63      La    scoria     do'  metalli  , 
chiamata  da'  Latini  rccrrmenro,     i^    diffe- 
rente dalla  scaglia  detta  di  sopra,    impe-  , 
rocchi:  si  chiama  scoria  quello  che  si  separa 
d  .1  niellilo,  quando  nello  fornaci  si  e  col- 
lo insieme  eolla  sua   vena,    e  poi  si  fonde 
io  allro  vaso,  e  quello    che    si  trae  fuori 
quando  i:  cosi  fuso. 

SCOBNACCUIAMENTO.  Lo  scornac- 
chiare. „       ,        ,, 

SCORNACCHIARE  .  Scorbacchiare  - 
Lai.  iraducere.  ir.idere.Gr.-xxpaiayua- 

TiSriv.  vU\ixi.:n. 

t  SCORNACCHIATA  ,  Scornacchia- 
mento.  Benv.  Celi.  fit.  I.  Io3,  Ancora 
multava  di  fare  quella  .cornacchi.li. 

SCORNACCHIATO.  Add.  da  Acor- 
nocchiare.  Sc.rbaich.ato  .  Lai.  irrir.,,. 
derisus.  Gr.  irafaOc.r.u.T.dìci;.  x>«»«- 

oìtii.  ìa'ch  Ercol.  54  Q"'^-'"  <•'"'- 
chessia  ha  vinlo  la  pruov.,  noe  sgarato 
nn  allro  .  e  fattolo  rimanere  o  eon  dan- 
no ,  o  con  vergogna  ,  dicono  .  F.ren- 
le  :  il  HU  •  rimaio  iconlilo,  o  icornie 
cbiato. 


SCO 

SCORNARE.   In  att.  tignlfie    Romper 
l,  eorna.  Lat.  c«r«i.«  Iruncare.  mutdart.  ^ 

Gr.   à.eift.-.ot    3».iTv. 

e     1.    Per  metaj.   Svergognare,    SbeJ/a- 
re    Lai.   /u*'.rio  habere  .     Gr     tuTtO-poi- 
ve'y  Tivi.  Lib.   Moti.  La  brigala   11  puoK 
insieme,  per  farlo  scornare,  di  non  allea- 
Jjre     •    sue  parole,  e    di    non     riderne  , 
come  solcano.   Frane.    Sacch      <>p.    div- 
'   122    La  matrigna,  vedendo  molti  che      1 
veniano  a  velare  per  la  sua  scien.ia.  gli 
parca  essere  .cornata     per  le    parole    che 
Si  Ini  avea  delle.     E    nov.     187.     Messe, 
Dolcibene,  un  buon  pexio  dicendo  que  la 
novella  per  la  terra,  scornava  f»"' "•'»- 
,„.   M.nz    .at.   1.    Quel     che    vi    sembra 
Idoraaion  viscorna,  Evifanell.propna 

infjntii   noli.  . 

e  II.  In  iignific.  neulr.  pass,  vale 
Prendere,  o  Ricever  verecgna^  I-»l-  P»" 
dere,  pudore  ajfci.  Gr.  «.ot.arai,  xar«- 
LLLx,  Peir.  son  48-  S.ccl.e  aven- 
do  le  reti  indarno  tese.  Il  m.«  duro  av- 
versarlo  se  ne  scorni.  Frane.  Sacch.  nov^ 
143,  Si  .cornò  in  forma,  che  «mpr»  la 
i?mico  di  chi  gliele  di.se,  E  n»^  >8'l^ 
I  contadini  si  cominciano  a  scoraaie  e 
dolere,  dicendo:  ee.  „    i  -, 

SCORNATO,   Add.  di   Scornare.  L>t. 
eornibu,  mulilus.   Gr.     «, !/=«"«■    '^'J^- 
Calv.  2    il.  Dicendo:   Macomello    pale-     . 
rino  ec.  O  e.n  malfosso.  beccacelo   .«or- 
nalo. To  se'cagi.n  che    il  Po.er    m    b. 

la.cialo.  i.»     T  «f 

8     Per    l,hr(f^lo  ,    Svergognato.    Lat, 

ludibrio  haMus  Gr  X^e"'''?»'-  ^^T ' 
/„/  IO  Tal  mi  fec'  io.  qua'  .on  e^or 
che  sùnno.  Per  non  inteuder  co  eh  e 
lor  risposto.  Quasi  scornati,  .  risponder 
non  .anno  Rocc  nov.  32,  23,  D>.  '»' 
qua.i  scornali,  grandU.ima  v.llama  dusero 
alla  donna  E  nov.  6\-  9  Tofano,  uden- 
do costei,  si  tenne  scornato,  G.  »  .  ;•  I»- 
2  Toruaronsi  tristi  e  scornali  a  Prato. 
Pass.  23l,  Rimase  costui  confuso  e  .cor- 
I  nalo.  l'orcA.  I>c.l.  -^  Q""''"  '"■■ccbe.- 
I  sia  ha  vinti  la  prucva,  cioè  sg.ralo  on 
altro,  e  fattolo  rimanere  o  eoo  danno,  o 
con  vergogna,  dicono  a  Fireoae:  il  tale  e 
rimaso  belfato  ,  scornato  ,    o  seornaccbia. 

°'+  *  SCORNATORA  -  Lo  scormarr  . 
Hollnra  delle  corni.  C.r.  Long.  Sof.  9. 
Due  becchi  ee.  prima  alle  cornale  ,  e  di 
poi  agli  urli  venendo,  nell'  ultimo  cono 
.1  tempestosamente  si  scontrar..,  che  .11 
uno  di  «si  un  corno  si  svelse  ;  per  che 
ec.  Dafni  della  seornalura  dell' uno  cruc 
ciato  ,  e  della  traeolanaa  dell'  altro  mal 
jofTerente,  ee.  (H) 

SCORNEGGIARE  Tirile  per  late  una 
cornalella  ,  scolendo  il  Capo  L.t_  fornn 
pelere.  Gr  XJS«Tl'Jtl»  *  Esop.  Fav.  I  . 
Rice  28.  Lo  hue  con  le  coro,  lo  fcor- 
neggiava  I  il  lione  )  .  lo  oioolone  gli  .. 
cìtlava  addosso.  (Ci 

#  SCORNICIAMENTO.  Lai-ore  di  cor- 
nice, e  la  Cornice  si  Si>  »'»<.  Op  FU. 
5.  ItiO  Di  largherà  e  lungh,.«  t.nto 
minore  d,  qoel  di  sotto;  quanto  era  1  .g- 
•  elio  e  sc.roiciamenlo.  dove  posavano  le 
delle  figure  fO  .Bahlin.  ì'oc.  D.s.  la 
OREFICERI'A  .  E  s..rla  un  altra  bella 
in.eniione  di  lavoro  ,  che  chiamano  di  fi- 
lo di  grana,  irol  quale  si  fanno  ee.  orna- 
menti di  spere  e  di  c.s.elte  .  che  paiono 
quelli  seoniieiamenti  lavorìi.  »  punU  d 
ac...  eon  .nimali  e  fiori,  ec.  (Bj 

SCORNICIARE,  ^'.ir  rornic*,  Ttn». 
di  ArehiletUira  .  Lai.  coronas  struera  . 
Gr.  «risa»  ;i>c»rì»  ^„     .     e 

*  Si  ORNICIATO  ,  Add.  da  Scorni- 
ciare. Bocc.  Com.  Inf  Nelle  .1.11.  e  ne 
cell.cri  fare  mangiatoie  intaniate,  .  sedili 
icornici.li ,  f  A) 

'■  J  SCORNO      Vergogna  .  Ignominia. 


5  e  0 

Lat.  ignominia,  oppr^-hritim.  Gr.  ari/it'o, 
s^(«X'''*"l>  tfV*tJoi.  Bocc.  g,  5./.  3  COD 
prooU  risposta  o  avveJiaìeoto  fuggi  per- 
dila ,  pericolo  o  seuroo  .  E  n^v.  Dì-  3* 
Come  la  malizia  d'  uuu  il  seano  soper- 
cbiuae  d*  un  altro ,  cuti  gr^^e  daooo  e 
scoroo  del  soperchiato  .  Fetr,  son.  i68> 
Pieo  di  vergogna  e  di  amurotu  scoruo  . 
DnnU  Purg.  IO.  Ch<?  ooQ  pur  Policreto, 
Ma  la  natura  gli  avereblie  >coroo  v  l'arih, 
Err.  Gio^'.  5l  Move  i-  da  uoljre  <[uaDdo 
il  GiuTÌo  accresci;  e  si  distende  ia  tu  *)Uc- 
kU  cosa,  biatinijudo  gli  Oratori,  i  ijuaU 
Dun  v'avejoo  colpa,  e  non  diceado  oulla 
dello  scoruo  che  leciooo  loro  a  fargli  cer- 
care contro  "gai  UiJoaa.  (C) 

#  §.  I.  J-^tit  1  scarno  una  cosa,  vale 
Averla  in  odio.  Recn>  scU  ad  o^ta.  -  J  ine. 
Man.  rini.  So  Oh  f-'lici  animai,  ch'avete 
1  scorno  La  chureaa  del  giorno  ,  Ecco 
OQ  cuQipagiio  fido.  Che  auu  prima  di  vui 
lucia  il  suo  nido  «.  (C) 

Xe  §.  ti.  ^J  dice  che  u'ta  cosa  porterebbe 
scoC'to  ad  un' altra,  allorché  la  Supera  Ji  hel- 
lesia,  bontà,  o  iimiU.  Hed.  Ins.  20-  Hanno 
lo  stesso  colore,  anxi  più  vivo,  e  coiì  rosso, 
che  porterebbe  scorno  al  cinabro.  (C) 

SCORONARE  .  Tacitare  gli  a'beri  a 
corona,  Lat  antfìuiiire,  Gr.  cctoxo'ttsu. 
SCORPACCIATA  Corpacciata.  SaUnn. 
Pros.  Tose.  \.  5i3.  QuesU  è  Una  mate- 
ria pe*  toiei  denti,  se  ci  fossero,  sebbene 
Doo  ce  o*  è  bisogno  ,  e  se  ne  può  fare 
una  scorpacciata . 

SCORPARE.  Mangiar  bene,  e  assai. 
Lat.  cibit  se  ingitrgitire.  Gr.  yxsrp'^stv 
Varch.  Ercol,  65.  Con  lutto  che  i  fur- 
fanti nou  siano  troppo  usi  a  sguazzare,  e 
tiare  co'  pie  pari  »  il  che  si  chiama  scol- 
pare, e  stare  a  panciolle 

SCOPPIO,  r.  SCORPIONE. 
SCORPiONCINO.  Dtm.  di  Scorpione. 
Lat.  scorpiotus  .  Gr.  a/op:r;'^iov  .  Red. 
ins.  47-  Partorì,  non  undici  scorploncini 
ec.,  ma  bensì  trentotto,  benissimo  forma- 
ti, e  di  colore  bianco  lattato.  E  48-  Non 
Tì  ho  mai  trovato  altro,  che  quella  bianca 
filza  (Il  scorpioncini ,  tulli  quasi  di  ugual 
grandetta  . 

t  SCORPIONE.  fSCORPIO  Insetto  ve- 
lenoso simile  a  uà  piccolo  gambero,  che  ha 
otto  occhi  ,  otto  piedi  ,  due  bocche  ,  e  la 
coda  articolata  ;  detto  altrimenti  Scarpione. 
h»l.  scorpio  ,  scorpius  .  Gr.  9/op:rto;  . 
Dani.  In/,  f] .  Cb' a  guisa  di  scorpiun  la 
pnoU  armava  .  Mtesiruzz.  2.  20-  Ecco  , 
■o  vi  bo  dato  pode.<ti^  di  calcare  i  serpenti 
e  gli  scorpioni  ,  e  sopra  ogni  virtù  del 
nimico,  e  ninna  cosa  vi  nocera.  Vit.  SS. 
Pad  \.  123  Da  podestà,  secoadocbè  dice 
il  Vangelìo,  di  calcare  sopra  i  s-erpenli  e 
scorpioni.  Jlam.  Colt.  5.  x35.  Il  frigido 
scorpioo,  r  audace  serpe. 

§.  1.  Per  Uno  ile'  dodici  segni  del  Zo- 
diaco. Lai.  scorpius.  Gr.  SMpiZtOi-  Dani. 
Purg.  25.  Che  '1  Sole  avea  lo  cerchio  dì 
merigge  Lasciato  al  Tauro,  e  la  notte  allo 
Scorpìo.  G.  /'.  12-  Il3.  5.  Il  suo  ascen- 
dente pare  che  fosse  il  segno  dello  Scor- 
pione. Alam.  Colt,  3-  62.  Indi  che  il  Sol 
la  vencnata  coda  Tocca  dello  Scorpioo  > 
già  trova  posa  II  bollente  vapor. 

§.  II.  Scorpione,  e  anche  Una  sorti  di 
pesce  di  mare.  Rei.  Oss.  on.  176.  Tutte 
le  sorte  de*  cani  mariai,  Io  scoipiooe  mag- 
giore, il  gbiotzo  d'acqua  dolce,  ed  altri. 
Mofg.  i4-  6f>.  Lo  scorpìo  colle  punte 
aipre  e  villane,  Ltgosla  e  soglia,  orata  e 
ttorìone . 

S-  HI,  Scorpione  marmo,  è  anche  Una 
torta  <t  insetto  di  mare.  Red.  Ins.  i54- 
Tra*  congiugo  ime  oli  dell*  arm,adara  d'una 
locusta  di  mare  trovai  appiattato  un  altro 
insetto .  che  scorpioo  marino  dtoesi  dal 
volgo  de' pescatori. 

"^  %•  IV.   Scorpione.    Term.  de*  Mtlit. 


SCO 

Strumento  antico  miliUire,  cosi  detto  d  ti 
sottili  e  mortiferi  quadrelli  che  scagliava. 
f^efez.  pag.  167.  (  Fir.  |8l5  ).  Gli  scor- 
pioni sono  detti  quegli  che  mauubalestri 
sono  uggì  cbÌJinali.  e  però  così  nominati 
perchè  per  ^li  suoi  sottili  quadrelli  agli 
uomini  danno  la  morte  (lij  Scgr.  Fior. 
Art.  gnerr.  7.  i6j.  Gli  strumenti  co* 
quali  ^li  aulicbi  dil'eotlevan^)  le  terre, 
erano  molli  ,  rome  bj|u(e  ,  onagri  ,  scor- 
pioni .    arcubalisle  ,   fusliUali.  (Nj 

SCORPORARE.  Cavar  dal  corpo,  o 
dalli  massa  della  ru^^ione,  dell* eredita,  o 
simili.  Lat-  s'rteni  inimimiere  Gr  Oa- 
v£i9v  s'/arToJv.  Cton.  Morell.  261.  Con- 
siderato cbe  di  necessità  e' s*  hanno  a  scor- 
porare pe' bisogni  sopraddetti.  Tac.  Otw. 
A'in.  3.  77.  Giieo  Leutulo  avverti,  cbe 
per  es&er  Sitano  nato  d*  altra  madre,  i 
beni  iiiJterui  si  s<  orporassero  pel  6gliuo- 
lo  (il  testo  lat.  h.i  sepjfanda  materna 
bona)-  Jioriih.  Vesc.  Fior.  .^07.  Col  tem- 
po entrand'.i  Ìl  pubblico  ne*  beni  de*  cac* 
ciati,  molli  con  questo  titolo  gli  scorpo- 
rarono. 

*  SCORPORAZIONE.  Contrario  d' 
Incorporazione.  Baml.  ant.  Chi  in  detti 
casi  sarà  giudice  di  tali  confiscazioni  ed 
incorporazioni  ,  e  delle  scorporazìoni  per 
tali  conti  da   farsene?  (A) 

SCORPORO  Suit.  Lo  scorporare.  Lai. 
sortts  imnii'itttio.  Gr.  Ostvjiou  tAocr-rw^t^. 
M.ilm.  1.  67.  Bramar  dice  una  grazia,  e 
cbe  in  essa  Non  si  tratta  di  scorporo  di 
borsa  (qui  per  similtt.  ,  e  vale:  non  si 
tratta  di  spendere  ). 

*  SCORRAZZAMENTO.  Lo  Scorraz- 
zare. Salvia.  Cas.  ^5.  L'  orazione  licen- 
zia il  convito,  quindi  uno  sì  parte  non  in 
brrgate,  di  ferimenti  ,  e  d*  uccisioni ,  ne 
in  classi  di  scorrazzamenti,  E  171.  Ciò 
cbe  gli  uomini  fan  desio,  paura,  Ira,  pia- 
cer, gioie,  scorrazzamenti,  Tutto  è  farra- 
gin  del  libretto  nostro     (N) 

SCORRAZZANTE,  Che  scorrazza.  Lat. 
Cursaas,  va-^ns.  Gr.  avaTpi'x"'»  TtÀa'vo?. 
Tac.  Dav.  A'in.  1 5.  17^.  Esortò  i  sol- 
dati a  snidiar  con  preda  e  gloria  quel 
nimico  scorrazzante  ,  che  non  vuol  balta- 
glia,  ne  pace.  E  i5.  206.  Cosi  sparpagliò 
le  forze,  che  unite  avrien  sostenuto  me- 
glio il  nimico  scorrazzante. 

SCORRAZZARE.  Correre  in  qua  e'n 
là  interrottamente  ,  e  talora  per  giuoco. 
Lat.  cursare.  Gr.  KVXrpz'x^^v.  Tac.  Dav. 
Ann.  i.'>..2l8-  Dìssesi  che  venne  pensiero 
a  Subiio  d*  assalirlo  quando  canlava  in 
sulla  scena,  o  quando,  ardendo  la  sua  ca- 
sa,  la  notte  scorrazzava  qua  e  là  senza 
guardia.  AlUg.  1  16,  Argomento  è  di  ciò, 
che  la  canaglia  Ne' palaui  de' più  grandi 
ìl  cortile  Come  suo  gode,  scorrazza  e  tra- 
vaglia. ^  Salvin.  O"'.  f.  529.  Scorrazaa- 
van  con  piedi  ammaestrati.  (Min) 

§.  Per  Far  correrie,  o  scorrerìe.  Scor- 
rere, Depredare.  Lat.  depraedari ,  depo- 
putari.  Gr.  xara^uià-ii  ,  lapu^af/w/al». 
Tac.  Dìv.  Star.  3.  3i4>  Arse  1"  armata  , 
e  scorrazzava  tulio  quel  mare  (il  testo 
lat.  ha    vacuo  mari  eludens  )  . 

*  SGORREGGERE.  Contrario  di  Cor- 
reggere. Sali-.  Avveri,  i.  i.  11.  Allri 
luoghi  simili  nella  medesima  opera  (  del 
Decamerone)  sono  slati  corretti,  per  non 
dire  scorretti.  (V)  Car.  Rett.  Aiist.  i. 
l5.  Cleofonte  contro  Critia  citò  alcuni 
versi  d'un' elegia  di  Solonc,  per  mostrar 
cbe  il  suo  casato  era  anticamente  slato 
scorretto.  (TC) 

^  §.  Scorreggere,  vale  anche  Rendere 
licentioso  ,  scorretto ,  sregolato.  Frane. 
Sacch,  rim.  Perocché  lo  rettor  sostiene  e 
regge,  E  lo  ratlore  rapisce  e  scorregge.  (A) 

SCORRENTE.  Che  scorre.  Labile.  Lat. 
fJuens.  Gr.  pi'wv.  Coli,  SS.  Pad.  Perla 
scoiTente   possanza    dell'  arbitrio.    E  ap~ 


SCO 


»099 


presse:  Quando  per  sollecito  ingegno  fis 
turala  la  fonte  e  le  scorrenti  vene.  Cr.  S, 

1.  16.  Se  t'  accorgerai  cbe  la  corteccia  si 
magagni  per  gli  umori  indigenti  e  scorren- 
ti, leoderà'la  in  certi  luoghi  dall' alttz&a 
del  ptrdalr  io6oo  al  basso  ,  acciocchì:  la 
putrescenza   M-oga  meno. 

^  %■  Lingua  scorrente,  vale  Lingua 
Jactle  a  tia<correie  in  C'ilive  parole.  Fr, 
Ine.  Cess.  3.  7.  no.  R.  Suole  esaere  la 
lingua  scorrente.  (C} 

SCORRENZA.  Flusso.  LaU  ahijluxus. 
Gr.  òi'xp'^oiu.  Cr.  .'>.  u.  2.  Il  suo  olio 
(  d^li'  >itloro  )  ec.  giov.i  a  lutti  i  dulori 
de'  nervi,  e  risolve  la  ^correoxa.  i"?  Tes. 
Pov.  P.  S.  cap.  i3.  Lo  feltro  Lajjoato  , 
tinto  in  vino  caldo,  p>>sto  in  sul  poslione, 
ritiene  la  scorrenza    (lì) 

'\i  %.  Per  Flui.lità.  lìellin.  Disc.  2.  60. 
L'  acqua  per  lo  mescolamento  del  sale 
non  ricresce  e  n<jn  gooBa,  e  non  sì  stende 
ad  occupare  maggiore  spazio  dì  prima,  ne 
dì  nuova  coerenza  diviene  nelle  sue  parli, 
ne  di  nuova  Lrattabi'ita,  ne  dì  scorrenza, 
o  tucidanza  nuova  .  E  2.  6^.  Sì  è  anco 
detto  di  più  che  per  1'  incorporarsi  ella 
(l'acqua)  de' sali,  non  cangia,  o  perde 
di  sua  natura,  ne  acquista  durezza,  o  fer- 
mezza nelle  sue  parli,  ma  si  rimane  nella 
sua  liquidlla,  e  scorrenaa  primiera.  (F) 

SCORRERE.  Si  dice  propriamente  il 
Correre,  0  Muoversi  di  quelle  cose  che  , 
scappando  dal  loro  ritegno,  camminano 
troppo  più  velocemente  di  quel  che  biso- 
gnerebbe i  come  ruote,  carrucole,  e  simi- 
li. Lat.  dclabi,  praterfluere.  Gr.  TTa^xa*- 
piX*  .  Cr.  2.  27.  1.  Il  sito  delle  terre 
non  sia  si  piano  ,  che  faccia  stagno  ;  ns 
alto,  ne  dirupalo  ,  sicché  rovini  e  scorra 
giù. 

§.  I.  Per  siinilit.  Scorrer  col  cervello, 
vale  Impazzare.  Maini.  ^.  18.  Che  avreb- 
be caro  esser  tenuto  D*aver  piuttosto  col 
cervello  scorso. 

n^  §  II-  E  per  meta/.  Pensare,  Me- 
ditare. Ar.  Far.  i^.  79.  Seco  pensa  Ira 
via,  dove  sì  cale  U  celeste  corsier  per  fal- 
lir meno  ec.  Vien  scorrendo  ov'  egli  abiti, 
ov*  egli  usi  ;  E  si  accordare  in  6n  lutti  i 
pensieri  ec.  (Rr) 

^  g.  III.  Scorrere,  vale  anche  semplice- 
mente Correre.  Bus.  26.  Io  mi  trovai  una 
fiata  a  una  caccia  in  una  fonda  foresta 
ed  essendo  scorso  sopra  un  cerbio  per 
tanto  spazio  eh'  io  perdei  la  vista  de* 
compagni  ec.  (C)  f  it.  S-  Aless.  265. 
Mollo  più  con  maggiore  impeto  scorrea 
per  toccare  il  saoio  corpo,  (l') 

§.  IV.  Scorrere ,  per  Trapassar  con 
prestezza,  e  velocità.  Lat.  percurrerr.  Gr. 
oiarps^ìiv,  Dant.  In/,  ip.  Se  dì  saper 
eh*  io  sia  ti  cai  cotanto.  Che  tu  abbi  però 
la  ripa  scorsa. 

'.1  g.  V.  Scorrere,  vale  anche  Passar 
oltre.  Trapassare.  Car.  En.  IO.  529. 
Del  grande  Àcate  Graffio  la  coscia  (L'a- 
sta )  lievemente,  e  scorse.  (N) 

§.  VI.  Scorrere  ,  per  Andare  ,  0  Fé- 
nire  alla  'ngiìi.  Cadere  con  agevolezza  in 
basso.  Lat.  defìuere.  Gr.  xara^'^'erv.    Cr. 

2.  27.  I.  Di  tutti  questi  sili  si  dee  cercar 
sempre  l'utile  e  l'ugual  mezzo,  cioè  che 
*1  campo  sia  aperto,  e  che  T  umor  delle 
piove  ne  scorra  fuori  per  la  china,  o  colle 
dulcemenle  didotto  e  chinalo  per  li  lati  , 
o  valle.  Soder,  Coli  8.  Ne'  poggi,  ove  la 
terra  scorre,  sì  posson  far  più  giusti  (par- 
la de*  magliuoli  )  ,  E  appresso:  Altri  di- 
cono che  ne'  lati,  dove  scorra  acqua,  sia 
meglio  piantargli  d'Autunno. 

§.  VII.  Per  meta/.  Petr.  Can:.  6.  7. 
Quando  '1  bel  parto  giù  nel  mondo  scor- 
se. E  26.  3  Lasso  l  così  m' è  scorso  Lo 
mio  dolce  soccorso  (cioè,  mancato). 

3  g.  VIII.  Scorrere,  per  T-rascorrere , 
Lasciarsi  trasportare.  Lìt.  prosilìre,  prò- 


s; 


iioo  SCO 

gretti.  Gr.  iKimiàv,  7rpo/3ou'veiv.  >/.  J". 
6-  74*  R'^elt^'i  da'baroni,  che  erano  »cor»i 
a  mal  fare.  *  Sen.  Di'ti,  ^X  Così  tu  eri 
lutto  rotto  e  «corso  nel  peccalo  della  luj- 
luria.  (C)  Mar.  S,  Grea.  7.  25.  Qu;iluo- 
qoe  è  quello  che  si  lascia  scorrere  in  pa- 
role ingiuriose,  si  cade  da  ogni  «lato  di 
dirillura    (1) 

5{e  §  \X.  Scorrer  la  penna,  Jiguratam. 
vale  Errare  scrivendo.  Scrivere  quel  che 
non  si  vorrebbe.  «  Nov.  Ant.  Z^-  2-  Lo 
tesoriere  dia.ioti  a  lui  $1  srrirea  in  esci- 
ta  ;  scorseli  la  pcoua ,  e  scrisse  tremi- 
la »  .  (C) 

Sr  §  X.  Scorrere  ,  parlandosi  di  fiti- 
mi,  0  simili,  va/e  Straripare,  Dar  fuori. 
Segner.  Mann.  Apr.  2^.  i.  Nella  prospc- 
rilìt  guardati  di  non  far  come  i  &Limi  , 
che  quando  abbondano  scurrono  tosto 
gon6  del  loro  letto,  e  cominciano  a  de- 
viare. (1) 

§.  XI.  Scorrere  ,  per  Saccheggiare, 
Dare  il  guasto  j  che  anche  diciamo  Fare 
scorrerie.  Lat.  dcpopnlarì.  Gr.  cxTropà^rv. 
G.  V*  6.  2().  2.  Guasti  i  Tartari  quelli 
aesì,  scorsero  infino  in  Atamagna.  E  il. 
_i.  4'  Si  parlirono  di  su  la  piazza,  scor- 
rendo per  la  terra.  *  Guicc.  Star.  4.  IJ)-^. 
Passò  ec.  e  condotto  al  l'olisene,  ancorché 
si  desiderasse  non  partisse  di  quivi  per 
infestare  1'  alloggiamento  di  Firenzuola 
dove  anche  spesso  scorreva  il  Luzzasco  si 
ridusse  per  più  sicurtà    a    Torricella.  (L) 

§.  XIE.  Scorrere,  per  Lecgere,  l'edere, 
0  Narrar  con  prestezza,  h^t.  percurr  ere - 
Gr.  <Jcar(3£;<£tv  .  Star.  Eur.  6.  i3i. 
Imperocché,  per  mostrare  più  aperto  la  sua 
grandezza,  ci  bisogna  succintamt-nle  scor- 
rere in  prima  l'origine  e  il  fondamento 
primiero  della  stirpe  di  questo  Conte. 

§.  XIII.  Scorrer  la  cavallina,  0  Upaesc, 
Il  diciamo  di-li*  Andar  liberamente  dove 
si  vuole,  come  fa  il  cavallo  quando  è  in 
libertà  j  e  si  dice  per  lo  più  d<-' giovani. 
Lat.  ad  omne  pratum  luxuriae  pertransi- 
re,  aninmm  licenter  explcre.  Gr.aiWTsJ* 
csSat,  a5e).ye"v.  /?er/i.  r;m.  i.3i.Che 
voi  mandaste  via  quell'  uom  da  bene,  Per 
poter  meglio  scorrere  il  paese.  Malm.  \. 
66.  Scorse  in  Firenze  ognnr  la  cavallina 
Ne' lupanari  con  gran  pompa  e  fasto. 

§.  XIV.  Scorrere  il  ventre  ad  alcuno, 
tale  Aver  la  scorrenza.  Pallad  Mari. 
28.  Fanno  loro  scorrere  il  ventre,  se  to- 
sto non  si  soccorrono  (il  lesto  lat.  ha  so- 
lutionem  \cntris  incurruDt). 

SCORRERI'A.  Quel/o  scorrere,  che 
fan  gli  eserciU  ad  oggetto  per  lo  più  di 
dare  il  guasto  al  paese  nimico.  Lai.  ex- 
cursiii,  discursus.  Gr.  AOCTOiS^oarì.  Petr. 
Uom.  ili.  Per  la  qual  cosa  Carlo,  coll'e- 
sercito  andulovi,  i  confederali  suoi  dalle 
scorrerie  liberò.  Tac.  Dav.  l'it.  Agric. 
398.  Carcellieri  e  cavalim  piano  Io  em- 
pievano di  scorrerie  0  fracasso.  Guicc 
Slor.  Tumultuando  già  tulio  il  paese  di 
Roma  per  le  scorrerie  che  i  Colonaesi  fa- 
cevano. 

f  ^  §.  Scorreria,  per  Semplice  scorri- 
mento di  un  corpo  sopra  d*  un  altro.  Bel- 
lin.  Disc.  1.  i5.  Perchè  dunque  la  ruota 
flira ,  cioè  scorre  al  contallo  del  ferro  ec, 
da  uh  scorrerie  di  ruota  ne  segue  l'affila- 
mento del  ferro.  (A) 

t  SCORnETTACCIO.  Peggiorat.  di 
Scorretto,  nel  senso  del  §.  II.  Malm.  6. 
10^.  E  che  sì,  scorrctlaccio,  cb*  io  li  zom- 
bo T 

t  SCORRETTAMENTE.  As>verb  .  In 
maniera  scorretta  ■  Lat.  mendose  .  Gr. 
nXfifiiJ.tXSi-  Uh.  Pred.  Viveano  molto 
se  (inetta  me  me. 

«  SCORRETTISSIMAMENTE  Su- 
perlai,  di  Scorretlimente.  lUp.  Decam.  $0. 
Fu  manco  maltrattata  della  prima,  stam- 
pila irorretlissimamcnte  Tn/r.reff  /am.S 


SCO 

8.  Deliberando  di  fare  stampare  l'uno  e 
r  altro  trattato,  awertisca  che  questo  te- 
coado  non  sia  stampalo  scorrettissimamen- 
te, come  sono  slate  tutte  le  allre  mie 
cose.  (D 

*  SCORRETTISSIMO  .  Superi,  di 
Scorretto  S'i/v.  Avvert.  |.  2.  12  Ma  la 
copia  stampala  t;  scorrottissima  in  ciascuna 
sua  parte,  e  non  se  ne  può  T  U'imu  qua)i 
punto  fidare.  Dep,  Decam.  5o.  In  quel 
libro  ,  che  è  per  lutto  scorrettissimo  ,    si 

Irggc    cr.   (J) 

t  §-  Scorrettissimo  ,  figuratam.  vale 
Depravali! iinio.  Lai  depravai iisimui.  Gr. 
tw/>iffT«  Jtey&K^ye'vo;.  Dav.  Scitm.  6. 
£rano  Arrigo  e  Caterina  diSerentissimi , 
non  tanto  d'età  ec,  quanto  di  vita  ,  io 
lei  saniìsiima,  in  lui  scorrettissima. 

*  SCORRETTI  VO..^t/rf  A  Iterativo,  In- 
fctln'Q  ì  conlrnrio  di  Ctrretlivo.  Lat  de- 
pravans,  corrunipenx.  Gr.  (ftaosii'cuv. 
lied  leti,  I.  io5.  Senza  mescolanza  ve- 
runa di  quegli  iiigredienii  che  da'  medici 
son  chiamali  correttivi,  ma  da  me  con 
proprio  vocabolo  scorrctlivi  sono  appel- 
lati. (•) 

5  SCORRETTO.  Add.  Che  ha  scorre- 
zione, Mancante  di  correxionej  e  si  dice 
più  propriamente  dì  scrittura.  Lai.  dfpra- 
vatns  ,    mendosus  .    Gr.    OitoOasue'vo^  . 

*  §.  I.  Opera,  Disegno,  o  simile,  scor 
retti,  vale  Opera,  Disegno,  o  simile^  in 
cui  non  sono  osservate  le  regole ,  né  e- 
spressc  le  forme  degli  oggetti  come  conviene . 
«  Dcnv  Celi.  Ort-f  ii5.  Debhesi  ancora 
ogni  volta  che  sia  fallo  uno  de'  delti  przxi, 
e  rappreso  il  gesso  bene,  provarlo  ec.  acciò 
non  vi  resti  qualche  vacuo ,  perciocché 
verrebbe  l'opera  scorretta.  (C) 

t  §.  II.  Figuratam-  per  Dissoluto  ,  Vi- 
zioso j  contrario  di  Disciplinalo.  Lai  l'/i- 
cnstigatus-  Slor.  Eur.  1.  8- La  gente  che 
ci  vico  contro,  e  di  chi  suona  tanto  la 
fjma  ,  non  è  gente  disciplinala  ,  non  av- 
vezza nella  milizia,  non  capitanata  da  uo- 
mini singulari,  ma  sciolta  e  scorretta  tut- 
ta, Tac.  Dav.  Ann.  i5.  217.  Il  che  pia- 
ceva a  molti ,  che  io  secolo  si  scorretto 
non  amano  Impcradorc  scarso  e  austero, 
(il  testo  lat.  ha  in  tanta  vitiorum  dui 
cedine  )  .  E  Perd.  eloq  417.  Né  gli  stessi 
padre  e  madre  gli  avvezzano  a  bontà,  o 
modestia  ,  ma  scorretti.  ì'arch.  Slor.  io. 
29*).  Quei  giovani  discoli ,  per  dir  cosi, 
e  scorretti  ,  de'  quali  si  favellò  di  sopra  , 
gli  andavano  diccnd>j  ce.  v  Car.  Lon<' 
S  f.  Rag.  I.  La  Cloe  ce.  non  usciva  ec. 
finché  non  era  ben  allo  il  giorno,  temendo 
non  qualche  scorretto  pastore  oltraggio  le 
facesse    (F'P) 

*  §.  III.  Scorretto,  si  dice  anche  delle 
co<e,  in  un  senso  consimile.  Segner.  Crìst. 
instr.  3-  3|  I.  E  questo  é  quello,  di  che 
mi  voglio  io  valere  per  mettervi  in  ab- 
homiuazionc  le  commedie  scorrette.  (C) 

SCORREVOLE.  Add.  Che  scorre.  La- 
bile. Lat.  fluxus,  ciducus.  Grr  acuari- 
xòiy  o^iyjxpo'vto;  f^it.  SS.  Pad.  Fra- 
gile é  la  nostra  natura  e  scorrevole,  (ì< 
gtiuuia  mia.  Fr.  Giord.  Pred.  S.  ^5.  Se 
r  uomo  dunque  abbraccerà  queste  cose 
scorrevoli,  e  spanderavvicisì  entro,  è  me- 
stieri di  necessità  che  ec.  #  Lih.  Sen. 
l'trl.  20.  Non  sia  lo  tuo  riso  scorrevo- 
le.  (Cj 

SCORREZIONE.  Propriamtntt  &ror 
di  scrittura.  Lai.  erratum.  Gr,  ff»t/)/iK, 
Car.  Leit.  2.  54*  Sono  inavvertenze  e 
scorrciioni  nella  lingua,  piuttosto  che  er- 
rori  nella  dotlrina.  Cari.  Fior.  jjjj.  Do- 
vcssono  incorrere  essi  in  aperta  accusa  di 
negligonia,  o  di  scorrctiono  il  libretto  loro 
Borgn.  Fast,  Rom.  l^Q^.  Una  sorla  di 
seorretionì  sempre  chiara  ,  e  spesso  ridi- 
cola. 
SCORRIBANDA,  e  SCORRIBANDOLA. 


SCO 

Diciamo  Darr,  0  Fate  u.a  tC'jrnbanda  , 
0  scorrihandola,  che  vogliono  Dare,  0  Fare 
una  giravolta,  o  uni  corsa,  Lat.  excursiun- 
cala.  Gr  fllXpV.  X«Ta^j59Un'  J  nrch.  Star. 
,  IO*  33o.  R  mai  non  era  dì  ,  rhf  non  fa- 
cessero co'  loro  cavalli  alcuna  srorrìban. 
dola.  Ciriff",  Calv.  3  75.  Ed  una  scorri- 
banda Pel  campo  dà  dall'una  all' altra 
banda  *  Cnr.  F.n.  Uh.  \\.  y58.  Eran 
per  lutto  Gualdane,  giramenti ,  scorribande 
Di  cavalieri.  (H) 

SCORRIDORE.  Soldato  che  scorrt . 
Termine  militare.  Lai.  excuts'yr.  Gr. 
ÌK.$poy.Oi.  G.  V.  8  60.  2.  Rimasonvi 
de'  morti  e  presi  dei  migliori ,  per  certi 
scorridori  iti  innanzi.  E  11.  5|.  5.  Mali 
nostri  scorridori  e  fedilori ,  in  quaoUtà  di 
i5o  cavalieri,  it  detto  passo  comhatlerono. 
Favm  Esop  L'afjuila,  siccome  savia  e 
provveduta,  ammaestra  le  schiere;  e  cosi 
fu  il  leone  :  e  urdmalu  gli  scorridori,  co- 
m'inciossi  la  battaglia.  ^  Giov  Celi.  ì'it. 
Alf.  1 09-  I  ntendevasi  gik  per  rrjation 
degli  scorridor  Franzeii  che  le  genti  Pa- 
pali ,  e  Spagnuole  s*  avvicinavano.  (C) 
■  SCORRIMENTO.  Lo  scorrere.  Lat. 
flu.iio,  effluxus.  Gr.  ^cÙ9i$,  s/psvsc;. 
Pallad.  Novemb,  7.  Il  lu<'go  fia  volto  a 
scorrimento  d'  omore  e  d'  acqua,  Zibald. 
Andr.  77.  In  anni  22  e  ^O  sosterrà  do- 
lore, ara  grande  infermità  di  scorrimento 
di  sangue. 

§.  I.  Per  lo  Sdrucciolare ,  Cadimento 
Lat.  lapsus.  Gr-  o'jLi7diì/i,a.  Rut,  Pttrg. 
l3  1.  Alla  purgazione  del  peccato  si 
richiede  due  cose,  cioè  1'  una  che  raffreni 
lo  scorrimento  nel  peccalo,  ec.  (qui  fi- 
guratam,)  . 

§  II.  Per  /scorreria.  LaU  eratrsut. 
excursio»  Gr.  xatao^ouri*  Jl/.  F.  9  8. 
Veggendo  i  signori  di  Milano  gli  scorri- 
menti delle  campagna  ce.  ,  feciono  fare 
fossi  ampìi  e  profondi.  Rorgh.  Orig.  Fir. 
123.  Specialmente  nell'occasioni  di  tanti 
scorrimenti  di  barbare  nazioni. 

*  §  III  Scorrimento,  per  Scaturimen- 
to  ,  Emaiazioiie .  //  Focah.  alla  voce 
AVVENIMENTO,  g.  IH.  (A) 

SCORRITOIO  Add.  Scorsoio.  Frane. 
Sacch.  nov.  166  Addoppia  quello  spa- 
ghetto, e  fa*  nel  capo  lu  slesso  un  nodo 
scorritoio ,  e  mettivi  piaoamenle  il  daote 
dentro, 

t  *  SCORRITORE.  Verbal.  masc  Che, 
0  Chi  scorre.  Belhn.  Disc,  12-  lidi  lai 
fuoco  e  il  di  lui  lume  re.  è  scorriture  di 
spazii  immensi  in  un  momento.  (Min) 

t  SCORRUBBIARE.  I^'eutr.  piss.  Adi- 
rarsi,  Crucciarsi  Lai.  irasci.  Gr-  o'p'/i- 
5t5&ac,  Morg,  19.  64  Ma  con  Morganle 
assai  si  scorrubbiava.  Ì'arch.  Ercol.  55. 
Ogni  volta  che  ad  alcuno  pare  aver  ri- 
cevulo  piccolo  premio  d' alcuna  sua  fatica 
ec.  se  alza  la  voce,  e  si  duole,  che  ognun 
senta,  si  dice  scorrubbiarsi ,  arrangolarti  , 
ec.  E  291.  Cominciò  fortemente  tatto 
alterato  a  scorrubbiarsi ,  e  bestemmiare 

SCORRUBBIATO  .  Adi.  da  Scorruh- 
bianr.  Lai.  iracundus.  Cr.  eìpyt'ic?.  Buon. 
Tane.  4-  9  Oi  queste  lor  sporcizie  scor- 
rubhiala.  Si  voltò  dreto  a  Cecco  e  a  Cia- 
pino.  Cecch  Dot.  3.  5  Tu  se'si  scorrub 
Liala  ;  che  sarà  > 

SCOURUBBIOSO.  Add.  Adiroso,  Cruc- 
cioso I  Che  si  seorrubhia.  Lai.  morbus  . 
iracundus.  Gr.  òpyììof.  Buon.  Tane.  |. 
I.  Perché  mi  ti  fai  lu  si  scorrubbiosoT 

*  SCORRUCCIANTE  .  Che  mastra 
crucciar  ,  sdegno  ,  ira ,  Salvia,  sc.  Ere. 
Occhi  scorruccianli  fcio^,  occhi  pieni  d* 
ira  e  di  siizsa  ).  (A) 

*  SCORRUCCIARE.  Pfeutr.  pass,  A 
dirarsi  Leep.  Rim.  C\  Ora  si  vedt  ogni 
f«llinbelluccio  Portar  le  brache  di  lata 
frapate  ;  Quandn  io  gli  ▼•ggo  tutto  mi 
scornicelo.  (C) 


SCO 

SCOt(Sk.  Seorrimento.  Lìl.  Jliixio.  Gr. 
ptvait. 

§.  1.  Dare  una  scorsa  a  un  libro  ,  a 
una  scriltur,t  ,  o  simili  ,  vie  Leggerlo  , 
Buedcrlo  con  prestezza,  I  .  SLORUERE  . 
§.  Xil.  Car.  leti.  2.  !^8.  Vorrei  pur  dar- 
le UQj  scorsa  avaoti  che  la  pubblica»!  y 
rimaocudomì  a  tlìr  molla  ciarpa. 

«  §  11.  Scorsa  di  penna.  V.  PENNA, 
§.  XIX.  (C) 

*  §.  IH.  Scorsa  dt  lingua,  vale  Pi- 
rota  ,  Dello  imprudente  .  Sfgner.  Pred. 
12.  4  Solo  una  scorsa  di  lingua  incoa- 
tidcrala  ec.  fu  punita  lanlo  aspramen 
le.  (Br) 

SCOHSERELLA.  Dim.  di  Sborsa.  Se- 
gricr.  Pred.  i6  4-  Giiidilt.!  fece  una  di- 
mora posata;  Dica  sol  diede  una  scorse- 
retla  fug{;iasca. 

*  SCURSIVO.  ^dd.  Scorsoio^  Cheti 
dilata  .  Zi/'ald.  Jndr,  77.  Ara  infprinità 
iscorsiva.  sarà  laidila  da  fuoco,  ovvero  da 
ferro-  (*) 

SCORSO  .  Sust.  i-ale  SregolaUzza  , 
Licenzi,  Trascorso.  Lat.  licentia,  Lìpsus, 
Gr.  XKpxTHot ,  &ii53*],aa  .  Tac.  Dav. 
.Inn.  1.39  Tiberio  disse  non  esser  teai- 
po  allora  di  riforme,  ne  mancherebbe  chi 
le  facesse  ,  se  scorso  di  costumi  vi  fosse 
(  il  testo  hit,  ha  si  quid  in  monbus  U- 
barol  ). 

f  §.  Scorso  di  lingua,  o  di  penna,  vale 
inavvertenza  nel  favellare,  o  nello  scrive- 
re. Lai.  lingtiae,  vel  calami  lapsus.  Mot. 
S.  Greg  Spesse  fiate  il  parlar  la  menzo- 
gna può  procedere  da  scorso  di  lìngua  . 
è  Dep.  Decani.  5i.  Bisogna  pensare  di 
darne  la  colpa  a  ogni  altra  cosa  ,  che  o 
a  errore  di  copista  ,  0   a  scorso   di   pea- 

SCORSO.  JdJ.  da  S^orrert.  Trascor- 
so, Uscito  di  regota.  Lai.  vitiatus  ,  cor- 
raptus  .  Gr.  digjjSar^s'vj?  .  G.  V.  10 
160-  4  ^'  P^**  '*'  icorso  e  corrotto  vol- 
gare è  mutato  il  nume  di  Calellino  io 
Catino.  Pallmd.  Seti.  17.  L'uve  che  ^uo- 
gli  serbare  ,  coglieremo  salde  e  uon  ma- 
culate- ,  uè  troppo  scorse  di  maturezca  . 
Ovul.  Pist.  4/  Incontanente  costringo  il 
dolore  e  Io  scorse  parole. 

*  §.  i.  Per  Debilitai-*,  Fiacco.  Pallad 
Ott,  il.  Il  TÌn  bianco  è  slilico  ,  che  si 
coavieoe  allo  stomaco  scorso  (i7  testo  lat. 
ha  stomaco  laxiori  )■  (f'J 

5.  II.  Scorso,  per  Saccheggialo.  L.3t.  de- 
pepulatus»  Gr.  sxTOj3a*]S£i'5-  Stor,  Pist. 
x3.  Stette  la  città  più  dì  scorsa,  e  molli 
de'  Neri ,  eh'  erano  rimasi,  furono  dentro 
morti ,  fediti  e  presi. 

f  SCORSOIO.  Add.  Che  scorre  sonde 
diciamo  Cappio,  o  yodo  scorsoio,  0  simili, 
cioè  Che  scorre  agevjlm  nte,  e  che  quanto 
pia  si  tira,  pia  serra.  Lat.  nodusjaxus, 
iaqueus  currax .  Gr.  y/x^vov  v.p.p.%  . 
Btlc.  Vii.  Co'o'nb.  40.  Cosi  menandolo 
scopando  per  tulli  i  borghi,  tirandolo  col 
caoapello  scorsoio  in  modo,  che  con  gran- 
dissima fatica  poteva  respirare,  dicendogli 
le  predette  ingiuriose  parole  ,  fecero  ,  e 
dissono  come,  e  quanto  per  obbedienza  fu 
lor  comandato.  Ftr.  As.  iS.  Presa  la  fune 
ec.  ,  e  dair  tliro  acconcia  con  un  cappio 
scorsoio ,  lasciatala  pentuloni,  salii  io  sul 
letto . 

SCORTA.  Sust,  Ftrbal.  da  Scorger^', 
CuiJa.  Condueitore,  Compignia  Lai.  dux. 
Gì  ijyiuw'v.  C.  V.  II.  l36.  3.  Andaru 
per  iscorla  con  loro  in  Lucca.  Dant.  Inf. 
ao.  Sicché  la  mia  scorta  ^ti  disse:  ancur 
se'ta  degli  altri  sciocchi?  Ì?  Purg  \.  Lo 
bel  pianeta,  che  ad  amar  conforta.  Faceva 
tutto  rider  1'  Oriente  ,  Velando  i  Pesci  , 
cb' erano  in  sua  icoru.  £  16.  K  4ue  pa- 
role 6en  le  nostre  scorte.  Petr.  canz  20. 
I.  Amor  .  eh*  a  ciò  m*  invoglia  ,  Sia  la 
aia  icona  ,  e  'oseguimi   il  cammino .  E 


SCO 

canz.  4l-  3-  Riponi  entro  '1  bel  vàio  il 
vivo  lume  ,  Cb'  era  mia  scorta  .  K  son. 
3o8.  Che  bisogna  a  morir  ben  altre  scorte  T 
§.  I.  Far  la  scorta ,  vale  Guidare,  Scor- 
tare .  Lat.  ducere  ,  praeire  ,  vium  mon- 
strare  .  Gr.  TpOTj'/eìa^cct  *  Dant.  Purg. 
23.  E  chi  sun  quelle  Du*  anime  che  là  li 
fanno  scortaT 

§.  II.  Talora  vale  Custodire,  Guarda - 
rr.  Far  la  guardia.  Lat.  excubias  agere. 
Bern.  Ori.  2.  4-  9l  Solo  a  difesa  stan 
di  qurllj  port.1  ,  E  fanno  al  6ume  ed  al 
ponte  h  scorta.  #  Buon.  Tane.  3.  il. 
Cre'ch'e'ti  sia  qui  presso  a  far  la  scor- 
ta?  (Cj 

^.  ili.  Per  Accompagnatura  che  altrui 
si  faccia  per  sua  sicurezza j  lo  stesso  che 
Convolo;  e  si  dice  anche  della  Gente  che 
fa  detta  accompagnatura.  Lat.  prasidium. 
Gr.  fpovpoi  G.  /'.  9,  70.  2,  Già  avca- 
no  folta  la  scorta  e  la  strada,  onde  venia 
la  vìiiuaglia  .  Demb.  Stor,  3.  .^16.  E  ciò 
con  grandi  scorie  facendosi,  il  Coutariuo, 
venuto  alle  mani  co'  nimìci  ,  dissipò  le 
scorte,  Tac.  l'av.  Ann.  1.  i5.  We  ri- 
mandò gli  ambasciatori  con  iscorla  di  ca- 
valli slraDÌPri, 

§.  IV.  Per  la  ^funizione  de^ viveri  con- 
dotti colle  scorte  ali'  esercito  .  Lat.  com- 
meatus.  Gr.  tec  iitik.  Stor.  Pist.  18.  I 
Lucchesi  rinfortarcoo  lo  campo  loro  ec, 
e  presono  il  passo,  donde  la  scorta  venia 
a*  Pistoiesi.  È  5p.  Se  la  gente  del  Pren- 
te  non  vi  fosse  levata  di  sa'  colli,  coo- 
venia  che  il  campo  d'  Uguiccione  perisse 
-di  fame,  perché  già  erano  stali  due  dì 
senza  avere  avuta  scorta.  E  18^.  Lo  caro 
era  grande  ec;  per  che  dod  poteano  ave- 
re la  scorta. 

SCORTAMENTE.  Avverb.  Avieduta- 
mente  ,  Accortamente  .  Lat.  prudenter  , 
snpienter.  Gr.  coyu?.  G.  V.  9.  234  *■ 
Apparve  in  Proeoza  ,  io  una  terra  e*  ha 
nome  Alesla  ,  uno  spirilo  d'  un  uomo  di 
quella  terra  «  ìl  quale  avea  nome  Guìliel- 
mo  dal  Corno  ,  e  di  poco  era  morto  ,  e 
con  sentore  ,  quando  vepi'.)  ,  scortamente 
parlava  .  "^ 

*  SCORTAMENTO  .  Scorciamento  , 
Accorciamento  .  Balata.  J'oc.  Dis.  in 
TESTA.  Nei  luoghi  eminenti  pigliano  le 
figure  viste  da  basso  lanlo  scortameoio, 
che  è  necessario  crescere  la  loro  lunghez- 
za.  (D) 

t  3  SCORTARE.  Coìl*  O  stretto.  Ah- 
breviare ,  Accorciale,  Pender  più  corta  C 
estensione,  o  la  duralaj  contrario  di  Al- 
lungare.  Lat.  decurtare.  Gr.  «oJsÉaùv. 
Fav,  Esop.  Ciascun  ferro  col  mio  pìccolo 
dente  è  morso  ,  appianando  qualunque  è 
più  aspro,  e  scortando. 

t  *  §.  L  .£  neutr.  pasf,  «  Olt.  Cam. 
Putg.  5.  61.  Acciocché  fusse  pregato  per 
loro ,  sicché  loro  esilio  si  scortasse.  Urb, 
Li  miei  anni,  li  quali  sperava  con  te- 
co  graziosamente  allungare  ,  si  scorleran- 
co  ...  (B) 

*  §.  II.  E  neutr.  ass.  Baldin.  Dee. 
Il  salame  contattociò  scortava  a  più  non 
posso.   (A) 

^  g.  IW.  Scortare,  neutr.  ass.  è  an- 
che term.  di  prospettiva,  e  vale  Apparire 
in  iscorcio .  ras.  Vit.  Ra(f.  Urb.  Sono 
6gurati  que' santi  a  sedere  ,  che  nel  vero 
olire  al  parer  vivi  di  colori,  scortano  di 
maniera  e  sfuggono  ,  che  non  altrimenti 
fdrebbooo  se  fossero  di  rilievo .  E  ivi  : 
Negli  spìcchi  della  volta  sopra  gli  archi 
fra  peduccio  e  peduccio  sono  molti  putti 
che  scortano,  bellissimi.  (Brj  Cortig,  Ca- 
stigl.  voi.  I.  pag.  91.  (ediz.  Class.  ).  Ed 
a  questo  bisogna  un  altro  artificio  mag- 
giore in  far  quelle  memìira  che  scortano 
e  diminuiscono  a  proporzioo  della  vista 
con  ragion  di  prospettiva.  (B) 

SCORTARE.   Coirò  largo      Far    la 


SCO 


Ito! 


scorta.  Accompagnare  per  sicurezza.  Lat. 
dediicere  ,  prteire  ,  viam  monsirare .  Gr. 
nporiyiTtbat . 

SCORTATO  Coli'  O  stretto.  Add,  da 
Scortare.  LjI.  decurtatus.  Gr.xoXoGùt^cii. 
*  Bus.  i  24.  Per  le  quali  tutta  1'  umana  car- 
ne avevj  scortata  la  %ia.  (Cj  Buon.  Fier.  2. 
I.  I.  A  quelle  che  scortale  di  misura,  A 
quelle  che  smontate  di  colore  ,  A  quelU 
che  svanite  di  sapore  Venisscr  dilettate,  H 
però  screditale,  Proweggasi  argomento  cbe 
r  aiuti. 

SCORTATO.  Co.'^'O  largo.  Add.  Oa 
Scortare.  Accompagnalo  ,  Difeso,  Guar- 
dato da  scorte. 

*  SCORTECCIAMENTO.  Lo  scortec- 
ciare. Lat.  decotticalio  .  Gr.  qXoìsuÓì 
Gal.  Sagg  3;8.  Per  fare  una  notabile 
corrosione,  o  scortecciamento  negli  scogli 
e  nelle  torri,  ci  vuole  il  ferir  di  ducecio 
e  trecento  anni  dell*  acqua  e  del  vento 
((/ui  per  similtt   ).  {') 

SCORTECCIARE.  Levar  la  corteccia. 
Lat.  decorticale,  corticem  dttrah-re.  Gr. 
d-oU-nivi  .  Cr.  5.  7.  8.  Gittate  via  le 
granella  ,  sì  metta  mele  io  quelle  conca- 
vitadi,  e  si  scorteccino.  M<.r.  S.  Greg. 
Egli  ha  scortecciato  ìl  fico  mio,  ed  hallo 
spogliato,  e  li  suo' rami  son  falli  bianchi 
AUcg.  117  Finché  l'estremo  freddo  vi 
scortecci .  Soder.  Colt.  56.  Fatto  questo 
taglio  ec. ,  levale  d'  attorno  al  tronco  la 
buccia,  che  da  sé  si  slacca,  e  scorleccia. 

*  g.  Per  siniilit.  vale  Scalcinare . 
ì'it.  S.  Gir.  100.  Costui  ebbe  podere  di 
percuotere  e  scortecciare  quel  muro  (  era 
un  eretico  ,  che  scalcinava  un'  immagine 
di  S  Girolamo  sul  muro).  (}')  T'as.  P'it. 
L*  umidità  rìnteoerì  il  gesso  e  scortecciò 
la  stanza.  (A) 

SCORTECCIATO  .  Add.  da  ScorUc- 
dare.  Lat.  decorticatus.  Gr.  a7T0Ìs~igS£['s. 
Paìlad.  Marz  i  E  mettono  nel  tronco  , 
che  Ij  pdrte  scortecciata  si  congiugne  alla 
corteccia.  Btcett.  Fior.  5g.  Eleggcsi  quel- 
la ( saìsnparig'ia)  er,  the  piegandoji  non 
si  rompe,  D'-n  tarl.Ua,  non  nera,  non  scor- 
tecciata .  Sodrr.  Colt.  55.  NoU  Ogni  VÌlf 
è  buona  a  essere  annestata  ,  come  le  tar- 
mate, bucale  e  rose,  e  le  tempestale  dalle 
formiche  ,  e  le  scortecciate  .  ^  Car.  En. 
7-  Il 33.  Mezze  picche  avean  questi  alla 
tedesca  Per  avventarle  .  e  per  celate  in 
capo  Suveri  scortecciali  ,  e  di  metallo 
Brocchieri  alla  sinistra  ,  e  stocchi  a  Ia- 
to.  (B) 

*  SCORTEGIANTE.  Guida  ,  Scorta. 
Fr,  lac.  T.  3.  25.  3o.  Qual  sera  la  scor- 
tegiaoie,  Che  si  voglia  trarre  innante  Cen- 
tra  le  mie   forze  lanle?  ec.  (f^J 

j  5  SCORTESE.  Add  Che  manca,  ceden- 
za cortesia  j  contrario  di  Cortese.Z.H,  inhtt- 
manuSfinurbanus  Gr.  a'/cco;.  ^  Bern. Ori. 
3.  4-  6t.  Lo  riprese  Dicendo:  esser  non 
può  che  non  mi  doglia,  Trovando  un  gen- 
liluom  cbe  sia  scortese.  Perocché  ec.  (B) 
Segner.  Pred.  Pai.  Ap.  9  7.  Invece  di 
ricevere  refrigerio  nella  sua  gravissima  ar- 
sura ,  che  ritrae  Cristo  dalla  donna  scor- 
tese? (TC) 

"^  §.  I.  Si  usa  anche  inforza  dt  sust. 
"  Fi r.  Lue.  5.  ite.  Quelli  scortesi  ec.  nou 
usarono  alcuna  di  queste  gentilezze  w.  (C/ 
^  §.  II.  Scortese,  si  dice  anch<2  delle 
Azioni,  delle  Maniere,  e  simili^  che  sono 
contrarie  alla  cortesia,  a  G.  V.  12.  56- 
I-  Questo  fu  scortese  titolo  dato  per  Io 
Re  ...  (C) 

SCORTESEMENTE  .  Avveri.  Con 
iscorteiia  ,  Lat.  inhumaniter  ,  inurbane. 
Gr.  ayptw?. 

t  3  SCORTESl'A.  Mancanzadt  cortesia  . 
Lai.  ìnhnmanitat,  inurbanitas.  Gr.   à'/poi- 

♦  §.  l'ale  anche  Azione ,  o  Parola 
contraria   alla  cortesia.  »  Fir,    Pise.    ttn. 


SCO 


338    Se  Don  cbt  scosaod>,si  Celso  ili  "er  l 
fallo  laro  qoell»  icorlei.a,  come  benigne  ri- 
sposero ,  che  ..evano  avula  cara    1.    loro 
venula.  lìMn.  Tane   (J.  9-   Ol""'  »  """'• 
che  lu  eli  scomodassi  :  Le  sono  scortesie. 
Lor.    M.:l.  canz.    l^O.   3.    Né    gi»n.n.a.   V. 
feci  l'U-to  :  GuarJa  mo  che  scortesia  ..  I  (Cj 
SCORTlGiME.NTO  .    Lo   scorticare  , 
ScorUcalara.  Lai.  ilfCorUcalio ,  exukcra- 
I/o.  Or.  Xj':Tt7;*a,  «ixMU«.  Cr.  5.  7    9. 
Cooloilaoo  lo  stomaco  (le  cotoni')  ec.  , 
e  giovan.)  allo  scorlicaraenlo  (ii-lle  Imdel- 
la     B  6     l3.    I     La  radice  stia  (d'''   acf- 
tosa)  coir  aceto  fa  prò  alla  srahbia  ulce- 
r  .sa,  e  allo  scorticamenlo  dell'  anguinaia. 
E  a.  3o.  3.  Ancora  si  fanno  rollure.  o»- 
Tero  scoilicamenti    nel    d.,sso  del  cavallo 
per  gravamenli  di  peso.  *   .1/-    "'"•  /■""• 
I.   210.  Quanti    scorlicameoli.  e  iinpuga- 
ture.    Se    per   disgrazia   T  uoms.  gratta 
un  poco  Ove  rodono  1  lacci,  e    le    costa- 

re.  (B)  ,         ,, 

I  SCORTICARE  .   Tor  vi.t  It  pel"  ■ 
Lai.    pellem    .letrah.re  .   '•■■g'"''"-'.     ^'z 

scorticalo  per  la  grande  invidia  delli  l.ar- 
liari  .  Om  Co.,,,.  3.  82,  Quando  ne  pi 
.liavano  uno  ,  lo  pooieno  in  su  merli  , 
acciò  fosse  vedalo,  .  ivi  lo  scorticavano. 
S  I.  Per  ùmiliì.  Sbucciare.  Lai.  cor- 
ticVm  detraherc  .  Pall-d.  No,,c.„b.  7.  Se 
•1  pesco  fa  le  pesche  noccliioros-  e  Iraci- 
de  ,  scorticalo  un  poco  lungo  la  terra 

e.  II.  Fi^uralam  .  per  Ca^'ir  d,  !oHo 
altrui  astutimentc  danari}  che  ancl,e  di- 
ciamo Pelare  .  *  «  Bocc.  nov.  iO-  4 
Essendo  ,  non  a  radere  ,  ma  a  scorticare 
nomini  dati  del  tutto  ••  (>l)  Ar.  Le 
1  2.  Or  vad,m  tutti  li  liecca.  ,  e  impic 
chiosi  ;  Chb   nessun  ben  ,  come  la  Lena 

""Tm.  Per  melaf.  .  In  >ignifc.  neulr. 
pass.,  vale  iforire.  Lai.  ;.or(em  opprle-- 

-o    li.    lo    mi    S'»""  ""  """  ■" 
i,are,  egiaCHuivilaulo.che    .0    me    ne 

'""tiy.Scoriicre.  per  Torre  „hrui 
r.pac<->m-nle  le  sostanze  .  0  O-strussrre 
colle  troppe  gramezze.  !-»>•,  " '""■";  "™ 
*r,>cre'  nl.r.pere  .  Or  ra  toiv  aXW 
ivlzizdtit.-'.  Beru.  Ori.  1  7-  3y°  R-^' 
\l  vuol  il  suo  debito  fare,  Non  e  Re  ve^ 

?^onLignore,  E   niinpeicl..      attenda 

«r:;:riofwe^rN::nguaEiuuro 

stolidi?   Gli  scortico  indolentil 

R    V.    T.,nlo  ne  im  a  chi  tiene,  quanto 

a  chi  scortica,  o    simiU.     Modo    d,    dire 

;,.otV/„M/e,  cl.e  sign.fica.  che  Nello  stesso 

,„olo  pecca.edè  pun.tocl,./,  .    'naie 

che  chi  lo  ccnsigha.  e   .•.    co'iJcnre,    Lat- 

agentes  et  coasentienle,  par,    poeaa    pu 

ni.mtur.     Cacate.    Med.    cuor.    Come 
dice  in  proverbio,  che  tanto  ne  va   ah 

lieue,  quanto  a  chi  scortica.  -.-  l:  P"ns<- 
260  C?.me  dice  11  proveibio:  tale  menu 
chi  tiene,  come  chi  scortica.  (I  ) 

R    VI.  /'■  proverbio:    Chi  n.m  sa  scor 
ticare    intacca    A.    pelle  1    e    si    d.ce    del 
Mettersi   altri  a  far    quel    che    noa 
onde    gliene    incoglie    male.    Lai.    quam 
quisque  nont  arten,.ja  hac  se  evcrceat^ 
Ór.  ipòoi    n;,  >iv  t-cMTOj    eiOiiD    ri 

yvtiv    Afii^-  , .       t     ■   I 

S.  VII.  Scorticar  sì  ,  p^cM  olir,  In 
gra.si.  m  ntodo  p.o.'erhia'e.  <•  d.cedi  Chi 
J/O.M  altrui  con  proprio  pregiudizio  ,  o 
,1.imio.  Lai.  malo  suo  alionim  bona  con- 
sulere.  lìuon.  Her.  I.  Intr.  Ben  son  quei 
babbuassi  ,  Cb'  usan  scorticar  se  ,  perch 
allri  ingrassi.  K  appresso:  Ben  son  d 
senno  cassi  Quei  cb.  icortic.n  se  ,  per 
ch'altri  iograui. 


SCO 

S.  vili.  Pelle  che  non  puoi   l'elidere , 
non    la  scarlicar,  .  Il  l'ocabol.    alla    F. 

PELLE,    S-  X'-  .  .    j- 

S.   IX.  Scoiticare  il  pidocchio,  ti   dice 
di   Chi  è  vranrf'me/i(e  ai-ido  di  guadagna- 
re.  Mal.n.  6.  60.  Q»"  .  -li"  N'P"  •  "  '.' 
d.-li  u>urai.  Che  pel  guadagno  scorlico 


il   pidocchio.  „ 

*  K  X.  Alta  prona  si  scortica  l  asi- 
„,,  pro.er*,o  che  „.Ae  Al  "mento  'i  Co- 

Jje  ru.mo.  e.  ASINO,  §  XXVI.  r.<; 

SCORTICARIA  S,,ezie  di  rtte  da  pe- 
scare. Cr.  11.  52.  3-  I  P"'^  "  ("bI-"" 
con  reti  di  diverse  geoeraiiooi,  cioè  con 
iscorticaria  io  mare,  e  con  traversaria 
ne' luoghi  di  6umi  fi'  testo  lai.  ha 
scorticarla  )  . 

SCORTICATIVO  AdJ.  Atto  a  scor- 
ticare, Che  scortica.  Tran.  Segr^  COS. 
dona.  Pruovano  nel  ventricolo  liquori 
acetosissimi  ,   e  quasi  scorticativi. 

J  SCORTICATO.  AJd.  da  Scorticare. 
Lai.  exutceratus  ,  decorticatili.  Gr.  «*- 
/w^'.i;.  iVov.  ant.  5^.  ',.  Si  tosto  come  e 
gemi  sapeano  che  era  il  cavallo  scorticalo 
ec  ,  chi  1'  avea  veduto  noi  roba  più 
vedere.  Buon.  Fier.  2.  2  3.  Le  sbatac- 
chio Per  quegli  scogli,  e  sbalaccbiale 
scortico,  E  scorticate  vaglio,  e  ,\  loro 
scoglio  Raltorco  in  uno  invoglio.  P.  2.  1- 
18.  Quell'  eran  ec.  Le  miserabil  teste 
scorlicale.  E  3.  I.  7-  ^  '^'  ""^  )'"  .P"' 
lisca.  Disfatti,  scorlicati,  afllitti  e  Irnti. 

#  g  Per  similit.  vile  Shuccialo  ,  e 
.orlandoli  di  mandorle  ,  o  simile,  vale 
Mondo  dal  mallo.  .,  Palla.l.  Genn.  16. 
Le  maod.irle  ce.  se  ec.  .[Uando  sono  scor- 
ticate, si  lavino  con  acqua  di  mare,  e  con 
altra  acqua  salsa  ,  divenlano  bianche  ,  e 
molto   più   durano.    (C) 

SCORTICATOIO  Coltello  tagliente  da 
scorticare  ,  0    Luogo  dove  si  scortica. 

«.  Per  licorlicamenlo.  Il  raschiare  con 
eran  forza,  levando  quasi  la  pelle.  Lab. 
,0-.  Ermo  sommo  suo  desiderio  e  recrea 
.ione  certe  femminelle  ec  ,  che  fanno  gli 
scorticatoi  alle  femmine. 

+  SCORTICATORE  .  Nerbai,  masc. 
Che,  o  Chi  scortico.  Lai.  dccorlicfllor. 
Gr  0  «TO^iptov.  .4rrigh.  60.  Appo  de- 
gli frigidi  Goti  i!  molto  caro  aspro 
m.,nlello  foderato  di  pelle  grigia,  la  quale 
I  la    aera    mano    dello    scorticatore    spoglia 

""+  ìTu  Per  melar  *  Cavale.  Specch. 
pel.  L  E  come  oggi  si  faccia  il  contrario 
non  mi  par  da  dire,  ma  parmi  piuttosto  da 
piagnere,  perocché  non  pastori  ma  furi 
e  scorticatori  si  trovano  molli.  ( C)  Olt. 
Con,  Pnr.  22.  4^6.  Diventano  ec.  op- 
pressori  de' poveri,  e  .cortic.tor.  de  sud- 
diti.  Buon.  F,er.  1.  I.  2.  Concerti  cit- 
ladin  pclamaolello,  Cioi^  scorticatori. 

*  8  II.  .yror(,c-t(orr,  si  trova  anche  1/1 
significato  di  Chi  leva  la  corteccia.  ■•  n„on 
Pier,  ila  2  Scorticator  del  pan  caldo, 
Scannator  dello  cantine  Sgombralo!    delle 

cucine  ".  (C)  .      />      ,rt 

SCORTICATORI  A.&o'-'"''""''-  (■'-.IO. 
3H  1.  Nel  mare  appresso  del  piano  lido 
;pe.ialissimamenle  si  prendono  di  molli 
pesci  con  la  rete,  la  quale  molli  scortic.- 
ioria  chiamano  Questa  rete  e  mollo  lunga, 
e  assai  ampia  e  6lla,  avente  corda  dati 
un  lato  piombala  ,  e  dall'  altro  suverata  . 
sicché  possa  nell'acqua  stesa  e  dirilla  stare 
{  ,1  testo  lai.  ha  scorticariam  )  , 

SCORTICATURA.  P"ii.">  leggi"^  '" 
parte,  o«  sia  levata  In  pelle.  Lai.  ex..f- 
„„l,o.  Gr.  a«».a»-  f>-  .■'«■»58.  Quanti 
Kuidalescbi.  quante  seorlicature  gli  ave- 
van  falli  certi  forrnmenlu..!  eh  egli  aveaoo 
di  quelle  funi  di  giunchi  I 

S  I.  Per  s,niil,l,i.line.  Patlad  Novmb. 
n  Scorticalo  un  poco  lungo  Icrri  l  < 
quando  un  poco  à'  umore  n.  fia  uKilo  . 


SCO 

■mbiau  1»  scorticatura    eoa    lerra   bU«e> 
(cioè,  la  parte  sbucciala). 

•+«.11  Per  la  Pelle  sussa  scorticata. 
Buon  Fier.  4.  \.  IO  I  coiai  Qu.oU. 
scorticature  Di  lebbrosi  pellami  e  di  ca. 
rogne  1  Raceolli  per  le  fogne  E  ndolU    > 

coiami  I 

if  SCORTICAVILLANI  .  Segavene  , 
Scorticai, re.  Angariatore  de'viltani.Ceceh 
F.sa't.  Cr.  3.  4.  Coleilo  scortica viEani  t 
un  riccaccio  grosso     (') 

t  SCORTIi:  AZIONE.  Scorticamento, 
Scortica,ura.L>i.  excoriaUo,  decortu:aUo. 
Gr.  ir.io?:i  Zibald.  Indr.  121.  AH. 
lscorlica.i..ie  e  rosore  de' teslico I.  Ug^. 
della  terra,  che  sta  sotto  il  Uuogolo  della 
rota  del  fabbro 

«  SCORTICHINO.  Term.  de  Beccai. 
Coltello  per  buttar  giù  le  cuoia  e  lavorar 
le    liestie    all'  ammazzatoio.  1.1) 

i,  SCORTIFICARE.  I-.  A.  Scorticare. 
Ott.  C,m.  Inf.  12.  a  18.  Questi  fece 
scortiGcare  una  vacca  ,  che  il  Toro  q»." 
amava,  e  fece  una  vacca  di  legno,  e  co- 
persela  di  quel  cuoio.  (Jf) 
^  if  SCORTINARE.  Term.  di  Forila- 
sione.  Di.Jare  la  corUna.  Gal.  Tratt. 
Fort.  cap.  70.  La  Bgura  ec.  ne  mosUa 
una  terra'  laV'^.l-bi.  vicino  un  luogo 

1  rilevato,  non  gi'a  '-'^.''«  .'"P"',.''   "  ^i 

Id'alleaaa.    ma    che    ^/-"J""  .''    ""••!' 

qualche  cavaliero   faci  mente    vi    dom  «. 

ebbero  dentro  ;  e  princ.palmenl.  polreb^ 

bero  scorlin.re  la  cortina   .4   ^  dal  pMU. 

Cela    /•;  F  dal  punto   D.  (C) 
■*  SCORTISSIMO.  Superi,  di  Scorto, 
I  *:..     .11    Àctorto.    Accortissimo, 

nel    sismjic.    di    ne,  or"      " 
i  Scaltrissimo.    Mail     Franz.  (A) 

'  •^'scorto.  5,„<   Con-0'ir.tlo.Scorc'O^ 
nel  . iga.Jlc    del  %.  li.   ""^g''- ."'Pj,^ 

Dieonf  ^h.  colui  ^>"/^^:^;'jr:òt 

Tbe^niunaluo   eh.    fosse    sialo    avaoU  a 


*  e  /^  («orlo,  vale  In  positura  pro- 
pria degli  Scorci.  Borgh.  Rip.  310.  Da 
^ui  gli  uccelli  si  veggono  "«•;/"''" 
volando  in   iscorlo  in  più  modi.  fU 

SCORTO  Ad.l.  da  Scorgere,  l  eduto 
Lai.  in.peetii,,  visus.  Or.  '^""I^l";'^ 
Sega.  Slor.  I.  3.  Ma  la  principale  f  «- 
giL)  fu  la  paura  della  sua  troppa  p.o. 
de.»  e  voglia  scori,  in  1".  d'  »»•>'«  " 
ampliando  signoria  ed  imperio. 

§  1.  Per  Accorto,  Avveduto.  Lai.  catti- 
,/„..  ver.ulus,  ciulus.  periti,:  Gr.  SO- 
Jijuflru.  P"r.  son.  2 ',3.  Trema  qu.ndo 
fa  tede'in  sulla  porta  DcU'  .Im.  ,  ov. 
m'andd.  ancor  si  scoria,  S.  dolce  in 
vista.  Bocc.  Intr.  23.  E.iandio  I  semplici 
far  di  ciò  scorti  e  non  curanti.  O.  /  .  o- 
10  2.  Fu  comincialore  e  maesuo  in 
digrossare  i  Fiorentini  ,  e  farli  »"'"  '» 
bel.  parlar..  M.  F.  8  »«  ^'"'r" '"^^ 
cavalieri  ec.  con  alquanti  roasnadier.  «orti 

e  destri.  .  ,      .^/.^ 

+  #  e.   II.   Scorto,  si  due  anche  delta 

cose,  e  vate   Che  manifesta  •««'"'«i?  " 

chi  le  ha  fatte  .    dette,   o    s1n.1l..    Tass. 

Ger.   2    58    A'"''>'''"''''.'f;''",Vbrv 

indegno    Tra    le    brutture    della     plebe  * 

.orto  ;  Ma  1'  inn.l-ro  ai  primi    onor    del 

[  regno     Parlar     facondo    e     lu.inghiero     . 

*"s'"l'il'  Figuratam.  Dani.  Purg.  19. Cosi 
lo  sguardo  mio  le  face,  scort.  La  boga.. 
Bui.  ivi.-  Scorta,  cioè  parbvol.  e  lotellr 
gibile.  Frane,  iacch  -o...  7»;  E""^» 
costui  cosi  serto.  l>  gente  1»"""'/''" 
.  predicioni,  e  corre.ao  .U.  .0.  (qui  per 

'"TlV.  Jfoclo,  per  Gi.i<*o«o.  ImUritiato. 
L.?.'  ductu,.  deductus.  or.  «Xl)»(.  "«J'- 

a9..-,.     <■    Tasi.    Ger.    M^O.^»^  •"'" 

à.  m.  tiiuw  r  iBCMlo.  ID)  Buon.  Fier. 


SCO 

3.  I.  4-    E    da    voi    scorti    Vi    uguirem 
fedeli  ,  Opereremo  accorti. 

*  S-  V-  -^^^  significato  ili  Guardato 
da  scorta,  da  sentiniVe.  Lat  excubits 
stipntus.  Rtnt.  a^it.  Urli.  3tiin.  S^nnitcc. 
/irti.  Io  piti  dolor  lopra  dolor  ripiange 
La  sconsolala  (  l'crgtne  ) ,  com'  più  mira 
scorlo  P«fndere  in  croce  Cristo  ,  suo  di- 
porto   (ysj 

*  g.  VI.  K  in /orza  d'  avverh.  vale 
Chiaramente.  AVijr,  Fior.  Cftp.  Fori.  Da 
questo  esenipÌL»  ijuaDto  a  costei  piaccia  , 
Quanto  grato  le  sia,  si  «de  scorlo  ,  Chi 
l'urla  chi  la  (igne,  echi  la  caccia.   (Ti) 

SCORZA.  Jiucrij  dfg/i  alberi,  o  delle 
/filiti.  Lai.  co'trx.  Or.  y>0*9^.  pJoo;. 
HidU  Fior,  A.  La  pianta  ha  di  fuori  una 
coperta  alla  a  spiccarsi,-  chiamala  scorza 
e  hocria.  Dani.  Purg.  32  Ronipcntlo 
della  scorza ,  Non  che  dei  fi>^iri  e  delle 
foglie  nuove.  Pelr.  cnnz  26.  2  Ma  non 
compre  ali»  scoria  Ramo,  ne  'n  Sor,  uè 
*D  foglia  Mostra  di  fuor  sua  naturai  vir. 
tude.  Paìliid  cap,  ^0.  Fior  di  calcìaa  , 
scorsa  di  farro  ,  pesta  iosieme,  e  fanne 
cerotto  B^rn.  Ori.  2.  2.  72.  Fu  quel 
beli*  animai  senza  mag3<;n;),  £  sì  rompilo, 
che  nulla  gli  manra  :  Era  il  mantel  di 
scoria  di  castagna,  Ma  sin  al  naso  avea 
la  fronte  bianca  fcioe,  del  colore  della 
scorza  della  castagna  )  .  Sagg.  nat.  esp. 
l3.|.  Nel  mezao  aveva  una  cavita  capace 
d*  una  grossa  mandorla  senza  la  scorza. 

•f  §  I.  Per  simiìit,  vale  il  Corpo  j 
maniera  poetica.  Peir,  son.  1^7.  Po' ben 
tu  puoi  portarieoe  la  scorza  Di  me  con 
toc  possenti  e  ripid*  onde  (  le  migliori 
edis.  leccono  rapiti*  onde  ).  E  son.  237. 
Lasciando  in  terra  la  tt-rrena  scorza  ,  E 
Laura  mia  viial  da  me  partila.  Cas.  son. 
4i^*  E  per  ornar  la  «.corza  anch'  io  di  fore 
Mollo  contesi.  Bemb.  rim.  38>  Ond'auai 
temo  di  Lisciar  tra  via  Quest*  ancor  verde 
e  gi^  lacera  scorza.  *  jfng.  Met.  2.  l5;^. 
Ha  sano  il  suo  di  dentro,  ma  la  srorta 
Non  y  che  il  tuo  genìtor  te  ba  fatto  fer- 
ia. (D) 

§.  IL  Pfr  metaf.  Lat.  cortex.  Pa.ts. 
3|^.  Non  gli  spongono  secondo  1*  intimo 
e  spiriluale  inteodimenio.  ma  solamente  la 
scorza  di  fuori  della  It-ilera  seondo  la 
gramatica  recano  in  volgare  .  Amct  ^, 
E  più  addentro  alquanto,  che  la  scorza. 
Possa  mostrar  della  tua  deilate. 

SCORZARE.  Levar  la  scorza;  e  in 
sif^nifc.  neutr.  pats.  Perder  In  scorza. 
Sbucciarsi  .  Lat.  corticent  detrahere  , 
decortuarCf  pellem  exuere.  Gr.  ai~o).i- 
:r!tv.  Cr,  S.  Gir,  La  terza  virtù  che  ha 
il  serpente  si  è  ,  che  quando  è  vfcrbìo  e 
vuole  ringiovanire,  mollo  digiuna  e  diventa 
magro,  e  va  e  truova  una  entrala  stretta, 
ed  cntrandoTi  slrellamente,  tulio  si  scorza 
e  rmnuovdsi,  Tass.  Ger.  l3.  ^9  ^o,  no, 
più  Ol-o  potrei ,  vinto  mi  chiamo  ,  Né 
cortec<-iJ  scorzar,  né  sveller  ramo.  Bem, 
Ori.  \.  24"  12.  Come  in  un  tempo 
tempestoso  e  strano.  Che  vico  con  tuoni 
«  veolo  furioso,  Grandiue  e  pioggia  ab- 
batte e  sfronda  e  sB'Ta  L'erbe,  e  gli 
alberi  scorza  e  disonora  ,  F  2.  q.  5. 
L'  erbe  e  gli  arbori  spianta  ,  non  pur 
irnrta. 

*t  S"  '*'''*  meta/.  Spcgfiare,  Deporre. 
Lai.  spofiare  ,  exuere.  Gr.  «TTooVctv 
Petr.  son.  237.  Deh  !  perchè  me  del  mio 
mortai  non  scorza  L'ultimo  di?  Gr.  S. 
Gir.  S.  Paolo  disse:  scorzatevi  del  vec- 
chio pec'  alo  ,  e  vestitevi  di  Ge&ucristo. 
(<fui   neutr,  patj.  )  . 

•f  SCORZONE.  Spezie  dì  s.rpe  di 
color  nero.  Pass.  277.  Di  certe  membra 
deiroomn,  come  dicono  i  savii  esperti, 
ossee  uno  scorzone  serpentino  ,  velenoso 
•  nero.  Cant.  Cam.  67.  Se  tarantola  o 
scorzone.  Donne  belle,  vi  pungessi  ,  Fa- 


SCO 

tevi   ugncr  tutti  i  fessi.   Buon.  Fitr.   2. 

lo,    quanti   acorzooi  ! 

§.  Scorzone,  st  dice  anche  d'  Uomo 
rozzo.  Lai.  ntdis,  pnrum  humanus.  Gr. 
dfj.0LQrìi  *  Benv.  (eli,  J  tt  2.  260.  Per 
essere  salvaticbella,  e  di  pochissime  parole, 
veloce  nel  suo  andare,  accigliata  negli 
occhi,  queste  tali  cose  causorno,  che  io 
le  posi  nome  scorzone. /Tj  I-osC.  Cen.  \. 
n.  I.  pas.  5*)  Ella  era  di  Casentino  ec. 
ne'  vcniidue  anni  ,  bassa,  ma  grossa  delta 
persona  ec.  ;  uno  scorzone  da  maiioare 
a  raccolta,  e  un  cavallotto,  vi  so  dire  , 
da   cavare    altrui    d'  ogni    fango.   (TC) 

♦  SCORZONERA  Term.de/  Bolmici, 
Pinnin  the  ha  ti  fusto  SitrtpUce  Con  un  sol 
fore;  le  foglie  a  lancetta,  pi.uic  e  nrrt-ose. 
Red.  Cons.  i.  3/.  SÌ  beva  ron  larga  mano 
r  acqua  di  scorzonera.  /',"87.  Non  è  imma- 
ginabile l'utile  cheapporla  la  bollilura  delle 
suddette  radirbe  di  scorzonera  fn-sche  F 
191^).  Preparerei  con  brodi,  bollilovi  radiche 
di  radicchio,  di  prezzemolo,  di  gramigna, 
di    Lorrana,    di    «scorzonera   ce.     (*) 

SCOSCENDERE.  Rompere,  o  Spaccarej 
e  propriamen/e  dicesi  di  rami  rf'  alberi, 
o  simili.  Liil.  excinttere.  Gr.  oi'ttots  uvsiv. 
Dnnt.  Par.  21.  Che  'I  tuo  mortai  podere, 
al  suo  fulgore.  Parrebbe  fronda  che  trono 
scoscende-  B<mb.  pros.  i.  21.  Ne  queste 
voci  sole  furò  Dante  da'  Provenzali,  ma 
dell'altre  ancora,  siccome  è  drudo  ec, 
e  scoscendere,  che  è  rompere.  Dav.  Colt. 
l83.  Il  villanzone,  quando  pota  ,  tira  a 
terra  quo*  tralci  alla  bestiale,  e  scoscende 
ì  rami  di  lui  (del  pesco  )  ,  che  patisce 
più  de^li  altri,  come  più  tenero  e  gen- 
tile.  /ile^.  10.  Mi  persuasi  ec.  rbe  la 
pazzia  f'sse  veramente  un  colai  albero- 
naccio,  rbe  per  Io  meno  arrezzasse  i 
quattro  terzi  della  terra,  sicché  ognuno 
agevolmente  ne  potesse  scoscendere  la 
sua    frasca. 

§.  Per  similit.  in  sìgni/ìc.  neutr,  e 
neutr.  pass.  Fendersi.  Aprirsi,  Spaccarsi. 
Lai.  scindi,  /iodi,  ptaciumpi,  Gr.  ÙTZo- 
ti'yvsjOat  ,  o;^i'5£cOwi.  Pant.  Inf,  2^. 
Noi  pur  venimmo  io  fine  io  suMa  punta. 
Onde  r  nlitma  pietra  si  scoscende.  F, 
Purg,  1^.  E  fuggia  come  luon  che  sì 
dilegua.  Se  subilo  la  nuvola  scoscende. 
G  /'.  )i.  26.  ].  Una  laida  della  mon- 
tagna di  Falterona  ec.  per  tremuoio  e 
rovina  scoscese  più  di  quattro  miglia. 
Buon.  Fifr.  3.  5.  5.  A  torre  che  rovina 
e  si  scoscende.  Non  ba  poter  suuidio  d* 
architetto. 

SCOSCENDIMENTO  .  Lo  scoscende- 
re; e  dicesi  ancora  dellfi  Cosa,  e  del  Luogo 
scosceso,  Lat.  scissura,  rupes.  locus  prce- 
riiptus.  Gr.  aTTtTcyo;  Tiirftx. 

SCOSCESO  Jdd.  da  Scoscendere.  Di- 
rupato. Lai.  scitsiis,  excìsus,  prnerupfiis. 
Gr.  T/xvjàet;  ,  aVoryio-ti's.  ùnoToy-Qi  . 
Bem.  Ori.  \,  2^.  16.  Fra  l'aspre  spine 
e  le  rocche  scoscese  Cavalcando  ne  va  per 
quel  boschetto.  Buon.  Fier.  4-  2.  7.  Città 
disfatte,  villaggi  scoscesi  (ctov,  rovinali). 
Molm.  ^.  ^6.  Scosceso  è  il  monte  in  som- 
ma ,  e  dirupato. 

SCOSCIARE.  Guastar  le  co^ce,  o  slo- 
garle .  Lat.  co.rtis  luxare  .  Gr  l'^y^ùa 
i^v.p'spoùv  . 

■|- ^-  §  I*  Figuratnm.  Car.  Long.  Scf. 
q6.  Dafni  se  n*  andò  con  molla  allegrezza 
a  dormire,  e  Gnaione  con  un  buon  appe- 
lilo  à  scosciar  dei  polli.  (Min) 

g.  II.  In  signi/ìc.yifutr.  pass,  vale  /4l- 
largrìre  smisuratamente  le  cosce  in  giii.^n, 
ch'elle  si  sloghfno.  Biit.  InJ  I7.  Perchè 
1*  uomo  si  scoscia,  cioè'cfae  più  teme  di 
cadere  ,  che  prima. 

*  %CO%Z\kTO. Add.  da  Scosciare.  Batt. 
Stor.  Jt.  f.  3.  fo;;.  7.  Altresì  (  contavasi  ) 
d*  una  donna  d.i  povera  condizione .  la  qua- 


S  C   0 


lio3 


le  caduta  d' alto ,  e  scosciatasi,  fu  portala 
allo  spedale,  e  quivi  ec.  (CP) 

SCOSCIO.  Scoscendimento.  Preeipi' 
zio.  Lat  praecipitium.  Gr.  arrsV^ij^uvov  . 
Dani,  inf,  17.  Ailor  fu' io  più  timido  al- 
lo sroscm.  Fi„mm.  ().  8.  Acciocché  essi. 
più  abbandonandosi  a  lei,  caggiono  io  mag- 
giore scoscio. 

f  SCOSSA.  Scotimento ,  Lo  scuotere. 
Lat.  concussus.  Gr.  -rt'vay/ia.  Dani. 
Inf  27.  Qui-sla  fiamma  stana  senia 
più  scosse  .  Fior.  Ita!,  p  .  Questa 
favola  reca  Dante  in  figura  d*una  scossa 
che  semi  nel  Purgatorio,  dicendo,  ec. 
Frane.  Sacch.  now.  7,(.  Costui  s'  andava 
con  le  gambucci-  spenzolale  a  mezze  le 
barde  romballendo  e  di.sgnazzando,  e  quel- 
lo cotanto  che  dicev.i,  Io  diceva  eoo  molte 
noie,  comL'  se  dicesse  uno  madriale  ,  se- 
condo le  scosse  che  avea,  che  non  erano 
poche  ; 

§.  I.  Scossa,  diciamo  anche  a  Pioggia 
di  poca  durala,  ma  gagliarda.  Lat.  imber 
ripenliniis  ,  ac  velieniens  .  Gr.  ó}j.Qpo^ 
a'iyvtotoc  Ts,  /at  i^fC/òpo':.  1  orch.  F.rcol. 
291.  Spiovulo  eh' e' fu  una  grossa  acqua, 
non  andò  molli  passi,  cb'  e'  ne  venni-  un* 
altra  scossa  delle  buone.  E  Stor.  n.  358. 
Se  non  che  il  tempo  si  rabbuiò  in  un  su- 
bito, e  ne  venne  repentinamente  una  gran- 
dissima scossa  di  acqua  ,  era  agevol  cosa 
che  quf  1  di  si  facesse  una  zuffa  campale. 
Lasc,  Modr.  7.  Per  le  gian  scosse  d'ac- 
que, e  gran  rovesci  * 

*  §.  II.  J  arch.  Frcol.  72.  Di  uno  il 
quale  non  possa  ,  o  non  voglia  favellare 
se  non  adagio  ,  e  qlusi  a  scosse  ,  e  per 
dire  la  parola  propria  do*  volgari ,  caca- 
tamenle.  si  dire;  e' ponza.  (C) 

'•'  §.  IH.  J  o'are  a  scosse  .  dicesi  del 
J  olare ,  che  fanno  alcuni  uccelli  ora 
adagio,  ed  ora  velocenienle,  aUantlosi.  o 
abbassandosi  ,  M^r;:,  ìf^.  53.  It  picchio 
v'era,  e  va  volando  a  scosse.  (C) 

^  §  IV.  Scossa  Term.  de^  Cavalle- 
rizzi, Trinciata  di  briglia,  o  di  cavezza- 
tte.  (A) 

•f  *  SCOSSARE.  Fare  seos.ta.  Scuo- 
tere .  Poltz.  fjrf.  att.  1.  (  Fir.  l8l4  ). 
Come  vidi  sua  %ista  più  che  umana,  Su- 
bito mi  scossò  sì  '1  core  in  petto  ,  Che 
mia  menie  d'amor  divenne  insana.  (Aj 

SCOSSETTA.  Dim.  di  Scossa;  Pie 
cola  siossa  Mnlm.  10.  8.  E  data  una 
scossetta,  come  i  cani.  La  lancia  chiede, 
brando,  piastra  e  maglia. 

-»•  SCOSSl'O  .  Quel/o  strumento,  con 
cui  si  rompe  il  lino.  Maciulla.  Cavale. 
Specch.  Cr,  179.  Questo  lino  fu  macera- 
to nell'acqua  delle  molte  tribolazioni,  fu 
rotto  allo  scossio  della  colonna  (un  altro 
testo  legge  scossoio).  (Fj 

SCOSSO.  Add.  da  Scacterc.  Lat.  «rare 
sus,  spoliatns.  Gr.  5/TcTcvKyu£vo:,  «tto- 
óuSst^,  S.  Gir  Pist.  Il  fortissimo  cava- 
liere dee  seinpre  slare  nella  schiera ,  e 
cercare  cagione,  perché  la  sua  virtù  sros- 
sa risplenda.  A!am.  Gir.  i5,  17,  Ivi  un 
buon  cavatier  ,  che  plora  e  geme  ec. , 
Truovano  a  pie  forilo,  e  d'arme  scosso 
(cioè,  \iri\o).  Buon,  Fur,  3.  4  4"  Tener 
con  gli  siaiouli  il  naso  scosso. 

*t  *  §  L'''''  ^oio  .  Diserto  ,  come  a 
dire  che  ne  fu  scosso  fuori  ogni  cosa  ; 
ma  e  %oce  antica.  Fr  Giord.  89.  Or  tu 
se'  voto'  com'  una  bolgia  scossa  ;  che  né 
b'itera  sai  ,  né  scicnzia  né  dottrina  nulla 
non  studiasti  mai.  E  ?Oì.  lesù  Cristo, 
parlendcsi  di  questo  mrndo  òa  noi  ,  voi- 
Icci  lasciare  non  così  srossi,  non  cosi  or- 
fani ;  e  però  ordinòe  questo  sacramento 
nella  cena  allato  a!)a  passione  (  l'  anno- 
tatore spiega  :  scossi  forse  lo  stesso  che 
scussi,  cioè,  privi  di  qualsisìa  cosa,  senza 
niente).  iF) 

::-■  SCOSTAMENTO  -  Ditcostammto  . 


1104 


SCO 


SCO 


AUonUnamenlo  .  Lai.  ihicistio  .'■""■'"'■ 
.ir.  a)t»«v,,.5  .  Fr.  Cord.  rr,d.  1 
125.  Non  b  ncuna  co>.i  .!""""'"•  "  " 
gionc  nulla  d.  scosumeolo ,  che  »e  «o 
iamcnto  ri  avesse,  quello  sarà  pur  da  le 
per  luo  difelto.  (IS) 

ì  SCOSTARE  .  Piicostarr  j  e  '•  ""• 
„ell-«u.cnd  neutr.  p.s,.  Lai.  ««rf^re. 
Gr.  av-x/M^ETv.  Amtl.  44  L.  qual.  la- 
to dal  muro  colla  loro  ampiena  s.  icoslano, 
che  ,  Doo  loslieodo  luogo  a  chi  .edesse 
largo  spazio  concedono  ad  erbe  d.  mille 
ragioni.  Frane.  .Ucch.  no.,  b;.  Messer 
Valore  guata  costui ,  e  scostagli   la    mano 

*#'é  l  E  fi-uralam.  '■  Bocc.  nov.iì. 
2.  Se  io  dalla  verili  •i'^'  f""?  "■'  f""' 
«ostare  tolula  .  ^il-  S.  M.  ihdd.  H, 
Sr  fu  mai  gnuno  che  si  scostasse  dal 
mondo,  e  voLse  incominciare  a  fare  pe- 
nilenria,  che  al  primo  passo  non  gli  eoo- 
.eoisse  rappresentare  sotto  questo  gonfalo- 
ne» Gniaì.  32.  Nondimeno,  per  non  isco- 
"urei  dal  costume  degli  alui  diciamo  loro  : 

"Vs  '\l.  Scostarsi  dal  fianco  d'alcuno, 
liaurìlam.  ^ale  Essere  di  cosU.m,  d.^rrsi 
TalLo...Va.i.rar.l<,.C^^'i'^6.uco 

dell'  altre    non    si    scosta  ...  I.V 

+  *  e  III.  Scostare  uno  da  un  altro, 
filralam.  .al.  Fare  che  uno  non  segua 
:Ln,enU  la  parte,  le  opin.on.  e^tmU. 
di  un  altro.  Din.  Camp.  M-  1-  Ordina 
rono  due  per  contrada  che  avessono  a 
corrompere  e  scomuoare  il  popolo  e  a 
'ofamare  Giano,  e  tulli  >  polenti  del  pò- 
nolo  scostaisono  da  lui.  (IJ 
"^  J  SCOSTATO.  Ad.l.  da  Scostare.  Al- 
lontanato. Lai.    '■cccdens,semotu,_G^^ 

t^r";^ntf:^r;a.^^nt^^ 

QLndo  la  g'enle  tue  P"""  •  "=  '5-"  ' 
la  D«Da  nostra  ec  ,  veunono  appiè  della 

"Ts.  Per  Lontano,  Distante.  »  3/.  V- 
8  ,q  Si  raccolsono  nel  castello  che  era 
rilaLrina,   alquanto   scostato  dalla  terra. 

Cr  6.  26  I.  le  cipolle  malige  si  pian 
tanoec.   una    per    perlus.o.  scostata  per 

nn  piede  V  una  dall   altra  ».  (CJ 

*  SCOSTO.  Prcp.  Lo  sU-sso  eh.  D,sco. 
sto  Lor.  Med.  Poes.  Slroaao  dietro  a  coslor 
«me  maestro    D.    questa    gente  ,  andava 

^rnsto   un   poco.    (Min) 

*  SCOSTUMATAGGINE  .  Scostuma- 

leiZ".  Bocc.   Com.  Inf.  (.p 

SCOSTUMATAMENTE,  rh^erb. S^n- 
Cenevolmenle  ,  S.-nza  creanza  .  C""'"  « 
Ln  costun,e.  Lai.  indecentcr,  ..lu,n,an^; 
„r,  immoderate.  Gr.  a:ti."T«5,  «/r'". 

"r.^osùroalame^te,    facendo    maggior. 

"""SCOSTUMATEZZA  .  Scostume  .  Lai. 
malu,  mOM,  immodestia  .  imn,od,rat,o  , 
ru, ietta,  .  Calai.  82.  Cosi  lo  av»e..ars. 
a-  pericoU  della  .costum.teixa  rende  altrui 
Icmpcrato  e  costumalo.  „  „  ,  ,. 
*  SCOSTUMATISSIMO  ./..p»--'-  ''■ 
sJst..mato.  Pro..  F,or.  3.  V  Oh  lem- 
pil  oh  costumi  l  tempi  dico  inlemperan- 
lissimi,  e  costumi  scostumatissimi.      ) 

+  SC0STUM.1TO.  JdJ.  Pri.od,buon 
coJlume.  ìlalcreato.  Lai.  inìunejtus,  ma. 
le  moratus  ,  inurbanus.  Gr.  «»°'f  f  ?.. 
yKj;»;,  i-lfoUoi.  B,cc.  no.^  8.  J.  Co- 
lui  1-  più  caro  avuto  ,  e  più  da  miseri  e 
scostumati  signori  onoralo  ec^ .  che  p.u 
..bhominevoli  parole  dice ,  o  la  alli  .  /- 
„oi..  60.  7.  Egli  i  lardo  ec.  .ra.ruj.  o 
.memorato  e  sco.tumato  ;  .enia  .he  e^  . 
ha  alcune  altre  teccherelle  con  qursle  che 
li  taccion  per  lo  migliore.  L  no,'.  »).  ■• 
Lo  .co.lumalo    giudice    Marchigiano      di 


cui  ieri  vi  novellai,  mi  trasse  d.  boM» 
una  novella  di  Calandrino.  Calai,  b.  Cb. 
di  piacere  ,  0  di  dispiacere  altrui  non  >. 
da  alcuno  pensiero,  e  lotico  e  KoUumato 
e  disavvcnenle  .  «  1     „- 

SCOSTUME.  J/a'  costumi.  Mata  crc- 
ansa  ,  Seoitumatexza  .  Lai.  malus  mos. 
Gr.  xa/dOs^/ia  .  But  Queslo_  finge  1 
autore,  a  dimostrare  che  nello  nferno  e 
ogni  iramondiiia ,  e  ogni  scherno  e  .co- 
stume e  dirisiooe.  Frane.  Sacci,,  no..  107. 
Grande  .costume  i  ,  stando  a  un  tagliere 
con  un  altro,  che  uno  non  ha  unta  tem- 
peranta,  che  li  possa  un  poco  aspettare, 
e  non  fa  la  ragion  del  compagno. 

SCOTENNARE.  Levar  via  la  coUnna. 
Lai.  culem  deirahere.  Gr.  aHOCtpttt  . 
Cani.  Cam.  ^34.  Questi  a  forar,  quest. 
a  tagliar  son  buoni ,  Questi  allr.  a  «co- 
tennare.  Dav.  Colt.  l65.  Scotenna  un 
peito  d.  carnesecca  .  Bern.  Ori.  2  24^ 
45  'Jru  per  meno  alla  nimica  gente,  E 
quello  «vena,  e  quell'altro  .cotenna  Morg. 
1;.  73.  E  questo,  e  I'  altro,  e  poi  quello 
scotenna  .  «     ,,  , 

SCOTENNATO  .  Susi.  Quella  parte 
del  graiso  che  si  spicca  dal  porco  colta 
cjlenna. 

SCOTENNATO.  JdJ.  da  Scotennare 
Lat.  cui  cuUs  dtiracta  est.  Gr.   «nooa- 

SCOTIMENTO  .    lo    scuotere  .  Lai 
coucussus  ,  molus  ,  tremar.  Gr.  CWSjsOi 
Tivy/^a,  T/=0>Ov   M.   r.  3.   4».   Nel  cu. 
scoliraenlo    per  la  notte  e  per    le    rov.ne 
d'  ocni  parte  pochi  ne  poterono  campare 
*  ùcg.  B.   Vmil.   116.   Per  le  manifeste 
cose  è  manifesto  io  quanta  allis>ima  esUs. 
si  riposane  ,  che  i  dolori  dello    stomaco  , 
e  le  grandi  grida,  e  i  molli  scol.menl.  del 
suo  corpo  non  sentiva.  (C) 

SCOTITOIO.  Reticino,  o  Vaso  buche 
rato  ,  nfl  quale    si    me».-  l'   insalala,  o 
altro  ,    per    iscuolersi    dall'  acqua  .   Ani 
Alam.  r,m.  son.    .8.   Io  porto  indosso  un 
cosi  stran    mantello ,  Ch.-    mai  barbier  v 
affiler.a  rasoio,  E  servirebbe  per  iscotiloio; 
Sicch'  io  slo  involto    come    un    fegatello  . 
IlelUnc.  sm.  265.   Mantello  Che  vale  ogni 
danaio    per    burattello ,    O  farne  scotitoio 
per  la  'nsalala. 

f  SCOTITORE.  T'erbal.  mase.  Che, 
0  Chi  scuote.  Lai.  excussor.  Esp.  Salm. 
Scotete  la  polvere  de'  vostri  piedi;  e  cosi 
possono  esser  delti  scotilori.  Salv.n^  D,SC. 
l  2Ì  Neltunno  scolilor  della  terra.  >f  i  ai». 
Àminl  prol.  Che  (Amorej  fa  spesso  cader 
di  mano  a  Marte  La  sanguinosa  spada  ,  ed 
a  Netlunno  .  Scolitor  della  terra  ,  il  gran 

tridente     (B) 

*SC0TiTR1CE  rerbal./emm.diàco 
litcrc  .  Sahin.  Balr.  Ma  prc.tisslmo  Mi 
nerva.  Di  guerra  scolilrice  ,  manderemo, 
E  Marte,    che    da    pugna  il   ratlcrranuo , 
Benché  gagliardo  ei  sia.  (J) 

+  SCOTOLA.  Sl'um.nto  di  legno,  0  ai 
ferro  a  guisa  d,  coltello,  ma  sema  laflio, 
,1  quale  si  scuote,  e  balle  il  lino  ,  0  la 
canapa  avanti  che  si  pettini  ,  per  fame 
cader  la  hsca.  Lai.  'spathula.  Gr.  ola- 
3a).ov  .  Cr.  3.  l5  9.  Se  'I  tempo  sarà 
umido,  con  molli  pan.ii  scaldato  al  fuoco 
(il  Imo),  si  prepara  alla  gramola,  e  con 
iscolole  la  mondiBcaiione  s.  comp.e. 

+  SCOTOLARE.  Battere  colla  scotola 
il  lino.  0  la  canore.  ^''■f"""".J'\ 
.'«r.vca.e.v.  Malm  ,1.55.  E  co  colei 
da  Pedrolin  d.  l.gno  Su  pel  capo  gb  scuo 
loia    i  capelli   (  qui  p-r  similit.  ). 

SCOTOLATO.  -Idd.  da  Scot.'Iart.  l-at. 
rrcussut  .  Gr.  «/TCTivayfsivo;  .  Buon. 
Tane  5.  --.  Sono  .  capelli  della  Tancia 
mia  Morbidi  come  un  lino  scotolalo. 

#  SCOTOLATURA.  Ltsca  cadala  dal 
lino  ,  e  dalla  canapa  par  V  azione  della 
scotola.  Ca'.  Fo.f.  face.  69.  E  .e  tra  l. 


SCO 

terra  .'  impaturi  pula  di  grano  ,  o  alire 
biade,  «eoo  trito,  paglia  balluu,  resi.  d. 
.cope  ,  .cotolatura  d.  lino,  o  canape  ,  Mr» 
boniasimo.  (Pe) 

t  SCOTOMATICO.  Colui  che  paiutc 
di  scotomla.  Tes.  Pov.  P.  S  cap.  7.  Il»» 
allo  scotomalico  da'  a  bere  ec.,  rad.  J  e»- 

'"'sCOTOMl'A.  Vertigine  Unebroia,  con 
diffcoltà  di  reggersi  in  piedi  .  Lai.  Jco- 
,om...Gr.  «,T«^«.  lotg.  «a..  Tosto 
avrà  scolomia  ,  o  vertigine  ,  eoe  cuUle 
tenebrosil'a  ed  avvolgimento  ,  com.  .e  .1 
mondo  .'  aggirasse  inlorDO  •■"»"»•*'; 
Aldobr.  209.  Vale  ancora  qoe.la  polvere 
[  conlra  digito  di  vi.o,  e  contro  .colom.a. 
SCOTTA.  //  Jic»  non  rappreso  ,  cne 
avania  alla  ricotta. 

e  E  Scelta,  in  lerm.  d,  Varinerui.  e 
Quella  fune  principale  atlaccata  alla  vela, 
la  quale  allentai,,  o  tirata  secondo!  veni,, 
regoU  d  cammino  del  naviglio.  /•- J"^ 
18.  143.  E  chi  a  mainare,  e  ch.  alla  KOtU 

è  buono.  r 

#  SCOTTAMENTO  .  Scottatura .  Lo 

scottare  .  Lai.  adusilo  .  Gr.  t:t.«aa«.s  ■ 
Red.  Cons.  I.  280.  Siccome  per  .scotta- 
memo  di  ferro  infocalo  ,  o  di  "equa  boi- 
lente,  .on  prodotte  alcune  ''««.'>;'  .'°'"' 
.cripien,ed'a^quanominat.^da.id.n 

rr{deril1uoc°  e  dello  scotlam.0,0 
eh' e- ci  fa,  eziandio  che  da  DOi  non  s.  senta 
l'arsura  e  il  dolore,  ma  per  averlo  prc 

lato.  £2.8  Dalla  ■);'"»''  -l'I'T 
dove  il  fuoco  .•  accende  ne  deriva  la  di- 
ver.it'a  dello  .pUndore.  e  dello  .coiumento 

'"'*    SCOTTANTE  .    Ch,    scoua      Lat. 
exurens.   Gr.  «aT«a.-o.v  .  SaUm.    Pros 
Tose    I     36 1.    Ma    che    possono  sentire 
dT«;sn.  gole  la.tric.te,^da' cibi  scotunt. 

mortificate  e  incallite  T  (  )  ,    /-„, 

SCOTTARE  .  Far    cottura    col  fuoco 
nel    eo.po    dell-  animale.    Lai.    adurere 
exurere,  uitularc.    Gr     ttli^^uli'.   -Venz. 
Sai.    4      Pian  ,  eh'  ei  mi    scolta  ;  e_  qne. 
;omintia:adoro.  Filli,  la  tua  belli.  *ym. 

perf.  r.   Tii.c    D.  4.  T.  1.  121.  Udiie 
mi  ec.  percbò  6-»  •'  f»°" ,«'*"•  "■'•■ 
divampi  dove  egl.  tocca,  (tj 

+  *  S  1  Sbottare,  laLra  vale  Essere 
eccessivLenle  caldo  .  Imperf  V.  Tusc 
D  4.  T.  6.  237.  Avv.ene  alcuna  volt, 
che  i  muri  e  i  sa.>i  sellano,  ancorché  .1 
sole  non  ci  sia  piii.  perche  ee.  (t) 

S  II  £  per  similit.  si  dice  del  li»- 
care  altrui  nocumento  gagliardo,  travaglio, 
0  dispiacere  e.ces-ivo.  Tae.  D^v.  I^U. 
A-r.  3q3.  Alleggerì  ^'  '"""""'''J'*;^ 
ni  ed  allri  tributi  ,  tolto  via  quelle  cke 
più  scollavano,  inventate  per  mera  barai, 
lena.  *  Imperf  Pro,:  D-  li-  '  >  //• 
Ma  alle  povere  donne  .0  che  avete  uo 
a,al  animo  loro  addosso;  con. un  creder, 
che  voi  ne  .iate  stato  .coluto,  tanto  naie 

nedite    r/Oflc"'-''"    53..MVT"V.V:" 

baie:  quel  che  mi  .colla  più.  «1  e  1   aser 

Xto    che    vi    è   un    mal.de.lo  Inglese. 

c^e    ha    fatto    un    libro    dell.    cb»cc.o. 

''S.^ln    I.  'Ogl.a  scotta,  o  ";"•"'.'' 

din  di   Coloro  chi  stanno  ritirati  per  de. 

bill,  0  per  delitli    onde  non  possono  uscire 

..enta  manifesta  lor  pencolo    ."«'"•-  •'■  4  f_ 

Da  selle  volle  10  su  .'  i^  g'^  W^'»"  ^"' 

alla  .ogiia.  ma  quel  sauo  «colla. 

e    IV     Chi  si  sente  scottir  tiri  a  te  • 

plìdi,ole  gambe,  o  simili;  '"■"''?'/~: 

ierbiale  .  cM.  quale  si  «'"""  '*' /  ". 

seuno  dee  peasa.r  alla  pr.pri.  à'f''-l* 

„  u.a  anco.a  quando  •'  "»^""'''  ?  **: 
nerale  al.iin  vizia    ,.irh.,aluno.  che  n. 

s.a  niacehialc  .  ,'  tmend,  .  /»«*  "l'-  »^ 
-,.  Chi  poi  si  «nlir-a  .eoiur.  .  Urefi  le 
gambe  a  wr. 


SCO 

SCOTTATO.  j4dd.  da  Scottare  .  Lai. 
ustulattis,  exustus.  <ir.  «xTTupaaei'^.  Car. 
teli.  2  3o.  E^li  è  tanto  scottato  <lagli 
obblighi  passati  ec.  ,  che  malvolenlieri  i\ 
laicerk  ridurre  a  questo  aito  (  qui  Ji^n- 
mtam.  nei  signijic.  dei  §.  II.  di  SCOT- 
TARE ). 

SCOTTATURA  .  Lo  scottarsi  ,  e  la 
Parte  scottata.  Lai.  exit  stia.  Gr.  cxxku- 
ffiS-  Segner.  ^fln'l■  .Vi>f.  28.  I-  Non  Jice 
distintamente  nr  veleni  ,  ne  squarci  ,  né 
MOtlalure  ,  né  qualunque  altro  di  que' 
nipplizii  cbe  danno  ai  rei  sulla  terra  i 
tormentalon . 

SCOTTO-  //  Desinarti  o  ia  Cena  che 
si  mangia  pt'r  io  più  nelìe  taverna  .  Lai. 
eoetfj,  prandium.  Gr.  SiiTtvo-j^  a^scsrov. 
Af.  V.  I.  5tì.  I  Roinci  volendo  seguire 
loro  cammino,  lasciarono  ì  danari  de'  loro 
scolli  sopra  le  meose.  Frane.  Sacch  nof. 
69.  In  tutte  le  terre  passate  noD  guada* 
gnò  soltli  venti ,  cbe  gli  scotti  gli  erano 
costali  più  di  cenlo  novanta  .  Croi:.  Mo- 
re//. 2^ì .  Dove  prima  ,  standone  a  scotto 
i  fratelli,  egli  scialacquava;  partito  da  loro 
«.,  e*  diventò  il  più  assegnalo  uomo  del 
moodo  (tjui  vale  .*  stando  alla  stessa  mensa, 
a  comune).  Buon,  Fier.  2.  1.  1^  Tu  sa- 
rai quel  che  a  te  medesmo  Sottrarrai  la 
propina  dallo  scotto.  E  appresto:  Davao 
coolì  di  scotti,  Cbe  parean  fornaciai. 

5  §.  L  £  per  lo  Pagamento  che  si  Ja 
della  stessa  cfaa,  o  altro  mangiamento  . 
Lai.  symhola.  i\t.  (iv_u6o>r;'.  Bnt.  Pur^, 
3o>  Alcuna  volta  scotto  si  piglia  per  la 
vivanda,  e  alcuna  volta  per  lo  pagamen- 
to .  Biton.  Fier.  ^.  3.  2.  E  poslo  man 
suir  un  de' piatti  D'argento,  or  questo 
fia,  mi  volsi  e  dissi,  Lo  scolto  di  stasera. 

^  §.  IL  E  figuratnm.  tt  Dani.  Piirg 
.^O.  E  tal  vivandi  Fosse  gustata  senta  al- 
cono  scolto  Di  pentimeotQ  .  Galat  6". 
Perciocché  il  tacersi  colà  ,  dove  gli  altii 
parlano  a  vicenda  ,  pare  un  ouo  votor 
metter  su  la  sua  parte  dello  scotto  •* .  (M) 

#  §.  III.  Scotto,  per  Pagamento,  in 
modo  assoluto,  Pucc.  Centi/  e.  83.  st. 
9.  E  inGoo  a  questo  giorno  per  iscollo 
Dugeuto  mila  fìorin  d*  oro  avoli  Avie  di 
Pisa  e  Lucca.  (^fJ 

*  §.  IV.  Scotto,  vale  anche  Prezzo.  Fior, 
ital.  3o8.  K,  se  lu  questo  onore,  cbe  vai 
cercando  ,  ruoli  tu  comparare  con  la  lua 
vita,  qual  è  la  ragione  che  tu  noD  metti 
a  questo  scollo  la   mia?  (C) 

#  §.  V.  Tenffre  a  scotto  uno,  va.'e  Spe- 
dargli il  vitto  .  Matt.  Franz,  rini.  buri. 
Quegli  offerisce  di  tenermi  a  scotto  ,  Se 
mi  dispongo  di  tornar  in  corte.  (Br) 

%.  VI.  in  prM-erb.  Pacar  lo  scotto  , 
vale  F.ìr  la  penitenzi  d--l  fallo.  Lat.  lue- 
re  poenns  Gr.  Tt_«w2i'av  ooÙvai.  T'att. 
Jnl^nd.  Man:;ianne  ì  morselli  grassi,  onde 
pagheranno  molto  duro  scolto  nell'  altro 
secolo.  Frane.  Sacch.  Op.  div.  l!\y.  Chi 
non  vuole  combattere  con  queste,  e  vuole 
slare  con  loro  in  pace  ne* diletti,  conviene 
a  mal  suo  grado  ch'egli  paghi  lo  scolto. 
E  più  sotto  :  kòfxx\<nìxc  lugurta  del  diletto 
del  moodo  pagò  lo  scolto  .  E  più  scatto  : 
Adunque  costui,  volendo  col  Demonto 
menare  sua  vita  ,  pagò  lo  scotio  .  Morg. 
II.  ^3.  E  pagherai  lo  scollo.  Di  quel  e' 
hai  fatto  ,  eoo  affanni  e  pene  .  Malm. 
5.  55.  Quella  sua  landra  ha  da  pagar  lo 
scotto  . 

#  SCOTTOBRUNZO.  V.  A.  Forse  lo 
stesso  che  Scoccohrino,  Figuraccia.  Bocc 
Com.  In/.  Ne  vo'  dir  de'  cappurcioi  ,  co' 
quali  o  a'  babbuini,  o  a*  scoltobrunzi  si- 
migliaoti  si  fanno.  fA) 

t  *  SCOVACCIARE.  Uscir  del  covo. 
Malt.  Franz,  rim.  buri,  2.  123.  Girsene 
ionaoii  agli  altri  cento  braccia  Gbiribix- 
«oso  ,  e  con  la  montanara  Stare  a  veder 
st  fiera  si  scovaccia.  (Br-i 

Vocabolario   T.   ÌI. 


SCO 

SCOVARE,  Cai.ar  del  covo  j  e  si  dice 
di  fiere.  Lat.  e  cubili,  vel  lustro  educere. 
Gr.  in.  xoi'ti),',  ex  «Tio^aif^u  e^a'ysiv. 

§.  1.  E  per  simili/,  va/e  Scopri  rt".  Buon. 
Tane.  3.  a  Eb,  Cosa,  oiamai  tu  se'sco- 
vata  . 

•f  §.  IL  Fip*ratam.  Scovare  gli  anda- 
menti, i  fatti  d*  alcuno  ,  vale  Bicercare, 
e  Bitrovare  le  sue  operazioni j  ed  e  tuo 
do  bttt^o  .  Lat.  naliiram  a/icuius  sut'odo- 
riiri  .  *  Sìlvia.  Iliad.  /tb  i.  r.  82^.  lo 
nulla  cerco  D'intendere  da  te,  uè  ritrar 
nulla  ;  y'e  scovo  i  fatti  tuoi  :  onde  assai 
queto  Tutte  le  cose,  cbe  tu  vuoglì,  ordi- 
sci. (B) 

SCOVERCniARE.  T.  SCOPERCHIA- 
RE . 

SCOVERCHIATO,  /'.  SCOPERCHIA- 
TO . 

SCOVERTA,   r.   SCOPERTA. 

SCOVERTAMENTE.  F.  SCOPERTA- 
MENTE 

SCOVERTO.  K.  SCOPERTO. 

SCOVERTURA.  A"  SCOPERTURA. 

SCOVRIMENTO.  /'.SCOPRIMENTO. 

SCOVRIRE,  y.  SCOPRIRE. 

SCOVRITURA.  r.  SCOPRITURA. 

«  SCOZIA.  Term.  degli  Architetti  . 
Membro  incavalo  come  un  mezzo  canale, 
e  perciò  si  chiama  anche  Navicella.  E^li 
e  pirticolarmenie  affisso  alle  basi ,  ove 
si  mette  tra  i  Tori  e  gli  Astragali  .  Si 
pene  ancora  talvolta  al  di  sotto  del  f^oc- 
ciotatoio  della  cornice  dell'  ordine  Veri- 
co.  (A) 

SCOZZARE.  Contrario  d'  Accozzare  ì 
e  si  dice  per  lo  più  delle  carte  da  giù- 
carej  quando  si  mcscoluno,  levandole  dal- 
r  ordine  loro.  Lai,    seiungere  .  Gr.  dizo- 

SCOZZONARE.  Domare,  e  Ammae- 
strare i  cavalli,  e  l*  altre  bestie  di  caval- 
care.  Lat.   domare.  Gr,   6u.fAXV. 

§.  /:.'  prr  metaf.  Dirozzare  alcuno  non 
pratico  ,  Scaltrire  .  Lat.  informare  ,  iw- 
buire.  Gr.  TratoEu'etv.  Varch.  Ercol.  5"]. 
Dicesi  -incora  ,  con  vocabolo  cavato  da' 
cozzoni  de*  cavalli,  scozzonare ,  e  con  %'o- 
re  più  gentile  ,  e  usata  da*  compositori 
nobili  ,  scaltrire  ,  onde  viene  scaltro  e 
scaltrito,  cioè  accorto  e  sagace.  ^  Lasc. 
Bini.  2.  265.  Questo  luo  barberesco  Bi- 
sogno ha  della  brìglia  ,  e  degli  sproni  , 
OvviT  .  che  l'accademia  Io  scozzoni.  (Cj 

SCOZZONATO.   Add.   da   Scozzonare. 

g.  Ptr  metaf,  vale  Scaltro  ,  Accorto, 
Avvfduio  .  Lat.  cautut  ,  versultis .  Gr. 
6uiaj3>i'?  ,  opo'vtfio:  .  Ztbald.  Andr,  67. 
Chi  nasce  in  Iscorpio  ,  Ga  ardito  e  scoz- 
zonato in  tutti  i  suo'  falli.  Morg,  17  g. 
Era  il  Soldano  uom  mr-lio  scozzonato.  E 
22.  125.  E 'ndovinossi  ch'era  scozzonato, 
E   le  malizie  conosce  dì  Gano. 

•f':^  SCOZZONATORE.  Verbal.  masc. 
Che,  o  Chi  scozzona.  Più  comunemente  si 
dire  Scozzone.  Signvr.  fncr.  1.  l^.  10 
L*  idea  di  quel!"  opera  artificiale  non  è 
ne' cavalli  stessi:  è  nel  cavallerizzo,  è  ne- 
gli scozzonatori  e  sonatori,  ec.  (Aj 

*  SCOZZONE.  Term.  de'  Cavalleriz- 
zi .  Nome  che  si  dà  a  coloro  i  quali  co- 
minciano  a  civclcare  un  cavallo  non  an- 
cora avvezzo  al  freno  ,  per  domarlo.  (A) 

*  SCRàLLA.  Specie  di  ciuoco  antico. 
Cavale.  Espos.  Simh.  2.  26.  Si  pongono 
per  prelati  e  per  rettori  tali  fanciulli  per 
rispetto  di  parentado  e  di  pecunia  «  che 
più  volentieri  giocherebbero  nella  piazza 
con  altri  fanciulli  alla  scralla  ,  cbe  non 
stanno  nella  chiesa  ali*  uffizio.  (V) 

SCRAMARE,  F.  A.  Esclamare.  Lat. 
pxclamare .  Gr.  i^^oiv.  G.  F.  12  18. 
6-  E  '1  nostro  poeta  D«nte  Alighieri,  scra- 
raando  contro  al  vizio  dell'  incostanza  de' 
Fiorentini  ec,  disse  tra  V  altre  parole. 
I       3   SCRANNA.    Ciscmnna  ,  Sedia.   Lat. 


s  c  n 


iio3 


scamnum.  Tass.  Am.  1.  2.  Le  scranne  , 
le  lettiere  e  le  cortine ,  E  gli  arnesi  di 
camera  e  di  sala  ,  Han  tutti  lìngua  e 
voce  . 

'^  §-  1.  Sedere  a  scranna,  figuratam. 
vale  Far  tì<i  giudice.  Sentenziare.  <•  Dant. 
Par.  ig  Or  tu  chi  se',  che  vuoi  sedere 
a  scranna.  Per  giudicar  da  lungi  mille 
miglia  Con  la  veduta  rorta  d*  una  span- 
na »?  (MJ  ^ 

*  §.  IL  E  fgnratam  ..  Gr.  S.  Gir, 
22.  Davit  disse:  bcnavvcnlurato  è  quegli 
che  non  andrà  al  consiglio  de'  felloni  e 
non  isl;irìi  nella  vi.i  de*  peccatori ,  e  non 
si'detà  uella  scranna  di  pistolenzz  >•  ( nui' 
lat.  cathedra;  lo  stampato  ha  cattedra  in 
vece  di  scranna  ).   (M) 

*  §.  III.  Sedere  a  scranna,  pur  figu- 
ratam. vale  talora  Comandare .  «  l\la/m. 
6  "-  Ed  oprar  che  Baldon  resli  chi:irito. 
Che  ambisce  in  Malniuntil  sedere  a  scran- 
na ».    fMj 

SCREATO     /'.  SCRIATO. 

SCREDENTE.  Add.  Non  credente.  Di- 
scredente. Lat.  infidelis  ,  incrcdulus.  Gr, 
ofTriJTij.  Tcs.  Br.  2.  25.  Sicché  l'uno 
era  in  paura  e  io  dubbio  ,  e  l'aliro  era 
iscredenle.  Mor.  S*  Grec;.  Ora  se  questi 
colali  sono  tanto  scredenti  ,  che  non  vo- 
gliano tenere  ec.  ^'  ì'il.  SS.  Pad.  2. 
|3.  Tu  conosci  eh'  io  non  per  malìzia 
sono  {scredente  di  questo  sagramento.  (F) 
Salvia.  Odiss.  3iO.  Ed  udendo,  non  scre- 
dente Fue  ,  e  discese  nel  fragrante  tala- 
mo. (N)  * 

§.  Per  Contumace,  Disubbidiente.  Lai. 
contumax,  Gr.  aTTcìQyj';.  Tac.  Dav.  Ann. 
I.  I^.  I  soldati  d'insegna  delle  due  le- 
gioni scredenti,  stanziati  ne' Cauri ,  co- 
minciarono a  levare  in  capo  (qui  il  testo 
lat.    ha  discordium). 

SCREDENTISSIMO.  Superi,  dì  Scre- 
dente .  Lib.  Pred.  L'  Ebreo  si  raanliene 
uo  popolo  scredenlissimo. 

SCREDERE,  Non  creder  più  quel  che 
s*  è  creduto  una  vofta,  Lat  non  credere, 
fidem  amplius  non  kabere,  Gr.  «TrtcTSt/st* 
Ftloc.  5.  212.  Cominciò  ad  ingegnare  dì 
farmi  scredere  ciò  che  io  per  lo  sospirare 
aveva  pensato  .  Guid.  G.  Ulisse  con  sue 
parole  ornale  pacificòe  con  lui  il  popolo  , 
e  fece  loro  scredere  le  predette  cose.  But 
Purg.  7.  I.  Ne  bene  crede ,  ne  bene 
screde . 

1  SCREDITARE  ,  Levar  il  credito  ; 
contrario  d' Accreditare.  Lat.  alieni  detra 
here,  nomen  ìmminuere.  Gr.  òia.r-JStz^v.i 
Ttva.  Buon.  Fier.  4-  2.  7.  Quivi  barbas- 
sori Battersi  i  fianchi,  e  screditando  que- 
sta. Delle  passale  fiere  dir  carote,  E  sca- 
ricar miracoli  .  ^  Segner,  Selt,  Princ. 
iìlus-  6.  2.  Hanno  scritto,  quasi  senz'al- 
tro prò ,  che  di  sconsigliar  tante  belle 
pratiche  ec,  o  di  screditarle.  (TC) 

*  §.  In  signifc.  neutr.  pass,  vale  Per- 
der di  eredito  .  «  Viv,  Disc.  Arn.  5^. 
Air  incontro  si  screditeranno  sempre  più. 
quanto  più  ec.  avranno  spog'iale  e  sprov- 
viste le  medesime  spalle  d'Arno  ".  (C) 

SCREDITATO  -  Add.  da  Screditare 
hit.  fama  imminutus.  Buon.  Fier.  2.  !• 
I.  A  quelle  che  scortate  di  misura  .  A 
quelle  che  smontate  di  colore  ,  A  quelle 
che  svanite  dì  sapore  Venisscr  difellale  , 
E  però  screditale,  Provveggasi  argomento 
che  l'aiuti.  E  3-  2.  8.  Donde  ha  e'fatto 
venir  di  sotterra  Così  straccione  e  frusto 
e  screditato  *N  un  punto  il  pollo  freddo. 
E  3.  2.  12.  Gira  e  rigira,  in  somma  scre- 
ditato .  *  Set:ner.  Pred  Pai.  Ap.  6.  i. 
Perche  questi  (gli  odii )  tra  gli  Ecclesia- 
slici  sono  già  troppo  screditali    (TC) 

SCREDITO.  Susi.  Contrario  di  Cre- 
dito .  Lat.  fama  imminutio  ,  malum  no- 
men . 

*  SCREMENTIZIO  .    Add.    Di    sere 


xio6 


s  e  n 


mento.  Rucell.  Dial.  Jtios.  HO  Per  lo 
turboleolo  acceodìmenlo  di  fuoco  sere- 
Dieatixio  delle  più  violenti  passiooi    (Mia) 

SCREMENTO.  E^cre'nMto.  Lat.  ex- 
cremenittm.  Gr.  Tte^i'rTW^a*.  Varck.  Lez. 
24>  Si  serve  ulvulta  in6ao  degli  scremeati 
e  vilissime  superQuilJ  in  qualche  uso  o 
ntile,    o    oecrs^ario. 

•f  «SCREVIENZI'ii.  Scheranzia,  Squc 
nanzia.  hit.  angina  Gr.  vuvo^/xi-  Sahin, 
Disc-  I.  4^4'  O"*'^'  comparito  ei^li  in  pub- 
blico coIIj  goU  faiciaU,  oon  ditse  verbo, 
accagion^adone  uoa  »cremt^niia,  o  inGam- 
■Qaiioae  di  fjuci;  ma  i  suoi  emuli,  beffan- 
do ,  disseru  non  ossero  quella  angina , 
ma   ec.    (*) 

•f  *  SCREPARE,  r.  A.  Screpolare. 
Pallad.  cap,  (^0,  tit.  Come  si  soccorra 
alle    stufe    e  malie,   se  elle   scrcpaoo    (f'^j 

#  SCREPA-ZZARE.  Sembra  Io  stesso 
che  Scoppiare,  Crepare  Lai  crepare  . 
disrumpi  Gr.  JiwXxxjrv.  Pataff.  8.  Il 
goxzo  volsi  indietro  ,  e  screpazaai  ,  (  n<.-l 
testo  del  Chigi  si  Itg^e  qufsio  etempio 
nel  cap  j),  e  il  comento  ^pie^a  '  Scre- 
paizare,  sghignazzare  }  .  {*) 

SCREPOLARE  .  iVr«(r.  Crepolare  , 
l'^endcrsi,  Aprirti,  Co'tiincare  a  crcpare. 
I.at  fin'li  ,  f.itiscere  ,  hmlcari  ,  rimai 
a^^erf.  Gr.  c^^ca'vetv.  Buon.  Tane.  i.  5. 
Che  la  terra  bj  perduto  ogni  alimento, 
E  screpolali  S'>n  siuo  a'  pantani.  Red. 
Ins  83.  I  marzolini,  prima  che  bdchino, 
in  molti    luoghi    screpolano  e  si   fendono. 

#  JJ.  Scr.p  .Itre,  dicono  ì  Piltori  e  gli 
Architetti  d  un  yizio  di  certa  calcina  , 
con  li  quale  si  /anno  inionaclti  per  di- 
pi-^nere  a  fresco  »  o  per  coprire  facce  e 
mura  d*  eJi/ìzii,  poichc  cotale  intonaco  s' 
opre  e  fende  in  ilivtrse  porti j  il  che  fanno 
anche  le  me^tiche,  o  imprimiture  di  tele 
o  tavole,  0  mura  per  dipifjnere,  a  cagione 
de*  composti  non  ad'ttati  a  tile  effetto. 
BiUin.  foc.  Hit.  (A) 

SCREPOLATO.  Add.  rfi  Screpolare. 
Lai  y7.((uf,  rimosus  .  Gr.  Jce5;^i?^sv5;  , 
x'Xtiépt(*ìÒYi<i.  Sah'in.  Disc.  i.  ^ig  Sieno 
corno  sgraffijii  e  screpolati,  che  abbiano 
la    pelle    slracciata. 

SCREPOLATURA. Crcp*i(«ra,  Fessura, 
Pelo,  nel  significato  del  §.  XIU.  Lai. 
limiila,  fis-^ura,    Gr.    r;-j(t3o^. 

SCREPOLO  ScrepolaUtra.  l^^i.  rimu- 
ia,  fissura,  Gr.  v}(jiSoi.  Rid.  Ins.  83 
Su  quegli  screpoli,  e  su  quelle  aperture 
(  de'  marZ'Jini  )  dalle  mosche,  e  da*  mo- 
scfaeriai  son  partorite  1*  uova    ed  i  bachi. 

t  *  SCREPOLOSO.  AdJ.  Che  hi 
screpolature  X.»{,  rimosus.  Sahin  Georg. 
Uh.  l\.  Tu  però  i  cubili  Screpoloìi  di 
lìscio    fango    intorno  Ungi    scaldando-  (F) 

SCRESGERE.  Contrario  di  Crescere 
Scemare,  Lat.  Jec eicrrc.  Gr.  ^etouiàKi 
Frane.  Rfirb  laS.  20.  E  tanlo  iscresce 
r  oDor  di  costei,  QujoIo  per  lei  Esso  e 
teautu    di    picciol    valere 

'r  SCRESPARE.  Ptt/ar  le  crespe  di 
una  co^a  increspata  j  contrario  d'  /nere- 
tpare.  f.-fj 

#  §.  £■  neutr,  pass.  Vallisn.  Sr  si 
torna  a  tirare  ali*  infuora  rinteslinetto 
ec,  qu.into  più  s'  alUiaga  e  si  screspa  , 
tanto   più   r  osso    resta  indietro.    (A) 

SCREZIA.  F.  A  Screzio.  Lat  discor. 
dia,  dissidittm.  Gr.  ipt;.  Dittani.  2.  24. 
E  percbù  col  marito  prese  screzia.  Dep. 
Decam  106  Per  tor  la  fatica  del  cer- 
carne in  Fazio  Uberti',  che  screzio  e 
screzia   ancora    disse  ,    all'  usanza   antica. 

#  SCREZIARE.  Macchiare  cn  pia 
colon  ,  Fare  scretiato,  Lat.  vatirgarr. 
Gr  TTOtxt'Jlìctv,  puTTou'vitv.  //  Vocabol. 
alla    r.    SGORBIARE.  (•) 

SCREZIATO,  e  SCRIZIATO.  Di  pili 
co/ori.  Lai.  variut,  vtrstcolor,  Gr.  TtoiJ- 
X^OU(      R'cc     noy.    10    4.  Colei,  la  quale 


S  C  n 

SI    vede    indosso   ti    panni    più   acrexiati   e  ' 

più  vergati  ,  e  eoo  più  fregi,  si  crede 
dover  essere  da  m<'Uo  più  tenuta,  e  più 
che  r  altre  onorata.  E  num.  3.  Queste 
cosi  fregiate,  così  dipiote  ,  così  screziate, 
o,  come  statue  di  marmo,  mutole  ed  ia- 
sr-mibili  stanno,  o  si  risponduno,  se  sono 
aJdomandaie  ,  che  mollo  sarebbir  meglio 
r  avi-rc  taciuto.  Dep.  Decam.  1O7.  E  in- 
tese, come  noi  crediamo,  Pampinea  donne 
screziate^  e  panni  screziati,  fat'i  eoo  fregi, 
odi  pezzi,  e  litte  di  più  colorì,  Tac.  Dav. 
Ann.  6.  120.  Tutti  scrivono  esaer  quest* 
uccello  sagrato  al  Sole;  nel  becco  e  penne 
scriziate  diverso  dagli  altri  (  il  testo  lat. 
ha  diitincta  pinnarum  )  .  E  Stor,  5.  3;0' 
Vele  fatte  di  sopravveste  scriziale  dì  bei 
colori  .  a  veder  vaghe  (  il  irtto  tal.  ha 
versicoloribus  ). 

•f  SCREZIO.  V.  A.  Cruccio.  Di- 
scordia, Scisma.  l.»i.  discordia,  contrntio, 
dissidium.  Gr.  €pii  ,  T9  iia.^i^ttBoc.1. 
Bocc,  nov.  72.  16.  La  Belcolore  venne  in 
iscrezio  col  sere,  Fr.  Jac  7*.  Qujndo 
nelle  contrade  Aggiacc  alcun  castello  .  'H 
istante  metti  screzio  Intra  frate  e  fratello. 
Dittam.  I.  "j.  Spento  ogni  mio  pensìer  , 
che  movea  screzio  E  dubbio  al  mio  an- 
dar, subito  presi  Consiglio  tal  ,  del  qual 
ancor   m*  è  prctio. 

§.  Per  Varietà  di  colori,  o  di  fre:,i  . 
Buon.  Fier  4-  2.  I.  Se  '1  vestir  pur*», 
u  tutto  scrfzii  e  tresche.  S'ali*  usanza  ,  o 
fuor  d'  uso.  ce. 

*  SCRIATELLO.  Dim.  di  Scriato. 
Alleg,  223.  Dall'  jltra  banda  se  ve  ne 
capitasse  un  altro  m^ilo  assettato,  scriatello, 
affamatuzzo,    dì    magra    presenza,  ec.   (F) 

3  SCRIATO,  e  SCREATO.  Add.  Ve- 
nuto su  ,  o  Cretcìulo  a  stento  ,  Di  poca 
carne  ,  Debole.  Lat.  minnlut  ,  gracilìt  . 
Gr.  i5X*05'  ie^'^V  Cron.  Mor.tl.  3oi. 
Nacque  a  Giovanni  il  secondo  6gliuolu 
maschio  ec;  e  percht;  era  mollo  minuto  e 
ìscriatn,  credendo  non  vivesse,  il  feci  bat< 
tezzare  il  dì  medesimo  in  santo  Giovanni. 
Buon-  Fier.  4.  2  7  Gli  screati  lìbricoli 
a  sentenza,  E  saggi  detti  in  .ibbrcvialure 
Ristretti,  anzi   raitratli   a  mo'  di  punti, 

*  g.  Scriato,  detto  delle  cose,  vale 
Scemiito,  Indebolito,  Diminuirò  nel  suo 
essere.  "  l>ni'.  Mon  1 20.  La  villanella, 
usata  a  vendere  la  sua  Sf-rqua  dell*  uova 
Un  asse  di  dodici  once  ,  vedendolsi  in 
mano  si  scriato,  e  ridotto  a  un'oncia, 
ec  -..(B) 

SCRIBA.  ì'.  L  Seri^-ano  ,  Scrittore  . 
Lat  scriba,  seriptor.  Gr.  */ìK9IU{.  Dant 
Par.  10.  eh'  a  ti;  riiorce  tutta  la  mia 
cura  Quella  materia ,  ond'  io  soo  fallo 
scriba. 

§.  Scribi,  si  dissero  anche  1  Dottori 
della  legge  giudaica.  Lat  Scribae.  Fr. 
lac.  T.  3.  16.  3.  Or  non  sai  lu  di  qu-sli 
cao  ludei,  Ed  ancor  degli  Scribi  e  Farisei, 
Che  ci  hanno  m>>rto  Gesù  Naxareo,  E  'n 
sulla  croce  1"  hanno  conficcalo?  Sf^ner, 
Con/,  instr.  Dicevano  quegli  Scribi  calun- 
niatori, e  dicevano  bene ,  ancorché  oon 
intendessero  ciò  che  dicevano. 

*  SCRICCHIARE.  Scricchiolare,  Far 
quel  piccolo  crepito  di  cosa  secca  e  dura, 
che  voglia  rompersi.  Salvin-  Tri/  E  la 
gravosa  Terra  scricchiò  ,  Aquauato  dalla 
punta  Di  Netlunno  a  tre  denti.  (A) 

SCRICCHIOLARE.  Si  dice  di  Qualsi- 
voglia cosa  dwa,  o  consistente,  la  quale 
rendi  suono  acuto  nelT  essere  tfors^tn,  o 
nello  schiantarsi.  Lai.  crepitare  .  Malm. 
1.  73.  Scricchiola  sempre  li  più  irìsla 
ruota  (qui  i  detto  proverbiale  ,  di  cui 
vedi   RUOTA,  §.  Ut  )  . 

SCRICCniOLATA.  Suono,  o  Rumore 
che  fa  alcuna  cosa  nello  scricchiolare  . 
tf  Leop.  rim.  57.  E  m*  tccoslai  pitn  pian 
com*  uom  cbr   Jgguatj  .  T^l  che  mi  parve 


S  C  R 

di  «eolir  che  *1  letto  Faeeue  una  solenne 
scrìcchiulaia.  (C) 

t  SCRICCIO.  Lo  stesso  che  Scricciolo. 
Lat.  patstr  trcglodyles.  Gr.  TpW/Xo^W- 
TTis»  Morg.  25.  3oa  Perocchir  lieoe  aperta 
per  natura  La  bocca,  quando  di  sono*  hi 
capriccio  ,  £  lascia  audormtntartì  dallo 
scrìcrio.  Lor.  Med.  cani  18.  ^»  ForO 
macchie  come  Krìcci,  Mangio  pampaoi  e 
viticci. 

t  SCRICCIOLO.  Piccolissimo  nccti- 
letti  solitario,  che  liem  sempre  im  coda 
ritta,  e  frequmla  le  siepi,  e  U  huehs 
desìi  alberi  j  detto  altrimenti  Forasiooe. 
Lat.  passer  troglodylef,  Gr.  T^ùiyio- 
du'ei;;  Cinf.  CoU.  2.  68.  Vedendo  per- 
cosso Esser  da  quel  che  non  preaaava  on 
picciolo ,  Perocché  allato  gli  pare  uno 
scricciolo.  Ricett.  Fior.  85.  Ardontì  molti 
animali,  come  gli  spinoti,  gli  tcrìccioli,  e 
le  rondini.  Buon.  Fter.  4.  2  7.  E  far  iì 
che  non  passi,  e  dod  alieggi  Scrìcciol  ira 
siepe  e  ùepe. 

*t  ^  §•  Essere  Ulto  scricciolo ,  dicest 
per  similitudine,  d'una  Persona  gtovane, 
e  piccola.  Salvia.  Fier.  Buon.  !i.  a.  7. 
Una  p^rtona  giovane,  piccola,  si  dice  ewer 
unu  scricciolo.  (A) 

SGRIGNA.  V.  A,  Scrigno  Lat.  seri- 
niiim,  Gr.  xi^wTiov.  Fr.  lac  T.  2.  g. 
1 0.  E  serrati  nelle  icrìgoe  Auro,  argenlo, 
e  gemme  care. 

SCRIG.NETTO  Dim,  di  Scrigno, 
SCRIGNO.  Quel  rilevato  che  hanno  im 
sulla  schiena  i  cammelli  ,  e  gli  ttomini 
gobbi.  Lai.  gi'ibus.  Gr.  x\ipzo\.  Volg. 
Ras,  Quando  lo  scrigno  ti  comincia  a 
fare,  si  debbono  dare  le  maggiori  pillore 
degli  ermodattili.  Tes.  Br.  .'».  46.  E  molto 
temono  (1  cammelli)  neve,  e  grande 
freddo;  e  '1  grande  scrigno,  ch'egli  hanno 
sul  dosso ,  gli  Arabi  ,  che  gli  tengono  , 
fendono  la  pelle  per  mezzo  la  schiena,  e 
scorliranlo  infino  al  terzo  delle  custe  *  e 
cavano  quello  scrigno,  rb'è  tulio  grUM, 
e  quello  insalano,  e  serbanlo  molto*  e 
coudiscono  biro  vivande.  Morg.  jq.  g3, 
Morg;iote  die  di  morso  nello  scrigno,  E 
tutto  lo  spiccò  con  un  boccuoe.  Bemb. 
Àsol.  2.  i>8.  Quando  avviene  per  alcun 
caso,  che  sopra  lo  scrigno  dell*  uno  ^  Cam  • 
mello)  le  sorae  di  due  pongono  i  loro 
padroni 

f  §.  Scrigno,  SI  dice  anche  Una  spetie 
di/o'Zicre.  Lai.  scrmium.  Gr.  xiSbiTiov. 
Nov  ant.  74  3.  Gli  fece  dire  a  lin  altro, 
che  gli  voleva  accomandare  uo  gran  letoro 
in  molli  scrigni.  Cr.  5.  27.  4  H  If^no  del 
sorbo  ec.  molto  e  convenevole  a  lavorì  ec. 
degli  scrigni,  e  d.^lt'assì,  e  tavole  Hftl. 
iV.  Poi.  i3i.  Più  ili  cinquemila  liofaoli , 
tutti  coperti  di  panni  ad  oro  e  a  seta,  e 
ciascuno  faae  addosso  uno  scrigno  pieno  di 
vasellamenlo  d'oro  e  d'arienlo.  #  E  ap- 
presto: L'I  scrìgno  vuol  dire  in  nostra  lin- 
gua on  fonieretto    (CP) 

SCRIGNUTO  C'ie  ha  h  scrigno.  Gob- 
bo. Lai.  giì'her,  gifihus.  Gr.  XUCTO*<  Llb. 
Mòtt.  Entrando  uno  scrignulo  in  una  cittì, 
nella  quale  era  uuo  statuì»,  ec,  Marttruu. 
I.  iH.  Se  alcuno  avesse  avuta  grande,  o 
piccolo,  o  torto  naso,  se  scrignulo,  ritpo 
degli  orchi,  continua  rngna.  e  molte  altre 
cose.  Mitrg  i8.  18).  E  intanto  un  e*  ha 
veduta  Quella  cammella.  diceva:  perdio. 
Ch*eirè  del  Dormi  ostier  quella  tcrignu- 
la.  Lo-.  3trd  cani.  71.  4-  Più  icri^ala 
e  d'una  chiocrioU.  Ciriff",  Cmfv.  3.  71. 
Resta  impedito  Di  quella  spalla,  e  divcolò 
scrignulo  ,  Che  '1  diavol  non  1*  are*  rico< 
nosciuto  Buon.  Fier.  4.  I.  q.  Guardisi 
r  uom  sol  d'estere  tcrigouto. 

§.  Scrignuto,  vale  anche  per  similitud 
C-onvetsc,  Arcato.  Lat.  concavus,  gibbus, 
gihhosu*.  Gr  xufo'f,  xoTìoi.  f'olg-  Rat 
Tulle  le  ««ne  nascono  dalla  parte  scrìgonta 


S  e  R 


e  colma  del  fegato,  imperocché  il  fogalo 
è  deatro  cavo,  e  <li  fuori  colmo  e  scri- 
goato.  Frane.  Sacch,  no*:  87.  Questo  fu 
dipiuto,  già  fa  più  tempo,  per  lo  re  Carlo 
Primo,  che  fu  mj{;ro  ,  lungo,  e  col  naio 
«crigDUlo.  yu.  iiarl  3^.  Vulcaous  ,  che 
fu  uo  f  illaoo  isrrignutu,  mollo  disleale  , 
e  alla  fioe  diveoDe  fabbro  per  bisogao  di 
Tirer«. 

t  3  SCRIMA.  y.  A.  Scherma.  Lat. 
gtadtalura  .  Gr.  ,U9voua;(t'«.  Morg,  37. 
31.  Mj  quctu  vultj  U  scrima  kua  erra. 
E  st.  109.  lo  t'bu  più  volte,  adopr.iDdo 
ogoi  iciima,  Per  dod  saper  quanta  virtù 
io  te  regna,  Riguardala,  o  mia  spada, 
Unto  degoa. 

<=  §.  I.  SUirt  in  tutta  scrimt.va'f  Sinre 
4  tu  per  tu,  M  fìuon.  Tane.  5.  7.  Ma  or 
meco  Tu  non  dovresti  stare  io  sulla 
scrima  -  .  (tV) 

§  Il  Per  meta/.  Perder  ti  scrima^  vale 
Perder  la  remota  dell'operare  ,  F.scir  di 
se.  Non  saper  quel  e  fi*  un  rifaccia.  Lat. 
a  reguta  aberrare.  Bem.  Ori.  |.  i5.  3. 
Io  nessun'  altra  cosa  1*  uom  più  erra  ec. 
Certo,  che  nelle  cose  della  guerra  :  Quivi 
perduQ  la  scrima  le  ragioni. 

SC^\yiKOU\K  Scrima,  Sckernhi,Scher- 
maqfia.  Lat.  propugnatio ,  dffensio.  Gr. 
dTij?aiTtto/Arf?  Fr.  Giord.  pred  R.  Fu 
inutile  ogni  scrimaglia  adoperata  dal  va- 
leatuumo.  Zabiild,  'Andr.  Vi  oppose  la 
scrimaglia  della  sua  spada. 

•f  *  SCRIMINATURA.  Quel  Solco  in 
sul  cranio,  onda  in  due  parti  dividonsi  i 
empelli .  Bemb.  Asol.  s.  i33.  La  quale 
(treccia)  luogo  il  soave  gi->^0  della  testa 
dalle  radici  egualmente  partendosi,  e  nel 
sommo  segnandolo  con  diritta  scrimina- 
tura ,  per  le  deretaoe  parti  s'  avvolge  in 
più  cerchi.  (J) 

*  SCRiMIRE.  y.  A.  Ferho  neutro 
pass.  Difenderti-  Lat.  'e  lueri.  Rìm. 
Amt.  B,  M.  Sennac.  Ben.  Messere  ,  io 
modo  che  questa  camene  Vi  manifesta,  e 
000  so  eh*  IO  mi  prenda,  O  di  scrìmirmi, 
o  tacito  morire.  (XS* 

t  SCRINARE.  SL-iorre,  e  Distendersi 
empefli.  Lat  ciitet  solvere.  Gr.  ttÌoV-x- 
/i0»  CxXiiiy.  Bocc,  Com.  Dant,  i.  33o. 
Mi  piace  di  lasciare  stare  la  sollecitudine, 
la  qual  pongono  ,  gran  parte  del  tempo 
perdendo  appresso  il  barbiere  ,  in  farsi 
pettinare  la  barba  ec,  ed  in  ispcccbiarsi, 
usimarsi,  allicbìsarsi,  scrinarsi  i  capelli  , 
ora  in  forma  barbarica  lasciandogli  cre- 
scere, atlreccijndogli,  avvolgendosegli  alla 
testa,  e  talora  soluti  su  per  gli  omeri 
tToUuare,  ed  ora  io  allo  cbericile  raccor- 
ciandogli. 

SCRINATO.  Add.  da  Scrinare j  Cfte 
ha  I  crini  sciolii ,  e  distesi  Lat  passis 
criiiihus .  Gr.  Trìs/auoj  s'/ìjSsvto^.  G. 
r.  4  20.  6  Tutta  ipogliata  di  vesiimenla, 
(•'  crini  del  capo  diligt-ntcmcnte  scrinali  , 
(Questa,  disse.  Ptcor.g,  tS-n^f.  2.  Chiamato 
Guelfo  suo  marito,  e  tutta  spogliata  de*  suoi 
Testìmeoti,  e  i  crini  del  capo  diligentemente 
scrinati,  disse:  uiune  malie  possono  essere  ; 
vieni,  e  usa  Ìl  nostro  congiugoimeutu  . 
*  *Scrt.  Peci.  76.  Il  padre  loro  slava  c<illa 
barba  grami:,  e  il  capo  iscrinalo,  e  vestilo 
di  nero  al  sepolcro,  (Cj 

SCRITTA.  Scrittura  .  Lat.  scriptus  , 
icripliim,  scriptura.  Gr.  ypXfJ.u.v..  Bocc. 
nov  85.  16.  Sappi,  che  se  tu  la  toccherai 
ooQ  questa  scritta,  ella  li  verrà  inconta- 
nente dietro.  Sfaettruzz.  2.  8.  3.  Il  ter- 
so .  quando  l' occulto  revch  con  parole 
eomaoi ,  C'^n  cantoni ,  o  segni  ,  ovvero 
bcrilU.  che  è  chiamala  libello  f.imo&o.  E 
2.  33.  6.  Non  fa  forza,  quantochè  al  pec- 
cato, i«  alcuno  o  colla  parola,  o  culla 
scritta.  Ovvero  cenno,  ovvero  con  qualun- 
que fatto  si  meni  a. 

§.   I.   Per  insc'izicnr .  Lat.    insciptio. 


Gr.  STiyjCay»!',  ssr/p«jx/ta.  Da>ìt.  taf,  8. 
Sovr*  esso  vedestù  la  scritta  morta?  E  \x. 
Ci  raccostammo  dietro  ad  un  coperchio 
D*  un  grande  avello,  ov'  io  vidi  una  scrit- 
ta Che  diceva:  Anastagio  papa  guardo. 
*  ytt.  SS.  Pad.  2.  2^9.  Sopra  alla  porla 
era  scritto  cosi  ec.  E  pareoilogli  vedere 
cassare  la  scritta,  che  diceva  a  Giovanni, 
svegliossi,  e  torno  in  sé.  (yj 

g.  II.  Per  Obfdiso  in  iscritto  .  Lat. 
syafjrapfia .  Gr,  ffuyypapi]'.  Bocc.  nov. 
80.  31.  Siccome  colui  che  di  ciò  non  avea 
oi^  scritta,  ne  testimonio.  fC  num,  32>  Fat- 
tesi loro  scritte  e  contrasrritte  insieme,  e 
in  concordia  rimasi,  attesero  a*  loro  altri 
fatti  Frnnc.  Sacch.  rim.  33.  Carta  ,  ah 
scritta   non   gli   valse  teco. 

§.  HI.  Per  Contratto  dì  matrimonio 
disteso  in  iscritto.  Amhr,  Cof.  \.  2.  Per 
concluder  la  scritta,  e  *I  parentado.  E  2. 
j.  Squadernaronmi  La  scritta  del  paren- 
tado. Malm.  4.  \o*  Fu  voleatier  la  scrit- 
ta slabiìita. 

*  SCHITTACCIO  .  Peggiorativo  di 
Scritto.  Allegr.  l(^'\.  V'intesi,  padron 
mio,  per  discrezione.  Più  che  per  lo  scrii- 
taccio,   o   pel   sonetto,   (f  J 

f  3  SCRITTO  Susi.  Ciò  che  è  scrìtto 
su  d'una  carta,  su  di  un  muro,  o  si' 
mile  jScrittura.  Lat.  icriptum,  scriptus.  Gr. 
ypda.p.v..  Dant.  In/,  ig.  DÌ  parecchi  anni 
mi  menti  lo  scritto.  G.  /'■  12-  4^  2  Se- 
condo il  detto  e  scritto  de*  libri  degli  an- 
tichi. 

n*  §.  I.  Scritto,  dicesi  anche  del  Carat- 
tere scritto  s  come  .•  Questo  è  uno  scritto 
chiaro^   rotondo.   (C) 

*  §.  II.  .yi  dice  anche  della  Maniera 
di/ormare  i  caratteri  ;  Come  :  Questo  è  uno 
scritto  bello,  o  brutto.   (C) 

f  #  §  ili.  Scritto,  si  dice  anche  d'  un* 
Opera  letteraria  per  lo  più  di  piccola 
mole.  Bo-gh.  Orig.  Fir.  2&'\  Servendo  gli 
scritti  loro  alle  decisioni  delle  liti  partico- 
lari, (ì'} 

*  §.  IV.  Scritto,  si  dice  anche,  ma 
solamente  nel  numero  del  più,  delle  Ope- 
re letterarie  qualunque  d'un  autore.  D'iv. 
leti.  Accad.  Alt.  Nondimeno  i  loro  scritti 
(di  Dante,  e  del  Boccaccio)  ,  e  del  Pe- 
trarca piacquer  sì ,  che  ogouno  è  corso  a 
volergli  imitare  .   (C) 

*  g.  V.  Il  iscritto,  0  Per  iscritto, 
po^ti  av^erbialm.  valgono  Per  mezzo  di 
uno  scritto  j  contrario  di  A  bocca»  <•  G. 
y.  g.  ig'ì,  2.  Domandò  loro  per  iscritto 
e  con  suggello  il  mandato  che  aveano  dal 
loro  Signore.  Bocc.  nov.  80.  3.  Dando  a 
coloro,  che  «opra  ciò  sono,  per  iscritto 
tutta  la  mercataozia.  Ar.  Fur.  5.  33. 
Ch'ella  <;li  avej  giurato,  e  a  bocca  e  in 
scritto  ,  Che  mai  non  saria  ad  altri,  che 
a  Ini,  sposa   >».  (C) 

V  £.  VI.  Per  iscritto,  è  anche  locu- 
zione avverhinle  accennante  Evidenzi  di 
cosa,  come  fosse  scritti .  m  Dant.  Furg. 
2-  Talché  parea  beato  per  iscritto  ».  (C) 
5  SCRITTO  .  Add.  da  Scrivere.  Lat. 
scripms.  Gr.  ■^v/p^fJ^ì'^o^.  Amet.  70. 
A*  versi  scritti  nello  antico  avello.  Frane. 
Sacch.  nov.  217.  F^ce  una  cedola  scritta, 
e  piegatala,  la  legò  tra  più  zendadi. 

#  §.  I.  Scritto  a  penna,  vaie  lo  stesso 
che  Manoscritto;  contrario  di  Stampato. 
«  Red.  lett.  Occh.  Tra'  miei  libri  an- 
tichi, scritti  a  penna,  ve  n'è  uno  intito- 
lato :  Trattato  di  governo  della  famìglia  ». 
Bert  Giamp  160.  Non  ce  l'ha  fallo  en- 
trar dì  soppiatto,  di  notte  e  per  qualche 
buco;  voglio  dir  io,  io  qualche  cperìc- 
cioola  che  si  trovi  di  suo  scritta  a  peana; 
ma  ce  l'ha  fatto  entrar,  di  bel  mexxo  del 
giorno,  e  a  porte  aperte,  cioè  l' ha  stam- 
pato io  un  libro.  (C) 

*  §.  II.  Scritto,  per  simifil. ,  si  dice 
a  Cose  in  cui  si  scorge    qualche    lavorio 


fatto  dall'aite,  0  dalla  natura.  Pallad' 
Gena,  |6  Dicono  i  Greci,  che  le  mao- 
dorle  nascerebbono  scritte,  le  t*  aprisse  il 
nocciolo,  quando  ella  sì  none,  e  cosi  lano 
si   togliesse   il   midullo.  (*) 

3  SCRITTOIO.  Picco/a  starna  appar- 
tata  per  uxo  di  leggere,  scrivere,  e  con- 
servare scritture  Bocc  f.rtt.  Pr.  S.  Ap. 
30jj  Comporre  nello  scrilloio.  Calat  86. 
Ora  che  debbo  io  dire  di  quelli  che  esco- 
no dello  scrittoio  fra  la  gente  colla  penna 
nell'orecchio?  Segr.  Fior.  Clìz.  A.  2. 
Si  ritirava  in  casa  nello  sninoio  ,  dove 
egli  ragguagliava  sue  scritture,  riordinava 
suoi  conti.  Copr.  Bott.  7.  i4o.  Deh  dim- 
mi la  ragione,  perchè  Ì  più  fanno  dipin- 
gere a  verde  gli  scrittoi,  e  simili  stanze? 
Burch.  2.  I.  Per  cbe  cagioni  Mi  cavi  il 
tuo  Burcbiel  dello  scrittoio  T  J'arch.  Lei. 
2|t)  Come  si  può  ancora  vedere  nello 
scrittoio  di  Sua  Eccellenza. 

^^  §.  E  /guratani.  u  Lasc.  Mostr.  22. 
Ouazzaletlo,  che  fa  poche  parole  E  molli 
fatti,  ma  nello  scrittoio  Vien  dopo,  e  della 
guerra  ba  poca  pratica,  Tenendo  scuula  ai 
mostri  di  gramjtica.  (C) 

t  SCRITTORE.  Colui  che  scrive,  che 
compone  libri ,  o  simile  j  Autore.  Lat. 
scriptor,  auctor.  Gr.  wy/pxftJi.  Bocc. 
Conci,  g.  Ma  se  pure  presupporre  si  vo- 
lesse che  io  fossi  stato  di  quelle  e  lo  inven- 
tore e  Io  scrittore  ,  che  non  fui,  dico  rhs 
io  non  mi  vergognerei.  Dant.  Par.  ag^^ 
Ma  questo  vero  è  scritto  in  molti  lati 
Dagli  scrittor  dello  Spirito  Saato  .  But. 
Purg.  22.  1.  Però  dice:  lo  cantor  ,  cioè 
lo  scrittore  del  buccolici  carmi  .  E  altro- 
ve :  Benché  la  mano  sia  strumento  dello 
scrittore  ,  la  mente  è  quella  che  detta  e 
ordina.  Ar.  Fur.  29.  2.Q.  Onde  materia 
agli  scrittori  caggia  Di  celebrare  il  nome 
inclito  e  degno. 

f  §.  Per  Copista,  Scrivano,  nel  signi- 
f.c.  del  %.  I.  Lat.  scriba  ,  notarius  , 
lihrarius.  Bocc.  Com.  Dant.  In/  ^,  i, 
-Ma  perchè  questo  poco  resulta  ,  il  la- 
sceremo nell'arbitrio  degli  scrittori.  Mae- 
struzz.  2.  34.  2  Tutti  coloro  ,  che  fan- 
no statuti  contro  alla  liberta  della  Chie- 
sa, sono  i  scomunicati,   e  i  loro  iscrittori. 

*  SCRITTORELLO.  Dim.  di  Scrit- 
tore, nel  primo  sisni/ìc.  ,  ma  detto  per 
dispregio,  yiv.  lett,  Uom.  ili.  i.  ig3.  È 
troppo  alta  presunsione  proporre  il  para- 
gone tra  un  autore  di  sì  gran  fama,  ed 
un  incognito  scriitorello.  (C) 

*  SCRITTORETTO  .  Disprezzativo 
di  Scrittore.  Car.  Lett.  Ton.it.  I,  Ove 
dice  ,  che  Luigetto  ,  uscirà  un  tratto  di 
Etto,  corligianelto.   scrittoretto.   (C) 

V  SCRITTORI'A  Lo  stesso  che  Seri- 
vaneria,  Bemb.  Lett.  Mi  bisognò  trovarne 
ad  imprestilo  per  pagare  la  scrittoria,  va- 
cata e  promessa  a   mia  istanza,  ec.  (A) 

*  SCRITTORIO  Lo  stesso  che  Scril- 
loio j  ma  meno  usato.  Alam.  Leti.  Farcfi. 
Restami,  credo,  a  giustificarmi  con  voi,  e 
scusarmi  di  essere  troppo  ardito,  e  poco 
discreto  a  trarre  uno  dall'  altissimo  inge- 
gno de' suoi  onorati  studii,  e  del  sacro 
scriltorio,  per  condurlo  ad  udire,  anzi  a 
dir  parole  sopra   liti  indegne.  (C) 

*  SCRITTURA  .  L'arte  di  scrivere, 
di /ormar  le  parole  mediante  de*  segni 
convenuti,  y.  SCRITTCRAXE,  Add.  (C) 

\  §.  I.  Scrittura ,  vale  anclie  Ciò 
che  e  scritto  sulla  carta  ,  sul  muro, 
o  simile.  Lai.  scriptum  ,  scriptura  Gr. 
■/pafJLfiot..  Cronichetl.  d*  Amar.  3  Venne 
Daniello,  e  rifiutò  ciò  che  lo  Re  gli  pro- 
meltea,  ispooendo  questa  scrittura.  Lesse 
la  icrittura  in  questa  forma  :  a  peso,  Da- 
merò  e   divisione. 

f  #  §.  II.  Scrittura,  vale  anche  Opera 
letteraria  così  in  prosa ,  come  in  versi, 
Silv.  Avveri.   I    3.  3.  So  le  scrìttorc  a- 


ItO^  S  e  R 

daoque  che  parto  furuno  dello  »pa»o  di 
quei  ceoto  anpi  delle  predella  regole  il 
foadatneato  sarà  da  porre,  (p') 

*  g.  ni.  Scrittura  ,  iticesi  anche  del 
Modo  di  scrivere  U  voci  rispetto  aif  or- 
tografia.  J'arch.  ErcoL  l5o.  Ma  io  affio- 
cbò  meglio  tn*  ioteDdiatc,  l'userò,  come 
fci  fd  orlogrjfia,  cioè  reità  icrittara,  e  al- 
tre voci  greche,  otlla  sua  forma  primie- 
ra.  (C) 

t  *  §•  'V-  Scrittura,  diciamo  anche  a 
Quello  che  si  truova  scriilo  m  tate,  o  tal 
modo  in  aìcun  lihro,  o  testo,  che  altri  leg- 
ge, o  consulta.  Dep  Decam.  12.  I^  se  noi 
abbinTii  voluto  che  in  Andreuccio  si  scri- 
va ce  .  ,  e  io  iVlatiil  ec.  ,  E  in  altri  luoghi 
di  questo  autore,  abliiamo  seguilo  Ìo  ciò 
e  la  scrittura  dì  questo  libro,  e  quella  di 
.litri,  the  sono  molli  e  buoni.  K  appres- 
so: Si  pronunzia  per  A  sonnacchioso  e 
camarlingo  j  ìi  quale  scritlura,  trovata  io 
alcuni  lesti,  può  eiser  buiino  indizio,  er. 
/^  l8.  Abbiamo  voluto  più  presto  seguir-? 
quella,  che  al  sicuro  sì  vede  esser  scrillura 
del  Mannello,  che  questa,  la  qual  si  co- 
nosce esser  opera  di  chi  non  conobbe  la 
dependenzia  di  tutte  queste  parole  dal 
verbo  che  era  di  sopra,  /i  23.  La  qual 
diversità  di  scrittura  troviamo  ancora  in 
Pietro  da  Perugia  (cioè,  la  qual  diversilìi 
di  lezione  troviamo  nella  novella  di  Pietro 
da  Perugia).  JS  5q.  Dopo  molte  conside- 
razioni prò  e  cootra  avute,  abbiam  preso 
di  ritenere  la  scrittura  comune.  (F't 

Sr  g.  V.  Scrillura,  o  Scrillura  pubblica, 
o  privala,  vale  Alto  contenente  una  pro- 
messa, un  patio  Ira  due,  o  più  persone  Lat. 
syn^rapha  ,  chirographum.  I.emm,  Tesi. 
3o.  Per  qualunque  ragione,  modo,  ovvero 
cagione,  con  scrittura,  ovvero  senza  scrittura 
pubblica,  ovvero  privala.  CO  Otticc.  Stor.  4- 
l5.  Alla  quale  (  Icfia  )  furono  aggiunti 
ire  articoli  non  roncessi  nella  capitola- 
zione, ma  posti  in  scrittura  separala,  coo- 
fcrmali  per  giuramento  ec.  (h) 

§.  VI.  Mettere,  o  Dare  in  iscriltnra, 
n  simili,  i'rtt,'/ìono  Scrivere.  Lat.  scrtbere, 
in  scripturam  redigere.  G.  /'.  7.  5o.  5.  I 
compngui  misono  in  iscriltura  le  parole  e 
la  notte.  JJemb.  Stor.  8.  Il3.  Ancoraché 
avc&souo  la  fede  in  iscriltura  data  ,  che 
lascerebbono  via  portarne  le  artiglierie,  e 
ì  prigioni  libercrebbono, 

3r  g.  VII.  Recare  in  iscrittura,  vale  lo 
stesso,  Salv.  Avvert.  \.  2.  3.  Le  lingue 
si  arrecano  in  iscrittura,  e  in  iscrittura  si 
recano  principalmente  a  fio  di  perpetuare 
i  pensieri.  (ì  ') 

>|i  g.  Vili.  Commellere  alla  scrittura  una 
cosa,  vale  Scriverla,  Metterla  in  iscritto 
affìncìt'e  ne  riminga  memoria,  fìcmb.  Stor. 
2.  Le  quali  cose  ragunare,  e  alla  scrittura 
commettere,  non  è  opera  di  ehi  ama  ì'  ozio, 
ni'  di  piccola  industria.  (IS'J 

g.  IX.  Scrittura,  assolutamente  detta, 
per  eccellenza  s*  intende  la  S-icia  fìibbta. 
Lat.  Sacri  Codices,  Scriptiira.  Gr.  ypafn- 
pass.  322  La  Scrittura  v  un  6ume  alto 
»•  basso,  nel  quale  il  leofante  vi  nuota,  e 
l'agnello  il  guada,  Dant.  Par.  ^.  Per 
■  lueslo  la  Scrittura  condcsceiide  A  vostra 
facullate.  £."  12-  Laonde  vegnon  tali  alla 
Scrittura,  Oh* uno  la  fugge,  o  altro  la 
roana.  Cavafc,  Specch.  Cr.  Se  tu  fussi 
occupato,  e  non  potessi  attendere  a  leg- 
gere tutta  la  Scrillura.  Cw.  f.  8.  5.  3. 
Uno  era  messer  Benedetto  Gualaoi  d'A- 
lagoa,  molto  savio  di  Scrittura.  Fit  S. 
ilio.  fìat.  189.  ItagioDando  ancora  insie- 
me delle  profeiie  e  delle  parole  della 
Scrittura. 

'^  §.  X .  libato  in  ptur,  Segner. 
Mann.  Magg.  7.  4-  ^*"^  '**"  ^^  ambulare 
nelle  divine  Scritture,  qualor  e  tolto  in 
4enso  più  metaforico,  che  realeT  i:  21.  !■ 
'^ucsl*i-  l'acqua  loro, coti  chiamata  io  roti- 


S  C  R 

le  luoghi  dalle  sacre  Scritture.  H  2!^.  a. 
Troverai  tu  pero  nelle  divine  Scritture, 
che  Iddio  nella  giosliiia  sia  detto  ricco? 
E  Giugn.  6.  5.  Non  è  nuovo,  aoii  usato 
nelle  Scritture,  the  talor  l'astratto  sigai- 
fichi  il   suo  concreto.  (Vj 

g.  XI.  Per  lo  Libro  slesto,  in  cui  si 
contiene  la  sacra  Scrittura.  Segner.  Mann. 
Die.  3  3,  Senza  pigliare  altro  seco,  che 
una  sottana,  una  Scrittura  ,  un  breviario 
ec  ,  andò  da   Roma   a  Lisbona. 

*  g.  XII.  Per  Passo,  Testodella  Scrit- 
tura. Civaie.  Att,  Apott.  5^-  Prendendo 
materia  per  la  della  iscrittura  si  li  predicòe 
|j  lede  (parla  d'un  pass-t  d'  /saia),  Segner, 
Mann,  Gtugn,  i3.  3-  Quetta  pare  che  sia 
quella  scrittura,  che  qui  il  Signore  allegò 
senza  ricordare  più  oltre  qual'  essa  fos- 
se.  (D 

§.  XIII.  Scrittura, par ticclarmente si  dice 
per  Ciò  che  SI  scrive  ne' libri,  e  quaderni 
de* conti.  Lat.  raliones,  codex  dati  et  acce- 
pti  A^n  Pund,  ^2.  Solo  i  libri  ,  e  le 
mie  scritture,  e  de' miei  passali,  jllora  e 
poi  le  tenni  occulte  e  rinchiuse.  Alleg. 
Quasi  certo  de'buoni  effetti  della  scrittu- 
ra  del   suo   celebre  quaderno. 

*  SCRITTURABILh:.>rf(/(/.  Term.  de* 
Computisti,  ec.  Che  dee  estere  scritto  a 
libro.   (A) 

*  SCRITTURACCIA.  Peggiorai,  di 
Scrittura  j  Scrittarcio.  (A) 

SCRITTURALE.  Susi.  Scrivano.  Lai. 
scriba.  *  Salvin.  Annoi.  Cas,  167.  Di- 
stornare è  termine  delli  scritturali  e  ra- 
gionieri; dicendo  esìi  f^rc  uno  sturno, 
e  sioruarc  una  partita .  qujndo  in  uoa 
scarsella,  o  postilla,  la  dichiarano  errata  , 
e  mal  posta.  (C) 

§.  Per  Intendente  di  scrittura.  Maestro 
in  iscrittura,  nel  signijic.  del  §.  IX.  Menz. 
sai.  2  Leggete,  o  scritturali  e  babbuassi, 
Colk   de' Regi   più  d'un   libro   intero. 

SCRITTURALE.  AdJ.  Di  scritta  a  . 
Appai  tenente  a  scrillura.  Salvia.  l'rot. 
Tose.  2.  2^.  Anche  di  questo  scritturai 
segno  nella  loro  gramalica  furo  gl'inge- 
gnosi ritrovatori. 

5?  SCRITTURETTA.  Dim,  di  Scrit- 
tura. Galli.  Leti.  voi.  3.  pag.  i3t).  Avrà 
forse  V.  E.  ricevuto  sin  ora  un  poco  di 
scritturella  ,  che  repeulioamento  mandai 
all'  Illustriss.  ec.  f/JJ 

*  SCRITTURISTA.  Teim.  de'  Teolo- 
gi.  Interprete  della   sacra  Scrittura.  (.-1) 

*  SCRIVACCHIARE.  Scrivere  mala- 
mente. (A) 

y'f  SCniVANEaiA.  E^ercitio  ,  e  Im- 
piego dello  scrivano.  (A) 

*  SCRIVANI'A.  Pece  dell'uso.  Tavo- 
la ,  o  Tavolino  fatto  in  diverse  maniere 
ad  uso  di  scrivere.  (A) 

f  SCRIVANO.  5ujr  che  talora  si  usa 
anche  in  forza  d'add.  Cohti  che  tiene 
scrittura,  nel  sii:nifcatJ  del  g.^XHI.  Pit. 
Plut.  P.  S.  aS.  Égli  riprendeva  gii  ai.:- 
vani,  che  non  facevano  ben  l'  uficio.  Frane, 
fìarb.  260-  23  Fa  la  uavc  altomare  ce, 
Allo  scrivan  db  loco,  lo  galea  tulle  queste 
Cose  stanno  ben  presto,  ec. 

"■j-  §.  I.  E  per  C-opiatore,  Copista.  Lai. 
amanitfnsis,  lihrarius,  scriba.  Gr.  ^t^Xto- 
ypKoo;.  Borgh.  Orig.  Fir.  222.  Mentre 
lo  cercano  liberare  da  un  piccolo  errore, 
se  fu  pur  suo,  e  Don  del  suo  scrivaoo  ec., 
lo  precipitano  in  un  griodiisimo. 

f  §.  II.  Per  Scrivente,  Che  scrive. 
Lat  scribens.  Gr.  ypàjjw».  Fr.  lac.  T. 
3.  3.  5-  E  Dio  è  lo  scrivano.  Ch'aperta 
ha  la  mano.  Ovid.  Pnt.  8<)  Conciosia 
cosa  che  mentre  che  dittando  la  presente 
lettera,  a  me  scrivaoa  sia  pervenuta  ma- 
niteila  novella,  che 'I  mio  marito  sia  mor- 
to  per   l'avvelenata  camicia   che  ec. 

SCRIVENTE. CAr/ciVe.  Lai  scnbens. 
Or.  ypd9tit'*.  Lab.  3.  AUj  presente  operj 


S  C  R 

della  ina  luce  si  fattameaie  illumini  il  olio 
intelletto,  e  la  mano  scrivente  "^g$*t  c^c 
ec.  *  Gaiat*  36.  Affermando  che  couU 
era  il  principio  delle  lettere  de'Lalioi 
nomini,  scriventi  al  Comooe  di  Roma; 
alla  ragìuo  de*  quali  chi  aodasu  die- 
tro, ec.  (ff) 

#  §.  Ts  in  forza  di  tutt.  Colui  che 
scrive.  Instr,  Cane.  72.  Coaliouaodo  Del 
medesimo  verso  ec.  con  lasciar  bianche  lo 
facciate  di  contro  a  mao  deatra  dello  scri- 
vente. (C) 

•f  3  SCRIVERE.  Significare,  ed  Espri- 
mere le  parole  co*  caratteri  deiC  alfabeU. 
Lat.  srnbere  ,  eiarare .  Gr.  yptiifttt . 
Bui.  Purg,  26.  1.  Scrivere  è  lovergaro 
le  carte  ,  imperocché  si  fanno  nella  carta. 
le  lettere  a  riga  a  riga,  come  si  fanno  le 
verghe  nel  pano^j.  E  altrove:  Mal  fa  chi 
scrive,  se  nun  iscrive  aperto,  siccb'e'i' in- 
tenda.  Dani,  Par,  5.  Si  cominciò  Beatrice 
questo  caoto  ec.  Lo  maggior  don,  cbe  Dio 
per  sua  larghezza  ec.  Ccuì  Beatrice  a  me, 
com' io  scrivo.  E  i8.  Ma  tu.  cbe  sol  per 
cancellare  scrivi.  Pensa  ce.  Petr.  san.  221. 
Alla  mano  ,  ond'  ìo  scrivo  ,  i;  falla  amica 
A  questa  volta.  Bocc.  nov.  77.  8-  Lo  sco- 
lar lieto  procedette  a  più  caldi  prìeghi,  e 
a  scriver  lettere. 

f  g.  I.  Per  Isolare ,  Rappresentare 
per  metto  dello  scritto  .  M.  V .  3.  I08. 
Assai  in  pruova  si  facevano  cauare  per 
essere  con  lui,  e  egli  gli  faceva  scrìvere. 
<=  Car.  Leti.  20.  Ferrante  ec  trasse  d' 
ambedue  cose  troppo  belle;  ma  non  u 
possono  scrivere  .  E  75.  Non  si  direbbe 
a  pena  con  la  lingua  ,  ne  sì  scriverebbe 
in  un  foglio  intero  le  cose  che  negotiò 
di  loDiano  a  questi  giorni  coi  gesti  ee.  (C) 

^  g.  II.  Scrivere  ,  si  dice  anche  del 
Modo  di  scrivere  une  parola  rispetto  alC 
ortegrafia.  Salvtn.  Pros.  Tose.  joi.  Do- 
vea  essere  trasferita  (la  parola  Age)  Del- 
l' idioma  Toscano  eoo  doppio  ^g  profferita, 
e  scritta   fC} 

f  §.  111.  Per  Registrare,  Ascrivere. 
Bocc.  nov.  6o>  4'  Q*>^6''  ^^*  *'''  nostra 
compagnia  scritti  sono. 

#  g.  IV.  Per  Annoverare,  Ascriver*, 
nel  signific.  dei  §.  II.  Borgh.  Fies.  210. 
Con  prudeotissìmo  consiglio  gli  scrissa  Ira* 
fuoi,  e  se  ne  servi.  (f'J 

g.  V.  Per  Attribuire,  Ascriveft.  Cas 
lett  5l.  Signor  si  ,  cbe  son  troppi  ceoto 
scudi  di  patto  fatto,  perchè  non  si  scrive 
parte  di  essi  a  cortesia,  ma  tutto  a  vttio 
e  lussuria  . 

t  *  g.  VI.  Scrivere  a  uscita,  o  in  escila, 
vale  Scriver*  tra  le  spase,  yov.  ant.  2^. 
2.  Lo  tesoriere  dinanzi  da  hii  si  scriTra 
in  escita.  (Br) 

4  g.  VII.  Scrivere  a  ragione  €Ì*  tuto  . 
vate  Notare  sul  libro  a  conto  4'  uno  ■ 
Bocc  g.  8.  n.  IO.  Scrivono  in  sul  libro 
della  dogana  a  ragione  del  roercataote 
tutta  la  sua  mercalanzia.  E  appresso:  E 
fatto  pgoi  cosa  scrivere  a  ma  ragione  , 
ec.  (P) 

tf  %-  Vili.  Scrivere  in  alcune,  o  in  mo- 
nte di  alcuno  Ulta  cosa  ,  vale  Dargliene 
credito.  Bocc.  g.  8.  n,  10.  Egli  il  sico< 
rerebbe  (il  prestatore)  della  (colla)  mer- 
cataniia  ,  la  quale  aveva  in  dogana  ,  fa* 
cendola  scriver  in  colui  cbe  ì  denar  gli 
prestasse  (  dandogliene  credito  sopra  In 
mercalanzia  ec).  E  appresso  .*  E  fece  in 
suo  Dome  scrivere  ec.  ciò  cbe  «r,  v'ave- 

"  (n 

\  ^  %.  IX.  Fare  scrivtre  ^  vah  Far 
noi  ire  a  debito.  I.asc.  Sibili.  2.  6  Vo- 
lete voi  darmi  danari  ,  o  fare  scrìvere  ì 
(parla  il  servo,  cbe  dovea  andsr  Im  pimsia 
per  la  spesa  }.  (V) 

%.  X.  Per  Comporr*  ,  Far  composi- 
tioni  .  Lat.  scribere  ,  componere  .  But. 
Pure.  23.  I.  Tu  Don  fosti  fedele,  quan- 


S  e  R 

ao  In  JcrivesU  la  TeUide  .  Pass.  378. 
De*  quali  Uccio,  per  iscrivere  brieve  . 
#  Sa/vtn.  l'fos.  Tose.  576.  Scrivendo 
rgli  (Pltmo)  \^  »toria  naturale  »Q  quel 
modo  ch'egli  la  scrìjsc,  cioè  non  di  ve- 
duta, ma  ili  udiU  ce.  doveva  per  buon 
gOTcroo  a  oyni  tratto  citare  gli  autori  da 
cai  cavava.  (C) 

*  §.  XI  S<.rivtrt  ad  uno»  vale  Seri- 
Vtrfii  una,  O  più  /i-ttere.  -  Cas.  ìftt.  38.  Io 
KrittÌMbbaloaV.S.Illujtrii*  sopra  il  nego- 
tio  di  MoDiiynor  luitiiiiano  ec.  ;  ed  or^  non 
iKrivo  per  -Uro  erfctto ,  se  non  perchè 
la  conosca  quanto  questa  pratica  mi  e  a 
core.  Carpirli.  I.  17.  Vi  scriverò  dunque 
così  per  mio  passatempo  .  come  per  dar 
materia  a  Monsiguore  di  ridere.  (Cj 

>>  §  XII.  Strtverf  qualche  cosa  ad  uno, 
vale  J'ar  sapere  ad  uno  qualche  cosa,  In- 
/.  rmarh  di  qualche  cosa  per  lettera.  Cas. 
leu.  Q.  Mons.  d'Avanrooe  scrive  a  V.  M. 
Cristianiss.  tutto  quello  che  è  seguito  di 
qua,  e!  medoimo  in  conformità  le  dirà 
il  sig.  Annibule  Rucellai.  al  quale  io  ne 
ho  scritto  a  pieno.  E  22.  Io  so  che  Mons. 
d' Avaotone  scrive  a  V.  S.  lUustriss.  quan- 
to s'è  fatto;  e  perciò  al  presente  non  le 
replico  altro  ec.  (C) 

*  g,  XIII.  Scrivere  di  buono  inchio- 
ftrt>tfis:fi'<i'^"'-  '"'••  Scrivere  il  partr  suo 
liberamente,  e  senza  riguardo  j  modo /a- 
miliare,  r.  KNCUIOSTRO,  §.   I.  (C) 

*  g.  XIV.  Sc'ivere  ad  uno  che  /accia 
checchessia,  vale  Dargli  orbine.  Commet' 
tergli  per  lettera,  che  faccia  checchessia. 
Cas.  Leti.  20.  Io  bo  scrino  a  Don  An- 
tooio  mio  fratello,  che  conferisca  a  V.  S. 
lllustriss.  e  Reverendiss.  la  commissione, 
cbe  ba  da  N.  Sig.  e  che  si  ccD&igli  con 
esso  lei.  ec.  (Cj 

*  §.  XV.  Scrivere,  vale  anche  Copiare. 
Cas.  lett  Guali.  197.  Non  mando  la  can- 
aona  che  si  sono  scordati  di  scriverla.  (C) 

*  §.  XVI.  Pt-r  Descrivere.  Fr.  Barò. 
99.  IO.  Quelle  donne  belle.  Di  cb'  io  l'  ho 
scritto  Talor  e  polenta  .  Cavate  Specch. 
Cr.  88.  Se  colpa  ^00  fusse  volere  stare 
troppo  delìcilamente,  Cristo  non  avrebbe 
lodato  Giovanni  Battista  dell'  aspro  vesti- 
mento,  ed  il  ricco  dannalo  non  sarebbe 
icriltc  oct  S.  Vangelio  con  vestimento  dì 
porpora  e  dì  bitso.  (J^J 

*  §.  XVII.  Scriicrr,  si  dice  anche  del- 
la Qualità  dello  stile.  Fr.  Giord.  Pred, 
Il  quale  fae  scrino  dal  Baron  Mes.*er  santo 
Agostino  elegantemente.  Bem.  Rim.  i.  65. 
Provai  un  tratto  a  scriver  elegante  lo  prosa 
e'n  versi,  e  fecine  parecchi.  Dav.  leti. 
Jccad.  Alt.  Lo  scrivere  semplice,  proprio, 
e  naturale,  quasi  coin«  si  favella,  m*è 
sempre  piaciuto.  (C) 

*  §.  XVIII.  Scrivere, parlandosi  di  voci, 
o  modi  di  dire,  vale  Usarli  scrivendo. 
Dav.  Ivtt.  Aecad.  Alt,  A  me  è  stato  più 
agevole  il  distendere,  e  molto  piacevole  il 
far  vive  alcune  di  esse  propriet'a  ;  cbe  si 
perdono  per  non  essere  chi  le  ardisca 
scrivere  per  paura  della  bassezza.  (C) 

*  §.  XIX.  Scrivere  ,  si  dice  anche  f- 
guralam.  del  Manifeflare  alcuna  opinione, 
dell*  Inscenare  quaLhe  dottrina  in  iscritto. 
Red.  E^p.  nat  36.  E  questa  vostra  istan- 
ma  mi  sembra  che  sia  fondala  su  quello 
cbe  intorno  a  ciò  a&ermativamente  scrìsse 
un  valentuomo  franxese  in  un  suo  curio- 
so ed  elegantissimo  trattato  del  tabacco.  (C) 

tf.  SCRIVIBILE.  Add.  Che  può  seri- 
tersi.  Salvin.  Plot.  En.  ZÒQ*  Ogni  bello 
«dopo  lui.  e  da  lui  ;  siccome  ogni  diurna 
luce,  dal  Sole  ;  per  ciò  uè  dicibile,  dice, 
egli  è,  oè  scrivibile.  (C) 

t*SCRlVITORE.  fermai,  masc.  Che, 
o  Chi  scrive j  ma  è  voce  pochissimo  usata. 
Beflin.  Disc.  ìi.  Scrivitori  dì  storie,  e 
cantatori  verseggiami  delle  gesta  de'grandi 
*roi .  (Min) 


SOR 

SCRIZIATO.  /'.SCREZIATO. 

•^  SCmZìO^E.  foce  poco  usata.  Scrit- 
tura. B<rmb  Irtt.  (Op-  3.  aS?).  Per  an- 
cora  non  bo  potuto  badare  a  ciò  ,  occu- 
patissimo nella  mia  usata  scriiione  .  (L) 
Salvia.  Cas.  78.  Questi  son  quelli,  con 
Frinico  tragico  ,  cbe  1'  mcorainciala  da 
Tespide  scnxione  di  tragedia,  quasi  a  tut- 
ta perfeiionc  ridussero.  (Ì^J 

*  SCROBA.  /  .  L.  Fossa.  Lai.  scrchs, 
Gr.  opo'/fj-a..  Pai/ad.  Febbr.  10-  La 
scroba  non  si  vuole  il  primo  anno  riem- 
pire affatto,  ma  poi  l'altro  anno  raggua- 
gliarla. (•) 

*  g.  ?<,el  plurale  trovasi  presso  gli 
antÌLhi  in  genere  mascolino.  Pallad.  Genn. 
IO-  Quegli  medesimi  spatii,  che  diremmo 
di  sopra  ,  che  si  vogliono  di  sodo  lassare 
tra' solchi,  si  vogliono  lasciare  tra  li  scro- 
bi.  E  appres.iQ  :  Sieno  li  scrobì ,  ovvero 
fosse,  o  solchi  cavati  egualmente  da  bocca 
infino  al   fondo  dalle  Ut^ra.   fi\7 

SCROCCARE.  Fare  checchessia  alle 
spese  alti  iti  j  e  per  lo  più  si  dice  del 
mangiare,  e  bere.  Lat.  immunem  abire  , 
parasitari  .  Or.  TTapaciT^rv  .  Mmz.  sai. 
9.  O  dammi  almeno  Tanto,  che  dopo  me 
qualcuno  scroctbi.  Car.  lett.  i.  i8.  Se  ne 
va  sempre  aliando  intorno  a  quest'osteria, 
come  il  nibbio  al  macello,  per  iscroccare 
alle  volte  qualche  pastello  da  quelli  che 
passano,  tr  Cecch.  Prov.  3l.  Dicesi  ancora 
scroccare,  e  mangiare  a  scrocco,  chi  man- 
gia a  spese  d*  altri ,  o  chi  gode  a  spese 
d*  altri  senza  pagarle.  (C) 

*  g  1.  £  anche  termine  proprio  del 
mercantegoiare.  Cccch.  Prov.  3l.  Si  chia- 
ma fare  uno  scrocchio  ,  o  pigliare  uno 
scrocchio  chi  compera  ,  o  vende  robe  ,  o 
mercanzie  a  tempo  per  più  preizo  cbe 
non  vagliano  ,  e  poi  sì  rivendano  a  con- 
tanti per  manco  :  per  chi  le  dà  sì  chiama 
scroccare    (C) 

'.'  g.  II.  Per  licattare  .  lìut.  Par.  2. 
Dalla  croce  si  discbiava.  Ecco  «he  a  volere 
dimostrare  la  sua  >elofilà  nel  suo  salire 
arreca  la  comparazione  del  tempo,  nel 
qudle  lo  quadrello  sì  posa  tosto  in  sul  ba- 
lestro e  scroccato  e  volato  dicendo  cbe  in 
tanto  tempo  quanto  pena  lo  quadrello 
poi  che  è  scroccato  dal  balestro  a  volare 
e  posarsi  dove  sì  6cca  ,  in  tanto  tempo 
vide  se  giunto  suso  nel  globo  lunare  (  il 
Testo  ha  scr  care  ).  (Cj 

SCROCCATORE  Scroccone.  Lat.  pran- 
dipela,  asymbotus ,  parasitus,  Gr.  oii'JfiSo- 
lo;  ,  Trapa'fftTo?.  Buon.  Fier.  3.  i.  ii. 
E  'ufino  ieri  Parecchi  scroccatori  A  furor 
di  staffiU  e  dì  forcine.  Saltando  le  scalee 
dello  spedale,  Preteser  qua  rinfrescamen- 
to  ì  ghiotti.  E  4-  2.  5-  Anche  tu,  scroc- 
catore, spulcia  letti.  Car.  Ittt.  i.  21.  Gli 
davano  i  nomi  appropriali  :  essa  di  vec- 
chio ,  dì  guercio  ,  di  lordo  j  ed  egli  di 
furbo  ,  di  mariuoto  ,  di  scroccatore. 

*  SCROCCHETTO.  Dim.  di  Scroceo. 
Car.  lett.  i.  2i.  Con  un  ciantelIÌDo  ed 
uno  scrocchetto  :  oh  buon  vino  1  disse  ; 
voi  dovete,  o  capitano,  avere  questa  vi- 
gna da  sole  (  qui  forse  per  quel  suono 
che  si  fa  in  gola  dopo  assaggialo  qualche 
liquore  che  piaccia).  (*) 

*  SCROCCHIETTO.  Dim.  di  Scroc- 
chio. Lasc.  Cen.2.nov.  ^.  pag.  89.  Egli 
faceva  parentadi  ,  egli  appigionava  case  , 
dava  a  maschio  e  femmina  ,  e  averebbe 
anco  a  un  bisogno  fatto  qualche  scroc- 
chiello.  (B) 

SCROCCHINO.  Che  scrocca  volentie- 
ri ,  dello  per  ischerzo. 

SCROCCHIO.  Sorta  d' usura,  che  con- 
siste in  Dare,  e  torre  robe  per  grande  , 
e  isconvenevoUssimo  prezzo  ,  con  iscapito 
notabile  di  chi  le  riceve  Cani.  Carn.  33. 
Soccorrete  i  sensali ,  Necessitali  a  far  tra- 
balli e  scrocchii.  E  222.  Come  iscroccbii, 


SCR 


:oa 


barocchi,  e  siinil  trame.  £  Oli-  3o.  Quanti 
di  lor  ,  per  trarsi  troppe  voglie.  In  tanti 
scrocchi)  stanno  1  Buon.  Tane.  ^.  6-  lo  ìio 
fatto  a'mifi  di  ben  cento  scrocchii.  Ma!m. 
6.  60  Un  servìzio  ad  alcun  non  fece  mai. 
Se  non  col  pegao ,  e  dandogli  lo  scroc- 
chio . 

"f  g.  \m  Si  chiama  Fate  uno  scrocchio, 
0  Pigliare  uno  ic/ofr//io  Chi  compera,  o 
vende  robe,  o  mercanzie  a  tempo  per  pili 
preszo  che  non  vagliano  ,  e  poi  si  riven- 
dono  a  contanti  per  manco.  Cecch.  Prov. 
3i.  (C) 

§.  II.  Pigliar  lo  scrocchio,  fì^uralam. 
vale  Incannarsi,  Malm.  3.  74-  A  tal  che 
nel  veder  quello  scompiglio,  l'ho  bea 
preso,  dice,   qui  Io  scioccbio. 

SCROCCHIONE.  Chi  dà  gli  scroc 
eh  il  . 

SCROCCO.  Lo  scroccare.  *  Farch. 
rini.  buri.  Che  ba  posto  il  sommo  ben 
tutto  in  iscrocchì.  (Br) 

^  g.  I.  Dicesi  ancora  Scroccare  ,  e 
mangiare  a  scrocco.  Chi  mangia  a  spese 
d'  altri ,  o  chi  gcde  cose  d'  altri  senza 
pacarle,   Crcch.   Prov.   3l.   (C) 

g.  II.  Vale  talora  anche  Scrocchio. 

SCROCCOiNE.  Che  scrocea  volentieri. 
Lat.  prandip^ta,  parasilus,  Gr.  k^u'/jlSq- 
Jo?,  TiapoCtsizoi  .  Buon.  Fier.  I.  3.  6. 
Ve'  ve*  quanti  gjluppi  ,  Quanta  canaglia 
di  scroccon  ne  scappa  A  furia  dì  ha- 
Sion  . 

SCROFA  .  Tioia  .  Lat.  scrofa  ,  sus  , 
porca  .  Gr.  x°'p^i  •  Pallad.  Febbr.  38.* 
Le  scrofe  ,  cioè  le  femmine  ,  si  vogliono 
scegliere  che  abbiano  ì  fianchi  Iati  e  lun- 
ghi,  sìcchi;  '1  venire  sì  possa  ben  sostenere 
grande  peso  di  figliuoli.  Vani.  Inf.  17. 
E  un,  che  d*  una  scrofa  azzurra  e  grossa 
Segnato  avea  lo  suo  saccfaetlo  bianco.  Mi 
disse:  ec.  Ai^n.  Pand.  26.  Verranno  pri- 
ma si  comperì  loro  il  bue  ,  le  pecore,  le 
capre  ,  la  scrofa. 

'^  g.  I.  Scrofa  ,  talora  fìguratam,  di- 
cesi per  ingiuria  a  Femmina  di  cattivi 
costumi.  Pelc.  Vii  Cc/om^.  3o8.  Falli  in 
là  ,  scrofa  vituperosa  :  Come  se'  ardita  dì 
tentare  lo  servo  di  Cristo?  <«  Ar.  Len.  2. 
3.  Mi  debbo  dunque  esser  con  tale  studio 
Affaticalo  a  comperarle  e  a  cuocerle,  Per- 
chè uoa  scrofa  e  un  becco  se  le  mangi- 
no "?  (C) 

5  §  II.  Talora  si  piglia  anche  per 
Concubina  .  Lat.  scortum  .  Gr.  Tis'pvTj  . 
Ar.  sat.  6.  O  cbe  quel  mastro  in  teolo- 
gia, che  al  Tosco  Mesce  il  parlar  facchin, 
si  tien  la  scroffa,  E  già  n'  ba  duo  bastar- 
di, eh'  io  conosco  (qui  scroffa  in  vtce  di 
scrofa,  per  la  rima). 

g.  III.  Per  lo  stesso  che  Scrofola.  Lai. 
struma  .  Gr.  jjot^a'^  .  Tes.  Pov.  P.  S. 
eap,  5|.  Anco  cenere  di  penne  di  colom- 
bo, e  di  iusquìamo  arso  confello  con  pane, 
posto  in  sulle  scrofe  del  collo  ,  rompe  le 
scrofe.  Cani.  Cam.  85.  Abbiam  certe  me- 
dicine. Lime  e  ingegni  da  curare  Natte  , 
nei  ,  scrofe  e  gavine  .  Boez.  Farch.  3. 
pros.  4*  Chiamandolo  da  una  scrofa,  che 
egli  aveva  in  sul  collo,  Struma. 

SCROFACCIA  .  Peggiorai,  di  Scrofa  . 
Bern.  rim.  I.  lo5.  S*  eli'  andasse  car- 
pone ,  Parrebbe  uoa  scrofaccìa  ,  o  una 
mìccia  . 

g.  Talora  e  detto  a  donna  per  ingiu- 
ria. Buon.  Fier.  l^.  2.  5.  Sì  scrofaccìa, 
sì  mummia,  si  befana.  Cecch.  Esali,  tr, 
3.  IO-  Vanne  in  casa,  scrofaccìa,  vanne, 
e  fila. 

*  SCROFANO.  Pesce  di  mare  di  co- 
lore scuro  ,  che  sta  netl*  alghe  .  Il  suo 
capo  è  rosso,  e  '/  busto  piccolo,  tutti 
pieno  di  eobbi  ,  di  lische  e  di  pungiglio- 
ni. (A) 

*\  SCROFOLA.  Foce  che  si  usa  quasi 
sempre  nel  numero  del  più,  per  si^rùficp.- 


Ilio 


S  e  R 


S  C  R 


S  C  R 


re  Certi  ingrossamenti  delle  ghiandole  fin- 
fatiche,  o  cong^obite  della  ptrie  inferiore 
della /accia ,  e  della  snpi-rtore  del  collo. 
Sono  Iffìtissi'ni  nel  lo-o  p' agresto  ,  per 
lungi  tempo  non  dolenti,  e  ven.;onQ  asiai 
tardi  a  suppnrazìo'ie  ,  dopo  la  (f'iale  si 
aprono  piaghe  pettinaci,  che  si  chiudono 
tardif  e  con  cicatrice  de/ormi',  Lat.  itru- 
ma.  Or.  yJ/ist.  Cr.  6  |V  i.  Di  quella 
(radice  dctr  acetora)  si  fa  ifn(Mailr«  alle 
icrofule ,  sicché  si  dice  ,  cb»;  se  U  raJire 
sua  s'  appicchi  al  collo  di  quello  che  ha 
le  scrofole,  che  gli  vjle.  Cim-^.  ^f.  Gitigl. 
Id  ud  luogo  coniuoe  molle  ai-TuFoIi.'  divise 
ira  IO  nascono  >  Red.  Coni,  i.  278.  01 
tre  lo  scirro,  ven|joa  prodotte  le  scrofole, 
o  strame  . 

*  SCROFOLOSO.  Add.  Tfrm.  de' 
Siedici  Ag'^iunto  desìi  wnori ,  da*  (Juati 
son  prodotte  le  scrofole.  (A) 

*  SCnOFUL\.  Lo  stesso  che  Scro- 
fola. Red.  leti.  I.  (\\^.  Dico  eoo  essi, 
che  questo  è  quel  male  che  cumunemenle 
sì  chiama   le   scrofole,   o   le   ilrume    (*) 

*  SGROGIOLAHE.  Dicesi  del  Sana- 
re che  fanno  certi  cihi  a  masticarli.  Ma- 
gai. Operett.Qì  Olire  all'esser  tenera  (la 
scorza  della  palata),  scrogiola  sotto  il 
dente.   (12) 

f  SCROLLAMENTO  .  Lo  scrollare. 
Lat.  qttastatto ,  nmtitto  .  Gr.  rivu-yu-'x  . 
3for.  S,  Ore^.  L*  allìero  .  lo  quale  non 
ferma  in  terra  la  sua  radice  ,  è  fallo  ca- 
dere dallo  scroUamenlo  d'  ogni  piccol 
Tento.  Reni;  Celi.  ì'it.  2  128  Queste 
parole,  che  costui  dii-eva  con  certi  scrol- 
ìameoti  di  lesta,  davano  ec.  grande  occa> 
sione  di  ridere. 

*  SCROLLANTE.  Che  scrolla.  Oli. 
Com,  Purg  7.  88.  DopoiI  peccalo  del  primo 
uomo  collocò  Dio  il  cherubino ,  avente 
spada  di  fuoco  scrollante  j  guardare  la 
via   del  legno  della   vita     (C) 

f  SCROLLARE.  Crollare.  Lat.  quji- 
sare,  agitare.  Gr.  tivx'stsiv.  Rorc.  g.  \. 
p.  2.  Ne  per  tutto  ciò  1'  essere  da  colai 
vento  fierameiile  scrollalo  ec,  non  ho  po- 
tuto ctisare  Cr  2  7  6  Nel  dello  se- 
gare lullo  *1  corpo  dflla  pianta  si  per- 
cuote e  scrolla.  O^id.  Pist.  itì.  Io  pure 
raguardo  quale  vento  scrolli  le  marine 
onde.  E  33.  Qujndo  ti  vidi  6ero  e  ar- 
dito scrollare  Ìl  guizzante  dardo. 

§.  Per  metaf.  Tue.  Div.  Ann.  ».  4^- 
Questi  fratelli  erano  forti*  unili  ,  ni.'  da 
tempestare  di   lor  brigate  scrulhiii. 

SCROLLATO.  Ad.l.  da  Scrollare.  Lat. 
concussus,  agitatut.  Coli.  Ab.  Isa-ic,  cap, 
9  E  lu  forsi;  scrollalo  dalla  'nvidia.  Per- 
che t' afTreili  d'impugnare  il  sonno?  ^f/ui 
per  metaf.  ). 

f  SCROLLO.  Scrollamento,  Lai.  quas- 
satio  t  concussio  .  Gr.  ri'v«y,ua.  Mor,  S. 
Oreg.  I  grandi  cdiGcii  crescono  a  poco  a 
poco,  e  per  un  piccolo  scrollo  subitamente 
caggiooo  a  terra.  Cuid.  G.  11.  i.  Ora 
eoa  gittamenli  di  pietre  gli  uccidono,  ora 
con  isrrolli  dì  lance  gli  passano  (qui  per 
Vibrazione  ) . 

SCUOPOLO.  Peso  che  vale  la  vigesi- 
magnarla  parte  tir  II'  oncia  j  Danaro,  nel 
signific.  del  %.  X  Lai.  scrupulus  .  Gr. 
•/ptf.[Xfioipio-* .  PallaiL  F.  R.  Un  mcxio 
scropolo  di  zafferano  ed  uno  screpolo  di 
folio  vi  menerai.  Ricett.  Fior.  Ii3.  Lo 
scropolo  posa  grani  ventiquattro,  e  comu* 
nemrntc   vrnli   del   saggio  mercantili». 

*  SCrtOI'OLOSO.  Add.  inei.-u.tte,  o 
ùmile.  Cin/T-Cali:  3.  8'J.  Ella  sare*  mal- 
lena  A.  voler  camminar  per  la  sassosa,  Po- 
tond*  ir  per  la  pijna  con  dolcexia,  E  gir  per 
la  montata  srro[>olota  ^co.(//c^^c  i7  /  ocab.d, 
alUxoce  MONTATA  sust.  s  ma  noi  ce- 
diamo  cbe  si  debita  leggere  montal.i  scre- 
poluia,  cioh,  piena  di  screpoli)  .  (R) 
SCROFULOSO.   /'.    L   Add.  Ineguale, 


R.ivido,  Aspro,  Zotico.  Lat.  scruposus  , 
silebrosHt,  asper,  Gr.  ^ttppbi'/uit  tpx- 
X'Ji'  Amet.  ^7  E  oltre  a  ciò,  t  luoghi 
melloni,  e  i  gialli  poponi,  co*  riloodi  co- 
comeri,  colli  tcropuloii  cedrinoli  ec. 

SCROSCIARE  .  Si  dice  del  Formar 
quel  iu  'no  che  esce  del  pan  fresco,  o  d' 
altra  cara  secca  frangibile  nel  ma  iUcarlnj 
e  quello  c/te  fa  la  terra,  o  stmil  cosa  , 
che  Sia  in  vii'and  1  no  1  ben  lai>-ata  ;  e  si 
usa  in  sifinifir.  a't,  e  neutr.  Pataff",  5. 
E  delle  grinze  e  secche  fave  scroscio. 
Ricett.  Fior.  8*1  Messo  in  bocca  (  ti  ve- 
tro bruciato  )  ,  non  iscrosci  punto  fra*  den- 
ti. E  8it.  Macinansi  ancora  ,  e  meglio  (le 
pfrU  ec.  )  ,  sopra  una  pietra  di  porfido  ec, 
rimcnandole  con  macinell'i  pT  lungo  spa- 
zio, tantochif  pigliandone  tra  le  due  prime 
dita,  e  stropicciandole  insieme,  non  vi  sì 
senta  inegualità  alcuna,  e  mettendone  tra' 
denti  non  iscruscino. 

§,  Scrosciare,  si  dice  ancora  del  Bollire 
che  fi   Va.qna  smoderatamente. 

SCROSCIATA  .  Lo  .tcrosciare.  Fr. 
Sacch  mv.  i^"^.  Che  ha'lu  sotto,  che 
fece  si  grande  scrosciala?  sia*  un  po' su 
SCROSCIO  Croscio,  Il  romor  che  fa 
r  acqui  ,  o  altro  liquore  ,  quando  bolle  j 
0  la  pioggia,  quando  cade  roxinotamente. 
*  5.  I.  Per  Stroscio.  Giamhall.  Disc. 
Ifif.  Dnnt.  Sente  il  picela  lo  scroscio  dell' 
acqua  da   la  mano  destra     (Br) 

g.  II.  Per  similit  vale  Romore,  e  Fra- 
catso  semplicemente.  Lai.  strepitus.  Gr. 
tfio'ss;  .  Gui'l.  G,  Udirono  il  grande 
scroscio  deKe  navi  ,  che  si  percotevano 
insieme  a*  detti  scogli. 

5.  III.  Diciano  Scroscio  di  risa  a  Riso 
smoderato,  e  strepitoso.  Lai.  cachinnits. 
Gr.  xayx'^'.'^'S'  *  Bellin.  Dite.  a.  i4»'> 
Non  potetti  far  di  meno  di  non  dare  in 
uno  igjngherjlifcsimu  scroscio  di  risa.  (F) 
SCROSTARK.  Levar  la  crosta.  Lai. 
decorticare.  Gr.  artoicTti'^iiW-  Filoc.  7. 
22.  Un  pezzo  delia  dura  corteccia  scrostò 
dall'antico  pedjle.  Rnt  Inf,  32  I .  Non 
che  fusse  rolla  la  ghi;iccia  ,  ni.i  dod  sa- 
reblte  pure  scrostala  dalle  sponde. 

si*  §.  Trovati  anche  usato  in  signific. 
n'utr.  pass.  Vasar.  S'  è  in  molli  luoghi 
r  opera   scrostala.    (A) 

-^  SCROTO.  Borsa  de  testicoli.  Lat. 
scrotum.  Gr.  Zuy^lo-^.  Red.  Cons.  |.  278. 
Oltre  lo  scirro,  vengon  prodotte  ec.  ,  un 
tumore  dello  scroto,  chiamato  ramicc,  ed 
un  altro  pur  dello  scroto,  chiamalo  sar- 
cocele  E  279  Raccolto  (il  stero J  ntllo 
scroto,  nasce  1*  ernia  umorale  delht  scroto, 
chiamata  da'  Greci  idrocele.  E  280.  Insi- 
nuandosi questa  llaluosità  ec.  nello  scroto, 
fa  nascere  1'  croia  ventosa  del  medesimo 
scroto  E  leti,  2.  iSz.  Non  mi  p.ire  di 
aver  mai  dello  che  con  lo  smagnmento 
possa  guarire  di  quella  sua  rottura,  per  la 
quale  scende  l'intestino  nello  v^rolo.  (') 
SCRUNARE,  Romper  la  cruna.  Lai. 
acus  for.imen  rump-'re. 

SCRUNATO.  Add.  da  Scrunare.  Car. 
lett.  I.  4^.  L'  ago  del  Dernia  non  si 
trova  se  non  rosi  spuntato  e  scrunato, 
come  avete   veduto. 

SCRUPOLEGGIARE.  Avere  scrupoli, 
Lat.  in  rebus  ad  religionem  pertinentihus 
torqiiere  se,  sollicitttm  esse.  Fr.  Ciord. 
Pred.  R.  Non  sono  così  facili  a  scrupo- 
leggiare. ^  Segner.  Penit,  instr.  cap.  11. 
Non  accade  a  chi  poco  sa,  che  voglia  in 
questo  punto  scrnpoleggiare  sovcrchiameo- 

le.  (P) 

*  SCRUPOLETTDCCIACCIO.    Scrw 

pah  irragionevole,  e  di  niun  momento.  Lat. 
futilii  scrupulus  ,  vana  duhitaiio.  Gr. 
nìp:itpot  a-3;i3t.  Red.  Un.  1.  97.  Or 
mi  porduni  dunque  V.  S..  se  le  lio  icO* 
perto   I    mi«-i   irru|Kilrtlucriacci.   (') 

t    «    SCRUrOLIZZARE.    Scrupoleg- 


giare, Baldìn.  Lei  Accad.  pag.  g.  Se 
alcuno,  soverchiamente  scrupoliuando.  pr«> 
tendesse,  eh'  io  dovcui  sottoporre  all'esame 
medesimo  la  già  da  me  sopposta  grandissima 
belleiza  delle  pitture  moderne  ec.  deponga 
paresi  fatto  scrupolo. jl/<i^/.  Leti.  Per  quie- 
te poi  della  vostra  coscienis,  che  scrupoliaao 
tanto  a  riceverne  anticipato  il  pagamento. 
Vi   contenlerelc  ec.   (A) 

SCRUPOLO  .  e  SCRUPULO.  Dubbio 
che  perturba  la  mente  ;  ed  è  pia  proprio 
delle  cote  attenenti  alla  coscienma,  che  d' 
altro  Lai .  scrupulu f .  Gr.  ò^vx^iptut. 
Srd.  Stor.  Ind,  16,  652.  Fece  scrupolo 
di  coscienza  al  Re,  perchè  aveSM  avoto 
ardimento  di  legger  gli  scritti  empii.  Se- 
gnrr.  Co'f.  instr.  Non  e  altro  lo  scrupolo, 
che  una  vana  apprensione,  e  un  ansio  ti- 
more, che  sia  peccato  dove  non  è  #  Buon. 
Fier.  3.  4*  4*  Q^^i  ^'  ^'Q  ^'  coscienza  al 
tolto  rasa  Di  scrupoli,  le  donne  che 
ec.  (B) 

t  §  L  Per  Dubbio,  0  Sotpetto,  asso- 
lutamente.  Lat.  dubilatto.  Gr.  airtopìa.. 
Olt,  Coni.  Inf.  tO.  191.  Dimorò  molto 
tempo  scomuoirato.  e  in  conlumelia  di 
santa  Chiesa  ;  di  che  non  fu  sanza  scru> 
polo  di  rcsia  Fir.  As.  71.  Della  scelle- 
ratezza ec.  noi  000  avemo  dubitanza  ve- 
runa ec.  ;  un  solo  scrupolo  ne  rimane. 
Lib.  Son.  tl6.  Che  non  cì  fusse  scrupol 
ne'  vocaboli.  Red.  lett.  2.  86.  In  questo 
poteva  soddi^re  al  suo  genio  ed  al  suti 
desiderio,  senza  scrupolo  veruno. 

*  5.  II.  Scrupolo,  vale  anche  Dis- 
colia, Osinolo.  Guicc.  Stor.  4.  io5.  So- 
lamente faceva  scrupolo  in  contrario  il 
timore  che  il  Re  per  riavere  i  Sgliuoli  doo 
abbandonasse  gli  altri  collegati.  (Li  Sal- 
via, disc.  3.  i3j.  Conoscere  il  pel  nell* 
uovo  ec.  simile  a  quello  :  Sodum  in 
scirpo  qitaerere  j  dove  non  sodo  scrupoli, 
dilBcollk,  Irovarvele,  perchè  Dello  scirpo 
non  v'è  nodi.  (C) 

§.  Ili  Per  IfCropolo,  Lai.  *  sCrypu- 
lus.  Gr.  ysoLa.a.ixpiov.  Borg'i.  Mon.  ^^X- 
E  così  veniva  a  essere  iniorno  ad  uno 
scrupolo  più  grave  del  nostro  ,  che  i;  la 
lerzj  parte  della  dramma.  E  222.  Rìdo- 
cendosi  il  peso  di  questo  scrupolo  e  da- 
naio alla  valuta  dì  soldi  sei,  e  danari  otto 
per  uno  di  quella  sorte  che  noi  chiamia- 
mo soldi  ad  oro.  Gal.  Siit,  2i4-  Me 
contento  del  minuto,  lo  ritrova  sino  a 
uno  scrupolo  secondo. 

SCRUPOLOSAMENTE  .  e  SCRUPU- 
LOSAMENTE  Awerb,  Con  iurtipoh. 
Lat.  scrupuìose  ,  anxie  ,  subtiliter.  Cr. 
JT8;»a/j5i^w,-.  S,  Rem.  lett.  Nel  corpo 
molto  e  scrupolosamente  s'  affaticherebbe 
il  novizio,  e  pericolosamente  il  terrebbe. 
Sen.  Ben.  Varch.  7.9.  lo  veggo  uoa  cu- 
pola lavorala  ,  e  distinta  scrupolosamente 
con  nicchi  di  bruttissimi,  e  pigrissimi  ani- 
mali  (cioè,  con    troppa    puntualità). 

SCRUPOLOSISSIMAMENTE.cSCRU- 
PtJLOS!SSIMAME>TE.  Snperl.  d,  Scru- 
polotamente,  e  Scrupuhiamentr.  Lai  sub- 
tiltssime.Gr.  JTicojtrtSiflraTat.  S.  Agost 
C.  D.  Quello  che  scrupolosissimamente  si 
saole  iddimandare  delle  minutissime  be- 
stinole. 

SCRUPOLOSISSIMO.  Superi,  di  Scru- 
p.ì/oso.  Gal.  Cali.  233.  La  somma  velo- 
ciik  delle  loro  reilÌlaiÌoni  richiede  ona 
precisione  scrupolosissima  (cioè,  esail»- 
sima  )  . 

SCRUPOLOSITÀ'.  Scrupolo,  Lo  tau- 
pole»:timre .  Salvia.  Pise.  |.  297  Ciò  si 
dee  fare  srnsa  srrupnlosit^  ,  seota  affetta- 
■ione,   e  sensa  impegno* 

3  SCRUPOLOSO,  e  SCRUPOLOSO 
.•tdd.  Che  ti  fi  scrupolo  Afev.^tmenie. 
Lai.     •   scrupulosut  ,    atucius,    sollicitus. 

Gr.  Tnpttpyo^.  HUestruu.  a    ag.  3.    Io 

tulle  cola' cose,  dove  si  facciaoo  a  bueoa 


i 


SOR 


S  C  V 


s  e  u 


fcdf,  ooD  lì  dee  a»ere  agevolm<fnle  icru- 
pillola  coacienn.  E  2-  4^  ^*-'  ^'  S"'*'° 
ha  coi<^i#aia  troppo  scrupolosa,  dipoogala 
per  roofiglio  d'uno  buono  uomo.  Bttn. 
rim.  I.  do  Stiamo  ec  Incontro  a  certe 
mooarhe  di  Dio,  Cbe  fan  la  patqua  rome 
il  aarnoTale  ,  Idesl  cbe  uno  »ud  troppo 
acrupolose. 

Xf  §.  Scrupoloso  ,  vale  anche  Premu- 
rotOt  Tenero  t  So/ItCìto.  «  Fir.  ^s.  3ll. 
Sapete  che  ad  una  buona  e  piatoM  mo- 
gitera  è  lecito  fut-r  sollecita  e  scrupolosa 
circa  la   salute  del  suo  marito».  (Ci 

SCnUPULO.    /  .   SCRUPOLO. 

SCBUPULOSAMENTE.  /  .  SCRUPO- 
LOSAMENTE 

SCRCHOLOSISSIMAMENTE  .  f\ 
SjJRUPOLOSiSSIMAMEWTE. 

SCKDPULOSO.    /•-  SCRUPOLOSO. 

SCRUT&BILE.  r.  i.  jéUd.  Che  può 
r$strt  ricercato,  o  esaniinato.  L«t  scru- 
tmhi/it.  Fr.  Gtord.  Pred.  R.  I  cuori 
umani  souji  sempre  serutabili  ali*  occhio 
del  grande  Dio  ^  Sr^ner,  Crixt.  instr. 
|.  s8.  11.  Benrhè  peraltro  tcmirsse  lauto 
quei  giudiai  di  lui,  più  adorabili  che  seru- 
tabili. (C) 

*  SCRUTARE.  /'.  Z.  Investigare. 
Fior,  S.  Frane,  lOp.  Da  quell'  ora  iii- 
Dinti  il  detto  frale  Lione  er,  rominriò 
ad  isL-ruiare  e  considerare  la  vita  di  santo 
Francetco.  (/') 

t  SCRUTATORE.  VerbaLmase.  Che, 
o  Cfii  Scruta,  Btc.rcalore,  Esaminatore. 
Lai.  scrutìtor.  Guicc.  Stor,  io.  607.  Id 
dio.  scrutatore  de'  cuori  degli  uomini , 
000  mancherebbe  d'aiutare  il  santLuimo 
propo&ito  suo. 

SCRUTINARE,  e  SCRUTTINARE  . 
Fare  scrutinio.  Lai.  scnttiu-i.  Gr.  i^t  T«- 
?!tv.  SaUii.  Disc.  I  422.  Questa  scien- 
u  a  Dio  solo  è  riserrata,  ec.  ;  egli  è,  che 
coir  acume  di  suo  conoscimento  scrutina 
i  cuori,  penetra  ogni  nascondiglio  di  quegli 
S-  Per  isquitUnire  Cron.  1  eli.  lo3. 
Che  si  facesse  una  recata  di  Guelfi  pe*  ca- 
pitani  Guelfi,   ì  quali  s*  avessono  a  scrul- 

.  tinare  per  priori ,  coUt^gii ,  e    capitani  di 

!         parte. 

#  SCRUTLNATO.  A.U,  da  Scrutina- 
re, inslr.  Cane  %*>.  Questi  cosi  rarrolti 
Del  bossolo,  e  Tolatì  dipoi  nel  bacino  a 
vista  del  rettore  predetto  e  de*  testimonii, 

I  l'includano    in    cartocci    separati,    con  la 

poliua  di  ciascuno  srrulinalo.  (C) 

t  *  SCRUTINATORE.  ì'rrbal  mate. 
Che  ,  o  Chi  scrutina  ,  Scrutatore.  Lat. 
scrutalor.  Gr.  8f£r«9Ti];  Sahin.  Pros. 
Tote,  I.  ^i.  La  medesima  natura  ec. 
ridersi  de'  mortali  ,  che  ,  troppo  curiosi 
icrminatori  e  iodaijatori  di  quella  ec  ,  si 
affannano,  e  si  presumono  di  rintracciar- 
1>     (') 

SCRUTINIO,  e  SCRDTTINO.  Ricer. 
camento.  Esame.  Lat.  scrutinium  ,  e.va- 
f^rn.  Gr  s'fsrait;,  Maatruzz.  i.  io.  Il 
mercoledì,  che  è  ìnoanti  al  sabato,  si  dee 
fare  lo  scrutinio  per  1'  arcidiacono,  e  esa- 
minare coloro  .  che  si  debbono  ordinare  , 
della  vita,  della  generazione,  dt-l  paese, 
dell' elade.  del  titolo  al  quale  egli  s'or- 
dina. Gal.  Sist.  205.  Poliemo  passare  allo 
•cnitinio  delle  cose  che  lono  io  prò»  e 
cnotro  al  movimento  annuo. 

§•  ^""  tsquittinio.  Lat.  •  scrutinium, 
eomtiim,  Gr.  opxa*P£"'a-  Gmd,  G.  E 
però,  celebrato  per  scrutinio  la  delta  ele- 
liooe,  elessero  ec.  Cron.  ì'elL  7$.  Fecesi 
uno  scruttino  di  popolari  soli  .  E  appres- 
so:  Al  quale  scrotttno  io  fui,  e  rimanem 
mo  Piero,  Matteo  ed  io. 

SCRCTTINAJ^E.   T.  SCRUTINARE. 

SCRUTTINO.  /'    SCRUTINIO. 

SCUCCOMEDRA.  e  SCUCCUMEDRA. 
Ifome  formalo  pir  ttchtrzo  ,  per  sisni/i' 
ftrt  111    cavallaccio  ,    da    Frane     SaCi.h. 


nov.  6\.  Mosse  la  scuccumedra,  con  Agnol 
suvvi  :  sentendo  il  cardo,  comincia  a  lan- 
ciare. E  nov.  ì5q.  Con  queste  mischie 
Uìciruoo  fuori  d*  Orto  san  Michele  le 
scuccomedre. 

SCUCIRE,  e  SCUSCIRE.  Contrario  d, 
Cucire  j  Sdrucire.  Lai.  dissucre.  Frane. 
Sacch.  Op.  div.  \(^!^.  La  prima  cosa  che 
fa  lo  p«-llegrino  quando  si  parte,  si  veste 
di  schiavina,  appiccasi  la  scarsella,  e  met- 
tevi ago  e  refe  ec,  per  cuscire  i  panni 
quando  si  srusctono.  E  nov  2t8-  li  quale 
scuocendo,  ed  aprendo  il  bricve,  lesse  le 
parole,   le  quali  furono  queste  :  ec> 

SCUCITO,  e  SCUSCITO.  j4dd.  da' 
lor  verht  i  contrario  di  Cucito  j  Sdì  ucito. 
"LìX.  dissutus.  Gr.  OLTZOppiKOtli.  Lth.  Pred, 
Il  lebbroso  ,  cioè  il  peccatore  ,  avràe  le 
veslimenta  scucite  .  perciocch*  egli  è  scu- 
cilo  ne' beni   DaMvali. 

SCUDAIO  Co/ui  che  fa  gli  scudi.  Lai. 
scutorum  faher.  Gr.  OTTÌOìTEIO'?.  Pani. 
Cenv.  i55.  Al  cavaliere  debbe  credere  lo 
spadaio,  il  frenato,  e  '1  sellaio,  e  lo  scu- 
daio. 

*  SCUDALE.  Adii,  Di  scudo,  .4ppar- 
tenente  a  scudo.  Pros.  Fior.  6.  84.  Il 
color  rosso  ec.  e  la  forma  scudale  molto 
bene   Io   persuadono.    (•) 

3  SCUDARE.  7'.  .4.  Da  Scudo.  Di- 
Jfnderc  ,  quasi  Coprir  collo  scudo.  Lat 
dypearr,  clypeo  munire,  jirotegerr,  Gr. 
UTi^aim'^SfV.  Dittam.  6.  6.  Su  per  Io 
monte  mi  trasse  alla  cima,  Che  da  Levante 
lerusalem  scuda. 

V  g.  jE"  ntuir,  pass,  ujmet.  52.  La 
graziosa  e  bella  mia  Pomena  ,  Fuggente 
r  acque  frigide  Peligne,  Da  ìor  si  scuda, 
e  dal  pian  cbe  la   mena  »  .  (N) 

SCUDATO.  Al<l.  da  Scudare.  Lat. 
protectus.  Fr.  lac.  T.  1.  16.  29  Sta  il 
mio  campione  armato  Del  mio  odio  scu- 
dato. 

§.  Scudato,  vale  anche  Che  ha  scudo  , 
Che  porta  lo  scudo.  Lai.  sculalus.  Gr. 
a^TtiJiw'rii^.  Se^r.  Fior.  Art.  guerr.  2. 
^■'i.  L'  armi  gravi  sieno  lr<.-ceDlo  scudi  con 
le  spade,  e  chiaminsi  scudati.  E  5r.  Cam- 
mini su  pel  Ranco  destro  delle  quindici 
file  ultime    degli  scudati. 

*  SCUDELLINA.  Scodellina,  Rim. 
ant.  Nic.  da  Sten,  nella  Tav,  Barò  alla 
voce  DOZI.  Ducenlo  srudelline  dì  dia- 
manti Di  bella  quadra  1'  an  vorrìa  eh*  a- 
vesse.  (f) 

SCUDERESCO.  JdJ  Di  scudiere,  Jp. 
parlenente  a  scudiere.  Te^eid.  7.  67.  Sic- 
come forse  in  quel  tempo  era  io  uso  A 
chi  dovea  fare  mutazione  D'  abito  scude- 
resco  io  cavaliere.  Come  dovea,  però  eh' 
era  scudiere  (così  nel  miglior  testo  della 
Ltbi'vria   di   S    Lor.}, 

*  SCUDERl'A.  Foce  dell'  uso.  Nome 
dato  alle  stalle  magnificamente  architetta 
le,  ed  ove  lengonsi  numerosi  cavalli,  e 
propriamente  Stalle  ne'  palazzi  de*  Prin- 
ctpi.  (Ai 

•f  SCUDETTO.  Dim.  di  Scudo,  Lat. 
pelta,  cljpeus  Gr.  tte'Ìt>7.  G.  F.  12.8 
A.  Die  loro  un  gonfalone  ec.  ;  ciò  fu:  di 
costa  all'asta  I'  arme  del  Comune,  il  cam- 
po bianco  er. ,  e  al  colto  del  leone  uno 
scudetto  dell'  arme  del  popolo  (  qui  nel 
signi/ic,  del  g.  I.  di  SCUDO  ).  -'^  Filcc. 
2.  27g.  E  cosi  armato,  il  sinistro  omero 
gli  adornò  d'un  bello  e  forte  scudetto,  e 
ben  fatto,  tutto  risplendiente  di  fino  oro, 
ne!  quale  sei  rosette  vermiglie  campeggia- 
vano. (HJ 

§.  Per  Iscudicciuolo  nel  significato  del 
§.  IV.  Soder.  Colt.  62.  E  Ì  nesli  a  occhio 
vogliono  esser  tatti  come  quelli  a  scudic- 
cìuolo  ,  o  scudetto  che  vogliamo  dire,  ma 
che  combaci  in  quel  medesimo  luogo,  ed 
entri  a   punto . 

SCUDICCIUOLO.   Piccolo  scudy.  Lat. 


cl-)-peolns.  scutulum.  Gr  aiTTi'^cov.  Lab. 
182  Ogni  povero  lavoratore  leggìermen 
le  potrebbe  avere  e  ud  per«o  di  panno  , 
e  uno  trudicciuolo  da  lare  alla  sua  fine 
nelU  chifsa  appiccare.  Lih,  Maccab  31. 
Ornarono  la  faccia  del  tempio  con  corone, 
e  srud.cciuoli.  Col/.  SS.  Pad.  In  coUli 
piccioli  scudicciuoli.  ne'  quali  sono  dipinli 
i  lor  guiderdoni. 

§.  I.  Scudicciuolo,  chiamavano  h  nostre 
donne  Certe  stnsce  di  tela  fine  bianca  , 
che  elle  si  mettevano  al  busto  nero,  quan- 
do portavan  bruno. 

*  §  II.  E  per  similit.  Cavale.  Pun- 
gii.  22.  Subitamente  venne  noa  saetta  a 
modo  e  forma  d'uno  scudicciuolo  di  fuo- 
co, ed  entrolli  in  bocca,  ed  ucciselo.  (Fi 
§.  III.  Scudicciuolo,  SI  dice  anche  Una 
delle  parti  della  briglia. 

g.  IV.  Scudicciuolo,  diciamo  anche  al- 
V  Occhio  che  s*  incastra  nella  tagliatura 
del  nfslo,  detto  così  dalla  forma  che  gli 
si  d.i,  Dav.  Colt.  172.  A  scudicciuolo  è 
agevole  annestare  ,  e  i  nesli  vengon  su  , 
e  fruttan  presto.  E  17I.  E  su  v*  infilza 
parecchi  foglie  di  vite  ,  le  quali  fermate 
due  dita  sopra  lo  scudimuolo  ,  gli  sieuo 
cappello  all'acqua,  ombrello  al  sole.  So- 
de'. Coli.  62.  E  i  nesti  a  occhio  vogliono 
esser  fjtli  come  quelli  a  scudicciuolo  ,  o 
scudetto  «he  vogliara  dire. 

't  SCUDIERE.  Propriamente  Quegli 
che  .fen-e  il  cavaliere  nelle  bisogne  dell^ 
arme.  Lat.  armiger ,  scutigeiulus,  Plnut. 
Gr.  67:)ofo'f-0(;.  M.  F.  i.  20.  I  baroni 
ec. ,  con  loro  scudieri  vestiti  d'assise  ec, 
con  molla  festa  si  misono  ad  andare  al 
Calmino.  Ar.  Fur.  26.  80.  Datemi  Tar- 
me, disse,  e  il  destrier  mio.  Agli  scudier, 
che  l'ubbidtron  tosto.  7*.'/^.  Ger.  12.  "jA.  l 
pietosi  scudier  gìj  sono  intorno  Con  varii 
uffici   at   cavalìer  giacente. 

g.  I.  Scudiere,  si  dice  anche  di  Per- 
sona nobile  ,  che  serve  in  corte  a  Prìn- 
cipi ,  0  a  signori  grandi  in  vani  iijficii 
onorevoli . 

§  II.  Per  Famigliare  ,  0  Servidore 
semplicemente.  Bocc.  nov.  jg.  5.  Oltr' a 
questo,  ninno  scudiere,  o  famigliare  che 
dir  vogliamo  .  diceva  trovarsi  ,  il  quale 
meglio  De  più  accortamente  servisse  ad 
una  tavola  d'  un  signore  che  serviva  ella. 
E  nov,  pi.  5.  Stando  sempre  lo  scudiere 
attento  alle  parole  del  cavaliere,  vennero 
ad  un  fiume.  Mnestruzz.  2.  ^I*  Poote  lo 
scudiere,  ovvero  il  servidore,  participare 
con  quegli  iscomunicali,  co'  quali  partici- 
pano  i  loro  signori? 

g.  III.  Scudiere,  fu  detto  ancora  Que- 
gli che  dovea  passare  alV  ordine  cavalle- 
resco. G.  F  12  92.  2.  Il  signore  di  Ra. 
sadirasi  ,  e  più  altri  cavalieri  e  scudieri  . 
che  non  sapemmo  il  nome  ,  Tescid.  7. 
67.  Siccome  forse  in  quel  tempo  era  in 
uso  A  chi  dovea  fare  mutazione  D'  abito 
scuderesco  io  cavaliere.  Come  dovea,  però 
eh'  era  scudiere. 

*  SCUDIERO  .  Add.  Armato  di 
scudo.  Lat.  cljrpeatus.  Salvia.  Eneid.  lib. 
7.  E  le  squadre  scudiere  per  gli  interi 
Campi   s'  addensdn.  (F) 

SCUDISCIARE,  e  SCURISCIARE  Per- 
cuoter collo  scudiscio.  Lat.  virgis  caedere 
Gr.  paSoi^itv.  Lib.  Son  87.  Ma  perch'io 
gli  scudisci  un  poco  e  sferti.  Non  è  opera 
umana,  ma  di  santi.  Morg.  28.  i^-  Co- 
minciano i  fanciulli  a  scudisciargli.  Buon 
Fier,  2.  I.  16.  Si  slafiUi,  e  scurisci.  Si 
pettini  e  si  lìsci. 

g.  Per  similit,  Lat.  caedere,  percutere 
Gr,  Tj-T£tv  .  Cirif.  Calv.  3.  71.  Soli' 
elmo  si  gran  colpo  g)i  scudiscia  ,  Che  il 
brando   gli   levò   netta    una  strìscia. 

f  *  SCUDISCIATA  .  Colpo  di  scu- 
discio .  Cor.  Long,  ó»/-  39.  E  talora  , 
perche    s*  arrestava  .    e    faceva    loro   indù- 


1111 


s  e  u 


Rio    e    fatica,    le    Javano    Ira     via     delle 
»cudi.ciale  ,   perchè    luo    malgrado  a    aa- 

■•"sCUdÌsCUTO.    e    SCURISCIATO  . 

AdJ.  da'  lor  '■crl'i  .  ,         „        ,  , 

SCUDISCIO,  r  SCURISCtO.  SMtl  IM- 
china.  Lai.  wrg..  Gr.  f-i^ioi.  Cr.  p. 
6    6    Se  lemewe  di  passare  per  li  predelli 
luofii".  non  si  dee  coslricnere  a.prameal..- 
con    gli    sproni,  o  con  lo  scudiscio,    ma 
li  meni  lusingando  con    leggicr  percossa 
Da^t.    rim.    2\.    S-  io   avessi    le    Lit-nde 
trecce  prese  ,  Che   falle  son  ,.er  me  srn- 
discio  e  fcrta  r  qui    ptr    !,;nhl.  ).     J  o<^ 
Dav.    -Ina.    1.   1?     E  credeva    correggerli 
con  duo  scurisci  teneri  di    due    fanciulli. 
(ani  fiS'fatnm.  Il  testo  lot.  ha  duonira 
adolescenlium    nnndum    adulta    auctorita- 
te)     reti.   Coli.  ^6    Columella  avverliscc. 
che  si  ficchi  loro    dal    lalo    in    lerra  duo 
come  scudisci,  i  quali  mostrino  dov  elle  sono, 
t  SCUDO    /Irmi  di/.-nìi^a  ,  die  tenti'a- 
no   net    braccio    manco  i  guerrieri.    Nel 
plurale  fa  Scudi,  e  presso  g/.  anticlunnche 
Scudora.  Lat.  scnUim,  clypeui   Gr.  a5T.  ;. 
3u,<.t5'«,  rrs)T»l.  n.,cc.  nov.  97. 12.  Del  gior- 
no eh'  io  il  vidi  a  scudo  e  lama  Con  altri 
cavalieri  arme  portare  .  Lab.   180.  Credo 
che    spesso    vada    gli    scudi  .  che    per   le 
chiese  sono  appiccati ,  annoverando .  Sai 


tuli.    tug.     H. 


Do 


'1   dosso    aveano  le 


spade  e  le  scudora.  Paol.  Oros.  Coperto- 
si colle  scudora  il  capo.  *  Bern-  Ori.  2. 
j3  3q.  e  come  in  terra  si  vede  caduto. 
Non  e  da  dir  s'  egli  ebbe  scorno  e  pena: 
Tosto  lo  scudo  imbraccia,  e  s'  e  riavuto. 
Tira  un  gran  colpo,  ec.  (B) 

§.   I.    E  perche  in   tali  Scudi  per  h  più 
tolevaao   dipigaere  le  insegne    della  /ami. 
glia.  Scudo  signi/ca  anche  quello  /tonalo 
o   Tonde,  dùire  son  dipinte  colali  insegne, 
che  a  quella  siTiililudine  anche  si  dicono 
Arme.  Lat.  imignia,  eriili/ilia.  Gr.  ore/*- 
oara.  lìnnt.  Par.   12.  Sotto  la  proteaion 
del  Brande  scud...  In  che  soggiace  il  leo- 
ne, e  soggioga.  Amet.  89.  Per  villorioso 
seguale  il  mio   scudo    voglio  a  quella   la- 
sciare ;  ed  acciocché  quello  col    nome  sia 
uniformo  ,  uno  di  questi   gigl'  hianch,s.si- 
mo  voglio  aggiugncre  a  quello  vermiglio. 
Frane.  Sacch.    Op.  di,:    97.   «no  fa  una 
dipintura  in  una    chiesa  ,  e  adornala    con 
molli  scudi  della  sua  arma.  E  appresso: 
Non  si  fa  una  pianeta  nel  mondo,  cbo    1 
nrelc ,  quando  dice   messa  con  essa  ,  non 
sia  segnato  con  lo  scudo  dinana,  e  di  die- 
tro.  -^  Jìorgh.  Aro,,   l-aui.  68.   Gli  Spa- 
enuoli  molto  usano  ornare  inlurno  gli  scu- 
,li  loro  di  quelle  bandiere,  eh  egli  hanno 
per  foraa  d'  arme  io  campo  sopra  1  Mori 
lor  nimici  acquistale.  (C) 

§.   11.  Scudo  ,  per  metnf.  ''ale  Difesa, 
lilparo.  Lai.  liilamen  .  salus  ,  proteclio  , 

tutela.  Gr.  »  jaX?.,-,  "^.^/'«""S''''  .■ 
can-  50-  2-  O  saldo  scudo  dell  afllitte  genti 
Conlra'  colpi  di  Marte  e  di  Fortuna.  M. 
l5o.  Quasi  vogliano  che  lo  scudo  della 
loro  difensione  nelle  braccia  di  quella  n- 
manga  .  Cu.'alc.  M.d.  cuor  Ogni  parola 
di  Dio  i;  uno  scudo  a  quelli  che  in  lui 
sperano.  Anim.  Ant.  n.  3.  3.  Noi  più 
«gevolmento  soslegnamo  i  mail,  «e  contro 
.loro  collo  scudo  della  providenta  siamo 

§.  III.  Scudo,  per  lo  Guscio  della  te- 
stuggine. Lai,  cljpeus.  limbo.  Gr.  intpx- 
xo°  Tes.  Po».  I'.  S.  cap.  I.  Lo  sangue 
della  testuggine  terrena  unto  genera  ca- 
pelli   ec. ,    e   quel   medesimo  la  lo  scudo 

'""  ■  1      rr  . 

fi.  IV.  Scudo,  diclamo  anche  Una  aorta 

di  moneta.  Lat.  sculaliim.  G.V.   \\.J\. 

1     Fece  fare  nuova  muueta  d'  oro.  che  si 

chiamavano  scudi     M.   V.    1.  33.  Diagli, 

come    era  il  patio  ,  scimila  scudi  d   oro  . 

E  appresso  :  1  Fraocoschi  ec.  s  affrelti- 


SCU 

rono  a  fare  sul  ponte  il  pagamento  del 
rimanente  fino  in  venlimila  scudi  di  oro 
al  cailellano.  Cas.  leti.  27.  lo  son  credi- 
tore di  Pagolo  Serragli  di  quattromda 
scudi.  Dti:  Camb.  100.  Non  s'usa  più 
marcili,  ma  fassi  a  scudi  di  sole.  E  19I. 
Dasii  qui  scudi  lo5  ,  per  aver  là  scudi 
100  di  mircbi,  che  sono  di  contanti  scu- 
di 09  d'oro  in  oro  d'intero  peso.  .W.i/m  1 
12." '41.  In  un  gli  scudi  d'  oro,  in  un  d 
argento  . 

SCUDONE.  Accrescit  di  Scudo  ;  Scudo 
gr.,nde.  F,.  lac.  T  l.  l«  29.  Non  può 
esser  vulnerato,  Mentre  a  collo  ha  lo  sco- 
donc  . 

SCUFFIA.  Cur/a.  Lai.  'cuphia.  Cant. 

Cara.  201.  N Ili  facciam  calie,  borse,  e  hcr- 

rellini.   Scuffie,  scuffiitti.  e  rete  D'  oro  e  | 

di  scia  e  lana,  grossi  e  fini.   In  ogni  mo-  1 

do     che     voi  chiederete.  *    Lasc.   Cen.    I.    | 

„■,!>.  5.  Dicendogli    che    la    fanciulla    per   , 

1  cucire,  tagliare,  e  lavorar  camice  e  scuffi-;  | 

I  era  il    proposito    appunto,    ed  il    bisogno  1 

'  della  casa.  (TCl 

q     Per  simtlit.    si    dice  d    Una  specie  1 
di  ripari,  del  capo,  che   si   portava  sotto 
l'elmo.  Ciriff.  Cali:  4    121.   E  scudo  ed 
elmo  e  scuffi.i  e  carne  ed  osso  Gli  ruppe. 
jllim.    Gir.   8.    119-    Fende  l'elmo,  la 
scuffia,  e  la  visiera,    Arriva  al  teschio  ,  e 
tutto  r  osso  smaglia. 
,       J   SCUFFIARE    Mangiar  con  prestez- 
za, con  ingordigia  ,  e  astai  )  modo  Lasso. 
'  Lat.    lisurire,  dei'orare.  Gr.   li)[n-JIi»  , 
lu^at'v'-.v.    M:rg.    3.    /i2.    Ved„,  come 
egli  scuffia  quel  sbiotlonc.  Ch  e   dcbbe  , 
come  il  can,  rodere  ogni  osso.   M.lm.    I. 
35     Or  mentre  ch'ella  scuffia  a  due  pal- 


mcnti,  Pigliando  un  pan  di  sedici 

cone  ,  ec.  ,       ,  i   n        1 

*  §.  Scuffiare,  dicesi  anche  del  Man-  | 
dar  fuori  quel  certo  suono  della  bocca, 
che  Janno  gl'ingordi  n-l  mangiare  occ.m-  | 
pugnato  con  un  soffiare  qiiau  simile  ad 
uno  che  russi.  ..  Morg  .  1-  «>7-  E  ferno 
a  scoppia  corpo  per  no  tratto,  E  scuffiao, 
eh'  e'  parcan  dell'acqua  usciu  ».  (CI 

SCUFFINA.  Raspa,  0  Lima  .li  legno  . 
Benv.  Celi.  Oief  1^2.  Col  dello  scar- 
pello si  conduce  la  statua  sino  alla  lin«, 
la  quale  si  domanda  lima  raspa,  o  scuffi 
na  *  £  I  II.  3.  2,1.  Trapani,  saclluiic, 
subbie,  scarpelli,  scuffine  d'  ogni  sorte ,  e 
altri  colali  ferri.  (C)  „       1.         I 

SCUFFINARE.  Limare,  o  Kaicliiaie 
colla  scuffina.  Ricett.  Fior.  43.  Il  quale 
(legno  giiaiaco) ,  poichL-  i-  taglialo,  o  scuf- 
finalo,  stretto  con  mano  si  attiene  insieme. 
SCUFFIONE.  C-flhi.  Cuffione.  Paiaff. 
8  Del  diavol  gli  scuffion  tornò  la  buffa  .  | 
i.or  Med.  Xenc  22  Che  non  mi  chiedi  . 
qualche  tacchcrella  ec.  O  ciotolin  per  legar 
gli  scuffiooi  ì 

*  §.  Far  calze,  e  scu/fioni  d'alcuno  , 
vate  Mormorarne  assat.  Ceech.  Prov.  68. 
E   facevan  di  voi  calie  »  scuffiooi.  (C) 

SCUFFIOTTO.  Cuffollo.  Cant.  Cam. 

201.  Noi  facciam  calie,  bone,  e  Lerretli- 

1  ni,  Scuffie,  scuffiolti,  e  rete  D'oro  e  di 

seta  e  lana  ,  grossi  e  fini  ,   In  ogni  modo 

die  voi  chiederete. 

SCULACCIARE.  Dar  dette  niani  in  sul^ 
culo  :  e  perchè  per  lo  piti  ciò  si  fa  a' 
bambini,  per  metaf.  Smlacciare  uno.  vale 
Trattarlo  da  bambina. 

+  SCULACCIATA.  Percossa  che  si  dà 
■sculacciando.  Burch.  1-  67.  Le  sculacciale 
che  i  loccoli  danno  Allo  calcagni,  quando 
l-  sole  o  piove  (qui  per  simitil.).  F.  2. 
.'.6.  Giunse  mio  padre,  e  diemmi  un  gran 
buffelto  ce  E  calci  e  pugni  piò  d'  uncenli- 
naio,  E  trenta  sculacciale,  e  più  al  danaio. 
;•;  appresso  :  Tirossi  dentro  e  rise  più  d 
un'ora,  Veggcndomi  fornir  di  sculaccute. 
#  §.  E/gnralam.  Beri  l.iamp.  221. 
Ora  non  è  ella  questa  una  brutta  tculac- 


S  C  t 

ciata  per  »oi  T  (C) 

«  SCULACCI  ATINA.  DIm.  di  Sculae- 
cinta  .  Lasc.  Rim.  2  12.  8  Egli  vi  bi 
levato  insioo  da  piceol  bambino,  e  datovi 
più  sculacciatine,  e  piò  baci,  che  io  non 
ho  peli  nella  barba.  (C) 

SCULACCIONE.  SaiUcclala. 
SCULETTARE.  Dimenare  il  Culo.  Lai. 
nates  crispare,  vibrare. 

§.  Per  Fuggire  ,  Scappar  via  ;  modo 
basso.  Lai.  ileùtire,prosilire.  Red  Cons. 
I.  232-  Tosto  che  mi  sentì  dire  quella 
possente  parola,  vesricalorii,  sculettò  fuo- 
ri di-l  letto  con  capriole  cosi  snelle  e  spie- 

cale,  che  ec.  ,,.    ,    . 

SCOLMATO.  Malore  de' cavalli.  Lai. 
•scalamitut,  Cresc.  Cr.  jj.  32.  I.  Qowta 
infermit'a,  che  volgarmente  sculmatat  ap. 
pella,  muove  e  spartisce  il  capo  dell  anca 
del  luogo  dove  naturalmente  dee  sUrc  nel 
mOTimeolo,  o  nel  corso  del  cavallo,  quan- 
do 'I  piede  scorre  più  eh'  e'  non  vorreb- 
!  be  ,  o  quando  verso  la  terra    non    diruto 
si    posa.     Avviene    ancora    alcuna     volli, 
I  quando  i  pie  di  dietro  del  ciTallo  s'inea. 
I  peslrano . 

#  SCULPERE.    T'oce  lai.,   e  della  poe- 
sia   Scolpire.    III.   .W    Pad    1-  75    Elsb. 
1  una  piastra  di  melallo  di  Cipri,  e  «nlsevi 
'  entro  certi  caratteri .  Ar.  Fur.  33.  2.  t 
I  quei  che  furo  ai  nosui  di,  o  son  ora.  Leo- 
nardo ,   Andrea  Manlegna  ,  Gian  Bellino, 
1  Duo  Dossi,  e  quel  eh'  a  par  sculpe  e  co- 
I  lora.  Michel  ,  più  che  mortai  .   Angel  di- 
vino .  Pitie,  nm    pa'.    279.  I  Cam.  Alla 
ec.  A  Parte  in  bromi  gillonne,  e  parie  in 
marmi  Ne  sculse  (delle  virtù).  (-'^S) 

•f  SCUl  TARE.  Foce  poco  usata.  Scol- 
pire. Lat.  exculpere  .  Gr,  iiayVJyci» 
Morg.  i5.  >f[.  Questo  servigio  10  lo  verfo 
jcullando  Nel  cor  per  sempre  (  qm  per 
metaf.).  E  28  lO^.  E  nel  «pelerò  suo 
fece  scullarlo. 

•+  SCULT ATO    yoce  poco  usala.  Add. 

da  Scii'lare.  Lai.  eiculrtus.  Gr      ^layl- 

..Xuauiva?-  Morg.  22.  258.  Ed  .  perpetuo 

di  questa  memoria  L' immagiae    sua    qui 

I  vedi  scullala 

I  *  SCULTILE.  r.  r.  Cavale.  Espos 
I  Simh.  l.  l35.  Maladeito  sia  quell  uomo, 
I  lo  quale  fa  scultile.  o  confiatile.  cioc  idolo 
I  srulto  per  atte,  o  fuso  a  fuoco.  fH 

SCULTO  .    Aid.    Scolpila.    Lai.  scul- 
plus    Gr.    -/tio^osvo;.    Dial.    S     Oreg. 
ir.  Alcuni  suggelli,  che  non  sono  ancora 
1  bene  perfcllamenle  scolli.   Buon    fier.  1. 
I  I.   J    Mirale  in  quelli  scodi  Mistiche    n- 
I  levar  le  imprese  sculle. 
I       #  §    Per  Slahitita,  Decretato,   tisss. 
Ar.  Fur.    l8-    l6»-   Quando    in    Ciel    Bi 
iculto  Ch'  io  vi  debba  morir  ,  potrai  nar- 
rarlo. (D)  .  ,  ,  „ 
SCULTORE.  Quegli  che  scolpisce  ,  o 
che  esercita  V  arte    detta  scutlara.    Lai. 
:,c,Wp(or.  Gr.  -jìslTtrii.   Calai.    67.    Ejli 
fu  gii  nelle  parti  della  More,  un    boono 
„.l  scultore,   t'"--  n--'!'f'"",l^^, 
La  sua  belleiia  compose  delle  multe  bel- 
leue  che  egli  ritrasse  dalle  più  eccellenli 
statue  de'  più  celebrati  scullori    che    tol- 
sero siali  sino  al  lempo  suo.  /  areli.  Lei. 
ao5.  Chiese  un  marmo  a  papa    Clemente 
per  lavorarlo,    dicendo    che    infino    allora 
non  s'  era    avveduto  mai  d' essere    scollo- 
re     E  206.  Né  si  creda    alcuno    che    Pe- 
rillo  si  possa  chiamare  v.rlin.ole   sclUlo- 
re,  non  avendo   avuto  quel  fine  che  deb- 
boDO  avere  gli  scultori. 

*  SCULTORIO.  Add.  Di  scu.lura  . 
1  Scolliirese.^.  Sega.  Polli.  1-  33.  Come 
r  arte  eflcttiire  del  bromo  con  I  «ri» 
scultoria.  (•)  ;■:  Elie  I.  ;.i».  5S.  f  '  «"• 
l5!il  ).  Com'è,  vetbigraiii,  odi  arie  del 
sonate  il  liuto,  o  nelVarle  •culloni.  " 
pinloni  ,  dove  oell'  una  >•  piò  b«lla  opc- 
ratione,  ec.  (R) 


5  e  U 

#  SCULTfllCE  VerhaL  feni,  (ti  Seul- 
tort»  ras.  Op.  Vii.  3.  353.  E  questo  sia  il 
6oe  àtW*  viu  di  Properxìa  scuìirice  Bolo- 
gD»«.  (C) 

SCOLTURA.  V Arte  dello  scolpire,  e 
ta  Cosa  scolpita,  Lat.  sculptura.  Gr. 
y]lU0y]'.  Cr.  I.  11.  6  L'uno  e  l'altro 
mMo  e  'I  ligHo  sono  nccessarii  alle  scul- 
lare ed  ìnNglì.  l'arck.  Lez.  198.  Deirarli 
ftlcaoe  pigliano  il  subbielto  dalla  natura  . 
come  la  scultura.  E  216.  Dice  che  1*  arte 
della  sruUura,  che  ì  Lalioi  cbiamano  mar- 
m-ìrariiì,  fu  molto  ionanzi  della  pittura  e 
della  statuaria,  cioè  del  gitlare  le  statue 
di  bromo,  fìuon.  rim.  2!^-  Io  'I  so,  ch'a- 
mica ho  s)  Talm»  scultura. 

SCUOLA  Luogo  dove  s'insegna,  e  s* 
impara  arte,  0  scienza.  Lat.  ludus  ,  g^-- 
mnaiium,s€hola.  Gr.  JcJauxaieìov.  Cint. 
Par.  39.  Per  le  voslre^  scuole  Si  legge 
che  l'aogelica  natura  E  tal,  che  'ntvnde 
e  si  ricorda  e  vuole.  Petr.  canz.  48-  8. 
l'I*  esalto  e  divulgo.  Per  quel  ch'egli 
imparò  nella  mia  scuola.  Bocc.  nov.  75. 
s.  Paiono  uomini  levati  più  tosto  datl'a* 
ratro  ,  o  tratti  dalla  caliolcria  ,  che  dalle 
KQole  delle  leggi.  E  Conci.  5.  Ne  ancora 
aelle  sraole  de*  Slosofanti,  dove  1*  onesta 
Bon  meno,  che  in  altra  parte,  è  richiesta. 
Bern»  Ori,  2-  A.  3o.  Ch'  or  mi  ricordo 
cbe  TO  alla  scuola,  E  sento  ch'io  ho  'a 
seno  il  niio  libretto- 

§.  t.  Per  Adunanza  di  scolari ,  o  d* 
aomini  ^clensiatim  Dant.  Inf.  l^.  Così  vidi 
adunar  la  bella  scuola  Di  quel  signor  del- 
l' altìsiimo  canto,  ec. 

§.  II.  Ptr  Confraternita,  o  Compngnì:t 
tpirituale.  Lat.  sodalitium.  Gr.  yparpi'a. 
Bocc,  tot'.  61.  3.  Era  nulto  spesso  fatto 
capitaDO  de*Laudesi  dì  santa  Maria  No- 
vella, e  aveva  a  ritenere  la  scuola  loro. 
Borgh.  Rip.  430.  Nella  scuola  di  santa 
Maria  della  Cartt<i  (è)  la  Vergine  glorio- 
sa, che  sale  i  gradi  del  tempio. 

§.  III.  Scuola,  si  dice  anche  Uta  spe- 
cie di  pane  mescolato  con  anici,  di  Jìgura 
timtU  alla  tpnola.  Malm.  10.  I-  Quanti 
ci  SOQ,  che  TcstoDO  armatura.  Dottor  dì 
scherr.ie,  e  iogoiator  di  scuole  1 

SCUOTERE.  J/uo»'cre,  e  Agitare  una 
cesa  violentemente,  e  con  moto  interrotto, 
sicché  eilj  brandisca  »  e  si  muova  in  se 
titssa  j  e  si  usa  anche  in  significa  neutr. 
e  neutr.  pass.  Lai,  coneutere,  conculi. 
Pass.  42-  Lo  scoiaio  scosse  il  dito  della 
saa  mano,  che  ardea,  io  sulla  palma  del 
maestro.  Dant.  Inf.  3l.  Non  fu  tremuoto 
gii  tanto  rubesto.  Che  scolesse  una  torre 
così  forte.  Come  Fialte  a  scuotersi  fu 
presto.  Bocc.  Intr.  g.  Prima  molto  col 
grifo  ,  e  poi  co*  deoti  presigli,  e  scossigUsi 
alla  guance.  Soder.  Colt.  izS*  Accomau- 
dalo  ad  un  palo,  sì  che,  venendo  vento  , 
Doo  lo  possa  scuotere  e  fracassare.  £'127. 
Taglisi  il  sermento  pieo  d*  uva  da  serbare, 
n  si  attacchi  steso  io  luogo  asciutto,  senza 
•caoterlo. 

S-  I.  Per  Le^'orsi  da  dos<o.  Rimuover 
dm  s«t  Allontanare.  Lat.  t'xcutere,  Gr 
c<9«Ctv.  Dant.  Purg.  28.  Che  della  sua 
virtttte  r  aura  impregna,  E  quella  poi  gi- 
raudo  intorno  scuote.  Amm,  Ant,  22.  2. 
7.  I  villi  nostri  ,  perocché  noi  gli  amia- 
mo, gU  difendiamo  ,  e  pììi  tosto  gli  vo- 
gliamo scasare,  che  scuotere.  Sen.  Ben. 
yarch.  6.  3a.  Parti  egli  che  tu  debbi 
dargli  poco,  e  fargli  picciolo  benefìzio, 
w  tu  gli  scolerai  da  dosso  la  slolla  Bdao- 
la,  che  egli  ha  ,  di  dover  sempre  essere 
possente  ? 

*  %.  H.  Talora  vale  Opporsi.  Belc. 
ViU  Coiomò.  62.  Tanto  pregò  Giovanni 
che  per  $00  figliuolo  lo  ricevesse ,  che 
GioTaaoi  non  si  potè  si  scuotere,  che  non 
lo  accettasse.  fC) 

t   §•     IH     Per    Libtrarsi  ,     Purgarci. 
^Vocabolario  T    il. 


s  c  u 

Fnmc.  Rati.  iSg.  a.  E  conoscer  noi 
puote  Chi  sé  del  fallo  ben  prima  doo 
scuote.  '^  Petr.  canz.  22-  Sciolse  1'  alma, 
e  scossa  1*  ave  Da  catena  si  grave.  Cat. 
son.  ^5.  Or  di  lui  f  dell'  i'no  terreno  ) 
si  scosse  in  tutto  e  scinse  Sua  candid' al- 
ma. (FP) 

g,  IV.  Per  Privare.  Lai.  spoliare , 
privare.  Gr.  auXein  .  apat^cerv,  Petr. 
son.  181.  Che  quand*  io  sia  dì  questa 
carne  scosso.  Sappia  *l  mondo  cbe  dolce 
e  la  mia  morie.  E  son.  282.  Or  hai  spo- 
gliata nostra  vita,  e  scoss.i  D*  ogni  orna- 
mento. ^  Tass.  Amint.  \.  2.  Ed  altret- 
tante (  volte  )  il  verno  ha  scossi  i  boschi 
Delle   lor  verdi  chiome.   (N) 

*  §.  V.  Scuotere^  /tquratam.  per  Al- 
terare. Segner.  Pred.  Pai.  Ap.  6.  2. 
Nessuno  di  tali  turbini  valse  punto  a 
scuotere  nella  Chiesa  la  sua  concordia. fTO 

g.  VI.  Tu  puoi  scuotere  ec,  vale  Tu 
puoi  dire  e  far  ciò  che  tu  vuoi.  Tu  puoi 
fxre  ogni  sforzo.  Lat  per  me  indigneris 
licet,  hnud  muto  sententiani  j  vana  ientas, 
incttssum  a^i^  .  IVov-  anf.  6.  5.  Non  era 
neente  ,  cb*  elli  lo  dicesse  loro,  e  così  li 
proffersero  moneta  :  e'  potevano  scuotere 
{cosi  in  alcun  lesto  a  penna-  nello  stam- 
pato mancino  le  parole  -*  e'  potevano 
scuotere  ).  T'arch.  Ercol,  76.  Se  alcuno 
chiama  un  altro,  e  il  chiamato  o  non  ode, 
o  non  vuole  udire  ec,  si  dice  al  rhìa- 
mante  ec.  :  tu  puoi  scuotere,  che  è  in 
su    buon    ramo. 

g.  Vn,  Scuotere,  neutr.  pass*,  vale  Ri- 
scuotersi, cioè  Commuoversi  per  subita 
paura.  Lai.  commovcri  ,  concuti,  Gr. 
ouyxiveis^at,  JiocroesaTTe^^ai .  Dant. 
Purg.  g.  Non  allrìmenti  Achille  si  ri- 
scosse. Gli  occhi  svegliali  rivolgendo  io 
giro  ,  Che  mi  scoss"*  io.  Maeslruzz,  2. 
36.  S*Ìo  il  tengo  (  il  cherico )  poco  tem- 
po per  forza,  eziandio  che  egli  si  scuota 
e  turbisi,  ma  santa  percuoterlo,  credo  eh' 
io   non    sìa   ìscomunicato. 

*  g.  Vili.  Per  Far  forza  contro,  Mo- 
slraròi  scontento.  Frane.  Sacch.  nov.  1^7. 
Dicono  :  questo  che  è  T  noi  vogliamo  ve* 
dere  le  brache  ,  ec.  Quelli  sì  scuote  un 
po^u  }  uQ  altro  alza  subito,  e  dice  :  egli 
ha  piene  le  calte  d'  uova.  Cecch.  Dot. 
2.  5.  Ha  detto,  che  gli  ha  parlato,  e  cbe 
e*  si  scuote  perchè  la  gli  par  poca  do* 
u.  (V) 

*  §.  IX.  Vario.  Petr.  Uom,  ili.  244. 
Il  mare  quivi  presso  in  modo  si  scosse  , 
che  più  che  cinquemila  uomini  v'  anne- 
garono (cioè,  sì  alzò,  si  commosse,  ed  uscì 
dai  limiti  )  .  (V) 

§.  X.  ScuHere  la  testa  ,  vale  Negare 
di  fare  checchessia.  Lai.  abnuere,  re- 
nuere.  Gr.  avKvsysiv.  Buon.  Fier.  i.  i. 
2-  In  grazia  io  non  dirò  ne  dell'  amico  , 
Ne  del  parente,  ch'io  scolea  la  testa. 

§.  XI.  Scuoter  le  busse  ,  le  bastonate, 
e  simili,  vagliano  Non  curarle ,  Non  far- 
ne caso.  Lat.  verbcra  parvipendere.  Malm. 
10.  36.  Le  bastonate  non  gli  fanno  fiato, 
Ch'  e'  non  1'  ha  a  briga  tocche ,  eh'  e'  1'  ha 
scosse.  £"11.  44-  ^^*  perchè  quei  le 
scuole  come  i  cani ,  Gli  scarica  il  suo  so- 
lito arcbibuso. 

§.  SII  Scuotere  il  pelliccione,  figura- 
ta^, si  dice,  per  ricuoprir  la  disonestà  , 
dell'  Usar  l'atto  venereo.  Lai.  subagita- 
re ,  permolere.  Bocc.  nov.  77.  ^8.  Io 
confesso  rhe  essi  con  maggior  forza  scuo- 
tono i  pilliccioni.  E  nov,  loo.  3^.  S*  a- 
vesse  si  ad  un  altro  fatto  scuotere  il  pel- 
liccione ,  che  riuscita  ne  fosse  una  bella 
roba.  Lnsc  Pia:.  ^.-2.  Scossole  una  volta 
il  pelliccione,  le  conterete  questa  mara- 
viglia. 

§  XIH.  Scuotere  i'  sncco,  o  Scuotere 
il  sacco  pe' pellicini  K.  SACCO.  §  XVI. 
e  PELLICINO  g.   I 


s  e  u 


iii3 


*  g.  XIV.  Scuoter  la  polveri  ad  al- 
cuno, per  metttf.  vale  Bastonarlo,  0  Stra- 
pazzarlo con  fatti  e  con  parole.  V.  POL- 
VERE, g.  IX.  (N) 

^  %■  XV.  Farsi  scuotere,  vale  talora 
Farsi  batter  /'  nhito  ,  e  Toglierne  la  pol- 
vere, 0  altra  bruttura.  Frane*  Sacch.  nov. 
iSt).  Andate  a  farvi  scuotere,  e  poi  tor- 
nate;  che  voi  siete  pi.no  di  ragoateli.  (N) 

*  SCUOTIMENTO.  Concussione,  Lo 
scuotere.  Lai.  co/icuisio,  Gr.  Sta.azi'Spc't. 
il  f'ocabol,  alla  7'.  CONCUSSIO.NE,  §.  (•) 

«  SCUOTITORE.  Cerbal.  masc-  Ch* 
scuote.  Il  J'ocabol.  alla  V,  CONCUSSA- 
TORE,  (') 

SCURA.  V.  SCURE. 
SCURAMENTO,  Scurazione  .  Lat.  ob- 
SCiiratio.  Gr.  cy.OTV.ip.Qi.  Zibald.  Andr, 
t>0.  Questo  scuramento  (addiviene  di  ra- 
do ,  imperocché  l'ombra  della  Terra  è  co- 
lassù  molto  piccola.  E  appresso:  Lo  scu- 
ramento del  Sole  non  tiene  25  giornale 
in   ogni  parte. 

SCURARE.  Divenir  scuro.  Oscurare  j 
e  si  usa  in  signi/ìc.  neutr.  e  neutr  pass* 
Lat.  obscnrum  fieri,  ohxcurari,  deficere  , 
obsolescere.  Gr.  rÀp.uSpo^'S^r/.i.  G-  T'. 
II.  69.  3.  Poco  dinanzi  scurò  !a  Luna 
nel  segno  del  Tauro,  Petr.  cnnM,  ^o.  2. 
Ed  in  un  punto  n*  è  scuralo  il  Sole.  Vit. 
Plut.  Tremò  tutta  la  sua  persona,  e  scu- 
rògli  la  vista  ^cioè,  abbagliò  ).  Tac.  Dav. 
Ann  ^  8()-  Dolabella  domandò  le  icse- 
gne  trionfali;  Tiberio,  pi^rchè  non  iscn- 
rasse  la  gloria  di  Bleso  zio  di  Sciano  ,  le 
li  negò.  Alani,  Gir.  2^.  lOi.  Non  fan 
verso  l'  at:tunno  per  le  stoppie  Tanto 
danno  e  romor  gli  accesi  fuochi.  Che,  dì 
suon  crepitando,  empiano  il  cielo.  Scu- 
rando al   fumo  il  bel  signur  dì  Delo. 

SCURATO.  A't'/.  da  Scnrare.  Lai.  oA- 
scuratus-  Gr.  c'n^xiKsSst;.  G.  V.  12, 
^O.  I.  La  Luna  scurata  tutta  a'  dì  18. 
del  mese  di  Marzo.  Coli.  Ab,  Isaac,  eap. 
22.  Gli  occhi  loro  diveolano  scurali  per 
la  molla  vacuazìone  corporale.  D.  Gio. 
Celi.  leti.  25.  Comincia  a  nascere  il  Sole 
della  Cristiana  vita,  già  scurata  ( f/ui  Jt- 
guratam.  )  , 

^  §.  Figuratam.  per  Attristato,  Vit.  S. 
M.  Madd.  108.  Andiamo  ec.  a  vedere  la 
madre  del  Signor  mio,  cosi  scurata.  (F) 
SCURAZIONE.  Lo  scurare.  Lai.  ob- 
scuralio.  Gr.  zj'-ZTV.7po'q,  G,  V*  6-  28. 
1  Dissesi  per  gli  astrologhi,  che  la  delta 
scurazione  annunziò  la  morie  di  papa 
Gregorio.  E"  11.  gp.  i.  Ogni  scurazione 
del  Sole  nel  Cancro  ,  cbe  viene  quasi  dì 
cento  anni  una  volta  ,  è  di  grande  signi- 
ficazione di  mali  avvenire  al  secolo. 

SCURE,  e  SCURA.  Strumento  nolo  di 
ferro  ,  per  lo  più  da  tngliare  legname. 
Lat.  securis.  Gr.  TréXexus.  Bocc.  nov.  69. 
29.  Va',  e  reca  una  scure,  ed  a  un'ora 
le  e  me  vendica,  tagliandolo.  Tes.  Er.  i. 
67.  Elli  fece  notar  le  scure  del  ferro  per 
lo  fiume  Giordano  (gli  stampati  hanno 
secure  ).  Trait.  gov.  fam.  Cade  V  uomo, 
e  fjssi  danno  alla  mano  :  non  piglia  per- 
ciò la  mano  il  pie  per  ferirlo,  o  tagliarlo 
colla  scura.  Sen.  Pist.  Io  moslerrò  molle 
rose  da  ricidere  colle  scuri.  Aniet.  79. 
Bruto  con  forza  a  nessun'  altra  eguale 
Uccise  ì  figli  aderenti  a  Tarquino  Con 
scure  giusta.  Bocc.  Vis  i3  Ivi  di  die- 
tro un  poco  a  lui  seguia  Con  una  scura 
in  man  Polinestorc.  Alani.  Colt  i-  29* 
Or  la  scure ,  or  1'  aratro ,  or  falce,  or 
marra  ec,  ,  Quand*  è  il  tempo  miglior  , 
soletto  adopri. 

g.  I.  Dicesi  in  prr.'tb.  Gittnre  il 
manico  dietro  alla  sdire  ,  che  vale  Sprez- 
zare il  meno,  perduto  il  più.  Lat.  l'orom 
cnm  vihia  proiicere.  Amhr  Rern  1  ^. 
l'temo  che  non  «ìn  un  giltare  il  manico 
Dietro  alla  scure. 


iii4 


s  cu 


di 


e  It  Darsi  Mia  icurt  m  tul  pi^.  pur 
prterbio  che  ^aU  Operare  a  proprio 
'^  ,\,„„  Lai  a<ci""  crurthus  lllidcre. 
^rf:-'     5.   3.  Mi    sooo   DUa,„d. 

i         \    3.  Perriocche  aveoJo  fallo  .cai- 

'        ^i  sarei  laslialo  le  Irgne  aJJ"»»  • 

Sriom.  "-si  dice,  della  .cure  io. ulp,. 

Scuretto.  n,m.  .u  scuro  j  jiqu<,„,o 

„„ro  Lai.  suhohsa.ru..  Gr.  «:«.«!.«.■ 
Z.norgh.  lUp.  .68  Non  e  nurav.gh. 
che  exl.  vi  sembn  alquanto  seutcUo. 

SCUnEZZA.  Adirano  HiSc.o  U.cu- 
reL»       Oscuriti.    Lai.    obscunta   .    Ox. 

T-Vc  rir  D,..l.  brìi.  Jcn.  4o3.  H 
""o  moralo  non  e  da  lodar  mollo,  per- 
doccb- e' genera  .corca,  .guardalo,,  un 

"^T^T Scure-.za.    .ncrsi   figura,,    di 

Scrutra.  o  fa^olr  diffidi,  nd  Mendcrc. 

X     A- '-Ed   aUrovc    affoga  nella  SCO. 

rezu  un  seuti.nenlod'uu  :...one  o.cena.M; 

"   *  o    li.  S.urcz:a.r--ural.  per  Cosa 

..celila.  Ck.abr.  6«err.   ce.  9.   16.  D.- 

'".    ó  ben    nalo  ,    eh.    i    secr.u    .sco« 

sUrgi  del  tempo,  ed  ogni  sua    score.» 

^^^^KÓx!rSCmlKT^.S/^r.am 
cuoio,  colla  quair  si  Jn.slano  per  lo  p.u 
i  cabali..  LÌl.  scuLca  .  fi-^r...,.  G  . 
..ural.,-.  B..t.  H-^^-  »•*"".""• 
riada  i.  una  medesima  eos., ,  ed  e  slru- 
mento  con  cho  si  balle    lo    cava   o ,    ov- 

landò  il  percosse  un  demonio  Della  sua 
Icuriad  n<.  ^^•P^''-'9«-"'""'l''f. 
\ono  ire  alberi  d.  palma  .n  "ascuno  de 
quali  ci  è  una  scuriada  durissima,  clic  s. 
Tama  llagra,  con  1' una  delle  quali  s. 
Laltono  i  monaci,  quando  peccano  3/»". 
Franz,  rim.  b,.rl.  2-  .^7  Lasciamoli 
1;  di  selle  e  cusrinelli,  U.  fcUri,  d,  sii- 
vi), di  scuriate.  K2.  »5i.Sefor.aopur 
montar  qualche  carogna.  Gran  fallo  e,  se 
"Uspron,  la  .^curiata  Non  la  fanno  con- 
dor sema  vergogna. 

SCIJRICELLA.  Dim.  d-  ■^'^^•.'■J'''^ 
,cur.cula.  Gr.  «!)i'.M*'0'-  Tese,d.9-  35. 
E  da  liti  era  a  ciascuno  porlala  E  spa- 
da u  scudo  e  malia  e  s.uncella. 

a  SCURIKE.   Bcu.Urr  oscuro,    mala. 

S':mrr;;>^=';- 

''tcUn/sClAUE.   rSCUBISCURE. 

SCURISCIO.    /'.  SCUDISCIO. 

*  SCUllISCIONE.  McrcKil.  di  Scu- 

risciò.   />/"•.  •i""'"'     (^{  r       .    „»u 

.+  *  ?    Fii;urala„..  Lnsc.  Cen.  1.  no... 

,.  L.  66.  L"a  diede  p"    ""-gl-e    "    ""» 

Llfaslro  di  un    suo    lavoratore    ee„    uno 

scorUciooe.  viso  dire,   che    le    scosse  1. 

.„Tv.re,  e  le  ritrovò  le  congiunture.   (A) 

'    SCuklSSlMO.  S..rrrl    d.  Scuro.   La  . 

.,bsc,.r,s.f.n,us.   <:r.    «/0T£.V3t7.T0i.     /  .(. 

S    mrgh.  l35.  Un  demonio  nero,  e  cru- 

dele  a  federe,  che  sedeva  a  modo  d   u». 

™„  .«urissimo"  f  c/o;.     .paventevolissimo 

ìaUr.   Mass.  Entro    la    prigione  si    con- 

ole  di  scurissima  generation  d  infera 

d,f  cioè,  crudelissima,  .M'""'"';^  -^^^^^ 

r^f    I     3.  E  per    questo    fu    con    molla 

uL  D.  lui  cirrato  con  band,  .cormimi 

f„Vi,  «verissimi  ).»•«"/.. /.r.-..8V  .Co-" 

m°..ró  il  Pelrarc.  in  quel  suo  dot  iss.mo 

■  impelile   ma  aeevolissiroo 

e  s.uri.s.mo  .ornilo  r  noe,  malag 


luce.    Lai. 
...     5.  A', 
dopo  il  meriggi 


SCU 

obscuritas  .    Cr.    8M- 


To«.  c.  r.  II.' 99-  '•  »"  r,"c'i' 

■    re    al  dicrinare    del     aoie 


noi  si  mostro  di  scorili ,  come  f.,sic  nel- 
le /'  r.ia...  P'ol.  Per  i.curili  di  tenebrosa 
none  (in  alene  rd,l.  sì  /efi-e  oscurila) . 
§  \.  Per  ralhdrsza  l^it  pallcr ,  squnl- 
lor.  Gr.  wx/>i«"5.  f'JT'i-  Cr.  5.  2.  >3. 
Aggravano  il  capo  (  le  mandorle ) ,  e  ou- 
Iricanola  scurità  del  viso. 

«  II.  Per  Difficoltà  d' intendere.  Lai. 
obscuritas,  d.fuultas.  Gr.  «/«T05,  ala- 
cela. C.  V.  II.  I;).  3-  Tossano  negli 
orecchi  de'  fedeli  dubbio  o  iscnritade  gè. 
nerarc.  ilaestrusi.  2-  5.  Della  gola  ne 
nascono  cinque,  cioè  iscoocia  lelma.  scor- 
rililade,  immondili»,  il  mollo  parlare  ,  e 
iscurili  de-  sensi.  Coli.  ÀI:  Isaac,  cap. 
ijp.  Scuritadi  sopra  scuriladi  sono  li  li- 
vellari secolareschi. 

HI.   Per  J£cces$ivo  sterminio,  o  ca- 
lamità, quasi   Cosa  scwa,  e  orribile  a  ve- 
dere. Lai.  calamitas  ,   clades  ,  lues.    Gr. 
o>.S»05.  G.   y-  6.  28.  I    Uisscsi  P'r  li 
astrologhi,  .he  la  della  .curaiiooe  annun- 
ziò   ce"   r  abbassamento    e    irurilade  cho 
ebbe  la  Chiesa  di  Roma  da  Federigo  im- 
peradore.   Toc.    Dai..    Ann.   2.    45.    Ne 
SarJiani  fu  la  maggiore  scorili  r ''   '"';' 
Ialino    Ila    asperrima    in  Sardijnos  lues). 
§.   IV.  iv  una  scarità,  vale  K  una  cosa 
malagevolissima,  e  wlrigalLisima.  Salvin. 
Disc    2.  75.  Quindi  gli  uomini,  come  al 
buio  brancolando,  il  unsero  chi  una  cosa 
e  chi  l'allra.  o  di  unico  e  solo,  tanti  Id- 
dii  secondo  il  loro  capriccio  ne    formaro- 
no, che  <-•  una  scurili  a  pensarvi. 

•i  #  g,  V.  E',  0  L'  i  una  scurila,  vale 
anclie  F.'uaa  cesa  che  miioie  a  pietà, 
che  fa  compassione  ,  paura.  Magni,  leti. 
I.  la  neve  ce.  ha  ridotto  il  paese  a  tale, 
cii'  e  una  scurili  il  vederlo.  Baldov. 
Jìramm.  È  diventata  Tanto  malescia  e 
tanto  tribolala  Che  l'è   una  scuriti.  (A) 

*  SCURITO.  Add.  Scuro  ,  Seiiralo  , 
Lai.  fliscuru.t.  obsciiratus.  Col.  Siti.  ^29. 
Guardiamo  questa  sera,  quando  1' «ria  sia 
bene  scurila,  la  stella  di  Giove.  fiViV 

SCURO.  Susi.  Scurità.  Lai.  o^.tcuri- 
las  ohsciiriim.  Gr.  a'iniov.  M-  /'•  »■ 
18.  Per  diverse  parli,  per  lo  scuro  della 
nulle,  prcsono  la  fuga.  Belline,  rim.  Co- 
me intra  nube  appare  il  Sole ,  O  lume 
che  allo  scuro  alli 01  conforti. 

»  fi.  Scuro,  dicesi  .lai   Pittori    Quella 
parte,  che  nella  pittura  è  ombreggiata  ;  ed 
ì  contrario  di   Chiaro.  Rari.  Hicr.    Sav. 
2.  4.  338.  Toglietene  gli    scuri,    oc   «on 
tolti  i  chiari  ;  toglietene    le    ombre  ,    n'  e 
tolta  la  luce  ;  perduta  la  luce,  la  pitlora 
e  cieca  1  «mi  a  dir  meglio  e  morta.    (C) 
SCURO.  Add.  Oscuro,  Tenebroso,  Pri- 
vo di  luce.  Lat.    obscurus,  opacus  ,  aler. 
Gr.  ij/isprf«.  I^^at.    Ir'f     3»-    «"-orae  noi 
fummo  giù  nel  polio  scuro    Sollo    1    pie 
d,l  gigante.    Tes.   lìr.  3.  6.  Lo  tuo   «1 
liere   dee   essere    contro    a    Seltenlrionc  , 
freddo  e  scuro,  e  lungi  da  bagno, 
t  S.  l ■  Per  ^1  "«  .tiinerito .  Frane .  Sacch. 
Op    div.    15;.    Io    non    ebbi    mai    simile 
paura,  perocché  più  scuro  corpo  non  vidi 
mii.  «    l'irg.  Eneid.  E    vidi    quand  culi 


SCU 

€.  IV  Per  IHatugevole  a  intendersi. 
Lai.  i,b,curi,s,  d.Jficilii.  Cr.  oxSTeivsj  . 
a«a?»l'5  Post.  Jl5.  Collo  scuro  lingnig- 
glu  r  offuscano,  c.me  i  Tedes.hi,  Uog*ri 
e  logbiir.i.  Daal.  Pi.rg.  1|.  Pio  non  df 
ró  ;  e  scuro  so  che  )r.irlo  <  qui  m  jorUl 
d'avverbio,  cioè,  oscoramenle  )  *  >  """' 
Fred.  2:<)  Il  »>">  •"'•  «  piuttosto  poro, 
ec  che  nimeroso  ,  e  piattole,  ami  mi 
pare  per  lo  più  tanto  stretto,  scuro,  e  B- 
icoio  qoanlo  quello  di  M.  Annibale  l.r- 
J„,chiaro.  fiorito,  e  liberale.  E  Quest- 
Aleh.  32.  In  fin  qoi,  dice  S.  Tomm«o, 
ni:  paia  ad  alcono  f»"" /'  ''''^B'"  ' 
considerare  bene  le  parole  d  on  oomo 
tanto  dutlo.  e  tanto  santo  .opra  on.  ma- 
teria lanlo  Olile,  e  tanto  •'"»•     t^^ 

#  e  V.  Per  Travaglioso.  Vii.  •''•  rM 
cesi.  37'J.  Abbiamo  passato  con  i.coro  sto- 
dio  i  .il.gismi  de'filosoB,  ordinai,  con 
„D.  lalica'  gli    "gomenU    d' Arutoul.  . 

"e  VI.  Per  lenoto  ,  Privo  di^  fama. 
lat '  o'...coru.  ,  ignobilis.  Gr.  «».)/«>«. 
Dani.  Par.  6.  DivenU  in  appareo..  poco 
e  scuro.  E  .1.  Mille  e  cento  anni,  e  pi*, 
diM'Clta  «  "ura  K.oo  a  cosini  n  .tettó  • 
ilìestriizz.  2.  32.  ..  Ne-  "•'■■"»■•'  """i 
alcune  cose  da  considerare  ee.  U.»  gl« 
„„r.  e  non  eogoosciol.  non  '«■'»""""• 
ovvero  solamente  wno  ncetol. ,    m»  con 

J.  Gr.  zaXen»*,  ce..»;.  C"", ."'',';:^ 
180  Furono  minacciati  d.  getlargU  •  lerr. 
delle  finestre,  e  di  menar,  le  loro  fM.^ 
glie  io  pi...a.  «  squartargli    .0    lor  pw- 

b'i.%'::/i:"''-.r3^"Q«"u 

?"*"  che  sono  gravi,  fanno  «.goar.  .0.. 
travi,  torlK:,  .cor.  e  paoros*. 
^  *  SCURBA.  V.  L.  huffone.  Cavale 
Pungil.  253.  Questi  .curri,  '•"'^  »"•""'• 
sono  asslmigliati  aU.  eapra,  ed  Jla  .om- 
mia  in  ciò,  che  ec.  (ì  ) 

#  SCURRILE.  Add.  Ch, contiene  scur. 
rilili.  Castigl.  Corlig.  voi.  »■  P'J'  '^^ 
(edi^.  de- Class.  ).S'  non  sono  ■"'P'"i''^« 
(le  donne  )  ,  con  quei  ris.  dmoluli,  con 
U  loqoac.ti,  in.olen«,  e  la.  co.tuini  «cor- 

1..  anno  segno  d' «•".■,  W^'»"''^ 
Fred.  Pier.  Non  legg.  V  occh.o  tot . 
di  eoo  dilello  ciò  che  .i  rappresenta  .n 
tante  scene  o  scorriU,  0  Mtii.che  .  o  roae- 


intendersi  ) 


Fir.  As.   li    P.issanib.  per 


i:r::«::;in:.^^i."Vo  \  crudelissimi 

ladroni  ...alito  (  ciiA,  profondissima,  e  om- 

'''■::^ù"uTV.scuRmDE..scuRr 

TATE    Astratto    di    Scuro,    ha     'Usso 
eh.    O.u.rità  .     Priva-.ion    di    splender. 


manicava  i  membri  gocciolanti  con  iscura 
marcia  (il  testo  Lai.  ha  Vidi  atro  cum 
membra   nuentia  tabu  Manderei).  (M 

#  §  lì,  A  notte  scura,  posto  avveiù. 
vale  A  notte  inoltrala.  Tf.  Dav.  Star. 
3.  32.1.  A  nolte  scora,  con  gente  «penila, 
taglie  il  monte  in  capo  ai  nimici  f  i/iil. 
ha  multa  nocle  )  .  (C) 

S     IH.   /Vr   Pullulo  ,    Priiv  di  colore. 

Ut.  pallidus.  Gr.  «XC»«-  Petr.son.  197. 

Mirandol  di  dolor  turbato  e  scuro.     /«. 

lìr    5.  Q.  Lo  meu.no  h.  ali    rouetle  ,  e 

piedi  .corpo  «  onghi.  piccole  e  mavag';. 

egli  occhi  gro.si  0  .cori  (cioè,  torbidi) 


"T 'scurrilità-,  SCURRILITADE, 
e  SCURRILITATE.  loquacità  disonesta. 
Lai.  scuriilitas.  Gr.  ^«,aolox'«-  •*<■"'■ 
Claiistr.  ^42.  Se  non  li  goardi  d.  peco- 
re oueslc  spie  li  accusano  ec.  i  ogni  U- 
sciviiade  e  scorribtade  ch.  lo  ...«.com- 
messa. Maeslrutl.  2.  5.  De  l.  gol.  ■» 
nascono  cioqoe,  cioè  isconci.  ^'^'•"^■^ 
rilitade,  immondi«a,  ec.  Piit.  Da  qo»u 
incon.idcra.ion.  proe.de  ch.  la  p.r»n» 
dice  parole  leggieri  e  «","»""'';""; 
dalose.  le  quali  santo  Isidoro  chi.m.  VI- 
,in  di  .comliti  ,  il  coi  volgare  propio  e 
g.glioff.ri..  *  liellin.  Disc  l.  5,JU 
quali  rcon«,r..ei:.;  J«  P"""»"°  P*"^ 
hono  degne  di  ri.o,  e  qu«i  maten.  « 
icurrililJ,  .  di  gioco.  fO 

•t  J  SCUSA.  Lo  scusarsi,  e  It  tifo- 
ni che  Si  recano  per  iscwarsi  .  oper 
I, eusare  alcuna.  Lat.  .a «""».  (""*■"» 

,0    Fineo  ricvetle  le  KOS.    vol.ol..n.  . 

^      .      r   .0..     5a    l5.    S.nw  «Icon. 
rispose.    E    nov.    ao.     »-;• 

.cosa  fare.  d.  lavol.  .1  fuggi     /'"'■•  ""• 

3l     Dunque  .'  a  veder  voi  tardo  m.  voUi. 

Per  non   ravvicinarmi  •  chi  mi    ••"'M'  ■ 

Fallir    for..    non    fo    di    .cu-    Indegno. 

itant     Purg.   10.   Qo.l  fora  st.l.  .1  fa»» 

degna  icusaS   E  Conv.  125   Pnm.  «  p-.- 

pone  a  che  la  .cosa    f.    mesUer.  1    P<«  •' 

proced.  colla  «co... 


s  e  u 


s  e  u 


s  e  u 


iiiS 


^'  §.  Per  Pretesto,  «  Fifoc.  4-  '7^- 
Sotto  scusa  (li  iniind<irmi  a  slu<ti.)re,  man- 
dandomi a  Monturio,  da  lei  mi  dilun- 
gò «»  .  (j4f  Cecch.  Mo^l  1.  1.  Crtsi  dopo 
vi  son  ilo  assji  volte,  eoo  U  srusa  &pm- 
pre  dtfir  avviso  da  Raugia.  E  3.  I.  Che 
ti  sia  dato  iu  mano  quaich*  altro  partito 
migliore ,  e  voglia,  per  ritrarli,  allegare 
ora  la  scusa  della  Kaugca.  (l'J  S't:i  Stor. 
I.  4*  Avevano  molli  giovaui  nobili  preso 
aoimo  ec.  di  chieder  1*  armi  al  magisira* 
to  ,  sotto  scusa  di  voler  difendersi  da  si 
imniinenli  prriroli.  (Cj 

SCUSABILE.  Jt<f-  Da  essere  scuda- 
ta. Lai.  exciisabths*  Gr.  luyyvwGro';.  M. 
l' .  q.  58-  Bello  p.iro  e  scusabile  d'alcuni 
farne  memoria.  K  c<ip.  j^5.  Esso  ,  preso 
scusabili  cagioni,  per  farlo  conoscente  ri- 
tardava r  andai'e.  /''(«.  SS,  Pad.  La  tur- 
bazion  del  Patriarca  t?ra  assai  giusta  e 
scusabile,  perocché  procedeva  dal  buon 
telo.  *  Gali*,  leu.  £/cm,  ///.  ;o.  Tali 
dica  contradiiìoni  e  opposizioni  non  pare 
che  mi  si  rappresentino  ^.cusabili  e  da  cs- 
s«r  lasciate  sotto  sileniio.   (C) 

#  SCUSABILMENTE.  Avverò.  In  mo- 
do che  si  dia  luogo  alfa  scusi.  Accad. 
Cr,  ^fess.  Tu,  seguitato  da  B.  L.  de  Ar- 

SODZola,  incorrendo  nella  confusione    me- 
esiiDa,   e  meno  scusabilmente.  (A) 
fSCUSAMENTO.  P'oc^poco  usata  Scu- 
sa, ScHsanSft,  L;it.   excusaito.  Gr.  (XKo\0' 
7i'«.   Fr.  Giord.    Pred.   R.  Fanno    subito 
lo  scusamenlo  della  colpa. 

SCUSANZA.  r.A.  Scusa.  Lat.  ejfc«- 
satio,  pitr^atio.  Gr.  «-o).o-/i'«.  Fr.  lac. 
T.  4.  12*  l3.  Su,  ri'^[>ondi,  o  malvagione, 
.S'hai  per  te  nulla  scusanza. 

SCUSARE  Coltrano  d' Accusare.  Proc- 
curur^  di  scolpare  con  addurre  r.igioni  fa- 
vorevoli j  e  si  usa  in  sìgniffc-  alt.  e  neutr, 
pass.  Lat.  excnsfirf,  purgare.  Gr.  Jtpo- 
<pxT(^£ty ,  a'ToXoyu-ì^acc  .  Gore.  nov. 
^7*  1^*  Come  seppe  il  meglio,  di  ciò  che 
intervenuto  era  si  scusò.  Dant.  Inf.  3o. 
Che  disiava  scusarmi,  e  scusava  Me  ttit* 
tavia,  e  no!  mi  crcdea  fare.  E  Par.  ^. 
Non  fur  tjuesi'  alme  per  essa  scusate.  E 
appre<s>  .*  Che  la  forza  al  voler  si  mi- 
schia, e  fanno  Sì,  che  scusar  non  si  pos- 
son  r  ofiense.  Petr.  son,  202.  1'  ho  pre- 
galo Amore,  e  ne  *l  riprego»  Che  mi  scusi 
appo  voi.  Vit.  SS.  Pad.  2.  261.  Il  pre- 
detto uomo  santissimo,  poiché  si  fu  iscu- 
salo  per  lo  predetto  modo,  rendè  Io  spi- 
rito a  Dio  in  pace.  Frane,  Sacck.  nov. 
112-  Signori,  io  mi  vi  scuso,  che  vi  avevo 
a  dar  salsirriuoli,  ec.  f'arch»  Stor.  Lo- 
renzo Segni  SCU1Ò  appresso  le  persone  me- 
no appassionate  le  azioni  di  Niccolò  Cap- 
poni suo  cognato. 

5  §.  I.  Scuttjrc,  per  Hìsp^mi.ire  chec- 
chessia,  servertdt  in  sua  vece.  Bern,  rim. 
I.  109.  Che  gli  scusa  cavallo  e  concubi- 
na. Cani.  Cam.  \^0.  Sono  al  portare 
idatli.  E  scasan  lo  stivale  e  'I  borzac- 
chino. 

*  §.  II.  Per  Etentare.  «  Cr.  9.  82. 
5.  Se  l*  uova  de'  pavoni  alle  galline  si 
pongano,  srusa  le  madri  dal  covare». 
Pallad.  cap.  28-  E  se  porrai  1'  uova  della 
paonessa  sotto  la  gallina,  sicché  la  pao- 
nessa  sia  scusata  del  covare,  farà  tre  volte 
r  anno  l'uova.  (C) 

-<■  §.  IH.  Scittare,  per  Hicusarc,  Ri- 
fiutare. Palhd.  Fe>>h.  p.  \  primai  ser- 
menti e  magliooli,  che  fa  la  vite,  scuse- 
r.-mo  (il  Lu.  ha  rcpuiliemus  ).  E  No- 
wmh,  7,  Ama  V  acre  freddo  .  e  non  scusa 
ti  temperato  fi7  /.«(.  f,a  non  recusat  )  . 
Din,  Comp.  3.  56.  Messcr  Corso  Donali 
non  ne  scusava  moneta,  ognuno  chi  per 
daura,  chi  per  minacce  gli  dava  del  suo.  ^/^; 
Damt,  Pure.  \  5.  Ciò  che  vedesti,  fu  per- 
chè non  scuse  D' aprir  lo  cuore  alt' acque 
4«lla  p»ee.  (Br)  Amm.  .4nt.  21.  1.6.  Chi 


lusingando  nutricò  il  dolce  male,  tardi 
iscusa  di  snstencrc  il  giogo,  soiloil  qu.ile 
egli  si  misi)  (ill.it.  ha  sero  recusjl)  (D) 
"*'?  %,  IV.  Per  Riconipcmare  ,  l'ah're. 
Ptìllad.  Marz.  af».  Tulti  gli  altri  doviamo 
sprezzare,  se  la  molta  booiìi  non  scusasse 
forse   la   colpa   del  pelo.    (C) 

#  §.  V.  Scusare,  col  sesto  casOt  vale 
Esentare,  Giustificare,  0  meglio  Cottitui- 
re  incnpacr  di.  Ott.  Com.  Inf.  33  S^l, 
Dice  l'autore  che  la  tenera  etade  nella 
quale  elli  erano  li  scusava  da  dolo,  e  t.itc 
peccato  pT  lo  quale  dovessono  morire.  (C) 
SCUSATA  /'.  A.  Scu^a,  Scusnzicnc. 
Lat.  ptirgaHo,  fx-cutatio  Or.  a:ro3ioyi'a. 
Fr,  lac.  T.  I.  6-  7.  Ne  ti  vai  diceria 
Che  facci  in   lue  scusate. 

SCUSATO  .  Add.  da  Scusare.  Lai. 
excnsattis,  purgaius.  Gr.  Tr^aaiTviSìt'?. 
Mar.  S.  Greg.  5.  )Ì2.  Considerando  noi 
la  propria  inBrmita  nostra,  aremo  per 
iscusati  li  peccali  altrui.  Cron,  Mordi.  3iJ;)' 
Ultimamenie  malato  a  morte  non  cono- 
scesti dovea  murire  ,  per  non  ti  fare  con- 
lento di  farlo  acconciare  con  Domencd- 
dio ,  comecché  picciolo  e  iscusato  fosse. 
Ambr,  Cof,  prol.  Non  hanno  avuta  tanta 
pazirnzia  ,  Ch'  io  sìa  venuto  al  complimen- 
to :   abbiatemi  Per  isrusato. 

t  SCUSATORE.  Verbal.  masc.  Che  , 
o  Chi  scusa.  Lat.  excusator,  Gr.  «tto^o- 
yiffTl'5.  Dant.  Conv.  57.  Acciocché  sotto 
pretesto  di  consolazione  scusasse  la  per- 
petuale infamia  del  suo  esilio ,  mostrando 
quello  essere  ingiusto  ,  poiché  altro  scu- 
satore  non  si  levava.  S.  Ag.  C.  D.  Or 
che  diranno  li  loro  difensori  e  srusatori , 
e  che  risponderanno  I  Buon.  Fier.  2.  3. 
II.  E  ,  goSo  scusator  dell'  error  suo  , 
Sempre  *l   pon  più  in   valigia. 

SCUSiZIONE.  Scu<:a.  Lat.  excusatio. 
Gr.  (XTZoXoyia,  nrpdpaai^,  Sen,  Declam. 
P.  Questa  sensazione  è  una  accusazìon*!, 
che  non  si  richiede  se  non  dove  è  la  col- 
pa. Amm.  Ani.  22.  2.  2.  Questo  è  gran- 
dissimo vizio  dell'  umana  generazione,  che 
dopo  il  peccato  più  tosto  alla  scusazione 
fugga,  che  per  pentimento  non  si  adumi- 
lii.  Serm.  S.  Ag.  D.  Sanza  dìlungamen- 
to  di  tempo  ,  e  sanz3  alcuna  scusazione  . 
Dant.  C.-'nv.  6().  La  prima  è  cecbìtà  dì 
discrezione,  la  seconda  maliziata  scusazio- 
ne. 5?  Guicc.  Stor.  ^.  256  I  quali  (car- 
dinali J  per  non  si  metter  tutti  in  mano 
di  Principi  tanto  potenti  ricusarono,  ben- 
ché con  diverse  sensazioni  ,  dt  andar- 
'ì-  (L) 

SCUSCIRE.  r.  SCUCIRE. 
SCUSCITO  r.  SCUCITO. 
•f  *  SCUSEVOLE  .  Add,  Voce  poco 
usata.  Scusabile,  Uden.  Nis.  3.  126. 
Quest'altro  simigliante  disavvenimento  d* 
Euripide  in  Elettra  pare  alquanto  più 
scusevole  .  E  5.  2q.  Però  tanti  e  tanti 
valent'  uomini  d'  Italia  ec.  ,  avendo  pie- 
toso riguardo  a  simili  scusevoli  inavver- 
tenze ,  ec    (A) 

SCUSSISSIMO  .  Superi,  di  Scusso  . 
Lat.  maxime  casius,  inops,  egenlìssimiis, 
Gr.  KTOjSWTKTo;.  Lib.  Pred.  Lasciarono 
il  viandante  d*  ogni  sua  moneta,  che  por- 
tava, scusso  scussissimo,  e  addoloralo. 

SCUSSO  .  Add.  Quegli  a  cui  non  è 
rimase  niente  .  Lai.  excussus  ,  omni  re 
cassus ,  Gr.  fpoùòo^.  Morg.  18.  182. 
Disse  Margutle  :  in  questo  sta  il  guada- 
gno ,  Quando  tu  lasci  più  il  brigante 
scusso  .  Ciriff.  Calv.  2.  58.  Poi  disse  , 
come  gli  facea  mestieri  Di  prender  soldo, 
se  in  piacer  gli  fussi.  Che  S'm  due  cava- 
lier  d'argento  scussi'.  Cant.  Cam,  43l. 
Sudici,  scussi,  brulli  ed  affamati. 

=ft  g.   Scusso,  parlandosi  di  cosa,  vale 

PritO  j   0  Spogliato    d*   altra  cosa,  colla 

quale  potrebhe  essere  accompagnato.  Rip. 

I   /mpr.  232.  Presi  dunque  le  furnie,  e  feci 


prudentemente  non  le  formo  scusse  ,  ma 
piene  di  tanta  paìla  ,  che  serve  alla  mia 
capacità.  fCV 

•+  *  SCUTICA.  r.  L.  che  si  usa  per 
ischetzo.  Sferza ,  Staile.  Guarin.  Jdrop. 
3.  l^.  Ai  giovanetti  ,  com*  egli  è  ancora 
tencio  ,  non  conviene  il  bastone:  il  suo 
vero  g.istigo  sarebbe  la  mia  srulìca  (  è 
un  pedani,'  die  parla  )  (.-t)  Uden.  TiiS. 
I.  ^0.  Alcuno  grammalicuxzo  con  la  icu- 
lica  in  mano,  con  severità  Catoniana ,  mi 
pro\erbi'Tà  ,   cbe  ce.  (^) 

'•?  SCUTIFERO.  /'.  L,Add.  Che  por. 
lascudK  Pule.  Driad,  Donne  e  donzell* 
e  scutifeiì,  e  questi  Gi>ano  iona::zi  a  loro 
assai   pedestri.  (A) 

S  D 

SDARE.  JVeutr.  pass.  Contrario  di  Ad- 
dare.  Annighittirsi  ,  Impigrirsi  ,  Cessar 
d^ìll*  operazione  per  injini:ardai:gine.  Lat. 
pigrescere,  animtim  despondere.  Gr.  xa- 
TO/vsTv  ,  xaTa-iTrrsiv  .  ^J  Bnldin,  Dee. 
Mal  volentieri  ormai  s'  ioducea  a  maneg- 
giare scarpello,  dal  qualu  5*  era,  come  noi 
sogliamo  dire,  sdato  affollo.  (A) 

^  SDATO.  Add,  da  Sdare;  Disappli- 
cato ^  Impigrito.  Lat.  aìienatus  ,  elio  de- 
ditus.  Gr.  K7:o7pET:dp.i-Jo^,  xaTOXvvjJu'?. 
Salvia.  Disc.  2.  /jjiS.  Benibc  dì  lunga  ma- 
no sdato  dal  compor  checchessia,  pure  di 
buona  voglia  mi  riconduco,  allettato  daWa 
giocondità  dell' argomento.   {') 

SDEBITARE.  y^ufr.  pass.  Uscir  di 
def'iij.  Lat.  defilo  se  liberare.  Gr.  ktzxI- 
iaTTStv  Toy  Xr^^t^?  •  *  Bart.  Stcr.  It. 
l.  4*  <:^p-  5.  Famiglie  intere,  o  lor  capi 
ec.  già  impoveriti,  e  arsi  d'  ogni  lor  bene 
ec.  nuQ  si  veggendo  possibile  lo  sdebitar- 
si,  altri  si  erano  fuggili  da  se,  altri 
ec.   (CPJ 

§.  I.  Per  similit.  Dant.  Ptirg.  l!^.  E 
1*  ombra  ,  che  di  ciò  dimandala  era  ,  Si 
sdebitò  così.  Filoc.  i.  6\,  Quivi  o  vin- 
ciamo, o,  sdebitandoci  di  tal  vergogna, 
mandiamo  le  nostre  anime  all'  infernali 
sedie,  l'arch.  Ercol.  201.  Ma  io.  essen- 
domi sdebitato  di  quanto  vi  promisi  ec, 
seguiterò  gli  altri   affissi. 

^  §.  II.  In  signijìc.  att.  vale  Fare  u- 
ff(>  di  debito  .  Bart.  FU,  Jiellarm.  lib. 
3.  cip,  5.  A'  carcerati  per  debili  con  gran- 
dissimo scoccio  delle  misere  lor  famiglie, 
somministrare  il  bisognevole  a  sdebitar- 
li.  (CPJ 

SDEGNAMEiNTO  .  Sdet^nosilà  .  Lat. 
iracundia.  Gr.  o'pyrf.  Lih.  Pred,  Portava 
occulto  nel  segreto  del  cuore  uno  aulico 
sdegnamento  .  Vit,  S  Ani.  Questo  mi- 
scredente provòe  lo  sdegnameuto  di  mes- 
sere Domeneddio ,  perchè  nello  gire  a 
zambra  uscittero  a  lui  le  minuj:ia. 

SDEGNANTE.  Che  sdegna.  Lat.  indi- 
gnarti. Gr.  ayaya:rr/i'o«:.  Amet,  56.  Ac- 
ciocché Cupido  con  giu>ta  ira  non  apra 
r  arco  suo  ,  come  le  contro  a  Febo  ,  le 
sue  forze  sdegnante. 

t  SDEGNARE.  Non  des'iaie,  Disprez- 
zarc.  Avere  a  schifo.  Schifare.  Lat.  de- 
spicari,  conteninere,  non  curare,  graviter 
ferre-  Gr.  ayava/rstv,  oxizy^zp^hio'^v.t^' 
petr.  son,  1^5  Amor  mi  sprona  in  un 
tempo  ,  e  affrena  ec.  Gradisce  e  sdegna  ; 
a  se  mi  cbiama  e  scaccia  .  Dani.  Inf,  3- 
Miscricordia  e  giustizia  gli  sdegna  .  E 
Purg,  2.  Vedi  che  sdegna  gli  argomenti 
umani.  Bocc.  nov.  i').  l5  Sdegnando  la 
viltà  della  servii  condizione  ec.  ,  dal  ser- 
vigio di  messcr  Guasparrino  si  partì- 

§.  I.  Sdegnare,  in  stgmjìc.  ncutr,  pass, 
vale  lo  slesso  .  Lai.  re/mere  .  dedignari , 
Gr.  aVavat'vsTSai  .  Dant.  Par.  33.  Tu 
se'  colei  che  l*  umana  natura  Mobilitasti 
sì  ,.  che  il  suo  Fattore  Non  si  sdegnò  di 
farsi  sua  fattura  .  S.  AkoH      C     D.    Gli 


iii6 


S  D  E 


oomioi  rei  più  si  adegoaao  le  baooo  qaei 
mali,  che  se  banoo  la  mala  vita;  comete 
ciò  fosse  il  bene  dell'  uomo  ,  avere  ogoi 
cosa  buona,  fuor  che  te  sleuo. 

g.  II.  Sdegnare  ,  per  adirarsi,  Aver 
per  male  ,  Pigliare  sdegno  j  e  si  usa  in 
signific.  neutr.  e  neutr.  pass.  Lat.  i/i</i- 
gnari  ,  dolere  ,  trasci ,  stomachari  .  Gr. 
ayavaxTCtw  .  Bocc.  nov.  3p.  4-  A»*tone 
che  il  marito  se  n'  accorse .  e  forte  ne 
sdegnò.  G.  V.  (\.  j.  4.  La  qual  cosa 
■appicodo  Otto ,  molto  sdcgoó  ,  e  forte 
crocciato  ritoroò  a  Roma.  E  li.  58.  5. 
Onde  i  Fiorentini  sdegnarono  molto.  Htm. 
ani.  V.  Cin.  58  Onde  Xadonoa  sdegna, 
K  sdegnando  mi  cela  sua  6gura  .  Pais. 
17.  Avvengacbè  si  vfgga  da  noi  spregia- 
re ,  non  isdegna  ,  ne  rìmansi  di  richia- 
marci, e  d'  aspettarci  ancora  più  innanci. 
Petr.  son^  222.  Mi  sdegno  Veder  nel 
fango  il  bel  tesoro  mìo  .  #  Late-  Sibili. 
1.  I.  Egli  sdegnerà  forse,  e  non  vorrà 
mai  più  moglie  .  (FP)  Guicc .  Sior,  2. 
43l.  Prospero  Colonna  ,  sdegnandosi  di 
avere  a  stare  sottoposto  nella  goerra  ai 
comandamenti  del  Viceré  ,  aveva  rictuato 
di  andarvi.  (L) 

§.  III.  Sdegiare  f  per  meta/,  si  dice 
delle  piante  ,  quando  per  qualche  offesa 
0  si  seccano  t  0  non  otieahiscono  .  Dav. 
Colt,  187.  L'abete,  e  '1  cipresso  rimondi 
sdegnano,  e  non  vanno  innaosi. 

'^  §.  IV.  Sdegnate,  in  signific.  alt. 
vale  anche  Provocare  a  sdegno  ,  Mettere 
sdegno  fra  le  persone.  Fare  che  altri  si 
adiri,  ^r.  Fur,  18.  3i.  D'  inimicar  con 
Rodomonte  il  6glio  Del  re  Agrìcan  le 
pare  aver  suggello  ;  Troverà  a  sdegnar 
gli  altri  altro  consiglio:  A  sdegnar  questi 
due,  questo  è  perfetto.  E  37.  i5.  lo  po- 
trei 1*  altre  offendere  e  sdegnarle  .  (M) 
Cuiec.  Slor.  I.  23r.  Ma  il  Duca,  ben- 
ché ne  ardesse  di  desiderio  era  stalo  so- 
speso ad  accettarla,  per  non  sdegnare  gli 
altri  ronrcderati.  (Lj  Signer,  Mann.  Seti. 
26-  3.  Se  tu  lo  sdegni,  non  si  partirà  da 
te  forse  lutto  in  un  tempo  ■  Ma  ciò  che 
proT  Si  allontanerà  forse  a  poco  a  poco, 
finché   li  lasci  .  (F) 

*  SDEG-NATISSIMO.  Superi,  di  Sde- 
gnato .  Xass.  lett.  14.  E  se  le  paresse 
cosa  da  prudente  non  irritare  il  detto  Si- 
gnore, il  quale  è  contro  me  sdegoatissimo 
io  non  posso  se  non  lodare  il  suo  consi- 
glio.  (Fj 

SDEGNATO.  Jdd.  da  Sdegnare.  Lat. 
indignanj,  indignatus.  Gr.  a*/avKXT»;'5«5. 
Bocc.  nov,  52.  8.  11  famigliare,  forse  sde- 
gnato perche  niuna  volta  bere  avea  potuto 
del  vino  ,  tolse  un  grjn  fiasco.  $  Scf^ner. 
Fred.  Pai.  Jp.  I.  6  Formi  di  tutto  ih 
quasi  un  argine  alla  gran  piena,  che  Ira- 
liocca  dal  petto  d'un  Dio  s<lrgnato.  (TC) 

f  #  §.  I.  Sdegnalo,  vale  anche  A%-uto 
n  sdtgnty  ,  Schi/iito  .  Fir.  As.  \t^'}.  Se 
n'entrò  nella  sdegnata  strada  ( d* Aver- 
to). (V) 

3JS  3.  II.  Dìcesi  anche  ài  Chi  pruova 
ambascia  di  stom'idi  .  Fit.  SS.  Pad.  1. 
234-  Pensavano  che  forse  non  mangiasse, 
perchè  fosse  isdcgnato  per  lo  mare    (F) 

*  SDEGNATORE.  Ferlml,  mate.  Che, 
"  Chi  sdegna.  (C) 

SDEGNATRICE  .  Ferhal.  femm.  Che 
sdegna  .  Lai.  *d.-dif;nalrix  .  #  lìim.  ant, 
M.  Cin.  pn^^  345  (edix.  dello  Znne  I731). 
Se  mai  leggenti  gli  scritti  d'  Ovidi,  So  e' 
hai  trovato  ciò  che  si  disdico,  E  che  sde- 
gnoso rontra  sdrgnatrice  Convìen  eh'  a- 
more  di  mercede  sGdi  .  (B)  fìuon.  Fier. 
3-  4  P-  ^^  sdrgnalrici  Volubil  Grasie , 
volto  altrove  il  passo  ,  Le  si  lolgon  da- 
vanti. 

t  SDEGNO  .  Sentimento  d'ira  ,  e 
di  disprezzo  eccitato  da  un  oltraggio,  da 
una  rea  Ingiustizia,  0  simile j  Indigataion». 


5   D  E 

Lat  indignaiicGr  o'o'/r^,  o'^v^jfU%  Boce. 
nuv.  64  3.  Di  che  la  donna  at vtdf ndosi, 
prese  sdegno.  Peir.  stn  202  Dovete  dir 
pietosa,  e  santa  sdegno:  Che  può  questi 
altro  T  E  248.  Che  col  bel  \\*o  e  co'  soavi 
sdegni  Feccmi .  ardendo  ,  pensar  mia  sa- 
late .  Fir,  JJtic.  an.  60.  lo  non  credo  , 
che  per  parere  al  Biondo  d'  essere  si^to 
bistrattalo  da  vostra  Altezsa ,  o  per  isde- 
goo  rhe  ragionevolmenic  «-gli  abbia  con 
quella  ,  egli  si  sia  messo  a  tentare  cusì 
oefaria   impresa,  e  cosi  difficile. 

§.  I.  Avere  a  jitrgno ,  Tenere  a  sde- 
f:no  ,  o  Slmili  ,  vogliono  Scinfare  .  Lai. 
dedignan,  aspernari.  Gr.  Suz^t.p'xivizdaH: 
Petr.  cani.  4-  t*  Mentre  Amor  nel  mio 
albergo  a  sdegno  s*  ebbe  .  Frane.  Sacch. 
rim.  8.  Che  se  pietosi  versi  tiene  a  sde- 
gno, ec.  Alam.  Colt,  1.  4*  Non  prenda  a 
sdegno,  Con  le  sue  proprie  man  di  lordo 
fimo   Satollar  sì ,  che  vive  forze  prenda. 

t  *  g.  [I.  Sdegno»  si  trova  anche  per 
Affronto,  Oltraggio  cosi  di  parole,  come 
di  fatti.  Din.  Camp.  1.  21.  1  cittadini  per 
rimediare  allo  sdegno  avea  ricevuto  (  il 
cardinale)  ,  gli  presentarono  fiorini  mccc 
nuovi;  e  io  gliel*  portai  in  uaa  coppa  d' 
arieolo.  (P) 

*  §.  III.  Sdegno,  vale  anche  Abomi- 
nazione ,  Nausea  di  stomaco  .  fìelc,  Fu. 
Colomb.  235.  Rimanendo  Nanni  solo  ,  e 
con  gran  difficoltà  e  fatica  pvr  lo  sdegno 
del  gusto  ec.  nettò  la  piaga  da  ogni  piu- 
S3  ,  e  souura.  (C) 

SDEGNOSAGGINE  .  Sdegnosità.  LaL 
indignano.  Gr.  ayavaxTijat^.  Tratt.  scgr. 
cos.  donn.  Ascoltano  la  repulsa  con  occnlla 
sdegnosaggine  ,  che  manifestano  poi  col 
tempo . 

SDEGNOSAMENTE  .  Awerb.  Con  i- 
sdegno  .  Lat.  indignanter  .  Gr.  TStxpùiq  , 
Tau^»;Cov  .  Mar.  S.  Greg.  Avendo  così 
parlato,  quasi  sdegnosamente.  Lib.  Mott. 
Sdegnosamente  lo  lasciò  fuggire,  dicendo 
che  volca  che  vivesse.  Bern.  Ori,  1.  4- 
78  Sorrise  il  Scriran  sdegnosamente.#(^/-. 
En.  12.  i548*  Allor  da  mortai  gelo  il  corpo 
appreso  Abbandooossi ,  e  l'anima  di  vita 
Sdegnosamente  sospirando  uscio.  (Bj 

SDEGNOSETTO  .  Dim.  di  Sdegnoso. 
Lai.  indignabuadus.  Gr.  xo^^O'ii-  Bocc, 
nov.  ^8.  24.  La  qual,  poiché  1*  uno  e  1' 
altro  un  puco  sdognosetta  ebbe  guatato  , 
dirottamente  cominciò  a  piangere. 

SDEGNOSISSIMAMENTE.  Superi,  di 
Sdegnosamente.  Fr.  Ciord.  Fred.  R.  Egli 
rispondeva  sdegnosissimamente  cgnì  volta 
che  gli  parlavano  di  qael  fatto. 

SDEGNOSISSIMO.  Superi,  di  Sde- 
gnoso. Segner.  Fred  34-  2'  Sdegnosissi- 
ma di  sua  natura   è  la  donna. 

SDEGNOSITÀ',  SDEGNOSITADE,  < 
SDEGNOSITATE  .  Astratto  di  Sdegno- 
so. Lat.  iracundia,  niorositas.  Gr.  òsyrl. 
But.  ìnf,  7.  Sdegnosità  ,  offcnsionc  del 
prossimo,  e  di  se  medesimo. 

•f  3  SDEGNOSO.  Add.  Pieno  di  sde- 
gno. Cruccio  10.  Lat.  indignans  ,  indigna- 
bundiis,  iracundus,  moroms,  Gr.  opyi'ìo;, 
5u^w'o»7;  ,  )(5>.wd'T]i.  Bocc.  nov.  77.  ip. 
Lo  scolare  sdegnoso  ,  siccome  savio  ec.  , 
serrò  dentro  al  petto  suo  ciò,  che  la  non 
temperata  vulontà  s' ingegnava  di  mandar 
fuori .  Dant.  Inf.  8.  Bjciommì  'I  volto  , 
e  disse  :  alma  sdegnosa  ,  Benedetta  colei 
che  *a  le  s*  incìnse  .  E  IO.  Guardommi 
un  poco  ,  e  poi  quasi  sdegnoso  Mi  do- 
mandò .  Tass.  Grr,  i!^.  11.  Così  1*  un 
disse ,  e  1*  altro  in  giuio  i  lumi  Volse 
quasi  sdegnoso  (le  migliori  ediz.  leggono 
sdegnando  ),  e  oe  sorrise. 

4:  §.  I.  Sdegnoso,  vate  anche  Inclinato 
allo  sdegno  ,  Che  facilmente  si  sdegna  . 
-  Bocc-  nov.  88.  6.  Dom  grande,  e  ner- 
boruto e  forte,  sdegnoso,  iracundo  e  bn- 
xarro  più  che  altro.  (C) 


S  D  E 

t  %•  II-  Sde^noiO,  figura tam,  dicett  di 
Cesa  che  tperi  con  etatUziaj  che  alt/a- 
mmii  diciumo  Celato,  Sagg.  nat.  rtp,  q. 
Si  avcrà  un  termometro  talmeuie  sdegni^ 
so ,  e ,  {^>er  cosi  due ,  d  un  senso  ro4 
squisito,  clic  la  fiammella  d'  un^  candela, 
che  gli  asoli  punto  d'-itor£o  .  sarà  abìU 
a  mettere  in  fnga  I'  acquaiz^mic  ìd  etto 
racchiusa. 

SDEGNtZZO.  D.m.  di  Sde;:no,  Ltb.  som. 
45  E' non  si  tuoi  pigliare  ogni  sdegnas- 
10  .  *  Sold.  .'al.  5.  Uno  sdegcnaxo  ,  un 
parlare  un  poc'  alto  .  Con  quatuo  lacji- 
melle  ,  una  duglienaa  A  tempo  espressa  . 
fece  f^r  gran  salto.  (B) 

«  SDELINQUITO.  Add.  Lo  stesse 
che  Sdilinquite,  Pros.  Fior.  6.  ai4.  Ma 
col  burro,  come  sdelìnquito  e  stucchevole. 
non  è  ben  friggere  certe  linguacce  fracide 
e  sena^  sale,  ma  ec.   (*) 

#  SDENTARE.  Term.  di  vam  Arti- 
sti .  Rompere  qualche  dente  rf*  un  istrn- 
mento  ,  o  ordegno  ,  come  se^a  ,  mota  ,  o 
simile.  (A) 

SDENTATO.  Add.  Senza  denU.  Lat. 
edenlulus.  Gt.  OL7:ocoì-rtotiJ.ivOi.  Lab.  i38. 
Nl-  si  vergognano  le  membra,  1  capeUi  e 
'I  viso  ec.  lasciar  trattare  alle  mani  par* 
leliche ,  alla  bocca  sdtouu  e  bavosa  e 
fetida.  Buon,  Fier.  l^.  4.  3.  Gli  s'  acco- 
stan  le  pecore  e  le  lepri,  E  sdentale  anche 
il  mordono. 

§.  Per  similit.  Burch.  1.  30.  E  tre 
pescaie  giovani  sdentate.  E  I.  101-  E  s' 
una  tega  vecchia  e  iidentala  MeUe  pia 
lattaiuoli,  o  mcn  di  un  bue. 

•|  *  SDETTA.  ;  .  A,  Sedativa  amo- 
revo/e  net  farsi  I  complimenti.  Frane,  Barb, 
26.  6.  E  sia  soffendore  Con  corte  tsdette 
ricevern'  alqoanlo  (cioè,  un  poco  di  queU' 
onore  che  voglion  fargli) .  (f') 

«  SDIACCIARE  .  Contrario  di  Diae- 
dare.  (A) 

:$:  SDIACCIATO.  Add,  da  Sdiacciare. 
Del  Papa  Cons.  Cosi  fatte  bevande  non 
convengono  mai  fredde  del  tutto  ,  ma  o 
calde  attualmente,  o  almeno  sdiacciate  al- 
quanto. (À) 

SDICEVOLE.  Add.  Disdicevole,  Non 
conveniente.  Lat.  dedecens  Gr.  «TtpcTrr/j. 
Pass.  172.  Ma  come  al  medico  non  ti 
cela  la  'nfermitì  e  la  piaga  ,  quantunque 
sia  sdicevole,  o  in  luogo  di  vergogna,  ac* 
ciocche  la  possa  curare  ;  cosi  si  dr«  fartt 
della  piaga  del  peccata  al  confessore,  eh*  à 
medico  dell'anime.  Amhr.  Bern.  3.4-  ^OD 
quella  gammurraccia  ,  che  sdicevole  Sa- 
rebbe ad  una    lanle. 

#  SDlGIt'NARE  .  yeutr.  pass.  Rom- 
pere il  digiuno.  Min.   Malm.  (A) 

t  3  SDILACCIARE.  Sciorre  i  lacct , 
Dilacciare.  Lat.  solvere.  Gr.  luciv*  Ovid. 
Pisi.  Ella  ,  venendoli  incontro  ,  gli  leve- 
r^e  lo  scudo  dal  collo  ,  e  sdilaccerà^ li  1* 
elmo  . 

#  g.  E  in  iignific.  neutr,  pass,  \-ate 
Sciorsi  i  lacci  ,  Sfibbiarsi  m  Bern.  rim, 
X.  18.  Non  1U0I  che  r  uom  di  lei  la  mo- 
stra faccia  :  Guarda  san  Rucro  com'  egli 
<■  dipinto  ,  Che  per  mostrar  U  peste  si 
sdilaccia  -,  (Cj  LaìC.  Cen.  |.  nov.  3.  Il 
pedante  ,  veggiendo  1*  animo  suo  .  disse 
rhe  si  sformerebbe  ;  e  pomato  alquanto , 
sdilacciandosi  la  brachetta  ,  cacciò  mano 
ec.  (B) 

*t  SDILACCIATO  .  Add.  da  Sdilmo- 
dare.  Lai.  exsolutns.  Gr.  sxiuàti'(.  Cani. 
C*irn,  191.  Sdilaccialo  a  far  l'arte  ognuD 
s'  assetti .  Lasc.  Pins.  5-  2.  Non  vcNdwì 
tu,  ch'egli  era  isdìlacciatoT  Buon.  Fier. 
5.  I.  3.  Tasuite  tutti:  in  enUo  ,  Ch'io 
veggo  comparir  più  servigial  ec.  Chi  scal- 
to,  chi  10  pedul.  chi  sdilaccialo. 

SDILINQUIMENTO.  i>«/ii7iiio.  Sveni- 
mento.  Lat.  deliquium  .  Gr.  t  xìfii^if  . 
Buon     Fier.   1.    2     4-    Oimt  I  dall'  alcn 


>? 


S  D  1 


S  D  I 


S  D  O 


partr  Qut-ì    di    sapa  e  di    mei    idiliDqui- 
meuli  (  gui  figuratam  ). 

SDILiNQUIHE.  Jntinenre,  o  Dnenìr 
troppo  liifuido.  Lai.  liquesccre.  Gr.  Clio- 

§.  I.  Per  similit.  Infiacchire ,  e  quosi 
Venir  meno.  Lai.  deficvie  ,  ttnimt  dtli- 
qmium  pati  .  Gr.  ^acTO^'UX^^v  •  ^toil■ 
Franz,  rini,  iufl.  a  lao  l'ercbè  ul  ci- 
rimoDia,  aoxi  ripioDo  Di  zavurra,  di  fum* 
mo  e  d'allcmia,  Sdilinquir  ti  la  tulio,  u 
venir  ineao. 

§.  II.  In  signi/ìc.  att.  vale  Rènder  fiac- 
co, Jndrbo/ire.  Hed.  Cons.  1.  y6.  Quesli 
sì  falli  Lrudi  puri  e  semplici  gli  sdilio- 
quiranou.   «  dilaveranno  lo  slomaro. 

*  SDILINQUITAMENTE.  J^vcrh. 
Con  isdifinquiniento.  Spossatamente.  (A) 
't  «  SDILI>Qi;iTISSIMAMENTE  . 
Superi,  di  Sdilinquitaittenìt ì  Con  sontnto 
sdilinquimento,  t'ios-  Fior,  port,  A.  \oL 
I.  pai-.  a63*  E  quella  sua  (parla  della 
tuniaca  )  suiJicÌ.i  e  nauseala  foggia  di  ec. 
Strascicarsi  sdilinquitissimanicnte  dietro  , 
roD  attaccarsi  ;■!  terreno  con  quella  sua 
slomarota  Lava  ,  ce.  (A) 

SDILI^Q^JlTO.  Add,  da  Sdilinquire. 
Suon.  Fier.  3.  2-  i-j.  Mi  quel  suo  fi- 
gliuol  iBolo  alUllato,  Tenero,  altettuoso  e 
«dilioquito  In  volere  strafar  conaplimen* 
taodo ,  ec. 

SDIMEiNTICANZA.  Dimenticanza.  Lat. 
ohUvto.  Gr.  XriOr. ,  Seri.  Ben.  Fnrc/i.  5. 
25.  Sopportare  pazientemente  gli  errori 
e  «dimenticanze  della  memoria  .  £oez. 
farcii,  1.  2.  Il  mal  suo  è  letargo,  cioè 
grave  *■  profondissima  sonnolenza  e  sdi- 
meniiranza. 

SDIMENTICARE  .  Dimenticare  j  e  si 
usa  nel  sentim.  att.  neutr,  e  aeutr.  pass. 
Lai.  cbUi'isci.  Gr.  i":rtìavOav£o0at.  Fir. 
Triti,  a.  I.  Io  me  ne  vo*  ire  a  casa  a  dir- 
gliene ,  innanzi  eh'  i'  me  lo  sdimentichi  . 
Ambr.  Furi.  5.  l^.  Così  mi  piace,  e  che 
ogni  cosa  si  sdimentichì.  Sen.  Ben,  J  ardi. 
7-  33.  Quegli  il  quale  die  il  keae6uo.  lo 
si  sdimeniicbi.  Tac.  Dav.  ìit.  Agr.^Sj. 
Auche  la  memoria  ne  sarebbe  ila  ,  se  lo 
sdimenticTire  fosse  in  poter  nostro  ,  come 
il  tacere. 

SDIMENTICATO.  Add.  da  SdimerHi. 
care.  La).,  oblittts  ,  obliteralus  .  Gr.  oc- 
fAV7llJ.ovn*^siÌ,  àfoLVtfjOu'i.  Fir,  As  ^y. 
Sdimenlicaiosi  della  faccenda  del  calzola- 
io »  ch'fgti  aveva,  disse.  Tac.  Dav, 
Ann.  3.  68-  Appena  si  campano  con  eli 
occhi  addosso:  che  farebbero,  sdimentica- 
le gli  anni,  e  quasi  rimandate  7  7  arcfi. 
Stor.  3.  54.  Licenziato  it  consiglio  ec,  fu 
di  lanla  letizia  Firenze  ripieno,  che  niu- 
00  V*  era,  al  quale  non  paresse  ,  i  djoni, 
le  noie,  e  le  paure  preterite  sdimenticate, 
d*  esser  quasi  risuscilalo. 

SDIMEKTICO.  Add.  Dimentico.  Lat. 
immenicr  ,  ohlivicsus  .  Gr.  £7rt/»]'<?u&)y  . 
Sen.  Ben,  Varch.  3  1.  Volendo  tu  che 
questi  colali  non  ingrati  si  dovessero  chia- 
mare, ma  sdimenlicbi.  Bergli.  Orig.  Fir. 
65.  Un  autore  negligerne,  0,  come  dà  la 
natura  nostra,  talora  sdimenlico. 

SDIPIGNERE.  Spigncre,  Lat.  picfuram 
àflefe.GT.7r,vypx(^r)vi^aXetfuv.JJorgh. 
Aim.  ^.  Se  cosi  fosse  stato  agevole  cancel- 
lare le  scritture,  come  si  scn  potute  sdipi- 
gnere  l' insegne,  o  col  bianco  di  sopra,  o 
collo  scarpello  lor  via. 

*  §.  Per  Cancellare  ciò  che  e  scritto. 
Sert.  Giamp.  85.  Aprite  il  primo  volu- 
me ,  e  cercate  dove  e'  dice  Indice  de' 
prevtrbii  latini.  Poi  leggete  le  parole  che 
ne  vengono.  Avvertiscasi  ,  eccolte  tonde 
tonde ,  e  fatele  sdipignere  se  voi  potete  , 
che  dove  non  e  citato  l*  autore,  o  si  son 
giudicali  comunemente  noti,  o  ci  riferia- 
mo al  hirn  degli  Adagi.  (C) 

•f  >>  SDIRE  .   Disdire  ,   Ritrattare  la 


parola  data.  Bccc.  Am.  f  ìs.  18.  Abito- 
ìììv  a  Giove  dolse  ,  ma  non  sdisse  Quel 
che   'mproniise,  ec.  (A) 

SDlltlCCIARE.  Caiar  le  castagne  del 
riccio  ■  l'ani.  Cam.  297.  E  chi  del  bat- 
ter sol  non  è  conlento,  Gli  sdiricciamo  e 
smalliam  le  easlagne. 

«  SDIRIDITO.  Add.  Estenuato,  Quasi 
consunto  per  n>a^tez:a.  Fr.  Gicrd.  Fred. 
Quelli  aniiifai  patlri  santi  del  disello,  ma- 
grì,  secchi,  sdiriditi,  consumali  dal  lungo 
digiuno,  dalle  penitenze,  ec.  (A) 

*SDISOCCHURE.  Jcce  scherzevole. 
Cavar  fli  occhi.   lìelhn.   Lucch.  (A) 

•f  SDOGANARE  .  Cavar  di  dogana  , 
Liberai  di  dogana  gli  effetti,  le  mei  con- 
zie,  pagando  la   dovuta  gnliclla. 

SDOGATO.  Add.  Senza  doghe.  Car. 
hit.  1.  6y.  Siamo  dentro  una  botte  sfon- 
data di  sopra,  e  sdogata  da  un  canto. 

*  SDOLCIATO.  Add.  Sdolcinato. 
Dip.  Decani.  y6.  Come  sugo  di  limone 
ne*  cibi,  aguzzi  un  poco  quel  suono  Irtp- 
po  morto  e  sdolciato.  (J ) 

SDOLCINATO.  Add.  Che  ha  dolcezza 
senza  spirito,  Rtd.  Ditir.  5.  Quel  cotanto 
sdolcmalo,  Si  smarcato.  Scolorito,  Sner- 
\atello  risciarello  dì  Bracciano  Non  è  sano, 
E  Annot.  17.  Di  questo  sapore  sdolcinato 
può  essere  che  intendesse  Plinio  .  Ilnon. 
Fier.  4.  3.  4-  IJel  dolce  egli  ha  'o  buon 
dato,  O,  per  dir  meglio,  dello  sdolcinato 
(  qui  Jìi^uratom.  },  Seder.  Colt,  71.  Per 
la  truppa  nialurezza  resta  il  vino  lorbi- 
diccio  ,  e  naturalmente  non  rischiara  af- 
fatto, e  lo  fa  troppo  sdolcinato. 

SDOLERE,  i  ,A.  Cessare  di  dolersi. 
Restar  piiio  del  dolore,  Lat.  doloris  e- 
xpertem  esse.  Gr.  kÌ'/ou^  cVai/aTTS- 
«S«i.  Frane.  Sacch.  nov.  168.  Come  fu 
sdoluto  ,  portò  i  paperi  al  maestro  Gab- 
badeo . 

•f  >;-'  SDONDOLARE.  Lo  stesso  che 
Dondolarr.  Sahin.  Buon»  Fier.  3.  2.  12. 
Sdondolandomela  per  diporto  ,  dal  moto 
del  dondolo,  (A) 

SDONNÀRE.  Contrario  d*  Indonnare. 
Mettere  in  libertà.  Lai.  in  libertalem  asse- 
rcre.  Gr.  £),£o5£^oJv  riva. 

§.  In  signific.  neutr.  pass,  vale  Porsi 
in  libata.  Lat,  abdicare  se  dommntione. 
Bocc.  ì  is.  cnp.  alt.  Alandomi  la  possa-, 
che  s  indonna  In  ciascun  cor  gentil,  che 
dà  virlute  ,  Che  mai  per  alcun  caso  non 
si  sdonna. 

■f  SDONNEARE.  V.  A.  Snaworarsi. 
Lat.  dominio  amore  liberali,  foeminarum 
coeius  et  amores  relinquere  ■  Doni.  rim. 
i.  E  di' a  colui,  eh' è  d'ogni  piel'a  chia- 
ve ,  Avanti  che  sdonnei  ,  Che  le  saprà 
coniar  mia  ragion  buona  (in  questo  esem- 
pio vale  Levarsi  dal  ragionare  colla  don- 
na )  . 

'?  SDONZELLARE.  Neutr.  pass.  Don- 
zellarsi, Baloccarsi  ,  Dondolarsela  .  Lat. 
otiiiri.  Gr.  i3;^o)a^£iv  .  //  focabol.  alla 
r.   DONZELLARE.  (*) 

SDOPPIARE,  Contrario  di  Addop- 
piare j  Scempiare.  Lat.  cxplicare  .  Gr. 
S/tTTTUfj^ctv.  *  Salv.  Avveri.  1.  3.  2.41. 
tit.  La  lingua  nostra  allo  'nconlro  talora 
sdoppia  le  consonanti-  E  appresso:  Pare 
alcuna  volta  allo  'nconlro  ,  che  '1  volgar 
nostro  sludiosameule  sdoppi  la  consonan- 
le.  (J') 

*  SDORATO.  Add.  Contrario  di  Bo- 
rato. Bori.  1  it.  Bellarm.  lib.  2.  cap.  7. 
11  divin  Sacramento  vi  si  conserva  in  cu- 
stodia di  legno;  i  calici  poi,  di  rame, 
sdorali  già  da  gran  tempo.  (CPj 

SDORMENTARE  Contrario  d'Addor- 
mentare j  Destare  .  Lai.  expergejacere  , 
excitare  ,  suscitnre  .  Gr.  tytipnv.  De- 
clani.  Quintil.  P.  Alla  per6ne  il  sangue 
caldo  ,  ch'uscia  della  rarità  ,  l'  avrebbe 
sdormentata. 


f  §.  In  signific  neutr  pass. iole  Destar- 
si .  Lat.  expvrgisct,  expe/gefien,  excitt^ 
ri.  Gr.  e'yet'peoSai  Oit.  C'vm.  Purg.  9. 
l36.  Compilo  il  viaggio,  egli  per  lo  *d- 
cendio  ai  sdornicntò ,  e  irovossi  all'en- 
trala del  Purgatorio. 

t  SDORMENTATO  .  Add.  da  Sdor- 
meniate.  Lat.  a  sonino  rxcHalus,  exper- 
gr/acius.  Gr.  iytp^ti^.  Ott.  Com.  Inf. 
29.  joi.  La  mattina  sdurmcntalo ,  udì 
boci  e  mormorii.*  p/m,  ^j^,  ^f^^  ^^^^ 
2.  476-  Ma  sdormentati  che  sono,  noD 
dispregiaro  mica  i  sogni.  (C) 

*  SIiOhìdY.NrinE,  Sdormenime,  De- 
stare, Eccitare.  Lat-  excitare.  Gr.  Eyet- 
fEiv.  Eros.  Fior  3.  3oo.  L'amore  di 
essa  virlù  ec.  non  finì  mai  di  sdormenti- 
re  nell'  animo  suo  nuovi  toncelli  di  per- 
fezione. (•) 

*  SDORMIRE.  JVeutr.  pass.  Sdor. 
menlnrsi ,  Destarsi ,  Rim.  ant,  B.  M. 
Senniicc.  Ben.  i25.  Onde  io  gridai  ad 
Amore  in  quell'ora:  Per  dio,  che  l'oc- 
chio di  colui  si  sdorma,  Che  il  Sol  levan- 
do seco  si  sconfornia.  (NS) 

3  SDOSSARE.  Contrario  d'Addossarej 
Cavar  di  dosso.  Posare.  Lat.  levare.  Gr. 
xcvfiC^ztv.  Buon.  Fier.  2.  4.  il.  E  qua* 
bozzoli  sdossali. 

^  i-  E  neutr.  pass.  Cavarsi  di  dossoj 
e  per  meta/.  Liberarsi  dall*  obbligo  della 
cura  ,  e  briga  di  ihecche  sia  .  »  Buon, 
lier.  I,  2.  3.  Se  de*  falsi  ve  n'han,  no- 
strali o  strani,  Doversene  sdossare  in  qùal-  * 
che  modo  ».  (C)  Salvia.  Disc.  Sdossan- 
dosi del  peso  del  governo,  ad  altri  quasi 
in  tulio  il  ccmmellesse.  (Br) 

SDOTTORARE.  Contrario  di  Addot- 
tarare j  Privare  della  dignità,  0  de'' privi' 
li-gii  (li  dottore  .  Lat.  doctoris  privilegia 
irrita  facere,  Fir.  Trin.  2.  4.  Meritere- 
sti di  essere  sdottorato  .  E  appresso  :  I* 
non  vo' già  celesta  nespola  dietro,  d'es- 
sere un  altro,   ne  d'  essere  sdottorato. 

SDOTTORATO  Add.  da  Sdottorare. 
Buca.  Fier.  2.  4.  iS.  Quel!'  eran  .  signor 
mio ,  di  più  monete  Le  raiserabil  testa 
scorticale,  Sfaldale,  tose,  stronze  .  sdot- 
torale ,  E  di  lettere  prive  (  qui  per  me- 
ta/. ), 

SDRAIARE.  A'etitr.  pass.  Porsi  a  gia- 
cere .  Lat.  stenti.  Gr.  /aTaTEt'v£c3ai  . 
Red,  Ditir.  (^6.  Si  sdraiaron  sull'erbetta 
Tutti  colti  come  monne.    Buon,  Fier.   2. 

3.  Intr.  Sdraiatevi,  e  diacele, 
SDRAIATO  .    Add.  da  Sdraiare  .   Lat. 

stratus.  Gr.  zaTareivo'/iiSvo^.  Buon.  Fier. 

4.  2.  7.  Guidoni  Vagabondando  sdraiati 
suir  erba  ,  3/rt/m.  3-  32.  E  gjà  sdraiato 
ognun  lasso  e  maturo.  In  grembo  al  son- 
no gli  occhi  aveva  posti  .  E  6.  26.  Ve- 
dendo che  la  bestia  come  morta  Sdraiata 
dorme,  e  russa  com*  un  orso. 

SDRAIONE.  Avverb.  A  giacere.  Buon. 
Tane.  3.  II.  Poi  ritornando,  t'ho  vista 
sdraione  . 

*  SDRUCCEVOLE.  Add.  Sdrucciolevo- 
le. Amm.  Ant,  21.  1.  4.  li  Demonio  è  uno 
serpente  mollo  isdruccevole  ,  e  se  al  suo 
capo,  cioè  alla  prima  tentazione  non  si 
contasla,  lutto  quanto  dentro  del  cuore  , 
non  esseudo  sentito,  trapassa  (  qui /gu- 
ratam.).   (DJ 

SDRUCCIOLAMENTO.  Lo  sdruccio- 
lare. Lai.  lapsus,  Gr.  o).i'aS>5/Aa.  Segner. 
Mann.  Sett.  23.  I.  Hanno  a  sapere  par- 
tare  senza  scandalo  e  senza  sdrucciola- 
mento ,  che  forse  ancora  è  più  difficile  , 
che  il  lacere  (qui  per  meta/.). 

SDRUCCIOLANTE  .  F.  SDRUCCIO- 
LENTE. 

SDRUCCIOLARE.  Scorrerej  e  si  dice 
propriamente  dui  piede  dell'  animale,  quan* 
do,  posto  sopra  cosa  lubrica,  scorre  senza 
ritegno  j  e  generalmente  si  dice  d*  Ogni 
altra  cosa  che  n  quella  similitudine  scor- 


11x8 


s  D  n 


SDR 


SDR 


raj  ed  e  usato  in  si^tijic,  neuir,  e  neulf. 
pass  Lai.  labi,  diUibi,  iapiare.  Gr   /aros- 

Mor,  S.  Gri'g.  Nel  tempo,  quando  sdruc- 
ciolurà  i  lor  piedi  .  J'ass.  Jo5.  Il  quale 
(ptta^o)  Don  ogni  genie  ec.  dee  guadir  , 
che  e'  vi  si  sdrucciola  ,  e  spesse  volle  vi 
s'aaoiega.  S.  Agost.  C,  D.  Che  ordine  è 
dito,  come  sdrucciolaodu  si  corre  al  6ne  . 
Frane.  Sacch.  nov.  20;).  Credendola  più 
volte  avere  presa  (  i*  atgitii{<i  J,  ella  m' è 
schizzala  dì  mano,  che  kapeie  com' elle 
tJruccioIano.  Sig:;.  nat.  e^p.  i\.  Il  sotlt- 
lissimo  umido  ec,  giù  per  lo  dusto  sfug- 
gevole del  cristjllo  sdrucciolando,  a  nuno 
a  mano  dislilla.  ìiern.  Ori.  a.  ^,  6j  Per 
l'erba  come  hiicia  sdrucciuljva.  Sin.  Ben. 
[■^arch.  '^.  2'^.  Gujrdj  le  stelle  ,  com'-  , 
sdrucrioLimloscnc  rliotam.'^Dte  per  )u  ciclo, 
ascondano  la  loro  velocità  ,  mostrando  di 
ferme  ed  immote  staro.  j4r,  l'ur.  2\.  8. 
Già  poleitic  sentir  C'>ine  rimliornhf.*  L'alto 
rumor  nelle  propinque  ville  ce.  ,  E  ci>u 
spuQtoni  ed  archi  e  spiedi  e  fromlic  Ve- 
der da*  mrinli  sdruccioUrne  mdlo  (  ctoe  , 
scender  velorcmcolc  ). 

§.  Sdrucciolare,  figitratant.  per  Tra- 
passare.  Incorrere  con  Jact/itàj  e  per  lo  più 
si  prc'tdc.  in  caltt\.-a  parte.  Lai.  Infti,  er- 
rare. Gr.  TTCTreiv  ,  5y«).>£53xi.  F'-. 
Giord.  prcd.  S.  Ma  aoi  in  questa  vita 
morule  polemoci  m'iUo  hen  sdrucciolare. 
Gnid.  G.  l8S.  Ma  questo  è  naturale  vizio 
(ra  ìc  femmiae,  che  quando  elle  si  sdruc- 
ciolano a  concedere  li  segreti  diletti  del 
corpo  loro*  mai  non  desiderano  di  al> 
hracciar&i  con  alcuno  che  sia  migliore  del 
marito  toro  ,  o  pur  suo  pari  ,  peroccfa'; 
quasi  sempre  s' incliinano  a*  più  vili.  K 
altrove  :  Onde  ancora  molte  oneste  fem- 
mine si  sdrucciulavann  ad  aiiominevoli 
tradimenti  di  uomini.  Fir.  Thn.  .'?.  i.  Se 
io  noQ  sapessi  di  quanta  fona  sia  lo 
umore,  e  come  bene  spi^sso  e'faccia  sdrue- 
riolarc  altrui  a  p,irole  meno  che  conve- 
nienli ,  io  ti  ri^poud-rci  come  merita  la 
tua  proposta.  Sen.  /h't.  f^arch.  y.  l8. 
Perchè  lo  sdrucciolare  dalle  cose  ottime 
nelle  pessime  ù  necessario  che  ancora  nel 
male  ritenga  alcun  vestigio  del  bene.  Uoez. 
Rarefi.  3.  10  l'ii  natura  nm  piglia  co- 
minciamcnto  dalle  cose  sceme  e  non  com- 
piute, ma,  proced'?ndo  dalle  intere  e  per- 
felle,  sdrucciola  qua;^giù  in  queste  ulti- 
m*',  e  vote  d*  Ogni  buon  frutto. 

#  SOnUCCIOLATIVO  ÀUd  Atto  a 
.fJrticciolare,Si/racciolePote,  Car.  Corti.  SS- 
I  fichi,  perchè  sono  un  borcon  solo  e 
•grande  e  sdrucciolativo,  bisogna  ingoiarlo 
tulio  in  una   volta,  (t^P) 

5  SDKUCCIOLICNTIC,  e  SDRUCCIO- 
LAMTE.  A^^i'tiilo  di  co^a.  S'apra  la  qual 
si  sdrucciola;  Stlnicciolofo,  Lnhrico,  Li' 
scio.  Lai.  liihricut.  Gr.  oXiffBrjpo;.  Li^'. 
Dee»  3.  Tultaquanta  la  via  era  straboc- 
chevole, stretta  e  sdrucciolcnte.  IC  nppret- 
so  t  Quivi  loxzo  e  ornbil  combattimento, 
siccome  d«  gbiacrin  sdruccinlente ,  e  non 
ricevente  la  'mpression  del  piede.  Fit. 
SS.  Pad,  Vide  eh'  egli  duvevu  pattar  per 
un  ponte  molto  stri-llo  e  sdrucciolente. 
Mor.  S.  Greg.  L'  uno  di  costoro  per  In 
luofjo  ìdruccioleote  zoppica  nel  far  bene, 
(T  r  altro  per  le  tenebre  non  vede  il  ben 
rh*  egli  avrebbe  a  fyro.  Tic.  Oav.  /fnn. 
I.  23<  Ogni  cota  contro  a' Romani  :  fango 
profondo  ,  terreno  tenero  ,  e  sdrucciolan- 
te, oc. 

*  §.  I.  E  por  meta/,  u  Col/.  SS.  Pad, 
Tanto  più  fnrteinento  era  rapii.!  per 
isdrufciolrnl-*  cidimento.  .SV/r,  Puf.  f)2. 
La  virtù,  rb*  h  divina,  si  finisce  in  rona 
kdrucciolante  e  folleggiaotp  •» .  C  ■f.  S. 
Jìi'rn.  Grande  forza  t>  quella,  la  quale  tlcl 
raore  fa  si  f.ilia  operazione,  e  ritiene  il 
cuore  sJrucciolente  e  vano,    ch'egli    non 


iidruceioli  ncll'  abisio  dell'  esterminio.  E 
ivi.'  Il  quale  (cuore)  ec.  è  più  sdruccio- 
lente  ■!'  ogni  cosa  sdrucciolente.  (Br) 

§.11.  Pure  per  nt-tif.  Late,  rim  Quanti 
mai  fere  ver*i  interi  h  rotti ,  Tutti  soo 
belli  e  sdrucciolanti  e  dotti  (pirla  de'versi 
del  lìernt,  e  ifile  naturali  )  . 

§.  111.  Per  Veloe.  Lat.  vefoi,  ftigax, 
Inhricui,  Sen.  Pi%(.  La  natura  ci  ha  messi 
in  potiessionu  di  qu'>sta  sola  cota  sdruc- 
ciolent'.-  e  foggiliva  *  .S*  A^.  C.  D.  5.  rg. 
Certo  ^ran  difT-'renta  è  Ira  la  cupidità 
<lulla  umana  gloria,  e  la  cupidità  della  si- 
grioria  :  però  che  ,  posto  che  ita  assai 
i>itrurri<)l(;nle  cosa,  che  chi  troppo  li  di- 
letta della  umana  gloria,  eziandio  desidera 
drd-nic-nfnle  di  signoreggiare  ;  nondime- 
no ce.  (B) 

5   SDRUCCIOLEVOLE.  Aid.   Lu'>n. 
co,    SUrucCio/oro  ,     Che    sdrucctota  ,    Che 
scorra-   L»\,  fuhricus.  Gr.  ó)^fj^rìpo'i*  Ftr. 
.4s,  33    Tenendo  le  sdrucciolrvuli  piante  ' 
coti  sospese.   K  g'I.   Il   ventre  pien  di  bie-   I 
tole  e  d'  altri  erbaggi,  assaltato  er.  da  una  | 
sdrucciolevole  soccorrensa.  $  ffeffin.  Dite. 
I.    iS.').    Quelle  cose  che  noi    chiamiamo 
nici  del   piede  sono    1*  estremità    di    que- 
sl*  ossi,   con  le  quali  essi  abbracciano,  e  si 
cullegano  con   1*  osso    del    calcagno    pari- 
mente coti  io  falso  sdrucciolevoli,  e  obli- 
qui. (C) 

^  g.  [•  Sdrucciolevole  ,  parlandoti  di 
luogo,  satso,  0  simile,  viU  Che  fa  sdritc- 
cìolnre,  Doife  f-icil"ii'nte  si  sdrucciola. 
March.  Lucr,  SdrucciolevoI  s.isso.  (A) 

f  J).  II.  IC  fiauratirn.  "^  "  Fir.  Af.l^t 
Or  se*  tu  così  ignorante  d?lle  sdrucciole- 
voli rivotture  ddlla  fortuna  ,  de'  stt>>i  in- 
stabili discorrimenti  >»  ì  (A)  K  2S8.  Ap- 
presso de*  quale  egli  aveva  utilmente  con- 
sumala la  stia  fanciullezza  ,  ed  ora  soste- 
neva   la   sdrucciolevole   ad>tlcscenza. 

SDRUCCIOLEVOLMENTE.  Awerh. 
In  ntanti-ra  sdruciolevolc.  Lat-  luhrice. 
Grto'Xi.ìOr,p'Zi.  St-gni-r.  Crisi,  instr.  3.  22. 
•j .  Il  fine  che  fanno  questi  recidivi,  i 
((mli  si  spi'ssi,  e  si  sdrucciolevolmente  ri- 
tornano  d.ilia  grazia  al  peccato,  e  simile 
ai^iunto  al  funi  chr  fanno  coloro,  i  quali 
freqticntemcnlc  vengono  meno,  e  si  tra- 
inorliscono     (qui  fiatrratam,)  , 

SDRUCCIOLO.  .S'(5«.  Sentiero  che  va 
alla  china,  dove  con  dilatila  si  può  an- 
dar senza  sintrciofarc.  Lat.  luhricnm,  li- 
cut  Inhricut.  Pftst.  27.5.  Dovunque  si  ri- 
volge, iruova  S'Irticciolì  e  impjvile.  Mor. 
S.  Greg.  Sieno  falle  le  !ori>  vie  tenebre 
f  sdrucciolo.  Ror^h.  Rif.  ^17.  Fece  poi 
di  maniera  pìccola  quelli  Nunziata  in  (Ve 
SCO,  che  è  dillo  sdrucciolo  d'  Orsammi- 
cbeli>. 

§.  I.  Per  l*  Atto  detto  fdraec talare  . 
Lat.  lapsut.  Gr.  o'ii'55>jaa.  Patiff-  8. 
Che  fjfanno  allo  sdrucciolo  amendui  ■ 
lìemh.  Star,  j),  ij^.  Per  isd/'Ucciolo  del 
cavallo,  sopra  il  quale  egli  era,  caduto, 
fu   da*  galeotti    ucciso. 

§.  ti.  Per  Inciampo.  Lat.  off'fndicn- 
lum,periclitaUo,periculum.  Gr.  TTpoy/Oii' 
lAUt  .  Col/.  Ah.  Itaic,  cip.  II.  Porrò  lo 
sdrucciolo  dinanzi  da  lui,  e  morr'a  nella  : 
scurità  delle  sue  opere.  K  cap.  i5.  Non  ti  I 
fia  la  moltitudine  della  scienza  sdrucciolo 
dell*  anima. 

*  5-  "'  Tenerti  nello  tdntrcinh,  fìgtt' 
ratam.  vale  Viver,-  nelle  occisioni  prrÌr-->- 
tote.  Albert.  \.  iR.  Perciò  li  terrai  nello 
sdrucciolo,  e  sUr.ii  fermo,  e  non  li  darai 
tri>ppa  li'iertà  ,  e  .«aprai  per  qusl  parie 
delibi   andare,  e  in6n  ilnve.  (Dr) 

*  §.  IV.  Sdrucciolo.  Term,  d^tfi  Ar. 
ehitetti  .  La  pendenza  del  fé  impot  tata- 
re. (A) 

SDRUCCIOLO.  Aid  Sdracetohto.LàX. 
labrirut.   Gr.  dìtiòrtpói. 

^  $  l.  Pxr^/t,  o  y.ce  tdrticciott ,  dieeri 


Quella  che  ha  P  accento  tuli'  antipenul- 
tima sillaha.  Silv,  Awert.  I.  3.  3.  32. 
E  tanto  più  se  voce  sdrucciola,  cbf  1* ac- 
cento abbia  sulla  primiera  sillaba,  seguili 
appresto  a  li>ro  :  conciosiacosacbè  le  pa- 
role sdrucciole,  a  proScrirsi  ec  sieoo  ol- 
ire all'  altre,  acconce  massimamente.  (V) 

§.  II.  Rime,  o  Fersi  sdruccioli  dicia- 
mo Quelli,  che  dopo  C  ultimo  accento  han- 
no più  sillabe  brevi,  Bemb.  pros.  %.  80. 
Quelli  versi,  che  noi  sdruccioli  per  que- 
sto rispetto  chiamiamo,  l'arch,  Kreol  iHf. 
Messer  Iacopo  Sannazaro  ec.  si  lasciò  al- 
cuna volta  ,  o  sforzalo  dalle  rime  sdruc- 
ciole ec.  trasportare  troppo  nella  sua  Ar- 
cadia, F.  258.  Forse  vorreste  piuttosto  il 
verso  sciolto  d'  undici  sillabe  ,  che  lo 
sdrucciolo.  H'-d.  Dttir.  20  CantercUan 
dovi  Con  rime  sdrucciole,  Monelli  e  cob- 
bole.  Sonetti  e  cantici. 

SDRUCCIOLOSO  A^.  Che  sdruc- 
ciola. Facile  a  sdrucciolare.  Lai.  lubn- 
cut.  Gr.  oÀtT^ip?';  • 

*  5-  I.  Per  Atto  a  far  sdrucciolare 
il  pi,'de  dell'  animale,  u  fìrmh.  Star,  2. 
25.  E  per  esser  le  pi'^ggie  state  grandit- 
time  e  copfosisiime,  era  il  suolo  fallo  con 
sdruccioloso,  che  malagevole  fuor  di  mo- 
do era   il  passarvi-      (%f) 

5  S-  II-  Per  metaf.  vale  Veloce,  FadU 
a  trapassare,  0  scorrere.  Lai.  velox,fn- 
gix.  Gr.  w'/u?;  ffj/nriKo'i.  Bemb.  pros, 
2  78.  Onde  la  voce  di  necessita  ne  di- 
viene sdru'-ciolosa. 

*  g.  IH.  Per  Ffllace.  C'ir  manca  con 
facilità-  u  Remh    Stor,  3.  32.  Tali    sono 

i  costumi  di  qursli  tempi  ,  e  la  fede  in 
moltissimi  uomini  lubrica  e  sdrucciolo- 
sa ..  .  (C) 

§.   IV.   Sdm^ciohso  ,    per   hdrtiCcioh , 

nel  signiJSc.  rfe/§.II,   f'arch,  Ercol.    210. 

evano    le    rim^ 


Al  Bembo  ec.  non  gli  piace- 


sdrucciole,  o  (come  egli  dice  alcuna  volta) 
sdrucciolose  E  Lez  638.  Il  verso  viene 
ad  essere  di  dodici  sillabe,  e  si  chiama 
sdrnccio'oso.   o  sdrucciolo. 

S  SDRUCIO.  L'  Atto  dello  sdrucire .  e 
il  Luo^o  sdrucito. 

§.  I.  Per  Apertura,  Sparcamentó»  Hot- 
tura.  J'iv.  OifC-  .■^r/i.  2^.  Mediante  queir 
ampio  sdrucio  di  callone  laltovi  nel  meno 
da  imo  a  sommo,  tf  m  Buon.  Fier.  ^.  i. 
11.  Dalle  cui  teste  assisi  cran  duo  fiaschi 
Vestili  di  tabacco,  e  non  di  sala  ,  SI 
eran  neri ,  e  tulli  sdruci  e  toppe  •  fCj 
fmprrf  Pr^v  D.^.  T,  3.  168.  Nelle 
viscere  più  cnpe  del  Vestilo,  del  monte 
lura  .  e  dell*  altre  Alpi  frontiere  d*  Italia 
infra  gli  sdrurì.  infra  le  fessure,  e  si  in- 
fra gli  squarci,  e  infra  le  eavila  di  qne* 
massi .  (FJ 

#  §.  II.  Per  Ferita  fatta  con  orm^ 
tanliente.  Corsia.  Torrncch.  17.  5l;  Col 
vibrar,  col  rotar  or  asi*.  or  braoJì  A  farli 
fori  e  sdnici  ■miserandi.  (S) 

SDRUCIRE,  e  SDRUSCIRE.  Propria- 
mente Dl*f*re  il  cucito  ,  Scucire.  Lrt. 
ditsuere.  Gr.  k::o5",5»'::tiiv.  Ff.  nov.  j. 
2rtvj.  Comincio  a  cercare  di  idruscir  li 
camicia.  Cani.  Cam.  itì.  Tanlo  tpet^O  li 
ricure.  Ogni  dì  si  straccia  e  sdrurc  Una 
cosa  trassinala  Buca  Fier.  3.  3.  2.  F  mi 
ricordo  come  a  rasciugarci  Volendoci  spo- 
gli ir  .  s'ebbe  a    sdrucire  I  panni,  ec 

5  5.  X.Per  similit.  vale  Aprire,  Fèndere. 
Spaccare j  e  timist  il  signì/!c,  neutr.  e 
nentr,  pass  Lai.  diffinàtre ,  rimis  fati 
srere.  Òr  Ji«T;p*?nv.  Dant.  fnf.  22.  E 
Cirìallo.  a  cui  di  bocca  uscii  D*  ogni 
parie  una  sanoa  ,  come  a  porco,  Gli  fé 
lenllr  come  I'  una  sdrucia.  Boce.  nov.  17. 
7.  Essendo  essi  non  «nari  tepra  Maiolira, 
sentirono  la  nave  sdracifc  .  F.  f.  Il 
80  Caddono  in  Firenie  più  saeile,  fra  le 
quali  una  ne  pereoise  nel  campanile  d*"' 
frati  Prcdirainri  ,  e  quello    in    p'ù    parti 


SDR 

idruri.  Sfril.  Sfcr»  Jnd.  2.  ^&.  Le  navi 
>i  pcrcotcTano  quasi  iosiemc,  con  estremo 
pericolo  di  sdrucirsi.  K  5  190  Si  levò 
di  notte  una  gran  Cortuna,  la  quale  fece 
cbe  la  sua  nave  percosse  tu  una  secca, 
t  si  sdruci,  e  andò  in  fondo,  Bern.  Ori. 
2,  6.  36.  Altro  nun  si  ode,  che  navi 
idniscire  ,  Ed  alle  grida  ,  e  pianti  da 
morire.  Tar,  Vav  Jnn  l-  2^-  Cosi 
dttto,  co)  fiur  de'  suui  sdiucì  ne*  nostri 
(  U  Ualo    lai.    Aa    snodil   agmen  )  . 

*  §.  IL  Per  Tagliare  .  •  £uon. 
Fitr.  1.  5.  7.  Io  nin  tengo  casi  fuor 
di  cast  :  Wè  per  me  'I  grt  caiuol  batte 
polpette.  Ni  r  oste  frigge  lampe  ne  mi- 
gliacci, 2tjè  ftdrace  di  prosciutto  le  gran 
felle.    (C) 

SOliUl.ITO.  Suxt.  Spaccamtnto,  Spnc- 
caiitra.  Taglio  grande.  Lat.  rima,  fis' 
sura  t  ftnestra.  Gr,  a;£"co>,  xisi^ft'a. 
Jiuon  Fitr.  a.  I.  i5  Agora  da  cucir. 
da  riniendare  Stracci  e  sdruciti  quanto 
si  vuol  gr.iodi.  Mtìtt,  Franz,  rim.  buri. 
a.  i^a-  Un  ch'ubbia  anella  iu  dito.  Ne 
tuo)  vettosameutc  far  la  mostra  Sullo  un 
galante  taglio,  ovver  sdruriiu.  Car.  leti, 
\.  116.  Con  loro  pensa  non  sotatnentc  di 
condurmi  sicuro,  ma  di  fare  aoc«  un  gran- 
de   sdrucito  nella  Franria  loui  fìi:urtHam,}. 

SDRUCITO  ,  e  SDBUSCITO.  Add, 
dm'tor  verbi-  Lat.  dissutus.  Or.  oirtop'pct.- 
pa'j  Jiacc.  ncv.  60.  11.  Senta  riguarda- 
re ec.  alle  sue  scarpette  tutte  rotte  ,  e  alle 
calie  sdrucite,  le  di«e .  Her/t.  Ori.  2. 
19.  4T'  *'•  voglio  an-he  cambiar  tcco 
il  rarselio.  Perchè  questo  ,  eh*  io  ho,  lutto 
i'  sdrucito. 

*  %.  I.  per  similit.  Ferito,  Piagato. 
3fmt.  Arò.  tv.  45-  P*""  *«  sanare  fu  tutto 
isdrucito,  e  squarcialo,  e  aperio  tedila  so- 
pra fedita  ,  e  piaga  sopra  piaga,  e  livi- 
dore sopra  lividore  (palla  di  Cristo  nelia 
saa  passione).  (C) 

§.  U.  Per  Aperto,  Fesso,  Spaccato . 
Lat.  difjStns,  rimis  fatuccr.s.  G.  xìsi- 
d^tu'Jf:;  Bocc.  nov.  17  7.  Sopra  la  sdru- 
cita D^ve  si  gittarono  i  padroni.  Cas. 
rim.  san.  L^6.  E  chi  >druscita  navicella  io 
uno  Vede  ulor  muover  governo  e  sarte, 
Juaì,  MaroiiUa,  il  porto.  2'ac.  Dov.  Ann. 
3.  37.  Rivolto  al  6ne  il  flusso  e  'I  vento, 
cominciarono  !e  navi  a  tornare  sdrucite,  o 
toppe 

•f  *  SDRUCITURA.  Bottura  .  Spac- 
cattm.  Maur.  rim.  buri,  1.  68,  Egli 
(Primpo)  ha  tra  V  altre  ìnfin  questa  bra- 
var», Ch'entra  ne' corpi  altrui,  come  di- 
vino, E  vi  li  Seca  in  ogni  sdrucitura.  (A) 

SDRUSCIRE.   /  .  SDRUCIRE. 

SDRUSCITO.   y.  SDRUCITO. 

^  SDUCARE.  Spos'iare  della  qualità 
di  Duca.  Bem:  Celi,  f  tt.  1.  392.  Mi 
daTa  la  baia  di  questi  duchi,  dicendomi  : 
noi  gli  abbiamo  tsducati.e  non  aremo  più 
Dacbi  ,  e  tu  ce  li  voteti  fare  immorta- 
li. (C) 

»  SDL'CERE.  r.  A.  f  SDURRE.  (B) 

SDURARE,  y.  A.  Toglier  la  durez- 
M,  Intenenrc.  But,  Purg.  3o.  2.  Tra- 
passa dentro  da  se,  e  iìdura  quella  (neve) 
cb'  è  iodur.t|a  dentro,  e  falla  risolverr. 

*  §.    F  figiiritam.   Fr.     Gtord.    Fred.   . 
t3l.   Con  tutte  le*  nostre  prediche,  e  eoo  I 
tutte  le  cose,  non  gli  potemo    (ni  pecca- 
Utrt  \  sdorare  il  cuore;  tanto  è  serrato.  (CP) 

•f  *  SDURRE  ,  e  SDUCERE.  K  A. 
Deviare,  Cavar  di  strada.  Cavate,  rim. 
IH  Dial.  S.  Crtp,  pag.  446.  Or  dunque 
"I  leguitiam,  eh' è  nostro  duce  :  Chi  po' 
lai  va,  aiutai  cbe  non  sduce,  £  portalo  a 
sue  spese,  e  il  'I  conduce  Al  suo  regno,  (yj 

SE 

SS  Particti/a  conditionale  in  genere,  e 
j'e  Cat3  che.  Dato  chf.  Posto  che,  Po- 


S  £ 

sta,  o  feriscala  la  condizicne  che.  Lat, 
si.  Or.  et .  Bocc.  ncv.  2.  7.  Io  son  drl 
lutto,  se  tu  vuogli  che  iu  farcia  quello  di 
che  tu  m'  hai  cotanto  preg-lo,  di>pojlo  ad 
andarvi.  E  'ior.  36.  ]6.  Àiuno  di  voi  sia 
ardito  di  toccarmi  ,  se  io  obbediente  vi 
sono,  ne  da  qui-ìto  corpo  alcuna  cosa  ri- 
muovere, se  da  me  ncn  vuote  essere  ac- 
cusato. Petr.  canz.  ^O-  7>  Ami  la  voce 
al  suo  nome  rischiari,  Se  gli  occhi  suoi 
ti  fur  dolci  ne  cari.  Dant.  Inf.  3o.  S*  io 
dissi  falso,  e  tu  falsasti  il  conio  {lioe,  io 
concedo,  e  non  niego  d'  aver  dello  falso). 
F  Puìg.  I.  Grazie  riporterò  di  te  a  lei, 
Se  d'esser  mrntovato  laggiù  degni. 

§.  I.  Se,  talora  è  Coni^iunzimc  dubita' 
tii'a.  Lat.  nurn,  an,  utrtim.  Bocc.  Jntr. 
07.  Non  so  se  a  voi  quello  se  ne  partii 
che  a  me  ne  parrebbe.  F  nov.  "i^.  8.  Ora 
si  parrehbfì  se  cosi  fosse  valente  uomo , 
come  si  diceva,  e  se  cot.into  1*  amasse , 
quanto  più  volte  signiGoalo  le  avrà,  i'etr. 
son,  i5/|.  A  cui  non  so  se  al  mondo  mai 
par  \issc.  Dani.  In/,  c-^.  E  s'io  divrnuì 
allora  travagliato.  La  gente  grossa  il  peiiìi. 

g.  II.  Se,  per  Così,  in  pnnciyio  di  lo- 
cuzione pre^ativa,  o  desiderativa.  Lat.  sics 
come  l*  adopc'ò  Orazio:  Sic  te  diva  pò- 
tens  Cypri.  Gr.  óvtw;  ,  ovtoj  .  Bocc. 
nov.  39  8-  Se  m'aiti  Iddio,  disse  il  ca- 
valiere, io  il  vi  credo.  /■,"  «or.  76.  7.  Se 
io  non  sia  impiccato  per  hi  gola,  cbe  egli 
m' è  stato  imbolato.  E  nw.  co-  il*  Se 
m*  aiuii  Iddio,  tu  se'povcro;  ma  egli 
sarebbe  mercè,  che  tu  fossi  mollo  più.  F 
canz-  10.  5.  Se  Ìo  non  sia  svisala  ,  Pian- 
ger farolle  amara  tal  follia.  Vant.  Inf. 
29.  Se  1*  unghia  ti  basti  Elernatmente  a 
cotesto  lavoro.  F  appresso  :  Se  la  vostra 
memoria  non  s' imboli  !>'el  primo  mondo 
dall'  umane  menti  ec.  Ditemi  chi  voi 
siete.  E  3o.  Se  V  altro  non  ti  ficchi  Li 
denti  addosso,  non  li  sia  fatica  A  dir  ibi 
è.  Pttr,  cop.  2.  Or  dimmi,  se  colu'  in  pace 
vi  guide.  (E  mostrai  '1  duca  lor  )  che 
coppia  è  questa  ? 

*  §.  IH.  Talora  per  bella  proprietà  di 
linguaf:oio  ,  innanzi  al  Se  si  lascia  per 
sotiinliso  il  verbo  necessario  .  Fior.  S. 
Frane.  JI2*  Viene  il  demonio  ce.  per 
sospignerlo  quindi  giuso.  Di  che  Santo 
Francesco  non  avendo  dove  fuggire  ec.  di 
subito  si  rivolse  con  le  mani,  e  col  viso 
e  con  tulio  il  ccrpo  al  sasso  ec.  branco- 
lando colle  m?aì,  se  a  cosa  nessuna  si  po- 
tesse appagliare  (cioè,  cercando  se  ec.  ) . 
F  147-  Corse  ec.  per  tutta  la  città,  se  per 
ventura  la  potesse  trovare.  Bocc,  g,  2.  a. 
4-  A  quella  (tavola)  s'appiccò,  se  forse 
Iddio,  indagiando  egli  1'  affogare,  gli  man- 
dasse qualche  aiuto  allo  scampo  suo.  /  it. 
SS.  Pad.  2.  60.  lo  pensai  una  fiata  di 
entrare  via  dentro  nell'eremo,  se  forse  Iddio 
mi  facesse  trovare  alcuni  santi  Padri  oc* 
culli.  7'tt.  S.  M.  Madd.  77.  Pcnsomi  che 
toroassouo  un  poro  dentro  alla  porla  ce. 
in  luogo  più  oneslo.  che  si  poteva,  tutta- 
via se  si  potesse  vedere  0  udire  alcuna  cosa. 
lit.  S.  Gir,  4-  Aodavasi  (il  leone)  discor- 
rendo per  la  foresta ,  forse  se  per  ventu- 
ra potesse  rinvenire  lo  suo  compagno  asi- 
no, cr^ 

*  g.  IV.  Se,  per  Come  ,  avverbio  di 
similit.  C'ìvalc.  Med.  cuor.  i5o.  Se  han- 
no perseguitato  me,  cosi  perseguiteranno 
voi;  e  come  hanno  osservale  le  mie  parole, 
così  faranno  le  vostre,  e  se''!  mondo  v'ha 
in  odio,  sappiate  cbe  egli  ebbe  io  prima 
me  in  odio,  che  voi.  È  Espos.  Simb.  i. 
74-  Se  noi  siamo  compagni  di  Cristo  nelle 
tribolazioni  ,  cosi  sarer^o  nelle  conso- 
lazioni. E  3i6.  Se  noi  siamo  consorti 
delle  tribolazioni ,  così  saremo  delle  con- 
solazioni .  E  336.  Se  ti  par  che  basti 
creder  col  cuore,  senza  confessar  eon  la 
bocca  dinanii  agli  nomini,  dunque  cosi  pos- 


S  E 


11(9 


siamo  dire  che  basii  allo  infedele  confessar 
con  la  bocca,  sema  fedo  di  cuore.  (F) 

§.  V.  Se,  per  Ben\:hè,  Ancorché  ,  Quan- 
tunque Lai  quamvis,  etiamsi.  Gr.  xeniittp. 
Bocc*  nov,  38.  8.  Si  dispose,  se  morir  dc 
dovesse,  di  parlarle  esso  stesso.  E  nov.  65. 
22.  Se  voglia  me  ne  vcuiise  di  porli  le 
corna,  se  tu  avessi  ceni*  occhi ,  come  to 
n'hai  due,  e' mi  darebbe  il  cuore.  Frane. 
Bnrb.  299.  3.  Leva  chi  f..lla  adesso,  E 
|.uuisci  ancor  quegli  ,  Se  li  fusser  frt* 
tegli. 

§.  VI.  Se,  per  Poiché.  Lat.  quandoqui- 
dem,  quoniam,  si.  Gr.  eVEttìr;'.  Petr,  san, 
232  Che  mal  per  noi  quella  beltà  si  vide. 
Se  viva  e  morta  ne  duvca   lor  pace. 

g.  VII.  Se,  in  vece  di  Quanto.  *  Bocc. 
g.  8.  n.  9.  Sìe  pure  infermo,  se  tu  sai; 
che  mai  di  mio  mestiere  io  non  ti  torrò 
un  denaro.  (N)  Dav,  Colt.  160.  E  quel 
forzore  che  la  vinaccia  piglia  di  sopra 
(stuoimiala,  se  tu  sai)  fa  pigliare  il  fuoco 
al  vino. 

§.  VIII.  Sed, /u  talora  usato,  in  eon- 
corso  di  vocale  in  vece  di  Se,  Dani,  rim, 
2.  Seà  ella  non  ti  crede,  Di'che  doman- 
di Amor,  sed  egli  è  vero.  Cronichett,  d*  A- 
niar.  io3.  Ordinò  cbe  a  lui  nou  venisse 
persona,  sed  egli  non  mandasse  per  lui. 
f  it.  S.  31.  Madd.  i3.  Ecco,  sed  io  me 
n'andassi  allo  'nfcruo,  questa  sarebbe  la 
più  bella  giustizia  e  la  maggiore  ragione 
cbe  mii  fosse.  F  39,  Aspelliamo  il  Mae--- 
slro,  e  sappiamo  sed  egli  vuole  che  coste 
5Ì  faccia. 

*  g.  IS.  Se,  alle  volle  si  sottintende. 
Fu.  S*  Frane.  225.  A  un  buono  uomo 
venne  in  visione,  che  avendo  dell'acqua, 
dove  B.  FraD'"esco  s'avesse  lavato  le  ma- 
ni e  i  piedi,  e  spargessela  addosso  alle  sue 
bestie,  di  presente  le  liberrebbc  (cioè,  e 
so  spargessela  ec.  ) .  Bemb.  Pros.  3. 
2i5.  Ala  tornando  alla  SE  condizionale, 
dico  che  ella,  posta  col  verbo  Fosse  ,  si 
lasciò  alcuna  volta  .  e  Iscquesì  dagli  anii- 
rlii  io  un  colai  modo  di  parlare ,  nel 
quale  ella  nondimeno  vi  s*  intende,  ec.  II 
qual  modo  appo  noi  non  solamente  ne* 
poeti  si  legge;  siccome  furono  Rona- 
giunia  da  Lucca  ,  clic  parlando  alla 
sua  donna  del  cuore  di  lui ,  che  con  lei 
slava,  disse:  E  tanto  gli  aggradisce  il  vo- 
stro regno.  Che  mai  da  voi  partir  non  pò- 
trebb'  elio,  Non  fosse  dalla  morte  a  voi 
furato;  cioè.  Se  nou  l'osse.  E  Lapo  Gian- 
ni ,  che  disse  :  Amor  ,  poiché  tu  se'  del 
tutto  ignudo,  Non  fossi  alato,  morresti  di 
freddo  :  cioè.  Se  non  fossi  ■  O  come  fa 
Francesco  Ismera  ,  che  disse  :  Non  fosse 
colpa,  non  saria  perdono,  ec.  Ma,  oltre 
a  ciò  ,  si  legge  eziandio  nell'  Istoria  di 
Gio\an  Villani-,  il  qual  disse:  £  poco  vi 
fosse  più  durato  all'  assedio,  era  stancato;  in 
vece  di  dire:  E  se  poco  più  duralo  vi 
fosse.  (F) 

§.  X.  Se,  si  trova  talora  presso  gh  an- 
udii  tronco,  e  unito  al  pronome  Tu,  di- 
cendosi Sdì  in  vece  di  Se  fu.  Dant.  rim- 
19  E  stu  mi  dici,  come  'J  sai?  che  '1 
sento  .  Bim.  ant,  SI.  Ci/i,  Guarii  d'  A- 
raor  ,  se  tu  piangi,  e  sto  ridi  .  Frane. 
Sacch,  rim.  19.  Ma  guarda  ,  stu  farai 
Com*  io  ,  eh'  amando  ho  fallo  più  sonet- 
ti ,  Tu  troverai  in  amar  pochi  diletti  - 
Frane.  Barb.  J70.  4-  ^^^  ^^"  savessi 
bene  La  donna  chi  eli' cne ,  ec. 

§.  XI.  S&  ,  segnato  d'apostrofo,  vali- 
Se  i  ,  Se  li  ,  Se  gli.  Bccc  nov.  99.  16 
Se*  voslri  prìeghi  a  ciò  non  ci  strìgnes- 
sero^. 

SE.  Prenome  primitivo  singolare  e  plu- 
rale ,  e  di  tutti  t  generi,  che  ci*  antichi 
talora  dissero  anche  SENE  .  T^on  ha  se 
non  quattro  casi.'  secondo,  terzo,  quarto 
e  sesliy  .  Lat      fut  ^  tsbi  ,  se  ,  a  te  .  Gr, 


1»M) 


S  K 


S  E 


e.  1.  ^eJ  ««■"■«fj  c«o.  Bice  no^-  I». 
g    E  qiii..  ad  i.lao.u  di  sb  la  f«ei  .U- 

?c.  £«»..  17    35    '"?""•.,''''"':"'■ 
..nl.ndo.  a  difesa  d.  .e  ..«..Imeul.  ogo 
.ao  trono  apparecchio.   Pelr.  son.  4    D. 
,i     nascendo,  a  Roma  Qoo  fc  grana, 
fi     II     II  secando    casa    nce>'e  ,    li"-' 

iionl:  FUORI  .    VERSO  .  APPRESSO  . 
SOPRA  ,  CO.NTRA  .     noce.    no».    1.    2 
Manifesta  cosa  è,  siccome  le  cose  tempo- 
rali  tutte  sono  transitorie  e  moruli.   cosi 
in  sé  e  fuor  di  se  essere  piene  di  noia  e 
d-  angoscia.  E  Inlrol.  ì?;  Cuscuoa  «r.o 
di.il.ellis.ima.  Enw    3.  8.  In  grande 
e  onore.ule  stato    appresso  <! •  "-'  '    ■"." 
tenne.  E  Leu.  P.n.  R^«.  269.  Chi  e  .1 
fuor  di  si  che  non  cooo.ca    invano    darsi 
conforti    alla    misera  madre  ,  mentre  ella 
daranli  da  .1-  .1  corpo  vede  del  morto  ti ■ 
gliaolo?    Fior.    S.    Frane.  6.  Perciocché 
?gU  era  si  f-ori  di  si-     che  delle  toc  pa- 
role   non  isdiva  nulla     Fr.   lac     T.  5    24. 
,3.  Accorta    vede    l.cne    La    h.lle«a  che 
tiene  .    Che  la    trae    fuor  di  sene  ./!.">■ 
ani.  Gutlt.  R    Le  ««"l)"  ""°"  '^   "'" 
(uor  di  sene.  ^ 

e  III.  Ve/  ler:o  cai:).  Bocc.  net:  13. 
16  E  a  se  medesimo  dispiacendo  per  lo 
PO..0  ec  ,  su  per  »aa  via  ^^"'"',0 
ruga  Catalana  si  mise.  E  S-  V.P-  '"■ 
Era  sì  abituato  al  servigio  di  Dio  ,  che 
malagevolmente  le  cose  del  mondo  a  se 
il  dovrehbono  ornai  poter  trarre  .  Pi(r^ 
eanz.  U  6-  Orsi ,  lupi ,  Icon. ,  aqmle  e 
.erpi  Ad  una  g""  marmorea  colono. 
Fanno  noia  sovente,  ed  a  se  danno. 

R    IV.  E  sema  segno   pure  nel  ter 
caso  .   Bocc.  no..  65.   «.  Quando  la  ge- 
losia gli  bisognava  ,    del    tutto  ".'"  «P» 
gliò.  K  «V.  V  9-  S» -l  fece  chumare 

e  .1  gli  disse- 

c  V  //  terzo  eato  riceve  te  p'-epo- 
sJoni  RI.NCO.NTRO  ,  DlRIMl'ETrO, 
CONTRO,  e  senili,  noce.  noi/.  30.  7. 
Dirimncllo  a  se  fece  star  lei. 

R  VI.  Hel  quarto  caso  .  Bocc.  n^v 
i3    12.  E  se  ad  ogni  suo  servigio  ce.  ol 

■•'■  _  __      IO      A».>ri^mpnte    con 


ferse 


E  no.'.    27-   -^8    Aperlamenle  coo- 


lerse.  e  no.:  i./.  .—  - 1  - 
feisarono  ,  sb  essere  stali  coloro  che  Te 
daldo  Elisci  ucciso  aveano  .  ii  noi>.  3J. 
2,  A  cosi  fatto  partilo  il  folle  amor,  di 
Restagaone,  e  V  ira  della  Ninetta  se  con 
dussero  e  altrui. 

8    VII.   /'  nnarlo   caso    riceve  «  P«- 
••        i^PRA     INTRA,  FRA,  TRA, 
posizioni  I.NFRA,   l.-N  >  ha  ,         .    'p„„s. 
rke  valliO'io  lo  sleaoi  e   l.N,   APPKIiS 
SO.  PER,    VERSO,    e    SOPRA.  «.« 
Jnlr.    40.    Avien    gii  più  particol.rmeote 
tra  sb  cominciato  i>  trattar  del  modo  .   L 
noi:   13-   !■  Sopra  sb  recatasi  ,  d,.,.  :  ec. 
(Cioè,  in  atto  di  pensare).   E  "Of-   2?;  3»- 
Ma  nascuno  per  .b  ,  e  poi    talli  insieme 
.perlamento  confeuarono  ec.  fc.oe.  d.  per 
X\     E  nov.il..  IO.   Tinta    K>V""  '^ 
cortina  ec. ,  quivi  s"  .ddorm.nl...   I:  no,: 
/,    in.  Dando  loro  licen.a   di  fate    intra 
ik  quello  che  più  fosse  a  grado  a  c.asch. 
dano.  E  noi:  75.  5.  Fr.  sb  ordinato  che 
dovessero  fare  0  dire,  la  .egoeole  manina 
Ti  ritornarono  .  E  no,:   77.   48     Cpo  le 
barbe  più  oer.  gli  vedele  .  «"P"  "•  "• 
a.r.    .    carolar,    e    giostrar,  fc*»*.  colla 
per.ona  diritta  .  e  in  sulla    vi.  ,    che    si 
airebhe    anche    .opra  di  se).    E  cani.  7 
a    Ciascun  per  sb  accese  novo  foco.  Hast. 
58.  Santo  Anlonio.  tornando  in  se,  lutto 
conformo  cognobU.  la  presenta  di  Dio  in 
quella  lo« .    Petr    cop.    2.   Coslui  certo 
per  sb  gii  non  mi  «piace  .    E  cap.  h.  Ma 
liascuna  per  si  par.,  ben  degna  Di  poe- 
ma chiarissimo  .  d'  istoria  (dot,  oe\  >ixo 
«sere,  di  sua  o.lura).  lìant.  Int.  3.  Non 
furon  ribelli,  Nb  for  fedeli  a  Dio,  ma  per 
ù  foro. 

§.  Vili.  Nei  •"<«  '""  ■    "°"^    '" 


tfi    Non  d"  «lira  maniera  ,  che    se    timil- 
meate  tutU  ■  tuoi    aveste  da  .e  cacciali  . 
Enov.  5l.   4     Cimine,,,   una   sua   n-volla 
la   quale    oef   vero    da    se    era    bellissima 
tene,  di  .uà  natura)     Petr.  cai,.    IS.    1. 
A  cui  rivolgo  il  mio    debile    stile  ,   Pigro 
da  sb.   ma  il  gran   piacer  lo  sprona  (cioè. 
naturalmente).   F.   F.    11.    87      Bmlo  . 
andò  ,    e    da    sb    a    lui    aperto  gli  mostro 
tutti  i  suoi  errori  (cioè,  a  .olo  a  solo) 
1       SIS//  "Ito  caso  rieive  le  p^epou- 
noni  IS.  e  COM;  ma  la  pr,po,iiìone  CON 
molte  volte  gli  'l   pO"  '''•■'">  '  g'  '    V- 
figg:  facendosene  una  sola  ■"■"•"'■ 'r- 
rispetto  del  suino  g'i   toglie  la  S.   Boce. 
noi:  26      19.  Ricciardo    in    se    mede.imo 
g,)dcva    di    queste  parole  .   E  nov.  60-   5 
Seco  proposero  di  fargli  di  questa  penna 
alcun.  beBs.    Frane.    Sacch.  nov.    16O.  L 
amico    appena  era   ancora  in  se  ,  che  co- 
minciò a  dire:  ec.   fci,è.   appena   era  rin- 
venuto   dallo    sbalordimento  ).   Rim.  ant. 
1  Guitl.  R.   E  discorre    con    .eoe    entro    1 
suo    cor?.    Dani     In/.    30.    Sostenne    ec. 
Fa!si6care  in  k  Booso  Donati. 

e  X  Si  pone  avanti  alle  particelle 
IL  ;  LO  ,  LI  ,  GLI  ,  LA  ,  LE  .  seriven- 
doli  talora  ,  in  veci  di  Se  il.  Se  I  .  0 
anche  Sei.  Bocc.  niv.  29.  9.  Sei  fece 
chiamare  .  .  si  gli  disse  E  nov.  3l.  2S. 
Appressatoselo  alla  bocca,  il  baco.  E  nov. 
65  22.  Quando  la  gelosia  gli  bisognava, 
del    tutto    se    la    spogliò 

§     XI.    Se,  usilo   Inforzi  ii  siisi..  Il- 
snifica  r  Interno.  Salvin.    Disc.  |.  171 
Parmi  che  nel  suo  >■!  cosi  dicesse  Platone. 
SE     Quando  ì  posto  dnvanti  alla  par- 
Ucella    NE    o  affisa,    o    non    affissa    al 
verbo,    e    lo    stesso    che   'l    SI    che    ac- 
compagna il  verbo  ,  e    f"'  "«'•"■•    P""' 
Bocc.    nov.    72      5-    Sapeva  si  fare,  che 
Bentiveoga  del  Ma..o  n  .n  w  ne  avvede- 
va      E    nurn.    6.    Facendo    vista    di  non 
avvedersene  ,    andava   pur   olu.    io   con- 
tegno .  ,,    „_ 

*  §.  Anche  senza  la  particella  NE,  e 
si  adipera  in  liiogi  della  pirtlcella  SI  , 
che  aggiunto  al  verbo  davanti  0  dopo,  lo 
fi  di  iignific.  pass  ,  o  neutr.  pass  Frane, 
narb.  126.  2  E  molto  ha  vita  acerba 
Colui  che  pur  coovicn  continuare  Con 
quel  che  non  fa  che  se  lamentare.  .4lam. 
Colt.  5.  107  Cosi  polras.e  Or  la  vaia 
goderte,  or  1"  aria  amena    (V)  ^ 

SE  .  Particella  riempitiva  ,  che  •  ac- 
compagna nella  sUssa  guisa  II  più  delle 
volte  colla  particella  NE.  BoCC  Intr.  56 
Li  tre  giovani  «He  lor  camere,  da  quelle 
dell,  donne  .eparatc  ,  se  n'  andarono .  E 
nov.  2.  tJ.  A  nostra  Dama  di  Pangi  con 
lui  insieme  andatosene,  richiese  i  chertcì 
di  li  entro  ,  che  ad  Abr««m  dovessero 
dare  il  baltesimo  .  E  nov.  44  16.  Da 
rapo  sposò  la  giovane,  e  con'  gr"  fesH  se 
j  ne  la  menò  a  casa.  E  nov.  83.  12.  Bru- 
no comperali  i  capponi,  ed  altre  cose  ne- 
ceuarie  al  godere,  insieme  col  medico  e 
co'  compagni  suoi  se  gli  mangio. 

SE  BENE,  e  SEBBENE.    Lo  sUsso  chf 
ììench'ei  e  serva  all' indieaUvo .  e  al  sog- 
giuntivo. Lai.  rUi,  ijuamvis.  Gr    tMtttp. 
Cavale.   Fruii    llng.   Se    ben    pare  eh'  e 
rienopran.i  il  loro  errore,  pilliandosi  con 
«Icuoe    autorila    dell'   Evangelio  .     Sodtr. 
Colt.   »5.  Abbiasi  ancor  cura  ,  che  .'  non 
abbia   rimetlilicci    su    pel    tronco  d'  allri 
tralci  ;  .  avendogli,  lasciosi  slare,  .ebb.n 
fossero  rigoglioii  olirà  modo     E  66.  Seb- 
l..ne  r  odore  e  la  meslora  di  questo  .oc 
rhio  offende  ,   non   perciò   anci,le  la  vile  . 
/•;  3  (.  Fassi  ancora  /./  vino  moscatello ì 
,V  uvJ  moscadella    nera  ,    che    sebbene  fa 
poca  uva ,  il  liquore  b  Unto  buono  ,  che 
merita  il  pregio   dell'  o|«r«  •   inl.ressar- 

f  isi  .  .  _ 

1»  SECANTE  Term  de'  Gtomttn    Di- 


SEC 

ersi  Sec-tU  i'  un  angolo  II  maggior*  de 
due  lati  iT  elio,  supponenlo  che  rantolo 
sia  terminalo  da  uni  base  perpendicolare 
ad  uno   dei   l<iti.   (A) 

SECARE.  /'.  L.  Segare.  Lai.  »««^- 
Gr.  :Tl;>iT!>»ti».  Pelr  cap.  6.  Colla  Oli» 
spada,   la  qual  punge  e  seca. 

#  5.  .Secare,  si  dice  anche  per  cirnini. 
de  I  Camminare  delle  navt  sopra  /'  acque, 
del  Folar  degli  uccelli  nell'  aria,  e  simili. 
Cir  En.  12.  45».  Ando  stridendo  e  dot- 
to L'  aura  Kcando  il  fulminato  dardo.  (C) 
•4-  *  SECATO.  -■*,'''-  da  Secare.  .Van- 
nnz.Arcad.  pr.  .0.  «'«-"to^»"  '*  "'^ 
nove  volte  in  q-"',"'!"'"',^""^',  "" 
e  di  erbe  un  novo  aliar.,  ed  10  qa.llo« 

raccenderò  la  ca.u  '"'"".•.«  ""J^'!! 
erbe  non  divelle  dalle  radici ,  m>  Kc.le 
con   acuta  falce  ,  ec.  (A) 

SECCA  Luogo  infra  mire,  che  p€T  U 
poca  acqua  e  pericoloso  a  naviganti.  Bocc 
^v     l4     8.    Sopra  all'isola  d.  Cef.lon.a 

percosse  in   una  secca     E  nov.  99^    32.  5. 

levò  una  tr.montaoa  pencolo»,  eh.  ne". 

secche  di  Barberi,  la  percosse    PalaJT.t).  r. 

stringo  in  sulle  .ceche  in  B.rbena.  /?er«i. 

Or/    2    8.  62    S.vvid.    in    OD    intr\a 

essere  entrato  ,    Che   le   s«:ch.  non   son  di 
Barberia  Si   strane.  ^     .     ,  r  ti 

o  I  Secca,  per  simillt.  Dani  Inf.i'y 
F.  se'  or  sotto  V  emisnerio  giunto,  Ch«l  b 
opposto  .  quel  che  la  gran  Mcc.  Cover- 
chia.  But.  iv,=  La  gran  sere,  csoe  a  quel- 
l'emisferio  che  cuopre  1.  lerr». 

8    II.  Rimanere  sulle  .ecche.  Tremarti 

sulle  secche.  0  sulle  secche  *.«"*'~- 

e  simili,  diciamo  dell'  F.iscre  "-P»*'» '» 

,„/  pia  bel    del  f.r    checches,^  .*  "" 

noter  procedere  pùi  avanU  ,  lolU  la  «.- 

taf  da-  navignnti  .   quand,    "-""""' 

legno  nelle  secche.  Lai.  aquam  *«««  • 

k!,rere.  Gr.  c^T^p.r..  Cron.  Morell.  283^ 

Fa'  d'  «vere  de'd.nari,  e  non  gsocre.  cht 

potresti  rimaner    in    ^^es.ec^ie.tra^ 

.Sacch.    nov.  80    Ogni    piccola    co.,    eb. 

viene  alla    mente   fuori  dell.  .u.  diew..  , 

lo  impedisce  per  furm.  .  eh.  .p««  "Ite 

rimane  in  sulle  .ecch..   C«r.  te«.   1.77 

Mi    iruovo    oell.    secche  a   gola  ..&■/.(•_■ 

Pros.    Tose.    1.   104.  On.  ">"•/>•.  .ol 

.bbi.  a  fare  da  vero,  .    non    da    borii. 

non  mi  trovi  sulle  .«che  d.  Barberi^ 

+  S.  III.  Lasciare  in  sulle  secche,  «/. 
Abbandonare  altrui,  lasciandolo  in  atea- 
.iti.  0  1,  pricoh.  L.I.  in  "«<■  ""'^'T' 
Gr.'T.'  {-e^poii  «aV?....  F..  Ft>'  «9 
Itell.nc.  sin.  280.  Stu  m.  I.sci.u.  in  ar- 
no e  'o  sulle  secche,  *"""'"";.'"* 
cb'on  balestro  il  torto.  Silv  Grandi.  S. 
l3  Ve' per  quel  eh' e' m  ha  cavai.  Di 
casa,  per  nonnulla,  per  lasciarmi  Poi  <r.. 
in  sulle  secche  flalm.  10  2).  C0.1  lo. 
che  inlim.sli  la  d,s6d..  Mi  Im"  ■  pnm. 
giunta  io  sulle  secche.  .      _  ,^ 

SECCABILE  Add  Alto  ad  esser  lec- 
cato. L.t.  siccando  aptas.  Gr.  f"f «""»«. 
Cr.  2  l3.  5.  Ha  bisogno  di  la  csbo  (il 
corpo  della  pianta),  eh,  aia  iodurabil..  e 

..rc.bil.  per  la  lerrMtnii.  

SECCAGGINE  .  Secehew.  I.au  •;• 
dilas  ,  siccilas  ,  Gr.  {nfMTflf,  ?^p«««- 
Com.  Purt  24.  Benché  la  seccaggso.  nel- 
la sete.  I.  qu.l.  av.ue  in  Purgatorio  ,  fo... 
macniore  di  quella  che  avesse  nel  mondo. 
To'^^^o  sa J  mai.  Coli.  SS.  Pad  fc, 
venire  a  noi  uomim  rustici  .  'Ì"«:' ' '"' 
abitiamo  in  que,U  ..ccggm.  dell  eremo 
fciob,  in  luogo  sterile  ed  .ndo  ,  in  cui  ► 
posto  r  eremo)  r  •  ..i„,, 

t  S  S-  '    '*'■'■  "•"■'^   '■' 

del  s.rcire  in  senso  d' Importunare  ;  Impor^ 
tnnità  Lai.  impartunltas  ,  moU.tia.  Or. 
ri  oopuxo's.  Bcc.  nov.  81.  3.  L.  ven- 
ne, acciocchb  la  loro  .eecagg.oe  ..  lev...- 
d'  addouo,  un  p«nsi«o-  E  num.  n  b  e  - 
quul.  .«raggio,  lorró  »«»• 


SEC 

#  §.  11  SeccnagÌKe,  v(ìlt  <vtcfie  C^sa,  o 
Persona  cfie  rechi  noia,  fastidio.  «  IJocc. 
no*-.  84  10  Per  le?arii  quella  seccaggi- 
ne digli  oreccbi.  Frane.  Sacch.  nov.  l^z, 
Baooamico  potè  dormire  ieai  es^ei  desto 
di  cosi  grjode  seccaggine,  cura'  egli  era 
il  (il  sto  io  .  Lise.  Spir.  2  5  Lascijmi  a- 
prue,  e  entrare  io  casa,  per  liberjniii  di 
quetU  seccaggine  ■•.  (C) 

SECCAGGIWOSO.  ^'id.  Agginnlo  cU 
ti  dà  agli  alberi  ,  ouan.io  hanno  addosso 
rami  ,  o  (ro'tcottce/Ii  secchi .  Duv.  Colt. 
181.  Sdegnano  il  pennato  ;  però  leva  loro 
il  seccagginoio  coìl<-  mani  (qui  inforza 
di  SUSI.  ,  e  vait  i  rami  seccjijgmosi ,  0 
lecchi).  E  196.  Fa  mala  mwcchu  (U  ro- 
vitUco),  e  col  tempo  secfjgginosa. 

SECCAGNA..  Secca.  Lat.  sjrtis .  Gr. 
•u>Tt>.A«rrf.ytór.M'/-4"'5a.Si naviga  con 
piacevoli  legnetli ,  rispetto  .tlle  seccagne. 
£*  q.  363-  Luogo  ec.  dalla  parte  di  mare 
fortificalo  da  lagune  e  sercague  .  /:  16. 
6a8.  Le  l'artUe  ,  poìcbó  furon  andate  e 
riloroate  una  o  due  volle,  percossero  io 
tlcaoe  seccagne,  e  quivi  si  >liiloIaroQo  . 
jtr.  Fur.  19.  4**-  *^^"  *'''^®'  ^"P'^*  Lunissò 
venuti  Si,imo,  per  quel  che  io  trovo  alle 
taccagne. 

#  SECCAMENTE  .  Avverò.  In  modo 
seccoj  e  si  riferisce  per  lo  più  al  /mei- 
lare,  o  allo  scrivete  ,  Brevemente  .  Lat. 
siccc.  Gr.  ?nj5w;-  Serd.  Galeotl.  Mmz. 
ài.  Ma  per  non  passare  così  seccamen- 
te questo»  che  è  di  qualche  momento  , 
addurremo  alcuoe  cose  lulte  dall'  auto- 
rità di  Avicenoa.  (C)  Jl/egr,  196.  <^uel 
mio  signor  piovano  arcimcssere  ,  Che 
fé  del  fatto  mio  tanto  schiamazzo  ec.  , 
Seccamente  mi  disse  :  vuo'  tu  bere  ?  E 
aa3-  Se  ve  De  capitasse  un  aliro  (cerre- 
tano) malassellalo.  scriatello,  allamatuzzo, 
di  magherà  presenza  e  poca  ciarla ,  il 
quale  seccamealc  promettesse  di  sbar- 
bar calli ,  o  imbiancar  denti  1  ce.  (V) 
imperf.  Titn.  D,  6.  T.  7.  16  A  dire 
il  vero  voi  ve  la  passale  troppo  secca- 
DMote.  (F) 

SECCA>rENTO.  Il  seccare»  Secchezza, 
Siccità.  Lat.  siccttas.  Gr.  |>j/;oti)5.  Cr.  1. 
8*  6.  It  mudo,  per  lo  quale  la  pianta -di- 
mestica diventa  salvatica ,  e  per  mauca- 
meoto  di  cultivare,  e  per  induramento  e 
Mccamcnto  del  luogo. 

3  SECCARE,  privar  deW  umore,  Tor 
via  l'umido.  Lai.  siccare,  siccum  redde- 
re,  arefacerc.  Gr.  g*ipac'v£tv.  Tes.  Br. 
$.  5.  Oode  se  ne  debbe  guardare  di  acque 
taUe  e  nitrose  ,  perciocch*  elle  scaldano  e 
leccano  e  peggiorano  il  corpo. 

#  §.  I.  EJìi;uratam  m  Lah.  I.  Il  cui 
malvagio  fuoco  il  fonie  secca  della  pie- 
ti  ..  (C) 

f  §.  li.  Sin  signific.  neutr.  pass,  vale 
Perder  t*  umore ,  Divenir  secco.  Peir.  smt. 
46.  Ed  al  Sci  venga  io  ira  ,  Talché  si 
secchi  ogni  sua  foglia  verde  .  Malm.  7. 
39.  Replica  quello  :  seccasi  la  goh. 

#  §.  111.  Seccare,  si  usa  anche  in  si- 
gmific,  ntutr.f  e  vale  Divenir  secco.  -  M.f^. 
6.  S4>  Come  eir  è  ben  cotta  e  salata  , 
la  fanno  dividere  dall'ossa,  e  appresso  la 
fanno  seccare  ne'  forni  ••■  lìenv*  Celi. 
()ref.  11 3.  Dipoi  lasciatala  seccare  le  ne 
delti  oh' altra  volta  ,  sempre  lasciandola 
teccare.  (C) 

«  §,  IV.  EJìguralam.  -  Dant.  Purg. 
•a.  E  sappi  che  la  colpa  che  rimbecca 
Per  dritta  opposizione  alcun  peccato.  Con 
C4SO  insieme  qui  suo  verde  secca,  (C) 

Xf  §.  V.  Seccarsi,  parlandosi  di  qual- 
che membro  del  corpo,  vale  Restar  privo 
delie  sue  facoltà .  «  Jìant.  Inf  32.  Se 
quella»  con  eh'  i*  parlo,  non  si  secca  » .  (C) 
Sig.  ytagg.  Mon.  Sin.  -j^.  1  Giudei  vol- 
lono  torre  il  corpo  della  Vergine  Maria 
di  mano  agli  Apostoli  ec.  e  inconlanen- 
l'ocabolariò  T.  lì. 


SEC 

te  si  seccarono  loro  le  braccia,  e  le  ma- 
ni. (NJ 

*  §.  VI.  Seccare  ,  vale  anche  Nuotare, 
S' gn  Slor.  p.  247.  Seccò  lutti  i  granai 
del  Dominio.    (Cj 

§.  VII.  Seccare,  tcrm,  mercantile,  par. 
landosi  di  cambio  ,  vale  Divenir  secco  . 
y.  CAMBIO,  §.  IX.  Dav.  Camb.  io\. 
E  quello  di  Bisenzone,  perchè  non  serve  al 
comodo  della  mercanzia,  ma  solamente  al- 
l'ulil  del  danaio,  se  non  è  secco  intera- 
mente, mi  pare  a  ogni  poco  vederlo  sec- 
care ,  e  che  un  Papa  lo  lievi  via  ,  e  lo 
discacci   della  Cristiana  repuliblica. 

§.  Vili.  Seccare,  fìgurutam.  per  Man- 
dar  male.   Distruggere,   Jlbcrt,  cap.  fiS. 

0  Scc\o\ì,  tu  se'  tenace  a  lutti,  e  ninno 
a  te  ;  e  secchi  ì  beni  altrui ,  e  utuno 
secca  i  tuoi. 

§.  IX.  Seccare,  in  s.mo  d*  Importu- 
nare. Lat.  obtundere,  enecare.  Gr.  Tt'-zo- 
i-ioyXil'i  ,  xìj'ttsiv.  yìgn.  Pand.  68.  l'cr 
poterci  v,ilere  coniro  questi  chieditori  ,  i 
quali  tulio  il  dì  ci  seccano  e  importuna- 
no .  Frane,  Barb.  61.  il.  E  colui  che, 
cantando  ,  Scherzando  colle  mani  ,  e  con 
romore,  Ci  secca  tutle  1'  ore.  Bern.  rim. 
1.  3o*  r^lou  vo*  che  voi  diciate:  tu  mi 
secchi . 

§.  X  Seccare  una  pescaia.  V.  il  %*di 
PESCAIA,  e  il  Varch.  Ercol,  gS. 

SECCATICCIA.  Legna  secca,  che  fa- 
cilmente arde.  Bern.  rim.  II.  E  fassi  il 
Giiirgio  colle  seccaticce. 

t  SECCATIVO  .  j4dd.  Che  ha  vtrtà 
di  seccare.  Lai.  exiiccandi  vim  habi-ns  . 
Gr.  f TjaavTcxo'^  .  t)tt.  Com.  Pur^.  21. 
386-  11  granello  del  grano  si  currompe 
per  r  umido  della  terra,  e  per  Io  calure 
del  Sole  ,  e  lassi  prima  erba  ,  e  poi  per 
lu  processo  del  tempo,  e  per  la  forza  del- 
l'umido nutritivo,  e  del  calor  seccativo  si 
matura,  e  grano  perviene.  ^  fas.  Op. 
P'it.  2.  267.  Alla  fine  trovò  ,  che  1'  olio 
di  seme  di  lino,  e  quello  delle  noci  ec.  erano 
più  seccativi  di  tutti  gli  allri,  (Cj 

SECCATO.  j4dd.  da  Seccare.  Lat.  sic- 
catus,  siccns,  arefactus .  Gr.  ^ijpavSei'^. 
Filoc-  i.  2.  S'ingegnava  di  rinverdire  le 
seccate  radici  del  suo  pedale,   ylmet.    iq. 

1  soppravveouti  sudori  seccati  con  bianca 
benda  (qui  vale  asciugati).  Soder.  Colt. 
82.  Vi  si  (tengano  dei  fiori  di  salvia  sec- 
cati air  ombra  quell'anno.  E  Sq.  Alcuni 
fanno  vino  odoralo  di  qualunque  uva  dol- 
ce seccala  al  Sole. 

SECCATOIO,  e  SECCATOIA  .  Luo- 
go fatto  ad  uso  di  seccarvi  frutte,  0  si- 
mili , 

t  '':-  SECCATORE,  rerfrrt/.  wfljc  Co- 
lui che  secca  nel  signifc.  del  §.  JX.  Snl- 
vin.  Buon.  Fier  2.  5.  7.  I  complimen- 
tosi, che  non  la  finiscono  mai ,  si  posso- 
no a  buona  equità  chiamare  seccatori,  e 
i  medesimi   complimenti  seccaggini.  (A) 

SECCATRICE.  Verbal.  femm.  Che 
secca  . 

*t  §•  P^^  metaf.  vale  Che  infastidi 
sce  ,  Importuna  ,  Noiosa  j  e  si  dice  per 
lo  più  di  donna  che  favelli  soverchio  ,  e 
male.  Lat.  loquacissima.  Gr.  iaiturary). 
Lab.  1^2.  2iou  favellatricì,  ma  seccatricì 
sono  .  Galat,  67.  In  tale  peccalo  cadono 
non  pure  molti  uomini,  ma  molte  nazio- 
ni favellatrici  e  seccatrìci  sì ,  che  guai  a 
quella  orecchia   che  elle  assannano. 

SECCAZIONE.  r.  A.  Il  seccare.  Lat. 
*exsiccatio.  Cr.  2  5.  j.  Colali  cose  pro- 
priamente si  chiamano  nelle  piante  partì 
semplici  e  materiali,  imperocché  «'sse  ven- 
gono per  nutrimento,  e  partonsi  per  sec- 
caziott  delle  piante. 

SECCHERECCIO.  Susi.  Siccità.  Lat. 
siccitudo,  ariditas.  Qt.  ^fipo'rr):,  Sripotcta.- 
Maeslruzz.  2.  i^*  Se  alcuno  usi  la  conside- 
racione  delle  stelle  per  cognoscere  le  cose 


sec- 
aggine  . 


SEC  1121 

future,  le  quali  hanno  cagione  da'celestiali 
corpi,  come  s'è  i  seccherecci  e  le  piove, 
o  cola*  cose,  non  sarà  illirìlo. 

SECCHERECCIO.  Ad.l.  Quasi  secco. 
Lai.  *senii,iridus.   Gr    -/[px^tico:,. 

•t  *  SECCHERTA.  Seccaggine,  Co- 
sa secca  e  da  nulla  .  Lat.  futilitas  .  Gr. 
y>U5c^t'a.  Cecch.  Esali.  Cr.  2.  4.  Oh 
questa  è  la  più  secca  seccheria  Ch*  io 
sentissi  giammai  ,'  qui  vale  Spilorceria  , 
Strettezza   nello  spendere)  f\  MISERIA, 

§.  H.  n 

SECCHERICCIO.  Add.  Lo  stesso  ehm 
Secchereccio,  Quosi  secco.  "Lui.  *seniìari' 
dus.  Gì.  ripi^Vipoq.  Dav.  Colt.  178.  Ve- 
dendolo stentato  ,  o  scccherìrrio  ,  o  poco 
vegnente,  poco  bene  verri  ;  però  lascialo. 
E  i83.  Da  tre  anni  in  là  nou  si  tocchi  col 
pennato  ,  ma  con  le  mani  si  dibruchi  e 
levi  il  sccchericcio  (qui  in  forza  di  uisf., 
e  vale  i  rami  SLccbericcì,  0  seccagginosi). 
t  SECCHEZZA  .  Qualità  di  ciò 
che  è  secco  .  Lat.  stccitas  ,  aritu- 
do  .  Gr.  ^rtpoTtti  ,  ^»ipy.«'a  .  Pallad. 
Magg.  \.  Nelle  maremme  si  seghino  i  fie- 
ni anzi  eh'  egli  s'abbronzino  di  secchezza. 
Cr.  1.  ^.  10.  Ne'  vecchi  s'ingenerano 
febbri  ardenti,  per  la  -M'othezza  delle  loro 
nature.  E  3.  7.  9.  Nell'ore  della  molto 
secchezza  le  spighe,  e  i  lpg:imi  si  rompo- 
no .  Dant.  Purg  2\.  Vedi  mcss*  r  Mar> 
chesc,  eh'  ebbe  spazio  Gi'i  di  bere  a  Forlì 
con  meo  s'jcch'zza,  E  sì  fu  tal,  che  non 
si  senti  sazio  .  //ut.  ivi  :  Con 
chezza  ,  cioè  con  minore  ascitig 
che  non  avea  ora  quando  io  Io  vidi. 

§  I  Per  meta/.  Coli.  SS,  Pad  Biso- 
gno fa  che  la  mente  ripiena  dalla  sec- 
chezza de*  vizii  s'  inchini  ìnuranliii'-nte  in 
parte  carnale,  e  raggia.  I  arch.  Ltz  6^C). 
Per  fuggire  la  troppa  licenza  e  libertà  de* 
versi  srioUi  ,  e  si-hifarc  la  secchezza  ce.  , 
e  U  slreilezza  delle  terac  ricie  ce,  ritro- 
vò ec, 

§.  II.  Secchezza,  dicesi  nelle  pittare^  e 
scoltnre,  o  ne'  componimenti ,  Quella  trop- 
po affettata  dili'^tnza  che  vi  apparisce  u- 
S'ita  dall'  artefice,  o  dall'  autore  ,  che  'l 
fa  dare  ne.'la  maniera  secca  e  sofistica  . 
Lat.  pin^cndi  eie,  forma  sirca.  Tac,  D'iv. 
Perd.  eloq.  t^lt.  E  tutte  quelle  secchezze 
d'  Ermagora  e  d'  Apoltodoro  parevano  il 
st»(enlo  (il  tc^t.'  lat.  ha  quicquìd  aridis- 
simis  libris  pracipilur).  E  Post.  45!^.  Sic- 
come la  somma  diligenza  nel  finir  le  statue, 
o  pitture  che  ^cder  si  deono  da  lontano, 
riesco  slento,  e  secchezza. 

'fi  g.  III.  Secchezza,  fìgurat,  si  dice 
dai  mistici  per  Aridità  di  <pirìfo,  Segner. 
Concord.  Né  men  può  dirsi  che  egli  si 
diluiigbi  mai  punto  dal  proprio  stato, 
perchi-*  nlle  secchezze  egli  medili    (A) 

SECCHIA.  J'aso  cupo  di  rame, ferro, 
le^no,  0  altro,  col  quale  s' attigne  l*  f^c- 
qua.  Lai.  sitala,  sitii/us.  Gr.  xa)TTt'5. 
Bocc.  nov.  62.  5.  Si  faceva  davanti  all' 
uscio  suo  recare  una  secchia  nuova.  E 
nov.  64-  p«  Perchè,  presa  la  spcchia  colla 
fune,  subitamenle  sì  giltò  di  casa  per 
aiutarla,  e  corse  al  pozzo.  Frane.  Sacch. 
nov.  64-  lo  non  provai  mai  p' ggior  be- 
stia :  quando  io  v'era  su,  nti  parea  es- 
ser la  secchia  de'  vagellai.  Cr*  5.  3l.  2- 
Larice  è  buono  spezialmente  da  farn'^  le 
secchie,   nelle  quali  sì  reca  l'acqua. 

g.  I.  Far  come  le  secchie,  diciamo  in 
proverbio  dell'  Andare  continuamente  at- 
torno, 0  in  già,  e  in  su.  Ciriff'.  Cnlv.  3 
90.  E  vanno  in  giù  e  'o  su  come  le  sec- 
chie. Malm.  5.  10  E  lui.  eh"  ormai  ha 
dato  nelle  vecchie.  Fa  ire  in  giù  e  in  so 
come  le  secchie. 

g.  II,  Ripescar  le  secchie,  figuratam. 
si  dice  del  Raccenciare  con  fatica  gli  al- 
trui errori. 

§.  III.  In  mcdo  prave rb.  ]i/a-!m.  'J.Gq. 

.4. 


SEC 


SBC 


SEC 


Cbè  uole  volle  al  pouo  va  U  secchia , 
Cb'  ella  »i  laicU  il  manico,  a  V  orecchia 
(fit  fu  lo  strtso  sig'iific-ito,  e fie  tfuetl'  ni- 
tro .•  Tanto  \'t  t^^  pfitta  al  fardo ,  eh' ella 
vi  lasci.i  la  zampa .  /'*.  GATTO ,  §. 
XXIX.  Lai.  cxitus  l-gem  saepe  vio'nn- 
tium   malut   est }  • 

§.  IV.  iV.-'/i  dar  bcit  a  secchia,  in 
modo  proverhiahf  vale  lo  st  sto  che  Non 
dnr  fuoco  a  cencio^  Non  Jarc  un  niinémo 
servigio,  g  che  aon  costi  nictti-,  Lat. 
ignis  ftcc^ndt-ndi    polestatcn    nm   ficere. 

f  g.  V  v4  secchie  ,  posto  nwerliiìlni. 
vale  Dirottarti 'ttte,  fa  gran  copia.  Car. 
leti.  i.  18.  A.  (litpctlo  d'Ila  pioggia,  che 
veniva  giù  a  secchie,  si  calò  subito  alla 
volu  nustra. 

SECCfllATA.  Quanto  tiene  una  SfC- 
efiia.  Buon.  t\<r.  \.  3.  5.  Oh  che  sec- 
chiata di  cose  per  arii  I  Guarda  a  aoa  le 
versar  (qui  per  similit   }  . 

SECCQIELLO.  Dim  di  Secchia.  Lìl. 
liinla.  Gr.  jtaJiTi'j.  Gii.  Sist.  181.  So 
spendasi  anco  iu  allo  qualche  seccliiello, 
che  a  goccia  a  goccia  vada  versando  del- 
l'acqua  in  un  altro  vaso  d'angusta  bocca. 

SECCniO.  Propriamente  Quel  vato  , 
entro  tf  quale  si  raccoglie  il  latte  nel 
mugneri'.  *  Car  Lcn«,  Sf*  7j  Mise 
mano  a  faticarsi  insieme  cou  U'i  ,a  mun- 
ger nel  secchio  ,  n  rassodar  le  pizze  ,  e 
radJurrc  1  capn-lit,  e  ^ìi  ugaclli  sutlo  le 
madri  E  93.  ^e  voli-;  prima  dare  ì  sec- 
chii  che  Dun  vi  ntiingcssc,  ne  la  pelle  che 
DOQ  se  ne  vestisse  .  ni;  la  sampogna  che 
OOD  la  sonasse.  (CJ  Menz.  rìni.  i.  290. 
Men  vago  allor ,  clic  dentro  al  secchio 
inonda,  È  il  puro  latte  ,  onde  la  neve  e 
vinta,  fu  3o3.  Baiti  quel  secchio  :  ecco  che 
in  gruppo  or  sono  (parta  dell'api)  . 

«  SECCHIOLINA.  Di  n.  di  Secchia j  e 
comunemente  s'intende  Quella,  entro  la 
quale  si  reca    l'acqua    Sitnla.   (A) 

SECCHIONE.  Accrescit.  di  Secchio,  e 
anche  Secchia  f;rande.  Lat-  sitala  magna, 
sinus,  Plaut.  Bocc.  nov.  i5.  30-  Noi  siam 
qui  presso  ad  un  poxzo  ,  al  quale  suole 
essere  sempre  la  carrucnla  e  un  gran  sec- 
chione. Dant.  Pur^.  18  Fatta  come  un 
seccbiun  che  tutto  arda.  Menz,  sai.  6. 
Ed   UD  secchione  elle  empicrian  di    latte. 

SECCHISSIMO  Suprrl.  di  S:-CCO.  L2I, 
ttridissimui.  Or.  ^ijaaraTOv  Coli.  Ab. 
Isaac,  cip.  19  II  nostro  Signore,  quando 
comiaciòe  a  pugnare  col  Diavolo  »  sì  lo 
sconfisse  in    luogo  diserto   secchissimo. 

•f  SECCHITA'  ,  SECCHITADE  ,  e 
SECCUITATE.  r.  A.  Secchezza,  Secco- 
re, Aridi'à.  Siccità,  Min'anza  di  umore. 
Lat.  stcciiudo,  siccitas.  Gr-  ^tìpÓTtii , 
(libali  a.  Cr.  2i  4*  i3  Quando  i  legni 
«  fendoni)  per  secchila ,  spesse  volte  la 
fessura  si  proftuda  infìuo  allj  midolla.  E 
num.  \l\.  In  processo  d'eiadu  declinano  a 
secchila,  e  a  giallexia.  E  i>.  %.  l5.  Si  la- 
vori (l'orto)  alto  due  piedi,  imperocché 
così  coltivato  abbandona  la  secchila.  MiU 
Sf.  Poi.  ^2.  Nel  quale  bae  grande  sec- 
chitade,  V  non  v*  hae  frutli,  né  aci(Ua,  so 
non  amara  S.  G/'>.  Gns^sr,  193  Avven- 
ne ,  che  dopo  n»ii  mollo  tempo  tutta 
quella  contrada  era  in  granfie  sterilità  a 
tecchitaile,  perche  non  era  piovuto  gran 
tompo. 

SECCUITUDINE  .  r.  A.  Secchità  , 
Secchtiza.  Lai.  sicciiat  Gr  {«ipo'm^. 
Cap.  Jmp.  prol.  Avvenendo  soprabbon- 
dante  seccbtiuilinc  nella  terra  per  sopra- 
stanza d'ordinati  piova. 

SECCIA.  Quel/a  paglia  che  riman  nei 
eampo  sulte  barite  dette  biade  segate  j  e 
'I  Campo  stesso,  net  quale  eli' è  j  Stop- 
pia. Lat.  stipula.  Gr-  fx\%;xiì-  Cr.  a  l3. 
a5.  Nelle  parti  di  Toscana  gli  esperii 
coliivjtori  seminano  i  lupini  ntl  tempo 
che  SI    srminaao    le  rape    ec     nelle    terre 


culiivate  ,  o  vUe  itoppìe  ovvero  leee e  . 
due  volle  arate.  /'.'  6.  9S.  3.  Anrhe  si 
se.-nina  n>.>'campi  nudi,  e  anc>>Ta  oelle 
secce  accoociamenle  ,  se  ottimamente  sa* 
ranno  arate,  f^arch.  rim.  past.  217-  Lo 
fei,  di  voce  privo  e  di  vita  orbo.  Roto- 
lando cader  ilentro  una  seccia. 

SECCO  S'tMt  Siccità,  Anditi,  Lat. 
sircilas ,  siCC'é'n.  Gr.  f»)_37».  G.  /'.  g. 
x85  |.  Io  Pug  ia  fu  si  gran  secco,  che 
più  d'ulto  mesi  stette,  che  non  vi  piov- 
ve. Past,  369.  Pugnamo  che  sia  un  ^an 
secco,  come  già  is  issuto  t'r.  St'ch .  rim, 
:^6  Se  dicon  venir  pioggia,  allor  vieo  sec* 
co,  Bocz.  Varclu  3.  rim.  c^  Tu  con  prò- 
porzioo  certa,  e  misura  Debita  gli  elementi 
insieme  leghi.  Perche  il  freddo  col  caldo, 
e  'l  secco  dura  Col  molle. 

§  I.  A  seccj ,  po<to  a^^verbiatm  va- 
le Sema  l'aiuto  ,  e  conìpai^nia  dall'u- 
mido. Lat  sine  aqua,  Gr.  avuVpu{. 
Bt-ra.  Ori.  i.  16.  45,  A  Verona  .  a 
MoQlorio,  dove  il  rame  S'  acconcia  a  forca 
di  acqua,  e  noe  a  tecco. 

§.  II.  Per  mela/,  Car.  leti,  X.  164. 
Troppo  larga  usura  m*  avete  psgita  d' 
un  saluto  cosi  a  secco,  come  qurllo  che 
tì  portò  da  mia  parie  il  nostro  messer 
Giuseppa. 

§.  111.  Maro  a  sreco,  vale  ^furofìlto 
senza  calcina  j  e  Murare  a  secco,  vale 
Par  le  miir^t  senza  caiina.  Slor.  Pist. 
5i.  Uguccione  giunte  alla  postierla  delle 
mura  di  san  Friliano,  che  era  murata  a 
secco,  e  smurulla  Buon.  Tane,  \,  9.  Io 
vo*  stasera  valicare  Sin  di  là  d'Arno,  per 
finir  quel  muro,  Quel  muro  a  secco,  che 
tu  sai,  compare. 

§.  IV.  E/i^uralani.  st  dice  di  Chi  Ja 
le  cose  con  poca  stabilità,  e  sussistenza. 
3/.  V.  9.  70.  E  per  questa  simigliante 
fortuna  avemo  coasideralo  che  i  tiranni 
murano  a  secco  (cioè:,  non  confermano 
mai  bene  lo  stato  loro).  Buon.  Tane-  ■• 
4-  A  quello  mo*  1'  arebbe  paglia  in  bec- 
co, E   i*  murerei  la   mia  fabbrica  a  secco. 

§.  V.  Diciamo  in  ischerzo  :  Murare  a 
secc^,  del  Mangiare  senza  bere.  Matm.Q. 
7  Dove,  per  aver  meglio  il  suo  dovere. 
Fece  al  principio  un  bel  murare  a  secco; 
Quando  fu  pieno,  al  fin  chiese  da  bere. 

§.  VI.  Rimanere  a  .xecco ,  vate  Ha- 
sciugani,  e  Rimaner  sent' acqua  le  cose 
che  ne  hanno  bisogno ,  e  san  use  ad 
averne. 

%.  VII.  Rimanere,  o  Restare  in  sec- 
co, ri  dice  anche  del  Mancar  l' acqua 
sotto  alle  nai-i,  o  ad  altra  simit  cosi  che 
galleggi.  Lai.  m.i'ic  brevia  pati.  Gr.  n'j 
Bsxxi^  «/jiTi'Trrsti*  Tet.  Br.  4-  3.  La 
balena  è  di  maravigliosa  grandezza  ec,  e 
molte  volte  rimane  iu  secro  per  basso  di 
fondo  )  e  questo  i- ,  perchè  '1  mare  cresce 
e  scema  trenta  piedi,  siccome  Dr>i  nvemo 
detto  di  sopra  Lib  son,  t>5.  Guauando 
sjI  per  non  rL-stare  in  secco. 

§.  Vili.  Rimanere  in  secco,  fìgnratam. 
vile  anche  Essere  abbandonato  Lat  de- 
stituì. Gr.  aT9).si':7i9àoti.  Dav.  Scism. 
8^.  Alla  qual  nuova  corse  a  Maria  ognuno, 
ed  egli  rimasi*  in  secco. 

*t  S*  '^*  Ri'nanere,  o  Restare  in  sec- 
co, si  dice  anche  del  Ma-itare  altrui,  in 
favellando  e  le  parole,  e  1  cofirerii  j  e  si 
■dice  anche  di  qualunque  altro  impedi- 
mento che  s' incontri  in  far  checchessia. 
Lai.  aquim  harerr.  Gr.  attoaiì».  Snh-, 
GranCh.  3.  9  Non  vi  sollevate  in  ispe- 
tanta,  Che  qui  comincian  le  dolenti  noie, 
B  ch'io  rimango  io  secco  t  Car.  htt.  i. 
li'|.  Voi  avete  a  sapere  la  prima  cosa, 
eh' ìj  sono  restalo  a  questi  giorni  in  sec- 
co: rioi  che  non  ho  potuto  né  pauare 
innauii,  ne  tornare  indietro,  or  mandare, 
nò  ricever  mai  lettere,  or  imbainalr 
'  <t   E  lett    ined.  %    186     La    sua    vrnuu 


dark,  dicono,  il  tratto  a  molte  cose  ,  « 
specialmrule  a  quella  del  Cardinal  d*  la- 
gbilierra.d  quale  ancor  retta  io  secco  (Pe) 

t  S-  X.  Lasciare  in  secco  ,  vale  Ah- 
bandonare  altrui,  LtsciandoU  m  neeesei- 
ià,  0  in  pericolo  Salv.  Spm.  3.  I  Fa 
gran  renlura  che  la  fante  non  si  «de- 
gnasse ,  trovandosi  a  quel  modo  lasóata 
in  secco. 

3  XI.  Anfanare  a  secco  ,  maniera 
proverbiale ,  che  vale  Affaticarti  seazm 
profilo.  Lat.  ignem  cadere.  Or.  «';  ;rùe 
^at'vKV.  Lab.  1)7,  Tu  faroeticbi  a  saDI^, 
e  anfani  a  secco. 

§.  XII  Saper  di  secce.  Mi  dice  del 
Vino  che  nelle  botti  sceme  ha  preso  t  e- 
dorè  detta  parte  del  legno  che  resta 
asciutto.  Soder  Colt*  90.  Se  egli  sappia 
di  secco  (il  vino),  o  abbia  odor  cattivo, 
caccinviti  dentro  fiaccole  accese,  e  tì  ti 
spengano 

§.  XIII.  Annestare  in  sul  secto  ,  e 
Dire  di  secco  in  secco,  l'arch,  Ercol.  80. 
Annestare  in  sul  lecco  ,  o  dire  di  secco 
io  secco  ,  si  dice  d*  ano,  il  quale  man- 
candogli  materia  ,  entra  ìn  ragioaameDli 
diversi  da' primi,  e  fuori  di  proposito. 

*  §.  XIV.  Balenare  a  secco,  dicesi 
quando  al  baleno  non  seguiUa  il  tueno. 
/'.  BALENARE.    §.  III.  (Cj 

§  XV.  Dire,  e  Fare  checchessia  di 
secco  in  secco  j  modo  basso  ,  che  vale 
Dire,  o  Fare  checchessia  inaspettatamen- 
te, 0  improvvisamente,  o  per  lo  più  sema 
cagione.  Fir.  nov.  4-  A>v.  E'  le  comia- 
ciò  di  secco  io  secco  a  dir  qoeste  belle 
parole.  E  Diaf.  beli.  dona.  ^2$.  Allora 
«□a  certa  vecchia,  che  era  venula  per  ac- 
compagnar a  casa  non  so  chi  di  quelle 
donne,  di  secco  in  secco  disse.  Cecch. 
Donz.  4  8.  Vorrei  che  Di  »«cca  in  s«eco 
egli  arrivasse  in  sn.  ^  Car.  lett.  isieé.  a. 
Ii5.  Venne  di  secco  ìn  secco  a  deplorare 
lo  stato  dei  padroni.  (N) 

SECCO  Add.  Prit-o  d'umore.  Lat. 
siccut,  andus.  Gr.  fìjpa*;.  Bocc.  Intr.  7. 
S'  avventaTa  a'  sani  non  altrimenti  che 
faccia  il  fuoco  allo  cose  secche.  Dant. 
Purg.  9.  Cenere  o  terra  che  secca  ti  ca- 
vi, D*  UD  color  fora  col  suo  vestiineoto. 
E  21-  Secco  vapor  non  surge  più  aviate, 
Ch*  al  sommo  de*  Ire  gradi,  f'ii.  SS,  Pad. 
1 .  83.  Venne  grandUsima  piova  ,  per  la 
quale  quella  terra  serra  e  arenosa,  poiché 
fu  bea  bagnata  e  inrigala,  generò  e  pro- 
dusse tanti  serpenti  releaosi,  che  ec.  4  Car, 
En.  6.  3)1.  Giunti  Nel  secco  lìlo  in  w 
r  arena  steso  Vider  Miseoo.  (C) 

§.  I  Per  similit  vale  Mancato,  Ces- 
sato Petr.  son.  a5l.  Secca  ^  la  vena 
dell'  osato  ingegoo. 

§.  II.  Secco,  in  for%m  di  tmsU ,  pof 
Seccume.  Pal'ad.  Mar%.  i|.  Togliontì 
potare,   lagliaodone  il    fracido  ,  e  *1  secco. 

*  §.  III.  Secco,  talora  ì  contrario  di 
ì'erde.  Atam.  Colt.  1.  8.  Ove  il  tristo 
lupino,  o  l'umil  vecria  Fero  a*  venti  Icoor 
coi  rami  secchi.  (C) 

tf  §  IV.  Secce,  si  dice  anche  per  op- 
posto a  Umido,  a  Motte.  Red.  Cons.  |. 
i^t.  Sono  poi  cagione  che  il  P.  N.  N.  si 
senta  pur  incora  spesse  volte  amara  la 
bocca,  e  singolarmcale  la  mattina  dopo 
il  tonno,  colla  lingua  arida  e  aecra.   (C) 

4>  g.  V  Secco,  aggiunto  di  vento,  di- 
cesi  di  Quel  vento  che  porta  seccóre. 
Sagg  yat.  Ftp.  l4-  Potremmo  ancora 
re.  quando  traggono  venti  venire  in  co- 
gniaione  quali  di  essi  sìeno  più  pregni  d* 
umido,  e  quali  più  degli  allrt  secchi  ed 
atriulli    (C) 

§  VI.  Per  Magro.  Ljt.  grdeilit.  ari- 
dus.  macilentut.  Gr.  tVx*0{>  ìinro'{  , 
Ì«iT0itptM5.  P.st.  S.  Gir.  F.  R.  Pe' di- 
giuni e  pe'  disordinali  raldi  era  diventato 
secco  ,    «  nero    a    modo   di  Saracino ,  di 


\' 


SEC 

quelli  J'  Etiopia.  Bocc.  nov     20.  5.    Sic-  j 
come  colui  che  era  magro  e  secco»    e    Ji 
poco  ipirilo-  Amet.  63.  Coo  tulio  il  capo 
muore    le  vi"e  parti,  e    coiì    le    braccia 
deboli  e  il  socco  pello.    Pant.    Pwg.    a3.  | 
Non  credo  che  cosi  *  buc»ij   strema  Eri-  [ 
uloQ  si  fuMe  latto  secco  Per  digiunar.       | 

S-  VII.  Secco,  si  dice  anche  dt  C  ̻i 
che  i  tro/tpo  mìsero,  o  gretto,  o  sofisti*,  o 
nelle  OfteratLnij  e  si  trasporta  anche  alle 
CpenuiOHi   meieii'iie.   Lai.    artduy  ,  punì- 

eeus  Ctcch.  E^'K  Cr,  z.  4-  Oh  q.-esta 
è  la  più  secca  seccheria  Ch*  i»  sentissi 
giammai.  *  Car,  lett.  i/k-i/.  2,  333.  Da»a 
di  pensare  di  strane  cose  a  questi  cer- 
velli secchi.  {  Pe) 

%.  Vili.  Rogna  secca,  ^'ab  Rogna  mi- 
nutat  che  fa  pochissimi  marcia  Lai.  jci- 
bies.  Or.  4»w^«.  Fr.  Jae.  T.  Rogna  secca 
serrala.  Che  pare  incotìcata. 

#  §  IX.  Tosxe  ircc-i,  dicesi  Quella  che 
non  è  accompagnata  da  spur^^o  R<'d. 
Cóns.  I.  24».  E  queste  slesse  particelle 
par  biliose  ec.  prodocono  quella  tosse  che 
talora  è  affiiUo  secca,  e  talora  col  gettilo 
di  un  poco  dì  flemma  calorosa.  (Cj 

%.  X.  Cambio  secco,  Term,  mercantile. 
r.  C\MBIO,  §.  IX. 

§.  XL  Secco,  diceti  anche  d'  Opera 
stentata,  a  in  cui  apparisca  soverchia  e 
minuta  diligenza  nello  siile,  o  nella  ma- 
nieraj  e  si  dice  di  componimenti,  pitta- 
re, sculture,  0  simili.  Lai.  siccas.  Tac. 
Da*'.  Peni.  ehq.  ^i^.  Pare  Pacuvio  ed 
Axio  maniaU,  non  pure  nelle  tragedie  , 
ma  nelle  sae  oraaioni  sì  duro  e  secco  è  • 

#  §.  XII.  Maniera  secca,  dicesi  da' 
Pittori,  e  Scultori  Quella  per  cui  si  fa 
Vigere  pia  di  quello  che  li  natura  è  so- 
tita  di  far  vedere  nella  figura  rappre- 
eentalaj  e  si  dice  pure  di  colui  che  din- 
torna  seccamente,  cioè  senza  aLuna  mor- 
btdezsa,  le  opere  sue,  Baldm    J'oc,nts.(.1) 

#  §.  XIII.  Dinari  secchi,  figuratani.  val- 
gono Danari  effettivi s  Contanti,  tase.  cen. 
X.  nov.  5.  pag.  lOO  U  quale,  secondo  la 
pubblica  ^ama,  pensava  essere  ricchissimo, 
e  sopra  tulio  di  danari  secchi.  (C) 

*  §.  XIV.  Per  Seccato.  Bocc.  Fiamm. 
ùb.  5.  lo  ho  gij  veduti  molti  alberi  ec. 
da  non  conosciuto  accidente  essere  secchi. 
Cron  .  Morell.  Vino  non  area  gocciola  , 
oè  acqua,  perocché  poggi  t*  ba  pochi,  e* 
fioni  gli  furono  secchi.  Lasc  Nan,  i. 
Go.  Era  il  ironcone  un  fil  d'  erba  di 
prato ,  Ma  quando  il  sol  1*  ha  secco  e 
fatto  6eno.  {Br) 

if  g,  XV,  Secco,  vaie  anche  Annoiato. 
Varch.  Ercol.  88-  Dar  seccaggiRe,  signi- 
fica infastidire,  o  torre  il  capo  altrui  col 
gracchiare  ec.  dicesi  anche  ec.  tu  m'  hai 
secco,  lu  m'hai  stracco.  (C) 

*  §.  XVI.  Con  pie  secco  ,  posto  ai-ver- 
bistlm.  vale  Seccamente,  Asciuttament.  j  e 
per  metaf.  Senza  considera  sto  ne.  Senza 
osarne.   F.  PIEDE,  g    SXXVII.  (C) 

§.  XVII.  Secco  ,  inforza  d'  avverbio,  in 
vtce  di  Seccamente.  Lai.  sine  lenocinlo. 
Or.  fluto'ja^w;.  Tac  Div  Stor.  i.  2^^. 
Corì  lecco,  e  senza  prometter  donativo  , 
parlò  (  (fui  figura tam.  )  . 

•f  SECCOMORO.  Sicomoro.  Lat.  .y- 
•^omorus.  Gr.  c^JXOjJiOpov.  Cr.  5.  5^.  i. 
il  seccomoro  è  un  piccolo  arbore,  simi- 
glìante  quasi  al  sanguine  ,  quanto  è  alla 
torma  del  legno,  il  quale  produce  bellis- 
sime verghe,  e  la  sua  buccia  è  bellissima. 
D.  Gio.  Celi.  lett.  i^.  Zaccheo  ricchissi- 
mo, non  potendo  vedere  Cristo  nella  tur- 
l»a,  salie  in  sul  seccomoro  per  vederlo.  E 
appresso:  Seccomoro  è  interpretato  ar- 
bore della  santa  pania. 

SECCORE.  Secchitade.  Lat.  ticcitas. 
Gr.  Xrtpo'-fìi.  Buon.  Tan".  z  5  5ì  gran 
seccore,  e  sempre  tirar  vento,  Smugne  le 
btrlw  pe*  poggi  e  pe' piani    *  Soder.  Colt. 


SEC 

Rescindo  offesa  dai  geli  aggbl.irciati ,  dai 
soli  bollenti,  dai  seccori  straordinari.  (Br) 
Segner.  Prcd.  Io  vorrei  prima  sapere  ce. 
se  gii  alberi  si  lascino  di  rinoLiffi.trc  per- 
ché riiiiiaCR.iti  ritornino  ai  loro  scccnn.fC) 
tmpe'f.  /'.  Aih.  lì.  i.  T.  \j.  35.  E  ciò 
per  via  di  quel  momentaneo  temperamen- 
to, che  risulta  dal  percuotere  cb*elle^/c 
/gocciole  d'acqua)  fanno  .«ulla  polvere  ari- 
da quando  egli  è  stalo  un  poco  seccore.  (F) 
SECCUMt:.  Tutto  quelh  che  ha  dt  sec- 
co su'^U  arbori,  e  sulle  pianta.  Cr,  5.  5. 
4  Deesi  potare  il  seccume,  ed  il  fraci- 
dume  che  in  esso  (ciricf^ioj  fosse. 

§.  Sec'  unti,  si  dicono  ont  he  Li'  frutte 
che  SI  seccano,   coni?  fichi,  uve,  ec. 

SECENTO,  e  SEICENTO.  Nome  nu- 
meia.'e,  che  contiene  sei  centinaia,  LjI. 
seicenti.  Gr.  i^axo'iiot.  M.  V  6  35. 
Seicento  de'  loro  fanti  a  pie,  forniti  di 
seghe  ec.  ,  furono  mandati  per  acquai  al 
navilio  .  Cronichett  d'Amar.  23.  Dietro 
a  Ini  si  vennoiio  altii  suoi  oavilii,  con  se- 
ceato  uomini  i'  con  assai  tesoro.  F  i3q. 
Raguiùrsi  a  casa  Soldauicri  ec.  con  se- 
cento   cavalieri    Tedeschi. 

§.  parere  il  secenio  ,  o  stmiH  ,  di- 
consi  di  Persona  che  in  fatti  ,  o  in 
parole  si  Stimi  oltre  al  C'^nvcnevoL-,  0  che 
ab'tia  ^rfi'ide  app  irvnza  Lib.  Son.  55. 
Tien  ,  tien,  pon  rena,  largo,  ecco  il  se-, 
cento.  AUeg.  loo  Sì  l'^goneggian  tutta. 
via  per  le  pancacce,  ch'e'paiDoo  il  se- 
ceolo.  Tac.  D.iv.  Pctd.  eli<q  ^^12.  E  (Ulte 
quelle  secchezze  d*Ermagi)ra  e  di  Apollo- 
doro  parevano  il  secfnto  (  il  testo  ha  in 
bonore  eral).  Bor^h.  Mon.  t6^.  Ne  tenne 
uno  ( ca<-'allo)  la  famiglia  de'  Benri  per 
correre,  di  questi  che  si  chiainauo  barbe- 
ri ,  che  per  essere  stato  pagalo  fiorini 
6oO  d*  oro  si  chiamò  il  secento;  dal  quale 
nacque  quel  proverbio  ancora  in  uso,  di 
chi  per  betlexza  di  veste,  o  di  ricchi  drap- 
pi, che  egli  abbia  intorno,  si  pagoneggia: 
e*  gli  par  esser  il  secento.  Farch,  Ercol. 
67-  Fo  tratto  da  quelli  che,  parendo  loro 
essere  il  seicento,  hanno  sempre  in  bocca 
mille. 

ì?  SECESPITA,  e  SECISPITA.  F.  i. 
Sorla  di  coltello  che  ser^-iva  ne'  sacrifizii 
degfi  antichi.  Lat.   secespita  ,     Cor.     lelt. 

1.  13.  Quella  di  mezzo  èia  secure  ,  o  M 
malico,  o  la  secespita  ,  cb';  se  la  chia- 
massero, con  che  ammazzavano  le  vittime. 
{')  E  2  168.  Ali*  ara  farei  di  sopra  il 
fuoco,  e  d'  intorno  T  insigne  de* pontefici, 
e  degli  altri  sacerdoti ,  come  Lituo  ,  Pa- 
tera ,  Secìspila  ,  Atbogalero,  e  simili  altri 
istrumenti,  ed  ornamenti  sacri.  (C) 

*  SECESSIONE.  F.  L.  Partenza  , 
Ritirala.   Lat.   secessìo.    Tir.   Liv.    Dee.   l. 

2.  c.  20.  Allora  furo  fatti  consoli  per  la 
secession  della  plebe.  Spurio  Cassio  e 
Poslumio  Cominio.  fjV) 

^  §.  S'-ce^sione ,  si  piglia  anche  per 
Ammutinamento,  Ribellione.  Varch.  Stor. 
II.  :427  Piacque  stranamente  quest'impen- 
sato ammotinamenlo,  e  secessione  di  tanti,  e 
t^nto  qualificati  giovani  al  signor  Malate - 
sta,  a*  Palleschi ,  e  a  tutti  quelli  i  quali 
slimavano  piìi  il  vivere,  che  il  viver  li- 
bero. (C) 

SECESSO  r.  L.  Recesso.  Lai.  •  se- 
c'sius.  Gr.  avaxw'pi^t;.  Fir.  As.  5i. 
Finalmente  ella  è  un  piacevole  secesso  di 
tutta  Italia. 

^  §.  I.  Secesso,  vale  anche  Luogo  como- 
do. Petr.  Uom.  III.  ii^-  Da  divino  giu- 
dicìo  fu  percosso,  conciDssiacbè  andando 
al  secesso  ,  giltasse  fuori  le  intestine,  mi- 
seramente si   morì.   (F) 

^  §  II.  Evacuare,  0  Ributtare  per 
secesso  ,  o  simili ,  vale  Scaricare  per 
la  parte  del  sedere.  Lat.  per  secessum 
exonerare ,  exccrnere  ,  Cels  Gr,  aTO- 
TiaTav  ,     ttTtosxEOK^stv  .     Red.     Cons. 


SEC 


113.^ 


I.  3^.  Quelli  umori  biliosi  e  pituitoii  , 
quali  per  sej-esso  e  p<T  vomito  si  sogliono 
ributtare,  non  sono  casione  della  colica, 
ma   ec.  (•) 

SECO.  Vate  Con  si.  Si  usa  con  lutti 
i  (jeneri  e  numeri,  e  significa,  oltre  a 
quello  che  si  esprimeret-be  celle  dette  par- 
ttce'le  Con  se,  anche  Con  lei.  Con  loro. 
Con  fui.  Lat.  secum.  Gr.  fit^'  eauTOÙ. 
Bocc.  Proem.  5.  Esse  ec.  quasi  oziose  se- 
dendosi ,  volendo  e  nou  volendo  ,  in  una 
medesima  ora  seco  rivolgono  diversi  pen- 
sieri E  nov.  l^S.  g.  Perchè  i-gli  cospiran- 
do e  piagnendo  ,  e  seco  la  sili  disavven- 
tura nial.idiccndo,  veggliiava  /.'  nov.  60. 
5.  St'cu  prop'iscro  di  f-iigli  di  questa  pen- 
na alcuna  beffa.  E  nOr.  100  20.  Fece 
veduto  a'  suoi  sudditi,  il  P,ipj  per  quelle 
.iver  seco  dispensato  di  poter  lorrc  altra 
moglie  Petr.  sn.  204-  Tu  le  n'anda- 
sti .  e'  si  rimase  seco.  E  son.  212. 
Quel  giorno  ,  eh'  i'  lasriai  grave  e  pen-  - 
sosa  Madonna  ,  e  '1  mio  cor  seco.  E 
son  256  Due  gran  nemiche  insieme 
erano  aggiunte,  Bellezza  ed  onestà,  con 
pace  tanta.  Che  mai  ribcllion  1'  anima 
santa  Non  sentì  poi  che  a  star  seco  fnr 
giunte.  Dante  Par.  28.  Dunque  costui, 
che  tulloquanto  rape  L'alto  universo  se- 
co, corrisponde  Al  cerchio  che  più  ama, 
e  che   più    sape.  -^ 

g.  I.  S*acconip-!gna  rn'  nomi  MEDE- 
SIMO ,  e  STESSO  i"  qualunque  gemre 
e  numero,  e  vt'e  lo  stes'io.  Lat.  secum 
ipse  ,  secum  ip<a,  eie  Gr  avrà;  p.t- 
ÌJ*  eaUTOù.  etc.  Bocc  noi\  i.  io.  Assai 
vicini  della  camera,  nella  quale  ser  Ciap- 
pelletto giaceva  int'crmo,  seco  medesimi 
cuminciarono  a  ragionare.  E  n  r.  3-j.  3- 
Essa  seco  stessa  immaginando  come  fallo 
esser  dovesse,  fi-rvenlemente  dì  lui  s'in- 
namorò. E  nov.  49'  17  La  grandezza 
dell'animo  suo,  la  qua!.'  la  povertà  non 
avea  potuto  ,  ne  potea  rintuzzare  ,  molto 
seco  medesimo  commendò.  E  nov.  ^5. 
10.  La  quale  questo  vedendo,  disse  seco 
medesimo  ec  E  nov,  68.  6.  E  trova- 
tolo al  dito  della  donna  legato  ,  disse 
seco  stesso:  ec.  D.nt.  Inf,  2%  Le  gam- 
be colle  cosce  seco  slesse  S'appiccar  sì, 
che  *n  poco  la  giuntura  Non  facra  se- 
gno alcun  che  sì  pjresse.  E  Par.  ">.  E 
semplice  e  lascivo  Seco  medesmo  a  suo 
piacer    comball^". 

§  II  Se  pV  pone  taira  davanti  la 
particella  C0>'.  Bocc.  nor.  42.  9.  Ca- 
rapresa  ce.  a  lei  ritornò,  e  tutta  nel  suo 
mantello  stesso  chiusala,  in  Susa  con  seco 
la  menò.  Lab  ''8.  Parvemi  allora  ,  nel 
viso  rignardandulo  ,  che  egli  alquanto 
delle  mie  parole  ridesse  '•■tn  seco  stesso. 
l'it  S.  Gio.  B'-t.  197.  Ponevasi  da  un 
lato ,  ec.  e  trastullavasi  con  esso  seco  me- 
desimo. 

§.  HI.  Sego,  per  Seco  disse  una  volta  so- 
la, per  l'I  rima,  Dant.  Pnrg.  1".  SI  fa 
con   noi,  come  1*  uom    si    fa    Sego. 

SECOLARE.  Sust.  Quegli  che  vive  al 
secolo,  e  non  milita  sotto  religion  clau- 
strale j  Laico.  Lat.  laicus,  steculnrìs.  Gr. 
xoisjxtxoi,  Bocc.  nov.  2^.  3.  Ne  mai  fal- 
liva che  alle  laude,  che  cantavano  i  se- 
colari, esso  non  fosse.  Maestruzz.  1.  36. 
Vagliono  (le  indulgenze)  a' religiosi,  sic- 
come a' secolari  J'it.  SS.  Pad.  I.  86. 
loDumerabile  moltitudine  d'  infermi  ,  e 
d'  altri  assai  religiosi  e  secolari,  trassero 
a  lui.  *  Stor.  Fur.  1  17.  Sollecitava 
pure  i  maggiori  si  Ecclesiastici,  come  se- 
colari ,  con  promesse,  e  con  ambasciale 
che  volessioo  acconsentirgli.  (C) 

SECOLARE  .  Add  Vi  secolo  ,  Atte- 
nente a  secolo.  Laico.  Lai.  sacularis  , 
S.  Gir.  e  S.  Ag,  Pass  127.  Si  può 
confessare  ogni  persona  laica  e  secolare, 
nomo  o   femmina    che    sia.    Bocc.  nov.  0. . 


1134 


SEC 


1-  Ne  io  alli<--si  taccrij  uo  miiso  dito  dj 
uà  valenliiomo  socoljre  aJ  un  avaro  rclìgio* 
»o.  Maeslrnzz.  I  6  Sceglie  chiericij  kc- 
colare  ,  ooo  pun  il  Vescovo  dispensare  cod 
lui  senza  comatitlauienlQ  del  Papa.  K  \.  33. 

I  higaiiii  5UQU  privati  d'  ogni  brivilegio 
chericile  ,  e  legali  a   (oro  incoiare. 

#  3.  i.  Sfco/are  t  sì  troi'a  an- he  in 
stgntfic.   di  JVo'i   irUfralo,   M.     V.    3.   60. 

II  comuoe  di  Firenze  io  questo  fatto  de- 
gli «baudili  fu  in;{3nnato  dai  suoi  mede- 
simi amLjsciadori,  de'  quali  nÌuao  si  put': 
iacolpdrc  ,  cbe  eraa<>  serol-tri ,  e  U'>inini 
che  nou  sapictio  quello  die' titoli  de' giu- 
dici portastoao  ce.  ma  incolpato  ne  fu 
UD  savio  giudice  di  l"?gge.  (CP) 

#  §.  il.  E  in  forza  di  sust.  Idiota  , 
ignorante.  Fit,  SS.  Pad.  1.  1.  Quel  li- 
bro divutissimo ,  cbn  si  chiama  ì'itì  Pa- 
trutt  ec.  tulio,  come  sotto  si  mostra*  re- 
cato ìli  V'jigjre  ,  acciocché  non  solamente 
t  letterali,  m*  «liaudio  li  secolari,  e  senza 
grainmalira,  lo  possane  intendere,  e  trarne 
utilità,  fi') 

#  §.  III.  Secolari,  vale  anche  Che  si 
fa  di  si'colo  in  secolo ,  di  cento  in  cento 
anni.  Guicc  Stor.  ^.  233.  Instituilo  (ii 
giuUnlrO  )  Don  per  dilt'Ilaziune,  o  per 
pompa,  come  erano  presso  a*  Romani  i 
giuochi  secolari,  ma  pi.*r  salute  deli*  ani* 
me.  rO 

g.  IV.  S'-co'are,  prr  Mo'idano,  Profa- 
no j  contrari}  dì  Sacro.  Lat,  profanus 
Gr.  xo^uifói.  Pas.i.  34^-  Non  solamente 
Della  santa  Scrittura  si  truova,  li  superbi 
da  Dio  ess(?r  distrutti  e  giudicali  ,  ma 
eziandio  nelle  scritture  secolari.  M.  V. 
9.  .55.  Ponendo  fine  alle  tempeste  seco- 
lari cbe  colla  liagua  sua  ornata  di  bea 
parlare  avera  commesse.  Amm.  Ant.  ^<y. 
3.  3.  Non  è  m?tzano  pi-ccato,  conciossia* 
cosachè  1*  uomo  abbia  tanti  belli  parla 
mentì  di  Dio  e  delle  sue  opere,  se,  la- 
sciando quelle?,  r  uomo  p;irli  secolari  cose. 
Cattate.  Fnttt.  lin».  Certo  è,  che  lontano 
ì-  da  Dio  queir  animo,  il  quale  nel  tempo 
dell'orazioni:  e  occupato  di  cure  e  di  sol- 
lecitudini secolari. 

SECOLAKESG.\MENTE.  ^wer&.  Co-i 
modf  iec>iire;co.  Lat.  p'of.me.  Gr.  xo7- 
fj-ixcHi.  S.  Ber?.  Lctt.  Questa  necessita 
del  manicare  non  si  faccia  carnalmente  nì' 
sccolarcscamentc,  ma  come  si  conviene  al 
monaco  e  servo  di  Dio.  *^  S  Caler.  Leti. 
]  4^.  Di  calerò  che  vivono  secolarc&ca- 
taente  si  fa  amico.  (IV) 

SECOLA.RKSGO.  Add.  Di  secolo.  Ai- 
te/ienld  a  secolo,  Ltic-y.  Cavale.  Fruii. 
Une!,  Altro  frutto  d«1>bc  fare  chi  è  cbìa- 
mato  e  posto  in  tstato  di  religione  e  di 
vita  spirituale,  cbe  chi  ò  chiamato  e  posto 
io  iitato  di  matrimonio  e  d'impedimenti 
secolareschi. 

■(•#§.  \,  Secolare f co  ,  vale  anche  Chi 
vtve  af  sccoloj  contiarit  di  Reiifjioso,  di 
Monaco,  fu.  S.  Cwir.  loi.  Questo  dico 
per  esemplo  delle  altre  femmine  religiose 
e  i€colarc$chc.  (VJ 

#  §.  il.  St'Cjlaresco  ,  dicesì  anche  di 
Cosa  attenente  a  chi  fù*c  nel  tecolo,  pro- 
pria di  chi  l'iVt-  nel  sccofo.  Pallai'.  Siti. 
l43-  Li*  vista  d' una  tog-t  di  porpora  ci 
fa  più  nobil  mostra  nell'animo,  che  una 
roba  secolaresca  di  maggior  valuta.  (FP) 

g.  III.  Secoliircsco  ,  per  Mondana,  o 
Profanai  contrario  dt  Sacro,  hit,  pn-ifa- 
nus.  Gf.  X5fl/jii/o;.  Mirac  M.td.  M.  La 
qualo  era  mollo  s'.xolaresra  e  varia.  Pnss. 
l33.  Non  buffone,  non  cortigiano,  non 
secolaresco.  Coti.  SS.  Pad.  Non  sono  ob' 
bligati  da  VAruoì  ufTctlt  di  parenti  carna- 
li, DÌ:  a  veruni  ledami  d'  opere  secolare- 
sche. Cfll.  Ah.  Isaac  I  co/»  16.  Coloro 
che  inebriano  di  sperania  ,  diventano  ac- 
cesi, e  non  lirevuno  tribolatione.  e  nulla 
cosa  seculare.Ma. 


SEC 
•tSECOLETTO.    Dim.  di  Secolo,  in 

Si-^nific.  d'  Eia  prrifntr-j  e  fu  coti  d  Ito 
pfr  difprf:;io,  M'-nz.  sat.  I.  Ij  qur>s(i>  se 
coletto  miierinu  ila  converso  io  sassate 
il     berlingozzo. 

f  SECOLO.  Spazio  di  tempo  co'np^sto 
di  cento  anni,  Lat.  s^eculum.  Or.  atciv. 
Bui.  Pnrg.  21  a.  Secolo  propriamente  si 
dice  trmpo  di  cento  anni.  Dant.  Par,  ^. 
Onde  r  umana  spezie  inferma  giacque 
Giù  per  secoli  malti  io  crande  errore. 
Tes  Ifr.  I,  ig.  Si,  lorae.a  egli  a  quflla 
parto  il  suo  cuoio,  secondo  1'  ordine  del- 
l' ctade  del  secolo ,  per  più  apertamente 
mostrare  lo  slato,  e  M  cominciamento  «Ielle 
genti  infìno  al  nostro  tcmp-i.  ^  S,-f;ner. 
Mann.  Marx,  33.  I.  Considera  cbe  se- 
colo è  una  misura  di  ciò,  che  passa,  e 
misura  massima.  Prima  e  1*  ora,  ptà  il 
giorno  ,  poi  la  .settimana  ,  poi  il  mese, 
poi  r  anno  ,  poi  viene  il  secolo.  Però 
quel  luo^o  ,  dove  si  attende  a  cercare  i 
beni  che  passano  ,  si  e  io  progress»  di 
tempo  chiamato  secolo  perclii:  questo  è 
il  più  ,  cbe  da  veruno  si  godono  t^li 
beni,    un    secolo  solo.  ( l^) 

''f-  %  I.  Sfcolo ,  si  dice  anche  delle 
Qiattro  differènti  età  del  mondo  singì- 
larment/  dai  poeti,  che  le  distinguono  in 
secolo  d'  oro,  in  secolo  d'  argento,  in  se- 
colo    dì  rame,    e  in    secolo   di  /erro.  (C) 

t  §  II-  Secolo,  prendesi  anche  per 
grande  lipazio  di  tempo  indeterminato. 
Dant.  Pit'g  .  16-  Ma  qoal  Gherardo  è 
quel  che  lu  per  saggio  Di'  eh'  e'  rimaso 
della  gente  speoLa  Io  rimproverio  d<I 
secol  selvaggio.  Pelr.  son.  2l3.  La  dolce 
vista  del  bel  vìso  adorno.  Che  me  man- 
tiene, e  '1  secol  nostro  onora.  Bocc.  nov. 
Si,  2.  Qual  si  sia  la  cagione  o  la  malra- 
git'j  del  nostro  iogcgno,  o  inimicizia  sin- 
golarcj  che  a' noslri  srtcoli  sia  portata  da' 
cieli.  lied.  ictl.  2.  iSg.  Questo  costume 
del  ber  caldo  dura  ancora  ai  secoli  no* 
stri     nel   Giappone. 

^  g  in.  Secolo,  si  dice  singolarmente 
d'  Un  tempo  famoso  0  pel  governo  di  un 
qualche  gran  principe,  o  per  le  opere  di 
chi  e  vissuto  in  efso.  Benv,  Celi-  Ori/ìc. 
l  IO  E  perché  i  nostri  tempi  non 
hanno  inestier.i  di  proccurarc  gli  esempi 
antichi,  diciamo,  come  nel  secolo  di  Co- 
simo primo  de*  Medici  ce.  fiorirono  molte 
nubili  arti,  ma  particolarmente  quella  dt-d 
disegno.  Ces.  Diis.rt.  g.  Ora  i•^  dico, 
quello  essere  appunto  1' aureo  secolo  della 
lingua  Toscana.  E  32-  Dunque  il  fatto 
parla  da  lè  :  e  *|  secolo  del  Boccaccio  t: 
il  «eroi  d'  oro  della   lingua  Toscana.    (Cj 

•Ifi  §.  IV.  Sicolo,  si  dice  anche  rispetto  al 
grado  di  civìUum  alle  buone,  0  cattive  Doti 
degli  uomini  che  vivono,  o  son  vissuti  nel 
te-npo  del  ifual  si  parla.  Cor.  En.  l.  ^ll. 
L'  a^pro  secolo  allor,  l'armi  dcp'>«le,  Si 
farà  mite.  (Cj 

*f  *  3-  ^'  Secolo,  fu  usato  anche  per 
Tutto  il  processo  del  tempo.  G  /'.  Itb. 
1.  cap.  2.  E  fu  cominciata  la  detta  torre 
ovvero  mura  di  Babilonia  700  anni  ap- 
presso che  lue  il  diluvio,  e  3354  anni 
dal  cominciamento  del  secolo  infioo  alla 
confusione  della  torre  di  Babcl.  E  cap. 
10  E  ciò  fu  3200  auoi  dal  coraiaciamenlo 
del  secolo.  (f^J 

'  4e  §  VI.  Secolo,  per  Stmto  di  vita. 
Dant.  inf,  a.  Tu  dici  che  di  Silvio  lo 
parente  ,  Corrultibilr  ancora  ,  ad  immor- 
tale Secolo  andò,  •>  fu  sensibilmente  ^cioc* 
aie  Inferno,  do^e   Enea  andò  )  .  (f'J 

§.  VII.  Secoli*,  per  h  Mondo,  «  le  Cose 
mondane.  Lat.  S(wcutum  ,  mundus  ,  pra- 
sensvita.  Gr.at'wv,  y.Qi{j.Oi,ò  To^wv^'o,-. 
Civaie.  Fruii,  lin^.  La  mala  vita  ,  e  lo 
ipargimenlo  delti  spiiiimrntì  e  sollecilu 
dini  d«l  leroKt  impediscono  le  nostre  ora- 
zioni .   Cj!/.   SS    Pad.   Lasciòc  Mar  Ter 


SEC 

mo,  e  turnòe  all.i  vana  filosofia  di  qUtslo 
mondu,  e  alla  vjnilà  del  secolo.  G  V.  5. 
16  3.  La  fere  uscire  del  inboislero,  e  di* 
speosu  in  lei  ,  eh*  ella  potesse  essere  ai 
secolo,  e  osare  il  matrimonio.  M.  V.  8- 
2.  Entrò  netta  via  della  peoitr-nza ,  e,  ab- 
bandonato  il  secolo,  teneva  vita  solitaria. 
•*•  Tnss.  Rim,  Eroic.  Son.  2.  L'  opre  iiiit 
che  sperai  eh'  illustri  e  conte  Fossero  io  o- 
gni  elato  al  s^col  lutto.  Chi  consuma  e  som- 
merge "ifDj  Borgh,  l'esc.  Fior.  468.  Para 
il  proprio  segno  dato  da  Nastro  Signore  a' 
suoi  delta   fine  del  secolo.  (!') 

^  §.  Vili,  Passare,  o  Uscire  di  gue- 
sto  secolo,  valr  M<rtre.  Brun.  Tes.  i. 
4^.  David  regnò  ^o  anni,  e  passò  di  que- 
sto secolo  in  età  compiuta.  E  i-  29.  Quan- 
do passò  di  questo  secolo  ,  come  a  Dio 
piacque,  r  imperio  vacò  lungamente  senza 
Re  Stor,  S.  Onnfr,  i  |5.  Padre  ,  io  vo- 
gtio  ,  uscito  che  sarai  di  questo  secolo  , 
rìmaoere  io  qoeslo  luogo.  {V) 

f  §  IX.  Cavar  del  secolo,  vale  C^var 
dì  cervello  ,  Confondere.  Lai.  animum 
percellere  ,  confund,re.  Fir.  Trin.  2.  4* 
Oh  diavoi,  tu  mi  cavi  del  secolo. 

§.  X.  Esser  fuor  del  secolo,  o  simili, 
figuratam.  vagliano  Aver  perduto  l'  in- 
telletto. Lil,  siupidu-n,  vel  dementem  es- 
.te.  Gr.  otvat?3<7T«i  s;f£tv.  Ftr.  As.  ^y. 
Alla  qual  dimanda  rispose  quel  valente  ia. 
devino  senza  intelletto,  .f  fuor  del  secolo. 
Am'-r.  C'f,  3*  6.  Ch*  io  per  me  soo  ({uasi 
uscito  del  secolo. 

SECONDA.^Mff.  Membrane,  nelle  quali 
st.i  rinvolto  il  feto  nelP  utero,  e  che  esco' 
no  di  corpo  alle  partorienti  dopo  l'  uscita 
di-l  fet->,  quasi  un  secondo  parto  j  che  an- 
che si  dicono  Secondina.  Lai.  s-cunda  , 
secundartim.  Gr.  ra' ùffTiaa.  Cr.  6.  il. 
1.  L' abruolina  ec.  caccia  fuori  la  seconda 
o  '1  feto,  e  fa  prò  al  raguoameoto  della 
bocca  della  matrice. 

SECONDA.   //  secondare. 

S-  l.  Onde  diciamo  Andare  a  seconda 
de'  fiumi ,  e  simili,  che  vale  Seguitar  la 
corrente,  0  yavi^are  secondo  la  corrente 
dell*  ac] Ite.  Lat.  secando  flumine  navi- 
care  .  Gr.  xxtk  poXtt  Tcistv  .  Dant. 
Purij.  4  Tanto  cbe  il  su  andar  ti  sia 
leggiero,  Come  a  seconda  giù  l'andar  per 
nave  .  Bern.  Ori,  i.  5.  H3.  E  lungo  '1 
fiume  se  ne  va  a  seconda. 

g.  II.  .Jndare  a  seconda  ad  alcuno , 
figuralam.  lale  Andargli  a'  versi  ,  Com- 
piacerlo.  Lat.  alicui  obsequi,  obsecundare. 
Gr.  jjaai'^cjOai    rivt. 

$  §•  III.  Alla  seconda  ,  maniera  avver- 
biale che  significa  Secondo  la  corrente  del- 
l' acque.  Gio'v,  Geli.  Vii.  Alf  35.  Fra' 
quali  il  Travisano  commiuaiio  general* 
sbrigatosi  con  non  poca  fatica  da  tale  as> 
salto  .  la  dette  giù  pel  fiume  alla  lecoo 
da.  salva  a  gran   pena  la  capitana.  {C) 

SECONDAMENTE  .  Avverb.  Tiel  se- 
condo luogo.  Lat.  secando,  secundo  loco. 
Gr.  ^JuVe/»5*  .  Colt*.  65.  Primamente  , 
perocché  la  virtù  dee  essere  lieta,  e  ood 
trista,  in  alcuna  sua  operazione,  ec.  ;  se- 
condamente ,  perocché  la  virtù  dee  man. 
vere  lo  cose  sempre  al  migliore  .  Dant. 
Purg.  i3.  Noi  eravamo  al  sommo  della 
scala  ,  Os'o  secondamente  si  risega  Lo 
monte.  Difend.  Pac.  Elli  s'  appoggiano  a 
riposo,  e  secondamente  a  verilli.  ^  Zenon. 
Pisi.  72  Ueiratto  oli\o  che  porta  velto- 
ria,   lacorooò  costui  secondamente.  (C) 

•f'  SECONDAMENTECnÈ.  e  SECON- 
DAMENTE CHE.  Avverb.  Come  ,  Se- 
rondochè  .  Lat.  proni  ,  sicut.  Gr.  uva*. 
t?  Paliad.  iìenn.  i5.  Ancora  delle  sorbe, 
socoodamento  che  delle  pere ,  si  fa  vino 
ed  acelo  (tt  Lat.  ha  licui  ex  pyri»}.  ^f^ 
l\  Fcbbr.  27.  Voglionsi  piantare  due  io- 
sieinr,  o  tre,  secondamcntr-cbè  gli  ulivi.  Cr. 
2    7-   I.  L' una  pianta  ali*  allra  s' uaÌK«i 


1 


SEC 

S(.-(OD()jmeolechl'  '1  petUle  s'  unisce  alU 
radice,  e  si<-Conie  il  r.iino  al  pedale,  i: 
8.  4'  5«  Se  delle  dftle  colonoe  verdi  si 
faccia  verde  tello  sopra  'I  tetto  della  ca 
sa  d'altrixa  d'un  uomo,  e  di  buone  vili 
piactale  inl>.'rno  si  cuopra,  secondanieote- 
ch*  io  già  feci.  l'tt.  Cri-tt.  I)  Secoodamentf- 
cb'io  ebbi  dj  un  fr^lc  che  M  vide.  £V/i. 
Pai,  ^jst.  Egli  è  maggior  peccato  io 
persona  ordiii.it.ì,  o  prcie,  o  dijiono,  iv- 
condamentechè  l'Ordine  è  più  grande  (gui 
la  stampa  atla  pag.  52.  ifg^ii  secundamenic 
che).  Col.  Ab.  Isaiìc,  cap.  45.  L'anima 
bae  due  occbi^  siccome  Ìl  corpo,  secouda- 
mcQlecbì;  dicono  li  Padri. 

•f  SECONDANA.MENTE.  T.  A-  A<' 
tfcrb.  Secondantente ,  P^iHaA,  cap,  4-  L* 
acqua  V  fredda  ed  umida  ,  e  perciò  da 
nuUo  nutrimento  a'  corpi  degli  uomini  , 
oc  accrescimento ,  se  non  compo>ta  con 
cibi  secundanamcnltf  (  l'  edti.  di  Fe'-O'ia 
/r^ge  secondariamente)  composti  di  com* 
P'isizione  dì  quattro  elementi. 

^^  SECONDANTE  CU  secmda.  P/ul. 
Adi.  Op,  mor.  i.  2|4'  Avendo  U  ragio- 
ne spenti  gli  altri  furiasi  e  rjbliioìi  on- 
deggiamenti dell*  .ippelilo,  e  d'  altra  parte 
aieudo  quelli,  di  che  natura  ha  bis  igno, 
»i  rcuduti  agguagliati  .  obbedienti,  amici 
o  sacoudauti  la  volontà  operativa  della 
ragiine  <c.  (C) 

3  SECONDARE.  Seguilare ,  Andar 
li.eti-rsl  imi  pfnsare,  sì  nel  parlare,  co- 
me ni  moto.  Lat.  prO'i'qui.  Gr.  oyvaxo- 
Aojùfitv.  Bocc.  noi'.  67.  1.  Ala  quale  il 
Re  imposto  aveva  che  secondasse  •  Dani. 
Pw^.  I.  Peroccbi.'  alle  percorse  non  se- 
conda. y?u(.  jiv.*  Non  sccond.!  ec.:  perchè 
000  consente,  quando  Tonda  la  percuo- 
te; e  non  consentendo  l'unda,  la  rompe, 
o  la  spoglia  delle  sue  fionde,  e  così  perde 
la  vita,  Dinl,  Pwg.  itì.  M.iraviglia  udi 
fai ,  se  mi  secondi  .  E  Par.  25.  Come 
discente  eh*  a  dottor  seconda  Pronte  e  li- 
beDl«. 

*  §.  I.  Stcondare,  col  terzo  caso,  vale 
Amdare  a  seconda  Agn.  Pand  A  ciascu- 
no quando  le  cose  gli  secondano,  fa  me 
slieri  peDìare  ec.  (TC) 

5?  §  il.  Secondare,  pfr  Venire  in  se- 
condo luogo  n  Pttr.  c'i-,  8-  Ed  un  gran 
vecchio  ìl  secondava  appresso  ».  Tats. 
Ger.  17.  16.  Secondan  quei  che,  posti 
invcr  r  aurora,  Nella  costa  Asiatica  alber- 
gare: E  li  guida  Arooteo.  (Mi 

S-  III.  Per  meta/.  Lat.  ohstffui  ,  ab 
tecundare  .  Gr.  urroup-/:!,; ,  u:r>)j3£r!'v  . 
FlnrcA.  Ercol.  56.  Quello  che  essi  (La- 
tini) dicono  ohseqm,  noi  diciamo  andare 
a*  versi  ,  o  veramente  ,  con  una  paro- 
la soia  ,  secondare  ■  E  63.  Come  direste 
voi  nella  vostra  lingua  quello  che  Te- 
renzio disse  nella  latina  sttbservtre  ora- 
tioni  ?  V.  Secondare  o  andar  secondando 
ìl  parlare  altrui,  e  accomodarsi  al  parla- 
re. Bocc.  noi*.  iS-  Q.  A  secondare  li  pia- 
ceri d*  amore  e  a  divenire  innamorala  mi 
SODO  lasciata  trascorrere  S'igg  nnl  esp. 
J9J.  Benché  per  loro  stessi  non  possano 
cootaoùnare  la  purità  delle  tcoiicbc  spe- 
culaatoni.  nondimeno  per  colpa  della  ma- 
teru  non  sempre  si  adattano  a  secondarle. 
Borgh.  Orig.  Fir.  i56.  Egli  è  troppo  ma- 
oifesto  quanto  i  popoli,  o  per  vero  amore 
o  per  timore  ,  o  per  isperaoza  ,  volentieri 
imitino  i  fatti  e  secondino  le  voglie  dei 
signori , 

SECONDARIAMENTE  .  Avverh.  Nel 
secondo  luogo.  Lat.  secando,  secando  loco. 
Gr.  osuTSpo-*.  Pass.  I.  Imprima  diremo 
che  cosa  ;?  penitenze  ec..  secondariamente 
qoali  sono  quelle  cose  che  alla  penitenza 
e*  inducono.  E  3l2.  A  voler  avere  e  tro- 
vtfe  questa  scientia  necessaria,  ci  conviene 
osservare  tre  cose.  In  prima  il  luogo  dove 
si  truova,  secondarianjeote  il  modo  come 


SBC 

si  truova,  e  appresso  il  fine  per  Io  quale 
1'  uomo  la  dee  trovare  .  Coli  SS.  Pad. 
Secondariamente  dice  del  parentado  tuo  . 
.innot.  Vang,  Anche  un'  ultra  volta  egli 
m'ingannò,  inicerocchè  mi  tolse  l'essere 
il  primogenito,  e  ora  secondariamente  ni* 
ha  tolta  la  mìa  benedizione  .  Maestrazz. 
2-  32.  I.  Puote  essere  alcuno  ricevuto 
nel  pianto  suo  per  te.«-iimotiio  7  No  ;  nò 
principalmente,  no  second.irìamente .  Cr 
IO.  proeni.  2.  Trattando  in  che  modo  si 
pigliano  gli  uccelli,  e  secondariamente  le 
bestie  satvatiche,  e  poi   de'  pesci, 

t  SECONDARIO.  K  A.  Avvab.  Nel 
secondo  liiof^o,  Secondariamente.  Lat.  se- 
cundo,  deindt',  *s^cundario.  Gr,  S&^7tfOt, 
rfs'JTi'jSw;.  CiU'aic.  Specoli.  C*.  Seconda- 
rio gU  comincierà  a  dispiacere.  Maestruzi. 
2.  ip.  Non  perciò  in  uno  medesimo  ordi- 
ne, ma  io  prima,  e  principalmente  quan- 
do manca  la  verità  ,  e  secondario  quando 
manca   la  giustizia. 

SECONDARIO.  Adi.  C/te  succede  dopo 
il  primo  .  Lat.  xi'cundiis  ,  secundaritts  . 
Gr.  SvJTipoi  .  Maestrazz.  I.  7.  In  due 
modi  è  da  considerare  la  messa:  il  primo 
si  è  quanto  a  quello  che  è  essenziale  in 
essa,  cioè  il  corpo  di  Cristo  ec. ,  ovvero 
quanto  a  quello  che  è  legato  col  sacra- 
mento ,  e  quasi  secondario  .  Gut.  Pitr^. 
3o.  2.  Si  mette  ad  csecusione  ec.  per 
molte  altre  cagioni  secondarie.  Red.  Ins. 
109.  Non  per  un  fine  primario  e  princi- 
pale ,  ma  bensì  per  un  ufizio  secondario. 
V  §.  Secondario  .  Term.  degli  Astro- 
nomi, Aggi^into  di  quei  pianeti  che  girano 
intorno  ad  a'tro  pinncla  j  che  anche  di- 
consi    Pianeti  del  secondo  ordine.   (A) 

t  SECONDINA,  e  SECONDINE  . 
Lo  steiSQ  che  Seconda.  Lat.  seciindce. 
Or.  Toì  aijTzpx.*  Tes  P.v.  P.  S.  cap. 
43.  Il  prezzemolo  pesto,  messo  nella  na- 
tura ,  fa  uscire  la  creatura  morta  e  le 
secondine  .  E  appresso  .*  Trita  il  zaffera- 
no ,  e  fanne  come  una  noce  ,  e  appiccala 
alla  coscia,  e  farà  uscire  la  creatura  e  \;ì 
secondina  .  Cr,  6.  33.  2.  La  sua  cenere 
(del  c-tpelvenere )  ec.  provoca  l'orina,  e 
rompe  la  pietra,  e  fa  venire  i  mestrui,  e 
mena  fuori  la  secondina  .  *  P/ut.  Adr. 
Op.  mor,  ^.  8j.  Democrito  ed  Epicuro 
furono  di  parere  che  il  bambino  nel  ven 
tre  si  nulrì^iSf?  per  la  bocca  ec  j  gli  Stoi- 
ci dalle  secondine  e  dal  bellico.  (Cj 

3  SECONDO.  Add.  Quello  che  segui- 
ta in  ordine  immediatam.ntc  dopo  il  pri- 
mo. Lai.  seciiidris.  Gr.  $'.^tzso^.  Dant 
Par,  3.  Che  de!  secondo  vento  di  Soave 
Generò  't  terzo  ,  e  1'  ultima  possanza  . 
Bocc.  Introd,  3o.  Delle  quali  la  prima  , 
e  quella  che  di  piii  età  era  ,  Pampinea 
chiameremo,  e  la  seconda  Fiammetta, 
Filomena  la  terza  ec.  E  nov.  Gì.  7.  E  , 
stando  un  poco  ,  Federigo  picchiò  la  se- 
conda volta  .  Petr.  canz.  ^C).  5.  Vergine 
sola  al  mondo  sema  esempio,  Che  '1  ciel 
di  tue  bellezze  innamorasti ,  Cui  ne  pri- 
ma fu  simil.  ne  seconda  (cioè  ,  ne  mag- 
giore, ne  prossima  ).  Tac-  Dav.  Ann.  4* 
84  A.tla  memoria  di  Druse  s*  ordinarono 
gli  onori  di  Germanico,  e  più  altri,  come 
vuole  adulazìoo  seconda  (il  testo  lat.  ha 
posterior  ). 

V  §  I.  Cause,  o  Cagioni  seconde,  di- 
consi  gli  Esseri  creati  considerati  come 
aventi  da  Dìo  ,  causa  prima  ,  la  facoltà 
di  frodar  degli  effetti-  Segner.  Pred.  Pai. 
Ap.  2.  8-  I  difetti  nelle  opere  che  si 
fanno,  tutti  provengono  dalle  cagioni  se 
conde.  (TC) 

§,  II.  Minuti  secondi,  si  dicono  Quel- 
li ,  ognuno  de'  quali  è  la  sessantesima 
parte  del  primo  j  e  si  dicono  talora  as- 
solutam.  Secondi  ,  smz*  altro  sust.  Lib 
Astrai.  Quei  gradi  debbono  esser  partiti 
per  minuti  e  per  secondi.  •'?  BelUn,  Disc- 


SEC 


1125 


1.  70.  Si  divide,  come  sapete,  ogni  minuto 
primo  io  sessanta  secondi ,  ogni  secondo 
in  sessanta  minuti   leni  ec.  (C) 

'>'  S-  IIL  Le  seconde  mense  ,  diconsi 
Le  vivantie  che  si  portano  nella  seconda 
mandata,  cioè  Le  frutte,  m  Jtanu  Colt,  3. 
'>7.  Per  Ut  più  adorne  le  seconde  men- 
se .    (C) 

t  §  IV.  Non  aver  secondo,  vale  Non 
avvr  pari.  ÌU,n.  />ar.  i3.  Che  non  ebbe 
secondo  Lo  beo  che  nella  quinta  luce  & 
chiuso  . 

f  ^.  y.  A  nuli'  altro  secondo  ,  0  Se- 
condo a  ne.isano,  0  .limile,  vale  Inferiore. 
Pilr.  canz.  ^2  2.  Poco  spazio  ascende 
L*  alte  ricchezze  ,  a  nuli'  altre  st-coode 
(cioè,  inferiori).  *  Benv.  Celi.  yit.  2. 
332.  Io  non  volevo  esser  fatto  secondo  a 
nessuno  di  quelli  che  lui  teneva  della  mia 
proffessione.   (C) 

g.  VI  Per  Fnvorcvolc.  Lai.  secundus, 
prosper,  Gr.  c'uYiys^o;.  pttr.  cap.  5.  Tal 
venia  contro  amore,  e  'n  sì  secondo  Fa- 
vor del  Cielo  .  Bocc.  nov.  36.  4-  Quan- 
tunque i  sogni  a  quelle  paiono  favorevo- 
li ,  e  con  seconde  dimostrazioni  chi  gli 
^ede  confortino.  Fiamm.  4.  )o6.  iM^a  es- 
se non  vennero  mai  al  tuo  intendimento 
seconde. 

SECONDO.   Avverò.  Nel  secondo  luo- 
go,  Sccondi-srinmentc  .  Lat.  sccundo  .    Gr.^ 
SvJTi'pùii.   Petr.  son.  2^c^.   Quando  Amor 
porse,  quasi  a  dir,  che  pensi  ?  Quell' ono- 
rata ra.-iii,  che  secondo  amo. 

g.  Per  Secondoche.  G.  V.  n.  129.  3. 
Bene  ve  n*  ebbe  alcuni  tra  loro  innocenti, 
secondo  si  disse.  E  12.  .5?.  7.  Si  trovò, 
secondo  si  dice,  che  *l  dcTto  frate  Pietro 
inquisitore  avea  data  licenza  di  portarla 
(Parme)  a  più  di  25o  cittadini.  ^?  Ar, 
Far.  17,  85  Per  gioco  insomma  qui  fa- 
cean  secondo  Fan  li  uìmici  capitali,  ec- 
cetto Che  potea  il  Re  partirgli  a  suo  di- 
letto, (N) 

SECONDO.  Preposizione  che  serve  al 
quarto  caso  ,  e  va'e  Con/orme.  Lai.  se- 
ctindum  ,  ex,  iuocln  ,  Gr.  xara.  Dant. 
Par.  4.  Secondo  la  sentenza  di  Platone. 
Bocc.  nov.  42.  19.  Aggiugnendo,  che  con 
soa  licenza  intendeva  secondo  la  nostra 
legge  di  sposarla  .  E  nov.  46.  11.  Essi 
furono,  secondo  il  comandamento  del  Re, 
menati  in  Palerm.i  .  Amet.  5y.  Consenti 
a  questo  la  lieta  madre;  e  trovato  un  gio- 
vine secondo  il  suo  cuore  ,  il  cui  nome 
grazioso  mi  piacque,  a  lui  per  isposa  mi 
diede  .  Cas-  lett.  28.  Permetta  che  detto 
mandato  abbia  sua  esecuzione  secondo  gli 
ordini  della  città,  v  Segr.  Fior.  Mandr. 
4.  9  Vuoisi  mandare  innanzi  ano  esplo- 
ratore a  scoprire  cbi  egli  è;  e  secondo  ci 
riferirà  ,  secondo  faremo,   (C) 

f  %^  3.  I.  Talora  accenna  Cagione,  Di- 
pendenza ,  Gr.  S-  Gir.  9.  Tolti  uomini 
sono  fratelli,  e  secondo  il  primo  padre  ;  e 
tutti  i  Cristiani  sono  fratelli  dì  Cristo,  se- 
condo ìl  battesimo.  (J"^) 

*  §.  II.  Per  Dopo.  Giambon  Mis. 
Uom.  III.  Dopo  Santa  Maria  ama  più 
gli  agnoli  ,  perchè  secondo  lei  sono  più 
amati  da  Dio  .  (C)  G.  V.  7.  36.  Nelli 
anni  di  Cristo  ]300  secondo  la  DalÌTÌtà 
di   Cristo.  (V) 

f  n^  g.  III.  Secondo,  in  corri tpondcnza  di 
Quanto,  vale  Per  quello  che  spetta  a , 
Quanto  a.  l'it.  SS.  Pad,  \.  196.  Quanto 
alla  vista,  parea  molto  umile;  ma  secon- 
do la   verità,   era  molto  superba.  (F) 

%.  IV.  Vale  anche  Per,  tn  sìgnijìc  di 
Per  quanto  comporta  l'essere^  o  la  qua- 
lità  di  checchessia*  Bocc.  nov.  i5.  16.  Io  ti 
saprò  bene,  secondo  donna,  fare  on  poco 
d'  onore.  E  nov,  85.  4.  Era  ben  vestiU  , 
e,  secondo  sua  pari,  assai  costumala  e  ben 
parlante.  E  nov.  99.  9  E  quivi,  secondo 
cena  sprovveduta,  furono  assai  bene  e  or- 


Il  20 


SEC 


SEC 


SEC 


dioatameote  serviti.  Cron.  MoreU,  219 
E.  Mconfto  contadini  .  sodo  orrevuli  per- 
sone ,  asiell.iti  tf  puliti  oel  Kiru  mestiero. 
K  256.  Avrji  lìguardo  eh'  clli  sia  donna 
pacifica,  e  non  altera  o  superba,  e  ch'ella 
sia,  secondo  donna,  ragionevole  e  inten- 
dente. G.  /'.  9.  65.  I.  Buua  uomo  era, 
secondo   laico. 

^  §-  V»  Secondo  che,  per  Rrspcttiva' 
mentej  net  qual  senso  diqU  Scoladici  si 
diceva  :  Sccuodum  quid  .  Ott.  Coni. 
Par.  i^  322.  E  se  guardi  respellivj- 
rneote,  perchè  egli  loisc  smgularo  in  sen- 
no più  privilegialo  d'Aduoio.  o  m  fu  ma- 
glio d  A.darTi  n^lli  altri  privilegi  a  luì 
dati  da  Dio  nella  perfezioae  della  umani- 
Ude  ;  e  coit  parla  secondo  che ,  e  non 
assolutameotc.  (C) 

SECONDOCHÈ.  ^vy.rU.  Vale  h  stetto 
che  Co  'forme  a  che  .  Lat.  pr^ut ,  iicut. 
Gr«  W7£i*.  Bìcr^  n3%'.  5o.  lO.  Sefundorbi; 
alla  giovane  donna  ne  V'-nivan  piacendo. 
E  nov.  56.  3.  Secouduchc  neir  animo  gli 
capea  .  /?  ^.  6-  /l  8.  Secondochè  alcuna 
di  loro  poi  mi  ridisse  .  Dint.  Par.  1^. 
Secondoch*  e  percossa  fuori  o  deatro . 
CronicheU  ,  d'  A'nar.  6(.  Poca  gente  vi 
mori ,  forsff  tremila  uomini  ,  secondochè 
racconta  Fabio,  il  quale  vi  fu  in  persona. 
K  no.  A  catana  diede  oficio  ,  secondo- 
ch* egli  era  degno. 

SECONDOGENITO  .  Figliuolo  nato 
immedi  ita-nente  dopo  'l  primo j  e  si  dice 
•iegfi  uomini.  Lat.  secundo  loco  genitus  . 
Gr.  SeUTtp'JTOAOi.  C  F.  12.  98.  i.  Fi- 
gliuolo f  che  fu  d<rl  Preme  di  Taranto  , 
secoodjgenito.  ^  Dav.  Scism  5  Coman- 
dò a  Oaan  suo  secondogenito,  che  spo- 
sasse Tam.ir  moglie  stata  del  primo,  ce.  (/ì) 

*  SECRETA  .  Lo  stesto  che  Segreta 
nel  signi fic.  dr-l  §.  H.  Petr.  Uom,  ili. 
167-  Coitut  aggiunse  questo  alla  secreta 
della  Messa.  fCj 

SEGRETAMENTE  .  Àvverb.  Segreta- 
mente .  Lat.  secreto  ,  clam.  Gr.  xp-jovì  ■ 
Frane  Sacch.  nov.  202  Mon  ardiva  quasi 
dirne  alruna  cosa  ,  se  non  che  con  certi 
suoi  amici   secretameote  si  doleva* 

SECRETANO.  /'.  A.  Intrinseco,  Con- 
fidente. "Ldi.  Jamiliaris  t  intimus  ,  neces- 
snrius.  Gr.  o't/sTo;,  avayxaTo;,  Tzpoi^'- 
/.ùjtf.  Fit.  S.  Gio.  fìat*  E  alcun  altro  di 
quegli  più  secret3ni. 

t  SEGRETARIO.  F.  SEGRETARIO. 
SEGRETISSIMO.  Saperi,  di  Secre- 
tjj  Segretissimo,  Lat.  srcretissinius .  Gr. 
x.5"Jj>i&/raT3;.  l'arch  Le:*  ^So.  Sanhbe 
il  migliore  tacitamente  e  con  secretisstmo 
f  santissimo  silenzio  adorarla. 

SECRETO.  Susi.  Si'greto.  Lat.  arra- 
num ,  secretum.  Gr.  oi'JÓp'p^TO*  -  Bnt. 
Pitrg.  ao.  1.  Lo  re  Carlo  maoiresiò  lo  sua 
secreto  a  uno  de'suoi  medici ,  lo  più  secrc- 
t.irio  0  confidenti'  che  egli  avcs»e. 

*  3-  P''f  l'Interno  deH' animi,  Fit. 
S.  Frane.  86.  E  'I  frale  disse  (a  S  Fran- 
cesco) r  forte  mi  pare  rhe  cosi  vi  legnale 
nel  secreto,  come  parUio  (cioè,  sentiate 
così  male  di  voi  stesso),  (f)  T-isi.  Ger, 
1-  8.  E  con  quel  guardo  sua  che  addentro 
spia  Nel  più  secreto  lor  gli  afielli  uma- 
ni. (P) 

t  5  SECRETO.  Aid  Segreti,  Ap- 
partato. Lai.  secretuf,  arcannt.  Gr.  xpj- 
yi©;.  Paltnd.  cap.  38.  La  cella,  o  U  sta- 
eionc  dcir  api  ti  farcia  ec.  in  alruna  se- 
.reta  parte  dell'orlo.  ì'it  SS.  Ptl.  \. 
yO.  Prcgollo  che  in  quella  isola  medesimi 
ia  alcun   luogo  più  tocreto  rimanesse. 

#  §.  I.  P.r  Occulto;  contrari  y  di  P.tle- 
se,  Lil-  arcanut.  -  Fr.  lac.  T.  1.  5  5. 
E  questo  è  lo  Verbo  in  rjrne  abbreviato 
Per  modo  secreto  del  voler  divino  .  /'ir. 
SS,  Pad.  I.  100.  Li  secreti  mtsterii  di 
Dio  gli  fieno  a  lui  rcvelali  per  lo  merito 
della  itia  puri|.ide  ■    (C) 


f  *  5.  11.  Ore  secrete,  dicon si  Quelle  i 
ore  nelle  tjuali  la  chiesa  non  è  nficiata;  ' 
ma  è  maniera  antica  .  Coli,  Atf.  Isaac  , 
Prcl.  38.  Efiiròe  in  una  cbieta  e  d'jman- 
dòe  «e  che  quanto  vuleue  gli  de»soao  li- 
ceniia  di  orare  ;  e  che  nelle  scerete  ore 
non   lo  rokiri;;nessero  d'  uscire    (!') 

«  SECRETORIO.  Te^m.  de' Medici, 
A^giuato  d(  qne*  vati  che  tert-ono  alln 
secrezione.  Cocch.  B'ign.  Tubuli  secrelo- 
rii,  di  cui  è  fi^bbricatj  la  vitcera  t\A  rC' 
n'-',  p<-r  cui  l'orina  passa  dentro  all'ure- 
tere, che  è  il  suo  condono  escretori»»,  (Ai 

*  SECREZIONE.  Coti  chiamisi  da' 
Medici  La  separazione  di  un  nuovo  umore 
dal  sangif  ,  la  quale  si  fa  per  opera  o 
d<:lle  glnnJole,  o  delle  estremità  dei  vasi 
sanguigni.  (A) 

*f  «  SECULARE.  F.  A,  Suit,  Secy- 
lare  l'it,  S,  Frane.  223  Vennero  al  luo- 
go de*  frali  molli  tecalari,  e  altri  religio- 
si ,  per  v'-derc  .  I£  sotto  :  Toccò  e  move 
i  chiovi  colle  sue  mani  ,  in  presenta  di 
molti  seculari    (F) 

•f  *  SECULARE.  r.  A  Add.  Seco- 
lare Citiit.  lett.  I.  2  nicchezxa  di  terra 
o  d'  auro,  e  caluna  grandeisa  seculare  ec. 
stimerera  malvagia.  (F) 

*SECULO.  F.  A.  Lo  stesso  che  Se- 
colo, Lat.  stgcitlunt .  Gr.  «tw'v.  Fit,  S. 
Gir.  1^8-  Certamente  tu  se*  colui,  il  quale 
fotti  e  se'  Iddio  col  tuo  Pjdre  eternale 
innanzi  a  tutti  i  secali  .  E  62.  Egli  h 
giunto  al  palio ,  per  lo  quale  avrrc  ha 
tanto  corso  in  questo  presente  seculo.  (*} 
SECURAMENTE.  Avvrh.  Sicuramen- 
te .  Lat-  secure ,  tuta.  Gr.  a'ipaìcJ;. 
Petr.  canz,  3l.  3.  Purché  gli  occhi  non 
miri  ,  L*  altro  puossi  veder  securamente. 
#  S  Agost.  C.  D.  2.  25  Vedendo  pur 
che  gli  Dii  le  vogliono  (  tante  scellera- 
tfzzej  sì  volentieri,  le  seguila  securameo- 
le.  (TCj 

^  §.  Securamente  chi',  per  Certo  che, 
T'it.  S.  Gir.  89.  Securamente  che  nell* 
altra  vita  mi  troverò  discordevole  da'loro 
premii.  (F) 

V  SECURAMENTO.  Sicurezza.  Teso- 
reit.  fìr.  i3.  102.  Si  ra*  assicurai .  Quan- 
do mi  ricordai  Del  sicuro  segnale,  Che 
cootra  lutto  male  Mi  «là  securamento.  (B) 
t  SEGURANZA.  V,  A.  Baldanza,  Ar 
dire.  Lat.  securiias,  Gr  ce99aXeta.  Frane, 
Barh.  161.  3.  Che  sccuranza  nel  cor  noccia 
ad  ella  .  Fr,  lac  T.  3.  i^  9.  A  tal  pena  ti 
cunJuce  La  tua  troppa  securansa. 

SECUUARE  /'.  A  Assicurare}  e  si 
usa  in  tignile,  alt.  neutr.  e  neutr.  pas*. 
Lat.  securun  redd^re  .  Gr.  ccifxXuv.t 
TlXpiXtf-V.  Fr.mc.  Birh.  1^8  17.  Como 
prodezza  non  e  dell*  uom  forte  Al  debile 
dar  morte  ;  Cosi  non  ù  sovra  colui  vco- 
della,  C'  bai  securalo.  e  offesa  non  atpetla. 
Guitt.  lett.  10.  Multe,  securando,  loo  già 
perite. 

t  SECURE  .  /'.  L.  r  poco  usata.  Lo 
stesso  che  Scure .  Lat.  srcuris  .  Gr. 
TTiìsxu;.  #  Lah.  2^6.  Queste  parole,  così 
dette,  sono  i  ronconi  e  le  securi,  con  le  quali 
si  tagliano  ec.  (F)  Ar  Pur.  a3.  121. 
Questa  concluùon  fu  la  secare  Che  't 
capo  a  un  colpo  glì  levò  dal  collo. 

SECURISSIMAMENTE  Superi.  Hi  Se- 
caramente.  Lat.  tuttssime.  Sta.  Pist.  lo4- 
M  quale  va  caendo  ove  viva  oneslissima- 
inentc,  non  securistimamente. 

SECURITA",  e  SECURTA'  Sicurt.)  , 
Sicurezza  Lat.  srcuritas,  Gr.  aspxlfijt. 
^  Fior.  Ilal.  a6t.  Drmmoli  securtìi  rhe 
pienamente  dicesse  quello  che  volesse.  (C) 
Ctr,  Lett.  2.  65.  Con  chi  m' i*  maggior* 
mente  amico  piglio  maggior  srcuri^  in  que- 
sto  caio.  Sahin,  Dite.  l.  176.  Kffctii  d-lla 
forlrita  sono  Ij  magnanimilJ,  la  fiducia,  la 
teruriià,  la  magnificenia. 

SECURd.    .4JJ    Sicuro    Lai     se^urut^ 


tntiif  Gr.  a'vpaXfi'f  .  Petr,  emnz  ^\.  6. 
(3on  quest'  arme  vincevi  ogni  cor  darò  : 
Or  se'  tu  ditarmato,  i'  son  securo.  Data. 
Inf.  21-  Securo  già  da  lutti  i  TOSlri 
s>'hermi. 

SECORTA'.  F.  SECURITA'. 

*  SECDTORE  .  y.  L.  SeguUatore  . 
Ott.  Com  Parg  |5.  «44  Q««"»  ch'es- 
sere solevano  uoraioi ,  oggi  sudo  bestie  , 
cioè  pieni  di  visii,  e  secutori  di  vita  be- 
stiale non  umana.  (l^Ij 

SECUZIONE  F.  4,  Esecuxitme  lat. 
cxecutio.  Gr.  TeÌ£i'«5i?.  G.  /'.  5.  |5.  j. 
Ma  poi  papa  Chimento  di  Roma  il  mise 
a  secuttooe  .  Cron.  Morell.  36l.  E  cosi 
fu   messo   a   secozione- 

SEU  /'.  SE  ,  partieeila  cottdtMonale 
ec,  S    Vili 

t  SEDANO  Pi'ìntt  che  si  colUva  me- 
gli orli,  e  si  mangia  cotti,  0  in  insalata. 
Bfd,  Coni  2,  100  Si  potson  bollire  le  ra- 
diche  di  et<i  sparagi  ec-,  foglie  di  preuemo- 
lo,  di  borraoa,  di  rrescione,  di  sedani,  ec. 

4  S  Sidano  di  montagna.  Pianta  eh» 
nisce  nrgli  Apprnntni,  ed  ha  F odore  dal 
sedano,  Lat    li-^usticum  levisttcum    (A) 

*  SEDANTE.  Term.  de'  Medici.  Ag- 
giunto di  rimedio  detto  anche  Calmante. 
Cocch.   B'ign     (A) 

SEDARE.  J\  L  Quietare.  Lai.  seda- 
re. Gr.  Ti'X'Sti*,  Maestruzz  a.  9.  8.  In 
altro  modo  è  da  sedare  lo  scaodolo,  cioì; 
per  all'Una  ammonitione.  But.  Pmrg.  17. 
1 .  Li  pacifici  hanno  sedalo  la  pastione  dell* 
ìTi.  Fir,  Pise,  an,  22.  Mandò  un  fornaio 
Tedetco  ec.  commessario  nella  Marca,  a  se- 
dare un  tumulto  popolare. 

SEDATAMENTE  K.  Z.  Awerb. Quie- 
tamente. Lai.  sedau.  Gr.  irPa'w^.  Bemb. 
Star,  6.  87.  Dovendo  egli  di  ciò  più  mo- 
dcralamenle  e  più  sedatamenle  dargli  coa- 
tecza  . 

*  SEDATISSIMO.  Superi,  di  Sedalo 
Guicc.  Star.  lib.  20-  pog-  36.  Ed  •*  «loi 
familiari  affermava  con  V  animo  sedatis- 
simo  dovere  in  breve  spatio  di  lem^K»  suc- 
cedere la  sua  morie.  (TC) 

*  SEDATIVO.  Add.Term.  de' Medici, 
Calmante,  SedanU.  (A) 

SEDATO  V.  L.  Add,  da  Sedare.  Lai. 
seditus.  Fir.  As,  176.  Ella  dandola  volu 
addietro.  S'*dalo  il  canino  abbaiare,  come 
r  altra  volta  ,  e  dato  al  noecbiere  il  re- 
stante quattrino,  ec.  Bor^h.  Fesc.  Fior. 
455.  Sedata  la  scisma,  e  acchetali  i  pre- 
senti romori ,  lo  lascio  paceficamenle  nel 
seggio  di  san  Pioto.  ^  Car.  Fn.  12.  34 
A  cui  Latino  Col  cor  sedato  in  Ul  guisa 
rispose  :    er.   (li) 

*  SEDATORE.  Verbal,  masc.  Che» 
o  Chi  sedi.  (C) 

*  SEDATRICE  Ferhal,  femm.  Cote* 
che  a^iffiieta.  Pros.  Fi<^r.  pt't.  l  voi,  t. 
pag.  2.32.  A  queste  (scienza)  dunque, 
degli  affetti  umani  veriuìme  sedalrici,  ri- 
volse egli  tulio  *1  pensiero  ;  e  dob  wto 
ec    (fi) 

SEDE.  S'dia  Lai.  sedes .  Gr.  topOL. 
Petr.  san  3o3  Assisa  io  alla  e  gloriosa 
sede.  Ftr  As.  178.  Sedendo  Giove  sopra 
ad  un*  eminente  sede,  imposto  tìlenuo  ad 
ognuno,  fece  questa  orasione. 

§.  I.  Per  metaf.  Lai.  se-les ,  f^gio  ■ 
Sagg.  n.tt,  etp.  20S.  Le  innaba  pia  in  to 
nella  sode  del  fuoco. 

<c  g.  II.  Sede,  si  dice  anche  figuratam 
del  Luogo,  d've  certe  cote  principalmente 
riseggono  ,  0  dove  dominanu  .  Pel  Ptp.i 
Cont.  I.  177.  Mi  do  a  cr«lere  certa- 
mente di  aver  potuto  anco  da  lontano  ae. 
concepire  con  la  mente  la  vera  idea  della 
prefala  infermiti  ,  delta  sua  eisenta  r  na- 
tura ,  della  sua  sede  ,  e  delle  sue  cireo- 
stante.  (C) 

«  §.  III.  Sede,  et>lt*  aggiunto  di  ctle 
ti'-  .   superna  ,  e  simtla  ,  ♦>j/«    Paradiso  . 


S  £  D 

Tasi.  Cer,  a.  35-  SoSrì  in  suo  nome,  e 
6aQ  ilolci  i  tormf oli  ;  E  lido  aspira  alta 
laperaa  sede.  (C) 

♦  S  '^  •y*'''  *^*S^^  argomenti  ,  di 
tona  I  Retori  Quei  fonti  da*  qmtU  gti  ora- 
tori  possono  trarre  gti  argomenti  pe'!oró 
discorsi.  S'ìfvin.    Disc,    \.    35t).    QucUj 

Sarte  di  «ssa  DialctticJ  ,  che  iI,iUe  srdì 
egli  argomenti  ,  e  ili*  lu<ighi  ,  donde  si 
cavjRo  le  rjgioni  pmluliìti,  lorate  ovvero 
topica  k'  aildimamb  mitilo  alla  bella  rel- 
loriea  rontrìliuisce.  (C) 

SEDECIMO.  /'.  A.  Sestodecimo.  No- 
me nu'iier't/e  ordinativo.  Lai.  sexttisdi'CÌ- 
mus.  Gr.  cxTOSxac^ixaro^ .  Quad  Or. 
.S\  M.  Somma  la  Jodecima,  la  Iredecìma, 
la  quaUnrderima,  la  quindecima,  e  \a  se- 
decim;i  fjc'ij. 

SEDENTARIO.  Jdd.  Si  dice  proprin- 
niente  ì'tta  sedentaria  di  chi  siede  mol- 
to ,  e  poco  s'  adopera  negli  eicrcizii  del 
corpo .  Salvin,  Disc.  2,  5o.  Più  per  gli 
«ludiosì  e  per  gli  uomini  dì  lettere  essere 
stata  trovata  l'arte  della  medicina,  affer- 
ma Celso,  de*  quali  la  testa  è  affjtirjta, 
«  lu  stomaco  debole ,  in  riguardo  della 
loro  vita  sedentaria  e  meditativa.  #  Hed 
Cons.  pag.  <)5.  (ediz.  de'  Class.).  A  quelle 
l'cr&one  studiose  ,  alle  quali  per  necessità 
'  onvicne  talvolta  far  vita  sedentaria  ,  i 
•~'ivli>ri  SODO  di  grandissimo  aiuto    ( /tj 

SEDENTE.  Oie  xiede  .  Lat.  sed,;ns  . 
<ir  xxìr!fitJOi  .  Bocc.  g.  3.  _/".  \.  Lor 
sedenti,^ forse  cento  volte,  per  mezzo  lor 
■jltando  ,  cran  venuti  a  dar  noia.  /ìmct. 
5"  Tra  le  ninfe  Sicanie  sedenti  io  esso 
raccolta  fui.  /,|V.  Dee.  3.  Disarmati,  o  in 
terra  sedeniisi,  o  giacentJsì. 

t  3  SCDERE  l'erbo,  in  aktine  delle 
*oci  del  quali'  si  usano  ancora  le  desi- 
nenze dell'antico,  ora  disusalo,  SEG 
GERE.  Proprio  degli  uomini,  e  d'alcuni 
animati  quadrupedi  ,  e  vale  Biposarsi  , 
posando  te  natiche  su  quatcìic  cosa.  Lai. 
ttdfrt.  Cr.  xa^TjaSai  .  Dant.  Inf  2^. 
Che  ,  sp^gendo  in  piuma  ,  In  fama  Don 
«  vien  ,  afe  sotto  coltre  ,  E  Purg.  z.  E 
più  di  cento  spirli  entro  sediero  .  E  Par. 
a»  E  dicean  eh*  ei  sedette  in  grembo  a 
Dido.  Bore.  nov.  ^\.  i3.  Levatosi  a  se- 
dere in  sul  letto,  disse:  ec.  Vit,  Crist. 
Poi  seggendo  ambodue  insieme  ella  lo 
guardava  diligentemente  e  curiosamente 
nel  volto  .  Mar.  S.  Greg  Sedere  e  atto 
ai  persona  che  si  riposi;  ma  levarsi  ritto 
ù  fe  atiii  di  persona  che  sia  acconcia  a 
combattere.  Petr.  canz.  ^i.  6.  E  M  se- 
aere  e  lo  star ,  che  spesso  altrui  Posero 
io  dubbio  a  cui  Dovesse  il  pregio  di  più 
laude  darsi  .  E  son.  2o5.  Fresco  ,  om- 
broso, Borito  e  verde  colle,  Ov*  or  pon- 
undo  ed  or  cantando  siede  ec.  Quella 
cb*  a  tulio  'I  mondo  fama  lolle  .  E  son. 
a7tj.  Ed  agli  amanti  è  dato  Sedersi  in- 
sieme. Cayafc.  Frutt.  ling.  Per  lo  sedere 
»  intende  la  quiete  della  mente  ,  come 
per  lo  dbcorrere  s'intende  la  'nquieludi- 
ne .  Ovid.  Pisi.  q\  E  cotale  sono  io 
cfaente  èe  la  pietra  ,  ov*  io  seggio  .  Oh 
me  abbandonata  !  ispesso  ricerco  il  letto 
«be  ci  tenne  amenduoe. 

t  y  §■  *  Per  semplicemente  Stare  , 
Dimorare.  Lat.  manere  t  residere  .  Gr. 
flivtrt.  Frane.  Barb.  88.  7.  E  vai. 
»«  tu  beo  segge  Con  ogni  gente  ,  ed 
IO  ogni  tao  atto  .  JVj.  Br.  2.  36. 
E  se  ciò  è  vero  ,  che  1*  acqua  seggia  in 
salla  terra  ,  dunque  è  ella  più  alla  che 
la  terra  . 

*  g  IL  K  figuratim.  «  Petr  conz. 
39  q.  On  pensier  dolce  ed  agro  er.,  Se- 
dendosi entro  l'alma)  Preme  *l  cor  di 
de»io  -.  (Cj 

f  §  III.  Sedere,  si  dice  anche  di  Cit- 
tà, e  simili,  e  *•»/(•  Esser  coUocat-),  fab- 
bricato, situato   *  ili.  3/  L'isola  di  Pon- 


S  E  D 

eia  fu  abitata  dai  Davolcì  ,  prrocrhfe  ella 
siede  coatra  Io  loro  rivaggio  (Cj  ^ì.  f'.ìQ. 
7S.  La  qual  siede  tra  Costantinopoli  e 
Salontcbi  .  j4r.  Fur.  \\  lo^.  Siede  Pa 
rtgi  io  una  gran  pianura. 

*1"  §■  IV.  Porsi  a  srdcre.  /iguralam, 
vale  Prender  quiete.  Lat.  quiescere.  Gr. 
:raJsj3ai  Fìocc  nov  ()6.  i5.  Voi  anco- 
ra siete  con  l*  arme  indosso  nel  regno 
nuovatnente  actiuistato  ec  ,  e  lutto  occu- 
pato di  grandissime  sollecitudini  e  d'alto 
affare  ,  ne  ancora  vi  siete  potuto  porr«  a 
sedere  .  ec.  (  il  Cesiri  spiega  il  senso  di 
questo  esempio  così  ••  Voi  non  avete  an- 
cora acquistato  quieta  e  ferma  signoria). 
t  §•  V.  Stdere  a  mensa,  vale  Slare 
a  tavola.  Lai,  mensne  nssidi're.  Gr.  rpa- 
T.ì^ri  /a3t'^£s3ai.  Tescrett.  Br.  i5.  i32 
E  quando  stedi  a  mensa,  Noa  fare  un  lai- 
do piglio* 

=1=  §.  Vr.  E  fìguratam.  n  Dant.  P.ir. 
5.  Tu  sei  ornai  del  maggior  punto  certo: 
Ma  perchè  santa  Chiesa  in  ciò  dispensa  , 
Che  par  contra  lo  ver  eh'  io  lì  ho  sco- 
verto j  Convi-^oti  ancor  seiìer  un  poco  a 
mensa    (Cj 

§.  VII  Seder  prò  trihunoli,  o  simili  , 
vale  Star--  in  luogo  eminente  ^  ed  e.  prò 
prio  de'  Giudici  ,  quando  rendono  ragio- 
ne .  Lat.  sedere  prò  tribunali  .  Gr.  iizt 
Tou  ^ri^xcczoi  X5c5t'?;iy.  Bocc  c-  5  p. 
3.  Ed  essendosi  la  Reina  a  seder  posta 
prò  tribunali ,  ec.  l'end.  Crist  Op.  div. 
^indr,  102  Erode  ,  vestendosi  di  vesti- 
menta  reali ,  sedette  per  tribunale,  e  ra- 
gionava con  loro. 

§-  Vili.  Sedere  a  scranna,  vale  Sedere 
in  luogo  eminente,  e  superiore  agli  altri, 
quasi  per  giudicare,  decidere,  o  comanda- 
re .  Dani,  Par,  i().  Or  tu  chi  se*  ,  che 
vuoi  sedere  a  scranna  ,  Per  giudicar  da 
lungi  mille  miglia  Con  la  veduta  corta  d' 
una  spanna  ?  Maini.  6.  7.  Ed  oprar  che 
Baldon  resti  chiarito,  Ch' ambisce  in  Mal- 
mantil  sedere  a  scranna. 

*  g.  IX.  Dicesi  anche  Sedere  a  ban- 
ca Frane.  ììarh.  325.  18.  Nnn  solTerir 
eh'  air  orecchie  li  tenga.  Sedendo  a  banca, 
chi  per  queslion  venga    (V) 

t  §.  X.  Sedere  j  per  Regnare  j  e  si 
dice  pili  Comun>'menle  de*  Papi,  Lai.  se- 
dere .  Gr,  zaSt'^uv.  Ott.  Coni.  In/.  3. 
3o.  Vuole  alcun  dire  che  1'  autore  inten- 
da qui  ,  che  costui  sia  frate  Piero  del 
Murrone,  il  quale  fu  eletto  Papa  nel  I283, 
e  sedette  Papa  mesi  cinque  ,  dì  otto  ,  ed 
ebbe  nome  Celestino  .  Bocc.  J'it.  Dani. 
234'  Arrigo  conte  di  Luzzimborgo  ,  con 
volontà  e  mandato  di  Clemente  papa 
Quinto  ,  il  quale  allora  sedea  ,  fu  eletto 
io  Re  de'  Romani  ,  ed  appresso  corona- 
to Imperadore.  Cronichetl.  d*  Amar.  3^. 
Santo  Piero  sedette  Papa  anni  36  ,  me>i 
7  ,  dì  16.  E  appresso:  Lino  di  Roma 
sedette  Papa  anni   l5. 

§.  XI.  Sedere,  per  Risedere,  Esser 
di  magistrato  .  Tac.  Dav.  Ann.  3.  GQ. 
Tiberio  pregò  i  Padri,  che  facessero  Ne- 
rone  .  6gIiuolo  maggiore  di  Germanico  , 
già  fatto  garzone ,  abile  alla  questura  , 
senza  esser  seduto  de'  venti  (il  lesto  lu. 
ha  munere  capessendi  vigintiviralus  sol- 
veretur  ). 

*  §.  XII  Sedere  in  su  la  ruota,  fìgura- 
t 'm.  vale  Essere  nel  maggior  colmo  del- 
la fortuna.  Ar.  Fur.  19  1.  Alcun  non 
può  saper  da  chi  sia  amalo  ,  Quando 
felice  in  su  la  ruota  siede;  Però  eh*  ha  i 
veri  e  finti  amici  a  lato  ,  Che  inostran 
tutti  una   medesma  fede.  (Br) 

*  S-  XIII.  Mettere  a  sedere  alcuno,  Jì- 
guratam  vale  Deporlo  di  canea,  o  simi- 
le.   F.  METTERE.  (C) 

^'  §.  XIV-  Sedere  a  gambe  larghe,  fi- 
gtiralam.  dicasi  di  Citi  vive  spensierato, 
e  in  pigrizia.  Matm     5.    32.     E     mentre 


S  E  D 


112; 


ognun  s'  a«'anza  a  gloria  intento,  Eì  sie- 
de a   gambe  larghe  e  si  fa   vento.  (C) 

§  XV.  Chi  ben  siede ,  mal  pensa  j 
P'ovrb.  che  vale,  die  La  troppa  como- 
dila induce  altrui  a  male  Cogitaznni.  Lai. 
/eliciler  agenti  f,  male  Cogitant.  Morg.  2^, 
9.  Proverbio  h:  eh.  ben  siede,  al  fin  mal 
pensa  Salv  Cianch.  i  1  Io  fatti  speuo 
chi    ben  Siede,    mal    pensa, 

g.  XVI.  Porre  aliu„o  a  sedere.  F. 
PORRE,  g    LI. 

*  g.  XVn.  Nota  moao.  Nov.  anL  .Ì8. 
Aveavi  Ire  cavalieri  molto  leggiadri,  ai 
quali  non  parea  che  in  tutta  Roma'gna 
avesse  uomo  che  potesse  stdere  con  loro 
in   quarto.   (Min) 

t  SEDERE.  Nome.  Lo  stesso  che  Sedia. 
Lai.  sessio,  sedes.  Gr.  iSpzuoii.  Amm. 
Ant.  3o.  8.  5.  Puoieti  fare  più  onesto  , 
o  meno  un  solo  sedere?  Sior.  Fur.  6. 
123,  Finita  cosi  la  coronazione,  menaro- 
no i  <Iue  Arcivescovi  il  nuovo  Cesare  a 
sedere  in  un  seggio  ricco  e  mollo  emi- 
nente, accompagnalo  da  più  altri  sederi, 
ma  più  bassi,  e  di  manco  pregio,  v  Rip. 
Strav.  2^7.  Di  materia  simile  erao  co- 
perte le  bottiglierie ,  e  la  stessa  tavola  ; 
intorno  alla  quale  si  vedevan  tanti  sederi, 
quanti  esser  dovevano  i  coovilali.  (C) 

g.  Per  Culo,  o  Natiche.  Lat.  nates  , 
sedes,  Plin  Gr,  yiouTO»' .  ttu'/ki'.  Franc.^ 
Sacch.  nov.  i3o.  Avea  un  ciccione  nel  se- 
dere, appunto  dove  si  tiene  il  brachiere. 
E  nov.  1^7.  Tanto  erano  le  torla  con  gli 
albumi  e  con  li  gusti  incrosticale  e  ap. 
piccate  nel  sedere.  Varch.  Ercol.  291. 
Io  ho  paura  che  non  facciano  come  un 
nostro,  a  cui  non  vo'dar  nome,  il  quale 
SI  rammaricava  ,  ne  poteva  sopportare  d* 
avere  (con  reverenza  vostra)  il  sedere  di 
due  pexzi,  perchè  cosi  l'avevano  Ì  fornai. 

*  SEDERINO.  Term.  de' Carrozzieri, 
ec.  Terzo  posto  di  dentro  alla  cassa  de' 
legni  a  due  lunghi,  il  quale  è  mastietta- 
(o,  per  poterlo  alzare,  ed  oùbassare.  (A) 

SEDIA,  Arnese  da  sedei  vi  sopra.  Lat. 
sedes.  Gr,  eo^K.  Vu.  SS,  Pad.  i.  2o5. 
Fu  bisogno  che  fusse  allogato  e  posto  in 
una  sedia  Llissìma,  perciocché  non  potea 
patire  il  letto  .  Petr.  canz.  !^5.  5.  Potea 
innanzi  lei  andarne  A  veder  preparar  sua 
sedia  in  cielo.  ìii.  S.  M.  Madd.  lao. 
Vedeva  1*  allogrczza  degli  Angeli,  che  s' 
aspettavano  di  vedere  le  sedie  ripiene  di 
vita  eterna  (  in  questi  due  esempii  s'  in- 
tende per  lo  Luogo  di  beatitudine  nel 
cielo  ). 

3  §-  I.  Per  Residenza  de'  principi  ,  0 
Possesso  del  principato.  Lat.  sedes,  thro- 
nus,  Gr  Bpovo^.  G  V.  l.  Sg.  2.  Se  n' 
andò  (  Costantino )  in  Costantinopoli  ec,, 
e  di  là  fece  sua  sedia.  E  4*  33-  4*  E 
rimise  in  lìoma  in  sedia  e  signoria  il  dello 
papa   Innorenzio. 

*  g.  II.  Sedia,  si  dice  anche  la  Residenza 
dei  magistrali,  o  il  Luogo  dove  e*  tengon 
ragione,  a  J  it.  S.  Margh  i3l.  E  *1  se- 
condo die  il  Prefetto  venne  nella  sua  se- 
dia ».  (N) 

-••  g.  Ili  Sedia,  vale  anche  J'escovado, 
o  sua  Giurisdizione  j  e  pet  lo  più  si  dice 
del  l'escovado  di  Roma  ,  e  li  si  aggiu- 
gne  r  aggettivo  Apostolico.  ..  Dani.  Par. 
12.  E  alla  Sedia,  che  fu  già  benigno  Più 
a'  poveri  giusti.  G,  V.  8.  80.  10.  Era 
stata  vacante  la  Sedia  apostolica  dieci 
mesi  »  .  (C)  Cuicc.  Stor,  2.  27.  Spa- 
ventali ec.  dalla  considerazione  degli  ac- 
cidenti che  in  tempi  tanto  difficili  soprav- 
venire per  la  vacazione  della  Sedia  pote- 
vano E  2.  37S  Chiamavano  questa  con- 
gregazione non  Concilio  ,  ma  materia  dì 
divisione  della  unità  della  Sedia  apostoli- 
ca. (L) 

*  §.  IV.  Sedia  Apostolica,  vale  anche 
Curia      Romana  ,     o     Corte     Pontifìcia  , 


1128 


S   E   D 


Petr.  Uom.  IH.  3.  Molle  consuetudini 
dalla  Sedia  Apostolica  ordinate.  E  ^5. 
NoD  debbino  estere  a  piatire  se  non  di- 
nanzi  alla   Sedia    Apostolica.  ^D 

V  3-  V.  Selìn,  fignr.Hatfi,  si  dice  a/i- 
che  di  Ottilunque  Itto^o  dove  uno  dimora, 
abita,  o  simile,  come  della  Patria  ,  del 
Soggiorni  ec  «  Bocc.  Leti.  Pm.  Ro<s. 
271.  Chi  potrebbe  dire  quanti  già  a  di- 
letto lasciarono  le  proprie  srdie  ?  Amet 
70.  Onde  i  mobili  popoli  pochi  ri* 
masi  .  pensano  di  nuove  sedie  (ci>e, 
di   mutar  paese  )  •»  •   (Cj 

fS  3  Vl.Scdi.i,sittÌceanch^  il  tw^gidive 
principalmente  risiedono,  0  domin-mo  certe 
cose.  L.it.  tedet  Gr.iSpx  Tar,  Dur  Sior. 
3.  3lO.  Accrebbe  l'odio  T  avervi  fallo 
Cecina  Io  spettacolo  delli  arcoltclUiUi  . 
r  essere  stala  due  volte  sedia  della  guer- 
ra, aver  pori)  vivande  all'  esercito  Vilel- 
liano  in  battaglia,  ec.  *  Gittcc.  Slor.  2. 
41:4-  Temendo  che  se  le  armi  del  re  di 
Francia  venivano  a  Pisi,  non  ne  nasces- 
se ec.  che  la  Toscana  diventasse  la  sedia 
della  guerra.   (L) 

SEDICESIMO.  N^me  numerile  or- 
dinaliiì  Sedecimo.  Lat.  sex(nS'l''Cimut 
Gr.  2/ro7/sc(tì^£xaTo;  R't.  Ins  82.  Quel 
Greco  pocU.  che  le  Muse  latlàr  più  ch'ai* 
irò  mii.  nel  sedicelimo  libro  dell*  Iliade 
ec.  paragona  i  Greci  e  i  Troiani  ce.  alle 
mosche  rtnianti  inlorno  alle  secchi-' piene 
di  latte  munto  E  ì^ip,  2.  2^.  Ebbero 
r  occhio  non  solo  a  questo  luogo  di  So- 
focle, ma  ancpra  a  quello  che  prima  disse 
Omero  nel  sedicesimo  dell'  Iliade. 

SEDICI.  Nome,  numerale,  composto  di 
sei  e  dicci.  Lat.  sexilecìm,  sed.cini.  Gr. 
fìtxat^i/a.  Tìocc  nji-,  86.  3.  L'uno  ^/Z* 
fi''liuo'i  )  era  una  giov.uictla  bella  e  leg- 
giadra, d'el*  di  quìndici  o  di  sedici  an- 
ni. Cron.  Mordi.  3i8-  Nacque  a  Morello 
di  Vagolo  Morelli  un  fanciullo  maschio, 
ec,  bjtlczzossì  addì  sedici  in  santo  Gio- 
vanni. Cronichctt.  d*  Amar,  i^I  H  re 
Carlo  vi  stette  colla  sua  genie  sedici  die. 
Fir,  As*  2|0  Sbnrsato  il  pregio  dulia 
mia  compra  ,  che  fu  ben  sedici  lire  ce. , 
subtlo  mi  consegnò  a  Ftlcbo. 

mi  g.  Sedici,  si  trota  anche  per  Dcc\' 
mosesto.  Gr.  S-  Gir,  42.  Lo  sedici  grado 
di  questa  issala  si  è  misericordia.  (!'} 

m^  SEDICIANGOLARE.  JdJ.  Di  se- 
dici  angoli.  Che  ha  sedici  angoU.  /Juan. 
Fier.  2.  3.  i.  Voi  sapete,  signor,  come 
la  piazza  È  di  figura  scdiriaogolarc»  E  'n 
consequenza  e'  ha  sedici  facce,   (*) 

SEDILE.  Sedia  rozza  e  senz'  artificio. 
Lai.  sedile.  Gr  X'>fàe^3a.  Virg.  Eneid. 
M.  Pervengono  .»1  prim  >  lido  ,  al  quale 
erano  acque  dolci,  e  sedili  di  pietra  Coli, 
SS.  P^id.  L^  finde  Ì  frali  fanno  sedili  per 
sedere,  e  talolta  gli  tengono  per  guancia- 
li^ quando  dormc*no.  lìoce.  Leit.  Pr.  S. 
Ap.  207»  Tulle  le  masserìzie  furono  por- 
late  vìa,  iofino  ad  uno  sedile  di  legno  , 
ed  uno  orciualo  di  terra  .  #  dir.  E'i* 
1.  2jtì.  D' intorno  è  di  gran  massi  e  di 
peadenti  Scogli  un  antro  muscoso  er,  e 
v'ha  jcdili  e  sponde  Di  vivo  sasso.  (FPj 
g.  1.  Sedili,  fg:;i  didimo  Quei  soste- 
gni, sopra  I  ^aali  si  posano  le  bolli  Sj- 
Hcr.  Colt,  73.  E*  sedili  delle  bolli,  e  une 
sono  ancora  da  potersi  mutare  e  accon- 
ciare a  suo  modo,  r  migliori  fatti  di 
buon  rocchi  di  travi  all'  alleata  che  biio- 
goa,  cbe  non  murati. 

#  §.  II.  Sedili  ,  diconsi  anche  Quei 
luoghi  dove  f;li  Architetti  fanno  posare 
le  teste,  e  gli  spigoli  degli  archi.  fSaldia. 
l'oc.  Dti.  (R) 

SEDIMENTO.  V.  h*  Fondata.  Posa. 
tura.  Lat.  sedlmenìum.  Gr.  ùffOiTai».; 
X16-  dir.  malati.  Colalo  che  lo  a vr.ti.  la- 
sciato stare  in  riposo,  •acciocché  faccia  il 
dovuto  sedimento^  e  venga  ben  chiaro. 


*  SEDIMENTOSO.  Add.  Che  fa  se- 
dimento Lat.  suhtid'.-ns.  Gr.  'j^tCuv.  I 
Red.  C>nt.  I.  123.  Con  »|Ualche'  sollievo 
alloraquaodo  ec.  la  natura  ha  tramandjto 
fuora  gran  copia  d'  orine  grosse  e  sedi- 
mentose.  (•) 

t  SEDIO  V.  A.  Seggio.  Netphtrale 
fa  Seud,  e  Sediora.  Lat.  sedes.  Gr.  iÌp% 
l'ir'^.  Ent'd.  iV.  Acciocché  almeno  alla 
morie  io  mi  riposi  in  piacevoli  sedii.  Dani. 
Par.  32  Nell'ordine  che  fanno  i  tergi 
sedii  Siede  Rachel.  Liv,  .V.  Si  pose  a  se- 
dere nel  scdio  reale.  ì'it.  Dnrl.  i5.  Al- 
lora sedcr'j  in  sul  si-dìo  di  maesi'a,  e  tuila 
gente  sar^  .issembi^U  dinanzi  da  lui.  Gtam 
bjn,  ^fis.  Uom  ì3g  E  allogata  io  una 
delle  tcdiora  vole  degli  Angeli  cbe  cadde- 
ro di  cielo,  Paol.  Oros.  Per  una  fedita 
che  gli  fue  data  d*  un  pezzo  delle  delle 
icdiora  ,  cadde  egli.  Inlrod,  Vtrt.  2^0, 
Furono  falli  da  Dio  ,  acciocché  rìcmpis- 
sono   le   sediora. 

§.  Per  metif.  vale  Resid.nsi.o  Luogo 
dove  princip'ilmente  risiede,  o  dimora 
checchessia  Lai-  je*/e*.  Gr.  tòpx.  Tei. 
Br.  2.  32.  Questa  e  la  complessione  che 
più  appartiene  a'  vecchi,  che  a  altre  gen- 
ti, ed  ha  'I  suo  sedio  al  polmone.  K  ap- 
presso :  Lo  sangue  e  caldo  e  umido  ,  ed 
ba  '1  suo  sedio  nel  figgalo,  e  cresce  nella 
primavera.  Gr,  S,  Gir.  i5  L*  animo  del 
diritto  uomo  è  sedio  di  sapienza. 

SEDITORE  Colui  che  siede.  L»t.  ses' 
so'-f  assessor.  Gr.  zx3i»j',u.i>35.  Annoi, 
ran^.  Prese  Gesù  il  pane,  e  benedisselo, 
dando  a  Dio  grazie,  e  dislribuillo  a'  sedi- 
lori.  Guid.  G.  E  cosi  da  ciascun  lato  il 
disteso  ordine  delle  tavole  donava  a'se- 
dìtori  agiate  sedie. 

*  SEDITDftA.  Parte  con  che  l*  uom 
siede  j  IS'atiche.  Lasc.  Rim.  2.  36.  Perche 
3  seder  se  ben  ponele  cura  ,  Il  più  del 
tempo  stanno  allegramenle;  Ed  hanno  an- 
che una  buona  sedilura.  (Cj 

f  SEDIZIONE  .  Sollevazione  di  una 
parte  del  popolo  contro  l'  altra,  o  dei  sud- 
diti contro  il  sovrano  .  Lat,  seilitio-  Gr. 
oTa'ji;  .  S.  Ani,  Con/css.  Sedizione  e 
quando  una  parie  d'una  ciita,  o  d'una 
signoria  s'apparecchia  a  combattere  con- 
tro all'altra.  Maestruzz.  2.  9.  8.  La  se- 
dizione propriamenie  'a  contraria  all'uni 
tade  del  popol  della  citli ,  ovvero  del 
regno  ,  e  cosi  è  contraria  alla  giiulìsia, 
e  al  comune  bene. 

•f*  '*'  S'  Sedizione  ,  si  i  anche  usata 
fìgur.it.im  da  alcuni  Medici  per  Affatica- 
mento, Sconvolgimento,  Scompi-^ho.  Red. 
Cons.  I.  log.  Cose  irrit.»live,  e  mettenli 
in  sedizione  gli  spirili  abitatori  de' liqui- 
di Del  P'pa  Conf.  Nel  delicato  e  lan- 
guido stomaco  di  N.  N.  può  facilmente 
indurre  non  conforto  e  ristorj),  ma  afta- 
licamcDlo  e  tumulto  ,  chiamato  d*  Ippo- 
crale  sedizione,   f.f) 

*  SEDIZIOSAMENTE  Awerb.  C<n 
sedizione.  Tumultuosamente.  Bemb,  Stor. 
6.  80.  Il  Minio,  per  avere  sediiiosamente 
nel  consiglio  parlato  ,  fu  da'  signor  Diece 
ad  esilio  perpetuo  re.  condeunato.  f /^ 
SEDIZIOSISSIMO.  SuDcrlat,  di  Se- 
dizioso. Guicc.  Stor.  IO  4^5.  Cercarono 
d'  iufìanimarlo  con  sedìiiosiuime  parole. 
SEDIZIOSO  .  Add,  Che  induce  sedi- 
zione ,  Che  cagiona  trdisiJnt  ,  foco  dt 
sedizione  ,  ScandaliS^  .  Lat.  sditiotus  , 
Gr.  STOtitw'oin  .  /iccc.  Cam.  Dani.  La 
maggior  parte  dì  loro  furono  morii  di 
mala  morte  ,  p<*r<-h'  erano  sediiioki  .  I.ib, 
Op.  dtv.  Abbiend.ì  trovalo  questo  Paolo 
nomo  pestifero  f  scdinoso  Marttrittz 
2.  i).  8  Ma  coloro  che  difrnduno  coloro 
che  ^esi^lono  li>ro.  non  tono  d^  esser  dfllì 
srditiosi. 

SEDOTTO  .  Add    dm  Sedurre  .  Lat. 
stdiict'is  .    Gr     Àxort'kxvti'rs ti\  ,  Segner 


S  E  D 

Pred,  3.  9.  Per  verità  .  siete  coIomLe 
sedotte. 

SEDUCENTE.  Che  seduce,  Lat.  »<lu- 
cens ,  deciptent.  But.  L*  uomo  paò  esser 
sedutlo  o  a  utilità  del  seducente,  0  a  uli- 
lita  d'  altrui. 

*f  *  SEDUCERE  .  I'.  L.  ed  A.  Se- 
durre.  Fav.  Esop,  74*  ^*f  sedncere  ì  sim- 
plicì  a  fidarsi  io  loro,  (y) 

SEUUCIMENTO.  //  sedurre,  Lat.  se- 
ducilo ,  predino  Gr.  a:ro~).avf]ft;  .  3f, 
y.  2.  17.  Quelli  dell'  oste  ,  per  seduci- 
menlo  di  traditori  del  castello  ,  e  per 
conforto  de'  soldati  eh'  erano  stali  in 
qufUa  cavalcata  ,  si  pensarono  vincere  la 
forlezxa  *  Plui.  Aitr,  Op.  mor.  3.  iia. 
Solone  ec.  volle  che  le  donazioni  dopo 
morte  tenessero,  se  gii  non  fi'isero  falle 
per  fona  *  o  per  seducimeolo  di  don- 
na. fC) 

•f  *  SEDOCITORE  Seduttore,  Fav. 
Esop.  87.  Possiamo  intendere  ec.  per  lo 
lupo  ogni  seduciture  de*  giovani  a  mal  fa* 
re.  (D 

*  SEDCLITA*.  r.  l.  Diligenta, 
Accuratezza  ,    Esattezza  .    Cattigl.    Cor- 

lig    (.h 

SEDURRE.  Dittorre  altrui  con  ingan- 
no dal  bene,  e  tirarlo  al  mate.  Lai.  «- 
ducere,  in  fraudem  inducere.  Gr.  a  Ta- 
ra- Dsnt.  Par.  5.  E  s'  altra  cosa  vostro 
amor  seduce.  Non  e  se  non  di  quella  al- 
cun vestigio.  E  22  Cb'  io  ritrassi  le  ville 
circostanti  Dall'  empio  colli,  che  'I  mondo 
sedusse.  But.  Inf,  32.  1.  Conlra  colui  che 
l'uomo  ba  sedutlo  a  darsi  fede.  *  .S'cgic- 
Sent.  Graz,  9.  Sedurre  e  incitare  al  male 
con  finte  ragioni,  che  quello  sia  bene ,  e 
che   non   sia   male.   (  TCj 

SEDUTTORE.  Che  seduca.  Lat-  se- 
ductor  .  Gr  :r>av9^  ■  Roct.  tett.  Pin. 
Ross.  a85.  Manifestissima  cosa  i- ,  che 
lui  maeslr>]  veracissimo  alcuni  chiamarono 
seduttore.  Cabale.  Med.  cur.  E  quanto 
alle  ptrole,  dicevano  ch'era  seduttore.  E 
Frutt,  ling.  Leggiamo  di  Cristo,  che  al- 
cuni dicevano  eh'  egli  era  buono,  alcans 
dicevano  ch'egli  era  rio,  e  ledullor  delle 
turbe  . 

t  *  SEDUTTOniO  Adi.  Che  sedu- 
ce, Seiueentf.  S.  Ajost.  C  D  io-  la- 
Prudenreraenle  s*  intendono  schemimenti  di 
demoniì,  e  seduttorii  impedimenlì,  U  quali 
si  vogliono  schifare,  ec-  (NS) 

*  SEDUTTRICE.  Verhal  fem.  Che 
seduce.  h*t    teditcens.  Gr.  airasyaiXowsa. 

Segner.  Crisi  i'tstr.  3.  3o.  X4  P'"  10*1° 
potremo  credere  che  la  loro  non  sia  va- 
ghezza di  serpe  iiduttrice,  ma  di  colom- 
ba sedotta.  (•)  E  Incr.  2  29-  4"  ^°"  ^ 
giusto  abbandonare  la  cura  mai  di  veru- 
no, massimamente  dove  la  cura  ba  da  venir 
d.illa  grazia  ,  niù  che  dall'  arte  ,  la  .(ual 
da  sé  poco  vale  con  simil  gente  ,  sedut- 
trice avveduta  di  se  medesima.  (B) 

SEDUZIONE.  //  sedurre.  Lai.  tedMCtio. 
Gr.  fltTOT)o<,'»i;3(;  But.  In/.  18  l.  Se- 
duzione è  inducimeoto  del  prouìmo  a  mal 
fare  o  con  veri  beni,  o  apparenti.  G.  f  , 
i).  II.  3.  Incontanente  per  le  delle  sedu- 
zioni li  rubello  allo  imperadore  It  città  di 
Chermona.  S.  Agost.  i  .  D  Guardale  cbe 
niuno  v'  inganni  per  vana  filosofia  e  10* 
duzione,  M'condo  gli  elementi  del  mondo. 

SEGA.  Strumento  per  lo  pia  di  farro 
dentalo,  col  ijuiIé  si  dividono  i  l«cni  ,  « 
simili.  Lai.  sena.  Gr.  T^iw*.  Cata'c. 
Med  cuor.  Or  può  la  sega  segare  ,  so 
non  v'  è  chi  la  tiri  T  Tu  dunque  non  t»> 
ncr  mano  a' ma' pensieri  ,  a  non  lì  [K)* 
tnnoo  nuocere.  M.  /'.  6.  35.  Seiri'nto 
dei  loro  fanti  a  pii-,  forniti  di  segha  ,  • 
d' aliri  argomenti  da  tagliare.  /*«//«?'.  «/». 
41.  Seghe  piccole,  e  vanghe,  e  ronconi. 
per  p'ivernar  le  siepi.  Critnieheit.  d'  A- 
m\r     16     Fu   segalo  con  sega  di  legno,  e 


S  E  G 

CO&Ì  morì  martire.  Ma/m.  io>  5o-  Mentre 
la  sega  il)  metto  ai  duoi  grt>ppoDi  Scorre 
oost,  T4  il  raoDilo  sottosopra. 

#  §.  I.  Stga  tia  pietre.  Strumento  si' 
miìe  itila  sega  da  Ugno,  »m  senza  dt-nli  , 
fmtto  di  laniitra  ili  ferro,  grossa,  sottilr, 
lunga  e  corta,  a  proporziome  delle  pit'lre 
che  debbono  segarsi.  Alle  pietre  dure  s* 
«doperà  con  itmrrigltJ,  e  «Ile  tenere  con 
rena,  Baldin»  Vcc.  Dis.  (S) 

§.  II.  Sign  ,  per  Scria  d'imposizione 
presto   G.   V.  8-   82-  5.  Pagajsero  ans  im- 

{toUa,  comò  era  lavato,  per  capo  d'uomo, 
t  qual  si  nominava  la  sega.  "^  E  presso 
3f.  l\  4.  83.  Commise  toro  che  abbal- 
tessoao  il  quarto  di  quello  che  moolava 
la  loro  »ega.  (ì) 

SEGABILE.  Add,  Atto  ad  esser  segalo. 
Lat  sectUis  Gr,  T^piirói  Guid.  G.  94. 
£(racciaodog1ì  la  lorica,  1*  aguta  e  sega- 
bile laocìa  di  Ulisse  le  vcdc  organati 
gì'  iulercise  (gui  ì^nle  Atta  a  segare). 
V  Pros.  Fior.  a.  3-  2*  E  se  aspri  sarao- 
DO  (gli  atomi)  e  UDcìnati ,  acciocché  pos- 
uno  teoere  Tuo  l'altro  ,  saranno  ancora 
«e^abilì,  e  divisibili.  (C)  Bellin-  Due.  1 1. 
Ciò  che  da  esso  {'fffgo/o^  cade  non  può  dare 
allrore,  che  nel  solco  incavato,  o  arginato 
HI  marmi  segabili.  (Min) 

SEGACE.  /'.  A.  Add.  Sagace.  Lat. 
s«gax  t  astuUis.  Gr.  :roiu/«iÌT*5-  G,  V, 
8.  5.  3.  Messer  Benedetto  Guaiani  d'  A- 
lagua  ,  molto  savio  di  scrittura  ,  e  delle 
cose  del  mondo  pratico  e  segacc.  E  9. 
3o5.  6.  Coooscendo  il  mal  sito  ,  dove  i 
Fioreoiini  erano  accampali,  con  segace  in- 
ganoo  fece  teoere  in  falsi  trattati  messer 
fiamondo,  e  *1  suo  consiglio  *  Lesg.  B. 
Umil.  43  II  segjce  Diavolo  sappìeodo  il 
tuo  desiderio  ,  si  le  mo>lrò  ioDanzi  la  fi- 
gura della  nostra  Donna    (C) 

SEGACEMENTE.  /'.  A,  A*>i-erb,  Sa- 
gacememte.  Lat  sa^.icHer  ,  astute.  Gr, 
C*u/iii;i(xvbì{,  TToXuTaoTTw;.  G.  V.  8.  72- 
S.  Il  detto  Cardioale  segaceraenle  si  pensò 
OD  grao  tradimento  sopra  i  Fiorentini.  E 
10.  7.  8.  Il  capitano  di  quella  gente  se - 
gacemeote  richiese  il  Re  di  parlargli  in 
•egreto  per  suo  gran  bene. 

t  SEGACITA',  SEGACITADE,  e  SE- 
GACITATE.  r,A.  Sai:acuà.'L^usngaci 
Us.  Gr.  a'/X^'^oto.  G  F.  8.  6.1.  Messer 
Beoedetto  Guataoi  cardinale  ,  avendo  per 
MIO  senoo  e  segacit^  adoperato  che  papa 
Celestino  avea  rifiutato  il  papato,  ec.  E  IO. 
MI .  I .  Per  procaccio  e  segacita  del  Legato 
di  Lombardia  ,  che  dimorava  in  Bologna, 
ec.  OU  Co'n.  In/  2^.  Nota  qui  segacitade 
ebe  debbono  usare  gli  uomini  appo  li  loro 
maggiori,  per  non  parere  che  essi  infingano 
(CoA  ha  il  codice^  sebbene  la  slampa  a/la 
pmgina  ^l\.  legga  sagacitade  )  ■ 

•f  SEGALE,  e  SEGOLA.  Spezie  di 
biada  più  minuta  ,  più  lunga,  e  di  color 
pia /osco  che  il  grano.  Lai.  seca/e.  Gr. 
scjca^lq.  Pallad.  cap.  6.  Ogni  grano  nella 
aligioosa  terra,  se  tre  anni  vi  si  semina, 
nel  quarto  anno  si  converte  in  segale. 
Crtsc.  2.  19.  9.  Ogni  grano  nella  uligi- 
nou  terra, *do*po  le  Ire  seminature,  si 
mata  io  gcneraaiou  di  segale.  E  3.  22. 
1.  La  segale  è  conosciuta  ,  e  le  sue  ma- 
niere non  lon  che  uoa  ,  ed  aere  comune 
desidera  col  frumento.  E  nnm.  3.  La  se- 
gale sola  non  s*  usa  se  non  rade  volte. 
Cant.  Cam.  30.  Non  ci  mandate  segola, 
uè  Tena  ;  Qui  entran  biade  grosse. 

SEGALIGNO.  AJd.  Di  complessione 
adusta,  fion  atto  a  ingrassare.  Lai.  ma- 
iTr.  Or.  ìeTTTo'?.  Red.  Ditir.  38.  Come 
ogDor  vi  s*  imbacncca  Dalla  linda  sua 
parrucca  Per  inGno  a  lutti  i  piedi  II  se- 
galigno e  freddoloso  Redi. 

•f  SEGALONE.   Ttrm.  degli    Ornito- 
logi, Sorta   di   Mergo,  o  Marangone.  I.H. 
mergus  longiroster.  ^ed.   Oss-    an     i5\. 
Vocabolario  T    II. 


S  E  G 

Mergbi,  o  marangoni,  che  ce.  in  Toscana 
dall'  avere  il  rostro  fatlo  a  foggiii  di  sega 
son  detti  segaloni,  e  seroluni. 

SEGAMENTO.  //  seguire.  Lat  sectio. 
Gr.  Tyiìjuia.  Arrigh,  Sz.  Il  mio  capo  do- 
vea  essere  con  segamento  di  vene  tagliato. 

'■f  ^  §.  Segamento,  per  Interseztone  , 
Intersecazione  Galli.  Par.  in  Op.  voi.  3. 
png.  3.  Se,  stando  ferma  la  D  E  ,  inten- 
deremo la  segante  A  B  girarsi  sopra  il 
punto  del  segamento  C,  sicché  dallo  stato 
A  B  cilando,  ec    (A) 

SEGANTE.  Che  sega.'L^.i.  secans»  Ot. 
Ttfj.vùiv.  Gal.  Stst.  191.  Bisogna  che  il 
muto  per  la  tangente  sia  maggiore  di 
quell'altro  per  U  ie^ànle  (  qui  è  ('gt:iunto 
(li    Linea,   ed  è  usato   in /orza   di  sust  )  , 

SEGARE.  Propriamente  Ricider  con 
sega.  Lat.  secare,  serrare.  Gr.  T£,</V6iv, 
TT^i'fiiV.  Nov.  ant.  38.  4-  Morio  1'  uno 
de'  ire  cavalieri  ,  e  quelli  due  segare  la 
sua  terza  parte  della  panra.  Sen,  Pi<it.  90. 
Ancora  fu  travato  per  soperchio  e  per  lus- 
suria it  segare  del  legname  diritto  a  linea 
e  quadrello.  Frane,  Sncch  nov.  i35.  Io 
ti  recherò  domattina  una  lima  sorda,  con 
che  lu  segherai  cotesti  l'erti  (qui  per  st- 
milit.)  . 

^  §.  I  Segare,  dicesi  da' Geometri  per 
Incrociare,  Intersecare  j  ed  usasi  anche 
neutr.  pass.  Viv,  Trait.  Resisi.  Quella 
curva  adunque,  che,  p;irtcndusi  da  B  verso 
G,  segherà  le  rette  A  F  in  T.  ec  ,  sarà 
quella  ec.  (A) 

f  3  §11.  Segare,  parlandosi  di  biade, 
vale  Mietere.  Lat.  messem  melere,  se- 
^etetn  resecare.  Gr.  ^zpi^iiv,  Bocc  In- 
trod.  26-  Le  biade  abb.intlunjtc  erano  , 
seaxa  essere,  non  che  raccolte,  ma  pur  se- 
gale .  Gr.  S.  Gir.  Andate  a  segare  ,  che 
le  biade  son  mature,  f'ìt.  SS.  Pad.  i. 
1^7.  Andando  al  tempo  ,  che  ti  sega  il 
grano  ,  a  segare  a  prezzo  ec,  tanto  è  Io 
grano  che  danno  ai  poveri  di  questo  lor 
guadagno,  ec.  Buon.  Tane,  interm.  4  Su 
via  seghiamo  ,  Doman  batti.imo,  L'  altro 
al  mulin.  Poi  '1  pan  facciamo. 

V  g.  IH,  S\'gar;,  parlandosi  di  prati  , 
o  simili,  vale  Tagliare  colla  /alce  fiena- 
ia r  erba  che  hanno  prodotta.  «  Alani, 
Gir,  2^.  127.  Come  sovente  SÌ  vede  il 
buon  villano  al  lungo  giorno,  Segando  i 
prati  all'alio  Sole  ardente,  Dell'abbat- 
tuto fien   ghirlande  avere  »  .  (C) 

§.  IV.  Per  Tagliare  semplicemente,  Lat. 
secare,  ctedere,  amputare,  Bocc.  nov.  65. 
19.  E'  convien  del  tutto  che  io  sappia  cbi 
è  il  prete  ec.  :  io  ti  segherò  le  veni.  Pass, 
82.  Dormendo  il  padre,  una  notte  gli  se- 
gò le  veni.  Dant.  Inf.  32.  Tu  hai  dallato 
quel  di  Beccheria  ,  Dì  cui  segò  Fiorenza 
la  gorgiera.  Cavale.  Specch.  Cr.  Furono 
tentati,  segati,  morti  di  coltello. 

f  §  V.  Per  simiìit.  si  dice  del  Cam- 
minar delle  navi  sopra  l'  acqua.  Solcare. 
Lat.  secare.  Or.  xÌfJ-V£iV.  Dant.  In/.  8. 
Tosto  che  '1  Duca,  ed  io  nel  legno  fui  , 
Segando  se  ne  va  1*  antica  prora  Dell' 
acqua  più  che  non  suol  con  altrui.  Fianim. 
4.  i58.  Essi  con  ardita  nave  non  segava- 
no il  mare;  solamente  ciascuno  conosceva 
i  liti  suoi.  Ovid,  Ptst.  126.  Traile  mille 
navi  la  tua  sia  la  millesima,  e  la  tua  nave 
sia  I' uliìma  ,  che  seghi  Tacque  stanche 
dall'  altre  navi,  *  Car.  En,  8.  1^9.  E  via 
volando  Segan  l'onde,   e  le  selve,  fCj 

*  §.  VI-  Si  dice  anche  degli  Uccelli 
che  volando  /endono  l'aria.  Lat.  secare. 
Alam.  Colt.  6.  iS\,  Pur  con  Tali  tre- 
manti il  ciel  segando  Va  quinci  e  quin- 
di. (C) 

SEGATICCIO.   Add.  Buono,  e  Accon- 
cio per  esser  segato,  Lat.  sectivus,  sedi* 
Us,  Gr.  TrpioTs'?.  Cr,  i.  11.  6.11  salcio, 
o^Tero    il    larice    segaticcio ,    tecondocbè 
1  scrÌTC  Palladio^  è  ulilusimo. 


S  E  G 


1129 


•f  SEGATO.  Add.  da  Segare,  ne*  suoi 
ttnersi  significati.  Lai.  sectus.  Gr.  «ox*' 
a/*jv05.  M.  /'.  3.  16.  1  maeilri  la  tro- 
varono di  legno  e  di  gesso,  e  segatala  per 
mezzo,  furono  certi  che  oiuaa  reliquia  v* 
era  nascosa.  Tac  Dav,  Perd.  eloq.  (^0^J. 
E  recitato  eh'  egli  è.  quando  egli  gli  va- 
da bene,  lutta  quella  lude  dura  un  di  o 
due,  come  erba  segata,  o  fiore  che  non 
allega.  Buon.  Fier.  4.  2  3.  Vuol  dir 
gola  segata.  Dir  gola  arrandeila*,  Anno- 
data, soppressa.  Gal.  Sist.  21  Quel  grado 
di  veUicil'a,  che  si  trova  avete  il  radenlo 
per  la  perpendicolare  nel  punto  segato  da 
una  parallela   all' orizoiite. 

t  SEGATORE.  ì  erbai,  masc.  Chr,o 
Chi  sega,  Lat.  sedar.  Esp.  l'ant;.  Dirò 
a' segatori:  cogliete  prima  il  loglio,  e  le- 
gatelo in  fastellina.  Gr,  S.  Gir.  20.  An- 
date a  segare,  che  le  biade  sono  mature, 
e  pochi  sono  de' segatori,  0  pregale  Io  si- 
gnore della  biada,  che  metta  più  segato- 
ri. Alam.  Colt.  2.  35.  Pur  quando  av- 
vampa il  di,  quando  è  più  chiaro.  Che 
sospetto  non  sia  di  pioggia  o  nebbia.  Con- 
forto il  segator,  ec. 

SEGATUR.\.  Quella  parte  ilei  legno, 
che,  ridotta  quasi  in  polvere,  casca  in 
terra  in  segando.  1^31 .  scobs,  Gr.  oc'v»;ua. 
Buon.  Fier.  4.  5.  12  Aspetta,  aspetta 
pur  i  vo*  che  tu  impari  Vender  per  pan  la 
segatura  intrisa  Colla  farina.  So</er.  Colt. 
5o.  La  segatura  delle  tavole  d*  albero,  ec. 
E  appresso.-  La  limatura,  o  segatura  di 
peltinagnoli.  Cant.  Cara  192.  Il  legno 
molle  infracida  e  non  dura,  Correvi  al 
primo  la  sega  per  tutto  ,  E  getta,  men- 
tre meni,  segatura  ,  Ch'i;  brutta  all'  oc- 
chio, e  non  se  ne  fa   frutto. 

g.  I.  Per  la  Fessura,  e  Divisione  che. 
fa  la  segr,  e  per  quel/a  Parte  ove  la  cosa 
è  segata.  Lat.  sermlitra,  l'allad.  Fehbr. 
16.  Puoi  quella  segatura  ripulire  collo 
coltello  molto  bene. 

§.  II.  Per  Mieliltira.  Lat.  messis.  Gr. 
'^Zptap.tSi-  Palliid  Liigl.  I.  Di  questo 
mese  gli  alberi  eh'  erano  svelli  ,  fatta  la 
segatura  delle  biade  ,  e  le  viti  novelle  si 
vogliono  aguale  polverire ,    cioè    scalzare. 

§.  III.  Per  lo  Tempo  nel  qual  si  sega, 
0  si  miete,  come  Serbare  il  vino  alla  se~ 
palura.  Lat.  messis,  tenipiis  messis.  Gr. 

SEGAVE.NE,  eSEGAVENI,  Dicesi  di 
Persona  che  tiranneggia  altrui  a  proprio 
interesse,  e  cerca  sempre  il  suo  vantag- 
gio. Lat.  hirudo.  Gr.  ^$i\).o:.  Pataff.  5. 
E   patrignomo  fu  un  segaveoi. 

*  SEGGETTE.  Che  siede.  Sedente. 
Fr.  Jac.  Cess.  3.  7.  lOC).  Fecelo  ap- 
piccare sopra  il  capo  del  fratello,  seggenle  . 
luì  ec.  (JV)  Liv.  M.  De'  raunamenti  che 
la  plebe  facea  nella  casa  di  Manlio  ,  la 
quale  era  seggentc  su  allo  nella'  rocca. 
Safvin.  Iliad,  lib.  8.  v.  j6o  Ed  i  cavai 
rodendo  inoltre  L'orzo  bianco  e  la  vena, 
allato  ai  cocchi  Stando,  altendean  la  ben 
seggente  Aurora.   (B) 

•f  *  SEGGENZA,  Foce  poco  usata. 
Segsio.  Sedia.  Sahin.  Iliad.  lih.  8.  v.  216. 
Tidide,  t'  onoraron  sopra  mano  I  Danai, 
cbe  veloci  hanno  puledri.  Con  seggenza , 
con  carni,  e  piene  coppe.  Or  non  faranti 
ec.  (A) 

SEGGETTA.  Seggiola  portatile  con  due 
stanghe.  Lat.  sella  gestatoria ,  Gr.  fO- 
pÉtov.  Buon.  Fier.  ^.  4-  2.  Se  un  tesor 
ti  si  scopre  verbigrazia  Neil'  orto,  e  te  ne 
vien  presto  novella,  Fornisci  ÌI  sonno,  e 
poi  va  là  *n  seggeila.  E  4-  5.  i5.  Stale; 
ecco  qua  ìn  seggetta  Uoa  non  so  qual  don- 
na. E  se.  16.  Che,  perchè  l'aria  non  le 
faccia  male.  Chiusa  abbiam  la  seggetta. 
Malm.  7.  37.  Tien  per  la  prima  un'ot- 
tima ricelta  ,  Per  rimandarlo  a  casa,  una 
seggetta. 

i4a 


li3o 


S  E   G 


5  l.  Seggetta,  dicesl '•"Cora  ^  una  SorU 
éi  sedia  pi  „.o  rf.  andar  d.l  «rpo. 

•+  *   «     Il     Per    Piccola    sedia    Sem- 

.e^elPa  d,  legno,  da  >.  sury  gì.  oon."» 
.a  ODO  ad  aoo,  p«  fona  d'una  mola, 
che  quei  dilla   rocchclla  rivulgouo  ,    looo 

lU  collali    {P)  „  ,  .     L      .... 

•+  *  SEGGETTIERE.  Colui  che  porta 
la  seg-etla,  Porlanliao.  Sali-a.  lìuoa. 
Fier.X  5  l5.  Qu"U  cbc  porlano  le 
gemi  io  seggetta  .i  domandano  porf»-!.- 
7,i,  o  septtuteri.  Belila.  Bicch.  .66^  E 
'1  lignor,  che  nel  mei.o  si  vedea  ,  Oli  t: 
a  Come  ec,  Che  il  letvjan  di  Jeggeiu  e 

SEGGETTINA.  Seg-etla  piccola.  Lai. 
stìtula.  Gr.  O.S=i'«»5-  i-'-  "''■■  ""'""■ 
Abbiamo  preparala  a'  bambini  1 -ro  una 
..ggellin.  che  abbia  il  f»»'»'  "'1  1"°^" 
(qlinclsisnific.  del  §.  I.  A  SEGGET- 

^V  S  SEGGIA.  r.  .<.  J'<'"'.  ;"  '"'" 
i  «oi  significali  Lai.  ..edf*,  J'''"  •  Gr 
é-/pa.  /<.;  .Wa...  Con.andi,  che  co  oro 
che  venivano  alla  su.  wggi»  giud.ciale  a 
domandar  ragione,  ec.  Frane.  •>-"'- ;^"- 

6  Siccb'ella  lania  sonno  pensi  e  reggia. 
Che  per  dormir   n..n   monte.a  sua  srgg.a. 

egli  sapea  che  a  quella    saula    seggia   ec. 
ciammai  non  erano  mancali,  f/  J 

*  S.    /;    fisiiralam.  -   /•"""<;■   ^'■'^*. 
-,     17    E  lu  più  d-  altri  ecolo  Fora,  di 
iuesli.  per  simil  avere:  Che  •"•""t'IT. 
lere   D"  ogni  ciancella  far  qui  lunga  seg 
già  f beffar  lunga  dimora,  Uallenercisi 

mollo).  (Cj  „  ,         e.j^^ip 

*  SEGGIENTE  .  S,fgenle  .  Sedente 
Sahin.  Ina.  Orf.  Seggienle  in  Irono  ,  < 
deena  d'  onor.  (.4)  , 

\  5  SEGGIO.  Sedia,  Jrne<e  scpra  al 
Jalesi  siede}  ed  è  .".«  f " "}"""'•  ' 
lello.lil,M..  Cli  antirhi  nel  name.o 
del  pia  di -sera  Sepal.  '  Seggiora-  Lai. 
sJdLor.lSp».  Dan,.  Par.  30.  I"  1-' 
gran  seggio,  a  che  lu  gU  occhi  tieni  ec. 
Sederà  I-alma,  ec.  Pelr.  c.nz.  26.  6.  E 
Ulcr  farsi  un  seggio  Fresco  fior. lo  e 
verde.  Tai:  RH-  «»""  ""«  *'°'  " 
Arlù  era  principalmente  quauro  ma- 
uro d"sesV-'ec.,  er"'"rr„ 
maniere  di  teggiora  erano  in  un.  gran 
..la  .  *  Tac.  Day.  /Ina.  12  1^2 
Essi  sciolti  ne  renderono  riverenze  ,  g«- 
..e,  e  laudi  .1  Principe  eie  medesime 
ad  Agrippioa,  che  ti  sedeva  m  «Uro  vi 
cino  seggio.  (C)  ,  - 

*  «.1.  Are.o.  si  dice  anche  delLao- 
.,„  dote  allri  dimora,  abita  -  Bor^h. 
Orig.  Fir.  14-).  Era  quello  il  seggio  pro- 
prio Episcopale  ".  (C)  „     .      ,  /• 

*  e  II  Kfigaralam.  •  Dani.  In/. 
,.  Qiiviè  la  sua  rillade  ,  •  >'»"<>««; 
ciò.  Pelr.  san.  J06.  Di  noi  pur  6a  Quel 
eh'  ordinato  ì-  gii  nel  sommo  seggio  -  fcioè, 

'"  *  Vm.  Seggio,  yolt  anche  Vescovado, 
e  sua  giurisdizione  Horgh.  Vtsc  Fior. 
55q.  FU  persona  di  valore,  e  ""»";  7" 
per  quello  seggio  egrepiamente  opero.  fC^ 
^  4.\  §  IV.  .VegsM  .li  S.  Piero  o  sim.U. 
,Je  rapaio.  Porsi,,  lese.  Fior  36o. 
Reggendo  il  seggio  di  S.  P'"°.'"°"-  *; 
nroeurando  quesl'  adunai...  di  Vescovi 
rMetchiadeVapa.  f/0  E  455  Sedala 
la  scisma,  e  .cchelali  i  presenU  romori 
lo  lasciò  pacificmcnle  nel  seggio    di    S. 

Piero.  (Ci  ,. 

«6  V.  Seggio  figiirnlim.  parlandosi  ai 
piani.-,  0  simili,  di.»'*  <"'  ''"OfO.  o  Coa- 
rf,:(o«  del  arreno  di'  esse  amano  ,  o  ri- 
cullino  Alani.  ('»"  5.  .  .8  Dr.m.  C 
camola  ì  .1  seggio  trovar  profondo  e  gr..- 
„,  Schiva  il  sabbioso.  (^J  I:  appreso: 


SEC 

Poi  1.  molle  lalloga  e  "nnanii  ancora,  A 
ciò  eh'  al  nuovo  Aprd  cangiando  seggio 
D.mro  a  miglior  lerren  colonia  induca. 
Tempo  i:  di  seinioar.  (C) 

SEGGIOLA.  Sedia,  net  primo  sieai/iC. 
Lai.  sedes,  selluU  ,  selU  .  Gj.  t6f:s, 
0-.y(X«o,.  Caialc.  Si^ch.Cr.  S  empie^ 
lono  a.  loro  le  nome  seggiole.  Cr.j.;,!. 
I  il  faggio  è  .rbore  grande,  il  quale  na- 
sce oeir  alpi  ,  del  quale  si  fanno  ottime 
lance,  e  assi  di  seggiole,  e  di  libri 

e.  I  Per  Srsgtlla,  nel  primo  sigaijic. 
Tac  lìnv  Ann.  |5.  »2l.  Pollala  ( l-.pl- 
cari  )  il  seguente  (  di  )  i'  tormenti  mede- 
simi in  seggiola  ,  ec. 

§.  I!  Seggiola,  diciamo  anche  a  l^uei 
legno  die  si  conficca  a  Iraver.o  sopra  l 
estremila  de'  correnti  .  per  cvllgarli.  e 
resgere  gli  ultimi  embrici  del  letto.  ile(«i 
Gronde.  .  „  , 

#  g.  III.  Seggiola.  Term.de  Scarpel- 
Hai.    Il  covo    che    SI   fa    nella  pietra  che 
dee  soilenere  una  lapida  di  sepoltura,  ti 
chiù 'ino   d"  una    fosna,   e   simili.   (A) 
if  SEl.GIOL\CCIA.  Peggiorai,  di  Seg- 
ala .   Pios.    Fior.   pari.  I^.  voi.  3    pag- 


107  Lo  trovammo  [il  R'ì  come  dire  in 
1  una  eapannacla,  assiso  in  una  sepg.olac- 
I  ci.,  che  da'  ferravecchi  se  n'  avrebbe  per 

I  quattro  eraaie.  (TiSì 
#  SEGGIOLETTA.  Dim.  di  Seggiola. 
Bari.  Stor.  It.  l.  4.  cap.  16.  Ne'  poveri 
alberghi  ec.  passar  egli  I  il  P.  hamez  ) 
i  la  none  vestilo,  e  sedendo  so  una  misera 
scegioblla,  sepnr  v'avea.  fCf>  . 

SEGGIOLINO,  e  SEGGIOLINA.  Dirri- 
di  Srugiolaj  Piccola  segf.iola.  Lai.  se//«/«. 
Gr.  il ??!-«;  •  ifalm.  2.  17.  Di  qua  1 
armadio  fece  uno  slipello,  La  seggiola  di 
là  un  seegiolino- 

SEGGIOLO,  f.  A.  Seggiola.  Lai.  sel- 
la. Gr.  I«V«  '•■■'-  ^S-  P"'  >•"<"••■  "^'" 
secEioli,  e  feceli  sedere  in  sor  uno  da  mano 
diritta,  fit.  S.  Ani.  Non  avea  allro,  che 
un  seggiolo  di  legno  tessuto  di  palma. 

SEGGIOLONE.  Seggiola  grande.  Lai. 
sella  m.i,r.  Cecch  D.ssim.  5.  5.  Pigliai, 
un  seggiolone,  e  poslavela  su,  e  lalloyi 
sopra  un  padiglione  di  panni,  sicché  I  aria 
non  r  offenda  ,  ec. 

SEGHETTA.  Vim.  di  Sega.  Lai.  serra 
minor.  Pallad.  F  R.  cap.  4l.  Questi  su- 
no  li  ferramenli,  li  qoali  sono  oecessarii 
alla  villa  ec.  ,  falci  da  mietere,  o  fienaie, 
•appe,  lupi,  cioè  m»rroni  e  segoni  con 
miniche  ,  seghelle  mioori  .  v.nghe  ,  ron- 

coni  . 

g  I.  Seghetta,  dicevasi  ancora  antica- 
mente ad  un  Modo  di  acconciarsi  i  ca- 
pelli delle  donne.  Tr„!l.  Fort.  In  lor  ca- 
pelli ben  peltinare  .  e  condueere  a  fona, 
acciocehi^  elli  abbiano  belle  lariere,  0  belle 
seghelle,  o  belli  ciuffelli.        , 

f  §.  II.  Seghetta ,  i  anche  «no  Stru- 
mento dentalo  di  ferro  a  guisa  di  semi- 
cerchio che  SI  pme  sul  anso  a  cavalli 
per  domarli,  e  mi-glio  m-inrggiar.i. 

*  SEGMENTO.  /  .  SEMMENTO.M; 

SEGNACASO.      Terni,     de' C.ramma- 

liei,  e  vale   Parola  monosillatia  indeclina-^ 

bile  ,  ritrovata  per  supplire  al  dfetto  d 

alcuni  casi,  't  *  Bnomnintt.  Troll.  9.  cap. 

I  II  supplire    al    difetto  de'  casi  e  parti- 
colar  ufficio  del  segnacaso  .  E  appresso  .• 

II  segnacaso  i;  il  medesimo  ,  che  da  altri 
vicecaso  è  chiamalo.  (A) 

•+  #  SEGNACCENTO.  Picce'»  frep 
che  segna  t'accento  BuommatU  Tratl.  6. 
cap  ■}.  !••  qual  linea,  perchè  serve  come  si 
vede  ,  per  segnar  1'  accento  non  si  do- 
vrebbe  chian.are  aecento,  ma  segnaccento  . 
o  not.ccento,  o  cosa  t.le.  (Ai 

«  SEGNACCHIO  .  y.  A  Sega-,  In- 
segna. Med.  Arb.  Cr.  46.  Nel  metto  d. 
ladroni  fu  menalo  ,  e  in  .Ilo  in  .ria  le- 
vato, e  posto  come  .  segoscthio    (C) 


E  E  O 

SEGNACOLO.  Segno,  Contrassegno 
L.l.  signacutum  .  C'pian  .  Gr.  Ifpa-fi- 
Dani.  Par.  17.  Né  che  le  ch..vi,cbeim 
fur  concesse,  Divenisser  segnacolo  10  ve»- 
lillo  Che  cODlra  i  ballexiali  corobatieue. 
Elp.  l'ang  O  anima,  sposa  mia,  poni  ■» 
come  tuo  segnacolo,  ovvero  suggello ,  so- 
pra '1  ruor  tuo  per  fervente  amore,  e 
sopra  '1  braccio  tao  per  cserciiu  d  ope- 
rauooe.  III.  SS  Pad.  Venite,  e  dumo 
gloria  a  Dio,  lo  quale  hae  allnmioali  gU 
„„hi  della  merte  vostra,  che  possiate  co- 
noscere, e  ricevere  lo  segnacolo  dell,  viu, 

cioi:   ballesimo.  .        .  ..      j,  , 

SEGNALANZA  .    K.    A.    A,tr.UO  di 
Segnahtoj    Eeclienta  .    Lai     strernslU,  , 

Ja.u,niia.  Gr.  «voVavaBia,  a(>HTtt«.  ) 

Rim.  ani.  Guitt.  F.  B.  E  noto  per  .mia 
tMna'anKa.  — 

S  SEGNALARE.  Rendere  famoso,  far 
segnalato.  La..  ceUbrare .  Gr.  eil.fll("- 

*  e  I.  Segnalar  uno  per  checchessia, 
vale  "Riconoscerlo.  Dichiararlo  soUuu- 
mete  per  checehesiia  .  •  Car.  leti.  2. 
aSl.  Egli  v'  ha  segnalato  per  ule  (  per 
amico)  nella   ina  morte-    (C) 

§.  II.  In  signific.  neutr.  pass,  vale 
Rendersi  iiluili-e  ,  o  segnalato.  L.t.  glo- 
1  r(cm,  velfamam  adipiici.  Gr.  iuxJoa? 
TU/Y«ve.v.  Salvia.  Due.  I.  103.  A  que- 
I  ,10  dominio  arrivarono  qoegli  che,  sopra 
sii  altri  uomini  segnalandoli,  vennero  aa 
.vere  in  sé,  e  mostrare  agli  altri  on  non 
,0  che  di  superiore  e  divino.  *  Palla.-. 
Stor.  Cone.  1-  234.  Ed  1  medesimi  ofB- 
cii  furono  continuati  ee.  >  quelli  ec.  ette 
s'erano  più  segnalati  in  favor    delU  fede 

cattolica.  IK)  .      n 

SEGNALATAMENTE.  Avverò.  Pnn- 
cipotmenle.  Particolarmente,  Propnamen- 
te  Lai  potissifiium .  praecipue.  Cr.  pa- 
JuT»,  ilTipirai  Lib.  Astrol.  SicMme 
lisavii,  che  fecero  le  leggi,  e  segnaUl.- 
menle  li  profeti.  Farcii.  Ereol.  »4x  non 
vi  par  egli  ,  come  .  Cicerone  ,  che  fuM 
meglio  posto  e  pi&  segoalalamenle  dai 
Latini,  che  da'  Greci  ,  simposio! 

*  §.  Per  S'snatamenle.  Borgh.  Tose. 
33 1.  Vi  aggiunse  legn.lalameote  :  Allor. 
che  fu  intorno  .11'  anno  di  Bora.  45o  « 
460  .  Dep.  Decam.  45  Segn.laUmenl. 
disse  che  quivi  er.no.  (F) 

SEGNALATISSIMO  Superi,  di  Se- 
gnalalo. Red.  leu.  2.  57.  L-  assicuro  che 
mi  fari  un  favore  segnalalissimo.  Salvia. 
Disc.  1.  l3l.  Vantaggi  legnal.lissimi  re- 
cano all'  uomo. 

3  SEGNALATO  .  .1d,l.  da  Segnalare. 
*  Pep.  Decam.  120.  Si  mutano  (U  in- 
dizioni )  li  di  settembre  ed  a  mnxo  il 
mese,  cioè  in  tempo  non  segoal.lo  d.  po- 
terlo tenere  a  mente,  come  se  fosse  verbi 
erasia  in  capo  d'  anno.   (F) 

*  S-  '  .fegaalat.^.  vate  anche  Degmo  Chd 
vi  Si  ponga  mente.  IS'otobile.  »  Fir.  Dite, 
an.  (k)  Per  molte  segnalale  cose  che  egli 
operi 'in  servigio  di  lui  ec  ,  e  fon.  eb. 
egli  incorra  in  molti  affjnni.  Bem.  Uri. 
l!  1 1.  3  E  allor  gode  1..  fortuna  e  sguana. 
Quando  fa  qualche  prova  segnalata  -    (C) 

*  §  II.  Ji'ri;ito'«f.',  .-«Ir  ""'"'"  Egregio. 
Fxcelltnle  nel  <iio  genere.  -  Rieett.  Fior. 
7  Le  terre  segnalate,  che  vengono  in  oso 
dell,  medicina,  sono  forestiere  •.  fO 

X>  ?  Ili  Sei:nalato,  parlandosi  di  prr- 
sona,''vale  Egregio,  Illustre ,  \obife.  Caspi- 
fuo.Lat  n/.f nìa,  e.rfmmi  Cr.  ItniTuo* 
r.ie.A  Slcr.  1 1 .  3.'>9  E  di  vero  parevi  ver- 
gogna  chiunque  faceva  professioned'.rme  il 
ioo  trovarsi  in  on.  t.nla  e  t.l  guerr.,  o  di 
dentro  .  o  di  fuori,  dove  milil.v.no  tolti 
gli  uomini  più  legnalati  d' Italia.  fO 

«  «•  IV  E  In  forza  di  tuli  vale  Uomo 
segnalato  ',  illustre  .  Tac.  Dav.  Germ. 
379     Io    esseqoic  niun.    premor.  ;    sola- 


5  E  O 

mente  eoa  cena  speiie  di  I«gne  ardono  i 
corpi  de*  segaaljti;  a'e  ve&U,  Qt-*  odori  gel- 
Uno  ÌD  sulla  catasta.  (C) 

SEGNALE  .  Sei;no  ,  Conlrassfgno  . 
Lat.  si^ntim  ,  nota  .  Gr.  <srìttitov  .  Sen. 
Pist,  Acciocché  tu  possi  di  colpo  trovar 
\t  buone  parole,  io  vi  metterò  segnali  che 
le  ti  mosterranno  iuconlancnie.  Bocc.  nov, 
19.  l5*  Ma  niuuo  segnale  da  potere  rap- 
portare le  vide,  l'uort  che  uno  rh*  ella  d' 
•vea  sotto  la  sinistra  p>>ppa  ì  ciò  era  uà 
oeo.  E  num.  iS-  Tutto  Del  viso  camLia- 
to  ,  exiaadio  se  parola  non  avesse  detta  , 
diede  assai  maoifesio  segnale  »  ciò  cs^er 
vero  .  E  nov.  3a.  18.  lo  diedi  uo  gran- 
diuimo  bacio  ali*  Agnolo,  tale  che  egli  vi 
si  parrSi  il  segnai»  parecchi  di .  /:  nùv. 
45.  li.  Perciò  raniiiiemorjiti  se  ad  alcun 
segnale  riconoscer  la  credessi. 

f  §.  I.  Sf anale  ,  si  tlice  anche  Cia- 
scuna costeltiìzìont  che  ai  trova  ntllo 
zodiaco,  0  vicino  ad  esso,  ed  anche  Cia- 
scuna deile  dodici  parti  ,  nelle  quali  si 
divide  l*  Eclittica  .  Ott,  Com.  Inf.  il. 
aio.  CoDciosjiacosa  dunque  che  *1  segua- 
le del  Pesce  preceda  immediatamenle  1* 
Ariete . 

+  §.  II.  Segnale»  si  dice  anche  l'Ori- 
ma  degli  ammalati  che  si  mostra  al  me- 
dico .  Bocc»  nov.  83.  6.  A  me  pare  che 
to  te  ne  torni  a  casa  ,  e  vaditeoe  in  sul 
Ietto,  e  Taccili  ben  coprire,  e  che  tu  man- 
di il  segnai  tuo  al  maestro  signore. 

f  §.  III.  Segnale  ,  trovasi  anche  per 
insegni,  Amet.  89.  Per  vittorioso  segna- 
la il  mio  scudo  voglio  a  quella  lasciare. 

f  *§.  IV.  Segnale,  vale  anche  Aspetto. 
Sembianza.  Ninf  Fii-s.  211.  E  comechè 
per  gli  aOanni  passati  Nel  viso  ancora 
avesse  pallidezza .  Nondimen  quel  color 
pareva  tale.  Che  più  gli  dava  femmiail 
Mgoale.  (B) 

f  §.  V.  Segnale,  trovasi  anche  per  Au- 
gurio ,  G.  y.  8.  121.  I.  Non  gli  lascia- 
vano entrare  in  loro  terre ,  ma  scaccia- 
vangli  ,  dicendo  eh*  era  mal  segnale  alle 
Csrrc,  ove  entravano. 

SEG>ALETTO.  Dim.  di  Segnale,  Lat. 
*M><u/a.  Gr.3>)/iartov.  ia/t'in  Pros.  Tose. 
M-  24.  Poscia  alla  fi.  ec.  apponeva  il  sopra- 
•critto  segnalelto. 

SEG:NALUZZ0.  mm.  di  Segnale.  Lat. 
^Mtlula.  Bocc.  nov.  76.  II.  Fece  lor  fa- 
re un  certo  segnalutzo,  per  lo  quale  egli 
molto  bene  le  conoscea .  lìorgh.  Arm. 
Pam.  86.  Quasi  sempre  bastando  loro  con 
ogni  piccolo  segnaluzzo  contrassegnarlo. 

SEGNARE.  Contrassegnare,  Far  qual- 
che sesno  ,  Notare  .  Lat.  signare  .  Gr. 
9fp%yi^tKV.  Bocc.  nov.  c)9.  ^O»  Sopra  il 
qoale  esso  una  grande  e  bella  corona  po- 
M  di  gran  valore,  e  sì  la  segnò,  che 
apertamente  Tu  poi  compreso  y  quella  dal 
Saladino  alla  donna  di  messer  Torello 
esser  mandata  .  E  l'it,  Dant.  2.5^.  Ac- 
ciocché insieme  andassero  a  cercare  nel 
luogo  mostrato  a  lui  ,  il  quale  egli  otti- 
mameote  nella  memoria  avea  segnato  . 
Amet,  96.  Acciocché  Ìo  bene  i  loro  pia- 
ceri operando ,  possa  con  bianca  pietra 
segnare  i  pochi  giorni  .  Dani.  Inf.  26. 
Quando  venimmo  a  quella  foce  stretta  , 
Ov'  Ercole  segnò  li  suoi  riguardi  .  But. 
ivi:  Segnò  li  tuoi  riguardi,  cioè  pose  le 
me  colonne  in  segno  ,  che  nessuno  passi 
più  oltra.  ì'inc.  3fart.  rim,  21.  E  di  ve- 
stigia eternamente  sole  Lo  smarrito  sen- 
tiero ognor  segnate. 

§.  I.  Fìguratam.  Dant,  Par.  i3.  Però 
»«  il  caldo  amor  la  chiara  vista  Della  pri- 
ma virtù  dispone  e  segna.  Tutta  la  per- 
fexìon  qnivi  s'acquista.  Bat,  ivi:  E  però 
dice  segna,  cioè  imprime  to  suo  suggello. 
E  Dant.  Pnr.  16.  Quai  fargli  anni  Che 
si  segnato  in  vostra  pnerizia  ?  (cioè,  che 
oùUefimo  era  ,  0  qu^e  anno  correva  ?  ) . 


5  E  G 

E  l8.  Io  vidi  in  quella  giovial  facella 
Lo  sfavillar  dell'  amor  »  che  11  era  ,  Se- 
gnare agli  occhi  miei  nostra  favella  . 
But.  ivi  :  Segnare ,  cioè  per  segno  dimo> 
strare  . 

§.  II.  Per  Notare  le  misure  di  qua- 
lunque sorta,  contrassegnandole  per  giù- 
ste  con  piombo ,  fuoco ,  o  simili.  Lat.  .*/- 
gnare,  notare.  Gr.  afpx-/i^tt\t.  Lib.  Son, 
XI2.  Però  si  segnan  gli  orciolin  co' piombi. 

§.  III.  Per  Far  segno  di  croce.  Dar 
la  benedizione.  Lat.  benedicerc  ,  benedic- 
tionem  impt-rtiri  ,  Gr.  8u3^5'/Erv  .  G.  V. 
5.  I.  5.  Il  Papa  ec.  palesossi  al  Re  e  al 
popolo,  e  cominciò  a  segnare.  M,  V.  3. 
l5.  U  Vescovo  di  Firenie,  ricevuto  colle 
sue  mani  il  detto  braccio  ,  rolla  mano  se- 
gnando la  gente ,  ec.  Dmt.  Inf.  20.  Luogo 
è  nel  mezio  là,  dove  il  Treiiiioo  Pastore, 
e  quel  di  Brescia  ,  e  *1  Veronese  Segnar 
poria,  se  fesse  quel  cammino. 

g.  IV.  in  signific,  neulr.  pass,  per  Farsi 
il  se^no  delia  croce  .  Frane.  Barb.  82. 
11*  Vedi  un,  che  al  Sol  si  segna,  e  leva 
su,  e  falli  certo  onore.  ì'it,  SS.  Pad.  i. 
27.  Veggiamo  che  ,  segnandosi  1'  uomo  e 
raccomandandosi  a  Dio,  iocontaaente  dis- 
pare (il  Demonio).  ì'it.  S.  Mar'^U.  i5i. 
Quando  ella  vi  venne  ad  entrare  ,  Sì  si 
comincia  a  segnare.  Ciriff.  Ca/v.  3.  Io3. 
Aspetta  purj  che  se  tu  gli  vedrai.  Ti  segne- 
rai con  più  di  cento  croci.  Cj/jt.  IJott. 
1.  12  Ancoraché  il  segnarsi,  come  ora 
tu  fai  ,  sia  bene  ec. ,  egli  è  ora  fuor  di 
proposito. 

■f  5?  §.  V.  In  proverb.  Odi  il  vange- 
lo ,  e  poi  ti  segna  ,  dicesi  ad  accennare j 
che  prima  di  giudicare  si  dee  ascoltare. 
Cccch.  Dot,  1.  I.  Bin.  A' segni  e'  mi  par 
che  tu  facci  poco  I'  uno,  e  manco  l'altro. 
Ma.   Odi'l  vangelo,   e   poi  ti  segnaC^^ 

g.  VI.  Per  Maravigliarsi,  o  Farsi 
il  segno  della  croce  per  maraviglia,  Dit- 
tam.  1,  18  Quando  vi  penso.  Ancor  per 
maraviglia  me  ne  segno  .  ^  a.  8.  Qui 
pensa,  se  di  tale  onor  fue  degno,  Oh'  io 
il  vidi  al  dimandar  tanto  discreto  ,  £  li- 
berale al  dar,  eh'  10  me  ne  segno. ^^  Frane. 
Sacch.  nov.  l63.  Ogni  cosa  veduta,  si  co- 
minciò a  segnar  per  forma  che  quasi  fu 
per  uscire  della   memoria.   (F) 

*  §.  VII.  Segnare,  talora  vale  Pren- 
der la  mira.  Lat.  collineare.  Bern.  Ori. 
3.  I.  64*  Giunselo  appunto  ove  1'  avea 
segnato,  Sotto  al  ginocchio,  al  fondo  del- 
r  arnese.  (N) 

*  g.  VIII.  Per  Cogliere,  Ferire .  Ar, 
Fur,  21.  IO.  Ermonide  d*  Olanda  segnò 
basso  ,  Che  per  passare  il  destro  fianco 
attese:  Ma  la  sua  debil  lancia  andò  in 
fracasso,  E  poco  il  cavalier  di  Scozia  of- 
fese. (Br) 

f  ^  §.  IX.  Segnare,  vale  anche  Scri- 
vere il  proprio  nome  sotto  un  Contratto  , 
una  lettera,  una  supplica,  o  simile,  affine 
di  confermare,  e  rendere  valevole,  o  simile, 
ciò  che  vi  si  contiene  .  Benv.  Celi.  Vii. 
Date  qua  quel  motuproprio:  e  presolo,  di 
sua  mano  subito  lo  segnò.  (A) 

g.  X,  Per  Cavar  sangue.  Lat.  sangui- 
nem  mittere .  Gì.  y).ej3oro/jiertf  .  Cr.  9. 
5.  6.  Per  guardare  la  sanità  del  cavallo, 
sì  dee  quattro  volte  segnare  della  vena 
usata.  È  cap.  19.  2.  Se  '1  cavallo  è  gras- 
so, e  di  perfetta  ctade  ,  gli  sì  dia  a  bere 
a  sua  volontà,  e  poi  d'  araendae  le  tem- 
pie, e  di  ciascuna  gamba  delle  vene  usate 
sì  segni.  M,  Aldobr.  B.  V-  Chi  si  fa  se- 
gnare ,  sed  e*  non  puole  aver  lo  sangue 
al  primo  colpo,  non  si  faccia  più  fedire, 
se  gran  raestier  nun  gli  fa.  E  P.  N-  3i. 
Le  due  vene  delle  tempie,  che  la  6sica 
appella  arterie,  perciocché  elle  dibattono, 
alcuna  volta  le  fa  il  savio  6sico  segnare 
e  incendere  >  G.  V.  5.  7.  3.  La  prima 
pietra  che  si  fondò  ,  la   calcina   s*  intrìse 


S  £  G 


u3i 


di  sangue  ,  che  si  segnaroQ  delle  braccia 
i  sindachi  a  ciò  mandatù 

5^  §.  XI.  Ses,nare.  Termine  de'  Pittori^ 
Scultori  e  Architetti  .  È  propriamente 
Fare  quel  disegno,  o  segno,  o  tineamenlo 
col  gesso  in  su  la  teia^  0  tavola  ,  accen- 
nando la  figura  che  'l  Pittore  vuol  dipi- 
gnere  j  e  quello  che  (a  io  Scultore  eoa 
carbone  o  matita  sul  marmo,  per  dimo- 
strare la  quantità  che  ne  dee  levare  J  9 
P  Architetto  per  esprimere  il  suo  pen- 
siero confaLtlità  e  brevità,  e  quasi  ao- 
cennanilolo.    Baldin .   toc.   Dis,  (B) 

SEGNATAMENTE.  Avverh.  Con  se- 
gno. 

g.  I.  Per  Espressamente.  Lat.  exprcsse, 
manifeste,  signanter.  Gr.  oiaovj'^jiw;.  Mor . 
S.  Oreg.  1.  8.  Vedi  che  la  somma  Ve- 
rità segnatamente  dice,  che  nella  lingua 
più  ardeva  quegli  che  sì  splendidamente 
era  vivulo.  E  altrove:  Quivi  non  si  di- 
ce, se  non  quando  noi  dimostriamo  alcun 
luogo  segnatamente.  Varch.  KrcoL  I79. 
Ciò  avviene  ogni  voIt.i  che  egli  si  debbe 
rispondere  segnatamente  ad  alcun  pro- 
nome. 

'.'  §.  II.  Per  Appositamente,  A  posta.  Ott. 
Coni.  Inf.  ^,  35.  La  prima  (patte)  al* 
luoga  in  parte  tenebrosa  j  la  seconda  in 
luogo,  dove  è  alcuno  lume  procedente  da 
una  lumiera  segoatamcnte  posta  ijuivi.  (C)^ 

t  SEGNATO.  Add.  da  Segnare.  Lat. 
signatiis,  insigtiitus,  inscipUts  ,  notatus  , 
impressus.  Gr.  "Jior'jij/jio;.  Bocc.  Conci. 
IO'  Tutte  nella  fronte  piTtan  segnato 
quello  che  esse  dentro  dal  loro  seno  na- 
scoso tengono  (  cioè,  aperto,  0  manifesto). 
Fiamm.  2-  18.  La  tua  vita  e  la  mia 
cacciate  non  sicno  dal  tristo  mondo  prì- 
raachè  venga  il  disegnalo  f'cioèj  prescrìt- 
to )  .  Dant.  Purg.  12.  O  Niobe,  con  che 
occhi  dolenti  Vedev'  Ìo  te  segnata  in  sulla 
strada  1  (cioè  ,  effigiata  ,  scolpita  ,  ritratta  ). 
E  Par.  17.  Siedi 'ella  esca  Segnata  bene 
della  'nterna  stampa  {  cioè,  impressa,  scol- 
pita, improntata).  Petr.  conz.  3o.  1.  Ch* 
ogni  segnato  calle  Provo  contrario  alla 
tranquilla  vita  ( cioh,  battuto,  calpesto, 
usiiato  ) .  Cr.  2.  l5.  II.  Il  sativo  e  no- 
vale campo  sono  da  cavare  e  da  srare, 
perocché  in  altro  modo  ì  semi  non  ben 
s*  appigliano  in  loro  per  le  segnate  cagio- 
ni. Pailad.  Ottob.  12.  Si  vogliono  riporre 
i  frutti  da  serbare  secondo  ì  modi  segnati 
di  sopra  (in  q-.-esli  due  esempii  vale  as- 
segnalo ,  addotto),  Ott,  Coni,  inf,  23. 
395.  Gl'ippocrili  paiono  santi  e  buoni,  e 
dentro  è  nulla  di  bontade  e  di  santitade, 
sicché  il  segno  di  fuori  non  hac  alcun  se- 
gnato dentro  (qui  in  forza  di  sust,  ,  e 
vale  la   Cosa  segnala). 

=l<  g.  I.  Per  Sottoscritto.  Car.  leti, 
ined.  3.  78.  Secondo  la  convenzione  e  la 
supplicazione,  che  avemo  fatta  lor  vedern 
segnata  dì  man  del  Papa.  (C)  Bern.  Ori. 
I.  27.  46*  £  fattogli  gratissima  risposta. 
La  patente  segnata  in  man  gli  porge.  (N) 

*  g.  II.  Per  Distinto.  Bemb,  AsoL 
4>'>>  Le  quali  passioni,  perciocché  si  come 
venti  contrarii  turbano  la  tranquillità  dell' 
animo  ec,  sono  per  più  segnato  vocabolo 
perturbazioni  chiamate  dagli  scrittori.  (V) 

g.  III.  Segnalo,  e  benedetto.  Aggiunti 
che  si  danno  ad  alcuna  cosa,  ihe^  si  vo- 
glia rilasciar  liberamente ,  e  senza  ecce- 
zione alcuna  ,  e  con  animo  di  non  rivo- 
lerla. Pecor.  g,  4-  ""^^  '•  ^  '^''"  *?° 
fermo  di  fare,  e  voi  v'  abbiate  1'  eredita 
segnata  e  benedetta.  Frane.  Sdcch.  nov. 
88.  S*  egli  è  andazzo  di  tor  vigne,  che  il 
vostro  consono  s'  abbia  la  mia  vigna  se- 
gnata e  benedetta.  Malm.  5.  55.  Prenda 
Cupido  allor,  ch'io  gli  prometto  Lasciar- 
glielo segnato  e  benedetto.  Menz.  sat,  4- 
Per  queUo  io  non  ho  lor  la  laurea  lolla; 
La  lascio  lor  segnata  e  benedetta. 


Il32 


S  E  G 


#  SEGNATOIO.  Term.  d,glt  Artisti. 
Strumento  di  varie  Jornit,  che  serve  per 
imprimere  sulte  materie,  che  si  adopi-ra- 
no,  qualche  segno  che  dia  norma  neU'o- 
perare.  (A) 

#  §.  St-Qnnloio.  Term.  de*  Fali^iai. 
Strumento  di  ferro  a  ruota  con  gruccei- 
la,  per  far  rif*hi  diritti  al  cuoio.  (A) 

SEGJNATORE.  Che  segna  ,  Che  indi- 
ca. Che  accenna.  Lai.  index,  ostensor. 
Gr.  sijjLtavTig'p.  Lih.  Astrai.  Ilivolgi  Ij 
rete  ia  modo,  che  ix  ritolga  il  capo  Caa- 
cer  di  sotLo  dall'  orizzone,  e  Ìl  capo  del 
segaatore  eoa  1'  uno  ,  ioGacbè  s*  aggiua* 
gaoo  ameoiluDÌ  all' orìstonc  orcìdeotate. 

SEGNATRICE.  Verbal.  fem.  di  Se- 
gnalare, Liit.  signatrix,  notatrtx.  l-tb. 
Pred  F.  li  Ke  prendono  sempre  la  ri- 
cordanza eoa  la  propria  peQoa  tegaatrice. 

SEGNATURA.  Segno.  Cosi  dicono  t 
Medici  III  Somiglianza  che  hit  una  pianta 
con  qualche  altra  cosa.  Lat.  *  stgnatio  , 
signatura.  Red  ì'ip.  I  ({Q.  Favoloio  e 
ancora  tutto  ciò  che  d<ir  astrale  ec.  e  ma- 
gica virtù  della  legoatara  dell'  erbe  hanno 
kogaato  alcuni  autori  K  appresso:  Per 
aver  le  spine  del  cappero  la  segnalur^^de* 
denti  della  vipera,  per  questa  ragione  il 
cappero  sia  per  ciser  sommo  e  possente 
medicameulo  da  guarire  i  morsi  vipe- 
rioi. 

■J-  ^r  §.  Segnatura,  è  anche  un  Tribunale 
supremo  di  Roma  ,  composto  di  sette  Pre- 
iati,  e  (li  un  Cardinale,  che  coi  nome  di 
prefetto  ne  è  (/  c.ipo.  Si  cfiiama  Segna- 
tura  dì  giustizia  e  di  grazia,  perche  non 
so^o  rende  ra<^ione  cnmc  gli  altri  tribù- 
nali,  ma  con  facoltà  sovrana  fa  grazie. 
Segner.  Mann.  Scttcmh.  l3.  2.  Volle 
che  un  tale  aSjrc  passasse,  per  dir  cosi, 
non  in  segnatura  di  grazia  ^  ma  di  giù- 
iti»ia.  (D 

SEGNETTO.  Dim.  di  Segnoj  Piccol 
■legno.  Lai  *  notula.  Gr.  cni/AaTtov.  Borgh. 
Arm.  ()3.  Potrebbe  questo  segnetlo  della 
croce  del  popolo  tenersi  comuoemeole  per 
buono  indizio  di  questa  popolarità. 

SEGNO,  si  dice  Quella  che,  all' offe- 
rir se  medesimo  a*  seitù  ,  dà  indizio  d' 
un'  altra  cosa  Lat.  signum  ,  nota  ,  in- 
dicium.  Gr.  cijye'ov.  Tes.  Dr*  8.  53. 
Segno  si  i;  una  dimos'.raaza,  che  dà  pre- 
sunzione che  la  cosa  fu,  o  sarU  secondo  la 
signifìcanza  di  colui.  Race.  nov.  i.  12. 
Sarebbe  gran  biasimo,  e  segno  manifesto 
di  poco  senno.  E  nov.  18.  21.  Avendo  un 
ugno  e  altro  guardato  di  lui ,  e  non  po- 
lendo la  sua  infermità  tanto  conoscere  , 
tutti  comunemente  si  di^peravan  della  sua 
salute.  IC  nov.  58.  I.  Con  onesto  rossore, 
ne*  lor  visi  apparito,  ne  dieder  segno. 
Pass.  i:ao.  Ne  mostrando  segno  di  so- 
spetto veruno,  un  dì  pregò  il  prete,  che 
r  accompagnasse  a  cerio  luogo.  Dant. 
Par.  0-  E  al  mio  Ddlisar  commendai 
l'armi.  Cui  la  destra  do!  Ciel  fu  si  con* 
giunta.  Che  segno  fu  ch'io  dovessi  po- 
sarmi. Petr.  cap.  7.  Questi  è  corso  A 
morte,   non  T  aitando:   i*  veggio    i    segni. 

§.  l.  Segno  ,  per  Contrasu'gna,  Lat. 
signitm,  symbalum.  Gr.  arip-dav,  c\JfJ.^o- 
iov.  Rocc.  noi\  27.  ^17.  Tra  per  questo 
e  per  gli  altri  segni  riconosciuto  fu  colui, 
eh  era  stato  ucciso,  essere  stato  Fatinolo. 
E  nov.  So.  9.  Del  quale  tutti  i  segni  le 
diue. 

§.  II.  Per  Figura  impressa  ,  Stili- 
lo. Lat.  signum.  Gr.  ctiptìo-/.  Pas^.  3lÌ2. 
Involgono  scritte  di  nomi  di  demonii  ,  a 
di  segni,  0  tli  figure,  o  di  caraiieri  da' 
demonii  trovati  e  segnali.  ^  Dant.  Purg, 
iH.  Ma  non  ciascun  segno  E  buono,  an> 
corchi)  buona  sia  la  cera  Rut.  ivi  :  Lo 
Cattivo  suggello,  che  fa  lo  ■•■gno  nella  ce- 
ra, fa  citiìvo  segno  orila  cera,  beoch'ella 
}ln  hnont, 


S  E  G 

§.  III.  Per  Miracolo.  Lat.  signum, 
pjrtentum.  Gr.  oij/e'ov  Dant  Par.  18. 
Dentro  al  tempio  ,  Ch"  si  murò  di  se- 
gni e  di  martiri.  Amm.  Ani.  IQ-  X.  3. 
lo  reputo  che  la  virtù  della  paxieoiia  sia 
maggiore,  che  segni  o  miracoli.  Coli  Ah. 
liaac,  cap.  3.  Non  agguagliare  coloro  che 
fjnno  i  segni  e  le  maraviglie  e  le  virtndi 
nel  secolo,  a  coloro  che  sono  saviamente 
io  suliludioe.  *  Fior.  H.  376  lo  »tupe- 
fatlo  di  questo  segno  domandai  li  sacer- 
doti e  r  interpreti  delU  segni  che  volea 
esser  quL'sto.  (C) 

g.  IV.  Segno,  Segno  celeste,  0  Segno 
dei  Zodiaco,  ti  dicanole  CosteltaMÌoni  che 
in  esso,  o  vicino  ad  esso  si  trovano  ;  e  an- 
che  le  dodici  Parti,  nelle  quali  si  divide 
l'eclittica.  Lat.  gi^^num,  dodec  aie  monta  . 
Frane*  S-iCch.  rim,  16.  Passalo  ha  '1  Sol 
tatti  i  celesti  segni  Già  1'  undecima  rotta. 
G.  V.  12.  ^0-  4-  ''  piaaeto  di  Marti 
entrò  nel  segno  del  Cancro  addi  la.  di 
Settembre.  Quid.  G.  Poichl'  furono  rice- 
vuti in  cielo,  fecero  il  segno  dfl  cerchio 
del  Zodiaco,  il  qudle  fino  al  dld'  oggi  si 
chiama  il  segno  di  Gemini.  Rorgh,  Rip. 
70.  Quai  s-gni  sod  quelli  che  dal  mare 
dipendono  t  ec.  Il  Montone,  il  Toro  ,  il 
Granchio,  lo  Scorpione,  il  Capricoroo ,  l* 
Ar|uarìo,  ed  i  Pesci. 

§.  V.  Per  Cenno.  Lat.  signum,  si^ni- 
fìcatio ,  indicium.  Gr.  on^sTov,  sriftasta, 
iii^a-ti^,  lìocc.  nov,  \l\.  7.  Tanto  attese, 
che  ella  vide  Ricciardo,  e  fecegli  un  se- 
gno posto  tra  loro.  E  nov.  ^5.  7.  Sic- 
ché, quando  vedesse  un  segno,  ch'ella 
fartrbbe,  egli  venisse.  K  num.  8  E  fatto 
il  segno  posto,  andò  ad  aprir  l'uscio.  E 
nov.  Q5.  i5.  Se  n'  andò  alla  buca,  e  fece 
il  segno  usato.  Amet.  89.  Perciocché  essi 
sono  allo  mie  battaglie  disposti  ,  e  senza 
segno  centra  ì  nimicì  si  affrontano  ,  per 
vittorioso  segnale  il  mio  scudo  voglio  a 
quella  lasciare.  M.  V .  1. 11.  A  uno  segno 
dato,  ordinate  le  guardie  de*  sergenti  so- 
pra il  carriaggio,  corsono  i  cavalieri  a'  loro 
cavalli.  Fir.  A-u  l38.  Già  hanno  mosso 
il  campo,  ordinate  le  squadre,  dato  il  se- 
gno. ,4lam.  Gir,  22.  4^*  ^''  ^*  segno 
Giron,  che  non  gU  grcva  Cb*  altra  nuova 
battaglia   seco  prenda. 

g.  VI.  Per  Falere  ,  Arbitrio,  Liì.  nu- 
lus.  Gr.  vcJai;.  M.  7'.  2.  20.  I  Gam- 
harorli  ,  a  cui  segno  Pisa  si  governava  , 
non  vollooo  rompere  la  pace.  A'  ^.  17. 
Mostrò  di  voler  l'are  dell*  aquila  la  vo- 
lontà del  Re  ;  ma  con  astuzia  e  segno  , 
dissimulando  col  Re,  tenea  l'aquila  con- 
tinuamente  at   suo  segno, 

§.  VII.  Per  l'Orina  degli  ammalati, 
che  si  mostra  ni  medico.  Rocc.  nov.  83. 
7.  Bruno,  andatosene  al  maestro  Simone, 
vi  fu  prima  che  la  fanticella,  che  il  segno 
portava.  E  num.  8-  Il  maestVo,  veduto  il 
segno,  disse  :  ec.  Frane.  Sacch.  nov.  167. 
(Costui  porta  non  il  segno,  ma  un  diluvio 
d'  orina  al  medico  /:.'  appresso  :  Aveagli 
recato  un  segno  maraviglioso  ,  e  sforma- 
to, di  uno  orinale  pieno  ,  e  d*  uno  or- 
ciuolo.  Rurch.  2.  63.  Mandagli  il  segno 
tuo   neir  orinate. 

§.  VIM.  Per  insegna.  Lat.  signum,  in- 
signe. Gr.  o*]U(Tov  ,  TtaLpoiayìtjiOV.  Dant. 
Par.  Q,  Perche  tu  veggi  con  quanta  ra- 
gione Sì  muove  conlra  *1  sacrosanto  segno. 
1\  più  sotto  i  Ma  ciò  che  *I  segno  ,  che 
parlar  mi  face.  Fatto  avrà  prima  ,  e  poi 
era  fatturo,  ec.  P  Tesetd  I.  64-  Entri 
neir  armi  dunque  chi  n*  è  degno  ec.j  Ed 
a  chi  piare  più  con  disonore  Vita  che 
pregio  ,  non  segua  mio  segno  |  Vivasi 
quanto  vuol  seoaa  valore.  (R)  Tasi.  Gtr. 
1.  I.  Sotto  ai  santi  Segni  nduua  ì  suoi 
compagni  erranti.  Rorgn.  Rip.  6o5  Fece 
il  srgnn  della  compagnia  degli  uomini 
di  qu«I  paese.   tDj 


S  E  G 

g.  IX  Per  Vestigio,  Orma.  Lai  vesii- 
gium.  Gr  ly^vo^.  Pe'r  son-  171.  Or  eoo 
si  chiara  luce  e  con  lai  segni  Errar  dod 
dessi   in  quel  breve  viaggio. 

§.  X.  Per  Bersafflio.  Lai-  stgnmm  , 
scopus,  termiaus  ■  Gr.  oroitòi-  Bocc, 
nov.  7.  I.  Bella  cosa  è  ec.  il  ferire  00 
segno  che  «ai  ooo  si  muti.  Petr.  som. 
I03.  Amor  m*  ha  posto  come  segno  a 
strale.  Dant.  Purg.  3i.  E  con  meo  foga 
l'asta  il  segno  tocca.  E  Par.  i.  Che  ciò 
che  scocca,  dritta  io  segno  lieto.  Rem» 
Ori.  l.  19.  I.  Forse  chi  t'insegnò  di  trar- 
re a  segno  Coo  quel  tuo  arco,  a  aoo  vo- 
lere errare.  Ti  disse  che  la  vera  maesliia 
Era  dar  nella  testa  tnlUTia.  f  3.  8.  5. 
Certi  strumenti  da  tirare  a  segno,  Qoal 
s'apre  con  romore,   e  qoal  si  serra. 

§.  XI,  Per  Termine  prefisso.  I.at. 
terminut.  Gr.  0035.  Dant,  Par,  al.  Sic- 
ché non  presuma  A  tanto  segno  più  muo- 
ver li  piedi.  Petr,  son.  ^6.  1' rivolsi  i  pen- 
sier  tutti  ad  un  segno.  E  san,  3t6.  Dam- 
mi, Signor,  che  '1  mio  dir  giunga  al  se- 
gno Delle  sue  lode.  E  cap.  10  Volsimì 
da  man  destra,  e  vidi  Plato,  Che  in  quel- 
la schiera  andò  più  presso  al  segno  ,  Al 
quale  aggiunge  a  chi  dal  Cielo  e  dato. 
Rocc.  Intr.  37.  Sema  trapassare  in  al- 
cuno atto  il  segno  della  ragione.  J/.  F, 
9  8;.  Cominciai' hanno  cosi  aspra  gin. 
stizia,  che  passano  i  segni  per  troppa  rì- 
gidetza. 

g.  XII.  Per  Macchia,  Livido,  Rotso' 
re.  Cicatrice  >  0  aitra  simil  sorta  di  ve- 
sligii.  Lat.  nota,  macula,  vibex .  Gr. 
p<ày<a^.  Rocc.  nov.  68.  17.  Mi  ponete 
mente  ,  se  io  ho  seguo  alcuno  per  tnlU 
la  persona  di  batiitura.  Dant.  Jnf.  aS. 
La  giuntura  Non  facea  segno  alcun  che 
si  paresse.  E  Par.  a.  Ma  ditemi,  che  son 
li  segni  bui  Di  questo  corpo? 

*  g.  Xlll.  S'-gno,  per  Statua,  0  Altro 
lavoro  di  scultura.  Dant.  Purg.  la.  O 
Roboam,  già  non  par  che  minacci  Qnivi 
il  tuo  segno  (cioè,  l'immagine  scolpita). 
E  appresso:  O  llion  ,  come  te  basso  e 
vile  Mo.%trava  Ìl  segno  che  lì  si  discer- 
ne. (D  Ar.  Fur.  43-  8'-  Fermava  il  piò 
ciascun  di  questi  segni  Sopra  due  belle 
immagini  più  baste.  E st.  95.  Djlee  quan- 
tunque e  pien  di  grazia  tanto  Fas*e  il  suo 
bello  e  ben  formato  segno.  Tass.  Ger. 
x6.  7.  Di  colai  segni  variato  e  scolto  Era 
il  metallo  delle  regìe  porte.  (3fj 

*  g.  XIV.  ì'ale  anche  Pittura,  o  Di' 
segno.  Fir.  rim.  5.  Potre'si  amar  d' Apelle 
anche  un  bel  segno .  E  As.  I  bicchieri 
grandi  di  varie  foggie ,  ma  lutti  d' no 
pregio  :  quella  era  di  vetro  ornato  dì  hel- 
lissimi  segni;  quell*  altro  di  cristallo  tulio 
dipinto.  (B) 

^  g.  XV.  Segno ,  chiamano  i  Sarti 
Una  st'cca  semplice  di  tutte  le  hirgheisr, 
che  serve  per  segnare  gli  uccktelti  di  tut' 
te  ie  i;randfMze.  (.4) 

*  g.  XVI.  Condurre m  segno,  valt  Mamdi^ 
re  ad  efetto.  Ar,  Ctnq.  Cant.  3.  58.  Quel 
che  avverria  a  ciascun ,  che  già  rredesse 
D'aver  condotto  uu  suo  desire  a  se- 
gno. (Tir) 

g.  XVII.  Fare  il  segto  della  croce, 
vaie  Segnare  nel  signific.  del  §.  III.  Lai. 
munire  si^no  crucis.  Gr.  oxi.uotrt'^ii* 
tJ:tov  roJ  ataw^ou.  Dant.  Purg  a.  Poi 
fece   il   segno   lor  dì   santa   croce. 

g.  XVIII.  E  in  signific.  nemtr.  pata. 
%'ale  Sfgn.ìrsi,  0  sia  per  divosiene,  o  per 
maraviglia,  Rocc.  no^•.  99.  44'  Falioei 
il  segno  della  croce,  andò  a  lui.  f^mme^ 
Sacch.  nov.  a3o-  Fanno  vista  di  maravi- 
gliarsi ,  facendosi  ìl  segno  della  croce. 
Bern.  Ori.  I.  6.  ao.  Fecesi  Ìl  segno  del- 


a  croce  il  frate,   Di    qualcba    mala    cosa 


1 
dubitando. 

^.  XIX.  Fare  s(dr«  «  *egi»o,  0  T^naro 


«  sefii'y ,  ¥aU  Costrìgnere  a  ubbidire. 
Lat.  in  officio  coniincre.  Gr.  ti  tw  TTOO* 
ff*l'xovri  xaTs'jj*»»-  Pi^f»'-  co;»,  i.  Pur  Fau- 
«tioa  il  fj  qui  stare  a  spgno.  Sen,  Een. 
yarcK  3.  36.  A  nessun  altro  fu  lecito 
f<re  iure  uo  tril)uno  del  popolo  a  ìcgno, 
seozj  essproe  gastigato.  Mcnz»  sai.  8.  Se 
Qoo  che  gli  occhi  straluDÙ  il  padrone»  E 
tenne  quelli  scimuniti  a  segno,  f  imperf. 
S*im.  D.  g,  T.  8.  22.  Le  bcsiic  non 
banoo  dentro  dì  loro,  ma  fuori  di  loro  il 
coDtradittorc  che  le  tiene  a  segno.  (F) 

t  *  g.  XX.  Ridurre  al  segno t  vale  Ri- 
durre ali*  ubhidiema,  alt' es ter  di  prima. 
Borgh  yese.  Fior.  Sao.  Gli  riuscì  con 
mìoor  fatica  di  ridurre  ai  mano  in  roano, 
or  questi  or  quelli,  al  segno,  (f'} 

§.  XXI.  Tornare  a  sfgno  ,  v.jle  Ri- 
dursi mi  luogo,  o  edl'esìer  di  prima;  e 
pigliasi  in  buonn  pitrte.  Lat.  rfsipiscere. 
Gr  àA^/ifztv.  Tac.  Dav.  Star.  1.  244- 
Le  legioni  quarta  e  diciottesima,  soHdolte 
da  pochi,  non  esser  passate  oltre  alle  pa- 
role e  le  grida,  e  tosto  sarteno  tornate  a 
t^goo  (il  testo  lai,  ha  in  ufficio  fore  ]  . 
3torg.  31,  100.  Come  fjicon  che  s*  è  le- 
vaio  a  gioco.  Ed  ha  disposto  paese  vagare, 
E  non  tornare  al  suo  signor  più  a  segno. 

§.  XXII.  DarCfO  Trar  nel  segno,  va' 
le  Colpire  nel  bersaglio  ^  che  anche  di- 
ciamo imberciare.  Lat.  sc^ptim  attingere. 
Cr.  T9ÌJ  «JtOTOÙ  TU7X«i'8(V.  Frane.  Barh, 
36o.  \  Io  noi  fo  cieco,  eh* e' dà  ben  nel 
segno. 

§.  XXIII.  £  per  meta/.  Trar  nel  je- 
gKOj  vale  Porre  la  mira  addosso  ad  alca- 
rto.  Giudicarlo  otto  a  checchessìa.  Frane. 
Sacch.  nov.  i^g.  Tutti  traevano  nel  segno 
con  le  voci  a  questo  abaie,  per  lo  più 
santo  uomo  che  fosse  in  Francia. 

§.  XXIV.  Pure  per  mela/.  Dare,  o 
Trar  net  segno,  vagliano.  Apparsi,  Piglia- 
re il  nerbo  delta  cosa.  Lat.  rem  acu  tan- 
gere, scopum  attingere.  Gr.  toù  exoizoQ 
TU'/x*''"*-  Farch.  Ercol,  87.  Dare  in 
brocco,  cioè  nel  segno,  o%'vero  bersaglio  , 
ragionaoJo,  è  apporsi,  e  trovare  le  con- 
^Dturc,  o  toccare  il  tasto,  e  pigliare  il 
Derbo  della  cosa.  Sacg*  nut.  esp.  7  Pro- 
vando, e  riprovando,  scemando,  e  crescen- 
do ec  ,  finché  si  dia  nel  segno. 

§.  XXV.  Per  filo  e  per  segno.  7', 
FILO.  §.  XXXIV. 

§.  XXVI.  Segno  per  segno,  posto  av- 
verbiatm.  vale  Punto  per  punto ,  A  un 
puntino.  Minutamente,  È.iatinmentr,  Pun- 
tuatmente.  Lai.  ad  atìusiim  Gr.  ztiT  ora- 
3/<i]y.  Fir.  Di.<c,  an.  90.  La  putta,  che 
aveva  osservato  ciò  che  vi  si  era  fatto  i! 
di  filo  per  filo,  e  segno  per  segnu  gliele 
raccontava-  E  As.  i33.  ^e  reslava  nna 
di  dimandare  Psiche  punto  per  punto,  fi- 
lo per  filo,  e  segno  per  segno,  chi  fusse 
il  padrone  di  quelle  maravigliose  ricchez 
te. 

nr  §.  XXVII  A  segno  che  ,  locuzione 
congiuntila ,  che  significa  Di  modo  che, 
Talmentechè.  Rucell.  Leti.  32  Godo  ec. 
ch'ella  si  conservi  con  la  slessa  felicità  in 
QDa  stagione  caldissima,  che  non  è  stJta 
ùmile  da  molli  anni  in  qua,  a  segno  che 
il  Gran  Duca  Ser.  che  tien  conto  col 
termometro  esattamente  di  queste  misure, 
ri  trova  il  caldo  aver  superato  di  quattro 
gradi  quello  degli  altri  anni.  (Cj  Stgner. 
Pred.  Pai,  Ap.  LI.  L'interesse  ec.  u- 
avrpatosi  il  primo  loogo,  sovrasta  a  segno 
che  condanna  star  Dio  nell*  ultimo.  (TC) 

t  *§•  XXVIII. ^orfln  jro/10,  poj/o  flf- 
verbialmenU,  vale  Sommamente.  Segner. 
31ann.  Ittgl  IO.  2.  Tu,  cercando  cose 
sulla  terra  difficili  a  conseguirsi  ec  ,  con- 
vien  di  necessìlà  che  trascuri  a  gran  segno 
quello  che  importa  ,  per  quello  che  non 
imporla.  (T'j 

Jr  §.  XXIX.  Air  ultimo  segno,  posto  av- 


S  E   G 

veibtalm.  vale  Estremamente.  Red,  Leti. 
I.  l^O-  Vi  erano  come  in  un  covac<-iulo 
due  lombrichetti  bianchi,  lunghi  lunghi, 
ed  air  ultimo  segno  sottili.  (C) 

SEGNORAGGIO    /    SIGNORAGGIO. 

*  SEGNORAWZA.  /'  A  Signoria. 
Rim.  Ant.  Dani.  Miiian.  (san.  Ahi  gen- 
til donna,  ec),  Ghed  eo  servendo  a  voi 
di  buon  coraggio,  Ali  pur  disdegna  voslra 
segnoranza.  (f) 

SEGNORE.    r.  SIGNORE. 

*  SEGNOUEGGIARE.  T.  A  Signo- 
reggiare. Fr.  Giord.  80.  Troppo  è  gran- 
de briga  e  rischio  a  segnoreggiare  gentp, 
e  a  correggerli  :  no '1  sa  oRo'uomo?  (l'} 
Introd.  1  irt.  12.  E  li  desiderai  della  car- 
ne, i  quali  non  potevano  in  voi  luogo  a- 
vere,  vi  debbiano  mai  sempre  segnoreg- 
giare.  (C) 

t  *  SEGNORI'A.  l\  A.  lo  stesso  che 
Signorii  .  Sen.  Pisi,  j8  Egli  è  tanto 
grande  la  loro  schifiltà  e  segnoria,  che  si 
Ijduo  portar  dietro  la  cucina.  (*) 

5EGNUZZ0.  Dim.  di  Segno.  Lat.  m- 
dicium,  i-esiigiitm,  Gr.  rsx/jiyj'piov.  Galat. 
l3.  Le  deono  tenere  in  palese  (le  mani), 
e  fuori  d'ogni  sospetto,  e  averle  con  ogni 
diligenia  lavate  e  nelle,  senta  avervi  su 
pure  un  segnuzto  di  bruttura  Fir.  As. 
|34-  Egli  era  un  certo  h:]  giovane,  nel 
cui  bel  Vi. Ito  appena  appariva  alcun  se- 
gnuzzo  di  barba. 

f  SEGO.  Grasso  d'alcuni  animali, 
che  serve  per  far  candele  j  Sevo.  Lai. 
sevum,  Gr.  ureap  Buon.  Fier.  ^.  i,  n. 
Sopra  due  roccbetii  Pillottati  di  sego  antico 
e  nuovo.  Sagg,  nat.  esp.  \[\^-  Vi  cacciam- 
mo dentro  un  cilindro  di  legno  di  bossolo 
ec,  benissimo  imbevuto  d'olio,  e  di  sego, 
perchè    non  avesse  a  inzupparsi. 

g.  Sego,  in  vece  di  Seco.  V,  SECO, 
§.  III. 

SEGOLA.  r.  SEGALE. 
SEGOLO.  Pennato.  Lat.  serra.  Gr. 
Tlpi'wv  Pallad.  Febb.  12.  Il  segolo,  con 
che  poti,  non  in  giù  ec,  ma  io  su  sem- 
pre SI  vuole  menare.  Fr.  lac.  Cess,  Alla 
cinta  aveva  uo  segolo,  ovvero  pennato, 
con  che  si  polan  le  vigne  e  gii  alberi,  ta- 
gliandone il  soperchio  .  T'ett.  Colt.  3^. 
Deesi  ec,  levar  via  col  segolo  quel  poco 
che  ha  roso  e  quasi  abbruciato  la  sega  . 
Buon  Fier.  2.  4  i5.  E  potatoi,  e  segoli 
da  nesli.  E  3.  5.  5-  Buon  vtUan  qua  giri 
segolo.  Piantatore  or  corvi  l'omero. 

■j-  SEGO>E.  Sega  grande j  ed  ènne  con 
telaio,  e  senza,  in  luogo  del  quale  hanno 
due  manichetli .  Lat.  lupus.  Gr.  70'poi  , 
Spi-:iCf.vov  .  Pallad.  cap.  ^i.  Falci  da 
mietere  ,  falci  fienali  ,  marroni  e  segoni 
per  ricidere ,  lunghi  d'  un  braccio ,  o 
così . 

§.  Segone  ,  in  vece  di  Pennato,  o  di 
Segolo.  Lat.  serra.  Gr.  TTpu'oiV  .  Pal'ad. 
cap.  3;.  Alcuni  serbano  il  grasso  dell* 
orso  pesto  coli'  olio,  e  uogoone  i  segoni, 
co'  quali  potano. 

SEGREGARE  .  Separare.  Lat.  segre- 
gare, separare.  Gr.  aj/O^t'^aiv.  3hr,  S. 
Greg,  Segregale  da'  loro  corpi  ,  come  si 
segregano  le  mature  biade  dalla  terra  . 
l'end.  Crisi.  Qp.  div.  Andr.  102.  Se- 
gregatemi Barnaba  e  Paolo  io  quella  o- 
pera,  cioè  dell'  Apostolato,  al  quale  io  gli 
ho  assunti. 

SEGREGATO  .  Add.  da  Segregare  . 
Lat.  segregatus  ,  sepomtus »  Gr  Xt^pi- 
c&ei\  .  Mor.  S.  Greg  Segregate  da'  loro 
corpi,  come  sì  segregano  le  mature  biade 
dalla  terra.  Scrm.  S.  Agost.  56.  Ma  voi, 
che  siete  segregati  dal  secolo  ,  e  siete  al 
tutto  fuori  del  mondo  ce,  dovete  amare 
giustizia  in  ogni  vostra  operazione. 

SEGREJJMA.  //  diciamo,  in  modo  bas- 
so, a  Persona  magra,  sparuta,  e  di  non 
buon  colore.   Fir.    Lue  \.  2.  Così  bìso- 


S  E  G 


1153 


gna  fare  a  queste  segrenne,  che  ti  hanno 
cura  alle  m^ni  ,  Buon.  Fter.  Intr.  a,  8. 
Io  non  vo'  più  caccia  Di  queste  salami- 
stre.  Di  queste  ^pigolistre,  Di  queste  tue 
segrenne  Aìleg.  167.  Fingon  la  fama  sol- 
lazzante ,  vergine  ce.  ,  e  1'  Avarizia  una 
segrenoa.  Milm.  2.  6^.  E  veduto  ch'egli 
era  una  segrenna  ,  Idest  asciutto  ,  e  beo 
condiziunalo  ,   ec. 

t  *  SEGRENNUCCIACCIA.  Peggiorai, 
insieme,  ed  avvihtivo  di  Si-grenna  ,  dette 
quali  forme  la  lingua  Toscana  i  fertilis- 
sima produttrice j  e  dicevi  Ut  Donna  ma- 
gra ,  accidiosa*  Red.  Dilir.  Jrtan.  Vat- 
tene in  precipizio,  Brulla,  segreonucciaccia 
sabmislra,  Dottoressa  indiscreta,  e  sniiio.* 
listra.  (A)  ^  ^ 

SEGRETA.  Sust,  Luogo  segreto.  Lai. 
sccretum,  locus  secrelus.  Gr.  aTToV^wpoy 
yùìpi'cv  .  /  irg,  i:„,id.  M.  E  per  la  Jpi- 
luQca  paurosa,  dove  sono  le  segrete  della 
Sibilla. 

§.  I  Per  Quella  prigione,  netta  quale 
i  ministri  della  giustizia  non  concedono 
che  si  fivetU  a*  rei  che  vi  sono  ritenuti. 
Lai.  career  sccretus .  Gr.  à7:oxp\Jfov 
Ss.i}i<4rr,pi.Qt.  J'arch.  Stor.  6.  J32.  Tro- 
vavasi  in  questo  tempo  nelle  segrete,  per 
dovere  essere  dalla  Quarantia  giudicato  , 
il  capitan  Pandolfo  Puccini.  Salv.  Spia. 
4.  5.  Bernabò  a  quell'  ora,  e  così  la  Rosa, 
saranno  menali  nelle  segrete.  Buon,  Fier. 
4  I.  I-  Provai  qual  fosse  più  Nero,  o  '1 
buio  notturno,  O  quel  delle  segrete,  Ov* 
io  rinchiuso  fui. 

g.  U.  Per  Quella  parte  detta  messa  , 
che  il  sacerdote  dice  sotto  voce.  Lat.  se- 
creta. Gr,  fj.vnriy.a\  Maestruzz,  1.  4-  Se 
inoanzi  alla  consecrazione  tu  t'  avvedi  che 
l'ostia  è  corrotta,  ovvero  che  non  fosse 
di  grano,  levala,  e  Ione  un*  altra,  e  rico- 
mincia la  segreta.  E  I.  7.  Nola  ,  che  se 
'I  prete  si  ricorda,  diceodo  la  segreta,  che 
commise  alcuno  mortale  peccato,  dolga- 
sene  ,  e  propongasi  di  confessare  il  piò 
tosto  che  potrà,  e  cosi  sacriBchi,  e  pigli 
il  Sacramento  . 

't  §.  Jll.  Segreta  .  Term.  de*  Mitit. 
]\ome  particolare  d""  una  cu^a  d*  acciaio, 
che  si  portava  sotto  T  elmo  a  maggior  di- 
fesa del  capo  .  Cecch.  Sert-ig.  3^  3.  Fu 
fatto  una  sera  correr  tutta  Via  Ghibelli- 
na ,  ed  aveva  la  spada  ,  Il  giaco  ,  la  se- 
greta ,  la  rotella  ,  I  guanti  ,  gli  stiniert  , 
^  Lnsc.  Rim.  2.  157.  Mduiche ,  giaco, 
segreta,  e  rotella  Aver  ti  converria  per  ri- 
parare I  molti  colpi   (C) 

SEGRETAMENTE.  Awerb.  Con  se- 
gretezza. Lat.  secreto,  clnm,  occulte.  Gr. 
x^ysTj.  Bocc,  rto*-.  42.  l4<  E  questo  con- 
viene che  sia  sì  segretamente  fallo  ,  che 
il  voslro  avversario  noi  sappia  .  E  nov. 
77.  29.  E  appresso  segretamente  con  uà 
suo  fante  se  n*  andò  a  casa  d'  un  suo  a- 
mico  Dani.  Inf.  8.  E  '1  savio  mìo  mas- 
siio  fece  segno  Di  voler  lor  parlar  segre- 
tamente .  Maestruzz,  2-  3\.  2.  Quando 
alcuno  parla  segretamente ,  0  manda  al- 
cuna scrittura  ,  ovvero  messo  ad  alcuno 
Cardinale,  quando  sono  rinchiusi  per  ca- 
gione della  elezinne  del  Pupa  .  Vii.  S. 
Gio.  Bai.  25S.  Tolse  questa  testa,  e  in- 
volsela  in  qualche  panno,  e  segrelamenlo 
la  sotterrò. 

•f  *  SEGRETANO  .  T.  A.  Segre- 
tatio,  Dep.  Decam,  76.  In  certi  testi  an- 
tichi si  truova  scgreiano  in  cambio  di 
segretario  ,  perchè  può  anche  esser  det- 
to. (F) 

SEGRETARIATO.  Sust.  Carica,  o  Uf- 
fizio di  segretario  .  Cas.  leti.  38.  Io  ho 
avuto  in  animo  di  risegnare  il  segreta- 
riato a  uno  di  questi  miei  nipoti.  E  y3. 
Tuo  padre  mì  ba  liberato  il  segretariato, 
cioè  rimborsato  del  costo  dì  esso  di  avan- 
zi falli  in  quella  ragione  per  mio  coQto . 


n34 


s  E  G 


SEC 


Buon.  Fier.  1.  3.  4-  Or  torneremo  a  d.- 
erumjr  la  budj   D.l  segreUrulo. 

SEGRETARIESCO.  AM.  Di  «?'■«(«• 
rio,  ApparleneM  a  sc«relario.  Sah.  A»- 
vere.  l.  2.  5.  Tra  que'  \or  nuovi  Icrmini 
corligiani,  che  esii  appelbn  scgreurie.chi. 
s  paion  loro  si  leggiadri,  non  n'  ha  ninno 
che  e<:.  non  possa  esprimersi  nella  pura 
favella  .  ^ 

f  J  SEGRETARIO,  SEGRETARO.  e 
SECrtETARIO.  Sali.  Cj'iii  eh,'  s'ahpera 
negli  iiff^ri  se^rtli,  e  scrive  /elitre  del  si>o 
tignare.  Lai-  a  secrrlir.  ab  epiiColis,  in- 
timiis  alicuiits  a  MaiiUis .  Gr.  o  TOiv 
«sos'a'l'TM»  y|5aa,uXTSj; .  Ar.  sat.  3- 
Camc'rier,  scalco,  e  secretano  trova  11  si- 
gnor, degni  al  i,rado.  Rrmli.  Slor  ^.  53. 
Parimente  fu  preso  dal  signor  Gasparo  di 
Sanscverino   il    secretarlo  del  provveditor 

Marcello.  ri  i   ■ 

#  g.  1.  Segretario,  dicesi  anche  Colui 
che  mene  in  caria  le  deliberazioni  d, 
qualche  adunanti  ,  o  accademia  .  «  Red. 
Dillr.  17.  Ed  il  Segni  segretario  Scriva 
gli    alti  al  calendario  »  .  iO 

§     11.    Per    Colai    che    tiene    segrete  le 
cose  che  gli  s^n  conferite  .  L.>1_   arca.io- 
rum  ce'anlissimus.  Gr.  TJ.  'xmfptra  M« 
uàXnT'X   aTOJt/5UJCTO>£V05  .    /lui.    Puta. 
20.  I.  Lo  re  Carlo  manifeslò  lo  suo  secreto 
a  uno  do'  suoi  medici,  lo  più  iecrelario  e 
confidente  che  egli  avesse.  Bocc.   'lO''    79- 
23.  Perchè  mi  trovava  cosi  liuon  segreta- 
ro  .   Lib.  Amor.  61.  All' amatrice  conce- 
duto e  a*  aver    simile    segretaria  .  Frane. 
Sacch.     Op.    div.    li3.  Le  l'eramino  non 
sono  segretarie,  chi-  per  la  fragilità  loilo 
dicono  il  segreto  .   Petr.  san.    l36.  Amor 
mi  manda  quel    dolce   pensiero  ,  Che  se- 
cretario    antico  è  fra  noi  due  .   C.    T.  9. 
162    I.  La  cagione   nullo    sapea  ,  se  non 
certi  segretaria  *   Tass    Ger.  6.   lo3.  E 
segretari!  del  suo  amoro  antico  Fea  1  muli 
campi ,  e  quel  silenzio  amico.  (D) 

§.  III.  Per  Lungo  segreto,  Ripasli.:Uo. 
Lai.  secreluni  ,  locus  secrelus  ,  candito- 
rìum.  Gr.  aTOzpo-^ov  xoip'S»-  l^";'  ■*• 
Grez.  Dee  sollecilamenle  attendere  di  vo- 
lere appresso  di  so  stesso  nel  segretario 
della  sua  mente  sedere  nella  cattedra  del- 
r  umillade. 

f  *  §.  IV.  Per  Sacrario,  o  Sagre- 
sliaj  ma  In  quella  senso  i:  Ì'.A.  Borgh 
Vesc.  Fior,  t^!^^.  Se  n'  aggiugneva  Un 
altra  per  quarta  (parie  delle  Chiese)  ec. 
che  e"  chiamavano  Segr<l..rio,  e  altri  Sa- 
crario ,  e  noi  ,  come  credo.  Sagrestia  (di 
Qui  per  similit.  par  tolta  questa  voce  qui 
sopra,  §.ll).(r) 

#  SEGRETARIO.  Add.  fu  dello  dagli 
antichi  per  Domestico  ,  Familiare  .  FU. 
SS.  Pai.  Occullamcnlo  con  alquanti  suoi 
secretarli  donielli  e  donne  se  n'  andò  in 
Alessandria.  (A)  III.  S.  Ciò  Hai.  228. 
Scontrò  Pietro  e  Andrea  ,  e  alcuni  degli 
altri  piii  segretarii,  e  partironsi  dalle  tur- 
ile. (V)  Bus.  34.  Elegge  duo  de'più  suo' 
scErelarii  sergenti.  fO 

SEGRETARIONE  Accreicit.di  Segre- 
tario. Alleg.  l63.  Quelli  antichi  segrelario- 
ni  della  natura  ,  del  celo,  e  della  terra  ec. 
insegnavano  agi"  idioti  dell'  eti  loro  la  re- 
col»  vera  del  viver  mondano. 

SEGRETERIA  .  Un'ago  dove  .stanno  i 
SC'-relarii  a  scrìver  le  letlere,  e  dove  la- 
li  scrillure  ti  conservano,  l'arch.  Slor, 
proem.  Non  rilrnvandosi  nella  segreteria 
alcuni  libri  puhUici  ec  ,  fui  costretto  ec. 
#  §.  I.  K  per  mela/.  Imperf  K.  Tib. 
D.  l.  T.  11»  66.  La  memoria  conserva 
neir  archivio,  e  nella  segreteria,  di'  ella 
lia  in  custodia  0  sotto  sua  chiave,  la  niag. 
gior  parte  dogli  oggelli  varii ,  che  le  so- 
no colà  coirò  iramaodati  da'  cinque  sen- 
si. (F)  ,  ,  ^ 
§.  li.   E  per  le  Persone  che  s    Impie- 


gane in  lai  luogo.  Bern.  rial.  l.  120.  Se 
mi  vedesse  la  segreteria  ec.  Com'  10  m 
adatto  a  bollire  un  bucalo,  ce. 

+  *  3.  III.  Segreteria,  dicesi  anche  Una 
cassilla  d.l  riporvi  lell're  e  SCriHure, 
d-tta  altrimenti  .Scannello  .  Sega.  Stor. 
3.  70.  Nelle  mani  de'  quali  consegnale 
tulle  le  letlere,  e  la  segreteria  di  Niccolo 
Capponi,  dettono  loro  la  cura,  che  avver- 
visiono  con  gran  dili^enta,  se  e"  Irovasso. 
no  in  quella,  onde  e'  poleuono  di  nuovo 
nuocergli.  (FP) 

•f  SEGRETESSA.  Segretaria  ,  Fem- 
mina cui  si  confi.lano  i  segreU,  o  che  tiene 
segrete  le  cose,  l'irg.  ICneid.  Grande  se- 
grclossa  aspetta  le  segreto  camere  de'  vo- 
stri regni  (il  Monti  pensa  che  questo  luago 
del  volgari::amenlo  dell'  Fneide  sia  gna- 
ulo dii' capisti,  e  per  consegwnU  la  voce 
segreles.a  sia  filsa.  Fgli  opina  che  il  ci- 
talo luogo  debba  leggerti  così:  Te  anco- 
ra ,  grande  sacerdotessa,  aspellano  lo  se- 
grete camere  de'  nostri  regni.  /'.  Propo- 
sta, voi.   3.  p.   2.  p.   282.)- 

SEGRETEZZV.  Astratto  di  Segreto. 
Lai.  fidelilas,  fides.  Gr.  TJ  nuTO',  :ti- 
,roT1i.  Segne'r.  Fred.  2.  5.  Lasciamo  slare 
ec,  che  calò  le  portiere,  che  chiuse  le  por- 
le, che  dimandò  segrcleiaa. 

SEGRETIERE.  K.  A.  Segretario,  Uo- 
mo segreto  ,  che  non  manifesta  i  segni,  . 
Lai.  arcanorum  celandorum  tenax  ,  taci. 
\  lus ,  fidelis  ,  fidut  .  Gr.  ra  alM^jsnrx 
àTo/pJTTToVsvo?.  Pass.  l35.  Dee  essere 
ec.  n.i.ienle,  fedele  segretiere,  tacilo  ,  paci- 
fico.  Giiisl  G.  Udendo  egli  la  risposta  del 
suo  scgreliere,  ne' suoi  dolori  alquanto  re- 
spirò. E  appresso  .-  Per  la  mia  segretiera 
addoniandalo,  alla  mia  camera  segrelaraen- 

'°  SEGRETISSIMAMENTE  .  Superi,  di 
Segretamente.  Lai.  occultissime.  Gr.  «3U- 
oiuTKTa.  Bocc  nov.  1-.  28.  Scgreiisii- 
mamcnte  tulli  i  saoi  cavalli  0  lo  sue  cose 
fece  mellere  in  assetto,  l'aich.  Stor.  l5 
5q'|.  Venuta  la  sera  ,  fecero  «egretissima- 
nienle  aprir  la  camera. 

+  SEGRETISSIMO.  Superi,  di  Segreti, 
nel  sigaific.  del  tema  «  /'.  V.  V>t.  Tadd. 
Dimostrò  le  segrelissimc  coso  dello  arti  na- 
scoste sotto  i  delti  degli  autori,  f  .T; 

:;:  g.  I.  Enel  si.gnilic.  del%\U.  GillCC. 
Stor.  2.  t5i).  Perchè,  segretissimo  di  na- 
tura, non  comunicava  ad  altri  i  suoi  pen- 
sieri. IL)  „ 

f  §.  H.  Segretissimo,  vale  anclie  l,on- 
ridenlissimo  .  FiJalissimo.  Lai.  mlimiis, 
fidissimus  .  Gr.  miTi'raro;  .  Bocc.  nov. 
17  28  Con  un  segretissimo  cameriere  del 
Preme  ,  il  quale  aveva  nome  Ciurlaci  , 
scgretisiiraamenle  lutti  i  suoi  cavalli,  e  le 
suo  cose  fece  mclterc  in  assetto.  F  nov. 
3l.  2I.  Per  un  suo  segrcUssimo  famigliare 
il  mandò  alla  figliuola. 

SEGRETO.  Sast.  Cosa  oceulta.o  lenula 
occulta.  Lai.  arcijiam,secretam.  Gr^airo- 
X3U90V,  aTS/spUTOv.  /yoic.  nee.  27. -o. Un 
segreto  mi  vi  convien  dimostrare.  E  nov. 
6j.  21.  Se  tu  fussi  savio,  come  esser  ti 
pare  ,  non  avresti  per  quel  modo  tentalo 
di  sapere  i  segreti  della  tua  buona  donna. 
E  nov.  7.).  7.  Egli  è  troppo  gr.n  segreto 
quello  che  voi  volete  saliere.  Lab.  79.  Al 
qoale  ,  posciach' io  aiiileo  divenm.ogm 
.mio  segreto  fu  palese,  lì.int.  /.■/■.l3.Cb. 
dal  seRCClo  suo  quasi  ogni  uoni  tolsi  /lui 
ivi:  Tanto  gli  venni  in  grana  ,  e  lauta 
fedo  mi  dava,  che  ec.  quasi  a  neasuno  fi- 
dava suo  segreto,  se  ntm  a  me.         ^ 

§.  I.  Tenere  il  segreto,  vale  ^0^  ma- 
nifedare  le  cose  occullr,  o  canfi.latt.  Lai. 
promisto  secreto  slare.  Maeslrssu  2  32. 
3.  Imperocché  tenero  il  segreto  e  di  ragio. 
ne   naturale. 

§.  II.    Per  1.1    Parte    Intima    del    cuor 
t  noalro  ,    Lo  'nlriatuo     M'  animo  .    Lai. 


S  E  G 

animi  latebrae  ,  sinut  ,  secrelum  .  Dani. 
Purg  20.  Fa  dolce  l'ira  ma  nel  Ino  »e- 
greto.  Lab.  Il5.  Nel  segreto  loro  haoim 
per  beslia  ciascuno  uomo  che  1'  ama.  Post. 
97  II  peccatore  è  risucilalo  da  Dio  dall» 
morie  del  peccato  alla  vita  della  graiia  od 
segreto  della  coscieaaa. 

§  HI.  Per  Ricetta,  »  Modo  saputo  da 
pochi  di  ''far  checchessia  .  Lai.  arcanum 
inventum.  Mvrg.  18.  123.  Qui  si  coovia- 
ne  aver  gran  discretione,  Saper  tutti  i  s«- 
greti  a  quante  carte  Del  fagian.  della  sUr- 
na,  e  del  cappone.  £18.  128.  Quanti  segreti 
infioo  a  doraaltiaa  Ti  polrei  di  quest'aru 
rivelare  1 

§.  IV.  Ing.rirsi  ne' segreti  ai  tanta 
} f  art  ij  modo  proverbiale,  che  si  dice  di 
Chi  s'ingerì  ice,  o  vuole  inframmeUersi  nelle 
ose  che  non  gli  appartengono.  Fir.  Due. 
an.  14  E  pero  non  è  bene  ingerirsi  ne  se- 
greti di  santa  Marta,  né  pigliarsi  fastidio  di 
quello  che  poco  c'importa. 

§.  V.  .il  «geel»  ,  Di  segreto  ,  In  se- 
greto, e  simili,  posu  awerbiatm.    vogliono 
'la  tiessi  che  Segrelamenle.  Lai.  secreto, 
clam,  occulte.  Gr    «pJ?f.   G    !■'■  8.63. 
2.   Ivi  stellano  più  tempo  ec. ,  facendo  a 
loro  venire  le  genti  di  segreto.   E.  9.  9). 
I.  Rifecero  la  lega  ec.  co'  Pisani    ancora 
al  segreto.  Bocc.  nov.   16.  35.  Si  foce  10 
segreto  chiamar    la    balia  .   Maeslruii.  a. 
32.  3.  È  lecito  all'uomo  di  testimoniare 
di  quelle  cose  che  gli  sono  poste  in  segre- 
to !   Risponde    san     Tommnso  ;    Di    quelle 
rose    che    sono    commesse    all'  uomo    per 
confessione  in  segreto,  in  ninno  modo  ne 
dee  testim  joiare.   .Sei.   Ben.   l'arch.  2.  9. 
Dicono  dunque    tulli  i  savii ,  che  de'  he- 
ncfiaii  alcuni  si  debbono  dare  palescmeo- 
le  ,  ed  alcuni  di  segreto  .  Fir.   Disc.  an. 
24.  Con  questo  bel  discorso    espeditou  il 
Re    dagli    altri  dell»  corte ,  si  ritirò   col 
Carpigna   nella  camera  sua  al  segreto. 

S  SEGRETO.  Add.  Contrario  di  Pa- 
lese; Occulto  Lai.  secretus.  occultut,  «r- 
caiiui.  Gr.  xsuyio;.  Bocc.  nov.  17.  21. 
Di  ciò  ebbero  insieme  segreto  ragiooamen- 
lo.  E  nov.  h;.  7.  Con  assai  disctelo  or- 
dine e  segreto,  con  gran  coosolaiiooe  in- 
sieme si  ritrovarono.  E  nov.  79.  14-  Q"'"' 
lo  questo  voglia  esser  segreto,  voi  il  vi 
potete   vedere. 

*  §.  I.  Segreto,  vate  anche  Appartato. 
Lai.  tecreUst  -  -  Bocc.  nov.  65.  6.  Vide 
per  avventura  in  una  parte  assai  segreta 
di  quella  il  muro  alquanto  da  una  feasur» 
estere  aperto.  Dani.  Par.  23.  Poiché  p« 
graiia  vuol  che  tu  l'  affronti  Lo  noiuo 
Imperadore  ami  la  motto  Neil'  aula  più 
segreta  co' suoi  Conti  ••■  (Ci 

'.V  S.  II.  .Segreto,  vale  Che  tiene  se- 
grete le  cose  che  gli  lon  confidate  ,  «  di 
cui  è  testimonio.  F.loc.  5.  157.  O  ooU. 
fidalissinia  segreta  delle  alte  cose  ,  e  voi 
o  slelle  ec  e  ciascun  Dio  de  boschi  ,  e 
della  segreta  notte  ec.  siale  presenU.  e  I 
l  vostro  aiuto  mi  (lorgele.  (C) 

*  §  HI.  Segreto,  diceti  anche  a  Uomo 
che  tiene  in  si  le  cose  che  ta  ,  o  <*i  osi 
di/ficilmenle  si  può  penetrar  t'  inlrrno 
.'larch.  Ercol.  72.  Tali  persone  .  che 
non  si  vogliono  lasciare  inteodere,  «1  chi» 
mano  coperte  ,  segrete  .  e  talvolla  cupe  , 
e  dalla  plebe  soppiallooi ,  o  golpuot ,  o 
lumaconi  "  .  (C) 

^%.\S.  E  in  forte  di  IMI.  per  CelM 
al  qiin'e  si  coalidana  1  segreU  .  Lai.  «r- 
canonrn  celandorum  lenaT.  Tesevi.  4.  J^- 
Che  egli  in  lullo  suo  segreto  il  feo.  Amando 
lui  più  eh'  altro  servitore. 

SEGRETtt  .ivveib.  Occultamente,  Se- 
gretamente. Lai.  secreto  ,  clam  ,  occulte. 
Gr.  x^oyfi.  Bocc.  »«.■.  60  8.  Pert.occho 
mai  niuno  non  mi  vuol  si  segreto  parla- 
re, che  egli  non  voglia  la  sua  parie  udire. 
'  *  flu.<    290.  Ma  al  segreto  non  scppoiw 


SEC 


SEC 


SEC 


li3J 


loio  partita  fare,  cbe  il  maliscalco  il  md- 
ti.  (C)  Pecor.  p.  4.  n.  2.  Tornò  in  trenta 
dì  da  Parigi  mollo  segreto,  (f') 

SEGUACE  .  Jdd.  Che  segue ,  Che  va 
dietro,  hit.  seqn.jx.  Gr.  axo3lou3>',T(Xo'f  . 
♦  Scoi,  Claustr.  pag.  29.  E  si  s'abliiio- 
goa  V  uno  dvir  altro  ,  che  quelli  ,  cbe 
vanno  innjnsi  ,  ini|ierriocchè  raramente 
potsooo  valere,  non  fanno  alcuno  giova- 
neoto  sauta  )i  irguaci,  clou  sansa  quelli, 
«b«  seguono.  (C)  Vant.  In/.  II.  Per  se 
Datura  e  per  la  sua  srguare  Dispregia.  E 
Purg.  18  Lo  lue  parole  e  'I  mio  seguace 
iogegoo,  flùpost  lui,  m'hanno  amor  di 
tcoverlo .  É."  31.  Chi?  riso  e  pianto  son 
tanto  seguaci  ADj  passiun,  da  che  ciascun 
si  spicca.  Che  rocii  segu<.n  voler  da' più 
*crjci  .  7«..*,  Ger,  3.  i3.  La  generosa  i 
suoi  seguaci  ìnctla  Co*  detti  e  coti*  intre- 
pido sembiante. 

*  §  L  Per  Stixtrgiienlf.  Ar.  Fur.  10. 
1o5.  Simil  battaglia  fa  la  mosca  audace 
Gootra  il  ma»tin  nel  polveroso  Ag<)slo,  O 
nel  mese  dinanii,  o  nel  seguace,  L'uno  di 
spìcbe.  I'  altro  pien  di  mosto.  (lìr) 

f  #  §.  \\,  Seguace ,  o^^iiinio  di  Edera, 
iHlle  Che  s*ai'picCT  alle  pareti,  o  a^ii  rt^ 
beri  j  e  li  segue.  AUm.  Colt  5-  12D.  Kon 
aggìa  il  lauro  ec.  Non  più  l'edra  segua- 
ce. (V)  Ar.  Fur.  i^.  9I.  Una  capace  E  spa- 
aìoia  grotta  ec.  DÌ  cui  la  froule  1'  edera  se- 
guaceTulta  fraudo  va  eoo  storto  passo /F/*^ 
§.  HI.  Pfr  Aderente.  Lai.  sccinior  . 
Gr.  aVo'XovSo; .  G.  ì'  11.  7.  2  II  6- 
gHuolo  di  Romeo  de' Peppoli  ,  e  Goggia- 
dioi ,  e  loro  seguaci.  Pass,  235  Per  la 
superbia  cadde  il  primo  Angelo,  e  ruvinò 
di  cielo  con  tutti  i  suoi  seguaci  .  Vnnt. 
tnf.  ip  O  Simon  mago,  o  miseri  segua- 
i.  Petr.  scn.  MI  QuanJ*  io  v*(do  par- 
■ir  sì  dolcrmente  ,  Come  Amor  proprio 
o'  suoi  seguaci  instilla. 

SEQUELA.  /'.  SEQUELA. 

SEGUEWTE.  Che  segue.  Che  viene  dopo 
immediat.tmente.l*a\,proximitSt  sequens  , 
mbtequens.  Gr.  ó  bcje^igì  .  ó  kVo/ouQo;. 
JBocc.  nov.  ^^.  5.  Il  di  seguente,  essendo 
gtt  %'icino  alla  6ne  di  Maggio,  la  giovane 
cominciò  davanti  alla  madre  a  rammari- 
carsi. Dn.ìl.  Par,  2.  Lo  eie!  seguente  e* 
ha  tante  vedute,  Quell'  esser  parie  per  di- 
verse esieoze.  E  5-  Mi  rispose  Nel  modo 
cbe  *l seguente  canto  canta.  F.  6.  Dì  quel 
die  Te  col  baiulo  segneule,  Bruto  con  Cassio 
nello  'nferno  latra. 

^  §■  l.  Essere  segue'ite  ad  uno,  vale 
Siguirh.  Ott.  Cam.  In/  16  304-  Tra 
li  quali  (Jiunìi  }  quello  altro  ,  che  è  se- 
guente a  lui  ,  )n6no  alla  marina  ,  senza 
mettere  in  Po  col  suo  nome  corre  >  si  è 
Montone.  (C) 

■J"  ^  §.  II.  Seguenti,  sustantivamente  nel 
numero  del  più,  diconsi  i  Posteri .  S- 
Agost  C-  V.  I.  32.  Esiandio  saia  forse 
incredibile  ,  se  fia  inleso  dalli  n'astri  se- 
guenti (  il  Lat  ha  a  aostris  postcris  au< 
dietur).  (Vj 

Xc  §.   irt.   Seguente,  in  Jjrsfi  di  pn-py- 

stzion^  vale  Vcpo ,  Appnsso.  Amm.  Ant. 

i5.  3.  8.   Comandametito  di  Pitlagora  fu, 

be  seguente  a  Dio.  è  da  venerare  la  verità, 

i  quile  sola  fa  gli  uomini  a  Dio  prossi- 

nuni.  (D) 

5  SEGUENTEMENTE  .  Awerb.  Con- 
seguentenienie.  Lat.  ex  cotsequenti,  ccn- 
seqneiter ,  (Jlpian.  Gr.  axo).ou3eJ5.  Fi- 
/•-e.  I.  3o-  E  seguentemente  essi  con  tutti 
i  loro  discendenli  rivolse  alte  sue  case  . 
Coli.  SS.  Pad.  E  poi  seguentemente 
^ello  cbe.  dice  che  fa  posto  iu  umoroso 
«  sotlerrato  in  terra.  Difend.  f'ac.  A  cui 
aia  1*  antorìtk  dell'  eleggere  ,  e  segueu- 
temeute  d'  instituire  1*  altre  parti  della 
•ini  . 

nt  §.  I.  Per  Potcia,  Appresso,  Lat.  prò- 
lime  ,  subirde  .    u  J?(»nt.  Purg    20    Se- 


guentemente intesi:  o  buon  Fabbriiio , 
Con  povertà  volesti  ami  virtute  ,  Che 
grao  ricc  bette  posseder  con  viiio  ••  (Br) 
Sper.  Graz.  4-  Spagn.  i3i.  Trattarono 
in  Roma  la  cosa  pubblica  Bruto  e  Vale- 
rio in  principio  ;  seguentemente  Cammil- 
lo,   e  gli  altri.  (L) 

*  §.  II.  Per  Succes sitamente .  Fior. 
S.  Frane.  Sq  Venne  san  Francesco  a 
porgere  il  calice  delta  vita  alli  suoi  tVdti, 
e  ccmiDció  a  porgerlo  a  frate  Giovanni 
ec.  E  dopo  lui  seguentemente  santo  Fran- 
cesco il  porgea  a  tutti  gli  altri,  che  con 
debita  revercntia  ec  (Pj  Bart,  Slor.  It. 
ab.  3.  cap.  i3.  Movendo  verso  dove  i 
padri  sedevano  in  atto  di  udir  le  ct<nfes- 
sioni,  gli  andò,  senza  essi  nulla  avveder- 
sene ,  cercando  tutti  seguentemente  V  un 
dopo  l'altro.  (CP) 

SEGUENZA  .  Quel  che  seguita  ,  Con- 
tinuazione .  Lat.  liìslo'ine  tenor  ,  sertes  . 
Gr.  luropi'a;  ètv.òoyv)' .  M.  7".  (),  5o. 
tit.  Seguita  la  seg'jenza  della  compaj^na  . 
Frane,  Barb.  jph.  21.  Come  dimostra 
ben  la  sua  spguenia  . 

g.  Sequenza,  ('usiamo  anche  per  Gran 
numero  dì  cose,  come  Sequenza  d*  uccel- 
li» di  topif  e  Simili,  Lat.  copia,  vis  Gr. 
e  u;rO;;i  a . 

t  ''^'  SEGUESTRO.  Lo  stesso  che  Se- 
questro j  ma  treno  usato.  Salv.  Av%-ert. 
1.  3.  3.  ip.  Seguente  e  seguente  ,  segue- 
stro  e  sequestro  »  frequentare  e  frequen- 
tare ,  e  qualunque  altri  del  medesimo 
genere.  (ì') 

SEGUGIO  .  Spezie  di  bracco  ,  detto 
così  dal  seguitar  eh*  e'  fa  lungamente  la 
traccia  delle  fiere.  Lat,  canis  odorus,  ir/ 
sagax .  Gr.  xv'wv  pivriarr^^  .  Cr.  io. 
29.  X.  Le  lepri  spezialmente  si  prendono 
con  cani  j  ma  per  trovarle  bisogna  cani 
chiamali  segugi,  ovvero  braccbetli,  i  quali 
quanto  più  sollite  odoralo  hanno  ,  tanto 
migliori  sono.  Lib.  f  iagg  A  Cana  sono 
molli  lioni,  i  qudli  sono  si  grandi  razze, 
come  di  segugi  .  l.or,  Med.  canz.  y5.  2. 
Co*  miei  segugi  ed  io  la  seguitai.^  Dart. 
Ben.  rim.  po^,  3.  (  Lii-.  1799).  Quaod' 
io  la  veggo  ,  ec.  Di>:tro  le  vo  com*  a  le- 
pre il  segugio  ;  Chi;  tener  non  mi  può 
siepe  ne  fosso.  (B) 

§.  Per  similit.  Fir.  Ttin.  1.  2.  Il 
traditore  si  credeva  tormi  la  preda  ,  la 
quale  tanto  tempo  fa  io  ho  seguitata  co' 
segugi  de'  miei  pensieri. 

^  SEGUIMENTO  .  //  seguire  , 
Seguitamento  .  Salvin.  Disc.  3.  12. 
La  virtù  ed  il  vizio ,  e  il  seguimento  di 
quella  ,  e  lo  scansamenlo  di  quello.  (*) 
Imperf.  Tim.  D.  8  T.  7.  191.  M*  è 
venuto  in  umore  di  ragionare  parimente 
co' sentimenti  Platonici  sopra  amore,  il 
qudle  sia  esso  veramente,  o  1*  anima  del 
Mondo,  o  la  porzione  più  nobile,  e  più 
sovrana  di  essa  ,  e  ciò  in  seguimento  Jcl 
proposilo  tenuto  sin  qui.  (F)  Bucell. 
leti,  28.  Non  tralasciTÒ  ec.  di  far  copiare 
i  dialoghi  di  An;issiniene  ec,  mentre  io 
ne  vo  ineltetido  insieme  alcuni  altri  so- 
pra l'animo  universale  in  seguimento  di 
quelli  eh'  ella  si  è  compiaciuta  di  legge- 
re. fCj 

SEGUIRE.  Andare^o  Venir  dietro j  e 
dicesi  tanto  del  corpo,  quanto  d>.'li'  ani- 
mo ,  e  d'altre  cose.  Lai.  sequi,  Gr. 
axo^.ouSsTv.  Bocc.  nov.  43.  6.  Comincia- 
rono a  fuggire,  e  costoro  a  seguirgli.  Pe- 
tr. son.  265.  Ed  or  conyien  che  col  pen- 
sier  la  segua.  Vant.  Inf.  j.  Ond' io  per 
lo  tuo  me*  penso  e  disceroo  Che  tu  mi 
segui,  ed  io  sarò  tua  guida.  Frane,  Barò, 
223.  i3.  Perocché  chi  seguisse  ben  co- 
stei, Àveria  già  per  le:  Stalo  tra  i  buoni, 
e  campana  da*  rei. 

*  g.  I.  Per  Pers?£;uiUire.  Segr.  Fior. 
Ari    guerr.  Quanto  alle  giornale  sonori 


cavalli  )  più  utili  a  seguire  il  nerotoo 
rotto  eh*  egli  è  ,  che  a  fare  alcuna  altra 
cosa    (CP) 

g.  II.  Per  Continuare.  Lai,  continuare, 
pergere,  prosegui.  Gr.  ^(«^(svat.  Boee. 
nov,  2.  1.  Le  comandò  la  Reina,  che  uaa 
diccnduuc ,  r  ordine  dello  incominciati» 
sollazzo  seguisse.  E  nov,  Hi.  6.  Quella 
che  cominciata  avea,  e  mal  seguila,  senta 
finita,  lasciò  slare.  Vant.  Par.  Q.  Del  suo 
profondo,  ond'  ella  pria  cantava,  Seguetle, 
come  a  cui  di  ben  far  giova. 

*  §.  III.  Per  Continuare,  costruito 
colla  particella  Di      Car.   Long,  SoJ.    /ift. 

4.  Seguirono  poi  per  molli  giorni  di  sa- 
crificare, di  festeggiare,  e  di  fjr  pa- 
sti.   (Br) 

*  §.  IV.  Seguir  di  fare  una  cosa ,  per 
Esser  tempo  di  far/a,  3for.  S.  Greg.  T. 
1.  152  Ora  segue  di  parlare  ec.  (cioè, 
è  tempo  the  si  proceda  a   parlare  )  .     (f) 

^  §.  V.  Seguire,  tale  anche  Continuar 
a  raccontare.  Pecor.  g.  li.  n.  1.  Mi  con- 
viene dire  1'  origine  e  la  cagione,  perchè 
Fiesole  fu  disfatta  ,  e  poi  seguire  la  edi- 
ficazione di  Fiorenza  .  (f)  Ar.  Fur.  5, 
92.  Si  levò  r  elmo,  e  fé' palese  certo  Quel 
che  neir  altro  canto  bo  da  seguire,   (lìr) 

^  §•  VI.  E  nel    medesimo  senso,    col 
terzo  caso,  Ar.  Fur   2.  76.  Giacque  slor- 
dila la  donzella  alquanto,  Com'  io  vi  se-^ 
guirò    neir  altro  canto,  (iir) 

^  §.  VII.  Per  Bipigliare  il  ragiona- 
mento. Bo^c.  g.  6.  n,  7.  Adunque,  seguì 
prestamente  la  donna,  dimando  io,  ce.  (P') 

*•*  §■  Vili,  Per  Venire  in  conseguenza. 
Borgh.  J  esc.  Fior.  366.  Da  tulio  que- 
sto ne  segue  -conseguentemente  ,  che  ec. 
quello  non  sia  il  legiitimo  titolo  ec.  (V) 
Varch.  Qitest.  Alch.  23.  Se  uno  mi  do- 
mandasse qual  medicina  purga  la  collera, 
o  che  cose  giovano  alla  milza,  e  io  noi  sa- 
prei, non  essendo  inedicoj  per  questo  non 
seguirebbe,  che  la,  medicina  non  fosse 
vera.  (C) 

^'  g.  IX.  P.r  Restare,  Rimanere. 
liorgh.  Fir.  Disf.  3i3.  Segue  dì  consi- 
derare la  voce  Gallos,  (V)  Bart.  Ginp. 
Itb.  2.  Per  più  chiara  notizia  delle  cose 
che  seguono  a  dire,  mi  fa  bisogno  met- 
tere qui  avanli  la  figura.   (Br) 

*  g.  X.  Per  Passare.  Bergli,  Orig. 
Fir.  277.  Or  seguendo  all'  altre  conside- 
razioni cbe  ci  sono,  resta  a  parlare  della 
tribù.  (V) 

V  g.  XI.  Seguire  i  passi,  o  l'orma  d* 
alcuno,  vale  Andar  dietro  ad  alcuno.  Pe- 
tr.  canz.  9  3,  Ahi  crudo  Amor  ,  ma  tu 
allor  più  m'  informe,  A  seguir  d'  una  fera 
che  mi  strugge,  La  tocc  ,  e  i  passi,  e-  V 
orme  .  (Cj 

*  §.  Xil.  Seguire,  vale  anche  Ridon- 
dare, Tornare.  Sloral.  S,  Crcg.  T.  I. 
260  Ciò  gli  segue  in  gravissima  pena.  (V) 

*  §.    XIII.   E  per  Avere   efctto.     Vit. 

5.  Gir.  95.  Se  ci  siamo  colpevoli ,  siamo 
contente  che  tu  lasci  seguire  la  giusti- 
zia.  (V) 

t  g.  SIV.  Per  Secondare.  Lat.  obse- 
cundare,  vbsequi.  Gr.  ■i^r\0ZTiì'i.  Bocc. 
Intr.  5l.  Disposta  sono  in  ciò  di  seguire 
il  piacer  vostro.  E  nov.  47.  20.  Rispose» 
che  se  ella  il  suo  disidero  di  ciò  seguisse, 
Dìuna  cosa  più  lieta  le  poteva  avvenire. 
Tesorett,  Br.  16.  141.  Che  la  buona  na- 
tura Si  rischiara  e  pulisce  ,  Se  il  buon 
uso  seguisce. 

§.  XV.  Per  Eseguire,  Appigliarsi  ad 
alcuna  cosa.  Metterla  in  esecuzione,  in 
effetto,  Lat.  exeqni,  pergere.  Gr.  Jiare- 
liì-i.  Bocc.  Introd.  3g.  Kiuna  riprensio- 
ne auunque  può  cadere  in  colai  cunsiglio 
seguire  ;  dolore  e  noia  ,  e  forse  morie  , 
non  seguendolo,  potrebbe  avvenire.  E  nov. 
25.  IO.  Quantunque,  per  seguire  il  co- 
mandamento fattole  dal  marito,  tacesse  E 


Ii36 
80. 


S  E  G 


nov.  80.   23    Al  quale  pijcendo  il   fallo  , 
li  mise  in  avvenlura  di   volerlo  seguire. 

§  XVI.  Per  Succe.lire,  Accatltre,  Av- 
venire. Lai.  srfjui,  acci'lere,  conlin^ere  , 
evenire.  Or.  au^^«i'v!c».  Bocc.  Intr.  17. 
Olire  a  questo  ,  ne  seguio  la  morie  di 
molli.  E  nov  29.  7.  Se  voi  noo  ci  gue- 
rile,  facendoci  rompere  il  notlro  proponi- 
mento, che  volete  voi  che  ve  ne  segua  ? 
/i  nitm  8.  Se  io  vi  guerisco,  che  merito 
me  ne  seguirà  7  K  nov.  ^5.  10.  Cono- 
scendo il  male  che  a*  presi  giovani  ne  pò. 
leva  seguire.  Cr.  1.  1.  2  Innaniiché  '1 
non  isperato  pentimento  con  danno  di  per- 
ione,  o  il'  altra  familiar  cosa  ,  poi  tosta* 
mente  seguisca  .  C'a<.  ì.ll  g.  .Mon.ignor 
d'  Avanzooe  scrive  a  V.  M  Crisiianissi- 
ma  lu'lo  quello  che  i;  seguito  di  qua.  /■; 
55.  Ringraiio  la  sua  divina  bontà  di 
quello  che  e  seguito,  e  seguirà  di  me. 

g  XVII.  Sc'^ui-e  uniistritdi,  vjU  Dal- 
terU,  Ciim'ninir  per  rssa.  Petr.  cinz 
3g.  6.  Che  la  strada  d"  onore  Mai  noi 
lassa  seguir  chi  troppo  il  crede  Fr  Jac. 
T.5.  I.  II.  Correndo  va  allo 'oferoo  Chi 
colai  via  seguisce  f  in  giusti  csinipii  è 
detto  figiiritlam.}. 

*  §.  XVIII.  Seguire  ni  nome  il  fatto, 
vale  Oivenir  tale  ili  nome  e  di  fallo.  G. 
V.  Uh.  7.  cap.  l3  Ma  poco  durò,  che 
seguirono  al  nome  il  fatto  (  1  frati  Co- 
dina )  .  (IO 

f  *  SEGUITA,  y.  A.  Seguila  nento  . 
Dep.  Diclini.  loj.  Quanto  al  trovarsi  ta- 
lora e  1/  verbo  Potere  )  senza  .eguita  di 
tllro  verbo,  noo  può  aver  djbbio.  (f^) 

f  SEGUITABILE.  AJL  Va  esser  st- 
gilito.  Lai.  iligniis,  quem  qii.s  ttqualiir. 
Oli.  Coni.  /'.ir.  |3.  3l6.  Iddio  conosce 
r  essenza  tua,  siccome  seguitabile  dall'uo- 
mo ;  cognosce  quella,  siccome  propria  idea 
dell'  uomo. 

SEGUITAMENTE.  Avveri.  Di  Sfi;ui- 
lo,  Continualamenlc.  Lai.  iu^ter  ,  assi- 
due. Gr.  Siri-ilAÙi,  «òiaXii.TTUS  i^i:- 
gner  .  Mann.  Aiost.  11.  3.  Non  solo  al 
principio  della  vita  spirituale  hai  bisogno 
d'una  tal  grazia,  ma  successivamenti-,  ma 
seguitamcole,  ma  sempre.  *i'i/i'ìi.  Odiss. 
12.  l'i.  Poichi;  queste  i  compagni  avran 
passate,  Non  pili  dirotti  allor  seguilamento 
Quale  a  le  degli  due  sari  il  cammino.  (Il) 
\  SEGUITAMENTO.  //  segitdare.  Lai. 
sequela.  Gr.  a-toX«u3ia.  Sen.  Pisi.  Che 
cosa  è  ragione  1  Seguilamento  della  na- 
tura. Oli.  Com.  Inf.  8.  l3.S.  Ragione  i; 
«eguitamenlo  di  natura,  ovvero  una  po- 
tenzia che  discerné  il  bene  dal  male.  Al- 
bert, cap.  4.').  La  ragione  della  natura 
che  è  dunque  ?  E  seguilamento  della  na- 
tura. *  S.  Agosl.  C.  D.  2  9.  Sic.  hi  gli 
Dii  pareano  degni  di  riso  ,  e  non  di  se 
cuitaioento   alli   loro  cultori.   (TC) 

SEGUITANTE.  C'Ite  seguila.  Seguace. 
Lat.  secUtor.  Gr  oi/.Ò'I.OJ'^o^.  i'ranc. 
Barh,  19-  11-  Se  con  mudici  sarai,  Traila 
con  lor  del  conservar  sanlade,  E  di  mo- 
ralitado  Colli  EI0S06  ,  e  lor  seguitanti. 
tf  Tac.  DclV.  Pird.  i:loq.  l^^0.  Lo  giovane 
discepolo  aiutante,  e  li  giudiiii  loguitante, 
dirozzato  e  avvezzo  alle  spese  altrui  ec. 
da    se    solo    subilo    Iratlare  ogni 


S  E  G 

*  g.  I.  Srguilare,  per  Continuare,  uni- 
to col  Di  Borgh.  (Jrig  Fir.  128  Segui, 
tarono  di  mano  iu  mano  gli  altri  ponte- 
fici di  hallerla  (  qutHa  maurla  )■  (l'I  S,n. 
Ben.  l-arch.  1-  3.  Quanlo  1;  piii  conve- 
nevole  che  siano  cusUDli  nel  seguitare  di 
far  bi-uefizii  1  (C) 

*  §.  Il  Seguitar  di  fare  una  cosa,  per 
Farla  in  seguilo  d'altri  die  l' hanno  fat- 
ta prima.  GuiCC.  Slor.  4.  27.  Ila  poichij 
stalo  alquanto  tacito  ft'etnT;  ebbe  accen- 
nalo che  gli  altri  siguilassero  di  parlare, 
Federigo  duca  di  Alba  ec.  disse.  (Lj 

*  §  111.  Seguitare,  In  iignific.  ntulro 
vale  Venir  dietro.  M  Hoec.  /loi*.  ^3.  1.  Ad  essa 
seguitarono  molli  lieli  giorni.  Dani.  Par. 
2.  E  quei  ,  fuor  ch'uno,  Seguiterieno  a 
Ina  ragion  disirulti  ..  .l.S)Slor  Barl.\\. 
Conviene  eh.'  tu  ec.  seguiti  a  colui  che 
l'  ha  chiamato.  {!'} 

■f  %  IV.  Per  l'enre  in  consegiunza. 
Risultare.  ,.  Bocc.  nov.  60  17.  Poco  del- 
l'altrui  fatiche  curandosi,  dove  la  loro 
utilità  vedessi  ro  seguitare  ..  .  fiV;  Ciivalc. 
Speccli.  Cr.  cap.  \.  Pognaino  che  altro  uo. 
mo,  o  angiolo  avesse  potuto  satisfare,  e  ri- 
comperare r  uomo  ,  SI  ne  seguitava  questa 
inconveuienza,  che  l'  uomo  sarebbe  rimaso 
servo  di  quello  uamo ,  o  di  quello  angelo 
che  r  ave>se  ricomperalo.  (P) 

§.  V.  Per  PersrgutLire.  Lat.  persequi, 
inscctail.  Gr.  òiùtlii.  Ricord,  il ilesp. 
lOI.  E  però  non  lasciò  di  seguitare  la 
Chiesa.  *  iVoi'.  ani,  19  Li  venne  un  qua- 
drello per  la  fronte  disavventuratamente, 
che  la  contraria  fortuna,  che  '1  seguitava, 
r  uc.  ise.  (I  ) 

■f  %.  VI.  Per  Avvenire,  Accadere. 
Dani.  l'if,  23  lo  non  gli  conoscoa  ;  ma 
e*  seguetti-.  Come  suol  s.-guilar  per  alcun 
caso,  Che  1'  un  nomare  all'  altro  convc- 
uette.  (V)  Fr.  lac.  Cess.  2.  1.  11.  E  pe- 
rò per  questo  temp.-raioeoto  e  pleiade  gli 
seguilo     questo   ,     che     ec.      Morg.     T.\. 


potei 
causa.  (N) 

+  J  SEGUlTAdE  Lo  stesto  che 
Seguire.  Lat.  «.7111,  perteqiil,  tectari, 
inseclari  .  pergere  .  Gr.  axolouitry 
tiùttii  ■  iicJuvKi  .  Bocc.  nov.  ^3  4; 
Non  avendo  s|iazio  di  far  n.izie,  perci.icchli 
lemevano  d' esser  seguitali.  F  n«v.  .'iti.  I. 
La  Reina  impose  il  seguitare  alla  Fiam- 
metta. Petr.  canz.  !^0.  d-  S' altri  mi  ser- 
ra Lungo  tempo  il  cammin  da  seguitaila 
(7i.il/.  Pist.  122-  Colli  miei  occhi  sempre 
ti  seguitai  ;  e  quando  10  non  li  polei  piii 
disccrnere,  e  io  cogli  occhi  mici  teguilai 
le  tue  vele. 


39.  Quanto  mal,  quante  guerre  ,  quante 
risse  Son  per  te  seguitate  ,  orrendo  mo- 
stro. (Ni  Guicc.  Slor.  1.  480.  Seguito 
appresso  a  questi  un  altro  accidente,  che 
diminuì  assai  1'  ardir  de'  Franzesi.   (l) 

#  g.  VII.  P.r  Continuare  ad  avere, 
Conservire.  Fior.  S.  Frane.  177  L'uomo 
non  dehbe  mai  cessare  di  combattere  per 
piitere  seguitare  la  grazia,  che  ba  ricevuta 
da  Dio.  (I  ) 

ìT-  g.  Vili.  P.r  Conseguire.  Cavate. 
Fruii-  lins'  137.  Considerando  lo  smisu- 
rato beneficio  e  frullo  die  ne  seguitiamo. 
IC  Espos.  Simbol.  1.  169.  Poco  e  breve 
è  '1  dilello,  per  rispetto  del  fastidio  e  vi. 
luperio  e  danno  che  l'  uomo  ne  seguila  in 
presente  ed  in  futuro.  (!■')  Oiard.  Cons. 
11)6.  Se  siamo  buoni,  seguiteremo  la  bea- 
titudine di  vita  eterna.  (i'J    ^ 

i?  §.  IX-  J*cr  Fare,  Secondare.  Guiec. 
Stor.  ^.  201.  Promessero  (1  fanti  tpagniio- 
li)  finalmente  di  seguitare  la  voloolà  del 
Duca.  (I.) 

•|  SEGUITATO.  A.ld  da  Seguitare. 
Lat.  qiiein  quii  tequilur.  Amel.  3o  Qual 
selva  fu,  o  qual  lieia  speranza  Col  segui- 
talo ben  ,  mi  desse  mai  Tanto  di  gioia  , 
ec,  H.  /'.  3  33.  In  questa  conlcniiooc 
messer  Rinaldo  Orsini ,  eh'  era  senatore  , 
prese  1'  arme,  e  seguitalo  dal  popolo  cac- 
ciò di  Roma   Luca  Savelli  co*  suoi  seguaci. 

*  §  1  Per  Pcrsrgullalo.  Galal  Edi- 
po essendo  sialo  caccialo  di  sua  terra  , 
andò  già  ad  Alene  al  He  Teseo  per  cam- 
pare la  persona,  che  cri  irguiUU  d*'tuoi 
nemici.  (CP) 

*  §.  II.  Per  .'fecondato,  C'nlenttlJ. 
Fav.  Eiep.  l6(.  Si  può  intendere  per  la 
scure  i  cinque  sentimenti  del  c.<rpo,  i  quali 
ec.,  seguitati  ne'  loro  appetiti  ec.,  levansi 
in  superbia.  (V) 

f    SEGl'lTATORE       Vtrbal.    Biase, 


S  E  G 

Che,  0  Chi  jeguitaj  Sfgaace.  Lai.  /ecM. 
tor.  Gr  dtó'j.O'SÌOi.  .-Imm.  Ani.  28.  I.  I. 
La  mondana  gloria  fugge  i  suoi  segaila- 
tori,  e  seguita  1  fuggitori.  Filoc.  5.  267. 
Come  adunque  diremo  che  tal  signore  si 
deggia  seguir  per  bene  proprio  del  aegu». 
latore  1  C'valc,  Med,  cuor,  Suoo  dunque 
questi  tali  figliuoli  e  segoilalori  del  Dia- 
volo. Mor.  S.  Greg.  Come  si  pensano 
molli  seguilatori  d'  errori.  Coli.  Ab.  Isaac, 
cap.  17.  E  però  il  Salvatore  comandò* 
al  suo  seguitalore ,  ch'egli  si  spogliasse, 
e  uscisse  dal   mondo. 

SEGUITATRICE.  Verbat.  fem  Cile 
seguila.  Lai.  seclatrix,  conseclatrix.  Gr. 
n'  a/.iiouio;  /  ii.  SS.  Pad  Di  colesti 
fue  discepola  e  seguilalrice  la  sanliaiima 
Candida  ,  figliuola  di  Troiano  maestro 
delle  milizie  dello 'mperadore.  Teol.  UiJt, 
Cosi  la  gente  disposta  espressamenle  è  se- 
guilalrice degli  alti  eterni.  Fav.  Esop. 
L'  anima  non  possente  di  virtù  seguila, 
trice  la  volontà  del  corpo,  Dani.  Conv. 
16^  Altre  leggi  sono,  che  sono  quasi  tc- 
guitatrici  di  natura. 

SEGUITO.  Susi,  (un'accento  sulla  pri- 
ma sillaba.  Seguilamentoj  e  comunemente 
s'intende  d*  uomini.  Compagnia,  Accompa- 
gnamento. Lat.  caUrva,  comitatui,  famu- 
laliis.  Gr.  oTifOi,  etiupa,  a«olou3i'a. 
Bocc.  nov.  41.  14.  Senza  akro  seguilo  d' 
alcuno,  sopra  la  nave  de'  Kodiani  saltò. 
M.  t  '.  9.  8.  Ciascuno  de'  handeresi  ha  il 
seguilo  di  miUe  cinquecento  popolari  bene 
armali,  e  in  punto  a  seguirgli  a  ogni  loro 
posta. 

\  §.  I.  Seguito,  vale  anche  Aderenza,  O, 
V.  1.  2.  I.  Per  la  sua  forza  C  seguito 
signoreggio  tulle  le  schiatte  de'  figliooli 
di  Noe.  •■*  Cron.  Morell.  .3o3  11  petchi; 
segui  che  uno  giovane  Beotivoglio,  di 
fraoco  animo  e  savio,  ma  pieno  di  bai. 
danza  ,  e  di  seguilo  di  certi  Beccheroni 
uomini  bassi,  a  un  punto  preso,  e  a  certa 
disc  .rdia  consiglio  che  non  era  possibile 
la  terra  istesse  ferma.  Segr,  Fior.  Pr.  7.  E 
benchl-  i  Daglioni,  Vitelli,  e  Orsini  se 
nissero  in  Koma,  non  ebbero  seguila  con- 
tro di  lui.  (Cj  Car.  Apol.  9  Avverleo- 
dovi  che  avete  da  fare  con  BaiKhi  ,  il 
quale  è  uno  di  quei  ciarloni,  e  di  quel 
credilo,  e  di  quel  seguito  che  potete  sa- 
pere. fC;  Cuiic.  Slor.  I.  280.  Sperando 
nella  parte  che  v"  aveva  Battistiao  Fre- 
goso,  stato  già  Doge  di  quella  cilli,  e  nel 
seguito  che  aveva  il  Cardinale  di  S.  Pie- 
Ito  in  Vincola  in  Savona  sua  pallia,  e  in 
quelle  riviere.  (L) 

g.  II.  Per  Esito.  L«U  progretsui. 
Gr  iiai^JtJi;.  A'bert.  cap.  60.  1  co 
minciamenli  sono  in  nostra  balla  ,  ma  lo 
seguito,   e  la  fine  giudica  ventura. 

SEGUITO.  Coir  accento  tulio  penulti- 
ma. AJd.  da  Seguire,  Che  è  seguilo  ,  e 
succeduto  j  Prcleriio.  Lat.  piaterilus  . 
Gr.  irfJOiXr.XuiMj.  D.int.  Par.  i\.  La 
pruova  ,  che  '1  ver  mi  dischiude  ,  Son 
1"  opere  seguile .  Slor.  Pisi.  52.  Banduc 
ciò  de'  Bonconli  ec.  ,  uno  de' più  seguili 
citladioi  di  Pisa  (eoe,  riputali,  avcredi. 
tali).  P>ed,  leti.  Uich.  Duro  poscia  a 
sciiserc  fino  alla  sua  morte,  seguila  nel 
mese  di  Dicembre  dell'anno   l^oS. 

■f  §.  F  in  forza  di  Susi.  Ciò  ch»  è 
avvenuto,  successo.  Fir,  Due.  an.  3o  Di 
poi  avuto  il  Re  in  disparte,  gli  domando 
del  seguilo,  tf  Geli.  S/>orl.  5.  C.  Di'  loro 
da  mia  parte  il  seguilo,  e  pregagli 
s*  accordino  ancor  loro  alla  voloulà 
Dio  Ceccfc  Mogi.  2.  4-  "a  che  il  vec 
chio  non  lorna,  e  sari  buono  eh'  io  vada 
a  cercare  d'Alfonso,  e  lo  ragguagli  iWI  se- 
guilo. ((') 

t  «  SEGUITRICE.    lo  slesso  che   Se- 

ni.  SS.    Pad.    I.   2.13-   Di  c„. 

la  saDliuiua 


che 
di 


g  lilatrice. 

siti  fu  discepola  e  scguiUice 


S  E  O 

e  nubiltssinia  Canilùlj,  fi^liu<>b  ili  Tr^ii* 
no  maeslro  dt-tU  niilitu  ilfU*  Inipeixdure 
(qui  ia  Crujcit  /■■,i:;'i'  ifgiiiUlriff.  f'eili 
questa  vocvj.  (f)  l.fi:s.  li.  Umil.  62  0 
vertuJiota  e  lirjU  Umiliane,  i^luiliusa  >e- 
guilrice  (li  tuit'i  ptfilckiuuc.  (C) 

SEGUIZIONE.  /.  A.  Esecuzione. 
Lai.  extquittio  .  Or.  oixT£/ett^  .  G. 
f.  n,  37.  !■  E  coti  ron  gr^ude  rffctto  e 
opere  mise  a  srgui«iuae  Oviit.  Pisi.  ^y. 
Cbc  dinanzi  a*  suui  ocvhi  il  «no  coinauja- 
ueolo  si  niptlote  a  >eguizione. 

SEI.  yonie  nu'ueittltt  Lai.  srx.  Gr. 
f^  Dantm  far.  (>.  Cbr  di  sri  ale  fjimosi 
cuculia.  Fir,  Bag  |3S  Ma  a  cjgionc  che 
voi  OOD  vi  marav-gliate  che  io  v^da  di- 
stxibueadj  così  ogni  ciisj  per  sei  »  e'  mi 
par  coQvenevuIc  il  m«'Strjrvi  che  cosa  me 
ne  porga  cagione.  }foÌm,  6.  1 .  La  guer- 
ra, cbo  in  Ialino  è  detta  beiio.  Par  bruita 
a  me  in  Tolgar  per  sei  bt-fjne. 

*  §•  /'•"'  cinque  e  lfv<ir  sei s  maniera 
bassa  dt  dire,  che  vaie  Rubare.  V .  POR- 
RE, g.  LXII.  (A) 

SEICENTO,    r.   SECENTO. 

SEINO.  Si  dice  ue\ltdi.  quando  due 
hanno  scoperto  setj  o^igi  pia  comunemente 
Sino.  But,  Pura.  6.  1.  Cioè  terno  ed  as- 
sOf  cinque  e  ambj^^i,  duino  e  ire,  e  cosi 
quattordici,  spino  e  due. 

SELBASTHELLA.  f^.  SELVASTREL- 
LA. 

•f  SELCE,  *  SELICE.  Pietra  j  ma  per 
lo  più  si  dice  di  una  pietra  dura,  liscia, 
simile  al  corno,  che  tacita  il  vetro,  0  al- 
meno lo  solca,  e  percossa  coli'  acciaio 
scintilla.  Lai.  silex\  Gr.  ttugi'tiic.  Petr. 
san.  164.  Può  quvllo  in  me,  che  nel  gran 
vecchio  Mauro  Medusa  ,  quando  in  selce 
tnsformollo.  Cr.  1.  8.  3.  Ancora  sotto  le 
radici  de*  monti  e  nelle  dure  selci  si  truo- 
vano  Tacque  <il>bondcvo1i.  ficdde  e  sane. 
^  S-ttnaz  Arcad.  rg/,  \q,  gìj  mi  rimem- 
bra che  dj  cima  uit*  elice  La  sinistra  cor- 
oice,  oimè,  jiredisselo.  Che  '1  pttio  mi  si 
tt  quasi  una  selice,  (ffj 

§.  P:r  una  Sjie-ie  di  pietra  naturale 
più  dura,  f'r.  Ci-rd.  S.  l  ^,  Ancora  si 
scrÌTe  eoa  penna  di  ferro  in  pietra  di  se- 
lice, accivicibi;  sieno  lettere  cav.tle  in  pie- 
tra forti&simj,  che  non  ne  vanno. 

*  SELCIARE.  Lastricare.  Lai.  girici- 
bus  sternere.  Gr.  ll&01T^5»vu£tV  //  l'o- 
cabol.alU    f.  CIOTTOLARE.  §    I.   (•) 

=v  SELCIATA.  Lo  f  tesso  che  Selicialo, 
Lastrico.  B'tlihn.  DrC.  Dipinse  due  fac- 
ciate d*  una  casi  di  cantonata  verso  la 
selciala  di  S.   Francesco.  (A) 

*  SELCIATO.  Add.  di  Selciare.  Lit. 
silictbus  straiits.  Gr.  iiào'iTpWTo;  // 
Focabo!.  alla  /'.CIOTTOLATO  suU.  (•) 

*  SELCIOSO.  Add.  Cile  è  della  /m- 
tura  della  seìd',  (A) 

*  SELETTO.  ì\  L.Add,  Scello,  Bai- 
din.  Dee.  Cbe  il  dottissimo  Possevìoo  nella 
sua  biblii'lccj  selella  parlasse  dì  lui .  (A) 

*  §.  Dei  Seletti  ,  lo  stesso  che  Dei 
Scelti,  S.  ALiost.  r.  D  3.  7.  Tra  li  se- 
letti  Dìi  dovetlooo  essere  posti  multo  più 
Vitaoio  vivificatore,  e  Sentino  sentifica- 
lore,  che  lano  ec.  (C)  T>iss,  Irit.  fimil. 
8*  Uà  il  Petrarca  nel  trionfo  di  Amore 
la  comprende  (Minerva}  sotto  quello  uni- 
versale: Tutti  son  qui  prigion  gli  Dei  di 
farro.  Perciocché  ella  non  solo  è  fra  gli 
Dei  di  Varron^.  ma  Ha' seleni.  (Fj 

*  SELICE.  ;■.  SELCE    (A) 
SELltllATO.  Sust,  Pavimento,  o  Strji- 

da  coperti,  0  lastricati  di  se/ici.  Lai.  si- 
Itceum  ilratum.  Gr.  :rjoiT37Tpù»TOv.  fiv. 
Disc.  Ara.  17.  Compresivi  ec.  lastrichi  e 
seliciaii  per  nuova  strada,  ed  altro,  /luon. 
JTi^r.  2.  1 .  7-  Per  le  medesme  piogge  Rolle 
le  strade,  e  i  seliciaii  sconci,  A  schivarne 
lo  'ociampo  all'  ore  oscure  Le  lanterne  as- 

Ui    gioTSDO. 

Vocabolario  T.  lì. 


S  E  L 

*  SELINOGRAFI'A.  Descrizione  d..'le 
cose  lun.tii.  Lai.  selino^raphta.  Cai.  Sist. 
^l.  Io  nnii  so  cbo  ci  sieno  sLiti  in  terra 
se1iuogr.ifi  curiosi  ,  cbe  \h.t  luttghi!>:>iiiia 
sene  di  anni  ci  abbt.ino  tenuti  provvÌ!.ii 
di  s<-lin»gra6e  cosi  esalto,  che  ci  possjuo 
render  sicuri  nissuna  t.*!  mutaziDne  esser 
già  mai  seguila  nella  faccia  della  Lu- 
na. (NS) 

*  SELINOGR&FO  .  Descrittore  delle 
cose  lunari  hìl.,  -ielinographus,  Gaf,Si>t. 
^1.  ìij  non  so  che  vi  sieuo  stali  io  terra 
&e]in»gr.i(ì   curiosi,   che  ec,  (I^Sj 

*  6ELI(^UA.  /'.  L.  Siliqua.  Pallad- 
lì.  lì.  Pie,  3i.  Le  selique  sì  serbjno 
lungo  tempo,  se  si  spandono  sulle  gr.ili , 
o   grjlicri.    (J') 

f  SELLA.  Arnese  che  si  pone  sopr*  alla 
schiena  d*  un  cavallo,  d'  un  mulo,  o  simile, 
per  parerlo  acconciamente  cavalcare.  LjI. 
ephippium.  Gr  ej3t:rTiov.  Tav.  Bit  Lo  più 
alto  e  lo  più  pro'cavjliere  che  mai  sia  mun- 
talo in  sella.  Bocc.  nov.  !\?i,  l3.  Trovalo 
il  ronzino  di'tla  giovane  ancora  con  tutta 
la  sella,  domandarono  chi  vi  fosse,  f/anc. 
Sacch.  nov.  225.  Si  mise  un  asino  innan- 
zi, il  quale  aveva  appiccalo  uno  cembalo 
alla  sella.  ^  Alnm.  elee;,  I-  li.  Non  avea 
M.trte  ancor  qua  giù  ripieno  Del  suo  fero 
Voler,  né  posto  a\ea  Al  feroce  corsier  la 
sella   e  '1  freno.  (Bj 

*  §.  I.  Conosccei  cavalli  alle  scl'e.vale 
^•^uratam.  Far  giudizio  defili  uomini  dal- 

C  esterno.  1'.  CAVALLO,  §.  XXMV.  (C) 
§.  II.  ì'otar  la  scila  ,  vale  Cader  da 
cavallo,  propriamente  nel  giostrare,  ^ov. 
ant.  3c).  1.  Guilielmo  si  vantò,  che  non 
a\ea  cavaliere  in  Proeoza  ,  che  non  gli 
avesse  fallo  volare  la  sella»  e  giaciuto  con 
sua  niogliera. 

^  §  III.  Per  similit.  Lai.  sedes ,  Gr. 
iòpoc,  Dani.  Purg.  6.  Cbe  vai,  perchè  li 
racconciasse  il  freno  Giustiniano  ,  se  la 
sella  è  vota?  Petr.  canz.  34-  6.  Vinca  '1 
ver  dunque,  e  si  rimanga  in  sella,  E  vin- 
ta a  terra  caggia  la  bugia.  J'arch.  Ercol, 
21.  il  vero  non  vince  egli  sempre  alla 
fine,  e  si  rimane  in  sella?  (in  questi  due 
esempii  vnU  star  di  sopra  ,  rimaner  vin- 
cente ).  Tac  Dav,  Ann.  II.  i38.  Di 
questo  dire  ella  non  fa  capitale,  non  per 
amor  del  marito,  ma  perchè  Silio,  mon- 
tato in  sella  ,  non  la  spregiasse  (  il  testo 
lat,  ha  somma  adeptus  )  .  E  Stor.  3. 
321.  Come  Vespasiano  fosse  in  scila,  non 
terrebbe  sicuro  sé,  ne  gli  amici,  ne  gli 
eserciti,  sino  a  che  non  vedesse  spento  il 
tuo  seme  emolo  (il  testo  lat.  ha  cum 
imperium   invaserìt). 

P.  IV.  Per  Scdii.  Lat.  sedes.  Gr.  t^soc. 
Dant  Purg.  6.  Ahi  gente  ,  cbe  dovresti 
esser  ditola  ,  E  lasciar  seder  Cesar  nella 
sella . 

g.  V.  Per  Predella,  nel  signi fic.  del  %, 
Ill.j  onde  si  dice  Andare  a  sella,  per 
Cacare.  Lat.  cacare  ,  ventris  onus  depo- 
nete ,  Pgererc  .  Gr.  ^S^ElV  .  ^f,  Aldohr. 
Dicono  gli  auiori  di  fisica  ,  cbc  I'  acelo 
ha  questa  natura  ,  che  se  egli  truova  Io 
stomaco  pieno  ,  sì  il  fa  bene  andare  a 
sella  .  Tes.  Pov.  F.  S.  Acqua  fredda  , 
data  in  quantità  a  quelli  che  vanno  troppo 
a  sella,  ec.  Mil.  M.  Poi,  Sì  gli  danno  da 
bere  i  tamarindi,  per  farlo  andare  a  sella. 

^-  SELLACCIA  .  Peggiorai,  di  Sella  . 
Lasc,  Bim.  I.  222.  Non  può  spirto  gen- 
tile Senza  sdegno  vedere  Briglie,  staffili, 
martelli,  e  tanaglie,  Sellacce  vecchie,  e 
miir  altre  bagaglie.  (C} 

SELL.MO,  Che  fa  le  selle.  Lat.  ephip- 
piinus.  Gr.  Epinrrio-oio;  .  Conv.  i55. 
AI  cavaliere  dee  credere  lo  spadaio  ,  il 
frcnaio,  e  '1  sellaio,  e  lo  scudaio.  Frane. 
Sacch.  Op.  div.  187.  Il  fienaio  e  M  sel- 
laio serve  al  maggiore  :  a  cui  serve  ?  alla 
cavalleria. 


S  E  L 


Xi37 


[       SELLARE.  Metter  la  sella.  Lat.  ephip- 
pium imponere.  Bocc.  nov.  39.   IO.  Fatti 
I  sellare  i  cavalli,   andò   via.    Pass.  61.  Co- 
.   mandò,   cbc   i  cavalli  losto  fossero  sellati, 
e   iiiiiiiaDlanL-iite     ogni    uomo  si   partisse  , 
I    Piìtoff".    1.   Or  (,Qn  Sellar,  ma  leva  lo  ca- 
;  nijto  .  A'aiu     Ci,:    17.    3o.  Fa  sellare  i 
cavji;  l'arme  si   \esle  Con  U  frella  mag- 
gior, cbe  \o\  vedeste. 

SELLATO.  Jdd.  da  Sellarej  Che  ha 
la  sella  in  desso.  Lai.  i'tstmtus,  *ephip- 
piatus.  Gr.Ì7ti'.i9»yHÌé0i.  A'oc.  ani.  3g, 
1.  Fece  venire  suo  deìtriere  sfilato,  e  cin- 
ghialo bene.  Stor,  P.st.  7.  Lo  cavallo  di 
inesser  Zarino,  ch'era  sellato,  e  covertalo. 
Serd.  Sfor,  Jiid.  II.  4 i 3' Fece  condurre 
mule  sellale,  e  addobbate. 

§.  I.  Seli'ato,  ancKe  si  d,ce  il  Cavallo, 
quando  ha  la  schiena  che  piega  troppo 
verso  la  puniia. 

V  §.  II.  Sciato,  figuratnm.  per  Pron- 
to ,  Appnrrecchiato  .  Morg.  22.  3.  Or- 
lando disse:  io  son  sempre  selbto,  Parmi 
miir  anni  Rinaldo  vt-ggiamo.  fiV^ 

SELVA.  Boscaglia,  Bosco,  Lai.  sylva. 
Gr.  uÀr,,  Bocc.  noi.  4^-  5.  E  come  sep- 
pe ,  verso  una  selva  grandissima  volse  il 
suo  ronzino.  Dant.  inf  \.  E  quanto  a 
dir  qual  era  è  cosa  dura  Està  selva  sel- 
vaggia, ed  aspra  e  ftilc,  F  20.  Ben  len 
dee  ricordar  ,  che  non  ti  uocque  Alcuna 
volta   per  la    selva    fonda.    Petr.   canz.  ^2. 

5.  Una  strania  fenice  ec.  Vedendo  per  la 
selva   altera  e  sola  ,  ec. 

't    *    g.    l.    Per   Arb.ri.     Pai/ad.   Cap. 

6.  Se  *l  canTpo  è  pieno  dt  selva  disutile  , 
dividilo  in  lai  nn.dn,  ic.  (T'J  E  appres- 
so: 1  luoghi  sieri  i  lascia  stare,  e  coprire 
di  selve,  imperocrbc  naturalmente  rispon- 
deranno pi  in  abbondanza.  f.^r^ 

^  §.  II-  Selva  ,  per  nutommia  ,  vale 
lo  stesso  che  Bestie  che  abitano  nella 
selva.  March,  Lncr.  lib.  5.  E  co'bracchi 
e  co'  veltri  e  coi  mastini  Desiar  le  selve 
(salluiri   canibut  cifre,    ha   il  testo). (Br) 

V  g  III  Stiva,  fìguratont.  per  Quan- 
tità ,  Mcllitiidine  (li  cheichcs^ia  .  Dint. 
inf,  4-  Non  lascia%am  1'  andar  perchè  e' 
dicessi  ;  Ma  passavam  la  selva  tuttavia  , 
La  selva  dico  di  &piiiti  spessi.  Bui.  i\iz 
E  perchè  non  s*  intenda  che  fosse  di  vir- 
gulti e  d*  arbori,  dice:  io  dico  la  selva  di 
spiriti  spessi  :  imperocché  quegli  spiriti  sla- 
van  fermi,  come  se  fosiono  virgulti.  (Br) 
Ar.  Fitr.  i8-  22.  Da  strana  circondato  e 
iìera  selva  D*  aste  e  di  spade,  e  di  volanti 
dardi.    (B) 

^  %.  IV,  Selva,  si  dice  anche  aduna  Spe- 
cie di  raccolta  di  brani  di  opere  per  valerse- 
ne a  compor  chtcchts-ii  .  Magai.  Leti. 
Ecco  roba  per  la  vostra  istoria  de*  dia- 
manti intagliati  :  mettete  da  banda  per  ar- 
ricchire la  vostra  selva.  (A) 

SELVAGGIA.  Peggiorai,  di  Selva,  Lai. 
sallus .  Gr.  o-y^xw'v  ,  Pera.  Ori.  i.  i3. 
5g.  Or  in  quella  selvao  ìa  disadatta  Abi- 
tava un  centauro  orrendo  e  fiero. 

^  g.  P'r  Baccolta  di  brani  d'  opere  . 
Magai,  Leti.  In  una  selvaccia,  cbe  aveva 
fallo,  Ji  luoglii  d' autori  e  di  poeti  sti- 
raccbiabili  a  diritto,  o  a  traverso  ai  bue* 
cheri,   non  ci  aveva  questi  due,  ec,  (A) 

•f  '^-  SELVAGGIAMI  NTE  ,  Awerb. 
In  maniera  scUncsi^  •  Bim,  ant.  3f. 
da,  png.  14O-  (  Zine  ì'jAt  ).  Insin  che 
morte  ec.  Non  entrerà  nel  loco  dov*  et 
siede.  Vita  no  avrò  se  non  siUaggiamen- 
le.  Salvia.  Op.  Caca.  2.  4<)  Guatando!* 
un  neir  altro,  con  bollente  Selvaggiamente 
collera    sen  vanno  Precipitosi.  (A) 

SELVAGGINA.  Salvngginn.  Lat. /cri- 
na. Gr.  STTiptcv.  Sen.  Pist.  Tu  ti  diletti 
veder  messe  per  ordine  dinanzi  da  te  le 
venagioni  e  le  selvaggine. 

f  5  SELVAGGIO  .  Jdd.  Che  vive  in 
Silva,  o  a  Uà  foresta,  Sn/vatico.  Lat.  sii- 
143 


ii38 


S  E  I. 


S  E  »I 


SEM 


vesler  ,  M'alictit  ,  agrcsiis  ,  f'rus  .  Cr. 
àypiH  Doni.  /'./  i3.  Noti  han  SI  aspri 
•lerpi.tip  si  folli.  Quelle  fi'T.-  stlvjgg»  che 
•n  odio  hanno  Tra  Ccnna  f  Comete  i  Lio- 
chi  colli.    /■■  /'■"■?     l3.   CI.' a  lune  un  61 

Si  ferro  il  eifili»  f°"  ^  •=""  "'  """.  ' 
iparvi^r  selvJgBio  Si  fa.  Peir.  sor,.  ì!yj . 
Va  6crc  bjn  questi  Ijoirhi  si  sel.agije, 
Che  non  sappian  quanl'  i-  mia  pena  acer- 
ba .  M.  Aldobr  Citai  'li  porco  selvag- 
della  dimestica  è  calda 


Pelr,  son 


53.  Quel 
memo  in   un  lu.igo  sel...so,'  e  allo  a""Da-  I  fiore  amico     di    .irluli  e    d'  arn 
sTndere  gente,  trasse  da  ogni  leg.nne  tre      pk..n.e  «ella  el.l.e   con    questo    Nuoto 
-      ■      firmare  in    quel    lu..go  .      fior  d'  one.l.le  .   e   di    LeUeiie  I    E    2Ì-. 


5.  120.  Avendo  fatto  Cesare  nn  alloggia,     ximl/;/.  Gr    ouoio; 

allo  a   Da-  t  fiore  antico     di    «irluli   e    d    armi     Come 


coorti,  e  fi-cela    -.  ,  _ 

Jìuon.   ti.r    Intr.  3.     Dell'  Apcnnio    sel- 
»ojo  Invano  orlando  il  varco 

+  .SEMBIABILE,  e  SEMBIABOI.h  . 
AJ,I.  I'.  A.  S«milfHonlc  l.ih.  IM.  Ar- 
ile.  Dee  r  uomo  intendere  e  credete  che 


I   e 


gio  a  cotnparaEioD 
o  secca. 

5",:  §.  I.  /fgì^iunlo  di  tuof;o.  vate  Aitf- 
nenie  a  si-lva.  -  Dani  Inf.  I.  A  te  convien 
lecere  altro  viaggio  ec.  Se  vuoi  campar 
d'esto  lungo  selvaggio".  (C) 

§.    Il      risnrala'ii.   Doni.   Inf.    6.    V« 
ranno  al  s;ingiie.  e  la  parte  selvjgHÌa  Cac- 
ccr!i  r  altra.    HtU.  •'■'  ■■   Cioi;  la   p.irte  de 
Bianrh;  ,  la   quale  egli  chiama  silv..ggia  , 
perchÌ!  di  quella     parte    erano  li    Cerchi  , 
li   quali    erano  venuti  di  contado  .    Oant 
Pino.   2.  La  lurha,  che  rimase  li,  selvag- 
gia Parca  di--l   loco,  rimirando  intorno  (ijni 
vali   nuova,  str.ioirra   mal  pratica)   Aiuti. 
n5.  losino  a   tanto  che  di  dosso  gittalili  i 
panili  selvaggi,  nella  chiara  font..-   il  tuBb 
(eioi,  rOMi).   a.    /'.  7-  85.  5.  Egli  e  sua 
gente  Catalana  erano  ancora  con  loro  sel- 
vaggi, come  nuovo  signore  e  nuova  gente 
(lioi,  non  trattavano  insieme,   non  erano 
confidenti).*   G'"-'-    <'•""'•    "'"■    -''''";• 
S*^-   E  s'  esser  può,  quel  freddo    cor  sel- 
vaggio Di  Ili,  che  sta  ver  me  si   ferma  e 
«alda  Al  vento  acceso  dei  sospir  miei,  scal- 
da. Che  lacrimando  notte  e  giorno  io  trag- 
gio  (qui  per   Duro,   Criiilele I.  (Bj 

#  tj.  III  Selva.;:^to,  ng-;ìnnlo  a  nomo, 
vile  Tiilico,  llmzoj  contrario  il' AfTnbilr , 
e  ili  Cernili',  ••  Pelr.  .'fn.  207  Con  si 
dolce  parlar,  e  con  un  riso  Da  far  inna- 
morare  un   uom   selvaggio  .».  (Cj 

*  SELV.XGGIUME.  ó  i/.'^f;i'ime.  Dil 
lam.  4.  12.  Assai  v' i;  pesce,  selvaggiume 
e  helve.  Onde  ban  la  vita  lor.  (IIJ  Slor. 
Kur.  lih.  1.  La  Scandinavia  cesi  h.i  gua 
dagnato  questo  nome  dalla  comodità  de' 
poni,  dalla  ferlililii  del  paese,  e  dalla 
somma  aldiondjnia  non  solamente  de' pe- 
lei ,  e  de'  selv..ggiumi  ,  ma  delle  ricche 
miniere  ec  (Pi 

SELVANO.  y.  SILVANO. 

SELVARECCIO-  Adi.  Di  seha.  Lat. 
.ùliesler  .  Or.  O/n'ji;  .  TUinli.  Atol.  3. 
l8,1.  Dalla  vaghezza  drllo  hello  ombre,  0 
del  selvarercio  silenzio  invitato,  mi  preso 
disiderio  di  passar  tra  loro. 

•SELVASTllKLLA,  e  SELDASTREL- 
LA.  Krh'i  ehi'  è  delta  aftnnienli  Pìmpi- 
nflla.  ed  iLirui  wda  imnlala  ,  e  tnli'oUa 
la  siile  nel  fino.  Lat.  'pimpinella  ,  san- 
fuisirhn.  M.  Ilin  rm  hnrl.  I.  207.  lo 
potrei  bene  oderirvi  due  torsi  Di  lattuga, 
id  un  po' di  selvastrella  Dai:  Coli.  1(1« 
Di  Febbraio  semina  cavoli  oc,  prezzemo- 
lo ,  jelbasirella  ,  ec.  .foiler.  Colt.  81  Se 
(u  tnelterai  nel  fondo  loro  (de'  (ini^  a 
bollire  ec.  mughello.  lelbiilrella,  e  simi- 
ileranno    l'  odor   medesimo  ,    che 


tutte 
erano 
/lari. 


sembiabilo  ed  igoale  al  padre  in 
cose  Troll,  pece  mo-l  Li  piedi 
•emhiabili    u'  piedi    d'  orso  .     l'it 


li ,  preo 

hanno  delte  erbe. 

«SELVATICO  Add.  Lo  stesso  che. Sii 
valico.  .Siina;. pror.1  Appena  mi  «i  lascia 
credere,  che  le  ,elvali  he  belile  »i  posso- 
no con  diletto  dimorare.  (N) 

SELVKTTA.  lìini.  di  Selv'i,  Lai.  ri/- 
.•.i/,i',  ncmui .  Gr.  ùXctpto»  .  Mur.  Hai. 
n.  In  mi-if  di  quel  terreno,  che  Didone 
prese  per  far  la  eill'a,  era  una  mollo  beli.. 
..Ivell»  nemh  //<o/.  I.  li- Facevano  gli 
allori  senza  legge,  ed  io  maggior  quaulll'i 
cresciuti ,  du«  solvette  pan  ,  e  nere  per 
l'ombra.  ' 

SELVOSO.  Atld  Pie';"  di  se've.  Lai. 
ti/i'o»iii./ie™oro«iii.GT.  «XomÌi;,  uiiKOt- 
P,.lr.  Uom.  ili.  >l  quale  si  ril nova  dol  pia- 
no a'Iiioghi  selvosi   S.;;r.  Fhr.  /trt.gurrr. 


Queste  cose  sono  semliialioli  a 
due  uomini,  che  tanto  erano  poveramente 
vestili.  E  12.  Quello  uomo  istabilio  in 
terra,  e  di  lui  medesimo  fece  feniina  sem- 
biahole  a  lui- 

*  SEMBIAGLIA  r.SEMBRAGLIA.n 
•■t-  *SEMBI AMENTO.  Semlrinnze,  Fai- 
tezze;  Quello  per  cui  una  C">a  somiglia  ad 
un-  olirà  .  fìellia.  Rucd,.  /|8.  Parve  all' 
Indian  ce.  Di  arieggiar  mollo  alla  mani- 
fattura .  E  alla  polpa  ,  e  al  colore  ,  e  a 
sembianti  Cho  aveva  dati  la  madre  natu- 
ra ,  ec.  (A) 

f  SEMBIANTE.  Susi.  A  spello  ,   toc- 
eia,   /'.ìlio.  Lai    atpecliK,  forma,  viillus. 
Gr     uj/,  TpoJMTOV,  31(115.   Doni.   Purg. 
1\.  Perché  l'ombra  si  tacque,  o  riguar- 
dommi  Negli   occhi,  ove  '1  sembiaole  più 
si  ficca  (  cioè,  r  aspetto  dell'  animo  ).   E 
Por.   3.   Quelle  stimando    specchiali  sem- 
bianti, lini,  ivi  !  Specchiati  sembianti,  cioè 
immagini  che  si  r.ippres.Dtassono  nella  Lu- 
na, come  nello  specchio  si  rappresentano 
le  cose  poste  dinanzi  a  lui.  Poni.    Por.   5. 
Lo   suo    piacere  e  'l  tramutar    sembiante 
Voser  silenzio  al  mio  cupido  ingegno  .   E 
32.  Né  mi  mostrò  di  Dio  tanto  sembian- 
te (cioi,  cosa  che  tanto  S"  assomigli..sse  a 
Dio).  Pelr.  soo.  201.  Gli  occhi,  e  la  fronte 
con  seminante  umano  Baciolle  si,  .-he  ral- 
legrò ciascuna.   Bore.  BW.   100.   16.  Con 
sembiante  turbato  un  di  le  disse.  Aoi'.  ant. 
100     II.    Dico,    che    se    io    laglieròc    a 
questo  mio  cane  il  piede,  che  s' io  il  chia- 
merò   poi,  e  moslerroUi  belli   sembianti  , 
eh'  elli  mi  seguir'a  volentieri  con  amore 

-(■  §-  1-  Per  Apparenza  .  Lal^  sprcies, 
forma  ,  imigo.  Gr.  l'osa,  ei  ifo;  ,  Ei- 
jtw'j-  O.  V.  2  I.  5.  Con  falsi  sembianti 
msslrava  amore  a'  cittadini  lìanl.  Inf. 
32  Avea  di  vetro,  e  non  d'acqua,  sem- 
biante. E  Par.  22  Vidi  questo  globo  Tal, 
eh'  io  sorrisi  del  suo  vii  sembiante.  Bui. 
ivi  :  Del  suo  vii  sembian'e ,  cioè  si  vile 
vidi  la  terra,  che  io  Dante  mi  feci  beffe 
della  sua  apparenzia  vilissima. 

§.  II  In  temhianti.  Per  sembiante  ,  « 
.limili,  pii<U  ovterliiilm  vasHonn  In  ap- 
porenzo.  Lai.  ficu.  simulale.  Gr.  si'^MVi. 
XM5.  Nov.  o'nt.  i\.  5  Cosi  pare  che  voi 
amiate  vostro  Dio  in  iemlii»lili  di  paro- 
le,  ma  non  in  opera.  Liv  M.  E  cosi 
fu  la  cosa  per  sembiante  indugiata.  Becc. 
noe.  100  1  finita  la  lunga  novella  del 
Re,  molto  a  tutti  nel  sembiante  piaciuta, 
Dioneo  ridendo  disse  .  Pelr.  conz.  47. 
»  Se  tu  m'  amasti  Quanto  in  sembianti 
e  nel  tuo  dir  mostrasti- 

€.  III.    Fare  ,  o    Mostrar    senihianie  , 

vote    far  sej;nn.  ttimoilrazione,  viilo.  Lai. 

.sisoum    facere,    fineere  .    simulare.     Gr. 

•  irpoaTtoìi'aaKi.  jTO«,oi'vi»àa<.  Dani.  Por. 

Q    Qui  si  lacfllto.  e  leromi  lembianto  Che 

ì!.»se  ad  altro  vedi-     Bocc.    nev.    61.     7- 

Acciocché  Giaoni    nulla    inlpicar    poleijo 

di  lei,  di  dormire  fere  sembiante.  E  nov. 

73.    IO     Fecer   sembianti    di    maravigliarsi 

forte,  e  lodarono  il  consiglio  di  Calandri 

00.   /•;  nov.  1,8.  6    Senza  alcun  sembiante 

ili  lei  s' accese.  Pinv.  ani.  33. 

o    a  fare  strano    sembiante  ,  e 

n'amico   too  (dot  .  a 


moslramo, 
I.    Cominci 
ingrosso    contro   a 
moiliBrsi    adirato). 

5  SEMBIANTE  Add  Sìntiglitnte  Lai 


Di  beltade  e  di  lumi  si  sembianti,  Che 
anco  'I  ciel  della  terra  s*  innamora.  !  il. 
Bari.  1  1  Questi  sono  sembianti  a'  ricebi 
e  a'  possenti  uomini  di  questo  mondo. 
*  r>.tj.  Cer.  l5  34.  E  il  vedran  poscia 
(un  monte)  Alle  acuto  piramidi  sembian- 
te ,  Sottile  ioTor  la  cima ,  0  ia  motto 
grosso.  (Dì 

if  §  l  E  in  forta  di  sust.  •  Llv.  M. 
Subitamente  tornò  tutta  la  sua  inteotiooo 
a  religione  e  a  sacrificare  j  lutto 'I  popolo 
ne  foce  il  sembiante  -  .  (Cj  Cor.  Eri.  I. 
75t).  Come  a  quei  che  a  Troia  il  lutto 
ride  oc.  Col  lembianto  riscontro  oT  vivo, 
e'I  vero.  (FP) 

*  p.  II.  Per  Veniale.  Tats.  Cer.  11. 
59  E  da  sembiante  colpo  al  tempo  stesso 
Colto  ò  Raimondo.  E  12.  l3.  Sempro  ec. 
li  mostrasti  a  te  slesso  lombianlc.  EBim. 
Ani.  ìon.  12.  Or  chi  sia  mai  eh*  arresti 
il  mio  desiro.  Se  egualmente  Io  spìngo,  e 
pronto  il  rende  Con  sembiante  virtù  lo 
sprono,  e  il  freno  ?  (O) 

SEMBIANZA.  .SemhianU  SUSI.,  net  pri- 
mo significalo.  Lai.  vulUis,  aspeetus.  Gr. 
tZ-lf.  ~^37UT3V  Pani.  Por.  18-  Che  la 
sua  sembianza  Vinceva  gli  altri.  E  32.  E 
la  buona  sembianza  Ch'  10  veggio  e  noto 
in  lutti  gli  ardor  vostri.  Pelr.  conz.  ^l. 
6.  L'  angelica  sembianza,  umile  e  piana. 
t  *  S.  I-  Per  Immagine,  Ritratto. 
Pelr.  son.  l^.  E  viene  a  Roma  scgoecdo 
'1  desio.  Per  mirar  le  sembianze  di  colui, 
Che  ancor  lassù  nel  Ciel  vedere  spera. 
m  E  conz.  ^p.  p.  Vergine  ec.  Non  guardar 
me.  ma  chi  degnò  crearme:  No  *1  mio 
valor,  ma  1*  alla  sua  sembianza,  Ch*  e  in  me, 
li  mova  a  curar  d' uom  sì  basso,  (y) 

§.  II.  Per  Cenno,  Dimosirazione,  Vi- 
lla Bocc.  nov.  9;.  II.  Ch'a  messer  far 
tavcssi  lo  mio  core.  Lasso,  per  messo  mai, 
o  per  sembianza  Dani.  Par.  7^,  Poi  mi 
volsi  a  Beatrice,  0  quella  pronte  Sem- 
bianze fonimi.  Bill,  ivi:  Pronto  sembian- 
ze femmi.  cioè  fece  a  me  Dante  manìfe- 
sii  e  apparecchiati  cenni  e  viste- 

5  3.  III.  Per  Simiglionza,  Apparenza. 
Lai.  simriitudo,  species,  formi  Or.  gpoio- 
T»;.  Aorr.  niui.  28.  2  A  me  si  par» 
(Wvanti  a  doversi  far  raccontare  una  ve- 
rit'a.  che  ha  troppo  più.  che  di  quello  che 
ella  fu.  di  menzogna  sembianza  C.  V. 
II.  3.  20.  Visibilmente  udì  un  fraeauo  di 
deroooia.  e  di  sembianza  di  schiere  di  cavalie- 
ri armali.  Sen.  Pisi.  Siccome  avviene  di  duo 
edifìcii  alti  igualmenle  e  d'  uua  sembiao- 
11.  1=  To«<-  Cer.  i3.  35,  Forse  l'incen- 
dio che  qui  sorto  i'  vedo  Fia  d'  effetto  mi- 
nor che  di  sembianza.  (P)  Borfh.  Orìg. 
Fir.  .300.  Rendono  la  vera  sembianza  d* 
una  Croce,  ed  10  questo  lanlo  f  te  Chiese) 
sono  difTereoli  dalle  amiche.  (P) 

SEMBIARE.  r.  A.  Parere  Lat  vi- 
deri,  apporere  Gr.  ^jyi'vnSai.  Tlont. 
lof.  1  E  una  lupa  ,  che  di  tutte  bramo 
Sembiava  care»  eoo  la  ina  magrezza.  E 
Por.  20.  Tal  mi  lembio  1*  imago  della 
•mprcnla  Dell' eterno  piacere.  Pelr.  rant. 
28  3.  Ch'ogni  allro  piacer  vile  Seminar 
mi  fa  • 

SEMBIEVOLE.  l'.  A.  Aid.  Simiflie^- 
i-ole,  .Kimifliinte.  Lai.  simitts.  Gr.  0- 
aotoi.  M  .4ilehr.  Hanno  sembievole  oaln- 
ra  in  lutto  opere  ch'elle  fanno  nel  corpo 
drir  uomo. 

si:mblabilr,  «  sembrabile.  r 

.4  Add.  .Wniile,  .Vi  nif lievole.  Lai.  »imi- 
lii.  Gr.  ó.oeio;.  Liv.  W.  Enea  .  il  qual 
per  somblablle  cagione  ora  fuggilo  di  suo 
paoie.  *  7"o<.  Br.  8.  23.  Per  quello  al- 
ire  trmbrabili  eoio,  e  propiietidi  di  noi. 
e  de*  noli  ri    l'aequiita    benevolenza     (Cj 


SEM 

i  jj.  Or  sappiate  che  questi  argomouti, 
e  altri  seinbrubili,  soqu  aecc»saru  in  que- 
tU  maoicrj. 

SEMULANTE.  F.  J.  Sembiante.  Lat. 
vuUus  t  asprctus.  Cr.  U'^}',  Trps'sfijTsv. 
Frane*  Barb.  376.  ti.  U  ben  purUrc  ,  e 
1*  oockto  sviubLuie.  ^=  litit.  A'iit.  Ms. 
Corbmelli  nella  Tu^'.  Barb.  H^ppreseota- 
Taoo  li  sentbUutì  Ji  coloro,  dclli  qu^li  par- 
lavano. (V) 

f  SEMBLANZA.  /'.  A.  Sembianza,  in 
tutti  i  iiioì  significhiti.  Tesoreit.  Br,  5. 
£  fu  quv>la  icdiliLnu  I.0  mondo  io  simi- 
glitfuza  f  (/'Il  /<!  stampa  di  Firenze.  l$24- 
C«/).  i.  pai;.  29  ^egge  scmbijiiaa).  Bi/u. 
ant.  Guùi  Cition  ili.  Ì*  allumo  eolro , 
e  fono  a  far  temblaoza  Di  duo  nio&lrir 
ciù  che  lo  meo  cor  sente.  V'ranc.  Baib, 
l57*  1.  Prima  (i  lauJa  con  fina  sem< 
Lia osa. 

*  §.  In  tignijìc.  iti  Sentbia^iia.  Bim. 
amt.  jj/.  Cifi.  375.  Al  meo  parer  nou  è 
chi  CD  Pisa  porti  La  si  uglieote  spada 
d'  Amor  cinta,  Come  il  bel  cavalier,  e'  ha 
oggi  viola  Tutta  questa  sembianza  (  vedi 
ia  nota   iS-   Guitt.  Lett).  (l'J 

SEMBLARE.  T.  ,■/.  Sembrare,  Parere. 
Lai.  viJeri.  Gr.  oai'vjsiat.  Frane.  Barb. 
la.  l8.  Veogon  vizii  da  lato.  Che  seni- 
blaa  aoi  alcun'  ora  vertuti.  E  3o.  i4-  E 
color  che  digiuni  Più  senihlaa  alla  fin  , 
ch'ai  cominciare. 

SEMBLEA.  Sembraglia.  Lab.  282.  Ella 
1*8S'  ^^  LiQcelollo  ,  e  di  Gìocvra  ,  e  di 
TriiUDO,  e  d'Isotta,  e  le  loro  prodezze,  e 
i  loro  amori,  e  le  giostre,  e  i  toruiaiueo- 
ti,  e  le  semblèe. 

sembrabile.  r  sembiabile. 
1 5  sembuaglia,.*  sembiaglia-T. 

A-  Adunanza  iti  cavaiieru  Lat.  vquitum 
Cittut  >  colUctio ,  coiclio.  Gr.  liZTnxti 
iùvxfj.ii,  a^jÀ^O'/rit  5Uv3tywy*i'.  Tav.  Bit. 
C*  S.  Tantosto  s'urina,  e  monta  a  ca- 
vallo,  e  tutto  solo  si  mette  al  cammino  , 
dove  la  sembraglìa  esser  duvea.  K  altro- 
ve :  Io  vi  dono  cotesto  elmo  tanto  leggia* 
dro  per  tal  conveaentc  ,  che  voi  lo  por- 
tiate a  questa  sembraglia.  Fr.  iac,  T.  2. 
17.  IO-  E  fugar  fa  le  scmbraglie  De'  pò* 
leali  suoi  nemici. 

*  §.  £  f.:uratam.  u  Fr.  Iac.  T.  2.  8. 
3>  Udita  la  novella  La  carne  fa  sembia- 
gUa;  E  centra  la  ragiono  Muove  grande 
ballaglia  (  cioèt  apparecchio  d'  aiuti)  .  (Cj 

*  SEMBRANTE.  V.  A.  Sembiante, 
Aspetto.  Trati.  Firt.  3for.  2.  Fa  sem- 
brante che  li  piaccia.  E  3.  Lo  savio 
oomo  Vede  Io  cuore  dell'  altro  per  gli 
sembranti  del  viso  di  fuori.  (Cj 

*  SEMBRAMZA.  /'.  A.  Sembianza, 
immagine.  Med.  Arb.  Cr.  49>  Raccordati 
dunque  tu,  anima  ,  che  se*  immagine,  e 
sembransa  di  Dio.  (C) 

*  §■  Per  Stmif^/ianza  ,  Apparenza , 
Tratt.  J'irt.  Mor.  8.  Elli  hanno  sembran- 
sa  di  bene.  (C) 

t  5  SEMBRARE,  Parere^  Aver  sem- 
bianta  d'avere  una  certa  i/ualità,  o  un 
Ctrto  modo  d'  essere j  e  dtcesi  delle  per- 
tone,  e  delle  cose.  Lat.  \'iderig  apparere. 
Gr.  Epsu'vsT^ai.  Bocc.  nofr*.  22.  io.  Donna, 
non  vi  sembro  io  uomir*  da  poterci  altra 
volta  essere  stalo?  Dant.  Jnf.  16.  Sostati 
lo,  che  ali*  abito  ne  sembri  Essere  alcun 
di  nostra  terra  prava.  E  33.  Fioreutino 
Mi  sembri  veramente,  quaod'io  t' odo.  £ 
•P*""?-  '9-  *-***  piuma  sembran  lulle^r  al- 
tre some. 

#  §.  1.  Sembrare,  talora  equivale  a 
Credere,  Aver  opinione.  -  Bocc,  Inlrod. 
^.  E  qui,  e  fuor  di  qui,  e  in  casa  mi 
sembra  star  male  •>.  (C) 

#  §.  II.  Per  Somigliare,  col  dat.  Sen. 
Pisi.  ms.  '\o.  (Fedi  la  nota  189.  Guitt, 
Itelt.},  Meglio  è  che  tu  sembri  nel  par- 
lare a  Viniato,  il  quale  sempre  parlava    a 


SEM 

tratti,  che  a  Texio  f  il  Focahot.  alle  voci 
A  TRATTI,  e  ARRINGATORE  cita  que- 
sto passa  diversamente).  (F) 

V  g.  HI.  S  mitrare,  p<-r  Atiiniigliaie, 
Ritrarte,  Far  simile.  Silvia.  Et.  L»  G. 
E  r  iminurtali  Di-e  sembrar  nel  viso  Di 
fanciulla  amorosa   almo  sembiante.   (A) 

f  9  SEME.  Sustanzia,  nella  quale  è 
virtù  di  generare,  e  the  genera  cosa  si- 
mile al  suo  suhhietto.  Lat.  semai.  Gr. 
Qnipfix.  But.  Puig.  16.  Ogni  erba  si 
conosce  per  Io  seme  ;  cioè  per  lo  frutto 
che  fa,  che  è  poi  seme,  di  che  nasce  1' 
erba,  quando  1'  uomo  lo  semina.  Dant. 
Pur.  lo.  Le  cose  generate,  che  produce 
Con  seme  e  senza  senio  il  ciel,  movendo. 
Bocc.  nov.  79.  3l.  Iliaca  mia  da  sem«  , 
ella  è  una  troppo  gran  donna  (  cioi  , 
sciocco,  scempio,  ne  buono  ad  altro,  che 
a  razza.  Lai.  caudex,  stipes,  futigus.  Gr. 
xopfj.oi  )  .  Petr,  Cinz.  l\S.  O.  Di  buon 
seme  mal  fruito  Mieto.  Cr.  6.  48>  l*  H 
sepie  { del  finocchio  )  si  coglie  uel  prin- 
cipio dcir  autunno,  e  serbati  per  tre  anni. 
E  /tutu.  2*  Quel  medesimo  fa  la  polvere 
del  suo  seme.  Bem,  Ori.  \.  2^.  Sg.  E 
ben  misero  è  quello,  e  pazzo  io  tutto  , 
Che  di  mal  seme  miete  peggior  frullo. 

^  §  I.  Ogni  erba  si  conosce  al  seme, 
o  per  lo  seme  j  proverbio  che  vale  che 
Dall'  opere  si  conosce  quel  che  uomo  va- 
le.  «  Dant.  Purg.  itì  Se  non  mi  credi  , 
pon  menie  alla  spiga  ,  Cb*  ogni  erba  si 
couoice  per  lo  seme.  (C) 

^  §.  II.  S<rni  Jreddi  ,  diconsi  dagli 
speziali ,  i  Senti  del  cocomero  ,  del  ce- 
trtuolo,  del  mellone,  e  della  zucca.  Pxed. 
lett.  2.  240.  Le  lallale  fatte  co' semi  ired- 
di,  le  orzate,  e  le  panatelle  saranno  a  prò* 
posilo.  (Pi) 

j-  §.  III.  Seme,  particolarmente  si  dice 
QuclV  umore  bianco,  e  viscoso  che  serve 
alla  generazione  de^li  animali.  Lat.  sper- 
ma,  Maestruzz.  1.  84.  Se  l'  uomo  per- 
venne al  gittamento  del  seme,  eziandio 
che  la  donna  noi  mandi  fuori,  è  da  dire 
che,  secondo  Ostiense,  si  contrae  affinità. 
Red.  Cons.  1.  2t)3.  Poscia  son  fecondate 
dall'  aura  ec.  del  seme  maschile. 

§.  IV.  Figuratanu  Dant.  In/.  3.  Be- 
stemmiavano Iddio  e  i  lor  parenti,  L'u* 
mana  spezie,  Ìl  luogo,  il  tempo  e  *1  seme 
Di  lor  semenza,  e  di  lor  nascimenti.  E 
Par.  7.  Vostra  natura,  quando  peccò  tota 
Nel  seme  suo,  da  queste  digoitaJi,  Come 
di  Paradiso,  fu  remola.  But.  ivi:  Nel 
seme  suo,  cioè  ne'  primi  parenti,  che  fu* 
rooo  seme  di  tulla  la  natura  umana. 
Dont.  Par.  12.  Addimandò,  ma  conira  *1 
mondo  errante.  Licenzia  di  combatter  per 
lo  seme,  Del  qual  ti  f^scian  ventiquattro 
piante.  But.  ivt  :  Cioè  per  la  fede,  che  è 
seme  che  produce  miglior  frutto,  che  mai 
producesse  alcuno  altro  seme ,  cioè  vita 
eterna. 

§.  V.  Per  Principio,  Origine,  Cagio- 
ne. Dani,  Inf.  33.  Se  le  mie  parole  esser 
dea  seme  Che  frutti  infamia  al  traditor  , 
ch'i'  rodo  ,  ec.  E  Pur^.  3l.  Pon  giù  '1 
seme  del  piangere,  ed  ascolta,  ^-  Tac. 
Dav.  Sior.  2.  291.  Ora  sparpaglia  le  le- 
gioni, disarma  le  compagnie,  sparge  ogni 
dì  nuovi  semi  di  guerra.   (C) 

3  g.  VI.  Per  Istirpe,  Discendtnza,  Maz- 
za. Lat.  stirps,  progenies.  Gr.  ytyfx. 
Cron.  3Iorell.  23i.  Col  suo  aiuto  certo 
seme  di  Ub^Idini  ,  rimaso  ancora  nel 
mondo,  vennooo  nell'Alpe.  E  2\y.  Il  dì 
dopo  si  mori  il  fanciullo,  sicché  di  lei 
non  rimase  seme*  'r  F.  Fili.  J'it.  Ace. 
19.  Accorso,  chiosalore,  e  illuminatore  di 
ragione  civile  nacque  di  seme  rustica- 
no. (FP) 

#  §.  VII.  Seme,  si  dice  anche  d'Una 
moltitudine  d*  uomini  nati  in  una  medesima 
città ,    in    un    medesimo    regno .  «  Stor. 


S  E  M 


n39 


Eur.  1.  8.  E'  cercava  con  quella  «guerra 
annullare  per  sempre  la  guerra,  ed  estin- 
guere sì  Ijitaiiienle  quel  sepie  pessimo, 
che  e*  non  potesse  mai  gt-rniogliare.  Tac. 
Dav.  Ann.  12  l52.  Ma  de*  Siluri  bi- 
sognava spegnere  il  seme  (il  testo  lat. 
ha  nomeii  )  «  .  f:  stor.  3  321.  Come 
\eipaìiiauo  fo>s«  in  jella  non  sarebbe  si- 
curo sé,  né  gli  amiti,  né  gli  eserciti,  sino 
a  che  non  vedesse  spento  il  tuo  lenu 
emolo.  (C) 

#  §.  Vili.  Seme,  in  sionijicato  corre' 
spondente  a  Bazza,  si  dice  anche  di  cose 
ina-tim.ile.  uBiion.  Fier.  i.  3.  3.  Che  le- 
zioni io  questo  Vostro  studio  si  leggono? 
D'  umanità,  di  Legge  ?  ec.  CI.  Quanto 
all'  umanità,  questa  è  dismessa  :  E  si  può 
dire,  che  delle  buone  lingue  Se  ne  sia 
spento  il  seme,   (C) 

§.  IX.  Semi,  si  dicono  anche  le  Quat- 
tro diverse  sorte,  nelle  quali  sono  divist 
le  carte  da  gtucare.  Buon.  l'ier.  2.  4* 
i3.  Doman  rassembra  Non  pure  il  fante, 
e  nou  pur  quel  di  coppe,  Ma  di  mattoni, 
e  mula  seme,  e  slampj. 

t  SEMENTA,  e  SEMENTE.  Seme. 
Lat.  semen.  Gr.  ij~éo[XK.  Bocc.  nov.  72. 
7.  Cominciò  a  nettar  sementa  dica^ulini 
che  il  marito  avea  poco  innanzi  trebbiati. 
Dant.  Par.  8.  Sempre  natura,  se  furtun^ 
Uuova  Discorde  a  sé,  come  ogni  allra  se- 
mente. Fuor  di  iua  region  fa  mala  pruo- 
va.  T'-sorett.  Br.  7.  55.  Facea  la  terra 
frutto  Senza  nulla  semente  ,  O  briga  d* 
uom  vivente.  DiW.  Colt.  i8j.  Perché  non 
pure  il  susino,  ma  ogni  altra  semente 
fuor  di  sua  regione  fa  mala  pruova.  Alani. 
Colt.  1.  7.  Già  commetta  al  tcrren  la  sua 
semente. 

g.  I.  Sementa,  per  mela/,  vale  Cagio- 
ne, Origine.  Lat.  causa  ,  origo  ,  semen. 
Gr.  dpx'^'  I^o'^t-  li'/-  23.  E  gli  altri  de! 
concilio  ,  Che  fu  per  li  Giudei  mala  se- 
menta. E  Pui g.  17.  Quinci  comprender 
puoi,  ch'esser  conviene  Amor  sementa  in 
vui  d'  ogni  virtuie.  E  25.  Ed  ivi  impren- 
de Ad  organar  le  posse,  ond'  è  semente  . 

g,  II.  Sementa,  per  lo  Seminare.  Lai. 
salio.  Gr.  o:io;«.  G,  F.  12.  72.  X.  Al 
tempo  dt-lld  seiueiila  furono  soperchìc  pio- 
ve, sicché  conuppoDo  la  sementa.  Cr.  12. 
72.  I.  Ma  nel  caldo  campo  e  grasso  sì 
dee  indugiar  la  sementa,  quanto  si  può, 
innanzi  il  freddo  del  verno.  31.  l  .  6.  12. 
Da  mezzo  Ottobre  a  caien  di  Gennaio 
furono  acque  coutmove  con  gran  diluvii, 
e  perdesseue  il  terzo  della  sementa  ;  ma 
il  gennaio  vegnente  fu  si  bel  tempo,  chtt 
la  sementa  perduta  si  racquisio  (cioè,  sì 
seminò  manco  il  terzo), 

g.  HI.  Sementa,  per  lo  Tempo  della 
sementa.  Lai.  sementis,  tempus  sementis. 
Gr.  oTZOpc^'  Segner.  Fred,  19.  Se  uu 
agricoltore  arrischia  molte  moggia  di  grano 
nella  sementa. 

§.  IV.  Sementa,  per  Bazza.  Lat.  sobo- 
les,  progenies,  semen.  Gr.  ysvsK.  Stor. 
Eur.  5.  118  Per  estirpar  Bnalmenle  quella 
sementa  perniziosa ,  che  già  Unti  anoi 
guastava   Italia. 

SEMENTARE.  Seminare,  Lat.  serere , 
seminare,  semcntem  facere.  Gr-  oTfipeiv. 
Guitt.  lett.  9.  U  Maggio  sementatore  be- 
nigno Dio  ha  sementato  nel  campo  del  vo- 
stro cuore  la  carissima  sua  magna  mer- 
cede. E  appresso  :  Non  già  solo  semen- 
tando grano  ,  grano  prezioso  e  sommo 
rende. 

*  SEMENTARIO.  Semenzaio.  Lat.  se- 
minarium.  Soder.  Colt.  26.  Avvertendo  , 
che  se  s"ha  a  piantare  in  collina,  dei  far- 
ne il  scmeotario  in  collina;  se  io  poggio, 

in  poggio,  (f) 

SEMENTATO  .  Add.  da  Sementare  . 
Lat.  seminatus  ,  semintbus  sparsus  .  Gr. 
£3:r3Cfj.u£V35 .  Alam.  Colt.    5-    110.  Poi 


ii4o 


SEM 


drilte  e  lunghe  Le  jerneoUtc  corde  io  e»- 
si  stendi 

SEMFNTATORK  .   Seminntorf  .  Lat. 
sator  ,   \emitiior  .   Gr.    9T9^iu;  .     Cititt.   j 
li-tl.    q.    Il    Miggio     jcrn-nlature  benigno  j 
Dio   ha   -si-mriitJtu   nel   campo    del     vostro 
caore  U   cjritiima   sua   magnii  mercede.  K  I 
appretsot  E  se    tale  e  tanlo  è  M  lemen- 
talore  e    'I  seme  ,  ec.  | 

SEMENTE,   r.  SEMENTA.  | 

*  SEMENTILO.   J-^gii>nfo    che  ti  dà  | 
'jj   una   Sorta   di   pere      Lasc     Cen.   3    nov. 
10.  267.   Ora    Teneodooe    le    fruite,   che 
furono  prre  kfmonrinp.  (C) 

5  SEMKNZA.  Seme.  LaC.  semen.  Gr. 
^ItipilTL  .  Cr.  2.  22.  I.  Altri  (arbori) 
tono,  che  non  menano  frullo  alcuno.  De 
quali  si  Iruuvi  alcune  ^L'menze,  di  che  si 
pO!iU  generar  siiui;;liJDle  pianlJ  .  Tes. 
Br,  3.  5.  Secondo  le  sue  maniere,  che 
ella  è ,  cosi  divengono  le  sue  semeoie 
e 'I  SUD  frutto.  E  5.  22-  E  sappiate  che 
le  loro  TÌTao(Ic  sono  velenose  semenze. 

*  g.  I.  /;  fi-^umfam.  «  I)ant.  Pitrp. 
1j.  Di  mia  semenza  coUl  paglia  mieto. 
E  Par.  i3  E  disse:  quando  1' una 
paglia  e  trita,  Quando  la  sua  sementa  e 
già  riposta  ,  A  lulter  V  altra  dolce  amor 
m'invila.  Prlr.  cap.  8.  A  purgar  vcn- 
oe  Di  ria  semenza  il  buon  campo  Ro- 
mano "     (C) 

f  §  II.  Stmenza,  tafora  vale  Frutto  del- 
ia semenza,  Misse.  G.  /'.  p.  78.  2.  L' 
■equa  soperchiò  il  terreno^  e  guastò  ogni 
sementa. 

§.  III.  Per  Caf;ione.  Lat.  semen,  cau- 
ta, principttini  ,  ori-'o,  Gr.  a.p'/r).  Dani. 
Par.  2.  Le  dislinziuQ  ,  che  dentro  da  se 
baoDO,  Dispongono  a  lor  fini,  e  lor  se* 
mente 

§.  IV.  Per  Discendenza,  Stirpe.  Lai. 
semen  ,  sti'pt  ,  prosenies  .  Gr.  '/Evea  . 
Dant,  Par.  q.  Mi  narrò  gì'  inganni  Che  ri- 
cever dovea  la  sua  semenza.  ^  /■'  Inf.  IO. 
Deb  se  riposi  mai  vostra  semenza  ,  Prega' 
io  lui,  solvclrmi  quel  nodo.  Che  qui  ha 
inviluppata    mij  sentenza    (TC) 

f  SEMENZAIO.  Luo^o  dve  si  semi- 
na,  e  dove  nascono  le  piante  che  si  deh* 
bono  trapiantare  .  Lai.  seminanum  .  Gr. 
oMTtUTrl ùiQ'i  .  Pai/ad.  cap.  6.  Il  semen- 
saio  si  vuol  fare  in  terra  mexznlana,  sic- 
ché quello  che  vi  nasce  si  possa  iraspian- 
tare.  /•,'  Cerni.  16.  La  terra  del  semenzaio 
de'  avere  let.ime  serro  mescolato  .  Cr.  2. 
ai.  18.  Ancora  si  fanno  sementai,  ne* 
qaali  si  crescono  e  nutriscono  cosi  semi , 
come  arhucrlli  .  E  cap.  22.  (\.  Tulli  i 
semi  e  rami  e  piante  due  piedi  di  lungi, 
od  uno,  net  semenzai')  si  piantino. 

SEMENZINA  .  S.nie  d'  un*  erba  che 
nasce  nel  regno  di  lìantan,  e  a  noi  viene 
di' Persia;  h  minuti,  bislungo,  di  odore 
ingrato,  di  sapore  amaro,  e  atsat  aroma- 
tico .  Lat,  semen  c-ntra  vermes  ,  semrn 
santonieum.  Red,  Oss.  an,  108.  Di  quel 
seme  che  sem<-nzinj,  o  seme  santo  appel- 
Lisi  nelle  speiiene  ,  ne  r<-ci  una  buona  e 
piena  infutionr  nell'acqua  comune  calda. 
E  appresso:  Vi  è  dunque  qualche  ragio- 
ne, che  la  semenzina  confettata  con  tue- 
chero  sia  frequcntemenic  usala  oelle  spe- 
sierie . 

SEMENZIRE  Far  teme,  Produr  seme, 
hnt. semen produr ere.  Gr.  OTiìpflV.  Ti'xTItV. 
Cr.  6  98  3.  Cidgon%i  le  rape  del  mese  d' 
Ottobre,  e  quelle  che  saranno  più  belle  , 
levate  via  le  foglie  ,  ti  pisnMno,  aceioccbè 
lemenziscano  la  slate  seguente, 

*  SEMESTKALK.  y/dit.  appartenente 
.1  semestre»  l'ros.  Fior,  (y4) 

SEMESTRE.  Spizio  ^1  <ei  meti.  Lai. 
semestre  spatium.  Gr.  T&  Ì%'y'}ir{tvv\o-*  . 
Mafm.  8  8.  Quando  quell*  imolente  del 
padrone  Ti  picchia  •  casi,  e  con  si  poca 
l^tia   (  hiede  il  »rmrslre  ,  che    non    v*  e 


S  E  il 

una  crazia  (t/ni  vnìe.  Il  d-tnero  della  pi- 
gioie  doi-uto  o^ni  semestre). 

•f  *  SEML  Particelia  che  af:giunta 
ad  altre  v.  ei  ,  tignifica  il  lor  congelo 
noto  per  metà  ,  come  Semicapro  ,  Semi- 
cavaf.'o  ,  Semifiw  p  ec.  Buon.  Fier.  3.  1. 
9  la  "gni  arte  un  t^l  po'  mi  fo  far  lato. 
SoD,  verbigrazia.  il  semi.  Il  seroiaddulio* 
rato,  il  seinimusico,  Semipoeij,  semi  s<in 
6lo8or.>.  (A) 

SEMIADDOTTORATO.  .^./J  Mezzo 
addottorato.  iSuon.  Fier.  3.  j.  9.  Son  , 
verbigrazia»  il  semi,  Il  semiaddotioraio, 
il  semimusico  ,  Semipoeta  ,  semi  suo  6- 
losofo . 

f   #    SEMIBECCO  .  Becco  per  metà, 

Mezzo  becco  .  l'ros  Fior.  P.  3-  vot.  1. 
Oc.  8  p'^g'  16^.  Onde  a  B.«cco  si  sacri 
fica  il  becco,  e  da  molti  era  dipinta  cor* 
nulo  «  e  becco  intero  ;  fra  1  semibeccbi 
si    levi,  (Ai 

*  SEMIBREVE  .  Nota  musicale  che 
vale  una  battuta  ,  cioè  due  minime  ,  o 
quattro  s^niiminime,  (A) 

SEMICANUTO.  Add.  Mezzo  canuto. 
Lat.  semicanui  .  Gr.  r|^i:i9Ìi'o;  ■  Buon. 
Fier.  3.  ^  9-  Krami  accanto  un  certo 
tal  di  tale  ec,  Semicaauto,  e  à*  un  saìi>ii 
vestito. 

•f  *  SEMICAPRO.  Mezso  capro.  Ca- 
pro per  metà,  ed  è  aggiunto  che  si  dà  a' 
Fauni,  ed  a'  Satiri  ,  i  quafi  sono  dipinti 
dil  mezzo  in  giù  simiti  al/e  capre.  Snn- 
naz,  Arcad.  prot,  8-  Se,  entrando  per  gli 
inviolabili  boschi  ,  avesse  con  la  sua  ve- 
nula turbale  le  sjnte  Driade  e  i  semica- 
pri Dii  dai  sollazzi  loro,  ec.  E  fgl.  9.  E 
'1  semicapro  Pan  alza  le  corna  Alla  sam- 
pogna  mia  sonora,  ec.  Sold.  sai.  5.  Gon- 
fio farsi  veder  per  quel  coccbiaoi,  Ove  il 
gran  Semideo  solo  imbarcava  11  semicapro, 
ec    (.4) 

«  SEMICAVALLO  .  Add.  Mezio  ca- 
vallo .  Ang.  met.  2.  22^-  Gravida  lasciò 
poi  la  ninfa  bella  ,  Onde  nacque  Chiron 
semicaviillo.  (M) 

SEMICERCHIO.  Semicirco/o  Lai.  se- 
niicirctilus  Gr.  T)/jii'/uy.Ì04  .  Gal.  Sist. 
343.  Il  diametro  del  cerchio  massimo 
sarà  FOG  ,  ed  Ìl  semicerchio  apparente 
FNG. 

SEMICIRCOLARE,  e  SE.MICIRCU- 
LARE.  Add.  Di  metto  cerchio.  Lat.  *se- 
micircularts,  Gr.  Tri^i/wxitxo?.  Fir.  DiaL 
beli,  d  nn.  366.  Sulla  quarta  parte  della 
quale  ce.  si  muove  una  linea  quasi  semi- 
circulare  .  Pnl.  Oss.  an.  192.  Alla  base 
della  qu^le  in  uno  de'  suoi  Ijti  si  stende 
un'  ala  semicircolare  membranosa. 

SEMICIUCOLO.  Mezzo  cerchio,  Lat. 
semicircu'us  Gr.  v;_uiVux3lo5.  f'ed  i'Ios. 
8.  Dant,  Par.  32.  DdH'  altra  parte,  onde 
sono  intercisi  Di  volo  i  s'-m^icirc-ìli  ,  si 
stanno  Quei  eh'  a  Cristo  venuto  cbber  li 
visi.  Cr.  6-  73.  1.  E  anche  s'appella  Co. 
rona  rrgis,  imperocché  è  latta  a  modo  d' 
un  semicircolo . 

SEMICIRCLXARE.  /'.  SEMICIRCO- 
LARE. 

SEMICROMA.  Una  delle  figure ,  0  note 
mufic  ìli,  Mftà  della  croma. 

*  SEMICUPIO.  St  dice  del  Sederti  nel 
b  igno,  in  cui  t'acqua  piuni;a  fino  all'om- 
belico. Lat.  *senticupium.  Gr.  C'/X9tdc7ua. 
lied,  Cjons.  I.  36.  Il  bagno  non  sia  di 
tutta  la  persona,  ma  sia  in  foggia  di  se- 
micupio. (•) 

SEMIDEO.  Quasi  Iddio  ,  Che  ha  del 
divino.  Lai.  seniideus  Gr.  Tjui'dco;.  Petr. 
son.  i53.  Di  che  sarebbe  Enea  lurltjlo  e 
liitto.  Achille,  L'iisse,  e  gli  altri  semidei. 
Fir,  At.  I  2*>.  Si  poteva  giudicare  che  uo- 
mo cert.imrnle  inge);nuso  e  grande  ,  inii 
un  semideo  ,  ami  uno  Iddio  fusse  sialo 
quegli  che  con  si  sottile  intaglio  avesse 
lavoralo  quello  argento.  A^am     Gir.   12 


S  E  M 

i3o     Rìde    in    suo    cuor  quel  Re  de*  se- 
mi lei . 

SEMIDIAMETftO  .   Mnzo  d>ametro  . 

Gaf,   Sist     201.    Cuolf^nendii    tanto   quelli, 

quanto  quetti,   due   semidiametri     fC  363. 

'    lolendendosi  p<>i    il  tuo   semidiametro  pro- 

I    )ungal<)    tini>    .«Ila    dittanta    del    Sole. 

i       *  SEMIDIAPENTE.    Term.  musicale, 

che  si  di.  e  altrimenti  dtt*  mniici   Qusnt-* 

impeif-tti  ,  o  diminuita.   Gal.    Dial,  nov. 

sciea.  5'fV   Dissonanza  simile  al  tritono, 

o  semidiapenle.    (*) 

*  SEMIDITONO.  Term.  musica/*, 
che  dino'i  un  tuono  e  mezzo,  o  piiitlotto 
un  'titano  impeijt-tlo,  e  da*  musici  si  dice 
anche  Terty  minore.  J'arch.  Giuoc.  Pttt . 
Dico  seni['lici ,  perchè  se  oe  trorauo  (de/te 
consoiiinze  muficnli)  molle  composte,  co- 
me il  ditoou  ,  cioè  di  due  tuoni,  semidi* 
tono.   Iritono.   ec.  (*) 

*  SEMID0PPIO.//J-/  Term.de* Ruhri- 
ehiiti  ,  ttppartrnmte  al  fìreviario  J  e  di' 
Cesi  di  Qur/I'  uffìzio  nel  qntle  non  SÌ  du- 
plica   In    rfrila   d- Ile   antifone.    (A) 

SEMIDOTTO.  Add.  Blezzanamente 
dotto.  Lai.  .temiloctut,  sciolus.  Gr.  r'ut- 
poLÒrii  .  Tac  Dav.  Post  4'7"  ^'  scor- 
'  rezioo  sua,  patt.ila  io  uso,  s'è  convertita 
in  sua  naturale  essenza,  contro  alla  quale 
il  semidotto,  rhe  troppo  vuole  ortograSi- 
«are,  rarografizxa  (qui  in  fìrza  di  tutt  , 
e    riV;  U    pTiona    semidotta). 

*  SEMIELLISSE  Term.  de'  Geome- 
tri .  Mrzza  ellisse.  ì'ivian  Tr-  Besist. 
Con  una  semielliue ,  o  con  due  semìellisii 
ec  ,  si  possono  avere  solidi ,  che  essendo 
sostenuti   ne*  biro   termini,   ec.  (A) 

*  SEMIELLITICO.  Add  Term.  de' 
Geometri,  fu  semie'Usse.  (A) 

«  SKMIESPOSITO.  A/d.  Meno  espo- 
sto ,  Mezzo  tlichiaralo .  Lat.  iemie.rport- 
tus,  semiexplinatns.  Pros.  Fior.  3.  |.  2- 
28.  Ne  s'intese,  se  non  tardi,  che  luogo 
egli  (il  perfonngrio)  vi  potette  avere;  ma 
si  comprese  come  per  romentatore  ,  do- 
vendo pure  finire  it  simiespostlo  Teren- 
«io.  (NS) 

•f  *  SEMIFILOSOFO.  Mezze  filoso- 
fo .  BuO't.  Fier.  3.  I-  9.  Son,  verbigra- 
zia, ec,  il  semimusico,  Semtpoeta,  semi 
soD  filojofo,  ec.  (A) 

SEMIGIGANTE.  Mezzo  gigante.  Lai. 
semìgigat  .  Buon.  Fier.  5.  3  8.  Che  di 
rep«-nte  Andriti  semigigaole  ce  ,  Fatta  mo- 
stra di  se  fra  la  cran  turba,  ec. 

SKMIGNORANTE  Add,  Mezzo  igno- 
rante .  Lat.  semidoctus  ,  Gr  iJuiua&Tj'^  . 
AP'-g  l52.  Diceva  adunque  ee.  il  mio 
semignorante  pedagogo  della  (erta  clas- 
se ,   ee, 

SEMILA  .  Nome  mttmerafe  ,  che  ronr- 
P'Cnde  sei  niigUnin.  Lai  sr.T  millia,  Cr, 
e5X/i9Z')t5i  Pant.  Par  3o  Forse  se- 
mila  miglia  di  lontano  Ci  ferve  1*  ora  sesta 

•f  *  SEMILIANZA  f  A.  Simi- 
glia'iza ,  Bim,  ant.  Da-it  M^imn  8l.  A 
semilianza  come  audi  nomare  Del  parpa- 
lione,  che  il  foco  fede.  E  appresto:  Voi, 
che  semilianis  Avete  di  ciaveuna,  ec   (V) 

SEMILUNARE.  Ad  l.  C'-e  A«  figura  di 
mezsa  luna  .  Lat  'semilunaris ,  arcua- 
tut.  n.'d  Oss  an  ^2.  In  Tiriaanta  dello 
stretto  paskj{:gio  che  va  dal  gotto  alto  st<V' 
mac»,  sta  piaulato  da  una  delle  Lande  qd 
oisello   krmiliinare   assai   tagliente. 

SEMIMIMMA  Una  delle  figurerò  note 
muticeli,  .^trl.i  della  minima  j  e  ne  %m 
quattro  a  l^attiiia  .  Varch  Lez*  636.  Se 
era  breve,  la  pronuniiavano  brevemente, 
e  con  Un  tempo  solo  ,  rome  si  fa  nella 
musica,   lerliifirazia,   una  semiminìma. 

SKMIMUSICO.  Mezzo  mutifc  Lai. 
semiferitiis  musici».  Buon.  Fier.  3.  1 .  9. 
.<on,  verbigratia,  il  semi.  Il  semiaddolto- 
raio,  il  lemimustro .  Semipoela,  semi  soo 
filosofo 


SEM 

•f  #  SEMINA.  7'.  J*  Seme.  Fr.  lac. 
T.  3.  6.  IQ.  O  prrgna  senza  semina, 
MoQ  fu  mai  fatto  in  l'emioa  (parìa  di  Ma- 
ria Veminf),  (i) 

SEMKNAGlONn.  V.  SEMINAZIONE. 

t  SEMINALE.  AMi.  Di  sfmr  .  Lar. 
ttmiitiìlìs  Ct  i:tòpi[iOi.  Ott.  Coni.  Par. 
7.  l84«  Perocché  ooi  fummo  in  Ati^m  sc- 
COaHo  (eminalf  ra|;i'ine  ,  e  secondo  coa- 
giugniinrnlo  dì  siislniiia.  Ai^rf.  ^2!^c^■  Co- 
ne  sia  ItuUj  e  \i\e  la  malrria  seminale 
del  padre  e  Ji-lla  madre,  di  che  V  uomo 
»*  ingenera  ,  non  e  bisogno  di  dire  ,  eh* 
egli  fe  mauifeilo.  *  Heil.  Cont.  i.  l\S. 
Uà  quello  imbrattamento  si  solleva  un' 
•ora  seminale,  o  uno  spirilo  fecondatore, 
il  «juale  penetrando  per  li  c;inali  drllt-  tu- 
be fj|lnppi.<ne  ,  trapassa  1'  ovaia  e  quivi 
feconda  e  galla  un  uovo.   (IV) 

§.  Seniina/f,  i-a/e  anche  Da  seme.  Da 
poti-r  estere  scniinalù.  Lat.  salioni  npiits. 
Gr.  oiypoi  'j-xdsifj.oi  .  Cr.  5.  6.  4*  ^^* 
huichi  più  5pes>i,  e  ne' semÌDuli  campi 
più  radi  si   pL>iig.ino. 

SEMINAME^TO  .  //  seminare  .  Lai. 
atminatio  »  tatto.  Gr.  tfrzopol. .  ='.'  Hellin. 
Disc.  3-  4^'  Tanlo  quel  solo  e  unirò  e 
primo  nomo  di  mia  mano  fabbricato , 
quanto  t ulto  il  suo  innumer.ibi1e  semin^imen 
lo,  mollipitcalo  senza  mia  opera,  deve,  fatto 
cb'ei  sia.  rifarsi  roniinuamente    (Mmì 

S-  Per  meta/.  Bnt.  ìnf.  18.  1.  Ipo- 
crisia, ladroneccio,  fraudulente  consiglio  , 
teminamenlo  di  scnodol»,  falsità. 

*  SEMINANTE.  VM  st-minn  .  Lai. 
ttrens  .  Cr.  ^jttCcbìt  .  Paiit.  Conv  188. 
La  complessione  del  seme  può  essere  mi- 
gliore e  meo  buona,  e  la  disposizione  del 
Mmioanlc  poò  essere  migliore  e  mcn  buo- 

SEMINARE  .  Celiare  ,  e  Spargere  i! 
'ime  sopra  la  materia  atta  a  produrre  . 
Lat.  Aeniinart.;  serene.  Gr  a7T:i'jP£tv  Cr. 
6.  2.  ^^,  Quelle  clie  nella  prìmaviTa  semi- 
neremo, uel  tempo  dell' autunno  dubbiam 
cavare.  Cm.  7'.  11.  i.  12.  E  simile  di 
graDo  e  biada  ,  eh'  erano  per  le  case , 
taou  la  perdita  di  quello  ch'era  semina- 
to, /i  la.  4i)'  3.  Le  terre  sì  poterono 
maV  lavorare  e  seminjre.  Si  n  Pisi.  Per- 
ciocché s'era  da  semin.tre  menato  al  con- 
solato di  Roma  .  Dt'it.  Par,  2\.  Che  tu 
entrasti  povero  e  digiuno  In  campo  a  se* 
minar  la  buona  pianta  .  Ctie  fu  già  vile, 
e  ora  è  fatta  pruno.  Soder,  Colt.  li.  Di 
qni  viene  certifìca'i'-simo  il  proverbio:  chi 
aemiiM  e  non  custode,  assai  tribola  e  poco 
gode. 

*  §■  I.  Si  dice  in  prùverhio  :  Chi  ha 
paura  di  passere  non  semini  panico  ^  ^ 
vale  Che  ehi  ha  pitira  ili  pericoli  non  si 
metta  a  fare  imprese  ,  ovvero  si  i^nardi 
da  quelli'  che  eli  cagionano,  f.  PANI- 
CO    g.  II     (NJ 

§.  il.  Per  metaf,  vale  Spargere  t  Di- 
fù'gare  .  Lai.  seminare  ,  disseminare  , 
spargere  ,  divulgire  .  Gr.  òiapvjui'Citv  . 
Maestriisz,  2.  7.  12.  S' infif^ne  dì  essere 
saolo,  acciocché  semini  falsa  dottrin.i  . 
Panf.  Far.  29.  Non  vi  si  peos-i  quanto 
tangue  costa  Seminarla  nel  mondo.  l'ine. 
Mari.  Un  5o  Ma  qual  fu  mai  più  bella 
KOltilil^  ,  che  dopo  aver  seminale  le  mie 
calunnie  per  tulle  le  parli  d'  Italia,  ec 
Galat,  43.  Chi  va  proferendo  e  seminan- 
do il  luo  consiglio,  mostra  di  portar  ope- 
niooe ,  che  il  senno  a  lui  avanzi ,  e  ad 
altri  manchi.  J'arch.  Star,  io  JÌ27.  Onde 
i  Pancialidiì  erano  iti  seminando ,  che 
|*istoia  »*  aveva  a  sp  giure  di  tutte  le 
grasce  e  veitovaglìe  ,  insmo  a  cavare  gli 
taffi  de'  tini,  e  le  cannelle  delle  botti  . 
♦  Tass.  Ger.  i5.  3'.  E  quandu  appunto 
ì  ra^i  e  le  rugiade  La  bella  aurora  se 
minaTa  intoroo  ,  Lor  »*  cifri  di  lontano 
OKoro  un  monte.  (V) 


SEM 

5r  §.  III.  Seminare  in  sabhia ,  in  re- 
na, e  simi/ij  modi  proverbiali ,  che  vai- 
gì  no  Operare  intorno  una  cosa  senza 
/rullo  .  Set:r.  Fior.  cap.  In-^rat.  E  come 
del  servir  gli  anni  sirn  persi.  Come  infra 
rena  si  -.eniinì  ed  acqua,  Sar'a  or  la  ma- 
teria de'  mìei  virii .  /.  SABBIA,  g. 
1.   (PC) 

SEMINARIO.  Sust.  Semenzaio.  Lai. 
seminanttm,  Cr.  2-  28.  1 1 .  Si  riculgano  i 
frulli  nel  tempo  che  si  malurano ,  e  *1 
seme  si  secchi  al  sole  ,  ed  in  seminario 
seminale  ec. ,  si  nulrìscano. 

g.  I.  Per  r:;et<i/.  Snh'in.  Disc.  I.  IQI. 
Tcriulliano  non  dubitò  di  dire,  non  so 
quale  antica  61oso6a  essere  stala  semina- 
rio d'  eresie. 

§.  II.  Seminario,  si  dice  anche  II  luo- 
go  dove  si  ten<iono  in  educazione  i  giova- 
netti.  Lai,  scininarium,  Gr.  opovTtiTo'- 
piov  .  Scrd.  Stor,  Jnd.  |A.  544'  Pi'ov- 
veddc  alla  cura  e  di>cìplina  dumeslica 
del  collegio  e  del  seminano  di  Goa.  -'.'  Ini- 
per/.  Prcw  D.  l\.  T.  5.  22  Quasi  ab- 
bian  fallo  scuola  costoro  ne*  seminari  di 
Sparta,  dove  i  fanciulli  che  rubando  tro- 
vavansi  in  fallo,  severamente  come  raltori 
gasligati,  quegli  che  avvedutamente  il  fa* 
ce  vano  n'  erano  come  industriosi  loda- 
ti.  (F)  Si-uncr.  Pred.  Pai.  Ap.  8.  IO. 
Son  pronti  a  dirglielo  tanli  seminar iì  di 
chierici  in.(riditi  sul  più  bel  fiore  .  (TC) 
SnUin.  disc.  1.  27.'ì.  Non  senza  ragione 
i  luoghi  dedicali  all' educazione  d<II.i  gio- 
ventù nella  pietà  e  nelle  lettere  si  dicono 
semin.irii.  (C) 

SKMKNAKIO.  Jdd.  Da  ^eme.  Lat.  jc- 
iTtnarius  ,  J  arch,  Lez-  38.  Sono  (  i  te- 
sticoli J,  secondo  lui,  come  due  piombi, 
o  pesi,  che  tengono  aperti  i  vasi  sperma- 
tici,  ovvero  seminaiii.  E  3g.  Ancoraché 
la  femmina  abbia  Ì  vasi  seminarii  poco 
differenti  da  quelli  dell'  uomo. 

*  SEMINARISTA  .  Foce  dell'  uso  . 
Colui  cl-e  e  in  educazione  in  un  semina- 
rio. (J) 

*  SEMINATAMENTE  .  Avv.  Lo 
stess'}  che  Sparsami  nii-.  Pluf.  Adr.  Op. 
^'or.  I,  2l5.  Il  divino  Platone,  nel  trat- 
tar dell'anima,  molto  discorse  dell'  eler- 
nità  di  lei,  <■  n;:>n  poco  ne' libri  della  re- 
pubblica, nel  Meninone,  e  nel  Gorgia  ,  e 
seminatamente  negli  altri   Dialoghi.  (C) 

5  SEMINATO  .  Snst.  Luogo  dove  e 
Spirso  Su  il  seme,  Lat  sititni.  Gr.  flTTO- 
poi-  M.  F*  10.  101.  Pand.vi  il  guasto, 
arando  i  seminati  eoa  più  di  cento  paia 
di  buoi. 

V  g.  I.  Pel  Frutto  della  semenza.  Mes- 
se, 0  simile.  "  Toc  Dnv  nnn.  16  2  5o. 
In  terra  di  lavoro  nodi  di  venti  abbatte- 
rono ville,  e  arbori  e  seminali  sin  presso 
a  Roma.  Serd.  Stor.  i3.  538.  Abbruciò 
i  seminati  e  le  ville  n.  (B) 

g.  Il,  Jn  proverbio:  Uscir  del  semina- 
lo, /uor  di  l  setninito,  0  simili,  vagliono 
Impazzare.  Lat.  delirare.  Gr.  'TZypi/.^co- 
viìi».  Morg.  i5  3o.  Non  n' avrebbe  però 
voluti  tre,  eh' usrito  sare*  funr  del  semi- 
n.ilo  .  Fir.  As.  36.  Anzi  per  la  stempe- 
rala voglia  mezzo  fuor  del  seminalo  ec. 
me  ne  andava  ogni  cosa  circuoiido  Buon. 
Fier.  4  V  ^-  '^^  ^^*  "^'  fanatico,  E 
mi  rasseml>ri  uscito  Del  seminalo.  Malm. 
l.  28-  Non  cosi  tosto  al  campo  si  con- 
duce ce.,  eh*  eir  esce  affatto  fuor  del  se 
minalo. 

g.  III.  Cavare,  o  Trar.  del  seminalo  j 
vale  Fare  impazzare  j  e  talora  L''arr  u- 
scir  di  tema,  o  del  soi^getto  che  si  ha  /ra 
man'T.  Lat.  in  errorem  aliqneni  inducere, 
nifnt-nr  alieni  adimere  .  Gr.  e'^uràv , 
/jLwrai'vttV  ,  La%c.  Pnrent  2.  3.  Tu  m' 
hai  quasi  cavato  del  seminalo  :  oh  stam- 
mi  a  udire.  Cecch.  Dot.  proÌ.  Acciocché 
i  recitanti ,  tratti  Da    voi    del    seminato  , 


SEM 


i.4t 


non   facessero    Cb'  ella  paresse  ancor  più 
brulla . 

SEMINATO.  Add.  da  Seminare.  Lat. 
coutitus.  Gr  TTCpUTEUWS'vo;.  Amm.  Ant. 
'7  3.  3.  Kicmplu  ci  da  la  terra,  la  quale 
rende  i  (rulli  non  seminati.  M.  V.  3.  14. 
Eiacndo  ne'  campì  seminati  cresciute  le 
biidc,  c'graui  d*  aspello  d' ubertosa  ricolla 
vicino   alla   falce, 

g.  Per  met.J.  ^nU-  Scarso.  Lat.  dis.te- 
minnfus,  conspcrsus  .  Gr.  /aTKSTrasSit's. 
liocc.  g.  6.  p  2.  E  quivi,  essendo  gi^  1« 
tavole  messe,  e  ogni  cosa  d'erbucce  odo- 
rose e  di  bei  6ari  seminala  ce,  si  niise- 
ro  a  mangiare,  Fi'oc.  2,  289.  Prejc  du« 
grosse  lance,  con  duo  peiumnct'lli  d'oro 
lavorati  ,  e  seminali  di  vermiglie  rose  . 
Aniet.  21.  Vestita  di  suttilissimo  drappo 
sanguigno,  seminato  di  piccioli  uccelletti 
d'oro,  F  gì.  Tesifonc  con  seminate  ziz- 
zanie, V  Giunone  con  lurbanienli  conlrarii 
più  volte  si  sieoo  gravemente  opposti  alla 
sua    salute  . 

•f  -:=  SEMINATOIO,  y  A.  Ad/.  Che 
semini  .  S.  Agosl.  C.  D.  4-  8.  Gli  for- 
nienli  seminati  vollono  ,  mentre  stavano 
sotterra  ,  che  avcssonq  la  dea  Scia  ,  cioè 
Dea   seminatoia.    (F) 

fSE.MLNATOnE.  J'erbal.  majic.  Che, 
o  Chi  semina.  Lat  seminat'^r,  snio<'.  Gr.^ 
fsiopvj^.  Cr.  2,  21.  19  Le  salvatiche 
piaule,  alle  quali  il  seminatore  non  sarà 
andato,  ne  cullivatolc,  così  ne  'nsegnano 
M.^r.  S.  Grcg.  I.  7.  Nell'Evangelio  ben 
fu  dichiaralo  in  quella  parabola  del  semi- 
natore. 

g  Per' metaf.  Spargitore,  Che  spanar. 
Che  cagiona,  Lat.  si-minatov ,  disseniìna- 
lor.  sator.  Gr.  cTloptxj^.  Dani,  Inf.  28, 
Seminator  di  scandalo  e  di  scisma  .  Lih. 
Op.  div.  Acciocché  '1  seminatore  per  Io 
suo  seme  medesimo  flesse  morto  (  cioè  , 
commeilitor  del  male).  Catalc  F'utt. 
ling,  SiccbJ-,  come  dice  santo  Agostino, 
Cristo  e   *l    principal  seminatore. 

f  SEMINATRICE  J  rrbal.femm  Che 
semina;  e  per  nuta/.  Spai gitrice.  Che  ca- 
giona. Lat.  seni  natrix.  Introd,  Fìrt.  358. 
O  superbia,  capo  e  seminatrice  di  quanti 
mali  al  nnindo  si  fanno  .  Coli.  SS.  Pad 
Per  la  grazia  di  Dio  esser  liberi  di  corruzio- 
ne seminatrice.  Tratl.  i^ov.  fa  ni.  Vi  nn  sii  ec. 
adulaliire  ,  non  scminatii'-e  di  discordia. 
Coli.  Ab.  Isaac,  cp,  "il  Sia  ancora  la 
detta  orazione  seminatrice  continua  nell' 
anima  sua  della  divina  memoria,  e  della 
via  dei  Santi. 

SEMINATURA.  //  seminare.  Semina- 
mento.  Lai.  sntio,  Siminnlio.  Gr.  '^rtopoì. 
Cr.  2  19.  9.  Ogni  grano  nella  uliginosa 
terra  dopo  le  tre  seminature  si  mula  in 
gcnerazion  di  segale.  F  ti.  IQ.  3,  Il 
giunco  ,  gramigna  e  felci ,  e  tutte  alire 
erbe  nocive  ,  del  mese  di  Luglio  si  vin- 
conn  per  ispessa  aralura  ,  o  per  semina- 
tura di  lupini.  F  II.  II.  3.  Ogni  semi- 
natura, la  quale  e  fatta  quando  il  sole  da 
Ariel''  v:(   in   Cancro,  è   pcrfcl'a. 

SEMINAZIONE,  e  SEMINAGIONE. 
Seminatura  .  Lai.  scminalio  ,  satio  .  Gr, 
czop«  .  Cr.  2.  17.  8.  C'itali  campi  di- 
ventano abbondanti  per  semtnazion  di  fa- 
va o  di  lino,  se  alcuna  volta  fossono  s'te- 
rili  E  3.  17.  2.  Ma  per  la  troppa  gras- 
sezza di  colai  luogo  il  grano,  e  la  fava 
perirebbe  in  ([uello .  s'ella  non  è  consn 
mala  prima  per  semìnazion  di  saggina.  E 
cap.  22.  1.  Allora  quell.i  medesima  semi- 
nagione da  capo  si  nfà. 

SEMIPAftABOLA  .  3fe::a  parabofa , 
Sezivne  ionica.  Lat.  .lemiparabola  .  Gr. 
r,// 1 Trapalo /r,'.  Gal.  Dia!,  mot.  toc  567. 
Si  fa  manifesto  perche'  la  semiparabola  ec. 
e  il  rettangolo  ec  son  basi  di  due  solidi 
compreNÌ  tra  due  piani  paralleli. 

^  SEMIPAKALISI  .   P-irifitia  impera 


Il 


42 


S  li  M 


^elta .   LaL    puratysis  imperfecta  »  'pare-    i 
sis.  Gr.  *j/xt;ra^£«i?.  ^c'.  C^^hs.  2.  I25. 
NoQ  LUoguj    (lunqui*   perdersi  d'  unimo  ,  | 
ma    heuiì    iaiootrjre  il    mule    con    auovi  . 
rimedii  adcgujti  e  A\jt  at:mì|>jriilisi  e  alb 
Qcfrilica  .   {*) 

*  SKMlPERlFEKi'A.   Ln  metà  M  wia  ' 
peri/erìu.  Gutd.    Gr.    Tr.    mot.  Perche  il  j 
rulUngulo  del  diametro    ET    oelU    ieinì- 
periferiJ  AOT   uguaglia  il  (fuadruplu  del  ' 
itìctzo  ccrcbio   AOMT.  (j4)  ' 

SEMlPOlìTA.   Af.izo  !,,.-l,i.  Lat.   se- 
mipoeia  .  (iv.  rj  iiTotir/);  .   /Jit-m.  Fic; 
3.    I.  9     Sju,   verbìgrazia  ,   il   sl-iiii,    Il   »e-    I 
laiaddoltufalo,   il   se  10  tm  usi  cu,   Suiiiipueta,    ' 
temi  fcua  filoiofu. 

*t  'c  semiretto.  ^>id    Mttzo  ret- 
to.   Gai.    Diai.    r/iW. /jc.  tì5l.  Gajdagiiala 
per    la    di&corsu    diin<-)SLrjiivu  la    cerlt'zia 
dell'  e&scrc   il  massimo    di    tuiti  i  Itri  di 
volala  quello    dell' elfvaiione  dell' angolo  \ 
setnireltu,   ci  dimostva  1' autore   quello  e be   \ 
ec.  IC  appresso  :  Le  ilevaiioni    Jet   quali  1 
superarli),    o    maucauo  pur    angoli    eguali 
della  seiniiella.  (*)  j 

*  SEMlRiTOSDO. /UJiVezzorilontlo,  , 
Alquanto  ntoitdo.  Lai.  suhrotandus .  Gr.  i 
uìTOTp5;^x)-o;-  Hed.  Osi.  an.  17^  Dove 
questo  cjuale  suddetto  esce  dalla  vescica, 
si  veggono  in  essa  vescica  due  corpi  ro>si 
quati  ìemiritondi  ,  i  quali  con  le  loro  e- 
Atrcinilà  tendinoie  vanno  a  formare  le  due 
tuniche  proprie  della  vescica.  {') 

:::  SEMISFEKOIDE.  Timi,  de* Geome- 
tru  La  metà  d'nn<i  sJerofU'-  (A) 

i'f-  SEMISPINATO.  (Ino dr-'ntitsco/ì dil- 
la sctip'tU,  e  proprio  Quello  che  afzi  1/  to- 
race. Imperf.  Anni.  112  II  quarto  paio 
(di  muscoli)  ch'egli  appellano  semi^pinalo, 
nasce  dove  1*  antecedente  fioi>t-e.  e  abbrac- 
cia tutte  le  spine  delle  vertebre  del  tora- 

semistante  .  Nome  della  qualità 
che  ahOiamo  detto  a  Sc^tlpedra  .  JJocc. 
novt  79.  12.  La  semistanle  di  Berlinsune, 
e  la  Scalpédra   di  Narsia. 

t  semisvolto. --/t^J.  Afezzo  svolto. 
Buon.  Fier.  f\.  2.  7.  Vasi  di  prorumier. 
bachccbe  d'  orafi  Drapperie  suntuose  se- 
miìvohe.   Da' cilindri    indorali   ec. 

#  SEMITA,  y.  L.  Stradetta.luzl.se- 
miCa.  Gr.ffT£v»j  ó^o'i.  But.  Purg.  7.2. 
E  sentiero  sincopato  da  semitiero  ,  dimi- 
nutivo della  semita,  che  è  piccola  via  po- 
sta allato  alle  fini  de*  campi  ,  cioè  secus 
tnetas ,  vel  st-f^rrt^iins  metas .  f'tt.  SS\ 
Pud.  I.  i3S.  Andava»!  a  lui  per  una  se- 
mita mollo  stretta  e  occulta  e  difficile.  IC 
|53.  A  questo  luogo  nulla  via  né  semita 
propriamente  mena,  né  non  vi  si  può  an- 
dare se  non  per  segni  di  stelle.  {')  Car. 
En,  li.  8.^y.  ^\.-t  nell'imo  una  semita 
per  mezio  Angusta  ,  malagevole  e  scon- 
torta, Che  d' ogn' intorno  «  dalle  ripe  of- 
feia.  (B) 

SEMITUONO.  Mezzo  tuono.  Lai.  lie- 
initoninm,  diesit.  Gr.  rl/jttrs'vtov,  (Jt'i^t;. 
Car,  Mattacc.  7.  Avea  que»t'  ucretlaccio 
ornai  ridotta  La  musica  in  falsellì,  e  'n 
semituooi .  Matt.  Franz,  rim.  hurl.  3. 
l58.  Dir  non  potrei  quanto  mi  parvo 
buono  II  gracchiare  e  M  russar,  cbo  si 
sentiva  Più  d*  alta  voce  ,  che  di  semi- 
tuono  . 

SEMIVIVO.  AML  Mezzo  vivo.  Lai- 
semiviVHSf  st-mianimiif  semimortuus.  Or. 
ìQjUtl^vr]'?.  Fiamm.  5.  :^3.  E  me  vrggendo 
ce.  quasi  semi%tva  ancora  giacere,  nm  pa* 
rolc  diverse  si  cominciò  ad  ingigliare  di 
mitigare  ì  furiosi  mali.  Stor.  Eur,  6*  laS. 
Chi  morto  afTatto,  e  cbi  semìvivn  ,  in  sì 
diverse  e  strane  iltiludini,  cbe  non  è  pos- 
sibile il  dirle.  Belline.  lO'i.  60  Ma  qii.in- 
do  io  penso  a  te  si  virtuoso,  Di  maravi- 
glia i'  resto  semivivo.  Ciriff,  C>itv.  3.  8o- 
CirÌ0o  si  puj  dir  qual  semivivo. 


SEM 

#  SEMIVOCALE.  A^^iunlo  che  ti  dà 

dai  Granitnalici  ad  alcune  lett-rm  co/ito- 
amati  c^tc  hanno  il  principio  delle  vocali, 
e  *l  fine  delle  mute  ec,  e  s-no  F,  L,  M, 
N.  R,  S,  e  tra  queste  potrebbe  firte  en- 
trar l'H.  Di  queste  S'-mii-ocali  qu'itlro 
si  diiouo  liquide,  cioè  L,  M,  N,  K  .  ce, 
Lat.  senttvocafit.  Salv.  Avvert.  I.  3.  I. 
6.  Vocale  i;  quella  cbe  Senza  percotimento, 
abbia  voce  cbu  possa  udirsi  ;  semivocale 
i|uella  cbe  udir  si  possa,  ma  con  perco- 
limeotu.  E  piirl.  8-  Si  chiamano  semivo- 
cali ,  pc:o>-(bì;  il  liru  niovimeiilo  sentia- 
mo espressamente  cbe  comincia  dall*  ugo- 
la ,  che  è  quasi  la  madre  delle  vocali  ,  e 
ìi  finisce  nelle  labbra,  o  ne*  denti  (f^) 
Sali-in.  Pi  OS.  Tose.  2.  102.  -Ne  nelle  voci 
CO'poreo  e  frale  si  sente  basieita,  ni*  nelle 
Voci  in  quest-j  basto  ostello  si  lente  asprez- 
za  della   S'*mivocaIe   S-    (*) 

#  SEMIUOMO,  ^h^zzo  uomo.  Lat.  «- 
mitiomo,  Gr.  /j^tAtavapwffo^.  Buon  Fier. 
3.  f  9.  Son,  verbigrazii,  il  semi.  Il  se- 
miaddottorato, il  setnioiusico.  Semipoeta, 
semi  sun  filosofo,  E  scmiuuin  di  disegno, 
E  semi   bo,   e  semi  non  ho    'ngegno,    (*) 

't  SEMMANA.  F.  A  Srttimnna.  Lai. 
liebdjrnas  Gr,  I^Jj^aa; .  Tetorett.  Br. 
Guardi  nel  gran  cammino,  Non  torni  alla 
semmana  (  l*  edtz.  di  Fir.  1824.  *>/  ctp. 
12.  lefjee  :  Guarda  che  'I  gran  cammino 
Non  torni  està  semmana  ).  Lib.  Am.  Tut- 
ta la  semmana  intende  con  tutta  la  mente 
a*  guadagni.  Frane.  B'trb,  7).  3*  Una 
cosa  ben  nota  .  Che  non  si  dea  lr.)ppo 
l'isto  allargare  la  lui  troppo  onorare,  ('he 
soo  famiglia  di  semmana,  o  mese.  Patxff. 
IO.  Borcapecriola   fece   in  tre  semmane. 

#  SEMME.NTO  ,  e  SEGMENTO  . 
Terni,  dei  Geometri.  Patte  d*  un  cerchio 
composto  tra  qualsivoglia  arco  e  la  sua 
corda.  (A/ 

SEMOLA.  Crusca.  Lai.  furfur.  Gr. 
7riTU;30t.  G.  V.  8.  82.  6.  Avendo  man- 
giali lutti  i  cavalli  e  pane  di  saggina,  e 
di  semola  nero  comi  mora.  Cr.  9.  18.  4- 
Vi  si  giunga  melo,  sala  «  olio ,  e  semola 
di  grano. 

j;ì  SEMOLAIO.  Add.  Di  semola  , 
Compost)  di  semola.  Benib.  Stor,  97.  E 
multi  di  farina  corrotta,  e  di  pane  semo- 
lato pascendosi  ec.  si  morivano.  (N) 

#  SEMOLELLA.  Sorta  di  pasta  che 
si  usa  per  farne  minestre.  Fr.  Giord. 
82.  Vi  solevano  andare  le  vergini,  e  por- 
lavanli  da  mangiare  semulella ,  e  colali 
buone  cose.  (V)  Red.  Irtt.  1  6o-  Una 
volta  la  settimana  pigliasse  la  sera  per 
cena  una  minestra  o  di  lasagne,  o  di  ri- 
so ,  o  di  scmolella  ,  cotte  io  brodo.  E 
Cons.  2.  19.  Non  si  facesse  scrupolo  di 
servirsi  in  quando  in  quando  di  qualche 
gentil  minestra,  e  assai  brodosa,  di  patte 
non  lievite.  come  sarebbono  le  lasagne  , 
la   semoli'lla,   il   farro   pass.it'i,   e  simili.  (*) 

SEMOLINO  Piccai  seme.  Hicett.  Fior. 
67.  Fa  il  gambo  sortile  (il  tlaspi  } ,  alto 
due  spannu  ,  con  pochi  rami,  pieno  lutto 
di  frutti  lar(;;belti  in  punta  ,  ne'  quali  è 
un  semolino  simile  al  oasluraio,  di  figura 
simile  alla  lente. 

§.  Semolino,  per  simiHt,  diciamo  anche 
ad  una  Sorta  di  p.tita  ridotta  in  JormM 
di  piccolissimi  Kcanelhni  ,  eh»  cotta  Si 
mnrtyii  11  minettr.tt 

SEMOLOSO.  Add  Di  semola.  Simile 
alla  semolt.  Lai.  furfarosus,  Gr.  TUTU* 
ptàifìi*  Ricett*    Fior.    63-   Vituperasi    la 

'  uera  (storace),  fragile,  e  semolosa. 

I        5  SEMOVENTE.^././.  Che  ù  miunt  per 
proprio  moto.    Lai.     se  mévens.     Gr. 
aiJtofxy^TO-*.  Buon.  Fier,  2.  l^.  3o-   Figu- 
rette   e   fantocci   semoventi     /ted    Ins.   26. 

I    Parloristero   poi   i   vermi   vivi   e    semovea- 
li.   F.  (tt>.  Quei  bachi  non  son   altro,    cbe 

I  uova  scmovcnli  .   E  Ots-  «n.   i33.   Come 


SEM 

se  fuuer  animali  semoveoti,  stavano  libere 
e  sciolte  nella  gran  cavila  del  veotre  io* 
feriore. 

^  §■  Beni  semoventi  ,  diconsi  dA*  X><> 
li'ili  Quei  beai,  che  coasitiono  in  bestia- 
me grotso  e  minuto  ;  ed  e  una  suddivi- 
sione dei  beni  mobili,  la  cui  sono  com- 
presi Così  i  semoventi,  come  le  masseri- 
zie. -  Farch.  Stor,  IO.  3i6.  All' ufficio 
loro  s'  aspettava  incorporare  talli  i  beni 
mollili  o  immobili  e  semoveuii  *  .  (Cj 

*  SEMIMCE.  f.  A.  Semplice,  M. 
Ald-br.  p.  j\.  Ossimelo  sempice  e  cocn- 
pos'o,  Liv.  M.  La  moliitudioe  sempica  e 
composta,  ff'/ 

*  SEMPICEMESTE.  /'.  A,  Avverb. 
Semplice  nen'e.  Liv,  M.  Egli  parlo  loro 
sempicem<?nie  Brun.  Etic.  Adunque  non 
ir   sempircncnle     r<*o,  ma  e  meuo  reo.  (l') 

*  SE.MPICIACCIO.  r.  A.  Semp/ictac- 
ciò.  Buon.  Taac  4-  4*  '^^  '^  '^  dissi,  e 
'I  confermo,  e  me  ne  grolio  :  L'ètempi- 
ciaecia.   (C) 

SEMPITERNALE.  Add.  Sempiterna, 
Lat.  sempilernus,  aternut.  Gr.  ai  otO£. 
Tes.  Br.  i.  14.  L*  alire  soao  sempiler- 
nall,  cbe  non  comÌDciaou.  ni^  non  fioixo- 
oo,  cioi.'  Iddio  e  la  sua  divini(ad«.  Mar. 
S,  Gre^.  Vedendo  morire  i  fedeli  ,  per- 
dono ogni  speranza  della  vita  sempiter- 
nale. Coli.  SS»  pad.  Non  tramonterà  più 
il  sole  tuo.  ne  la  luna  tua  non  iscemer^, 
ma  sark  a  te  il  .Signore  luce  sempileroa- 
le.  Fit.  Bari.  Ma  guardami  alla  Ioa  glo- 
riosa vila  sempiternale.  ^  Fr,  iac,  T.  6. 
'-\0.  79.  lerusalem,  città  celestiale.  Ornata 
se*  dei  rrgno  imperiale  :  In  te  la  vita  è 
sempiternale,  (fi) 

SEMPITEIINALMENTE.  Avverò.  Con 
durazion^  sempiterna.  Eternamente,  Lat. 
esterne,  tempiterm.  G.  aìo'tca;,  eij  oa- 
clivx  Mor.  S.  Greg.  Ed  allora  ivi  sem- 
pilernalmente  per  quello  ,  cbe  ella  ha 
3cquisU1.i  L  perpetua  lermezxa .  S.  A-^. 
C,  n.  Virtù,  che  sempiternalmente  dura, 
e  temporalmente  adopera.  But,  Purg.  3o. 
2.  Dei  cieli,  che  girano  sempiteroalmeote, 
Comp  Dio  gli  fa  girare.  Fr.  Giord.  Pred. 
S.  35.  E  però  senipiternaliuenU  ,  e  così 
DDche    li    giusti. 

SEMPITERNAMENTE.  Avverb.Sem- 
piternalmenle.  Lai*  aierne  ,  sempiterne  . 
Gr.  àiòttii.  Bocc.  Amar,  Fis,  13.  Pa- 
revami  nel  creder  veramente  Cbe  loro  ec- 
relia  fama  gloriosi  Far  li  dovesse  sempi- 
tcrnamrnle.  Benib  Aiol.  2  '^.  L'ani- 
mo sempiterno  scmpìlernamente  riniaoe. 
SEMPITERNARE.  Far  sempiterno. 
Lai  (tteinare.  Gr.  a~x3fiivaTri^eiy.  Dant, 
Par,  1.  Quando  la  ruota,  cbe  tu  sempi- 
terni Desiderato  ,  a  se  mi  fece  atleao. 
*  Ott,  Coni.  Par,  3o.  Il  qual  fiore  ridole  di 
quello  odor  sempiterno  eh' è  degno  di  lo- 
de a  questo  Signore  ,  che  euo  sempiter- 
na   (B) 

«  SEMPITERNITÀ'.  Eternità,  Bel- 
Un,  Disc.  3.  87  Quivi  sta  quasi  in 
uo  piccolo  seggio  la  sua  polenta  ,  la 
sua  bontà,  re.  1' incor|>ora)ita  ,  la  sem- 
piternila, la  sua  disinità.  (Min)  Imperf, 
Ttm.  D.  4.  T,  6.  269.  II  che  fé' dire 
ad  Ocello  Lucano,  e  argomentar*  in  si 
falla  mauirra  sopra  la  sempileroiià  dell* 
universo.  (F) 

SEMPITERNO.    Add.    Cbe    iioa    ìka 

nvnto  or:s:ine,  o   Che  non  può    avar  fine  ; 

Etern.  ,     Lai.     sempiternut.   Gr.     dì^Jto;. 

Dani.  Par.   12.   Cosi  dì  quelle  sempiiefoe 

rose   Volgènii  circa  noi  le  duo    ghirlande. 

I    /;'   l4>    Per   li    padri,   e    per    gli     altri     che 

I   Tur  rari.   Ami   che   fosser   sempiterne  fiam- 

i  me.    E  28.   In  questa  primavera  sempiler* 

I  na.   E  3o    Nel  giallo  della  rosa  sempiter- 

t  na.    Petr,  son.   2l4*  Renda  a  quest'occhi 

!  le  lor  luci  prime  ec^  O  li  coodanoi  a  sero- 

pitcroo  pianto.   Coli.  SS.   Pad.  Faro  con 


SEM 

loro  OQ  patto  sempiieroo  ,  e  dod    ceisetò 
di  far  lor  bene. 

#  g.  I.  A"  in  forza  d' avverti.  Pin. 
Comp.  lite.  Quelli  Tuitri  feiteti ,  e  qurlb 
comunità  di  Kirraze.  U  quale  del  tutto  e 
TOKn,  e  »arà  lempiterno  ec.,  se  et  oeoi 
sua  possa  e  vìrtute  otlera.  (^J 

§.  11.  In  sempitfrnOf  posto  avverttin/m 
iMl/c  Sempiterna/mrnte ,  Ktcrnament- ,  Per 
sempre.  LaU  aeUrne  ,  semptteme.  Gr. 
ctifiwc,  ài';  a'i'jjva  Fr,  Inc.  T.  2.  25 
A.  Del  carcere  d' inrerno  Moa  esce  io  sem- 
piterno, h'  4  9  5.  Gite  al  fuoro  dttl'io- 
lerno,  Maladeiii  iu  sempiterno. 

SLMPLICE.  //rf./.  Furo,  Senta  mì- 
sUone.  Lat.  pun.s,  simpiex*  Gr  xv^ocpo^, 
a;TÌa'o;.  Dani.  Par.  33.  Che  ciò  eh'  io 
ilico  è  uo  semplice  lume.  #  Hed.  Cons. 
l.  a^l.  Questo  Lrodo  000  sìa  rjild  hito 
con  ittccbero  ne  con  gìulrlibi  di  sorta 
veruna,  ma  sia  brodo  puro,  e  semplice.  (C) 

*  g.  I.  Semplice,  vale  anche  Che  non 
è  composto,  f  ardi.  Giurie.  PiU.  Diro 
semplici,  perchè  se  oe  trovjoo  (dellec^nso- 
noJUfffwiuiC'i/r^  molle  composte  GnL  Sist. 
g.  looUrc  ei  pone,  come  è  dello,  moti  sem- 
plici ,  e  moto  ratsio,  chiamando  semplici 
il  cirtolaru  «  il  retto,  e  misto  il  cnrnno- 
ilo  di  questi;  dei  corpi  naiur^tli  chiama 
alui  semplici  ce.  e  altri  comporti;  e  i 
moti  semplici  gli  atlnhulsce  ai  cnrpi  sem- 
(>hci,  e  ai  composti  il  c«.n>poMo.   (t') 

*§.II.4>Vm/V<ci',  vaie  anc^^e  L'n-co.Sofo. 
m  ffocc  nov, So»  20. Le  porlo  cinquecento  be* 
Sono  d'oro,  li  quali  ella  ec.  prese,  alte- 
ncnd^seoe  Salabaeiio  alla  sua  semplice 
prome.wooe   »    .    (,V;    Jisp,    Pat.    ^ost. 


i»iccome  V  usuriere    s'  aiHene  al 


gaSB" 


più  clic  alla  semplice  parola.  (I  j  Gukc. 
Star.  j8.  3j,  Come  il  Vicerb  aveva  pro- 
messo al  PunUfice  nun  nei  cipìtoli  della 
tregua,  ma  sotlo  semplici  parole  Pios. 
/'ior.  3.  I.  iGi.  Il  semplice  tepore  natu- 
rale della  galliuj  serve  in  vece  di  cotru- 
n.(C)  Segner.  Pred.  Pai.  Jp  1.  6.  Si  ar- 
rogano di  sapere  con  due  semplici  dita 
13krare  uo  mondo.  (TC) 

*  §.  III.  SftnpHce ,  agsitmto  di  btnt' 
/ne.  iw/-  pr'SfO  I  Canonisti,  Che  non  ha 
t»ir»  d'anime.  Che  non  richivde  re<idenLit. 
/mstf,  C"nc.  H7,  Alle  volte  avviene  che 
per  c-igione  delle  suddette  vacanze  dè*be- 
neSzii  semplici,  o  curali  nasce  litigio.  (Cj 

*  §  IV.  l  oto  semplice,  dicesi  Quel- 
lo  che  non  è  Jatto  in  faccia  alla  Chiesa, 
e  secondo  la  prescrizione  de*  Canoni j  con- 
tfario  di  f  oto  so/enn-,  ..  Ma^struzz  2. 
ai.  Quante  sono  l**  spezie  de' boti?  H.  Duej 
imperocché  egli  è  alcuno  bolo  semplice  , 
e  alcuno  bolo  soIeoDe»  ,  (C) 

^  §.  V.  Semplice,  talora  vale  Sènsa 
carica,  o  t>io!i.  Galat.  3H.  Per  lo  più  so- 
no mercatanti  ,  e  semplici  gentiluomini 
«rota  aver  fra  loru  ne  Principi,  né  Mar- 
chesi, né  Barone  alcuno.  (C) 

§■  VI.  Per  {scempio  j  contrario  di 
Doppio.  Lat.  simplex.  Gr.  cctìo'o?  f'ed. 
Fios.  ^2.  .ir.  I'.  8.  59.  Furono  nel  verno 
malattie  di  freddo,  e  nellii  state  molle  feb 
bri  terzane  e  semplirì  e  doppie. 

*  S  VII  Semplice,  vale  anche  Che  è 
senza  ornamento,  u-nza  rici-rcau-zza,  sen- 
za caricatura.  Pav.  lelt  A<.cad.  AH. 
1.0  scrìver  semplice,  proprio,  e  naturale, 
quasi  come  si  favella,  m' è  sempre  pia- 
ciuto. (C) 

1  §■  Vili.  p,r  IschiillQ,  Senza  artificio. 
Lat.  nwltts.  Gr  yu^vo;.  Prir.  cap.  8. 
Quel  ch'i'vo*  dire  in  semplici  parole. 

1  §.  IX.  Per  Inesperto,  Soro ,  Senz-i 
malizia.  Lai.  rudis,  simplex^  idiota  ,  im- 
-^■ptntus  Gr.  « '/«fin'?.  Dant.  Purg.  16.  Che 
me  ti  noma  Francese  a  mente  il  semplice 
Lombardr^.  F  Per.  5.  Non  fate  cerne  a- 
gne),  che  lascia  il  lalie  De'.U  sua  madre, 
•  lemplice  e  lascivo  Seco  inedcsroo  a  suo 


SEM 

piacer  comballe.  Pocc.  ncv.  60.  l3.  Gli 
uomini  e  le  femmine  semplici,  che  nella 
thirsa  erano  ec,  si  lornaruno  a  casa. 

#  §,  X  Semplice,  SI  dite  anche  delle 
azioni,  dei  costumi,  e  simili  ,  e  i-afe  lioz- 
zo.  M  tiv,  M.  Senta  fallo  egli  era  rozzo, 
e  di  semplice  maniera*».  {C) 

g,  XI.  Semptiit,  diciamo  anche  all' Fr- 
he  che  più  ccmiincmcnte  s*  usano  per  me- 
dicina, lìiicn.  Ftcr.  1,  3  3.  C' é  lettura 
de*  semplici  T  F  appresso  :  Ma  fra  ì  sem- 
plici grasi  e  dì  più  slima  Havvi  chi,  due 
dì  sono.  Ci  espresse  la  virlù  del  reobar- 
baro.  Cicch.  Spir.  2.  1.  Sjpete  ch'io  fo 
fuori  Professioo  di  stillare  e  di  semplici. 
!(*  §.  XI  l.  Semplice,  in  forza  di  sust.,  per 
Uomo  semplice.  "  Pocc.  nov.  61.  2-  Te- 
nendo egli  del  semplice,  era  mollo  spesso 
fatto  capitano  de'  Laudesi  •»  ■  fiV^  /ni*. 
hsop.  II.  Per  lo  topo  (  s' intendx^  )  lo 
semplice,  che  si  fido  e  non  pon  mente,  (l  ) 
^-  §.  Xm,  Finforzn  d'avveri/,  vaie  Sem- 
piiceinente.  Sol imente.  St-gnvr.  Fred.  Pai, 
Ap.  2.  7.  Cripto  non  era  uomo  semplice, 
come  noi.  era   insieme  Dio.   (Cj 

V  g.  XIV.  .-Jl'a  semplice,  posto  avver. 
hialm.  vale  Stmpl,ceni< nte.  Soder.  Colt. 
'Ò1.  Ficcinito  d.T  capo  alla  semplire  pinoli 
0   rjndilli  di  stt'pa,  corniolo,  ec   (l  ) 

Sì;.MPLICElLO.  Dim.  dt  Semplice. 
L.Tt.  simplex-  Or.  arciao;.  S.  Ag.  (\  IJ. 
Mun  iiccid.tno  se  oiedesiini  colle  sciucche 
coDtiadie  liugue,  e  non  ìuganniDO^i  sem- 
plirt'Ui.  I'\r  Ai.  1J^7.  E  cosi  la  senipli- 
ceila,  SL-nza  saper  come,  da  sé  a  sés'  ac- 
cese dello  amore  di  esso  Amore.  E  Diat. 
beli,  don/i.  407-  CreduD  furse  queste  sem- 
plicellc  che  gli  uomini,  a' quali  elle  cer- 
cjD  piacere  ,  non  conoscano  quegl*  im- 
bratti? 

3  SEMPLICEMEiNTE.  Avverò.  Con 
semplicità.  Lai.  simpiiciter.  Gr.  aTriw;. 
/Socc.  nov.  (i6.  I.  Molti  sono,  li  quali, 
>emplicemenie  parlando,  dicono  che  amore 
trae  altrui  del  senno.  Fr.  Giord.  Fred. 
S.  Un  di  si  gitto  in  orazione  semplice- 
mente. 

*  §.  !•  Per  Rtnlmenle,  feracemente. 
Car.  leti,  2.  2:|ó.  Ma  un  semplicemente 
buono,  e  virtuoso,  in  ogni  altemzione 
mostra  la  sua  pura,  intrinseca  qualità.  (C) 
^-  §.  II.  Per  /ÌSSo(u!amcnle.  «  Mae- 
striizz.  X.  26.  Questa  autorità  ec.  non  è 
da  inteudere  semplicemenle ,  ma  quando 
il  prete  giustamente  lega  o  scioglie».  fj.V^ 
Salv.  Aivert  1.  3.  1-  I .  Alla  regola  della 
teriii'oazione  in  (T,  i  nomi  che  l'accento 
abbi;iao  sopra  1'  ultima  sillaba,  o  che  d' 
una  sola  sìllaba  sien  composti  y  non  sog- 
giacciono sempljremente.  Lat.  simpliciter 
et  absolute.  (IJ  Car.  Bett.  Arist.  l.  7 
E  quello  è  anco  meglio  a  eoe  s'atter- 
rebbe un  migliore  ,  o  semplicemenle  »  0 
in  quanto  miglior  fosse,  (VC) 

'"?  %  IU.  Pvr  Solamcntf.  Scgner.  Mann 
ISov.  21.  I.  Ké  anche  vien  rassomigliata 
semplicemente  (cioè,  senza  aggioiiTÌ  )  all' 
aurora,  ma  all'aurora  sorgente.  (P) 

SEMPLICETTO.  Dim,  di  Semplice. 
Dant,  Purg,  1(5.  Esce  di  mano  a  lui  , 
che  la  vagheggia  ec,  L*  anima  semplicet- 
ta, che  sa  nulla  Pctr.  scn.  HO-  Sempli- 
cetta farfalla,  al  lume  avvezza.  Bocc.  nov. 
64-  2-  Io  una  D*  aggiugnerò  da  una  sem- 
plicetta donna  adoperala.  Tass.  Ger.  ^. 
90.  E  con  quesl'  ani  a  lagrimare  inlanio 
Seco  miir  alme  .■^empiicene  astringe. 

t  SEMPLICEZZA.  F.  A.  Simplicilà. 
Lai,  simp'icitas.  Gr.  «TT/aTì);.  Sin.  Pist. 
Nod  ci  tegnamo  appagali  di  neuna  rìcrhez- 
za,  ne  di  fol'e  se.-nplicezza.  Olt.  Coni.  Inf. 
7.  lai  E  anche  non  dovesse  loro  giovare 
la  semplicezza  della  virtù ,  e  della  buona 
op«ratiooe. 

*  SEMPLICIACClO.  Pegg.  di  X.-n- 
p/ice.   Car.  Coin.  a^    Serhaudo  solamente 


SEM  ,,43 

ec.  due  scmpliciacct  ,  che    furono    Deura- 
Itone  e  Pìrra,   mandò  il  diluvio.  (FPj 

SLMPLICIAKIO.  Liùro  che  tratta  de' 
semplici.  Buon.  Pier.  j.  2.  2.  Leggi  i 
sempliciarii.  Studia  gli  antìdourìi  ;  ècci  il 
VecUcro;  Fa  d*  aver  oel  cervello  il  Mal 
tiolo 

SEMPLICIONE.    ^ccre,ci..    Ji    Sem. 

/a,c  Ap.r  S  ,.  su  „,„Uo  Lene:  odi 
semplicioni  1  -^  -    woi 

SLMPL  CIOTTO  .  XM,o  semplice. 
Lai      s.mpì.x  ,  slultus,    impn;iu/    Gr 

ciulto  in  basso  scende  ;  All„r  la  volpe  -I 
Ira  miliiu  prende.  Cinff.  Cah.  3  g5  q 
semplicioni,  specchialevi  in  l^j  y  gg 
Ah  seiuplicioLlo,  credevi  m  ch'io  Fussi 
lanlo  crudele,   o  tanto  slnlia  } 

StMPLIClSSlMAMENTE.    Sup„l    ,,. 

lien.r.uenn.„c      Trr.,,.     „^,.     ^j^    ^„ 

OoMmano  ,  piccol,  fif;liu„li  sempl.cissi- 
n.ar,„.,ue,  e  se.ua  le  solite  vanità.  /  «,rf. 
Le..  420  Sebbene  rgl,  ^/;,„;  ^  „„„ 
Jamente  uno,  ma  uno  semplicissimamente 
e  in  intera  e  perlritissiraa  unità  Cai  SU,' 
41^.  Col  f.r  muovere  .!  vaso  sema  arlifi' 
.10  nessuno,  ami  semplicissimamente 

+  SEMPLICISSIMO.  Super,,  aìs.n, 
p.ice.  ì-ai.simpl,cis<<mus.  Gr.  aT)ojo-ot, 
Tcj  /;<,f...  n„  ?o  3.  La  giovane,  ;Be 
semplicssin.a  era  ec.  ,  ad  andar  verso  il 
deserto  di  Tebaida  nascosamente  (ulta  so- 
la SI  mise  f  doc  ,  sema  malizia)  Oli 
^""'r  e'/  l'  "^.-  Costretto  dalli  princi'- 
pii  di  Elosoha,  che  di  nocessilade  vuole 
uno  primo  mobile  semplicissimo  (  ci^e 
sentj  nessuna  composizione,  purissimo  l' 
J'^rgl..  Orig.  1-ir.  8.^.  E  altri  tali  sem- 
plicissimi  errori  fecero  Cffcf,  derivami  da 
grandissima  ignoranza  e  semplicità) 

SEMPLICISTA.  Q,.esU  che  conosce  la 
q'ia.ila,  e  le  p,ri,',  dell' erbe  dnie  Sem. 
plici .  e  te   custodisce  j    Botanica  .    Lat 

Tj""^"f,  ,'^--  ^"=""«;-  JIed  Ins. 
im.  Delle  lor  nascenze  non  è  siala  fatta 
mai  men^ione  .  eh'  io  sappia  ,  da'  sempli- 
cisti  Cecch  Spir.  2.  t.  l-gli  era  ottimo 
semplicista. 

g.  Semp'icisto,  Jicesi  anche  il  Luo-o 
dove  son  piantoti  i  semplici.  Buon.  Fier. 
5.  4  2,  Io  dir  Don  risaprei  Quanto  mi 
sia  quel  gentiluom  sembralo  Felice  nel 
goder  degli  crii  suoi  ,  Sui  sc.TipIicisti , 
suoi  boschetti  e  prati, 

SEMPLICITÀ',  SEMPLICITADE  e 
SEMPLICITATE  ^,lr„.'to  di  Se.nplice. 
Gal.  Sist.  8.  Se  il  molo  rollo  è  semplice 
per  la  semplicità  della  linea  retta  e.-.,  do- 
xrà  convenire  a  qualche  corpo  naturale 
semplice  .  E  9  Sicché  la  semplicità  del 
molo  non  si  attende  più  dalla  semplicità 
della  linea  solamente. 

5  §  I.  Per  /uefpcrienzaj  e  ntrario  d* 
Accortezza.  Lai.  simpitcitns  ,  faruitas  , 
imperitia.  Gr.  ani» 7»;;.  Bocc.  nov.  61 
3.  La  quale  conoscendo  la  semplicità  del 
marito  ec,  ordinò  con  una  sua  fante,  che 
Federigo  le  venisse  a  parlare.  E  nei-.  -3. 
2  Della  sua  semplicità  sovente  gran  festa 
prendevano.  E  num.  3.  lì  quale,  Uilendo 
alcune  cose  della  semplicità  di  Calandri- 
no ,  propose  di  voler  prender  diletto  de' 
falli  suoi  .  *  Red.  leti.  Ij.  Che  poi  ora 
scrivino  di  nuovo,  che  con  essa  pietra  sa- 
nino le  spine  vi-nlose  ,  io  non  I'  bo  pro- 
vato, ma  ho  per  grau  semplicità  il  creder- 
lo. (C) 

?  §.  II.  Talora  vale  anche  jézicne,  o 
Parola,  che  motlra  semplicità  in  chi  la 
fi,  o  dice.  «  Foce.  nov.  ;3.  4-  ^'<^  P^*' 
aliro  la  sua  dimesticLcsia  piaceva  all'aba- 
te, se  r%o  per  alcune  rccreazìoni,  le  qua- 
li talvolta  pigliava  delle  sue  scmplict- 
la  .'.  (C) 

§.    Ili      Per  lina   Sprzit    di    virtù    con- 


Ili 


4+ 


SEM 


traria  alia  nializii.  Fr.  Giord.  PreU  S. 
Era  uomo  ti*  ud^  buona  sempliriiìi  .  S. 
Bern.  Leti.  Scmj»liciià  e  propriamente 
Uoa  volontà  cuoverlita  a  Dìo  ,  la  quale 
rhicilu  una  con  at  Signore  ,  e  qucsU  va 
cercaDito,  b  qiulc  ulil>rjcrid  piuiioilo  la 
virtù  '  be  la  r.iiiu,  riuè  <!'  essere  piullosto 
virtuosa  che  famosa.  Fior.  S.  PVinC.  17. 
Frate  Lione  con  semplicitaJe  columl>ina 
rispu(.se:  ec,  v  S-gut-r.  }/a'in.  Ma-^ij  7. 
3.  Quantu  il  signore  abbomiaa  i  doppii, 
tanlu  ama  per  contrario  quei,  rbe  pruce- 
ilono  ron  santa  SL'mplicilà.  (Cj 

§,  IV.  Per  IViifura'ezia  j  nnfrario  di 
Affettazione,  Antm.  A'H.  1 1.  3.  3.  La  sem- 
plicità delle  non  composte  parole  suole  tul- 
Icre  scspcrci'iiie  di  bugia.  '*•  S'ihtit*  Disc. 
2.  Z'/2*  Sì  vuole  avere  ci^nsiderazionf  alle 
parole  ce.  onde  riluca  per  tutto  e  ns'srn 
tiracnli,  e  nell<*  voci  una  o.tturale  aria  di 
maestà  e  di  bellczzi  ;  e  djlla  medesima 
templicira  e  pruprietJ,  non  so  come,  scap- 
pi fuora  il  garbo  ed  il  decoro.  (C) 

SEMPRi:.  Jnf.rh.  di  lenip^.  Tuttavia, 
Senza  ieitfi  missione,  Conù-ittamentc,  Lai. 
seinper.  Gr.  dti.  Dani.  Par.  l  Del  suo 
lume  fa  'I  ciel  sempre  quieto.  Petr.  son. 
210  Ma,  se  più  tarda  .  avji  da  pijnger 
sempre.  Bocc.  no^'.  48-  12-  H  q"»!  colpo 
come  b  giovane  eblie  ricevuto,  così  cadde 
boccone,  sempre  piaj;nendo. 

f  §  l.  S'-'iipre ,  per  O^ni  volta.  Lat. 
toties  qiioties  Gr.  ósot'/i;  av.  /ìocc,  nov. 
83.  3*  Con  quanti  sensali  aveva  in  Fi* 
renzc  ec.  teneva  mercato,  Ìl  quale  sempre 
guastava,  quando  al  prezzo  del  poder  do> 
mandato  si  perveniva  .  Ctf.  Irti  10.  Il 
medesimo  in  conformit'a  le  dira  il  sig 
Annibale  Rucellai,  e  l'avrà  conferito  con 
V.  Ecc.  che  così  ha  corameìsionc  da  me 
di  fare  sempre. 

#  §.  IL  Sempre,  talora  vale  Nel  caso 
che  oi'i'i'ngi  una  data  cosi,  Ca»',  ielt.  2. 
66.  Se  cosi  sia;  non  vi  diro  altro  se  non 
che  desidero  vì  farcialc  qu,i1<-he  officio  , 
eoo  quella  discrceion  però  the  si  convie- 
ne; ed  ìnteudeodosi  sempre  1' iudenuità 
di  chi  l'ha.  (C) 

§,  III.  Si-mpre.  che  ,  per  Ofjni  vv/fa 
che.  Lai.  qttotie^cuwqm.  Gr.  óaM.'zii;  av. 
Bocc  nov.  i\.  10.  Sempre  che  pressa  gli 
veniva  ,  quanto  potea  con  mano  ec.  U 
lontanava.  Car.  leU.  l.  79.  Me  li  sono 
offerto,  e  me  li  darò  prontissimamente,  e 
sempre  cbf?  sì  vorrà  ser\ir  dì   me. 

§.  IV.  P>r  Mentrecfie  ,  Ftmhh,  Lat. 
quainliu  ,  donec  .  Gr.  ew?  ,  fj-zxpti  ou  . 
Bocc.  nov,  54.  5.  Ma  il)  ti  giuri»  ec.  che 
io  ti  farò  conciare  in  maniera,  die  tu  con 
tuo  danno  ti  ricorderai,  sempre  che  In  ci 
viverai  ,  del  nome  mio  .  Dant.  rim.  33. 
Pcrch'  io  son  fermo  di  portarla  S''mpre 
Cb*  io   s.irò   in    vita,   s*  io   vivessi   sempre. 

§.  V.  Srinpre  mai  »  die  si  scive  an- 
che Senipremai ,  e  si  dice  anche  tifai 
sempre  .  Sempre  .  E  la  pariicella  MAI 
affermatii'it  vi  è  potla  per  con/<  rmar  più 
ili  continuazione f  qiftsi  etjiiivaglia  a  Sem- 
pre sC'upre  Lat.  srntper  ,  in:<iter  ,  per- 
petuo. Gr.  a«'.  /ìocc.  nu',  7  a.  7,  Deoo. 
Belcolore,  de'mì  tu  far  sempre  mai  mori- 
re a  questo  mollo  ?  A."  nn  «.  ()  Ed  io 
sempre  mai  poscia  farò  ciò  cbc  voi  vor- 
rete .  Hint,  ani.  Cin.  Pitt.  53.  Quella 
donna  gentil  ,  che  sempremai  »  FuicUi:  io 
la   vidi,   disilegnu   pietanza. 

^  §.  VI  /;  prei ''ditto  dalla  particella 
Per.  f'it.  .V.  ,1/  Madd.  17.  Ciò  che  li 
dispiace  in  me  ,  tu  il  levi  vìa  per  ora  e 
per  sempremai  .  IC  lOI.  Questo  voglio 
clic  sìa  nella  memoria  mia  per  sempre- 
nifti.  F  X06  Oh  trùt*  a  me  per  sempre- 
mai I  (T) 

SEMPREVIVA.  Sptcie  d'  erha  che  di- 
gli antichi  fu  cr,-duta  la  medetima  die 
la  bxrba   di    Giove,    Lai*   temptrvivum . 


S  £  At 

Cr-  6.  lOJ.  1.  Li  sempreviva,  cioè  bar- 
ba lovis  ,  è  un*  erba  co>i  nominata  ,  pe- 
rocrhè  sempre  sì  truova  verde  .  M.  Al' 
dtÙr.  B.  y.  Recipe  sugo  di  porcellana  e 
di  zuccj  e  di  cavolo,  sempreviva,  e  virga 
paitorit .  F  M.  Allohr,  p.  .V  Sempre- 
vivj  e  barba  lovii  ki  e  una  metlesima  co- 
sa ,  ed  e  erba  così  detta  ,  perocché  sem- 
pre ti  trovala  verde,  e  volgarmente  Ì:  detta 
sopravvivolo. 

*  SEMPREVIVO  Lo  .ttesti  che  Sem- 
previva.  So/ira^'vi^ofo.  Afam.  Colf,  3.  77. 
Altri  ec.  L'  ban  tenuto  (il  frumerity)  fra 
l'onde,  ove  sia  infuso  Del  gi-hlo  liquor 
del  semprevivo.  O  del  torto  cociimer    (P) 

SEMPRICE.  /'.  A.  Adi.  Semplice. 
Lat.  simplex;  Gr.  aTtXov;.  D.  Gtj.  Celi, 
leti,  IC).  O  sempririsstina  sopra  tutte  le 
semprici,  non  dice  egli  nel  Vangelo:  dove 
saranno  raunati  due  o  Ire  nel  nome  mio, 
io  sarò  nel  mezzo  di  loro  7  t?  Mtl.  M. 
Po/.  1$.  L'una  gente  sono  Turcomanoi, 
e  adorano  Malcometto  ;  e  sono  semprice 
genti,   e   hanno  suzzo   lingua;<gìo.  (C) 

*f  t?  SEMPRICEMEMTE.  F  A.  Av- 
verò. S-mp'iCeinrnle  J'it.  SS.  Pad.  2. 
2i\.  Cessa,  misera  nnima>  di  tentare  Id- 
dio, e  servirgli  S'-mpricemenle.   (Fj 

*t  SEMPRICISSIMO.  /'.  A.  Superi, 
di  Semprice  .  Lai.  simplicissimut  .  Gr. 
«TrXsJjTxro;.  /?.  Gio.  Celi.  lett.  19.  O 
sempricissima  sopra  tutte  !e  semprici,  non 
dice  egli  nel  Vangelo:  dove  sarann'>  rau- 
nati àìif  0  tre  nel  nome  mio,  io  sarò  nel 
mezzo  di   loro? 

^^  sempricita',  SEMPRICITADE, 
e  SEMPRICITATE.  V.  A.  Semplicità. 
J'it.  SS  Pid  2-  357.  Ubbidiva  con  ogni 
sempriciiade  e  riverenza.  Gr.  S,  Gir,  21. 
Lo  sesto  grado  di  questa  santa  ìscdila  sì  è 
bontà  e  scrnpricilà.  { F) 

*  SEMUXO  .  Add.  Fornito  di  semi. 
Cavale.  Espos  Simt>.  |.  ^29.  Incontinente 
produsse  erba  verde  e  semuta  ,  e  arbori 
trultiffri  con  li  frulli  p'-rfeiti.  (P) 

f  SENA.  Arboscello  che  fa  nel  Levan- 
te, e  le  cui  foghe,  pur  dette  Sean,  sono 
molto  purgative.  Lat.  senni  Alexandrina. 
Cr.  6.  I  3.  Siccome  quello  che  con  al- 
cuna virtù  purga  la  collera  ^  siccome  la 
scamonea;  e  che  per  alcuna  virtù  purga 
la  flemma,  siccome  l'ebbio;  e  altra  la 
malinronia  ,  siccome  la  sena. 

•\'  SEXALE.  Terni.  Marinaresca.  Quel- 
la Fiinf  con  CUI  si  carica,  e  serve  anche 
nlC  albero  .  Frane.  Bar',.  258.  17  Qui- 
nal  porta  e  ternate  ,  Senale  e  quaderna- 
le.  (P) 

t3  SENAPE,*  SENAPA.  Ptanta.Ucui 
seme  minutissimo,  e  di  acutissimo  sapo- 
re ha  lo  stesso  nobile ,  e  srrve  ajar  la  mo- 
stardi,  e  ad  altri  usi.  Lai.  siuapis,  Gr. 
ffJvijTt.  Cr.  3.  10.  a  La  scilapa  eesia  il 
n<ieiniento  loro,  e  similmente  l'aceto  con 
sale,  pepe  e  orìg.ino  .  E  ^.  ili.  1.  La 
senape  si  semina  innauzi  A  verno  e  dopo, 
e  desidera  terra  graua.  E  num,  2.  Con- 
tro aW  asma  antica  per  umor  viscoso  li 
dia  il  vino,  dove  sìa  cotla  senape  e  fichi 
secchi,  Amrt.  \\.  lo  uno  canto  si  trove- 
rebbe niull.i  della  frigida  ruta  e  d*  alla 
senape  ,  del  naso  nemica  ,  e  utile  a  pur- 
garsi   la    lesta  . 

§  Fenir  la  senapa  al  nito  ,  »•«/.•  lo 
sletso  che  fenir  l.i  inuffu  at  n^so  .  F. 
NASO,  §.  X.  t'ir.  Irti.  I.  7.  Oh  come 
vi  sarebbe   venuta   la   senapa   al   naso! 

SENAPISMO.  Sorta  rf*  impiasf  *  fitta 
di  polpi  di  fichi  se'c''i,  e  di  senipe.  Lat. 
sinapismut.  Gr  oivriTtMio';.  Bicett.  Fi<}r. 
376.  Fichi  secchi  grassi  libbre  una,  sena- 
pa pesta  di  frrsco  once  Q:  fa' senapismo, 
come  di   sopra. 

«  SENAHIO.  Aid.  Che  e  In  ragione 
di  sei  numeri.  S.  Ag^^st.  C,  D.  II.  3o. 
Queste    cose    sotto    narrato    esser    fitlc  e 


S  E  >' 

compiute  io  sei  dì  per  la  perfezione  del 
numero  senario  ,  repeirndo  sei  volte  esso 
di.  ec,  E  appresso.'  Però  che  il  numero 
senario  i:  il  primo  che  si  compone  di 
tulle  le  sue  parli,  sanza  avjnz^re  né  man- 
rare,  ci  té  uno  due  tre,  che  tanno  sei.  ^^> 
"t  •iV;*'!  Ette,  l,h-  5.  pag  \\5.  (  Fen. 
ìS'ìi),  Ma  1*  eccewo  del  6  col  1  •'-  in 
proporzione  tripla,  eoaleneodo  il  numero 
senjrio  ìl  2  tre  *oUe.  Onde  nella  propor- 
zione med'-sima  sta  reccesso,  ec.  (A} 

SENATI)  .  Adunimi  d'  uomini  eletti 
dalle  Bepti/thficbe,  e  da'  Principi  per  eon- 
.f'»/iirr,  o  eo^ernare  ne' casi  di  miggiore 
intp^yrlania  Lat.  srnatuf.  BoCC  nov.  ^\. 
22.  Siccome  Pa^muoda  ec.  avea  col  Se- 
nato di  Rodi  dolendosi  ,  ordinato.  Amet. 
90  Per  la  qujl  cosa  gli  animi  egregi 
disp  >sero  ad  alle  cose,  ed  ampliato  il  lo- 
ro Senato,  e  Ìl  numero  dc'Padri  cresciu- 
to ,  e  tulli  armigeri  divenuti  ec.,  sì  fìo- 
luzzarono  le  lur»  f -ne  .  Ifittam.  i.  26. 
Che  il  suo  ben  dir  piacque  a  tutto  il  Se- 
nato .  Bicorti,  Ulalesp.  cap.  16.  La  tri- 
clizia  e  'I  dolore  fue  grande  per  tutto  't 
S''nato,  e  r  altra  buona  gente  dì  Roma. 
Cronichelt,  d*  Aainr.  56.  Il  padre  pregò 
il  Senalf,  che  ciò  uon  facesse. 

V  g.  I.  E  accordato  col  plurale  a  mo- 
do  di  Collettivo.  Fr.  lac.  Cets.  2.  a.  18. 
Le  femmine  di  Roma  ec.  sì  ragunaro  tutte 
al  Senato  ,  pregandoli  che  faceuero  aoii 
che  ec.  fCj 

•?  §.  U.  Figuratali,  Pit.  S.  Fufr.  182. 
La  quale  meritò  il  celestiale  senato,  perchè 
questo  dispregile   (V) 

%,  III  Tenere  il  senato,  vale  Adunar- 
lo. Lai.  teuatum  hibere.  Tac.  Dav.  Ann. 
3.  ^1.  Venne  adunque  in  senato,  che  si 
tenne  in  palagio,  con  quattro  figliuoli  alla 
porta  . 

^  iì-  IV.  Per  Ufizio  dt  senatore  .  G. 
F,  7.  5\.  In  tulle  cose  al  segreto  «U  fa 
contrario,  e  del  palese  gli  fece  rifiutare 
il  senato  dì  Roma  ,  e  il  vicarialo  dello 
*mperio     fi\') 

*f  *  SENATOCONSOLTO .  V.  L. 
Deliberazione  d.l  Senato  .  Borgh.  Fesc- 
Fior.  3^3.  Si  truova  una  dtliberasioue 
del  Consiglio  pubblico  .  che  si  direbbe 
alla  roinjua  senaioronsulto ,  per  la  Chie- 
sa, e  suoi  beni,  e  ministri  favoritissima.  E 
Oria.  Ftr.  l9\.  Alcuni  senaticonsullì  che 
si  truovano  nel  volume  delle  sue  lettele. 
E  Col.  Boni.  379-  Oltre  alle  leggi,  e  se- 
ualiconsullì,   ec.  (  F) 

SENATORE.  Persona  del  numxro  di 
quelli  che  componsono  il  smato,  Lat.  re- 
nitjr.  Cr  ^^suleurv/;.  DuUim.  I.  17. 
Che  contro  ai  senatori  era  sdegnalo.  Lah. 
3i3  N>>n  è  da' vostri  senatori  orecchia 
ptirta  a*  rapaci  lupi  dell'  alto  legnaggio  e 
del  nobile,  d'I  quale  ella   è  discesa. 

*  §.  Sfnal.ri  dilla  Chiesa^  per  C^ir 
dina.'i  fi  detto  dil  Pallav.  Peif  Crisi. 
1.  3.  Fu  niente  minore  avanti  oe*  minori 
pulpiti  ragionando  al  popolo  de*  fedeli . 
che  indi  uei  »ommo  predicando  al  Prin- 
cipe,  e   ai   S<-natori    d.lla   (Chiesa.   ( D) 

«  SENATORES-^A.  Moglie  dt  senato- 
re. Pa,:  Tac.  Pestili.  \\; .  38  Non  po- 
teva più  anticamente  ec.  andare  ia  Cam- 
riìdoglio  in  carretta  se  non  i  sacerdoti  e 
e  cose  sante  Agrippina  madre  di  Nerone 
per  gran  superbia  v*  andò.  Le  donne  no- 
stre i>gi;i  son  più  che  Agrippioe  e  sroalo- 
resse    (Pt 

SENATORIO.  Aid.  m  senatore  Lat 
senitori'H  Gr.  |9auì(UTiX^{.  #  T-iC.  Dav. 
post  !^\\.  Tiberio  solamente  tolse  la  dì- 
gnit'j  senatoria  •  questi  quattro  iiapi- 
gllati.  (Si  Mem.  sat.  il.  Guarda  questo 
villan,  che  sol  ri^pooJe  Col  stropicciar  la 
lenaloria  setola. 

•f  *  SENATORISTA.  Libro  ove  tono 
scruti  i    senatori.    Magai.    LeU,    tfitnt. 


S  E  N 

P't§.  36l<  Nel   SeDatorista  Fiorentino  Jel  ' 
tigDor  conte  Capponi  ella  ha   di   gììi    ve- 
dalo che  ce.  (.'tj 

*f  *  SENATRICE.  Senitoressa  Vit. 
S.  Eu/r.  182.  Questa  è  la  vita  ec  della 
vera  senatrice  Eufragia  (cosi  In  chiama, 
perchè  in  vece  ili  ■i/tosarci  ad  un  \enito- 
rt,  si  rendè  nionara,  e  itn'enne  sant'i ).  (V) 
*  SEDAZIONE.  Sorta  di  erba,  d.ita 
anche  Crescione  I-at.  sem-cio  Gr.  rlpi- 
yc'puv.  Cr.  6.  118  I.  Le  scnaBÌoni,  cioò 
crescioni,  che  por  -illro  vocabolo  i'  appel- 
lan  natlurciu  acquatico,  son  caldi  e  secchi 
io  secondo  grado.  (*) 

SENE     /'.   SE.  prononf, 
SESE.  Sitst  y.  L.  I  eC'hio^l^iX.   senex. 
Or. '/tov»,  Dani.    Par.  3i.   Credea  veder 
Beatrice ,  e    vidi    uo    sene    Ventilo    colle 
genti  gloriose. 

«  SENE.  J  td.  J'rcchio,  Senile.  Lat. 
senilis.  Bim.  ant.  /ì,  ^T.  Senmic.  Sin. 
Punsemi  il  fianco  Amor  con  nuovi  sproni 
Cinque  anni  son  di  questa  sene  t-late.  (^S) 
f  *  SENEPA.  Lo  stesso  che  Senapi; 
ma  meno  usato.  Atam.  Colt*  5>  13^.  Il 
forte  seme  Della  piangente  senepa  or  si 
asconda.  (ì'} 

t  *  SENESTRO.  r.  A.  S'ist.  Sioi- 
tiro.  Accidente  in/austo.  Frane,  fìarli.  84- 
7.  Che  s' ci  i' avvit-n  senestro,  Disval  ver- 
gogna  più,  che  vai   diletto,   (f) 

t  «  SENESTRO  .  V.  A.  Add, 
Sinittro,  Che  è  dal/a  parte  sinistra. Frane. 
Sarò.  5.  5  Gujrdate  Lassù  da  parte 
destra,  Che  l'altra  è  da  senesira.  PeCr. 
cap.  2.  E  quella  che  ,  la  penna  da  man 
destra,  Come  dogliosa  e  disperata  scriva  , 
E  '1  ferro  ignudo  lieo  dalla  seuestra  f'i/iii 
sust.).  (V) 

SENETTA.  V.  L.  Senetlà.  Lat  sene- 
età.  Dittam  3-  i^  Siccome  un  vecchio 
fuor  di  sua  senetta.  Dant.  rim.  39.  Fui 
nella  sua  senetta  Prudente  e  giusta,  e  lar- 
ghexma  se  n'ode. 

•f  SENETTU',  SENETTUDE,  e  SE- 
NETTUTE.  r.  A  Astratto  d,  Sene  j 
ì'ecchiesza.  Lat-  senecius.  Gr.  yfipxi. 
Frane.  Barh.  i35.  12.  Paino  vertuti 
vecchio,  e  gioven  vizii.  Non  gioventù  no- 
TÌiii,  O  senettuie  vegli.  Ztbnfd.  Andr. 
Il4-  Presero  t  Piiniaoi  gli  uomini  da' 5o 
anni  in  su  per  sanatori  ,  perchè  è  in  se- 
oeitulc  quell'età.  Morg  2.'».  3i;.E  Chi- 
te,  uccello  ignoralo  djl  vulgo  .  La  m.^dre 
e  'I  padre  in  seneituie  imbecca.  E  27. 
129.  Abbi  pietà  della  mia  senettuie,  Non 
mi  negare  il  porto  di  salute.  ♦  Cant 
Cara.  25.  Quel  primo  eterno  amor,  som- 
ma gitt^iìzia  ,  Fiorenza  ,  a  te  n'ailduce 
Queste  tre  Parche,  in  cui  la  puerizia^  La 
gioventù,  la  seneliù  riluce,  (f!) 

SENICI.  Tumore,  o%fvero  Enjialn  nelle 
parti  gangol ose  della  gola.  Post.  34?.  Al- 
tri dicono  che  sanno  incantare  il  mal  de- 
gli occhi,  il  duolo  dc'denti,  la  mngrana, 
le  seoici,  e  'I  dolore  lìA  corpo.  Buon. 
Fitr.  (4-  2.  I.  Annunziale  lor  cancheri. 
Predile  lor  gavoccioli.  Giovine,  e  io  gola 
noccioli.  Natte,  e  perpetue  seoici. 

SENILE.  Add-  IH  vecchia  età.  Da 
vecchio.  Lat.  senitis.  Gr.  y-:povT^/o;. 
Pttr.  fon  irp.  Frutto  senile  in  sul  gio- 
veoil  fiore.  Fiamm.  i.  89  Vestila  la 
splendida  forma  lale  quale  quella  si  vcsii 
la  senile ,  cosi  mi  si  fece  vedere  ,  come 
e»»a  a  Semele.  3/.  /'.  1.  32-  Sforzando 
la  natura  gii  senile  nella  bellezza  della 
damigella,  raccorciò  il  tempo  della  sua  vi- 
ta. Ped  Zip  I.  ;3.  Se  alla  senile  etade 
il  perduto  MI.»  rcslituisca,  io  non  ne  so- 
no ancora   venuto  in  chiaro. 

«  SENIO,  r.  L.  Decrepità.  Lat.  se- 
nium.  Gr.  uaraTOV  y^poL;.  Dnnt.  Com: 
192.  Partesi  questa  purte  in  quattro  ec. , 
nceome  per  1*  adoleseeoia,  per  la  gioven- 
tule,  per  la  senetture,  e  per  lo  scoio.  E 
f'ocabolario  T,  il. 


bella 
pii 


S  E  N 

194-  ^3  quarta  si  e  seuìo,  che  s'  jppro- 
pia  al  freddo  e  ali*  umido  E  nppre.iso  : 
La  terza  si  chiama  senettuie  ,  la  <{uart3 
sì  chiama  senio,  siccome  di  sopra  è  det- 
to. F  206.  Per  lo  quale  vcdov.iggio  si 
significa  lu  senio.  (*)  /•>.  C.iord.  Ij5.  Son 
Sri  i  tempi  dell*  omo  :  infanzia  ,  puerizia, 
adolesrenzia,  gioveiitudine  ,  vecchiezza  e 
senio.  E  appressi}  .•  L'  ultima  etade  ,  il 
senio,  è  da"  selljiila    in   su.    (/'} 

t  *  SHNIOKE.  y.  L.  Il  più  f'ecchioj 
ma  per  lo  più  SI  ptgl'O  per  Uomo  prin- 
cipale. Magnale.  Lat.  senior.  Pist.  S 
Gir.  437.  Migliata  di  Vergini  ec,  che  vi- 
de nel  colpetto  di-Ila  divina  Mae-ità,  e  de- 
gli seniiTi,  e  santi  Padri,  ce.  Cavale  .-ìtt. 
A  post.  91.  Giunti  cbe  furono  in  Gerusa- 
lem,  furono  ricevuti  dagli  Apostoli  e  da' 
seniori,  e  da  tutta  la  Ecclesia  con  grande 
gaudio.  (!'} 

fSHMSCALCO.  Siniscalco.  Tesorelt, 
P'\  Non  chiamare  a  consiglio  seniscalco, 
ne  sergente  (qui  la  stampa  dt  Firenze 
1824.  cap.  i5.  pag.  l32.  Ic-jge  Siniscal- 
co, o  Sergente  ). 

*f  *  SK.NNATO  .  r.  A.  Assennato. 
Guitt.  Leti  li.  3i.  Vostro  sennato  e 
retto  e  car  savere    (1'} 

*  SENNEGGIARE.  Far  P  asicnnato , 
il  siputo*  Rim  nnt.  Bind.  Fìcnichi.  Pac- 
(olt.  Ali.  95.  Vuol  seoneggiare,  e  sccn- 
dene  schernito.  (J'J 

SENNI>0.   foce  che  si  dice  per  vezzo 
a  pi-rsona  giovane,  grazi<ysa,  ed  as'iennala. 
V ilm.   7.   72.   Che  gÌJ  l'ha    traila     fuor 
gjljiile  ,    Che  non   si  vide  mai   *1 
bel  st-nnino. 

3  SENNO.  Sapienza,  Prudenza,  Sapere. 
Lat.  sapicntia,  prudentia.  Gr.  tjOoC^  , 
^so'vifjjt;.  Albert,  cap.  49*  ^^^  mundo 
(sono)  due  cose,  che  ascose  non  fanno 
prode:  avere  sotterra  posto,  e  senno  in 
peìto  chiuso.  Dant.  Inf.  7.  Olire  la  di- 
fension  de' senni  umani.  K  8.  Ed  io,  ri- 
volto al  mar  di  tulio  '1  senno.  Dissi:  ec. 
E  Par.  i3>  Non  ho  parlato  sì  ,  che  tu 
non  posse  Ben  veder  eh'  ei  fu  Re  che 
chiese  senno.  Petr.  son.  258.  Ov*  è  '1  va- 
lor, la  conoscenxa,  e  '1  senno?  i?ùcc.  not^. 
58.  5.  A  cui  di  senno  pareva  pareggiar 
Salamone.  Tes.  Br,  3.  5.  E  perciò  è  beo 
senno  a  mostrare  che  campi  T  uomo  dee 
iscegliere.  E  8.  32.  Senno  non  vale  là 
ove  r  uomo  vuol  seguire  io  tutto  suo  vo- 
lere, Amm.  Ant.  1.  I.  i5.  Di  rado  fa 
meschianza  bellezza  con  senno*  E  \.  2* 
6.  Senno  e  consiglio  spesso  si  truova  in 
colui,  al  quale  natura  non  ha  dato  forza. 
Cavale.  Med.  cuor  Dunque  senno  è  amar 
lo  nimico,  e  rendergli  ben  per  male.  Dit- 
tam. I.  25.  Oh  quanto  è  senno,  quando 
cosa  alcuna  Buona  innanzi  t'  appar,  pren- 
derla tosto,  Che  poi  passala  liguardar  la 
luna  I  Cren.  Morell.  288.  H  domandare 
e  senno  a  chi  sa  più  di  se. 

^  g.  I.  Per  Uomo  assennato.  Salvin. 
Di<c.  I.  35o  Non  si  vergognò  tanto  sen- 
no, quale  era  Catone,  far  vedere  i  fichi 
in  senato.  (C) 

^  ^.  II.  E  per  Compagnia  di  sapienti. 
Unione  di  savii.  "  Dant.  Inf.  4.  Sicch'io 
fui  sesto  tra  cotanto  senno».  (N) 

§.  HI  Per  /nt.lletto.  Cervello,  Giu- 
dizio. Lai  intellicliis ,  mens.  Gr.  vou;. 
Bocc,  nov.  64.  Il-  Ben  potete  a  quello 
conoscere  Ìl  senno  suo.  E  nov.  77.  5.  Hai 
veduto  dove  costui  e  venuto  a  perdere  il 
senno?  ytfr.  A'iir.  34  82. -Poi  giunse  a  quel 
cbe  par  si  averlo  a  nui.  Che  mai  per  esso  a  Dìo 
voti  non  fesse:  lo  dico  il  senno  ;  e  n'era 
quivi  un  monte.  Solo  assai  più  (h*  altre 
cose  conte.  E  83.  Quella  è  maggior  di 
(ulte,  in  che  del  folle  Signor  d'  Aoglanle 
era  il  gran  senno  infuso  ;  E  fu  tra  l'al- 
tre conosciuta,  quando  Avea  scritto  di  fuor: 
seoDO  d*  Orlando. 


S  E   N 


1145 


I        S-   IV.    Per  Senso,  Sentimento  corpora- 
le;   maniera    antica.     Lat-     sensus.     Gr» 
ài3à>55i;.   Albert,  cap.   lO.  Li  primi  nio- 
vinienli.   li   quali   nascono  dalli  cinque  sen- 
ni,  ciot:  dal  viso,  dall'  udito,  dall'odorato, 
,  dal  gusto,  dal  toccamenio,  in  noi  non  so- 
.  no,    ma   da    Domeneddìo  ,   lo  quale    n'  ap- 
■  parecchia  quelli  senni,   perchè  S'do  per  ve- 
,  dere,   o   udire  cosa    piacevole  ti    muovi  ad 
I  amarla     Tes.    /.V.   |.    i5.    Noi    avanziamo 
gli  altri  anim,ili  ,  non    per    forza    né    per 
.  senno  ,  ma    per  ragione  :  e    la    ragione  è 
nell'anima;  ma    senno  e    forza   sono    nel 
I  corpo  :    e  alle  corporali  cose  basta  bene  lo 
senno  della   carne  ;  ma   alle   cose  non    cor- 
f  porali  (■  mestiere    la    ragione    dell'  anima. 
f  olg.   Bns.    Il    cerebro   fece    Iddio,  accioc- 
ché egli   fosse  origine  e  radice  de*  senoi  e 
,  de'  movimenti   vo!onlarii. 

nJ   2.   V.     Senno  naturale  ,  per  Discor- 
I   so  naturale.   Belc,     Vit*    Coloniò.   3l2.    l 
quali  V  avevano  in  grande  riverenza,   per- 
chè pareva   loro  uomo  di  gran  senno  na- 
turale,  e  sapienz.i  spirituale.  (C) 

§.  VI.  Per  Sentimento  ,  Signifeato. 
Lat.  sensus,  senientia.  Gr  ^tavota-  Amm. 
Ant,  9.  4.  7-  Pregoti  the  non  metti  pa- 
rola per  parola,  ma  senno  per  senno,  pe- 
roccbi;  spesso  ,  quando  s'  altende  la  pro- 
priei'j  delle  parole,  si  perde  il  verace  iir- 
tendìmento. 

'•'  §-  VII-  Per  Saggio  consiglio.  Cetvale- 
Med.  cu  r.  i^g.  Ci  amniini'ce  la  Scrit- 
tura, e  dice  :  N.n  djr  tri.sviiia  all'  animo 
tuo  (per  la  morte  d'alcuno)  er.  A  que- 
sto senno  si  tenne  Davide  santissimo,  che 
essendogli  morto  un  suo  figliuolo  ec.  non 
ne  pianse,  anzi  mutò  miglior  vestire  ,  e 
tenne  corte,   e   fece  convito.   (V) 

t  g  Vili.  Per  Parere,  l^^t.  scntentia. 
Gr.  yjcJaf}.  Cas-  leti.  60.  La  pistola  al 
Cardinal  Furnese  e  copi'  sa  e  pura,  e  bella» 
e  prudente,  come  1*  altr^'  scritture  di  V. 
S.  e  se  io  debbo  dire  interamente  Ìl  mìo 
senno,  ancora,  non  so  come,  più  bella  delle 
altre  sue  epistole,  cbe  sempre  mì  sodo 
parule  bellissimi*. 

*  g.  IX.  Esser  di  senno  suo  ,  o  si- 
mile,  vale  Esier  di  suo  capo,  Coajìdar 
troppe  nel  prpno  farere.  ì  it.  SS.  Pad. 
2.  364.  Cadde  miserabilmente,  percioc- 
ché Don  ebbe  discrezione,  e  fu  di  proprio 
senno.   (CP) 

%.  X,  Per  Astuzia,  o  Inganno  Lat. 
Caliiditas,  callidui  sensus.  Gr.  OEIU^TTJ^. 
Stor.  Pist.  129.  Credette  con  seuno  in- 
gannare lo  re  Giovanni.  E  i3o.  Temero- 
no che  Io  Re  non  lo  ingannasse  ,  e  per 
senno  li  togliesse  Bologna. 

g.  XI.  Trofre  chi  senno,  vale  Fare 
impazzare.  Lat.  exttrnare ,  mentem  adi- 
mere.  Gr.  £i<->ri'TT£iv,  So^ujSsTv.  Bocc. 
nov.  66.  1.  Tflolti  sono,  li  quali,  sempli- 
cemente parlando,  dicono  che  amore  trae 
altrui     del    senno. 

g  XII.  Uscir  di  senno,  vale  impazzare. 
hai,  d.  lirire,  insanire  Gr.  TtapOL-fpOVttJ. 
I\'ov.  ant.  99  10.  E  così  uscirete  voi  di  sen- 
no ,  e  farete  veigogna  a  lulla  cavalleria. 
Amet.  26.  Laonde  Ameto  riguardandole, 
in  sé  multiplicjodo  le  ammirazioni,  quasi 
di  senno  esce. 

5?  g.  XIII.  Uscir  fuori  del  sennotvale 
lo  stesso.  Fit.  S.  Domitill.  291.  Ora  di- 
cono che  tu  se'  uscita  fuori  del  senno.  Ca- 
vale. Alt.  Apo.it.  i58  Tu  se' fuori  del 
senno,  o  Paolo,  e  parmi  cbe  la  molta 
lettera  ti  fi*  uscire  del  senno.  Allora  Pao- 
lo rispuose  :  Non  sono  pazzo,  e  non  sono 
fuori  del  senno.  (F) 

g.  XIV.  Essere  in  buon  senno,  vale  Es" 
sere  in  cervello.  Lat.  npud  se  esse.  Gr. 
acovErv.  Boic,  n.v.  66.  IO.  Io  credo  fer- 
mamente ch'egli  non  sia  io  buon  seoDO. 
g.  XV.  Senno,  col  verbo  Fare  ha 
fot  za  d*  avverbio,  e  vale  Saviamente.  Lat. 


11^6 


S  E  N 


sapienfer  Gr.  90701$.  Petr.  son.  206  II 
mio  cor,  che  per  loi  lasciar  mi  volle,  E 
fc  gran  senno,  e  più  »e  mai  non  riede. 
Va  or  ronlJixIo  ec.  /{ncc.  nov,  77.  2. 
Perciorchi-  m-'glìo  di  biffari;  alirui  vi  guar- 
derete, e  farete  yrjii  senno.  A'oi'  a/»/  100. 
2.  Voi  volete  credere  ad  altrui  più  cb'  j 
ine  ;  e  di  ciò  non   fate  oe  bene,  oè  senno 

g.  XVI  Senno,  cof /e  prr posizioni  A,  e 
PER  dai.anti,  vale  f'ofontà.  Arbitrio, 
Modo  ,  l'iacerir,  Lat.  arbttrium  ,  vofiint^is, 
placilttm.  Gr.  3i7/]/ia.  Dani  Inf.  21 . 
Lasci;ili  digrignar  pure  a  lor  seon».  IC 
Purg.  27.  Libero,  dritto,  saao  è  tuo  ar- 
bitrio, E  fallo  fora  nun  fare  a  suo  senno 
Bocc.  nov.  4*-  9-  R'*""-»"»»  e  oda  Cintar 
l'usignuolo  a  s'io  senno  K  noi,  8(  8. 
Non  ne  vorrà  nicno  di  trentotto  ,  come 
egli  mfi  ne  preitò  ,  e  fammetn:  questo 
piacere,  perrhè  io  gli  miai  a  suo  senno. 
G.  V.  I  38.  6.  Nessuni  di  loro  ebbe 
acquistata  la  gratta  di  numin.irc  la  ritlli 
per  Io  suo  senno  e  sua  volontà.  P'tss. 
2I7.  Io  voglio  dare  a  costui,  che  venne 
lardi,  dfrl  mio  a  mio  s'Nino,  avvcguacliù 
ooD  l'abbia  meritalo.  Ta<s  Am.  2.  3 
S*  a   mio  senno   farai,   sarai   felice. 

•f  *  g.  XVII  Pi  senno  mio,  tuo,  e  si- 
miìi,  i-ale  A  mi-',  yf  tuo  xenno,  e  cimili. 
Segnvr,  Mann.  Cingi  1 5  3.  Non  i-  ve. 
verisimile  ce.  che  sta  miglior  per  te  quellf> 
stato  iti  cui  Dio  ti  ha  posto,  che  non 
fjueir  altro,  a  cut  tu  inleudi  inoalzarli  di 
senno  tuo.  (V) 

5  §.  XVni.  Srnno,  col  segno  del  sesto 
caso ,  si  usa  •avvcrhi'jlmrnte  ,  e  vale  la 
sul  solo,  Serioxam.-ntf.  Lat.  vehcnt'-ntcr, 
serio,  ex  corde  ,  rx  animo,  (ir.  (jTflu- 
5ai'«;,  z/.  tn;  j^a^òi'a;. 

■'>•  §.  XIX.  Talora  per  maggior  emenda 
l'I  si  aggiunge  la  voce  /tuono.  «  Scn.  Ben. 
ì'arch.  I  /[  Ma  quegli  che  vogliono  sa- 
nare gli  animi  ce  ,  favellino  daddovero  , 
dicano  da  buon  senno  »  .  (C) 

"^  §.  XX.  Talora  fi  fi  agtiiu^ne  pu- 
re la  voce  Mtt/a<letio ,  e  sì  prende  sem- 
pre in  cattiva  pule.  »<  Cavale  Discipl. 
spir.  Anzi  alcuna  volta  scoprendo  che  il 
loro  confessarsi  peccatori  non  veniva  da 
umilt:i,  ma  da  superbia,  se  n'adira  da 
maladetto  senno  ••  .   (Cj 

§.  XXI.  Saper  per  lo  senno  a  mente  , 
vale  /fver  pii-na,  e  indubitata  contezza  , 
Saper  benissimo  ,  minutamente ,  Avere 
esatt'tnienie  a  memoria.  Lat.  probe  scire, 
caliere,  tenere.  Gr.  eu  e'ioe'vai.  farcii. 
Star.  X2.  /|4j)-  In  Firenie  vivono  ancora. 
se  non  più,  diecimila  persone,  le  quali 
le  sanno  ce.  per  lo  senno  a  mente.  Gal, 
Sist*  27.  Ci  sono  molti  .  che  sanno  per 
lo  senno  a  mente  tutta  la  Poetica,  e  sono 
poi  infelici  nel  compur  quattro  versi  so- 
lamente. 

g.  XXII.  Ognun  va  col  suo  senno  al 
rtiercatoj  pfoverb.  trito,  e  vuol  dire,  che 
Ognun  sa  la-ito,  0  quon'o,  ovvero  gli  par 
saperej  o  veramente  A  ognuno  pire  avrr 
senno  a  Sufficienza. 

§.  XXIII.  Del  senno  di  poi  ne  son  ri' 
piene  le  /otse  j  proverli.  che  si  dice  a  co- 
loro cbe  dopo  *l  fitto  dicono  quet  che  si 
doveva,  o  si  poteva  /ar  f>' ima  ,  Lai  poit 
facta  ProitietheiiS  ,  srro  sapiunt  l'iir^'^rf. 
hasc.  Sibili,  5.  S  Del  senno  di  poi  oc 
•OD   piene   le   fotte. 

«  SENNUrxiO.  Dim.  di  Senno.  Sen- 
nino j  e  st  dice  per  vezzo  Salvia.  Disc. 
I.  3^9'  Il  Nasica  ce.  fu  srrlin  .  come  il 
più  santo  «  il  migliore  cittadini)  a  rice 
verta  (la  Dea  Frigia),  e  per  la  pruden* 
za  fu  soprannominata  corculum,  cioi'sen- 
nuccio.    {*) 

S  SENO.  Quella  pnrie  del  co'po  uma- 
no, che  i'  tra  la  fontanella  della  gola,  e  */ 
hfllico  Lai.  tinnì  .  Gr.  xo'ÌTTO;  .  fìoec. 
n"»'    16.  {}.  Mi  par^'va    che    ella  mi  mei- 


SBN 

I  lesse  il  muso  io  seno  nel  sioislro  lato  ,  e 

I  quello  tanto  rodesse  ,  che  al  cuor   pervc* 

I  niva.    Prtr.  fon     200     Ma  fo  sì    com'uom 

:  eh*  arde,  e  'I  fuoco  ha  'n  seno.  Fir.  Ai. 

49-    Ecco    1.1    mia     Luna  ,   che    già   aveva 

'  meno  al   letto    ta    sua   padrona  ,     tutta    di 

rose    inghirlandata  ,    fiorita     ta     fronte  ,   e 

avendone    ripieno  ti  seno    di    spicciolale  , 

allegra  se  ne  venne  da  me 

g.  I.  Per  stmilit.  Dant,  Par.  25.  Den- 
tro al  vivo  seno  Di  quello  *oceodio  tre- 
molava   un   lampo. 

^  §.  II.  Seno  ,  in  signijìc,  di  Utero  . 
Segner*  Crisi,  instr.  3.  3:J.  6  Non  vo- 
lete voi  ec.  che  la  divina  provvidenta  ab- 
bia fatto  altrettanto  nel  formare  un  lenu. 
dentro  cui  aveva  da  nascere  il  R<:  dei 
Re?  (B)  E  Pred.  Pai.  Ap.  ^.  1,  Iddio 
si  fece  ucmo  nel  seno  di  lei  (cioè  di  Ma- 
rio). (TC) 

§.  III  Mettere  in  seno,  e  simili,  vo- 
gliono Mettere  checcheislii  nella  parlr  dfl 
vrstim.  nto  che  cuopre  il  snoj  e  Trarre 
di  seno  ,  o  simiU  ,  ti  contrario  .  Lat.  in 
stali  ponere  ,  e  sinu  extrahere  .  Gr,  5*5 
xoJ.:rov  Ti^ivat,  ktto'  xc-'Xttou  s|ì')xciv  . 
Bocc.  nov.  7.  IO-  Si  trasse  di  seno  1'  un 
d.*'  Ire  pani.  F.  n  u*,  73.  |3.  Dovunque 
alcuna  pietra  nera  vedeva  ,  si  gitlava  j  e 
quella  ricogliendo  ,  si  metteva  in  seno  . 
Dav.  Camb.  lo^-  Ma  te  le  tenesse  in  se- 
no (le  lettere) ,  facendosene  poi  rimbor- 
sare ec.,  costui  certamente  non  giltcrekbe 
io  terra  il  formeoto,  e  non  sarebbe  utile 
se  n«n  a  sé. 

^  §.  IV.  In  seno  ad  un»,  vale  Fra  le 
braccia  d'uno.  A'*  Fur,  18.  17^.  Pre- 
detto egli  s'avea,  che  d'anni  pieno  Do- 
vea   morire  alla  sua   moglie  in  seno     (C) 

*  §.  V.  Seno  d'  Abramo,  Terni,  della 
Sacra  Scrittura  ,  il  Luogo  di  riposo,  dov* 
erano  /'  anime  degli  eletti  prima  della 
venuta  di  nostro  Signor  Gesù  Cristo.  S. 
Agost.  C  l).  I.  12.  Ami  il  sollevavano 
e  portavano  nel  grembo  e  nel  seno  d*  A- 
bramo    (TC) 

*  §.  VI.  In  seno  a  Dio,  vale  Nel  re- 
gno di    Dio,  la  piradiio»  (C) 

^  g-  VII  F  così  In  seno  a  Macomrt- 
to,  vale  Nel  regno  promesto  da  MacomrttO 
a' suoi  fedeli ,  "  Bern.  Ori.  1 .  20*  8.  Per 
Macomeiio  facea  penitenia  ,  Con  animo 
di  andarli   a  stare  in  seno  ".  (C) 

5  g.  Vili,  Seno, Jìgurntam.  Animo,  o 
Cuore  cbe  ha  il  seggio  nel  seno .  Lat. 
cor  ,  animus  ,  sinus  .  Gr,  xoLpÒi'v..  Bocc. 
Leti,  pia,  Bots.  275.  Considerando,  che 
se  alcuno  trovale  al  presente,  che  vostro 
amico  sia  ,  sapete  nel  cui  seno  i  vostri 
consigli  e  la  vostra  anima  6dare  pos- 
siate. 

*  g.  IX  Onde  Pvrtare  in  sena,  figif 
ratanu  vale  Tener  dentro  di  sé  ,  Burlar 
ncll'  animo .  Peir.  son.  228.  Un  lauro 
verde,  una  gentil  colonna  Quindici  l'una, 
l'altro  dicioito  anni  Portato  ho  in  seno, 
e  gìaiiimai  non  mi  scinsi    (N) 

*  g.  X.  Per  Patria  .  Città  .  m  Da.it. 
Inf,  18.  Recali  a  mente  il  nostro  avaro 
seno  u,  (P) 

%.  XI.  Seno,  pur  figuratam  ,  per  Ca- 
pacità  .  Dant.  Inf  38.  C*  hanno  a  tanto 
comprender  poco  seno.  Tais.  Ger,  2  8<). 
Ibdi  il  suo  manto  per  lo  lembo  prese  , 
Curvollo .  e  fenne  un  seno  ;  e  N  seno 
sporto.  Così  pur  anco  a  ragionar  riprete, 
er.i  O  spreuator  delle  più  dubbie  impre- 
se, E  guerra  e  pare  in  questo  scn  I*  ap- 
porto (  tjui  espunte  una  piefia'ura  della 
veste  atta  a  Ci^ntener  chrcchesfia  ). 

g.  XII.  Seno  ,  diciamo  a  Porzione  di 
mare  che  s'insinua  dentro  terra j  Golfo 
Lat.  stnus.  Bocc.  nov.  t^.  li.  In  uno  se- 
no di  mare,  il  quale  uom  piccioli  isuletta 
heevé.  da  quel  renio  coperto  si  raccolse. 
M,    f     11.    3o     Temendo  che  l'armala 


S  E  N 

de'  Fioreolioì  non  gli  daoneggiaue  oel 
scQo  del  porlo  loro  'ci^'e,  dentro  del  por- 
lo) Frani.  SfCch.  Op.  div.  112.  Un  »e- 
no  ,  come  un  seno  di  mare  ,  uno  porlo  . 
che  a  tempo  di  fortuna  v'  entrano  i  navi- 
lii  per  islare  sicuri. 

g.  XIII  F  Arno,  ai  dice  di  qualunque 
Curvità  Lai.  sinui,  cavitas,  spatium.  Gr. 
xoCX'apjx..  Dcnt,  Po'-.  23.  Trivia  ride  Ira 
le  Ninfe  eterne,  Che  dipìngon  il  nel  per 
lutti  i  seni.  l!ut,  ivi:  Per  tutti  ì  scoi  ec  . 
cioè  per  tulle  le  sue  piegature,  imperoc- 
ché lo  ciel-  e  curvo  e  piegato.  Veg^z.  E 
cosi  fa  nel  meno  alcun  seno,  ovver  pie- 
gatura .  Pallad.  Febbr,  l^%.  Si  VDol  fare 
uno  seno  cavando. 

3  SE  NON,  e  SE  NO.  ParUceUn  ec 
cetiuativa.  e  vale  Fuorché.  Lai.  nisi,  pra- 
ter.  Or.  sV  (i.-^,  T)r  rf.  Bocc,  nov.  a5.  3. 
D*  ogni  cosa  opp'triuna  a  dovere  onore- 
volmente andare  fornito  s'era,  se  non  d* 
nn  palafreno  E  nov.  43.  5.  Che  oe  dob- 
biam  fare  altro,  se  non  torgli  que'  panni 
e  quel  ronzino .  e  impiccarlo  T  Dant.  Par. 
1  Non  dei  più  ammirar ,  se  bene  stimo.  Lo 
tuo  salir  ,  se  oon  rome  d' un  rivo,  Se  d'  alto 
monte  scend.;  giuso  ad  imo  .  Pttr,  ton- 
22|.  Né  di  Lurrexia  mi  maravigliai.  Se 
non  cnme  a  «lorir  le  bi»ognas»e  Ferro,  e 
non  !e  bastaste  il  dolor  silo  .  E 
22<}.  Ma  se  consenlimeoto  è  di  destino, 
Che  pnss'  io  più,  se  no  aver  1'  alma  tri- 
sia?  lit.  Ilari  8  f.  Or  l'ho  divisate  tutte 
maniere  di  credenze;  or  puoi  vedere  che 
sono  tutte  ree ,  te  non  la  legge  de*  Crì- 
sliani. 

§.  I.  Talora  si  trova  presse  gli  amti- 
chi  congiunto  col  verbo  JCstere,  il  quale 
vi  .tta  a  maniera  di  ripirno  ,  e  vale  lo 
stesso .  Stor.  Pisi.  38*  Li  lerraisani,  se 
non  furono  quelli  eh'  aveauo  fallo  guerra 
ce,,  rimasono  nella  terra.  F  ^Cf.  Sgom- 
berarono luna  la  città,  se  non  fue  le  mas- 
serizie grosse.  F  i^S.  Quando  ebbe  avuta 
la  rocca,  lasciò  andare  f<gni  pTsona,  cbe 
V*  era  dentro  ,  sano  e  salvo  ,  te  non  fue 
due  conestabnli. 

*  §  II.  Talora  tale  Altrimenti.  Dant. 
Inf  12.  E  r  un  gridò  da  lungi:  a  qnal 
martiro  Venite  voi  che  scendete  la  cotta* 
Ditel  rosiioci.  se  non.  Parco  tiro.  Bocc. 
nov.  47>  E  dicendulo  essa,  potrebbe  la  tua 
graxia  racquislare;  se  non,  |>ensatte  sesta 
alcuna  misericordia  di  morire .  F  g  5. 
fn  Dionèa  lascia  stare  il  motteggiare,  e 
dione  una  bella;  e  se  non,  lu  potresti  pro- 
vare come  io  ec    (S) 

g.  III.  .5V  non  che,  lo  stergo  cha  Se 
non  ,  Fu'^rché ,  Eccrttocbé .  Lat  prm~ 
terqitiniquod ,  nisi  quoii .  Gr.  tXìÌv  ri, 
*  '.  Bocc  Introd.  26.  Che  più  ti  può 
dire,  lasciando  slare  il  contado  ,  e  alla  cilik 
ritornando,  le  non  che  tanta  e  lai  fu  la  cm- 
delii  del  cielo,  ec."  (.Xf  Enov.  ^5.  5.  Vedi, 
in  questo  io  non  potrei  per  le  altro  adope- 
rare, se  non  che.  quando  Oiaenmino  an- 
dasse in  alcuna  parte  a  rena,  metterti  la 
dove  ella   foste. 

§.  IV.  Fole  anche  Se  non  fotte  che,  o 
Se.  n"n  fftte  stillo  che.  Lai.  nf  <r .  Gr. 
(*t  ^>i' .  Boec.  nov.  3.3.  31.  E  avrei  gri- 
dalo; se  non  eh*  egli,  che  ancor  dentro 
non  era.  nn  rbtesr  mercè  per  Dio  e  per 
voi*  Petr.  so-i.  6\  E,  se  non  ch'ai  desio 
cresce  la  speme,  I' cadrei  morto  ove  più 
viver  bramo  E  cap  7  Che  *n  tutto  quel 
mio  pasto  er' io  più  lieta.  Che  quaFd* 
esilio  al  doire  albergo  rirde.  Se  non  cbe 
mi  sirignea  sol  di  te  pietà  .  E  ctn:,  18 
a.  Luci  beale  e  Itele.  Se  non  che  'I  ve- 
«ler  voi  tte^*e  v' è  tolto.  Cns  leti.  a8  E 
1.1  causa  mia  non  ha  alcun  dubbio,  te  non 
che  V.  E.  ha  fatto  UQ  lahocoodolto  ne* 
beni,   e   nella   persona. 

g.   V.     Ihcesi  esimndio  p0r  Altrimenti. 
Cis'  che  no    Lai     nn  ,  »/rii*  .  t/Ze/^ufi. 


S  E  N 

Socc.  no\-.  20>  32.  Come  ptullosto  pote- 
te, v'andate  eoa  Dio,  se  duu  che  io  gri- 
derò, che  voi  mi  vogliitc  sfurxaie.  E  nov. 
76  l8-  Noi  ioteoilunio  che  lu  ci  dooi 
due  paia  di  cappuai  ,  &e  nou  che  noi  dì- 
remo  a  muDoa  Tossa  ugni  cosa. 

*  §.  Vi.  Se  non  Juise  perciò,  vale 
Eccetto  ,  S'ili'o  .  Jv<.erh.  Slor.  Vari.  4?- 
D'  UDO  Re  udio  iudii)  dire,  che  seppe  Io 
suo  regno  molto  bene  governare  ce,  se 
OOD  fusse  perciò  eh*  etti  dimorava  nello 
«rrore  dell'  Idole.  (I  ) 

§.  Vii.  Si  noi  jf,  lo  stesso  che  Ss 
non  j  e  tnlora  ti  seconio  SE  pare  che 
abbia  forza  tii  Forse.  LjI.  praeter,  prae- 
Urtjuam,  nui,  nist  fotte.  Gr.  ei  urj'  ap«. 
C.  /'.  12.  73.  2  E  nota  s*  egli  ha  tra* 
Cristiani  al  suo  tempo  nullo  He  ,  se  iioa 
■e  quello  di  Francia  e  quello  d'ioghiltL-r- 
ra  e  d'  Ungheria,  di  tauio  podere,  quanto 
me»»er  Luchino.  A  num.  i.  Messer  Ma- 
itino  ,  sigoure  d'  undici  cilladi  ,  le  perde 
tDlle,  se  non  se  Verona  e  Vi>-enza,  e  io 
quelle  fu  osteggialo.  Pass.  ioi<  Non  di- 
ce: dicale  il  confessore,  o  altri  per  te,  se 
nou  se  in  caso,  dove  tu  non  potessi,  o 
non  sapessi.  Petr»  cani.  3.  1*  A  qualun- 
que animale  alberga  io  terra  ,  Se  non  se 
alquanti  e*  hanno  in  odio  Ìl  sole.  Tempo 
da  travagliare  è  quanto  è  '1  giorno.  Fr. 
Giona.  Fred.  I  regnami  tutti  son  novel- 
li ,  se  Don  se  un  poco  il  Re  di  Francia  . 
Ftamm,  1.  m.  Il  sommo  colmo  della 
beatitudine  a  tenere  reputava  ,  se  non  se 
solamente  io  aperto  poter  dimostrare  la 
cagione  della  mia  gioia.  Tac.  Vai-.  Stor. 
4  353.  Perché  noi  non  cì  possiamo  ra- 
guoare  e  parlare,  se  non  se  disarmati  e 
come  ignudi. 

^  §.  Vili.  Se  non  solamente ,  lo  stesso 
che  Se  non  che.  Fuorché.  Lat.  p  re  ter  qua  m- 
tjucd.  Fior.  iUìU  47.  E  non  portarono  con 
loro  veruna  cosa  di  \ittovaglia,  se  non  so- 
lameote  farina,  (C) 

*  §.  IX.  Se  non  solo  ,  lo  slesso  che 
Fuorché^  Ecce  Ho .  Pass.  226.  i  superbi 
offendono  la  divina  mai-sta  ,  e  la  sua  si- 
gnoria, alla  quale  tulle  le  cose  obbidisco- 
■o,  e  sono  soggL-ttc  ,  se  uon  solo  il  pec- 
catore superbo  ,  il  quale  non  vuole  essere 
suggetto  a  Dio.  (C) 

*  §.  X.  .Se  non  altro,  Borgh.  Orig, 
Fir.  126.  Per  rìnovar  la  memoria  del 
lor  Simoente  ,  e  del  Xaoto ,  e  rendere 
la  iutera  e  compila  imagine  della  lor 
Troia,  che,  se  non  altro,  bastava  a  inse- 
gnarla a*  nostri  Romani,  nati  di  quel  san- 
gue Saiv.  .^vvirt.  2.  2.  22-  2.  Che  ,  se 
non  altro,  sono  in  costume  del  domestico 
favellare    (Fj 

*  §.  XI.  Se  non  per  altro  .  Sorgh. 
Orig .  Fir.  i83.  Ne  invila  a  ragio- 
nare delle  statue  trovate  ,  e  che  talvolta 
aocura  si  iruovano,  per  queste  colonie  ec, 
se  non  per  altro  ,  perche  non  si  credano 
d'altronde  portateci,  (f  ) 

*  SEiNOPE  ,  0  SI:N0PI0  .  Jdd.  Di 
color  rcsso  j  detto  così  da  Scriopia , 
terra  di  tal  colori'.  Lai,  riibor  ,  nibnis  . 
Barch.  2-  S3.  Carrelton,  v.tturin,  bolso 
e  rappreso  ,  Or  ,  senza  cassia  ,  pillole  e 
scilo  pi ,  Cacar  ti  farò  stronzoli  seoo- 
pi ,  E  duri  si ,  che  il  cui  li  parrà  acce- 
so. (NS) 

SENOPIA.  /-.  SINOPIA. 

SENSALE  .  Quegli  che  s' intromette 
tra  I  conttaentt  per  la  conclusion  del  nC' 
gesto,  e  particolarmente  tra  7  vendUnre, 
e  '/  comperatorif .  Lai,  proxenela  ,  para- 
rius.  Gr.  Tj=o5tvTiTfli.  Hocc.  nov.  2.  9. 
Le  divine  cose  ec  comperavano,  maggior 
mercatanzie  facendone,  e  più  sensali  aven- 
done, che  a  Parigi  di  drappi,  o  d*  aleno* 
altra  cosa  non  erano.  F  no^\  80.  3,  Da 
questo  libro  della  dogana  assai  volte  s' 
informan     i  sensali  e  della  qualità  e  del- 


S  E  N 

la  qujutilj  dello  mercatanzie.  F  num.  32. 
E  perciò  come  il  di  fu  vcoulo,  *.-lla  man- 
do per  un  scus.ilc.  Quad.  Co/it.  Dcmmune 
per  lui  6orino  uno  d'  oru  a  l'uccio  da 
Barberino  ,  sensjl  ili  niogliazzi  ;  ebbe  in 
sua  mano  .  perche  si  inibiigo  in  diltu 
matrimonio.  Ma<-slruzz.  2.  il.  2.  Nota 
qui  che  'l  compralure,  che  ha  buona  fe- 
de t  Don  è  tenuto  dello  inganno  del  sen- 
sale che  fa  vendt-re,  ma  piuttosto  il  sen- 
sale .  Lab.  108-  Le  donne  sono  ottime 
sensali  a  fare  che  int-sser  Mazza  rientri 
in  valle  bruna  {  qui  ft^u»  atun  p'-r  ruf- 
fiaue  )  Lmc  Streg.  i.  2  Tu  hai  più 
intrighi  e  imbrogli  alle  mani,  che  un  sensal 
di  scrocchi. 

SEìSSALUZZO./Jmi.rfi^fnfrt/e.  Cecch. 
Fnì.t.  Cr.  3.  2.  iu  vu'  far  anco  Uu  po'  di 
giarda  a  questo  sen&aluzzo 

SE-NSATAMENTE  .  J<,-verb.  SensUnl- 
mente  ,  Per  vin  de'  Sfnst  Lai.  sensii.nn 
dtictu.  Gr.  Otx  Twv  ai'3àyi'5£ùjv.  Gal.  Stst. 
!\0.  Àocorchc  iu  oou  abbia  vedute  queste 
aUerazioni  sen&jlamciite  iu  quei  luoghi  , 
ce  ne  sono  pero  le  relazioni  sicure  .  F 
I2.  Non  avrebbe  almeno,  daLnon  si  ve- 
dere sensatamente  mutazione  alcuna  ,  ar- 
gumentata  1'  immutabilità 

2»  Sensatamente  ,  vale  anche  Con  ghf 
dieta  ,  Con  aggiustatezza  ,  Con  serietà  , 
Seriosaiiienle,  Sul  sodo.  Lat.  sertOt  pru- 
denter  .  Gr,  y3uvi;^Q'vrw5  ,  ypavc'yw;  . 
Car.  lett.  2.  l44*  Coobideraudo  10  quali 
cose,  e  quanto  sensatamente  mi  scrivete, 
mt  fa  parere  che  siate  pure  il  mede<.imo. 
^'  E  iiett.  Ariit.  ì.  4-  Per  non  essere 
questo  ufBtio  della  reltorica,  ma  d'uii'aU 
Ir' arie  ,  che  più  seusatamentc,  e  più  ve- 
ramente ne  traila.  (TCj 

SE.SSATEZZA.  Saviezza,  Senno.  Lai, 
sensui ,  prudeniia  Gr.  yo'T)/AOC,  epov>j5t;. 
Fr.  Gtord.  Pred.  R.  il  venerando  vecchio 
con  molta  sensatezza  rispose:  ec. 

SENSATISSIMAMENTE  .  Superi,  di 
Sensatamente  .  Gal,  Sist.  2,6!^.  Siccome 
veggìamo  nei  pianeti,  e  sensatissimamente 
nelle  stelle  medicee. 

SENSATISSIMO.  Superi,  di  Sensato. 
ì'arch.  Lez.  125.  Plinio  scrittore  sensa- 
tissimo, e  di  grandissimo  giudizio  {  cue , 
savissimo).  Gal.  Si^t.  So.  Uno  che  ec. 
noD  restasse  capace  di  questa  sensatissima 
verità,  si  potrebbe  beo  sentenziare  per  privo 
del  tutto  di  gtudicio  (cioè,  e%tdeutis,NÌma). 
£*  81.  Io  v'  ho  per  uomo  sensatissimo,  e 
fo  la  domanda  sul  saldo  (cioè,  assennatisi 
Simo,  giudiziosissimo). 

5  SENSATO  .  yédd.  Sensibile  .  Lat. 
sensili.t .  Gr.  aiaQijTo's .  But.  Par.  ^. 
Cioè  lo  'ogegno  piglia  dalle  cuse  sensate 
lo  cognoscimcnlu  della  cosa  ,  sopra  la 
quale  lo  'ntelU-lto  fa  poi  la  sua  operazio- 
ne dello  'nlenderc.  Pini,  ani  Guid.  Cd' 
vale,  70  Egli  è  creato  ,  ed  ha  sensato 
nome.  Gal.  Sist.  :^2.  Arerebbe  ec.  ante- 
posto ,  come  conviene  ,  la  sensata  espe- 
rienza al  natura!  discorso  .  E  ^3.  li  me- 
desimo Arislv'tile  antepone  ec.  l'esperienze 
sensate  a  tulli  1  discorsi. 

V  g.  I.  Sensale,  per  Fornito  di  sensi. 
Tass.  Dial  messagg.  Dagli  animali  che 
hanno  lutti  i  sensi,  s'inalza  (la  nntum ) 
a  quelli  che  hanno  perfetto  movimento  ; 
perciocché  alcuni  degli  intieramente  sen- 
sali  non  perfettamente  si  muovono   (CP) 

#  §.  II.  E  inforza  di  suìt.  vale  Og- 
getto sensato.  «  Dani,  Par.  ^,  Perocché 
solo  da  sensato  apprende  Ciò  che  fa  po- 
scia d'  intelletto  degno  ».  Otl.  Cam.  Par. 
33.  733.  Nelle  cose  visibili  qua  giù,  cotanto 
quanto  il  sensato  più  vivifica,  cotanto  raag 
gior  danno  riceve  il  senso  ,  come  appare 
3  chi  guata  6sso  nel  Sole  ,  però  che  la 
eccellenza  del  sensato  corrompe  il  sen- 
io.  (Pj 

5  §-  IH-  Sensato  ,  /'  usiamo  anche  in 


S  E  N  1147 

sigtiifìc.  di  Saggio  ,  Giudizioso  ,  Piuden- 
te,  Lat.  piudeas  .  Gr.  ffovipiOi.  Stor. 
Enr,  4>  Ho  Lo  Arcivescuvo  ,  come  per- 
sona sensata,  fece  capitale  dello  avviso. 

*§.  IV,  Si  'Hi e  anche  delle  Passioni, 
delle  Jziom  ,  delle  P.trole  .  e  vale  Chù 
procede  da  saggezza  j  Che  mostra  sag- 
gezza ,  prudenza  in  chi  le  fa  ,  q  dice  . 
"  Safvin.  /)/rr.  i  1;.  Un  sensato  limo- 
re  della  Divinila,  impr.sso  neVuori  degli 
uomini,  preparo  a  qut-Jlj  cognizione  che 
per  loro  stessi  non  sarebbero  giunti  a  pos- 
sedere w.  (Cj 

t  SENSAZIONE.  J'K-pressionc  che  ri- 
ceve  r  anima  dagli  og-ctli  per  mezzo  de' 
sensi.  Circ.  C-li.  7.  177.  Tulli  gli  or- 
gani ed  i  membri  ,  i.ci  quali  si  fanno  le 
sensazioni  ,  bisogna  eh'  e'  sienu  al  tutto 
privi  e  spogliali  de'  luro  ubidii.  E  Leti, 
2.  Lez  9.  l83.  Hagguarda  e  considera 
quali  sien  le  cose  .  dalle  quali  e  mosso 
primieramente  esso  senso,  e  fa  la  sensa- 
zione e  il  giudiciu  .  E  186.  Non  si  può 
fare  il  giudicio  di  sensazione  alcuna  nell* 
organo  ,  e  nello  strumento  stesso  del  suo 
senso  .  J'arch.  Lez.  t^^S.  Ogni  senso  ha 
bisogno  nella  seusazione  ,  cioè  operazione 
sua,  d'  alcuno  mezzo. 

t  SENSERl'A  .  La  mercede  dovuta  af. 
Slamale  per  le  sue  fatiche.  Lai.  pioxene- 
tae  merces  .  Gr,  ':ifoXvir,-:oZ  ^cj^o',;  . 
Penv.  Celi.  J  il,  2.  457.  f.gli  ii  guada- 
gnava la  grazia  della  Duihessa,  e  di  più 
la  sua  senseria  ,  la  quale  niunlava  a  pa- 
recchie centinaia  di  scudi. 

§.  Sensciii,  vale  an^.ora  V  Opera  dello 
stesso  sensale  nel  trattare.  0  concludere  il 
p'iriilo  Miìlin.  6.  67.  Ma  la  glosa  Uom 
di  fandonie  dice  e  di  bugie  ,  Perchè  in 
esse  lundò  le  senserie. 

•f  3  SENSIBILE.  Jdd.  Allo  a  com- 
prendersi dall' nnim'i  C' l  mezzo  dei  sensi. 
Lat.  si'nsilis,  sensibilts  .  Gr.  atjjijTo'^, 
atsirjrtxo'^.  Dnnt.  Par.  10.  Ringrazia  il 
Sol  degli  Angeli,  eh'  a  questo  Sensibil  t* 
ha  levato.  Bui.  ivi:  Ila  levato  le  Dante 
a  questo  Sole  sensibile,  cioè  che  si  com- 
prende col  sentimento  del  vedere  ,  Dani. 
Pili,  28.  Ma  nel  mondo  sensibile  si  puo- 
te  Veder  le  vulle  .  L'ut-  Purg.  32.  1. 
Sensibile  è  ciò  che  per  li  sensi  si  com- 
prende .  Macstiuzz.  2,  6.  4-  Lo  studio 
del  cognosccre  intorno  alle  c^se  sensibili 
in  due  modi  [lUole  essere  vizioso  .  Pass. 
81.  Si  puote  iuleudere  e  considerare  il 
dolore  ,  in  quanto  è  sen->ibile  ,  cioè  nella 
patte  sensitiva . 

"t"  §•  I.  £"  in  forza  di  sust.  ■"?  Dani, 
Ccnv,     l32.     Nullo    sensibile    in    lutto  '1 


mondo  è  più 


cno   di    farsi   asem 


prò 


Dio  ,  che  ']  Sole  ,  lo  quale  di  sensibile 
luce  se  prima,  e  poi  tulle  le  corpora  ce- 
lestiali, e  elementali  allumina.  (Min)  Ciré. 
Geli.  IO.  239.  Nessun  senso  può  essere 
ingannato  nella  cognizione  de'  suoi  pro- 
pri! sensibili.  E  appnsso:  Può  essere  fa- 
cilmente  ingannato  dai  sensibili  comuni. 

v  §.  II.  Sensibile,  vale  anche  Che  ha 
senso.  Che  riceve  facilmente  V  impressione 
che  fanno  gli  og^^etti.  «  Bui.  Purg.  19, 
X-  Conforta  le  fredde  membra,  cioè  degli 
animali  sensibili  .  Petr.  canz.  3.  3.  Miro 
pensoso  le  crudeli  stelle  ,  Che  m*  hauno 
fatto  di  sensibil  terra  »  .  Med.  Jrb, 
Cr.  55.  Ola  questo  visibile  che  dà  lume 
alla  terra  ,  come  sensibile  e  ragionevole 
creatura  mostrando  compassione  al  fattore 
suo  ec.  S.  Jgost.  CD.  il-  16.  Alcune 
cose  insensibili  si  soprappongooo  ad  al- 
cune sensibili  (il  lat.  ha  quadam  sensu 
careotia  ,  quibusdam  senticolibus  prEEpo- 
namus).  (C)  Pxncell.  Dtal.  5.  Non 
a  torlo  d-.sse  quel  savio:  infra  lo  stremo 
peggiore  delle  nature  r.igionevoli,  e  il  me- 
glio delle  sensibili  ,  la  natura  donnesca 
essere  stala    locala  .    E   9.    Muovegli    co- 


ii43 


s  E  ^ 


sì  a  un  tralto  a  dar  godimento  alle  parti 
corporali,  e  seniiI)iU  A"  6^.  li  morire  per 
gravezza  d'  iiircrmiladi  ,  e  di  doglie  che 
quelle  jccoinp.i(jnaQO  ,  e  di  Dcceuil'a  allo 
icìoglimetilo  '-lie  ti  fa  di  tutte  te  parli 
sensibili   a    poco  a   poco  .   (Mia} 

SENSIBILEMEINTE  .  /'.  SENSIBIL- 
MENTE. 

*  SENSIBILISSIMAMENTE,  Siip-rì 
di  Sem  ibi /mente.  Cai.  Mmi.  e  leti,  ined 
3.  l5.  Se  la  sola  altezza  del  m<>Dte  Cau- 
caso può  esser  causa  cbc  1*  orìtzoDte  di- 
viila  la  sfi'ra  io  partì  scosiliilissimjineote 
diseguali    (C) 

:?  SENSIBILISSIMO.  Stiprrl.  di  S-n- 
sibile.  Sf^ncr.  Prfd  prol.  Mullisìime  io- 
Lerprelaziuoi  di  Scriilurc,  curiose  sì ,  ma 
sregolate  o  strjvidtc,  che  di  là  passano  a 
trioof^r  poi  su*  pprg^mi,  eoo  applauso  sca- 
sil)ilissim<t.  Ifciicbì:  ingiusto,  ce.   (I') 

t  SENSIBILITÀ',  SKNSIBILITADE, 
e  SENSIBILITATIi  .  Jslrallo  dt  .SV/iii- 
bifi'  .  Lat.  ^lensiiltos  ,  scntibt.'itas  ,  sen- 
SUf,  Gr.  oi'iàij^ts.  Ott.  Coni,  Purg,  j6. 
38S.  Voi,  secondo  scn^ibililade  ,  dite  che 
*I  moto  del  ciclo  ,  e  le  congiunzioni  ed 
aspetti  causano  negli  uumiui  di  essere 
virtuosi  n  viziosi  ,  felici  o  infelici  .  [iid 
Jnt.  116.  Per  pruva  p.iriinente  della  sud- 
detta sensibilità  delle  piante,  non  6a  che 
vi  rammenti  i  virgulti  di  Tracia,  animati 
dello  spirilo  i\v\  morto  Puliduro 

SENSIBILMENTE  ,  e  SENSIBILE- 
MENTE.  Jivrrb.  Col  senso  t  Ccn  com 
pn-ndiniento  del  .s»/i.fo  .  Lai.  *jensililer  , 
sensibi/iter.  Gr.  at3ài]TW4,  «isS'Jti/.&j;- 
Cavale,  Med.  cuor.  Neuna  cosa  addiviene 
in  questa  vita  visibilmente  e  sensiliilmeo- 
te  ,  che  in  prima  non  si  detti  nella  can- 
celleria del  Giudice  eterno.  Conv.  7^.  Se 
l'amistà  s'accresce  per  ta  consuetudine, 
siccome  sensilnlniente  appare,  manifesto  è 
eh*  essa  e  in  me  massimamenie  cresciuta. 
E  79.  Nello  eclissi  del  Sole  appare  scn- 
sibilcmente  la  Luna  essere  sotto  *l  Sole  , 
Dani.  Inf.  2.  Ad  immortale  Secolo  andò, 
e  fu  scnsibiltneote.  !int.  /*•(.' Sensibilmen- 
te, citie  sccoiulo  il  corpo,  dove  sono  gì' 
instrumenti  de' sensi,  acciocché  non  s'in- 
tenda  che    v'  andasse   spiritualmente. 

•f  :■.!  SENSIFERO.  Jgi^iunto  degli  or- 
gani  ministri  dei  sensi  ,  e  Singolarmente 
Aggiunto  de'  nervi  .•.pettonti  ai  sensi  e- 
sterni  .  M.irchctt.  Lticr.  lib.  3  v  lijS. 
E  pur  dell'  alma  i  primi  semi  allora  Non 
vanno  per  le  membra  errando  lungi  Dai 
sensiferi  moti.  (/I)  E  fib.  3  Risiteiti  in- 
sieme Creano  i  moli  scns>feri,  che  poscia 
Dopo  morte  a  crear  non  son  bastan- 
ti. (Sr) 

SENSITIVA.  Sii^t  Facoltà  de' senti  , 
Facoltà  di  comprendere  per  mezzo  dei 
seniti.  /ìut.  Alcuni  sono,  che  participano 
della  speculativa  r  sensilivj,  sircbè  sono  in 
mezzo  grado  Ira'  d  -Ili  due  estremi.  Frane. 
Sdcch»  Op.  div-  (.j8.  L  questo  t:  la  nostia 
»eniitiva,  con  la  <[uj1c  vogliamo  cerli6carci 
di   Dio,  e  d-ir  altra   vita. 

SENSITIVA.  Pi.itita  simife  aduna 
piccola  Go^sia ,  che  \'ifne  a  /lOi  d.ill'A- 
merica  e  dal  lUitsile .  Il.i  coiai  proprie- 
tà ,  che  ail  OCA'  semplice  l-ccamento  ,  o 
soffio  t  tosto  riicrrn  /e  foglie  »  e  rtttr.i  a 
sèi  r.imij  ntii  tlopi  ttrci-e  .spazio  nel  p't- 
miero  stato  ritorna:  onde  v  detta  anche 
Vergognosa,  Lai.  minosa  ,  f'uttx  sensi* 
bilis  ,  aeichynomene  .  *  Bari,  Stmb.  3 
]3     Io  ho   veduta   e  curtosaincnle   toccata 


qui 


dia  ,  a  cut  una  sua  meravigliosa  pro- 
prietà ha  dato  il  nume  d'  E'ba  stasiti- 
i'«.  (C) 

SENSITIVISSIMO.  S-.prrl.  di  Sensi- 
tivo. 7*ratt  srgr.  los.  donn  Sooo  donne 
sen»itivi>simf  e  implacabili. 

t  SENSITIVO.  Add,  Chr  ha  senio, 
pi   frase.  Lai.   senfunt    Gr    •/tjictvo'/jLi- 


S  E  N 

voi.  lÌHt.  Purg.  8.  I*  Oiini  nostra  virtù 
sensitiva  richiede  l' ubieito  coniemper.>lo 
a  sì:,  altr.iiiiriite  viene  meno,  come  vcg* 
giorno  delU  virtù  %i)ivj,  ihe  non  soffeii- 
ftCe  di  vedere  la  ruota  del  sole  .  Bvcc. 
nov.  16.  .^1.  Ansi  ii  ogni  virtù  sensitiva 
le  chiusero,  die  quasi  morta  nelle  braccia 
del  figliuolo  cidde  .  Olt  Com  In/  ìì. 
236.  (^ujndo  Uomo  e  nel  mondo ,  si  è 
animale  razion.tIc  e  sensitivo  e  vegetati- 
vo* Pass.  21.  L.I  loro  r.<gione  è  si  offu- 
scala, e  suttome»>a  all'  appetito  sensitivo, 
e  il  libero  arbitrio  è  si  legato  ,  che  non 
si  puote  recare  al  bene,  se  speuaU  grazia 
non  l'aiuta. 

g.  Sensitivo  ,  vale  anche  Che  agevol- 
mente è  commosso  da  alcuna  passione  . 
Tac.  Dav.  Ann.  1.  i3  Er^nci  poi  l'izze 
donnesche;  Livia  sì  sarebbe  rosa  Agrip- 
pina ;  questa  era  sensitiva  (  il  testo  lat 
ha  paullo  conimutiur  ).  Alnf»-  Gir,  21- 
Ut.  Il  cavaliere,  Ch' è  sdegnoso  oltra 
modo  e  Sensitivo,  Sentendo  Ìl  colpo  al- 
trui poco  leggiero  .  Anth*  ei  di  carità  sì 
fece  privo.  lìoez.  ì'arch.  3.  !\*  Aggiugni 
a  queste  cose  ,  che  tutti  coloro  che  sono 
felici,  sono  ancora  seniitivi  Car.  leti.  2 
46  Si  mostra  molto  sensitivo  d'una  per- 
dita d'  un  tal  suo  servitore. 

t  SENSIVAMENTE.  V.  A.  Jv- 
vcrb.  Con  senio.  Lat.  sensUitert  senubi- 
liter.  Gr.  ou'sSujt'jT;,  ttt?3v)Ttxù;  G.  l\ 
li.  4/-  ^  Cupo  il  giudìcio  la  detta  glo- 
ria sarebbe  stensiva  nell'anima  e  nel  cor- 
po ,  ma  però  non  crescerebbe  all'  anima 
sensivamente  più  che  si  fosse  prima  nell* 
anime  beate. 

SKNSIVO  r.  A.Add.  Sensitivo. -L2l. 
sentiens  Gr.  atffèavo/jicvo;.  Frane.  Sacch. 
rim»  20-  Che  la  forza  d*  amor  in  te  sen- 
siva  Non  foste  giunta  allor  quando  s'  u- 
di va  Cantar  le  donne,  e  ballar  seoxa  sde- 
gno. 

t  SENSO.  Potenzia,  o  Facoltà  per  la 
quale  '.si  comprendono  le  cose  co'-poree 
presinti.  Gli  antichi  nel  plurale  dissero 
Sensi,  e  S^-nsor<ì.  Lat.  sensus  ,  sensnm. 
Gr.  a'iflSìict;  ,  vo'yj^aa  .  lìocc.  nov,  qO. 
i3.  Comechè  rutto  fosse  il  sonno,  e' sen- 
si avessero  la  loro  virtù  ricuperata  ,  pur 
gli  rimase  net  cercbro  una  siupefazione  . 
J?  /lOi'.  55.  3.  Si  iruova  che  il  visivo 
senso  degli  uomini  vi  prese  errore,  quel- 
lo credendo  ess<  r  vero  ,  eh'  era  dipinto  . 
Jntrod.  Firl  Pero  se  n'  ungono  tulle  le 
seusura,  colle  qujli  spesso  si  pecca  veniaU 
mente.  /•>.  /^c.  T  5.  29  7.  Che  'I  di- 
vino Amor  pio  Si  'I  Iragge  tanto  furie  , 
Che  fa  serrar  le  porte  A' mensola  di  fuo- 
re.  Dani.  Pnrg  \~.  Chi  muove  le,  se  'I 
senso  non  ti  porge?  F.  Pur  2.  Dove 
chiave  di  senso  non  disserra  .  F  appres- 
so! Voi  dietro  a*  sensi  Vedi  che  1^  r<tgioDe 
ha  corte  1*  ali  .  Peir,  sci  aitj.  Al  ver 
non  volse  gli  occupati  sensi  ^  Gal.  Sisl. 
2^8-  Con\ien  dire  che'l  senso  del  tatto  non 
senta  '1  proprio  obietiu  congiunto,  né  la 
sua   impressione  nel  sensorio.  ((^J 

g.  I  Per  sfnilil,  h*lt  sensus.  Gr.  «n- 
Bi]3ti.  Siìgf{.  nat.  Cip.  g.  S'averà  un  ter- 
nioinclro  taliiieole  sxlegnoso  ,  e,  per  cosi 
dire  ,  d'  un  wumì  co»Ì  squisito  ,  che  la 
fuminclla  d'  una  caudela  ,  che  gli  asidi 
pduto  d'  attorno,  sarà  abile  a  mettere  io 
fuga  l'acquarsente  io  esso  racchiusa. 

§.  II.  Per  Appetito  f  Sensua'Utì,  Lat. 
appetitui  »  sensus,  Gr.  ops^c;,  ais^viii;. 
/V/r.  son.  i;6.  Regnano  i  sensi,  e  la  ra- 
gione è  morta  Hant.  Conv  5«)  La  mag- 
gior parte  degli  uomini  tìiooo  tccondo 
senso,  e  non  secondo  ragione,  a  guisa  di 
pargoli. 

g.  III.  Per  inlellige/isa  ,  intelletto . 
Lat.  inttlleCtitS.  Gr,  V9I1/XV.  Petr.  f-t/ii, 
4p<  8<  Vergine  d*  alti  sensi  ,  Tu  vedi  il 
lult'i.  Al.  Fur   I.  S6    Forse  rm  ver,  ina 


S   E  N 

non  però  credibile  A  chi  del  scuso  lOO 
foste  signore. 

*  §.  IV.  Sento,  vale  anche  Facoltà 
di  comprcn-fer  le  cote,  e  di  madicarne  *€* 
cond»  la  r.-tta  raeione .  He'x.  l'il.  Co- 
lomb,  2^^.  Era  di  buon  senso  naturale, 
e  intelligente    persona.  (Cj 

^  g  V.  Sento  comune,  dictti  alla  Fa* 
colta  per  la  quale  1  più  degli  uomini  giu- 
dicano r^igionevolmenie  dette  cose  .  Sen. 
fìen  Varch.  1.  12  Chi  non  manca  del 
senso  Comune,  OìSeivi  nel  dare  il  tempo, 
il  luogo  e  la  qualità  delle  persone  .  Sml- 
vin.  Dite,  1.  186  Ottimamente  i  Latini, 
chiamarono  le  lettere  Umanità,  e  del  titolo 
di  umiine  le  fregijrono;  come  quelle  che 
i  naturali  talenti  dell'uomo  perfetionano; 
e  il  senso  comune,  per  altro  debole  e  roz- 
zo, riogaglìardiscoDo,    e    ripuliscono.   (C) 

*  g.  VI.  Uscire  del  sento,  vale  Uscir 
de'  sentimenti,  dt  senno.  Cavale.  Pungit. 
74.  Venendo  a  morte  uscì  del  senso  ,  e 
non    poteva    dire    altro,  f F) 

^  g.  VII.  Sento  ,  talora  vale  anche 
Opinione  ,  Parere .  Calti.  Leti  Uom. 
lU.  71.  Ella  mi  comanda,  che  io  Ubera- 
mente le  debba  aprire  e  comunicare  ìl 
mio  senso  circa  le  dette  oppottaiooi .  (C) 
Sef:ner.  Porr,  instr.  6.  I.  Così  almeno 
S  Giovanni  Grisostomo  fu  di  senso,  che 
succedesse.   (F) 

*  g.  Vili.  Per  Desiderio,  Volontà. 
C'if.  lett.  GuaU.  221.  E  quanto  per  mie 
fdccendc  l'ho  assoluto  del  venir  qua,  an- 
corché abbia  detto  conlra  il  mio  senso,  che 
desidero  sempre  dì  vederlo.  (Cj 

f  g  IX.  Sento,  si  dice  anche  del  Si- 
pnifìc.  d*  una  voce,  d'un  modo  di  dire, 
d"  un  ditcorio  ,  d'  lino  scrit'o  ,  e  timilt . 
Lat-  senìus  ,  sententta  ,  D-tnt.  I<if.  3. 
Queste  paiole  di  colore  oscuro  Vid'  io 
scritte  al  sommo  d'una  porla;  Perch'io: 
maestro,  il  senso  lor  m'  i:  duro.  ^  /'//. 
4^.  Ciò.  Gttalb.  2q7.  Avendo  dunque  il 
servo  di  Dio  pigliato  1' u6tio  e  il  titolo 
dello  abate  ,  incominciò  diligentemente  a 
riguardare  il  senso  della  regola  ,  e  dare 
rpera  con  luttc  le  sue  virtù  ad  osservar- 
1«    (C) 

*  g.  X.  Per  Clausula,  Formala,  Gutec. 
Stor.  2  4<^^*  Solto  il  qual  senso  si  com- 
prendeva Ferrara.  (L) 

*  g.  XI.  Sens^,  si  dice  anche,  per  lo 
più  al  plurale,  degli  Affetti,  delle  Pas- 
ti ni,  e  di  tutti  t  Movimenti  dell'  animo. 
Tats.  Amint.  prol.  Spirerò  nohil  sensi 
a*  rozzi  petti;  Raddolcirò  delle  lor  lingue  Ìl 
suono.  (C) 

*  g.   XII.   Far  sento,  vale  yfuoverfi, 

0  l'iir  parola,  /.ASC.  Cen.  2-  not;  3.  pag. 
43.  biechi.-  non  fiivellare  ,  e  non  far  mai 
senso  alcuno,  perocché  nello  star  cheto  s* 
acquista  tutto  *l  merito.  (C) 

^  g.  Xlll.  Di  certo  senso  ,  %'ale  Con 
esperienza.  Per  p'ova.  Pallav,  Perf  Crist, 

1  3  Resijvan  varii  creduti  e  non  esperì- 
mentali  beni  per  chiarirmi  di  questa  uoì- 
versalilà,  e  jH-r  alTrrmare  di  certo  senso 
CIO  che  atT'-rmò  indubitatamente  quel  re 
sfodunjto    (D) 

SENSORIO.  Senlimemto,  Senso  j  e  più 
pr.priitmente  lo  Strumento  del  tento.  Lai. 
.^^^.tum  .  Gr.  vsV.uot  .  Lih.  cur.  maiali. 
Pruovano  gravissimo  il  sensorio  dell*  udì- 
to  .  Gal  Sisi.  3^8.  CoDiirn  dire  che  *t 
senso  del  tatto  non  senta  *l  proprio  obietto 
congiunto,  né  la  sua  impreuione  nel  sen- 
S'irio  .  Salvia.  Disc.  1.  1^3  Per  questo 
nel  capo,  metropoli  degli  spinti  ec  ,  ven- 
gono ad  esser  dalla  pruvida  arcltiletlnce 
ualuia  nelh  più  alla  parte  collocali  1  loro 
senso,-ii.  o  Vogliamo  dire  strumeoli  di  loro 
rrcclleoti    funzioni  . 

a  SKNSUALE  .  Add.  Pi  senso  ,  Se- 
c->ndo  1/  senso  ,  Lai.  *iim$Malu  .  Post. 
pnl,  V  r  vjghrtsa   di  rana  diUdsou  .  o 


S  E  N 

per  s«Dsualo  e  viziosa  concupisceaiia.  Z)'in/. 
Conv.  128*  E  Sfconilo  (]u<■^to  cotale  seD- 
auiile  giuilicio  parlò  quella  ballaletta  •  K 
16O'  Quaodi>  il  filosofo  tlice  quello  cbe 
pare  •Ili  più  impossibile  ,  e  del  tulio  es 
ser  falso,  noD  s' inleode  dire  de)  parere  di 
foori,  cioè  sensuale,  ma  di  quello  J'enlro, 
cioè  ratioDale. 

#  g.  St-nxnale  ,  vale  anchf  Che  ha  sen- 
so, n  Bel/ine.  -ion.  233.  Se  1*  uom  ,  qual 
limo  frale  e  sensu;jle  ,  Nel  rjmmio  suo 
commrtla  qualche  errore».  (Cj 

SE>SUALiTA\  SElNSUALITADE  ,  e 
SE^SUALITATE.  Forza,  e  Stimoìo  dei 
tensn,  e  dell* appetito.  Lai.  appetititi,  sen- 
stt$.  Gr  Spiati  t  «Vs&Jjac^.  jnnot.  Salm. 
Combatteado  la  ragione  contro  la  seusua- 
litadr.  Se>ni»  S*  Ag.  D.  Contristi  lo  spi- 
rilo Id  coirne  ,  e  la  ragione  la  sensualità  . 
Maestruss.  3.  3*  La  concupisceiizia  nella 
grnerastooe  dell' avolierio  ,  la  quale  i^tk 
lolamenic  nella  sensualità,  è  peccato  ve- 
niale. K  2.  10*  !•  Se  il  cominriamento 
del  peccato  sia  in  sola  la  sensualiiade  ,  e 
BOn  pervenga  infino  al  senso  della  ragione, 
allora  per  la  imperfezione  dell*  atto  e  pec- 
calo veniale.  Pass.  81  La  carne  sica  sog 
gclU  allo  spìrito,  e  la  seosualitìi  alla  ra- 
gione. 

*  §.  f.  Per  la  Parte  sensitiva.  Cavafc. 
Specch.  C'r,  I03-  In  quest'angoscia  fu 
confortato  dall'Angelo,  perthè  la  seusua- 
litade  era  molto  impaurita.  (/') 

§.  II.  Per  Compreiit/imento  per  via 
de*  sensi.  But.  Purg.  9  I.  La  sua  sen 
inalila  dubitava  di  potere  bastare  all'ai- 
texza  della  materia.  £  17.  i-  Dimostra 
come  nostra  sensualità  non  può  compren- 
dere la  natura  angelica.  E  altrove:  IMè  la 
seosualità,  ab  la  ragione  sa  la  via  cbe  dee 
iCBerc  nella  persevera  zio  ne  dt'Ila  peuiten- 
lia,  s'ella  non  e  lor  mostrata  dalla  grafia 
di  Dìo. 

§.  IH.  Per  Senso,  assùltttam.  Cavale. 
Mod.  cuor.  Pognamu  che  1*  uomo  sì  ri* 
doglia  Si-coodo  la  sensualità. 

SENSUALMENTE.  Awerh,  Om  sen- 
sualità. Secondo  '/  senso  Lai.  *seniH<ili- 
ter.  Mor.  S  t'reg.  Siccome  di  minor 
colpa  e  quando  la  mente  è  rapita  seosual- 
BBeulc  ÌD  diletto  del  peccato.  Co/1.  Ah- 
Isaac,  cop,  35.  Va  via  la  scienza  ,  e  'I 
aoo  vedere  naturale,  e  non  ìnltnde  sen- 
sualmente il  movimento  eh' è  nelle  sue 
cose. 

SENTACCHIO.  V.  A.  Add.  Sent.c 
chiose.  D'acuto  sentire.  L.il.  sagrìx,  vdo- 
rem  p'tesentiens  Gr.  ^iv>;)ar»5;.  Mcrg. 
l4-  7S.  Molto  teotaccbio  pareva  il  cin- 
ghiale. 

SENTACCHIOSO.  l'.  A.  Add.  D'a- 
cuto sentire.  Lat.  odoms-  Gr  fltvn^iar'/ij. 
i'tg^z.  Agri  e  seotacchiosì  cani  nelle  ber- 
tesche sì  tengano,  ì  quali  la  venula  de' 
oìmìci  all'  odore  seotadb,  e  con  latramento 
gli  mustrìoo  (  1/  t^'Sto  lat.  ha  sagacissì- 
mus)  . 

t  *  SENTIRE,  r  A  Neutr.  Porsi 
a  sedere  .  Bocc-  Fi/ostr.  pari.  7.  st.  ^8. 
Dopo  cbe  faro  ia  casa  ritornati.  Dentro 
una  sala  s^tì  se  ne  andaro  ;  Quìulì  in 
faccia  dell'un  l'altro  seatatt.  Della  bella 
Griselda  ragionare.  (B)  Cvrtig.  Castii^l. 
3.  i85.  E  tobiio  esso  mrdesimn  si  levò  , 
e  fece  levar  tutti  gli  altri  ,  e  far  loco  a 
quei  dui,  e  disse  :  lasciate  scolare  a  man- 
giar   questi    signori.  (NS) 

SENTENTE.  Cho  sente.  Lat,  sentìens. 
Gr,  xi'c&ai^ouivo;.  Amet.  \'i.  Egli  .  gìj 
sentente  il  terzo  fuoco,  rivocò  gli  occhi 
ilair  angelico  viso  dì  lei.  E  58-  lo  stetti 
tu  quella  alquanto  non  altrameote  che  la 
tìmida  pecora  d*  intorno  a*  chiusi  ovili 
sentente  1  frementi  lupi.  E  ^5  I  citali,  le 
■tuurc  cose  sententi,  parte  delle  fiamme 
he  si  doveaou  acquistare  nel  luogo    mai 


SEN 

non  veduto  ,  mi  vollono  aprire  (qui  Jì- 
^urninm  ). 

t  3  SENTENZA,  e  anticam.  SENTEN- 
ZIA.  Giudizio  pronunziato  da  uno,  0  più 
giudici.  Lat.  sententia  ,  iudicium  .  Gr. 
•/ywa>].  Jìocc.  nov.  47-  l3.  Data  dal 
ficTO  padre  questa  crudel  sentenzia  con- 
tro alla  6gliuola  e  il  nipote,  il  famiglia- 
re, più  a  male  che  a  lime  disposto,  andò 
via.  G.  /'.  8.  54.  3.  Il  popolo  minuto  eb- 
be la  sentenzia  inconiro. 

§.  I.  /'(  proverf'io  :  E  meglio  un  ma- 
f;ro  accordo,  che  una  grassa  sentenza  j  e 
vale,  che  Ìl  disastro,  e  la  .ipesa  dilla  lite 
supera  bene  spesso  il  pregio  della  cosa 
litigata.  La.KC.  Streg.  ^.  ì  -  E  però  sì  di- 
ce, eh*  egli  è  meglio  assai  un  magro  ac- 
cordo, che  una   grassa  sentenza. 

*  §.  II.  Sentenia,  diccst  anche  talora 
del  Giudizio  pronunziato  da  uno  qualun- 
que. -  Bocc.  g  G  p.  G.  Dioneo,  questa  è 
quistioQ  da  te  ,  e  perciò  farai  ec.  che  lu 
sopr*essa  dei  sentenzia  finale,  ec.  Madon- 
na ,  la  sentenzia  è  data,  senza  udirne  al- 
tro, e  dico  cbe  la  Licisra  )ia  ragione  ec, 
e  Tindaru  è  una  bestia  >•  .  (Cj 

^'  §.  III.  S-ntcnza,  talora  vale  Decreto, 
Aito  per  cui  Iddio,  secondo  il  nostro  mo- 
do d*  intendere  ,  determina  qualche  cosa 
futura,  u  Petr.  canz.  (^\.  7.  Qual  senten- 
zia divina  Me  legò  innanzi ,  e  te  prima 
disciolse  »?CCV 

*  g.  IV.  Sentenza  ,  si  dice  anche  del 
Giudizio  di  Dìo  contro  i  pei  calori  .  «  Dani. 
Inf.  6.  Esti  tormenti  Cresceranu'ei  dopo 
la  gran  sentenzia  »?  (C) 

%.  V.  Per  Condanna.  Lat-  damnatio, 
p<rna,  iudicium.  Fr.  Zac.  T.  Eli' è  la  san- 
ta pace,  Cbe  '1  mondo  Uberò  d'ogni  sen- 
tenza. 

^'  §  VI.  O'ide  Cadere  in  sentenza , 
vale  Incorrere  nella  condanna,  Nov.  Ant. 
7.  Leggesi  di  Saldinone  che  fece  un  altro 
dispijCLTe  a  Dio,  onde  cadde  in  sentenzia 
di   perdere  lo  reame  suo.    (Mai) 

§.  VII.  p.-r  similit.  Decisione,  o  Solu- 
zione di  dubbio-  Dant.  Par.  7.  Le  mie 
parole  Di  gran  st-ateuzia  ti  faran  presi-nie. 

§.  Vili  Sentenza,  per  Opinione,  Parere. 
L.it.  sinteatia,  opimo  Gr.  yvoj'/A>j.  G.  /'. 
II.  2.  z\.  £ù  io  autore  sono  di  questa 
sentenza  sopra  questo  diluvio.  Bocc.  nov 
Q^.  l3.  Tutti  in  una  sentenzia  concor- 
.^-ndo,  a  Niccoluccio  Caccianimico  ec.  com- 
miscro la  risposta.  Dant.  Inf.  7.  Or  vo' 
che  tu  mia  sentenza  ne  'inbocche.  E  Par, 
4.  Secondo  la  sentenza  di  Platone.  5fr/]. 
Ori.  2.  1.  l\G.  Magnanimo  signor,  tre 
modi  pone  L*arle  da  dispulare  una  sen- 
tenzia ,  Anzi  oi-oi  cosa  :  il  primo  è  I2 
ragiune,  Esemplo  l'altro,  e  il  terzo  espe- 
rirozia  *  GiiilC.  Slor.  4.  28.  Ne  sarei 
finse  in  questa  sentenza,  se  io  mi  persua- 
dessi che  il  Re  liberato  al  presente  rico- 
noscesse tanto  beocfìzio  con  la  debita  gra- 
titudine. (L) 

^  §.  IX.  In  proverbio  :  Tanti  capì, 
tante  sentenze,  e  vale,  che  Qunnti  sono 
gli  uomini,  t'inte  sono  le  diversità  dei  pa- 


S  E  N 


"ly 


reri.    Fr,    Giord.     Ci'n, 


Onde 


per 


si   dice  ;   tanti  capi  tante  Sf.'ntenze.   (Nj 

#  S'  X*  Sentenza  ,  vale  anche  Deli- 
berazione ,  Partito.  Onice.  Stur.  i.  4l"' 
Sebbene  ec.  avesse  lardato  a  dargli  aiuto 
ec.  nondimeno  1'  iudusse  finalmente  in  al- 
tra sentenza  il  desiderio  di  conservarsi  be- 
nevolo ìl  Pontefice.  E  2.  363-  Alle  quali 
cose  Gurgense,  poiché  con  molle  ragioni 
ebbe  replicato  ,  n*e  potendo  rimuoverlo 
dalla  sua  sentenza  >  gli  significò  volersi 
partire.  (L) 

f  *  §.  XI  Per  Si-nso,  Signijicato  d'  un 
discorso,  d'uno  scntto.  o  simile.  J'it.  SS. 
Pud,  2.  l33  Avvegoarhi;  non  intendano 
la  Sentenzia  delle  cose  cbe  dicono,  non  la- 
sciano pure  d' iiirantargli,  ec.  E  appresso: 


Pognamj  che  noi  non  intendiamo  la  sen- 
tenza delle  parole  che  diciamo,  nondirae- 
iiu  non  dobbiamo  però  lasciare  di  dirle, 
ce.  Fior.  S.  Frane  180.  Santo  Bernardo 
una  volta  disse  li  sette  salmi  penitenziali 
ce.,  che  non  penso  e  non  cogitò  in  nes- 
suna altra  c.sa,  se  non  in  nella  propria 
sentenzia  delti  predelli  salmi,  (fj  Varch. 
Stor.  5.  124.  Favellarono  dipoi  gli  ora- 
tori  Inglesi,  e  di  mano  in  mano  gli  altri 
quasi  nella  medesima  sentenza  (CjGutcc 
Stor,  4.  112.  La  quale  /A-ffa;  si  conchìusè 
in  Cugnacb  tra  gli  Unmini  del  consiglio 
Proruralori  del  He  da  una  parie,  e  gli 
agenti  del  Pontefice,  e  de'  Veneziani  dal- 
r  altra,  in  questa  sentenza,  che  ce.  (Lì 

§  XII.  Sentenzia,  si  prende  anche  in 
sinnijìcato  di  Metto  hreve  e  arguto,  ap- 
pi ovat.i  comunemente  per  vero.  Lat.  di' 
ctttm  ,  verf'um,  sentcnfia.  Gr.  •/'/(^p.-fi,  But. 
Spesse  volle  dice  1'  uomo  una  vera  sen- 
tenzia; e  poiché  viene  a'  fatti  e  alla  pra- 
tica,  non  osserva  la  sua   vera  sentenzia. 

§  XIII.  Sputar  sentenze,  vale  Proffe- 
rir sentenze  ,  o  detti  sent'-nziod  per  io 
p'ù  con  affettazione,  e  dove  non  ccccrre. 
Tar,  Dav-  Slor,  3.  32G  Ingerissi  tra  gli 
ambasciadorì  Musonio  Rufo  ec.,  e  sputava 
sentenze  de' beni  della  pace  e  mali  della 
guerra  fra  le  squadre  dei  soldati  (  il  te-* 
.sto  lat  ha  dissereos  )  La.ic.  Slreg.  4.  i. 
Voi  mi  parete  una  dottoressa  :  oh  voi  spu- 
tate tuite  sentenze  I  Buon  Fier.  4.5.16. 
S'  alcun  di  noi  talor  conferma  Quelle,  eh* 
elle  spular,  preste  sentenze. 

•'.'  g.  XIV.  Sentenzia,  per  Figura  retlo- 
rica.  Lai.  sententia.  Peti.  Tuli.  9!.  È 
un'altra  sentenzia  che  s'appella  spessa- 
m.enlo  ,  la  quale  ha  luogo  quando  molte 
cose,  cbe  sparlamentc  son  delle  in  una 
diceria  ,  si  raccolgon  ài  sezzo  in  un  luo- 
go, acciocché  si  renda  più  grave  quel  che 
si  dice.   (•) 

g.  XV.  In  sentenzia,  posto  avverbialm, 
vale  In  tonchisione  ,  In  sustanzia.  Lai. 
in  summa,  in  se  'lentia.  Gr.  i'v  xspa- 
Akccj.  cAyrÌ^òr,v,  Pass.  lOO.  In  sentenzia 
dicono  quel  medesimo  ,  e  comprendono 
lutto  ciò  che  si  richiede  a  fare  la  buona  e 
legittima  conlessione.  E  285-  Per  tutti 
questi  detti,  cbe  in  sentenzia  dicono  una 
medesima  cosa ,  si  dà  ad  intendere  ec. 
•!*  ì'a'ch.  Star,  5.  I2'|.  Monsignore  di 
Tarbes  oratore  del  Cristianissimo  fu  ìl 
primo  che  favellò,  e  in  nome  di  tutti  gli 
altri  parlando  ,  disse  in  sentenza  ,  che 
ec.  (C) 

*  SENTENZUCCIA.  Peggiorai,  dì 
Sentenzia.  Dal.  Lepid.  i33.  Sìg.  Andrea, 
come  si  danno  belle  sentenziacele  al  suo 
Magistrato  7    (Min) 

SENTENZIALMENTE.  Avverbio  Sen- 
tenziosamente. Lat,  argute  ,  priidenter. 
Gr.  yv&j'i[/6J5,  ayact9ri/w5  Hul  Quan* 
do  s*  odi*  senlenzidlmenle  parlare,  gli  uo- 
mini maravigliandosi  guardan  1'  un  l*allro. 

*  SENTLNZIANTE.  Che  sentenzia. 
S.  Agost.  C.  D.  ig,  23.  Dicono  essere 
slato  morto  dalli  giudici  direltamenle 
credenti,  e   giuslamente  s<'nlenzìanti.  fX) 

SENTENZIARE.  Dar  sentenzia.  Giu- 
dicare. Lat  S'ntentiam  fi'rre,  definire  , 
statucre.  Gr.  y^oip.ti'^  5\Sò'*%i,  G.  1 
II.  Cì2..  3.  I  quali  sentenziarono  addì  22- 
di  Novembre  ,  che  le  delle  terre  fossono 
del  Comune  di  Firenze.  Boez.  l'ardi.  5. 
pros.  2.  Ma  io  non  sentenzio  già,  ne  di- 
termino che  questa  libertà  sia  in  tutti  e- 
gUale.  V  Segner.  Crtst.  instr.  I.28-  12. 
Non   vogliate  giudicare  prima  del   tempo. 


sentenziando 


sopr. 


novimenti  del   cuore 


umano  ,  che  sarao  sempre  occulti,    finche 
Dio  ec.   (CP) 

g.  1.  Per  Condennare  per  sentenzia,  hit. 
damiate.  Gr  /.arxrpt'vEtv.  Pass.  nO-  Tra 
per  l'  omicidio  e  per  lo  furio  furono  atnen- 


)i^o 


SBN 


tluc  seatenziati  al  fuoco.  Diltum.  6.  6.  A 
scDlcoxiar  li  rei,  <t  farne  srcdi-,  /''//.  S. 
Mar^U.  |55.  E  M.irf;ln.TÌta  fui;  scnteoita- 
ta,  Ch'  a  Ipì  fo.'.SL'  fjUo  il  siniigli^nlo.  Cro' 
nicheli,  d'  A'iìnr.  ^tj.  I  nuinani  scntcti- 
siarouo  rb' egli  fosse  giltulu  del  Campiilu- 
glio  in  terra,  e  così  fu  fdlto. 

•.'  g.  II.  Sentenziare,  vale  anche  Fram- 
mettere senti-nze  nei  discorso ,  Parlar 
sentenziosamente-  Se,:».  Jìett.  Afitt.  87. 
Quanto  al  senU-nzìare  ,  poicbé  noi  aremo 
dcBnito  cbe  cosa  sta  sentenza,  fii  mani' 
fettu  di  che  cose  e  quando  e  a  chi  stia 
bene  nel  parLtie  questo  modo  di  senlcn- 
tiare.  E  88.  Su  ancor  bene  sentenziate 
di  cose  cbe  sieno  contra  sentenic  vulga- 
te. (FP) 

SENTENZIATO.  Jdd.  da  Scntnztare, 
Gal,  Sift.  9^.  U  sj|)ieuti>iÌmo  della  Gre- 
cia, e  per  tate  sentenziato  d.igli  oracoli  , 
diceva  ìipcrlamente  conoscer  di  uun  saper 
nulla. 

5  §.  I.  Per  Comknnato  per  sentenzia. 
Lai.  (lamnatits.  Gr.  xxTKOJ'it/K'j/is V05. 
Rim*  an'.  Gititi.  92.  Credimi  cbe  5'  aria 
per  sentenzialo  Come  omicida  ,  qujl  uom 
m'  offendesse. 

*  g.  II.  E  in  forza  di  sttst.  vale  Uo- 
mo sentenzialo  «  Vii,  Plut.  Qujndo  si 
disfere  la  congregazione  ,  menavjosi  li 
sentenziati  nella  carcere.  lìorgh.  O/if;. 
Fir.  176.  C'j'quali  (anintìU)  faceano  per 
lo  più  combattere  i  sentenziati  a  morte 
per  loro  misfatti  >*  .  (C) 

f  SENTENZIATORE.  f'erbaf.  masc. 
Che  f  o  Chi  sentenzia  ,  Giudice .  Lat. 
iudex  ,  qucesitor  .  Gr.  i^pKirl^  ,  Si^x- 
ar/]';  .  Mor.  S.  Clreg.  Allora  si  vedrìi 
il  peccatore  apertamente  nella  prespniia 
del  seolenzialore .  Stjr.  Put,  173.  Mes- 
scr  Guiglielmo  d'  Assisi,  lo  quale  era  sta- 
to scntenzìatore  di  coloro  ch*  erano  slati 
guasti,  /^occ.  Cont.  Dant.  InJ.  |.  12.  Di- 
coDo,  oltre  a  ciò,  sedere  in  questo  infer- 
no Minos,  Eaco  e  Radamunlo  giudici  e 
sentenziatori  delle  colpe  dell' anime  iiie  in 
quello  inferno  vanno.  Fr  Ciord.  Pred, 
S,  25.  Avracci  altri  giudici,  o  altri  sea- 
teniiatori  ?  Si. 

•f  :;:  SEiNTENZIATIilCE.  Fem,  di 
Sentenzialore.  U'Icn.  Nts.  ^.  91.  La  dif- 
finizione  qui  segnata  sarà  senlenzialrice 
del  vero,  (/i) 

•f  *  SENTENZIEGGIARE  Recare 
scrivendo  molti;  sentenze.  Slare  sulle  sen- 
tenze. Uden.  Nix»  ^.6.1.  Dell' ccteiso  del 
sentenzieggiare  ,  per  non  vaneggiare  in 
cose  vane,  tacerò.  (J) 

SENTENZI  EVOLMENTE.  Avverbio. 
Per  Si'ntenzia.  L.èi.  iiidicm ,  sententia. 
Gr.  /ary/pi'rwi»  òt/K'jrtKw^  Lttt.  Com. 
Fir.  6".  S.  Avvegna  cerlu  cbe  dj  nostra 
potcstade  seotcnzicvolmentc  non  fosse  uc- 
ciso 

SENTENZIOSAMENTE  .  Avverbio  . 
Siviamcntef  Giudizio tanu-nte  Lat.  hrevi- 
ter,  acute,  prudente-,  pr,u'j'(fr.  Gr.  ^p«- 
Xs'w;.  o'^i'w;,  ypwv(^a>;,  ^xpita^.  Colt. 
SS.  Piid.  Cene  avete  dolio  iciitenxioia- 
monto  del  6uc.  /?Mf.  Per  si  fatto  modo 
pjrli  a  tua  posta,  cioè  si  bene,  si  senten- 
liosamciilc   e   severamente. 

*  SENTENZIOSISSIMAMENTE.  Su^ 
peri,  dt  S<-ntrnsio>-an,.-nt<:  [/d<-n.  IKis,  (A) 

SENTENZIOSISSIMO  .  Superi,  di 
Sentenzioso.  Lat-  tnnxinic  .M-nlcntiosus . 
Gr.  '/vwuaXoyi/wTKT»;  l'arch.  ì.ez.  .-i^g. 
Essendo  slato  ultra  ogni  credere  i<  qii.isi 
umano  potere  numernsissimo ,  leggiajris- 
Simo  .  scoteotiosìsiimo  (parla  del  Pe- 
trarca) . 

SENTENZIOSO.  Ad.l.  Pieno  di  $en. 
trnzie.  net  si^nific  del  §.  Xli.  di  SEN- 
TENZA. Lat.  uTflci»,  senti-nliis  scilras. 
Gr.  yvoi,ud)oytxg'{  Tratl.  gov./afu.  Tutto 
«■«presso  nel  breve  «   scn(*>niÌoso    parlate. 


S  E  N 

lìos.  Fit.  F.  P.  cap.  77.  Oltimo  parla- 
tore è  quello  cbe  dice  lu  p'tcbe  parole 
molle  cuic  seDlenciose.  -^  Poliz.  rtm,  l.-tt. 
20'\.  L*  uno  e  r  altro  di  filosofìa  ornatii- 
simi ,  gravi  e  sentenziosi.  E  206  L*  uno 
e  r  altro   grave   e  seulenztuso.   (C) 

*  SENTERO.  y.  A  Sentiero.  Frane, 
fìarh  i:^u.  18  Pare  cbe  '1  SUO  seotero 
Vogli.i   seguir  errando-   (f) 

t  *  SENTIERI.  Lo  stesso  ette  Sentie- 
ro, ma  meno  uiato.  But.  Inf.  t3>  !■  En- 
trati per  un  Ijoicu,  che  non  avea  oesiuno 
sentieri.   (F) 

t  5  SENTIERO.  Strada.  F>a  an.,'usta 
lun-jo,  ù  a  traverso  I  campi,  1  boschi,  e 
simili.  Lai,  semita.  Gr.  arpa";'?,  fiocc. 
nov,  ^3.  7.  Non  vedendo  per  la  scUa  ni; 
via  nò  sentiero.  Tav.  Hit.  Niuoa  persona 
vi  polea  andare,  se  uon  per  uu  pirciul  sen- 
tiero./?"/.  Pur'T.  7.  2.  E  J'*/t(ffr0S10C0pal0 
da  seminerò,  diminutivo  della  senut-i,  che 
ì;  piccola  via  posta  allato  alle  fini  de*  cam- 
pì, cioè  secus  metas,  vel  tegregnns  me- 
tas. 

f  §.  I.  ^  per  metnf.  Tei,  Fir  8-  IO. 
Ma  lo  sentiero  di  rima  è  più  stretto  e  più 
forte,  siccome  quello  cb'  è  chiuso  e  fer- 
mato di  muri  e  di  palagi,  cioè  a  dire  di  pe- 
so e  di  misura  e  di  numero  cerio.  #  w  Dant. 
Par.  2;).  Voi  non  andate  giù  per  un  sen- 
tiero Filosofando.  Petr.  son.  203*  Se  con 
piena  Fede  dal  dritto  mio  senlier  mi  pie- 
go-.  .   (C) 

^"  §•  II  Tornare  in  sentiero, Jii;iiratam. 
vale  Tornare  a  bomba.  Ritornar  sull' ar- 
gomento. Sei; ler.  Risp,  Quiet.  7.  7.  Po- 
sto ciò,  ripìglio  or  ìo ,  tornando  ia  sen- 
tiero ;  questi  ti-rmint  di  fede  pura  se  sono 
termini  proprii  fra' mistici  sono  però  tali 
cbe  ancor  essi  non  possano  circoscriver- 
si T  (TCj 

SENTIERUOLO.  Dim.  di  SenUero. 
fiocc.  nov.  !^'\.  10.  S'  aldiatlc  ad  un  sen- 
licruolo,  per  lo  quale  messasi  ce,  di  lon- 
tano si  vide  una  casella.  A-  Pini.  Adr. 
Op.  mor.  V  i6i.  Uen  dicono  rlie  la  scesa 
in  essi  (J'-rmicìi)  non  è  tutt.i  a  diritto,  ne 
agevole  da  entrarvi  altra  bestiuola  ;  ma 
ha  torti  seolieruoli  e  andari  e  fori  a  tra- 
verso. (C) 

t  SENTIMENTO.  //  cui  plurale  esce 
Così  m  1 ,  Come  in  A  j  ma  questa  usci- 
ta è  poco  usata  .  Lo  stesso  che  SenS'*  Lat. 
sensiis.  Gr.  aVirà^jii^.  Rocc.  nov,  17.9. 
Poche  ve  ne  trovò,  cbe  avessero  scattmcuto. 
Lab.  2^.  Con  tanta  pio  forza  sì  mise  ne'niiei 
sentimenti  il  sonno,  quanto  più  gli  a^ea 
il  dulce  pensier  trapassai»  di  tempo  tulio. 
Da'ti.  Inf.  3.  Cbe  baleno  una  luce  ver- 
miglia ,  La  qua!  mi  \Ìnse  ciascun  semi- 
mento.  /::,'  33.  Per  la  freddura  ciascun  sen- 
timento Cessato  avesse  del  mio  viso  stal- 
lo. Rutm  Li  sentimenti  apprendono  e  mi* 
nislrano  alla  ragione  ,  ed  ella  giudica  se- 
condo  le  cose  apprese,  secondo  cbe  li  sen- 
timenti ah'una  volta  niini%lraiio  .  alcuna 
volta  secondo  che  ell.i  gì'  intende.  A"  /'«'%'. 
22.  2.  Lo  intelletto  passibile  ,  che  opera 
sopra  quello  cbe  gli  tr  miiiìslrato  ,  e  ap- 
p.irecoliialo  da' sentimmli  l'arctt.  Lez. 
ÒyV  Av'-r  dunque  liuon  giudizio  quanto 
alle  cose  sensibili  ,  non  i;  altro  che  avere 
,  buone  sQntimenla.  Roez.  f'arch.  5.  rim. 
5.  (Mie  Ik  faccia  iocbiuata  ver  la  terra  Le 
scntimenla  rintuzz.'le  atterra  E  proi.  6. 
Tutto  quello  cbe  è  alle  sentinienta  pale- 
se ec  ,  e  universale  ;  ma  so  verso  te  »let»o 
Io  riiguardi,  è  particolare.  Remò.  As^'t.  3. 
172  Se  alla  bellezza  altro  di  noi  e  delle 
nostro  scntimenla  non  ci  scorge,  r\ìf  I'  oc- 
chio e  r  iirecchio  ed  il  pen>iero,  ce.  ^  fìet- 
tin.  Dite.  I.  90.  Furono  necessarie  nel 
corpo  nostro  tutte  le  diveriiia  di  materie 
che  vi  si  trovano,  tutte  le  furie  cbe  vi  si 
riercitano,  lutti  i  seotìraeotì  cbe  vi  si  a> 
di'peraoo.  (C) 


■ì 

j  di 


S  E  N 

t  S.  I.  Sentimento  t  può  anche  valere 
Diligenza,    Allenznne .     Lai.     sotlicitudo  , 

solertia,  cura,  Gr.  op^vn';  ■  Ro€C.  nof. 
()|.  i'ì.  Poiché  ogni  paura  ebbe  caccia- 
la A^  sé ,  con  più  scotimento  cercando , 
trovò  rosici    per   certo  non  esser  morta. 

'^  §.  IL  Per  Dol-re ,  Pulimento.  Se- 
pn<r,  Pied.  fai.  Ap.  2.  IO.  Qual  foSM 
il  sentimento  di  quella  testa  (di  Cristo), 
argomentatelo  alquanto  dal  risapere,  cbe 
una  sola  di  tali  spine  ficcala  in  un  piede 
incauto  ha  talora   fallo  urlar  le  fiere*  fA^ 

't  §.  Ili  Per  intelletto,  ^m no  Lai. 
inteltectns  ,  sapi-ntii  Gr.  vajj.  cOfix. 
fìocc.  Inlr.  \ji.  Avvedendomi,  ciasciiua  di 
vui  v\er  sentimento  di  donna.  E  nov.  55. 
2.  Fu  di  lanlo  MDiiineolo  nelle  leggi,  che 
da  molli  valenti  uomini  uno  armario  dì 
ragione  civile  Tu  riputato.  E  nov,  65.  A 
Estimava  re  cbe  ella  s'ingegnasse  cosi 
piacere  altrui,  come  a  lui  (argomento  di 
cattivo  uomo,  e  con  poco  sentimento  era). 
Lab.  3'».  Se  tu  bai  sentimento  quanto  so- 
levi ,  non  discerni  lu  che  questo  è  luogo 
di  corporat  morte  ?  Pecor.  g.  ^.  nov.  2> 
Uomo   di   molto  Talora  e  senlimeolo. 

%,  IV.  C/fCir  del  sentimento,  ed  Es*er 
fuor  d,l  sentimento  ,  vagliano  Perdere  il 
<enn->.  Impazzare,  Ktser  pazzo.  Lat.  de» 
tirare  ,  dciipere.  Gr.  Taiotypaver»  ,  *a- 
)<u>  O0ovctv.  Lah,  39.  Veramente  mi  fa 
il  qui  vederli  e  le  lue  parole  assai  mani* 
festo,  se  allrimeoti  noi  conoscessi .  te  del 
vero  sentimento  essere  uscito.  E  tll. 
Se  da  te  ,  uscito  forse  del  diritto  senti- 
monlo  ,  noi  vidi  .  ^  E  293.  Egli  ^  di 
vero  uscito  del  sentimento,  e  vaole  euer 
Icnulo  savio:  Domine  dagli  il  malanno.  (D) 
A'.  Fitr.  23.  112  Fu  allora  per  uscir 
del  sentimento,  Sì  tatto  in  preda  del  do- 
lor si  lassa. 

#  g  V.  Sentimento  comune  «  lo 
stesso  che  Senso  comune.  1  arch,  Ertot, 
235.  Per  desiderio  di  non  essere  giudicato 
troppo  presuntuoso,  e  arrogante  (  e  quel- 
lo che  peggio  sarebbe)  o  maligno,  o  sema 
il  sentimento  comune.  Satvin,  Disc*  \2^.  Il 
comun  sentimento,  giudice  di  tutlì  i  parti- 
colari senlimeolì.  /:.'  3i>i.  Il  comuD  seo- 
timenlo,  cbe  aldamente  senno  e  |[iudicio 
si   chiama     (C) 

%  VI.  Per  Signijtcama,  Etce/tentm,  e 
Rei'ezzn  di  Concetto.  Lai.  sensi  prasUmlia, 
excellentia.  Gr.  yywui);  t?ox']''  Ri^cc, 
nov,  5(>  2.  Nella  cunclusione  della  qaale 
si  contiene  an  si  fatto  mollo  ,  che  forse 
uon  ci  se  n'  è  alcuno  di  tanto  seDlimeoto 
contato. 

#  g.  VII  Sentimento,  vate  anche  Con- 
cetto, Cosa  immaginati  da'l'  ìnte/tetto. 
Imperf.  Tini.  D,  8  T.  7.  ICJl.  M'eve- 
nuto in  umore  di  ragionare  pirinseote  co' 
sentimenii  Platonici  sopra  amore.  (C) 

g.  Vili,  r.r  Concetto,  Pensiero.  Opi- 
nione. Lai.  sentenlia,  opinio.  Gr.  yvu/Xì}, 
So'^a..  Rijcc,  Inlr.  i3.  Alcuni  erano  di  più 
crudel  seoiimento.  E  nov,  70.  28  Chi 
avrebbe  tosto  ogni  particularita  compresa 
del  mio  sentimcDlo,  come  ha  questo  va- 
leni*  Uiimo  f 

#  g.  IX.  Sentimento  ,  vate  anche  Si- 
gnificato d*  un  discorso  .  d'  uno  scritto  , 
d'  una  voce  ,  o  d'  un  modo  di  dire.  Satv. 
Avve't.  1.  ^,  7,  6.  Il  che  vale  oltre  mu- 
do a  Iurte  i  duldtii  *\r\  doppio  senlimenlo, 
e  d*  ogni  parte  render  chiaro  il  coocel- 
lo. (C)  Pemh.  pros.  3.  205.  Lontana  da 
cui  più  di  si'nlimento  ,  cbe  di  scrittura  , 
è  da  canili,  riuc  du  p<ìrle.  Ed  t  verso  che 
usò  il  Dorcacrio  ,  e  vale  oltre  il  proprio 
sentimento  suo  quanto  it  compermsione.  E 
ivi  .•  La  voce  Cheiite  vale  non  solamcnie 
quello  cbe  vai  Quanto  re  ,  ma  ancoia 
quello  che  vai  {)ua/e  ec.  Aoii  la  presero 
i  più  aniirbi  quasi  sempre  »  questo  s^n- 
linicoto.  (f'J  C'r.  Rrt.  Antt.  l-  l5.  Si 


S  E  .N 

deve  avvertire  «e  la  Ugge  parlasse  dubbio 
per  modo  che  U  potPSiiino  rivot^^ere  a  do- 
Kro  proposito;  e  vedere  a  qujii  >legli  due 
lenlimeali  si  potesse  meglio  ailjture  il 
giusto  e  rulliti,  e  di  ([uello  valersi   (TCj 

#  S  X  Cavare  il  sentiitìffito  tt*  uno 
tCritlOt  o  simile  ,  vale  intenderlo.  Coni' 
prtMthrlo-  I.aic,  Parriit.  Prof,  Vi  dico  , 
■  vi  replico  die  se  voi  bramale  inleoderla 
«  cavarne  il  senlimenlo,  cbe  voi  slìaic  cno 
l'orecchia  vigibnle  ,  e  coli' occhio  de- 
•ITO    (C) 

*  §  XI.  Seni  imeni  0 ,  per  Affido. 
Fior.  S  Frane  i8tt.  Che  giova  all'  uo 
mo  il  molto  digiunare  ed  orare  ec.  con 
grande  seDlÌmrnt<>  delle  cose  celestiali  7  (ì  } 
Belc.  l'tt.  Colomh.  62.  GridavaDo 
Cristo  cou  lauto  fervore,  e  eoa  taalo  sea* 
limrato  di   Dio.  (Min) 

"t  ^  %.  \ìl.  Ktser  uomo  di  buon  sen- 
timenfn,  vale  Ksser  uom  if<ì  brne,  'ti  l'it^--n 
Cuo'-e.  Ji'occ.  g,  5  n.  5.  GÌJromÌDo  il 
quale  de' suoi  dj  assai  cose  vedute  avea, 
ed  era  di  buon  s*-Dliineuio,  rispose  brie 
vemeoie.  ff'j 

#  §.  Xlll.  Sentimento,  per  Sentore,  nei 
tento  del  §  I.  JA  T.  /;*.  5-  cnp.  iX  II 
Doge  annullò  midlo  il  fiitto,  e  dicea  per 
alcuno  sentimento  ch'e'n'  avea  avuto  ,  e 
avea  tatto  spiare,  e  trovalo  avca  che  la 
cosa  era  nulla  (fu  il  Doge  Faliere  di- 
eoUato  )  .   (l  ) 

#  §.  XIV.  far  sentimento,  vale  Muo- 
¥9rsif  o  Far  parola,  e  i' inn  per  lo  più 
in  siìtnifìc.  negativo  J.a->c.  Cen.  2.  nov. 
%.  p'ig-  ifS.  Me  per  cosa  che  tu  odi.  o  che 
ti  sia  fatta,  bai  a  favellare  ,  o  far  senti- 
mento alcuno.  E pas»  ^5-  l-^ra  sempre  mai 
Palananna,  senza  far  molo,  o  sentimento 
■leano,  staio  ferniistìmo.  (C) 

SE.NTIMKNTUZZO.  Dim.  di  Snfi- 
tmento.  Lih.  Son,  i^5.  O  sermollino,  o  buon 
«eolimenlueto. 

SENTILA.    Propriamente   Fognn  delln 

..li'-.  Lai.  sentina.  Or.  dt  vt)ov  .  Frane. 
Harb.  3JP.  2:J  Al  navigar  reddìjmo  ,  E 
qui  ci  ri^-ordiamo  ,  Che  sovente  gujrtlare 
E  quasi  (i^nor  cercare  Tu  facci  Ij  seori- 
Da.  Bocc  Leu,  Pr.  S  Jp.  291.  La 
qttale  io  spessissime  volte  leco,  quasi  d*  uno 
crande  DaviUo  la  più  bassa  parte  d*  ogni 
amttara  rccellacolo,  sotina  chiamai. 

§.  f  Pt-r  Fogn'i  assofutiim.  Lat.  clo-i- 
M  .  Gr.  oifeSpùiv.  Satlu.ft.  Catell.  li. 
Brano  venuii  a  Roma  ,  siccome  acqua  in 
vestina . 

§.11     Per  meta/,  ti  dice  d'O-^ni  ricct- 

icolo,  sì  di  brutture  materinlì ,  come  di 
tcellerfitfzza,  Cnvalc*  ^/cd.  cuor.  L'  ozio 
«  semina  e  cagione  d*  ogni  mala  tenta - 
none  e  cogitatione .  C  f^.  10.  55-  5. 
Nota  che  col  detto  Bavero  vennero  in  Ro- 
ma molli  cherici  e  preljti  e  frati  di  lutii 
gli  ordini,  i  quali  erano  rubrlli  e  sisma- 
tici  di  santa  Chiesa,  e  tutta  la  scolina  de- 
gli eretici  cristiani  .  Fmnc.  Sacch  Op. 
div.  Qae!  lale  eice  della  terrena  sentina, 
ovvero  stalla  ,  e  vanne  al  sommo  cielo  . 
Jr.  Fur.  I-,  -6  O  d'ogni  vtiio  fetida 
teatina.  Dormi.  Italia  imbriaci,  ec 

SE-NTINEI.LA.  S  l.hto  chef,  h  guar- 
dia. Lai.  figHiaf  excu'>iir.  Gr.  fpoupU. 
Fir.  J$.  gfi.  In  guisa  di  senlìnelle  face- 
van  buona  guardia  .  Toc.  Da^;  Stor.  4. 
33i.  Tenere  arredo,  sentinelle,  ogni  co^a 
da  Principe,  dal  nome  in  fuori  Fir  rim. 
8  Già  tante  e  tante  Volte  andò  sentinella 
del  mio  cuore  (qui  fr^nrat^im.  }.  *  C<ir. 
Em.  g  237.  Indi  a  Messjpo  iocarco  Sì 
di  ,  che  seotinelle  e  guardie  e  fochi  Dis- 
ponga ami  alle  porte  e  'ntorno  al  ma- 
ro. (B) 

§.    Fare  la  sentinella ,    vate    Fare    la 

.uardia,  Stir  dì  guardia.   Lai.   exctihare, 

yrubta^  facere    Gr     pròussì».  APfg.  5, 

baori  soldati  in  <-a»ipo.  o  io  cittadella 


S  E  N 

Si  sUnno  tittì  in  far  la  sentioclla.  Alam 
Gir.  H.  21.   Dalla  finestra  fa  la  seutioella, 


5  E  N 


xi5i 


la   da 


ella  .    /iuvn. 


KinchJ 

Fier.  3.  I.  5.  Vn  di  colur,  che  fan  sera 
e  mattina  La  sentinella  a  pie  d'  una  fi 
neslra  (in  questi  due  esempli  è  detto  per 
simìlit.  ). 

•f  SENTIRE  .  Term.  generico  ,  col 
qu.ile  si  esprime  comunemente  il  So^riie, 
o  Ricevere  tutte  quelle  impre.'isioin  cfie 
si  producono  neW  animo  per  mezzo  de* 
sensi  dall'  esterne  cose  sensibili,  0  dn  in- 
terne cagioni.  Lai.  sentire  ,  scnsu  perei- 
pere.  Gr.  ai73«va5à«i.  Dant.  Purg.  12. 
Che  non  pur  non  fatica  sentiranno  ,  Ma 
fia  diletta  loro  esser  su  pinti.  K  2^.  I^b- 
be  spazia  Già  di  bere  a  Forlì  con  men 
secchezza  ,  £  si  fu  tal  ,  che  non  si  senti 
sazio,  E  Par.  4.  Per  sentir  più  e  men 
r  eterno  spiro.  K  18.  E  come  per  sentir  più 
dilettanza,  Bene  operando  1'  uom  di  giorno 
in  giorno  S'  accorge  cbe  la  sua  virtute 
avìfnza  .  Bocc.  nov.  ij.  l^'^.  Grave  m'  è 
ec  ,  e  più  sarebbe  grave  ancora  >  se  io 
qui  non  sentirsi  le.  K  n<.H'.  18-  21.  O  so 
spiri  per  risposta  dava  ,  o  cbe  tulio  si 
senda  consumare.  K  nitm.  2z.  5<'nti  con 
più  firza  nel  cuore  t*  amoroso  ardore.  Jl 
nov.  ^o  18.  La  donna  sentiva  si  fatto 
dolore  ,  die  qua^i  n'  era  per  impazzate  . 
E  canz.  8-  1*  Tanto  è  Amore,  il  bene 
Cb'  i'  per  te  senio.  Petr.  son.  i8i.  Ch' 
un  fuoco  ui  pict^  fessi  senlire  Al  duro 
cuor,  eh' a  mezz.»  slate  gela.  J-J  son.  2ly. 
L*  alma  tra  1'  una  e  1'  altra  gloria  mia 
Qual  ceb-ste  non  so  nuovo  diletto  E  qual 
strania  dolcezz.i  si  senita>  E  cniiz»  3i)  6. 
Esento  ad  ora  ad  or  venirmi  al  core  Un 


liisd. 


gno. 


cap. 


2.   Ella  il  ere- 


U 

de,  £  tu,  se  tanto  o  quanto  d'  amor  senti. 
Oxid.  Mciam.  E  s  niiesì  arder  le  'nteriora 
dalle  cieche  fijmme. 

*t  3  §•  *■   ^^entire,  si  dice  pia  pnrttco- 
ente  d'  alcuni  sensi  j  e  pnnia  e  più. 


larn. 


Jrequeniemente  dell'  udire .  Lai.  autltre  , 
svntite,  accipvre  ,  percipere  ,  inlel/>gi-re  , 
Gr.  xxoJ-fj^  at7ààv-s3ai,  7rpoi>aa€a- 
V;iv  >  xaraiaafix'vsiv  ,  suviì'vac  IJant. 
In/,  23.  Io  gì'  immagino  sì  ,  cbe  già  gli 
senio.  E  Purg.  2^.  E  ben  sentì'  muover 
la  piuma  ec  .  E  senti' dir:  Beati,  cui  al- 
luma Tanto  di  grazia,  ec.  Pttr,  cnnz  38. 
6.  Esser  non  può  c\xe  quell' angelic' alma 
Non  senta  *l  suon  delle  amorose  note  . 
Bocc.  nov.  :^3  i3.  Ed  essendo  gi'a  virino 
al  mattutino,  ella  senti  un  gran  calpestìo 
di  gente  andare  .  E  nov.  60.  9.  (.uccio 
Imbratta  ,  il  quale  era  più  vago  dì  slare 
in  cucina  ,  che  sopra  ì  verdi  rami  V  usi- 
gnuolo, e  massimamente  se  fante  vi  sen 
tia  ninna  ,  avendone  in  quella  dell'  tsle 
una  veduta  grassa  e  grossa  e  pìccolj  e 
mal  fatta  ec.  ,  là  si  calò.  E  nov.  68  8. 
St-nieHdo  Airiguccio  esser  corso  dietio  a 
Ruberto,  prestamente  levatasi  ec,  chiamò 
la  fante  sua.  E  num  12.  E  quivi  tanto 
picchiò  ,  che  fu  sentilo  .  Amel,  !l.  Metti 
nel  peito  mio  la  voce  lale  ec  ,  Sicché  il 
mio  dire  al  sentir  sìa    eguale  . 

§  li.  Veli'  O'iot aio.  Lat.  sentire,  na- 
rihus  perciprre.  Gr.  óivjcci'vtzSca  Dmt. 
Purg,  2^.  E  ben  senti'  muover  la  piuma, 
Cbe  fé  sentir  d'ambrosia  l'orezia.  Bocc. 
nr^v.  i5  27.  Io  sento  il  maggior  puzzo  , 
cbe  mai  mi  paresse  sentire.  Lab.  ia6.  E 
meglio  col  naso  quella  biuta  .  che  cogli 
occhi  sentendo  ec,  appena  gli  spiriti  rile- 
oea  nel  petto. 

§.  III.  Del  Gusto.  Lat  sentire,  gu- 
stare. Gr  ysj'ssàai.  ì^ant.  Pure.  16  Di 
piccol  bene  in  pria  S'unte  sapore.  Bocc. 
nov.  ^3.  21.  E  quivi  i  primi  Irutti  del 
loro  amore  dolcissimamente  sentirono  (qm 
fifiuratnm.  ),  ^  »  E  nov,  '■q  26.  Sentendo 
gli  bonissimi  vini,  e  dì  grassi  capponi ,  e 
d'  altre  bnonc  <rose  assai,  e*  w  .  (Cj 


^  %.  IV.  Del  Tatto,  Lat.  sentire.  Gr 
arrrsj^at.  Dmt.  Puri;.  1.  Di  cui  le  Pi- 
che misere  scntiru  Lo  colpo  tal,  che  di- 
sperar perdono  /:;  Purg  2].  Tal  mi  sen- 
ti un  vento  dar  per  mezza  La  fronte. 
Bocc-  nav.  43.  5,  Il  ronzino,  »enl»Rdosì 
pugnere.  correndo  per  quella  selva  uè  la 
portava.  E  nuv.  60.  21  Chiunque  di  que 
su  carboni  .n  segno  di  croce  i-  tocco,  litio 
quello  anno  può  viver  sicuro  che  fuoco 
noi  toccherà,  che  non  si  senta.  E  nov  77 
10^  EgU  commco  a  sentir  piò  freddo,  cfie 
voluto  Don  avrebbe. 


t  5  §.  \.  Sentire,  per  Conoscere,  Inten 
d.  re.  Accorgersi  Lat.  smti.e.  inteligere 
Gr.  suv..'v«u  Pam.  Purg  27.  E  d.  pò- 
chi  scaghon  levammo  i  saggi  ,  Che  '1  Sol 
corcar  per  1"  ombra,  cbe  si  spense  ,  Sen- 
timmo dietro  ed  io  e  lì  miei  saggi.  E  Par 
15.  Oud'io.  che  son  mprtal  ,  mi  sento  in 
quo.ta  Disagguaglianza  /;  33  La  forma 
UNiversal  di  questo  nodo  Credo  rh' Ìo  vidi 
perchè  più  di  largo  .  Dicendo  questo  ' 
mi  sento  eh'  ìo  g.  do,  Petr.  canz.  28. 
5.  Sento  il  lume  apparir,  che  m'in- 
I  namora.  E  canz,  3.5.  4  Si  ricca  donna 
deve  es^er  conlent.-i.  S"  alt.i  tì>c  del  suo 
ch'ella  noi  st-nta.  E  t^i.  1.  Quel  che  tu 
vati  e  puoi.  Credo  che  '1  senta  ogni  cen- 
Ili  persona.  Lione,  nov.  43.  3  E  per  in-' 
tciposiia  persona  senliio  cbe  a  grado  V 
era,  con  lei  si  convenne  dì  doversi  con 
lui  d.  Roma  fuggire  E  nov.  53.  4.  Co- 
me savio,  s' infinse  di  qu.ste  cose  niente 
seolire.  LC  nov.  71.  5.  ^è  che  mai  di  que- 
sta cosa  alcun  sentirebbe,  se  con  uno  suo 
compagno. 

V  §  VI  Per  Essere  consapevole  a  se 
medesimo.  «  Bocc  nov.  3o.  20.  Come  li 
softeriva  I'  animo  di  dir  di  lei,  sentendoli 
quel  medesimo  aver  fallo  .  che  ella  fallo 
avea?  ii  /IO.-.  65.  5.  Ed  essa  tanto  più 
impazienlcmenle  sosteneva  questa  noia  , 
quanto  meno  si  mentiva  nocente  »  .  Sen. 
Veci.  190.  Tu  hai  paura  di  venire  dinan- 
zi al  giudice,  e  temine;  adunque  li  senti 
colpevole.  (C)  F>  nnc.  S.^ccfi.  nov.  177. 
JMesser  Niccoloso,  come  colui  che  si  senlia 
avere  beo  servilo  l'amico  suo,  subito  si 
turbòe,  ec.  Fr  Giord  Pred  281.  Tu 
se*  tenuto  di  confessarti  incontanente  cbe 
tu   li    senti  in    peccalo    moiia'e.  ff'J 

*  §.  VII.  Sentire,  ifl'e  anthe  A^er 
sentore  d'  una  cosa.  Subodorare  una  cosa 
«  Din  Comp.  I.  16.  Ma  Uno,  il  quale  sa- 
pea  il  segreto,  il  palesò  per  leggiep  zza  ec.j 
onde  gli  Aretini  lo  sentirono,  e  al  cava- 
liere dieron  licenza  .  (C) 

'^  §.VIII.  Sf^tire,  per  Sapere,  Aver  no- 
tizia Dani.  Purg.  16.  O  tuo  parlar  m' in- 
ganna, o  e' mi  tenta,  Rispose  a  mecche, 
parlandomi  Tosco.  Par  the  delbuon  Ghe- 
rardo nulla  senta  (cioè,  cbe  cerio  dei 
conoscerlo,  essendo  tu  dì   Toscana)  ,  (f^ì 

*  §.  IX  Sentire  ,  talora  vale  Infor- 
marsi j  td  in  questo  senso  è  Siìupre  pre- 
ceduto dal  verho  yfiudaie.  »  P.  ce,  nov. 
t\2,  16  La  mandò  a  senlire  quello  che  di 
Martuccio  tr  var  potesse.  E  nov  47.  20 
Maodossi  adunque  tlla  giovane  a  sentire 
del  suo  volere  »  .  (C) 

*  §  X.  Sentire,  talora  vale  Esser  fatto 
certo  d'una  cosa  «  Cas.  lett.  16.  Non 
potrei  sentir  cosa  alcuna,  che  mi  fusse  più 
graia,  che  l'esser  nella  sua  buona  gra- 
zia »  .  (C) 

§  XI.  Per  Credere,  Pìputare,  A<.ere 
opinione.  Giudicare,  Stimare,  Essere  di 
parere.  Lat.  sentire,  opinarì,  existtmare, 
Gr.  vo^t'^nv.  Bice  ncv.  ip.  7.  Non  ti 
sento  di  si  grossn  ingegno,  che  ce.  E 
nnv.  p8.  3o.  Della  providenza  degl' iddi; 
nienle  mi  pare  che  voi  sentiate.  Amet.  5, 
E  prega  si,  che  possa  il  tuo  suggello  Dell^ 
tua  gran  bellezza  appi<-n  parlare  Ciò  che 
ne  sente  nel  ferito  petto     Dant    Par    24. 


Il52 


S  E  N 


Allora  udi-  :     a.r.iumenle  seni.  ,  Se  beo.  , 

G  y.  \o.  230.  3.  Cusano  .mdu»e  .0. 
,,ra  la  qai.liuae  ck-ll  •■  vi.,oae  de  Sani,  . 
face»eul.  a  lui  relazione,  .econdo  che  eu- 
r„„".e„ù>se,odelpr.o    de     c^nro. 

Tr  O  -.  2-  D'I  ""^  P''"  '''''  """'"" 
d.v'ersi  iomini  diverse  cose  ?-"'»°'y;  ""^ 
narea'pii.  che  haiu  scuro  e  d.  loda  so- 
pra luU..  ;1/..'.  Fi(.  (:'••  Q""'"  •""'",'■ 
i^o  pare  che  seo.a  saolo  A6.;s..,.o.  ..uando 

parla  della  resurrezione  d.  Cristo.  Frane. 
Tìarh.  3i3.    !')•  Traiur  nemici  e  amici  e 


paren.i  Neil' iJdicar  ira  lor  come  tu  sen^ 
i.  ^.nm.   .Ut.    \.  4-   5-    «-"  r^Zl 


iracoli    (■•'«  .  f"* 


della  s^nl.là  non  e  m-ra^u..    .-^  .  >  ^ 

prossimo  come  se   medes.mo  -.'"^^*^>  f  Vf '^^      '^\.  §. 
r      .       .  ^        ..    A.À    nrotsimo    slimare  •*    3' 


S  E  N 

Loro  capo  si  fee.  ano  """•"/{■'!,'."  1 
nome  messer  Andrea  delti  Siro»,,  Io  quale  | 

era  mollo  ricco  e  P"".  »"°V.' '"0  .ce. 
quanlo   della   lesla   T  eoe  -  •""■"l'"." '" 
mo).   F.«nc.  lUrh.  82    3.  Questo  e  gran 
^li  e    inganno.  E  quei  J''  P;"""  "^°"^ 
1  1   n  %f    /'    4     lì.  Salvo    messer 

l;'at;;'.-aU.,;"u'.c.?perocch>«.  traode. 

!  „  li  alcun,,  p-rlt  ,lcl  corpo.   ^aU  A^'>rU 
\  \.r  qualche  .nf-rn.i'i  ^!":'"'  '    '"■"•/" 

I  che  senlouo  della   miUa      D'rn     nm^     I. 

,2    Di- che  tu  hai  Doglie  d.  tesU,  «che 

!  li  seni  al  braccio:  Colui  va  via  sema  voi- 


sentire  lo  vero 
meglio  che  d 
Virtù,  dice. 


^  AA  pros.simo  stimare 
l-.  C^iilc  Ih'Cipl.  •P''-^ 
dirittamente  di   Dio  senti 


d.rittàmente  ira  gli    «omini    vivere 


e  operare.  *  fir„».   /.o<     Cai.    '9    * 'I" 
.le   santissime    voci    del    comune      e    allo 
•ntendimento  di  coloro  .che  .'="">"»  ^ 
questo  med.sim.>,  risponderò  .0  P-^he  p 
?ole    (Ci    Co,.  Ult-  9-  Conferiscagli  tulio 
quello  ci,- ella  seote.  conse  farebbe  a    me 

'"Te.' XII.  f- -"•'•'"- """'T' 
„/e  A^^,.ar  uno  d'uà.  co<a  D^rghenc 
scnUr,.    ..    Bocc.g.a.Jl    .Sen.a     farne 

""""rr^rCrEV'^''-"»:  senz'altro 
LV  ad  ilLna  persona  sentire,  bseguen- 

le  mall.oa  ad  andar  verso  il  diserto  m 
Te™,  da,  nascosamente  tutta  sola  SI  mise. 

F^    5    n.    2.   Fattolo  senùre  a    Gunao- 
le.fomposeconlui,  chc.,ua„do  uocerlocen- 
„;  facesse,  egli  venisse.   E  "PP^^^'^^  , 
fante    dall'  altra     parte    mente     d      questo 
lappiendo,   fece  sentire   a    M.nghil.no  ,  che 

yò.l^/e^';r»3-nl.r.FAK  SENTIRE, 

*' •-•  XIV.  Farsi  aetiUre,  si  dice  an- 
che digli  animali,  quando  slridonj.  cf.n- 
no  rumore,  ed  anche  del  cMo  e  del 
freddo,  quando  sono  in  grado  ecces',^0 
V.  FAU   SE.NTlr.E,  §.  Il,  e   IH-   fQ 

■■-  S  XV  Per  Conoscere  ,  Ammirare 
Fior  n.  379  Quivi  l-  aspetta  di  posare 
delle  tue    diverse    fatiche,    d  ove    lo 


-■  s.  XSL  Si    dice  anche  per  melaf. 

.li  Cora  inanimala.   Cecch.  A<siuol.   2.  b. 

Io   me  ne  sentirò  alla   borsa  parecchie  set- 

limane  (come  a  dire:   E   me  ""''"'^     ' 

borsa;   per.  hi:  a^'a  diruto  spendere),  (t  I 

«     XXII.  S'utir  Une  ,    o  male  alcuni 

cosa  .  oale  Averne  piacere  ,  0  d,<p,acere. 

Lai     leriter.  graviUr  (erre.  Or.   xaAWi  i 

yai'tcì;    otpii'^'  ,  .. 

.^  a    XXIII.  J.n/iVii.oA'o/i  ««'<"'''' 

fare  checcl.esda.  ^ale  Essere,  o  .V»"  esser 

disp^slo,  acconcio  a  far  checchessia;  che 

I  anche  dicesi  Senlirsela.  o  Son.enUrseln.^ 

■   Red      ln<.    64     Che    vi    si    vedessero  de 

m'iVe":  !  picc;,li  serpenlelli  naù,  so  quella  corrotta 

■        '  fracidca,  uh  questo    non    mi    sento    d 

crederlo    (Ci  ir,..,, 

*  S.  XXIV.  Sentir  grada,  vale  bssert 
ohbligit,,S.per  grado.  Aver  grat.tud.ne 
Bocc.  Filoc.  7.  Niuna  ragion  vuole  che 
grado    si    senta  del  noQ  ricevuto    benefi 

I        *  g.  XXV.   Sentir  ohbligo,    vale    Sen- 
\   tir  gratitudine.   Credersi  obbligato.  Benv. 
Celi.    Or.f.  43.  Non  prima  hanno  ricevuto 
benefizio  ,  che  in  cambio  di  sentirne  ob- 
!  blig"   al  beneficatore,  ec.  (V) 
I        *    §     XXVI     .Sentire   molta    avanU  in 
checchcJa,  vale  Sapere,  Intendere  assai 
checchesiia.   Essere  assai  versato  in  cliec- 
\  chesùa.  ..  noce.   no...   3.  4.  Tu  se  savi.- 
!  Simo,  e  nelle   cose    d' Iddio    senti    mollo 
avanti  (cioè  .  penetri)  -  .  (C) 

*  §.  XXVII.  .Sividre  mollo  di  se,  va- 
le Avere  grande  opinione  di  se  •  0"'«; 
Star,  lom.8   face.    52.   (  ediz.   l8lq).    Il 


delle  tue    diverse    fatiche,    d  o,e    lo    tuo  ^^^^    ^^^^^.^^  ^^,^^  ji  ^,        j„, 

sangue  si  fari  sentire  da  lolle  le  geot.  del  q^_^      ;„ji„„  conveniente  che  quello  suo 

mondo.  (D)  ,         a       ,  appelilo  ec.  fosse  anteposto  ad  ogni  altro 

#   3     XVI.   .fenlire,  vale  talora  Avere.  |  ^pi_^,    _.__^,.^^j_^ ,   rispetto.    I Pe) 
Bemb    lett.   Nt  voglio  che  ^i  di  ciò  scu- 
date spesa  alcuna  ,    anzi    piuttosto  corno- 


■"§■  x'I'll  Sentire.perAversapore.-L,^ 
tanere  Gr.  yJ'nZu'.  Sen.  Ptst.  6i. 
Cr".l    sapone   dei   sino  v,.ch^.,c^.e  per 

vecchiezza  scie  .V  amaro.  E  Q^-  L  altre 
cose  piene  di  fraciduine  ,  eh  e  ghiottoni 
ingoiino  incontaoenle  che  elle  sentono  di 

R  XVIII.  Per //ccon lenliVe.  Lai.  ajjen- 
tiri,  ralitm  habere.  Gr.  it/Tj»  rr/Ciiìnt. 
C  V.  4-  26.  4-  Il  detto  Arrigo  non  senti 
la  «uà  lezione,  ni:  vi  fu  presente.  I:  g 
ilQ  l3  Confessarono  che  sentirono  il 
Trall'alo.  St«r.  Pni.  31.  Pacano  ragio- 
naro  a  qu.-lli  che  sentiano  lo  trattalo 

g  XIX.  Sentir  d'alcuna  cosa  .  vale 
Parteciparn..  n.ssomiiiltarla.  Lai.  par- 
ticipem  e„e.  re.lole.e.  vergere  Gr.  a.- 
«■«.V.  Ber.  g.  6,/.  11.  N-.-  -1'  -'» 
tipa  era  chiuso,  dio  dal  suolo  del  pratn, 
Unlo  d-  intorno  a  quel  più  bello,  quanlo 
più  dell'  um.do  sentiva  di  quello  /l  -lO.'. 
,1  0  Ella  aveva  il  uaso  schiaccialo  for- 
ie  e  la  bocca  torta,  e  le  labbra  grosse, 
e  'i  denti  mal  comp..»li  e  grandi  ,  e  sen- 
liva  del  goercio  F.  nov.  yO.  2.  Io,  il 
quale  sento  anzi  dello  scemo    che  no 

'     .  .         .      .   ,  .       .^ C#n«         Piti. 


benrhÌ3  giustissimo  rispello.   I Pe) 

if  §   XXVIII.  S  ntire  umilmente  di  si, 
vale  Essere  umile.  Belc.   t'it.    E^-cap. 

26.    Conciossiachl-  tu  non    sia    in    Cielo  , 

puoi  nienlidimeno    dalle  cose  terrene    e». 

ser    levalo  ,  e   nelle    virtuosi;   opere  di  le 

umilmente  sentire.  (C) 

f  *  §.  XXIX.  Sentire  per  alcuno  ,    o 

con    alcuno    vale    Favorirlo    col    proprio 

sentimento  .  o    AeCfnunare  il  proprio  al 

sentimento    di  Ini  ,  o  Se.;uilirne    la    ere-  j 

d,nia  .    la  parte  ,    e    ainn'i      Oon.   I  eli.  , 
120.  Intervenne  che  "1  popolo  si  senli  col  | 
dello  Messer  Piero.  Borgh.    lese.   Fior. 
4oO.   Facendo    forza    il    Be    a    Gilulfo   di 
d"are    a    quella    Chiesa   un  Vescovo    doUa 
ietta  Ariana,  con  I»  quale  e' sentiva,  (fi  \ 
Car.En.   II.  ;33.  E  chi  per  Turno  ben- 
tendo  e  chi  per   Drance  ,  avean    uà    loro 

1  Varii  bisbigli  .  (Mi  Se^ner.   R.sp     (Jniet. 

!  1.    2.  Ilo  Santa  Teresa   dalla  mia:  zegno 

I  lei,  sento  con  lei.  (TC) 

S.   XXX.  Sentirsi  .  ntulr.    pass   .  vale 

I  la/ora  Hisentirs,  ,   Pestarsi.  Lai.  exper. 

\gi<cl.  experge/ìerl .   Gr    aviyii.ss'^a.  . 

1  llocc.    nov.    40.    tu     Questi    .1    zente  ,   « 
I  preso  por  ladro     E  nov.  68.  6.  Tiratolo 
:  spago,  come  usalo  era.  Arriguccio  .1  senti . 
'        «  «.  XXXI.  Sentirsi  obbhfnlo  ad  aUu- 
"  .        .  .       /'--      /*•*      n.   AA. 


SEN 

Della  qual  gentilezza.  »  'J'  'l""?  '^  »Ì 
amate,  mi  offerite;  e  "»,  «''^"'•'  "  ■" 
,i  sento  infioilamenle  obbligalo.  (C) 

e.  XXXll  Sentirsi,  >i  riferisce  ancut 
alla  saniti,  co-porale  ,  e  eorri.p,nde  al 
Lai.    valere.    P.lr.    son    284      Quale  ha  ^ 

eia  i  nervi  e  i  polsi  e  i  pensier  egri.  Ooi 
domestica  febbre  assalir  deve;  tal  mi  «n- 

"%"XXXIII  Onde  Sentirsi  berne,  vale 
Ester  san,;  Son  si  senUr  ben,  ,  o  Sen- 
tirsi male  .  vale  Estere  infer,no  .  E  an- 
che si  USI  ostolulamenle  1  come  ,  per  e- 
^  empi.qu'i'lo  .1, mandando  dell' lUlrui 
"Za:., letamo:  Come  <..'"■'  "oh  X 
nov  36.  11  O  signor  mio  dolce,  oh  che 
Uzenlilul  £""'■  46-9-S'»"-»°">;^ 
ne  della  persona  ec.  ,  delibero  d.  andare 
a  starsi  alquanto  con  lei.  E  nov.  92.  ». 
M«,cr.,  p'oiche  VOI  ben  vi  .entile  lem- 
PO  è  d'uscire  d- iof.rmeria  *  Car.  leU. 
Tom.  122  Per  l'ultima  vostra  DOD  »»- 
«irate  di  lenlirvi  mollo  bene,  (t^) 

*  §  XXXIV  Jenlirri  grave,  vaia  Lt- 
„re  gravemente  ammalato.  Cavale.  FruU. 
lin^  3jl.  E  r.spoodendo  quegli  che  non 
si  sentiva  grave,  e  che  ben  "-f '""";• 
pare  ,  sicché  non  .1  voleva  ""'"»;«  V^ 
lura,  subitamente  poi  raggravo,  e  «enU.U 

ostinalo.  (C)  i,..j,,,i 

*   S     XXXV.   Sentirti  sano,  parlandosi 

di  chieramilato.  vale  E<"rsiri.ana>o 
Aver  riacqnislato    la    ";','''  l„!an 

Colomk.  83  Com-  ebbe  addo!.»  quel  man- 
lello  si  senli  sano.  (C) 

*  §  XXXVI.  .yenurli  aggravato,  ot- 
te  Essere  .  0  Stimarsi  ag-mvato  .   Inslr. 

Cane.  17.  Dell"  q-^l'  ''  ??°;'r«'„*' 
«pena  solo  al  magistrato  àe  SS^So». 
dove  tali  debitori  che  si  «entuseto  aggra- 
vati   potranno  ricorrere.  iC) 

S  XXXVll  Sentirsi  d'alcunacosa^  0 
,l^il,.  vale  A.ere  occasione  di  ricordar^ 
sene,  per  danno,  0  dispiacere   r,ceviiU,ne 

s"o.E..r.i.  •>'•£•""""'. '"!"': 
questa  rolla  ,    che    lungamente  «tenero  a 

1  "^'s  XXXVIII.  Sentirsi,  o  Sentir  di  se, 
vale  Aver, en.o.l-^l  sealire.  sensi,  prae- 
di.um  esse    Gr    «f.,Wv.»a..  Pa.s.  2^^. 

'   San.o  Bernardo  dice  che        ".r^  '',"":    , 
pi,|„,  e  che  non  si  sente,  e  pm  di  lungi 
S.lla     salute,     lìccc.nav.    77.    I?'    '"   "'■' 
luilo  divenuto  si  freddo,  che  appena  sen- 

'"i's"  XXXIX  late  anche  Esser  in  sì. 
in  J„:rr.nc.  Saech.  nov.  19'-  C»^'- 
avea  Unla  ira  sopra  la  donna,  eh.  qua.i 
non  si  senlio.  (I  ) 

if  -S    XL.   Chi    SI    tenie    tcolUrt  ,    li- 

\  ri  a  te   I  piedi  ,     »   ''  ««"■*'  •   »   '""'"  ' 

I  ler,.  proverl..,  colla  quale  ..accenna 

1   Che  ciascuno  dee  pensare  ali.  P"*^^"'' 
fesa,  e  SI  u.a  ancora   Quando  '•"prt'i- 
,  -Sé  /„  generale  alcun   viùo  ,   perche    talu- 
no che    ne    sia    macchiato  s    emendi  .    I  . 
i  SCOTTARE,  S     IV     (C) 
I        SENTITA  .   /'  «mire  .   M    <  '".•  >■""■ 
'  31.  Ah  Signor  mio,  non  «offerir  eh  amau- 
I  doD'  me  si  pana  r  anima    mia    Insta, 
1  r-k..  f.i   i.1   lieta   "ì   quclU   senliU. 
";  t  l  Tfu  ,/i..o  anche  Sentita  *■ 
„^p,r   t;.Ma.  imperf    T.m     D.    IO.    T. 
8 'q6.  Colesli    sono  gli  anlicipaU    g>u<>''> 
per  sentila    dire   di  mano    in    mano ,  che 
£.  i    vogo  più  cumunale  di  c«li  filo-B 


1«I 


!l 


piìl 


•a:i:i:t;ltrrs^/r-;;:.;^l--'-'--''-  '-  ""-''■ 


di  primo  pelo    (F)  j„„.  . 

l  II.  .Vrnl.M  ,  per  AstuMa,  AccorL.- 
J.Sagacilà.L».  callidità'.  ^^'-••- 

Gr.  s=Lvi)o;y.«,  o.ivot.;;.  O.  I  ■  /•  "• 

4  Disses.  ,  e  fu  manifesto  .  chela  maj- 
1  It  cagione,  pe,  che  lo  B.  d' Ara.na  10- 
i;;'i*la  delti  battagli.,  f»f""'r"'"; 

J,  ""gran  senno  .  e  e,™  grand,  seni  la  d. 
I  guer»  ,   per   far   partir,  lo   re   Cario  d 

Italia  . 


S  E  N 

SENTITAMENTE.  Ai^verb.  Cautiìmen- 
t«,  AccorUitnentf .  Lat.  caute.  Gr.  TSpu- 
ìa*/jui^y&){  •  ZibaLl  A'utr.  \\~.  pjrUtite 
eoo  baldjQia  ,  ma    ouu    ^enlitameutc  ,  oc 

J  SENTITO  .  Ada    da  Sentire  .  Lat. 

mudttus.  Gr.  r.nojifitvsi  .  Frane,  Barb 
394-  21.  Mj  io  peooa  noo  li  lasso  Colai 
sealito  pauo. 

•f  *  §■  '  ''''•  P'tttt^  ,  Soffèrto.  Fr. 
Ìmc.  T.  ^  33  l3.  Caduta  m*è  la  reuma 
Per  lo  fredda)  sentilo  (così  Itggis  il  Vo- 
cmbol.  aih  voce  REUMA  ,  ec).  (B) 

g.  II.  Per  Accorto,  Cauto,  Giudizio- 
so^ Lai.  caiitus  >  prudens.  Gr.  su^x€y]'^  , 
fpdvifiOi-  Cron  f'tlL  i5.  Il  detto  Tom- 
maio  era  multo  4uliÌto  e  nuovo  pesce  , 
(|uaa(ocbó  foue  beoe  savio,  e  contilo  pui. 
Jiocc.  noi',  6jj.  aS.  Sia  eoo  lii  mula  ven- 
tura, %e  tu  m' b.ii  persi  poco  sentita,  che 
se  io  Tolesii  altendore  a  ijufsle  Iri&lezze, 
cbe  tu  di*  che  vedevi,  io  te  venissi  j  lare 
diuauxi  agli  occhi  tuoi.  .1/.  f.  g.  J2.  Il 
quale  fu  messcr  Ciappo  da  NjtiiÌ,  uomo 
d'  arme  valoroso,  e  seniito  jss.ii.  '"?  fìorgh. 
Orig  Fir.  20^  lo  non  credo  già  che  sia, 
DOD  pur  CrisliaDo  oessuno  ec.  ma  né  uo 
mo  grave ,  e  seutilo  ,  che  noo  se  ne  ri 
i'-  (C) 

*  §.  III.  Sentito,  si  dice  anche  di  Ciò 
che  e  fatto  ,  o  detto  con  accortezza  ,  con 

f'iudizio.  m  Bocc.  nov.  6o.  I.  Imposto  si- 
cDiiu  a  qu<>gli  che  ti  seniiiu  mxtto  (ti  Guido 
lodjvaao  ,  iocominciò:  er.  »» ,  (Cj  lìor^h. 
Arm.  Jam,  li  5,  Mjudo  futiri  un  discorso 
sopra  r  ammuoire  molto  grave  .  e  senti- 
to. Drp.  Dccam,  ^5.  OUlc  al  sentito  giu- 
dìiio  di  così  pratichi ,  e  lauto  ìoleudeo- 
li.  (F) 

*  §.  IV.  Per  Saputo.  Bus  2|3.  Sen- 
tilo il  tradimento  suliito ,  e  non  pennato, 
ispaurilo  ,  e  con  p.uira  di  m-irle,  vestilo 
ni  panni  d*  uno  suu  servo  ,  u^cì  dell*  as- 
salilo palagio    (Cj 

*  S-  V.  Per  BiconoiC'Ufo,  Dani.  Par. 
»7.  Tale  era  io,  e  tale  era  sentilo  E  da 
Beatrice  e  dalla  sjuta  lampa  Che  pria  per 
me  area   mutato  sito,  (yj 

t  *  S  VI.  Per  Scoperto.  Fi/.  SS. 
Pad.  z.  300.  La  Icouessa  vedendo.^!  sen- 
tila, e  temendo  ce.  prese  un  suo  leoncioo 
ec  e  fuggi.  Pecor.  ^.  ii.  n.  i  Egli  -ra- 
ti/i n.i  J  si  parti  da  Fiesole  e  arrivò  nel 
piaoo  di  Pistoia  ,  ma  seodo  seoiito  ,  di 
trailo  gli  fu  gito  dietro  (cioè,  ma  essen- 
do egli  stato  seulito,  ovvero  aveudosi  della 
cosa  avulo  seniore)    (F) 

t  *  SENTOHE  Faco/tà  che  ha  l*  a^ 
nima  di  ricer-re  C  impressione  deijli  og- 
getti per  mezzo  de'  smsi  j  Srnti'fie'i(o  . 
fiele  l'it,  Colomb.  \'ìi  Cadde  io  terra 
come  morto,  e  così  stelle  tre  di  e  tre  notti 
MDEa  alruao  sentore,  o  movimento.  (Min) 
§  I-  Seniore, prr  Odore.  l.al,  odor.  Gr. 
03_un  .  Ahm,  Co't.  3.  lìti.  II  doralo  co- 
lor che  lunge  splende,  E  *l  soave  senior 
che  largo  sparge.  La  sua  nialurità  pjlese 
fanno . 

f  -^  §  II.  Stntore,  si  trova  anche  f^er 
Intcfigenza  ,  Guiit.  leti  3l.  76.  Vi  do- 
mando che  sìa  brunito  Io  mio  rugginoso 
sentore  dclU  qu-ttione  di  sollo    (F) 

§■  III.  Sentore,  per  Romore,  LjI  stre- 
pitus  Gr  J-9j)o;.  Bocc.  ncv.  gfi  6.  I  vini 
VI  furono  ottimi  e  preziosi ,  e  1'  ordine 
hello  e  laudevolc  molto,  senza  alcun  sen- 
iore, e  sema  noia  Stor-  Aio//,Le  girelle 
onle  non  fjr^vano  sentore. 

§.  IV,  Senf'rr,  per  huiizio,  o  Avviso 
dt  qumfcfe  Cora,  ovulo  quasi  di  nascoso, 
o  non  f-en  certo.  Lai.  rumor  ,  indiciuni . 
Or.  pr'ttiJ,  x/or;.  M,  F.  ;.  6^  Avendo 
alcun  sentore  .  cbe  sanza  sua  saputa  1* 
antico  amiro  del  capitano  ec.  trattava  al- 
runo  accordo  rei  Legalo  ec,  il  fece  pren- 
dete Fir,  T'in.  3.  3.  Se  egli  avviene  che 
F*.iabQkric   T.  li. 


SEM 

Alessandro  ne  abbia  sentore.  Ciiijf.  Cafv. 
3.  q8.  Avendo  avuto  sentore  e  notizia 
Cbe  'il  Tunisi  bandito  è  'I  l<<rniami'nlo . 
Farch.  Stor.  ^,  lOl.  Avendo  il  Marchese 
ec.  avuto  prima  seutore  ,  e  poi  certezza  , 
cbe  ec. 

§.  V.  Slare  in  sentore ,  vile  Stare 
aspettando  con  attenzione  qualunque  noti- 
sia.  Lat.  animiim  attendere  Gr.  Tipoui- 
;fjiv  rs'v  voZv.  G.  /'.  7  i3o  10  Tutti 
i  Fiorentini  sì  amnjiraro,  onde  rio  fosse 
avvenuto,  e  tulli  stavano  in  sentore. 

•f  SENZA,  ed  nll'ant.  SA^ZA.  Pre- 
posizione separativa.  Lat.  sine,  nhsque. 
Gr.  avìi.  Bvcc  n-H'.  5i.  .1.  Mise  mano 
in  altre  novelle,  e  <)Ul-IL  rbe  cominciata 
avea  ,  e  mal  seguila  ,  senza  {ìniu  lasciò 
stare,  r.  /iDi*  56.  I-  Sinza  dal  nostro 
proponilo  deviare.  Aniet.  5.  T'cco  eh'  io 
vaglio  poco  ,  e  molto  meno  Sjnza  di  le 
ispero  di  valere.  F  55.  Gli  amorosi  <lardi 
da  me  allora  non  conosciuti  sentendo  nel 
battente  petto,  sanza  pru  hidava  le  mie 
bellezze.  Vani,  Par.  5.  Che  non  Fj  scien- 
za ,  Senza  lo  ritenere  ,  avere  inteso  F 
rim.  2.1.  C.inioo  ,  lo  vedi  ben  rome  è 
sottile  Quel  filo  a  cui  i' atlien  la  mia  spe- 
r.iQza,  E  quel  che  senza  questa  donna  io 
posso.  Ar.  Fnr.  32.  r)C).  Alla  donna  d'  I- 
slanda,  che  non  sanzj  Molta  suspizion  sta- 
va di  questo.  Il  signor  disse  :  clie  serviara 
1*  usanza  ?Jon  v*  ha,  Donna,  a  parer  se 
non  onesto  Cns.  Iftt.  67  Non  volere 
stare  in  nionla^na  in  tanta  solitudine  san- 
za frutto,  e  sanza   profìtlo  alcuno. 

•f  §.  I.  TaLra  vale  Oltn-.  Lat,  pra- 
ter.  Dani.  Inf,  3l.  E  venimmo  ad  Anteo, 
che  ben  ciof{>j'  alle  Senza  Id  testa,  uscia 
fuor  deljj  gioita.  G,  F.  6.  5o.  2.  Legali 
ne  vennono  in  Firenze  più  di  tre  mila  , 
sanza  quelli  che  niessono  i  Lucchesi.  Bocc, 
nov.  60.  9.  Aveva  de*  fiorini  più  di  mil- 
lantanove,  stoza  quelli  che  egli  aveva  a 
dare  altrui. 

^  3.  II.  È  proprio  di  questa  particella 
unita  che  sia  al  presente  dell'  infinito  at- 
tivo ,  di  dare  ad  es^o  la  ftrza  passiva. 
Med.  Arh.  Qr.  2.  Acciocché  in  noi  s'ac- 
cenda r  amore,  e  1*  affetto,  e  informisi  in 
uso  il  peosiere  nostro,  e  pianlisi  (erma- 
mente sancì  dimenticare  nella  memoria 
nostra,  si  mi  sono  studialo  di  raccogliere 
questo  fastello  della  mirra  (cioè,  xenzn  es- 
sere dimenlirnlo).  Dani,  Pur^.  6.  Molti 
rifiutan  lo  comune  incarco  ;  Ma  il  popol 
tuo  sollecito  risponde,  Senza  chiamare  ,  e 
grida  i*  mi  sobbarco  (cioè,  sema  essere 
chiamalo).   (C) 

V  g.  III.  Questa  preposizione  ta- 
lora è  seguila  da  un  verbo  infinito,  come 
negli  esempii  di  sopra}  talora  da  un  CHE 
col  soggiuntivo,  come  al  ^.  Vili.;  e  talora 
in  un  medesimo  costruito  e  periodo  si  uni- 
sce prima  in  un  modo,  e  poi  nell'  altro. 
Fior.  S.  Fronc,  64.  Corre  alla  porla  ,  e 
sanza  altro  addìmandare,  o  che  mai  eglino 
s' avessioo  veduti  ec  ,  s'abbracciarono  in- 
sieme, fj') 

§  IV.  Sem'  aUro,  posto  avverbialm.  , 
vale  Certamente,  Senza  diibhio ,  Assola- 
tamenle  .  Lat  sine,  procu/dubio.  Gr. 
/iì'vroi,  «.'vaujJiSo'lu;  Ma!m.  7.  2.  Que- 
sto ha  '1  vantaggio,  al  mìo  parer  ,  senz* 
altro. 

*  §.  V  Senza /orve,  posta  awerbialm., 
vale  Certamente,  Guid.  G.  li.  |.  Senza 
forse  lo  ìscendere  ci  sarebbe  stalo  più 
agevole.  (C) 

§.  VI.  Senza  modo,  posto  awerhialm . , 
vale  Smisuratamente,  Fuor  di  mrdOt'Lit. 
extra  modum  ,  immodice.  Bocc.  nov.  3.5. 
2.  Uomo  molto  ricco  e  savio,  ed  avveduto 
per  altro,  ma   avarissimo  senza  modo. 

t?  3.  VII  Senza  stima, posto awerbialm., 
vale  Smisuraiam^'Ute,  Senza  modo.  Bocc. 
g.  5.  n.  S.  Per  la  morte  del  padre  di  lui. 


S  E  N 


ii53 


e  dì  un  suo  zio    senza    stima    rimase  ric- 
chissimo. (C) 

§■  Vili.  Senza  che,  che  anche  si  scrive 
Stnsachè,  vaie  lo  .ttesso  che  Oltreché. 
Lai,  praeterquamquod.  Gr.  ;iÌt;'v  ori'. 
Bocc  nov.  5t.  i^,  Si-nzacbè  egli  pessima- 
mente, secondo  la  qualità  delle  persone,  e 
gli  alti  che  accadevano.  pr,.ffereva.  If/io^». 
60.  7.  Senzache  egli  ha  alcune  altre  tac- 
cberelle  con  queste,  che  si  t-ccion  per  lo 
migliore  Calai.  6.  Senza  cbe  V  altre  virtù 
hanno  mislìero  di  più  arredi,  i  quali  man- 
cando, esse  nulla,  o  poco  adoppiano.  /£  8|. 
Senza  rlie  mostra  che  il  convito  non  sìa 
abbondevole   d*  intromessi. 

§.  IX.  Senz.ic.hè ,  si  usa  eziandìo  in 
/orza  di  nrgire  ,  0  di  csiludere  .  Bocc. 
nov.  16.  5.  Senzacbe  alcuno,  o  manoaio, 
o  altri  ,  se  ne  accrrgesse  ,  una  galea  di 
corsari  sopravvenne.  F  uov.  i,8  23.  Lun- 
go, e  aniuroso  piacere  prese  di  lei  ,  seo- 
zacbè  ella  ,  o  altri  mai  s'  accnrgesse  che 
altri,  cbe  Gisippo,  giacesse  con  lei  Petr. 
son.  7^|.  Basii  dunque  il  desio,  senza  eh* 
io  dira. 

■}■  §.  X.  Senza  pia  ,  po<to  avverbial.,  va- 
le Solamenre,  Senz'altro.  Lai  s^lum ,ditm- 
ta.ral  Gr  p^jvov.  Bvcc.  nov.  88.  '\  Pri- 
mieramente ebbero  del  ecce  e  dilla  sorra, 
e  appresso  ÒlÌ  pesce  d'  Arno  fililo  scov 
za  più. 

t  §  XI-  F  parlandosi  di  persona  , 
l'Ole  Solo  ,  Senz' altra  compagnia.  Bccc. 
Introd.  5t)  Le  vivande  dilic.ilamenle  falle 
vennero,  e  finissimi  vini  fur  presti,  e  sen- 
za più  cbelamonte  gli  Ire  laiingliari  ser- 
virono le  Uvole  .  F  nov,  l"».  20.  L* 
abaie  con  gli  due  cavalieri  ,  e  con  Ales- 
sandro senza  più  ,  entrarono  al  Papa  .  E 
Leti  Pia.  Boss.  2'5.  Se  la  guerra  de' 
Lapiti  non  fosse  suta  a  l'erjtoo  ,  sempre 
avert-bbe  estimalo  d'  avere  molli  amici  , 
dove  in  quella  solo  Teseo  si  Irovò  sanza 
più  .  *  Cecch.  Assiuol  5.  2.  Conferii  il 
tutto  col  mio  Giorgetlo  ec. ,  e  senza  più 
mi  stavo  travestito  a  uso  di  serva  ec, , 
aspettando  er.  (f) 

■\-  SENZIENTE.  Che  e  dotato  di  sen- 
so .  S,  Ag-rst.  C.  D,  li.  nS  Ancora  se 
noi  fossimo  arbori  ,  non  poteremmo  ama- 
re alcuna  cosa  con  movimento  senziente  ; 
n.ndimeno  ec,  E  l3.  2.  Può  parere  ma- 
raviglioso  come  il  corpo  si  dica  essere  uc- 
ciso per  quella,  per  la  quale  non  essa  a- 
nima  abbandona  il  corpo ,  ma  1"  anima 
senziente  nondimeno  è  tormentata  .  (B) 
d-'perf.  Anni     ipi.  Dico    adunque  come 

I  nervi  danno  al!e  partì,  o  il  senso,  o  il 
molo,  secondo  che  in  quelle  ,  o  in  quell* 
altre  parli  si  spargano,  non  essendo  egli- 
no   per  sé  ne  senzienti,   ne   motori,  ec.  {F) 

•f  SEPAIUOLA.  So>ta  d'uccello  men- 
t'-'vnto  dal  Pulci  nel  suo  Morgnntr,  forse 
così  detto  dallo  star  fra  le  siepi  j  onde 
forse  è  lo  stesso  ihe  Be  di  siepe.  Morg. 
l'i-  58.  Avelia  e  capilorza  e  sepaiuola. 

SEPALE.  F.  A.  Siepe,  Siepa;:lia.  Pe- 
cor. g.  i),  nov.  2.  Essf-ndo  ordinate  ,  e 
fatte  le  schiere  dall'  una  parte  e  dall'  al- 
tra, venuti  innanzi  gU  spianalori  tagliando 
sepali  e  arbori,  e  riempiendo  fosse. 

SEPARABILE  .  Add,  Alto  a  potersi 
.separare.  Lai.  si'parahilis.  Gr.  ;^wpilToV 
farcii  Ltz.  2^5,  Trovandosene  delle  se- 
parabili, e  di  quelle  che  non  si  possono 
separare  . 

*  SEPARABILITÀ*.  Astratto  di  Sepa 
ralnle.   lmpe»f.    Tim.   D.    IO.    T.  8.   265. 

II  credere  che  senza  i  sensi  anticipali  si 
possa  giungere  alle  cose  ictelligibili.  e  ali 
esistenza  di  Dio;  e  dalla  separajjiblà  del- 
la mente  dal  corpo  nell'  iolima  natura  d* 
ambedue  ,  io  1'  ho  per  impossibi'e  ,  ne  V 
idee  innate  da   per  se  l'ho  per   veie.    (F) 

SEPARAMENTO.  Il  separare.    Di- 
s<*iuSnimento  ,  Lai     separatio  ,  dissolutio. 


il54 


SEP 


Gr.  ^i«xot7i;.  òi«>05t;.  ^it.  Crist,  D, 
Desideriamo  adunque  noi  qiiestu  tepara*  , 
meato  del  corpo  nuslro  ec.  Ed  io  quello  '. 
niexxo  ,  menlrechè  noi  ppniamo  ad  a»ere 
questo  separamento,  stiamo  morti  al  mon-  i 
do  .  Pav.  .SVnrn.  29.  Avverliucro  mollo  ^ 
e  mollo  quanti  mjli  questo  leparamento  . 
apporterehlie  . 

SEPARANTE.  Che  separa.  h»i.  segrt- 
gans  ,  teparaas  Gr.  Siax^'vuv .  Viv 
Disc.  Arn.  7.  Quanto  le  case  ec  co'  lor 
piani  terreni  scendano  soilo  'I  piano  de 
predcllì  lastrichi,  sep.iraniile  da   Arno.         \ 

SEPAHANZA   V.  A.  Separamento    Lat. 
divisto.   Gr.    x"P*'>^i'    ^''■'    '''^*    ■''*  ^'  , 
l4*   16-   Giunta    m'  è    la    coltellata  Di  lì 
grande  sep.iranza. 

t  5  SEPARARE.  Di ^aia^nere.  Sparti- 
re ,  Disunir.-  tIeUi-  persone,  degli  a»t- 
mali  f  o  dffle  cose  che  erano  inueme . 
Lai-  scprirar.-,  tesregar,-,  ahulienare,  Gr. 
JcKxwsc'^scv  .  ^  Rrd  Cons.  t.  22^.  Fa 
di   me&ticre  prorcurar  rhe  il  feyato  come 

f;1andula  scparatoria,  separi  pcrfeliamente 
a    bile   dal   s-ingue.  (Cj 

t  g.  I.  E  in  sii:ni/ic.  nentr.  pa^s. 
Sagg.  nat.  esp.  S'j.  Rompendo  quel 
velo  sottilissimo  che  L  circonda,  verri  a 
lìberirsi  e  interamente  separarsi  dall'  ac- 
qua. *  lied.  Co'ts.  I.  220.  Suppongo  in 
primo  luoga ,  eh'?  nel  fegato  ec.  ,  rome 
gianduia  separaloria  della  ìu\f.  o<m  sì  se- 
pari beuo  essa  bile  dal  $;ingue.  (Cj 

*  §.  li.  Separare,  Jt*;nratam,  per  Fnr 
cessare.  «  lìocc.  n<v.  36.  r>.  Acciocché 
niuna  cagione  mai,  se  non  morte,  potesse 
questo  lur  dilettevole  amor  separare,  ma- 
rito e  moglie  scgrciamenle  divennero,  E 
nOi'.  98-  4.  Uoa  amicizia  sì  grande  ne 
nacque  ira  loro,  che  mai  poi  da  altro  ca- 
so,  rhe   da    morie,   non   fu   separala  •».  (C) 

^  §.  Ili  /•' pur  figli rftiam.  e  in  .ft?ii- 
fic.  nrtitr,  p-it!,  per  Jl/ontannru.  -  lìfiCC, 
nov  60.  2.  Oggi  io  non  intornio  di  vole- 
re da  quella  m.iteria  scpar-^rmi,  di-lh  qual 
voi  tutte  avete  assai  iicconciamcule  par- 
lalo ".  (C) 

SEPAnATAMENTE  Àvverh  Con  se- 
parazione .  Lat.  scparatini  _,  distinctim  , 
seorsim  .  Gr.  X^.'''^  *  ^'''  ^'  "*  ^'  ^''** 
sonsi  accomodeviilmente  seminar  1*  erbe 
separatamente  e  mescolatamente  Bemb. 
Stor.  5.  58  Conveniva  separatamente 
mandar  denari  e  ali*  arnuUi  e  ali*  eserci- 
to ili  terr.i  -.'  .ir.  Sat.  2  Se  separatamente 
cucuinarme  Vorrà  mastro  Pasquino  una  o 
due  volle  ,  Quattro  o  sci  mi  fari  T  viso 
dell'arme,  (ffj 

t  'A'  SEPARATIVAMK.NTE.  Awerb. 
in  m)do  separato .  /te/ltn.  Disc.  3.  I^I 
Abbia  una  cordicella  distinta  e  separativa- 
mente da   liiHe   l'altre     (Min) 

SEPARATIVO,  .fdi.  C/i  separa,  hit. 
separnns  ,    segrega/ii       Gr.     ^lax^t'vwv  , 

SEPAItATO.  Jdd,  da  Separare.  Lat. 

separata  K  Gr.  x^',-^'- "'»  BoCC.  nov. 
^3.  4  Trovò  per  ventura  alquanto  sepa- 
rata d.tll'  altre  navi  una  navicella  di  pe- 
scatori .  E  l'it.  Dant  22^  Con  assiduo 
studio  pervenne  a  conoscere  della  divina 
essenzia,  e  delle  altre  separale  intelligen- 
lie  quello  .  rhe  per  umano  ingegno  (|ui 
se  De  può  comprendere.  jV.  f,  2*  33  I 
quali  bene  armali,  separali  dall' altra  gen- 
te, con  le  srale  a  rio  dtputale  ec.  si  di- 
risxarono  verso  quella  parte  della  terra  , 
ovo  r  ombra  gli  copriva.  ^  Itorgh.  Rip. 
25l>  Tla  1.1  rapace  gioita  ec  appresso  di 
tè  ,  iu  una  ilanxa  separata  ,  più  terbatui 
di   pesri.  (C) 

#  SEPARATORIO  Adi  Separativo 
Lat.  sepnrans  ,  Gr.  Jiat^wp*  ?"*  •  ""^ 
Cons*  I  320>  Suppongo  in  primo  luo- 
go .  rhe  nel  fegato  ce. ,  come  gianduia 
separatoria  della  bile,  non  ^i  *epjr>  bene 


S  E  P 

essa  bile  dal  sangue.  E  224-  F'  ^i  ^^' 
sliere  prorrurar  chi"  il  fegato,  come  gian- 
duia separatoria  .  separi  pcrfellamenlc  la 
bile   ddl    sangue,   ec.   (*) 

t   SEPARAZIONE     L'azione  di   sepn- 
rare^  o  l*  Kjjeiin  ài  questa  azione.  Lai.  $e- 
paratio  .   Gr.    ei'/x^iTi;  .    Cape.    Jiott.     \. 
|3     Conriouiache    dalla    mia    separazione   , 
nascerebbe    la     morte    tua      E  |.  22.   Di  | 
grazia  ricordati  di  quello  che  ti  dissi.  A» 
Di  che?  G.    Che  di  questa    separazione,  | 
che  tu  vuoi  fare  da  me.   non   ne  nascesse  ' 
la   morie  mia.   Sag^.  nat.  esp.   |5o   Que- 
sta separazione    non    cominciava    se     non 
dopo    che  r  acqua  avea  comincialo  a   pi- 
gliare   il     freddo    gagliardo  .     #    Segner, 
Pred.    Pai    Ap.   2.    1 2.    Un  tale    al.haii 
donameoto  non  fu  per  certo  ona  separa- 
zione  reale    della    divinili    dalla    umanì- 
ti    (TCj 

*  §  Per  Morte,  l'it.  S.  Gir.  56.  Ao- 
nuntia  loro  quello  e*  hai  veduto,  accioc- 
ché da  loro  si  parta  ogni  tristizia  della 
mia  separazione  (cioè,  della  mia  morte. 
È  l'anima  di  San  Girolamo,  che  parli  in 
visione  ni  vescovo    (^irillo  ),  (f) 

«  SEPARI,  r.  L.  Add.  Dispari.  "Lit. 
sepnr  ,  dt^par  .  Cor.  Reti.  Ansi.  Zl^. 
Come  quelli  che  giuncano  alla  mora  t' 
abbattono  a  dir  il  vero  più  farilmeole  a 
dir  pari,  e  separi,  che  a  spcciScar  quanti 
sono.   (C) 

*  SEPE  .  Specie  di  lucertola  ,  il  cui 
dono  è  Vfrgolalf^  di  Cotor  hrontino.  Sn'- 
vin.  Ntc.  Ter.  E  ancor  la  sepe.  all'amili 
lucerle  somigliante,   schiferai,  f.'^^ 

*  SEPELLIRE.  Lo  stetso  che  Seppel- 
lirei ma  meno  usalo,  Mcd.  Arh  Cr  58. 
lovolserlo  in  un  prezioso  zendado,  e  con 
la  sua  beala  madre  presente  il  sepelliro- 
no  in  un  nai>vo  monimento.   (C) 

*  SKPELLITO  .  Add  da  Sepetlirr  . 
^for.  S,  Greg.  6.  25  Per  1'  una  Tila  fat' 
tivt).  e  per  1'  altra  (contemplativa)  si  può 
dire  che  1'  anima  sia  nascosa  e  sepellita 
dalle  concupiscenze  carnali.   Il') 

SEPOLCRALE ,  e  SEPULCRALE  . 
.■idd.  Di  sepolcro  .  Lat.  .lepulcralis.  Gr. 
STIiTayixrf?  .  Dant  Puro,  21.  Gli  sur- 
to fuor  della  se[>ulcral  buca  .  Red,  leti. 
Occh.  Ne  mi  e  ignoto  ì\  Jab  r  oculanu* 
et  ocalariariiis  de'marmi  sepolcrali.^  Se- 
•finer.  Pred  Pil  Ap.  IO-  9.  Fece  Icv.ir 
via  la  lapide  sepolcrale.  (TC) 

*  SEPOLCRETO.  Term.  d,-g.'i  Anti- 
(fìtarii  Luogo  dOi'C  si  trovano  molti  an- 
ticlii    fep.y/cri     (J) 

SEPOLCRO  .  Luogo  dove  si  seppelli- 
scono i  morti  j  Avell-^t  S-poltura  .  Lat. 
sepiilcrum  .  Gr.  Tas>5;  .  Prtr.^cnnz.  39. 
(\.  E  temo  eh' un  sepolcro  ambeduo  chia 
da  Pocc.  nov.  3i  32.  Onorevolmente 
amenduni  in  un  medesimo  sepolcro  gli  fé 
seppellire  Frane.  Sicch,  nov.  229  Volle 
il  suo  consiglio ,  dunde  ne  potesse  aver 
uno ,  che  *l  dello  sepolcro  ^li  facesse  ■ 
l'it  S.  Gio.  Rat.  2-47,  Feciono  fare  il 
sepolcro  bellissimo  ,  e  portarono  questo 
venerabile  corpo  al  sepolcro  ,  e  muonlo 
entro.  Innaosi  che  '1  sepolcro  si  richiu- 
desse, i  discepoli   suoi  add  <loravjno. 

§  I.  Dicendosi  Sepolcro  assotutnm.f  s'in- 
tenda tfuello  di  Gesù  Cristo  per  eccellen- 
za. Lai.  tanciiim  f-pnhmm.  Gr  ó  dcy^o; 
Tx'po;.  fio(c  nov.  6*.  3.  Li  quali  tornati 
erano  dal  Sepolcro.  Dani  P.tr.  ij  Sic* 
chi?  tu  vincesti  Ver  lo  Sepolcro  più  gio- 
vani piedi.  Fi  fine  Sacch  tip.  dtv.  qc). 
Imponendo  a  chi  ha  fatta  la  ingiuria  , 
vada  ec.  chi  al  S-'polcfu ,  e  chi  «  san  Ia- 
copo ,   ce. 

*  §  U.  Dar  sepolcro,  \'ti!e  Seppelli- 
re .4r.  Fiir.  IO.  28  Di  ditagìo  morrò;  ne 
chi  mi  copra  Gli  occhi  sari  ,  oè  chi  se- 
polcro dia.  (P) 

1   SEPOLTO,  «  SEPOLTO     .4dl    d.t 


SEP 

Seppellire  j  S>-ppelltto,  Lat.  sepultus,  ha- 
matui  Gr.  rixfu'i.  Dant.  Purg.  3-  Ve- 
spero  4^  gii  culi,  dove  è  sepolto  Lo  cor* 
pò  E  3i.  Muover  doveati  mia  carne  se- 
polta .  Pit.  SS.  pud  I,  II.  Paolo,  se- 
pulto  vilroeote  in  terra  ,  risusciteri  con 
gloria. 

!|r  §.  l.  E  in  /orza  di  sust.  •  Dani. 
Pnrg  12  Sovr' a'  sepolti  le  tcmbe  ter- 
ragne Porian  segnato  qael  eh'  egli  era 
pria  -.  Ott.  Com.  ivi:  Sopra  le  sepoIlD- 
re  molte  fiale  è  figurala  1'  immagine  del 
sepullo.  (Prj 

*  §    Il     E  /ij^urat.  per  Immerso,  Cor. 

En.  2.  44^'  A^^'*''  I*  <it^*  <^'  S*'*  "*'' 
l'ozio  E  ne)  sonno  e  nel  vino  era  sepoK 
U  .  (FP)  Segner.  Pred,  -.  2.  Vi  pensa 
il  giorno  ,  vi  ripensa  la  notte  ,  1'  ha  fio 
presente  nell'  animo  allor  eh*  ei  giace  se- 
polto in  nn  alto  sonno    (Rr) 

g.  111.  Per  meta/  vale  Occulto,  Pia- 
scosto.  Perduto.  Sionoiciuto.  Lat.  seput- 
ttts.  Gr  aTTO/cx^u/x/Alv^;.  Dani»  Par.  7. 
Questo  secreto ,  frate ,  sta  sepolto  A^ 
occhi  di  ciascuno  .  Cocc.  nov.  55  3.  A- 
vendo  egli  quell'  arte  ritornata  in  loce  , 
che   molti  secoli   ec.  era   stala    sepolta. 

*  SEPOLTUARIO  ,  e  SEPULTUA- 
RIO.  Chi  possiede  propria  sepoltura j  e 
diersi  riipetto  al  luogo  dov*  ella  si  trova. 
f'asar.  l'it.  Secondo  che  erano  tassati 
sepulluarìi,  e  chi  ci  aveva  cappelle.   (A) 

SEPOLTURA  ,  e  SEPCLTORA  -   Se- 
polcro ,  e   /'  Alto    Alesto    del    seppellire  ■ 
'   Lai.  fnneratiù  ,  hiimalio  ,  sepaltura  ,  se- 
i  pulcriim    Gr-  Tst'y»;.   Pocc.    n-v.  81-  6 
.  Ti  debba   piacere  d'  andare  stadera  io  sul 
primo   sonno,   ed   entrare   in   quella   sepol- 
tura  dove  Scannadio   è   scppeIJiln.  E  Hum. 
8.   Che  non  che  in  ona  sepoltura,  ma  in 
j   Inferno    andrebWr  ,    quando  le  piacesse  . 
Dnnl    Pure,  5.  Che    non    ti    seppe    mai 
tua    sepoltura.    E   Pur,   |5.    E    ciascuna 
era  certa   Della  sua  sepoltura.    Pett .  cap. 
I  9.   .\   tutti    fu    crudi'tmente   interdetta  La 
j  patria   sepr)ltura     Mae^lruzz.    2.  9     11.   E 
'   nella  m>Ttc    dee    essere    privato  della   ec- 
'  clesiaslica  sepultnra 

!  g.  Prr  simi/it  Soder.  Coli.  9.  Il  lor 
I  vero  deposito  (de'  magliuoli) ,  anzi  sepol- 
'  tura  perpetua,  ha  a  essere  la  terra. 
I  *  SEPPELLIMENTO.  Softerramentoj 
'  e  figurai  y.ìsrondimenl}.  Segner.  S^tt,- 
I  Princ  lllns.  .5.  3.  E  chi  sari  che  oon 
ami  piuttosto  on  tal  seppellimento  pro- 
'  prio  Solamente  di  chi  sia  gii  niorlo  al- 
[  r  Olio,  rhe  sollevarsi  da  qoeslo  alla  fede 
;  puraTrrO 

5  SEPPELLIRE.  Meitere  i  corpi  moHi 
j  nella  frpoltwn.  Sotterrare    Lai     S'petirt, 
tumulare  ,  humnre  .   Gr.   S«TTen»  .   Rut. 
Seppellire  e   appiallare   i   corpi     morti    nel 
I  sepolcro.    Ree.  nov.  Si     6.   A   lei  dee  ec. 
'  questa    notte    essere    da     on  suo    parante 
recato  a  rasa   il  corpo  dì  Scannadìo,  rhe 
!  slamane  fu  seppellito.   Fior     l'irt.  Vestire 
I  gì' ignudi,   albergar   i   pellegrini,  e  seppe]- 
I  lire  ì  morii.    /  ir    S.  t,i».   R.tl    355    Ec- 
co che  se  ne  portano  il  c>'rpo  a  seppellirlo. 
*§.  I.  EJÌgurit.i  >i,m  Prlr   svi    271.  Né 
altro   sari    mai   eh'  al    cunf  m*  aggiunga  j 
Si   seco   il   seppe  quella   srppeltire   Cbc  so* 
la   agli   occhi   miei    fu   lume   e   speglio   (C) 
t  §     Il      Seppellire  ,  per    meta/,     l'.iftr 
anche   Nasfotdere  ,    Occultare  .  Lai    ah- 
scondere,  ocrultare.  srpetire   C.t    iì-Xc*pS- 
:rT<iv.  lìocc  nov.  52.  3.  Le  loro  più  cara 
cote  ne*  più  vili  luoghi  de!le  li>r  case,  sic- 
come  meno  sospetti,   seppelliscono. 

^  S  II!.  A*  nrutr  pas(.  SaMn  Eneid, 
Itb.  7.  Ed  il  gelato  Per  le  profonde  valli  v« 
cercando  Sentiero,  e  in  mar  si  sep|>rllisce 
Ufente     (Fj 

*  S  IV.  E  per  immergersi,  Fir.  At. 
227-  In  rosi  pnfoodo  sonno  si  se|tpcni  . 
che  egli,  non  alirunenti  che  le  morto  fos- 


SEP 

se ,  1*  espoce  a  ricevere  lutti  yli  ultraggi 
del  mondo,  (y) 

SEPPELLITO  .  ^<tJ.  dit  SeppeUire . 
Lat.  Sfpultus  ,  tiimul'tUi»  »  Gr.  Txpsi';  . 
Dial.  S.  Gr^;i*  Inconlim-ule  che  fu  giun- 
to a  quel  luogo,  Jove  era  st-pi^ellilu  quel 
prete,  fu  sloggilo  p^r  virtù  di  Dio,  e  non 
li  potc  muovere  /iiion.  l'ier.  4  5  !  Un 
altro  lujscbio,  seppellita  quella,  NjcqUegU 
desiato. 

•f  SEPPIA..  Specie  di  pesce  ,  il  ma- 
schio ite/ia  fpittU  specie  si  chiama  Cà!a 
maio,  ita  wi  certi  unio'-  nero  a  gitila  d* 
inchio-iti-o  ,  che  in  sé  racchiu^h ,  Ha  le 
hranche  guati  simili  <i  ijiieffe  del  polpo  , 
ed  u/i  certo  os*o  liìiinco  ,  che  i'ieric  ado 
pernio  itagli  Orefici  pf  gfttar.'  le  minu- 
terie  de'  lor  hwori.  Lat.  sepia.  Gr  irjTt'a. 
M.  Aidohr.  P.  N.  90  Togli  nurmo  bian- 
co, corallo  bianco,  osso  di  seppia,  inrensn 
e  mailiee  .  tanto  dell'  uno  ,  quanto  drll' 
«Itro  .  Cr.  ji  26  2-  M'i  se  tosse  pauuo 
sopra  gli  occhi  generato  di  uuovo,  o  in- 
vecchiain,  si  prende  osso  di  seppia  ,  tar- 
taro e  sjlgemmo,  con  igual  misura,  ec. 

SBPULCRALE.  /'.  SEPOLCRALE 

•f  »  SEPULCRO  .  r.  ^.  Lo  Slesso 
che  Sepotcm,  La.1-  scpu'crum.  Gr  Tayj;. 
/'it.  SS.  Pad.  X.  17  Ando  ec.  Ìd  uno 
diserto,  dove  erano  certi  sepulcri  anti- 
chi. (•)  Gttttt.  iitl.  14  ^3.  Deno  nlmtare 
a  padre  voi  ,  e  nel  sepulcro  ispogliarsi  . 
Dani.  Inf.  7.  Questi  risorgeranno  del 
sepulcro  Col  pugno  chiuso,  (lìr) 

SEPULTO.  r.  SEPOLTO. 

*  SEPULTOARIO.  K.  SEPOLTUA- 
RIO.  (A) 

SEPOLTURA.  V.   SEPOLTURA. 

SEQUELA,  e  SEGUELA.  Sncccsso , 
Conseguente.  Lai.  successus,  eventus,  se- 
quela. Gr.  Tuxn.  G.  r.  8.  I.  5  Ed  eb 
be  poi  molte  e  diver^te  sequele  in  bene  ed 
io  male  del  nostro  Comune  E  c^.  3o5 
l4«  Laveremo  alquanto  delle  seguele  .  e 
afversìtà  che  per  U  detta  sconfitta  avvea- 
neru.  E  il-  6a  ut.  Ancora  delle  sequele 
de' fatti  d'Areno  da  noi  a' Perugini.  E 
cap-  ÌI7.  10-  La  detta  congiura  ebbe  ap 
presso  di  male  sequele  a  djnnn  delia  no- 
stra città.  Idp.  Sa/m.  Onde  non  solo  il 
Signore  da'  peccatori  lieva  il  peccato,  m^ 
la  scguela  e  t*  u.-^o  del  peccato  (  ciocj  quel 
che  seguila  il  peccalo  }  . 

*  g.  I.  Per  lo  Seguitare.  Segner.  }f!ttin. 
Agoit.  Òkì  3.  Come  fanao  coloro  che, 
abbandonalo  il  secolo,  vogliono  darsi  alla 
sua  sequela  perfetta  (a  xn^tut^r  G-  C 
perfettamente }  eoa  1*  osservanza  da*  tre 
coQsigti  evangelici.  (V/ 

*  §.  II.  Sefjuch,  vilf  anche  Sc^uit). 
Ritcell.  leti  81.  Talmeuicrhè  la  sequela 
si  strellameolc  concatenata  insieme  di 
questi  vani  imp'--dimeDti  ne  ha  trasportali 
sin  oggi  a  poter  ;>oddi%farc  a'  vivissimi  dc- 
siderii  di  que'ili   no^ln   Accademici.    (C) 

•f  SEQUEXTE.  r.  L.  Add.  Se^uea 
te,  Lat.  Si'qufns.  Gr.  a/oXo;(7àiv.  Mie- 
Mtruzs,  2.  37.  Ancora  non  si  crede  che 
pecchino  mortalmente  i  beccari  ,  t  quali 
apparecchiano  la  vittuaglia,  acciocché  nel 
leqaente  di  h  vendano.  Guicì:.  Stor.  il. 
552.  Le  cose  sequcnti  tirano ~i  se  le  pre- 
cedeati. 

SEQOESTRAMENTO  //  sequestrare. 
Sequestro.  Lat.  *  sequestrano  Segner. 
Mann.  Giuc«.  27. 6.  il  sequestramenlo  dalle 
creature  si  r>  quello  che  può  far  si  ,  che 
da  vero  oell'oiasione  ti  sposi  colla  sapien- 
sa  (qui  figuratam.  per  Àlloilantmcnto). 
SEQUESTRARE.  AHontmar.- ,  Sepa 
rare.  Lai.  separa' e,  tegrf gare,  srqneslra' 
re.  Gr.  Stxx^oi^ti.*.  Dant.  Pur^.  25. 
E  la  cornice  spira  fiato  io  siuo,  Che  la 
rinetle.  e  via  da  Iri  sequestra.  Caf,  Sist. 
261.  Seque>irar  1  puri  dagl'impuri,  ì  mor- 
tali dagl*  iminortalt.  E  ^^4   ^OQOSco  d'  es< 


S  E   Q 

scrmi  alquanto  sequestrata  dalle  strade 
trite  e  popolari. 

§.  \.  Sequestrare,  e  anche  termini- le- 
gale ,  e  vai-'  Stag::ire.  Lat.  sequestrale  . 
:;:  GuiCC.  Stor.  |.  ti;.  Fece  prendere  la 
po>sessione  e  S'-questraro  1*  entrate  del  Du- 
cato di  Bari,  stato  posseduto  da  Lodovico 
molti  anni  per  donazione  fallagli  da  Fer- 
dioand...  (C) 

g.  IL  Sequestrare  alcuno,  vale  Obbli- 
garlo a  non  uscire  d'  alcun  luo^o. 

*  §  HI.  IC  p-r  meta/.  Impcrf  Pro\>, 
D.  9.  T.  4'  32-  A  noi  S'tli  riesce  di  se- 
questrare i  secoli  passati  che  non  ne  por- 
tino eon   esso  sero   le  cu*e   loro.   ( F) 

SEQUESTRATO.  Ad.U  da  Sequestrare. 
Lai.  srgr,-^atu\-,  vecrtlu.ì.  Gr.  ^ta;fwpi- 
ffà»l.-.  Fior,  S.  Frinc.  l'i!).  Abitav.i  seque 
strato  in  un  tugurio  di  somma  umilitade. 
Fir.  ,/*-,  i53.  Amore  per  li  monti  colle 
meretri'i  ,  ed  ella  per  le  onde  marine  di- 
purtandosiilfedal  consorzio  umano  si  stava* 
no  sequestrali  E  167.  E  cosi  sotto  un 
medesimo  tetto  sequestrati  ,  di^giuoli  in 
due  ferventissimi  amanti  .  si  passarono 
quella  arrenda  notte.  Fine.  Mari,  lett, 
é\,  L'  E<-c.  del  Duca  ha  fattomi  pigliare 
i  beni  de' miei  fratelli  ec,  e  la  mia  terza 
parte  sequestrata  per  la  gabella  della  dole 
di   mia   figlia   (  don:  .    staggila  )  , 

SEQUESTRAZIONE.  //  sequestrare  . 
Lai.  sesrc:>atio.seqtiestraiio.  Gr.  Exxaisi;. 

g.  Talora  è  termine  giuridico  ,  e  i'a/e 
Staggimento.  Lai  sequestrum,  sequestra' 
tio.  Strani.  Pacial.  Ovvero  per  istaggi- 
menli  ,  o  sequestrazioni  di  cose  ,  e  pigno- 
ramenti.  e  rivocagìoni  di  esse,  o  per  al- 
cuna  richiesta. 

SEQUESTRO  .  Staggimenti^  Lat  se- 
qnestru'ii,  seifuestratio,  Siat.  Mere.  Nes- 
sun berroviere  possa  andare  ad  alcuno 
staggimento  o  sequestro  fare  d'  alcuno  di- 
tenuto ,  ovvero  preso. 

*  SER.  Foce  accorciata  da  Sere,  che 
suole  preporsi  divisa,  o  unita  ad  altri 
vocaboli,  co'  quali  nondintcnj  dinoti  per 
l'i  pia  disprc-^to  o  di-risioac  J  Come  souo 
Ser  contrapponi  ,  Serpalta  ,  SersacCente  , 
Ser  saccinto,  Ser  vincìguen  a,  Str  tutte 
salle  j  che  vagliano  lo  slesso  che  Pre- 
sitntttoscllo  ,  Saccentino,  Fjramello.  Lai. 
aiidaculus,  sciolus,  i-upud<ntiusculus.  Gr. 
^pocìJTìpOi,  oii(]/jtaTtot;.  Ser  mesta,  Fac- 
cendiere. Lai.  ardelio.  Gr.  TO^UTTJayawv. 
Serniesiola  ,  o  Ser  mestol-i  ,  e  simili  j 
Baccellone- .  Scimunito.  Lat.  blìteiis,  vncer- 
ra.  Gr.  /;'Jit5io;,  avoniTO;  Varch.  Erco', 
j:*».  Appuntare  alcuno  vuol  dire  ripren- 
derlo, e  massimamente  nel  favellare;  onde 
reni  sacc -nluzzi,  che  vogliono  riprendere 
ognuno,  si  chiamano  ser  appuntini.  £96. 
Questi  tali  forametli  e  ligoosuzzì,  che  vo- 
gliono contrapporsi  a  ognuno,  si  chiamano 
ser  saccenti,  ser  sacciuli,  set  contrapponi, 
ser  Vinciguerra,  ser  tulle  salle,  dottori 
sottili ,  nuovi  Salamoni  ,  Aristarchi  ,  o 
Quinliliani  salvatichi.  Buon.  Fier.  2  5  5. 
Dicea  risposto  aver  come  adirato  A  lui 
(eh'  era  un  sazievol  sersaccenle,  ec).  Mmz. 
sai.  7.  E  vi  sarà  qualche  dottor  serpotla, 
Che  ardisca  dir  eh'  elle  non  sien  vìrludi 
Bastanti  a  metter  le  disgrazie  in  rolla  ? 
Buon,  Fier.  2.  Intr.  3.  Vadia  ,  vadia  a 
sudar  colle  faccende,  Vadia  ,  e  crepi  con 
esse  Questo  nostro  ser  mesta  Lab.  2^1 
E  le  or  gocciolone  ,  or  mellone  ,  or  ser- 
mestola.   e   talor  cenato  chiamando.  (*) 

SERA  /,'  estrema  parte  del  gionu-'  L.it. 
vesper,  ffspera,  seius  vesper.  Gr  dii'J»!. 
lìocc.  nov  qV  7.  Quivi  in  sul  far  della 
sera  pervenuto,  e  solo  riuiaso,  non  guari 
lontano  al  bel  palagio  trovò  Natan  tulio 
solo.  Dant.  Par.  27.  Di  quel  color  .  che 
per  lo  Sole  avverso  Nube  «lipinge  da  sera 
e  da  mane  ,  Vid'  io  allora  tutto  M  civl  co< 
sperso.  Petr.  san,  2X2    Non  ti  sowiea  di 


SER 


Il  55 


quell'ultima  sera,  Die*  ella  ,  ch'i*  lasciai 
gli  occhi  tuoi  mullìT  E  217.  La  sera  de- 
siare, odiar  r  aurora  Soglion  questi  trau- 
quilli  e  lieti  amanti-  Boez.  Farch.  ^.rim. 
(>.  Sempre  con  volte  eguai  di  tempo  ad- 
duce Veuer  la  sera  ombrosa.  Dav.  Scism. 
.'io.  Giunto  a  sera  in  Londra  cinque  mi- 
glia loutano,  euirò  nel  palagio  di  Vest- 
monaster. 

*  3.  I.  Prima  sera,  vale  la  Sera  ap- 
pena cominciata  ,  durando  il  crepuscolo. 
Dant.  Par,  i^.  E  si  cme  al  salir  di  pri- 
ma sera  Comincijo  per  lo  riel  nuove  par- 
venze, Si  che  la  cosa  pare  e  non  par  ve- 
ra. (Fi 

§.  II.  Ultima  sera,  fii^uratam.  vale 
Morte.  Dant.  Purg.  1.  Questi  non  vide 
mai  l'ultima  sera  But.  ivi  :  I:iuii  vide  mai 
r  ultima  sera,  cioè   non   morì   ancora. 

§.  III.  Per  Aotte.  Lai.  nox.  Gr.  vu|. 
Bocc.  noi'.  4?.  II-  Giovane,  che  tu  con 
noi  ti  rimanga  per  questa  sera,  n*è  caro. 
Ar.  Fur,  2.  2!^.  Non  cessa  cavalcar  sera 
e  dimane.  Che  .si  vede  app.irir  la  terra 
avante. 

SERACINESCA.   F.    SARACINESCA. 

SERAFICO  Addiett  Di  .serafino.  Si- 
mile a  serafino.  Lat.  ardcus ,  /ervens,  Ji- 
raphicus.  Gr.  TTì^^t/ail'i.  T:rptyÀ;yv;;  ,  oe- 
pv.^i/.Óv.  Dant.  Par.  il.  L'  uu  fu  tulio 
serafico  in  ardore.  Fio.-.  S.  Frane,  l3l. 
Dove  si  crede  che  fu  quella  apparizione 
serafica.  Mori:,  27  i53.  Cosi  tulio  sera- 
fico, al  ciel  fisso.  Una  cusa  parea  trasfi- 
gurala. 

•f  SERAFINO.  Lat.  semphim.  Gr. 
'sepxft'tx.  Cavale,  Fiutt.  li'ig.  119.  Se- 
rafini son  quelli,  li  quali,  per  più  siogu- 
lare  propioquitade  d'Iddio,  del  sno  amoro 
più  sono  accesi,  e  piii  noi  accendono;  on- 
de serafino  viene  a  dire  ardeol»'  ,  incen- 
dente. Ze,-'.  S.  Gì'.  Bai.  S,  B.  Prima 
ebbe  officio  de' serafini;  tanto  è  a  dicere 
serafino,  quanio  ardente  spirilo  nel  divino 
amore,  imperciocché  li  serafini  più  ,  che 
tulli  gli  altri  ,  sono  accesi  dell'  amor  di 
Dìo  D.int,  Par.  4  D.  '  serafio  colui  che 
più  s'india.  F.  ai  Quel  seiafiu>  che  *u 
Dio  più  r  orehio  ha  fiaso.  Alla  dimanda 
tua   non  soddisfarà 

SERAFO.  /  .-/.  Serafino.  Lai.  sera- 
pliim.  Gr,  i£py.fi[i.  Dant,  Par.  28.  I 
cerchi  primi  T'  hanno  mostrato  i  serafi  e 
i  cherubi. 

*  SERALAMANNA.  Alamanna.  Sorta 
di  KI-.7  bianca  11  FocaboL  alla  /'.  ALA- 
MANNA.  (F) 

•f  SERAFINO  Sagapeno.  Lai.  sagape- 
nnm.  Gr.  tsa.yd~fi'*o-i  Ruetl.  Fior.  65. 
Il  serapino,  chiarn..lo  da'  Greci  sagapen  o, 
è  un  liquore  di  una  ferula  cosi  detta.  Tes. 
Pov.  P.  S  cap.  l5.  Lo  serapino,  messo 
nel  cavalo  del  dente,  toglie  la  doglia.  M. 
JlJobr.  Recipe  armuniaco,  serapino,  bdel- 
li,  oppoponaco  ,  aloè,  sercocoUa  (forse 
qui  va    letto  sarcocoUa). 

f  SERATA.  Lo  spazia  della  sera  ,  in 
cui  si  veglia.  Benv.  Celi.  Fit.  2.  \y3- 
Continuai  con  queste  medesime  dilBcultà 
parecchi  serale. 

SEKBkniLE,  Add.  Serbevote.  hit,  ser- 
vibilis.  Gr  ^uioxTo';.  Cr.  4-  4-  ^*  ^^ 
vino  fa  di  mezzana  potenzia  e  bontà  ,  e 
non  mollo  sottile  ,  ne  molto  serbabile  ,  e 
questo  è  molto  commendato  a  Bologna. 
Ed  è  un'altra  maniera,  che  garganega  è 
delta  ec    ,  serbabile  oltre  a  tutte  l'altre. 

SERfiANZA.  Il  serharc.  Serbo,  l'atto 
del  serbar-.  Lat-  dep  situm  Gr.  Tapa- 
xaTa^/)'/^.  Tnv.  Bit.  Strad.  Dicendo  che 
di  cosi  poca  cosa  non  voKa  far  serbanxa. 
Pass,  126  Chi  gì  ricuopre  o  scusa  con 
nome  di  cambio,  chi  d'interesso,  altri  di 
diposilo  e  di  serbanza  Maestrusz.  2.  II. 
2.  Lo  'ngaono  è  una  insidiosa  malitia , 
quando  alcuno    si  fa   involare  la  cosa  che 


ìi56 


S  E   R 


bH  è  sUla  data  io  lerliania.  Sen  Ben 
Varch.  6.  5.  Se  alcuno  m'  ara  dato  in 
■erbania  alcuna  innma  di  djnan.  poi  m' 
ar^  rubalo,  io  acruscrò  lui  per  ladro,  ed 
egli  SI  ricLiamera  di  me  d*  avermi  dato 
daoan  in  dipojilo 

SERBARE  Conservare.  Lai.  servare, 
custodire.   Uteri.  Gr.  xriplXfy  yu>«TTCl'A 

§.  I,  Per  Ritenere.  Lat.  retìnere,  re- 
servare. Gr.  Jiayu)arTeiv.  Tef.  lìr.  i. 
8-  lo  gli  dirò  che  natura  Dcn  La  che  fjre 
nelle  cose  che  Dio  si  serbo  in  juj  podc- 
ftale. 

§.  II.   Per  /ndti^iire^   Diff'ri-e  j    e  si 
usa  anch,-  in  sig-ìtfic.   nriitr.    pus.     Lai. 
differre,  rfitcerip  reservare.  Gr.   dv/.^i-xX- 
>e35a(.   fìocc.    nov.    20    17.  Ci'n   lui  io 
tendo  di  sljrnii  e  di  Ijvocjfc,  nienlrc  s<m 
giovane,    e  le  fesle   e   le  pcrd-injiiic  ei  di 
giuni  serbarmi  a   far  qujiido  sarò  vecrhia. 
^  Eg    I.  n,  2.  E  perciò  (juesta   fjtira   per  | 
mio  consiglio  li  serberai  in  allra  volta.  (V)  j 
§     III      Per    Conservare  ,     Aver   cura.  ] 
Bocc.  no^-.  61     3     E    tulli    per    la     salute  . 
dcir  anima   sua   se  gli   serbava    mollo   dili- 
genlemenf.    G      l'.    11.    3.    17.   Perch*  iu  | 
viva,  quelli  muoiono;  perch*  io  iia  serba* 
tn.  quelli    son   perduti. 

•f  g.  IV.  Serbare  in  vita»  vaie  Rendere 
immortale.  Petr.  cap.  8.  Vi.H  dall' allra 
parie  giunger  quella.  Che  trae  1'  uom  del 
aepotcro,  e  io  vita  il  serba.   (C) 

tr  g.  \.  Serbar  fuori,  v.tt^  Eccettuare. 
Ar.  Fur.  28.  78.  Non  biasmar  lutte,  ma 
serbarne  fuore  La  bontà  d*  infiaite  sì  do- 
vrebbe. (Br) 

*  §  VI  Seibarla  al  uno,  vaie  Tener 
bene  a  mente  nn'  i-i°iuna  ricevuta,  per 
farne  la  vendetta  a  ju.j  tempo.  Mo'g-  24. 
49.  Gao  bisognò  che  avesse  pjztenza,  E 
disse  :  va   pur  la,  rh'  io  te  la  serbo.  (BrJ 

#  §.  VII.  Strharsi  a  checcbessh ,  vale  1 
Aspettare  che  avvenf^n.  Bcrn.  Ori.  I.  23.  | 
32.  Non  rispondeva  il  piovane  valente  Al 
ragionar  dì  Rinaldo  superbo  ;  Ma  stro- 
picciando 1' un  con  1' .il Ini  denle  Fra  se 
diceva  :  agli  (fTi-lli  mi  serbo.  Ta:<s.  Gcr» 
5.  qi.  Or  durale,  magnanimi,  e  voi  slessi 
Serbale,  iirrgo.  ai  prosperi  succcsvi.  (Br) 
Car.  En.  I.  338.  Soffrite,  manteoelevi , 
serbatevi  A  questo  ec.  Si  glorioso  e  si 
felice  stalo,  (C) 

g.  Vili  Serbar  in  tal  cos-i .  vale  Por- 
re, 0  Tenere  n  po' te»  0  in  ctisìodia  chec- 
chcs'.ia,  perche  sin  d*  uso  ai  tempo  op- 
portuno. Bocc,  nov.  3l.  l3.  Di  che  io  in 
queslo  poni  di  rimanente  di  vita,  che  la 
mia  vecchieiia  mi  seiba,  sempre  starò 
dolente,  Dant.  Inf  i5.  La  tua  fortuna 
tanto  oDor  ti  si-rba,  Che  1'  una  parie  e 
r  allra  avrannit  fame  Di  te.  Petr.  son.  il3. 
Ponmi  ov*é  'I  carro  suo  temprato  e  leve. 
Ed  ov'  e  chi  ce  'I  rende,  o  chi  re  '1  ser- 
ba. Varch,  Ercol.  c^\.  Volendo  che  si 
chetino  (si  suol  dì'e).  ùr  punto,  far 
pausa,  soprassedere,  indugiare,  serbare  il 
resto  a  un'altra  volta.  ^  Menz  sai  6. 
Un  tempo  a  voi  serbò  manteca  e  paste 
Apollo.  (C) 

SEUBASTHELLA.  Lo  stesso  che  Sei- 
vastreita.  Lib.  Son.  72.  E  'l  pre«pmnl 
cantar  vi  si  sentia,  Ruchetta  e  serbastrtlla 
tutta  in  quilo. 

SERBATO.  Add  da  Strbare  Lai. 
.tervatus.  Gr.  TieyuJayyivo;.  Lab.  177. 
Ella  non  vide  prim.i  tempo  ali*  occulte  in- 
lidte,  e  forse  lungamenle  serbate  .  poter 
discoprire.  Tratt.  s  gr.  cof.  donn.  Pren- 
dono i  rimrdii  terbati  per  molti  mesi ,  e 
ne  sono   segretissime   serbatiirì 

SERBATOIO.  Sntt.  Luo,:o  c/nuxo,  dove 
si  tendono  ut'celtinti,  o  nitri  nnimali  ,  a 
inurnstnre.  Lai.  vn'arium  Gr  ^tJOtpo- 
fùov.Serd.  Stor.6  aiy  Vi  sono  ancora 
lerbxloi  di  uccelli,  e  biechi  di  fiere    Bor- 


S  E  R 

p//.  R'p.  25i.  Ha  la  capace  grolla  ec 
appresso  di  se,  in  una  stanza  separata 
più    serbatoi   di   di\rr%i   pese 


SERBATOIO.  Add  dt  Seb^re  ,  Ser- 
baltiU.  Lat.  serxabiiii.  Gr.  pv>a/ro;. 
Cr.  4.  4.  5.  La  trebbiana  C/ii-rt^  orila  gio- 
Tcniù  è  slenb* ,  e  procedendo  io  tempo 
divenU  feconda  ,  faccenle  nobile  vino  ,  e 
ben  serbatoio. 

f  SERBATORE  f erbai,  masc.  Ch^,  o 
Chi  serbi.  Lat.  serv^tor  ,  d-positarius . 
Gr  eyv"rT)/5  5>'>«?.  Mae^trun  2.  II-  ^> 
Qu.indij  il  scrbjlore  mise  la  cosa  nella 
camera  sua,  e  lascio  l'uscio  aperto,  par- 
tendosi. 

SERBATRICF.  Verl*al  fem.  Chejer. 
ita.  Lai.  servami,  Gr.  r,  yj>aTTOÙsa. 
frati  se^^  Cos.  dmn  Prcoduoo  i  rime- 
dii  serbali  per  molti  mesi,  e  oe  sono  se- 
gretissime serbalrici- 

SERBEVOLE.  A-ld  Da  serbare ,  Ser- 
babiie.  Lai.  ^e-vabilts  Gr,  y'.^atTO^.  Cr. 
L.  4.  4.  Il  vino  suo  è  mollo  potente  e 
di  nolul  sapore,  beo  serbevole  ,  e  mezza- 
namente  sottile. 

SERBO.  Seri.anza.  Lat.  depoùtum.  Gr. 


Diciamo:  Dar  c'iecheé- 


.terbot  e  più  comunemente  in  serb 
per  Dare  in  citsiodii.  0  in  cura  per  qunl- 
die  tempo,  con  pnito  di  riaverlo .  Ftr, 
Disc  an.  104  Un  mer«-al.inte  ec. ,  acca- 
dcodoli  per  sue  faccende  aodare  io  loo- 
tano  paese,  diede  a  serbo  que*to  ferro,  a 
un  suo  compagno  quivi  della  terra.  Sen. 
Ben.  t  nrch  3  26.  Quello  jrhiavo,  aper- 
ta la  mano  e  mostrato  l'anello,  disse  <  he 
prima  se  1*  era  cavato,  e  datolo  a  serbo  a  lui. 
^.  I.  /;,"  Tenere,  0  Avere  in  serbo, 
vn^iiono  Custodire  alcuna  cosa  co'n  patto 
di  resliliiir/a, 

't  *  §•  '*■  Consegnare  in  se'bo,  vale 
Dare  a  custodire  alcuna  cof»  per  poi  far- 
ne uso.  Vep.  Decam.  proem.  17.  Le  ri- 
pone (certe  parole)  e  condegna  in  serbo, 
come  a'suo' guardarob*-,  agli  scrillori  an- 
tichi    (i) 

•f  *  SERCATTIVO  1'.  A.  Uomo  no. 
Cavale  Frutt  iing.  I90.  Oggi  molli,  sotto 
questo   titolo   d'essere   coolemplativi,   sr»no 


sercallivi,  ed  oziosi,  e  g. 


Rliof- 


serlrisli, 
6     (l'J 

SERE.  Lo  stesso  che  Sire,  Signore. 
Lat.  dominuK.  Gr.  xJpiOi.  Gr.  S.  Gir. 
i^.  Siccome  disse  Davit:  O  sere,  gran  pa- 
ce hanno  coloro  che  amano  la  tua  legge 
E  q.  Tulli  quelli  clic  dicono  sere  sere, 
nuli  avranno  mai  lo  regno  del  cielo. 

5  g.  I.  Per  Titolo  iti  .lentplice  prete,  e  di 
notaio.  Lat,  doitUnus,  *domnu\.  BocC  noV, 
72  6  Gnaffe,  sere,  in  buoni  vent'a  io 
vo  inGoo  a  ciltìà  per  alcuna  mia  viicoda, 
e  porlo  queste  cose  a  sep  Bonaccorri  da 
Ginestreto.  K  num,  I^.  Dunque  lui  tu 
ricordanza  ^1  sere?  M  /'.  3  61.  A  ser 
Francesco  di  ser  Rosso,  notaio  di  grande 
autorità  ec,  fu  portata  carta  d'una  di- 
chiarazione, ec.  Veilergli  dentro  al  consi- 
glio divino.  Menz  s  t.  8-  Voi.  che  qu.is- 
susn  iolroduccstc  un  sere,  the.  collo  in 
chiasso,  venne  po'  a  dir   mes*a  . 

*  g  n.  Sere  .  era  and.e  Titolo  che 
si  dava  a  ta\;icn  d'onO'e  a  chi  non  era 
Ili-  prete,  n^  notaio.  ••  l^ant-  In/  l5.  Ri- 
sposi :  siete  voi  qui  ,  ser  Brunello'  /'■  Z''*'^- 
l3  Non  creda  donna  Berta  e  ser  Marti 
no  ec.  Vedergli  deatro  al  consiglio  divi- 
no   m,   (C) 

•f  SERENA  r.  A,  Serena  Lai.  siren. 
Gr.  ittpiiv.  Trs.  Br  4  7-  Serene  furo- 
no tre,  secondot-ht?  le  storie  antiche  con- 
tano, e  areau'i  sembiante  di  f<-mmioe  ilal 
capo  infili'»  alla  coscia  ,  e  dalle  cosre  in 
giù  aseano  sembianza  di  pesce,  e  avrano 
ale  e  unghie,  onde  l'una  cantava  molte 
ben  con  la  bocca,  e  1*  allra  sonava  di  tlau. 
to,c  l'altra  di  calerà;  e  per  loro  dolce  c»n. 


SER 

lo,  e  suono  facevano  perire  le  navi  Aé 
andavano  p-T  mare,  udendole.  Fior.  Firt, 
A,  M  Puotesi  appropiare  il  vizio  della 
lusinga  alla  serena,  che  è  un  animale  cbfl 
dal  mexzo  io  su  è  una  meiza  donna  ,  e 
dal  m-az  '  io  giù  due  begli  pesci  colle 
C'kIc  rivolte  in  su.   Dani.    Pur^.    ig     Io 

I'  iun.  cantava,  io  son  dolce  screda.   Che   ■ 
marinari  io  mezzo  'l  mar  dismago     Ciriff, 
Ca'v.    2    67.  E   per  ìscudo  un  teschio  ha 
i  di  baleni!.  Covertalo  di  scaglie  di  s  rena. 
\        SERENARE.  Far   ter  e  no  j  et  in  signi- 
ficato    neutr.  pass.     Divenir    sereno;    ed 
è  proprio  d--!  cielù.  Lai.  serenare  ,  fan- 
efuti'are.  Gt.    ■/«)iiv5yv.    yaliQvoTToteTi*. 
Menz    rini,   1.    122     E    6ammeggio   d'in- 
torno Più   lieto    il    Sole ,     e    serenossi    il 
giorno. 

§.  Ptr  metaf,  vate  Quietare,  Tran- 
quillare Petr  eanz.  ^t.  3.  La  quale  era 
possente  ec.  Di  serenar  la  tempestosa 
mente  Buon  Fier.  2-  5.  5  Poi  serenalo 
si?,   serenò  gli   altri,   Altamente  ridendo. 

f  SERENATA  Lo  ttrsso  die  Serenoj 
ma  in  queslo  senio  è  /'.  A  Lai.  sudum, 
serenum.  Gr.  •/«JiQi'OTr^.  -V.  Aldbr. 
Sono  grandi  sereoate  di  chiarezze  oelT  ae- 
re, t'olg.  Viosc  La  barba  dell*  allea,  te- 
nuta  per  una   ootle  alla  s'-reoata. 

§.  Serennta,  si  dice  anche  II  coniare,  e 
ti  sonare  die  fanno  sii  amanti  la  notte 
al  sr reno  davanti  alla  casa  delln  dama,  Luig. 
Pule,  Bec.  22.  Questi  altri  ga\eggini  stan- 
no in  bilico  Per  farli  serenale  a  mio  di- 
spello. Buon  Eier,  4-  l-  7  Che  uscir 
dianzi  sgridando  e  minacciando  Quc*  tcn- 
tennnni   della   serenala. 

SERENATO.  Aid.  da  Serenare  Lai. 
serenatuf,  tranquiltatus,  Gr.  yaiiìvto^fi*;. 
*  Buon.  Fier.  2  .5.  5.  Poi  serenalo  st, 
serenò  gli  altri  Altamente  ridendo,  e  dis- 
se :  re.  (IO 

*  SERENATORE.  7'erfial.  mese.  Che 
serena      T'ist.    Lettere,  (A) 

SERENATRICE.  l'erbai,  f  mm.  Che 
serena,  liemb  Asol.  3  160.  Delle  «ne 
paure  discarciatrice  (la  natura)  ,  e  delle 
novi  re  mentì  ne*  suoi  dolori  serenaliice.  e 
d'  ogni  male  nemica  e  guerriera  (  qut 
nd  sisi-^i ficaio  dd  g.  di  SERENARE) 

SERENISSIMO  Superi  di  Sereno  Lai. 
sereuis^imiis  .Gr.  '/aiiivaTaro;.  J*/.  /'*- 
6  13.  Vedemmo  continovamenle  in6no  a 
mezzo  Aprile  sereniisimo  cielo.  Guar 
Post.  fi-l.  peci.  Se  dal  vostro  Serenissimo 
ciel  d' aura  cortese  Qualche  spirto  non 
manca* 

§,  I.  Per  metaf.  Leti.  Bom,  Stai,  di 
Cerner.  La  fronte  piccina  e  serenissima, 
colla  faccia  sanza  alruna  crespa  o  maco- 
la  (qui   vaie  tranquillissima). 

§.  Il  Serenit<imo,  è  anche  Titolo  che 
si  dà  a*  gran  principi.  Lat.  seitnissi- 
mut  Gr  ya>r,y3TaT0;.  G.  J'  la  io8. 
1.  Serenissimo  Principe,  il  quale  a  lutti 
ci'  Italiani  ,  siccome  splendida  e  chiara 
siella  .  giiti  raaii.  Cr.  til  tnrominria  il 
libro  dell'  agriei.Itura  di  Pietro  Creieen- 
tio,  cittadino  di  Bob  ^na,  a  ooor  d'  Iddio, 
e  del  sereoi^imo  re  Carlo  F'anc.  SactM. 
nov.  3.  DapfMiìrbè  io  sono  mnanii  a  quella 
s-rroissima   Ccr^  oa,  ec. 

SERKMTA',  SEMKNITADE,  e  SERE- 
NITATE.  Astratto  di  Sereno,  CkiartiS*, 
/\'ellezMfj  e  ti  dir*  pii)  propriamente  del- 
l'aria,  e  del  cielo  liberi  da' nuvoli  ,  • 
dalle  ne'-bie.  Lai,  seremiias  Gr.  yotìqvo- 
T*];.  cJoVa.  /'*.»/.  S  Grrg.  .U.  2.  36. 
La  serenità  dell'  aere  muto  in  piova,  fi" 
Mor.  Quel  misero,  che  ha  perduta  l' eter- 
na serenità  della  Iure.  Petr.  Uom.  ili. 
Tornato  il  tempo  a  sabila  e  a  mafavi- 
gliosa   serenità 

§.  I.  Pr  meteif  vale  Quiete  ,  Tran- 
quiliità,  Lat.  ttamqmlhtas  .  qnits  Gr. 
'fSÙTtr,,    liiuxtot      Cm^alr,    Werf     cuor. 


S  E  R 

Qaeclt  btilnia  sia  in  cariti,  e  io  sereoilJ 
e  pirnrua  di  co»cÌenza. 

§.  II.  Serenila  ,  e  nnihe  aUnitto  del 
titolo  di  Serentfsinio.  Lat  serrmlis.  Gr 
yatinvoTi;^.  Lib.  A*^*  Imprenda  duQ<|ue 
fa  Sereniti  di  di»pr«-giar  Io  vano  parlar 
de' malvagi.  Cat.  ieti.  58  !>  fuf  ricercato 
a  Venesia  di  f^re  una  dpdicaxiuoe  delle 
Storie  di  mooiìgnor  Brml>o  ,  1*?  quali  s 
ìotitolavano  al  Doge  ;  e  perchè  sua  Sere- 
nila è  molto  buono,  e  niult"  mio  amico  e 
sigoure.  io  la  pre»i  volentieri  a  fare. 

3  SERENO.  Susi.  Chiaretzn  ;  contro- 
no  Ut  Oscurità,  e  rfi  Torbidezza  j  ma  si 
dice  dgl  cielo  e  dflC  ari.i  pura,  chinr-T,  e 
tetZ'ì  nuvoli.  Lai.  sef-um.  Gr  SJCt'a. 
Dant.  Par.  i3.  Lo  cielo  avvivao  dilanio 
sereno,  Che  sover.  hia  dell*  aere  ogni  cura 
pagf.  E  Ì5.  Quale  per  H  seren  tran- 
quilli e  puri  Diicorre  ad  ora  ad  or  su- 
bito Tuoro.  Bocc.  iiof.  5i.  1.  Ne*  lucidi 
sereni  sono  le  stelle  ornani^alo  del  cielo. 

§.  1.  t'iguratam.  Pani.  Par.  |^  Lu 
me  non  è,  se  non  vìen  dal  sereno  ,  Che 
non  si  itvba  mai.  But.  ivi  .*  Se  non  vien 
dj  <>«reoo  ,  cioè  da  chiarii^  ,  che  ec.  non 
ti  turba  mai;  e  questo  è  Io  splendore  di- 
vino ,  che  mai  non  si  turba,  ma  sempre 
sta  chiaro.  Prir.  caaz.  ^g.  5  E  M  lume 
de*  begli  occhi  ,  che  mi  strugge  Soave- 
mente al  suo  caldo  sereno.  Mi  rilien  con 
un  fr»'no  *  E  Son.  i  27  Dal  b  1  sere»  del- 
le tranquille  ci-^Vi2.( FP)  -  Eca>z.^o.S. 
Fuggi  il  sereno,  e  'I  verde  ;  Non  i'  ap- 
pressare OTC  sia  riso,  o  caoto  Sen.  Ben. 
Varch  -.  I.  Se,  toltosi  dalle  mondane 
tempeste,  s'  è  ritornato  a!  sereno,  e  al  si- 
coro  »  .  (M) 

§.  II.  Sereno,  per  lo  Cielo  e  ji ria  sco- 
petta Lai.  sudittn  ,  dum»  Gr.  cìi^st'a. 
Bo-c.  noi*,  -j  12.  Ne  aveva  dove  porsi 
a  sedere,  qc  dove  fuggire  il  sereno.  Sen. 
Plst.  NoQ  aveano  guardarobe  uè  camere 
incianibfflale  ,  ansi  giacevano  al  sereno  . 
Soder,  t\'lt-  128.  S*  assetlino  su*  graticci 
(l'uve),  d:r<-ndrodolc   la   n»lle  dal  sereno. 

*  2-  111  In  proverbio  si  dice.'  Seren 
di  verno,  nugolo  di  st-'te,  e  vrcchì'ì  pro- 
jpei  Hate  j  perchè  s'  annoverano  tra  le  co- 
se,  di  cui  r  uom   si    deb  fé    poco   fidare, 

perciocché    per    Oritint'io      SOi:llOnO      dur.ir 

poco    r.  prosperità',  s   hi.  (') 

5  SERENO  Md.  Chiaro,  (fu-  ft.i  in 
se  serenità  Lat.  ■•erenui,  tranquillus.  Gr. 
aVO^^o;,  -/ainvo';.  P>tr,  *on  260.  Aria 
de*  miei  so\pir  calda  e  serena.  So-!er.  Cilt. 
|6.  Però  e  di  necessità  eleggere  gi<.itnale 
serene  e  asciul'e.  #  Tatt.  (irr.  18.  38 
Tornò  sereno  il  cielo,  e  l'aura  cheta.  (Cj 

*  §.  I  r.  figurat.  detto  de/lo  Stile,  o 
simile,  vale  Cfiifirn/Lìl  pertpicuiis  Ferine. 
Saccht  rim.  L*  alto  slil  sereno  Delta  let- 
tura che  mostrale  appieno.  (C)  j-lr.  Fur. 
33.  117.  Chieder  ne  vuol,  poi  li' n  le 
labbra  chete,  Che  teme  non  si  far  troppo 
serena ,  Troppo  chiara  la  cosa,  cbe  di 
nebbia,  Orca  ofiu&rar  perchè  rocn  nuocer 
debbia.  (FP) 

§.  Il  Se'cno,  per  mettf.,  vale  Lieto  , 
Tranquillo,  JlUgio.  Lai.  tmnqtiil'us  , 
tmcumdus.  Ut.  ziv.iòzo  :*  V'tnt,  /</.  6.  S>  ro 
mi  tenne  in  la  vita  serena.  *  -  /i"  P,ir.  6. 
Poi  presso  *1  tempo,  che  lutto  '(  ciel  v.  Ile 
Ridur  lo  mondo  a  suo  modo  sereno».  (Mi 
F.  Par.  3a-  Sì  eh*  rgni  vinta  sen  fé  più 
sereiu  La*>,  70  Della  mia  camera  con 
faccia  assai,  secondo  la  malvagia  disposi- 
tioo  trapassata,  serena  uscii.  Brtn  OrL 
2.  33  3a.  Quivi  si  stanoo  allegri  ad  ar- 
meggiare Con  balli  e  canti,  e  fan  serena 
vita  .  *  Fir.  At.  lO-ì.  Con  serena  fronte 
dentro  a  quella  pelfe  già  falla  molle  e 
trattabile,  si  nascose.  CCj 

•f  §.  III.  Piftra  terena  ,  dìcinmo  ad 
urna  particola'  Sorta  di  pietra  che  pende 
ia  ti£ifrrigno,  0  bigio  j    la    gitale  stando 


S  E  R 

al  caperlo,  e  di  moltissima  durala  j  ma 
esposta  all'  acque,  st  ionsuma  e  ^i  sfn'da 
ficilmente.  Gal.  Sist.  3yH.  Quando  il  Gli- 
berle  avesse  scritto  che  questo  globo  è 
inleriurmente  (allo  di  pielia  serena,  o  di 
ralcidonio,  il  paradosso  \\  sarebbe  p.irso 
manco  esoibitanic?  Benv.  Celi.  Onf.  1  3g. 
Nelle  montagne  di  Fiesole,  ed  a  Seltignauo 
si  ritrovano  pietre  di  colore  azzurro,  chia- 
male serene. 

:?  SEREZZANA.  Sereno,  Cielo  scoper- 
to. Sah'in.  Buon.  Tane.  4-  4-  ^"°  *"** 
casa,  ne  tetlo:  modo  proverbiale,  quasi 
sia  na|o  accinto  a  un  pagliaio,  e  abili  in 
una  cap.mna,  oppure  dorma  alla  serezzana, 
cioè  al   sereno.  ( Xj 

SERFEDOCCO.  Scioccone.  Lai.  stul- 
tus.  insipidus.  C.T  p.'J.l.  Sa'v.  Granch. 
4  I-  Facendo  *1  babbione  E  'l  serfcdocco, 
far  vista  di  avere  Pensato  che  ec.  Buon. 
Tane.   ^     c>     Fa    un  p"co   il   serfcdocco. 

t  SERGENTE  Ministro,  S  rveute. 
Lat.  ministi-r,  accensus,  servai.  Gr.  UTt»]- 
pirr;.  5£^a~&iv,  SoZ^o^-  Bocc.  noi'.  79 
32.  Ben  vanno  penió  de'suoi  sergenti 
spesso  datlorno.  Lili.  Soerarti,  La  terza 
mjni'Ta  d'usura  è  in  qut-lli  rhe  non  vo- 
glion  prestar  di  lor  mano,  ma  fanno  prestare 
a'  lor  sergenti  Te<.  Br,S.  t^Q.  L'  ufRcio  del 
sergente  è  co  ni  or  ma  re  se  parimente  a]!a 
manier.i  del  signore.  S  Gio,  Grisost.  64 
Vedend.jiÌ  aver  bisogno  a  ciò  di  molti 
ministri,  sollii  ila  le  sue  sergi-nli  .  /'//. 
Bar/  32.  Fa  di  me  la  tua  vulonta.  eh*  ì' 
son  sergente  di  Gesù  Crulo  '.'  Salvin. 
Fneid  /ib  i  Acqua  alle  maui  Dauno  i 
sergenti.  (F) 

^,  I.  Sergente,  per  Birra.  Lai.  lictor, 
satelles.  Gr.  qc:-joo:qì  B-.cc.  noi-.  l^5. 
9.  Ne  prima  si  parli  la  mischia ,  cbe  i 
sergenti  dtl  capitan  della  terra  vi  soprag- 
giunsero. 

^.  II.  Scr£:ente,  per  Soldato  a  pìè.  Lat. 
ped.y,  Gr  Tilo';.  C  ì'.  ii-  loy.  2  Fece 
armare  ì  suoi  cavalieri  e  sergenti.  E  cop. 
111.  2.  In  Tornai  era  il  conestabole  dì 
Francia  con  bene  400O  cavalieri,  e  lOLOO 
sergenti  a   pie. 

f  S  II*-  Srgente,  oggi  dicesi  Un  sot- 
to uffìziale  n,-'  reggimenti  d'  infinterùj,  e 
talvolta  anhe  in  qui-lli  di  cavallerii. 
Buon,  Ficr,  2.  2.  q.  lo  credo  aver  mo- 
stralo che  r  ufizio  Di  sergente  a  propo 
sito  Nell'ultima  rassegna  ?kon  mi  los^e  a 
sproposito  commesso.  E  appresso  ;  Virlz- 
gli  tu,  domandai  tu,  sergente,  Gli'oggi 
se*  riusrito  cosi  jccorlo. 

*   §.   IV.  S'-ri^eiiti"  maggiore  ,  dicevi  il 

Prima  sotto    vjpz-ale    d'  una    compagnia 

Gtiicc    Stor.    18.     21.     Si     ammutinarono 

i   fanti  Spagnuuii,  ec.  e   ammazzarono    il 

sergente  mjggiore.  {Cj 

I         1  SF.RGLNTINA.  Serto  d'arme  in  asta 

o /o-jgia  di   spuntone,  della  quale  onda 

vono  armati  gli   ufjiziali  dilla  f^mt-rìa,  e 

'  quindi  i   sergmti  .    Buon.    Fier,   i.   3.    3. 

E    mazze,   e  ajze ,   e  sergenline  ,  e  dardi, 

E  siorrhi ,  e  daghe,    accette  e  coslolicri. 

^*   Saf\-in,  in:  S-rgenlin/1  ,  arme   io   asta 

I   a   guisa   di   labaida  .    d'-ll.i    quale  si  servo- 

I  no  i  siTgrnli  nella  miliiia    (BJ 

'        SERGIERE.    r.    A.    SirLeafe.   S>gr. 

Fior.    Mandr,    pr.\l.     Ancorché    farcia     il 

sergiere  a  colui   Che    può    portar    miglior 

mante]   di    lui. 

SERGONCELLO  .  C'^rconcello  .  Lat. 
naiturtium  hcrtcnse.  Gr  xa'jSOKUOV  /»)- 
~£UtÓv . 

SERGOZZONE.  che  anche  si  dice 
SORGOZZONE  .  Term.  degli  Jrc/iitel 
ti.   e  \a'e   Mensola,  Lat.    mensula. 

§.  Sergi  zzcne  ,  è  anche  Co'po  che  si 
da  ntlla  uola  a  man  chiusa  olio  'nsu  . 
Bocc  nov.  72.  i4»  ^^i  'i^n  voglia  dì  darli 
Un  gran  sergnzx'inc.  Pnttff.  \.  Punzone, 
e  sergozzooe,  e  la   reccbiata,   Ciriff"  Caf^- 


S  E  R 


ii57 


2  57.  Col  sorbo  crivella  Ispesso  al  reffo 
qoalche  sergozione  (qui  per  similit.).  Sai- 
vm  Disc.  2.  187.  Dalle  parli  che  si  fe- 
riscono Col  colpo  delta  mano  sortirono 
questi  colpi  varii  nomi  ,  come  ec.  dal 
darsi  sor  ,  cioè  sopra  ,  il  gotto  ,  torgox- 
zt'ui  e  sergoisoni. 

SERIAMENTE.  ^Uverb.  Con  serietà. 
Sericeamente.  Lat.  serio.  Gr  CTTOuJou'w;. 
Signer.  Con/,  instr.  Uq  nobile  oltramon- 
tano dimandò  seriamente  ad  un  uom 
dotto,  se    ec. 

SERICO.  Jdd.  Di  seta.  Lat  serìcus . 
Gr.  3y)pt/o;.  Fiamm.  4.  139.  Vestito  di 
drappi  joHilissimi  serici.  Peir  son  168- 
yiui  ventura  ed  Amor  m*  avean  si  attorno 
D*  un  beir  aurato  e  serico  Irapunto.  Tasi. 
Gcr.  3.  7.  Serico  fregio  d'  or  ,  piuma  o 
cimiero  Superbo  dal  suo  capo  ognun  ri- 
muove . 

SERIE.  Ordine,  e  Disposizione  dì  cose 
fia  loro  correlative  .  ^  Segner.  Mann 
Fehhr.  ig.  3.  Rimira  un  poco  ,  come  il 
Signore  ha  disposto  dalla  sua  parte  la  se- 
rie delle  tue  cose  sin  al  di  d'oggi,  la  co- 
modità cbe  ti  ha  data  di  far  del  bene  , 
V  ispirazioni  .  ec.    (•) 

"^  §  Serie.  Term.  de'  Matematici.  Se 
guito  di  grandtzze  che  crescono,  o  sce- 
mano ,  secondo  alcune  regole  determina- 
te.   (J) 

t  3  SERIETÀ',  SERIETADE,  e  SE- 
RIETATE.  Astratto  di  Seno  s  Gravità 
nell'aria,  nelle  maniere  .  Lai.  *serittas  . 
Gr.  G—ouSri- 

^  §-  Strictà  ,  vale  anche  Premurosa 
soUeciliidinc  ,  Ardore  in  far  checchessìa  . 
-  Segner.  3finn.  Apr.  5  2.  Pensavi  no 
poco  con  serielà ,  perchè  è  punto  che 
imporla   troppo  •».  (Cj 

f  SERIO.  jidJt  Che  usa  ne* suoi  modi 
gravità,  e  circospezione.  Lat.  gravis,  se- 
rius,  Gr.  'jTTouJy.rcj. 

g.  t.  Diccsi  anche  di  Discorso,  e  dì  al- 
tre cose,  e  i-a'e  Gra^e,  Considerata.  Lal- 
grawis,  seriiit.  Gr.  urrs  j^aro;.  ^  Pallav, 
Siti.  5.  38.  Ma  vuol  esser  grave  e  pia- 
cevole insieme  ,  qual  si  conviene  a  scrii 
discorsi  d*  amici  nobili  e  costumali  .  che 
parlino  premeditatamente  .  Segner.  Pred. 
P'ef.  Ho  io  sempre  amalo  ec.  cbe  non 
fusse  la  prima  {  parte  )  seria,  la  «.eronda 
giocosa.  E  Mnnn.  Apr,  2.').  4»  ^'^  è  un 
ditetto  prof-indo  ,  un  diletto  serio,  un  dj- 
leito  sodo    (C) 

^.  II.  Inforza  di  su<t.  per  Serie'à  . 
Lat  •jt'rteMf.  Gr.  crrO'JCr'  Salvia  Disc 
l.  43o  Essendo  la  nostra  vit.i  Ira  *1  serio 
e  1  divertimento  neressariamenle  partita. 
E  appresso:  Col  vero  e  col  serio,  e  colle 
gravi  e  sode  persuasioni  intendono  a  muo- 
ver  l' intelletto, 

§  III  In  sul  serio,  o  Sul  serio,  porto 
aivei  bia^m,  vale  In  sul  soda  ,  Da  senno, 
Ct  n  s-rietà,  Seriamente.  Lat.  serio,  Gr. 
CTOUI^KIW.-. 

'?  SERÌOGIOCOSO.  Add.  Misto  di 
serio,  e  i;iocoso.  S'ilvin.  ProK.  T^sc,  \. 
Ili  Del  reslo  ,  un  certo  Filippo,  arti- 
giano di  riso  ,  fu  allonlanato  d.il  cnnvilo 
te.  ,  e  dato  luogo  a*  r-igii^namenli  piace- 
voli ,  seriogiocosi,  filoso6ci  ,  ma  da  con- 

Tito.     (•) 

t  SER10SAMENTE  Avverb  In  moto 
serio.  Da  vt'rr'i  ed  e  contrario  a  Scher- 
zosanienie  .  Lat.  serio.  Gr.  uTZO'jSoci'otì  . 
Tratt.  pece  mot  t.  Non  lo  credendo,  di 
cend'1  seriosamente,  è  peccato  mortale. 

SERIOSO.  Add,  lr»ppr tante  ,  Grave, 
Lai.  se-ios.  Gr  ^<xpJ;  I-'b.  22S.  Dopo 
lunga  e  seriosa  dispulazione  fu  nel  ct-nci- 
lio  delle  donne  discrete  e  per  roocluMpJÌ 
posto,  che  ce  S-lvin  Disc  1  4^0-  La 
rettorica  è  una  faccenda  .  e  faccenda  se- 
riosa .  *  E  Prot.  Tose,  140.  Male  altri 
si  può  dispogliare  d'  una   certa  aria  lene- 


ii^è 


S  E  R 


S  E  R 


bro»  t  pesame,  della  quale  Ulora  faKi.o  j 
l'uomo  i  seriusi  sludii   CO  i 

«  SERMENTE  S.r,n-nl.>:  <icccmeju 
cnche  ,1,-Uo  Traìc;  per  Tralao.  PalM- 
Feblir  a.  Nulla  ingiuria  ne  lorlura  u  ] 
vuole  fare  m  quella  parie  del  serme,ile 
li  oude  si  spera  ce.  E  appretto  :  Sia  la 
misura  del  serracnlo ,  die  si  pone,  lun- 
go   uno    cubilo  ,    li    ov-  è  grassa  la  Icr- 

SERMENTO  Prapriain.-nt,-  Rtmo  sec- 
co d.lh  v.C  l.al-  <.<•'"  II.".  Gr.  y.sa 
■J%>OI  A"-.  .1/.  lUgun;.  grande  jbl.oi.d..nia 
di  fasulli  e  di  .  rmeuu.  e  f.ce  '■."P'."=  ' 
fossi  .  Fr.nc  S.cch.  r,«.  47.  f'^  ' 
taco"hi  ,  e  bilie  d.  s-rmeoli  Cerca.an 
J-%°ocrate  6l.  argomeiili  .Per  me  lere 
in  m.,l>ic..o  ir-nU  frali.^  .".  C./'.  1. 
IO  TJBliail..rliserm.:nU.il-irglil  squil- 
li Ch.'  ronlia  ogni  .lover  e  'ndaruo  veg- 
■ria  Cri-..er  nel  Ironeo.  ,      t  ,, 

"f  §.   P.r  Tralcio  seiiplicemenle   L.al. 
sarmenium  ,  pa'm.s  .  Cr.    \     M.   l5.  Si 

potranno  i  .erme.l.  nuovi  mi  ■>"»'••""-•; 
'memo  ,   e   nel  vecchio  per  r  usa  orni,, 

con6ÌUiin.rsi.  Eop.  >2.  2.  "  "r""'"; 
che  e  "..ira  due  bracca  nato  ,'s.  dee  la- 
•Ilare.  Paìla.l.  cap.  0.  Si  governi  1  luogo 
fi   cb-e«liconservierlte,ig.  aselavie 

S;  po..r"ai  avacciu.  molu  ^"-''••'''"l  ' 
di,  molla  frullo  .spella,  '^.  ''''^:- >  ,M 
primal   sermenti  e    magliuoli  ,    che    fa^  la 

«ile     scuseremo .  1 

sÈr"iENTOSO  JII.  Che  h.,<>rmml,. 

è  P,T..io.,/if.  Cht  h,  ram,  ngu.,a 
4is^rm.„ti.  Wrelt  Fhr.  .7.  L  aspalalo 
eé    ;•  un  arbuscelU  sermenloso  ,  e  sp.no 

Z    !■:  67.   11  li"".  1""''  ( 'T" 
.Liicì'sermeiilosa     fa  le  fogli.  I..CC01-. 

Sf'^aMOCIN.^LE.  J^l  App.r,. 
nente    a    sermo:,  .    Sper.      Jp'l-     ^" 

nelb   paròle  che    n  ,n  pon  menle   a  le  Ire 

-     "sermocinali    ec.     Quelle  Ire  ar,i  se  ^ 

mocinali  son  la  p  .elica,  la  oratoria,  .  1. 

..  „.iiii-i1>>   siireb»!.'  "■'  essi  re  i»? 

ninnando       Sah-tn.     i  tis     l^^     ■^'        .... 

Jormata  di  s,rmo.in.,.ione  ,  eoe  del  ree, 
tare   racùxi-indo.   (!\}  ,      ^  j;  1 

,J,„orf,r,..Lal«^,...W..Gr.=p^uU     ■ 

mollino  colla  foglia  leoera.  F'''"'',- f'"^.  \ 
ria,.  .5.  Vico  ,,ua,  vl-o  ,pia  ,..•  fungh.  , 
Costà,  coslàpel  s,-r.noll.....  <—  ^"^'^  .  | 
„0  Pii  di  presso  seguenie  ""P"''''"";  ', 
"d°  grandi  scoponi  adorm.1.  ol.nf..b- 
Irbè  .erpiUo,  .er.nollino.  l.gn.mica  e  g, 
erbe.  scrp...  ,    U  ler.noMin 

ncpri.  Alam.  Co-.  5    H.> 
ve«oso.  E  -1  basili;.,  accanto.  S.r  ri  ol. 
«■«    Metterai  nel  fondo  loro  (  ile   lini  )  a 
"•li«.c"   menu.    «"-"-»■    "-'' 

'"T{'sern..ltlno.t!,..ra,a.,.rr    r... 

/mi,-,  revoco  e  Ce»..'.,  eoe  .Ji  .../e.  / 

r.&.  5o...  .',5.  O  scmollin..,  o  b>n„_,..n^ 
limenlu.so,  So  Dio  m  ..u'i.  Cg'.  i    non 

Cioè  boccili.,  mio  saporito^  MJ 

,„«r,noa..    r..//.  ^."ic.   JO    S..c..ndocb 
io  feci  ocl  libro  ,  il  quale  io  scrii.i  i  le 


della  «en.llutc,  pognendo  Calo  maggiore 
io    sua  persona  serm  .nani»  ,  e    disputao- 

'SEKM0N\RE.   Parlare  a  linea,   Fjr 
sermone,    l're  licore  .   Orru-e.   nel  sign.fic 
del ^.  Vi    t-al  orali >nen  hall  re,  sermoci- 
nar,, conciona' i    Gr    ó,a.).erv    G.    /'-  10. 
2l0.  .1.   La  q'al-'    opinione  sermonand  .la 
a   Pa.i'i   il    Ministro  generale  de' frali  Mi- 
nori ce  ,   fu  r;prov..lo  per  tulli  i  maeflri 
di  divinila    di    Parigi.   E    11.    19    A-   ^' 
alcuoe  altre  cose,  serioooando  ,  disputan- 
do ec.  dicemmo.  Eia..'?    8    E  '1  nostro 
Vescovo,  sermonando,  m  dio  il  lo.lo  e  ma- 
gnificò .    /-•".    reJer.    Imp.    G.   S    Non 
»offer.-ndo   suo   messo,   o   legato  venir  nelle 
vo  tre  terre  a  lerin  .nare,  o  a  conver'jr  la 
gente    ch'I-  S'Ito  voi.   nnrch.   I.  107.  E 
sermonand..  Ovidio  alle  gaiiuol.,,  Gr.davao 
tulli:   va.   uccella   in   corle,    Ch-    vi   s.    pi- 
gl.an  e  di.,  vangaiuole.   To-c/.     ErcolM- 
Sermooare  ec.  vuole  propriamente  sign.h- 
care  parlare  a  lungo,  e  ,  come  n..i  dicia- 
'  mo.  fare  un  ser.iion.!. 

*  §  /1  fo-Z',  li  nome,  per  ijitella  Jt- 
'  g„ra  li,' Reltorici  d.lti  ,l>lin.  sermoci- 
nolio.  Rei!.  Tnll  lo',.  E  uo' altra  sen- 
teniia  ,  che  s'  appella  sermonare ,  ed  ha 
luogo  quando  il  d.cilorc  favella  in  luogo 
d'  un'  altra  persona.  (Ft 

SKRMONATO  A'1,1.  da  Sermonire 
*  G.  K  G.  s.S.  ![.  E  ciò  dello  e  sermo- 
nalo  ,  fece  piuvicar.,-  il  processo  c.ntra  '1 
dello  Imperadore.  (fi)  li  7-  5)-  4  E  m 
quello  ,  por  lo  dello  Legato  o  .bdomeole 
sermonalo  ec.,  si  fece  baciare  in  bocca  l 
sindachi. 

f  SERMON\TORE  .  l'erhal  mate. 
Che,  0  Chi  sermona.  Lai.  oralor,  sermo- 
cinator,  c.,ncirtnalor,  Gr.  s'/i  j»l-i«'- 'li  . 
«,^,l-/,>;  .yen.  Pi'l.  Ami  lascerei  tal 
le  qu»ste  coso  a"  sermonalori  .  UH.  to'" 
Par.  33  732  E  .]ui  l.cca  tutto  quello 
che  bisogna  a  serm malore 

SERMONATRICE  .   Ve'hal .  femm.  da 

S'rmon.re    Lai     oralrix     CniU     lell-'i^. 

I    Dicendo  lei  .  poicbó  ripreso  spinto  ebbi  : 

0  sermonalrice  .   ec.  „      L 
I       *  SERMONCELLO.  J«-mo.iCmc.  B.-mft. 

.flir.  ti.  l6'(.  Quslosermon-ello  dello  da 
Loredano,  moli,  a  lui  e  a'  .n-igistrali  dissero 
'  si-  essere  apparecchiati  ec    (yi 

SERMO.NCISO  Ol",  d,  S  rm./i-.  Lai. 
perhr^wii  s-rmo.  Gr.  W/d-P^O).  ^ren:  sii. 
\  Ed  ceco  Schincbimurra.  che  mi  d.c-  Un 
serm  mcino    ed  anco  un  madrigale. 

SERMONE,  c'ie  i  podi  111  rm  accor- 
ci.,n.lolo  li.siero  anJie  SERMO    Rathna- 
mento  in  «*...«..:->  ,  e  ,,ropriamenl  -    <pi-  , 
riUinle.   Lai.   o.-or.o  .    corio  ,    irnno.   Or 
),-/,-     nani.    Pnr.S    Ma   voi  to.celc  alla  ; 
r.dlgionc     fai    che    fu    nato  a   cingersi  la 
spadi.  E  fale  ile  .li  tal  eh"  e  da  sermone.  | 
rai-i'c.  Sprech.  Cr    So  tu  fu>si  occupato, 
e  non    puoi   atlcn.lere  a  l-ggofe    tutta   la 
Scrittura,  e  li  molli  sermoni. 

fi    1    P,-r   S-mpli  e  rn-ien  i/uc-.l"-   Lat. 

\seL,.  Gr.  JVv't.  "•■■'  '"'  ;■'•"' 
'  fu>li  che  per  tante  pumc  Soffi  col  sanju.- 
i  doloroso  sermoT  K  al-  Ma  q.iol  demonio. 

1  ih«  tenne  lermon-  Col  Dura  mio,  si  ..Ise 
tulio  pr.-.lo  /■.•»;)  Passo  , «ISO  anf.va... 
,onia  sermone.  Guardando  e  as.  ollaodo  gli 
.mmdati     I-    3a.   E   pe,-cbi  non  "..molli 

'  in  pi.i  sermoni.  Sappi  eh'  i  fu.  I  Carni 
cion  de'  Pasti  /•:  Par.  I.J.  Sema  pecc4ti 
invita,  od  in  sermoni.  f;ai.  <-">l  "'■- 
mioc.mm,  '1  terso  scrm..    Il  e:  n>v   »J. 

I,  Vedendo  che  da  tulle  veduto  cr..  ne 
aveva  ricoperta  ,  muL.  scrm  me  .  Ci.-»  e. 
Fiuti,  ti--.  Dice  san  Grog  .no.  che  cibo 
della  mente  l  il  sermone  d'  Iddio  il  quale 
i  predicatori,  e  .me  dispensalor.  di  Iddio, 
distribuiscono  alli  poveri  spininali.  C.  / 

II.  »1.  I.  Le  dolio  sue  pred.ch-  o  11  era- 
00  però  di  sollili  s-rmoui,  no  di  profonda 


S  E  R 

.    •  -.-  j-   P.jr  II    5t.  E  venne  eoo 

iscienza.  -e  /ir.  far.  ji.  ji.  *- 

Grifon.   con  Aquilaote  «:.  A  ebeti  paisi  . 
e  senta  alcun  sermone.  (Pe) 

S  II  Prr  Idioma  Ltl.  sermo,  lingua. 
Gr  i.al5/To;.  •/!«««  Peir.  san.  3a. 
Tra  lo  slil  do'  moderni  e  '1  sermoo  prt- 
sro-  -Vor  S  Gres  4  It  La  quale  m 
nostra  lingua  t  traslata  dell'  ebreo  ed  a- 
rabico  sermone.  Pml-  Conn.  61.  Lo  la- 
lino  molte  cose  manifesta  concepule  nella 
mente,  che  '1  volgare  far  non  può  sicco- 
me sanno  qu-Hi  che  hanno  1  uno  e  l  alito 
sermone 

SERMONE.  .?■»"■  'li  P""^'""r': 
aa  alcun,  delta  anche  SALAMO.NE.  L.  - 
.olmo.  *  Rin.  rim  h-.rl  ,.  2.4  Chi  le 
vuole  spasnuole  e  chi  fiammghe ,  E  chi 
lo  fa  venir  sin  d'  Inshilierr.  .  Come  M 
'  fossin  sormoni  e  anuahe    /B> 

Sl-RMONEGGURE.  Sermonare.  Ut. 
,ermoc,»n.|,  e  MÌO  lari.  Gr.  *r,an-/<l/>"  »■ 
Tae.  Di.-.  Am  1.  \o.  Sermoneggiava  . 
grave  esse,  e  alla  modoslia  sua  tanlt  eleg- 
gorno.  tanli  mandarne  in  luD.;o  (d  lesto 
lai    A.  disseruil). 

SERMONEGGIATO.  Add.  ila  iermo- 

nessiare. 

*  SERMONETTO  Oi."-  di  iermone  , 
.Sermonrin.  Iloe:  5l.  Lasciala  1  ecce - 
lenta  della  coscien.a  e  della  virlude,  aspel- 
Ute  -nid,rdono  d.'  sermooelli  allrui-  (V) 

sÈnocr.niA.  r  sirocchia. 

if  SEltOLO.NE.  Sorti  it  uccello,  dello 
nnrhe  S-g'lonc.  lied.  Oss-  an.  ^^A-*^'''. 
M.  o  marangoni,  che  ec.  10  Toscana  dall 
.vere  il  rostro  fallo  a  foggia  d.  «ga  son 
detti  sei;ab.ni.  oseroloni-  (  ) 

*  SF^ROSITA.  Li  iC  so  <•*■•  ^•"^''•'■ 
ti.  Red  Con..  1.  7;  lo  presuppongo  per 
"sa  ".-rissima,  che 'la  ..rosili  del  sangue 
del  n  d.ili.simo  ec  •»  ""  "'.g'poi'chi 
sugginnsa.  acre  e  mordace.  «  -».  ''°"°' 
coìr  urina  si  purga  ij  ...ngue  d.ll.  .<«• 
titk  soma  perìcolo    (*) 

t*  SERDSO.  Add.  Lo  Steno  che  iic- 
ro.o.  md.  Con,.  I.  .0.  Ma  benu  con. 
giunta  con  umori  piloitosi.  freddi,  umidi 
e  ser..si.    /■;  1  ,'-   ES>'  '  •"-  '""'  "=■"   '' 


necessari,,  ec.  addolcire  quelle  ^'S^t«'- 
seros-,  livide  e  mordaci  escr.-woni.  I.  UH- 
-Si'  Con  esso  orcio  che  il  pollo  u  sia 
un  puro  scaricato  dalle  mateno  sero«  . 
lo  quali  ca^ionan..  ,,ueir  affanno  che  lai 
volta  tonte  la  signora-  O 

SEllOriNAMENTE.   .<»»«*      lardi. 

Quii.  /nord,    t.-upn.    L«»      «"'""•    '■'" 

,1.  Se  vuoi  faro  che  '1  Beo  maiun  «ro- 
tinamento.  scuotilo  quando  "• 

SEUOTINE.  e  SEROrlNO     Aifiuna 
proni, an,- me  di-- /rutti  che  ,-cngo,u    alio 
'corei.,  de  la  loro  ,„..;o«.  Lai.  «o<.(.n«s 
I  Gr    c-l.u»;.  Cr.  5    .;)-  i3-    Q-'"-   '^. 
si   fai-a  .ioli'  ulive    .orolini  ,    ncomp.nsera 
la  sua  lardoxia  in  abbondala     /:  n.    "L 
,     p.ssoa.i  otiandio    .ce  .nciamenie  semi 
I  „.re  (,   ninon,)  intra  M  ns.glio  «   1  pan<.» 
„..,imao,ento  sor..tino.  qoan.  o  s.  sarch^ 
,i  U  socmda  ..dia.   Ann..t        •"•^'^"^ 
V  erba  serotin...  che  nasce  «olla  terra.  0«i. 
Colt   itw  P>.r.ver  viodolcovermiglso.poni 
vigno  e  non  pancate    io    terre    ca.l.gnino 
ec      non  colomb.ne   0    .Iberesi  .    eh.    .on 
fresche  e  fondato,  e  gittao  serolsn.  f.pi 
M  /..;a  d-  a.:e.h,o  .  «  vi'  la  SI""  «'" 
torotin  imonte  ).  y.       ,    j  _. 

e     I.    Por  metaf.    Tardo,    Con   Indugio 
Lai     serotini,',  lerus    Gr    O^M"!-   ^?» 
Ut     Pai,    li.  L.  penilcnaa  toa  non  Ma 
.orolina  e  tarda,   ac. oocchò    sia    fiultuosa 
5     II       Per     Promuo    a    lera      Ifaul 
Pifrg    ,V   Noi  .odav.m    per    lo    vespero 
allenii   Olire,   quanto    polou    gli    «echi   al- 
lu.narsi.  Conlr.  i  raggi  seroli.i  '_  lu  'ni- 
/;«(  i.-i-  Contea  i  raggi  sor  .tini. coocontra 
i  raggi  del  sole,  che  si  clava  inveì  1.  sera. 


5  E  R 

*  SERPAIO.  LiiofO  pieno  tìi  serpi,  o 
ÌMOgo  molto  umido,  mispato.  (A) 

•f*  #  SERPATA.  Colpo  doto  con  una 
serpe,  O  cori  un  mazZ'-'  dt  srrpi  Ln*C*  Ceri, 
2-  noi:  8  pof!.  'JJO.  Qu«ta  nolle,  inen 
tr«  io  orava,   venììrro    ve,    ire    nemici    dì 

IDio  ,  «.  con  un  niatzo  di  lerpì  yer  uno 
in  mano  ,  e  a  prima  giunta  ,  fattomi  una 
paura  grandissima,  mi  dfilero  forse  cento 
«erpatc,  ibe  luti*-  mi  Barrarono  1*  ossa  di 
iort*,  che  io  non  m-do  mai  ec.  (j4j 
SERPATO     Pi  ptn  cohri  n  gui'.a  della 

Jj  9trpt  .    Lai.    tarifcatiis,   Gr      -jzotxOoi- 

I  Cant,    Cmm.  l'^g.  Dolci    popon    serpalì  , 

!  Bianchi  e  vermigli  c't  d'  ogni  ragione. 

SFRPE  Pf-o/in.i niente  Serpmtc  senza 
pii'.li,  come  I  iprra.  Àspide,  e  simili,  L;tt. 
.1  i^uij.  serpens  Gr.oft^,  Hocc.  nw.  77. 
4  I .  Te  non  co!oml)a  ,  ma  velenosa  serpe 
coooKeodo  ec.,  con  tutl^  la  fona  di  per- 
seguire intendo.  E  nitm.  5p.  Tu,  da  que- 
sto caldo  scorticala,  non  allramenti  rimar- 
rai bella,  che  faccia  U  serpe  lasciiitid<>  il 
vtTcbio  cui'io.  Finmnt.  7  5o  Vcngonmi 
ancora  nella  mente  talvolta  le  pietose  la- 
grime di  Licurgo  e  della  sua  rasa,  meri* 
Umenic  avute  del  morto  Archemnro  dal 
serpe.  Vant.  -inf.  i3  Ben  dovrebh' esser 
la  tua  man  più  pij,  Sf  stale  fossimo  ani- 
me di  serpi.  £  25.  Da  iodi  in  qua  mi  fur 
le  serpi  amichf.  Pittnm.  2  12  ^ od  cre- 
do un  ".erpe,  che  ha  '1  cor  cotanto  Acer- 
bo. Bcfl.  Man  lìiuit.  C'^nt.  loi.  Se  il 
serpe,  che  guardava  il  mio  tesoro.  Fosse 
djl  sonno  sialo  allor  più  desto,  frane. 
Sacch.  no*r  10^.  Deb  dimmi,  buona  fem- 
mina, che  ti  par  euere  santa  Verdiana  , 
cbo  dava  mangiare  alle  serpi? 

§.  I  Ogni  terpe  ha  l  suo  veleno  j 
prcv^rhio  vulgato  che  volt- 1  che  Ognuno 
hn  la  sua  ira,  Lat.  i'wst  et  formiche  hi- 
tis.  Gr.  tifs-z*.  xoLi  titjpfifixi  X'^^'- 
Va'ih    Siioc.  5.  3.  Non    guardale    cb*  io 

Il  stia  con  altri,  che  ogni    serpe    ha    M  suo 

I  veleno 

§.  II.  Allevarsi  la  serpe  in  seno,  vale 
Benejicare  uno,  che  poi  heni-ficatj  nhhia 
a  nuocerti.  Lat.  coluf.rum   in  stnn  Jlrerc. 

à\         Cr,  3 y«v  5v  Tw  xo'3t:rw  6aÌTetv    lìuyn. 

\\  Fìer.   3.    a     10^  Vegg'i'quel   che  s'alleva 

in  4?n  la  serpe  Siìl^'in  Disc,  t  36'ì.  Co- 
noscendo quanto  gli  uomini  sieno  ingrati 
e  sconosrcnii,  e  quanto  s' awanlaggìoo 
delle  altrui  fatiche,  per  non  allevarsi,  ro- 
me si  dice,  la  serpe  in  ieoo  ,  non  fa  al- 
lievi. 

§  1(1.  Mettere,  o  Mescolare  la  serpe 
Ira  l*  ansittHle,  o  simili,  si  dice  dell' Ac- 
compagnare un  astuto  con  hri^nfa  sa- 
rà, e  semplice  Pataff'-  ^  La  serpe  è  me- 
scolata cnll*  anguilla.  Buon.  Fier-  2.  3  9 
Come  s"è  mescolala  (Or  me  n'avveggii.) 
qne'ta  serpe  bigia  Tra  quelle  belle  anguil- 
le T 

*  g.  IV.  r.siere  t  o  Far  la  serpe  tra 
le  an^niUe,  dicesi  di  Chi  essendo  accorto 
tratti  co'  semplici,  f.  ANGUILLA 
%    II.   (C) 

§.  V.  y-i  proverbio  :  Come  di^te  lo 
spinoio  alla   <:erpe.    /  .  SPINOSO,  g 

*  §.  VI  Se'pe,Term  d' Rizzai  Sorta 
di  salterello  che  si  spicca  coTe  ondeg- 
fiianir^  da' fuochi  nrli/iztiti.   (A) 

•f  *  §.  VII.  Serpe.  Termine  de* Di 
ìtttlotori,  C^nna  serpiculata  con  più  ri- 
torta ad  ft<o  di  ditiif/are.  Ma-^aL  Lctf, 
ictent.  pyg.  83.  Una  campana  di  piombo 
dori  .1  iiìllare  dicci  anni ,  non  imp.irerà 
mai  à  frirmi  quelle  separazioni  che  mi  fa- 
ri un  bagon,  che  mi  fari  un  tamburlano, 
che  mi  farà   una  serpe.  (A) 

SERPEGGIAMENTO.  U  serpeggiare  . 
L4t  fT-:rus,  niaeander,  Gr,  xajULXO  .  i'a 
ITi^wv.  Red  O.-'.  an.  173  Delle  due 
tuniche  proprie  V  esterna  riceve  molti  e 
molti  scrpeggi.imcnii  di  vasi    sanguigni. 


S  E   R 

SERPEGGIANTE.  Che  serpeggia.  Lai. 

serpens,  Jlexuoitts.  Gr.  Ì^ttsto*;,  xa/ji- 
TTy'Jo;.  Red.  Oss.  an  33.  Ne*  canali  san- 
guigni, serpeggianti  per  essi  polmoni,  non 
ne  ho  mai  veduto  pur  uno. 

*  §  /:.'  per  meta/.  Segner.  seti.  Pnuc. 
lìich.  Oper.  Qualche  indialo  di  semipe- 
lagianismo  allor  s-rpeggiaoie.  (TCJ 

SERPEGGIARE.  Strpere,  Andar  torto 
n  ffutsa  di  s-rpe.  Lat  serpere  Gr.  epai'- 
5«tv .  Tac.  Day.  Ann.  2.  34  Cosi  ri- 
scaldali, e  chiedenti  battaglia  ,  li  condu- 
cono nel  piano  d*  Idistavìso,  che  Ira  'I 
Visurgo  e  i  colli  serpeggia  (il  testo  lat. 
Ita  inaequaliier  sioujtur)  Disc.  Cale.  22. 
Quando  punto  punto  ella  usciva  ,  ei  la 
carpiva,  e  serpeggiando  correva.  Poliz. 
st.  1.  I  tg.  lutorno  al  bel  lavor  serpeg- 
gia acanto  Di  rose  e  inirli  e  lieti  6or 
contesto,  Rfd  Ins,  108.  Questi  (bachi) 
de'  funghi  non  vanno  strascicando  il  loro 
corpo  per  terra,  ne  vanno  serpeggiando 
come  quelli. 

SERPEGGIATO  .  Add.  da  Serpeg- 
giare. 

t  §•  Pigur.itamente  vale  Sparso  di  co- 
se tortuose  a  guita  di  serpe.  Red,  Oss.  an 
57  Con  una  larga  membrana  tutta  ser- 
peggiala di  minutissimi  cinaletti.  ^*  Chia- 
hr  pomi.  Era  sua  gonna  di  cerulee  sete 
Serpeggiata  d'  arfjeolo.  (A) 

*  ìEHPELLINO  Add.  Scerpellino. 
Sali'iii  Disc.  2.  di/  Occhi  serpellini  , 
quasi  di  Serpe,  rossi  e  arrovesciati,  delti 
da   noi   perriò   scerpellini     (C) 

SERPENTACCIO  Peggiorai,  di  Ser- 
pente Se-jner  C'i^t,  instr.  3.  2y.  2.  11 
demonio  fu,  che  co' suoi  giri  da  serpeo- 
taccio  tortuoso  mostrò  tal  arte.  Menz.  sat. 
3  Fur  seipcntacci  intorno  della  culla  D' 
Ercole. 

SERPENTARE.  Importunare,  Tempe- 
stare f'arch.  Ercol.  73.  Si  dice  ancora 
serpentare  e  tempestare,  quando  colui  non 
lo  lascia  vivere,  né  tencie  i  piedi  in  ter- 
ra ;  il  che  i  Latini  dicevano  propriamen- 
te sol'icitare.  Tac.  Pfiv  Ann.  6.  I17 
Cosi  si  serpfotava,  tranquillava  .  alla  ra- 
gion sì  grillava  (il  testo  Int.  ha  ila  pri- 
mo mncursatio  et  preces  )  . 

SERPENTARIA.  Sorta  d'  e'Òa  medi 
cinale  Lat.  dracunculus.  Gr,  ^aaxo'vTiov. 
Cr.  6.  119.  1-  La  serpeniarij,  la  colum- 
)>aria,  e  Ij  dragontea  sono  una  medesima 
C'isa,  e  chiamasi  serpenlaria,  ovvero  dra - 
gODtea  ,  percioi  che  'I  suo  gambo  è  pieno 
di   maculi;  a   modo   dì  serpente. 

SF.RPENTARIO.  Costellazione  celeste, 
furiala  in  un  uomo  con  un  strpe  ut  ma- 
no. Lat.  serpt'ntarins.  7.il>.  cur.  ma'att. 
In  un  pezzo  di  cart.i  pergamena,  tagliala 
in  settagono,  descrivi  la  figura  del  ser- 
pentiirio  releste. 

SERPENTE.  Propria  olente  Serpi  t:nin 
dej  e  t-tlora  sì  prende  per  Serpe  sempli. 
cementi:  Lat  t/raco,  serpena  Gr  Gp'X- 
/wv,  oaij.  llocc.  Conci  4-  Lasciamo  stare 
che  egli  (il  dipintore)  faccia  a  san  Mi* 
chele  ferirt;  il  icrpente  culla  spjda,  o  colla 
\jincìà  Dani.  Inf.  2J.  E  un  serpente  con 
sci  pie  si  laurta  Dinanzi  ali*  uno  Petr, 
soa.  7.>.  Questa  vita  terrena  è  quasi  un 
prato.  Che  *1  serpente  tra'  fiori  e  1'  erba 
giace  Star.  Aio'],  Il  Saracino  ripercisse 
Àiolfo  di  si  gran  forza  ,  che  si  divincolò 
come  serpente  Bemb.  Stor.  6.  '^^.  Qui- 
vi i  serpenti  nuova  generazione  e  forma 
di  tutto  il  corp'>  hanno.  Ciriff",  Cilv,  1. 
34.  E  nr.o  si  vidf  mai, serpenti  in  caldo 
Combattere,   o   leon    pelosi   in  cruccio 

*  SERPENTE  Che  serpe,  codini  pro- 
prio, C'.-me  al  figurato,  PaliìV  Stor,  Conc. 
1.  i53  Slimolò  il  Papa,  che  andasse  in- 
contro a  quella  serpentf  eresia  con  1*  au 
tonta   delle  sue  difinizinni .   flV) 

t  SrRPENTELLO  .    Piccol    serpente. 


S  E  R 


nOg 


Lai.  brevis  coluber,  anguiculus.  Gr.  o«i- 
oiov.  r>ant.  Inf,  9.  Serpentelli  e  ceraste 
avean  per  trine.  À"  25.  Cosi  parea  ,  ve- 
nendo verso  l'epe  Degli  altri  due,  un  ser* 
pentello  acceso  Ovid.  Pisi.  i6.  Quivi  lo 
presente  Alt-tlo  la  Dea  infernale,  allorli- 
gliata  con  corti  serpentelli  Red  Ins.  ÒA. 
Che  vi  si  vedessero  de"  piccoli  serpeolelli 
nati  su  quella  corrotta  fracidezza,  oh  que- 
sto  non    mi  sento  dj   crederlo 

SEHPENTIFERO.  Add.  Che  produce 
serpenti.  Lat.  atig„i/vr  ,  serpcnti/cr.  Gf 
OfiOÙxo^.  Red.  Vip,  I  3/^.  Me  ne  ri- 
metto al  prud.-ntiisimo  giudizio  di  quegli 
autori  che  di  questa  grotta  serpentifera 
accuratissimamente  hanno  scritto 

•f  *  SERPENTILE.  Add.  Di  ser- 
pente, Serpentino.  Ar,  Fur.  ^'\,  103,  Per- 
chè quei  giorni,  che  per  terra  il  peltu 
Traenio,  awolle  in  scrpentile  scorza  .  Il 
Ciel,  ch'in  aliri  tempi  è  a  noi  soggetto, 
Nega   ubbidii  ci .  e  prive  siam  di  forza,  fj) 

*  SERPEKTK^A.  Sotti  di  vaso  di  ve- 
tro, yirt  l  e'r.  A.  r.  proem  Di  questo 
(vetro)  si  fanno  tante  sorli  di  vasi  e  islro- 
menti,  come  bozze,  cappelli,  recipienti  ec  , 
serproline,   fiale,   ec.    (J'^j 

*  §■  ."serpentina,  è  anche  termine  de^i 
Oriuolai  j  ed  è  Qnrlia  ruota  che  sdt-c  i 
divi.lvre  il  tempo.  Bart  Stni  2.  l3.  617.  E 
l'uguagliar  con  essi  fpmd-li)  gli  andamenti 
degli  oriuoli  a  ruota;  sicché  l'un  passo, 
che  danno  sul  volgrre  della  serpentina 
non  riesca  più  lungo,  e  tardo,  0  più  cor- 
to, e  frettoloso  tiell' altro  j  lutto  ciò  si  è 
dovuto  all'ingegno,  allo  studio,  alla  fe- 
licità  di   questi    ullimi   anni.  (Cj 

SEhPENTIKO.  Siist.  Spezie  di  marmo 
Jinissinio,  di  colar  nero,  e  vrrde,  Lat.  o- 
phites.  Gr.  o'jji'tvj;.  Morg.  •2.'].  ^\.  E  una 
punta  per  modo  disserra,  Ch'  egli  arcbbe 
foralo  il  serpentino.  *  Benv.  Celi.  Orrj 
34.  Hanno  avuto  in  costume  di  pestargli 
in  sulle  pietre  di  poiGdo,  o  dì  serppnti- 
no,  (F)  Ar.  Fur.  42.  74.  Di  serpentin  , 
di  porfido  le  dure  Pietre  fan  della  porta 
il   ricco  volto.  (Pe) 

t  SERPENTINO.  Add.  Di  serpente, 
A  guisa  di  .serpente,  Lat.  serpentmus  , 
angiiineus.  Gr.  «si&]'?t;;.  Amet.  88.  Ne' 
Colcbidi  campi,  arati  dal  Tessalico  giova- 
ne, subito  di  serpentini  denti  si  videro 
surgero  armigeri,  Otl.  Coni,  Inf.  I7.IÌ15. 
Dopo  la  prima  parte  che  è  uinan.i,  e  la 
seconda  serpentina,  pone  la  terza  bestia- 
le. Sopra  la  quale  si  ferma,  e  dice:  ec, 
Tes-  Rr.  5.  10  II  suo  colloY-^f/Z'ai/orc; 
sia  lungo  e  serpentino,  e  '1  petto  grosso 
e  rifondo,  come  colombo.  3/  /.  5.  '4 
Ove  il  vapore  mosse  simigliante  a  c;ip'. 
serpentino.  Pass.  277.  Di  certe  membra 
dell'uomo,  come  dicono  i  savii  esperti  , 
nasce  uno  scoizone  serpentino,  velenoso  e 
nero  Guid.  G  Erano  li  detti  capelli  co- 
slrclli  con  fila  d"  om,  ed  erano  avvolli  con 
legge  serpentina  sotto  certo  ooJo.  Bern. 
Ori.  2..  19  10.  Quando  Marfisa  1'  occhio 
serpentino  Di  doglia  volse,  e  di  superbia 
piena. 

g  I.  Serpenlinfy,  aggiunto  di  pirtra,  o 
di  marmo,  vale  Pi  v.arii  col  ri.  Lat.  ver- 
sicolor,  Virieg'itnS  Caat.  Cara.  24'-  Noi 
abbiani  plasme,  amatislc  e  lurrline.  ec.  K 
cose  ancor  più  fine.  DÌ  color  giaUe.  bian- 
che e  serpentine,  firrt^h.  Orig  Ftr.  j56 
Si  scoperse  molte  braccia  sotterra  un  bel- 
lissimo pavimento  di  musaico  di  porfidi 
serpentini.  Buon.  Fier.  2  4-  ^0-  E  sotto 
questo  marmo  serpentino  ? 

f  §.  II.  Lin''iia  serp  nfini,  fisuralam. 
vale  Lint:ua  maidica,  mordace  _LaK  nmr- 
dax,  viperina  Gr.  Jj;/Tt/s'; ,  tytànTo;. 
Ambr.  Flirt.  3. '\.\oi  non  sapete  che  Imgue 
serpentine  ci  va  attorno,  eh?  farcii.  Suoe. 
3.  3.  Sai  chi  noi  siamo  a  Firenze,  e  che 
perfide  lìngue  e  serpentine  ci  si  ritraevano. 


li6o 


s  E  n 


S  E  R 


*  S.  in.  Lingua  strprntina.  Erba  a- 
munfmnU  d>Ua  Erh-  '■"'''''■  ''^ '' 
cabol.  alla    V.   LliNGUA,  §.  XL.  (Ai 

SERPENTOSO.  J'I'I  Che  ha  serpenti. 
Che  produce  serprnli.  Lai  angw/er.  Gr. 
OVloivOi  L.h.  cur.  maiali.  Con  qu«lo 
viaggiava  licuro  per  li  deserU  serpeolo» 
dell  Affrica. 

*  §.  Per  meta/,  vale  Colleroso.  Sitz- 
lOio,  Che  faalmeate  s'a.lira.  Cor.  Stracc. 
2.  3.  Kilt  Non  mi  toccare.  Mar.  Uh,  >er- 
uentosa,  lassali  almen  p.irlare.  (Br) 

SERPERE  .  Alitar  torio  a  ginn  <li 
serpe,  l'ollefgiari-}  che  più  eominemente 
diciamo  Serpeggiare  .  Lai.  serpere  .  Gr. 
io,i?...v.  l'etr.  so...^-n  Q-alperlroD. 
co,  o  per  muro  cJcra  serpe.  Tas<.  Oer. 
12.  45.  Clii  può  dir  come  serpa,  o  come 
cresca  Gii  da   più  laU  ■'  f»"  '    ,       ,      r 

K.    Figi.ralam     Sea.    Rei,.    I  ardi.    J.   . 
IQ.  Oueslo  ù   uno  di  quelli  argomenti  fai-  | 
lua1  ing-innevoli  ,  al  quale    non    s.    può 
imporre   fine,   perché   egl,  serpe   >   p.KO   a   ' 
pocu,   e  non  finisce  mai     *   Car.   En.  13 
3Qq.  Da  questo  dir  la  gioventù  commossa   [ 
VU  più  s' accende,  e  M  mormorio  serpen- 
do    Vili  cresce  per  le  squadre    (") 

■?  SERPETTA.  l'ici.ola  serpe,  òerpl- 
cella  Lai.  se, pala.  Gr.  if<SlO'  Segner. 
Fred.  IQ.  2.  Il  far  cosi  non  e  allro  che  ; 
imiure  le  lalpe  ,  imitare  i  top.  ,  .  qual.  | 
inordooosi,  ma  sol  di  nascoslo;  o  e  più 
tosto  far  come  T  Ecclesiaste  affermo  di  al- 
cune  serpelte,  le  quali  ce.  (') 

SERPICELLA.   Dim.  di  Serpe.  Lai. 
serpilli   or. òifCSio^-    Eranc.  S.,cch.no. 
"I    Andata    .'ila    cassa,  e  aperta    che 
tbiie.  tra  quello  lino  Uovo  e  »ide  avvolte 

certe  serpicelle .  .     „       ,-    nANNA- 

g.   Dannare  a  serpicella.    J  .  DA«aA 

RE  ,  §    111-  e 

SERPICINO.  Tlim.  di  Serpe  ,  Serpi- 
cella.  Lai.  serpula.  Gr.  ojjlO.ov.  Frane. 
Sancii,  nov.  219.  Sicché  I.  serpicim,  cor- 
rendo al  latte,  D-  uscissouo.  E  "IV""- 
Li  serpicini  per  la  bocca   uscirono   foora 

SERPIGINE.  Macchia,  0  Infiammazione 
della  p^lle  ,  ihe  con  d,ver.<e  piiitiileUe, 
e  scorticature  l'H  serpe-^giindo  per  lame- 
de<,mi  pelle.  Impetigine  Lat,  impetigo. 
GT.l'.iX^:^-  Cr  .V4  3.  Sec.,1  brodo 
.uo  (deleceì  li  la>i.  monda  la  serpigine 
,  1.  •mpeligine.  Te,  Poi,.  P-  -S;  <•■?•  3. 
Medicina  a  ogni  scabbia  e  serpigine,  logli 
il  litarcirio ,  ce.  .  '      t    , 

#  SERPIGNO.  Aid.  Serpentino.  Lai. 
angulfr.  An,i,ill.  Metani.  !^.^&^■  Gia  la 
.erpigna  squama  ascnJe  .1  suo  ;  1.  se 
vuol   (avclbre,   il   sibil   rende,   (lì) 

SERPILLO.   Sermollino.   Lat     serpai- 
lum.  Gr.  épTuUov.   Amet.  !i\.  Quivi  an- 
cora  abbonda  il  serpillo,  occu|..,nte  la  lerra 
eoo  lollilissime  braccia.   Cr    ».  S.  J    se 
ai  quel  seme.  cioL-  del  bassilico,  si  semi- 
„a,  ipesso  si  muta,  quaiid.  io  serpillo,  e 
quando  in  sisimbrio.    Iron.  Morill.  22O. 
Più  di  presso  seguenl.-  i  sopraddetti  ve.li 
eraodi  scoperti  a.loini  di  olorificbe  erbe, 
«rpiUo  e  sermollino,  tiRnamica     e  ginc 
uri    Ilurih.    I.  40.  La  saK.  ,,/m/ vai  senta 
serpillo.   Alam.   Colt.  !\    80     AUr.  inetton 
nel  vino  olio  e  niarrobbio  ec  ,  Chi  il  mi- 
nuto serpillo  e  chi  la  squilla,  E  chi  d  or 
rida  serpe  il  trito  scoglio. 

#  SERVIRE,  (.'infere,  e  yiii'iaitlnar 
checche.sii  alla  g«.<"  che  finn-  •  »■•'•,.,. 
Anmiill.  Metam  3  =71.  L  edera  sacra  al 
sran  Signor  di  Dia  .Serpi  .  come  voli  ei 
Ijuel  legno  in  modo.  Che  talli  ■  rami  in 
Ilo  legati  aviia.  (N) 

SERPOLLO  .    Seyillo  ,    Serniollino 
Car.   Matlacc.  son.  O     K    '"■>,  "»    '"""' 
rampollo  Gli  empia  il  leichio  di  menta,  e 
,1,  irrpnllo.  _ 

SERPOSO.   .4dd    Serpentosa,   Da  ser- 


pi. Lat.  anguifer.  Gr.  o'yioax»;  ^"'"'; 
Pier.  2.  2-  3.  Scorrendo  un  giorno  L 
erta  ,  eh'  è  tutta  sassi  e  tutta  sterpi  .  Di 
Monsomman  serposo.  ec. 

*   SERPOTTA.    t'ocaholo    iagiurioio  . 

Mea:    sai.   7     E    vi    sarà   .lualcbe    dotlor 

serpotta.  Ch'ardisca  dir  ch'elle  non  sieo 

virtudi  ec.  (quasi  ter   Fotta),  (f) 

SERQUA.  .Sumero  di  dodici!  e  dicesi 

propriamente  d'  iioira  ,  di  pere  ,  di  pili  , 

0  altre  co,e  slmili.  G.  /'.  12.  72.  8_Se 
oe  facea  per  istaio  da  nove  serque.  Dan. 
Man.  120.  La  vdlanella  usala  a  vender 
la  sua  serqua  dell'  uova  un  as.e  di  dodici 
once,  vcdendolsi  in  mano  si  senato,  e  ri- 
dotto a  un'  oncia,  avrebbe  dello  ec  Buon. 
Pier.  4.  I     !■  Di  vino  e  d'olio  un  fiasco, 

0  uo  prosciullo ,  O  d'  uova  un  par  di  ser- 
que ,  o  pane  ,  o  altro. 

SERQUF.TTINA.  Dim.  di  Serqua.  Fa- 
taf  5.  E  delle  frotl   le  una  serqueltina. 

SERRA     /'.  X.   Sega.  Lat.   <  r,a.  Tes. 
/ir.  4.    I.   Sara  é  uno  pesce  e' ha  una  cre- 
sta cbe  t  alla  maniera  di  serre,  onde  rom- 
pe le  navi  di  sotto  .  e  le   sue  ali  sono  si  j 
!  grandi,  cl.'elli  ne  fa  vela,  e  va   bene  otto 

1  leghe  contro  alle  navi  Bim.  ant.  P.  N- 
ser    Pace  noi.    Agg.a  umilia  chi    vuol,  cbe 

1  io  pur  lasso.  Che  lo  cuor  m'  ha  segato, 
i  come   serra. 

1  §.  I  Per  Luogo  stretto  ,  o  serralo  . 
!  Lai.  c/<7HJin  lociis  ,  valli,    angu.la  .    Gr. 

!irevi)    p-tri/ttiOi      Bim.  ar.t.    P    .^.   ser 
Face  noi    Di  gran  rirrheiie    giunto  sono 
al  basso,    E    d'alta    rocca   sono  in  bassa 
I  seira.    Ditlnm    5.  8.   Cosi  passando  noi  di 
serra   in   serra  ,  Giungemmo  nel   pa«e  di 
Risami,  Cbe  da  Levarne  Tripoli  s'  afferra 
g     11.    Per   Riparo  di   maio,  o  simili 
fatto  per    reggere  il  Unea.i  .  e  impedire 
lo  scorrer  dell'  acque.  I  ii:  l'i'C    Ara    .1 
Simigliami  ripari  di  serre,  di  piantale,  .li 
bosrhi  utilissimi  sema  dubbio  si  farebbero 
conoscere,  ec.  , 

5.   III.   Per  Tamallo,    Impeto,  o  furia 
netl'  azzuffarsi.  Lat.   imprtuu  Gr.Ofjl.n  . 
Frane.   Soccli.  rim.    li).   O   che   e'  vegoan 
a  sì  ralla  serra  .  Che  tra  le  spade  ognun 
suo  sangue    spande  .    Ta       Da.:  Stor.   ò. 
■.U'q    Vedendo  i   ViliUiani  non  poter  reg- 
gere a  tanta  s.rra   ec.  ,  dicdonu   al  man 
ganonela  pinta.  Morg.   li.  41.  Penso  di 
far  con    sua    gente  tal   serra   Al  ''■■]•"''''. 
ch'egli  n'elidesse  quello.   E  l5.  8>    Cile 
spesse  v<lle  si  trova  a  gran  serra.  Farcii. 
1.  75.  Quattro  cornacchie    con    tulle  lor 
posse     A    quattro    nibbii  volloo    far  gran 
guerra,  E   già  gli  avcvan  messi  a  sì  gran 
srra.   Glie  di  fatica  eran  sudale  e  ros.e 
M.ilm.   9.    l3     Non    prima   slabdi  l'andare 
in  guerra,   Che  vedesti,  piil  presto  eh    io 
noi  dico  ,  Un  leva    leva  a  un  tratto  ,  uo 
serra  serra. 

4.  *  g  IV  Serra,  dicesi  an  he  a  Cia- 
scuna delle  due  parli  siipei  iori  dei  cai  zo- 
ili,che  siriano  per  serrarli  alla  1  il  1  Val- 
din  Dee  Uno  de"  birri,  abbrancala  al 
contadino  la  serra  de' calioni  ,  lo  fa  pri- 
gione. (.4) 

§.  V.  Serra,  per  Pressa.  Cilci.  I  arch. 
Suoc.  2.  1.  Inloroo  all'  uscio  mio  era  «i 
grande  la  serra,  cbe  pareva  che  alla  mia 
casa  fusso  la  sagra. 

g.  VI.  Per  Imp  riunita.  Inllania  pre- 
murosa .  Buon.  /Ver  2  I  1-  Quest'  e 
una  grande  istanaa .  Quesl'  i'  una  gran 
serra  ,  t'o'  amor«tol  sena  ,  Una    benigna 

istanaa  .  t-nn  t 

+  SERRAGLIO,  0  «.ilir«»'  SERRA- 
GLIA.  Sleccalo,  0  Chiusura  falla  per 
riparo,  e  difeia.  Lai  lallum ,  seplam.  Gr. 
ipxoi  O  r.  II.  4».  >  QU'"  »  'f''- 
aarono  con  barre  e  con  serragli  / .  (r. 
Vom  ili  Rotle  le  terraglia  de  carri,  per 
le  quali  il  Re  sperava  aver  fatto  fermo 
Toste    «  liiiicc     Star    i;.   2^6     Essendo 


SER 

il  Duca  di  Urbino,  seguitandogli,  entralo 
nel  serraglio  di  Mantova,  nel  quale  erano 
ancora  loro,  corsa  »c.  Giovanni  de  Me- 
dici. (C)  .1 

*  g.  I.  Per  Qualsivoglia  chiusura  , 
Luogo  serralo.  Tasi.  Oer.  7.  46  ColM 
il  pesce  coVa  dove  impaluda  .>e  seni  di 
Comacchio  il  noalro  mare  re.  E  vien  cLa 
da  se  stesso  ei  si  rinchiuda  Io  paluslra 
pricion,  oé  poi.  tornare  ;  Che  quel  serra- 
gli  J  i;  con  mirabii  u.o  Sempre  all'  entrar, 
iperlo,  all'  uscir  chiuso     (Br) 

«     II    Fer  similit   I.-21.  teptum,  valium, 

mLL  G,.  '.p.O,Petr-  Uo-"  i''-^''' 
Levante  le  s .rraglie  deli'  alpi  dispaitODO  gli 
Elveiii  dall'  Italiani. 

S  111  Ver  metaf  Pelr.  Uom.  ,11- 
Ouesto  per  lutto  1  tempo  del  luo  regno 
«eie  serralo  co- serragli  della  sua  prove- 

dcDU-  / 

t  5.  IV  Serraglio  ,  oggi  *""';''* 
ligi  dove  i  P'incpi  orientai,  Infedeli 
le.igono  serrale  le  loro  femmine.t.M.  tur- 
carum     Imperalons  palalium.    -e    Imper/. 

Pro...  D   12  r.  4-  »;9-  ,*'«r- j  1 

Assiri  ira  le  delicalce  e  gli    odori  d  A- 
rabia,  e  le  lascivi,  de'  serragli    donnesca- 
mente vissuti.  (T;  li,,-,, 
P    V   Serr„gln,diciamoanC.<ra  al  LuafO 

muralo,  dove  si  tengano  Serrate  l'  fi'"- 
r  gli  animali  venuti  da  paesi  "'"'  t."' 
Jaeium.   Gr.     ;<-''-."'t""»'   .«."'•./;'''„ 

amico  e  real  costume  si  manleogono  ne 
serrasti  del  serenissimo  Granduca  ,  yi  t. 
vede  un  uccello  di  rapina,  che  ce.  e  si- 
milissimo  al  boatagro 

S     VI    Serraglio,  si  dice  anche  a  Quelle 

ipedir  che  ricavano  gii  '  f'"'/'' "'Ta 
la, Ioana  nn.rlla,  «o-  ''•"""''''  P"''- 
re,  qu.ndo  la  prilla  ma.tinn  ■"^'"•>.°;« 
sposa,    l-ir.  nov-  8.  291     Sapendo  cb  uo 

lamico  menava  moglie,  penso  subito 
com'è  usanaa  di  queste  ""'"^  "-^f 
farle  un  serraglio,  per  aver-ie  qualche  cosa 

dalla  spesa  ,    e  darne  poi  la  bai.  al   ma- 

'""sERRAME.  Sliumenlo.  che  Uen,  ser-^ 
rati  me;  ca.,e.  e  simili  .  e  per  tojiu 
,-  apre  colla  chiave,  .SeriaUira  .  Toppa. 
Lai  sera.  Gì  n)  Clìpei-  Dani  M.  9 
Quesla  lor  iracol.n.a  non  i  nuova  Cbe 
p,-a  1'  usaro  a  men  segreta  porla.  La  q.ial 
scoia  sename  ancor  si  iruova.  E  I  urg 
q  Chiedi  Umdemen.e  che '1  serrarne  SCIO 
•lia.  M.    r.  S    88-  ^""^  bslierinnovella- 


i 


Non  dici  se  sono  ufic.ati ,  e  cantate  1  ore. 
m.  se  hanno  Ivtlo.  u.cia,  o  serrarne.  Pa,-. 
-8.  Aprendo  il  suggellalo  serrarne  della 
'cella  ,  la  domando  quello  cb  ella  avea 
fallo  in  questi  tre  anni. 

*  g  I.  /'.-.■  l.uog.  lerialo.  taita.  .. 
similf  C.vaU:  Med  Tu.r.  »Ì9  l\  «-'■- 
memo  r.n.hiuso  in  alcun  serrarne  s  ^.fra- 
rida,  se  non  se  ne  Ir.e.  E  .HI-  Apo.l 
l65.  Gli  allri  si  miiono  m  su  celle  la.  u 
Ideassi  deUa  nave,  e  .lire  mas.eri.ie  e 
serrami  eh'  erana  nella  nave,  e  mison 

mare,  iì'ì  ^    tj    1 

«  e.  Il  Per  Arca,  Serigao.  Gutd.  <- 
3.  I.  Medea  ap.  rse  i  suoi  serrams  de  le- 
sori,  e  molli  ne  trasse.   (C) 

g  III.  Per  melf  Lai.  thex.  Gmd  '■ 
Prego  disolameote,  cbe  tu  ni' apra  1  ser 
rami  del  Ino  consiglio.  Maestruti  2.  i; 
In  questo  caso  pecca  giurando  ,  imperoc 
chi  pone  al.uno  serrarne  alUi  Spir.lo. 
santo. 

SERR.tME.NTO.   /'  serrare.    Lai.  fo- 
clusio.  Gr    «Urrfov.  Bill    l'I   9-  F'»S' 
che  gli  seriass.m  le  porle  -,  il  quale  Krra- 
menio  significa  d.fficullk  e  osUcolo. 

SERRARE.  Impedire  che  per  F  apertu- 
re non  entri,  0  esca  cosa  akii,.a.  oppam'n- 
do  a  ciascheduna  lo  ttrumanla    suo  pi» 


s  E  n 

pno,  come  ti  coperchio  alle  casse j  le  'm  • 
poste,  «  gli  sportelli  aflt  usci  <  al/e  fìne- 
jtrt  j  e  dicesi  ancora  Serrare,  di  tutte  le 
cote  che  t'aprono,  come  bórsa ,  libri,  ec. 
Chiudere.  E  si  usa  in  sifinific.  att.  e 
neutr.  pass.  Lai  daudere.  Gr.  x).si'ety. 
Dani.  inj.  i3.  1'  son  colui  che  leoni  am- 
bo le  cbi.ivi  Del  cuor  di  Federigo,  e  rhe 
le  volsi,  Serrando  e  disìfrr^udo,  »ì  soavi. 
E  Par.  6  CoQ  costui  pose  il  moodo  in 
Uota  pace,  Cbe  fu  serrato  a  Giano  il  suo 
delubro.  Duce  nov.  i5.  25.  E  toroalo&i 
dentro  ,  serrò  ta  Ooestra.  E  nov.  78.  9. 
Accostatoti  alU  cassa,  dove  serrjlo  era  il 
marito  di  lei,  e  tcneudola  bene,  disse. 
Petr.  son.  10^.  Tal  m'  ba  io  prigioo  , 
cbe  non  m'  apre,  ne  serra. 

§.  I.  Serrare,  figaraVìm.  Tes.  Br.  \. 
16.  La  memoria  è  si  lenente,  cbe  se  al- 
cuna cosa  si  leva  dinanxi  del  corpo  ,  ella 
serra  in  se  la  similitudine  di  quella  colai 
cosa. 

%.  W  Per  Tenere  ascoso.  Occulta' 
re,  Lit .  abscondere ,  celare.  Gr.  ttrroxpu- 
iTTIiv.  Dant.  Purg,  8.  Mi  non  si  ,  che 
tra  gli  occhi  suoi,  e*  miei  Non  dichiarasse 
ciò  che  pria  serrava.  But.  ivi  .■  Pria  ser- 
rava, cÌM  icDeva  ascoso. 

•f  §■  IH.  Per  Contenere. l.^\..  daudere, 
campiteti,  continere.  Gr.  )(aT£xe»v.  Frane. 
Barb.  a3a.  7.  Le  iofrascrilte  cautele  H^n 
pnncipal  tre  vele:  La  prima,  che  la  gente 
Ci  fa  schifar  Docente;  Sotto  se  l'altra 
serra  Pericoli  di  terra  ;  La   teria  ec. 

§.  IV.  Per  Terminare.  Lai.  daudere. 
terminare.  Gr.  «fftT!Ì«Tv,  opi^èiv.  Pi-tr. 
cani.  3o-  7.  Ne  posso  il  giorno,  cbe  la 
vita  serra  ,  Antiveder  per  Io  corporeo 
velo. 

§.  V.  Per  Incalzare,  Qtasi  violenta- 
re. Far  serra.  Lat.  instare,  fatigare.  Gr. 
«na'yiiv.  Tac.  Dav.  ann.  i^.  20O.  E  una, 
serrando'»  TigcUino,  gli  disse:  piìi  casta 
ha  la  satura  Ollavia  ,  cbe  tu  \i  bocca. 
(il  testo  lat.  ha  insUnti  Tigcllino  )  .  E 
Stor.  4.  34V  Ma  voltatosi  a  Vibio  Ciispr», 
che  lo  serrava  colle  domande  ec. ,  mitigò 
l'odio  (il  testo  lai.  ha  cuìus  inlerroga- 
tioDibas  fatigabatur)  .  l'arch.  Ercol.  217. 
Io  %o  molto  io,  voi  mi  serrate  troppo. 
3falm.  I.  16.  Sai  che  la  morte  ne  mole- 
sta e  serra. 

g.  VI.  Per  Istrignere ,  Comprimere. 
Lat.  stringere,  constringere,  arctare.  Gr. 
/iioùv.  Dant.  Inf.  3i.  Dove  Cocilo  la  fred- 
dura serra.  Tes.  Br.  2.  37.  Se  egli  (il  sole) 
truova  alcuno  vapore  gelato,  egli  il  serra  e 
indura  ,  fanne  gragoaola  mollo  grossa  ,  e 
cacciala  per  lo  suo  calore  iofiao  entro  la 
terra.  Bocc.  nov.  5o.  l4-  Gli  avea  già  il 
solfo  si  il  petto  serrato,  cbe  poco  a  stare 
avea,  cbe  ne  starnutito,  ne  altro  non  avreb- 
be mai.  Sagg.  nat.  9sp.  ]33.  Essa  (acqua), 
per  paura  di  lasciar  voto  il  luogo,  di  cui 
andava  a  mano  a  mano  ritirandosi ,  era 
sempre  venuta  serrandosi  addosso  il  co- 
perchio. E  139.  Lo  stagno,  e  l'argento, 
e  r  oro  stesso  si  serrano  raaggiormeote  io 
latta  la  sostanxa  loro. 

%.  VII.  Per  Accostare,  Unire,  Con^iu- 
gitere.  Frane.  Sacch.  nov.  5l.  Ser  Ciolo 
sì  serrò  sì  con  gli  altri,  rbe,  come  furono 
per  andare  a  tavola,  si  ficcò  tra  loro. 

§.  Vili.  Serrarsi  addosso, o  attorno  a 
checchessia ,  0  simili  ,  vale  Accostarsi  a 
checchessia  con  forza,  0  con  violenza.  Lat. 
adoriri  ,  aggredì  ,  impetum  factre  .  Gr. 
€ir«px"^*i  '  sioGia^siv .  Morg.  2.  71. 
Parca  quando  alte  pecore  si  serra  11  lu- 
po .  Alam.  Gir.  3.  67.  Né  qui  1'  ardito 
ne  resta  conicoto  ,  Ma  si  serra  con  lui 
di  mal  talento.  *  Frane.  Sacch  nov.  'O. 
Questi  porci  mi  fanno  ricordare  d'alcun' 
altra  novella,  per  lo  serrarsi  insieme  quan- 
do sono  olìesi .  la  quale  ec.  E  nov,  71. 
Voi  percotesli  1'  altro  dì  li  Viniaiaoi:  e'si 
J'ocabolario  T    IL 


SER 

sono  serrali  verso    voi  a  lor  difesa,  ed  a 
vostra  offesa.  (V) 

3  §.  IX.  Serrar fuora,  vale  Mandar  fuo- 
ra.  Cacciar  via.  Lat.  excludere,  expelle- 
re.  Gr.  a'xSa'lieiv. 

#  §.  X.  Serrar  fuora ,  vale  anche 
Impedire,  Opporsi  che  altri  entri  dentro, 
«  Dant.  Par,  25.  Vinca  la  crudelt'a,  che 
fuor  mi  serra  Del  beli*  ovile  >«  (  cioè  , 
che  non  mi  lascia  tornare  a  Firenze).  (C) 

■J-  §.  XI.  Serrare  il  basto  ,  i  basti,  o 
I  panni  addosso  altrui  ,  Jìguratam,  vale 
Strignrre ,  e  quasi  l'io/entare  alcuno  a  far 
la  tua  volontà,  Lat.  premere,  urgere.  Gr. 
TTtS^-f.",  iniCytf*.  Fir.  nov-  1.  l85.  Co- 
stei, cbe  altro  volea  cbe  parole,  gli  ser- 
rava ,  come  si  dice ,  i  basti  addosso  : 
egli  ec. 

g.  XU.  In  proverb.  Saìv.  Granch,  3. 
2,  Chi  ben  serra,  ben  trova  (e  vaie,  che 
Le  cose  ben  chiuse  sono  sicure). 

§.  XIII.  Serrar  le  lettere,  vale  Sigil- 
larle, Lat.  litteris  obù^nare.  Gr.  e:tt- 
ffToXy;'v  -':rc5j?^K'yi'^etv.  Sen.  Pìst.  22.  Io 
volea  qui  serrare  la  mia  pistola  ,  ma  la 
sostenni  ec.  (qui  vale  finirla,  terminarla). 

§.  W\ .  Serrar  C  u-tcio  sulle  calcagna, 
vale  Serrar  alcuno  fuori  della  porla  , 
Mandarlo  via.  Mafm  3.  5o.  E  mentre  ei 
pur  volea  'mbrogliar  la  Spagna,  Gli  fa  1* 
uscio  serrar   sulle  calcagna. 

§.  XV.  Serrare  alla  vita ,  si  dice  delle 
ì'esti  strette,  che  comba<^iano  alla  perso- 
na. Sìlvia.  Disc.  l.  193.  Dove  prima  gli 
oratori  farevano  coli*  ampie  pieghe  della 
loro  maestosa  Ioga  fracasso,  poi  gli  avvo- 
'-3lì  e  i  patrocinatori  di  cause,  cbe  a  quelli 
succederono,  si  servirono  d*una  veste  men 
nobile  e  ristretta  ,  cbe  gli  serrava  alla 
vita  . 

•j-  iì*  §.  XVr.  S-^rrar^  un  calcio,  un  man 
rovescio  ,  o  simile  ,  vale  Tirarlo  ,  Darlo 
altrui.  Bern.  Ori.  1.7.  16.  Senza  cbe  Cario 
lo  governi  o  guide.  Volta  la  groppa  (d  ca- 
vallo), e  un  par  di  calci  serra:  Appunto 
dove  1*  osso  si  divide  Della  spalla  lo  giù- 
gne  ,  e  getta  in  terra,  (f)  E  33.  53  II 
conte  ad  esso  un  manrovescio  serra.  (N) 

f*§.  XVII.*yfrrrtrii  coda,  dicesi  dei 
cavalli,  ed  altre  bestie,  allorché  la  strin- 
gono al  ventre,  o  alle  coscie.  Morg,  i5. 
107.  Serra  la  coda  e  anitrisce  e  raspa.  fAV 

*  §.  XVIII.  Serrar  e,  vale  anche  Asse- 
diare .  Guìcc.  Stor.  lib.  17.  Essendo  già 
arrivato  io  campo  il  numero  intero  tanto 
desiderato  degli  Svizzeri,  si  poteva  faciN 
meote  ,  serrando  Alitano  ,  secondo  cbe 
sempre  si  era  disegnato,  con  due  eserciti 
impedire  la  copia  grande  delle  veltova 
glie.  (Br) 

'r  g.  XIX.  Serrare,  si  dice  anche 
delle  Truppe  schierate,  e  vale  Accosta- 
re, Avvicinare  in  guisa  che  lo  spazio  tra 
fila  e  fila  sia  minore j  ed  usasi  per  lo  più 
in  signific.  neutr.  pass.  Accad.  Cr.  Uless. 
Erano  tanto  oslioati ,  cbe  passata  cbe  era 
la  palla,  tornavano  a  serrarsi.  (C) 

*  §.  XX,  Serrar  le  pugna,  Jìguratam. 
vale  Morire.  Cccch.  Esalt.  Cr,  4.  ji. 
Non  volle  ^.si  fa  *l  grasso)  venir  con  noi 
duo'  passi;  Ma  ci  serrò  'i  mostaccio  io  su 
la  porta  Cbe  gli  possa  io  veder  serrar  le 
pugna.  (C) 

*  g.  XXI.  Serrar  gli  occhi ,  figura- 
tam.  vale  Morire  .  Malm.  2  9.  E  non 
batterà  la  mia  fine  altrbve  ,  Che  ad  aver 
prima  eh*  io  serrassi  gli  occhi  ec.  Della 
mia  donna  quattro  o  sei  marmocchi.  (C) 

*  §.  XXII.  Serrar  la  bocca  ad  uno 
figuratam.    vale    Farlo  tacere  .  Gr,!.  lelt, 

Uom.  ili.  5o.  Quello  che  io  ci  abbia  ope- 
rato, si  può  sempre  vedere  dalle  mie  Scrit- 
tore ,  le  quali  per  tal  rispetto  conservo  , 
per  poter  sempre  serrar  la  bocca  alla  ma- 
Ugnità.  (C) 

*  §.  XXIII   Serrare  in  minte  una  tosa. 


SER 


liOl 


ligniti 


vale  Ricordarsela.  Ang,  Mei,  2.  lai.  la 
mente  ancor  quanto  già  nocque  serra  A 
Fetonte  3  spiegar  troppo  alto    l'alo.  (D) 

*  §.  XXIV.  Serrare  la  mente  in  una 
cosa  ,  vale  Porsi  fortemente  a  conside- 
rarla .  Petr.  Canz.  Ciunt.  E  quanto  più 
e  più  serro  La  mente  uell'  usato  immagi- 
nare. Più  conoscer  mi  pare  Che  per  con- 
cordia il  basso  stalo  avanza;  L'alto  nian- 
liensi.  (D) 

*  g.  XXV.  Serrare,  si  dice  anche 
del  Concludere,  del  Recaie  a  fine  un'af' 
fare,  un  negozio,  o  simile.  Ceccìi.  Donz. 
5.  2.  Faie  buon  cuore,  Serrale  il  paren- 
tado di   Forese.   (C) 

^  §.  XXVI.  Serrare  fra  l'uscio,  e  il 
muro  j  lo  stesso  che  Str  inibire  fra  l'u- 
scio ,  e  il  muro  .  Ceceh.  Prov.  72.  S'  i* 
io  posso  serrar  tra  l'uscio  e '1  muro,  Mio 
danno  poi  s'  i'  infreddo.  (C) 

^  g.  XXVll.  In  proverb.  Serrar  la 
stalla  ,  perduti  i  buoi  ,  o  simili  ,  vale 
Cerctr  de'  rimedii  seguito  il  danno  .  f . 
STALLA.  (C) 

*  SERRATA.  Cateratta.  Sig,  Viagg. 
Mon,  Sin,  16.  Poi  giungemmo  a  una  ser- 
rata di  questo  canale;  rbe  sono  cateratta 
le  quali  si  serrano  e  aprono  quando  vo- 
gliono. (N) 

SERRATAMENTE.  Avveri.  Con  mO' 
do  serrato.  Strettamente.  Lat.  arde.  Gr. 

g.  Pdr  metaf.  M,  Aldo'-r,  Avrà  *!  viso 
pallido,  dormirà  serr'ildinente  ,  e  sognerà 
spesso  (qui  vale,  profondamente)  Salvin, 
Pros.  Tose.  2-  z\-  Al  primo  dell*  Iliade 
dicendo  serratamenle  ;  ec.  (  qui  vale  ,  in 
maniera   concisa  ). 

3  SERRATO.  Adi,  da  Serrare.  Lat. 
claitsus.  Gr.  x^£i5T35.  Bocc.  nov.  77.  9. 
Messo  dalla  fante  in  una  corte,  e  deatro 
serratovi ,  quivi  la  donna  cominciò  ad 
aspettare.  Dani.  Purg.  g.  Da  Pier  le  ten- 
go ,  e  dissemi  eh'  i'  erri  Anzi  ad  aprir  , 
eh*  a  tenerla  serrata.  ^  Instr.  Cane,  li- 
E  tutte  queste  scritture  stieno  sempre  sot- 
to la  custodia  e  cura  de'mcJesimi  cancel- 
lieri negli  archivi,  e  armari  serrati  a  chia- 
ve. (C) 

g.  I.  Per  Stretto,  Sagg.  nat.  esp.  84- 
Sia  il  luogo,  dove  s*  ha  a  fare  la  legatu- 
ra ,  armato  d'  un  braccialetto  di  cuoio 
fortissimamenie  serralo  alla  carne.  E  202. 
SÌj  un  vaso  di  vetro  ec,  capace  nella  sua 
bocca  d'  una  canoa  di  cristallo,  rinfonata 
esteriormente  eoo  una  fasciatura  di  piom- 
bo serratale  squisitamente  all'  intorno. 

g.  II.  Per  Fitto  j  contrario  di  Rado. 
Lat.  densus.  Gr.  ttukvo';.  Bocc  nov.  79. 
l3.  Or  cbe  menar  di  calcolo  e  di  tirar  le 
casse  a  se ,  per  fare  il  panno  serrato , 
faccian  le  tessitrici,  lascerò  io  pensar  pu- 
re a  voi.  Disc.  Cale.  l5.  Noi  troviamo 
che  va  più  serrato  il  giuoco  a  partire  gì* 
innanzi  in  tre  squadre  (dot;,  più  unito). 

'.'  g.  IH.  Serralo  ,  si  dice  anche  de' 
fiumi  che  sono  chiusi  dal  ghiaccio.  «  M- 
V.  lib.  4-  cap.  65.  Tutti  i  grandi  fiumi 
steltono  serrati  di  ghiaccio  lungamente 
per  modo  ,  cbe  ninno  ci  potea  navicare  ; 
e  il  nostro  fiume  d*  Arno  ec.  stelle  fermo 
e  serralo  di  ghiaccio  ,  che  lungameote 
sanza  pericolo  in  ogni  parte  sì  poteva  so- 
pra il  ghiaccio  valicare.  (J) 

*  g.  IV.  Per  Unito,  Aggiunto,  come 
al  g.  VII.  del  verbo  SERRARE  .  Cron. 
Strìa.  106.  Quando  il  palagio  nostro  di 
Mercato  vecchio,  ch'era  lunghesso  la  torre 
de*  Toroaquinci,  fu  disfatto,  fecero  Uarre 
quei  da  casa  una  carta,  come  il  muro  del 
detto  palagio  era  serrato  lungo  la  della 
torre,  e  accostato,  (f) 

*  g.  V.  Serrato,  parlandosi  di  linguag- 
gio, modo  di  dire,  e  simili,  vale  Breve , 
Stringato,  Che  dice  molto  in  pcco.  f'arch. 
Stor    I     2    L'oscurila  nasce  ec.   da  certi 

1(^6 


it6s 


s  E  n 


moJi  di  dire  slorli .  e  stravaganti,  ora 
troppo  brevi  .  B  scrrjli  ,  ora  troppo  lua- 
ghi,   e  confusi.  (C) 

!!*  6.  VI.  Serrato  ,  dicefi  ancfte  della 
Pronunzia  j  eJ  è  contrario  d'Aperto.  Fir. 
disc.  Ult.  (■:  aperto  ,  e  »errato  ;  o  aper- 
to, o  serralo.   (^) 

#  *^.  VII.  Aver  serratOt  dicesi  dfl  Ca- 
vallo quando  non  si  può  conoscere  quanti 
anni  abbia.  Ma^at.  lelt.  Sarebbe  coil  dif- 
ficile il  rinvenirgli  i  »ui'  ^otii  ec.  poiché 
il  cavallo  avrfbl>e  serralo  ti'  un  pruo.  (A) 

A'  §.  Vili.  Serralo.  Terni, depli  //nato- 
mici,  JS^ome  di  alcuni  muscoli  del  toru' 
ce.  che  si  difti'tgiiono  in  serrali  aniici,  e 
«errati  ponici.  Imperf.  Anat.  lOi.  lima 
«colo  serrato  poetico  superiore  minore  ha 
suo  sito  nel  dors^j  sotto  1'  osso  romboide 
Ira  runa  o  l'altra  palella.  (F) 

•f*  :*.:  SKURATORE.  ìerbal.mnsc.  CAe, 
o  Chi  serra.  Sahin.  OMss,  II.  355.  E 
quella  sceso  A  rasa  Dito,  sorralor  di  porte 
Robusto,  allo  legando  da  suMimeec.  (A) 

SERRATURA.  Serrarne.  Lat.  .lera  . 
clausura.  Gr.  /^eìàpav  Fair,  Esop  Serrò 
la  casa  dentro  con  buona  serratura,  ^cr/i. 
Ori,  2.  9.  26.  Vanno  alla  porta  ,  e  sì 
destro  lavora  ,  Che  tu  non  rompa  quella 
serratura. 

§.  I.  Per  metaf.  Mar.  S.  Gn-g  Id- 
dio chiude  il  mar  colle  porti,  quando  op- 
pone a*  perversi  niovimenli  del  cuore  la 
serratura   della  sua  f  .rtczza. 

§.  II.  Per  S'tpgelfo  ,  Termine.  Lat. 
coronis.  Gr. /©sWi'i';.  /'ìt  Crisi.  D.  Qae- 
sta  solennìladc  gloriosa  è  fine  e  compi- 
mento di  tutte  r.iltre  solmnitadt.  e  lie- 
navvcnlurata  serratura  di  lutto  'I  viaggio 
di   Cristo  figliuol  di  Dio. 

V  g.  III.  Serratura  a  sJrucciofo ,  o 
Serratura  a  colpo  ,  dicono  i  Magnani  ad 
Una  piccala  serratura,  la  cui  stanghetta 
a  mezza  mandala  è  smussa  in  puisa,  che 
l*  uscio  xpingenHolo  si  chiude  da  se  s  e 
dicci  partico'artftente  di  quelle  piccole 
serrature  che  non  sì  chiudono  a  chiave^  e 
t*  aprono  girando  un  pallino.   (A) 

SERTO.  V.  L.  Ghirlantis,  Cerchio. 
Lat.  sertuni.  Gr.  ffTe53^tvo^  Dant.  Par. 
IO.  Direlro  al  mio  parlar  tea  vien  col  viso 
Girando  su  per  Io  liralo  serto.  lied.  Di' 
tir.  19.  Gli  esperti  Fauni  Al  crin  ra' io- 
treccitio  Seni  di  pampano. 

#  SERTRISTO.  Uomo  rio.  Cavale. 
Frult.  ling.  190.  Oggi  molti  «otto  questo 
titolo  d'essere  contcniplalivi  sono  sertri- 
sti,  sercflllivi,  ed  oiioìi  e  gaglioffi.  (F) 

SERTULA  CAMPANA.  F.rha  simile  al 
Trifoglio,  che  produca  spighe  di  fiori  gial' 
li.  Lat.  sertiila  campana,  mrttlolus.  Rì- 
cett.  Fior  h'^.  Intorno  al  quale  «odo  le 
foglie  simili  a  quelle  della  sortala  cam- 
pana. 

#  SERVA.  Femm.di  Strvo.  Vedi  que- 
sta voce.   fC) 

SERVABILE.  Add.  Da  eisfr  sen-ato  . 
Lat.  servabili.t,  servando  aptus.  Gr.  0W9t- 

[XOi. 

SERVACCIO.  Peftgi'^ral  di  Strvo.  Tae. 
Dav.  Perd.  eloq.  l\\',.  Oggidì  rome  il 
figliuolo  è  nulo  ,  si  raccomanda  a  una  »er- 
vaccia  grera  (il  testo  lat.  ha  graecube 
alicui  anrìllar  ). 

SERVAGGIO.  Servita,  Lit.  servi  tu  t , 
ttrvitium.  Or.  JouXiiot.  G.  /*.  8.79.  3. 
Meglio  amav.ino  di  morire  all.i  battaglia, 
che  vivere  in  servaggio,  F  12.  3.  9  DÌ 
liberta  rerati  a  tirannica  signoria  e  ser- 
vaggio. Tes.  /ir.  9.  1,  L*  un  desiderava 
le  cose  dell'altro,  per  suo  orcnglio  si  sol- 
tomelteva  il  menipoiM-nio  d<'I  servaggio  , 
«  conveniva  prr  fona  che  colorn,  che  vo- 
Icano  vivrrc  di  loro  diritto  ee.,  si  ridurrs- 
sono  insieme  in  ano  ordine,  l'rtr.  cap, 
^.  E  vidi  a  qual  servaggio  e  a  qusl  morte 
E  «  che  strasio    va  chi  s' iooamora    (  cO' 


S  E  R 

sì  si  lecge  ne'  migliori  t<'sti  a  penna  $  e 
non  STvigio,  conte  hnnno  gli  stampati)  . 
*  7'iiss,  Ger.  I.  5i.  Or,  se  tu  se' vii 
serva  ,  e  '1  tuo  servaggio  (  Non  li  lagnar  ) 
giustizia,  e  non  oltraggio    (I^J 

SERVAMENTO  .  //  servare.  Lat. 
conter%atio,  obse-vitio.  Cr.  yy>yjtT)'. /?u^ 
Pur.  9.  I.  Venui  ee.  tigoifica  ec.  serva- 
mento  di  fed*^,  e  di  iusiizia. 

.SERVANTE.  Che  serva.  Che  confer- 
va, mantiene  e  osserva.  Lat.  servane.  Gr. 
obVejv.  Fiamm.  ^  i55.  Oimè ,  che 
chiunque  è  colui  i  primi  riti  servante,  non 
e  nelL  mente  infi.tmmato  djl  tieco  furore 
della  non  sana  Venere  ,  siccome    io  sono. 

#  SERVANTISSIMO.  Superi  di  Ser- 
vante.  Boez.  117.  Colui,  il  quale  tu  giu- 
stissimo e  servantissimo  riputi  d«-l  diritto, 
alla  providenta,  che  sa  tutto  ,  pare  lutto 
allr.imente  diverso    (V) 

SERVARE.  Serbare.  Lai.  servare,  re- 
sen'are.  Gr.  o&i^etv.  Pelr.  son.  lOi.  Mi 
glorio  D' esser  servalo  alla  stagion  più 
tarda.  E  278.  E  poche  ore  serene  ,  Ch* 
amare  e  dolci  nella  men'.c  servo.  Bocc. 
non.  52.  3  Quindi  ne*  maggiori  bisogni 
le  traggono  ,  avendole  il  vii  luogo  più 
sieuranienlc  servale. 

^.  1.  Servare,  per  Guardare,  Custodi- 
re. Lai.  custodire  ,  tueri  ,  se'^nre.  Gr. 
yuXKTTSiv  fìocc.  nov.  17.  5.  Dubitando 
oon  ella  confessasse  cosa,  per  la  quale  a 
lui  convenisse,  volendo  il  suo  onor  serva- 
re, f.irla  morire.  F  nov.  65.  1^.  Forse 
assai  Sun  di  quegli  che  a  capital  pena  soa 
dannati,  che  non  sono  da*  prigionieri  con 
tanta  guardia  servali,  f'it  S.  M.trgh.  l3i. 
Lo  quale  ha  servala  la  mia  virginità  ÌD- 
fino   ad    ora   senxa    corrompimciito. 

t  g  II.  Seua't.  per  Jiiurvare.  Lai. 
rrseri-urf,  Gr  0»af uX'/TTeiv.  Tesortlt. 
Br.  Clic  pUdlc  a  compimento  Aver  cono- 
scimento Di  ciò  che  i;  ordinato  ,  Sol  te 
non  fu  servalo  lo  divina  polenaa  (la 
stampa  di  Firenze  iSz'i-  cap  ',pag.6i. 
Ifg^e  ch'liae  ordinalo  (se  '1  senno  fue 
servato  )  In  ec.  secondo  questa  Itzimc  e 
V  interpretazione  dell'editore,  che  par  la 
vera,  il  significato  di  servare,  per  Riser- 
vare non  avrebbe  luogo)  . 

f  5  3.  III.  Servare, p  r  Osservare,  Por 
mente. 'Lzt.  cbtervare,servare,Gr.  it^où'Xi, 
Dant  Par.  2.  Mcller  poit-le  ben  per  1"  allo 
sale  Vostro  navigio,  servando  min  solco  Di- 
naoii  all'  acqua  che  ritorna  eguale.  Paltad. 
cap.  29.  Nel  «ottopoile  (l'uoi^i)  ti  tenri 
la  Luna. 

#  §  IV.  Servftre,  vale  ancht  Attenere, 
o  Osservare  quel  che  uom  promette,  m  lìocc. 
nov.  17.  !\S,  Vrggendola  cosi  beMa,  «*nia 
servare  al  suo  ainicn  0  signor  fede,  di  lei 
s'innamorò.  F  nov.  97.  22.  Secondorhè 
molti  affermano,  il  Re  molto  bene  servo 
all.i  giovane  il  convrnrnie.  Ar.  Fw.  21. 
18.  Elesse,  per  servar  SU4  fede  a  pieno.  Di 
molli  mal  quel  che  gli   parve    meno  »  .  (C) 

#  §.  V.  Servare ,  p>irlandost  di  pr0- 
celti,  leggi,  coititiitioni  ,  o  simili,  vale 
Obbedire,  Pton  ti-asaredtre.  »•  lìocc.  nov, 
17.  6f.  E  avsai  volle  ìn  avsai  eose  ,  |>rr 
tema  di  peggio,  servai  i  lor  costumi.  Dant. 
Pnrg.  26.  Non  servammo  umana  legge  , 
Seguendo  come  bestie  1'  appetito  «  .  tìelc. 
ytl.  A'c-  ^ip  55.  O  signore,  come  ti  pia- 
ce la  obbedienta  .  e  colui  che  srrva  a*  luoi 
comandamenti.  (C)  Pass.  188.  Se  vunli 
enirare  a  vita  etema  ,  serva  i  comanda- 
memi  (f  )  S.  Gio.  Grit-^st.  fti.  Onde 
non  solamente  li  eomindameoli  della  legge 
servòe  ,  ma  eiiandio  li  consigli  di  Cri- 
sto. (TC) 

t  *  §.  VI.  Sen-are,  vale  anehs  Os- 
sen-are,  7V«»n  «icir  da  certi  limiti.  Ar. 
Ftir  \\  I.  Qual  (s'esser  può  )  catena 
di  4li.imanle  Far!)  che  1'  ira  «ervi  ordine  e 
modo  t  (P) 


SER 

t5  §.  VII.  Per  3fanl*aere,  Conserva- 
re  in  un  cr^o  stato,  ed  in  questo  senso 
Si  accompagna  ad  un.  nggettivo  che  tspri* 
me  questo  stato.   Lai.    servare.     Gr.     tfu- 

ixTTSiv.  lìern.  Ori.   I.    23     2-    Che  M 

cavala,  miseri,  tn  efiètlol  Favvì   l'oro  ser~ 
var  più  s'jni   e   grassi? 

SEIiVATO.  Add.  da  Serbare.  t^\.  ter' 
vatus,  r'servntus.  Cr.  ^tx:rc9w) 3t7U€'v05. 
Aniet.  77.  Ma  sedici  volte  tonda,  ed  al* 
treltante  bicorne  et  si  mostrò  la  Luna  , 
avanti  che  la  servata  immagine  io  »• 
avesse  a  cui  somigliarsi  tra  molte  in  qnalls 
mezzo  da  me  vedute.  Pallad.  Gena,  ih. 
Tutti  gli  altri  semi  insieme  nascono  e 
vengono  su  colla  latlDga,  servato  in  se  la 
lattuga   il  sapore  di  tutti. 

t  SERVATORE.  /'erta/,  masc.  Che, 
o   Chi  sf-rva.  Lai.  servat/^r. 

%.  Per  Osservatore.  Lai.  ohservmtar, 
servator.  Or.  ifopoi  JSocc.  nov,  70.  I. 
Ogni  giusto  Re  primo  servalore  dee  ei- 
sere  delle  leggi  falle  da  lui. 

SERVATRICE  Verbal.femm.  Chi  ser  - 
va.  Lat.  ser\'atrix.  Gr.  euTCì^a.  Filoe. 
7  77.  Che  colpa  hanno  le  kuone  ,  e  di 
chiara  fede  ser>alriri,  le  a  le  una  malva- 
gia persona  ec.  nocque  ,  non  osservando 
la  promessa  T  *  P.^cc,  Lelt,  Pim.  Ross. 
233.  E  perciocché  la  fama  è  servatrica 
delle  antiche  virlà  e  predicairice  de*vi- 
sii,  sanza  restare,  sommamente  si  guarda- 
no i  savìi  di  non  contaminarla,  o  di  fama 
trasmutarla  in   infamia.   (Pi 

SERVENTE  Sust.  Ser*o.  Lat-  servus. 
Gr.  09Ù/9;.  Pocc.  Introd.  i6  Ninno  al- 
tro sussidio  rimase,  che  ec.  I' avaritia  de* 
serventi,  li  quali  da  grossi  salatii  e  soon- 
ven'voli  traili  servieno.  F  nov.  3|.  5. 
Fara'ne  questa  sera  un  soffione  alla  tua 
servante,  col  quale  riti  raccenda  il  fnoco. 
Mae^trnzz  2.  4'-  ^^  servente  è  leoato  di 
servire  come  'gli  promise.  Dant.  rim.  36> 
Io  son  servente  ;  e  quando  penso  a  cut , 
Qurl  che  ella  sìa.  di  tutto  snn  contento. 
*  Plul  Adr  Op.  mor.  3.  3o3.  Arche- 
lao  cenava:  fogli  chiesto  nna  taua  d*oro 
da  un  suo  domestico,  ma  di  p:>ca  bnniì, 
comandò  al  servente  che  la  desse  ad  Eu- 
ripide. (C) 

•f  §.  Per  Amante  ,  Amatore .  X.at. 
amasius.  Gr.  iptaftito;.  Pecor.  g,  %\. 
Ball.  Va',  baMata  amorosa,  al  mio  serven- 
te. Il  qual  mi  porta  laolo  vero  amore  ; 
Digli  che  sopra  'I  latto  i' l'avrò  a  meo- 
le,   Percb'  egli  è  bono  e  leal    serviiore. 

SERVENTE.  Add.  Che  tervt.  LaL  «er. 
viens,  ofrcff/enf.  Gr.  jouìsj'wv,  u^oxouVv. 
Bocc  nov.  2.  9  Al  venire  serventi  a 
guisa  d'animali  bruti.  E  no\'.  lOO.  II. 
Era  tanto  obliedier.te  al  marito,  e  tanto 
servente ,  che  egli  si  teneva  il  p{«  con- 
tento e  il  più  appagato  uomo  del  mondo. 
Cr.  1  12  ^^.  Procacci,  che  sia  a*  bifol- 
chi in  alcuna  cosa  serTcnle,  acciocché  pia 
volentieri  abbiano  corade'buoi.  Te»,  fir. 
3.  5.  Noi  dovrmo  guardare  V  aere  ,  ebc 
sta  sano  e  nello  e  dolce,  e  che  l'acqua 
sia  buona,  e  leggieri,  e  la  terra  friMlifo- 
ra,  e  bene  servf-nte  (  eio^  ,  corri  spondeo  le 
ali*  industria  del  lavoratore).  >!*  Rip  /m- 
pr.  ziS.  Il  quale  a'-cennamcnto  può  ftrti 
o  con  corpi  ,  e  figure  simili  a  quel  della 
generale,  o  con  eose  ■  quella  dtuifsilii  o 
a   quella  serventi.  (C) 

>>  §,  .fer^'fnle  ,  vale  anche  Pronta 
acli  ufitii  di  beneficenza  ,  e  di  cortesia. 
Din,  Comp.  lib.  I.  Erano  ben  vedati,  il 
perche  uomini  dì  buona  condiiìone  e  u> 
mani  ,  e  lì  perchè  erano  mollo  serventi  , 
per  modo  che  da  loro  aveètto  quello  cfao 
voleano.   (P) 

•f  SERVENTESE.  Spesie  di  fo^sim 
li' tea.  ed  ^  (ìiirlla  maniera  di  %*trsi  chìa- 
fM.iff  ora  tertetli ,  ora  leroarii ,  e  qnand» 
tersine,  i  qmali  non  reno  altro  ch*    rrrtt 


s  E  a 

di  undici  sitile  rinUrzati^  onde  si  dicono 
volgarmente  Ione  rime.  Civaie.  Mcd,  cuor. 
Mello  'ufratcrilto  servenleie  si  contieiif  U 
staleoiia  ilei  prect-dentc  tialiato  delU  pa- 
tteoxa.  Ott.  Com.  Par,  9.  2Z0.  Costui  ec. 
troTÒe  io  Provemale  coh/e,  servenlest  ,  e 
■Uri  diri  per  rimj  Dant.  /  /(.  riuov.  5i>. 
Coropoii  una  pisluU  sotto  forma  di  ser- 
Teolese.  Bed.  .^nnot.  Ditir  68  Gìuffredi 
di  Tolow .  nel  lorveniese  eh*  ei  fece  per 
amore  d'  Alisa.  /  nrch.  Les.  6^3.  Que»(a 
maDiera  di  tefAÌ ,  rbiamati  ora  terzetti, 
or»  lermarii^  e  quando  terzine,  i  quali  uod 
tono  altro  cbe  versi  d*  undici  sillabe  rio- 
teruti,  onde  si  dirooo  vulgarmente  terze 
rime  ec.  ,  e  da  mexser  Aatooio  da  Tempo 
^rvrntfii, 

«  SERVETTA.  Dim.  di  Serva  j  S<r- 
vìcciuola.    Buon.  Fier.   e  Sulvin.  (A) 

SERVICCJUOLA.  Dim.  e  Àv^ilUivo  di 
Sen-a.  Buon.  Fier,  a.  4  *7«  S'  ^*  °°° 
V*  era  una  gobba  sen'iccìuola ,  Cbe  guar* 
dava  ik  i  polli  appo  ^  stalla,  E  iotaoto 
M  spulciava  soaaacchioDÌ. 

t  SERVICELLA.  Dim.  di  Servai.  Lat. 
serx'ula.  Gr.  0du)x^9v.  Benv.  CeH.  l'it. 
I.  1)8.  Seco  avea  uoa  servtcella  di  tre- 
dici io  quattordici  aDoi. 

SERVICINA.  Dim,  di  Serva.  Lat.jer- 
vaia.  Gr.  òoìj\ffl:tOf.  Lib.  Pred.  R.  Te- 
nera io  casa  quella  sua  aerviciaa  giova- 
aeila  e  faQciulta. 

SERVIDORAMC  Massa,  yumcro ,  o 
Qatntità  .ti  servidori.  Lai.  se^wiiiitm , 
serviiia .  Gr.  èoAiioc  .  Tac.  Dav.  ann, 
a.  54.  Aveodo  tra  di  irulfitori,  e  genta- 
me  dianzi  sorpresa,  e  servid>ir^mi;  di  Plaa- 
cìaa  e  suo  ce,  racimolato  il  novero  d*  una 
legiooe. 

t3  SI:RVID0RE.  Colm  che  serve  qual- 
cuno per  mercede  j  Servo,  Familiare.  Lat. 
servHtt  servu^us,  famulus.  Gr.  (?oJÌ95  , 
ooula'oiov.  Bocc.  /!0f.  ^S-  *7-  Martuccio, 
in  ca>a  mia  e  capitato  un  tuo  servidore  , 
cbe  vien  da  Lipari.  K  no*f.  '|6.  9.  E  con 
alcano  d^'suoi  servidori  chetamente  se  n' 
lodò  alla  Cuba.  Maenrus:,  2  ^1.  Sono 
scasati  i  servi,  le  fanti,  i  lavoratori,  !>er- 
TÌdori,  e  gli  altri  sudditi,  che  non  sono 
da  tanto,  che  per  loro  consiglio  i  peccali 
iicellerali  si  faceiaiio. 

*  §.  I.  Servidore,  si  dice  anche  di  Colni 
che  0  dipendente  dai  voleri  dì  alcuno  j 
Ligio,  Schiavo.  "Bocc.  nov,  80.  19-  Per 
moclrarsi  bene  libéralissimo  suo  servidore. 
E  C€UiZ,  4*  3-  Ch'allora  cb'i'piii  esser 
mi  pensava  Nella  sua  gr^xia  ,  e  servidore 
a  lei  ce.  Mi  accorsi  ec  n  .  (C)  Dav.  Sci- 
*m.  5o.  (Camino  \'^S\.).  Due  Duchi  di 
seguito  grande,  Carlo  ec,  e  Tommaso  Ila- 
wardo  di  rSurfolc,  gran  soldato,  cattolico, 
ma  troppo  servidore  al  Re.  (F) 

*  g.  II.  Servidore,  ò  anche  termine  di 
cerimonia,  e  vale  Affezionato ,  Disposto  a 
render  si-rvì^to .  «  Caj.  lett.  23-  Come 
qacUa  eh*  è  senza  Sne,  e  che  non  inganna 
mai  le  speranze  dei  suoi  servidori  »  .  F 
SI-  no  avuto  avviso  ec.  e  inteso  il  buon 
•DÌmo  di  V.  Maestà  verso  N.  5ig.  e  verso 
qneila  S.  Sede  ,  e  me,  e  lì  miei  rratelU 
lervidori  umilissimi  e  deditissimi.  (C) 

"^  %'  lU.  Vostro,  SUO,  o  simile ,  servi- 
dore i  maniera  di  cerimonia ,  colla  quale 
SI  suole  terminare   le   httere.   (Cj 

*  SERVIENTE.  Lo  stesso  ci  «  Serven- 
te. Sa  Ag.  C.  D.  12.  16.  Se  io  risponde- 
rò questo  a  colora  che  domandano  come 
il  Creatore  fu  sempre  Signore,  se  la  ser- 
viente creatura  non  fu  sempre,  ovvero  co- 
me è  crejia.   er.  fyS) 

SERVIGETTO.  Dim.  dt  Servigio.  l.ìi. 
recula  ,  negotioltun  .  Gr.  -rrpoty/jwtTiov. 
Bocc.  nov.  21*  5.  Attigneva  acqua,  e  fa- 
caa  colali  altri  servigeiii.  Frane.  Barb. 
68-  II-  Colui  forte  mi  spiace.  Che  lì  roi- 
owli  servigctli  sdegna.    Fir.  nov,  ^.    aj6. 


S  E  R 

Egli  pascendosi  come  il  cavai  del  CioUe, 
ed  ella  cavandone  colai  servjgeiti,  e' non 
andavan   più   oltre. 

SERVIGIALE.  Servidore.  Lai.  /ama- 
lux,  servus,  Janinliì,  serva.  Gt  àsrarrwv, 
&£i5aTaiViX  Bocc.  nov.  l5.  21.  Una  delle 
servtgialì  della  donna,  Ìu  vi^ia  tutta  son- 
nacchiosa, fattasi  alla  fìneslra ,  pruvc-rbio- 
samenle  disse  :  ec.  F  nov  85-  Q.  Tu  le 
dirji  ec.  che  io  son  suo  servigi. ili> ,  e  se 
ella  vuoi  nulla.  7ni'.  /fit  Seixigul  di  Dio, 
in  che  parie  di  questo  diserto  si  Iruovano 
più  avveolurel  ìir^:.  Eneuì.  M.  E  lei 
caduta,  le  servigiali  la  portano  nella  camera. 

§.  Os^i  questo  nome  di  Servigia'e  è 
rimaso  a*  Servi  de^li  spedati,  e  alle  Mo- 
nache non  ve/ale  ,  e  a*  Torzoni,  o  Con- 
versi. ì'enJ.  Criit  Of>.  i/ii'.  ./n'ir.  ^H. 
Suora  Iddea  rimase  sola  nella  cella,  e  fa- 
sciossi  e  velo^ìi,  e  poi  cbijino  la  servigia- 
le.  S'ilvin*  Disc.  2.  325.  Lo  che  udendo 
il  priore  ,  cbo  in  refettorio  ii)angiav.i,  co- 
mandò che  uon  si  mettessero  iu  foreste- 
ria, ma  disse  al  servigi.t|e:  va',  e  appa- 
rect-bia  a  quei  Lombardi  nell' ultimo  del- 
la tavola. 

-r  SERVIGIARE.  Far  Sen'igii.  Lrmm. 
Tesiam.  82.  Debbino  ec.  a*  poveri  infer- 
mi maschi  e  femmine  sovvenire  e  servi- 
giare.  (C)  '~~ 

SERVIGIO,  e  SERVIZIO.  //  servire. 
Servitù.  Lai.  serVitium  ,  servilits,  Jamii- 
latiis  .  Gr.  Jsuiii'a  ,  u~»J2£«'k  .  Dnnt. 
P"rg.  12.  Vedi  che  torna  Dal  servigio 
del  dì  r  ancella  sesta.  Bocr.  nov.  ^2.  10. 
Alla  qaale  io  fo  mollo  spesso  servìgio  di 
sue  bisognp.  E  nov,  67.  2.  L'  avea  messo 
ad  essere  con  altri  geuiiluomini  al  servi- 
gio del  Re  di  Francia.  E  nov.  72.  3.  Ga- 
gliardo della  persona  ne'  se.'vigii  delle 
donne.  G.  F.  7.  1:^8.  2.  Fu  con  sua 
gente  al  loro  servigio .  Cavale,  Med . 
cuor.  Stolta  cosa  è  servire  al  Demonio  , 
Io  quale  mai  si  riconcilia  per  alcun  servi- 
gio .  Cas.  leti.  IO.  V.  M.  Cristianissima 
potrà  ioiendcre  ec.  tulio  quello  cbe  si  e 
fatto  per  servigio  del  Cristianìssimo  Re. 

^  §.  I.  Sertigic,  vale  anch.-  li  forni' 
mento,  e  vasellame  da  tavola.  L'art.  Simh» 
3.  3.  Tanta  era  I.1  nausea  e  la  schifezza 
che  la  prendeva  delle  vivande  postele  da- 
vanti in  que*  poveri  piatti,  cbe  non  altri- 
menti cbe  se  io  essi  perdessero  ogni  buon 
sapore  ,  stomacatane  ,  alla  fìne  si  mandò 
formar  tulio  d'  oro  e  d'  arg'^nto  il  gran 
servigio  della  sua  tavola ,  (Br)  Magai. 
Lett.  O  si  voglia  tra  il  servìzio  de*  buc- 
cheri ,  o  tra  quello  delle  porcellane  ,  vi 
vuol  pure  in  sulla  credenza  qualche  pezzo 
dì  murrina.  (A) 

g.  II.  Scriigio  ,  per  Operazione.  Lat. 
opus.  CtT.  if/O'f.  Dant,  Par.  5.  Tu  vuoi 
saper  se  con  altro  servigio  Per  manco  voto 
si  può  render  tanto,  Cbe  l'anima  si  curi 
di  litigio  .  Biit.  ivi  :  Con  altro  servigio  , 
cioè  con  altra  buona  operazione. 

§.  HI.  Servigio,  per  Beneficio,  Prode, 
Comodo.  Lat.  beneficium,  comoditas,  Gr. 
eu£5y£3i'a,  tàfi^lkO.,  Petr.  canz.  48.  9. 
E  per  dire  all'  estremo  il  gran  servigio  , 
Da  mdle  atti  inonesti  1'  ho  ritratto.  Bocc. 
nov.  A2.  I0>  Ringraziatala  di  ciò  cbe  ìd 
servigio  di  lei  aveva  adoperato  .  E  nov. 
85.  XO-  Alquanto  in  servigio  di  Calan- 
drino ivi  si  posero  a  stare  .  Bern.  Ori. 
2.  21*  ^1.  Ch'  un  servigio  vai  più,  che 
s*  abbia  a  fjie ,  Cbe  centomila  milion 
de' fatti  .  #  Cecch.  Dissim.  1.  1.  ISon 
6na  mai  dì  gridarmi  ec .  rhe  ìo  l'avvezto 
male,  che  io  lo  rovino,  e  simili  sue  fole 
tanto  scì''>cche  .  e  con  si  poco  discorso  , 
cbe  in  servigio  di  luì  io  me  ne  vergogno. 
E  Stiav  4.  3.  Che  ci  è  di  nuovo?  è  tor- 
nata mìa  madre?  Ser.  Oh  cosi  non  fus»' 
ella  I  in  suo  servigio  (cioè,  che  era  meglio 
per  lei).  (C) 


SER 


u63 


g  IV.  Servigio,  per  J)fe/;otìo,  Faccen- 
da .  Lat.  res  ,  neiiocium  .  Gr.  TZpiyfix  . 
Bocc.  nov.  Sa.  7.  Compagni,  tiratevi  in- 
dietro,  e  lasciate  questo  servìgio  fare  a 
me.  /;  nov.  63.  12.  Altri,  cbe  la  madre 
del  fanciullo  non  può  essere  a  così  fatto 
servif;io  .  :::  ,v.  /'.  3.  loi.  Costoro  non 
avendo  altra  vìa  ,  sì  misono  a  notare  co' 
cavalli  per  lo  Adige  ce.  e  io  queito  no- 
tare il  Tedesca  poco  destro  del  servìgio 
dell'  arqua,    vi   rimase  affogato.   (CPJ 

g  V  Per  Uopo,  Bisogno,  jjocc.  n09, 
\\.  S  Comperò  un  legneiio  sottile  da 
corseggiare,  e  quello  d*  ogni  cosa  oppor- 
tuna a  tal  servigio  armò,  e  guernì. 

§.  VI.  Offe' tre.  Esibire,  e  simili,  sh, 
o  le  sue  cose  al  servigio  aitruij  maniera 
di  cirimonia  ,  e  vale  Esser  pronto,  e  ap' 
piirecchìa'O  a  prò,  e  comodo  altrui,  Bocc. 
nov.  |3  12-  Se  ad  ogni  suo  servigio, 
quantunque  poco  potesse,  offerse.  E  7I. 
5.  E  appresso  sempre  sarebbe  al  suo  ser- 
vigio .  Dant.  Purg.  26.  Tutto  n»'  offersi 
pronto  al  suo  servìgio. 

•\'  §.  Vii.  Cavar  servigio,  vale  Ri' 
trarre  ,  Ricnvar  utile  ,  comodo.  Lat.  ali- 
cuitis  opera  uti .  Cecch.  Stiav.  2.  2.  Al 
proposito  nostro  sarà  una  (  serva  )  ^iù 
brutta,  che  costi  m.iuro  ce  ,  e  ne  cavia- 
mo più  servigio    (f) 

•f  §.  Vili.  Servigio,  per  Esequie,  Fu^ 
nerale  j  ma  in  questo  senso  è  /'.  j4.  Lai. 
in<ta .  Gr.  ra  T^^  rxfT^i  oiioc .  Vtt. 
Bari.  ^2-  Quando  Giiisjffa  vide  il  suo 
padre  morto  ,  sì  conTÌncìò  mollo  dura- 
mente a  piantele,  e  fece  fare  il  suo  ser- 
vigio mollo  altamente. 

§.  W.  Fare  U'i  viaggio  e  due  servigli. 
7:  FARE  VIAGGIO,  §. 

*  SERVIGIUOLO  Dim.  di  Servigio, 
Seri-igelfo  .  Lat.  ncf;olioÌ.i>n  .  Ces.  Nov. 
286.  Nondimeno  ,  perocché  egli  era  oq* 
anima  di  Mcsser  Domeneddio,  e  fedele  co- 
me il  credo  ,  e  mollo  sollecito  a*  pìccoli 
setvigiuoli  dell.»  chiesa  ,  il  Pievano  leg- 
germente pasiavasi  di  que'  suoi  fastidiosi 
modi.   fCj 

•f  *  SERVIGIUZZO.  Dim.  di  Servi- 
gio. Cecch.  Assiuol.  1.2.  Se  ella  facesse 
a  un  giovane  par  vostro  un  servigiuzzo 
di  quattro  paroline  a  una  giovane  ,  que- 
sto, secondo  me,  non  sarebbe  male  ne*- 
SUno.  (J) 

5  SERVILE  .  Add.  Di  servo  ,  o  Da 
servo.  Lat.  ser^ifis.  Gr.  cou/ii<&$.  Bocc. 
nov.  i3.  12.  Lui  seco  estimando,  come- 
chc  il  suo  mestiere  fosse  slato  servile,  es- 
sere gentile  nomo  ,  più  del  piacer  di  lui 
s'accese.  E  nov.  16.  16.  Sdegnandola 
viltà  della  servii  condizione  ec,  dal  ser- 
vigio di  messer  Guasparrino  si  parli.  Petr, 
cap,  3-  In  Ponto  fu  reina  ,  Ora  io  atto 
servii  se  stessa  doma. 

V  g.  I.  Opera  servile,  dicesi  dai  Teo- 
logi Quell*  opera  manuale,  che  è  vietata 
nei  giorni  festivi  dalla  Chiesa  .  «  Mae- 
struzz.  3.  27.  Debhonsi  astener  le  perso- 
le ,  acciocché 
divi- 
Cnvalc.  Pungil.  27 1 .  È  peccato 
lavorare  le  feste  opere  serbili,  e  monda- 
ne. (C) 

t'  g.  II.  Timore  servile ,  dicesi  dai 
Teolcgi  (^•'ellò ,  che  nasce  dilla  sola 
paura  del  castigoj  ed  e  opposto  a  Timor 
filiale,  che  è.  quello,  che  nasce  dalCamo- 
re  ,  e  dal  rispetto.  «  Pass  80.  Concios- 
siacosaché ec.  questo  dolore  debbia  pro- 
cedere e  nascere  non  da  s'ertile  timor  di 
tormento  e  di  pena,  ma  dall' amore  della 
caritade  ,  che  s' ba   a  Dio  -     (C) 

SERVILEME.NTE.  e  SERVILRtEN- 
TE .  Avvetb .  A  maniera  di  serva,  Lat. 
serviliter.  Gr.  oouXfxw?.  Bemb.  pros,  I. 
14.  Deh  voglia  Iddìo  ce.  che  ella  ec.  a 
più  che    mai    scnilcmente  ragionare  non 


ne  da  ogni  operazioo    servile  , 
possano    meglio    vacare    nelle    rose 


Ii64 


s  E  n 


«  rilorni.  Red  Vip.  I.  63.  Non  6a  pe- 
rò eh*  io  voglia  servilmeole  legarmi  a 
giurar  per  rero  tutto  quello  ,  che  baono 
dello,  o  scritto  ec.  Farcii,  Star.  2.  5. 
Come  comaodjno  innperiosam'»Die  a*  mi- 
nori di  loro,  così  dx  miggiori  servilmeote 
akbidiscono. 

f  *  SERVILISSIMO.  Superi,  di  Ser- 
vile *  BeUin.  Disc.  1.  l3l.  Gli  uomiai 
non  nati  a  quel  duro  e  servilitsimo  tuo  , 
■1  quale  son   nate  le  pi:iole.   (Jifin) 

*  SERVILITÀ".  Jzione,  0  Inciimhenza 
Spettanti:  ni  servo  ,  Intperf.  ì'.  Tilt.  D- 
a.  Argom.  T,  lì.  l33.  Uscindo  ec.  pre- 
ito  presto  si  sdrucciola  nell*  avvitimcoto 
della  propTÌ-i  candizionc,  e  nella  servilità. 
E  ivi:  D.  ?..  T.  11.  2^7.  Perciocché  do- 
ve manca  il  decoro  ,  si  dù  suMto  in  uno 
avvilimento  ,  e  in  una  soverchia  servili* 
li-  (F) 

*  SERVILMENTE.  V.  SERVILE- 
MENTE.   (J) 

SERVIMENTO.  V.  A.  Il  servire. 
Lat.  servitut .  Gr.  5ou>«i'a  .  Rim.  ani. 
P.  N.  Re  L'nzo.  Per  lealla  coovicn  che 
ai  roantegna  ,  E  per  bel  scrvimenlo.  Fr. 
lac.  T.  4-  *2.  6.  Del  tuo  comandameo- 
lo  A,  chi  fece  il  servimcnto  Lo  oe  dee 
meritare . 

3  SERVIRE  ,  col  terzo  ,  o  col  quarto 
caso  dopo,  vale  Far  servitù,  e  Ministrare 
ad  altrui.  Adoperarsi  a  suo  prò.  Lat.  ser- 
vire ,  famutari ,  ministrare.  Gr.  oo\j- 
Aeu'aiv,  uTTiQ^STcìv  ,  àefJaTTBueiv  .  Socc. 
Introd.  26.  Per  Tesser  molti  infermi  mal 
aerviii  e  abbandonati  ne'  lor  bisogni  .  E 
nov.  17.  16.  Ordinò  cdi  colui,  che  a  lei 
serviva,  che  di  varii  vini  mescolati  le  desse 
bere.  E  nov.  ^2,  g.  E  quivi  serviva  certi 
pescatori  Cristiani.  Dant.  Pur^.  27.  Guar- 
dale dal  pastor  ,  che  'n  sulta  verga  Pog- 
giato s*è,  e  lor  poggiato  serve.  Cronichelt, 
d'  Amar.  81.  Per  questo  servia  a  tulli  i 
Re  volentieri.  *  Poliz.  Stanz.  i.  Ii^. 
Colui  ch«  'I  mondo  da  grave  cordoglio 
Avea  Bcamputo,  ed  or  serve  una  don- 
na. (L)  Cas.  Itti.  Guati.  222  E  poiché 
questo  pellegrino  serve  bene  S.  S.  Re- 
verendissima io  mi  chiamo  servitissimo 
anche  da  questo.   (F) 

§.  I.  Servire,  col  quarto,  e  col  secon- 
do caso ,  come  Servire  alcuno  di  danari, 
o  Simili,  vale  Prestargliene,  Accomodiir- 
neh,  Pfovvedi-'melo .  Bocc.  nov.  3-  3. 
Pensossi,  co:>tui  avere  da  poterlo  servire  , 
quando  volesse.  E  nov.  57.  8.  Non  è  egli 
mollo  meglio  servirne  un  gentiluomo,  che 
più  che  se  m*ama7  E  nov.  80-  17-  Madon- 
na, io  non  vi  potrei  servire  di  mille  ,  ma 
di  cinquecento  fiorìn  d*  oro  sì  bene.  Ar. 
Lea.  \.  I.  Mi  fc  intendere,  Che  non  me 
gli  dava  egli ,  ma  servirmene  Facea  da 
un  suo,  senta  pagargliene  utile,  Per  quat- 
tro mesi.  #  Rucell  leti.  5().  lo  non  man- 
cherò di  servire  V.  S.  Illustriss.  del  mio 
dialogo  di  Eraclito,  ma  ce.  non  potrò  ser- 
virla fino  al  mìo  ritorno.  (C) 

"ff  §.  11.  Servire  col  terzo  caso ,  vale 
anche  Prestar  culto.  Cavale.  Alt.  Apost. 
It6.  Quasi  si  rodea  tutto  (Paolo)  à\  santo 
lelo,  udendo  che  cosi  nubili-  citt^  di  tanti 
■avii  uomini  servivano  agi*  Iduli,  e  spes- 
so dispulava  co*  giudei  (  il  lat,  ha  vìdens 
idolatrìoc  dedìtam  rivitalcm  ).  (C) 

t  *  §.  III.  Servir  Dio,  0  a  Dio.  vale 
Rendere  a  Dio  il  culto  che  gli  >  dovuto, 
ed  adempiere  tutti  ì  doveri  della  Reli- 
gione. Pit.  SS.  pad.  2.  ia3.  Magnificai 
Iddio  ,  e  il  benedissi ,  il  auale  onora  ,  e 
difende  ,  e  magnifica  quelli ,  lì  quali  io 
virlù ,  e  in  sincero  cuore  il  servono.  Ca- 
talc*  Pungtì.  a.  18.  Debbono  servire  a 
Dio  o  di  lacero  o  di  ben  parlare.  (P) 

#  §.  IV.  Servire,  usato  assolutani.  vate 
Esser  utile  ,  Recar  giovamento  .  Soder. 
^oU.  Quando  non  serva  questo  ,  si   scal- 


S  E  R 

sino  (te  viti)  e  la  scalzatara  si  riempia 
di  sabbia  dì  fiume,  o  varamente  di  cene- 
re, (fìr) 

t  *  §•  V,  Servire  ,  si  dice  anche  dei 
Senti,  e  delle  Facoltà  dell'anima.  Borgh. 
Ftr,  Lib*  3l^.  Non  voUta  Aiioìo  Pollio- 
nc  ,  che  ne*  commentsrii  di  Cesare  fusser 
tutte  le  cose  vere  ,  e  ne  dava  la  colpa 
parte  alla  memoria  di  lui .  che  non  gli 
avesse  sempre  servito  di  quel  ch'egli  avea 
per  se  operato;  parte  nelle  cose  fatte  per 
meno  d*  altri  alla  relazione  di  essi.  E 
3l5.  Il  che  tuttavia  è  da  fare  modeila- 
menie,  e  ricordandosi  che  la  memoria  non 
serve  sempre,  ni;  tocca  tuttavia  ad  un  solo 
di  poter  vedere  ogui  cosa  ;  e  talora  ec. 
Ceccli.  Assiuol.  2.  2.  E  questa  qua  ma- 
donna Verdiana?  Ella  mi  pare;  mai  no; 
ansi  sì  :  infdltu  la  vista  non  mi  serve 
più.  (FJ 

§.  VI.  Servire,  assolutam,,  vale  Stare 
in  servitù.  Essere  schiavo.  Lai,  servire, 
in  servitute  esse  .  Gr.  Jouiiuciv  .  Petr. 
cap.  2.  Che  ,  vedendosi  giunta  in  forza 
altrui ,  Morire  innanzi  ,  che  servir  ,  so- 
stenne . 

^  §.  VII.  Servire,  ironicamente,  per 
Isconciare,   Rovinare.    Cecch.    Dot.   A.  3. 

se.  6.  Quel  furfante  asino  m*  ha  seivi- 
lo.  (F) 

•f  §.  Vili.  Servire,  per  Meritare,  Gua- 
dagnarci "*a  1"  questo  senso  i  F.  A  Lai 
merere .  Gr.  /xtadof  opttvdott.  O.  F.  7. 
67.  ^.  I  nostri  sudditi,  cbe  contro  a  noi 
hanno  servita  morte  ,  domandan  patti  . 
Nov.  ant.  60.  3.  Perchè  menale  voi  a 
impendere  questo  cavaliere?  ec.  Ed  el|i 
risposero  :  Messere,  perocch*  egli  ha  bene 
morte  servita.  M.  F.  il.  28.  Avendo  dal 
Comune  di  Firenze  le  paglie  che  avea  ser- 
vile. TiU'.  Dicer.  Non  ti  voglìon  rendere 
il  trionfo  che  tu  bai  servito  nelle  lontane 
battaglie . 

§.  IX.  Servire  ,  per  Rimeritare  ,  Ri* 
starare  .  Lat.  referre  .  Gr.  a  VTiJiOOvai. 
Bocc.  nof.  8^.  9  Deb  t  perchè  non  mi 
vuo*  tu  migliorar  qui  tre  soldi  T  non  cre- 
di tu  eh*  io  te  gli  possa  ancor  servire  T 
Er,  Giord  Pred.  S.  Che  perchè  egli  venga 
per  aver  del  tuo,  noi  dei  però  cacciare, 
che  egli  il  lì  serve  molto  bene. 

§.  X.  Servir  di  coppa,  o  di  coltel- 
lo, vale  Fare  altrui  da  scalco,  o  da  cop- 
piere ,  servendolo  alla  mensa.  Lat.  mini- 
strare .  Filoc.  2-  204-  Il  giorno  ,  cbe 
novella  sposa  sarete  ,  e  appresso  tanto 
quanto  la  vostra  festa  durerà ,  di  mia 
mano  della  coppa  vi  sei  virò.  E  208.  Il 
quale  quel  giorno  il  serviva  dovami  del 
coltello.  G.  F.  4-  2-  6>  Il  He  di  Uuem- 
me,  che  *1  serve  della  coppa.  Diltnm.  2. 
23.  De'  quattro  1'  un  gli  sei  ve  di  taglieri, 
L'altro  gli  porta  davanti  la  spada.  Pecor. 
g.  3.  nov.  2.  Sì  pose  per  donzello  con 
questo  Lapo  ,  marito  di  questa  madonna 
Isabella  ,  e  servivalo  di  cidletlo  .  Morg, 
16.  34*  ^  simpre  di  sua  man  seni  'I 
Marchese  ec.  Di  coppa,  di  coltello,  e  di 
credenza . 

§.  XI.  Servir  di  coppa,  e  di  coltello, 
fi^uratam.  si  dice  del  Fare  a  uno  ogni 
sorta  di  setvitù,  Servirlo  di  tutto  punto. 
ì^aX,  ad  nutum  omnia  percgere.  Gr.  a'xpi- 
^•9TaTa  douWu'ctv  .  Lasc.  Spir.  1.  3. 
Andìanne ,  eh'  iu  credo  avere  a  essere 
nella  mia  beva,  e  servirollo  di  coppa,  e 
di  coltello. 

§.  XII.  Questa  cosa  ser%e  a  questo  , 
cioè  S'  usa  e  s*  adopera  a  questo  ,  e  ha 
facoltà  di  queftoj  come  il  fuoco  serve  a 
scaldare  .  Lai.  conducere  ,  prodesse  ,  ho- 
num  ,  vel  utilem  esse  .  Gr.  ÌU3(T()i(Ìv  . 
«  Dav.  Colt.  173.  (  Comin,  l"54  ).  L* 
uve  delle  pergole  e  degli  orli  >■  bene  che 
siano  grasse,  avendo  ■  ser\ire  prr  man- 
giare ,  e  non  per    vino  .    GtU    Sport.    5. 


5  E  R 

4.  Se  io  fo  opera  cbe  e'  servino  per  iBs 
dola.  (Min) 

§.  XIII.  Servirsi  d'alcuna  cosa,  i^aia 
Adoperarla,  Usarla.  Lat.  uti ,  adhibera. 
Gr.  xp^sOai  •  Circ.  Geli.  i.  20.  Se  ve' 
volete  servirvi  delle  nostre  pelli,  e'vi  bì* 
sogna  conciarle:  i  nostri  peli  \i  bisogna 
filargli ,  tessergli ,  e  far  loro  mille  altr* 
cose,  innanzi  cbe  voi  gli  riduciate  di  ma- 
niera, cbe  voi  possiate  servirvene.  #  Red. 
Cons.  2-  18  Una  cosa  sola  voltniieri  pro- 
porrei; che  non  si  facesse  scrupolo  di  servir- 
si di  quando  in  quando  di  qualche  gentil 
minestra.  (C) 

#  g.  XIV.  Servirsi  d*  una  persona  , 
vale  Disporne  a  proprio  utile  ,  Coman- 
darla.  Cor.  tett.  1  79.  Me  li  sono  of- 
ferto ,  e  me  li  darò  prontissimamente  ,  e 
sempre  che  sì   vorrà  servir  di  me.  (C) 

^  §.  XV.  Servir  la  metsa,  vale  Servire 
il  prete  die  dice  la  messa  ,  standogli  vi- 
cino per  rispondere  secondo  il  rito  ,  vol- 
tare il  messale,  pusentargli  il  vino,  Pae- 
qua  ec    (C) 

tf  %,  XVI.  Servire,  assolutam.,  talora 
vale  presentare  di  ciò  che  è  su 'la  tavo- 
la.  Fior.  S  Frane.  3^.  E  beato  si  ripu- 
tava chi  più  cose  potesse  portare  ,  o  più 
soilcciumente  servire.  fC)  Fit.  SS.  Pad. 
2.  371.  Vedemmo  anche  ec.  nn  giovane 
di  mirabile  pazienza  ,  intantocbè  servendo 
egli  un  giorno  a  molli  SS>  Padri  ec.  per- 
chè non  recò  lo  frrgolo  coti  tosto  .  1' 
Abate  Paolo  per  mostrare  a  tulli  la  sua 
pazienza  ,  si  gli  die  si  forte  guanciata  , 
che  s'  udì  mollo  dalla  lunga.   (F) 

f  *  g.  XVII.  Servire  innanst  ad  alcu- 
no, vale  Strvirlo  a  tavola  ,  P^rf^erglì  la 
lii-anda  che  ■■  sulla  tavola.  Ficr.  S.  Frane. 
3^.  Eziandio  i  cavalieri,  e  li  baroni,  e  al- 
tri gentili  nomini  cbe  veniano  a  vedere  , 
con  grande  umillade  ,  e  divozione  servi- 
rono loro  innanzi .  (J') 

#  g.  XVIII  Servir  le  tavole  ,  dicesi 
de'  famigliari  che  servono  t  padroni  a 
mjnsa .  -  Bocc.  introd.  .^4-  ^*  vivando 
ec.  vennero,  e  finìuimi  vini  fur  presti,  e 
senza  più  ,  chetamente  gli  tre  famigliari 
servirono  le  tavole  «.  (F) 

#  §  XIX.  Servire,  parlandoti  di  mili- 
tari, %ale  Esercitar  C  arte  delta  miliiia. 
l'arch.  Stcr.  Con  patto  che  non  potesse- 
ro in  quella  guerra  servire  Ccotro  Cesare, 
die  loro  licenza.  (C) 

*f  %.  XX.  Servire,  seguito  da  una  dì 
queste  preposizioni  I**r  ,  Di  ,  Da  ,  vale 
Far  le  ^■ecl  di.  Tener  luogo  di  ,  o  timi- 
le.  (C) 

«  §.  XXI.  Onde  Setvire  di  zimbello, 
o  per  limbello,  dtcesi  Jiguratam.  di  Per- 
sona che  Serve  altrui  dt  trastullo  ,  di 
fpasso.  Matm.  <).  66.  A  tulli  questi  ser- 
ve per  zimbello,  Senza  cbe  mai  vi  badi , 
o  se  n'  avTpggìa.  (C) 

#  §.  XXII.  Servir  per  luce  mi  ere,  JS- 
guratam.  vafe  Intervenire  in  alcun  fatto 
senza  utile,  o  interesse  proprio.  F.  W- 
CEHMERE.  CO 

#  SERVISO.  /',  A.  Servizio.  Lai.  tar^ 
vitium.  Gr.  So\iXt\jpa.  Frane.  Barb.CS* 
7.  Pon  cara  ,  rbe  in  ogni  opra  Ch«  fa* 
davanti  a  luì,  ovver  smise.  Ti  convicD 
pensar  fiso  A  quel  cbe  fai .  (*)  E  aSl. 
a4'    Far^e  sul  per  te  lo  serviso.  (F) 

3>  SEHVlTIbSIMO.  Superi,  di  Servi- 
to. C^s.  Lett.  Gualt.  222.  E  poiché 
qnel  M.  pelIcgrÌDo  serve  bene  S.  5.  R*- 
verendiss.  10  nìi  chiamo  servitissimo  aiH 
co  da   questo.  (ì') 

SERVITO^  Sust.  Muta  di  tit*ende.  Lat. 
missus.  Gr.  fpt9t;.  Buon.  Fior.  5  4*5. 
Ci  portò  gli  antipasti  De*  berliogosiì  colla 
inelaraoce  er  ,  Ver  darci  poi  *1  servilo  a 
soliiDAto  Coudito  e  'nsuccheralo.  E  5.  5. 
I.  Che  confriioni  e  paste  e  cologoali  Ac- 
couipagnin  servito  per  servito. 


s  E  n 

§.  Per  Servitio  ,  Servitìi.  Lai.  servì- 
cium  ,  fantuliitits  ■  Tac.  D(*v»  Allogando 
Urola  anni  di  servilo,  e  più.  ^  Scgr.  ftor. 
Legttz.  S/orz.  2.  E  se  paressiao  segoi  con- 
trari oon  r  aver  salisfatta  del  servilo  suo,  e 
COM  ec.  £  4-  E  1"*'""  che  fussi  per  l'a- 
re cooteota  quesU  Madonna  credo  sa- 
rebbe sirurarla  prima  dal  servilo  vec- 
chio.  (TC) 

SEnvITO  jidJ,  da  Servire.  Eocc. 
Vii.  Dani*  2a5.  Servile  le  prime  mense 
di  ciò  che  la  tua  pic^ìola  eia  poteva  ope- 
rare, puerilmente  si  diede  cogli  aliri  a 
Irailullare.  31,  !'.  i.  66.  DbsoDO  che  di 
quel  luogo  ooo  sì  partircbbuno,  se  prima 
oon  fossooo  p>)g-iU  de'  Iure  soldi  servili 
(cioè  ,  guadjguati,  merilati)  .  Buon.  Fier. 
3.  1.  5*  O  di  donna,  o  d'amico,  o  di  si- 
gnore, O  luogamcDte  amala,  O  gran  tem- 
po servita  (cioè,  corteggiata)  . 

t?  §.  L'sser,  o  Restar  servito  dì  fare, 
o  a  fare  una  cosa  ,  vale  Compiacersi  , 
Favorire,  Far  grazia.  Esser  contento  di 
farla.  Bern.  Ori.  6(\  l^'i.  E  poi  eh' eh- 
ber  pregato  che  servito  Fosse  a  tor(,'Ii  con 
euo,  il  giovanello  Rugger  acceila  il  lor 
cortese  ioviio.  Salvia.  Pros.  Tose,  i  198. 
Sì  compiacessero  ,  o  per  dirla  alla  Spa- 
gDuola,  fussero  serviti  di  ritlettere  ec 
Oalil,  leti.  Uom.  HI.  i.  71.  Rciii  fral- 
taoto  l'A.  V.  S.  tervila  di  condonare  al 
mio  compassioDevole  slato  la  dilazione  di 
qualche  giorno  nel  porre  ad  efietto  il  suo 
comandamento.  (C) 

J  SERVITORE.  Lo  stesso  che  Servi- 
dore. Lat.  servus,  Jamiilu.v.   Gr.    tìoùJio;. 

*  §.  I.  Servitore,  ì  anche  termine  di 
ceritnonicì,  e  vale  Affezionato,  Dispost<ì  a 
render  servigio,  1*  Cas.  Ittt  ^0.  Lo  alle- 
verò servitore  di  V.  S-  Illustrisi,  insieme 
con  i  miei.  E  56.  Riceverò  per  molto  fa. 
vor  dì  lei,  che  le  piaccia  fare  alcuna  men- 
■ioDQ  di  me  alla  Slaesla  delta  Regina  ,  e 
farle  conoscere  uno  ìuutile,  ma  dedito  suo 
servitore.  Bed.  telt.  a.  36.  Mi  rìcoidi 
servitore  a  tutti  cotesti  mìei  sìgaurì  e  pa- 
droni ».  (C) 

*  §.  II.  l'ostro,  suo,  o  simile,  ser\i- 
tore  i  mantern  di  cirimonia  colla  quale 
ti  suol  terminare  le  littore,  Cas.  leti.  5^ 
Servitore  di  V  Sig.  L'  Aicivescovo  di  Be- 
neveolo.  Bed.  feti.  lO.i.  Tiri  dunque  in- 
oaoti  VS.  lUustriss.  e  continui  il  suo  af 
fclto  al  ?uo  vero  serviiure,  (C) 

*  §  III.  Servitore^  talora  vale  Ser- 
vente, Amatore.  Pecor,  g,  2|.  Ball.  Va, 
ballata  amorosa,  al  mio  servente,  ti  qual 
mi  porta  tanto  vcio  amore  :  Digli  che 
sovr'al  tutto  i' I*  avrò  a  mente,  Peich'e- 
gli  è  bono  e  leal  servitore    (BJ 

i  SERVITORINO.  Dim  di  Servito- 
re. Lai.  servulus.  Gr.  Ocuiapiov.  Benv. 
Celi.  yit.  I.  363.  Lo  facevano  contare  a 
quel  Cencio  mio  servitorioo.  -'?  Jlfigal. 
irtt.  Uom.  Jll.  1.  329.  Non  so  quanto 
uoiformità  avrà  potuto  servare  in  questa 
(scena)  dove  mi  ha  veduto  passeggiar  le 
lastre  a  piedi  con  due  servitorinì  le^li 
lesti.  (C) 

SERVITRICE,  l'erbai,  fem.  Che  ser- 
ve.  Lat.  Jimula,  anciìla  ,  cullrix,  mini- 
stra. Gr.  &£p5t~octv«.  Amet.  33.  Io  sono 
di  nobili  parenti  discesa,  sr^rvitrice  dì  Fal- 
lacie ,  a  tutto  '1  mondo  reverenda  Dea. 
Fir.  As,  128.  Noi,  delle  quali  tu  sola 
ascolti  le  voci,  preste  servitrici  a'  tuoi  bi- 
sogni ,  con  gran  diligenzìa  ti  ammini- 
streremo tutto  quello  che  ti  sarà  di  rae- 
sUero. 

t  J  SERVITÙ".  SERVITUDE,  SER- 
VITUTE  ,  e  SEivyiTUDlNE  .  Servag- 
gio ,  Lo  stalo  di  coTui  che  serve  .  Lai. 
Mtrvitus  .  Gr.  <?Ou)!t'a  .  Petr,  cap.  6. 
rieuoD  di  servitù  giammai  si  duUe,  Medi 
morte,  quanl'  io  di  liberiate.  Oti.  Com. 
Jnf.  5  8O' Consigliò  di  veodicare  la  morte 


SER 

dì  Lanmedoote  e  dì  tre  suoi  figliuoli,  e 
il  canivaggio  e  servitudine  d'  Esiona.  lìocc. 
Lett,  }'in.  B^'SS  25^.  Hanno  in  miseria 
tirata,  e  tirano  in  serviludiuif  la  cttlà. 
Frane.  Sacch,  noi-.  I93.  La  signonia  vie- 
ne in  6ne  in  servitule.  Maestrtizz.  2.  3o. 
6  I^Ia  non  è  così,  se  ella  e  serva  ,  o  li- 
berala da  servitudine.  '^  Car.  h'n.  12. 
.196.  La  patria  perderemo?  e  da  stranieri 
£  da  superbi  in  servìtute  addoUi  ,  Preda 
e  scherno    d*  altrui    sempre  saremo  ?  (Bj 

si*  g.  I  E  ili  senso  mtralc.  u  J'nss.  23g 
Quel  che  sì  dovrebbe  levare  in  Dìo  ,  le- 
vaIldo^ì  in  superbia,  cade,  ed  i?  sollomcs- 
so  alla  misera  servitù  del  vizio.  Tcs.  Br. 
2.  2^.  Qui  dice  il  conto  ,  che  M  nostro 
Signor  Ge&ù  Cristo  venne  in  questo  se* 
colo  per  ricomperare  r  umana  generazione 
delia  servitudine  ,  in  che  ella  era  ,  dellì 
dcnionii  dell*  inferno.  S  Gio.  Orisost 
170.  Uscire  della  servitudine  vilìssinia 
della   l'.'ssuria  ».  (C) 

t  §-  II.  Servitù  ,  vale  anche  Siiggez 
sione.  Lab.  ^i.  Da  questo  innanzi  sem- 
pre una  redazione  in  servitudine  l'  essere 
obbedienti  si  credono. 

^  §.  Ili  Servitù,  è  anche  termine  dì 
cerimonia,  e  vale  Affezione.  «  Cas.  lett, 
10  Nel  che  io  nou  mancherò  di  usare 
ogni  fatica  e  diligenza  come  soa  debitore 
di  fare  per  la  servitù  ch^  le  porlo.  Plut. 
Adr.  Op.  Ufor,  2-  23g.  E  forza  che  spen- 
dano in  conviti,  facciano  servitù,  dL<nìno, 
trattengano  soldati  e  comprino  gladiato- 
ri. (Cj 

§.  IV.  E  Jì^uratam.  per  Obbligo,  Le- 
game. Fine.  JUart,  lett.  3.  Ne  sperate 
che  io  tenti  colla  risposta  del  sonetto  il 
mar  delle  vostre  Iodi,  perchè  soo  tali,  che 
spaventano  H  libertà  della  prosa  ,  non 
che  la  servitù  della  rima. 

§.  V.  Servitù,  vale  anche  lo  stesso  che 
Famiglia,  nel  signijic.  del  %.   IV. 

S  VI.  ^  Servitù,  termine  le.:ale,  è  un 
Diritto  fondato  sopra  luogo  stabile  a  prò 
di  alcuna  persona,  o  d'altro  luogo  stabi- 
le. Lat.  servitiis.  Gr.  coulsi'a.  Maestruzz. 

2.  3o.  I.  Ne  anche  nelle  incorporali,  co- 
me si  è  azioni,  e  servitudini. 

•f  '^-  SERVIZU.  r.  A.  Servizio.  Fr, 
lac.  T.  1.  i3.  2^.  L'altro  capo  è  I' ava- 
rizia. Che  '1  cor  tiene  io  sua  serviiìa.  ^^''^ 

t  SERVIZI.\LE.  Medicamento  liquido 
composto  di  vnrii  ingre'licnti,  che  s' in 
traduce  in  corpo  per  la  porte  posteriore 
mediante  un  istrumenlo  detto  Canna  da 
lavativi.  Lai.  clyster,  clyslerium.  Gr. 
xijffTrj'p,  x)uijT';'ptov.  Bern,  rim.  1.  8 
Io  vi  scongiuro,  se  voi  mai  venite  Cbia- 
mato  a  medicar  quest'oste  nostro,  Date- 
gli bere  a  pasto  acqua  di  vite  ,  Fategli 
fare   un  serviiial  d'inc^ostro.  Buon.  Fier. 

3.  2  6  Che  medicine  ognora  e  servìzia- 
li,  Mudali  e  mili  e  cataletti  sogno.  E  3 
^.  4-  Percb*  ei  non  v'abbia  a  gettar  ora 
in  farcia  Quei  serviiìalì  e  quelle  medici- 
ne. 3fenz.  sat.  4-  Che  sì,  ch'io  aspetto 
ancor  che  lo  speziale  Meco  contenda  del 
Pierio  alloro  In  quel  eh'  ei  mette  'o  caldo 
il  srrvtziale. 

SEKVIZIALE.  Servìgiale.  Lat.  famn- 
lus,  Jamiila,  Gr.  Sspa~6jv,  àspst'iTacva. 
Dani,  t'it.  IVuov.  20.  La  terza  è  quasi 
una  servizì;i]e  delle  precedenti  parole  . 
Bui.  Purg.  3|.  2.  Per  sue  ancelle,  cioè 
per  sue  servìzia:i. 

*  SERVIZIARIO.  Uomo  di  servizio. 
Borgh.  Fesc.  Fior.  525.  Tutti  questi 
vassalli,  fedeli,  6itaiuoIi,  e,  dirò  così,  ser- 
viziarìi,  restassou    liberi.  (P'J 

SERVIZIATO.  Add,  Che  volentieri/a 
servizio.  Lai.  ojfìciosut.  #  Dati  Lrpid. 
84>  Incontrò  un  terrazzano,  che  li  pro- 
pose L.  Bart.  uomo  serviziato,  ma  dal  gio- 
vane non  conosciuto.  (Min) 

SERVIZIO.  V.  SERVIGIO. 


SER 


nG5 


*  SERVIZIOLO.  Dim.    di   Serviti 0  j 

Piccolo  servizio  Fìott.Dial.i./acc.  l'J.fBeg- 
Q'o  18^6  ).  Baccio  er.  fu  sempre  ec.  portalo 
di  peso  datlj  Duchessa,  alla  quale,  ed  alla 
sua  corte  faceva  regali,  e  rendeva  mille 
servizioli,    (CP) 

•f  *  SERVIZIONE.  Accresci!,  di  Ser- 
vizio,  o  Benrfizio  di  (grande  importanza. 
Forfig.  Bifciard.  3.  66.  Ma  mi  faresti  il 
bel  servizione  A  non  mi  porre  nell'ocra- 
sione.  (A) 

*  SERVIZIUCCIO.  Dim,  di  Servi- 
zio.  Lai.  ppel/a.  Orai.  Gr.  TTpayjuaTtov. 
Segner.  Fred.  2.  5.  Cortesie  minime,  ser- 
viziucci  da  niente  non  sì  possoo  oggi  da 
veruno  ricevere    (') 

SERVO.  Sust.  Colui  che  serve,  o  sitt 
per  forza,  o  sia  per  volontà.  Lat.  servua, 
famuliis.  Gr  Jjù^o^.  Dant.  Inf.  22.  Mi  A 
madre  a  servo  d'un  signor  mi  pose.  E 
Pnr.  21.  Ma  l'alta  carità  che  ci  fa  serve 
Pronte  al  consiglio  che  'I  mondo  governa 
Sorteggia  qui.  E  2\.  Come  *]  signor,  eh* 
ascolta  quel  che  piace.  Da  indi  abbraccia 
'I  servo  gratulando.  Bocc.  nov.  16.  i4. 
Vide  le  lagrime  niente  giovare,  e  sé  eiser 
serva  con  loro  insieme.  E  nov.  An.  3, 
Come  che  egli  a  guisa  di  servo  trattalo 
fosse.  E  nov.  94.  J7.  Signori,  questa 
donna  è  quello  leale  e  fedel  servo,  del 
quale  io  poco  avanti  vi  le*  la  dimanda. 
Cr.  S,  Gir.  Quelli  che  tieue  li  suoi  pec- 
cati di  qui  alla  morte,  non  lascia  unque 
mai  lo  peccalo,  ma  Io  peccato  lascia  lui, 
che  non  lo  vuol  più  a  servo.  Tratt.  segr. 
COS.  donn.  Tengono  in  casa  molti  servi  e 
molte  serve. 

SERVO.  Add.  Di  servitù.  Servile.  I.2t. 
servus,  Gr.  JouJ-l/o'^.  Petr.  son.  267. 
Quella  ,  per  cui  con  Sorga  ho  cangiato 
Arno,  Con  franca  povertà  serve  ricchezze. 
^  Tass.  Ger.  5.  ig  Signor  che  nella 
serva   Italia  è  nato  I   (N) 

SESAMO.    7'.  SISAMO. 

•f  SESAMOIDE.  Sorta  d*  erba  che 
nasce  nei  paesi  caldi ,  e  sabbìonosi ,  ed 
ènne  di  due  sorte,  la  maggiore,  e  la  mi- 
nore. Lat.  sesamoides,  Volg.  Diosc.  Que* 
d'Anticira  chiamarono  elleboro  la  sesa- 
moide  maggiore.  E  appresso  :  La  sesa- 
moìde  minore  ba  il  gambo  alto  una  spanna. 

*t  ^'  §•  SesamoiUe  .  Termine  degli  A- 
nntomìci,  Diconsi  Sesamoidi ,  o  Sesamoi- 
dei,  certi  piccoli  Ossicelli  di  varie  fgure, 
e  particolarmente  quelli  che  si  trovano 
involti  ne*  ligamenti  di  alcune  articola' 
zioni.  (A) 

*  SESAMO  IDEO  .  Sesamoide,  nel  sta- 
so del  g.  Imperf  Anat.  i85.  Nelle  nocca 
delle  mani  e  de'  piedi  sono  alcuni  ossi- 
rellì  piccolissimi  detti  sesaraoideì,  perché 
s*  assomigliano  nella  forma  e  nella  picco- 
lezza  al  seme  del   sesamo.  (F) 

*  SESCALCO  .  /'.  A.  Siniscalco  . 
Frane.  Batb.  68-  21.  Sescalco  che  ram- 
pogna Palesemente  E  69.  3.  Sescalco 
vantatore  Dispiace.  Tesar,  Br.  Egli  è  detto 
celatamcnte  per  lo  spsralco  del  Re  d'In- 
ghilterra ;  sì  come  vi  sì  pensava  d'  usar 
tradimento.   (F) 

•?  SESCUPLO.  Add,  Sei  volte  mag- 
giore. Cai.  Meccnn,  6i3.  Se  vorremo  cre- 
scer la  forza  in  proporzione  sescupla,  bi- 
sognerà, ec.   (J  } 

SESELI,  e  SESELIO.  Sorta  d*  erba. 
Lat.  saili.  Gr-  eiseXt,  osisio'?.  Bicett. 
Fior.  65.  Il  seseli  ba  le  foglie  simili  al 
finocchio,  ed  il  fusto  più  grosso,  e  l'om- 
brella simile  air  aneto.  E  appresso:  Que- 
sti segni  attribuisce  Dioscotide  al  seseli 
Massiliense.  Soder.  Colt,  ll5.  Once  noa 
e    mezzo  di  seselio. 

f  *  SE  SOLAMENTE  .  Congiunzione 
congiuntiva,  che  vale  Purché.  Slor,  Bari, 
86.  Voglio  addomandare  penitenzia  de* 
miei  peccali  ch'io  abbo  falli,  i«  solaisen- 


U66 


S   E    5 


S  E  S 


S  E  S 


te  la  misericordia  di  Dio  mi  degni  rice- 
vere. (V) 

■  *  SESQUIALTERO.  À:f;iunlo  di  pro- 
porzione, (Iella  E niotia  Lai.  sesquialtir. 
Gr.  T-aialio;.  l'arck.  Giuoc.  Pili  Ag- 
guagliaDdj  sei  a  nove,  e  otto  a  dodici,  sì 
fa  la  proporzione  sesquialtera,  cioè  la  Jìj- 
peote.  Gal.  Di<iL  tmt.  he.  5^5.  Le  moli 
di'!  qujli  sono  Ìq  sesquiittera  proporzione 
delle  lor  super6cie  /?  5'|i.  Quesia  ragio- 
ne, dico,  nnQ  mi  [Kireva  concludente  per 
poter  assegnare  iuridicamente  la  dupla  e 
la  sesquiallera  per  (orme  naturali  della 
diapason  e  della  diapente.  E  appresso  .* 
Non  mi  pareva  scorger  ragione  alcuna  , 
per  la  quale  avessero  i  xagjcì  lìlotufi  a 
stabilir  la  forma  dell'ottava  esser  più  la 
dapla  che  la  quadrupla  ,  e  della  quinta 
più  la  sesqu  altera,  che  la  dupla  sesifuì* 
quarta.  E  5\^  I  tempi  delle  quali  sono 
io  proporzion  sesquialtera.  (*) 

!?  SESQUIDO»*PIO.  T-rr-n.  tU'MaU- 
niatici,  T^iCTf  Ragion  sesqjid'>i'pÌ3,  Qu^ìn- 
do  it  ma-^^ior  termine  contiene  d'ie  volle 
e  mezzo  il  minore:  tale  è  fa  ragione  di 
Cinque  a  due»  e  di  quindici  a  sei,  (J) 

*  SESQUIOTTAVO.  Trrm  di  Pro- 
pontone  j  e  si  adoperai  anche  da'  }f usi- 
ci. Gal.  Vial.  mot.  Ìjc.  5J3.  Nel  taono 
lesquiuttavo  per  ogni  nove  pulsazioni  una 
sola  arriva  concordemente  a  percuotere 
coli' altra  della  corda  più  grave;  tulle  1' 
altre  sono  discordi.  {*) 

:;:  SESQUIPEDALE.  F.  C.  Di  un 
piede  e  mezzo.  Lat  sesqitiprdiHs.  Gr. 
fiì/'Xi.  farcii.  ìez.  60|.  La  poesia  de' 
quali  era  piena  di  parulp  composte  e  lun- 
ghe chiamale  da' Latini  sesquipedali,  ciot: 
d*  un  piede  e  mezzo.  (*) 

*  §.  E  ftt:nratmi,  Smimrati.  Cff,  /eli, 
I.  11.  Uno  di  qu--sli  He  è  sialo  M.  GÌo. 
Francesco  Lione,  il  quale  si  trova  (  come 
sapete)    un   naso   sesquipedale.   (") 

*  SESQUIQUAKTO.  Ttrot.  di  Pro- 
porzione. Di  una  volta,  e  un  qitirto.  Lat. 
sesquiquartur .  Gr.  eTttTs'rasTo;.  Gaf. 
Vial,  mot.  he.  5'|i.  Dis')j;na  duplicar  la 
proporzione  scsquiallera  pigliando  la  du- 
pla scsquiquarla  ,  ce  E  appresso:  Non 
rai  pareva  scorger  ragione  alcuna,  per  la 
quale  avessero  i  wgaci  filosofi  a  stabilir 
la  forma  dell*  ottava  esier  più  la  dupla 
che  la  quadrupla  ,  e  della  quinta  più  la 
aesquialtera  ,  che  la  dupla  sesquiquar* 
ti.  (•) 

5?  SESQUISESTO.  Ttrm.  di  Propor- 
zione* Dt  una  volta,  e  di  un  .testo.  Gal, 
iett.  Cosi  si  fa  manifesto  cbc  la  velocita 
per  A.  C  non  sarà  più  doppia  della  velo- 
riià  per  k.  B  ma  sesquìsesta,  cioè  la  setta 
—parte  solamente  di  |iiù.  (Ai 

*  SESQUISETTIMO.  T>rm.  di  Pro- 
porzione.  Di  uni  volta,  e  un  srttimo,\.z\. 
sftqitiseptiutut  .  Gr.  trzufi^opto;.  Gal. 
Macch.  sol.  l6t.  Po*to  cbc  una  macchia 
traversasse  il  diametro  del  Sole  in  uà 
tempo  scsquisettimo  al  tempo  di-1  passag* 
gio  di  un'altra,  ce.  (/t)  E  appresso  :  Su 
tirala  la  D  L  E  parallela  alla  A  C,  e  di 
una  sfera  che,  rivolgendosi  intorno  al  So- 
le, porli  le  macchie,  che  traversino  la  ti- 
nca B  A  e  la  L  D  ,  e  quella  io  tentpn 
sesquiscttimo  al  tempo  dt  questa  ,  ec.  {*) 

•f  #  SESQUITEII/O  .  Termine  di 
Proporzione,  Hi  una  volta,  e  un  IrrZ').  Lai. 
setquiterlius.Gr.irtÌTJiTOi,  farcii.  Giuoc. 
Pitt,  Agguagliando  otto  a  tei,  e  novo  a 
dodici,  si  fa  la  proporzione  sesquilerza  , 
rioc  la  rnnsonanza  dialeuaroii.  /'.'  Ercof. 
itì'l.  l!  tempo  d'  un  movimento  al  tempo 
d*  un  altro  movimento  ba  neressanamen* 
te  alcuna  proporzione,  o  doppialo  se- 
squialiera,  o  sesquitena*  er.  (*) 

SESSAGENARIO.  Jdd.  Che  hn  ses- 
santa anni.  Lai.  scxagenarint.  Gr.  tfij- 
xovraiTTi';.  Car.    lelt.    a.    2^!\*  Lo  slato 


mio  non  solo  è  scusabile  .  ma  eompaisio- 
nevole,   essendo  ormai  sessagenario- 

$  SESSAGESIMA.  La  domenica  che 
precede  la  Quinqua-^esima.  f/4) 

*  SESSAGESIMO.  Atd.  Lo  ttesto  che 
Setsantesinio.  Pisi.  S.  Gir.  ^8l.  Non  è 
simile   lo  suo   fratto,   cioè  sessagr'simu.  (fj 

SESSAGO.no.  Figura  gemtncn  di 
sei  fati,  0  sei  ansoti.  Lai.  sexmgnlunt, 
Gr.  c^atywyov.  Ltb.  cur.  malati.  Nella 
carta  bianca,  alluminala  di  verde,  scrtri 
il  seisagono,  e  entro  il  sessagooo  segna  la 
stella  di  Mercurio. 

<:  SESSANDUESIMO.  Md.  Some  nu- 
merale ordinalivn  di  sessanta  e  due.  Jìocc. 
Com.    Dant.   Inf.    (Ai 

*  SESSANGOLAKE.  Aid.  Di  sri  an- 
goli. Bari.  Pov.  Coni.  c.  8  Elle  ee.  in- 
tendono per  Datura,  che  delle  figure  iso- 
perimetre  ch'empiono  spazio,  niuoa  ve 
D*  ba   più  capevole  della  sessangolare.  (Sj 

*  SESSANGOLO  figura  geimetric^i 
di  sei  liti,  o  sei  angoli;  S-'rta^jiu  Sii- 
i'irt.  Mal-n,  La  sesia,  oil  fare  il  cerchio, 
apre  tanto  quanto  il  lato  dt-1  sess^ngolo 
inscritto  nel  cerchio;  e  perciò  ec    (fi) 

SESSANTA,  yomenunterale,  chf  co.tie- 
nesei  diecine.  Lii.  sexasinta  Gr.  i^tì aO'^tu. 
G.  f.  8.  5\.  2  Questo  Piero  era  testitor  di 
panni,  povero  Uomo,  e  piccolo  di  perso- 
na, e  isparuto,  e  cieco  dell*  uno  occhio,  e 
d*  elk  di  più  di  lessaoia  anni.  E  num.  t). 
V'era  dentro  il  balio  di  Bruggia  ,  e  da 
sessanta  sorgpnti  del  Re.  Crontchett  d'A- 
mar. 5j.  L*  altro  Consolo  apparecchiò  il 
suo  navilio,  ch'erano  trenta  navi,  e  andò 
a  combattere  con  ìot<ì,  cb' erano  sessanta. 
^  %,  Sessa-'itj,  o  Retto,  diceti  al  giuo- 
co delle  minchiate  il  Sumero  di  sestanfa 
punti,  che  si  se^na  al!'  avversario  con  al- 
tnttnnti  punti,  quanti  sono  i  tessantit  che 
si  contano     (A) 

SESSANTAMILA.  Some  numerate, che 
contiene  srssanti  mii^liaia.  Lat  srxaginta 
milliot  Guicc.  Stjr.  5-  Si  accordò  subito 
con  condizione  di  pagare  sessaoiainila  du> 
cali  a*  vincitori. 

*  SESSANTAQUATTRESIMO.  Some 
numerale  ordintti^o.  L'ultimo,  a  Uno  di 
svssantaquaUro,  Lai.  texagìsimus  qunr- 
tus,  Gr.  i^r.xoiTQ^  tì'tksto;.  Gal.  DiaK 
mot*  toc.  535.  La  sna  mole  è  solamente 
la  sessanlaquattresìma.  (*} 

*  SESSANTESIMO  ,  e  SESSAGESI- 
MG.  Some  nn-tterali"  ortlinati^'O.  L'ulti- 
mo, o  Uno  di  sei.ttntn.  L.it.  tcragesimut. 
Gr.  ì^fìAOtTo'i.  fìeml.  Star,  i,  i.  Neil' 
anno  della  mia  vita  sestantcsiipo.  ^/'^  Se- 
gner.  l'iccd.  I.  IO.  6.  in  qualuu.rie 
minuto  secondo  ,  che  e  la  sessantesima 
parte    di    un     minuto    primo.   (S) 

^  ^  E  in  forza  di  sust.  vn'e  la  Ses- 
santesima parte.  Gii.  Sacg.  ^'(ì.  lo  ho 
voluto  servirmi  d*  una  biLiniia  ài  sag»ia- 
tori,  rbi'  sono  così  esattr*,  the  tirano  a  me- 
DO  d*  un    sessantesimo  di  grano.  (*) 

SESSANTINA.  ^)«iHM/à  di  srsrnnta. 
Lih.  Son.  8t.  Poi  per  mttlo  ti  getti.  Se 
non  li  [;iova  la  mia  nu>diciua.  Che  6i  di- 
fetto della  sessanliua  (cioè,  dell'eia  di 
sessanta  anni). 

SESSENNIO.  Ln  spmsìo  di  sei  anni. 
Lai.  sexmnium.  Gr  ifxSTi'a  LHi.  cur. 
fef'hf.  Si  osserva  che  la  t|uar(ana  taltolta 
arriva  cootiauaudo  al  quinqueanio,  e  al 
irtsennio. 

SESSIONE.  Congresso.  Lat.  ronrrff 
sut,  Gr.  4uvi>>iist;  .  Gal  Sisl.  5^.  Se 
vogliamo  dilfenr  questo  discorto  tra  gli 
altri  ch'>  siam  convenuti  rimaner*»  ad  una 
p.trticolar  sessione  ,  sar^  Tirsr  ben  fallo  . 
/'.'  217.  O  dilcmrle  al  pretenle,  o  almeno 
datemi  ferma  parida  di  farne  meco  una 
parlirtdare  lession'*  *  4  Gtiic,;  Sior.  a 
J2a.  In  un'altra  seuionr,  che  fu  tenuta 
il  vigesimo   settimo    gioruo  di   SeItcmbrc 


intimarono  il  concilio   per  il  principio  di 
Marzo  prossimo  a  Lione    (L) 

SESSITURA.  Pifcatura  che  si  fa  per 
lo  più  da  pie  alle  vrtti  ,  fermandola  col 
Cucilo,  per  itcorciarle,  o  allungarle  a  mi- 
sura del  hiso«no  ,  Lai-  lactnite.  Gr.  Tcx- 
pVfì-  Er.  Giord.  Pred.  S.  27.  Porta- 
vano altresi  le  grandi  fimbrie ,  noè  gli 
orli  alle  toniche  loro  a    modo  di  sessiture. 

S-  As^rr  poca  sessitura,  e  iimili,  figu- 
ratam.  si  dice  di  Pfrsona  inconsiderata  , 
e  dt  poco  sen-io.  Lai.  mconctnnum  ,  ine- 
ptum  ,  inconditum  efse  ,  Gr.  ajAOVSSV  , 
oi/v.pixo'STOJ  etvxc  .  Malin.  \o,  34-  Vn 
gran  villano,  un  uom  d' el'a  matura  ce.. 
Che ,  perrh'  ei  non  ha  troppa  seuitnra 
ec  ,  Innanzi  se  gli  fece  addirittura. 

SESSO.  L*  esser  proprio  del  maschio, 
e  della  femmina  ,  che  distinsue  t'  uno  , 
dill*  alo-o.  Lat.  srxus.  Gr.  ys'vs;  .  Lab. 
i32.  E  quetto  csecr^bil  sesso  feoamineo 
oltre  ad  ogni  altra  comparazione  sospet- 
toso e  iracondo.  Cr.  5.  23-  \.  La  palma 
d'una  virtù  e  potenzia  non  viene  a  per- 
fezione ,  si  per  lo  sesso  ,  ovvero  natura  , 
che  in  esso  è  più  distinto  ebe  negli  altri 
arbori  ,  e  al  per  la  dehititj  del  legno  . 
Frane.  Sacch.  nov.  l3.  E  qui  li  puote 
vedere  da  quanto  preno  è  Ìl  sesso  ama* 
no,  che  d*  ognt  animale  è  fatto  slima  di 
valuta,   eccetto  che  dell'  uomo. 

§.  1.  Seisy,  d'Ciamj  anche  ad  .4men- 
d'ie  le  parti  vercognote  sì  del  maschio  , 
s\  dell i  f.mmina  •  Pata^.  7,  Quando  la 
galla  impregna  per  to  sesso  (così  in  al- 
cuni tettij  altri  leg:;ono  fe»so).  ^  March. 
Lucr,  lih.  6.  Altri  temendo  Gravemenle 
la  morte  il  viril  %tao  Troncar  col  fer- 
ro, (fjr) 

#  §.  II  Sesso  ,  fu  detto  anche  per 
Cenere  nel  senso  del  j*  V.  Salv.  Avfert. 
3.  X  12.  Non  pur  quanto  è  il  senso  ec. 
ma  nella  voce  ancora  il  genere  Df>ulrale, 
tuttoché  speziale  ariico!o  non  abbia  per 
questo  sesso ,  si  truova  pur  non  poche 
volt**  nel  toscano  idioma.  <C) 

#  §.  III.  Sesto,  per  Ano.  Benv.  C^ll. 
fit*  2.  56i.  lo  sentendomi  ardere  il  «es- 
so. Tolsi  veder*»  che  cosa  la  fussi.  E 56^. 
Qo«-l  silimiio  mi  aveva  di  sorte  arso  il 
budetli>  del  sessD ,  che  io  non  rileoevo 
punto  lo  sterco.  (Ci  Red,  Iett.  Si  faccia 
non  di  rado  qualche  piccolo  scbinello 
nel  %*-iso  ce.  per  corrugare  le  emoroi- 
Ai.J.d) 

V  SESSOLA  Strumento  da  raccoglir- 
re  acqua  .  Ang.  Metnm  ().  201.  E  con 
sessole  e  spugne  empì^in  le  secchie  (B) 

•f  SESTA  .  e  SESTE  -  Strumento  di 
misurare  ,  così  detlj  perchè  l'  apertura 
delle  sue  due  gambe  misura  in  rei  volte 
con  poco  ditcrio  lì  circonferenza  d ti  Cir- 
colo che  si  df'sc'ive;  Compasso  Lat.  ci'r* 
cinus  Gr.  oix6/;'Tf)i.  Introd.  firt.  Tie- 
ne un  freno  in  bocca ,  ed  ba  nell*  Dna 
mano  un  paio  di  seste  ,  e  orli'  altra  un 
paio  di  firci.  E  più  sotto:  La  seste  del. 
la  mano  significano  ,  che  chi  ba  questa 
virtù,  fa  tutte  le  cose  eoo  miiura  e  con 
senno,  e  discretamente.  /■>.  Gi^rJ,  Pred. 
S-  34<  Siccome  ti  dieeisi  del  punto  cbe 
sì  fa  colla  iniA  io  meno  de*  rireati,  che 
s«Q  delle  linee  .  Pittam,  1.5  Uo  libro 
avrà  nella  sinistra  maoo ,  E  leoet  oflla 
diritta  una  sesta,  /.i'-.  ^on  18.  Fa  scriva 
con  la  lesta  0  con  la  iquadra  Cos.  rim. 
hurl.  |.  22.  Oh  fortunata  vcii .  che  la 
natura  Fé'  con  le  seste  ,  e  le  bilance  io 
mano  I 

§.  I.  A  sesia  ,  posto  avverhiel.  ,  vaU 
C'>ltr  sestrj  e  fi g arata m.  Per  C  appunto . 
.Misuratamente  .  Lat.  adamnrsim  ,  ff .  f . . 
g.  6.  /*,  8  II  piano  cbe  oella  valle  era  , 
Così  era  ritoodo  ,  come  se  a  sola  foue 
sl.>to  fatto.  HL  f.  9.  8.  Sicché  quasi  10 
teno  a  sesta  fermarono  V  assedio. 


S  E  S 

§.  II.  P'irfar  colf  e  trste,  o  simili ,  fi- 
guratam.  vag'iono  Parl'ir  con  cautela  . 
Tmc.  Dav.  Sior,  i.  2fi5.  A  mali  parlili 
erano  io  innato  i  PaJri  ,  convcopnJo  ta 
cere,  e  parljr  colle  seste  fii  testo  lai.  ha 
ne  rontumai  silenlium  ,  ne  tu^pccla  li- 
berlas  ).  Buon.  Fier.  i.  ].  7.  Con  le 
molletle  andate,  e  con  le  seste  Parole,  e 
lorusioni  or;;aniisaiido. 

§.  III.  FHf'iar  le  se^tf  ,  Jì^tirotam.  t 
waìe  Ciìmmtmir  t-ehcrniente  .  Lat.  veloci 
frtsstt  tncetlere.  Mafm.  io  25.  Così  me- 
na le  seste  ,  E  intana  di  ritorno  nel  ca- 
■lello  . 

SESTA.  T^ome  d*  una  lìeW  Ore  cano- 
niche .  Lai.  serta.  Gr.  txrrj  .  Dinl.  S. 
Crei;.  3.  |5.  Va',  e  mena  queste  pecore 
a  pascere,  e  torna  all'  ora  della  sesta. 
fit.  SS.  Pad.  1.  2(1.  Giunse  .i  loro  in 
sall'ora  della  sesta  Io  predetto  saDlissimo 
Piore  veilito  di  pelli.  /Ifin.  Ori.  i.  16, 
20.  Gii  è  durala  la  balla^^lij,  e  dura  In- 
tino  a  sesia,  dal  levar  del  sole  (qui  vale 
insino   all'ora   di  sesta). 

*  .SESTAftO  Acme  dì  un'  antica  le- 
zione Komana  .  Borgh.  Col.  Mtlit,  ^32. 
n<'1l(>  sue  furono  i  S^slaoi ,  ed  ì  Decumani 
..'oduiii.  (D 

SESTANTE  .  Strumento  astronomico  , 
che  contiene  la  sesia  p-irte  ileUa  circort' 
ferenza  del  cerchio  ,  come  il  Quadrante 
.10  contiene  la  qumta  patte  .  dal,  Sist 
3i4>  Non  potendo  coslìiuirc  il  centro 
della  pupilla  dell*  occhio  nel  centro  del 
sestante  (strumento  adoperato  netl*  osser- 
vare gì' intenralli  tra  due  stelle),  ma  ec. 
K  appresso  :  Si  viene  a  formar  nrll'  oc- 
chio un  angolo  più  acuto  di  quello  che 
si  furm.)  dai  lati  del  sestante,  tu  appres- 
to: >cì  lati  del  sestante  ce  si  accomo- 
dano due  traguardi,  uno  nel  centro,  e 
r  altro   Dell'  estrcmil!!   opposta,  ec. 

SESTARE.  Jiigtustare,  Bilicare,  As- 
sestare .  Lai.  librare,  acgunre »  Gr.  ra- 
lavTi;,;iv,  aTa3/iàsàori.  il/.  V.  li.  5. 
Prese  una  macinctia  da  savore  ec.  ,  e 
presola  a  dtie  mani,  la  sesto  sopra  il  ca- 
po di  Leggieri ,  e  lo  battè  in  terra  mor- 
to, che  non  fé'  parola.  J/.  Aldol-r,  P.  X. 
189.  Cxmpassó  e  sesto  le  sue  parli  alle 
parti  d*  Ipocrjle.  $  Z'-non.  Pift.  ^2.  O 
qual  pili  Tolomeo  sesto  del  centro  Geo- 
metrico dico  .  che  fé'  1'  arte  Ui  questo  , 
che  cercò  di  fuori,  e  dentro.  (Cj 

t  *  SESTARiO  Sortadi  misura  antica, 
che  era  la  sesta  pari,-  del  co-i^io,  e  jer- 
viva  cosi  a  misurare  le  cose  liquide  ,  co- 
nte le  sode.  Lat.  sextnnus,  Bortih.  Ori;;. 
Fir.  |3".  Ma  quanto  alle  misure  gene- 
ralmente e*  si  son  I>en  manlcnuli  spesso  i 
medesimi  nomi  romani  Modio  ,  Seslario, 
Mina  .  Passo  ,  Piede  ,  Brjccio  ,  se  questo 
risponde  a  quello  che  e' dicono  Cubito,  e 
molti  altri  ;  ma  non  sia  però  chi  creda 
che  la  cosa  sia  la  medesima .  E  Vesc» 
Fior.  ^()5.  L\.  mila  seslarii  di  vino  da 
distribnire.  (l') 

#  SESTE.   V.  SESTA-  (•) 

t^  SESTERZIO  .  Sorta  di  moneta  a/i. 
tica  romana.  Se^ner.  Crisi,  instr.  i,  26. 
13.  Con  la  sua  compagna  fu  ^ipprezzata 
f  mna  perla  )  da  centomila  sesterzi  ,  cioè 
dire  dugento  cinquantamila  de' nostri  scu- 
di. (•)  Baldin.  Lez.  png.  6.  (Fir.  i6q2). 
Qaaodo  V  occhio  dello  'mpcradore  dal 
concetto,  che  nel  quadro  appariva  espres 
»o.  ec.  il  Tolesse  recusare,  allora  fusser- 
gli  dati  io  contraccambio  mille  grandi  se- 
steraìi,  che,  secondo  il  comunemente  ac- 
cettato computo,  fanno  il  numero  di  ven- 
(iciaquemila  romani  ^scudì.  (Bj 

•f  SESTIERE  ,  e  SESTIERO  .  Sorta 
di  mi'ura  di  vino  .  Lat.  sextarius  .  Gr. 
{/«tv;;-  Cr,  4-  4'*  ^'  "  ^*°<*  ''i  quel  di 
di*ealerà  chiaro  e  buono  ,  se  dieci  gra- 
nelli di  pepe    ec.    metterai  in  sei  sestieri 


S  E  S 

di  vino  .  E  5.  l3.  g»  In  ciascun  sestiere 
mettono  una  libbra  di  mele  ,  e  nel  pre- 
detto vaso  Io  conservano. 

§.  Sestiero,  si  dice  anche  in  Fiienze 
Ciascuna  delle  sei  parti,  nelle  quali  per 
comodo  di  gOi'ernO  e  divisa  alcuna  città. 
Lai.  sex  regiones  ut  bis  .  Pin.  Comp.  j. 
5  II  detto  uficio  fu  crealo  per  due  mesi, 
ec  ;  il  quale  finito  ,  se  ne  errò  sei  ,  uno 
per  sestiero  per  due  mesi  .  Buon.  Fur. 
|.  2  5  Sei  son  l'insegne,  e  sei  voi  ca- 
pitani, Cbè  divìsa  in  sestieri  è  que.sta  ter- 
ra ;E  siccdme  ha  ciascun  sestiere  un  pro- 
prio Suo  capitano,  ha  tilul  proprio. 

5  SESTILE.  Sesta  parie  della  Circon- 
ferenza ilei  ccchioj  e  .fi  dice  propriamente 
quando  le  distanze  delle  stelle  tra  ili  lo- 
ro seno  60  gradi  ,  0  due  scf^ni  del  Zo- 
diaco, cioè  la  Si'sta  parte  di  tutta  la  cir- 
con/iTenzn,  Lat.  seTiilis.  Lih,  AstioL  E 
se  volessi  sapere  il  ritto  sestile  Ira  il  ser- 
bato del  luogo  della  stella,  e  dove  verrà 
il  conio,  esso  sarjt  lo  luogo  del  gilla- 
mento  del   suo  raggio   rìllo   sestile. 

*  §.  I.  ^  in  J.rza  di  Add.  ..  6".  V. 
II.  2  4'  ''  Sule  in  lai  congiunzione  si 
trovò  assediato  infra  le  due  infortunate  , 
cioè  Saturno  e  Mars  ,  congiunte  insieme 
per  sestile  aspello  ».   (C) 

*  g.  IL  Vi  sestile,  posto  avierbial. 
vale  In  modo  Sestile .  •«  Buon,  Fier.  A . 
4>  2.  E  lo  guarda  a  traverso  e  di  sestile 
(qui  per  similit,)  i,  (C) 

§  HI.  Ststile  ,  voce  lat,,  è  anche  il 
Mese  detto  aftrimenti  Agosto,  ha^i.  sexii- 
lit ,  A<'!jii5iHs .  Gr.  auysu^ro;,  Ar.  sat. 
5.  Erano  allora  gli  anni  miei  fra  Aprile 
E  Maggio  belli,  ch'or  V  Ottobre  dietro 
Si  lasciano,  e  non  pur  Luglio,  e  Sestile. 

t'  %.  IV.  KaniUirada  Borgh.  Fast.l^'^l. 
Il  giorno  delie  calende  sestili.  (J) 

SESTINA,  Canzone  lirica,  per  lo  più 
di  sei  stanze,  e  di  sei  versi  d'undici  sil- 
labe per  istanza,  l'ultime  parole  de' quali 
sono  in  cinscheduna  stanza  le  medesime, 
col  ritornello  ,  o  coda  di  soli  tre  versi  , 
che  tutte  le  sei  parole  finali  comprendo- 
no ,  ed  oy/il  primo  verso  di  ciascheduna 
stanza  termina  coda  parola  medi'Sima , 
colla  quale  termina  l'  ultimo  verso  della 
stanza  antecedente-  Fir,  Bag.  i^V  f u  . 
rispose  la  Reioa  ,  una  di  quelle  canzoni 
che  i  poeti  chiainan  sestine,  in  così  basso 
suggello  tanto  elegantemente  composta  , 
che  io  non  posso  non  me  ne  mara\igli.ire. 
Berti//  pros.  I.  18  SJcrome  si  può  dire 
delle  sestine,  delle  quali  mostra  cbe  fos- 
se il  ritrovalore  Arnaldo  Daniello  .  E  2. 
70.  Sono  medesimamente  regolale  le  se- 
stine .  ingegnoso  rilrovamenlo  dei  Pro- 
venzali compositori.  Cant.  Cam,  429.  Di 
compor  madrigali,  Canzoni,  stanze,  sestine 
e  sonelli  ,  Nun  hanno  par  ,  benché  sten 
giovinetti. 

t  3  SESTO.  Sust.  misura. 1^2t.  mensura, 
modus.  Gr.  pzTfOv,  Buon.  Fier,  3.  J .  Q 
Oh  che  fronte  1  t^b  che  occhi  fuor  di  se- 
sto !  Car.  lett.  1.  loft.  Intendo  che  la 
borea  torna  al  suo  sesto,  e  l'oieccbio  fa 
r  u6zio  suo  .  V  Be/lin.  Disr.  1,  i.^5.  lo 
veddi  che  era  possibile  cbe  1'  ossa  stesse- 
ro fuori  di  sesto  fra  di  loro,  e  col  terre- 
no. (Cj 

t  §  I.  Sesto,  vale  tinche  Ordine.  Lat. 
ordo.  Gr.  Ta'ft?  *  I)av.  Scism.  6.3.  Per 
dare  qualche  ordine  alla  religione  ,  gì' 
Imperiali  fecero  dieta  in  Ralìsbona  .  (Cj 
Buon.  Fier  |,  [^,  6.  Giacché  quel  tanto. 
Che  di  seslo  può  darsi  Alla  ronfusion  di 
questo  lungo  ec.  ,  Per  me  >'  è  messo  in 
ordine . 

#  §.  IL  A  sesto,  o  In  seslo,  locuzioni 
avverbiali,  che  si  usano  co'  verbi   Mette- 
re, Pcrre,  e  simili,  e  valgono   In  ordine, 
In  assetto,  o  simile.  Car,  leti.  ined.   1 
80.  Si  pratica    di    porre  a  serto  la  casa  . 


S  E  S 


1167 


Maini.  I.  i5.  Ma  quanto  aveva  tolto  Di 
t|uella  cassa  ,  ei  rende  ,  e  mette  in  se- 
slo    (C) 

*  §.  III.  A  setto,  vale  anche  Oppor- 
lunanunte.  Car.  leti.  Farn  3  7,  Vostra 
Signoria  ha  due  6gliuoli  ,  un  maschio  e 
una  femmina:  ec.  e  alfine  mi  SOD  risolu- 
lo,  che  maritandoli  con  due  altri,  che  si 
ha  messer  lacomo  lacobacci,  non  potrebbe 
far  cosa  elle  tornasse  più  a  seslo  .  (Min) 
'^'  g.  IV.  Sesto  ,  irt/fl  anche  Biparo  , 
Bimedio  ,  fia.  Modo,  m  Sali:  Cranih. 
2,  ì.  Granchio  ,  eli*  ba  mille  Diffirulti  ! 
Gr.  Noi  le  mozzerem  tulle.  Non  dubitar - 
noi  ci  troverrem  sesto,  «i  Lasch,  G*!os,  2. 
4-  Se  voi  m'aveste  da  principio  conferito 
questa  vostra  pratica,  ci  piglierei  io  qual- 
che  sesto  «  (C)  Ar,  Fur.  23-  85  Coro* 
può  il  Sararin  ritrovar  sesto  Di  finir  con 
su'  onore  il  fiero  invito?  (FP) 

'\'  g.  V.  Sesto,  si  trova  anche  in  senso 
di  Compasso,  di  Seste.  Dittom.  i.  6. 
Più  e  più  luoghi  alpestri  ,  oscuri  e  cavi 
Poi  mi  mostrò  ,  formando  col  suo  sesto  , 
Cbe  al  mondo  son  pericolosi  e  gravi.  Ca- 
si quel  padre  e  lume  d'Almagesto.  (]ff) 

t  §-  VI  E Jìgutatam.  Dant.  Par.  ip. 
Poi  cominciò:  colui  cbe  volse  il  seslo  Allo 
siremo  del  mondo,  e  dentro  ad  esso  Di- 
stinse tanto  occulto,  e  manìfeslo. 

§.  VII.  Sesto,  teim.  d*  Architettura  , 
per  la  Curvità,  0  Botondìtà  degli  archi, 
e  delle  volte. 

'.'  g.  Vili,  Archi  di  grande,  e  di  pie- 
col  sesto  ,  dicon.fi  yli  Ardii  grandi,  o  pic- 
co/i, cioè  di  lungo,  0  corto  semidiametro j 
e  dicesi  Sesto  dal  distendersi  sei  volle 
sulla  circonferenze!.  Quindi  è,  che  alcuni 
archi  si  chiamano  A  tutto  sesto,  cioè,  d' 
un  solo  arco  di  circonferenza,  e  per  con- 
.fequenza  con  un  sol  centro.  Alcuni  si  di- 
cono A  sesto  acnlo,  cioè,  di  due  archi  che 
s' incontrano,  fatti  in  due  centi  i.  (A) 

§  IX.  Sesto,  per  S.  stiere,  nel  signific. 
del  §.  Dant,  Par.  16.  Gli  antichi  miei,  ed 
io  nacqui  nel  loco  ,  Dove  si  Iruova  pria 
r  ultimo  sesto  .  G.  /'.  3.  2.  5.  Era  la 
delia  cillà  partila  a  quartieri,  ciò  sono  le 
dette  quattro  parti;  ma  poi  quando  si  creb- 
be la  cittade,  si  recò  a  sei  seslora,  come 
numero  perfetto,  perocché  vi  s'aggiunse 
il  seslo  d'  oltr'  Arno  quando  s*  abitò  .  E 
IO.  16  1.  Si  trasse  in  Firenze  un  nuovo 
estimo  oidinalo  per  lo  Dura,  e  fatto  con 
ordine  per  un  giudice  forestiere  per  se- 
sto. £' 11.  16.  I.  In  ogni  seslo  della  città 
Destava  uno,  e  nel  seslo  d' olir*  Arno  due. 
Cren.  J'ell  74-  Si  mossone  grande  parte 
di  que'  de!  quartiere  di  santo  Spirito,  che 
allotta  era  sesto ,  ed  era  divisa  la  rjtl'a 
per  sesti:  1'  uno  sesto  di  qua  da  Arno,  e 
chiamavasi  sesto  d*  Oltrarno;  ec, 

§.  X.  Sesto  di  braccio,  o  simili,  vai* 
La  sesta  parte  .  Ar.  Lea.  3  7.  Appun- 
to mancano  Due  sesti,  che  tre  pi'-di  non 
ponno  essere. 

V  §  XI.  Sesto  ,  è  anche  Term.  degli 
Stampatori  ,  e  Librai  ,  e  vale  La  dimen- 
sione di  un  libro  in  altezza  ,  e  in  lar- 
ghezza ,  la  quale  si  desume  dal  nume- 
IO  delle  pagine  che  ciascun  foglio  con- 
tiene^ Brd.  lett.  111.  Il  vocabolario  fi- 
nalmente si  è  cominciato  a  stampare,  e 
viene  bellissimo  di  carattere,  di  sesto,  e 
di  fogli  .  (Cj  Magai.  Lett.  Non  sarebbe 
egli  bene  che  voi  mi  mandaste  in  un  fo- 
glio il  sesto  del  libro,  ove  vanno  inseriti 
ec.  (AJ 

SESTO.  Add.  IS'ome  numerale  ordina- 
tivo. Lat.  sextiis  Gr.  exTO?.  Pftr.  son. 
291.  Il  dì  seslo  d'Aprile,  io  1'  ora  pri- 
ma. Del  corpo  uscio  quell'  anima  beata. 
Dani,  Par.  j8.  Per  lo  candor  della  tem- 
prala stella  Sesia,  che  dentro  a  se  m' a- 
Tea  ricolto.  Cron.  Veli.  74-  Aveano  i 
detti  due  sesti  (d'Oltrarno,  e  di  San  Pier» 


Ii6« 


S  E    S 


Schrraggio)  pii.   r""»'  '•"  P"  •"" 
pane ,  e  gli  ificU.oUn.eaK  per  «.U  p.r- 

#  e  Sesto,  asiutla  di  compagnia,  o  si- 
miU.^ale  Di  sri  Dmt.  J-Ml-'  «.!> 
comp^gnij  in  duo  li  »cem>  fcioe.  la  compa- 
gnia di  «',  che  eravamo,  ».  <«ma  <■  r'- 
.la  in  due,  essendo  parliti  Dante  t  ì.r- 
eilio,  lasciando  ivi  II  quattro  poeti  )-  ti  ; 

*  SESTO.  Afv-    'a    '""    '""■    V'  I 
«„o  loco.X.al.  Sigi.  39-  *'"»''''•    ''°„ 
„v.  mo.l»r  che  ec,  Icr.o  '!■' "■  »"'» 
che  ei  noD  è  nn  farle  ngoofi^re  r;«  't'ti'). 
onde    ingraodile     divengano     pia     'i»l"- 

SESTODECIMO.  Sedecimo.  Lai.  «- 
Itusdecimiis.  Gr.  JzT0/.«i<l"»-9;-  '^"'"; 
«n.  q5.  Rimaci  adJ.elro  il  .«lodec.m 
inno  De- miei  sospiri.  Pass.  i;7-  La  se- 
«Udecinaa  condixione,  che  .1  richiede  alla 
eonfessione.sii.  ec.  Red.  Ann.t.  DiUr 
ll5.  Tra'poeli  di  monsignor  Allacci  ec. 
"sono  ancora  .onellidiGm.oLell.  colla 

coda,  aTcnli  diciasselle  versi,  che  hanno 
il  «eslodecimu  di  selle  sillabe. 

•+  *  SESTULTIMO.  Add.  Sesto,  ed 
ultimo.  Buommat.  Tran.  Accent.  cp- 
V  accento  nella  ooslra  lingua  e  compor- 
Uto  .ino  alla  .esluU.ma .  E  appresso-- 
Potrebbe  dire  alcooo  ,  che  sulla  quiola 
e    sulla    sestultima    .e    ne   Irovm    di  ra- 

"*  SESTUPLO.  Adi.  Clic  contiene  sei 
volle.  Tagl.  Leu.  Essendo  il  cubo  ali  ot- 
Uedro  in  proporiione  sestupla.  (A) 

+  SETA.  Spe:ie  di  filo  prezioso,  pro- 
dallo  da  alcuni  vermi  chiamali  vilgar- 
mente  Bachi  da  seta  o  FilugeUi.Ltl. 
.ericum.  Gr.  <!r,:i«v.  Bocc.nov.  36.  li. 
Presumente  per  una  pe».  d,  drappo  di 
,eu,  la  quale  ave.,  in    un  suo    forziere, 

I,  mando^.   E  .ov.  ^2-    «V  T"""^    '''    "^  " 
,erse  cose  lavoravano  di  lor  mano,  di  .e 
U,  di  palma,  .li  cuoio  diversi  1"°'"     '; 
„ndo.   Ol(.    Com.    Par.     l-    2^.     Alcune 
"o,.  sono  ordinaU>.\  vestire,  come  cuoio 
pelle,  lana,  lino,  bambagia,  seta  Petr.  con 
\ì     ,.  Un  laccio,  che  di  seta  ordiva.  Tose 
fra  l'erba,  end' è    verde  'l  cammino.   E 
cani    42.   2.  Indi  per  alto  mar  vidi  una 

Bave.  Colle  sarte  di  seU,  e  d'  or  la  vela. 

Dani.   Par.  8.  E  mi  nasconde.  Quasi  ani- 

mal  di  sua  .età  fasciato. 

S    I     Per  lo   Drappo  medesimo  fatto  di 

.eia.  Ì..I.   "•""  "'■'•  Gr.  ^1?"»"  "?«• 

"a«     r,<.   SS.   Pad.    ,.   11.  or  non  POS. 

'iÌ,o  infracidirc  i  corpi  de'  ricchi,   se  non 

l'involgono  in  .eUl 

#  CU.    Seta    da    cucire.     Term.   de 
Ccmmercianti.  Seta  fiata  e  torta  ad  uso 

di  cucire.  (A} 

SETAIUOLO.   Mercalanle  di    drappi  , 
ehi  di  fa  lavorare,  e  conducegli    intera- 
mente  per  vendergli.  L.t.  sericorumpan^ 
norumvenditor.  mercator.    Gr.    TOjv  aj- 
p««v  rj/w?»?.  G.  r.  7.  13.5.   L  arie 
5è' .etaiuoli  e  mereiai  il     campo    bianco, 
i,'  entro    una    porta    roi...    I"™».    a"'- 
rum      Richiedeii    appresso    alla    comuniti 
iniver.alo  diversi  eserci.ii,  come    ec.     la- 
naiuoli, cambiatori.  .eUiuoli.  ec.rr.ir 
Barb.  302    21     Guarda  dal  .«Umolo.  (.he 
l'invita  a  l.ccinolo.    O-  M'ur.    rim.burl. 
,     1,8.  Ma  vanti  pur  Vinegia   1  suoi     B- 
«liuoli  ,    E  Fiorenu   «li  suoi  .    che    alBn 
iranno  Quei  marinari  .  e  que.ti    .euiuo- 

'"'  •+  ''sETANASSO.  r.  A.  S^tanasso. 
Lat.  Salanai  Gr.  o«ra»ai.  /'"  S.  M<ir. 
ah.  Oh  is.orgogoalo  cane  sema  senno  . 
Vu  fai  1- opere  del  tuo  padre  Selana.io. 
lìern.riÀ.  ,.  3^  E  eh' egli  era  .1  de- 
monio, e  '1  Setan...o.  E  '  ■'•'"l"  •  «  ' 
nemico,  e  la  versi....  -«•''".  IO.  3b.  Ma 
egli  è  un  Sclana.so  .cateoalo  (  qmi  per 
Itmilit. }. 


SET 

SET  ATA.  F.  A.  i.ran  sete,  e  conti- 
nua. Lai.  sitis  vel.ement.  Gr.  *:i'<l  "• 
J,x.  Zibald.  Ande.  121  Con  riscaldameli. 
lo  delle  piante  de'  piedi,  delle  P/-"'^']'' 
mani,  e  con  grand,  .etale.  UT.  Aldohr- 
P  iV'.  l3<>.  Mangiale  a  digiuno  (le  mo- 
ri-) nell'acqua  fredda,  si  tolgoni)  la  seta- 
la     e  raffreddano  la  forcella  e    1  fegato. 

't  SETE.    l'ogUa,    Bisogio  ,    Deuterio 
A  Arre.  Lau   sitis.   Gr.  oV).«.   Bocc.nov. 
5o.   17.  L'un  degli  asini,  che  grandiiiima 
.eie  aveva,  tratto  il  capo  del  capestro,  era 
oscilo  della  sUlla.  Amet.    48.    Nifate    Sl- 
milmente era  nella  sua  chiarella  con    di- 
li.-eniia  dagli  Ermioi   servato    a    mitigare  . 
le°  seti.    Petr.  cani..   22.   1.   Chi  non  ha  1 
auro,  o  '1  perde,  Spenga  la  sete  sua    con  I 
un  bel  vetro.   Cabale.    Discipl-   tpir.    Co- 
me r  acqua,  che  altri  ha  in     mano  ,   non 
ispegne  la  .eie  della  bocca  ;  cosi  1   oro  in 
borsa  non  può  lor  la  sete  del  cuore.  Med. 
Jrh.   Cr.   2\.  Fatiche,  e  lasse.^..  e  fan,., 
e  seti  lorm-nlose  e  crudeli    Alam      Colt. 
5     106.  Ne  .1   lucente  cristallo  e     1    puro 
ari;enlo  Per  gli  erbosi   cammin    con   arte 
spinti  A  liar  l'  esl.va  .eie   ai  fior,    e    >U 
erbe  (qui  p<r  similit  )■ 

J  §  I.  Permetaf.  vale  Ardente  deside- 
rio. Avidità  di  checchessia,  l-tl-  silis  , 
cnpiditas.  desiderium.  Gr.  0. >»,  opi^'i. 
tVr.ìuui'a.  Dani.  Purg.  18  Ed  .0,  cu. 
nuova  sete  ancor  frugava.  D.  fuor  taceva. 
E  Par.  2.  La  concreala  e  perpetua  .eie 
Del  deiforme  regno  cen  portava.  U>  I. 
SS.  Pad.  Acciocché  per  questo  vegg.a  ma- 
nifestamente .  che  vo.  in  venta  abbia.. 
„,e  di  adire.  *  Car.  En.  l-  562.  Sicheo 
da  questo  avaro  e  crudo  (P<g'"f'"')J''l 
.et.  d'oro  ec.  Fu  Ira  gli  all"i  occ.- 
(F  Pi 

ss  II-  E  •'e"o  assobitam.  per  Ava- 
ri-.ia  -nern.  Ori.  ,.  23.  L  O  eieca 'e- 
le.  che  non  sai  tu  fare  Coo  quei  tuoi  .cr.- 
gni  e  con  quelle  tue  casse,  E  colla  chiave 
eh.  'I  tesoro  .erra  ..  1  (CJ 

*  «,  111.  Sete  e  acqua,  proverb.,  clic 
vale  che   Qualsivoglia  bevanda  e  si.ffioen- 

te  a  chi  ha  fran  «'-  VInp"»  sT  rcj 
nuam  bibere  silienli.  f.  PANCA.  §.l.ft; 
'  -  IV.  nhrir  di  sei,;  Affogar  di  lete, 
e  simili  .  significano  Avere  intensissimo 
desiderio,  o  grandissimo  bisogno  di  bere 
Lat.    r.li  P'rire  .   vel  emori.    Gr.     JsiVO., 


Lat.    siti  pi-rire  .   ve*   t-...^...     

r"crìi-iL  Morg.  10.  77.  Disse  Rinaldo. 
io  affogo  di  .eie.  S^n.  Ben.  f ""'•■  J  , 
,1  E  cerio  mi  .arci  morto  d.  sete  ec  , 
.e  uno  de'  mie,  soldati  ec.  non  m.  .vcs.e 
portalo  dell' acqua  nella  ...a  celai.  Boe.^ 
Vnrch.  3.  rim.  12.  Tant-l.  morto  di  .e- 
le,  L'  acque  non  pur  rimiri. 

«  SETERI'A.  rermi.e  collellivo,  che 
abbraccia  tulle  le  mercinlie  di  seta.  {Ai 
*  SETINO.  Suit.  Paramento  di  seta, 
raso,  dammasco,  velluto  ,  e  simili.  I  ras. 
For.  p  4.  voi.  2  p^g.  251.  S.  abborr.. 
.„  ancora  dalle  genti  di  buon  gusto  .1 
nascondere  le  colonne  sotto  .  sel.ns  e  pa- 
rali.  benché  sontuosi,  in  occasione  d"  le- 
.1,  ;  perché  la  più  bella  festa  e  1  più 
vacò  apparato  lo  fanno  esse  colla  loro  ou- 
diti,  mostrando  cosi  piii  1'  ."cn.n..  di 
loro  pr..por.ione.    (NS)  ,1.1., 

SETOLA.  Propriamente  il  Pelo  che  ha 
in  sul  filo  della  schiena  il  porco;  ma  SI 
..^.ferisce  anche  a,  peli  lunghi,  „.irUco. 
Armenie  della  cola  dei  cavalli,  e  d  atri 
animali.  L.t.  seta.  Cr.  X'^  ■'>■''"-' 
Mar%  11.  Altri  .ono.  eh.  ne  loro  in- 
droni  fanno  lacciuoli  di  .elol.  pendenti  . 
Cr  10  38.  2.  A  una  funicella  di  pel. 
bianchi  di  .etol.  di  cavallo  .  .nnoda  un 
amo.  Vii.  Pl"t.  ^>^<^'  ■"  r«''  °  '" 
celi  la.cic.  il  cavillo  KU.a  setole  Iranc. 
Sacch.  nov.  -jS  Ho  guadagnato  .  miei 
di  coo  1.  ..iole  loro  (dei  porti  )m,g\i.i. 
di  li/e  rc'«.  co'p.oo<Jli  falli  coli.  .elo. 


SET 

le  )  .  Poli:,  si.  i3o  Gii  le  .elol.  arric- 
cia. .  amiot.  i  denti  11  porco  entro  il 
burroo.  , 

§.  I  Setola  ,  dice.i  anche  la  Spaziala 
fatta  di  .etole  di  porco  per  nettare  1  pan- 
ni. Buon.  Fier.  2.  I.  l5  Voi  «n  ba- 
date A  quel  che  »'  e  ali.  .palle  ,  C*  » 
carico  di  pettini  da  lino  ,  Di  .eardaui  « 
di  Ktola.  , 

fi    li    Setole,  ti  dicono  Alcune  piccola 

.coppiaiure  .  0  fessure  che  si  producono 
nelle  mani,  nelle  labbra,  nelle  paJptbre  . 
e  ,pe:lalmrnle  ne'  capezioli  delle  poppe 
delle  dinne,  e  che  cagionano  una  dolorosa 
lacerazione.  Lai.  scissura,  teu  Jissura  pa. 
pillar um,  rie.  ..     .       j- 

e  111.  Selola.  ì  anche  una  Sorla  di 
malore  che  viene  ne  piedi  i/"-'>>\f\- 
Q  5o  I  Resta  a  dir.  ec.  della  .etola.  la 
qual  si  fa  neir  ungh.a  del  cavallo.  ovvCTO 
Sei  pie.  E  num.  2.  Con  la  "«l^  J' 
.oora  .i  Ucli  la  «loia.  E  num.  3.  S  un- 
gano  le   ra'dici    delle    setole    da.   volt.  .1 

*'°SETOLACCIA.  Peggiorai,  di  Sttala. 
Lai.  ingen,  seta.  Gr.  «-aionj  Z»^" 
Fir  As  2J0.  Ed  eransel.  rute  in  .ul  fi 
della  schiena  certe  selol.cce,  eh.  non  pa- 
revan  altro  eh.   .piedi. 

SETOLARE.  TIeltare  1  panni  »'"'«• 
lala.  Lat.  selis  polire.  Segr.  Fior.  Cliz. 
■  3  Va'  al  barbiere,  lavai.  .1  viw,  «10- 
la'li  "cotc.ii  panni,  acciocché  Cl.i.a  BOB  X 
abbia    a  ri6utar.  per  porco. 

*  R  Setolare,  dicesi  anche  del  tref- 
re.  Stropicciare  i  lavori  àoraU ,  o  dado, 
rar.i  cól  martello,  a  prnaello  d,  setole 
di  porco    Baldin.   Voe.   Die.  (A) 

SETOLATO.  AdJ  da  Setolare,  llet- 
,^(0  colla  selcia  j  e  talora  anche  vale  Che 
ha  setola.  Cani.  Cam  p'v  Spago  .hh..ai 
perfetto  e  buono  ,  Da  duo.  eap.  ..lolalo 
SETOLETTA.  SeloUna.  Benv.  teli. 
Ore/.  52.  Si  debbe  per  colai  Ti.  nrture 

colle  setolelte   di   porco. 

SETOLINA.  Dim.  di  Setola)  Spettali- 
no.  Benv.  Celi.  Ore/.  4»  Pr»""»"'^ 
con  una  seloUna  infusa  .n  OB  poco  d 
acqua  spruiiav.  sopra  il  dello  .voro.  E 
52.  Ollieché  li  sarebbe  diffide  pò.  lo 
spiccarlo  colle  setoline.  ^.  .  _  _ 
SETOLOSE  .  Spezie  d  eH».   V-    t- 

OUISETO.  ,       ,  ,     e 

SETOLOSO.  Add.  Pieno  di  setole.  Se- 
toluto. Lai  selosus,  hirsutut.  Cr.  X"" 
Tn!<4.  Pallad.  Mar:.  23.  Vogl.oos.  .ce- 
gliere  f.  buoi)  novelli,  colle  membra  qu.- 
dr.te,  e  grandi  «  ,  unghi.  lungi..,  •  cod. 
I  grandi  ,  e  setolose.  E  al  troie  :  La  coda 
del  bu.  sia  .eloloia  Ar.  Fur.  12.  77- 
Con  qual  romor  la  .etolos.  frolla  Correr 
da  roooli  suole,  o  da  campagne.  «.«>. 
Fier.  3.  2.  13.  E  quegli  o<chi  di  fuoco, 
Sofforn.li  in  <,ueRli  archi  delle  agi»  1- 
.pide  e  selolove  (  qui  per   similit.)  ■ 

SETOLUTO.  Add  Setolosa.  L.I.  »'■ 
tosui,  hirsulus  Cr.  X»'"";-  *'^-  5 
io  Le  braccia  lunghe,  setolut.  e  strane. 
E  'I  peno  e  'I  eorpo  p.loso  er.  luUo^ 
Cl'ifr.  Ca'v.  2  67  Coperto  di  l.na.  Oc* 
della  sua  barba  sciolu'a  .  I>.  v.n.ll  co- 
lor, crespa  e  canal.  Hed.  0<..  «.  187. 
la  .Un  però  d.  que.li  animalelU  ho  eoo. 
■  ali  i  suddetti  penncllioi  fino  .1  numero 
di  quaranta  per  banda,  «vendo  qMgl. 
delle  eilremitl  molto  mioon.  .  meno  *»■ 
Ululi  d.  quegli  demeui. 

SETO.NE  Laccio,  «  forrfa /.«•  * 
tet.'le.  per  uso  di  medicare  alcun  melar, 
declinili  Lai. /i'"i»  ex  selis.  Cr.  g  I». 
2.  S.  metta  nel  peim  .  nelle  eo.ee  eoo 
vcmenl.  leloni.  i  quali  coolino.menl.  .1- 
trag.ano  gli  umori  per  convwe.ol.  . 
•peJo  freg.meolo  d'ru.  .elooi.  h  cap. 
,6  ,.  Quando  le  delle  gangole  paiono 
lubiumeale  crocr.  ec.,    iBcool.on>l«    » 


SET 

nicitaiio  convenevoli  selonì  sodo  la  gola 
dtfl  camallo  ,  e  iuffi.  ieiilemcnte  si  menino 
la  sera  e  la  matiina.  A'  c^i'.  aS.  a.  An- 
cora  gli   si   nicHiino  solla  la   gola     selonì  , 

•  cciocrbè  per  loro  gli  «muri  aliliiano  via 
d'andar  fuori  (ti  «'**<'  Ai'.  '"<    seioors  ). 

*  Red.  Coiis.  1.  i44"  ^e  questo  (mafe) 
più  oatiaalo  d.'|;Ii  ^llii  non  vi>lesse  cede- 
re te,  rtUora  liisugtierHlibc  l'ar  dclKi  neccs- 
sil^  virlù  ,  t'd  accomodarsi  al  cmlrrio 
oella  nuca,  aii^ì  pitilluslo  ad  un  laccio, 
o  aetone  che  si  chiami.   (Cj 

SKTOSO.  i4«/</.  Stto/os^^.  Lai.  setosns. 
Gr.  ;(«iT/.'i(;.  Cr.  <)■  64-  2.  Abbiano 
(i  buoi)  il  peli'»  granile  ec,  le  code  lun- 
ghe e  setoii'.  Jliim.  Colt.  2.  54-  Sia  ri- 
tondo  il  ginocchiu,  e  sia  la  coda  Larya  , 
crespa,  selota,  e  giunta  all'  anche.  Minz. 
sat.  8.  D'  un  seioso  cinghiai  1*  ispida  le- 
sta. *  Sannnz  A' end.  pros.  8-  Off-ren- 
dole  ora  la  fiera  testa  del  setoso  cinghia- 
le, ed  ora  le  arboree  corna  del  vivace 
cervo.  (O 

*  §.  Per  Siiihondo.  Beni:  Celi.  T  it. 
3.  I.  Non  fu  mai  lupo,  lioo  »  tigre  od 
orso  Più  srlo&o  di  quel  del  sangue  uma- 
no. (Min)  Alarti.  Gir.  18  iVot  discen- 
demmo  al  bel  crtstallo  vivo  Per  riafre- 
«carci,   con  seioso  afiVlto.  (?!) 

SETTA.  Qnanliià  di  pe>sonf,  che  ade- 
riscono a  qiiii/cfiediino,  0  seguitano  qual- 
che particolare  opinione  ,  o  dottrina ,  0 
regola  di  vila  religiosa.  Lai  discip/ina  , 
faclio.  seda.  Gr.  atcsjt?-  G,  ?'.  4*  "'• 
I.  Il  dello  Impt-radore  ec.  sì  mise  p.trte 
e  dissensione  nella  Chiesa,  lenendo  sella 
eooir*  al  Papa.  £7.  58.  2  1  qujli  erano 
capo  della  toro  setta.  EU  8.  3.  I  quali 
grandi  ,  veg{;eaJoȓ  ci. si  Irallare  ,  s-*  acco- 
ftaro  in  setta  cui  collegio  de'  jjiudici  ,  e 
OOlaì.  Dmtt,  Piop.  22-  E  i  lor  drilli 
costumi  Fer  dispregiare  a  me  tuitc  alire 
selle.  E  Par.  3.  E  promisi  la  via  della 
tua  .iella.  Pelr.  cip*  9  Temistocle  e  Te- 
seo ton  questa  sella.  Lab.  ^.3.  Ha  que- 
llo nome  preso  U  nuova  setta  da  una 
gran  valente  donna  ec.  che  fu  chiamata 
madonoa  Ciaiighella.  Tass.  Ger.  17.93. 
Quale  ei  giusta  fina  grave  vendetta  Sul 
gran  tiranno  e  sull' iniqua  sella. 

*  §.  I.  Talora  si  pi^lit  per  Compagnia 
seiuplicenit-ntet  Mu/litudme,  Tiirbnj  ma 
quafi  stniprf  in  mala  parti:  Vant.  Inf.  \ 
3.  Incuntanente  intesi  e  certo  fui  Che  j 
qutsl'era  la  sella  de'  callivì.  {^ì  Ar. 
Fiir.  17.  ii5.  Poiché  fu  desio  ec.  Uici 
di  camera  con  fretta  ,  Dove  '1  falso  co- 
gnato e  la  bugiarda  Origlile  lasciò  con 
l'altra  sella.  (l-'P) 

§.  11.  Per  Fazione,  Congiara.  Lai.  con- 
spirati)  .  Mnestriizs.  2.  2.  Conlenziooi  , 
risse,  dissensioni,  selle ^  invidie,  omicidii, 
ec.  Tac.  Dav.  Perd,  eloq.  4 10-  Ben  sa- 
pete ,  disse  Apro  ,  che  io  non  patirò  che 
il  nostro  secolo  per  questa  setta,  cbe  voi 
gli  fate  contro,  si  cuudauni  senza  ragione 
udita,   e  difesa. 

•f  SETTAGONO.  Figura  di  selle  an- 
eoli,  e  .fitte  Intt  .  Lai.  heptagoniim.  Gr. 
STTa'/Uvo».  Lib.  cur.  malati.  In  un  pcz- 
<o  di  carta  pergamena,  tagUata  ìn  sella- 
^ono,  descrivi  Id  figura  del  serpentario  ce- 
leste. 

*  SETTANGOLO.  Add.  Di  sette  an- 
^o'i  .  Lat.  septangulus  .  Gr.  éTTTa'/wvo:. 
Segn.  Antm.  \.  17  Al  quale  .aggiunto  il 
secondo  pari,  che  è  quattro,  risulla  sette, 
che  è  figura  settangola   e  diversa.  (') 

SETTAJiTA.  iVomt'  numerale,  che  con- 
itene setif  dtCtne .  Lat.  septua^inta  .  Gr. 
i^òofiii^otra.  Jìocc.  nov.  io.  5.  Essendo 
gii  rercbio  di  presso  a  settanta  anni  ec, 
io  se  non  ischifo  di  ricevere  1*  amorose 
fiamme  .  liid.  Jnt,  i02.  In  un  solo  ani- 
male  ne  coniammo  fino  a  settanta. 

•f  «  SETTANTACINQUE,  Add.  nu- 
Vocabolario  T.   II. 


SET 

lucrale,  che  contiene  sette  drime  e  cinque 
unità.  Ftt.  SS,  Pad.  1  l8(J  Essendo  in 
el'a  di  seltant.innque  iiniii,  morì  in  Iscili, 
dove  ora    ordinalo    prrle,    ce.    liemb.  Stor. 

12.  lfi5.  Di  rentu  cavalli  grossi  ec  ,  srt- 
tanlacinquc  al  conte  tiuul.»  di  H.inf;i>ne  , 
gli  altri  a  Matteo  della  Volpe  si  distribui- 
rono,  (ì) 

•f  ;;:  SETTANTADUE  .  Add.  nume- 
rale ,  che  contiene  sette  decine  e  due  «- 
ni/rt.  ì  It,  S.  M.  M.idd.  67.  Si  racconta 
nella  Pa^siinie,  che  vi  and.tv.ino  de' servi- 
dori  di   qu<-Ui   setlanljclue   discepoli.    (V) 

«  SET'^A^TA^OVI■.SIMO.  Add.  nu- 
merale ordinativo  di  nove  sopra  settanta. 
Pros.  Fiur.  P.  1.  voi.  1.  Or.  7.  /JflC- 
220.  Essendo  al  setlanlaiiovesimu  anno  di  , 
sua  età  porvenulo  ,  fu  da  infermità  so- 
prappreso.  (NSj 

•f  *  SETTANTASEI.  AdJ.  numera- 
le, che  contiene  sette  decine  e  sei  unità. 
ìiemb  Stor,  p,  127.  Come  cosloio  furo 
ìn  Padova,  si  fece  il  conio  di  quanti  gen- 
liluomiiii  a  S'Stener  l'assedio  v'erano,  che  , 
furono  cento    settanlasei.    ( P) 

::- SETTANTESIMO  .  Add.  numera/e  \ 
ordinativo.  Uno,  0  l'Ultimo  di  settanta.  A 
similitudine  di  questi  voce  si  formano  le 
voci  SETTANTUNE.'ilMO  .  e  Va/tre. 
Lat.  st'pfii'igtsimui .  Gr.  i^coiirìAoiTÓ^  . 
S'ìlvin.  Pi.tc.  i.  2u8-  Del  resto,  quello 
che  alcuni  di  sopra  ilcscriltì  d.il  Naiian- 
Zeno  ec.  adducono  dal  salmo  settantesimo 
ce.,   in   piimo  luo^o  è  TaUo-    (*) 

A-  SETTANTOTTESIMO  .  AdJ.  nu- 
merale  ordinativo   di    otto   S'~'f'ra    settanta  . 

Ott-  Corti.  Inf.  29.  49'>'  Puossi  lale  me- 
tallo vendere  per  vero,  e  giusto,  siccome 
prova  santo  Tommaso  nella  scct^nda  que- 
stione setlaiiloltesima,    articolo  primo.  {C} 

SETTARIO  .  Seguace  di  setta  j  e  per 
lo  più  si  prende  in  calli\a  parte  .  Lat. 
seda  oddiclus  ,  factio.^us  .  Ped.  Vip.  I. 
fi3.  Come  lo  fa  giornalmente  la  piiì  mi- 
nuta plebe  di  molti  prutervissinii  setlarii. 
^/mper/.Tim.  D.  j3.  T  8  4^7  Egli. 
(Pittag.ra)  era  uno  dì  que'savii  di  gran- 
dissima politica  ,  valeuduìì  delle  scienze 
per  mettere  il  pie  con  1'  autorità  ,  e  con 
esso  il  comando  per  lutto  ,  insieme  co' 
suoi  settari  ibbcdientìssinii  alle  sue  leg- 
gi.  (F) 

SETTATORE.  Seguace.  Lat.  sectcB 
addidus  ,  fìdiosus  .  '^   Cuicc.  Stor.  Uh. 

13.  cap.  5.  Non  solo  furono  accresciute 
le  persecuzioni  contro  a  lui  ,  e  contro  a- 
gli  altri  suoi  senatori  ,  chiamati  volgar- 
mente ì  Luterani,  ma  ec.  (TC)  lied. 
Annot.  J)itir  jcj.  I  Platonici,  settatori  del- 
la leulogi.i  d'Orfeo,  stimavano  l'anime 
più  pure  degli  eroi  pigliare  corpi  celesti. 

SETTE.  Piome  numerale  che  segue  al 
sei.  Lat.  septem,  Gr.  fiTTra.  Dant.  Par. 
6.  Che  gli  assegnò  sette ,  e  cinque  per 
dìece  .  Par.  son.  80.  La  voglia  e  la  ra- 
gion combatlut'  hanno  Sette,  e  sell'anni. 
Bocc.  g,  6  /.  12.  Tulle  e  sette  si  spo- 
gliarono, ed  entrarono  iu  esso. 

§  Sette  suo  ,  Sette  vostro  ,  0  simili  j 
modi  bassi^  che  vagliano  Suo  danno,  l'o- 
stro danno.  Tal  sia  di  lui,  o  di  voi,  ec. 
Sah'in,  Pros.  Tose,  1  522.  Se  ho  colto 
i  fichi  in  vetta,  con  piricolo  di  rompere 
il  collo,  sette  vostro. 

*  SETTECENTO  .  Add.  numerale  , 
che  contiene  sette  centinaia.  Bemb,  Stor. 
3.  35.  Mosso  a  ciò  spezialmente  per  ca- 
gione che  i  Franceschi  aveano  intiapre- 
sì ,  e  mate  trattali  settecento  fauii  Tede- 
schi. (V) 

SETTEGGIANTE.  Che  setteggia.  Lai. 
factiosus  .  Trait.  gov.  fini,  84»  Setteg- 
gianle  non  regge  la  repubblica,  ma  strac- 
cia, divide  e  guasta. 

SETTEGGIARE.  Far  setUi.  Lat.  se- 
cium  inire .  «Tpsciv  uSTti'vat.  3/.   /'.    I 


SET 


1169 


43.  Anzi  cominri.irono  a  setteggiare .  e 
volere   caeriare  1'  un   1'  altro. 

*  SETTEGGIATOHE.  Verhat.  masc. 
Che  s-lieggi'i.  Sellatole  j  ma  è  voce  po- 
co uuita.  Udrn.  JVk.  5  53.  Comparisca 
dunque  un  p>iela  .  il  quale  ec  dica  ardi- 
lanienlc  rnulro  gi*  ìrraziunali  setleggiatori 
di  Oni'To  ,  L-  di  Virgilio  :  O  imitutores 
servum  pecui  re    (C) 

•f  SETTEMUllE.  Il  settimo  mese  del- 
Vanno,  secondo  •.■li  Astronomi,  ed  il  no- 
no ,  secondo  il  cntendario  Pomario  .  Lat. 
S- ptembcr.  Or.  /jiai;ja/.T»)piwv,  aenrip-- 
fipiQ;  .  D.int.  Inf.  29.  Qu.il  dolor  fora, 
se  degli  sp<-d;ili  Dì  Val  di  Chiana  tra  \ 
Luglio  e  1  Setten-ilire,  E  dì  maremma  e 
dì  Saidigna  i  mali  Fossero  in  una  fossa 
tulli  ìnsenibre  G.  /'.  9.  9.  I.  Nel  detto 
anno  all'  uscita  di  Settembre  lo  'mpera- 
lore  sì  parli  d.i  Losanna  con  sua   genie. 

SETTEMBKECCIA.  /'.  A.  Autunno. 
Lai.  autumiius  ,  tempvstas  aulumni .  Gr. 
OKoipiX  .  M.  Aldohr,  Se  la  settemhreccia 
lieti  della  natura  della  siale  ,  siccome  di 
caldo,  si  vai  meglio  a  dalla  di  noUe.  E 
altrove:  Lo  maliuconoso  «•  freddo  e  secco, 
eh' e' sembra   vile  alla  seltembreccia. 

SETTEMBllESCA.  /'.  A  Scttembrec- 
eia,   Lat.    aulumnus  ,    tenipe^tan   aulumni. 

Gr.  OTZoìpy.  .  M-  Aldohr.  S.tppiaie  che 
queste  pìslolenzc  avvegiinuo  più  nella  set- 
tembresca  ,  che  ucU'  altre  stagioni  dell' 
anno  . 

SETTEMBRIA.   ì'.  A.  Seltembreccia. 

Lat.  aulumnus  ,  tempestai  autuiuni  .  Gr. 
ÓTVcJp-x..  G.  V,  II.  71.  3.  Gli  ambascia- 
dori  d'Inghilterra  per  lo  Re  promisono  i 
ga^gi  ec,  e  la  venuta  del  Re  in  persona 
alla    seltembria 

*  SETTEMBKINO.  Add.  Di  Settem- 
bre, Attenente  a  Seltenihrej  e  parlandosi 
di  vino  ,  vile  Svigorito.  Salvia.  DlsC.  2- 
4oq.  Il  vino  che  è  slato  alla  prova  de'ri- 
gori  del  verno  e  de'  calori  della  state  , 
piglia  in  questo  mese  la  qualità  ,  come 
noi  diciamo,  di  settembrino  ,  cioi;  di  svi- 
gorito e  passalo.   (') 

SETTENARIO.  Add.  Di  sette.  Lai. 
septenarins  .  Gr.  eTTK^  .  Mor,  S.  Greg, 
W  numero  setlenariu  appresso  i  savii  di 
questo  mondo  è  tenuto  perfetto  per  certa 
loro  ragione,  cioè  perchè  si  compie  per  lo 
primo  pali  e  per  lo  primo  caffo:  il  pri- 
mo caffo  si  è  Ire ,  il  primo  pari  si  è 
quattro* 

•"?  %.  E  in  forza  di  susl.  Segner.  Mann, 
IVov.  14  2-  Tutte  quelle  virtù  che  Cristo 
restrinse  ìn  questo  tuo  tanto  nobile  selle- 
nario  ,  ec.   (P) 

*  SETTENNALE.  Add.  Vi  .^ette  an- 
ni .  Coccli.  Anat.  Questa  vostra  onorala 
gioventù  è  venula  spontaneamente  a  ser- 
virvi nella  settennale  assistenza  ai  \  oslri 
infermi.  (A) 

SETTENTRIONALE  .  Add.  Di  Set- 
tentrione. Lat.  septemtrionalis  ■  Gr.  ap- 
X T  1X0*5  .  P>ont,  Purg,  1.  O  sellenlrional 
vedovo  sito.  Cr,  1.  3.  2;  I  venlì  sellen- 
trionali  sono  freddi ,  imperocché  passano 
sopra  i  monti  e  le  fredde  terre  di  mol- 
le nevi  .  Bed.  Ins,  1^5,  Nulla  contro  di 
quella  provano  1'  esperienze  falle  in  Da- 
nimarca ,  per  essere  i  paesi  sellentrionali 
in  ogni  tempo  privi  affatto  di  scorpioni. 

3  SETTENTRIONE  .  La  plaga  del 
mondo  sottoposta  al  Polo  artico  ,  o  alla 
Tramontana.  Lat.  septem  trio,  scptemlriO' 
nes.  Gr.  v.aK-7Q^.  Dant.  Pu> g.  4  Per  la 
cagìon  che  di',  quinci  si  parte  Verso  Sel- 
tenlrion.  Petr.  scn,  26.  Nel  Settentrione 
Rotava  i  raggi  suoi  lucente  e  bella  .  G. 
V.  9  64.  I  Apparve  una  stella  comeU 
di  verso  Sellenirione. 

*  SETTEPARI.  Term.  degli  Anato- 
mici. Aggiunto  de'  nervi  che  ricevono  la 
loro  crimine  dal  Cervello  .  e  discendendo 
147 


ll;o  SET 

per  la  spinale  midollat  si  propagano  alt* 
universa/e  del  corpo.  (À) 

•f  #  SETTESILLABO.  Adii.  Che  e 
di  sette  si^/a'j".  Uilen.  .Mi.  ó,  ^i't.  Mol- 
tisiinii  versetti  seltesilUbi  dclh  tr^geiiia 
ec.  sono  mollo  più  gravi  e  numcroii  che 
non  SODO  gli  undicisillabi  delle  commedie 
ec.  (A) 

*  SETTIFORME  .  V.  L.  Add.  Di 
ù ette /orme.  Petr.  Uom.  III.  i35.  Ordi- 
nò anche  le  letanie,  le  quali  sc-tUforme  si 
chiamaDO  ec.  £  à-x  questa  ragiooe  selli- 
forme son  dette  che  ec.  (f) 

♦f  *  SETTILE.  V.  Z.  Add.  Da  se- 
gare. Lai.  sectilis,  Pallad.  Ftbbr.  25. 
Di  questo  mese  si  scmioa  il  porro  ,  il 
quale  se  vorrai  scltìlc  ,  cioir  da  segare , 
ec.  (V) 

*  SETTILINEO  .  Add.  Terni,  dei 
Geometri.  Che  e  fermato  di  .tette-  linee. 
Viv.  Tratl.  liesiìi.  La  scala  dei  mo- 
mcDli  di  tulle  te  lince  sotlolcsc  ad  un 
angolo  sellilineo  ce.  sono  come  le  linee 
delerminatc  djl  Irilineo  paraholico*  (Bj 

SETTIMANA  .  Spazio  dt  sette  intorni. 
Lai.  hel'donms,  hchdontada.  Gr.  éSoo/xa^. 
Bocc.  nov.  6!j.  2.  Esse  stanno  tutta  la  set- 
timana rinchiuso,  e  attendono  alle  bisogne 
familiari.  J^it.  S\  Gir.  ii.  Per  tutta  la 
selliiiiana  cosi  alTriggendomi  ec.  ,  la  mia 
celluzza  avca  io  odio.  lìera.  Ori.  3.  7. 
54'  Mai  non  entrava  sellimaDa,  o  usciva, 
Senza  vici&siluiline,  o  divario. 

5P  g.  I.  Scttimann^  è  anche  usalo  per 
Ispazio  di  setto  anni.  Oli,  Coni.  InJ.  iS. 
33l.  È  da  sapere,  rlio  T  annf)  d<fl  Giubi- 
leo fu  comandjlo  da  Dio  celebrare  nella 
legge  data  da  Moisb  ,  il  quale  era  ogni 
selle  seltiniane  ,  cioè  quaranUaovc  anni 
una  volta.  (C} 

g.  II.  Setiimana  santa,  diciamo  l'  VI' 
tima  settimana  della  Quadragesitmi.  Sai- 
vin.  Disc.  2.  362.  DubI>io  egli  e  a  quesla 
slagionc  convenientt&ìinio  della  settimana, 
che  precede  quella  che  gran  settimana,  e 
settimana  penosa  dagli  antichi,  da  Doi  cu- 
niuoenicnlc  s.mta  s'  appella. 

*  SETTIMANALMENTE.  Avx'erh, 
Voce  dell'  uso .  Irt  Ciascuna  settima' 
na.   (A) 

SETTIMANO..  Add.  Settimo  .  Lat. 
septimtis,  scplimanus-  Gr.  £j9ooju.o?.  Tao. 
Dav.  Cerm.  3j3.  Il  Danubio  ce.  sino  con 
sci  hocrhc  sbocca  nel  mar  maggiore  ;  la 
sclliman.i  inghiotttscoo  paludi, 

SETTIMO  .  Nome  numerale  ordinati- 
vo .  I.ni.  s-ptmms.  Gr.  ièSopOi  .  Dant. 
Inf,  5..'Ì.  Cosi  vid"  io  la  settima  xavorra 
Mutare  e  trasmutare  -  K  Par,  28.  Sovra 
seguiva  il  sellimo  sì  sparto  Giìi  dì  lar- 
ghciza  .  f-'it.  SS.  Pad.  i.  ifi;.  Lo  selli- 
inu  (pericol'y)  fu  ,  che  navigando  noi  per 
uno  slagno  ce.,  venne  un  vento  grandis- 
«iiijo  ,  e  gillucci  ce.  lied.  I-if.  74-  Molti 
cien)[ili  se  ne  trovano  in  Virgilio ,  ma 
particularmonlo  nel  scltimo  dell' EneiJe. 

*  §.  Si  tr^i'a  anche  in  luogo  di  Sette, 
cioè  l*  ordinativo,  pel  numerale.  Oli.  Com, 
Inf.  25.  .438.  Qui  prende  quello  che  contie- 
ne ,  piT  quello  rho  v'  è  entro  contenuto; 
hcnchi:  alcuno  tlicc  delle  settime  anime  , 
delle  quali  fa  mentionc.  (C) 

*  SETTIMO.  Aiverb,  In  settimo  lo- 
co  •  Lat.  septimo  loco  .  Gal.  Sagi^.  3<). 
Secondo,  doveva  mostrar  ,  che  or  ;  terxo 
che  ci  non  era  ce.  ;  sellìmo  ,  chr  qucito 
non  ò  finalmente  un  aprir  gli  occhi  chiu- 
si. (I\'S) 

SETTIMA  .  Quantità  numerata  ,  che 
arriva  afla  somma  di  sette.  Frane.  Sacch, 
nov.  148.  Si  chiameranno  quelli  delle  set 
tiiie,  0  Gario  una  brigala,  che  caricheran 
n<;  pur  li  mercalanli.  E  appresto:  Le  sei- 
line  si  cominciarono  a  ragunaro  ,  e  (ne 
V  eilimo ,  e  le  prestarne.  Cron.  ^foreH. 
3f)5.  Fra  questo   tempo  si  mutò    la    prò- 


SET 

starna  per  lellioa  e  per  gonfalone  (in 
Questi  esempii  è  numero  dei  ministri  del- 
le prestanze  ). 

SETTO.  /'.  L.  Add,  Diviso,  Separa- 
to. Lai.  sectus,  divisus,  Gr.  ix^op^JOi  , 
/jtcptcOic'^  .  Dnnt  Purg,  iS.  Ogni  forma 
SUstanaial,  che  sella  E  da  materia,  ed  è 
con  lei  unita  ,  Speci6ca  \irlude  ha  in  se 
colletta  . 

SETTORE.  Term,  geometrico  .  Figw 
ra  pifina  triangolare  ,  compresa  da  due 
semidiametri  del  cerchio  ,  e  un  arco  di 
circonferenza  .  Lat.  sector  .  Gr.  TW//eJ5  . 
Gal.  Macch.  sol,  x6i.  Essendo  il  trian- 
golo ec.  minore  del  settore. 

SETTOTRASVERSO.  Pannicolo  mu- 
scoloso, che  divide  la  cavità  del  petto 
dalla  cavità  del  venire  inferiore  .  Lat. 
septum  transversum  ,  diaphragma  .  Gr. 
Stolfpocypv. , 

SETTUAGENARIO  .  Che  ha  settanta 
anni  Lat.  aeptuagenaritts.  Gr.  i^Sofirixov- 
TK2T/i';.  Ped.  f'ip.  1.  72.  Un  vecchio  an- 
cora settuagenario  oon  ebbe  mai  sete,  e 
si  mangiò  Ìo  tm  mese  e  mexzo  più  di  no* 
vanta   vipere  prese  di  stale,  ed  arrostile. 

SETTUAGESIMA.  La  terza  Domeni- 
ca avanti  la  Quaresima.  Lat.  ^septungC' 
sima.  Gr.  Ì^òop.r,ìl03Tiì  .  Maestruzz.  1. 
87  Dalla  Settuagcsima  in6no  all'  ottava 
della  Pasqua  per  la  comunione  pasquale. 

V  SLTTUAGESIMO  .  Lo  stesso  che 
Settantesimo .  Ott.  Com.  Inf.  10.  174» 
L'  anima  dell'  uomo  è  sussistente  ,  come 
pru'jva  S.  Tommaso  d'  Aquino ,  nella 
prima  parie,  articolo  selLOagesimo  quinto, 
questione  terta.   (C) 

•f  *  SETTUPLO  .  Sette  volte  mag- 
giore. Una  delle  specie  della  proporzione. 
Gal.  Cùiìip,  2  Prolunghisi  occultamente 
essa  linea  A  B  sino  in  C,  e  misurate  in 
e:>sc  altre  lince ,  quante  ci  piaceranno  , 
eguali  alla  A  B  ,  e  sicno  nel  presente  e- 
scmpio  altre  sei  ,  sicch'j  A  C  sia  setlupla 
di  essa  A  B  ,  e  manifesto  che  ec.  E  3- 
Ora  ce.  avendoci  prima  immaginali  due 
numeri  ,  1'  uno  setluplo  dell'  altro  ,  quali 
siono  ,  V.  g. ,  140  e  20»  costituiscasi  lo 
strumento  ce.  (A) 

*  g.  7?  inforza  di  snst.  Gal,  Mem.  e 
leit.  ined.  2.  249*  ^^'  V^^^^  assicurare  che 
gli  ultimi  esem[il;iri,  che  st  trovarono  fu- 
rono pagati  il  quadruplo,  o  il  settnplo  più 
del   prezzo   corrcnle   ordinario.   (PeJ 

5>  SEUDOROMITO  .  liomito  falso, 
fìnto,  Ciiltivo.  L,il.  fnltiis  anachoreta.  Gr. 
ij^syOflj  ìprìpixiì^.  liiion,  l'ier.  4*  4'  ^ 
Vero  romito  è  questo,  E  non  teudoromi- 
to,  e  non  ipocrito.  Ma  benigno  e  pteloso 
ed  ospitale.  (•) 

s;;  SEVECCniME.  Specie  di  erba.  M. 
Aldobr.  P.  N.  46.  Fa'  cuocere  in  acqua 
polipodio,  sevccchitne,  epitimo,  cuscute, 
agarico,  radici  di  finocchio.  (*) 

SEVERAMENTE.  Aiverb  Con  severi- 
tà. Lai.  severe.  Gr.  au?T>;ow;.  Jìut.  Per  sì 
fallo  modo  parli  a  Sia  posta,  cioè  si  bene, 
ti  sentenziosamente  ,  e  9ever.imentc  .  S, 
Agost.  C.  D.  Li  quali  severamente  si 
fossono  partiti  per  tutte  le  loro  cupidi- 
tà di. 

SEVERARE,  e  SEVRARE.  l'.A.See- 
vrare.  Separare,  Lat.  separare.  Gr.  Xùtzv- 
^{tv.  Itemb.  prot,  1.  22.  Fu  in  queste 
imitationi,  come  io  diro,  multo  meno  ar- 
dilo il  Petrarca  ;  puri.'  uiù  gui^  r  lassato 
e  sevrnre.  E  pros,  2,  Gì.  Don  incontra 
dine  il  medesimo  poeta  ,  piiillo>to  che 
cantra,  e  sface  molto  volte  usò,  e  srvri 
.ilcuna  fiata.  E  pros,  3.  Il 3.  Siccome 
quelli  che  severare  in  vece  di  separare 
dicevano  (parla  degli  antichi). 

SEVERISSIMAMENTE  .  Superi,  di 
Severamente.  Lat.  sevenséimt.  Gr.  «ui- 
Tirif  OTara.  Omel-  S.  Greg.  Non  percuie- 
rcuh*  egli  la  superbi;*  del  «crvo,  e  seTcris 


S  E  V 

itmamenle  punirebbe?  Iìorgh,Col  Za/.  ^iS- 
Questi,  come  iradiiorì  ,  furono  scvcnut- 
mamente  fin  alla  morte  perseguitati,  e  oe* 
patti  della  pace  co'  Cartaginesi  i  primi 
richiesti  per  gastìgarli ,  com' e' fetioDO  , 
teveriuimaraenle  ■ 

SEVERISSIMO.  Strperl.di  Severo.  Lat 
severissimus.  Gr,  aus-riip^Tatos.  Mor.  S. 
Greg.  Ancora  teme  di  ricevere  degna  pena 
da  quel  severissimo  giudice.  Coli.  SS, 
Pad.  Che  fosse  migliore  la  misericordia 
sua,  che  non  era  la  severissìkna  assegui- 
zione  dfl  comandamento  d' Iddio. 

SEVERITÀ'.  SEVERITADE,  e  SE- 
VERITATE.  Astratto  di  Severo.  L'  Ope- 
razione di  chi  è  severo;  Rigore,  Lai.  se- 
ventai,  saeviUa.  Gr.  anr^vgia,  a'y^rfmj. 
But.  Par.  4'  2.  Severità  è  gìus^iìxia  senxa 
misericordia.  Albert,  cap.  ^,  E  la  seve- 
rità una  virtude  che  coslrigne  le  'ogiurie 
con  eonvenevol  tormento.  Bocc.  nov.  78. 
2.  ]^Ii  pare  che  alquanto  trafitto  t*  abbia 
Ia  severità  dell*  ufieso  scolare.  Cavale. 
Fnitt.  ling.  Lentamente  procede  la  divina 
severità,  ma  poi  ricompeosaodo  lo'ndogio, 
ma^rgior  pena  dà.  Fr.  lac,  T.  4-  a8-  I^- 
Nulla   ver  me  tengo  &evpritade. 

SEVERO.  Add.  Che  usa  severità.  Ri- 
gido, Aspro.  Lat.  severus,  asper,  rtgidus. 
Gr.  oivyrr^pò^,  «tto'to/xo^,  aXjZt^ooi'xatOf. 
Bocc.  nov.  77.  44-  '-^  ^""  severa  rigi- 
dezza diminuisca  questo  solo  mio  atto. 
Dant,  Inf.  ^\.  O  giustizia  di  Dio,  quanto 
è  severa.  Che  cola' colpi  per  vendetta 
croscia.  E  Par.  4  E  fece  Muzio  alla  sua 
man  severo.  Petr.  cani.  39.  6.  E  sento 
ad  ora  ad  or  venirmi  al  core  Un  leggia- 
dro disdegno  aspro  e  severo.  Pass.  9.  L' 
uomo  giudichi  se  medesimo  col  giudicio 
della  penitenza  ,  acciocché  Dio  nel  giadi- 
chi  colta  severa  e  aspra  giuslìzia.  Tac. 
Dav.  Ann.  2.  47-  Cassar  vecchi  capitani 
e  severi  Iribunì,  e  mettervi  suoi  cagnotti, 
o  cerne. 

§.  I.  Slare  in  sul  severo.  V.  STARE. 
V  §  II.  Severo,  per  Aggiunto  che  si  dà 
agli  studii  delle  sciente,  che  richieggono 
molta  astrazione  di  mente  j  Grave,  Serio, 
Arduo.  Filic  rim.  png.  j54-  (Son.  Poi 
che  ec).  Coglieste  voi  d*ogni  dottrina  il 
fiore  Nel  quarto  lustro,  e  i  tanto  gravi  e 
tanto  Severi  studii  a  raddolcir  col  canto 
V'  inebriaste  ^el  Castalio  umore    (NS) 

SEVIZIA.  /'.  L.  Crudeltà.  Lat.  sae- 
vities.  Gr.  axr.'vita.  M.  /'.  2.  61.  Chi 
si  crederebbe  questa  leviaia  trovare  ira' 
fieri  popoli  delle  barbare  nazioni,  ec. 

SEVO.  Grasso  rappreso  d'alcuni  ani- 
mali, che  sers'e  per  far  candele,  Lat.  se- 
vum,  Gr.  ffT^ap.  Fav.  Esop.  Ragazzina  del 
sottocuoco,  facitor  di  candele  di  sevo.  Cr. 
I.  IO  3.  Prendasi  di  pece  liquida  quella 
quantità  che  piacerà  di  torre  ,  e  altret- 
tanto di  sugna,  o  di  sevo.  E  5.  1.  10> 
S' impiastrinii  d'  argilla  viscosa  ,  o  con 
sevo,  o  con  olio,  o  con  freddo  unguento 
s'unga  la  corteccia. 

#  SEVO.  Coir  E  lar^ra.  Add.  /'.  L. 
Crudele,  (tarharo.  Inumano,  Frane  Saceh. 
rim.  Seva  morie.  (.4) 

SEVRARE.    r     A.     F.    SEVERARE. 

SEVRO.  ì'.  A,  Scevro,  htl.separatus, 
Gr.  p;bipia3(i'>  Bemb.  pros.  3.  Xl3. 
Perciocché  in  vere  dì  ec.  ingombrato  ec  , 
essi  alle  volte  dissero  ingrombo  «e,,  e  di 
separato,  sevrc. 

*  SEZIONE.  Tagtiamento,  Divisione. 
Lat.  stctio  .  Gr.  tou»i'  .  Tass.  Dtml. 
Pad.  Fani,  Il  numr-o  formale  può  cre- 
scere in  infinito,  ma  il  materiale  non  può 
crescere  in  infinito  ;  perchè  sebbene  per 
ri.'ipello  della  sezione,  o  della  divitioDe 
chr  vogliam  dirla  ,  par  che  in  effritn 
possa  moltiplicare  ec.  (Dì  Gal.Sacg.  apS. 
Cosi  rellillica,  nascendo  dalla  scsion  del 
cono  e  del  cilindro,  ec.  Red,  leti.  |.  2o5. 


S  £  Z 

Fuoco  appresto  i  geometri  signi6ca  qael 
punto  determÌDato  Dell'  asse  deUe  &eztoQÌ 
del  cooo,  al  quale  ec.  (*) 

♦  §.  I.  Per  Parte  di  trattato.  SaU-in. 
Disc  2*  I91>  E  riiiioso  il  parer  d'  Ari- 
stoùle  alla  secioDc  trentesima,  cjuislione 
prima  de*  suoi  problemi.  (*) 

#  §.  II.  Sezione  di  itn  fiume  >  dicono 
gii  Idraulici  a  Quel  piano  pressoché  verti- 
caie,  0  perpendicolare  alla  corrente,  da 
cui  si  suppone  esser  segato  un  fiume 
dalla  superficie  at  fondo  de tV  acqua  ,  o 
dair  una    air  altra    sponda.    (.4) 

•f*  SEZZAIO.  Foce  oggi  fuor  d^  uso. 
4dd,  S<t%zo,  Ultimo.  Lai.  ultimus  ^  po- 
stremus.  Gr.  uiTara?,  ìiX'^'^^i'  Dani, 
Par.  i8.  Dtiigite  juitili<i'ti,  primai  Fur 
Terlio  e  nome  di  lutto  'I  dipinto;  Qui 
judicatis  terram,  fur  sezzai.  Bocc.  noi-. 
73.  31.  Ma  per  certo  questa  fia  la  scz- 
•aia  cb«  tu  ci  farai  bi.iì.  G.  V ■  12. 8- 
19.  Fu  la  prima  e  sezzaia  che  dorea 
fare  in  Firenze.  Ovid.  Pisi.  12.  Ora 
volesse  Iddio  che  quella  notte,  la  quale 
fu  dinaoxi  a  quella  ,  mi  fasse  slata  la 
ieuaia.  Vit.  Bari,  ^T-  Questo  è  il 
aeuaio  manicare  corporale  che  noi  faremo 
insieme.  Tass.  Ger.  20.  77.  Dai  primieri 
a*  »ctzai  di  voce  in  voce  Passa  Ìl  terror, 
T3DD0  i  dolenti   avvisi* 

•f  SEZZO.  foce  og^i  fuor  d*aso, 
Add.  Sezzaio,  Ultimo,  Lat.  extremus , 
novissimtts ,  ultimus.  Gr.  Mzzspoit  "*-• 
(uTaro?  ,  ì-sx^'^i-  Toc,  Dav.  i.  II. 
Gbieggiamo  piuitoalo  perdono ,  non  in- 
siemt;,  ma  quelli  i  primi,  che  colpimmo 
É  sesti.  E  Sfor.  3.  3o5.  I  primi  all' 
affrontare  rimasero  sezzi  ul  fuggire.  Alam. 
Colt.  5.  lo3.  Più  a  dentro  cacci,  Quando 
tappa  il  marron  ,  eh'  è  '1  sezzo  schermo 
Contro  al  secco  calor  del  Sirio  ardente. 
Buon,  rim.  ^6.  Or  peggio  è  al  sezzo 
strale  La  ripercossa,  che  'l  mio  primo 
male. 

S    P<2  sezzo.   r,  DA  SEZZO. 

SF 

*  SFACCENDATISSIMO.  Superi,  di 
Sfaccendato.  Alleg.  Sfaccendatissimo  la- 
vaceci, fj) 

5  SFACCENDATO.  Add.  Contrario 
d*  Infaccenduto,  Che  non  ha  faccende.  Lat. 
otiosus^  solulus  curis.  Gr.  o/oixì?;  Fir. 
Trm.  i.  I.  Ella  bella  alle  man  d'una 
vedova  :  voi  giovane  e  sfaccendalo.  Alleg. 
1^9.  Accuserete  la  foga  de'  capricci,  che 
Toglion  venire  olla  calotta  agli  uomini 
sfaccendati  miei  pari.  Sen,  Ben.  Varcìi. 
4.  33.  Non  ti  parrebbe  che  la  Luna,  pò- 
sto  ancora  che  fusse  un  pianeta  sfaccen- 
dato, che  senza  nulla  fjre  corresse  di  qua 
e  di  là ,  dovesse  essere  con  meraviglia 
guardata?  ( gai f^urntnm.  Lat.  oliosus, 
inatilis.  Gr.  àp'/ói,  k^s^Icto;)-  *  Lasc. 
rim.  buri.  3.  3l6.  Or  ch'io  non  dormo, 
e  sono  sfaccendato.  Tuttavia  penso  ,  e 
giammai  non  htìno  :  Ma  ec.  (B) 

*  §■  /T  inforza  di  sust.  «  Tac.  Dav. 
Ann.  1^.  200.  Queste  cose  dicevano  e 
credevano  gli  sfaccendati  **  .  (N) 

•f  *  SFACCETTARE.  Tagliare  a 
faccette.  Affaccettare.  Bellin.  Disc.  1.  16. 
Cosi  fa  ec.  il  segatore  con  la  sega  nel  far 
assi  delle  »ae  travi,  e  il  gioielliere  con  la 
ruota  nello  sfaccettar  le  sue  gemme,  ec.  (A) 

*  SFACCETTATO.  Add.  da  Sfaccet- 
tare. (A) 

#  SFACCETTATURA.  Lo  faccettare  » 
e   La  parte  sfaccettala.  (A) 

t  SFACCIAMENTO.  ^«cci«/<=ra.Lat. 
tmpudentia,  inverecundta.  Gr.  xvDit<j£ia, 
3Ìvat5X"-"'Ti'«.  Ott.  Com.  Purg.  23.  i4i. 
Andranno  si  disoneste  e  sì  sfrontate  nell' 
abito  del  corpo  ,  che  6a  bisogno  che  li 
(tati  e  li  religiosi  interdicano  loro   e  di. 


SFA 

vietino  quello  sfacciamento.  Sallust.  lu». 
R.  Pur  vinse  lo  sfacciamunto  di  Behio . 
Cavale.  Puniti.  La  seconda  cosa,  che  ci 
mostra  la  gravetza  di  questo  peccalo,  si  è 
consideraro  il  suo  sfacci.imento  e  ardire  . 
E  Frntt*  lin^.  Nella  settima  parte  dico  , 
che  è  una  confessione  ,  con  isfjcciamento 
e  dissoluzione.  S.  Gio.  (insost.  2OO.  Ma 
questo  cotale  confessare  viene    veramente 

0  da  uda  disperazione,  o  da  una  msensi- 
bilìtJ  ed  isfacciimenlo,  che  la  persona,  che 
non  teme  vergogna  così  sfacciatamente 
dice   lì    mali  suoi  come  gli   altrui. 

SFACCIATACCIO.  Peggiorai,  di  Sfac- 
ciato. Lai.  perfrictae  frontis  homo.  Gr. 
avacffX'j^"^',-'^-  Eir.  Lue.  ^.  l.  £' mi 
guarda  anche,  sfacciataccio. 

SFACCIATAGGINE.  Sfacciatezza,  Lat. 
impndentta,  inverecundta.  Gr.  avKtOsta, 
avKis;<uvTia.  Sal^'.  Spia.  5.  9.  Io  sto 
pur  a  pensar  ,  s' egli  è  vero  che  tanta 
sfacciataggine  possa  trovarsi  in  chi  abbia 
pur  forma  d*  uomo.  Tac.  Dav,  Stor.  2. 
296.  Mosse  riso  la  sua  sfacciataggine  d* 
agguagliarsi  a  Trasea. 

SFACCIATAMENTE  .  Avverb.  Con 
isfaccialezza.  Lat.  impudentt-r  ,  inverecun- 
de,  Gr.  avatow^,  KvKti^^JvTW?.  M.  V. 
8.  17.  Molto  sfacciatamente  e  con  grande 
arroganza  ec.  domandarono  aiuto  di  gente 
d'arme  a  quello  assedia.  Pass.  \~'.\.  E 
uno  secondo  bene  ,  che  ec.  gittando  gli 
occhi  a  tL'rra  vergognosi,  non  difendiamo 
il  male  sfaccialaincnte  .  Albert,  cap,  25. 
^Mollo  e  meglio  nascondere  in  tenebre  la 
cosa  viziosa  ,  che  sfacciatamente  divolgar 
quello  che  e  da  incolpare.  Cavale,  Frutt. 
ling.  Grande  adunque  è  la  potenza  d' Id< 
dio,  il  quale  sposso  perdona,  e  grande  in 
verità  ù  la  nostra  sconoscenza,  così  sfac- 
cìatamenle  ofFiindere  il  nostro  pietoso  pa- 
dre Iddio. 

SFACCIATELLO.  Dìm.  di  Sfacciato  . 
Lilt.  son.  16.  Don  sfacciatel  ,  e'  hai  più 
veli  'a  sugli  occhi.  Che  non  ha  *n  sulle 
spalle  monna  Pagola.  AìUg,  2\,  Forse 
che  gli  adulteri  sfaccì::telli  non  si  son 
impadroniti  del  significato  ,  e  della  prò- 
nuozia  delle  parole? 

SFACCIATEZZA.  Astratto  di  Sfac- 
ciato. Lai.  impudentia,  inverecundia.  Gr. 
olty.L'ozix,  uvuttyy^Ti'v.,  But.  Inf,  32.  I. 
Col  cipo  rivcrtato,  a  denotare  la  sf-trcia- 
lezza  d*  alquanti.  E  altrove:  Qui  dimo- 
stra l*  autore  lelleralmenle,  che  l'ardire 
e  la  timidezza  si  dimostra  nella  fronte  , 
imperocché  lo  levare  significa  ardire,  e  lo 
calare  paura,  e  così  la  vergogna  e  la  sfac- 
ciatezza. Dant.  Com:  x85.  Nobiltà  si  può 
credere  il  Icr  chiamare,  siccome  viltà,  e 
innobàltà  la  sfarcialezza.  ^S<:rd.  Galrclt. 
Jlarz,  39.  Jla  il  raccorrò  e  mischiare  in- 
sieme le  forze  minutamente  ,  e  a  scre- 
poli non  è  opera  della  conghiellura  uma- 
na, ma  della  sfacciatezza.  fC) 

*  SFACCIATISSIMAMENTE  .  Su- 
perlat.  di  Sfacciatamrnte.  Pros.  Fior.  P. 
4.  voi.  2.  pa».  2'|0.  Bcnchì:  sia  un'opera 
scritta  ex  pro/t-jjo  sfacciatissimamente  cen- 
tra di  noi  Cattolici,  con  tutto  ciò  per  op- 
porsi a'  Calvinisti  v'  inserisce  anche  moÌ- 
tissìme  cose  in  nostro  favore.    (NS) 

SFACCIATISSIMO.  Superi,  di  Sfac- 
ciato. Lat.  impudentissimtts  t  impudenter 
impuJens,  Plaul.  Gr.  oÌvui'JX^'ìTIi'tu.'Oì. 
Sen.  Ben.  Varch,  4-  38-  Egli  è  meglio 
ce.  che  costui  ec.  quelle  lellere  ,  le  quali 
meritava  che  gli  lusserò  scrìtte  negli  oc- 
chi, porti  per  lutto  in  quella  sua  sfaccia- 
lissìma  fronte  segnale.  Beri.  Fsp.  nat.  17. 
Il  che  veduto  dallo  scallrito  sfaccìatissìmo 
ciurmatore  ,  volle  cautamente  salvarsi. 

t  SFACCIATO-  Add.  Senza  faccia, 
cioi  Senza  vergogna,  Ncncuranie  di  ver- 
gogna^  Sfrontato.   Lat.   impudens  ,  infere- 

1  citndus,  t'-merarius,  tiudax.  Gr.  xv7.iSr'i. 


SFA 


I171 


But,  Purg.  23.  2.  Chi  non  si  vergogna, 
si  dice  sfacci.ilo,  imperocché  nella  faccia 
stanno  li  segni  della  vergogna,  cioè  nella 
fronte  che  s'  abbassa  ,  e  negli  occhi  che 
si  calano,  e  nella  faccia  tutta,  che  si  china 
alla  terra  quando  1*  uomo  si  vergogna. 
Bocc.  nov.  23.  i3.  Ma  egli  è  stato  si  ar- 
dito e  si  sfacfiaio,  che  pur  ieri  mi  mandò 
una  temmina  in  casa  con  sue  novelle. 
Petr,  son.  107.  Putta  sfacciata  .  e  dove 
hai  posto  spene  T  Ovid.  Pisi.  8\.  Ancora 
se'islato  sì  sfaccialo,  che  sopra  li  tuoi  ric- 
ciuti capelli  hai  posta  l'ornata  ghirlanda 
della  tua  donna  nuova.  Frane.  Sacclt.  nov. 
66,  Pensando  che  quelle  sfacciate,  quelle 
puttane  ec.  abbiano  avuto  tanto  ardire,  ec. 
g.  Sfaccialo,  si  dice  anche  il  Cavallo 
che  al'bia  per  lo  più  nella  fronte  una 
pezza  bianca.  Bcrn.  Ori.  2.  16.  60.  Bal- 
zan,  sfaccialo,  e  biondo  coda  e  chiome. 

*  SFACCI  TUBINE.  J'oce  poco  usa- 
ta. Sfacciatezza.  Car.  Apol.  pag.  ig3. 
Così  de*  costumi,  quel  che  s'  ha  più  to- 
sto da  pensare,  o  che  la  vanità,  la  ma- 
lignità, la  mordacità,  1'  invìdia,  la  bugia, 
la  slaccitudine  non  siano  vizii  ;  o  che'^'oi 
eh'  avete  tutte  queste  cose  iasicme  non 
siale  virtuoso,  (B) 

*  SFACIMENTO.  Lo  sfare.  Disfaci- 
mento, Lat.  deslructio.  Gr.  avKszzur,'. 
Pros.  Fior,  6.  240.  Considerando  savia- 
mente da  quanti  accidenti  ec.  possa  de- 
pendere lo  sfacimento  e  la  morte  dell'in- 
dividuo. (•} 

3  SFALDARE.  Dividere  in  falde. 
V  g.  E  acuir,  past.  Dividersi  in  falde, 
«  Salvia.  Disc.  2.  55.  L*  al're,  che  egli 
non  vede,  e  che  vere  sostanze  sono,  onde 
quelle  immagini,  come  sottili  spoglie  ,  si 
partirono  e  sfaldaronsi ,  non  può  di  leg- 
giero Immaginare  »  .  (A) 

SFALDATO.  Add.  da  Sfaldare.  Lat. 
dissectus.  Gr-  SiaaXty^st'i.  Buon.  Fier. 
2.  4-  iS.  Queir  eran,  signor  mio,  di  più 
monete  Le  miserabìt  teste  scorticate.  Sfal- 
date, tose,  stronze,  sdottorate. 

:'.:  SFALDATURA  .  Term,  di  varie 
Arti.  Lo  sfaldarsi,  e  Le  cose  che  si  sfal- 
dano. (A) 

','  SFALDELLARE,  AJa/detlare  j  Bi- 
darre  in  faldelle.  Il  Focabol.  alh,  V. 
AFFALDELLARE.   (') 

t  ^«^  §  P'^f  Istritolare,  Sfarinare,  Lat. 
contminuere,  deterere.  Gr.  swvT^i'^stv  , 
arzorpi^ziv.  Bed  leti.  i.  i^j.  In  questo 
luogaccio  vi  si  raduna  una  certa  poltiglia 
bianca,  che  rasciutta  si  sfaldella  (tjui  neutr. 
pass.).  (•) 

SFALLARE.  Sfallire.  Lat.  aberrare  . 
Gr.  K;ro:riavi<3Stt.  Tratt,segr.  cos.donn. 
Vivuno  in  timore  di  potere  sfallare  la 
strada,  conforme  altre  volle  la  sfallarono. 
SFALLENTE.  Add.  da  Sfai  lire  j  Che 
__sfa!lisce.  Errante.  Lat.  aberrans.  Gr. 
Siy.p.xoTrA-^03V.  Bim.  ant,  P.  IV,  Jnghilfr. 
Li  qua' devriaoo  onore  mantenere,  E  fermi 
stare  in  alto  paraggio  ,  Son  più  sfallcnti. 
SFALLIRE.  Errare,  Far  male  il  con- 
to, Lat.  aberrare.  Gr.  a~5TÌKVK3&Kt. 
Sagg,  nat  esp.  i8.  Quando  mai  nel  no- 
vero di  molle  vibrazioni  una  se  ne  sfalli- 
sca. V  Salvia.  Senof.  3.  84- La  nave  poi, 
su  cui  era  Abrocome,  sfallisce  la  naviga- 
zione verso  Allesandria  ,  e  dà  nelle  boc- 
che del  Nilo.   (C) 

*  §.  Per  Restare  ingannato  ,  deluso. 
Sega.  Rett.  Arist.  77.  Vivono  Ci  piota/i/; 
con  buona  speranza  ec.  perche  essi  hanno 
poche  volte  sfallilo  io  quello  che  e' desi- 
derano. (FPJ 

•f  SFALSARE.  Scansarej  Term  dei'a 
Scherma,  e  di  altri  esercizii,  e  vale  Ren- 
der falsi,  scansando,  ii  colpi  dell'  avver- 
sario. Disc  Cale.  9.  In  oltre  non  potrà 
egli  con  le  braccia  sfalsare  i  riocontri  che 
eoo  gì'  lonanai  farà)  se    non    sarà   esercì- 


Ii7> 


SFA 


lato  io  RianeggiAr  Tarmi  (qui  per  simi' 
Ut.  ) . 

5  SFAMARE.  Diffamare,  Trar  In  fa- 
me,  Satollare,  Saziare  j  est  usa  in  W- 
gnific.  alt  e  nmlr.  pass.  Lat.  saturate  , 
Cibo  expire.  Gr.  yop'%^iKi  ,  «uw^-ì"* 
Ar.  rim.  25.  E  l'altro  le' Diaoj  Sfamare 
i  C30Ì  iuoi  àe\  propriu  Cjocu.  fJern.  rim* 
1.  p.  Oode  aLLidDo  a  sfinurti  le  lirtgate. 
#  Tac.  Dav.  Gcrm,  3;8.  MaDgiaoo  coie 
nalDrali.  pomi  sjivalicbi,  cacciagione  fre- 
sca, 0  latte  rappreso}  (cnza  apparecchi  , 
lonza  condimenti  si  sfamano  .  Se^ner. 
Preti,  pai.  y4p.  8-  6  I  poveri  le  «i  s(a- 
maoo,  son   pagl>i.  (TCJ 

§  Per  mi-la/.,  vale  S-izinrCt  Contentare 
qunlsisia  appetito,  o  ffetiilriio.  Lat.  S'a- 
liare, expfere.  r,r  ropu-^.  Si'-> .  /  i\i.  17  ( 
Quando  fuiono  cosi  ^rain-ni  di  lt.ru,  ilei- 
tono  rlirli,  e  000  dìnuntlarunu  più  nern - 
te.  Fr.  Gi-rd.  S  Prid  29.  Alcuno  di 
loro  liciif  caslìià  re;  ma  ce.  si  il  fa  per 
potersene  più  sfamare.  />.  !ac.  T  Amore 
inSamma,  e  d'amjr  sempre  liiaina  ;  Amor 
d'amar  non  jf^mj  Moi-^,  22.  iH^-  O 
Macon,  di»c,b<'U  lìpiiui  sfamare  ^.-  ulìuon, 
Fter.  Jnlroii.  3.  Ma  quando  ascollerrm 
Queir  esca  appareciliiar  «  Che  ci  d<-l»Lc 
sfamar,  noi  &ori;i-rem  ( sono  le  proielle 
che  parlano).    (N) 

*  SFAMATO,  jiittì,  da  Sfamarcj  Sa- 
tollato. Lat.  satnrotus  C.r.  KU.TU.z)ton. 
Segner.  Crisi,  instr.  3.  20,  19  Per  rice- 
verne in  premio  quella  rifezione  beala , 
che  ci  ronderà  sempre  saxii  ,  e  non  mai 
ri&lucrhi,   anzi   riè   anrbe   sfamati.    (*) 

*  SKANFANAKE.  Struggete,  Disfare, 
Consiiniarr'.  I.A.  pctlce,  perimere  ,  afi- 
*»mfrr.  Gr.  zaSat^s'v.  arrsJJu'stv  lìem. 
Catr.  Costui  ha  domi  da  mangiar  U'  ghian- 
de, £  *n  qiutlro  volto  e' 1' ara  sfontanala. 
fìuon,  Tnnc.  I.  I.  Ma  tu  se*  sempremai 
tulle  tillere  ,  E  i*  mi  sento  sfanfanar  d* 
amore.  (') 

*  SFANGARE  .  jVeUarc  rial  fango. 
Frane.    Barò.   253.   p.  Fallo   (il  cavallo} 

sfangar   la  sera,   <:hc  t' e  cosa  leggiera,  f/'y 

§.  I.  Sfangare,  in  signific.  alt.  e  neutr. 
vale  anche  Canuninar  per  lo  fango,  tra- 
passare scatpitìmlo  il  f^ngo.  Lai.  per 
coenofa  prrgere.  Matt.  Franz,  rini.  buri. 
Z  l52.  Da  prima  traltonclclo  pian  piano 
Fin  quasi  s  mezza  posta  ,  arciò  la  troa 
Gli  duri,  e  sfangar  possa  ogni  pantano  . 
E  3.  102.  Ma  chi  inveilisrc  e  sfanga  pe* 
pantani,   È    imbcrciator  valente  sopra  tutti. 

g.  II.  Sfaiìgirr ,  vaie  nncUe  Uscir  dt!l 
fango,  e  per  mrlaf.  vale  Uscite  d'-slra- 
mente  di-gl*  imbrogli.  Superale  le  difftcoUà 
in  quelcìie  affare.  Lat.  rerum  discrimina 
vincere.  Patoff.  6.  Or  lima,  e  or  vendem- 
mia, e  or  li  sfanga. 

SFANGATO,  /fftd.  da  Sfangare  j  Usci- 
to dal  fang<y  .  Tac.  Dav*  I  it.  j4gr,  3(;7. 
<^onriostiach?  1'  esser  tanto  camminali, 
usciti  di  tanti  boschi,  sfangali  di  tante  pa- 
ludi, che  paioa  bello  cose  e  prospere,  vi 
lornerolibono,   se  fugj'itto,   pt-ticolotÌsitnie. 

3  SFAHE.  Disiate.  Lai.  ccnnmiere  , 
eoirutnperr,  de.flruere,  Gr.  /u/Jtsu'vt^dai. 
Petr.  son.  i32.  Vog:;io,  penso,  ardo,  pian- 
go, e  chi  mi  sfacc  Sempre  m'  e  innanii. 
Dani.  rtai.  20.  Non  pianger  più;  lu  se* 
gi^  lutto  sfallo,  ^-iiim.  /tnt.  '^%.  5  f)  L' 
alto  case  sposso  volle  sono  dalle  tempe- 
itadi  percosso,  o  da  ventura  sfatte.  Cavale. 
Med.  Cuor,  l'orla  tanto  impazi*  nlrmeiito  , 
quando  la  su»  scrittura,  o  dipintura  gli 
su  non  lolameotc  sfolta  ,  ma  biasimata. 
Frane*  fìarb.  \(^*j.  10.  Così  guerra  ittrug- 
v,t  e    isface,  Come  cresco  e  rifa    pace. 

*  §.  I.  l'.  in  sifinific.  neutr.  pass.  Con- 
sumarsi, Siriigt:ersi*  M  Petr.  cant.  18.  3. 
Dunque,  rh*  i'  non  mi  afacrìa  Si  frale  pg. 
grtto  a  sì  possente  foco  ,  Don  h  proprio 
valor,  the  me  ne  scamptt  fìocc.  tmnt.  5 


SFA 

3.  Già  mi  consumo  amando,  0  nel  mar- 
tire Mi  sfaccio  a  poco  a  poro.  /ìut.  Pii'e- 
17.  1.  Si  fece  tale,  quale  la  bolla  che  si 
sfa-,  Pillin.  Disc.  \J\^  Quelle  due  ma- 
niere di  maolcnore  .  e  rifare  ciò  che  »i 
consuma,  e  si  sfj  da*  descritti  sforzamen- 
ti, e  srorrimeoti  al  coatallo  contengono 
la  cagione  per  la  quale  il  corpo  ornano 
fu   fabbiicato.  (C) 

tr  5.  II.  Sfarsi  d'  una  cosa,  vate  Alie- 
narla da  sì,  Visfarsrne.  Part.  Slor.  li. 
lib.  4>  ut  fin.  Qnanto  al  far  de*  collegi 
oc.  meirhini  e  deserti  ec.  ella  ec.  giudi- 
cherà se  a  maggior  servigio  della  Chiesa, 
e  bene  della  compagnia  tomi  lo  slarscoe, 
o  'I   ritenergli    (L P) 

SI-AHFALLABE.  Forare  dboizaìo.ed 
ii\ririie  fiinri  t  bachi  da  seta  ditfxnii 
f>r/.i!le  .Salvia.  Pio.i,  Tose.  l.  ìv^.  >t*'a 
vorrei  far  fumé  Ìk  ciralc,  che,  ccino  dice 
Plinio  ,  kfarfallaa  di  notte  (  qui  per  si- 
nulli.  )  . 

g.  Per  Dire  farfalloni.  Lai.  errare  /o- 
q^eado  ,  loqu-ndo  errata  fO'"milirte.  Gr 
&).jy5'.7v.  yjnlm.  8  2g.  Pur  %o'conidr- 
vt-it' una  solamrnte,  Cb' è  vera;  né  ere 
dialo  eh'  io  sfarlatli. 

•-.t  SFAUFALLATDRA.  Term  de' Na- 
turalisti. /.'  azione   dello   sfarfallare    (A) 

:::  SFARFALLONE  .  Lo  stsso  che 
Farfallone,  Hrd  Irtt  1.  l3t.  Ilo  dello 
vetcova  con  cognizicmc  di  caui^a,  e  non  ho 
dotto  ni'  UDO  slarfallone,  ni-  uno  (propo- 
silo    {•) 

SFARLNACf.lABE.  Sfarinare.  Patoff. 
3.  Non   meiton   leppo,  e  1'  uva  sfarinaccia. 

SFAHI.NACCfpLO.  Afl-I  Che  sfarina. 
Pallad.  cnp  5.  È  da  Scegliere  il  campo 
grasso  e  sfatiuaccìulo,  che  richiede  poca 
fatica. 

•f  *  SFARINAMENTO.  Disfacimento 
di  checchessia,  ridotta  come  in  farina  . 
Del  Papa  Hat.  uni.  secc-  I  I  .^.  E  chi  sa 
che  la  matiTÌa  ,  di  cui  son  formale  er.  , 
non  sia  in  gran  parie  una  limatura  doi 
medesimi  sferici  corpicelli  re. ,  un  corto 
ìfatinamenlo.  il  quale  poscia  onendosi  , 
ce.  (A)  Jìelltn.  Disc.  1.  I7.  Il  fregare, 
e  lo  stropicciare  ,  ec  staccando  p^rti  le 
quali  poi  radendo  appiè  del  corpo  che  si 
consuma  formano  quc' tali  sfariuamcnti , 
o  stritolamenti  ec,  (F) 

SFARINARE.  Disfare  infarina,  0  Pi- 
durre  in  polvere  a  guisa  di  /arinaj  e  si 
usa  in  tignifìc.  titt.  neulr.  e  neutr.  pa*s. 
Lat.  in  pulvrrcni  resolvce.  Gr.  CfpKzJ- 
V6(V.  yirt.  J  etr.  Aer.  .I.  76.  Si  rnafini 
ìopra  porfido  con  macinello  pu^  di  p^tr- 
fido  al  solito,  che  sì  stiìtclnà  e  sfarintti 
corno  fuste  ziicclioro  rafTinato. 

SFARINATO.  AdJ.  da  Sfarinare. hil, 
in  piilver'm  resoiutus.  Gr.  a'/^aSw&ii;. 
Pallad,  Seti  l4-  A^lri  ttdgono  tre  de' 
suo*pomi,  o  ineoolanentr  icona  e  lavorala 
la  terra,  e  secca  al  S'Ie,  e  quaù  sfarina- 
ta, e  grassa  (il  tetto  lat.  ha  prope  cri- 
brala ).  /tuon.  Pier*  3.  t\.  8.  O  ȓ  ver 
falli  air  ug^ia,  stariniii.  Imporrati,  intar- 
lati. Stritolandosi ,  iu  polvere  si  sfanno 
(parla  di  legnami}.  .SV^/c"  Colt  37.  Ne' 
luoghi  renittii  ,  e  dove  sia  tufo  sfarinalo 
ve,,  si  poiiono  lasriare  (le  viti)  un  pu' 
più   presso  a   terra. 

g.  I  Sfarinato  ,  e  anche  Aggiunto  d' 
alcune  frutte  che  n^n  reggcr.c  ai  dente, 
come  pere,  mele,  o  simili  ,  te  quali  so- 
gliono essere  anche  sripitej  e  à*  cgni  co- 
/ore  sbiancato  e  pallido. 

§.  II.  F  ptr  sintilit.  Fir  nov.  8  jriS. 
Lo  facessero  por  manleoerli  nella  loro 
sfarinala   mellonaìtgine. 

•f  *  SFARZACCIO.  Accretcit.  di 
Sfano.  fìellin,  Hiiccb.  ia4>  Lo  »*''"P'*''"  . 


lo    scialo  ,     lo    sfartacrio    t)a 
gran   sìgnorauarrìo.  (A) 


qualsiToglu 
SFARZO     Pompa,  Gala,  Magnifcmsa. 


SFA 

*  Srgner.  Mann»  Mags-  l6-  ^.  Tanti 
altri  idoli,  che  in  lo  sono.  ma<<sìmameDte  e 
di  spietatezza  verso  i  poveri,  e  di  i/ano 
verso  i  plebei  (qui  par  che  significhi 
piuttosto  fasto,  «  dispretio).   (B) 

^  SFARZOSAMENTE  A.v'..h.  Con  i- 
sfarzo,  Sf  ggialamenlr.  Aci  ad.  l'r  */efe. 
Por  afTetiare  sfarzosamenle  una  certa  1»- 
periorità.  fA) 

•f  «  SFARZOSITÀ*.  L'essere  sfar- 
zoso j  Masnifieensa  Bellin.  Puah.  aif. 
l'orche  vn'  siete  in  paragon  di  noi.  Quanto 
a  sfarzosiià,  gatto  [telate  ,  E  da  stimarsi 
iDtto    innomo  manco  ec.  (A) 

SFAt^ZOSO  Aid,  Magnifico.  Satvim. 
Pros  7'otc.  |.  jtf^  Fa  ciu  magnt6cenEa 
presso  e*  Greri  e  Latini,  e  gli  strascichi 
fton   s'-mpre  tf^izoti  e  magnifici. 

SFASCIARE.  L'var  />'  fair rj  contrario 
di  t'-tsc't*f.  Lat.  fa*ciin  exuere,  favelas 
lolleie  Gr.  aT0ìTaji7xvcùv.  Lih.  segr. 
COS.  dcnn.  In  quella  maniera  ,  ebe  ri  fa- 
sciano e  si  «fasriuno  i  fanciulli.  Croni- 
cbeit.  d"  An,.ir.  36  .Si  U«cio  modleare; 
o  p(  irbir  fu  messo  al  letto  sì  sfasciò  ,  e 
mis.-  le  mani  nelle  lodilo,  e  mori  per  lo 
sangue  rb*  egli  |>erde.  Frane,  Saech.  nov. 
1^6  Tornò  al  suo  magistero,  e  sfasciò  la 
faneìiilla  Cant  Cam.  58.  Chi  lo  ffa- 
sciaise  allora,  e'  non  c'è  grascia,  Cbe  non 
facesse  la   marza  appiccare. 

t  S  I  t'tr  siniilii.  si  dice  del  T'cHer 
via  una  cofa  che  circondi  chfcehestìa , 
conte  drt  Diilrgare  ie  gioir,  del  Pci'ina- 
re,  e  Atibiltrrr  te  mura  d'una  terra,  ec- 
f  arili.  StOf-  7.  171.  Ma  non  mollo  di 
poi  «maniellarono ,  come  si  dire  oggi, 
cioè  sfasciarono  la  città  di  muro  *  /fertt. 
Ori.  I.  16.  33  E  proprio  Ìl  colse  sotto 
la  corona  ,  Della  qnal  lotta  la  Iella  gli 
sfascia  .  *  /irnv.  Ceti.  Fit.  1.  17S.  Ch' 
io  le  dovessi  (l^  gioie)  lutto  sfasci-ire  del- 
l'oro,  in  cbe  eli'erano  legale.  ^^^  Cuiec. 
Slor,  lij  I7P  La  quale  (Savona)  \  Ge- 
novesi sfasciavano    (C) 

^  g.  Il  S/atciare,  dicesi  anche  éi  P^M' 
ve  che  rompa  in  itcoglio,  o  sin-ilé.  lìart. 
As  par!.  1  Ili.  2.  pag  86.  Balle  con 
la  proda  a  uno  scoglio  focco  ,  e  d*  ebbe 
a   rompere  e  sfasciarsi     (Pj 

SI  ASI  IATO.  A^fd.  da  Sfate  ìart  . 
^  Fior.  S  Frane.  123.  Allora  S.  Fran- 
cesco prese  questo  fanciullo  .  e  lieva  la 
fiscìa  della  piaga,  e  benedicrlo  ec.,  e  poi 
colle  sue  mani  sì  lo  rifascia,  re.  Va  poi 
coltri  la  niattina  por  trarre  il  fighuolo 
del  letto,  e  truvoUo  tlasria'.o,  e  guardalo, 
e  trovalo  sì  perfeiiamcute  guanto,  come 
se  mai  non  avesse  avuto  male  onsa> 
no.  (li) 

§.  I.  Ptr  siniilit.  *  Put,  75.  Alcont 
altri  (salgono)  per  fioestre,  e  altri  per  lo 
sfascialo  alteur,  ponendo  i  loro  gonfaloai 
s\i  per  le  mura  .  (Cj  fìcrph  Ortg.  Fir. 
70.*»  In  parte  rovinato  (ti  circuito),  m 
quasi  tulio  srascialo.  e  la  rittk  lutto  ao|. 
tosf^pra  matcondolta.  F  Fir.  disf.  a6i.  A 
cillà  puie  sfastiata  di  mura  ,  non  cb*  al 
lutto  spianala  ec.  ,  era  vrrimetiip  dì  »«. 
iterrhio  .  lìenv.  Cr-IL  Or,f.  \\S.  Piglisi 
la  forma  che  si  sarà  afasciala  da  qu«*m>l> 
tolti  . 

1?  g.  II  Sfasciato,  figumtam.  vmU  Vm" 
sto  ,  Grmndissinio .  Pros  Fior.  Salvtn, 
leti,  (^  2.  a66.  Lo  squarcio  di  lK>ec«  ec. 
non  gli  loglio,  ansi  glt  aocresee  1*  ammt- 
raiiooe  drlU  bella  od  ubìca  qu*lilà  della 
sua  kfairiaia  momoiia  ,  e  del  suo  vasto 
inlellrtio.  (Ci 

^  SFASCIATRICE.  Smt,  femm.  Che 
sfascia  i  e  qui  Che  slega  ,  scioglie  ,  o 
dfhilita  .  Sai- in.  Tropn,  Sole,  di  mem- 
bra sfasciairico  ,  e  dura  ebrietà  .  F  Inn. 
<'*rf.  Eumenìdi  er. ,  afascialrici  di  mem- 
bra (A) 
^  SFASCIATURA.   Term    de' legitm* 


SFA 

iNo/i,  Segatori,  er.  Lo  tfasciare  il  legna- 
me sf}:antÌolo    (.1) 

*  g.  S/asCiaturi f  si  dice  anche  iti  Ciò 
eh*  la  S'gn  trofie  <tal  legno,  o  dUIn  pie- 
tra che  si  jc^jrt.  (^i 

sfasciumi:.  MomtmUne  tli  rovine. 
Cmr.  Mail.  x.  Riduce  il  «io  sfasriume 
io  basliuni,  Per  Ut  eonlr'  a'  Pigmei  nuo- 
va riolla. 

•f  SFASTIDIARE.  V.  A^  Ter  via  il 
fastidio,  o  la  nri'ìj  contrario  di  fostidin- 
rti  e  in  sigmfit-.  neutr.  pass,  vale  tìnc- 
muiatare  il  gii\to  .  Lat.  nntiseam  dibatte- 
re, naiiffnm  coe'drr.  Gr.  vkuti'k;  ì(.fv.- 
TtT»  y.-p  I  ang-  Alruui  di  pnrhi  cibi  si 
satollano,  e  lo  sinmaro  si  st'atlidia  ,  e  '1 
corpo  non  divmla  nuRro,  uè  deliule  ;  ed 
alcuni  mangiano  mollo,  e  n.in  si  saUilla- 
no  ,  nr  lo  stomaro  si  >f.i^!idia  (  qui  pa- 
che »Me/m  lo  %trSyo  che  il  itnplicf  Fa- 
sli'liate  /  in  quefla  ^uisa  che  S/a^^ire  . 
S/end.rr,  Sfuflifi-are,  e.  aUri  simili,  di- 
noLino  h  ife*So  C^r  i  foro  semplici  l'ai- 
lire,    Frrt'fere  ,    l'orffìi  'rr )* 

«SFATAMENTO  Losfnfort,Dispresi^, 
Brff,J  Lai,  dr-SpiC-tlo,,tt:>p.Ctt,s,iis.  //.'/, 
Giamp.  231.  Ora  non  e  ella  qtu-sta  una 
brulla  »rularrÌala  prr  vi-ì,  far  tanto  fo- 
mon-  con  pli  aniirlii,  con  onipicrvì  a  ogni 
po'  la  hocra  di  quegli  «('jlamenti  eleganza 
mctl  rnn,  frn\e   n  clirna   ve,   (C) 

•f  *  SKATA.NTE.  Ch<-  i/ala.  Che  .ù 
fa  hefft  .  fìillin.  Bucch,  76.  I  Liircheri- 
oiquiloqui  jfjtanli  ,  Cbe  t  barrì  stiman 
quanto  un  t;reppio  .  un  rorcio ,  Finiran 
d'esspr  più  l.int-»  arroganti,  ve»  E  Hifc 
I-  Il3  Parole  diflrrentì  brn^ì  Ìd  suono, 
ma  quanto  al  !icn>o  tutte  i^ignifirauii  svi- 
liiDfntn,  e  tulle  sfatami,  ec.  fjj 

SFATARE  .  Dispreginre  .  Farsi  heffe. 
Lat.  detpicere,  a'itceir  Gr.  s'uTiJi'^Stv, 
Tac.  Dai.  Ann.  l-  19.  Fu  n»>^||'i'  dì 
Tiberio  ,  viventi  Gaio  e  Lucio  Cfsari ,  e 
Io  sfatava  ,  coniL-  ita  meno  (  ti  testn  lai. 
ha  sprevcr^iqnc  Ht  iniparcm  )  .  7:,'  i5. 
205  £  Pelo,  cb<;  &ì  di>vca  gloriare  d'  es- 
sere secondo  ,  sfatava  le  cose  falle  senza 
sangui',  sema  preJa  (il  tetto  lit.  ha  dt>- 
spìficltat).  Sfid.  Slor.  io.  3;8.  Sfatando 
eoo  parole  i  confini,  e  le  Iorio  dt  1  regno 
di  Portogallo.  *  Jtett.  Oiamp.  217.  In 
somma  sfatate  per  tulio  1'  uso  di  ciò  cbe 
è,  o  cbe  vi  sembra  nindt-rno.  (C} 

t  *  SFATATAMEiNTE.  Jtver/,.  Con 
dÌsprei;io.  /ìellin.  Pise.  3  85.  O  con  ab- 
bìeiione  di  grado  sol  fra  rbi  men  si  cu- 
ra ,  e  fra  i  più  kfug^iti  ricoveri  sfatata- 
menip  la  spingono.  (Min) 

«  SFATATO.  JdJ.  da  .fatare.  Lai. 
despecius  .  JìrUin.  Pise.  2.  3^7.  Furuno 
gli  assalti  dell*  alta  guerra  render  qui-lla 
tanto  sublime,  e  tanto  insieme  adorabile  , 
ora  vile  e  sfatala  ,  ora  abboroinrvule  ed 
esecrala.  (F) 

t  SFATATORE.  Verlal.  ntasc.  Che, 
n  Chi  </ata.  Sahin,  Pros.  To^c  i.  118. 
Ma  venga  pure  lo  sfat.-tlore  di  Giove,  e 
nii  dica  se  ha  mai  matura  redessione. 

SFATTO  .  Add.  d<i  Sfare  ;  Disfatto. 
Lai.  consiimpitts .  tir.  xaravaJwr £('; , 
DUtam.  2.  21.  Ti  dico  cbe  rimase  la 
grait  pianta  di  Carlo  sema  «rrde  sfatta  e 
itrolta.  /■>.  lac.  T.  6-  16.  iv.  Lo  cor 
si  strugge  come  cera  sfatto.  :'^  liuceU. 
Dia/,  fi/os.  83.  L*  alte  case  sono  spesse 
\oIte  o  da  fulniioì  percosse,  o  da  improv- 
visi turbini  sfalle.  (MiJ 

J  SFAVILLAMENTO,  io  j/flr.7/rtrr .Lai. 
.'Cinti/latic.  Gr.  9Tlii'~s  tt  piti  fio  ?.  *  Urllin. 
Disc.  3  3.  Se  vuol  poi  mai  f l'occhio)  fissar- 
lo (ilsole)ee.  per  rinvenirne  la  icmpera.  al 
grande  incontro  del  %i%o  sfa  vii  hi  meo  lo 
^**  f'flS'  *^^^  '^  smarrisce  e  s'  accie- 
«.  (Cj 

*  §•  ^  f"*  "*'taf.  -  Tratt.  se^r.  cos. 
donn.    Sembra    loro    di    avere    gli    occhi 


SFA 

sempre  ingombri  d'an  folto  sfavillamen- 
to «  .  Cnr.  Jpot.  137.  Da  questi  due 
lumi  uniti  insiefne ,  nasce  lo  .tfavillnr 
dell'  uno  e  dell'  aliro  ;  e  d.illo  sfavilla- 
m-nlo  Vardore  e  *l  foco.  (lìr) 

SFAVILLANTE.  Che  sfavilla.  L.it. 
sci'ittltons,  Gt.  oTrivS/;pt?wv  Jn<et.^^. 
Quello  .  né  più  ne  meno  fbe  il  bollrn- 
Ic  ferro  Iratlo  dell'  aidentc  lumina  ,  vide 
d'  infinite  faville  sfavillante  .  i)/.  1' .  3. 
7ij,  Si  mosse  da  meno  il  cielo  fuoii  del 
zodiaro  uno  vaporo  gr.mde  iuforato  e 
sfavilLintc.  Vas-!.  .Gn.  Vide  Morire  dì  quel- 
lo monte  grande  fiamma  di  .sfjvill.inU' 
fuoco,  -r  M-irthelt.  Liicr.  5.  1629.  Spes- 
so avvien  <b'  eiritaia  .  e  fuori  espres- 
sa Dal  fregar  ?i<'li'n|o  ,  alfia  s'acci-ndc 
Fiamma  cbe  sfaviliante  alluma  il  bo- 
sco, (fi) 

%.  I,  Per  meta/.,  vote  Lucido.  Lat 
ftìicfins  ,  scintillnns  .  Gr,  o7Ctv&y;3i'^wv  . 
i'innim.  S.  61-  Mentre  cbe  in  queste  pa- 
rlilo di'ceva  ,  cogli  ocelli  sfavillanti  e  co' 
denti  serrali  ec.  diinor.'iva.  ì*ctr.  son.  207. 
Di   sfavilLtntf  cJ   .nnìorrtso   r.iggio. 

#  §.  li.  Sfavillante,  devo  del  vino, 
vale  Che  sma^H^  .  Chiahr,  ritti.  Ivano  i 
rivi  Altri  di  puro  latte,  altri  di  vino  Isl'a- 
villanie,   iillr  grnli.r   de'  nif^ii.    ( Iir} 

*  SFAVILI. A^TI■:!^iENTE.  AvverU 
In  modo  sfavillnutct  Impeif.  Tini.  />.  l5. 
r.  8,    f,?\    niinirando   fi.o   nvW  a.  que    l.i 

luriilissinia  faccia  del  sole  .  sole  Io  nomi- 
niamo perch''  ì*  r  effige  miniat.i  diri  vero 
sole,  rh'  entro  y'i  si  dipinge,  il  quale  sfa- 
viiljnlcnienle  nel  suo  trouo  de'  propii 
iag-1  si  cuoprc  e  ne  abbaglia  e  ne  t-ffen 
di-.  (T) 

t  SFAVILLARE.  Ncitlr.  ^f andar  fuori 
faville j  ed  è  piaprio  del  fuoco.-  e  per  me- 
fnf.,  .ti  dite  di  o^rti  altra  lOS",  che  sparga 
'apgi  ,  o  splendore.  Lat.  SCinllUarr  ,  n'i- 
cire  .  Gr.  iTTivGvjpi'CcfV  .  Aitiet.  67.  Ma 
lieto  lulto  splende,  di  mifiiltile  luce  sfa- 
villando .  (ìvtd*  Ptst,  l<)3.  Il  !umc  ,  che 
n»*  era  dinanti  acceso  ,  sfavillò  ,  e  sfavil 
landò  mi  dieile,  al  mio  parere,  Imonì  se- 
gn.ili.  Petr.  sci.  l.'iS.  Ove  jf.ivilla  il  mio 
soave  foco,  Dant.  tnf.  ;3.  E  the  pena  è 
in  voi,  cbe  si  sfavilla?  Bnt.  ivi:  Sfavilla, 
€Ìi>e  si  mr^slra  |>cr  gli  onhi  sfavillanti,  e 
per  le  facce  rosse.  Dant.  Por.  1.  Io  noi 
snflVrsi  mollo,  ne  sì  poco,  Cb*  io  noi  ve 
dessi  sfivillar  d'intorno,  QujI  ferro  cbe 
bollente  esce  del  fuDCO  .  F  7.  Ardendo 
in  se  sfavilla  Si  ,  che  dispiega  Io  bellezze 
eterne.  F  ì^.  Ob  vero  sfavillar  del  .«.amo 
spiro  ,  Cerne  si  fece  subilo  e  candeni;; 
Agli  Ofcbi  miei  I  7Vo^.  nji>/.  Il  cui  r.to- 
vimenlo  d:riHamPDte  saieMie  simile  alla 
stella,  fbe  sfavilla  i  raggi  suoi,  se  quegli 
sp'end' ri  sfav  illassono  da  lei  per  libera 
volontà  ,  p  di  sua  potenza  proc(desscno  . 
V  jVu/js  Art/.  Tiher.  28  Ridono  i  campi, 
e  in  mrzio  i  verdi  prati  Ogni  tenero  fior 
par  cbe  sfaville,   f/^rj 

f  g.  I.  Sfavillare  ,  per  nteiaf.  vale 
anche  Dar  nelle  furie,  Adirarsi.  Ftloc, 
2.  3g8  M^rte.  che  di  ciò  s*accorse ,  sfa- 
villamlo  corse  in  quella  parie,  e  lei  nella 
sua  luce  nascose  ftioè,  furiando  infocato). 
^  l'ocr.  Pist,  Pr,  S.  Ap.  ?'gli  è  signore 
dell.!  sua  indrgoaztone  V  e  può  cerne  gli 
pare  in  verso  ciascuno  a  drillo  e  a  torto 
sfavillare.  (/Ir) 

V  §.  IL  Sfavillare,  ti  usa  anche  in 
SìvntfìC.  alt.  nel  primo  sipn  ficaio.  Teot. 
Mist.  Il  cui  movimento  dirittamente  sa- 
rebbe simile  alla  stella  che  sfavilla  i  raggi 
suoi  .  (fir)  Far.  S.  Frane.  58.  Era  sì 
grande  il  percuolere  che  fareano  insieme 
/  le  pietre  )  nel  rotolare  che  ifavillavaao 
fuoco  orribile  per  la   valle.  (ì  ) 

^  %  HI.  Pure  ntt.  in  senso  Jìcurato. 
Chinbr  rim.  E  dalle  ciglia  sfavillava  ar- 
dore   (Br) 


S  F  A 


1173 


ì!'  §.  IV.  Sfavillare  gli  occhi,  per  Ren- 
derli sfavillanti,  fu  usato  dal  Pule.  M' rg. 
19-  66  Ecco  apparir  dinanzi  un  bavuli- 
scbio  ,  E  comtucidva  gli  occhi  a  sfavilla* 
re.  (lì) 

!C-  SFAVILLATO. /^rfrf.  Sparso,  Pieno 
di  faville  i  ed  amiche  semplicemente  Illu- 
n.inalo,  Uluitraio.  Off.  Com.  Par.  i  5.  Sia. 
A  lui  si  dimostraro  anime  beale  in  qudla 
spera  in  forma  d'  una  croce  sfavillata  di 
splendori.  ( fìr) 

SFAVOHIRE.  Contrario  di  FavoHre. 
L:il,  nnfiinii'f avere.  Gr.  o'u  7rpoaTt'&e9&«i 
Tivt  Sr-;r.  Fior.  Stor.  i^.  x5;  Quelli  che 
la  sfavorivano  ,  erano  Miccolo  da  Uzz^qo 
e  la  parie  sua. 

SFi  DERAnE  .  Contrario  d'  Infede- 
rare. Cavar  la  ftdeia,  proprio  de' guan- 
ciali . 

SFEDERATO.  Jdd.  da  Sfederare. 

-V'  SFE(;ATATAMEATE.  l  oce  ùassa. 
Avvetò.  Svi.iCt:ratan.,nte  .  Jìitv,  hurl.  3, 
3l.  Poro  mancò  che  con  1'  Imperadore 
S<  bben  l'adoro  sfi-gjlalanii  nle  ,  iNon  feci 
a  che  l'è   dentro   e   rhtf   l'è   fuoro     (R)r 

•f  *  SFEGATATO.  Poce  bassa.  AdJ. 
Svisi  eralo,  Sp"Siiiiat>--,  Cascante.  Btonz. 
rim.  h{irU%  2^3.  eli*  e*  s*  è  già  visto  un 
uooi  più  th'  all'  estremo  Frarido  ,  mar- 
cio ,  sfegatato  e  mortu  Per  una  donna, 
ce.  (A) 

SFl.LATO  .  /'.  A  Add.  Trafelato  . 
\^^i.  pene  cxanima'us,  Gr  >St-o£ua7jffav. 
Stor  Pist  iS5  T.mlo  forte  cavalcarono, 
che  molla  gente  rimase  sfelata  per  1'  af- 
fanno  deli'  andare. 

•f  '.'  SFELICE.  ì'oce  poco  usata.  Add. 
Sforfnnafc  ,  tnf  lice  .  Lat.  infelix  .  Gr. 
^M'ì-zvyr,^,  Bti-n  Tane.  5.  2,  Io  che  fa- 
rò, povcr  a  me  sfcHcc?  Io  mi  voMileguar 
dalb-  parsone.   {*) 

SFi:.\DERE.  Fendere.  "Lai,  findere  , 
d'ffindne  Or,  -xi'Cetv,  dias^i'^tf.'.  Urrn. 
Ori  3.  8,  4^.  AlU  sua  stirpe  il  cavalier 
non  mento  ,  Che  *1  re  Giilaldo  infino  al 
petto  ha  sfesso.  Seder.  Coft  53.  Sfenden- 
do il  Iraltio  della  vite,  che  ne  metti  sotto, 
in  cuna,  dandoli  forma  di  conio,  o  bietta 
da  sfeiider  legne,  ec.  IC  58.  Alcuni,  senza 
sfender  la  vile  .  scostano  la  buccia  dal 
tronco  pulito  con  un  ferrclto ,  o  biella 
pur  d*  osso,  o  d'avoiio. 

*  5Fi:.\D!TlJRA.  Lo  sfendere.  Fen- 
ditura .  hai.  f.fsio  .  Gr.  c/t'ci;  .  Seder. 
Co/i,  56.  Ma  fendasi  in  un  colpo  affilio, 
clic  arrivi  la  sfenditura  dall'  una  e  dall' 
altra   p.jrtc  in   giù   quanto  s'  è  dello.  (*) 

•f  SF'EBA.  Teriìi.  dc'Geomctri.  Spera, 
Corpo  solido  Compreso  sotto  una  sola  sU' 
perdete,  con  un  punto  in  mc:zOf  detto  il 
crntio  ,  da  cui  le  linee  tirate  sino  alla 
superfìcie  sono  eguali,  Lat.  orl/iSj  globus, 
sphcera  .  Gr.  cfc/Xf/O..  Gali.  Sist.  iqg, 
Creik»  che  l'essere  sfera  consista  nell'aver 
tulle  le  linee  rette  prodotte  dal  suo  cen- 
tro sino  alla  cìrcoalerc nza  eguali  .  Sagg. 
nat.  Cip.  J76.  In  un  gelosissimo  U-rmo- 
nieiro  di  ^00  gradi,  collocato  nel  foco 
della  sua  «fera. 

g.  I.  Sfera,  si  dice  anche  Quella  scien- 
za che  insegna  il  itioto,  e  la  disposizione 
dei  colpi  cetisti  .  Buon.  Fier.  i.  3.  3. 
Legge  un  altro  la  sfera  ,  e  dell'  eclisse 
Parlando  della  Luna,  a'dì  passali  Dichia- 
rò quel  proverbio,  onde  si  dice  Mostrarla 
altrui  nel  pozzo,  eh*  e  si  in  uso. 

^  §.  II.  Sfrrn  armilhre ,  dicesi  di 
Quella  macchina  landa  e  mollile,  ccmpo- 
sta  di  vnrii  ccrchii,  rappresentanti  quelli 
che  dogli  Aitroticttii  sono  stati  immagi- 
nati ne'  cieli.  (A) 

V  g.  III.  Sfera  dell'  Ostensorio,  chia- 
masi  dagli  Orefici  Quella  parte  dello  stesso 
Ostensorio  f  che  comprende  le  ciambelle, 
la  rag'^iira  ,  le  nuvole  ,  le  testine  degli 
Angioli,  rdaltri  cmamenti  sinibolicù  (A) 


1174 


S  F  E 


*  §.  IV.  Autore,  Poeta»  Ingegna  ,  o 
jimiie,  di  prima  s/fa,  vale  Autore^  PoC' 
tu.  Ingegno,  o  iimile  ,  di  prim'  ordt- 
ne,  di  alUsfimo  merito .  SaU'in.  Pros. 
Tose,  1-  579  Bealo  chi  puj  iaveotare  e 
far  tetto;  questi  soao  da  riporre  tra  gli 
ìag^gai  di  prima  sfera.  (C) 

SFERALE.  Add.  Sferico,  Di  sfera, 
Apparicnente  a  sfera.  Di  forma  sferica. 
Lat.  sphcericus .  Gr.  •sfxipuo'i-  Buon. 
Fter.  4.  2.  7.  I  gotti  varii  Vario  il  lur 
moodo  amaraao:  chi  *1  voleva  S ferale,  e 
chi  quadrato. 

:?  SFEUETRARE.  Guastare»  Sciupa- 
re. Cor.  Com.  100.  A.»ca  troppo  graode 
scbidioae  a  si  piccoli  uccegli,  e  ec.  dcU' 
infilzare  gli  sfereLrava  lutti.  (FP) 

SFERETTA.  Dim.  di  Sfera.  Gal. 
Sist.  3i)7.  Stando  Lilaocialo  sotto  il  me- 
ridiano già  segaato  lopra  noa  sferetta  di 
calamita. 

SFERICAMENTE.  A^verb.  In  maniera 
sferica.  Lat.  spliaerice.  Gr.  flyai^i/!3;. 
Gal.  Siti.  8i).  P«r  andare  elle  sferica- 
mente inclinandosi.  E  323.  Collocate  in 
noa  superficie  sfericameole  distesa  intorno 
a  uà  suo  centro. 

SFERICITÀ.'.  Attratto  di  Sferico.  Gal. 
Sist.  72.  Bisogna  che  la  sfericità  di  quei 
globi  celesti  sia  ass^luiissìma. 

SFERICO.  //.//  Sperai:  Lat.  globo- 
sus,  sphaericits.  Gr.  «yacac/o^  Sagg. 
nat.  Cip-  72.  Alla  quale  impedisca  ncli* 
empiersi  U  sua  luis^ima  sferica  dilatazio- 
ne. /?  76.  Vi  maggiormente  adattandosi 
alla  figura  sferica.  Ga!.  Sitt.  47-  Nitsuna 
di  esse  (  macchie  solari  )  e  stella,  o  altro 
corpo  di  figura  sferica. 

*  g.  ^  m  forzi  di  Susi.  lìart.  Ghi.tcc. 
3l.  Lo  sferico  non  e  figura  che  riempia 
lo  spazio.  (N) 

SFEROIDE.  Figura  geometrici  solida, 
di  formi  ellittica,  0  l  ovafe.  A'xV.  Prop.  8. 
Qacsto  è  pure  del  Comraaodino  la  Propo- 
sizione oUa%a  delle  sue  aggiuulu  a^l  co- 
mento  d-.*!  trattalo  d'ArcIiim.Je  delle  co- 
noidi, e  delle  sferoidi. 

*  SFEROM ACHIA.  T.  G.  Sorta  di 
giuoco  a  palle.  Lat.  sphxromachia.  Gr. 
cpyj^oaKX*'*-  ^'  {"'ocnOot.  alia  y.  GAX.- 
CIO.  §.  XI.  (•) 

•f  *  SFERONE.  Sorti  di  rete  da  pe- 
scare, di  figura  rotonda.  Sa'fin.  Opp.  Pe- 
se, 3.  296.  E  gli  sferoui  insieme  e  'i  (orto 
Paoagro.  (A) 

SFERRA.  Sftst.  Ferro  rotto,  o  vecchio, 
che  si  lieva  d-iC  pie  del  cavallo. 

g.  I.  E  di  qui  per  met.if.  Sferre  di- 
ciamo eC  Vestimenti  consumati,  e  dismessi. 
Lai.  veitis  obsol^.-ta.  Gr,  /xx'ti'ov  TaXac- 
O'jfi-Evoy.  Hiioa.  Fifr.  intr.  2  \.  Qui  non 
ho  io  scorto  Altro  che  ccncena,  E  sferre 
vecchie,  e  rattacronameoli. 

g.  II.  Sferra,  si  dice  anche  d'Uomo 
inabile,  e  dappoco.  Lat.  homo  nihili.  Gr. 

f  #  SFERUAIOLARE.  levar  di  dosio 
il  ferraiuoh.  Salvia.  ì'it.  Piog.  314*  Non 
era  soniiitcraotc ,  ne  dormiglioso;  onde, 
sfcrraiolandijlo.  lo  trovano  spirato.  (A) 

*  SKEIUlAIOLATO.  Add.  da  Sferra- 
iolare.   (A) 

SFERRARE.  Levare,  Cavare,  o  Scior re 
il  ferro;  e  tihra  Sciorre  assolutam.  Lat. 
ferrum  adimere.  Gr.  9i5r\pot  apKtriiv. 
M.  y.  %•  10.  E  lutle  mulina  di  quvlle 
contrade  erano  state  sferrato  ,  e  guatte. 
fìern.  Or!,  3.  il.  ,|6  Brandimarte  tornò 
dov'era  Orlando,  £  lo  sferrò  ddl  Urcio 
inconlaucole.  'f*  B-trt-  Hicr  S'tv  3.  10. 
iii6.  Chi  volea  man»  ft' remi,  chi  correre 
■  fortuna,  chi  disarhorare,  chi  ammaina- 
re, o  caricarla  vela;  e  orca,  e  poggia;  e 
afferra.  0  sferra  ,  e  quanl'  altro  e  dell'  art« 
mesta  in  coofutiono.  (C) 

%.  I.  E  per  metjf.  Morg.  ax  »3.  Dico 


S  F  E 

io  quel  punto,  che  1'  alma  si  sferra,  lìern* 
Ori,  2.  IO.  26.  Si  Io  slrigne  e  lo  balle 
e  lo  tempctta.  Che  quasi  il  fiato  e  l'ani* 
ma  gli  sferra.  Burch.  \.  33-  E  la  not- 
turna spera  più  ritonda  0^nÌ  natura  di 
suo  eorso  sferra  (cioè,  rimuove  violente- 
mente.  Li(.  arcere,  cripere,  pruhihere). 

#  %.  11.  Sferrare,  vale  anche  Sciorre 
la  cateta  ond' altri  e  legata,  m  Petr.  son, 
io:f  E  non  m'  anciJe  Amore,  e  non  mi 
sferra  ■•  (  qui  fi-uira'am.  }.  (Cj 

f  #  ^.  III.  E  in  siglile,  neutr,  pass  , 
vale-  Uscir  de'  ferri,  di  catena,  Ar,  Far. 
36.  ■>).  Una  furia  infernal  quando  si  sferra. 
Sembra  Maifisa,  tequel  sembra  Marte.  fP^ 
3  g.  IV.  Sferrare,  per  Trarre  il  ferro 
delio  strale,  della  laida,  o  d'altro,  re- 
stalo nella  carne  per  colpo  ricevuti  con 
■tali  armi.  Guid.  G.  Deh,  fralel  mio.  la- 
scera'mi  tu  scendere  all'  Inferno  ,  eh*  io 
non  sia  vendicalo  7  Io  li  prego  ,  che  in- 
□  anzi  eh'  io  sia  sferralo,  tu  vada  inconti- 
nente contro  al  mio  ucciditore.  Frane. 
Sìcch,  nìv.  2[t.  Giannino  nel  fine  sferra 
I'  asta  fla  quale  nel  vero  tra  pelle  e  pelle 
era  enlrata  )  e  viene  verso  Cecco,  e  dice. 
*  Pecor.  g,  9.  n.  2.  Disse  il  Patriarca  : 
figliuol  mio,  sferrami  che  io  soa  ruorto  ^ 
et  egli  subito  lo  sferrò,  ed  il  Patriarca 
disse  :  io  non  ved  j  quasi  lume,  però  turami, 
e  fasciami  molto  bene  questa  ferita.  (CP) 

§.  V.  In  signific.  neutr.  pass,  si  dice 
dei  Cavalli,  0  a'tri  nnimali,  quando  escono 
loro  i  ferri  da'  piedi.  *  Matt.  Franz,  nm 
buri,  L*  uomo  si  ilracca  ,  ed  il  cavai  si 
«ferra.  (Brf 

SFERRATO.  ./Jd.  da  Sferrare.  Lat. 
vinculis  liberatut.  Gr.aTa  oisawv  aj»!- 
àstj.  G,  y.  10.  223.  1.  Gli  venne  un 
quadrello  di  balestro  grosso  per  lai  modo, 
che  lui  ,  recalo  al  padiglione  e  sferralo  , 
pa.tò  di  questa  viu  (qui  nel  signifìc.  del 
g.  IV.  di  SFERRARE  ).  *  Guicc.  Stòr. 
17.  23'i  Due  navi  erano  per  1'  ira  del 
mare  ec.  andate  a  traverso,  e  cioque  sfer- 
rate  dalle  altre  andavano  vagando.   (C) 

g.  Sferrate,  diconsi  le  Bestie  da  soma 
allora  che  manca  loro  nlciinn  delle  ferra- 
ture a'  piedi.  G,  y.  6.  73.  I.  Tulli  van- 
no a  cavallo  io  su  ogni  ronzino  sferralo, 
o  ferrato.  Frane.  Sacch.  nov.  197.  Io 
non  dico  che  'I  ronzino  sta  sferrato,  anzi 
dico  eh* egli  è  guasto.  Ai.  sai  3  Fuori 
è  la  raulj,  o  che  si  duol  d'  un'  anca  ,  O 
che  le  cinghie,  o  ch^  la  sella  hi  rulla,  O 
che   da    Ripa   vien   sferrata   e  stanca. 

•f  #  SFERRATOIA.  Lo  stesso  che 
Feritoia.  Car.  En.  9.  2^0.  E 'per  timore 
armati  Visitavan  le  port*^,  e  *n  su*  ripari 
F.icean  berteich«  e  tferratoic  e  ponti- ^/^ 

•f  '^  SFERRUZZATO.  Term  de'  F^r- 
nnciai.  A^gmnty  che  si  dà  a  que' pezzi 
di  calcina  non  b^'ne  spenti,  1"  quali  sono 
particelle  di  alcuni  sassi  che  nella  for- 
nace soa  venuti  ecc-tfivamenie  cotti.  Bai- 
dia,  l'ocah.  Hit.  ia  SBULLETTARE. 
Questo  malo  deriva  da  alcuni  miauli  pezzi 
di  calcina  non  bene  spenti,  che  sono  par- 
ticelle di  alcuni  sassi  che  nella  fornace 
sono  veouli  eccessivamenle  colti  (  che  Ì 
fornariai  dicano  sferruzzali),  i  quali  sassi 
ec     (A) 

SFERVORATO.  Add.  Contrario  iC  In- 
fervorato. Senza  fervore.  Lat.  tepidut  , 
frigidiis.  Gr.  x^ty.péi. 

*  §-  Pc  l'astato  dal  fervore  alla  te- 
piJezii.  Bart.  At.  Uh,  8-  E  ordinario  che 
chi  non  ha  mai  provalo  dolcezze  di  spi- 
rilo, al  guttarne  che  fa  la  prima  volta  , 
quasi  ubriaco  di  contolaiione,  dii  in  ec* 
cetti,  misiimamentf  d*  utiMigarti  a  pro- 
messe, delle  quali  poi,  sfcrrorali  che  sa- 
no, aitevolmente  ti  penlooo.  (CP) 

SFERZA.  Ferza.  Ltl.  ferula  ,  %^rber  , 
fUgrllum.  Gr.  pai^òoi ,  /*«ffTt^.  Vit. 
Pluf,   E  da  poi  slavaou  li  servidori  colle 


S  F  E 

sferze,  e  battevanli.  Bern.  Ori.  3.  9.  13. 
Perchè,  accostata  con  la  sferza  io  nano, 
Sconciameoie  di  dietro  lo  batteva.  Buon. 
Fier.  3.  2.  12-  Ecco  da  pedagogo  colla 
sfrrza  Questo  guasta  mestieri.  E InAr.  5. 
I.   Maestra  e  duciplina  e  sferza  e  Uluti. 

t  §.  Sfr-a  del  ca'd^.o  dei  Sole,  JSgm- 
ralam.  si  dice  dell'  Ora  nella  quale  il 
Sjfe  è  più  fervente,  e  ga^iitrdo.  Red. 
Annoi.  Pitir,  173.  Poscia  levandole  sulla 
sferza  d<?l  caldo,  le  portano  al  lino,  e  ivi 
le  lasciano  il  restante  del  giorno.  ^  Car. 
Long.  Sof.  lib.  I.  Un  giorno,  tra  gli  al- 
tri, in  su  la  sferza  del  caldo  ec.  la  Cloe 
per  dormire  si  trasse  chetamente  dietro  ad 
una  macchia  di  lentischi.  Segner.  Pred. 
3o.  5.  Egti  si  rimase  alla  sferza  del  sol 
coccole  (Br)  Imperf.  Tim.  D.  \,  T.  6. 
3.  Ci  riposero  discorrendo  eoo  gran  quiete 
sotto  quesl'  ampio  coperchio  di  rami  froo- 
duti ,  ec  i  quali  tesuno  fortissimo  riparo 
sul  più  fitto  meriggio  alla  rovente  slrrza 
del  sole.  (Ff 

t  SFERZARE.  Dare,  e  Percuoter  cotU 
sferza.  Lai.  feru'a  eteiere,  verherart.  Gr. 
isy.^òiCtii,  /icciri'^fitv.  Ott.  Cjm.  iuf. 
18.  33i.  Dice,  eh*  erano  ignudi,  e  che  i 
demonii  gli  venivano  sferzando.  Petr. 
cap.  il-  Quattro  cavai,  eoo  quanto  stu- 
dio corno.  Pasco  oell'  Oceano,  e  sprooo 
e  sferzo. 

g.  1.  Ftguratam.  per  Incitare,  Com- 
muovere, Lai.  oQilare  Gr.  a'vauivcTv. 
Petr.  cani  29.  5.  Ma  'I  vostto  saogV* 
piove  Più  largamente  ,  eh*  alu'  ira  vi 
sferza. 

g.  II.  Pur  fi::uratam.   per    Gastigore  , 

Punire.  Lat.  flagellare,  punire.  Datti. 
Piirg  i3.  Questo  cinghio  sferza  La  colpa 
della    invidia- 

g.  III.  Per  simitit.  vale  Percuotere  , 
Battere,  nel  signifìc.  del  %•  LI.  Toc.  Dai'. 
Ann  i5  216.  Quelle  vie  strette,  e  case 
alle,  facevano  qualche  rezzo  ;dle  vampe 
del  Sole,  che  in  queste  larghe  e  aperte 
diritture  sferza  e  liverbera  più  rovente 
(qui  il  testo  lat.  ha  gratiore  atttn  ar- 
dcscero)  . 

*  §-  IV.  Sferzare,  fìguratam.  K-ele  Ri- 
prendere. Srgner.  Pred.  Pai.  Ap.  4>  IO. 
Cristo  oon  avea  comioriato  ancora  a  sfer- 
zarli eoo  la  sua  generosa  predicaziooe , 
come  piultotlo  gli  sferzava  Giovanni,  ar- 
rivalo iofino  a  chiamaiU  raita  di  vipe- 
re. (fC) 

SFERZATA.  Colpo  dt  sferza,  Lat./<- 
rulae  ictus.  Gr.  ^«'stc/o?  *Ìiiy»i*.  Anmot, 
yang.  CÌO(|ue  volte  rirerelti  quaranta  ,  e 
una  meno,  sferzale.  IJut.  Dopo  la  prima 
sfertata  non  s*  aspetta  né  la  seconda  ,  ne 
li  terza-  Frane.  S'tich,  nov,  19S.  £  Ìo  . 
disse  il  Re,  dono  a  questo  cooiadino  ciò- 
quanta  sferzale  a  carni  nude. 

§.  Per  metaf.  Lai.  pla^'a.  Stor.  Emr. 
^.  ll3.  Le  sopraddette  sferzale,  aurora  chr 
gravissime ,  non  rimuiarono  però  altrì- 
me'nti  l'animo  di  Lagapeno.  Car.  leti.  |. 
171.  Vi  piare  di  darmi  di  questa  sfenalt? 
ed  io  sono  dupotlo  di  riceverle  da  voi  pa- 
zienlemrnte. 

SFERZATO.  Add.  da  Sferrare  Lat. 
ferula  caesui,  ^vrOeratus,  flagelLttus.  Gr. 
/xxsttyuàct';.  Pant.  Inf.  18.  Quando  boÌ 
fummo  là  duv*  ci  vaneggia  Di  sotto,  per 
dar  pasto  «gli  sferzati ,  Lo  dura  disse  . 
Bui.  ivi .'  Quando  furono  in  sul  mezzo 
del  poalc,  sotto  *l  quale  passavano  l*  aai- 
ro**  trenaif*  da*  demooii. 

*:•  «  SFERZATORE  yerhal.  mmse. 
Che,  o  Cht  sjtrzm,  SlaffìUtore.  LeU  Jfth- 
IT'it  ctrdcnt.Stlvm.  Ibad  lih.  5.  »'.  I033 
Il  dirin  Teutraole,  e  poscia  Oraate  Sfer- 
zator  di  cav^Ui,  ec.  (A) 

!0t  SFERZILA.  Term.  de' PeseaUri  . 
Quella  corta  che,  attaccata  alla  rete  delle 
lalanctlte  ,  eerpe  c«^  per  al/mn^arlmi  ' 


S  F  E 

tirarla  im  barca  ,  e  viene  a  Jar  lo  stfsso 
lervìMiOt  che  la  Spilorcia  per  lo  rezzo- 
la.  (J) 

SFESSATUHA.  Lo  sf e luU re.  Fessura  , 
Pesto.  L.it.  divisiiroijìssiirii,  rima,  Sotler. 
Colt.  5q.  Fendeado  1*  altro,  taglierai  ti' 
cno  ìe  Jue  baode  cootrurtc  della  flessa- 
tara  da  ud  di  suttu,  diW  ullro    di    sopra. 

SFESSO    ^tlJ.  </rt  S/cnd,re.   Lai.  Jis- 

lus.  Gr.  éjx"y*^'^-  ^^^-  ^*'''  ^-  4^-  ^' 
ior  piedi  son  quasi  callo  ,  e  hanno  poca 
un^hi,!,  ed  è  sfrsia,  e  non  sì  guastano  prr 
cammJDO  cL' egli  facciano.  liern.  rim.  I. 
gfi.  Sua  forti,  vaghe  e  gbiolte  Le  mani- 
«:he  in  un  modo  tirano  sfesse.  Sodcr.  Colt. 
59.  Legherà*  gli  forte  con  salci  sfossi, 
o  giuDcfai  sodi. 

SFETT£GGIARE  .  Ridurre  in  fette. 
Lai.  in  sepite/ita  reducere.  Gr.  s't^  TOft-y-i 
uipi^ziv.  Alles>  81.  lucrcscendole  forse 
lo  scomodo  sfi-tteggiar  del  costereccio  del 
porco  mastio  dell'  anno  passato. 

*  SFIANCAMENTO.  liowpimento  de' 
fiandii ,   T'allisn.  2.   22^.  (Min) 

SFIASCARE  lionipeisi  checchessia  per 
interna  forza  mtle  parti  laterali.  Lai. 
lateribus  infringi. 

^  g.  Dicesi  anche  prr  Sporgere  in 
/uori.  Bellin.  Disc.  1.  l6^.  Gli  ossi  del 
femore,  ec.  sfiancano  all'iiifuora  obliqua- 
mente  in  una  forma  si  sbalestrante ,  e 
4]uasi  fuor  d'  architettura  the  er.  /T  3, 
71.  Sforiate  in  questa  forma  le  parti  ,  1* 
istruroenlo  col  suo  calcare  le  smuove,  e  te 
(Tooga,  e  le  afi^nca  (qui  è  posto  attiva- 
mente). (D 

*  SFIANCATIVO./^*W.^«o  a  sfianca- 
re. Hellin.  Giorn.^.  j6|.  La  pressUme  dell' 
ambiente  è  di  uo  ronlra^forzo  cb'equili- 
l>ra,  o  supera  tale  sforzo  sfìancalivo.  (Min) 

*  SFIANCATO  .  Add.  da  Sfianca- 
re. (A) 

*  §.  Sfiancata,  Term,  de'  Cavaìleiizzi. 
Dicesi  di  un  cavallo,  quando  i  suoi  Jian' 
chi  sono  cavi,  non  a  livello  delle  costole 
e  delle  anche,  e  c^mc  ritratti  in  su.  (A) 

t  SFIATAMENTO.  Lo  sfiatare.  Lai. 
«vaporano ,  exhalalio.  Gr.  oizfxói  ,  à~o- 
fopoi.  Mar.  S.  Crcg,  Ecco  M  ventre , 
quasi  mosto  »anza  sfiatamento,  il  quale 
rompe  i  barili  nuovi.  Ott  Com,  Pur^. 
21-  379.  L'  aere  terrestre  è  più  torbido, 
]o  quaie  per  gli  sfiatamenti  umidì  si  fa 
corputo. 

SFIATARE.  JKeutr.  Svaporare.  Man- 
dar Jiiori  fiato.  Lat  evaporare,  vapcr,-m 
emittore,  exhaìnre.  Gr.  s^xr/xt'^siv.  Pal- 
lad.  cap,  37.  Sicché  dentro  al  liuco  riceva 
l'aria  dalP  uno  lato,  e  dall'altro  sfiati. 
Cr,  ^.  ^^.  7,  Perchè  non  si  possono  così 
chiudere,  si  cuoprano  con  isluoie  e  panni 
per  modo,  che  poco  sfiatino.  Mor.  S. 
Greg-  Col  solo  sfiatar  delle  naii  corrompe 
tulio  ciò  che  egli  toccasse,  eziandio  dalla 
lungp.  Bicett,  Fior.  07.  SÌ  mette  un  co- 
perchio di  rame  ,  che  incassi  benissimo 
dentro  all' orlo  della  caldaia,  tantoché  non 
iifiali  niente. 

S-  \.  in  signific.  nrutr.  pass,  vale  Per- 
dere H  fiato  per  lo  più  per  lo  soverchio 
gridare.  Segner.  Pred.  2.  6  Può  sfia'arsi 
Mica  io  gridare  quanto  a  luì  piace,  che  il 
sacerdote  già  lontano  noi  scote.  £"  3.  i. 
Polrò  ben  io  per  ventura  sfiatarmi  in  gri- 
da, e  dilegiurrai  in  sudori  ;  ma  poi  che 
prò  ? 

•f  *  S-  *I-  E  Sfatare,  att.,  per  Man- 
dar sofie.  Soffiare.  Pallad.  cnp.  7.  Se 
alcuno  fiume  fusse  vicino  al  luogo  ,  III 
oTc  ci  poniamo  in  cuore  dì  fare  1'  edi- 
ficio da  abitare,  dobbiamo  prima  ispcr- 
mcntare  la  natura  del  fiume  ,  se  egli 
sfiata    alcun   vento,   o  fiato   nocivo.  (T') 

SFIATATO.  Add  da  Sfiatare.  Buon. 
Tane.  5.  5.  A  me  1*  umore  De*  fatti  suoi 
e  sfiatato  a  ritrosa. 


S  F  I 

f  SFIATATOIO  .  Luogo  donde  sfata 
checchessia  ;  e  propriamente  Quell'aper- 
tura che  viene  lasciata  dat  gettatori  di 
metallo  nelle  forme.  lìenv.  Celi.  yu.  2, 
4l2.  Cominciai  eoo  lento  fuoco  a  trarne 
la  cera,  la  quale  usciva  per  molti  sfiata- 
toi. E  4i3>  Di  mano  in  mano  tbe  io  vi 
alzavo  la  terra  ,  vi  mettevo  i  suoi  sfiata- 
toi. E  Otef.  fio.  FarcÌan\isÌ  le  sue  boc- 
che,  e   due  56.113101    dolila   banda    di   sotto. 

t  *  SFIATATURA.  Lo  sfatare.  Lat. 
evapora  tio,  e.v/ialatiO.  Bellin.  Disc.  2 
ii3.  Il  qual  fjtio  essendo  verissimo,  e 
[arilissimo  a  riscontrarsi,  non  richiedendosi 
altro  per  i  iconoscerlo,  «he  quelle  replicate  e 
mcliiplic.iie  sfiatature.  E  il5.  E  questo  è 
nianircslo  in  queste  sfiatature,  di  cui  sì 
parla.   (Min) 

t  *  SFIATAZIONE.  Sfatatura.  .Bel- 
lin.  Disc.  2.  Il3.  Voi  vedrete  che  quello 
che  in  una  sola  sfiatazionc  parve  un  sot- 
tilissimo velo  di  non  conoscibil  materia  , 
ec.  diventerei  una  gran  raoltitudioe  di 
grossissinie  gocciole.  (Min) 

*  SFIATO,  r^rrn.  de' Gettatori,  Aper- 
tura fatta  accanto  al  getto ,  affinchè  l'aria 
possa   sfiatare,  (A) 

SFIBBIARE.  Contrario  d*  Affihhiare  . 
Sciorre.  Lat.  ilifTibulnre.  Cr.  aTToTTcCOvàv. 
Frane.  Sacch.  nov.  178.  E  subito  spoglia- 
tosi, si  sfibbia  la  gorgiera  ,  e  dalla  a  l'ie- 
ro  .  Mor^.  jc).  ii|(ì.  Tanto  che  '1  petto 
avea  tanto  serralo.  Che  si  volea  sfibbiare 
e  non  potea  .  Sem.  Ori.  i.  23.  .^6.  Ri- 
naldo, che  al  ferire  attento  stava,  l'erchè 
r  anima  troppo  ha  riscaldata  ,  Ad  Aqui- 
lante  I'  elmo  già  sfibbi.iva  ;  E  ben  gli  a- 
rebbe  la  testa  levala.  Buon.  Tane.  3-  7. 
Sfibbiati  il  sen.  T.  C*  è  il  nodo.  E.  To' 
'1  coltello . 

•f  -^  §.  Per  simili t.  Cominciare  a  dire, 
o  Manifestare  checchessia  con  molle  pa- 
relè  .  Menz.  sat.  8-  Or  prendi  e  suona 
Quel  tuo  buon  colascion  dal  dì  di  fe- 
sta. In  quel  ch'io  sfibbio  certa  mia  ean- 
Iona.  (7^) 

SFIBBIATO.  Add.  da  Sfibbiare.  PaoL 
Oros.  Sanza  ninna  rottura  di  panni  sfib< 
bialola.  Lor.  Med.  Beon.  6.  Quello  sfib- 
biato è  Pippo  Giugni  mio.  Ziba/d.  Andr. 
102-   La  pulcella  ha  sfibbiato  il  petto. 

*  g.  E  fgtir.ztam.  Alh'g.  267.  Ma  ran- 
nodando il  mio  ragionamento  sfibbiato 
ec.  (V) 

*  SFIBIìAMENTO.  Lo  sfibrare.  Bel- 
lin.  Disc.  2.  366.  Pieno  d'  anni,  e  di  vit- 
time che  da  ogni  parte  del  gran  regno 
de'  sensitivi  avero  nel  tempio  condotte,  e 
dedicate  e  dislalie  fiuo  al  più  ultimo  .sfi- 
bramenlo  in   sull'altare,   mi  veda  ce.  (B) 

•f  ;;:  SFIBRARE.  Sconcertare  le  fibic, 
Ciiaitare  le  fbrc  .  Buon.  r-m.  78.  E  '1 
sangue  a  libra  a  libra  Mi  svena  e  sfibra, 
e  '1  corpo  V  V  alma  sconcia.  (A) 

*  §.  Per  Snervare.  J^el  Papa  Cons. 
Il  torrente  copioso  di  umido  ec.  sfibrereb- 
be via  più  il  sangue,  e  lo  renderebbe  sem- 
pre più  disciolto-  (A) 

;:=  SFIBRATO  -  Add.  Snervato  .  Lat. 
cnervatiis  .  Cr.  g'zyuTO;.  Bed.  Cons.  2. 
p7.  Lasciano  poi  le  vìscere  cosi  infralite, 
e,  per  così  dire,  cotanto  sfibrate,  che  la 
generazione  de' sieri  cresce  strabocchevol- 
mente ,  ec.   {•) 

SFIDAMENTO.  Lo  .^fidare  .  Lai.  in- 
Cìtatio  y  provccatio  .  Gr.  7rK~o*^jur;ci;  , 
Tapo^UT^o'^.  C  f,  li.  44'  7-  Le  sue 
masnade  ,  cb'  erano  in  Lucca  ,  sanza  ri- 
chesta,  o  sfidamento  niuno,  corsono  V'al- 
dioievole.  .E  II.  71.  3  Del  quale  sfidamen- 
to il  Re  di  Francia  prese  sdegno  e  onta. 

SFIDAKZA.  Contrario  di  Fidanza.  Dif 
faenza  .  Lat.  diff.denlia  .  Gr.  arrtCTicc  . 
Mor.  S.  Greg.  8.  a3.  Certamente  non  è 
pvò  da  prendere  sfidanza  ,  perocché  in 
questa    vita    questo  è  ottimo    rimedio    dì 


S   F   I 


1155 


nostro  s«ampo  .  Frane,  Sacch.  nov.  xqq. 
Egli  ha  preso  sfidanza  ,  e  voglio  lasciare 
ogni  altra  cosa,  per  scr\ir  lui. 

3  SFIUARK,  Invitare  ,  o  Chiamare  a 
haiing/ia.  Bifilare.  Lai.  lacessere,  prò- 
vo,are,  incitare.  Gr.  ;rfo/«>£r53ai  ,  su- 
vùi^ttv  y  :T«po^Jvitv.  M.  f.  9.  56.  Sfi- 
dandolo, e  appelliindolo  per  Uaditore  . 
Bern.Orl.  i.g.  (>2.  Tu  non  sc'cavalier, 
ma  se'  it.ssassino,  Ed  un  irist'  uom»,  e  fai 
gran  villania,  Gli  disse  Braodiniarte  ,  che 
con  gridi.  Stando  a  cavallo,  un  altro  a 
piede  ifidi.  Tass.  Ger,  2.  90.  Spiegò 
quel  crudo  il  seno  ,  e  '1  manìo  scosse , 
Ed,  a  gu.Tra  morta!,  disse,  vi  sfido.  E 
b.  i(.  Che  tu  sfidi  però,  se  ciò  l'ag- 
grada, Alcun  guerrier  aemico ,  io  non 
ricuso  . 

^'  §.  I.  E  accompagnato  alla  particella 
di.  Petr,  son.  lijp.  Sì  che  di  morte  Là 
dove  or  m'  assecur,i,  allor  mi  sfide?  «  E 
canz.  48.  5.  Che  legno  veccbiu  mai  non 
rose  tarlo  ,  Come  questi  Ìl  mio  core  ,  in 
che  s'annida.  E  di  morte  lo  sfida  ».  Tass. 
Cer.  3.  23.  E  <!i  due  morii  in  un  punto 
Io  sfida  .  (D) 

g.  II.  Jn  signfc,  neutr.  pass,  vale 
Di/fidare.  Lat.  di/fidere  .  Gr.  «TTiSTEtir, 
Bocc.  nov.  7^.  37.  E  perciò  dì  questo 
non  vi  sfidate  ,  cl;è  sicuro  ,  e  gagliardo 
son  io  troppo  .  Pist.  Cic.  Quint.  Che  io 
non  mi  sfidava,  la  cosa  dover  venir  fatta. 
Borgh.  Ong.  Fir.  3o.  O  che  noi  ci  sfi- 
dassimo che  ogni  mezzano  in-^egno  fosse 
per  se  medesimo  allo  a  riconoscere  queste 
opinioni ,  ce. 

§.  III.  Sfidare  alcuno,  vale  Dichiara- 
re ^  0  pronosticai  e  per  disperata  la  sua 
guarigione  .  Lai.  desperare  salutcm  .  Gr. 
«TToycvw'sxsiv  T/jv  56jTv;^i'av.  ì  arch.  Er* 
col.  8j.  Sfidare  è  il  contrario  d' n/^Trfarp, 
e  significa  due  cose  ;  prima  quello  che  i 
Latini  dicevano  desperare  saintem  ,  eoa 
due  parole;  onde  d'uno  infermo  ,  il  quale 
ec.  sia  vìa  la  via  là,  o  a  confiteminì  ec., 
s'usa  dire:  i  medici  l'hanno  sfidalo;  E 
poi  qntllo  che  io  non  so  come  i  Latini 
sei  dicessero,  se  non  inàiccre  bellum  ec., 
cioè  sfidare  a  battaglia  .  E  Star.  2.  l5. 
Si  gravemente  ammalò  ,  che  ì  medici  Io 
sfidarono.  Si/v.  Grnnch.  l.  ^.  Procaccia- 
ti pur  d*  un  altro  medico  ,  Cb'  io  per  la 
parte  mia   ti  sfido . 

§-  IV.  Sfidare,  in  signifc.  att.  ^  vale 
anche  Disanimare  ,  Ter  l'  animo.  Lat. 
aninium  ai  feri  e.  ì  ardi.  Lez.  569,  Quan- 
to mi  sfidano  queste  cose  da  una  parte  , 
tanto  m'  assicura   dall'  altra  il  sapere  ec, 

*  g.  V.  Detto  di  speranza,  vate  sem' 
plicemente  Privarne,  Spogliarne.  Lai.  pri- 
vare. Bell.  Man.  34  Sfidando  di  speran- 
za il  tristo  core  ,  Ahi  lasso  !  me  dolen- 
te. (?IS) 

SFIDATO.  Add.  da  Sfidare.  Chiama- 
to a  battaglia,  Lat.  lacessitus  ,  provoca- 
tus.  Gr.  tt^oxJtiSei'?,  ■:r«po|uv3Ei'5.  Pass. 
343.  Anzi  ci  è  comandato  da  Die,  che  1' 
abbiamo  per  isfidato  nimico. 

g,  I.  Sfiato^  vale  anche  Che  non  si 
fida,  Sfdiicciafo.  Lat.  difidens.  Gr.  arri» 
CTyf'sa;.  JKov.  ant.  q'j.  1.  Ed  era  sì  iscar- 
sissimo  e  sfidato  ,  che  facea  i  mazzi  del 
camangiare  con  le  sue  mani  ,  e  annove- 
ravagli  alla  fante  .  Agn.  Pand.  32.  Ben- 
ché 10  sapessi  ogni  cosa,  di  nuovo  spesso 
ne  domanderei  per  mostrarmi  sollecito  , 
con  tale  modo  però  .  eh'  io  non  mi  mo- 
strassi soiipeltoso,  o  sfidato.  Bemb.  Star. 
2.  19.  11  re  Alfonso,  della  sua  fortuna 
sfidatosi,  chiamò  a  Napoli  Ferdinando  suo 
figliuolo. 

*  g.  II.  Sfidato,  per  /spedito.  Dispe- 
rato j  e  per  lo  più  si  dice  degl'  infermi, 
Lat.  dcsperatus.  Gr  aJieyvw/xs'vos  •  il 
f'ocabol.  alla  r.  SPACCIATO.  §.  (*) 

f  SFIDATOBE.   ferbal.  masc.  Che, 


Ì176 


S  F   1 


S  F  1 


0  Chi  tfià.<.  Lai  pr^^ocilor.  Gr.  VSxXn 
To'i.  *  C/i.a'"-.  rim.  E  J'^iltra  parlr^m. 
nacrioio  .  ,.»»  Cairo  move,  lo  .6J-I0C 

(Ideo,   (lì'l  _,  ,  , . 

SFIDUCCIATO.  Add  Chi  nm  si  fid^. 
Lai.  diKdmi.  lim,du<,  d^sperMc:,!  pie 
nu,.  Gr.  «:t.7rc3,,  is.io; ,  as'-k::.,'-.''. 
Salv.  Spiti.  4.  2.  Voi  .iele  »6.luca>to;  m 
breve,  io  ho  eccellalo  il  parlilo,  e  1  Aga 
la  m'ha  promciio  che  ec.  Sfg'-  /lar. 
CU-  3  7.  G-li  uomini  sfiJacoali  non 
soDoUuooi.  yxrch  Slor  12.  4^  I-« 
Jonne  olirà  misura  incredule  e  fi"-^"'' 
te.  A^!.r.  Cof.  3.  7-  Ol-  ''"  'eJ""""" 
vedova  È  quesla  1 

*  S.  A  .ira  unche  in  /orz.t  di  sml 
Red  leu.  Se  R.  S.  non  «  fid"«  .  « 
fosse    uno    sfiJucciato  .    darò    mallevado- 

':?  SFIGURARE.  O/r/Ti'"™'-''    I^'-  '''■ 
/ormare  .  Gr.   1«3-7>Ì»»  •  •S'-«'-;   P''^'- 
12.  4.   Per  mollo  che  [.rocur.s.  di  orcul 
,ar.1a  l■vule^.a  del  suo  veleno.  Uaspar.- 
.ce  nel  vollo  ,  lo  scolora  ,  lo  macera  ,  lo 

'^^SvÌSÌkTO.  Add.  d.  sr.,urn,e.l,... 
deror,ua,„<.  P'lnd..<.   Gr.  O-;","'"^';- 


tali  guai  ,    e 


sfijiiral.i 


(li   nullo   a 


mo.lo'Il'  'fauo  gU  cooTo  .  O""'..  ""'•  ^^ 
E  veggovi  ven.r  si  sfig -rale  ,  Che  .1  cor 
mi  irenw  di  vederne  unto. 

SFIGUIUTO     //".  .S-/?,..,ra(o.  Lil.rfe- 

li.  .',.  Geco  la  pallida  molle,  Laida,  scura 

'  SFi'lACCIAHE.  Far  le  fihccia  ;  edì 
prcpriamenic  C  U>cir  che  (anno  le  A  a 
^„;  M,/,o  ,  o  buaccio  de  pann,  .  I  .  M- 
LA.CC1C\.  Lai  Uh  durere.  Or.  /).«S.iJ. 
«„,„.  F,.r,  2.  ',.  l.  L'i  ■»;•■■""''•  "■ 
S-allenlan,  si  d.ra.nan.  ">«■'""'"'•„, 
*  SFILACCIO  \RE.  .^«"';;    «    ''""^■ 

J.x,',.rd.<:/-e /;-.»..'.■  7"»  ;'-/"";" 

P'„(.    Ad,:    Op    mar    ',.   161.   I-  ">ara> 
i^iosa   (U  tela  del  rag'o,  per  p".  r»g.on  , 
p.in.ierameo.  per  .--;5  ^^^IJ^ 
lo,  e  per  la  serralura  «en 


isfilacriea,   ni-  riiia  il  pc 


,1  pelo.  (C) 


sblacriea,  ni-  ni...  ■•  v-  -  -  „.„,.. 
tSFlLACClC-VTO.  ./  ./.  d.  S/ihccca 
re.  lied  /„r.  78.  11  filo  del  ragno  non  e  un 
semplice  filo  e  pallio      ma    ramoso  e  sf, 

lacc  caio,  o,    per    megU,.  dire  ,  <:h    "-B  ' 
un  filo,  dal  ,|V.le  hanno  ongine  moli.  al. 

tri  soiùlisslini  fili.  -     . 

%■  SFILACCIO.  F.lan,enlo.  F.lo.   Ba'l. 

Lvarglieia,boccaf-/r.:»^C'     '"'^^^^ 

riebbe  .e  non  .llaccalosa  J' ." '■"•'", 

di  bava  vischiosa   e   >'^'>'f'»""""  :,  °  ,    /A, 
aire  rosa  di  mnrlor<,..ip-,,m./^j.W 

di  fila.    nisi.nl,MÌ.  Shand.ru.    Lai.    or 

:::°^r;:;":i--^:t^i-->i— 

„°  piò  ai,  e  non  avendo  novelle  che  se- 
"..ì:no,.icom,n,.iar,.,.oa.filare  l.rch 
Slcr  4  q'i.  La  cavalleria  anrh  ella  non 
f  InUlorerlo.  P-»-"  non  avendo 
in  Roma  d.  che  pascer.  .  .  non  essendo 
pagata,  si  andava  sfilando  '"'V''™'''',' 
P„  a  poco  :;=<■.,■(.■..  .WmV"""» 
della    g»nl"   si  era   .filata,    f'.; 

SFILARE.  ».  Filo,  conlrano  d  Infi- 
lare; n:...„i,  h-nfiUto.  F.r.  I.ne.^  J^ 
Ob  m.donna.  voi  vi  .i.le  sfila  a  la  coro- 
na.  /•'.  S"  io  l'ho  sfilala,  mio  danno)  no- 

'''"#"§!  l.  SfiUre  i  cepM,  diexi  d.cli 
,c..liori.  e  d,p.n.o.l  Mio  .colpirli,  odi. 
pignerl.  in  gm'«  d"  1«-l  "  P''""".  ""■ 
Ifrefi'oper  filo.  Vau  Op.  »VI.  3.  IO- 
Nb  si  può  esprimer,  lo  leggiadmiim.  vi- 


vaeili  eU.  fece  nell'  opere  su.  Anlon.o  da 
Correggio  sfilando  i  suo,  capelli  con  aa 
modo   Te.   che  si  scorgevano  le  fila  nella 

faciliù   del   farli.   (C)  ,r„..i. 

8    II.   SnUrsi.sidiee  anche  d'ICUtcr 

d-,1  .«0  Inogo    un,,  e  p,à  vertebre  nelle 

"sFILATAMENTE.  A^verb.  Alla  'fi- 
Utn  .  n,sor.l,nala,;.nle  .  Snhnn.  Pros. 
Tote  I.  i3.|.  Solfrirele  ,  come  1  altra. 
Villa  d-  udire  ciò  che  in  questo  proposi- 
to sfilatameole  notalo  mandai  ad  amico  , 
e   sena'  ordine.  [ 

*  SFILATO.  Sntt.  Gonorrea  .  Scota-  . 
z.onf  di   rene  .   Lai    s«n<»-r*«.  ,    «■"'"■' 

ll.xn,    Gr    yr«>p«-.<.  "   yocabol.  alla 
'  y.  GONORREA      (*)  I 

SFILATO     Aid.  di  Sfilarci  U<c,lod, 

fila  ,   Disordinalo  ,    Di>nn,lo.   Sh.ndalo  . 

Lai.    pnian,.    Gr.     «««'-<.:«"■'.""';; 

*    fl./>.   lOg.  E  r  altra  parie     quella  de 

,,iù  correnti  cavai!.,   pone  a  ba.liluocarc 

e  rincontrare  i  nimiei.  i  quii,  .fila''  «■  " 
cono  loro  dietro.  iC>  Tnc.  lìa>t.  Ann.  I. 
,8  Avend.gli  tagliali  come  pecore,  son- 
nacchiosi, disarmali  e  sfilali,  h  Ann.  ì. 
63  Fecesi  ee.  macello  di  male  armai.  , 
salali,  e  sema  nostro  sangue. 

S  I.  All'  'fil-<n  •  P"""  '"'•'•"•'"'■'"'•■ 
.ale  Fu,r  d.  fila  .  S.nza  ordinanza  .A 
pochi  per  .o'ia.  Lat  ■'"•■■"'•""",  r"" 
T««v«;.    T.C.    Du:   A.n.  I.  ^i-  H'P 

pkcavansi,  se  Maroboduo  non  s,  r.t.rav. 

alle  colline  ;  segno    che    impauri  :   ondo  . 

riruzeili    alla   sfilata   il    piantarono  .    fler». 

OH     ì.    5.  7<)-   Ecco    fusg.r   la   geni.  «U. 

sfilala.  Che  par  quando  s.  fugge  a  Roma 

■'  +5°  ti.  .tfiìato.  vale  anche  Che  i  è  t««- 
sJ.lfil  delle  reni,  C'  s'.  e  ".cito  d.  /,.o- 
po  una.  o  piì.  vertebre  delle  rea,.  Cr.n^ 
Alaceli.  362.  Adesso  avea  la  •:'"'''.'""■' 
due  febbri  ttemmatiche,  ed  "»  -"l-"°- 
Bcrn  Ori.  I.  JO.  2'.  Dietro  .Ila  sella 
in  sulla  groppa  il  prcc.  Sicché  sfilalo  in 
lena  lo  distese. 

#  S    111.  Sfilato,  vale  anche  presso  gì  , 
scultòri,  ed  i  potori.  Scolpilo.  0  ll'l'-"""'  1 

enisa  che  quasi  si  possa  "«"•"/''T.^ 
%osed,ce,i  de-cpelh.  Ins.  Op.  t  •■ 
{     ,01.    Siano  i  suoi    capelli,  e  la  barba 

lavorali  con  una  certa  """'»\'"V' ,V  .fi" 
,i  e  riccioli,  che  mostrino  d.  essere  sh 
iVli,  .avendoli  data  qu  Ila  miggiorpiumo. 

sili  e  graria  che  pu  .  lo  scarpello  fW 
'  *  .s'fILOSOFARE  .  fcbo  neu,._.e 
neuir  nas<.  Deporre  la  <ìnot<ta  d,  filo- 
Vl  Ine  Soli.' sa,.  3.  Alla  fimo  tei 
dico  fuor  dei  denti  :  Chi  vuol  venir  in- 
nan»  si  sfilosofi     O  si  rimanga  a  casa  ne 

suoi  slenti.  ^^  Vj  . 

SFINGARUAGGINE.  /afin^ard.'CS'nt  . 
y,c,  conl..d,nc.cn.  Lai.  p.en,,.-,  loer, M. 
Gr.  OKV.,,1;  lìnon.  Tnnc.  ».  5.  So  pò- 
ur,  so  diverre,  e  far  pr..paggine .  E  son 
nimico  della   sfiogardaggiTie 

*  SFINGE.  Uovi™  favoloso  alalo. 
.CI.  S.st.  5',.  Quello  che  n..i  ci  imma- 
giniamo. Insogna  che  sia  o  """><•"•  "^ 
fé  gli  veduto,  n  un  composi.,  di  cose  o 
di  p.rli  delle  cose  altra  voli.  vedi., 
ehi-  tal.  sono  le  Sfingi,  !<■  Sirene  le  Chi 
„  re  .  i  Cenlaur.  ,  ec.  F.Uc  «.-•  f' 
ZI  I  Ca.,..  Acque  e. .  ).  Onde  .  gal- 
Uea    Sfiog.     in    .1    diverse    Forme  gì. 

en,Jaa.ì>..rr^.deial.o.ued,,,.    .«>o. 

/.,  }t.,l.n.  ».  7'i-  U»  "•  "  ',.'"  '""* 
eh.  la  Sfinge  :.  .letto  -Scelta  d  enig.m 
che   non  h.0,,0  egual.  .  ec.    .ìf...»c 

l-ra   que.li  libri  delle  f «'•"'  "'^ 

.    Sfingcch,   iun.   scelta   d-.ndo..nem 

.'.,  ope.a  del  sig.   Antonio  Malale.l..  <.<; 
SFl.NlME^TO.  i-iirrduc-lo  *  »P"'" 


S  F  1 

Svenimento.  Lat.  conslernalio.  animi  de- 
feclio.  Gr  Ì!lT»%ua.'a  •  lloce  nov.  SI. 
5  A  madonna  Creila  ,  u  lendol.  ,  spene 
volte  veniva  un  sud.ire.  e  uno  sfinimenlo 
di  cuore,  come  se  inferma  fosse,  fc  ■w- 
63  li  E"  gli  «enne  dinaini  di  lObslo 
uno  sfinimento  .  che  io  mi  credetti  cb  el 
fosse  mono  .  Serd.  Sfr.  14.  J?»-  C' 
venne  subito  uno  sfinimento  ,  che  rimase 
qua.i  morto  //-.«.  T^"  J  '<>•  O'""  ' 
ecco  un  altro  sfinimento. 

SFINIR!'..    nisfini:e  ,    Terminare.  Lai. 
defin.re.  d.-r,d.re.   Gr.  «-..So.».?»»,  ♦"l?'- 

ìLì-XI  .     Frane.     S.Cch.    Op.    d.V.J-,.    b. 

Le.to  mancasse,  il  magno  Re  gall.co  sfi- 
Ll  la  quivion.  .  ^"O..-  I65.  Ili.  Cr- 
1  Diignano  da  F.rtnne  con  una  nuova  .m- 
'  maginarione  .6oi.ce  una  quesl.one  d.  la- 
vole  ,  passando  per  la  via  ,  la  quale  non 
si  polca  sfinire    per    chi    non    avesse   ve- 

"*  «ÌFINTERE  ilnscola  che  chiude  e 
a«  nlt-  eslreniiti  dell'  inlrsl.no  retto,  ac- 
cioccbi  non  escano  le  fecce  .  Lo  stesso 
,fint.re  ha  anche  la    vescca    per    ritener 

l-or.n,.  loh  Mes.  'Vrr'T",  '  "^,'m 
nalo  dalla  ulceraaione  dello  sBotere  .  (Ul 
P,l  Papa  Con,.  1  .79.  Anco,,  a  me  par 
consistete  seuaa  alcun  dubbio  .«  una  o 
più  ulcere  hi  male)  ce  colb.cate  .n  qne 
l.Mo  di  essa   foc.<eo>  che  s,  stende  dallo 

sfiolere   de  la  vescica  fino. Ila  ghianda,  fi/ 

SFlOCCARE.   Va   Fiocco,  M  sieu'Ji- 

di   Sappn     Spicciare.  .Sfilacciare    a    fll.a 

Sl-llIlCCATO  Add  da  Sficcare  lìuon. 
Firr  5.  5.  fi  E  .  qu'll"  altra  col  drappo 
mavì  ec.  Sfi.cealo.  rabescato,  tempestalo 
?ii,lodiperI.  fT"""'':   ornato  di  fioc 

chi  ) .  .   -     . 

SFIOCINARF.     Cavar  I /ocini.^ 
•+  *  SFIONDARE.  *  ac/inr  colla  fion 
da]  e  figurai '•".   Siog'.ar  l"^'  ■ /""'  ' 
tir;   l.onc.r  co.npan.Ii.   lac.  Sold.  sa,.  4 
Tu  sfiondi    gran   fandonie,  mentre  neghi 
Con  tanto  ardor  quel  ch'ai  senso  .soggia- 

"*'sFIOND.VTURA.  Scagliamento  col- 
la fion.la;  e  /!s"--«  „  «"«'-  '[•'"''V 
COnr..sg,ro  scagliata.  Buon.  '■"^•.»-  *• 
7  Altra  p-l  or  non  ci  occupa  L  orec- 
chie .  o  sfiondalura  o  verili  .  Che  que.U 

tua   si   sia     (•)  j./i... 

+  SFIORARE-  Pisfiorare.  Lat.  <fefl«- 
rare  .  Gr.  «S^vì.';..  •  /ì"'  Pure.  7.  K 
però  si  .tee  sfi.irar  lo  R.gl.o  .imperocché 
fece  vergogna  alla  casa  sua  .  fuggendo  in 
battagli.  (,,»,  firuraf"')-  """■  O'' „ ', 
2I  12  Colie  in  un  tempo  tempestoso  e 
strano  ,  Che  sien  con  luooi  e  vento  fu- 
rioso. Grandine  e  pioggia  abbatte  e  sfron- 
da e  sfiora  L'  che  .  e  gli  a.bon  score.  . 
e  dl.on,.ra.  lod.  Mari.  <■""  3'_"'"' ''; 
mer  mai  the  '1  ciel  con  quelle  offese  Che 
i  monti  avvampa  e  le  campagne  sfior.  . 
Opre  sovra  di  le  sue  f.irae  un   era. 

«  «.  .Ifiomre,  figiiralao,..  v,le  Coflitrt 
i,  meglio  d.  checcl.es,..,.   /la».  Pov.  Con,. 
,    A  mille  d..ppii  .van.av.oo  quanto  .la  lo 
sfiorar  che   alt.,  la  tulio  .1   godevole  de^le 
rieehe.se.    gla.nmai   n.m   può  cavar»..   fBr) 
*  SFIORATO.    Aid.  da  Sfio.trt.  (A) 
•+  #  SFIORENTINARE.  I  trho  nrutr 
e   neulr.  pass.    Limar  /•«•»   *'  F.cren. 
Uni      Cessar  ili  ei'er   FiorenUno.  Salvia 
r,  ..    7"e.r.  I.  3i8    Ni-  io  gi't  mi  vorrei 
per  lina   lettera  sfiorentinareì  <he  laddove 
tutta  la   mia  contrada  dice  /,..»ert,,  so  vo- 
lessi  •  suo   dispetto  dire  Aaiiero  .  e  fare 
un  barbarismo    (Al 

3  SFIORIRE  .Venir.  Perdere  il  fiore  ; 
renlraiiodi  Fiorire,  t.al  dr/lore.ce,^. 
Gr  aa.atra .  «  r.nili.  ter  ^S  68 
Siccome  f.  gl'are  .  fiorire  .  e  frollare  f. 
boniti.  di.ro8li.re,  e  sfiorite,  e  dmud.te. 
e  laidare  lO.lv.giU  f.e.  (Cj 


S  F  I 

*  §.  I.  Figuratam.  u  Ved.  Arb.  Cr. 
63.  Egli  fiorì  oelU  sua  dolce  inciroaiio> 
n«,  «  poi  sfiorì  e  morì  nella  acerba  e 
don  sua  passione,  e  così  riSori  e  gueri 
Della  sua  maravigliusa  resurrezioDe  ».  (B) 

f  §.  II.  Ptr  mtt'i/.  ViìU  Perdere  ti  più 
vago  delia  bellezza»  Lat.  drflorescert-.  Gr. 
ofjtay^t'^ssOat .  *  ■  Pai/ad.  Febbr.  p. 
Quelle  (uve)  rhe  sono  vioose  mollo,  etl 
baano  il  cuoio  tenero,  e  sajiure  noLite,  e 
specialmente  quelle  cLe  tostamente  sfiuri- 
SCODO,  Tergiamo  che  si  serbano  per  vi- 
no. (C)  Ovid,  Pist  203.  Questa  tua 
faccia  non  lasciare  «Gurìre  ;  piacciati  in- 
nanzi Jì  lasciartarai  godere  .  Buon.  Fier. 
3.  4  II*  Le  mercanzie  ce.  Sfioriscono, 
l' insudiciao,  si  spolverano. 

3  SFIORITO.  AJd.  da  Sfiorire,  Lat. 
qui  drfloruit,  Gr.  ccT»ivOi3x w;.  Cr,  3.  8. 
l3.  Quando  la  fjva  h  ia  fiore  ,  1'  acqua 
massimamente  desidera;  ma  quando  è  sfio- 
rila, ama  secco . 

§.  I.  Sfiorito  f  si  dice  di  frutte,  0 
d'  .t/tre  cose.  Quando  ne  e  stato  trascflto 
il  meglio  ,  o  quando  ,  senJo  brancicate  j 
hanno  perduto  il  fiure  .  Lat.  dejloratus  . 
Gr.  a~«v&i^o^asvOv  Cant.  Cam.  2o5.  I 
fichi  ce.  non  se  ne  può  incettare  ,  Che 
marciscon  in  breve  tutù  quanti,  E  sfioriti 
SOD  cibo  da  furfanti. 

*  §-  Il  Sfiorito  di  gentilezza^  o  simi- 
le  j  ^guralam,  vale  Povero  t  Scarso  di 
gentilezza,  o  simile  «  Buon  Fter.  3.  2. 
l5>  Io  Dou  ti  posi  nome  Rosa,  perche  tu 
andassi  sì  sfiorila  E  spicciolala  d'ogni  gen- 
tileiia  ».  rO 

SFIORITURA.  Lo  sfiorire,  ed  i  Fiori 
stessi  che  cadono  dall'  albero  .  Lib.  cur. 
malutt.  Quando  il  pesco  si  avvicina  alla 
sfioritura,  che  i  fiori  vogliono  cominciare 
a  cadere.  F  appresto:  hi  sfioritura  cadu- 
ta in  terra  non  e  cotanto  buona,  quanto 
tOD  buoni  i  fiori  de'  rami. 

SFIRENA  .  S-Jita  di  pesce  di  mare. 
Lat.  sudis  ,  sphyrtt'ia  .  Gr.  csu'caiva  . 
Bed.  Oss.  an.  i5S.  Qu"!  pesce  di  mare, 
che  da'  pescatori  Livornesi  è  chiamalo  pe> 
sce  argentino,  per  aver  la  pelle  senza  sca- 
glia veruna,  liscia,  di  color  d'argento 
velato  di  mavì,  io  credo  che  sia  un  pesce 
della  spezie  delle  sfirenc. 

SFLAGELLARE.  Lo  stcsw  che  S/ra- 
peìlare  .  Lat.  elidere  ,  comminuere .  Gr. 
«*/6).i'5siV  .  Buon.  Fier.  I,  ^.  12.  Che 
si  sa  ,  cfar  chi  e  sopra  una  torre.  Se  tu 
non  giri  largo  ,  Può  dar  la  pinta  a  slla- 
gellarti  a'merli. 

■\  SFOCATO.  Add.  Fimaso  senza  fuO' 
co.  Raffreddato.  Lai.  fri^e f ictus  .  Gr. 
«|*u;CK5Sti'; .  Dant.  Par.  i5.  E  quando 
l'arco  dell'ardente  aflV-:io  Fu  si  sfocato, 
che  '1  parlar  discese  Inver  lo  segno  del 
Doslro  intelletto,  ec  ( qui  per  mttaf,,  e 
vale  temperato  )  (  d  Lombardi  colla  yi- 
Jvbeatina  legge  sfogato;  e  sfrgalo  le^ge 
altresì  il  Cesari). 

SFOCONATO  .  Add.  Che  ha  guasto 
il  focone. 

SFODERARE  Da  Fodera,  Levar  la 
fodera.  Bfatt.  Franz,  rim.  buri.  2.  lOQ. 
A  chi  e  calvo,  o  chi  per  pelalina  Riogio. 
vanisce,  non  si  può  far  peggio,  Che  far- 
gli sfoderar  ta  cappellina 

g  1.  Sfoderare,  da  Fodero,  Cavar  del 
fodero  .  Lat.  i'<(;!;rna  promrre  ,  evaginare. 
Gr.  i/.  xsìeov  ÌAtizv.t.  Toc  Dav.  Ann. 
l5,  219.  Sfoderò  il  dello  pugnale,  man- 
giato dalla  ruggine. 

g.  II  Per  metaf.  vale  Cavar  fuori  . 
Tac.  Tìav.  Perà.  tloq.  i^o5  Che  .iliro  , 
che  la  tua  eloquenza  ,  ifoderó  poco  fa 
Eprio  Marcello  coolro  ali*  ira  de*  Padri  ? 
(  il  testo  lat.  ha  infeslis  Patribus  oppo- 
suit  ).  Car.  lett.  i-  124.  Sfoderatemi  qual- 
che sonetto  addosso,  che  v'aspetto. 

SFODERATO  .  Add.    da    Sfoderare  . 
Vocabolario   T.   //. 


S  F  O 

Lat.  evaginatus,  strictus.  Gr.  yu/ivwdu'^, 
Alam.  son,  27.  Parti  dovuto  che  '1  verno 
e  la  stale  Le  spade  stieno  ignude  e  sfo- 
derate, ec.  Tac.  Dav,  Slor,  x.  25l.  Sem- 
pronio Denso ,  sfoderato  il  pugnale  ,  si 
avventò   agli  armali. 

f  SFOCAMENTO  Lo  sfogare,  in  tutti 
i  suoi  signific.  Lai.  evaporatio  ,  diffusio. 
Gr,  i^oc.TfJii'JiJ.o'^.  Filoc.  3.  170.  Pare  che 
sia  alcuno  sfogamento  dì  dolore  a' miseri 
il  ricordar  con  lamentevoli  voci  le  prete- 
rite prosperità.  Ott.  Coni.  Inf.  33.  56q. 
Ciot;  il  ghiaccio,  il  quale  levalo,  usciran- 
no delle  seconde  lagrime,  sfogamento  del 
dolore.  M,  V.  g.  25.  E  questo  accidente 
si  pensò  per  li  savii  che  procedesse  dal 
cielo  ,  e  in  brieve  tempo  non  avesse  for- 
nito suo  grande  sfoganienlo.  Car,  leti.  1. 
83.  Potrebbe  essere  che  questo  sfogamento 
per  avventura  1*  alleggerisse  ,  o  la  dispo- 
nesse almeno  a  consolazione.  ^  Run.  buri. 
2.  lOI.  Quesl'  è  uno  sfogamento  di  cer- 
vello, Quest' è  la  vera  trasfigurazione,  E 
d'ogni  fantasia  vero  modello.  (B) 

SFOGARE.  Esalare,  Sgorgare,  Uscir 
fuora  $  e  si  usa  così  nel  neutr  ,  come 
nel  neutr.  pass.  Lat.  evaporare,  di/fundi, 
exhalare  .  Gr.  e^xr/zV^éiv  .  Bocc*  nov. 
5o.  l3.  Poirhè  Ercùlano  aperto  ebbe  V 
usciuolo,  e  sfogato  fu  alquanto  il  fummo 
guardando  dentro,  vide  colui.  G.  l'.  li. 
1.  p.  Per  la  qual  rottura  sfogò  l'abbon- 
danza dell'acqua  r.ìccolla  nella  cilt'a.  /iltim. 
CoU.  5.  l38.  La  crescente  ^irtù  nelle  ra- 
dici -Si  sfoghi  adentro  ,  ove  non  passa  il 
gielo  . 

§.  I.  Per  Mandar  fuora  ,  Dare  esito. 
Alleggerire ,  Sminuire  j  e  il  più  delle 
volte  si  dice  dì  passione,  e  di  affetti.  Lat. 
iniminuere,  levare,  mitigare,  lenire,  con- 
solari, gemo  indulgete,  Gr.  7:xpv.iJ.'j3it-j. 
Dani.  liij.  33.  Levatemi  dal  viso  i  duri 
Veli ,  Si  eh'  i*  sfoghi  'l  dolor  che  '1  cor 
m*  impregna  .  l'etr.  son.  21:^.  Ed  in  so- 
spiri e  'u  rime  Sfogo  il  mio  incarco  .  F 
son.  25^.  E  ''erto  ogni  mio  studio  in  quel 
tempo  era  Pur  dì  sfogare  il  doloroso  co- 
re .  Bocc.  nov,  g.  3.  Intanto  che  chiun- 
que avea  crucrìo  alcuno,  quello,  col  fargli 
alcuna  onta,  o  vergogna  ,  sfogava  .  Cani, 
Catn.  Ott  29  Sfogar  gli  abbiam  lasciati 
In  questo  carnovale.  Disc.  Cale.  33.  Non 
dee  ad  alcuno  dì  essi  la  stizza  montare  , 
o  sdegnarsi  per  esser  troppo  tosto  alla 
zu9a  divelto,  come  se  quivi  la  sua  collera 
dovesse  sfogare.  Dav.  Accus.  lio  Tanlo 
li  dia  (  il  popolaccio  )  ,  che  ti  sforacchi 
lutto  ,  e  ti  cincischi ,  e  sì  sfoghi  .  C^r. 
leti.  1.  118.  E  venula  liberamente  ec,  a 
sfogarsi  ogni  j;iuroo  meco  della  grandissi- 
ma pena  che  sostiene  della  vostra  lonta- 
nanza. *  Ciov.  Geli,  J'tt.  Alf  1^1.  Il 
Papa  ec.  debbe  pur  come  pratico  nelle 
cose  aver  nmllo  beo  preveduto  ,  da  poi- 
ché egli  ha  riavute  le  terre  sue,  e  sfogala 
la  stizza  e  l'ira,  dove  leodino,  e  sìeno  in- 
dirìtte  l'armi  Fr.mzesì.  ì'iv,  Lett.  Uom. 
III.  2.  12.  Mi  mandò  a  casa  il  Sig.  Cav. 
Molara  a  rallegrarsi  meco  ,  che  d*  allora 
innanzi  io  avrei  potuto  sfogarmi  a  studiare 
quanto  io  voleva,  (C) 

g.  II.  Sfogare  ,  parlandosi  dì  piaghe  , 
o  simili,  vale  Purgarsi.  Fir.  Lue,  5,  2. 
Chi  vuole  che  una  piaga  sfoghi  bene,  pa- 
ghi bene  il  medico.  Dav.  Colt.  l56-  Fa- 
raivi  quattro  dita  sotto  un  rotlorio  dì  (re 
o  quattro  tacche,  onde  egli  sfoghi  (l'umor 
della  vite),  e  si  temperi  (qui  per  si- 
mili!. )  . 

■:=  SFOGATAMENTE.  Avverb.  Con 
isfoso .  Accad,  Cr.  Mes.  Dispose  Ferdi- 
nando i  suoi  brigantini  in  furma  dì  una 
mezza  luna,  per  aver  quel  più  di  fronte, 
e  combattere  più  sft'gatamente.  (A) 

*  SFOGATISSIMO  .  Superi,  di  Sfo- 
gato .    Alleg     145     Non    altrimenti    che 


S  F  O 


i»;; 


posate  in  camera  terrena  ,  sotlo  la  sfoga- 
tissima  volta  della  luna,  o  come  i  legna- 
mi intarlano  ,  o  come  le  pelli  ìntiena- 
no.n  « 

3  SFOGATO.  Add.  da  Sfogare  .  LaU 
mitigauis.  Gr.  TT^jaùvrsi'j.  M  V.  5.  43< 
La  'ngiuria  e  U  veigogna  sfogata  nel 
sangue  drgl*  innocenti  ,  con  più  gravezza 
il  seguitò  per  lunghi  tempi  ìlGuo  nella 
Magna  . 

t  §.  I.  Sfogato,  aggiunto  d'aria,  di 
pianura,  o  simile,  yaU  Aperto,  Esposto 
al  sole.  Non  impedito.  Lai.  locus  aperto j, 
opncus  .  Gr.  X^po^  7rpoar;'>tOi  .  RceC 
Ins.  iij).  Cercano  con  auiictj  il  sole,  e 
r  aria  aperta  e  sfogata,  -r  Cur,  Long.  Sof. 
65.  E  mentre  ciò  faceaoo,  dove  il  mar 
d' ogn'  intorno  era  sfogato,  quel  lor  can- 
to, per  l'ampiezza  dell'aria  dileguandosi, 
ìsvaniva.  (M)  Lasc.  Rim,  2,  38.  L'aria, 
i  boschi,  i  monti  e  la  sfogata  Pianura  ec. 
mollo  svagando  vanno  Gli  afflitti ,  e  pen- 
sierosi   animi    umani  .  (Cj 

t  S-  II'  -Rogato,  aggiunto  di  stanca, 
volta,  arco,  o  simile  ,  vale  Alto,  Atto  a 
ricevere  moli'  aria  ,  molto  lume  .  *  Car. 
Lett.  1.  32.  Oltreché  il  loco  tutto  e  spa- 
zioso e  proporzionalo,  ha  dagli  lati  spalliere 
d*  ellerc  .  e  di  gelsomini  ,  e  sopra  alcuni 
pilastri  vestiti  d'altre  verdure,  un  pergo- 
lato di  viti,  sfogalo  e  denso  laolo,  che  per 
l'altezza  ha  dell'aria  assai;  e  per  la  spes- 
sezza ha  d*  un  opaco,  e  d'un  orrore,  che 
tiene  insieme  dtl  ritirato  ,  e  del  veneran- 
do .  (C)  Salvia.  Udiss.  60,  Così  quei 
mangiavano  Per  Io  sfogalo  grande  alto 
paggio.  (JS') 

*g.lll.  Rami  sfegati,  diccnsi  Quelli  che 
gli  uni  sono  lontani  dagli  altri,  u  Seder. 
Colt.  35.  Agli  altri  si  tengano  bene  aperti 
ì  rami,  e  sfogali  affinché  manco  che  si  può 
gli  abbia  a   occupar  l*  ombra  ».  (Cj 

SFOGATOIO.  Apertura  fatta  per  dare 
sfogo,  ed  esito  a  checchessia.  Segr.  Fior, 
Art.  guerr.  7.  160.  Non  puoi  rimediarvi 
con  altro  ,  che  fare  dentro  alle  tre  mura 
assai  pozzi  profondi  ,  i  quali  sono  com* 
sfogatoi  a  quelle  cave  che  il  nimico  po- 
tesse ordinare  contra.  *  Iniperf.  T',  Tusc. 
D.  2,  7".  1.  67.  Soleva  dire  Metrodoro  la 
terra  essere  lo  sfogatoio  dell'acque,  e  il  sole 
dell'  aere,   (F) 

t  SFOGGIARE  .  Xeulr.  Vestir  son- 
tuosamente .  Gr.  TyijjKv  Tat^  sVS^di  , 
di.(se  Isocrate  ,  che  forse  corri.fponde  ai 
Lai.  delicias  in  vestitu  ostendere.  Segncr. 
Fred,  2.  9.  Mirate  ec.  costui,  il  quale  ora 
qui  sfoggia  con  tanlo  lusso  .  *  E  Mann. 
Dee  i3.  2.  In  lode  di  che?  del  vendicarsi, 
dell'accumulare,  dello  ambire,  dello  sfog- 
giare, del  far  altre  cose,  che  sono  sì  con- 
trarie alle  dottrine  di  Cristo.  (C) 

§.  Per  metaf.  vale  Eccedere.  Lat.  /no- 
dum  excedere.  Gr.  jxiTpov  u;r£i3«t'v5iv. 
Alleg.  121.  Che  nel  dir  mal  d'  ognun  si 
sbraca  e  sfoggia.  E  j44' E  l'uno  e  l'altro 
nel  cantare  sfoggia.  Perchè  la  fame  lor  fa 
contrappunto. 

SFOGGIATAMENTE.  Avverb.  Smodo- 
ratamente,  Fuor  di  misuro,  Lat.  mirum 
in  niodum  .  Gr.  SaufiaoTOÌ";  .  G.  V.  II. 
22.  I.  Fu  tanta  piova,  che  il  fiume  d'Ar- 
co crebbe  sfnggiaiamente.  Red.  Oss.  an. 
26,  Il  rene  sinistro  a  prima  fronte  mi  ap- 
parve sfpggiaiamente  cresciuto  in  foggia 
di  una  grandissima  borsa. 

SFOGGIATISSIMO.  Superi,  di  Sfog- 
giato. Lat.  in  mensus  .  Gr.  un^putTpo^  . 
Alleg,  108.  Non  m"  avendo  affalicato  in 
aliro  ,  rhe  in  ricevere  gli  sfoggialissimi 
vostri  favori  (qui  vale:  grandissimi). 

SFOGGIATO.  Add.  da  Sfoggiare. 
Pomposo,  Eccellente  nel  suo  genere.  Ljt. 
emincnr,excellens.  Gr.  sf^Jfo;,  t^cu  pizo^. 
A-n.  Pand.  6ci.  Non  lo  lascerà  vestire 
sfoggialo,  né  eoo  alcuna  leggercsu  (  qui 
148 


ii;8 


S  F  O 


S  F  O 


In  forza  d'  avveri,.,  prr  isfoggialamenle). 
Flr,  Lue.  4.  I.  Bella  roia  vrdcre  ud  gcn- 
tiloomo  coD  la  sfuggiau  andare  a  casa  le 
fcmmiDCl  belle  imuleiic  per  diol  (cioè: 
colla   vesta   sfoggiala). 

§  SJoggioto,  fcr  Fuor  ài  foggia,  Cile 
Fuor  di  modo,  0  mi  aura.  Straordinario  . 
Lai.  tmmensiis ,  immanis  .  Gr.  u^t'f/it- 
TBO?.  O-  F.  12.  !{.  3.  Si  veslieoo  i  gio- 
vani una  colta  ce.  e  una  coreggia,  come 
cinghie  di  cavallo ,  con  isfoggialc  61>bic  , 
.■  puntale .  !tf-  ''■  IO-  65.  Furono  an- 
cora in  questo  anno  grandini  molte  ,  e 
«foggiate.  F.  V.  II.  09.  Ordinò  di  por- 
re campo  dirimpetto  all'Ancisa,  il  quale 
■d  arte  il  prese  di  sfoggiata  grandeiia  . 
nera,  ri'ii.  1.  25.  Io  :ni  propongo  fra  gli 
altri  soUaiii  Uno  sfoggialo.  •>  Buon.  Fier. 
3.  3.  2.  Cacciar,  ragnar,  turJi  sfoggiati, 
merlo  Quartate,  ce.  (lì) 

f  SFOGGli^TOTTO  .  l>im.  di  Sfog- 
gialo ,  Alquanto  .if,Sgi''lo  .  Altcg.  Q.  Io 
mi  dava  ad  intendere  che  la  pallia  tosse, 
cuine  dire,  un  solennissinio  pa'di  corna  a 
uenua,  e  calamaio  falle,  come  son  quelle 
del  cervio  ,  ma  alquanto  più  sfoggiatone 
e  badiali. 

SFOGGIO,  io  sfoggiare.  Lai.  luxus, 
in  vestita  dcliCiO!  ■  Gr.  rpufti  .  Jllrg. 
107.  Non  polendo  arrivare  a  tanto  sfog- 
gio .  Buon.  Fier.  3.  2.  5.  A  queste  due 
persone  1'  ho  gran  fede  Di  dover  far  gran 
sfoggi  in  sulla  Cera  .  E  3.  4.  2.  Si  dol- 
gon  ,  quel  del  6glio  miscredente  ,  Quel 
della  moglie  altiera  e  dispettosa  E  vana 
rho  la  troppi  Sfoggi 


F   Tina.   4. 


le  padrone  per  nulla  non  sonci,  Ch 
no  pur    tanti 


Che 
fan- 
sliiacii  e  sfoggi  .  Malm.  8. 
iL'moIiì  si  vcggon  far  grandezze  e  sfog- 
gi, Clio  sono  a  specchio  poi  col  rigat- 
tiere.  ,  ..     , 

SFOGLIA..  Falda  sotlilissima  di  chcc- 
Lheisia.t^i-foliuni.braclea.  Gr.  nsToiov. 
JogL-.  nat.  csp.  l^l.  Si  rimesse  per  tanto 
la  palla  sul  torno,  e  proccurando  di  man- 
leoeile  il  più  che  fosse  possibile  la  simi- 
litudine della  6gura ,  se  ne  andò  levando 
per  tutto  ec.  una  sottilissima  sfoglia.  Red. 
Esp.  n,U.  58.  È  piclra  per  di  fuora  ber- 
noccoluta ,  e  composta  d'  inBnilc  sfoglie 
i.iprapposlc  r  una  all'  altra. 

#  P.  //  .'foglie,  dicesi  della  Cipolla,  0 
di  Cosa  fatta  a  guisa  della  cipolla  ,  ri. 
miardo  alle  varie  sue  ccpcrture.  che  sono 
come  sfoglie.  Il  J'ocabol.  alla   F-  TOBE- 

no  ,  S   i>   (■') 

*  SFOGLIAME.  Term.  de  Magnani, 
ec.  S/aldolur.1.   r.    SFALDATUn*.  (A) 

SFOGLlAItE.  Levar  le  foglie,  S/ron- 
dare.  Lai.  folia  deccrpere .  Gr.  yuXJo- 
/.01CÙ1. 

g.  I.  Per  metaf.  Dani 
rò  mi  di' ,  per  dio  ,   che 
Jlul.  ivi  !  Si  vi  sfoglia  ,  ciob  si  vi  dima- 
gra, e  cambia . 

g.  II.  Per  Levar  le  sfogli 
r  m  signific.    neutr.  e  neutr.    pass 
Uscire,  o  Separarsi  It  sfoglie. 

•f  SFOGLIATA.  Spnit  di  torta, fal- 
la di  sfogli-  di  pasti.  Buon.  Firr.  2.  4. 
IO.  E  non  periamo  Paraguanlo  mi  vicn  , 
che  preiio  sia  Del  carbon  che  clijedrisc 
l'cr  rosolarsi  una  sottil  sfogliata  *  Sal- 
via. Facid.  lih.  7.  E  violar  con  mano,  e 
eoo  nnsc.llc  Audaci  1"  orbe  di  fatai  sfo- 
gliata, Wè  risparmiare  la  distesa  pasta.  (Ff 
SFOGLIATO.  .Idd.  di  Sfogliare j  Sen- 
ta foglie.  Cui  sono  cadute  le  fos'ic  Lai. 
foliis  carens.  Soder  Colt.  8fi.  Si  fari 
odoralo  0  saporito  f  i7  vino),  mettendovi 
roccolo  di  mortella  ijlvatica,  secca  e  sfo- 
gliata ,  per  dieci  dì. 

*  SFOGLIETTA  .  Dim.  di  Sfoglia  . 
Lai.  bracteola,  tijuamula.  Gr.  Titraiiov, 
UizJpiai .  Benv.  Celi.  Ortf.  86.  Proc 
curando    di    levar   sempre    con    diligenti 


Piirg. 
si 


23.  Pe- 

sfogli; 


Sfaldarej 
vale 


qualche  sfoglietta  che  apparisse  nel  lavo 

'"•  (')  ...    ,, 

SFOGNABE.  Uscir  della  fogna.  --  Al- 

leg.  y6.  (AmslerdaK:o  \',^!\)    ^el  meno 

della  corte    sta  la  fogna  ,    Vi    sboccano  i 

condotti,  e  le  grondaie,  E   finalmente  ogni 

sporriiia  sfigna.  (C)   .V"iz.  sai.   2.   Il  fi; 

gliuol  della    Togna  e  della   Geva  ,   Che   1 

cavolfiori  concimò  a  Varlungo,  Lo  mostra 

il  primo  che  sfogliasse  d'Eva  (  qui  f gii- 

ralam  ,   e  vale:  nascesse). 

SFOGO.  Sfogamciito.  Lai.  exitus    Gr. 

sfoìos.  Sagg.  nal.  esp.  3l.  Avendo  i':r:a 

il  suo  sfogo  dal  beccuccio  aperto. 

§    I.  Per   melo/.    Vav.    Scism.  38.  E 

che  col  tempo  e  con  lo  sfogo  questo  folle 

amore  verrebbe  a  noia. 

§.    II.    Sfogo  ,  parlandosi  d'  ardii  ,  0 

simili  ,  vale    la    Massima    hro    altezza , 

Rigoglio,  nel  signific.    del    §.    IV.    l'iv. 

Disc.    Arn.  16.   Lo  sfogo,  o  rigoglio  di 

tal    arco    ce.  è  sempre    poco    men    della 

lena  parte  della  corda,  0  base  dell'  arco 

descritto. 

•f  *  SFOIABE.  Keutr.  pass.   Cavarsi 

la  foia.   Copp.   rim.    buri.   3.  !f2.  Quiii  , 

miseri  ,  e  '1  nettare  e  la    gioia  ,   Del   cui 

dolce    liquor    più    volte  Giove    Vestito  a 

percgrin  si  sazia  <■  sfoia.  (AJ 

*  SFOLGORAMENTO.  Lo  sfolgora- 
re. Balenamento.  L:it.  fulgor.  Gr.  iiau- 
1-J.<spài  .  Baldin  Fìt-  Sernin.  pag.  2. 
Vcggonsi  talvolta  alcuni ,  che  sul  primo 
romper  dell'  alba  degli  anni  lor  le  scin- 
tille dell'  animo  in  tanta  copii,  e  cou  si 
fallo  sfolgoramcnlo  tramandano  fuori  de- 
gli occhi  ,  che  ce.  (B) 

*  SFOLGOnANTE.  Che  sfolgora.  Lai. 
conitcans.  Gr.  caeiy^';.  Salvia,  Disc.  2. 
533.  Ma  luce  sfolgorante  d'una  grandei- 
za  felice  si  ci  abbaglia,  e  ci  fa  cicchi,  e 
dimentichi  di  noi  medcsiroi  .  E  Prcs. 
Tose.  I.  iSg.  Collo  stile  eguagliarne  per 
lutto  la  medesima,  voler  collocare  io  più 
alto  grado  e  in  lume  più  sfolgorante  la 
chiarissima  favella  nostra.  E  2.  56.  Con 
questa  parcla  ec.  ama  d'  essere  chiamato 
ed  adorato  lo  stesso  Figliuol  di  Dio ,  la 
immagine  sfolgorante  dell'  eterno  Padre,  (*) 
Salvia.  Georg,  lib.  I.  Delle  quali  Una 
pel  sfolgorante  sole  sempre  Rovente ,  e 
sempre  torrida  dal  fuoco.  (FJ 

*  SFOLG0Il,\r<TISSIMO.  Superi,  di 
Sfolgorante.  Cis.  FU.  C.  f .  4-  BSg.  Fu- 
rono sei  al  più:  onori  aveano  graodissi- 
mi,  e  sfolgoraotissimi.  (C) 

f  SFOLGORARE.  Neuli:'  Folpirare, 
lìispleiidere  a  guisa  diflgoie.  Lat.  /»/- 
garnre ,  coruscare  ,  einicare.  Gr.  asr^K- 
arriv  Ott.  Com  Par.3.62.  Perqutllo sfol- 
gorare intende  l'autore,  che'l  suo  intelletto 
voleva  salir  tanto  alto,  che  non  era  ulto 
a  ciò  seuta  alcun' altra  disposiùooe. 

§.  I.  Per  wetaf.  Toc.  Dav.  Perd.  eloq. 
4l3.  Mostransi  e  scrivonsi  per  le  colonie 
e  Provincie,  quando  tra  loro  qualche  ar 
gola  e  breve  scnlenaa  sfulgora 
-  §.  II.  In  signific.  ali.  per  AffreUare , 
Eseguir  fi./i  prestezza  .  Lat.  accelerare  , 
ocyns  cxcifui .  Gr.  sncu^ltv,  t«X'^*^'*' 
Fu.  Crisi.  Or  dove  si  trovò  mai  neuno 
si  scelcralo  peccatore  ,  1»  cui  morie  fosse 
atlrettata  e  slolgorata  ,  cotne  e  sula  quella 
del  Figliuol  mio  T 

S.  l!l.  J'ure  la  signific.  alt.  per  Dis- 
sipare ,  Sperperare  ,  Cacciar  via  .  Lai. 
fundilus  penlerr.  Dani.  FU.  Kuov.  l4 
Se  tiucsti  non  ci  sfolg^irassono  cosi  fuori 
del  notUo  luogo ,  noi  potrcmmu  stare  a 
vedere  la  maraviglia  di  questa  donna  , 
siccome  stanno  gli  altri  nostri  pari.  Mcr. 
S  Creg,  Li  sudditi  per  la  Ir'  ppa  aiprciia 
non  Steno  sfolgorali  ,  e  per  li  troppa  bc. 
oignitli  non  diventino  diuoluli. 

."SFOLGORATAMENTE.  Avverb.  Ri- 
eplradenthumanicnte.   Lit    lucidissime. 


S  F  O 

§.  Per  metaf.  vaie  Eccedentemente . 
Lat  admodum  .  Gr.  a'^iòpa.  .  Frane. 
Sicch.  nov.  i53.  Sempre  avea  prestato  a 
usura,  ed  era  sfolgoratamente  ricco. 

SFOLGORATO  .  Add.  da  Sfolgorare. 
Salvin.  Disc  2.  293.  Entrava  pe'  bor- 
delli coprendo  cosi  il  suo  nero  eapeW 
lo  ,  il  quale  direi  io  colore  matroDale  0 
venerabile  .  dove  1'  altro  così  sfolgorato 
000  ha  cosi  dello  schietto  ,  del  grave  e 
del  verecondo  . 

•J-  g.  I.  Per  wetaf.  iole  Smoderalo  j 
che  anche  diremmo  Disorbitante  j  e  la 
modo  basso  Sbardillalo.  Lat.  immeasus , 
immoderatus  .  Gr.  ec/XETpo;  .  Oli.  Com. 
Inf  29.  5o6.  Stricca  foe  uo  ricco  gio- 
vane di  Siena,  e  fece  sfolgorate  spese  nel- 
la della  brigala  spendereccia  .  G.  F.  6. 
71.  3.  Libbre  dugcnlo  0  trecento  era  te- 
nuto a  quel  tempo  sfo!gorata  dwta  .  Pa- 
tiiff-.  6.  E  grossa,  e  mazzoccbiuta,  e  sfol- 
gorata . 

3.  II.  Sfolgoralo  ,  per  Disgraliato  , 
Sperperato  ,  Malconcio  .  Pccor.  proem. 
Ritrovandomi  io  a  Dovadola  sfolgorato  e 
cacciato  dalla  fortuaa  .  E  g.  16.  Ballai. 
E  cosi  io  vivo,  lassol  sfolgoralo.  Perchè 
aitar  da  lei  più  non  mi  posso. 

*  SFOLGOREGGIARE  .  Lo  strsio 
che   Sfolgorare.   Cbitibr.  rim.  (A) 

*  SFOLGORIO.  Sfolgoromento  j  n 
figurai,  ti  salloheccare  ,  fi  ealtabeltare  . 
Lai.  'micntio.  Gr.  pyifpLV.pv/r! .  Salvia. 
Pros.  Tose.  I.  334.  Non  senza  ragìoDO 
gì*  intrecci  e  i  raddoppiamenti  de  salti 
Omero  chiamò  poipp.ois-j-^oii  TtoSòiv,  mi- 
cntioncs  peditm,  ifolg'irii  delle  piante.  (  ) 
E  Odits.  8.  345.  E  intorno  ,  in  piedi 
Donzelli  slavan  di  primiero  pelo  ,  Dotti 
nel  ballo,  ed  il  divino  luogo  Battean  co' 
pie  :  io  questo  mentre  Ulisse  Aramirasa 
de'  pie  gli  sfolgorìi,  E  nel  cuor  si  stopia 
ec.  (Bj 

*  SFOLLARE.  IVeutr.  Diradarti,  Smi- 
nuirsi la  folla.  Bari,  Sler.  Giapp,  e.  58. 
Sfollalo  il  popolo  ,  vi  tornò  la  soldatesca 
a  prenderne  in  custodia  i  corpi.  fCP} 

*  SFONDAGIACCO  .  ò\rla  rf"  arme 
appuntata  ,  otta  a  sfondare  il  giaeco  ■ 
Band.  ani.  (.1) 

SFONDAMENTO.  Lo  sfondare. 

%.  Per  Uccisione,  Sl'ndrllamenle.  Lat. 
cades.  Gr.  xrsvo^.  G.  F.  13.  66  4-  C®** 
grande  uccisione  di  gente,  e  sfoodamcoto 
di  cavalli. 

SFONDASTE  .  Che  sfonda  .  Lat.  mi- 
nime soli.lus  ,  inceilHs  .  Cr.  a'fia^xio; . 
Toc.  Dav.  Ann.  I.  l3.  Questo  e  un  sen- 
tiero (he  Lucio  Domiaìo  fabbrìrò  sopr? 
larghe  paludi,  e  mcmme  e  fitte  tenaci,  o 
fiumicclli  sfondanti  (cioi,  «love  si  affonda). 

SFONDARE  .  Levare,  e  Rompere  il 
fondo.  Lai.  fundum  adimere.  Gr.  TluO^t  kqi 
a'f  ai/st'y  .  Boce.  n.v.  14.8.  Ogni  cosa  del 
legoelto  tolta,  quello  sfondarono.  Fir,  As. 
|56.  Niun' altra  è  al  mondo,  clic  megliu 
possa  gasligare  questo  cianciatore  ,  sfoo- 
dargli  la  faretra  ,  spuntargli  le  saette  . 
sprtzargli  r  arto,  spegnergli  le  faci  Buon. 
Fier.  Sente  tnlterra  Sfondarsi  a'  colpi 
suoi  pignatta  ed  orcio  .  E  Tane.  5.  3. 
Credei  drl  ventre  sfondare  il  liuto. 

§.  I.  Per  /iomprre  checchessia  ,  pas- 
sandoli da  una  parte  all'altra}  Pcnstitr 
con  violenza.  Lai.  perfringere.  Gr.  iittp  • 
f'ijyvùvai.  Tac.  Dav.  Sior,  \.  3»9  Quin- 
di si  cominciò  a  sfondar  case,  ammafzando 
(hi  s'opponeva.  Buon.  Fier.  X.  3.  3.  E 
penetrabilissimi  vcrduchi ,  E  laiwe  dclU 
lupa  Da  sfondar  qualsisia  shctght  e  b- 
licbe. 

§.  II.  Per  Tirar  colla  fonda  .  Buost. 
Fier.  a.  1.  16.  E  si  sballali i  ,  imberci. 
sfondi  e  scaglisi. 

§.  III.  /Ve  Affondala.  Lai.  demergi  . 
Gr.  «XTasovTi^eoeoti  .    Buen-    Fier     3 


S  F  O 

3.  2.  Né  allorché  Fabio  sfoodò  'n  quella 
mcmroa. 

§.  IV.  Sfondare,  e  anche  terni,  de* 
Pittori,  e  vaie  Apparir  lontano,  o  in 
lontananza-  Varch.  Lez.  2.1S.  Facendolo 
ffoodare  e  parere  lootano  cou  tutte  le 
apparcDie  u  va^jhezxc,  che  si  posaono  di- 
Mcrare . 

ff  S*  V.  Sfondare,  parlandosi  di  dote, 
o  simiUt  vale  Eccedere,  Essere  la  mag- 
giore.  hert.  Gia-np.  189.  Questa  cosa 
cominciò  a  essere  scritta  io  Toscana  6a 
qaaodj  le  no>trc  gculil  doone  portavano 
lo  icariano  collo  scheggiale  ce,  e  dugento 
lire  era  la  dota  clic  sfondava  .  (C) 

SFONDATO.  Susi,  Lo  stesso  che  Sfon- 
da .  C^r.  leti,  2.  180.  La  volta  poi  (  e 
dh'ii.T)  in  UDO  sfoodato  dì  forma  ovale 
Del  raezio  ,  e  io  quattro  peducci  grandi 
in  su* canti.  #  Betiv,  Celi.  Ore/.  29.  In- 
Ua  i  fogliami  e  i  parlimcnti,  quegli  sfon- 
<1ati  erano  slati  ec.  ripieni  di  smalti  di 
\arii  culori.  (f) 

s?  §.  S/o'idaio  .  Terni,  de'  Vittori  ce. 
Una  veduta  di  prospettiva ,  che  dimostri 
gran  linttnanza.  Baldìn,  Voc.  Dis    (B) 

SFONDATO.  Jdd.da  Sfondare  j  Se n- 
tt  fonJ.^,  Cui  è  levato  il  fondo  0  in  tutto, 
ù  in  pirte  .  Lai,  cui  Jìtndns  ademptus  . 
Gr.  «vjg  -t^uO^b'vos  .  Buon,  Fier.  3.  2. 
9  Quando,  sfuudato  per  soverchia  brama. 
Non  v'  è  chi  più  'I  rattoppi 

§.  I.  Figuratam,,  per  Insaziabile.  Lat. 
tnsGtinhilis.  Tac.  Dat:  Slor.  2,  297.  Sola 
>ia  rflla  graudriia  era  empiere  di  prodi- 
giose \ivaudedi  qualunque  spendio  la  sfon- 
djta  gola  a  Vitellio. 

§.  II.  Per  Guasto,  Rovinato.  "LiU  Cor- 
raptus  ,  mìnime  sofidus ,  incertus  <  Gr. 
éufOoLpuitOi.  G.  ì\  8.  58  5.  Il  car- 
reggio del  Re ,  eh'  adducca  la  vivanda 
«D*  oste,  per  li  sfondati  cammiai  non  po- 
lca venire. 

§.  Ut.  Lo  diciamo  anche  in  si^nifc. 
di  Smisurata,  come  Bieco  sfondato.  Lai. 
ditijsimus.  Gr.  ;r).i5U3iw'T«T0;. 

SFONDO-  Quello  spazio  vano  lasciato 
nei  palchi,  0  nelle  volte  per  dipigneni  j 
ed  anche  la  Pittura  medesima  fatti  in 
sVnih  spazii. 

SFONDOLARE,  Sfondare.  Boec  nov, 
43.  (\.  Ed  isfoodotato  il  legno,  esso  nie- 
oa'.o  a  Tunisi,  fu  messo  in  prigione  '*-  E 
g.  2.  n.  ^.  Ogni  cosa  del  Icgnelto  tolta, 
ynello  sfondolarono  (cosi  nel  testo  Man- 
nelli. J'e^-::aòi  però  ivi  h  ncta.  aS.  alta 
pag.  46.  t.'rgo).(V} 

§.  I.  Pir  Passare  da  p^rte  a  pirte  , 
lineare.  Lai.  co/fodere.  Gr.  ^topuTTSiv. 
M.  Bin.  rim,  hurl.  1.  182  Ma  chi  mi  va 
con  sì  falle  moine*  Vorrei  polcrgli  sfon- 
dular  la   pancia. 

#  §.  II.  Per  ÀhhAltere,  Rovinare. 
T'egii.  154  Non  solamente  uccidono  i 
ormici,  cui  egli  colgono,  ma  speazano  ed 
ufondolano  ogni  altro  dificio  ove  ciiggio- 
no.  fN) 

%.  ni.  l'I  si-^nific.  neutr»  va*e  Cadere 
in  fondo.  Precipitare.  Lai,  proruere,  de 
mcigi.  Gr.  X«T«5u issati.  Buon,  TnnC. 
5.  5.  Noi  sfondolammo  con  sì  gran  fra- 
ca;iso,  ee. 

SFONDOLATISSIMO  .  Superi,  di 
S/C'idijlatq.  Lat.  immenstis,  inexph-bilts. 
Gr.  «/itTiso^,  a:r)i)3T0?.  Dav.  Mon.  ii!\. 
Apizio,  chiamato  da  Plinio  fogna  slondo- 
latissi:iia,  due  milioui  e  nteuo  d*  oro  si 
manicò. 

SFONDOLATO.  Jdd.  da  Sfondclnre. 
Lai  f'indo  careas.  Gv*  avso  XJ&/jts'v05, 
céiritjffTo;. 

I  g.  I.  Per  Forato,  Aperto.  Lib.son. 
gì.  Taui*  cran  duri,  sfondolali  e  neri. 

f  g  li.  Per  /ns'zi.ibile.  L2l.  inexple- 
htlis.  Gr-  k:t)»;5795.  Cani,  Cam.  ^Bl. 
Ancor  ci  bisognava   alla  giornata  La  ca:sa 


S  F  O 

provvedere,  E  saziarla  lor  gola  sfundolala. 

f  g.  111.  Per  Smisurato,  Grandissimo. 
Lat.  immcnsus-  Gr.  ày-tTpo^.  Tac.  Dav. 
Post.  4^0.  Fece  accusar  di  giacimento 
con  la  figliuola  Sestio  Ilario  Spagnolo, 
adocchiando  la  sua  sfondolala  ricchezza,  e 
quelle  cave  dell*  oro.  All>g  160.  Per  la 
qual  cosa  i*  sono  oggi  costretto  A  ren- 
dermi per  vinto,  e  incaten.ilo  Darmi  al 
vostro  sapere  sfondolato.  Al  quale  i*  fo 
r  inchino,  e  mi  sberretto. 

SFORACCHIARE.  Foracchiare.  Lat. 
perforare.  Gr.  Siv.Tpéuv,  Fir.  As.  181  . 
Quelle  pietre  aguzic  ce,  da  ogni  canto 
che  tu  cadrai,  ti  sforacchicranno  in  mille 
parti.  E  Disc»  fin.  35  Fu  sforacchiata 
dalle  corna  de*  combattenti  caproni.  Ci- 
riff,.  Calv,  2.  68.  Io  li  sforacchierò  tanto 
la  buccia,  Che  brevemente  ti  farò  bugiar- 
do. E  appresso  :  £  tanto  sforacchiate  gli 
ha  le  chiappe,  Che  il  sangue  intorno  gli 
facea  le  nappe. 

SFORACCHIATO.  Add.  da  S/orac- 
chiarej  Foracchiato.  Lat.  perforatus.  Gr. 
^tccTpiOTOi.  Fir.  As.  Ilo.  Tulio  slram- 
bellalo  da'  morsi,  e  sforacchialo  dalle  fe- 
rite ec,  a  se  riservò  la  gloria,  e  alla  ne- 
cessila  de*  fati  restituì  la  vita.  Tac  D^v. 
Ann.  2  34.  Disperali  tornano  con  lor 
malanno  a  pasturare  le  spade  germane 
delle  luro  membra  sforacchiate  di  dietro  , 
o  macinale  dalle  tempeste  (  il  testo  lat. 
ha  onusta  vulncrlbus  tergum).  ^  lìim. 
buri.  a.  ig6.  La  fronte  e  gU  occhi  fan 
vario  smallalo  D*  agate  e  grinze,  e  '1  na- 
so in  prospetliva  Ne  mostra  un  barbacane 
sforacchiato.  (Bj 

SFORMARE.  3Tular  la  forma.  Tra- 
sformare, Trasfigurare.  Lat.  deformare  , 
deformem  reddere.  Gr.  d'TZop.opfOÙt.  Cr. 
9'  99-  3'  ^^  'nfermc  (pcccliic)  hanno  al- 
tro colore,  e  paurosa  magrezza,  che  molto 
le  sforma.  Ulor.  S.  Crcg.  Sformano  le  fac- 
ce loro,  per  mostrare  agli  uomini  che  essi 
digiunano- 

§.  i'  usiamo  anche  per  Cavar  di  for- 
ma, come  Afo'mnr  le  scarpe,  o  simili. 

SFORMATAMENTE  .  Avverb,  Fuor 
di  forma,  Sniisuriit<4mr'nt€  j  che  anche 
diremmo,  ma  in  modo  bnsio  ,  Sl'ardclla- 
tamente.  Lai.  in  immcnsuni.  Gr.  uTZSppi- 
rpùJi.  G.  V.  12.  4il-  3.  Per  le  quali  so- 
perchie  pioggic  crebbe  l' Arno  per  due 
volte  sformatamente  ce  ,  e  la  Terzolla 
crcblie  sì  sformalamcnlc  ,  che  valicò  il 
ponte  a  nifrcdi  M.  F.  7.  48  Veggendo 
costui  la  lepre  sformatamente  grande  e 
grassa  ,  la  presentò  a  mcsscr  Bernabò. 
^' ."^''rs ■  "'''•  ^-P-  1^7*  ^•'  qu^le  (b:ccaj 
spalaitcata  stavasi,  e  ripiena  dalla  lingua 
stessa,  e  da  «lire  vescichette  e  membrane, 
tutte  sformatamente  fofialc,sist(ticec.  (B) 

SFORMATISSIMO.  Superi,  di  Sfer- 
mato. Br-rgh.  Orig.  /'ir.  266.  Si  potctter, 
per  grandissimi  e  sformatissimi  donativi 
che  fossero  loro  fatti  ,  contentare  (  cioè  : 
eccedenti,  o  smisurali). 

t  SFORMATO.  Add.  da  Sformarej 
Defoimc,  Di  brutta  forma.  Lat.  d<Jor- 
mis,  defcrniatus.  Gr.  a//.c,5yo;,  aiixp^*' 
Bùcc.  nof.  55  2  Essendo  di  persona 
pìccolo  e  sformalo.  Jntrod,  Firt.  3lQ. 
Venne  contro  a  lei  un  gr.indissimo  ca- 
valiere isformato  molto.  Pass*  2!\0.  La 
figura  del  diavolo  s' impronta  udì' anima, 
e  tante  sformate  immagini,  sozze,  e  stra- 
volte, a  quiDle  cose  superbamenle  con  vi- 
zioso affetto  la  mente  si  rivolge.  Cuid. 
G*  Sollecitamente  essi  riformarono  le  loro 
cilladì,  e  paesi  sformali  per  la  loro  assen- 
za ( gui  figuraiam.). 

§.  I.  Per  /smisurato.  Smoderato,  Ec- 
cedente, Grande.  Lai.  immensus  ,  ingens. 
Gr.  xp-irpo^j  ù:ri^/*£ys3>J5.  G.  J'.  10. 
220.  I.  Si  commciò  a  fondare  la  gran 
porla  di  san  Friaoo,  ovvero  da  Vcriaia  , 


STO 


u;9 


e  lu  mollo  isformata  a  comperazione  del- 
r  altre  della  città,  E  li.  129.  2.  Accioc- 
ché i  nostri  successori  si  guardino  di  dare 
le  sformale  balie.  3/.  V.  2.  44-  SuhiU- 
meoie  del  mese  di  Luglio  si  mosse  una 
sform^éta   tempesta  di   vento. 

§.  II.  Per  Fuor  del  comune  uso  ,  clrt 
anchc^  diremmo  Stravn^.mte.  Lai.  enormi»^ 
G.  r.  12.  4  3.  Non  è  da  lasciare  di  far 
memoria  d'  una  sformata  mutazione  d'  a- 
bile  ,  che  ci  recaro  di  nuovo  i  France- 
schi. Frane.  Sacch.  nov.  i52.  Venutogli 
uno  pensiero  assai  sformato,  che  se  tro- 
vare potesse  due  belli  asini  ce,  poter  ve- 
nire grandemenle  nella  sua  grazia.  Mae- 
struzz,  1.  j8.  Se  già  non  si  temesse  dello 
scandalo  per  lo  troppo  isformato  vìzio  , 
ovvero  pericolo  per  la  troppa  debililade  . 

SFORMAZIONE.  Bruttezza,  Deformi^ 
tà.  Lat.  deformiti.  Gr.  apopotoc  Mae- 
stntzz.  I.  j8.  Se  non  perde  tutto*!  mem- 
bro, ma  tale  parte,  che  genera  isforma- 
zione,  donde  ne    potesse    essere    scandalo. 

SFORNARE.  Contrario  d*  Infornare  j 
Cavar  del  forno.  Lat,  e  fumo  educere, 
Gr.  i^iTzvoj  t'Iaystv.  Frane.  Sacch.  rim. 
g.  Tal  inforna,  che  non  isforna.  Meni, 
sat,  G.  Ma  V* è  più  d'una  putta  sciaura- 
ta.  Che  sforna  il  parto,  e  quello  iniqua 
ancide  f  qui  per  mctaf.  ), 

•f  SFORNIMENTO.  Lo  sfornire.  Lat. 
expoliatio,  privatio  Gr.  OTt'cr^st;.  Buon, 
Fier.  4-  2-  7.  E  de*  giovani  Domestiche 
spogliazze,  e  sfornimenti  Di  saiornc,  gior- 
nee, guarnacche  e  robe. 

SFORNIRE.  Tor  via  i  fornimenti. 
Privare,  Spogliare.  Lat.  privare,  spolia^ 
re.  Gr.  cTspetv,  cxy).eu£tv.  3/.  7^  8  88. 
Quella  in  gran  parte  sfornì  d*  armadura 
alla  a  difesa.  Petr.  can:.  3l.  2.  Cosi  1' 
alma  ha  sfornita,  Furando  *I  cor,  che  fa 
già  cosa  dura,  Ar.  Cnss.  2.  i.  Sfornila 
tulli  lì  ietti,  e  piegate  le  Lenzuola  con  le 
coltre,  e  riponete  le  Camìcie,  ec.  ♦  /"nr- 
ch.  Stor.  1 1.  430.  Ma  perchè  questi 
sfornivano  la  piazza  di  grasce,  fu  man- 
dato un  bando  nel  campo,  che  tra  qDat> 
Ir'  ore  dovessero  avere  sgombrato  tolti,  (y) 

*  SFORNITISSIMO.  Superi,  di  Sfor- 
n.toj  Sprcvvedutissimo.  Tass,  leti.  famiL 
28,  E  perchè  io  mì  trovo  sfornitissimo  di 
denari,  pregherò  il  Tesoriero  di  Nostro 
Signore,  che  me  gli  voglia  prestare.    fV) 

SFORNITO.  Add.  da  Sfornire.  Lat. 
spoliatus,  privatusj  imparatus  .  Gr,  czy- 
ieu^fii?,  aTEp;S=i';,  aizeuo^.  G.  F.ii.  i4- 
I.  La  città  di  Lucca  era  sfornita  di  gente 
d'arme.  M.  T'.  9.  56,  Trovandosi  ignu- 
do, e  sfornilo  di  gente  d'arme  a  difesa. 
Celi.  Sport.  2.  6.  Bisogna  di  molte  cose 
a  contentare  una  moglie,  d^lle  quali  ìo 
sono  sfornilo.  ','  Tnss.  Grr.  j.  80.  S' e- 
ran  carchi  e  provvisti  in  varìi  liti  Di  ciò 
eh'  è  d' uopo  alle  terrestri  schiere  ,  L« 
quai  trovando  libeiì  e  sforniti  I  passi  de* 
nemici  alle  frontiere,  ce.  (B) 

SFORTIFICARE.  F.  A,  Fortificare. 
Lat.  roborare  ,  corrchorare  ,  confrn.ate  . 
Gr.  xflKTuvstv,  x^araiouv,  t'c/upi^Eiv- 
Mor.  S.  Greg.  Con  sollecitudine  sia  ta- 
glialo da  noi,  sicché  non  cresca  per  pro- 
cesso dì  tempo,  e  non  sìa  sfortifìcato  dalla 
cattiva  Dsanza. 

•f  ;:*  SFORTUNA.  Mala  sorte.  Infor- 
tunio. Salvin.  Buon,  Tane.  5-  2  Sfeli- 
ce, infelice;  corno  5/br(///ifl,  mala  fortuna, 
inforlunìc.  (A) 

SFORTUNAMENTO.  Lo  sfortunare . 
Buon.  Fier.  4.  4-  5.  Almen  per  oggi  Né 
per  doraan  tu  non  ci  ritrovavi  ,  S  e  non 
ne  sforlunava,  Ccm 'egli  ha  fallo.  S.  E 
che  sfortunamrnlo  È  stato  questo? 

SFORTUNARE  -  Pendere  fa  lunato. 
Lai.  infelicem  reddere.  Gr.  aS>iov  ttoieTv. 
Buon,  Fur.  4.4.5.  Almen  per  oggi  Né 
per  doroan  tu  non  ci  ritrovavi,  S' e*  nop 


ii8f> 


S  F  O 


ne  tforlunava,  Com'  egli  ha    fallo.     S.  E 
che  iforlunameDto  È  italo  questo? 

SFORTUNAXrSSlMO.  Super/.  diSfor- 
lunato*  Lai.  infeUìssimns.  Gr.  àBUoi- 
rx70i.  Fir  Js.  ij6  Mi  pareva  ec.  per 
luoghi  strani  e  inaccpssibili  chiamare  il 
nome  Jel  mio  sforlunauiiimo  coosorlc  . 
Ambr.  Bern.  3.  IO-  E  M  padre  mio  si 
domandò  Girolamo  Fortuna,  e  si  può  dir 
sfortuoaiissimo. 

SFORTUNATO.  Jàfì.  Contrario  di 
Fortunatoj  Sventurato.  Lai.  inf,-lix .  in- 
foriunatus,  miscr.  Gr,  àO).iO;.  Ltb.  Di- 
cer.  G.  S.  Noi  non  tapemo  se  non  che 
iroppo  sarebbe  ilorlunala  ,  se  er.  Ftloc. 
ì.  lOq.  Io,  dal  mio  nascimenlo  sf.Tiuna- 
ta,  non  saprei  da  fiual  capo  iocominciare 
a  narrarvi  i  mici  ìnfortunii.  Fir.  As.  1^5. 
Avendo  elle  accese  fiamme  di  queste  pa 
role  riscaldalo  le  viscere  della^  sforlun.ila 
ec,  subito  se  ne  fuggirono  .  *  Cor.  En. 
II.  88.)  Io  padre  stesso  Questa  mia  sfor- 
lunala  *6gliolella  Per  minislra  li  dedico  e 
per  serva.  (B) 

^  §•  Sfortunato^  vale  anche  Che  reca 
maU  fortuna.  Cir.  En.  Il-  4l6.  Di 
Palla  il  sa  la  sforlunala  stella  ;  Sallo  il 
veodicator  Cafareo  monte,  ec.  (C) 

#  SFORTDNIO  .  infortunio,  Satvin. 
liuon.  Fier.  4.  ^.  5.  S' e*  non  ne  ifor- 
tunava.  Il  greco  per  1' appunto:  >iTUX£t. 
sfortnnio,  infortunio.   (B) 

SFORZAMENTO.  Lo  sforzare»  Sfar- 
zo.  Lai.  coactio ,  coactuu  Gr.  ava'/xi- 
Afaestruzi.  l.  I^.  È  tenuto  a  castità  cO' 
lui  che  per  fona  e  ordinato?  Risponde  : 
Se  Io  sforzamento  fu  assoluto,  non  e  dub- 
Lio  che  non  è  tenuto,  imperocché  non  è 
ordinato.  G.  V.  12.  Io8-  IO  Acciocché 
nelle  vie  de'  suo'  progenitori  fermamente 
perseverante,  gli  sforzamenti  di  quegli  e- 
muli  ec.  da  se  cacci,  e  distrugga.  M.  /'. 
IX.  IO.  Ma  li  mercatanti,  e  altri  cittadi- 
ni,  a  tulli  suoi  avvisi  e  sforiamenli  s*op- 
posono.  Ptst.  S.  Gir.  Nascosamente  den- 
tro compone  l' uomo  con  ispirilualc  slu* 
dio,  e  inescalo,  come  fa  il  medico  la  sa- 
nità, e  aiuta  gli  sforzamenti  delle  forze 
mcDÌmale  sotto  il  peso  di  lunga  fatica.  ^^ 
Ninf.  Fies.  265.  Però,  s'  io  ho  usalo 
sfoizameotr>,  L'  ho  fallo  sol  perche  forza 
m*  e  suto  ,  Non  perch'  Ìo  sìa  di  noiarli 
c-onlenlo.  (B) 

SFORZANTE.  Cfie  sforza.  Lai.  nifens, 
cog  ns.  Gr.  ipti^o'fttvoi ,  avayxa'^cjw. 
Amel.  64.  Egli  sfor<antesi  .  colle  deboli 
braccia  slrigneotemi,  o  mi  ritiene,  o  lieve 
di  carne  si  volge  con  meco.  Sen.  Ben. 
ì'nrck.  6.  22.  Onde  quello,  di  che  non 
eli  doverci  essere  tenuto,  come  a  sforsa- 
to,  gli   sono  tenuto,  come  a  sforzante. 

SFORZARE.  Forzare  ,  Costrignere  . 
Lai.  cogere  ,  urgere,  compellere .  Gr. 
«vayxrf^aiv  ,  cTTct'ystv.  ^iv.^nQxi.  Dant. 
Inf  18  Malvolenlier  Io  dico;  Ma  sfor- 
zami la  tua  chiara  favella-  Maettruzz.  i. 
80.  Il  roosenlimcnlo  inforzalo,  almeno 
dalla  parie  di  colui  che  sforza,  fa  egli  ma- 
trimonio? Frane.  Sacch.  nvv.  2ly  Mollo 
•■  più  nuuva  cosa  ,  che  una  donna  voglia 
sforzare  Dio,  e  la  natura  per  avere  fi- 
gliuoli. 

#  §.  I  Per  Occupar  con  la  forza. 
Tac.  Dav.  Ann.  2.  62.  ( edis.  Bats.  l^pO) 
Con  inteniiimenlo  de*  principali  sforzo  la 
(iltà  reale,  e  la  riltadclla  acranlo  (  Int. 
inrumpit  regi^m  ).  (f)  Guicc,  Star.  18. 
l4-  Dipoi  spintasi  innanzi  (Tarmata),  e 
posto  in  terra  presso  a  Napoli  per  la  ri- 
viera di  Castello  a  mare  «li  Stabbia,  dove 
era  Diomede  Caraffa  con  cinquecento  fan- 
li,  comhallulolo  il  tcno  giorno  di  Marzo 
per  via  del  monto  lo  aforzò ,  e  saccheg- 
S>ò.  (O 

§  II.  Per  ì'iolart.  Usar  foraa,  o  vio- 
lenza    Lai.  t'im  inferri,  Gr    |9iof^civ    G. 


STO 

V.  5.  7.  I.  Alcnno  giovane  Fiorentino 
sforzò  nel  detto  borgo  una  pulcella  Bocc. 
nov.  20.  20.  Se  non  che  io  griderò,  che 
voi  mi  vogliate  sforzare. 

§.  III.  Per  Torre,  e  Levar  via  la  for- 
za. Lat.  viret  adimere ,  debilitare.  Gr. 
asdcvjyy.  Petr  canz.  26  2.  Perocch' A- 
mor  mi  sforza,  E  di  saver  mi  spoglia  ■ 
Drp.  Decam  lOO  Snervare,  e  spolpare, 
e  spossato  disse  il  nostro  per  torta  via  e 
privar  di  forza  j  e  così  si  crede  che  V  u- 
saskc  il  nostro  gentil  poeta:  Perocché  A- 
mor  mi  sforza.  Vareh.  Lez.X'i..  Sforzi  \n 
questo  luogo  non  vuol  significare  altro  , 
che  priva  di  fjrza,  e  l<iylie  la  possibili- 
tà. Soiler.  CjU  36.  Guardili  di  mettere 
il  palo  di  sotto  alta  vile  un  quattro  o  sei 
dita,  affinchè  non  ispolpi  e  sfarzi  la  vile, 
e  massimamente  sendo  di  castagno  ,  il 
quale  ha  questa  natura  di  atlraere  fuor  di 
modo  a   se. 

§.  IV.  In  signifc.  neutr,  e  neutr.  pagi. 
vale  Ingegnarsi,  Affaticarsi,  Far  dilig^n- 
zrt.  Far  frza.  Lat.  canari,  niti ,  stude- 
re  Gr.  Tit^sàsSa*.  «rsufla^stv.  Bocc. 
/ror.  67.  1^.  S' era  sforzato  d' uscire  delle 
mani  della  donna.  Enov.  73.  21.  A  que- 
ste parole  Ctlandrino  sforzandosi  rispo- 
se ec.  yov.  un r.  ICO  l3.  Signori,  qui  non 
mi  bisogna  di  sforzare  a  dimostrar  come 
ella  mi  sia  nemica.  Guid.  G.  Medea  . 
infiammata  di  tanto  fervente  amore ,  il 
concetto  peccato  assai  slorza  di  coprire. 
Fit  SS.  Pad.  1.  i5l.  Ciascuno  si  sfor- 
zava di  poterci  menare  al  suo  convento  . 
Cas.  leti.  21.  Dcochi.*  in  questa  parte  non 
è  stato  di  bisogno  che  io  mi  sia  sforzalo. 

*  g.  V,  £■  con  diverso  costrutto  SJor- 
zar  si  in  una  cosa,  vale  intendere  a  quella, 
Amm.  Ant  21.  l\.  5  Naturalmente  con- 
tumace e  1*  animo  dell*  uomo,  e  nel  con- 
Iradio  ed  alto  si  sforza.  E  7.  Noi  ci  sfor- 
ziamo io  quello  che  è  vietato  ,  e  sempre 
avemo  sete  delle  negate  cose-  (D) 

t  *  §•  Vi.  Sforzarsi  d'  a/cuna  cosa  , 
vale  Fornirsene  con  of^ni  sforzo  e  poU  re  , 
quanto  più  si  ptiòj  ma  è  mr.niera  anti 
quata-  M,  V.  I.  \\'^.  Sentendo  il  Re  Luigi 
crescere  fortemente  nel  regno  le  cose  del 
re  d*  Ungheria,  fece  comandamento  a  (ulti 
i  suoi  Baroni  che  tenevano  con  lui,  che  sì 
sforzassono  d'armi,  e  di  cavalli.  (V) 

SFORZATAMENTE  .  Avverbio.  Con 
isforzo.  Con  forza  grande.  Lat.  magno  cO' 
natu,  macna  autfacia,  vi.  G.  /'.  7.  j3l. 
2.  I  Saneti  vi  vennero  per  comune  molto 
sforzalamcnte.  Liv.  M.  Assalirono  i  ne- 
mici si  sforzatamente.  che  non  g'i  p^'e- 
rono  sostenere.  Vii  SS.  Pad.  S'  appa- 
recchiavano sforzatamente  di  venire  ad* 
dosso  a  quella  cotale  terra  ,  dov*  ella 
stava, 

§.  I.  ì^er  Contro  voglia.  Forzatamen- 
te. Lai.  coacte  ,  invite.  Fi/cc.  2-  l43- 
Quando  Florio  vide  questo,  sforzatamente 
si  ctmhiò  nel  viso,  mostrando  quell'alte* 
grezza  e  festa  che  del  tulio  era  di  lungi 
da   lui. 

'  S-  II.  Per  ì'iolerttemente.  Lit.  vielen- 
ter,  vi.  Gr.  ^fxi'u^,  jìictvtmtZi.  Mae 
ttruiz.  2.  ^,  Se  pose  le  mani  vìoleole- 
menlc.  cioè  sforzatumeute,  nel  Vescovo,  o 
nell*  abate  nrupio.  ÌC  2.  3o-  l.  Ma  se  egli 
è  più  che  ladro,  cioè  quando  coli*  arme  e 
sanza  nrme  sforzalamenir  ass.ilisce  in  casa, 
o  in  cammino,  o  in  mare,  allora  sì  pro- 
cede più  aspramente  conlra  loro 

SFORZATICCIO  .  Adì.  Alquanto 
sjoriato.  Lat.  vix  vi  expressus.  Terrnz. 
Gr  c:titu9/*iv0v  Coli.  Ab  Itaac.  La 
cotirigneranno  di  fermare  a  colali  asciutte 
e  sforzaticce   gocciole  di  lagrime. 

't  *  SFOnZATISSIMAMENTE  .^u- 
perl.  di  Sfor:al.imenle.  Lai.  violentissi- 
me. Gr.  ^tyiOTi]  Bi'a.  //  vocahvl,  alla 
/'.   VIVO,  rtrfrf.    (•) 


S  F   O 

•f  *  SrORZATISSIMO.  Si^rL  di 
Sforzato.    Coppett,  rim.   l  uri.   2.   Si.    Coi 

f[alantuomin  star  sull?  grandezze  ,  E  poi 
asciar  godei  infino  a' cani  Le  vostre  sfor* 
zalissime  bellezze,  (Aj 

^  S-  Sf^rzaiisMkmo,  per  Che  dimostra 
granditiinio  sforzo,  l'aéar.  Belle  e  ifor- 
zatiuime  le  attilndini  di  coloro  che  sfla- 
gallano  Cristo.  (A) 

f  SrOKZkTO  .  Add.  da  sforzare. 
Lat,  coactus.  Gr.  vj'vayxa'ju^vo;.  Amet, 
75.  La  quale  similmente  m  alerebbe  nel 
tuo  petto  data,  se  io  i  tuoi  amorì  volessi 
sforzati  (cioi-,  violent.<ii,  per  forza) .  Petr. 
son.  212.  E  sforzata  dal  tempo  me  n'an- 
dai (  cioè,  costretta  ).  Cren.  Mo/ell.  3l|. 
Diliberò  mandare  la  sua  fona  contro  a 
lui,  e  penvn  disf;irlo,  perche  era  signore 
uforzato,  drbole  di  grnle  e  di  vettovaglia 
(  cioè  ,  privo  di  forza  .  spossato  )  .  Te- 
torett.  Br.  i5.  122.  Che  donare  tosta- 
mente E  donar  doppiamente ,  E  donar 
com'  sforzalo.  Perde  lo  dono  e  '1  grato 
fcioè,  costretto,  violentalo).  G.  V.  li. 
89  6.  E  così  fermò  la  sforzata  e  non  vo- 
lontaria pace.  /:  I2.  7.  lO.  E  facea  criare 
e  crescere  nuove  e  sforzale  gabelle  (cioè, 
violente,  ed  ingiuste).  Tav.  Bit,  Trista- 
no volentieri  ricevè  la  spada,  imperocché 
ella  era  di  sforzata  gravezza  Tcioè,  straor- 
dinaria )  .  3f.  V.  4-  39.  Tutti  sforzati 
di  coperte,  e  d'altri  paramrnli,  e  avvi- 
stale sopravveste  (cioè,  addobbati  con  ogni 
sforzo  e  poteri-  )  .  Sen,  Pist.  loo-  Dice 
che  M  suo  parlare  non  h  luogameolc  trat- 
talo, né  provvedalo,  né  sforzato  (cioè, 
ariifiziato,  premeditato).  #  G.  ì'.  J*Z'J. 
E  di  quella  f  città  dì  CartaQine  )  alcuna 
parte  n'era  rifalla  e  sforzata  per  li  Sara- 
cioi,  per  guardia  del  porto  (cici,  fortifi- 
cata ).  (Min)  Brons  rim.  buri  2.  240. 
l'non  vo*  già  agguagliar  il  paradiso  Allo 
star  in  galea,  eh' e' non  paresse  Cosa  sfor- 
zala, e  da  muover  a  riso  ;  E  che  poi 
ec.  (B) 

t  SFORZATORE.  Ferlml.  mate.  Che, 
o  Chi  sforza.  Lai.  viofator,  violentus,  Gr. 
^taoTìiS.  Srn.  Dectam.  Mostrò  dì  vclez 
che  tu  muoia  come  sforzalor  di  vergini 
Pnts.  139.  Io  sforzalore  di  mogli ,  e  di 
figliuole  altiui.  Jl/or,  S.  Crtg.  Per  la 
mano  dello  sforzalore  s'intende  il  popolo 
de'  Pagani ,  quale  il  crocifisse.  Cose.  S- 
Bern,  lì  regno  de'  cieli  s'  acquista  per 
forza  ,  e  gli  sforaatorì  di  se  medesimi  Io 
rapiscono 

SFOnZEVOLE.  Add.  Che  sforza.  Che 
fa  frza  Lai.  t-io fentu t,  rnpax.  Gr  ^ta- 
«rn'i,  òipTza^,  But.  Inf  27.  I.  Erano 
uomini  sforzevoli ,  e  di  rapace  condizione. 

SFORZEVOLMENTE.  Avi^ibio.  Con 
isforto.  Lat.  enixe.  Gr.  jSiai'oi;.  piloTs'- 
^U{  Gutd.  G.  Per  portare  le  battaglie- 
resche armi  sforzevolinrnte  contra  i  no- 
mici i?  Sallust.  Cing.  138  Fu  fatta  la 
inqui«iii»ne  da  aliruì  aspramenl*  e  sfor- 
zevolmeolr    (I\') 

SFORZO  LoMforzarsf,  Ogni  maggior 
f^rsa^  potere  ,  possif<i'ità.  Lat.  conatmt  , 
nisus.  vires.  Gr.  rito».  «'yX''V''."*  Peir. 
Son.  168  E  non  fui  più  costante  Goolro 
Io  sforzo  sol  d' un*  Angiciletla.  Colt.  SS. 
Pad.  Adunque  con  tulio  sfono  si  dee 
acquiilare  il  bene  della  discrezione.  Tmtt 
gov.fiim.  L*  un  membro  aiuta  I*  altro  in 
bene  quanto  può.  e  guardasi  del  nuocere 
d  suo  sfono,  e  offeso  non  sa  che  sia  ven- 
dcila.  #  Tass.  Ger.  |.  ì^.  Che  gioverà 
l'aver  d*  Euro|>a  accolto  Sì  grande  ifor- 
if.  e  posto  in  Asia  il  (aoeoì  (H) 

g.  /Vr  Esercito,  0  per  t^ualunque  prr- 
paramento  militare.  Lai.  copine,  e.rerci- 
tus.  Gr.  Ì\JvxfHi.  Boce.  no%-.  4^.  |3. 
Udendo  che  il  Re  di  Tunisi  ficevi  gran- 
diuimo  sfi<no  a  sua  difesa.  O.  F.  2.  5. 
a.  Evanecr  gli  sì  fece  incontro  in  Aqvìlra 


S  F  0 

eoo  tulio  lo  sforio  d'  Italia  (cosi  il  /«• 
sto  Vav.  ed  a/tri^  denche  lo  stampato 
abbia  forzo).  M.  V.  6.  2  Que'da  Bec- 
cheria aurhc  vi  manilarono  loro  sforzo. 

«  SFORZOSO.  Àdd.  Che  Ja  forza. 
Btllin.  Disc.  ii.Possaora  d' ioipclo,  tra- 
porlameDlo  «li  molo  ,  the  renda  lei  sfur- 
■OH,  concitala  p  veemente.  (Mm) 

*  SFRACASSAMKNTO.  Lo  sfracas- 
sare. Ma-^al.  Ope'itt.  274.  Che  bel  vo'ar 
di  rortiint'  per  «ria  ,    che   sfracassamcnto 

di    cocci,    PC.  fS) 

SFRAC.\SSARE.  Fracassare.  Lat  con- 
quassare,  vasta/e,  confringere.  Gr.  -rzop- 
9«rv,  a^JVTptpuv.  Fr.  iac.  T.  5.  23. 
12.  In  cui  l.it  %irtiule  si  fa  massa.  Kulla 
(CDlatiun  dentro  gli  passa.  Ed  ogni  suo 
contrario  sfracassa   f  fjm  fi-jutatamci>U-}. 

SFRACASSATO.    /Jdd.  dì  Sfracassare. 

g.  Per  iimifit  Ucciso,  Ta^/into  a  pez 
zi.  Lai.  corife  ajfectn.t.  Gr.  iK.i:f-Q}i}ii-iO<i. 
Segmr.  3fann.  Pic.  28  I.  Qucsli  bam- 
bini  innocenti  per  ctwiscgulrlo  ebbero  a 
pena  nati  a  soBerìre  una  crudelissima 
morte  ,  scannati  e  ^fracusali  su  gTi  occhi 
delle  loro  madri. 

SFRACELLARE,  e  SFRACELLARE . 
Quasi  Intrramente  disfare  infra^nendoj  e 
ti  usa  in  signifìc-  alt.  e  nrittr-  pass,  Lat. 
frangere,  elidere.  Gr.  f*]-yvyvat,  z/àv. 
Liv,  il/"  Egli  ftrì  il  porco  d'  una  pietra, 
«teche  tutu  la  lesta  gli  sfracellò.  Ciuff, 
Cah.  3  ya.  Pe*coIpi  che  sfracellan  !';ir- 
me  e  V  osso.  K  "S.  79.  Caduto  ,  isfracel- 
lossi  in  sullo  smalto,  flfcrg.  6.  l5.  E  molti 
gi^  di  mia  gente  Pagana  Ha  sfr.tgellati  , 
e  dillo  lor  che  asciolvtre.  Tac.  Vav  Slor. 
4-  33].  Se  Marcello  cadeva  ,  sfragcll.iva 
un  mondo  dì  rei  (qui  per  n.efaf.  Ji  testo 
fat.  ha    agmen    rronim  slerneltanliir  )  . 

SFRACELLATO,  e  SFRACELLATO. 
Add  dn' lor  %'erhi.  "Ln.  frncl'iS  ,  e/isns. 
Gr.  xex>a?u-'v35.  /ìem.  Ori.  i.  i3.  22. 
Che  gli  cande  %ìcino  a  meo  d'un  passo, 
A  guisa  di  focaccia,  sfracellato,  Soder. 
Colt,  30  Scrìvono  i  Greci,  cbc  le  ghiande 
sfracellate  alla  grandezza  delle  fjve,  sparse 
iolorno  alle  radici  de*  magliuoli,  danno 
abbondanza  di  ftutto. 

SFRACELLARE,  f'.  SFRACELLARE. 

SFRACELLATO.  F-  SFRACELLA- 
TO. 

SFRANGIARE.  Sfilacciare  il  tessuto, 
t  ridurlo  a  guisa  di  frantala,  o  ceiro, 

*  SFRANGIATURA.  Lo  sfrangiare,  e 
La  cosa  sfrangiata.  Mai^nl.  Lett.  Perchè 
questo  grande  sconccrio?  Chi  potesse  ve- 
dere, $«r!t  UD  granello  di  polvere ,  una 
sfrangiatura  dt  curda  consumata  ,  0  «jual- 
che  altro  minimo   accidente,  (.-f) 

^^-  SFRASCARE.  Levare  i  bozzoli  dalla 
frasca.    J'oce  d*  uso.  f/f) 

*  5.  Dicesi  in  proverbio:  Allo  sfra- 
scare si  Vide  quello  che  hanno  fatto  i 
bigatti  j  ovvero  .•  Allo  sfrascai  e  si  vede 
se  i  bachi  hanno  fatto  nssii  jefn  i  e  va- 
le. Che  nel  fine  e  al  Itvar  delle  tende  si 
conosce   il  guadagno,  Serd,    Prcv.  (J) 

SFRATARE.  Cavar  dafla  lìeligfone. 
Lai.  ex  ordine  monacborum  rxpel'ere  . 
«  Benv  Celi  Jit,  3.  167.  Il  suo  ufizio 
del  cassiere  alle  Porle  non  gli  frulla  tanrr, 
'V  ei  ti  potesse  ditr  le  spesi;  di  m'jdo  rhe 
come  egli  ti  avesse  sfratato,  e'  ti  sarebbe 
forza  di  fare  il  zanaiuolo,  se  tu  volessi 
mangiare  e  bere.  (C) 

§.  £■  in  .signifìc.  neutr.  ptss.  vale  Uscir 
dalla  Brlificne.  Lai.  monachi  habiium 
deponere.  Dav.  Scism.  5i,  Concedette  a' 
frali  non  sacerdoti  la~  moglie,  a' minori 
«li    24  anni   lo  sfratarsi- 

SFRATATO.  Aitd,  da  Sfratare.  Lai. 
religiosi  instituti  desertor  Da\-.  Scrsm. 
j|.  Martino  Bucero  ec  ,  Pietro  Martire, 
«  Bernardino  Occhino,  p  altri  simili  sfra- 
tali. E  72,  Domandiamo  chi  si  dea  credere 


S  F  II 

aver  meglio  dichiarato  la  Scrillura,  0 
questi  sfratali,  o  que*  santi  doliori? 

SFRATTARE.  In  signi/ic.ott.  .Mandar 
via.  Lai.  elicere.  Gr.  «/|3a>).eiv.  Tov- 
lìit.  Quando  egli  vide  ventre  li  cinque 
cavalieri  inrootra  di  lui  .  sì  si  rìcotiforU 
tulio  nel  suo  cuore,  e  divenne  .lutto  fre- 
sco, e  ftTia  tanto  più  forlc  ,  che  tultì  gli 
credea  sfrattare. 

g.  I.  Sfrattare,  in  signifìc.  neutr.  Andar 
vili  con  prfsttzza.  Lat.  aufiig*  re,  exc<de 
re,  erumpere,  evadere  ■  Gr.  È^opiià.-^. 
Buon.  Fier.  l^.  ^  li.  E  questi  e  quel 
slr.ipparsele  1'  un  I*  altro  Dì  man,  fare  alle 
pugna,   urlar,  st'i  aliare. 

^  ^'  g.  il.  Sfrattare  il  paese,  o  simili, 
vali-  Lasciare  con  prestezza  il  paese  j 
Andarsene  via  prestamente  dal  paesi-, 
Maini.  5.  l3.  Gli  pri'{;a  che  le  dieu  qual- 
che segreto  Da  far,  senz"  altre  guerre  ov- 
vcr  coDlesp,  Che  quelle  genti  sfraltico  il 
paese.  (B) 

SFRATTATO  .  Ad.ì.  da  Sfiattarc, 
Buca.  Fier.  I.  5  II.  sfrattata  qui  Ila 
diversa  bruzzaglia,  Tutti  eccoci  all'aper- 
to; or  respiriamo. 

SFRATTO.  Lo  sfi  aitare.  Lat,  cxces- 
sits.fugn,  Gr.  £Cv,«v]3i;,  fv'/ri.  /il'. 
Visc.  Ara.  3.  Credo  bensì,  che  di  questi 
gran  riatti,  greti  e  ridossi  ec.  se  ne  fac- 
cia talvolta  un   grandissimo  sfratto. 

g.  Dare  altrui  lo  sfratto  ,  dicesi  del 
Farlo  sfrattare.  Lat.  in  m/mm  mittere, 
fui:ae  Iradcrc,  umnnttare,  cli"'inarc.  Gr. 
yuyaJì'JEiv  .  aTTOTTì'/JTrstv.  È/^y'jXziii. 

>V'  SFREGACCIOLAHE,  lepoiermente 
fregare.  Accad.  Cr.  Mess  Gli  altri  erano 
nudi,  e  tulli  sfregaccìolati  con  varie  tinte 
e  colori,  coi  quali  si  dipignevano  lutto  il 
corpo,  e  la   facri;i.  (A) 

•\'  SFREGACCIOLATA,  leggiero  sfre- 
gamento, lied.  /.eli.  Al  Uilirambo  dell' 
acque  do  dì  quando  in  quando  qualche 
sfrepacciolata  di  pennello,  ma  non  con- 
cludo il  lavoro  (fjiii  per  meta/  )  .  (A) 

t  =i=  SFREGACCIOLO.  Linea,  0  Pa- 
rola mal  falln,  Jntta  olla  prggioj  Fregac- 
ciolo.  Prcs.  Fier.  6.  28.  Fuvvi  un  pra- 
tico in  iscrìtture  anti<be,e  rhe  intendeva 
ogni  sfregaccìolo,  cgni  slraccialo  er. ,  che 
disse  che  ce.  (*)  Bellin.  Disc.  2  26. 
Che  cosa  vedeste  voi  mai  più  strania- 
mente informe ,  e  più  lontana  da  ogni 
ben  pratirata  teggp,  di  bt  n  caratterizzare 
quanto  le  cifre  da  scriver  lelteie  7  non 
paion  elleno  veri  girig'  golì  ,  e  veri  sca- 
rabocchi ,  e  veri  sfregacrioli  tirati  giù 
alla    peggio  ?  (F) 

t  SFREGAMENTO.  Lo  sfregare.  Lai. 
friitus.  Gr,  Tj:t'i|;((;  OU,  Com.  Purg.  21. 
38t).  Il  quale  per  vicendevole  sfregamen- 
to, e  forte  mo\imenlo  s'afTiicra. 

SFREGALE  ,  FrVL-nre  .  Lai  fricare  , 


S  F  R 


u8i 


perfiiccre  .    Gr.    tpl^z 


X7p{^£ 


Piillad.  JVovewb.  5.  E  mczzolanamenle 
rimosso  da  umrre,  scavarlo  spesso,  e  sfre- 
garlo .  Tes.  Pov.  P.  S.  Cftp  i5.  Sfrega 
spesso  il  dente  con  sugo  di  pastinaca  ,  e 
anderà  %ia  la  doglia  grjnde  (cos)  m-'lt  sti 
a  penna  j  ali  une  slampe  hanno  frega  ). 
Bed.  Oss.  art.  iii.  Feci  sfregare  ben  be- 
ne tutta  rìnterna  cavità  d'un  vaso  dì  terra 
ccn  spìcchi    d'  aglio. 

SFREGATO.  Add.  da  Sfregare.  Lai. 
fricattis  ,  prtftiraltis  .  Cr.  TtTptfxyi'JOi. 
Tes.  Pcv,  P.  S.  cap-  i5.  La  radice  del 
Io  elliboro,  sfregala  al  dente  caccia  la 
doglia  (così  ne*  testi  a  penna  ;  gli  stam- 
pati hanno  fregala  ). 

5  SFREGIARE.  Tor  via  il  fregio  , 
cioè  l'  ornamento  .  Lai.  honore  spoliare  . 
Gr    aTt/it/v. 

=ì*  g.  I.  E  in  signific.  neutr.  pass. -Per- 
dere il  fregio.  "  Dant.  Purg  8.  Che  vo- 
stra gente  onrata  non  si  sfregia  Del  pre- 
gio della  borsa,  e  dclld  «pada  ...  {Nj 


g.  II.  Sfregiare,  si  dice  anche  il  Fare 

un  taglio  nel  viso  altrui.  Lai.  vulnus  ori 
infligere  .  Farcii,  Suoc.  2.  |.  Io  non  ho 
bisogno  della  nimirizia  di  persona  ,  e  d' 
essere-  Una  sera  sfregiata  a  vedere  e  non 
vedere.  Tac.  Dav.  I  it.  Agr.  398.  I  Ba- 
iavi adunque,  stofcbrggiando,  sfregiando, 
con  le  punte  degli  scudi  ferendo,  rolli 
quei  del  piano  ,  sì  spinsero  verso  i  colli 
(il  testo   lat.   Ita    ora   foedare  ). 

SFREGIATO.  Add.  da  Sfregiare. 

SFREGIO.  Taglio f, Ilo  altrui  sul  viso. 
Lai.  iulniis  ori  infliclum. 

g.  I.  Sfregio,  si  dice  anche  In  Cicatri- 
ce che  ili  tal  taglio  rin:nne  .  3ìalm.  j. 
66.  Gobba  e  zoppa  è  costei,  orba  e  man- 
cina; Ha  il  gozzo,  e  da  due  sfregi  il  viso 
guasto . 

g  II  Sfregio,  fguratam.,  si  dice  an- 
chf  per  /smacco  ,  Infamia  ,  Disonore  . 
V  LaiC,  rini.  I.  107.  Fiorenza  mia,  va', 
ficcali  *a  un  forno  .  S*  al  gran  Boccaccio 
tuo  con  tanto  secrno  Lasci  far  tanti  sfregi 
in  suììà  f-dcc'\:ìlptir la  contro  il  Bii^celli).  (B) 
Menz.  rini.  E  tu  seguì  color  che  son  di 
sfregio  Alle    nobili  Muse.  (F) 

fSFRENAMENTO.  L'esìtere  sfrenato, 
0  lidnzioso  ,  Sfrenatezza.  Lat.  licentia  , 
impiidi'ntia.  Cr.  avat^jjuvTt'a,  avai'Jca. 
Pist.  Cic.  a  Qnint,  Dov'  è  infinita  licen- 
zia, cioè  sfrenanieulo  degli  uomini.  Ulor. 

5,  Grcg.  Lo  rìdere  corporale  procede  in 
questa  vita  da  uno  sfrenamento  di  disso- 
luzione On.  Cum.  Pu'g.  12.  2o4-  Cre- 
spamenlo  di  naso,  levar  di  ciglia,  sfrena- 
mento d'  ocrbto, 

SFRENARE.  Cware  il  freno.  Lat.  e/- 
frcEr.are.  Gr.  a);:<)tv3Ùv, 

g.  I.  E  per  metaf.  Frane  Sacch.  rim. 
32.  Lussuria  sfrena  ogni  tua  vena.  Mor. 
S  G'eg.  2.  II-  Perocché  Incendo  non 
maculò  la  coscienza,  ne  in  parole  d'im- 
pazienza sfrenò  la  lìngua. 

g.  II.  In  signfìc.  neutr.  pass,  vale 
Trarsi  il  freno  .  Lat.  siti  franum  de- 
trnhete.  Cr.  ÉauTW  OTo'/itov  KTOou^cetv. 

g.  III.  Ftgurntnm.  Vale  Divenire  sfre- 
nato ,  licenzioso  ,  Fccedtre  .  Lai.  effra- 
nuni fieri,  e[Jrcenari.  Gr.  a'xa'/tvcv  71'vsff- 
9ki.  Amm.  Ani,  ?0.  1.  li-  L'ira  si  pa- 
lesa ,  e  nella  faccia  esce,  e  quanto  è 
ma(;giore ,  tanto  più  manifeslamenle  sì 
sfrena.  Frane.  Sacch.  rim.  3i.  E  l'aspet- 
tar gli  grava;  onde  si  sfrena  Ciascun  nel 
pianto,  il/'  r.  S.  Grcg.  Quegli  sostiene  1* 
avversi'ade  di  questo  mondo ,  siccome 
maldicente  .  lo  quale  per  quelle  sì  sfrena 
a  dire  ingiuria  conira  li  suoi  persecutori. 
K  altrove:  Alcuni,  per  paura  di  sfrenarsi 
in  troppo  parlare,  si  chiudono  dentro  alle 
mura  del  silenzin  più  del  bisogno. 

^'  SFRENATAGCI>E  .  S/renatrzza  . 
Lat.  effrccnaiio  .  Cr.  axaSe?t'«  .  Segner. 
Pred.  17.  4.  Fate  che  dopo  contumacis- 
sima infermila  riportìam  perfetta  salute, 
non  torniam  subito  agli  amori,  alle  sfre- 
nataggìni,  alle  rivalità?   (*) 

t  SFRENATAMENTE  .  Avverò.  Con 
modo  .^frenato  ,  Licenzicsamcnte  ,  Impe- 
tuoiamente.  Lai,  effraenate ,  laxe ,  licen- 
ter,  dissolute.   Cr.    aj^yJt'vw:.  Ceffi.  Par. 

6.  Acciocché  questo  male  così  sfrenala- 
mente  non  si  facesse  -  Pos^.  332,  S'  av- 
ventano sfrenatamente  a  seguire  l'appetito 
sensitivo.  Fi-'oc.  166  Bagnando  delle  sue 
lagrime  il  bianco  petto,  sfrenatamente  si- 
cura conira  Ì  nimici  ferri ,  incominciò  a 
cercare  Ira'  morti  il  corpo  del  suo  caro 
marito.  Introd.  f'irt.  326-  Vcniano  mol- 
to isfrenalamcnte  e  cnn   gran   furore. 

SFRENATEZZA.  Sfrenamento,  SovcT' 
chia  licenzia  .  Lai.  epraenatio  ,  licentia  , 
insoirntia.  Gr.  a/a9e?i«  •  Bui.  Inf.  1. 
Significando  ec.  per  la  dolce  stagione, 
eh' è  la  primavera,  la  sua  giovanezza.  la 
quale  era  domevote,  passala  la  sfrenate»- 


iiSa 


S  F  n 


S  F  R 


s  F  n 


z»  dell*  adolejcoaia  .  T^'C.  Dav.  Ann.  3. 
72.  Egli  uti  petto  pensò,  se  rillerierc 
Unta  fcfreaatczz4  di  voglie  sareltbo  posii- 
bile  (  a  lesto  lat,  ha  profane  cupi* 
diaci  ). 

SFRENATISSIMO.  Saperi,  di  Sfrena 
to.  Fr.  Giord.  Pred.  li,  Uomioi  largacci 
di  bocci,  e  di  liogua  sfreoatissima.'!^  Pclr. 
Uon.  ili.  iq.  Fu  (Claudio  imperatore) 
io  libiclin'^  di  femiDe  sfrcoalistlniu.  (f) 

t  SFRENATO.  .4dd.  da  Sfrenare.  Lai- 
cffraeniiSt  eff'racnis.  Or.  à.X'JiXi'iOi.  Bocc, 
nov.  62*  12.  In  quella  guisa  ,  die  negli 
vmpii  campi  gli  slroQati  cavalli,  e  d'amor 
calJi,  le  cavalle  di  Parlia  assaliscouD,  ad 
eSeUo  recò  il  giovcoìl  deiiderio  .  Frane, 
Saccfi.  Op.  div.  ^g.  Voi  siete  colli  capi- 
Udo  ,  u  domatore  d'  uq  cavallo  ifreoato. 
fiat.  Purg,  32  I.  Foni  la  saetta  sfre- 
nata va  iJQto  io  Ire  su'-llalr,  quanto  era - 
ino  rimassi  (fjui  per  stmilH,  e  vale  Uscito 
dt-'li'  arco  ). 

f  3'  '•  Figuratam.  per  Licenzioso,  Re- 
p.'ntc.  Impetuoso.  Lai.  ejfraenatus,  inso- 
lens.  Gr.  a'xxXtvc;.  G-  F.  11.6.  6.  Lo 
sfrenato  popolo  di  Bologna  gli  vennero 
dietro,  egridando  eoa  villane  parole.  Pctr. 
san.  /jo.  Così  M  desio,  che  seco  non  s*ac- 
norda  ,  Nello  sfrenato  obbìctto  vien  per* 
denJo.  OU.  Cam  P.ir  i.  12.  Consuma- 
te Ili  furti!  ,  e  viuta  per  la  fatica  della 
sfrenala  fuga.  Albert,  cap,  33.  E  se  vuoi 
aver  lod^*  e  buon:i  fanu ,  fuggi  d'esser 
lascivolo,  cioè  sfrenalo. 

§.  II.  Per  Ecc-Siivo.  Lai.  tmmodicus , 
Imminis  .  Gr.  ùfitTpOi  ,  ùnipp-tTpoi  . 
Mnestruzz.  2,  32.  3.  Quante  cose  sono 
qavlle  cbc  tolgono  la  copia  di  provare 
per  tcstimanti?  ec.  item  il  oumeio  de*te- 
ìtimonii  sfrenato. 

■J-  *  g.  III.  Sfrenalo  di  mangiari:  ,  0 
di  bere,  vale  Intenìperanti".  Petr.  l/om. 
tU,   IQ    Fu  nondimeno  Claudio    di    man- 

f;Ìare  e  di  bere  in  ogni  tempo  e  in  ogni 
uogo,  mollo  sfrenalo.  (ì'^) 

§.  IV.  Alti  sfrenata,  pot(^>  nv^erbi'ilm  , 
vafe  Sfrenaiamcatc  .  Lai.  eff'raenatc  ,  li- 
center,  dissolute.  Gr.  «jjxìtvwrw;.  Fr, 
Zac.  T.  ì.  9.  5a.  Ve  n'andate  alla  sfre- 
nala Con  la   faccia  ben  lisciala  . 

SFRENAZIONE.  Sfrenamento  .  Lat. 
licentìat  ejfraenatio.  Gr.  axase^i'a»  Colt. 
Ab  /siiac  ,  cap,  1-,  Mentre  cbe  ella  sta 
di  lungi  a  quelle  cose  che  banno  ad  ope- 
rare isfrcnatioue.  E  cap,  3o-  Che  tu  per 
isfronation*.'  di  parlare  non  raffreddi  l'ani- 
ma  tua  . 

•f  SFUENELLARE.  Far  quel  roma- 
re  ,  che  fa  la  ciurma  nel  calare  i  remi 
in  acqua  per  sarpan'*  Poliz.  Stanz.  2. 
1^.  Come  al  llscbiar  del  cimilo  sfrcncllaLa 
nuda  ciurma,  o  i  remi  mette  in  voga. 

#  SFIUGOLARE.  Quel  ro'uoretto,  o 
franar,'  che  fa  il  peicc,  0  la  frittura  nelli 
pali-Ita  ,  nirntre  si  f'i<;s;e  .  lìart.  Ben. 
ritti.  3l.  Ponla  pur  giuso  (la  lira),  e 
piglia  una  padi>lla;  E  voi.  Muse,  uà  leg- 
iadro  coQtr-ippunto  In  su  lo  sfrigolar  fate 
i  quflla.  (/l) 
SFRINGUELLARE.  Cantare  j  e  dice- 
sì  propriamente  del  fringuello  ,  quando 
canta  alla  dittesa  ,  e  ft  ti  suo  verso  as- 
sai lungo. 

S-  Fcf  mciaf  vale  Parlare  arditamente 
de' fatti  altrui.  Lat.  ùtrociter  ohtoqui  j 
audacti-r,  patnni  ,  Ithere  loqui.  Gr.  TZa,^- 
fSijiia^ii*-  7'ac.  lìav.  Ann.  i  B.*».  Nelle 
morii  dt'  padroni  le  lingue  slrioguellano 
(  il  testo  tat.  ita  dlrorioro  sempcr  fama 
orga  dominantium  f^itlus  ) 

SFni/.ZARE.  i'riiiare.  lìuou.  Tane. 
t.  I.  E  pjr  *n  un  rorlo  mo*  rUe  'I  cuor 
mi  sfritti ,  Come  cbi  mangia  cìpolU  ace- 
tosa. 

1*  SFROGIATO  .  Add.  Sema  froge  ; 
<hI  i  asgiunto  di  nito.  C^r    IS'n*    a^.  Si 


li' 


truovaoo  ccrli  nasoni  stiacciati  alla  tar- 
taresca; ccrli   sfregiati  allj  corvatesca.  (C) 

SFROMBOLARE  ,  Tirar  colla  from- 
bola. Lai.  funda  lacere.  Gr.  5p!y<?3veTv. 
V  Corsin.  Torracch.  g,Sif.  Segue  pur  di 
Meoo  r  agra  tempesta,  Pcrch'egli  tutiavia 
ciottoli  sfrombola;  Gode  ce.  (Bj 

g.  Ptr  metif.  Buon.  Fier,  4.  a.  7.  E 
sfromboli  xeccbini,  e  doppie  sooccioli. 

3  SFRONDARE.  Levar  via  le  fronde. 
LjU  frontare  ,  fromles  divellere  .  Gr. 
fiXXoToptTv.  Silv.  rim.  Scuota  pur,  se 
gli    aggrada,  e  sfrondi  e  scbiiole  O  ramo 

0  tronco  aspra  tempesta  ,  e  fella  .  Bern. 
Ori.  1.  |6.  i3.  Siccome  un  arbuscello 
sfronda  e  scoria  Colla  grandioe  spessa  la 
tempesta.  F  2.  i5.  12.  Qual  suol  di 
Miggio  La  dolorosa  ed  orrida  It-mpesla 
Sfrondar  gli  alberi,  e  1*  erbL*  alla  foresta. 
A'ani.  Colt.  3.  !>3  Indarno  spendi  Tanti 
atìfanni  o  sudor  d*un  anno  intero  A  po- 
tare, a  zappare,  e  sfrondar  viti  . 

#  §.  I.  P^r  Far  perdere  le  foglie.  «  Se- 
der. Colt.  II.  Il  Sole  Della  prima  stagione 
vcslc  gli  arbori  ec. ,  nella  quarta  gli  sfron- 
da -.  (Cj 

*  §.  II.  E  neulr,  pJSS-,  per  /ffron- 
darsi.  Perder  L- foglie .  Beli.   }fan.   65. 

1  rivi  scemcran  per  pioggia  ,  E  sfronda* 
ransi  a   primavera  i  colli,  (f)) 

*  §.  111.  E  neutr.  ass.  Sannat.  Ar- 
acid,  egl,  2.  Così  per  bea  guardar  (  le 
mtndre )  sempre  a*  abboodano  Io  latte  e 
'u  hne  ,  e  d*  ogni  tempo  aumentano  , 
Quando  i  boschi  lon  verdi ,  e  quando 
sfrondano    (F) 

SFRONDATO.  Add.  da  Sfrondare  , 
Lil.  f rondati s  .  -^  C.ir.  En.  12.  35o. 
Poiché  reciso  Dal  vivj  tronco  ,  o  da  ra- 
dice svi-lio  ,  Mjncò  di  midre,  e  già,  d* 
arbore  eh'  era,  Sfrondato,  diramato  e  secco 
legno  Di  già  venuto,  ec.  (B) 

SFRONDATORE  .  Colui  che  sfronda. 
Lat.  frondator.  Gr.  ^•jXÌQripOi  .  AUm. 
Colt.  \.  i3.  Accorto  sveglia  11  bouno 
kfrondator  ,  eh*  all'  altra  prole  Di  legìtli- 
mo  amor  nou  furi  il  latte. 

SFRONDEARE.  /'.  A.  Sfrondare.  LaL 
sfrondare  >  frondcs  divellere  ,  Gr.  oul- 
).070_uerv  .  Montem.  son  22.  Ma  poiché 
'l  borea  vento  le  sfrondci  ,  Rare  vuUc  , 
signor  mio ,  se  ne  coglie  (  la  moderna 
edii.  leg'c  :  Cbe  poìcbc  al  borro  vento 
alma  dunnea  ). 

•f  SFRONTARE  Ne<,tr.  p,„s.  Pren- 
dere a'diie  ,  o  yfJ.j/iS'j.  Lat.  aniniot  su- 
mere. Gr.  ^xpTOi  oupuv  .  Car.  leti. 
1-  162-  PoichL-  mi  sono  sfroala|.t  a  ve- 
nirvi ora  innanxi,  perche  non  sia  in  V4110, 
vi  domando  in  gratia  che  vi  degnale  ac 
evitarmi  per  servidore. 

*  §  E  in  signific.  att.  vale  Levare^  0 
Tor  Via  la  ver-^ogna  .  fìart,  Geogr.  26. 
L'  assui'fare  ad  uoo  la  fronlu  al  rossore 
della  vergogna  the  ammincudolo  se  ne 
trac,  è  finalmente  sfroutailu,  q  col  Unto 
usarlo  a  vergogna,  condurlo  a  non  patir 
di  vergogna.  (Br) 

SFRONTATAMENTE  A^'verh.  Sfac- 
ciàtamette.  Lat.  impudenter,  int-errcundt-. 
Gr.   afvai^ù;,  ocvo(t?j;jVTWi. 

•f  «  SFRONTATEZZA,  ^^.tcciatecsa , 
Sfrontataggine  Stli-in  t'>pp.  Cacc.  3.  112. 
Allora  alla  ciltade  Presso  ne  virne  la  ma- 
ligni bfslia  (il  lupo).  Dì  tutta  sfronla 
lesta   rivestita  ,     Per    cigiun     di    mangia- 

r.-.  ^'/; 

«  SFRONTATISSIMO  .  Super/,  di 
.Kfronta'o  .  Lit.  tnipudentisumut  .  Or. 
iTa^w'raTo;.  Segmer  Pr,d.  35.  il.  Ma 
oh  tracniania  di  giudirn  sfronialiviimo  I  (*) 

I  SFRONTATO.  Ad.t.dt  S/r^ntire;  lo 
stesiti  che  Sfacciato.  Lat.  impudicus,  in- 
honestus.  Gr.  ot9i)iyi)'{  ,  otvayyof  .  Colt. 
Ab.  Jtayc  ,  cip.  3o.  Gli  sfiontati  e  gli 
svergogniti  taranoo  MOia  la  fiamma  dello 


Spirilo  Santo.  Ou.  Com.  Purg.  sB.  l^l. 
Verrà  il  tempo,  che  le  donne  FioreotiDfl 
andranno  si  disoneste  e  sì  sfrontate  oell' 
abito  dello  corpo,  cbe  fij  bisogno  cbe  li 
frali,  e  li  religiosi  inlerdichioo  loro,  e  di- 
vietino quello  ifacciamento  .  Buon.  Fier. 
I.  4-  6*  Toh  sguarda  aliicrol  toh  sfrontata 
fronte!  E  3.  5-  5.  Sfrontato  ebbe  a  depor 
quella  saliera  . 

SFRONZARE.  Sfondare,  L»l.  fronJh 
bui  vac'ium  reddere .  Gr.  ouDotouiTv  . 
Mt-nz.  .fai.  4-  Che  vi  sbarbiclii  Apollo,* 
che   vi  sfroDti  (qui  per  metaf). 

5  SFRUTTARE.  Parlandosi  di  terre- 
ni,  vate  fìi-n  Urli  infruttuosi,  sterili,  » 
meno  atti  al  fruttoj  Indebolirli.  Lai.  ef 
foetum  reddere. 

^  %.  \.  E  neutr.  pats.f  vale  Divenire 
infruttuflio.  ♦"  Salvia.  Pros,  Tose.  1.  168. 
Qualunque  terreno  ,  bt-nchè  d*  ìndole  fe- 
conda ,  e  di  gi-nio  pronto  a  fruttificare  , 
se  non  e  fallo  alcun  tempo  riposare  ,  u 
sfrulla  e  stancasi  «    (BJ 

§.  II.  Trattandoti  d'altre  cote,  vate 
Cercar  di  trame  pia  frutto  che  si  può  , 
senza  aver  riguardo  al  manlenimenty.  Lai. 
fructibus  vacuum  reddere,  Gr.  otxa^T^v 

3  SFRUTTATO.  Add.  da  Sfruttare. 
Lat.  eff'oelus  .  Ltb.  Fred  Possedeva  00 
poderiiio  sfruttalo,  e  male  io  arnese. 

*  §.  E  ftquratam,  «  Red.  tns,  7.  La 
quale  avendo  per  qualche  tempo  durato 
ad  essere  di  cosi  maravìglìosc  geocratìonì 
feconda  ,  in  breve  ,  qiusi  fatta  vecchi»  e 
sfruttata,  divento  ilett\e  >*.  (B) 

SFUCINATA.  foce  basta.  Moltitudi^ 
ne  ,  Gran  quantità  .  Lai.  agmen.  Hfmim, 
12.  9.  E  che  fuor  drl  castello  il  pfpol 
piove,  Che  ognor  ne  scappa  qualche  sfu- 
cinata . 

SFUGGEVOLE  .  ^rf./.  Che  sfugga. 
Allo  a  *fug':ire  ,  Lattile  .  Lai,  fugax  , 
fluxus.  Gr.  y<UTiir5>,  pSUJTtxa't-  Antm. 
Alt.  9.  8.  33.  Ella  (la  memoria)  è  cosa 
sfuggevole  ,  e  alla  turba  delle  cose  non 
basta.  E  37.  4-  6-  Di  tutte  cose,  che  dì 
fuori  abbùDdauo,  isfuggevole  e  non  certa 
è  la  possessione. 

S*  Sfugaevole.  vale  anche  Per  cui  a  gè- 
vjtmeate  si  sfugge;  Liscio,  Lubrico.  Sa^g- 
nal,  esp  1^  H  solliìissimo  umido  ce.  , 
giù  per  lo  dosso  sfuggevole  del  cristallo 
sdrucciolando  ,  a  mano  a  mano  distilU  . 
E  2\,  Ma  al  roulrario  i  liquori,  for^c 
per  lo  liscio  sfuggevole  re.  ,  cedono  per 
ogui  verso,  e  sparpagliami. 

SFUGGEVOLEZZA.  A itr alt o  dt  Sfug- 
gevole ,  Salvin  PifC.  ì.  188.  In  tanU 
brevità  della  vita  ,  in  laala  sfoggevoleua 
di-1  U  mpo. 

*S."OGGIASCAMENTE.  Avverb.  Fug- 
giascamente. Lasc.  Crn.  1.  nov.  6.  paf;, 
127.  Così  un  giorno  in  sull'ora  medesinu 
sluggiascainente  se  ne  veune  alta  strada 
l>er  la   via  del  Gallutao.  ce.  (S) 

SFUGGIASCO  Add.  Fuggiitco.  Lai. 
profugut  .  Gr.  J^Tì'tiì;  ■  J'arch.  Stor. 
12.  4^8  Miclirlji^nolo  ec  era  stalo  negli 
ultimi  giorni  dell'  assedio  sempre  sfuggia- 
sro.  Alleg.  123.  Vcnutosroe  (ter  questo  in 
terra  sfuggìaseo.  B^-rgh.  Ung.  Fir.  149- 
Sfiipgiaschì  ;i  Crtsti->ni),  e  occullamenle,  o 
in  luitghi  spesso  privali  r  sempre  segreti  sì 
ragiinavano  a  celebrare  i  divini  unaii 

3  .^.'.'.t  sfu^giasca  ,  e  Dt  tf^igittico  , 
p^sti  awfbiitlm.  ,  vngliono  Dt  natcoso  , 
Aatcosamente  ,  Di  passaggio-  Lat.  clam. 
Il  iransitu  Gr  ìx^pMbi^,  tv  rrt^poioè. 
Sen.  Ben.  F*rch.  2.  27.  Certi  ringraaì-»* 
no  iijs'itiamriitc  iltì  li  benefica  ,  e  alla 
sfuggijsca  IO  qualche  cantone,  e  alPorec- 
c\ìui  .  /).if.  Sctsm.  75.  Alcune  nicue  n 
dìcieno  e  udìrno  dì  sfuggiasco. 

SFUGGI.MENTO  .  La  {fuggire  .  La  1 
fuga,  evitatto.  Gr.  fMfÀ*  t^Xà/in'X*  Hed. 


S  F  U 

Jnnot.  Dittr.  26.  S'  iadìrÌzz.-)Do  le  dette 
operaiioDÌ  al  coas«guioieDto  d^lla  Tirtù,  e 
silo  sfuggiineolo  del  tìzio  .  Borgh.  Rip. 
l4o-  Colle  ÌDlcrsecazinni  e  sfuggimeDti 
che  si  altoDtaDÌQo  dall*  orecrhiu  come 
con  vi  eoe . 

J  SFUGGIRE.  Scarnare,  Schifare.  Lat. 
'Jfngere  f  y.i^fie  ,  vitare  ,  àetrectare.  Or. 
ft\h  Etv.  #  Lih.  cur,  matatt.  Nelle  esul- 
cerjzioDÌ  procuri  il  ImoD  rhirurgo  di  ^fug• 
gire  U  in6jmmii)onc  .  (S)  Onice.  Slor. 
2-  106  Coutiouò  senza  dijjzioiif  il  ram- 
mÌQo  ,  e  «fuggeodo  per  h  medesima  ca- 
gìnne^  per  la  quale  aveva  sfuggilo  Rimi- 
dì,  di  passare  per  il  tcrrilorio  di  Faema. 

firesa  la  via  de'  mooti  ce  andò  a  Imo- 
a.  (/.}  Fir.  Asin.  ly^.  Avendo  avuto  in- 
ditio  rb*  egli»  per  idtuggir  l'onde  de!  ma- 
re, se  n'era  entrato  in  una  certa  I>o(lc- 
ghetta  assai  vicina  al  mar<-  e  alla  nave  , 
là  in  sul  primo  sonno  noi  l'assaltammo, 
e  togliemmogli  ogoi  cosa.  Tac,  Dov.  ydnn. 
4*  100  Anche  in  Hodi  sfuggiva  la  brigala, 
e  i  piaceri  nascondeva. 

*  S-  I.  Sfuggire  t'occhio,  dicesi  delle 
cose  che  per  la  toro  ficcolezza  non  sono 
vedute  da  chi  le  assenna,  m  Sneg*  aat*  esp. 
123.    Non  era    né    meno  iì  pìccolo  ,  che 
sfaggiue  l*  occLio  di  chi  l'osservava  »,  (Cj 
^-  §.  II.  Sfilagli  e.  Tirm.  di  Ptospett.  e 
Più.    È  qutll'  aUontnnarsi  che    par    che 
J^tcciano  d.iU*  occhio  i  c-isamenti,  e  fabbri- 
che tt'-ate  in  prospettica  col  punto  j  e  /j 
.J^8**'-    ^^^  pittore  rappresentate  in    lonta- 
nanza, che  a    proporzione    diminuiscono , 
seguendo  la  proporzione  dello  sfuggire  de* 
piani,  e  delle  medesime  prospettivej  il  che 
si  fa    dall'  artefice    non    tanto    ed    dimi- 
nuire della  grandezza,  che  con  la  degra- 
ttaaione      del     colonia    .     Baldin,      l'oc. 
Dis.  (/i) 

SFUGGITO.  Add.  da  Sfuggire,  Fug- 
gitivo. Lai.  fu^itivns,  exul.  Gr.  yuya'^. 
G.  V.  4-  l4-  1-  Ove  abitava  il  padre  e 
la  madre  d'  Arrigo,  isfuggito  e  in  bando 
dello  'mpcrio,  per  micidio  fatto.  'Vac.  Dav. 
Ann,  6.  123.  Ad  Orude  :;,duuqut',  così  d* 
siali  ifoinilo,  Farasmane  Ìngross:ito  pre< 
•eotava  battaglia,  e  sfuggilo  lo  travagliava 
(il  testo  lat.  ha  delrcctanlem). 

§.  Alla  sfuggita,  posto  avieri/iaìm.  vale 
Con  poco  agioj  Quasi  furtivamente.  Lai. 
latenter,  furtim  Gr.  ìd^px.zj  •nxjjooia, 
Bocc.  nov,  ^\.  5.  E  questo  detto  uiia 
volta  sola,  sì  baciarono  alla  sfuggita.  Fir. 
nov.  X.  ig5  11  quale  aveudo  non  so  che 
volte  veduta  questa  giovane  così  alla  sfug- 
gita, gli  parve  conoscerla. 

•f  *  SFUMAMENTO.  Lo  sfumare  j  e 
figurai.  Segno,  Apparenza.  Bel/in.  Bucch. 
101.  Di  cui  solo  son  ombra  e  sfumameu- 
to  Le  poche  che  toccar  di  sopra  osai,  Ed 
ogni  lor  materia  ec.  (Aj 

*  SFUMANTE.  Che  sfuma  j  ed  è  per 
'o  più  aggiunto  di  cofoie  digradato  in 
modo,  che  lo  scuro  sia  doUcr-ente  confuso 
col  chiaro.  Ccnn.  Cenn.  pag.  l5.  Ed 
etiaodio  1*  acqaerelle,  che  ci  dai  su,  non 
»i  appjriicono  sfumanti  e  chiare,  come  fa 
a  modo  detto  io  prima.  Hald-.n.  locai. 
Dis.  AjLiTiSTA,  Gioia  di  mollo  valore  , 
del  colore  drl  fior  del  pesco,  e  per  lo  più 
di  color  paonazzo,  o  del  color  dell'  uva  , 
con  \c  macchie  granellose  dello  stesso  co- 
lore .  ma  più  chiare  .  o  bianche  sudice 
sfamanti.  (B) 

SFUMARE,  e  SFDlIMARE.  Esala, e  , 
Sfondar  fuori  il  fumo,  il  vapore,  o  altra 
cosa  gimtlej  e  si  usa  in  signtfic.  alt.  e 
neutr.  Lai.  vaporare  ,  evaporare.  Gr. 
ar/«^6ev.  Cr.  4.  io.  3.  S"  egli  non  sarà 
poco,  e  sì  maturo  e  vecchio  ,  che  ogni 
calore  del  letame  sia  esalalo,  cioè  sfuma- 
to. C.rijf.  Coli.:  I.  25  Per  gentilezza  sì 
trae  qualche  rutlo ,  E  sfuma  un  poco  il 
^io     prr  la   visien     ^''gg    nat.  etp.    263. 


s  r  U 

Quello  alito  ancora  di  6nis5Ìmo  spirito,  che 
sfuma  nel  tagliar  la  buccia  d'  uo  redtato 
acerbo  ce,  nuo  penetra  a  dare  odore  al- 
l'acqua che  in  vasetto  dì  sfrgUa  sottilis- 
sima di  cristallo  ermelicamenie  sia  chiusa 
g.  I.  Per  metnf.  Buca.  Far.  {^  2.  7. 
L'a  cavalieri  maneggiar  cavalli,  Sfumare  , 
fjr  le  smoiBe.  Bern.  rim.  j.  4'-  Farò 
versi  di  voi,  che  sfumnieranno-  Cor.  It  tt. 
2.  1.^7.  Fiu  che  sfumi  la  memoria  di  que- 
ste vostro  accidente  {'cioè,  svanisca). 

*t  g.  H.  Sfumale,  tenti  de' ì'utori , 
in  signific,  att.  \ale  Unire  i  colori,  con- 
fondendo/i dolcemente  fra  di  (oro  j  e  in 
significalo  neittr.  vate  Essere  digradalo 
in  modo  il  coiort-,  che  lo  scuro  sia  dolce- 
mente confuso  tei  chiaro,  v  ì  as»  Op. 
Fit.  3.  9.  Seguitò  dopo  lui  ec.  Giorgìone 
da  Castel  Franco,  il  quale  sfumò  II-  sue 
pitture,  e  dette  una  terribil  movenza  alle 
sue  cose,  per  una  certa  oscurità  di  ombre 
bene  inlesa.  (  C) 

*  SFU-^IATEZZA.  Temu  di  Pittura. 
Ciò  che  fanno  i  pittori  dopo  che  hanno 
posato  il  colere  al  suo  luog)  nella  tela,  0 
tavola,  per  levar  tutte  le  crudezze  de* 
colpi,  (J) 

*t  n'  SFUMATISSmO.  Supirlnt.  di 
Sfumato.  Magiìl.  part.  1.  Itti.  4.  Appena 
da  certi  sfumatissimi  sbattimenti  sì  accor- 
gevano che  vi  fossero  iauguaglianze.  (A) 

5  SFUiUTO.  Add.  da  Sfumare.  Lat. 
vaporctus.  Sa^g.  nat,  esp.  261.  Fiocb'c 
dissipato  e  sfumalo  Ì'  sale,  cessa  il  bollo- 
re, e  r  olio  ritorna  al  suo  stalo  ualur^le, 

'■•  §  I-  Sfumalo,  è  anche  Aggiunto  di 
disegno,  o  pittura,  e  vale  Che  ha  uniti  i 
colori.  Baldin.  Focab.  Dis.  x5\.  Lo  stesso 
che  segue  nel  dipigncre,  occorie  ancora 
nel  disegnare,  quando  colui  che  disegna 
slro6n3Ddo  eoo  carta,  con  esca,  o  altro  i 
colpi  della  matita,  cosi  bene  gU  unisce 
fra  di  loro,  e  col  bianco  della  carta  che 
fa  apparire  il  termine  della  macchia  non 
allrìracnti  che  un   fumo,   «he  nelT  stia  si 


S  G  A 


tsà 


dii 


egu 


e  così    fatte    pitture    e    di 


isegni 


dicon.^i  sfumati.  (Cj  F.iS  Fit.  Buon.  V 
erano  ancora  molte  figure  aggruppale,  ed 
in  varie  materie  abbozzate;  chi  conturnaio 
di  carbone,  chi  disegn:itu  di  tratti,  e  chi 
sfumato,  ec.  (Bj 

*  g.  IL  Sfumalo,  parlandosi  di  colere, 
o  Itala,  vnle  Poco  colorito.  «  Sagg.  nat. 
csp.  5.  Ma  essendosi  us<;ervato  che  per 
leggiera,  e  sfumala  che  sia  la  tinta,  oon- 
dimeno  il  cristallo  non  acquista  Licnte.  t- 
in  capo  di  qualche  tempo  macrbiandosi 
viene  a  farsi  maggiore  la  confusione  ; 
quindi  e,  cbe  s't-  m  oggi  dismessa  l'u- 
sanza di  culorirla.  »  lied.  Oss,  an.  3. 
Le  macchie  del  dorso  e  de' fianchi  erano 
veramente  più  fosche,  e  quelle  del  ventre 
più  chiare,  ed  airinloino,  per  cosi  dire, 
più  sfumate  ...  (C) 

SFCMMARE.    ;-.  SFUMARE. 

SG 

SGABBIARE,  d/nirario  d*  Ingabbiare. 
Cavar  della  gabbia.  Lai.  cavea  emittere, 
Gr.  /.JprT,-  apiì'vai. 

SGABBIATO.  Add.  da  S-^obbiare. 

SGABELLARE.  Trar>e  le  mtircanzìe 
di  dogana,  pagandone  la  gaf-eVa.  Lat. 
merrem,  soluto  vecligali,  liberare.  Gr. 
to'  wvtov  e^sVpsTov  Trcisrv.  Amhr.  Cof. 
2.  1.  Diedemi  Tele  di  rensa  sottili  in  un 
cofano  ec,  e  di  subito  L'  andammo  a 
sgabellare.  Fir.  rim.  ii5.  E  le  spalle  si 
possono  agguagliare  A  due  balle  di  fogli 
un  da  Colle,  Che  sien  messi  in  digana  a 
sgabellare. 

§.  Per  similii.  SgùliLllarsi  di  checches- 
sia!, vaie  Liberarsene.  Lat.  liherari  ,  se 
rximere.  Gr.  sauro'v  é.X^.u'bepcvv,  Farch. 
Sto-:   i5.  6it>.  Ma  Filippo  ec.    se    n*  era 


sgabellato  ,  scasandosi  con  dire,  ec.  E 
Succ.  5.  I.  lo  non  me  ne  potrei  sgabel- 
lare. Tac.  Vai;  Ann.  6.  137.  La  madr« 
già  rimandata  l'aveva  con  carezze  lascive, 
indotto  a  cosa  cbe  non  seppe  sgabellarsene 
che  colla  molte  (il  tuta  lui.  ha  quo- 
rum effugium,  nisi  morte,  invcnirel). 

SGABELLATO  Add-  da  Sgabellare. 
Cecch.  Spir.  4.  1.  Egli  ha  mandatoci  A 
tutu  e  duoi  dieci  balle  di  cancheri  Sga- 
belliii   per  qui. 

SGABELLETTO.  /?/„,.  di  Sgabello. 
Lat.  scaninu/um.  Benv.  Celi.  Or,f.  52. 
lo  aveva  posto  il  diamante  in  guìLi  di 
ono  sgabelletto,  dove  il  Dio  Padre  sopra 
si  posasse. 

SGABELLINO.  Dim.  di  Sgabello  j 
Sgabelletto. 

SGABELLO.  Arnese  ,  scpra  *l  quale 
si  siede.  Lat.  scamnum  ,  scnbellum,  Gr. 
^oi^pcv,  ac/avt/.c.  Trail.  gov.  fam.  la. 
L'  anima  tua  hai  posta  per  mezzo  d*  uno 
strumento  sotto  i  pie  del  sedente  sopra  1* 
eccelso  trono,  e  la  terra  tenente  per  suo 
sgabello  .  ^ 

*  SGABELLOHE  .  Acerescit.  di  Sga- 
beiloj  ma  qui  significa  Mensola  di  stucco, 
o  di  legno.  3Iagal.  LtH.  L'accluso  foglio 
bianco  ù  la  misura  del  piano  degli  sgabel- 
loni;  ma  avvertile  che  non  sono  sgabellonì 
di  legno  da  poter,  bisognando,  arquistara 
quattro  diia  di  spazio  con  discostargli  dal 
muro.   (A) 

SGAGLIARDAP.E  .  Ter  la  gagliardìa. 
Lai.  dibi.'iiare,  vires  atìimeie.  Gr.  a'oSa- 
vjjv.  Vani.  inf.  21.  Allor  mi  volsi,  co- 
me r  uom  cui  larda  Di  veder  quel  cho 
gli  convìen  fuggire,  E  cui  paura  subita 
sgagliarda.  Farch,  Lez.  12.  Sforza  in 
questo  luogo  con  voci  significare  altro 
che:  priva  di  forze,  e  toglie  la  possibilità, 
e  (i  ome  noi  diciamo)  sgagliarda. 

*  SGAGLIOFFAEE.  Sborsare,  Sgat- 
agitare  Ccr.  Strcc.  I.  4-  Perchè  mi  fo 
coscienza  di  sgaglioffarteli  (i  tentanti  J  , 
li  voglio  meritare,  con  darti  veramente  la 
nuova  che  tu  desideri  del  padrone.  (BrJ 

*  SGALAiSTE.  Add.  Svenevole,  Sgra- 
ziato .  Lai.  ineplus ,  inelegans  .  Salvin. 
Pros.  Tese.  1.  477.  Io  credo,  come  al- 
tri ancora  osservarono,  che  oiaoriq  e  a:r£t- 
psxu).o^  ,  cioè  disadatto  per  natura,  e  noa 
perito  del  bello,  e,  per  cosi  dire,  sgalaotc, 
potessero  ec.  convenire.  (*) 

*  SGAMBARE.  Menar  le  gambe,  Cam- 
minar   in  fella.  (A) 

•f  n*  §.  I.  Li  signrfic.  neutr.  pass. 
Affaticare,  e  Stancare  sommamente  le 
gambe  .  Malm.  7.  88.  Cosi  conchiuso  , 
corre  cb'ei  si  sgamba,  E  come  un  brac- 
co va  per  quel  deserto.  (A) 

V  g.  II.  Sgambar  via  ,  per  Fuggire, 
Correre  neW  andar  via.  Darla  a  gambe. 
Baldov  .  Vr.  "U  ho  fatto  sgambar  via  di 
galoppo.  (A) 

SGAMBATO.  Add.  Senza  gambe.  Lat. 
cruribus  mancus.   Gr.  ksxeÌhjj. 

§  !■  Sfiamhuto,  fìguratam.,  si  dice  di 
Chi  sia  stracco  per  soverchio  cammino. 
Lai.  nimio  itineris  labore  fé ssus  .  Gr.  ^» 
TùJ  •zopfJi-j'bv.K  [xansd'J  C3ov  TaAatTStìi- 

%.  II.  Sgambato,  e  anche  Aggiunto  di 
una  foggia  antica  dì  cilze.  Frane.  Sacch» 
nov.  76*  Avendo  le  calze  sgambate ,  e  le 
brache  all'  antica  ,  co*  gambali  larghi  io 
giuso.  E  oppresso  :  Brievemente  e*  si  botò 
alla  Nunziata  dì  non  portar  mai  in  tutta 
la  sua  vita  più  te  calze  sgambate  ,  e  così 
attenne  . 

*  §.  III.  Sgambato.  Terni.  de'Glardi- 
nieri.  Dicesi  di  un  fore,  di  cui  sia  rotto 
il  gnmbo.   (A) 

SGA3IBETTARE.  Dimenar  le  gambe. 
Gambettare  .  Lai.  crura  agitare.  Gr.  tal 
ux0.vj   avaxivsìv  .   Buon.  Fter.  4*  a.  7. 


I, 


ii»4 


S  G  A 


S  G  A. 


Furami  io  Ira.luUo  Porn».  ^  coDs,d«« 
cooverua.eDlc  Quei  che,  pass.  eh.  vuole, 
SKamUetUnclo  Slaus.  a   sedere. 

8    1.  Pdr  mei../  SUre    m    OUO.I.H- 

axo^r'.  ex^.v.  rarch.Sior.  12.  46j  • 
Sundoscue  Lulero  »  igimbeiure,  e  a  r.- 

"i  II-  In  provtrb.  si  dice:  Siedi,' 
Sgambem  ,  e  >"Jrai  ma  vendetta  }  eoe: 
JVo„  correre  a  fur.a  a  vendicarti .  poten- 
do conseguire  col  benrJÌM  del  tempo  la 
tua  vendetta,  „ 

SGAMBETTO.  Gambetto.  Buon.  tier. 
3.  4.  9.  Gran  paura  eh'  i'  ho  degli  sgam 

""sGA-MBDCClATO.  Jdd.  Dicesi  di  chi 
sta  sen-.^  cahe  .  Lat.  nudus  crura .  Gr 
ti  tl'.Ori  yu/ivos-  .     ,j\ 

#  SGANASCI  ASTE.  C/.e  *S'"«"«"''W 
SGANASCIARE.  Slogar  U  ganasce.  Lai. 
maxillas  luxare. 

e.  Sganasciar  dalle  risa,  e  per  le  nsa. 
o  simili,  vagliono  Ridere  imoderatamente. 
Lai.  risa  emori  .  Gr.  V5/.UT.  3v.l«8'»  • 

trauo  trailo  .Qui  mi  lasca,  scappar  le 
risa  affano,  E  a  sgaoasc.ar  .acom.DC.a.  s 
ferie  .  Ch' io  credo  che  ,  s- eia  era  v. 
vicina.  Voglia  d.  rider  veo.sse  alla  morie. 
E  F,er.  3.  3.  2.  Quel  che  te  n  avveu.s- 
se  tu  le  '1  sai,  Per  fare  sganasciar  eh.  t 

era  sotto. 

SGANGASCIAMENTO  .    Lo    Jffanga- 

"'•t'sGANGASCIARE.  Bi'ter  s\  f-^rle  , 
che  quau  la  ganzisela  si  sforzi.  Comp. 
Manlelt.  Onde  M  mio  ser  per  le  r.sa  ssao- 
gascia  (questo  esempio  non  e  tratto  ila- 
la  Compagnia  .lei  Mantelhcao  .  ma  ila 
Beoni,  càp.  5.    Vedi  le  Rime  buri.  voi. 

*■+*■  SgInGHERAMENTO.  Lo  sgan- 
gherare  J  e  figuratam.  Disordine  .  Ce: 
Com.  5q.  Per  questi  sgangheramenl.  ,  e 
per  gli  .Tocumenli  che  si  son  dclu  ec.  non 
s*  hanno  a   toccare.  (Ai  . 

SGANGHERARE  Cavar  de  gangheri. 
Scommettere.  Lai.  emove,  eardinihu,.  Gr. 
«rae^oO    «.to/.vsrv.  F.r.  As.  99.  La  ve- 


, 


■li    fummo  inlorno  ali 


KDeale  none  ec.    gì.    ■- -  — - 

mcio.  il  qaalc  trovammo  eos.  Leu  serralo, 
che  noi  non  lo  potemmo  ma.  pur  mu... 
Tcre  non  che  sgangherare.  Bu'Ch^x.  <3i. 
Z  fé  .al  viso  il  popol  filisteo  Quando 
Sansone  isgangl.,  rò  la  porla  ,  Portandola 
in  sul  monte  Citareo.  Buon  f  ier.  ^.  2- 
,  Tal  riguardar  ,  che  prodigo  »  avven- 
U  ec. ,    Sgangheri  la  scarsella ,    e    p.aslr. 

ruuoU  ■  -  ••        j 

s  Per  meta/,  vale  Levare  di  sesto. 
Slegare.  Morg.  18.  18..  Morgan,,  le 
maicella  ha  sgangherale  Per  le  rua  tal- 
rolla  che  gì.  abbonda.  Bern.  ,im.  1.  24- 
So  che  i  pidocchi,  le  cimici  e  1  puito 
M'  hanno  la  coratella  a  «gangherare,  lied. 
Ditir.  21.  Che  per  iscl.er.0  l.aldan.a- 
samenlo  Sbarbica  i  denti ,  e  I.  mascelle 
.ganghera,  ilalm.  4.  l).  Che,  sempre  eh  . 
risi  muove,  0  ch'ei  favella,  Fa  propr.o 
uancherarli  le  mascella. 

+  «SGASGIIEBAT.VCCIO.  rere.orar. 

di  Sgan,il>er.ilc;  Bellin.  Bucci,.  228.  Que- 
gli sgangberalacci  hacchiUon.  ,  Oh  or  s. 
d...man  giganti,  l'erch' e' toccava  loro 

"sGANCnERATAGGINE.  Astratto  ,li 
Sganglitratoi  Sconcerà,  Lai  .«p(.«  • 
Gr.  d^tuposixUx.  All'g.  «83.  La  bnga- 
U  chimeriiiand».  con...ler.  le  parl.cular. 
ttangheralaggini  della  sua  persona. 

SGANGHERATAMENTE    Av,erb.  Con 
maniere  sgangherale,  h^i.  incondite,  ine- 

tetaater.  Gr.  a»«?M«»-"!- .         , 

t  3  SGASGUEftATISSlMO     Superi. 
.11  Sgaiig'ierato  net  slgnlfic.  itt  §.     Lai 


immanissimus,  inelegantiStimut.  Gr.  ase- 
p,xal<^TaTO;  .  Car.  lett.  2.  103  Buon. 
mosUcciu>,l.  ec.  ,  venul.  opportunamente 
per  soccorrere  a  uno  stomaco  che  m.  lioo- 
vo  sgangheralissimo. 

*  S  I'"-  Eccessivo.  Grandissimo  'Buon. 
Fier.  3.  2  8.  E  poi  fatti  da  capo,  e  lo  r.- 
rujrda  ,  'N  una  sgangheralissima  paura  , 
l'erduto  errando  sempre,  Fars.  a  prò  no- 
stro spettacolo  a  tulli.  (C) 

SGANGHERATO  .  Add.    da   Sganghe- 
rare i    Cavato    de    gangheri  .    l.^\..  emotus 

cardinibus.  Gr.  «tscS/w.'  a;iox.»n3ei;  . 
Jlern.  nm.  1.  97.  Ha  p,ù  funi  e  pm  cor- 
de Inlorno  a'  fornimenti  sgangherai.  Che 
non  han  sei  navilii  bene  armati.  BurcH- 
l.  5o.  Se  la  chiudenda  tua  del  roellonaio 
Avesse  sgangherato  l'usciolino.  Serd.  Star. 
3.  122.  Ruinalo  .1  bastione,  e  sganghera- 
te le  porle,  entrò  a  combattere  dentro  la 

"  %.Permetaf.  vale  Sciamannato,  Scom- 
posto .  Disadatto  ,  .yconcio.  Lai.  incc.ndi- 
tus,  incompositus ,  inelegms.  <if-  "'«''" 
mosto;,  Oif.op^oi.  arJ-TOXTo;.  AUeg.  09. 
A  confusion  de' moderni  poeUcc.  sganghe- 
rati. £qo.  Son  le  composizioni  Vostre,  ba- 
lordi, sgangherate  e  goffe.  Da  imbalsimare 
al  doccion  delle  lolfe  .  #  La,c.  nm.  I. 
202.  ff"-.  1740  Dunque  per  che  cagione 
Scioccamente  volete.  Con  altre  .nveo.ion 
goffe  e  sgarbale  ,  Con  rausicaccc  ladre  e 
sgangherate  .   Allungare  e  guastar  la  pr.- 

cUsioDCÌ  (fi)  ,  t 

#  SGASGHERITUDINE.  lo  stesso  che 
Sgangheramento.  Car.  Con,.  5;,.  Il  male 
i  che  quella  sgangheriludine  della  pioggia 
ec.  gli  fa  ciondolare  giù  ciò  che  v   e  den- 

""'*  SGANNAVENTO  .  Lo  S-annare  } 
Diiiii^anno.  Bari.  Slor.  It.  li',  I  cap.  7. 
Intesi  a  svolgerne,  punto  per  ponto  .e 
manifestare  e  convincere  le  occulte  mali- 
.le  della  dottrina  quanto  era  debito  . 
farlo  per  isgannamento.  e  ..liluiione  del 

popolo.  (CP)  ....        _   - 

SGANNARE  .  Ca.ar  altrui  d  inganno 
con  ve,e  ragioni.  Lat.  rrrorem  depel.ere. 
fahani  opinione,,.  eri,,ere.  Gr  amn>«- 
,r,;  iU'j'^tfJ-' ■  »'"■  "V  °''-;.f-  '° 
mi  credeva  che  fosse  ciò  che  lu  di  ec.  , 
ma  me  ha  egli  sgannala.  -  /C  '  "■•  P'S- 
38.  (Liv.  1802).  Veggio  il  pericol  corso  , 
ed  .1  marliro  S..ffeilo  invan  m  gli  amo- 
rosi aff-nni  ;  Nt  tr-'var  eredo  rhe  d.  ciò 
misg.-nni.f/?;/'-'  '"/-"O.El-  ° 
6a  suggel  eh-  ogni  uomo  sganni.  /  o,cl,^ 
£rco/   327.  Ma  facciasi  una  <o»..  la  quale 

potri  scannarli  tulli. 

'     ^.  lì  s.Bn,/!c.  neiitr.  p.ss.  i-ale  Uscir 

d-  inganno  .  Bocc.  ncv.  99.  3o.  Il  caso  , 
che  Sopravvenne  .  della  presura  non  la- 
sciò sgannar  gì' ingannali  t  a,xh.  Ertol. 
-3  Ma  se  colui,  conosciuto  I  error  suo, 
l'mta  oppenione.  si  chiama  sgannare 
Bon-h.  Ung.  r.r.  170  Sgannaodos.  .  - 
cuni.  che  aveano  io  questa  parte  gì.  scitu 
del  Villani  per  novello. 

SGANNATO.  AJd.  ila  Sgtnnarr.l.'l 
cu,  filsa  op,n,o  e,cptae.l.  Gt.  tt-or.lci.- 
v^j  C)!U0IS«0!.4.  rarch.  Erc-,1.  lì- 
Sgannali  si  dicono  quelli,  i  9»?'' •  l'f '" 
.u'as.  da  vere  ragioni  sono  ...l.  tram  e 
cavali  d'  errore.  Bemb.  pros.  3.  I16.  Cosi 
oe  piò  ne  meno  si  scrivo  come  se  ella 
da  vocale  incomincias.e  .  gU  sbandili.  J» 
sciocchi,   gli   scherani,   gli   .gaonali,   re. 

•*■  «  SGARAFKARE  Sgrafl-f""  ' 
Crnlhare  .  ed  anche  B.-bir.  .  e  l'or  tir 
,,a.  nmp-  son.  6.  Ma  se  in  casa  alt" 
haller  può  i  demoni  .  Sgonnella  le  pa- 
gnoll.  a  luci  ione  ,  Sgar.ffa  le  vivande 
con  gli  ugooni.  (.1) 

SG.\RARE.  e  SGARIRE  .  1  incer  la 
gira  ,  lUmanere  al  di  sopra  nrl.a  ton- 
tesa     Lat.  concertando  allqu.m  snpcr.irc 


S  G  A 

Gr.  e'«  TU   .u»3ols/a"    tfX7lìi    TtWi . 
I  nrch.  hrcol.  71.  Perfidiare,  o  sUre  >d 
sulla  perfidia,  i  volere,  per  iirare  o  man- 
tenere la  sua  .  cioè  per    i.garare  aleOBO  . 
che  la  sua  vada  innanu  a  ogn.  modo ,  o 
a  lori",  o  a  ragione.   Pir     T,,n.  l.  I.  Ose 
partilo  ha  a  essere  il   mio?    ec.    ho    io  » 
essere  sgaralo  dal  mafgiut  inimico  eh  10 
abbia?    Tac.   Dav.   Ann.    l5.   221.. Ne  «r- 
ga      ni-  fuoco  .  ni;  ira  de"  marlorianl.  del 
non  sapere  sgarare  una  femolioa  la  fece- 
ro eonfcsare  (  il  lesto  lat.    ha    ne  >  fo- 
mina  spernerentur  ).  S=  Cecch.  Dis.im.  2. 
a    Se  tu  credi  condormela  .  bene  sia:  «e 
non,    dillo;    perciocché    io    disegnerò    d. 
pigliarla  per  altro  '""'     y'""",  %'«*' 
ra?    la    voglio  a  ogni    modo  .    (C)    Segr. 
Fior.  Framm.  Stor.   74.  Volev^a  p.uttosW 
veder  rovinar  la  Chiesa,  che  date  a  quel- 
lo ripula.ione.  o  che  si  poleue  «nUre  d. 
avere  sgarati  i  Vini.iaoi.  (N) 

e.  P<r  similil.  Tac.  Dav.  Ann.  ».  32. 
Ma  gli  aiuti  direuni.  volendovi  sgarar  1 
acque  e  mostrar  valentie  di  liol.re  .  u 
disordinarono,  e  ve  ne  annego  C  fluì  1' 
Ulto  lai.    ha    dum  insultant  aquis  ) 

SGARATO,  e  SGARITO.  Add.  da  Ur 

"V  SGARBATAGGINE  .  Sgarbaleiza  , 

Sgraziataggine .  (A)  „        .  .      /-  . 

*  SGARBATAMENTE.  Av,erb.  Von 

maniera  sgarbata  .  Sgraz.atamente  .  \.»\- 

inenle,   imonanne-    Gr.    a.T.li.iOAt,.ltsi. 

"2  Questi  ec.  che  o,a  si  sgarbatameote 
mi  offende  nella  sua  iofan.ia,  ridono  un 
di  allo  italo  perfetto  su  in  paraduo,  sari 
un   Re  d-  immensa  grandeua.  (  ) 

SGARBATEZ.ZA.  AUratto  di  Sgarba- 
to. Lat.  ineltganti^,  inconcmnltas  ,  inur- 

bamtas.    Gr.   ci-iipo/a).»-  

SGARBVTISSIMO.  Superi,  di  Sgar- 
l.nlo  .  Sah:n.  Pros.  Tose.  I.  106.  Egb 
b  altra  cosa  il  eanlo  delle  cicale,  che  non 
è  quello  de-  cigni,  a-  qual.  s  assom.gli.no 
volgarmente  i  poeti ,    canlo    foco  e  sgar- 

SGARBATO.  Add.  Senza  garba  .  Si-e- 
nevole.  Lai.  i..e!e,nns.  i.concnniis,  tnur- 
b.,nn,  .  rndis  Gr.  aT.ufOttaoi  ■  tir. 
D,al.  ben.  d.,nn.  38o  Se  ne  veggono 
lutto  il  di  molte  di  loro  tanlo  »S"^'"  ; 
ec.  r  406  Che  a  me  par  pur.  I.  P» 
sgarbaircosa  del  mondo  .  La,c  Streg. 
nroi:  Ni  in  I.i  saranno  ec.  quelle  rico- 
gni.iooi  deboli  e  sgarbate ,  che  io  molle 
molle  volle  sì  sono  vedute. 

•J-  *  SCARSO.  .Winiero  Incifile  .  • 
disoMigante  ,  Mata  grazia  net  trattare 
con  «/rifno.  «..*.  /e".  I.  25.  Mentre  SIS. 

ma  vivce  di  spirilo  gli  sg"!".  '  }'  "• 
senlalaggioi  della  su-  fanciullesca  eia.  fA) 
SGARGARIZZARE.  Cargar.^re.l^t. 
ga,gar,zare.  Gr.  •/«^•/«.t.il"  ■  i'*'  '"J: 
malti.  Si  potranno  sgargar.ttar.  fr» 
quentemenle    con    lo    scritto    gargarumo 

'TGlR.GUO.eSGHERir.LIO.F.a/ 
Sgherro  ,    Uomo  d- arme     Din     l  omp     1. 
-1  Costoro  hanno  gli  sgherigli  ,  1.  qual. 
;Ìi  seguitano.  F.  jS.  V  erano  loti.  •  g»»: 
faloni    del    pi-H"  •    ">   •"'''"'  '  """  * 


sgarigli  a'  siiragl.  .   K  r-  "<">:.  ^^' 
C.rsJee    foggia*  verso  laBads.  a.  S.  Sai. 

vi.  e..:   gli  sgarigli  il  prescno. 

Sa\RniE    I     SGARARE. 

SGARITO.  /     SGARATO. 

SG  VRRARE  .  Prender  errore  ,  •  «!>«• 
,/,...  S>,„gl,are  Lai  /«'/..  e, rare  detip,. 
Gr.  ».,«))li3>.-  !>ren.  sai  6  Meglio 
latebbe  il  dir  .  s'  i..  non  la  sgarro  .Che 
eonlra  il  padre  criideUi  gì"  '"P"^^, J"; 
tal   bargello     il 


sudicio  tabarro  .  Salvia. 
Pros.  tose.  1.  147  E»""»-"  l""-"" 
.0  olire,  e.  yei  cosi  dire.  sg..r.lo  d. 
quelli  «■mpliee  e  scbietU  orig.n.1»  egu.-^ 


S  G  A 

gliiaij  ,  bisogoavj    ia   erto    determiaalo 
tempo  Jeli'  jddo  in  quella  rcstiluirsi 

SGABRETTAHE.  l'.igliare  i  gar'rellì. 
Lat.  la/as  pracidtre.  Gr.  «iTjjaya'iXouj 

TT^OTCjUVSIV. 

't  *  SGATTIGLIARE.  Camre  ,  Ti- 
rar/aori.  Sbordare.  Lat.  e.rpe,lìre  ,  ,x- 
'Oliere  .  Gr.  sVlvstv  ,  J.xJjsiv  .  Car. 
''"•'■  75.  Intanto  faltnii  sgatlijUare  il 
danaio,  e  rifondcti-niclo  prcslanlcole,  per- 
chè mi  truovo  nelle  secche  a  gola.  (•) 

SGAVAZZARE.  Cataz:are  ,  Go.lvre  , 
Railfgrarsi,  Darsi  buon  tempo.  Lat.  ^e- 
nio  et  liilaritali  iniliil^fre  .  Gr.  s'yij'vxi 
Toi,-  r;jjvarj.  Tac.  Da^.  Stor.  4.  3^2. 
Datisi  a  spendere,  a  sgavaiiare ,  e  far  la 
notte  raguaate,  rinnuovano  coutro  a  Or- 
deooio  r  ira  ^,7  /«.«o  Ut  /ji  effusi  in 
liuum  et  epulas).  Buon  Fier.  5.  5.  i. 
Si  mangia,  si  linzina,  si  sgavazza. 

't  SGEMMARE.  Torre,  o  Cacare  le 
gemme.  Buon.  Fier.  !^.  4.  12.  Alle  don- 
ne impotenti  ,  e  non  difese  ,  Trovandole 
spartate  Lo  sfiorano,  le  sgLinman  ,  disa- 
nellano. 

SGIIE.MBO  .y»<(.  7-o.7„oji,à.I.at.  o4- 
ì,i]uil.,s.  Gr.  lojyryij.  DUlam.  3.  21. 
Salili  al  sommo  del  più  alto  sghemLo  , 
Le  cilii  vidi,  che  m' cran  d'intorno  E 
•otto  a  me .  com'  io  V  avessi  in  grembo 
(qui  lat.  rlciuosus  cIìtus). 

§■  I  Sghem',0,  fìguralam.,  vale  Scem- 
l'iataggine  ,  Sciocchezza  .  Lat.  faluil„s  . 
•^rpl,:.  Gr.  fiu;>i':pc,  -:;,-;=!;,«.  Buon 
r ter.   -    '     -r     ■'    • 


S   G   H 


2.  .j     l5.   Accioccb'  io 


>a    queir  io 


cùe   debba    poi    Raddirizzar  suoi  sghembi 
e  capopiedi. 

§    li.  A  sghembo,  poslj  avMrbialm.  , 

'  'le     A    sghimbescio  ,    A    scbi.mcio  ,   A 

^'i-«.  Lai.  ol.!,que   Gr.  7i)la-/,-„,-.  /l„o„. 

tur.  i     2     l;     Campi   divisali  Per  piano, 

»  pionibo    a  sghembo,  Armi  a  quartieri. 

'-  ^    J    3.  Capilo  al  pizaicagnol,  chiesto 

uu  perzo  Di  salcicciotto.  ed  ei  mei  la^lia 

-  Sghembo.  Mor^.  26.  5,.  5,;  „„„  che  a 

gliembo  la  lancia  Io  prese. 

J  SGHEMBO     JM.    Lat.    torluosu,  . 

■I,quus.  Gr.    xk^tioJo;.    Jofo;.    r,.,nt. 

'  'irg.  ;.  Tra  erto  e  piano    era   un    sen- 

Tn    '«'"'"'''"■  Che  ne  condusse  io  fianco 

Jtlla  lacca.     Bui.    i,i  ,     Sgl.embo  ,    ciop 

torlo    come  conviene  che  girino  le  vie  de' 

monti. 

■'  S  Andare  sghembo,  dicesi  di  Per. 
•o^m  che  vada  obliqua  per  qjnlche  natu- 
■  •■e  impedimento,  o  per  alua  qualsivo- 
'a  cagione  ..  Buon.  Fier.  3.  5  5  Ve 
i^ite  voi  quel  tal  ce.  E  1'  aliro  che  ec 
andava  sghembo  E  zoppico  ?  fC) 

.■^GHERIGLIO.    /-.  SG^RIGLIO. 
^^-jjI^'^'ER-MIDORE.     /-.    SCHERMI. 

SCHERMIRE.  Co;,/™rio  di  Ghermire. 
BItasciare  Staccare.  Ut.  di,gl.,tiaare. 
Gr    «j;„«l)ot.,.   />,.,.   ,„j.   j,     ^     g,^ 

tendo  lo  caldo  della  pegola  .  si   sghcrmi- 
ron  di  subilo. 

t  SGHERMITORE,  e  SGHERMIDO- 

i';;*"'-  """"■   ^'•'-  o   Citi  s^hermi- 

sre.  ^.  na,t.  Uf    ^2.  Lo  caldo  sgherrai- 

dor    subito    fue.    (C)    Bai.    /„/.    -2     2 

Caddoo  noi  mezzo  del  bollente  sla-n  ,  ec  " 

""u       .°n   ''""■'    'l"-''   ^  l'olirò     là:    lo 
«  do    dell.    pegoU   boglieotc    sghermilor 
«ubito  fue;  cioè,   che.  sentendo  il  cald.. 
«  sghcrmiron  di  subito  ,    e  cosi  lo   caldo 
f'J   ^bcrmitore. 

*  SOHERONATO.  A.id.  Fa„o  a  ghe- 
^' ni     T.,gl,at.  a  sghimbescio,  oa  schisa. 

".  tralice  Inrgc  di  sotto  ,  e  stretto  di 
'  '"'''  U  ff.'"    P'-'P'tamenle  di  tela,  o 

I/IO.  Baldtn.   I  oc.  Dis.  (  1) 

SGHERRACCIO.   Peggiorat.di  Sgher. 

■  LoscGelos     z.     ,.    S'io    russi"  qui 
-Ita  ali    improvvida,  e  massimamente  da 
T^'lcun  di  questi  sgherracri 
Vocabolario  T.  //. 


SCHERRETTARE.  Sgarrettare  Ta 
gll'ir  i  g„rrelli.  *  Car.  F.n.  1,1,,  g  ,, 
1191.  In  Falari  ed  in  Gige  S'aljbaltli 
prima  ;  all'  uno  il  petto  aperse;  Sgherrellò 
1  .'diro,  (.\f) 

%.  Per  siniilit.  Beni.  Coir.  4.  Io  ho 
di  loro  a  sgbenellare  un  paio  ,  E  cavar 
loro  il    venire,    e    le   budella. 

SGHERRO.  Brigante,  Che  Ja  del  bra. 
vy  che  anche  diremmo  Tagliacantoni  , 
Man^iaferro.  Lai.  ihraso  ,  satelle,.  Gr. 
S.ojtatjv,  SocM^dpOi.  Cavale.  lìiscipl. 
J^i/-.  Parole  più  ingiuriose  e  villane,  che 
non  direbbe  uno  sgherro  a  un  suo  radaz- 
zo. J\,rch.  Stor.  g.  agS.  E  dove  B,'a°rhi 
portava  i  capelli,  e  non  si  radeva  la 
barba  era  tenuto  uno  sgherro,  e  perdona 
di  mal  affare,  oggi  di  conio  novantarinquo 
sono  zucconi,  e  portano  la  barba  .  Bern 
rtm.  I.  9p.  Bravi,  sgherri,  baibon,  genie 
be»l,ale^  M.rg.  27.  353.  pc„,a  che  imino 
a   lurpin  pare  sgherro, 

S-  'a  forzi  d'  add.  vale  lo  slesso.  Buon. 
J-ier.  i.  4.  6.  Il  più  imporluno.  Superbo, 
imperioso  e  sopraslanle  Di  qualsivoglia 
ni.ii  persona  sgherra.  Jl/enz.  sai.  7.  Ch' 
e  par  per  dio  eh'  una  razzaccia  sgherra 
Pretenda  sol  co'  suoi  coslumi  indegni 
Muovere  al   valor  prisco  ignobil  guerra. 

*  SGHIACCIARE,    nidiaccia'ej    con- 
trario di     Agghiacciare.     Sasg-     aal.  esp. 
Lasciala    sghiacciare    tutta    1'   acqua     che 
j  nella  boccia  «a,  si  vide  ridurre  al  seguo 
al  quale    si    slava    prima   di  agghiacciar- 

SI.    (/t) 

•f  *  SGHIGNAPAPPOLE.  Foce  bassa: 
Jiidone,  Che  ride  sgangheratamente.  Sai- 
^•in  Fier.  Buon.  2.  2.  8.  Bidone  ,  in 
Uasso  modo,  di.iamo  sghignap.tppole,  per 
avere  un  ghigno,  o  ec.  un  cachinno  spap. 
polato.  (A)  '^  ' 

SGHIGNARE.  Farsi  beffe.  Burlare, 
àchera.rc  L..t.  ieri  Ice,  despicere  .  sub- 
sannare.  Gr.  x>£J=:'^-:.v.  .I/or.  S.  Cre« 
Ecco  che  mi  laro  beffe  ,  e  riderò  nella 
vostra  morie,  e  sghignerovvi.  E  appress..: 
1.  ocrhio  eh.  sghigna ,  e  che  dispregia  il 
parto  della  madre  sua,  sia  Iralto  da' curvi 
delle  torrenti  Pataff.  2.  E  non  ha  una 
bogia,  e  sempre  sghigna.  Frane.  Sacch. 
i"'.  IS..  Mess-r  RiJ„iro  guarda  costui  , 
e  sghignando  chiamo  un  suo  famiglio,  e 
disse.  E  nov.  igj.  Sghignavano  per  in- 
vidia. "^ 

SGHIGNAZZAMENTO  lo  .ighignaz- 
p'"''  ';"'•/'■'"'"">'"■  Gr.  i/avxKj<iVi. 
1-ir.  As  53.  Io  questo  mezzo  il  convilo 
5  era  universalmente  risolulo  in  licenziosi 
sghignazzamcnli.  S.gr.  Fior.  Cliz  L  8.  Io 
ho  sentilo  per  casa  ceni  sghignazzamenti. 
SGHIGNAZZARE.  R,  ler  con  isirepilo. 
Lat.  cachmnari.  Gr.  /.a'/^x^jcv.    Frano. 


S  G  I 


1185 


I       SGITTAMENTO.    V.   A.  Agnazione, 
I  IMialtimento.     Lat.   agitalio,  perturbano. 

Gr.  Ki  V.,,.;.  Declam.   Quiatll.  C.  Il  grav. 

sgittamenlo    si    trasse    i  corpi    altortigliau 

per    le    dirotte   ripe. 

*  SGOtXIOLABOCCALI.    Foce  ba,. 
'a;    e   s,  ,/,„  „  „„,„„    ^;„.    j^,  ^^^^.^  jj_ 

(egr.  220.  Coiì  un  infame  Sgocciulaboc- 
coli.  (}■)  ""'  """  '•■  '=""  '''6'i  'OC- 
"SGOCCIOLARE.  Gocciolare,  Versare 
lafino  ali  ultuna  goccola.  Lat.  ethau- 
rire.  Gr.  E^s^vrisìv.  l'av.  /-..o,..  Andate, 
messer  lo  lupo  ,  sollpcilamenle  al  |j(,à 
che  la  mia  madre  hje,  e  dite  che  lo 
sgoccioli   nella   voslra   bocca.     Biirch. 


òacch.  nov.  43.  M.dli  gbignavano  o  sghi. 
guazzavano  della  sua  sparuta  personcina. 
n^l.'mc.  san.  26").  Ma  sai  di  che  .ghi- 
gnazza  la  brigata  7  Fir.  nov.  8  2y8  E 
quivi  sghignazzando  ,  e  facendo  un  ru- 
more  che  mai  il  maggiore,  mostravano  d" 
aver  fatto  qualche  gran    fazione 

SGHIGNAZZATA.  Ghignata  ,  Sola, 
gnazza-nento.  Lat.  cachinnalio.    Gr.    iTay- 

SGHIGNAZZro  .  Sghignazzata.  Lat. 
cachinnalio.    Gr.   /.%/xv.z O-i i 

•j-  *  SGUIGNUZZO.'  Dlm.  di  Sghi. 
gno.  Lasc.  Cen.  2.  nov.  ().  pag.  fog. 
Non  si  potette  taolo  contenere,  che  ri«iì- 
loseli  con  uno  sghignazzo  adiraliccio,  non 
gii  dicesse  :  ec.  (A) 

*  SGHIMBESCIO.  Linea.o  Direzione 
a  s^hetnho  Bellm.  Disc.  I,  162.  Non  e' 
è  scancii  né  sghimbesci,  che  possano  spie- 
gare 1  obliquila  delle  loro  scambievoli 
posizioni.  (Ci 

S-    '^  Sghimbescio     V.   A  SGHIMBE- 


44.  Che  sgocciolava  gli  orciolin  per  can 
lo.  Vaat.  Carn.  i63.  E  se  la  perorila 
e  allempala  ,  .Sia  sopra  il  vaso  ,  eh'  ella 
par  murata.  Tanto  eh'  ella  sia  munta  e 
sgocciolala. 

§.  I.  Per  Asciugare,  Suzzare.  Cr. 
4  18  2.  Pongansi  al  sole  tanto  ,  cha 
alquanto  sieno  seccale,  ovvero  alquanto 
dal    nioslo    sgocciolate. 

§■  II.  Sgocciolare  il  harlello ,  0  it 
barlolto  ,  o  .umili,  in  modo  proverbiale, 
vale  Dir  mito  quel  che  un  sa  ,  o  che 
ha  da  dire.  Lat.  n,7ii/  dicendo  praeter- 
miltere.  3forg  ,8.  ,32  odi  la  quarta, 
eh  e  la  principale  ,  Acciocché  ben  si 
sgoccioli  il  barlello.  fnrch.  Ercol.  5q. 
Dicesi  ancora  sgocciolare  l'orciuolo,  ovvero 
l'oiciolino,  e  lalvnlia   il  barlolto. 

SGOCCIOLATO.  Add.  da    Sgocciola- 
re.  Lat.   exl'anstii.i. 

SGOCCIOLATURA.  Lo  .■^gocciolare. 
§.  Indugiare,  Ridursi,  Glasnere,  0  si- 
min,  alla  sgncciolatura  ,  vagliano  Indu- 
giare ec.  ali*  ultimo  termine j  modi  bassi. 
Segr.  Fior.  Mandr.  5.  I.  Ben  si  sono 
indugiali  alla  sg..ccioIjlura.  Ciriff.  Calv. 
3.  78.  E  giunse  appunto  alla  sgocciolalura. 
•f  *  SGOCi:lOLO.  Lo  sgocciolare, 
Si^occtolaUira.  Cali.  Svia.  6  Pur  sempre 
al  boccalon  la  mano  inlrepida  Tenendo 
ferma,  e  spesso  allo  levandola.  Fintanto- 
ché gli  die  l'ultimo  sgocciolo.  (AJ 

*  §.  Indugiare  ec.  allo  sgocciolo,  lo 
stesso  che  InUugiare  ec-  alla  sgocciolatu- 
ra. (A) 

SGOLATO.  Add.  Sema  gola. 
§.  I.  l'ale  anche  Scollalo,  Colla  gola 
.'Caperla.  But.  Purg.  23.  2.  Le  donne 
Fiorenline  and.ivano  tanto  sgolate,  e  scollate 
gli  panni  ,  che  mostravano  ec.  Frane. 
Sacch.  njp.  i3S.  Andava  con  un  tabarro 
sempre  sgolato. 

§.  II.  F  fguratam.,  vale  Che  ridice 
Jacilnienle  le  cose.  Ciarliero.  Lat.  garru- 
lus.  Gr.  i;rU;u;o7o5.  Tes.  Br.  7.  26.  E 
si  ti  guarda  da  quello  che  li  dimanda  , 
s'egli  t  lusingatore  sgelato,  ch'egli  non 
può  celare  quello  eh'  egli  ode  ,  ni;  ritener 
quello    che  gli  entra    per    li    orecchi. 

SGOMBERAMENTO,    e    SGOMBRA- 
MENTO-  Lo  sgombrare.  Sgombero,  Lat. 
depulsio,  vacuitas.  Gr.  «auii;,  zivo'nj;. 
Bemb.   Asol.    3.   169.    Quelle    venture  lo 
seguono  ec.,   che    seguivano    gli    amanti, 
risvegliamenlo d'ingegno,  e  sgombramente 
di  sciocchezza,  accrescimento  di  valore,  ec. 
SGOMBERARE,  e  per  sincopa  SGOM- 
BRARE.   Portar  vìa  masserizie  da    luogo 
a   luogo,  per  mutar  domicilio.  Lat.    mer- 
ces,  vcl  supellectilem  in  alium  locum  trans- 
ferrc.   Gr.    ixAOpi^ivl.    G.     T'.    12.     16. 
2.   Incontanente  tutta   corse  a  furore,  e  a 
sgombrare  i    cari    luoghi.    .1/.   /'.     8.    6. 
Mollo    danneggiò    le    case    e'  mercatanti 
lanaiuoli  eh'  ebbono  a    sgomberare.    Din. 
Camp.  3.  63.  Multi  cittadini,  temendo  il 
fuoco,   sgombravano    i    loro    arnesi.    Vii. 
S.  .1/.   MadJ.   25.  Feciono  sgomberare    e 
acconciare  una  bella  sala,    dove    si    man. 
glasse. 

A9 


nS6 


S  G  O 


g.  I.  Sgomberare,  assolutant.^  vale  U- 
scirsi.  Andar  via.  Lai.  demigrarr  ,  mi- 
grare. Gr.  /jUtoi'x^sSkì.  *  Ar.  AVpr.  2. 
2.  Con  si  poco  buUin  W  vuoi  eh'  io 
sgomberi.  ^^V^ 

g.  II.  Sgombrare  i7  paese,  o  simili, 
vogliono  l'iir  tir  iene,  jjbbandonarh,  LaU 
terra  excedere,  demigrare.  Gr.  s^xw^sìv. 
Star.  .4iolf.  NiuDu  sigDore  potesse  eolrjre 
nella  cluà  se  non  eoo  tre  icudieri  ,  e  la 
serj  la  sgomberasse.  C.  f.  6.  87.  2.  A 
lutti  fu  comaodato  che,  sotto  pena  dello 
avere  e  delle  persone,  dovessero  sgombrare 
Lucca  e  '1  contado  infra  tre  dì.  il  7.  72. 
I.  ComandanJugU  che  sgombrasse  T  isola. 
Sut,  Purg.  20.  2.  Infra  Ire  di  dovesse 
avere  sgombralo  lu  soo  terreno  e  regno. 
Jr.  Cass.  1-  I.  Tulli  andercmo  a  un 
trailto,  e  sgorobrcrcmovi  La  casa.  liern. 
Ori.  2.  20  4o*  S'egli  era  quel.  Sgom- 
brasse t(»»lo  il  piano  ,  Che  male  Ì  falli 
suoi  potrebbe  fare. 

§.  III.  Sgomberare  >  per  Portar  via 
semplicemente.  Lai.  exportare  ,  au/vrre  ^ 
exhaustarf.  l\'sl.  Gr.  exye'peiv.  Petr, 
canz.  39.  ^.  Ond*  io,  perche  pavento  A- 
dunar  sempre  quel  eh*  un'  ora  sgombre  , 
Vorrc"  il  vero  abbracciar,  lassando  l'om- 
bre. E  cap.  i3.  Vidi  *1  viltorioso  e  gran 
Camillo  Sgombrar  1'  oro,  e  menar  la  spa- 
da a  cerco.  *  E  cap.  12.  Un'ora  sgom- 
bra Quel  che  in  molti  anoi  a  pena  si 
raguna.  (C) 

g.  IV.  Sgomberare,  per  Dipartire, 
Mandar  via.  Lai.  dimovere,  depel/eie . 
Gr.  unoAivi\-i,  a:iwSrsìv.  Dant.  Purg. 
23.  Qucsl'  altra  e  quell'  ombra  ,  Per  cui 
scosse  dianzi  ogni  pendice  Lo  vostro  re- 
gno,  che  da  si;  la  sgomlira. 

g.  V.  Fi^uraiani.  Pctr.  canz.  l^l.  3- 
Dì  serenar  la  tempestosa  mente,  E  sgom- 
brar d'ogni  nebbia  oscura  e  vite  (cioè, 
liberare,  purgare).  C.  V.  7.  l5'i  1-  Sa- 
nando infermi,  e  rizzando  allralti,  e  sgora- 
brando  imperversati  (ciac:  liberando). 
Scn.  Brn.  farcii.']*  1  Se  sgombrò  da  se  la 
paura  così  degli  Dii,  come  degli  uomini, 
ec  (cioè:  discacciò)  . 

*  §.  VI.  Sgombrare,  vale  anche  Portar 
checchessia  in  qualche  luogo.  Cron.  ani.  222. 
Andarono  al  luogo  de'romili.  e  per  forza 
OQtraroDO  dentro  ,  e  feciono  grandissime 
ruberie  di  robe,  e  di  gioielli,  e  di  danari 
contanti  ce,  perchè  molti  ciiudini  avca- 
no  sgombralo  in  detto  luogo  gran  parte 
di  loro  siislanzic,  cioè  masserizie,  e  robe 
sonili,  e  danari.  (V)  E  appresso:  Quivi 
entrarono  per  forza  dentro  per  rubare, 
e  rubarono  assai  robe  de*cilUdÌQÌ,  che  ivi 
avevano  sgombralo.  (C) 

SGOMBEHATO,  e  SGOMBRATO. >^<W. 
dai  Ur  verbi.  lìemb.  pros.  3.  112.  Per- 
t:iorchc  in  vece  di  questa  ingomhmto,  cbo 
in  dissi,  e  sgombrato  ,  che  si  dice  ,  essi 
allo  volle  dissero  ingombro,  sgombro, 

SGOMBEnATOllE .  /'.  SGOAfORA 
TORE. 

*  SGOMBEUATURA.  Sgomberamen- 
to,  Sgombramenlo,  (A) 

SGOMBEnO,  e  SGOMBRO.  Sust.  Lo 
igomherare.  Lai.  dtrnlgmtio.  Gr.  «Tri. 
xtV.  -1/.  /'.  9-  57.  AUcndta  con  solleci- 
tudioe  allo  sgombtTo,  e  apparecchiare  la 
città  a  difesa. 

§.  Pir  Discacciamento.  Lai.  depulsic, 
Dittam.  1.  32.  Che  do*  nimici  più  volte 
fc'  sgombro. 

f  *  SGOMBERO.  Suit.  Pesce  di  mare 
senza  squame  ,  che  ha  il  d-sso  tempe- 
stato di  macchie.  Rforg.  l^-  *>6  Gambe- 
ro, o  nicchio,  e  calcinollo  ,  e  i'ppia,  E 
sgombero,  morena,  e  icarza,  e  cbrppia,  (*) 
SGOMBERO,  e  SGOMBRO  .  ^rfrf. 
tronchi  da  Sgomberato,  e  da  Sgombrato. 
Lai.  vacuus  .  Gr.  xsvo;  .  M.  V.  3.  38- 
Non  era   Itgorabro,   ma  pieno  di  niasirri- 


S  G  O 

zie  e  di  viltiuglia  e  di   bestiame.    Cron 
l'eli.  80.  In  questo  meno  Toste  si  levò, 
ma  il  dello  Leggieri    non    ardiva  tornare 
dentro,  e  tutta  sua  famiglia  guasla ,  e  le 
Case   sgombre. 

g.  Per  meta/,  vale  Scarico.  L.3X.  rxpo- 
liatus  ,  nudili.  Gr.  yujutvo  ;  .  Petr.  son. 
70.  Poiché  se'  sgombro  della  maggior  sal- 
ma, L'  altre  puoi  giuso  agevolmente  por- 
re.  f.uon  l'irr.  I.  2.  2.  A  quelT  altro  , 
che  sgombra  ha  sì  la  mente  £  'I  sen  d* 
ottusità,   lieve  di  carne,  ec. 

SCOMBINARE.  Disordinare  ,  Porre 
in  confusione  ,  Sgominare  .  Lai.  pertur- 
bare ,  versare  .  Gr.  Jiaraf  aTTCì»  ,  :te- 
ptayaiv  . 

SOOU^\ìiyTO.  Jdd.  da  Sgombinarej 
Sgominato  .  Lai.  perturbatus  ,  confusus  . 
Gr-  T£Tapavf»EVOv  C.  /'.  ms  Sper.  Tut- 
to 'I  regno  stava  sciolto,  e  sgombinalo  Ìo 
tremore. 

SGOMBRAMENTO.  1'.  SGOMBERA- 
MENTO . 

SGOMBRARE.  V.  SGOMBERARE. 

SGOMBRATO.  /'.  SGOMBERATO. 

t  SGOMBRATORE.  e  SGOMUEIlA- 
TORE,  J  erbai,  mate  Che  ,  o  Chi  sgom- 
bra .  Lat.  depuUor  .  Gr.  6  a~£>auvwv  . 
fìuon.  Fier*  4.  2-  2.  Scotlirator  del  pan 
caldo,  Scanoalor  delle  caaiioe,  Sgombra- 
lor  delle  cucine. 

SGOMBRO.  V   SGOMBERO. 

f  SGOMENTAMENTO  .  Lo  sgomen- 
tarsi. Lat.  consternatio,  Gr.  xaTa:rlt)?i5- 
Guid.  G.  Uno  fante,  quasi  volando,  con 
romorosi  rapporlanicnti  assalìo  gli  orecchi 
di  Menelao  con  multo  sgomentamenlo, 

SGOMENTARE.  Sbigottire.  LaU  ter- 
rcrr,  pertcrrr/acere.  Gr.  fel^iìv,  eV-'ir/r- 
Tccv  .  Dant.  Purg.  if\.  V  veggio  tuo  ni 
potc  ,  che  diventa  Caccialor  di  quc*  lupi 
in  sulla  riva  Del  fiero  Gumo  ,  e  tulli  gli 
sgomenta.  Patajf.  fj.  Pur  non  lo  sgomen- 
tar che  inlrisU  agli  occhi  ^r  S.  Gio.  Gris, 
175.  Disperare  e  sgomentare  altrui  e  qua- 
si simile  al  disperare  che  I'  uomo  fa  di 
sé.  (TC) 

g.  Sgomentare  ,  neulr.  e  neutr.  pass. 
Lai  animo  cadere,  consiernari.  Gr.  /stra- 
7riy;'TTE56ott.  Jìocc.  nor,  83.  10.  Calandri- 
no, io  Don  voglio  cbe  lu  li  sgomenti.  Petr. 
canz.  ^2.  l^,  V.  sol  della  memoria  mi  sgo- 
mento, if  Pccor.  p.  12  n.  2.  Chi  d'amor 
vuol  imparar  dotliina,  llabbia  il  cur  Tran 
co  ad  esser  soflercntc,  E  non  sgomcniì  d' 
ogni  coscllioa.  (CV)  Pemb.  Jiol.  1.  53. 
Questi  al  sasso  risguardaodo,  e  della  ca- 
duta sgomentandosi,  sta  conlinuamcnte  in 
questa  pena  .  (P^)  Intpcrf.  7hm.  H,  i  T. 
6.  l5.  Me  per  questo  mi  sgoment»,  (>er- 
chè  non  contento  del  prnprìo  senno  ec. 
mi  pongo  in  braccio  all' altrui.   (Fj 

SGOME^TATO.  Jdd  da  Si:omentare. 
Lat.  comti-rnatus.  Gr.  xa(Tix~)ot-/lt'{.  Pocc. 
t.ov.  66.  8.  Tru\ù  la  donna  sua  in  rapo 
della  scala  tutta  5gnmrtilata  .  /.'  nov.  83. 
6.  E  lutto  sgonieiilaln  gli  domandò:  che 
fo?  Prs.  Jir»  /i.  ^1.  Difono  alcuni,  che 
per  lo  grande  dulorc  rh*  e'  Ifonì  hanno  al 
.nascimento,  nascono  quasi  tulli  sgomentali, 
eh*  egli  giareiono  Ire  di  quasi  citnir  Ira- 
murtili.  Cavale.  Med.  cuor.  Andava  lutto 
sgomentato  errando  e  vagando. 

SGOMKNTEVOLK.    ^td.l    Che  si  str^. 

menta.    Lai.  aninnim  dripond-ritS.  Or.  aTTO 

»tvo*;uivoj;  é^wv.  Puon.  Fur.  ^.  3.  8. 
Altcndele  ora  b  questa  Manco  appaisio- 
nala,  Non  Unto  sgomcctevole,  M-  si  spe- 
ricolala. 

SGOMENTIRE  .  T.  À.  Sgomentar,. 
Lat.  terrcr-,  perterrefieere.  Gr.  ffo^iXt. 
c'jt/>;*TT«»v .  l'sp.  Salm.  E  perthr  que- 
sta giustiiia  nuD  li  sgumentisra  ,  soggiu 
goo  ec, 

SGOMENTO.  Sttst.  Sf'igotilmento.  I.at. 
canstcìnntio,  Gr     ^atTairXi}{i(  .     Cnva.'c. 


S  G  O 

Mrd,  cuor  Avendo  contate  molte  tenta- 
zioni del  nimico,  massimamente  come  en 
indotto  a  sgomento  r  disperazione ,  log 
gingoe  ec.  Stor.  Pist.  53.  Presono  di 
ciò  tanto  sgomento ,  che  nessooo  ardlo 
uscire  di  Lurca  .  IC  60  l'er  lo  grande 
sgomento  eh'  aveaoo  preso  deJla  seonStta 
del  Piinze. 

SGOMINARE.  Disordinare,  Scampi- 
gliare ,  Mettere  in  confusione ,  Meture 
sossopra  .  Lai  perturbare  ,  ver t are  .  Gr. 
oiaTasKTTEtv  .  TTc^ia'yeiv  .  Segr.  Fior. 
Mandr.  1.  2.  Pare  a  te  una  favola  avere 
a  sgominare  tutta  la  casa  .  Buon.  Tane. 
1.1.  Per  toccare  or  nel  capo  questa  pio- 
ta ,  Che  mi  sgomini  tutto  a  imo  a  som- 
mo. Ma'm.  7.  89.  Sgomina  rio  che  v'  e 
da  sommo  a  imo.  ^  Car.  En.  12.  548. 
Spinsi  i  cavalli  In  fra'  nemici,  e  molli  a 
morte  dìcone  ,  Molli  06  sgominò  molti 
o*  infranse.  (C) 

SGOMINATO  .  Àdd.  da  Sgominare  . 
LaL  perturbatus  .  Gr.  rtTOLpv/fttvoi  . 
Purch,  2-  ^z,  Fralel,  se  tu  vrdrssi  que- 
sta gente  Pasiar  per  Banchi  tutti  sgomi- 
nati ,  ec  Alleg.  i85.  Ve  ne  darò  con 
questa  mia  nuova  e  sgominala  capitolessa 
quel  breve  e  semplice  ragguaglio  che  può 
un  che  vi  sia  stato  un  di  lotcro. 

SGOMINI'O,  e  SGOMINO.  Lo  sgomt- 
nare  ,  Stomhinaztone  ,  Scompiglio  .  Lar. 
per  tur  balio  .  Gr.  rv-p^xÀ  ■  Buon.  Fkr. 
4.  1*  II.  Riguardo  lo  sgomino,  e  veggo 
a  un  tratto  Rastrellar  quella  mensa  .  E 
Ti'nc.  2.  7.  Tancia,  accorda  fra  lor  que- 
sto spnminn. 

SGOMITOLARE.  Centrano  d*  Jg^o- 
mitolare  .  Lai  glvmerrm  dissolvere .  Gr. 
«■/«Oi'^K  o-'vtzJ-y'eiV.  Fior,  Dal.  D.  Porla 
un  gomitolo  di  spago  in  mano,  legalo  in 
rapo  all'entrare  dt  Ila  puiia  ,  e  pni  sgo- 
mitolandolo iufino  rh'  è  giunto  nel  fon- 
do ,  ec. 

*  SGOMITOLATO.  Jdd.  da  Sgomi- 
tolare .  Il  Jocaboì.  alla  /'.  RAGGOMI- 
TOLARK.   (•) 

*  SGONFIAMENTO.  Svanimento  del- 
l' enfiagione  ,  Il  disenfiarsi .  Bed,  Etim 
Ita!.  (A) 

SGONFIARE.  Contrario  di  Comfiarej 
e  si  usa  in  signifc.  att.  e  neutr»  pass. 
Lat.  tumorem  adtmen-,  detumescere,  Gr. 
arrcyvoùcrai ,  X^^^'*  Sagp.  nat.  rsp. 
33.  Ed  allora  solamente  si  sgonfietà,  quan- 
do aprendosi  il  vaso  in  K  ,  potrà  sopra 
piombarsele  l'aria  di  fuori  .  E  11 7-  'b- 
Iroduita  r  aria  ,  (il  granchio)  sgonSò  io 
un  trailo,  restando  sformalo  e  amuolo 
con  uliima  e  paurosa  magreaia. 

§.  1.  Per  metaf,  Mor,  S.  Crrg.  23. 
iS.  Considerala  la  polenta  del  Creatore  , 
sgonfi  il  gonfiamento  della  mente  per  la 
memoria  della  sua  conilixionr.  Metz,  sat 
3.  lo  non  avrò  satirico  tlagrllo  ,  Ch«  la 
vostra  superbia  opprima  e  sgoii6. 

*  §.  II.  Sgonfiare,  per  .^iiJrllnrr  , 
Svenlrarv  in  sicnific,  di  Uccidere  pene 
Celi.  ì'it  3.  3i)).  Se  lu  non  nii  mandi  il 
marmo  iusino  a  rasa,  cercati  di  uà  «Uro 
mondo  ,  perché  in  questo  io  ti  igooficrò 
a  ogni  modo.    '  Cf 

SGONFIATO.  Add  daSgenfiare.hil. 
dttumefneius  .  Gr.  )fa>a^Oi  .  Lab.  a57. 
Non  altrimenti  vote  e  ^iue,  che  aia  una 
vescica  sgonfiala. 

«  SGONFIKTTO.  Dim.  di  Sgonfio  . 
Pelltn.  Disc.  i.  8  Cervella  che  appena 
tocche  si  spappolano,  polmoni  fatti  a  *gnn- 
fimi  d'  aria  ce.  che  tosto  srbianlansì ,  e 
scoppiano    (Ft 

:!:  SGONFIO.  Sust.  Fnfiatmrm  prodot- 
ta dall'aria  in  mlcmni  corpi  »  tomft  nel 
p.ine,  nelle  vesti,  e  simili,  Dicesi  omtor» 
di  tjuetle  che  seno  prodette  dall'  arte  in 
cote  chr  hanno  l*  apparenza  di  esser  teg- 
viete    (A) 


s  o  o 


SGONFIO.  AM.  Sgonfialo.  Lai  -Mu-  , 
mtfactu..fl<,ccid„s.  Gr.  X^l'r'5-  S'SS- \ 
n«t.  <•.».  33.  Scrr..Uvi  J^Dlro  uua  vose,.  ] 
fa  d-  asnrllo  alUrciglijla.  e  quasi  mlcra. 

"«doDc-  UDO  er.,  si  irovò  alUlo  sgoufia 
U  ve,.ichclta  a.ir  aria.  fB^  DMn.V.sc. 
I.  alo.  1  palloni  sgoiiB  noD  o  egU  vero 
cbe  lon  ceJ-'UtH  C(V  , 

*  SGONNELI-.VKE.  Zrw  /a  p"i"e'- 

TELLARE  ,  SFASCIARE  .  «CONOC- 
CnlARE.  ci  olir.,  l'ros.  f  .or-  6.  192. 
E.,cndo  .0  a  .avola  cou  un  branco  d. 
Accademici.. i;..„oelIando  a  lue.  .or.e  le 

,,.goo,.c.  e  irasliaodo  le  "vaode  con 
gli*  ugnoni  .  com.ncian.mo  .  ^"■^o""' 
Scile  co.e  dell' Accademia.  C)  R..>p-  son. 
6.  Ma  .e  in  casa  allri  batter  può  .  don- 
ioni,  Sgonnella  le  Pagnotte  a  lue.  torte  . 
SraraB-j  le  TiTande  con  gì.  uguom .  f  fi; 
SGORBIA    Scrpelh  follo  o  doccia  pfr 

Sgori-.e,  succhielli,  '8"«' •  ^""%°'V°' 
ialuoqu.  misura  .  S.Jcr.  Colt.  58.  Con 
Lo  scarpello  d.  meuo  cerchio  a  uso  d. 
sgorbia  .fanno  un  foro  della  grosseria, 
che  v'  ha  a  entrare  la  maria. 

SGOllBIARE  .  Imbrotlar  con  inchio- 
stro. 0  con /regi...  0  schizzi  .1- inchiostro, 
checchessìa  i  il  che  si  dice  onera  Scor._ 
hiare    Lai.  alrum./iM  inquinale.  Or.  TW 

?.  1.  Per  lsJ.,cclicran;  Screziare,  Mac 
ch:ire  gceralmenU.  Lai.  ..laculare .  Gr, 

*  S.  II.  E  in  signiflc.  neutr..  e  neittr. 
p.«r.  p.r  Porsi  pe,.a  .  fasi.Mo  Bern. 
lell.h  La  cagna,»  il  cane  m.  .ara 
gralissimo,  ma  non  sgorbiale  pero  p.  r 
(rovarlo,  se  non  ne  avete  ,  che  ad  ogni 
modo  io  non  ci  sono  si  avventuralo  che 
,i|  operae  pret.u,„  affal.carv.  Unto,  /i 
6.1.  Vorrei  de'proiciulli,  ec.  pero  m.  v. 
raccomando;  ma  non  vi  sgoibiatc.  (OJ 

SGOUBIO  .  Miccliia  /atta  m  sul  lo- 
glio eoa  .„ch.oslro  .  Scorilo.  Lal^  '""": 
Gr.  x»ra5T./;xa  lìurch.  I.  29.  Ma  e  gU 
pareva  essere  appuntato  Da  un  nuta.o  cnl 
L.le  alialo.  Che  d.  non  fare  sgorb..  era 
Lotio.  /;  J.  10.  Ne  tanti  sgorb..  fa  1  an- 
no un  notaio  .  ■•?  Cor.  leti.  .-ol.  2  pas- 
3]-,.  (  Comi.o  1,34).  Fino  "ora  stanno 
nel  modo  medesimo  che  1  g.ov.ne  1  ha 
arate  dalle  mioute,  ed  anco  peggio,  per 
gli  sgorbii  e  per  le  rimesse,  alle  volte 
poco  leggibili,  che  nelle  minute  s.  fanno. 
^  Jpll.  i80.  Non  siete  ne  l.lterato  , 
„l.  cortomato,  e  la  tintura  che  vo.  d.le, 
non  i:  di  lellerc  ;  i;  di  sgorb...  ec.  (1!) 

*  SGORBIOLI.NA  .  Piccola  sgorbia  . 
Baldtn.  l'oc.   D.s.  (J) 

SGORGAMENTO  .  Lo  sgorgare.  Lai. 
e»M«o.  eg.-sl,.<.  Gr.  iffopa..  e*f ofi";' 
G  y  li  38.  5.  La  cilta  per  c.jscuna 
festa  dallo   sgorgamenlo  di  qnello  era    la 

^SGORGANTE.  Che  ..gorga.  Lai  e/ 
/7ueM  Gr.  5/^/JC«v.  lied.  Utl.  l.  4l'- 
Quei  medicamenti,  che  dal  volgo  avvei.o 
.grandi  errori  sono  creduli  ec.  poter  ler- 
m.re  e  stagnare  .1  sangue  sgorgante  ec, 
sono  mere  baie.  {*)  , 

SGORGASTEMESTE  .  J.-oerb.  A 
.-argo.  Lai  afìì.itnter.  Gr.  pj'SonJ. 
'  i  5  SGORGARE.  yClr.  Propr.arnenU 
P  Ut,  ir  fuori  che  /anno  l'  acque  dal  luo- 
go dove  sono  rtleài.tc,  .love  /anno^  gorgo. 
Lai.  se  egerere  ,  exmrrari  Gr.  E/.f  E?i- 
»0«i,  a-ofopr.'?"''*'-  '^  '•  7-  3 (.2. 
Ancora  per  lo  sgorgare  di  quello  empito 
dell'  acqua  e  del  legname  percosse,  e  fece 
rovinare  il  ponte    alla    Carraia  . 

•.?   §.    I.   Sgorgare,  parlandosi  di  fii.mi, 

diceti    del    Mettere  ,  0  S'joccar  V  acquo 


S  G  0 

loto  in  altro JSume.  0  nel  mare.  ..  D.iitt. 
Par  8  Da  ove  Tronto  e  Verde  in  ma- 
re scorga  ..  .  Ciò.'.  Oell.  ìil.  Alf.  ili- 
Onesto  fiume  chiamalo  dagli  antichi  V.U, 
e  OBci  da-Ravenncsi  Acquadussa  ,  poiché 
egli  ha  ricevute  l'acque  del  Ronco,  se  ne 
va  a  sgorgare  nel  PO.  G..I.I.  -J"  435- 
Si  potrebbe  dire  che  1'  acqua  tutta  del 
Medileiraneo  cali  perpetuamente  verso  lo 
stretto,  come  quella  che  debbo  andare  a 
scaricar  nell'  Oceano  1'  acque  de.  tanti 
fiumi  che  dentro  vi  sgorgano.  (Cj 

J  §  11.  Per  similit.  vale  Spargere  ab- 
hondanlemenle  .  Lai.  effundere  ,  egurgita- 
re. Gr.  éxxis'v.  no,.l.  P..rg.  3l.  Fuor, 
sgorgando  lagr.me  e  sospir.  .  Pass.  Oer. 
,2.  1)6.  Al  Bn  sgorgando  un  lagr.moso 
rivo";   In  un  languido   oiioc  proruppe  ,  e 

disse  :  ee.  _  .        .  1 

+   >?  <5.  III.  Per   Uscir /..ori  in  abbon 
danza  .    ..   Med.  Arb.     Or.   26.   Di   quegli 
pietosi  e  dolcissimi    occhi  ,  a   purgamento 
e  consumajion    di    lutti  i  nostri   peccati  , 
sgorgarono  fiumi  di  lagrime  ...  (Il) 

§  IV.  Per  melo/.  Diff'ondersi  ,  Span- 
dersi Lai.  exc„era,i.  Gr.  kot?o?ti^5(i- 
0«t.  Tac.  D.IV.  Sl>r.  5.  36^.  AUr.  f.o- 
gtiono  ),  che  regnante  Iside,  soperch.audo 
in  Egitto  la  moltitudine  ,  sotto  Gecosoli- 
rao  e  Giuda    capitani    sgorgò   nelle  terre 

vicine.  ,       „. 

+  <;  V.  Sgorgare  ,  vale  anche  l'ir 
tutto  quello  clic  ..Icuno  ha  /.Ito,  o  detto 
a  chiunque  ne  h  .loniandi  .  I  ardi.  t.r- 
col.  58.  Di  coloro,  i  quali  ce.  confessano 
il  cacio  ,  ciob  dicono  tulio  quanto  quello 
che  hanno  detto  e  fatto  a  chi  ne  gli  do- 
manda  ec,  s'  usano  questi  verbi  :  sverUre, 
sborrare,  schiodare,  sgorg.ire,  ec, 

+  *  S.  VI.  &ors<i/e,  in  signific.  alt  , 
.'    _  ei  f  ,     ,,,.      jpi,.    ,r. 


S  G  O 


I187 


vale  Far  sgorgare.  Borgh.  Orig.  Fir.  1  !| 
Questi  ec.  vogliono  ec.  (che  Ercnle)  sgor- 
gando il  fiume  d'  Arno,  che  vilenoto  dalla 
Golfolioa  stagnava  tutto  questo  p.ano  , 
seccasse  la  palude  che  ci  era,  e  ci  cd.U- 
casse  questa  citta    ^FJ         _,      ,       ,       , 

S:  §  VII.  I':!e  anche  Mandar /uorl . 
Il  locabol.  ali;    r.  FOGNA.  (C) 

•<-  *  SGORGATA.  Quella  q.ianl.- 
là  d-  acqua  die  attrae  lo  slanluff->  della 
tromba  al  oq„i  i,np:lo  .lei  movente  ;  o 
pinlloslo  Quello  spaz.o  che  r.mane  voto 
d-  ana  nella  tron.ba  al  o^ni  alzata  dello 
sl;i:uff-o.  Galli.  Fram.  Par.  voi.  3-  pag. 
40.  Poco    s'  aUa  la   stremila    della    lanca 


li.  ed  in  coosegucnia  poca 


l'acqua  ci 
si  cava  in  una  "sgorgata  ec,  sicché  si  può 
continuare  quanto  ne  piace  a  fare  la  sgor- 
gala    lung..  ,  e  cavar    in    conseguenza  p.u 
acqua     (J) 

SGORGO,   lo  sgorgare  ,  Sgorgamento. 
Lat.  cff'usio,  ajjluenlia.   Gr.  Éx^""'-  . 

f  §.  Onde  A  sgorgo,  poito  avverbial., 
vale  Con  glande  sgorgamenlo  ,  Copiosa- 
mente,  Ahbondantemenle.  Lat.  ajluenler. 
Gr.  ijìòr,;.  Med.  Aib.  Cr.  47.  Vedi  so- 
pra te  'aperte  e  sparte  le  fonti  di  grana 
delle  piaghe  del  Salvatore  .  le  qual.  doc- 
ciano a  sgorgo,  per  d.r  bere  e  saziare  a 
ribocco  i  suoi  amami  di  vino  dolce,  pieno 
di  carit'a. 

SGOVERNATO.  Add.  Tion  governalo. 
Mal  trattalo  .  Lai.  male  liabitiis  ,  male 
curatus.  Gr.  xaxw;  i-llllUO-^H.  Frau 
Sacch.  no...  l63.  E  con  questo  era  sgo- 
vernalo, che  mai  nel  pennaiuolo,  che  por 
lava  ,  non  avea  nò  calamaio  ,  ne  penna  , 
I  né  inchiostro  f  qui  vate  :  senza  governo  , 
'  trascurato).  E  nov.  210.  Erano  continuo, 
come  è  d'  usanza  ,  a  far  governar  le  lor 
bestie;  e  quanto  pii.  s' aOfjt.cavano,  pm 
le  vedevano  sgovernate. 

SGOZZARE.  Tagliare  il  gozzo.  Sena- 
nare.  Lai.  iugulare.  Gr.  ^yarTS.v.  Morg. 
2-  254  Perocch'  alla  franciosa  qu.  si 
ssóiza.    Fir.    As.    23.    Tenni    per    certo. 


che  1*  buon»  donni  non  avesse    mica  la- 
scialo di  .gorzarmi  per  misericordia. 
§.   1.  S-iOZzare,  vale  anc.-ra    Folart   il 

gozzo. 

§.  II.  Per  meta/  vale  Dimenticare  una 
cosa.    Comportarla      Frane.    Sacch.    nov. 
86.    Fra  Michele,  che  non  avea    sgozzalo 
ancora  la 'nsalala  da  Tossignano,  la    viciU 
con  un  bastone.  *  E  mv.  1 1 4.  Da  ivi  a  po- 
chi di  fu  condcnnalo  in  lire  mille  .    ec.  i 
onde  mai  uon  lo  polì;  sgozzare  nò  elli,  n« 
lui  la     la     casa     degli     Adimari  .     E    nov. 
187.  Dolcibcne  non  la  sgozzò  mai  (  V  in- 
giuria )  ;  lantochè  ,  collo  un    di    tempo  , 
con  un  ventre  pieno  il    giunse    oc.    e  in 
presenza  di  tulli  i  mercatanti  gli  lo    per- 
cosse al  viso.f/V  Farch.  5(  r.   8.  192.  La 
plebe,  perchè    oltre    la    morte    d.   Iacopo 
Alamanni  ,    la    qual    non     poteva  a  palU> 
nessuno  sgozzare,  mancava  d' un  gran  ca. 
no,  ee.   E   l5.  609.  Questa    fu    una    g.o- 
slra,  come  si  dice,  fallagli  per    burla    da 
Giomo,  ce.  ;  ma  egli,  che  ne  use.   mezzo 
morto  e  lutto  smarrito    dalla    paura  ,  ha 
detto  sempre,  e  dice,  che  ella  fu  p.u  che 
da  vero,  né  mai  ha  potuto  sgozzarla,  lac 
Dav    Sior.  2.  294.  Non  potendo  sgozzanre 
quella    giornata    di  Bedriaeo,  s' accostaro- 
no a  Vespasiano    incontanente    (il    lesto 
lai.    ha    dolorem,    iramque    Bedr.accusiB 
pugna;  relinenles)  . 

SGOZZATO.  Add.  da  Sgozzare.  Tar. 
eh  Star.  l5.  5ql.  Era  rimasto  racchiuso 
il  duca  Alessandro,  sgozzato  e  morto  di 
più  ferite.  *  Lasc.  Cen.  1  -ir.'.  S-pag.  1 26. 
1  Lassù  gridando  corsero  ,  e  .  due  m.seri 
fratellini,  e  la  disperata  madre  trovarono, 
che  davano  i  iratli ,  sgozzati  a  guisa  d. 
semplici  agnelli.  (TC) 

:J  SGRADARE.  Dislinsiiere  per  gradi. 
Fior.  Viri.  cop.  38.  Per  più  piena  dottri- 
na è  da  sgradare  in  ispezialila  per  ordine 
il  modo,  e  la  forn.a  che  e  da  osservare 
in  tutte  le  cose  che  l'uomo  viene  a    la- 

SGRADIRE.  Dispiacere  s  contrario  d" 
A"rad,re.  Lat.  dispìicere.  Gr.  «-rtKPSS- 
XEi-j.  Dani.  rim.  2.  Pensoso  dell  andar, 
che  mi  sgradì,!. 

*  SGRADITO.  Add.  da  Sgradire}  Mi- 
,gra.lilo.  Malgradito.  Lai.  male  rxcepliis. 
ingraius.  Gr.  /«xoJexTo;.  Sak^n  Disc. 
2  25o.  Sommissimo  pregio  e  dello  lette- 
re che  quantunque  in  alcuni  scun  tempi 
non  guiderdonate  ec,  ma  piuttosto  sgra- 
dite e  svilite,  si.>no  state  da  alcuno  genUb 
ed  onoralo  spirilo  maiscmpre  coU.vate.  (  J 
*  SGRAFFA.  Termine  degli  Stampa- 
tori. Unione  di  diversi  pezzi  di  piccole 
linee,  che,  unendosi  nel  mezzo,  /ormano 
un  pezzo  solo,  e  servono  nella  stampa  per 
raccogliere  diversi  articoli.  (A) 

SGRAFFIARE.   Graffiare.    Lat.  ungui- 

bus  lacerare,  scarificare  ,  lancinare.    Gr. 

.!;.',.0i9À-.-J>.(i-^<-  Bit    In/  22.    I.   Per    la 

figura  eh'  egli  ha  di  galla,  che  sgraffia  co. 

eli  irli"Ii.  _  „      y-i     * 

8     1.  Per  similit.    Benv.     Ceti.     Ore/. 

5l.  Per  fare    le    separazioni    de' camp,  si 

prende  una  ciappolelta  sottile,  e  bene  ar- 

rolaU,   graffiandy  lotti  i  detti    campi    per 

lo  traverso,  perchì:  in  altra  guisa  non  ap- 

parirebbono    punto    bene  ;    e   questo    si 

chiama  sgraffiare.  ™,  ,_ 

g.  11.  Per  Lavorare  di  sgraffio.   lerm. 

di   Pittura.  V.rnf. 

•+  SGRAFFIATO  .    Add.    da    SgraJ- 

fiare  s     Graffialo  .     Lai.     ungu.bus    tace- 

-'"-     — 1^'-;,,;    /7V3.    .    Vider'o 

::;:;^'^d:^ap^;em4anudiesg.f- 

fiati.  Bed.  Esp  nal.',\.  In  un  altro  cap- 
pÓn  ,  che  avea  ingozzalo  quattro  delle 
Tuddetle  palline  massicce  ec,  si  vedeano 
j.raifiale  e  sminuite  di  mole    (  qui  per  ,.- 

milil). 


n86 


S  G  R 


•f  *  SGRAFFUTOnE.  Pittore  che 
dipigne  a  sgraffio.  Salviti.  Bum  Fier.  ^. 
Intr.  l  piuori  da'  Greci  eran  chiamali 
^w/fx'yot,  ciol;  <UIÌDcaiori  o  ditegnalori 
d'  aoinijli,  chi'  questi  dovettL-ro  ciserc  i 
primi  a  «sere  Jipinli,  e  perciò  diede  il 
nome  agli  artefici,  che  al  prtDcipiu  piut- 
losto  sgraffiatori  orano,  che  pillori    (J) 

SGRAFFIGNARE,  J'oce  bustaj  lìuba- 
re.  Portar  via  Lai.  c/epere.  Gr.  x).£'- 
ffTEtv  Malm.  7-  69.  Se  il  mooclio  ha  le 
raan  fatte  a  oncino  Per  gire  a  jgraffi- 
goar  pel  vicinato.  Car.  lelt.  1.  20.  Vo- 
IcDdosi  far  1*  csccueionc  da  se  stessa  ,  gli 
volle  sgraffignar  di  leUa  la  hcrrcll». 

*  g.  Per  meta/,  ,  vale  Riscuotere , 
Cavare,  o  Trar  fuori  quasi  dai  t;roffi. 
Car,  leti.  I.  l36.  Ne  per  questa  saprei 
che  mi  vi  dire,  se  non  avessi  hisngnn  che 
M.  Martino  mi  sgraffignasse  certi  denari 
dall'  ugne  di  quel  della  galla  che  egli 
"■   (C) 

*  SGRAFFIGNATO,  ^'^rf  'i<i  Sgraffi- 
gnare.  Car.  Son.  buri,  a.  Tcnea  certi 
fantastichi  alCiLeli  ,  Sgraffignali  da  lui, 
nella  sua  fece.  (/^) 

SGRAFFIO.  Graffio,  Graffintura.  Lai. 
ìaceratio.  Gr.  xaras^^'M^'i-  Fr.  GiorJ. 
Pred,  H.  Con  tutta  la  faccia  coperta  di 
lividi  e  di  sanguinosi  sgraffi. 

*t  §■  P*''  """  sorta  di  pittura  in  mu- 
ro a  chiaro  scuro,  che  è  disegno  e  pittura 
insieme,  e  serve  per  ornamento  di  fac- 
ciate di  case,  dì  palazzi,  e  cortili  j  ed  è 
ticurisùmo  alle  acque,  perche  tutti  i  din- 
torni sono  trnttegf^iati  con  un  f^rro,  in- 
cavando lo  'ntonaco  prima  tinto  di  color 
nero,  e  poi  coperto  di  bianco,  Borgh.  Hip. 
4?!.  Una  facciala  di  sgraffio  io  Borgo 
nuovo. 

SGRAFFiONE.  Sgraffio  grande.  Car, 
Mtttacc.  son.  7.  Dava  a  chiunque  vedea 
morsi  e  sgrafBoni. 

•f  #  SGRAFFITO.  Terni,  de'  Pittori. 
Sorta  di  pittura  in  muro  a  chiaro  scuro , 
detta  anche  Sgraffio.  Salvia.  Buon.  Fier. 
A.  Intr.  Di  qui  graffito  e  sgraffito,  sorla 
ai  pittura  in  muro  a  chiaro  scuro  ,  con 
certe  linee  profondamente  impresse  nel 
muro,  (A) 

SGRAmATICARE.  Foce  usata  per  i- 
schenoj  Esplicare  per  gramatica  ,  Di- 
chiarare secondo  che  fanno  li  gramati- 
ci.  Lai-  grammaticorum  more  enucleare. 
Gr.  y^jnuaTotWj  oapiivi^stv.  Cari.  Fior. 
32.  s'io  volessi  st.ire  a  sgramaticare,  sic- 
come voi  fate,  io  vi  direi  ec.  #  Car. 
Cam.  a3.  Questi  gramatici  sono  troppo 
spigolislri:  a  me  basta  che  ec  ed  isgra- 
maticbi  poi  chi  vuole.  (FP)  Minucc. 
Malm.  pag.  3!p.  Pcrchi:  la  (^ramatica  e 
cosa  spinosa  e  difficile,  per  quvsto  il  di- 
chiarare e  agevolare  1'  inU-lligeou  di  qual- 
che fallo,  o  questi'iDe  oscura  e  imbrogliala 
dicbianio  «gramaticart-.  (B) 

^  §.  Sgramalìcare ,  fìguratam.  ptr  it- 
brogliare  .  Cecch.  Prov.  jj8.  Inoanti  eh* 
io  mi  parta  E*  s*  ha  sgramaticar  questa 
faccenda.  ((')  ! 

SGRAMVTICATO.  Jdd.  da    Sbrama 
Ucare.    Cari,  Fior,  52.  Troveri  il  signore 
Otlonelli  sgramalicalc  quelle  parole  dt-gli 
Accademici,  che  fa  sembiante  di  non    in- 
tendere. 

SGRAMUFFARE.  Foce  rfi  (Tergo;  .SV.i- 
tinare,  P'irlare  in  grammatica.  Buon. 
.Fier.  4*  5-  Ip*  lo  n<^n  vorrei  Che  dove 
le  persone  altra  non  hanno  Lìngua,  che 
la  materna  ,  i  IcUerali  Parla%st-r  sgraniul- 
fa  odo. 

f  #  SGRANABILE.  Jdd.  Che  si  può 
.^granare.  Bellin.  Disc.  il.  Ni*' noiiri  «r- 
ticoli,  armati  tulli  d*  un  facilisùmanirnio 
sgranabile  (cnerumo  .  F  poco  dopo:  Gli 
m.inliene  sempre  nella  sua  tempera  di 
laida  e  non  isgranabile  durcua    (Min) 


SOR 

t  «SGRANANTE.  Che  sgrana,  o 
si  sgrana,  Belltn.  Disc.  3,  ^1.  Le  rin- 
forzale corde  e  tiranti  di-'  muscoli  ,  i  lu> 
brici  teocrunti  i'  sgrananti,  le  dislrndevoli 
e  morbide  pelli.  F  ^7.  Mi  abbisogna  il 
saldo  ed  asriutto  suulo  ec.  dove  tulio 
molle  e  grasso  tei  reno,  dove  tulio  magre 
e  scanalili  lollc.  (Min) 

SGKANAIX.  Cavare  i  legumi  del  gu- 
scio. Lai.  e  siUguis  grana  educrre.  Gr. 
atro  T&iv  tiify.xC<iit  ì^o'xào'Jì  «faynv. 
Batch.  I.  77.  Disse  un  bacccl,  che  s'  a- 
veva  a  sbranare.  Lor.  Mrtl.  cans.  j  18.  l. 
Ogni  civaia  al  gusto  mi  par  grave.  Fuor- 
ché s^-ranar  baccelli,  e  mangiar  fave. 

#  §.  l.  S'^ranare,  in  gigaific,  neutr. 
pafs.,  dicesi  Della  terra  che  allorchk  e  in 
zolle  e  facile  a  disfarsi  quasi  in  granelli. 
V.  SGRANANTE.  (C) 

%,  II.  Per  nietaf.  Burch.  1.  23.  Sicché, 
se  i  pedi^non  sono  sgranali  ,  Dolgasi  la 
citta  de*  paneruzzoli. 

SGRANATO.  Add.  da  Sbranare.  Lor. 
Med.  canz.  ii8.  l3>  A  chi  piacesser  le 
fave  sgranate  cc.^  A  casa  mia  o' ara  buone 
derrate. 

SGRANCHIARE.  Contrario  di  Aggran- 
chiare j  0  ai  usa  in  signific.  att.  e  neu- 
tr. Lai.  niemhra  explicare.  Morg.  3.  7I. 
Gli  passò  la  corazza,  e  p»i  la  pancia:  Poi 
con  Fusberla  sgranchiava  le  mani.  ^  J.od. 
a/arl.  rini.  buri.  2-  58»  Fa  volar  l'  Al- 
talena senza  penne.  Fa  sgranchiar  1'  Alta- 
lena gli  aggranchiati  :  Ftlice  il  di  ,  che 
nel  nostro  uso  venne  t   (Bj 

g.  Sgranchiare,  per  mrtaf.,  vale  Sai- 
shittirsi.  Svegliarsi.  Toc.  Dav,  Stor.  3. 
2<)S.  Non  potevano  i  cavalli  sgranchiare 
(il  lesto  lai.  ha  segnes  equi  )  .  Anibr. 
Furi.  ^.  2.  lo  so  che  lu  sgranchierui,  se 
tu  vai  dove  t*  ho  ro.mdalo.  Buon,  Fier. 
3.  3.  8.  Sgranchia  ,  e  non  esser  l<nlo  ; 
nileguati,  va*  vi.i,  Sgranchia,  e  ripunti  la 
catena  al  mento.  F  \  3.  1.  Tu,  Man 
frenino,  sgranchia  ;  E  tu  ,  Smeraldo,  non 
l'  addormentare. 

♦f  *  SGRANCHIRE.  Lo  stsso  che 
Sgranchiare,  quasi  Uscir  dal  buco,  come 
i  granchi.  Salvi/i,  Buon.  Fur.  3,  l^.  l. 
Sgranchia,  da  sgranchiai r ,  che  si  dice 
anche  sgranchire,  come  incrnerorr,  ince- 
nerire ,  ce.  Sgranchire,  Uscire  dal  buco , 
come  i  granchi    (yij 

SGRANELLARE.  Pic.si  prcpriamente 
dello  Spiccare  gli  acini,  0  granelli  de/I' 
uva  dal  grappolo,  e  da'  picciuoli.  Lai. 
uvarunt  ncinos  legere-  Gr.  òx'yx^  9ui- 
>s'y£iv.  Soder.  Colt.  S\  Il  quale  fvi/'o) 
volendo  faro  e  dilelleTole  ,  e  util^,  sgonnel- 
lerai quella  quantità  d*  uva  raccolta  da 
diverse  viti  perft-lie  ,  che  si  parr^  ben 
asciutta,  ce.  /:  appresso:  Eleggerai  an- 
cora uva  della  miglioie  che  si  possa  tro- 
vare, ec;  sgranellala,  senta  spremerla, 
con  diligenta. 

§.  Per  jimilit.  Lib.  Son,  ^o.  Tu  si  m* 
hai  tanti  Cuius  sgranellalo  Con  tuoi  JU- 
f-rtlia  fabri,  e  strari  mollrlli. 

SGRANUCCHIARL.  M.mgiar  cose  che 
maitican-hle  sgretoline  .  M.ilm,  a.  63. 
Come  la  gatta,  quando  ha  preso  ti  topo 
PC  ,  Te  lo  sgranocchia  come  an  becca- 
fico. 

*  SGRATARE.  /'.  A. Spiacere.  Bo<c 
Am,  Fi$.  6  Tu  hai  costui  veduto:  vidgi 
ornai  Gli  occhi  a  quei  del  niondan  remo- 
re eredi;  I  qujlt  quando  riguardalo  avrai 
Dì  quinci  andrenci  ,  che  lo  star  mi  sera- 
ta   (B) 

SGRAVAMENTO.  Lo  tgnu-mre.  Lai, 
levctmentum  ,  lev.tmen.  Gr.  X0usi?/I9( 
Segner,  Mann.  Agost.  16.  3.  La  rcfeiiooe 
e  doppia:  1*  una  negativa  ,  l'altra  posi- 
tiva, ec;  la  negativa  %*x\  lo  sgravamento 
dal    peso   o  dalla   fatica,   re. 

I  9  SGRAVARE.  Diminuire  ti  pese  md 


S  G  R 

uno.  Alleggerire  ,  Alleviare  uno  dt  umM 
patte  d*un  pi'soj  contrario  d'  Aggravare, 
L^t.  levare.  Gr.  KoufiZitt,  Sen.  Pisi.  S« 
n'andò  tulio  digrado  in  bbandimento,  « 
sgravò  la  città  di  Roma  (cioè  liberò  dal 
sospetto  )  . 

■f  *  S  l.  F  in  signtfic  rtutr.  Sce- 
marsi il  peso.  Buon,  Fier.  3  1.7.  Sfib- 
biancì  quelle  cigne,  E  sgiAviancì  le  spalle 
Dì  queste  casse,  o  ktipi,  o  acatolooi.  (Bj 

*  g.  II.  S'jrovarsi  d'  un  Servitore,  o 
simili,  vale  Diminuire  un  servitore ,  o  si- 
mile. -  Sesr.  Fior.  Sior.  i.  9.  Quando 
una  dì  quelle  provtocie  si  vuole  sgravare 
dì  abiiaioti»  .  (Cj 

4^  g.  III.  Sgravare,  figurtilam.  vale 
Diminuire  le  imposte,  1  carichi,  o  simtlet 
ad  uno.  m  Frane.  S"cch.  nov.  176.  Tro- 
verò modo,  che  ne'  luro  estimi  e  nelle  loro 
imposte  e'  saranno  sgravati.  Buon.  Firr. 
5.  4-  6.  Insieme  amati  ,  egualmente  te- 
muti ,  \i  sgraveran  di  qualiisù  gran 
pondo  »  >  (Cj 

*  g.  IV.  Sgravare,  in  significato  mrutr. 
pass.,  parlandosi  di  donna,  vale  nelPuso 
Parlorire.   (A) 

SGRAVATO.  Add,  da  Sgravare.  Lai. 
Irvatur,  Gr.  xovftoìtt'i.  M,  /  .  3.  ^2. 
Già  il  cielo  Sgranato  da  impelooso  caldo 
solare  ec,  una  disusala  fi-rtuoa  dì  venti 
e  di  tuoni  turbò  1*  aria. 

*  SGRAVATORE.  /  erbai,  mate.  Che.  0 
Chi  s::rava,Alleviatore.  Serd.  Galroit.Mar. 
l\.  Pare  cbe  sia  come  sfjra valore  de* 
carichi,  e  aiutatore  delle  cose  umane.  ^C^ 

•f  *  SGRAVIDANZA  L*  azione  dello 
sgravidore.  SaUtn  Opp.  Cacc- Voven  mt, 
del  lutto  sventurata.  Per  molto  intempe- 
stiva sgraiidanxal  E  Teocr.  idilL  j6.  E 
mi  rijidusse  sulle  porle  a  Pluio  ,  Cosi 
cattiva  SL,ravìilanxa  10  ebbi  ,  E  aosteooi 
nel  parto  acerbe  doglie.  (A) 

SGRAVIDARE.  Disgravidart ,  Spre- 
gnire.  Frane.  Sacch.  Op.  div.  gS.  Chi  la 
portasse  appiccata  al  collo,  non  porìa  in- 
^r.ivid.ire;  e  se  fosse  gravida,  sgravide- 
rebbe.  Cant.  Carn.  17,  Acque  abbiam  dì 
più  virtù  Per  chi  non  può  sgravidare  . 
Bemb.  Star.  C.  74»  Dicono  eziandio  es- 
ser cosa  servile  ,  che  le  fanciulle  partori- 
scano; e  perciò,  se  ellf  s*  impregnano  , 
con  ceri*  erba  a  eiò  buona  ingravidano. 
Farch.  Erc-^t,  1^5  Mai  voi,  per  quaolo 
mi  par  di  vedere,  1' avete  fatta  sgravidare 
e  sprejjnare. 

3  SGRAVIO.  Lo  sgravare.  Lai  leva- 
mc/i.Gr  >rouj;c7UL9';.  /  n  .  Disc  Arn.  36. 
Quando  ben  non  sì  ottenesse  ìoleraDaeole 
il  doiJerato  sgravio  d*  Arno  da  quella 
materie  che  Io  riempiono. 

^  %.  I.  Sgravio,  vale  anche  Scolo  di 
umon  ,  o  Evacuazione  di  escrementi j  Sca- 
ric-.y.  Bfd.  Lelt.  a.  no  Dico  questo,  per- 
che si  può  dubitare,  che  sijmo  forse  in 
tempo  (he  l'utero,  a  cagione  drl  passalo 
parto,  abbia  bisogno  dì  qualche  solilo,  e 
consUflo  sgravio.  (C) 

*  g  II.  Per  nietaf.  \-aU  CmstificaziO' 
ne.  -  Gal.  Siti.  35!>.  Ho  taleso  benissi- 
mo, ni  saprei  qual  cosa  produr  per  ìagra- 
vio  di  un  lauto  Trore  ».  (C)  Segnar, 
Pred.  Poi.  Ap.  la.  5.  Allora  sì  che  A€t' 
vea  chiedere  al  reo  ciò  che  piodoceise  a 
suo  sgravio.  (PC) 

SGIIA/.IA.  /'.  J.  DisgraUa.  Lai.  in- 
fertiiniiim .  Gr.  aryx*'*  •  Ditlam.  1.  jo. 
Ahi  lassa  me!  che  ancor  par  rbe  mi  sia 
Un  glatlio  61I0  |ier  mruo  del  cuore.  Pen- 
sando  quale   lu    la   sgratia  mìa. 

SGKAZIATAGGINH., ^«tra»<^  di  Sgrm 
tiato  .  Alleg*  1  jc).  Non  che  il  disegno 
siitgidare  ,  ombreggialo  della  sgraziataggi- 
ne in  carne  .  >!s  JtaMm.  Lei.  ptg.  id. 
(  Ftr.  ì6cf2  ).  Entra  qui  ora  lo  spirito- 
so pittore  ec. ,  e  10  primo  luogo  cooosoe 
oon  solo  quali  siano  ì  difcUì  di  quel  voi- 


S  G  R 
lo,  e  la  sgratiataggiae  d*  ogni  parie,    in^i 

re.   (S) 

SGRAZIATAMENTE,  Akverh.  Scnzn 
firana  t  '<"»  if^raziftlaggine.  Lat.  incon- 
ctnnc  ,  iriip'e.  Gr.  aTrstpo/otiwj  ,  fsìjotS' 

jUo'ffTUv- 

§  Sgraziatetmtntej  va/v  an<hf  Cm  dU* 
gratta  ,  Per  ttispr.izii  .  Lat.  misere  , 
in/e'icitcr,  casu.  Gr.  c'u^t-jX''^»-  a&it'w?. 
«ITO  Tu'^l^-  ''''■■  '^**  222.  iVon  a*-creblie 
manratù  d'  ufiìrio  alcuno  ,  che  m  a^'p^r- 
trnga  ad  un  lido  amico  che  così  sgrazia* 
taniento  ubbia  perduto  il  suo  crimpagDo. 
Cecch.  Spir.  2.  /i.  Scodo  a  Vonexia  ,  Io 
jnimazzai  un  genliIu>.nio  in  >cro  Quasi 
sgraiijIameDtc .  /for^h.  Coi.  /ioni.  3;7. 
Esitando  poi  sgrazialanicnlc  presa  quando 
mrn  iluvva.    e  manco  se  l'a.^'pcltiiva. 

SGRAZIATELLO.  lìmi,  di  Sgrazhto, 
.ilUg.  8tj  CI/  io  abbia  sputato  ec.  il  se 
guente  sonrtluccio  sgrazìjtcllo,  a  coofusion 
df'  moderni  poetarci  sgai^glirrati. 

SGRAZIATO  .  A'f^l  Senza  grazia  , 
SvenrvoU  t  Senzn  nxvmcnirzzn  .  Lat.  in 
ventiJlHS  ,  ilkpi'Uts  .  Gr.  ctjfw^ct^  .  Cton. 
Mortìf.  270  Scaccia  paura  t-c.  ,  mrnte- 
«'allaggine  T  >vcn<.-volet£a  ,  e  altre  simili, 
le  quali  lì  f.iuno  tristo  e  sgniziaio ,  e 
fannoti  esser  non  riput^flo  ,  da  niente  ,  e 
«chifalo .  Frane.  Sticc/i.  uov.  i5p.  Tutti 
pareano  più  sgraziato  I'  uno  che  1'  altro. 
£roiiz  nm.  funi  ^.  ^9  ^'*  f-'le  conto 
che  trovar  bisogni  li  più  .«graziano,  il  più 
schifo  ,  il  più  brutto.  /ìii^'n,  Tunc.  5.  3. 
Oh  va  or  tu,  e  leccali  le  dita,  Sgraziata 
monna  merda  ,  srimuiiìla. 

*  g.  I.  Per  M  istradi  lo  f  Spiacente  j 
contrario  di  Grazio '^o  ,  g.  II.  Snllitst. 
Cai.  Cnp.  26.  Corti  uomini  giovani,  li 
quali  erano  usati  lavorar  oc'  campì  per 
poverli  cìie  soslencano  ce.  ,  presouo  per 
migliore  Jo  ciitadinc&co  ripuso,  che  quella 
sgraziata  fatica  (il  lat.  ha  ingrato  lobo- 
ri)-  (i) 

%.  II.  Talora  si  prende  per  Isfoi lu- 
nato.  Lat  i "Jori una tus  f  in/elix  ,  inipro- 
sper.  Gr.  ctrit'o^ .  Justu/ò^,  o;^2't)io;. 
Ved.  Flos.  194.  Tac.  Dnv  /fan.  3.  64. 
Aguslo  fa  nelle  rose  pubbliche  felice,  io 
quelle  di  rasa  sgrazialo,  prr  la  figliuola 
e  nipoti  disoneste.  Cuoi.  Tane.  2.  q.  E 
quando?  e  dove?  e  come?  o  mn  sgrazia- 
ta! F  3.  I.  Ciapin  sgraziato,  l'mi  ti  rac- 
comando . 

*  §.  III.  Onde  Essere  più  sgraziato 
delle  tredici  ore,  diersi  in  modo  liassó  di 
Citi  ì  disgrazialixsimo  .  ÀHeg.  108.  Son 
più  ^;;razi)ilo  delle  tredici  ore.   (C) 

«  SGRAZIATOÌSE.  Accrescit,  di  Sgra- 
ziato.  Itrflinc.    Son.    (y1) 

SGRETOLARE  .  Aprire  ,  Rompere  , 
Tritare,  Stritolare  j  e  si  ma  in  sii-nifc, 
atl.  neutr.  e  neutr,  pass,  Lnt.  confiing*'- 
re  .  Gr.  Cìjyvyvai  .  *  Cecch.  PrOw  28. 
Sgretolare  è  proprio  rompere  j  ma  ci  è 
juesla  distinzione  j  rompere  in  cionco  è 
speziar  riciso  e  .iff-ilto;  sgretolare  è  r^-m- 
pere  facendo  scfaeggie,  che  ancora  si  chia- 
mano gretole  :  però  quando  !'  osso  d'  una 
gamba  si  rompo  in  più  parti  e  c<in  più  pezzi. 
cioè  che  r  osso  sì  stiaccia  e  fende,  *Ì  dì 
ce,  e*  s' è  sgr^loìato.  L'aste  delle  lancie 
quaodo  si  corre  al  bagordo  e  si  romponi'; 
si  dice  sgretolare.  Onde  disse  rAUissìmo: 
Dettegli  un  colpo,  e  la  lancia  si  sgretola 
Che  parve  una  cannuccia  di  Peretola.  (C) 
}forg  4-  66.  E'  si  senti  ì'  arnese  sgreto- 
lare ,  Che  Don  ìsgrelolò  mai  osso  cane  . 
Jied.  Ditir.  i5.  Con  alti  picchi  De' maz- 
zapicchi Dirompetelo,  Sgretolatelo,  Infra- 
goelelo,  Slrilolaiclo  Cinj^.  Cnh.  3.  83. 
E  comioriava  a  sgretolare  il  legno.  Piav, 
Colt.  198.  Si  volge  e  piega  U  vile  vec- 
chia, pericolosa  di  sgretolare,  o  schiantare 
per  la  sua  secchezza. 

S-  Per  metof.   Tac    Dav.  Stcr   3.  309. 


S  G  R 

I  Vìlcltiaiiì  ruotolano  loro  addosso  >;ran 
s^ssi  ,  sgielolano  ,  aprono,  e  con  p^le  e 
lance  (rugitno  e  disfanno  la  collcgata  le- 
slufiginc  iMle  targhe. 

SGRETOLATO.  Add.  da  Sgreloìure. 
Lat.  confracttis.  Cr,  xó/^asjus'vo^.  lìuon. 
Fier.  1.5.  3,  Gli  fu  tra  Io  sportello  stretio 
il  braccio,  Che,  sgretolalo,  divenne  una 
rocca . 

*  SGRETOLl'O.  Sgretolamento,  Stii- 
tolatitenloj  e  fini  Moto  fei mentalivo.  lied. 
I.flt.  Sebbene  qualche  volta  si  vede  qual- 
che sgieiylio  dì  bollor  firmcntalivo  di 
ftbbre  ec  ,  questi  rialti  si  hanno  a  vede- 
re ce.  J:cllin,  Jiiicch.  Quella  porrhe- 
ria  ec.  dallo  sgieiolio  ,  dal  crocchiale* 
ce    (A} 

*^ SGRETOLOSO  Add.  Che  ri  sgre- 
tola ,  Che  si  sbriciolo;  e  dìcesi  propria- 
neiite  del  pane.  Svrd.  Prov.  Il  pane  dee 
essere  .ipupnoso  e  sgreldcso.  (A) 

•t  *  SGniCtlIlOLAr.E  Scricchiola- 
re ,  Scrosciare.  Salt'in,  JJuon,  Fier.  ^. 
l.  10.  Lo  s»rigio/ar,ec.  Dmìiiivno  anche 
Sgricchiolare  ,  ve.  Questo  si^i  icchiolare 
viene  da  cric  ,  colla  qual  voce  s' imita  il 
suono  acuto  diroba,  che  batta,  o  sì  fran- 
ga.  fAj 

SGRICCIOLO  Sciiccio.  Scrifcio'o . 
"Ldiippasser  Ircg/odyfis  Gr.  t^w/)ocut>)5. 
Car,  Mail,  scn.  fj.  Allor  gli  fur  d'  intorno 
a  centinaia  E  culrettole  ,  e  5grìccÌoti  ,  e 
fiingut^-lli. 

SGRIDAMENTO  .  lo  S'^rldare  .  Lat. 
chmrgniìo  .  Gr.  Ì~tTipfi'''i:.  *  Sen,  Pist* 
Vìtne  con  majjgiore  sgiìdamento  e  con 
grau  romore.  -C-  Plut.  Adr.  Op.  mor.  1. 
4?.  A  vicenda  5*  usino  ora  gli  sgridamenti, 
or  le  Iodi.  (C) 

*  SGRIDANTE.  Che  sgrida.  Sgrida- 
tore. Corsin.  Toiiacih.  jg,  107.  Ma  via 
sgombrò  degli  sgridanti  il  coro.  Siccome 
al  ventilar  d*un  cencio  bigio  ee.  da' pa- 
schi loro  Sgombran  con  fieri  impetuosi 
rombi  Lì  stornelli,  le  passere,  i  colom- 
bi, (fi) 

SGBIDARE  .  Riprendere  con  grida 
minacc-'voli  ,  Garrire  .  Lat.  obiurgare  , 
increpare.  Gr.  ì'^ltTiuàv,  Rocc.  nov.  64 
tu.  Ella  ia  casa  se  n'  entra  ,  e  serra  lui 
di  fuori,  e  sgridandolo  il  vitupera.  E  nei'. 
8^.  7.  Li  quali  sgridando  lo,  a  lasciarla  il 
costrinsero.  Dant.  InJ  18  Quei  mi  sgri- 
do: perchè  se' tu  sì  ingordo  Di  riguardar 
più  me,  che  gli  altri  brutti?  E  32.  Pian- 
gendo mi  sgridò  :  percbù  mi  peste  ?  M. 
/'.  II.  5o.  Messer  Piero,  sgridali  e  con- 
fortali i  suoi  a  ben  Tarr,  colla  sua  schiera 
si  mise  s(>pra  i  niniìci.  (V,  ().  Gj.  2.  Sieno 
(i  buoi)  arguti  e  costumati  e  mansueti, 
e  che  temano  lo  sgridare  e  le  baliiiure  . 
f'arch,  F.rcol.  60  Gridare  ce.  sì  dice  da 
noi  eziandio-  attivamente,  come  anco  p/rr- 
liie;  ma  sgridare,  oude  il  Boccaccio  formò 
sgridatoti  ,  e  solanienle  attivo. 

3  SGRIDATO.  Add.  da  Sgridare  .  Lat. 
obiiirsnius  ,  admoniliis  ,  incicpalus  .  Gr. 
rzttp'jn-io p ViQ^  .  Rem.  Ori.  I.  16.  9. 
Quella  genie  sgridala  ed  ammonita  , 
L'niilmenle  chinando  il  capo  ,  mostra 
Che  la  voce  del  Re  saia  ubbidita  . 
Vai'.  Mon.  116.  Si  dee  ce.  guardarlo  da 
que*  malori  che  in  lui  mal  custodito  sì 
sogliono  ingenerare  .  f.ilsilà  ,  monopolio  , 
simonia,  usura,  e  gli  altri  già  sgridati,  e 
noti  per  tulio. 

^  %.  E  in  forza  di  Siist.  «  Rocc.  nov, 
27.  20.  Sgridano  contra  gli  uomini  la 
lussuria,  acciocché  rimovendosene  gli  sgri- 
dati, agli  sgridatoli  rimangano  te  fcmn)!- 
ne  ».   (N) 

fSGRIDATORE.  J  erbai,  masc  Che, 
o  Chi  sgrida.  Lat.  obiurgntor.  Gr.  e'TTtTt- 
p.r,rrì^  .  Rocc.  nov.  27.  20.  Acciocché  rì- 
movendoseoe  gli  sgridati .  agli  sgridatori 
rimaogaDo  le  femmine. 


S  G   R 


1189 


f  SGRIDO-  Sgridamcnto  .  Lai,  obiiir* 
gntio.  Gr.  E'n^tTi'/^>j5t;.  Ott.  Com  Purg. 
2.  2g.  Cosi  questa  masnada,  per  lo  sgrido 
»li  Calo  ia.*ciaio  ogni  loro  orgoglio,  che 
avere  soleauii  nel  mondo,  subìlameote  la- 
sciarono la  sollecitudine  del  canto. 

SGRIGJATO.  yjdd.  Vi  celiar  grigio. 
Lat.  citii  ri-US,  cincractus.  Gr.  ivztfpoi, 
TSJywO^s,  <;.  7.12.  7.  ip.  Fece  aggiu- 
gtiere  al  palio  dello  sciamilo  chermisi  da 
rovescio  una  fodera  di  vaio  isgrigiato  , 
quanl'ira  lunga  l'aste  (così  nel  testo 
Riccardi).  Qit.id.  Coni  A  Dino  Bona- 
guida  V  compagni  fiorini  i5  d'oro,  soldi 
9  e  danaii  6  portò  Vanni  per  un  mantel 
di  vaio  sgrigiaiu  per  la  moglie  d'Andrea 
suo  figliuolo,  clic  furo  180  pance. 

SGRIGIOLARE.  Scricchiolare  j  e  si 
dice  pir  lo  più  del  remore  che  fanno  l' 
armi  battute  insieme.  Ruon.  Fier.  L.  I. 
IO.  Non  sentile  voi  Lo  sgrigiolar  deirar» 
mi,  e  la  favella  ììodomontesca  ? 

SGRIGNARE.  Rider  per  beffe.  Lat. 
ir-ridire.  Gr.  eViyfiià'J  Arri-^h.  59  Che 
mi  può  fare  la  tua  befla  e  il  tuo  sgrigna 
re  ?  se  alcuno  suole  essere  bt-fiardo ,  eì 
medesimo  suole  essere  schernito  da  tulle 
le  gf'nlì. 

t  *  SGRIGNUTO  .  Add.  Che  ha  lo 
scrÌQno,  Gobbo.  Segr.  Fior.  Mandrag.  4- 
4.  Egli  ha  se<-o  uno  che  pare  sgrignulo, 
zoppi.;  e'  fia  certo  Ìl  frate  travestito.  (Min) 
Ar,  Fur.  28.  35.  A  uno  sgrignulo  mostro 
e  rculrafatto  (così  ha  ì' cdiz.  rfe/x532,  e 
A'   n/tre  più   reputate).   (Pe) 

*  SGRILLETTARE.  Ter m.  degli  Ar- 
chibusieri.  Far  scoccare  lo  scatto  del  gril- 
letto d""  un'  arme  da  fuoco    (A) 

SGROPPARE.  Coli*  O  stretto.  Disfare 
il  f:rcppo,  Scioriej  che  più  comunemente 
diciamo  S^^rnppare.  Lai.  .••oliere.  Gr.  iustv. 
Frane.  Barb,  288.  2.  Ancor  li  dico  piue: 
Le  filallcre  sue  Ncn  den  far  lunghe  trop- 
po ,  E  sgroppare  ogni  groppo.  Ar.  Fur. 
o.  26.  La  fuoe  indi  al  viaggio  ìt  noccbier 
sgroppa  ,  Tanto  che  giugne  ove  nei  salsi 
Outti  li  bel  Tanagi  amareggiaodo  in- 
toppa . 

SGROPPARE.  Coli'  O  largo.  Guasta- 
te la  groppa  .  Lat.  chines  perfringere  . 
Mo'g,  I.  26,  Un  sasso  par  che  Rondcl 
quasi  Sgroppi . 

SGROPPATO.  Add.  da  Sgroppare  j 
Senza  groppa.  JSccc.  nov.  ^5.  7.  Le  bra- 
che ne  venner  giù  inconlanente,  perciocché 
il  giudice  era  magro  e  sgroppato. 

SGROSSAMENTO.  Lo  sgrossar-e.  Lat. 
infoi matio  .  Gr.  i>-0Tu7rwfft;  .  *  Remò, 
Pios.  2.  61.  Vi  vo  le  minute  cose  ec.  , 
già  da  voi  menlre  eravate  fanciullo  ne'la- 
tìni  sgrossamenti  udite,  raccontando.  (7') 
SGROSSARE.  Disgrossare*  Lai.  i,for- 
mari-,   Gr.   uTTOTUTToùv. 

SGROSSATO.  Add.  da  Sgrossare,  Lai. 

informatns.   Gr.  UTroTUTtW-Sàt'?  - 

SGROTTARE.  Disfar  la  grotta.  Lat- 
drradrre.  Gr.  oL~o^itv  .  Dai-.  Colt.  176- 
Ricuoprig'i  le  barbe  di  terra  cotta,  e  segui 
un  suol  dì  roba  ,  e  uno  di  terra  cotta  , 
sinché  la  fossa  è  piena  ,  sgrottando  sem- 
pre intorno  e  allargando  (  qui  per  si* 
mi  Ut   ), 

•f  *  SGRUFOLARE.  Gruflare  j  e  tn 
sìgni/ic.  neutr.  pass,  per  wetaf  si  dice 
di  chi  prende  tulli  i  suoi  comodi  nel  farà 
una  cosa  ,  Magai.  Lett.  voi.  2.  pag.  Bp. 
(Fir.  1760).  Dopo  avere  ammirato  e  riam- 
mirato la  vostra  lremend;i  canzone,  e  let- 
tala e  rilettala  ,  e  sgrufolalomicì  e  rivol- 
lolatomici  e  crogiolaiomici  iosìno  alle  ore 
24,  slamane,  subito  levatomi,  mi  ci  soa 
rimesso  dattorno,  ec.  (A) 

SGRUGNATA.  Sgrugno.  Car.  lett.  I. 
64.  Voi  siete  un  uomo  cosi  fallo  ,  e  me- 
nieresle  un'altra  sgrugnata  nel  naso. 

SGRUGNO  ■   Colpo  dato  nel  viso  colla 


iigo 


SOR 


S  G  U 


m^,  .errata.  L.l.  p"?"'"  "•  "  '"''''"", 
Gr.  xo.Ju/o;.  Cor.  M.U  -on.  6_  For« 
ha  poJ.grc  ,  o  digli  un.  J.tolU  D.  «re- 
cole,  dissrus"'.'^/'f'"8°°'-  ,  ,, 
SGRUGNONE.  Ssru;;no.   MuCm.    II. 

3q  e  perch-  ci  noi  pa;;»  ""'  ''''  '"".'' 
W  Però  fa  seco  adesso  agU  sgrugooD.  . 
*f  M„gal.  Uu.  Oom.  ili.  I-  329.  M-  »"• 
urei  bene  da  fare  un»  menauna  di  sgro- 
•moni  con  quei  periti.  (C) 

SGIlUI'PA.llE  .  Sbollare  ,  Catar  del 
aruppo.  Lat.  m.olucrun,,  .-d  glon,eru,HC„ 
rcdL-rt.  solvere.  Buon.  F.er.  ^.  H-  10. 
Io  entro  io  un  mereiaio  ,  compro  sirin- 
ghe ,  ec.  Mestieri    ho   di    icrurmene  ;  le 

SGUAGLL^Zi.  y.  A.D>sugu,gUaa. 
ta,  D.ff-ercn:^.  Lat.  d,scr,m^n  ,  inaeijua- 
UL.  Gr.  Ò.^JofX.  Alberi.  3.  193.  Non 
dee  avere  issuaslumia  dalla  tua  semplice 
parola  al  saramento.  .     ^     .      .-, 

^  -t  SGUA.GLURE  .  K.  A.  Contrari, 
i'  As^uagUare.  Lat.  in^eq-iaUm  redJcre. 
Gr.  avi3»v  ^loierv. 

e.  Per  mela/,  vale  nisi'mre.  LaU  d.i- 
„;«re.  Gr.  o.«)ueiv  .  ^//tert.  «/>.  5o. 
"buono  maatenimeoto  dello  studio  non  I 
dovemo  solamente  leggere  ,  ne  solamente 
acrlvere,  perciocché  l'uuo  coslngnc  e  ina- 
rida le  forae  .  e  V  altro  le   dissolte,  eie 

'«"f  liuAGLUTO  .  r.  A.  Ada.  da 
Stigliarci  D.ffereate.  Lat.  iaa«,nal,s  . 
d^v.^su,.  d.scr%an.-.  Gr.  òiay^p»;*'-'"; • 
Coli.  Ab.  Isaac.  Da  queste  couli  lagrime 
molto  sono  squagliate  quelle  che  vensono 
da  occhi  asciutti  per  lo  cuore  lodurato 
«  Giamb.  il:,  t/om.  4.  Ee  f/.2  c^«.^...j 
debole  e  fievole;  è  poco  isguagliaU  dal  e 
bestie  ,  e  in  molte  cose  ba  in  se  pia  di 
miseria.  (C)  ,. 

•f  SQUAGLIO.  V.  A.  Duuguagliaa.^, 
Differenza  J  cantra,  io  d'  A.-guaglio.  Lat. 
diÌcri,n.a.  diff.reat.a.  Gr.  c.ayc^a.  iUr. 
Mod.  M.  Figliuolo  ,  che  sgua^lio  ebbe 
^Ue  lagrime  della  .Maddalena  a  quelle 
di  costei?  Pass.  28J.  Tuttavia.  conM.le- 
randoeli  seltilmenle.  hanno  grande  difie- 
^.na.,^  sguaglio  l'uno  dall' altro.  CmJ. 

G    Cosi  furono  d'  una  forma  e  di  pari  si 
miKliaoia,  che  nullo  sRUagUo  era  in  loro. 
*  SGUAUTA.GG1NE.  Sgra:i«fS::'ae, 
DUadatlag^ine.   Magai   Lctt.  Vale   e  ohe 
io!  (vedl-le  sguaiatagginel  )  ">  f""  l"', 
"li  gaanli  d'ambra.  Vale  detto    atto.  r.^J 
+  SGUAIATO.  AdJ.Chcparl,.  0  op.- 
raincivUmcnt..  ,en:a  il  Jo>u<o  r^'P^^S 
Svenevole.  Lai    invenuUus.  Or.  a.aou»,. 
Salv.    Granch     2.    4-    Ob    vanne  .    vanne 
.guaiato,  chb  ci  hai  Fracido.  Buon    luer. 
3     ,     5.  Con  un  Ule  argomento   Trasfor- 
mera-tilei    d,  bolla  io  brutta,  Di  vaga  in 
Uguaiata,   ec.   Cbe    se    brutta     e  sguaiata 
dia  li  pare.  Che  può' tu  'o  lei    sperare  ? 
•+  *SGUAUTUCC10.  S.rn.volmeto. 
Sgnoialello.   Mia.   Malm.  p.   llS     Danno 
.11,  creatura  epiteti  d'  avvilimento,   come 
pMialletto .  r-icacclura  ,  una  sguaialuc- 

eia,  e  simili.  (.1)  _        ■ 

SGUAINARE,  t'.ii'ar  della  guaina  Uxl_ 
evaginare.  vafina  educcrt.  Gr.  xolsoJ 
.•r«>.v.  Tac.  Da.:  Stor.  1.  »',-.  Cbi  sa 
a  fatto,  chi  stupisce,  chi  grida,  cbi  sguai- 
na, chi  lace  por  tenore  da  eh.  vincesse. 
VarcU.  .fior.  l3.  .Vio.  Arrivalo  il  Duca 
incamera  di  Lovenao  ec.  ,  si  scinse  a 
spada,  ec.  ;  la  quale  spada  prese  subito 
Lorenio,  e,l  avvolta  presto  presto  la  cin 


■l'i  elsi  ,  perohÌ!  n  )0  si  polois. 


tara  agii  e...,  i-..- —  .  , 

tosto  sguainare,  glielo  pose  .1  cap.atalo  . 
B  Per mtyf.  vale  Cavar /-om  Lit.  prò- 
ferrt.  promere,  producer,.  Gr.  t.ycpnv. 
Burch.3  48.  Quando  la  sera  ril-rnano  i 
micci  L'  un  1'  altro  io  sulla  icbiena  II  SI 
morde,  Isguainaudo  bocciardi  massicci  . 
Tac.  Da'  Ann.  16.  jTo.  E  nel  mede». 


mo  tempo  seppe  che  il  Senato  gli  sgaai^ 
nava  orribil  s-nten.a  (  .1  t.<">  '"'■  '•" 
parari).  Slalm.  9.  19  «K"""  '  "8";' 
e  colla  bocca  aperta  ^"^^'"[^'""l 
suo  parlar  soriano.  K.l.  53.  Armalo  a 
privilegi  ormai  Ro.aecio  Marte  sguaioa  , 
e   Venere  inlluenle.  ...     ^      .     _.., 

•f  J  SGOALNATO.y/d'.  da  Sguaina- 
re. Lat.  evaginata..  Gr.  x^ito.-  eJc.zOc.?. 
Mir.  ÌI..I.  M  Andando  uccidendo  col 
cultello  sguainato  lutti  i  cavalli  che  po- 
Creir.  RisguarJando 
tea  trovare.  liial.  J  ureg.  n.i'„ 
la  spada  sguainala  in  mano  a  colui  che 
•1  doveva  decapitare,  dicesi  che  oro  ec. 
Cr.  10  31.  l.  Con  r  una  mano  sguai. 
nato  il  coUello,  il  luogo  del  cuore  fora, 
e  uccidelo.  _    ,      « 

*  e  I.  K  per  limitu.  •  Red.  O... 
aa  18.  Con  la  b.ieca  spalancata  ,  e  co 
denti  canini  o  maggiori  '«""'"''f»"' 
delle    loro    guaine    in     atto     d.     morde- 

"%-tn.Epermetat.  'Bor,U.  Tir. 
n,V.\6q.  La  crudele  moltitudiae  do 
Longobardi,  come  sguainata  de  suoi  abi- 
turi,  corse  sopra  le  nostre  teste  ad  insan- 

^"sgualcire.  G-.»/cire.  Lai.  in  ruga, 
reducere.  Buon.  Fier.  2.4-  H-L"»"- 
canxie  ce  Simbrattan,  s.  slaiionao  ,  s. 
sgualciscono.  »    .    — 

SGUALDRINA.   Puttana  w/e.  Lai.  me- 

retricula,  ambuhai,-  Gr.  •:■  ="?'*"■'■  -L': 
le«.  li6.  La  contrarietà  ec.  essendo,  come 
dire,  prosunluusa  ruffiana  della  pr.va.ione. 
sgualdrina  sfacciata,  ed  "•'""■■?'"'"''': 
ralrice  nella  Borita  g'»--'"  *f'  "" 
mondane.  Buon.  I-,er.  5.  .nlr.  ^fj'" 
tapine.  Come  quattro  sf'xMx.ne  Lasciale 
Ira  U  turba  e  fra  gli  urloni.  .'"- V*"  ''_ 
«(.  I.  Il  giuntato  ganon  bocia  e  di.olga 
Tua  infame  paiienia,  e  la  sgualdrina  (^ua- 
lunque  parte  ove  tua  lingua   molga. 

•t  *  SGUALDRINEGGIARE.  Usar 
„Ji  da  sg,.altr,na.  Allrsr.  gq.  Mj.  la 
naturale  e  soliu  ignoranaa  nostra,  vaga  o. 
be' tiri,  fattasene  ruffiana,  sguaUrmeggiar 
la  fa  spesso  spesso  con  l' apparente  ec. 
(nui  metaforicam.  ).  (Al  ..   o        / 

4-  SGUALDRINELLA.  Vim.   il  SgutL 
drin-i.     Puttanella.     iUU.     Franz.    r,m 
Buri.    2      189.    Lasciata    m    >»"    1""  ' 
gualdrinella.  Ne  venimmo  trotton  600  alla 

"^"sguancia.  Una  delle  parli  di  che  e 
coup„la  la  br.gl.a.  dy  una  ■SI-'"''' 
CUOIO  ddla  mr,h<imi  lu.ighzza  d.lla  le 
,li.ra.  alla  quale  e  allacctto  il  porta- 
morso  dalla  banda   siii.tra. 

SGUANCIARE- Guiilce.  o  lìomper  la 
guancia,    thnel.  .1-    Greg.   Obi  non  s.  le- 
iiebbe  in   superbia  a    sgnanciare  le  boc- 
che de'  lioni  ,    a  speuar  le  braccia    degli 

°  SGUANCl'O.  Scaacioj  e  «i  uta  avver- 
hiala,  .  come  A  .guancia.   Per  i.guancio, 

0  simili.  1.^1.  ohliqulter.  Allei-  221. 
Q.land.,  sarete  fuori  e  per  Uguancio  Po- 
trete, come  io  fo.  sona,  interesse  Libera- 
mente vederne  bilancio.  , 

ir  §  Sguancio  ,  die»!  da  Muralort 
Quella  parte  del  muro,  lagliila  a  sgb.m- 
heicio  .acci.,!"  -gì-  sUpiU  e  arcl.iirave 
dell.-  porle  ,  fine.lre,  o  simili.  I ''«r. 
Sono  negli  sguanci,  e  grosseasa  degli  ar- 
marmi in  qua.lro  quadri  quattro  n,e..e 
Dalle  io  prospettiva  la/er.  App  Negli 
rguancii  de- d'etti  gradi,  allato  alla  porta  a 
„.ao  r.tla.  era   una  gran  Bgiira    di    tbia 

ru-oscuro     (A)  .     „     rr     .*      <-    ..- 

+  SGUAHAGUARDARE  r.  A.  l.uar- 
dire  e  ricuai^arr.  Andar,  squidraido. 
Lat.  circwu.pirere.C.r.  n:.^l«onu V.  ilor 
Aiolr.  Ando  Elia  di  fuori  dell.  citU  con 
reni    pedoni  sguaragoardando    il     campo 

1  do'  ncmiti. 


S  GV 

SG0A8AG0ARDIA.  T.  A-  Avanligiuir 
dia.  Vanguardia.  Lai  ^prciiUlore..  Gr 
i.^c-i'.,.n^i  Star.  Aiolf.  La  sgoaragoar 
dia  ferono  sentore  a  Riuieri,  come  1  »a 
racini    andavano  via 


SGUARAGUATARE.    f.    A     Sfmmrtr 
auardirr.   Lai.    circamspicere.    Gr.    ««(»• 

««o-£i->.  Paiof.  8.  Sempre  mi  spara- 
guati,  se  mi  trovi.  Frane.  Socch.  nw. 
200.  Appena  si  conoicono  insieme,  sgoa- 
ragualando  Y  uno  insino  io  sul  viso  ali 
altro   prima    cbe   si  conoscano. 

SGUAHDAMENTO.to  sguardore.  Lai 
a,,,rctus.  li.».,    intiiilu,    c.r.   oi/n- De- 
clan,.   Quin.il.    C.  Ecco   il  disavventurato 
0,1    prìiio   sRUardameoto   ■)''  P"""   'f»'" 

.ossi'ec.  Co».  .Si.  P''^S°^';T  Z 

perverrà  a  quella  cosa  eh*  e  delta  un. 
sola,  ciob  allo  sguardamento  di  solo  Dio. 
*  Fr.  loc.  T.  \  25.  6.  Q""'^°  " 
assembiamento  (cioè,  io  radunanaa  )  Bella 
donna  io  vedia,  Faceagli  sgnardamento  L 
cenni  per  maestna.  IB) 

if  SOUARDANTE.  Che  sguarda,  ò. 
Ag.  C.  n.  12.  6.  Or  se  ne  fa  cagione 
la  carne  dello  sguardanle.  or  perche  non 
la  carne  di  quell'  alUO  ?  f<7'"  'n  Jorz.a 
di  su.!.).   (KS) 

SGOARDARE.    Lo    steiso    che    Cuor 

dare.    Lai.    a.piccre  .   inspicere  ,  mlueri. 

Gr.  «T.^ii^ruv    G.  r.  8.   4o-  >•. Sso"- 

dandosi    insieme    V  una  parie    e  l    altra  , 

si    vollono   assalire.    iV'oi'.   ""'     »J-  '•    ,' 

ve.avi  una    mollo    bella   donna.   1"   q"'« 

era    mollo   sguardata    dalle   genti,  l.  «»••. 

I».  I.   Il  >eslio,  per  mo.trargl.  come  era 

Vemulo.   sguardo,  io  alto,  e  vide  in  .uHa 

torre  due  assassini.    Cavale.     -"'''•"«■• 

Non  e- è  lecito  a  sguardare  quel  che  non 

e-  e  lecito  a  disid.rare.  Dep.  Decam.  ,00. 

Onde  si  dice    stendere    per    «''-'«•'"' 

/  ,..,    re        chi    è    detto    come 

occupar    luogo    ce   ,    c»« 

ignardiire,  spign.re.  ir._l«_ 

**S     I     S-uard.re.  vale  anche    Esplo- 

\  r.,re  Mil.  il  Poi-  86.  Quando  1  os  e 
I  Ide'  T.irlari)  va  per  monti  e  per  valle 
I  sempre  vanno  innao.i  dugenlo  >»o"»'»  ' 
sguardare  ,  e  altrettanti  di  dietro  ,  e  d J 
ilio,  percb;.  l'  oae  non  posu  «.ere  asK.- 
'   lito  che   noi  sentisiero.  (CP) 

C.  II.  Per  Aver  liguardo  e  con.idera- 
■J„e.  Ut  laspicere.  ratiane-a  liaUere 
Gr.  U;o'  fz.x.  /'."■  "",  ^o-  Q»"" 
preghi  morlali  Amore  sguarJa.  A  e.  nnL 
5l.  4.  Mollo  dee  un  eavalier.  sgoatdar» 
al  suo  affare,  innan.i  che  egli  pecchi  vil- 
lanamente del  suo  corpo 

SGUARDATA.  Sguardo,  Sguardamento. 
Lai.  aspeau.,  visus,  inluitns.  Gr.  o4i«. 
Fr  /oc.  T.  1.6.  3.  L- amme  vulneran- 
do Con  l-  false  sguardal..  t  \  3t>.  17- 
Non  polria  la  tua  natura  Soalener  la  mu 

sguardata.  ...  ...- 

t  SGOARDATORE  .  f  trial  ">««■ 
Che.  o  Chi  .guarda.  Lat.  "P"'"', '','• 
«•yOScSv.  Declam.  Qa.nlil.  C.  VA  belo 
che  non  suole,  l'olio  suo  aver,  mnattulo 
quel  medesimo  sguarJator  dell  oi»-ra.  ò. 
AiOtt.  C.  n  Dc.lanJo  gli  colli.at..ri  al 
collo  loro  con  iminoodmimi  slu.lii  ,  por- 
gendo agli  .go.rd.lori  di  se  medeumi  di- 
lettevoli giuochi.  , 

SG  UÀ  II  DEVO  LE  Ad-I.  Kig— "'•<»>''' 
Rogguird.vole  .  Lai  .peclahill..  Or.  9t- 
«TO;.  Pai:  Sci.'n.  Jl.  Ewo.  come  ooo- 
.„  Capo  dell.  Chiesa,  e  per  parer  più 
sguardculc  e  giovane,  e  piacere  .la  mo- 
glie, .i  fe,-e  loodere.  e  galaole  vestì. 

SGUARDO.  Lo  T:M,rdare.  ì'elula  , 
lìcchioli.  Lai.  .»l<.il«».  P'C'penu,  Gr. 
i-.t'jii.  Dani  laf.  i;.  Poi  procr^lendo 
di  mio  sguardo  il  carro.  Vidine  m  aU'«- 
/;  Par.  1.  Ma  quella  folgoro  nello  mio 
sguardo,  l'etr.  .0..  »l5.  Oh  dolci  .^.t- 
di  ,  oh  parolelle  aceonel  /•.  son.  l56.  E 
•I  dolce  sguardo,  Che  pi.ga"  •' "'o  ««' <'.i. 


S  G  U 

ancor  Tafcenna.  Tìocc.  nov.  g.^,  5.  Men- 
trerbè  vÌTe&(i.  ni;ii  ud  solo  sguarJo  da  te 
•Ter  non  polei.  Pass.  23i.  Giitavainvcr 
so  il  wrvo  dì  Diu  un  pudicu  sguardo, 
^pn-  P<ind  26.  Io  qufUo  di  Kircnie  ne 
cono  molti  posti  in  jt-re  cristallina  ,  in 
parse  lìt-to,  Lello  i^|;uardu,  r<ire  nebbie,  ce. 
f  ^.  Per  Con\ultrazione ,  Bignardo  j 
ma  in  questo  smso  è  /'-  A.  Lai.  rexpe- 
ctus,  raii'y.  Gr,  TTift'axe-j/t^.  Tcs.  Tir.  1. 
l6.  Non  fjDoo  altro  ,  che  seguire  Ij  lor 
Tolonià,  sanxj  niuDo  sguardo  di  ragione  . 
SOUARDOLINO  J)im.  di  Sguardo. 
Fir.  Lue,  "S.  4.  Non  hanno  mai  altro  da 
loro,  rhc  ee.  uno  sguardolìiio  attraverso. 

S*;UAnGUATO.  y.  A  Sgiiaroc;uar- 
dia,  Lat.  speciilalor,  explorotor.  Gr.  xa 
Ta'axeTto;,  G.  J',  12.  34  3.  IVTandò  in- 
Danii  per  i&gujrguato  messi-r  Ghiberlu  da 
Fogliano  (  a/cnni  testi  a  penna  Ivggono 
per  iseoprirc  agguato  )  . 

J  SGUAZZARE.  Guazzare.  Lai,  nata- 
re,  vadare,  Gr.  vij'jj-aaitt.  Morg.  3.  j'3. 
Rinaldo  tanti  quel  di  n*  aSVltava,  Che  in 
ogni   lu<'go  pel   sangue  si  .••guazza. 

•"?  §.  I.  S-^ufìzzarf ,  in  si^nific.  neutr,  e 
neutr,  pa-i.'!  ,  vale  Bagnarsi  ,  Kntrarp  in 
haano.  in  fiume,  o  in  ocqna  simile.  ••  Bum. 
/Ver.  4  4- *■  Sguaiiar  b  state  airacquji, 
o  pe*  terreni  Spogliaztato  ,  in  zendado  , 
io  man  la  rosta  »  .  (C) 

%.  II.  Per  Godere  ,  Trionfare  ,  Far 
fmonn  cera,  far  tempone.  Lai.  pento  in- 
dulgere. Gr.  e-J/is'vai  tc";  /covaf^  "Zfii- 
yc.v  .  Cani,  i'arn.  4-'*9-  PìppioD  sempre 
Itigliele,  Se  far  volete  la  genie  sguazzare. 
Bern.  Rttn.  i.  60  Kccì  comodamcole  da 
sguazure.  Secondo  il  tempo.  Fii.  Js.  itjS. 
Io  voglio  che  dutnani  dopo  desinare  noi 
ce  ne  sudiamo  a  ]hIilano,  dove  e'  mi  b;ista 
l*  animo  di  vendere  questa  donzella,  e  di 
trovar  df'  nuovi  compagni;  e  in  questo 
mezxo  aitrndìamo  a  sguiiz7-jre,c  far  buona 
cera.  Celi.  Sport.  4»  4"  '"  "^°  vo*  spen- 
dere in  un.i  sera  ciò  eh*  i'ho  •  che  chi 
sguasia  per  le  feste,  slenta  il  di  di  bvorare. 
§  111  Per  hiiahcquare  ,  Dissipare. 
Tac.  Dai'.  Ann.  12.  149.  Una  parte  a 
sioisira  rireoodò  quelli  rhe  tornavano 
sguazzandosi  la  preda  e  poltrendo  f  il 
testo  /al.  ha  prr  luxtim  usos  ).  Buon. 
Firr.  1.  5.  3.  Può  egli  essere  Che  vo' 
abbiale  a  manglìire  a  tradimento  Sì  fatta- 
mele il  pane?  e  sì  'I  salario  Sguazzar 
hrieconegi^iando  ? 

•f  *  SGUAZZATO.  Add.  d.f  Sgti^z- 
zarr.  Hfaur,  rim.  hml.  I.^f).  Allor  ven- 
gon  allegri  li  villani  Sguazzali  per  li  cam- 
pi alla   «trdura  .  (A) 

t  SGUAZZATORE.  Vethaì.  masc.  Che, 
o  Chi  .icunzzn.  Lat.  luxui  in<h4li:enx.  Gr. 
0  T^cujJfiJv  Toc.  Dai'.  Ann.  i5.  217,Di 
costumi  non  grave,  snitoposto  a*  piaceri  , 
dolce,    niagnifiro,   e  talora  sj;U3Zznlore. 

*  SGUAZZINGO.NGOLO  .  Spezie  di 
mnnicaretto,  nel  tjuale  si  può  iniisnere. 
hip.  S/rai;  a'^f).  Assaggia  quel  paslirrin, 
tpìluizirj  quel  pollo  d'  India  ,  intigni  in 
quel  *gU32zìng'ingolo,  stazzi. na  quel  pircion 
grosso,  di'fi  mila  pochi  fanno  un  assai.  (Cj 

SOUERMIRE  .  Sfornir,  .  Coulraiio  di 
Guerntre  .  Lat  impamliim  reddere  .  Gr. 
acxEuov  -notzTv.  G.  J'.  xi.  81.  2.  Avvi- 
sandosi  rh' ella  fosse  sgneinila  . 

3  SGUERNITO.  Ad!,  J-»  S-^uernhc, 
Lat,  ncn  mumtut,  inrparatiit.  Gr.  kozevc;. 
C.  /'.  10.  ^9.  2.  T.m.'ndo  di  lasciare 
sgueroilaj..  città.  Z/V.  M  Trovano  le 
leode  de*  Galli  sguerDÌte  e  senta  guardia 
da   tutte  parti. 

*  §.  i:  figiirntam.^Sen.  Pisi  Foriu- 
oa  m*  assali  subiiameuie  ,  e  trovommi 
*guernilo  «.  (S)  Bind  Bon  conz.  ^,  z. 
Nulla  cosa  è  si  grande,  Che  più  virtù  non 
caglia:  Ed  io  senza  battaglia  Contro  a 
'clcr  suo  di  viilù  sgiicruiio.  (B) 


S  G  U 


iiyi 


*  SGUEnnUCCIA  Spezie  d' nrmc  of 
fntiia.  S<'pg.  rim.  Bitn.  Can ,  l'O.  Ve' 
tu  ch'egli  ha  il  pugn:dc  ,  e  la  sgncrrur- 
cia  ,  E  vien  bollendo  come  una  bertuc- 
cia. (IV) 

SGUFARE.  Uccellare,  Burlate  j  lOre 
l/nssa.  Lat.  irridere  Gr.  jf/eust^civ.  Jìrl- 
line,  son.  r56.  Terchè  voi  non  crrdialc 
che  io  vi   'gufi. 

SGUIGGIAHE.  ly^ro^prt/r j  o  Sconficca- 
re la  gnigi;ia.  l.nsc.  Strri:,  (^.  l.  lo  sono 
stala  per  isguiggiare  una  pianella  ,  e  prr 
runipcrmi  una  gjnib.i,  che  era  molto  peg- 
gio 

5  SGUINZAGLIARE  Cavar dvl  f;uinza. 
glie.  Sciogliere  il  guinza'^lio.  Cinff.  Coli'. 
1.  27.  Parvegli  hnipo  a  5guinzagli.nr  Fal- 
cone, Verocchc  egli  è  malvagio  e  pien  di 
fcodj,  E  sa  Ih  n  dove  il  duvol  tien  la 
coda.  /','  2  (^2  Io  gli  sguinzaglierò  i  gi 
ganti   addosso   (qui  per  similit.J, 

*  g.  Sguinzn^liare  i  brace  hi.figuratnm, 
\'n  le  Aggi  a  ridire  e  Magnficar  chicchessia. 
Iperboleggiare,  «  Cctch,  Srri-.  2.  l.Non  co- 
minciamo a  sguinzagliare  i  br.Tcrbi  ••,  (Cj 
SGUINZAGLIATO.  Ad.t.  dn  Sguinza- 
gliare. Tnr.  Dow  Ann.  5.  108."  Quasi 
sguinzagliati  corsero  a  mandare  al  Senalo 
una  mala  lettera  contra  Agrippina  e  Ne- 
rone (  qui  per  metof,,  e  l'ale  sciolti  dall* 
ubbidìen7a  {  il  testo  lat.  ha  frrenis  exso- 
luli),  Allcg  86.  Gli  cinUi  la  stori.T  de* 
due  cani  da  giugnerc  ec.  ,  ]*  uno  alla 
rucina  avvezzo,  e  alla  r;icria  l'altro,  ccn- 
dotli  in  piazza  e  sguinzagliati,  a  un  trat- 
to iilla  minestra  quello,  e  questo  alla  fiera 
corse  . 

•f  -•:-  SGU!SCIARE..$^»/x:(ire,  Guizza- 
re. Sa.'vin.  Opp.  Pese.  3.  298  Le  sfìrene 
ec.  tulle  colle  membra  sdrucciolevoli  scap- 
pano .«.guisciando.  A'  ; H O  Spesso  ancora 
sgui^^fiano  dair  amo.  (A) 

SGUITTIRE.  Squittire.  Lat.  gmrire  , 
ululare,  latrare.  Gr.  CXx*zzìV.  Pntnjf 
8.  Sguiliendo  in  albagia  rinibruUalori. 

SGUIZZARE.  Lo  scrppurc  che  fanno 
i  pesci  dì  m-ìno  a  chi  gh  tien  presi  j  o 
il  saltar  fuor  dell*  ar qua,  o  .'■itila  super- 
ficie ili  is.<a.  Lnt.  rlabi,  Gr  e is*rnc;:Titv. 
Fr  lac.  T  1,  1.  ?5.  Quanto  più  si  mo- 
stra bella  ,  Come  anguilla  sguizza  via  , 
Buon  Tane,  intirm.  3.  Vedi  qua  com' 
egli  sguizzano,  E  la  coda  ìn  allo  drizzano. 

g.  P^r  similit.  si  dire  di  qualunque 
cosa  che  scappi,  o  Schizzi  tia.  Lai.  e/a 
hi,  effugfre,  Gr.  <?ii>tTT('TrT£iv,  t'/'^iS/uv, 
Mcrg  ig  44.  Allor  Margulie  in  pie  su- 
bilo Sguizza.  Irrn.  Chi*  3-6.  12.  Fugge 
e  sguizza  il  P.igann,  e  non  aspetta;  Voi 
torna,  e  giia,  e  giuoca  .illj  civetta.  Varch. 
rim.  pa^t.  ?2I.  Vedila  là,  ch*ella  si  fugge, 
e  inerba  Fra  ce.'^po  e  ce.'.po  ,  e  ^ia  sguiz- 
zando striscia.  Cniit.  Cam,  8:(.  Se  si  sruo- 
le  un  po'  la  briglia  ,  Prcslamenle  in  pie 
st  rizza  ,  E  cosi  duoi  lanci  sguizza  {qui 
in  ntl.   sìgnific.  ). 

SGUSCIARE  .  Cavar  del  guscio.  Lat 
e  siliqua  educete,  e  putamine  exttahere. 
Gr.  t/i:\jp-rt'nttvi .  Pattff.  io  Perche 
a  mie  spese  rosirrhio  ed  isgustio  .  Lcr. 
Med,  cnnz,  TiS.  5.  Quelle  fave  che  son 
grojse,  Chrtamcnte  le  .«gusciale, 

g.  Figttratem.  per  /scappar  tilt  ,  o 
^y"ggir  dulia  presa.  Lat.  dilr.bi .  Gr 
<?t£/rt'7rTety  .  Setd.  Sttr.  1.  ijj  Impa- 
rano ce.  in  lottando  a  far  varie  prese,  e 
sgusciare  di  esse  .  *  AUeg.  3oi.  Dond* 
egli  avvien  che  il  vento  e  1*  acqoa  sgusci 
Liberamenle  fj'j  Buon.  Fier.  4.1.  JI. 
À  cui  sgusciar  di  mano  A  chi  asta,  a  cbi 
stioppo,  a  chi  lanterna.  (B)  Bellin.  VÌìC. 
1.  9^.  Non  era  egli  necessario  armare  ro- 
Irslo  canale  in  maniera  che  gli  spuoloui 
non  avessero  dove  fermare  Ìl  loro  dente, 
ma  nel  passate  sgusciassero  \i?,l  (Cj 
^'   SGUSCIATA.  3Ias^a,  e  quantità  di 


gu.ici.  LaiC.  Tìm»,  67.  Addur  vene  potrei 
ben  mille  esempi ,  E  mostrarvi  per  lutto 
le  Sfrusciale  ,  Che  son  per  piazze  ,  vie  , 
palagi,  e  tempi.  (Cj 

*  SGUSCIATO  .  Add.  da  Sgusciare  j 
Disgusciato,  Tratto  dal  guscio.  Lai.  silt- 
<jU(i  spoltaius  ,  e  putamine  vductus  .  Gr. 
xepa'Tiov  aoa(i£3£i'^.  //  I  ccabol.  alla  V. 
MACCO.   (*) 

^  g  Sgusciato  ,  in  fvtza  di  sust.  ,  è 
voce  usata  da-^li  Atgrutieri,  Cesellntoh, 
e  simili ,  e  i-ale  Sguscio  fatto  in  un  lava- 
to. (A) 

*  SGUSCIO.  Tcrm.  dv^  Cesellatori  , 
e  simili  .  Specie  di  profilatoio  ,  0  ferro 
incavato.  (A) 

'••  §  S'^uscio,  dicesi  pure  da'  Cesella- 
tori ec,  per  Incavo  fatto  in  qualche  lavo- 
ro. (A) 

S   I 

SI  .  Avverò,  che  afferma-  contrario  di 
IVo  .  Lat.  uiique  ,  sane,  ila.  Gr.  vat' . 
Bocc.  nov.  28,  8.  Adunque,  disse  la  don- 
na, debbo  io  rimaner  vedova?  Si,  rispose 
r  abaie  .  /;  g.  7.  ///.  Si  ragiona  dello 
beile ,  le  quali  ec.  le  donne  hanno  già 
fatte  a'  suoi  mariti  senza  essersene  avve- 
duti ,  o  si.  Pass.  14.  Lascia  lo  'ncerto 
della  penitenza  indugiala  infino  alla  mor- 
te ,  la  quale  e  incerta  ,  se  sia  valevole  o 
sì,  o  no. 

SI  .  Avverb.  per  espressione  di  desi- 
derio. Lai.  ulinam.  Gr.  {t^e.  Bini.  ant. 
]il.  Cin.  5l.  Sì  foss*  io  morto  quando  la 
mirai.  Ch'altro  non  ebbi  poi,  che  doglia 
e  piant<i!  Pitr.  tanz,  21.  6.  S'io  esca 
vivo  de'  dubbiosi  scogli,  Ed  arrivi  il  mìo 
esilio  :id  un  bel  fine,  Ch'  i'  sarei  vago  di 
vcltar  la  vela,  E  l'ancore  gitlar  in  qual- 
che porlo  1 

g.  I.  Per  T'eemenza  dì  sdegno  ,  Lat. 
ita  ne.  Gr.  aiia  yc/p  o//-w;.  Bocc,  ncv. 
26.  18.  Sì  tu  mi  credi  ora  con  tue  ca- 
rezze infinte  lusingare  ,  cao  fastidioso 
the  lu  se*. 

£.  II.  Per  Figura  d'  ironìa  j  maniera 
frequente,  e  prcpriissima,  Bocc  nov,  5o. 
19.  Pietro  ec.  domandava  pur  se  da  cena 
cosa  aleuna  vi  fesse  ;  a  cui  la  donna  ri- 
spondeva :  sì  .  da  cena  ci  ha  ;  noi  siamo 
molto  usate  di  far  da  rena  ,  quando  tu 
non  ci  se' . 

§.  III.  Per  Forzi  di  maraviglia.  Lat- 
sdlicif.  Gr,  oif])ao»j.  Bocc.  nw,  72.  12. 
Oh  sic,  disse  la  Belcolore,  se  Dio  m'aiuti, 
eh  non  1'  avrei  mai  credulo  (qui  giuntavi 
l'  E   olla   maniera    de'  contadini). 

*  g  IV.  /•■  che  sì,  o  Che  .^t,  ed  anche 
K  che  sì  3  e  che  sì  j  maniere  che  accen- 
nano minaccia  j  dvUc  quali  vedine  gli  e- 
s.mpii  alla  J  ,  CHE,  g.  XVI.  XVII  e 
XMIl.  (C) 

*  g.  V.  Sì,  eh?  maniera,  della  quale 
altri  .^i  serve  per  dimostrare  che  ha  co- 
nosciuto l'inganno,  o  cattivo  trattamento 
che  uno  gii  ha  f-.tfi  ,  o  ha  in  animo  di 
f^'glì  ■  Ì^Ia!m,  2-  .^9.  Sì  ,  ch  ?  soggiunse 
r  Òrco  :  l'ale  motto  1  Voler  <h'  io  entri 
dove  son  due  cani  ?  Credi  lu  par  eh'  io 
sia  così  merlotto?  Se  non  gli  cansi  cì  verrò 
domani.  (C) 

Sl\  In  vece  di  Così  ,  In  guisa  ,  In 
cotal  giiì.'o  ,  In  maniera  ,  Tanto  .  Lai. 
ita,  sic,  lam  ,  Gr.  c'tw.  Dani.  Purg. 
2*».  Che  sì  ne  va  direlro  a'  vostri  terghi. 
E  par.  4-  Sì  si  starebbe  un  agno  intra 
duo  brame  Di  fieri  lupi  igualmeute  te- 
mendo, Sì  si  starebbe  un  caue  iulra  duo 
dame  .  Bccc.  Inlrcd  28  Io  abito  lugu- 
bre, quale  a  si  fatta  stagione  si  richiedca. 
Cas.  lett.  27.  E  perchè  io  sono  assente  , 
e  non  sì  copioso  di  parenti  nella  citià  . 
mi  è  parso  necessario  voltarmi  alla  bontà 
e  giustìzia  di  V   Ecc- 


«Isa 


S  I 


''^  §.  I.  Sì,  in  significato  di  Tanta  an- 
ticamente  si  univa  ancJif  ni  superi.  ì'iL 
S.  Ciò.  Gualb.  3ll.  Se  tu  hai  detto  co- 
ki, perche  hai  tu  f^tto  sì  crudeliuim  i 
male?  Fior.  S.  Frane.  29.  ImpproccLè 
ella  è  tesoro  si  degoissirno  e  »ì  divioo  , 
cbe  ec.  (f^j 

•f  §.  II.  E  sì  e  sì,  vale  B  questo  e 
questo  j  K  si  dice  ancori  K  coiì  e  così , 
e  serve  ad  accenntre  le  cose  dette  primi, 
per  non  ripeterle  ,  o  a  richiamar  C  idei 
di  cosa  già  nota  a  chi  ascolta.  Lai-  sic 
et  sic.  Gr.  oStoi  ^  zai'  oJrw.  #  Frane. 
Sacck.  nov.  16.  Egli  è  picciol  tempo  , 
cbe  mio  padre  mori,  e  la&ciomrai  tre  co- 
raaadamcati-  Il  primo  :  si  e  sì  ;  e  perù 
tolsi  ce.  (l'autore  avea  già  detto  qual 
fosse  quel  primo  comandamento).  (T)  E 
noe.  Tf.  Gd  hinno  colante  galee  ia  mare» 
colle  quali  r'  hanno  fatto  e  sì  e  si,  ec. 

#§.III.^,  talora  vale  anche  AUreà. 
VU  S.  Onofr.  112.  Quando  egli  sostiene 
fame  o  sete,  non  vi  ti  iruova  pane  o  vino 
per  confortarsi,  e  sì  quando  viene  me- 
no. (V} 

SI*,  in  cambio  dì  yondimeno ,  Per  lo 
meno  ,  Tuttavia  .  Lai.  tamen  ,  nihilo  ta- 
men  minus ,  at  certe.  Gr.  o/iw;.  {xivroiy-. 
Bocc.  noi^.  ig  3.  Se  io  credo  che  la  mia 
donna  alcuna  sua  ventura  procacci,  ella  il 
fa  ;  e  se  io  noi  credo  ,  si  il  fa  .  £  nov, 
38.  IO.  Pognamo  che  allro  male  non  oe 
seguisse;  si  ne  seguirebbe  che  mai  io  pace 
né  in  riposo  eoo  lui  viver  potrei.  ^  Bus, 
24^.  E  beochi;  m'illo  dullioo  della  scel- 
lerala  impresa  ,  si  mostrano  grand'.'  ardi- 
re.  (C) 

SI.  Usato  come  avverb.  ne^  signijìcati 
di  Così ,  IS'onJimeno  ,  Almeno  ec.  ,  se  e 
nei  principio,  0  nel  f  ne  del  periodo,  am- 
mette la  corrispond  nzn  delle  pnrticelle 
CHE,  COME,  ec.  Lai.  ita  ut.  Gr.  sJjre. 
Ed  alcuna  volta  si  dice  in  tali  maniere  .■ 
Si'  E  TANTO,  ST  ED  INTANTO»  SI* 
ED  IN  TAL  MODO,  e  simili.  Boee.  nov. 
2I.  q  Le  promise  d'  operar  sì  e  per  tal 
modo,  che  più  da  rjucl  colale  non  le  sa- 
rebbe dato  noia  .  IL  nov.  j^f.  5.  Io  mi 
credo  ben  far  sì  ,  che  fallo  mi  vcrr'a  di 
dormirvi.  E  nov.  87.  7-  Dopo  lungo  stu- 
dio da'  medici  fu  guarita;  ma  non  si,  che 
tutta  la  gola  e  una  parte  dui  riso  non 
avesse  ec.  guasta.  E  nyv.  cfì.  12.  Quivi 
tenendo  il  Re  la  sua  aff-iion  nascosa  ec, 
sì  nell'amorose  panie  s'invescò,  cbe  quasi 
ad  altro  pensar  non  poteva  .  E  num.  i(). 
Tanto  e  sì  macerò  il  suo  Ato  appetito  , 
cbe  ec.  libero  rimase  da  lai  passione.  L^b. 
5l.  Mugnemi  sì,  e  con  tanta  forza  ogni 
omor  da  dosso,  cbe  a  uiuno  carbone  e  a 
aiuaa  pietra  divenula  calcina  mai  nelle 
vostre  fornaci  non  fu  così  dal  vostro  fuo- 
co munto.  Petr.  cap.  i.  E  fu  ben  ver; 
ma  gli  amorosi  affanni  Mi  spaventar  sì  . 
ch'io  lasciai  1'  impreca  .  Pan.  197.  Clio 
le  cose  s*amino  si,  ed  in  tanto,  in  quanta 
elle  aiutino  e  inducano  ad  amare  Iddio  . 
Cas.  lett,  68.  E  dunque  necessario  di  far 
ti  eoo  dilif^enxj,  che  l'uomo  abbia  a  me* 
moria  le  duiooi  e  le  figure  che  si  leggono 
negli  autori. 

§.  Sì  ,  quando  nelle  accennale  sii^nft- 
canzc  (C  avverb.  si  pone,  s'adatta  'temS' 
timo t  non  che  co' verbi,  ma  pur  co' nomi, 
e  cogli  avstrbii  eziandìo.  Boce.  nw.  i. 
12-  Égli  e  stato  si  malvagio  uomo,  che 
egli  non  si  vorrk  coofexiare.  E  nov.  3.  3. 
Ma  il  era  avaro,  che  di  sua  voloui'a  non 
l'avrebbe  mai  fatto.  E  na%-.  \i.  il.  In- 
cominciò a  rinjijratiare  Idilio  e  san  Giu- 
liano, che  di  sì  malvagia  nulle,  come  egli 
aspettava  ,  1*  avevan  liberato  .  /:.*  f;.  f>.  p 
L,  Ed  e  bea  si  bestia  costui ,  cbe  egli  si 
crede  troppo  beno  cbe  lo  giovani  sien» 
si  sciocche  ,  cbe  elle  ttìcao  a  perdere  il 
tempo  loro.  E  nov.  4o-   x\*  Doglieodogli 


S  1 

il  lato  ,  in  sul  quale  era  ,  in  sull*  altro 
volger  vogliendosi ,  si  deiiramente  ìl  fece, 
cbe  dato  delle  reni  ncll'  un  de'  Lti  dell* 
arca  ce,  la  fe*pi''gire,  e  apprcss*  cadere* 
Filoc.  5.  212.  Mj  ci'i  fu  nieol>;,  percioc- 
chJ;  nel  cuor-  mi  s*  accese  un'  ira  sì  fero- 
cissima ,  die  quasi  con  lei  mi  fece  allora 
crucciare.  Petr.  canz.Z-  l-  Si  ir  debile  il 
filo  a  cui  s'  aitene  La  gravosa  mia  vita  , 
Cbe,  s*  altri  non  1'  aita,  Ella  fia  tosto  di 
SU'»  corso  a  riva  -  E  son,  1  ^8.  Le  note 
non  fur  mai  ,  dal  di  cb'  Adamo  Aperse 
gli  occhi,  si  soavi  e  quele.  E  canz.  38. 
|.  Si  dolcemente  i  peosi'-r  dentro  all'alma 
Muover  mi  sento  ec.  ,  Che  ritornar  con- 
viemini  alle  mie  note  .  Dani.  Par.  2. 
Volta  ver  me  si  lieta  »  com^  bella  .  E 
Coiv.  160.  Alla  più  grntr  il  Sole  pare 
di  larghezza  nel  diametro  d'  un  piede  :  e 
sì  e  ciò  falsissimi  ;  che  ec>  il  diametro 
del  corpo  del  Sole  è  cinque  volte  quanto 
qurllo  della  Terra. 

si'.  Per  Infmo  a  tinto  che,  Tmtoche, 
I n finche  ,  C'ie ,  Sino,  Lai.  qtiotd,  donec. 
Gr.  zo»i  m  Bocc.  nov.  12.  7.  Non  si  ri- 
tenne di  correre,  sì  fu  a  castel  Guiglielmo. 
E  nov  61.  7  Cime,  Gianni  mio  ce  , 
egli  e  la  fintasima  ,  della  quale  Ìo  ho 
avuta  a  queste  notti  la  maggior  paura 
cbe  mai  s'  avesse,  tale  che.  come  io  sen- 
lita  r  ho,  ho  messo  il  capo  sotto,  oc  mai  ho 
avuto  ardir  dì  trarlo  fuuri ,  sì  e  stalo  dì 
chiaro.  Dani.  Inf.  2<).  Che  non  guardasti 
in  là,  si  fu  partilo.  E  P'-fg,  21.  Ci  ap- 
parve un'  ombra  ,  e  dietro  a  noi  venia  , 
Da  pie  guardando  la  turba  cbe  giace,  Né 
ci  addemmo  di  lei,  si  parlo  pria-  G-  V. 
8  78-  6.  Sicché  non  ebbero  quasi  conta- 
sto,  si  furo  al  padiglione  del  Re.  Tac.  Dav. 
ann.  I.  ij.  Non  fu  vero,  cbe  della  quin- 
ta, ne  delta  ventunesima  sì  volesse  alcuno 
muovere ,  sì  fu  quivi  la  moneta  contala . 
E  23.  Ma  ripiene 
fango  e  ne'  fossi 
Pien  di  ferite,  perduto  un  occhio 
innanzi  s*  avventa  ira  le  punt<',  e  d 
abbandonalo  sempre  combatte,  si  cadde. 

"  §.  ^F^  sì  ,  per  ^f^  benù  .  Cavale, 
Specch.  Cr.  228.  Gli  Siducti  non  crede- 
vano la  resurrez'ooe  ,  ma  i\  li  Farisei  . 
ì'it,  SS.  Pud.  I.  29.  NI:  revclauo  le  cose 
al  tutto  occulte  ec.  ,  ma  si  quelle  ,  dt'lle 
quali  veggiiino  alcum»  principio.  (J'} 

SI.  Particella  riempitiva  ^  posta  per 
proprietà  di  ling'ia^^i  ì,  e  per  leg-iadrì», 
e  per  m^gi^iore  C'p'-essi'.ne  Bice.  nov.  |. 
3o.  Aveod'i  la  contrizione  eh'  io  ti  veggio 
avere,  si  ti  perdonerebbe  egli.  E  nov.  i8. 
la.  n-*!  palagio  s'uscì,  e  fuggissi  a  casa 
sua.  E  nov,  25.  17.  Si  è  egli  mrglìu  fjre 
e  pcntere,  che  sl.trii  e  penit-rsi  f  ci^>'e:  di 
ceri",  per  certo.  A  •(.  profecto,  quidcm). 
E  nov,  3l.  10.  Prese  partilo  di  tacersi  , 
e  starai  nascoso  .  E  nov.  59  4'  '^■tre  a 
quello  cbe  e^^li  fu  ec  ,  ottimo  filosofo 
naturale  ec.  ,  si  fu  egli  leggìadrissimo  e 
costumalo  .  F^  n.>i-  89  12.  Se  li  piace, 
si  li  piaccia;  se  non,  si  te  ne  sta.  E  nov. 
99.  ^2.  E  si  non  se*  tu  oggimai  fanciullo. 
Petr.  canz  27  4  ^*^  '^'*  **  *«dc.i  Umile 
in  lanla   gloria. 

5  SI.  Àcc^npagifinìe  il  %'erba  coti  dietro, 
come  ditvnnlitalcnna  s-olta  ii  piglim  per  lo 
pronome  SE  ,  mi  terzo  caso  d'  amenlua 
I  g.-neri  Lai.  ji'm.  Ot.ot.  Pocc.  l'ttrol. 
9.  Co'  denti  presigli ,  e  scos«igbsi  alle 
guance  ec-,  anirnduni  sopra  gli  maliir^ti 
stracci  morii  caddero  io  terra.  E  nov.  u 
26  Prr  venlara  davanrì  si  \ide  due  che 
verso  di  lui  cou  una  lanleros  io  mano 
venieno . 

*  §.  I.  Si,  talora  accenni  Se  m.hievo- 
lezza.  ■■  Bocc,  nov.  1.  IO.  Gran  festa  m- 
sienik.'  si  fecero  »  Car.  Lting,  S'^f.  8-  E 
tornando  si  pigliavano  piacere  di  mostrarsi 
i  lavori  che  tacevano,  di  prcs«(itarti  di  quel 


si  vide  il   bagaglio  nel 
impaniato  .     /!•'    3.    63. 
viso 
'  suoi 


S  I 

cbe  parlavano,  e  così  liciameole  viveMÌa 
meltcvuo  a  comune  il  latte  ,  il  vino  ,  e 
tutta   la   vettovaglia.   (Cj 

*  5,  11.  Si,  talora  è  pronome  indeter- 
minato d'  a-neniue  i  generi  accennante  ia 
generale  una,  o  più  persone,  ed  allora  aoa 
si  accompagna  che  colti  terza  persona 
singt/are  de/  Vi-rbo ,  coti  davanti  come 
dopo.  .V.  .-/Idohr.  P,  A.  223.  Si  trova 
poche  sa^ie  donne,  che  levano  Ì  fanciulli, 
che  peilcttamenle  il  sappiano  .  G.  l'-  4* 
7.  5.  Era  in  capo  del  detto  borgo  una 
porla  chiamala  la  porta  a  Roma  ,  ec.  e 
per  quella   vìa  s'  andava  a  Roma.   (Cj 

^  §.  III.  È  gran  proprietà  C  afgiun* 
geie  il  SI  air  infinito ,  precedendo  Non 
saper  che.  o  simile.  Fit.  SS.  Pad.  i. 
2O1.  E  Jìera.  che  non  sapea  bcoe  cbe  si 
rispondere  Icoù  mi,   ti,  vi,  ec  ).  (t) 

3  SI.  Aggiunto  al  verbo  damanti,  o 
dopo,  lo  fa  ahuna  volta  nelìa  terza  per- 
sona di  signific  0  pois  ,  o  neiitr.  pass, 
Bocc.  Introd,  57.  L' animo  dell'una  delle 
parti  convico  che  si  turbi  .  E  no9.  36. 
16.  Djpo  alquanto  risentita  ,  e  levatasi 
colla  fante  ,  insieme  ec.  verso  la  casa  di 
di  luì  si  dirizzaro. 

%.  1.  Alcuna  fiala  la  particella  SI,  sema 
essere  espressa,  in  certi  verbi  si  t^ttin- 
ten  le  Petr.  son,  iG^.D'ttn  bel  chiaro,  polito 
e  vivo  ghiaccio  Muove  la  fiamma  cbe  m 
incende  e  strugge ^cjoè,  si  muove).  E  canz. 
42  4-  ^'  ^''^  ^f^GS'"  riposto,  ombroso  e 
fosca  Ne  pittori  appressavan,  ne  bifolci 
(cioè:  s'appressavano).  Cr.  i.  4-  5-  Co- 
tale acqua  e  quasi  sempre  dolce,  cà  è 
leggieri  a  pesarla,  e  tosto  raffredda  e  to- 
sto liscalda  ('c/oè.*  si  raffredda,  e  ù  fiscal- 
da). 

#  §.  II.  Quando  la  particella  SI  ti  >ic- 
conipìg.ia  col  gerundio ,  d'ordinaria  gli 
si  p'Spone.  ma  pur  talora  ^ li  si  antepone, 
ed  allora  è  sempre  preceduto  da  una  par- 
ticella negitiva  «.  lìocc.  nov.  I.  6.  Dan- 
dosi a  que' tempi  in  Francia  a'saramenii 
grandissima  fede  m  Se^ir.  Fi^ir*  nov.  E 
non  si  trovando  alcuno  cbe  voloolariamen- 
le  prendesse  questa  impresa,  deliberarono 
cbe  la  S'irle  fosse  quella  cbe  lo  dichiaras- 
se. (C) 

SI.  Quando  è  ptrlicefla  rie  npHiva,  si 
prepone  afte  parliceltr  MI,  Ti,  SI,  VI, 
MK,  TE.  SE.  NE,  ed  eziindio  a' prono- 
mi IL,  LO,  GLI,  LA,  LE;  s*  antipoae 
anche  a'!e  part.celle  MI  TI,  MI  SI.  MI 
VI,  ce.  fìocc.  nov.  I.  2;>  Se  tu  fossi  stato 
un  di  quegli  che  il  posero  in  croce,  avendo 
la  roo:riziiinR  ch'io  li  veggio,  si  ti  pec- 
donerebbe  egli.  E  nov.  2iì.  17.  Voi  colU 
buona  ventura  si  ve  ne  andate  il  più  tosto 
che  voi  potete.  E  n-yv.  5^.  2-  Con  un 
su'i  falcone  avendo  un  di  presso  a  Pere- 
loia  una  gru  ammazzala  ec,  quella  mandò 
ad  un  suo  buon  cuoco  ce,  e  sì  gli  mandò 
dicendo  che  a  cena  l'arrostisse,  e  gover- 
naiseU  bene.  E  nov.  ^\.  ||.  E  pereiocchi 
tu  ci  bisognavi  per  dir  eerte  orazioni ,  e 
non  ti  seppe  trovar  la  fante,  si  le  fece 
dire  A  compagno  suo,  ce.  E  nov.  6;).  6. 
Per  quel  m»di>,  che  miglior  ti  parrk  *  il 
mìo  amore  gli  significherai,  r  si  il  pre- 
gherai da  mia  parte,  che  gU  piaccia  di 
venire  a  me,  quando  tu  per  lui  andrai. 
E  nnm  7.  La  prima  cosa  che  io  farò 
dnmaiiina,  io  andrò  per  esso,  e  si  il  li 
recherò.  E  no%-.  89.  la  La  donna,  nvnl- 
tasi  run  orgoglio,  disse  cr.  t  se  ti  piace  , 
si  ti  piaccia  ;  se  non,  si  le  oe  sta.  LsA, 
6^.  lo  10^  e  se  d'alira  parte  non  sa|>cssi, 
si  mei  fecero  poco  axanti  chiaro  le  lue 
paroLv  <;.  /'.  3.  II.  a.  Carlo  re  di  Frao- 
ria  pjssd  in  Lombardia  gli  anni  di  Cristo 
773,  e  dopo  molle  battaglie  e  vigorie 
avute  conira  a  Desiderio,  si  lo  auediò 
nMla  citta  di  Pavia.  E  ^.  2^  l.  E  q»*- 
luncbe  castello  o  foriesaa    non    ubbtdiue 


S  I 

«Moro  comaodimeDli,  si  vi  poneano  asse- 
dio. E  6.  3^.  IO.  I  Ghibellini  .  fjtrenao 
tagliare  dappiè  U  delta  torre,  ti  la  fecero 
fuotellare.  E  IO.  224*  2-  ÀTUta  il  He 
d*  Inghilterra  la  della  vittoria,  pochi  dì 
appresso  si  gli  si  arreodco  la  terra  di 
Verniche  liberamente.  K  12.  121.  l.  Ma 
per  dirne  il  vero,  e  non  errare  nel  nostro 
trattato,  si  ci  metteremo  la  copia  della 
lettera  che  di  là  ne  luandaro  certi  coslri 
FioreolinimercaUnti.edegni  di  fede.  Pass, 
286.  Certe  persone  udendo  lodare  ed  ap- 
provare dalle  genti  le  buone  opere  cb'e* 
tanno,  si  ne  migliorano,  come  disse  quello 
savio,  che  la  virtù  lodata  cresce.  Dant. 
Par.  5.  Per  più  letiiia  si  mi  si  nascose 
Dentro  al  suo  raggio  la  figura  santa.  Nov, 
aMt-  73.  I.  Quando  furo  maturi  (t  fichi), 
si  gliene  portò  una  soma  .  Petr.  son, 
170*  £lU  non  par  che*l  creda,  e  si  se'l 
vede. 

SI.  iVe/Zd  espressione  e  di  Pronome  e 
di  Particella accompagnixnte  per  sua  natura 
ti  verbo,  si  pospone  alle  particelle  MI  , 
TI  ,  CI  »  VI  ,  come  pure  a* pronomi  IL, 
LE,  LI,  GLI,  LA,  LE.  Bocc.  nov.  i. 
36.  £  voi,  maladelti  da  Dio,  per  ogni 
fascello  di  paglia  che  vi  si  volge  Ira'  pie- 
di, bestemmiate  Iddio  e  la  Madre,  e  tutta 
la  corte  di  Paradiso.  E  nov.  16  8.  Quelli 
teneramente  prese,  e  al  petto  gli  si  pose. 
K  num,  3o.  Egli  non  mi  5Ì  Liscia  cre- 
dere che  i  dolori  de'  saoi  sventurati  ac- 
cidenti Tabbian  tanto  lasciata  viva.  E 
nov.  zy.  Il,  Vide  la  sua  donna  sedere  io 
terra  ec  ,  tutta  piena  di  lagrime  e  di 
■raaritudine,  e  quasi  per  compassione  ne 
lagrima,  e  awicioaiolesi  ,  disse.  E  s-  3. 
p.  7.  Se  Paradiso  si  potesse  in  terra  fare, 
000  sapevano  conoscere  che  altra  forma  , 
che  quella  dì  quel  giardino,  gli  si  potesse 
dare.  E  nov.  35.  5.  Se  tu  ne  domande 
rat  più»  noi  li  faremo  quella  risposta  che 
li  si  conviene.  E  nov,  81.  io.  Io  debbo 
credere  che  essi  il  corpo  di  Scannadio 
Don  vogliono,  per  duverlosi  tenere  in  brac- 
cio. E  nov.  100.  10- In  presenta  diluiti 
la  sposò,  e  fattala  sopra  un  palafren  mon- 
tare, onorevolmente  accompagnata  a  casa 
la  ti  menò.  Lab.  \^j.  Insegnano  (alle 
figliuole  )  ec.  come  si  debbiano  ricevere 
le  lettere  degli  amanti,  come  ad  esse  ri- 
spondere, in  che  guisa  niettcrglisi  in  casa 
ec-,  e  molli  altri  mali.  Fiamm.  ^  I"2 
O  per  piacere  a  Iddio  o  agli  uomini  si 
viene  a  questi  tempii.  Se  per  piacere  a 
Iddio  ci  si  viene,  1'  anima  ornala  di  virtù 
basta,  né  fona  fa  ,  se  'I  corpo  di  cilicio 
fosse  vestilo.  E   188     Dunque    se     minor 


mail 


le  è  il 


mio  amante  tenere,    siccome 


ra  tenni,  che  insieme  col  corpo  uccider 
anima  trista,  siccome  i-^  credo,  torni  e 
rendamisi.  Filoc,  6.  A  costui  si  doleva  , 
quasi  come  davanti  il  si  vedesse.  E  7. 
428.  Ilario  ascoltò  con  maraviglia  le  pa- 
role di  Filocolo,  e  più  volte  reiterar  le  si 
fece.  PeU.  canz.  17.  5.  Ma  me,  che  così 
■  dentro  non  discerno  ,  Abbaglia  il  bel 
che  mi  si  mostra  intorno.  E  89  3.  Or  ti 
wUeva  a  più  beata  spene.  Mirando  '1  ciel 
eie  ti  si  volve  intorno.  E  ^\.  2.  Vi  si 
»edea  nel  me»n  un  seggio  altero.  Ove 
sola  sedea  la  bella  donna.  Vani.  Purg, 
29.  Dioanii  a  noi  tal,  quale  un  fuoco  ac- 
ceso.  Ci  si  fé*  V  aer  soito  i  verdi  rami. 
■^   §.  I.  Talora  que^tt  particella  quando 

"  p'"  "i  ^'"^^°  P"^  "'•'  ''«'■«  cambiarsi 
Ìa  se,  c-tj  nel  numero  del  meno,  come  in 
que.lo  del  p„\.  Petr,  canz.  4.  8.  E  per 
farne  vendetia  e  percelars<>.  E  son.  i8q. 
Simil  non  credo  che  , Già  son  portasse  ÀI 
^ello  ond*  oggi  ogni  nom  vestir  si  dole  ; 
Da  qne'  duo  tal  romor  al  mondo  fasse. 
^r.  Fur.  18.  162.  Ottantamila  corpi  nu- 
merorse,  Che  fur  quel  dì  messi  per  61  di 
spade.  (Cj 

Vocabolario  T-  II. 


S  I 

^'  §.  II.  Talora  questa  particella  si 
trova  accompagnata  col  participio  in  luo- 
go del  gerundio  del  verbo  ausilia'-e.  Helc. 
Vii.  Colomb.  345.  Ora  essendo  il  venerabi- 
le servo  di  Dio  Luca  moltolungamente eser- 
citatosi in  digiuni,  vigilie  ec.  ebbe  una  infer- 
mila- (C) 

SI'.  Replicato  in  corrispondenza  ,  in 
vece  di  Cosi  conte.  Tanto  e  quanto.  Nella 
stessa  guisa  del  Lai.  cum  tum  .  Gr. 
xai,  xai',  /JL2V,  Si.  G.  V.  12.  9.  3. 
Questo  re  Kuberlo  fu  il  più  savio  Re  che 
fosse  Ira'  Cristiani  ec,  ,  si  di  senno  natu- 
rale, sì  di  scienza.  Bòcc.  Pr.  5.  Si  per- 
chè più  utilità  vi  farà,  e  si  ancora  perchè 
più  vi  fia  caro  avuto.  E  nov.  1.  i3.  Si 
per  lo  mestier  nostro  ec,  e  sì  per  la  vo- 
Ionia  che  hanno  di  rubarci.  E  nov,  l\\. 
7-  Era  Cìmone,  sì  per  la  sua  forma,  e 
sì  per  la  sua  roriezza,  e  si  per  !a  nobiltà 
e  ricchetxa  del  padre,  quasi  noto  a  cia- 
scun del  paese.  E  nuni.  22.  Efigenia  da 
molle  nobili  donne  di  Rodi  fu  ricevuta  , 
e  riconfortata  sì  del  dolore  avuto  della 
sua  presura,  e  sì  della  fatica  sostenuta  del 
turbato  mare.  Ftamm  4  I?;.  Db  quanto 
m'era  ciò  caro  ad  uJire,  si  per  colui  che 
'1  diceva,  sì  per  que'  che  ciò  ascoltavano 
intenti,  si  per  li  miei  ciUadioi,  dei  quali 
era  detto  I  3/.  T'.  8.  lo3.  Esso  Abate  era 
uomo  molle,  e  poco  pratico  ,  e  sperlo  ,  e 
si  nell'arme,  e  sì  nelle  barjtle  che  ri- 
chieggiono  li  stali,  e  le  signorie  tempo- 
rali. 

=1^  §.  E  colla  corrispondenza  della  par- 
ticella Come,  che  lo  precede,  o  gli  segue, 
Salv.  Avveri.  1.  3.  2.  37.  E  ciascuna 
delle  predette  (voci)  come  nel  verso,  si  si 
troncano  nella  prosa,  (C) 

SI.  Usato  talora  coli' articolo  o  espres- 
so,  0  sottinteso  in  forza  di  nome.  Petr. 
son.  i35  Non  so  s'  il  creda  ,  e  vivomì 
intra  due,  Ne  si,  ne  no  nel  cuor  mi  suona 
inlero.  Dant.  Furg.  3i.  Mi  pinsero  un  lai 
si  fuor  della  bocca.  Al  quale  intender  fur 
nieslier  le  viste.  But.  ivi:  Un  lai  si.  cioè 
una  tale  affirraazione,  cioè  sì  debilemenle 
proferla  ec,  al  quale  ec.  fur  mestier  le 
viste  ,  cioè  fu  bisogno  eh'  io  chinassi  Io 
capo,  che  è  segno  d' affirmazione.  D-ìnt. 
Par.  i3.  E  queito  ti  6a  sempre  piombo 
a*  piedi.  PtT  farli  muover  lento  coni' uora 
Ijsso,  E  al  sì  e  al  no  che  tu  non  vedi. 
Bocc.  nov.  67.  |3.  Tu  puoi  ec  aspettare 
se  egli  vi  verr'a  ,  che  son  certa  del  si. 
l/rb.  E  con  quesli  pensieri  più  volte  d' 
andarvi,  il  sì  e  *1  00  nella  lor  mente  va- 
cilIan*Jo,  non  sapevano  die  farsi.  Sen, 
Ben.  ì'arch,  2.  1.  Della  qual  cosa  mi 
pare  di  pnier  mostrare  una  via  speditis- 
sima, e  più  agevole  di  oiuna  altra;  e  que- 
sta è  ,  che  noi  diamo  i  bcneGzii  in  quel 
modo  che  gli  vorremmo  ricevere,  soprat- 
tutto volentieri  prestamente,  e  senza  stare 
punto  .sospesi  tra  '1   sì  e  '1  no. 

=v  SIA  Particella  distintiva  che  vale 
Oj  Ovvero.  Ott.  Coni.  Jnf,  26.  45l. 
Racconta  gli  effetti  delle  sue  opere,  e  cia- 
scuna pare  che  voglia  fama,  sia  di  bene, 
sia  di  male.  Bart.  Simb.  3.  I.  A  voi  so- 
litario e  romito  .  sia  per  natura,  sia  per 
prufessione  ,  sia  perchè  la  qualità  e  la 
condizion  degli  sludii  vi  tiene  io  astrazion 
di  pensieri  ec.   (D) 

SI'  BENE.  Lo  stesso  che  la  SI'  a^,-r. 
motiva,  o  confermativa.  E  la  voce  BENE 
accresce  e  dà  forza  all' espres'^ione.  Lat. 
utique,  sane,  etiam-  Gr.  vat,  v»;'.  StItzo-j. 
Bocc.  nov.  12.  5.  E  istamane  dicestelvoi? 
A  cui  Rinaldo  rispose:  si  bene.  E  nov. 
62.  II.  Mio  marito  il  netterà  tutto.  E  il 
marito  disse:  sì  bene.  E  nov.  73.  5.  Dun- 
que dee  egli  essere  più  là  che  Abruzzi  7 
Si  bene,  rispuose  Maso.  Gal,  Sist.  i5i. 
E  di  questo,  signor  Simplicio,  non  vi  da- 
rebbe l'animo  dì  sapere  la  ragione  senza 


S  1  B  tip3 

altrui  insegnamento  ?  Simp  .  Si  beoe,  si 
bene;  ma  Usciamo  le  beffe. 

*  g  I .  Per  Bensì.  Segner.  Mann.  Giugn. 
!•  5.  Il  cibo  corporale  ec.  appaga  si  be- 
ne, ma  non  satolla.  E  Lugl.  a5.  3.  Da 
tali  desiderii  ,  che  sorgono  involontarìi , 
non  a  tutti  è  dato  essere  privo  ;  ma  si 
bene  da  volontarii.  E  Oli.  l.  I.  Igno- 
ranza ec.  la  quale  è  propria  di  chi  sa  il 
vero  sì  bene,  ma  solo  in  parte.   (V) 

*  §.  II.  Talora  si  trova  anche  Sibbe- 
ne  tutta  unito  ,  e  vale  Anche ,  Altre' 
sì.  Benv.  Celi.  fit.  3.  56.  So  benìssi- 
mo  che  un  tanto  virtuoso,  e  discretissi- 
mo signore  cognosce  quanto  le  mie  ono- 
rate e  amorevoli  fatiche  meritano,  e  sib- 
bene  quanto  io  patisco    (C) 

*  Sì' BENE  COME.  Lo  stesso  che 
Sì  come,  e  la   voce  Bene    accresce    e    dà 

forza  alP espressione.  Benv.  Celi.  J'it.  1. 
425.  Se  questo  fussi  vino,  come  1*  è 
acqua,  io  direi  che  lor  vanno  lieti  per  af- 
fogarvi drenlo  ;  ma  perchè  1'  è  acqua,  io 
so  bene  eh' e' non  hanno  piacere  d'affo- 
garvi sì   bene  come  noi.  (Cj 

*  SIBILANTE.  Che  sibila.  Lat.  sib^ 
lans.  Gr.  ou^ot'TTWV.  Gal.  Dial.  mot.  loc. 
542.  Nelle  strisciate  sibilanti  sentiva  tre- 
marmi il  ferro  in  pugno.   (') 

SIBILARE,  cSIBILLARE.  Fischiare. 
Lat.  sibilare.  Gr.  cupt'rr&tv.  Fr,  Giord. 
Pred.  S-  Ragghiasse  come  asiiió,  e  sibil- 
lasse  come  serpente  ,  e  stridesse  come  i 
porci  e  come  i  sorci.  Cavale.  Frutt.  ling. 
Come  uno  leggier  sibilare  mitiga  i  ca- 
valli e  dilettagli,  e  i  cani  provoca  e  chia- 
ma- Tratt.  gov.  Jam.  Se  odi  sibilar  la 
lingua  de'  maldicenti,  fuggì,  o  serra,  o  tu 
contraddici.  Tass.  Ger.  3.  6-  O  quale 
infra  gli  scogli,  o  presso  ai  Udì  Sibila  il 
mar  percosso  in  rauchi  stridi.  ^  E  ^.  5. 
E   fischiar  idre,  e  sibilar  pitoni.  (X) 

§.  E  per  Insipillare  .  Lat.  lacessere  , 
inslìgare,  urgere.  Gr.  7T^o;m).«/i'^£[V  , 
TTKpofjvsiv.  Buon.  Tane.  \.  2  Ob!  se 
Cecco  sapesse  ciarlar  tanto,  Ch'  e' mi  po- 
tesse costei  sibillare,  ec. 

t  SIBILATORE.  l'erbai,  masc.  Che, 
o  Chi  sibila.  Lai.  qui  exsihilat.  Gr.  cu- 
pt-y-TT^^.  Buon.  Fier.  2.  5.  3.  Alzan  la 
sferza  Del  vilipendio  lor  sibilatori  (cioè- 
beffatori,  derisori). 

*f  ^  SIBILI'O.  Rumore  di  molte  cose 
che  sibilano  ad  un  tempo.  Corsin.  Tor- 
racch  p.  -2.  Un  sibilio  s'udiva,  un  licche 
tocche  Si  fiero  ,  e  spesso  sì,  che  mai  il 
maggiore-   (A) 

'<!•  SIBILLA.  Indovina  j  e  propriamen- 
te si  dice  di  Qualcheduna  delle  dieci  ce* 
lehri  indovinatrici.  Lat.  sibilla.  Gr.  su'- 
/3u>ia.  J'irg.  Eneid-  M.  E  per  la  spi- 
lunca  pauroso,  duve  sono  le  segrete  della 
Sdjilla.  Salvin.  Disc.  2.  3o6.  Rapporta 
Seneca  il  vecchio  un  molto  d'un  antico 
declamatore,  che  quando  udiva  alcuna 
composizione  eccellente  ec.  ,  soleva  dire 
ciò  che  della  Sibilla  dice  Virgilio:  piena 
Dco.  (•) 

SIBILLARE.   r.  SIBILARE. 

•f  ^  SimLl^l^aO.  Add.  Appartenente  a 
Sibilla.  Segnar.  Incr.  2.  I7-  l4-  Non  po- 
teano  ad  alcuno  darsi  a  vedere  i  versi 
sibillini  ;  tanto,  ppr  testimonianza  di  Tullio, 
nmaoevan  da  quelli  discreditate  le  foibe, 
ec.  (J) 

'^'  SIBILLONE.  Sorta  di  giuoco.  Sal- 
vin. Disc.  2.  617.  Fu  messo  in  campo 
il  piacevol  giuoco  del  Sibillone,  nel  qua- 
le è  lecito  a  ognuno  interrogare  il  fanciul- 
lo, che  fa  da  Sibilla,  e  secondo  la  rispo- 
sta brevissima  d'  una  sola  parola,  gettala 
in  mezzo  ec.  gl'interpreti  a  ciò  destinati, 
materia  hanno  larghissima  e  fecondissima 
di  far  pompa  de' loro  ingegni  nell'acuta, 
mente  indovinare  la  mente  dell'Oraca- 
lo.  (C) 

l5o 


Ily4 


S  I  B 


SIBILO.  Fischio.  Lai.  sibiìttm  .  Gr. 
fjupi'/fio'i-  BeJ.  Ditir,  ^t.  Ch?  de'Cuuni 
fra  gii  orridi  sibili  SbufFa  nembi  di  gran- 
dine asprisìinia.  Jluon.  Pier.  a.  5.  3  E 
la  ragione  amica  Fa  non  temer  de' sibili 
e  de'tuoni.  E  3-  2.  lij.  E  con  gli  urli 
e  co*  sibili  e  co*  beli  A  impedire  il  lettor. 

*  g.  Sthilo ,  vaie  anche  Fischiata, 
Sento.  Slor,  4-  55.  Con  parole  conlume- 
liosc  e  con  sibili  del  popolo  cacciatone  , 
»  Ferrara  si  ritornò,  (l) 

SIBILOSO.  yidd.  Di  sibilo.  Che  ha 
sibilo.  Lat.  sibilo  plenus.  Varch.  Ercol. 
2QQ,  Scnzacbò  ella,  come  ha  più  elemen- 
ti, cosi  ha  ancora  più  lettere  da  esprimi-r- 
gli,  e  couìcgucnlemcnlc  più  suoni ,  come 
appare  nell*  S  sibiloso,  come  in  rosa,  er. 
(cioè-  :  che  sì  pronanzia  con  sibilo). 

SICARIO.  f\  L.  Chi  uccide  uomini 
ingittstamentf  per  altrui  commi ssionr.  Lat. 
sicarius.  lìuon.  Fier  4*  5.  2.  Sarà  ili- 
malo  poi  Qualche  tagliacanton  ,  qualche 
«icario.  E  5.  4'  5.  E  palese  a  ciascuno 
Per  mercante  ncfarìo,  Dille  borse  sicario 
(qui  per  similit.}. 

SICCERÀ.  r.  i.  Sorta  di  bevanda  j 
Sidro.  Lat.  Sierra.  Gr.  ct'xEpa.  Zc?;:.  S. 
Gio.  Bat.  S.  li.  Lo  quale  non  bcrr'a  vi- 
no, txh  sict-era,  e  andrà  dinanzi  al  Signore. 

*  SICCHÉ,   r.  Sr  CHE.  (•) 

*  SICCIOLO.  Lo  stesso  che  Cicciolo. 
Lat.  Jrustulum  suillum  .  Gr.  cvtio'é 
rsuàx^ov-  "  Vocabol.  alla  T.  CICCIO 
LO.  (•) 

f  J  SICCITÀ  ,  SICCITADE,  e  SICCI- 
TÀTE.  Stalo,  Qualità  di  ciò  che  è  seccoj 
Secchezza  »  Aridiik  j  contrario  d' limi' 
dita.  Lai.  siccitas.  Gr.  ^rìpOTT,;.  Lib. 
Am,  25.  La  terza  parie,  cioè  quella  di 
fuora,  si  chiama  siccitJ,  e  ciò  perchè  ogni 
umiditj  vicn  meno  .  Cirurg.  M.  Cui' 
glicl.  'Le  fessure  sì  sono  supcrfluìtadi  gc- 
ueratc  nella  cotenna  del  capo,  e  fannost 
per  la  signoria  della  siccità.  Fr.  lac.  T, 
5.  25-  6.  Non  teme  freddo,  e  nulla  sic- 
cità te. 

*  g.  I  Siccità  ,  si  dice  anche  della 
Disposizione  dell'  aria,  e  del  tempo  quan- 
do è  troppo  arido.  «  Tes.  lir.  i.  3  Ciò 
SODO  li  dodici  seguì,  e  come  si  muove  il 
tempo  al  caldo  e  al  freddo,  o  a  piova,  o 
n  siccità,  o  a  vento,  per  ragione  che  e 
instabilità   nelle  stelle»  .  (C) 

*  g.  II.  Siccità,  dicesi  anche  del  Sec- 
cume delle  piante.  Cr.  lib  li.  cop.  28. 
E  vegnente  la  vecchiezza  (  delle  piante  )» 
ogni  siccità  sta  tagliata.  (V) 

f  #  g.  Ili.  Siccità,(ì^uratam.  dicesi, par- 
lando delle  opere  d*Ìnge^no,  che  mancano  di 
dolcezza,  di  (;raria,c  d*  ornamenio.  Pros, 
Fior.  4-  a.  233-  P'-r  finirla,  è  un  librac- 
cio; e  per  gli  errori,  che  non  son  pochi , 
che  piglia  ;  e  per  la  sicelià  colla  quale 
tratta  la  materia;  e  per  la  gran  ronfusione 
L>  pel  poco  ordine  col  quale  è  scritto  , 
parlando  di  Esiodo  in  principio  ,  e  dopo 
tornando  a  ridìsrorrcrnc  anche  intorno  al 
fine.  (IVS) 

*  SICCOME,  r.  sr  COME.  (') 

SI'  CHE  .  che  anthe  si  scnv  SICCHÉ. 
Onde,  per  la  (Jltal  cosa.  Di  maniera  ihr, 
Jn  gttuu  (he.  Lai  qunmobrem  ,  ex  quo. 
Gr.  StU  TaCrst,  ci'  a.  Dant.  Par.  2  Sì 
che  poi  »appi  sol  tener  lo  guado  .  lìocc. 
nov.  44*  1^-  ^'  cb' egli  SI  Iroterà  aver 
messo  r  usignuolo  nella  gabbia  sua  .  E 
nov.  ^2.  i3.  Oeiinava  l.i  mattina  ron  lui 
Ringuccio  dal  Poggio,  e  Noto  Buglielli, 
si  eoo  egli  voleva  far  della  siUa  .  Cas. 
htl,  23.  Sicché  io  ho  posto  in  lei  lutto 
le  speranze  mie. 

V  g.  ì.  Sì  chi,  talora  vale  Adunque 
interrogativo  .  Segr-  Fior,  nov.  Al  qu»lc 
lloderigo  disse,  deh  I  villano  tradilure.  sì 
rhr  tu  bai  ardirr  di  venirmi  innanzi?  (.^-J 

^  g.  M.    Per  P.^ichi  .   Ott.  Com,  in/. 


SIC 

I.  II.  La  sctlinna  {età /u)  pessima,  come 
più  di  lungi  dal  Cielo,  e  più  presso  alla 
terra  e  più  mobile,  sì  che  la  ottava  terrà 
all'uro,  ed  a  una  vita  celestiale,  allora 
fia  cacciata  1*  avarizia   nello  inferno.  (Cj 

•?  SlCLO.  Sorta  di  peso,  e  di  moneta 
ebraica.  Lat*  siclus .  Gr.  oi/Jo^.  Segner. 
Predt  2.  12.  Perchè  tu  non  gli  hai  tosto 
vibralo  un  pugnale  in  petto,  ch'io  t'avrei 
data  per  lo  meno  una  mancia  di  dieci  si- 
cli  d    argrnlo  ?  (") 

si'  COME  ,  che  anche  si  scrive  SIC- 
COME. Lo  slesso  che  Comej  e  si  trova 
usato  alcuna  volta  col  quarto  caso  dopo, 
a  maniera  di  preposizione.  Lat.  ut,  sicui. 
Or.  w^ ,  xa&aTsja  .  Jiocc  nov,  ^.  12. 
Perchè  dalla  sua  colpa  stessa  rimorso,  si 
vergognò  di  fare  al  monaco  quello  che 
egli ,  sì  come  lui,  aveva  meritato  .  E 
nov.  42.  17.  Sì  come  egli  ha  voluto,  io 
medesima  te  *1  son  venuto  a  signìGcare. 
E  p.  6.  p.  4-  Ma  la  cagione  egli  non 
sapea,  si  come  colui  rhc  pure  allora  giu- 
gnea  .  Fiamm  l.  47-  Perciocchi:  credo 
che  voi ,  sì  come  me  innamorale  ,  cono- 
sciate ce.  E  3.  G2.  Non  credi  lu  che  l* 
altre  donne  abbinino  gli  occhi  in  capo,  sì 
come  te?  Dani,  Par,  I.  E  sì  come  ve- 
der si  può  cadere  Fuoco  di  nube  .  Peir, 
canz.  4l-  3.  Fammi  sentir  di  quell'  aura 
gentile  Di  fuor  ,  sì  come  d*  entro  ancor 
si  sente. 

g.  I.  Per  Subito  che.  Tosto  che.  Lat. 
cum  primum  .  Gr.  ijitiiuv  rrf  :rpÒJTov . 
G.  V,  10.  60.  tit  Come  Caslruccio  si 
parti  da  Homa  dal  Bavero  &t  come  Sfjpe 
la  perdila  di  Pistoia.  Bocc.  nov.  69  i5. 
Si  come  l'aurora  suole  apparire,  così  Ni- 
costrato s*  è  levato.  But.  Piirg.  IJ.  1. 
Siccome  Io  splendore  dell*  Angelo  ce.  mi 
percosse  nel  volto  ,  cadde  dalla  mia  fan- 
tasia lo  imagìnare. 

g.  II.  Sifcome  se,  vale  Come  se.  Lat. 
perinde  oc  si  Gr.  Ci'STiip  cflv  ti  ■  Filoc. 
3.  218.  Io  essa  udiva  una  rovina  tempe- 
stosa, siccome  se  i  vicini  monti,  urtandosi 
insieme  ec.  ,  diroccali  cadessero  giuso  al 
piano. 

#  g.  III.  J'ale  lo  stesso  anche  senza 
il  SE.  nt.  S.  Frane,  166.  Il  dello  dra- 
go, vedendo  la  rhiarctza  di  santa  Croce, 
si  fuggìa  sicccme  fosse  cacciato.  f/^V  ^l''d. 
Arb,  Cr,  49-  Non  volle  bere  ma  disse  : 
conutmatum  est .  Consumalo  è  ,  sì  come 
neir  assaggiare  dell*  areto,  e  del  fieb- fos- 
se consumala,  e  compiuta  la  plmitudinc 
di  tutta  la  sua  3mari»sima  pa^Mone.  (C} 

•f  *  SICOFANTA.  e  SlCOFA^TE. 
ì  oce  ti  Ita  dal  greco.  Delatore,  Incanna- 
tore, Barattiere.  Uden.  A'is,  Quivi  nota 
come  un  Sicofanta  si  sdimentica  d'un  no- 
me a  punto  sul  buono.  Salvia.  Disc  1. 
35^.  L'n  antico  ^raiioso  comico  ,  che  sì 
maraviglia  perchè  il  nome  di  Sicofanta, 
che  vale  un  calunniatore ,  sia  posto  a  si- 
gnificare malvagia  cosa  e  scellcrala  .  (A) 
Pros.  Fior,  par  3.  tv/.  2.  Cic.  l5.  pag. 
288.  Onde  lo  spi)',  citunniatori,  e  uomini 
di  tal  raiza,  fuiono  fhi.imati  da  loro  (-la- 
,gfi  Atmiesi  )  con  un  nomaccio  scomuni- 
cato Sicofante  ,  cioè  delatori  e  scopritori 
de*  fichi.  f!\'Sj 

SICOMORO  Sorta  d'albero,  che  an- 
chr  volgarmente  e  drito  Pazienza  ,  Lai. 
sycfimoruM.  Gr.  evyo'popoi-  J'olg.  Diosr 
Lo  sicomoro  è  nn  arbore  grande  simile 
al  fico . 

#  §.  Sicomoro,  dicesi  anche  II /rutto 
del  detto  albero  .  Mor.  S.  Greg  2.  25. 
lo  sono  uomo  che  guardo  gli  armenti,  e 
graffio  de*  sicomori.  (?i) 

SICUMEHA.  ì'oce  bassaj  Pompa,  C«- 
rimonta.  Pata//.  3.  Deb!  nonne  far  coi) 
gran  sicumera  .  Mail.  Franz,  rim,  buri, 
^  *fi  lo  credo  ,  pur  «b*  abbiate  posto 
roròtt  Cou  quanta   sicumera  e  quanto  o- 


nore  lo  lavola  si  porla  U  steccadcnle  . 
1  ofch.  rim  buri,  1.  39.  E  li  terrò  eoa 
maggior  sicumera  ,  Che  i  primi  versi  uà 
novelbn  poeta,  Tac,  Day.  Stor.  4.  353. 
Non  lasciando  vedersi,  per  esser  eou  que- 
sta siiumera  più  venerata  Ambr.  Furt. 
2.  5  Ella  ha  certi  suoi  brevi ,  eh'  ella 
tiene  con  più  sicumera  ,  che  non  si  ten- 
gono If  rtliquie. 

SICURAMENTE.  Avverb,  Ccn  iicurtÀ. 
Lat.  secare  ,  tuli.  Gr.  aspaiwi  .  Dant. 
In/.  21.  Sicuramente  ornai  a  me  ti  riedL 
E  Par.  5.  Cosi  da  un  di  quelli  apìrti 
pii  Dello  mi  fu  ;  e  da  Beatrice  :  di\  di* 
Sicuramente.  Boce.  nov.  43.  17.  Tu  di- 
morerai qui  meco  infioo  a  tanto  che  fatto 
mi  verrà  di  potertene  sicuramente  ican- 
dare  a  P.nma.  E  nov.  52.  3  Avendole  il 
vii  luogo  più  sìcurameole  servate. 

§■  in  vece  di  Fermrunemte ,  Con  cer- 
tezza ,  Senza  /allo .  Lat.  eerte  ,  firmiter. 
Gr.  ^e^oi'w;.  ficee,  nov,  77.  22.  Da  lui 
sapesse,  .ve  fjre  il  Vi>]esse  ,  r  sicuramente 
[;l(  promettesse,  che  p'-r  mento  di  ciò  ella 
farebbe  ciò  che  a  lui  pivcsif  •  E  num.  35- 
Rinìerì,  sicuramente,  se  io  tì  diedi  la  mala 
notte  ,  lu  ti  se*  ben  di  me  vendicato  .  E 
ncv,  61.  5.  Sicuramente,  e  senza  aleno 
fallo  la  sera  di  notte  se  ne  venisse  a  lei. 
F  nov.  78.   II.  Sicuramente  io  il  farò- 

t  SICURANZA.  /'.  A.  L'assicurare, 
Assicuramento  ,  Sicurtà  .  Lat.  fidentia  , 
fiducia.  Gr.  ^àpòoi-  Mcr,  S,  Greg.  Egli 
leverà  da  te  ogni  avversità  della  vita  pre- 
sente ,  e  daralli  ferma  sìcuranza  di  vero 
ripu»o.  Siilln^t.  Caieli.  R.  Si  mi  dà  sì- 
curanza ne*  miri  srardi  pericoli  del  rac- 
comaoiIamcDlo  eh   io  li  faccio. 

t  g.  Ptr  Baldanza,  Ardire.  Lat.  <c- 
ci'ntns  ,  audacia.  Gr.  d^acof,  zóìfxa.  . 
Bocc.  nùv.  97.  Il-  Poiché  "n  pia<'erc  non 
li  fu  ,  Auiore  .  Che  a  me  donassi  tanta 
.Mcuranza  .  Tesorctt.  Br,  i6.  i4o.  Che 
trrppa  sìcuranza  Fa  conira  buona  usan- 
za, ^  f'!tit  .4dr.  Op.  mar,  4-  1 26.  Sof- 
frite fatiche  e  perìcoli,  non  per  ardire  e 
sicuranza  che  sia  in  voi,  ma  per  temenza 
d'altri  che  slimate  maggicri    (C) 

t  SICL'RAKE.  Lo  Slesso  che  Assicu- 
rare in  tutti  I  suoi  sìgnific  ,  ma  molto 
meno  usato,  Lat.  securum,  vel  tutum  nr4- 
dere-  Gr.  eV^  a'oeia»  xaSicTaSa*  Boce. 
nov.  80  3j.  Ma  del  rimaneote  come  il 
sicur>rai  lu?  ce.  Disse  che  egli  il  sicure- 
rcbbe  della  mercalanzia  chr  aveva  in  do- 
gana. C.  /'.  7-  69  2.  Aveano  tanto  rais- 
fallo  al  re  Cailo,  chr  di  loro  sì  poteva 
ben  sirurare  .  Ovid  Pisi  Ora  mi  sicuro 
per  la  desi.>la  speranza  ,  ora  impaurisco 
per  la  dubbiosa  paura  (  In  stampa  pa^. 
83  ha  :  mi  .-issicuro  ).  Mnestruzz.  2.  Sp. 
Che  sarà  di  qu<i  signori  che  si  palleggia- 
no coi  marinai ,  e  to)gon«  loro  alcuna 
cosa,  perchè  gli  sirurano.  che  se  perico- 
leranno .  non  torranon  nulla  T  ^  Lase. 
Cen,  I .  nov.  5.  Chi  mi  sicura  chr  io  non 
sia  preso,  e  posto  al  martora?  (Cf 

SUUnATO  .  Aid  da  Sicuiarr.  I.at. 
lulalus  Gr.  r.'sf  ali«/A<yo;  .  /^'cr.  no*: 
37.  42*  Eui  liberanienle  della  sua  fé  ai- 
rurali ,  tennero  lo  'nviio  .  M  /'.  i.  72. 
Sirurali  da*  e ìiiadini  .  che  danno  non  ai 
farebbe  ,  dìrrooo  al  Comune  di  Firenze 
Itbrramentc   la   guardia   di   Prato. 

SICL'IIKZZA.  Suurià  ,  Frnmchetzm  - 
Lai  seci.riiai  .  Gr.  a'^c i« .  GaUt  4* 
Giovano  non  meno  a'  possessori  di  rue  . 
che  la  grandecaa  <leir  animo  e  la  sìcu- 
reità  altresì  a*  loro  posvessori  non  fanno. 
Tac.  l^av  Ge'm.  376  Fanno  lor  villag- 
gi .  nun  al  modo  nostro  colle  case  con- 
giunte, ma  riasruna  ha  sua  pittinola  in- 
torno per  sicumta  drl  fuoco  /  1/  itsio 
lat.  ha  adversut  caiui  ignium  rrmedium). 
Segner.  J'red.  21.  K  Più  voirnlirri  si 
corre    crmunemrnie  ad  udire  quei  predi- 


S  I  e 

«■Jtori,  i  i|a.ili  (tifino  sicureiza  ,  ,be  ooo 
■jufgli  ailri,  i  qaili  arrechino  timor»  (cìci, 
njacij,  confìdenia  ). 

t  SICUIUSSIMAMENTE  .  Suptrl.  di 
Sicuramente.  Lai.  lulisnme,  securissinur. 
Or.  ajfaXi'jTXTK.  Gnicc.  Sior.  4,  i-g. 
Scese  sicuriuimamcnlc  nel  piano  di  Li- 
krafalla.  E  io.  477  I  cardinali  poteva- 
no ee.  sicurissiiiiainL-nlc  dimorarvi.  Benv. 
Ceti  l  II.  2  ,)  I,,  penso  sicurissimamente 
eie  ancora  questo  trorerele  iscritto. 

SICURISSI.MO.  Super/,  di  Sicuro.  Lai. 
'ccuhssimui.  Gr.  «  jyaisuracroj .  fìocc. 
nov.   I.  3j).  .Ne' nostri  bisogni  gli  ci  rac- 
comandiamo, sicurissimi  d'esser  uditi  (cÌl'c, 
eenisjjmi).  Fir.  As.   194.  Fra  le  squadre 
de   cavalli,  e  fra  U  spade  ignudo  divenula 
sieurisslma.  stota  mai  attendere  ad  altro, 
eie  alla  salme  del   suo  marito,  con  viri- 
le animo  iafioitì  disagi  sopportava  (  cioè  ^ 
franchissima,  lenu  alcun  timore).  E  nov. 
193.  Io  ho  troTalo  modo,  che  sopra  una 
sua  nave  noi  andremo  sicurissimi  (  cioè  , 
Iiberissuni  da  ogni  pericolo  )  .   Rtd.    Esp. 
"■"■  4    Servivano  d"  antidoto  sicurissimo, 
poste  sul  morso  delle  vipere,  degli  aspidi, 
deUc  ceraste  ,  e  di  tulli  gli    altri  animali 
«e  o  co'  morsi  o  colle    punture    ovvele- 
Dano  fcioè,  speriraenlatissimo,  certissimo). 
<^f    l'Il.  21     Con  le  quali  due  conside- 
raiioni  può  star  sicurissima  (cioè,  certis- 
sima ). 

SICORITA'  SICUBITADE,  e  SICU- 
«ITATE.  Siiiirli,  Siciirr::!,.  Lai.  smi- 
riL,,.  Gr  a3j,aJtia.  Alien,  cip.  i;. 
»'«  non  hae  unque  sicuiilade  ,  ni:  bai- 
d'nia.  Fr.  Zac.  T.  2.  32.  .0  E  dal  pec- 
care guardati.  Se  vuoi  sccuritale. 

ì  SICCRO   .-/rfrf.  S,„:a  sosp.lto.  Fuori 

*  pcr,co/o.  Lai.  secinns  .  Ii.lus.  Cr.  aV 
f»«»:5.  ^occ.  noi,.  ,4  ,6  Quivi  paren- 
dogli esser  sicuro  ,  ce.  sciolse  il  suo  sac 
e*«llo .  E  nov.  19.  25.  Acciocché  i  mcr- 
cjtJuli  e  le  mercalaniie  sicure  stessero.  E 
LI";.  6.  I.  E  ciascuna  mia  arnie  posi 
■0   terra  ,    Come    sicuro  chi  si  fida  face  . 

*  />»•'.  Sùsm.  60.  Cesare  passò  di  Spa- 
gna io  Fiandra  per  la  Francia  sicuro,  e 
careszalo.  (Cj 

*  §.  I.  Sicuro  da  una  cota,  vate  Eientc 
Jj  ijuclla.  Non  Soggetto  ad  rssa.  1.  Dani. 
Par.  j.  Perchè  se  ciò  ch'ho  dello  i-  stalo 
vero  Esser  dovrian  da  corruiion  sicure.  (Cj 

J  §.  II.   l'rr  Ardilo.  Lai.  audens,  con 


S   I   C 


S  I   C 


-„....   ...    .fj, ,,.,„.  ^ji.  auaenSf  con- 

fiient.  Gr.  •ìxspy.Uoi,  Tot.liripii  Bocc. 
nov.  77.  25.  A  far  ciò  cooviea  che  rl>i  '1 
la  ,  sia  di  sicuro  animo.  Giiid.  u.  Nullo 
de'  Greci  fu  tanto  ardilo,  né  t,into  siruro, 
che  ardisse  di  porgli  la  mano  addosso.* /)f /e. 
f  II.  Colonib.  3l8  Come  tu  sai,  non  fugge 
se  non  1'  nomo  misero,  e  spaventoso:  l'uo- 
mo nobile,  e  di  cuore  gentile,  e  siruro 
non  SI  dispera  per  una  caduta ,  ne  per 
!ue.  (C)  ' 

*  §.  in.  Sicuro,  oggiunlo  di  fionle,  o 
■initle,  vale  Che  dimoilm  ardire,  corog. 
«IO.  .  Dani  tnf  21.  M.slier  gli  fu  d'a- 
ver sicura  fronte  -  .  (C) 

t  §•  IV.  .Scoro  ,  vale  anche  Abile, 
lapace  ,  Che  può  assicurarsi  di  suo  sa- 
per,, e  di  SUI  potere.  Lai.  sclir, ,  foni, 
peritus  Gr.  »yx.-v».;.  i,y:jp,;,  e.s\-,«iv' 
<■■  '  ■  Questi  fue  uomo  savio  ,  ciutto  e 
grasioso,  prode  e  sicuro  in  arme,  onesto 
caltolie» .  * 

-^  g.  V.   Sicuro,    vate   talora  Facile 

^rr,vo  a /are  chechessia    .  Dani.  p„'. 

M  Hon  sien  le  genti  ancor  troppo  sicure 

A  giudicar  ".  (C)  "i-ure 

*  §  *  '  •''™'-''.  parlandosi  di  cavallo. 
0  simile,  va.'e  Che  non  inciampa  n.ai  Che 
nrn  adombra.  ..  O:  9.  6.  6.  È  utile  molto  di 
cavalcarlo  spesso  per  la  ciltade,  e  speiial 
menle  ne'  luoghi  dove  si  fabbrica  ,  o  dove 
•1  fa  r..more  o  strepito,  perocchi-  per  questo 
diventa  sicuro  e  ardilo  ..  CC/ 


*  „.  VII.  Sicuro,  parlandosi  di  luo-o 
di  strada,  o  simile,  v„le  Luogo,  Strada 
0  .simile,  dove  altri  può  stare,  o  pass.ire 
eoa  sicurezza,  senza  sospetto.  «  JJocc 
"Of.  43.  16.  Noi  l'  accompagneremo  in- 
fino  ad  un  castello  che  h  presso  di  qui 
cinque  miglia,  e  sarai  in  luogo  sicuro  .. 
Tass.  Ger.  ,8.  4o.  tir  vadan  pure  Le 
genti  la  che  son  le  vie  sicure.  (C) 

*  §  Vili.  Sicuro,  aggiunto  di  mare 
o  di  tempo,  vale  Glie  ha  apparenza  di  non 
fir  burrasca,  di  non  guasi.irsi.  Car.  F.n. 
.1.  8l^.  E  visto  il  cielo  Sereno,  c'I  mar 
sicuro,  in  su  la  poppa  Recossi,  e'I  segno 
dienne.  (C)  " 

*  §.  IX.  Siciu-o,  si  dice  anche  delle 
tose  che  debbono  avvenire  infaìlibitmrnte, 
oche  si  riguardano  come  tali.  Stor.  Eitr. 
5.  116.  Dopo  un  consiglio  tanto  onorevole 
eostnnse  il  Re  a  prenderne  un  altro  mol- 
to più  utile,  e  più  sicuro.  (C) 

t  §•  X.  Sicuro  ,  vale  anche  Che  sa 
qualche  coia  con  certezza.  Che  è  ceno 
di  qualche  cosa;  ,d  in  questo  senso  non 
SI  dice  che  di  persona.  Lai.  certus  .  Gr 
^sSxeo,-.  Dani.  P„rg  i3.  Ed  ,  o  genie 
sicura.  Incominciai,  di  veder  l'alio  lume. 
Bocc.  nov.  i5.  28.  Vivi  sicuro,  che  come 
I  prima  addormentato  li  fossi,  saresti  slato  am- 
mazzalo. C,„.  leti.  14.  Cosi  spero,  e  son 
sicuro  che  ella  sarà  proiettore  di  essa,  e  di 
noi  altri.  ■■;:  T.c.  Dav.  1,1.  A-r.  3>)5.  I 
Romani  rifeccr  quore,  e  sicuri  gii  della  vila, 
combaltendo  per  1'  onore,  di  buona  voglia' 
spinsero  avanti.  (C) 

§.  1^1.  Render  sicuro ,  vale  Accerta- 
re .  Lai.  alieni  recipere  .  Gr.  SsBkioJv  . 
Bocc.  nov.  29.  10.  Ma  di  queslo  vi  rendo 
sicuro,  che  mai  io  non  sarò  di  tal  maritag- 
gio contento.  ° 
§  XII.  Stare  al  sicuro,  o  nel  sicuro, 
vale  Kon  corier  risico.  Lai.  tuliarem  i  iam 
tenere.  Gr.  s-j  k/cvouvw  /kuto'v  xaSij- 
Tfzvat.  Pass.  202.  Per  islare  nel  sicuro, 
miglior  consiglio  i;,  che  altri  confessi  tulli 
1  suo' peccali,  mortali  o  veniali  o  dubbii 
che  sieno. 

3  g.  XIII.  Porre,  o  Mettere  in  sicuro,  0 
al  sicuro,  vogliono  Pone  in  istalo  di  sicu- 
ri zzn.  Assicurare.  Pass  1 1 .  Tu  non  bai 
male  di  rischio  ec  I  medici  li  pongono  nel 
sicuro  di  questa  infermil'a  Segner.  Pred. 
I.  7.  Che  non  vogliale  mettervi  sempre 
al  sicuro  in  altri  interessi  umani  ,  io  me 
ne  contento  . 

*  §  XIV.  Vale  anche  Porre  In  islalo 
ili  certezza,  Accerlore.  -  Sagg  nnl.  (sp. 
I.'>2.  Stessa  questa  notizia  in  sicuro,  co- 
minciammo a  cercar  di  quella  del  tempo 
preciso  dell'  agghiacciare  »     (Cj 

g.  XV.  A'idir  sui  sicuro,  vale  Andar 
senza  paura;  e  fguralam.  Mettersi  a  far 
qualche  cosa  con  sicurezza  ch'ella  riesca 
feliceinenle.  Lai.  rem  a^ere  luto  ,  f.dcnler. 
Gt.  i'j^px)ia;  TTia^Tetv.  Slalm.  2.  53. 
Pero  volendo  andare  in  sul  sicuro  ,  Non  a 
perdila  più  che  mauifesta,  ec. 

*  g.  XVI.  .57c/iro,  vale  anele  Che  ì 
cnulalo.  Che  ha  sicurtà.  Cron.  Morell. 
265.  Non  t'obbligar  mai,  se  prima  non 
se' sicuro,  e  guarda  che  la  sicurt'a  sfa 
sufficiente.  fCj 

g.  XVII  Jn  forza  di  sust.  per  Sicurtà. 
Cron.  f  eli.  65.  Avendo  lo  avanzati  cerli 
danari,  me  ne  richiese,  e  io  ne  '1  servii, 
e  dcmmene  sicuro  sopra  cerU  parte  della' 
casa . 

*  §.  XVIII.  Sicuro,  pure  inforzi  di  sust. 
per  Cosa  sicura.  Ar.  Fur.  24.  JO  Fece 
morir  [  Orlando  pazzo  )  dieci  persone  e 
diece  ec.  ;  E  questo  chiaro  esperimento 
lece.  Ch'era  assai  più  sicur  starne  lonta- 
no. (Pe) 

■r  g.  ^i'S.  Di  sicuro,  posto  avverbialm. 
vale  A  sicurtà.  Sicuramente.  Frane  Sacch, 
nov.  l32  Andando  una  femmina  per  lo  vino 


1195 


ec.,  andando  di  sicuro,  trovò  la  casa  piena 
o  «equa  ;  0  prima  che  di  ciò  s'accorgesse 
entro  nell'acqua  600  alle  coscie.  (l'I 

SICURTÀ-,  SICURTADE.eSICURTA- 
It.  Astratto  di  Sicuro  J  Sicuranza,  Si. 
carezza.  Lai.  securilas  Gr.  aJeict.  Al- 
"eri  cap.  57  La  sicnrti  è  non  dubitar, 
deleeoseche  soprasvengono,  che  son 
quasi  come  sforiale.    e.     /•.    ^     g,      ° 

drre'd'"'":,"  ^''- '■""'"  "-"i.^^^ 

di  ci  e  di  notte  v,  .i  ,,<„,,  ,„j^,^  '  , 
mente.  lant.  Inf  8.  O  caro  Duca  mio . 
ehe  più  di  selle  Volte  m'hai  sicnrti  „n. 
.iuta.  />„.  „„..  44.  ,4.  Acciocché  con 
sicurtà  e  lungo  tempo  polessono  insieme 
al  COSI  latte  notti  avere.  Fr.  Jac.  T 
9-  18.  Queslo  fa  la  povertade  ,  Che  di 
lama   sicurt.ido. 

§.  I  Per  Assicurazione,  o  Promessa 
di  mantenere  sicuro.  Lai.  fdes.  Gr  ti'- 
sT.j.  G.  r.  II.  iij.  ,0.  Gli  condusse 
ia  nelle  sotto  sua  sicurtà  e  guardia  a  par- 
tirsi della  ciltà.  ' 

g.  II.   Per  Fidanza.    Lai.    fiducia,    fi. 

7-  3b.   Sicurtà     è  non    cogitare     li    danni 
che  vengono  nella  6nc  delle  cose    comin- 
eiale;  ed  è  sicurlade  di  due  maniere  :  1' 
una  eh"  è  per  follia,  siccome  è  combattere 
sanza  lue  armi  appresso  diserpenli;  1'  al- 
tra per  senno,  e  per  virlù,  e  suo  uficio  è 
01  dare  conforto  contro  alla  speranza,  ec. 
I  j    '''■  ■"■"■   ^'4    ^"'^  incominciava  a  pren- 
1  der  sicurlade  La  mia  cara  nemica  a  poco 
a  poco  De' suoi  sospelli.  Bccc.    nov.    47. 
4.  E  per  dargli  più  sicurlà,  conlemissima, 
siccome  era,  se  ne  mostrava.  Frane.  Sacch. 
nov.  /(8.  Preso  un  poco    di    spirilo   e    di 
sicurtà,  cominciò  a  dire  all'  osle. 

§.  (il.  Per  Cauzione.  Lai.  caiitio,  cau- 
tela. Gr.  eulK,3-ist.  Bocc.  nov.  ì\.  8. 
Poichi;  la  sicurl'a  ricevuta  ebbe,  fece  una 
grandissima  e  bella  nave  nel  porlo  di  Car- 
tagine apprestare  E  nov.9o.  32  La  don 
na  disse  che  queslo  era  ben  dello,  ed  era 
assai  buona  sicurt'a.  Cren.  Morell.  265. 
Non  t'  obbligare  mai  ,  se  prima  non  se' 
sicuro,  e  guarda  che  la  sicurlà  sia  suffi- 
cicnle.  F.  oppresso:  Fammi  la  sicun'a;  io 
faro  dire  la  mercalaniia  in  te. 

§■  IV.  F.ire  a  sicurlà,  vale  Usar  del. 
l  altrui  volontà  con  confidenza,  e  sicu- 
rezza j  Fare  a  fidanza.  Lai.  fdenter , 
amile  cum  a/iquo  a^ere.  Gr.  SuziaXi- 
w;  suv  r.vt  :r;a'TTc-tv.  F,r.  Lue.  t.  1. 
Non  vorrei  che  lu  facessi  a  sicurlà  con 
essa  l'ine.  Mari.  leti.  53.  Non  accor- 
gendosi che  con  I'  amico  si  fa  più  3  si- 
curtà. 

SIDERE.  y.  L.  -LA.  sidere.considere. 
Dani.  Par.  33.  O  luce  eterna,  che  sola 
in  te  sidi,  Sola  l'intendi.  But.  ivi:  Sola 
in  le  sidi,  cioè  la  quale  sola  stai  in  te 
medesima. 

*  SIDEREO.  Add.  Delle  stelle.   Cele- 
<le    Menz    rim.  I.   1 13.  Kon  t  slerililà  , 
se  queslo  Sole  Qnal  per  siderei  segni  Fia 
•x  Z'""'"    ''  »'''".:'"o  appresti.    (SSJ 
t  *  g.  Per    Uno    de'  sette    cieli  ,  se- 
condo la  falsa  opinione  di  Tolomeo,  tegg. 
Asceas.  344    L°  P"mo  (cleloj  è  materia- 
I  le;  e  questo  sono  molli,  cioè  aereo,  ete- 
I  reo,  olimpo,  igneo,  sidereo,  acqueo,  e  cm- 
I  pireo.  /!') 

SIDO.  Fredda  eccessivo.  Ghiado.  Lai. 
"Igor.  Gr.  a/-/o;.  Biircli.  1.  i5.  La  slella 
tramonlana  è  suta  folle  A  porsi  in  luogo 
da  morir  di  sido.  Cirijf.  Catv.  3.  88  Ba. 
gnala  di  sudore,  e  come  un  sido  Ghiac- 
ciala. Dav  Colt  169  Se  annesti  d'  Ol- 
tobre  o  dì  verno,  logli  invece  di  terra 
molle,  cera,  e  di  terra  colla  ,  rena  ,  le 
quali  non  ritengono  a' gran  freddi  lanlo 
sido.  ^  Salvi'!.  Eneid.  lib.  4-  Anzi  nel 
sido  dfir  inverno  armata  Muovi,  e  t'af- 
Tretli  a  viaggiar  per  1'  allo  Mar.  (F) 


tiqS 


S  I  D 


f  SIDRO.  Sorta  di  hevanda  fatta  ordì' 
nariamente  dei  sacco  di  frutta  spremute. 
Lai  sicerot  *mustum  pomaceum,  &r.  oi - 
uipoL  M.  Aldohr.  R-  Il  tidro,  rheèvÌDO 
di  mele,  se  è  fatto  quando  le  mele  sodo 
matDre  ,  sì  l*  caldo  e  umido  temperata- 
mente, ma  elli  non  è  sano  temperata- 
mente. Bed.  Ditir.  12.  Beva  il  lidro  d' 
Inghilterra  Cht  vuol  gir  presto  sotterra. 
E  Annot.  {\^.  Nel  Ditirambo  ai  Domioa 
«petialmeote  il  sidro  d'Inghilterra  ,  per 
che  a'  nostri  giorni  «-•  in  credilo  più  d' 
Ogni  altro  sidro,  ed  è  stimato  il  migliore 
che  si  facrij.  E  h^*  Dalla  voce  normanna 
e  nata  l' italiana  Sidro  ì  la  normanna 
nacque  da  Siceia  degli  Ehr(?i  o  òv  Li- 
tici, che  vale  ogni  bevanda  diversa  dal 
vino,  abile  ad   ìmbriacarc. 

*  SIEDA.  V.  A.  Lo  stesso  che  Se- 
dia. Vit.  SS,  Pad  2.  169  E  poirliè 
furono  tutti  dentro  ,  lo  predcllo  principe 
ai  puose  a  sedere  in  su  una  sieda  altissi- 
ma ,  e  incominciò  a  disjminarc .  (')  /•' 
127  Lo  luogo  e  la  sieda  ha  m<TÌtato  per 
la  continua  sua  bonil'aj  ma  queste  selle 
corone  ec.  7?cr/i,  rim.  I  80.  Dovefcbbf; 
squartar  chi  1'  ha  condotto  Alla  sieda  pa- 
pal  ,  eh*  al  mondo  h  una.  (^J  lìenv.  Celi. 
Vit.  2-  62.  A  queir  ora  venne  il  bar- 
gello con  buona  parie  della  sua  famiglia, 
il  quale  mi  rimessa  in  su  quella  sieda.  fT^ 

SIEFFO.  M'-dicnmenlo  speda If  ,  che 
si  applica  ngfi  occhi  infermi.  Iticett.  Fif^r, 
123.  I  siefE  degli  Arabi  non  sono  altro, 
che  i  trocisci  e  i  collirii  dei  Greci ,  che 
ai  è  detto  usarsi  nelle  indì>positioni  degli 
occhi,  differenti  solo  nella  figura.  Bed. 
Cons.  I.  1^6.  Ne' libri  d'-gli  Arabi  multi 
sieffi   si  trovano  opportunissimi. 

*  SIELO-  r.  A.  Sifro.  f'ofg.  Mes  I 
mirabolani  nutrilì  col  siclo  delle  capre  , 
(  così  citasi  questo  esempio  dalla  Cr. 
alla    r.  NUTRITO).  (C) 

*  SIEPA.  F,  A.  Siepe.  Omel.  S.  Gn-g. 
a.  \9.  E^ci  Rfllp  vie  e  nelle  siepe,  e  sfor- 
sa  ad  entrare  acciocché  s' empia  la  casa 
mia.  K  appresso:  Comanda  che  i  suoi 
invitati  sieno  raccolti  dalle  vie  e  dalie 
siepe.  (N) 

SIEPAGLIA.  Siepe  folta,  e  malfatta. 
Lat.  sepes.  Gr.  yp«y  u.o;.  Stor.  Bin. 
òlont  S'  era  recato  in  una  via  stretta  , 
che  avea  da  ogni  parte  grande  siepaglìa, 
I*  rioghiava. 

SIEPARE.  Far  siepe,  Cin'^cr  di  sie- 
pe. Lat.  sepirct  sepe  circumdare.  Gr, 
yaa'TTJiv  Hiit,  Par.  12.  2-  Si  mise  a 
circuire,  cioè  a  fortificare  e  sicpare  intor- 
no la  vipna,  rioi;  la  santa   Chiesa. 

SIEPE.  Chiudenda,  e  Riparo  di  prnnìt 
e  altri  sterpi,  che  ti  piantano  in  sui  ci- 
glioni de'  cimpi,  per  chiudergli.  Lat.  se- 
pes.  Gr.  op'A'/uo'i  Alberi,  cip.  23.  Do- 
ve DOu  e  siepe,  la  possestioni]  v  rapila,  e 
imbolata.  Cr.  2.  28  8.  Ed  in  questo  co- 
lai modo  sempre  saranno  i  lur>gfai  chiusi, 
fl  la  siepe  diventerà  spessa.  Dani.  /nf.  aS. 
Come  il  ramarro  sotto  la  gran  Tersa  Do* 
di  canirular,  cangiando  aii'iie,  Folgore  par, 
so  la  via  attraversa.  Frane.  Sacch  «or. 
<^1.  Questa  era  molto  bene  afibisata  ,  e 
con  buona  siepe.  Soiler.  Colt.  16  Fari 
.irgine  a' pie  della  siepe  che  vi  s*  ha  por- 
re. #  liart.  firn.  rmt.  paf*.  3.  (  Livorno 
'79y*)-  Dietro  le  TO  corno  a  lepre  segu- 
gio ,  Cbr  tener  non  mi  può  siepe  ni; 
fosso    (B) 

§.  I.  Per  meta/.  Jìant.  fnf  ,13.  Muo- 
visi  la  Capraia  e  la  Gorgona  ,  E  farriao 
\iepo  ad  Arno  in  lutla  foce.  /'//.  S.  Gio. 
Jiat.  La  moUitudiur  degli  Angeli  d*  intor- 
no faccvjD  siepe  ;  pognanio  che  non  si 
potcssoti  vrdere.  Ftp.  Siihn.  Ne  ori  muri 
de'  bir  pensieri ,  né  oelle  siepi  di  loro 
pungenti  ìmmagioaiìoni  non  ha  rnltora 
f>-ssuoa. 


S  I  B 

§.  II.  Tenere  alcuno  a  siepe,  vale 
Tenerlo  a  segno.  L*l.  in  officio  continere. 
Gr.  «V  Xx<=Ji3VoVTl  AaTs'x^^'*  •  Frane. 
Saech.  ncv,  12^.  Convenne  che  man- 
giasse a  ragione;  la  qual  cosa  io  tutta  la 
vita  sua  non  area  fatto  .  oè  avea  trovalo 
chi  a  tavola  il  ten<>ssfl  a  siepe. 

%.  III.  Ogni  prua  fa  siepe,  0  simile  j 
proverbio,  per  lo  quale  s'  avvertisce  che 
Si  dee  tener  conto  d*  ogni  minimo  che, 
Serm.  S,  A^.  D  l3.  Piccolo  pruno  la 
siepe,    pofo   rampollo  fi   fiume. 

SIEPONE.  Orai  siepe.  Stor.  Ai'lf  Le 
rip<*  grandi,  e  1  sicpooi  di  sploe,  e  grandi 
dinipinamentia 

SlEItO,  e  SIEUE,  Parte  acquosa  del 
sangue,  e  del  latte,  merch  dt  cui  le  ri- 
manenti parti  integranti  di  questi  umori 
potsono  facilmente  scorrere.  Lat.  serum. 
Gr.  òppo'i.  Cr.  g.  72.  2.  Del  quale  (ca- 
cio )  si  dee  tutto  il  sìere  scolare,  accioc- 
ché colla  soppreua  si  costringa.  K  c<^p. 
75.  I.  La  sua  acquo^ilii  (d<-l  latte  delle 
pecore)  ,  la  quale  e  il  siero,  sohe  il  ven- 
tre, e  ne  mena  fiiori  la  collera.  Patlad. 
cnp.  28-  Il  cjfio  col  siero,  e  porro  licijo, 
nuoce  a*  polli.  Bed.  Cons.  ].  279.  Il 
quinto  umore  è  il  siero  del  sangue  ,  ec. 
■:•  E  leti  I.  (\\\.  Olire  al  rintuzxar  T acri- 
monia del  sÌLTo  acre  e  liasivialc  potrà  an- 
cora notabilmente  fortificare  la  parte  of- 
fesa. (C) 

sierosità',  SIEROSITADE,  e  sie- 

ROSITATE.   Astratto  di  Sieroto. 

SIEROSO.  Add  Che  ha  in  s'è  del 
si>ro.  hìl.  seroiui.  Gr.  òpptàSrt^.i^Bed. 
Lett.  Acciocché  le  di  lui  parlirelle  sierose 
sieno  con  esso  (sangue)  meglio  unite  e 
collegatc.  (lì) 

•f  *  Sr  FATTO.  Tal  e  quale.  Tale 
per  V appunto.  Sali'.  Awert.  \.  I  4- 
Quanto  noi  all'ortografia  di  quella  copia, 
eli*  e  sì  fatta  ,  quale  accennammo  al  Iet> 
tore  ce.  (A) 

*  SIFILIDE.  Malfranzese  Lat.*^j. 
philit,  iues  venerea.  Gr.  )ot_uo;  aopoSi- 
tjio;.  Bed,  Coni.  I.  12.  Facciano  rifles- 
sione ,  dico,  se  possa  esser  cagionata  da 
quel  malore  dello  sifilide,  di  cui  fece 
quel  gentilissimo  poema  il    Frarasloro.  (•) 

SIFONCINO.  Vim.  di  Sijone.  Lat. 
.^iphunculus.  *  Imperf  }\  Alh.  D.  3. 
T.  9.  i3^.  I  canali  delle  piante  e  finis- 
simi andamenti  loro  essere  siiniglìevoli  a 
tanti  sifoncini,  i  quali  tuffandosi  per  en- 
tro il  mollume  sotto  la  terra  vengono  a 
pigliare  in  sé  quell'  umidore.  (F) 

SIFONE.  Cannello  t-nto  dentro.  Lai. 
siphon ,  tuhus.  Gr.  at'pciv.  Sn^g,  n-it. 
esp.  200.  Si  vada  per  un  peizo  slrofinau 
do  cstfriormcDle  con  pezzuuii  di  ghiarcio 
tutto  il  slfonr.  lied.  Oss.  an.  190.  Spinto 
il  fiato  artificiosamente  con  uà  sifone  nello 
stomaco,  non  solamente  gonfia  lo  stomaco, 
ma  goi)fia  ancora  l'  intestino  principale  . 
Gal.  Sist.  1.^.  M<  strami  r  islesso  r  acqua, 
che  scendendo  per  un  sifone,  rimonta  ul- 
treltanln.  quanto  fu  la  sua  scess. 

SIGILLAKE.  Suggellare  Lui.  sigilhrc, 
oi'signare.  Gr  fl^cayi'^etv,  rry^aor^K- 
tVnv  lìant.  Par.  7  Perché  Don  si  muo- 
ve   La   sua   imprenla,   quando  ella    sigilla. 

§  I.  Sigill'tre,  per  mrtnj .  Pant.  Com'. 
6(5  Acciocchì'  'I  dono  faccia  In  ricevitore 
amico,  conviene  a  Un  essere  utile,  peroc- 
ché r  utilità  sigilL  la  memoria  della  im- 
magine del  dono.  F  P-ir.  g  Or  SJppi 
che  li  entro  si  tranquilla  Raab,  ed  a  no- 
str*  ordine  rongiuuin,  Di  lei  m-l  sommo 
grado  ai  sigilla.  Gal.  Sitt.  16/1  L' istesso 
corso  della  earroaia  é  quello  *  ne  aggiusta 
le  partite,  e  1*  rsperienta  è  poi  quella  che 
le  tigilla  a  robiro  che  non  voieuero  o 
non   poteuero  esser  capaci  della  ragione  . 

S  II.  Per  Combaciare,  Tarar  bene. 
Lat    congruere,  oblurare.  Gr.   dpfxo^ut. 


S  I   G 

Sagg.  nat.  esp  170.  Vogliono  dire  ebv 
quella  prima  crosta  ,  che  li  fa  della  m- 
perficie  dell'  acqua  ,  iigillando  più  Ài 
qualsivoglia  coperchio  co'  dintorot  del  v»- 
ao,  ec. 

SIGILLATAMENTE.  Jvverh.Mer.A 
Gr.  Nelle  quali  parole  non  dobbiamo  coi^ 
aiderare  quanto  sigìllalameote  egli  oam 
tulle  le  cose  aae  (qui  per  puotoalnev- 
le,  distintamente,  votgarisiandosl  la  voea 
lat,  singillaiim  ) . 

t  SIGILLATO  .  Add.  da  Sigillare  ^ 
Chiuso  con  sigillo,  l^ax.obsignatuf.  Buon, 
Firr.  4  5.  3.  Un  foglio  trattosi  di  «eoo 
Sigillalo  e   legato. 

t  g.  Per  Chiuso,  Turato  bene.  LaL 
ohturaius.  Gr,  ^fpet'/i'ìiti'i.  Te*.  Po^. 
P,  S,  cap.  7.  Anco  la  ceoere  della  talpa 
arsa  in  una  pignatta  rozza  sigillata,  dalooe 
a  bere,  guarìire .  Sti^g  nat.  etp.  li.  Sì 
potranno  chiudere  Ìo  un  boccinolo  di  cri- 
stallo, con  arqua  arzente  deotroi  ermeti- 
camente sigilLio. 

t9  SIGILLO.  Strumento  per  lo  più  di 
metallo,  net  quale  è  incavata  la  impron- 
ta, che  si  effigia  nella  materia  colla  quale 
si  suggella  j  Suggello.  Lat.  sigillum ,  si- 
gnum,  Gr.  ìfpoLyli.  Pant.  Par.  27.  Nò 
rh'  io  fossi  figura  di  sigillo  A'  privilegi 
venduti  e  mendaci.  ^  Mcrg.  22.  102- 
Pentacol,  candane,  sigilli  e  lumi,  E  spade 
e    sangue  e     pentole  e  profumi.  (C) 

*  §.  '■  Sigillo,  dicesi  anche  l' Im- 
pronta  fatta  col  sigiato.  3Iorg.  2^.  q|. 
Allor  Ma'gigi  venia  disegnando  Caratteri 
e  sigilli,  e  preparava  Le  candarie  e'  peo- 
tacoli.  Bed.  Ins.  55  E  necessario  portare 
addosso,  ovvero  attaccar  aopra  le  porte 
delle  case,  un  certo  bulletlioo  ec.  io  cai 
sono  scrini  certi  nomi  arabici,  ed  impressi 
alcuni  sigilli  e  pentacoli  .  (Cj  Segner. 
Pred,  Pai.  Ap.  ì\.  8.  Le  parole  aenaa  l' 
opere,  sono  come  le  patenti  sena  sigillo. 
Cavile  fuor  chi  ai  vuole;  non  sodo  am- 
messe.    (TC) 

J?  g.  II.  Sigillo,  figuratam.  per  Ap- 
provazione, tt  Pant.  Par.  11.  E  da  lai 
ebbe  Primo  sigillo  a  sua  religiooe.  Bui. 
ivi:  Primo  sigillo,  cioè  primo  privilegio 
bollato  della  coofermaaione  della  rego- 
la  -  .  (C) 

§.  III.  Per  metnf  Pant  Par.  it.Vtì 
crudo  sasiin  intra  Tevere  ed  Arno  Da  Cri- 
sto prese  1'  ultimo  sigillo  ,  Che  le  suo 
membra  du' anni  porlarno  .  Bui.  ivi:  L' 
ultimo  sigillo,  cioè  re.  le  stimate  della  aaa 
passione.  Alam.  Gir.  8  5o.  0*e  il  da- 
slin  mio  pose  D*  ogni  gloria  il  sigillo 
(qui  per  quello  che  1  Latini  dicono  cata- 
plemeatum  )  . 

t  §.  IV.  Sigillnre  ,  Serrare  ,  o  si- 
mile, col  sigillo  d*  Frmrt^ ,  ti  dice  il 
Chiudere  I  vasi,  o  cannelli  di  Pftro  col 
Vetro  medesimo  liqwfalto  al fiioc-y.  Bicetl. 
Fior  12-  Si  roosrrvi  in  vasi  di  vetro  col 
collo  lungo  e  sottile,  aigillaodo  la  bocca 
col  sigillo  ili  Ermete.  Sngg  nat,  esp,  ^. 
Si  aerra  U  b<>c*a  del  cannello  col  aigillo 
detto  VI  Igarmrnte  d'  Ermete  ,  cioè  culU 
fiamma. 

g.  V  Sigi'lo  di  Salamene  ,  e  Siglile 
Santamaria.  S'irla  tti  erba  alquanto  simiU 
al  mughetto.  Lat.  polygònntcn,  Gr.  iro- 
ii^yo'vaTOv. 

#  SIGMOIDE.  Trm.  degli  Anatomi- 
ci .  Sp'-cie  di  t'atvula  spettante  al  ruo- 
re.   (A) 

t  «  SIGNACOLO.  r.  L,e  A.  Snggtlh. 
Piai.  S.  Greg.  4  45.  Nullo  fu  trovato 
degno,  né  in  cielo,  n^  fu  terra,  uè  sotti) 
terra  ,  d*  apiìre  lo  libro  ,  r  iciogliere  gli 
predetti  sette  sicnacoli  (così  legce  una  vj, 
nante:  il  Usto  ha  suggelli).  E  Fit.  35a. 
Gli  ha  segnati  nel  Signore  del  signacoto 
degli  Apostoli.  (F) 

«   SIGNATURA.    Tribunale  in   Boma  . 


S  I  G 

!■  SEGNATUnA.  Car.  Leu.  Con  tulio 
ch«  Ìj  c4U!1  111  Siati  «1»"»  Sigojturi  pri- 
lli, cominrua  M'  Ordinario.  (A) 

SIGNERA.  y.  A.  EmiS'ione  di  sitnfut. 
Lat  languinis  miino  ,  phhbolomia .  Or. 
=  Jf50T3a.«.  H.  Ald,l,r.  Se  per  cagion 
ii  .angue  arv.fne  sia  falla  la  lignera  della 
TCna  cefalica,  e  poi  scarificata  la  googia. 
li*.  CUT.  maiali.  Sia  l'alta  ugnerà  dalla 
Tena  batilica  del  braccio.  E  n«ro.<-  :  Sia 
fatta  signera  della  vena  epatica,  cioè  quella 
del  fecato,  dal  dirilto  braccio.  £  «/'"»•'• 
S'  ella  h  ipoiarca,  e  1'  infermo  sia  forte,  sia 
falla  signera  della  vena  epatica  ,  cioè  di 
quella  del  feg.lo. 

SIGMFERO.  f-  L.  Collii  che  perla 
r  insegnai  Gcn/ahnifre .  Aviere.  Lat.^w- 
gni/er.  Or.  «n.ui.oyj'r»?  •  Ciii-I.  C.  Per 
la  lorlriia  del  sopraddetto  signifero  cer- 
chio del  lodiaco  <  qui  è  a,ld.  ,  e  vale 
ch«  contiene  i  segni,  che  ha  'd  >=•>«- 
gni  celesli).  *  ì'ges  r'S  M»-  (  '"■■ 
l8l5).  Signiferi  sono  qufgli  che  portano 


che  i'  app 


le  insegne,  cioè  i  gonfaloni 
lano  opgi  i  Dragonarii    (B) 

t  SIGNIF1C.\MENT0.  Il  signifcnre. 
Lai.  significano.  Or.  iTrisriuaci!».  Med. 
Al  fi.  Cr.  29.  Per  signi6canunlo  di  queste 
cose,  che  dette  sono. 

SIGNIFICANTE.  Che  significa.  Di  si- 
gnificali'. Lai.  significane  Gr.  S^i3»!^ai- 
»«v.  .Bocc  nov.  3g  li.  1  due  corpi  ec. 
in  una  medesima  sepoltura  fur  posti  ,  e 
topr' essa  scrini  ic'si  significami,  che 
fosser  quelli.  *  J'aich.  ICnol.  174  Di 
rò  che  questo  affisso  la  ,  0  articolo ,  o 
pronome  ec.  ,  mai  non  si  lruo».i  se  non 
nel  genere  femminino,  significante  o  lei, 
o  quella,  ec.  (/l) 

*  §.  Per  Espressivo,  Ffficace  ,  Ine 
etprime  bene  e  con  forza  quello  che  al- 
lei vuol  dire  ,  e  diasi  delle  voci,  e  dei 
modi  del  dire.  Segner.  Mann.  ìlagg.  25. 
3.  E  questa  è  quella  conformila  che  ap- 
puolo  Jeiiderasra  cosi  grand'  uomo,  qua 
lor  dicea  con  poche  parole  si,  ma  signi- 
ficanti: nec  contradicam  strmcnibus  san- 
CU  .  (C)  E  iVof.  19  4-  Considera  quanto 
sicDO  significanli  quel  termini  che  in  odi 
in  si  breve  dello  {cic'e,  abbiano  senso  ef- 
ficace )  .  (Tj  E  Fred.  Pai.  Ap.  9  4- 
Ann  da  ciò  sarà  facile  l'arguire  dove  in 
tal  fallo  mirasse  1'  Evangelista  con  quel 
famoso    suo  sic     breve  si,   ma   significali. 

«••  (TC)  „         ,    ^ 

*  SIGNIFICANTISSIMO.  Superi,  di 
Significanle  .  Saivin.  Disc.  2.  186.  Tii- 
mieramcnle  la  parola  sozzo  è  bellissima  e 
significanlissiroa  .  (")  Betlm.  Due.  2. 
296.  Hanno  un  certo  martello  gli  sculto- 
ri del  porfido  che  ec.  da  tutte  due  le 
parli  finisce  in  una  punta  falla  a  punta 
di  diamante  ec.  ma  ottusa ,  e  otlusa  assai, 
e,  come  essi  dicono,  con  nubilissima  e  si- 
goificanlissima  espressione ,  puma  bolsa 
ec.  (Fj 

SIGSIFICASZA.  //  Significare,  Signi- 
ficato .  Lat.  significano  ,  indiiium  .  Gr. 
fir'vj-:i;.  SiTyuv.'.  I^'ov.  ant.  100.  6.  Scri- 
vete loro,  cioè  al  lor  Re  e  Signore,  che 
a*  taoi  secchi  domandi  la  sigoificania  del 
sono.  Liv.  M.  La  qual  cosa  fu  signifi- 
ranza  di  paura  .  Pallad.  Man.  25.  JSe' 
polli  de'  cav;,lli  si  TOjjlion  guardare  i  se- 
gni che  mostrino  buona  sìgnificanza.  Tes. 
Rr.  5  18.  Elle  sono  di  colai  natura  (le 
calandre),  che  se  un  uomo  infermo  la  va 
a  vedere  ,  s*  ella  gli  p.iue  mente  diritto 
nel  viso,  egli  ì;  certo  di  guarire;  e  s'  ella 
DOO  gli  pone  mente,  si  ì:  significanza  che 
dee  morire  di  certo  ,_  Frane.  lìarb.  36o, 
25.  E  poi  pi^r  oneslura,  Non  per  signifi- 
canza, il  cuovre  alquanto  Lo  dipintor  di 
ghirlanda  ,  o  non  manto.  Filoc.  2.  359. 
Alcun  segnale  che  gì'  Iddiì  avessero  man- 
dalo in  iignifirania  dilla  salute  di  Bian- 


S   I    G 

eofiore.  *  Pini  Adr  Op.  mor.  ij.  377. 
Crisippo  inlrrpelrando  la  significanza  del 
nome  di  queslo  Iddio  ,  gli  forma  contro 
accusa  e  calunnia.  (C) 

t  3  SIGNIFICARE.  Dimostrare ,  Pa. 
Usare  ,  Inferire  .  Lai.  significare  ,  deno- 
tare .  Gr.  au/iai'vji» .  Pass.  prò/.  Ciò 
significò  egli  quando,  essendo  i  disce. 
poli  suoi  nella  nave  nel  mare  di  Gali. 
Ica  ec.  ,  egli  venne  a  loro  ,  andando 
leggermente  sovra  1'  onde  del  turbalo 
mare.  E  Ifl-  Come  conia  il  sanlo  Van- 
gelio  ,  significando  come  altri  dee  esser 
sollecito  della  propria  salute  ,  e  star  ap- 
parecchialo, bcno  vivendo. 

f  §.  I.  Per  Esprimere.  Dani.  Purg. 
24.  Io  mi  son  un  ,  che  quando  Amore 
spira  ,  nolo  ;  e  a  quel  modo  ,  Che  della 
dentro  ,  vo  signifu  judo.  E  Par.  1.  Tra- 
sufiiinar,  significar  per  verba  Non  si 
porta. 

f  *  §.  II.  Significare,  parlando  di  voci 
e  locuzioni,  si  dice  del  valore  e firza 
che  hanno  in  sé  J  che  anche  dicesi  Va- 
lere .  Bor^h.  Orig.  Fir.  172.  Trebbio 
che  a  noi  significa  raunala,  brigala  ec. 
da  feste,   e  da  bjlli  e  passatempi.  (1  ) 

§.  III.  Per  Fare  intendere  ,  Mandare 
a  dire  ,  Avvisare .  Lai.  significare  ,  cer- 
tiorem  Jacere  .  Gr.  fi-rilUn  .  Bocc.  nav. 
42.  17.  Piacque  alla  gentildonna  di  volere 
essere' colei  che  a  Marluccio  significasse, 
quivi  a  lui  esser  venula  la  sua  Gostanza. 
E  nov.  69.  6.  Per  quel  modo  ,  che  mi- 
glior li  parrà,  il  mio  amore  gli  signifi 
cheral.  0.  V.  11.  134-  5.  E  cosi  ci  pregò 
significassimo  al  noslro  Comune.  *  Giiicc. 
Star.  3  19.  Pero  andasse  a  riferire,  o  al- 
irimenli  significasse  a  Firenze  la  mente 
sua.  (L) 

*  §.  IV.  Per  Risolvere,  Spiegare, 
0  simile.  Tiov.  Ani  6.  Compiuti  gli  otto 
gioini,  e  rimperadore  rimandò  per  loro, 
che  gli  significassero  la  domanda  che  avea 
falla  loro    (Min) 

*  §.  V.  Significare,  vale  anche  Pre- 
dire ,  Pnniinziare.  G.  V.  II.  20-  Dis- 
sesi  ,  che  !o  eclissi  del  Sole  che  fu  del 
mese  di  Maggio  1'  anno  dinanzi,  significò 
la  sua  morie  dover  essere  ec.  «  E  li. 
67.  2.  Le  più  significano  (  le  comete  ) 
m'ale  ,  cioi;  fame,  morlali;'a,  e  altri  gran- 
di accidenti  e  mulazioni  di  secoli,  e  qne- 
sle  pure  significarono  grandi  cose.  «  i\oi'. 
ant.  100.  5.  Io  credo  che  que.Mo  carico, 
che  io  hoe  sostenuto,  significa  tbe  gente, 
che  m'odiano,  mi  vogliono  uccidere  ...  (C) 

*  §  VI.  In  forza  di  nome  ,  per  la  fi 
gara  rcttcrica  da' Latini  delta  significalio. 
Reti.  Tuli.  106.  Ì2  un'  altra  sentenzia  , 
che  s'  appella  sisnifiiare,  la  quale  ha  luo- 
go quando  il  dicitore  favella  in  tal  modo 
che  più  lascia  inlendimenlo  all'udilorc,  che 
non  dice  a  parole.  (Vi 

t.  SIG.MFICATAMENTE.  Avverò.  In 
modo  significativo  .  llor-^h.  Vesc.  Fior. 
571  Che  non  possano  infellar  la  oellez- 
za  della  cill'a  .  che  significalamenlc  chia- 
mò 01  Indossa,  fi') 

*  §.  l'ir  Distintamente,  Specificata- 
menle  .    Oli     Ccm.    Inf.    33.  566.  Qui  V 


S  I  G 


««9? 


autore  significalamenlc  pone  questi  lermi- 
-      nei   quali  dà    ad  intendere  che  l'uomo 


al  più  puole  vivere   sanza  mangiare 

.  (C) 


sano 

•f  V  's'iGNIFICATIVAMESTE  .  Av 
veib.  S-anificalamenIr.  Dcp.  Decam.  28. 
Come  è  male  il  supplire  di  fantasia  dove 
r  Qom  vede  che  l'  autore,  per  aver  signi- 
ficalivamenle  e  con  brevità  parlato,  sia 
stato  manchevole;  cesi  e  vizio  lor  via  le 
parole  che  egli,  a  maggiore  e  più  squi- 
sita dichiarazione  del  suo  concello  ,  si 
compiacque  di  aggiugnere  ,  quantunque 
senza  esse  si  potesse  reggere  la  senten- 
za. (A) 


t  SIGNIFICATIVO  .  Add.    Che   ha 

si(;nificazione  ,  Clic  significa.  Lat.  signi- 
ficativus.  Gr.  Jr.JiMTKo'i.  Oli.  Coni.  Inf. 
26  i\\\.  Polemo  ora  dire  che  l*  autore 
voglia  recare  lulla  quesla  opera  a  una 
sua  visione  falla  presso  alla  mattina  ,  al- 
lora quando,  se  mai  li  sogni  sono  signifi- 
cativi di  veriladc,  hanno  a  essere  veritieri. 
Circ.  Geli.  IO.  256.  Noi  uon  intendiamo 
la  voce  solameole  come  suono  ,  o  come  li- 
gnificaliva  di  qualche  passione  comune  ec.J 
ma  inlendiamo  ancora  la  significazione  dì 
quelle,  medianle  le  parole  determinale  da 
noi  a  significare  i  concetti  noslri  secondo  il 
modo  che  ci  è  più  piaciuto. 

*  §  Per  Espressivo  Casligl.  Cortig. 
Prif.  Son  tenuti  comnnemenle  per  buoni 
(vocaboli)  e  significativi,  bencbè  non  sieno 
Toscani.  (FP)  Pallav.  J'eif.  Crisi  pr.  Per 
usare  un  paragone,  non  già  uguale,  che 
non  si  Irova,  ma  il  più  significativo,  che 
ci  abbia   la   U'  slra  inlelligenza.  (D) 

SIGNIFICATO  Siisi.  Il  significare. 
Concello  racchiudo  nelle  parole  ,  o  cose 
significanti.  Lai.  significatus.  Gr.  erridr]- 
li-j.r.ix.  Bocc.  nov.  2  9  Quasi  Iddio,  la- 
sciamo slare  il  significalo  de'  vocaboli^ 
ma  la  'nlenzionc  de' pessimi  animi  non 
conoscesse  G<i/o(.  53.  Le  parole,  si  nel  fa- 
vellare disteso,  come  negli  allri  ragiona- 
menti, vogliono  essere  chiare  ii,  che  cia- 
scuno della  brigala  le  possa  agevolmenlo 
intendere,  e,  olire  a  ciò,  belle  in  quanto 
al  suono  e  in  quanto  al  significato.  *  Se- 
gner.  Pi  ed  Fai.  Ap.  3.  9  Acervus  Mcr- 
curii ,  secondo  la  sua  radice,  è  fenile  di 
assai  belli   significati.    (  2'CJ 

SIGNIFICATO.  Add.  da  Significare. 
Lat.  significami.  Gr.  3r,,oy.vO£i'5.  Bocc. 
nov.  81.  17.  Ciascun  de'  due  amaoli,  si- 
gnificalo alla  donna  ciò  che  fallo  aveva 
ec,  il  suo  amore  addimandava.  v  Scgner. 
Mann.  lìti.  1.  1.  Per  insinuarci  che  dai 
libri  della  legg»  ,  significatici  per  Mosi  , 
e  dai  libri  de'  proleli  ,  significatici  per 
Elia,  ogni  rivelazione  dee  ricevere  unifor- 
me teslimonianza.  E  22  2.  La  prima  di 
queste  due  volontà  qui  accennale  e  quella 
volontà  ch'i;  della  di  segno,  o  vero  si- 
gnifica:a     (J~) 

*  g.  E  in  forza  di  siisi,  per  tosa  si' 
f:nificala.  Segner.  Seti.  Pri.ic.  Illus.  3. 
2  Perthè  egli  miralo  il  simbolo  non  si 
l'erma,  ma  passa  innanzi,  e  se  ne  va  con 
pensicr  veloce  dal  segno  al  significa- 
lo. (TC)  ,    , 

f  SIGNIFICATORE  7  crhal.  muse. 
Che,  0  Chi  significa.  Lai.  signficator. 
Gr.  tST.^'/ilup.  G.  V.  12  8.  22.  Fa 
preso  r  ascenderne,  che  fu  gradi  22  del 
segno  della  Libra,  segno  mobile,  e  op- 
posilo  del  segno  d'  Ariele  ,  significatole 
di  Firenze,  e  in  termine  di  Marti,  e  Marti 
noslro  significalnrc  era  nel  detto  segno. 
Lil:  Astrai.  Se  il  significalore,  che  ine 
levato,  avesse  la  latezza  del  Zodiaco  tra 
li  salimenli  del  grado,  col  qual  passa  per 
lo  cerchio  simigliarne  (in  qiinli  esempli  e 
termine  astrolofico).  *  Prcs.  Fior.  pirl. 
4.  10/.  I.  png.  265.  Questo  (esempio)  lo 
irascelgo  ec.,' perchè  più  chiaro  si  com- 
prenda I'  autorità  della  zeugma  ,  quanto 
ella  sia  grande,  e  quanto  ella  arrivi  a 
permellcre  ,  a  chi  compone,  di  solunlcn- 
doro  e  iraslalar  il  propiio  significalo  di 
un  verbo  solo,  quando  dee  servir  di 
slegno   e  di  significalore    di     pii" 

"'/sIgNIFICATRICE      Verbal.   femm. 


concet- 


124. 


Che    si::nifiLa  .    Lai.     signficatrxx. 

Introduce  una  visione  significalrice  d co 
che  li  seguie  immanlaoenle.  Cuicc  Alor. 
l6.  '80.  Neil»  q""  P""''  *■  ^■.""'""- 
zioni.  significalrici  di  somma  Mp.euM  e 
bcntà.    ce. 


I 


iiyS 


s  1  ti 


t  SlGSlflCK'/AOy  E. Quello  afte  signi- 
JìCa  una  cosa  j  Sf^nificanza.  Lat.  si^ni/ì- 
catto.  Gr.  BTi5>)a«it'«.  Labm  112.  Lui  ec. 
giovane ,  igaado,  eoa  ali ,  e  eoa  occhi 
veliiti,  e  arciere  ,  auu  sanzj  grjDdiisima 
oigiune  ,  e  significaziuoe  de'  &uoi  effetti  , 
lutto  *1  «il  vi  dimostrano.  Ufor,  S.  Greg. 
Questo  tJuto  Lreveaaeate  ^bbìjmo  trascorso 
nella  signifirazioDe  del  nostro  capo;  ora- 
mai ad  edificazione  dc;l  corpo  suo  repti- 
cLiaiiio  questo.  E  altrove  :  Per  U  signifi- 
cazione delle  cose  figuralmente  dette  riz* 
cercmo  V  edificio  della  fede.  Seal,  Clamtr, 
433.  S'  egli  è  culi ,  novella  contrarietà  è 
questa,  e  significazione  non  usata  'f  Circ. 
Geli.  IO*  256>  Noi  non  intendiamo  I.1 
Toce  solamente  corno  suono  ,  u  come  si- 
gnificativa di  qualche  passione  comune , 
come  sarebboiio  letizia ,  dolore  ec  ,  ma 
intendiamo  ancora  la  significazion  di  quel- 
le ,  mediante  le  parule  determinate  da 
noi,  a  significare  i  concetti.  (C) 

*  §.  I.  Per  Notìzia,  y osella.  Bui.  6\. 
E  di  presente  prendono  culomhe  ec.  che 
poitano  signifn  azione  al  re,  come  nel  suo 
porto  era  capitata  uoj  nave.  (Cj 

*  §.  II.  Per  Dimostrazione.  GalU. 
3a.  Sono  adunque  le  cerimonie,  ec.  una 
vana  significazioii  d*  onore,  e  di  riverenza 
verso  colui,  a  cui  osi  le  fanao,  posta  ne' 
scmbianli,  e  nelle  paroli-,  d*  intorno  a 
titolo,  e  alle  proferte.  fC) 

«  SIGNOR ANZA.  K  A,  Vedi.  SE- 
GNORA.NZA,  (B) 

SIGNORAGGIO,  e  SEGNORAGGIO. 
V.  A,  Dominio  ,  Signjrìj.  Lat,  dumi- 
niunt.  Gr.  oi^TOtei'a.  G.  V*  8  .Oo  3. 
E  quelli  signoraggi  tra  loro  partirò,  e  di- 
sabitaro,  e  disliussero  gli  aniì<  hi  fii  de' 
Franceschi,  che  que*  signoraggi  teneano. 
te  lt>  142.  1-  Questi  era  per  lo  suo  si- 
gnoraggio  il  maggior  baione  di  Francia. 
Dicer.  div.  Lo  servaggio  i;  signoria  ,  e  lo 
iignoraggio  è  survitude.  li'm.  'titt.  Dant. 
Maian.  78.  Che  fora  son  del  suo  mal 
fcegnoraggio. 

•f  *  SIGNOIIAZZACCIO.  Accretcit. 
di  Signorazzo.  Bellin.  Bucch.  \2.'\  Quel 
eh*  egli  spellile  ce.  ,  quella  è  la  stura. 
Lo  sciupitiio  ,  lo  scialo,  lo  sfarzaccio  Da 
qualsivoglia  gran  signorazzaccio.    (A) 

*  SIGNORAZZO.  S-gnor  grande.  Si- 
gnore d'  alto  njfure.  Bi-lUn.  Disc.  l.  2\H. 
Ver  significare  ad  aìtrui  che  qualche  gran 
signorazzo  fosìo  vestito  d*  un  abito  tutto 
ricamo  ricctiivìiiiio  d'  oro  e  di  gemme.  (F) 

t  SIGNORE,  e  SEGNORE.  Che  fm 
signoria,  dominio,  e  podestà  sopra  gli  al- 
tri, Lat.  dominus.  Gr.  Jtirro'r»!».  Giam- 
hon.  Mis.  Uom.  88.  Quegli  è  legittimo 
signore,  che  pregato  sì  parte  ,  invitalo  si 
fugge,  e  solo  ^li  rimao  di  poter  diro  :  non 
potelti  far  altro.  Bocc.  nov.  7.  3.  Mescer 
Cane  della  Scala  ec.  fu  uno  de' più  nota- 
bili, e  de*  più  uiagoifici  signori  che  ce.  si 
Mpessc  in  Italia.-  P^tr.  son.  227  Carità 
di  signore,  amor  di  donna  Son  lo  catene, 
ove  con  molti  affanni  Legato  son.  Frane. 
Sacch.  nov.  65,  Signore,  e  vino  di  fiasco 
la    manina  è  buono,  e  la  sera  è  guasto. 

§.  I.  Per  Pa.lrone.  Lai.  d-jtninut.  Zie- 
ras.  Gr.  ^eirrOTTi;.  xu/>io;.  Di'it.  Par. 
a^.  Come  *\  signor  ,  eh'  ascolta  quel  che 
piace,  Da  indi  abbraccia  il  s<-rvo  gratu- 
lando, /tee.  nov-  \^.  l3.  Adunque  ec. 
ur&  egli  buon  p<*r  noi  ,  poiché  «Uro  si- 
gnor non  ha.  'fi  F.  e*  5.  n.  2.  Trovò  per 
ventura  alquanto  separata  dall'  altre  navi 
una  navicella  di  pescatori,  la  qu^le.  pcr- 
ducchì*  pure  allora  smontati  11'  erano  i 
signori  di  quella,  d'  albero  e  di  vela  e  di 
remi  la  trovò  fornita,  (l'j 

f  §.  II.  Per  Tìtolo  di  maggioranza  ,  e 
dt  riverenza.  Lat.  dominus  .  Gr.  auàc'v 
TiO«.  Boccnji'.  Si.  6.  Signori,  egli  è  buo- 
no che  noi  assaggiamo  del  vino  di  quctlo 


S  1  G 

valente  uomo.  E  nov.  60.  16.  Signori  e 
donne,  voi  dovete  saperu  che  ec.  /C  nov. 
79.  38.  Egli  fa  freddo,  e  voi,  signori  me> 
dici,  re  ne  guardale  mollo.  E  nov,  84- 
II.  E  a*  villani  rivolto  disse:  Vedete,  si- 
gnori,  come  egli  m'aveva  lasciato  oelt' 
albergo  in  arnete.  Fit.  S.  Margh,  \\z. 
Segnori,  per  dio  ogni  uomo  m'intenda. 
Guid.  G.  O  signore  Achille  ,  s<?  io  mi 
stadio  nella  tua  morte  ,  ec.  Ot'id.  Pi*t, 
45.  Cotale  femmina  ,  e  coti  pericolosa 
d'inna  hai  (u  messa,  bel  mìo  signore,  nella 
tuj  camera  1  Lelt.  TalU  a  Quintit.  177. 
l'erdonatc  a  costui,  signori  giudici ,  per- 
cb'egli  ha   errato. 

g.  III.  Si'^nore,  d-'lto  aitoluVimente,  e 
per  eccellenza  s' intente  d*  Iddio,  e  piU 
paiiicolarmi'/tti'  di  Ge^ù  Cristo,  Lat.  D>fus 
optimui  maximiti,  Dominus.  Dant,  Par. 
2{.  A  cui  nostro  Signor  lasciò  le  chiavi. 
Coli.  Ah.  lioac,  cap.  17.  Il  nostro  Si- 
gnore, quando  comtncióe  a  pugnare  col 
Diavolo,  sì  lo  sconfisse  in  luogo  dis'-rlo 
secchissimo.  Fit.  S.  Matgh,  i5i.  Non 
possono  aver  ragione  Nella  Vergine  del 
Segnore. 

'r  §.  IV.  Quando  significa  Dio,  o  Cri- 
sto, spesso  dicesi  Nostro  Signore  ,  senza 
l*  articolo.  Nov.  ant.  Si-  7.  E  sì  dee 
essere  lo  cavaliere  aitinente,  e  digiunare 
il  venerdi,  in  rimembranza  di  nostro  Si- 
gnore. Dant.  Jiif,  ig  Deh  or  mi  di' 
quanto  tesoro  \ollc  Nostro  Signore  io  pri- 
ma da  San  Pietro,  Che  ponesse  le  chiavi 
in  sua  balia  ?  (F) 

^  §.  V.  Signore,  prr  Cristo  sacramen- 
tato,  Sacramento  ,  Comunione.  Fit.  S- 
Frane.  25l-  E  levandosi  il  S'i^aore  ( alla 
Messa)  Ella  aperse  gli  ocfbi,  e  cbiara- 
in-nte  il  vide.  ( F)  Ces.  Nov.  278.  Il  po- 
polo trasse  alla  chiesa  per  accompagnare 
il  Signore  ali*  infermo.  E  279.  Riposto  il 
signore  nel  tabernacolo.  (C) 

f  §.  VI.  Esiire,  0  .Vw/i  essere  signore 
dt  poter  fare  alcuna  cos<i ,  vale  Jverr,  o 
Non  aver  liberi,)  ,  0  p'-issauza  di  f.tr.'a, 
Cron.  Morelt.  346-  Qn<sle  cose  intravcr- 
sandumì  pel  capo,  mi  fece  dare  mille  volte 
per  lo  Ietto,  e  da  quelli  pensieri,  come  da 
Vani  e  cattivi,  volendomi  partire,  non  era 
signore  di  potere.  *fi  G.  F,  8.  55.  I 
Fiamminghi  ec  riocbiusono  i  Franceschi 
per  modo,  che  un  vile  villano  era  signore 
di  segare  la  gola  a  più  geolìli  uomi- 
ni. (CP) 

SIGN0RE<;GEV0LE  .  A'td.  che  J.t 
del  sii;nore  altrui,  0  del  soprasUinte.  Lai. 
imperiosus.  Gr.  TUpavviXo';.  Sen.  P'it. 
Id'tio  nou  e  signor«>ggev(de,  né  sopercLte* 
vole,  ne  schifo,  ne  invidioso,  /V/r.  Uom. 
ili.  Quanto  ella  fosse  signore^'gcvule  con* 
tra  i  cittadini  e  i  compagni,  non  iota, 
mente  il  mostrava  qirlla  crudeltà  .  ce. 
•'-  /  I*.  SS.  Pad.  2.  l55.  Quando  il  pre- 
lato  è  troppo  signoreggevole,  e  con  alda- 
cia  e  autorità  comanda  a*  suoi  s'idilìli  ec. 
Iddio  ec.  non  dà  giazia  a*  sudditi  d*ub> 
bidirlo.  (Ci 

t  SIGNOREGCIAMENTO.  //  sigfio- 
.ret^^iare.  Lai.  d^niin-ttio  ,  iniperinnt.  Gr. 
nippli.  Cr.  6.  I.  ()-  Il  calore  si  soltiglia 
per  signoreggiaiiiento  del  secco.  Ott.  Ccm. 
Par.  21.  4''7-  Tempcrania  è  signoreggia* 
mento  di  ragione  conira  libidine  ,  f  gli 
altri  importimi  mo\ìmeiili. 

SIG>OHEGGIANTE.  Che  sifinotegH'a. 
Lai.  dominans.  Gr.  xu^Kuwv.  Filoc.  7. 
424'  Sono  di  Spagna  ,  e  figlionlo  unico 
del  re  Fi-lice,  sign>>rrggiaiile  quella,  /.ah, 
320.  Argoilli'lllaudti  ,  chi*  se  quello  h  a 
b'i  sofffrto.  che  non  tarel>br  solferlo  ali.! 
serva,  chiaramenlo  può  conoscere  se  don- 
na è  sìgnorrg|(ianlr.  Hfaeitnizs.  |.  57. 
Ma  per  tutte  l'altre  parli  atsolulamente 
più  prcca  l' Uomo  per  la  signoreggiatile 
ragione      E  i.  }\    Non  è  pero  «ano  cre- 


dere, essere  per  alcuna  dispenusìone  per- 
mejso,  che  non  signorrggianie  l*  arte  ma- 
gica, ma  per  occulta  ditpeasavione  ,  la 
quale  era  occulta  a  SaulU  e  alla  fitlODccsa, 
si  mostrasse  loro  lo  spirito  del  giusto  no* 
mo  agli  occhi  del  Re.  Frane  Sicch.  rim 
ì5.  Il  tuo  poder,  che  fu  già  io  acqua 
salsa,  Perdesti  per  voler  signoreggiaste 
l'Jssere  al  soprastante.  ^  Tass.  Les.  Son. 
Cii.  179  Ariitotele  ec.  e'  insegoa,  che 
dalie  parole  sigooreggiaoli  la  cosa  ,  cioè 
dalle  proprie,  nasce  t*  umiltà  dell' oraiio- 
oe.  fCi 

SIGNOREGGIARE  .  Aver  ttgnoria. 
Domini' e  Lat.  d^minari,  Gr.  xuptcuit*. 
Lah.  i6i.  Tu  se*  uomo  ec.  cato  a  signo- 
reggiare ,  e  non  ad  esser  signoreggialo  . 
/■>  Zac.  Cess  Chi  vuole  esicre  amato, 
signoreggi  culla  mano  inferma.  Tralt, 
f;ov.  fum.  Multi  sono  reputali  spirituali  , 
ne'  quali  signoreggio  la  gola  ,  e  l*  anima 
serve  e  jtenla.  Frane.  Sacch.  Op-  div. 
l33.  E  'l  suo  nome  fu  Maria,  e  M  «o- 
pranname  Maddalena  ,  per  uno  castello  , 
eh'  ella  signoreggiava,  cbianuio  Magdalo. 
P.-tr.  son.  237.  lodi  mi  signoreggia,  indi 
mi  sforza.  Dant.  Par.  9.  Tal  signoreggia 
e  va  colla  testa  alla.  Che  già  per  lai, 
carpir  si  fa  la  ragna.  Albert,  cap,  56. 
Meglio  è  r  uomo  >off.'rente,  che  V  uomo 
furie;  e  che  >ig"oreggia  ali*  aoimo  tuo  , 
del    vincitor  di   citudc. 

3  §  I  per  meta/.  Tes.  Br.  2.  32- 
L*una  e  verde  o  rossa,  T  altra  bianca  u 
nera,  secando  il  colore  digli  elementi  o 
degli  umori  che  signoreggiano  nella  cosa. 

i.*!  §.  II.  Sigaoreggii'C,  litcesi  anche  di 
Ciò  che  tra  altre  cose  vi  fa  maggior 
comparsi,  che  v' è  in  maggior  quantità, 
«  C  /*.  I.  7.  3.  Per  le  HcUe  che  signo- 
reggiano  sopra  quello  luogo».  (C) 

*  §.  Ili  Sit^nore^giare,  dicesi  anche 
per  Essere  a  cavaliere,  S<^prastare.  mBocc. 
g.  3.  p.  3.  Sopra  una  loggia ,  che  la 
corte  tutta  signoreggiava  »  .  (C)  Tas% 
Ger.  i5.  54.  Siede  sul  lago,  e  signoreg- 
gia intorno  I  monti  e  i  mari  il  tei  pala- 
gio adorno    (B) 

f  §.  IV.  Sigioregaiare  ,  vate  amebe 
Ftncere,  Superare  Lai.  liiCere,  praestare. 
Gr.  *pXTiìv.  Tav.  Bit.  Brunoro  era  di 
maggiore  statura  di  Tristano,  e  a  cavallo 
lo  signorepsiava   assai   dell'  altctaa. 

SIGNOKEOGIATO.  ./</'  da  Sicno- 
rrgi:iare.  Cr.  S.  Gir.  li  Se  una  ella 
signoreggiala  da' sur>i  cìtladini  foue  lolu 
per  mala  guardia,  per  questa  loia  polreh- 
bono  perdere  tulle  1'  alire. 

t  SIGNOREGGIATORE.  7VrA*/.  fh«- 
sc.  Che,  o  Chi  stzn-'re'^gia.  Dominatore. 
Lai.  dominator,  do-niius.  Gr.  xu^tlJuv, 
xìJziQi.  Ovitl.  Piit.  i)<).  Macareo,  figliuolo 
del  re  Eolo  ,  signoreggiaiore  de*  venti  , 
amò  per  amore  Canare  Veset,  Al  Prìn- 
cipe signoreggiator  dell'umana  generaiiti- 
Dc,  e  di  tulle  le  genti  do*  barbari.  A'nm. 
Ant.  Ao.  .^.  4-  Vi-raniente  signorrggiatorc 
e  della  terra  chi  la  carne  sua  regge  con 
leggi  dì  disciplina  Mar.  S.  Grrg,  Ma  m, 
signoreggìalor  di  virtù,  giudichi  con  tran- 
quillila. 

SIGNGRELLO.  Plm.  d,  Siga-^rei  St- 
i:nore  di  l'icio'o  siate.  Lai.  rtgubtt.  Gr. 
^xii)t9X9<.  Frnnc.  Sacch.  rmr  .^'i.  Cosi 
Ck>n  grande  affanno  Tu  hai  domato  ligno- 
retli  e  CI  olì  ,  Ch'a  guastar  tuo' terre n 
«empr*  er.tn  pronti  E  no*-  |8j.  Fo 
adunque  uno  signorello  delta  Marra  ec.  , 
il  quale  non  postrndo  resistere  agli  as- 
salti  di    mr«ver   Ridolfo,   ec. 

SIONORESCO.  Add.  Signorde.  Di  ti- 
gnare. Lai.  tpfendtdus,  itlustrts  Gr.  J^aat- 
Mj»a*;  -  Frane.  Sacch.  rim.  53.  E  "Nic- 
rola  Arciaiuoli,  e  si  Loreoto  Militi,  de- 
gni in  stato  signoresco. 

SlGNORtSSA.   y    A.     Signora.    Lai. 


S  I  G 

domata.  Gr.  xUjCt'a,  E.<p  Solm.  Il  lor 
kisogao  aspetuiio  da)  lui'  sigoorc  ,  dalle 
Inro  sigoùresio,  e  da  simiìi.  Petr.  Ucm. 
tlL  Onde  1j  Chiusa  Romauj  lu  ^>roDun- 
ftiata  sigDorrssj  r  niadrr  di  tultc  le 
Cbieie. 

f  SIGNORETTO.  Dtm,  di  S'cnotc. 
Lit.  rfguius.  Gr  ^cx.atXitxoi-  Bui.  Ai/^. 
6.  3.  DivtDiaroao  »crvi  si  de'  vitii,  e  »i 
de'  tiraDDÌ,  e  de'  signorctli ,  rhe  tuuiì  ae 
SODO  ora,  ed  erano  al  tempo  dello  autore 
iu  lUli».  Beiw.  CelL  J'it.  2.  275.  Sodo 
ciTli  sigmrefti  liranDcIli,  rbe  faoiia  a' lor 
pul>oIi     il   |iej;<;io   (lu;   possono. 

•j-  SIGNOREVOLK  .  <■«/  nir  ant,  Sl- 
r,>'UKiiV!LE  Jdtt  SigHort^evole  Lai. 
.■■ipcnosus,  Gr.  JwvawTsyTUto;-  G.  f. 
3  a.  67.  2-  Per  T  ardire  e  prusuniione  dì 
r^re  ruotro  la  I<to  sigii(>rr\ile  fri^ndiigia. 
Arrigh,  4"  La  jignurevolt-  morie  da  ogni 
parie,  aeciorck'iu  non  fugg:*,  serra  lulte 
le  vìe,  ^fil.  M.  Voi.  (Quando  Cinghi 
Cane  odio  la  gran  villania,  rhe  *!  Prrsto 
Giovanni  gli  aTC\a  mandato  a  dire,  cnEò 
si  forte,  che  per  poco,  d.e  non  gli  crepò 
il  cuore  in  corpo,  porciocrhì:  egli  era  uo- 
mo mollo  sìgnorcvole. 

§.  Ptr  Genti/et  Signoriìe.  Lai.  g&ie- 
rosus,  nobilis.  Gr.  ysvva'o;,  iv/ìvuoi- 
fi/cc.  ^.  182.  Se  la  vccchierja  fosse  tan- 
ta, rbe  *1  haston  per  trrxo  piide  mi  l)i> 
sognasse,  mai  dalla  luj  signortvole  ccni> 
pagnia.  ni-  dai  (uoi  piaceri  tiii  partirei. 
Dant.  firn.  iq.  Quflla  che  in  me  col  suo 
piacer  ne  aspira,  D^  essa  ritragge  signore* 
Tol  arte 

*  SIGNOlìEVOLMENTE.  Àvveth,  In 
modo  tignorevole t  Signori/mente.  Binr. 
■  ini.  M.  Pier,  J'i!:n.  png.  325.  fZ-(/je 
1731).  Per  la  virtude  della  calamita.  Co* 
me  lo  ferro  a  traggcr  non  si  %'tde,  Ma  si 
Io  lira  sigDorcvolincnle,  (B) 

5  SIGNORI'A  .  Astratto  di  Signore  ^ 
DeminiOt  Podestà,  Giurisdizione.  Lai.  do- 
mintìtio,  inifrium,  dorniniiini.  Gr.  apyv)'. 
JÌQCC.  g.  I.y.  3.  La  quale  ce.  salulafiin 
come  Reina,  e  alla  sua  signoria  piacevol- 
nienlc  s'  offersero.  /:.'  nov.  46.  i6-  La  cui 
poteoia  fa  oggi  rbe  la  tua  signoria  non 
sia  cacciata  d'  Ischia.  S.  ytgost,  C.  D, 
Ivi  quelli  che  dovevano  essrre  soggiogati 
a  signoria  de' nemici  ,  erano  oppressali  . 
Dant.  Par.  8-  Se  mala  signoria,  rhe  sem* 
pre  accuora  Li  popoli  soggetti,  non  aves- 
se Mosso  Palermo  a  gridar:  mora,  mora. 
^'  tim.  44*  Che  dentro  siede  Amore,  Lo 
juale  è  in  signoria  della  mia  vira.  Petr, 
<  n.  6.  E  poiché  'I  fren  per  forza  a  sé 
raccoglie,  I'  mi  rimango  in  signoria  di  lui. 
/,■  canz.  41  2.  Or  al  tuo  richiamar  ve- 
nir non  dpgno.  Che  signoria  non  hai  fuor 
del  Ino  regno.  Cavofc.  Prutt,  tinij.  Mas- 
simo e  diabolico  peccalo  v  amore  di  si- 
gnoria. G.  J'.  -j.  1^4-  2.  Aveavi  i-  si- 
gnorie di  sangue,  la  quale  era  una  grande 
•  onfusìone.  Tes.  Br.  5.  17.  Niuno  esce 
di  sua  magione,  infino  a  tanlo  rhe  il  5i- 
pnore  (delle  api)  non  è  fuori,  e  piglia 
la  sigQuria  del  volare  dove  gli  piace. 

§.  I.  Si-:noria  ,  per  Governo.  Lat.  re- 
.  imrn,  impenum.    Gr,    KW^Sivyirt;,  £~i7- 

aaia.  Fronc  Sacch.  Op.  di'%-.  6(j  Franco 
]  rr  li  rettori  che  vanno  in  signoria.  Frane. 
Ihirb  2<)8.  8.  Vai  tu  io  signoria  ?  Mena 
lai  compagriia  Di  savii  e  di  compagni  , 
ilie    tu  poi    non    len    lagni.    Cronicfiett, 

'  Antar.  80.  Mario  prese  !a  signoria  di 
i'uma.   e  :ulti  gli  amici  di  Siila    uccidea. 

*  §.  II.  Per  Potere,  Facoltà.  ..  Coli. 
■'"■?•  P^à  Ma  egli  i*  ia  signor).-!  del  mu- 
gnaio quello  eh'  e'  vudle  rhe  si  maci- 
ni «  .  (C) 

%.  III.  Signoria,  prr  /■'  Supremo  ma- 
■r.slrato  d*  afcvnn  B'pul)hlic<i.  Bocc.  nov. 
'*o  16  Io,  temendo  per  me  medesimo 
'-^  >ign>  ria ,  levatomi,   noe  lo    lanciai    ne- 


S  I  G 


'  '.Op 


ridere.  E  nov.  Si.  12.  Venire  alle  mani 
dflla  signoria,  ed  esser,  come  nuilioso  , 
cotidennalo,  C'ts.  lett.  ip.  Avendo  lodato 
ec.  il  nuhil  modo  che  V.  S.  Illuslri&s. 
e  Kcverendiss.  aveva  leoulo  uè*  suoi  ra- 
gionamenti con  rilluétrì-«s  Signoria  di 
Venezia.  K  3p.  Nella  causa  di  monsig. 
lusliniano,  noi  nun  possiamo  fare  che  t* 
iDuslriss.  Signoria  scriva  allo  Ambascia- 
tore, sens-t  divulgare  ee. 

§.  IV.  Sr^noria  si  usa,  parlando,  o 
scrivendo  a  uomo  di  granfie  affare  ,  pvr 
Titolo  di  maggioranza.  Cnitt.  Itti.  26 
Vostra  Signoria  buona  in  sua  Cdelitii  pir- 
magiia  sempre  Uri*.  Gli  addomandù  quel- 
lo che  la  sua  alta  ed  eccelsa  Signoria  da 
lei  ricercasse.  Cas.  lett.  16.  Come  V.  M 
Cristianiss.  potrà  cedere  per  lellerc  di  lor 
Siginone  . 

*  g.  V.  Per  Maestà  .  Vit.  S.  Cio. 
Balt,  224*  VidoDO  san  Giovanni  d*  uno 
aspetto  vrrludioso  ,  e  di  tanta  signoria  e 
divozione,  che  s'  abbassò  un  poco  la  loro 
ripulaiiza.  (Min) 

g.  VI.  Amor,  né  signoria  non  vogìion 
compagnia  j  praerlt  che  la.'e:  che  Nel 
comando,  o  nell'amore  di/Jìcilmentf  si  sof- 
fre r  avir  compagni-  Lat-  amor  et  potè- 
stas  impatii-ns  est  ccnsortis. 

§.  VII.  i\'è  di  tempo,  ne  di  signorìa  ncn 
ti  dar  malinconiajpur  piaerb  significante, 
che  Delle  mutazioni  delle  stagioni ,  e,  de- 
g'i  emergenti  di  Stato  non  si  dee  prender 
passione . 

SIGNORILE.  Add.  Da  signore.  Che 
ha  del  signoret  dil  grande.  Lat.  genero- 
sus,  illiistris,  imperiosiis.  Gr.  •/fjvy.to^, 
Xy.y.~po\  y  C-Jva3TsU7tX35.  I\tr.  cnp.  1. 
Quel  che  'n  si  signorile,  e  si  superba  Vi- 
sta vien  prima,  è  Cesar.  G.  ì'.  6.  77. 
3.  Da  queste  due  pompe  del  carroccio,  e 
dt-lla  campana  si  reggea  la  signorile  su- 
perbia del  popolo  vecchio  de'  nostri  .nn- 
lirhi  oeirosli.  F.  ".  91.  2-  Con  leggiiidra 
e  signorile  risposta  fecero  loro  scusa  .  F 
8<  6  3.  Multo  fu  magnanimo  e  signorile, 
e  velie  molto  onore. 

•f  *  signorilità'.  Qualità  di  ciò 
che  è  signorile  ■  Pel'ìn  Bucch.  8g.  Pof- 
fare il  mondo!  Apolline  a  pennello!  Che 
sigonrilità  ,  che  Irgj^iadna  1  /-.'  220>  La 
pronunzia  con  una  gravità  Di  signorilità, 
E  con  un  sopracciglio  ec.  (A) 

SIGNORILMENTE.  Avverh.  In  guisa 
signrrile.  Lat.  splendidi'.  Gr.  )a/iTr^w;, 
^cn'sty.ty.Ò^^.  Lib.  Viagg  I  quali  signoril- 
menle  rilucono  la  notte.  Beni.  Ori.  1, 
19.  29.  La  qual  signorilmrnt''  gli  ha  o- 
norati.  Che  ben  gli  conosceva  tutti  quanti 

*  S1GN0RI^0.  Vtm.  di  Sisnorc  j  e 
si  dice  per  vezzo  ,  0  per  poca  età  .  P.ed, 
Cons.  1.  :()8  Nel  medicare  questa  signo- 
rina mi  st-rviri^i  ec.  di  tulli  tulli  medica- 
menti piacevoli,  tanto  evacuativi,  quanto 
preparalìvi.  E  200.  Mi  asterrei  da"  sali  di 
acciaio  ec,  perchì*  ec.  mescolati  con  gli 
acidi  del  corpo  di  questa  signorina,  po- 
trebbero   fare    grandi    bollori    e   scooccr- 

li-  (') 

SIGNORIO.  0.  A.  Signorìa.  Lai.  do- 
niinatio ,  dominium»  Gr.  ^i5~0Ts<*a,  /u- 
pto-ZT,^.  Fr.  Inc.  T.  I.  16.  ;to.  Oh  mi- 
rabil  cdio  mio!  D'ogni  peoa  bai  signorio. 
Bim.  ant.  F.  B.  AUor  eh*  io  posso  aver 
il  signorio. 

•f  ^:  SIGNORIZZARE.  T.  A.  Signo. 
reg-^inre.  C'^vnlc,  T^sp.  Siir.b.  I.  189  Vo- 
lendo signorizzare  lo  mondo,  e  giudicar  le 
genti.  (ì  ) 

5  SIGNORMO.  V.  A.  Signor  mio.  Lai. 
Dominus  nteiis.  Gr.  xvpio^  fiox).  ^  Fav. 
Escp,  T-  Bice,  70-  E  Se  tu  volessi  fare 
quello  che  fo' io,  Signormo  li  farebbe  co- 
me f»  a  me    (C) 

SIGNOROTTO.  Signore  di  picrol do- 
rrinto.  Lat.  reeulus.  Gr.  Sa5i)i'7xo?.  Tac, 


Dav.  yit.  Agric.  ^g^.  Agricola  ,  raccel- 
uto  un  di  que'  signorotti  5(-aci:i.ìlo  di  rasa 
sua.  Io  tratteneva  soUo  ombra  d'jmicìzia, 
aspettdodo  qu.iltbe  necasìone.  Port^h.  Ftr. 
lif''  3a3.  In  Toscana  trovarsi  in  quella 
l<^Ba  Pisa  e  Arezzo,  e  alcuni  altri  signo- 
rotti e  baroiicelH  d*  attorno. 

•f  SlGNOr.SO.  /'.  A.  Suo  Signore, 
Lat.  stius  dminus  .  Gr.  xj^io;  «utoÙ  . 
Vant.  Inf.  29  E  nou  vidi  giammai  iDe- 
nare  stregghia  A  ragazzo  aspettato  da  si- 
gncrso  .  Beinh.  pros.  2.  97.  In  questa 
guisa  signorso,  e  signortó  in  luogo  dì  si' 
gncr  suo,  e  signor  tuo.  Dai'.  Mon  ut. 
Lo  mal  moDcliere  dice  a  signorso:  da  che 
la  moneta  tua  corre  leggiera  un  grano, 
meglio  e  guadagnarloti  tu  ,  anii  eh*  altri 
la  tosi 

•f  SIGKORTO-  Tuo  signore.  Lat.  tnus 
dominus.  Gt,  viJptOi  50U.  Bocc.  ncv.  àS. 
7.  Ma  tu  perchè  non  vai  per  signorio? 
Bimb,  pros.  2.  p7  la  questa  guisa  si- 
gnorso, e  .tignorto  in  luogo  dì  signor  suo, 
e  signor  tuo  . 

•t  *  SIGNOZZARK.  Meno  usato  che 
Sifighiozz.ire.  Min.  Malm.  pag.  i3o.  ÌÌ- *^ 
gnczznic,  o  singozzare ,  o  singhiozzare  , 
e  un  moto  del  sello  transverso,  o  media- 
stino ,  cagionato  da  soverchia  votezza,  o 
ripienezza    (A) 

.*:'  SILENOGRAPrA  .  Arte  instrtitta 
dall'  OtHia,  che  dà  le  regole  di  contrar- 
re, o  dì  enormemente  ampliare  le  speda 
drg'i  oggetti  trasmessi  alfa  potenza  i'isì- 
ta  ,  in  modo  che  dette  potenze  diversa- 
mente si  rappresentino  da  quel  che  ef- 
fettivamente in  se  stesse  sono.  Baldin.  Fcc. 
D.s,(B) 

SILENTE.  Jdd.  Che  sVe.  Lai.  silens. 
Gr.  ctwTTTWv.  Fr.  lac,  T.  6.  23.  27.  Lo 
'nlelletto  sia  silente,  E  silendo  vien  lu- 
cente Per  Io  gran  meravigliare.  :'■  Salvia. 
Georg,  lib.  1.  Ancor  per  li  silenti  luchi 
udissi  Chiaramente  da  tulli  una  gran  vo- 
ce. (F) 

3  SILENZIO.  Tnciiurnifà  ,  Lo  star 
cheto.  Il  non  parlare.  Lai.  sitentiuni.  Gr. 
ciyr, .  Petr,  canz.  22.  .5.  In  silenzio  pa- 
role armrte  e  sagge .  7'it.  SS.  Pad.  1. 
IO.  Puosesi  ivi  presso  ,  e  con  si]eDzio  o- 
rava  . 

*  g.  I.  Silenzio,  si  usa  anche  ad  ac- 
cennare Cessazione  di  commercio  di  let- 
tere tra  persone,  che  erano  solite  a  scri- 
versi .  "  Cas.  Lett.  44"  Veggo  per  espe- 
rienza quello  di  (he  io  era  in  ogni  modo 
sicuro,  cioè  clie  il  mio  lungo  silenzio  con 
V.  S.  Illustriss,  e  Reverendiss  non  ha 
avuto  forza  di  sminuire  la  sua  affezione 
verso  di  me  "  .   fC) 

*  g.  II.  Signifita  pure  il  Parlar  sotto 
voce.  Cavale,  E-^pos.  Simb  \.  2.  Lo  pri- 
mo (siniholoj  ec.  si  dice  in  silenzio  dalli 
religiosi  ,  e  non  in  voce  .  a  Prima  ed  a 
Compiela.  (J  ) 

^  g.  Ili  Mettere  una  cosa,  0  una  per- 
sona in  silenzio,  vale  Non  fame  menzio- 
ne. Chtaì  r.  rim.  Taccio  di  Clizia  ,  Tra- 
passo Isifìie  ,  Metto  in  silenzio  Procrì  di 
Cefalo  .  (Br) 

g.  IV.  Porre,  o  Imporre  silenzio,  vo- 
gliono Far  sì  eh'  altri  non  parli .  Lai. 
silentium  impcnere  ,  silentinm  ìndicere  . 
Gr.  yaT«ffi*/«C=tv.  Bofc  g  6  p.  6.  La 
Reina  r  aveva  ben  sei  volte  imposto  si- 
lenzio. Amei,  26  Quando  le  doone  quasi 
aiì  una  boce  gli  posero  silen7Ìo  .  Dant. 
Par,  5.  Poser  silenzio  al  mio  rupido  in- 
gegno (qui  per  metnf,),  Petr.  son.^  242. 
Posto  bai  silenzio  a' più  soavi  accenti  Che 
mai  s'ufllro. 

*  %.  V.  Detto  di  Uggr.  vate  Abrogar^ 
la.  Cassarla.  Nnt.  S.  Gio.  Ba(t .  ig,  E 
poneasi  sileoiio  alla  legge.  (TC) 

*  g.  VI.  por  silenzio  alla  guerra.  V, 
GUERRA.  (C) 


Ì200 


S  1  L 


S-  VII.  Far  silenzio,  vaìe  Chetarsi, 
Tacere  ,  o  Comandare  che  altri  taccia . 
Lai.  silentium  facere  .  indicere  ,  impera- 
re »  siiere.  Gr.  xara^iyot^eiv.  C.  V.  8. 
Q2.  6.  E  fallo  sileniio,  sì  dts»e»  che  mai 
quelle  rene  e  peccati  loro  opposti  ooa 
erano  siali  veri  .  E  IO-  70-  l.  Come  fu 
posto  a  sedere,  fece  fare  lileoiio  Cecch. 
Dot,  prol.  E  allo  arrivo  solo  D'  uno  far 
così  subito  silenzio? 

§.  Vili,  passare  sotto  silenzio  alcuna 
cosa  ,  vale  Non  fame  alcuna  menzione  . 
Lai.  silentio  invoti-ere.  Gr.  oiurz^  tzol^Ì- 

pX«9^«*  •  ^^'  ^''  "^^  7^-  ^'*  *'^"  '  P*"" 
meoo  male,  passati  furooo  sotto  sileo- 
sic. 

*  §  IX.  Rompere  il  silenzio,  vale  Co- 
minciare a  parlare.  Tasr.  Ger.  lO.  69. 
Alfia  del  re  BrilaoDO  il  chiaro  &g1io  Ruppe 
il  sìleotio  e  disse  alzando  il  ciglio.  (Pj 

g.  X.  SilCfuio,  per  Intermissione,  Posa. 
Lai.  quies,  intermistio.  Gr.  avaTauji;, 
0ia7et'|K;.  G.  /'.  7-  l3V  ^-  P"r  dare  al- 
quanto sileorio  alla  guerra  ,  oad*  erano 
aggravati. 

§.  XI.  Silenzio,  per  QuieU,  o  Luogo 
tacito,  o  solitario.  Petr.  son.  i\3.  Raro 
uo  silenzio,  un  solitario  orrore  D'ombrosa 
selva   mai  laoto  mi   piacque. 

Si:  SILENZIOSO.  j^dJ-  Voce  dell'  uso. 
Taciturno.  Che  pirla  poco,  (A) 

•f  SILEOS.  Stlermontnno  .  Spezie  d* 
erba  ,  il  cui  seme  *'  adopera  nelle  medi- 
cine, ed  ha  vtriù  diuretica  ,  dissolutiva  , 
confumttiva,  e  attraltita.  Lai-  seseli,  si- 
Urmontanitm .  Gr.  sJflsXc  .  Cr.  6.  108. 
I.  Il  silermoDlano,  o  *I  sileos,  è  caldo  e 
secco  in  secondo  grado,  e  '1  suo  seme  si 
può  per  ire  anni  serbare,  e  mpltersi  quel- 
lo nelle  medicine,  ed  ha  virlii  diuretica, 
dissolutiva,  consumaltva,  e  attrattiva. 

•f  SILERE.  r.  L>  T.^ccre.  Star  che- 
to.  Lat.  siiere  .  Gr.  ii'/àv  ,  Dani.  Par, 
32.  Or  dubbi  tu,  e  dubitando  sili;  Ma 
io  ti  solverò  forte  legame  .  Fr.  Jac.  T. 
6.  23.  27.  Lo  •ntellelto  sia  sitenle,  E  si- 
leado  »ien  lucente  Per  lo  gran  maravi- 
gliare, ffoez.  ì'arch.  3.  rim.  1 2.  Cerber, 
che  par  che  'ngombre  L'  entrata  con  tre 
gole  ,  Preso  dal  nuovo  caulo ,  stupe  e 
sile  . 

SILERMONTANO.  Lo  stesso  che  Si- 
ìeos.  Lat.  seseli ,  sHermontnnum  .  Cr.  6. 
103.  I.  n  silermonlano,  o  '1  sileos,  è  caldo 
e  secco  in  secondo  grado,  e  '1  suo  seme 
si  può  per  tre  anni  serbare,  e  metterai 
quello  uellc  medicine,  ed  ha  vìrlù  diure- 
tica, dissolutiva,  consumaliva,  e  attrattiva. 
31.  Jidobr,  P.  N-  207  Prendete  seme 
Òi  fiaocchio  libbre  due,  silcrmontaoo  lib- 
bre una. 

•f  SILFIO.  Pianta  fare ttiera,  che  na- 
sce in  Media,  o  in  Scrìa,  dal  sugo  della 
quale,  secondo  alcuni,  st  cava  Cassa  fe- 
tida. Lai.  silphium.  Rtcelt.  Fior.  |8.  L* 
assa  fetida  si  pensa  cbe  sia  una  lagrima, 
o  sugo  di  una  pianta  forestiera;  e.  secon- 
do alcuni,  e  il  sugo  del  silfio,  che  nasce 
in  Media,  o  io   Suria. 

SILIGLNE  .  Sorta  di  forano  pontile  . 
Lai.  IritiCum  siligmeum.  Gr.  5C/jii'oa/(?  . 
Tes.  Pov,  P.  S.  cap  18.  Fa'  polvere  di 
farina  di  sillgine,  ed  ìnghiollila  con  acelo 
di  cocitura  di  rula.  F  cap.  3o.  Fa*  polli- 
glia  di  farina  di  siligine  ,  ed  impiastrala 
in  sulla  verf;a. 

*  SILIMATO.  Solimato.  Renv  Celi. 
Vit.  2*  56j  Io  mi  risolti  che  ej^'ino  m' 
avessino  dato  in  uno  scodellino  di  salsa 
ec.  una  presa  di  silìmalo  .  F  appresso  : 
lo  conobbi  per  certiuimo  che  ec.  mi  •- 
vevano  dato  quel  poco  del  silimato  .  (C) 
E  Oref.  lo6.  Prendasi  n>eii'  oncia  di  si- 
limato,  un'oncia  di  velritiolo  cr.  (ì'} 

SILIO  .  Arboscello  noto  ,  detto  anche 
Fusa^gine,  di!  cui  Ifgno  si  fon  le /usa. 


S  I  L 

ed  altri  lavorii  al  to'-nio.  Lai.  evonymui. 
Gr.  «j'wvuuo;.  Pallai,  cap.  37  Se  vuo- 
gli  scacciare  i  serpenti  ec,  togli  ec.  barbe 
di  silio. 

§.  Silio,  è  anche  Sìria  d*  erba  medi- 
cinale, del  seme  della  quale  si  fa  la  ma- 
cillapginej  ed  è  anche  detto  Ptillo,  Pstlio 
e  Pultcaria;  e  si  prende  anche  per  lo  se- 
me della  medesima  erba.  Lat.  psylium  . 
Gr.  4-v/iiov.  M.  Aldobr.  P.  !V'  49.  Si 
faccia  cuocere  io  acqua  gomma  arabica  , 
e  gomma  adragaole,  e  silio. 

SILIQUA.  Guscio  nel  quale  nascono  , 
e  crescono  1  granelU  de'  legumi.  Baccello, 
Lat.  siliqua.   Gr.  xcpartov. 

§.  I.  Per  simtltt.  Cr.  5-  2l.  7.  Mira- 
bil  cosa  di  qneslo  frullo  (dulìa  palma)  ve- 
demo  in  ciò  ,  che  io  una  siliqua  ,  ovver 
gutcio,  produce  i  suo'  frulli  e  ramicelli,  ne' 
quali  i  suoi  rrnlti  sono. 

*  §.  II  Siliqua,  e  anche  Sorta  d'ar- 
bore ,  detto  altrimenti  Carrubo^  o  Guai- 
nella  ,  che  fa  il  fruito  simile  a'  baccelli 
delle  fave.  Pallai,  Tf^Ar.  32.  Le  silique, 
cio^  carrube  ,  si  seminano  in  seme  e  io 
piaote  del  mese  di  Febbraio  .  E  nov.  7. 
Pognamo  piante  di  melocotogoo ,  e  di 
melograno  ,  e  di  cedro  ,  nespolo  ,  fico  , 
sorbo,  silique,  e  piante  d'agresto  ciriegio 
da  poi  innestare.  (V) 

3^  §  HI.  Siliqua,  per  Sorta  di  moneta 
antica,  ì'it  SS.  Pad.  212.  Ogni  giorno 
faceva  djre  al  maschio  uoa  certa  moneta 
che  si  chiamava  siliqua  ,  e  alla  femmina 
due.  (•) 

t  SILLABA.  Aggregalo  di  /nù  lettere, 
che  si  pronunzino  in  una  sola  emission 
di  voce,  e  dove  j'  includa  sempre  di  ne- 
censita  una  vocale j  ed  anche  C/na  sola  vo- 
cale senza  compagnia  di  consonante.  Lai. 
syllabn.  Gr.  9Vy}nL^ri.  Ott  Coni,  Inf.  28. 
47^.  Tanta  era  la  diversità  delle  piaghe  e 
h  modi  delli  impiagati,  cbe  non  in  versi  , 
dove  il  dicitore  e  costretto  a  dire  Ìo  cer- 
to numero  di  sillabe  ,  e  a  venire  a  cerla 
rima,  per  consonare  nella  sua  opera,  ma 
chi  le  volesse  trattare  io  parole  sciolte 
ec.  ,  non  potrebbe  ritrarre  a  pieno.  Tes, 
Br  8.  IO.  Chi  vuol  bene  rimare  ,  dee 
ordinare  le  sillabe  in  lai  modo  ,  cb'  e' 
Tersi  sieno  accordevoli  io  numero,  e  che 
r  uno  non  abbia  più  che  1'  altro  .  Red, 
Annoi.  Dilir.  4.  I  nostri  scrittori  antichi 
aggìugocvano  la  lettera  Si  alla  prima  sil- 
laba di  rosi  fatti  nomi. 

•f  *  SILLABARE  .  Proferir  pa- 
role ,  Pronunziare  j  e  più  propriamen- 
te Fare  compitando  que.'la  posa  e  quello 
staccnmento  delle  sillabe ,  fhe  si  con- 
viene, Chiabr-  Serm.  pari,  2.  ^  <»;.  ^iS. 
(Geremia  173©  ).  Puossi  egli  perdonar? 
perdere  il  tempo  In  silldhar  parole  .  in 
tesser  versiT  E  cosi  dunque  vii  l'umana 
vita,  Cb*  ella  si  debba  cousumare  io  cian- 
ce T  (A) 

•f  «  SILLABICO.  Add.  Appartenente 
a  sillaba.  U-ien,  Sts.  1.  iq.  Qui  si  noti 
di  sopra  più  la  sislole  in  steterunt,  e  lo  sca- 
prtiamento  sìWabiro  in  sermonem  ,  e  tutto 
per  servire  ec.  (A)  * 

SILLABITATO.  F.  A.  Add  Che  ha 
sillabe .  Com.  Inf.  io.  Ammdue  parla- 
rono io  rime  ,  canzoni ,  e  altre  spezie  di 
dire,  con  misura  di  [>iedi  e  di  tempi  sii- 
Lbilati . 

•f  «  SILLEPSI  .  r.  C.  Figura  del 
parlare  ,  per  cui  le  parti  dell*  oraiione 
discordano  /'  una  dall'  altra  ,  Lat  tytle 
psti ,  Gr.  9vnTi<|(;.  Fros.  Fior.  6  26. 
Vulrvano  quelli  ioferire  quelle  tramula* 
zioni  o  Ironcamenti  ec.  di  coi riipooden- 
ze  stravolte,  prub-pii  ,  sillrpsì  ,  sintesi, 
re     {•) 

SILLOGISMO,  e  SILOGISMO  .  Pi- 
scorso,  nel  quale,  in  virtù  d'  alcune  cose 
poitt  e  specificati  ordinatamente ,  ne  st- 


S  I  L 

guita  qualcun*  altra.  J'.  ARGOMENTO, 
nel  primo  sis-nific.  Lat.  sytl'gismus  ,  ra- 
tiocinatio ,  Gr.  v'Ayoytìfiói  .  Petr,  cap. 
10  Porfirio,  che  d'acuti  sillogismi  Empiè 
la  dialettica  faretra.  Ifant.  Par.  li.  Quan- 
to soD  difeitivi  sillogismi  Quei  cbe  ti  fanno 
io  basso  batter  l'alit  E  z^  E  litlogisno, 
che  la  mi  ha  coochiusa  Acat^meole.  Bui, 
par.  11.  I.  Sillogismo  e  argomento  che 
fa  fede  della  cosa  dubbiosa  .  Arrìgh.  61. 
La  prima  alimenta  i  faocialli ,  la  seconda 
co'  silogismi  ce.  edifica  .  Aforg.  28-  ^S. 
Vostri  argumenli,  e' vostri  silogumi,  Taoii 
raa^'slri ,  tanti  baccalari  Non  faranno  eoo 
loica  o  sofismi,  Cb*  al  fin  sìeo  dvlci  ì  miei 
lopioi  amari  .  Galat  68  Meglio  appren- 
diamo le  cose  singolari  e  gli  esempii,  cbe 
le  singolari  e  1  sillogismi;  la  qual  parola 
dee  voler  dire  io  più  aperto  volgare  le 
ragioni . 

«  SILLOGISTICAMENTE,  e  SILO- 
CISTICAMENTE.  Avverh.  In  modo  sil- 
logittico.  Segner.  Reti.  Aritt,  gg.  Giova 
bene  in  questo  caso  ,  per  parlar  silogisli- 
camente  ,  dire  ì  principii  di  molli  silogi- 
smi.  (FPJ 

f  SILLOGISTICO,  e  SILOGISTICO- 
Add  Di  sillogismo.  Appartenente  a  sil- 
logismo. Lai.  sylloeiiiicus.  Gr.  ovXioyi- 
3T(Xo';.  Gal.  Si\t  26.  E  stalo  il  primo, 
unico  ed  ammirabile  esplicator  della  for- 
ma sib'gislica  .  #  Salvin.  Disc.  2.  489- 
La  forma  dialettica  amica  era  nelle  do- 
mande e  risposte,  che  è  forma  mollo  più 
coperta  ,  e  più  stretta  e  più  forte  della 
sillogistica   peripatetica.   (') 

SILLOGIZZARE,  e  SILOGIZZARE  . 
Far  sillogumi.  Lai.  sylli>fjtmos  con/ice- 
re,  ratiocinari .  Gr.  cvì-'j  oyi'^tit .  Dani. 
Par.  10-  Che  leggendo  nel  vico  degli 
strami.  Sillogizzò  invidiosi  veri.  E  2^»  E 
da  questa  credenza  ei  conviene  Sillogis- 
zar,  senza  avere  altra  vitU.  E  Cotv.  178. 
Sooo  molti  di  si  lirve  fantasia  che  in  tutte 
le  loro  ragioni  trasvaono;  e,  anzi  che  si- 
logiiiino  ,  hanno  chiuso.  B<iCC,  nov.  70. 
12.  Le  quali  cose  se  ec.  avesse  sapute, 
non  gli  sarebbe  stalo  bisogno  d*  andare 
sillogizzando. 

*  SILLOGIZZATO  .  Add.  da  Siilo- 
giz:are.  Sper.  Orai,  81-  Fede  e  una  con- 
clusione sillogizzala  evidentemente  nelle 
accademie  del  Salvatore  ;  ma  ce.  (B) 

•t  SILOBALSIMO,  «  SILOBALSA- 
MO  .  //  legno,  0  piuttosto  i  piccoli  Rami 
della  pianti  ilei  balsamo  ,  1  quali  hanno 
odore,  e  sapore  arcmatiic,  come  il  Cor- 
pobalianio-  Alcuni  hanno  scritto  Ziiobal- 
samo-  Lat.  xy'obalsamum.  Gr.  ^m\o^X- 
o%uQt.  Cr.  4-  40  5-  Altri  in  verità  così 
i  vini  condisrooo:  logtì  cardamomo,  ghiag* 

fiuolo.  illirica,  cassia,  spigaoardi,  melli- 
olo  ,  silobaUimo  ,  ec.  Ricttt.  Fior.  128. 
Balsamo  legno,  che  è  il  silobaUamo  f  a/* 
Cune  fdiz.  hanno  zilobalsamo  ). 

SILOCCO.  /'.  A.  Scihcco  Lat.  So- 
tus.  Gr  vOTOi.  G,  /'.  9.  258.  I.E  la  detu 
forre  1)  volge  il  muro  verso  il  segno  di 
Silocco  assai  bistorto,  e  male  ordioato,  e 
con    più   gomiti. 

SILOÈ.  S<.^rta  di  Iremo  odorifero.  Lai. 
rylaloes,  mcallochum  offìcinarum.  U.  Al- 
dobr. P.  A*.  101  Cose  calde  per  osare  a 
coloro  cbe  hanno  il  cuor  freddo  .  si  h 
iriiovario.  moicado,  ambra,  sria,  zaffera- 
no, garofani,  ttlor ,  cardamone. 

SILOGISMO.   /'.  SILLOGISMO. 

«SILOGISTICAMENTE.  ;'.  SILLO- 
GISTICAMI^^TE   (C) 

t  SILOGISTICO.  r.  SILLOGISTI- 
CO. 

SILOGIZZARE.  r.  SILLOGIZZARE. 

<(  SILOPO.  Lo  slesso  che  Saloppe.  e 
Sciroppo.  Ar.  Fur.  31  Sq  Dn  medico 
trovò  d'  inganni  pieno,  Sufiictenle  ed  allo 
■  sìmil  uopo,  Cbe    sapca    meglio  uccider 


^ 


S  1  M 


1201 


di  veneno.  Che  risanar  gì' infermi  di  si- 

lopo.  (ysj 

•f  SILVANO.  *  SELVANO.  yidJ,  Di 
sciita.  Rustico.  Lat.  siUnticus,  sìhester. 
Gr.  ùXóm  ■  PtUim.  5.  27.  Qui  vu*  , 
lettor.  »' avvidi  che*!  pcont'l  linjjhi,  Pt-r 
disegnar  questo  luugn  silvjoo,  Che  supra 
il  DÌlu  un'  isoli  dìpinghi  ,  ec.  .yforg  y. 
l4-  SnbilaiiicQle  quel  \coa  silvano  Da  lor 
fn  dispartito  /:'  14  72.  Ogni  fera  dime- 
stica tf  silvana  .  *  7'esriit.  8.  5.  Ciascun 
uccello  di  volar  ristette ,  E  svennon  tutti 
gli  anima' sdvani. /"fl;  i'fl/**/!.  /ùneid  lib. 
7.  Cecolo ,  cui  ogni  eli  re  crtdette  Di 
Volcan  nato  tra  selvane   pecore,  (F) 

§.  I.  I*€r  meta/,  vale  Peregrino,  Fo- 
restiero, Lai.  pcregrinus,  advenu,  hospes. 
Gr.  |«V3;.  D'int.  Purg.  32  Qui  sarai  tu 
poco  tempo  silvano  .  E  sarai  meco  santa 
bue  cive.  Bui.  ivi:  Silvano,  cioè  abitatore 
di  questa  selva. 

§.  11.  Silvani,  chiamavansi  gli  Dei  dei 
boschi  presso  i  GenttH .  Lat.  sjrivttnus  . 
Gr.  fft/XSxvQì-  Alani.  Colt.  i.  2.  Il  cor- 
oulo  paslor  co*  suoi  Selvani,  Co*  suoi  Sa- 
tiri e  Fjuni  a  lui  contagili  Vengan  con 
le  zjmpogne  a  schiera  a  schiera. 

SILVESTRE  .  e  SILVESTRO  .  Jd.i. 
Di  set\'j  ,  Salvalico  .  Lat.  stUester  .  Gr, 
ùlVit;  .  Djnt.  In/.  i3  Surge  io  vermuna 
edin  pianta  silvestra.  £'21  Nel  cielo  è  vo- 
luto Ch'i*  mostri  altrui  questo  c^mmin  Sil- 
vestro E  Pu'S-  30-  Ma  tanto  più  maligno 
e  più  Silvestro  Si  fa  '1  terreo  col  mal  se- 
me ,  e  non  colto,  Quanl'  egli  ha  più  di 
buon  vigor  terreslro  Peir.  san,  260.  Fe- 
re silvestre,  vjghi  augelli  e  pesci.  Che  1* 
una  e  l'altra  %erde  riva  affrena.  E  z6o- 
Ottd'io  aon  fatto  un  auimal  Silvestro,  l'ir. 
As  io3.  Quivi  intendemmo  che  uo  gen- 
tiluomo di  gran  nomin.ioza  per  que*  pae- 
si, chiamalo  Democratc,  doveva  t'jre  una 
C4CCÌ.I  di  molti  e  più  silvestri  animali . 
TaiS.  Ger  8.  ^2.  Silvestre  cibo  e  duro 
letto  porse  Quivi  alle  membra  mie  posa 
e  ristoro. 

#  SILVIO.  Term.  degli  Stampatori, 
Sorta  di  carattere  minore  del  Testo.  (A) 
SILVOSO  .  AdJ.  Sehoso  .  Lat.  stivo- 
ttij  .  Gr.  Jio'ei;  .  ^  Ar.  Fur.  i^.  yg 
Conterà  ancora  in  su  Tombroso  dosso  Del 
silvoso  Appeanin  tutte  le  piante  .  (DJ  E 
33.  100  Tra  la  marina  e  la  silvosa  scbieoa 
Del  fiero  Aliante  vide  ogni  contrada  (FPj 
Gal.  Sisl.  93.  Nei  dorsi  delle  montagne  le 
parti  sìlvose  appariscono  assai  più  losche 
delle   nude  e  sterili. 

•f  *  SIMBOLEGGIAMENTO.  Il  sim- 
holeggiare  Belhn  Bucch.  l53.  Giudica. 
se  per  simboleggiameoto  Prende  queste 
due  raxzc  di  sonagli,  D'  aver  cita  dcU  In- 
die il  reggimento.  (A) 

*  SIMBOLEGGIANTE  .  Che  simbj- 
U'ggia .  SaU'in.  Prvs.  Tose  i.  281.  De- 
scrivendo egli  gli  sformali  giganti,  iraco- 
tata  schiatta  simboleggianti  gli  atei  ed 
(onpii  ec,  prorompe  ce.  (") 

SIMBOLEGGIARE.  Simbolizzare,  Lat. 
designare  ,  symòolit  exprimere  .  Salvia, 
Disc.  1.  I4I.  Come  ben  simboleggiarono 
ne*  lor  riti  nuziali  i  Itomani  .  E  3lt)  Il 
rolor  celeste  Ì:  color  regio,  e  come  eh'  e' 
tira  dal  ciclo,  simboleggia  la  fedeltà,  e  la 
giustizia. 

SIMBOLEGGIATO .  A<hi.  rfj  Simbo- 
/evitare.  Lat,  tjrmbolts  itesignatus.  Svgner. 
M.tan.  Aj;.  i5.  3.  Tanta  fu  la  fragranza 
eh'  esalo  al  cielo,  non  il  suo  balsamo, 
non  il  cvdro,  oon  il  cipresso,  non  il  cin- 
namomo ,  non  altra  di  quelle  numerose 
jiìante  odi^rifore  ,  nelle  quali  ella  venne 
kimbolcg^iata  ,  nia^il  puro  nardo  ,  o  vo- 
gliam  dire  lo  spigo. 

't  *  SIMBOLEITA'  SimbolitÀj  Pari 
modo   di  e  ^rivenire  una  cosa   con  /'  altra, 
MigaU  pari    i,  leti.  28.    Ma   in    Porto- 
Foc-iboiano  T.  II. 


gallo  ,  dove  per  simboleiik  di  dima  con 
quello  dov'  ebbero  la  prima  origine  (  gli 
aranci  )  son  moltiplicali,  ec.  E  allroxe  : 
Per  ragione  di  una  certa  simboleità  che 
ci  par  di  raffiguiarc  tra  le  doli  del  no- 
stro spinto,   e  quelle  che  ec.    (A) 

i?  SIMBOLICAMENTE  .  Avverb.  In 
maniera  simbolica  ,  Per  i'ia  di  simboli  . 
Lat.  symbolice.  Gr.  ou/iSaicxcSi-  S.ilvin 
Disc.  2,  l3i.  Altri  più  misteriosamente 
dissero  ec.  voler  dire  simbolicamente  Pe- 
nelope, esser  più  credibili  delle  cose  che 
si  dicono  ,  le  cose  che  sì  veggiono  in  ef- 
fetlo   (•) 

V  SIMBOLICO.  Ad.t.  Attenente  a  sim- 
boli  ,  Allegorico  .  Lat.  symbolicus  .  Gr. 
(ju_aSjii/o;.  Salvili.  Disc.  2,  320.  Autore, 
come  lo  mustra  il  titolo,  vanissimo  e  su- 
ma  di  misteriosa   e  sim- 


perstiziosissimo 

balira  erudizione  ripieno  .  (*)  E  Annoi, 
fltion.  Fter.  3.  4«  4  lero^lifico  ec.  :  lin- 
guaggio sacro  e  arcano  degli  Egizii ,  che 
in  queste  sculture  simboliche  spiegarono 
i  loro  concetti  .  (B)  Imperf.  /'.  Tth. 
D.  4»  T.  12.  242  Imperò  si  lasciò  in 
tendere  Pitagora  ne'  suoi  misteriosi  e  sim- 
b<jlici  discorsi  che  i  mali  vuluutari  non 
vengon  mai  per  arbitrio  della  fortuna.  (F) 
;^  SIMBOLITA*.  SimiUVuUne,  Confor- 
mità allegorica  .  S-iilvin.  Pros.  Tose.  i. 
36".  Ecco  come  non  so  come  s'accordano 
a  dare  lo  stesso  titolo  quegli  alla  farfalla, 
qut^sli  air  anima  ,  per  la  loro  ,  per  co>ì 
dire  ,  simbolica.  (*) 

SIMBOLIZZARE.  Significare  Con  sim- 
holi.  Lat.  desi;^n<trc,  .lynibjlis  ej'primere- 
V  Magai,  Lett.  Il  mio  (disegno)  pero  è 
riuscito  di  quegli  che  non  riescono,  e  che 
simbolizzano    co'  sogni-   (.-I) 

SIMBOLO.  Sust,  Cosa, per  mezzo  della 
quale  se  ne  significa  un'  altra,  v  Segner. 
Pred,  Pai,  Ap.  9.  9.  Quanto  egli  ci  può 
dare  di  più  sliniabile  che  è  lo  Spirilo  del 
Signore  espressoci  s>tto  il  simbolo  d'  ac- 
quaviva  .  E  Seti.  Princ  illu.i.  3.  2-  U 
simbolo  non  distrugge  la  verila  :  e  pero 
chi  Vede  una  verità  sotto  alcuno  di  tali 
simboli,  la  può  amare  anche  iu  se.  (TCj 
3.  Simbolo  ,  per  la  Regola  del  nostro 
Cred-re,  detti  i'o/garmenle  il  Credo.  Lat. 
symholum.  Gr.  5Ujuio3)..jv.  Maestntzz.  2- 
1^.  Se  alcuno  colga  erba  meilirioale  col 
simbolo,  ovvero  col  paternostro  ce,  non  è 
questo  nserbalo  .  purecbè  non  si  mescoli 
alcuna  superstiziosa  osservanzia 

i.":  SIMBOLO.  Jdd.  Simbolico,  ed  an- 
che Analogo.  Magai.  Leti-  Ei  1'  ha  con- 
cepita in  un  modo  rosi  simbolo  alla  natura 
divina  ,  che  e.  (A) 

'A'  SIMETRl'A.  Lo  stesso  che  Simme- 
tria .  Lat.  symmetria  .  Gr.  (jUjU._tJt!Tf l'a  . 
Red.  Cons,  I.  71.  Ma  Io  manlengono 
nel  suo  luono  ,  e  nella  sua  naturai  sime- 
ina  e  ordine  di  parli  .  Pros.  Fior,  6- 
2^9.  Siino  indizii  infallibili  della  simetna 
defla  vita.  Silvin  Pros.  Tose.  l.  4^9 
Non  possa  io  già  crearne  un  tutto,  le  cui 
parti  con  quello  e  tra  se  con  avvenenza 
di  simelria  si  rispondano.  (*) 

•|  *  SIMETRIATO.  t  SIMMETRIA- 
TO.  Add.  Fatto  con  simeVii  ,  Apparte- 
nente a  simctria.  Uden.  jV'iV.  l5.  8-  Ne* 
primi  tempi,  in  gente  indisciplinata,  come 
può  esser  possibile  questa  impossibilità  di 
pr'iDunziar  versi  metodici,  o  simmetria- 
li  ?  (A) 

SIMIA  .  Scimia  .  Lat  simia  .  Gr.  Tit- 
àyjxo;.  Petr.  Frati.  Che  bel  guadagno  è 
quello  d'una  simia  I 

SniIANO.  Sorta  di  susino.  Dav.  Colt, 
iSl.  I  susini  simìant  nelle  corti  lungo  i 
muri  a  bacio  fanno  bene  .  ^  E  i85.  Il 
susino  generalmente  ama  luogo  grasso  , 
basso,  fresco,  umido,  uggioso,  partico- 
larmrnte  e  fuor  di  modo  il  simiano,  e  il 
porcino    (B) 


SIMIGLIANTE.  Sast.  Della  medesima 
sorta  .  Lai.  idem  .  Gr.  0  «UTO4  .  Bocc, 
nOi\  IO.  g  Che  so  io,  madonna,  se  nello 
eleggere  degli  amanti  Toi  vi  faceste  il  si- 
miglianleT  Dant.  Purg.  2.  V  vidi  una  di 
lor  trarrost  avante  Per  abbracciarmi  con 
sì  grande  aOelto,  Che  mosse  me  a  far  lu 
simigliarne.  :".:  J'it.  S,  Margit,  i55.  E 
Margherita  fue  sentenziata,  Cb'  a  lei  fosK 
fallo   il  siinigUante     (/ÌJ 

SIMIGLIANTK,  Add.  Che  simiglia. 
Simile.  Lat.  sinults  .  Gr.  opoio^,  Dant. 
Inf.  3o.  Se  più  avvien  che  Fortuna  t* 
accoglia  Duve  sien  genti  io  simigUant* 
piato.  F.  Purg.  1,  Lunga  la  barba,  e  di 
pel  bianco  mista  Portava,  a*  &u»i  capegU 
simiglianle.  E  Par.  7.  Che  l'ardor  santo, 
eh'  ogni  cosa  raggia,  Nella  più  simiglianta 
è  più  verace.  Bocc,  nov.  4'|.  8.  I  giovani 
son  vaghi  delle  cose  siniiglianti  a  loro.  E 
nov.  6o.  2[.  Le  quali  son  si  simjglianti 
1*  una  all'  altra,  che  spesse  volte  mi  vien 
presa   1*  una   per  V  altra. 

SIMIGLIANTE.  Avverò.  Simiglianle- 
mente  ,  Similmente  .  Lai.  simililcr  .  Gr. 
op-oiùii  .  G.  J',  7.  21.  2.  E  simigtianLe 
vi  venne  gente  di  tutte  terre  di  Tuscana- 
E  9-    17.    1.    E   simiglianle  vi    mandarono 


i  Sanesi  e'Luccb«-si,  e  dimorarvi  più  me- 
si. Sen,  Declam.  Più  tempo  stesti,  che  non 
fosti  con  lui  •)  cosi  simigliante  tu  può*  sta- 
re ora. 

SIMIGLIANTEMENTE  .  A^'^erh.  Si- 
milmente, P  irimcnte  Lai.  .iimililer,  pa- 
riler.  Gr.  Òao'.ùi;,  Pass.  29.  Simigliaa- 
temente  tulli  ì  Santi  del  vecchio  e  nuovo 
Testamento  ci  ammaestrarono  co'  tatti  u 
colle  parole  della  penitenza,  come  di  cosa 
eh*  è  necessaria  alla  salute  umana.  Bocc. 
Introd.  55.  Le  quali  (  chimere  )  co'  letti 
ben  fatti  ,  e  così  di  fiori  piene  come  la 
sala  trovarono,  e  simigliantemenle  le  don- 
ne le  loro.  G.  l'.  12.  6t.  i.  E  con  quelli 
di  Legge  simigliantemenle  avea  de'baroni 
del  paese  Tes.  Br.  2.  5o.  Ed  un*  altra 
figora  mula  simigliantemente.  Cr.  5.  26. 
3.  La  sua  superficie  (  della  ghianda  )  è 
molto  lazza  ,  e  simigliantemente  le  galle 
de'  detti  arbori. 

g.  Per  A  similitudine .  Pallad,  Apr. 
7.  Quando  sar'a  nato  siraiglianlemeote  al 
dito  grosso  di  grandezza. 

SIMIGLIANTISSIMO.  Superi,  di  Si- 
miglianle. Lat.  simi/limus.  Gr.  o^oio'ta- 
TO;  .  Bocc.  nov,  29.  5.  Partorì  due  fi- 
gliuoli maschi ,  simiglìantissimi  al  padre 
loro  .  ^  S'ìh-.  Avveri,  i.  2.  2.  Si  vide 
parimente  della  latina  lingua  nella  vita 
di  Cicerone  memorie  simiglianlissime,  se 
noi  non  siamo  errati,  ec.  (B) 

f  5  SIMIGLIANZA  .  Conformità  tra 
due  persone,  o  tra  due  cose,  Somiglian- 
zn.  Lat.  siuiililudo.  Gr  óp.Oiózrì^.  Amm. 
Ant.  3  3.  9.  Questa  è  natura  delle  cose, 
che  sempre  la  simiglianza  è  meno,  che  la 
cosa  vera.  Bocc,  g.  4*  P-  16.  Pure  esie 
hanno  nel  primo  aspetto  simiglianza  di 
quelle  .  Dant.  Inf.  28-  E  cui  già  vidi  su 
in  terra  latina,  Se  troppa  simiglianza  non 
m*  inganna. 

^  §,  I.  Per  Immagine,  Figura.  •*  G- 
l'.  8*.  70.  2.  Ordinarono  in  Arno  sopra 
barche  e  navicelle  certi  palchi,  e  fccionvi 
la  simiglianza  e  figura  del  ninferno  •'.  fC) 
§.  II.  Per  Comparazione,  Similitudini, 
Lat  cr.mparalio  .  Gr.  su'y/pist;  -  Dant, 
Par.  ì5.  Che  tulle  simiglianze  sono  scarse. 
Pass.  prol.  Parla  il  santo  Dottore  della 
penitenzia  .  per  simiglianza  di  coloro  che 
rompono  io  mare. 

g  ni.  Per  Indizio,  L2t.  indiciUftt.  Gr. 
TSxiiTlpio-^.  Tes.  Br.  5.  II.  E  s' eUi  (lo 
sparviere)  hae  li  piedi  rosligioii,  si  ò  si- 
miglianza  che    sieno   buoni. 

SIMIGLIARE.  A^er  simiglianza    Lat. 
I  assimilari  ,    refene  ,   similem    esse  .  Gr. 
l5t 


5  i  n 


s  j  u 


s  1  u 


ouotou'dcct .  Socc.  noi;  27.  7  Maravi- 
gUosii  furU  T«^jlJo,  che  alcuno  io  Unto 
il  limigluvse.  rh«-  fosse  rrcduto  lui  Pflr. 
*on,  127.  Cbc  sul  se  stessa»  e  nuli*  altra 
simiglia. 

g.  1.  Simigliate  ,  neutr.  pass.  ,  s>aU 
Fcrsit  o  Rendersi  simite.  .  Lai.  te  Simi- 
ii'trt  redd're.  Gr.  sauro'v  «^5/Jiowùv.  Dunt. 
Par.  28.  Così  veloci  spgDnnu  i  suoi  vìmi, 
Per  simigliiirsi  al  punto  quauto  poono. 

§.  II.  Simigliare,  per  l'aravonare.  Lai. 
couferre  ,  comparare  ,     assimilare  .    Gr. 

V'  !!■  3-  l5.  Klb  puolc  esser  simiglidU 
ad  adornalo  arbore  fronzulo  e  fiurìlo. 

g.  III.  Ptr  f*arere,  e  Semòrnre.  Lai. 
vidcri.  Gr.  ooxiTv.  Guitt.  leti.  21.  Mollo 
ftinaigllami  più  misero  ,  che  qaello  a  cai 
DOlIa  viene  di  avversila. 

SIMIGLIATO,  ^fd  da  Siftii;finre, 

SIMIGLIEVOLE.  /td,l.  Che  simigita, 
Simi/e .  Lai.  simifis,  Gr.  oyoto;.  Boa:. 
noi*.  q6.  io.  Né  sapeva  egli  stesso  qual 
di  lor  due  si  fosse  quella  rhe  più  gli 
piacesse,  m  era  di  lulle  cose  l'una  siroi* 
glicvole  all'  altra  .  Sagg*  nat.  esp.  a^- 
PoicbÌ!  i  rorpi  solidi,  rome  vcrbigrazia  la 
ghiaia  sareLbe  ,  la  rena  ,  e  simiglievoli 
ec.,  Dcl  far  fona  per  muovergli,  anzi  s* 
iacastraoo  e  stivansi  insieme  .  jRr-l,  Ina. 
111.  In  quella  guisa  slessa,  che  dalle 
punture  di  altri  animaletti  simiglievoli 
voggiamo  crescere  de*  tumori  ne*torpi  de- 
gli animali* 

*  SIMIGLIO,  r.  A.  Simigfiania . 
Belc,  rim.  io5.  (  Fir,  i485).  Servendo 
luì  con  la  mente»  col  cuore.  Tu  con 
templavi  Dio  senza  simiglio.  (J  )  lì  Bapp. 
Annitnz.  st.  ^S.  (Fir  i833).  Gesù  il  qual 
sarà  senza  simiglio.  (JV) 

ni  SIMILARE.  Jggiiinio  dato  a  quelle 
cose  che  sono  semplici  ,  e  non  composte 
da  altre,  e  che  divise,  son  dtvise  in  par- 
ticole simili,  Plitt.  jldr.  (>p.  mar.  ^  11. 
Anassagora  Clasomcnìo  disse  le  pailicellc 
similari  essere  i  principii  delle  cose  .  F 
Tpprefjo.- Dal  ritrovarsi  adunque  nel  ou- 
triroenio  parti  simili  a  quelle  che  debbo- 
no generarsi  ,  le  nominò  similari  .  (C) 
Magai.  Lett.  Darà  tolti  i  centri  de'soUdi 
similari  -  fjé) 

SIMILE  ,  Sust.  Che  ha  simigUanza  , 
Che  ha  similitudine  .  Lat.  similié  .  Gr. 
Ofioto^,  Lab,  225.  Perciorchè  ogni  simile 
suo  simile  appetisce.  Dant.  In/,  g.  Simile 
qui  con  similt-  ù  sepolto.  Mnestruj^Z.  1.  36. 
Il  simile  si  può  dire  di  coloro  che  sono 
in  Purgatorio  (cioè:  la  stessa  cosa).  Ftr. 
Disc,  an,  70.  S*  io  avessi  couìideratu 
quel  proverliio  cbc  dice:  simili  con  simi- 
li, e  gir  co'  suoi,  io  non  aveva  a  restare 
al  servigio  di  signore  straniere.  Ccich. 
Etoft.  Cr,  A.  1.  Ogni  simile  ama  il  si< 
mile  . 

3  SIMILE  .  jidd.  Con/orme  ,  Che  ha 
sembianza  di  quello  di  che  si  dice  esser 
simile^  Che  lo  rappresenta,  Lat.  similij. 
Gr.  Stxoioi.  Dant.  Par.  3.  Che  vuol  si- 
mile a  se  tutta  sua  corte  .  /*'  3o>  Simili 
fatti  v'ha  al  fantolino,  Che  muor  di  la- 
me, e  caccia  %ia  la  balia.  ^  l'it,  SS,  Pad, 
I.  1.^2.  Di  tanto  Pafuuiio  ,  e  di  tre  se< 
colati  ,  de'  quali  gli  fu  revclato  che  erano 
di  simil  merito,  the  egli  .  (l^)  Stgni-r. 
HJann,  I\ov,  |3.  a  La  paco  fu  parago- 
nata ad  un  fiume,  che  ,  it-mpre  simile  a 
sfa  (  corre  a  letto  pieno  ;  non  fu  giammai 
paragonata  ad  un  torrente,  (l) 

4  §■  I.  Simile  ,  trovasi  congiunto  al 
secondo  caso.  ..  Bocc.  canz.  9.  a.  De' 
quaì,  quando  ii>  no  troovo  alcun  che  sia 
Al  mio  parer,  ben  simile  di  lui.  Il  colgo 
«  bacio  m.  liim.  jint.  Cecc.  /4sc.  (nella 
Trtv.  Barbrr.  ).  E  simil  di  crcsUllo  è  sua 
figura  .  (D)  Vit.  S,  Frane,  U}\.  VuHe 
Iddio    che   fomo    lirato    Franertco   iratie 


dilla  pietra  acqua  foue  simile  di  Hoisè , 
e  per  la  m-jItiplicJziuoc  d«-i  cibi  fuiMi  si- 
mile di  Eliseo.  Cr.  IQ.  28*  La  furma 
di  questo  ingegno  e  simile  di  molti  al- 
tri. (F) 

$.  II.  Per  Cotale,  Sì  /atto  Lat.  talit, 
hiiiufmodi,GT.  roioOroi.  Petr,  son,  206, 
Ch*  i'  son  entrato  io  simil  frcnetia.  lìvcc. 
nov.  lift.  IO.  Acciocchì:  più  simil  caio  non 
avveniste  . 

SIMILE.  Avverb.  Similmente  Lat.  f  a- 
riter  ,  simililer  ,  Gr.  o//5t'«5  .  C.  /''.  6. 
2.  1.  Di  Firenze  vi  fu  molla  buona  geo- 
te,  e  simile  di  Pisa.  F  7*  X.  11.  Uva  ne 
rampò  niuitit,  che  non  fusse  morto,  o  pre- 
so,  e  simile  di  que' di  Granata.  Cren. 
M  rell  219  Sono  situali  di  piaggelte  e 
colli  atti  ai  mimtare;  simile  v'ba  de'gran- 
di.  ahi.  e  nondimeno  dilellcvoli.  $  Bocc. 
y4m.  Vis  36  Simile  goarda  come  son 
macchiosi  Gli  alberi  la  dcl  ungue  che 
ec.  (fi) 

SI.MILE>fESTE  .  r  SIMILMENTE 
yivvet  h.  Parimente^  In  simil  modo,  A't/- 
la  itessa  guìKa,  Conf<-rme.  Lat.  simiUter, 
parttcr,  itidem.  Gr.  o'yoi'w;-  Pant.  Par. 
i3.  Ma  la  natura  la  dà  sempre  srema  , 
Similemenre  operando  all'  artista  .  F  26. 
E  similmente  1*  anima  prìmaia  Mi  fa- 
rea  irasparcr  per  la  coverta  .  Petr.  son, 
66,  Similemcnte  il  coìpo  de'  vostri  occhi. 
Donna,  reolblc  alle  mie  parti  interne  Drit- 
to passare.  F  son.  83.  Aggiale  tura  (he 
similmente  non  nvvegna  a  voi.  Bocc.  nov. 
43.  10.  Quivi  trovo  un  uomo  attempato 
molto  con  una  sua  moglie,  cbc  similmente 
era  vecchia  .  F  nov.  61.  7.  Andatisi  ella 
e  Gianni  al  letto,  e  similnieute  la  fante, 
non  isletle  guari  che  Federigo  venne  F 
nov,  79.  5.  Il  medico  similcmcnti-  eomin- 
riò  di  lui  a  prendere  maraviglioso  piace- 
re.  Dittam.  1.  16.  Similemeote  a  costui 
parve   amara   La  sua  presura. 

*  SIMILIAHE  .  Add.  lo  stesto  che 
Similare.  lmp>rf.  V,  AV:  D.  3.  T.  Q . 
8f.  Pongasi  dunque  da  un  lato,  o  chela 
malrria  prima  sia  1'  acqua  ec,  o  sieno  le 
particelle  similiari .  o  gli  atomi  come  af- 
fermano Anassagora,  e  Democrito  ec.(F) 
SIMILISSIMO.  Superi,  di  Simile,  hit. 
simillimus  .  Gr,  Ó/jt<  lOTaro?  .  Brd.  Oss. 
an.  A7.  Aperto  il  venire  del  lumacone  , 
trovasi,  tra  le  altre  viscere  in  quello  con- 
tenute, un  corpo  bianco  variamente  inta- 
gliato, di  sustanza  tenerissima,  e  similts- 
AÌma  a*  testìcoli  di  molti  pesci .  F  53.  Il 
lumacone  marino  ,  quaoto  all'  esterna  fi- 
gura, è  siniilissimo  al  lumacone  terrestre. 
^  J'ass  Orr.  q.  3.).  Kimaneao  vivi  an- 
cor Pico  e  Laurenle  ec,  Siniilissin^a  T'op- 
pia ,  e  che  sovente  Esser  solca  cagioo  di 
dolce  errore ,  (1) 

SIM1LITUDI.\ARIAMENTE  Av%crb. 
Con  similitudine.  Lai.  'comparative,  Gr. 
suyx^iTi/w;.  Bui.  In/.  29  2.  Parla  qui 
simililudinari.imrn|e  .  F  pili  sotto  :  Ecco 
eh'  e'  parla  similitudinariamenle;  cioè,  che 
come  lo  volto  aperto  manifesta  1*  uomo  , 
e  lo  celato  l>t  cela  ,  cosi  la  volontà  aper- 
ta manifesta  lo  pri\^rro  ,  e  la  celata  lo 
cela . 

•f  *  SlMlLITUniNAnitì.j^Jrf.  Termi- 
ne  Cui  tende  la  sinulitiiJint,  Appartenente 
a  .fimi/itudine.  Che  è /onttato  sulle  simi- 
liludini.  Uden.  IS'is.  2,  56.  Oltre  al  po- 
cllis^imo  artificio  rhe  v*  è,  per  euero  una 
lameolaiìone  dirò  similitudmaria  ,  ciuìr 
fondata   tutta   kull>-   similitudini  ,   ce.    (A) 

StMlLITUllLNE  .  Simiglianza  .  Con- 
fotmiià.  Lat.  simititiédo  .  Gr.  óyoieTf]{. 
Parii,  Par.  i^-  Per  la  simditudioe  che 
nacque  Del  suo  furiar*  .  Lab,  i6a.  Do. 
vevanti  ancora  gli  stndiì  tuoi  re.  ricordarli 
e  dichiararli  che  tu  tv*  uomo  fatto  alla  im- 
magine e  alla  similitudino  d'Iddio  Bemb, 
Sic-     I      IO.   Erano  quelle    canne  a  limt- 


lilodioe   di    quelle   artiglierie  cb«  i  mori 
della  città  gillano  a  terra. 

*  S  '-  ^'^  Immagine,  Figura.  Petr. 
Vom.  ili,  187.  Erano  ,  fra'  sooi  tesori , 
tre  mense  d'argento,  ec.  Una,  nella  qnaU 
era  la  similitudine  di  Coslanlinopuli,  man- 
dò a  Roma  a  S.  Pietro.  La  seconda  doV 
tra  scolta  Ruma,  alla  Chiesa  di  Itavcnoa 
donò.  (V) 

§.  II.  Per  Comparizione,  Lai.  campa- 
ratio  .  Pass.  55.  E  ciò  mostra  per  piò 
parabole  e  similitudini  F  i8l.  Avvegoa- 
ch--  la  Scrittura  espressamente  con  ne 
parli ,  se  uon  se  in  certe  similitudini  « 
figure  /  arch.  Lez.  5^9  Sebbene,  io  se- 
guitando i  gramatici  latini  e  1*  uso  corno» 
ne,  pigli»  lalvulia  nel  medesimo  significalu 
esempio,  comperazione,  e  similitudine,  non 
è  però  che  non  sieno  diflirrenti  tra  loro  . 
E  appretto  :  La  similiiadine  è  come  an 
genere   alla   comperazione   ed   all' osemuio 

*  §.  Ili*  Similitudine,  è  anche  Figura 
rettotica  .  Guid.  Rett  ^.  Ed  è  un'altra 
sentenzi»,  che  si  appella  similitudine  ,  la 
quale  ha  luogo  quando  il  dicitore  mostra 
alt  una  cosa  che  t^I  dire,  per  un*  altra 
cbc  a   quella   sia   simigliaole.   (B) 

*  SI.MILLIMO.  Similissimo,  S,  Agoet. 
C.  D.  11-  26.  Delle  quali  cose  sensibili 
ci  voltiamo  nella  cogitazione  le  immagi- 
ni siinillime  a  loro ,  oon  già  corporee  , 
-e  (yS) 

SIMILMENTE-  /'.  SIMILEMENTE. 
^   SIMITA'  .   Schiacciatura   del    naso 
Sega     Anini.   (A) 

SIMMETRIA.  Ordine,  e  Proporzione 
delle  patti /ra  /oro.  Lai.  symmetria.  Gr. 
aMfip-t'f-ioL .  l  arch.'  Lez.  1 1 .  La  natura 
risulta  dalla  simmetria  .  cioè  dalla  mode- 
rata e  ci'>ramisurata  mescolanza  degli  quat- 
tro elementi.  Cai.  Sist.  390  Renuoiiaodu 
a  quella  sìninielria  ,  che  si  vede  ira  lo 
velocità,  e  le  grandezze  dei  mobili.  Red. 
Ins.  \(\.  Anch'esso  in  quel  tempo  s'era 
ridotto  alla  conveniente  e  naturale  simme- 
tria delle  parti  ■ 

*  SIMMETRIATO  /.  SIMETRIA- 
TO.  (Pi) 

I  #  SIMO  .  Add.  F.  L.  Che  ha  il 
nano  in  dentro,  «  sthiacciate.  Lai.  simus. 
Ar.  Far.  17  65.  Pien  di  letizia  va  con 
l'altra  schiera  Del  simo  gregge,  e  viene 
ai    verdi  paschi.   ( M) 

t  *  §■  Simo  ,  dicesi  altresì  del  naso 
e  delle  nari  allorché  sono  schiacciate.  Se- 
gn.  Rett.  Ariti.  18  Quadra  qui  l'e- 
sempio del  naso  aquilino  e  del  stmo  ,  il 
quale  non  tanto  sì  riduce  al  mesto  eoo 
allentarlo,  anzi  se  egli  si  rislrigoe  troppo 
nella  fornia  aquilina,  o  sima  ,  egli  esca 
tanto  de' termini  suoi  che  e*  non  par  piò 
che  sìa  naso  .  (FP)  M>trchett.  Lucr.  4- 
1679  E  paflTuia,  popputa,  naticuta?  Sem- 
bra Cerere  stessa  .  amica  a  Bacco.  Sima 
ha  Ir-  nariT  è  Satira,  o  Siirna,  ec.  (M) 

<t  SIMULACRO.  I.o  stesfo  che  Stmu- 
lacro  Car.  fu.  2  1253  Ecco  d'avanti  Mi 
si  fa  l'iofelire  sÌmo!acro  Di  lei  maggior  del 
solilo  K  li.  io38.  Cui  le  sacre  earieiu 
ivano  appresso  Coi  santi  simolaeri  e  con 
gli  arredi,  Che  iraean  per  le  vie  le  madri 
io   pompa,   (l!) 

SIMONEGGIARE  Far  simonia.  Lai. 
simonia'»  ccmmitttrt.  fì/ìnt.  In/,  io.  Di 
sotto  al  capo  mio  son  gli  altri  tratti.  Che 
precedeiirr  me  simoneggiando. 

t  3  SIMONIA.  Merxntanzia  delia 
e^se  s.-ice  ,  e  spirituali  .  Lat,  *  stmotia  . 
liut.  Simonia  è  .  che  mercataota  le  rosa 
sacre.  /."  altrove  :  E  simonia  coroperamco- 
to.  e  vendimento  del'e  cosesacret  e  spi- 
rituali con  danari  ,  o  con  cose  equivalenti 
»  danari.  S.  Ani  Confess.  Simonia  si  a 
dare,  ovvero  ricevere  alcuna  cosa  tempo- 
rale, che  lì  può  stimare,  io  preno  della 
rose    spirituali      Quitt.   /Iles      C.    S.    Sì- 


S   1   M 


S   1  -M 


S   1    NJ 


130.' 


.0      por     >lcuo»    coli     spi"  u"l»   .     "■> 

riceVfDle.   Jlocc.   no^.    2.  9-    AvenJo    alla 

G.  ;■.  Il-  20  »■  DiModo,  »1  face»  per 
levare  le  simonie.  i„/-   ii 

*  R  Pf,-  Simoniaco.  '■  D""'-  'V-  "• 
Onde  nel  cerchio  secondo  i"  anDidaec. 
Falsili,  ladroneccio,  e  simonia..  .  l'I 

«SIMOM.VCAMENTE./^i".-'»  •<■■""■ 
d.gli  EccUs,.,iUci.  In   melo    simamoco . 

sii  fu  uomo  mollo  cupido  d.  "O"' "  ' / 
s'moniaco.  Pa,s.  ,34.  Non  sia  ebr.aco  ec, 
non  falsario ,  non    siii.on.aco. 

v,ao  .  comperavano  le  bestie  e  gli  uc 
«ni.  .  pre...Tano  la  moneta  .  e  .  quali 
uiniScjno  li  simoniaci..  .  ftj 

"sTmoniale.  r.  ^. /«.M  *™-;"- 

Lai.  '.imomocus.  Gt.  ai^uvio/Ov  irn  . 
J;c<-.  man.  Sono  appella»  simon.al.  tutti 
fucili  che  vogliono  Tendere,  o  comperare 
le  cose  spirituali. 

+  SIMONIZZABE.  Simontgittrt  y\- 
•,.n,cn.an.  «mm,«ere.  Gr.  ..^«v.a?=iv. 

Oli    Com.  P«r.  l8.     (|M-    Vendono    si- 

rooui«ando  le  cose  d'  Iddio. 

+  SIMONIZZATOBE.   TerAa/.    m«sc- 

Che.   0   Chi  simonizza  .    S,mo„i,co.  y\. 

PurK.  33.  584-  Uno  mandalo  da  Dio 
«rrfe  in  quelli  anni  di  quella  revoluno- 
ne,  che  uccider'ae  ogni  resia,  ed  ogni  si- 
monia.  e  simoniiialoie.  ,„„,:„ 
SIMPATl'A  .     Contrario    d    AnUpaUa. 

Gal.  S,.,.  4o3.  Noi  ec;  ";'>"^'"^"'' 
I.  causa  di  questi  e  simili  altri  effetti 
uatarali  alla  simpatia;  che  e  certa  conve- 
nien.a  e  scamhicvole  appetito  che  nasce 
ua  le  cose  che  sono  '"^^'  ''"°  .  ^"^V 
giùnti  di  qualil-a  .V»/m.  5.  .',3.  Ch  essi 
Son  han  con  voi  gran  simpatia.  Vili, 
nate,  iv,:  La  voce  simfaih.a  greca,  f,  la 
toscana.  signiBca  inclioalione  scarol..esole, 
o  simUiludine  di  genio,  di  voleri,  e  d  al- 

'"*  SIMPATICO.  AdJ  Di  ""'P'''']' 
4pp^rlrnrnlf  ali,  cagiona,  o  agi,  c_ffell, 
,Ula  simpatU,.  Fit.c.  Rin,.  pog.  499. 
(Son.  Pieno,  e  in  Ini  ec.;.  E  se  muovesi 
V  3nima  non  sorda  .  Molo  e  d'  amor  che 
.1  suo  Divin  Fattóre  Con  simpatica  lorta 
ocnor  1'  accorda.  (NS) 

*  SIMPLICE  r.  J  S,mphct.  Fai- 
Kj<.p.  il  Acciocché  in  tal  maniera  p.'S- 
.ano*^  ingannare  i  simplici,  e  P"'^  r"/"; 
uè.  promettendo  Lene,  e  ritenendo  male, 
/r^.  Gabbano  i    simplici,    e    di  buona 

fede,  rn  ,    c,„, 

*  SIMPLICIONE.  lo  slesso  che  òtm 
rlicion,.  Lai.  n,mi„msin,plex,  plumbei.'. 
Ter.  Gt.   8)iito^«>«;.    ^'■•'>-    ''"•    """■ 
T    5.  a3     10    E  se    ne    sta    come    uomo 
simplicione  ,"E  ora  freddo    e    grossolana- 

mente.   (")  .         ,    1 

*  SIMPLICISSIMAMENTE.  ^..«r*. 

to  jlejio  c/.e  5'rmp''CM"'»'<i'""''e-  Corlif. 
Ca.liel  I.  4l.  Mostravan  (■?'■  O'alcri)  le 
loro  orationi  esser  falle  simplicissimamcn- 
le ,  e  più  ioao  secondo  che  loro  porgea 
!•  nalnra  e  la  varietà  ,  che  lo  studio  e  1 
.rte.  t^S)  , 

SIMPLICITA'.  r.  ^.Semplicità  I..M. 
llmplieitar  Or.  iTiJsTtI?.  *  Fr.  Giord. 
Pred  3l  Iddio  è  un  atto  puro,  una 
.impliciti.  (fP)  Mor.  S.  G..S.  I.  9  Per 
lo  nome  dell'  asino  s'  intenda  la  simpli- 
eiti  de'Pagani.  F.  appresso:  E  che  >uol 
dire  ce.  ,  se  non  che  Iddio  perdnca  la 
limplicili  de-  Pagani  alla  vision  delU  pa. 


ce  »  Fmnc.  S.icch.  iioì:  i8.  Questo  gio- 
vane  acquistò  puramente ,  e  con  grande 
simplicilà  le  lire  cinquanta. 

«  SIMPLIFICAHE.  ^e„lr.  pass     Far- 
,i  semplice.  Hidiirsi  a  .r.mp/.c.l".  |S"m  ■»■ 

Pro,.  Tose.  ..  qo'-  11  J'-'l"',  '.'^""° 
viine  per  sovrana  guisa  a  cumularsi, 

come  lutte  le  cose  ec,  a  »'";r'f  ""■ 
per  cosi  dire,  ad  uuiHarsi  E  532.  Tanto 
i  migliore  il  sapere,  quanto  più  si  unifica 
e  si  simpliBca  e  si  universalia»-  fc  Disc. 
,  ,q3.  Essendo  (Dio)  pcrfettiss.mamen  e 
uno,  i-  in  eminente  gr.,do  tutte  le  cose,  le 
nualì  in  esso  simplificansi.  (  )  „.  .      . 

^  'f    :•:    .SIMPLIFICAZIONE.     Riduci- 
menlo  d,  alcuna  cosa  alla  sua  simplicila. 
SMn.   Plot.   24;,.  Ma  ciò  forse    non    fu 
visione  ,  ma  un  .Uro    modo    di    vedere 
estasi  e  simplificazione,  o  spaod.mento    e 
avanzamento  di  se  slesso,  e  desiderio  ver- 
so  il  coniano.  Macai,  p-rl.   1. Jelt.     I3^ 
Quasi  alchimisti  deir  orazione,  han  ripieno 
i  loro  scritti  di  tulli  quei  gerghi,  o  si.mo 
nomi  en.gmalici  di  pura  tede,  guardo  fis 
so    tenebre  mistiche  ,  astrazioni  .  sospen- 
sione, rimplificazione.  e  tanti  altri  termini 
barbari,  che  non  si  trovano  nel  Vocabolario 
de- Padri,  e  della  più  sana  Teologia.  W 
:--  SIMPOSIACO    .     Adii.      Si'nposico. 
Lai.  simposiacus.  Gr.  c...i:r!>Gia/o;.  Sai- 
..,„.  Pise.  2.   169.  D.I  quale    effetto    del 
vino  Ippocrale  negli  aforismi  ce  ,  e  dol- 
lamente  Plutarco  nelle  quist.om  simposia- 
che.o  convivali,   la  fi.ica  ragione  ne  asse- 
ena    E  Pro,.  Tose.  1.  200    In  pulil.lici 
fulennissimi  luoghi  si  sono  ragunali  a  fre- 
quenti  convivali  consulte,  a  simposiaci  di- 

'"mMp"os1cO.  r.  L.  Add.  Atteaeaie 
a  simpouo.  Lai.  coam'alis .  sìmposiaciis. 
Gr.  ,vu^<„i'-</o'i.  Da^-  Oraz.  Ocn.  de- 
l.l,  l\l.  Quantunque  egli  a  suo  propo- 
sito gii  l'allegasse  nella  sua  orazione 
1  simi'osica.  _ 

'  SIMPOSIO.  7'-  G.  Bancliello.  Comi- 
Io  Lat.  e  niifi'"".  sympcsiiim  Gr  cufl" 
ada.ov.  Vareh.  Ercol.  242.  Non  vi  par 
egli  come  a  Cicerone,  che  fosse  meglio 
posto,  e  più  segnalalamente  da'Laltniche 
da'  Greci,  simposio?  V  Sahin.  S.n'J  A. 
i3o  E  questo  tirò  io  lungo  mollo  il  sim- 
posio ;  poiché  dopo  assai  tempo  si  Tacqui- 
stavano.   (C)  t    .      ,; 

SIMULACRO.  1'  L.  Sicilia  -LM  si- 
mulacriim.  Gr.  si'ow>ov.  M.  1  ■  i-  'O. 
A  Firenze  feciono  onorare,  come  santua- 
ria  quello  simulacro  per  cotanlo  lempo. 
f'il  SS.  Pad.  Conciossiacosaclie  voi  siele 
uoni'ini  razionali,  come  sacrificate  a' simu- 
lacri muli  ed  insensibili!  *  Morg-  l^ 
I  ,0.  Vogliam.  per  sempiterna  tua  memo- 
ria. Un  simulacro  farli  d'oro  saldo,    f/.; 

S:  S  I  /•:  ;"■'•  Immagine,  o  ìhdcllo.  | 
Impcìf.  Ti.n  n.l.  r.  6.  33.  La  na.u-  , 
ra  é  arte  imperfetta  in  quanto  non  da  per 
sé  né  opere  sue  proprie  lavora,  rna  copia 
e  ricava  i  simulacri  maravigl.osi  dell  idee 
sovrane  scolpite  nell'  eccelsa  mente  del 
Manifattore  Eterno.  K  T.  b.  4o.  Ne  Mene 
essere  necessaljo  che  questo  mondo  visi- 
bile simulacro  sempiterno  sia  di    qualche 

cosa  eterna.  (Fj 

■"  S  11  Per  Ombra  di  morto.  Spettro, o 
simil.-.Tass.  Gcr.  7.  ,00.  Il  simul.,cro  ad 
Gradino  esperto  Sagiltario  famoso  andonoe, 
e  disse.  (F)  E  l3.  36.  Ma  pur.  se  fosser 
vere  fiamme,  o  larve.  Mal  pole  t'od'car 
si  loslo  il  senso.  Perché  reprnle.  appena 
tocco,  sparve  Quel  simulacro.  E  si.  4^. 
Sebben  sospetta,  o  in  parte  anco  s  acer- 
be Che  '1  simulacro  sia  non  forma  vera 
Eie  A<.  228.  Tu  non  goderai  le  sue  m'i- 
re, né  sarai  della  quiete  della  morie  ri 
crialo,  né  goderai  1  sollazzi  de  la  vita  ; 
ma  dubbio  simulacro  andrai  vagabondo  fra 
il  iole  0  fra  le  tenebre    (M) 


*  SIMULACRO  r.  A.  .^imulncro.JÌ.II. 
,!/<.«   .8.  Mirate  in  terra  l'alto  simulagro. 

Donde  tanl'  arte  Policleto  fura.  I.^Sl 

SIMULAME.NTO.  /'  simulay.  Lai. 
siniuUlio  Gr.  £i>MV«V.  But.  E  astuzia 
simulanicnto  di  prudenia  . 

SIMULARE     Mostrare  il  contrario    iti 
quello  che  r  uomo   lia  nell'animo  .  e  nel 
pernierò  .   Figgere.  Far  fiata.  E  3,  usa. 
oltre    al  signific.  alt.    e    neiilr.,    eziandio 
nel  neulr.  pass.    Lat.    simulare,    finger: 
Gr    ùltox/Jiviiìsti ,    TilxTTeiv.     Dulam. 
Qni'ilil.    e.  Ma    perrh'  e'  non  era    colpe- 
vole,  non   simulòe  se  non  colla  matrigna. 
Mor.  S    Gl'i;.  Non  simulano  the  nou  sia 
detto  a  loro,  quando  essi  dispr-Riano    d' 
ammendarsi.   Maesiri,-.z.  2.J.   11.  Non  . 
sempre  bugia  ciò  che  noi  simuliamo  e  in- 
fignamo.   Ar.^r     ,86.   Poiché   le  midolle 
dello  esecrabil   fuoco  accese   la  sforzarono 
cedere    all'amore,  simulandosi  inferma  del 
corpo    copriva  la  ferita  dell'  animo.  Alam. 
f.ir    16.  45.  Meno  avrò  pena   a  star  ser- 
rato'eterno.  Ch'io  non  ho  avuto  a  sima- 

larmi  tale.  „      a         *.     r^..    ,i 

SIMULATAMENTE.  Avverò.  Con  si- 
mulazione, Fmlamcnle  G.  ''•"'=.  '^ 
Simulatamente,  e  per  favore  de  ^-f^-^ 
a  loro  richiesta,  donò  al  re  Filippo  di  Frau 
da  tutte  le  ragioni  eh' egli  aveamlucca^ 
Ce  Pisi.  Quinl.  Non  sieno  tali  ,  che  in 
essi  fillizi.nnentec  simulatameme,  per  ca- 
gion  di  guadagnile    si  pos,a    susurrare  . 

^;:ff^:;:^p:;;^n:::im;;.atameu.eaLia 

pintura  .  la  quale  circondava  quella    ma- 

^'mMULATIVO.   Add.   Che  simula.  Si 
maialo  ,  Fi.nto.  Lat.    s:mulans.    Gr.  urto- 


„ivi.«vo;.  «.«"  f-er  4  4.  2.  Ha  di 
pigrizia  il  nome,  e  quel  s' usurpa  Della 
tranquillila  simulalivo. 

SIMULATO.  Ad:Uda  Simulare.    Lal^ 
simiiìatus.  ficliis.   C.    1      9'   ^^°-    }'    ,  , 
per  li  più  SI  disse  che  fue  opera  simulaU 
^er  lo  signore  di  Pistoia.    P«.:r.     22.^     '' 

Iona  grado  della  ^''P"Y\-\  TsT. 
confessione  de' peccati  M.  1  .2  q^  La 
lettera  era  d'  allo  dettato  ,  simulala  da 
'„"  del  Principe  delle  tenebre.  AJam. 
r,ll  2  38.  Che  l'incerta  vitloria  or 
quinci  or  quindi  Con  simulalo  amor  pm 
volle  ha  corso. 

+  *  S.  E  in  forza  di  su.<t.  per  In^en- 
\Jne.  B.lroi.ato:s    Agost.  C.  D    5.     3- 
Indarno  dunque    riferiscono    quel     noWe 
simulato  detto  della  ruota  del  '»»•■>•  f^^ 
^   SIMULATORE,    l  erbai,  masc.  tue. 
„   Chi  simula.  L«t.  simulalor     Gr.  u  no- 
xpirr-;.  miam.    2.    5.    Simulatore,  e  d. 
aftri  vizii  pregno.   Canale.    Med.  «or.  L. 
simulalori  e  callidi  provocano  1'  ..a  d  Iddio. 
Mor.   .i.   Creg.  5.   .6.  Simulatore  e  que- 
gli che  di  fuor  mostra  altro  ,  che  non    e 
3en,ro    da     sé    eoncepulo.     E    "TP""»  •• 
Quando  elli  disse    simulatori  ,  bene    sog- 
giunse, e  astuti  ;  imperocché  se  essi    non 
fossero  dotti,  e  astuti  d' ingegno,  non  po- 
UebLn  ben    simulare,     ir  Bind.    Bonich 
can-    3    si.  1    Dell'uomo  tal  direm  noi 
dun'què  amico!  Non  già  ;  ma  d'amata  si- 
mulatore,  Che  sono  vel    d'  amore  Tradi- 
sce altrui  per  fornir  suo  pensalo.   (B) 

*  SIMULATORIO.  Add.  Fano  eoa 
simulazione.  Caialc .  Specch.  V'"^"!^ 
,,     Tre    sono    le   spezie    della    penitenza 

Lr^--Jdr^aiólt^^:3 

ci?e  non  è  vero;    dissimulazione    e  negar 
quello  che  f-  vero.  Maeftruii.   2.  ,-   IL 


1304 


S  I   M 


Lj  simuljiionc  h  proprismoote  bugia  , 
composta  con  jpgni  dfgli  ani  di  („„„  ^  ^ 
noo  fa  fona  per  qujliiuque  modo  alni 
meola  o  con  parolo,  o  con  falli.  Jlf.  /• 
3.  |6.  Acciocchi  avendo  alcune.  Iclio  la 
Tenuta  del  santo  braccio ,  noo  fuiie  in- 
gannalo dalla  simulazione  di  quello.  Mor. 
S.  Greg.  Con  falsa  simulaaion  di  bene 
perrertono  coloro  che  apcrlanicnle  non 
possono  inducere  al  male 

•f  *  SIMULTANEO,  //rf,/.  lìlc-si  di 
aue,  o  pià  azioni  che  si  fanno  uri  mede- 
limo  istante,  Afngal.  pari,  a,  /,/;_  5_  || 
vostro  crederi!  tari  anlriorcal  vostro  di- 
«correre,  e  simultaneo  col  vostro  vole- 
re. (J) 

't  SINAGOGA.  V  Adunanza  d.gìi  E. 
hrei.  Lai.  synagoga.  GT.'.\itt,ju-/À.  Ca- 
<'aìc.  Fn„t  li„g.  Questi  fu  principio 
della  Sinagoga,  e  comliattette  col  Demo, 
nio.  Omtl.  S.  Crtg.  Del  tempo  del  loro 
nascimento  sino  alla  fine  la  Gentilità  corse 
colla  Sinagoga  con  pari  .■  comune  via 
(in  questi  due  eumpii  fif,uralam.  per  la 
fteligione,  o  .Varione  giudea  )  . 

f  §■  Per  Tempio,  0  altro  luogo,  oir 
Si  Ebrei  convengono  per  fare  gli  „«?<,.. 
■Iella  loro  religione.  Serm.  S.  ylgoil  V 
Guastator  della  Sinagoga  loro  ,  e  edifica." 
tor  delle  chiese  cattolicbc. 

SINAPISMO.  Senapismo  Lai.  ,„„„;. 
•  mus.  Or  5i..inc3/<(>5.  Lit.  cur.  malati 
Conviene   ricorrete    pronlamcnlc    a'sina- 


S  I  M 


pism.. 

•t  SINCERAMENTE  .     y1,„erb.     Con 
sincerila.  Lat.  sincere  .     Or.   ùr.ipaiaz 
tarale.   Specch.    Cr.   Dehhe  essere    uomo 
tratto  ad  amarlo  più  sinceramente,  come 
'■  dello.  Pass.  aai.  Il  nono    gra.io  è  si. 
mulata  confessione  de'  peccati,  per  la  qua 
e  avvengacbi;  altri  confesii  colla   propria 
liocca  d    esser  peccatore  ,    noi  fa   sincera- 
mente,  ne  con  buon  cuore.   Cas.  leu.  22 
Sicché  io  ho  posto  in  lei  tulle  le  speranze 
mie  e  di  casa   mia  ,   e  me  le  son     donalo 
sinceramente  in  perpetuo 

*  SINCERAKE  .  Mostrare  che  un'  a. 
tiene ,  o  un  detto  non  menta  d'  esser 
ripreso,  liiasimato,  0  simìlej  Giustiflcare 
Oal.  leu.  Uom.  ili.  ,.  36.  Ora  ec.  a  me 
«I  .■  aperto  cortese  adito ,  e  orecchio  e 
Jacoltà  di  poter  sincerare  ogni  mio  fallo 
«Jeuo,  pensiero,  opinioae,  e  dottrina,  fc'j 

*  S-  I.  Sincerare,  vale  anche  Jìender 
capace,  persuaso.  Lai.  salisf.icerc.  Il  lo- 
mhol.  alla  r.  GlU.STlFICAnE,  S.  Ili  /Ci 

-  ,s.  II  /;  in  SI f nife,  neiitr.  pass, 
'■ale    Uscir  di  duhhio.   Certificarsi.  ICI 

*  SINCEIIATISSIMO.  Superi,  di  Sin. 
cerato.  Cai.  leti.  Uom.  ili.  i.  A',.  Era 
•Ulo  reso  certo,  che  lutti  i  superiori  erano 
r«lUli  sinreralissimi  esser  irnta  un  mini, 
mo  nco  (1,1  persona  mia).   (C) 

if  SINCEIIATO  Add.  da  Sincerare  j 
Capacitalo,  Persuaso.  Red.  Ins.  1.  Onde 
acciocchì  restino  sincerali  (i  sensi),  molto 
spessi.  CI  avviciniamo,  o  ci  diicostiamo 
mutando  lume  e  posto  a  quelle  cose  che 
da  noi  si  riguardano.  (C) 

*  SIRCEHAZIO.NE  II  sincerale,  o  II 
sincerarli.  .Magai.  Lelt.  Accetto  di  bu.n 
cuore  1.1^  rispettoi»  sinccraiionc  che  mi 
fate  su  I'  equivoco  preso  a  conto  d'ovaio 
e  Don  ovato.   (A) 

*  SINCEIIISSI.MAMENTE.  Superi,  di 
Sinceraimnlc  .  Lat.  sineeiis.'lmr  .  Gr. 
vKtpÌT,).ÓTaT7L  .  lied,  leu  I  38.  lo  lo 
risponderò  con  la  mia  solita  lil.erit  sin. 
cerissimamenle ,  dicendole  che  ce.  A  ,'i6 
Questo  è  quanto  ec.  posso  dite  a  V.  Ilev. 
ce.,  e  lo  sottopongo  sinceriuim.nienle  al- 
1.1  prudenza  di  quei  dottissimi  uomini,  ec. 
/i'  3  168.  Io  l'ho  Iella  con  somma  sod- 
.lisfaiione,  e  le  parlo  col  cuore  siocerissi- 
iTiamcnte.   (•) 

SINCERISSIMO     .V„prr/    rf,  Sin.ero  . 


Lai.  s,ncer,s„.„u,.  ì  il.  S.  Ciò.  Bai.  Al 
Signor  dilettissimo  è  da  osservare  e  ab. 
tracciare  p,r  cullivameolo  di  .incerissima 
cariladc.  Car.  I,i,  j  j,g  ^  ^^^,^  ^. 
prego  10  che  mi  legniate  10  grazia,  la  quale 
no  per  sinccri..siina. 

.  *J'«CERITA',  SIRCERITADE.  e 
SlNfEItlTATE  .  Prepriamente  Quahlà 
di  CIO  che  non  i  mescolato  con  altro,  di 
CW  che  e  sincero,  puro.  Porz  Celi.  Color. 
ea.  La  sincerità,  e  la  purità  dell'  umore 
per  .1  quale  noi  veggi.mo,  opera  ancora 
ella  molto  alla  divertila  de' colori.  A  8q 
Aggiungasi  ancora  ec.  la  sincerili  e  ehii- 
rezza  dell   omore  acqueo.  (C) 

t  §  Ma  per  lo  pili  si  „,„  /„  „„j„ 
figurato,  e  vale  Purità,  .Sehiellezza ,  In- 
tegrila .   Lat.  sinceritns  ,  inlegrilas  .    Gr 

c'tpaioTn:.  C.  /.  ,2    ,,3.  3.  ^„i,„: 
C'c  la   sincerili  dell'amore,  il  quale  tra' 
gcnilori  nostri  e   voi  già    lungo  tempo   fu 
«1  e  indissolubile,  insieme   con   noi  perse- 
veri. ,S-.C,o    Crisott.   3    Beata  giudico  la 
sincerila  della  tua   mente  e  la    purità   del 
tuo  .mimo.  A>. /«.    J-.  .'i.  9     ,.   chi  vuol 
trovare  amore.  Tenga  sincerilade.  *  /Juon 
f"r.  I.    I.  8.  Nel    lur    parlar    prudenza 
s   argomenta,  Sinceiilà  s'  inlende.   Che   'I 
mondo  (.gnor  più  grida  essere  speola.  fJY) 
t  5   SIKCERO  .  Add.   Che  non  e  me- 
scolalo  con  altro.  Che  .•  puro,  schietto  Lat 
sincerus,  purus.  integer.  Gr-  8'a<zp,v.ic, 
'"Oy-poi;.  ^«VTsleio;.  Vani.  Par.  7    Que- 
sta  natura  al  suo  Fallore  unita,   Qual  fu 
creata,  fu  sincera  e  buona.  A  appresso .-  Gli 
Angeli,  frale,  e  '1  paese  sincero,  ^el  qual 
tu  se  ,   dir  si  possoo  creali.  TT  li    Che  'I 
piacer  santo  non  i-  qui  dischiuso.  Peichi; 
si  fa,   montando,  più  sincero.  E  33.  che 
la  mia  vista  ,  venendo  sincora,  E  più    e 
più  entrava    per    lo   raggio.     Pallad.    Di 
questo  mese  facciano   il  cacio  di  sincero  e 
puro  latte.  *    Ta„.   Cer.   ,.  7.   ||  p^dro 
eterno    ec.    E    nella    parte    più    del    ciel 
sincera  .  (C) 

*  S_  '•  Sincero,  aggiunto  di  schiatta. 
o  simile,  vale  A'on  imhastardito  da  alcun 
matrimonio  fre.tliero.  Tac.  Dav.  Germ. 
.^73.  Me  ne  vo  con  quei  che  tengono  i 
Germani  per  ninno  matrimonio  forestiero 
imbaslardili  aver  mantenuta  loro  schiatta 
propria  ,  sincera  ,  a  niuna  altra  nazione 
somigliante.   (C) 

">  §.  IL  Per  metaf.  lìorgh  Orig.  Fir 
."".q.  E  quanto  all'  inganno'  che  costoro 
temono,  non  e' t  questo  pericolo;  ni-  i- 
[amo  agevole  il  contraffare  cosi  al  netto 
la  sincera  e  pura  amichila,  che  uno  mei- 
zanamenle  esercitalo  in  questi  sludii,  non 
VI  conosca  facilmente  le  cose  Cote  oaile 
vere.  lìep.  Jìecam.  Proem.  i|.  Sarà 
buon  saggio,  e  principal  contrassegno  da' 
lesti  novelli  agli  antichi  ,  e  dai  puri  e 
sinceri  ai  contaminati  e  guasti.  ^f7i 

*  §.  III.  Sincero  ,  parlandosi  di  per- 
sona, va/c  Leale,  Schiena,  Sema  fin-io 
ne.  Che  dice  quello  che  pensa  .  .Segaer 
Pred  ij).  5.  Mischiando  que'  viluperii 
che  d  altrui  dite  con  qualche  encomio  che 
tanto  pur  vi  dia  credilo  di  sinceri    (C) 

*  §  IV.  Sineeio.  si  dice  anche  d. Ile 
to^,  dove  vi  ha  della  sincerili.  .Iella 
lealtà,  del  candore,  o  simile.  "C  /'.  11 
a.  26.  Sia  manifesta  la  clcmenia  e  sincero 
amore  che  il  detto  Re  portava  al  noslro 
Comune.  Amrl.  j5  II  tuo  parlare  e  falso, 
e  non  sincero.  Cavale.  Fruii.  Img.  All' 
occhio  superbo  Iddio  non  si  mostra  ,  ma 
si  al  sincero  e  puro  e  umile  >      (C) 

*  S-  V .  Sincero,  vale  anche  Innocente, 
Pion  colpevole.  Tass.  Cer.  3.  12  Se 
anima  v'  ;■  nel  novo  error  sincera  Basti  a 
noselU  pena   un  fallo  antico.   (I)) 

*  S  VI.  .?mreco,  parland.<si  di  voci, 
e  modi  di  dire,  vale  Legittimo,  Proprio. 
Pras    Fior    lìorgh    lelt    l^,  4.    jjo.    Ni 


N 


I  d^  e'"""  i""""  '"'"  '"'"  ■  'te  cercarr 
di  esempli  per  confermare  questi  luogh'! 
odicbiaiare  quelle  ,oci,  e  maniere  di  l„, 
^be  in  lui  .1  trovano  pure    e    sincere     e 

"'f.''^"; i  erano  Itale    guaste     Ó 'ri 

dolle  all'uso  moderno.  (C) 

pZl'.t^"  n"""'°  ''"  •"•"  «'».  ••«& 
;  "'"  *  l"'"'     Pallav     Perf    Cri.t     ■ 

4.  S„tlo  il  nome  d.  feliciti  imL^:^- un 
bene  peyetuo,  sommamente  dilc„„7e  ° 
sincero  <fa  ogni  male,  (j))  "evoie,  e 

*  §.  Vili.  Sinceio  .    vale    anche  Evi. 

dente,    '--/e".  28    Ma   10  mi  doglio  „ 

prima  per,  he  la  mia  ragion,  si  chiara,  . 

sincera   nella  mia  patria  i.  rima  dalla  frao- 

1  à  *;  ''■'.'  '°'i°  •"  '•■'  "i  "»  ee.  spoglia, 
lo  del  mio.  (Cj  '    * 

*  .?.  IX  Sincero.  .,,  dice  anche  dell. 
Sanila  del  corpo,  o  de' suoi  membri,  eh, 
non  s.no  affetti  da  alcun  male,  ed  equi- 
)  A"a  r""'  ^"^'•"^''0  liete.  Vit.  Co. 
lomb  3l5  Cosa  di  grande  ammiradonel 
subito  SI  levo  sano  e  sincero  come  .„ 
prima.  Se.d  Galeol.  Mar...  ^!^.  Ma  quella 
P.  ga  che  al  rimedio  schiva  Si  de.  ,Lli," 
col  ferro,  accio  non  tiri  Seco  in  periglio 
la  parie  sincera.  (C)  r"'g"" 
^  SI.NCIIISl.  T.rmine  grammaUcal, . 
t  on/utwne,  rrasposizione  delle  voci,  che 
giia-la  l  ordine  d' un  periodo,  d' un  mo. 
do  didire     Menz     Coste,  irr.   a;„.  Dell. 

Sinchisi.  Cosi  chiamano  i  Greci' l'ordine 
confuso  delle  v„ci.  .  ,„J  |,  mostreremo 
non  perche  .  imiii .  ma  perchi:  si  fugga; 
che  pur  V.  ha  di  coloro  che  sempre  «1^ 
dietro  al  peggio    (C)  ^ 

SINCOPA,   y.   SI.NCOPE. 
SINCOPATAMENTE  .    Avverb.    Per 
sincope.   Con  sincope. 

SINCOPATO  Ad.1.  da  Sincope  j  Che 
ha  sincope.  Lai.  syncopn  subtraclu,.  Bui. 
I  urg.  7.  2.  ].;  ,f„tuf„  sincopato  da  «. 
minerò  ,  dimioulivo  della  semita  ,  che  i- 
piccola  via  posta  allato  alle  fini  de'  campi 
eoe  sccus  meta,  ,  vel  segregans  „„Z  '. 
lorch.  Lez  483.  Tanto  significa  frale 
sincopalo,  quanto //-.ig./c  intero. 

•t  *  SI.NCOPATURA.  Formazione  dr 
sincopa.  Salvia.  Buon.  Tane.  2.  3  Dra 
e  fra,  darà,  fari,  sineopature  contadine- 
sche. (A) 

SINCOPE,  e  SINCOPA.  .<!ul.ila  dimi- 
nuzione delle  nzioni  vitali  ,  Sfinimento  e 
imarnmento  di  ..piriti.  Svenimento.  Lat 
deliquium.  GT.iì)„.f„f.  Lib.  cur.  mnlntl. 
INon  di  rado  sono  afflitti  di  sincope  di 
cuore.  Trait  segr.  co.,  dona.  Viene  I. 
sinco|w  del  cuore  cagionata  dall'  utero  E 
oppresso,  Per  sanare  la  frequenta  dell* 
sincopi,  r,,.  l-ov.  P.  s  cap.  ,8.  Contr. 
la  malallaa  della  sincope  cuoci  la  gallina 
ec.  A  appreso:  Togli  limatura  dell'oro 
dramme  una,  margarite  ec  ;  mirabilmen- 
te contorta  ogni  si»^cie  di  sincope 

SI-  Per  qurlla  Flguia  d.lle  parele 
per  I.,  quale  entro  d,  esse  si  toglie  „,, 
lettera  o  una  „llab,  .  detta  perciò  da' 
"""",  ^"■"  '"  ""«ao.  ""e  Sgombro,  per 
Sf-'^bero  ec  L,l^^ncope.  Gr.  evy.otr:. 
larch.  Ercol.  ,06.  All' agUso  „<,/..„„„, 
e  levata  una  sillaba  del  meuo,  per  .luella 
figura  che  ■  Latini  chiamano  g/ecameol, 
sincopa,  Cloe  incisione,  o  vero  ta.li.menlo, 
equest.  eia  vocale,,  perchi,  la  parola 
mura  si  dee  scrivere  ..„„,„„,  .  ,.„  „m,  . 
t.  /.cr  ^83  Levata  del  m,„„  |.  fillaba 
CI  perla  figura  chiamata  ..ncepe  da' Gre- 
CI.  co.e  mozzamento.  A  5,'..  Donna  ee 
significa  nella  nostra  lingua  quello  eh. 
nella  latina,  onde  ,-  derivato .  per  1.  fi- 
|(ura   tinropp 

•t  SINCOPIZZANTE.  Add.  d,  Sln- 
cep„z,re.Cr.  6  xf,  2.  Vale  (la  berrà- 
»•)  a  quelli  che  si  bevano  di  nuovo  d. 
inlerm.la.  .  a' iiocopir.anti.  e  a-cordi,ri 
e  a  malinconiri,   mangiala  con  carni. 


S  I   N 


N 


S  I  N 


lìoS 


SUNCOPIZZABF.  .  Potirt  ili  lincupt , 
S..n.rjl.  Sma,r„c  gì.  'r'r"'-  ^"  '''('■ 
ciioxf  <•«'•"'  /"horare.  d,-J,cere    Gr.    *.i- 

SINDACAMENTO.  Sin-licflo ,  Bmdi- 
minto  d,  conto.  L.l.  r,p,l«nd.,rum  ral,o 
imdiciun..  Gr.  iJà.viiv  )3V°v  Trall. 
,ttr  COS.  donn.  Non  vosl.ooo  "««  '°  " 
toposle  •!  tnili.io50  siodwamenlo  ddle 
tìtxr  femmine  „ 

SINUACARE.  r«nf"  "  sindacalo,  ni 
rtdtr,  allrui  il  conto  sctli/mrnlt  e  ,'"■ 
h  n„nuti,  Lat.  m..im<.  ,«.<?»'  rat.on.im 
^ptndcrc.    frane.     Sacch.    rim.    69      E 

Re  con  polente  iliMne. 

+  8.  Sindacare, /ìgiiralanl  ,  r'r   Ceni.,- 

rJr.Iìiasìma.c    La..  '■'•""""';;■  •^■■•"l" 

di>pi.«i.  .  D.o,  quando  l'uomo  lo  .uo 
.indacare,  anche  si  moslra  per  la  r.sposU 
che  Cn.lolece  a  san  Piero  quando  gì. 
domandava  di  Giovano.,  hellmc.  son. 
88  Ognun  li  morde,  e  .ttult.  sindacare 
(nursi,  r.cmrio  i  allrgalo  anche  alla  I  . 
Ld.corcj.  Kson.  125.  Purché  vo.  sua.e 
a  sindacar  eli.  passa. 

SINDACATO  .  Rrndimrnlo  di  conio, 
t  anche  Qi.rlla  libeiazwne  chf  dopo  ,1 
rendimento  del  conto,  e  la  drmoslra^.one 
della  bi.ona  amministrazione  otl,ngono  da 
superici  ctloro  che  hanno  maneggiale  le 
faccende  pubbliche.  Lai.  ral.onum  1  eddl- 
Ho.  le.v  repeliind.irum.  Gr.  Euàuvwv  vo/iO?. 
i?.cc  M.-.^S  8.  lo  fo  bolo  a  D.o  d  a- 
iularmcne  al  sindacalo.  G.  I  ■  o.  9^-  ■• 
Ten.endosi  al  suo  sindacalo  essere  con- 
dannalo. Tac.  D«v.  Ann.  ì  'li  Chia- 
maio  da  quei  collegali  a  sindacalo  III 
testo  lai.  ha  repelundarum  poslulalum). 
§  1  Per  .Mand:t.i  di  poter  vbbligare 
Comunit\,  Repub'lica,  0  Principe,  ec.  G. 
F  11.5.)  2.  V'andarono  a  prenderla 
dodici  de'  maggi  ri  cilladini  di  Firenie 
„  eoo  sindacalo  e  pieno  mandato  .  Ji 
12.  5;.  3.  Mandaro  grande  amLascer.a 
ec.  eoo  sindacalo  per  lo  comune  con  pie- 
DO  mandato. 

fi  li.  Tenere,  o  Stare  n  sindacalo,  o 
limili,  si  dice  del  l'arsi  render,  o  Ren- 
dere altrui  ragione  delle  progne  opera- 
.ioni.  Lai.  rtpetiindirum  r.ilionein  ngere. 
Gr.  eJSuvuv  Ì5/5»  ;iìtxIv.  G.  V.  11. 
3n  4  Essendo  a  sindacalo  uno  messer 
Niccol.  della  Serra  ec  ,  gente  mioula  si 
commosse.  Belline,  .un.  l55.  E  ti  ève 
0010  un  gufo  di  Cuccagna,  Che  tiene  a 
sindacalo  i  qoarlcruoli.  Capr.  Boll  b.  1  IO. 
Oh  queslo  mi  par  liene  un  voler  proprio 
tenere  Iddio  a  sindacato.  Fir.  Disc.  an. 
42.  Avendo  dal  suo  signore  la  commis- 
sione generale,  e  non  limitala,  non  a>ea 
paura  di  stare  a  sindacalo.  lìaon  I-.er. 
1.  2.  2.  Io  medico  non  voglio  il  sinda- 
calo Da  un  dottor  di  legge 

*  §.  III.  Sindacalo,  iole  anche  la  Li- 
rica, I'  CfKcio  del  sindaco.  Fa».  Es  5i. 
Perpreiió  del  tuo  sindacalo  e  mala  prov- 
vedenia  si  ti  do  queslo  pagamento.  (C) 

SIND.VC.\TURA.  Sindacomenlo ,  Sin- 
dacalo Lai.  repelundarum  ralio,iudiciuni. 
Gr.  tv3jiS-i  Xd'yoj,  xpi'-:i5-  Guilt.  lett. 
B.  Si  aggiunga  la  sindacalora  del  po- 
polo. 

f  J  SINDACO.  fo/(ii.  che  e  eletto  a 
rivedere  t  conti  d*  un  amministraz.one 
pubblica,  d'una  ragione,  d'un  corpo  di  cui 
fa  parte  ee.  Lai.  •jy/iiJiciiJ.  Gr.  suvòi^o; 
G.  y.  11.  39.  5.  Non  lasciaodo  a' sinda- 
chi io  CIÒ  fare  loro  uficio.  Fr.  Sacch, 
noie.  196.  Gli  sindaci  udendo  gli  indirii 
dati  per  lui  ec,  dissono  tulli  .  che  ec. 
*  §.  I.  Sindaco,  ne' monasteri,  0  con- 
venti, dicesi  Celili  che  è  eletto  ad  aver 
atra  degli  affari  del  monastero,  o  convento. 
.  Piai   S.  Cieg     I     2.  La  none  seguente 


dopo  matlolino  ,   perciocché  egli  era  sin-  I 
daco  e  procurator  del  nionislirio  ,    venne 
all'abate..  .   (Cj 

+  e  11-  Pc  Proceuralor  di  lonnini. 
là  ,  lìepiMlica  ,  0  l'nneipe  ,  the  abbia 
mandato  di  potere  olbl.f;nili.  Lat.  rc.- 
pulilica-  eie.  procurator.  Gr.  TW»  xoivuv 
i^ilsiU-rli.  G.  V.  9.  28.  I.  Se  infra 
quaranta  di  non  gli  mandassero  dodic. 
buoni  uomini  con  sindaro  e  pieno  roaa_ 
dato  a  ubbidire  suo  comandamento.  E 
11.  |32,  :(.  E  fermo  il  secondo  patto,  in- 
conlancnle  lornaro  da  Ferrara  i  nostri 
ambasciadori  co'  sindachi  di  messer  Ma- 
slino.  E  12  8fl.  3  Fecesi  il  dello  Tri- 
buno fare  cavaliere  al  sindaco  del  popolo 
di  Roma.  Fax:  Esop.  5l.  Chiamo  a  se 
(lo  sparviere)  la  colomba,  la  quale  era 
slata  sindaca,  a  pollarle  la  lenone  della 
sua  signoria,  e  dissele  .sim.gl.anU  parole: 
Dolce  amica  ec. 

3  SINDERESI  Rimordimenlo  della 
coscienza.  Lai.  'lyndcresis  Gr.  suvTr,'- 
pn's.i.  Zibold.  Andr.  gfi.  L' amma  ee.  e 
quella  che  opera,  e  ha  il  sinderesi  e  la 
lisnuola  che  discerné  e  conosce  il  ben 
dri  male.  H- Segn.r.  Pi  ed.  27.  1 1.  Il  lor» 
delillo,  la  loro  sinderesi  è  quella  che  si  gli 
strazia.  (C) 

ir  %.  E  per  Coscienza  assolutamente. 
Interior  sentimento,  e  conoscimento  di  ciò 
che  e  bene,  o  m.ile.  ..Sa!vm  Disc.  2.61. 
Tulli  abbiani  dfulro  di  noi  la  sinderesi 
che  non  vale  altro,  che  conserva  e  guardia 
di  quelle  prime  noiioni,  cioi;  di  qoe'lumi 
racioncvoli  e  nalurali  che  come  suo  pa- 
trimonio possiede  l'anima;  la  quale  sinde- 
resi, è  regola  dell'operare  ".  ICJ 

J  SINDICARE.  Sindacare.  Lai.  mini- 
ma quctque  ralionum  expendere.  Tialt. 
Inlend.  Sappia  che  è  gran  peccalo  spen- 
dere il  tempo  in  male  usarne;  che  Dio 
lo  ne  sinJicbera,  e  ricbiederk  ragione, 
.yior.  Pist.  170.  Lo  duca  mandò  a  Pisloia 
uno  giudice  per  sindicare  lui,  e  tutta  la 
sua  famiglia. 

*  g.  ,Si,id.care,  figitratam  per  Censu- 
rare, ni.simare.  •■  Éellinr.  »on.88.  Ognun 
ti  guarda  con  lurlialo  ciglio  ,  Ognun  li 
morde,  e  vuoili  sindicare  ..  (questo  esem- 
pio i  allegato  anche  alla  I  .  SINDACA- 
RE. §  ).  IC) 

S:NDICAT0  .  Sust.  Sindacale,.  Lai. 
trutinn,eX'imen.  Gr.  rp-JTci-ir,.  i^tTKSi;. 
Segner.  Fred.  5  7.  Bisogna  in  olire,  che 
geoullessi  diuaoii  lor  si  presenlino  a  sin. 
dicalo  ,  che  d.i  loro  si  odano  esaminare  , 
ec.  E  Pred.  Pai.  Ap.  3.  l{  Si  vulle  e- 
sporrc  ad  un  pubblico  sindicalo.  (TC) 

S.  I  Stare  a  'indicalo.  F.  SINDACA- 
TO, §.  II.  Car.  leti.  2.  53.  Quanto  alle 
lodi  che  ella  mi  dà.  1'  avverlisco  a  guar- 
dare di  non  mellervi  troppo  in  grosso  del 
suo,  perche  ne  potrebbe  stare  a  sindicalo 
del   Caslelvi-lro. 

*  §.    II.  Sindicnto,  dicesi  anche  la  la- 

\  ricn,  l' Ujjicio  del  sindaco.   Lemm.    Tesi. 

'  -f,.  Ordino    che    ogni  anno  si  rinnovasse 

il    dello    sinJieo  ,    del    cui    sindicalo    ap- 

pari.se    per    nuovo    pubblico    inslrumen- 

'"•  <^>  .      r         .  I. 

ir-   SINDICO  .    l  .    A.    Lo    stesso  che 

Sindaco  .  Lemm.  Test.  74.  Ordino  che 
o-ni  anno  si  rinnovasse  il  dello  sindico  , 
del  cui  sindical..  apparisse  per  nuovo  pub- 
blico instrumento.  (Cj 

•-1-  i.'  SINDONE  .  Panno  lino,  e  prò- 
pr.omente  Quello  nel  quale  fn  involto  il 
Corpo  di  G.  C.  Pelr.  Uom.  ,11  78.  Il 
Corpo  del  nostro  Signore  lesu  Cristo  in 
sindone    di    lino    fu    nel    sepolcro    rivol- 

*  SINEDDOCHE.  Term.  de^  Rettori- 
CI  Sorta  di  figura  reUorica.  ed  e  Quando 
s,  prende  una  pane  per  lo  tutto  ,  o  il 
tulio    per    una    parte  ,    o  la    specie    pel 


genere,  01  vero  il  geneie  p.r  la  spe- 
cie. (Al 

■•e  SINEDRIO  .  Così  chiamavasi  da- 
gli IJ„ ei  il  principal  loro  tribunale.  Ma- 
gni. Ltlt  La  mandai  eoo  ordine  d.  con- 
sullare  co'  miei  savii,  ec.  ;  ancora  000  so 
quello  che  il  Sioedrio  avr'j  decrcuto.  (A) 

t*C.  1:  in  fona  di  Add.  Ulenz.  sol. 
5  E  pur  Curculion  suol  dal  Coreggio 
Esser  dipinto  con  un  libro  in  mano,  Con. 
un  Rabbino  del  Sinedrio  seggio.  (1  J 

*  SlNERESl  .  Fignrn  grammaticale. 
Contrazione   di  due  silLiie   In  una.   (A) 

*  SINESTRA.  V.  A  Sinistra.  ..  Vit. 
Lari,  l5.  Melter'a  i  buoni  dalla  sua  de- 
stra, e'  rei  dalla  sineslra  ■■.  Tesoretl.  Br. 
22.  23o.  Or  mi  volsi  da  canlo  ,  E  vidi 
un  bianco  manto  Cosi  dalla  sineslra  Do- 
po una   gran   ginestra.  (L) 

SINESTRO  V.  A.  Sinistro.  Lat.  Zo- 
ili»^ linistcr.  Gr.  )aio;.  ilorg.  23.  10. 
nicaldo  ,  per  un  cclpo  che  si  sente  ,  S' 
inginocchiava  dal  lato  sineslro. 

SISFOM'A  .  Armonia  e  concerto  di 
strumenti  musicali.  Lat.  srmphonia,  con- 
centus  Gr.  cuyf  MVi'a.  liane.  Par.  21.  E 
di',  perchi?  si  tace  in  questa  ruota  La  dolce 
sinfonia  di  Paradiso,  Che  giù  per  1'  altre 
suona  si  devola?  Sen.  Pist.  2Ì.  Siccome 
quelli  che  hanno  udita  una  sinfonia  ,  ne 
portano  negli  orecchi  una  melodia  .  Dav, 
Scism.  90  Andossi  in  cappell,!,  e  ringra- 
ziossi  Iddio  con  giubbili  e  canti  e  sinfo- 
nie, e  lagrime  d'  allegrezza. 

*  SINGHIOTTIRE.  /'  A.  Singhicl- 
zare.  Fu.  SS.  Pad.  1.  56.  Volendo  An- 
tonio rispondere  loro,  non  poleva,  peroc- 
ché piangeva  si  a  dirotto,  e  singhioUendo, 
che  non  poteva  avere  boce.  (J  ) 

t  SINGHIOZZARE,  e  all'antica  SIN- 
GHIOZZIRE,  e  SINGOZZ.VRE  ISeutr. 
Avere  il  singhiozzo.  Lat.  singultire ,  sin- 
gallare  .  Gr.  JuSeiv  .  Sen.  Pist.  Se  per 
avventura  alcuno  di  loro  tosse,  o  starnuta, 
o  singhiozza,  non  si  camperà  egli  d'esser 
ballulo  .  il.  Aldobr.  La  menta  ristrigne 
il  vomire,  e  lolle  il  singhioziire.  3lalm. 
3.  6.  E,  giunto  a  basso,  lagrima,  e  sio- 
gozza  ,  Gridando  quanto  mai  n'  ha  nella 
strozza . 

§.  Per  Piangere  dirottamente  ,  e  stn- 
shiozzando.  Lai-  singultibus  insemiscerc. 
Gr.  J.\jé''.fi.  Pelr.  Uom.  ili.  Finalmente 
singhiozzando  il  pregava  che  egli  gli  do- 
nasse il  fratello.  Cavale.  Fruii,  hng.  Po- 
oendoglisi  alli  piedi,  lama  contrizione  gì. 
venne  ,  che  incominciando  a  piangere  ,  e 
a  singhiozzare,  e  sospirare,  per  nino  mo- 
do gli  polene  dire  alcun  peccato  .  Vii. 
S.  Ani.  Teneramente  piagnevano,  e  dol- 
cemente singhiozzavano.  Bern  Ori.  1.  13. 
4)  Sopra  'I  letto  si  getta  e  si  distende. 
Piagnendo  e  singhi.  zzando  amaramente. 

SINGHIOZZATO.   Add.  da  Singhioi- 

zarej  Sinshiozzoso  .  Lai.   singullihus  re- 

soaans    Fr.    Cord.   Pred.  R.   Con  rauca 

e  singhiozzala  voce  chiedeva   mercede. 

SINGHIOZZIRE  .      F.      SINGHIOZ- 

SINlJuiOZZO  ,  e  SINGOZZO  .  3/06? 
espulsivo  del  ventricolo  ,  congiunto  con 
snbita  e  inlerrotla  lonvulsione  del^  dia- 
fra.'ma,  prodotta  per  consenso  dell'  orifi- 
eio' superiore  dell'  istesso  ventricolo  irri- 
tato Lai.  singullus,  eemitus.  Gr.  i'jyuOi- 
;■,(  Crisi.  E  vedessi  la  Maddalena,  come 
ebbra  del  Maestro  suo,  pianger  fortemente 
e  con  grandi  singhiozzi.  Cr.  t.b.  2.  Hae 
ancora  r  f  anelo  ì  propriela  di  spegnere 
li  singhiozzo  fallo  per  "P"""  ' /'j  "  .„ 
,07.  Con  sospirevole  voce.  ^°'"f  r„" 
le^n  1  singhiozzi  .  rispose  .  E  2.  332.  Con 
debol  voce  ,  rolla    da    molti  singhiozzi  d. 

paulo,  disse.  i^''°- „'^''  '"'  ""«"l'"" 
Li  pianto  e  le  vane  Parole .  ''■"<■."■•'■ 
20    Piaulo  non  è  quali  sanza  .in6hio,.o  . 


Ì206 


S   I  N 


IJaon.   Fier.    J.   ,1.  3.  Ch'ugoi  mio  inlop- 
|)0  T'jvrelilif  fatly  Jar  'a  uq  mal  iìngozzo. 

t  SINGHIOZZOSO  r.  ^.  v^</i/.  3/i;- 
scolato  con  sin\;hiozzi .  Lat.  singultibus 
immixtut  »  qemebundiis  .  Gr.  5rsv5£(;  . 
Guid.  C  a  1.  Poi  eoo  parole  sÌDghiox- 
xosc  si  voUe  allo 'mba&ciadore.  fa/troife,* 
PiaDgeva  cod  biogbioxzote  voci. 

SINGOLARE.    T.  SINGULARE. 

SINGOLARISSIMAMENTE.  T.  SI.N- 
GULAIUSSIM  AMENTE. 

SINGOLARISSIMO.  V.  SI2VGDLA- 
RISSIMO. 

SINGOLARITÀ'.  SINGOLARITADE. 
t  SINGOLARITATE  .  V.  SINGULARI- 
TA"  . 

SINGOLARIZZARE.  V.  SINGULA- 
RIZ/ARE . 

SINGOLARMENTE.  T.  SINGOLAR- 
MENTE. 

SINGOLO.   V.  SINGOLO- 

SINGOZZARE.    r.  SINflUIOZZARE. 

SINGOZZO.   V.  SLNGHKlZZO. 

SINGULAHE,  e  SINGOLARE.  Air/i 
coltre,  Lat.  .<in\iufarÌK  ,  pecntiarit ,  .ùa- 
^nluf,  pri\.'atus.  Gr.  svixo'?,  CSio^,  l'Jtw- 
Ti];.  C,  /'.  12.  i6.  IO.  Il  spRU'-nle  di  ven- 
nero in  grantlitsim.1  qmniità  A  Comune  e 
k*  singuUri  citUdini.  ^f.  V.  6-  5j.  Sanza 
la  vetludglia  rbe  le  singuljri  persone  del 
tuo  conlado  vi  portavano.  Cattale.  Frutt, 
hng.  Conciossiacosaché  saptcnz.!  &ij  singo- 
iar dono  di  Dio  ,  meglio  s'  acquista  per 
umilt'a  d'orazioni,  che  per  istuJio  di  le- 
zioni. Pelr  son.  2.'>l.  Che  m'avean  sì  da 
me  slesso  diviso,  E  fallo  singular  dall'al- 
tra gente  (ciol-,  diverso),  v  Pare  che  nel 
suiIflcUf*  verno  del  Petrarca,  E  fallo  sia- 
gular  dall'  altra  gfnlc  ,  fgfi  t'o/esse  dire 
t/italchf  cosa  più  che  diverso;  come,  per 
rsempiOt  Si-prtrato,  DtsH/ito,  KU-vato  per 
eccellenti  al  mondo  rara  j  che  è  gufilo 
d*  Orazio!  secernunt  populo  .  Simile  a 
questo  del  Petrarca  è  /'  altro  piaxo  di 
Fr.  Giord.  26.  Ma  di  certo  è,  vi  pur  ha 
cose  diverse  e  singolari  dall'altro  mondoj 
cioè  rare,  e  tutte  proprie  dt  quel  luogo, 
senza  avercene  altrove.  (!) 

§.  l.  Per  Eccellente  ,  Raro  ,  Unico  . 
Lat.  singiilaris ,  egrc^ius,  excellens.  Gr. 
i%oxo^-  Dant.  Purg.  8.  PoÌ  voUo  »  me: 
per  quel  singular  grado  ,  Che  tu  dei  a 
colui  ec.  Pocc.  noi'.  48-  3,  Forse  per  la 
tua  singular  bellezza,  e  per  la  sua  nobil- 
tà ,  si  altiera  e  disdegnosa  divenuta  .  K 
noi'.  67.  9  O  singular  dolcezza  del  san- 
gue bolognese  .  J  it.  SS.  Pad,  1.  i53. 
Vedemmo  un  altro  ec.  mirabile  e  ùagu- 
lare   monaco. 

*  g.  II.  Talora  vaìe  anche  A  parte  , 
Separato.  Cavate.  Med.  cut.  i56.  Della 
qual  materia  ,  avveguarbè  io  comune  ne' 
soprascritti  c.ipiloli  alcuna  cosa  ne  sìa  detto; 
nientedimeno  mi  pare  dì  fame  questo  ca- 
pitolo singolare    (ì') 

3  §  III.  Singolare  ,  è  anche  termine 
pramaticole  ,  e  si  dice  di  quel  Numero 
fihe  importa  una  cota  sola,  a  distinzione 
del  plurale.  Lai.  slnaularis.  ^  Safv.  Av- 
veri. I.  3  2.  37.  Voci  di  nome,  quan- 
tunque se  ne  truovino  che  nel  singoiar 
numero  alibian  I'  uscita  in  ri  ,  ec.  /:.'  a. 
I.  iTì.  Dico  nel  m<-deiimo  numero;  per- 
riocrliè  da  qurl  drll'  une»  ,  rhe  singolare 
e  chiamalo  ,  .1  quel  de'  più  ,  che  si  suol 
dire  il  plurale,  ha  pur  varianza  di  caduta 
ne*  nostri  nomi  e  pronomi,  ff^) 

*  S-  >V,  /s  in  forza  di  sitti,  vate  Pfw 
mero  singolare  «  /ìut.  /'nrg.  al  I.  Pone 
Io   sinsiilare   per  !>   plurale   ».   (C) 

SINGULAREGGIAHE.  /'.  SINGULA- 
RIZZARE. 

t  *  SINCOLAREMENTE.  F.  A.  Av- 
vrrb.  Singolarmente  .  L»t.  singillatim  , 
Pass.  237.  (  Fir.  I7J5),  Avendo  chiaro 
conotrimr-nto  ,    non    lolamrnte  in  genere, 


S  I  N 

ma    specificatamcQle   e    siogularemeotc  di 
lune    le    cos"    (ì') 

*  §.  E  per  In  ispeziflià,  Da  se  Lat. 
seorsum.  Vit.  S.  M.  Madd.  102.  Non  era 
Marta  si  pìccola  e^.,  che  ella  non  ci  fusse 
ricordala  siogular*^-mcnle,  o  eh*  ella  fosse 
messa  tra   la   moltitudine.    (!') 

SLNGULARISSIMAMENTE.c  SINGO- 
LARISSIMAMENTE .  Saperi,  di  Siasif 
larmente,  Lat  etinm  alqne  etiam^  inCre- 
J/htliter,  magnopcre.  Gr.  yTTSpyvw^  f'it. 
S,  Gio,  Bai.  P.  y.  Anzi  in  questo  si  di- 
letlav^no  singularìssimamente  .  ^  Cavale. 
Pun<.;it.  l3.  In  ciò,  che  nella  lingua  sia 
golanneole  si  pone  la  pena  ,  conchtudesi 
che  eoa  la  lingua  singolarissimamente  si 
viene  a  peccare,  (f^) 

SINGULVRISSIMO,  e  SINGOLARIS- 
SIMO. Superi,  di  Siagulare,  Lat  .  prae- 
stanlifsimut ,  praec lari*  tir/tu  f  ,  e^re^tus. 
Gr.  c^9^urxTo;  .  fìut.  Li  quali  furono 
valenlissimi  uomini,  e  fecero  molle  grandi 
e  belle  opere  nel  mondo,  si^'come  singu- 
larissimi  uomini.  F.  V.  li.  101.  Lì 
fanti  ,  che  egli  area  ,  slrihuì  per  le  case 
di  certi  suoi  fidati  e  singolarissimi  amici. 
CirtfT'  Ca'v.  3.  102  Amandolo  d'  amor 
singulJri^simo  ■  Varch.  Lez.  gO-  Rarissi- 
mo moslro,  anzi  singulariisimo  delta  na- 
tura. Red.  leti.  2.  21 1.  Mi  farcia  questo 
.vÌng<darÌs%imo  favore  ,  rhe  le  ne  resterò 
obljligatissimo. 

SINGULARITA*,  e  SINGOLARITÀ*. 
SINGULAIUTARE,  SINGOLARITADE, 
SINGULAniTATE.  e  SINGOLARITÀ- 
TE.  Particolarità,  Proprietà.  G.  V. 
11.  124.  3.  Quaudo  intesono  alte  loro 
singularìtà  ,  e  lasciarono  il  ben  comune  . 
E  12.  57.  5  1  più  di  toro  intesono  a 
loro  singularit^  ,  che  a  bene  di  comune. 
Mor.  S.  Greg.  Gii  riprese,  acriocrhi'  essi 
non  avessero  letizia  in  singiilarita  di  quelli 
miracoli.  Fr.  Giord.  Pred.  S.  Che  l'amò 
d.igli  altri  in  alcuna  singularitade.  ^  Salv. 
Avveri.  1.  2.  3.  Ora  a  significare  appun- 
to ci  vuol  la  singolarità  de*  vocaboli  ,  e 
de'  molli   del    favellare.   (lì) 

g  I.  Per  Eccellenza,  e  Rarità.  Lat. 
prarogaliva,  pnrstantia.Gc.  Ì^'X'Ì-  Pftr. 
C/om.  ili.  Fu  chiaro  segno  ,  rh*  egli  sen- 
tisse alcuna  singolarilìi  in  quel  capitano  . 
Fr  Giord.  Pred.  S.  Nel  cospetto  degli 
stolti  si  danno  gloria  di  singularità  di 
scienzia  .  E  appresso  :  lo  ved>'\a  satan 
come  una  folgore  cader  da  cici»  .  poi- 
chi-  egli ,  insuperbendo  della  singularìtà  , 
disse  . 

§.  II.  Per  /spezie  di  superbia  .  Lat. 
■fingulanfas.  Pats.  221.  Il  quinto  grado 
è  singularìtà,  qu:indo  la  persona  fa  ah-una 
cosa  di  vista  e  d*  apparenza  singularmrnle 
olire  agli  altri  alti.  /;'  26).  E  ronlrarìu 
al  quinto  grado  della  supetliia  ,  che  zi 
rhiamii  sìngularit^,  per  la  quale  altri  vuo- 
le  parere   niigtinre   che   gli   altri. 

SINGL'LARIZZARK  ,  SINGOLARIZ- 
ZARE, e  SINGULAUEGGLMli:.  Ridur. 
re  in  singutare.  Ctrc.  Geli.  IO  2^0-  La 
materia  h  primo  principio  di  disidere  e 
di  siogolariiiare  le  cote. 

§.  in  signific.  neutr  patt.  vale  U*cir 
dell'I  comune,  Farsi  singolare.  Lai.  /ir<r- 
starr  .  Rur-n.  Fier,  5  3  7.  Sdegnovvi 
alcun  tal  funiion  comune  Prr  atlcrigia,  e 
singuljreggiando   Non   vi   roniparve. 

«  SlNGllLAIir/.ZATO.  Add.  dt  Sin- 
gularizzare  j  Reso  singolare,  I  i'.  Pilt. 
ili.  Quali  fossero  le  tre  opere  ec.  sin- 
gularitiale   col   fé- it.  (Cf 

t  SINGUI.ARMENTE.  e  SINGOLAR- 
MKNTK.  Avvrrh.  P.»rticohrmente,  t'.om 
singularìtà.  Lai.  practpue  ,  prcu'ianter  , 
prtrteriim  ,  maxime  ,  singtil'triter  .  Gr. 
^«)i9Ta.  G.  r  8.  l^y.  I.  Ma  singular* 
mente  si  di«te  rhe  la  delta  cnmefa  signi- 
ficò r  ■Tvrnto  dì  mcwcr  Carlo.  Sem.  De- 


S  I  :« 

clam.  Più  tempo  slesti,  che  oou  fosti  eoo 
lui;  così  limìgliante  lu  puoi  stare  ora,  e 
siogularmeute  perch'  io  te  1*  ho  comanda- 
lo.  Fit.  SS.  Pad  1.  i52.  In  tutte  Tal- 
tre  virtudì  si  singularmeole  abhoodara  , 
che  in  ciascuna  pareva  che  eccedeuc  • 
Cavale.  Frutt.  ling.  Conciossiacosaché  a 
Dio  singularmeole  piaccia  1'  umiltà  dopo 
'I  peccato  .  Otl.  Com.  /«/,  i3.  256.  lo 
pochi  di  fece  uccidere  per  li  suoi  cava- 
lieri ventimila  abitanti  della  detta  citt^  in  UD 
palagio  ce,  fattigli  siogalarmenie  richie- 
dere (ci  è.  1  u'io  a  uno,  Lat.  stngutatim 
Gr  xy.'b'  èva).  Tratt  gov,  fam.  La  quale 
singolarmente  sconfitto  aveva  io  se  il  ser- 
pente antico  .  3Ior.  S.  Greg.  1.  1^-  Ma 
io  attendo  in  questo  convito  siogolanneote 
una  cosa 

*  §.  Per  DiversamenU  .  Vit.  SS. 
pad.  3.  20^-  Voi  avete  ben  odilo  dal 
suo  nascimento,  che  questo  fanciullo  oca 
e  fatto  come  gli  altri;  e,  se  beoe  vi 
ricorda,  in  tutte  le  cose  egli  hae  operato 
singularmeole  degli  altri  fanciulli.  (F) 

SINGOLO,  e  SINGOLO.  /'.  L.  Cia- 
gr  uno  di  per  se.  Lai.  singufue.  Gr.  €<a- 
079^,  ^  Roez.  \.  Coociossiaché  questa  no- 
stra momentanea  e  transitoria  vita  ec.  non 
basii  a  perfettamente  ioveoire  e  contem- 
plare le  particulari  cagioni  delle  sineale 
cose,  e  poi  ad  esse  elette  esercitare;  dato 
e  modo  in  ciò  ec.  (ì')  Imperf.  Tim.  D.  lO- 
7^.8. i^V  Se  ciò  non  fosse. in  qual  maniera 
le  cose  singole  di  lur  natura  disordinate  e 
instabili  manterrebbero  cotanto  ordine 
Della  successione  continua  dette  genera- 
zioni  ec?  Sahìn,  Eneid.  Uh.  6.  E  sì  per 
ordine  Tutte  le  cose  e  singole  dichia- 
ra. (Fj 

g.  Per  singulo,  posto  awerbialm,,  vale 
Singufarntente,  Di  per  se.  Lai.  tingilla- 
tim  Gr.  xaà'  «va.  Civaie.  Frutt.  Ung. 
Troppo  sarebbe  a  denominare  per  singolo 
te  diverse  qualità  delle  persone.  FU*  S. 
Gin.  Rat.  218.  E  eosì  diceva  per  singulo 
di  tutte  r  altre  cose  della  passione.  E  2'fQ. 
Di  tutte  frr  lìngule  veniva  laudando  e 
ringraziando  Iddio.  Cr.  |.  |3  4*  ^PP^^UO 
il  domandi  «li  quello  avrà  fatto  del  grano 
e  del  vino,  e  di  tutte  1*  altre  cose  per  sio 
guto. 

SINGULTO.  /*.  l.  SmgKiotio.  Lai. 
sins"llu<i  Gr.  >uyuoi.  Dani,  l'it,  JS'uo^-. 
36.  Dicendo  io  queste  parole  con  dolo- 
roso singulto  di  pianto  ,  ce  E  appresto  : 
La  mia  vo<e  era  sì  rotta  dal  singulto  del 
piangere,  che  queste  donne  non  mi  pote- 
rono intendere.  Cant.  t'arrt  I73.  Le  pre- 
ci, i  pìaoiì,  ì  singulti,  i  sospiri  Furoo 
buttali  a*  venti.  Ruom.  rim.  la  Quei 
pianti,  quei  singulti  e  quei  lospiri»  Ch' a 
voi  'I    imo  cor  dolente  accompagnaro,  ec. 

SINISCALCATO.  L' Uficto  dtl  sini- 
scaleo    Lat    prae/ectum. 

§.  Sinifca/cato  ,  il  dice  anche  U  Pro- 
vincia  che  ha  Goi-ernatorr  col  titolo  di 
Siniscalco  Lai.  *  sene^challia.  G.  1'  8. 
101.  !\.  E  que*  del  sioiscalcalo  di  Proenza 
fossero  apparecchiali.  E  9.  loS.  2.  Quella 
che  rIì  mandava  Ìl  Re  di  Francia,  emes- 
ser  Carlo  dì  VaK<t  suo  padre  di  Vienne- 
se,  e   del  siniscatcalo   di   Beiraro 

SINISCALCHI  A.  Sinitcalcate  ,  nel  m 
gnific  del  £.  Lai  •  srnescharij  .  .U.  /'. 
il.  36.  Flessnno  in  Pana  messer  Gaglìel- 
mo  Grimonardì,  nato  della  sinìsealcbìi  di 
Beirari. 

SINISCALCO,  ^faggionloma ,  o  Mae- 
stra di  casa  ;  e  anche  talora  Quegli  che 
ha  cirti  d<-Hn  men^a  ,  e  che  h  'mhmndi- 
tee.  Lat.  •  seneschallus ,  a'^hitriclimu*. 
ì'ed.  il  Pu  tVe^ne  Gr,  oi^irpi'jtXiWi. 
Pocc.  inir,  S.*l.  ('osliluiico  Parmeno  fa 
migliar  di  Dioneo  mio  sinlscaleo.  e  a  lui 
la  nira  e  la  lollrriiudine  di  lulla  la  no- 
stra  famiglia  commetto,  e  ciò  che  si  ter- 


ì 


S  I  fJ 


S  I  K 


120? 


tigio  della  lal»  appartifno.  E  e-  j.  /-  l. 
Dato  col  siuiscalco  [trimierameutc  ordino 
a  ciò,  clif  Iiiiogno  facra*  Ficr,  f'irt.  A- 
M.  Al  sÌDÌscalco,  della  magione  sì  codo* 
•ce  il  jigoure.  JSo*-»  uni,  8J.  1.  Gli  sini- 
scalcili  tuoi  furo  tra  loro  cou  le  gonnella' 
e  coD  la  vÌTaud<i  M.  /  .  3  38.  £  '1 
grandr  siniscalco  mcsicr  Nicroia  Acciaiuoli 
di  Fìrcnxr  ne  condusse  e  menò  ^OO  '^ 
soldo  del  Re.  Bor^h.  f'rSC.  Fior.  ^53. 
Aveva  fuor  del  Visdomiuo  il  Vescovo  per 
suoi  proprii  niinisln  il  visconte,  il  castai- 
do, uvjwu  casUldioDe  e  siiiikcalco.  e  lurse 
alcun  inro,  i  quali,  per  mio  awi-o,  più 
erano  anch'essi  nella  cura  del  temporale 
impiegali,  che  nella  parte  dello  spiiito. 

g.  I.  Siniscalco  ,  pfr  Covernniote  del 
siniscv/cùlOf  nel  signific.  del  §.  Lai.  *  se- 
aesch.ilfnt,  G.  /'.  IO.  1.^7.  i.  Papa  Gio- 
vanni ce.  mandò  per  Io  Siniscalm  di  Pro- 
TCDta.  E  12.  ^6-  7.  Presi  furono  messcr 
Laici  di  Piero  ec,  il  Siniscalco  di  Tolosa, 
r   più    aliri   signori. 

§.  II.  Per  Tesoriere.  Aov.  ani.  18.  2. 
Il  Siaitcalco  ovvero  Tesoriere  prese  quelli 
marchi,  e  mise  uno  tappeto  in  una  sala  , 
e  versolli^ì  suso.  7  il,  Cr.  Non  oda  cre- 
dere che  per  piccob  oflcrla  l'osse  stato 
bisogno  d'  aprire  i  loru  tesmì,  iniptToiiJC- 
thè  agerolmenle  1'  a%-rebbooo  avuta  i  loro 
Sìniscdlcbi  in  borsa. 

#  g.  111.  Siniscalco  ,  è  anche  JVome 
e  titolo  d*  ttn  ufficiale  ne^li  eserciti  nn 
tichi.  Pecor.  g.  g.  n.  2.  Ogoi  schiera 
avea  quattro  siniscalchi,  i  qu.ili  aod.iv3no 
sempre  iiilorno  alla  schiera  loro  ,  accioc- 
ché nessuno  potesse  uscire  di  schiera  , 
talché  niuoo  sinistro  .  o  mancamcDlo  vi 
fosse.  (CPJ 

SISÌSTRA,  Stist.  Mano,  o  Parie  oppo- 
sta allo  destra.  Lai.  ìirva,  sinistra.  Gr. 
oxata.  riffszspU  Dant.  Par,  32.  Colui 
che  da  sinistra  le  s*  aggiusta  y  È  M  pa- 
dre. ^  Cr.  g  6  2.  Si  volga  spesso  a  de- 
stra, e  a  sinistra.  (C) 

t  SINISTRAMENTE.  Jwrrh.  In  mo- 
do sinistro,  malamente^  Vi  mala  manie' 
rd.  Lat  nin/c,  pessime.  Gr.  xaxcÒ^.  xa- 
xtST«.  l'ir.  Ro^.  1^8.  Mi  slava  e  di  lui 
e  di  me  sinislrameote  conicnta  .  iìtrn. 
Ori.  I.  24  38.  Tuoto  siaisiramente  gli 
batteva.  Che  spesso  a  terra  chinar  gli  fa- 
ceva. Car.  lett.  1.  i3l.  Ho  proccurato 
farle  quel  beneficio  che  da  ognuno  è  co- 
nosciuto, ma  da  pochi  raalìvoli  sioistra- 
mente  interpretato. 

t  SIMSTRAIlE.  fieutr.pass.  Infuria- 
rr,  imperversare.  Lat.  fiirere  Gr.  jUMi'- 
veaSat.  Frane.  Sacch.  nov.  12.  Come 
1^  giunse,  il  roniino  si  cominciò  a  tirare 
addietro  ec.  Alberto  accennandogli  cotale 
alla  trista,  non  lo  potèo  mai  fare  an<l.ire; 
ma  cominciandosi  a  sinistrare,  e  Alberto 
avendone  grandissima  paara,  per  lo  mi- 
gliore disceso  io  terra. 

#  §.  I.  Per  Scomodarsi.  Lai.  incom* 
mcdosubiiei.  Gr.  Ou?/pT;3Tàro5«i.  lìenth. 
lett.  I  4"  Sp-  Vostra  Signoria  ha  pur 
voluto  fare  a  suo  modo  in  sinistrarsi  e 
disagiarsi  ella  ,  per  adagiare  e  comodar 
me.  ec.  {*) 

t  S-  II-  E  in  sipnifìe.  neutr.  per  Jn- 
traversart.  Opporsi.  Lat-  ohstare,advtr. 
sari,  fìcrgk  Moa.  171.  Per  commuovere 
con  r  esempio  alcuni  della  plebr  ,  che  !.i- 
nìstravaDo ,  dì  conferire  la  lor  partita. 
«  Ciò*'.  Geit.  f  ij.  jélf.  i32.  Ottenne 
•e.  il  cooseoso  di  Cesare  a  essa  vendita 
dì  Modaoa,  ricmando  e  sinistrando  mollo 
Videfrusto.  (CJ 

%.  III.  Prr  Jnd.ire  infalh.  Morg.  -3. 
9.  E  "I  cavai  di  Rinaldo  Noe  reSM  ;  i  pie 
dioaoxi  sioistrorno. 

#  SINISTRATO.  Jdd.  da  Sinistra- 
rt.  f.4} 

t  *  S-  Sinistrato,  dxett  amcora  di  /éf' 


sinistro,  o    troppi» 
Stcr,  L'ur.    2-  A6 


cun  nifnib'O  del  corpo,  che  abhia  patito 
lussazione t  frattura,  0  altro  sinistro  ac- 
cutenle.  Calti.  Leti.  Ucm.  VI.  37.  Si 
trova  in  letto  con  ima  mano  un  poco  si 
Distrata  per  una  r^dulsi  roa  l' impedimeo- 
le  s.itìi  breve.  {A) 

*  SINISTRISSIMO.  Superi,  di  Sini- 
stro j  Oppostissimo  t  Conti  arissimo  Ar, 
Supp.  (A) 

•f  3  SINISTRO.  Sust.  Scomodo,  Scon- 
ci*'. I  .Ti.  incommcdiim.  Gr.  ^la^jj.  Agn, 
Pand.  2X  Vorrei  avere  in  casa  quello  (he 
bisogna  ,  e  quello  the  si  può  sanza  peri- 
colo seibare,  sanza  noia  o  fatica,  u  sanza 
ingombro  della  casa. 
'.^O  Ma  standovi  con  suo 
sinistro,  e,  ulirr  a  ciò.  con  poco  profitto, 
per  uscire  di  questa  molestia  ricerco  uu 
giorno  lo  arcivescovo  Atlone  di  MagODzia, 
come  fusse  óa  governarla.  E  3.  j3.  Deb- 
biamo sempre  per  amor  suo,  eziandio  con 
siui>tro  nxslro,  procacciare  giovamento  al 
prossimo   in  ciò  rbe  si  può. 

^-  g.  1.  Per  Pencolo,  Cattiva  situa- 
zione, u  Pai'.  Scisni.  60.  Li  Guanlpsi  tu- 
multuanti gastigò,  e  mise  il  Duca  di  Cle- 
ves  in  gr;.n   sinistro  e  terrore»  .  (Cj 

g.  11.  Per  Disgrazia  ,  Accidente  in- 
fausto, Lat.  calamitas ,  dammim,  Sfor. 
Eiir.  I.  17.  Quando  tu  vicino  al  colpir- 
lo, volse  le  redini  al  suo  cavallo,  non  per 
paura  già  che  egli  avesse  ,  nò  per  altro 
sioiìtro  sopravvenutoli,  ma  perchè  ec. 
J  ardi,  Stor.  Così  credevano  quei  della 
parte  di  Niccolò,  guidati  da  Lorenzo  Se- 
gni, óiì  Iacopo  Morelli,  e  altri  suoi  amici 
e  parenti,  di  tener  quieta  la  fazione  de- 
gli Arrabbiati,  e  fuggire  ogni  sioislro 

SINISTRO.  Add.  Che  e  dalla  parte 
sintstia.  Lat.  sinisier,  Icevns.  Gr.  cxacio^^ 
apt3Tc;o;  ■  Dani.  Jn/  ji.  Per  l'ar- 
gine àioistro  volta  diennu.  Pitr.  son,  5l. 
Del  mar  Tirreno  alla  sinistra  riva  ec  Su- 
bito vidi  queir  altera  fronde.  Amet-  5^. 
Quindi  alla  destra  mano  lasciataci  la  se- 
poltura del  Miseno  Eo'io,  e  dalla  sinistra 
risole  l'illacuse,  vedemmo  il  furioso  Vol- 
turno mi-scolanle  le  sue  acque  piene  di 
arena  colle  marine,  f'if.  S,  JAirpA.  i35. 
Compiuta  la  sua  orazione,  guatò  e  vide 
nella  sinistra  parte  della  carcere  uu  de- 
monio. 

*f  g.  I.  Sini.ftro,  per  Catlìi-o,  Dannose, 
Lat,  sinister.  Gr.  ùptiripói,  cxaio's-  Sv- 
gr.  Fior.  Stor.  I.  29.  Disegnando  Maffeo 
servirsi  dello  Imperatore  per  cacciar  Gui- 
do ec  ,  prese  occasione  dai  ramm.)richi 
che  M  pcpolo  faceva  per  i  sini&lri  porta- 
menti de' Tedeschi.  ^*  Guicc.  Sior.  i. 
38t  Per  i  quali  .iccidenti  si  aumentò 
tiinto  la  sinistra  opinione,  che  il  popolo 
Fiorentino  aveva  già  concepito  di  Pagolo, 
che  ec.  fu  da  luro  ec.  fatto  prigione.  E 
2.  3?0-  Ciamonle  disperalo  di  poter  far 
più  ec,  e  cominciando  a  essere  per  il 
sopravvenire  della  vernala  i  tempi  sini- 
stri, ritornò  il  giorno  medesimo  a  Castel- 
franco   (L) 

i?  %.  II.  Per  Ingiurioio  J'ardi.  Stor, 
lib.  3.  Tantoché  dopo  molte  sinistre  pa- 
role dell'  uno  e  dell*  altro.  Francesco  ec. 
gli  fece  un  manicbetlo.  dicendogli  ec.  (P,'} 
GifCc.  Stor.  1.  i^25.  E  per  conducergli 
con  l'asprezza  e  eoo  l'acerbità  a  quello 
a  che  non  gli  conduce^  a  1'  autorità,  usava 
pubblicamente  sinistri  Icrmini  agli  amba- 
sciatori. (L) 

SINO.  Preposizione  terminativa  di  luo- 
go, di  tfrr-po,  o  di  operazione  j  lo  stesso 
{he  Fino,  injìno  e  Insino,  E  pur  come 
quelle  si  usa  eomw.tmente  col  terso  ca- 
so, benché  ttlora  anche  od  altri  casi,  od 
a  varie  particelle,  o  preposizioni  s'accom- 
pagni j  come  dille  medesime  voci  a  lor 
tuofio  si  è  detto.  Lrft.  usrjue.  Cr.  £w^. 
I  Dant.  Par.  32.  E  gli  altri    sin    qnaggiù 


di  giro  IO  giro.  Gttid.  C.  Partendo  la 
lesta  sino  al  bellico.  Pocc  I  it.  Dani. 
333.  Colui,  nel  quale  poco  avanti  parca 
ogni  pubblica  spi.-raoza  essere  posta  ec.  , 
sanza  ['c-cjIo  di  quel  romore,  il  quale  per 
addietro  s'  era  molle  volte  udito  le  sue 
laudi  portare  sino  alle  sitile,  fu  furiosa- 
mente mandalo  in  trrevorabile  esilio  (al- 
cune edizioni  hanno  infino  ),  Hmi,  ant. 
Guttt.  90.  Raito  son  corso  già  sino  alle 
porle  Dell'  aspra  morte  per  cercar  dilet- 
to. G.  V.  12.  63.  ^.  La  sua  gente  scorse 
sino  presso  a  Parigi  a  due  leghe.  Pemh 
Utt.  1.  I.  23.  Dunque  oe  bacio  sin  dì 
qua  il  santissimo  pie  vostro  con  1'  antica 
e  cauta  servitù  e  devozicn  mia.  £"22. 
22  Avcrele  con  questa,  messer  Trifone 
mio  caro,  quanto  sin  qui  ho  scritto  sopra 
la  Tolg.T  lingua. 

§.  I  Sin  che,  lo  stesso  che  Fin  che. 
Lai.  donec,  usqueqiiOj  itstjuc  dum,  quoad. 
Gr.  £W5,  £;  0.  Fir.  As-  218.  Innamo- 
rato di  Carile  sin  eh'  eli*  era  picciola 
(qui  vale:  Sino  da  qnondo.  Lat.  ex 
qaoj  , 

g.  II.  Sino  a  che,  vale  lo  stesso  che 
Sin  (he.  Fin  che.  Lat.  donec,  nsquequo, 
usque  dnm,  quoad.  Gr.  ^w,,  £*?  0. 

§,  ili  Sin  tanto  che,  o  Sino  a  tanto 
che  ,  la/e  lo  stesso  che  Sin  che  .  Lat. 
dcnec,  usqucdum,  quoad.  Gr.  iw^,  £;  o  . 
n!  Guicc.  Stor,  3.  38.  Il  Pontefice  promet- 
teva aiutare  ec.  sino  a  tanto  che  avesse 
.ricuperato  lutto  quello  che  si  conteneva 
nella     lega    di    Cambrai.   fL) 

f  §.  IV.  Sino  ,  assolufamcnte  posto, 
si  trova  talora  usato  per  Sta  che.  Dant. 
Inf.  iq  Rè  si  stancò  d*  avprmi  a  se  ri- 
stretto Sin  meo  portò  sovr'al  colmo  dell* 
arco  (alcuni  qui  leggono  si,  ed  è  ottima 
lezione  )  . 

§.  V.  Sino,  talora  dinota  Intero  com- 
ponimento di  che  che  si  parli  ,  così  nel 
bene,  come  nel  ma/e.    J'vd.   INSINO. 

SINO.  Scino  j  Punto  de*  dadi  ,  ed  e 
Quando  due  dadi  .s'  accordano  amenduni 
a  mostrare  il  punto  Sei,  Lat.   senio.   Gr. 

t  SINO,  o  SEViO, Termine  della  Trigo- 
nometria L-i  perpendicolare  condotta  da 
una  dille  estremità  di  un  arco  sopra  il 
raggio  che  passa  per  Coltra  estremità  . 
Gal.  Sisl,  aqi.  E  come  il  sino  dell'an- 
golo opposto  B  e  D  al  sino  dell'  angolo 
opposto  R  D  C  E  297.  Pel  sino  della 
parall.isse  ne  viene  ventotto  semidiame- 
tri e   mezzo. 

-f  ♦  SINO.  Lo  stesto  che  Seno  j  ma 
in  questo  senso  è  ?'.  A.  Rim.  ant. 
Kot.  Giac  da  Lentino.  Allor  m' arde  una 
deglia.  Come  oom  che  teme  il  foco,  Allo 
su*  sino  ascosa  (  fedi  la  nota  ^6S-  Cuitt. 
1,11.).  (V) 

^-  §.  Sino,  vale  anche  Seno  nel  si- 
enijìcato  di  Golfn.  Lat  sinus.  Gal.  Sist. 
A3  Nt'U  solo  il  sino  mediterraneo  ,  ma 
tolta   r  Affrica,    e   l'Asia   ancory.  (NS) 

t  SINODALE  .  Add.  Di  sinodo  , 
Attn.ente  a  Smerdo  .  Lat.  synodalis  , 
syncdicus  ,  S .  Gir  .  Gr.  oyvo^tzo'^  . 
pass.  1 22.  Q«iej>ti  rasi  riservali  ec .  , 
e  gli  altri  eh' e' Vescovi  si  riservano  per 
loro  arbitrio  .  o  costiluzioni  provinciali, 
o  smodali,  debbono  i  cufessori  ec.  ben 
sapere,  acciocché  non  se  ne  iulromellaDo. 
Mairstruzz.  2.  l^i.  Simiglianlcmenlc  sono 
iscomunicati  i  religiosi,  i  quali  assolves- 
sono  gli  scomunicali  ne'  casi  non  conces- 
si, ovvero  assolvessono  dalle  date  scDleo- 
zit*  per  provinciali  islatuli,  ovvero  smo- 
dali. 

SINODO.  Congregazione.  Concilio  j 
e  s'  intende  d'  FcdesiasUci.  Lat.  *syno- 
dus  .  Gr.  oJvoSoi.  Cavale.  Fritti  ling. 
Un  notorio  e  infame  fornicatore  essendo 
richiesto  .t  un  sinodo  e  concilio,  lemcodo 


)20$ 


S  I  > 


S   1   N 


S  i  .N 


ec.  But.  Purg.  20.  1.  Mieate  polelie  n- 
it:rire  del  re  Carlo  al  siooJo  e  al  coocilio, 
DÒ  a)  sjoto  PaJre- 

^  §.  Trovasi  anche  in  genere  femmi' 
ntlt  alla  Lifina.  l'U.  SS.  Pad.  z.  aSo- 
Celebrandosi  la  Sjnta  Sioodo  io  Nicèa   f/'l 

*f  *  SiNOMMIZZARE  Neutr.  Usar 
sinonimi  ,  abbondar  di  sinonimi .  (/dea. 
Ais^  3.  l6o.  QuaDlo  appresso  e  freddo 
e  ÌQsipido  e  ppoosissirao  sia  questo  poeta 
exiaadÌL>  Del  siauoìmiicare ,  noa  si  paò 
dire  a  batuoza.  fjj 

SINOMMO.  Che  ha  la  stesta  signijS- 
cazionr.  Lat.  symnimus  Gr.  g^voivu/is;. 
Varch.  Ercol.  28.  lo  bo  detto  parlare, 
ovvero  favellare,  perchè  questi  due  ver- 
bi tono  (come  dicono  i  Latini  con  greca 
voce)  sìnociini,  cioè  significano  una  cosa 
medesima,  come  ire  e  andare.  E  3o.  Egli 
ù  vero  che  nelle  diffinizioni  ec.  dod  si 
deono  mettere  ne  nomi  sinonimi,  ai.-  me- 
tafore, ovvero  traslazioni.  E  Lfz,  ^.  Cre- 
dono alcuni  che  queste  due  parule  prin- 
cipio e  cagione  sieoo  sinuoimi  (  qui  in 
forza  di  su  il  ). 

SINOPIA,  e  SENOPIA..  Spezie  di  terra 
di  color  rotso.  Lat.  sinopis  Gr.  attuTHi- 
Dittam.  6.  3.  Coti  andando,  ed  ei  dan- 
domi copia  Di  molte  novità,  giugncmmo 
al  maro  ,  Lo  qujle  è  rossi  sì  ,  che  par 
sinopia  .  Cr,  g  97,  3.  Ton"ai  sinopia  li- 
quida ,  ovvero  altro  colore  simile ,  che 
tioga.  RiCftt.  Fior.  65.  La  sinopia,  chia- 
mata da  Dio>coride  rubrica  sinopide,  per- 
che si  vendeva  io  Sinope  citta  di  Ponto, 
è  una  terra  rossa  ;  oggi  ne  abbiamo  di 
molli  altri  luoghi ,  e  si  chiama  b.jlo  ar- 
meno .  E  appressi  :  Quella  sinopia  che 
adoperano  i  legnaiuoli ,  v  un'  altra  sorla 
di  rubrica,  che  si  suol  fare  di  ocra  colta. 
ì^ett  Colt.  33.  Si  segnino  queste  talee 
con  («nopia,  o  aUri>  colorf,  per  porle  poi 
ne*  divelti,  come  elle  stavano  in  sull'uli- 
vo, e  non  sottosopra.  Cani.  Cam.  \Q\- 
Prima  si  seghi,  s'  usa  di  conciarlo;  Poi 
colle  corde,  e  senopia  segnarlo. 

3  g.  I.  In  proverò.  Si  dice  Jndar  pei 
filo  della  sinopia  ,  o  simili,  che  vagliano 
Seguitar  la  dirittura.  Andar  per  li  biw- 
na  strada  ,  Non  torcere  ne  di  qua  ,  né 
di  là  j  tolta  la  metafora  dal  se^no  che 
fanno  i  segatori  sui  legnami  col  fio  in- 
tinto nella  sin^tpia,  per  andar  diritto  colla 
sega  .  Fr.  Giord.  Pred.  R.  Non  basta 
..he  '1  giusto  vada  uell'  opere  sue  pel  fil 
della  sinopia.  Uh  Son.  1.  Nm  comparo 
r  ineiie  e  i  versi  bigi  Con  chi  riga  in  sul 
fil  della  sen-.pia.  Morg.  27.  80.  E  va  pel 
fil  della  sinopia  caldo,  Saou  uscir  punto 
mai  del  segno  ritto. 

<i  §.  11.  Si  dice  anche  Che  una  eota 
%a  pel  fil  d'Ila  sinopia,  quindi  rieicefe- 
Itceme.ite.  «.  .l/jr?.  22.  214.  Pel  GÌ  della 
■inopia  e  p^r  la  riga  A  questa  volta  que- 
lla cosa  andava   -.  (C) 

*  SINOSSI.  Compendio,  Ristretto, 
Magai.  Leti.  Ti  ringrazio  della  sinossi 
della   Teorica   del    Cassini.  (.4) 

*  SINOTTICO.  Add.  Appartenente  a 
sinossi.  Compendioso.  Magai.  Lni.  Voi 
non  vi  ricordate  di  quella  tjvola  •inoUica 
posta  in  Goc  dell'  ultima  lettera,  dove  ri- 
dico in  dieci  righe  lutto  quello  che  ho 
delto,  rilucendolo  in  ipuma,  in  un  grosso 
tomo.   (A) 

*  SINOVIA.  Term  de'  Medici.  Li- 
ijuort  viscido,  che  serve  a  lubricare  tulle 
le  articolasioni  mobili  del  corpo.  Cocch. 
Lei.  ec.  Sinovia  .  che  irrora  le  giunture. 
Mancante  dell'  umido  oleoso  ,  o  unovia  , 
.•he  s«*rvr  a  lubricare  i  legamcnli  e  mem- 
brane d<*ir  ossa.  (A) 

*  SINOVIA.LE,  Term.  de'  Medici. 
Agt!'»»fo  delle  gUndule  separatrici  della 
sinovia  .  (Jmor  sinovi*'*  dicest  la  Sino- 
k'Ut.   (Ai 


•f  *  SINTASSI.  Term.  de'  Gromma 
tici.  Collegazione,  Disposizione, ed  Ordine 
delle  parole  Menz.  Op.  voi.  3-  pag.  2|3. 
Sebbene  ogni  irrfgolar  costruzione  è  un 
tal  poco  aliena  dalla  sintassi,  nulladimeno 
ella  K  una  cjrnp<>»izionc  di  parti,  che  con- 
viene e  si  accomoda  all'  uso  di  qaei  che 
ben  parlano  Corlic.  Gram.  Ub.  2  cap. 
1.  La  costruzione,  con  greco  vocabolo 
chiamata  sintassi  ,  e  quella  conveniente 
disposìtione  ,  la  quale  debbono  avere  fra 
se  le  parti  d^rll*  orazione.  fAj 

*  SINTESI.  Terni,  de'  Filosofi.  E  il 
proce  lere  neW  investi-jasione  delle  cose 
dal  semplic'-  al  compoftoj  Metodo  di  com- 
posizione .  Lat.  synlliesis  ■  Gr.  9-Jv^e 
5t;.  (B) 

f  ♦  §.  Sintesi ,  è  ancora  Figura  ret- 
lorica,  per  la  quale  la  costruzione  si  ri- 
ferisce non  alle  parole,  ma  al  loro  senso; 
come  per  esempio:  L'inno  che  quella 
gente  allor  cantaro  .  Pros.  Fi^/r.  6. 
26  .  Vok-vano  questi  inferire  quelle 
tramuiaxioni,  o  iroo^amenti  ec.  di  cor- 
rispondeaac  stravolle  ,  prolcpsi ,  sillepsi , 
sintesi  ,  er.    (*) 

*  SINTETICO  .  Add.  Terni,  de'  Fi- 
losofi. Appartenente  a  sintesi  .  Composi- 
tivo; contrario  a  ResoluUvo.  (A) 

't  *  §  Metodo  untelico,  dtcesi  il  Me- 
todo di  composizione  ,  la  Sintesi»  Cocch. 
Pref  Belili.  Disc  pag.  33.  La  troppa 
facilità  prodotta  in  questi  discorsi  {anato- 
mici) ec.  è  cumpensata  da  una  certa  mi- 
steriosa oscurità  che  nasce  dal  metodo 
sintetico,  del  quale  pare  che  abbia  voluto 
servirsi  [>er  tener  più  attenti  i  suoi  udi- 
tori ,  ec.  (A) 

SINTILLA.  V.  A.  ScintiHa.  Lai.  scin- 
tilla. Gr.  sTi*à»fj3. 

g  Per  simiht.  Frane.  Saccb.  Op.  div. 
1^0  Covi  gran  parte,  quanto  e  la  quarta 
pjfte  del  ciclo  .  entri  iu  sì  piccola  cosa 
comi;   una    sinliUa   d'  un    occhio. 

SINTILLANTE.  T-  A  Scintillante. 
Che  scintilla.  Lat.  renidcns.  Gr.  otTr^sTt'i- 
^ù>v.  Bocc.  s-  a./  2.  Cogli  occhi  vjgbi, 
e  sintillanti  non  altrain:nli  che  maiiutina 
stella,  Dep.  Decam.  5;.  Qui  i;  scritto  sin- 
tillaiti ,  come  s'  è  detto  ,  e  così  dovettrr 
trovare  que*  valenlaumioì  del  27  ^  poiché 
così  scrissTo. 

*  SINTONIA.  Lo  itesso  che  Sintomo. 
Red.  Cons.  I.  193.  Questo  e  aa  sìotoma 
io  genere  delle  azioni  lese,  e  quest*  aziunc 
lesa   e   1j   respirazione.   f.Vj 

*  SINTO.MATICO.  Term.  de' Medici. 
Appartenente  a  sintomi.  (Ai 

SINTOMO  Indizio,  o  Effetto  Ji  mi- 
l.itti-i  j  e  si  prende  anche  per  Acctuenlc  , 
o  Circost<inzrì  che  accompagni  qualsivoglia 
altra  rosi.  Segner.  Mann.  G--nn.  30.  4* 
Raccogliti  quanto  prima  dentro  a  te  sles- 
to ,  come  la  chi  scorge  Ì  sintomi  della 
sua  fehlire  domestica  già  imminenti.  Gal, 
Sist.  57.  Trovano  le  definiiioni,  •■  i  p'ù 
comuni  sintomi  ,  lasciando  poi  certo  sot- 
tigliezze e  tritumi,  che  son  poi  piuttosto 
curinsil  j  ,    ai   inatmulici. 

SINUOSITÀ',  SINUOSITATE,  e  Sl- 
NUOSITAUE.  Ailr.itto  di  Sinuoso.  Lat. 
fìerut  Gr.  itsc/Ai^i;  Fir.  Dial  beli.  dona. 
'375.  Hanno  gli  orocebi  io  quel  pertugio, 
che  manda  dentro  U  voce  ,  quella  certa 
rivoltura  .  sinuosità  .  e  via  fatta  a  vite  , 
come    s'  «•   detto. 

SINUOSO.  .Idd.  Che  Ai  sem.  Che  fa 
seno.  Curvo.  L^t.  tinuotus.  Or.  «oIttw- 
0»j;.  Segr  Fior.  Art.  f.urrr.  7.  i4tj.  Es- 
sendo Io  mura  sinuose  e  concave.  ^  Silvin. 
Georg,  lih.  I.  Qui  un  serpe  grandissimo 
con  volti  sinuosa  dintorno  va  scorren- 
do. (F) 

f  SIONE  .  Guerra  di  due,  0  pia  vfnti 
di  iisunle,  o  poco  difierenle  pots'tnz.i  f'a 
di   loro,   I  quali  wlandosi,  0  raggirandosi 


in  alto  ,  aggirano  ancora  le  nuvole 
Frane.  Barh.  271.  2f.  E  Se  an  uoo 
repente  Vien  ,  che  tubila  mente  Rompe, 
spazza  e  rivolge,  Ben  fa  s' a  Dio  si 
\ulge  Ogni  «nima ,  che  solo  El  li  paò 
torre  duulo .  Red,  DiUr.  ^2.  SceodoD 
«ioni  dall'  aerea  chiostra  ,  Per  rioforxar 
coir  onde  un  nuovo  assalto  .  E  Annoi. 
Ditir.  201.  Credono  i  marinari  che  il 
•ione  non  sia  altro  che  una  guerra  di  due 
o  di  pili  venti  di  ugu.ile,  o  poco  difierenta 
possanza  tra  di  loro,  i  qu^li  urtandosi, 
e  raggirandosi  in  allo,  aggirano  ^uora  U 
nuvole  ;  quindi  con  eue  nuvole^nlando 
in  mare,  e  raggirando  l'acqua,  e  auot- 
bendone  molta,  stimano  che  il  siooe  vada 
crescendo  e  rigunfiando ,  e  che  sìa  pot- 
sente  io  quel  ravvolgimento  a  far  perire 
il  vascello.  E  appresso:  Delle  ridicoloic, 
e  vane  superstizioni  costumate  da'  mari- 
nari ,  per  tagliare  .  come  essi  dicono  ,  il 
siooe.  sarà  bello  si  tacere. 

SIP  A.  Foce  bolognese,  e  vale  Sì.  DoAt. 
Jnf.  18.  Che  tante  lingue  non  »0D  ora 
apprese  A  dicer  sipa  tra  Savena,  e  '1  Re- 
no But,  IVI  :  Gli  Bulo^nesij  quando  vo- 
gliono dire  sì,  dicono  stpa. 

f  *  SIPARIO.  5«*(.»M*c.  Voce  dell* 
USJ.  Tenda  che  si  alzi,  e  cala  iamanzi 
alle  scene  d'un  teatro'.  Lai.  siparium.  (A) 
SIRE,  e  SIRI  y.  A.  Signore.  Lai. 
dominui.  Gr.  Kj'ptOU  x'SpOi,  t.jp  Dani. 
Par.  2g  Co\ì  *1  triforme  efifotio  dal  suo 
Sire  Neil*  esser  suo  raggiò  insieme  tatto. 
Petr.  Cip.  10  Contra  *\  buon  Sire,  cbe 
V  umana  speme  Alzò  ponendo  l' anima 
tmnK>rlaIc,  S'armo  Epicuro.  Bocc  nov. 
60.  11.  Quaù  stato  fosse  il  siri  di  Casti- 
glione. G.  y.  11.  I42.  1.  Rimase  di  lui 
una  figliuola,  la  qu^le  era  moglie  del  siti 
di  Valghere.  E  12  92.  2  Tra*  qu^lì  vi 
rimasono  morti  l-c,  il  siri  della  Valle  e 
messer  Rosede.  Tav.  Bit.  Palamides  pen- 
sa allora  un  poco,  dicendo:  ahi  siri  Iddio, 
or  che  faroT  E  altrove:  Lancillotto  si  trac 
avanti  dicendo  :  sire  Tristano  ,  voi  avete 
mandalo  a  dire  che  volete  con  meco  bat- 
taglia. E  appresso:  Le  damigelle  sì  dis- 
sono :  sire  cavaliere  ,  n  ju  si^te  tanto  di- 
sroousceote  Dep.  Decam.  56  II  che  per 
poco  doveller  fare  i  nostri  vecchi  della 
parula  si' e  ,  la  quale  ne*  testi  antichi  il 
piLi  delle  volle  si  troverà  esser  siri.  tF  Sal- 
via. Eneid.lib.  1. 1  Romani  Siri  del  mondo, 
e  nailon  togata   (Fj 

g.  Sire,  oggi  è  Titolo  di  maestà,  pny- 
prio  dei  Re.  Cas.  Irti.  5.  Sire,  io  mando 
a  V.  M.  il  signor  Annibale  Rucdlaì  mio 
genliluomo.  E  16.  Sire,  venendo  a  V.  M. 
Cristianiss.  Monsignor  di  ALtnna,  spedito 
da  Monsignor  d*  Avanione,  ec. 

*t  SIKENA,  e  in  attico  anche  SERE- 
NA.  Motti  o  favoloso  ,  il  quale,  secondo 
alcuni  poeti,  aveva  sembianza  di  femmim 
dal  capo  infino   alle    Cosce  ,  é  dai  mesao 
in  giù  era  Come  un  pesce,  c-m  due  code 
rivolte  in  suj  e,  secondo  altri,  avei-a  ale 
e  unghie:  e  colla  dolcezza  d^l  sua  canto 
addormentava  1  mariniri ,  per  /irgli  pa- 
ne ohre  fra  gli   tcofli  del  mar  di  Siciliu, 
dove  abitava  .    Lai.    siren  .    Gr.    sci^qv  . 
Frane.  Sacch.  tip.  <hv.  90.  Sirena  è  «oo 
animale,  ovvero  pesce  ,  che  dal  meato  in 
su   ha   forma   di   ilooscUa,   r   dal   mruo  in 
giù   r   come   uno   pe»cc  ,   con  due  code   ri- 
volte m  su,  e  sta  sempre  in  luoghi  peri- 
colosi di  mare  .  e  canta    si    dolcemenle  . 
che    fa    addormentare  li  marinai,  e  chi  1' 
iiAr\  e  quando  sono  addormealali.  gli  f> 
pericolare.   Dani.   l'urg.  3l*  Perchè  allr^ 
volta,  Udi'odo  le   Sirene,  sii  piò  forte.  E 
Par.    12.   Canto  che    t^oto    «ince    ooslrr 
muse,  >ostrc  sirene  in  quelle  dolci  tubr. 
Quanto  primo  splendor   qncl  che  nfuse 
Petr.  ca'iB.  35.  7.  Che  dovea    torcer  gli 
occhi    Dal    troppo    lume ,   e  di  sirena  al 


$  1  R 

tuono  CbioJer  gli  oreci-lii  .     Pati.    prof. 
Per  lo  dolce  cinto  dt'lle  sireae  vaghe. 

t  §.  Per  simi/it.  Petr.  san.  i3^.  Que- 
sta  ftola   Ira   oui  de\  ciel  Sireaa. 

*  SIRENETTA.  Dim.  di  Sirena.  Cas. 
Utt,  Uualt.  253.  lo  f o  .  e  farò  sempre 
per  M.  AotoDÌo  tutto  quello,  che  io  potrò 
ure.  e  quella  tireaella  creperà  di  doglia, 
e  d'invidia    (qui  per  meta/,).  (C) 

SIRI     r,  SIilE. 

*  SIRINGA.  l'tstota.'LtX.  syrinx.GT. 
(To'piy^-  Satvin.  Prot.  Tofc.  I.  357.  Aa- 
ror  qui  U  iirÌQga  rum<neata  la  favoUre 
ùtoria  degli  aniiiri  della  sua  oiafd,  di 
rtii  (|UL>!>tu  slrumealo  cuuscrva  col  nomtì 
la  riL-ordanxa .  (*) 

*  §.  Strinila,  è  anche  tino  Strumento 
cfiirurgico,  che  *<rrfe  per  l'iniezioni,  o 
ciìsteri.  Del  Papa  Cons  Se  le  predette 
operaztoDÌ  rbirurgìche  tono  state  fatte  per 
maoo  d*  uo  perito  litolorao,  il  quale  ab- 
bia iotrodolto  U  sirÌQga  nella  vescica  , 
«.   (.■!} 

•f  #  SIRINGARE.  Sciringare.  MTj^al. 
pirt-  |.  leti.  5.  Siccome  l'aria  mutola, 
presa  dai  maalici  di  un  urgano  ,  e  siriu- 
eala  per  le  canne,  diviea  sonora,  e  su> 
bilo  fuora  di  quelle  riluroa  mutola  ;  così 
ef.  ( qm  per  stmttit.).  (^) 

«  SIRIO.  //  Cane  calette,  la  Cmico- 
ta.  h\lic.  rim  pag,  29  f  Cunz.  O  grande 
ec.  ).  O  dair  Orse  ali  adusto  Sirio,  e  da 
Baltro  ai  termini  di  Alcide  Riverito  e 
temuto.  E  ptg.  ^i  O  dove  Sirio  latra  , 
o  dove  scuole  11  pigro  dor^o  a' suoi  de- 
lUier  Boote-  (SSi 

t  5  SIROCCHIA,  e  SEROCCHIA.  T. 
A.  Sorella.  Lat.  soror.  Gr.  5t(?iXy<l'- 
Dant.  Pitrg.  !j.  Colui  che  mostra  sé  più 
o*"gligeote ,  Cha  se  pigrizia  fosse  suj  si- 
roccbia.  Sjcc.  nov.  ^5.  tit.  Riconoscesi  la 
fanciulla  eiser  sirocchia  di  Giannole.  E 
noi',  68.  22-  Avete  voi  udito  come  il 
buono  vostru  cognato  tratta  la  sirocchia 
voilrat  E  noi',  72.  2.  C'>m..'  che  nelle 
nudri,  nelle  iirocchie,  nell'amiche,  e  nelle 
figliuole  con  non  meno  ardore  ,  che  essi 
le  lor  mogli  assaliscano  ,  vendichino  1'  ire 
loro.  G,  K  I.  l3.  ^.  La  detta  Elena  fu 
Keroccbia  di  Castore,  e  di  Pulluce.  E  8 
20.  5.  Il  He  d' Inghilterra  prese  per  mo- 
glie la  serocchia  del  Re  di  Francia  E  9. 
77.  2  Venne  io  quel  tempo  la  6gIiuola 
del  re  Alberto  della  Magna,  seroccbia  del 
IXjgio  di   Oslerich. 

*  §•  E  figura  fam.  «  Dani.  Purg.  21. 
L'  anima  sua,  ch'i-  tua,  e  mia  sirocchia, 
Venendo  su.  non   polca  venir  sola»  .    {N) 

StUOCCHlAMA.  Ì'.A.  Sirocchia  mia. 

Lat.    soror  mea.   Gr.  kO ìip»)' /ioO .  Annot. 
Vang,  Signore  ,   tu  non  hai    cura  di    dir 

•  tirocchiania  che  m'  aiuti  .    E  Putaff".  5. 

E  sirocchiama    pare  s1>jlordiU- 

SIROCCHIEVOLE.  Ad^.  Ih  Crocchia. 

Lai.  tororìus.  Gr.   oì^ù^ixa^.   Fir.     /fs. 
139.    Consentile  il   fruriu    de' sirocchievoli 

«bliracciamenli,  e  ricria  1' animo  della  tua 

divota  ed   obbligala    Pliche. 

SIROCCIIIKVOLMENTE  .  Awerb  . 
Da  sirccchia.  Lai.  sororie.  Gr  y'Jsipi- 
■  eJt  Remh.  Asol.  2  12O  La  destra  di 
Liia  ,  che  proso  te  sedea  ,  siroccbievol- 
mente  prend«fndo  e  strigoendo. 

SIROCCO.  Scirocco,  Scilocco.  Lat.  Ao- 
tot.  Gr.  voto;.  Gal.  Sisi.  427.  La  sua 
lungheiw  non  si  distende  dj  Oriente  in 
verso  O'ciJenie,  ansi  traversa  da  Sirocco 
verso  Maestro. 

#  SIROPPETTO.  D,m,  di  Stroppo. 
^'à-  ^f".  2.  93.  E  poi  qualche  sirnppelto 
mollilivo,  e  altornativameole  qualche  si- 
roppetlo  sulolivo  cliiaritu.  E  Cons.  i.o. 
ì\  principio  del  suo  medicamento  fosse  un 
nroppello  chiarificato  snlutivo  ,  il  qudl 
uroppetto  ec.  per  molte  e  molle  volte 
foue  piglialo,  ec.  E  a.  3o-  Continui  po- 
Focabolarto   T.  II. 


S  I  R 

scia  per  quattro  giorni  a  prendere  qualche 
gentile  e  grato  siroppelto  ,  confurlalivo 
delta  testa.  E  73.  Per  poter  pui  fare  Ìiu- 
mediatamente  passaggio  all'uso  di  un  si- 
roppelto acciaialo,  ec    (*) 

SIROPPO.  Sciloppo  ,  Sciroppo.  Lat. 
•  srrupus.  Gr.  xxTaBOTiov.  ^  Zihald. 
.4ndr.  46.  Togli  barbe  di  sparagi,  barbe 
di  Booccbio  ,  barbe  di  scabbiosa,  e  fanne 
sìroppo.  (B)  lied  Oss.  an.  1|3.  Mesco- 
lai due  once  di  stroppo  violato  solutivo 
con  due  once  d'acqua  comune.  E  ll^* 
Hanuo  molta  rjgioiu-  i  medici,  per  esler- 
minare  i  vermi  de'  fanciulli  ,  a  costumar 
frequentemenle  il  siruppo  di  cicoria  com- 
posto. Car.  Matt.  soii.  8  Diche  vetrosi 
fanno  i  caraffoui  Da  tener  i  siroppi,  e  V 
acqua   cotta  7 

:?  SIRTE.  Seccagm.  Lat  syrti^.  Gr. 
ojpTt;.  Salvin.  Disc.  j.  73.  Non  minore 
ec.  e  il  vantaggio  che  dagli  amici  si  trae, 
quaodo  prosperevole  vento  a  vele  gonfie 
porla  la  nave  di  nostra  vita,  che  quando 
con  vento  contrario  tra  le  sirti  e  tra  gli 
scogli  degl'  inforlunii  va  manifestamente 
pericolando.  (*)  Cir.  En.  I.  l85.  Tre 
ne  furo  dal  Nolo  a  1'  are  spinte  ;  ec.  E 
tre   ne  fur  dal   pelago  a   le  sirli.  (EPj 

SISAMO,  e  SESAMO-  Seme  di  pianta, 
o  di  erba  che  si  coltiva  ne' giardini  per 
estrnr  Colio  dal  suo  seme ^  e  che  a  noi 
fiendi  Siiifia,  per  altro  nome  detto  Giug- 
giolena. Lat.  se<amnin.  Gr.  c/i'3«';ov 
Pallad.  Selt.  ^.  AjjUalc  si  semina  Ìl  sisa- 
mo  in  luogo  putrido,  cioè  leira  grassa  . 
Sc-rd.  Slor.  l'id  I  49-  Ung-ndogli spesso 
con  l'olio  di  sesamo,  rendono  i  corpi  loro 
incredibilmente  agili-  Ricctt,  Fior.  ^\. 
Gli  olii  ec.  d'  .ilcuDi  semi,  come  di  lino, 
di  sesamo,  di  cbcrsa,  e  d*  altri  si  traggo- 
no in  questo  mjdo.  7?  1 1 1  Quelli  (olit) 
che  si  traggono  de'  frulli  e  de'  semi  ec.  , 
come  l*  olio  di  mandorle  e  di  sesamo  ,  si 
debbono  trarre  quando  s' hanno  a  usare. 
SISARO.  Sp^-ziC  d'erha.  Lai.  sisarum- 
Gr.  ^t'^aaav.  l'ol^  /J^jc.  Il  sisaro  è  pianla 
nota,  e  la  suj  radice  si  m;tngia  lessa. 

SlSlMURiO.  SpiZie  d'  erba  di  sapore 
acre,  che  nace  nelle  fosse  acijuose.  Lat. 
Sisytnbriwn  .  Gr.  ctlJ^aipiOV  Cr,  6. 
ii5.  I.  Il  sisimbrio  è  raUlo  e  secco  nel 
terzo  grado,  ed  è  di  due  maniere  ,  cioè 
dimestico  e  salvatico,  il  quale  si  chiama 
calamento.  E  8.  8.  5  Se  di  quel  seme, 
cioè  del  bas^ilicn  ,  si  semina  ,  spesso  si 
muta  quando  in  serpillo  e  quando  in  si- 
simbrio.  rc(  Pov.  P.  S.  cap.  4.  A  sa- 
nare i'  lilargico  logli  ruta  e  sisimbrio,  ec. 
SISMA.  F.  J.  Scisma.  Lai.  schisma. 
Gr.  sx'-'9<J-'X.,  Def).  Decani.  5'J.  Ne'Iiuini 
testi  del  Villani  si  truova  quasi  sempre 
sisma  e  sisniatici ,  dove  hanno  gli  stam- 
pali scisma  e  scismatici. 

SISMATICO  .  y.  A.  Scismatico  . 
Lat.  schismUicits.  Gr.  9;^t9/zaTC/o'5.  G. 
/*  9.  108  !•  Per  abbattere  la  signoria 
de'  delti  sismatici  ,  e  rubetli  dì  santa 
Chiesa.  ^9  I42  1.  Sentenza  diede  la 
Chiesa  contro  a  loro  ,  siccome  eretici  e 
sismalici.  Frane.  Sacch  rim.  47-  Subilo 
corse  alla   terra   sismatica. 

^  SISSIZIO.  Compagnia  di  s-->li  ma- 
schi, che  per  ricreazione  mangiano  in' 
sieme,  siccome  costumavano  i  Candiottì. 
Lai.  sodalitas.  Gr.  aU55t'TC0v  .  Salvia. 
Pios.  Tose.  I.  2o3.  E  uo  sissizio,  un6- 
dizto,  o  vogliam  dire  io  lingua  povera,  una 
cenata  generale,  una  ricieazione  ainiihe- 
vole,  quantunque  di  non  mollo  risparmio 
della  nosira  letteraria  repubblica.   (*) 

*  SISTALTICO.  Terni,  de.'  Medici. 
Di  sistole  s  ed  è  per  lo  più  ag'^ntnto  di 
Moto,  Quello  cicè  ne'  moti  alterni  osser- 
vati nel  corpo  animale,  che  ha  la  facoltà 
di  rintri^nere  e  di  riserrare  J'ed.  SI- 
STOLE. (J) 


S  t  S 


1209 


SISTEMA.  Metodo  che  si  tiene  nel 
trattare  U  materie  scientifiche  ,  d*  erudi- 
zione ,  e  simili,  Lat.  sistema.  Gr.  Ji*- 
«T^jjua.  Bed.  Cons.  1.  5o.  Non  esser  co»! 
conforme  atta  verili  1*  antico  sistema  degli 
umori  del  corpo  umano,  quanto  ec.  ^  «f*- 
pner.  Selt.  Princ.  illus.  6.  4.  Converii 
che  in  guidarle  (le  anime)  da  ora  innanù 
la  chiesa  muli  dogmi  ec.  e  forhii  sopa 
ciò    un   sistema    novissimo.    (TC) 

•f  g.  I.  Sistema,  si  dice  anche  la  Po- 
situra, e  r  Ordine  delle  principali  parti 
del  mondo,  secondo  le  diverse  opinioni  de* 
filosofi,  e  degli  astronomi.  Lai.  systemom 
Gr.  <s-J7Tfìfj.v.,  Gal.  Sa^g.  285.  De'  quali 
due  /To/O'iieo  e  Copernico}  abbiamo  ì 
sistemi  del  mondo  interi  ,  e  con  sommo 
arli5cio  costrutti  e  condotti  al  fine.  E 
Siit,  I.  Fu  la  conclusione  e  l'appunta- 
mento  di  ieri,  che  noi  dovessimo  in  que- 
slo  giorno  discorrere  ec.  intorno  alle  ra- 
gioni naturati  ,  e  toro  efficacia,  che  per 
)'  una  parte  e  per  l'altra  sin  qui  soao 
stale  prodotte  dai  fautori  della  posizioott 
Aristotelica  e  Tolemaica,  e  dai  seguaci 
del   sistema   Copernicano. 

§  II.  Sistema  armonico  ,  vale  Ordine 
delle  note,  e  degC  intervalli  musicali,  co- 
me Sistema  mnssimoj  che  contiene  du% 
ottave, 

^  §  III.  Sistema,  si  chiama  anche  dcf 
Medici  V  Unione  di  quei'e  parti  simiir 
mfnte  organizzate  ,  che  si  estendono  per 
tulio,  o  quasi  per  tutto  il  corpo  anima- 
le.   (ri) 

SISTEMATICO.  Add,  da  Sistema, 

g.  Polso  sistematico  ,  presso  a'  Medi' 
ci,  è  una  Sorta  di  polso  ineguale,  ed  ir- 
regolare. Lai.  systemaiicus.  Gr.  oujTma- 

:;ì  SISTO.  Term.  degli  Architetti,  e  4* 
Antichità.  Luogo  dove  gli  atleti  si  escF» 
citavano  alla  lotta,  al  corso  ,  ec.  Calli. 
Sisto  presso  i  Greci  significa  un  luogo 
coperto,  presso  i  Latini  uo  luogo  scoper- 
to. (A) 

*  SISTOLA  .  Cosi  chiamasi  dagli 
Speziali  fiorentini  un  Certo  vaso  di  ottone, 
o  dì  argento  in  figura  d'una  piccola  *eo- 
chia,  tutto  pieno  di  buchi  ,  col  quale  co* 
lano  le  medicine  le  più  grosse,  e  cbt 
hanno  più   corpo.    Bed,   (A) 

•f  SISTOLE-  Term.  de' Medici.  Ma' 
to  naturale  ed  alterno  del  cuore  allora 
che  si  ristrigne  j  contrario  di  Diastoit, 
Lai.  sy itole.  Gr.  auaTo)^*)'.  Lib.  cur, 
fehhr.  Siccome  nella  sistole  il  cuore  si 
ristrigne  ,  così  nella  diastole  s*  allarga. 
Buon.  Fter.  3.  i  5.  La  sislole  mal  dirli 
alla  diastole,  È   un  mal  segno. 

■|-  'J?  SlSTRO.  Strumento  da  suono  itst^ 
to  dagli  E^izii.  Quello  che  s'  usa  anco 
og;;idi  nella  musica  militare  è  d* acciaio, 
e<l  in  forma  di  triangolo.  Ott,  Com. 
Pios.  io.  157.  II  Re  David,  e  tutto  I- 
sdrael  sollazzavano  dinanzi  in  tulli  strti- 
nienti  lavorali  in  celere,  chitarre,  tanibo- 
ri,  cembali,  e  sistri.  (C)  Car.  En.  lib. 
8.  Slava  quat  Isi  la  regina  in  mezzo  Col 
patrio  sisiro.  Ang.  Met  9.  SjG-  Tremar 
del  tempio  le  gran  porte,  e  i  palchi ,  £ 
'1  suon  dier  fuora  i  sistri,  e  gli  orical- 
chi. (Br)  Salvia.  Disc.  3.  97.  1  sistri, 
che,  secondo  la  greca  forza,  varrebbono 
in  nostra  lingua  scotitoi,  strumenti  di  r»- 
ligione  presso  gli  Egizii  ,  di  strepilo  piò 
tosto  che  di  suono,  inventati  non  furono 
ec.  (A) 

'Y'  SITARE.  Neutr.  Aver  silo.  Bendar 
malo  odore.    Bnldin.    l'oc.   Dts.  (A) 

•f  *  SITERELLO.  Dttn,  di  Odore i 
Odoruzzo.  Mattai.  Leti,  scient.  pag.  aSa. 
L'odore,  uo  certo  sileiello  d'aromatico, 
il  quale  spira  cosi  in  confidenza,  che  nel* 
1' alidore  deir  aria  ù  smarrisce  di  manie* 
ra,  ce.  (A) 

i5a 


1210 


S  I   T 


SITinONDO.  Add  Che  ha  sete.  La'.. 
ttiibundut.  Gr.  ^i^aìeo;.  *  Lor.  MeJ. 
Seon.  3.  i5i  E  quando  non  sarò  più 
fitiboDdo,  Daret^'nit  d'  un  inazzo  in  iullj 
(«»U,  Se  manca  «'uel,  per  cU*  io  sun  \isso 
»1  mondo-  K  l6o  Se  fusse  ognun  di  lor 
ti  iitibondo  U*  acqua,  com'  e*  ne  soo  cru- 
de' oemici.  Credo  che  restereblie  in  sec- 
co il    mondo.  (ItJ 

§.  Figuratam.  per  Avido,  Desideroso. 
Lai.  ai'idas  ,  cupidus.  Gr.  STriiduuùv. 
Bern.  Ori.  2.  io.  49  Chi  d'  onore,  o  d' 
iofamìa  è  sitiboodo  ,  Farli  parlar  di  se  per 
tutto  il  mondo.  Buon.  Fier,  \.  2>  2- 
Ogni  cosa  aggrada  Al  disio  sitibondo. 
Meni,  snt  a.  Se  non  che  a  ccrli  avari  e 
«itibondi  Suol  Or  talvolta  il  popol  senza 
legge  Venir  senta  popone  il  mal  de' 
pondi. 

J  SITIRE.  F.  L.  Neutr.  Jver  sHe  . 
Lai.  sitire.  Gr.  Jt|;av. 

"^  %.  E  in  signijic.  att.  e  fig,  «  Dant. 
Piirg.  12-  Mostrava  la  tuina  e  'Icrudo 
scempio  Che  Te  Tomiri,  quando  disse  a 
Ciro  :  Sangue  sifisli ,  ed  io  di  sangue  l* 
empio.  Fr.  lac.  T.  6.  3i.  q.  Farmi  al 
fonte  salire.  Ove  stiire  su>il  l'anima  mia. 
Sitisco  il  fonte^  d*  onde  a  noi  si  versa  La 
cariude.  fìim.  ant.  F.  B.  E  nella  croce 
ancor  volle  sitire  -•  .  (Pf)  Ar.  Fur.  .J3. 
lOQ'  S*  avessi  più  tesar  che  mai  sitire 
Potesse  cupidigia  femminile,  Colui  rispo- 
se ,  non  saria  mercede  Di  comprar  de- 
^a  del  mio  cane  un  piede.  (Pe) 

"t"  3  SITO.  Pù-iiiitra  di  /uogoj  e  pren- 
desi talora  anche  assolutam''nte  per  Luo- 
go. Lat*  situs,  loci  positifi  t  positura.  Gr. 
^ivii.  Dani,  Purg.  i.  O  seltentrional  ve- 
dovo silo.  Biit.  ivi  :  Silo  tanto  e  a  dire, 
quanto  luogo.  Dant.  Par-  i.  Ed  ora  lì, 
rome  a  silo  decreto,  Cen  porta  la  virtù 
di  quella  corda.  But.  ivi:  Sito  è  luogo 
dovuto  alla  cosa  per  natura.  Dani.  Par. 
17.  Che  pria  per  me  avea  mutato  sito. 
E  27.  E  più  mi  fora  discoverlo  il  silo 
Dì  questa  aiuola.  Petr.  soa.  33.  Quando 
dal  proprio  sito  si  rimuove  L'arbor  che 
amò  già  Febo  in  corpo  umano.  Bocc 
noe.  IO.  l5.  Per  la  qual  cosa  il  silo  della 
camera,  le  dipinture,  ed  ogni  allra  cosa 
notabile,  che  in  quella  era,  cominciò  a 
ragguardare.  Oli»  Cam.  Inf.  i\.  262. 
Descrivegli  iu  ardcntissimo  e  secco  sito  , 
fropra   'I  quale  sempre  fianinielle  di    fuoco 

Siovono  ,  a  dimostrare  la  slruiia  caldezza 
eli'  animo  di  loro  impressione.  Sodcr. 
Colt,  .'>.  A  tutte  le  vigne  è  noiosissima  la 
tramontana  ,  e  a  tutti  i  siti  che  a  questa 
tono  esposti.  *  Bemh.  star,  5.  67.  Il 
castello  di  sito  e  natura  muuilis^imo  ec. 
a' nemici  avca  dato.  (C) 

#  §.  I.  Per  Giro,  Circuito.  Lat.  cìrcntlut. 
'•  G.  V.  4*  25.  1.  In  quel  tempo  Frale  era 
di  piccolo  sito  N  .  (C) 

%.  II.  Per  Abilaslone,  Alberto,  L.it. 
domili  ,  hahitatio  ,  Gr.  01x0$,  oìn-np-oc. 
Frane.  Snccfi.  rim.  Povera  capannetta  e 
't  nosiro  sito. 

§.  Iti,  Per  Odore,  ma  per  lo  pia  non 
buono.  Lat  sititt  Cr.  Il  vast^llo  che  hae 
prcsu  un  mal  sito  ,  noi  può  agevolmente 
lasciare.  S.ig^.  nit.  e^p.  263.  Sigillala  una 
starna  in  un  soltil  va»o  di  vetro,  e  rim- 
piattala io  un  angolo  d'  una  stanza  ,  da 
an  brariro  fjtto  rìgir.ire  un  pezzo  io 
quella  vicinanza,  oou  vien  dato  segno  di 
kcnlirne  il  sito. 

»  SITO,  y  A,  Add.  Situalo.  Cavale. 
DitcìpL  spir.  |'^2-  La  mente  virtuo- 
sa è  sita  in  alto  ce,  onde  sempre  è  se- 
rena. (V) 

«  SI'  TOSTO  COMK.  Posto  awer 
bmlni.  ìmminliiiente  che  ,  Sithito  che  . 
Fior.  S.  /■'mne.  83.  Deliberò  ec.  di  uscire 
dell*  Ordine  sì  tosto  come  frate  Giovanni 
fosso  tornato  di  fuori.  (I'} 


S  I  T 

*  SITUAGIONE.  lo  stesso  che  Si 
tuazionr  11  Vnca'iol.  del  }fanni  alla  voce 
DISPOSIZIONE,  g    III.  (•) 

SITUAMENTO.  il  situare.  Sito.  Lai. 
siiits,  positura.  Gr.  9«'9t;.  Bui,  Si  muta 
secondo  lo  mutamento  de' cieli  ,  e  lo  si- 
luamenlo  dello  sue  parti. 

SITUAHE.  Porre  in  sito.  Lai.  cofh- 
.care,  statuert.  Gr.  Ti'Olvxc.  Pathd.\o- 
gltono  esser  situate  al  meriggio.  Cr.  2. 
18.  |.  I  campi,  i  quali  son  nelle  pendici 
de'  monti  situati,  tpessc  fiale  sostengono 
secchezza  e  magrezza.  Stor.  Eur.  I.  l8. 
Que^a  rltt^ ,  pokt.i  io  monte  ,  e  situata 
tra  le  montagne.  Fit.  Pitt.  6\-  Non  si 
considerano  er  le  spese  nel  far  gli  sterri 
cr..   nel   situar   le  salile. 

SITUATO.  Add.  da  Situare.  Lat.  po- 
sit'is.  collocatiis.  Gr.  S^sij  G.  F  5.  7. 
3.  Nola  che  il  dpltu  poggio  è  de*  meglio 
situali  che  sia  in  Italia.  .ìf.  V,  11.  47- 
Il  castello  "k  di  famiglia  auai  forte,  e  per 
luogo  ben  silualu  a   difesa. 

SITUAZIONE.  S-io,  Positura  di  lun. 
go.  Lat.  tilat,  posiiut,  po.titura  Gr.  ^i- 
fft^.  Bed..  Oss,  an.  Q.  I  testìcL>li  al  solilo 
bianchi  e  lunghetti  ,  con  le  solite  appar- 
tenenze, e  situali  nella  consueta  sttuaiio- 
ne  *  Imperf.  V.  Tib.  Proent.  T.  lì. 
3.  Quantunque  volte  meco  penando  ri- 
guar<lo  alh  lucidezza  del  Cielo,  e  alla  va- 
ghezza  delta  terra,  io  finnuovo  subito  tra 
me  stesso  le  usale  riflessioni,  avvertendo 
con  quante  diverse  situazioni,  e  livcrberi 
di  luce  questo   lutto  adorno  sia.  (F) 

■"?  g.  /Vr  Condizione,  Stato.  B.ut.  Op. 
Mor.  2-  4^1.  Il  mondo  pieno  di  pensieri 
inquieti,  e  di  cu<.'ri  scontenti  }  percìocrbè 
pien  di  stravolti  dalla  lor  naturate  e  di- 
ritta situazione.  fD) 

SI*  VERAMENTE.  Avverbio.  Con  pat- 
to Lai.  hac  conditione.  Gr.  tTzi  toutw, 
£*m  Tay'Txi;  o/ioioyt'acj.  fìcee,  nov.  2 
5.  Io  sono  disposto  a  farlo,  sì  veramente 
eh'  io  voglio  in  prima  andare  a  Roma.  E 
nov.  17.  39.  Si  veramente,  dove  in  gui^a 
si  facesse,  che  il  Duca  mai  non  risapesse 
che  essa  a  questo  avesse  couseutito,  E  nov. 
20-  \\-  Paganin  disse  che  gli  piacea  ,  si 
veramente  che  egli  non  la  doveste  conlro 
suo  piacere  badare.  E  nov.  27.  33.  Voi 
udirete  novelle  che  vi  piaceranno  ,  sì  ve* 
ramente  se  io  l*  ho  buone  ec.  della  sua 
salute.  E  noi'.  78,  II.  Io  ion  contenta  , 
si  veramente  che  tu  mi  facci  di  questo, 
che  far  dobbiamo,  rimanere  in  pace  colla 
(uà  donna.  Albert,  cap.  ^'^.  Meglio  e 
anzi  venire,  che  di  po' fallo  vi-adicare  , 
sì  veramente  che  per  vendetta  non  si  fac< 
eia,  siccome  detto  è  dì  sopra.  Cap,  C-imp. 
DiscipL  2.  SI  veramente,  che  se  alcuno 
fosse  tratto,  il  quale  fosse  assenie  dalla 
della  città  di  Firenze  ec.,  sia  rimesso  nel 
dello  sacco. 

^  S-  £  anche  particella  di  sola  offer- 
mazione.  Pecor  g'  \\  n.  2  E  soggiun- 
gendoli il  Prato  :  Se  io  ri  trovassi  bu»n 
raczao,  saresti  lu  contento  7  Si  veramente, 
soggiunse  il  Gjietanì.  (!') 

«  SIGIENTE.  Adi.  Che  ha  sete.  Siti- 
bonda, Assetato,  Late.  Or.  Cr.  Siaieoli 
venite  air  acque  del  sagratiisimo  costato 
di  Cristo.  (Aj 

f  ^  SIZZA  Fiato  imiHtuoso  del  vento, 
e  dieeti  per  lo  piti  dfl'a  Tramoititaa  fred- 
dissima   (A) 

S   L 

#  SLABBRARE,  l'or  dello  stil  hur. 
lesto.  Tagliar  le  l,,b'-ra   Btlha.  Bmcch.  (A) 

3  SLACCIARE  Contrario  di  AlltC- 
ciaif,  Scioghert.  E  ni  uia,  ollrt  alien- 
lim.  att.,  anche  nel  si-;nijie,  neutr.  pass. 
Lai.  disMoivetr,  laquri*  solvere  Gr.  ava- 
>U<iv>   fMif.   In/    13.  Quale  «  quel    toro 


SLA 

che  si  slaccia  in  quella  Cb'  ba  ricevuto  già 
'1  colpo  mt<rlale 

'I*  S  Slacciare,  e  Slacciarsi,  per 
metafora  vale  Liberare ,  0  Liberarsi  da 
checche  sia,  che  dia  noia,  o  impedimento. 
Cuid.  G  La  cui  possanza  è  di  potere  slac- 
ciare tutte  cose  naturali.  4  ••  Oli  Com. 
Parg,  14.  256.  O  che  voi  ve  ne  legniate 
infra  i  termini,  o  presi  ve  ne  vagliate 
slacciare»  .  (B) 

•|  *  SLACCIATO.  Add.  da  Slaccia- 
re. Segner.  Paneg  S.  Filipp.  g  4.  D» 
mezzo  verno  era  coiirelio  per  la  gran 
vampa  a  portare  slacciato  il  seno.  (A) 

•f  *  SLAGARE.  Dislagare  ,  Traboc- 
care, Inondare  soverchiando  te  rive  del 
hi:-.  Cani,  C'irn.  pie.  522.  (Cosmopoli 
1750)  Cosi  d'entrarvi  destro  (  i  pesci) 
son  si  vaghi.  Che  ,  se  non  slaga  ,  vi  sta- 
ranno   queiì   A   mirar  ec.  (A) 

•f  *  SLAMARE.  Dilaniare,  Smottare. 
Baldin.  ì'it.  L'ernit.  pag  28.  Nel  fare 
il  campanile  ce.  era  succeduto  uo  disot- 
dine  nel  cavarscDc  i  fundamcnli  ;  ebe  fu, 
che  andandosi  più  sotto  di  quello  della 
facciata,  si  alamò,  o,  come  noi  diremmo, 
smottò.   (Aj 

SLANCIARE,  lanciare.  Lat.  laculari. 
Gr.  a/OvTi^S(rf,  Segner  Crisi,  instr.  a. 
20  12.  Ni:  anche  1*  aquild.  fioche  donne, 
•■ente  pena  di  star  legata  allo  scuro  j  ma 
fate  uo  poro  cb'  ella  vegga  il  di  chiaro,  e 
la  preda  prossima,  oh  cuine  si  slancia  al- 
lora per  arrivarla  1  (  qui  in  signific.  neutr, 
p»s<.  ) 

*  SLANCIO.  iMncio.  Fortig.  Ricciard. 
i.  82.  £  fa  uo  gran  slancio  e  sotto  se  gli 
caccia  ,  E  Io  ferisce  presso  all'aoguina- 
glia.fiV; 

*  SLAPPOLARE  .  T^var  le  lappole. 
Corsia  Torracch.  l.  3.  E  voi  nobili  miei 
Barberincsi,  Lasciale  nn  po'  dì  slappolar 
le    lane.   (Br) 

*  SLARGAMENTO.  Lo  slargare  ,  e 
Le  slato  dflla  cosa  slargata,  Baldin.  Dee. 
Seguitando  la  figura  dell*  ovato ,  che  fa 
il  detlu  slargamento.  (A) 

t  SLARGARE.  Allargare,  Accrescere 
la  Ittr^hezza.  Lat.  dilatare ,  ampliare.  Cr. 
Ttiary'vtiv.  Gal.  St^t.  282.  Se  si  teguì- 
lasse  di  slargarlo  più,  gli  angoli  ai  punti 
E  A  diverrebbero  maggluri  di    due  retti. 

f  g.  I  E"  neutr.  pi.ts  Allargarsi  j  ed 
anche  Diseostarsi  da  una  persvi'ii,  o  cosa 
a  cut  s'  era  »'iVlrt.i.  lìuon,  Fier.  4.  4  '8. 
Imbarcare,  sbarcare,  urlarsi  insieme,  In- 
vestirsi, slargarsi. 

*  §  Il  E  figurat.  per  Aprirsi,  Mani' 
/estare    i    proprit    pemuri.     Pros.    Fior. 

Saivin»  Lett.  4  >•  >97-  B*>  coDOKtuti 
due  amici,  che  |>er  essere  tanto  cupi,  e  non 
si  slargare  a  nulla,  sooo  morti  prima  del 
tempo.  (C) 

^  §.  Ili*  E  fit;uralam.  Segner.  Conf, 
Instr.  cap  \.  Se  gli  può  (  al  penitente} 
agevolar  di  modo  la  legge,  ch'egli  a*  io  • 
namori  di  soggrtlarselr;  e  può  slargarsegli 
tanto,  ch'egli  già  quasi  libero  »cuuta  il 
giogo.   (Ci 

•^  g.  IV.  Gli  Siamf*aU>rt  dfoao  ch^ 
UD  csratterc  slarga  più  o  meno,  per  f.tr 
intendere  Che  tiene  ftà  o  meno  di  lu<^. 
Che  consunta  pili  o  meno  carta.  (A) 

^  SLARGATO.  Add.  da  Slargmra. 
Lat  dilntalHS  Gr  Triaruvaw't.  Il  To- 
cabol.  .Illa  /'.  PALETTONE.  (•) 
SLA5C10.  /'.  A.  Btlatcìo, 
g.  A  ilascio,  potto  awerbuUm.  ,  raée 
Con  rilascio.  Sema  rilegar.  Con  iimpeto. 
Furiosamente.  Lat.  impetmcie,  furrnlrr  , 
in  pracrps,  effuse.  Gr.  /JOtvucw^,  ifSfiai,- 
vw{,  TtpoJttTÙ^.  Liv,  M.  1  Roniaoi  vt^ 
niano  a  alascio  in  giù  correndo,  e  per- 
coieaoo  a*  Galli,  jl:  altrove:  Lì  manipoli, 
incontanoule  che  cbbono  tornati  i  dossi  , 
si  fuggirono  a  slascio.   E    appresso  ■■    E  , 


S  L    I 


S  L  O 


Situa  fomaodamcnto,    corso    a    sUscio  a*  | 
□  rniiri,   ce.  ! 

t-  SLATINARE.  Lo  stesso  che  Sgra- 
muffare,  ti  Joiaboh  alta  K  SGKAMWF- 
FARE    (•) 

•f  *  SLATINIZZARE.  Tirar  urna  pa- 
ncia dal  Ialino  in  i-olgme.  liisc.  Annoi, 
Malm.  n.  8.  La  plebe  nelle  sue  coo^er- 
tatioDÌ  a'alte^rij.  per  un  cerio  genio  di 
Jalioieiare ,  iru>|n>rla  alruDC  parole  la- 
tine seota  riguardo,  «e  Steno  sacre  o  pro- 
fane,/-/; 

SLATTARE.  Spoppare.  Lat  aÒlactare. 
Gr.  aToyxiajtTi'^st/.  Salvia.  Disc  2. 
l56-  È  UDO  slallarci,  per  dir  così,  dalle 
co*e  che  ci  lusingano,  per  prendere  cìlio 
piò  sodo   (qui  per  met'f.  )  . 

SLATTATO  .  Jdi.  da  Slattare.  Lat. 
ab/actatut.  Sttivin.  Pros.  Tose  1.  4'^- 
Acciocché  «latUti  da  quella  lettura  ,  ai 
loro  teneri  iocegoi  per  avventura  non  di- 
sdicenie,  ■  più  sodo  cibo  s'  avveijassero 
(qui  pt!r  meta/.)  . 

*  SLAZZERARE  Voce  bassa  Cava- 
re,  Sgaitig/iare^  Metter  Juora  Lat.  ex- 
solvere.  Gr.  oiaiustv-  Malm.  j.  8.  E 
fatto  no  guasBabuglio  nella  sporta  ,  Le 
quattro  Uro  sbtaera,   e  si  spaccia.  (*) 

SLEALE.  Add.  lli<lealc  ,  Che  manca 
,ti  lealtà.  LjI.  iniquus.  tnfidus  Gr.  avo- 
/loi.  aTTuroj.  Pass.  344-  ^6^'  ^'  l'ug'^''" 
do.  isleale,  ingannatore  E  3^4  '^*  ^"*' 
sarà  aToiicra  e  iileale  ,  non  poirà  soffe- 
nre  la  virtù  della  pietra.  ^  S-^ncr.  Sent, 
Graz.  17.  Queste  carni  son  <|uelle,  per 
cui  lusingare  sono  sialo  a  Dio  «ì  slea- 
le. (TC) 

SLEALTÀ*.  Dislealtà.  Lai.  infiJililas. 
Gr.  aTtffTt'a.  S^gner.  Pred.  2.  11.  Co- 
me, dico.  K  possibile  che  si  Iruovi  chi 
ec.  sia  leale  *  quell*  amico,  il  quale  usa 
ogni  ftiealt^  ,  ed  a  quello  che  osa  ogni 
lealtà,  sia  sleale! 

SLEGAME^TO.  Lo  slegare,  hii- di s- 
soluUo  .  Gr.  ocval^uss  .  Saga.  nat.  esp. 
2^.  B  chi  sa  che  da  questo  suo  slega- 
mento di  parti  non  addivenga  eh*  ella  di 
rado  o  non  mai  si  fermi  anche  uc'  suoi 
più  appropriati  ricelli  ? 

SLEGARE.  Ccntrario  ,U  Legare,  Scio- 
filierej  E  si  usa  nel  sentim.  alt.  e  nrulr. 
pass.  Lat.  solvere,  ahsoUere ,  exsolvere. 
Gr  «ToAusi»  .  Filoc.  5.  26  Oh  quaoio 
è  dubbioso  nella  palestra  d'amore  entrare, 
nella  quale  il  suiiomesso  arbitrio  e  impos* 
sibile  da  lai  nodo  slegare,  se  non  se  quando 
a  lui  piace  I  //r,  fur.  23-  58.  Slegate  il 
cavalier,  jiridó,  canaglia,  Il  Conte  a' ma- 
cnadieri,  0  ch'io  v'uccido. 

§.  Per  mttnj.  Lat.  solvere  ,  eripere  . 
Gr.  ij'itv.  ì^y.tp'xviv.t  Pant.  Purg.  ì5. 
Lo  Daca  mio,  che  mi  potea  vedere  Far 
si  com*  uoin  che  dal  sonno  si  slega.  Disse: 
(cioè:  si  dt-sla  ).  £  19  Vedesti  come  1' 
uom  da  tei  si  slega?  (  cioè:  si  libera  ). 

SLEGATO.  Add.  da  Sltg.ire.  Lai.  so- 
lutus  .  Gr,  /tlu-jg-JOi  .  Sasg'  nat.  esp. 
253.  Or  questi  avendo  falla  una  massa 
d*  esperteuze  slegate  ,  e  che  per  lo  più 
hanno  p-ie»,  o  ninna  eorjmsiione  tra  loro, 
s' b  riscelta  tra  esse  ancor  qualche  oolizìa 
(qui  figwaiam  ,  cioè:  separale,  non  cue- 
rroti  frj  loro). 

***  S"  Aggiunto  a  libro  ,  vale  Non  cu- 
rilo .  Scioflo .  Rim.  buri,  2  198-  Simile 
a  qut-lla  è  qart'j  mìo  stanzino.  Pieno  di 
libri  legali  e  slegali  ,  Quali  mi  fan  star 
spesso  a   capo  chino.  (B) 

*  SLENTATURA.  Susl./ent.  Allenta- 
mento d'  u':a  cosa  contratta,  o  troppo  ti- 
rata. Ccceh.  Lez,  L'ossa  prive  di  quell* 
umido  lubricante  si  contraono  senza  dolore 
ec.,  procurare  la  slentatura.  (A) 

*  SLITTA  .  Specie  di  traino  j  ed  è 
f^vprio  un  Ciirretlo  senza  ruote,  che  Iraesi 
da'  cavalli    sul    fi  rren  nevoso  e  agghiac- 


ciato, con  gran  diletto  di  ihi  vi  s* asside, 
non  meno  pi  r  non  essere  soggetto  a  scosse,  j 
c/ie  per  la  celerità  onde  corre  <•  sdrucciola.  \ 
Le  slitte  si  riducono  pure  a  uso  di  T*  eg- 
gia  ,  e  servono  come  i  carri  a  ccndiure 
qualsivoglia  peso,  Saldin.  DiC,  Una  slitta 
con  tutti  i  suoi  arnesi  pel  cavallo,  quella 
appunto  colla  quale  soleva  S.  M.  andare 
sopra  il  diaccio.   lA) 

*  SLOGAME^^O  Temi.  de'Medici, 
Dislogiimento  ,  Slogatura  ,  Il  dislogarsi 
dell'ossa.  Lat.  luxatio.  lielhn.  Disc. 
11.  Che  sentimento  >ii  tonnetilosu  scomo- 
do, di  tiramento  e  di  passione  ,  anzi  che 
pericolo  ,  anzi  effettivo  ed  attuale  sioga- 
meato  d'  ossa  ,  e  straccìamenlo  di  car- 
ne. (Min) 

SLOGARE  .  Neutr.  pass.  Muover  di 
luogo  j  e  si  dice  propriamente  dell'  ossa, 
quando  per  alcuno  accidente  si  rimuovo- 
no dalla  lor  naturale  posittim  .  Lai.  lu- 
.rare  Gr.  fi^apSpowV.  f  v  Pel/in.  Disc, 
2.  t)3.  Vi  si  calchi  con  Linla  forza  ,  che 
lo  strumento  calcalo  scummetta  e  sluogbi 
con  eisa,  e  penetri  e  s'  insinui  fra  le  parli 
ec  (Min)  Itnperf.  Annt.  17?..  Il  terio 
processo  che  di  lutti  e  il  minore  si  do- 
manda cervice  nel  cui  estremo  è  la  cavi- 
la super6ciale  ,  nella  quale  s*  inserisce  il 
capo  della  spalla,  ed  acciò  che  non  facil- 
mente si  sloghi  s'  accresce  una  tal  pro- 
fondità di  seno,  che  è  falla  di  cartilagine 
crassa  ec.  (F) 

^  §.  ZT  in  forma  attiva.  Bellin,  Disc. 
2.  71.  Sforzale  in  questa  forma  le  parli, 
ristrumenlo  col  suo  calcare  le  smuove,  e 
le  sloga,  e  le  s6anca  ec.  (Fj 

SLOGATO.  Add.  da  Slogare.  Lat. 
lu.ratus.  Gr  i^rip6fjùì}xì-^o^.  Bein.  Ori. 
1-  2.  44  E  finalmente  quel  piede  slogato 
Da    un   chirurgo  gentil  fu  medicato. 

*  SLOGATURA.  Ttrm.  de*  Siedici . 
Stogamenlo.  (A) 

SLOGGIARE.  Diloggiarej  e  si  usa  in 
sii^nific,  alt.  e  nentr.  Lat.  abire  ,  (/iiei- 
tfre  ,  projtcisci  .  Gr.  ccTTisvat .  Segner. 
Stiinn,  Ai;vst.  12.  3.  JVon  vedi  che  quan- 
to prima  ti  converrà  da  questo  mondo 
sloggiare  anche  a  tuo  dispetto? 

•f  *  SLOMBARE.  Guastare  i  lombi , 
e  Ji-^-  Indebolire  j  ed  usnsi  anche  neulr, 
pisi.  Pallav.  Tratl,  stil*  cap,  5.  In  se- 
condo luogo  1' affeltaziun  de' minuti  incisi, 
che  trinciuo,  e  quasi  slorabino  il  senti- 
mento ,  e  però  ec.  (A) 

*  SLOMBATO  .  Add.  da  Slombare  , 
così  a!  proprio,  come  ul  figurato.  Pallav, 
Stor.  Conc.  |.  5^1  Secondariamente  sap- 
piasi ,  cbe  il  Soave  facendo  un  risireito 
della  meniuvala  omelia  ec.  il  furma  con 
tale  arti6>-io  di  storpii,  che  ogni  piò  mae- 
stosa e  più  robusta  orazione  di  S.  Gre- 
gorio ec.  rappresentata  in  quel  modo, 
sembrv-rebbe  sparuta  e  slombata.  (N) 

*  SLOKTANAMENTO.  Lo  slcnfana- 
re.  Lil.  umotio.  Gr.  a'Tto/t'vflTt;.  tSoA'/", 
Pi  OS.  Tose.  2.  24*  Queito  seguo  ec.  chia- 
mato fu  apostrofo  ,  che  in  latino  suona 
aversio  ,  quasi  un  rimovlmento  e  slonta- 
namento  di  quella  povera  vocaìe  ,  cui 
tocca   essere   elisa,   ce.  (*) 

SLONTANARE.  Allontanare;  e  si  usa 
in  signijìc.  ntt.  e  neutr.  pms.  Lat.  arce- 
re.  Gr.  UltoSiùt/.Ztv  .  Paon,  Fier,  5.  2. 
8.  lo  slontaoar  non  sommi  E  dalle  mìe 
sostanze  .  ec.  Gal.  Sist,  354»  Poi  con  1* 
appressarmi  e  slontanarmi  da  essa  corda, 
traposla  tra  me  e  la  stella,  ho  trovato  il 
posto   ec. 

t  *  SLONTANATORE.  ìerbal.  masc. 
Che  slont.ina  ,  Bellin.  Disc.  i.  aSj.  Se 
io  I*  allontano,  o  1'  avvicino  a  una  cosa  , 
chiamale  que*  muscoli  slontanaturi.  o  vic> 
nalori.  f^fin) 

t  SLUNGARE  .  Pender  più  lunga  I.1 
eslensionct  0  la  durata^  Allungare^  Pro- 


lungare j  contrario  di  Scortare  .  Lai.  prò- 
tiaheie,  projerre  ,  protelare  ,  prodmert. 
Gr.  Ty.ps/retvstv.  Tav,  Dicer.  Questa  b 
la  cagione  ,  perch'  10  abbo  slungala  la 
battaglia  .  H-ez  f-'o'ch,  2  rim.  8.  Cbe 
\a  leira  e  ì  con6n  non  slunghi  e  teorie. 
E  solo  opera  intera  D'Amor,  che  quaggiù 
regge,   e  lassù  impera. 

t  §.  L  E  iix-utr,  pass.  Divenir  pia 
lungo  nello  estmsione  ,  o  nella  durata  . 
Salviti.  Disc.  1.  41.  Non  trovò  migliore 
simitiludiiie,  colla  quale  spiegasse  il  muo- 
versi de' tendini,  e  M  pronto  siungarsi,  e 
raccorciarsi  de' muscoli .  ce. 

§  n.  In  signijtc,  neutr.  e  nentr.  pass, 
per  Allontanarsi  .  Lat.  elongare  .  Jiern. 
Ori,  I.  22  5Q.  E  come  fu  da  noi  tjuto 
sluDgaio,  Cb'  agli  occhi  più  d*  alcun  non 
appari»  ,  Il  vcccbìo  tradiiur  s'  è  presenta- 
to Con  forse  venti  armati  in  compagnia. 
"•>•  Ar.  Fiir.  22.  21.  Fuor  delta  tana  esce 
ec.  Pallido  ,  e  sbigotiilo  ,  e  se  ne  clanga 
Tanto  cbe  '1  suono  orribil  non  lo  giuiw 
ga.  (FP) 

u-  SLUNGATO  .  Add.  da  Slungarz  . 
Bellin.  Disc.  1.  192  Vi  direi  che  o  grossi, 
o  sottili  cbe  egli  si  siano,  cioè  o  .giungali, 
o  accorciali,  e'  non  mutano  qnan'ità  di 
spazio  che  dea  capirgli.  (C) 

t  •'?  SLUiNGATORE  .  Verbal,  mate 
Che  sttinga.  Bellin.  Disc.  1.  192.  Ne  co- 
me i  cannoni  slungatori,  e  scorcia^ori  dei 
cannorcbiali.  (Min) 

'ùi  SLLTARE.  Tor  via  il  luto  ;  contri 
rio  di  Lutnì-2  .  Art.  f'etr.  jVcr.  4-  74* 
Com'è  fredda  ogni  cosa,  e  che  li  corro- 
giuuli  ancora  loro  sono  freddi,  si  piglino, 
e  si  sluiino  ,  I£  j.  i35-  In  capo  di  veo- 
tiquattr*  ore  si  sluli  le  giunture.  (N) 

S  M 

•fSMACCARE    A'eutr.  Divenir  macca. 

§.  I.  Smaccare  altrui,  vale  Svergognarlo, 
per  lo  più  collo  scoprire  i  suoi  difetti . 
Lat.  traducere  .  Gr.  Jia^«'i>£iv  .  Salti. 
Spin*  3.  4  Non  avcT'io  a  credere,  o  alm&- 
DO  almeno  a  temere,  che  questa  fosse  una 
ragna  lesa  da  loro  per  ismaccarmi,  e  far- 
mi qualche  vergogna?  Car.  leti.  2.  ^l. 
Mi  fu  dello  che  l' aveva  fatto  studiosa' 
niL'ute  per  ismaccarmi, 

t  g.  II.  Spaccare  una  cosa,  vale  Av- 
vilirla, Svilirla,  Lat.  vilem  reddcre ,  de- 
primere. Gr.  fi'uTeXt'^Eiv .  Gal.  Sist,  86- 
Lo  slimoli  UQ  poco  a  tentare  di  suppr»- 
merla  ,  o  smaccarla  almanco  appresso  ai 
semplici  .  Buon.  Fier.  4-  Intr.  So  con 
varii  argomenti  Smaccar  la  mercanzia  quaiv- 
lunque  eletta  .  ^  lac.  So/d.  sai.  4-  M* 
vuol  tener  in  prezzo  quelle  gioie ,  Che 
essendo  f^lse  ,  gli  ì^à  gran  dispetto  Chi 
arreca  dtlle  vere,  e  le  sue  smacca  ,  Mo- 
strando  al   paragone   il   lor  difetto.  (B) 

SMACCÀTISSIMO  .  SuperL  di  Smac- 
cato. 

g.  Mare  smoccatissimo ,  il  dicono  ■ 
marinari.  Quando  egli  è  in  somma  tran^ 
quillità  ,  Lat.  mare  pacatissimnm  .  Gc 
Sa'J.aff'sa  7«)->ivwTaTij  .  Bed.  Esp.  nat. 
I03.  Un  cert' oste  d'  Inghilterra  ec.  suol 
vantarsi  che  in  tempo  di  maccbena  ,  oi> 
vero  calma  di  mare  spianato  e  smacco 
tisaimo,  gli  darebbe  il  cuore  d*  andarsene 
passo  passo  da  Dovre  infino  a  Cales. 
SMACCATO.  Add.  da  Smaccare. 
%  I.  Smaccato  ,  in  oggi  si  usa  per 
Dolcissimo,  sicché  nausti.  Lat.  decoctus, 
Cic.  Gr.  dft<ìfti^ti^  .  Sodcr.  Colt.  71. 
Per  la  troppo  maturexza  resta  il  vìdo 
torbidiccio,  e  naturalmente  non  rìscbiaca 
affatto  ,  e  lo  fa  troppo  sdolcinato  ,  e  per 
la  sua  troppa  smaccata  dolcezza  ristuo- 
cbevole.  E  97-  Piglia  ove  di  vigna  vec- 
chia, e  di  buon  paese  montuoso,  che  sieno 
mature  a  n^odo  ,  e  oou  i^oxaccaU  .  Dar. 


S  M  A 


SUA. 


S  M  À 


Coli.  i6l.  Il  bianco  (fino)  par  cke  Vo- 
glia esser  dolce,  non  colato,  né  smaccato, 
■u  frìttante.  Ht-d.  Ditir.  5.  Quel  cotanto 
•dolcinato,  Sì  smaccato,  Scolorito,  Sner- 
Ttlcllo  ,  Pisciarello  di  Bracciano  Moo  è 
noo.  Buon.  Fier.  2.  3.  6.  Che  '1  dolce 
usai  smaccato  al  popol  piace. 

*  §.  n.  E  per  meta/.  Ce».  Pro$.  252. 
lo  ci  senio  on  cotal  sapore  ,  nn  non  so 
elle  di  gratta  che  m'toojmorii:  du\e  per 
coolrario  ,  le  smaccate  ,  libere  ,  raffinale, 
raDtastÌ''be  maniere  moderne  mi  feriscono 
•1  primo,    mi   tosto   mi    nauseano.  (C) 

§.  Ili  liimanere  intaccato  .  /  arch* 
Ercol.  .^4  Quando  cbirchesMa  ha  vinto 
la  pruova  cine  s^;irato  un  altro,  e  fattolo 
rìmaDere  o  con  d.<ano,  o  cun  vergogna  , 
dicono  a  Firenze:  il  tale  è  rimato  ec*  o 
UDaccato  ,  o  scacialo. 

SMACCO  .  Ingiuria  ,  Torto  ,  Svergo- 
gna, Disprezzo.  Lai-  Crnlume/iaf  irristO, 
ùtili  ri  a  ,  Gr.  Uj9pt;.  Tac.  Div.  Ann.  2. 
43.  E  perchè  a  ne  000  par  giuoco  patire 
le  cote  giuste,  non  clie  gli  tmjccbi,  furnì 
per  volontà,  o  natura  la  vita  sua  .  Car. 
leti,  2  128.  Or  io  aspetto  l'opera  che 
TÌ  promettete  di  fare  ec.  per  supplimen- 
to  di  quanto  desidero  ,  e  per  ismacco  di 
questi  trislarelH  . 

§.  Fare  altrui  uno  smacco^  vale  Sver- 
gognarlo. Lai.  iii'/ibrio  hahfre,  traducere. 
Gr.  7ra^a^ei7/iaTi'5£iv.  Car.  lelt.  2.  iii. 
Facendomi  fuor  dì  proposito  uno  smacco 
tale  . 

*  SMACRARE.    F.  SMAGRARE.  (Cj 

*  SMACRATO  .  ^d(/.  da  Smncrare  . 
Ar.  Fur,  18.  178.  Cume  impasto  leone 
in  stalla  piena  ,  Che  lunga  fame  babbia 
■macrato  e  asciutto  (così  ha  f  Ediz.  del 
|532).  (P) 

SMAGAMENTO.  V.  A>  Lo  smagare. 
Lat.  aberractiOt  distraclio.  Gr.  aTTOTrJa- 
»>]fft».  Mor.  S.  Greg  Sanu  smagameoto 
di  suo  pensiero  servare  io  ogni  cosa  la 
vera  dirittura. 

SMAGARE  .  r,  A.  Smarrirsi  ,  Per- 
dersi di  animo  j  e  si  usa  nel  signijìc. 
neutr.  e  nel  neutr.  pass.  Lat.  animo  cade' 
re,  consternari,  stupere.  Gr.  xarairJiTj'T- 
T«53ai ,  o^Su/xcrv  ,  &a_u^erv  .  G.  V.  7. 
x3o>  7.  La  schiera  grossa  rinculò  buon 
pezao  del  campo  ,  ma  però  non  si  sma- 
garono, ne  ruppuno  (così  ha  il  testo  Dav. 
e  tutti  i  migliori  testi  a  penna,  quantuntjiie 
ne/jli  stampati  si  legga  smagliarono).  3/. 
F.  4*  ^2  Ma  egli  con  grande  animo  per 
questo  non  si  smagò,  ma  prese  cuore  d'ab- 
battergli. Ltv.  M,  I  giovani,  e  maggior- 
mente i  compagni  di  Ceso,  non  si  smaga- 
rono fiore,  anzi  furono  più  adirali  contro 
alla  plebe  ;  ma  di  ciò  n*  avantaro  più,  eh' 
egli  attemperare  la  loro  ira  io  alcuna  ma- 
mera,  iti.  Bari.  ^-,  Non  ti  ismagare  di 
DÌuna  cosa  ;  rimembriti  della  parola  di 
santo  Paulo,  che  disse,  che  non  fj  forxa 
che  noi  moriamo,  che  noi  riviveremo. 

5?  §  I.  Talora  vale  Sbagliare,  Errare. 
Buon.  Fier.  i.  a  2.  E  in  applicando  a' 
mali  i  lor  rimedi!  La  dosa  aggiusta  ,  e  la 
misura  e  'I  pondo,  E  guarda  a  non  sma- 
gar: l'uscir  di  tuono  Guasta  ogni  buona 
musica    (C) 

§.  n.  Pi'r  Bimuottrsi,  Separarsi,  .-ti- 
lontanarsi.  Lai.  discrdere  ,  a%>elli.  Pant. 
Purg.  IO  Non  vo'  però  ,  lettor  ,  che  tu 
li  smaghi  Di  buon  propooimeoto  .  But, 
ivi:  Smagare  è  mtnurare  e  mancare.  Dant. 
Purg.  27  Ma  mia  suora  Rachel  mai  oon 
si  smaga  Dal  suo  ammiraglio.  Vataff.  t). 
<'he  r  un  dall'altro  niente  si   smjgx, 

%.  Ili  In  sifnijic  att.  va/e  Smarrirej 
*  anche  Fare  Smarrire  Lat.  in  erro>em 
laducere,  a  recti  via  dimevere.  Gr.  n>a- 
Ȉv.  Bocc*  g.  6  /.  5.  La  quale  (onrtf.i) 
non  che  ragionamenti  sollatsevoli .  ma  il 
terrore  della  morte  dod  credo  che  poteue 


smagare.  Dant  Par.  3.  Quasi  coro*  nom, 
cui  troppa  roglìj  smaga.  Pa<s.  3I2.  Cu- 
rando di  mauteoere  e  conserrar  sua  pu- 
rilade  e  sua  oneslade ,  la  quale  tra  le 
genti  si  smaga,  o  perde. 

SMAGATO.  /'.  A.  Add  da  Smagare, 
Lai.  consternatus.  Gr  xaTa:rÌi!y«i4-  G. 
/'.  II.  65  3.  Il  valente  capitano,  però 
non  ismagato  ,  si  trasse  Ìl  troncone  del 
fianco  .  Pin  Camp  3.  64*  Rimasono  i 
cittadini  in  Firenze  smagali  per  lo  peri- 
coluso  futtco .  e  tbigotiiii.  Fit.  Bari.  10. 
Quando  il  sergente  udio  questo  ,  sì  fu 
molto  iimagalo  .  !)jnt.  Jnf.  aS.  E  avve- 
gnafbir  gli  occhi  mi<-i  coniugi  Fossero  al- 
quanto,  e   l'animo   smagai",   ec. 

SMAGIO  .  S'i-anCrrio  ,  Snnacìo  .  Lai. 
delicia  .  Gr.  t^uot.  Fir  rim.  .^3.  >on 
le  diede  beltà  naiura;  adunque  Fella  scor- 
lese  in  quello  scambio  e  sozza  ,  Piena  d' 
attncci  ,  di   leiii ,  e  di  smagi. 

•f  *  SMAGLIANTE.  Che  smaglia. 
Brillante  ,  Ri\pl< ndtn'e  .  Magai.  I,ett. 
scimi.  pa<:  4'-  Se  pi^i  ec.  se  gli  para  d* 
avaoli  io  un  povero  orojmenlo  una  le- 
vala di  sole,  finta  in  qualche  paese,  che 
lutto  rida  di  colori  vìvi  e  smaglianti,  ec. 
subitamente  si    volge,   ec.    (Aj 

SMAGLIARE  .  Bomper  maglie  j  e  ta- 
lora semplicemente  Rompere,  o  Fracassa- 
re. Lai  loricam  pernimpere,  'tisrumpere, 
rff'rtngere  .  Gr.  9&j'pa/a  Jtajs'c»jy»Jvoti  . 
Petr,  cap.  5.  Conira  colui  che  ogni  loiica 
smaglia.  E  cnp.  i3.  E  Papìrio  Cursor,  che 
tulio  smaglia.  Bern  Ori.  2.  1^  a".  Scudi 
ferrati,  usberghi,  e  piastra  e  maglia  Sferra, 
spezza,  scavezza,  squarta,  e  smaglia.  Alani. 
Gir.  8.  119.  Fende  l'elmo  la  scofl&a  e  la 
visiera,  Arriva  al  teschio,  e  tulio  Tosso 
smaglia  (  qui  per  stmilit.  }, 

%.  I.  Smagliare,  è  anche  contrario  dì 
Ammagliare  j  e  vale  Scioglier  le  balle 
ammogliate, 

§.  II.  Egli  e  un  seren  che  smaglia  j 
dicrsl  fìguratnm.  Quando  di  notte  il  cielo 
è  chiarissimo  j  e  similmente  si  dice  Co- 
lor che  smaglia,  fin  che  smaglia,  e  si- 
mili ,  cioi:  Bitplende  ,  Brilla  ,  e  quasi 
Scintilla.  *  Losc,  Cen.  3.  io.  267.  In- 
tanto 1'  oste  sendo  gi^  ogni  cosa  io  ordi- 
ne, fere  venire  l' insalata  ,  e  il  pane  con 
due  fiaschi  di  %ino  ,  che  smagliava  .  fCj 
Buon.  Fier.  5.  5.  6.  Con  un  gioiel  che 
smaglia,  Non  credete  che  creda  ,  ov'  ella 
va  ,  Dì  far  arder  ciascun  che  la  vedrà  T 
Ulalm,  7.  17.  Poichi?  dal  cibo,  e  da  quel 
vin  che  smaglia  ,  Si  si'Otc  tutto  quanto 
ingatzullito 

§.  III.  Smagliare  ,  per  Pungete  ,  Pe- 
stare, Eccitare.  Lai.  excitare.  Gr.  tytt- 
pivi.  Sen.  Pist.  100.  Veramente  ciascuna 
parola  noo  sarà  esaminata  ne  ricolta  in 
se,  e  ciascuna  noo  smaglieii  né  pugnerà 
i  cuori  di  colora  che  1*  udiranno. 

t  §.  IV.  Smagliare,  il  cuore  ad  al- 
cuno ,  i-afe  Togliergli  il  coraggio  ,  inti- 
morirlo .  Lat.  teirere  .  Gr.  c'ueo^cìv  , 
fo'^ov  tp-KotÙt  .  Ar.  Fur.  35.  80.  Nò 
l'aver  visto  alle  gravi  percosse.  Che  gli 
altri  sirn  caduti,  il  cor  gli  smaglia. 

*  V.  Smagliare,  dice  fi  da'  PetC^tori 
del  Levar  le  acciughe  dalle  maglie  dellm 
rrte,  in  cui  sono  rimaste  attaccate  per  il 
collo  nel  loro  passo    (A) 

SMAGLIATO.  Add.  da  Smagli  a  rt  , 
Botto,  Fracaisato  ,  Scommesso  Lat.  e/- 
fractiis  .  Cr  iit^ pT,-f}tÌ'*Oi  .  Tav.  Bit, 
Io  poca  di  ora  i  loro  ust^rghi  er-.no  tutti 
ismagliatì-  Peir.  cap.  8.  E  membra  roti», 
e  smagliale  arme,  e  fesse. 

'i^  SMAGO  /  .  A.  Lo  smagare.  Spa- 
vento, Smarrimento.  Lai*  pavor ,  trepida- 
iio,  (Vr.  ifctìi'a  .  it'uac..  Dtttam  5.  29. 
E  come  per  paura  e  per  ismago  Lo  co- 
niglio  s*  intana   e   si    nasconde 

SMAGRAMENTO,    «  SMAGRIMEN- 


TO  .  Diniagrazione  ,  Il  dimagrme  ,  Le 
smagrare.  Lai.  tabrs,  macies.  Gr.  9wvt^- 
{(«,  ìcttts't'ì;.  Lib.  cur.  ma'att.  Comin- 
cia subito  a  venire  lo  smagramento  di  lulbs 
il  corpo.  E  appresto:  Per  cagione  dclk) 
smjgramcoto  userai  lungamente  il  Latto 
d'  asina. 

SMAGRARE,  e  SMAGRIRE.    Dimm- 

frare  .  Lai  mactscere  ,  emacescere.  Of. 
iffTu'veaSai.  Buon  Fier  2.  2.  4  Cb« 
se  'I  B*<ltdrrio  mio  non  è  segnalo  Col 
marco  d'  nom  da  ben.  s'ora  egli  è  grasso, 
Pulrà  impigrire.  J'mnc.  Sacch.  rim,  68. 
E  chi  s*  umiliai  in  vita  bassa  e  scempia  , 
Esalta  si.  the  può  dir:  io  non  smacro 
(qui  in  lece  di  sm;igro  ,  per  la  rima  J . 
^  Brd.  Cvas,  I.  62  Di  giorno  in  giorno 
va  sempre  più  sm.'grtndo,  e  di  più  ha  dato 
in  una  stiti<b^s/a  di  venire,  ec.  (B) 

SMACRATtnA  Smngramrnto  .  Lat. 
manes.  Gr.  iirtTo'rr,?.  Lib.  cur,  malati. 
Se  la  smagratura  li  si  mostrerà  ostinala  . 
E  appresto  :  Con  questo  rimedio  apprc^ 
priatissinto  la  smagraiura  non  ti  farcia  li- 
more   alruno. 

SMAGRIMENTO.  T  SMAGRAMEN- 
TO . 

SMAGRIRE,    r.    SMAGRARE. 
*    SMAiiRITO-    Add.   da    Smagrire  j 
Estenuato.  Lat     macrr .  Gr    x{/Tt3;(V0(. 
Brd.   Coas.  I-  61.  Aoti  si  trevo  ootabil- 
mente  smagrito.    (*] 

SMALLARE  Levar  il  mallo,  Tor  vM 
il  mallo  .  Lat.  putamtn  detrahere  .  Gr. 
Xi'stsua  à.fa.iptx'i  Cant,  Cam.  63  Que- 
ste, assai  più  lunghe  e  grosse,  Da  smallar 
soo  pesche  noce  .  Belline,  son.  2\Ì  Io 
son  come  la  nocp,  che  si  «malia. 

SMALLATO.  Add.  da  Smallare^  Sema 
mallo.  Pataff.  3  Dello  smalUlo  fanno  ì 
cìabaitieri  (qui  fguratam.,  e  vale:  fanno 
il   dinoccolato). 

•f  «  SMALTAMEKTO  .  i'fl«o  rf( 
smallare  ,  e  11  lavoro  di  smalte.  Be/lìn. 
Bucch.  ì!^\,  Vien  quivi  a  far  quel  vivo 
smaltamento  ec. ,  Non  già  con  ghiaie,  o 
con  coienoe  drenlo ,  Ma  d'  ogni  sorla 
gioie  ingioiellato.  (A) 

SMALTARE.  Coprir  di  smallo»  im  tutti 
i  suoi  signi/Ic.  Lat.  malti-are,  maltham , 
vel  encauslum  mducere .  Gr.  jaoi'à3i]  X9- 
vta^riv.  G.  V.  I.  38.  2.  Albino  prese  a 
smallare  tutta  la  citlade,  «he  fu  ano  no* 
bile  lavoro  .  Borgh.  Orig.  Fir.  207.  Mi 
fa  slare  sospeso  ,  cb'  egli  dice  snulto  e 
smallare,  non  lastricare  Bmv.  Celi.  Ore/, 
28.  Bisogna  avere  in  ordine  un  fornellet- 
lo,  come  quelli  che  servono  per  umaliara. 
E  3l.  lo  Fiorenza  V  arte  dello  smaltare 
è  grandemente  fiorila.  £"  3l.  Venendo  noi 
a  parlare  del  vero  modo  di  smaltart,  di- 
ciamo  ee. 

^  §.  I.  Smaltare,  per  Rompere  la  §m- 
perjicie  del  Jondo  de'  fiumi,  o  simile,  usò 
P  Ar.  Fur.  3l.  73  Ne  la  sabbia  ìl  de- 
stner,  che  *l  fondo  smalta.  Tulio  si  fiera, 
e  non  può  riaversi  Con  rischio  di  restarvi 
ambi   sommersi.  (  C) 

§-  II.  Per  melaf.  vale  Coprite,  Rico- 
prire,  Petr.  cap  i3  Dico  Appio  aodacfl 
e  Caiulo,  che  smalla  II  pelago  dì  sangue. 
E  Froit,  E    'I   ghiaccio  1  fiumi    smalla. 

SMALTATO.  A>td  da  Smaltare,  htt. 
encausto  pictui ,  Filoc  ^  T^  Gli  dona- 
rono una  bellissima  ceppa  d  oro,  oel  gam- 
bo e  nel  pie  della  quale  con  soltilìsaimo 
artificio  tuiia  la  Troiana  rovina  era  smal- 
tata .  Cron.  ytorell.  agi.  Fu  tratto  goo- 
faloniere  di  giustizia  Bardo  M.tncini ,  a 
diipo  il  suo  uficio  gli  fu  donata  una  eoi^ 
felliera  orala  e  ismallala  Pallad.  eap.  ^ 
Dal  Seltentnonr  i  palchi  ismallali  Berm. 
Ori.  2  II.  57.  Al  Re  s'appreseniarno  una 
mattina  In  una  sala,  cb*  t  d'oro  e  d'ar- 
gento Smaltala  tutta  ,  e  par  opra  divina. 
3    §.    Per  meta/    BocC.    ncv     60.    IO- 


5  M  A. 

S<DM  rignirdaro  ec.  aJ  un  sno  farsetto 
rotto  a  ripeicito  ,  e  iutornu  al  rollo  ,  e 
«otto  le  Jiulb  ini;i1u(o  di  sucìilume  . 
4  7?ilM.  buri,  3.  ig6.  Lj  fronte  e  gli 
•«chi  fan  vario  smaltato  D'agate  e  gnn- 
le,  e  'I  nato  io  prutpctlìva  Die  mostra  uà 
barbacane  kforacchiato.  (lì) 

SMALTATURA,  lo  snia/tart.h»l.  rn- 
tf«i/«/um.  Gr.  e''/xocu9T9V.  lìrnv.  Celi.  OreJ. 
33.  Ptrcbè  gli  smatti  o  non  l'appiccano, 
o  faono  brutta  la  tmattalura. 

SMALllMFNTO.  Lo  imaitire  .  Lat. 
digesti,  .  Gr,  /cfro'rii'f'i- 

SMALTIRE.  Comticcert  il  cibo  nrllo 
stomaco.  Lai-  concoffiifrr  ,  digeiere  .  Gr. 
«*T«ittTT«(v.  Zi^.  yJ'"  4^  Loqualrìt-ni- 
piendu  lu  corpo  con  nuliiciinipnlo,  |ii<irh'  ù 
«mallito,  fa  Ji  manj^iar  ttinare  appetito 
Cr.  ].  5.  2-  iHe'  luoghi  fit-ildi  al.ilahili 
■ODO  i  corpi  di  ni.iggit<re  ardile  ,  e  che 
nieglio  jmalliscono  .  i'o.'i  SS.  Pud.  Ma 
'ttaodio  molto  allcvule  alla  solenntlj  drl 
*c«pro.  e»cndo  già  &mal!ito  il  rilio  Botz. 
Varth,  3.  II.  I^la  tralliaiiio  della  Ìnl«  n- 
lione  oalurale,  come  e  verbi^razia,  quan- 
do Doi  smaltiamo  i  cibi  prrji  sema  pen- 
ure  a  ciò. 

■}■  §.  \.  S'Jialli'e,  per  mtlaf,  Trntt. 
pOi\  fam.  Obbligati  meno  rbe  puoi,  e  sii 
ben  povrru,  snulteodo  il  pjoe  del  dulore 
colla  vita  pura,  assidua  4>rasione,  e  peni- 
lenta  .  4^.  Ciò.  Giisoit.  2*».  Rade  .volte 
lo  cuore  beo  si  medica  di  questa  tt-rila  , 
e  nv  bene  smaltire  possiamo  la  'ngiuria 
ricevuta.  J/.  V.  g.  7.  Qut'llo  che  nua  si 
potea  smaltire  era  ,  rbe  'I  Comune  avea 
offerta  tutta  sua  possa  al  Legalo.    Guid. 


S  M  A 

beuignitli  della  stagione  convenìeutemeDia 
non  pur  le  barbate,  ma  i  magliuoli  (cioè, 
Gailo  ,  cessalo  ). 

§.  IL  Smaltito,  /iguralani,  ,  vale  Fa- 
ci/e, Ciliare  ,  Cerio  ,  Sfiiannlo  ,  Dichia- 
rato. Lat.  eimcleatus  ,  JaciliSg  expvdifus, 
Gr.  exJ*))w&4t'5  .  iJTlopOi.  Borgh,  Fir. 
dis/t  21^3.  Perchè  molti  amano  le  cose 
(bidre  e  smallile,  e  io  desidero  di  sod- 
disfare a  tulli,  replichiamo  ec.  Gnl  Sist. 
101.  Questa  disputa  dell'origine  «tei  nervi 
non  è  mira  cosi  smaltita  e  decisa  ,  come 
forse  alcuno  si  persuade. 

SMALTITOIO  .  L'iOfio  per  dare  esito 
alle  òttprrflmià,  e  ali*  immondizie.  Seder. 
Colt.  21.  Con  far  buone  fosse  scoperte, 
o  fogne  aperte  in  pozzi  smallitoi  {qui  in 
foi  za   d'  add   }. 

SMALTO.  Composto  di  ghiaia  e  cal- 
cina me-cclute  con  acqita^  e  poi  rassodale 
insieme.  Lat.  multha.  Gr.  /uty/Qi],  G.  /•'. 
I.  38.  2.  Albino  prese  a   smallare   tutta   la       Smanziroso» 


S  M  À 


I2l3 


Safig.  nat.  esp.  170.  Secondo  1'  incHna» 
zinne  de' piani  ,  ne*  quali  si  fende  quel 
primo  snialto  nello  scoppiare. 

SMA>CERI'A.  Lezio,  Leziosaggine^ 
Aito  rinirescevole,  e  noioso.  Lai.  deli- 
eia.  Gr.  Tfxjyri.  Bocc.  nov.  58.  (\.  Av- 
venne  un  giorno  .  che  essendosi  ella  in 
casa  tornata,  là  do%e  Fresco  era.  e  latta 
piena  d.  smancerie  postaglisi  presso  a 
sedere,  altro  non  faceva  che  soffiare.  Pass. 
itì3.  Conciossiacosaché  a  dire  le  culpe  k 
vanitadi,  le  bruiiure,  gli  di- 
sciocchezze  .  le  magagne  W 
smancerie,  eMor  soperchi,  duvrebbòuo 
venire  fol  capo  coperto,  col  viso  turalo, 
ec.  laìu  126  A  niuna  pare  esser  bella^ 
se  non  tanto  quanto  elle  ne'modi,  nella 
smancerie,  e  ne*  portamenti  somigliano  U 
piuviche  meretrici  Celi.  Sport  Z,  5.  Io 
non  ho  bisogno  di  tante  smancerie. 
"t   *  SMANCEROSO.    J^id.   Lezioso, 


follu 
felli  . 


le 

le 


cillade  ec.  e  ancora  oggi  del  dello  smallo 
si  truova  cavando.  Pailad.  cap  g.  Puossi 
(are  di  mallone  pesto,  e  di  carboni  pesti, 
e  sabbione  insieme  con  calcina  mischiali, 
buono  smallo  .  Porgh.  Ong.  Fir.  207. 
Smallo  in  vero  ora  quel  che  a'  nostri 
tempi  s'è  \eduto  di  ghiaia  e  calcina, 
come  in  molle  cose  usiamo  per  la  molta 
comodila  del  6ume,  che  ha  ottima  male- 
ria   per  questo   effetto. 

g.  I.  Per  similil.  Coli.  /fh.  Isaac,  3o. 
Il  secondo  ordine  delle  cogitazioni  è  quasi 
come   israallo   e   fondamento 

^.  il  Smalto  ,  Quella  materia  di  più 
colori  f    che    SI    mette  in    su   C  orerie  ec. 


Sahi 


Fier,     liuo 


G,  Acciocché  la   pctenia   voslra   smaltisca  '  per  adornarle.  h^U  encaustuni.  Gr.  «yxau* 


tulli   li   nostri  dann 

§.  II.  Smaltire  t  parlandosi  di  mei  con- 
zie,  e  stmili,  si  dice  del  Darle  via.  Riu- 
scirsene ,  Esitarle  .  Lat.  dittraherc  .  Gr. 
«JiaTTiTr^aixeiv  .  *  Sesir.  Fior.  Legaz. 
Le  quali  merci  e  mercanzie  loro  smalti- 
icoDO  in  sulle  Sere  di  Francia  ,  cioè  di 
Lione  ed  a  Parigi  ;  perche  dalla  bontà 
della  marina  non  vi  è  dove  smaltire  ,  e 
di  verso  Lamagna  il  medesimo.  (B)  Cor, 
Lett.  Fara.  2'5.  Desidera  di  poter  por- 
tare e  imaltire  il  suo  grano  dove  e  quando 
gli  piace.  (Min} 

*  §  IH.  Smaltire,  parlandoci  di  ac- 
que ,  vale  Dar  loro  l'  uscita  ,  lo  scolo  . 
Soder.  Colt.  22-  Con  fare  ne*  luoghi  da 
smaltirle  buoni  acquidocci  eoa  i  suoi  sco- 
latoi ben  fognali.  (N) 

f  §.  ì\.  Smaltire  alcuno t  vale  Ditfar- 
stne  ,    Levarlo  dinanzi.    Toc*    Dov.   Ann. 

2.  3l.  Per  diveller  Germanico  dalle  le- 
gioni troppo  sue,  e  mandarlo,  con  la 
icnsa  di  nuovi  governi ,  forse  a  smaltire 
per  froda,  0  fortuna  (  il  testo  lat.  ha  .• 
dolo  ei  castbas  obiectaret  ). 

+  'fr  §■  V.  Smaltire  checchessia  ,  vale 
Liberarsi  di  cbecchesHn.    Cor.  lett    ined. 

3.  55  E  spero  anche  di  quietarmi  e  dì 
sanaimi  del  tutto,  avendo  smalliti  alcuni 
umori,  che  mi  tenevano  mal  disposto  e 
della   mente,   e   del   corpo.   (]\) 

*  S.MALTISTA  .  Arltfice  che  Invora 
dt  smalto.   Utagat.   Lett.  Con    la    veduta 


But,  Puig.  8.  2.  Lo  smallo,  di  ch( 
si  smalla  l'artenlo,  si  fa  di  vetro,  ed  è 
molto  rilucente.  G.  f.  io.  i54.  2.  Nin- 
na donna  non  potesse  portare  nulla  fre- 
giatura ne  d*  orn  ,  ne  d'  ariento  ,  ne  di 
seta,  ne  niuna  pietra  preziosa,  ne  eziandio 
smallo.  M.  f  .  IO.  96.  A  catuno  di  loro 
per  derisione  mandò  dono  di  vasellamen- 
lo   d'  argento  ,   de'  quali     nello    smallo   di 


quelli  da   Verona  era 


Di 

peil 


una  scala  api^iesa  a 
paio  di  forche.  Bern.  Ori.  i.  i3.  33. 
smallo  era  adornata  quella  porta  y  Dì 


paesino,  opera  d'  uno  smaltista  del- 


'''        -  . 

r  Elettore,  il  maggior  maestro  che  sia  di 

questa  professione.  (A) 

SMALTITISSIMO  .  Superi,  dì  Smal- 
tato .  Fr.  Giord.  Pred.  B.  Questi  affari 
in  qoesto  nostro  basso  mondo  sono  per 
lo  più  cose  sroaltilissime  a  chi  ba  discer- 
nimeoto  . 

SMALTITO.  Add.  Da  smaltire.  Lat. 
digestus,  concoctus.  i  arch  Lez,  245.  11 
lane  ir  sangue  non  corrotto,  ma  più  dige- 
sto, e  meglio  smaltito. 

%.  \  Per  meinf.  Soder.  Colt.  28.  Ma 
nella  primavera,  smaltilo  il  rigido  vernn, 
e  1'  umide    piogge   ec.  ,  accetterà   per   U 


di  smeratd 

III.  Smalto  roggio  ,  dicesi  uao 
Smalto  rosso,  il  quale,  a  differenza  degli 
nitri  smalli  di  tal  colore,  è  trasparente, 
e  non  si  può  adoperar  su  Cargenio.  Qne* 
sto  non  è  sdegnato  dall'  oro  ,  e  con  esso 
volentiert  si  accorda  ,  ed  è  tenuto  dagli 
ore/ci  il  pia  bello  di  tutti,  Benv.  Celi. 
Ore/.   (A) 

§.  IV,  Per  similit.  Dani.  Purg.  8.  Se 
la  lucerna,  the  li  mena  in  allo,  Truovi 
nel  tuo  arbitrio  tanta  cera,  Quanl'è  me- 
stiero  insino  al  sommo  smalto.  But.  ivi  .- 
Cioè  iofioo  al  supremo  cielo  ,  lo  quale 
chiama  smallo  per  similitudine  eccessiva, 
imperoccbò  riluce  più  che  ogni  smalto. 
V  ttDant,  In/.  ^,  Colà  diritto  sopra  *1 
verde  smallo  Mi  fur  mostrati  gli  spiiili 
magni  ■•  (cioè  ,  sopra  il  prato  smaltato 
di  fori,  di  fresca  verztira  )  (fi)  Ar.  Fur, 
6-  23.  Hugger  con  frella  dell'  arcion  si 
sferra,  E  si  ritrova  in  sull'erboso  smal- 
lo (ciok,  sul  prato).  (D)  5 

^  §.  V.  Sanguigno  smalto  ,  per  San- 
gue/ri usato  dal  Tass.  Gcr,  9.  5\  Gli 
altri  il  seguirò,  e  fer  poi  rosse  Le  prime 
tende  di  sanguigno  smalto.   (D) 

§.  VI.  Smalto  ,  per  meta/,  si  dice 
di  Qualunque  cosa  dura.  Lai.  res  lapi- 
dea. Dant.  In/.  9.  Venga  Medusa  ,  si  'I 
farem  di  smallo.  Petr.  soa.  178.  E  que' 
begli  occhi,  che  i  cor  fanno  smalli.  F 
canz,  l^.  2.  Ed  intorno  al  mio  cor  pen- 
sier  gelali  Fatto  avean  quasi  adamantino 
smallo.  E  26.  3.  Chi  verrà  mai  ,  che 
■quadre    Questo      mio     cor     di    smallo  7 


3. 
di 

Il  sman- 


II.  Moimierosa,    smor6osa,    cascante 
vezzi,    e  di    smancerie,    in   vece    di 
cerosa     (A) 

SMAN1.\.  Eccessiva  agitazione  o  d* 
animo,  0  di  corpo  per  soverchio  di 
passione.  Lat.  insunia ./uror.  Gr.  uocvt'a. 
Cr.  6  l\.  5.  Genera  lebbra  e  apoples- 
sia ,  smania,  e  molte  altre  cose.  Coli. 
Ali,  Isaac,  Faracci  venire  alcuna  smania 
di  ridere  m.tttamente.  Ma/m.  j.  56.  Si 
scandolezza.  ed  enira  in  grande  smania  . 
^.  Menare  smanie  ,  vale  Impazzare , 
Lai.yiircre.  Gr.  //at'vesSac  Bocc.  nov. 
72.  4  Ne  invaghì  sì  forte,  che  egli  ne 
menava  smanie.  Sen,  Ben,  Jarch,  6.  3o. 
Dicendosi  in  questo  modo  molle  cose  da 
ogni  Iato,  le  quali  lui,  che  per  troppo 
stimarsi  menava  smanie,  concitavano  e 
nietlevano  su. 

SMANIAMENTO.  Smania  ,  Lo  sma- 
niare. Lat.  insanta  ,  Juror,  Gr.  uavta* 
Tratt  se(;r.  cos.  dmn.  Infuriale  per  gli 
occulti  smaniamenti  dello  amore.  J'tt. 
SS.  Pad.  I.  IDI-  E  mosso  quegli  ad  al- 
cuna pielade  ,  incomiociolla  a  dimandare 
della    cagione   del   suo   ÌsmanÌamento. 

SMANIANTE.  Che  smania.  Lat.  /«- 
rens.  Gr.  //aivo'juivo^.  G.  V,  \.  21.  5. 
La  detta  reina  Dido ,  per  lo  smaniant« 
amore  ,  colla  spada  del  dello  Enea  ella 
medesima  se  uccise.  Buon,  Fier.  2.  i. 
20.  I   folli  smanianli  innamorali. 

3  SMANIARE.  In/unare,  Uscir  dello 
'ntellctto,  Paz:ei:giate.  Lat.  insanire,  ar- 
dere, haecliari  ,  Jfurere.  Gr.  juai'veaSat, 
Virg.  Eneid  Levala  una  smisurata  letìzia 
con  mescolalo  grido,  e  tutti  smaniano, 
qual  sia  quella  terra.  E  altrove:  Tutta 
accesa  smania  per  la  città.  Sen.  Ben, 
ì  arch.  7.  26.  Uno  smania  per  1'  amore, 
uno  attende  alla  gola.  Ar.  Fur.  2^.  I. 
E  sebben,  com'  Orlando,  ognun  non  sma- 
nia, Suo  furor  mostra  a  qualcV  altro  se- 
gnale. 

'•'  g.  Per  similit.  detto  di  Passione 
cosi  deli'  anima,  cerne  del  corpo  ,  quando 
eccede,  e  trasmoda,  «  Arrigb.  5o.  La  mia 
parola  è,  oimè  I  e  la  mìa  favola  è,  oimè 
dolente  I  E  mentre  che  con  tal  boce  do- 
lendomi con  meco  favello,  l'ira  smania  , 
e  con  ionumerabìlì  saette  mi  lancia  il 
cuore»  .  Bed.  lett.  i.  175.  In  lutti  quei 
mesi  ne*  quali  la  6erezza  della  gotta  non 
ismania,  non  imperversa  ,  e  per  dirlo  con 
frase  fraozese,  non  fa  il  diavolo  a  quat- 
tro.  (.X) 

SMANI  ATURA.  Smaniamento,  Smania , 
Lo  smaniare ,  Lai.  insania,  flit  or.  Gr. 
/iavi'a.  Tratt.  segr.  co*,  dona.  Ma  dalle 
sopravvegoenli  smanìature  si  truovarto 
molto  afflitte. 

SMANIGLIA.  Maniglia,  Armil/a.  Lat. 
armilla.  Gr.  .^i'iitov.  Serd  Star.  5-  I79. 
Come  gli  fu  levata  dal   braccio  la  imani* 


I2l4 


S  M  A 


slia  d*  oro,  subito  ec.  usci  iiuieme  eoa  '1 
anima  tutto  il  saogue.  E  appresso:  >ella 
smaoiglia  era  legalo  uà  osso  di  ud  aoi- 
male  ec.  ,  la  cui  virtù  e  efficacusima  a 
slagaare  Ìl  sangue.  Buon.  Fier.  ^.  2.  7. 
Baciarli  io  bocca,  Servir  lor  di  coUaoe  e 
di  smaniglie. 

•f  *  SMANIGLIO.  Lo  stesso  che 
Smaniglia.  Salvtn.  lUad.  18-  56o.  Presso 
lor  per  nove  anni  fabbricai  Di  molte  belle 
ed  iogegoost:  cose:  Fibbie,  smanigli  ri* 
girevol,  vezai,  Fermagli,  ec.  Beilin  Baccìu 
28-  E  se  oe  fa  smanigli,  e  palandraue, 
Borzaccbi,  vezsi,  ed  altri  abbigliamenti, 
ec.  (J)  Fortig.  lììcc  4-  3.  Se  smanigli, 
oè  vestii  o  m^lte  anella  Che  lu  le  doni, 
il  cor  le  fanno  lieto.  (IV) 

t  SMANIOSO.  Add.  Pieno  di  smanie. 
Lai.  Jitrent,  furinsus.  Onte!.  S.  (Uo. 
Grisost.  236.  Spaventati  dalli  smaniosi  e 
tempestosi  sogni,  diventano  molto  peggiori. 

§.  Figuratam.  Pass.  3i5.  Co' vocaboli 
is(]uarciati  e  smaniosi,  e  col  loro  parlare 
6orentino  islcndeodola  (  ia  Scrittura)  e 
facendula  rincicscevole,  la  intorbidano,  e 
rimescolano  ec.  (  qui  vale  :  affettati  ,  le- 
■iosi  ) . 

*  SMANNATA  Frolla,  Brigata.  Var- 
eh.  Stor.  i3.  4^5  Fallo  pigliare  una 
none  in  gran  furia  con  una  smanoata  di 
birri  e  di  famigli  di  Olio  ,  e  menarne 
preso  dalla  sua  Pieve  di  Cercìna  messer 
Gìovambaiilsta  da  Castiglione.  (B) 

*  S.MANTELLAME>TO.  Lo  smantel- 
tare  ,  e   La  cosa  smantellala.  (J) 

SMANTELLARE.  Diroccare,  Sfascia- 
re, nel  signijic.  del  §.  Lai.  demoliri,  di- 
ruere,  muros  delrahere  »  Gr,  xa  Tt'x'J 
xaT«ffTpÌjJ659ai.  Varch.  Stor.  7.  171. 
Ma  non  molto  di  poi  smanlcllaruno  ,  co- 
me si  dice  oggi,  cioè  sfasciarono  la  città 
di  muro.  Tac.  Dav.  Ann,  i5.  208.  Cor- 
bulone  altresì  smantello  quanto  oltre  Eu- 
frate avea  forlificato.  E  Stor.  4-  353. 
Ora,  affine  che  1'  amicizia  e  leganza  no- 
stra sicno  oicjne,  vi  preghiamo  a  sman- 
tellare  questa    ruloota   di    mura. 

•f  «  SMANTELLATO.  Jdd.  da  Sman- 
tellare. Se};ner.  Incr.  2-5  12  Gli  Ebrei 
ancora,  quando  le  lor  maraviglie  furono 
vere,  le  fecero  tosto  credere,  tuttoché 
tanto  giugne&scro  inaudite,  di  Sole  fermo, 
di  mari  aperti  ec.,  di  piazze  smantellate 
«  fona  di  suono,  (A)  Salfin.  Eaeid  lib. 
8  Queste  due  inoltre  smantellate  miri 
Cjstclla,  e  le  reliquie,  e  le  memorie  D* 
uomini  antichi    (F) 

SMANZEROSO  .  V.  A,  Add,  Dì  sman- 
Eitrt, 

g.  $1  prende  anche  per  Lezioso  ,  Bia- 
Cescevote  t  Pieno  di  smancerie.  Frane. 
Sacch.  nOi:  86.  Avea  per  moglie  una 
donna  assai  spiacevole  e  sraaozerosa,  chia- 
nala  monna  Zuanna.  Pataff'.  1  Digrigna 
00  micoltno  smanzeroso. 

SMANZIERE.  Fa^o  di  fare  all'amo- 
re, Dnidj.  Lai.  amans.  Gr.  C0&),axvT]{. 
Lor^  Med  canz.  56.  1.  Se  vulcte  aver 
piacere,  Deb  venite  alle  smanxicre  E  56 
3.  Non  prendete  alcuno  sdegno  D*  cs»cr 
dùamali  smanzìeri. 

n:  S.MARGIASSARE.  Nsutr,  Fare  lo 
smargitiio.  Salvin  Callim.  Smargiasiaudo 
va  d*  jUo  l'I  fi'  fracasso,  ec.  (A) 

•f  *  SMARGIASSATA  Sman;,atse- 
ria.  Rodomontata.  Accad.  Cr.  Mess.  Uh. 
3>  pag.  432.  Cosi  si  licenziò,  mettendo- 
gli io  corpo  questa  po'  di  smaTgìass.ila  , 
p^rutagli  lirci'ssana  per  annacquare  quella 
gran  presuniione    (A) 

SMARGIASSERIA.  Millanteria.  Bra- 
vata. La(.  superba  iactatio.  Gr.  uì-xt^o- 
vii' se  Buon.  Fier.  3.  4  >.  Delle  smar- 
(Masserie  solite  vostre  ce.  E  se.  3.  Ecco 
Spacca  e  Cardoae  ,  Delle  soiargiasserie 
rtUle  vQilrc. 


S  M  A 

SMARGIASSO.  Cospettone,  Spaccone. 
Lat.  *  thrnso,  miles  gloriosas-  Gr.  &pae- 
swv  Buon.  Fter,  3  4-  9-  ^°  cagnolio 
vezzoso  A  uno  smargia^o  basetton  com- 
parle.  E  5  i.  3.  Passi  quello  smargiasso 
violento.  Cui  negata  credenza  dal  mer 
canle,  ec.  Malm,  \.  i3.  Oh  corna  1  disse 
il  Re  degli  smargiassi. 

*  SMARGUSSONE.  Accrescit.  di 
SmarpiasMo.  Bisc.  flfnlnt.  Sopra  uno 
smargiassone,  che  si  vanta  d'aver  lancialo 
verso  il  ciclo  un  uomo  ec  ,  fjre  ce.  (A) 
SMARRIGIONE  .  Smarrimento.  Lai. 
constcmatio,  confusio,  moeror.  Gr.  /ara- 
Trivjft;  ,  xKTWf£ia,  Xu7r>).  Car.  leti.  i. 
63.  Dacchi:  la  disgrazia  e  la  cattiva  cle- 
zion  mia  mi  trasecolo  nella  smarrigione  di 
quest*  altro  (mondo). 

S.MARRIMENTO.  Lo  smarrire  LaL 
amiisio.  Gr.  dTio^olT,.  ì'it.  Crist.  E 
tutta  s'  aftliggea  per  lo  smarrimento  del 
suo  Figliuolo.  S(tg^.  nfit.  esp.  23o-  Per- 
lochc  Hi  alcuni  e  stalo  credulo  che  Ule 
smarrimento  di  forze  non  proceda  solo 
dall'  accrescimento  del  freddo,  ec. 

§.  I.  Per  Errore.  Lai.  errar.  Gr. 
Trlocvi).  Fiamm.  2.  53.  Con  pena  mi  ri- 
tenni, che  un'altra  volta  in  simile  smar- 
rimento  non   radesii. 

f  §.  li.  Per  1  sbigottimento.  Tremore. 
Lai  consternalto  ,  trentor,  perturbatio  , 
eonfasio,  nia;ror.  Dani,  rim .  6  lo  presi 
tanto  smarrimento  allora  ,  Ch'  io  chiusi 
gli  occhi  Vilmente  gravati.  Ott.  Com.  taf, 
25  438  Gli  occhi  a  l;inla  novitadc  ricc- 
vean  confusione,  e  1'  animo  smarrìmeoto* 
Dant.  f'it.  Nuov.  zS.  Mi  giunse  un  si 
forte  smarrimento,  che  io  chiusi  gli  oc- 
chi. 

SMARRIRE.  Perdrre,  ma  non  senza 
speranza  di  ritrovare.  Lat.  amìtterc.  Gr. 
aVo,?a»Eiv.  *  /■>.  Ctord.  Pred.  107. 
Cristo  ce.  tu  materia  di  dolore  e  di  pena 
alla  madre  sua  quando  lo  smarrì-  (V)  Boce. 
nov.  43.  IO  Aveva  la  sua  cunipagnia  nella 
selva  smarrita.  Vit.  S.  M.  .V.-i*/d  q.  La  ma- 
dre credeva  ch'egli  fussc  con  Giuseppe,  e 
Giuseppe  credeva  cb*  egli  fusse  culla  ma- 
dre a  casa  ,  inoaozi  ch'egli  se  n'  avvcdcs- 
sono  che  egli  fusse  smarrito  Borgh.  l'rsc. 
Fior.  474-  ^**^'''*  questo  essere  assai  buo- 
no argomento,  come  agevolmente  si  smar- 
riscano le  memorie  di  persone  private  e 
minute. 

*  §.  I  Kota  costrutto.  Bart.  Op.  |. 
11.  Ai  Cinesi  ce.  si  era  in  alcune  Pro- 
vincie smarrita  1*  arte  del  contrappun- 
to. (D) 

f  ^  §.  II.  Smarrire,  vale  anche  Sf»a- 
gltare.  Errare.  ì'it.  SS.  Pad.  2.  8.  Di 
costui  sì  dire  ce.  cbe  quando  cenava  ye- 
niva  una  lupa,  e  stava  eoo  luì.  ne  leg- 
giermente questa  bestia  smarriva  l' ora, 
ma   sempre  a   quoll*  ora   veniva.  (F) 

Jr  §.  III.  Smarrire  ,  in  signifir.  alt. 
vale  Far  franare.  Maur.  rim.  Buri. 
Cose  che  dal  suo  curso  hanno  smarrito 
La  povera  natura.  (Br) 

*  g.  IV.  K  per  Ofjruscare.  Belfin,  3. 
5.  Il  saper  del  Dìo  grande,  dire  la  Lnoa, 
iovealò  queir  argento  ,  con  che  io  smar* 
risco   le   stelle.    (Min) 

*  §.  V.  Pure  attuo  ptr  Ptrdere  di 
visti.  Tasi  Am.  3  I.  Pien  di  mal  ta- 
lento coni  Per  arrivarla  e  rllenetla  ;  e 
invano  j  Cb'  10  la  smarrii,  e  poi  tornando 
dove  Lasciai  Aminta  j1  fonie  ,  noi  tro- 
vai    (Br) 

§.  VI.  In  signific.  neulr.  pais.  i-aV 
E'rar  la  strada.  Lai.  dtsrrarr.  Cr.  «TO- 
rrXavà«àflH  ■  Dant.  Pur,;.  |6.  Siccome 
i-ivco  va  dietro  a  sua  guida  ,  Per  non 
smarrirsi,  e  per  non  dar  dì  rotto  In  cosa 
chn   '1  molesti,  o  forse  ancida 

5  §.  VII.  Ptr  mrtaf.v^le  Conpndrrt. 
Lai.  con/ivtdere.    Cr.    «uy)(«i»'*    W.    /'. 


S  AI  A 

IO-  5^  Beochi: '1  subito  caso  gli  smarria- 
se.  presono  «rdire.  *  Brm,  Ori.  \.  |3. 
^.  Di  corpo  sconcio,  e  di  viso  sì  fiero. 
Ch'aria  sma'rllo  ogn' anima  sicura:  Ma 
non  si  smarrì  già  quel  cavaliero.  ec.  (V) 
#  g.  Vili  tn  stgnif  ntutr.  e  ntutr. 
pati»  per  Sbigottir  mi.  Perdersi  d'  animo. 
-  Frane.  B^rh.  29^  12.  Ne  iti  sua  pre- 
senza dire  Di  cbe  possa  ismarrire  »  >  Bern, 
Ori.  I.  i3  9'  Dì  corpo  sconcio,  e  A 
tiso  si  fiero  (parla  d'ut  gipamte )  Ch* 
aria  smarrito  ogni  anima  sicura  :  Ma  non 
si  smarrì  già  quel  cavaliero,  Cbe  mai  noo 
ebbe  in  vita  sua  paura.  Car*  En  I.  \\S. 
Tutto  ec.  Rappresentava  orror  perìgli  e 
morte  Smarrissi  Enea  di  tanto.  (C) 

^  %.  IX.  Smarrirai  d'animo,  vale  lo 
slesso.  Segner,  Pred.  Pai.  Ap*%  6  Quando 
al  levarsi  d'un'improvviu  tempesta,  comio- 
cia  uno  piloto  bravo  a  smarrirsi  d*  aaìmo, 
chi  non  dice  ec   (TCj 

*  §.  X.  Smarrire,  in  sisnijie.  neutr. 
past.  dieesi  anche  dell'  Offuscarsi  che 
fa  l'  occhio  quando  altri  /'  affissa  nel  sole, 
o  in  altro  corpo  luminoso,  ■  Dani.  Par* 
30-  La  vi>ta  mia  nell'  ampio  e  nell'altezza 
Non  sì  smarriva.  E  33-  lo  credo,  per  V 
acume  ch*  io  soficrsi  Del  vivo  raggio,  cb' 
io  sarei  smarrito  •»,    (B.') 

^  S*  ^^'  Smnrrére,  neutr,  ass.  per 
IsroLrire.  Tass.  Ger.  2.  26  E  smarrisce 
ìl  bel  vultu  io  un  colore  Che  non  v  palli- 
dezza,  ma  candore.  (Br) 

*j  ^  §.  XII.  Smarrirli  da  uno,  per  Di- 
lungarsi a  fello  studio  da  esso.  Sov. 
ani  62.  Ordino  una  carria,  e  parlissi  da' 
cavalieri,  e  smarrissi  da  loro  (il  che  il 
re    ytarco  Jece  in  pruova).  (F) 

3  SMAftRITAMENTK.  Avivrh.  Con 
isnmrrimento.  Lat.  confuse  ,  pavide*  Gr. 
(j;0|5r,ri/iJ5.  Liv,  3/.  Smarritamente  si 
mìsono  alla  fuga. 

SMARRITO  Add.  da  Smarrire.  Lat. 
aniissHS.  Gr.  a:7Q^ÌT]?|t;.  Dant.  Purg. 
I  Noi  andavam  per  lo  solingo  piano , 
Coni'  uom  cbe  torna  alla  smarrita  linda, 
E  Par.  2.  Perdendo  me,  rimarreste  smar- 
riti. E  26  Fa'  ragion  che  sia  La  vista  io 
le  smarrita,  o>m  defunta.  Boec.  nov.  i4- 
l3.    In  lui  ritornò  lo  smarrito  calore. 

g.  I  Per  Timoroso,  Sbigottito,  Confuso. 
Lat  exaaimalus,  Gr.  «aTstrXjjyct'?.  Fit. 
SS*  Pad  I.  260  La  mattina  ai  trovò 
nell'  eccletìj  a  roosoUre  e  coaforiafe  lu 
suo  popolo,  Id  quale  era  mollo  smarnto, 
crrJemio  che  egli  fo»sc  ni.»rto  Boet.nov* 
4.  8.  TuUa  smarrita,  e  temendij  dì  ver- 
gogna, comir.riò  a  piagnere.  E  nov.  ^1. 
28.  Queste  parole  tolto  feciono  lo  smar- 
rito animo  tìtornjre  iu  Cimonf.  Berm. 
Ori.  1.  1.  38.  Stava  rtasruno  attonito  e 
smarrito.  ^  Tus**  Cer.  3.  2Ó.  Ella  ar. 
ccttó  r  invito;  B  com' esser  senz'elmo  a 
lei  non  caglia.  Già  iMldanz-ita,  ed  et  se- 
guia  smarrito.  (B) 

#  g.  II.  Smarrito,  per  tscolorito.  Smon- 
tilo di  colore.  Dani*  fneg.  |<^  Lo  smarrito 
vi>lio.  Come  amor  vuol,  rosi  Ip  colorava. 
Tasj.  Ger  6  76  Che  per  le  f.itto  ì\ 
tuo  signor  poi  sano  Cfioiirebbe  il  tuo 
smjrrito  at)>et(o  E  18.  16.  Tal  rablscl- 
lisce  le  smarrite  foglie  Ai  maiutini  geli 
arido  fiore.   (/('■) 

SMARHUTO  r.  A.  Add.  Smurilo. 
Bctth  pros  3.  l.'>4-  Alquante  allrv  p*'- 
cb«  Voci,  poste  alcuna  «olla  dagli  antichi 
a  questa  guÌM  FC,  siccome  è  smjsrmlo  in 
vece  di  /mdrri/'%cha  disse  Booagiuola,  o 
nii-vser  (lino  Urlle  K>ru  canzoni. 

i>  SMASCBLLAMENTO  Suit.  méitc. 
ì'^ce  drU'  uso  .  Sg^iasciimenio  ,  Dtslo- 
gìmeiito  delle  mascelle    (^f 

*  §  Più  comunament*  Lo  sganasctarr, 
e  II  riderà  >)  forte,  eht  quasi  la  guancia 
SI  sforii.  (A) 

*?  SMASCELLANTE.  Che  sn'otftlh. 


S  M  A 

Chi  sganascia  Lat.  cachutnans.  Gr.  xa- 
XK^wv.  Htd.  Annot.  Diiir.  128.  Vermi 
gli  in  viso,  e  coti  sma&celljnlisi  por  le  ri- 
sa ,  cbtf  lutti  i  deoti  si  potrebboo  lor 
trarre.  (•) 

f  SMASCELLARE  Jtt.  Gu.i>tar  le  ma- 
scelle j  e  in  sigmfic,  nrutr.  ('•iiastarsi  le 
mascelle.  Lai.  maxillas  dìsrumpere.  Gr. 
yy«x9ou;  èjtpqyvùvac  .  Jiocc.  nov,  60. 
a3*  Avcvaa  taotu  mo  ,  che  rrao  creduti 
unasrellare. 

f  §.  Smascellar  tifile  risa,  0  Smascel' 
(arsi  dflle  lisa,  0  di  risa,  vate  Smode- 
ratamente rìdere  j  to  che  si  dice  ancora 
Sganasciar  de/fe  risa  .  Lai.  immodtr.itc 
ridere,  ri'U  emori.  Gr.  xwyx^'?*^^  ^'^' 
iaff.  6.  Per  befaDia  snia«cellji  di  risa  . 
Frane.  Sacch.  nov,  l33.  I  Priori  sma- 
scellavano tifile  risa,  e  frj  quelle  riprcn- 
dejuo  Uberlo .  Fi''*  As.  65.  Fra  laute 
l»ri|;jte,  che  mi  erauo  dietro,  egli  non  ve 
n*  era  alcuno  cbe  non  ì smascellasse  delle 
risa,  yienz.  sat,  10  Si  smascella  di  risa  , 
e  U  una  cera  D'  un  s.itiraccio. 

SMASCHERARE.  Cuvtir  la  maschera. 
Lat  liirvam  aufirre .  Gr.  ;r,cocw;r£Ìov 
àotx.iptXv.  Buon.  Pier.  {^.  1  7.  Sniasche> 
rati  tu  prima  ,  Tratti  dal  volto  quii  te- 
scbio  tannulo  (  qui  in  si^^nific.  neutr. 
pass.  ). 

SMASCHERATO  .  Add,  da  Smasche- 
rare. Lat  larva  carens,  destituius.  tifa/m. 
&-  à6.  Così  disse  Cupido  smasibi-rato,  Do- 
po cioè  eh'  ei  mi  si  fu  scoperto  (  (Ji*i  Jì- 
guratam .), 

SMATTONARE  .  Levar  i  mattoni  ni 
pavimento  ;  contrario  d'  Ammattonare  . 
Lat.  lateres  atiferre  ,  !aterihiis  spoliarc  . 
Gr.  7r)t'ydouj  apacpicv  .  Mali.  Franz, 
rim.  buri.  2  lo4-  E  se  bene  e'disembri- 
eia  e  smattona  Li  tetti  e'  muri,  ec.  Benv. 
Celi.  Oref.  81  ■  Smattonai  una  stanza, 
e  di  quei  mattoni  andai  tessendo  uà  for- 
nello . 

SMATTONATO.  Add.  d.i  Smattonarej 
ed  i  per  lo  più  aggiunto  di  solato  ,  che 
abbiti  i^*as'.i  e  rotti  ,  o  in  tutto  levati  i 
mattoni.  L^t.  latercuUs  spoUatus  .  Cas. 
rim.  buri*  1.  7.  Dove  che  I'  altre  1'  bao 
sempre  muffato  ,  Affumicato  ,  arsiccio  e 
smattonato.  #  Alli.gr  pag-  23^.  (Am.tter- 
damo  lyS^).  S' imparau  gli  scambietti  per 
le  dance  Da  farsi  a  veglia  ;  poi  sul  pavi- 
mento ,  L^  dove  smattonale  son  le  slan- 
«.  (li) 

SMELARE.  Cavar  il  mele  delle  casse, 
o  arnie,  0  alveari.  Lat.  alvearium  castra- 
re ,  mei  ex  alveariis  educere,  Gr.  a^xt'- 
ptt*  Ta  KTC.ct'a  .  Rftc.  Ap,  aSg.  Nel  de- 
siato tempo,  che  si  smela  11  dolce  frutto, 
e  i  lor  tesori  occulti ,  Sparger  convienti 
una   rorantL-  pioggia. 

SMELATO.  Add.  da  Smelare. 
*f  *  SMELIA.  Snlamistra ,  Donna  so- 
fistica. Geli.  Err*  3.  "S.  Io  non  vorrei, 
se  io  facessi  que&le  cose  in  casa  ,  che  la 
mia  monna  smelia  lo  risapesse  di  poi  ìn 
qnalcbe  modo  :  e  sebbene  io  gli  bo  ordi- 
nato ce.  <V) 

*  SMEMBRAMENTO .  Lo  smembra- 
re ,  Dismemhrameato  .  /*/«/.  Adr.  Op. 
mfir.  5  291.  Perchè  al  nome  di  Giove 
crediamo  convenirsi  altribuirne  la  cagione 
a  questi  invisibili  movimenti  dell'  aria  , 
e  lasciamo  da  parte  il  suo  ondeggiare  e 
smembramento  ,  che  e  palese  e  manife- 
sto. (C) 

SMEMBRARE.  Tagliare  i  membri.  Lat. 
o'druncarr.  Gr.  xa,T0Wo:7Tetv.  G.  F.  12, 
16.  17.  Il  tagliarono  e  smembrarono  a  mi- 
nuti pexxi.  *  Srrni»  S.  A^ost.  C.  R.  e.  4. 
Per  tenere  a  Cristo  la  fede  dell'  amore  si 
la>cia\ano  smembrare  ( i/uest' esempio  era 
allegalo  d.it  FocaboL  erroneamente  alla 
voce  Svembrare  )  (C)  Car.  En,  12.  357, 
In  colai  guisa  Fermati  i  patti  ,  e  1*  ostie 


S  M  E 

in  meno  addotte.  Tra  i  più  famosi  nnzi 
air  acresc  fiamme  Le  svenar,  le  smem- 
brar,  le  svis«eraro.  (B)  Stor.  lùtr.  2  4^- 
Non  contenti  di  levare  altrui  la  rul).i  e 
la  vita  ,  succiano  il  sangue  ,  e  mangiano 
le  carni  di  quegli  sIcsm  ibe  hanno  smem- 
brali .  F  6.  125.  Non  pfrdr.nò  la  vila  a 
persona,  anzi  uccise,  siiienibrò,  disfece 
tutto  ciò  che  gli   venne  avanti  . 

f  g.  L  l\'r  Trinciare,  ed  è  term,  de- 
gli scalchi  .  Ar.  Stit.  2.  l'cicb*  io  non 
vaglio  Smembrar  sulla  fort  ina  in  aria 
starne  . 

g.  Il  P.r  meta/,  vale  Dividere  ,  Di- 
stritntite.  Separare  Lat.  dividere,  tri- 
huere  ,  distriOm-re  .  Gr.  ^Spii^ttv  .  Ar. 
Fur,  Q  47-  Pareami  aver  qui  tutto  '1  ben 
raccolto  ,  Cbe  fra  t  mortali  in  più  parli 
si  smembra.  Jìorf^h.  Orig.  Fir.  2'j(\.  Se 
giù  uno  non  colesse  dare  orecchi  a  quella 
favola,  come  io  credo,  che  ne  fosse  smem- 
brata una   pieve  ,  ec. 

t  SMEMBRATO.  Add.  da  Smembrare. 
Lat.  obiruncnias.  Gr.  zaTazoTTSt'^.  Legg. 
/J.  Uniil.  4^-  Anche  un'  altra  volta  un 
die  le  .ippdrve  visibilmente  lo  'ngannato- 
re,  recandole  innanzi  corpi  moni  nuova- 
menie  uccisi,  e  d'uomini,  e  di  femmine, 
smembrali  crudelmente,  e  tutti  insangui- 
nati.  TaC.  Dnv.  Ann,  2  4+-  ^^^  '•  ^'^' 
stui  consigli  s'  è  fallo  ogni  bene  ,  e  non 
di  queir  animale  d'  Arniìnìo  ,  cbe  se  ne 
fu  bello  per  aver  tradito  le  tre  legioni 
smembrate . 

smemorabile.  Add.  Non  memora- 
bile. Lai.  memoria  indi^nus  Gr.  v.iJ'iA'io- 
veUT05  .  Frane.  Sn<ch,  nov.  73.  Avendo 
narralo  le  due  precedenti  novelle  di  quelli 
due  smemorabili  frati,  ec.  (qui  ditto  per 
ischerzo  ). 

SMEMORAGGINE.  Astratto  di  Sme- 
moralo j  Di/etto  ai  memoria  ,  Dimenti' 
canza  .  Lai.  oblivio  .  Gr.  Xn'Si)  .  Pass. 
146.  S'  egli  vede  che  la  per^ona  ,  o  per 
ignoranza,  o  per  vergogna,  o  per  temen- 
za, o  per  ismenioraggiae,  non  dica  i  pec- 
cati ec  ,  sì  la  dee  rassicurare,  e  ricordarle 
de' peccati.  Bui.  lof.  2.  Mente  si  chiama, 
perchè  si  ricorda;  e  quando  erra  in  ricor- 
darsi ,  non  si  può  degnamente  ctiiamar 
mente,  ma  smemoraggine,  ovvero  dimen- 
ticagione .  Maesl'uzz.  2.  io.  5.  Se  per 
aslinenxia,  e  vigilia  pervenne  alla  smemo- 
raggine. 

§.  Per  I scimunitaggine  t  Beiford'Sgine. 
Lat.  stupor  ,  insipientia  .  Gr.  ^ctLupo^  , 
Kvat'srTjsi;.  Fr.  lac.  Ces^.  Somma  sme- 
moraggine è  avere  speranza  nella  fede  di 
Loloro  ,  della  cui  per6dczza  tu  sii  tante 
volte  ingannato. 

SMEMORAMENTO  .  Lo  smemorarc  . 
Lai.  stupiditas ,  amentia.  Gr.  avota.  Pass, 
prof.  Non  ostante  la  paura  ,  Io  sbigottì 
mento,  il  dibattilo,  Tansielade,  l'sH'.inno, 
lo  spaventamento ,  lo  smemoramento ,  il 
conturbamento  del  capo,  e  gli  altri  gravi 
acciilenii,  che  hanno  a  sostenere  coloro,  a* 
quali   tal  fortuna   scontra. 

SMEMt>RARE.  Propriamente  Perdere 
la  memoi  iaj  e  talora  anche  vale  Divenire 
stupido,  o  insensato.  Sbalordire^  e  si  usa 
in  signijìc.  neuti:  e  neutr.  pass.  Lat.  slu- 
pidum  fieri  ,  memoria  vacillare  ,  obstiipe- 
scere,  exanimari.  Gr.  xaTK~i/i'TT£55ai 
Bocc.  nov.  40  l4«  In  qucU*  arca  trovan- 
dosi, cominciò  a  smemorare,  e  a  dir  secL>: 
che  è  questo  ?  dove  sono  io  ?  dormo  io  , 
o  son  desto?  Pass.  lOi.  Perdonsi  e  ven- 
gonsi  meno,  che  smemorano  e  dimentica- 
no i  peccati  .che  imprima  aveano  pensato 
di  dire  .  Sea,  Pist.  Perchè  si  maraviglia 
uom  di  queste  cose,  ed  ismcmora  T  Frane. 
Sncch  nov.  6).  Entrò  dentro  correndo  e 
nabissaodo  ,  che  fece  smemorare  i  gabel- 
lieri. F  nov,  l47-  Qunnto  più  vi  penso  , 
tanto    più    mi    smemoro.   Bcrn     Ori.    1. 


S  M  E  I2i5 

IO.  8.  Non  si  curi  per  ora  smemorjre , 
Ed  aspetti  fusi  la  sua  tornala,  Chi-  sema 
ilubhio  lo  verri  a  aiutare  .  #  SerJ.  Ga- 
Irou.  !\!ais.  168.  Nel  qujl  nome  erra  a* 
tempi  nostri  tutta  l'Italia  seriveuilo  Aulo 
Celilo  ,  smeniorandosi  ili  Priscano  ,  che 
Slima  cbe  ildlL  voce  agro  cioi.-  «amno  sia 
detto  Agello,  che  dinota  canipirello.  e  che 
da  Agello  venga  questo  nome  Aoelio.  ICI 

*  SMEMORATACCIO.  l'.Àon,,.  di 
.Smrwornlo  .  Lai.  .-o/.v  chlmoiu!  Gr 
niùyì<:ii.oi(r,-tfci  .  ìì,,ì,  /,„  ^  ^^j 
AIjWj  paiienia  se  sono  imporluno,  e  noti 
si  rida  di  me,  se  ora  sono  smcmoralaccio 
e  poi  smemoralaccio  per  la  seconda  volta* 
e  per  la  terza.  (*)  * 

•SMEMORATAGGINE,  io  ,/„,„  eh, 
Smenwrnggi/ie.  Lat.  mentis  hebetado,  stu- 
pidCas,  an,en:ia.  Gr.  É'-<^l);|i;,  Sa'^So;, 
v»>/.].  /,'orsA.  Orig.  Fir.  192.  Sarebbe 
troppo  sciocca  semplicità  e  smemorataggi- 
uc  insieme  il  pensarlo  ,  non  che  il  dirlo. 
Cir.  /ili.  2.  5o.  Per  farmi  risentire  dell» 
mia  negligenza,  o  smemorataggine  che  sia, 
gli  sproni  che  m'  avete  mandati  a  donare,' 
sono  stali  di  soverchio. 

SMEMORATINO.  Vini,  di  Smemora- 
(o  ;  detto  in  ischerzo  da  Frane.  Sacch. 
nov.  199    Notino  smcmoralino  tralunava. 

*  SMEMORATISSI.MO  .  Superi,  di 
Smemorato  .  Tuss.  l.ti  54.  Però  racco- 
mand.,  a  V  S.  la  lettera,  e  b  prego  che 
ricordi  a  S,  E.  il  negozio  dello  smemora- 
tissinio  che  sono  io.   (Fj 

t  SMEMORATO,  eanticani.  SMIMO- 
RATO  Add.  da  Smemorare  j  Che  ha  per- 
duta la  memoria j  e  tiiora  a.iche  Stupido, 
Insensato  .  Lai.  slupidas  ,  amens  .  Gr, 
e/3Ky^o;  ,  K}>poJv  .  Bocc.  nov.  20.  l5. 
Ben  sapete  ch'io  non  sono  si  smimorata, 
eh'  io  non  conosra  cbe  ìoi  siete  messer 
Ricciardo  di  Chinzica.  E  nov.  5q,  6.  Co- 
minciarono a  dire  eh'  egli  era  uno  sme- 
morato ec;  alli  qu.ili  messer  Bf'llo  rivolto 
disse:  ylì  smemorati  siete  voi.  E  nov.  60. 
7.  Trasculaio,  smemorato,  e  scostumato. 
iXùv.  ani.  94-  5.  Le  genti  vi  trassero 
smemorate,  credendo  cbe  fosse  altro.  Bern. 
Ori,  I.  9.  77,  Adriano  ed  Uberto  dal  Jione 
Si  stanno  con  quegli  aliri  smemorati. 

^-  g.  Smemorato,  vale  anche  Dimenti- 
cato, Aon  avuto  in  memoria.  Dant.  Conv. 
175.  Quanto  gli  uomini  smemorati  più 
fossero,  piuttosto  sarebbero  nobili;  e  per 
contrario  quanto  con  più  buona  memoria, 
tanto  più   tardi  nobili  sarebbero.   (C) 

*  SMEMOREVOLE.  Add.  Non  ricor- 
devole. Dimentico.  Serd.  Caleoil.  Marz. 
6.  Chi  non  penserà  questo  nome  essere 
stalo  dato  rettamente  a  Lorenzo,  se  non 
quegli  che  negherà  la  Laurea  essere  ono- 
re d' Imperatori,  e  di  poeti?  Snieinorevole 
di  Stazio  che  dice  ec.   (C) 

5  SMENOMARE.  Diminuire,  Scemare. 
Lat.  inimiimere.  Gr.  sia-TTOÙv.  Lab.  iq3. 
Non  so  io  se  ella,  per  li  molli  digiuni  falli 
per  la  salute  mia,  se  1'  ha  smeuomato  dopo 
la  mia  morte. 

f  %.  Smenoniare  ,  neutr,  pass.  3f eno- 
marsi. «'  Pttr.  Uom.  ili  Come  per  que- 
sta via  s'  accresceva  1*  oste  di  Cesare,  così 
per  uo'akra  vìa  elio  si  smenomava  n.  (B) 

SMENOVITO.  V.  A.  Aid.  Diminuii 
lo.  Scemato.  Lai.  imminntus,  Gr.  ì'iar- 
TU^si';.  Lib.  Moti.  Mi-lto  si  dee  guardato 
di  non  impacriar  colui  che  è  ismenovito 
per  cosa  notevole,  che  in  suo  fallire  ogni 
uomo  V*  ha  r  occhio  (cioè,  impoverito,  o 
che  ha   perduto  la    reputazione). 

■.-  SMENSOLARE  T>rm.  degli  Ar- 
chiti-tli.  Lai  orare  un  ptzzo  sottile  in  ci- 
ma ,  e  grosso  nella  base ,  a  /nsgia  di 
mensola.  (A) 

*  SMENTARE  Term.  df'  LtgnninoH, 
Carradori,  eC.  Pice<i  del  Tagliar  un  le- 
gno a  tign.r.n-a.   (A) 


tiiG 


S  M   E 


S  M  E 


S  M  E 


t  SMENTICANZA  .  l'.  A.  Dimenìi' 
canta  Lai.  ohltvio.  Gr.  Xn'^»).  P--tr.  (Jom. 
i//.  La  tmeolicaDia  ,  cumuoe  Tixio  delU 
meote  umjna. 

•f  SMENTICARE  .  A'.  A.  Neutr.  e 
neutr.  pass.  DimentUare .  Lat.  oblivitci . 
Gr.  eTtiav^avciàai.  Petr.  (Jom,  ili.  S* 
indebolì  per  li  diletti,  e  sraenlìcotti  le  sue 
wti.  Cri  n,  Morett.  l66.  Fa  che  Doa  aia 
teco ,  ooa  lo  smeattcare  ,  noa  ti  lasciar 
gonfiare,  sta  sodo.  ♦  Sfgr»  Fior.  Legai. 
Sforz.  2.  E  nel  partirsi  da  me  disse  cbe 
H    era  smeoticato   dirmi  ec.  (TC) 

SMENTICATO.  Add  dt  S'nenticarej 
Smemorato.  Lai.  ameng,  ohltviìsus,  Petr. 
Uoin.  ili.  Non  sono  si  smeoticato  ,  ne  si 
•emplicc  ,  eh'  io  creda  cbe  '1  popolo  di 
Roma  si  possa  vincere  con  si  picciolo 
■Torso  . 

SMENTIRE.  Dimentire.  Lat.  obiieere 
alieni  quod  mentiatur,  mendacii  accusare, 
redarguire .  Gr,  tt'ircà^dxt  riva  »|f£u- 
SoXo'/CoLi  .  Din.  Camp.  3.  57.  Il  popolo 
grasso  cominciò  a  temere  gli  amici  di 
messer  Corso  ,  che  montaroao  ,  ma  non 
tanto  ,  che  ne*  consigli  e  nelle  rannate 
«mentivano  messer  Corso.  Molto  il  perse- 
gaitjvann  i  Bordoni,  che  erano  popolani 
ardili  e  arru^aoli  ,  e  più  volle  lo  smen- 
tirono. Morg.  II.  17  Se  l*  ha  smentito, 
impiccai  per  la  gola.  Afam.  Gir.  ^.  pj. 
Ben  di  gran  punizion  sare&ti  degno.  Che 
te  med-*smo  snienti,  e  scherni  altrui. 
SMENTITO.  Adi  dì  Smentire. 
;;:  SMENTITORE  J'e>baL  masc.  Co- 
lui che  sinenlitce,  Ma^^-il.  Lett.  Smenti- 
tori ec.  contro  i  qujli  poteva  suffragare  la 
rimeotila     (B) 

•f  SMERALDINO.  Adi.  Di  smcralto, 
o  Del  colore  dello  snifmldo.  Lat.  smara 
gdimus*  Gr.  5/xao«y0iVJ5-  Ovid*  Metam, 
Slrad.  Risplendente  di  chiare  pietre  sme- 
raldine. Ar.  Vetr.  IVer.  I.  3'..  E  coii  si 
■vera  verde  bellissimo  smeraldino  ,  altri- 
menti detto  verde  porro. 

SMERALDO.  Pirtr.i  preziosa  di  color 
verde.  Lai.  smai  u^dm.  Gr.  itfJ.til,px'/<ÌOi- 
Frane.  Sacch,  Op  dii>.  9^.  Smeraldo  è 
di  colore  verde,  e  Iruovasi  tra' Grifoni  , 
ed  è  tenera  pietra  :  ron  olio  si  lava  il  suo 
verde,  e  ha  \irlu  in  crescere  le  ricchezze, 
e  fa  r  uumo  allegro,  fìocc.  nov.  ^3.  7. 
Ma  ècci  di  questi  macigni  sì  gran  quan- 
lild,  che  appo  noi  e  poco  prezzala,  come 
appo  loro  gli  smeraldi  Dant»  Purg.  7. 
Oro  e  argento  fiuo  ,  e  cocco  e  biacca  , 
Indico  li'gnj  lucido  e  sereno ,  Fresco 
smeraldo,  ec.  E  29  L'  altra  era  come  se 
le  carni,  e  1'  ossa  Fossero  stale  di  sme- 
raldo latte.  *  lìr-rn.  Ori.  i.  l3.  33.  D. 
tmalto  era  adornala  quctl.1  porta.  Di  perle 
e  di  smeraldi,  in  un  lavoro  Ch' ogni  per- 
sona, ancor  che  poro  accorta,  L' aria  sti- 
rDala  infinito  tesoro,  f/i) 

§.  Per  metaf.  Dani.  P'trg.  3l.  Po- 
sto  l*  avem  dinanzi  agli  smeraldi  ,  Onde 
Amor  già  li  trasse  lo  sue  armi.  /ìut,  iti.- 
Alti  smeraldi,  rio-'  agli  occhi  di  Beatrice 
lucenli  rome  smeraldi.  Al'tm.  Coli  2  37. 
Or  s'  apparecchie  ogni  uomo  al  miglior 
punto.  Che  lo  smeraldo  fin  sia  volto  in 
oro  (parla  dell'"  spishf,  che  dal  verde  co- 
lore passanti  al  biondo  )  . 

SMEKARE.  /'.  A,  Snirare,  Lat.  nifi- 
ftare.  Gr.  xaOx^i'^civ.  Fr.  lac,  T.  6  4» 
3*  Infra  la  gente  lo  mio  cor  si  smeia 
Dell'amor  mio,  dove  poit*  ho  la  ipna 
Redi.  Annot.  DtUr.  ao^  Il  verbo  smera- 
re,  che  si  truova  negli  autori  più  antichi, 
vale   depurare,  nett>tre,  pulire. 

#  §.  Per  Divenir  cieco.  Olt  Con». 
li\f.  I)  i5^»  Erano  {%  serpenti  )  di  ti  >e 
nenoia  i^pei  ie.  e  rorrultiva  diipoiitionr  , 
che  chiunque  li  guardava  si  convertiva  in 
jàctra,  cioè  moriva,  ovvero  smerava.  (C) 
^  SMERATEZZA    Attratto  dj  Smera ■ 


to;  e  vale  tlmpidezta ,  Chiarezza,  Oli. 
Com.  Pur^,  II.  1 38.  Diceche  avea  una 
spada  in  mano  lucidissima  ,  per  la  quale 
dà  ad  iateodere  la  divina  giustizia  si 
chiara,  che  aeuoo  mortale  ha  tanto  per- 
spicace inielteiio.  che  possa  comprendere, 
ni:    ragguardare   la   sua   smeralezza.   (C) 

*  S.MERATISSIMO.  Superi,  di  Sme- 
rato.  Ott.  Coni.  Par,  3.  5^-  Siccome 
njiira  £gura  si  specchia  in  tali  vetri,  o  in 
acque   smeralissime-   (C) 

SMURATO,  r.  A.  Adi.  di  Smerare, 
Lai  nitidilus.  Gr.  z«à«/?t»3ei'$.  Tratt. 
Sip.  Quella  fontana  è  si  chiara  e  si 
smeraia,  che  *l  cuore  conosce  e  vede  sé 
e  suo  Creatore,  siccome  1*  uomo  si  vede 
in  una  bella  fontana  ben  chiara  e  isme- 
rala.  lied.  Annot.  Ditir,  20\.  L*  addiet- 
tivo  smerato  significa  netto,  limpida,  tras- 
parente. 

SMERDARE  .  Micchiar  checchessia 
colla  merda.  Lat.  merda  conspurgare. 
Meni.  sai.  7.  E  che  ne  smerdi  un*  epica 
operetta.  £  il.  E  come  il  Troncio  Smer* 
da  Parnaso  in  versi,  e  lo  scompiglia  (  in 
questi  esempii  è  preso  ^•auratamente  ,  ed 
è   maniera  hasia)  . 

f  SMERGO.  Lo  stesto  che  Mergo. 
Lat.  mergiti,  Gr.  at^uca.  lìem,  O-l.  3. 
^.  g  Più  d*  un*  arcata  sott'acqua  la  cac- 
cia, Qual  oca,  o  smergo  va,  quand'ha  la 
caccia. 

SMERIGLIARE.  /ìrunire  collo  smeri- 
gUo.  Lat  sniiride  poltre.  Gr.  aiupiòi  kx- 
Sa  a'?  «tv. 

SMF.AIGLIO.  Sorta  di  minerale  si' 
mite  alla  vena  del  Jerro  ,  che  ridotto  in 
polvere  serve  a  se<;are,  e  pulire  le  pietre 
dure»  e  a  brunire  l"  acciaio  Lat.  smiris. 
Gr.  oiij;i;  Hed.  An-iot,  Ditir.  204.  Di 
qui  forse  venne  smeriglio  pi<.>tra  ,  colla 
quale  si  brunisce  1' acciaio,  e  )>i  puliscono 
i  marmi.  Bcnv.  Celi.  Oref.  178  Avranno 
la  grana  grossa  mescolala  con  as^ai  smerigli. 

■f  SMKRIGLIO.  S3,ta  d'uccello  di 
rapina,  dfl/a  razza  de' più  ptccoli  filco- 
ni.  Lai. /ti.fiif«  trsaloa.  Gr.  àigy'Xuf.  Fi- 
loc.  5.  66.  Tutti  incominciaro  a  dare 
grandi>&imi  assalti  alla  fjgiana  ,  e  alcuni 
altri  allo  smeriglio.  F  67-  Ma  lo  smeri- 
glio gridando,  senza  schernirla  punto  (la 
fabiana  )  ,  quanto  poteva,  da  lutti  la  di- 
fcod^va.  Mor^.  i^.  ^i).  E  lo  smeriglio  si 
vede  squillare  Di  cielo  in  terra,  e  la  ron- 
dine ha  innanzi  Cini  Carm.  i6j.  Smerli, 
moscardi,  smerigli  e  sparvieri  Fanuo  onore 
ad   ognun   quando  Sun   sari. 

*  SMERIGLIO.  Sjrta  di  pesce  simi- 
le al  Pesce  ente,  ma  che  ha  la  Ò0':cs 
più  piccoli.  (A) 

•f  SMERIGLIO.  Sorta  di  picco/  can- 
niìne.  Sagg.  nat.  etp.  2)3.  Questo  ri- 
scontro fu  fallo  da  noi  ec.  con  una  spin- 
garda ,  con  uno  sin<TÌglio  ,  e  con  un 
mezzo  cannone.  F  appnsso  :  O  fosse  il 
tiro  della  spingarda,  o  dello  smeriglio  ,  o 
del  mezzo  cannone.  Varch.  Sior.  2,  32. 
Volle,  chi  poteva,  che  il  prinu  pezzo  che 
a  caso,  ed  in  arcala  traendo  si  sparò  ,  o 
moschetto,  o  smeriglio  cbe  fosse,  coglieue 
ec.  il   signor  Giovanni. 

SMERIGLIONE.  Smerigliù ,  Uceel  di 
rapina.  Lai.  nisus,  tetalon,  Gt.  on'SaLXtàt, 
Filoc.  5.  61.  Vidi  da  quel  ceiretlo  ,  ove 
noi  la  misera  fontana  trovammo,  uni 
smeriglionc   levarsi,   e  cercare   il    cielo 

f  s>  SMKRITAIIE.  Perdere  il  mento. 
Cavalle  Med  cuor.  far.  Uà  iSt)  L'uo- 
mo che  palikce  per  timore,  quanto  più  e 
tristo,  più  smerila  ;  anzi  ,  chr>  peggio  è  , 
più  scapita  e  perdo,  i'iuilt  lett.  2p.  ')\ 
Tua  benivoglieoza  oc.  non  ha  smrritato 
(  lasciato,  ommesso  di  meritare  )  ,  »'  10 
punto   operai   in   Iri,  (f) 

39  SMEHITATO.  Demeritato  j  comlrm- 
rio  di  Mentito.  Hoti.  AV<.  Cuitt,  (A) 


SMERLO.  Uccet  di  rapina.  Tes.  Br. 
5.  i3.  Smerli  sono  di  tre  maniere:  l'ooo 
cbe  ha  la  schiena  nera,  e  1'  altroché  l'ba 
grigia,  e  soo  piccoli  e  sottili  uccelletli  ; 
r  altro  t  Rraode  ,  e  somiglia  al  falcone 
laniere  bianco,  ed  è  migliore  di  tulli  gfi 
altri  smerli,  e  più  (oslo  si  concia.  Cr.  10- 
i3.  I-  Gli  smerli  tono  di  natura  e  g«oe> 
razron  de'  falconi,  e  sod  quasi  falconcelU 
picctdi,  come  dimostra  la  forma  e  '1  co* 
liir  delle  penne,  e  uccellasi  eoa  essi  piut- 
tosto per  ddeiin,  che  per  atilità.  Burch. 
2.  8.  Che  'I  mio  farsetto  è  da  cbiamara 
smerli.  Brrn.  Ori.  I.  ^.  73  Come  ad 
QQ*  oca,  o  qualche  ucrel  marino  ,  Salta 
addosso  ano  smerlo  alla  foresta,  Cbe  qoai^ 
to  fra  gli  uccelli  è  piccolino,  Tanto  ha 
più  core,  e  fa  maggior  tempesta. 

*  SMESSO  Adi,  da  Smettere  j  Die- 
messo.  Lisciata,  Posto  dn  parte.  Afagisl. 
Lett.   II.  (Min) 

*  SMETTERE    Dismettere,  Lasciare, 

Porre   da   parte     (A) 

^  g.  Smettere  il  ballo,  vale  Jnterrom- 
perlo.    Tralasciarlo.   (A) 

SMIAGIO  Smigio,  «  Bellin.  Bucch, 
3i.  Perch' ei  vuol  cicisbei,  feste  e  cor- 
teggi, E  vuole  smorfie  e  smiaci,  ec.  (B) 
lìert.  Giamp.  4  All'udirsi  ec.  qae' sali, 
e  que'  molti  e  quegli  smiaci  su  quel  chfi 
e*  non  è  secondo  il  suo  naso  ec.  Don  du- 
bitate, che  noi  avemmo  quella  sera  uao 
spassi   da    Uv..(C) 

SMIDOLLARE.  Tor  via  la  midolla, 
Dav.  Colt.  I.'i3.  La  vite  desidera  andare 
alla,  e  cosi  andando  ita  lieta,  e  attende  a 
generare  ,  e  smidollasi ,  e  *nfiacchisce , 
(  qui  neutr,  pass.,  e  vah  perde  la  mi- 
dolla) *  Inperf.  r.  Alb.  D  3.  T.  9. 
12^.  Acciocché  per  la  soprabboodanza 
de' troppi  rami  non  mi  si  smidollino  ,  e 
non  s'infiacchiscano,  come  delle  vili  par- 
ticolarmente addiviene  (qui  pure  neutr. 
pati,  e  net  senso  medesimo  di  Perdere  la 
midolla  ),  (Fj 

§.  I.  Per  iimifii.  Salvia.  Pros.  Tose. 
I.  42-  Alla  meditazione  continua  s'ag- 
giungeva la  lettura,  e  la  pratica  de*  sa* 
cri  espositori,  e  de'  padri  della  cnslìaoa 
dottrina  ed  eloquenza,  i  quali  ,  per  coci 
dire,  smidoUò  lutti. 

§.  II.  Per  melnf.  vale  Dichiarare  , 
M mtf Citare  ,  Spianare.  Lai.  enucleare  , 
Gr,  f-tJjjXoJv.  ^Sold.  Siit.  3.  Mal  s'op- 
pone al  suo  sguardo  una  cocolla.  Un  sao- 
co  rattoppato,  se  l' invogbe  De'  coor  , 
p.irtendo   r  anime,   smidulla.  (I') 

SMIDOLLATO.  Aid.  da  Smìdot-' 
Inrr.  S,  Agost.  C  D.  Altra  cova  '"  quella 
che  la  ragion  della  mente  smidollata  di- 
mostra e  convince  (qui  nel  tigm'/ic.  dei 
§.  I.  di  SMIDOLLARH). 

SMIGLIACCIAKE.   MigUacctare. 

SMILACE.  Sprzie  d'erba  sermentora, 
con /oi:lie  spinose  j  le  radici  detlt  quale 
sono  adoperate  in  luefiO  di  t/melle  della 
Salsapariglia  Lat.  smilajc.  Gr.  ff/ulo^. 
Folg  Diose.  La  smilacc ,  che  per  allro 
nome  è  della  ellera  »pinota.  ha  le  foglie 
come  la  madreselva  F  appresso  ••  La 
smilace,  che  non  è  spinosa  ,  fa  le  foglie 
eome  l' oliera  Bieeit.  Fior.  60.  La  sal- 
sapariglia r  una  radice  di  ona  pianta  por- 
tata dall'  Indi^  nrridenlali,  lunga  due  • 
tre  braccia  in  circa,  uguale  e  grosaa  co.fse 
la  gramigna,  o  li  smilace  aspra. 

«  SMILLANTA.  Millantatore,  Spac- 
cone. Lai.  thraso  ,  iactator  Gr.  9^«»a»». 
xofx^o'i.  Malm,  11.  ^9.  L'armi  Papirio 
ad  un  Fiandrim  gtiadagni,  Che  fa  il  U- 
gliarantoni  e  lo  smitlanla.  (*) 

«  SMILLANTARE  Lo  stesso  che  Mil- 
lantare. Lnsc.  Him  I.  1 1^  P«  **•"«  '* 
vero  .  lo  credo ,  che  imillaoli  daddove- 
ro.  fC) 

•[•    *    SMILLASTATOUK       reròat. 


S  M  I 

m.tsc  Colui  che  smillanfaj  Vantatore  di 
ffan  cot^.  ytm  Milm.  Sl^.  Lo  smtlltnta, 
cioè  tmimntJtore  ,  ù  esprime  djl  greco 
ihrason,  cijè  auiljce,  bjldaoio&o  ec  :  e  U 
parola  è  falla  ila  mitiìixtat  sclicrzo&amea- 
le  malo  dal  Boccaccio  in  vece  di  mille  , 
djodogli  la  df&iaeDxa  di  quaranta  «  ci/i- 
quanta,  ec.  (/é) 

SMILZO.  Jdt.  Contnirio  di  Ripirnoj 
Poco  nii-H  che  voto  s  e  piti  comunemente 
st  dice  di  Cu  ha  Li  pancit  i-o/^r  L.il.  ma- 
mis.  Orai.  Gr.  xs'vo;.  M.  Bm.  rim.  buri. 
I.  186.  N>iO  vedete  voi  i  vi>i  delicaii  Ch* 
ei  fj,  come  che  1  tncmltri  roixi  ingrossa, 
Empii;  gli  smilti,  e  doma  gli  sforzali? 
Fir.  Dtal.  beli.  donn.  423.  Simili  al  terzo 
lOQ  certo  spigolistre  smilze,  senza  rilievo, 
e  sema  garbo. 

*  §.  SmiUo ,  detto  metaforicam.  di 
verso,  vale  Languido  ,  0  simile.  Salvin. 
Pros.  Tose,  1 .  283-  Benché  (i  nostri  an- 
tichij  coDoiceuero  e  adoperassero  il  verso 
p-ù  calcjto  e  numeroso  ,  pure  non  isde- 
gnaroiio  di  farlo,  ove  uopo  il  chiedea  , 
smilzo  ancora,  per  dir  così,  e  smunto  e 
ftcarnito,  ec.  (B) 

SMIMORÀTO.    f'ed.    SMEMORATO 

*  SMI.NCHIONARE  .  Minchionare  , 
Burlare.  Lai.  iocart,  illudere,  Gr.  e'^zac'- 
^!»v  ,  s'T(;(Ì2U5C^stv.  Salvin.  Pros,  Tose. 
i>  IQ7.  Io  voleva  ce.  che  ella  (la  cicala- 
la),  cosi  smincbionando,  fusse  venuta  da 
ȏ  naturalmente,  senza   artifizio.  (') 

SMINUIME-NTO.  Pi>ttiniiiniento.  Lai. 
imminutio,  demtnutiOt  decrementum.  Gr, 
aixrTWa»;.  Ftr.  A<-  62.  Ora  si  sta  qui 
il  poverello  aanoveraodo  il  pregio  della 
tua  Qua  industrij  ,  ma  del  suo  sminui* 
mento. 

t  SMINUIRE.  Diminuire ,  Ridurre  qual- 
che cosa  a  meno,  toglien  Ione  una  pirte  j 
e  ti  dice  :Oìì  d,tle  cjfe  fuiche,  come  del- 
le mora'i.  Ljt.  imminuere  ,  dL-mtnuere, 
Gr.  iXxTToZ'i  Ott.  Coni  laf.  12.  2i5. 
Non  cercane  guerra  a  loro  ciilade  ,  per 
non  isminuir  loro  avere  ,  o  loro  stato . 
Cas.  lett.  44  '^  ^^  lungo  silenzio 
coQ  V.  S  Illuslriss.  e  Revercndiss.  non 
ba  avuto  fona  di  sminuire  la  sua  af- 
fesionc  verso  di  me  .  Buon,  Fier.  4  4' 
%^  Smhiuendo  il  cammino  ,  Tempo  ab- 
bfcvierò  . 

*  §.  I,E  col  secondo  caso.  S.  Ant. 
Cùnfess.  E  vero  cbe  a  questo  dij^iuno 
della  Chiesa  non  sono  obbligate  certe 
persone  come  sono  ec.  gli  lavorami  se 
non  polessiuo  con  salvamento    dello  stato 

Il  lor  coDvenieote  lassare  il  lavorare,  o  smi- 

i  ooire  della  fatica  loro  per  digiunare.  (C) 

*^  t   S-   "^     /'»   xignific   neutr.  i-ale  Ri-lurù 

Il  meno.  Lat  imminuif  demìnuu  Gr  eiocr- 
T3'J39at.  Star.  Ew.  3  62  E  appresso  a- 
pertissim.ìmcnle  già  logorandoci  ,  e  smi- 
nuendo ,  ci  iÌsolvi.iino  poi  6DaImcale  in 
polvere,  e  vento. 

§.  Ili  Sminuire  uno  strumento  .  I'. 
DI.MINUIRE,  §.  HI. 

SMINUITO.  Add.  di  Sminuire.  Lat. 
•tcminntui,  i-nminntus.  Gr.  i'ÀXTTwQìt'^. 
Red.  F.fp.  ntC.  Jj.  Quattro  (filine  di 
cristallo  massicce  si  vedcjno  sgraffiale,  e 
sminuite    di    m  .K-  .   Nella    steisa    maniera 

Is^rdlnate.  e  sminuite  notabilmente  di  mo- 
le ,  ne  trovai  quattr'  altre  pure  in  un 
rsippoop . 
*  SMINUITOr.E.  Jerbal.  mnsc.  Che 
sminuisce .  f.l) 
:t*  SMI.NUITRICE  l'erbai,  femm.  Che 
S'ninuisce.hìl.deminurnt-  Gr.  7}  tuijcsu- 
vo^sa  -  Silvin.  Disc.  2.  472.  Vuole  che 
i  componimenti  poetici,  piima  di  fargli 
andare  p*'r  le  mani  degli  uomini  ,  e  Si.>t- 
toporgli  alla  pubblica  luce,  eh*  è  una  luce 
maligna,  ingranditricc  de'difelti,  sminuì- 
ince  delle  \irtù.  si  debbano  tener  sotto 
fino  in  nove  anni    {*) 

J'octbolnro  T.   il. 


S  M  I 

S.MINUZZAME.NTO.  Lo  sminuzzare. 
Lat.  contittio,  contritus ,  Gr,  5UWT,3i^fl', 
Sagg.  nit.  e*p  20  Essendoché  ec.  altre 
vogliano  uno  sniinutiameuto  così  sottile, 
ec.  (i.ìl.  Siit  212.  Da  questo,  che  ora 
intendo  mercè  del  vostro  lungo  sminut- 
zameoto,  mi  par  di  poter  far  restar  pago 
il  mio  intelletto  con  assai  breve  discorso 
(  qui  Jìguraiam  ,  e  vale  chiara  e  distìota 
spiegazione  ). 

SMINUZZARE.  Ridurre  in  minuzzoli» 
o  in  piccoli  pezzetti  .  Lai.  dèterere  ,  in 
micas  redigere.  Gr.  a~OTpt'^;tv,  isTTu- 
v!iv.  Cnva/c.  Pti'igil.  Certo,  compir  mio, 
ben  l'hai  si  sminuiz-ilo  .  Rern,  Oil  i. 
8-  46  L^  leoerrlle  membra  sminuzzai.  E 
rim.  1.  j\  E  le  squarta  ,  e  sminuzza,  e 
trita  ,  e  pesta. 

SMINUZZATO  .  Add.  da  Sminuzza- 
re. Lat.  detnfui  ,  miniitim  dcsectus.  Gr. 
ctTTOTST^i.a^u^v.i;,  >£:rruv3ai'^  Vo^g.  .Mes. 
Disse  Democrito,  che  lo  'mpiastro  del  fer- 
mento è  medicina  eccellentissima  a  trarre 
le  spine  e  le  festuche,  e  l'osso  del  cranio 
rotto,  e  sminuzzato.  Sag^^.  nat  esp.  172. 
In  esso  pareva  cbe  fossi-ro  stale  messe  in 
gran  copia  scaglinole  di  talco  soltilissima- 
mente  sminuzzato  . 

t  SMINUZZATORE  .  f'erhai  masc. 
Che,  0  Chi  sminuzza.  Lat.  desector,  de- 
tritar  .  Gr.  ai^toTotxiJ^  ,  a  Jìtituvuv  . 
S.ig^.  nat.  esp.  16.  Forza  è  adunque  ri- 
correre a  uno  strumento,  il  quale  sia  più 
sottile  smìnuzzatore  del  tempo  ,  cbe  non 
è  il  suDDJ  de*  quarti  battuti  dall'orivolo. 

SMINUZZOLARE.  Sminuzzore.  ,  Lai. 
ComminuL're  .  Gr.  ).f7rTuV£tv  .  Gal.  Sul, 
147  Mentre  voi  slavi  con  tanta  Qcmnia 
sminuzzolamlo  al  sig.  Simplicio  questa 
esperienza  della  nave  (  q'ii  per  metaf.,  e 
va'e  :   dicbìaraodo.  o  spÌ3n.indo  ). 

t  *  SMINUZZOLATA.MENTE.  Av- 
i-erh.  In  moJo  sminuzzolato,  IJcllin.  Dì^c. 
2.  230.  Con*Ìdi-rando  anche  più  sminuz- 
zolatamente  la  forza  morta,  e  la  forza  vi- 
va.  (Min} 

•f   *    SMLNUZZOLATO  .    Add     da 

Sminuzzolare.  Cor-in.  Toriacch.  I9  ll5. 
Voi  restaste  di  Ta  sminuzzidaii:  Angelo  di 
Roman.  Matteo  Nirdini,  ec.  V,  i  resta- 
ste di  qua  tutti  trinciali  :  Cosimo  Nuti , 
ce.   (A) 

SMIRACCHIARE  .  T,  .4.  Shirci.ire  . 
PaViff.  I-  A  gran  gaìaldo  al  barlume 
smiraccbia, 

:::  SMIRALDO.  J'-  A.  Smeraldo. 
R.m  ani.  F.  R  notar.  GiaC.  Son.  CjO- 
Diamante  ne  smiraKlo  né  zaffiro  Ne  vcrun* 
altra  gemma  pieziosa  .  /  /(.  S.  Kufrcs. 
402.  Lo  ab.ite  gli  avca  posto  nome  isnii- 
raldo ,  imptrocchè  Io  viso  suo  era  come 
ismiraldo.  (l') 

i?  SMIRARE.  /'.  A.  Mirare,  S-^uar- 
dure.  Cuid,  Guiniz.  voi.  I.  png.  71.  Ma 
avete  brn  sacceoza  ,  Che  chi  voi  serve  e 
smira    Nun    può  fallir.    (Il) 

§.  Per  Pulire,  Lustrare,  Smerare.V.  A. 
L.ìl.  smiride  polire,  nilidare.  Gr.  ^piptoz 
Axbcf.pi^-.vi-Cuitt.  lilt.  5.  5  Or  dunque, 
gentile  mia  donna  ,  quanto  il  Signor  no- 
stro v'  ha  maggiormente  allumai.!,  e  snii- 
rata  a  compimento  f  come  compimento  ) 
di  tutta  preziosa  vertude  più  che  altra 
donna  terrena  ,  cosi  più  eh*  altra  donn.i 
terrena  dovete  intendere  a  lui  servire  (qni 
jìguraiam,  ), 

*  S  MI  RATO.  Add.  da  Smirare.  TraU. 
Virt.  Mor.  i5.  Gentilezza  è  una  sicura 
virtude  smtrata  ,  che  dona  dolce  cuo< 
re.  (C) 

SMIRNIO.  Sp.zie  d'  erbi.  Lai.  smjr- 
niwn  r.T  tsp.Jpnot  .  I  o!g.  Dtosc.  Lo 
smirnio,  cbe  per  altro  nnme  è  dello  ma- 
cerone  ,  nasce  nel  monte  Amano  .  K  ap- 
presso :  La  radice  dello  smirnio  bevuta 
giova  alla  morsura   delle  serpi 


S  M  I 


217 


SMISURABILE.  A^d.  Senza  misura  , 
Immenso  Lai.  immensa^.  Gr.  tZptrpoi  ■ 
f^iint.  Coni'.  i5l.  Volendo  la  smisurabilc 
bontà  divida  r  umana  creatura  a  »è  ricon- 
formare.  *  Imperf  Tim.  U.  1.  T.  6.  5o. 
David  nel  salmo  l35  alzando  gli  occhi  a* 
miracoli  eccelvi  della  divina  unnipotensa 
invita  gli  uomini  alla  cuiifessione  e  al  ri- 
conoscmienlo  di  Dio,  e  prO[iOni'  per  mo- 
tivi più  principali  U  di  lut  summa  esmi- 
surabile boutade.    ( F) 

t  SMISURANZA.  J\  A.  Astratto  di 
Smisurato.  Lat.  immcnsitas.  Gr.  KatTptOL. 
Dial.  S.  Creg.  M.  Non  polendo  elle  so- 
stentre  la  smisuranza  di  tanta  chiarita  . 
Pasi.  i3.  I  quali  egli  trae  in  diversi 
modi  ,  tempi  e  luoghi  ,  a  dimostrare  U 
'ofinila  smisuranza  e  copiosa  abbondanza 
della  grazi.i  sua  .  S.  Gio  Cnsost.  125. 
Or  dico  dunque  ,  se  questi ,  o  altri  de' 
quali  di  snpra  facemmo  menzione,  consi- 
derando la  smisuranza  de'  loro  scellerati 
peccati  ,  sì  fossoDO  disperali  della  coD- 
versiiioe  e  della  penilenzia  ,  avrebbono 
perduto  ogni  b*'ne  .  Tesorett.  Br.  l5. 
I IQ.  £  in  un'  altra  bruttezza  Fara  sì  gran 
larghezza,  Che  fia  smisuranza?  -'.'  Imperf. 
Tini.  D.  II-  T.  (>.  5o.  Coii  rpf^islrando  da 
principio  i  più  sovrani  attributi  dicevoli 
alla  smisuranza  di  quelli  the  incompreo- 
sibilmenle  e*  possieile  ,  e  Dio  di  tutti  gli 
Dei,  e  Sijj,nore  de' Signori  l'appella.  (F) 

u'  SMISURARE.  Neuir  ass.  Incedere 
la  miswa  .  /Jait,  Rur.  I  il.  I7^>.  Chi 
insegua  loro  (al/e  cbioiCiole)  a  condurre 
una  linea  in  ispira  sì  perfellaroente  ,  eh»* 
in    nulla    non  ismìsuri?  (Rr) 

SMlSUr.ATAMKNTE.  Avverb.  Senza 
misurai,  S.nzt  termine.  Lat.  immodice,  im- 
moderate»  iffusCt  i-eh-  nienter  Gr.  ^Tizp- 
p.i'Zpùìi.  Bocc.  ncr.  48.  3.  Perseverando 
adunque  Ìl  giovane  e  nell'  amare^  e  nello 
spendere  smisuratamente  .  E  nov.  q8.  6. 
Ogni  parie  di  lei  smisuratamente  piacen- 
dogli ec.  .  di  lei  s'  accese  .  Fr.  Giord. 
Fred.  S-  E  animale  tìerissimo  smisurala- 
inente.  Petr,  cap.  5.  Come  chi  smisura- 
tamente vole  ,  C'  ha  scritto  innanzi  eh'  a 
pailar  cominci  .  But.  Purg.  17.  1,  La 
talpa  ec.  dicesi  in  questo  simile  all'avaro 
che  per  avarizia  m  n  tocca  le  ricchezze  , 
avendone  smisuratamente. 

f  SMISURATEZZA.  Smisuranza  Lat. 
immensitas.  Gr.  Up-irpiv..  Ott.  Ccm.  InJ. 
.^2.  55o  Per  voler  mostrar  la  smisuratezza 
del  dello  ghiaccio,  reca  ec.  il  ghiaccio  di 
due  fiumi  settentrionali.  Saìvm.  Disc.  i. 
108.  La  smisuratezza  dell'  amore  ec.  fu 
cagione  della  sua  violenta  e  volontaria 
morie  . 

-^  SMISUiiATISSIMAMENTE  Superi. 
di  Smisurotamcnte  .  Lat.  supra  omneni 
modum.  Gr.  uTTiiéiSXTl/Jiì'vù);  .  Jl  Foca- 
boi.    alla    ivfe    STRAMSSIMAMENTE  , 

§    (') 

SMISURATISSIMO  .  Superi,  di  Smi- 
suralo, Lai.  effusissimus.  Alle^.  106.  lo 
non  potrei  veramcnle  fuggir  V  indegno 
soprannome  e  d'ignorante,  e  di  malcrea- 
to ,  s'  io  non  vi  dessi  particolare  avviso  , 
e  chiarissima  contezza  delle  smisuratissime 
cortesie  che  m'  ha   fatte  ec. 

SMISURATO.  Add.  Senza  misura, 
St-  imin'to  ,  Eccessivo  .  Lat.  immensus  , 
iwmanis,  immodifus.  Gr.  à.p.i'po^.,  uTCSp- 
/itìT/395  .  Dant.  inf,  3l.  Ed  io  a  lui:  s' 
esser  puole.  i'  vorrei  Che  dello  smisurato 
Briareo  Esperienza  avesser  gli  orchi  miei. 
C,  r.  11.3,8  La  smisurata  città  di  Ni- 
nive  si  dovea  disfare.  Bocc.  niv.  7p.  l5. 
Comincio  ce.  ad  averlo  da  sera  e  da  mal- 
lina  a  mangiar  seco,  e  a  mostrargli  smi- 
suralo amore.  E  nov  jjS  4  Comiuciò  a 
fare  le  più  smisurate  cortesie  che  mai  fa- 
cesse alcuno  altro.  Cavale,  Med,  cuor.  O 
I  dunque  smisurata  bontà  d'  Iddio,  che  or- 
l53 


I2i8 


S  M  I 


Jiua  che  '1  mooJo  ci  perseguili,  acciocibè 
più  correodo  loroianio  3  lui .  /;.'  Frult. 
Jin^t  L'  atuva  rota,  che  ci  comnicoda  I' 
orakioaef  si  è  Iti  «>mi&uriilo  guadagno  elio 
per  essa  »i  fa.  •?  Guicc.  Stor.  ^.  219.  E 
fupravveDoc  ai  dìciauette  dì  Deve  e  acqua 
tmixuraU.  (L) 

g.  I.  Smisurato  ,  pr  intemperante  , 
Non  misurato,  Si'iiza  misura  .  Lai.  im- 
moderaiuf.  Gr.  ajixCT^o;-  Scn.  Pul-  p8. 
L'  nomo  futle  e  smisurato  crede  che  la 
sua  beatiludioc  gli  debba  essere  perpe- 
tuale . 

§  II.  Smisurato,  in  forza  d*  av%erh., 
per  Ismisuraiamente  .  Lai  immodernte  , 
immanitir.  l\  /'.  11,  80.  Saaia  avere  o 
da  luDgi  ,  o  (la  presto  alcuno  sr-goo  di 
ouvole,  looò  smisurato  più  volle  ,  e  cad- 
doDo  io  Fireoze  più  sat-tte- 

*  SMOCCARE  .  Smoccolare  .  Mens 
sai.  Q.  Vuo'  tu  ,  fortuna  ,  cb'  alla  6a  mi 
loccbi  Uo  pu'  di  cititilero  7  oh  donimi 
almeao  Tanto ,  che  dopo  me  qualcuno 
smocchi    (J'J 

*  SMOCCICAMENTO.  io  smoccica- 
re,  o  La  cosa  smoccicata.  Salvin.  Malm, 
Fnogo  che  si  crede  che  sia  mucillagioe 
della  terra,  e  smocricamcDlo.  (A) 

•■J-'  SMOCCICARE.  Lo  stesso  che  Moc- 
ctCarCt  Jifcndar  fuora  mocci»  Lai,  mucos 
missitare.  Buon.  Ficr.  2.  2-  6.  Il  frliao 
la  fa  piagnere  ,  e  1'  atn;iro  Fa  vomitare  , 
e  '1  pizzicor  pel  dosso  Squotersi  ed  inta- 
sala ,  smoccicando  ,  Starnutire  e  soffiare. 
òlalm.  ^.  q8*  Ma  Don  per  questo  il  la- 
^imar  finisce;  Ch'ognora  in  casa,  fuura  , 
e  ovunque  sono,  Perche  sempre  si  smoc- 
cica e  ìi  cola.  Hanno  a  leocr  agli  occhi 
la  pezzuola.  -'.=  yjinucc.  ivi:  Si  smoccici 
e  si  cola  :  si  manda  escrementi  d^l  naso  ,  e 
lagrime  dagli  occhi  per  causa  del  piauto  ; 
rhù  smoccicare  vuol  dire  ec.  (B) 

SMOCCOLAKE  .  Levar  via  la  smoc- 
colatura .  Lat.  ex/un^are  ,  ì'iv.  Mor^* 
19  77.  Ma  perchè  io  non  \'  aggiungo 
con  II  scala,  Morgantc,  e  ta  v'  aggiugni 
tenta  zoccoli.  E*  converrà  che  stasera  tu 
■moccoli  . 

§.  Figuratam.  Mal-n.  XI*  52.  Gustavo 
Falbi  con  un  soprammano  Di  oelto  il  capo 
smoccola  a  Santrlla. 

•f  SMOCCOLATO.  Add.  da  Smocco- 
lare. Buon  Fier,  ^.  I  II.  Che  'I  poco 
lume,  che  due  l^r  candele  fc.  Readean  , 
fungose,  e  male  smoccolate.  Mot  lascia vaa 
discernorc  . 

SMOCCOLATOIO  ,  che  pia  comune- 
mente si  /im  SMOCCOLATOIE  nel  nu- 
mero del  più.  Strttnie'ttó  ,  col  quale  si 
smoccola,  f'ttto  a  guisa  di  cesoie  con  due 
manichrtti  impernati  insieme ,  e  con  una 
catseKina  da  capo,  nella  quale  si  chiuJe 
li  smoCiolatura.  Lat.  emunctotium. 

*  S.MOCCOLATORE  J'erhaL  masc. 
ilte  smoccola,  Pro.*,  fio»-,  (j.  /jy.  Sol  mi 
ricordo  flì  Morgante  ,  smoccolalor  di  quei 
pini,  e  di  queir  onde  (  quijigtiratam.)    (•) 

SMOCCOLATURA  .  Quella  parte  del 
lucignolo  del'a  lucerna  ,  e  dell^^  stoppino 
iletln  candela,  che  pf  la  fiamma  del  lume 
*e%tn  arsiccia,  e  contiene  torln  i  in.  perchè 
non  impedisca  il  lume  Lai  fun^^us ,  /^irg. 
Buon.  h';ti.  ^.  2,  5.  Si,  vo*  mandarti  le 
uroorculatiire  Ter  tua  merenda. 

SMODAMENTO  V.  J.  Aitmtlo  ,u 
Smodato  j  SconveHe\'olezztt ,  Smoderanza. 
Lai.  immederntio»  Gr.  «//cr^^'a.  /iut.  Inf. 
^>  2  Parla  qui  l'autore  mm  propiijment'', 
imperocché  lo  smodamrnlo  propriamente 
non  si  può  chiamar  modo. 

SMODARE  .  y.  A.  Tieutr  pass  Ih- 
lenire  smoderato,  o  intemperate'.  Lai, 
intrmperatuni  fieri,  rfferri  Gr.  aiac^Tt'y. 
a«7*  cpcvsr*  .  Amm,  Ani,  ?j.  1.  q. 
hmondjnii  gli  animi  speuc  volte  io  nrfle 
(  OH*  prospere . 


SUO 

•|  SMODATAMENTE.  Avverh.Smza 
modo  Lai.  immo<leraie.  Gr.  w:repu«Tpw;. 
A'vm.  Ant.  37.  2  5.  Siccome  sostenere 
ismodwiamenle  le  cose  avverse,  così  ezian- 
dio le  prni|*re,   i-  lievità. 

*\  SMODATO  Add  da  Smoda  re  j 
SenZ'i  modo.  S<nza  termine,  Smodrr'jto  . 
Lai,  in-moderaius.  Gr.  apiTiO^.  An-.m. 
Ant.  3;.  I.  5  Bere  è  da  mei lere  innanzi, 
p  bene  i?  grande  colui,  al  quale  nella  pr- 
speritj  almeno  risa  sconvenevole,  o  parala 
al(;;irota,  o  ismt>dala  cura  di  vetlimcnto,  0 
del  colpo  non  gli  avvenne.  But,  Il  mod>j 
di  questo  amore,  che  fu  disordinalo  e 
smoJjlo. 

^-  SMODERAMENTO.  Smoderatezza 
Tass.  litt,  i3.  Ma  Pindaro,  greco  poela, 
di»se  cbp  r  uomo  era  sogno  dell'ombra  : 
pulissi  dir  meno  ,  o  si  può  con  maggior 
sinoderamento  più  diminuire  la  nostra  di- 
gniià  t  (F) 

SMODERANZA.  F.  A.  Contrario  di 
Moderazione.  LjI.  immoderantia  .  immo- 
(terotiu.  Gr.  Ùfitroiu  Lif>,  Fred.  Cou 
grande  e  peccamiuusa  smoderanza  ne*  loro 
desidrrii.  '^  Pluf,  Adr,  Op»  mar.  ^.  3oi. 
Ralteolalo  che  ebbe  il  soverchio  rigore  e 
smoderanza  della  potenza  reale  insieme 
con  r  mvidia   fuggi  il  pericolo.  (Cj 

f  -A'  SMODERARE.  Tiapaisare  U mo- 
d'.  Uscire  de' termini  convenienti  j  con- 
trario di  Temperarsi.  Moderarsi.  Imperf, 
Tini.  D.  8.  r.  7,  ?p6.  Se  gli  appetiti 
nostri  si  smoderjDO  e  pigliano  i  mali  per 
beni,  rio  non  da  amore  che  non  erra  nel 
suo  fine,  ma  n3>ctr  da  noi,  e  dalla  nostra 
imperfetta   natura.  (F) 

SMODERATAMENTE.  >^Viy/&  Senza 
modo.  Senza  mndei  ozicne.  Lat.  imniode- 
rati,  Gr.  \f~!ppzTzbìi-  Bocc.  nov.  ^g. 
2,  La  quale  fjortun")  non  disrrelamenle, 
ma,  come  s'avviene,  smoderatamente  il 
più  delle  volte  duna.  ^  Imperf.  /'.  Tib. 
D,  4-  T.  12.  207-  A  moderare  questi 
senlimcnti,  che  si  tnt"deraiamcnte  ne  tur- 
bano, vuoici  1'  amicizia  e  la  società  de^li 
uomini,  ma  degli  uomini  savi.  F  T.  la- 
261.  Multi  per  entro  ali*  angustie  son 
contenti  e  beali  ,  e  molti  in  mezzo  all' 
afUuenza  dell'  oro  infelici ,  se  quegli  la 
fortuna  avversa  co^ianiemcnte  compurlano, 
e  questi  della  prospera  smoderatamente 
usano.   (F) 

S.MODERATEZZA.  Smodetatiza.  Ec- 
cesso. Salvin.  Disc.  1.  ll6.  In  queslo 
malamente  si  trovano  gli  uomini  servare 
termini,  o  limili  ragionevoli;  :>uii  trapas- 
sargli coir  eccesso   e   colla   smoderateua. 

SMODERATISSIMO.  Superi,  di  Smo- 
derato, Lai.  imm..>deratissimus.  Gr.oixpoc- 
TCiJTaTo;.  Lif>.  Pr,-d.  Si  contengono  ne* 
loro   smoderatissi.'ni   desiderii. 

t  SMODERATO,  .fdd.  /mmoderatJ , 
FccessiiO.  Lii,  imnioileratus  Gr.  oc/iSTCo;. 
St^aer.  Mann.  Febhr.  6.  1.  Smodeialo 
amore  alla  roba,  smoderalo  amore  a'  pia* 
ceti  ,  smoderalo  amore  all.i  ripulazivne  . 
*  K  Pred.  Paf,  Ap  6.  2  Solo  all'en- 
trare, che  vi  le*  questo  spirito  maledetto, 
cioè  questo  amore  o  sregolato,  o  smoderato 
che  fosse  ,  alla  gente  propria  ,  romiuriò 
quella  comunità  si  nerfelta  a  dar  tal  crollo 
che  cr.  (TCj 

Hf  SMODb'RAZIONE.  Smodemmentó  , 
Impeif.  ì'.  Tusc.  T.  1.  18  La  curiosili 
è  una  tale  tmoderaziimr  di  cupidigia  che 
il  Vero  conxscimenlo  abbarbaglia.  F.  /'. 
Tih  D.  2.  T.  II.  i.lo.  Uomo  morale 
può  dirsi  leramenie  colui,  il  quale  nel 
soprarrrnnato  modo  cnnvrrl*^  col  di»rc>rsn 
della  mente  in  elezione  ragionevole  la 
propensione  della  natura,  cbe  prr  sé  tra- 
scorrer  putrebbe  nella  smotlerasione  del 
Tisi..     (I) 

«  SMOGLIARE.  Srutt,  pmss.  Dimet- 
ter la  moglie.    Ba*t.  Stor.   ingh,  e  fl.  Lo 


S  M  0 

smogliarsi  de*  preti,  e    tornare    a    vìu    e 
professione  di  vergini.  (FPj 

SMOGLIATO.  Add.  Che  non  A«  mo- 
glie. Lai  caelehs.  Or.  i-fs^LO^  .  Tae. 
Dav,  Ann.  3.  68.  Hanno  molle  inogK 
guasti  i  mariti  ;  adunque  tulli  gli  kmo- 
gliati  son  tanti?  /-*  Sti-m  68-  VisM  anni 
nnquanzei,  smoglijto  diciotlo,  venzei  sen- 
za altra  moglie  ,  che  Caterina.  Cecch, 
Fsalt.  Cr.  2.  5  Voglìam  di  più  Menar 
per  gnardia  di  nostra  p<-rsoDa  Quelli  tre- 
cento giovani  »mog'laii.  Che  già  Jiccmmo. 

5  SMONTARE.  Fieutr.  Contrario  di 
Montire  j  Scendere. 'Lil.  detCenttere  Gf. 
xarcf^xi'vstv.  Bocc,  Introd.  2.  Il  quale 
(piano)  tanto  più  viene  lor  piitevote , 
quanto  maggiore  è  slata  de)  salire  e  dello 
smontare  U  gravezza.  F  nov,  ^3  5  Fu 
da  loro  fopr.iggiunio,  e  preso,  e  f^tlto  del 
ronzino  smontare.  F  nov.  77.  33.  Comin- 
ciò  a  volare  snii'Dijre  della  torre.  Tes. 
Br,  5.  ip.  Lrf  loro  natura  è  cotale^  clw 
se  gli  uomini,  che  gli  legnooo,  fanno  una 
bella  figura  di  colombo  quivi,  dove  egli 
hanno  a  tiare,  quando  egli  smontano,  se 
egli  Ij  pin^ooo  mente,  li  figliuoli,  eh*  e* 
fanno,  somigliano  quella  figura.  Bern. 
Ori  I.  5.  7.  Prese  panilo  di  smontare 
a  piede,  Perchè  colui  non  guastasse  Ba- 
iaido. 

^  §.  l.  Smontare  in  terra,  p/r  /sbar- 
care, "  Stor.  Fur  5,  107.  Costumarono 
andar  corseggiando  per  la  marina,  e  smon- 
tando tator^i  in  terra,  predare  ,  e  ardere 
tutti  i  luoghi  ec.   H     (C) 

^  %  I'.  Usato  coir ousiìiarr  Avere. 
Fior.  It.  ^33  E  *I  primo  viaggio  che  fece 
capito  nel  regno  di  Tracia  ,  e  smontalo 
ch'ebbe  in  lerra ,  and^udose  ron  certa 
sua  compagnia  a  trastullo  per  una  sel- 
vj,  (he  avia  molti  arbori  di  mortella. 
Enea  rompendo  una  verga,  della  rompi- 
tura usci  sangue.  (C) 

^  §.  III.  Smontate  a  un  luogo,  0  in 
un  luogo,  parlandosi  dì  chi  viaggia  ,  vale 
Fermarvisi  a  fine  di  prendervi  riposo , 
o  di  soggiornarvi.  «  Bccc,  nov.  6o-  6. 
All'albergo,  dove  il  frate  era  smontalo, 
se  n'andarono  «  .  Bemh.  Leti  2  3- 
72.  Holla  presa  (la  penna)  per  dirvi  e 
pregarvi  che  ec.  veniale  a  smontare  io 
Padova  insieme  culla  mia  valorosa  fi- 
glioccia,  (C) 

*  §■  IV.  Smontare,  figuratam.  per 
Cadere  di  tuo  stato,  J'rnire  a  stato  pe^- 
ciore.  Fav.  F.^op.  88  "  Or  comincia  il 
villano  impoverire ,  e  smontare  come  era 
montalo.  (Fj 

=?  §.  V.  K  detto  deir  Oro.  Borgh. 
Mon.  222.  O  che  egli  smonlasse  un  poeti 
dal  fine  fine  di  ventiquattro  carati  ec. 
u  non  aggiugnesse  interamenle  A  peso 
di  quattro  djuari    f^J 

§.  VI  In  .*tgnific.  att.  vale  Fmre 
scenda  re  Ouid.  G.  Quando  ella  fae 
giunta,  egli  proDlameoie  auduc  a  smon- 
tarla da  riwlb>  CuiiC.  Stor.  ig  176. 
Benché  tan  Paolo,  sperando  to  due  mila 
cinquecento  Tedtschi  che  avvj  smon 
lato  a  piedi,  combaltrsse  valorosamente. 
^  Matt.  Franz,  rim,  liuti.  Ogni  porta 
se  gli  apre,  ogni  maestro  Dt  poste  il 
smonta,  il  serve,  e  gli  sta   intorno  .    (Br) 

%,  VII  Smontare^  o  Smontare  di  io- 
hre,  diciamo  atche  delle  Tinture  ,  che 
liOfl  mantengono  il  fiere  .  e  la  t'icr^r^i 
del  celorej  Siolorirg.  Salvtn,  Disc.  5. 
293.  Mj  in  uno  stesso  grado  di  colore, 
acrrtj  non  dura,  e  sovente  per  qualun- 
que cagione,  o  accidente  suionia»  t  im 
pdllidisce. 

^  §.  Vili.  Smontare  un  orimolo  , 
vale  Li  vare  tutte  le  sue  parti  dal  prvptio 
luogo  J  contrailo  dì   JfotJarto.  (A) 

#  §.  IX.  Smontate,  Tom.  dell' 
Alti.   Contiario  lù   HfcMiaic    (Aj 


S  M  O 

SMONTATO  .  J'''  •!«  Smollare. 
*  InKoJ.  Vut.  pag  24.  (fir.  1810). 
RipoHimci  a  (lue.la  fonie  uoa  p««>,  che 
U  to' favellar».  E  isnioiilali.  e  asieltatl 
a  sedere,  disse  :  ec.  (lì)  l'rwic.  Sacch. 
11.  HI.    Eli    egli    snionlato,    gli    sia 


S  M  O 


S   M   O 


12U 


di  dietro  a  piede.  Guicc.  Sior.  l;).  1.^4 
ResUroDO  moni  er.  parecchi  g.nliluo- 
inÌDÌ  fraocisi,   snionlali   dell'  armala. 

g.  Per  licolorilo,  o  T/if  /"■  ;»'■<'"" 
la  fivrzlt  ili  colort.  Lai.  Jilulus.  Gr. 
«ixpxut.ov  «eJ.  /«.  l3l  Molle  di 
que'sie  farfalle  ec.  fecero  le  lor  uova  ec. 
di  color  mavi  imonUto,  eoo  una  solili 
puma  nera  nel  meno.  lìiiO".  Fi""-  2- 
l.  1.  A  quelle  che,  smontale  di  colore, 
Veoi>ser    difcllale. 

SMORBARE  .  Levar  il  morbo.  Lai. 
mcrbum,  return    deprlltre.    Gr.    loi/iov 

e.  Per  meta/ora  vale  Pulire,  0  Libe- 
rare <hecchessia  da  alcuna  rea  cosa.  Lib. 
cur.  maiali.  Come  addiviene  nell'  erbe  e 
nclli  fiori,  quando  sono  impidoi  chile,  che 
«;  difficile  smorbarle  da'  pidocchi.  *  Car. 
leu.  Tomit  116.  Or  fate  come  vi  siete 
offerto,  questo  favore  a  me,  e  questo  be- 
neficio al  nostro  secolo  ,  di  smorbarlo 
dalla  carogna  di  costui.  (C)  Segner.  Pre.l. 
1.  l3.  Non  più  si  tardi  a  smorbar  tante 
oscenità,  non  più  si  lardi  a  sradicare  lami 
«lii.  (F)  ^       ^ 

SMORBATO.  Jdd.  da  Smorbare. 
t  SMORFIA.  Lezio,  Alte;  ed  usasi 
p.r  lo  più  al  plurale.  Lai.  illecebra.  Gr. 
Sj7xT/ja.  Jìaon.  Fter.  2.  2.  6.  La  mia 
moglie,  Facendo  1'  ecco  a  quelle  voci  stolte 
Di  sua  ma,  che  digrum.i  e  'ngoia  me  Sem- 
pre con  nuove  smorfie  e  nuove  scede  In- 
sipida ogoor  più,  Ijsciò  scapparsi.  E  -j-  2. 
7.  L'a  cavalieri  maneggiar  cavalli.  Sfuma- 
re, far  le  smorfie. 

•f  #  SMORFIOSO  Adi.  .Smanceroso, 
Leziose.  Salvia.  Fier.  Buon.  2.  3.  11. 
ro'ei  'i  mcrmierosa,  smorfiosa,  cascante 
di  vetii,  e  di  smancerie^  in  vece  di  sma- 
nierosa.  (.1) 

*  SMORFIRE.  Scomporre  le/orme  del- 
la faccia  col  mangiare.  Silvia.  Miilm.  (A) 

*  S-  la  furbesco:  .Von  v'  e  da  smor- 
fire,  I\'oa  v'  è  da  empiere  il  fusto,  signi- 
ficano JVo/i  •>'  ì  roba  da  mangiare.  Min. 
Malm.  (Al 

SMORIRE.  Divenire  smorto    Lai     e.T- 
pallescere.   Or.  à^tw^.^'àv.   D'iutrìm.5. 
Siccbó,  bassanJo  il  viso,  lutto  smuore.  E  1 
8.   Allor    seme  la  frale  anima   mia   Tanta 
dolccna  ,  che  'l  viso  ne  smuore.     F    17 
Non  v'accorgete  voi  d'  un  che  si    smuo- 
re, E   va   piangendo,    si  si  disconforla,  ce. 
Btmb.  pros.    i.    219.  Mollo    diverso  sen- 
timento hanno     e    pmde   e    .pende,   morto 
e   smorto,    la  qual    voce    da    smorti  e    si 
forma  ,    clie     è  impallidire  ,    anlicanienle 
.le4lo 

SMORSARE.    Trarie    il    mrrso.    Lat. 
lupos,   lel  lupaia    deirahere.  Gr.  _>:x>ivov 
iampiit.    Peir.  son.    I19.   Se    'n    breve 
non    m'   accoglie,    o  non     mi  smorsa.    E 
l6a.    Ve   però  smorso  i  dolci  inescati  ami 
iciot,  mi  traggo  di  bocca),  v   7  arclt.  Lez. 
482.    Alcuna  volta   si    trova    la     S    sola  , 
-omc  smorzare,    .sbrancare    ec. ,    formati 
ila  questi   nomi  :  morso  ,   liranca,  ec.  (Jf) 
*   §     E  per  mela/,  neulr.  pas<.    vale 
AHonla'iarsi,  Discompagnarsi,  flocc.  Am. 
I  is.    Ho.   Tolto    averai,    se    da    me    non 
11   smorse.  (Sr) 

S.MORSATO    Add.    da   Smerlare. 
$     SMORTICCIO  .     Add.    Alquanto 
smorto,    ras.      ni.    Biiffilm.   Le    figure 
nelle  carnagioni  parevano  loro  anzi  smor- 
liceie.  e  pallide,   che   nò    (CP) 

^  SMORTIRE.  .Veliti-.  Divenir  smor- 
to,pallide.  Impallidire,  Scolorarsi.  Cocch. 
Bagli.  Macchie   er.   giallognole,    che    all' 


aria   presto  smortivano  ,  o   si    dilcguava- 

*•+*  SMORTITO.  .4dd  da  Smorlirej 
Smorto  ,  Pallido.  Lai  pallidu,.  Gr. 
tUrpòi.  Il  locabol.  alla  F.  MORTO 
*.;,/.§.   IV.  (•)  ^       .       ^      , 

SMORTO.  Add.  da  Smoriret  Di  color 
di  morto.  Pallido,  Squallido.  Lai.  palll- 
dus,  squalidtis.  Gr.  wxfo's  ■  X^°=P«f.- 
p,lr.  canz.  47.  1.  Tulio  di  pietà  e  di 
paura  smorto  Dico.  Dani.  Inf.  4.  Inco- 
minciò il  poeta  tulio  smorto  :  V  sarò  pri- 
mo, e  lu  sarai  secondo.  E  3o.  Vidi  du 
ombre  smorte  e  nude,  Che  mordendo  cor- 
revan  di  quel  modo.  Che  M  porco  quando 
del  porcii  si  schiude.  E  Purg.  2.  L'  ani- 
me, che  si  fur  di  me  accorte.  Per  lo  spi- 
rar, eh' l'era  ancora  vivo.  Meravigliando 
diventaro  smorte.  Bemb.  pros.  3  219. 
Molto  diverso  sentimento  hanno  ec.  mor- 
to e  smorto,  la  qual  voce  da  smorire  si 
forma.  Fir.  Lue.  4.  I  Ve'  com'  egli  e 
diventalo  smorto. 

§  I.  Per  Bianchiccio,  Cenerognolo.  Fal- 
lad  Ne  terra  creta  sola,  ne  arena  smorta, 
nb  ghiaia  digiuna  (il  tosto  lat.  ha  squa- 
lens).  Red.  Ins.  16.  Avendo  lasciato 
quello  smorto  colore  di  cenere,  si  era  ve- 
stilo  d'  un  verde  vivissimo,  e  maraviglio- 
samente brillanle. 

g  II.  Per  similit.  Appassito.  Alam. 
Colt.  5  109.  Onde  1'  erbelle  e  i  fior 
pallcnU  e  smorti  Non  si  pon  sostener. 
Moliti.  2.  65.  Trovato  il  cesto  spelac- 
chiato e  smorto. 

SMORTORE.  r.  A.  Astratto  di  Smor- 
to Lai.  pallor.  Gr.  w'xplK"?-  l>"'-  '"/■ 
A  I.  Qui  Dante  muove  dubbio  a  Vergi- 
iio,  dicendo,  poicbl-  s'  avvide  dello  smor- 
tor  di  Vergilio:  come  verrò  io,  se  tu  hai 
paura,  che  suoli  esser  conforto  al  mio  du- 
bitare? E  più  ""»••  L'ungo""  .'■'■'? 
genti,  che  son  quaggiù,  nel  viso  mi  Hi- 
pigne  quella  piel'a,  ciofe  quello  smortore 
che  vicn  da  plcl'a,  che  lu  per  tema  senti. 
!■•  Pure.  2.  Lo  smorlore  procede  da 
paura,  pcrrhi?  '1  sangue  corre  al  cuore  per 
conlorlarlo,  rhe  non  venga  meno  per  la 
paura,  e  le  cose  maravigUose  adducono 
paura;  però  dice,  che  maravigliandosi  di- 
vennero queir  anime  smarte. 

SMORZARE.  Specneie  }  e  si  usa  m 
significato  alt.  e  neutr.  pass.  Lai.  e.r/in- 
Jori  Gr.  «:r..^=vv;..v.  Berti.  O.l.  2. 
22.  iq.  Coperta  è  la  sua  turba  d  una 
scoria  Nera  com'  il  carbon  quando  si 
smorza. 

*     §      l.     F    in     signiftc.    neulr.     ats, 
1  Bell.  Man.  son.  117.  D'  un  foco  che  per 
verno  mai  non  smorza.  (FP) 

S  II.  Per  meta/,  vale  Cessare,  Tei- 
minare.  Finire,  EsHngucie  .Sagg.  nal 
esp.  25o  Si  va  di  continuo  smorzando  lu 
rssa  queir  impelo  e  forza  soprannaturale 
impressale  dalla  violenza  del  fuoco.  Lor. 
Med.  cat,:.  13,).  3.  La  ragion  mia  voglia 
smorza.  Bench'ai  cuor  sia  gran  lenta. 
i:-Segner.  Pied.  Pai  Ap.  9-  12-  Che  le 
valesse  (l'acqua)  a  smorzar  la  scie  del 
corpo    (TC) 

SMOBZATO.  Add  da  Smorzare .  Lai. 
exitnclus.  Gr.  j^svvusSei';.  Borph  Btp. 
171.  La  quale  (Calcinai  vuol  avere  smor- 
za'ta  la  sua  bianchezza  colla   rena. 

*  SMORZATORE,  l'erbai,  niasc.  l  he 
smotza.    Eitinguilorr,   Spcgailoro.   (A) 

t  *  .SMORZATRICE.  Che  smorza  , 
Spegnitrice.  Salila.  Fier.  Buon.  3.  ."i.  6. 
Usci  iPacco)  dalla  porta  naturale  di  Se- 
mele  abbrustolilo  dal  fulmine,  e  pero  bi- 
sognoso  delle    ^iDre,  ovvero  acque  smor- 

zalrici     (A)  ,    ,    ,,  ,11 

SMOSSA     Susi     J  erbai.  Movimento,  Il 

muovere.  Lai.    commolio,    pro/eclio.    Gr. 

I  nooiCoi.  aeoe-o?.  G    V.  9-  '82    3.  E  si 

conobbonc    che    quella    smessa     di    gente 


non  fu   con   volontà    del  Comune    di  Fi- 
renze. 

*  §.  Smossa  ili  corpo  ,  Lo  smuo- 
versi il  corpo  Lai.  resoliitio  ventris  , 
Celi  Gr.  xoJioJuil'a  .  Red.  Cons.  I. 
l5t).    Di    quando    in     quando    ha     certe 


smosse  di  corpo  stemperate,  il  color  delle 
quali  pende  molto  nel  giallo.  (  ) 

SMOSSO.  Add.  da  Smuovere.  Lai. 
coniiìiolus  Gr.  ou-/y.ivr,3ei'5  .  Bocc.  nov. 
28.  23.  Ismossulo  ;  periioccbè  poca  ismo- 
vitura  avea.  lo  incomiuiiava  a  mandar  via. 
Tes.  Br.  2.  37  Quando  la  nuvola  e  al- 
quanto smossa  e  leggiera  ,  ella  monta  hi 
allo  tanto  ,  che  '1  calor  del  Sole  la  con- 
londe,  e  guastala  io  tal  maniera  ,  che  1' 
uomo  vede  l'aria  chiara  e  pura,  e  di  bel 
colore.  Dillam.  2.  9  Le  quali  coulra  ma 
erano  smosse.  Bemb.  Stor.  .1.  43  Percioc- 
cb(!  il  Zancani,  per  cagion  d'un  pii;  smos- 
soglisi,  a  Crema  rimaso  era  (cioi,  slogato- 
segli).  .S-,',.  Ben.  ìarih  6.  16.  Quanto 
colui,  il  quale  con  incredibile  arte  ferma 
un  palagio,  che  smossosi  da'  fondamenti 
si  era  aperto  ? 

§.  Per  Bimutato,  Rimosso.  Lat.  im- 
miilalu!,  dimotus,  comniotus.  Gr.  finx- 
Ririì-li.  Bocc.  nov.  3l.  25.  Ghismonda 
non  ismossa  dal  suo  fiero  proponimento  , 
fallesi  venire  erbe  e  radici  velenose  ec.  , 
quelle  stillò,  e  in  acqua  redusse.  G.  '  •  •'• 
b"l.  1.  Il  valentre  messer  Piero,  per  1  ao- 
cidenle  occorso  poco  ismosso  dagli  ag. 
guati  della  fortuna  ec,  ,  cavalcò  subita- 
mente infino  alle  porle  di  Trevigi. 

*  SMOTTAMENTO  .  Lo  Smottare. 
J-as.  Op  Fit.  3.  140.  Quando  la  casa  di 
Lorenzo  insieme  con  quelle  omatissinie  e 
belle  degli  eredi  di  Marco  del  Nero,  per 
uno  smottamento  del  Monte  di  S.  Gior- 
gio, rovinarono  insieme  con  altre  case  vi- 
cine. (C) 

SMOTTARE  .  Franare  Lai.  mere. 
Gr  iptiiztii.  *  Raldin.  ni.  Bernin. 
pag.  28.  Andandosi  più  sotto  di  quella 
facciata,  si  slamò,  o,  come  noi  diremmo, 
smollò,  e  si  stritolò  gran  quantità  di  ter- 
reno sotto  il  fondamento  di  essa,  (h) 
Cai.  Tran.  Fort.  B-J.  Talché  il  terreno, 
che  per  l'indentro  va  allargandosi,  non 
possa  smottare,  e  uscir  per  la  bocca  pm 
stretta.   (Po) 

SMOTTATO.  Add.  da  Smottare.  Lai. 
prarritplut.  Gr.  otTToVptiavo;.  Toc.  Dav. 
Stor.  2.  281  La  strada  ,  per  le  fosse  di 
qua  e  di  là  smollate,  rimasa  sirena  an- 
cora  a  quieto  marciare. 

SMOVITURA  Lo  smuovere.  Lat.  com- 
molio.  Gr.  5U-/vi'i(ri5ii.  Bocc.  ncv.  28. 
2l.  Ismossolo  ;  perciocchi;  poca  ismovi- 
tura  avea,  lo  'ocomiociava  a  mandar  via. 

*  SMOZZARE.  Bendar  mozzo.  Bellm. 
Disc.  2.  30I.  Le  spianate  e  intraversale 
eminenze  le  smozza  e  sbassa  di  più,  e  1 
ioiraversa  a  solchi  più  fini  f  parla  dello 
Scultore).   IF) 

*  SMOZZATURA  .  Scorciatoia.  Oar. 
Am.  rasi.  hit.  4.  Guidandoli  per  iraieth 
e  smozzalure  di    slrode.  (Br) 

3  SMOZZICARE  .  Tagliare  alcun 
membro,  o  pezzo  di  checclie.<sia.  Lat.  mn- 
tilaie,  obttuacaie.  Gr.  xoio^ouv.  HI.  1  ■ 
3  lo  De'  quali  venticinque  ne  furono  im- 
piccali col  notaio  ,  e  gli  alln  .^mozzica  ■• 
Din.  Camp.  ?.  bg.  Morivano  .  l"-™' '"l 
ladini  Pistoiesi,  che  da'  nmuc.  erano  smoz 
zicali  e  cacciali.  Pataff  ^  7"J}"J, 
bazza  ;  non  gli  smozzicare.  ..-  V'u  ■ 
(),,.  Lr.  2.  383.  Sarebbe  estrema  pa. 
z,  adornar  la  slatua  di  suo  '"'^  '°'J/^ 
battere   e  smczz.care  il  corpo  naturale 

lui  stesso     (C)  ,  ,^    „  Frane. 

if  S     F  in  sicnific.  neutr.  ass.  -  I  rane. 

eJcA    „„'.•     Il4    Cantava   il  Dante,  come 

fctrlclarcetramestavaivers, 

suoi  smozzicando  e  appiccando  .  .  (\, 


1220 


S  M   O 


SMOZZICATO,  ^idd.  di  S-uQzzicare. 
Lat.  truncatus,  mutilata t  Or.  xoXo^&i- 
&U5.  fit.  S  Ciò.  /iat  225.  Vrnnono  . 
*;  trovarono  questo  corpo  s^ntusimo  così 
ùmozxic4lo  ,  E  appresyo  :  Poruodo  io  uno 
vile  manU-lbccio,  rhe  s'  avevano  levalo  da 
douo,  quel  be^iissìmu  corpo  cosi  smoui- 
calo,  ijnra  la  te»U  /T  aS?.  V««li  che  ri' 
posoamo  questo  corpo  ikniuzzicalo  saoza 
U  1«iU.  IJaiit  /il/.  29  Perch-r  la  vi*la 
tna  pur  si  ioffjlge  L3f;gtù  Ira  1*  omUr»; 
triile  smouicate  ?  Dee/ un.  Quinti!  P.  E 
le  smozxicate  ombri?  colte  sue  pirli-  Sen 
Pist.  E  si  sari  egli  oel  corpo  »uo  meoo- 
malo  e  smiizziraiu  alln-ii  lido,  c<*m' egli 
«ra  nel  corpo  intero  Miestruzz,  1.  18 
Gli  smozzicali  spuntanejinente  sanza  giu- 
ila  cagione  ec.  souo  nGuiaii  a  prumozio' 
ne»  Sr  liorgfi.  O'ig,  l'i'-.  26(.  Questi 
(scruti)  ci  sono  oggi  po.bi ,  e  que' pochi 
laceri  e  sbranati  ,  e  smozzicati  dal  tem- 
po,  (ì') 

t  *  SMOZZICATURA.  Lo  smozzica>  e. 
Troncamento,  fiari.  Ortogr.  cap,  2.  §  I 
Uavvi  altrc&ì  dt-llc  voci,  le  quali  si  ac- 
centano nel  pronunziarle,  non  pero  nello 
scriverle:  e  50UO  le  tronche,  e  pt'rciò  ape- 
«troiate  :  Io  ooa  vorre*  dirvi  :  Di  qua* 
tempi  ragioneremo?  lo  oon  w  putre' dare 
a  intendere  i  suo'  pensieri  ec*  e  somiglianti 
smozziiaturc.  (IS'J 

SMUCCURE.  Sdrucciolare,  Sccrrce, 
Sfuggire  .  Lat.  /ahi .  Gr.  óitoàat'v'tv  . 
Jiocc.  rtjv.  57.  66.  Scendendo  meno  av- 
vedutamente, smucciandule  il  pie  ,  cadde 
della  scala  in  terra.  Mforg.  21.  72  Ri- 
naldo trasse  ,  e  la  spada  gli  smuccia  Al 
collo  ,  lai  che  gli  cava  la  slizza  .  Cirtjff. 
Calv.  I.  iq.  Che  se  la  spjda  di  man  non 
gli  smuccia  ec-.  ,  Che  ne  farà  \i-ndctla 
grande,  e  presto.  •!*  /■/■.  Giord.  1O9  Co- 
me r  anguilla,  che  quanto  più  la  sirìgni, 
più  smuccia,   ed  mce  tra   mani.  (V) 

•f  *  SMUGGHIARE.  Mugghiare,  Sal- 
via J/ial.  /ih.  20.  V,  562.  Ed  ei  vi  sbuf- 
fava r  anima,  e  smugghiava,  Quul  smug- 
gbia  turo  strascinato  inlurno  AH'  Eliconio 
Re.  (A) 

SMUGNERE.  Trarre  altrui  d\i:l.losso 
lo  umore.  Lat.  emungere  .  Gr.  c':T3,ajr- 
TfiiV.  /Juan.  Tane  2-  5.  Sì  gran  seccore 
e  tanlu  tirar  vento  Smugoe  le  burbe  pei 
poggi,  e  pei  piani. 

g.  I .  /«  signijtc.  neutr*  pass.  Perder 
r  um^re.  /Juan.  7'anc.  5  2.  lo  ti  vo'tutto 
imbaUimar  dì  mele,  Cbe  oon  si  smunga 
mai   viso   si   bello   {qui  figuratam»). 

*t  *  S  **■  /-/>«'•  meta/.  Divenir  es<iu- 
sto.  Segner*  Crìst.  instr.  3.  3o  6.  Non 
dimeno  suuu  costretti  a  spremersi,  a  smu- 
gnorsì,  e  a  trovare  il  danaro  pei  ogni  via. 
«e  Qoo  vogliono  cbc  ec.  (A) 

t  SMUGNITORE.  l  erbai,  masc.  Clic, 
o  Cht  smugne.  Lai.  imunctor.  Fr.  Giont . 
Pred.  li.  Quei  maestrali  poppatori  afia- 
iiiaii,  e  ingordi  smugnitori  delle  provili* 
eie   (  qiti  Jiguratiim  }. 

SMUMHE.  Rendere  di  nuovo  abile 
agfi  u/izii  .  Cronichett.  d'  jintat ,  aja. 
Che  al  parlilo  dello  smunifv  si  iceinas- 
sono  le  lafc,  e  laddove  bisognava  srs^anla 
fave  iieri^,  ne  bastasse  (|Uaraata  almeno. 

SMUMTO.  .-Idd.  da  Smuntre.  Cromi- 
da'ti  d'  .Imar.  2.^2.  Ancora  ihe  Giorgio 
Scali,  ed  i  suoi  consorti  fuuono  «muoiti. 
*•  che  Baruccio  e  Andrea  di  Feo  laslraiuuli, 
a  Maso  funatuolo  ce.  fussono  sniunìli. 

*  SMUNTISSIMO.  Superi,  d,  S'^juntj 
lied  Leu,  l'cr  cavare  di  sella  quel  grand* 
uomo  ,  e  culloearmivi  sopra  con  b-  mie 
vizce  e  smuntissime   chiappe,  (zi) 

SMUNTO,  tdd  da  S'mignerej  Magro, 
Asciutto  ,  Secco  .  Lai.  macer  ,  t^iaii/is  , 
arens  ,  ariJuf  ,  emuncltu  .  Gr.  >iTro'i  . 
ffjrg,     21.     l3l.    Chi    è    qaeit*  uci-ellaccio 

fcoti  smunto?  iC^  Cnr.  JCn.  3    G^ìl    Quand' 


S   M   U 

ecco  dal  bosco  Ne  si  fa  incontro  un  non 
mai  Visio  altrove  Di  strana  e  miserabi- 
le sembianza,  Scarno,  smunto  ,  e  distrut- 
to   (CJ 

f  §-  Il  per  metof  Es-^usto,  ManCantet 
Privo  di  danaro  Tut  .  D<iV,  Strr  2.  289. 
E  perrhi-  l'imperio  per  laoti  preroii  smun- 
to pulessc  reggersi,  iTimo  le  legioni  e  gli 
aiuti  f/  telo  iat.  ha:  aQerlB  imperli  opes 
largili»nibus).  *  Sei:nrr.  t*rf  d  PnI  .Ip. 
3.  8>  ^'^Q  so  pero  io  vedere,  come  negli 
omiridii  ec.  chi  e  pingue  di  facoltà  sia 
meno  reo  di  sangue,  cbe  cbi  n*  è  sman- 
io. (TC) 

SMUOVERE.  Vu^K-re^mu  M'intende  per 
lo  più  cO't  fatica  e  difficu/tà  .  iC  fi  usm 
anche  in  sianific.  nrutr,  pass.  Lai,  mo- 
verr  .  Gr,  r.tviTv  .  S'ige  nat  tsp  24. 
Oode  più  duramente  r<-sislono  alla  fona 
cbe  lenta  smuovergli.  Altm,  Co/l.  l*  12. 
E  cavando  il  lerren  dentro  e  diotoioo  , 
Lo  smuova,  V  apra,  e  sottosopra  il  volga. 
5  I  Pfr  meta/,  vale  Commuovere  . 
Lat.  commovrre ,  Gr  su^/tveTy  .  O.  /'. 
9  12.  1.  Tutta  la  città  ne  fu  »mo>$a  a 
romore  .  Petr  s^n.  226.  Non  è  ^i  duro 
cor,  cbc  lagrimaodo,  Pregaudo,  amando, 
talur  non  si  sniova. 

§.  IL  Per  indurle.  Persuadere,  Svol- 
gere. G.  /'.  Il-  8i).  6.  Seguendo  il  loro 
pertinace  proponimento  ,  non  si  vollooo 
smuovere.  M.  f .  io.  I^*  Mando  di  No- 
vembre di  detto  anno  a  smuovere  il  Le* 
gato  a  lasciare  trovare  modo  jlla  coorordia 
Cron.  Morell.  265.  Fa*  orecchie  di  mer- 
Catanie,  e  non  ti  lasciare  ismuoverc  uè  a 
danari,  né  a  promessa. 

§.  III.  Per  Rimuovere.  Lat.  dintovere. 
Gr.  dir:0TpÌ7tnv.  O.  /■'.  7,  5y.  2.  E  quasi 
per  la  detta  cagione  era  smosso  tulio  dì 
non  fare  la  impresa  eh*  aveva   promessa. 

g,  IV.  Smuovere  il  corpo,  si  dice  del 
Cominciare  a  sciogliere  il  ventre  per 
iscaricarnc  le  Jeccej  e  si  usa  in  sit;ni/c. 
att.  neutr  v  nentr,  pa\S  Lat.  a'vum 
eteri  Gr.  xoi>iVv  iuEssat.  .Inibr.  Co/. 
5-  8.  Voglio  andarmene  la6uo  in  caia  , 
che  ro'  ha  fallo  smovere  II  corpo  .  lì 
Furi.  5.  4*  Tanto  rimescolamento  ne  bo 
preso  ,  che  ,  come  tu  bai  veduto  ,  mi  sì 
è  smosso  il  corpo  di  sorte,  cbe  mi  e  bi- 
sognato, o  per  amore,  o  per  forza,  starmi 
più  di  due  ore  io  casa,  e  contìnuamente, 
siccome  tu  hai  veduto,  sul  destro. 

t  SMURARE  Ouifstare,  e  Disfar  le 
mura.  Lat.  diruete  .  Gr.  xxTajSsc'yìitv  . 
G  y.  9,  233.  I.  E  per  alcuuo  di  que* 
d*  entro  di  piccolo  essere  fu  smurata  nna 
piccola  postierla  .  Stor,  Piti.  55.  Uguir- 
ciouc  giunse  alla  p<js|ierla  delle  mura  di 
san  Frediana,  che  era  murata  a  secco, 
V  smurolla  .  Geli.  S/tcrt.  H.  6.  Io  trovai 
questi  danari  smurando  uo  mio  casola- 
raceiu 

*  SMUMATOHE.  l'erhal.  mate.  Colui 
che  smura,  Insar.  t'it.  S^amiche'.  Dopo 
aver  speso  di  ni><ltf  migliaia  di  scudi  in 
farlo,  bisognò  dare  trecento  scudi  a'smu- 
ratorì  che  lo  geliaucro  a  terra.  (JVj 

t  *  S.MUSSAMEiNTO  Lo  smussare  . 
o  La  cosa  smustata  .  Prllin,  Disc.  2. 
29'>.  L'  una  di  queste  punte  è  qualche 
poro  smussala,  e  tale  smutsameolo  ibia- 
mano  f  gli  tenitori  dfl  pot/ido  }  piccbie 
fello.   (Min) 

S.MUSSARE  .  Tagliare  C  angoh ,  o  il 
Cinto  di  clecchfs*iu  .  \,t\.  mntimiim  pretrt- 
dere  .  Gr  yoivi'av  vrrorcpviiv.  >>  llellin. 
Disc  2  296  Talvolta  1*  una  di  queste 
punte  v  qualche  poco  smussata  ,  e  tale 
smusiamento  chiamano  (glt  sruflon  del 
porfido)  piccliierello  ,  (t*)  [ìott.  Dia!,  \  . 
face.  12.  f/ìei-fiio  1826)  Venne  quella  log- 
gia, con  nuitii  errori  ridicolosi,  rome  qurllo 
delle  colonne  messe  tanto  addosso  ai  pi- 
liitri,   cbe   quando    si   s*  ebbe   a   por   sopra 


$  M  V 

i  capitelli,  ooD  vi  eolrar^ao  ,  e  bbognò 
smiusarli    fCP) 

*  §.  L/gwat-im.  Pros  Fior.  Salvi». 
If-tt.  '^.  2.  2;o.  Il  stero  è  il  casissimo  per 
rintuzzare,  e  smussare  le  punte  dì  qaeglì 
acidi  che   voi   dite.  (Cj 

SMUSSATO  Add.  da  Smussare jSmms 
so  Sa»p.  nal.  esp.  2Ìz.  Vedendosi  cbe 
qujtjdx  i  diamanii  hanno  fuodo  ,  avvo- 
giiacbè  «museali  e  spianati  in  sul'a  ruota, 
attraggono  nmllu  bravamente. 

SMUSSO  .  Sutt.  il  Taghameala  del 
canto.  Lrfl.  nngitft  sectio  ,  annuii  abiCis- 
aio.  Gr.  '/(tivi'oi^  ajrc/e:t»i'. 

SMUSSO.  A 'd.   Smussato, 

$    I.  Smu*>"  ,  t'tt'e  anche  Che  non  va 

prr  dint'o.  Ch.  ha  la.  tinto  Ìl  Conto. 'Lil. 
ohlìqiiut  ,  Gr,  /o^a';.  G.  F.  8.  j6.  2. 
Acriorcbi- 'I  delio  palagio  non  fotse  io  sul 
terreno  degli  L'berii,  coloro  cbc  l*  ebbono  a 
fare,  il  puosonu  smusso,  che  fu  cran  dif- 
falla.  ** 

§.  II.  Per  timiltt.  vafe  Botto  »  Tron- 
co Lii./ractus,  scissus.  Gr.  itex)asyjLe  vo;, 
e 9)ft5/z!»o;  In/ar.  Sec.  93.  Molli  versi 
quasi  cascanti  ,  molli  «mussi ,  molli  lan- 
guidi j  e  molti  eoo  altri  vìcìj. 

S  M 

SNAMORARE.  Fare  abbandonar  l' a 
more  ,  Lai  aniorem  ex-  ulere  ,  amcren. 
pet.'cre.  Cr.  tpurv.  aTO  5y'/).'iv  .  Pera 
rim.  t.  119.  Or  s*  a  queste  sperante  Sta 
tutto  il  resto  de' tuo*  servidori  Per  nostra 
donna,   Amor,  tu  mi  snamori. 

§.  In  sicnific.  nfittr.  pass,  vale  LasciA- 
re.  Abbandonare  Cantore ,  Lase  Pini  3 
t\.  Mi  vien  voglia  di  nen  so  che  lare,  e 
mi   soami.rerei   almaoro   delle   due. 

*  SNAMOIlATO.  Add.  d.i  Snamota- 
re  j  Si-aza  umorf.  Privo  di  amore.  Red. 
Cons.  2.  g,  6.  Dottoressa  indiscreta  ,  e 
spigolislra,  Via  via  dal  mio  servizio;  Vai- 
tene soamofata  io  precipìzio    (•) 

••>  S.NASARE  .  /  ùcc  dello  sfi!  bernesco  . 
T.:e'i"e  if  naso.  Ilellin.  Bucch    ( .1) 

SCASATO.  Add.  Senta  naso.  Lat.  naso 
destitutut ,  mittilatus.  Gr.  dpvt  Car.  lelU 
I.  17.  Se  tornate  io  qua  snasato,  vi  sonere- 
mo le  tabelle  dietro. 

SNATURARE.  Disnaluraie .  Frane. 
Piirh.  37.3.7,  Non  cbe  snaturi  .rietino.  Ma 
sì  *1   conforta  in  uo  saver  che  bramì. 

*  §,  E  neutr.  piss,  liellin  Disc.  2.  38o. 
L  anatomia  adunque,  cbe  arrìsa  a  eoo- 
lemplarc  ed  intendere  ,  e  arriva  a  sapere 
r  essenza  e  la  natura  di  quella  ch*  ella 
taglia  di  mano  in  mano  qnasi  trasforma 
se  medesima,  e  sì  matura,  e  fa  passaggio 
dall'  e*ser>-  operatrice  dì  mano  ali*  essere 
operatrice  d' intendimento.  (Min) 

SNATURATO.  Add.  rf.i  Snaturare  j 
Fuor  dt  naiur.i  ,  jS'on  n.ttumle  .  M.  Al 
dobr,  p.  y.  |3tì.  Anfora  vale  contri  allo 
snaturalo  appetito  delle  femmine  ìociole. 
che  mangiano  carboni,  e  altre  cose. 

*  5.  Per  i  immano  ,  Crudele  Fr.  Gmtt 
Rim.  nelfn  Tnt:  flirb.  Scusandomi  cb'A* 
more  isnalurato  O^'  ora  io  tal  guisa  ni' 
afferra  .  (  f) 

•f  *  S.NEBBIARK.  Centrano  d'Anmrb^ 
tiare.  M.tgal  Capit.  in  Irtt  voi.  2.  pag. 
55  (  Fir.  1769  )  Ob  .  diui .  allora  Cbe 
l'occhio  mi  snebbiò  L  laa  favella.  Or  se' 
tu  fluni.  ec.  (Al  Imperf.  Ttm  D.  2 
7*.  8.  4^^  Tal  sussidio  della  grazia  di- 
vina djvra  Valer  l»ro  per  trsnionlana  a 
lirariì  di  raggio  io  raggio  allo  splendore 
della  verìl)l,  ebe  in  un  mi'do.  o  in  un  al- 
tro a  lutti  riluce  ,  chiunque  si  piepara  » 
si  snebbia  1'  int<llello  co*  sentimenti  delU 
sapienza   ec.  ( F/ 

SNELLAMENTE.   Avverb.   Con  grma 
d  strria.i  ,   Leggiermente.    L»l.    agititar 
Gr.  !*uxivT]Toiv   tiv.  .V.  Egli  scese  in«l- 


S  N  E 

Uiiinite  al  Tevere.  Tes.  /ir.  5.  ^\.  O- 
%unque  vaono  (i  Iront)  ,  cueprono  le  or- 
me de*  loro  pitfdi  eoo  U  loro  ct-da  ;  e 
quaodo  cacciatm  ,  sì  sallJiio  e  corrono 
mollo  iioellanitnlr;  i-  «jiuiido  M>n  caccia- 
li. Don  hanno  j.uderr  di  sali-re, 

SNELLtTTO  Ihm.  di  Snello.  Dant. 
Purp.  a.  Quei  sen  vi-nnc  a  riva  Con  un 
vasello  sarlUilu  e  leggiero  7V*.  Jir  7. 
17.  Kon  sia  m  tr  nullo  porlamento  bia- 
Hmevole  ,  e  iìoellello  e  lardello  di  par- 
lare . 

S^ELLEZZA.  Sn^-ifilà  Lat.  a^llita^' , 
f^fitis.  Gr.  iXufporv^.  />'">'  <^<'"*"  ^99- 
Dimoilrj  belleiu  e  ineltc^a  di  corpu . 
^•Tes  Hr.  5-  58.  La  quale  (fu-.^tm)  di- 
mora nelle  parli  d"  lndi.i.  rhe  d'isaellctza 
passa  lutti  gli  alrri  aninuli,  e<-.  (/')  Sfl- 
Mn.  Disc.  l.  38t>.  Le  atli  e  I'  fiorrila 
lioni  ,  chi'  si  facevano  ,  di  sm-lli-ixa  e  di 
fona,  venivano  ad  essere  dai  loro  anticbi 
saviamente  ordinale. 

SNELLISSIMO  .  Super/,  di  SneHc  . 
Lat.  agil/tmiis  Gr.  £Uxtvr,TO?.  eicc^pw- 
raroi  /ìfmb.  /tcs.  2.  Gy  Puri,  anelli  e 
ispediti  poi  sono  il  B  e  il  D  ;  ìncllissinii 
e  purissimi  il  P  e  il  T,  e  insiemi-  spedi- 
(issimi  {(fui  figuriifam.  ,  cioi:  che  si  pro- 
Dunxìaoo  agevtilissimanien(i-). 

snellita',  SINELLITADE,  e  SNEL- 
LITATE  .  /.  J.  Aitr.  ili  Snello.  Lai. 
agilitnt,  levititi,  lel.ntas.  Gr  ùoLt^pórr,^. 
Sta,  Aj/.  Per  significare  la  luro  suellila- 
de  e  rallt-zza. 

3  SNELLO.  Jdd.  Jgile.  Vatro,  Leg- 
gieri ,  Sciofto  di  mem^-ra  .  Lai.  agifis  , 
d^xtifr  -  Gr.  eiajjjo';  ,  òs^i'o;  .  /-n'.  M. 
Trecenlo  armali  l't-r  lo  suo  corpo  guar- 
dare i  quali  egli  chiamò  snelli  (tjui  corri- 
sponde al  lat.  celeres  ).  Trs  Ur.  2.  3l. 
Percìpcchè  1*  cstn-mitjdc  leggiere  ed  isiiel- 
la  abbonda  più  in  lui  .  perciò  vola  più 
allo  r  uno  uccello,  che  l*  atlro.  E  8-  l4- 
D*  un  t><-<mu  piloro  iu  dirò:  questo  b  una 
trstugginpj  e  d'uno  i»oello  io  dirò:  que- 
sto è  un  vcntu  .  V^tr.  son.  271.  Ne  per 
campagna*  cavalieri  armati ,  Né  pi-r  bei 
boschi  allegre  fere  e  snelle  .  Dani,  Inf. 
13.  Noi  ci  appressammo  a  quelle  fiere 
snelle.  E  17  Discende  lasso,  onde  si 
muove  snello  ,  Per  renio  runlc  .  Dav. 
Acc.  143.  Calzari  snelli  ed  attillali  ,  e 
gran  bprretlone  pi^n  di  spennacchi  (cioè, 
galanti  ,  e  che  vestono  bene  la  gamba  ). 
Malm.  2.  6\.  Snello,  leslo,  e  leggicr  co- 
me una   penna . 

*  §    1.  Snctìv.  talora  vale  anche  f'eloce. 
"   DtìHt.    inf.    8     Corda    non    pinsc    mai  j 
da    se    saetta  ,     Che    si    corresse   vìa    p^r 
l'aere  smalla.   Coni' i' vidi  una  nave   |ic     ; 
ciiileiia  Venir  per  l'acqua  vt-rso  noi.  (Cj  ! 
^  g.  n.  Snello,  dicesi  nnchf  dell* /l equa   j 
f//e  CL-rte.   Lat,  propemns,  Ilor.  Fir.  Js, 
IO.    Egli  *■   cosi   vera   colesla   bugia.  c<>mc 
se  altri  \  oleose  dire,  che  co*  bisbigli  dell* 
arie  magica  gli  snellì  ruscelletti  litornus- 
sero  ai  footi.   (B) 

't  *  S  "L  Snello  ,  /if^iirittam.  detto 
delle  lettere  dell'  Al/ahelo  ,  vale  Che  si 
pronunzia  agevolmente  .  Bemh.  pros,  2. 
09-  Pori  ,  snelli  e  ispediti  i>oì  sono  il  B 
e  il  D.   (,t) 

SNERBAUE,    / .  SNERVARE. 
SNF.HBATELLO.    /  .    SNERVATEL- 
LO  . 

SNERBATO.  ;  SNERVATO. 
^  SNERVAMENTO.  ^iJner^  azione.  In- 
drbo/imenio.  Lat.  dihilitnUo.  Gr.  «Tovt'a. 
lied,  leti,  1.  93  Ciò  non  tanio  per  l'au- 
torili  dì  Galeno,  quanto  per  quello  sner. 
wmento  e  relaisaziune  che  .vuol  iutroduirc 
r  «nlimonio  nell*>   stomaco     (*) 

SNER  VARE,  e  SNERBARE.  Tagliare^ 
r  Guastare  1  nr'ii,  E ,  oltre  al  semini. 
att,  e  neutr.  ,  si  usa  anche  nel  ntittr. 
pirs.    Lai.    nencs  detrai- ere  »  enervare. 


S  N  E 

Gr.  exveup'?€iv.  fetr.  son.  163.  Non 
spere  del  mio  affanno  aver  mai  posa,  la- 
fin  eh*  i^  mi   disosso  e  snervo  e  spolpo. 

§.  J'cr  nietof.  mie  Dilnlifarc  ,  SpoS' 
snte.  Privare.  Lai.  enervate  ,  debilitare, 
Gr  a-jàsvsùv  Vitiam.  1.  28.  Gitiaruo 
tal  morbo  ,  Che  delli  sri  li  tre  di  \ila 
snerba  .  ^"^  Doni.  nni.  yag  y<).  (  Zane 
l-3l).  E  d'indi  si  dipigne  La  fjtitaiia  , 
la  qual  mi  spolpa  e  inerba  .  Fingendo 
cosa  onesta  esser  acerba-  (J/J  Hewb,  Asol 
I.  33.  <^*i<'sl<>  pianto  avrebbe  per  si-  scio 
io  maniera  isnrrvati  e  infievoliti  i  lega- 
menti della  mia  vita  ce  ,  che  io  mi  sarei 
merlo  Dep.  Dilani,  itio.  Come  si  di 
ce  snervare  e  spolpine  ec.  ,  per  torla 
via  ,  e  privar  jjf^^-^-  Cor,  htt.  2.  83. 
Altri  dicono  <Tr»io  la  guasto,  e  che  la 
snervo.  li-vandMe  la  vnnienza  delle  ri- 
prensiitni,   e   l'af^iziu   dellr    burle. 

SNERVATELLO,  e  SNERBATELLO 
Dirti,  di  Smrvnfo,  e  di  Snerbato.  lied. 
Di:ir.  Ci  Quel  cotanto  sdi.lciuato  .  Sì 
smaccato  ,  Scolurilo,  snervalello  PisciarcUo 
di  BracfijQO,  N'u   è  sano. 

*  SNERVATEZZA.  Astretto  di  Sner- 
vato j  Deloltzza.  Ldl.  debililas  ,  Gr.  a- 
55^V;t«.  Se^ntr,  Cnst.  instr.  3  17,  16. 
Il  dolore  del  ptllo,  dicono  i  medici,  ove 
sia  congiunto  con  la  sneivaleiza  e  slupi- 
dila    delle  ntrmlipa,    è  cattivo  segno.    (•) 

•f  '\'  SNlìRVATISSIMO.  Su,>erl  di 
Snervato.  Udm.  JVis.  3.  !  48.  Raccogli- 
lor  di  minuzie  e  dì  sciocrhezze;  testura 
sncrvatissima  ;  breve  in  racconlare  aììoni 
gloriose,   ec,   {Aj  ^, 

SNI  RVATO,  e  SNERBATO.  Add.  da' 
loro  vithì.  Lai  enervatus,  tnCrfis.  Gr. 
fJ.V.A'ÌV.XOq. 

g  L  Snervato^  per  mcloforOf  vale  In- 
debcliio.  Infiacchito,  Lai.  encrvis.  jV.  V. 
3.  33.  Si  slette  nel  paesp,  avendo  abban- 
donala la  snervala  repubblica.  In/ar.  Sec- 
q5.  Versi  b;i?.si  .  o  languidi,  o  fiacchi  ,  o 
snervati  sen/.i  nlegno  ('nt .  hit.  i.  Cj8. 
Tornaud»  di  cosià  impastalo  ,  eflVminalo 
e  snervalo  d^lli.-  delizie  e  d^llc  Ijsrivie  , 
nco  potrete  più  ridurvi  alla  frugalilà  e 
alla  contin<>nr.a   nn-tta. 

t  *  SNKRVATORE.  J'eibal.  maxc. 
Che,  o  Chi  snerva.  Belltn  Disc*  12 
Snervatore  della  vostra  >aldezza  ,  o  falsi- 
ficatore  dfl    vostro   vtro.  (Min; 

t  SNIDARE,  e  SNIDIARE.  Cavar  del 
nido.  Lai  e  nido  educe' e.  E  in  sigtii/ic, 
ncutr,  e  netifr.  pats.  U^cir  del  nido.  Lai. 
exire  e  nido.  Gr  a~3  tjTì  vEotTi'a^ 
a:rOj5«i'vEiv. 

§-  Pir  metafora  vule  Uscir  del  pro- 
prio luogo.  Dittam.  4-  4"  *'^  come  il 
Sol  sopra  il  cerchio  si  snida,  Che  sì  chia- 
ma Orizzonlc,  il  cammin  pre^i  Con  la  mia 
compagnij  onvsla  e  fid.t.  Ar.  Far.  32. 
tfy.  L*  una  Iu  da  star,  l'altra  comicn  che 
snide  ;  Stia  !a  più  bella  ,  e  la  mrn  fuor 
sì  mando,  v  /'aldov.  Lam.  Cccc  38. 
Fallo   a   dispetto  suo   di    lì   soidiare     (Pj 

t  SNIDATO,  f  SNIDIATO.  Add.  da 
Snidare,  e  Sni'Unre.  Ziha't^.  Aitdr.  Ten- 
dono   insidie  alli   snidali  uccelletti. 

SNIGHITTIRE  .  ]Sentr.  pass.  Con- 
trario d'  Annighittire.  Lai.  pigrtUnni  ex- 
ciilere^  inettiam    drpcllere.    Gr.     o'xvvjoiv 

SNOCCIOLARE.  Cnvarci  nocci.-li.  Lat. 
enucleare.     Gr.    ZT'jpr.vv.   Ìx'Z\jpY,\(iti'i. 

't  g  I  Per  nutf/.  vale  IJichiarare , 
Spi'innre.  Esplicare,  Lai.  rmicleort- .  Gr. 
oaj)i5vt'^£tv.  Cari  Fior,  l^S.  Le  cose  che 
sì  sanno  fin  dagli  scempii,  solamente  alle 
nsensate  persone  si  convengono  snoccio- 
lare. /  arch.  Frcol.  i5.  Dunque  non  ter- 
reste conto  della  vergcgna  7  /  .  DÌ  qual 
vergogna?  6'.  Di  non  sapere;  e  se  volete 
che  ve  la  snoccioli  più  chiaramente,  d'es- 
ser tenuto  un  ignorante  ,    E    i83.    A    me 


S    N    0  1221 

non  pana  fatica  1*  aprirvela^  e  quasi  snoc- 
cìolarlavi. 

§.  II  per  Pagate  in  Confanti,  hai  pe- 
cuniam  numerare,  solvere.  Gr  Jtara^o^i- 
>Etv  a'^yj'ptov.  7(if.  Pnv.  Ann.  1.  8. 
Il  ben  sei\i(o  ci  si  snorciolì  di  ccntanti  in 
■Nul  bel  del  camp..  (H  tosto  lat.  ha  sol- 
veretur).  Hwn  Pier.  1,  5.  4.  Snoccw- 
lami  il  mi.,  resto,  r  le  carrucole  Mclte- 
romm*  io  a'  piedi,  a  scappar  >  ia  Da  qua- 
sta  slilicLezza  E  ^  2.  7  E  sfromboli 
zecchini,    e  doppie  Slii^rcioli. 

*t  =:•  §.  m.  Snot  fidare  ,  fguratam. 
vale  Metter  Juorit  Prcdrrre  e- n  facilità, 
.fpezialnitnte  colla  tingnn,  Pcd.  qunrtin. 
{  Da  che  tramonta  ve  )  Mentre  a  far  due 
versacci  stanno  un  secolo,  Ed  io  di  botto 
gli  spippolo  e  snorn,;!,,.  Pu.^p.  So'i.  16. 
Questi  che  non  isputano  ì»  sagrato  ,  Che 
stanno  il  giorno  a  spasseggiar  pe'  chio- 
stri. Snocciolando  orazioni  e  pateroostri 
Più  che  ec     (A) 

u-  SNOCCIÒLAT AMENTE  Avi'erb, 
Lisciatami  nu,  Dilif^f^nti  tn-.nle  Lat.  enit- 
cleate  f  accurate,  c/are.  Gr.  Xc-Jacus  , 
àxpi^ól^,  j.av£^c^;.  Sai,  in.  Pise.  2.  2g^. 
Aristotite,  come  più  snoctiolatamente  me- 
todico ec,  fu  dagli  eruditi  Arabi  a  gara 
eomuni-meule  abbracciato  mi  tempo  del 
Itjro  regno,  e  tradotto  e  comentato  am- 
piamente. {•) 

SNOCCIOLATO  .  Add.  da  Snoccio- 
lar,-. Lnsc.  Spir.  5  5.  Vedi  che  pur  ne 
verranno  1  tremila  snocciolali  e  sonanti 
(  qui  nvl  signifc.  del  %.  H.  di  SNOC- 
CIOLARE }. 

SNODAMENTO  -  Lo  .tardare.  Lat. 
enodfìtio,  solutic.  Gal.  Sist,  252.  Adun- 
que la  terra,  corpo  ano  e  continuo ,  e 
privo  di  flessure  e  di  snodamcnli  ,  non 
può   di  stia   natura  muoversi  di  più  moti. 

SNODARE  .  dnltat.o  d'  Annodare  j 
Sciofltere.  E  si  usa  in  signifìc.  alt.  e 
neiitr,  pass.  Lat.  solvere,  enodnre.  Gr. 
iy'etv.  ^Js  p'r.  Ciord.  2.  6y.  Anzi  le  ta- 
gliano (  le  funi  )  ,  non  si  pongono  a  sno- 
darle (C)  Pefr  san.  l6'S.  E  stliose  'I 
cor  d*  un  laccio  sì  possente.  Che  morte 
sola  fia  eh'  indi  lo  snodi  .  Sen.  Ben. 
J'aiib.  5-  12.  Colui  «he  le  ha  avvilup- 
pate ,  le  sviluppa  senza  fatica  nessuna  , 
perchè  sa  il  bandolo,  e  onde  bisogna  farsi 
a  snodarle. 

3  g.  I.  Pir  metaf.  Lat  solvere,  dis'ntn- 
I  gcre»  explicote.  Gr.  s'xXueiv.  M.  7'.  ". 
iS.  Che  la  gente  de!  Duca  non  si  snu- 
dava, e  la  schiera  del  Re  al  continno 
mancava  (cioè,  non  sì  disuniva,  ne  si  di- 
sordinava ) .  Vani.  iim.  3o  Sicché  *I  duci, 
(he  si  snoda,  Porli  le  mie  parole,  com* 
io  '1  sento.  Frane.  Socch.  rim.  3.  Ed  in 
ciò  aver  tal  pena  nrn  poria.  Che  in  (al 
pcnsier  dy  me  poi  non  si  socdi. 

*  g.  II.  Snodur  la  lingua,  va/e  Ce- 
niinciare  a  proff- 1  ir  le  parol.  .  «  Pett. 
Canz,  26.  4  Cime  Lnciul,  <h*  appena 
Volge  la  lingua  e  snoda.  Che  dir  non  sa, 
ma  M  più  tacer  gli  e  ntia  ..  .  /'lY;  Cor,  En. 
3.  520.  Io  di  pietà  e  di  duo!  confuso, 
appena  In  poche  voci,  0  quelle  anco  in- 
terrotle,    Snt.dai   la   lingua.   (C) 

■j-  -r  §.  II!  Snodare  il  posso,  vale  Muo- 
verlo, Caniniinai  e.  Al'im.  Colt.  2.  Si 
Poi  (  il  cavallo)  Ifvi  alle  le  gambe,  e  'I 
passo  snodi  Vago,  smdlo  ,  e  leggier.  (Fj 
^  §.  IV.  Snudare,  vale  anche  Disten- 
dere. Tass.  Gir.  Q,  25.  Purla  ii  Soldan 
su  l'elmo  orrido  e  grande  Serpe  che  si  dilun- 
ga, e  '1  collo  snoda.  Su  le  zampe  s'  inal- 
za, e  r  ali  spande,  E  piega  io  arco  la  for- 
cuta coda.   (Cj 

*  g.  V.  Per  ilanifestare.  Palesare. 
Late,  T^an.  \.  25.  Quivi  Ìl  bìsoguo  di 
Giove  si  snoda  Pubblicamente,  e  *]  parer 
lor  si   chiede.  (Pr) 

SNODATO     Add.     da    Snodare    Lai. 


S  N   O 


S  O  A 


S  O   A 


solttlus,  expeditns.    Gr     /ujàii'j .     Cant.  1 
Cam.   ^3().  Abbia  1>uoq  occhio,  e  le  brac-  | 
eia  sDouale,  Per  dir  sempre  di    colta    le 
sassale.  Serd.  Star.    i.    ^g.    Imparano    a 
torcerò  e  piegare  le  snodale    membra     in 
ogni  parie  a  lor  modo* 

SNODATURA.  Pif^atura  delle  giuntu- 
re. Lai.  compages.  Gr.  apixo'i.  Farch. 
Ercol.  100.  Serrale  ambe  le  pugna,  e 
messo  il  braccio  sinistro  io  sulla  snoda- 
tura del  destro ,  alza  il  gomilo  verso  il 
ciclo,  e  gli  fa  un  manicbcllo.  Sagg.  nat. 
esp.  8^.  Leghisi  poi  U  vescica  ec.  al- 
quanta sopra  la  snodatura  del  polso.  Gal. 
Siiti  l84-  Fatto  semidiametro  la  corda  e 
'I  braccia ,  e  centro  la  snodatura  della 
spalla,  facciasi  andare  intorno  velocemen- 
te il  vaso. 

SNOMINARE.  /'.  J.  Torre  il  nome, 
Lat.  nomen  adimere.  Gr.  ó'tofi.fx.  «yat^stv. 
Leti.  Feder.  Imp,  G.  S.  Perciocché  non 
tue  della  la  cagione,  oè  snominate  alcune 
altre  persone. 


S  O 

SO  ALZARE.  /'.  A.  Sollazzare.  I-al. 
attoliere  ,  elevare.  Gr.  eTKi'^etv.  Vit, 
Ilari,  37.  Dìcea  che  per  colai  era  soste- 
nuto  il    suo   regno,   K   soalzjtft. 

SOATTO,  e  SOVATTO.  Spezie  di 
cuoio,  del  qualf.  si  fanno  le  cm'fzze  a 
fiiuinenti,  i  guinzagli  a'  cani,  ed  altro  • 
che  oggi  più  comunemente  diciamo  So  ■ 
vattolo.  Lai.  lomm.  Gr.  ifJ.'ii  Jìnt.  Inf. 
3l.  1.  La  coreggia  del  soatto  piena,  co- 
me si  fa  a*  muli.  Buon.  Ftcr.  5.  3.  I. 
Dove  polca  *l  sovaito  esser  bastante  ,  I 
remi  e  le  giubbelte  soo  poi  scarse  (qui 
figuratamente  pel  castigo  della  fru- 
tta )  . 

SOAVE.  Jdd.  Grato  a'  sensi.  Lat. 
siiavif.  Gr.  ri'oy^.  Dani.  Conv.  88.  Dico 
adunque,  che  vita  drl  mio  cuore,  cioè  del 
mio  deulro,  suole  essere  un  pensi-jro  soa- 
ve. Soave  è  tanto  quanto  suaso.  cioè  ab- 
bellito, dolce,  e  piacente,  e  dilettoso.  E 
Jnf.  2.  E  cominciommi  a  dir  soave  e  piana. 
Con  angelica  voce  io  sua  favella  (qui 
può  forse  avere  anche  forza  d^  avverbio) - 
K  l\.  Parlavan  rado  con  voci  soavi.  E 
Par.  16.  Così  con  voce  più  dolce  e  soa- 
ve. Ma  non  con  questa  moderna  favella  , 
nissemi  .  liocc.  Introd.  fiS.  Quivi  sen- 
tendo un  soave  venticello  venire  ce  .  , 
(ulti  sopra  la  verde  erba  si  puosero  in 
rercLio  a  sedere.  E  g.  3-/"  5.  La  Lauretta 
allora  con  voce  assai  snave  ec.  cominciò 
cosi  .  Petr.  cani.  38.  2.  Temprar  pole«* 
io  *n  sì  snavi  noie  I  miei  sospiri,  cb*  ad- 
dolcision  Laura. 

f  §  I.  Soave,  vale  anche  Grato  all' 
animo.  Piacevole.  I)nnt.  taf.  I9.  Quivi 
soavemente  s]iose  il  carco  Soave  per  lo 
sco>;lìo  sconcio,  ed  erto, 

%.  II.  Per  /ìenif^no.  Quieto,  Posalo. 
Lai.  quielut,  p/acidw.  Gr,  r,tnpoii  >;5- 
j^o;.  TfS.  Ilr.  5.  4**-  Quando  l'uomo 
gli  vuole  incaricare  (  t  cammelU  )  ,  eyli  si 
coricano  in  terra,  e  stanno  cheli  e  soavi 
in6no   n   tanto  cbe  son   caricali. 

^:  §  III  Per  Quieto,  Tranquillo.  Almi. 
Gir.  6.  iS.'t'  K  ta  gratia  miglior,  che  fac- 
ria  il  ciclo  V.  di  conceder  qui  soave  mor- 
te. (Q 

§.  IV.  Per  Moderato,  Pi.uto,  Lat.  nio- 
der.Uut.  Gr.  oiJiJ.[itrsoi.  Poi  e.  g.  3.  f. 
l3.  Con  soave  passo  ec.  in  cammino  si 
misero. 

SOAVE.  Avverb.  Soavemente .  Lat  sun- 
viter,  swìve.  Gr.  rlòc'uf.  Petr.  son.  ajo. 
Quel  roiignuol,  che  s!  snive  piagne  ec.  , 
Di  dolcetta  empie  il  cielo.  Frane,  lìarh. 
3^1.  Q.  Cavalca  tosto  in  piano,  Soa^e  nel 
montano  (noè:  a/agio.    Lat.    lente,    sen- 


sim,  placide.  Gr.  >i'yoi]v.  yj-iux^)-  ^  ^'V-^- 
I.  E  se  poco  hai  ,  soave  Porla  (uo  sla- 
to, e  credi  esser  non  degno  (cioè.:  pa- 
zientemente, volentieri.   Lai.   lucunde.  Gr. 

*  §•  Pf  Chetamente,  Pianamente. 
Fr.  Giord.  3,  (Firenze  l"3t>).  Se  M  pe- 
sce, quando  1'  ha  preso  la  rete,  stesse  pur 
soave,  sarebbe  meno  legato.  E  oppresso  : 
E  però  stan  pur  soave  ;  e  così  non  si 
slrigne  altrimenti,  e  non  gli  fa  cosi  male 
il  tarciuolo  Siccome  addiviene  altresì  di 
quelli  cattivi  che  s'  impiccano  ;  cbe  se 
stessero  snave  quanto  potessero,  non  s*  uc- 
ciderebbono   cosi    malamente,  (f) 

SOAVEMENTE.  Avverò.  Con  soavità. 
Lat.  suavittr ,  iucund^fjt.  ììcibi^.  Petr. 
son.  126.  Chi  gli  occbi  ,d!  costei  giam- 
mai non  vide  ,  Come  soavemente  ella  gli 
gira.  Jìocc.  Introd,  55.  .Dioneo  preso  un 
liuto ,  e  la  Fiammetta  una  vivola  ,  co- 
minciarono soavemente  una  danza  a  so- 
nare. 

§.  I.  Per  Quietamente,  Riposatamente. 
Lat.  quiete,  plncide.  Gr.  l'sux'^*  I^''*  23. 
Vincendo  la  naturale  opportunità  il  mio 
piacere,  soavemente  m*  addormentai. 

§.  II.  Per  Pianamente,  Acconciamen- 
te. Lat.  placide,  sedate .  Gr.  rlsu^"']. 
Bocc.  nov.  52.  10.  Fattolo  soavemente 
portare  a  casa  dì  mescer  Gerì ,  andò  ap- 
presso. E  nov.  60.  |5.  Soavemente  svi- 
luppando il  zendado  ec  ,  fuori  la  rassetta 
ne  trasse.  E  n'v.  68.  7.  Giunto  ali*  uscio, 
e  non  aprendolo  soavemente,  come  soleva 
far  la  donna,  ec.  E  nov.  77  ^9-  '^  '^'* 
vemente  andare,  aocorarbé  alquanto  più 
tardi  .iltrui  meni  all'albergo,  egli  il  vi 
conduce  almen  riposato.  Dani.  Inf.  ip. 
Quivi  soavemente  spose  il  carco  Soave.  E 
Purg.  i.  Ambo  le  mani  in  sull' erbella 
sparte  Soavemente  il  mio  maestro  pose. 
P>  tr.  son.  209.  L'aura,  che  'I  verde 
lauro  e  l'aureo  crine  Soavemente  sospi- 
rando muove.  Cr.  4-  11-  l5.  Colla  terra 
coperto  di  sopra,  co*  piedi  soavemente  si 
calchi. 

§.  III.  Per  Amorevolmente,  Modesta 
mente.  Lat.  mode  ■ite,  humanittr.  Gr  pt- 
Tpi'w;,  ot).av*pwT«5.  Nov.  ani.  9.  2. 
L' amico  rispose  soavemente:  io  non  ti  to 
torlo. 

§.  IV.  Per  Pazientemente.  Lai  aquo 
animo.  Cavale.  Spetch.  Cr.  Portate  soa- 
vemente ogni  avversìladc. 

SOAVEZZA.  r.  ./.  Soavità. 'LzX,  sua- 
vitat  .  Cr.  liovTrj;  .  Fr.  lac.  T.  3.  27. 
11.  Cotanto  bai  gustata  Della  s«.f'>  dol- 
cezza. Che  li  era  soavezta  infetmilade.  E 
5  23.  21.  La  contempla/ìon  scote  dol- 
cetta. Gusta   sapore  di  gran  soavezta. 

*  SOAVISSI.MAMENTK  .  Superi,  di 
Soavemente.  Pros.  Fior.  pari.  4.  voi.  2. 
pag.  254  1  gelsomini  ud»r.ino  soavissi 
mamente  .  (?ÌS)  Signer.  Seti,  Pnnc.  tl- 
lut  6.  1.  Non  la.4cia  di  replicare  lati  assalti 
soavis«imanionle   dovunque   può    (TC) 

SOAVISSIMO.  Supeil  di  Soave.  Lai. 
siiai.-i*st'ui4S  .  Gr.  i;dy3T0;.  Colf,  SS. 
Pad,  Allora  finalmente  comprenderà  che 
sieno  ni'U  lolantente  possevoli,  ma  soavis- 
sime quelle  cote  le  quali  ec,  (V.  11.  .^O- 
I.  Il  giardino  dee  avere  intorno  diverse 
grnerationi  d'  eibr  odorilere  ,  dir  dieno 
diletto  e  conforto,  imperocrliè  ogni  otlnre 
è  all' auiniJ  si'atiisiino  cib«) .  Stor  Jlarl. 
Aveavi  iicquicclte  che  passavano  per  met- 
to di  questo  prato,  le  quali  «rano  mollo 
soavissime . 

t  3  SOAVITÀ".  SOAVITADE.  e  SOA- 
VITATE  Astratto  di  Sonej  Qualità  di 
Ciò  che  ^  soave.  Lat  twivìias.  Gr  resi" 
T*](  .  /7ocr.  g.  ^.  p.  \\.  Lasceranuomi 
costoro,  se  io  ec,  sentendo  la  virtù  della 
luce  degli  occhi  vostri ,  la  soavità  delle 
p-irule  mellillue  ce   ,  di  piacervi  m'inge- 


gno .  Dani.  purg.  7.  Ma  di  soavità  di 
mille  odori  Vi  facea  un'j  incognito  ioda- 
stinlo.  I  it.  S  Margh  i35.  E  'I  cor- 
po mìo  sento  tutto  pieno  di  soavità  t  d* 
udore . 

g.  I.  Per  Benignità  .  Lai.  c'rmeMiia  , 
mamuetudo  ,  suavilat  .  Gr.  TtpotÓX'm  * 
Cavate.  Med.  cuor.  Gusti  per  eiperieosa 
la  sua  soavità  e  dementa. 

ir  g.  1 1  Soavità,  in  lerm.  di  de%o- 
zione,  dicesi  Quella  dolcezza  che  Dio  fi 
provare  all'  anima  tta  lui  specialmente 
favorita.  «  Fr.  lac.  T,  6,  6-  11.  Non 
ci  ho  soavitate  ,  Che  amor  è  raffredda- 
to -.  (C) 

*  SOAVIZZARE.  Bender  soave.  Magai, 
Lett.  Genlitexta  di  pensieri  ec. ,  animala 
sempre  da  vivacità  e  da  nobiltà  d' idee  , 
ma  d'una  nobile  e  d'una  vivacità  allun- 
gale, e  soavizzate  nella  grntiletxa.  (J) 

^  SOAVIZZATO.  A'td.  da  Soavizzare. 
Maga!.  Leti  firn.  (A) 

*  SOBBALZARE,  Sa'iellarc  ,  Saitare 
in  su.  Salvin.  JUnd.  Qual  da  gran  rupe 
rotolante  sasso,  Che  dell'orlo  giù  spenga 
alpestre  Gome  ec. ,  In  allo  vola  tohbal- 
tandu.  (A) 

f  SOBBARCARE.  /'.  A.  Sottoporre. 
E  SI  trova  us'ito  in  signifìc.  neutr.  pass. 
Lat.  arciis  in  morem  flecti  ,  arenari  , 
Plia  Gr.  x:</*~T553at  .  Pani.  Purg,  6. 
Ma  '1  popul  tuo  sollecito  risponde.  Senta 
chiamare  ,  e  grida  :  i'  mi  sobbarco.  But. 
ivi  :  r  mi  sol'barco  ,  cioè  :  io  faccio  di 
me  barca  ,  o  io  mì  piego  a  sopportarlo  , 
e  sofferirlu  (  qui  per  avventura  'e  nel 
senso  figurato  di  Sobbarcclare  j  cioè  j  to 
mi  accingo  a  portare  il  comune  incariccj 
e  forse  ha  la  radice  nella  voce  Arca  , 
cbe  nr*  b.Ksi  tempi  equuafrva  a    Torace). 

*  SOBBARCOLAKE.  .alzarsi  1/  man- 
ti^, o  le  vesti  ,  fissandole  alla  Cintola  , 
come  fìnrio  coloro  ,  che  si  dispongono 
a  qualche  cpem  di  fa'ica.  (C) 

♦  SOBBARCOl.ATO  -  Add.  da  Sob- 
barcvlare.  Ovid.  M.  (  codice  Pucci  )  Uh. 
3.  La  valle  chiamata  Cargafia  era  spessa 
d*  arbori,  che  fanno  la  pece,  e  dell'aguto 
cipresso.  Sacrato  alla  sobbarcolaia  Diana 
(  S'ibcincltr  sacra  Diame).  E  hb.  8.  La 
vecchia  Baucìs  sobbarcolaia  e  tremante 
puose  la  mensa  ec.  (  memam  subiincta 
tremensque  l'onit  anuf  ).  E  llb.  IO.  Vac 
vagando  per  li  monti  e  per  le  selve  ,  e 
per  ti  sasii  pieni  di  pruni,  ignuda  in6na 
alle  gtnncrhìa,  sobbarcolaia  a  modo  della 
Dea  Diana  (vestrmque  ritu  tubcìncta  Dia- 
ntr  i  e  sempre  Ovidio  che  i\  cita  Delle 
parenlesi  ).   (  (V 

SOBBISSARR.  e  SOBISSARE.  ^«ft/'u- 
sare  Lat.  evirii.  Gr.  xaTasr^i'^cosat 
M.  /.  3-  4^-  ^*  rocca  d*  Elei  in  su* 
ronGni  fra  Arezzo  e  M  Borgo  solihissù  . 
ìli.  .V.  Gio.  B-it.  i57  Temevano  che  non 
subiksauc  tutta  quella  provincia.  $  Brvnz. 
nifi.  buri.  3.  57-  Ma  perchè  dopo  il  be- 
ne il  mal  si  tro^a  ,  niiorna  Ìl  mondo  a 
sobbissar  di  nuovo  ,  Passato  questo  di  , 
ec.  (ft) 

SOBBISSATO.  «  SOBISSATO  Add. 
da' lor  verdi  .  Lat.  t*eriu*  ,  subvertut  , 
Gr.  xaTXtrptf'itii.  Sen.  /'u/.  91.  Spca- 
sn  abbiamo  udii»,  come  la  ciUadì  tutte 
intere  sono   sobbissale. 

«  SOBBOLLIMK.NTO  //  sobbol't.f  . 
I.rcgtr  h-^lhmento  .  Lai.  /cu/  tl'ul.'ttto  . 
Cr  pifpx  ^Ì9ii  S.gnrr.  Pred.  30-  8.  A 
prrsrguiiare  qualcuno  basta  un  leggiero 
err'>r  d*  intellelto  ,  un  snbbollìmeoto  di 
sangue,  un  molo  d'  invidia,  uo  empito 
d)  furore,   (') 

SOBBOLLIRE.  CopertamenU  bollire. 
Lai.  lat'nier  Imllire. 

SOBBOLLITO.  Add  da  Sobbollire  , 
Lat.  latenter  bmlliens  .  Tac  Dav.  Amm. 
\     104-  Sapendo  con  cbe  tuoni  e  fo1g<ri 


S  O  B 

di  parola,  e  Talli  da  qurl  DUgoloso  petto 
troppicrcLLe  b  koLUottita  ir«  f  i;»i  pi-r 
rutta/. j  e  vaU   Coperln,  Segreta). 

f  SOBBORGO.  /ìoryo  contiguo,  0  Vi- 
ano alla  città  .  Lai.  suburl-ium  Gr. 
Apoa'aretov  G  /.  ii  ^S.  3.  Le  chuiP 
eh'  eraoo  allora  in  Fircnic,  e  ce*  iuMmr- 
gfai  ec,  coniammo  1 10.  Ott.  Coni.  Par. 
la.  3o6.  F*  TU'  gragnuola  in  CuslaolÌDO- 
poli,  r  nr"  ioMtutgbi  discfsc.  Cuid.  C  Li 
narigatoii  Tidt-ro  li  liti  Iroiani  Jj  presso, 
e  li  suoi  »ol>l>orglii-  Star.  t'ur.  6.  12^.  Lo 
raaudava  a  stanziare  ne' sulborghi  di  Mes- 
kabaria . 

SOBBREVITAV  r  a.  Posto  m-.rr- 
/'ìalnu,  va/e  Sotto brrvilà.Liì.  sub  f.rrvtta- 
te,  hrtvtter,  Gr.Srax-'"'  '  ''•  ^  ''"'■  ^'*" 
miocidla  vita.efiopdìs^iu  Girolamo,  ridotta 
ìobbrevità  .  ifA.  /irtr;:  I^I-t  dirovvi  soli- 
brevilìi  delti  prioripali  paesi  e  rilladi 

SOBILLAMENTO,  e  SUBILLAMEN 
J'O.  il  sobiitare,  Siidd'icimento  La(.  j/i 
ttigutio.        * 

SOBILLARE  .  e  SUBILLARE  .  Lai. 
seditcere  ,  indurire  .  Gr  «Trr/'/ioàai  » 
itsayftv .  far  eh.  r.rcol.  73.  Subillare 
UDO.  è  lanlo  dire  e  tanto  per  tutti  i  ver- 
si e  eoo  lutti  i  modi  pregarlo,  rhe  egli  a 
viva  fona  e  quasi  a  suo  marcio  distretto 
prumetla  di  t.irc  lutto  quello  LÌie  cului  , 
il  quale  lo  suliilla  ,  gli  chiede  .  E  Star, 
l5.  58g.  Noo  resterebbe  di  sobillarla  , 
taDtocbè  la  farebbe  cundcscendcre  ad  ogni 
modo  alle  voglie  loro. 

SOBISSARE.  r.  SOBBISSARE 
SOBISSATO.  r.  SOBBISSATO. 
i  *  SOBLIMARE.  /  .  A  Sublimare. 
Sertfi.  S,  Agost.  35.  CoD  questa  perseve- 
ranza furODu  incorcnaii  Ì  Martiri,  le  Ver- 
gini ne  furono  gluriusc,  i  Sacerdoti  ne  sono 
soblimati.  (!') 

SOBOLE.   r.   L.  prole.  Lai.  soboles. 
Gr.   yv.i'x      Ftr.  Dial    beli,    donn,  397. 
beMa    rosa  è  vedere    una    leggiadra 


S  O  B 

SOBRIO.  Add.  Porro  nel  mangiatg  e 
mi  bete.  Astinente  ,  Moderato ,  Che  ha 
sobrietà.  Lai.  stb/im  .  Gr,  vif;ox)t05  . 
Socc.  Intrcd.  ^-.  Cose  più  alle  a  curiosi 
bevitori  .  che  a  sobrie  e  oneste  donne  . 
Dr.r.t.  P'ìr.  \Cì.  Si  slava  in  pace  sobria 
e  pudici.  .ìfaeslrnzz  2.  1 2.  4  "  sacer- 
dotal  senso  die  esser  vigile  e  sobrio  e 
sonile.  Gr.tut  80.  Io  Ilo  più  volte  udito 
che  ti  souo  trovate  delle  nazioni  cosi  so- 
brie,  cbe  non  isputavan  giammai. 

g  Sohi  io  ,  ptr  l. ubi  ICO  ,  nel  sìgnìfic. 
del  §.   II.    Cicn.  Mor.ll.  282.  Fa'  di  slare 


S  O  € 


i3a3 


sobrio     del    rvi 


■pn 


<.be  tu  esca   il  dì  due 


Cbe 


dooaa  ,  quando  con  rrt-quente  sobole  gli 
spessi  cappgli  cumulano  il  bel  capol  (qui 
per  similit.  }. 

SOBRA.NZARE.  f.  A.  f.  SOVRAN- 
ZARE. 

SOBRIAME>'TE.  Asverb.   Con  sobrie- 
tà .  Lai.  sobrie  .    Gr.    v»)ya)tw;  .   Pace. 
«or.  63.  5.   Ciedunsi  cbe  altri  non   cono- 
sca  e  sappia    cbe   i  digiuni     assai  ,    le     vi-   j 
Taodc  grosse  e  pucbe,  ed   il   %iver  sobiia- 
mente  faccia  gli    uomini  magri  e  sottili  , 
ed   il  più  »aDÌ,  Lab    22.  Puìcbè  l'usiluto  ] 
libo    dssai    sobriamente  ebbi  preso  .   Col'*  ! 
Ab,   l\aac,  cap.  5o.  Subrian.ente  dormi, 
jccioccfaè  non  si  cfs»i  da  le  )i  virtù  cbe  ' 
ti  guarda.  | 

5  SOBRIETÀ'.  SOBRIETADE,  e  SO-  | 
BRIETATE.  Parcità^e  yjod.  razione  prò- 
priimente  nel  mangiare  e  nel  bere;  e  si 
dice  ùn»:ora  della  Parala  d'altre  cose 
appelihtli  Lai.  Sibrietas  .  Gr.  vr.^aXiO- 
TJJ5.  Albert.  Cap,  55.  La  subrietade  «•  co- 
slrigcere  li}  sopercbio  nel  bere  .  Declam. 
Qulntil.  La  temperata  sobrìelade  per  ispe- 
»e  del  \iaggiu  gliele  diede.  Maeit'uzz.  2. 
12.  4*  iV-rtltc  si  rifbicde  in  colui  che  si 
"U-e  ordinare  o  nel  cberico  ,  la  sobrietà 
del  cibo  T  f  appressa-:  Percbè  ìÌ  rìthi-'de 
io  cului  <be  SI  dee  ordinare  ,  e  nel  cbe- 
rico,  la  sobrietà  del  b^re? 

'*'  %  A  sobrieià,  pO\to  arvrrhiaùn  1  a- 
'«'  Con  sobrietà  ,  e  figuratam,  iX'i  trrppo 
né  poco  .  m  Tcs.  lì' .  3.  4  ^on  sapere 
i>iù  cbe  rou  ti  f*  di  mestìire  di  sapere  ; 
I  rigati  di  sapete  a  sobrietade,  cioè  né 
poco  ,  oè  tri'ppo  •,  ^.Y; 

*  SOBRI1S5IMO.  Superi  di  Sobrio, 
■^egn.  Stor.  12.  320.  Quella  Coru  erj 
diveoota  più  simile  alla  Corte  d'un  Sar* 
d^napalu.  che  di  un  Re  che  tenesse  guer- 
ra e  oìmtcizia  conira  un  potentissimo  e 
aobrìitsimo   Imperadcre.  (ySJ 


volte  il   meno. 

SOBUGLIO  .  r.  A.  Suhug/io.  Lai, 
scditio  .  Gr.  OTCìtt^  .  G.  /'.  ij.  3g.  2. 
Nun  si  facea  lezione  de'  Priori  per  le  ca- 
pitudini  d(ir  arti,  che  quasi  la  città  non 
si  commovesse  a   sobuglio. 

*  SOCCAVATO  .  Add.  Parlam.'o  di 
tirra  f  vale  Cavato.,  o  Lax'orato  a  fondo. 
Palhd*  iVof.  6.  Si  seniiua  l'aglio  e  l'ul- 
pico  ,  sperialnienle  in  terra  bianca  ,  soc- 
cavata  senza  letame  (il  lai.  ha:  f^ssa  et 
subacta  )     (]'} 

SOCCE?iERICC10.  A-jgiunto  propria- 
mente del  pane  cotto  sotto  la  cenere.  Lai. 
suf'cinericius  Gr,  zTioci-zfi'ìu.pro^,  Atm. 
Amni.  Jnt,  6.  I.  !^  E  poi  dice  ,  cbe  a 
capo  suo  era  uno  pane  soccenericcio,  e 
uno  vaso  d'acqua.  •!-  Segnvr,  Seni.  Oraz. 
3.  Come  un  pane  soccenericcio  di  poco 
gusto  al   palato.    (TC) 

t  SOCCHIAMARE.  Chiamare  sotto 
voce.  Lai.  demiss-i  tO'C  vacare.  Gr.  utto- 
oojvi'v.  Oit.  Coni.  In/.  3o.  52^.  Comun- 
que io  soccbiamava,  e  udissi  la  voce  mia, 
lasciò  il  mantello  eh'  ci  lenea  ,  e  usrì 
fuori . 

SOCCHIUDERE.  Aon  interamente  chiu- 
dere. L.M.  pene  Claudel  e.  Gr.  wap'  o'Xiyov 

£.  Socchiudere,  per  Chiudere  assoluta- 
mente »  Lai.  Claudi  re.  Gr.  /.iit'siv  .  Gr, 
S.  Gir.  i5  Quelli  che  vanno  per  dirit- 
tura, e  dicono  verità,  ccss-no  avarizia  di 
sopra  se- ,  e  socchiudono  le  sue  mani  di 
tulli  i  doni. 

SOCCHIUSO.   Add.  da  Socchiudere j 
.Yo/i  chiuso  affatto  ,    t^iifSt   chiuso.    Lat, 
/re  clausus  ,  si  miadapertus.  Gr.    Trjuca- 
vr>iz73;  .   Guid    O.    Noi  simigtianlemente 
di    ciò  ci   dobbiamo    io6ngere     con     occhi  < 
socchiusi.    Muti,    t'ranz.   r mi  buri     2.  167     ! 
>on    si    vedrebbr^n    mai    belle    6g!iuole ,  [ 
Perchè  le    madri  le  tcriitn    rinchiuse  er. 
Se    uon    altro  ,  le    lassan    pur    vedere    A 
quelle    gelosie  cosi  socchiuse  .  Lasc.    Ge- 
los.  2.   1.  Però    fia  buono    ritirarmi  den- 
tro, si  sì ,  e  tener  più  tosto  l'uscio  soc- 
chiuso . 

*S0CCIDERE.  /'.  SUCCIDERE.  (A) 
't  3  SOCCIO.  Accomandita  di  bestia 
mej  che  si  dà  altrui,  che  il  custodisca  e 
g'H'er/it  a  mezzo  guadagno  e  mezza  per- 
dita. Lai.  societ.is .  Gr  xotvwvt'a.  Pass. 
l?6.  Multi  aliri  dicono  che  sono  alloga- 
gioni,  comp;tgnie  e  socri,  venture,  com- 
perare a  novello,  e  più  a!iti  modi.  Tralt, 
pece*  mort.  Danno  \ut  bestie  a  socrio  a 
capo  salvo  ,  siccome  >Ìcno  di  ferro  •  cioè 
s'  ellì  ne  muore  neuna,  qu(  Ili  cbe  le  tiene 
sì  ne  meltei'a  una  io  quello' scambio  al- 
tresì buona  .  Pttr,  Frctt.  Ma  d.ir  le  ca- 
pre a  SOCCIO  e  pure  Ìl  meglio,  -j-  i.'  Min. 
ùlalm  pag.  4^1.  ^Voi  per  .jocc/o  iolcudia- 
mo  una  società,  o  comp«^Dia  particolare, 
ovvero  un'  accomandila  di  bestiame  che 
si  dà  altrui  perchè  lo  custodisca  e  gover- 
ni.  a  mezzo  guadagno  e  perdita  .  Sozio 
poi  ,  pure  drfl  latino  Sccius  ^  inleodiamo 
quel  che  i  Latini  dissero  S- dulis  iure, 
Sodalitiis  iiinctut  j  e  lìuon  sozio  dicbia- 
nio  a  colui  che  non  guasta  mai  ,  e  che 
accomoda   la  conversazioiìe.  (Aj 


*t  S-  '■  -^"ccio,  si  chiama  anche  il  Be- 
stiame medesimo.  Malrn.  10.  3^.  Accii>«. 
che  ninno  un  tratto  Io  coniLaiia,  Quaud* 
egli  ha  dato  a'  socci  la  scon6tla.  f  ^^  .Mta. 
.'i/nlm.  pag.  i^$l.  Socclo  s'  intende  quel 
bestiame  ,  il  quale  si  d^  a  un  cuntatìino 
per  f^r  a  mezzo  del  guadagno,  quasi  dica 
a    taccio,  cioè   a   compagnia.   (/Jj 

§.  II.  Soccto,  diciamo  anche  a  Chi  vi- 
glia ìl  soccio, 

3  SOCCO.  Calzare  usalo  dagli  stridei 
rndcht  nella  comnirrlia.  Lai.  s^ccus  Gr. 
gfi^l^TVìi  •  Buon.  Iter.  4  2.  7.  È  vago 
di  cantar  pensai  allora.  Tratta  via  la  chi- 
larra  e  '1  socco  umile.  Ricever  sul  Pim- 
pl<0  più  degni  arredi.  7'  5,  intr,  3.  E  tu 
sul  Iljulo  gl'imi  Falli  civili  di' co' pie 
nel  s»>cc(i, 

-^  ù-  E/ìs'it\-tfim-pir  Commedia.  «  Petr, 
cap  (^.  ALiUria  da  coturni,  e  non  da  soc- 
chi ».  (A) 

SOCCODAGNOLO.  Straccale.  Lat.;>o- 
StiLni.  F'-a.r.  S"Ccb.  mv.  iQo^^slosì 
s'j  ùuo  succodagnolo  de*  delti  ra^n  ec.  . 
cominciò  a  chinate  la  testa  verso  il  rotto 
del  detto  mulo,  />finh.  i.  43.  E  Virgilio 
rubo  uu  soccodaynolo  Per  insegnare  a  ba- 
lestrare a'  trilli. 

t  *  SOCCOMBERE.  Soggiacere.  Restar 
perdente.  Cavale.  Eipos.  Sirnb.  1 56.  Or  ec- 
co giocondo  giudizio  di  Dio,  cbe  Io  demonio 
supcibd  persecutore  degli  umili,  non  sa- 
pendo, fabbrica  loro,  quacdo  <-Ii  percuote, 
corone  a-mplieroc,  lutti  impugnando,  e 
a    lutti  su'-combendo.   ^.V^ 

SOCCORRENZA.  FIh.':so  di  corpo, 
m-ì  senza  sanguej  che  anche  diciamo  Ca- 
caiuola ,  o  Uscita.  Lai.  dinrrhaea,  Gr. 
6tùppoiy..  Cr.  5.  7.  7.  Vagliono  (/eco'- 
fogne)  al  Uussù  del  s.iiiguc,  e  alla  soccor- 
renza, e  al  vomito.  Lib  Son.  38.  Lingua 
da  fjrsi  incontro  a  soccorrenza.  Fir.  ^-Js. 
93,  Se  non  che  il  venire,  picn  di  bietole 
e  di  altri  erbaggi,  as-iallato  ec,  da  una 
sdrucciolevole  socrt  rrenza,  schizzando  co- 
me un  nibbio  ,  di  loro  un.T  parie  ne  ri- 
coperse ,  e  un'  altra  ne  ammorbò  con 
quello  odore. 

3  SOCCORRERE.  Porgere  aiuto,  sus- 
sidio. Lai.  succurrere.  subvaire,  suppe- 
tias /erre.  Gr  /3oj;5£Tv  Cavale.  Fmlt. 
ling.  Chi  può  soccorrere  a  chi  è  in  peri- 
colo di  morte,  e  non  Io  soccorre  ,  si  può 
dire  che  l'abbia  morie  G.  f.  n.  8.  i. 
Se  per  lo  re  Giovanni,  a  cui  s'erano  dati, 
non  fossono  soccorri  con  Oile  campale  in- 
fino a  mezzo  Luglio,  dartbboiio  la  terra. 
Petr.  Mn.  3i3.  Sycoiri  allalma  disviala 
e  frale.  Dant.  Par.  6  Carlo  Magno  vin- 
cendo la  soccorse  .  Din,  Comp^  2.  53. 
Guastarono  Laterina ,  che  la  tcneano  i 
Neri,  i  qujii  non  la  poterono  soccorrere. 
Ar.  Fur.  22  20.  Se  non  si  soccorrea  col 
grave  suono,  M-tIo  era  il  Paladin  senza 
perdono.  *  Ciov.  Celi.  l'it.  yjl/.  i6g. 
Furon  ec.  soccorsi  da  Alfonso  di  lutti' i 
bisogni  loro.  (C) 

*  §  1.  Talora  si  usa  anche  in  signijic. 
neulr.  ni-Uo  stesso  senso  Guìcc*  Star.  2. 
3o8.  Essendo  già  levato  il  rumore  per 
tulio  il  campo,  soccorse  <on  molli  fanti 
il   Ziiolo  di   Perugia,  (tj 

•t-  S  ^'-  Soccarierc  per  Far  riparo. 
"  Dant.  In/  17.  Di  qua,  di  là  soccorre'a 
con  le  mani  Qu.tndo  a*  vapori,  e  quando  al 
caldo  suolo  »».  (B)      -" 

■*•  §  III.  Per  Gioi/aie  ,  ì'aiere  ■  Ar. 
Fur,  5  1.  i5.  Di  tormentarla  non  ceuò. 
Sin  eh'  ella  Kon  gli  fc  '1  giuramento  il 
qual  non  »'  usa  Fia  noi  miii  violar  j  né 
ci  srxcorre  11  dir,  che  foixa  altrui  ce  'I 
faccia   Ione    (B) 

§  IV.  /n  signifc.  aeu/r.  vale  Occor- 
rere, 7'euire  in  mente  t  Sovienire ,  I.ai. 
succwreie ,  subire,  in  mtniem  venire. 
Gr   Ct^^x^-**    Alh,rt    cap.  21    Quando 


ÌÌ2Ì 


S  0  c 


tu  vcccbiu  rccilerai  ^nlicht  delti  e  falli, 
fa' che  ti  sorctirrjnu  cose  che  tu  abliì  falle 
dalla  giovunludirie  tua.  /-Jr.  Fnr,  23.  123. 
Id  tjQlo  aspro  travaglio  gli  soccorre,  Che 
nel  medetmo  IclLo  ,  io  che  giaceva  ,  L' 
iograla  d-^ìDna  veoulasi  a  porre  Col  suo 
drudo  [liù  vulip  esser  doveva.  -^  Cas  fett. 
GuaU.  23^.  Mi  pare  anco  che  V  oliavo 
verso  sia  languido  ,  e  doo  mi  è  mai  soc- 
corso come  poterlo  far  più  vigoroso.  (C) 
*  §•  V.  Per  Trarre,  Accorrere,  Bui. 
38.  I  cani  abbaiano  ,  e'  fjociulli  soccor- 
rendo al  romore  e  allo  scampo  di  loro 
l>estiamc  subilampole  i  giuochi  abbaado- 
naoo    (C) 

SOCCORREVOLE.  Add,  Che  soccor- 
ri!. Atto  a  soccorrere. 

t  §  Per  Ausiliario.  Lai.  auxiUariui* 
Gr  ^o>:0(xo'i.  Liv.  HI.  Fece  passar  nella 
primj  schiera  le  courti  soccorrevoli  .  E  ap- 
pre-iti-»  :  Nud  erano  rimasi  se  non  li  soccorre- 
voli tanto  soLimenle /'//Hi  in  /orza  di  susl.). 
S(^^OKKiMENTO  .  //  soccorrere  . 
Lai.  W/k'ifi'im.  Gr.  fSoijSiia.  liini*  ant. 
P.  N-  Me<u  /*",;.'!,'.  d'  Amici,  Dunque 
chi  k  gravalo  ,  In  colai  guisa  abbia  soc* 
corrimeoto. 

'\  SOCCORRITORE,  l'erbai,  masc. 
Che ,  o  Chi  saccone .  Lat.  auxiliator. 
Gr.  ^o*i3o*5.  Sali-in.  Disc.  2.  49-  ^oa- 
lolalore  ne'  travagli  ,  soccorritore  nei 
mali ,  guidj  e  scoria  nostra  ,  e  lume,  e 
spt^^rania.  :;:  E  Od:s,.  23-  l58  P-ichè 
un  uomo  ne!  popolo  uno  avendo  Ucciso, 
ctii  non  sien  molli  di  dietro  Sorcorritori, 
fugge  abbandonando  I  paranti  ed  il  patrio 
terreno,  (fì) 

•f  *  SOCCORRITRICE.  Veibal.fcm. 
di  Soccorritore  .  Salt'tn,  lliad.  /ih,  5  v. 
1180.  Ma  quegli  avendo  il  cuor  forte, 
qual  pria,  I  giuvan  de'  Cadinei  diffidava, 
E  vinre.i  ognuno  di  leggicr  :  tale  io  Era 
soccorritrice  j  or  io  t'assisto,  ec.  TC  tvi: 
t».  l32f).  Quelle  pmcìa  ;i  casa  Del  gran 
Giovi!  tirnar.  Giunone  Argiva»  E  la  soc- 
corritrice ulra  Minerva.   (A) 

SOCCORSO.  //  saccorrc'-e  ,  Aiuto, 
Sussidio  Lai.  aH.rilittm  ,  siihsi'luim.  Gr. 
^ori^iiOL  Bocc.  Proem  8.  In  soccorso  e 
rifugio  di  ((uelle  che  amano  ce  intendo 
di  raccontarL'  cenlo  novelle.  Cai'nlc,  Med, 
cuor.  Ogni  di  aiuta  e  da  soccorso  del  suo 
lume  e  del  suo  conforto.  Petr,  son,  180. 
E  *1  mio  fido  soccorso  Vedein*  arder  nel 
foco,  e  non  m'aila.  K  canz.  3;)  2.  Che 
pure  agogni'  nn-tc  ^occorso  attendi?  Dmt, 
Inf  2  E  temo  che  non  sia  già  si  smarrito, 
Ch*  io  mi  su  ijrdi  al  soccorso  levata.  E 
Piirg.  18.  V.  fpH'i,  che  m'era  ad  ogni 
uopo  soccorso,  Disse.  E  Par.  22  Più  fu 
il  mar  fuj;gir  ,  quando  Dio  volse.  Mira- 
bile a  vetler  ,  che  (jui  il  soccorso  .  fìed. 
Itlt.  2  I2(»  II'  scrino  air  Eccellcntiss. 
«ig.  dottor  Ciirazti ,  che  un  anno  f.i  l'-ce 
un  viaggio  con  !■•  galere  ,  se  anco  queji* 
anno  ne  vu<d  fare  un  altro  sopra  quel 
vascello  che  il  sig.  N.  N.  manda  in  soc- 
corso  de*  Venetiani. 

§.  Dic-si  III  proi'eih  :  Il  soccorro  dì 
Pita,  Quando  giw^'ie  t.irdo  e  inopporttiti'ì. 
Lai.  Pronietheux  post  rem  .  Buon,  Eier. 
1.  5.  3  K' sare' bene  Ch'or  lu  facessi  il 
fecondo  marrone.  K  'I  tuo  sarebbe  Ìl  voc- 
corso  di  Pisa  /-,'  ^,  "<.  3.  Il  nostro  fu  il 
•occorso.  Che  \'t  »Uid  dir,  di  Pi»a.  fìeru. 
Ori.  I.  2.  63.  Diceva:  c'vìene  il  soccorso 
di  Pisa  . 

SOCCORSO.  /<W  da  S'Ceorrrre.l.iX. 
adhttus  .  Gr  /9!€oii3tiu«vo;  .  O.  /*.  9. 
lf><)  2.  Allungano  molto  tiretto  di  vit- 
tuaglia  ,  <•  non  sorrorsi  ,  l'  arn-ndi-o  poi 
«gli  utciti  di  Genova  e  il  Marchete  drl 
Finale  a   palli. 

#  SOCCOTRINO  .  Aggiunto  dì  una 
sorti  di  al.-è  .  Lai  *focc-'trtnns .  lied. 
Ots    cn     lo'^.   Stcniprrai    neU'  arqu    C(> 


S  O  C 

mune  una    giusta  quantità  di  aloè  socco - 
trino   polverizzato   in   mudo,  che  ce.  (*) 

*  SOCCRESCEUE.  Afi/winto,  0  Len- 
tamente crescere  Pallad,  Eebbr.  i3.  Ogni 
anno  lasciamo  alcuna  cosa  soccrevcere  quia 
di  per  li  rami,  srrbaodu  sempre  una  ma- 
teria ,  cioè  un  tralce  madornale,  il  quale 
si  drizzi  in  su  alla  velta  dell*  arbore  (  it 
testo  lat,  ha  :  alìquid  per  ramos  crescere 
subinde   paliamur  )     (l  ) 

SOCIABILE.  Add.  Sociale,  Compa- 
gnevole, Lat.  sociabili^.  Gr.  xotvoav</o';. 
f'arch.  Enol,  3l.  L'uomo  h  animale  più 
di  tutti  gli  altri  suciabile,  ovvero  compa. 
gni-v.df.  E  appresso  :  Multi  altri  animali, 
i  quali,  se  non  sono  civili  ec,  sono  almeno 
sociabili.  Celi.  iett.  3.  lei  8.  ipt  L'uo- 
mo ,  per  essere  animale  sociabile  ,  e  che 
ama  vivere  con  quei  della  sua  specie  me- 
desima ,  si  rallegra  delle  felicità  degli 
altri,  u'  Se^ncr.  Crisi.  Irtstr.  3.  33.  l3. 
E  siccome  T  uomo  e  un  animale  sociabi- 
le ,  così  le  medesime  delizie  non  gli  son 
dolci  ,  se  la  solitudine  gli  vieta  di  parte- 
ciparle  ad   altrui     (C) 

SOCIALE.  Add,  Che  ama  cornpagnit . 
Lat.  joci'ibiltt,  socialis.  Gr.  x>ivuv(/o';. 
Mor.  S  Creg.  Colui  che  schifa  di  con- 
servar la  pacicnza  ,  dì  chiaro  ,  e  tosto 
rompe  la  viij  sociale  per  impazienza  . 
Buon.  Firr.  intr.  1.  Ch'  io  son  persona 
as>ai   più  sociale. 

•f  *  socialità'    Qualità  di  cièche 

è  sociale,  Co'iipa^ni.t.  Sef:ner.  Crist.  I. 
?0-  5.  Tutto  ciò  che  si  oppone  graode- 
mente  al  bene  della  S'iciatiià  umana  dee 
dirsi  rbe  grandemenle  appongasi  alla  ra- 
gione, propria  dell'  Uomo.  Ma  se  cosi  e, 
mirate  un  poco  qual  cosa  possa  essere 
più  ronlraria  della  menzogna  ad  una  lale 
socialità!    (Aj 

t  5  società'.  SOCIETADE,  e  SO- 
CIETATE  Contpiigni'i,  Unione  d'uo'nini 
COfit^iwiti  per  natura  ,  o  prr  leggi  .  Lat. 
socieias.  Gr.  /otvwvi'st.  .SV^i.  /tm.  t'aich. 
7.  iS  Tutto  quello  ec  ha  la  sociei'a  della 
ragione  umana  tolto  via  da  lui,  e  spezzalo. 
=1*  §.  I  Socii  tà.  si  dicfinch.  dell'Uni  ine 
ferwata  tra*  popoli  ,  0  tra' principi  a  di- 
fendere  se,  e  ojfemlere  altrui.  Lat.ioci- 1-/.*, 
Jaedu-i.  «1  Bor^h,  Col.  l.at  38^  Si  vede 
ce.  essere  slato  olferto  ec.  l'amirizia,  e  ad 
altri  la  socict'i  del  popolo  romano  •».  (C) 
^  §  II  SocieUì,  va/c  anche  Unione 
ti'  int>-resf.iti  in  alcun  negozio,  o  trajfìvo 
niercanli/t'.  i'ifm,  !\f<ilm  jbtì.  L'  azione 
che  nasce  dal  contralto  di  società  si  do* 
manda   da    Legisti   aiiune  prò  socio    (Cj 

♦  S  ili  Società,  si  dice  anche  ifuu! 
chv-  ì'o/ta  di  Uni  <ompig-ìit  d*  uomini  the 
si  ritiniuono  insieme  per  iucemento  rd 
utilità  del'e  lettere,  delie  scienze,  0  del' 
le  ani  .  Mnf>al.  Leti,  fnm,  1  i»8.  La 
prego  vivauteiile  di  farmelj  V4lere  appresso 
colerli  signori  della  Società  per  una  lauto 
più  sxurj,  quanto  più  mal  misurala  te- 
stimonianza della  mìa  ot»equio«a  gralilu- 
dine.  E  iSJ-  Come  V  E.  vide  ,  io  niì 
snn  ridotto  da  uliimo  a  fi-ndcrle  grazie 
dell'onore,  che  la  Società  Reale  s'è  con- 
tental.i  di  r.irmi  come  a  sua  ciratura  (C) 
'^-^  SOCIO.  C  ntf'tigna.  Sozio  S'nnaz, 
AiC'id  eg/.  li.  Deh  I  sorio  mio  ,  se  'I  ciel 
giammai  nuq  fulmine  Ove  lu  pasca  ,  e 
mai  per  vento  n  grandine  La  rjpannuola 
tua  non  «i  disculmine  .  ec  (/t)  C'ir  Itti. 
I  2.'»  Per  quest'I  n-'U  sairle  meno  di 
quel  Maffeo  .  che  vi  sirte  ,  srrrelario  del 
C-trdinal  farnese.  Oratore  ec.  run  tulle  l« 
appjrlenrnie,  ed  arrle  questo  di  più,  che 
%'aró  per  bu'tn  lorio,   (C) 

SODA.  Spriie  di  Cenere  d' unt  pianta 
detta  i-o!gnrnien'e  Priscolo,  /.i  tjuat  ve- 
ntre e  pregna  dt  sale  alcali  ,  e  ridotta 
in  po/vrre  t  e  mési'vlnla  Cf*H  iena  hiania, 
serve  a  f<ire  il  vetro.    Lai     ktli    Rtcrit. 


S  O  D 

Fior.  60  11  sale  alcali  .  il  quale  si  Ci 
dell'  erba  cali ,  che  è  quella  di  che  si  fé 
la    soda. 

SODALE.  7'.  L,  Compaiano.  Lat.  so- 
dalis.  Buon.  Fier.  3  2.  17.  Che,  largo 
in  noi  di  suo  reale  ospiziu  .  Ne  fé' sodali 
a  qu'-lla  onesta  mensa  .  ^  Menz.  taf,  ^. 
Tanta  feccia  000  han  gli  scolatoi  D'ogui 
più  immonda  e  fetida  cloaca,  Quaala«  o 
buon   Giove,   eitt   sudali   tuoi.  (B) 

SODALIZIO.  /'.  L.  Compagnia.  Lai. 
sod'ililiunt,  iodiilttns.  D-tnl  Par.  24-  O 
sodalizio  el  Ito  alla  gran  cena  Del  beoe- 
delto  Agnello,  il  qual  \i  riha.  Morg  sS. 
46.  Oh  sodalizi  >.  oh  maladetto  loco,  Do- 
ve fu  perpetrato  tanto  malel 

SODAMENTE    Avvcrb.  Con  sodezta. 

Sicuramente,  Cnultimcnte.  Lai  tufo.  Gr. 
OLloxXùìi;  ,  C'on.  More/I.  260.  E  questo 
per  irafTicare  il  suo  sodameuto  E  261- 
Va'sodameole  Del  fidarti,  e  non  l'abbor- 
racciare . 

§.  P<r  G  agitar  dam  in  te  ,  X^on  Jorte  a- 
nìmo.  Lat.  Jorliter  ,  Jirmiter  .  Gr.  Wg^J' 
poti.  Mor.  S.  Greg.  Tanto  più  sod^racote 
s'apparecchiano  a  quelle  cose  siabili,  quan- 
to meno  apprezzano  queste  cose  iransìlu- 
rie.  C-ir.  }.  ti  1.  l58.  Questa  mia  sodezu 
si  sleiidir  ancora  all'  amicizia  ,  e  t'  aiuu 
sedani'  nie . 

SODAMEWTO.  Stabifiinenla ,  Con/er- 
maiitn--,  Lat  c-'nfi'iuotio .  Gr  ^ffiou'ftì* 
?ij  Petr.  Uoni.  Ut  Ordinò  dodici  littori, 
e  compnos':  nuove  leggi,  solo  a  fermczta 
del  p'ipolo  ,  o  sodamento  dì  pace ,  0  di 
concurdia  . 

g.  Ar  .Malie  V.  doria.  Obbligo.^  Lat. 
cantio ,  f-ti'tdilio  Cr.  txatvw;»;  ,  iVavo- 
^u?tV.  .  Cr.n.  Morell.  3ì2.  E  di  poi  gli 
lax'iò  eoa  s<'damento,  e*  unn  si  parlìrcb- 
btino  .  E  nppre*so  :  Per  la  promessa  e 
s<  d.mieiitu  f^itu  a*  Pisani,  non  si  fé  più 
novità  tilcuna  .  G.  /.  1  1  (jl  \.  La  ga- 
bella detlu  siidattieulo.  G<  riui  :3oo  (ciu« 
dì  portare  arme  di  difensiune }  asoldilo 
di  piccioli  per  uno.  }f.  y.  3  5z.  Per 
lui  fece  il  sodamento  ,  e  l*  ubbriga^ioue 
predella  a'  »>gn4'ri* 

SODARE  A'so  tire.  Consolidare,  e  *i 
usa  in  sign'fic.  ali.  e  neuU,  pms.  Lat. 
solidale  ,    co  isolidiie  ,   solidesrere  .  Gt. 

ZTi^pcOf  ,    VTi^pOÙib'J.l.    Pa"i2d.    Agotl, 
II-    Voglionsi   >i  sodar--,   che   l'arqua   Dou 

posta   trapelare.    Ome/.  S.    tìre^.   SÌ   secca 

come  lesto  U   mìa    »iiiù,  p-Tcbtf  il  testo 

si   loda  .   e   f<*ma   per  Io   fuoco.   <<    Cecck. 
Pr-v.  3;.  Quando  (le  gufìlchiere)  hanoo 

finilu   di   sodare   i   panni,   altaoo   i  niAUÌ  , 

con  che  gU  sodano  .  ali*  arra  per   coascr- 
varli    Ant.  Altm    So-,  12.  Efarollu  w 

dar  dallo  Gualchiere.  (C) 

§.    Per    Proiiefere,   Pir   SÌCW tà,  I-at, 

sniisdare  .  Gr.    :*y/v*iTr,v    xarasrìi^ai  • 
0,  /*.  8.   100     I     Sudarono  nella  città  di 

tenere   il    passaggio    dell'   Alpi    sicuro  .    ti 
11.  93.   3.   Inlia  i  quili  aveva   1 5o6  no 

bili  e  potenti,  (he  sodavano  per  grandi 
al  Cumun-*  Sov.  ini  83.  5  S'ingaggia 
ro  chi  a%essc  più  brìi,!  spada  ,  e  sodo  il 
gaggio.  Cton.  Mo'eH.  Conipaiisra  te.  • 
rispondere  ali.)  itelia  petiiìone  ,  r  sodare 
sopra  essa  secondo  la  fornia  <lrllo  sialnlo. 
/'.*  a/tr.ve  :  Voglieiid.ì  lodare  secondo  U 
forma  degli  statuti  $  Initr  .  CfAC.  l9. 
Pt-rrlif-  non  resiin»  defatigati  (  /  Cénter-^ 
lin^hi  )  invece  di  >od.>re  il  loro  nfiito  d 
avanti  a*  Sindaci  del  detto  Ma;;Ìsirato  , 
faccino  late  3Mu  ce.  d*  avanti  al  cancri- 
lirre.   (C) 

SOnDUCONATO,*-  SUDDIACONA- 
TO. //  iri'uo  de'  niag^wri  Ordini  M/>trÌ, 
Dignità  del  j.ipW/.ic>'/.o  Lai.  <iibdi<t<oma. 
lui,  Gr  UToJia^ovi'a.  Maestrini  \.  IO. 
E  vero  ,  *he  se  prese  i  minori  quattro 
(  -rdtni  ì  secondo  V  usaoiJi  del  paeie  ,  e 
1  in  'luello    mcdostnio    di  il  joddiarono  p» 


S  O  D 

gliu  il  soililìacooalo ,  puote  essere  per- 
messo |»er  n»isericorJia  .  /".'  i.  l3.  Che 
pcDJ  si  ilee  iltire  *  colui  che  da  i  minori 
ordioi  col  soililiJcoiiAio  t  />'  1.  1^-  Se  sau- 
«a  coscieuxÌ4  del  Vescovo  la  uà  di  riceve 
tutte  le  iniauri ,  ovvero  alijujiale  raiaoti 
«  *l  sodducoDalo. 

5  SODDIACONO  .  f  SUDDIACONO. 
Qiteg/i  cfie  h.i  l'  ordine  dfl  soddiaconato. 
léiWjHfnIiaconus ,  /ij-podiaconus.  Gr.  UT9- 
^10^X0 vo;  .  Maeiirtizi.  1.  n.  Al  soddia- 
CODO  fe  impresso  oel  porj;imealo  del  calice 
volo.  Il  1.  25.  Al  sodducooo  s'appar- 
tiene portare  all'aliare  il  calice,  e  la  pa- 
tena, e  darlo  a'dìjconi.  e  a  loro  st-rvirc 
G.  y.  A.  I,  I.  A  un  altro  Giovanni  sod- 
dìacoQO  ,  eh'  avea  scriUe  le  U  llere  ,  lece 
mollare  la  mano. 

^  %.  ICper  Suddiaconato.  -  Maestruzz. 
1.  IO.  Tre  sono  ì  sagri  (  ordini  )  ,  cioè 
soddiacono,  diacono,  e  prete  ».  (C) 

SODDISFACENTE  .  Che  soddisfa  . 
Lat.  satis/mciens.  Gr.  Triijpof  o.owv.  BuU 
CuDveaieote  veodetla  ,  e  soddisfacente  al- 
l'ira. 

SODDISFACENTEMENTE.  Avve,b. 
Con  soddisfacimento  ,  A  hiisti'tza  .  Lat. 
4atis  .  Trutl.  Si-gr,  cos.  dona.  Se  il  me- 
dicamenlo  opera  soddisfaceDlemeote,  non 
accade  fare  altra  opera. 

SODDISFACIMENTO,  e  SODISFA- 
CIMENTO.  7/  ^oddiifare.  Lai.  j-f/zi/i- 
ciio.  Gr.  TiiiQJoao^ia.  Bocc,  nov.  p.  3. 
Ma  in  sodJisiarirueulo  di  quella  ti  priego 
che  tu  m' indegni  come  tu  sofferi  quelle 
(iigiurie)  le  quali  io  intendo  che  ti  son 
f..tle.  Fr.  Gturd.  Prcd.  D.  Non  sono  se 
non  soddUt'jcinieolo  a  Dio.  Btit.  Inf,  33. 
I  L'autor  non  disidera  questo  per  in- 
giuftliiia^  ma  per  suddisracimeoto  di  giu- 
klizia.  Maestiuzz.  i.  35>  SoddiaUcimento 
ti  può  intendere  in  due  modi:  l'uno,  il 
quale  ù  dee  fare  all'  uomo  di  quello  cb* 
altri  gli  è  tenuto,  ce  ;  1*  altro  si  è  quello 
che  si  dee  fare  a  Dio  pur  li  peccati  coni- 
mrssi.  £  2.  3i.  2.  FjIIu  islrano  dalla  con- 
gr<-gazione  dei  fedeli  iofioo  a  condegno 
kodisfacimento. 

t  5  SODDISFARE,  e  SODISFARE. 
jippa^ari.  Contentare,  Dar  soddisfizione. 
Lat.  satis/acere  ,  aiicuius  vòluntnU  m 
expìere.  Gr.  ZATtvttv ,  i^upAiZ*.  Dant. 
inf,  10.  Quioc'eutro  soddisfallo  sarai  to- 
rto. E _Purg.  II.  E  qui  couvieo  ch'i* 
questo  peso  porli  Per  lei  tanto,  eh' a  Dio 
si  soddisfaccia.  A"  Par.  (j.  Ptrcl.è  non 
Mddisface  a' miei  disii  ?  È  10  Per  sodJi- 
àfare  al  mondo  ,  che  jjli  chiama.  Socc- 
Introd.  II.  Il  soddisfare  dogai  cosa  all' 
appetito,  che  si  potesse  ec.  essere  medi- 
cina certissima  a  laolo  male.  E  no^,  S- 
6.  Pensò,  avendulo  a  ciascun  promesso  , 
di  volergli  tutti  e  ire  soddisfare.  E  «of.  i3. 
12.  Al  quale  Alessandro  ogni  suo  sl-lo  Iibe- 
rjmcateaperse,  e  siiddi>fece  alla  sua  doman- 
da. Eno^\  21-  l3.  Madonna,  Ìo  ho  inteso  che 
uo  gallo  basta  assai  bene  a  dteci  gaMiui-;  ma 
rhe  dieci  uomini  pussooo  male,  o  con  fa- 
tica, una  femmina  soddisfare.  E  no\'-  S7. 
6.  Essa  (leggìi  solameote  le  douce  t-ipi- 
oelle  coitrigne ,  le  quali  mollo  meglio, 
die  gli  uomini,  potrebbero  a  molli  soddi- 
sfare. E  cani.  ^.  4'  E  dflla  dolce  bocca 
CoDvien  ch'io  soddÌNfaccia  al  mio  disìie. 
Xj.'t.  248.  Io  mi  credo  assai  bene  doverli 
avere  sodisfallo  a  ciò  che  li  potesse  aver 
messo  dubbio.  Cat,  Un.  18.  Il  che  io  ho 
fatto  taolo  più  vu'entieri  per  soddisfare  e 
servire  V.  M.  io  ogni  occasione. 

f  g.  I.  Soddisfare,  va'e  anche  Pagire  il 
éthiio.  Lat.  piTsoIvrc,  saiisfaccre.  Jìocr. 
noi'.  3.  6.  Il  Giudeo  liberamente  d'ogni 
quanlil'i  ,  che  il  Saladino  il  richiese  ,  il 
servi,  e  il  Saladìuo  poi  interameule  il 
soddisfece.  .Voi'.  ant.  67.  1.  Io  ti  soddi- 
iCirò  quando  ìo  sarò  tornato.  Ed  ella 
J'ccabofnrio   T.   IL 


S  O  D 

disite:    se  tu  non  redissi?  Ed  ellì  rispose  : 
sudisfaratli  lo  mìo  successole. 

5v  §.  II  Soddif 'tre  il  danno,  o  sinntir, 
vale  Bifarlo,  Lai.  ilani'nnii  sirctre  «  ti. 
y.  8-  4-  ^*  ^  $oddisf.«re3i'-'  il  dannaggio 
ricevuto  per  la  gente  del  Re  di  Fran- 
cia ...  CO 

:;:  g.  III.  Sod.li.fire,  \-nU  anche  Hi- 
parare  ali*  offe  ■in  fitta  ad  uno  col  dar'jilt 
gualche  soddtfizione,  •'  Uoez.  J'aich.  4- 
pros.  4-  lo  questo  non  ho  io,  risposi,  dubbio  j 
nessuno,  che  io  uon  volessi  soddisfare  allo 
iugi urtalo  col  dolore  dello  ingiurianle 'i.  (C) 
%•  S'  IV'.  Soddisfar!.'  tino  della  pi opria 
persona,  vale  h'ari;lt  copta  di  sé*  "  Jìocc. 
tioi'.'^l.  8.  Molle  volle  «vanti  che '1  ma- 
rito tornasse  da  Genova  ,  dc-lla  sua  per- 
sona gli  soddisfece  ».   (lìj 

^  §  V-  Soddisfare,  si  dice  nnche  del 
Fare  opere  di  penitenza  per  soddisfazione 
delle  colpe  commesse,  ••  Loh.  335.  Disi- 
deroso  se' di  soddisfare,  in  quello  che  per 
te  si  pulrà,  dell'  clVesa  commessa  "■  E 
337.  A  volere  de*  falli  commessi  soddisfare 
interamente,  si  conviene  ,  a  quello  che 
fatto  lui,  operare  il  contrario.   (C) 

f  #  3.  VI.  Svddtsfare  il  peccolo,  \'alc 
Far  penitenza  per  piigare  il  fio  del  pec- 
cato. Pass.  177.  Per  paura  di  qualunque 
pena  che  gli  convenga  sostenere  per  sod- 
disfare li  peccali.  Segner.  Mann.  Afi.  \\' 
2.  Se  hanno  commessi  de*  peccati  gli  bau 
pianti,  e  per  qu'l  poco  che  hanno  ancora 
potuto  gli  bau  soddisfatti  E  ISov.  2  6 
Furono  poco  iu  vita  loro  sollenli  di  sod- 
disfare i   peccati  da   lor  commessi.  (V) 

^  §  VII.  Soddisfare,  vale  anche  Pii- 
ccre.  Fr.  Giord.  2^Q  Allo  'tifermo  non 
sodisfanno  eziandio  le  prtziose  coso  . 
Ce^ch.  Stiav.  2.  2.  Fil.  Ella  è  una  bel- 
la giovane.  Jìf.  Sjddisfav\i?  FiL  Si  , 
in  quanto  a   lei  ;  a\d,  ec.  (f') 

^  §  Vili.  Per  Giustificarsi,  Scusarsi. 
Fior.  S.  Frane  85.  Cognoscendo  Irate 
Pacifico  la  sìnisira  immaginazione  (il  so- 
spetto) de*  frati,  soddisfece  loro  umilmea- 
le,  e  disse  ;  ec.   (f'J 

SODDlàFATTISSJMO.eSODISFAT- 
TISSIMO.  Supeil.  di  Soddi  fatto.  Antbr. 
Cof.  2-  1.  Tal  eh'  io  realai  sodisfatlìssi- 
mo  Di  lui.  Lasc,  Gelo»-,  i,  2.  Gli  feci 
iotendtrr  la  dote,  che  ne  rimase  sodisfal- 
tissìmo. 

SODDISFATTO.  Addita  Soddisfare. 
C<ir.  litt,  2.  45.  Comprendo  ,  che  questo 
giovine  sia   1n.1l  soddisfatto  dì   voi. 

;;:  SODDISFATTOItlO.  Add.  Aito  a 
soddisfa'  e.  Segner.  Conf.  i-lr.  cip.  3.  Que- 
ste azioni  poi,  ed  altre  simili  a  queste,  o 
siano  soddisfallorie,  o  siau  salutari,  devo- 
no essere  ingiuute  con  qualche  certa  cor- 
rispondenza dì   num'TO.  (V) 

*tSODDISFATTUliA,  e  SODISFAT 
TUlixV.  Soddisfacimento.  Lat.  saiisf  ietto. 
Gr.  ■:z\f,po-.fopi.y..  Buon.  Fier.  4.  2.  7. 
Come  de'  capì  raccomodatura  Difficile  e 
de'  mondi  ,  E  iiial.igevol  ]a  soddiil,itlura 
(la  stampi   legf;.'   sodisfatlura). 

3  SODDISFAZIONE  ,  e  SODISFA- 
ZlONE.  Il  si^ddisfare.  Lat.  sat.sfactio.  Gr. 
rùripo-oòpTt'si.i.  Bocc.  nLV,  23.  4- Propo- 
se ec.  di  volere  a  &>.,duisfazioae  dì  se  me- 
desima trovare  alcuno,  il  quale  più  dì  ciò, 
che  il  lanaiuolo,  le  paresse  che  fosse  de- 
sno.  -'■■  Seiiner  Mann.  Fehhr.  7.  4  ^ 
fiue  di  mantener  questa  pace  aviesti  di 
ragione  a  privarti  dì  molle  tue  hencbi; 
giuste  soddisfazioni,  (V) 

*  §.  I.  Soddi  fazione  ,  si  dice  altresì 
dell'  Azione  Calla  quale  altrt  si  procaccia 
il  perdono  d'  alca»  lO'-to  fdi^  altrui. 
"Maini,  I.  16.  E  se  non  se  le  dà  sodi- 
sfazione  ,  La  ci  farà  marcir  'o  uua  pri- 
gione "  .  (C) 
I  f  §.  II.  Soddisfazione,  diciamo  anche 
Una  delle  tre  pirli  daJla  penitenza,  eoa- 


S  O  D 


1225 


sistente  nel  far  tutto  ciò  che  il  Confesso- 
re fin  inip -sto  al  prnifente  per  riparazio- 
ne dei  peicati  commessi*  Lat.  sati^factiu. 
Gr  rrijipopo^ijji,-.  Pass.  73.  Dell*  qua- 
le (penitenza)  dice  il  Maestro  delle  seo- 
lentie,  che  ha  tre  parli  ec.  La  terza  è  la 
soddisfazione  dell*  uprre.  Maestrtizz,  1.35- 
Non  vjIc  U  sodislazioiie  che  non  è  fatta 
iu  t^razia  e  cartt..de  Lah.  3 '.5.  Buona 
routrizione  ,  e  ultima  suddisfaxione  fu  in 
loro, 

3  SODDOMA.  Atto  venereo  tra  per- 
sone dil  niidesimo  sesso.  Lai.  paedica- 
tio,  'sodomia.  Gr.  TTUytT/jto;.  Covale.  Med. 
cuor.  Soddoma  e  un  micidio  cb<t  impedi- 
sce la  generazione.  Lio.  ì  log-;.  Questo  si 
fue  per  lo  brullo  peccato  conlr'  a  natura, 
lo  quale  si  chiama  soddoma. 

SODDOMIA,  e  SODOMl'A.  Soddo- 
ma. Lat.  paedicatio  ,  *  sodoniia»  Gr.  TTU- 
•/iff/xo;,  Maestruzz.  2.  3i.  2.  tit,  DelU 
sodomia.  />.  Giord.  Fred.  S.  3»).  Or  non 
vedi  che  si  sostengono  le  raereirici  nelle 
ciitadi  T  questo  è  un  grande  male  :  e  su 
si  sottraesse,  si  sourarrebbe  un  grande  be- 
ne ;  che  si  farebbono  più  avolleriì,  più 
sodd-'inie.  che  sarebbe  mollo  peggio.  Ri- 
cord.  MaLsp  cnp.  6-  Ettore  ec.  uccise 
il  re  Palroculus  ,  il  quale  commise  con 
Achille  il  peccato  di  soddomia.  Bocc,  Com. 
Dant  Questo  (vizio)  è  chiamato  soddo- 
mid  da  una  città  antica  chiamala  Soddo- 
ma. 

'^-  g.  Falsare  la  sodomia  ,  vale  Con- 
tiaffurc,  Adiilternre.  Lasc.  Cen.  2.  nov. 
7.  pag.  172.  Quel  pedagogo  contraffatto 
messero  io  gogna  alla  colonna  ec.  ed  una 
scritta  gli  attaccarono  al  collo,  che  diceva 
a  lettere  d'  appigionasi  :  per  aver  falsato 
la  sodomia.    !  C) 

t  SODDOMICO.  /'.  A.  Aid.  Di  sod- 
domia.  Lat.  *sodomiticus.  Olt.  Com,  Inf. 
5.  70.  La  quinta  in  peccato  soddomico  . 
E  16.  207.  Introduce  1'  autore  intra  que- 
sta perduta  genie  tre  anime  di  tic  eccel- 
lenti uomiui,  li  quali  furono  lerci  di  que- 
sto soddomico  peccalo. 

*  SODDOMITACCtO  .  Disprrzz.  di 
Soddon^ito.  Brnv.  Celi.  J  it.  2.  393.  Vol- 
tomisi  Con  quel  suo  bruttissimo  visaccio  , 
a  un  tratto  mi  disse:  o  sta' cheto,  soddo- 
miiacfio.   (Cj 

t  S0DD0MITAMENTE...rf.fer6.  Al- 
la soddoit.itj.  Con  soddomia.  Oli.  Coni. 
Pur^.  26.  480.  Li  primaì  usandola  be- 
slialincnle,  li  secondi  soddoniitamente. 

t  SODDOMtTARE.  Usar  soddomia. 
Lai.  fiaedicare.  Gr.  -izrj'/tCtff.  Ott.  Com. 
lif.  l5.  ::8o.  Coloro  che  spregiaron  na- 
tura  e  sua   bonlade.  soddomitando. 

SODDOMITATO.  Add.  d<t  Soddomi- 
tare. 

t  SODDOMITICO,  e  SODOMITICO. 
A'td.  fu  soddomia.  Lai.  *  sodomiticits. 
Oli.  Com,  inf,  itì.  299.  Quivi  ci  palesa 
questi  spirili  soddomilichi.  E  Purg.  26. 
4S1.  Soddoma,  e  Gomorra  perirono  per 
fuoco  celestiale  per  lo  peccato  soddom»- 
tico.  Bocc  nov.  2.  9  Tro^ò  dal  maggio- 
re infino  al  minore  generalmente  tutti  di- 
soDCsiissimamente  peccare  iit  lussuria,  e 
non  solo  nella  naturale,  ma  ancora  nella 
soddomilìca.  Maestruzz.  Z-  i3.i.  Ancora 
tra*  p>;ccati  contro  alla  natura  gravissimo 
è  il  peccato  che  si  commette  culle  be- 
stie, e  dopo  questo  è  il  vizio  sodomitìcu, 
dove   non  si  osserva   il   debito  sesso. 

SODDOMITO.  e  SODQMITO.  CIu 
fa  soddomia.  t.2i.  pnedic.^  Gr.  ^y/i«rij'». 
Filoc.  7.  382.  In  quella  notte  similmente 
si  trovò,  che  quanti  soddomiti  erano  , 
tanti  ne  furono  estinti.  Stor.  pist.  17O. 
Qualunque  era,  che  volesse  grazia  in  Cor- 
te, portasse  moneta,  o  menasse  soco  uno 
hello  fanciullo,  e  i.\e:i  quello  che  doman- 
dava, perocché  la  maggior  parie  di  loro 
154 


Iia6 


S  O  D 


(.■rano  soddumili-  Àgn,  Pand.  3.  Ghiotti, 
bugiardi,  sodomili,  buffoni  ec,  con  fra- 
ilagli,  livrvc  e  frjrigc  iiddobbali  ,  tutti 
corrono  a  far  cerchio  alT  uscio  tli  chi  e 
prodigo.  ZabaU.  Andr,  66.  Chi  nasce  in 
nel  segno  di  0(.-mÌDÌ  fia  dì  buona  forma, 
ma  piccolo  di  persona  ;  ara  capelli  sotti- 
li, e  fìa  bud-jinito.  linguardo,  ce. 

*  SODDOMITO  ,  e  SODOMITO. 
Add.  Sodomitico.  Fior,  l'irl,  Cap.  20. 
pag.  ^I.  L'Angiolo  fu  mandato  da  Dio 
a   una  città  che  fu  chiamata  Sodoma,  per 

10  peccato  sodomito  che  ti  si  facea.  (SS} 
SODDOTTA.   Sutt     rerbaL  Sadrlnci- 

mento,  L<l.  seductio,  inductio.  (Ir  a~aTi]. 
G.  y.  p.  3.Ì.  [.  Ciò  fu  per  la  soddolla 
de' Fiorentini.  E  IO-  7-  i .  Il  quale  con 
lei  non  volea  stare  ce,  alla  soddotta  di 
uno  me&ser  Ugo  il  Dispensiere  suo  baro- 
ne, e  guidatore  dvl  re^me. 

^  SODDOTTO.  //'/./.  da  Soddiicerej 
Sedotto.  Lai,  fmude  imputtus.  Gr.  dio- 
tiXkv/ìOsi';.  Tac.  Dav,  Stor.  i.  2\\-  Le 
legioni  quarta  e  diciottesima,  soddotie  da 
pochi,  non  cssor  passate  oltre  alle  parole 
e  le  grida,  e  lusto  sarieuo  tornate  a  se- 
gno.  (•) 

t  SODDUCERE,  e  SODDURKE.  ^e- 
durre.  Sobillare.  Lai.  scducere,  in  frau- 
dem  indacere.  Gr.  s^v.^aràv.  Ftiv.  Etop. 
Co'  quali  il  diavolo  fa  diverse  reti  e  lac- 
ciuoli,  a  menarci  e  a  soddurcì  alle  pene 
infernali.  Ott.  Cam.  In/,  y.  i5o.  Lj  qujle 
(pecunia)  il  (a  avaro,  e  l'  avarizia  il  sod- 
duce  in  molli  peccati.   G.    y .  6.     3^-     2- 

11  detto  Imperadorc  mandò  sodducendo 
per  suoi  ambasciadori  e  lettere  quelli  della 
casa  degli  Uhcrli.  Lucin.  Molti  n'  avca 
rauoatt  e  soddulti  a  mal  fare. 

SODDUCIMHNTO  ,  e  SODUCIMEN- 
TO.  //  sodduccrc .  Lat.  seductio.  Gr, 
cÌtcxtvì*  G.  V.  8-  92.  1.  Per  sodduci- 
mento  di  suoi  uBciali ,  e  per  covidigia 
di  guadagnare.  I\  11.  52-  2-  Per  sodu- 
eimento  e  conforto  di  certi  grandi.  E  12* 
59.  1.  A  sommossa  del  Papa  ,  e  per  so- 
iluciraento  del  Re  di  Francia  (  così  ne' 
testi  a  penna)  .  Gititt.  Itti.  i3.  Chi  non 
i' apparecchia  a  tanto  etmiplo  ,  a  tanto 
jppellamenlo  e  soduci.Ticnto. 

•f"  SODDUCITORE.  Verbal.  mnsc. 
Che,  o  Chi  soddiicf.  Lat.  decepior,  sedit- 
elor.  Gr.  xrraTijio';.  Fav.  Esop.  Per  lo 
lupo  (dobbiamo  inlendt-re)  ciascuno  sod- 
ducitorc  de' giovani  a  mal  fare.  Ott.  Com. 
tnf.  i8.  327.  £  da  sapore  che  il  ruffiano 
<-'  il  proposto  delle  meretrici,  ovvero  sod- 
diicitorc  (  la  stampa  per  errore  ha  sed- 
dacilore). 

*  SODDUCITftlCE.  retba/,  f^mm. 
Che  soddiice.  Siìhdn.  Disc.  i.  228.  Quan- 
do san  Paolo  biasima  a*  Colotscosi  li  fi- 
losofia, intende  della  sodducitricc  e  bu- 
giarda, che  favorisce  I.1  tradixione  degli 
uomini.   (*) 

SODDURRE.   red.  SODDUCERE. 

t  SODDUTTORE.  y erbai. m.tsc.  Che, 
o  Chi  sadducei  Soddiicitore.  Lat  seductor. 
Gr.  àrfaT»)io';.  /.ib.  Pred.  Godono  d'esse- 
re sodduttori  della  via  del  buono  Din.  C-i- 
ialc.  Med.  cuor,  V.  quanto  alle  parole,  di- 
cevano eh*  egli  era  soddultorc  detla  legge. 

SODDUTTRICE.  Ferbal.  fcmm.  di 
Sodduttore.  I.ib.  Pred.  Vi  penetrano  a- 
stutamcnte  con  loquela  sndiluilrice. 

SOODUZIONE.  e  SODUZIONE.  .?o,/- 
diicimcnto,  Lat.  sc'uctto .  Gr.  «Tam. 
h'iloc,  7.  371.  Vinta  la  tua  sposa  djille 
fjlsu  soddiuioni  dell' eterno  nimico,  pi.i. 
rendo  alci,  il  irapattò.  (f.  /'.()•  !■•  3. 
Perlo  dette  lodduxiooi  si  ribellò  all'lm- 
pera-loro  la  cittì  di  Cliermona  addi  20. 
•li  Febbratti  (  così  nt'l  Uito  ì}<iv.  ).  E 
II.  ^'|.  f^  Sì  disse  con  sodunooe  del  si- 
^n«rc  di  Melano. 

t  SODETTO     Pr«.    fi  Scd^t.  Alquan- 


SOD 

lo  sodo.  Pnllad.  cap.  \\.  Per  la  calcina 
buonj  ec.  farai  lunfjo  tempo  macerare,  e 
poi  sodetta  abbi  1*  ascia  ,  e  radila  (  U 
stampa,  per  errore ,  ha  :  £  poi  su  det- 
la). 

t  SODEZZA,  Qualità  di  eia  che  e 
sodoj  Durezza.  LjI.  suliditas  ,  duritie§» 
Gr.  attpiorrii.  Cr.  2.  8.  9  Por  la  so- 
dezza sua  ritiene  più  il  naturai  calore.  E 
nitm.  IO  L'  umore  più  lungamente  di- 
mora io  colai  modo,  si  per  la  tortezza, 
e  si  ancora  per  la  sodezza.  Vegez.  I 
quali  per  la  sodezza  sono  più  gravi ,  e 
acconci    a    giltare. 

§.  I.  Per  meta/,  vate  Stabitiià,  Fer- 
mezza  j  e  si  prende  coù  in  buona,  come 
in  Cfìttiva  parte.  Lai.  ftrmitat,  conttan- 
tia  Gr,  ìv-nUOliK  Stor  S*  Gref^.  Si 
gloriò  tacitamente  d'  avere  spregiato  il 
Re  per  comandamento  di  Dio,  e  perciò  di 
subito  fu  levato  djlla  sua  sodezza  di  den- 
tro (  cioè,  ostinazione  )  .  Cron.  t'ell.  16. 
Se  gli  avesse  pretiaio  iddio  vita,  avrebbe 
avuto  in  comune  assai  stato  ,  considerala 
la  sodezza  e  nettezza  sua.  Car.  lett.  ]. 
l58.  Questa  mìa  sodezza  si  stende  ancora 
all'  amicizia,  e  v*  amo   sodamente. 

*  §.  IL  Sodezza,  dueti  anche  della 
Qualità  dei  componimenti,  che  sono  det- 
tati secóndo  le  buone  reqole .  Salvia, 
Pros.  Tose.  i'|i.  Alla  sodezza,  alla  di- 
gnità, alla  maestà  della  prosa,  la  sceltez- 
za, la  leggiadria,  U  sublimità  della  poesia 
congiunse.  (Cj 

SODISFACIME.^TO.  fed.  SODDI- 
SFACIMENTO. 

SODISFARE,    Fed    SODDISFARE. 

SODISFATTISSLMO.  f  ed,  SODDI- 
SFATTISSIMO. 

*  SODISFATTURA.  Fed.  SODDI- 
SFATTURA,   (/i) 

SODISFAZIOlNE.  Fed.  SODDISFA- 
ZIONE. 

SODISSIMO.  Superi,  di  S^do.  Lai. 
solidisstmus.  Gr.  oTs^fiWTaro;.  liemh. 
Stor.  4-  57.  11  castello  di  grande  artifi- 
cio, e  di  mura  sodissime  e  grossissinie. 
^  Segner.  Mann.  Gena.  27.  5  E  però 
questa  è  una  sapienza  sublime,  spirituale, 
sodissima'.   (F) 

SODO.  StitU  Sicurtà,  Lat.  cautio.  Gr. 
«7yy),ita  Cecch.  Dot.  3.  3.  Un  certo 
sensale  Gli  fjcej  d.ir  cinquecento  ducati; 
Ma   e*  restò  pel  sodo. 

§.  I.  Soda,  è  anche  termine  d'  Archi- 
tctiura,  e  vale  Ogni  sorl^t  d' imbasamen- 
to, o  /ondmnenta,  dove  poti'to  edificii ^  o 
membra  d'  ornnmenlt,  o  simili.  Penv, 
Celi.  Orrf.  \\l^.  lo  mezzo  a  detta  forma 
vi  era  posto  pur  della  niodesinu  forma 
quadra  un  sodo.  •.'  E  Fit.  2.  20^.  In 
mezzo  a  detta  f.  ntana  avevo  f^lto  un  so- 
da, il  quale  si  dim  >strava  un  poco  più 
allo  che   il   detto   va^o   della   fontana.     (Cj 

§.  II.  Onde  Posare  sul  sedo  j  contra- 
rio di  Ponnre  in  falso,  cioè  Sopra  cosa 
che   non  sia  retta  sotto. 

g.  111.  Dire,  o  Favellare,  o  simili,  in 
sul  sodo,  vale  Dir  da  senno,  daldovtro. 
Lai.  .irrio  dieere.  Cas.  riin,  buri.  2.  19. 
Io  dico  dunque,  e  dicolo  in  sul  sodo  , 
(:hc  la  natura  li  stillò  il  cervello  Per  far 
un  tratto  una  donna  a  suo  modo,  i^ecch. 
Stinv.  a,  2.  Ohi  e* ne  va  favelLmdu  in 
sul  sodo.  ('.ir.  leu.  t.  60  Ma,  lasciando 
il  burlare,  vegnanio  in  sul  sodo.  >!•  ,S*ri/- 
i'in.  Annoi.  Slur.  |.  \c^^,  Che  se  avesse 
parlalo  sul  sodo,  l'avrebbe  più  magni- 
ficala, e  con  asseveranza  detto.  (C) 

§  IV.  Porre,  e  Jlfellere  i't  sodo;  va !e 
PiUbtrare,  Stabilire,  Fermare,  Lat.  sta- 
bilire, firmar*.  Gr.  ffTCc'poO».  PiCor.  g. 
7.  nov.  a.  Ormanno,  o'ti  ronvien  mori- 
re ;  e  questo  è  posto  in  indo.  Frane.  Sac- 
eh,  noi',  191.  Questo  fu  messo  in  sodo, 
cho  più  Obiti  vi  donni  il  prett,  che   lea- 


S  O  D 

rafaggì  eoo  si  mostrarono.  Morg.  12.  85. 
Coli  la    pace  si   metteva  io  sodo. 

§.  V.  Sodo,  vale  ancora  Terreno  in- 
collo, e  infruttifero,  Lat.  terrenum  ittcml- 
tum,ager  incultu.t.  Gr.  trp'/i]  'Jr,,  Buon. 
Fier.  2.  2.  4-  Che  se  la  cultura.  Che  s« 
ne  spera  industre,  non  v*  intende,  Non  sla- 
ran  molto  a   convertirsi  io  sodi. 

^  §.  VI.  Star  sul  sodo,  vale  Son  s* 
inserire  in  case  frivole,  o  vane,  ma  ••- 
nrrsi  nelle  impoi  tanti  e  opportune  ì  Fug- 
gire gli  siherzi.  J'oc,   Cr.  (A) 

*  §.  VII.  A  sodo,  posto  avverbialm,, 
vale  Sodnmente,  Gagliardamente.  V,  A. 
SODO.  (C) 

f  *  §.  VII!  Di  sodo  ,  poito  avver- 
bialm., vale  SùdiJfuente,  Gagliardamente. 
Frane.  Sacch.  nov.  110-  Di  eoo  e«a 
(scure)  al  porco  nel  capo  ;  e  doo  gli  die 
di  sodo,  che  la   scure  schiaoci.  (F) 

3  SODO  Add.  Duro,  Che  non  cede 
al  latto.  Che  non  è  arrendevole.  Lai.  so- 
lidus.  Gr.  ffrr^ea;.  iJoce.  nov.  90  9-  Po» 
toccandole  il  petto,  e  IroTaodolo  sodo  e 
tondo  ec. .  disse. 

'!'  §.  I.  Sodfy ,  aggiunto  d' oro,  vate 
Massiccio.    F.   ORO  .'  §.  I.  (C) 

*  g.  II.  Sdo,  /ìsuralam.  «  Dant.  Par. 
28.  Se  li  tuoi  diii  non  sono  a  tal  nodo 
(difficoltà)  Suffirieoli,  non  è  maraviglia. 
Tanto  per  non  tentar  è  fatto  sodo  (  cioè, 
diffìcile  asciarsi).  (C) 

*  S-  III.  Sodj,  ageiunto  di  itene,  vate 
Stabitej  ed  è  contrario  di  M<.bile.  hasC* 
Cen.  2.  nov.  I.  pag.  22.  Non  avendo  be- 
ne alcuno,  né  sodo,  ne  mobile,  del  gua- 
dagno del  padre  vivevano.  Farch.  Stor. 
5.  Ii3.  E  colali  somme  s'avessero  a  ri- 
spondere   in     beni  sodi.   (C) 

5  §.  IV.  S'^do,  per  meta/.,  vale  Sta^ 
bile.  Fermo,  Costante.  Lat.  firmus,  Con- 
stant, inconcussus.  Gr.  ^t^ato^.  Dant. 
Purg.  29.  Vidi  duo  vecchi  in  abito  dì- 
spari, Ma  pari  in  alto,  ed  onesiaio,  esodo. 
Cron.  Morell.  261.  Viverai  libero  ,  sen- 
tendoli fermo  e  sodo  nel  valsente  tuo  ^ctoò 
assicuralo,  durevole.   Lat,  stabilis). 

*  §■  V.  Onde  Star  sodo  in  ira  pro- 
posito, vale  Esser  costante,  fermo  in  un 
proposito.  ..  Cirijr.  Calv.  I.  1  2.  Ma  stelle 
nel  proposito  suo  sodo  D*  ucciderlo ,  o 
morire  in  ogni  modo  •  .  (C) 

g.  VI.  Sedo,  per  Forte,  Gagfiaréo.  hit. 
sfrenuus,  fortis,  intrepidiis.  Gr.  iex^po'f. 
Frane.  Sacch.  nov.  ^S.  Avendo  sentito 
Lapaccio  la  soda  caduta  di  costui  ee.  , 
comincia  a  dire  iu  se:  ec.  Ar.  Far,  38 
55.  Io  dico  il  valoroso  Braodimarte,  Non 
raen  d*  Orlando  ad  ogni  prova  sodo. 

§.  VII.  Star  sodo  ,  vate  Star  fermo  . 
IVon  si  muovere.  Lat.  quiescere ,  slare  . 
Gr.  •noLuìibxt,  t?Tavai.  Lar,  Med.  canz. 
68.  |t>.  Se  qualcuno  Ìl  piò  li  pesta,  Non 
dar  briga  ,    sta'  pur  soda. 

g.  Vili.  Star  *odo,  o  Star  soda  alla 
macchia^  o  al  macchione,  veglione  IS'en  >■ 
lasciar  persuadere  né  svolgere  a  ehrc 
chessia,  o  a  d.r  qitet  eh'  a'tn  vorrebf'r. 
Lat.  impigrum  vel  tnexorabttem  ette,  de 
gradii  non  deiici.  Cr.  a'u!TarsrrT(w  tt - 
vai.  Farch.  Ercal.  91.  Star  sodo  alla 
macchi.),  ovvero  al  macchione,  è  non  usci- 
re per  bussare  che  uom  faccia,  cioè  lasciar 
dire  uno  quanto  vuole  ,  il  quale  cerchi 
ravarli  alcun  sogreto  di  bocca,  e  nco  gli 
rispondere,  n  ii»pondorgli  di  maniera  . 
che  non  sortisca  il  desiderio  suo.  Cren* 
Morell.  266.  Fa' che  non  sia  loco,  non  lo 
sinf-iiticare,  oon  li  lasciar  gonfiare,  isla* 
sodo.  Malm.  2.  77.  Avendo  avuto  inuao- 
ai  la  lezione ,  Si  stelle  srmpremai  sodo 
al  macchione.  C-ar.  lett.  I .  al  ■  Kgli  stelle 
sempre  sodo  al  macchione,  e  non  fi  vid« 
mai  che  levasse  né  le  mani,  né  gli  occhi 
del   piatto. 

5.  IX-  Sotti,  si  direno  t  Terreni  incetti. 


I 


S  O  D 

o  njrt  ìavorad»  Pnllnd,  Chi  arauùo  lascia 
U  terra  soda  intra  ì  sotrhi ,  se  di  men 
trulli  dannt-ggia.  C<ii/.  Cam,  6  Trove- 
rem  qunlcb*  uliro  modo  ,  Cbe  '1  podcr 
noQ  retti  sodo  Lor.  McJ,  canz.  y.  4- 
ll  terreo  con  starli  sodo,  CXie  *\  farò  li  in 
lavorare.  K  IO.  5.  Costor  srppon  sì  beo 
fare,  Che  il  poder  uoo  stette  sodo.  Frane. 
Sacchi  now  53.  A  colui,  di  cui  eli'  era  . 
|)Urck'  ella  non  rimanesse  soda,  ma  fussc 
lavorata,  parta  gtijdagnure  la  detta  vi- 
gna,* i'Siftl.  Stor.  Imi.  14.  545.  Andasse 
cercando  terreni  sodi  e  inculti,  tanto  lon- 
tani ,  tanto  difficili,  e  di  tanto  incerta  ren- 
dita -  .  (I\'J 

§.  X.  Rimaner  sode  »  si  dice  anche 
delle  t'emmine  de*  bestiami t  che  vanno  alla 
monta,  e  non  restan  pregne. 

SODO  .  ^vverb.  ,  come  Turar  sodo, 
Pigncr  sedo.  Picchiar  sodo,  e  vale  So- 
damente ,  ForUmente.  Lat.  rehementer  , 
probt.  Gr.  a^o'Spst.  ,  xy.\6v  yt.  Buon. 
Fier,  I.  3.  I.  Se  gli  ipocondri  Non  vo* 
cbe  i  Banchi  m'afferrin  più  sodo.  Beta, 
rim.  1  87.  Vn  dcbilor  eh' è  savio,  dor- 
ne  lodo. 

SODOMIA.   Ved.  SODDOMl'A. 
SODOMITICO,   r.  SODDOMITICO. 
SODOMITO.   V(d.  SODDOMITO. 
SODL'CIMKNTO  .     Ved.    SODDUCl- 
MENTO. 

SODUZIONr.  Ved.   SODDUZIONE  . 
SOFFERAUE.  V.  A.    Ved.    SOFFE- 
BIRE. 

SOFFERENTE.  Che  ha  .^rferenzet,  I^at. 
toìerans,  ferens,  fialicnt.  Gr.  nas^wv  , 
J-oiti'fO»v.  Ld>  Moti.  Era  tanto  Uenigoo 
e  soQerenlc,  cbe  udend»  tsscr  ma!  par- 
lalo di  lui  ,  disse  .  j4Ìtn-lt.  Cnp.  56. 
Chi  è  sofferente,  si  governa  di  molto  sa- 
vere ;  e  colui  che  non  è  sofferente  ,  in- 
grandire la  stolleuj  sua.  Cma/c.  Med. 
cuor.  Questo  disse  per  lui  ,  che  gli  parca 
troppo  sofferente  de'  difelli  di  corte,  ^met. 
57.  Egli  ce.  mai  tali  fiamme  non  avea 
s^otite^  e  »i  nelle  nuove  era  acceso,  che 
lui  male  sofferente  oUramodo  stimolavano. 
*  SOFFERENTIS.SIMO.  Saperi,  di 
Sojferente.  SaU-m.  m.tc.  2.  533.  Capi- 
tani valorosissimi^  come  uno  Annibale, 
un  Alessandro,  delle  grandi  fatiche  di 
guerra  sofilereu  rissi  mi  ,  pur  non  poterono 
>osleDCrsi.  quegli  nelle  deliiìf  di  Capiia  , 
ijoesli  nc'conviti,  e  nelle  delicatezze  dell' 
Asia,  Sec;ner.  Mann.  Jpr.  3o.  2.  Questa 
rabbia  medesima  de*  demouii  e  rabbia 
.\offerenlissinia  di  of;ni  oUropgio    (*) 

t  5  SOFFl.RE^ZA  .  /  irtìì  de  fa 
comportare  con  pazienza  h  nvi'ers:ta,  le 
incurie  ,  i  dolori  ec  Lat.  patientia  ,  to- 
'erantin.  Gr.Orra^ovy;'.  Jlbert.  cap.  5fi. 
La  sofferenxa  è  porlo  di  intte  le  miserie, 
ed  ha  la  sofferenza  nascose  riechcrze,  per- 
rioccbè  'IsolTerente  e  M  forte  fi  se  medesimo 
JM'navveniurato.  e  a  ciascun  dolore  e  rime- 
dio la  soffi^renia.  F  pìh  sotto  .•  La  soff'-ren- 
ta  è  virtude  «he  porla  igualmenle  gVim- 
IKti  delle  ingiurie  ed  ogni  avversitade.  E 
.tppresto!  La  sofferenza  h  iguale  scff-ri- 
mento  di  quello  cbe  t*  i-  fallo.  />occ.  nov. 
lOO.  18.  Parendo  tempo  a  Gualtieri  di  fare 
I'  ultima  pniova  della  sofferenza  di  costei. 
Petr,  son.  108.  Ma  sofferenza  è  nel  dolor 
conforto. 

^  §■  Sofferenza,  talora  voi.-  Costanza, 
J^ersrvrranzn  in  chec>-h^tfi'i  .  Lai.  co/i- 
stantia.  4<  Tac.  Da*'.  Jnt.  li.  93  I  Ciri- 
reni  er.  ne  perderò  la  liberta  guadagnala 
neir  assedio  dì  Mitridate  ,  c-jcriaiu  non 
meco  per  luro  sofferenza,  die  per  soccorso 
di   I.ucullo  '.   ,   (C) 

*  SOFFF.RF.RE.  /'.  A  l'ed.  SOF- 
FERI  UE.  (A) 

SOFFEREVOLE.  /  .  A.  Add,  Cheti 
può  sofferire.  Lai.  tolerahilis»  Gr.  avc- 
JtTO;.  Sen.   Pist*'^%,  La   natura,  cbe    le- 


S   O  F 

ner.imcntc  ci  ama  ,    ci  ha    cosi    disposti  , 
che  '1  dolore  o  è  soffercvole,  o  e  brieve. 

::•  SOFFERIBILE  .  Add.  SoffrthU. 
Bart.  Uom.  Lett,  i.  pag.  3i.  lì  gusto 
delle  l.llerc  rende  non  solo  sofferibile  , 
ma  ohreraodo  so.ive  ta  lontananza  dalla 
patria.   (TC) 

SOFFERIDORE.  l'ed.  SOFFERITO- 
RE. 

SOFFERIMENTO.  Jl  sofferire.  Lai. 
toleraiiti'ì.  Gr.  uToyov/;'.  .4lhert,  cap.  56. 
La  sofferenza  e-  igu.de  n-fiVrimento  di 
quello  che  l'  è  f.ìUo,  =!=  F  Cty ■  La  forleaza 
è  ve.  lungo  M^lVrimenlo  di   fatiche,    f  AV 

•f  SOFFERIRE.  SOFFRIRE,  e  ali* 
(tnt.  SOFFERARE.  Comportare,  Patire, 
supplendosi  talora  e  tisn/idoxi  in  alcune 
sue  parti  con  qtuUe  d,-l/'  antico  verbo 
SOFFElìERE.  L;i(.  tolerore,  pati,  suf- 
/erre.  Gr.  utto/jleviiv  ,  Tiao^Etv  ,  avs'- 
jijetv.  Dant.  Par.  3-  Ma  quella  folgorò 
nello  mio  sguardo  Sì,  cbe  da  prima  il 
viso  noi  soHerse.  F  14.  Oh  vero  sfavillar 
del  santo  spiro  ,  Cnme  si  fece  subito  e 
candente  Agli  ocrbi  miei  ,  cbe  vinti  noi 
soffrirò  1  E  2!^.  E  credo  in  tre  Persone 
eterne,  e  queste  Crrdo  una  essenzia  sì  una 
e  si  Irìoa,  Che  sofferà  congiunto  sono  ed 
este.  F  3o-  I^fa  poco  poi  s.irà  da  Dio  sof- 
ferto Nel  santo  uficio.  Petr.  son.  apS. 
Perchè  non  furo  all' intelletto  eguali,  La 
mia  debole  vista  non  sofferse.  F.  canz. 
"ÒQ.  7.  Quando  novellamente  io  venni  in 
terra  A  soflVir  l'aspra  guerra.  Poccnov. 
23.  24-  Or  vi  dico  io  l>ene,  che  io  non 
posso  più  sofferire.  F  nov.  44-  ^-  I  tcnijti 
si  convengon  pure  sofferir  fatti  come  le 
stagioni  gli  danno*  F  nov,  62.  6.  Credi 
tu  che  io  sofferi  cbe  tu  m' impegni  la 
gonnelluccia  ?  E  nov.  87.  2.  Il  che, 
quantunque  gravissimo  fosse  a  comportare 
a  Talano,  non  potendo  altro  lare  ,  se  'i 
sofferiva.  Albert,  cnp.  5o  Gli  stolli  temo- 
no la  ventura,  i  savii  la  snfferano.  Fr. 
Ine.  T*.  6.  12.  10.  Or  perchè  l'hai  sof- 
frilo?  Per  volermi  salvare.  Jìoez  l'arch 
3,  rim.  2.  Soffi  ir  da  qiini  dure  percosse 
usati.  A^n  P.md.  1.  Chi  vive  povero  in 
questo  mondo,  patisce  molta  necessità  ,  e 
sofferà   molti  stremi  bisot^i  . 

-:=  g.  L  Per  A^pettoic,  Dant.  Prtr^. 
3i.  Di*  di',  so  questo  è  vero:  a  lauta  ac- 
cusa Tua  confessino  conviene  esser  con- 
giunta ec,  (  è  Ueatrice  che  pntlo  a  Dan- 
te) Poco  scfferse  ;  poi  disse  :  Che  jicnseT 
Pece.  ^.  p.  n.  C(.  Convenne  lor  soffrir  di 
passar  tanfo,  che  quulle  (bestie)  passale 
fossero.   (J  } 

*§.!].  Per  Pcimetti-re.  Vii.  S.  il/. 
Madd.  4-  Non  sia  iiiuiiu  cbe  creda  che 
essa  des^c  il  suo  corpo  a  tanta  vergogna, 
che  quello  non  te  sarebbe  stalo  scfl'erto  ; 
cbe  il  fratello  cogli  Au'x  suni  parenti  e 
aniiri  r  avrebbono  incnrceralo.  Porf:h. 
Arm.  Fani.  7.  Non  sofferse  che  fussero 
armati  alla  guisa  degli  altri  cittadini   (V) 

g.  III.  Sofferire  V  animo,  o  */  cuore  , 
vale  Aver  corn'^cio.  Aver  animo.  Lai. 
audere.  Gr.  ro/pd-j.  Socc.  nov,  5o.  2O- 
Come  ti  sofferiva  l'animo  di  dir  di  Iti, 
sentendoti  quel  medesimo  aver  fatto  ,  che 
ella  fatto  avea  7  F.  nov.  7J.  58.  Poiché 
a  me  non  sofferà  il  cuore  dì  dare  a  roe 
stessa  la  morie,  dallami  tu.  Far.  lett.  2 
l35  Non  mi  soffrirebbe  mai  1*  animo,  che 
la  l:ellezza  del  vostro  libro  fosse  macchia- 
ta da  un   sì   picciol   nco 

u-  g.  IV.  SJferire  in  pace,  vale  Sop- 
portar  pczienteinente,  Jnlrod.  ì'irt.  Vi. 
E  vegnendo  nel  mondn,  tulle  le  delle 
pene  nella  sua  persona  in  pace  sofferse  . 
F  l4>  Così  non  esser  buono  è  chi  le  tri- 
bulazioni  del  mondo,  e  t  peric(>li  non  sof- 
ferà in  pace,  ma  se  no  cruccia,  e  lainen- 
I  la.  iC) 
I        ''^-    §      V  .     Soffrrirr    cdiO     da    alcuno , 


SOF 


122: 


va'e  F.aere  odiato  da  Ini.  Dant.  Purg. 
28,  Ma  1*  Ellesponto  là  ,  *ve  passò  Serse  , 
Anri.i.i  freno  a  lutti  orgogli  umani.  Più 
odio  da  Leandro  non  sofferse  ec.  Che 
quel  da   me.   (LrJ 

§  VI.  Sqfferire,  in  xi^nìfìc.  neufr.  pass., 
per  Contenere,  Astenne.  Lat.  Umperare, 
abstmere.  Gr.  anE^s^Sai.  Sen,  Pist.  I 
mal.igurosi  s'alluffano  ne' diletti,  de' quali 
e' non  sì  possono  siTlerire.  G.  V.  7.  27. 
3.  Dicendo  cbe  per  Dio  si  sofferisse  al- 
quanto,  se  volesse  la   vinaria. 

g.  vn.  Scfferire,per  Pepi:err,  Sostene- 
re. Lat.  susti'teie.  Gr.  avH*^eiv.  Dant. 
Pu'g.  i3.  Di  vii  cilici  IO  mi  p.ire:in  co- 
perti, E  r  uu  solferia  1' altro  colla  spalla, 
E  tutti  dalla  ripa  cran  sofferti.  Sen.  lìen. 
J'arch.  6.  3o.  Uno  diceva  cbe  non  po- 
trebbero soderire  la   di^6(iJ 

SOFFERITORE,  e  SOFFERIDORE. 
Che  soffcriscc.  Lat  to/emns,  patiens.  Gr, 
uTTf'/jiovnTiXo'; ,  7to>w'T3ia;  .  Nov,  ani. 
26.  I.  E  Io  sofferilore  rispose  a  colui  che 
gli  dicea  cbe  rispondesse  :  io  non  rispon- 
do, perdi'  io  non  odo  cosa  che  nii  piac- 
cia, Amm.  ylnt.  ip  2.  1.  Sofferilore 
vince.  Lib,  Moft  Non  s'  nili  mai  che 
sofferiior  fosse  biasimato.  Liv  M.  Li  Galli 
seno  troppo  mali  soflcriliri  di  affanno,  e 
lo  loro  primo  assalto  e  più  fiero  che  di 
uomini,  e  l'ultimo  è  meno  che  dì  femmi- 
na. Frane.  lìnrh.  26.  5.  E   sia   sofferidore. 

i>  SOFFERITO.  Add.  da  Sofferire, 
Pemb.  Sior.  6.  80  Dagli  allri  tulle  le 
gravezze  sono  portate,  e  soffi-rile.  (V) 

SOFFERMARE.  Fermare  per  breve 
tempo  j  e  si  u^a  in  sisnijìc  att.  neutr.  e 
neutr.  pass.  Lat.  subsistere.  Gr.  uot'cTCt- 
ffSai.  Red.  Oss,  an.  GQ.  Osservando  ce 
quali  razze,  e  quante  di  animali  volanti  »i 
aggirino,  ronzino  ed  impunlinn,  si  soffer- 
mino,  e  si   nutiichino   in   qufU' erbe. 

*  SOFFERMATA.  //  soffeimarsi  , 
Prieve  fermata.  Lat.  brevis  pausa.  Gr. 
^pc/.^EÌfx.  :Taùcir.  Ped.  Cons.  1.  225. 
Questo  fioalmente  è  un  male  che  va  di- 
rellamente  ad  attaccare  il  runre,  fonte 
della  vita,  e  nelle  soflermale  del  cuore  si 
può  col  tempo  appoco  ;ipjHico  ed  insinsì- 
bilmenle  radunare  e  deporre  ec.  qualche 
cosa  esterna.   (•) 

SOFFERTO.  Add.  da  Soffrire.  G.  V 
7.  101.  6.  Volentieri  vorrebbe  essere  sof- 
ferto di  suo  s.nramento  (  cioè  ,  liberalo  . 
proiciollo  )  .  Pucn,  Fier.  Jntr.  5.  I.  A 
ricercar  compenso  Per  tanti  danni  in  quc 
sti  dì  sofferti  (  cioè  ,  palili  ,  compor- 
tali ) . 

*  SOFFERUTO  .  V.  A.  Sofferte  . 
Pemb.    (A) 

•f  *  soffi'.  Nome  che  si  dà  ai  Re 
della  PcrsifT.  Puon.  Fier.  5.  4.  6.  Dal 
la  legge  Rimossi  ,  inopportuno  hanno  il 
ricorso  Al  Soffi ,  fan  venire  ec.  Salvin 
ivi:  Al  Sopì,  cioè  al  Re  di  Persia. 
detto  cosi  quasi  Giudice  ,  che  tale  è  il 
regnante.  (A) 

SOFFIAMENTO.  Il  soffiare.  l.zX.  fla- 
tus, sitfflaius  ,  f.amen  .  Gr.  Ttvai;'-  filoe. 
?..  233.  Parvegli  primieramente  veder  l'aer 
pieno  di  turbamento  ,  e  i  popoli  d*  Eolo 
usciti  dal  cavalo  sasso,  senza  niuno  ordi- 
ne, furiosi  recare  d'  ogni  parie  nuvoli,  e 
fjre  sconci,  e  spiacevoli  soifijmecli.  Mae- 
struzz.  i,  48.  Il  soffiamento  cbe  fa  il 
prete  ,  significa  il  cacciamento  del  demo- 
nio ,  e  r  entramento  del  buono  Angelo  . 
Sen.  Ben  l'arch.  f\.  28  I  snffi.imenti 
detcrminati  de'venti  furono  dagli  Dii  tro- 
vati per  benffizto  di  tulli  gli  nomini 

g.  Per  meta/,  vale  Maledtanza  ,  Lai. 
maledictiù,  convicium.  suuuratio,  susnr. 
rtis.  Gr.  )atSopi».  Pocc  p.  4  P-  4'  ^* 
così  fatti  soffiamenti,  da  così  atroci  denti 
ec.  sono  sospinto,  molestale,  e  ìdCqo  nel 
vivo  trafftto. 


122^ 


5   O  F 


SOFFIANTE.  C/ie  soffia.  LH.  fl<ins  , 
jpirnns,  Gr.  ffv^wv.  O,  5.  19-  9  Si  dee 
spesso  zappettare,  e  inf;rassare  ron  abboo- 
(lanza  di  letame  ,  e  da'  vcDli  dolcemente 
tof&anli  esser  dimenato.  /Im  t.  i'.  Egli 
vede  ce.  i  capelli  con  inaeslero  non  usato 
avere  alla  testa  ravvolti  ,  e  con  sottile 
oro,  a  quelli  non  di»ugu:ile,  essere  tenuti 
con  piacevole  nodo  alk-  sofEanti  aure. 

SOFFIARE.  Sttit.  Snffìamcnlo.  So/fio. 
Lat.  flatus,  fi tmen.  Gr.  TTVovf  Sen.  Pist. 
56.  Quando  questi  giovaui  forti  e  rubesii 
s'esercitano  in  giltare  la  pietra  e  *n  faie 
lille  braccia  ec,  io  odo  ^uaì  e  rammari- 
chìi con  acerbissimi  suflìari  e  altieri  (  il 
testo  lat.  fin:  accrbissinias  respirati 'n^s). 
SOFFIARE.  Spigncr  l'aria  %'iolentc- 
mentt'  col  Jìalo,  aguzzando  le  labbra.  Lat. 
flare.  Or.  Trv'Siv.  l)an(.  tnf.  23,  Tutto 
sì  dislorsc  ,  Soffiando  nella  barba  co' so- 
spiri. iS'ffpg.  rtat.  esp.  25S  Y.  però  neces- 
kario  ,  a  voler  che  questo  efìfetio  segua  , 
olire  al  fuoco  gagliardo  ,  il  soffijr  conli- 
ouamcnte  ne*  carboni  che  stanno  intorno 
al  bicchiere;  e  ciò  sì  avverta  a  farlo  per 
un  foro  di  un*  asse  che  serva  di  parapet- 
to a  chi  S'iflìa.  Calai.  28.  I  bugiardi  ce. 
sono  ascollali  er.  ne  più  ne  meno  come 
se  egli  non  fivellassono  ,  ma  soffijssono  . 
Maini.  Q.  20>  Miagola  »  0  su01d  i!  gatto, 
<■  5'  arronciglia. 

>!•  g.  I.  Dello  di  COSI  chi'  mandi  i-en- 
to.  fimi'.  Coli.  Orff.  l\\.  Poneva  l'opera 
nel  fuoco,  acconciando  li  delti  carboni  col- 
le lor  leste  per  ordine ,  quelle  volgendo 
verso  dov'egli  voleva  sald.irc,  perchè  dette 
leste  soffiano  e  respirano  ;ilquan!o.  !■'  1  2q. 
Veddi  entrare  dentro  il  metallo  senza  sof- 
fiare pacificamenle,  er.  (y) 

§.  II.  Soffiare,  per  lo  Spirar  de'venlt. 
Lat.  spirare ,  fìarc.  Gr  Tivs'stv  ,  pu7«v, 
Dant.  Pitrp.  5.  Sta  come  torre  ferma  , 
che  non  cr<dla  Giammai  la  cima  per  snf- 
fiar  de' venti.  Ji  Par.  28,  Quando  soiPia 
Dorea  d:i  quella  guancia  ,  ond*  v  più  te* 
no.  ììocc.  g.  4-  P-  'O'  Procederò  avanti, 
dando  le  spalle  a  i{ucs(0  vculo,  e  lascian- 
dol  sofTurc. 

g.  III.  Soffiare,  in  alt.  signifìr* ,  vale 
Spingere  checchessia  rolla  forza  del  fiato. 
Lat.  siifflarc.  ,  insufflare  .  Gr.  £/jiou7KV. 
Cr,  9.  26.  2-  Speisamentc  con  un  can- 
nello si  soffi  negli  occhi  sale  sottilmente 
pesto.  /T  appresso  :  Si  soffi  colai  polvere 
negli  occhi  a)  cavallo  due  volte  pvT  gior- 
no .  Dant.  Jnf.  l3  Chi  fusti,  «he  per 
tante  punte  Soffi  col  sangue  doloroso 
sermo?  *  Tass*  Ger.  18.  .^7.  Vengono  i 
venti  e  le  procelle  in  guerra  E  gli  soffia- 
no al  viso  iispra  tempesta.  (D) 

g.  IV.  Soffiare,  terni,  degli  Alchimislit 
s'irle  Adoperarsi  Col  fucco  intorno  olla 
purificazionet  o  immutazione  de*  metalli; 
e  preso  axsolutam. ,  vale  Tentare  di  far 
P  oro.  Car,  leH.  I.  8.  Qui  sì  soffia  a  più 
poinro.  e  l'Allegretto  e  in  «iamo  sopra  i 
mantici.  /C  i,  lOO.  La  qu.do  (città)  .illro 
volte  ch'io  vi  fui,  per  soffiare  alle  miniere, 
mi  parve  una  bicocca  da  tingari. 

§.  \  .Soffiare,  per  /sbuffare  per  superbia  , 
collera  ,  o  altra  paision  d'  animo  .  Lai. 
fremere  .  Gr     tfifìptaK9^oi.i  .  Jìocc.   n. 


58. 


i-lia 


presso    a    sedere,   altro 


non  farcva.  che  soffiare.  E  nov.  (Ì5.  |5. 
Il  geloso  rolla  sua  inal.i  ventura,  soffian- 
do, t*  andò  a  spogliarr  i  panni  dr<|  prete. 
E  nov.  73.  16.  (^atandrmo,  srnli'ndo  'I 
duolo,  levò  allo  il  piò.  e  rominciò  a  sof- 
fiare. K  nOi'.  85.  6.  Calandrino  ,  tornato 
a  lavorare,  altro  che  soffiar  non  f.icea  /:,' 
apfire.iso  :  Clio  diavolo  ha' In  .  *oiin  Ca- 
landrino ?  tn  non  fai  altro  ,  che  soffiare. 
Prone.  Sacc/i,  nov,  91.  Comincia  a  sol- 
fiarc,  che  pvrea  un  porco  fedito,  l'arch. 
Ercol,  55.  Se  v'iggiugno  parole,  o  atti 
cbc  moitrino  luì  ec.  essere  adirato,  e  ave* 


S   0  F 

re  ciò  per  male,  sì  dice:  e*  marina,  egli 
sbuffa,  o  soffia  . 

§.  VI.  Per  Anelare.  Ankare.  Lat.  an- 
hilare,  Gr.  c'a^/iacveiv .  ^r  Galat.  80. 
Come  fa  chi  »'  affretta  si  ,  che  conven- 
ga,  che  l'gli  ansi,  e  soffi.  (C)  Ma'm.  3. 
34.  L  con  un  fuor  di  lìngue  e  orrenda 
vista  Si>ffijvan,  eh' i' ho  stoppato  un  al- 
chimista 

§.  VII.  Soffiare,  per  meta/.,  vale  Jn- 
citare,  /nstigire-  Lai.  tuicilare.  Gr  eyet* 
pliv,nt,  S.  GìO.  fiat.  23.'»  E  soffidvae 
accendeva  l'ira  nel  cuor  d'Erode.  Cron. 
l'eli.  |''|.  Di  che  gli  conveone  entrare  in 
franchigia  ,  e  f u  a  grande  pflrìcolo  della 
persona,  soffiando  al  Re  i  Francesi  so- 
pra ciò. 

g.  Vili.  Soffiare  ,  0  Soffiarci  il  naso  , 
t'ali-  Trarne  fuori  j  m.cci  .  Lai.  nares 
emungere.  Gr.  p'i'vst;  «TOju.uTTeiy.  Galat. 
9.  Non  si  vuole  anco  ,  soffijio  che  tu  ti 
sarai  il  naso,  aprire  il  morcirhino,  e  gua- 
tarvi entro  .  Jlleg.  St.>ffiarsi  il  naso  un 
trailo  nelle  mani. 

g,  IX  Soffiare  il  naso  alle  galline,  Jì. 
guratam,  e  in  modo  basso,  si  dice  di  Chi 
cominda  ,  o  fa  tutte  le /accende .  Malnt. 
5.  29.  Ansi  il  bando  si  manda  da  sua 
parte  ,  Percb'  ella  soffia  il  naso  alle  gal- 
line . 

g.  X.  Soffiar  parole  negli  oreccchi  al- 
trui ,  e  anche  asiolutam.  Snfftir  negli 
orecchi  ad  alcuno  ,  si  dice  del  Darli  al- 
cuna notizia,  o  avvertimento  se^relamen 
le  ,  V  tahra  anche  Amlar  continuamente 
imtignnd-lo.  Lai.  m  vurem  insusurrare. 
Gr.  tltOu^t'^etv.  /».  /1s.  1.13.  Queste  e 
altre  simili  parole  soffiando  negli  orecchi 
di  Venere,  lacerava  quel  garrulo  e  so- 
verchio curioso  uccello  il  suo  6gliuoIo  . 
Varch.  Ercol.  80.  Diccsi  ancora  lufolare 
e  soffiar  negli  orecchi  ad  alcuno,  ci  e  par- 
largli di  segreto,  e  quasi  imbecherarlo. 

§.  XI.  Soffiare,  il  dice  anche,  in  modo 
hasso,  del  l'or  la  spia.  Lai.  de/erre.  Gr. 
ivSn^ij  ttouÌoOki.  Malm.  i.  37.  Sofìia- 
no,  son  di  calca,  e  borsaiuoli. 

§  XII.  Aprir  la  bocca  ,  e  soffiare ,  o 
Soffiare,  e  favellare,  si  dicono  del  Favel- 
lar senza  considerazione,  e  riguardo.  Lai. 
verba  tjfutire.  Or.  y>uapérv.  Varch.  Er- 
col. 9'(.  FavelLire  a  caso  ec.  e  dirla  come 
ella  viene,  e  n-m  pensare  a  qurllo  che  si 
favella  ,  e  (  come  si  dice  )  sofRare  e  fa- 
vella r»"* 

-'.'  SOFFIATA.  V azione  del  soffiare  , 
ed  anche  Colpo  di  soffione  nel  si^^nifi- 
C'Ito  del  §  II.  Fìenv.  Cr/I,  ì'it  I.  ijS. 
Dato  fuoco  a'mia  soffioni  non  tanto  gitlai 
quelle  botti  per  terra,  che  m'impedivano, 
ma  in  quella  soffiata  sula  aminazzai  più 
di   trenta   uomini.    fC) 

SOFFIATO.  Add  da  Soffiare.  Lat. 
flatus,  siifflafiit  ,  inuiffìitus  Cr.  9.  26. 
2  A  questa  inedrsìma  vale  il  salnitro  re. 
soffialo  nej;Ii  occhi.  Dant.  Pitrg.  3o  Sic 
come  neve  tra  le  viv.-  travi  Per  lo  dos^o 
d'  Italia  si  cnngrla.  Soffiata,  f  stretta  dalli 
venti  Schiavi  (cioi,  spinta).  ì'arch  Er- 
col. 1.  Al  tempo  nuovo  deono  .  soffiati 
da  dolcissime  aure  ,  pnrg<<rne  gratissime 
ombfp  . 

t  SOFFIATORE  f'erhal.  masc.  Che 
^r>frta.  Lat,  'perfìator.  Gr.  ù  ^istTvt-jeor;. 
Tratt.  »egr.  coi,  d^ynn.  Nel  Irntpo  che 
sono  sopra  terra  i  venti  solììjlori  per  Ira- 
mrtntana  . 

•f  «  SOFFIATRICE,  l'erbai,  fem.  di 
Soffiatore.  Salvia.  Opp.  Pese.  .'|,  Come 
quando  Uomo  un  pien  v.itn  ;ttiiigciando  . 
S.'ffìalrice  rannidila  a  bocca  mette,  E  col 
fiato   su   trae  del    vin   la   bevj.   (A) 

SOI'FICCAnK.   i\aseo»dere  j  e  ti  uta 
anche  in  signific.    nrutr.  pati.    Toc-    ì)av.  I 
Ann.    li,    io3.    Solficcansi    i    Ire  senatori 
con  laido  non  forao  che  iradilore  nascon-  I 


S  O   F 

diglìo  (il  testo  Ut.  ht  :  lese  abstrodant). 
EStor.  t\.  356.  Soffircavanst  nv'padìgtitv 
ni,  fuggivan  la  luce,  più  stupidi  per  la 
vergogna,  che  per  la  paura.  Ciriff.  Calv. 
3.83.  Que'si  van  sofficcaodo  come  pia^ 
tole  Al  buio. 

•f  SOFFICE.  Susi.  fem.  Ferro  ejm^ 
dro  di  lunghezza  d*iin  sesto  di  braccio  • 
sfondato  net  mezzo,  sopra'l  quale  1  fab» 
bri  mettono  il  ferro  infuocato,  quando  lo 
vogliono  bucare. 

t  SOFFICE.  Add.  Morbido,  Tratta 
bile,  e  che  toccato  acconsente  ed  avvalla j 
e  propriamente  si  dice  di  coltrici,  guan- 
ciali ,  e  simili.  Lat.  mo'lis  ,  tractabilis . 
Gr.  juyJa/s;  .  t^)j)ay>3To'5 .  Ovid.  Pist. 
l^'O.  lo  riguardo  spesse  volle  se  le  tue 
pedate  appariscono  nella  soffice  arena  . 
Coli  S^  I*,id.  Perocché  non  solamente 
sono  alquanto  soffici  ,  ma  hanno  picco- 
la fatica  a  fare  ,  e  cnttan  poco  .  Palladi 
Febbr.  aS-  Desiderano  le  cipolle  grasso 
terreno ,  soffice,  e  rigo  d'acqua,  e  lela- 
minalo-  Cr.  5.  6.  X  Amano  terreo  dolce 
e  sulfiee.  non  perciò  arenoso.  Dav.  C^lt. 
167.  Il  dìì  pianamente  io  fossa  aperta  e 
concimata  ,  qnasì  in  soffice  letto  ,  posare 
e  coprire. 

^:  g.  Per  Comodo,  Agiato.  PaVad.  ai. 
Nelle  stalle  di-* cavalli  si  pongano  di  sotto 
alla  paglia  assi,  o  piante  fermerelle,  sic- 
ché giacendo  stieno  soffici,  e  stando  ritti, 
r  ungliie  si  sodino  nel  duro    (F) 

•f  *  SOFFICEMENTE  .  A^-verb.  In 
modo  soffice  ,  Morbidamente.  Cor.  f.ong. 
sez.  32,  Ella  Qa  carne)  conlra  latte  U 
cascale,  a  guisa  .del  e  robe  filtrale,  cede 
morbidamente  e  sofficemente  ai  corpi.  (Af 
t  3  SOFFICENTE,  e  SOFFICIENTE. 
Add.  Chi'  e  a  sufficenza.  Che  è  tant^  cHo 
basta  a  cbeecbessiaj  e  dicesi  dt  perscna, 
r  di  cosa.  Lai.  sufficient.  liocc.  nov.  79. 
^3.  Or  non  li  bastava  io?  frate,  io  laros 
so(TGcenic  a  un  popolo,  non  che  a  te. 
Cronicbett.  d*Amnr.  71.  Ved.'ano  che  lo 
re  Filippo  non  era  sofficiente  ad  alargli. 
Fif.  S.  V,  Mad'i,  ai.  Che  vendetta  po- 
trò io  mai  fare  di  me  medesima  ,  sofE- 
cienle  a  tante  e  tali  offeset 

t  §■  I-  Sf>picfnte  ,  vale  anche  Che  > 
in  iitato  di  far  checchessìa ,  Abile,  Cm' 
pace.  Lai.  aptus,  idc^neus-  Gr.  cViTnVsiOf. 
fìocc.  nov  (Ì!.  12.  Ni'n  meno  sofficeotn 
lavaceci,  che  fosse  Gianni  Lotlenoghi.  E 
noi'.  79  8,  Ci  lasciò  due  sofficenti  disce- 
poli .  Oi/rf.  Pist.  87.  Appena  era  ella 
sofficeote  a  portare  la  grave  roca  dell» 
Lina.  G.  /'.  8.  5.  a.  Non  sentendosi  sof- 
fir-ente  al  governamentn  della  Chiesa  ec., 
cercava  ogni  via,  come  poieue  rÌDUBtiare 
i)  papato  . 

*  §  II.  K  col  secondo  cato.  FU  SS. 
Pad.  1 .  20^.  l'are  che  egli  sia  saolo  • 
sofficicnle  delle  altre  cose.  f.V; 

*  §  IH.  Sofh'cente,  vale  anche  Istrui- 
to, Addc-ttrinato.  «  Cronichett.  d'Amar. 
^6.  Usania  è  degli  Re,  e  de*  Signori  dell» 
lerre  ,  che  egli  non  vogliono  1  ciiudiai 
molto  sofficienli,  ni:  molto  buoni,  ne 
troppo   itprrli  -.   (C) 

t  §.  IV.  Sifliciente.iHtle  anche  Ej^per- 
to.  Eccellente^  ed  in  questo  senso  dicesi 
solo  dt  pert.^na  .  ti  F.  II.  65.  3-  Egli 
era  il  più  snlficenie  capitano  e  savio  di 
guerra  ec.,  che  nullo  altro  cb'asuolem- 
po  fnue. 

*•'  §•  V.  Per  Contap^vole,  col  secontto 
cmto  .  Ott.  Com.  Inf.  3o.  Sa*».  E  per*, 
siccome  s&ffiricnle  di  tanto  inganno  ,  la- 
sciarono li  Greci  questo  Sinon  lega  lo  presso 
alla    <L|jtiu   predetta.    fO 

t  SOFFICR.NTEMENTE,  e  SOFFI- 
CII■:^TEMEN^E .  Atveib.  Il  modo 
s-fficiente.  Sufficientemente.  Lai  /w/ffcien- 
ter. Or  l'xavwf.  />.it*.  7^.  Comprende  que- 
sta dilYìnistone  sofficientementc  che  rosa  i 


i 


S  0  F 

teotrìttoca- ^Irn.  Pist.  Oli  scrini  de*  qua- 
li non  90  se  t'originano  soflGcipn irniente  . 
Ott.  Com.  Piirg.  25.  J^63.  Di  queila  cor- 
rusiune  è  scritto  ni*Ila  chiosa  eli  sopra  al 
quinto  capitolo  ilcllo  Inferao  sofficeutiv 
mente. 

■f-  SOFFICFNTEZZA,  e  SOFFICIEN- 
TEZZA.  r.  j4.  Sufficienza  .  Lai.  prccstan- 
Ha.  Gr.  ixavom;  ,  ì^oxfì  •  Ovid.  Pist. 
308.  Non  mi  dovre>ii  scbifare,  pensando 
alla  mia  soffìrienlriia. 

SOFFICI  NTISSIMO,  e  SOFFICIEN- 
TISSIMO  .  Super/,  dt  SoJ/ìcirnte  .  Lat. 
nptistimus t  maxime  ùioneus.  Gr.  eTtTTj* 
Jfta'rotTo;.  Pelr.  C'ont.  ili.  Perche  elio  a 
lì  fatte  cose  sempre  era  sofficientissimo, 
Put*  Dato  alle  lettere  ,  in  breve  tempo 
diventò  iofficienlissimo  (Lat.  pricslantis- 
sìmns.  Gr.  i^oxoÌTV.'zo:,). 

f  SOFFICKNZA  .  SOFFICIENZA  , 
eii  nU*  ani,  SOFFICENZIA  ,  e  SOFFI- 
CIENZiA.  Attratto  di  Sojjìeente.  Fccel- 
lenta,  Jhilità  ,  Capacità.  Lai.  stif^cien- 
tia  ,  praestanlin .  Gr.  t/avjtv;;  .  iXoxr»  • 
nt  S.  Gir.  10.  Per  certo  confesso  che 
io  non  sono  parlatore,  ne  h»  in  me  sof- 
ficenzia  da  ciò  displieare  .  Jiocc.  nov.  y. 
i3.  Serondo  che  alla  sofficienza  di  Pri- 
masso si  conveniva.  Oi'id.  Pist  E  avve- 
gnadiochè  tu  mai  non  fossi  slata  giurata, 
Doo  mi  dovercstì  sdegnare,  pensando  alla 
Olia  soflìcienza  ((fucato  stesso  esempio  si 
fe^e  anche  alla  ìOCcSOFFICE:^TEZ7A). 
§.  I.  Prr  j4hhondnnza.  Lai.  *'i>,  copia. 
Gr.  èv:zop{'X.  Liv.  M.  Grande  sofBcenza 
di  biada  V*  area.  '^ 

5-  II.  ^  s^Jfcenza,  posto  avverhialm  , 
vale' A  b  istanza,  Dastanteménte.  Lai.  suf- 
fieieater.  Gr.  ixkvw;  .  Bocc  Introd.  1 3. 
A  sofficicDza,  secondo  gli  appetiti,  le  cose 
usavano,  *  ^./i'.  //t',er(.  2.  i.  iq.  E  del 
Nome,  e  delle  sue  parli,  e  di  ciò  che  a  esso 
apparli^iic  ,  sia  detto  a   sofficipnxa.  (V) 

•t  *  SOFFICERE  ,  V.  L.  ed  A. 
Postare,  ffaes.  127.  Da  temere  h  che, 
faticalo  di  questioni  non  molto  necessa- 
rie, a  terminare  la  diritta  vìa  soffìrer  non 
poisi.  ff) 

SOFFiriFNTF    Te^  SOFFICENTE. 
SOFFICIENTEMENTE  .    Fed.    SOF- 
FICE.NTEMENTE 

SOFrtClENTEZZV.  T'.  SOFFICEN- 
TEZZA 

SOFFICIENTISSIMO.  Ved.  SOFFI- 
CENTISSIMO 

•f  SOFFICIENZA,  ed  aìV  ant  SOF- 
FIC1E?<ZIA.    Ved.    SOFFICENZA. 

*  SOFFICIOCCIO  .  Jcnefcil.  di 
Soffice.  Lat.  molìior.  Gr.  /uotlwzùJTepo? 
Berrt.  Catr.  se.  ^.  Perche  la  gli  è  troppo 
bianca  farina,  Paffuta,  tenda,  grassa  e 
(r.Siriorci.1.  {") 

•f  *  SOFFICIRE.  JWe  poco  usata. 
Ifeutr.  pass.  Divenir  soffice.  Paflad.  Oif. 
II.  Sarchisi  spasso  il  solcel  dc'porri,  sicché 
la   terra  si  snfficisca.  fF) 

SOFFiETTO.  Strumento  ,  col  tfnafe 
spignendofi  Ilaria,  si  genera  vento ,  per 
accender  /$40cc,  o  simili.  "LaU  foUis.  Gr. 

*  SOFFIGGERE.  Keutr,  piss.  Cac- 
cia'ti  sottn.  CtriJT.  Cah'.  4.  III.  E  al- 
coni,  per  fuggir  questi  conirasii,  S'eran 
»oreili  giusta  Icr  potere,  Qoai  per  le 
busse  i  cBD  sotto  le  banche.  Ravvilup- 
pati in   le  tovaglie  bianche.  (B) 

t  SOFFIO.  Il  soffiare.  Lat.  flatus, 
.«piritiis,  Gr.  TVOA.  /?»r  Par.  7.  3.  Lo 
ioffio  non  r  se  non  aire  .ngitalo.  OiiW, 
Pist.  I7^.0Biirea,  venlo  tempestoso,  tue 
me,  e  non    conira   'I 


iucrudeliìci  cootra 
mare,  oc.  :    adunque  li    prìego 
perdoni  a  me.   e  che   tu  muo% 
peratamen''-  il  tuo   sofBo.   Sa^f^.  nat  e<p 
i^\.  Che  finalmente  non    è  tiralo  con  a!. 
ira  regola,  che  col  ioi6o  dell'  artefite. 


n  che  tu 
più  tem- 


sor 

f.  I.  In  N/i  soffio,  pesto  avperòialm., 
vale  Subitamente,  In  un  attimo,  Lat. 
statim,  momento  lemporis.  Gr.  a'uOy';, 
e'v  aroftu-  Buon,  Far.  5.  2.  8.  Ch'io 
mi  tolga  giammai  Al  tavolel,  dnv*  io  fui 
cambiatore  ,  E  tanto  accumulai  ,  eh'  ora 
in  un  soffio  Veggo  andato  in  un  soffio, 
>'on  posso  ec. 

*  SOFFIOLA.  Melihto.  Erba  velin- 
rina.  Lat.  meìilctus.  Gr.  iiOiXùrcc.  Il 
focabolario  alla  voce  MELILOTC  (•) 
SOFFIONE.  Canna  tra/ rata  da  sof- 
fiar nel  fuoco.  BiCC.  nOi-,  3l.  5.  F.»ra'- 
ne  questa  sera  un  soffione  alla  taa  ser- 
vente, col  quale  ella  raccenda  il  fuoco. 
Cani,  Cam.  197.  Ancor  v'  abbiam  por- 
talo de'  Soffioni,  Che  'ntcndiamo  n'  usa- 
te :  I  nostri  son  de*  buoni  ,  Benché  da 
voi  gran  dovizia  n*  a!)brate  ;  Questi  son 
da  brìg^ìte  Che  non  hanno  che  fari*  ,  e 
gente  sciocca  ;  E  se  non  han  soffion  , 
fanno  con  bocca.  £^^5.  Inteso  abbiam 
che  voi  la  maggior  jiarte  Certi  colali 
usate  ,  Di  canna  falli  senza  industria,  o 
arte.  Che  soffiin  gli  chiamate,  Malm.  i. 
55.  Cosloio  cmpion  di  rena  un  ]or  sof- 
fione. 

f.  I.  Soffione,  si  dice  ancne  per  Pie* 
dolo  mantice  da  accendere  il  Jiirco.  Lat. 
follis.  Gr.  pv?«.  Buon.  Tonc.  (\.  \.  Vo*, 
per  ispegner  d*  amore  il  gran  fuoco,  Col 
scffion    della   morte   farmi    vento. 

V  g.  11.  Soffione,  fu  detto  anche  per 
Qualunque  pez£0  d'  artifluria,  Benv. 
Celi.  J  it.  I.  175.  Dato  fuoco  ai  mia 
soffioni,  non  tanto  gittai  quelle  botti  per 
terra,  che  m*  impedivano,  ma  in  quella 
soffiata  sola  ammazzai  più  di  trenta  Uo- 
mini. (C) 

5  5.  IH.  Soffione,  si  dice  anche  a'trtii, 
in  modo  basfo,  per  Ispia,  Lai.  delator^ 
exphrntor    Gr.   ÌvSilX7r,iy   ZXOTZo'i- 

*  g.  IV.  Per  Presuntuo.to,  Alti  roso. 
Gonfio,  Superbo.  Lai.  nrrognns,  elatus  , 
wjlalus.  Gr.  aiaCwv.  yc')-Kuroc.  oyxil- 
pOC,  Segu.  Ette.  ^.  188.  Il  soffione,  in 
quanto  alla  considerazione  di  se  slesso  , 
sopravanza  j  ma  O' n  già  in  quanto  alla 
considerazione  del  magnanimo.  E  iq2. 
I  .soffioni  son  bene  .«tolti  ,  e  tali  non  si 
conoscono.  «  Segr.  Fior.  C/iz.  2.  3.  Sc/r. 
Entra  in  che  en'.rare  tu  vuoi.  Questa 
fanciulla  m.n  si  ha  a  gìitar  via,  o  io 
manderò  sottost^pra  ,  non  che  la  rasa  , 
Firecze.  JVic.  Sofronia,  Sofronia,  chi  ti 
pose  questo  nome,  non  sognava  ;  tu  se* 
una  s^ffiona,  e  se' piena   di  vento.   (") 

*  SOFFIONERI'A  Astratto  di  Sf- 
Jionej  Presunzione,   Alterigia,   Gonfiezza. 

I.at     arrofantia  ,    animi    elatio,     Gr.    «)k- 

Co"'e'k,  jjt>KUTi'a.  ò'^fo",.  Se^n.  Etic  t^. 
193.  E  più  opposta  a!la  magnanimila  la 
pusillanimit'i,  rh<>   la  solfioneria.    (*) 

SOFFIG.NETTO  .  Dtm.  dt  Soffione. 
Frane.  S-Jccb.  nov,  ipj.  Avea  un  sof- 
fionello    di    canna     assai  sottile. 

SOFFISMO.    /Vrf.  SOFISMA. 

'.'    SOFFISTICARE  .     f.     SOFISTI- 

CAnr.  (fj 

SOFFISTICHERl'A.  Fed.  SOFlSTI- 
CIIEKI'A. 

SOFFISTICO.  Add.  Ped.  SOFISTI- 
CO 

*  SOFFITO.  r.  A,  Srfio.Otl.Com. 
taf.  ^.  (>3.  La  musica  ce.  atmoDira  sta 
nel  canto  della  voce  delli  uomini;  l'or- 
ganica è  quella  che  si  fa  con  soffilo  , 
siccome  in  trombe.  (C)  Fr,  Gird.  Pre.t. 
78.  E  poscia  la  vita  tua  uo  soffilo  ,  non 
le    ne    pur   avvedi.  f^V 

SOFFITTA.  Stanza  a  tetto.  Farch, 
Sfor.  liì.  5g^.  Si  ristrinsero  insieme  in 
i»oa  si-ffiita  del  Cardinale.  Lase.  Parent. 
J  7.  Per  disperato  subito  me  ne  andai 
nella  soffitta,  t?  Bari  Ben.  rim.  pig. 
22.     (Livorno     j^pjj  ;.     E    di   chiunque 


SOF 


13»,1 


pur  por 
suoi  verd" 


roD  sua    madre   a   lato,   O    sola 
camere    e    soffine,    Parte  d- 
inni    ha   consumato,  (B) 

t  §.  I.  Soffitta,  si  dice  anche  una 
S'tta  di  palco,  che  si  fa  sotto  l' ultima 
COpertiun,  o  tetto  degli  cdificti,  O  sotto 
^llro  palco  per  nbbvlhwenlo  Lai  Inquear, 
tocunar.  Gr.  xaTKSTi'yasy K .  '.-  Snfvin, 
En.  lib.  I.  Peiidon  dalle  soflSltc  d'oro 
accese  Lumiere.  (F) 

*  §  II.  E  figuratam.  Impetf.  V. 
Tnsc.  D.  16.  T.  2  340.  E  chi  sa  ebe 
de!Ie  infinite  stelle,  che  suso  sfavillano, 
chiunque  scorg-T  le  potesse  distintamente* 
col  telescopio,  che  ben  mille  e  mille  va- 
rietà non  \\  scorgesse  lutto  adattate,  q 
terre,  o  soli,  od  altro  in  qiiesln  universo 
di  più  importanza  che  a  Lr  bella  elucida 
la  soffitta   del  cielo  ?  (F) 

^'  §.  III.  SJfìlta,  per  La  parte  di 
sotto  della  cnrnice  tra  l'uno  e  Vaitro 
modiglione,  nella  quale  sf>glionu  int'i^liare 
rosoni  ,  e  simili  altre  cose.  ^Tirchetl. 
I.iicr.  lib.  2.  v.  41.  S-'  non  rifulge  am- 
pio  palagio,  e  splende  D'argento  e  d'or, 
se  di  soffitte  aurate  Tempio  non  s'  orna 
ce.  (B) 

•f*  ^-  SOFFITTARE.  Fare  un  palco 
setto  P  ultima  copertura,  o  tetto  degli  e- 
dificii,  0  sotto  pftro  palco  per  abbel- 
limento. Salvia.  Odiss.  23.  25;.  Io  di- 
visai La  camera,  fioche  la  terminai  Con 
serrale  pietruzze,  e  per  di  sopra  Ben  sof- 
fittai, f^  IHad.  fi.  338.  Dall'altra  Banda 
a  rimpetto,  dentro  della  s.ila.  Dodici  ca- 
mere erón  soffitlnte  Di  pietra,  ec.  (A) 

f  #  SOFFITTATO.  Add  da  Softta 
re  j  Lnquea'.c,  Lat.  laqueatus,  Gr.  czia.- 
vc^wys'vo^.  Il  Fccab.  alla  voce  LAQUEA- 
TO.  (') 

t  V  g.  /T  inforza  di  siist.  per  Soffitta 
nel  signific.  del  §  I.  Lai  laquear.  J'as. 
Op.  T'it.  4»  327.  Col  medesimo  dipinse 
ancora  ec,  e  dopo  ,  pur  insieme  ,  il  palco 
ovvero  soffiitato  della  sala  del  consiglio 
de'  Dipci.  (C) 

*  SOFFITTO.  Susi  Lo  stesso  che 
Soffitta.  Fallav.  Siti.  73,  Percotendo  in 
un  vaso  d'acqua,  riflette  (  il  raggio  J  con 
somma  celerilà  e  varielà,  or  in  questa,  or 
in  qupll'alira  parte  delle  pareti,  o  del  sof- 
fino. (FPj  Part.  Suon.  T<cm.  96.  La  pri- 
ma necessità  e,  che  la  ramerà  sia  levata 
sopra  una  pianta  in  quadro,  di  lati ,  ed 
angoli  lutti  fra  loro  eguali:  l'altra  che 
sia  fabbrica    a    volta,   non    a    soffino.  (C) 

SOFFITTO.  A'd.  r<ascoso.  Tac.Dav. 
Stor.  ],  241-  Dubilando  dell'ira  di  Clau- 
dio, stelle  soffino  in  Asia  (il  testo  lat. 
ha   :  in  sccrelum  Asiae  reposiius  )  . 

*S0FF1TT0NE.  Aicrvscit.  di  Sof- 
fitto. Baldin.  Dee.  In  quello  spazio  che 
doveva  servir  per  soffinone  ppr  li  caval- 
ietti, acfomodar\i  alcuni  lunghi  e  spa- 
ziosi andari.   (A) 

SOFFOCAMENTO.  F.  SOFFOCA- 
MENTO. 

t  ''?  SOFFOCANTE.  Che  soffoca.  De- 
nictr.  S,-fn.  i.  Questi  (memi-ri)  hanno  e 
per  lor  medesimi  i  lor  termini  particola- 
ri, p  in  moki  luoghi  danno  termine  al 
favelbtre  che  per  aliro  sarebbe  lungo  ,  (* 
non  terminalo,  e  quasi  come  soffocante  il 
ragionatire.  (1) 

SOFFOCARE  Fed.   SOFFOGARE. 
SOFFOCATO.  F.   SOFFOGATO. 
SOFFOCAZIOAE.  J  ed.    SOFFOGA- 
ZIONE. 

SOFFOCAMFNTO  .  e  SOFFOCA- 
MENTO. Il  soffogare.  Lat.  suffccatio. 
Or.  aTTi^-v'^t;.  Srgner.  Pi  ed,  I.  3.  Sono 
ioDumerabili  quelli  che  vanno  a  letto  in 
peccato  mortale,  senza  por  mente  a  tanti 
crrcndì  perii^olì  «.he  drl  continuo  loro 
possono  sovrastare  da  una  corrente  impe- 
tuosa di  «angue  ,  da  00    *rfibrameDlo    di 


J230 


S  O  F 


S  O   F 


S  O  F 


ciUrro  ,  ce.  E  Man'i.  Giugn,  7.  3,  Non 
può  consistere  in  un  Jriargo,  che  luUo 
i*  ini'.opiilisi'a,  in  un  sofF-rjincuto  Ji  ta- 
tirro,   in   u;iJ    so(>prci>iano   di  ciiuru? 

SOFFOOAP.K,  e  SOFFOCAUE.  Ini- 
pttlti  e  il  respiro*  Lai.  xuffucnre.  Gr. 
«TTSTvi'yiiv.  Decl.irn,  QuinlU.  C.  Meglio 
sarclibc  stato  che  quei^io  mio  spirito  fusse 

0  nel  ventre  tlelU  nudre  suffjgjlo  ,  o  ec. 
Hfd.  Vip»  l.  30.  Il  vaporoso  odore  del 
vino  può  io  un  momento  imbriacarlc  ,  e 
soffocarle. 

§.  I.  Per  metaf.  vale  Opprimere,  Non 
laiCiar  S'tr^ere.  Lai.  suffbcare,  Ca*'afc. 
Punail.  Proprio  uficio  e  sommo  studio  è 
del  nimico  di  sufficare  il  seme  della  di- 
vina inspirazione,  si  che  nun  proceda  a 
perfetto  iVuuo.  Arrt'jih,  64.  Quella  ispina 
soffoca  1j  tua  niente.  Sodcr.   CAt.  3q.  Se 

1  gran  pampanì  e  spensi  le  sofTucassero,  e 
insieme  con  l' altre  viti  troppo  se  ne 
aduggiasscro,  sfrondiosi,  e  continuamente. 

^  %.  II.  Per  A/foniÌjre,  S'nimergere. 
Car.  En.  lib.  |.  Osò  pur  Pallade  e  poteo 
Ardere  e  soffocar  gi'j  degli  Argivi  Tanti 
Travili,  (lìr) 

J    SOFFOGATO,    e    SOFFOCATO. 

/idd.  di'  lor  x-erhi.  Lat.  juffocnius.  Gr. 
ù.TO~nyó}t.fiOi.  Ar.  Sai.  2.  Dal  vapor 
che  dal  stomaco  elevalo  Fa  catarro  alla 
lesta,  e  cala  al  petto  ,  Mi  nmarre*  una 
notte  soffocato. 

*  S.  E  fi^uratam.  u  Bor^h,  Orig.  Fir. 
A.  Dalla  quale  rimase  »offjcaia  e  rico- 
perta ogni  maniera  di  lielle  e  leggiadre 
lettere.  Si'cr.  Fior.  Stor.  5.  117.  Gli  uo 
mini  per  le  hailiturc  diventali  savii ,  ri- 
tornano ce,  all'  ordine  ,  se  già  da  nna 
forza  straordinaria  non  rimangono  soffo- 
.aii  ...CiVj 

SOFFOGAZIONE.  e  SOFFOCAZIO- 
NE. Soffognmento.  Lai.  suffucatio.  Gr. 
a:i9:rvti^c^  .  Cr.  6.  4^-  3.  Colui  che 
prenderà  il  lattovario,  non  dee  dormire 
sopr' esso  ec.  .  imperocché  suole  inducer 
soffocazione.  '^  S^-^ner.  Mann.  Genn.  9. 
I.  Quanti  accidenti  te  la  possono  toglier 
(la  vita)  ec.  :  una  soffocatione  di  raUrro, 
una    soppressione  di  cuore,  ce.   (B) 

SOFFOGGIATA.  Fardello,  0  Cosa 
simile^  che  s*  afthia  sotto  il  braccio  co- 
perta tini  munttUot  e  fjuast  nascosamen- 
te si  porti  via,  Salv.  Spìn.  2.  3.  Io  gli 
risponderò  d'  aver  trovato  uno  poco  in  là, 
rbe  correva  con  una  soffoggiata  sotto.  Fir. 
Lue.  4-  *•  Bella  cosa  vedere  un  gentiluo- 
mo con  la  soffoggiala  andare  a  ca&a  le 
lem  mi  ne. 

•f  SOFFOLCERE,  e  SOFFOLGERE. 
I'.  A.  Appoggiare,  Sostentare,  Sostenere j 
e  ti  usa  anche,  nel  neiitr.  pass.  Dant. 
Inf.  29.  Ma  Virgilio  mi  disse  :  che  pur 
guato  ?  Perche  la  vi\ta  tua  pur  sì  sofful- 
gc  Laggiù  tra  l*  omhrc  triste  smozzirjte? 
Bui,  IVI  :  La  viita  tu»  pur  li  soffolgc , 
cioè  li  ficca  (  altri  Com<-ntatori  spie- 
gano :  l'appoggia;  nitri  :  s' aPSssa.  L<ìt. 
figere,  Cr.  ioiiétit),  Dant.  Par.  33.  Oli 
quanta  e  T  Uberto  che  si  toffoicc  In  qucU' 
•ri-bc  ricchissime!  ^  Zenon.  Pist  3(-  E 
quei  pensier,  co' quali  lu  loffjlgi  La  men- 
te, si  che  ti  ti  occupa  il  vero  Da  lei 
(q<ii  figurai.).   (O 

I  *  SOFFOLTO,  f  poeticamente  SOF- 
FULTO.  Add.  da  S'ftolctres  Sostenuto, 
S:>stenlato»  Lat.  suffnlUts.  Gr.  tvTr.ft- 
•/jusvo;  .  Ar.  Fur.  i\.  5o.  La  qu.il,  inf- 
lolla  dall' antico  piede  D'un  frassino  sil- 
vettre,  IÌ  dolca  (alcune  «disi  ini  h.inno 
suffolta  )  .  (•)  E  Ja.  77.  L*  alle  co- 
lonne e  i  capitelli  d'oro  Da  rhe  i  g<*in- 
mali  palrhi  cran  sotTulli.  (^f) 

*  SOFFORARE, /-orar di  j-iffo  /iens-. 
Celi.  Vit.  2.  70.  Sospiuli  i  denti  morti 
da  (|uci,  che  erano  vivi  ,  a  poco  a  poco 
soiloìravann  le    gen^"  .  e  le    punte    delle 


harhe  venìrano  a  lrapa»sarc  il  fondo  delle 
loro  casse.  (C) 

*  SOFFORNATO.  Add.  Incavernato, 
incavato.  L»\..concavus.  Gr-x^rio^.  Buon, 
Fitr,  3.  2  12.  N<m  vedi  tu  quel  ceffo 
ruLicondii,  Che  par  di  rame  .  e  quegli 
occhi  di  fuuro  Suff.troati  in  <[uelli  archi 
delle  rìglij  IspiJe  e  tetulote  7  (') 
SOFFRAGA.NEO.  /'.  SUFFRAGANEO. 
fSOFFRATTA.  /'.  A.  Mancamento» 
Pennrui  ,  Carestia.  Lat.  cantat,  pena 
ria.  Gr.  ffffavo'TTj;,  ù~cpi«..  O.  V.  Q. 
47»  4*  ^''  f''">''  mollo  la  vittnaglia,  e  sof- 
ferse gran  soffratta  egli  e  tutta  sua  corte. 
(  cosi  ne*  testi  a  penna  j  io  Mfmpato  per 
errore  ha  iuffranta  )  .  E  li-  l3<).  3.  Con 
gran  disagio,  e  di  suffralla  di  viilnaglie 
e  di  latte  cose  ec.  slettono  in  quella 
isola.  iV.  /''.  Q.  3l-  Sopraslando  quivi  ec, 
temeano  di  soffratta  di    viituaglia. 

•f  §.  Talora  vate  Necessità,  Bisogno. 
Nov.  ant.  62*  5  E  forse  ,  avanti  che  io 
muoia,  li  malvagi  cavalieri  di  Cornova- 
glia  avranno  soffratta  di  me. 

SOFFREDDO.  Add.  Alquanto  freddo. 
Ricetl.  Fior.  3'{2  Di  poi  aggiugni  gli 
olii  fermi  con  la  cera  ,  iremeniinj  ce. , 
uoili  insieme  secondo  1'  arte,  e  soffreddi. 
t  SOFFREGAMEWTO.  Il  soffre- ire. 
Lai.  levii  frictus.  Gr.  x.9Ìfov  i TiT^iju^ua. 
3led.  Arb.  Cr.  39.  Con  istndor  pauroso 
di  soffregamenlo  di  denti- 

SOFFREGARE.  LfpgiermenU  fregare. 
Lat.  ifviler  fncire.  Sodcr.  Colt.  25.  Av- 
vertiscasi  che  non  si  .strofini  1'  un  occhio 
coir^Uro.  o  si  soffreghi.  !?  J/a//.  Franz.  3. 
96.  E  ch'egli  (lo  stcccadcntii  entri  tra  i  den* 
ti  e  la  gingia  ,  Cioè  chif  nella  punta  nun 
i\  pieghi  Nel  metter  e  cavar  tra  dente  e 
dente.  E  d'altra  banda  slrnpiccì  e  soffre* 
gbi ,   ec.  (B) 

(;.  I.  Soffreddare  ,  i-.ile  talora  Offerirr 
con  reiterato  onequio,  e  con  instanza  , 
quasi  con  indegnità  dell*  o/ferente. 

%  II.  //i  si::ntfìc.  neutr.  pass,  vale 
Accostarsi,  quasi  pr,'^ando,  o  racctmtn- 
dandosi,  Q  offerendosi,  Pav.  Acc.  \!^2.  Il 
nostro  Reggente  ec.  si  diede  a  frugare  e 
soffregarsi  intorno  a  multi,  Bii^^n  .  l'ier, 
3.  I.  5.  Gelido  e  freddo,  senzj  scior  pa* 
rola.  Le  mi  soffrcgji  'nturoo  ripentito. 

SOFFREGATO .  Add  da  Sofregare. 
Tiic,  Deiv.  Ann.  1 .  a'j.  Tiberio  rifiutò  il 
nome  di  Padre  della  p.itria  più  volle  dal 
popolo  soffregatoli  (il  testo  lat,  ha:  scc- 
pius   ingestum  ). 

•f  SOFFRENTE.  J'.  A.  Soffi-rentr. 
Lat.  pntiens,  loUr.int,  Gr.  ùnotiovuTtró^^ 
:roiuT)a;.  Fr.  iae.  T  5.  22  5,  Ma  non 
può  esser  soffrente.  Che  non  faccia  ria- 
more. Frane,  Buri-,  2OO  19  Cominciare 
Qui  vediam  fare  Quesia  donna  Soffrente. 
liim.  ant.  Pani.  Maian.  76.  Serviraggio 
anco  del  mal  più  soffrente. 

•f  *  SOFFRE^ZA.  ;'.  A  S.fTrenM. 
Frane  Bari,.  199.  4.  Soffrenia  par  che  ven- 
ta, E  parie  ù  di  Costanza.  Itini  ant.  Gitid. 
Cavale.  E  la  sofl'enBa  lo  ««rvenle  aiuta. 
E  Bin.  d*  Al/.  Dice  cume  dolente  :  Non 
può  Unto  durare.  Che  vinca  per  »'>ffren- 
aa .  E  3/.  Cm.  CU»'  toffrmia  mi  ripeta  , 
Ma   non   po»so   vcd'T   quella   pianeta.  f/'V 

SOFFBIBILE.  Aid.  Att'  a  etifr  sof- 
ferto. Lai.  tilerabiits .  Cr.  avcxroj.  Se- 
ffner.  Mann.  Apr.  21.  2  Qu«nd>i  Iddio 
ti  manda  qualche  iravaglirt  ^  hai  i*  pro- 
curare di  renderlo  a  le  più  suffrihile  con 
diminuirne  la  itnna.  /'  Cingn.  .1  |.  Que- 
sta, rnpetto  a  quella,  e  di  peso  suffrihite 
ancora   a'  deboli. 

«  SOFFniOII.ISSlMO.  AJd,  Superi. 
di  Soffrittile  Prot  Fior  parte  4  *'<l  3. 
fiat;.  lf>7.  Nel  rritn  la  temperie  del  ciclo 
è  koffrihiliktinia.  f^St 

SOFFRIGtUSHK  .  /.eggiermonlf  frig- 
gere 


SOFFRIRE.  Ferho.  /'.  SOFFERIRE. 

SOFFRIRE.  Nome.   Soff^ienza.  Lai. 

tolcrantia  .   Gr.   ù:ro^cv/,'  .     Pant.     Purg. 

19    O  elelti    di    Dio,   g'i  cui    soffriri  E 

giusiizid  e  speranza  fan   mcn  duri. 

•-,•  '••  SOFFRITORE.  /VW-a/.  masc. 
Che  ,  o  Chi  s  gre.  Salvia.  Trocr.  idilL 
l3.  Lo  seguirò  (Giasone)  I  più  prodi  « 
i  miglior  da  tutte  quante  Le  cittadi  ri- 
scelti;  ancora  venne  11  sufftilor  delle  fati- 
che  a   quella    Rirca    IjoIco,  ec.  (A) 

SOFFRITTO.  Sust.  Jl  soffriggerti 
ed  anche  la  Vivanda  soffritta.  l.tb.  San. 
78.  E  fa  sopra  Mercurio  mi  bnoo  sof- 
fritto . 

SOFFRITTO  .  Add.  da  Soffriggere  . 
#  Lib.  cur.  malati.  Metiavisi  un  pesao 
di  rete  soffritta  ìn  olio.  (B) 

SOFISMA,  SOFISMO,  e  SOFFISMO. 
Propriamente  Argomento  fallace  ,  Argth- 
mento  che  non  C'inchiude  ,  per  esser  vi- 
zioio  ,  Lai.  sophisma  ,  caviUalio  ,  fallax 
conclusiuaeula ,  Cic.  Gr.  oo'stgya.  Petr. 
enp.  IO.  Porfirio  ,  che  d'  acuti  sillogismi 
Empiè  la  dialettica  faretra.  Facendo,  coiH 
tro  '1  vero,  arme  i  aofitmi .  Pass.  41- 
Questa  pena  m'  è  data  dalla  divina  giù* 
stizia  per  la  vanagloria  eh'  i'  ebbi  ec.  di 
fjr  sottili  koffismi ,  cioè  argomenti  di  u- 
per  vincere  altrui  dispulando.  Sen,  Pisi- 
Perciocché  io  non  so  per  altro  nome  i 
sofitmi  nominare.  Dant,  Par,  11.  E  chi 
regnar  per  forca  e  per  sofismi.  Bui.  Par. 
II.  i.  Sofismo  è  argomento  apparente  e 
non  esistenle  .  C  /'.11.  73.  2  Cerca- 
vano gavill^iioni  ce.  per  abbattere  la  no- 
stra franchigia  per  indirette  sofisme. 

•7'  *  SOFISMARE.  7'oce  poco  usata. 
Far  .sofismi,  S  fi ttic tre.  Cavillare,  (Jden. 
Nis*  3  64.  Né  si  può  presumere  Isabella 
di  già  battezzala  ,  siccome  va  sofisroando 
il  Maztoni    (A) 

SOFISTA  ,  5(1*/.  Colui  che  usa  sofi- 
smi. Lai.  sophisla  Gr.  oo^iOTi];.  Dant. 
P<ir.  2\-  Non  v'  arria  luogo  ingegno  di 
sofista.  Bill,  ivi:  Sofista  è  vocabolo  greco, 
rbc  s'interpreta  savio,  ov\ero  ingannato- 
re. /*;(.  P.'ut.  E  tiella  interrogazione  del 
sofista,  e  ddla  risposta  d'Alessandro  Fir, 
Piai.  beli.  dona.  l\\0-  A  uso  di  sofiste  fe- 
cero (le  donne)  questo  argoroento  fra  loro- 
J'arch.  Erc^l  145.  Brevemente  U^mi  o- 
gni  altra  cosa,  che  sofiila  .  perche  io  ho 
più  in  odio  questo  nome,  che  il  male  del 
capo  . 

SOFISTERrA  .  Sofiiticheria,  Lat.  ca- 
vi l  latto  .  Gr.  cs'ptsua.  Car.  Irlt.  2.  4'- 
Ncn  sono  mancali  degli  amici  che  ec. 
hanno  dato  le  soluzioni  alle  sue  sofistenc. 
Stlvtn.  Dite.  l.  276.  Quante  vane  qui- 
stioni  si  sarebbero  resecate,  quanti  viluppi 
Ironrjti  d'inutili  sofittenel 

V  SOFISTICA.  ,\'utt.  Verlial.  Quella 
parte  della  Lcpca,  che  insegna  a  distim. 
guere  i  syfisim  dagli  art; 'menti  che  sjno 
secondo  verità  Lai.  sop/ntlicn.  Gr.  s-yi 
ffrtxij".  Ott,  Coni.  Par,  3\  J3l.rcr  la  qual 
sofiiiicasi  mostra  il  vero  dal  falso,  ed  e  con- 
i-erso.  Tts  Br.  1.  5-  La  leraa  i>  sofistica^ 
quale  e*  insegna  a  prò*  are  r\)f  Ir  parole  che 
l'uomo  dire  son  vere;  n»a  ciò  pmo«a  egli 
|)er  mal  ingegno  e  per  false  ragioni  ,  e 
per  argomenti  e'  hanno  kimigltanii  e  co- 
vertura  di  vero  nelle  medesime  cose,  »e 
fu  vero,  o  no  .  ^  Fr,  Oiord.  Pred  8 
L'  alira  l'irte  (della  Logica)  è  quella  che 
prova  il  falso  essere  vero,  coloraadolo 
con  pirole  d' inganno:  e  questa  si  chiama 
S')fi*lica;  ed  e  un*  arte  la  4|UaIe  troviro  1 
lavii  ,  non  per  ingannare ,  ma  per  uon 
essere  iogannati.   (CP) 

*  §.  I.  Talora  vai*  l*  Arte  rf*  mstirt  1 
Sflfis'nt  Birt.  l  it.  Bellarm.  lih.  I.  taf 
13.  Si  prentl'V.1  a  dissipare  nel  Bellarmino 
tutta  in  un  solfìo  la  sofistica  de*  Gesuiti, 
e  con  rasa  tutto  il  Papismo   (CP) 


sor 

*  §.  II.  Per  Falsità,  Faìtacia  .  Ott. 
Cofu.  in/.  30.  4^4*  ^'  n"**'^  nieiaHi  co&i 
jr(i6cidli,  e  uun  prutloili  .i  jierrt-iu  forma, 
>ì  lODO  apprllatl    sufisliche.  fiVy 

SOFISTICAMENTE.  yUverb.  Con  so- 
ftiicheria.LaX.  sop/iisfuc  <ir.  coyt^Ttxw;. 
/■>.  Gl'orti.  /Vf(/./?.  Con  varie  ry^icni  stfi* 
sucamenle  si  voglionu  opporre,  v  Vaith. 
Qutst.  Alch.  65.  Niuno  pensi  ch'io  parli 
»ofit(Ìcani<-Dif.  (C) 

*  §■  Per  Dolosamente ,  FalUcementv, 
^fenzogrìer,^'Hinle.  Ott.  Coni,  Inf.  JJ)  t\\\^- 
L'aulire  inicade  Iratlarc  di  quelli  «Iit;  so- 
ou  aiuti  frodotenli  nella  connine  moneta 
ec.  e  che  hanno  operato  sufisticanientc 
1*  arte  d'  Arcbimia  circa  le  predette  mo- 
ne le.  '(?i) 

t  SOFISTICARE,  e  SOFFISTICARE, 
Far  sofismi,  Soltilìzz.irt-,  l'tniUnre.  Lat. 
cafi/lnri  .  Gr.  aoft'^ia^ùn  .  Lab.  2^3- 
Alla  quale  oppoìitiunt- ,  non  voltando  an- 
dare iiiBtiicandu,  non  è  che  una  risposta  ■ 
*  Poroh.  Orig.  Fir.  27^.  E*  fu  un'opi- 
nione io  crrti  Irmpi  di  soGatirare  sopra  i 
nomi,  e  cavarne  l'etimologie.  K  Arm, 
Fam.  116.  Volere  qui  solfisticare  in  iu 
le  parole  sarrhbe  Irtppa  soiiiglezza  (f) 
§.  Per  meta/,  rj/f  Fal:>ijìiar>' ,  AiUtt- 
ttrare.  Lat.  adulterare.  Gr.  xt€07]>sj£iv. 
Matstruzz.  2.  i8>  Se  i  heccari  giurino  di 
non  Tendere  carne  inferma  e  corrotta  per 
sana  ,  owrro  che  non  stBìlichcraoDo  la 
loro  mercanzia. 

t  SOFISTICATO,  e  SOFFISTICA- 
TO  .  j4dd.  r/.i  Sofisticare  .  Pass.  261. 
Cessino  le  parole  e  gli  atti  soGìiìraii  , 
dove  spfsse  volte  la  supt-rliìa  sì  nascon- 
de. />.  /ne.  T.  i.  3.  7.  Sufialicato  vero 
Sua  seminò  xizzagtia. 

g,  PerturtiJ  vale  Fnìsìficato.  Lal.a- 
duitrrattis,  Gr.  XifioiriUuSsi';.  Fr.  Giord. 
Fred.  S.  Tulle  a  modo  di  alchimia,  tut- 
te sofi^liraic,  che  paiono,  e  non  smio.  i^i- 
tett,  Finr  ^3.  Il  migliore  (ladano  )  ,  e 
non  sofistir^itu,  deve  essere  odoralo,  ver- 
deggiante ,  ec. 

t  SCFISTICIIERrA  ,  e  SOFFISTI- 
CBERI'A  .  ò'ottii:lnzzn  etcessiv»  nei  di- 
scorso ,  nel  I  azionami  nto  .  Lat.  coiillus. 
Gr.  vo'ftvux  .  Farcii.  Ercd  17.  Pcr- 
cioccbc,  oltre  l'altre  c&nlu>iuni  e  sofisli- 
cfaene ,  delle  quali  è  (ulto  pieno  il  suo 
libro  ,  egli  ec.  lo  riprt  nde  più  volte  d' 
una  cosa  medesima,  E  Lez.  171.  Lascia- 
te  le  troppe  sultigliczze  e  sufijlicherie  de' 
Latini  .  Sen,  /leu  ì  nrch,  2.  I7.  Simili 
sofisticherie  sono  hrutti&5Ìmc  Salvia  Pise. 
]•  181.  Molte  volte  può  procedere  o  da 
ÌDlellelto  non  multo  chiaro  ce.,  o  da  una 
sofisticheria,  o  supersli/ione.  che  faccia  es- 
sere  le   (lifficolla  di. ve   non   sono. 

SOFISTICO,  e  SOFFISTICO.  Snst. 
Sofista  .  Lat.  scphiita  ,  sophistutis  .  Gr. 
o^yiUT"/;';  .  Sen  Pisi.  7sq  rjUesio  diresti, 
come  uno  stfistico.  Fifihm.  '^.  18.  Ohi- 
mè quanta  falsamente  .irgomcnlava.  Idtia 
sofistica  contro  il  vero  !  Btd.  Oss,  an. 
D^-  Son  crrlissiino  che  non  vorrà  mai 
farsi  sofi^rìco  conira  il  vero. 

t  SOFISTICO,  e  SOFFISTICO.  JdJ. 
Che  fin  dei  ^o/isla  ,  Che  fa  uso  di  s-Jì- 
smi.  Lai.  *  cavillatoritix,  Gr.  coyi'jrix')';. 
Oli  Coni.  Far,  7^  .13l.  Se  qu.inlun<juc 
io  terra  sì  impara  per  dottrina  fosse  cosi 
inteso,  non  avrebbe  lurgo  ingegno  d'uo- 
mo sofistico. 

t  §.  I.  Fa/e  anche  Che  crntime  dei 
sofismi.  Che  e  della  naium  del  scfì'mn. 
C.  /'.  11.  ^4  6.  Avvcgijrndcsi  ec  d^lla 
non  vera  e  SLfiìtica  domandai  di  Buhgna. 
Colt,  Jb.  Isaac,  5.  Riprendi  n.lnro  «he 
li  contaitano  ec  ,  nru  eco  parole  solfisii- 
cbe.  Lasc.  Stre^:.  prof.  Le  bro  c<  n)pcsi- 
zìoni  riescono  lempre  greiie,  scrche.  sti- 
licbe  e  sofistiche  di  sorte  ,  eh'  elle  non 
fiacciono  quaii  1  pcncoa.  *  Pep    Vecam, 


•  può 


S  O  F 

2^.  Confulerebhono  i  sofi.slici  argumcnti, 
e  comi*  si  soglion  cbìaniar  li  nostri,  castelli 
in  aria  dì  questi  biiistniatori.  (F) 

§.  II.  Per  /infuictOj  Fantastico,  StrO' 
va-^antf  ,  Lai.  dì/ficilis  ,  quirulus.  Gr. 
Syj'.y^ipr.i  ,  ;^aAeTr2'?  .  Buon.  Far.  2.  ^, 
20.  Aon  vo*  SUOI  scherzi;  egli  e  troppo 
soffistico.  F  ^.  ij.  7.  Io  cedo,  io  svu  fan- 
tastico, sof6stico,  Fanatico,  ipocondrico, 
eteroclito . 

*  SOFISTUZZO.  Alquanto  scfyta  . 
Car.  Apol.  18 1.  Con  chiarire  il  mondo, 
che  voi  siete  un  sofìstuzzu  ,  un  fantasti- 
cuzzo  ,  un    arrahhiatcllo.  (P) 

SOGA.  /'.  A  Lat.  loiuìv.  Gr.  Ip-d^. 
Dani.  JnJ.  3l.  Cercati  al  collo,  e  trove- 
rai la  suga  Che  '1  tion  legato.  Piit.  ivi  .* 
La  soga,  cioè  In  coro^gia  del  so;itlo  pie- 
na ,  come  si  fa  ai  muli  che  port^mo  le 
some.  E  Purg.  5.  i.  Come  insolla  l.i  soga 
del  balestro,  quando  e  piii  dilungi  t.i  po- 
sta, che  non  suole. 

t-   SOGGETTABILE.  Add.    Clu 
scp^ttlarsij    Diniahilv.    Se^ncr,   (A) 

SOGGETTAMENTE.  /.  SUGGET- 
TAMEATE. 

SOGGETTAMEJNTO  .  F.  SUGGET- 
TAMEftTO. 

SOGGETTARE.    J\  SUGGETTARE. 
SOGGETTATO,  /  .  SLGGETTATO. 
SOGGETTATORE.  V.  SUGGETTA- 
TORE. 

•f  *  SOGGETTITUDIKE.  Foce  po- 
co usata.  Sugt;eziinc  .  Lasc.  Cen,  \.  nov, 
2.  pog  6().  Dilìlicrò  innanzi  tratto  di  vo- 
ler cacciar  via  il  pedante  ec.  e  liltcrare  i 
frategli  da  co.'ì  falla  sog^ellitudinc  e  ga- 
gliufiena,  ma  prima  qualche  bella  rilevata 
fargli,  onde  per  sempre  sì  avesse  a  ricor- 
dar di  lui  ,   ec   (A) 

SOGGETTO.  V.  SUGGETTO. 
SOGGEZIO>E.  /  .  su<;gezio?{e. 
*  SOGGHIGNANTE.  Che  scg^h,i;na. 
Bari.  Uom,  lelt,  i.  pag.  73.  Così  Ales- 
sandro ec.  nella  scuola  d'  ApcUe  ec.  era 
dai  medesimi  scolari,  su^ghignaDli  fra  loro, 
scht-rnilo.    irCj 

SOGGHIGNARE  .  Far  svgno  di  ride- 
re,  Sorridere.  Lai.  iubriderv'  Gr.  UTIO- 
//st^iàv  .  BiCC.  nov,  58  1.  Appena  del 
ridere  potendosi  astenere,  sogghignando  , 
([Uella  ascolLirono.  Put.  /'tirg.  2.  L'om- 
bra, la  quale  io  voleva  abbracciare,  sor- 
rise, cioè  sogghignò,  M'dendo  <  h' Ìo  era 
bcflalo.  F  all' ove:  Sorrise  un  poco,  cioè 
sogghignò  ,  che  è  ccintusanientc ,  e  non 
apeitaniente  ridere  .  Morg»  2u.  87.  E  .si 
poteva  pur  fare  altrimcnli  ,  Che  sogghi- 
gnare ,  e  sluzzicaisi  i  dtnli  .  7V.f.  Vav. 
Ann.  3.  ()6.  Tanto  (diceva  egli)  Iu  ron- 
crdulo  a  lui  e  al  fialdlo,  a'  preghi  d' 
Agusio  ,  che  se  ne  doveitouo  f  i  l'adii) 
sogghignare  ancora  allora  ^  <7«/  neutr . 
pnss.  il  lesto  lat.  ha  :  occulti  iolude- 
rent  ). 

SOGGHIGNO.  Il  s<g-hignaie  .  Lat. 
stibriìus  .  Gr  .  -J-o/iSi^t'aci.;  .  Frane, 
Pafh.  25/|.  26.  E  vie  più  di  culoro  Clic 
talora  Ira  loro  Fanno  cenni,  u  sogghigni. 
SOGGIACE^TE.  Chf  soggiace.  Lai. 
xhòiiicenst  Gr  Ct:oxh'[ìz/Oì.  O.  F.  11. 
3.  l5.  Or  non  è  questa  terra  qua&i  una 
gr^n  nave  puitante  uomini  |(-l)tp('^tanti  , 
pericolanti  ,  soggi^iceoli  a  lanli  nitrosi  7 
Pitt  Inj.  r.  Avarizia  è  inimodcralo  amo- 
re d*  aver  le  cose  di  fuoiì  soggiacenti  alla 
fortuna  . 

3  SOGGIACFFE  Fsser  scgt:r(t0t  sot- 
toposto. Lai.  Mibii'Cere  ,  alieni  itifuectiint 
tri  tbnoxitim  ej,»?.  Gr.  vTroTi'àE^sai  , 
u— OTaTTCìOai  Dani  Par.  6  IVr  lo  re- 
gno morlhl ,  (V  a  lui  st ggiace  .  F  7. 
rt-rchc  n-  u  soggiace  Alla  viri  ut  e  delle 
rose  nuove, //ree  nov.  I  2  Manifesta  cosa 
e  ec.,  le  rese  temporali  ec.  essere  piene  «li 
noia  e  d'angoscia  e  dì  fatica,  e  ad  infi- 


S  O  G 


12.?| 


oggiaci- 
pnliuir. 


nili  pericoli  soggiacere.  E  nov.  70.  2.  Con 
intruciont;  l-c.  ,  soggiacendo  con  voi  a 
quella  (l'ggrj,  di  quellu  ragionare,  che 
voi  tutti  ragionalo  avfie  .  /•,  nov.  8»).  3. 
Agli  uomini  dobbiamo,  sommamente  ono- 
randogli, soggi.icerp. 

'^-  S-  F.per  nitfaf.  u  Mor.  S.  Creg.  Né  ìn 
venta  cusi  niabidiceiido  siggiacelte  ad 
alcuno  vizio  di  periuibjzi.  ne  m.  (-T/; 

SOGGIACIMENTO  .  Jl  .u.ggiaceie. 
Lat.  subifctiù  ,  Fr.  Ice  T.  4.  5.  7.  K 
farò,  io  quanto  uomo  ,  A  Dio 
mento  . 

SOGGIOGATA .   Civ^aìa.  Lat. 
Gr.  soyo'vKTcv. 

§.  J'er  siìtii/ìt.  Fir.  Dial.  beli.  dona. 
416.  Se  il  mento  già  dello  vien  poi  decli- 
nando \erso  la  gola,  e  percuote  in  una 
pi.cola  soggiogaiii  ,  acquista  alla  naturai 
bellfzza  pure  assai. 

t  SOGGIOGAMENTO.  Jl  soggiogare. 
Lat.  siibiugatio.  Gr.  Ì7:t/.pUzr,jj.u  ■  Ott. 
Corri.  Por.  2^.  522.  Per  lo  soggiogamen- 
to  del  mondo,  fatto  per  pochi  semplici. 
*  Pus.  3o.  La  liberalità  non  si  conlenta  d' 
avere  soggiogamento.  (C)  Segner.  Mann. 
3ftirz  1.  4.  Scipione  fu  chiamato  Africi- 
no  d.il  suo  solenne  soggiogamento  dell' 
Africa.   (B) 

'>  SOGGIOGANTE  .  Add.  Che  sog- 
gioga .    Bus.     23.     Ma     quando  il  soggio- 
j  gaule  a  ingiustizie  si  pone,    gli    abitanti 
;   non  coolemi  vivono  .    E  3o.  E  molte  al- 
Ire,  e  varie  cose  i  dc'.ti  soggioganli  ai  sog- 
giogati isforzalamcnte  facevano.  (Cj 

5  SOGGIOGARE.  J'incne,  Superare. 
Mettere  setto  la  stia  podestà  Lai.  subiti- 
gore,  vìnceri',  siiperctrc.  Gt.  UTTOTaOffilV, 
G.  F.  8.  86.  1.  Faccano  guerra  ,  e  sog- 
giogavano tulio  il  Mugello.  Pclr.  cap.  (y. 
Chevaiea  soggiogarlanti paesi?  Cromclutt. 
d' Amar.  ]  21 .  Soggiogò  gran  parte  di 
lutto  il  mondo, 

*  §.  I.  ^  per  mctof.  .<  Fit.  SS.  Pad 
1-  l6*  Era  bisogno  di  soggiogare  il  corpo, 
ed  imponergli  fatiche  e  asprezze  ».  (Cj 

'•*  §.  II.  Soggiogare,  neutr,  pass,  per 
Liberarsi  dal  ^ii-go ,  Porsi  in  libertà. 
Piscuotersì.  Bus,  291,  Gli  abitatori  di 
quelle  si  erano  soggiogati  dal  re  dì  Rus- 
sia    (C) 

t  §  ni.  Soggiogare ,  vale  anche  So- 
prasliire.  Essere  a  cavaliere.  Lai.  rminere. 
Gr.  ÙTZzptyjiv .  Dnnt.  Pttrg.  12.  Ove 
slede  la  chiesa  ,  che  soggii'ga  La  Leti 
guidala  scpra   Rubaconte. 

*  g.  IV.  E  in  .<:i^nij}c.  neutr.  .,  Bant. 
Par.  12.  Siede  la  furtunata  Calarcga  Sotto 
la  prolezion  del  grande  scudo.  In  che  sog- 
giace  il    leone,   e  scggioga.   (?i) 

SOGGIOGATO  .  Add.  d.i  S'aggiogare. 
Lai.  dvmìius,  devictus,  Gr.  ^c.^uao&si?, 
V(zii535i';  .  Pece  Lttt.  Pin.  Boss.  2fi. 
Soggicgata  AlTiìca,  calenatn  ne  meno  a 
Roma  Giugurra  .  Mor,  S.  Creg.  7.  17. 
Ritorneranno  alle  colpe  già  soggiogale 
per  la  forza  di  (|uclle  che  erano  rimase 
in  loro  manifestamente .  M-  /.  i.  68.  I 
BuK'gnesi  ,  grandi  e  piccoli  .  si  tennono 
soggiogati  di  giogo  d'  ine»  mportaliilr  sci 
vaggio  .  i?  Teseid.  i.  6.  Perchè  adunate 
con  senli'nzia  alleia  Peliberàr  non  esser 
soggiogale.  Ma  di  \o)--r  per  lor  la  signo- 
ria. F  7.  83-  Tu  vedi  che  ad  altrui  son 
soggiogdla  ,  E  quel  che  mi  di*ipiace  con- 
vien    tare;  Dunque   mi  aiuta   ce.  (P) 

*  SOGGIOGATORE.    1\rlal.   mate. 

Che,  o  Chi  so£gio^a  .  Lai.  dehl'atr.r  , 
donnior  .    Gr.   zarxvcvtcT//;  ,  o/a»!t>;*o  . 

Srgner.  Mann  Marz.  I.  q-  Non  perche- 
punto  tu  n'  abbi  in  morie  a  sperare  di 
umanità,  ma  petchò  è  stalo  sogf^ioga'ore 
dell' nomo.  S-'lvìn.  Fros.  Tvsc.  2  2l5. 
Nfdriio  in  una  felicissima  lilierla.  venne 
a  farsi  .'(cggiegnicre  e  sovrano  dell*  noi^ 
verso.  (•) 


1232 


S  O   G 


SOGGIOGATIIICE.  r^ibU,  pm.  Cht 

soggioga  .    LjI.     Su!>itlg>ìlrix  .    fiut.     Pttrf^. 

6.  2-  Vct  n<ia  «s&cr  corrciu  dajjli  sproni, 
cioù  ^éW*  ma  .si^'juriJ  puniirice  de'mjli, 
e  S'jg^itì^j^trict:  Jl'Ì  Mjpeibi.  ^  Chiabr,  rint. 
AminirJiiilo  la   m.ni   sog^iogatrice.  (Br) 

t  SOGGiOGAZIO.NE.  //  sog^io^ara. 
Lji.  AuftiugaUo  .  Gr.  i-:ti/.p'X7iì{j.ci.  .  Ott. 
Cam.  Pur.  6.  I  Jl>.  ConlioujnJo  tempo 
a  tempo  dopo  la  cjdurj  di  Cjtollina  ,  e 
sog^i'igjzioiie  di  Ficiolc.  liut.  Par.  6.  i. 
Oiid«;  pj»sa7anu  ad  uno  ad  uno  io  segno 
di  5.og;jiug;)zlone   e   di   servila. 

'••  §•  l^'^f  Sf^noria,  Governo.  Su**  21. 
£  per  fjrgli  pt-Tdcru  la  Cicilia,  e  ad  altra 
s'jggiogazione  recarla  ec.  parlo  ìn  questa 
forma.  (C) 

SOOGIOOO  .  Soggiogata,  Giogaia.  Lai. 
paicar.  Gr.  £5'/5VXT9v. 

g.  Per  similit.  Fir.  Diit-  beli.  donn. 
366*  Cosi  ai  tiiostra  chi.-  il  mento  vuole 
avere  un  poco  di  soggiogo. 

•f  *  soggioKìNANTiì:.  Ch^  soggior. 

na,  AhitanU.  Salvin.  O/ìp.  Cuce.  Tori  ce. 
neri.  Torli,  magnanimi,  di  testa  ampia, 
ne'  campi  soggiornami  la  notte,  poderosi. 
E  Oiti\s.  Uh.  10-  f.  4J»2.  Come-  allorché 
le  vilellulte  al  campo  Soggiornanti  ,  dio- 
Lorno  all'  armentario  Vacche  ec.  £  12. 
3o5.  Udì  *1  mu-gilo  De' bovi  soggiornaO' 
li  nelle  stalle  ,  E  'I  belar  dulie  peco- 
re. (A) 

SOGGIORNARE  .  In  signijic.  neulr. 
Dimorare,  Ialerlcner.fi.  Lat.  lommorari, 
manere,  Gr.  ci«t;i6siv.  G.  V*  12.  88. 
3-  Soggiornò  alquanto  in  Forli  .  Dant. 
Par.  3i.  E  quindi  riialiva  La  dove  il 
&U0  Amor  sempre  sJggiorna.  iìern.  Ori. 
I.  23.  3.  Non  so  se  dico  soonolta,  o  sog- 
giorna. Addormentalo  sullo  un  arboscello. 
§.  l.  Per  indugiarci  Ptnare  .  Pelr. 
cap.  II.  Or  pcrcbé  umana  gloria  ba  lau 
te  corna.  Non  e  gran  meraviglia  se,  a 
fiaccarle  Alquanto,  oltra  1' usa  tua  si  sog 
gioroa  .  •é  Pecor.  g.  25.  n.  2.  Si  parli, 
e  senza  soggiornare  se  ne  venne  a  Mar 
tilia  .  Berub.  Pros.  3.  27.  Soggiornare; 
quasi  giorno  sopra  giorno  menare  .  (f'') 
Ar.  Fitr,  32.  IO.  A  chi  aspetta  di  carcere, 
o  di  bando  Usc-r,  non  par  che  'i  tempo 
più  soggiorni  A  dargli  libeilade.  (Pe) 

*  §.  11.  Per  Stare  a  bada.  Perder 
tempo.  Ar.  Pur.  i^.  6k^.  Bradamanie 
(sfidala  a  giofìlra)  ricusa»  come  quel- 
la Che  'o  fretta  già ,  ne  soggiornar  vo- 
Ica.  (FP) 

§  III.  Soggiornare,  in  alt.  si^nijic  , 
t'  usiamo  per  Itpender  tempo  in  ben  cu- 
stodiiy,  o  governare ,  o  listorare  cfiecches- 
ita,  Lat.  orniti  cura  ac  studio  lucri,  ter- 
vai-e,  custodire.  Gr.  ^tijulsàw^  yuiarTetv 
Buin.  Fier.  1.  2.  2.  Soggiornali,  riiUrali, 
confortali,  /i  1.  2.  4*  ^•'♦-'  tratto  a  *ort«. 
siccome  richiede  L'  uso  dello  spedai,  gli 
è  giuocufktraa  Ui  soggiornar  lai  paazì. 

SOGGIORNATO.  Add.  da  Sogi:iorna- 
t-e.  Lat.  commoratns  ■  Gr.  Eirx/oj;  .  G. 
y.  7.  2l>.  I.  Si>ggiornalo  Cui  radino  al- 
quanto in  Siena  ,  sì  n*  andò  a  Roma  .  E 
8-  43-  3.  E  lui  soggiornato  e  riposalo  al- 
qujolì  di  ,  si  richiese  il  Comune  di  vo- 
lere la  signoria  e  guardia  della  liltà.  M. 
y.  5.  .56.  S'iggi.-trnati  alquanti  di  nelle 
contrade  di  Scrni  e  Matalooa  e  d*  Ar- 
genta ,  fuciono  gran  preda. 

t  SOGGIORNO.  Pimora  di  non  fu  igt 
durati  in  un  luogo.  Lai.  morti.  Gr.  òtx- 
tpiZ^,  Dani.  Pnrg.  7.  Però  è  buon  pen- 
^r  di  bel  soggiorno  .  ff/tt.  ivt  .*  Di  boi 
soggiorno,  cioè  d*  una  bell.i  dimora,  dove 
noi  possiamo  aspettare  lo  di.  ì>ani.  I\ir. 
si.  Altre  livolgon  va  onde  sou  mo^sr,  K 
altre  rolcaiidu  fan  soggiorno . 

§,  I.  Per  Indufio.  Lai.  mora.  G.  /'. 
8.  5z*  2-  Santa  s'>ggiaruo  andarono  pò* 
fiolo  «  cavAlicri  di  Fìreute  io  Mugello. 


S  0   G 

§.  il.  Soggiorni,  vale  anche  Stanza  , 
Jliposo  .  Lai.  domicilium,  mangio  .  Gr 
p-Oifl .  Petr.  soa,  21 3.  Se  per  salire  ali* 
eterno  soggiarno  Uscita  e  pur  del  bello 
albergo  fui^ra.  I£  cip,  1.  La  fauciulla  di 
Tuono  Correa  gelala  al  suo  antico  sog- 
giorno . 

''"*  §.  HI.  Sog'^iorno,  vaff  ancbe  Lao-^0 
dive  si  sosgiorna  ,  o  si  può  soggiornare. 
Tati.  Attor.  Fui:g.  Ma  pliche  qui  nul 
trovo  ;  Prima  al  rnd  ritorni  ,  Andrò  cer- 
cando in  terra  altri  soggiorni.  (C) 

••'  §■  IV.  Prender  sotigi^rno  in  un  /»*->- 
no  ,  vale  Fermnti'ui  a  dimorare  .  TasS- 
Ger,  12.  32  E  presoli  piccini  borRO  ai- 
fin  soggiorno  ,  Celatameote  ivi  oudrir  ti 
fei.  (Di 

+  §•  V.  per  Buon  governo,  Bistoto.  Lai. 
tuilio.  Gr.  fuìoui'n-  Buon.  Firr.  1.  2.3. 
Alle  infermità,  eh'  ebber  cagione  Dalle 
fatiche  e  da'  protervi  siudii,  ec.  Si  di-hbc 
ogni  sostegno,  ogni  soggiorno.  Ogni  aiu- 
to, ogni  schermo,  ogn,  soccorso. 

*  SOGGIUGARE.  /*.  A.  S'ggioiiare. 
Guitt,  Leti.  12.  33.  Ahi  che  rniracol  ma- 
gno ,  e  che  doglioso  Da  femmina  veder 
sia  S'jggiugato  Barone  forte  e  oiìtìUA  (f) 
Ar.  Pur.  33.  37  Poi  corno  volge  i  Ge- 
novesi in  fuga  Fatti  ribelli ,  e  le  città 
soggioga.  (FPf 

SOGGIUGNERE.  Ag-^iugner  nuove 
parole  alte  d'Ite.  Lai.  subtere  ,  ad'Ie'C  , 
subticere  ,  subiitngere  .  Gr.  u;r9Ti6ivxi  . 
Dant.  in/.  29  Lo  Duca  ,  già  faccmlo  la 
risposta,  E  soggiugnendo  :  ec.  A"  Purg. 
27.  Lo  Sol  sen  va.  soggiunse,  e  vien  la  sera. 
E  Ptr,  24.  Indi  soggiunse:  assai  bene 
è  trascorsa  D'  esia  iiioiécu  già  la  lega  e 
M  peso.  60CC.  e  6.  /.  3  Soggiunse,  che 
ben  sapeva  quante  e  quali  beffi.-  te  mari- 
tate ancora  facessero  a'  mariti.  Bed,  feti. 
2,  l5  Soggiugnendo  ,  cbc  nel  presente 
discorso  iu  parlo  dello  stalo  presente  ,  e 
non  del  tempo  a  venire,  v  Sali'.  Avveri. 
l.  2.  7.  Ripigliando  il  nastro  discnrso  , 
soggiungbiam  questo  alle  cose  dette  fin 
qui  :   ec.  (yj 

§.  I.  J'er  Agiiing'ier  cosa  a  cosa.  Lai. 
add.re.  Gr.  tso  JTiOì'vxt .  G,  F,  il.  3. 
3-  La  verità  di  Dio,  antimesse  le  sconfitte 
date  da'  cimici ,  soggiunse  t  diluviit  e  le 
tempeste  . 

•f  #  §.  II.  Saggili gner e,  per  Soprag- 
giugnere.  Maini.  2.  43.  Comparso  il  ter- 
IO,  in  testa  della  liiia  S'affronta  seco,  E 
passalo  fuor  fu  >ra  ;  Soggiugne  il  quarto, 
ed  egli  te  1' in6zza-  (A) 

f  SOGGll)GM.ME.NTO.  //  sog^Iucne- 
re.  Lat.  addttio  .  Gr.  rrpo'a&fsi; .  Ott. 
Com.  Par.  11.  a(>0.  Del  quale  ft>*ggiu- 
gnimenlo  nasco  la  dicbiaracioue  del  primo 
dubbio. 

SOGGIUNTIVO  .  SusU  Term.  de' 
Grommatili  .  Uno  de*  modi  del  vfibo. 
Lai.  sufnuni  livus  modus  .  farch,  Krcol. 
218.  Pei  che  è  diff.-rcnle  il  verbo  pec- 
care nel  presente  dello  intlicativo  dal  fu- 
turo dell' ollalivo ,  ovvero  dal  presoulc 
del  soggiuntivo)  H  Lcz  (^\0.  Essendo 
la  seconda  persona  del  presente  del  sog- 
giuntivo. 

•■i"  «  SOGGIUNTIVO.  Add.  Che  si 
soqqiugné  ,  Che  si  p.'spone.  Salvìn.  Fi0r. 
Buon.  3.  4-  4-  ^^'''  *'f^^  giuocare ,  per 
seguitare  questa  regola  ,  bisogna  che  del 
dittongo  no  una  lettera,  o  la  prepositiva, 
o  la  ii'ggiuiiliva,  si  tolga  ^ia.  i  A) 
SOGGIUNTO  Add.  di  Soggiungere 
•f  *  SOGGIU.N  AIO.NE.  S^i^'^iugaimen. 
to  j  ed  i  anche  Ftgura  rrttorica  .  (Jden. 
.Vif  3.  Ql.  Quello  srnlimeolo  viene  e- 
spresso  tlallo  stesso  poeta  in  questa  sog- 
giuoiione   Pi-rgamn  ,  ec.  {A) 

Ite  SOGGO  .  Solco .  Lat.  mlcus  .  Gr. 
I  UMÌai.  Il  l'ocah.  alla  voce  SOLCO.  (*) 
I       3  SOGGOLARE.  Pòrrt  il  soggolo. 


SOG 

^  $  F  in  signi^c.  neulr.  pnts.  Porti 
il  .%oagolo.  m  Frane.  Saich.nov  28.  Si  vo- 
si i  come  una  forese  ;  e  tocgotatu  che  t* 
rhbp,  si  mise  paglia  e  p^noi  io  seno,  fa- 
cendo   «ifta   d'esser  pregna   <*■   (C) 

SOGGOLO  .  t  eto  ,  o  Panno  che  ptr 
lo  più  le  monicbe  portano  sotto  Li  gota, 
n  intjrnt  ad  està  .  Lor.  MeJ.  c-tnz,  IX. 
5.  Le  si  veggono  in  quei  panni  Con  sog- 
goli   e   sciugatoi, 

%,  {.  E  soggólo.  Una  delle  parli  deli* 
briglia  ì  ed  è  Quel  cuoio  che  s'  attacca 
mediante  In  scudicciuolo  ,  colta  testiera  , 
e  passa  per  l*  e>tremilà  del  frontale  sotto 
la  eola  di'f  cavallo,  e  s'  affibbia  tnsiemt 
dalla  hindi  sinistra  . 

§  II.  Pir  Sosgios^ia,  net  signific.  dei 
S-  Fir.  i)ial,  beli,  donn,(^\'^.  Mostri  f/a 
po/i^  al  ronfino  del  petto  un  poco  di  foo- 
lanella  tutta  piena  di  neve,  ma  sopra,  « 
quasi  appiè  del  soggolo  del  mento  1  UO 
poco    di  lilevo. 

SOGGROTTARE  .  Lavorar  le  foste 
per  piantarvi  le  viti  ,  af:grolV\ndo  la  ter- 
ra, Intciandovela  a  ciglione.  Soder,  Colt. 
17-  La  quale  (fossa)  si  può  sotto  col  mar- 
rone soggrottare  .  per  ispedire  il  lavori> 
con  più  prestezza  .  f  21.  Perciò  e  bene 
ancora  questo  ,  iu  piantando  soggrollarli. 

SOGGROTTATO.  Add.  da  Soggrot- 
tarr,  Soder.  Colt.  18.  Siano  aperte  bene 
(le  fotse ),  di  larghezza  in  bocca  di  dae 
braccia  e  mezzo,  ed  iu  fondu  ugualmeale, 
tirate  giù  e  soggrultale  poi,  quando  ti  si 
piantano  i  magliuoli. 

*  SOGGUARDARE,  0  SOGGUATA- 
RE  .  Guardar  sottecchi.  Salvia.  Catlim- 
SogguatanJola  più  crudelmeule,  Ch«  non 
sogguata  uom  cacriator  oe*  poggi  oc.  Lio- 
nessa  appresso  a'  crudi  parli,  ec  Fortit; 
rim.  Cosi  ,  meotr*  io  sto  seco  ec.  ,  ei  roi 
sogguarda,  e  ghigna.  (A) 

f  SOGLIA  .  La  parte  inferiore  dell' 
uscio,  dove  posano  gli  stipiti.  Lai.  limen. 
Gr.  ouco; .  Ott.  Coni,  In/.  3o  5li. 
Stette  fermo  in  sulla  soglia  dell'  uscio  ■ 
Malm.  3  3l.  Cacciala  fu  dall  empia 
concubina  Tre  dita  anch'  ella  fuor  di 
questa  soglia.  E  ^  16.  Gli  stipiti,  leso- 
glie,  e  gli  architravi  A  questo  effetto  es- 
sendo già  smurali. 

*  §.  I.  Cavar  pie  dt  soglia.  F.  CAVA- 
RE, g.VI^/'; 

§.  IL  Figuratam.  Dant,  Par.  3.  Su- 
chè  ,  come  noi  scm  di  soglia  io  soglia  . 
Per  questo  regno  a  tutto  'I  regno  piacc 
(  Cioè,  di  grado  in  grado  .  Lai.  gradus 
Gr.  ^xjti).  ^3o  Vidi  specchiarsi  in  più 
di  mille  soglie.  Bui.  ivi  :  In  più  di  mille 
soglie,  cioè  in  più  di  mdle  sedie  circulari. 
^,  III.  Il  pia  tristo  passo  è  qiiel'o 
della  soglia;  maniera  proverbiale ,  che  si 
irta  per  dinotare,  che  La  d/fj^oha  sia  nel 
cominciare.  Lai.  porta  itineri  longissima. 
Silvin.  Disc.  2.  285.  Il  più  tristo  pauo. 
come  si  dice  .  è  quello  della  soglia  i  il 
tempo  poi  addolcisce  le  cosu ,  e  mitiga  i 
dolori . 

•f  SOGLIA,  e  SOGLIOLA.  Sorta  di 
pesce  di  mare  molto  itiacci'ilo,  ed  è  a\- 
sai  deliralo.  Lai.  soìea,  hnguhca,  Gr 
BoJyXànzoi,  Morg.  ij.  (>(Ì.  Lo  scorjùo 
colle  punto  aspre  e  \  illaofl.  LigiuU  0  M- 
glia.  orala,  e  slorìouc. 

SOfiLIARK.  ;  .  A.  Soffila.  Lat.  li- 
men. Or  oùco'i.  Dani.  In/,  l'^.  Poscia- 
cbè  noi  eotiainrao  per  la  porla  ,  Lo  cui 
sogliare  a  nessuno  ì;  serrato.  Diai.  S. 
Greg.  M.  Non  furono  ardili  di  metter  li 
piedi  fuor  del  logliare  dcU*  ascio.  Cr,  9. 
77  IO.  Nel  porcile  dee  esser  l'uscio  col 
sogliare  di  sotto,  alto  un  piò  e  un  palmo, 
acciocché  i  porti  000  ne  possano  usi'ir 
fuori  quando  la  troia.  Ftt.  SS.  Pai,  i 
8.  Puosoosi  a  seden  ioaicmo  ìn  sul  >o. 
gitare  della  fonte. 


1 


S  O  G 

SOGLIO.  Soliù.  Lat.  solium.  *  Segner. 
Fred.  PnL  Jp.  8.  l3.  Che  belle  vigne 
avea  d»  priocìpio  la  Chiesa  ev.  in  taote 
sedie  Pa(riarcali,  oggi  sogli  dell*  Otto- 
manDoT  (TCj 

§.  Per  Solita.  Lat.  iinti-n.  Gr.  ÒìjSo'^. 
Dant.  Jnf.  l8.  E  come  (.lì  fortezze  da' 
lor  sogli  Alla  ri|ia  ili  fuor  soa  ponticelli. 
K  Purg.  IO.  Poi  fummo  dentro  al  soglio 
della  porta,  CHe  'I  m^l  amor  dall' animo 
disusa.  Vìi.  SS.  Pad.  i.  75.  Puosela 
sotto  il  soglio  della  casa.  E  appresso:  Io 
SODO  legato  sotto  il  soglio  dell'uscio.  E 
76.  Se'  legjto  in  una  piastra  con  una 
corda  sotto  il  soglio.  ^  Fa*-.  Esop.  T. 
Pice.  3q  Istavasi  lo  topo  uo  giorno  a 
grande  agio  in  sul  soglio  della  scala  ,  e 
•piluccavasi  i  piedi  al  sole-  (C) 
SOGLIOLA,  r<rf.  SOGLIA. 
t  «  SOGNABILE.  Jd.l.  Che  può  so. 
enarsi.  Bei/in,  Disc.  i.  ip5.  Un'  iper- 
bole sì  strana,  che  voi  non  ve  l'immagi- 
nereste giammai  per  sognaliile  d^i  cer- 
velli  più  faotaslicalori,  (Min) 

SOGNANTE.  Che  sogna.  Lai.  so- 
mnians.  Gr.  j'vyTivia^wv.  Laì>.  i\i^  Ma 
siccome  sovente  avviene  a  chi  sogna  ec, 
così  a  me  sognante  parve  avvenisse.  Tratt. 
pece.  mori.  I  sogoaoti»  e' banoo  paura  di 
lor  sogni. 

5  SOGNARE.  Far  sogni.  E  si  usa  i  i 
Signijìc.  alt.  e  neutr.  pass.  Lat.  soniniarr. 
Gr.  evuTtvia^siv.  D^mt.  In/.  3o.  E  quale 
«  quei  che  suo  dannaggio  sogna.  Che  so- 
gnando desidera  sognare.  E  Par.  33.  Qua- 
le è  colui  che  sognando  vede,  E  dopo  *1 
sogno  la  passione  impressa  Rimane.  Pttr. 
san.  219.  Ma  la  vista  privala  del  suo 
obietto.  Quasi  sognando,  si  facea  far  via. 
-Voi',  ant.  100.  4-  S'  segnò  un  prave  e 
maraviglioso  sogno.  Docc.  nov.  68.  23. 
Non  sappiendo  se  quello,  che  fatto  avea. 
era  stato  vero,  o  s*egli  aveva  sognato.  E 
li'.  87-  ^.  Chi  mal  li  vuole,  mal  li  se- 
gua (  tjui  è  maniera  prcverhiale )  . 

§.  I.  Per  Fingere,  Credere  falsamente , 
immaginar  si.  Lat.  sommare.  #  •  Dant. 
Par.  29  Sicché  laggiù  non  dormendo  si 
sogna  •».  (?!}  ImptrJ.  Prov.  D.  2.  T,  3. 
6^.  Ma  qneslo  caso  ,  e  questa  fortuna, 
che  noi  cì  sognamo  si  stoltamente,  nou  è 
se  non  cercare  uo  vano  e  dehil  soccorso 
alla  nostra  ignoranza.  (F)  Boez-  J'arclu 
.1  pros.  3.  Voi  ancora,  o  animali  terre- 
ni ,  avvengachè  con  sottile  e  debile  im- 
magine ,  sognale  nondimeno  il  principio 
vostro. 

^  %.  II.  T^on  segnare,  figuratam,  vale 
Esser  destOj  Saper  quello  che  uno  fa  . 
Segr.  Fior.  Cliz.  2.  3.  Sofronia  ,  Sofro- 
nia» chi  ti  pose  questo  nome  non  sogna- 
va :  tu  se'  una  sofBona  ,  e  se*  piena  di 
vento.  (C) 

SOGNATO.  Jdd.  da  Sognare.  Lai.  in 
somnis  visus.  Gr.  /ara  toJ;  utt^pu^ 
iupoLfiivoi-  Tac.  Dav.  Jnn.  2.  S;.  Can- 
tavano i  tornali  più  di  lontano  miracolo- 
ni di  bufere  ,  novissimi  uccelli,  mostri 
marini,  uomini  mezzi  bestie,  e  altri  stupo- 
ri di  veduta,  o  sognati  in  quelle  paure 
0'  testo  tal.  ha  :  ex  meiu  credila).  *  S»'- 
pttr.  Seti,  frinc.  Illus.  2.  3.  Qual  è 
però  questo  pregiudizio  sognata  dal  di* 
rettore,  che  ali*  amare  porla  il  conosce- 
Tf>  (TC) 

t  SOGNATORE.  Jerh^ì.  masc.  Che, 
n  Chi  sogna.  Lai.  •  somniator.  Gr.  o'vEi- 
^wtTUV.  Annoi.  ì'ang.  Ecco  il  sogna- 
lor  di  qua  ;  andiamo,  e  ucridiamlo.  Pass. 
355  Si  si  potrebbe  dire  che  quel  sogno 
fosse  ragione  al  sognatore  di  bagnarsi. 
J^for.  S»  Greg.  Ecco  che  e' viene  il  so- 
gnatore ;  venite,  e  uccidiamlo  ,  ec.  Ecco 
eh*  e*  pongono  Ìl  sognatore  nel  pozzo. 

•f»   SOGNO.    Idee,  Immagini,  che  du 

Tinte  if  tonno  vengono  ali*  animo»  e  ti  pia 

f'ocalolario    Tom    lì. 


S  O  G 

delle  vvhe  c^ìlegale  in  modo  strano.  JVel 
plurale  fa  So^ni  ,  ed  anticamente  anche 
Sognora.  Lat.  somniuni,  imoninium.  Gr. 
evunviov.  But.  Pmg.  19.  I.  Sogno  è, 
come  dice  Marrobio,  i|uando  ai  vede  con- 
fusamente quello  che  poi  chiaramente  si 
conosce  ,  ma  non  innanzi  che  avvegna. 
Bccc.  nov,  36.  7.  Se  io  fos.^i  voluto  an- 
dar dietro  a' sogni,  io  non  (i  sarei  venu- 
to. Dant.  Par.  jj.  E  dopo  'I  sogno  la 
passione  impressa  Rimane.  Pelr.  50/1. 177. 
Beato  in  sogno,  e  di  languir  contento.  E 
si^n.  211  Or  tristi  augurii  .  e  sogni  ,  e 
pensier  negri  !Mi  danno  assalto.  E  cap. 
q.  Ben  è  il  viver  mortai  ,  rhe  si  n'  ag- 
grada. Sogno  d'  infermi,  e  fula  di  roman- 
zi. Giambon.  Mis,  Uom.  (jti  Leggesi  di 
Nabucodònosor  re,  che  vide  sognora  che 
molto  lu  spavenlaro,  Bern.  tiri.  1.25.6. 
Sogni  d'infermi,  e  fole  di  romanzi.  Guar. 
Fast.  fìd.  1.  ^.  Son  veramente  i  sogni 
ec.  Immagini  del  dì  guaste  e  corrotte 
Dall'  ombre  della   notte. 

g.  I.  Dicesi:  Come  per  un  sogno,  e  va- 
le Come  di  passjgijio.  Come  cosa  da  non 
imperarsene  la  riuscita.  Boez.  ì'arch.  3. 
pros.  1.  La  quale  (\era  felicità)  e  ben 
conosciuta  ancora,  e  desiderala  dall' animo 
tuo,  ma   come  per  un  sogno. 

§.  II.  In  proverhio  :  1  sogni  mn  son 
veri,  e  ì  disegni,  o  i  pensieri  non  rie- 
scono. I.al.  vana  somnia,  spes  f-ilhces. 
j4mbr,  Cof.  2.  2.  Or  vo"  ben  dir  ,  che 
mai  non  fanno  gli  uomini  Un  lor  dise- 
gno, che  un  altro  in  contrario  Non  ne 
faccia  fortuna  ;  ond'  è  il  proverbio  :  I  so- 
gni non  son  veri,  e  non  riescono  I  dise- 
gni. Fir.  Lue.  4,  1-  1  sogni  non  son  ve- 
ri, e'  pensieri  nun  riescono. 

§.  III.  T'ivere  di  sogni,  e  Mangiar 
dei  sodili,  vagliano  IS'on  aver  da  mnn- 
giare.  Mali.  Frani,  rim.  buri,  3.  8q. 
Che  sfacciata  talor  non  si  vergogni,  E 
che  spesso  permetta  e  faccia  male  ,  Si 
scusa,  che  non  può  viver  di  sogni.  Malm. 
2.  7.  Pero  va' in  pace  lu  co' tuoi  bisogni. 
Perchè  per  me  lu  mangerai  de'  sogni. 

f  V  §.  IV.  Sogni,  per  similtt.  dicesi  delle 
Finzioni,  dei  Racconti  romanzeschi,  Pelr. 
cap  3.  Ecco  quei  che  le  carte  fmpion  di 
segni,  Lancillotto,  Tristano  e  gli  altri  er* 
raoti.  ( P)  Tass.  Ger.  1.52,  Tuccia  Argo 
i  .Mini  e  taccia  Arlù  que*  suoi  Erranti  che 
di  sogni  empiou   le  carie.   (IV) 

SOIA,  7'.  A.  Seta.  Lai.  sericuin.  Or. 
ar,pi)(óv.  31.  Aldobr,  B.  F.  Cose  calde, 
per  usare  a  quelli  e'  hanno  il  cuor  fred- 
do, si  è  laltovario  moscado,  ambra,  soie, 
zafferano  ,  garofani  ,  siloe,  cardamone 
(  qui  fai  se  vale  una  Sorta  di  droga  )  . 

SOIA.  Spezie  di  adulazione  mescolata 
alquanto  di  be§a.  Lai.  pnlpn.t,  palpum. 
Gr. /Ìa/£i.'K,3w-cU;j;a.  Morg.  25.  ì6.  Ma 
Ganetlon  sapea  la  soia  appunto.  E  27. 
2f'8.  E  Biauciardin  ,  ch*è  padre  d'ogni 
soia.  Cìrijf.  CaU.  i.  33.  La  cosa  se  n' 
aodr'a  di  soia  in  soia.  E  altrove:  Era  con 
Sinefido  notte  e  giorno  Con  tante  soie  , 
e  tante  fregagioni.  Fir.  Lue.  ^  i.  Non 
accade  adc-sso  tante  soie.  no.  E  Dial. 
beli.  dona.  396.  Venere  ec.  dipinta  dalle 
soie,  ornata  con  mille  dolci  e  lusinghe- 
voli inganni  ec,  oe  riportò  il  pomo  della 
bellezza. 

§.  Dar  soia,  l'ale  Adulare,  Piaggiare, 
Lodare  smoderatamente,  o  per  adulazio- 
ne^ o  per  hejfn  j  Soiare.  Lai.  palyari. 
Gr.  xoia/ìj'iv,  SrwTIS'JStv.  Lor.  Med. 
can%.  68.  8.  Ad  ognun  date  la  soia  ,  Ad 
ognun  fate  piacere.  Lih.  Son.  25.  Non  dir 
poi,  Celeron,  eh*  io  do  la  soia. 

SOIARE.  Dar  la  soia.  Adulare  bej- 
fondo.  Lat.  palpari.  Gr.  xoiaxtJttv.  Cas. 
lett.  76.  La  vanità  fa  ridere»  come  tu  ve- 
di che  interviene  ora  a  le  ,  che  6no  a 
madonna  Liooa  ti  soia,  che  tu  faccia  aa- 


S  O  I 


1233 


che  tu  il  Margulte  vestilo  da  barone.  /:. 
78.  Scrivimi  minutamente  ciò  che  tu  senti 
di  nir,  de'  n<  gozii,  e  degli  umori,  di*  i'  ti 
prometto  di  non  IÌ  soiate.  Cecch.  Mogi. 
2.  5  Che  zìo  7  che  nozze  T  rbe  Pandol- 
f o  T  vi  Credete  di  soiarmi,  e  di  menarmi 
Per  lo  naso?  l'atch.  Friol.  56.  Usansi 
ancora  in  vece  di  adulare,  soiare,  o  dar 
la  soia. 

*  SOL.  Una  delle  note  delia  musica, 
che  e   la  quinta.    F>d.    FA.    (B) 

•f*  SOLAIO.  Quel  piano  che  serve  di 
palco  alla  stanza  inferiore ,  e  di  pavi- 
mento  alla  supcriore.  Lat.  tabulata.  Gr, 
cavi^w^ara.  Vii.  Crisi.  i56.  Si  il  mi-ero 
in  una  prigione  sotto 'I  solaio  della  casa,  eie- 
garlovi  entro.  Dant»  Purg.  lO.  Come,  per 
sostentar  solaio  o  tetto.  Per  mensola  tal- 
volta una  figura  Si  vede  giugner  le  gi- 
nocchia al  petto.  Filoc,  6.  ^7.  In  quella 
maniera  ,  che  detto  vi  ho  ,  dimorano  li- 
bere da  poter  cercare  tutta  la  torre  ìo6qq 
al  primo  solaio.  Cr.  8.  4-  3.  Si  potranno 
ec.  piegargli  verso  lor  medesimi  con  1' 
aiuto  delle  perti<he,  e  lame  a  modo  di 
pallili,  ovvero  solai  Buon.  Fier.  3.  5.  2. 
Percotevanne  Ìl  fondo  ,  il  quale  allotta 
Servij  Ur  di  solaio. 

SOLAMENTE.  Jvverb.  limitativo,  de- 
rivante da  Solo,  e  si  congiugne  con  varie 
particelle.  Lat,  so!um,  lantnmmodo.  Gr. 
pò-iO-J.  Bocc.  nQv.  45.  12.  Quella  (casaj 
trovò,  di  roba  piena,  esser  dagli  abitanti 
abbandonala  ,  fuor  solamente  da  questa 
fanciulla.  E  not:  ^6.  17.  Il  Re  udendo 
questo  ec,  non  solamente  che  egli  a  peg- 
gio dovere  operare  procedesse,  ma  di  ciò 
che  fatto  avea  gì'  increbbe,  l'^iloc.  2.  25o. 
Niuoa  cosa  v'  era  fallata,  fuor  solamente 
che  la  sua  presenzia.  TìT.\  Bit.  G.  S.  In 
tulio  Io  castello  nun  era  se  nun  solamen- 
te una  donzella,  la  qual  servia  noi  di  lutto 
nostro  bisogno.  Dant.  Par,  i3.  E  se  al 
Surse  drizzi  gli  occhi  chiari,  Vedrai  aver 
solaraeuie  rispetto  A' regi. 

§.  I.  Non  solamente,  è  avveibio  rela- 
tivo di  Ma,  di  Ma  anche,  e  simili,  Bocc. 
nov.  60.  3.  Che  chi  conosciuto  non  l'a- 
vesse, non  solamente  uo  gran  reltorico  1* 
avrebbe  slimato,  ma  avrebbe  dello  essere 
Tullio  medesimo.  Fit.  SS.  Pad.  i.  93. 
Non  solamente  le  cose  presenti,  ma  ezian- 
dio le  future  e  occulte  per  divina  revela- 
zione  conosceva  E  io4-  Non  solamcntr 
era  potuto  uscire  della  consuetudine  de' 
peccali  e  diventare  virtuoso,  ma  per  divi- 
na grazia  era  venuto  a  tanta  perfezione  , 
che  Iddio  per  lui  faceva  molle  maravi- 
glie. 

§.  II.  Solamente,  cella  partueìl<i  Che,. 
vaie  Purché.  Lat.  dummodo.  Bocc.  Introd. 
12- Molto  più  ciò  per  l'altrui  case  fac- 
cendo,  solamente  che  cose  vi  sentissero» 
che  loro  venissero  a  grado,  E  nov.  4-  I. 
E  perciò  (  soldmenie  che  contro  a  quesio 
non  si  faccia)  estimo  a  ciascuno  dovere 
esser  licito  ec.  quella  novella  dire,  che  più 
crede  che  possa  dilettare.  Lab.  l?t'j.  Niu- 
no  vecchio  bavoso  ec  sarà,  cui  elle  rifiu- 
tino per  marito,  solamente  che  ricco  il 
sentano.  Lùloc.  2.  25l.  Niun  tuo  nimico 
ti  sarà  sì  lontano,  che  con  questa  (saetta) 
non  I'  aggiunga  ,  solamente  che  tu  lo 
vegga. 

t  *  SOLANATO.  V.A.Add.Tutioso/o. 
1  it  Crisi.  P.  Pi.  Comiocioe  ad  andare  d» 
Nazaret  verso  lerusalem,  che  vae  da  set- 
tantaquatlro  miglia,  e  vae  solanato  lo  si- 
gnor del  mondo.  (V)  Tuli.  Amie.  Ftt. 
Criìt.  62.  E  va  solanato  lo  signor  del 
mondo,  imperocché  non  avea  ancora  dU 
scepoli  :  ponlo  dunque  mente  diligente- 
mente come  va  solanato  a  piedi  scalzo  per 
così  lunga   via  ,  e  abbili  compassione.  (C) 

SOLARE.  V.  A.  Sust.  Solaio.  L»t.  In. 
balata.  Gr  eavt^&>VaT«.  Bocc  lett.  Pr> 
l55 


I23i( 


S  O  1- 


S  O  I. 


£.  Al'.  »qi    T.neoJo  sopra  il  «olar»    di 
..sso  uu  ÌcMÌ"iuolo    pi«.o    di    c.pucch.o 

'^SOLARI-:    AM.   D>  Sol...  L.,.  sohn.. 

lola-i  raesi.  H.r.  mollo  loro  jw.r.n.ndo 
ji,  li   f<.rieno     l'oln.   <t.    I      'O-     '' 
difeodea   <ial   solar   raggio     h   2.   -18.    hur- 
geadal   Oanseil  l,el  solar  pianeta  .  Rag 
Riandò   inloruo  con   l"  auralt  ciglia,     f.r. 
V       SjS      STonJocht     f»a     o    si    ctn- 
mugoc,  o  si  separa,  o  più,  o  meno  s  acce 
LTosi  dis,-..s.a  dalla  spora  s,,lare  . 

+  *  SOLARO.   Lo  s't«o  che  òolaw, 
,„,      ,„t,.o     .iSolo.     Cron.     Stnn       ll5. 
E  questo  p^^ao  del    solare,  o  palco  ec 
fecero  alla  loro  .p.nscr.a,  e  di  loro    mo - 

"^SOLATIO.  Sust.  Parte,  o  Silo  che  ri- 
s.u<,r.la  il  Metzoglorno ,  e  gode  p-u  del 
lume  del  Sole.  Lal.^o/«ri..m,  loru^opr,- 
cus.nnricum.  Gr.  TO  -xpoirM'-';  T  -",  ^S"- 
Pand.  34.  A  volere  il  Imon  """>  l"sogna 
la  costa  e   il  solatio.   (I') 

e  A  sohlh,  iwslo  avi-erhialm. ,  v„le 
Dalla  par,,  del  solalio.  Dalla  ban.Ia  K;.l- 
ta  «  Mezzogiorno;  contrario  d,  A  ha- 
eh.  Lai,  »d  mer„l,em  ad^crjo  -"'e-  Gr. 
t'v  .-vnllW  Ca„l.  Cara.  4b.  Il  l>osco  , 
quand-  egl.  i;  dritto  a  baco.  Lo  rimon- 
diam    col    fuoco  ;  Ma     s'  egli  <-■    P"stn  ,n 


nanii  a  solatio.  Favvisi  un  altro  giUMCo. 
SOLATI'O.  Adi.  Che  e  nel  solatio  , 
Poito  a  solatio.  Lai.  <.prici.J.  Gr.  TtfXM- 
riliOi.  Lor.  tìed.  canz.  -jS.  3-  Posso  pn. 
tar  la  vigna  Solatia.  Ua>,.  Colfl^t.  Ne 
luoghi  solatìi  fanno  il  6occo,  De  baci,  non 
se  De  ceiipr».  ,  ,  . 

SOLATO.  Add.    Risolalo.  Lat.  .<cìeis 
consutus.       JM.     Par.     l5        Contigie     si 
chiamano  calae  solate  col  cuoio,  stampate 
intorno  al  piL-.  Pran.m    lUform   del  li  .6. 
Calaata  con  conligi-.  o  con  calze  solale 
o  senta  suola.   CeccU.    hsalt.     Cr.    5.     i. 
Uicord.ti,  Garin,    che  i    cortigiani    Hanno 
solale  le  scarpe  di    hucria    Di    cocomero. 
SOLATIiO.    i>f>a  noM   dt  pili   .spezie, 
della   di  ci  qualità    /'.    Diosc.  Lat.   so- 
l.nun,.Gr..rp'JK^o,.Cr.   5.  4-  1    La  lor 
polvere,  confetta  col  sugo  del  solalro    an- 
che  vale    contro    al    riscaldamento  del  le- 
gaio  sopr-  esso    posta  .     7'. ,,.    Poi'.    /     A. 
Sugo  di  solalro,  che  ha  le  granella  rosse. 
t  *  SOLCABILE  .  Ad'l.    (he  si  può 
soUare.  Ih-lhn.   insc.  J.  7V  Egli  e  c„me 
un  moltipllcare  esso  unico  aratolo,  e  larlo 
quasi  diventare  tanti,  quante  sono  le  par  1 
.olcal.ili  nella  lunghezza  del  campo.  (Il) 

SOLCARE.  Far  iohhi  nella  terra.  Lai. 
sulcare,  sulco,  facere  .  Cr.  3.  5.  l.  La 
cicerchia  e  noia  ec.  e  puossi  seminare  in 
terra  soda,  come  la  fava,  e  poi  ararla  e 
wlcarla  di  Gennaio,  e  di  Febbraio.  /'-II. 
a  li.  Quesli  colali  campi  si  deono  solcar 
per  traverso  ,  acciocché  no'  campi  slia  la 
jirassezza  ritenuta. 

§  1.  Per  sinulit.  ti  dice  del  Cammi- 
nar delle  navi  sopra  V  acqua  .  Lai.  <ii/- 
ca,«  .  Gr.  auXKXi?"V  Petr.  son.  18.). 
Dodici  donne  onestamente  lasse  ec.  \i.li 
in  una  barchella  allegre  e  sole.  Qual  non 
>a  ••altra  mai  onda  solcasse.  *  Tos-'  Disc 
Poel.  Non  potr'a  giù  rilrovarii  1  opcrazio 
D>    della    nave  ,    eh'  b  di   «olcare    il    ina 

+  S  11.  yJ  pur  per  timitil.  si  dice 
del  Far  .o/co  in  checchessia.  Lai.  siilca 
re  arare  .  Gr.  auX«»?«<»  •  Omel.  S. 
Ciò.  Grisost.  117.  1  lormenlatori  non 
soleherel.hono  cosi  i  suoi  fianchi  coi  pel- 
lini  di  ferro,  corno  clli  li  solco»  co  ver- 
mini .  ,  ,    .        1 

SOLCATO.  Add.  da  Solcare.  Lai.  sul- 
catus,  aratus.  Gr.  aui«xn9li'(,  a.pOMj't- 
vo;  .  Petr.  canz.  9.  5.  Veggio  la  .era  1 
buoi  tornare  sciolli  Dalle  campagne  t  da 


sulcoll  colli.  Amel.  5o.  Sopra  le  zolle  del 
solcalo  orlo  Lassai  le  ginocchia  e  dissi. 
Frane.  Sach.  rim.  ip  K' bm.  che 
lornan  da's..Uali  colli,  Hisuonano  .  lor 
mugghi.  A'a.„.  Coli.  1.  5.  Lagrimando 
mira  L'  altrui  campo  vicin  solcalo  «  belo, 
Il  suo   vedovo  e  sol.  ... 

*  if  SOLCATURA.  L'alto  del  solca 
re  lìellin.  Pise.  2.  182.  Tutte  le  parli 
che  dopo  r  iniraversaule  solcatura  riman- 
nono  dell'  anlecedeule  fila  non  a.eranno 
allro  cunlallo  che  n.li;  unico  disotto  loro 
f  niii  per  tmiilit.  )■   (l') 

SOLCl-LLO.  Dm.  di  Solco.  Lai.  ™:- 
ci/,,..  Gr.  au)'/ziOv.  l'allnd.  OH.  Il 
Sarchisi  spesso  il  solcello  de  porr.  E  al- 
lioir:  Fa' due  filari  di  solcelli  dilungl  1 
uno  all'alleo  Ire  piedi 

SOLCIIKTTO.  J)"a-  'J'  Solco  ;  Aol- 
cello.  Lai.  siilculus.  Gr.  au>K/.sv.  1  ett 
Coli.  71  Sul  cominciare  d.  Ile  piove  egh- 
no  lavoravano  al  pi-  dell'  ulivo,  e  v  ta- 
cevano intorno  una  pozzanghera  ,  e  quivi 
voltavano  uno,  o  pili  sob  belli. 

•+•  SOLCIÒ  .   Sorta  di  condimento,  o 
con serw,  dicono  i    Conipilotori  del   Vaca. 
boia,  io  della   Cmsco.  Soldo,  dice  il  Ite- 
di  .  voce    toscana    antica  ,   credo  che  sia 
renula  d,    Provenza  .   l.fgen.losi    nel    /(.■ 
mano    Provenzale    Solz  .    idesl  carnes  io 
arelo  .   Sembra  dunque  che  per  Salcio  si 
dehha  inlendeie   Cai  ne  sminuzzala,  0  tri- 
tala in  modo  di  saluccia,  e  tenuta  a  sta- 
zionale in  aceto  ,on    diversi  infredienll  ^ 
1f     /lldohr.  Si  de' usare,  appiesso  the  1 
ha  bevuto  ,  di  mangiare    mele    cotogne  e 
mele  ddci.  od  ulise  in  solrio.  o  midolla 
di   pane    nell'  acqua    fredda  ,  e  tutte  cose 
che  le  fumm.e    avvallano  .   Fianc.    Boib. 
25q.    20.  Potrai,  per  me'  passare.  Più  vi- 
v.in.le  portare  ec    Uova  e  solci  e  morlia, 
Lodrelti,  e  ciò  che  invia  ec.    Petr    /voli 
Qui   il   mar,   qui   1' acque   dolci  ,   Le   gela- 
line,  i  solci.  Morg    I9.  86    Pensi  rh    . 
faccia  gilalina,  o  solci.  Che  il  capo  dren- 
lo     o   le   zampe   esser   vuoici?   A    20.    114 
E  hannovi  in    un    solcio  i  Paladini  .Poi 
fuggon  lutti  come  spelaztini.  /,'!P-  ' "''' 

2  S8.  E  senza  melarance,  o  sobio.  o  sa- 
le     Ferono  scollo  da  buon   vetturale      L 

3  "102    Ognuno  taglia  e  affetta  il  re  Lm- 
gi,  E  fanno  un  sulcio  di  lutto  Parigi  (qui 

per  similil.  )  „     ,,    r      .,,. 

SOLCO.  Piopriamente  Quella Jossetla 
che  .ti  lascia  dietro  l'  aratro  in  fenden.Io, 
o  lavorando  la  le,ra  Lai.  sulcus  .  Gr. 
^Z-kOil-  lìeclnm.  Qiiintit.  K  Le  cose  se- 
minate perirono  sotto  li  sole  11  fuor  .lei 
sarchiare  Ou,.l.  O.  Certo  se  li  lavoratori 
pensassero  sempre  quanti  semi  debbono 
loro  torre  i  robatcri  uecrll.  foce  ma. 
non  cederebbero  li  semi  a  solchi,  frane. 
Sacch.  nov.  201.  Quando  s  arava  la  sua 
(  terra  )  pigliava,  quando  con  un  solco  e 
un  allro  per  anno,  un  braccio,  o  più  di 
quella  del  virimi.  IH-  SS.  Pad  I .  .  3; 
Fece  un  segno  per  la  rena  col  duo,  come 

un  solco. 

*  6  I  Nel  mngiìior  numero  dicesi  an- 
che le  solca.  Ceeeh.  Prov.  ^0  Da  que- 
MO  nasce  V  alilo  proverbio  :  /■.  par  che 
tu  pianti  porri,  quando  uno  bada  e  pena 
mollo  a  fare  una  cosa  ;  perche  chi  pianta 
porri  va  per  le  solca  ponendoli  adagio 
adagio.  (C)  Salvia.  On:  Sa;.  E  que. 
leniicvan  per  le  solca,  al  termine  G.ngner 
bramando  del  maggese  .1  fondo.  IMml 

R     II     ;Vr  .iimlM     P>anl     /'or.  2.  Mei- 
ler  'pol'le  ben  per  1'  alto  ..le  Vo.lro  na- 
vicio     servando    mio    solco    Dinani.   .1 
acqua,  che  ritorna  eguale.   //„(    Ivi.-  Mil- 
lo vestigio    che    fa    la    nave  quando 


SOL 

«  IH.  Per  Istrada.  Amel.  84-  E  loro 
il  ..^Ico  mostralo ,  da  quello  iooaoii  co' 
cavali,  vietò  1'  andata. 

g  IV.  Fifuralam.  per  Grinta,  /<«(*■ 
Lai.  mlcus,  ruga.  Gr.  a'a'i»5.  fJTl'Jtv 
Lib.  258  Alle  gote  dalle  hiaothe  btode 
tirale  risponde  la  ventraia  ,  la  quale  di 
larghi  e  spessi  solchi  vergala,  cuoie  SODO 
le  loricce.   pare  un  aacco  volo. 

C  V.  U'Cir  del  solco,  in  modo  proverà, 
sigoijica  Traviar  dal  bene.  Lai.  delirare. 

Gr.  :iapxJ»ip€r»  •  f-  ^"'"•'   P''    '"'"  ■ 
■nle    ,1    contrario.   Lai.    rccla  incedere 


w 


vaie     II     co«i'M'«w.    — -•■        -- 

Gr.  zt.'m  b'uOs.Vv  7opiue«e«t.  Mvrg.  io. 
i5l.   Tanl*  è.  eh*  i'  voglio  andar  pel  »ol- 


va  per  mare,  sicché  è  come  segno  a  rbi 

VU(>I( 


nrr  IH*»»  «    »"•■■"■    -    r> 

vuole  seguitare  la  nave  .  ma  duia  poco 
imperocchb  r  acqua  subito  .corra  e  pareg 
gii.i. 


co  ritto. 

•+  §.  VI.  Andar  diritto  II  talco  .  ti 
dice  del  Riuscir  Lene  checeh.ssia  .  Lai. 
prosperar,.  Segr.  lior.  Chi.  1.  1-  Quello 
che  Ì!  peggio,  mogliama  .e  n"e  accorta  .  ed 
iudoT.oau  pere  hi.-  .0  voglia  dare  que.la 
fanciulla  a  Pirro  In  fine  e'  non  mi  Ta 
solco  diritto  .  Pure  io  ho  a  cercare  d. 
vincer  la  mia  Morg.  3.  Sg.  Con  ao  wl 
bue  io  non  son  bunn  bifolco  ;  Ma  i  .0 
n'  ho  due,   andr'a  diritto  il  solco. 

*  e.  VII.  Solco,  fifueat.,  fu  usato  nel 
maggior  numero  per  Messe.  Iliade.  Chiabr. 
ri„;  Il  villanello  intinto  Furar  vtdraui  s 
seminali  solchi.  ( l*r) 

*  §.  Vili.  Solco,  per  mela/,  vale  onclu 
Quella  striscia  ,1,  luce,  che  1  corpi  lumi- 
nosi l.isciono  dieti  0  a  sì,  scorrendo  per  l  a- 
Ita,  cerne  sono  te  stelle  cadenti  ,  i  razu 
i  folgori,  e  simili  Car.  &  /'''  2.  Noi 
la  vedemmo  (  la  stella  )  chiaramente  .o- 
pra  De'  nostri  teli,  ire  a  calarsi  in  Ida, 
Si  che  lasciò  quanto  il  suo  corso  tenne. 
Dichiara  luce  un  solco.  E  tih.  5.  Che  'a 
saetta  io  su  le  Dubi  accew.  Quanto  velo  , 
unto  di  fiamma  un  solco  Si  IraMe  die- 
tro.   (/!') 

*  e  IX.  Solco,  fu  usato  anche  per  La 
natura  delle  femmine  d.  gli  anim.U.Alam 
Coli  2.  5l-  Vegna  il  solco  Al  seme  genita! 
più  largo  e  pronto.  Marchett.  Lmr.  Iib.^. 
Il  vomere  allor  dal  caromin  dritto  Del 
solco  genilal  caccia,  e  rimove  Dai  luoghi 
a  lui   proporzionati  il  seme.  (Br) 

SOLDANATICO  .    /'.    A.  Soldanato 
Kov.  ant.  34.  3.  Questo  Saladino  al  tem- 
po del  suo  soldanalico  ordino  una  tregua 
tra  lui  e'  Cristiani. 

SOLDANATO  Dignità,  e  Dominio  d, 
Soldano.  Lib.  I  iagg.  E  ancor,  hae  uu 
allro  paese  eh' è  dello  Calipe.  che  e  uno 
.oldanalo,  che  lanlo  ca  dire,  quaolo  regno. 

SOLDANIA.  io  Staio,  e  il  Paese  del 
Soldano.  Lai.  'Sultani  imperium.  G.  ì  . 
1.  3.  I.  Parlendi.si  dalla  parie  d.  Setlin- 
irione.  dal  fiume  di  Tana,  in   Soldan.a. 

t  SOLDANIERE.  /'.  A.  Add.  usalo 
per  lo  ,.,i  mfv,:a  di  sust.  Assoldalo,  Si- 
pend.alo.  Lai.  stipendiatus.  Gr.  uttOTlim- 
/  i-ccr.  Non  solamenle  da'  cavalieri,  ma  da 
soldanieri  a  cavallo  distrcllamenle  losul  ca- 
vallo salile  sempre  ir  da  usare  .  Or.  S. 
Gir.  l5.  Come  uomo  loda  lo  Ite  quan.lo 
fili  paga  bene  I.  suoi  suldaoieii  ,  cosi  lo 
dee  l'uomo  lodare,  e  mollo  più  «neora 
quando  f.  giustizia  delli  peccatori,  e  delli 
ladroni.  7V../1.  /'lel.  Som  cavalieri,  e  suoi 
soldanieri.  che  tulli  attendiamo  uno  me- 
desimo soldo. 

•+  SOLDANO  .  7"i(i>/o  M  priueipato 
supremo  presso  v/i  Arabi  ,  e  gli  Otto- 
moni  .  Lat  Sultmu,  Doni.  Pmr  11. 
Nella  presenza  del  Soldao  suiierba  Predi- 
cò Cri.ln  ■  /■•"(  ili  ••  Soldano  •  noma  di 
dignità  appo  quelli  popoli  lìoce.  "o.-.  3. 
3  Non  solamente,  di  piccolo  uomo,  il  [• 
di  Babilonia  Snidano,  ma  ancora  moli, 
vitlorie  ec.  gli  fece  aver».  TJorC*.  1.  1. 
Il  Dc.pol"  dì  Quinto  ,  e  '1  gran  SoWa- 
no.  Red  Ditlr.  35  Lodi  pur  I  acqua  del 
Nilo  II  Soldan  .le'  Mammalucchi. 


SOL 

SOLDARE  ■  ìneapfìrrarc  ,  e  Staggir 
SoUati  ,  dando  loro  solilo  j  Assoldare  . 
Lai.  mi/ilet  Icgcre,  autborar<-.  Gr.  OTpa- 
TtuT»;  xar:/35"/!i> ,  KXTKy^a'ysiv  .  G 
/'.  II.  28-  5.  Onile  suldaru  i  drtlì  mille 
cavalieri.  E  cap.  i35.  2.  S' ordinò  dì  ri- 
fare maggiore  oste  ec.  con  soMjndo  goutc 
J*  arni?  a  cavallo  <•  J  pie,  Cr.ti.  More/I. 
3l5.  Noi  soKtdmmo  il  coQle  Alberigo  ,  e 
deramoti  cinqujDtamilj  fiorini  io  due  mesi 
saoia  scriverlo  (h  Hampato  hi  assoldam- 
mo ) .  *  Giticc.  Sior,  x8.  70.  Convenne 
(il  re)  ce.  co*  Venfxtjiii  di  soldare  a  co- 
mune ilirri  mila    S^iizori-   (C) 

SOLUATACCIO.  Peg'^toral  di  Salda- 
lo .  Buon.  Pier.  ^.  5.  i.  Lj  rabbia  iia 
ira*  can  :  vcdrem  chi  vinca  ,  Soldaiacci 
del  linea.  Men»  .  sai.  7.  Va  soldataccio  , 
rh'  alla  patria  riede  Lacero  i  panni ,  e 
eolla  gamba  scalu. 

SOLDATAGLIA  .  òfoUHudinf  di  %-ili 
loldali  ed  inesperti.  Lai.  mttitta  i:rega- 
ria  .  Gr.  uTpaTtfijrat  cf.yu.vxoi  .  M.  1  ■ 
7  JOa.  Accoglira  rubalorì  e  soldataglia  , 
?  correa  io  Puglia  per  pazxia,  dod  meno 
che  per  ruberia. 

S0LD.4 TELLO.  Dim.  e  per  Io  più 
à'sptczz  di  S.ld'ìlo  .  Lai.  nulfs  grega- 
riust  manipulnritis.  Gr.  eli  Ti^;  aTTEi'pa;. 
TtfC.  Dav.  j4nn,  I.  7.  Eravi  un  Percen- 
oio,  stalo  capo  di  commcdianli,  poi  sol- 
duifllo  Iingu.i€Ciulo.  f  i5.  207- "Se  d'un 
solo  soldatello,  d'un  solo  riltadinu  salva- 
lo riceverebbe  [>er  mano  dell'  Iin|'er.iiJ"rc 
la  sua  corona,  quanta  gloria  vi  fij  veder 
pari  numero  d'incoronali  e  silvaiil  L'uon. 
Fier.  ^.4.  20.  Uuu'soldjlelli  scaUi,  Sban- 
dili in  preda  al  popol,  l'C 

SOLDATEKI'A.  S^yUate.tftt.  Lat.  mi 
Ulta.  Gr.  ffTfaTt'a.  Tac.  Dav,  La  solda- 
teriJ  b>atrò 

SOLDATESCA.  Milizia»  Adunanza  di 
toldati.  Lat.  militia,  tii'ln  militnris.  Gt 
5Tpa ro4  ,  srp'xriujxu. .  Saf^i"  DisCm  i. 
386.  La  tanto  fiorila  e  disciplinala  sol- 
dattsca  a  pie  ec.  cominciò  a  calare  e  a 
diimellersi . 

t  SOLDATESCAMESTE  Jwerb.  Al- 
la soldatesca  ,  A  maniera  militare  Lai. 
more  castrensi,  militari.  Gr.  5Tp«Tiwrt- 
X'Zi.  Jì>nv.  Crii.  fit.  I  l8'|.  Datogli 
una  buona  quantità  di  srudi  in  mano  ,  1 
quali  soldaiesfamcole  io  mi  avevo  gua- 
dagnati . 

SOLDATESCO.  Add.  Pi  soldato.  "La 
miliiaris.  Gr.  cTf anWTt/o';  T'-tc.  Drv. 
Ann.  I.  l5.  C.>n  vociibc.to  soldatesco  del- 
lo Caligola.  E  Stor,  |.  252.  Si  davano  u 
rubare  ,  assassinare  ,  ad  ogni  gran  falica 
ec,  per  poter  comperare  Ìl  soldatesco  ri- 
pwo  . 

*  §.  Per  CvnvenientK'  a  soldato  .  F. 
Fili.  f'it.  52.  Fu  Farinata  di  statura 
grande,  faccia  virile-,  membra  furti,  cnnii- 
iienta  fi'"*''*^)  eleganza  soldatesca  ,  parlare 
«ivile  ,  di  consiglio  sagacissimo,  audace, 
pronto,  e  induìlrinso  in  fatti  d'arme.  (D) 

■{■  *  SOLDATINO.  Vim.j  e  per 
lo  più  disprrtz  .  di  Soldato  j  So/da' 
tello  .  Semplice  soldato ,  Colui  che  è 
nelV  ultimo  grado  delln  nn/izìa  .  Acc^d. 
Cr,  Mess.  1  capitani  s'  aiutavano  a  far 
degli  amici  ec.,  e  infìoo  il  soldatino  s' in- 
gegnava di  farsi  ben  volere.  3ffpal.  Lelt. 
Qual  è  il  raporaluccio ,  il  soldatino,  cbe 
non  faccia   lanlo  di  borea   iu   udire  ec    (A) 

SOLDATO.  Qu-gU  che  esercita  Tari,- 
disila  milizia  Lai.  mi/c^f .  Gr.  0Tj:aTi6)Tr;5. 
Boec.  nov.  ^5.  2  Uomini  ornai  attempali, 
e  tiati  Della  lor  gioventudine  quasi  sem- 
pre in  fatti  d'  arme  e  soldati.  Croaichelt. 
d'  Amar.  67.  Ilibandìrono  isbanditi  ,  e 
francarono  ischiavi,  lolsono  soldati,  e  ra- 
guoaronn  danari  .  P-tts.  ?(>0.  ti  soldato 
(  S0f;na  }  arme,  cavalli ,  guerra»  battaglie, 
paghe  doppie,  e  buono  soldo.   Dittam.  2 


SOL 

16.  Assai  de*  così  fatti  nomar  puoi.  Che 
per  tener  soldati ,  e  non  pagare  ,  Son  iti 
male  ,  e  proprio  nei  di  tuoi  C'is  lett. 
53.  Ed  anclie  non  volli  rimescolarmi  a 
Bologna  fra  Uioli  soldati  ÌSorgh.  Col,  mi- 
lit.  4-«^»  *^^'  •■■''^  fuNsero  veramente  di 
soldati  (  io  uso  spesso  questa  voce  nelle 
cose  Romane  di  vero  puio  ci'nvencvol. 
monte  .  perchè  mal  risponde  alla  parola 
loro  militi,  ma  risponderebbe  bene  a'mer- 
cenarii  e  pagati  ec.  ,  né  ì  nostri  vecchi  , 
the  propriamente  e  correltamenle  parla* 
rono  ,  altramente  ,  che  per  condotti  dì 
fuore  a  prezzo,  l'usarono,  e  de' citladini 
non   mai  ),   ec. 

SOLDATO.  .4dd.  da  Soldare j  Atsnl- 
dato  ,  Condotto  al  soldo  .  Lat,  mei  cede 
condi/ctus.  Gr.  u7TÓ,aii5o;  G.  /'.  8.  6"3. 
3.  Con  genti  a  cavallo  nel  numero  di 
300.  e  appiede  assai  di  sua  aniist'a,  e  sol- 
data  de*  danari  del  Re  di  Fi^nria  .  E  q. 
3l6  1.  Non  avea  da  suddisr.ire  i  suoi  ca- 
valieri soldati  di  loro  paghe  passate. 

*j  ifr  §.  £*  per  Pngi-rto  ,  Rimunerato  . 
Fi:  Ciord.  3o8  Quelli  che  ricevono  gr.in- 
di  soldi,  sono  valorosi,  e  vaiiuo  vulonlieri 
alle  battaglie,  e  fanno  grandi  falti  per 
amore  del  soldo  che  hanno,  che  sono  cosi 
bene  soldati.    (F) 

•f  *  SOLDATUCnO.  Dim.  ,  e  per 
lo  più  dispiezz  di  Saldate j  Soldatello. 
Sf^ner.  Prfd  2\.  3.  Divento  si  vile,  che 
paventò  Gn  d'  un  povero  soldaluccio,  qual 
era  Vt\^.   'A) 

•f  ^'  SOLD UT VZZO.  Dim.,  e  per  lo  pia 
disprezz  iti  Soldi  toj  So/i/ale/lo  Uden.  IVis. 
4-  24-  Quale  incostanza  poetica  è  questa? 
E  nell'estremo  della  sua  viia  esso  Turno 
quanto  conlamina  la  virtù  cavalleresca  , 
chiedendo  la  vita  per  1'  amor  di  Dio  al 
nimico  ?  E  che  farebbe  peggio  un  solda- 
tuzzo  plebeo  T  (A) 

SOLDINO.  Dim.  di  Soldo.  Lor.  Med. 
Kfnc,  .35.  E  non  mi  fo  far  zazzera  di 
ferro.  Perchè  al  baibier  non  dopiùd'un 
soldino.  Borch.  Mon.  187  Di  quesU'  sorte 
piccioli  ancora  se  ne  veggioiio  alcuni,  che 
molti,  vegofndovi  tanto  arienlo,  e  sì  pic- 
coli, chiamano  soldini,  e  s'  ingannano. 

3  SOLDO,  moneta  che  vale  Ve  qiiat' 
trini,  o  dodici  dunari.  Lai  *  sohdus.. 
Bocr.  nov.  68  21.  Come  egli  hanno  tre 
Soldi,  vogliono  le  figliuole  de'  gentiluo- 
mini, e  delle  buone  donne  per  moglie  G. 
/'.  II.  Il 3.  2.  Valse  lo  staio  del  grano 
più  di  soldi  3o,  e  più  sarebbe  assai  va- 
luto. /  (V.  SS.  Pad  I  261.  La  fe.e  me- 
nare al  mal  luogo,  e  comandò  a  un  reo 
uomo,  cbe  (enea  le  male  femmine  ,  che 
ogni  dì  gli  portasse  Ire  soldi  del  guada- 
gno disonesto  di  quella  vergine.  E  ap- 
presso :  Questo  reo  uomo  invitava  le  genti 
a  lei,  temendo  ch^  non  gli  convenisse  pa- 
gare   di  suo   li   predelti  soldi. 

^*  §.  I.  Lasciar  andare  dedici  danari 
dì  soldo,  o  Lasciar  cenere  due  soliti  per 
ventintinttro  danari,  valgono  iumodopro 
vcrlnale  lo  stesso  che  Lasciar  andar  due 
pani  per  f oppia  -Bocc.  nov.  12.  4-  ^'' 
vivo  air  anlica  ,  e  lascio  correr  due  soldi 
per  ventiquattro  danari  »  .  Farcii.  ErcoU 
87.  Dar  Cartuccia  ec.  è  passarsi  legger- 
mente d'  alcuna  cosa,  e  non  rispondere  a 
chi  li  domanda,  o  rispondere  meno  che 
non  si  conviene  a  chi  f*  ha  o  punto  ,  o 
dimandato  d'alcuna  cosa:  il  cbe  si  dire 
ancora  ec.  lasciar  andare  due  pani  per 
coppia,   o  dodici  danari  al  soldo.  {C} 

§.  II.  Soldo,  per  Moneta  generalmen* 
te.  Malm.  2  21.  Vedendosi  già  grandi 
impircatoi.  Ed  a  soldi  tenuti  bassi  bassi. 
*  J>en<b.  Stor.  4-  5l.  Aveano  mandato 
ducento  fanti,  ed  un  Comissario  con  de- 
nari. 1  quali  fanti  erano  stali  dall'  Àlvia- 
no  nel  cammino  assalili  e  rolli,  e  molli 
di  loro  presi  ,  e  di    poco    mancò    che    '1 


SOL 


1235 


Comissjrio  anco  esso   con   lutto  il    soldo 
preso   non  fosse,  (l) 

t  g.  Ili  Sold^  ,  per  Mvrci-de  ,  Sala- 
rio ,  .Stipendio,  o  f^aga  del  soldato,  Lat. 
stipendiuni.  Gr  ^jttffdó^.  Fr.  Ctord.  S. 
Pred,  21.  Soldo  è  quello  thc  si  dava 
a  cavalieri  di  Roma  aniicht.*  andassono 
alla  battaglia,  acci-'Cthè  vivessono  ,  e 
poi  era  dato  loro  il  premio  .  E  altro- 
ve :  Frale  ,  egli  è  usanza  ,  che  3  grandi 
soldi  traggano  volentieri  i  cavalieri.  G. 
F,  7  i33.  3.  Vi  venne  molla  buona 
genie  a  cavallo  e  a  piede  al  soldo  della 
Chiesa.  Cavale.  Med.  cuor  Quisi.i  è  dun- 
que gran  pazzia  e  reta,  laNciar  la  balu- 
glia  d'Iddio,  la  quale  è  onorevole  e  leg- 
gieri, e  hassene  per  soldo  vita  eterna.  E 
Discipl.  spir,  Ctime  s'andasse  a  migliorar 
signore,  il  qual  dt-sse  mi^^lior  soldi.,  Cron. 
l'eli.  101  E  ambe  Irailavano  d'avere  a 
soldo  la  compagnia  bianca  di-^l*  Ingbilesi. 
Bocc.  noi'.  71  3  Fu  adunque  già  in  Me- 
lano  un    Tedesco   al   soldo  . 

3  g.  IV  Soldo,  per  Condotta,  Milizia, 
Guerra,  Bocc  nov.  6^.  l3  E  viva  amO' 
re,  e  muoia  soldo  .  e  tutta  l.i  brigata. 
*  Bemf'  Stor.  3.  34  Paolo  Vitello  ec. 
avendo  il  suo  soldo  co'  risani  finito  ,  a 
Firenze  se  n'  andò.  (F) 

f  .§.  V.  Soldo  ,  vale  anche  Servizio 
militare.  ^  Cronicheti .  25t).  La  brigata 
della  Bosa,  la  quale  si  era  levala  dal  sol- 
do di  Gabbriello  Maria,  e  reraiasi  al  no- 
stro con  lance  CX\,  ed  altri  soldati  as- 
sai, con  piccole  condotte.  (C)  Tac.  Dav. 
Ann  1.  l3.  Chiedevano  riposo  per  mer- 
cè, e  di  non  moiire  in  quelli-  fatiche,  ma 
finire  con  un  poco  da  vivere  si  duro  soldo. 

^  §.  VI.  Uom  di  soldo  ,  vale  Uomo 
di  milizia  ,  Che  sta  al  soldo  di  alcu- 
no, "  Frane.  Sacch.  nov.  34  Facendo 
pace  fra  voi,  credo  che  sia  il  meglio  ,  io- 
nanzichè  tu  ti  voglia  mettere  a  partito 
con  un  uomo  di  soldo,  3/.  7'^.  4-  1 15. 
I  Tede.>chi  di  soldo  che  io  que*  tempi  e- 
rano  in  Italia  ec.  follemente  pensarono 
di  farsene  signori.   (A'J 

§.  VII.  Onde  in  proverh.  F.  F.  II. 
65.  Verificando  il  proverbio:  a  tempo  di 
guerra  ogni  cavallo  ha  soldo  (  cioèy  Al 
bisogno   fgnuno   è  buono  a  qua'che  cosa }, 

%.  Vili.  Soldo,  per  Salario,  e  Stipen- 
dio scnipUcemenle.  Lat.  stiprndium,  sala- 
riunì.  Gr.  [iia^o'i,  p-tdouopcf.-  Mae- 
struzz.  2  3o.  8.  Quando  alcuno  ufliìciale 
toglie  per  forza  alcuna  cosa,  più  che  non 
è  il  suo  soldo,   o  salario. 

5.  W.  in  proverh.  Pagar  cinque  sol' 
di,  si  dice  di  Chi  nel  favellare  esce  di 
tema.  Ar.  sat.  2.  Ma  perchè  cinque  soldi 
da  pagarle  Tu,  che  noli,  non  ho,  ritor- 
nar voglio  La  mia  favola  al  loco,  onde  si 
parte. 

§.  X.  Andare  a  lira  e  soldo,  si  dice. 
d'I  Concorrere  per  rata  al  pagamento , 
alla  riscossione  ,  o  simili.  Lat.  prò  mtu 
accipere,  prò  rata  solvere,  Gr  {liùOii 
fiptiv.  Sen,  Ben.  Farch,  !^.  Sy.  Se  egli 
avesse  fatto  cedobonis,  andremo  a  lira  e 
soldo  cogli  altri  creditori. 

-}-  3.  XI.  A  diciotto.  o  a  diciannove 
soldi  per  lira  j  modo  haiso,  e  vale  A  un 
di  presso ,  Con  molta  verisimilitudine. 
Lat.  circiler.  Gr.  iy/U-  Late.  Slreg.  1. 
2..  Si  pensa  per  ognuno  a  diciollo  soldi 
per  lira,  che  egli  sia  annegalo  e  morto. 
'A-  Segr.  Fior  Leguz.  Frane.  12.  E  tanto 
più  è  da  credrre  cbe  non  lo  faccia  , 
quanto  più  facilmente  si  può  discorrere  e 
slimare,  a  ip  soldi  per  lira,  che  o  1'  ac- 
cordo di  Napoli  seguirà,  o  1"  impresa 
ec.  (TC) 

•^  g  XIL  Spendere  il  soldo  per 
quattro  quattrini,  vale  Far  le  spese  me- 
desime con  più  vantaggio.  Cuicc,  Avvrrt, 
ISO.  Nelle  cose  dell'  economica  ec.  quello 


Is36 


SOL 


in  che  mi  pare  che  consista  I'  industrii  è 
chi  fa  le  mrdei'ian:  spese  con  più  vaDtag- 
gio,  o  rome  si  d'ire  vulgarmente  speodere 
il   soldo   per  quattro   quattrini.    (C) 

§.  XIII.  iSo/rfo,  per  la  Ventesima  parte 
del  braccio  di  misura  fiorentina.  Red 
Oss.  an,  27.  Vi  ir«jv;ii  raggruppato  ano 
stcrmÌDatissimo  lombrico  morto  ,  lungo 
uo  braccio  e  tre  soldi  di  misura  fio- 
rentina. 

*  g.  XIV.  Soldo  d'acqui.  Term.de' 
Fontanieri.  Quella  qwìntità  d' ocifia  che 
esce  da  un  foto  circolare  di  un  soldo  di 
diametro     con    una   data    vt'lootta.    ( j4) 

*  SOLDONIEKE.  Lo  stesso  che  Sol- 
danicrc,  (ir,  S.  Gir.  ^|.  Cosi  come  1* 
uom  loda  lo  Re  quando  t>gti  p3g>i  bene 
gli  suoi  soldonterì  ,  così  il  de'  1*  uomo 
lodare  (C    (l'J 

f  SOLE.  Pianeta  che  illumina  il  mon- 
do, e  conduce  il  giorno.  Lat.  Sol*  Gr. 
^ItOi  .  Ott.  t^om.  Par  io  23q.  Sole  è 
detto  quasi  solo  lucente,  perù  eh*  e  fonte 
di  tutto  '1  lume,  per  lo  cui  raggiameato 
le  parti  di  sotto  e  quelle  di  sopra  s'  allu- 
minano ec  Pnt.  Purg,  20  2.  Lo  Sole  e 
la  Luna  sono  due  ioslrumeoli  ,  per  li 
quali  lutti  gli  occhi  degli  animali  vedo- 
no, imjierocche  sono  la  luce  del  mando,  e 
niuDO  vede  se  non  per  metzo  della  luce. 
E  altrove  :  Lo  sole  è  temperamento  degli 
elementi,  e  della  natur.i,  e  dflla  compo- 
liizi'm  degl'  individui  elementati  ,  per  la 
partecìpjzion  degli  altri  pianeti.  Il  Sole 
vivifica  tutte  le  cose,  e  a  tulle  dae  bel- 
lezza e  furmn,  perocché  per  la  sua  sotti- 
litade  tutte  le  cose  passa  ,  e  quelle  che 
son  poste  a  ricevere,  vivifica  penetrando- 
le. Tes.  tir.  2.  l^\.  Per  Io  suo  grandis- 
simo splendore  non  potcmo  noi  di  di  ve- 
dere le  stelle,  perche  loro  lume  non  ha 
natia  potenzci  dinanzi  lilla  chiJrezza  del 
Sole,  che  «'  fontana  di  tutti  i  lumi  ,  e  di 
tutto  chiarore  e  di  tutto  calore  Dant. 
Par,  2.  pjreva  a  me  che  nube  ne  co- 
prisse Lucida,  spessa  ,  solida  e  pulita  , 
Quasi  adamante  che  lo  Sol  ferisse  Petr, 
ton.  207-  Non  vede  un  simil  par  d'a- 
manti il  Solo  (maniera  corrispondente  , 
al  lat.  !  Meliorem  ncque  tu  reperies  ,  ne- 
.pie  Sol  vidrt  .  Plaut).  Dw.  Colt.  i;jo. 
Perche  (i  briuhi)  al  primo  Sole  di  Marzo 
nascono,  e  rodono  le  prime  germoglie 
(qui  vale:  ■ti  primo  giorno  di  ^farzo  , 
in  cui  si   veda  il  Sole  )  , 

si!  §.  I.  Sote,  in  plurale,  fu  detto  dai 
Poeti  per  Occhi.  Ger,  Ginn/,  son  Petr. 
Chi  d'amor  sospira  Per  donna  eh*  esser 
pur   voglia   gucrrcra  ;     E    com'  più    mercè 


gnd 


più 


gli   v  fera,   C-ilcandoli 


Sol  che  i  più  detira  ce.  che  deggia  far 
ce.  (D) 

*  g.  Il  /?  per  simitit.  Ar.  pur.  7. 
12.  Sotto  due  negri  e  sottilissimi  archi 
Son  due  negri  occhi,  ami  due  ciliari  io- 
ti.  (Dì 

^  §.  ni.  Pe^-  Lume,  Luce.  /In^.  Met. 
I  186.  D'  Argo  motti  ocrbì  han  già  per- 
duto il   sole.  (D) 

%.  IV,  u-i%-ere  al  Sole,  o  Aver  dvt  suo 
al  Sole,  o  simili,  vogliono  Potsedere  heni 
stabili.  Cron.  ^forcll.  a6o  Fa' le  lue  fac- 
<'cade  ron  persone  fidate  ,  o  che  abbiano 
buona  fama  ,  e  siem»  creduti ,  e  che  del 
loro  si   veggia  al   Sole. 

§.  V.  Dividere  il  Sole,  Partire  ti  So- 
le, f 'incere,  o  Perdere  il  Sole,  o  si-nilt, 
si  diCe  del  Divi'ierc,  o  Giucarsi  lo  svia- 
ta^gio  del  Sole  nel  combattere.  Disc.  Cale. 
16  Ciascuno  alfiere  sì  parte  con  la  sua 
schiera  a11.i  vulla  del  suo  padiglione  ,  se- 
««indocile  egli    averi    violo,  o    perduto  il 

Snie. 

%.  VI,  Sole,  per  meta/,  /'c/r.  cn/i:.  ^jt). 
X.  Coronala  di  stello  al  sommo  Sole  Pia- 
litìiXì  li,  rhe   'n  te  tua  luce  asco»e  (cioè, 


SOL 

Iddio).   Dant.    Par.   3o.    Così   mi  disse Ìl 
Sol  degli  occhi  miei  (ci-è  ,  Beatrice^. 

*  §.  VII.  Sole,  dicesi  anche  di  Per 
sona,  0  Cosa  celehre  ,  e  nel  suo  genere 
eccellentissima,  l'oltz.  rim.  leti.  2O7.  Ri- 
spleadone  dopo  costoro  quelli  due  mira- 
bili soli  che  questa  lingua  hanno  illumi- 
nata, Dante,  e  non  multo  drieto  ad  esso 
Francesco   Petrarca.  (C) 

g.  Vili.  Sol.-,  fu  preso  talora  per  C 
Anno  ,  percfcchè  in  un  nnno  /a  la  sua 
intera  rivoluzione  ti  Sofe.  Lai.  annu$. 
ììut.  Pw-g,  21.  2.  Sole  sì  può  intendere 
una  re%oluzioDe  che  'I  Sole  fa  per  li  le- 
gni ,  e  questo  sarebbe  uno  anno.  Dant, 
Inf  ?q.  Ma  .  s'  ella  viva  solto  multi  so- 
li. Ditemi  chi  vui  siete,  Amet.  82.  Con 
fuoco  e  con  sangue  ingannevolmente  dopo 
più  soli  furono  finite.  K  85.  Lasciato 
nelki  Isola  del  foco,  quivi  nutricalo  d'er- 
be ec.    sidi   più  soli   io   molta   miseria. 

*  S  IX,  Per  Giorno.  Dnnt,  Inf.  33. 
Però  Don  Ugrìmai  ne  ri:pos'  io  l'uiio  quel 
giorno,  ne  la  oottc  appresso.  In  fin  che 
r  altro  sol  oel  mondo  uscio.  Ar.  t'ur. 
35.  (\0.  Poi  disse:  Andiamo,  e  nel  se- 
guente sole  Giunsero  al  fiunf.  T'SS.  Ger. 
19-  5o-  Vuole  Rinovar  poi  l'assalto  al  nuo- 
vo sole,  f/irj  SanniZL.  Arc.  Pros.^.  Quat- 
tro soli  ed  allreltaote  lune  il  mio  c<irpo 
ne  da  cibo  oè  da  sonno  fu  riconforta- 
lo. (FP)  Imperf  Prov,  D.  2.  T.  3.  129. 
Perrhè  a' tepidi  soli  succedono  gliesiivi, 
i  quali  con  più  maturi  raggi  le  biade  ri- 
cuocono  ?  (Fj 

g.  X  A^'tre  a  comprare  infino  al  tO' 
le,  vale  Aver  cnresiia  d*  opai  cosa,  Lih, 
Son.  \\(\*  E  comperar  convieogli  iofioo 
al  sole. 

g.  XI.  Andare  al  sole,  figuratam.  vale 
Cedere,  Biputaisi  inferiore.  Lat.  impa- 
rem  .se  (rstimarc,  Gr.  ell'tTr^/jievov  eVu- 
T5V  55,«(.*5eu  .  Bcrn.  rim.  I.  2;).  Così, 
moderni  voi  scarpellatori ,  E  anche  anti- 
chi, andate  lutti  al  sole. 

'ÌJ  gXII  Apporre  al  Sole,  dicesi  del 
lìtasimar  qualunque  caia  per  ottima  eh' 
ella  sìa.    V,  APPORRE,   §.   XI.  (C} 

§.  XIII.  Levar  le  pecore  dal  sole.  J'. 
PECORA,  §,  III. 

g.  XIV,  Figuratam.  Tignersi  a  un  al- 
tro sole,  si  dice  di  Chi  viagc;in.  Silvin, 
Disc.  I*  lOfJ-  L'  uomo  ec,  godendo  di 
respirare  aura  straniera,  e  di  tig.nersi  , 
per  così  dire,  a  un  altro  sole  ,  viene  a 
farsi   t.^lvolla,  e  strano,   e  salvalieo. 

*  §,  XV.  Sole,  per  Quello  .spazio  che 
ti  S-)le  sta  sopra  V  orizzonte.  Dant.  Conv, 
png.  2lfi.  (  Ediz.  Fen.  del  Zatta  \-5'$), 
Ore  del  di  temporali ,  che  sono  in  cia- 
scuno di  dodici,  o  grandi,  o  piccoli,  se- 
condo  la   qujntìtìi   del   sole.    (1  ) 

*  g,  XVI.  Sole, per  Estate.  Dant.  Pars. 
^.  Che  '1  metzo  cerchio  del  molo  super- 
no, Che  SI  chiamò  equator  in  alcun*  ar- 
te, E  che  sempre  ritiian  tra  M  sole  e  'I 
verno  Per  la  ragion  che  di  quinci  si 
parte   Verso   Setlenliìon.   (Pi) 

SOLECCHIO,  e  SOLICCIIIO.  Stni^ 
mento  da  parare  il  sole  ,  detto  ancora 
Parasole»  e  Omhrello.  Lat.  umbella.  Cr. 
fl/catdto.;.  Dant.  Pwf;.  i5.  Ond'  io  levai 
Ir  mani  in  vrf  bi  cima  Delle  mie  ciglia  , 
e    fecimi   il   solicchio   (qui    per    similtt.  ). 

§.  Per  Jtaldaccbmo.  Ltl.  umbella,  Gr. 
oxraJtov.  G.  /',  IO.  73.  3.  Si  riiiò  in 
sulla  sedia,  e  *l  dello  frale  Piero  fece  se- 
dere sollo  *l  solicchio  (così  net  testo 
Davaas  ). 

SOLECISMO  .  Error  di  grammatica. 
Lat,  solo-clsmus  ,  impartlitai  ,  slribiligo. 
Gr.  9o)^otxtauo'(-  7Vx.  Itr.  |.  ^,  La  pri- 
ma si  è  gramatica,  eh*  ^  fondamento  del- 
l'allre  sripnie  ;  e  questa  r*  insegna  a  par- 
lare, leggere  e  scrivere  santa  viiii  ,  o  tlt 
barbarismo,  o  di    solecismo,   Retor.   Tuli, 


SOL 

Dividesi  nelle  dette  due  parli,  ehe  scap- 
pellano solecismo,  e  barbarismo.  3fenz,  sat, 
3.  Ditemi  un  poco  :  i  primi  Ire  aforW 
smi  D*  Ippocrate  ooo  baitao  per  dieci 
anni  Per  dar  materia  a'  voslri  soleeisniT 
•f  *  SOLECIZZARE.  CommeUer  so- 
lecismi, Uden.  JVis.  I.  i^.  Senta  che  a 
continui  pericoli  di  solecizxare  e  barbaris* 
zarc  sta  suggello  colui,  che  io  parlando, 
o  scrivendo  parla  in  linguaggio  stranie' 
ro  .  (A)  Dm.  Ohbl.  Ling,  6,  lo  non 
so  capire  per  qual  cagione  ,  se  alirì  par- 
lando latinamente  ,  o  solecìzsa  (  siami 
lecito  cosi  dire  ),  o  cade  in  qualche  bar- 
barie, abbia  a  meritar  le  fischiate  ,  e  chi 
freqoenlcmenie  errj  nella  sua  lingua  non 
debba     merilar   peggio.    (Cj 

*  SOLKGCIANTE.  Che  hiondeggian- 
dfi  risptende.  Lai.  rutifans.  Cr,  r/iw* . 
Salvin  Disc,  2.  2p4>  ^*"  ''  chioma  dili- 
cat.i.  Profumala,  Al  di  solto  nereggianle. 
Ed    in   cima   loleggiante   {') 

SOLEGGIARE.  Dtceti  del  Porre  il 
^rnno,  o  qualsiiin  nltra  cosa  al  Sole  ad 
oscetto  ài  asciugarla.  Lai.  insolare.  Gr. 
ri'itaCeiv. 

^  g.  Soleef^iare,  in  signì/ìc  neutr.  vale 
Sfare  al  sole.  Salvia.  ì  il.  Diog.  ig5. 
Stando  esso  a  soleggiare  nel  luogo  detto 
Craneo ,  Alessandro  sopravvegnendo  gli 
disse.  (C) 

SOLEGGIATO-  Add.  da  Solegciare. 
Lat.  ìnsolatus.  Gr.  ■r.Uct.'Sfi^tOi.  Red,  Di- 
tir.  32.  Su.  IriDchiam  riocappellato  Coo 
granella  e  soleggialo.  E  nnnot.  ì'^o.  Il 
modo  di  fare  il  vino  soleggialo  trovasi 
appresso  Didimo  nel  libro  sesto  degli  ao- 
tcri  Geoponici  descritto  così. 

•f  *  SOLENE,  Sorta  dì  pesce  testa- 
ceo, la  cui  conca  è  a  guisa  dt  lulto  in 
superiore  ed  in/erior  parie  diviso.  Sal- 
via. Opp  Pese.  I.  200  È  il  solene  e' ha 
nel  nome  La  vera  sua  natura  a  canalet- 
to. (A) 

5  SOLENNE.  Add.  Di  solennità.  Che 
appartiene  a  solennità  J  centrano  a  Fe- 
riale. Lat  solemnis.  Gr.  CTio'aio;.  Bocc. 
Jntrod.  20.  Senza  faticarsi  io  troppo  luo- 
go ofizio,  o  solenne.  E  nov.  i-  3^-  So- 
pr'  esso  fecero  una  grande  e  solenne  vi. 
gilia.  l'it.  SS.  Pad.  i.  11.  Per  reve- 
renza del  suo  padre  Paolo  quella  tonica 
portava  pure  le  pasque  e'di  mollo  so- 
lenni. *  lass.  Amint  /"«/  1-5  oe  vo  a 
mescolarmi  in  fra  la  turba  De*  pastori 
festanti,  e  coronali.  Che  gi^  qui  s' è 
inviala,  ove  a  diporto  Sì  sia  oe*  dì  «o- 
lonni,  Enei  fingendo  Uno  di  loro  schie- 
ra. (C) 

#  §.  I.  Foto  solenne,  ditesi  Quello 
che  è /atto  in  faccia  alla  Chiesa  secondo 
le /orme  pretcritte  dai  canoni  j  contrario 
di  l'cto  semplice.  -  ^^ae^trus.^,  I.  74* 
Di  due  maniere  sono  holì  :  1*  uno  lì  * 
solenne  ec.  ;  è  un  altro  boto  non  solen- 
ne,   ma  semplice»  .    (C) 

g  II  Per  simtlit.  Splendido,  Magni 
fico.  Grande.  Eccellente,  Singulmre,  Lai, 
egreg'us  t  splendidus,    lapent.  celehratus. 

To;.  Bocc.  nov.  |.  8  Giucal-ire  «  roel- 
tilor  di  malvagi  dadi  era  solenne.  Enov. 
6,  3-  neviiore,  e  vago  de'vìoi  solenni. 
/•'  n'^v.  60.  1.  Srnia  troppo  solenne 
comandamento  appellare  ec,  inromiociò 
(  cici  ,  sensa  farsi  ircppo  pregare  )  .  E 
noi'.  6.t.  p.  Ma  più  avaoli.  per  la  soleona 
guardia  del  geloso,  non  si  fx^leva.  E  nov. 
73.  3.  Delle  quali  Maso  così  efficacrmen- 
te  pailava,   come  stalo  four  un  solenne  e 

Sran  lapidario.  E  nOi;  p^-  9-  lo  ìnleodo 
i  voi  ec.  fare  un  caro  e  uno  solenne 
dono  al  vostro  marito.  E  noe.  pp.  8.  Dì 
più  solenne  convito    quella  sera     non    gli 

1  Rileva  ouorure.  E  g,  IO.  f  i  E  da*  so- 
cnni   uomini  senno  grandissimo  reputato. 


SOL 

R  77/.  /A.n/.  a58.  Per  questo  e  le  di- 
>ioe  epere  Ji  Vergilio  e  drgli  Bliri  solen- 
ni poeti  non  soUmmle  tssrrc  in  poco 
pregio  dÌ%eDUir>,  id.'i  4Uaìi  d^*  |hu  dispret- 
xaie.  F.  /  .  Il  ;j7 
v'cbbono  solenni  nn-d 


Ciunli  in  Pisa,  do- 


i  poi 


hi 


girr 


gran  numero  ne  perì.  Ciriff.  Ca'v.  2.  6o. 
Preprfi  j|a  fue  la  nrra  inens.i  Ui  forni- 
menti assai  maravtgliosi  or.,  E  molli  vin 
solenni  e  preziosi,  jilam.  Gir.  a^-  !•  Vin- 
ce il  gran  Re  nel  più  solenne  tempio,  Di 
pia  religion  porgendo  c^e^>pio. 

t  S0LE.%>E<;GIABE.  /  .  J.SoUnntz- 
iarf  .  Lrfl.  Ao/tmniler  cofrre,  ce/i/'rarr. 
Gr.  ioprx^Uf.  Ott.  Com,  P„r^.  i6.  282. 
Otlendt  viene  da  colo  coUs  ,  che  sta  per 
*%frnnepgiare  j  appo  li  amichi  li  priuri- 
pii  de'  mesi  si  guardavano  e  sulruneg- 
giavano. 

SOLENNEMENTE  .  JiVtib.  Ccn  so- 
fennilàj  Ccn  grande  apparato,  e  s^'hnne. 
Lat.  sc'emnìtcr.  Gr.  fiih'  éifzr,^.  G.  V. 
la.  62.  I.  Udita  la  mes>a  solennemenle, 
e  comuniratosi  ro'  ìuoi  baroni-  l'i-cc.  nov, 
|3.  20-  Quivi  da  eapo  fece  soleuncmeote 
le  «^nsalizie  ct-1eLr;)re  .  Giiid.  G.  Così 
essendo  solenninienie  ordìuate  le  schiere 
da  ogni  pane,  ec.  Pa^s,  181.  Per  certi 
miracoli  e  rivelazioni  s'  ordinò  di  farne 
festa  solennemente,  e  per  tutta  1*  ottava, 
*  Car.  En.  ith.  11  V  712.  Questa  mia 
TÌta  a  voi.  Latini,  Ed  a  Latin  mio  suo- 
cero consacro  Solennemente.  Guar.  Fast, 
fid  I.  1.  Che  di'  la.  Lineo  7  ancor  non 
è  mia  sposa  .  L*  Da  lei  dunque  la  fede 
Non  ricevesti    tu  solennemente  T  (B) 

■f-  §.  L  Per  Grandemente.  Bocc.  J'it. 
Dant,  z^3>  Per  vaghezza  di  più  solenne- 
mente dimostrare  le  sue  passioni. 

*  g  IL  Per  Ga-^ltariinniente.  J'it  S. 
Prone,  196.  E  *1  frale,  conosceodo  il  gran 
bisogno  che  'l  beato  Francesco  n'  avea  (del 
mantello)  solennemente  gli  contradicea  , 
perchè  non   gliel  desse.    (ì  } 

SOLENNISSIMAME^TE.  Jvierh.  Sit' 
peri,  di  Solennemente,  Lib.  Pred.  Celebra- 
vano la  festività  solennissimamente,  e  con 
grandissima  onfìrevulezza. 

SOLENNISSIMO.  Superi,  di  Sofenne. 
Lat.  ce/ebernmus  .  Gr  Jia?>]u5TaT05  . 
Fiamm  6  18  O  superno  Giove,  de'cieli 
rettore  sulennissiroo  (cioè,  grandissimo), 
Bocc  J'it.  Pnnt  258.  Conciofossecosaché 
Dante  fusse  io  iscienza  solennissimo  uomo 
(cioè,  eccellentissimo).  Vav.  Sci*m.  16. 
Risolverono  dì  mandare  al  papa  Stefano 
Gardinero  ,  solennissimo  ìn  giuie  (  cioè  : 
dottissimo),  fìfd  ì'ip.  I.  6.  Si  credono 
dal  troppo  credulo ,  ed  inesperto  volgo 
de'  letterati  bugie  sotenoissìme,  ed  a  chi 
ha  fior  d*  ingegno  stomachevoli  (  cioè  , 
grandissime  ■  Lat.  palm^ris)  .  ^  Segner. 
Mann.  Magg.  itì.  ^.  Idolo  tuo  solennis- 
simo (  maggior  di  tutti  _^  è  la  super- 
bia.  (J-) 

SOLENNITÀ',    SOLENNITADE, 
SOLENMTATE.    Jstratto  di  Solenne. 

S-  L  Sofennitàt  si  dtce  asso/ulani,  per 
Giorno  di  gran  /i-sta,  solito  di  Celebrarsi 
dalla  Chiesa  ot:ni  anno.  Lai.  tolen.nilas, 
dies  festus  .  Gr.  iop-zr,  .  Pass.  181  È 
certo  argomento  eh' ePa  nascesse  santa  , 
da  che  della  sua  natività  si  fae  solennilà 
e  festa.  Maestruzz.  2  27.  Il  di  della  Do- 
menica si  mette  ira  le  tomme  e  prccij.ue 
•olenniladi .  Zflft.  i5o.  Della  cui  virtù 
tpetìal  menzione  e  solennità  fa  la  Chiesa 
di  Dio  . 

*  §.  \\.  Solennità,  diconsi  da' Legisti 
le  Formalità  a'abUite  dalla  Legze  per  la 
ctleòrazione  de'  contratti,  testamenti,  r*ìu- 
ditii  ec.  B'ind.  .4nt.  Sema  osservarsi  qua], 
sivnglia  altra  solenoilì,  porche  ee.  ccn  li 
ro|ili  e  segni  delli  notari  ec.  (/I)  Guicc, 
Stor.  II.  176.  Volevano  che  nelle  dimo- 
•irsiioni .  e  nella  solennil'a  degti  atti   clie 


si  avevano  a  fare,  apparisse  quel  rhe  era 
negli  e0elli,  gli  Svizieri  esier  questi  che 
avevano  cacciato  i  Fratizesi  di  qut-lla  sta- 
lo   (C) 

g.  III.  Per  apparalo,  Pvmpa,e  Gran 
cerimonia  .  Lat.  appomtns  ,  pompa  ,  so- 
IrmnitnSj   Crltbritns.  Gr    TliS-f aa>t Si/'as^K, 

:rou~Tj' ,  Èo£T/ì  .  lop-wjp.di ,  Bvic.  nov. 
60-  i5.  Falla  prima  con  gran  solennità  la 
confessione  ec  ,  e  soavemente  sviluppando 
il  zendado  ec  ,  fuori  la  rassella  ne  ttasse. 
Lab.  188.  Ci'minciò  a  mostrare  e  a  met- 
lerc  io  opera  1*  alle  virtù ,  che  il  tuo 
amico  tante  di  Ui,  e  ccn  tanta  solennità 
li  raccontò.  Guid.  G.  Ordinosli  clie  la- 
sone  fosse  parlecipe  della  (uà  figliuola 
nella  solennità  drl  (Covilo.  G.  /'.  H.  ■'jg 
2.  Vendeilo  rolla  solennità  si  ccnv.nne 
al  Comune  di  Firenze  Goìat.  28.  Essendo 
essi  di  mezzana  ccndizicne  ,  o  di  vile  , 
usano  tanta  solennità  .  ne'  modi  loro  ec, 
che  egli  i'  una  pena  mortale  pure  a  ve- 
dergli. E  3l.  Quelle  solenoilà  che  i  che- 
riri  usano  d'  iniorno  ogU  altari  e  negli 
ufficii  divini,  e  verso  Dio  e  verso  le  cose 
sacre  ,  si  chiamano  propriamente  cirimo- 
nie . 

SOLENMZZAMtNXO.  Il  solennizza- 
re. Solennità,  Lai.  solemnitns.  Gr.  tOf/tr,. 
Lib  Pred.  Pussono  fare  cou  animo  quiclo 
il  solennizzamento  della  santj  l'asqua. 

t  SOLENNIZZARE.  Celebrare  con 
solennità  ,  Far  solenne  .  Lat-  celehrarc  , 
colere  .  Gr.  Ìoctx'^biv.  J  it.  Crìst.  253. 
Mi  credo  avere  bene  detto,  perciocché 
non  (u  mai  nullo  dì  così  solennizzalo 
in  vita  eterna,  come  questo  d*  oggi.  Mae- 
stritzz.  2.  2^-  Imperocché  la  professione 
che  fece  non  solencizzò  il  boto,  per 
lo  'mpcdìmento  che  v*  era  della  moglie  . 
E  2.  ^3.  l!  secondo  si  è  de*  religiosi , 
i  quali  sanza  speziale  licenzia  del  pro- 
prio saccrdoio  solennizzassono  ì  ma'.rimo- 
nii.  Pac.  Dav.  j4nn.  2.  5o  Rescupori 
per  solenniziare  (  dicev*  egli  )  1'  acctrdo, 
(ere  un  l-el  ronvilo  (  qui  ti  testo  Int.  ha 
sanciendo  ).  E  t\.  1O2  Doversi  quel  luo- 
go, ove  gì'  Iddii  tanto  onorarono  il  Prin- 
cipe ,  solennizzare  (il  testo  lat.  ha:  au> 
gendam  cerimoniam  loco),  E  i5  216. 
La  qual  semenza  ec.  rinverziva  non  pure 
in  Giudea,  ove  nacque  il  malore  ,  ma  in 
Roma  ,  ove  tutte  le  cose  atroci  e  bruite 
concorrono,  e  solennizzansi  (  il  testo  lat. 
ha  i^Wbrantnr  ). 

SOLENNIZZATO.  JJd.  da  Solent.iz. 
zare.  Lat  cefibrntus.  Salvia.  Disc.  j.  io, 
1  Romani  ec,  usarono  di  celebrare  là  nel 
Dicembre  le  feste  di  Saturno  ,  solennizzate 
ancora  da  altre  nazioni. 

n=  SOLEO.  Uno  de*  rrìuscoti  del  tarso 
del  piede.  Baldin.  J'oc.  Z?/j.  iVi  MUSCO- 
LO. (B) 

•f  SOLERE  .  Verbo  difettilo  .  Esser 
solilo,  ^ver  per  costume.  Aver  per  usan- 
za .  Lai.  sofere .  Gr.  et&ts/as'vov  iivat  . 
Bocc.  nOv.  ^3.  7.  Delle  fiere  .  che  nelle 
selve  sogliono  abitare  ,  aveva  ad  un'  ora 
dì  se  stesso  paura  ,  o  della  sua  giovane  , 
E  nov.  60.  ^.  E  ,  olir*  a  ciò  ,  solete  pa- 
gare, e  spezialmente  quegli  che  alla  nostra 
compagnia  scritti  seno,  quel  poco  debito 
che  ogni  anno  si  paga  una  volta.  E  nov. 
71.  6.  Li  quali  io  voglio  che  tu  mi  presti 
con  quello  Utile,  che  tu  mi  suoglì  prestare 
degli  altri.  Dant.  Par.  2.  Esperienza  ec, 
Ch'esser  suol  tonte  a*  rivi  di  vosire  arti. 
Pctr.  scn.  \5\.  Lasso!  ben  veggio  in  che 
stalo  son  queste  Vjne  speranze,  ond' io 
viver  solia.  ì?2i7.  La  sera  desiare,  odiar 
r  aurora  Sogtìon  questi  tranquilli  e  lieti 
amanti.  E  3ii.  Morte  ha  spento  quel  Sol 
chf  abbagliar  suolmì  .  Cas.  leti.  19.  Io 
dubito  grandemente  che  V,  S.  Illusiriss. 
e  Reverendìss.  ncn  abbia  occupalo  il  pri- 
mo luogo  nella  grazia  dì  Sua  Beatitudine, 


S   0   L  tal- 

li quale  soleva  essere  il  mio  per  la  \au 
somma   benignità. 

•f  SOLEKE.  r.  A.  Kome .  Usntna  . 
Lat.  consuetudo.  Gr.  tOo^.  *  Pani.  Purg. 
27.  Ma  per  quel  poco  vedev*  io  le  stelle 
Di  lor  si.Ii  re  e  f  iù  chiare  e  maggiori.  (Br) 
E  Par.  18  Vinceva  j;ìi  altri,  e  1*  ultimo 
solere.  Puf.  ivi:  E  l'ultimo  solere,  cioà 
vinceva  le  aliie  usanze,  e  ruitima  the  m' 
avea  mostralo  di  sopra. 

•f  SOLERETTA,  Arnese  di  ferro  , 
per  difesa  delle  pion'e  dt'piedt  dc'cava- 
lieri  ,  degli  uonnni  di  arme  nf'  secoli  di 
mezzo  .  Alom.  Avarch,  16.  (^.  Le  sole- 
relte  pria  del  più  sicuro  Arciar,  rhe  porli 
il  Norico  tirreno ,  Gli  arma  dì  sotto  i 
piedi.  E  17.  81.  La  soleretla  ornai  dì 
sangue  è  piena. 

*  SO^ERTE  ,  e  SOLERTO  .   T.  L. 

Diligente,  Accurato  ,  Im pigro.  Pccc.  ۥ 
D.  Ma  fon  solerle  vigilanza  quegli  avere 
studiati  e  intesi.  (A)  Foez.  2.  Tra  que' 
pochi  gloriosi  solerti  ed  equanimi.  ì  quali 
ec  E  ii5.  Solerla  arte  varia  di  dcmonii. 
E  120.  Se  con  la  niente  pura  tu  solerlo 
Delle  cigìoni  dell'  altitonante  ,  Con  le 
qua*  regge,  vuogli  essere  esperto,  Guarda 
r  altezza  del  ciel  roteante  ,  ec.  (ì')  Ar. 
Fiir.  3.  ^(»  I.pvando  intanto  queste  prime 
rudi  Scaglie  n'  andrò  con  Io  srarpollo 
inetto  :  Forse  eh*  ancor  con  più  solerti 
sludi  Poi  ridurrò  questo  la  ver  perfet- 
to. (B) 

SOLERZIA,  y.  L.  Attenzione,  Dili- 
genza .  Lat.  solcriia  .  Mcr.  S.  Greg.  l^. 
21.  Per  tanto  con  ogni  solerzia  debbe 
sempre  slare  intenta  e  vigilante  la  men- 
te ad  emendare  ,  e  correggere  sua  vita  . 
^  Guicc.  Stor.  1.  g.  In  Alessandro  Sesto 
ec.  fu  solerzia,  e  sagacità  singolare,  con- 
siglio eccelleale  ,  effiracia  a  persuadere 
maravigliosa,  e  a  tulle  le  faccende  gravi 
sollecitudine  e  destrezza  incredìbile.  Car. 
Leti.  2.  240.  In  uno  di  questi  (  vani  ) 
farei  un  serpe  ,  che  mostra  1*  astuzia  ,  la 
solerzia  ,  e  la  prudenza  della  contempla- 
zione. (Cj 

SOLETTA  .  Quella  parte  de'  calzari 
che  si  pone  sotto  al  piede- 

t  SOLETTAMENTE.  T.  A.  Avverb. 
Senza  compasnin.  Lat.  solitarie.  Gr.  xa- 
TKuo'va^,  c'oi'w;  Fir.  Crisi.  E  cosi  tutta 
quella  sera  solettamente,  quanto  potea  ^ 
onestamente,  e  convenevolmente  andò  cer- 
cando di  luì  (  questa  voce  ,  che  mnnca 
in  mola  cedici,  alla  stampa,  ed  al  lestn 
latino,  che  dice:  et  quem  deceoter  po- 
luit  ille  sero  circuibat  qu^rcns  de  ipso  . 
si  legge  nel    Testo  che  fu  dello  Smunto). 

*  SOLETTARE.  Temi,  de'  Calzolai. 
fletter  la   soletta  alla  scarpa.  (A) 

V  SOLETTATUIìA.  Temi.  de'Colzo- 
lai.  Tutto  Ciò  che  serve  di  suolo,  e  soletta 
alla  scarpa.  (A) 

SOLETTO  .  Jdd.  Quasi  Solo  solo  s 
detto  così  per  via  di  diminutivo ,  per 
maggiore  espressione .  Lai.  solus  ,  inco- 
mìtatus  .  Gr.  ttQ'iO^  Bocc.  nov.  i3.  IO 
Tutto  soletto  si  mise  ìn  cammino.  J\  nov 
46.  3.  Avvenne  ,  che  essendo  la  giovane 
un  giorno  di  slate  lutia  soletta  alla  ma 
rìna  ec. ,  s'  avvenne  ìn  un  luogo  fra  gli 
scogli  riposto.  Pe'r.  conz.  9.  1.  E  poi 
così  soletta  Al  fin  di  sua  giornata  Takra 
è  consolata.  Dani.  ìnf.  12.  Rispose;  bene 
è  vivo;  e  sì  soletto  Mostrarli  mi  coDvren 
la  valle  buia.  E  18.  Lasciolla  quivi  gra- 
vida e  soletta.  Fir.  As.  09.  Solo  soletto 
ìn  una  pìccol.i  casetta  mìa  ,  fotte  e  ben 
guardata,  sì  dimorava.  Tfiss.  Gfr.  17. 
59.  Signor  ,  te  sol,  gli  disse  ,  io  qui  so- 
letto In  colale  ora  desiando  aspetto. 

SOLFA.  /  Caratteri,  e  le  Figure,  o 
Note  musicali,  e  la  Musica  stessa  j  cl'C 
anche  si  dice  Zolfo  .  La',  notcr  musicct . 
Cirtf.    Calv.   X.  33.  Perche  la  solfa  non 


<23S 


SOL 


SOL. 


b  qui  iPgnala  0   per  I.i  mulU,  o  per  na- 

lar.i  crjve 

SOI.FANAnlA.   Cn^i  di    so'fp  .  Lai. 

snl,,hur.'.«.   G.    r.  8.  53.   r  L'i.ola  d 
Ischi.i  re    B""''  granJissimo  luoco  ptr  la 

jaa  soir..nana  (•!  Ic~la   Da.:  e  «llr,  m,!. 

hanno  snlf^incria  ).  , 

SOLFANELLO.  Fiitcello  di  gimho  rfi 
canapa  ,  o  d,  altra  materia  ,  intinto  nel 
solfo  dalli  line  capi  per  nso  di  accender,- 
il  fuoco  ,  Z'IJtm-llo  .  Lai.  ti,lphnr.,t;m  . 
*  F<w.  E'op.  lO^.  Le  loro  pom|>o»e 
lioU-glie  tornano  a  nrciU'.li  e  jolfancl  i 
e  morfo  proveib.  ,  per  ix  riducono  a  oul 

'  *  SOLFARE  .  Profumare,  e  M'ndar 
con  solfo.  S;Mn  OMs.<  Ei  la  l-Bsiadra 
casa  solfa,  Gran  fuoco  acicso    (Jt 

t  *  SOLFARO  r.  A.  S,lf>.  Cai-ale. 
E>po,.Stmb.  1.  2t.  La  parie  degli  incre- 
duli fie  in  slagno  di  fuoco  arderne,  e  di 
solfjro.  (Vi  ,  , 

SOLFATO.  Adi.  Solforalo.  Lai,  ini- 
phuratu!,  lulphnrew.  Gr  ae.MT»;  te 
lac.  T.  5.  3.  3  Semina  puiiulenle.  Sol 
fato  foco  ardente. 

t  *  SOLFEGGIARE.  Ttrm.de  Musici 
Cantar  la  sol/a  ,  cioè  Intonare  un  can^ 
,0.  e  pronuJare  r.sicm.-  inani,  de  suom 
CorrisponJtnli    alte   not.-.jA) 

+  i   SOLFEGGIO.  Ttrm.  de   Mns.c, 
Componimento  d'  un  canto  senza  parole 
che    srr.e    per    eserclare    l    pr,nc.p,anU 
neir  arie  del  cantare    (A) 

SOLFO  .  Lo  slesso  che  Zolfi.  Lai. 
sulphur  nativu-n.  Gr  SliiOV  .  Tes.  Hr 
,.  36.  In  uno  luogo  sun  vene  d,  sullo  , 
e  in  un  altro  d'oro,  od' al.ro  me  allo^ 
Dani.  Par.  8.  Non  per  T.  eo  ,  ma  per 
nascente  solfo  .  Prir-  son.  M^.  Solfo  ed 
«ca  son  tutto,  e  1  cuore  un  fuo  o.  Bocc 
"*.5o.   ,2.  N'uscì  fuori  il  maggior  PU..O 

di  solfo  del  mondo  <;, Iteralo 

SOLFONAIO.  r.  A.  Add.  SJ/.^alo 
Lat  sulphurcus,  sulphnranus.  Gr  3Jiw 
^7-  M  Aldohr.  Sappiate  che  tutte  acque 
lolfonaiefeamare,  ed.  marevaghopoa 

malattie  fredde.  l.„  J  I  sol 

SOLFORATO.   Ad.,.   C'^    "^t'Z 


fa  ,  Che  uen  di  solfo. 


Lai.    siifpliuraliiS. 


j-  •    -  .         rr'    n,'    1    36    Quando 

^,?iVed"e"Jei.e':"netl-foraU.l'^    solfo 

?'f  =  ''':;^:o^e  ;;lr^;^iir':é:; 

che  1    acijua    che    corre  pei    ^ 
diventa  calda  come  fuoco. 

*  SOLFOBATOIO.  Term  de  Seta 
Jli  ec.  Qurl  luo,o  f""Xì'Z. 
le  sete  .  i  drappi  rc.  al  >-aporc   del   sol 

^%1^S0LF0REGGIXRE.  yjutr  romi- 
lar  fuoco  c/nn.o  Sulfureo  .  e  d.  colere  t.a 
Irle  e  azzurrigno  Ch,at,r.  r,m  ^■.^l■  3. 
laf  iilCremla  ,:30).Ma  se  il  chiuso 
^,"por  tal  .'  ludur'a  ,  Ch'  ci  >;enga  pie- 
ira  ei  quaggii.  s'a.venta  Solforrggian- 
doVe  uà  s'fii-ro  ardore  ec    Le  rupi  .co... 

":^"rs:;}:^::^!rè!±  anche  Span. 
dJ.  Spargere. ^redisoif^Uiio^;^-^^ 


fol.  3.  pai:-  'i 


uu,  r  ...  '~j-    _ 

1.  (  Oereniia   17JO) 


quelle  parti  Alpe  non  i  che  tuom  e  eh. 
Sammegg.  Sulf'iegg-andoiuon  lagh.otte 
Scilla   L'  armale   navi,  ec    < J"  ^ 

•t  *  .SOLFORO  .  I  .  A    Z'ifo.  la 

r!,f&';r.:,:."..~  «■■■-- 

per  la  pio.an.  .equa,  spe...  j"""""" '' 
can.p,,  che  dalle  .ol,.  la  p.f.lmo,  e  man- 
d,„n  alle  lalora  .n  fo..e  "■"P';"'- 

SOLICC.IIIO.    /  .  SOLECCHIO. 

SOLIDAMENTE,  //.e,-!.  Aodamenle 
ì-ondalnmente.  Lai.  solide  ,  integre.   Gr. 


cuori    de'wnti     UDraioi  ,   i    quali    gi'^" 
pasce»ano    .olidameote    nella    conlenipla. 

lione  .  .        ,  . 

+  «  SOLIDAMENTO  Aiiodamenlo. 
lìim.  ani.  di  Ulialilo  d,  Marco  (nei  Porli 
,l.-l  I  sec  2  61;  Tanto  vi  prende  huon 
s,.lidame„lo  (  qui  per  nulf.  )■  (M) 

SOLIDARE.  A."lare.  Lai.  lolidare  . 
ca„>oh,lire.  Or.  fuS-AiOv'.  Mar.  S  Cr.g. 
3  li  li  icslo  M  rassoda  per  Io  fuoco  e 
co>i  la  carne  del  nostro  Signore  fu  .oh 
data  per  la  sua  passione,  flocc.  Lnt  Ir. 
y  4p  302  CerLimenle  per  la  elemenaa 
nella  fcl,-  e  nel  servigio  si  .olidano  tl[ 
animi  degli  amici,  ed  umiliansi  quelli  de 
niiniei  , 

SOLIDATO  .  Add.  di  .S-ilidarej  as- 
sodato. \.iK.  firmalus .  Gr  ^..«x.MÌie';- 
Coli.  Ah  /r.ncc,..!  5.  Dice  che  quello  e 
cibo  denli  uomini  solidali,  e  p.rfelli.  fr 
Inc.  T.  5  IO  l3  Unito  per  ardore  D 
amore  snliHalo  In  somma  paaperlate. 

t  SOLIDEZZA  Sild'zza  ,  Durezza 
Inipenetr.bililà.  Lai  solidilas.  Gr  ere? 
porri;.  Ott  Con,.  Pur^.  3  32.  Le  anime 
separale  dalli  corpi  non  possono  fare  om 
bra  esicndo  nelli  raggi  del  Sole,  p-rocch. 
sono    ..i.l.n.ir    .empiici,    e    OOD     eoiiip 

e  non  hanno  alcuna  «olidena  Cr.  ^.  4' 
ì  Cenere  di  sermenti,  alla  quale  la  fona 
della  6amma  abl.ia  assottiglialo  il  corpo, 
e  ogni  solidezia  levatole 

*  SOLIDISSIMAMENTE.  .y»per/.  di 
S.,lid.,mrnle.  i\l,;n.  I),sc.  2  339.  Aven- 
do tanti  altri  buoni  ingegni  ec.  per  la 
commedia  lolldissiniainenle  ragionalo.  (  ) 
SOLIDISSIMO  Superi,  di  Solido.  Lai. 
solidissiimis  .  Gr.  OTippOTCtTO;  .  Giure 
,?(or,  6,  :!02.  Es-endo  la  cill'a  di  Pisa  ec 
circondala  da  lolidis.imc  muraglie.  E  20. 
160  Trovandola  solidissima  dopo  molte 
cannonale , 

SOLIDITÀ',  SOLIDITADE,  e  SOLI- 
DITATE.  Saldezza,  I.nprnel'ahilila.i.M. 
.,oliililas  Gr  dTEspo'xrl;.  3f,"-  -V.  Orre. 
I  |5  Levandosi  a  conlemplaiione  di  quelle 
altissime  cose,  senra  la  solidili  della  sa 
pienia.  E  altrove:  Nientedimeno  non  le 
veggiamo  con  solidil'a  .  ma  piuttosto  in 
fretta,  come  per  un  subito  passare.  Ca- 
i-alc.  Di'cipt.  spir.  I  nimici  nostri,  poi- 
chfc  hanno  dislriilto  P  cdiGcio  delle  buone 
opere,  distruggono  la  solidilà  della  Fede, 
sopra  rui  esse  opere  .i  fondano. 

SOLIDO.  .Vust.  Sodo.  Lai.  solidum.Gt. 
70  cròceo V. 

§    I.  Solido,  è  anche  term.  geometrico; 
e  si  dice  del   Corpo    malemalico  ,  enpice 
di    lullr   e    Ire    le   dinirnlioni       Cai.    Vini, 
mot.   ri3i.  Non  si  può  nei  ...lidi  diminuir 
tanto  la   superficie,  quanto  il  peso,  man 
lenendo  la  similitudine  dille  6gure  .  Im- 
pcrorrliè   essendo   manifesto  che   nel  dimi- 
I   nuir   un   solido    glave    tanto   scema   il   suo 
peso  ,   quanto  la   mole  ,  ec.   /■-'   oppresso! 
'  Molto  m.ipgior  proporiione  i-  Ira   la  mole 
e  la  mole  nei  solidi  simili,  che  Ira  le  loro 
iuperfirie.  E  535    Se  noi  andremo  .egui- 
lando  la  suddivisione  ,  .ino  che  .i  riduca 
il  primo  solido  in  una  ininula  polvere,  Iro- 
vcremo  ec. 

§.  II.  /n  solido  ,  posto  avieibial.  term. 
legale  ,  che  i-ale  Int.r.imente  ,  Compiuta- 
mente;  e  li  dice  Allorachì  ciaicnno  degli 
ol.hlitati   resta  tenuto  per  tutta  la  somnia 

Lat.  i-i  solid Gr.  c'ij  óUtXtipo-i.  Mae- 

st,u:z.  1.  70,  Se  egli  non  ha  ..rendenles 
et  des.endnles.  allora  gli  i-  licito  di  fare  in 
lolidu  creda  i  naturali,  fl-cc.  I  ■<.  l>'nl. 
IJI  Siccome  ciascuno  litro  cittadino  a 
suoi  onori  .il  in  .olido  obbligato  .  Car. 
leti  3  IO  Per  lispiarmo  degli  occhi  .cn- 
.oque.l.  in  solido  all'uno  »  all' .Uro  di 
voi  (  fluì  prr  simtlli  J. 

SOLIDO.  Add   Sodo,  Saldo;  centrano 
di  Lii]iiido,  o  di  Fluide.  Uil.  solidus.  Gr 


SOL 

OTess»;.  Dant.  Par.  a.  Pareva  »  ine  cbe 
nube  ne  coprisse  Lucida  ,  spessa  ,  solida  e 
poliia.  Cr.  2  25.  g.  E  impossd.ile  che  le 
parti  del  vapo.-e  .imo  accoslaoll  iBUtmp, 
e  di  .olida  ovver  salda  essenria. 

*  %.  E  figurata m  Salyin.  Dite.  X 
33  N"1i  potevate,  o  novello  nostro  Apa- 
lista,  allrarre  più  gli  animi  degli  accade- 
mici ec  che  col  pr.porie  sul  bel  principio 
di  vostra  reggenza  un  problema  quanto  .o- 
•  Pinoso,  allrpiianto  solido,  e  morale.  Il) 

5  S0L1L01,>UI0.  Parlamento  da  solo  a 
,olo.  S-lil  S  Agl'I  2.  Perciò  .oliloqu.o. 
ciol-  parlamento  occulto  di  solo  con.olo, 
è  chiamato.  (C)  Tal..  h'It-  /."■•  82.  lo 
.on  poco  sano,  e  tanto  malinconico  .  eh. 
.OD  r.putalo  matto  dagli  altri  e  d.  m. 
stesso  quando  non  polendo  >'-•"  "'*'| 
lami  pensieri  noiosi,  e  tanle  inqu.elod  Q. 
d.  animo  infermo  e  perturbato  10  pro- 
rompo in  luoghi-.imi  soliloqui.  (ì  )  Sp'r^ 
Spcr.  Apol  par.  3  Noa  i.  dialogo  a  giuoco 
fallo  ed   in  «.io,   ma  i:  gravmimo  wlilo- 

''"sÓliMATO.  Ariento  vivo  .  sublimata 
con  .n,re.,ienti  di  sale  e  tartaro  Ar.sal. 
l  11  solimalo,  .  gli  alt"  "■»'  ,"'"''''•  ?' 
che  ad  uso  del  viso  empion  r'"  /""""  • 
Fan  ebe  .1  toslo  il  viso  lor  s'aefaldi.  Buon. 
Fier.  i.  2.  l  E  canfora  e  ialnilro  ,  Tar- 
taro e  solimato.  Succhi  mordaci  ed  acri. 
Lor.  Med  canz.  1^.  3  E  per  far  1.  faccia 
bella.  Bianca  più  che  un  ermellino.  Soli- 
malo  e  frassinella.  Biacca  ed  ariento  Bno. 

•t  §  In  forza  d-adJ.  per  Sublimato. 
ni.>t,llato.  Lai  'sublimalus.  Lab.  igS  lo 
DOD  avea  in  Firen.e  speliate  alcuno  Via- 
no ec.  che  infacceodalo  non  f.s.e  ,  qua» 
a  fare  anelli.,  solimalo,  a  purgar  verde- 
rame, a  r-r  mille  lavature.  ,  e  .. 
*  SOLINGAME.NTE.  Avverb.  Sentm 
compa-jaia  .  .Solitariamente  .  Sim.  Case. 
Ord  I  II.  Crl.l.  r"-'  >■  "f  ^-  °  '. 
io  fossi  suto.  e  visitatolo,  e  ragionalo  ... 
con  Ini.  cosi  solingamenle  .eo.a  molulod,- 

°'t  SOLINGO.  Add.  .elitario.  Lat^ro/i- 
taJiiis.  Gr.  ,x,v,>,5  D.nt  Inf.  23.  Come 
suol  esser  tulio  un  uom  solingo  Per  con- 
servar sua  pace.  Olt.  Com.  Inf  23.  ^Ol. 
E  dice  un  uomo  solingo  ,  cioè  '»■'•"»' 
e  contemplativo.  P.lr.cap.ì.  Suol'Oa". 
insegne  d'  Amore  andar  ">'-«'  „ ';^^;,,: 
C.rr.  2  8.  Ella  si  .la  di  .opra  Con  quella 
balia  .oa  riachio.a  in  camera)  La  m.  par 

più  .olinga  d'  una  fata.  ,  ,.   i  ., 

8    Per  Sai,  anco,  San  frequentato   l.'i. 

desertu.  .  salltariu,  .  Gr  «V'.f""'  .f '"'■ 
Inf.  26.  E  proseguendo  la  sol.nga  Jia  ec 
Lo  pie  senta  la  man  non  si  «pedi.  -^  *■ 
PiJg.  .  Noiandavam  per  '»  '"''"«"P  . 
no,  Com'  uom  che  torna  alla  .marnU 
strada  n.i-c.  ««..46.  6  Vegg'ndoGi.o. 
ni  che  '1  luogo  era  solingo  .  •"»"'';» 
come  poti-,  le  parlò.  E  no.:  7,.  2».  CU 
go  molto  .olmgo,  e  fuor  di  ■»•"»■  J*'" 
7-er  12  -1.  Paventerò  l'ombre  .0  lOgh. 
e  .cure.  Che  '1  primo  crror  m.  recheran- 

«  SOLINO  Quella  P"-!^  dellacesmicim 
che  cinge  il  Collo.  .' pal,i  Mafai.  icH.  In- 
tendete  bene:  io  non  diro  ne  un  .olmo  d, 
mauichelto,  né  un  ec.  lA)  .r_.„ 

a.  SOLIO  /  .  /..  .Wf  •  >••"''  •  ^'•"•" 
L.l  ..lium.  Gr.  àfovo;  ■»»«  "«••"•  »■- 
Agilulf  re  de'  Longobardi  .iccome  .  .noi 
pfcdercori  in  Pavia  cilfa  d'  Lombardia 
,.ran  fallo,  fermò  il  ."lio  del  ...o  regno 
,-.Com  Dant.  Inf -,  '"^  «'" ""'••"•" 
Ciri,  cioè   nel  cielo  dell,  luce,  dove  ..crede 

.ssere  il  .olio  della  divina  Mae.li-  O.  I. 
,,.  /,Q.  6  Montali  per  1..  fallace,  e  in- 
ganuerole  felicilade  mondana  in  r»""'"- 

L  i„  si  .Ho  .olio.  *  »"f?,7';'J, 

,.  7.  Sovra  '1  gran  .olio  .ukUimar  deU. 
na     (f) 


SOL 


SOL 


SOL 


13.'(<) 


SOLISSIMO.  Superi,  tli  Solo.  Lai.  so- 
t  ut  ommiint.  Gr.  yovcu'TaTo;.  lied.  Annoi. 
Vilir.  i6.  A^f>ìugnr,  che  non  a  Itova  que- 
llo sufieibinu  «UToraTO.;  iit-^li  brriiion 
dì  prosa,  ma  Lenii  uu  cimile,  cioì'  jjoviu- 
TOT*i.  il  che  è  rome  >e  ntn  dici ■^JlnlO  solo 
»oU»sinio.  *  iieiltn.  /fi^c  ì.  2ll6.  Nun  ere- 
siale re.  che  ogni  volu  che  noi  ascultia- 
■IO  que&U  >occ  niu&colu,  ^i  deva  concepire 
un   solo  solissimo  Ji  quei   fili-  (Cj 

SOLITAH1AA1ENTE.  Jvvetlt.  Con  so- 
litudine. 

§  Jn  vece  di  A  solo  a  solo.  Lai.  ti- 
motis  arbttiis,  Petr.  (/oni.  ili.  Poi  trasse 
io  disparte  M^ssiniiia;  e«I  e&stiulu  buiii^- 
rianienie  con  lui,  parlò  con  queste  pa- 
role. *  Brlc.  Afig  Pr.  Sf'ir.  ìiò  entralo, 
trovai  un  monaco  quietanaule  ,  i-  iotila- 
riamenie  sedere.    (Cj 

t  3  SOLITARIO  .  Add,  Bijertto  ad 
uomo,  .Significa  Che  sfug'^f  la  (onifOi;nÌ<i, 
Che  iUì  solo.  Lai  sotiianus.  Gr  ipttyoi. 
J'it.  SS,  Pad,  I  ;iO  Fu  mollo  doKuic, 
pensando  che  non  polca  essere  occultalo, 
né  tohtario,  come  egli  desiderava.  '>'  Cfs. 
Oraz.  Le^.  Noi  vergiamo  ec.  a  the  Ste- 
no intenti  i  suoi  profondi  sUidii  ,  ed  iu 
che  occupala  la  sua  solitaria  e  solleciia  vi- 
ta. (FP/ 

f  g.  I.  Riferito  a  /nego  ,  vale  Ì\'<i/i 
frequentato  .  Lai.  dtseriits  .  />occ.  ncf. 
63.  4-  Essendo  la  contrada  ,  che  Avorio 
si  chiama  .  mollo  solitaria  .  il?  ncv.  *j. 
a5*  Perciocché  di  notte  si  convien  fare  « 
ed  io  luoghi  solilarii.  Peir  .\on  263.  Di 
Taga  fera  le  vesligic  sparse  Cercai  per 
poggi  solilaiii  ed  ermi-  l'oss-  Cer.  ij, 
a.  Sorge  uon  lunge  alle  cristiane  leode , 
Tra  solitarie  valli,  alta   foresta. 

^  §  II.  Passero  sofitariOf  dicevi  d'unaSf'e 
zìe  di  passero,  che  srmpi  e  si  *'•  dr  .so/o.  Lai. 
passrr  sodianus.  Gr.  «TpouSi'ov  fiovcitav 
Pttr.  son,  igo  Passcr  mai  sulit.*rio  iu  al- 
cun  letto  Non   fu  quant'  10. 

^  §.  111.  Sulila/io  ,  è  anche  Sust.  e 
dicesi  dei  Romhi ,  o  Anoco'tti  ,  the  t'i. 
vono  nella  solitudine  .  •<  Cova/c  Med. 
cuor.  Che  mi  volete  dar,  s*  io  faccio  ca- 
der questo  sulilaiio  ce.  Mossesi,  e  aiidos- 
sene  al  diserto  ,  e  di  notte  Lirdi  giunse 
alla  cella  di  questo  sotilano,  e  pictliian- 
do  all'  uscio,  mollo  lanientandusi  e  pian- 
gendo ad  inganno  ,  come  figliuola  del 
diavolo,  qnel  solitario,  per  Iu  pii  chiare, 
e  per  lo  pianto  commosso  ,  aperse  1'  u 
scio  -.  (C) 

SOLITÀRISSIMO  Superi,  di  So/ila 
rio.  Lil.  so'itarius  ommiint,  maxime  so- 
litariutt  destrlui  Gr.  i^r.fx'j-.u.zo:^.  Stor, 
Eur.  ^.  l56.  Quando  tempo  gli  parve 
ec.  se  oe  lornò  alla  volta  dell'Alpi,  e  non 
per  la  via  ordinaria,  ma  per  luoghi  soli- 
tàrissimi ed    ÌDarcesMliili. 

•f  *  SOLITISSIMO  .  Superi,  di  So- 
lito -  (Jden.  I\'is.  3.  1.^0.  Kimogcoe  ec. 
eoo  le  solitissime  sue  stra\jg.inze  vacil- 
la. CA) 

SOLITO  .  Add,  da  Solere.  Lat.  so/i- 
tus.  Gr.  i'iwàw;.  Fir.  A<>  258-  Posto 
adunque  fra  tante,  e  cosi  gravi  miserie, 
no  solo  sollevamento  avea  .  e  questo  era 
quello  che  mi  porgeva  la  mia  solita  cu- 
riosità. Red.  leti  a  96  Ne  m.Todo  quat- 
tro fiaschi  a  V.  S  Illustri  s.  ,  arriucchè 
se  gli  goda  con  gli  amili  ne'  ^ollti  cenini. 
Kl^-j.  Per  lui  vi  sarà  per  tutto  il  tem- 
po di  esso  viaggio  la  solita  provvisione 
ogni  mese  ben  pagata. 

g.  Al  solilo  ,  posto  oiverbialni.  ,  vale 
Xetla  maniero  scliln.  Al  modi  consueto, 
Lat.  more  so/ito,  ut  n'os  est,  Sodtr  Colt. 
53.  S-t ferrala,  e  fa*  che  ella  vengj  ni  I  fon- 
do della  fossa  ,  e  che  cr.  si  tornino  al 
éolito  del'e  propaggini  lunghe,  lì  bL»  Non 
ai  sotterra  U  vite  vecchia  in  altra  manie- 
ra, ma  si  lascia  iiart  al  suo  solito,  f^s. 


Empi  tutta  la  bolle  di  grappoli  di  huun' 
u^a  interi,  infondi  qu;inlo  vi  va  grti  0,  e 
lascia    IxiHiie  col  pevernio  al  solilo. 

SOLITUDINE  J.uogo  ntnjretfiuniolo, 
Pi-eno  .  Lat.  Si  Illudo  t  locus  lieseilus. 
Gr.  Sf^rifxioc.  lioiC»  nov.  3o.  3.  Nelle  so- 
litudini de' distili  di  Teliaida  andati  se 
n*  er.»iio  7V.*.  J'r.  3.  2.  Appresso  sono 
le  solitudini  graiidissinie,  v  le  tnre  dl^a■ 
hitalc  verso  lf\»nte  Ca\a!c.  l''i  ull  Imi;. 
Non  potemiu  su  IP  or  tur  la  cuogngjtione, 
fut:giino  alla  solitudine  -  Coli  SS.  Pid. 
La  ove  ahit^mo  in  suliludine  dì^ci  liSMUia, 
s<  e  vera  ti  d^lla  conip.igijia  di  tulli  gli  uo- 
mini .  '1=  Signtr.  Manu  Giugn  il.  2 
Queslo  luogo  apparlitne  ec.  a  que'  Cii 
sliani  più  degni  ,  1  quali  sollevatisi  d.itla 
tuilia.  anzi  si'qiieMiati>ine  ,  alt('ndi>no  iu 
solitudine   atl   udir   la    \oce  di  Dìo.    ( Cj 

^  §  l.  Per  Luogo  dei  asiiìtv  ,  'rtunoto  . 
Cor.  Jin.  /ih,  JO-  v.  J^.  Per  l'inteiidio, 
Signor,  per  la  ruina,  £  per  la  solitudine 
ti  prego  Della  mia  Troia  ,  the  riirar  mi 
IdSii  SaKo  da  questa  guerra  Ascanio  al- 
meno. (M) 

*  ^'.  11.  Svliludinc,  dicesi  anche  dello 
Stato  dt  clit  vive  .scio  ,  od  e  rimasto 
privo  di  ijua^ciiiìO  .  J-'ir  As.  ^1.  Levale 
le  strida  al  Cielo  lamentevoimrnle  grida- 
vano ec.  alilii.tle  conipdssiijie  tli  qtit  sii 
gii'Vuni  t;<gliali  a  p<  zzi  indegnanjcnle  , 
ahliiate  niiscrit  ordia  detta  unstt  a  \(  tìo- 
v^Dza,  della  nostra  solitudine,  del  danno 
nostro     fCj 

^'  SOLIVAGO  .  Add.  Che  da  per  se 
va  V'ì^anilo.  S/i/vin.  A'-nol.  Fur  Buon. 
l\,  5.  I.  Queslo  torsi  dal  nundo  ,  e  d;il 
consorzio  e  cininieriio  degli  ooiìiini  par 
contrario  a  prima  vista  alla  naturai  pro- 
prietà dell'  Uomo,  che  non  è  solivago,  oè 
feroce,  ma  dumeslico  animale,  e  di  bran- 
co. (^') 

SOLLALZARE.  A/quonto  alzare,  Leg- 
i;iirmenlr  alzare.  Lat.  n/n/uanlu/uni  al- 
'tc/lvre  sic  Slor.  Bari.  88.  E  direa  che 
per  colui  era  sostenuto  il  suo  regno,  e  sol- 
lahain    (qui  fivural.)     I  Cj 

SOLLALZATO.  Jdd.  da  SolL>/znre  j 
A/fjU'into  a'zalo.  Lai  aliiiuanluni  mh/a- 
iiis.  Gr  ò)iyo-j  C-^u^ti^.  Fir.  A^  3c)6. 
Lev.ttosi  persino  a  quella  fasnuila  ,  colla 
quale  teneva   snllalr-ite  le  mammelle. 

*  SOLLASTRICATO.  Add.  Coperto 
di  lasire  .  Pn/lad,  Marz.  21.  Più  utili 
sono  le  stalle  aperte  e  sollaslricate  {  il 
lai     lin.-  slra:a   s.ixo).    l  l'j 

*  SOLLAZZAMENTO.  Sol!a:zo.  Lat. 
delrctorufnliiii.of'/,  tclnme-itum.  Gr.  7Zp- 
t|*ir  .  PrnK.  Fior.  6.  61.  Esser  dovrà  1* 
estremo  de*  nostri  vitlescbi  sollazzamen- 
li.  (•) 

:'.•  SOLLAZZA^TE.  So'lozzevcle,  Fe- 
stevole. Lat.  ub/tctniis,  hi/firis.  Gr.  xip- 
TTvo';  ,  ilypo'^  .  Alfeg.  167.  Firig<.n  la 
Fama  soll.iz«aiile,  vergine  ce,  e  l'Avari- 
zia una  segrenna  (*)  ptim.  ont.  Tcmmo- 
sn  di  Sns^o  da  ^Je.ss'na  .  Amor  mi  fece 
umile  Ed  umano  ,  crurrioso  ,  solldiianle, 
E  per  min  voglia  amante  {-sedi  net.  .'jo8. 
Cui  ti.    Irli  ).    (P) 

SOLLAZZARE  .  D'ir  piacere  ,  Pmce- 
vo/mente  ìnlerltnere  Lai.  ile/,  ctnrf.  Gr. 
rzpTZitv.  Pece,  noi-,  8  4  *^'"'  ^'^"'  "'"^"i 
e  leggiadri  ricreare  gli  animi  deyli  afij 
ticati  ,  e  sollazzar  le  corti,  Botz.  Jarih. 
2  pros.  I.  Quando  con  zimlielU  e  attelta- 
menti  di  non  vera  felicità  li  si  girava  d* 
intorno  soIla2i.indoti  .  Buon  Tier.  3.  I. 
j).  Per  solljzzaie  e  dar  gusto  agli  ami 
ci  Della  nostra  brigata  ,  E  far  cosa  che 
frizzi . 

g.  /n  signifc.  niulr  e  net'tr.  pass,  va- 
/e  Pigliarsi  piatele,  e  I uon  tenpo.  Lai. 
genio  indulgere  Gr.  /yM'  r.oovr'v  Ttoiììv, 
Poec.  g.  X,  f.  5.  Quinci  levatici,  alquan- 
to D*  andrcm    loUaizando.    E    appieno: 


Domattina  per  lo  lirico  levatici,  simil- 
mente in  alcuna  parie  n*  andremo  sullaa- 
KUiulo.  E  uov.  6^.  l3.  Disso  che  io  pre- 
senza di  lui  con  Pirro  sì  sollazzerebbe  . 
/  II.  Pari.  ()  Fgli  avvenne  uu  gioino  , 
siccome  Giusatlà  aiulava  a  sollazzare,  ee. 
Attilli  70.  Quando  ell.i  piange,  tu  sol- 
lazza, lai  ad.  1,11'fin.  7.  Se  questo  s'an- 
dasse troppo  sollazzando  di  fuori  coi!"  api, 
mozzagli  l'ale.  Bern.  Ori.  2.  l5.  ^6.  A. 
cui  nel  nuzzo  nudn  uu  giovanetto  CaD- 
tiiodn  soIl;i7zava,  e  facea   festa. 

SOLLAZZATO.  Add.  da  Sol/azzart. 
Jìvic  uiV.  -7.  12  lufiuo  vicino  della 
mezza  notte  col  suo  amante  sollazzatasi, 
gli  disse. 

t  SOLLAZZATORE.  J'eihol  woic. 
Clic,  o  Chi  dà  sollazzo.  Lai,  ob/ettator. 
Arii^h.  71.  A  teni])o  sii  sc-llazzalore  , 
ma  uon  mai  li<flatoie  amico.  Guid.  G. 
L*  ammonio  per  certo  segno  ,  che  tra  'I 
tumulto  de' sollazzatori  a  lei  si  facesse  più 
presso. 

SOLLAZZEVOLE.  Add.  Piacevole  , 
Di  .•>olli  zzo.  Lat.  yo/ttptarius,  facetiis  , 
hpìiliis,  coniis.  Gr.  euT^«7re^05,  otoju'j- 
io?  ,  yeJoiacT>i*s.  Pece,  nw,  Ì^6.  5.  Per- 
sona sollazzevole,  e  amichevole  assai.  E 
g.  6.J.  5.  La  quale  (viieslàj  ^  non  che 
r.igìoaameDti  soll^^zzevcli  ,  ma  il  terrore 
della  morie  non  credo  tbe  polvsse  sma- 
gare, ec.  /:.'  nov  54-  8.  Colla  sua  prootu 
soilazzevol  risposta  Chicliibio  cessò  la  ma> 
la  ventura.  E  nov  59,  5.  A  guisa  d'uno 
assalto  sollazzevole  gli  furono,  quasi  pri- 
ma ch'egli  se  n'avvedesse,  sopra.  I^lac- 
slriizz  2.  II  6.  Ut.  Del  giuoco  sollazze- 
vole. Lnsc.  Ge/os.  3.  4'  ^^  '  't*  '"i  peoso 
che  eli*  abbia  ad  esser  la  sollazzevole  fe- 
sta 1  ^  Luig.  Pu/c.  Bec.  4-  T"  se*  più 
bianca  rbe  non  è  il  bucalo  ,  Più  colorita 
che  ni'U  è  il  colore  ,  Più  sollazzevol  che 
non    è    ti    mercato .    er.    (B) 

SOLLAZZEN  OLMENTE.  ^icfr/ .  Con 
sol/ozzQ  Lai.  Jocclc.  Gr.  CTW//1JÌW5, 
Boa  niv.  89  5  Le  quali  parole  chi 
volisse  sollazzevolmi  nle  interpretare,  di 
lef;gieti  si  concedcreblie  da  tutte  ,  così  es- 
s- r  vero.  A'iet.  q.  Rimirandti  la  bella 
Ninfa  Coir  altre  sopra  gli  ornati  prati  sol- 
Jazzevolnienle  giurante,  -t-  Ani.  P'is.  28. 
Costei  rol  bello  Enea  ed  altri  assai  A  cac- 
cia giva  sullazzevclmeole,  nìnnovand'  ella 
ce,  (B)  Bccz.  Farcii.  2.  pros.  7.  Sia  a 
udire  quanto  sttlLzzevoImeiite,  e  con  gar- 
bo in  Cintale  leggerezza  di  arroganza  burlò 
un   tratto   uno. 

SOLLAZZO.  Piocere,  T>aslulìo,  Pas- 
satempo, Intel  lenimento.  Lat.  so/atium  j 
vo/upias.  Cr.  Seiyrjrpov  ,  r,0(.viì',  Bocc. 
g.  t).  f,  1.  Questa  novella  porse  igual- 
mente  a  tutta  la  brigata  grandissimo  pia- 
cere e  solKizzo  E  iiof.  80.  5.  S'  inromin- 
ciò  ad  andare  abuiia  volta  a  sollazzo  per 
la  terra.  Dani.  Pwg.  23.  lo  dico  pen.n, 
e  dovrei  dir  sollazzo.  J\'ov  ant  82-  3. 
Molto  si  cominciarono  a  rallegrare,  e  fare 
insieme  grande  solLzzo  .  Sen.  Ben,  J'^r- 
eh  4  "12.  Nessuno,  che  vogli.-)  nmperare 
un  luogo  a  Tuscolo,  o  a  Tigoli  per  amor 
dell'  aria,  e  per  istarvisi  la  state  a  sollaz- 
zo,   sta  a   sliracfhiaie  il  pregio. 

t  '^  §■  ./''''  Sol/levo  ,  Al/cviameitlo. 
Lat.  sc/atiiim.  S  Ciò.  Gri.Kost.  28  Or 
vfgnamo  a  quello  che  seguita  dello  Sa 
Ciislo  se  forse  in  alcuno  luogo,  o  in  al- 
cuna cosa  trovasse  sollazzo,  o  rimedio  dì 
I.inta  vergogna  e  confusione.  E  appiessa 
Oimè  !  treilfami  trovare  sollazzo  della  mia 
confusi*  ne  ,  ed  io  trovo  accrrsrimenip. 
Ftr.  Af  6  Le  lagrime  sono  ultimo  sol 
lazzo  delle   miserie    di'inorl-tli     (Min) 

S0LLAZZO^O.  l.A.  Add.  Sollazze- 
vole. Lat  iuciii-du*.  Gr.  Tlprvo;.  /■>, 
Zac  T.  6.  20  9.  lesù  gaudioso.  Amore 
»tll:izi080,  Per  te  ilo  io  riposo. 


xajo 


SOL 


$  SOLLE.  La  Quinta  delle  note  mu- 
sicali .  Allt'g.  rini,  212.  (  jimslerdum 
j^S^.  )  Pur  (jU(;lIe  gPiiU  slrjcclie  e  non 
illolie,  Secondo  me,  cprcjron  di  riposo 
Con  un  ranfuio  do,  re,  mi,  fa,  soile.  (Cj 
f  SOLLECIIERARE.  /'.  J.  Sollu- 
cherare  .  LjI.  /attiri  ,  gestire  ,  (ittllari, 
Gr.  ^(?£aS«t,  yau^iav,  yupyvXiC^t's'òa.i. 
31eii.  j4rb.  Cr.  17.  Tegncndolliio  hrjccio, 
IripuJid,  sullecliera,  e  godi  con  quel  sjntis&i- 
mo,  antico  e  vcneriliilc  patriarca  Simeone. 
SOLLECITAMENTE,  jévvrrb.  Con  sol- 
lecitudine.  Accuratamente  >  Di/igentrmen' 
re.  Lat<  dtli^mler,  anxie,  mature,  sol/i 
citi-,  Gr.  èritfjityCii  Hocc*  nov.  i.  12. 
Veggeado  la  g<-nte  che  noi  l'avessimo  ri- 
cevuto prima ,  e  poi  fatto  servire  e  me- 
dicare così  sollecitamente.  E  noi'.  35.  5. 
Non  tornando  Lorenzo  ,  Lisjlictla  mollo 
spessa  e  sollecitamente  ifraleì  domandan- 
done, ce.  Cavale.  FrutC.  iin^ .  Dobbiamo 
dimandare  principalmente,  e  sollecitamen- 
te la  grazia  e  la  gli)i  ia  sua  lìcmf'.  Àsol. 
I.  48-  Quante  noUi  miseramente  passa 
veggbiaodo ,  quanti  giorni  sollecitamente 
perde  in  un  solo  pensiero!  fcioè  ,  con  af 
fanno,  con  pena  )  . 

SOLLECITAMENTO.  Il  sollecitare  , 
Lai.  hortaius,  sollicittttio^  Gr.  na^at'vs- 
015.  Sut.  Coli' aiuto  del  re  Carlo  Magno, 
e  per  !o  S!»Ilecitamenlo  dc*ciLtadÌDÌ,  e  con- 
tadini di  Fiorenza. 

f  SOLLECITAUE.  Neutr.  Operar  con 
prestezza.  Affrettarsi.  Lat.  profnrarcfc- 
glinare ,  stadere.  Gr.  aiziuSuv.  Bocc. 
noi'.  4*-  22-  A  Cimoiie  ed  a*  suoi  com- 
pagni ec.  fu  donata  la  vita,  la  qua!  Pa 
simunda  a  suo  poler  sollecitava  di  far  lor 
torre.  Stor.  Enr,  5.  li 7.  Sollecita  e  sii 
fedele,  perchè  io  non  sarò  punto  meno 
liberale  a  premiare  1*  opera  lua,  che  a  ri- 
chiederti del  servizio,  v  Cor.  Lelt.  2.  5;. 
Sollecita  di  venire  a  capo  degli  tuoi  stu- 
dii  j  perchè  sinché  non  ti  sostituisco  mUe 
mie  fatiche,   non  posso  riposar  io.  (C) 

5?  g.  L  In  signific.  neutr.  pass,  vale 
Brigarsi,  Darsi  fretta,  e  pena.  Fior.  S. 
Frane.  186.  Non  ti  sollecitare  molto  di 
studiare  per  utilila  d'altri,  ma  sempre  li 
«ludia  e  sollecita,  e  adopera  quelle  cose 
che  sono  utili  a  le  medesimo.  (V)  S. 
Ciò.  Gris.  3^.  Cosi  come  tiepido  ed  im- 
perfcUo  con  ogni  solleciludine  della  requie 
del  corpo  mi  sollecitava.  (CP)  Bile.  ì  it. 
Cotomb.  25.  Allegando  che  per  slrelle 
cagioni  gli  conveniva  sollecitarsi  di  tor- 
nare  alle   sue   mercaVQnzie.   (C) 

3  §.  II.  In  alt.  signifìc,  vdlc  Stimola 
ret  Fare  instanzla,  Iinportunare,  Affrcl- 
tare.  Lai.   stinnilnre,    urgere  ,  imtignre  , 

solUcitare*  Gr.  e'rtft'yciv.  liocc,  nov.  48. 

4.  Ma  pure  essendo  da  loro  sollecitalo  ec, 
disse  di  farlo.  *  Gtticc.  Stor.  \.  227.  Sol 
Iccilandolo  (il  Duca  di  JJorhone )  a  quc 
sto  molto  i  Senesi  che  gli  ofiV-rivano  co- 
pia   di    vellov-iglie.    (L) 

^  §.  111.  Sollecit'iie  un  ni'i'ozio,  0  simile, 
t'ule  Procurnre  che  un  negozio,  0  simile, sia 
recato  presto  a  termine,  u  Cai.  Lett.  12. 
Sulo  la  prego  che  si  degni  vederlo  ec, 
e  sollecitare  la  sua  spcdiiionc  >«.  (C) 

*  §.  IV.  SJU'iUare  ,  pretso  i  Tcoh 
gì,  vale  Stimolare,  Eccitare  alcuno  a  pec- 
car seco.  »  J'it.  SS.  Pad.  I.  26(.  Da  un 
cantatore  fu  tanto  soltecttala  e  \Ìsitata  , 
che  cadde  con  lui  in  peccato".  (€}  Se- 
gnrr,  Pred.  29.  ().  Se  giammai  faddcro 
in  peccato  anche  i  Giari>pi  ih?' bun  hi  di 
Palnstina  ec.  fu  qualora  f  J /'- /"'Vt/o  >  no* 
spinse  coDlro  dì  essi  alcune  f(-mmÌno  va- 
ne, tutte  adorne,  tulle  abbrllile  ,  a  sollc- 
citarli.  (CP) 

f  SOLLECITATIVO  .  e  SOLLICI 
TATIVO.  Adii.  Atto  a  iolleciltrr  (ìlt 
Com.  in/.  a4"  ''»'^-  ^''"*'  ''  iolfo^^y"" 
quelle  parole   loUicilalive  di  Virgilio. 


SOL 

SOLLECITATO,  e  SOLLICITATO  . 
Add.      da' lor     verbi.     M.     / '.    3.     25.    E 

1'  oste  sollecitata  del  soccorso  degli  asse- 
diati di  Belluna,  se  ne  lerarono.  l'tnc. 
Mart.  lett.  58  E  pero  sarà  buono  ,  che 
se  disiderale  1'  ulil  suo,  lo  tenghiale  non 
solamente  sollecitato  ,  ma  riprese.  Tìorgh, 
Col.  Milit.  436-  Fulminava  la  legge  della 
maìestà  rimessa  su,  e  sollecitata  da  Tibe- 
rio /iut.  Piirg.  |().  1.  Levalo  lo  sole  , 
sollicilalo  dj  Virgilio,  seguita  lui. 

t  5  SOLLEClTATOltE,  e  SOLLICI- 
TATOKE  .  f'erbaL  masc.  Che,  0  Chi 
soli-cita  Lat.  impulsar,  instigalor  ,  sol- 
hciiator ,  Itortttor  Gr»  ó  ^rot^of  j^wv. 
Bocc.  nov.  74"  I  Quanto  i  preti  e' frati 
ed  ugni  cherico  sieno  sollecitatori  delle 
menti  nostre,  in  più  novelle  dette  mi  ri- 
corda esser  mostralo.  3/.  /*.  8-  Sj.  Es- 
sendo mezzano,  e  sollicilator  della  pace 
messer  Feltrino  da  Goniago  ce,  la  pace 
si  fiirnì. 

*  §.  Sol/ecitatore,  presso  i  Teologi 
diCi-si  il  Prete  che  nella  confessione 
sacramentale  stimola  ,  o  eccita  il  peni- 
tente a  peccar  seco.  *' Pats.  129  L'  al- 
tro caso  nel  quale  è  lecito  confessarsi  da 
altro  prete  clie  dal  proprio,  si  è  quando 
il  proprio  prete  fosse  eretico  ec,  solleci- 
tatore,  o  inducitore  a  male.  fC) 

SOLLECITATRICE,  e  SOLLICITA- 
TRICE.  l'erba!,  /t-mm,  di  Sol/ecitatore  , 
e  di  Sollicttalore  Lat.  sollicttalrix,  inci- 
tatrix.  Fr.  C.iord.  Pred.  P.  Il  demonio 
gli  era  sempre  attorno  eoo  tacile  fanta- 
sie, sollccitalrici  al  peccalo. 

SOLLECITATURA,  e  SOLLICITA- 
TCRA.  //  sollecitare.  Sollecitudine.  Lat. 
cura,  sollicitiido.  Gr.  fiépntzv..  Sen.  Pist. 
Ben  è  avvenuto  alla  vecthiezxa  ,  sVlla  è 
pervenuta  al  bene  per  lungo  studio  e  per 
solleoiijtura. 

SOLLECITAZIONE,  e  SOLLlCITA- 
ZIONE.  //  sollectt.ire.  Lat.  instinatio  . 
Gr.  'KOi.poX\iZfJ-6i.  Bocc  nov.  95.  3.  Es- 
sendo alla  donna  gravi  le  sullicitarìoni  del 
cavaliere  ec,  si  pensò  di  dovcrlosi  torre 
ddddusso. 

SOLLECITISSIMAMENTE  .  Superi, 
di  Sollecitamente  Lai.  diligentissime.  Gr. 
clxpi^i'jTOcry..  Mar.  S.  Orvg.  Vcgghia 
sollecitissimamente  conlra  i  cuori  caldi  di 
carit'a.  Sen  Pist.  93.  Piccolissima  è  la 
cosa,  della  quale  gli  uomini  si  combatto- 
no ,  e  contendono  tanto  tollecitissima- 
meute. 

SOLLLCITISSIMO,  e  SOLLICITIS- 
SIMO.  Saperi,  di  S^ll.iito,  e  di  Solita- 
tu.  Lai.  dtligentisiimus,  prontptissimus , 
celeri  imiis  .  Gr.  axpi^i'oTaro^  .  Bccc 
Vit.  D'ini.  226.  Per  la  qual  rosa  ogni 
altro  atfare  lasciandone,  sollecitissimo  an 
dava  là,  dofunque  polea  credere  vederla. 
Ftloc.  3  220.  O  antica  madre,  sollecilis 
sima  fugatricc  degli  scelerali  assalti  di 
Cupido.  Borgh,  Fesc.  Fior.  ^()5.  Egli, 
come  sollecitissimo  pastore,  e  meramente 
padre,  non   mancava  re 

SOLLECITO.  Add.  Che  opera  senza 
indugio.  Accurato,  Diligente.  Lat.  dili- 
gens,  promptus,  celer.  Gr.  Tajfy';.  ì'it 
SS.  Pad.  1  io5.  lacomiociolli  a  entrare 
in  cuore  una  pigrizia,  ma  s)  piccola,  che 
quasi  non  se  ne  curuc,  cnon  se  ne  avvide 
co  ,  ne  era  cosi  sollecilu  all'oraiionc,  co- 
me soleva.  E  196.  Attiene  per  inganno 
del  nimico,  che  sotto  ispeair  di  parentado 
occupa  il  cunrc  di  amore  ditonlinalo  ec, 
i>  diventa  sollecito  ali*  amore  del  mondo. 
*  St-^ner.  Mann  Mart.  11.  i-  Esami 
na  dunque  un  poro  se  sei  solircilo  in 
imitarlo,  sollecito  iu  obbedirgli  ,  sollertlo 
in  unor.iilo,  sollecito  di  piacergli,  sollecito 
di  non  perderlo  per  la  via  fra  Unii  imi 
diatori,  che  vogliono  a  te  rubarlo,  (f'j 
S    Per  Curante,  P,HsÌerote.  Lai.    ni- 


S  O  L 

xiusj  eollicitus.  Gr.  noXvfxiptfivoi.  Bote. 
nov.  27.  34-  Poiché  tu  della  mia  salale 
se' sollecito  ec,  amico  dei  essere,  coma 
tu  di'.  *  Vii.  SS.  Pad.  2.  c/i;;.  87.  Per- 
ciocchi:  il  mio  abate  r  ama  mollo  tenera- 
mtnie,  che  è  mollo  sollecito  di  te.  si  mi 
manda  anche  a  sapere  come  stai-^C^Je- 
gner.  Mann.  OU.  28.  3.  Se  ti  diletU  il 
procedere  con  prudenza  la  quale  ricerca 
che  in  lutti  i  propii  bisogni  si  corporali 
come  spirituali,  né  sii  poco  altenlo  al 
presente,  oè  sii  troppo  sollecito  del  futo- 
ro.   (E) 

SOLLECITOSO,  e  SOLLICITOSO. 
V.  A.  Add.  Sollecito  Lat.  sollictiua  , 
anxiut.  Gr.  ^o).u,ue^t,uvo;.  Liv.  M.  Fa 
grave,  ed  incresccvol  di  pistoleota,  e  sol- 
lecitoso  di  prodigii. 

SOLLECITUDINE.  Astratto  di  SoUe- 
cito  j  prestezza.  Diligenza.  Lat-  celeri' 
tas,  diligentta,  industna.  Bocc-  nov,  a. 
11.  Con  ogni  sollecitudine,  e  con  ogni  in- 
gegno, e  con  ogni  arte  mi  pare,  che  ec,  si 
procaccino  ec  di  cacciare  del  mondo  U 
cristiana  religione.  E  nov.  5^,  3.  Accon* 
eia  la  gru,  la  mise  a  fuoco,  e  eoo  solle- 
citudine a  cuocerla  cominciò.  Cas.  leti. 
i5.  Desidero  ec  che  sia  posto  io  esecu- 
zione con  diligenia,  e  con  sollecitudine. 

g.  Per  Cura,  Pensiero,  Affanno.  Lat. 
cura,  sollicitudo,  anxietas.  Gr.  pipifxva., 
Bocc,  nov.  i5,  38*  Dove  gli  suoi  compa- 
gni, e  1*  albrrgai&re  trovò  tutta  la  notte 
stali  in  solleciludincde' fatti  suoi.  E  nov.  17. 
2.  Molli  estimando,  se  essi  ricchi  dive- 
nittero,  senz-i  sollecitudine  e  sicuri  poter 
vivere,  cr  I.ab.  126.  Tutta  la  sollecita- 
dine  alle  rufiìane  e  a^li  amanti  si  volge. 
Petr.  (Jom.  ili.  Non  avendo  Cesare  ab- 
bondanza di  fornimeoio.  del  quale  egli 
avea  dato  sollecitudine  a  Donorige  ^  cioè; 
carico,  commessione  )  .  Dav.  Sctsm,  13. 
Gli  disse  che  il  Ke  per  sua  in6nita  sol- 
lecitudine, e  non  altri,  l'avea  ingenerata 
fcfoè,  assiduità,  slimolo). 

SOLLENXRE.  V,  A.  Sillenire,  Alleg- 
gerire. Lai.  levare,  lenire.  Gr.  xoupi'^eiv, 
TZpv.ijviiv  .  Sen.  /*(jf.  Tu  la  do%resli  aver 
per  le  medesimo  impresa  per  la  tua  infer- 
mila sollenare.  ^f.  Aldohr.  Egli  sollena 
V  angoscia  dell'  amore  ,  donde  molle  genti 
sono  sorprese. 

SOLLENATO.  Ad-I.  da  Sollenare.  Lai. 
levatuf,  lenitus.  Gr.  xaStflm/tu's.  T^etù»- 
Sete.  .V.  /'.  3.  48-  Sollenali  i  tremoti 
alquanti  dì  ec.  in  sul  mattutino  rinovel 
larono  (cosi  ne'  te*tt  Ricci  e  Covoni  i 
gli  stampati  per  iriore  hanno  sollevati) 
E  cnp.  69-  E  sollenala  la  battaglia  ,  m 
fretta  fece  sciogliere  ti  galee  della  su* 
armala. 

SOLLEONE.   J'ed  SOLLIONE. 
SOLLETICAMENTO.  L'atto  del  »oì 
leticare  s    Dilfticamenta.    Lat.    titillo tio. 
Gr    yxpya.Xi'ifiòi.  Serd.  Stcr.    ind.    1.^ 
575.   Favoleggiano  della   heaiìtudÌDe   trle- 
ste,   la   quale  ripongono  ori  brullo  pi jr* n  . 
e   solleticamento  de'  seo»i.    *    Plmt.    Adr. 
Op.  mar.  4-    3l8     H   senltmeoto  dell'  udi- 
re, in  rotai  guisa  guaito  e    corretto,  cor- 
ruppe  \i   muiira.  ^    il    lutto  da   leì  avvezzo 
alle   morbuleizo  e  lascivie  volle   r  donuodó 
i  disonesti  sollelicatneoti  e  »tatzonamenli 
delle  donne.  (C) 

t  SOLLETICARE.  Slunicare  altrui 
lecge'm.-nle  in  alcune  parti  del  corpo, 
che  toccati  incitano  m  ridere  ,  r  a 
Squittire  i  Ditelicare  .  Lat.  titillare  . 
Gr  .  yoLpyoiU^uv  .  P>tt.[ff .  7.  Solle 
licaodo  sotto  le  ditelle.  Fir.  Lue,  I*  1 
E  sai  che  a'  suoi  pa^ti  non  si  sollclican 
le  gengive  rolla  carne  minnzaaia  a  uso  di 
luiignuoli.    Tac,  Dav.   Slor.    3      284-    La 

f;raNÌlàdi  questa  opera  non  compoita  sui 
cticar  gli  orecchi  a  chi  legge  con  favole 
(  fjni  figurata'»  )     Bern    Ori      a.   i      Ij^- 


SOL 

Mj  bclTe  so  ne  f"  quell"  jrmaJura,  Ed  tra 
•ol  coma  jolltticarh.  Ma/m.  i.  12.  La 
Jolltticj,  e  dicf  :  or  vÌ4  fuor  liruchi.  /•• 
0.  io3  Poicht-  se  uD  liicchio  il  capo  a 
lui  solUlica,  Sbranar  T  armala  aoa  .ari 
in  grammatica  (qui  per  ironia). 

j.  SolUlicar  ,hvc  pizzica  altrui.  V 
PIZZICARE.  §     IV. 

SOLLETICATO  Add.  ,la  Sollelicart. 
Lai.  tiulUtus.  Gr.  ya^/xJi,?.,;.  Gahl. 
50.  Conciossijcosachc  gli  adltori ,  quasi 
•ollclicali  dall,-  [ironie  o  leggiadre,  o  sol- 
«ili  risposte,  o  proposte,  ciiandio  volendo, 
non  possono  tener  le  risa  (qui  fLmr,,- 
lam  )  '      '^ 

t  SOLLETICO.  L'azione dflso/lelicare. 
«  La  sensazione  che  ne  risulta.  Lai.  (1/1/- 
^'(io.Gr  yup-lnUliii  Belline,  son.  108. 
Al  solletico  appena  avrebbon  \'\i,a.Burch. 
«•117.  Questa  è  cagione,  eh"  io  temo  il 
lollelicu.  Lor.  Hed.  canz.  3l.  4.  Quando 
un  teme  il  solletico,  Meoan  piii  che  Ar- 
rigo  bello  .  Dtp.  Decain.  89.  Noi  oggi 
eon  un'  altra  assai  ricioa  diciamo  solle- 
'ICO  ,  e  solleticare  ,    ancorché    in    alcuna 


SOL  • 

g.  II.  Per  Indurre  a  mal  /m  e ,  a  tu 
multo  ,  a  ribellione.  Lat.  conc<7,ire  ,  ,ot. 
licitare.  Gr.  e'n;i/2i».  Slor.  Eiir.  5.' 11, 
E  per  questo  delibero  ec.  ,  che  ec.  co 
danari  che  io  li  darò  sollievi   e  corrompa 


SOL 


12\l 


-  -  -  ,    .*„,.    ,u    alcuna 

parte  Bao  ad    ora  ,  come    intendiamo ,  si 
aia  mantenuta   r  antica. 

§.  I.  Per  melaf.  si  dice  di  Cosa  che 
fKCia  ridere ,  o  dia  gusto  ,  o  piacere 
Jiellinc.  son.  26S.  Diciam  eh'  io  son  d' 
ognun  proprio  il  solletico.  Lib.  son.  log 
Tu  m'  hai  troralo  no  dolce  e  stran  sol- 
letieo . 

*  §    II.    Talora  si  dice  anche  di  Cosa 
rjc  arrechi  dispiacere,  disonore,  0  simile 
Cec/i    p,ov.  66.  Essendo  ,  come  egli  è 
Uoin  reputato,  e  che  teme  .1  solleli™;  ogni 
pochrtto  eh'  io  schiamaiii  basta    (Ci 

SOLLE VAMEMTO    11  soUcare.  l.n 
tlcvalio.   Gr.  •Tajjc;. 

§.  I  rtr  meùf.  „ate  Alle„i„„,enlo  . 
R'Oigerio ,  Con/orlo.  Lat.  /e.a„o ,  le^a- 
mt,.  mitigano,  solalium.  Gr.  TtxoxuMot, 
vpa:.,,ii.  lìocc  nov  „.  5g.  x.„,^  ^^_ 
q<ia  avrai  da  me  a  sollevamento  del  Ino 
fa.do,  quanto  fuoco  io  ebbi  da  te  ad  al- 
legjiiamenlo  del  mio  freddo  .  *  Fr.  lac. 
T.  6.  »5.  36.  lesù  mio  odoramenlo  ,' 
«Quando  passar  li  sento  ,  Daimi  solleva- 
mento ,  E  a  te  corro  affamato.  (B)  Fir 
Al.  ja8.  Posto  adunque  fra  lame  e  cosi 
gra>i  miserie,  un  solo  sollevamento  ave- 
va.  Buon  Fier.  5  2.  S.  Nastro  solleva, 
mento  e  nostro  aiuto. 

S-  II-  Sollrytmenlo,per  Sollei-.izione. 
Lai.  seditio ,  tiimullut.  Gr.  5Ta»i;  So- 
pue»j  .  Tac.  Da„.  Ann.  12.  iSo!  Ma 
Claudio  dit  loro  la  ginrisditione  iolera 
di  che  II  è  combattuto  tante  (olle  con 
sollevamenti  e  armi  .  Bu.^n.  Fier.  4  5. 
2-  -Ne' gran  sollevamenti  alto  lodalo  Del 
Principe  esser  suole  Farsi  palese  al  p„. 
polo.  E  inlr.  5.  2  Che  per  si  gran  sol. 
levamento  tolto  Dalla  baruffa  della  pijua 
torni  ec.  ' 

SOLLEVARE.  L,inr  ,„,  Innalzare i 
t  Si  u.,a  nel  signific  att.  e  neulr.  pass 
Lat.  elei„rc  ,  e.rlo'lere  ,  snUollere  Cr 
e«0Jfi;t.i.  ilMflu.  nani.  Inf.  ìì 
La  bocca  sollevò  dal  fiero  pasto  Quél  nec 
"tor.  Pelr.eanz.  48.  2  Che.s'i'non 
n.  inganno,  era  Diipoto  a  sollevarmi  alto 
daler,.  ^«„.  ,9,.  eh' or  me  '1  par  riir  " 
vare,  e  or  m'accorgo  Ch' i' ne  son  lunge- 

Zr'p°^\"°'  "'  ^'M'"    ^'""•''    f'-"" 
ling.   E     I  cuore  colle    mani    lieva  chi  l> 

oraaione  colle  buone  opere  in  al,,,  sollie- 

y^.   (oli.  Ab.  Isaac.    „,..    3o.     Questa 

virtù    divina    ammaestra  gli  uomioi      se 

come  fa  colui  che  in-egna  notare  al  f..„. 

ir,  IT  ;.     "^f'    Ir""*"    "    ""■'■■""  'à 
atluttare  .  SI   lo  sollieva. 

§.  I.  Figiirnlam    Gal.  Sist.  198   Men 

tre  VOI  cercale   d'  atterrarlo  (  il  „ero  J     i 

vostri    medesimi  assalti   lo  sollevano    e  1' 

avvalorano.  • 

Vocabolario  T.  II. 


segretamente  gli  animi  di  quelli  uomioi 
dalla  divoiione  d'  Anscario  .  T,ic.  Dav. 
Ann  I.  26.  Chi  col  tradire  un  esercito, 
sollevar  la  plebe,  mal  governar  le  cose 
pubbliche  ave»se  menomalo  la  niaesll  del 
popolo  romano,  accusalo  era   del   fallo 

*  §  III.  Per  F.uorire  ,  Proteggere  , 
Promuo.rre  .  Dan.  Inf.  19.  Che  la  vo- 
stra avarlaia  il  mondo  allnlla  Cilcando  i 
buoni,  e  sollevando  i  pravi    (yi 

%■  IV     Per    Turbare  .     Commuovere  . 
Lat.  turbare  ,  agitare  .  Gr.    Tu,o^x;=i»  . 
Cis.  l.tl.  69    Non   li  sollevi  questo  avvi- 
so, che  io  non  partirò  fino  a   Sellciubre. 
§■     V.    Sollevare  ,    in    sig„ific.    „eulr 
pass.  ,   vale  Ribellarsi.   Tac.    Dav.   Slor. 
i-   3l4-     I  Britanni    per    questa  discordia 
e  tanti   romori  di  guerra  civile  si   solleva- 
rono (il  testo  lai.  ha:   sustulerc   animos). 
•e   Pecor.  g.   25.  n.   2.  Gran    parte    della 
Grecia    era    sollevala   a   rubellione  .  (CP) 
Ouicc.  Slor.  2.    168.  Due    mila  Grigioni 
cL    erano  nel    campo   Tedesco  ,   sollevatisi 
per    discordia  di  piccola  imporla  oia  nata 
nei  pagamenti,  depredarono  le  veltovasl 
del  campo.  (L) 

§  VI.  Pure  in  signijic.  neulr.  pass,  il 
diciamo  del  Ricrearsi,  o  Prcnlere  nlleggia 
mento,  con/orlo,  0  ristoro.  Lat.  refici,  reci- 
pere  se,  Icfa'i,  sublevari.  Gr.  otmxout- 
^SdSai  .  Poe:.  I'.,rch.  4.  pros.  2  Que- 
sto e  ,  come  sogliono  sperare  i  medici , 
segno  che  la  natura  si  è  sollevata,  e  con- 
trasta al  male.  :;=  Cecch.  Dot.  4.  2.  Si 
sajlevò  dal  male,  ma  rimase  mezzo  spiri 
taliccio  .  (F} 

*t  *  SOLLEVATEZZA  .  Qualità  di 
ciò  che  e  solleiato.  Cori  L.ng.  sez.  5. 
Ciò  che  porta  alla  bonik  ed  alla  perle, 
rione  de'  componimenti  .  cioè  le  bellezze 
del   dire,  e  la   sollevatezza,   olire   ec.   (A) 

*t  *  SOLLEVATISSIMO.  Superi,  di 
Sollevato.  SaMn.  Disc.  2  i8o.  L'essersi 
impiegata,  per  cosi  dire,  la  natura  a  for 
tifirare  il  silo  d'  llalia  ec,  e  l'averla  d' 
ogni  bene  dotala,  e  di  spiriti  e  d'ingegni 
solicvalissimi  ce.  ,  la  innalza  sopra  tulle 
I  altre  r.gioni  maravigliosamente  (qui 
eccellentissimo  ).  E  Pros.  Tose.  i.  365. 
Sorpassa  qualsivia  comune  nostro  poelico 
sollevalissimii  componimento  (qui  subli- 
missimo  )  1   (•) 

SOLLEVATO.  Ad,l.  da  Sollevare.  Lat. 
sublatiis.  levatus.  elalus,  sublevatur.  Gr 
xouy.,3£,;  .   Bocc.   nov.    70    9.  E  solle, 
vaio   alquanto  il  capo  ,    disse  (  cioè       al- 
zato )  .     Dani.     Fu.    .Viiov.  45.   Per   que- 
sto  raccendimento  di  sospiri  si  raccese  il 
sollevato  lacrimare  Ccioè,  comoiossol.  Fir. 
■■Is.  eo.  Salilo  sopra  d'  un  sasso,  che  era 
vicino  alla   bara    assai   ben   sollevalo,   cu- 
riosamenle  stava  riguardando  che  fine  do 
vesso  aver   questa    l'accenda  (  cioè  ,  allo 
eminente)     E  Disc.  an.  85.  Che  se  il  Re 
non  vedeva  in    luì    segno  d' animo  solle- 
valo ,  che  egli  ci  rimarrebbe  sotto  e  ro- 
vinato e  viluperato  (cioè,  turbato,  agitalo). 
G<i/<i/.   5.  Dimolli  ec.  sono  stali,  e  tutta- 
via sono,  apprezzati  assai  per  cagioD  della 
loro    piacevole  e   graj|„sa    maniera    sola. 
mente;    dalla    quale    aiutati  e    sollevati, 
sono  pervenoli  ad  altissimi   gradi  (  ciiè  ' 
innalzati)    Stor.  Fur.    I     26    II  che  spa' 
venlo  di  maniera  gli  animi    tutti  de'  sol- 
levali, rhe  volentieri  stettero  in  pace  (cioè 
ammutinali  ,    ribellali  )  .   *    Guuc.    Slor' 
'0.   3q.    Era  stato  (il   licere)  in  grave 
pericolo  di  non  esser  morto  da'  contadini 
ael    paese    sollevati    e    tumultuosi    per   i 
danni ,  e  per  le  ingiuri»  ricevute  dall'  e- 
«rcilo.  (C) 


■<■  S-  I  Per  Migliorato  del  male.  Ri. 
confortato.  Ristoralo.  Bocc  ..  ,0  n.  7 
S  arcostò  al  letto  ,  dove  la  giovane  al" 
,uant^o_^  sollevata  .     eoo    i.^v'lt^et 

2  li'  '^ll'''"  •^'*'"'"'-  Onice.  Stor. 
2.  ^9J.  Sollevato  che  fu  dal  nerico^ 
della^morte    ritornò    alle    Consuere"fat 

t    SOLLEVATORE        i:.).   1 
Che,   o   Chi  solle  °   Tac   '„'"'■.'"''"■ 
54     Senzio  per  lettere    se'  oe    J""'  * 
Pisone  .   avvertendolo  a  non"  mei    "    «7 
levatoli  nel  campo  (  il  tetto  l„,    1 

rup.oribuo..ye/„e/c'e;;;"'j:;;/r;:- 

».  Se  in  essa  vi  ho  aperto  quasi  „„  j  " 
bisso  sollevatore  di  qu^ll'  ini:ns„"d°,^ 
vio  non  posso  dire  d'avervi  però  aperto 
1  abisso  grande.  "l'erio 

SOLLE VAZIO.VE.  //  sollevare.  Lai 
l''"'""  •  Gr.  .'™p,.5  .  i/o.,  s.  Grei' 
Per  sollevaz.on  di  contemplazione  avfa' 
già  guslalo  de'  misterii  intrinsechi  E 
Omel.  Oggi  „■  andò  in  cielo  per  questi; 
sollevazione  ed  esaltazione  de  la  2ost  a 
carne  .  "usira 

§.  I.  Per  Sedizione,  Tumulto.  Lat  „. 
Buon.  Fier  3.  1.  2.  Ed  esposi,  a  perj^ 
t^  i'  "l'""i°°i-  *  Gi.icc.  StorZ 
393.  Ne  a  Boma  fu  minor  sollevazione 
ehe  s^ogl.a  essere  nella   morte  de'  Pontefi. 

metr^V"'-    "^ /•?'"•""""•    P^i-    Innalza, 
mento.    Guicc.  Stor.  2.   277.    Questi  ora. 
no    1    pensieri  e  le  opere    del    Pualeficc 
intento  con  tutto  1'  animo  alla  sollevazio! 
ne  dei  Veneziani.  (L) 

*  §.  111.  Per  Ristoro.  So'ìievo.  Guicc 
òlor.y.  270,  Era  costretto  non  solo  a  far 
VIVI  10  qualunque  modo  i  proventi  lleei 
ec  ma  eziandio  eoo  querela  incredibile  di 
tutti  ad  aggravare  i  popoli,  i  quali  ave- 
vano aspelialo  sollevazione  e  ristoro  di 
tanti  mali.  (C) 

*  §.  IV.  Per  Ricreazione  .  Segner. 
Seni.  Oraz.  9  E  ciò  a  titolo  di  onesta 
sollevazione.   (TC) 

*  g.  V.  Per  Agitazione.  Commozione. 
^•"CC.Stor.  .8.  4,.  Essendolo  Firenze 
grandissima  sollevazion  d'  animo,  e  ouasi 
■n  tutto  il  popolo  m.lissima  contenjez^ 
del  presente  giverno,  ec.  la  maggior  par- 
te del  popolo  ,  e  quasi  tutta  la  gioventù 
armata  comincio  a  correre  verso  il  pub- 
Dlico  palagio.  (C) 

SOLLICITAMENTE  .  Avveri.    Soli». 

Pallad.  Mnrz.  23.  Questo  si  vuole  sollì- 
citamenre  attendere  .  ^af  />„„  ,5 
La  guardia  de'  guardare  sollicitamenle  ' 
^ov.anl.  7.  ,.  Comandò  a' baroni  eh. 
ec  sollictamenle  avvisassero  il  suo  por- 
tamenlo  e  '1  modo  ch'egli  tenesse.  y„. 
Aò.  Pad  I.  ,63.  Visitandolo  spesse  voi- 
te,  e  trovandolo  sempre  sollicitament. 
are  secoodoche  ei  gli  ,,„  imposto,  ral- 
legravasi  molto. 

SOLLICITAMENTO  .  Sollecitamento. 
Lai.  sollicilntio  .  Gr.  TZBipoi,iJ.o;  .  Bui. 
'"/■  J-|.  1.  Compie  la  descrizione  del  Lu- 
clero  ,  e  lo  sollicitamento  di  Virgilio  di 
partirsi  r cioè,  1' arenamento). 

SOLLICITARE.  Slimolare,  Affrettare 
Y^_i>rgere.  Gr.  éniCyzi^.  Pace.  nov.  62. 
4-  t  tanto  in  un  modo  e  in  un  altro  la 
soli, Clio,  che  con  esso  lei  si  dimesticò. /T 
nnv.  (ji.  6.  La  cominciò  a  sollicitare  a 
quello  che  dì  lei  disìderava  .  Li  buona 
donna  ,  veggendosi  mollo  sollicilare  ,  ec. 
R'il.  Piirg.  6.  I.  Solliciu  ora  Virgilio  del 
salire  tosto,  dicendo;,  ec. 

*  §■  I-  Sollicilare   un  negozio,  o  ti. 
mile,  vale  Procurare,  Far  npe^a  che  sia 
recato  presto  a  termine  .   *   Car.  leti.   1 . 
Il4-  La  lettera,    che    doman,'avali  a  H 
l56 


1242 


SOL 


Signore  dod  è  Hata  spedita:  ora  io  la  tol- 
licileró,  e  maotltTolla  per  la  prìma.  (C) 

§.  11.  Sjì/icitare,  in  signific.  neutr.  pass, 
vate  Pi-^liartì  a  cuore  ,  Affannarsi  .  Lat. 
angi.  Gr  o-jiSu/aw;  £;(civ.  Àmm,  Ani  5. 
2-  8.  Il  furo  delle  cose  molto  serrate  si  sol- 
licila;  %ile  pare  ciò  che  palese  è,  *  il"  j5. 
3.  5.  Qual  cosa  è  più  maravigliosa  o  più 
bella,  che  la  verità?  alla  quale  ogni  cer- 
catore confessa  rfae  desidera  perveoire  , 
onde  forte  si  sollicita  di  000  essere  in- 
gannato, ec.  (B) 

SOLUCITATIVO.  V.  SOLLECITA- 
TIVO  . 

SOLLICITATO  .  V.  SOLLECITA- 
TO . 

SOLLICITATORE.  V,  SOLLECITA- 
TORE . 

SOLLICITATRICE  .  V.  SOLLECI- 
TATRICE, 

SOLLICITATURA.  V,  SOLLECITA- 
TURA. 

S0LLICITA7-I0>E.  ;.  SOLLECITA- 
ZIONE. 

SOLLICITISSIMAMENTE,  Superi,  di 
Sollicilamenie .  Amm.  Ani*  i5.  3.  5.  Il 
travagliatore  .  peroccchè  aon  promette  se 
non  d*  ioganoarc  ,  gli  uomioi  diligcole- 
meote  mirano  ,  e  sollicilissiraamenle  os- 
servano. 

SOLLICITISSIMO.  /'.SOLLECITIS- 
SIMO . 

SOLLICITO.  Sollecito.  Lat.  tliligens  ^ 
promptus  t  ceter.  Gr.  ra^i^?»  Socc,  nov. 
85.  i4>  Acciocché  solliciti  fossero  a'  fatti 
•uoi  .  Pctr.  Cam.  ip.  5.  Disprrgiator  di 
(juaoto  il  mondo  Lraroa  Per  soUicito  stu- 
dio posso  Tarme,  f  it.  SS.  Pad.  i.  lOl. 
Delta  <]iul  cosa  avvedendosi  il  nimico , 
incontanente  fue  sollicìto  a  tenderli  Ìl  lac- 
ciuolo, e  farlo  cadere. 

§.  Per  Curante,  Ptnsicroso.  Lat.  an- 
xias,  sollicitut.  Gr.  rtohjuipifj.^o^-  Bocc. 
nov.  16.  ^.  Sperando  .  e  non  sappieodo 
che  ,  dì  ih  medesima  divenne  sollicita  . 
Maestrtns.  2.  Il-  4-  Qu^t")"  il  Signore 
disse:   non  siale  $»lliriii  di  domane. 

•f  '^  SOLLICITO.  V.  A.  Avverò.  Sol- 
lecitamente.  Guitt.  leti.  \0.  29.  SoIUcito 
^ardate,  in  tutte  guardie  dal  corpo,  te- 
nendolo Lene  sotto  ragione.  (T') 

SOLLICITOSO.  r.  SOLLECITOSO. 
SOLLICITCDINE.  Astratto  dt  Soìli. 
ciloj  So/lecifudine.  Lat.  diligentia  ,  cele- 
rttas.  Gr.  oTTowoy)',  £7rt/i£^sia,  ànpiètiK. 
Pass.  98.  La  negligenza  non  gli  occupi  , 
ma  studiosa  sollirilndioe  gli  sproni.  But. 
Purg»  18-  2.  Diceano  esempli  di  sollici- 
tudini-  a  ben  fare. 

g.  Per  Cura,  Pensiero,  Affanno.  Lat. 
cura,  sollicitudo ,  anxietas.GT.fiiptfj.vcit. 
Bocc.  nùv.  jy.  3.  Da  ogni  allra  solticiiu- 
dine  sviluppata  ec,  si  dava  buon  tempo. 
Plnnm.  .5.  Seco  diliberò  del  lutto  di  porre 
ugni  pena  e  ogni  solliciludior  in  piacere 
j  costei  .  G.  r.  8-  75.  7.  Assalivano  V 
oste  de*  Fiamminghi  di  di  e  di  notte  , 
dando  loro  molto  aQ'anno.  e  sollìritudioe. 
Afaestrnzz.  2.  7.  3  II  leno  modo,  quan- 
do ne  ba  troppa  lolliciiadiue  .  K  2.  11. 
4.  E  licita  la  solliciturline  delle  rose  tem 
porali?  Risponde  san  Tommaso:  La  solli- 
citudine  delle  cote  temporali  in  tre  modi 
puolc  ess<'re  illirita.  IS'oy.  ant.  7.  3.  Quel- 
la ricibczta  eh'  io  ho  ,  non  1'  ho  di  mio 
patrimoaio  ,  ma  tutta  V  hoe  guadagnala 
•lì  mia  sollirìiudinr. 

SOLLIEVO  Sust.  SolUvamento  .  ntl 
iianific-  dei  §.  I.  Lat  tevatla  ,  levamen. 
Gr.  ira^Kjuu&i'a  ,  TrpxCvst^.  Fr.  r.lord. 
Pied.  B.  Udo  aiutante  di  sommo  sollievo 
sarebbe  stato  .  ]Ab.  cur,  maìatt.  Si  i  di , 
grandiììimo  sollievo  a*  miseri  infermi  lan- 
RUenti  .  Bed  F.sp.  nai,  9.  Ai  mortiferi 
morii  delle  vipere  non  portano  giovamen- 
to.  oc  lolliero    S.ìhin    Ptic    l     l8l.  Più  I 


SOL 

lolltevo  oe  riceve  ìl  pubblico  dalla  spedi- 
tiooe  de*  negotii,  che  dall' iodugio. 

S0LLI0I4E.  e  SOLLEO.NE  II  tempo 
in  cui  il  Soft-  si  trova  nel  segno  d- 1  Lio- 
ne. Frane  Socch.  nov.  ^\.  Gli  ambascia- 
doti,  sentendo  alle  spalle  il  fuoco  peoace 
per  lo  sollìone  ,  domandarono  ec.  Jìem. 
rim,  I.  25.  Ma  '1  sollìon  s'  ba  messo  la 
giornea  ,  Che  par  che  gli  osti  1*  abbian 
salariato  A  sriugar  bocche,  perchè  *l  vin 
si  bea  .  Lajf.  Guerr.  Mostr,  st.  12.  E 
nelle  inS'>gDe  porla  e  *d  sul  cimiere  It 
sollion  che  si  cava  '1  brachiere.  Bed.  lett. 
2.  279*  I  medici  hanno  de'  medicamenti 
piacevoli,  e  proponiooati  anco  nel  tempo 
del   solleone. 

SOLLO.  Add.  JVon  assodato,  SoJJtcej 
contrario  di  Pigiato  ,  e  di  Calcalo.  Lat. 
motlis  .  Gr.  /*a Jo^os  .  Boez  C,  S.  4*- 
Il  lor  peso  Gillano  a  terra  di  lor  seggia 
solla.  Sagg  nnt.  e*p.  ili.  Questa  espe- 
rienza fu  fatta  io  tempo  di  state  ,  onde 
la  Deve  non  era  s«Ila  (cosi  dinamo  a  Fi- 
renze alla  De%e  quandu  ella  Cocca  ,  e  a- 
vanti  dell'  agghiacciare  )  ,  ma  era  della 
calcala  e  pigiata  nelle  conserve .  Buon. 
Fier.  4'  2.  5.  Fatta  spugna  d'un  pan 
leggieri,  e  sollo. 

§.  Per  similit.  Dant.  inj  16,  E  se 
miseria  d*  csto  loro  sotlo  Rende  in  di- 
spetto noi  ec.  But,  ivi:  Cioè  di  questo 
luogo  arenoso  ,  im|ierocrhè  quine  ,  dove 
1*  arena  è,  lo  terreno  è  sollo.  Dant.  Pure. 
27.  Cosi  la  mia  durezza  fatta  solla  ,  Mi 
volsi  al  savio  Duca.  But,  ivi:  Fatta  sol- 
la,  cioè   molle  diventala. 

SOLLUCHERAMENTO.  Jl  solluche- 
rare.  Lat.  tìtUlatio,  Or.  ya^yaJiS/w'?. 
Car*  leti.  2.  171.  Scusandomi  dell'ardir 
che  ho  preso  ^  stazzonarle,  come  bo  f*t- 
to,  dalla  piacevolezza  loro  ,  dalla  libertà 
che  voi  me  ne  avete  d^t.i,  e  dal  jollucbe- 
ramenlo  che  m'  è  venuto  del  tero])o,  e  delle 
cose   passate   (qui  prr  metof.  ). 

t  SOLLUCliERARE.  Ccmmuovere  per 
affetto  di  tenerezza  ,  SolUcherai  e  j  e  si 
usa  in  signifc  att  e  neutr.  pa*s.  Lat. 
titillare.  Gr.  -/a^vaìi^siv.  Fir,  rim. 
f'url.  124-  Solo  a  scnlìr  quel  ballaglioio 
buon  aooo  Non  vi  sentite  voi  sollucbera 
re?  Lib.  scn.  109.  Ben  può  teco  godersi 
Un  cerio  tuo.  ch'i'so  eh' e' si  sollucbera, 
E  per  balzare  in  pazzena  pur  buchera. 
Lor.  'Med.  canz.  6p.  3  Per  aver  del  vino 
un  saggio.  Quando  tutto  mi  tollucbero. 
Buon.  Tane.  5.  7.  Sue  parole  garbate  mi 
sollucherano.  Lasc.  Pinz.  3.  4-  Oimè, 
Giaiintn  caro,  le  lue  parole  m'  banoc  'mio 
sollurheralo  *  Proj.  Fior  Salvin.  lett. 
4-  2.  295  Quando  ella  mi  vcdde  fece  le 
leste  grandissime  :  ci  pigliammo  per  )a 
mano,  e  ci  sollucherammo  noi  altri  vec- 
chierelli  di  camp;irr    un   altro   poro.    (Cj 

t  *  SOLLUCHERATA.  Pimosirazione 
esterna  di  coruntozione  inlerioie,  per  af- 
fetto di  tenerezza,  Lfop  Htm. Si.  lol'bo 
riiralta  in  casa  scdlacciaia  re.  E  perche 
mi  par  de&sa  ,  Spesso  fo  seco  una  sollu- 
chcrata.  (A) 

t  *  SOLLL'CHERONE.  Ihcest  di  Chi 
st  solluchera  faiilmtnle  ("rceh.  Stiav.ì. 
5.  Che?  vurreslu  vagheggiarmela,  solln- 
<herone  ì  fF) 

t  3  SOLO.  Add,  !\'cn  accompagnato  , 
CAe  non  ha  compagnia.  Lai  solut.  Gr. 
fio'voi  .  Bocc.  Jntr.  35.  E  ioli  •  accom- 
pagnali, e  di  di,  e  dì  notte  quelle  (cote) 
fare,  che  più  di  dilello  lor  porgono.  F 
num.  38.  Sole  in  tanla  aflliiìone  n*  hanno 
lasciate.  F  ncv,  4*  ^  Aadandosi  tulto 
solo  d'altorno  alla  sua  chiesa  ec.,  gli  ven- 
ne veduta  una  giovinetta  assai  bella.  F. 
nOi'.  i5.  14  Emmi  taolo  più  c^ro  l'a- 
vermi qui  mia  sorella  liovala  ,  quanto  10 
ci  SODO  più  solo,  e  meno  questo  sperava. 
4   Pamt.  In/,  a.  Ed  io  lol  uno  M  appa- 


SOL 

rrcchiava  a  toitener  la  guerra  Sì  d*1 
cammino,  e  it  della  pietale.  (C)  E  Purg, 
6.  Ma  vedi  là  un' anima,  eh' a  poiU  Soli 
soletta  verso  noi  riguarda.  F  Par  3.  Si«- 
chè  poi  sappi  sol  tener  lo  guado.  But. 
iii  :  Sol  ,  cioè  per  te  medesinio  Petr. 
son.  204-  Torna  la  in  là,  ch'io  d'esser 
sol  m'appago.  J'tt.  S.  Gio.  Dat.  aoO- 
Tutti  s'ingegnavano  di  tenerlo  celalo,  di 
chiudere  1'  uscio,  per  istarsi  con  lui  por 
eglino  soli  santa  alcuna  gente .  Bo<». 
Varch.  1.  pros.  3  Sappi  che  alla  Eluso- 
(ìa  non  era  lecito  ne  ragionevole  lasciarli 
andar  solo,  e  non  l*  accompagnare  dovon- 
cbc  tu  andatsi. 

*  §  I.  Solo  nato,  vale  lo  stesso j  ma 
ha  a/quanto  più  di  Jorza.  l'it.  S.  Gir. 
3.  Sol»  nato  forava  i  diserti.  (C)  Stcr, 
S  Eustach.  270.  Riposandosi  loro  sì  la- 
sciaro  andare  il  maestro  de*  cavalieri  solo 
nato  rarriando   il  cerbio.  ^'V 

t  g.  II.  Solo,  vale  anche  Unico.  Petr 
son.  280.  Sola  eri  in  terra,  or  se*  oel  riel 
felice.  *  Car.  In  7,  79.  Sola  d*  un  san- 
gttr  lai,  d'un  tanto  regno  ResUva  una 
sua  figlia   unica   erede.  (C) 

^  ^.  III.  Talora  serve  ad  esprimere 
Eccellenza,  e  vale  Che  non  ha  eguale. 
Podi.  Stanz.  1.  ].  Sicché  i  gran  nomi 
e  i  fatti  egregi  e  soli  Fortuna  o  morie,  o 
limpo  non  involi.  (P) 

*  §  IV.  Solo,  talora  vale  Privoj  ed  m 
questo  senso  è  sempre  accompagnato  col 
secondo  caso,  a  Bocc  g-  ^,  p.  7.  Veg- 
gendosì  di  quella  compagnia,  la  quale  egli 
più  amava,  rimaso  solo,  del  lotto  disposo 
di  non  volere  più  essere  al  mondo  (cioè 
privo)».  (C)  M,  y.  6  62.  Vedendosi 
Metser  Giovanni  Ja  Oleggio  molto  solo 
di  confidenti  nella  sua  signoria  ,  e  coDo- 
scrndu  Mrsser  Bruzzi  prò  e  ardito,  • 
ben  avvisalo  in  guerra,  e  dì  gran  consi- 
glio, il  recò  a  sé,  pan-odcgli  poterti  confi- 
dare dì  lui.  (CP) 

^-  %  y  Solo,  per  Ispr^lìato.  Dant. 
Purg,  32  S'innovò  la  pianta  Che  prima 
avea   te  ramora  sì  sole.  (Br) 

*  §.  VI  Solo,  per  Solitario.  A r  Fur 
27.  111.  Come,  partendo,  afnìtto  tauro 
suole.  Che  la  ginveoca  al  vìocittr  cet«u 
abbia.  Cercar  le  selve  e  le  rive  piò  sule  , 
Lungi  dai  paschi  ,  o  qualche  arida  sab- 
bia. (PeJ  Sannaz  Arcad,  Proem.  per  li 
soli  boschi  i  selvatìcbi  uccelli  scvra  ì  ver- 
di rami  cantando.  (Bj 

^  5.  VII  Solo,  SI  usa  anche  smstan- 
tivnmente.  Salvin,  Pise.  3.  47-  E  di  qui 
traggono  i  Monarchi  il  loro  argnmeoto  . 
che  it  governo  d'uo  solo  sia  più  sbrigalo 
ed  efficace.  (C) 

$  §.  Vili.  Solo,  in  Urmime  di  Mmticm. 
ed  in  J  rza  di  suit.  dicesi  Quel  pezso  rfi 
musica  die  vien  cantato  da  una  sola  voce. 
con  accompagnantfnte,  O  sema,  (C) 

^-  §.  IX.  //  nome  SOLO  talora  ji 
usa  per  I' av*trhio  SOLAMENTE,  ae- 
cardandolo  in  numero  con  nome  smstanfi- 
f.'  ,  ed  anche  tronco  nel  Jemmmino  . 
Pant.  Pnrg  7.  E  'I  bnon  Sordello  in 
terra  fregò  il  dito.  Dicendo  :  Vedi  ;  sola 
questa  iig4  Non  varcheresti  do[)0  il  sol 
parlilo  (  Leggendo  gli  autori  toscani  . 
parmi  aver  veduto  che  amino  meglio  met 
tere  ti  nome  Solo  innanBi  al  sust,,  eh» 
dofH)  :  Come  per  rstmpio  nel  passo  qui 
di  Dante  ncn  disse  questa  sola  riga,  ma 
sola  questa  nga,  e  ttmilt).  ì'it.  SS,  Paif, 
1.  172-  Con  sola  1'  orazione  gli  legò  sì. 
che  ec  Star.  B»rl.  8a>  Ancora  non  ti 
leRgrno  soli  a  questo  (non  si  eententanc 
dt  CIÒ  solamente  J  j  anzi  adorano  l'uno 
un  bue,  r  altro  un  porco,  ec.  Pass,  73. 
Io  hit  uoa  sol  figlioola  ed  unica,  vergine. 
la  quale  vi  voglio  sposare,  se  v'e  in 
piacere.  Pep,  Decam.  |34-  Come  s«  eoo 
si  vcdcut  in   tutte  le  lingve  nnt    sul  «o- 


SOL 

«   jigoificire  molle  cose,  e  uq»  sol  cosi 
esser    per    molle    «oci    significala.     f>r. 
As     116     Fi.cliiinao  uia  sul    vulla    cosi 
pUo  pUoo,  aspellcrai  che  qucslamu  ba- 
lia   la  qual,  vegliando  iolurno  alla    porla 
rtl'endeA  la   lua  venula,   er.     lìcmh.    son. 
«3.  «è  per  nncsli  contrari  una  sul  dramma 
Scema  del  pensier  mio  tenace  esalilo,  f/  ) 
8.   X.    A  soL  <t  scio,  o   Da  solo  .1  Jo- 
Ic.poiU  a^^erbialm.,  ^alt  Solo  co,,  ,o!o. 
Lai.  rrmotis  arbitrii.   Gr.    ^ovoi;.    «'"■ 
Mi.   I„c.    12».  Oimél  perche  non  sono  A 
■ola  a  sol  con  lei  o.' io  la  dileggio  7  (  l(. 
S.  Gio    Bai.  aiq.  Furseché  aveauo  por- 
lalo  del   pan-   pir  mangiare  un  poco  con 
lui  cosi  a  solo  a  solo      E  232.    Bealo    .1 
me.  se  io  polrù  venir  teco  per  questa  via 
.  solo  a    solo.    E    o'boi't  :    Desidero  d, 
r>f eilare  >  solo  •  solo.  Fir.  no>:  2.  20a 
Poi  la  nolle,  0  quando  aveano  agio  d  es. 
sere  insieme  a  solo  a  solo  .  si    ritornasse 
maschio.  Ar.   Fur.   22.    78.    Giostrar    da 
■dIo  a  sol  eolea  ciascuno. 

J  SOLO.  AiVirb.  Solamene.  Lat.  so- 
/um  .  dumtaxat  ■    Gr.  /jiovov  .   Pelr.  jon. 
«l5.  Darmi  no  piacer    che    sol    pena  m 
apporto.  E  canz    2.S.  1.  Dico  che,  psr.h 
io  min  Mille  cso  diverse  inlcolo  e  6,0, 
Solo  una  donna  veggio,  e  '1  suo    bel  vi- 
so.  Ucc.  »).•.    5.1     4     Si   dicea    tra    la 
pule  volgare,  che  queste  sue  speculaiioni 
arano  solo  in  cercare  se  trovar  si  potesse 
che  Iddio  non  fosse,   fi/oc  3.  25l     Certo 
DOQ  conosco  che  vanlaggio  qui  elegger  si 
posii ,  se  solo  una  volta  si  muore .  Be^l. 
Un     2.  4.  Mi  plglierò  solo  ardimento  di 
dille  ee.   C-ir.  lui-  i'-  «olo   la    supplico 
<*..   si  degni  avermi  in  sua  buonagrazia 
§.    I.    Solo    cif ,  vile    lo    il^sio     che 
PurM.  Lat.    rf.imrii'rf.'.    Gr.    orav,    tv 
S5W.    Bacc.   Intr.  35     Senza    fare  dislin- 
óone  dalle  cose  oneste  a  quelle  che  one. 
Ite  non  sono,  solo  che  V  appetito  le  chieg- 
«ia.    r-:  noi .  91     17-  Questo  faro  10  volen- 
tieri, sol  che  voi  mi  ptomeltiate,  per  cosa 
,-Ue  io  dica,  ninno  doversi    muovere    del 
luogo  suo.    r.imm.  4.   II7     Solo    che  d 
■Icuoa  ombra    di  monto    da' solari    raggi 
difeso  fosse.   Lob.  ìi\.  La    divina    bonla 
;.  li  falla  e  tale,  che  ogni  gravissimo  pec- 
calo, quantunque   da    perfida    iniquità  di 
cuore  proceda,  solo  che  buona  e  yera  con- 
iriaione  abbia  il  peccalore,  tutto  d  toglie 
via  e  leva  della  mente  del  commeltitore  . 
Ftlr    cant     6    3.  Vendetta  fia ,  sol    che 
contra  umiltade    Orgoglio    ed    ira  il     bel 
,«sso,    ond'  io  segno,  Non  chiuda  e    non 
iochiave.  .     „         ,      • 

S.  II.  Per  Fuorchi.  M.  V.  9.  42.  In 
questo  cammino  sania  niuoa  offesa  ,  solo 
,he  di  male  vivere,  roisono  tempo  assai. 
;:  Bemh.  A<ol.  I.  IO  La  quale  frit) 
.isai  spaiiosa  e  lunga  ,  e  tutta  di  viva 
selce  soprastrala  .  si  chiudeva  dalla  parte 
.li  verso  il  giardino  ,  solo  che  dove  facea 
porta  nel  pergolato  da  una  siepe  di  spes- 
usimi  e  verdissimi  ginevri.  E  2.  01.  una 
c«sa  sola,  Irgsiadfc  donne,  e  mollo  sem 
Jice  oggi  ho  io  a  dimostrarvi,  e  non  so- 
lamente da  me  e  dalla  maggior  parie  delle 
nostre  fanciulle,  che  a  questi  ragionamenti 
•rgomenlo  hanno  dato,  ma  da  quanti  ci 
vivono,  che  io  mi  creda,  almeno  in  qual 
.he  parte,  solo  che  da  Perollino ,  cono- 
sciuta. (Bt 

§.  111.  Sol  tanto,  tale  lo  stesso  che  So 
Umenle.  Lai.  (onlumiiOf/o.  Bere.  nw. 
25.  l4-  Sol  tanto  -ei  dico,  che  come  im 
posto  m'  atele.  cosi  penserò  di  far  sema 
faUo. 

*  SOLBEUTTE.  iVome  di  Ire  note 
mastelli.  M'"'-  Sat.  6  E  non  sa  ancor 
«he  don  Grilloo.  che  striscia  Sull'organo 
del  Duomo  il  solreulte  ,  Luccica  in  viso 
più  eh'  al  Sol  la   biscia,  (l) 

t     SOLSTIZI  ALP.  .      j4<I.I      Termine 


SOL 


SOL 


1343 


ailro.iomico.  Chf  Ai  re!.izione  ai_  solslt-  . 
zìi.  Lai.  solslilialis.  Gr.    raoiti«3;.    Gal. 
Sul.  iSt.  Stame  il  centro  della  terra  nei 
punti  solsliiiali. 

t  SOLSTIZURIO.  7  .  //■  ■i'Il-  Sol- 
sUziale.  Lat.  sohtu.alis.  Gr.  TMT.«4. 
II!,.  Jstrol.  Saprai  1'  allungamenlo  del 
grado  dell'uno  dellidue  punii  solstiiurii 

SOLSTIZIO.  /'  (.-"TO  ''"  "'  •^''''  " 
„,i  IropM  J  (,•'■"'<«..  aslronMiCO.  Lat. 
solslitium.  Gr.  >i).i3ry5T«i.  Gmd.  G  Oia 
io  queir  anno  era  entrato  1,1  So  e)  nel  se- 
gno del  Cancro,  nel  quale,  secondo  la 
divina  diH'Osiiiooe  d.llo  stelle,  s.  celebra 
il  sdstiiio  estivale.  Allora  sono  li  di  mag- 
giori neir  anno  ;  imperciocché  avvegnad.o- 
ché  '1  corso  del  Sole  si  distingua  nell 
anno  per  due  solssizii,  cioè  estivale  e  ver- 
nalo ,  delti  sono  perciocché  il  Sole  stae 
ascendendo  e  discendendo  in  quelli  per  la 
fortewa  del  sopraddetto  signifero  cerchio 
del  aodiaco.  Filoc.  7-  46-  N-""^  ^-^  ^.' 
quali  r  estivale  solstisio  comincia.  Lr 
5  10.  5.  Scrive  Varrone,  che  riuelli  al- 
beri che  nel  tempo  delU  primavera  s  m. 
neslano,  si  possono  ancora  innestare  inlor. 
no  al  sidstizio. 

*  SOL  TANTO.   Vel.  SOLO,  aoverb. 

%    Vili.  (•)  „  -       ■    jl, 

SOLUBILE.  Add.  Atto  a  sciorsi.  At- 
to a  disfarsi  Lai.  solubUis-  Gr.  luTOJ. 
§.  P,r  similit.  Cr.  ì.  26.  2.  Sia  la 
jolla  solubile,  e  quasi  nera  ,  e  sufficiente 
a  coprirsi  con  lo  "ntrigamento  della  sua 
eramigna. 

*  SOLUBILITÀ'.  l'oce  dell  uso.  Qua- 
lità di  CIÒ  che  è  solubile.   (A) 

SOLVENTE  Che  solve.  Lai.  solvens  , 
soluto,:  Gr.  é/.Tt'uV  ZAtCaT».  Bum.  Pier 
3  latr  Che  '1  venditor,  checch  ei  trat- 
fichi  o  merchi  ,  A  cui  ,  comprando  non 
solvente,  il  porgi,  Non  ti  colga  mal  cauto 
a  f.ire  il   patio  (cioè,  che  noo  paghi)  . 

SOLVEUE.  Sciorre.  Ed  oltre  «gli  al- 
tri sentimenti  si  usa  anche  nel  signific. 
neutro  pass.  Lat.  soUere.  Gr.  *""»■ 
Dant.  Inf  10  Solvetemi  quel  nodo  Che 
qui  ha  iiniluppjla  mia  speranza.  E  Purg. 
16.  E  d'  iracondia  van  solvendo  il  nodo. 
E  Par.  32.  Ma  io  li  soWerò  forte  legame 
In  che  ti  slringoo  li  pensier  sottili. /?oce. 
noi.  g5.  8.  Per  solverti  d.d  leg-me  della 
promcss.!,  quello  ti  concederò  ,  che  forse 
alcuno  altro  non  farebbe.  *  Ouitt.  lett. 
l3.  38  Non  ogni  lac.  io  vostro  solvere 
spettate;  che  sullone  (colutone)  voi  uno, 
il  Diaolo  n'  aggroppa  due;  ma  solvete  e 
rompete,  e  tagliate  via.  (D 

S  I.  Fiewatam.  Dant.  Purg.  31. 
Quando  nell'aere  aperto  ti  solvesti.  Bui. 
ivi  :  Ti  solvesti,  cioè  quando  li  mostra- 
sti aperta,  non  sotto  velame  di  fede. 

P  II.  Solvere,  per  Distemperare ,  Li- 
muf^re  ;  e  si  usa  nel  signific.  alt  e  ncutr. 
pas!.  Lat.  solvere,  resolvere,  assolvere. 
Gr.  avaWsiv.  Sagg.  nal.  esp.  111.  Le 
perle  e  'I  corallo,  com'  ognun  sa  ,  ned 
aceto  sldlato  si  solvono.  E  261.  Via  via 
che  il  sale  in  esso  si  va  solvendo  ,  fuma 
ed  alza  furiosamente  il  bollore.  Art  le 
tr.  Ner.  2.  42.  Come  1'  acqua  forte  co- 
mincia a  scaldarsi,  lavorerà  e  solverà  I' 
argento  ben  presto.  E  appresso  :  Libbre 
una  e  mezzo  di  acqua  forte,  ec.  :  io  essa 
solvi  ec.  once  sei  di  argento  vivo. 

§.   III.    Per    mrtof.  vale    Snodare,    Li- 
berare. Lai.  Ulcerare,    solvere.  Gr.    aito 
Ijjiv.   Dani.  Inf.  2    Da  questa  tema  ae 
ciò  che  tu  ti  solve.  Dirotti  perch"  i'  venni 
E  Par.  7-  Ma   io  li  solverò  tosto  la  meo. 
te,  E  tu  ascolta.  Nov.  aat.  Sp.    3.    Si    se 
li  solvè  il  cuore  di  tra  si  gran  gioia,  che 
in  poca  d'  ora  cadde  morta. 

§.  IV.  Per  Dichiarare.  Lat.  solvere  , 
1  declorare.  Gr.  JtlXoDv  Dant.  Inf.  IL 
'  O  Sol,  che  sani  ogni  vista    turbala  ,    Tu 


mi  contenti  si,  qoando  tu  solvi,  Che,  non 
men  che  saver ,  dubbiar  m"  aggrata.  Bocc. 
nov.  gS.  47.  I  miei  fati  mi  traggono  a 
dover  solvere  la  dura  quistione  di  costo- 
ro. Lab.  2i3.  Ti  voglio  irar  d'  un  pen- 
siero, il  quale  forse  avuto  h.ii,  o  aver  po- 
Iresli  nell  animo,  solvendoli  una  obbie- 
zione che  r.ir  ponesti.  ('<ifa/r.  Frutt. 
liiig.  Molto  meglio  si  solvono  li  dubbii  e 
le  quislioui  per  le  sante  orazioni  che  per 
sottile  dispuuziiine.  Boez,  l'arch.  5.  pros. 
4 .  Io  ti  dim.mdo  por  qual  cagione  tu 
pensi  che  la  ragione  di  coloro  ,  i  quali 
solvono  quest.i  quistione,  non  sia  efficace, 
g,  V.  P.r  Separare,  Disgiugnere,  Di- 
videre. Lat.  separare,  dividere.  Gr.  ^ist- 
Xu'eiv.  Dant.  Purg.  25.  E  quando  La - 
chesis  non  ha  più  lino ,  Solvesi  dalla 
carne. 

c_  VI.  Per  lo  Levarsi  del  vento.  Bocc. 
nov,  14.  10.  Solutosi  subitamente  nell' 
aere  un  groppo  di  vento  ec,  in  questa 
cassa  diede. 

g.  VII.  Solvere  il  digiuno,  vale  Rom- 
perlo, Man-iiare  dopo  il  digiuno.  Dani. 
Par.  ig.  Solvetemi  spirando  il  gran  ili- 
giuno.  Che  lungamente  ni'  ha  tenuto  in 
fame.  Pe(r.  sùn.  197.  Send'  io  tornalo  a 
solvere  il  digiuno  Di  veder  lei  (in  questi 
esempii  e  figurala'n.J. 

§     Vili.  Solvere   il  disio,  vale    Adem- 
pirlo,  Saziai  lo.  Ottenere  ciò  che  si    de- 
siderava. Daat.  Par.   21.  Mi  disse:  solvi     ^ 
il  tuo  caldo  disio, 

■::■  §  IS.  Solvere  il  proprio  doveri, 
vale  Fare  il  debito  suo.  Dant.  Ping.  10. 
Or  ti  conforta,  che  conviene  Ch'  10  solva 
il  mio  dovere  anzi  eh'  io  muoia.  (N) 

g.  X.  Solver  il  ventre,  vale  Muoverlo. 
Lat.  alvam  solvere.  Gr.  x5iiiKv  XJst» 
Cr  1.  4.  l3.  L'  acqua  tiepida  ec,  quan- 
do sari  più  calda  che  questa  ,  cioè  pm 
tiepida  ,  e  sarà  bevuta  a  digiuno  ,  molte 
fiate  laverà  lo  stomaco,  e  solverà  il  ventre. 
§.  XI.  Solvere  il  matrimonio  ,  volt 
Scioslierlo.  Separarsi  f  un  consorte  dal- 
l'altro. Lat.  solvere  matrimoniim.  Gì. 
■/oiuol  ÒikXi,'£iv.  Maeslruzz.  I.  66.  E 
solvendosi     il    matrimonio  ,  si     risolve     la 

iJola.  „  ,,        , 

§.  SII.   Solvere,  per  Pagare,   fr.    lac 

T.  2.   5.  22.  Né  gli  avresti   a  impor  più 

soma.  Né  che  solva  più  tributo. 

SOLVIMENTO  .    //    solvere,    SciOgli- 

menlo.    Lat    solatio.    Gr.     e<Tist;.    Bui. 

Par.  I.   I.  Nella  seconda  mostra    lo    Ira- 

sformamcnlo  suo  e  l'ammira.zione  sua ,  e 

lo  solvimento  che    fece    Beatrice    de   suoi 

dubbii.  ^, 

t  SOLVITORE.  l'erbai,  masc.  Che  , 
0  Chi  solve.  Lat.  *  solutor.  Gr.  /o«(«. 
Amel  87.  Nelle  dolorose  rume  de  i^ 
gliuoli  del  Solvltcre  de'  problemati  di 
Sfinge  disavveduti  incapperemo. 

SOLUTIVO.  Add.  Che  solve  s  ed  e 
per  lo  più  asgiunto  di  medicamento  che 
placidamenle  purghi  il  ventre;  e  talora  si 
usa  in  forza  di  SUSI.  Lat.  solut.vus 
*  Lili.  Car,  malati.  Avvertiscono  di  non 
prendere  il  medicamento  solutivo  sul  far 
della  Luna.  (X)  Bure!,.  I.  102,  ?en  sa- 
pev'  io  che  il  vento  d'  una  palla  E  solu 
[ivo  a  risaldar  le  gotte  (  qui  m  tseher- 
zo).  Soder.  Celi.  65.  Di  questa  medesi- 
ma maniera  infondendo  dell'  elleboro,  s. 
creerà  una  vite  che  genererà  uva  solul.va. 
Red.  Vip.  I.  78.  Non  rende  ne  più  viv_a,  ne 
più  infingarda  la  loro  faculta  '«lutiva.  £  '"'- 
2  5l.  Vorrei  che  il  sig.  Auditore  pigliasse 
ancora  due  altri  di  quei  siropp.  ":'"''"•  f 
appresso. ■  Presi  questi  altri  due  "31'''°: 
lutivi    potrà   immediatamente    cominciar. 

"  j"s°ÒLUTO.  Jdd.  da  Solvere;  Sciolto. 
Lai.  .<olulus.  Gr.  lo|s.-v  *  -Bocc  B.m^ 
pag.   19     (Livorno  i»02)    Lacca    tendea 


I 


1*44 


SOL 


di  lei  prifllJ  tessuti  De*  suoi  hioodi  capei, 
crespi,  e  soluti  Al  vento  lieve,  ec.  (cioèt 
sparsi  ).  (B) 

^  S  '■  K  fìf^iirnlnm.  n  Maeslruzz.  1.  OO. 
Se  U  doU  (-■  in  cose  mobili,  deesi  risli- 
tuire  immaniioente  soluto  il  matrimonio; 
ma  s'ella  e  io  cose  immollili,  deesi  risti- 
tuirc  infra   l'anno  (cioè,  disriolto)».  (C) 

*  §.  II.  Ptr  ^./empito.  Teseid.  12.  1^. 
E  con  unor  magni6co  onorato  E  stato 
iiDCora  il  suo  rogo  pomposo,  E  ben  soluto 
gli  è  ogni  dovere  Che  morto  corpo  de' 
portare,  o  avere.  (Bj 

^  §,  III.  Soluto,  aggiunto  di  Persona, 
vale  Libero.  Senza  vincolo  di  mairimo- 
nto,  e  si  usa  anche  in  forza  di  siist. 
-  Maestnizz.  i.  ^O-  Quaiiro  sono  le  ma- 
oierc  de' fì;;tiuo)i  :  alcuni  sono  naturali  e 
legittimi,  ciol;  coloro  che  nascono  delle 
mogli;  alcuni  sodo  solamente  naturali, 
cioè  i  6gtiuoli  delle  coocubiue  ,  cioè  di 
«oluto,  e  soluta,  ec.  ••  .  fC) 

■^  g.  IV.  Talora  è  opposto  a  Religio- 
so. «  Jiocc,  introd.  35.  Non  che  le  solute 
persone,  ma  ancora  le  racchiuse  ne'  moni- 
ilerii  ec.  son  divenute  lascive  e  dissolu- 
le-  .  (C) 

#  §.  V.  Soluta,  è  anche  aggiunto  di 
terreno ,  e  vale  IVon  tenace  j  ed  è  opposto 
a  Cretoso.  Cr.  i.  li.  2.  Se  la  lerrj  siri 
truova  più  soluta,  cioè  meno  legoente,  si 
deono  i  fondamenti  piii  a  dentro  cavare. 
E  5.  29.  I.  Il  gmepro  ec.  desidera  dere 
caldo,  o  temperato,  o  terra  arenosa  e  so- 
luta, e  quasi  sterile  »  .   fCj 

*  §.  Vi.  Soluto,  aggiunto  di  Siile,  o 
rimile,  va/e  Sciolto  j  ed  è  opposto  a  Poe- 
tico. Bocc.  Coni.  Dani,  Sforzandosi  (  ()■ 
vidio)  di  scrivere  in  soluto  stile  ec.  gli 
venivano  scritti  versi,  (j4J 

Sr  §.  VII.  Soluto,  aggiunto  di  corpo, 
vale  Lubrico^  Ohbedienle.  M,  Jtdohr. 
Tiene  il  corpo  solmo,  con  acqua  cotta  di 
■usine,  e  di  cassia  fìstola,  e  vi  vuole  ,  o 
maona,  e  lamariadi.  (N) 

♦  §.  VIII.  £■  iVi  forza  di  sust.  vale 
Colui  che  ha  il  henefìzio  del  corpo  j  con- 
trario di  Stitico.  Zihald.  Andr  A5.  Alcu- 
ni  Jtono   soluti,   ed   alcuui   stitirbi.    {V) 

SOLUZIONE.  Scioglimento,  hìl.  solu- 
tio.  Gr.  Xu'cti;,  C.  J'.  li.  2.  I7  Prin- 
cipalmente è  la  soluzione  della  nostra  que- 
stione molto  chiara.  Maestruzz.  2.  36.  E 
questa  medesima  quistione,  e  soluzione  si 
può  far  di  colui  che  consigliò  che  '1  che- 
rico  fosse  battuto,  se  per  suo  consiglio  si 
faccia.  Cr.  4  20-  4-  ^^  lodevole  sangue 
si  convertono  (l'uve),  e  aiutan  la  solu- 
zione di  Tcutre  »  e  M  corpo  purgano  da' 
mali  umori  (cioè  ,  lo  muovono,  lo  ren- 
dono lu1>rico  )  .  !?  Varch.  (^uest,  Alch. 
44-  ^'«1  *i  maravigli,  dico,  oiuno  di  quc- 
■to,  perchè  tutti  dicono  il  medesimo,  e  la 
toluzione,  ovvero  scioglimento  è  agt;vo- 
lissimo,  come  si  vedrà  di  sotto.  (C) 

#  §.  Soluzione,  presso  1  Matematici  , 
io  stesso  die  Resoluzione,  f\  RESOLU- 
ZIONE. §.   IV.    (J) 

3  SOMA.  Propriamente  Carico  che  si 
pone  a'  giumenti  Lai.  sartina,  onuj.  Gr. 
oay/ia.  Noi\  ant.  73.  |.  Quando  furo 
maturi  (  1  fichi),  si  gliene  portò  una  so- 
ma, rrcdendo  venire  in  sua  gratta  Bocc. 
nov.  36.  l8.  T*  aipetlavi  di  scaricar  le 
tome  altrove  (  qiu  figuratamente,  e  in 
sentimento  o.iceno).  E  nov.  8<).  8.  Una 
gran  carovana  di  some  sopra  muli  e  so- 
pra cavalli  passavano.  Ros.  ì'ii.  h\  P, 
cap.  10-  A  volere  scrivere  gli  esempi  e 
miracoli  della  Fede  aon  ballerebbe  uni 
soma  di  carte.  ì'tt.  SS.  PtMd,  1.  310. 
Vieui,  0  .liutamt  rilevare  1*  asino,  che  è 
•aduto  colla  soma.  E  appresso:  Gìi  porto 
una  soma  di  pane,  la  quale  dee  distribuire 
li  poveri. 

•i*  §.  I.  Soma  ,    dicesi    anche    di  Due 


SOM 

barili  di  vino,  o  d'olio.  -  BocC-  Test.  I. 
Un  botlicello  di  tre  some  (  cioè ,  di  te- 
nuta di  tre  some  di  vino.  )  >»  ■   fC) 

3  $■  IL  Soma,  per  Carico,  e  Peso  stm- 
plicrmente.  Lai.  pondus  Gr.  fiapo^.  Pe- 
Ir.  son  226.  Perle  e  rubini  ed  oro,  Qua 
si  vii  soma,  egualmente  dispregi.  Dani, 
inf.  17  Pensa  la  nuova  soma  che  tu 
hai.  A'  Purg.  II.  Cotesti,  che  ancor  vive 
e  non  si  noma.  Guarderei  io  per  veder 
s'  io  'I  conosco,  E  per  farlo  pietoso  a  que- 
sta soma. 

§.  III.  Per  similii.  Lat.  pondus.  Gr. 
a^Qo;.  Petr.  canz  5.  6.  Volando  al  ciel 
colla  terrena   soma    (cioè  ,  il  corpo)  . 

§.IV.  Per  meta/,  vale  Suggezione,  Angra- 
vio.  Lat.  ontts.  Petr.  canz.  29.  5.  Latin 
sangue  gentile  ,  Sgombra  da  te  queste 
dannose  some. 

*  §.  V.  E  figuratam.  <■  Pass,  22. 
Quanto  l'uomo  più  indugia  la  penilenia, 
più  pecca  ;  e  più  peccando,  fa  maggior 
soma,  sotto  la  quale  corivieoe  che  peri- 
sca,   se  ec.   >>.  (C) 

^  g.  VI.  Cittar  la  soma  sopra  alcuno, 
Jìsuratam.  vale  Dargli  la  colpa  di  chec- 
chessia, Sen.  Deci.  ^5-  Tu  ancora  per  non 
essere  presente  glie  ne  desti  materia  ,  e 
gilti   la  soma  e  'I   peso  sopra  me.  (C) 

%.  VII.  Per  le  vie  s' acconcian  le  so- 
me; proverbio  che  vale,  che  In  operando 
si  superano  le  difficultà.  Pataff.  3.  Per 
via  s*  acconcia  soma    a   fare  a    fato. 

g.  Vili.  A  some,  posto  avverbialm.,  va- 
le In  gran  quantità.  Sem.  Ori.  2.  4- 
75.  Ma  pure  al  fin  di  vincer  si  conforta, 
Se  nasccìsonn   a   balle,   a   some,   a   carra. 

g.  IX.  Pareggiare  ,  o  Ragguagliar  le 
some,  figuratam.  si  dice  del  Par  le  cose 
del  pari  j  e  anche  del  Procedere  con 
cautela,  o  riguardo,  frane.  Sacch.  nov. 
lOl.  Ed  ella  si  stellp,  perchè  le  some 
furono  ragguagliate.  Rem  Ori.  2.  Q. 
21.  E  gujrda  ben  di  pareggiar  la  soma. 
Sicché   non    caggia   per   mata  misura. 

'fl'  §.  X.  Levar  le  some  ,  vale  Far 
ff^f^^gfio.  Partire.  Ar.  Fur.  i8.  ^7.  A- 
stolfo  con  costui  levo  le  some.  Per  ri- 
trovarsi ove  la  fama  canta  ec  ,  Che  in 
Damasco    la   giostra    s*  apparecchia.  (M) 

SOMAIO.  Add.  Da  soma  .  Pallad. 
Ottobr.  14  I"  nel  cpgno  del  vino,  eh*  è 
12  orcia  ,  cioè  quattro  barili  somai , 
metto    due    once    de*  delti    fiori. 

•|  *  SOMARACCIO.  Peggiorai,  di  So- 
maro; e  dicesi  per  lo  pia  a  qualcuno 
per  ingiuria.  Fortig.  fìii.c.5.  53.  La  ma- 
no sua  eli' era  man  d'Arpia,  E  di  gran 
somaraccio  avea  la  schiena    (A) 

f  SOMARO.  Asino,  Somiere.  Lat. 
iumentum,  sagmarius.  Gr  XTi^vos,  oa- 
y}i.dpiot,y  aof/p.'7-rofdpoi.  Bern,  Ori.  2. 
g,  3fi.   Volete   ciricarvi   da   somaro  7 

SOMBUGLIO.  /'.  A.  Subuglio.  Lat. 
murwur,'  susurrus,  tumultiis.  Gr.  ^tdii- 
pi9fio\.  G.  /'.  7  l3.  3.  Sentendo  nella 
ritib  il  detto  sombuglio  e  mormorio.  F 
8.  (»<).  5.  Per  la  qual  caf^ione  in  Kirenie 
n'  ebne  gran  ininbuglio  e  grluMa.  F  IO. 
lo8.  I.  Ma  por  li  sombugli  eh' avea  nella 
citlade  er.   si    levò  la   riltà   a   romore. 

SOMEGGIARE.  Portar  some.  Lat. 
onrra  portire.  Gr.  OO^TlOL  ^ipitv.  ^  Fav. 
Fsop.  Test,  Rice.  .'|b  Io  io  tanto  servi- 
gio a  questo  mio  signore,  quanto  io  so  , 
e  potko,  di  recare  grano.  Irgne,  e  nò  che 
fa  bisogno  alla  rata  di  ■«  meggi^re.  (  C) 
Trjttt.  pece,  mv  t.  Dee  guardarsi  la  per- 
sona di  non  lavorare  ec.,  ne  di  someggia- 
re, e  tagliar  legne.  Fir.  As  20^.  Certa- 
mento  ch'io  me  n*  andava  tultf>  contrnlo. 
estimando  che,  olire  a  ch'io  s^rri  esente 
dal  sonieg(;iare  r  lì»  tutte  l'altre  fatiche 
re,  avrei  al  principio  della  primavera  so' 
pra  delle  pungeoU  siepi  ntruTSlu  dette  fre- 
se b  11   lose. 


SOM 

SOMELLA.  Piccola  sema  ,  Sometta  . 
Lat.  sarcinula.  Gr  ycx^9 v  so^Ti'sv  .  Xor. 
Med.  Dìenc.  20*  Meocioxza  mia,  eh*  ì'  vo' 
sabato  andare  Sino  a  Fioreota  a  vender 
due  somelle  Di  schegge,  che  mi  posi  ieri  a 
tagliare 

*  SOMELLINA.  D,m,  di  Somaj  So- 
metta.  Jj'elc.  Vit.  Fg.  cap.  16.  Ora  un 
altro  uomo,  nominato  Donadio,  aveva  fatto 
quivi  presso  una  lomellina  d'erbe.  (C) 

SOMER'IA.  Salmeria.  hil.  impedimen- 
to ,  sarcinae  .  Gr.  en'»«ayuaTa.  Lib. 
Bfotl.  Mise  innanzi  i  tristi,  e  io  mezzo  U 
somerìe  e  i  carriaggi,  da  lato  le  compa- 
gnie. Stor.  A'olf.  Diedono  liceosia  a  Po- 
lisarco  e  Ghittifer,  che  aodassono  in  Fri- 
gia ;  e  avuta  liccniia,  si  mossono  con 
molta  someria.  F  altrove:  Comandò  che 
togliessero  le  donne,  e  ogni  someria  io 
mezzo  di  loro. 

SOMETTA.  Somella,  Lat.  sarcinuia. 
Gr.  fj-iìtùòv  fopTioit.  Rocc.  Lett.  Pr.  S. 
Ap.  3l5^  Ma  dimmi,  può  ragionevolmente 
eiserc  detto  partirsi  di  subito,  ed  arrappar 
la  fuga  colui  che  ,  domandala  licenzia  , 
salutati  gli  amici,  ancor  dopo  alquanti  di 
ordinate  le  sue  snmeitc,  e  quelle  mandai* 
innanzi;  partire  di  subito? 

•f  SOMIERE,  e  SOMIERO.  Asino,  Giu- 
mento. Lat.  iumentum.  Or.  XTÌ5»fl5.  Bocc, 
nov.  100  21-  Alla  qoal  cosa  fare  né  a 
voi  pagatore  ,  né  a  me  borsa  bisognerà  , 
ne  somiere.  G.  J'.  il.  86  I.  Erano 
tanta  gente,  e  cavalli  e  somieri  e  carreg- 
gio, che  la  minore  oste  teneva  una  e  mez- 
za lega.  Cava/c.  Uled.  cuor.  Come  se  non 
fossero  sue  ,  gli  aiolo  carirar  le  somiere 
di  quelle  cose,  e  lasciuUo  andare.  Frane* 
Rarb.  2^8-  4  ^^  ^£8''  buon  somieri,  E 
le  some  leggieri.  Frane.  Sacch.  nm.  20. 
l'  so  eh*  avete  il  capo  nel  fattoio  Tra 
macine,  tra  gabbie,  e  tra  braghieri.  Tre 
vilLoi,  tra  tuoi  «■  tra  somieri.  Tra  1' olio, 
tra  r  ulive  e  lo   'nfrantoio.  , 

3  SOMIGLIANTE.  Add.  ^Simigliante. 
Lat.  similis,  consimilis.  Gr*  ófiOiO^.  JVov. 
ant.  83.  3.  Li  portò  una  veccìiia  femmìoa 
un  sacco  di  bellissime  noci,  alle  quali  oon 
si  trovaro  somiglianti.  Galat  4-  '^  '^* 
nondimeno  è  o  virtù,  o  cosa  molto  a  vir- 
tù somigliante. 

*  g.  /:."  in  forza  di  sust.  -  G.  1'.  12. 
16.  17.  E  ciò  fatto,  pinsono  fuori  il  eoa- 
servadore,  e  feciono  il  somigliante.  /'//. 
S  M,  Madd.  107.  Costoro,  eh*  erano  ve- 
nuti ,  facevano  lo  somigliante.  F  I20. 
Tutte  l'altre  anime  sante  facevano  Ìl  so- 
migliante ••  ,  fRr) 

SOMIGLIANTEMKNTE.  Avverò.  St~ 
miffliantemenle.  Ltt.  similiter,  parittr. 
^  Li'i  Cur.  malati.  SomtgUaolemeole 
vale  li  decozione  del  fien  grrco  (Ti)  So* 
der,  Colt.  ii.^.  Cosi  come  delle  pere  e 
delle  n»ele  d'ogni  sorte,  strette  al  torchio, 
se  ne  (»  vino;  somigliantemente  questo 
vino  si  può  fare  ìnfurKare  per  areto,  te- 
nendo |}ieno  fin  a  mezzo  il  vaso,  dove  egli 
dentro  si   pone 

SOMIGLIANTISSIMO  Superi,  di  Só^ 
migliente.  Lai.  similtimus .  Gr.  ófiOiO'- 
T«TO<  .  Farch.  Fero!  ^3.  Le  quali  due 
lingue  però  sono  tra  loro  somiglianliui- 
me.  Tae.  Pav.  Stor.  2  2fi<)  La  imme- 
ginc  detta  Iddia  ^  oon  in  forma  amane, 
iomiglianlissima  a  piramide  tonda  .  R»d. 
Ins.  4-  Crederono,  dico,  che  ec.  comio- 
cii\»e  a  vestirsi  da  sé  medesima  d*  una 
certa  verde  tanuggine  soraigtiaDliuima  ■ 
quella  vani  peluria,  ec. 

SOMIGLIANZA.  SimigUmnim  .  Lai. 
simt/itmdo.  Gr.  óitOtOTfti-  Frane.  Sjcck. 
noi'.  a34>  Avvilo  il  Conte  di  mettere  om 
di  ec.  armalo  uno  in  somiglianza  di  Guer* 
nieii  .  yov.  ant.  37.  2.  Alli  malli  ogoì 
matto  pare  savio  per  la  sua  somiglianza. 
Din    Comp     3.    43     Uo    ca%alirre  della 


5  O  U 

somiglilo»  di  CìttelliDa  romano,  ma  più 
cruJflp  di  lui.  Soti^r.  CoU.  lo3.  Attac 
cale  lame  di  piombo,  o  di  rame  al  ioodo 
del  cocchiume  ec,  «e  reileranno  asciutte  e 
pure,  e  »rgno  di  duraie  ;  >e  Lagnale  ,  il 
ffOQlrario;  e  masiìm^nunie  se  avcraono  le 
scaglie  fatte  a  somiglianea  di  biacca 

•f  SOMIGLIARE.  Siniigliarej  e  si  co- 
siruitct  coi  terzo,  t  coi  i/narto  caso.  Lat. 
simiirm  esse,  nssimUari.  Gr.  o/;oioùo3at. 
Dant  Parg.  14.  Ed  ecco  V  altra  con  sì 
gran  frarasso,  t  he  somigliò  tonar  /ìocc. 
nov.  8  2  La  quale  (  novella  }  perchè  1' 
effetto  della  passala  somigli,  non  vi  do- 
▼rb  perciò  essere  mcn  cara.  Lab.  10.4. 
L*  altre  poche,  che  a  questa  ^c^e^endls- 
sìina  e  veramente  doona  s'  iugeynarono 
con  (Ulta  lor  fona  di  somigliare,  non  so- 
Umeolc  le  mondane  pompe  non  seguiro- 
no ,  ma  le  fuggirono  con  sommo  studio  . 
C,  ì  .  II.  6.  9.  Si  dicea  piuvicamenle 
eh"  egli  era  suoSgliuolo,  e  di  molte  cose  il 
komigliaTa  .  Tts.  Dr.  5.  l3.  L'  altro 
(smerlo)  è  grande  ,  e  somiglia  *\  falcone 
laniere  bianco.  *  Ta$s  htm.  Am.Canz. 
3.  Qual  più  rara  e  gentile  Opra  è  della 
natura.  Oh  meravìglia.  Quella  più  mi  so- 
miglia La  donna  mia  ne' modi,  e  ne'aem* 
bianli.  ^D) 

*  g  I.  Somigliare,  per  Parere,  Sem- 
brare. Mil  M.  Poi  ì^O  E  questo  fan- 
no per^icchè  i  vestiti  bianchi  somigliano  2 
loro  buoni  e  awi-uturosì.  (Cj  Stor,  Bari. 
17.  Ma  imperciocché  tu  mi  somigli  a  savio 
aomo  e  conoscente,  sì  ti  prego  ec.  Bern* 
Ori.  1.  24  23.  Ma  vi  bisogna  un  cor 
senza  paura  Come  aver  debbf  un  cavalier 
perfetto ,  Qual  voi  mi  somigliale  nell' 
aipetto.  (y) 

§.  \\.  Per  paragonare  .  Lat.  compara- 
re, con^erre.  Hocc  ^.  9.  cent.  2.  E  talli 
quanti  gli  vo  somigliando  Al  viso  di  colui 
che  me  amando  Ha  presa. 

SOMIGLIEVOLE  .  Ad,ì.  SvmigHante. 
Lat.  sintilii,adsimilis*  Gf.  ofJ-OtO^-  liorch. 
Hip  4-  L*  intelletto  al  Sole  ,  1'  anima  alla 
Luna,  ed  il  corpo  alla  terra  somiglievote  in 
Ogni  parie.  ]•'  2^1.  lo  molle  cose  1*  oro  è 
somiglicvole  al  Sole. 

t  SOMMA,  i^uanttlà  di  danaro  Lat. 
tumma ,  vi.%  ,  copia.  Gr.  7rXTj63;.  (i.  V, 
li.  44'  ^  Vollono  spendere  sì  disordina- 
la somma  di  moneta  Dtttam.  2.  7.  Che 
a  minor  somma  il  censo  lor  di\isa.  C-is. 
lett.  68  Non  far  come  chi  paga  un  de- 
bito ,  che  ,  conto  eh*  egli  ha  i  danari  al 
creditore,  non  ha  più  cura  di  quella  som- 
ma, o  di  quella  moneta,  siccome  non  sua. 
#  Jnstr.  CanCt  ^o  Debbono  d'ogni  gra- 
vamento che  faranno  far  la  ricevuta  delle 
robe  gravate  al  debitore  in  buona  forma 
con  dichiarare  in  essa  per  quanta  somma, 
d'  ordine,  e  a  instanza  di  chi  abbianu  fatta 
r  esecuzione.  (C) 

•f  §.  \.  Per  Estremità,  Sommo.  Lat. 
lummittts  ,  Gr.  otx^a  .  Pataff,  6.  E  tutto 
io  somma  della  lingua  V  baio  .  S.  Ciò. 
Crisost,  123  Quantunque  1*  uomo  sia 
pervenuto  a  somma  d*ognt  male,  pure  se 
vuol  partirsene  ,  e  tornare  alla  via  della 
virtù,  ricevelo  (Dio)  voleoiieii  ed  abbrac 
cialo  ,  ec. 

#  §.  II.  Somma,  vale  anche  Quantità 
che  rifulta  da  più  somme  iintte  imieme. 
Initr.  Cane.  56.  Toccheri  a  questi  a  ra- 
gione di  i^  soldi  per  lira,  che  fanno  dette 
lire  175,  alle  quali  aggiugnendosì  dalla 
massa  de*  descrìtti  lire  jS,  dalla  massa  de- 
gli arcbibuìieri  lire  5o .  si  farà  tutta  la 
proposta  somma  di  lire  3oo    (C) 

3  §.  HI.  Per  Conclusione ,  Sunto.  Lai. 
summa  Gr.  to'  xt^a7atov  Bemh.  j4sof.3. 
162.  Brievemente  raccogliendo  la  somma 
delle  loro  quistiooi  Sa/*-,  Granch,  5,  3.  La 
somma  si  è  questa,  che  ta  dica  D'averlo 
lotto  a  un  Turco  in  Raugìa.  E  più  sotto: 


SOM 

La  somma  e  la  suslaDza  Si  è,  eh*  io  dica 
come  '1  fatto  sta.  s;*-  Onice.  Sior.  3.  14. 
La  somma  de*  capitoli  più  importanti  fu, 
che  tra  il  Papa  e  Cesare  fosse  perpetua 
amicizia  e  confederazione    (I.J 

#  §.  IV.  Pi-r  Sommario.  Salv.  ^vvei  t, 
I.  2.  6.  Che  adunque  6a  da  dire  ec.  de' 
proemii,  delle  racronlazioni ,  delle  sumine, 
e  brevemente  di  tante  allre  maniere  del 
libro  delle  novelle?  (f  )  Vallai-.  Sul.  237. 
Siccome  non  ben  succede  il  cibarsi  di  soli 
stilLili,  e  di  quintessenze,  così  né  lo  stu- 
diare per  via  di  conìpendìi ,  e  di  som- 
me. (FP) 

V  §.  V.  Recare  a  somma  una  cosa  , 
vale  fiislrini^erla.  Diminuirne  la  quantità. 
•i  Frane.  Sacch.  noe.  I.'Jl  Deh  1  dimmi 
quello  che  tu  facesti  io  total  di,  or  f;i  un 
anno?  E  Fazio  pensa  .  E  io  seguo:  or 
dimmi  quello  che  facesti  or  fa  sei  mesi? 
E  quelli  smemora  .  Ucchianla  a  scmma  ; 
che  tempo   fu  or  fa   tre  me.si?   {€) 

g.  VI.  Somma  d'  nlcun  affare,  vale  II 
più  considerabile,  e  più  irnportante  d'un 
negozio.  Lat.  pandus  mgocii,  summa  tei. 
Gr.  to'  z£sa)cztov  .  {'d*.  leti,  io  No- 
stro Signore  ba  ìnGoita  sper.inza  nella  pre- 
scn;£a  ec.  di  V.  E.,  e  cou6da  in  tei  tutta  la 
Somma  di  questi  affari  ^  FnrcH.  Star.  5. 
lo5.  Il  quale  avendo  in  mano  la  somma 
di  tutte  le  faccende  dell'  Isola,  e  odiando 
mortalmente  l'  Imperadore,  s*  era  in  su 
queir  occasione  Iraslenlo  in  Francia.   (C) 

f  ^  g.  VII.  La  Somma  delle  somme,  va- 
le La  Conclusione  finale,  ultima.  Cecch. 
Mogi.  I.  I.  La  somma  delle  somme  è 
questa,  che  mio  padre  sl;imani  prima  eh' 
egli  uscisse  di  casa  mi  disse  ,  oggi  ordi- 
nati cb'  io  ti  ho  dato  moglie  ,  di  soscri- 
vere  la  scritta.  (V) 

g.  Vili.  Dare  in  somma,  o  simili,  vale 
Dare  ec  a  fare  un'  opera  ,  o  un  laverò 
a  tutte  spese  di  cfii  prvndf  a  farla  per 
certo  prezzai  f^f  anche  si  ilice  Pare  m 
cottimo.  Lat.  opus  facii-ndnm  loCaie.  M. 
ì'.  5  73.  All'  Uscita  di  S'iiembre  del 
detto  anno  si  cominciarono  a  fondare  le 
mura,  e  tutte  s'allogarono  in  somma  a 
buoni  maestri. 

§.  IX.  Fare  somma  ,  vale  Multipli- 
care*  Lat,  summam  c-''nficere.  Fir*  Disc, 
an.  4S.  Ma  poiché  gli  anni  gli  avean  fat- 
to somma  addosso  ec  ,  era  per  morirsi 
di  fame . 

§  X.  In  somma  ,  posto  avverhialm.  , 
vale  Finalmente,  In  conclusione.  Lat.  od 
summam  denique ,  tandem.  Gr.  t.a^6}-0\i 
•?£  Te)o5,  uarspov  .  Dant.  Inf.  i5.  In 
somma  sappi  che  tutti  fur  rherei ,  E  let- 
terati grandi  .  Cren.  Aforell  2^'J■  Gio- 
vanni fu  quello  in  snmma  che  più  ab- 
brancò, e  Pagolo  ne  andò  di  peggio  ebe 
tutti  .  P'it  S.  M.  Mudd.  23  In  somma 
si  puose  in  cuore  -U  volere  fare  contrario 
a  tutle  quelle  cose  eh'  ella  si  dilettava 
quando   ella    era   vana. 

•>-.  g  XI.  i\'e/  qual  senso  fu  delta  an- 
cora Somma  delle  somme  .  yfmm.  Ant. 
3l.  2.  9  Somma  delle  somme  questa  è: 
romando  che  nel  tuo  parlare  sii  tar- 
do.  (D) 

SOMMACO,  e  SOMMACCO  Pianta, 
della  quale  vedi  Diosc.  e  Alatt.  Lat.  rhus, 
*sumach»  Il  J'ettcri  nelle  i-arie  Li  z  38 
20.  la  dice  in  Lat.  sumnincl.us .  M.  Al- 
dohr.  B.  1'.  Faccia  cuocere  una  gallina 
vecchia,  o  una  tortore  in  acqua,  dov'pgli 
abbia  gomma  adraganli,  e  sommaco  .  F 
appresso.-  Caviellì  e  vitella  con  agresto 
verde,  o  in  aceto,  o  in  sugo  Hi  mele,  o 
in  sugo  di  sommacco  ,  in  eelnuoH,  o  in 
lumie.  Picett.  Fior.  180.  Puossi  fare  an- 
cora con  altre  cose  simili  ,  erme  scorze 
di  melagrana  e  sommacco  ec. 

§.  Sommacco  j  diciamo  pure  al  Cuoio 
concio  col'e  foglie  di  questa  pianta.  Buon. 


SOM 


i^."; 


Fier,  2.  4  ''  "r"  scema  il  prezzo  Ai 
quelle  vjcclietlr  ,  Abli;issa  qurì  somuiac- 
ehi,    C'ia    quei   cordov;tiiÌ. 

SOMMAMENTE.  J.veih  Crand.  men- 
te. Lat-  vfhrmenter ,  tvai^nipei e ,  jumnie. 
Gr.  fì^óSpy..  Bocc.  /Idi-,  42.  L'i.  Laond» 
sommamente  Maituccio  venne  nella  sua 
graiia  .  Coli.  SS  Pad.  Ci  sforzammo  di 
sost<  ner  la  povertà  e  la  malagevolezza  del- 
l' eremo,  e  di  seguitare  .sommamente  e  eoo 
grande  studio  1"  avpretza  della  convtrsa- 
zion  di  coloro  ,  la  quale  appena  sostene- 
vano eglino.  /'(/  S  Ciò.  fiat.  kjq.  Fa- 
veMdvaoo  insieme  dille  sci  iiiuie  ,"e  dell* 
proiezie  ,  e  del  tempo  de'  l'adri  aniicbi 
e  del  tempo  novello  ,  e  del  Figliuolo  di 
Dio  ,  the  doveva  venire  ,  e  sopra  questo 
si  dilettavano  sommamente.  Ca\-.  leti.  i3, 
E  cosi  ne  ta  ringrazio  sommamente  .  £ 
■Zi.  Come  quello  che  sommamente  desi- 
dero ogni  onore  ed  esaltazione  sua,  conia 
la  mia  propria.' 

^  g.  Per  Sommariamente.  Cavale.  F- 
spns.  Simo  II.  Gli  articoli  della  Fede, 
li  quali  si  contengono  sommamente  in 
nel  Credo.  BorgU  Ami,  firn.  71.  Ba- 
stando aver  tocco  sommamente  ec.  quel 
che  ec  per  Una  generale  notizia  debba 
bastare.  {V) 

SOMMARE-  Eaccorre  i  numeri  j  term. 
ai  ilmcti(0  .  Lat.  in  summam  redigere  . 
Gr.  )oyi^z-!^at.  Scn.  /'^.s/.  Qu.indù  Tuo- 
mo  ba  ragunale  le  parli,  sì  le  somma  per 
un  conto.  Menz.  sul.  j.  Allorché  le  par- 
tile Atropo  somma. 

g.  Somm.irc  ,  in  signifc.  neutr.  ,  vale 
Far  la  somma  .  Lat.  summam  confice- 
re  .  G.  7'.  II.  91.  5  Somma  da  fiorini 
3oOOOO,  e  più,  F  cop.  92.  4-  Somma  1* 
opportune  ispese,  sanza  i  soldati  a  caval- 
lo e  a  piedi ,  da  fiorini  40OOO  d*  oro  ,  e 
più,  r  anno. 

SOMMARIAMENTE.  A^verb.  In  som- 
mario ,  Compendiosamente.  Lat  compen- 
diario. Gr  5UVT0jUW5,  ou»v;'^0Tr3v.  lìocc. 
Intr.  53.  Questi  ordini  sommariamente 
dati,  li  quali  da  tutti  commendali  furo- 
no ,  lieta  drizzata  in  pie  ,  disse,  F  J  it. 
Dant.  23l.  Io  lui  sommariamente  le 
divine  cose  e  1*  umane  parev,-mo  essere 
fermale.  Beli.  Tuli.  Se  dice  il  fallo  som- 
mariamente ,  non  per  parte  .  M  V.  3. 
107.  Manteneva  ragione  ira  loro,  la  qua- 
le faceva  spedire  sommariamente  {  cioè  , 
eoa   giudizio  sommario). 

•i'  g.  Sommariamente,  fu  usato  anche 
per  Sommamente,  quasi  da  Sommai  io,  per 
Sommo,  come  Prininrio,  per  Primo.  Fr. 
lac  Cess.  3.  2.  72.  Questi  artefici  som- 
mariamente sono  utili  al   mondo    I C) 

SOMMARIO.  Sust.  B'cve  ristretto. 
Compendio.  Lai.  summartuni _.  breviaritim . 
Gr.  ÌTiirop-o  ,  aJ-iO-^ii .  Sen.  Pist.  Il 
quale  in  aUro  tempo  si  soleva  chiamar 
sommario.  Borgh.  Oni;.  Fìr.  38.  Se  si 
dee  credere  al  sommario  di  Livio  E  ap- 
pi esso:  IS'on  vorrei  desse  già  noia  ad  al- 
cuno quel  che  de*  medesimi  sommarii  di 
Livio  par  che  si  cavi.  Bor^h.  Bip.  7.f\c\. 
Scrivendo  io  in  Lrieve  sommario  le  vi- 
le  degli  aDticbi,  e  de'  niudcrni  scultori,  e 
pittori . 

SOMMARIO.  A.!d  Fatto  sommaria- 
mente, e  senza  solennità  di  giudizio.  L»l. 
summarius.  G.  J'.  12.  16.  14  Te^;nen- 
do  ragion  sommaria  dì  ruberia  e  forze  . 
Buon.  Fter.  4  5.  3.  A  cui,  per  iscansar 
mali  maggiori ,  Si  dee  rsgìon  sommaria 
e  spedizione,  Jl^  Borgh,  Cd.  Milli.  ^28- 
Finita  una  guerfa,  ct>me  sarebli'*  stata  de* 
^'olsci,  0  de'Latini,  si  pigliava  nf  l  Senato 
sommjria  deliberasione  de'  fatti  loro.  E 
Fast.  l^GG  Giovava  a  uo  colai  seminario 
conio  dei  tempi  il  numero  de' lustri     (Fj 

§.  Sewmaria  ,  inforza  di  sust.,  vaU 
Ragione  sommana,  O".  7',  12.  8.  II.  Tra 


12^6 


SOM 


gimlici  avea  ordinati,  che  n  chìannarana 
(fclLi  somrnjria. 

SO\tM.Vr,lS>I\IAMENTR.  Supàrl.  di 
Somm  trtaim'.itix.  Lut.  \'er'ii.'S  nttam  pin- 
cisstrnix.  Gr.  zj  ^-a/ist  u;,OLocU7ra.  Li*'. 
Preti.  Mi  ha  coinan<ìitu  che  io  oc  favelli 
ora  più  clit^  soininariàsimamcDtc. 

^  SOMMATA.  Sorta  di  vii'o/tda.  L(uc. 
rim.  3.  3l3.  Le  sue  dolcezic  son  ijuaii 
divine;  E  reca  dopo,  s'  è  migliore  il  Imre  , 
Che  la  sommata,  o  "1  cavial  ben  fine.  (B) 

SOMMATAMICN TR.  Jvverh.  Somma- 
riamente. Lat.  hrvi'iti'r,  compendiario.  Gr. 
cuvro'aoj;,  5y):/iij'5oj]V.  Sen.  Pitt.  Non 
mi  ricordo  bene  di  tulio,  in  ci'»,  eh'  egli 
è  lungo  tempo  chi;  io  l'mli',  e  me  ne  ri- 
corda sommatamente.  Albert,  cap.  'J.  Ma 
liasli  averti  scritto  questo  Lrcvcmentc  e 
tommatamenle. 

SOMMATE,  r.  A.  Stixt.  Ottimale. 
Lai.  procer ,  optimas .  Gr.  /ui'/tvTx'i  . 
Amct.  72.  A  celebrare  si  dispose  una 
gran  festa,  alla  (fualc  i  sommati  del  re- 
gno suo  d'ogni  parte  chiamati  vi  venne- 
ro. •^.  !mpe^.  f'rox^.  D.  16.  T.  5.  l83. 
Ke  tremano  le  nazioni  tutte,  spavenlansi 
i  sommati  de"  regni.  ( F) 

SOMMATO.  Sust.  Dicesi  U  somma 
ftitxolta  da  un  conto  di  più  partite.  •'.*  3/<i- 
gal.  part.  l.  lelt.  2.  Non  so  se  di  quel 
primo  sommato  cosi  spaventoso  vi  rimar- 
ranoo  i  rotti.  (B) 

t  3  SOMMEIIGERE.  Inondan ,  Co- 
prir d'acqua.  Lat.  suhmerffere^  mcrgerc. 
Gr.  zxTatJustv,  xaTstTranTi^iiv-  ^''*  2. 
18.  5.  Acciocché  i  torrenti,  che  vengono 
del  monte,  non  cuoprano  e  sommergano  i 
semi  che  son  nella  valle  gittati.  *  O-  ''•  /''*■ 
6.  cap.  So.  .Nell'anno  detto  di  sopra  av- 
venne in  Borgogna  Imperiai,  nella  contra- 
da di  Collres ,  che  per  diversi  tremuoti 
certe  montagne  si  dipartirono,  e  per  mi- 
na nelle  valli  soverchiarono  ,  onde  tulle 
le  viUate  che  erano  nelle  delle  valli  furo- 
no ricoperte  e  sommerse ,  ove  morirono 
più  di  5O00  persone  (  il  testo  Becanati 
invece  .di  soverchiarono  legge  somracrso- 
no).  (F) 

#  §.  1.  l'ale  anche  Attuffare^  Immerge- 
re intieramente  neW  acqua.  »  Dani.  Inf. 
18.  Quaggiù  m'hanno  sommerso  le  lusin- 
ghe, Ond'io  non  ebbi  mai  la  lingua  stuc- 
ca. E  Purg.  3l.  Abbracciommi  la  testa, 
e  mi  sommerse  Ove  convenne  eh'  io  l' 
acipia  inghiottissi.  But.  ivi:  E  me  som- 
merse nell'  acqua,  alluffandomi  col  capo  in 
.»sa.  Bocc.  noi:  ^1-  l^-  Caliate  le  velo, 
o  voi  aspettate  d*  esser  vinti,  e  sommersi 
in  mare  ».  (Cj 

#  §.  n.  Sommergere,  fu  detto  non  solo 
*ìcll'  acqua,  ma  anche  della  terra.  Cr.  5. 
3.  3.  E  ciò  fallo,  nella  delta  aia  ,  ovvero 
«emcnzaio,  sommergere  lo  mandorle,  non 
più  addentro  di  «piatirò  dita,  che  ce.  (V) 

#  §.  III.  f'S  in  signijic.  ncutr.  pass. 
Atttiffarsi,  Immergersi  intieramente  nel- 
P  acqua.   «   Decliun.   Quintil.   C.  A     colui 

Iwrgerci  la  mano,  il  cpialo  stanco  per  com- 
lattimento  ile'  membri  si  sommerges- 
se   n.    fC) 

g.  IV.  Per  meta/.  Lab.  5?.  Con  le  no- 
ftre  malvage  opere  continuamente  ri  an- 
diamo sommergendo.  Pist.  Cic.  a  Quint. 
Che  tu  non  li  lasri  ioperrliiare,  ni;  som- 
mergere dalla  gi.iud<-Ezn  delle  faccentle 
(cioey  sopraflare  ).  Dant.  Inf.  a8.  Questi, 
»carcialc,  il  dubilur  sommerse  In  Cesare 
(ciriè,  tolse  vìaV 

)>  §.  V.  E fgìirat.  vale  Vincere,  Su- 
perare. Catti.  Consid.  Tass.  2.  l6.  Que- 
sti scbenti  non  si  posson  Inllerare  se  non 
hanno  due  rondicioni  ;  l*  una  rhc  siano 
con  somma  diligenta  condotti  a  fine ,  sir- 
cbè  la  graxia  sommerga  l*'affcllauonc;  1* 
«lira  ec.  (Br) 

t>  5  VI.  Sommargere,  per  Sommergersi- 


SOM 

Fior.  S.  FraiiT.  188.  Per  Io  difetto  del 
governatore  perisce  e  sommerge  quesla 
nave,  ed  annegasi  raiserabtlmeate.  (f)  3/. 
/'.  I.  !\(y.  Ut.  Come  sommerse  ViUacco  io 
Alamagna.  (Cl'f 

SOMMEKGIME.NTO  .  Sommersione  . 
Lat.  sii'tmersio.  Gr.  xscr^^ì^Tc;.  Bor^h. 
Rtp.  516.  Dipmse  ce.  quando  il  popolo 
passa  il  Mar  rosso,  col  sommcrgirncnto 
«li   Faraone. 

't  SOMMERGITRICE.  FcrbaLfemm. 
Che  snmmer^e.  Lo-'i.  109.  Vedere  adun- 
que dovevi,  amore  essere  una  passione 
accerjtrice  d.?!!' animo  ce.,  vixio  delle  men- 
ti non  sane,  e  sommergitrice  dell*  amana 
libertà   fqui  fignraiam,). 

3  SOMMEitGITURA  .  Sommersione. 
Lai,  suhmersio.  Gr.  xarào-JAtc.  Fr.  lac. 
T.  2.  16.  12.  Farò  sommergitura  Dell*  uom 
eh'  è  annegato. 

*  §.  E  fi^Hratam.  u  Fr.  lac.  T.  7.  2. 
7.  Messo  ha  il  freno  alla  misura;  Non 
faccia  sommergltura  m  .   (C) 

JSOMMEKSKRE.  Sommerger*.  Lat.  oh- 
hruere.  Gr.  xocrx^a>i»iv.  /'ir::.  Eneid. 
A.  I.  Fruiva  contp»  a  loro  colli  venti  la 
tua  forza,  e  sommersa  le  loro  navi. 

=*■=  §.  E  fi-^uratam.  «  Fr.  lac.  T. 
6.  3i.  IO.  Sitisco  il  fonte,  d'ondo  a  noi 
si  versa  La  caritade,  che  ti  cor  mi  som- 
mersa ».  (C) 

t  3  SO.MMERSIONE.  //  somme/-gvre. 
Inondazione  che  copre  del  tu  tio  il  U^rreno 
innondato.  Lai.  suhmersio.  Gr.  KaTOtìuji;. 
O.  /*.  IO.  171.  I.  Vi  morirono  per  la 
sommersione  più  d'ottomila  persone. 

^  §.  Sommersione,  si  dice  anche  d'  Una 
nave,  o  di  Qualunque  altro  oggetto  che 
interamente  si  tuffa  nell'acqua.  «  But, 
ìnf.  27.  I.  Poiché  Ulisse  elibc  narrato  la 
sua  sommersione,  la  fiamma  si  levi  ritta»»  . 
Buon.  Fier.  3.  5.  2.  La  barca  die  volta 
ec.  Ma  la  sommorsion  fu  senza  danno.  (C) 

t  SOMMERSO.  Add.  da  Sommcrqerej 
Bicoperto  dalP  acque.  Lai.  suhmcrsus , 
Gr.  xfTauOirtaOsi;.  ^  Segner.  ìncred.  I. 
12.  9.  Tali  sono  i  cigni,  e  più  simili  cui 
miriamo  ec.  dati  i  piedi  spaziosi  in  guisa 
di  remi,  a  vogare,  immersi  nell' onda,  ma 
non  sommersi.  (P) 

§.  I.  Per  similit.  vale  Ricoperto  da 
checchessia.  Vani.  Inf.  6.  Con  tre  gole 
caninamente  latra  Sovra  la  gente  che  qui- 
vi è  sommersa. 

*  §.  II.  E  inforza  di  sust.  »  Dant. 
Inf.  20.  Dì  nuova  pena  mì  convicn  far 
versi,  E  dar  materia  al  ventesimo  canto 
Della  prima  Canyon  ch'i*  de' sommer- 
si -.  (Br) 

5  S-  HI.  Per  metaf.  Dant.  Par.  2.  Ed 
ella:  certo  assai  veilrai  sommerso  Nel  fal- 
so il  creder  tuo.  Buon.  Fier.  5.  2.  8- 
Che  sommersa  nel  sonno  Sa  ravvisar  la 
legge. 

SOMMESSA.  Contrario  di  Soprappo- 
sta. Dant.  Inf  17.  i.ou  più  color  som- 
messe e  sopranposte  Non  Ter  ui-ii  in  drap- 
po Tartari,  ne  Turchi. 

SOMMESSAMENTE.  Avveri'.  Piano. 
Adagio,  Con  voce  sommes-ra,  o  bussa.  Lai. 
suhmissim.  Gr.  cc/-^  .  Jìuon.  Fier.  2.  4- 
17.  Parer  prima  intonargli  il  suo  concetto 
Sonimi'ss.imentc ,  e  poi  sembrar  dir  forte. 
/■'  4  t-  4-  **'  '*'  pi^rio  Uilirc  upru-e  una 
finestra  Somme:«amente  e  piano. 

•f  *  SOMMESSEVOLE.  Add.  Inchi- 
nevole, Umile,  Snmmcssoj  ma  è  vote  pooì 
u.tata.  Segner.  Ufiter.  x'crsett.  8-  n  a.  Hai 
da  rhinare  il  capo  sempre  più  sommrsti^ 
vole  a  quella  fede  che  qual  baltesuto  pro- 
fessi.  (A) 

t  3  SOMMESSIONE.  e  SOMMISSIO- 
NE.  Il  sottomettersi;  L' azifVte  colla  quale 
uno  dichiara  di  rendersi  suf^getto.  Lat.  de- 
missio  .  Gr.  m'tiMfpotJtti.  M.  V.  A. 
61     Lo  lmperad(U-e  in  I*iia   vnlea  che  gli 


S  O    M 

ambasciadori  Sanesi  f«:eisono  la  soounei- 
sione.  Cron.  Morell.  Alla  sommcuioDe  del 
maestro,  e  alle  molle  busse.  Borgh.  Tote. 
3.J1.  PigUando  il  tempo  dalla  sua  (OBk- 
me&sione    a*  Romani  alla  guerra    civile    di 

saia. 

^  3*  '-  Sommissione,  vale  anche  Riv^ 
re/tza.  Rispetto,  Umdiazione,  »  M.  V.  ^. 
5o.  Cercarono  stantemenle  ,  con  sommer- 
sione e  preghiere,  che  '1  nobile  e  gentile 
cavaliere  ec.  di  si  vUc  e  vitupcrosu  »erv^ 
gio  non  fosse  contaminalo.  Stor.  Eur.  ^ 
<>6.  .Mando  con  molla  sommissione  a  chio- 
dere  perdono  a  .  (C) 

#  §.  II.  .Sommissione,  si  dice  altresì 
al  plurale  de°li  Atti  ,  e  delle  Parole  ri" 
spetlose  di  cui  un  itferiore  fa  uso  verso 
di  un  superiore  per  placare  la  sua  inde^ 
ffnastone,  per  dargli  sodtsfazione,  0  stm^ 
le  .  Guicc.  Stor.  16.  39.  La  quale  (  J/a- 
dama  )  lo  spedi  subit>  con  amplissime 
commissioni ,  usando  tutte  le  sommissioni 
e  arti  possìbili  a  mitigar  V  animo  di  quel 
Re.  (C) 

*  SOMMESSISSIMO.  5uptfr/.  A  .&)». 
mcss'j.  Salvia.  Disc.  2.  68-  Volendo  espri- 
merò un  genere  di  *crvitù  umilu  e  som- 
messissim't .  E  Pros.  Tose.  1.  53i.  Ove 
rende  le  ragioni  nm  filosofica  sempre  Aom- 
mcssissiroa  ec.  dubitazione-  (*) 

■{•  *  SOMMESSIVAMENTE.  Avverà. 
In  modo  sonimessi\fO ,  Con  sommessione  , 
Con  umiliazione.  Pelr.  Uom.  ili.  a3o.  Som- 
incs^vamcntc  rhieggcndo  (Arrigo  impera- 
dore  )  perdono  al  Papa  ,  a  gran  fatica  V 
impetrò.   (!') 

SO.MMESSIV0.  Ada.  Che  ha  sommes- 
sione. Lai.  suUmissus  ,  humilis-  Gr.  r«- 
T-cv^pswv.  Tac.  Dai'.  Stor,  3-  3o3.  Lette 
in  puliblico  queste  due  lettere  ,  quella  di 
Cecina  sommessìva ,  quasi  tcmcue  di  non 
offendere  Vespasiano,    ce. 

SOMMESSO  .  Susi.  La  lunghtua  del 
pugno  col  dito  grosso  alzato  .  JSocc.  nov. 
79.  36.  Ed  era  una  irislanxuola,  eh'  h  peg- 
gio ,  che  non  era  alla  un  sommesso  .  G. 
/' .  12.  83.  5.  Piovvono  grandi>sima  quan- 
tità di  vermini  gramii  un  sonuiusso,  con 
otto  gambe.  Cr.  6.  23.  a.  Si  piantino  1' 
una  dall'  altra  un  sommesso ,  ovvero  per 
una  spanno,  di  lungi.  E  cap.  87.  3  Adeo- 
tro  per  una  spanna  e-  più,  e  J'  uno  dall 
altro  un  sommesso  spartito. 

SOMMESSO.  AtU.    da    Sommettert  ; 
Messo    /'  un    sotto   P  altro  .  Sottome.tso 
Lat.  suhmissus.  Gf-   upsi,i*«'''< 

*t  §■  '•  '''«'**  sommessa,  o  situile,  va- 
le Piana  ,  Umile.  Lai.  dcmissa  vox.  Gr. 
xaOii.usv»!  ^Mvif.  Bocc.  nov.  ^7.  x5.  La 
donn»  con  voce  sommessa  ec.  il  chumo 
E  num.  19.  E  con  voce  sommessa,  senia 
punlu  mostrarsi  cruccialo,  disse  #  Tass. 
rim.  pag.  8.  (Parma  l8ia).  Quivi  son»- 
mcssi  accenti  E  inlerrotti  sospiri  Daran  se- 
gno or  di  gioie,  or  di  martiri .  (Rj 

§.  II.  Sommesso,  inforza  d*  aweri»., 
per  Sommesstvnente.  Lai-  su'jmissim.  Gr- 
9t/TÌ.  Buon.  Fier.  4.  I.  6.  Sommesso  aprir 
la  porta,  Dare  un'  occhiala,  e  ratio  scap- 
par via. 

SOMMETTEhE  SiHCop.ito  da  Sotto- 
mettere, e  v.ìfr  lo  <tes.r.->  l^t.  suhmititrt 
Gr.  ÙT^Txrrci»,  wt^x'*^-  Deihtm.  Quin- 
til.  C.  Quasi ,  siccome  io  stesso  U  riw- 
vesM  ,  mi  sommisi.  G.  /'•  11*  19*  5.  Le 
predette  latte  cose  ec.  sommelliuno  aDii 
diterm  in  azione  della  Chiesa  e  de*  nostri 
JUrre\sori.  Dant.  Inf.  5.  A  cosi  fatto  tor- 
menti' Er.in  dannati  i  peccator  carnali,  Ch<- 
la  ragion  sommettono  al  talento.  Petr.  Scn 
48.  Or  volge.  Signor  mio.  1' undocim'ao- 
no,  Cb'  i'  fui  sommesso  al  dispielato  giogo 
Frane.  Sacch.  rim.  8.  Quando  sommew« 
e  vini*  Do'  Vegentam  fu  l'  ardila  possa- 
ci SOMMIMSTRANTE  .  Che  ^mmt- 
nistra    Red.  letL   l.  444-  ''''•  *'***'^  ^"P**^ 


(Il    eli. 


SOM 

della  mcttìrina  som  ni  i  ni  s  tran  ti  i  rimedìi , 
cioè  la  chirurgia  e  la  rarmacia  e  la  die- 
ta.  (•) 

SOMMINISTRARE,  Dart ,  Porgere. 
Lai.  suhministrart ,  xuppcdìtarc.  Gr.  7ro- 
^t'^Btv  .  Fir.  As.  217  .sirchl-  j;li  uuniìni 
dotti,  ai  quali  ba  soniinÌDÌstr;)t>->  la  natura 
un  bello  stil**,  possano  vergar  le  carto  eoo 
questa  storia  .  E  228.  Le  quali  il  conve- 
ncToIt'  rancore,  ed  il  giusto  sdegno  le  som- 
minùtravano  .  Tac.  lUiv.  ì'it.  y/pr.  ^OO- 
S'avvicinava  la  tratta  de*Viccconsolì  d'A- 
sia e  d'  AflVira  ,  V  la  fresca  morte  di  Ci- 
vica somministrava  ad  Agricola  conj-iglio  , 
rd  esempio  a  Domiziano. 

*  SOMMIMSTRATIVO. --/rfrf  .^"oa 
M>mminislrare.  Sef^n.  Cov.  (A) 

SOMMIMSTRATO.  Jild.  da  Sommi- 
nlstrtìr-e.  Lai.  siippeditatits ,  Gr.  TTìTTo^»- 
efxd*ci.  Cai.  Siyt.  261.  Tanto  più,  quanto 
la  risposta  mi  vien  dal  medesimo  autore 
conimi  ni  strafa .  Safvin.  rise.  I.  12.  Le 
notìxic  dalla  memoria  somministrate  hanno 
bisogno  d'  una  supcrior  facoltà  ,  che  le  ri- 
ordini, e  le  disponga. 

*  §.  £  detto  di  persona  ,  in  signijìc. 
di  Soccorso,  Soffcniito.  f'ros.  Fior.  part. 
I.  voi.  i.  oraz.  7.  pa^.  166.  Tanti  compas- 
sionevoli infermi ,  che  ,  somministrati  dì 
cura  e  di  medicina,  nelle  proprie  case  lo- 
ro riebbero  la  sanità.  E  pag.  167.  Questi 
tra  noi  provì-isti  di  convcnevol  ricetto,  ve- 
nerati, carezzati,  somministrati  dc'lor  bi- 
sogni, lianno  potuto  anth'  essi  testimoniar 
lo  glorie  di  tanta  \irtù.  (,\S) 

«SOMMLMSTRATORE.  Verbo!. masc. 
Che  somministra.  (A) 

•f  *  SOMMINISTRA TRICE.  lerbal. 
ftrmm.  di  Somministratore.  Udcn.  Tiis.  1. 
3.  Non  par  cr .  che  tra  loro  convengano  insie- 
emc  il  bandire  le  Muse  eilcomporversi,  de' 
quali  sono  sommlnistratricì  esse  stesse.  (A) 

S0MMIMSTRAZIO>E.  l'attodc/som- 
ministrnrc.  Lat.  xiippeditatio.  Gr.  Tzopi^ 
cfió^.  Segner.  Mann.  Ott.  z-j.  t.  Condire 
finalmente  a  Dio  che  ci  liberi  d'  ogni  male  , 
«limandiamo  di  esser  liberati  da  ciò  che  si 
attraversa  alla  somministrazione  del  nostro 
•plotidiano  sostentamento. 

SOMMISSIMAMENTE.  .yMljer/.rfi  .Tom-  i  benedetto  A gabito,  che  fue  Sommo  pastore, 
mamente  .  Lat-  maxime  ,  si/mmopere  ,  mi~  I  alla  fede  sincera  Mi  dirizzò.  E  12.  Ma  l' or- 
rtim  in  modi/m  .  Gr.  jua>tffTa  .  Fiamm.  ^.  bita,  che  fé  la  parte  somma  Di  sua  circonfe- 
143.  Quante  donne,  quale  il  marito,  qual  I  rema,  è  derelitta.  £"  19.  E  ciò  fa  certo  che '1 
r  amante,  quale  Io  stretto  parente  veggen-  primo  superbo.  Che  fu  la  somma  d'  ogni 
do  tra  questi ,  vidi  io  già  più  fiate  som-  creatura.  Per  non  aspettar  lume ,  cadde  a- 
missimamcnte  rallegrare?  F/u-ck.  Ercol.  cerbo.  i' 20.  Quelli,  onde  1*  occhia  in  lesta 
24.    Benché    da    lutti  gli   uomini,  o  dotti  '  mi  scintilla,  E  di  tutt'i  lor  gradi  son  li  som- 


SOM 

te£za.  Lat.  verter  ,  fastigium.  Gr.  x^pu- 
Bocc.  g.  6.  J".  8.  In  sulla  sommità 
i;jsruna  si  vedeva  un  palagio  quasi  in 
forma  fatto  d'un  bel  castelletto.  6.  /  .  1. 
7.  i.  Fece  Andante  murare  oc.  una  rocca 
in  sulla  sommità  del  monte,  di  grandissi- 
ma bellezza,  (r.  2.  22.  6.  E  quando  la 
sommità  delle  dette  piante  avranno  scam- 
pata la  'ngiuria  della  rosura  delle  bestie,  si 
dfono  trasporre  con  tutte  le  radici  ;JIc  fosse. 
g.  Ter  mela/.  Fr.  lac.  T.  5.  3.  y. 
Fu  breve  il  tuo  pensato.  Lunga  l'operazio- 
ne ;  Ma  persevt'razionc  \  iene  alla  sommi- 
tate  (cioi',  al  termine,  al  fine).  Vit.  Pitt. 
2.  Se  pero  creder  vogliamo  che  alcuno 
de' professori  più  eccellenti  ascendesse  a 
quella  sommità  iCioe,  sublimità,  eccellenza; 
Lat.  prastantia.  Gr.  z^'^yr,.) 

f  g  SO:\lMO.  Stist.  Sommità,  Estre- 
mità dell'  alh'zza.  Lat.  si'/rimum  ,  fasti' 
gium.  Gr.  u\^cc,.  Vani.  JnJ.  3.  Queste 
parole  di  colore  oscuro  Vid*  io  scritte  a 
sommo  d' una  porla.  E  Eurg.  3.  E  mo- 
strommi  una  piaga  a  sommo '1  petto.  E 
l3.  Noi  eravamo  al  sonmìo  della  scala. 
E  Tar.{\.  È  natura.  Ch'ai  sommo  pinge 
noi  di  collo  in  collo.  l'occ.  Jntrod,  2^. 
Infìno  a  tanto  che  della  fossa    al    sommo 


SOM 


1247 


E  pero  e  somma  rosa  1*  usare  e  continuale 
Io  prediche  ove  la  fede  s^  ammaestra  (  cio€  j 
»'  insegna  )  .  (l'J 

^  g.  V.  J cr  Compiuto^  Intero.  3for.  S. 
Greg.  T.  I.  172.  (l) 

*  §■  VI.  l'tgliarc  in  sommo.  J  ed.  PI- 
GLIARE, g.  CXVll.  (*) 

•f*  SOMMOLA.  'lerm.  Loicale  anti- 
co, usato  romuncnicntc  nel  numero  del  pia  j 
e  dicevasi  da' Primi  rudimenti  dello  Logica. 
Sahin.  Tane.  huon.  3.  3.  Tutti  i  verbi , 
siccome  si  vede  nelle  sommole  .  si  risolvono 
al  veibo  sustantivo.  (A) 

SOMMOLO.  F.strcmità  ,  luntaj  est 
dire  proprinmcntc  di  QiieUa  dell'  alia  . 
Frane,  .yace/t.  nov.  123.  Tagliò  li  sommoli 
dell*  alio,  e  puoseli  su  uno  tagliere  alle  sue 
sirocchic.  E  Cp.  div.  122.  Le  due  sue  so- 
relle, che  non  aveano  mai  ito,  disse  che 
aveano  a  volare  fuori  della  casa,  e  andare 
dove  avranno  maiito  j  e  '1  volare  non  si  può 
lare  sanza  alie,  a  ciascuna  diede  uno  do* 
sonimeli  dell'  alie. 

*  50MM0MK0.e  SOMMOMMOLO. 
Forse  Colpo  sotto  al  mento,  come  Sorgoz- 
zonc  siti  gozzo,  e  Ceffone  sul  ceffo.  Buon. 
Tane.  I.  I.  Beccati  su,  Ciapin,  questo  som- 
mommo.  (*)  ^ali-in.  ii'i  .•  Sommammo.  Noi 
si  per  venia.  Tcs.  Er.  t\.  4-  Cochilla  e  uno      per  lo  più    diminutivamente  diciamo  som- 


pesce  di  mare,  lo  quale  ec.  sta  in  fondo 
di  male,  e  la  mattina  ^iene  a  sommo,  e 
lolle  la  rugiada  (cioe^  a  galla).  Fetr.  cap. 
y.  A  lui  fu  destinato,  onde  da  imo  Per- 
dussc  al  sommo  1'  edificio  santo. 

S*  §.  l.  SommOj  per  similit.  vaie  anche 
/' Estremità  di  checchessia.  «  But.  Purg. 
6.  2.  Il  popol  tuo,  cioè  di  te  ,  Firenze , 
l'ha  in  sommo  della  bocca  ».  (C) 

f  g.  H.  Efguratam.  Petr.son.  j68.  Ch* 
al  sommo  del  mio  ben  quasi  era  aggiun- 
to (cioè,  al  maggior  colmo),  il.'.  /  ,  l\.  26. 
Era  già  quasi  al  sommo  di  scampare  la 
morte,  quando  uno,  cui  egli  avea  offeso 
ec,  il  conobbe  (cioè,  vicirissimo), 

t  SOMMO.  Àdd.  Che  è  superiore  a  tut- 
to nel  suo  genere,  o  nella  sua  specicj  Su- 
prema. "L^i.  summus.  Gr.  péytfsroc  ,  o-^t- 
azog.Fant.  Par.ò.  Etsì  la  grazia  Del  sommo 
Ben  d'  un  modo  non  vi  piove.  E  6.  Ma  il 


iommis&imamente,  non  però  mai  baslevol- 
mente  lodato  .  E  Star.  io.  288.  In  que- 
.■*ta  delilier.izione  fu  ee.  lodato  sommissi- 
mamente ila  molti ,  e  da  molli  sommissi- 
mamente biasimato  il  Gonfaloniere.  E  l5- 
tXM.  Che  Cosimo  di  monna  Maria  ec.  at- 
tendesse con  que*  dodicimila  ducati  a  darsi 
un  bel  tempo  ,  e  s'  occupasse  tutto  ne* 
piaceri  ora  della  caccia,  ora  deli'  nccellare 
'"c.  ,  delle  quali  cose  sommissimamente  si 
dileuava . 

SOMMISSIMO  .  Superi,  di  Sommo. 
Lai.  maximus.  Gr.  plytzzoz.  Fiamm.  4. 
1 16.  Questi  erano  al  corporal  caldo  som- 
missimi  rimedii  a  me  oflerti.  7?ccf.  Fìt. 
Dant.  227.  Se  io  noi  volessi  già  afferma- 
re, l  ornato  parlare  essere  sommissima  par- 
ie d'ogni  scienzia,  che  non  è  vero. 

SOMMISSIONE,  r.  SOMMESSIONE. 

•■;■  *  SOMMISTA.  Compilatore,  e  pro- 
priamente Compilatore  di  materie  teologi- 
ehej  Moralista.  Segner.  Fred.  18.  I.  Sulnto 
coi  vi  farcite  forti  con  dirmi  ec.  eh"  avete  letti 
Nommisti,  eh* avete  consultati  teologi,  ce. 
l/den.  JS'is.  3.  36.  Ci  manca  solamente 
il  qutrritur  utmm  j  del  resto  mi  par  di 
lentire  un  sommista  più  che  un  poeta.  (A) 

SOMMITÀ*.  SOMMITADE,  e  SOM- 
MITATE       Cima,     Estremità     dell*   al- 


mi. Petr.  son.  204-  Ch*  al  dipartir  del  tuo 
sommo  desio  Tu  te  n'  andasti.  £"3i4-  Gen- 
til parlar,  in  cui  chiaro  refulse  Con  somma 
cortesia  somma  onestate.  Foce.  noi'.  47-  20- 
Festa  si  fece  grandissima,  con  sommo  piace- 
re di  tutti  i  cittadini.  Cavale.  Specch.  Cr. 
Wiuno  diventa  subitamente  sommo,  ma  co- 
nnncia  a  poco  a  poco,  e  poi  cresce.  Cas.  leti. 
II.  Le  piaccia  di  favorire  con  la  sua  somma 
autorità  appresso  il  Re  Cristianissimo  questi 
affari  d'  Italia. 

*  §.  J-  E  con  ia  particella  Più  .  Fr. 
Giord.  7.  p.  Trovano  diletti  sommi,  e  grandi 
dolcezze  nella  croce  di  Cristo,  perocché  gli  è 
la  miglior  cosa  a  pensare  di  questa  vita ,  e 
la  più  somma,  e  che  più  prode  fa.  (C)  Pant. 
Jnf.  i5.  Dimando  ci»  sono  Li  suoi  compa- 
gni più  noti ,  e  più  sommi.  ( !>) 

^  g.  II.  Sommo,  Jii  usato  anche  al  modo 
latino  ,  per  Ultimo,  Estremo.  Alani.  Colt, 
iib.  2-  3g.  Con  carri  alati  e  di  rastrelli  in 
guisa  Van  ricogliendo  sol  le  somme  spi- 
ghe, (lìr) 

^  §.  III.  Talora  indica  La  parte  superio- 
ra ,  La  superficie  di  una  cosa.  Ovid.  Pist. 
177.  Essendo  affaticate  le  mie  braccia  sotto 
ciascuno  omero,  subitamente  mi  dirizzai  in 
alto  sopra  le  somme  acque.  (FPj 

*  §.  IV.  Per  Utilissimo.  Fr.  Cicrd.  181. 


mommoln  :   credo,  colpo   sotto  al  mento, 
come  ec.  (P) 

■f  *  SOMMOEMOPARE  .  Mormorare 
sotto  voce  .  Lai.  sulmiurmurare.  Cavale. 
Viscipl.  spir.  Par.  lez.  5o.  INon  confondano 
le  tue  parole  la  vila  tua,  acciocché  altri 
non  sommomioii.  E  Frutt.  ling.  229.  Kon 
confondano  1'  opere  tue  lo  sermone  tuo  , 
sicché  predicando  tu  nella  chiesa,  non  sia 
chi  tacitamente  soramormori.  (p ) 

t  s):  SOMMOSCAPO.  T.  degli  archi- 
tetti. La  parte  supcriore  della  colonna, 
dov*  è  il  collarino  j  opposto  a  Imoscapo  . 
Baldin.  Eoe.  Vis.  alla  V.  Colonna.  È  la 
colonna  composta  di  diverse  parti  ec.  il 
sommoscapo,  o  ratta  di  sopra,  ove  è  il 
collarino.  (A) 

SOMMOSCIARE.  Appassire  alquanto, 
Ammorbidire.  Soder.  Colt.  78.  Tenutala 
quattro  o  cinque  di  aperta,  spiegata  e  stesa 
a  sommosciarc  al  sole. 

SOMMOSCIO.  y^rfrf.  A/quanto  moscio, 
Soppasso.  Lat.  suhjlaccidus.  Gr.  v-nóen- 
S?p05.  Alleg.  5o.  Non  marcisce  (la fava), 
e  però  fresca  piace,  Sommoscia  e  secca. 
SOMMOSSA.  Il  sommuovere  ,  Instiga- 
zione.  Persuasione.  Lat.  ìnstigatio,  sua- 
sio.  Gr.  -iztx.po^uep.o'i,  Ttiicpoyrì'.  C.  V. 
7.  5l.  I.  A  sommossa  del  conte  Ugolino 
ee.  andarono  ad  oste  sopra  Pisa.  E  12. 
5p.  I.  A  sommossa  del  Papa,  e  per  so- 
ducìmento   del   Re   di   Francia. 

§.  ì  er  Sedizione,  Sollevazione.  L^t.  so- 
dino. Gr.  cxdzi^.  Tac.  J)av.  Ann.  i 
l4-  11  peccato  e  la  paura  lor  fece  pensare,  i 
Padri  avergli  mandati  a  frastornare  quantxi 
s'  era  tirato  per  la  sommossa  (  Il  testo  lat. 
ha  :  quae  per  seditionem  expresserat  ). 

*  SOMMOSSO.  Sust.  lo  stesso  cheSom- 
mossa.  Kicord.  Malesp.  6q.  lì  detto  Pap.i 
(  Urbano  secondo  ),  (alto  il  concilio  gcno- 
rale  ec .  a  sommosso  di  Piero  eremila,  ec.  (Bj 

SOMMOSSO  .  Add.  da  Sommuovere. 
Lat.  submotus.  Gr.  JzoxtvnjSct'c.  Buon. 
Fier.  5.  4-  3.  Sommosso  a' preghi  degli  uo- 
mini buoni  ec.  Studia  placarla. 

•f  '*.=  g-  I.  Ter  Iscrollato.  Pit.  SS.  Pad. 
2.  182.  Lo  monaco  caduto  in  tentazione  è 
come  la  casa  che  è  sommossa  a  cadere.  K 
appresso  :  Ha  in  se  la  materia  apparecchia- 
ta della  casa  sommossa  a  potei  la  ndificare  , 
ec.  (PJ 

#  §.  II.  Per  Commosso  ,  Provocato  . 
Bim.ant.  Dant.  pag.  20.  (Zane  l'J^i.)  E 
tolsimi  dinanzi  a  voi,  sentendo  Che  si  mo- 
vean  le  lagrime  dal  core,  Ch'eran  sommosse 
dalla  voslra  viita.  (B) 


1248 


SOM 


SOMMOVIMENTO.  Garbuglio,  Solle- 
Kamcfttn.  Liit.  commotin,  canfusio.  Gr.  flU- 
yxi'v/;3t;.  zjjyy.it.  M.  t^.  3.  58.  E  per 
questa  novità  fu  la  riltli  in  grande  sommovì- 
niciitu,  onerando  si  T  aniinusìtj  delle   sette. 

§.  Per  Instigazione  ,  /'ersuastone.  Lai. 
instigatio.  Gr.  TTas  ■5ii7/j;2;,  Tr»t5/*5vy/,  ^f. 
/'.  3.  G6.  Al<(uaule  terre  ce,  che  51  tcuieno 

f»er  lo  Re  di  Francia,  per  ingegDu  e  per  ma- 
izio5o  soniiiiovimento  iii  recarono  alia  parte 
del  Re  d'  Inghilterra. 

t  SOMMOVITORE.  Verbal.masc  Che^ 
o  Cìii  sommuOi'e,  Sollevatore.  I-at.  attctor  , 
eoncitor.  Gr.  'tVflyvjTiì;.  G.  V.  12.  19.  3. 
E  fu  poi  condannato  nrll'  avere  e  nella  [ler- 
sOQa,  sicronic  rilx'Ho,  e  soinmovitore  di  ro- 
morc.  Tnc.  Dav.  Stor.  A.  3^9.  Mando  per 
le  Gallic  som mov itoti  alla  guerra.  "^^  Plut. 
Adr.  Op.  tfior.  1.  325.  Di  ciò  fanno  ampia 
testimonianza  V  opere  de'  grandi  adulatori , 
e  quelle  de'  sommoTitori  del  popolo  per  ti- 
rarlo a  sua  voltmlì».  (C) 

SOMMOZIONK.  Sommovimento.  Lat. 
eommotio,  sediiio.  Gr.  ffuy/tJijot^,  orast;. 
G-  V.  8.  26.  1.  Spesso  era  la  terra  in  gelo- 
ua,  e  in  commozione. 

SOMMUOVERE.  Uluovere  di  sotto. 
t  S-  '■  Figìirutam.  vale  Persuadere  ^ 
Instigarc ,  Commuovere ,  Incitare.  Lat. 
persuadere  ,  instigare  j  incitare.  ,  com' 
movere.  Gr.  izv.poX\i'izvi  ,  eTlixavTsrv  . 
G.  7'.  6.  85.  I.  Si  pensarono  di  man- 
dare loro  ambasciadori  in  Àlamagna  a 
sommuovere  il  piecinlo  Curradino  contra 
Manfredi  suo  zio.  K  9.  Io5.  I.  Senten- 
do che  papa  Giovanni  insieme  col  re 
Ruberto  avcano  sommosso  di  far  venire  di 
Francia  in  Lombardia  mcsser  Filippo  di 
Valois,  ec.  E  12.  16.  4-  Qua>i  tutti  li  citta- 
dini erano  sommossi  a  furore  contro  a  lui. 
OtI.  Cam.  Inf.  5.  88.  Leggere  e  udire  co- 
se d'amore,  è  una  ragione  che  sommuove 
amore. 

§.  II.  Per  Rimuovere.  Lat.  nmnverc.  Gr. 
a:roxiv£t  V.  Cr.  2.  20.  4-  La  ipul  co^a  fatta, 
spesse  volte  sommovcra  i  bifiìldii  da  questa 
nigligenza.  E  9.  y4-  '■  '^2^^'  a\'venimento 
degli  uomini  e  del  bestiame  si  .s.iminuavano 
(parìa  dell'api  ).  E  altrove  :  Il  ddig.-nte 
guardiano  in  mt)lti  modi  la  provi,  imperoc- 
ché questa  cautela  i  maliziosi  guardiani  da 
questa  negligenza  sommovera. 

*  SONABILE.  .'idd.  Atto  a  esser  so- 
nato. Sega.  Jnim.  2.  86.  Per  dimostra- 
re eh' e' non  è  nel  soggetto  sonabile  co- 
me natura  consistente,  ma  ec.  E  3.  I2-j. 
L'  alto  dell*  oggetto  sonaliile  si  dice  esser 
Konaxionc.   (*) 

SONAGLIARE.  Sonare  i  sonagli.  Fr. 
Jac.  T.  1.  16.  7.  Porto  geli  di  sparvie- 
re, Sonagliando  nel  mio  gire.  ^  I or.  Med. 
Poc.K.  25.  Non  lo  veggendo ,  cheto  usava 
stare.  Por  udir  se  lo  sente  sonagliarc.  (Min) 

#  SONAGLI\TA.  il  sonare  de' cam- 
panelli posti  nella  sonagliera,  che  si  porla 
per  lo  più  al  collo  degli  animali.  Salvia. 
Pros.  Tose.  2.  4;)-  Sono  a  guisa  dì  quei 
muli  di  condotta,  che  a  «'gni  passo  che 
danno,  fanno  coi  campaneUi,  de*  qii.ili  va 
finto  il  lor  collo,  uua  sonagliata.  (*) 

SONAGLIERA.  Fascia  di  cuoio,  o  rf' 
altro,  piena  di  sonagli,  clic  si  pone  per 
lo  pia  al  collo  degli  animali.  Lat.  lonim 
erepitncutis  instrm-tum.  Lor.  Mei.  cani. 
5o.  ti.  Al  culo  ha  la  soringliera,  Che  fa 
sempre  la  stampila,  llellinr.  sou.  i44-  ^''•'' 
sapca  di  rulli  dì  radice  ,  ('onte  de'  scoc- 
«■olirin  la  sonaghera.  I.ih.  Son.  78.  Pt>i 
spillacchera   hcu   la   sonagliera. 

•f  #  SONAGLIETTO.  Pieeolo  sona- 
ptioj  .Sonaglii'zzo.  fìellin.  fìunl,.  1.13.  Pur 
tra  gì*  Indiani  chiamasi  1*  Aovay  Gerla  ca- 
stiigna  er.,  1  di  cui  gusci  ,  voti  che  gli 
•Trai,  Suonano  come  laDli  >i>nnglit*tti.  (  ' ) 

tf  g.  /v  nel  significalo  del  g.  IH.  di 
SONAGLIO.  Pluf.  Ifdr.  Op.  mor.  5.  loo- 


S  O  N 

Apparendo  che  la  neve  altro  non  sia  che 
una  massa  di  più  sonaglietti  piccioli  e  ri- 
slrelti   insieme.    (C) 

SO.NAGLINO.  Dim.  di  Sonaglio.  Lat. 
tintinnahulitm ,  crepttnculum  aereum.  Gr. 
/po'ralov,  x'jiSoi'i.  Caat.  Cam.  (iti.  5^. 
Noi  facciam  sempre  star  la  bestia  in  punto  , 
E  con  due  sonaglini.  Accio  non  manchi 
un  punto.  Ben  abbiadata,  e  forti  popoli- 
ni, liurch.  1.  32.  Vagliava  sonagUoi  e 
maecatclle. 

•f  SONAGLIO.  Piccolo  strumento  ro- 
tondo, di  raJTte^  o  bronzo,  0  materia  si- 
mile ,  con  due  piccioli  buchi  ,  e  con  un 
pertugio  in  mezzo,  che  gli  congiugne,  en- 
travi una  pallottolina  di  sferro  ,  che  in 
movendosi  cagiona  suono.  Lat.  tintinna- 
hulum,  crepilarulum  aercum.  Gr.  x.pò- 
T«Xov,  ;fa>/o<po*Ta)iov.  Filoc.  6.  328. 
Co*  cavalli  tutti  risonanti  di  tintinnanti 
sonagli ,  armeggiando  onorcTotmenle  ,  la 
festa  esaltò,  fìurch.  I.  49*  Mandami  un 
nastro  da  orlar  bicchieri  er,.  Duo  sona- 
gli, e  due  geli  da  farfalla.  Morg.  2.  II. 
Disse  il  gigante  :  con  questo  battaglio  , 
Che  vedi  rom'  è  grav«  e  lungo  e  gros- 
so ,  Non  credi  tu  eh'  io  schiacciassi  un 
sonaglio  ?  Malm.  5.  53.  E  lagrime  diluvia 
sopra  il  viso.  Grosse  come  sonagli  da  spar- 
vieri. 

§.  I.  Sonaglio,  diciamo  a  un  Giuoco 
simile  a  quello  eh'  è  detto  Moscacieca, 
lìern.  Ori.  2.  2.  26.  Ma  lutto  è  nulla; 
è  ogni  sforxo  perso.  Come  alla  mosca  giucas- 
se,  o  sonaglio  ;  Tanto  .stima  i  suo'  colpi 
quel  perverso.  Morg.  28.  13^.  Sì  eh'  io 
ho  fatto  con  altro  ballaglio  A  moscacie- 
ca, e  talvolta  a  sonaglio.  Ar.  Fur.  ^o. 
82.  E  quivi  a  strano  giuoco  di  sonaglio 
Sopra  DudoD  con  timt;i  forza  mena.  Che 
spesso  agli  occhi  gli  pon  lai  barbaglio  , 
Che    si    riticu    di   uon    radere    appena. 

§.  II.  Ogni  gatta  vuole  il  sonaglio  , 
proverbio  che  dicesi  di  Chi  vuole  quello 
che  la  sua  condizione  non  comporta.  Geli. 
Sport.  3.  4.  Oh  loi,  se  ogni  galla  t-tio- 
le  il  sonaglio  ;  iu^in  uUc  monache  voylioa 
far  le   commedie  l 

§.  III.  Sonaglio,  diciamo  anche  a  Quella 
bolla  che  fa  l'  acqua  quando  e'  piove,  o 
quando  ella  bolle.  Lat.  bulla.  Gr.  tto^- 
ifQ\\>^  .  Fir.  As.  95.  Veniva  quest*  ac- 
qua da  una  fontana  ec.  sempre  di  sona- 
gli ripiena.  Serd.  Star.  6.  236.  Dicono 
che  il  mondo  nel  suo  corainciami-nto  fu 
creato  di  acqua,  la  quale,  sendo  grande- 
mente romnioNsa  e  .igitala  ,  della  spuma 
e  de'  sonagli  diedi*  materia  a  formare  il 
cielo.  Bicett.  Fior.  65.  E  fanno  a  ujodo 
d*  un  sonaglio,  come  quegli  che  si  fan- 
no nella  pioggia  nel  tempo  della  prima- 
vera. Ltb.  Son.  II.  Fallo  nell'acqua,  e 
ne  nasce  un  sonaglio.  ììenv.  Celi.  Ore/. 
19.  Pigliasi  un  poco  di  vetro  cri:tlallino 
nettissimo,  cioè  che  non  abbì.t  sonagli  , 
né  vesciche   (  qui  per  .timilit.  }. 

%.  IV.  .-fppiccar  .tonagli  ad  alcuno  , 
vale  proverbialmente  Dirne  male  .  Lat. 
alicui  obtrct'tare.  Gr.\otooptrv  ti*«.  Ca- 
pr.  fiott.  4-  Ci-  Che  tu  non  mi  appic- 
cassi di  subilo  il  sonaglio ,  eh'  io  lussi 
Luterano.  Van-h.  Ercol.  (h>.  Dire  astuta- 
mente alcun  mollo  contra  ehircliessja  per 
torgli  il  credito  e  ripulaiionc  ,  e  dargli 
biasimo  e  mala  vtKe  j  il  che  si  di.-e  an- 
cora appiccar  sonagli ,  u  afTibbiar  bottoni 
senza    urchielli. 

f  ♦  §.  V.  Sonagli,  si  dicono  anche  a 
Quelle  minutissime  gocciole  d'  oUo  ,  o  di 
graxsit,  o  altro  liquido  galleggianit  in  for- 
ma di  pucola  macchiti  .lopr'  acqua,  o  al- 
tro liquore,  /'rof.  Fior.  .\.  3.  65.  Il  «piale 
(liquore)  iì  diUondeva  sopra  V  arqua,  sema 
apparirvi  macchia  nessuna  ,  e  rappiglialo 
in  latte,  ma  notandovi  sopra,  vi  far^a  noua- 
({li,   cgjus   sopra  1*  acqua  U   1*  ulio    (\) 


SOS 

SON^GLIUZZO.  Dim,  dt  Sonaglio j 
Sonaglino.  Bocc.  nov.  72.  16.  Le  fece  U 
prete  rincartare  il  cembal  suo,  ed  appic- 
carvi  uno  sonagliuzzo. 

SON  AMENTO.  //  sonare.  Lat.  toni- 
tus,  pulsatio.  Gr.  ^outo;,  /^ùa/iO.  But. 
Inf  9.  2.  S*  eli*  e  in  conviti  ce,  o  in  •*>■ 
nainenlo    di    slrumenti. 

SO.NANTE.  Che  risuona.  Lat.  sonans, 
resonans.  Gr.  r,3Jw».  Dant.  Purg.  o.  Gli 
spigoli  di  quella  regge  sacra.  Che  di  meUUo 
soo  sonanti  e  forti.  Fiamm.  6.  5.  I  gio- 
vani quando  sopra  corrcnli  cavalli  con  la 
6ere  armi  giostravano,  t*  quando  circon- 
dati ii^  sonanti  sonagli  armeggiavano  . 
Amet.  18.  Aveva  già  Lia  la  sua  oraxione 
compiuta,  quando  a'  lor  orecchi  da  vici- 
na parte  una  simante  sampogna  con  dol- 
ce voce  pervenne.  Bemb.  rim.  62.  Hiva 
frondosa  e  fosca.  Sonanti  e  gelide  acque» 
Verdi,   vaghi,    fioriti,   e   lieti   campi,  ec. 

§.  Per  meUif.  Esp.  Salm.  Ma  dove  legga 
stilo  grosso,  o  non  ben  sonante  ,  orrcr 
discrepante  (  cioi,  non  annooioso,  di  caU 
tivo   numero  )  . 

f  3  SONARE.  Neutr.  Render  suono, 
Sfondar  fuori  suono.  Lai.  sonare,  rtvo- 
nare.  Gr.  riy^Ùv.  Dant.  Inf.  3o.  Col  pugno 
gli  percosse  1*  epa  croia  ;  Quella  sonò  co- 
me fosse  un  tamburo.  E  Par.  IO.  Tin  tin  so- 
nando con  sì  dolce  nota.  Che  '1  ben  di- 
sposto spirto  d'  amor  turge.  E  23.  Se  mo 
sonasscr  tutte  quelle  lingue  Che  Polinnia 
colle  suore  fero  Del  latte  lor  dolcissimo 
più  pingue  (cioè,  parlas.*.cro  )  «•  .  Bocc.  nov. 
60.  5.  Quando  udirete  sonar  le  campanelle, 
verrete  qui. 

*  §.  I.  Sonare  di  flauto,  di  cornetto,  o 
simili; ed  anche  assolutamente  Sonare,  %.tde 
Far  rvndcr  suono  a  questiistromenti.  «  Bocc. 
g.  5.  f.  3.  A  cantare  e  a  sonare  tutti  si  diede- 
ro «."  Uenv.Cell.  l'it.i.  ip.Miopadrc  mi  fa- 
ceva portare  in  collo,  e  mi  faceva  sonare  di 
flauto.  E  26.  Non  mancavo  alcune  volte 
di  compiacere  al  mio  buon  padre,  or  di 
Qaulù,  or  di  Cornelio  sonando.  (C) 

§.  II.  Sonare  ,  per  metaf  LaL  .tonare  , 
rcsonare.  Gr.  r^/ei '•  ^<"''-  ^"/-  4-  ^<?  «8^ 
a  me  :  1'  onraia  nominanza  ,  Che  di  lor 
suona  su  nella  tua  vita  ,  Grazia  acquista 
nel  ciel  (  cioè  ,  risuona  )  -  Frane.  Sacch, 
nov.  34.  Ella  la  pole  Iien  sonare ,  che 
Ferranlino  u*  uscisse  (  cioè,  potè  dir  quel 
che  volle).  Amet.  19.  Parte  nd  verso  ne 
farò  s.mare  (cioè,  risonare).  Prtr.  son.  2l3. 
Ma  com'è,  che  sì  gran  romor  non  suonc 
Per  altri  messi,  ec.  (cioè,  si  facciano  udire). 
yov.  ani.  7.  4.  Tulla  la  Corte  sonava  della 
«U.(pensagione  di  questo  oro  (cioè,  non  par- 
lava d'allr..)-  St*^^-  Fur.  1.7.  Suembaldo 
sopraggiunlo  improvvisamente  dalla  fama  di 
questa  furia,  che  già  sonava  molto  d'  ap- 
presso ,  slelle  andiiguo  fra  se  mrdcsimo 
(cioè,  si  facea  sentire).  E  1.  8-  V.  diri,  so- 
lamente, che  la  pente  che  ci  vicn  contro, 
e  dì  chi  suona  tanto  la  fama,  non  i^  geni.- 
disciplinala  (  •km-,  che  sono  così  famosi  ). 
Belline,  son.  III.  Sonelli  li  farò,  che  so- 
neranno Tua  mala  vita  scellerata  e  trista 
(,ioè,  che  pubblicheranno,  o  ne"  quali  de- 
scriverò ). 

#  §.  III.  Per  Risonare,  ITdirfi-  ■  Dant. 
Par.  8.  E  ilieln»  a  qiiei.  che  più  innanzi  ap- 
parirò. Sonava  ON.inna  -•  .  (C) 

§.  IV.  Sonare,  per  .Kignificare ,  Falere. 
Lat.  sotuin-,  significare.  Gr.  9»)ub«*»h». 
Dant.  Par.  L  E  forse  sua  scnteniia  è  d'  al- 
tra guisa.  Che  la  voce  non  suona.  Bocr. 
no^'.  3i.  %\.  Non  cre*bttc  perciò  in  lutto  lei 
sì  forlemenle  duposla  a  quello  che  lo  pa- 
role sue  sonavano.  E  nw.  4l-  3.  Era  chia- 
malo Citnonej  il  che  mila  b'r  lingua  so- 
nava «pianiti  nella  nostra  b-slione.  A  nov. 
fi.).  l5.  Credendo  non  altramenle  esser  falU 
la'  sua  affniMiir  a  Nicoslriio.  che  sonasse 
le  parole.  :?  Fr.  Jac.   C*4t.   l     »■  3.  EbU 


S  O  N 

nome  Xerscs  appo  ì  Caldei ,  et  in  Greco 
»uona  a  dire  Fìloinrlor.  Outcc.  Stor.  i8. 
19.  Ne  era  certo  (il  Pontefice)  cUe  i  Vc- 
Dtfiiaoi  ce.  avv5:>cro  a  os>ere  ro&i  pronti  a 
»egui(argU  co'fjlti,  come  sunavaao  le  parole 
dei  Duca.  (C) 

tè  §.  V.  Sonare,  vale  anche  ICssere  an- 
niinzìato  da  quale/te  suono.  I^sc.  C'en, 
3.  n.  10.  pn;:,  2\.'t.  Mod  si  sentiva  mai 
remore  se  non  di  venti, edi  tuoni, e  qualche 
conipanetta  sonai  e  l'avemaria.  ^^V  ^'f"''*- 
Stor.  ^,  ^5.  I  Turchi  furono  i  primi  a  sonar 
1.1  ritirala,  ed  aliando  la  l-andiera  della  pa- 
ce ,  A   restar  dal  cumhattcre.   ( /'') 

<!  §.  VI.  Sonare ,  in  si^nijìc.  alt.  vale 
far  render  suono  a  ifuaUfw  istromento. 
J''ar\h.  Ercol.  ago.  E  come  diase  Messer 
Laizero  di  Messer  Sperone,  che  chi  non 
poteva  sonare  il  liuto  e'  violini ,  ;ìonassc 
il  tamburo  e  le  campane,  (t') 

§.  VII.  Sonar  l'ore,  si  ilice  delle  Campane, 
e  degli  Orivoli  che  accennano  l'ore  per  i'ia 
di  tocchi.  Bern .  Ori.  2.  24.  62.  Co^i  cadde 
una  volta  il  Mangio  a  Siena.  Il  Mangio  è 
tjucl  cotal  che  suona  1'  ore,  Che  sopra  una 
campana  a  due  man  mena. 

g.  Vili.  Sonar  nona.  Sonare  a  predica.  So- 
nare a  mejsa  ,  e  simili  ,  vagliono  Sonar  la 
campana  per  avvisar  il  popolo  chiamandolo 
a'  detti  ujicii.  Bocc.  Introd.  55.  >on  era  di 
molto  spazio  sonata  nona,  che  la  Reina  le- 
vatasi ,  tutte  1'  altre  fece  levare.  E  nov.  S!^. 
a.  Dissegli,  che  come  nona  sonasse  il  chia- 
in.tiSi'.  ♦  Fior.  S.  frane.  52.  Destandosi,  e 
ritornando  in  se,  e  risentendosi,  i  Irati  sona- 
vano a  Prima,  fi'')  Segner.  Fred,  4-  4*  ^'^^ 
sente  sonare  a  predica,  quasi  a  convito  reale, 
né  però  egli  Ancova^festinat  accipertj  ma  se- 
guita a  cicalare,  flìr)  t'ir.  Disc.  an.  28.  On- 
de la  volpe,  preso  animo  e  fattosele  una  volta 
vicina,  qua nd' ella  sonava  a  messa,  s' ac« 
corse  eh' eir  era  una  cosa  vota  dentro. 
Buon.  Fier.  2.  3.  10.  S*  io  slava  troppo 
là,  certo  io  faceva  Sulle  spalle  a  qualcun 
bonare  a  predica  (</uÌ  ^guratam.  perVer- 
ruoiere  ). 

g.  IX.  Sonare  a  capitolo,  vale  Chiamare 
col  suono  della  campana  frati  ,  o  monache  , 
o  simili,  a  radunarsi  in  capitolo.  Bocc.  nov. 

I.  35.  Fatto  sonare  a  capitolo,  alli  frati  rau- 
nali  in  quello  mostrò,  ser  Ciappelletto  es- 
sere stato  santo  uomo.  Salvia.  Disc.  I.  326. 
Allora  il  generale  ,  ripresa  la  sua  figura  , 
lece  sonare  a  capitolo. 

*  §■  X.  Sonare  a  catasta,  in  modo  basso, 
vvi/e  Bastonare,  f.  CATASTA,  §.  IV.  (C) 

t-  §.  XI.  Sonare  a  consiglio,  vale  So- 
nare la  campana  per  invitare  i  consiglieri 
al  detto  uj/ì^cio.  Cronichett.  221.  Di  che  su- 
Iiito  feciono  sonare  a  consiglio,  e  trarre  i 
novaniei.  F  226.  Di  presente  fu  sonato  a 
'-onkigUo.  e  ragunato  che  fu,  fu  messa  la 
detta  petizione,  e  snliito  fu  vinta.  (Cj 

§.  XII.  .Sonare  a  Pio  lodiamo,  vale  Chia- 
mare col  suono  della  campana  ti  popolo  a 
ringraziare  Iddio  pu'ihliCamente.  G.  /'.  13. 
3.  7.  Poste  le  handicre  del  Duca  in  sulla 
torre  ,  sonando  le  campane  a  Dio  laudia- 
mo. M.  F.  3.  84.  Sonando  tulle  le  campane 
delle  chiese  e  del  Comune  a  Dio  lodiamo.  E 
4-  7'  Sonando  le  campane  del  Comune  e 
nelle  chiese  a  Dio  lodiamo,  andarono  incon- 
tro alla  detta  tavola. 

•V  §.  XIII.  Sonare  a  fuoco,  dicesi  del  Dar 
■  enno  colle  campane  d'alcuno  incendio  ,  per 
rhiamar  le  genti  ad  estinguerlo,  V.  A 
FUOCO,  §.  I.  (C) 

§.  XIV.  Sonare  a  gloria,  o  a  festa,  vale 
Sonare  per  cagione  d'allegrezza,  o  di  festa  . 
Cron.  Morell.  355.  Sahato,  a  dì  5.  di  Mag- 
gio, ci  mandò  il  Re  1'  ulivo  dell'  acquisto 
di  Roma  ;  Domenica  sera  si  sonò  a  gloria,  e 
leccsi  i  fuochi  ne' luoghi  uj.ili.  Farch.  Stor. 

II.  400.  Agli  quattordici  sonarono  le  cam- 
pane a  gloria  tutto  'I  giorno,  quant'  egli  fu 
lango.  Burch.  1.   3.  Fuggi  in  ringhiera  ,  e 

Vocabolario   Tom.  //. 


S    0    N 

fa  sonare  a  gloria.  E  1.  108.  Le  campane 
Roman  sonaro  a  festa.  Ucrn.  Ori.  1.  5.  44- 
E   1  corno  da  sonare  altri»  «  ho  a  festa. 

g.  \V.  Sonare  a  mal  tempo  ,  vale  Sonar 
le  rampane,  perchè  altri  invochi  il  divino 
aiuto  in  occasione  di  cattivo  temporule.  Bel- 
line, son.  23l.  l'oi  sonava  a  mal  tempo  le 
campane. 

§.  X  \'  I.  Sonare  a  martello,  si  dice  Quan- 
do si  fa  sonar  la  campana  a  torchi  staccati, 
o  separati,  F.  MARTELLO  ,  §.  IV.  e  V. 
a.  I  .  7.  l3o.  1-  Addi  due  di  Giugno,  sona- 
te le  campane  a  niaitello,  si  mosse  la  licne 
avventurosa  oste  d^  Fiorentini  .  A  8.  I. 
3.  Sonando  la  campana  a  martello,  e  con- 
gregandosi il  popolo  a  dare  il  gonfalone 
della  giustizia  nella  (  hiesa  di  san  Piero 
Scheraggio.  Frane.  Sacch.  nov.  l84'  '-''no 
piovano  ,  giucando  a  scacchi  ec. ,  suona  a 
martello,  per  mostrare  a  chi  trae  come  ha 
dato  scacco  malto . 

■J-  §.  XVII.  Sonare  a  mar  fello,  figura  tam. 
vale  Percuotere.  Hern.  Ori.  i.  23.  29.  Ad- 
dosso a  quel  d'  Amon  suona  a  martello ,  Me- 
nando ad  amhe  man  con  molta  fretta,  Per 
morir  presto,  o  far  presto  vendetta. 

*  g.  XVIIL  Sonar  le  chiappe  a  martello, 
vale  Tremar  per  paura,  ed  e  modo  basso, 
r.  MARTELLO  ,  §.  VI.  fCj 

•'.*  g.  XIX.  Sonare  a  morto  ,  vale  So- 
nare in  maniera  funebre  ,  Sonare  per  avvi- 
sare al  popolo  il  mortorio  .  3/org.  27.  5o. 
Tutto  il  di  tcmpellaron  le  campane.  Sen- 
za saper  chi  suoni  a  morto,  o  festa.  (*) 
Sega,  Stor.  Fior,  lib.  i5.  Le  campane  an- 
cora comandate  che  sonassero  a  festa,  in 
camhio  di  festa  sonarono  a  morto  per  dap- 
pocaggine e  ignoranza  di  chi  le  tirava.  ( Br) 

^*  g.  XX.  Sonare  a  parlamento  ,  vale 
Chiamar  col  suono  della  campana  i  signori 
perchè  s'adunino  a  parlamento.  Cronichett. 
229.  Venute  le  lettere  ,  e  l'  ulivo  sonò  a 
parlamento  ,  e  i  Signori  vcnnono  sulla  rin- 
ghiera della  piazza.  (Cj 

g.  XXI .  Sonare  a  raccolta,  a  ritratta  ,  o 
simili  j  t^rm.  militari  ,  che  vagliano  Dare 
il  segno  di  ritirarsi  all'  insegna.  Lai.  rece- 
ptui  canere.  Gr.  ava/>y]rixov  5rj/iKi*v£tv. 
Tass.  Ger.  19.  5o.  Ma  già  suona  a  ritratta 
il  Capitano.  Ciriff".  Cafv,  3.  71.  E  fé' pel 
campo  sonare  a  raccolta.  /!ern.  Ori.  i.  4- 
54.  Che  quel  da  Montalhano  ehlie  mcstie- 
ro  Ritrarsi  alquanto  e  sonare  a  raccolta  , 
Per  tornar    più    gagliardo  un'altra  volta. 

•?  g.  XXI  L  Figuratant.  vale  anche  Per- 
cuotere. Malm.  IO.  53.  Mena  le  man  che 
pare  un  Iierreltaio  ,  Ed  a  chius'  occhi  pur 
suona  a  raccolta.  (C) 

g.  XX  IH.  Sonare  a  stormo,  vale  Sonar  le 
campane  per  adunar  la  gente.  M.  1',  IO. 
3l.  Le  campane  della  chiesa  di  san  Romeo 
sonarono  a  stormo. 

§.  XXIV.  Sonare  a  distesa  ,  è  i'  apposito 
di  Sonare  a  marte/lo,  e  a  tocchi.  G.  F.  q. 
l5~.  2.  Fece  sonare  la  gran  campana  del  po- 
polo di  Firenze,  eh"  era  stata  diciassett'  an- 
ni, che  nullo  maestro  avea  sapulo  farla  so- 
nare a  distesa.  E  appresso:  E  poi  mossa,  un 
solo  la  sonava  a  distesa. 

§.  XXV.  Sonare  a  doppio,  o  un  dop- 
pio ,  vale  Sonare  con  più  campane  a  un 
tratto  . 

g.  XXVI.  Sonare  un  doppio,  si  dice  anche 
fguratam.  per  Fare  allegrezza,  0  maravi' 
glia  .  Malm.  6.  107.  Sonate  un  doppio  , 
disse  allor  Mammone,  Ch'  ei  la  passò, 

§.  XXVII.  Sonar  a  doppio,  o  Sonar  le 
campane  a  doppio  ,  fguratam.  si  dice  del 
Percuotere  alcuno  duplicatamente  ,  o  repli- 
catamente.  Bern.  Ori.  1.  6.  6.  Wè  al  colpo 
secondo  indugio  pone;  A  doppio  le  cam- 
pane fa  sonare.  Malm.  li.  3o.  In  quel 
eh'  ella  da  ritto  e  da  rovescio.  Cosi  dicen- 
do ,  Ta  sonando  a  doppio  ,  Dà  sul  viso  al 
Cornacchia  un  marrovescio.  Ar.  Cass.  3. 
0.  Da  più  di  qnindici  Persone  ,  che  tutte 


SON 


»»-4i> 


a  ferro  lucevano  ec. ,  Fui  circondato,  che 
a  doppio  sonandomi,  M'  han  tulio  pesto. 

g.  XXVIII.  Sonar  le  campane  ,  per  simi-' 
lit.  si  dice  del  Dondolare,  0  Dimenare  i  pie- 
di j  pr^^prio  de*  piccoli  cagnuoli  ,  o  di  altri 
animali  domestici.  Alleg.  77.  Sono  ancora 
nggi  ec.  ilegli  uomini  di  così  fatta  razza  , 
i  quali  non  s'  avvedendo  eh'  ad  una  disadat- 
ta liestiaccia  ec.  non  5'  avviene  lo  stai'e  su 
Indio,  far  santa,  o  sonar  le  campane  ec, 
ad  o^ni  punto  fanno  mille  cose  fuor  di 
squadra . 

V  g.  XX  IX.  Sonar  con  le  mascelle,  vale 
Incioccare  i  denti  per  qualsivoglia  cagione  . 
Dant.  Inf.  32.  Che  hai  tu.  Bocca?  Non  ti 
I)a^ta  sonar  con  le  mascelle.  Se  tu  non  la- 
tri ?  (Br) 

!?  g.  XXX.  Sonare  l'  accento  dell'  armi, 
vale  Dare  il  segno  della  zuffa.  Car.  En,  7. 
793.  Con  un  corno  a  Locca  Sonò  dell'  armi 
il  pastoride  accento,  (yi) 

^  g.  XXXI.  Sonar  le  none,  si  dice 
Quando  uno  dubita  ,  eh'  un  altro  non  lo  ri- 
chiegga  d'  alcun  servigio  ,  e  comincia  pre- 
venendo a  dire  che  non  può  per  più  cagioni 
far  quella  talcosa.  F.  iN'ONA,  g.  Ul.  (CJ 

g.  XXXII.  Sonar  le  predelle,  o  le  tabe/le 
dietro  ad  alcuno,  vale  Beffarlo,  Dime  ma- 
le. F.  PREDELLA,  g.' Vili.,  e  TABEL- 
LA ,  g.  II. 

g.  XXXIII.  Sonare  alcuno,  per  Dargli 
busse.  Percuoterlo.  Lat.  pulsare,  percutere. 
Gr.  TUTT£iy.  Boce.  nov.  67.  i5.  Come  se 
io  fossi  dessa ,  dirai  villania  ad  Egano,  e 
soneramel  Lene  col  Lastone  .  E  num.  16. 
E  alzato  il  Lastone,  lo  'ncominciò  a  sonare. 
Fir.  As.  212.  Mi  prese  per  un  pezzo  di  fu- 
ne che  mi  era  restata,  e  con  un  Luon  La- 
stone ,  che  egli  aveva  in  mano ,  sonando- 
mi, mi  mise  per  certe  straduzze,  ec. 

*  §.  XXXIV.  Sonare  alcuno,  vale  anche 
Celebrarlo.  Dant.  Purg.  li.  Colui  (  Lat. 
illuni  ),  che  del  camrain  si  poco  piglia  (fa 
i  passi  sì  corti  )  Dinanzi  a  me.  Toscana  so- 
nò tutta  ;  Ed  ora  appena  in  Siena  sen  pispi- 
glia. (F) 

g.  XXXV.  Sonarla  a  uno  ,  vale  Farlo 
stare  a  qualche  partito  ,  Accoccargliela  . 
Salvia.  Pros.  Tose.  1.  194-  Or  questo  Iddio 
cornuto  me  1  '  ha  sonata  3  fecemi  vantare,  ed 
ora  il  vanto  si  esige  come  promessa. 

^  g.  XXXVL  In  provcrb.  Sonar  com- 
pieta avanti  nona  ,  vale  Fare,  o  Accadere 
alcuna  cosa  prima  del  tempo ,  o  prima 
che  uno   se    l' a.ipetti .    F.    COMPIET.V  , 

g.  m.  (C) 

g.  XXXVII.  Suona,  eh'  i'  ballo j maniera 
proverb.  che  vale:  Comincia,  eh'  i*  seguirò j 
e  dicesi  In  atto  di  disfida,  o  di  qualsisia 
competenza .  Farch.  Ercol.  y8.  Talvolta 
mentre  favellano ,  per  mostrare  di  non  le 
passare  loro,  si  dice;  ammauna,  o  affastella, 
che  io  lego  ;  0  suona,  che  io  Lallo.  Morg. 
23.  32.  Disse  il  Pagan  :  proviamgli  alla 
Lattaglia.  Disse  Rinaldo:  suona  pur,  eh' io 
Lallo  .  Bern.  rim.  \.  z^.  Risposi  a  lui  : 
sonate  pur,  eh'  i' Lallo  . 

SONATA.  //  sonare  ,  ma  con  lunghezza 
determinata  di  tempo  .  Bern.  Ori.  1.  24- 
62.  Senza  indugiar  si  mette  a  Locca  Ìl  cor- 
no. Per  far  la  terza  ed  ultima  sonata. 

g.  I.  Dicesi  proverb.  di  Chi  non  vuol  fare 
una  cosa  ,  0  non  vuol  saperne  più  nulla  ,  o 
applicarci  da  vantaggio  .-  E'  non  ne  vuol 
sonata, o  non  ne  vuole  intender  sonata.  Gal. 
cap.  tog.  3.  182.  Ch*  i"  non  ne  voglio  inten- 
der più  sonala  .  Malm.  8.  57.  Ma  poi  ,  non 
ne  volendo  più  sonata.  Alla  scuola  studiò  di 
prete  Pero.  *  Bellin.  Disc  i.  l5l.  In  su- 
stanza  vo'  ve  ne  ridete,  e  ne  fate  le  veglie 
alle  pancacce ,  e  non  ne  volete  sentir  sona- 
U.(C) 

g.  II.  Tal  sonata  ,  tal  ballata  j  e  vale  : 
Tal  proposta,  tal  risposta. 

SONATO.  .^tW.  da  Sonare.  l.AX.'puUa- 
tus.  Gr.  xa/^0U5/ji£VO5  .  Bocc.  nov.  og.  4^. 
157 


I250 


S  O  N 


S  O  N 


lii  Doco  1p  i6  ore.  f  I   ^ 

•+  ^:  SONAI  OIO.  /.o  slexso  che  Kcheo. 
Sahin.  Tnnc.  2.  7-  i"  ro.r.  ,  echc.n,  . 
rvào'.  Queilo  era  una  cassilta  con  un  I"- 
1;=*  nel  mezzo  ce.  ,  nell'  ulluio  de  quale 
echeo,  o  sonalo»,  è  sUKe.lula  quoll  ape  - 
tura  tonda  ,  chiamata  rosa  ,  che  m  veoe 
nccli  strumenti  di  corde.   fA) 

5+  SONATORE.  Che  suona.  Maestro  d, 
,onarc.  \.^\.  f-dum  ,   modulalor  ,  psnlles. 

noce,  ««fq?-  5.  Era  in  que  temp.  M.nur- 
r,o  tenuto  un  finissimo  canf.re  e  sonalo  e. 
E  Vit.  l'ani.  2A2.  Sommamente  si  diletto 
in  suoni  e  in  canti  nella  sua  giovanezza  , 
ea  ciascuno  che  a  que' tempi  era  ollimo 
canlatore,  o  sonatore,  fu  amie,  ed  eW.e  sua 
usanza.  AW.-7«(.  20.  l.Alu.venieno  tro- 
vatori, sonatori,  e  belli  parlatori. 

*  SONATRICE.  Verhat.  femm.  tue 
suona.  Plut.  Adr.  Op.  mor.  5.  88.  Aven- 
dovi cliicchcssia  condotta  1  amica,  o  la  so 
natrice  dovxl  essere  ancor  .Ha  comune  m 
fra  sii  amici.  (O  SaU'in.  Disc.  i.  nJ. 
Pimbro  non  si  volge  aUa  musa  senatrice 
di  lira,  "  di  celerà,  come  Orano  ,  ma  va 
piùra,ec.  (•)  _ 

*  SONATURA.  .yonasionc.  Slot,  fisi 
lolg.  12.  Ed  ancora  a'  chericiper  sonatun 
deUe  campane.  (Ci  Magai,  pari.  1.  W 
iq.  Ogni  nazione  trova  i  palazzi  incantati 
tra  le  sproporzioni  delle  sue  faWinche,  e  pro- 
va le  l.qnefcioni  più  soavi  tra  le  sonature 
delle  sue  musiche.  (A) 

;•:  SONAZIONE.  Il  .tonare ,  Sonamenlo. 
Segn.Anim.  3.  12^.  L'atto  delV  oggetto 
sonal.ile  si  dice  esser  sonazione.  I:  appres- 
so: Com'  e  verliigrazia  nel  suono,  che  ha 
il  nome    di    sonaiione  ,    quando   egli  e  in 

*  SONCO.  Sorta  di  erba.  Lai.  sonchus. 
Gr.  ».vv<.;.  Bed.  Oss.  an.  78.  Posti  in  va- 
so a  peno  fior,  di  soueo  aspro  ec.,vi  nacquero 
molli  moscioni.  Elea.  l.  /,W.  Si  può  sosti- 
tuire nelle  altre  stagioni  dell  anno  una  sola 
delle  seguenti  e,l,e,  o  pomi  ,  cioè  cicoria  , 
horragine  ,  I.uglossa,  sonco,  prugne  fresche, 
o  secche  ,  mele  appiè  ,  ce.  /•,  Co"'-  1-  ■>»• 
Susine  amoscine  num.  iiii.  Giuggiole  num. 
,i.  Somopugil.i.  ec.  7C162.  Non  mi  ser- 
virei di  altro  ,  .-he  del  hrodo  senza  ec,  o  del 
sonco,  "  della  I.uglossa  ec.  (') 

*  SONERl'A.  Term.  degli  Onuolai.  Il 
Compte<sodi  lalle  quelle  par,,  dell-or.uolo. 
,he  serpono  al  suono  dell'  or.-  ,  delle  me-, 
nre,  e  de'  quarti.    (A) 

SONETTACCIO.  reggioral.   d,  òonet- 

loj  Sonetto  catlii-o.  Fir.  riw.  .>i.  *""■"" 
vuol  eh' un  soneltaccio,  a  cui  Trimclie  ahi... 
r  ossa  la  cieca  ignoranza.  Alleg-  102.  "o 
con  mi.,  grandissimo  sl.nto  ahhozzato  la  se 
liucnle  cilecca  ili  s..n<  llaccio. 

SONETTANTP.  .  Soneltalore.  Sahia. 
Pros.  Tose.  2.  206.  Egli  va  il  soncllan- 
^  te  con  piacevoli  lodi  ìil.eralmenle  .sal- 
tando. .  ...  ,„- 
SONETTARE.  Far  .concili.  Jlll'g-  >0>- 
Bicami  .love  .■  .|uan.lo.  E  come  .agcv..l- 
menle  .gli  ha  trovato  the  faccia  il  so- 
nellar    un    lellerato. 

•a-  SONETTATORE  .  Compo-t'lor  di 
..cnèll,.  lied.  Anno,.  Dilir.  lo5.  Tra'F.ani- 
mingh.  d  primo  sonellalore  f..rse  f». •'  "''- 
hre  Daniel  E.ns....  /CllC.  Ui  anl.chi  so- 
nellatori  solevano  alcuna  >..lla.  cu  is.h.110 

'  """'in..ro 


SONETTERELLO  .     .<^oium 
quasi   lo   slrtso     rhc    Sanellucco 


('per  Vosi  dir  1  puerde.  cu    la  prima  1 
■  ■         ■  del  sonetto  acc.iinar. 


lera  de'  versi 
iiom 


•+  *  S0NETTEI.LUCC1ACCI0   -^ 

.■//,(/.e  ■/.  Sonellerello  .  Allrg-  T"? ■  "" 
f  .4,nslerdamo  I75/|  )  .  lo  non  ho  qua. 
.a>alomi  dello  scrittoio,  o  letto  a  person, 
quel  sonellcllucciaccio  stracco,  slonco  \e 
race    tull-avia   ce.    (A) 


debole , 

.    Alleg. 

fltia. ti    IO    ,irrj.»u     ■>■»■    " - 

106.  Per  lo  che  1'  ad.l..rn.enlala  musa  mia 
cc.alsuon.,  delh,  sveglion  risenl.ta  m  ha 
.ondolt..  a  manda,  vi  .,uesl«  sonetterello. 
SONETTESSA,  ionelto  callivo.  lari. 
I  ,ar  1  utlo  .li  u'  escano,  e  se  ne  veg- 
gan   fuori  pislolesse  dedicatone,  sonettesse 

.l'incerto   nome.  ,...__.,,,„i 

SONETTIEKE  ,  e  SO^tTTl^.R^ 
Compositor  di  .,onetli.  Cren.  ìell.  i)!. 
Seguita  di  Giovanni,  .1  quale  fu  BgUuolo 
del  dello  messer  Lamlicrluccio  ,  il  quale 
fu  di  comune  statura,  buono  trovatore,  e 
sonellie.i,   e   di   forti   rime. 

SO.NETTINO.  Sonelluccio.   /Illeg.  ^1. 
E    eh'' esser  beli.,   spirito    .■   poeta     Al     d. 
d'oegi    non    v.d  ,    non    giova   punto     Far 
seineuini  .    E  327.    Kileggendo   per    tanto 
quel   sa.,   leggiadro   sonellin   del    rus.gno- 
lo      ec.   *  l'ros.    Fior.   I\.   2.   262.     Oltre 
al  non  essere  sonettone ,  non  sarebbe  poco 
se   tra   cotesti   aculissimi     fiorentini  spinti 
ciugiiessc  a  potersi  chiamare  sonettino.  (Il) 
*    SONETTISTA.    Componilor  di    .10- 
nelti.   Sahia.    Pros.    Tose.    1.   328.    E    '1 
sonettista   per     esempio     rispondesse  ,     un 
barbero.    E  479-  Quasi  questo  sia  uno  d. 
que'  sonetti   familiari  usatissimi    da   nosUi 
più   antichi   sonettisti.    (*)  .     ,    . 

•+   SONETTO.  Specie  di  poesia  lirica 
rima,  comunemente  dì  quattordici  w.v.vi 
d'  undici  sillabe,  rf.VMO  ia  due  quadernarii 
due    terzine  .    Lai.  etrusctim,    .ti.e  i'.t/.- 
ciim    epigramma.    Gr.    òe/KTirpaoTiZfi  • 
noce,  noi:  63.   4.   Comincio    ce     a    fare 
delle   canzoni,   o   dc'sonelli,  e   de  e   bal- 
late,   rnss.  309.  Ben  L-  lecito  favellare  d. 
lei,  e  per  lo  suo   amore  fare  ballate  e  so- 
netti  d'  amore.    Ilcmli.   pros.    2.  71.  T.-ir- 
cio  qui  che  Dante    una   sua  eanz..ne  nella 
;  ita    nuova    sonetto    nominasse  ,     percioc- 
ché   egli   più    volle   poi,   e   in  queU  op.ra 
e  altrove,  nomò  s,.ncUi  .lucili  che  ora  cosi 
si   chiamano  .  Cuitl.  lelt.    26.    Sovra    d  e- 
sle  parole  intendete  il  sonetto  di  sollo  po- 
sto.   /W/mr.    son.    III.   Sonellil.  laro,  che 
soneranno  Tua  mala  vita  sccllerala  e  Ir.sla. 
Ctv     leti.   63.    Dia   loro   il    sonetto    delle 
pettegole,  e   la   stanza   dell' uom  d.    erra 

armato.  ■        ,•     e 

*  SONETTONE  .  Accrescil.  di  .>o- 
neJto:  Ilei  sonetto.  Pros.  Fior,  parte  4. 
voi.  2.  rag.  262.  Ma  >olele  .  m.  d.le  , 
sonettone  .  Come  domine  sonellone 
ha  da  servire  per  un  piccolo  lancili 
lo  ?  E  appresso  :  Sonellone  p.r  dop..  1. 
feste  in  Accademia,  dove  saranno  due  |;r.  - 
lati  ?  E  poco  dopo  .■  Che .  .dire  al  non 
essere  sonellone,  n.m  sarebbe  poco  se  tra 
rolesli  acutissi.i.i  fiorentini  spiriti  giugnesse 
a   polirsi   .hiamare    si.neltino.    (^S) 

*  SONETTUCCIAICIO.  Peggiorai,  di 
Sonelliiccio.  Lai.  ,)r«.</miim  epigramma  ila- 
lieiim.  ned.  leti.  I.  l6<t-  '  a  sellimaua  pas- 
sala le  irasniessi  quattro  altri  de'  miei  sonel- 
lucciacci.  che  gli  avrà  trovali  d.  un  al- 
iro  siile  d.llirenle  da  .lucilo  de  pr.mi.  /■. 
U)3,  Ella  ha  l.dat.i  quei  due  mici  sun.  l- 
lucciacci.  (•)  .,     „i« 

SONETTl'CCIO.  Pice.u  di  Soneiio  che 
riesca  debole,  e  con  fioco  spirita.  Alleg. 
8.,.  Lascercle  .li  farvi  il  più  sfi.gBialo  mira- 
c'ion  .lei  mon.h..ch'io  "W""  >1""?!"  t^' 
il  s.eu.nt.-  S..11.  llucrio  sgranateli...  E  ITO. 
Serva  .luesla  mia  ec.  si  per  ,.dularM,  con.  e 
„„o  ..rdinario  e  dcl.il..  ,  si  ">'>-<"'  V" 
sunna  e  coperta  ii.s.eme  dell  accattato 
sonclliiccio   rin.hlui..>i   dentro. 

i}  SONETTl'/.ZO.  Vii»,  di  Sonetto; 
Sonetto  debole,  l.ib.  .<on.  A-'..  Non  t' a.li- 
r,r  .hi-  lu  far.Mi  peggio  :  Che  lanl.- cose 
p.r  un  s..ncttuno?  l.a.'C.  r.rn.  '""'■-• 
17  llr  cn  un  sonclliiuo,  che  lall  b.ii. 
Ti  pare  avcnni  in  full..  »..ddufall..,  t  1 
mio   buon   Lasca  Lnccrando   vai.  (HI   im- 


SON 

via.  Pros.  Tose.  1.  179.  H  poTMO  poe- 
ta, avendo  spremuto  dal  su..  mi*ero  cer- 
vello questo  sonetluiM  ec.  ,  pur  giugne 
al    desialo   termine.    (') 

SO^EVOLE.  y*<W.  Pisoniinle.\.jX.  rt- 
sonans.  Gr.  »'z<"«-  Amel.  63.  Con  mor- 
morii, nei  miei  orecchi  soncvoli  male,  mi 
porge  lusinghe.  Dui.  Furg.  28.  1.  E 
moli.)  sonevolc  vento,  e  fa  molto  sonare 
la   della   pineta. 

•f  *  SONGIA.  r.  ,/.  Sugna.  Tei.  Poi: 
P.  S.cap.Z.  Lo  naslurcio,  trito  con  la  sonpia 
iteli'  oca  ,  sana  tosto  la  raschia  dove  si 
pone.  F:  cap.  1^5.  L"  impiastro  del  succo 
della  radice  d'  ehulo  e  d'  ermodaltilo,  pesta 
con  si.ngia  di  porco  ,  aiuU  incontinente 
alla   g..tta   fre.lda.    (I  ) 

#  SONNACCUIARE.  Bussare,  fiera. 
Ori.  I.  24.  21.  fella  rispose:  il  vostro 
sonnacchiare  Non  ni'  ha  lascialo  stanotte 
I  dormire  ,  Ed  olire  a  ciò  mi  scntia  pizzi- 
care. ((')  .,  ,  r  ./ 
SONNACCIllOM  .  Acierb.  tra  1 
sonno.  lìiion.  Fier.  a.  4.  17.  S'  e'  non 
»'  ira  una  gobba  lerv icciuola.  Che  guar- 
dala li  i  pidli  appo  la  stalla,  E  intani., 
si    spulciava   sonna.chi.iui. 

•i  *  SO.NNACLHIOSAMENTE.  Al- 
vei b.  In  modo  sonnaecliioso.  Lai.  oseilnn- 
ter.  Tolom.  leti.  2.  72.  Adiralo  mi  sie- 
.dio  a  bel  desi.lerio  di  gloria,  riconoscendo 
per  voi  quanto  tempo  io  h.>  già  sonnac- 
chiosamente perduto,  quanto,  s  10  n..n 
fossi  slato  nimico  di  me  slesso,  avrei  lors. 
polulo  levaimi  dal  volgo.  (A}  PI-'.  Adr. 
Op.  Mor.  1.  l54-  Eia  bene  avvertire  . 
lettori  che  non  passino  tali  esempi  soB- 
uacchiosamcnl.'.    (IJ  ^,     ,        ,- 

•t  SONNACCHIOSO  .  Add.  Che  ha  gli 
occhi   aggravali  dal   sonno  .    Lai.   semiso- 
mnus,  semisomnis.  Gr.  ijuiuSiO;.  Iiamm. 
I      iq.    lo   adunque    eccilala   alzai  il    son- 
nacchioso   capo.    Cronichell.  et  Amar.  0^. 
I    Romani   sonnacchiosi  e  digiuni  salirono 
a   eavallo,   e   passarono   il   Tesino.     Uern 
Ori.    2.    26.   40.   Cosi   dicendo  saltava   I.1 
scala.   All'  uscio   giugne,   e   con   nimor   1 
apriva    ec.    Dov'  m   mi   slava   chcU  come 
sposa,  E   ini  mostrava  tutta  sonnacchiosa 
niion.    Fier.    4.    1.    7-    1""'    "     "'     "'" 
ili   i   merendoni  .   Questi  mici  sozii    son- 
nacihiosi   e   morbidi.   *    l.iov.  Celi,   l  n 
All'    '2     I    cavalli   di   Masino     «pinti    in- 
nanzi  avevano   scompigliale   e   messe    s.«- 
lopra   le   guardie   ancor   sonnacchiose    .lei 

campo.    (!')  ,  ^      ri 

*  §.  I.  Sonnacchioso,  vale  anctie  l  he 
produce  sonno.  Sonnifero.  Alam.  ioli. 
5  liq  E  '1  sonnacchioso  e  pigro  Pa|>a- 
vén.  in  quei  di  non  senta  obho.  (F)  San- 
naz.  Are.  Pros.  IO.  Qu.vi  gigli  «••  ••' 
in      gran     parie     i    sonnacchiosi     popavc- 

"  e  if  Per  timiht.  vale  Ottuso,  nel  si- 
gnificato del  §.  II.  Calai.  9.  Uianao  an- 
cora alcuno  indUi..  cattivo  di  noi  mede- 
simi, ciol-  d'  avere  ad.b.rnientalo  »'>"^'-  •• 
sonnacchio,...  Jlemh.  Asol.  1.  35.  Nelle 
lor  sonnacchiose  menti  non  po«cv«  raglia 
ne    enlrare,   eh.    b-r    si  dicesse. 

*  e  HI.  Per  Trascurato.  l.uar.  yasl. 
Fid  3.  4.  Ed  ha  ragi.m  di  favorir  cole. 
Che    sonnacchiosa   il   suo   favor  non   chic 

de.    irìr) 

SONNECCniARE  Leggermenlt  dor- 
mire, l  al.  dormiseere.  Cr.  iiS»«'TTHV.  fr. 
/,.,•.    T.   Che   non   .lornie   e   non   sonnec- 

''"sONNEFERABE  ,  e  SONMFEBARP 
Sonnechiare.  lat,  rior«.l,..T- ,  dormisce- 
n-.sopilum  slare.  Cr.  vu»Ta;«i».  uTvwr- 
TC.V.Vr«,.c.  Sacch.  no.'  l39  R»*'""'"; 
,h',bb..no  un  feac.  r  venendo  in  sul 
cominciare  a  sonnefenire,  ce.  E"«'  IK' 
^u^.no  al  suon  della  •>»"'>'  '""""""r^ 
.luaii  a   soiinefcrare     I  anh.    F.reol.   lìv 


S  O  .N 


S  O  N 


S  O  N 


XdO  di>»e  cgU  jucora  ocUa  im-dcMiiia  Puc- 
iirj  ,  cbo  ,  UDII  che  ultii.  Uiiicru  alcuna 
volU  souD»t\.Tava  ?  /■,'  òior.  12.  /)47  ■'^^^ 
fine  cMCDilu  t-^li  ,  mentri-  >omiilL-iavu.  Ira- 
coUutu  dalla  >»j;j;iola,  Utila  qu^le  ietlevu, 
liallè  della  nirniuiia  iu  It-rra.  e  iiiuri-  Capr. 
Dott.  1.  11-  (Juc&lu  alar  iK-1  li-Ito,  o  uuu 
durniiro  ,  ma  >t<tii)iri*rai'i'  nulamente  ,  non 
rred' io  A\v  sia  mulU)  sano.  Cari.  !  ior. 
58-  I  Fiurcntiui  1'  liauuo  prodotta  e  il- 
lustrata, e  fi-,  lasriatala  sonnilerarc,  e  ti- 
>vr(;lialulj,    e    laflVuatala    a    \u{i;Ua    loro. 

SONM£Oi;lAlifc:.  Sonnijenin:.  Lat.  don- 
tmtiìr«,dornMiji:crt:  (ir.  vuor«C!tv,  <j  ffvwT- 
Tdiv.  t'ì\  inr.  T-  Jn  (|uella  viiione.  Che 
V  anima    sonueggia. 

•f  SONMSLLINO  .  Vini,  di  Sonno  . 
Lat-  Ici'is  sotnuus.  Gr.  où  ^ttpu't,  u  tivo^. 
Ith,  Soa.  20.  Che  rgli  ha  già  fatto  più 
che  KtnDcUiuu  -  Ciriji-  *  n/i'.  3.  82.  A 
CiriH'o  gli  piace,  e  *1  vetro  succia  ,  Sca- 
la lasciar  nel  fondo  il  centellino  ;  Ed  è 
già  cotto,  e  presa  ha  la  lertuccia,  E  di- 
ce che  TUol  fare  UD  sonnellino  .  h  3. 
87-  Che  >uol  compire  il  giuoco  ,  e  poi 
dormne  Vn  sonnellino  ■  h  4-  '^S-  La 
i{uat  ,  Mccome  tenera  di  parto,  Faceva  ugni 
mattina  il  sonnellino  .  Lor.  Med.  caitz. 
66.  6-  Tuttavia  la  lepre  traccio.  Menti' 
ella  fa  '1  MJnnelUno  (  le  buone  edizioni 
leggono  :  Mentre    lei   fa   il   sonoellino)  . 

§.  Sonnellino  deW  oro,  si  ditv  del  Sonno 
che  si  dorme  siili'  aurora.  Jìuon.  licr. 
Jntr.  1.  Forse  eh'  io  l'interruppi  11  son- 
nellin  che  si  dice  dell'oro.  Si  dolce  in 
>uir  aurora  ì 

•7  *  SOWNHRELLO-  Dim.  di  Sonnoj 
Sonnellino,  Scnnetto.  Broni.  Bini.  buri.  2. 
•JMj.  Ogni  mattina  a  nov*  ore,  in  su 
quello  Che  ,  stanco  dall'  ardore  e  dall' 
affanno.  Mi  goderei  con  pace  un  soune* 
rello,    ec.     (A) 

SONNETTt).  Dtm.  di  Sonno.  Lat. 
levis  somnus.  Gr.  ou  ^«pu'4  u  nvo^.  Cor. 
leti.  I.  98.  Intanto  che  e^li  se  ne  va  in 
^  icinato  a  far  la  bisogna,  voi  vi  dormite 
il   vostro  sonnetto. 

•f  #  S0^^1FKUAME^T0  -  Primo 
sonno.  Principio  di  sonno,  Addormenta' 
mento.  Uden.  JVis.  3.  96.  Tuttavia  ,  per 
>onniferamento  del  poeta,  in  molti  nostri 
pru^innasmi,  e  in  questo  particolarmenli-, 
aì    ^ede  il  contrario  ^^«i  per  similit.).(  J) 

f  *  SO.NNIFERA>TE.  Che  sonnife- 
ra, Sonntuihio.so.  Sah'in.  Vit.  Diog.  2l3. 
Non  pensarono  che  e^li  ec.  si  fosse  ad- 
tormcntato,  perciocché  non  era  sonnife- 
rante,   ne   dormiglioso.   (A) 

S0^^1F£RAHE.  t'ed.  SONMEFEHA- 
UE. 

SONMFERO.  Susi.  Medicamento  per 
far  dormire.  3/alm.  6.  26.  Or  mentre 
la  il  sonnifero  il  suo  corso,  ec.  s?  C'a- 
stigl.  Cortig.  lib.  2.  pag.  253.  (  Gioli- 
to x564'  )  Il  medesimo  dico  di  alcuni  altri 
•  tic  in  amore  usano  incantesimi,  malie  , 
lalor  forza  .  talor  sonniferi  ,  e  simili  co- 
*e.    (B) 

SONNIFERO  .  Jdd.  Che  cagiona  il 
fO/iAo.  Lat.  somnifer  ,  somnificus  -  Gr. 
uTlvoTtOio».  Lil'.  segr.  co.v.  donn-  Per  l' 
utero  alterato  ti  puoi  valere  delle  erhc 
sonnifere.  <!  Sal%-in.  Kneid.  li!».  i\.  Servava 
I  sacri  rami  Ciin  miele ,  e  con  sonnifero 
papavero.  Jì  Uh.  •j .  M-  a  lui  giovare  I 
>.ioniferi    canti    alle    ferite.    (/■') 

SONNIFEROSO.  Add.  Sonnacchioso  . 
Ljt.  somnicutosus.  Gr.  u'nvviìo^.  Buon. 
Pier.  3.  4  9-  Languidi ,  a  guisa  d'  eh- 
tiri  ,  a  capo  chino  Reggersi  ,  e  truhallar 
sonniferosi. 

SONNIGLIOSO.  J'cd.  SOKNOGLIG- 
SO. 

t  SONNO.  Biposo  derivante  dall' as- 
.topimento  naturale  di  tutti  i  sensi.  Lat- 
fomniis  ,  sopor.    Gr.    Clt'tci.    Cello    sopra 


Dante:  Il  sonno  è  requie  delle  operazio- 
ni esterne  per  Icganientu  del  senso  co- 
iiiuue,  dato  dalla  natura  per  ri:>torar  gli 
animali.  lUwt.  J'ar.  12.  Vide  nel  sonno 
il  mirabile  frutto.  J\'tr.  son.  212.  Sulea 
lontana  iti  sonno  consolarmc-  Ìl' 2l8- Aon 
rompe  il  sunnu  suo,  s'  ella  1  ascolta.  Docc. 
nof.  43-  l;-  ^  ide  in  sul  pviuio  sonno 
venir  uen  venti  lupi  (rìoe,  nel  principio 
del  dormire  )  .  Jnict.  82.  Questa  mera- 
viglia ebbe  forza  di  rompere  il  sonno. 
J  ittani.  3.  22.  Soave  e  riposalo  sonno 
presi,  f  il.  S.  Morgh.  1IÌ6.  lo  gli  5\  eg- 
ghio  dal  sonno,  v  solb'ciluyli  a  far  i  fiuti. 
Ta.vs.  Gcr.  8.  26.  Ma  vcilia  come  quei 
eh'  or  apre,  or  chiude  (ìli  occhi,  mezzo 
tra    '1   sonno  e  1'  esìer   desto. 

g.  \.  Morir  di  sonno,  o  Cascar  di  .«ozi- 
no, i-ale  j4ver  veglia  grandi.-^sima  di  dor- 
mire. Bocc.  nov.  'j'j .  20.  Dove  essendo 
stanco,  e  di  sonno  mnrendo,  sopra  il  letto 
si  getto   a    durniire. 

§.  Il-  Schiacciare  un  sonno,  vale  Pa- 
re un  soìino^  Dormiiv  un  sonno  j  modo 
basso.  Pataff'.  10.  Tra  quei  che  sanno, 
un  sonno  ebbi   schiacciato. 

^'  §.  HI.  Dorntii-e  tutti  i  suoi  sonni, 
Jigurattim.  vale  ì'igliarsi  tutte  U  sue  CO' 
modilà.    /'.    DORMIRE,  §.   VI-    (Cj  * 

^  g.  IV.  J.'icc-si  in  proverb.  Chi  dor- 
me  gli  è  cavalo  il  sonno,  e  vale  clic  Chi 
non  istà  con  attenzione  ha  poi  di  che  pen- 
tirsi,  r.   DORMIRE.  §.    XVi.  (Cj 

'tSONNOCCIIlO^O.  /'.  J.  Jdd.  Son- 
nacchioso. Lai.  semisomnus,  scmisomnis. 
ripi'uTZVOi.  Bocc.  nov.  l5.  22.  In  ìista 
tutta  sonnocchiosa  fattasi  alla  6ne£<tra  pro- 
verbiosamente disse  -  £"  nov.  86.  l4-  E 
mostrandosi  ben  sonnocchioso,  al  fine  si 
levò  dallato  all'oste.  Sen.  Pist.  E  quando 
gli  orchi  niiei  sono  sonnocchiosì,  ancora 
io    io    loro    forza  di    vcgghiare- 

tSO.NNOGLIOSO,e  SO.NNlGLlOSO. 
J'.  .4.  Add.  Sonnacchio. 10.  Lat.  somniculo- 
.•!us.  Gr.  ijltvrì).o\.  Ott.  Coni.  Inf.  1.  4-  I^ 
sonno^lioso  molle  volte  errala  via.  Guitt. 
Icit.  i3.  Ad  ogni  negligente  fatto  è  sperone, 
ad  ogni  sonniglioso  tuba  . 

SONNOLENTE,  e  SONNOLENTO. 
Add.  Sonnacihio.w  .  Lat.  scmisomnis  ,  som- 
nicnlosns.  Gr.  jj^t'urrvo^ ,  unvr.io'f.  I)ant. 
Purp.  18.  Stava  com'  uom  che  sonnolento 
vana.  Amet.  9.  Gli  occhi  volgendo  sonno- 
lenti io  giro  ,  quasi  appena  conosce  dove  si 
sia.  Cavale.  P'rittt.  ling.  Il  prelato  rimesso 
e  negligente  e  come  nocchiere  e  rellor  di 
nave  sonnolento  al  tempo  della  tempesta , 
e  come  speculalor  cieco ,  e  banditor  mu- 
to. 

§.  Sonnolente,  per  SonniJerOj  Che  induce 
a  dormire.  Lat.  soporijer ,  .fomnifcr.  '^  Pe- 
cor.  g.  23.  nov.  2.  Al  medico  di  comune 
cun.senso  fu  lasciato  il  prezzo  a^Tilo  per  pa- 
gamento della  sonnolente  pozione.  (Vj  Pir. 
As.  197.  Al  buon  medico  di  comun  consen- 
so fu  lasciato  Ìl  pregio  avuto  dal  servo  per 
pag.imento  della  stiunolente  bevanda. 

fa  SONNOLENZA,Crtn/fCtfni.SOi>N0- 
LENZIÀ./n/e/i.fo  aggravamento  di  sonno, .ti- 
mile  al  letargo  j  Struggimento  di  domare , 
Lat.  veternus.  Gr.  Xn'Oapya^-  Dani.  Puig. 
18.  Ma  questa  sonnolenza  mi  fu  tolta  Sul)i- 
tamente.  Pranc.  Sacch.  nov.  16^.  Essendo 
costui  in  questa  sonnolenzia  e  addormen- 
tata gloria  ce.,  il  detto  Riccio  si  svegliò. 
Boez.  Pareli.  1.  pros.  2.  Il  mal  suo  è  letar- 
go, cioè  grave  e  profondissima  sonnolenza 
e  sdimentiranza. 

*  §■  PJi^tiratam.  «  Esp.  f'ang.  Per  la 
btr  troppa  sicurtà  e  prima  sonnolenza  men- 
tale si  trovarono  ingann.-)ti  .  J  it.  .S.  Ciò. 
Bat.  269.  Costoro  levarono  le  grida  ,  di- 
cendo che  non  dee  potere  essere  che  non 
conunettesse  o  nigrigenzia,  o  sonnolenza  , 
o  altie  cose  ».  (I^J  Cas.  Oraz.  Leg.  Opera 
non  di  pigrizia  uè  di  sonnolenza  ne  di  ca^o, 


0  di  fotluna  ,  ma  d'  industria  ,  di  ligUie,  di 
l'alita  e  di  piudeiiza.  (PPj 

SUNNOLOSO.  /  -  A.  Add.  Sonnacchio- 
so. Lat.  .ionintculosus.  Gr.  v:ivTi}6i.  Sai' 
Inst.  hig.  B.  Alcuni  di  loro  essendo  son- 
uolosi ,  ec. 

•'.!  SONO.  1.0  stesso  che  Suono  j  ma 
meno  usato.  Salv.  Avt'ert.  1.  3.  2.  29. 
Sono  per  suono  ,  sole  per  suole  ,  vale  per 
vuole  ,  leve  per  lieve  ,  e  mille  altri  si  leg- 
gono di  questa  falla,  che  dopo  la  morte 
di  Dante  eldier  principio,  per  quel  che  si 
coiujtiende,  (f'j 

SU^ORAME^TK  .  Avvcrb.  Con  sono- 
riti).  Lat.  .ionorc.  Gr.  rìyùtSot:.  1  arch. 
J:rrol.  Z.'j'^.  In  somma  un'  orazione,  la  qua- 
le fornisca  atta  e  sonoramente. 

f  SONORITÀ',  SONORITADE,  e  SO- 
NURITATE.  Astratto  di  Sonoro.  Cra- 
ziositù  e  Bontà  di  suono.  Lat.  harmonta  , 
.Konus.  Gr.  à^uo-jicn.  Ott.  Com.  f  urg.  3l. 
558.  Per  r  armonie  e  sonorìtadi  de'  cieli 
passando  .  But.  Come  viene  all'  orecchio 
dolce  sonorità  dell'  organo.  Vcmetr.  Segn. 
Ò5.  Non  fa  altjo,  se  non  che  licva  scon- 
venevolniente  la  sonorità,  e  1'  armonia  al 
parlare.  J'arch.  /.f».  38-  In  questi  ,  ver.?/^ 
airccano  pienezza  e  sonorità  le  lettere  con- 
sonanti. 

SONORO. -^rff/.  Che  rende  suono  j  e  SI 
usa  per  lo  più  in  .sentimento  di  suono  gra- 
to, o  di  armonia.  Lat.  sonorus.  Gr-  XX^'" 
c>5;  .  Amet.  94-  ^"'^  ^*  spaventi  lo  mio 
dir  sonoro.  Sagg.  nat.  esp.  2^1.  Il  suono, 
accidente  nobilissimo  dell'  aria,  ossci~\'a  un 
teutire  così  invariabde  di  velocità  ne'  suoi 
niovimcnii ,  che  1*  impeto  maggiore  o  mino- 
re con  cui  lo  produce  il  corpo  sonoro,  non 
può  alterarlo. 

§.  Per  Pumoroso,  Strepitoso.  Bocc.  nov. 
27.46.  Il  convito,  che  tacito  principio  avuto 
avea,  ebbi   sonoro  fine. 

•f  *  SONTICO.  /'.  L.  Add.  Torbido  j 
e  propriamente  Grave  e  Tardo  per  malat- 
tia. Sannaz.  Arcad.  egl.  12.  Mo^lransi  I' 
erbe  e  i  fior  languidi  e  mucidi;  I  pesci 
per  li  fiumi  infermi  e  sontici  j  E  gli  animai 
nei  boschi  incolli,  ec.  (A) 

t  SONTUOSAMENTE,  e  SUNTUO- 
SAMENTE.  Avverb.  Con  sontuosità.  Lat. 
laute,  opipare ,  magni/ice ,  sumptuose.  Gr. 
$v.-^iXù^y  XapLTtpÒii.  Omel.  S.  Gio.  Cri- 
sost.  244-  La  vicinità,  e  1'  esser  presso  al 
ricco,  che  si  pasceva  molto  sontuosamen- 
te. Pir.  Dial.  beli.  donn.  398-  Ancorché 
una  bellissima  donna  mollo  sontuosamente 
s'  aliliiglì  d'  oro  e  di  perle,  ec.  Capr.  Bott. 
5.  83-  Non  sono  se  non  le  voglie  ìuimo- 
derate  o  della  dignità ,  o  del  poter  ben 
mangiare  e  bere,  e  sontuosamente  vestire. 
Lasc.  J'arent.  2.  6-  A  me  basta  acquistar 
per  sempre  la  pastura  della  tavola  sua  ;  e 
sai  s'egli  ordina  sontuosamente! 

SONTUOSISSISIAMENTE  ,  e  SUN- 
TUOSISSIMAMENTE.  Superi,  di  Son- 
tuosamente, e  di  Suntuosamcnle.  Lat.  lait- 
tissime.  Gr.  yùcp.'TZfQ-za.TOi.  Stor.  Pur.  6- 
l38.  Fu  data  Gebirga  al  re  Lodovico  ,  e 
con  somma  letizia  de'  Francesi  e  de^  Lot- 
leringhi  celebrate  suntuosissimamente  le 
nozze  convenienti  a  cotaU  sposi .  /  arch. 
Stor.  10.  319.  Nel  qual  luogo  Alfonso  duca 
di  Ferrara  a^  endoln  sontuosissimamente  fat- 
to ricevere  ec.,  1'  andò  umilissimamente  a 
vicitare  .  Borgh.  Orig.  Pir.  171.  Her  1 
giuochi  e  feste  pubbUche  che  ec.  nelle 
vittorie  e  altre  comuni  allegrezze  soleva- 
no per  rallegrare  e  trattenere  i  popoli 
con  ogni  sorta  di  spasso  e  di  magnificen- 
zia  suntuosissimamente   celebrare. 

't  SONTUOSISSIMO,  e  SUNTUOSIS- 
S\yiO.  Superi,  di  Sontuoso  ,  e  di  Snntuo- 
so.  Lat.  magnijìcentissimus ,  splendidisst- 
mus,  sumptuosissimus.  Gr.  ia/*.;T^o'TKTO^. 
Fir.  As.  io3.  Oltre  a  tutti  gU  alui  sontuo- 
sissinu  apparecchi  di  quella  festa  ec,  egli 


1252 


S  0  N 


S  O  P 


S  0  P 


aveva  ragunate  un  numero  incredibile  <ii 
orse  Cuicc.  Sfar.  7-  329.  Seguitavano  mol- 
le fanciulle  ec,  tutte  ornate  supcrbissima- 
meute  ec.  eoa  magnificenzia  e  pompa  in- 
crediliile  iVì  sontuoiissime  vesti,  e  d*  altri 
ricchissimi  ornamenti.  E  17.  26.  Era  so- 
pra modo  miserabile  ec.  quella  città  f  di 
3fÌ/ano  )  ec.  j  cosa  da  muovere  estrema 
comnmcrazione  ec.  a  quelli  che  l'avevano 
veduta  pochi  anni  innanzi  pienissima  di 
abitatori  ec,  per  1'  abbondanza  e  delicatez- 
za di  tutte  le  cose  appartenenti  al  vitto 
umano  ,  per  le  superbe  pompe  e  suntuo- 
sissimi ornamenti  ,  er. 
SONTUOSITÀ',  SUNTUOSITA',  SON- 

Tuosri  adi:,  suntuositade,  so.n- 

TUOSITATE,  e  SU.NTUOSITATE.  ^- 
strattodi  So/iluoso,e  Si/ntuo.to.  Lat.  iiixus. 
Gr.  Xaiii-npo'xti;.  .-ign.  l'nnd.  36.  Dipigne- 
re  la  loggia,  comperare  gli  arienti,  volersi 
magnificare  con  pompa  ,  vestire  con  sun- 
tuosit'a.  lìut.  Superbia  ec,  se  b  in  edificii, 
o  in  moltitudine  di  case,  o  in  grandezza,  o 
suntuosil'i  .  Capr.  liott.  8-  171.  Volendo 
riprcntierlo  di  troppa  sontuosità  ec,  gli  fu 
risposto  da  Leone,  ciò  essere  stalo  quando 
i  Re  guardavano  le  pecore. 

SO.NTUOSO,  e  SUNTUOSO.  JJd.  Di 
ffraritle  spesa,  liicco.  Lat.  sumphiosus.  Gr. 
AauTTCs';.  Àgn.  Pand.  2.  T<e  mai  vidi  ec. 
una  spesa  fatta  sì  grande  ,  ne  sì  suntuo- 
sa, ne  tanto  magnifica,  eh'  ella  non  sia  da 
molti  per  molti  mancamenti  biasimala.  /4r. 
I^ur.  7.  20.  Qual  mensa  trionfante  e  son- 
tuosa Di  qualsivoglia  successor  di  Kino  ec 
Totria  a  questa  esst-r  par?  Fir.  As.  322. 
Menlrecbè  il  mio  guardiano  era  intento 
con  ogni  diligenza  ad  assettare  il  sontuoso 
letto  ce  ,  io  feci  buona  deliberazione  ec. 
ir  Buorì'  Fior.  l^.  2.  7.  Vasi  di  profumier, 
])achccbe  d'orafi.  Drapperie  suntuose,  se- 
misvolle  Da' ciUndri  intìorati,  ce.  CJ9;  /■'/V. 
/''//.  Calil.  83.  Il  .suo  corpo  fu  condotto 
ec  con  pensiero  d' erigerli  augusto  e  son- 
tuoso deposito  in  luogo  più  conspicuo  di 
della  chiesa.  (C) 

*  SOPERBIA.  V.  A.  Superbia.  Lai. 
siipcrhiftj  fastiis.  Gr.  UTTfiiJiya'vcta.  Coli. 
Ab.  Isaac,  cnp.  12.  Siccome  la  grazia  s'ap- 
prossima all'  umiltà  ,  così  5'  appressimano 
alla  soperbia  li  casi  che  conUistano  1'  uo- 
mo. (')  /'V.  Giord.  236.  Prima  s'  inco- 
rominciòe  1'  avarizia  in  Cain,  poi  vennero 
le  carnalitadì  j  poi  venne  1'  idolatria  e  la 
.soperbid,  e  tutti  i  mali.  (I') 

*  SOPERCHIAMENTE.  Avvcrh.  So- 
perchici'olmcnte  ,  Con  soperckianza  .  Lat. 
tmmodice .  Gr.  Óttc^/jlsvw;  .  //  7'ocabol. 
nli.t  K-occ    DI   SOPKHCniO.   (•) 

SOPEUCHIAMKNTO,  e  SUPERCHIA- 
MENTO.  //  .topcrcbinre  ,  Soperchio  ,  So- 
prabbondanza, Superfluità.  Lat.  /tixuries  , 
/uxus,  profusio,  rcdundantia.  Gr.  aswTi'a. 
Albert,  cap.  38.  Dunque  non  dei  seppellir 
la  pecunia,  ma  de'la  usare  non  a  soperchia- 
menlo  e  a  diletto,  ma  ad  ulilitade. 

t  SOPEnCIIIANTE,  cSUPERCHIAN- 
TE.  Cbc  soperchili, Cfif/'t  sopvrchierù;  Lat. 
contitnieliosus.  Gr.  TtJeavsxrifj;.  Ott.  Coni. 
Jnf.  C).  |5().  Il  sopercliiante  vutile  torre  al 
ricco  la  sua  .sposa;  quelli  il  ritiene ,  e  in- 
ratena  I.1  virtù  ,  volendo  il  sopercbiaiile 
liberare,  e  regolare  ec. 

SOPLItCniANZA,  r  SUPEnCUIANZA. 
Superfluità,  S^'pritbbondauza.  Lai.  rcdim- 
dantia.  Gr.  «f^lioii'a.  ^f.  Aldobr.  P.  A'. 
20^-  Quando  nelle  predette  quattro  parti 
si  raccoglie  alcuna  sopcrchianxa,  ù  "I  poiià 
nomo  sapere  per  gì*  infrasrrilli  *ej;ni.  Coli. 
SS.  Pad.  Per  sfiper«lii;mr.i  di  cuore  sarà 
trailo  a  coso  impossibili,  e  non  considera- 
te. Vit.  Crisi.  Abbiendo  da  vivere  e  ve- 
stire scctmdo  la  convenevole  necessità  ,  e 
non  a  soperdiiania  .  Zibald.  Aitdr.  lao. 
Quando  vi  si  raguna  alcuna  &o]ierchianta, 
i^ì  II»  potrai  saper  per  ^1'  lufrascrittt  segni. 


f  §.  Per  Soperchieria  .  Lai.  conlume- 
Ha.  Gr.  ufipi:  .  A'or.  nnt.  54-  9-  Erano 
stali  biastemmiati,  e  gittati  loro  i  torsi  e  '1 
fango  ,  e  minacciati  ,  e  fatto  loro  in  quel 
giorno  molla  %illania  e  iopfrcbianza.  J.i*'- 
AI.  Tu  metti  ^iilu  in  superbia  e  in  s*q>er- 
chianza,  e  in  dispeltare  gì'  Iddìi  e  gli  uo- 
mini. Giambon.  Mis  L'om.  l5o  In  quelli 
di  peiirà  tutta  l'umana  generazione,  e  spi'- 
gnerassi  la  superbia  delle  genti,  e  abbat- 
terassi  la  suptTihianza  de*  forti. 

SUPERtlllARE  ,  e  SUPEHCIII  ARE  . 
Sopravanzare.  Lai.  rcdundare ,  superara, 
su perahu ridare,  superflurre  .  fir.  Tt)  sOV£- 
rrerv.  l'ant.  InJ.  19.  Fuor  della  bocca  a 
ciascun  soperchiava  D'  un  peccator  li  piedi. 
E  23.  Che  giace  in  cn>la,  e  nel  fondo  so- 
perchia. Pass.  358.  Quando  soperthia  nel 
corpo  quello  umore  cbc  .-.i  chiama  flemma 
ec.  ,  i  sogni  sono  corrisjiondenli  a  «[uella 
qualità  (  cioè,  soprabbon<la,  r  predomina). 
j\'ov.  ant.  29.  1.  IWa  tanto  non  si  soprappose, 
che  dispeDdendo  e  scialacquando  il  sut>,  gli 
anni  sopravvennero,  e  soperdiiolli  tempo, 
e  rimase  povero,  che  avea  lutto  diapeso . 
E  num.  2.  Contò  tulio  lo  cavaliere,  come 
gli  era  incontrato,  e  come  il  tempo  gli  era 
soperchialo,  e  avea  tutto  dispeso. 

*t  S-  *•  P^^  f'"^  soperchieric .  1  at.  con- 
tumelia afficcrc,  afferre  iniuriam.  Gr.  uo£i- 
Ciiv.  G.  C.  6-  2.  2.  Gli  ambasciadorì  di 
Firenze  funino  alla  prima  soperchiali  e  vil- 
laneggiati dalle  persone  ec.  E  num.  3.  Scri- 
vendo eglino  a  Pisa,  come  erano  stati  so- 
perchiati e  vergognati  da'Fiorentini.  J'arch. 
Ercol.  69.  Soprafi'are,  ovvero  soperchiare  di 
parole,  o  altri  tali,  non  mi  pare  che  ab- 
biano quella  forza  ed  energia  ce,  che  bra- 
vare . 

§.  II.  Ter  Vincere,  Superare.  Lai.  vin- 
cere ,  superare.  Gr.  vixàv.  C.  f.  7.  6.  4- 
Della  quale  (zuffa)  i  Saracini  furono  so- 
perchiati. /'.*  8.  01.  4"  Quando  i  su(»i  peccati 
soperchieranno  i  miei ,  io  tornerò  in  Me- 
lano, Bocc.  nov.  8.  2.  D'  avarizia  e  di  mi- 
seria ogni  altro  misero  ed  avaro  ,  che  al 
mondo  fosse,  soperchiava.  E  nov.  84.  2. 
Come  la  malizia  d'  uno  il  senno  soper- 
chiasse d'  un  altro  ,  con  grave  danno  e 
scorno  del  soperchiato  .  l'tt.  S.  Alargli. 
1.'53.  Tu,  Margherita,  mi  vincesti  ec. ,  E 
la  mia  fona  soperchiasti  .  Fir.  Disc.  lett. 
325.  Se  già  da  lri>ppa  audacia  egli  non  si 
lascia  superchiare. 

SOPERCHIATO,  e  SUPEnCTITATO  . 
Add.  da  Soperchiare ,  e  Supcrchiar-ej  So- 
pravanzato ,  Fiuto  f  Superato,  fìocc.  nov. 
84-  2.  Con  grave  danno  e  scorno  del  so- 
]icrchiato.  AI.  /'.  2.  7.'>.  Vedendo  i  Vine- 
ziani  rotti  e  soperchiali  ìn  quella  guerra 
da' Genovesi.  *  .SViA'.  ^t'icrr  1.2.  12.  E 
dalla  'nvidia  e  non  poche  fiale  superchiala 
r  autorità.  fV) 

§.  Per  Ingiuriato.  Lat.  iniuria  ajfectus. 
Gr.  u)9pt9Sfi'«.  G.  F.  8.  116.  I.  Quando 
volea  r  uno  .  non  volca  1'  altro  ,  che  si 
lenea    soperchialo. 

t  SOPKHCIilATORF.r  SUPEUCIIIA- 
TORE,  l'erbai,  ma.^ic.  Che,  o  Chi  .toper- 
chin,  o  superxhia. 

SOPERCHIATRICE.  e  SUPERCIIIA- 
TRICE  .  Ferl>at.  frmm.  Che  soperchia  . 
Tac.  Pai'.  Ann.  2.  4^»-  Con  libertà  non 
minore  poscia  si  richiamò  di  Urgidania  , 
gran  favorita  d'  AgUsta.  perciò  delle  leggi 
superchialrice  (  i/  test»  lat.  ha.-  quam  su- 
pra  legi-s  amicitia  Auguslae  alluler.il  ) 

SOPERCIIIFRIA  .  e  SUPERCIIlEnrA. 
Ingiuria  fatta  altrui  con  vantaggio  ,  Fan- 
taizfzio  o/traggio.to  .  Lai.  contumelia  .  Gr. 
u^pti.  l'arih.  Fnol.  13.  E*  si  vede  pure 
eli*  e*  soldati  ,  che  fanno  tanta  stima  dell' 
onore,  quando  sono  «flesì ,  o  ingiuriali  con 
soperchieria  ,  cercano  con  sopcrcliieria  di 
vendicarsi.  E  Stor.  8  187  O  perchè  gli 
ditpinccsicro  le  soperrhienc  che  faceva  Già* 


no  a  chi  poteva  manco  di  lui.  Bern.  Ori. 
1.  i4'  2.  Di&piace  poi  sopra  ogni  villania  , 
Ed  agli  animi  nostri  assai  più  pesa  Quella 
eh'  è  fatta  con  superchirria  A  gente  che 
non  possa  far  difesa.  Car.  lett.  |.  102- 
Ha  bisogno  che  sorga  costì  un  uomo  da 
bene  ,  che  per  misericordia  non  gli  lasei 
far  soperchieria. 

•f  SOPERCUIEVOLE,  e  SDPERCUIE- 
VOLE.  Add.  Soprabbondante,  Eccessivo. 
Lai.  supervacuiiy  ,  siipervacaneus  .  Cr- 
Itipizió^.  Pass.  ijjg.  Tante  volte  si  com- 
mette (il  peccato  veniale  )  ,  quante  1*  a- 
nmia,  più  che  non  e  mestiere,  con  Ta- 
ghezza,  e  con  soperchievole  piacere  dì- 
mora  nelle  creature  ,  amandole.  Pant- 
Conv.  III.  Questo  amore,  nell* uomOroas- 
siniaiuante.  ba  mestiere  di  ri-Uore,  per  la 
sua  soperchicvob-  operazione  nel  diletto. 
Cr.  4-  l3.  9.  Acciocché  '1  vino  più  ma- 
turo e  potente  si  faccia  ,  e  la  niperchie- 
vole  umidità  consumata  duri  più,  e  sia 
di  migliore  odore.  E  cap.  16.  I-  Si  ta- 
glino le  radici  superchievuli,  le  quali  avrà 
prodotte  la  stale.  E  II.  4^-  >  '  dolori 
avvengono  a*  cavalli  ce.  per  ventosità  er. 
nata  jter  viscosi  umori,  e  ftupercbicvulc 
roder  d'  orzo. 

§.  Per  Soperckiante ,  Soprastante,  Ol- 
traggioso. Lat.  iniiiriosus,  contumeliosus. 
Gr.  J^pf.rtxo':.  I.iv.  AI.  Acci(»cchè  tu 
non  traligni  dal  tuo  legnaggìo,  il  quale  e 
tanto  soperchievole  e  superbio.  Filoc.  4- 
X02.  Lascia  ornai  le  soperchievoli  ofTese , 
e  perdona  il  disavveduto  fallo  alla  inno- 
cente giovane.  Pass.  236.  Dicendo  pa- 
role villane,  ingiuriose,  oltraggiose,  o  so- 
perchievoli. *  Jiuon.  Fier.  2.  2.  6.  Quant' 
io  scendea  Risjtetloso  al  suo  dir,  lant'  ella 
in  allo  Saliva  superehievole.  (C)  Salvia. 
Di.fc.  3.  3o.  Per  ammendare  il  difetto 
degli  uomini  troppo  vantaggiosi  e  soper- 
chievoli, che  della  naturai  facoltà  s*  abu- 
savano  fuor  di  misura.    (I\') 

•t  SOPERCHIEVOLMENTE,  e  SC- 
PERCHIEVOLME.NTE  .  Awerb.  Con 
soper-chianza ,  Eccessivamente-  Lat.  vehe- 
menter.  Gr.  coò^poc.  But.  Ognuno  alibi 
in  dispregio  tanto  avanti ,  cioè  tanto  so- 
percbirvolmente  .  Pa.t-t.  263.  Il  quarto 
grad<i  (dell'umiltà)  e  tacere  ìnsino  che 
1'  uomo  sia  domandalo  ;  ed  è  contrario 
.1I  quarto  grado  della  superbia  ,  che  si 
dice  iattanzia,  per  la  <]uale  altri  favcUa  so- 
percliievolmenle    vantandosi. 

SOPERCHIO,  e  SUPERCHIO.  Sust. 
Che  avanza.  Che  è  più  del  bisogno.  So- 
prabbondanza, EccessOf  Avanzo.  Lat.  re- 
dundantia,excessus.  Gr.  irc^isoct'a.  Dani. 
Inf.  7.  In  cui  usa  avarizia  U  suo  super- 
chio  (cioè,  la  sua  maggior  forsa,  e  pote- 
re) .  /''li.  Per  r  orribile,  soperchio  Del 
j'UEZo  che  *1  profondo  aliisso  gilta.  Sen- 
Pist.  90.  Fu  trovalo  per  soperchio,  e  per 
lussuria  il  segare  del  legname  diritto  a 
linea.  E  Ila.  Glorifìcansi  «piando  la  gente 
parla  de' lor  soperchi.  iV.  I'.  7.  l4-  I 
f{uali  tulli  si  mo!ktraroni>  allegri,  stimando 
clic  non  gli  dovessono  jiiendere.  cono- 
scendo il  soperchio.  Buon.  rim.  (^.  Se 
il  men  riempie  e  'l  mio  soperchio  lima 
Vostra  pietà,  qual  penitenza  aspetta  Mio 
cieco  e    van  pensier    se  la    disdegnai 

g.  I.  In  pro\trlno  :  Il  .coperchio  nom- 
Ite  il  coperchio  j  r  vale,  che  Ogni  troppo 
e  troppi-I.  Ogni  eccrsso  è  biasimci'oIe.htX. 
ne  quid  nimis.  Fior.  ì'irt.  A-  Al.  Ari- 
slotUe  «lice  :  Ogni  troppo  torna  in  fasti- 
dio, e  ogni  soperchio  rompe  il  coperchio. 
J'nryh.  i.ez.  Così  diciamo  ancora  noi  so- 
stantivamente il  soperchio,  e  significa  pro- 
priami-nle  quello  che  avanza,  abln^nda.  «t 
e  di  pili  ;  onde  usianiit  volgarmente  un  tal 
pn»verbio ,  trailo  per  ventura  da  qursi.i 
verso:  Il  soperchio  rompe  il  coperchio. 

§.  II.    Ver  Soprrfhieria,  Oltraggio,  l  al. 


S  O  P 

iniuria,  eentumeiia.  Gr.  v^^t^.  C  /'.  II. 
6l.  2.  L'  AvToparo  dì  Trevigi  per  sopt-r- 
chi  riceTUti  si  ruln'Uó  ila  n»e^it■r  Mastino. 
*  CroRÌehett.  \S!^.  Difdfii  U  primo  Gon- 
falone della  giustitia  ,  e  questo  lue  per 
molti  soperchi,  che  lacevano  i  grandi.  (C) 
SOPERCHIO  ,  e  SUPEKCHIO.  Jdd, 
Che  è  a  so pr abbondanza  ,  Troppo  , 
Eccessivo.  Lat.  supen-acnus  ,  stipervaca- 
neus  f  vehcjnens.  Gr.  Ttspiooo'^ ,  Ofo- 
ipo'^.  £occ.  no^^.  80.  l.  Ninna  >e  n* 
era  ,  a  cui  per  soperchio  riso  non  fos- 
sero dodici  volte  le  lagrime  venule  in 
su  gb  occhi.  C.  r.  II.  23.  I-  Furono 
tante  sop^rchie  piove,  e  gon6amento  del 
6uUo  del  mare,  chi-  tutte  case  e  terre  di 
quelle  marine  si  disertai u.  littam.  2.  I. 
Questo  eh'  io  »Uco,  e  le  soperchic  spese  , 
Invidia,  cupidigia.  Tur  cjgione  Del  mal  che 
sopra  me  per  lui  discese.  Tes.  Pov.  P. 
S.  cap.  tg.  Anco  la  stufa  di  cenere  di 
querce  dissidvc  gli  umori  superchi.  /  it. 
S.  Gir.  20.  La  soperchia  uniilitatle  di  non 
punire  i  tìiÌÌ  non   è  MTa  umillta. 

SOPERCHIO,  f  SUPEFCHia  Jvvcrb. 
Troppo.  Lat.  nimis.  Gr.TTEpisow;.  ISocc. 
nov.  58.  3.  E  tanto,  oltre  a  tutto  questo, 
era  altiera,  che  se  stata  fosse  de*  KeiJi  di 
Francia,  sarcMic  italo  soperchio,  i  ir.  As. 
25.  A  quegli  uomini,  i  quali  hanno  man- 
giato e  bevuto  superchio,  par  poi  la  notte 
vedere  ì  miracoli. 

g.  Vi  coperchio.  Ved.  DI  SOPERCHIO- 
't  soperchiti'.  SOPERCHI!  ADE, 
<  SOPERtUITATE.  /  .  A.  Sopvnhaii- 
.irt.  Su  per/1  li  itti.  JJoez.  C.  S.  43.  E  vero 
è  questo  detto:  coloro  avere  bisogno  di 
molte  cose  che  molle  cose  posseggono;  e, 
per  contrario .  di  piccolissime  chi  l' alibon- 
danza  sua  con  necessità  di  natura  ,  non 
con  soperchila  di  larghezza  miiura.  ^  Lib. 
Sen.  1  irt.  |i).  Se  tu  ami  La  contìiienzia 
taglia  ,  e  rìcide  le  soperchila  ,  e  li  tuoi 
diuideru  in  distretto  luogo  costringe.  (  Cj 
SOPIRP.  Beprinure,  Attiitarf,  JiH' 
morzarv.  Spegnere,  liinluzzare.  Lat.  sopi- 
re, Gr.  j'KTa/oi^i'ZstD.  3 ass.  Cer.  2.  5(6. 
Sotto  il  silenzio  de'  secreti  orrori  Sopìan 
gli  afi'anni,  e  raddolciano  ì  cori.  ^  1^  7. 
3.    M  sonno  ec.  Sopì  co'  sensi  1  suoi    do- 


>opi 


lori ,  e  1'  ab  Dispiegò  sovra  lei  placide  e 
chete  .  fCj  Impcrf.  Tim.  D.  l3.  T.  8- 
471'  Egli  è  assai  agevole  a  sopire  la  vo- 
stra diAìcollà.   i  F) 

SOPITO.  Jdd.  da  Sopire.  Lat.  sopi- 
ttis.  Gr.  xaTajtoi^ia^ei';.  Hut.  !  urg,  18. 
I.  Come  '1  fuoco,  quando  s'  accende  della 
favilla  eh' è  sopita  nella  cenere.  Ar.  Fur. 
8.  72-  Gli  raccende  nel  coie,  e  fa  piti  ar- 
dente La  Gamma,  che  nel  di  j>area  sopita. 

§.  per  meta/.  Star.  Tur.  6.  142.  As- 
ietlate  e  sopite  cosi  le  cose  Ira  questi  due 
Re.  si  partirono  subitamente  (c/oè^  acquie- 
tate, sedate  )  .  Sti^g.  nat.  esp.  230.  Stro- 
finata f  l'  ambra)  su'  corpi  di  superficie 
liscia  e  tersa  ec,  rimansi  luttaMa  sopita  , 
e  non  spira  (  cioè,  priva  di  virtù  )  . 

SOPORE,  r.  /.  Sonno.  Lat.  sopor , 
somnus.  Gr.  wTtvo^.  Po/iz.  st.  2.  18.  E 
mentre  stanno  involti  nel  sopore,  Pare  a' 
i  iovan  far  guerra  per  amore. 

•+  *  SOPORIFERO.  /  .  X.  Jdd.  Che 
induce  sopore.  Sonnifero,  IS'arcotico.  Cor. 
En.  6.  620.  Allor  la  saggia  maga.  Tratta 
di  mele  e  d' incantate  biade  Una  tal  so- 
porifera misturai.  La  gittò  dentro  a  le  bra- 
mose canne,  (ji) 

«  SOPOR060.  Jdd.  Soporifero,  Che 
ha  sopore.  Corsin.  Torracch.  9.  29.  Onde 
le  soldatesche,  in  fra  i  boccali.  Della  ru- 
giada al  temperato  gelo,  E  della  piena  al 
rauco  mormorio,  Cbiuscr  le  luci  in  sopo- 
roso  olildio.  (/fj 

SOPPALCO.  Palco  fatto  poco  sotto  '/ 
tetto,  per  difender  le  stanze  da  freddo  e 
caldo  ..  o  per  ornamento.   Lat.    subfxum. 


S   O   P 

Toc.  Vav.  jinn.  4*  *03.  Sofiìccansi  i  tre 
senatori,  con  laido  non  meno  che  tradito- 
re nascondiglio,  tra  *1  tetto  e  '1  soppalco, 
e  porgon  l'orecchie  a' buchi,  a' fessi  ^«yui 
il   Testo  lat.  ha  laquearia). 

SOPPA^^ARE.  Metter  soppanno,  Fo~ 
dcrore  con  soppanno.  Lat.  subsuere.  Gr. 
UTlf  i'oaTTTS'S.  Qiiad.  Coni.  Per  panno  li- 
no giallo,  per  sopp^mnare  la  giubba  rin- 
vergata.  Pellinc.  son.  280.  Perchè  tu  mi 
soppanni  un  po'  quel  boto.  Serd.  Stvr. 
Jnd.  i5.  6l4-  La  soppannò  di  dentro  di 
dommasco,  e  di  fuori  la  coprì  di  teletta  d' 
oro. 

•f  §.  Per  simiìit.  Peni-.  Celi.  Ortf. 
144*  L"n  uomo  poteva  entrare  dentro  nel- 
la manica  ,  la  quale  era  soppannata  e  ve- 
stila  d'asse   dirillissime. 

SOPPANNATO.  Add.  da  Soppannare. 
Lat.  subsiitìis.  Gr.  uTtffl'pa/iyevo^.  /  arck. 
Slor.  9.  265.  Il  qual  lucco  i  più  nobili  e 
i  più  licchi  portano  ancora  Ìl  verno  ,  ma 
o  foderalo  di  pelli,  o  soppannato  di  vel- 
luto, e  taI\olla  di  dommas^o  ,  e  di  sotto 
chi  porta  un  saio,  e  chi  una  gabbanella  , 
o  altra  ve^licciuola  di  panno  soppannala, 
che  si  chiamano  casarche. 

^.  F  per  siiJii/it.  Sagg.  nat.  esp.  J2. 
FgU  è  un  tronco  di  cono  foimato  di  su- 
ghero per  di  dentro  voto  e  impesciato  e 
per  dì  fuora  soppannato  di  latta. 

3  SOPPANNO.  Sìist.  Qi.clla  tela , 
drappo,  o  .41  tra  simil  materia  ,  che  si 
mette  dalla  parte  di  dentro  de'  vestimenti 
per  difesa,  o  per  ornamento.  Fir.  Piai, 
beli,  donn,  1\Zd.  Avvegnaché  queste  parti 
si  possano  aiutare  colle  l)anil)Uge,  e  co' sop- 
panni, e,  per  dirlo  ad  un  trailo,  colla  in- 
dustria del  sarto  ;  nondimeno  ec.  Ulalm. 
12.  36.  Di  certe  toppe  ,  scampoli  e  sop- 
panni Torsi  d*  impaccio  voUe. 

!l=  g.  £■  fgitralam.  «  Lelìinc.  son. 
i56.  Sentenze  da  soppanni,  u  feiravec- 
chi  »  .  (N) 

SOPPA^NO.  Jvverb.  Aotto  i  panni. 
£occ.  nc''.  'jC).  4'  Avendosi  tutte  le  carni 
dipinte  soppanno  di  li\Ìdori. 

SOPPAìSARE.  Pivenir  quasi  passo,  o 
mezzo  asciutto.  Lat.  flaccescere.  Cecch. 
Corr.  4>  9-  Rimuri  II  muro,  e  si  soppassì 
la  calcina. 

SOPPASSO.  Jdd.  Quasi  passo  ,  Tra 
passo  e  fresco,  Mezzo  asciutto.  Cecch. 
Correa.  4-  6-  E  the  'I  muro  saia  cosi  sop- 
passo.  Penv.  Celi.  Oref  Sa.  Cosi  soppasso 
e  caldo  cadisi  il  lavoro  del  fuoco.  Ji  II2. 
Come  io  la  vcddi  soppassa,  e  ritirata  per 
la  grossezza  di  uu  dito  (  qui  parla  di  una 
figura   di    terra  j  . 

SOPPEDIANO.  J  Cd.  SOPPIDIANO  . 
SOPPELLIKE.  ;  .  W.  Seppellire.  Lat. 
sepclire.  Gr.  /«TafiaTiTEi^-  Micord.  Ma- 
lesp.  143.  Il  corjio  di  Federigo  fece  por- 
tare a  soppellire  onolevolraente.  /  it.  S. 
Ciò.  Pat.  Ed  ecco  the  se  ne  portarono  il 
corpo  per  soppellirlo.  ì  it.  SS.  Pad.  i.  7. 
Fc  questo  non  mi  concedi,  morrommi  al 
tuo  uscio,  e  almeno  mi  soppcllìrai  poi  cb' 
io  sarò  morto.  Cronichett.  d'  Amar.  gfi. 
Poi  soppellirono  Giulio  Cesare  a  grandis- 
simo onore. 

.'^OPPELLITO.  /'.  j4.  Jdd.  da  Sop- 
pelli/e.  Lat.  scpultus.  Gr.  TOfSi'^.  Pit- 
lam.  6.  4-  Qui^i  ,  mi  disse,  o*  e  fu  sou- 
pellito  Quel  gran  Roman ,  ec.  /  it.  S. 
Gir.  5.  Nel  qual  luogo,  eempiuti  anni 
novanta  e  mesi  sei  della  sua  vita  ,  fu  sop- 
pelbto. 

*  SOPPELO  .  Term.  de*  Macellai  . 
Taglio  di  carne,  che  è  Quella  punta  che 
sta  attaccata  alla  spalla.  (Jj 

SOPPERIRE.  Supplire.  Lat.  supplere, 
opitulari,  satisfacere.  Gr.  £/:r>T;^ou"4, 
^oy.Oi";  ,  a3a:r)r,^u  j  .  Cron.  Morell. 
248.  Non  perchè  et  si  sentisse  avere  val- 
sente da  potere  sopperire  a  ciò.  E  altro- 


SOP 


J253 


ve  :  Nondimeno  con  buono  prorredimento 
ec.  sopperì  a  tutto.  Jmbr.  Furt.  1.  1.  Che 
s'  ha  a  fare  ?  sopperiremo  col  tenerla  he- 
ut-,  e  col  falle  vezzi.  J'arch.  Stor.  Q. 
23o.  E  gli  altri  sotto  la  medesima  pena 
dovessero  sopperire  a  quanto  mancasse  . 
Lib.  Son.  i3o.  lo  taglio  a  due,  e  soppe- 
rii- non  posso.  Scrd.  Stor.  7.  260.  Non 
potevano  sopperire  a  far  le  guardie. 

SOPPESTARE.  Lat.  leviter  tumlere. 
Gr.  ett"  o)t-/ov  a)oàv.  Piceli.  Fior.  88. 
Il  soppestare  è  rompere  in  parli  grossttte  , 
e  non  ridurre  in  polvere,  come  nel  pestare. 
SOPPESTATO,  e  SOPPESXO.  Jdd, 
da  Scppestarej  Infranto,  Alquanto  pesto. 
Lat.  leviter  tusus.  Pallad.  Cena.  21.  Met- 
tivi tre  staia  di  granella  soppeste  di  niorliiic 
(  il  testo  lat  ha  :  expressis  niyrti  granis  ). 
Ped.  Oss.  an.  66.  Si  nulritbino  in  quell' 
•erbe  ed  in  quei  fiori  soppesti. 

DOPPIANO.  Piciamo  Vi  soppiano,  po- 
sto avverbialmente,  e  vale  lo  stesso  che  Sot- 
tovoce. Lat.  submissa  vece.  Gr.  ziyr,.  Puon. 
Tane.  1.  1.  Io  giunsi  giù  da  Mensola  in 
que'  greppi  Due  che  ne  cicalavan  di  sop- 
piano. 

•f  SOPPIANTARE.  Mettere  sotto  le 
piante  de'  piedi.  Mar.  S.  Creg.  II.  J).  Sop- 
pianta, cioè  a  dire  atterra,  o^ve^o  si  mette 
sotto  i  piedi  i  reggenti.  ;^  Fr.  Ciord.  161. 
il  seme  della  parola  di  Dio  sarà  soppian- 
tato e  conculcalo  f  in  questi  due  esempii 
figu rafani.   ;.  ( l'j 

t  §•  ^<''"  Ingannare  .  Lat.  supplantare . 
Gr.  ti-03/.£).i'^£tv.  Jlhert.  cap.  i3.  Se  tu 
li  sarai  mestiere  ,  soppianteratti ,  e  sorri- 
dendo li  darà  speranza,  e  narrandoti  li  suoi 
beni  li  diceià:  the  l'è  mestiere?  Med.  Arb. 
Cr.  jz.  Con  lutto  tiò  non  si  ritrasse  il  mi- 
sero della  malìzia  sua,  ma  brìgossi  di  sop- 
piantale il  dolce  maestro. 

SOPPIATTARE.  Nascondere.  Lat.  oc- 
culere,  occultare.  Cr.  kÌììTteiv,  cuyzaii/- 
TiTSiv  .  Puon.  Pier.  3.  3.  2.  E  sappia- 
mo Pur  soppiatlarci ,  e  quattro  giorni  iu 
chiusa. 

SOPPIATTATO,  e  SOPPIATT  O.  Jdd. 
da  Soppiaf fare.  Ldl.  celatus,  occullus.  Gr- 
/e/«)-Uf*jU='vi:>4,  xfJato:.  J  al.  Ài' ass.  Con 
soppialla  cagione  gli  tirò  là  dove  egli  vo- 
b-■^a.  Tac.  Lav.  Ann.  i.  3.  Non  aver  pure 
in  quelli  anni ,  che  egli  stelle  al  confino 
di  Rodi  ec. ,  altro  mai,  che  ire  infinite  e 
soppiatte  libidini   mulinato. 

g.  I.  Vi  soppiatto  ,  posto  avverbialm.  J'. 
DI    SOPPIATTO. 

'i'  §.  II.  porsi  in  soppiatto,  vale  Nascon- 
dersi ,  Agguatarsi.  Imperf  F.  Tusc.  P). 
9.  T.  2.  3.  In  veder  di  lungi  venire  si  no- 
bile brigala,  eranii  posto  in  soppiatto  per 
osservare  che  egli  erano.  {F) 

SOPPIATT  0^ACC10.  Peggiorat.  di 
Soppiattone.  Cecch.  Fsalt.  Cr.  5.  1.  Io  t' 
bo  Conosciut*  affati'  or,  soppiattonaccio. 

•f  SOPPIATTONE.  Vicesi  di  persona 
simulata,  0  doppia,  che  non  dice  la  cosa  co- 
me ella  sia.  Lat.  homo  tectus ,  occultus. 
Gr.  v'vi.'p  xpCciOi,.  ì  arch.  Ercol.  72.  Tali 
persone  ,  che  non  si  vogliono  lasciare  in- 
tendere,  si  chiamano  coperte,  segrete,  e 
talvolta  cupe  ,  e  dalla  plebe  soppiattoni . 
Cant.  Cam.  Olt.  21.  Questi  altri  soppiat- 
ton  ,  peggio  vestiti  ,  Son  quei  e'  hanno  i 
danari  oggi  adunati  ;  E  t^  ,  che  non  ha 
pan,  veste  broccati,  ec. 

SOPPIDIANO,SOPPEDIAN'0,eSUP- 
PEDIANO.  Spezie  di  cassa  bassa,  che  an- 
ticamente si  teneva  intorno  alletti.  Lai.  sup- 
pedaneum,  pcdum  scabellum.  Gr.  i^ircilo- 
(Tiov  .  Cr.  5.  18.  6.  Del  suo  legno  (  del 
noce  )  si  fanno  ottimi  scanni,  e  beUi  sop- 
pidiani,  e  durabili.  Pocc.  nov.  72.  l5.  E 
andatasene  al  soppidiano  ,  ne  trasse  il  ta- 
barro. /  1/-  S.  Margh.  141.  Ricolse  le  re- 
bquie  di  santa  Margherita  ec,  e  misele  in 
un  bellissimo    soppidiano  di  pietra  ec.  .  ìl 


123  ^ 


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,  quuic  soppidiano  era  pieno  di  grandissimo 
odore.  Gitid.  G.  E  trovando  molte  armi, 
*-•  grande  qtiantilade  d'  oro  e  d'argnito  ne' 
loro  soppidijni,  n^rii  c'<»a  tolsero.  Paiuff. 
\  III  fui  già  -sopitcdiano  ,  o  or  soii  casso. 
^!ll.  M.  Poi.  1*01  tolgono  l'ossa,  rìpongonle 
in  soppidiano,  o  tu  casse.  Tue.  Dav.  Poxt. 
!\S%.  Non  per  ubarla  ,  ma  per  isciorinarla 
\\\\  (lalto,  e  trarre  questa  \qc^  del  suppe- 
diano  dell'  anticliità  i  qui  per  sitnilit.  ). 

•t*SOPP!EOAKE.  Itipie^ftr  per  fli  sot- 
to. Sa/l'in.  Ilind.  z\.  366-  Eil  insieme  cui 
^iogo  anco  ne  trassero  II  giogal  laccio  di 
I>en  nove  cullili  ec,  ,  poi  per  ordine  Giù 
legaro,  e  la  pnnla  soppiegaro.  (.^j 

SOPPOUIIR.  Mettere,  o  porre  sotto. 
Sottoporre-  I-at.  supponerc.  C,t.  jTorc^é'- 
v«i.  Pass.  6t).  San  Domenico  veniva  dall' 
altra  parte,  e  soppnnendo  I'  omero,  la  rite- 
neva e  rilevava.  f*allad.  Marz.  -iS  Se  le 
mole  criepano,  sopponi  una  pii^ra  alle  ra- 
dici dell'  arliore  .  t'r-  ().  8.^.  1.  Quinflici 
Uliva  di  fagiano  una  nutrice  cuopra  .  e  1' 
altre  fieno  di  generazion  della  gallina.  In 
sopporgli,  la  luna  e  '1  ili  si  cunsideri. 

§.  I.  Per  Porre  .totto  /'  altrui  dominio  , 
Par  sii^getto  .  T.at.  siihiicere.  Gr.  ùrto^v.X- 
isiv  .  Lnh.  l63.  La  qnal  cosa  (d'esser 
itiitì  /'  uomo  a  signoreggiare  )  nel  nostro 
primo  padre  ultimamente  dimostrò  cului  il 
quale  poco  avanti  l' avca  creato,  metten- 
doceli tutti  gli  altri  animali  dinanzi  ec,  e 
alia  sua  signt)ria  sopponendogli. 

^fi  §.  II.  n  neulr.  pass,  l'ass.  Oer.  i.  .'J3. 
E  perchè  duro  Fu  il  giudicar  di  sangue  e  di 
virtule ,  Gli  altri  .sopporsi  a  lui  concordi 
Turo  ,  Che  avea  più  cose  fatte ,  e  più  ve- 
dute. (Bj 

§.  III.  Supporre  il  parto,  o  simili,  dicesi 
del  falsificar/o  ,  facendo  credere,  o  dando 
per  suo  l'  altrui  figliuolo  ,  Lat.  suppnnere . 
Maestruzz.  1.67.  Che  dee  fare  la  donna 
che  lia  6glÌuoli  di  adulterio,  ovvero  si  sop- 
pone  r  altrui  figliuolo? 

!l'  §.  IV.  S'opporre  a  pena  ,  vale  Assog- 
gettare a  pena.  Chiahr.  rim.  2.  l\\.  Scusar 
.Nuolsi  r  errore  ,  E  non  suppursi  a  pena 
Quando  ad  errar  ci  mena  Grand'  iinpetu 
d'  amore.  (C) 

SOPPORTABILE  .  Àdd.  jlito  a  snp. 
portarsi.  Lat.  tolcraìnlis  .  Or.  avizrc's  . 
Segr.  Fior.  Stor.  3.  6".  Venivano  ad  essere 
ie  offese  ai  nohìli  più  sopportahili .  E  8. 
3l3.  Per  la  sua  prudenza  ridusse  ogni  cosa 
.1  termini  sopportaliili. 

t  SO PPOUT AMENTO.  //  sopportai^. 
Lat.  tolerantia.  Gr.  uTrojiiovy/.  Olt.  Com. 
Inf.  12.  228.  Cliiedegli  la  scorta  a  due  alti, 
a  guida,  e  a  snpportamentfi. 

3  SOPPORTANTE.  Che  sopporta.  Lat. 
tvquo  animo  fercns  .  Gr.  »(a).w;  fipwj. 
Pnrcft.  Stor.  ^.  75.  In  detto  haUelIo  si 
roinprcndevano  tulli  i  cittadini,  le  graveue 
supportanti  . 

*t  '■'  §•  Sopportante,  inforza  di  sust.  , 
dicevano  i  Fion'ntini  Quegli  che  era  de- 
scritto ne' lihri  delle  det:inie,  e  ne  pagava 
le  gravezze.  •<  l'ardi.  Stor.  3.  08.  Gli 
aiutatori  di  Firenze  ec.  sono  di  due  maniere 
•Ncnza  più;  perciocché  alcuni  sono  a  gravezze 
in  Firenze  ,  cioè  pagano  le  decime  de'  luro 
Jieiii.  e  Mino  dcNcritli  ne'  lihri  del  Comune 
di  Firenze,  e  tpiesti  ^i  chiamano  Soppor- 
lanti.  Alcuni  altri  non  sono  a  gravezze,  ne 
descritti  nel  liliro  del  Connine,  perchè  tum 
pagano  le  derime,  nn  altre  gravezze  ordi- 
narie ,  e  questi  si  chiamano  Non  suppur- 
(anli.  i  quali  perciocché  vivono  perlopiù 
delle  braccia,  ed  rssercilauo  arti  meccaniche 
<!  mestieri  vUissimi,  chiameremo  Pleheì.  E 
appresso  :  I  .topportaniì  sono  di  due  ra- 
gioni ,  perciocché  alcuni  pagano  hcne  le 
gravezze,  ma  non  godono  gih  il  hencfiiio , 

ec.    (A) 

•f  SOPPORTANTISSIMO  Suj^rl  di 
Sopportante    Sctir    Fior    Pr    cap.  ij)    An- 


tonio ec.  aveva  in  se  partì  eccrllcntisMinc, 
che  lo  facevano  ammirahile  nel  cospetto  de' 
popoli,  e  grato  a'soMati,  ]ierchc  era  uomo 
militare  sopportantis^inio  d'ogni  fatica,  ec. 

SOPPOlirAHE.  Sofferire,  Comportare. 
Lui.  ferre,  .tufferre,  pati,  tolerare.  Gr.  p;- 
(?ÌlV,Uor7);Stv,yT5p!;5eiV,yffO//«V£t7. /'rtjj. 
I<)2.  E  come  egli  vuol  essere  sopportato  ne' 
suoi  difetti  ,  coaÌ  dee  sopportare  i  difetti 
altrui  .  Pist.  S.  Gir.  Per  la  quale  virtù 
si  sopportino  le  cose  contrarie  ,  e  quelle 
cose  si  prendano  per  comodità  ,  che  si 
chiamano  avverse.  Fir.  As.  3lO.  ftc  po- 
tendo il  huon  fratello  sopportare  il  grie- 
ve  dolore  che  egli  si  aveva  preso  della 
cHeralissima  morte  della  povera  giovane 
sorella ,  ec. 

g.  I.  Per  Reggere,  Sostenere.  Lat.  su- 
stinere  .  Gr.  pctirUCtiv  .  Zifiald.  Andr. 
l^y-  Ercole  ,  riposandosi  Atlante  ,  si  dice 
clic  it  detto  cielo  sopportasse. 

'■•  g.  II.  Per  Concedere  ,  Esigere.  Segr. 
Fior.  Ir.  20.  Konilimeno  io  parlerò  in 
cpiel  modo  largo  che  la  materia  per  se 
medesima   sopporta.    (C) 

g.  111.  Sopportare  la  spesa,  vale  Met- 
tere il  conto,  .Salvare  la  spesalo  l'incomodo. 
Geli.  Sport,  ,'j.  ^.  lo  l'ho  hestcmmialo  mil- 
le volte  .  tanto  mi  son  punto  e  guasto  le 
mani  a  cavamela.  Oh  !  pure  e'  sopporta  la 
spesa,  u'  l'anh.  Frr.  Giov.  5o.  Del  Ca- 
rafulla  non  voglio  dir  niente,  pt^rchc  non 
sopporta  la  spesa  ,  ne  fu  vero  quello  che 
egli   dice.    (C) 

SOPPORTATO.  Add.  da  Sopportare. 
Fr.  lac.  T.  !\.  2|.  io.  Pena  presa  e  soppor- 
tata Nella  vita  del  peccato.  Leve  cosa  è  re- 
putata . 

•f  *  SOPPORTATORE  .  Ferhal. 
ma.fc.  Che  ,  o  Chi  .sopporta  .  Palm.  J'it. 
Civil.  Uh.  I.  pag.  33.  (Milano  l82.'5)  So- 
pra ogni  età  si  conviene  ammonire  i  gio- 
vani, acciocché  s'avvezzino  ad  es>ere  pa- 
zienti alle  ripreniiioni,  delle  quali  sono  co- 
munemente aspri  sopportalori.  (A) 

*  SOPPORTATRICE.  Ferhal.  femm. Che 
.■sopporta.  Lai.  tolcrans.  Gr.  irj  tf.-iV/op.itXi. 
Sega.  Polii.  2.  ()6.  Siccome  intervi-nne  in 
Sparia,  dove  il  dalor  di  legge  volendo  far- 
vi la  città  sopporlatri(<'  deUe  fatiche,  è  ma- 
nifesto che  negli  uomini  e'  vi  consegui  que- 
sto fine  j  ma  i-c.  (*) 

SOPPORTAZIONE.  Sopportarne nto.  Il 
sopportare.  Lat.  tolerantia.  Gr.  avoxi'  ■ 
Agn.  Pand.  71.  Se  pure  alcuno  con  su- 
perhia  e  alterigia  vi  volesse  sovrastare , 
cessatelo  ctm  pazìenzia  e  sopportazione  . 
Cap.  Impr.  5.  L'abito  di  nostra  compa- 
gnia sia  un'  artelluosa  e  cordiale  dileziti- 
iie.  e  laudabile  sopport.azione,  secontlo  che 
dice  l'Appostolo.  D.  Gio.  Celi.  lett.  21. 
Seguitando  la  vostra  dottrina  ,  a  soppor- 
tazione di  tanti  dolori. 

g.  Con  sopportazione  .  si  dice  per  Chie- 
dere scusa,  o  ticcnza  avanti  di  nominare  al- 
cuna cosa  schifa,  0  .rozza.  Lai.  pace  alitu- 
ius.  Itfatt.  Franz,  rim.  hurl,  2.  io5.  Im- 
pacciasi coi  vecchi  volentieri  (Questo  dirò 
con  lor  sopportazione  )  Assai  più  che  gli 
iirchiali,  e  che  i  brachieri  .  ì'arch.  Lcz. 
2I().  Non  voglio  mancare,  con  buona  pa- 
ce e  sopportazione  di  amendue  le  parti  , 
di  dire  lilieramenle  la  sentenza  mia  circa 
questa  dubitazione.  Itern.  rim.  I.  118- 
Sia   con   supporl.iziiiue.   Lo  dirò   pur 

SOPPORTi:\ OLE.  Add.  Alto  .1  .<op. 
portarsi  ,  Comportevole .  Lat.  tolerahilts. 
Gr.  av£XTe';.  lìemh.  Asol.  |.  (ìj).  Il  suo 
cuore  a  mille  morti  di  non  sopportevoli  af- 
fanni sempre  rinnuova. 

*  SOPPORTO.  Tolleranza.  Tac.  Dnv. 
ì'it.  Agr.  3c)3.  Fece  benedire  per  nìillo  vol- 
le la  pace.  la  quale,  per  Lracurania,  o  sop- 
porto di  governatori  passali  .  spaventava 
più  che  in  guerra  (il  lat  ha  lolcriin- 
ha  )    (J'J 


SOPPOSITORIO.  Le  .flesso  che  Sup- 
positorio. Lai.    suppositoriiim,  glans.   Gr. 

SOPPOSTA.  Suppo.*ta  Lat.  'suppo- 
sitorium,  glans.  Gr  AaÀwvo;  lìurch.  i 
52.  E  fare  al  culi&eo  una  luppo^ta.  Hicvlf 
Fior.  Sono  le  infusioni  ce,  le  cure ,  1  nessi, 
o  sopposte. 

SOPPOSTO  Add.  da  Sopporrej  Sup- 
posto .  Lat.  suppositus  .  Gr.  uTOTesei'i  - 
Frane.  Sacch.  rim.  8-  Cosi,  ansi  eh*  Ìo  mo- 
ra, vedess'  io  Pur  te  wtpposto  alla  tua  cm- 
deltale.  Aniet.  17.  Di  misurata  luDghnza 
e  di  altezza  dicevole  vede  afiUato  surgere 
r  odorante  naso  ,  a  cui,  quanto  conviene!, 
soppusla  la  bella  l>occa  ,  di  piccolo  spazio 
contenta,  ce.  fìemh.  Asol.  2-  125.  >è  la- 
scia di  veder  la  supposta  bocca,  di  pirriolo 
spazio  conlenta . 

g.  Parto  sopposto,  dice.ti  di  Parto  fal- 
sificato, con  prvnderv  occultamente  fanciul- 
lo nato  rf"  altra  femmina.  Lat-  suppositut  , 
hypoholimtrus .  Gr.  WTTOoo/i  u-wr»;.  Stcr. 
Lur.  ^.  86.  E  così  pensava  il  re  Ugo  di  po- 
ter far  credere  a' popoli  che  Guido  e  Lam- 
berto non  fussono  suoi  fratelli .  per  noti 
esser  nati  di  donna  Berta  ,  ma  sopposide 
Solamente. 

SOPPOTTIERE.  Affannone,  Prosun- 
fuoso  di  sé  medesimo.  Lat-  molilor.  Gr. 
o/cjxjr/'?  .  Alleg.  3o\.  Rado  v'  ha  chi 
del  pubbUco  s'  impacci  j  Vivon  a  lil>ertà 
circa  'I  governo,  Rè  v'  è  gran  soppotlier. 
che   se   r  allacci. 

3  SOPPO'/ZARE.  .4ffògare,  Sommer- 
gere. Lai.  inergere. 

*  §.  F  neutr.  pass,  n  (^m.  taf  22-  A 
quel  modo  r  anitra  cacciata  dal  falroae  si 
sojipoxza  ".  (li) 

SOPPOZZATO  .  Add.  da  Soppozzare  s 
Affogato  ,  Sommergo.  Lat.  suhmersus ,  oh- 
r'utus.  Gr.  ^jfHohtii-  Peir.  (Jom.  ili.  Per- 
chè non  cercarono  i  Boi  di  fuggire,  mo- 
rirono poco  meno  lutti  soppocxati  nel  pro- 
prio sangue. 

§.  Per  meta f.  vale  ImmerJto.  Petr.  Oont 
///.Dunque  la  riltj  di  Roma  di  quello  lem 
pestoso  stato  di  malvagi,  nel  «[Ual  soppoz- 
zata  stava  nel  perìcolo,  sotto  henigoiisimo 
principe  arrivata  a  salutevole  jwrlo,  aveva 
levato  in  allo  il  capo  lungamente  soppoz- 
zaln  nelle  Icmpcste. 

SOPPRENDERE.  Sorprendere.  Lai.  in- 
vadere, opprimere.  Gr.  x«Ta7rtt?<tv.  (. 
/'.  11.  112.  1-  Gran  fortuna  di  mare  gli 
sopprese.  che  gli  percosse  a  terra,  e  rup- 
pono  24  gdee  (così  nel  testo  Riccardi  J 
*  E  12.  33.  3.  Erano  in  gran  duhlao  d'es- 
sere soppresi  di  rappresaglia  d'infinita  mo- 
neta die  domandava  ec.  iB) 

SOPPRESO.  Add.  da  Sopprendere.  Lai 
oppressus.  Gr.  XKTa:T«:iil»^l»o?-  ^''  f 
proem.  Quasi  da  ignoranza  soppresi .  pio 
forte  si  maravigliano.  Fiamm.  1.  36.  S<q»- 
pre>o  adunque  dalla  passion  nuova  .  qua- 
si attonita  e  dì  me  fuori  ,  sedeva  tra  I. 
donne . 

SOPPRESSA.  Strumento  da  soppressarr, 
composto  di  due  assi.  Ira  le  quali  si  pone  la 
cosa  che  SI  vuol  toppret-tarr,  caricandola,  o 
strignendola.  Frane.  Sacvh.  nov.  92.  Man- 
dalo al  cimalorc,  che  l'asciughi  nella  sop- 
pressa,  e  che  lo  cimi  Cr.  *>.  72.  2.  Del 
quale  si  dee  tulio  '1  sicre  icidare,  «ccioc- 
chi-  colla  soppressa  si  rostringa  ec  ;  e  «>p- 
prcvs.ilo  che  fia,  si  lievi  via  la  sopprcw». 

*  g.  per  similit  Frane.  Sac,-fi.  nov 
Ilo  Ef;li  erano  in  soppressa;  e  perche  a - 
\essuno  voluto,  non  ne  poleano  uscire  (/' 
uno  addosvo  all'  altro  ).  (F) 

SOPPRESSARE.  Mettere  in  sopprtJsat 
e  si  prende  anche  generalmente  per  Pigiarr. 
o  Calcare  chcchexsia  .  Lai.  .uipprimerr  . 
e.vprimere.  Gr.  x«Ta9T«Ì*«**-  *'"■  ^9^; 
4.  Solamente  in  sale  si  soppressmo,  e  così 
si  lascin  per  olio  giorni.  È  p-  7^-  '•  Snp- 


sor 


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prtssato  che  fia,  sì  lievi  via  la  soppressa  ; 
e  sì  dee  spruizare  cou  &ul  trito  e  ar^u^tito  ; 
e  fatto  più  dolo  ,  bi  soppressi  e  calchi  più 
fortcmcDte  .  Buon.  Her.  ^.  5.  9.  Clic  i 
mici  fior  m'  lia  calpesti  ,  o  le  mie  rose 
Gualcite  e  soppressute. 

§.  l'er  mettìf.  Opprrsxarc  ,  Tormenta- 
re ,  Opprinterf .  I,at-  opprimere.  Gr.  xa- 
TaTTu'Ceiv  .  ^-ìrrìgh.  ^S.  Poiché  non  <iico 
IO  vero  !  Io  sono  soppressnto  con  ;il»l)on- 
danxa  di  lamenti  .  ^^•eti.  Pist.  ()4-  ^\^^  «^i 
ha  dato  a  scalpitare  e  sopraffare  tutte  que- 
ste cose»  per  le  quali  noi  siamo  scalpitati 
e  soppressati.  Lih.  Son.  II^-  Tanto  da  glan- 
de inopia  e  soppressato.  *  lioez.  23.  Perchè 
fortuna  lauti  affetti  vani  Versa,  soppressLin- 
do  (^tà  innocenti  CoD  pena  meritoria  a' pro- 
fani.  (H) 

SOPPBESSATO.  Jdil.  ilu  Soppressore . 
Lat.  lompressiis.  Gr.  7tf:iii-s{J-i'Joe,.v  Boez. 
87.  Per  la  graveiza  della  tristizia  soppressa- 
lo, la  memoria  perdei  {  qui  metaj.  ).  (I  J 

SOPPRESSIONE.  Oppressione.  Lat. 
oppressio,  siiffmatio.  Gr.  xaTa^Ti'iSu.  t*'e- 
gner.  Fred.  1.  3.  Vanno  a  letto  in  pec- 
cato mintale,  sema  por  mente  a  tanti  or- 
remli  pericoli  che  d*  1  continuo  lor  possono 
so^raitare  ec.  da  una  soppression  di  cuore, 
da  un  solo  animaletto  pestìfero  che  gli 
morda  .  E  AJann.  Ciiign.  7.  3.  Non  può 
consistere  in  un  letargo  ,  che  tutto  t*  in- 
>lupidisca,  in  un  sofl'ocamento  di  catarro, 
in  una  soppressioQ  di  cuore  7 

SOPPRESSO.  Jdtl.  da  Sopprimere.  Lat. 
opprcssuSj  compivssiis.  Gr.  7r£~iS5/>L='vo;. 
J/.  /'.  3.  t).  Alibandonato  da  varii  regnicoli, 
o  già  soppresso  dallo  avvenimento  del  Pe  e 
dei  suo  esercito,  fu  costretto  di  partirsi  da 
Capova  (così  un  buon  testo  a  penna).  £uon. 
Fter.  4.  2.  3.  Vuol  dir  gola  segata.  Dir  gola 
arrandtllata.  Annodala,  soppressa,  ec.  E 
4«  2.  7. 1  Gemini  disgiunti,  E  soppressala 
Virgo,  e  6acco  il  Toro.  *  Ar.  Fur.  18.  164. 
Si  versan  pianti,  gemiti  e  lamenti.  Ma 
qu.in(o  piii  ai  può  cheti  e  soppres,si.  (FP) 

SOPPRIMERE.  Opprimervi  Comulca- 
»r  ,  Calcare.  Lat.  opprimere,  conculcare  , 
reprimere.  Gr.  xaTaTTts'^siJ,  xaTK^aTsTv, 
eTt'z-'"'-  *  Tratt.  J  tri.  Mor.  12.  Miseri- 
cordia e  che  fa  lo  cuore  tenero  ,  e  pietoso 
verso  quelli  che  sono  soppressi  di  disagio. ^C) 
Dani.  In/,  l^.  Che  tu  da'  pit;  <li  faton  già 
soppressa.  Tac.  Dtn\  Ann.  l5.  216.  La 
qual  sementa  pestifera  fu  per  allora  sop- 
pressa ,  ma  rìuvcrxiva  non  pure  in  Giu- 
dea ,  ec. 

*t  §.  Sopprimere,  talora  vale  Annullare^ 
Distruggere.  T'iv.  f'it.  Calti.  69.  Dagli  ec- 
cellentissimi Signori  riformatori  dello  studio 
dì  Padova  ec.  furono  soppresse  tutte  le  co- 
pie stampate  del  libro  di  detto  Capra.  E  78. 
Per  avviso  delle  quali  traduzioni  e  nuove 
puhMtcaziuni  de*  suoi  scritti  resto  il  Sig. 
Galileo  grand''inenle  mortificato,  preveden- 
do r  impossibilità  di  mai  più  sopprimer- 
fili-  (C) 

t  SOPPRIORE.  r.  A.  SoUopriore.  Oli. 
C^m.  Par.  12.  3o3.  Fu  fatto  nella  sua  chie- 
sa cattedrale  canonico  regolare,  e  poi  sop- 
prìi>re  . 

SOPRA,  e  SOVRA.  Prepo.sizione  c/te 
denota  Sito  di  luogo  superiore  j  contrario 
di  Sotto.  Le  più  volte  col  quarto  caso  si 
eostniisce  ,  ma  pur  sovente  al  terzo  .r*  ac- 
coppia, e  anche  talora  s^  adopera  col  secon- 
do. Lat.  super  ,  suprit.  Gr.  Crcip  .  Bocc. 
nov,  l3.  ib.  Postagli  la  mano  sopra  il  pet- 
to, lo  'ncominciù  a  toccare.  E  nov.  A6.  i- 
Presala,  sopra  la  barca  la  misero,  e  andar 
vìa.  E  nov.  77.  26.  Converrà  che  voi  ec. 
D*  andiate  sopra  ad  un  albero.  Fnum.GS. 
Comincio  a  piangere  sopra  dì  lei,  non  al- 
tramente che  se  morta  fosse  .  J'etr.  canz. 
Al.  3.  Ed  alzava  il  mio  stile  So%Ta  di  se , 
dov*  or  non  pori.»  gente.  E  cap.  1.  Sopra 
un  carro  di  foro  un   garzou  crudo.    Pant. 


Piirg.  3l.  Che  pur  iovra  1  grifone  stavan, 
saldi.  E  Par.  7.  Sopra  la  qual  doppio  lume 
s'  addua.  E  10.  Or  ti  rinuin,  lettor,  sovra  1 
tuo  banco  .  Fisi.  S.  Gir.  y^m  hai  lu  consi- 
derato il  mio  servo  Job,  che  non  è  ab  uno 
sopra  la  terra  cimile  a  lui ,  uomo  sanza 
cirimonia,  ec.  *  Cr.  5.  ^8.  16.  A  quel 
medesimo  vale  lo  'iiipiastro  delle  rose  ,  e 
dell'  albume  dell'  uovo  e  dell*  aceto  ,  fatto 
e  posto  sopra  '1  pellignone,  e  sopra  le  re- 
ni.  (C) 

t  3  §•  I-  Sopra,  talora  vale  Oltre.  Lat. 
prceter,  super.  Gr.  Trefa?  ,  s'-i',  tzXìo^ 
C-Jlip  .  Pocc.  nov.  l3.  7.  Gran  parie  delle 
loro  possessioni  ricomperarono  ,  e  molte 
dell'  altre  comperai'  sopra  quelle.  E  nov. 
84-  4-  ^  'deva  essere  e  fante  e  lamiglio  ed 
t'gni  cosa,  e  senza  alcun  salario  sopra  le 
spese.  Cas-  lett.  63.  Sopra  le  podagre  mi 
son    venute  le  renelle, 

■f  P.  II.  Sopra,  talora  denota  distanza, 
e  vale  Di  là  da.  Lat.  trans.  Foce.  nov.  Li. 
5.  Ben  cento  miglia  sopia  Tunisi  ce.  ne  la 
portò. 

^-  §.  \\\.  Sopra,  talora  denota  Prefe- 
renza, e  vale  J  iìi  che.  «  L'occ.  nov.  LO. 
2.  La  quale  un  giovanetto  ec.  amava  so- 
pra la  vita  sua,  ed  ella  lui  »  .   (  C) 

^  §.  IV.  Talora  accenna  Comparazione, 
e  vale  Oltre,  Più  che,  T iù  dì.  Luì.  prae. 
»  J3occ.  nov.  l[5.  !^.Ti^l a  so^rn  tutti  due  gio- 
vani assai  leggiadri  e  da  bene  igualnu-nte  le 
posero  grandissimo  amore,  pelr.  son.  I14. 
O  piacer,  onde  1'  ali  al  bel  viso  ergo.  Che 
luce  sovra  quanti  il  J'ol  ne  scalda.  F  l63.  E 
le  chiome  ora  avvolte  in  perle  e  'n  gemme, 
Allora  scioltc,e  sovra  or  terso  bionde  »  .  (C)  ' 

^'  S*  V.  Talora  accenna  Superiorità  di  ; 
merito,  ili  liellvzza,  o  simile.  »  l'elr.  son. 
209.  Facendo  lei  sovr'  ogni  ultra  genti- 
le >»  .  Pass.  207.  Superbo  è  colui,  il  qua- 
le mol  parere  sopra  quello  eh'  egli  è.  /',  ap- 
presso: Chi  vuol  salire  sopra  quello  eh' 
egli  è,  superbo  è  (  cioè,  sorpassare  il  suo 
stato  ).  I  Cj 

n'  §.  VI.  Sopra,  talora  denota  Anteriorità 
di  tempo,  e  vale  Prima,  Innanzi.  Bemh. 
pros.  I.  3.  E  pme  è  ciò  cosa,  a  cui  do^Teb- 
bono  i  dotti  Uomini  sopra  noi  stati,  avere 
inteso.  (C) 

^  §-  VIL  Sopra,  talora  denota  Tempo 
futuro,  e  vale  Popò,  Appresso.  AHI-  M. 
Poi.  80-  Da  quel  die  innanzi  perdeo  sua 
terra  tutta,  e  andolla  conquistando  .  e  re- 
gno sei  anni  sopra  questa  vittoria ,  pi- 
gliando molte   Provincie.  fC) 

t  *  g.  Vili.  Fcr  Subito  dopo.  Cr.  6. 
40.  2.  Colui  che  prenderà  il  lattovario  non 
dee  dormire  sopr*  esso,  ma  si  muova  in- 
contanente che  r  avrà  preso  ce.  impercioc- 
ché suole  inducer  sofi'orazione.  t  V ) 

-•-  g.  IX.  Sopra,  talora  accenna  Di- 
ritto. Cecth.  Dot.  i.  I.  Potrà  la  fanciulla 
per  la  conveniente  dotazione  Andarci  so- 
pra (  alla  casa  }  .  (Cj 

*  §.  X.  Talora  accenna  la  Cosa  in- 
torno alla  quale  altri  e  occupata.  M-  V. 
8.  4-  f-rano  in  que^^o  tempo  i  signori  di 
Milano  inlenti  con  tutto  loro  isforzo,  e  stu- 
dio sopra  r  assedio  della  citlà  di  Mantova. 
lin.  Conip.  I.  l3.  Quelli  della  congiura 
falla  contro  a  Giano,  essendo  sopra  rinno- 
vare le  leggi  nella  Chiesa  d*  Ognissanti  , 
dissono  a  Giano  ec.   {C} 

*  ^.  XI.  Sopra,  vaie  amhe  In  con- 
siderazione di.  Ar.  Sat.  1.  Mi  duol  di 
non  l'aver  (la  moglie),  e  me  ne  scuso 
Sopra  varii  accidenti,  che  l'  effclto  Sempre 
dal  buon   voler  tennero   escluso.  (C) 

*  §.  XII.  Sopra,  talora  denota  Prote- 
zione. Fior.  Jt.  342.  O  armeputenle  com- 
battrice,  che  se'sopra  le  ballaglle  ,  vergine 
Minerva,  rompi  con  la  tua  mauo  la  lancia 
di  questo  ladrone  di  Troia.  (Cj 

*  g.  XIII.  Sopra,  per  Jn  Perso,  /n  fa- 
vore. Lat.  erga,  in.  S.  Bern-Scrm.  Mis.  12. 


Dio  ce.  è  benigno  e  misericordioso  ezian- 
dio sopra  gì'  ingrati.   (Cj 

g.  XIV.  Sopra,  per  Contro,  Addosso. 
Lat-  contra  ,  adversus.  Gr.  xaroc.  Bocc. 
nov.  i8.  3.  Ordinarono  un  grandissimo 
eserciio  per  .indare  sopra  i  nimici.  £"  not- . 
46.  II.  Partito  il  Fé,  sulàtamente  furon 
multi  sopra  i  due  amanti.  Petr.  son.  82. 
Per  vendicar  suoi  danni  sopra  noi.  £"  214. 
Amor  tutte  sue  lime  Usa  sopra  '1  mio  co- 
re afllitlo  tanto.  6'.  /'.  7.  104.  3.  Andò 
soi)ra  Io  Re  di  Spagna,  poi  sopra  "1  Conte 
di  Fasci,  poi  sopra  lo  Re  d'Araona. 
*  Din.  Comp.  i.  l3.  Giano  giustamente 
ciucciandosi  sopra  loro  dicea  :  facciansi  le"- 
51 ,  che  fiano  freno  a  tanta  malizia  .  (C) 
Ar.  Fur.  I.  I.  Per  vendicor  la  morte  di 
troiano  Sopra  He  Carlo  Imperator  Roma- 
no. (DJ 

*  g.   XV.  Sopra,  per  Dietro.  Bu.i.  26. 
Io  mi  trovai  una  fiata  a  una  ciccia  in  una 
tonda   foresta  ;  ed   essendo  scorso   sopra  un 
cerbio  ec.  pei  dei  la  vista  dei  compagni.  (C) 

g.  XVI.  Sopra,  per  Appresso,  Ticino. 
Lat.  prope,  adversus.  Gr.  s'/yi.'^,  étoLcrloc. 
Bocc.  nov.  i4-  2.  Presso  a  Salerno  è  una 
costa  sopra  il  mare  riguardante.  E  nov. 
33.  4-  Marsìlia  ec.  è  in  Provenza  sopra 
la  mai  ina  posta.  Petr.  son.  38-  Questi 
fur  fabbricati  sopra  1'  acque  D*  abisso. 

§.  XVII.  Sopra,  in  vece  di  Per.  Lat- 
per.  Cr.  Otc'.  Bocc.  uov.  1.  7.  Tante 
quislioni  malvagiamente  vincea  ,  a  quante 
a  giurare  di  dire  il  vero  soprala  sua  fede 
era  chiamato  .  E  nov.  2.5.  12-  Ti  pro- 
metto sopra  la  mia  fé,  e  per  lo  buono  a- 
more  il  quale  io  ti  poito,  che  infra  pochi 
dì  tu  ti  troverai  meco.  E  nov.  79.  23. 
Ma  ove  voi  mi  promettiate  .  sopra  la  vo- 
stra grande  e  callerita  icàe,  di  tenerlomi 
credenza,  io  vi  darò  il  modo  che  a  tenere 
avrete. 

g.XVIII.  Sopra, per  Circa,  Intorno.  Lai. 
de,  circa.  V,y.  Tzzpi.  Coli.  SS.  Pad.  Co- 
minciano ì  capitoli  sopra  le  dieci  colla- 
zioni de'  santi  Padri  abitanti  nelì'  eremo. 
La!>.  35^.  Maravigliatomi  forte,  sopra  b- 
vedute  cose  cominciai  a  pensare.  J  il.  S- 
Ciò.  Bat.  236-  Sopra  questa  materia  mol- 
te altre  belle  parole,  e  delle  profezie,  e  di 
ogni  cosa  che  sapeva  ce,  diceva.  Cas.  leti. 
IO.  La  prego  umilmente  che  le  piaccia  di 
credere  al  dello  Monsignor  di  Lansac 
quanto  gli  esporrà  ec-  sopra  la  prudenza 
ec,  de'  prefati  due  ec.  signori  suoi  cugini. 
^  Borgk.  Orig.  Fir.  274.  E'  fu  un'  opi- 
nione in  certi  tempi  di  sofisticare  sopra  i 
nomi  e  cavarne  Y  etimologie.  (C) 

%.  XIX.  Sopra,  per  Innanzi,  Avanti. 
Lat.  ante.  But.  Inf.  1.  Il  nostro  autore 
finge  che  queste,  eh'  egli  narra  nella  pri- 
ma cantica,  gli  furono  mostrate  nella  notte 
del  venerdì  santo  sopra  '1  sabato  santo. 
*  /  (7-  SS.  Jad.  2.  332.  Ed  essendo  egli 
stato  in  questo  pianto  tutta  la  notte  idei 
sabato)  sopra  la  Domenica  facceudosì  già 
giorno,  si  mi  disse.  J  tit.  Inf.  1.  E  poi  la  se- 
guente notte  sopra  il  sabato  santo  finge 
essere  stato  nell  Inferno.  (C)  Fr.  Giord. 
307.  titolo  della  Fred.  49-  Predicò  fiate 
Giordano  questo  di  di  sopra  a  nona  in 
Santa  Malìa  ^ovella.  (P) 

*  g.  XX.  i'  congiunto  al  pronome. 
Borgh.  Pip.  3lO.  Per  memoria  dì  Giovanni 
Acuto  inglese,  capitano  de' Fiorentini  fece 
un  cavallo  di  chiaro  oscuro,  di  color  di  ver- 
de terra,  sopravì  detto  capitano.    (C) 

-^  §.  XXI.  Sopra  cammino,  vale  ISell' 
atto  del  caminarc  :  come  si  dice  cammin 
facendo  .  Bus.  177.  Poro  appresso  dì 
Slanforte  ,  sopra  '1  cammino  ,  Polinoro 
disse.  (C) 

V  g.  XX  II.  Sopra  capo  ,  talora  vale  In 
parie  più  alta,  e  superiore,  fiorgli-  Fies- 
214.  Polca  c(d  tempo  (  Fiesole)  esser  mo- 
lesta a  questa  nuova  città  (a    Firenze)  cs- 


1256 


S  0  P 


aeadolc  lasciata   sopra  capo   e  tanto   vici- 
na. (Jl 

-f*  4i  g.  XXIII.  Estere  sopra  capo  al  ne- 
nticOj  vale  /Cs.veri^/i  adlosso,  alle  spalle. 
Sallust.  Cfiffl.  6(y  II  duca  de'  nemici  cul- 
1*  oste  e*  b  sopra  rapo  ,  e  voi  indugiate  7 
(  il  Itif.  ha  siipra  caput  est.  }  (f) 

u'  §.  XXIV.  Sopra  capo,  posto  /ivccr- 
hiiilm.  vale  Sopm,  Di  sopra.  Frane.  Sac- 
cli.  nOi'.  112.  La  donna  Friolana  ci  era  sopra 
rapo  a  una  Buestra  ce,  e  o^ni  cosa  nota- 
va.  (D 

§.  XXV.  Sopri  Hi  noi,  e  .rimi/i,  cioè 
Con  promessa  della  nostra  fede.  f-'iIoc.t.5.E 
sopra  noi  gli  prometti  valorose  forze. ^CerrA. 
^Jo^l.  2.  I.  F.lla  e,  Ridolfo,  una  favola, 
sopra  di  me  :  prestatemene  fede  (  sulla  mia 
fede  ).(!') 

*t  §■  XXVI.  Sopra  parto,  o  Sopra 
partorire,  o  a  partorire  ,  vale  Xell'  atto,  o 
poro  dopo  l'alto  del  partorire.  O.  f^.  <). 
2:^8.  I.  Tornando  la  detta  l'.eina  ,  mori  so- 
pra partorire  ella  e  la  creatura.  J.asr.  Sibili. 
2.  6.  Morì  sopra  parto  in  cotcsla  casa.  Tratt. 
segr.  COS.  domi,  ni  rjul  avviene  che  le  fem- 
mine possono  morire  .sopra  parto,  t'appres- 
.vo:  Di  f|ui  noia  i  mali  che  vrtif^ono  alle  fem- 
mine sopra  parto ,  e  por  essi  mali  muoiono 
sopra  parlo.  *  /'Vor.  S.  Frane.  122.  Una 
loro  donna ,  la  quale  sopra  a  jiarlorire  tre  dì 
era  stata ,  e  non  potendo  partorire  si  moria 
ec.  ,  pensavano  di  riaverla  sana  e  libera  ,  se 
santo  Francesco  le  ponesse  le  sue  sante  ma- 
ni addosso,   (f) 

'.'  §.  XXVM.  Sopra  se,  vale  A  proprio 
carico.  Vit.  SS.  Pad.  2.  2^3.  Tornando  in 
Alessandria  ipadronie  mercatanti,  che  avea- 
no  ricevuta  la  roba  delle  navi  sopra  se  , 
ec.    (F) 

f  §.  XXVIII.  Sopra  .vera,  0  simili,  va- 
i^liono  Già  venuta  In  sera,  ce.  (Jrh.  69. 
Quivi  sopra  sera  arrivò  furiosamente  un  bel- 
lissimo giovane  con  una  testa  di  cinghiale 
nella  mano. 

5r  g.  XXIX.  Esser  sopra  ad  tino,  per  As- 
salirlo. Car.  Fn.  3.  1000.  Ed  invocati  in 
prima  I  santi  Numi,  divisò  le  veci  Sì,  che 
jiarte  il  tenemmo  in  terra  saldo,  l*arlc  con 
un  gran  palo  al  foco  aguzzo  Sopra  gli  fum- 
mo .  (C) 

*  §.  XXX.  Esser  sopra  a  far  chec- 
chessìa ,  vale  Es.fcr  in  sul  farlo,  vicino  a 
farlo.  Fit.  SS.  Pad.  I.  iS^'Vedendosi  egli 
il  tentato ,  che  tpiasi  era  sopra  a  radere  , 
ec.  (F)  Guidott.  fìett.  iS;.  Scipiiine  ha 
sconfitto  e'  Cartaginesi,  ed  è  sopra  torre  lo- 
ro la  terra.  (FPJ 

*  §.  X  X  X I .  Esser  sopr-a  a  una  cosa,  vale 
Averne  la  soprintendenza  ,  Soprintendervi. 
Cecch.  Prov.  ^z.  Chiamò  il  bargello  e  lo 
jn'egò  clic  da  sua  parte  dicesse  ai  Sigg.  Ufi- 
ziali  di  Torre»  che  allora  erano  sopra  il  far 
lastricar  le  vie,  che  facessero  rilaslricar  quel- 
la. (CJ 

5l-  §.  XXXII.  E  parlandosi  di  stampe,  vale 
Soprintendere  a  rorrcf^f^erle.  Car.  I,ett.  2. 
83.  Sono  risoluto  ili  darvi  dentro,  e  di  stam- 
jiarla  (pii  in  l'arma,  per  esservi  sopra  io  me- 
desimo. (C) 

g.  XXXIII.  Andare  sopra  una  città  ,  e 
simili  ,  vale  Assediarla  ,  Assalirla  ,  ec. 
M.  F.  j).  ()8.  Kssendo  stati  sopra  Parigi  ad 
assedio,  con  niente  profittare. 

g.  XXXIV.  Essere  sopra  qualche  uficio, 
o  Fare,  o  Ordinare  uno  .ropra  qualche  tifi- 
rio,  vagliono  Averne,  o  Darne  il  fjoverno  ad 
alcuno.  Esigerne,  o  Famelo  .sopracciò.  I.at. 
praefìcere,  praeesse.  Or.  eytiTxvTi  ,  tTZt- 
OTOcrcìv.  /tocc.  Jntrod.  ^.  Fu  da  molle  im- 
mondizie purgata  la  rilta  da  uficudi  sopra 
«■io  ordinati.  E nov.  ^7.  3.  Sopra  i  suoi  fatti 
il  fece  maggiore.  E  nov.  80.  3.  V.  quivi 
dando  a  ro!<»ro,  che  sopra  riò  scmo,  per 
iscritto  tutta  la  merratanzia  ec.  è  dato  per  li 
detti  al  mercatante  un    magattino. 

§.  XXXV.    Mangiar  .topra  checchessia. 


S   0   P 

vale  Mangiar  sopra  pegno.  Boee-  nov.  7.  5. 
Avendo  seco  portate  tre  belle  e  ricche  robe 
ec,  volendo  il  suo  oste  esser  pagato,  primie- 
ramente gli  diede  1'  una  .  ed  appresso  ec. 
convenne,  se  più  volle  c<d  suo  oste  tornare, 
gli  desse  la  seconda,  e  cominciò  sopra  la  ter- 
za a  man;;*ijre.  E  appresso  :  Ora,  inentre- 
chfe  egli  sopra  la  terxa  roba  mangiava  ,  av- 
venne ec. 

§.  XXXVI.  BUornart,  Venire  ec  sopra 
'I capo,  o  sopra  di  .fé,  e. rimili  maniere,  va~ 
gUono  fìitonarc  ,  f  entre  ec.  in  suo  danno. 
Lat.  in  suum  caput  redi  ri-,  Gr.  «y's'a.'T?» 
2lutV.v  t-rx-*r,y.tt/.  Pocr.  nov.  77.  2.  Alla 
quale  la  sua  befifa,  presso  che  con  morte,  es- 
sendo bciTala,  ritornò  ujpra  il  capo.  Fiamm. 
2.  55.  Venga  sopra  di  me  il  giudicio  ,  non 
sopra  la  non  colpevole  donna.  Pass.  62. 
Fuggiamo  di  presente,  rhè  1*  ira  d'Iddio 
non  V4>n::'a  sovra  di  noi  in  rjuesto  luogo. 

§.XX\VII.  Prestare,  o  Pigliare  in  presto 
danari  sopra  alcuna  cosa,  vagliano  Pare,  o 
Accattare  col  pegno.  /ìorc.  nov.  l3.  8.  I- 
<[Uale  me.>;so  s' era  in  prestare  a' Baroni  so- 
pra castella,  e  altre  loro  entrate. 

§.  XXXVIII.  Fare,  0  Lavorare  sopra  di  se, 
si  dire  degli  Artefici  rhe  non  istanno  con  al- 
tri, ma  esercitano  la  loro  arte  da  per  sr,  a 
loro  prò  e  danito  .  Lat.  sifù  opus  sumere  . 
Or.  sy.UTOJ  3i'à':ov-'j  .  ^  Frane.  Sacch. 
nov.  Ifj2.  Oli  convenia  esercitare  I'  arte 
altramente  quando  era  sopra  se  (l'esercii 
fava  come  padrone  e  mastro),  che  (piando 
era  .sotto  altrui  come  discepolo.  (F) 

§.  XXX IX.  Stnr  .sopra  .ti;  vale  Star  pen- 
.to.to,  .sospeso,  in  duhfno.  Lat.  in  duino  es.tc, 
hcQTcrc,  hresitarv.  Gr.  «juiytsSi'jTiìv.  «TO- 
pn-j.  Bocc.  nov.  33.  I.  Sovra  se  stesso  al- 
quanto stette  ,  e  poi  disse.  E  nov.  f\C^.  7. 
La  dttnna,  udendo  (piesto,  abpianto  sopra  se 
stette  . 

g.  XL.  Andar  sopra  .«•  ,  vnfe  Andar 
diritto  in  sitila  per.tona.  Portar  hen  la  vita. 
l-3t  reitnnt  incedere.  Gr.  z\i'ì-J  ^a^t'^siv. 
Jìocr.  nov.  77.  .^8.  Colle  carni  più  vive  e 
colle  barbe  più  nere  gli  vedete  e  sopra  »è 
andare,  e  carolare,  e  giostrare. 

g.  XLI.  Starv ,  o  Recarsi  .ropra  se, 
o  .topra  di  sé  ,  vagliano  JVon  s"  appoggiare. 
Lat.  stare,  consistere.  Jìocc.  nov.  f|{).  .*»!. 
Infino  a  tanto  che  per  messer  Torello  non  le 
fu  detto  che  alquanto  sopra  se  stesse.  Galat. 
16.  Dee  r  uomo  recarsi  sopra  di  se  ,  e  non 
appoggiarsi  ne  aggravarsi  addosso  altrui. 

*  g.  XLII.  Piangere  .topra  una  per^ 
.tona ,  o  una  cosa  ,  vale  Dolersi  per  amore  , 
o  rispetto  di  una  per.toaa  ,  0  di  una  co.ta  . 
Din.  Contp.  2.  4"  Adunque  piangete  sopra 
voi,  e  sopra  la  vostra  citta.  (C) 

f  g.  XLIII.  Sopra,  talora  s'usa  a 
gui.s-a  d' avveri',  .tenta  caso,  e  vale  Ad- 
dosso. Lat.  supra.  fìocc.  nov.  73.  9.  In 
Mugnone  si  trova  una  pietra,  la  qual  chi 
la  porta  sopra,  non  è  veduto  da  niuna  altra 
]»ersona. 

g.  XLI  V.  E  in  forza  d'  avveri»,  per  Ad- 
dietro. Lat.  supra  ,  snperius.  Gr.  ai»ùi. 
Dant.  Purg.  22.  E  la  parola  tua  sopra  toc- 
cata Si  consonava  a*  nuovi  predicami.  Petr. 
cap.  II.  E  Id  Reina  ,  ili  eh'  io  sopra  dissi  , 
Vnira  ti*  alcun  de'  suoi  (■u  far  divorzio. 

g.  XLV.  Soprattutto,  Sopresso  ,  e  altre 
voci  composte,  o  derivate  da  SOPRA.  /'.  a' 
lor  luoghi. 

#  SOPRABBASTARE  .  F^tser  più 
che  hattante.  La\.  redundare.  Ces.  fìetcr. 
IO.  Quanto  alla  mu\ica  ;  fo««e  bella  al  pos- 
sibile, ma  non  di  sollelico  alla  rurioitità  ;  citte 
quali-  potevasi  avere  da  cantori  e  sonatoti 
no>tri  senta  più  ,  che  al  fìne  inteso  soprab- 
bastavano.  fi") 

•f  «  SOPRABBELLE7.ZA.  Ahhetlimen- 
to  troppo  rit'erì'ato,  ìlelletza  sopta  MIezza. 
C/den.  A'i*.  3.  !!.'>.  Il  pennelloggiare  la  pro- 
sii  di  tpieste  miniate  Mtprabbelleiic  poetiche 
proprio  è  un  esser  poi-t»  in  prosa.  (A f 


S  0  P 

*  SOPRABBELLO.  Add.  Più  che  beilo. 
M.  /'.  I.  75.  Il  detto  Re  FUippo  di  Francia 
avendo  per  troppa  vaghezza  tulta  per  moglie 
la  nobile  e  soprahbella  dama  ,  figliuola  del 
Re  di  Navara.  (CP) 

S01»KABBENEniRE.  Ril^enedirr ,  Bene- 
dir di  nuovo.  Lai.  *tnpcrfieneAicere  ,  denno 
hcnediiere  .  Gr.  n'Àfif  Ì\»\oyi%tv*  .  Vit. 
S.  Già.  Bat.  216.  Quando  furono  in  luo- 
go ,  che  non  lo  potevano  più  vedere  ,  si 
riviilsono  tutti  e  tre,  e  benedisserlo  e  $0- 
prabbenediss<mlo  con   gran  divoxiunc- 

*  SOPRAUBESTIALE.  Add.  Pit\  che 
hesiiale  ,  Restinlissimo .  Demetr.  Sega. 
254.  flVS) 

'?  SOPRABBEVERE-  Bere  immediata- 
mente dopo  aver  preso  (hecché  .tia  per  boc- 
ca. Red.  /.••it.  Potn-bbe  valersi  di  doe  otre 
dramme  di  pura  polpa  di  cassia,  sopraLhe- 
vendovi  immediataint-nle  un  brodo.  (A) 

SOPRABKOLLIRE.  Bollire  di  soverchio, 
Pollire  per  troppo  tempo.  Lat.  immodice 
hall  ire,  praehuilire.  Gr.  •Jlip^tlv.  Cr.  ^. 
30-  I.  Non  soprabhullendo  ,  sarà  sempre 
dolce  il  mosto.  E  cap.  33.  tit-  In  che  modo 
il  mosto  non  soprabboUa- 

SOPRABBO-NDAXTE.  Che  soprabfwn- 
di.  Lat.  exnberans,  redundans,  superflnens, 
vehemens.  Gr.  ev3»]vwv,  tÌsovx'^wv.  a^o- 
^po^  ■  Pass.  262-  La  terza  umiltà  e  detta 
soprabbondante,  cb'  e  più  che  ntm  è  di  ne- 
cessità, e  che  non  puole  esser  maggiore  ■ 
Bocr.  nov.  16.  3i.  >"è  la  soprabliondante 
pietà  e  allegrezza  materna  le  permisero  di 
potere  alcuna  parola  dire.  Lah.  f^Ci-  So- 
prabbondante nel  parlare,  e  magnifica  dimo- 
strantesi.  Galat.  IO.  Onorandoli  io  casa  sua 
con  magnificenza  non  sopraljbon dante  ,  ma 
mezzana,  quale  ronvicne  a  clu-rico. 

SOPRABUOND  \NTE\!ENTE.//iverft. 
Con  .topra*dtondan:a.  Lat.  imm&dice ,  re- 
dundanter.  Gr.  TSptl7«;.  Rut.  taf.  7.  Im- 
perocché soprabbourlanlemente  li  rhericiec. 
sono  avari.  Gal.  Sist.  206.  Tuttavia  le  cose 
che  si  son  dette  soprablmudanlemente,  mi 
son  parse  tanto  rurii>se,  che  ec.  E  h^%.  Vo- 
glio con  nuova  obiezione  e  con  nuova  rispo- 
sta ec.  sopndibondanlcmentc  dar  soddisfallo* 
ne  ad  e.-jso. 

*  SOPRABBOXnXNTISSIMO.  Stiper- 
lativo  di  Soprafi'tondante.  Fit.  S-  Giro!.  53- 
Com*  è  singulare  e  inaudita  la  tua  liberalità* 
de  come  soprabbondantissima  e  larga  la 
tua  cortesia  I  ec.  Rem'»,  lett.  I.  2.  3l.  Ba- 
sciovi  nondimeno  la  mano  della  vostra  so- 
prabbondantissima corteMa.  (*) 

t  SOPRABBONDANZA.  Soverchia  ab- 
bondanza. Lat.  redundantia,  superjhtitas  , 
superfìuentia.  G.  F.  11.  3.  I.  Il  quale  per 
stqtrahbondaiixa  di  piene  d*  acqua  ec.  venne 
nella  v.istra  città.  Med.  Arh.  Cr.  77.  I  doni 
perfetti  discendono  in  abbondanza  t.*  iopral>* 
bondanza  dal  padre  de'  lumi.  Coli.  SS. 
Pad.  Quando  noi  con  una  cotale  soprahbon- 
danz.)  di  maraviglia  ragguardiamo  la  sua  in- 
credibil  pietade. 

t  SOPRABBONDARE.  5''»mmrtmr/irr,o 
Sovert'hiamente  abbondare  ,  Sopravansare  . 
Lat.  redundare,  .tuperabundare,  e.rtitterare. 
Gr.  :ric9i*7'^«t»,  rttp<titììuii,  i*j5»ivir». 
Bocc.  g.  6.  f.  Il  L  '  acqua  .  la  quale  alla 
sua  capacità  sopriibbondava.un  altro  canalct- 
tti  riceverà.  K  nov.  78-  2.  Senza  volere  , 
soprabhondando  ,  oltre  la  convenevolezza 
della  vendetta  ingiuriare-  Olt.  Com.  Par. 
Il-  ?-Gi.  Porrrtade  non  vi  si  iruovava,  ma 
abbondava  e  soprablMtndava  in  terra  questa 
speli  e. 

t  SOPR ABBONDEVOLE.  Add.  So- 
prabbondante. Lat,  tvdundan.< ,  e.ì-redens  , 
ahundans,  exutrerans.  Gr.  n'ito 'x'5«#,Tl- 
ptliói.  tntrod.  Firt.  3o7.  UmilCi  si  divide 
in  Ire  parli  ec.  ;  per  la  terza  s*  aumilia  V  uo- 
mo al  minore  ;  e  qtiesta  è  delta  soprablntn- 
d.'vole 

•t«  SOPBABBONOEVOLEZZA    Qutt- 


\ 


S  O  P 


S  O  P 


S  O  P 


125- 


léta  di  ciò  che  è  soprahhondevofe.  Cori 
Lont;.  sts.  12.  Il  sultlimc  consiste  ncH'  iu- 
oalzjre.  r  antplifìrazionc  poi  iiui  niulliplica- 
rc  ;  e  però  quello  il  più  lìvWv  wMe  in  un  sol 
roDrcllo  cousisli*  ;  ijut'sta  rolla  ijuaiilità  ,  e 
4opra!)l»on«lrvoli'Ka  va  tifi  tulio  incitine!  (j4} 

SOPKAUlìO.NUKVOLMKMi;.  Jierh. 
Soprahhondo'itemfntc.  Lai.  ajfluenter,  sii- 
perJìufnUr,  ulwrttm,  (ìffatim,  sniis  super- 
que.  Cr.  Tre/siiiw;-  Ctirl.  fior.  ili.  A 
tutto  questo  rispoiulc  sopraliliomlcvolnu-nle 
lo  'nfariuato  secondo,  ce.  Salv.  /Uni.  /imic. 
|5.  SopraMiomlfVolituMitr  ,  o  Giiolanio  , 
quanto  ^b  parte  mia,  credo  parinicnlc  del 
min  compagno,  avi'tt' voi  sodislatto  al  desi- 
derio  clu"  ci  stav;i  nell'animo. 

•f  =?  SOlMt.MìBl'O.NO.  .4da.  Più  che 
buono.  Strabuono.  Sah-iii.  Plotin.  2!\2..  Ma 
è  sopraLliuono,  e  non  a  se  medesimo  ,  ma 
agli  altri  buono,  f  -i } 

t  :::  SOPRABIXLO.  .Idd,  Più  che  hel- 
lo, /iellissimo.  3/.  /  .  lib.  i.  cap.  76.  Ma 
il  dello  re  Filippo  di  Francia,  avendo  per 
troppa  vaghezza  lolla  per  moglie  la  noliile  e 
sopraliclta  dama  (  l'  edizione  del  1662  legge 
donna)  figliuola  del  Re  di  Mavarra,  e  levato* 
la  al  figliuolo,  tanto  disordinatamente  usò  il 
diletto  della  sua  licllcua,  che  cadendo  mala- 
to, la  natura  infìelolila  non  potè  sostenere  , 
e  m  pochi  di  diede  fine  con  la  sua  morie  e 
alla  sollecitudine  dt-lle  guerre,  e  a'  ]>cnsicri 
del  regno,   e  ai  diletti    della   carne,    (f  ) 

*  SOPRACCALZA.  Culta  che  si  porla 
xopra  le  altre  calze.  Lai.  caliga  caligae  su- 
perpostla.  Sa/v.  Inf.  sec.  12.  Fu  dalla  Cru- 
sca <c.  dichiarato  che  soprastoria  doveva 
leggersi  unito  in  una  parola  ;  come  sopmv- 
t'esfa,  sopransegna,  sopraccalza^  e  si  fatte- 

(ysi 

t*  SOPRACCANTO.  Specie  ili  canto^ 
ovvero  Canto  fatto  e  recitato  sopra  alcu- 
na cosa,  cui  si  vopliii  giovare,  o  nuocere. 
Sa/vin.  Pi.rc.  3.  Il6.  (ili  incanti  dai  Greci 
aggiiutatamente  sono  detti  £~c>i^».t',  quasi 
»opraccanti,  cioè  cauzioni  fatte  sopra  alcuna 
cosa  che  rurar  si  voglia,  o  possedere,  o  go- 
vernare, ce.   f/t) 

•f  *  SOPRACCANZOMÌ.  Canzone  so- 
praggiunta, che  anche  dicesi  p'podo  .  Sal- 
*in  /innot.  Opp.  Pe.tc.  ^l5.  Cosi  le  Strofe 
e  rAnti.Ntrofe  in  Pindaro  sono  termini  di  hal- 
lo, or  dalla  destra,  or  dalla  sinistra,  cioè  vol- 
le e  rivolte  ;  alle  quali  seguiva  lo  Kpodo  , 
«ine  sopraccaiuone,  quando  il  coro  hallatore 
M  fermava  in  moxzo.  (/i) 

SOPRACCAI'O.  Soprantendente,  Supe- 
riore. Lat.  rector,  praefectus.  (^r.  irpo-^ror.'- 
Tfl;.  Tac.  Dav.  .-Iiin.  l^.  1;)6.  Schifando 
Trebellio  per  compagno,  1"  chhero  per  so- 
pracrapo  (  qui  il  testo  lat.  ha  :  supra  lulerc). 
t'ecch.  Dot.  5.  I.  l'erchè  l'aver  voi  spesd 
troppo  è  un  male  Che  si  da  a  tutti,  o  alla 
maggior  parte  De'  giovan,  che  non  hanno 
vopraccapo  Che  gli  freni.  J'ellinc.  son.  277. 
Se  nel  mio  sopraccapo  il  dir  notale.  ^  Sal- 
tin.  Disc.  1.  ;)7.  Coir  aggiugnervi  sopracca- 
pi  e  inquisitori  di  stalo.  J:  3.  47-  N"»  veg- 
!,;umo  che  Ir  ^tesse  Repulihlichc  nelle  loro 
urgenze  mutano  governo,  e  mettonsi  un  solo 
per  sppraccapo.  (i\j 

t  ^  §■  Sopracrapo,  dicesi  anche  la  par- 
te più  considerabile,  o  ardua  di  cliecchessia. 
f.asc,  Cen.  2.  nov.  i.pag.  11.  Non  avendo 
r  arte  né  di  ritenere  l' alito,  ne  di  notare  ec 
invano  tentava  A'  uscirne  ;  perciocché 
quanto  più  si  dimenava,  tanto  più  la  corsia 
Ki  guidava  nel  .i..pra.-capo,  di  modo  che  in 
breve  lo  sltalordì.  Segr.  l-'tor.  C'-m.  1.  2.  ' 
Anch'  io  sono  nn  bufolo,  che  non  me  ne  ar- 
corgcndo,  con  una  fante  cascava  a  poco  a 
poco  nel  sopraccapo  della  filosofia,  iylj  1 

*  SOPRACCAiilCA.  lo  stesso  che   So-  ' 
practarico.    /.'art.   Stor.  It.  /.    4     cap.   i3.  1 
Aggiuntasi  per  si)prarrarìca  al  lor  dolore  la 
nuova  cura  ec.  I  qm  figura tam  l.  (Cf)  ! 

*  SOFRACCAlliCARE.  l'ar   sopracca- 

yocaholario    T    II. 


fico.  Caricare  troppo.  Lat.  nimis  onerare. 
r.r.  -c.;aa33Ti;!9Gat.  Hed.  leti.  1.  275. 
Ma  quautlo  la  soma  si  sopraccarica  come  og- 
gi, mi  cascan  le  braccia.  (*) 

3  S0PHACCAR1C0.  (Quello  che  si  mette 
oltre  al  carico  .tolito. 

•^  ^.  .Soprnccarii  o,  in  termine  di  l\Jari- 
neria  duesi  Colui  che  si  mette  net  basti- 
mento per  custodia  dei  generi  e  mercanzie  , 
o  d'  altra  cosa,  e  per  soprintendervi,  «t  Sal- 
via. Cranch.  3.  l3-  Fu  rontra  Gli  avvisi 
suoi  mandato  in  Cartagine  Sopraccari- 
co »  .   (  fi) 

*  SOPRACCARTA.  Coperta  della  lette- 
ra. Lat.  litlerarum  involucrum.  Il  !  ccab. 
alla  voce  COPl-RTA,    v.  11.  {*) 

:'.:  SOPRAt  CASSA,  Tcnu.  degli  Oriuo- 
lai.  Seconda  cassa  di  un  orinolo  da  ta- 
.ica.   f/h 

.^OPRACCKI.ESTE.  Jdd.  Che  è  sopra 
al  cielo,  Sopraccelestiale.  Lat.  supercoele- 
stis.  Cr.  ute.:oUj;kvio.:.  /  arch.  l  ez.  l\(\Q. 
Delle  sopraccelesti  '  intelligenze  )  traila  il 
teologo  ;  e  perciò  noi,  lasciale  le  sopraccele- 
sti, che  s»)no  proprie  della  santissima  teolo- 
gia, tratteremo  delle  celesti. 

SOPllACC  ELESTIALE.  Jdd.  Che  è  so- 
pra i  cieli,  (  he  sta  sopra  ,  o  Che  è  supe- 
riore alle  cose  celesti.  1  at.  .•lupercoelestialis. 
Gr.  C~ipo\jp'Jjto:.  Teof.  Mist.  La  mente 
tanto  più  divinamente  e  eccellentemente 
aggìugne  alle  cose  sopraccclcsliali  ,  quanto 
ad  esse  più  s'  appressa  S.  .'ìgost.  C.  P.  Ad 
acquistare  le  cose  celestiali  e  sopraccelestiuli 
con  umile  devozione  mutasse  l'  alletto  u- 
mano. 

SOPRACCENNARE.  j4ccennar  soprn,  o 
precedentemente  s  Dire  avanti.  Dire  prima. 
Lat.  praenarrarc ,  praefari.  Gr.  T,0i'Ì5"/i(V 
■7:p-it~iìv.  Lib.  l  red.  Il  fatto  voi  sapete 
mollo  bene,  che  ho  voluto  sopraccennai'lo 
nel  principio. 

SOPRACCENNATO.  Àdd.  da  Soprac- 
cennare. Lat.  praenotatus  ,  nntedictus.  Or. 
IzZf^Zipr.p.iiO..  Salvili.  Di.ic.  1-  2^)8.  Que- 
sto prollcma  in  un  certo  modo  venne  ad  es- 
ser proposto  secondo  il  sopraccennato  costu- 
me degli  antichi. 

*  SOPRACCHIAMARE.  Term.  de*  Me- 
dici. Chiamare  a  consulta  altri  medici,  o 
chirurgi,  lied.  I.ett.  Furono  sopracrhiamali 
altri  medici,  f^j 

SOPKAt  CHIARO,  .fdd.  Più  che  chia- 
ro. Chiarissimo.  Lat.  luce  ipsa  clarior. 
Horgh,  Pese.  Fior.  ^3"]-  A  me  non  è  punto 
nascosto  come  sia  malagevole  lo  sveglicre 
dagli  animi  certe  anliclie  opinioni  profonda- 
mente radicate,  e  già  per  la  lunghezza  del 
tempo  indurate,  se  la  cosa  non  si  mostra 
chiara  e  sopracchiara. 

SOPRACCUIEDERE.  Chiedere  sopra 
il  convenevole. 

*t  50PRACCH!L'SA.  Termine  degli  /- 
draulici.  fiiiinta  di  tavoloni  per  coltello  , 
che  si  fa  ad  una  pcicaia,  come  il  soprasso- 
glio  agli  argini.  I  iv.  Disc.  j4rn.  20-  Os- 
servai di  più,  che  nel  doversi  far  ridurre  le 
sopracchiuse  degli  altri  due  mulini  a  ter- 
mini permessi  ne*  mesi  estivi,  conveniva 
levare  a  quello  de'  Castelletti  un  braccio 
tU  tavola. 

SOPRACCIFLO  .  la  Parte  superiore 
del  cortinaggio  da  letto  ,  e  d'  altri  arnesi 
simili,  Borgh.  p.ip.  635.  A  ^:atleo  Botti 
ec.  ha  dipinto  uno  sirittoio,  dove  negli 
ottaogoli  del  sopracciclo  ha  fatto  le  sette 
aili  liberali  a  olio  i  qui  per  similit..  evale 
Polla  )  . 

t  SOPRACCIGLIO,  lo  ste.s:<o  che  Ci- 
glio lai.  supercilium.  Gr.  C'fpuq.  ì  it. 
.y.V.  Pad.  Per  la  molta  vecchiezza  gli  oc- 
chi qtiasi  non  si  parevano  ,  perocché  le  so  - 
pracciglia  gli  coprivano.  Olt.  Com  /  urg. 
23.  436.  Chi  sapesse  bene  afBgurare  le 
lettere,  scorgerebbe  che  le  due  sopracci- 
glia col  tratto   del   naso   fanno  ec.  Sen.  Pi- 


si.  ii3.  Queste  son  le  cose,  di    che    noi 
disputiamo  co'  sopraccigli  levati. 

t  *  S-  '  '"''  (  ipie;lio,  o  (luardatura  in 
generale,  f^ellin.  Itucch.  220.  La  pronun- 
zia con  una  gravità  Di  signoiililà,  E  con 
un  sopracciglio  (^ual  chi  col  suo  consiglio 
Parla  di  cose  dì  sovranità,   f/i) 

•tSOPRACi:iNGHtA.  Cinghia  che  sta 
sopra  altra  cinghia.  Tav.  Hit.  Appresso 
ri  ti  frena  il  buon  destriere  ,  e  acconcialo 
lune,  e  di  sopraccinghie  (  Il  p'ocabol. 
alla  voce  U  lAFUENAIt  K  legge  ec  e  ac- 
concialo bene  di  cinghie  e  di  sopracciò- 
ghie  )  . 

SOPRACCINTO.  Add.  Cinto  di  .wpra. 
fini.  Pnrg.  I.  (  hi  vuole  nel  mondo  en- 
trare nella  penitenzia.  conviene  essere  so- 
prarciulo  d»  alcun   grado  di  uniiltade. 

SOPR  AC C I  O'. Sopran  tenden /e. Lat.  prae- 
fectus. Gr.  s'-isTaTir;;-  Salvia.  Granch. 
3.  p.  Prese  partito  di  ricorrere  Al  soprac- 
ciò in  dogana. 

SOPIIACCITATO.  /fdd.  Citato  avanti. 
Citato  di  sopra.  Lat.  supcrius  laudatus. 
Gr.  dftti'lpoi  iT^f-iiTQ:.  lied.  Ins.  78.  Il 
padre  Blanciano  nel  libro  sopraccitato  af- 
ierma  ec.  che  il  filo  del  ragno  non  e  un 
semplice  filo  e  pulito,  ma  ramoso  e  sfilac- 
ciato, ec.  E  I  ip.  2.  32.  Lu  confermo,  an- 
corché sia  negalo  da'  supraccilati  autori. 

-:•  SOPRACCOLLO,  che  anche  SOPRA 
COLLO  si  trova  scritto.  Quel  di  più  del 
collo  ordinario  che  si  pone  sulla  nave,  o 
sulla   vettura.  (C) 

'"?  §.  l er  lo  più  è  term.  militare,  e 
vale  Quella  quantità  di  milizia  che  si 
pone  sulla  nave  oltre  P  ordinaria  per  isbar- 
carla  dove  che  sia  .  Cu  ire.  Stor.  17. 
172.  Nel  tempo  medesimo  Andrea  Doria 
con  le  galee,  e  con  mille  fanti  di  sopra 
collo,  assaltò  i  porti  dei  Senesi.  Jt  18.  l3. 
Si  credeva  che  egli  resterebbe  impegnato 
a  resìstere  all'  esercito  terrestre  ;  e  Kenzo 
negli  Abruzzi ,  e  1'  armata  della  Chiesa  e 
dei  Veniziapi  che  erano  venlidue  galee  , 
non  avrebberu  contrasto  ,  portando  massi- 
mamente tremila  fanti  di  sopraccollo.   (Cj 

'.'  SOPRACt  OLONMO.  Sodo  che  si 
pone  fra  l'  una  e  l'  altra  colonnaj  ^■archi- 
trave. Baldin.  l'oc.  Dis.  (A) 

SOPRACt  OM ITO.  Principal  comito. 
l'it.  l  lut.  Sopraccomito  fece  Inissicrito  il 
filosofo.  Serd.  Stor.  ^.  i^S.  Pelagio  Sosa 
sopraccomito,  legatala  alla  poppa  della  sua 
galera,  fece  grandissima  forra  di  remi  per 
rimorchiarla.  Bemb.  Stor.  5.  66.  Il  Con- 
tarino ,  chiamati  a  sé  i  sopraccomìti  delle 
cinque  galee,  ed  esortatigli  ec.  ,  alle  loro 
galee   gli  rimandò. 

SOPRACCOMPERARE  .  Comperar  la 
cosa  mollo  più  ch'ella  non  vale.  Lat.  carius 
cmere.  Gr.  TToJuTtVw;  ays/sa'^eiv.  3/.  /  . 
f).  48-  11  Comune  si  dispose  a  sopraccom- 
perare ,  per  mostrare  amore  e  giustizia . 
Cron.  Slorell.  260.  Non  vendere  la  tua 
mercanzia  a  chi  la  volesse  sopraccompe- 
rare  . 

SOPRACCOPERTA.  Coperta  che  si  po- 
ne sopra  P  altre  coperte.  Lat.  stragu/um. 
Gr.  tsTpùpt/.. 

^  §■  Sopraccoperta,  per  Coperta  della 
lettera.  Sopraccarta.  Red.  leti.  Due  lette- 
re con  la  loro  sopraccoperta.  (A) 

SOPRACCOUiiERE.  Correr.wprn.  Tnc. 
Dav.  Ann.  I.  20. A'olevano  1  Cheru.sci  aiu- 
tare i  Cattij  ma  Cecina,  qua  e  là  soprar- 
correndo,  gli  sbigottì  (il  te.ito  lat.  ha-  huc 
illuc  arma  lerens  ). 

^  §.  Sopraccorrere  ,  vale  pure  Correr 
sopra  j  ma  .ti  dice  de*  fumi,  o  .timili,  che 
tralioccando  .ti  spandono  per  le  circostanze  . 
Bemb.  Stor.  lib.  2.  La  Brenta  parimente  lo 
ripe  in  più  luoghi  sopraccorsa,  la  maggior 
parte  del  Padovano  d'  alluvione  e  guasto 
dis-rtò.    (Brj 

."  SOPRACCOTTA.   Foggia  di  guer-. 
i58 


1258 


SOI' 


S  O  P 


„accaan„ca.    I  ed.    Ma   .oce   SORCOT- 

TO.  (S) 

«  SOHBAi.CKESCERE.  Crescere  maf- 

g.ormenle.  Ces.  f  ,t.  Cr.  1.  525.  Il  qual  su- 
bissa di  pene  fu  uno  sterminalo  crescere  e 
.oprareresrere  d.  m.rili,  un  tesoro  .1  mfi- 
„,U  soddisfazione  eh'  esli  vendette  a!  Padre 
■n  persona  dell'  uom  peccatore,  h  I  aneg 
S.  line.  i6.  Or  qui  V  dove  sopraccrcscc 
scnia  termine  la  maraviglia,   (t) 

^SOPKAC.CllESClUrO.  AM.  ,la  .So- 
praccrcscere.  Ces.  ^o..  2!fi.  Senliva  d  suo 
dolore  sopraccresciuto  pe'  danneg^.amenl. 
che  le  erano  fatti,  ft  '  .(•  Cr.  4.  478.  !>  ac 
coslan  le  parli  che  già  lorn.aroim  .  mu- 
scoli :  ed  eccovi  sopraccrescmta  la  carne, 
con   vene,   nervi   ce.    (C) 

•t  «  SOPRACCUOCO  .   Colui  che  so- 

pnmtenik  ai  cuochi.  C.uarin.  Irlrop.  2.  .>■ 
Sari  dunque  venula  la  tua  ventura  ec.  d. 
satollarti  a  tuo  modo .  W.  A  m.o  modo 
no,  ma  .luanto  piii  si  potrì,  ec.  lo  mae- 
stro di  casa,  io  scalco  ,  io  dispensiere  ,  10 
sopraccuoco,  io  credennero ,  ec    (Aj^ 

•+  if  SOPRACUTO  .  JM.  l'iu  che 
acuto  ,  Àcutis.dmo  .  Ma^al.  I.elt.  .«,«,(. 
pag.  81.  Ci  può  egli  esser  ma.  cas^o  ec. 
che  vi  succeda  di  pigliare  c.ssolfaul  d.  na- 
tura sua  grave  ,  per  un  cissollaul  di  natu- 
ra sopracula  ,  un'  ottava  per  una  settima, 

PC    fA  t 

SOPRADOENTE,  e  SOPRADDRNTI 
Dente    nato   fuori    dell'  ordmc    degli    al- 
tri denti.    lìa^.   *i.<m-  H-  E'''"^  gran  per- 
sona, capelli  neri,  viso  lungo,  color  gial- 
liccio, quasi  di  sparso  fiele,  un  sopraddenti 

'''sOI'KADDETTO,   e    SOPIlADETTO. 
Add.  da  .Sopraddire j  Pello  aitanti,  l'r.;kt- 
to.  Lai.    prudiclus.    (Ir.   ^fOS.pyivo, 
Bocc.   no,:   99.   A^-  E"  «■"   nella  chiesa  d. 
san  Fiero  ec.  stato  posato  messerToi.l^. 
con  tulli  i  sopraddetti  gioielli  .    (..   F-  » 
3q     1     Per  le  sopraddette  noviladi,  e  selle 
di   pari.,   bianca   e   Nera,   ce.     .Vo,/er     C..II. 
lia    Ecci   un    modo  dell'  annestar  le  pro- 
paggini sopraddette.    /■;  105.    Volendo  che 
ahhia  un  po'  di  colore  il  vino  sopra.ldelto 
lascialo  stare    un    di  in  sulla  vinaccia  .    I: 
107     tosi    si    facciano  1  tini,  e  sieno  de 
legnami  sopraddelli.  *   far.  lett.    I.    5o. 
OncRli.cbe  fu  consegnato  a  noi  per  gui- 
da   e  per  iratloninicnto    nostro,    s  aldial le 
ad'  essere  un  gentil  frate,  e    mo  lo    amico 
de' Kenliluomini  sopraddetti.   Cf  J 

SOPRADUIRE        ''"■''    ""™  "'  '''■"°  ' 
^pgmnfT^re  al  detto.  Lai.  rficM.   »rf..rcrc. 

Jndr.  l5.  Allora  Sesto  comincio  con  .lol- 
ci  parole  a  dire  1'  amore  che  le  vu.de  , 
sopradd.cendoconlu,singhel  animo  suo  ec^ 
%  e  1.  f'er  IC.tagenire,  recedere  nel 
dire  Pire  oltre  al  coMencvole.  '''••*'• 
Cir'.  71.  Non  si  creda  ch'io  sopraddira 
di  lodarlo  ec.   (l'I 

'*.  if   6    11.   ''"  f  ir  f/i  sopra,  Innan.i. 

eli  principiomquello  Tempo  eh   lOM,. 

pradd! iUor    .he'l    mondo  DeU  meo- 

modita   si    le-   rul.ello.    <■"'„.„„„_,, 

SOPUADnOTA  ,  e  SOPRAOnOTI  . 
Ouella  ,,unn,.tà  d.  eircli  che  ha  In  ,,0,. 
„-„  .,„,„■,;  la  dote;  Canta  d.  dote.  I...I. 
parapherna.  Or.  ^«?«?!f"«-  '  ™",/'<'- 
rcll.   7.r>9.   Non  le    lasciar.-    s..praddota ,    o 


stia  .'Ha  o  no,  1 


i.erocchi'   1.011  e  nel  vero  s 


.rista  madre,  che  non  sia  meglio  l^-'ll- 
ghuoli,  che  altra  donna  7.,Md.  .4nd, 
\f,     L'  oro  dio  i  parenti  avien  portato  p.  r 

rilcatlarla,  'V^''^,^'^^  ^'.^CT  ^^ 
sua  sopr...ld..la .  l.asc.  Mhll  l.  1  Non 
:,ven,l.  figliuoli,.,  morendo  egli  im.aii.i 
ài.  1  1.'  fa  s"prad.lolc  di  .In.'  inda  ducali 
/,■  'Suvp  2  1  Chi-  llamim.o  Av.-.i  d. 
dar'  la  f.gliu.da  pur  ani..."  M  doH..r  po..li,- 
olleria  di  duo  miUa  Ducati  sopraddolc 


SOPRADDOTALE.    Add    Di  soprad- 

dote . 

SOPRADDOTARE  .  Dar  lopraddole  , 
Far  sopraddolc.  l.asc.  Sih.ll.  I.  2.  Olire 
U  lorla  s.-n.a  dote,  la  vuol  sopraddolaie 
egli  in  due  mda  ducati  I  qui  vale  DoUre 
as.iolutanientej. 

SOPKAIlDOTK.  r  SOPKADDOTA. 
•+  *  SOPRAUDOTTISSIMO  /•"' 
che  dottrsumn.  Uden.  A...  .'■■  5l.  Non  si 
ricordano  .pi.-sli  sopraddollissiml  dispulalo- 
ri,  che  gli  esempi  in  dialettica  e  in  filo- 
sofia ec.    (Aj  .  .,    r- 

if  SOPRAEMINENTE.  AM.  Eminen- 
te sopra  gli  altri.  Imperf.  Tim.  lì.  8.  T. 
7.  272.  Il  sommo  li.ne  'e  la  sopraemincn- 
tc  essenza  di   Dio.  (  l'J 

*  sOPRAESALTATO.  Add.  I saltato 
grandemente,  Kuillnlo  .mpr.i  il  proprio 
merito.  .Srgner.  Mann.  Apr.  28.  1.  Ma  non 
gli  e  dovuta  (la  gloria)  altr.menti;  che 
p,.ro  non  si  dice  eh'  egli  e  esallato,  ma 
eh'  egli  è  sopraesallato.   (  ) 

*  SOPHAE.SALTAZIONE.  C.rancU  e- 
.lahazione,  e  sopra  il  proprio  merito.  Se- 
gncr.  Mann.  Aprii.  28.  1.  Non  si  può 
trovare  veruna  esaltaiione  dell'  empio,  che 
non  sia  sopraesaltazion.-.  (') 

SOPRAFFACCIA.  .Superficie,   lai.  su- 
per/ìries.   Gr.  eTIi7toX>i,  i-xitfxili-x.    Iih. 
Aslr.  Quando  questo  vorremmo  fare,  pr.ii- 
derenio  un  quarto  di  cerchio,  che  sieno  li 
suo'  piani  quadrali ,  il  più  cerio    che  pos- 
sa essere,  .-  porremo    sua    soj.raBaccia  di 
sotto  igualmente  sopra  la  sopraDaccia  del- 
la sl'.-ra  in  modo  che  si  torni  ciascuno  del- 
li  due  quarti  delli  cerchi  che  terminan,.  la 
sopraflaccia  di  sotto  del  quarto  dell   armil- 
la.    E  altroi'C:    La    inclinaiion.-    del    zenit 
e.-,  e  coeguali-  alla  inclinazione  della  sopral- 
faccia  di  .[Uello  orizzonte  di  tua  villa.  (,i.i</. 
C.Avea  unomaraviglioso  carro,  tulio  inli- 
r  imente  ordinato  d'  avorio,  salvo  che  le  sui- 
ruote   .-rali..   d'  el.alio.    vestite    di   sopra   di 
puro  oro,  e  la  soprattaccia  di  fuori  era  or- 
nala di  gemme. 

•+*  SOPRAFFACIMF.NTO. //   soper- 
chiare, .Soperchiamento ,   Sopralihondanza. 
Uden.   !\is.  3.  81.  Dee  parlar  più  natura - 
mente   e  con  manco  artifizio  ;  allrinieiiU  la 
imitazione  rimarreld.e  sotterrata  e  illangui- 
dita per  sopralVacimento  tirannico  delle  gra- 
ziose  par.de.  (./)  ,        ,  „ 
.SOPllAFFARE.     Soperchiare,    I  anlag- 
ginre.   Lai.  .superar,-,  opprimci-e.Ge.  me- 
«p«r..T-;.  ,(aTa-.e;c-/.  /  ""■'..  /Trco/.  69. 
Sonrallare,  ovv.-ro  s,.perch.ared.  parole,  e 
altri  tali,  non   mi  par.-  che  al.l.iano    quel- 
li forzas   F.   100.   E  nientedimeno  vuol  so- 
nrallare r  avversario,  e  mostrare    eh.-  non 
lu  sli.ni.  .Vi-'i.   lìen.    I  arch.  5.  ?!{■  Uno  de 
soldat.  v.-l.-ran.  .li  Cesare,  il  iiuale  voleva 
sopraflar.:  un  poc.  troppo  i  suoi  vi.im.  es- 
sclulo  accusalo,  diceva  innanw  u  lui  le  sue 

ragioni.  ,    , 

S     l.  In  .signi fic.    neulr.    pas.s.    fair  lo 
<,csso.    lìuon.    Her.   2.  .^.    18.  Che  fantoc- 
ci eran  quei  di'  i.i  vidi  lusieme  Furtivi  or 
sopraBarsi,    ora   palesi  Conlranarc  ed  ur- 
tarsi? „  ^  . 

S     II     Figtiralam.  per  Premere .  Calca- 
re   Sen.    l-i.ll.  9'|.   Ella    ci    ha  messo  sot- 
to pi.-.li  l'oro  ci' argento  i. -Ha  0  ha  dato 
a  scalpitare  e  »..prallar.-  tulle  queste  c.»e. 
8     III.    Per  Superare,    limare .  Ofipri- 
meir.    Fir.  A.s.   37»-   Con  sassi,  e  co  che 
altr..  veniva  loro  alle  mani .  ..  sfonava no 
di  sopraflarl...  Alam.  Colt    \.  e,i.    Siccl,.- 
il  terr.-iio  Contrastando    lalor,  n..n    p..ssa 
mai  Lu.  s..pralVar,  ma  .lai  lavor  ..a  s.nt... 
•-,1   S   \V.  Sopraflair. tale  anche  Soi-rasla- 
re.  Fssere  a  cavaliere.  Lai   eminerr.  ........ 

V/e.      1.   .'l8.1.    Dopo   m.dll    assalti    dall   in 

, .il.l.    una    pane    di  lor..  in   su   un 

a,pr..' monte,  eh piafla  la  Murala  .  co- 
strinsero a  icarscm- coloro,  che  la  guarda- 


S  O  P 

vano.  E  2.  263.  Perdute  quelle  (rofcht), 
perchè  soprafifanno  tanto  la  cuti,  reslereh- 
he  Verona  in  grave  pericolo,  llj 

*   SOPRAf  FAs<  lA.  ;-'<i.<rio f Ae  sia  io- 
pra  altra fa.icia.  /land.  ani.  Per  ornamento 
ec.  una  ruffietta.  fascia,  sopraBalcia.  ec.  (A) 
SOPRAFFATTO.  Add.  da  Sopraffartj 
Vinto,  Superalo,   Oppresso.  Lai.  oppru- 
sus.  Gr.  «aTaite^ril-.jatvOf  .    Star.    tur. 
3.  52.  Essendo    io.    come    voi  stessi  lutti 
vedete  ,    gi'a  disutile  in  lutto  all'  arno  .   •• 
soprafiatto  Unto  dagli  anni ,    che  lo  'ngr- 
gno  più   non  mi  serve,  ec.   /•,  3.  Il3.  fcs- 
vendo  egli  oramai  pur  vecchio  ,  e  sopral- 
fatlo  daUa  fatica ,    si  mori  d'  afiinno  e  di 
rabbia.    /  ar.h.  Slor.   11.  333.   Ma  quando 
r  onde    turbate    sono  ,    e    i  venti  sofliano 
contrarli,    allora    perchè    ella  o  Iraporlata 
dall..  tempesta  non  rompa    in    iscogbo ,  o 
s,inraffalta  da'  cavaUoni  non  si  sommerga, 
ha  di  spertissimo    e    d'   ardiUssuno   pd..lu 
mestieri.  *    lortig.   Ficciard.  2.  56.   Ma 
quando    un    uom  si  trova    sopraffallo  Dal 
timore,  riman  tanto  avraito.  Che  non  ha 
forza  pur  di  alzare  un    dito.     IB)    Cuicc. 
Stor.   2.   250.  Non  si  poteva  più  campeg- 
giare in  quel  paese,    che    per  la  bassezza 
sua  è  midto  soprafl-atto  dall'  acque.  (I.) 

r.  Aggiunto  a  frutte,  funghi,  e  ad  al- 
tre simili  cose,  vale  lo  stesso  che  Troppo 
maturo.  Troppo  fatto ,  Strafallo.  Lil- 
decoclus,  matnrus.  Gr.  -iptiivi  K!"»- 
:<,:.  Cani.  fnni.  Oli.  .37.  Donne  di  que- 
sii  belli  ir-nghi)  Si  vuol  ripoiTe  e  nell 
,dio  e  nei  sale,  E  non  d.-  troppo  fatti, 
th'  al    fin  de'  sopraB'atli  si  fa  male. 

•+  ■■■  SOPRAFFA\  OLA.  Ampliamone 
di  favola.  Favola  sopra  favola  ,  Favola 
aggiunta  ad  allea  favola.  Salv.  Inf.  .<«". 
12  Ninna  diversili  può  induije  1  esser 
più  storia  che  soprasloria;  o  f.v.Oa,  che 
sopraffiiv.da.  Uden.  Ms.  3.  5^.  Tali  sono 
i  p.ieli.  che  sopra  un  medesimo  argomen- 
to formano  una  s.>prafl'avoIa.  (A) 

if  SOPRAFFERVENIE.  Add.  Pli- 
che fcnente,  Fenenlissimo.  Med.  Arh 
Cr  23  Nel  quale  stalo  d'  amore  ferrenlc. 
0  soprafl-ervelite  gii  non  si  raccorda  di 
se  medesima.  iCj 

!-■  SOPR AFFINAMENTO.  Gran  raf- 
finaniento.  .'■alvin.  Pro.'.  Tose.  1.  4'6 
Per  tornare  a  n..slra  lingua,  al.uso  sem- 
brami ec.  gli  altri  comp..nimenti  per  un 
certo  sopraffinamenlo  di  giudicio    npudia- 

'     SOPRAFFINE,    -^dd.    Più   che  far 
Lai.  optimus.  Gr.  ^!>T.«TO;. 

+  #  SOPBAFFlNIS.-ilMO.  Superi,  di 
Sopraffino,  flellin.  Piic.  2.  1 10.  .^o  o  Id- 
di.,  può  con  1'  iiicomprensihiliti  del  su., 
più  che  sopnidinisslmo  magistero  giugnc- 
re  a  lauto.    iMin) 

•f  «  SOPRAFFINO.  AM.  PIA  che 
Uno,  Fini.«imo..yegner.  Parr.  inslr  cap. 
"|4.  pag.  223.  iFir.   1692.)  Come  farebbe 

chi  n,.n  chiudesse  la  Iwcca    al    sti".  .ove 

gli  fu  versato  uno  spirilo  ».ipr»flino.  Salvia. 

innol.  Opp.  Cacc.  lana  s..praflìna.  (A) 
«  §.  F  l'I  forza  di  SUSI    /lari.  Hicr.    1. 

8.  Su  e    giù    per    inonlagne    e    voragini. 

andar  come  alia  piana  sicuro,    e  in  tanl.. 

sconv.dgimcnlo  .-  scompigli...  sola  la  mente 


1 


sconvolgili. e. i.i'    ■    ' |.-p-.- . ' 

d.l  pib.lo  ne  conr..ii.l.r>i.  né  turbare:  non 
è  ecb  .mesto  il  sopraflino  dell' arte?  f»r; 
•+  «  SOPRAFFIORIBE.  Fiorire  rf. 
nuovo.  Salv:n.  Teocr.  Idill.  27.  Eranv, 
s..pra  alti.  ragi..s.  pini.  Plalam.  pioppi  ce. 

Quanti  mai  sul  restar  .1.  primavera  Soglion 

soi.ra(ri..rir  p.-' verdi  prati.  (.4) 

if   SOPRAFFLOBinO.   Add.    Più   c'.c 

florido.    Floridissimo.  .Salvia.  Senof.XfiX 

Ouivi  n.-lla  mia  giovane.^     m'innamora. 

.r  un  gn.vane  beli...  e.1  era  d  g...vane  d. 

quei  del  paese.  .1  suo  nome  Ipriante  (qu... 

soprafflorido).    e    venni    in    .lucilo  amore 
1  ec.  (C) 


S  O  P 

*  SOPRAGAUDIO  .  Gaudio  grande. 
Jìelt-.  f'if.  Coloin'*.  iìS^.  Cnil  questa  lon- 
diiìonc  i  santi  nurtiri  rircvi-tlero  il  mar- 
tirio voloaljri;iiiicntc ,  noit  i-tirando^i  del 
flagello  i)to('l.tIi- .  per  lo  stipvjjj audio  che 
seotivanu  ncU   .uiuii.i.   (C) 

SOPUAOi.ALl  A.  tialea  capitana.  Lat. 
navis  praetoria.  Gr.  oXif  <i  toj  srparT)- 
yoj.  3f.  l.  2.  5y.  Le  due  grosse  de' Vi- 
nìsiaui  si  ini>ono  per  proda ,  e  una  per 
handa  a  roniliattere  la  supra^golea  dell' 
ammiraglio  de'  (ieiioveNÌ. 

*  SOPKAtHVIOUU".  Sommamente  gioi- 
re. Rim.  ant,  Gtiitt.  Guintz.  Cam.  (Av- 
vegnaché co  m'  aggio  ec.)  Di  che  vi  stringe 
il  cor  piaDto  ed  angoscia  .  Clie  dovrcile 
d'  amor  sopraggioire.  Che  avete  in  ciel  la 
mente  e  1*  intelletto  ?  (M)  Giiitt.  Him. 
I.  l3o.  Però  tanta  ahoniLinza,  VAi'e  de'  fin 
pregi,  avanzala  tuttore.Che  di  ciascun  po- 
ru  sopraggioire.   fC) 

*  SOPKAGGIRAhE.  Girare  di  nuovo^ 
Girare  superiormente.  Bemh.  (A) 

•f  *  SOPRAGGITTARE.  Fare  il  so- 
praggìtto.  Snlvin.  Tane.  Ruon.  (i.  5.  So- 
praggitto,  ec.  Credo  io  che  sia  dal  soprag- 
giltare  del  filo  sopra  la  cosa  cucita ,  in 
maniera  che  <|Uello  si  veggia,  come  si 
^co^ge  ec.  (.4) 

SOPRAGGITTO.  Sorta  di  lavoro  che  si 
fu  coli'  ago  o  per  congiugnere  fr'rtemenW 
due  panni  insieme,  o  perchè  il  panno  .tul- 
/' estremità  non  i.tpicci ,  e  anche  talora 
per  ornamento,  fir.  no%'.  7.  264.  E  da 
quinci  ÌDDanzi  io  ti  voglio  dare  una  cami- 
cia bella  e  nuova,  col  sopraggitto  intorno 
alle  maniche  ,  e  col  punto  a  spina  in  ^u\ 
collaretto.  Buon.  Tane.  ^.  5.  E  duo  len- 
mol  cuciti  a  sopraggitto. 

t  SOPRAGt;iUL)ICARE.  Sopravatizar 
l'  altezza.  Essere  a  cavaliere.  Lat.  supe* 
riort  loco  esse,  de  superiori  loco  trstima- 
re .  Gr.  uT£.C!;(£tv.  Stor.  Rin.  Montali. 
Menù  pei  si  grande  fona,  eh'  egli  avrel»- 
he  giltato  Rìualdo  in  terra,  perchè  lo  so- 
praggiadicava .  Fihc  2.  280.  Prendi  la 
più  alla  parte  del  campo ,  acciocché ,  an- 
ftando  verso  lui.  prima  il  sopraggiudichi,  che 
tu  sii  da  lui  sopraggiudicalo.  Ott.  Com. 
^"f-  4'  44-  ^'•'  '"  I"»go  aperto  e  lumino- 
so, che  altrimenti  1'  occhio  nell'  oscuro  e 
confuso  Don  discerne,  poiché  sia  più  alto 
alquanto  ,  acciocché  sopraggiudichi  1'  oh- 
bietto.  #  Guicc.  .Stor.  lO.  67.  Messero 
una  parte  delle  genti  nel  monastero  di 
San  Michele  in  Bosco,  molto  vicino  allii 
città,  ma  posto  in  luogo  eminente,  e  che 
la  sopraggiudica  (la  stampa,  credo  per 
(■mire,  ha.-   sopragiudiea).    (C) 

SOPRAGGIUGNE.NTE.  Che  soprng- 
^lugne.  Lat.  super^-eniens.  Gr.  erripx'" 
/lASvo;.  Declam.  Quìntil.  C.  È  da  credere 
che  per  lì  parenti  del  giovane  e  soprag- 
giugnenti  sarehhe  nmlato  il  testamento. 
S.  As  C.  n.  Così  una  medi-sima  forza 
»•  gravezza  sopraggiugncnte  purifìca ,  cola 
e  arana  li  huonì,  danna,  guasta  e  dister- 
niina  li  rei. 

S0PRAGG1UGNERE  ,  e  SOPRAG- 
GIUNGERK.  In  signific.  neutr.  .-ìrhvare 
improvvidamente,  o  inaspettato.  Lat.  de 
improvviso  advenire  ,  supervenire  .  Gr. 
«Tpo30(,/T}TW;  Z-ip-^ti fìnti  .  fìocc.  nov. 
IO.  3o-  Sopraggiunse  colui ,  il  quale  an- 
dato era  in  Cicilia.  F  nov.  .\5.  9.  Ne  pri- 
ma si  partì  la  mischia,  che  i  sergenti  del 
capitan  della  lerra  vi  sopraggiunsero . 
#  Tass  Dìal.  Pad.  Fam.  Qualora  da 
«pialche  forestiero  saranno  sopraggiunti  po- 
trà in  un  punto  arricchire  la  mensa  in  un 
modo  che  ec.  iD)  Buon.  Fier.  ^.  i.  11. 
Sopraggiugneste  voi,  da  cui  difeso.  Rico- 
nosco d  mio  scampo. 

§■  I .  Per  I  enire,  o  .arrivare  sempli- 
cemente.  Lai.  Supervenire.  Gr.  ìTtp^^" 
s9xi  .    Frane.    Sacch.   nov.    IQO-    Soprag- 


S   O  P 

giugnendo    1'  anno    del    Giuliilco    l3.'»0  , 
penso  d'  andare  in  porto  Cesenatico. 

§.  II.  /«  signi fic.  ntt.  vale  .frchiap- 
parv ,  0  Corre  allo  'niprovviso  .  Lat. 
oppriiiìcre,  imparatum  offendere.  Gr.  jtk- 
7a>.ayoaȣiv.  fiocc.  nov.  !yS.  5.  Fu  da  loro 
sopraggiunto  e  preso,  e  l'atto  del  ronzino 
smontare.  F  nov.  86.  5-  Ma  pur,  poiché 
questa  ora  v*  ha  qui  sopraggiunti  ec.  ,  io 
v'alliergherò  volentieri.  Unni,  l'urg.  5. 
Quand'  i'  fui  sopraggiunto  ad    Oriaco. 

g.  III.  Pure  in  signific.  ntt.  per  Ar- 
rogere ,  .4g°iugner  di  più.  Lai.  addere , 
adiicerCy  suhdere.  t'.r.  TyOJTiOìvat.  fiocc. 
nov.  16.  38-  Volle  Domeneddio  ,  aMton- 
dantissìmo  donatore  quando  comincia,  su- 
praggiugnere  le  liete  novelle  della  vita  e 
del  buono  stalo  d*  Arrìghetto  Capece  .  E 
nov.  8^.  5.  l.on  molti  sai  amenti  gliele 
aflermo  ,  tanti  preghi  sopraggiugnendo  , 
che  r  Angiulieri,  siccome  vinto,  disse  che 
era  contento  .  Dtttam.  1.  5.  Poi  soprag- 
giunsi: questa  mia  mossa  Non  crediate  si 
lieve  .  Stor.  Rin.  Montai''.  Chi  se'  tu  , 
che  mi  chiami  figliuolo?  Ed  e'sopraggiun- 
se  male  a  male,  e  disse  . 

♦f  ^  SOPRAGGIUGNIMENTO.  Ao- 
pravvenimento.  Accnd.  t'r.  Mess.  IH'.  4- 
png.  539.  Non  manca  tra*  nostri  scrittori 
chi  porti  questa  fazione  per  un  sopraggiu- 
gnimento  degl'  istessi  Missicani  avanzatisi; 
ma  ,  comunque  si  sia ,  certo  é  che  non 
fu  secondo  il  loro  solito  modo  di  combat- 
tere.   lA) 

*  SOPRAGGIUNTA.  //  sopraggiugne- 
re.  fìorgh.  Tose.  324.  Avendo  (Livio) 
detto  nel  quinto,  essersi  riaforaata  la  guer- 
ra per  la  sopraggiunta  de'  Capcnati  e  de* 
Falisci  ,  subito  aggiunse  ec.  E  Fir.  l)i- 
sf.  26:^.  Seguirono  poco  appresso ,  per 
la  sopraggiunta  dei  Longobardi  ,  maggior 
ruine.   (J^j 

^  §.  Sopraggiunta,  vale  anche  Arroto 
dopo  l"  aggiunta.  Pros.  Fior.  P.  l.  f.  3. 
Or.S.pag.  i56.  Né  soddisfacendo  con  questo 
al  suo  buon  volere,  due  gran  volumi  di  chia- 
rissimi lumi  d'  avvertimenti  ci  ha  dati  per 
sopraggiunta.  fySj 

SOPRAGGIUNTO  .  Add.  da  Soprag- 
giugnere.  Petr.  canz.  16.  3.  Ne  mai  na- 
scose il  ciel  si  folta  nebbia.  Che  ,  soprag- 
giunta dal  furor  de'  venti  ,  Non  fuggisse 
da' poggi  (cioè,  colta,  arrivata).  Amet.  7. 
Sopraggiunto  da  ijuelji  (cani),  col  basto- 
ne, colle  mani,  colla  fuga,  e  colle  rozzo 
parole  da  se  quanto  poteva  cessava  gli 
morsi  loro  (cioè,  raggiunto).  Guid.  G. 
Ella  aveva  le  gote  rosate,  e  li  capelli  bion- 
di, colle  ciglia  sopraggiunte  (cioè,  che  si 
congiungevano  insieme;  che  anche  direm- 
mo raggiunte).  *  Vit.  SS.  Pad.  2.  z!^\. 
Tutte  queste  altre  cose  temporali,  che  vi 
fieno  necessarie  ,  vi  saranno  sopraggiunte 
(cioè,  aggiunte  di  più).  (ì')  .>egner. 
Risp.  Quiet.  1^.  2.  Tenni  il  danno  0  per 
vero,  o  per  verisimile  ;  come  assai  più  lo 
tengo  ora,  dopo  le  maggiori  notizie  a  me 
sopraggiunte  (cioè,  venute  dopo).  E  Sett. 
Princ.  Illus.  2.  1.  Afilncbè  questa  (  con- 
templazione )  sÌ3  guardo,  ci  vuole  un  lume 
sopraggiunto  alla  fede  (  cioè ,  aggiun- 
to )■  (TC) 

t  *  .'iOPRAGGIURARE.  Giurar  so- 
pra la  cosa  ,  Confermar  la  parola  col 
giuramento.  Far  giuramento  sopra  giura- 
mento .  Salvia.  Seno/',  lih.  1.  pag.  16. 
Queste  cose  Anzia  diceva  ,  e  sopraggiurò 
anco  Aml>rocome.  (A) 

*  SOPRAGGLORIOSO.  Add.Colmodi 
gloria  ,  Oltremodo  glorioso  .  Salvia.  Es. 
Gen.   (A) 

SOPRAGGRANDE.  Add.  Grande  oltre 
al  convenevole  ,  Grandissimo.  Lat.  prae- 
grandis.  Gr.  ÙTZiptiAnri;.  M.  V.  6.  65. 
Il  quale  disse  che  le  sopraggrandi  cose 
reggere  non   si    possono.  *  Ces.   Kemp. 


S  O  P  i2r>9 

^.  Non  è  gran  fatto  rifiutar  Turoano  con- 
torto, (]uando  abbiamo  il  divino  :  ma  gran- 
de e  sopraggrande  egli  é  a  saperci  staro 
senza  dell'uno,  e  dell'altro.  (C) 

St)l'nA(;G»ANniSSlMO.  Superi,  di 
Sopraggrande.  ì  tt.  S.  M.  M.idd.  ^9.  Elle 
avevano  un'  .dtra  sopraggijndissima  alle- 
grezza,   cioè    di  vedere  la  gloria  di  Dio. 

•f  *  SOPRAGGRAVARK.  Aggravare 
di  più.  Sopraccaricare.  /ìemh.  Asol.  I. 
77.  Anzi  egli  (Amore)  pur  coloro  che 
sono  a  più  alla  fortuna  saliti  ec.  ,  con 
meno  riverenza  e  più  sconciamente  soz- 
zandogli ,  sovrasta  miseramente  e  soprag- 
grava. (A) 

^'  SOPRAGGUAVE.  Add.  Grave  ol- 
tremodo, Gravi.fsimo.  Piicc.  Centil.  voi. 
I.  cani.  20.  Il  Re  di  Francia  tutti  i  pre- 
statori Fere  pigliar  ec.  Perché  al  Conci- 
lio il  Pastor  de'  l'astori  Avie  vietati  tutti 
gli  usurai ,  Siccome  sopraggravi  peccato- 
ri. (Ri 

*  SOPRAOGRIDARE.  Gridar  forte- 
mente ,  con  quanta  .cf  ne  ha  in  gola  . 
Dani.  Purg.  26.  Tosto  che  parton  1'  ac- 
coglienza amica.  Prima  che  '1  primo  pas- 
so li  trascorra,  Sopraggiid.-ir  ciascuna  s'af- 
fatica.  (C) 

SOPRAGGUARDIA.  Guardia  posta  a 
vegliare  wpra  l'  altre  guardie.  Stor.  Aiolf. 
Alla  fine  ,  passati  quaranta  ,  venne  la  so- 
pragguardia,  e  con  gran  lumiere  ec.  chia- 
mava le  guardie  .  E  appresso  .-  ()uando 
giunse  r  altra  muda  della  sopragguardia 
ec,  e  noi  ,  perché  le  guardie  non  ci  ve- 
dessono,  ci  accostavamo  al  muro. 

't  *  SOPKAlMPOsSIBILK.  Add.  Più 
che  impossibile ,  Impossibilissimo.  Uden . 
I^is.  3.  123.  SopraimpossibUe  ,  oltrinde- 
cenle,  arcisciocchissima   finzione.    (Al 

*  SOPRAINDORAKE.  Term.  de'  Po- 
ratori.  Raddoppiar  l'  indoratura.  (A) 

*SOPRAINDOTTO.  Add.  da  Sopra- 
indurre .  Cavale.  Discipl.  spir.  l32.  L' 
uomo  da  natura  ha  quasi  un  seme  di  vir- 
tù; ma  perché  gli  uomini  il  soffocano  con 
I  vizii  ,  di  maniera  che  e  per  1'  infermità 
della  natura,  e  poi  per  li  peccati  suprain- 
dotti ,  colai  seme  non  fa  frutto  senza  la 
grazia  divina,  ec.  (C) 

^  SOPRAINUURKE.  Indur  sopra.  So- 
prapporre. Cavale.  E.vpos.  Simh.  i.  4l3. 
Disfecero  la  tua  ,  e  sopraindussero  altre 
immagini,  (f) 

t  '^'  SOPRAINSEGNA.  lo  stesso  che 
Sopransegna.  Ricord.  Malesp.  cap.  187. 
e  Fir.  1816  ).  Misesi  alla  battaglia  non 
con  sopraiosegne  reali  per  non  essere  co- 
nosciuto ,  ma  come  un  altro  barone  (  l' 
ediz.  del  iSgS,  e  quella  del  17 18  ai  cap. 
CLXXX.  hanno   soprassegna  ).   ( Pj 

sliSOPRAiNTENDENTE.  Che soprain- 
tende .  Tass.  Vini.  Padr.  Fam.  I  servi 
in  due  specie  distinguerei  ec.  1'  una  di 
soprastanti,  o  di  sopraintendenti,  o  di  mae- 
stri che  vogliamo   chiamarla.   (  D) 

't*SOPKAlNTENDENZA..Voprrt«/t?«- 
denza .  Rorgh.  J'esc.  Fior.  ^20.  Le  so- 
stanze ed  entrate  de'  Capitoli  ec  da  lo;o 
se  le  governano  ed  amministrano  ,  senza 
che  il  Vescovo  vi  metta  mano  ,  o  vi  ab- 
bia altra  propria  iurisdizione  (o,  che  sarà 
forse  me'  dire,  dominio  ),  che  la  soprain- 
tendenza  e  cura  generale  (co.si  leggesi  nel 
Rorghini  ,  e  non  sopraotendenza  ,  come 
legge  la  Crusca  alla  voce  SOPRANTBN- 
DENZA  ,  recando  questo  pas.io  medesi- 
mo ).  (V)  Tass.  DiaL  Pad.  F«m.  Il  fat- 
tore ha  la  sopraintendenza  sovra  le  cose  di 
villa  tutte  .  {D)  Imperf.  F.  Tih.  J).  3. 
T.  12.  162.  Niuna  cosa  è  da  fare  che 
mostri  piuttosto  sopraintendenia  e  signo- 
ria,  che  parità    e  uguaglianza.  ( F) 

*  SOPRAINTENDERE.  Stare  a  guar- 
dia ,  al  governo .  Segner.  Mann.  Giugn. 
9.  3.  Su  questo  cocchio  conriene  che  so- 


J260 


S  O  P 


sor 


pr^nlcnda  U  Timor  divino,  qU3>.  cocrh.e- 
?,aUeDli.s.mo.  r«ppr«.,».- Su  ques..  nave 
conviene  che  sopraintenda  .1  Timor  d.- 
Tino,  .mal  piloto  assai  vigilante.  <l  I 

SÒI'KALLECATO.  Ad,1.  Allegalo  prt- 
,c,lcnU;nenlc.  l.at.  pro'riMlH..-.  Gr. -7r5!>- 
Or,J.'lG,.  norgh.  /Vr.  ditf-  2!)2-  Per  .scr.l- 
ture  privale  d'  intorno  al  nulles.mo  anno 
della  salute,  e  innanzi,  come  e  la  sopral- 
lecata  carta.  ,  ,       ,_ 

*  SOPHALLETTO.  Qnel  coperto  che 

„  mene  sopra  i  lelli  .«  "'"■■  f ''"'"■■  ■''""''■ 
noi:  223.  Andò  su  per  una  scaletta  sopra 
un  sopralletto,  e  la  si  nascose.   (I  ) 

•-:=  SOl'HAl.LEVAllK.  Elcarc,  Inalza- 
re. Seal.  Cla„.<tr.  ^SS.  Nel  quarto  gra- 
do,  cioè  nella  contemplazione,  egli  e  so- 
praUevato  a  vedere  le  segrete  cose  del 
Cielo.  CO 

*  SOPU  ÌLLODAHF"  l-oilarc  rou  gran- 
ai eacomii  .  Lat.  laml'hu,  in  cahm  tol- 
lera. Or.  uTrep'.Tra.v^rv.  l'ros  Iwr.  i. 
l46.  Per  mio  avviso,  con  lil.era  fronte 
potr-a  iK-n  dirsi  eh'  ei  sia  degno  di  essere 
più  che  lodato,  e  più  che  molto  soprallo- 

dato.  (■)  .         I    . 

if  SOPRALLODE  .  Lode  infigae.  Lai. 
eximia  lan.<  .  Gr.  c?-/.>£r<.;  -::ra.vo;  . 
Pro.,.  Fior.  3.  I.',6.  Neil'  entrar  della 
prima  sua  fanciullezza  ce.  avrei  .0  voluto 
tantosto  delle  sue  lodi  e^  delle  sue  sopr^d- 
lodi  entrare  a  conlarvi.   (*) 

*  SOPnAI. LUNARE.  Aiìd.  il  dice  di 
rosa  che  sia  dalla  luna  in  su  .  Sahm. 
Prof  Tose.  2.  l32.  Dalle  comete  sopral- 
lunari  e  relesU  ce.  ciò  viene  aUiaslanza 
rifiuLito    (•) 

SOPUALZARE.  Sollevare.  Lat.  siiper- 
exIolUre.  Or.  iTt'.p-Ap'.ii  .  ì' it.  Bari. 
12  Per  queste  vittorie,  che  1  nimico  eli- 
be  sopra  Y  uomo,  e'  fu  sopralzato  sopra  l 
umana  creatura.  ,.„.,! 

t  ■■:■  SOPRAMABII.E.  Add.  Piii  che  (i- 
mahile  ,  Amabilissimo  .  Lai.  amahilis.'i- 
miis  .  Gr.  i:yzi,-ii^T-J.zo;  .  SaMn.  Di.ic. 
2  268.  Essendo  Iddio  amal.dissimo  sopra 
tutte  le  cose,  anzi  1'  araahilit'a  medesu.ia  , 
e  tutto  r  amabile  e  M  sopramal.ile,  e  1  a- 
mor  stesso  increato,  pazzo  sarel.l.e  chi  se- 
riamente il  meditasse  e  '1  contemplasse 
che  a  una  tanta  luce  rapito  non  si  vol- 
Resse   (niii  in  forza  di  sa.<sl.).  (  ) 

•+  i:  SOPKAMAIIAVIGLIOSO.  Add 
Pi!,  che  maraiiKlioso.  Ollramarai'iplio.io 
Uden.  Nis.  3.  37.  Il  Tasso  ec.  s  avanza 
in  ogni  espressione  di  qualunque  atte  lo 
con  grave  e  sopramaravigliosa  idea  rti  la- 

"""tVsOPRAMMAGNlKlCE.NTtS.SI- 
MO.  Superi,  di  Magniftcenlisswio  ;^  /'"' 
che  magnificcnli.f.fimo.  Uden.  ras.  ■'■  o- 
Pindaro  fra  lanU  Greci  e  Latini,  per  idea 
di  itile  altissimo  ce,  soprammagniUcentis- 
simo  di  parlare.  lA) 

SOPRAMMANO.  .Vomr.    Colpo  di   ma- 
no,   d.   spada,  e  d'  all.-o.  dato  colla   mano 
alzala  pi!,  su  della  spatta.   Matm.  5.  .,1. 
E  col  darti  sul  viso  un  soprammauo  ,  U 
E'.reu  fari  mutarti   in  Siciliano,   /i  IO.  J2. 
r.d  egli  ,  di'  air  incontio    .stava    ali   erta  ,  ^ 
In  sulla  lesta  un  sopramman  gli  appicra ,  , 
II,,.  ,n  due  parti  divisela  di  netto,  Come  , 
una  testicciuola  di  capretto. 

P  Per  melar.  Car.  teli.  2.  239-  Cono-  ] 
sccVa  facilmente  il  possesso  in  che  .01,0 
r  il  soprammano  che  .  doganieri  cercino 
.li  farmi  ec.  fc.o;-,  /angheria,  ./  ."pr"s". 
'' 'Zvt'^ìl^Vihm,  che  anche. ..fcrice 
SOPII  A  MANO.  Aicerh.  Colla  mano  al- 
,a,a  pH.su  della  .<palla  «■"'•■  "»;•  ^,5^; 
V  C.m  una  lancia  sopra  ">"""/''":' 
addos-,.  gridund..  :  tu  se  morto.  .Ir.  I  ur. 
%.  .3  Feri  con  una  lanci,  .opra  mano 
Al  supplicante  il  d.licalo  petto.  "•"■/"'- 
8    cisi  la  paUa  nostra  di  sopr.  e  .h  .otto 


mano  percosM .  ed  allre.i  all'  ari.  m.ndat. , 
r  effclto  medesimo  adopera. 

8    I.  Soprammano,  pur  dello  aiverlnal.. 
Jora  Je  il  medesimo  che  l-nor di  modo 
Lai.  .■../*.  •'chemenler.  Gr.  <>v.;'.  'r'^».?^- 
/),,..   Comp.  2.  38.  I  cittadini  .1.  palle  Ne- 
ra parlavano  sopra  mano  dicendo  :  no.  a  .- 
l„ain..  un  signore  in  casa  (.pi'  «'«  =J^>^- 
"TlVlarorzad-aggii.nlo.aleSlra- 
ordlaario  ,    iùcetlenle.  tir   Disc.  an.  IO J^ 
Gli   antichi,   .luamlo    ^' »"  ^■"■■''   '""   "" 
loro   proverbio   mostrare   che   tu    fu.s.  ar- 
iLo'  ,u    luogo,   dove   si   facessero   cose 
soprammano  e  .,uasi  impossd.d.   ec- •  «"" 
vano  dire:  tu  se' arrivato  .love  .top.  ro- 
dono il  ferro  .    fa..    Co/<.   .6..   Fara.  u„ 
vino    soprammano    con    queste    .lilig.  nzc  . 
*   Ceech.    Miai:  3.    5.   E'  non   ha   <iuesta 
volta    guardato    a    spesa  ,    purché   le    cose 
sieno  fiorile   e  sopra   mano,  f/'; 

SOPRAM\UTT0.>E  .  Muro  fallo  di 
semplici  mattoni;  e  si  usa  anche  infor- 
..a  d-add.  Lat.  miirus  coclilis,  latenlii.s. 
Gr  T-r/o;  Trì-ivO.'"»  Frane.  Sacch.  noi,. 
IqÌ  I.a  notte  stando  con  lui  n  una  me- 
desima casa,  e  io  una  camera  a  muro  so- 
prammatlone  alialo  alla  sua,  ce.  K  noi:  192. 
Non  essendovi  .diro  mezzo  che  1  muro 
di  n.attone  soprammattone.  .B,.on.  fier.  i- 
3.    12.  Ila  per  trameno  un  rour  sopram- 

""sOPRAMMENTOVATO.  .1M.  lifenlo- 
■alo  .lopra,  .Sopraddetto.  Lai.  .;upra  memo- 
ralu.i.tic.  cz-vw   y  vflyovtoOil  V  -lagg.  nnl. 
e<n.  77.  Parendo  adunque  da   soprammen- 
loCati  elTetti  aver  guadagnalo  qual.he  ra- 
gionevole  prob.i1i.l.là  di  si  fatta  I"""';"'-- 
fu  giudicato  che  ec.   Ped.    Ins.    \S.    t  on 
tutti  i  soprammeiitovati  moderni  a..tor.  s 
ingannar.ino  forse  ancora  Ov.d.o,  e  Pl.n.o. 
:•.=   .SOPRAMMERCATO  .    foce  che  .<i 
usa   nel   seguente    modo    aiierh.    Per   so- 
prammercato .    e   luile    Per  sopraccarico  . 
Per   .<oprappiù.  Hi-l'-    L'"     *'    T^^'  ' 
nessun 'vizii    manca  ,  e  nessuna   virt,.    fa 
compagn.a;  e  che  questo  da  d.  se  ancora 
per  s..pranimercalo  ,  che   egl.  s.  g.uoca  e 
U-  calze  e  le  berrette,  ec.  lA) 

*  SOPRAMMESSO.  Add.  Soprappo- 
,10.  So,lcr.  Coli.  3.  Tutti  gli  agccollor. 
convengono  in  un  parere,  che  .  sass.  s.eno 
amici  alle  vili,  massin.am.nU-  quando  sopra 
di  loro  sia  s..pran.n.esso  assa.  'e";»»-.,'  '  '' 
:t  SOPRAMMlKABlLE.^rfrf-  Più  che 
mirahite.  Jiart.  Slor.  Ingh.  e.  7.  La  so- 
pì a.nmirabile  sapienza  de"  forsennati  .-.rric- 

"sOPRAMMlSDRA.  Aiierh.  Smisurata- 
mente, Dlf-e  misura.  Lat.  immorfirc.  Gr. 
C^zicpérf,.^;.  lior.  S.  Frane.  17-^-  <  I" 
vuole  essere  da  Dio  amato,  e  avere  da  hu 
infinito   m.rilo  soptammodo   e   s..pramn,i- 

sura  .ce.  r        ■  ■  * 

SOPRAMMOnO,  r'ie  anche  si  seme 
StJpRA  MODO,  l'iior  di  modo,  Fc.es- 
,i,amente.  Lai.  mirl.m  in  modum.  lai- 
de, .iiivia  n'O'Iuni-  Gr.  S3<u.o«lT.v  «ov 

,;.■  /r,yr,v.  .1/.  y  >f>-  8^-  ""•"•  ■' 

popolo    .onsueto   nimi.  o  de    Fiorent.n.,  e 
'sopra  n...do   paraale    con  la  gnerra      /jr. 

iLc.  nn.   l3.  Stelle  sopran.mo.lo  .lolenl.'. 

P  divenne  fuor  di  .uà  natura  pauroso.    /. 

I  „„,..  2   20.1.  i>.ii.i  q»»l  <■""  *•"■'  "'•  '" 

'#  SOPRAMMOLTIPLICARF.  Pia  che 

]  molliplicare.    Ce,.    Fior.    Slor     ..    236.   1 

I  ,,u..h  vermini  s.ipramm.dtipluan.lo.  .  a.l.  a- 

L  co- brani  d.lla    carn,-  fr.c.l.   deUa  c- 

lonna  sopra  la  lena    (C)        „       .      .      . 

•4    «   sOPUAMMO.NHANO.  Agpunlo 

.lato  a  cosa  che   è  sopra    .1  mon.lo     /V^.... 

/■■,or.  pari.   2.   .0/.    1.   pag-   -"^    >el  ni.o.- 

,lo    iiilell,  tinaie  e  Ir.    le    .ntclligen.c  .0- 

pramiiion.lane    i    ...l.m.-nle    lo    ..tt.n.o    e 

B„ndi..imo   Dio,  il  quale  »""  ''  •»"""'• 


S  O  P 

me  leKEi  «ne  eontinovamente  gorenu  i 
Tu».  (A)  ralla,:  .•■t.l.  202.  Conviene 
d- arrecar  prova  che  U  favoloso  uitrodua- 
mcnto  di  tali  operatori  sop.ammond.nl  uà 
„,.zzo  allo  per  questa  gui..  d.  maj.ile 
particolare.  (FI')  ^         _       c« 

'     SOPKAMMONTARE.    Crescere,    Se 


1 


prahhondare  .  Lai.  crescere  .txcreseere. 
Gr  0--:oc.'^|av.50a..  C.  f  .  II.  »7-.  «• 
Soprammonlarono  tanto  le  n>e»e.  '  ^ 
,.ne  del  Re,  ee.  LA.  Sagram.  Ira  e  fel- 
Ionia  sopramroonta  e  signoreggu  il  il  cuor 

^'^ìf  s'oPllANA  .  Specie  di  sopravveste 
Inui-a.' Band.  ani.  Vesti  per  soprane  con 
una"  sola   basta  ,  strasóco,   ballane,  o  for- 

tSOPRASlMO.  r«'°  «7"-*''''"'.  : 
pa^,.,ione.  Con  animosità.  1,1  Si.  Pad.  ... 
225.  Molli  parlano  .oprammo  per  odio  ,  e 
non  per  telo  di  giusl.iia  . 

*  loPltANlNO.  Dim.  di  Soprano,  susl. 
yllleu  pag.  214.  I  Am.,1.  1754  )  Solamente 
;^  fu'  c^red-  io  ,  di  l.uono  L'  udir  il  «.pran.u 
d.lla  Cappella  E  il  maestro  cantar  u.  semi- 

'""S"so?RAMSS.MO.  Superi,  i.  Sopra- 
no  Ott.  Com.  Piirg.  U-  K\-^-  necess.no 
di  ricorrere  per  la  medicina  ,  che  purghi  , 
saldi  questa  mortale  fed.U,  al  sopraniisinio 

""^'r^'toPBANNAnP  ATO.  Add.  ^ar- 
roto avanti .  Lat.  pranarratlis.  Or.  JTfO.^J 

l,,.„c  ec    che  sar,bbe    slato    miglior  pen- 

'  ,i..ro  tentar  tutte  l!,.'"l-""XrVe"chè 
rienzc.  C)  l.cllin.  Disc.  1.  47-  Perche 
lu"nuee.  in  qualunque  altra  d,Ue  .0- 
p:a,marate  manier'e  vi.  gli  il  '"'S™";»;- 
ccssivamenle   le   parti  .uè.  SI  nfa  ce.  f/V; 

SOPBANNASCEI.E.  Tiascerr  sopra  al- 
cuna cosa,  nascere  dopo  altre  co«  sim.l. 
"aie.  SalvU.  Pros.  Tose.  l.  IjS.  Tante  .. 
;„  le  voci  che  fioriscono,  e  sopra  le  se.- 
chie  ,  con.e  negli  orti  di  Alc.noo  fico  .0- 
nra  fico,  ...prannascono. 
•^  SOPRANfiAT«BALE.  Add.  Che  e  so- 
pra la  natura  di  checchessia.  Lai.  supenia^ 
turatis.  Gr.  ir:t?T<"U-  Trall.  gov.fam.  A 
L';,i  non  esser  daia'la  l.ngua  V"?f»'J'^ 
naturali,  ma  soprannaturab.  Ugnili,  yisol.  l. 
SSNon  po.s.!n  procedere  da  e....  che  so- 
prannalnrale  non  sia.  Snpg.nal.  '^-  ^-J 
Si  va  di  continuo  smonando  in  e.  qu.l- 
INmpcto  e  forza  sorr.nn.lur.le  .mpre.«le 
dalla  vbdenza  del  fuoco. 

if  e.  Soprannaturale,  .iigm.fiea  anche 
Maraviglio.^  .  Stupendo.  Maiir.  nm. /,-,r^ 
Li  stivali.  S-avea  cavali,  pen.ehe  di  v.u 

Mi  disse  cose  soprannaturali,  f/f; 

sopb'^nn'^tV'ralventf.  ^.■.*w. 

Con  mo,lo  soprannaturale.  L.t-  supernalu- 
raliler.  Gr.' Oir£0-,v«-:  .  Bui.  A-ry.  2^ 
Questo  è  .econ.l,.'la  volonfa  •'•»',"•'''' 
fa  che  -1  fuoco  M.prannalurale  ,  che  e  nello 
•nferno  e  nel  P«rR.nlori..  '«r"""'""'- 
mente  opera.  '■«'■  *"  'l'4  No»  credete 
voi  che  ,1  gb.l'o  terrestre  potesse  sopran- 
naturalmente .  ci..è  per  r.»olut.  psiteau 
di  Dio.  farsi  ni. 'bile? 

SOPRANNf  STABE.  .^nn«Mrr  loprm 
il  pò  anneslalo.  I  al.  •superinsererr.  Ol 
Ot%.v.T»>..v  Pav.  CU.  .7?  Onde 
aun.-.lando  .opr.  Y  annestato  più  toIic  , 
quanto  più  ...i.r.nncsti.  tanto  più  dd.cale 
e  grosse  e  n..bili  fruite  fai.  _ 

SOPRANNO  .  Add.  Che  ha  più  d  un 
a Che  è  sopra  P  anno  ;  e  si  dice  comu- 
nemente .le- Wsliami.  l.t.  anniculus    Gr. 

"kCìPrÀnNOMARE.   Ccgnom,n*rt.l.i\. 

cognominare.  Gr.  irZi'MipJ;*"'-  <-  >  ■  '■ 
3  3  Ouesto  Tolde  ec,  fu  ioprannomato 
Flagelliin.  Pei.  /C12.  M^-  7-  *  •"•." '^'"' 
.oprannomarc  Inipecdrice  .h  Coa.t.uUno. 
poli  ianza  lo  'nipeno. 


S  O  P 

SOPRAWNOMATO.  Jftd.  da  Sopran- 
nomarr  j  Cognominato.  Lai.  cof^ncmiiia- 
tuj.  Gr.  ÌTZtAivuyOirfjiiOi.  Hf.  ì  .  I.  *i6. 
Si  con6(1aro  a  uno  ser  riero  Cucci,  sopì  jn- 
nomjtu  Muniii. 

SOPBANNOME.  Cognome,  Lat.  cogno- 
men  .  Gr.  JTTwvuat'a  .  Vnnt.  Purg.  l6. 
Per  altro  sopraniiomo  io  no!  conosco  ,  S 
i'  noi  ^oglics^i  tia  sua  figlia  Gaia.  £'  Po'- 
l5.  Mia  donna  venne  a  me  di  Val  di 
Pado,  E  quindi  il  soprannome  luo  si  iVo. 
C.  /'.  IO.  112.  '^.  In  una  piccola  cedola 
scritto  il  nome  e  '1  soprannome  suo.  /'ovr. 
uo\-.  8.  i.  Gli  era  de'Giimaldi  caduto  il  so- 
prannome .  ir  /  (V.  Cnut.  239.  Ma  r  liai 
dj  te  caccialo  ,  sl'andito  ,  e  privatolo  ,  se 
le  avessi  potuto  ,  del  luo  soprannome 
(noè,{b:/t'esxcr  fopmnnominato  ViorentinOj. 
g.  I.  Scprnnnome  j  è  talvolta  un  terzo 
nome  che  si  pone  a  checchessia  ,  per 
qualche  singolarità  notabile  in  lui ,  così 
in  Itene ,  come  in  mule.  Lai.  cognomen  , 
agnomen  ,  Gr.  eTrwwoia.  Pocc.  Leti. 
Pin.  Poss.  285.  Non  si  dee  alcuno  uo- 
mo ec.  maravigliare  ,  ne  impazientemente 
portare,  se  truova  chi  la  sua  l'ama  e  le 
sue  opere  con  ignominioso  sopiannome 
s*  ìogegaa  di  violare  e  di  macchiare  .  E 
Pr.  S.  jip,  289.  Tu  scrìvi  innanzi  all'al- 
tre cose  ,  eh'  io  son  uomo  di  velio ,  il 
quale  è  a  me  non  nuovo  soprannome.  P. 
V-  li.  79.  Il  suo  soprannome  in  lingua 
inglese  era  Knuchavuole ,  che  in  Latino 
dice  falcone  di  bosco.  Fir.  nov.  ^.  22^. 
Era  moglie  d'  un  di  ({uei  primi  delta  vil- 
la, addomandalo  Giovanni,  benché  da  lutti 
egli  era  «tello  il  Cìarpagliaper  sopiunnu- 
me.  *?  l'ucc.  Centil.  voi.  \.  caut.  16.  Con 
più  con>oiti  Tier  da  Volognano  IS'e  fu  me- 
nalo preso  e  'ncarcerato  Dove  il  suo  so- 
prannome non  fu  vano  ;  Che  sempre  il 
Volognan  fu  poi  chiamato  Quella  pregion, 
re.    (Hj 

^  S-  ^'-  Soprannome ,  fu  usato  anche 
in  senso  di  I- pìteto.  Omel.  A'.  Creg.  3g. 
4.  Il  profeta  dice:  Quello  di  (il  dì  dei 
fliudizio  ^  è  di  d*  ira,  dì  di  trdiulazione,  e 
d'angoscia  ec.  Pensate  con  «juanta  asprez- 
za il  Profeta  vide  venire  1*  ultimo  di  del 
giudizio  sopra  IÌ  cori  de'  reprobi,  il  quale 
<-gli  non  può  esplicare  con  tanti  sopran- 
nomi.    CI*) 

SOPRA>N0MI.\ARE.  Soprannomare. 
Lat.  cognominare.  Gr.  £~ixaiìrv,  e:r*- 
yo^a'^siv.  <;.  J  .  8.  54.  2.  E  per  sua 
franchezza  fu  soprannominato  Piero  le  Boy. 
Frane.  Sacch.  Op.  div.  HO.  Che  rosa  è 
questo  nostro  niac>Iro  ,  cioè  Dio  ?  E  uno 
che  nomina  ogni  cosa  ,  e  niuna  cosa  o 
ninno  uomo  può  nominare  o  sopranno- 
minare lui.  Ped.  Jnnot.  Ditir.  53.  Ar- 
rhcslrato  poeta  ,  il  quale  ec,  perciocché 
ne  suoi  versi  descrive  cose  uMenenti  a 
rene  e  a  desinari,  è  soprannominalo  Dip- 
nologo  . 

SOPrAiV>0MI.NAT0  .  Jdd.  da  So- 
prannominare j  Cognominato.  Lat.  vaca- 
tut  .  Cr.  s'TTOJOyKlO'l^  .  Porgli.  Pip. 
472-  ISirrolò  detto  il  Tribolo  ec.  fu  fi- 
gliuolo d'  un  Rafaello  legnaiuolo,  sopran- 
nominalo il   Riccio  de'  Pericoli. 

&•  rer  dominato  di  sopra,  Lat.  su- 
P<nu.t  dicius,  nominatus.  Gr.  —po-.tpr.fii- 
to:.  ^mel.  62.  Patrocinante  le  questioni 
tirili  soprannominate.  Fir.  Hag.  l3l.  È 
tempo  che  colle  già  dette  donne  e  co' 
«nprannominati  giovani  ascoltiate  madonna 
Gostanu  di  amore,  e  di  molle  altre  cose 
bellissime  ragionare.  Ped.  Jns.  79.  Paren- 
domi avere  a  bastanza  mostrato  che  ec. 
tulli  i  sopr^innominati  inselli  dalla  sostan- 
za di  quelle  non  nascono. 

SOPR.A^^OTA^TF.  che  nuota  .■(opra. 
Lai.  supernalans.  Gr.  -'"iTTrigt'Cwv.  Cr.  2. 
l3.  4-  Questo  letame  generalmente  ha  due 
umori,  r  uno  soprannotante  e  aereo,  ec. 


S  O  P 

SOPRANNOTARE.  Aorar  sepra.  Sta- 
re a  galla  .  Lat.  supernatore  .  Gr.  ì-Kt- 
~o)a^£«v.  ^'  l'alliid.  ^ovemìt.  2^.  Dopo 
XI.  di  getta  via  tutta  la  mutia  ;  e  due  paiti 
d'aceto  frillo ,  e  una  pai  te  di  menta  mi- 
ntitjiiiente  tagliata  nirtli  nel  vaso,  e  enipi 
di  ulive,  sicché  sopranniuitino ,  (I  J  Cai. 
Cali.  227.  l'otiemo  cominciare  ad  investi- 
gate quali  sono  que' corpi  solidi  che  posso- 
no lotalmente  sonimeigersi  udì' ac()ua  ed 
aiidaii-  .d  fondo  ,  e  f[uali  per  necessita  so- 
prannuotauo.  F  Sist.  240.  5assi  staccati, 
credo  ,  che  scendcreMicro  al  centro,  e  non 
soprannoterebbero  all'  aria. 

S0^1.A^NOTATO.  /tdd.  potato  di  so- 
pra. Lat.  pra-notntus.  Gr.  Tlposipr.jxivnz. 
Pani.  Conv.  70.  Li  ciechi  soprannoliiti,  che 
sono  quasi  infiniti,  colla  mano  in  sulla  spalla 
a  questi  mentitori ,  sono  caduti  nella  fossa 
della  falsa  opinione. 

"t  ::=  SOPRA^^UMr.RA^IO.  Jdd.  che 
nel  numero  è  posto  di  soproppiù ,  (  Ite  è  nu- 
merato di  soprappiti.  Jccnd.  Cr.  i\fc.rs.  lib. 
3.  pag.  345.  oli  altri  ciuque,  che  vi  rimane- 
vano, erano  come  giorni  soprannumcrarii, 
che  si  consideravano  a  parte  alla  fin  del- 
l' anno,  per  conguagliare  il  corso  del  So- 
le. (A) 

t  SOPRANO.  Sust.  Ja  voce  piti  ulta 
della  musica.  Lat.  canfus,  vo.r  acuta.  Puon. 
Pier.  Intr.  2.  3.  Ragghiare  asini  o  muli,  O 
sìan  basji  o  soprani.  Sia  proibito,  /l'a.  4-22. 
Senti  conserto!  udite  sinfonia  Di  mortai  ri- 
sonanti, Più  e  men  cupi  a  far  bassi  e  so- 
prani ! 

t  SOPRA^O.  /•.  ^.  Jdd.  Sovrano,  Che 
e  situato  al  di  sopra;  contrario  di  .^-ottano. 
Lat.  supernus  .  Lih.  Jtnor.  4S.  Nessuno 
può  con  ragione  dubitare  che  '1  prendito- 
re della  paite  sopraiia  è  più  da  lodare  ,  che 
quello  della  parte  sottana  .  Petr.  cap.  5. 
Cosi  giugncnimo  alla  citta  soprana.  Pani, 
Cttrg.  9.  \  idii  seder  sopra  '1  grado  soprano 
Tal  nella  faccia,  eh'  Ìo  non  lo  soflcrsi. 

f  V  g.  Soprano,  vale  anche  (Ite  è  su- 
periore ad  un  altro  per  condizione  ,  per  di- 
gnità, per  merito, o  simili,  l'im.ant.  Cuitt. 
92.  Doglio  e  sospiro  di  ciò  che  m'avvene  j 
Che  servo  voi.  sopranni  di  billalc,  Ed  in  re- 
doppio mi  tornan  le  pene.  ( /■) 

^"  SOPIìA^OBILP:.  Jdd.  molto  nobile, 
lifil.  M.  Col.  cap.  129.  Di  capo  di  queste 
tre  giornate  si  si  Irova  la  sopranobile  città  di 
Quisai.  (C) 

.SOPRANSEGNA.  Contrassegno  d'abiti, 
o  altre  divìse  militari  sopra  l'armi.  Lat. 
.trnilioliim,  tessera,  insigne.  Gr.  e-Jijnoh  v. 
dTj.Qriy.^.  fìocc.  nov.  97.  23.  Ne  mai  in 
alcun  fatto  d'  arme  andò  ,  che  egli  altra 
sopransegna  portasse.  Filoc.  3.  I2l.  Pre- 
g<i|i  ce.  I  he  tu  alcuna  delle  tue  gioie  mi 
doni,  la  quale  pollando  Ìo  per  sopranse- 
gna, quella  mi  porga  tanto  più  ardire,  ch'io 
non  ho,  eh'  io  possa  acquistare  la  vittoria. 
C  r.  7.  9.  4-  Sì  mise  alla  battaglia,  non  con 
sopransegne  reali .  per  non  essere  comisriu- 
to,  ma  come  un  altro  barone.  l\  cap.  26.  3. 
Questi  fu  armalo  con  le  sopransegne  reali. 
SOPKA^TE^DEN^E  .  Qtfcgli  che  ha 
autorità  primaria  sopra  qualche  ufizio,  od 
opera.  Lat.  supcrintendens  ,  S.  Jg  j  praje- 
clus.  Gr.  eTfJTaT>7<  .  Jlleg.  i.^i.  Eletti 
senza  discernimenlo  convenevole  per  so- 
pranlendenti  ec.  dal  maneggiar  delle  lin- 
gue nostrali,  l'av.  Scism.  81.  Divenuto  poi 
snprantendenle  (così  latinizzano  il  vocabo- 
lo greco  Episcopo),  si  prese  de'Vescovadi 
ben  due,  Glocestre  e  \  igornia.  /  iv.  fise. 
Jrn.  55.  Il  quale  mori  soprantendeote  ge- 
nerale delle  possessioni  di  V.  A. 

SOPHA^'J■E.^DEi^ZA.  Jstrattodi  So- 
pranlendente.  ì'iv.  l'i.tc.  Jrn.  56-  Giudico 
meglio  il  desistere  ,  che  il  continuare  in 
quella  soprantendenza.  Porgh.  Fesc.  It20. 
Sarà  forse  me'  dire  dominio,  che  la  so] 
tendenza  e  cura  generale. 


S  O  P 


lif.i 


opran- 


SOPRANTENDERE  .  Fsser  superiore 
agli  altri  in  sapere,  Q  intendere.  Lai.  pra- 
es.re ,  prajèitum  es.te.  Gr.  i::i'izoL':itv.  S- 
■'gost.  C.  /'.  ^copos  vuol  dire  intendere  ; 
sicché  Vescovo  vuol  dire  in  latino  sopran- 
tt'/tdere. 

§.  Soprantendere ,  per  Jver  la  sopran- 
tendenza di  checchessia.  Lat.  prctesse.  Ci. 
c'TTioTaTsrv.  /  iV.  Pise,  Jru.  55.  Depu- 
tato a  soprantendere  a  «jucUa  medesima  ri- 
jiarazione.  ■"?  Calvin.  Pi.u\  3.  8t).  Ma  questi 
slessi  ufiìci  the  alle  donne  appaitengono  ce. 
del  soprantendere  ai  Livori  domestici  ec.  non 
possono  esse  ec.  apparare  dai  libri  dei  sa- 
vi. (A) 

t  SOPRA>TtNDlT0RE  .  FerbaL 
masc.  Che,  o  Chi  sopran  tende ,  Sopran- 
tendente.  Lat.  superintendens,  S.  j^ost. 
Gr.  £-i7TaT  S.  Jgost.  C.  Ì>.  Il  Vesco- 
vado ec.  è  nome  d'  opera,  e  non  d'  onore, 
perocch' è  vocabol  greco  .  e  derivato  indi; 
sicché  Vescovo  vuol  dire  speculatore,  e 
soprantenditore  . 

'\-  SOHRAOHNATO.  Term.  degli  Jr- 
chitetti.  La  parte  superiore  di  ogni  ordine 
architettonico^  composta  dell*  architrave  , 
fregio  e  cornice.  (J) 

•f  ^-  SOPR  APPAGARE.  Pagare  più  del 
dovere,  Mrnpngarc .  Salv.  Jvvcrt.  1.  I. 
introd.  Ne  sia  chi  ci  condanni,  se  pure 
avessimo  m  qualche  parte  punto  soprap- 
pagato (cioè,  largheggialo).  (J)  Segr. 
fior.  Rapporto  della  Magna.  ìion  voglio- 
no ire  alla  guerra  ,  se  tu  non  gli  soprappa- 
ghi. (Min) 

*  SOPRAPPAGATO.  AW.rffl  5o/3r^;j- 
pagare.  Pucc.  son.  in  Centil.  voi.  !^.  pag. 
290.  Ma  solo  d'  una  cosa  i'  sì  mi  doglio, 
Ch'  i'  non  ne  tiuva'  mai  un  sì  coitcse,  t;he 
sol  dicesse  :  Te'  '1  danar,  del  foglio.  Alcuna 
volta  soglio  Essere  a  bere  un  quartuccio 
menato,  E  pare  ancora  a  lor  soprappaga- 
lo, ili)  Scgr.  Fior.  Pitratt.  Jlemag.  Non 
vogliono  ire  alla  guerra,  se  non  soprappa- 
gati,  f  Mn) 

*  SOPRAPPARTO.  Sust.  Parto  che 
nasce  immediatamente,  o  poco  dopo  ìÌ  pri- 
mo parto.  Plttt.  Jdr.  Op.  mor.  4.  81. 
Quando  il  seme  cade  sopra  il  primo  ,  e  se- 
condo, allora  seguono  i  soprapparli,  e  se  ne 
diano  tre  ad  un  portato,  (tj 

SOPRAPPE.vO.  Peso  oltre  al  convene- 
vole, e  'l  consueto.  Lat.  superpondium  .  Gr. 
STrt'yeTCov,  Jsp.  1  ang.  Lo 'ntellclto  e  la 
memoria  per  lo  soprappeso  posto  nella  bi- 
lancia spesse  volte  la  la  cadere.  Pemb.  lelt. 
1.  22.  Senza  accrescer  loro  da  questa  parie 
soprappesi,  e  nuove  gravezze. 

*t  '.'  SOPR.\PPLTTO.  Teste  imbottita 
di  lana,  che  si  portavà^solto  la  corazza  pCr 
maggior  difesa.  Jr.  Fur.  19.  82.  Gli  passo 
la  corazza,  e  'l  soprappetto.  (JSS) 

SOPRAPPIACENTE.  Piacente  assais- 
simo. Lat.  supra  modum  placens.  Gr.  :Tavu 
aps'sxwv.  Cuitt.  lett.  21.  Soprappiacente 
donna  di  tutto  compiuto  savere. 

SOPRAPPlAGKEnE,cSOPRAPPIA.N- 
r.ERE.  Piangere  dirottamente.  Piagner  di 
miovo.  '\'  I  it.  S.  jV.  A/add.  12.  Sì  dovrei  io 
piagnere  e  soprappiagnere  di  vedermi  cosi 
avvilita,  f/ J  F  110.  Costoro  quando  vido- 
no,  e  udirono  queste  parole,  che  Piero  di- 
ceva cosi  miseraljiimente  averlo  negato,  an- 
che soprappiangevano,  e  maggiormente  do- 
loravano . 

'7  *  S0PRAPPIENE77.A.  Astratto  dt 
Soprappieno  .  Segner.  Pan',  instr.  9.  2.  E 
questa  sopra ppìenezza  debbe  apparire  in 
qualunque  genere  ec. ,  sicché  distingua- 
si prudentemente  la  colpa  ,  il  colpevole  , 
ec.  a  ) 

*  SOPRAPPIE^O.  Jdd.  Pienissimo. 
Lat.  plenissimus  .  Gr.  £/T/fiW4  .  Cavale. 
Fspos.  Simb.  1.  326.  E  detta  piena  e  so- 
prappiena,  affioccLì;  della  sua  pleiiiludinf 
tutti   ricevano.    Segner.   Parr.  instr.  9.  a. 


1S62 


S   O  P 


S  0  P 


S  O  P 


P«r  correggere  sananK^ate  non  basta  esser 
pieDO  <ii  rarità;  ltUo(;nj  essere  pieno  ancor 
di  prudeoza.  anzi  iU|>ra|>|neQo.  (  V)  K  Cri.tt. 
instr.  2-  X^.  l\.  Olire  quella  mercede  sopraU- 
Londante  e  soprappiena  che  ri  riserba  in  pa- 
radiso, prcmianduri  da  viorÌtr>ri,  ce  ne  dà 
un'altra  in  questo  mondo,  ec.  (*) 

SOPKAPFIGI.IA.RE  .  Pigliar  oltre  al 
convenex'ole ,  Sorprendere-,  Occupare.  Lat. 
occupare .  Gr.  /aTy.).X'i8/v£tv .  rVycs. 
Conciossiacosaché  la  cupidità  soprappigliv- 
sc  i  jjuiderdoni  tlelle  Tirtudi. 

§.  !n  forza  di  nome  ,  per  quella  fi^u- 
ra  dai  fiettorici  detta  Lat.  occupatio.  ftett. 
Tufi.  83.  E  un  altro  ornamimto  che  s' 
appella  soprappiglinre ,  il  quale  ha  lungo 
quando  diriamo  di  volere  passare  o  di  non 
volere  dire  quello  che  maggiormente  di  dire 
è  la  noslr;i  intenzione. 

SOl'RAPPIU'.  Il  soverchio.  Lat.  par.t 
.fupen'acanea ,  lupcrfluen  f  ,  exceden  t ,  re- 
liqu'i.  Gr.  TX  rz'-?i':7%.  IVov.  nnt.  2.!\.  2. 
Disse  il  tesoriere:  %fessere ,  io  errava;  e 
Tolle  dannare  il  soprappiù  .  4lhert.  cap. 
38.  Alquante  cose  ^ono  inìquamente  rite- 
nute e  non  iniquamente  accattate,  come  il 
soprappiù  delle  prebende  .  Pt-tt.  S.  Gir. 
O  iinponci  il  soprappiù,  che  passi  la  con- 
venienza della  nostra  virtù  ? 

§.  Inforza  d'  avverh.  vale  Inoltre  ,  Da 
fantaggio.  Lat.  pra-terea.  Fir.  j4x.  l3l. 
Soprappiù  le  concesse  eh  ella  donassi  lo- 
ro quella  quantità  d*  oro  ec.  eh*  ella  vo- 
lesse . 

*  SOPRAPPONIMEMTO  .  //  xnprap- 
porrc.  LaL  mperpaxitio  .  Or.  J7ft9i54;  . 
Plut.  Adr.  Op  mnr.  i.  10^.  H  piega- 
mento del  corpo,  lo  sconvenevole  soprap- 
ponimcDto  or  dell'  una  or  dell'  altra  gam- 
ba ,  i  cenni  .  Ìl  bisbigliare  nell"  orecchio 
altrui  ec.  merita  riprensione.  fC^ 

SOPIlAPPOURK.  Porre  sopra.  Lat. 
superponere.  Gr.  yTSSrtOìVsti.  Dant.  Par. 
l5.  Il  suo  concetto  Al  segno  de' mortai  si 
soprappose.  ffut.  ivi:  Si  soprappose,  cioè 
si  por.c  più  alto  .  che  aggiunga  1'  umano 
inlelk'tto.  iVoi>.  ant.  29.  1-  Istimo  quanto 
potesse  vivere,  e  soprappuosesi  bene  anni 
dieci  ;  ma  Unto  non  si  soprappose  ,  che  , 
dispendendo  e  scialacquando  il  suo ,  li  an- 
ni sopravvennero  ,  e  soperchiogU  tempo  , 
e  rimase  povero  ,  che  avea  lutto  disperso 
(cioè,  aggiunse  di  più).  Soder.  Cilt.  39. 
LevaU  via  quella  meli,  a  ciascheduno  da 
occhio  a  occhio  gli  soprapporrai,  commet- 
tendogli insieme .  E  77.  Coprirai  subito 
con  un  coperchio  che  suggelli  bene,  fatto 
«ti  assi  che  si  soprapponga  no. 

g.  I.  Per  Antepnrre ,  Preporre.  Lat- 
pratpnnere ,  pr/rfìcere  .  Gr.  /X^HTXVXi  . 
«piflTài3C(  \for.  V.  tìref;.  C*in  pensieri 
e  con  sollecitudini  conviene  che  sia  soit»»- 
poslo  a  quei  popoli,  .1'  quali  esso  e  stiprap- 
poslo  per  dignitj.  Frane,  .farrh.  tip.  di\'. 
1^2.  Ancora  fummo  soprapposli  a  tutti  gli 
animali,  e  co*e  di  questo  m  nido.  Pillad. 
cap.  6.  Al  campo  tu^i  non  $oprapp<»rre  mai 
coltivalore  a  te  cimgiunto  di  parentado,  o 
di  tenerezza  di  amistade.  *  .V.  Aif'^<t-  C. 
D.  I.  10.  Posto  che  le  cose  terrene  nim 
soprappooessero  a  Cristo,  iiondimenti  era- 
no appiccali  a  loro  con  alquanta  cuptdi- 
tade  ec.  E  \.  22.  La  «ana  ragione  si  dee 
soprapporre  eiiandio  agli  esempli.  (!'} 

#  %.  II.  P.-r  Metterti  al  dtt^pra,  In- 
ntlutrsi  sopra.  Secner.  Crirt  Initr.  i.  3. 
6  Gran  calunnia  è  pti  quella  che  vien 
recata  alla  nostra  fede  medesima,  quando 
si  dica  mai  ch'ella  oppongati  alla  ragione. 
Non  si  oppone,  si  soprappone.  <  \J 

*  S()pn\PPOaTAnE.  portar  fopm: 
ed  anche   Portare  sempfieemeate.  .?.  4i:'>tt. 

C.  D.  811.  Lo  Spirilo  di  Dio  era  soprap- 
portato sopra  l'acque,  f  Vj 

•f  *  SOPRAPPORTO.  Ornamento  che 
si  colloca  sopra  dell'architrave,  o  del  fregio 


d'  una  porta  nell*  interno  de^li  edìfiziì.  Sai' 
via.  O.list.  l3^.  Argentee  imposte  stavan 
sulla  soglia  Di  rame  ,  argenteo  il  >oprap- 
porto,  ed  aurea  Cornarrhia.  (A} 

*  SDPUAPPOSIZIONE.  .S'oprapponi- 
meato  .  Gal.  Dial.  mot.  lo-.  5l2.  Com- 
pongono e  disegnano  una  linea  eguale  al- 
la descritta  dal  minor  cerchio,  contenente 
in  se  infinite  soprapposixiuni,  ec.  {*) 

SOPKAPPOSTA.  SortA  di  malattia  de' 
cavalli  .  Cr.  9.  5l.  I.  (Questa  infermila  , 
che  snprappotta  s'appella,  si  fa  intra  la 
carne  viva  e  l'unghia,  facendo  quivi  rot- 
tura di  carne. 

SOPRAPPOST*.  Quel  risalto  che  ne' 
lavori  rilieva  dal  fondo;  contrario  di  Som- 
messa. Dant.  Inf.  17.  Con  più  color  som- 
messe e  soprapposte  Non  fer  mai  in  drappo 
Tartari,  nir  Turchi. 

SOPRAPPO-STO.  Adi  da  Soprappor- 
re .  Lat.  supriporitiis  .  Gr.  -J  TS37<9 -,t';  . 
Bocc.  I^tl.  Pr.  S.  Ap.  307.  Le  radici  de- 
gli arbori ,  e  »'  e  gravità  soprapposta  ,  il 
venir  meno  la  terra  di  sotto  ,  ec.  Itenv. 
Celi.  Orvf.  56.  Tencntlonc  una  (  gamha  } 
distesa,  e  r  altra  laccolta.  impero  soprap- 
posia.  Huon.  Pier.  3.  2.  17.  E  tutte  que- 
ste insegne  ec.  Frapposte  »  soprappostc  e 
sottoposte. 

=e  §.  Voti  Ufo.  Ji'ìcc.  Ftamm.  l.  4-  E»»» 
di  porpora  e  di  drappi  dalle  indiane  mani 
tessuti  con  lavori  di  varii  colori,  e  d'oro 
intermisli,  e  oltre  a  ciò  soprapposti  di  per- 
le ,  e  di  care  pietre  vestiti ,  ed  i  cavalli 
coperti  appariscono.  ( fìr) 

SOPR  APPRENDERE.  Snpra^ì:iti^nere , 
C-yrre  all'  improvviso.  Lat.  improvim  op- 
primere,  cirnimvenire.  Gr.  «araia-i-Sa- 
■JH*  .  Tttpiy.\iA/.ojf  lìnee,  nov.  5j.  5. 
Avvenne  ,  come  spesso  di  state  veggiamo 
avvenire,  che  una  subita  piova  gli  soprap- 
prese .  Tac.  Dav.  Ann.  l5.  2l'|-  Spesso 
nel  guatarsi  a  dietro  erano  dinanzi  e  Aa 
lato  soprappresi.  li-^mh.  Star.  2.  18.  Il  re 
Carlo  fu  da  vainole  soprappreso. 

*  §.  Per  Prendere  più  del  dovere.  In- 
trod.  Firt.  35t).  Tanto  avieno  i  delti  vixi 
soprapprcsn  dell'  altrui  ,  e  convcrtianlo  in 
male  uso,  che  molli  ne  stavano  in  grande 
mendichitade.  ((*) 

SOPRAPPRENDIMENTO.  Il  soprap- 
prendere.  Lai.  aii^ressin  ,  npprestio  .  Gr. 
STs'iìVTt;.  Pocr.  nov.  82.  O.  Li  quali  da 
cosi  fatto  soprapprendimento  storditi,  non 
sappifiido  che  farsi,  stettero  fermi. 

SOPR^PPRESO.  Adii,  da  Soprappren- 
dere. LaL  npprestits  .  Gr.  x«r«i*)p  r;i'- 
P^cc.  nov.  ^3.  6.  Li  quali  soprappresi  da 
questo,  lasciato  star  Pietro,  si  volsero  alla 
lor  difesa.  Sallutt.  lui;.  H.  Egli  toitamenie 
andaro  alli  luoghi  »ernerecci  tic'  Romani  ; 
ma  nella  via  da'  ladroni  Grtoli  soprappresi 
e  spogliati,  spaurosi  santa  onore  fuggirò  a 
Siila,  /lem':  ./*->/.  I.  60-  Altri  piangono 
in  molle  altre  maniere  lutto  di  ,  da  subi- 
ta ocrasione  di  pianto  sventuratamente  so- 
prappresi. 

V  SOPHAPPUOFONDO.  Adi,  Profm- 
distimo.  Lat.  profundittimits .  Gr.  €xdi- 
•T');  Salvin.  Pros.  Tose,  i,  370.  Rive- 
riamo adunque  1'  ing'*;;no  del  poeta  divi, 
no,  che  ce.  alla  li'gnia-lria  e  giavilà  tirila 
poesia  unisce  dottrina  *.'prappn»ft»iida.  (*) 

•|  »  SOPII  \PPRKZh)SO.  Add.  Pre- 
ziosissimo. Lat.  /fu-*d  ett  pretesi tumunt. 
P'*ei.  5i.  Or  lascia  di  lamentar  le  ne- 
clieue  perdute  :  tu  hai  qii''lli>  chi*  e  so- 
prappreiioso,   gli   amici   trovato.    (I  ) 

■7  SOPH\PPUlll>S|\10.  .V.r/  Pacche 
purisiimo.  Pnts.  Ftnr.  a.  2.  3«>  Non  per- 
rhi*  e'  siano  come  l*io,  atto  purissimi*,  o 
siqirappurissimo,  se  dire  si  piiote;  mj  per- 
chè non  sjppiam>i  altrimenti  esprimere  le 
qualità    dell'  essenza    loro.    H'P) 

•|  >  SOPR\K\DD"»PPI  VRE.  Pili  che 
riidd'^ppian:.   Ihr^h,   Mon.  2ì\.  Noi  veg- 


giamo tutto  il  giorno  de*  meui  fiorini ,  e 
de*  mezzi  srudi  e  de'  doppii  ;  e  pouoDji 
cosi  Itattere  Ì  terzi  e'  quarti,  e  scemar  quan- 
to u>fm  vuole  ,  come  anche  crescere  e  10- 
praraddoppiare-  fl'J 

•a-  SOPRARAZIONALE.  Add.  Più  eke 

razionale  .  Sper.  Sper.  Pini.  dt^n.  donn. 
Sono  ec.  le  donne  animali  anzi  sopraraxio- 
nali,  che  irrazionali;  nelle  quali  amore  ee. 
fa  quelle  istesse  operazioni  che  fa  negli 
uomini  la  ragione,  ma  molto  meglio  e  più 
tosto,  fi- Pi 

SOPRARE,  y.  A.  Superare.  LaL  su- 
perare. Gr.  uTSsSxtils*»  Dant.  Par.  3o. 
Più  che  giammai  da  punto  di  suo  tema 
Soprato  fosse  comico,  o  tragedo. 

^  SOPR  PRENDERE.  Render  di  più  del 
ricevuto.  Fr.  lac.  Cetr.  3.  ^.  89.  Coloro 
che  sono  obbligali  per  alcuno  servigio , 
non  solamente  al  postutto  dovrebbono  ren- 
dere  igualmente,   ma   soprarendere.  fC) 

*  SOPRARMONIOSISSIMO.  Add.  Più 
che  armoniosissimo.  Salvin.  Disc.  %.  5a8. 
Tutto  ciò  eh*  è  concento,  tulio  ciò  eh*  è 
armonia  ec,  piace  a  l>Ìo.  che  unissimo  e 
io'^ieme   e   soprarmoniosis*imo.   (*) 

*  SOPRARRACCONTO.  Sust.  I^  stes- 
so che  Episodio ,  Cor.  Lonff.  sez.  9.  E'  va 
rapportando  gli  avanzi  delle  Iliache  avven- 
ture ,  come  certi  episodii,  o  soprarracconti 
della   guerra   troiana.   (A) 

*  SOPRARRACCONTO.  ^^.  PnM«r- 
rato.  Vr^/i.  Etic.  Piuttosto  nel  numero  de* 
fini  si  dehl>on  mettere  gli  soprarracconti  be- 
ni. (A) 

't  *  SOPRARRaGIONAMENTO.  Lo 
stesto  che  Epilogo.  Cor.  I.onp.  tez.  9.  Al- 
tro non  e  l'  Odissea,  che  un  epilogo,  o  «>- 
prarragionamenlo  dell'iliade.    'Al 

SOPRARUAGIONAKE.  liasionar  di 
più.  Lat.  sermoni  ndiicere.  Gr.  5Tt>rf*/ti». 
Remh.  Atfl.  2.  Che  io  alcun'  altra  cosa 
ancora   ne   soprarragionassi  alle   raccontate. 

SOPRARRECATO.  AM.  Recatodi  più, 
Recato  sopri,  Mentovato.  Amm.  Ant.  aS. 
^.  6.  Alcuni  tuoi  nascosti  vizii  subitamente 
escouo  fuori ,  e  mostrano  il  soprarrecato 
inGgnimento. 

•|  *  SOPRARRIVARE-  Sopra^Jiiun- 
cere.  Sopravvenire.  Ta*s.  Ger.  3.  28.  Ma 
calf-a  r  imp'-disce  intempestiva  De' Pagani 
e  de'  SUOI,  rhe  soprarriva.  (A) 

•|  SOPR^SBERGA  .  Sopravvesta  cor- 
tisrima  che  si  portava  .ropra  /'  usbergo . 
Lat.  rhlamrt  Gr.  yizn^';  .  G.  F.  ti. 
4<)  10  V'  andarono  di  Firenze  mille  pe* 
doni  .  tutti  soprassegnati  di  soprasberghe 
bianche  .  /  ecez.  L'  usbergo  minore  avi^ 
no  ,  e  cappello  con  soprasberga  di  cuoio 
d' orso ,  a  spaventare  i  cavalieri  de*  ni- 
mici . 

SOPRASBERGATO.  V.  A.  AM.  F*- 
stito  di  soprasberga.  Guilt,  Lett.  Messer 
Lancdlotto  vi  comparve  mollo  bene  sopra- 
sbergato  . 

!?  SOPRASCAPOLARE.  Term.  d.-di 
Anatomici.  Ae^zmnto  di  muscolo.  ImperJ. 
Anat.  107-  Il  settimo  detto  topraspinalo , 
ovvero   soprasra)K>larc    superiore  ec    iF) 

t  SOPRASCRITTA.  Soprascritto.  Lat. 
superteriptio .  Gr.  iTTi'/^xSi;'.  Ott.  Com. 
Inf.  II.  tt»8.  Dice  che  di  questo  avello 
dice  la  soprascritta  d'  esso,  che  vi  era  in- 
cbiuso  p>pa   Anastasio. 

§.  I.  Soprascritta  ,  éàctsi  nelle  lettere 
Quello  scritto  che  ri  pnne  sopra  alle  me- 
deume,  eonleneate  il  m^me  di  ijnello  a  cui 
s'  indinzziino  .  Frane.  Sacch.  nov.  l52. 
Cominciando  a  leggere  la  soprascrilla.  tut- 
to venne  meno  .  .4mhr.  Furi.  3.  ^.  Vo- 
leva eh'  io  leggessi  una  soprascntla  d'una 
l.-lfra  rh' ella  portava,  e  non  si  riconla- 
va  a  chi.  Farh.  Irrol.  288.  Chiamava 
egli  cosi  me%ser  Pietro  Aretino'  »•  gliele 
scriveva  nelle   soprascritte  delle  lettere? 

§.  II.    Aifer  huona  soprascrUta,  figura' 


S  0  P 


S  O  P 


S  O  P 


12G3 


tam.f  e  in  motto  basso,  vale  j4ver  huona 
cern.  Lat.  bene  valere,  bona  liti  valetudi- 
ne .  Gr.  i'upùj^Tdìv  .  Maini.  2.  70.  Uo- 
maodar  uon  occorre  come  siate  ,  Perché 
avete  UDa  liuotia  soprascrilta. 

SOFRASCBITTO.  Sust.  Scrittura  po- 
sta sopra  a  checchessia.  Lai.  epitaphitim, 
rpigraphe  j  i/iAcriptio  .  ì'it.  Pluf,  td  era 
sopra  'I  oioniniento  ili  Ciro  un  soprascrilto 
in  leltere  persiane  ec. ,  ed  il  soprascritto 
dicea  cosi. 

*  §.  Per  Soprascritta  nel  signijìc,  del 
§.  I.  i'ar.  Coni.  65.  Won  avea  senato  il 
decuro  in  un  soprascritto  a  diie  a  un  Pre- 
lato Monsignor  ^\eii,e\Q.(i  P)  Pallav.  Star. 
Conc,  2.  25o.  Presento  a' Preùidcnii  la  let- 
tera ec.  Il  legato  leggendo  privatamente 
il  soprascritto,  disse  ec.   (I^J 

SOPRASCRITTO.  Jdei.  Scritto,  o  ^'o- 
minato  di  sopra.  Lat.  superscriptus  ,  in- 
scriptus  ,  suprascripttis.  Gr-  Z7Zf/iypa.fj- 
p-^voi.  //ut.  Inf.  3l.  2.  Come  Lucano  di- 
ce nel  soprascritto  luogo.  Bocc.  Conci.  1^. 
Quando  questo  fu,  egli  erano  poche  a  scii- 
rere  delle  sopra^clitle  novelle.  Vant.  /  it. 
Tiuov.  35.  E  compiuto  n'avea  questa  so- 
prascritta starna  .  -^  >^Vt'^r.  l'ior.  Ir.  16. 
Cominciando  a<tunque  dalle  prime  sopra- 
4critle  qualità,  dico  ec.  (C) 

f  SOPRASCKIVERE.  Far  la  sopra- 
scritta. (  ron.  /  t'il.  ^.  l'ercbè  parea  cosa 
reprensibile,  che  le  leltere  che  vcaiuno  di 
tuori  fossero  soprascritte  a  Bonaccorso  Vel- 
luti, e  compagni,  ci  fece  il  detto  Bonaccorso 
mio  avolo  soprascrivere  le  lettere  che  man- 
davano i  lor  fattori,  a  Bonaccorso  \elluti 
e  compagni. 

t  SOPHASCRIZIONE.  Inscrizione.  Lat. 
inscriptio ,  titulus.  Gr.  spf/pa.z.T, ,  titÌo?. 
l.ih.  Pred.  Cui  è  questa  immagine  e  que- 
sta soprascriziuueT  S.  dio.  Grisost.  74-  Il 
tìtolo  e  la  ioprascrizione  del  predetto  salmo 
ec.  contiene  ,  e  mostra  che  fu  fatto  per 
disiderìo  ,  ed  espeltjtione  della  beala  Re- 
surrexione . 

•f  *  StlPRASFORZATO.  Jdd.  3'ag- 
giormente  sforzato,  ì  eeinentissimo  ,  1  io- 
lentissimo.  Guitt.  lett.  21.  58.  Con  sopra- 
sforzato atìranno  traggo  foco  chiaro  di  fredda 
neve.  [P, 

t  SOPRASMI.'-URATO  .  T'.  À.  Add. 
Sopra  misura,  Smisuratissimo.  Lat.  im- 
mensus.  Gr.  (3^«£t.s.  ;  ilVrf.  Jrb.  Cr.  67. 
Loda  e  graiia  li  renda  ogoi  lingua  ,  san- 
tissimo Padre,  del  dono,  che  narrai"  non 
si  può,  della  sopraMiiisurata  tua  caiità. 

*  SOPHA>OL1UO.  Temi,  degli  ^Jlge- 
bristi.  Diccsi  della  quarta  potenza  d'una 
grandezza  co.'sì  chiamata  ,  perche  Jìngesi 
che  abbia  una  dimensione  di  più  del  jo- 
lido.  (J) 

*  SOPRASPARSO.  Àdd.  Sparso  di. w- 
pra.  Lat.  insper.su. K,  .uiperjhsus.  i^w  STZi- 
Tarrou-vo^  Salvia.  Di.sc.  2.  23i.  Rimase, 
per  la  moiie  del  suo  buon  padre  e  fonda- 
tore, r  Accademia  in  doloroso  silenzio  rav- 
volta, e  dal  sultitano  caso,  come  da  sopra- 
sparsa caligine,  intenebrata.  (') 

SOPRASPEiNDERE.  Spendere  di  soper- 
chio. Lai.  plus  aquo  impendere.  Gr.  Z£^i5- 
«Sw'nv  s'v  <y«:TavTJ_u«-7t .  (np.  Jmpr.  l3. 
In  modo  che  la  moneta  ,  ^a  quale  si  dee 
spendere  utilmente,  si  sopraspende  in  vano. 

\^f"'-  '  "■  '"''■''•  ''''■  3-  P^P-  202.  fMil. 
I025)  Se  si  sforzassero  in  dimostrarsi  in 
alcune  opere  magni6ri ,  sarebbe  di  cose 
piccole,  nelle  quaU  sopraspendere  sarebbe 
malia   sciucrheiza.   (li- 

*SOVRASPEkA.\ZA.  Speranza  quasi 
certa.  Gran  fiducia ,  Confidanza.  LsA.  fi- 
ducia,  confisio  .  Gr.  «uSà'scsi'y  .  Segner. 
Crist.  instr.  i.  4.  2.  Basti  dire  rlie  il 
Profeta  non  la  chiama  speranza ,  ma  so- 
prasperanza.  (•) 

^  SOPRASPERARE.  Avere  grande  spe- 
ranza .  Lai.  confiderà  .  Gr.  ù~o07ppily  . 


Salvia.  Disc.  1.  ^2.  Dicendo  tra  1'  altre 
in  un  luo^o  ,  eh'  egli  soprasperava  ,  cioè 
trapassava  i  limiti  dell*  ordinaria  speran- 
za.    (•) 

*  SOPRASPI^ATO.  Aggiunto  di  mu- 
scolo. ImperJ.  Anat.  Io3.  Particolare  uffizio 
di  alcuni  di  questi  muscoli  è  di  muovere 
il  braccio  all'  insù  ;  e  questi  sono  due  ,  U 
d  lloidf  ec.  e  il  sopraspiuato  .  /',  107.  Il 
settimo  dello  supraspinalo  ,  ovvero  sopra- 
scapolare superiore,  e  da  altri  rotondo  mi- 
noie  sotto  il  braccio  ,  è  carnoso  e  lun- 
go.    (I--J 

*  SOPBASPIIUTUALE.  Add.  Più  che 
spirititale.  Magai.  Ivtt.  Al  cuntrurio  l'uo- 
mo interiore,  e  diro  sopraspiiituale,  si  rin- 
vigorisce d'un  altro  spiiito.  (Aj 

't  *  SOPllASPililTUALIZZATO  . 
Add.  Più  che  spiritualizzato.  A'agal.  part. 
I.  leti.  2t\.  Quel  che  constiluisce  1"  essen- 
zial  dirterenza  tra  l'uomo  e  1'  animale  ec., 
^iene  appunto  a  esser  quella  porzione  so- 
praspiritu;Jizzata .    (A) 

SUPliASSAGLIENTE  .  Che  soglie  so- 
pra, foce  marinaresca^  e  propriamente 
s'  intende  di  chi  sa/c  sopra  i  navigli  per  i 
guidarli,  o  difenderli,  l  at.  vectnr.  Gr.  stti- 
|5aT>j;  .  <j.  /  .  7.  83.  4-  t'ecìono  ordine 
ec.  de'  migliori  e  maggiori  cittadini  della 
terra  ,  compartire  per  soprassaglienli  per 
galea  .  e  di  studiare  alle  balestra  .  i\or. 
ant.  81.  2.  Fu  latto  di  lei  ciò  eh'  ella 
avea  dello  della  ua^  iridla  saiiza  vela  e  | 
sanza   remi,  e  sanza  niuno  soprassaglienle.  ! 

SOPRA.sSALAHI".  ."-alare  oltre  al  con- 
venevole, l  rane.  Sacch.  nov.  192.  In  ijuel- 
r  ora  i  saggi  erano  falli ,  ed  egli  poteva 
molto  l)ene   soprassalare  . 

SOPr.ASSALIl;E.  Assaltare,  Assalire 
all'  improii-iso.  Lat.  aggradi.  Gr.  etcéa)- 
^i!v.  A.'or.  S.  Creg.  8.  38-  Acciocché  |or- 
tandole  noi  incaul.iniente  per  lo  canmiino 
di  questa  lila,  noi  non  fussimo  soprassaliti 
da'  ladroni. 

SOPRASSALTO,  nisallo.  T'ir.  Dial. 
beli.  donn.  ^12.  Desidera  con  un  segno  di 
livoltura  mosti  aria  distinta  con  un  poco 
quasi  di  soprassalto  coloiito,  ma  non  rosso,    j 

*  SOPRASSANTO.  Add.  J  lù  che  san- 
to. Lai-  sanctissimiis.  Gr.  x^TZlfa'/iO^.  Sal- 
via. Pi.fC.  2.  68.  Quesla  gran  donna  avanza 
tutti  i  santi,  onde  dalla  Chiesa  greca  è  in- 
vocata col  nome  di  h'^  pera  già  ,  cioè  so- 
prassanta  ,  ed  è  la  più  vicina  ali  Altissi- 
nio.  (')  E  3.  IO9.  Onde  quella  soprassanfa, 

n'era  colma    ideila  grazia),  vien  sa- 


"J/Jevjj  , 


lutata  col  nome  di  /iyt 
piena  di  grazia-  flJJ 

SOl'KASSAPERE.  Stra.fapere.  Lat.  .'fa- 
pere  plus  quani  oporfet  sapere.  Gr.  VTiip- 
*;ov=*'j  TZOC.Q  l  e  a  fpoyiiv.Pir.  IMsc.lctt. 
327.  Possiamo  arditamente  conchiudere  che 
questo  sia  slato  un  soprassaperc.  '<.•  Segner. 
Crist.  insfr.  i.  28.  I.  Ad  insegnar  c<m 
chiarezza  non  basta  sapere  ,  ma  conviene 
in  un  certo  modo  soprassaperc.  (Ci 

'.-  SOPRASSAPiEI>TE.  Add.  Che  so- 
prassà.    f  Cj 

*  SOPRASSAPIEINTIS.SIMO.  Superi, 
di  Soprassapieute.  Pros.  h'ior.  2.  2.  20. 
1  anto  più  sono  felici  le  parti  (  dell'  uni- 
verso j,  e  il  lutto,  quanto  più  retta  e  in- 
teramente fanno  quegli  ufiìzi  ,  a"  quali  li 
indirizza  il  vero  maestro  ,  per  quel  fine 
universalissimo  che  nella  sua  divinissima , 
e  soprassapienlissinia  mente  sta  propo- 
sto. iCPj 

SOPRAS.SFDENTE.  Che  .^opras.iiede , 
(  he  siede  sopra.  Lat.  in.tidcns.  Gr.  sViza- 
Stì'/jsvo;.  il/or.  .V.  Greg.  7.  l4-  Addiviene 
a  questi  colali  siccome  al  cavallo  furioso, 
J  qual  pon  fine  al  correre,  non  per  %irtù 
del  soprassedente,  ma  perché  innanzi  non 
si  stende   al  campo   del  corso   suo. 

*  SOPRASSEDERE.  I\'eulr.  Propria- 
mente Seder   sopra.  Esser  sopra,    Sopra- 


stare. Lat.  supersederc .  Gr.  TTKti'tTGat  . 
Ang.  Mei.  1.  87.  Era  gli  Artici,  e  gli  Aoiiii 
un  monte  siede ,  Che  con  due  sommila 
s'  erge  alle  stelle  ,  La  cui  cima  alle  nubi 
soprassiede,  Wè  teme  le  oltraggiose  lor  pro- 
celle. (DJ 

*  g.  I.  Soprassedere,  figuratam.  vale 
Usare  superiorità ,  o  Soverchiare  altrui. 
J.a.sc.  him.  2.  271.  Egli  ha  quel  mxùq  Di 
volere  ad   ognun  soprassedere.    (C) 

*  g.  II.  òiopras.sedere  ,  vale  anche  In- 
trattenersi, iHmorare.  «  Buon.  Pier.  2.  5. 
7.  E  soprasseggo  alquanto  Là  dove  un  vicol 
senza  riuscita  Mi  permettea  col  non  passarvi 
gente.  Tacita  hi   dimoia  al  mio  Ijvoiu.  ^C^ 

t  3  g.  III.  Ma  per  lo  più  si  usa  in. 
senso  di  Immettere  ad  altro  tempo.  Dif- 
ferire. M.  I  .  7.  25.  Della  nosUa  ingiuria 
intendiamo  di  soprassedere,  ma  della  bugia 
ec.  non  ci  possiamo  contenere.  '.'  Pocc.  'Ics. 
2.  42.  Opera  ornai,  e  s'  egli  è  di  tal  fretta, 
Qual  dicon  elle,  non  soprassedere,  {/h-} 
iar.  lett.  Tomit.  107.  Ilo  soprasseduto  di 
rimandare  le  medaglie  fino  a  tanto  che  mi 
rispondiate  se  se  ne  contentasse.  (C)  Varch. 
ì  rcol.  94-  Volendo  che  si  chetino  (si  suol 
dire,,  Iar  punto,  far  j  ausa ,  soprassedere, 
indugiare,  ec. 

'^  g.  IV.  Talora  in  questo  .tcnso  si 
usa  anche  in  significazione  attiva.  Car.  lett. 
Tomit.  58.  Poiché  avete  soprasseduto  il 
ritorno  mi  pento  non  avervi  scritto.  (C) 
K  Long.  Sof.  68.  La  cosa  si  soprassedeva 
per  insino  a  vendemmia.  E  "j'i.  Imperò 
facciamo  così  :  soj  rassediamo  Ìl  maritaggio 
a  questo  autunno   che   viene.    (3Iin) 

^-  SOPRASS^  DUTO.  Add.  da  Sopra.s- 
sedere.  J  .  SOVHASSEVhlM.  fC) 

^:  SOPRASSEGNA.  I.  SOPRAIKSE- 
GNA.  (Cj 

SOl'RASSEGNALE  .  Segnale,  Segno. 
Lat.  signum,  .i-\mìiolum,  digma.  Gr.  7*;- 
fLEÌov,  cjytoic-j,  òCypa.  Filoc.  3.  119. 
Ala  ciò,  se  alcuna  gioia  di  Biancofiore  non 
avesse,  la  quale  in  quel  luogo  per  sopras- 
segnale portasse,  non  ^olca  fare. 

*  SOPRASSEGNARE  .  Segnare  al  di 
sopra.  Part.  Ortogr.  e.  3.  §.  8.  Scio  per 
accidente,  e  senza  debito  di  sopì  assegnarle 
tulle.   .JS'ì 

3  §.  1.  Per  Far  sopranscgna,  o  sopras- 
segno. Lat.  insignire,  signora. 

'■•  §.  II.  E  in  signiftc.  neutr.  pass,  vale 
Mettersi  una  sopranscgna.  »  d.  V.  8.  58. 
4'  Ciascuna  (erra  e  villa  per  sé  si  sopras- 
segnassero di  sberghe  e  arme ,  ciascuno 
mestiere  per  se  »  .   (C) 

SOPRASSEGNATO.  Add.  da  Sopras- 
segnare. Lat.  insignitus,  ornata s ,  inscri- 
ptus.  Gr.  e7Ti'cr,^7.5-,  7rc.pw'5r;/Jo;.  G.  E. 
II.  4f)-  IO.  V'andarono  di  Firenze  mille 
pedoni,  lutti  soprassegnati  di  soprasberghe 
bianche.  Cron.  MorclL  Un  liliro  soprasse- 
gnato G  ,  di  fogli  reali.  Bocc.  l'est,  pag. 
1.  Ancora  lascio  che  ciascuna  persona,  la 
quale  si  trova  scritta  nel  libro  delle  mie 
ragioni  soprassegnato  A  ,  che  da  me  debba 
avere,  sia  interamente  pagato. 

SOPRASSEGNO.  Soprassegnare.  Lat. 
signum,  s-ymboluni.  Gr.  '7r,fxiÌQ-J  ,  ou'ju- 
j5"i(«.  Morg.  21.  5.  Disse:  Baron,  s' io  ti 
conosco  bene.  Che  al  soprassegno  t"  ho  ri- 
conosciuto  ec. 

SOPRAS.SELLO.  Quel  che  si  mette  di 
soprappiu  alla  soma  intiera.  Fir.  As.  2'j3. 
Preso  un  sacro,  e  due  barili  un  poco  giu- 
sti, e  postoniegli  addosso,  ed  egli  ['OÌ  mes- 
sosi a  cavalcioni  fra  essi  per  soprassello  , 
ne  mettemmo  in  via.  Uh.  Son.  48- Bestia 
di  soprassel  di  carriaggi. 

g.  Per  nu'taf  vale  semplicemente  Giun- 
ta. Lat.  corollarium ,  auctarium.  Gr.  'TTi- 
fopà,  TI  00 '!/.{£':  ce  € /.ripa.  Mor.  S.  Greg. 
Leti.  I  quali  ancora,  per  soprassello  della 
lor  domanda,  questo  aggiunsero. 

;?  SOl'RASSEMENZA  ,   Heplicata    .se- 


1364 


S  0  P 


S  0  P 


minazionc.  Salv.n.  !..  l-  e  C.  Non  »' 
ha  di  lui  l'i"  "''''i^  '■^  compartire  i  semi , 
ed  a  fusS'"''^  soprasscmenza.  lAì 

J  SOrK\SS?;Ml  VAKi;.  Seminare  sopra 
U  seminato.  Lat.  supt-rsiminare.  Or.  !-i- 

'.Tt'lp'A-'.  /J«P-  ''""^'-  "  '■''«""  '*'■'  '■"• 
iMiniglianlc  all'uomo  che  semini  il  huon 
some  nel  suo  carneo  ,  e  mentre  che  dor- 
mono gli  uomini ,  viene  il  suo  nimico  ,  e 
soprassemina  le  leiizanic  .  ^f.  V  9-  \\- 
L'uomo  nimico  nel  campo  del  grano  so- 
prassemina la  zizzania. 

*  §.  K  figuralnm.  -  Cap.  t'iipr.  b. 
Oliando  per  caso  avvenisse  che  1  nemico 
.ìrlla  necessaria  pace  soprasseminasse  al- 
t-uno scandalo  »  .  '  V] 

SOPKASSIiMIN.VTO.  JM.  ila  Snpra.s- 
scminarc.  lùp.  fan;;.  Il  seme  che  sarà 
vituperato  e  disonoralo  ,  son  le  lenzanio  , 
cioè  le  mal'  erbe  soprasseminale    dal    dia- 

"+  SOPRXS.SF,MIN\TOnE  .  Ferbal. 
masc.  Oie,  o  Chi  .,opra<.u-mina.  LM.su- 
pcrscminalor .  Or.  6  ■-.5y.>.=MJ.  Cap. 
Impr.  6.  Il  iMoro  della  fralerii.de  dile- 
zione i;  mollo  diruhato  da'  mim.lri  e  se- 
guilalori  del  soprasseminatore  deUe  ziz- 
zanie .  .- 

SOPnASSENNO  .  ^To!to  .tanno  .  Lai. 
snmma  .,apien„a.  pru.lcnl.a.   Or.   cjy.a, 

op,'.n,i;    nr.  y.  io.  83.  onde  ii  so- 

prassenno  de'  Pisani ,  accortosi  di  suo  er- 
rore, cercò  per  molte  vie  oneste  e  piace- 
voli ec.  di  ritornarli  a  Pisa. 

*  SOPR.VSSERVIBE.  AViv;>e  pm  che 
..opra  folMigo.  Varch.  Slor.  Voleva  avan- 
ti ce.  che  la  sua  lianda ,  che  già  ce.  so- 
prasservito avca,  pagata  fosse.  (A) 

SOPBASSEUVO  P'n  che  .wo  .  O. 
r  IO  iVl  5  Avendrdi  comperali  come 
.crvl  e    soprasservi  i  loro    beni    alle    loro 

"'TsOPR^SSETE.  Gran  sete.  Lat.  im- 
mensa  .Ms  .  Or.  y./v'ifl  J-i'v.  .  Olt 
Cam.  Pnrg.  20.  Neuna  aUmndanza  gli 
.mole  torre  la  fame  ;  la  soprassete  gli  ar- 

,1,.  la  Rola  (il    '/.'■  '<■.??<•  '"P"  ■'"■■"''■     , 

:?  SOPRASSIMIACO.  .Mnpstrato  che 
ha  /■  anioril.k  .li  rivedere  i  canti  a  talli 
i  masLUrati  e  oIVciaH  .  lienv.  Celi  V.t. 
\  211.  Magnifici  Signori  soprassindachi , 
'se  io  volessi  narrare  ec.  tulle  le  mie  gran 
ragioni,  la  sareU-e  troppa  lunga  tema.  f(_) 
^alm.  6.  20.  Quai  con  le  l.raclie  sori  h- 
iio  al  ginocchio.  Dovendo  .V  soprassindaci 
,li  Dite    Presentar    de'  lor   U.n   \<^    part" 

''^  *  .SOPRA.SSOOLIO.  Sot!lio  di  .<o- 
,,ra.  Architrave.  Cavale.  Specch.  Cr.  ifi. 
Dovessero  ciascuno  in  sua  famiglia  avere 
nn  agncUo  immaciilato.  c-d  nrciderlo,  e  del 
.angue  porre  sopra  li  legni  degli  usci  della 
casa,  e  d.d  Ilio  e  di  sopra,  noe  sopra 'i 
jURgelli   e    sopra  i  soprassogli.   (F) 

4  SOPRAS.SOMA.  nnto  i,nel  che  s, 
mette  di  pia  <opra  la  eowmnnal  .'orna 
/inni:  l.  Io6.  Ouan.Io  Apuhio  die  p,r 
.uà  malizia  Duo  roniaiu..li  e  una  sopras- 
.oma.  lìern.  Ori.  2.  23.  76.  Rinaldo  e  1 
«-.onte,  eli'  or  paion  .li  foco,  Aran  mi"  car- 
i-o  e  Miprassoma  un  poco. 

*  .SOPRASSUSTANZA  .  .V,../-r.i:n  .<"- 
,,er/orc.  o  pu.  noh.le  dell' altre.  I.at.  ««- 
/„Vior  snhslantia.  Sefner.  .tfann.  /" 
-..1.  .1.  Oli  hai  da  .  Iiiedere.  per  lar  M  che 
il  iuo  corpo  .  tonsirvato  .la  essi  e  conso- 
lidato, serva  allo  spiril...  .h'e  la  .usLiiiza 
Mineriorc,  qui  .l.lla  »..pra»»u,lanz..    (  | 

V  SOP»AS.SUSTAN-/,l\LK.  Ul.  / ." 
„o'„leedi  niani.or  v.rl,',  del  <n.tan:,ale! 
e  dieeti  propriamente  ilrl  .<anlis.<imo  .\a- 
...ramenlo  drlf  Altare.  L.t.  's..per.„l.'lan. 
„„!,<.  Or.  u':t!p.urit.io"'H-  '-V  '■■">'■ 
l.'  altro  pane  spirituale,  il  quah- sani"  !•"- 
ra  chiama  sopiassuslalltiale,  si  è  il  ».inli>- 
tini..  C.irpo  "li  'Visin-  uell'  aliar  con.ecr,i 


lo.  Ftp.  Pai.  ,Vo.r(.  Questo  pane  ec.  nin- 
no il  polrehl.e  meglio  de.criverc  ,  ne  pm 
solfi  ienlemenle  ,  che  appellarlo  '"P"'^^" 
slanziale  f  qui  la  stampa  pag.  12.  leggi 
soprasu.tanziale  ). 

SOPRASTAMENTO.   //   .<opra.ftare. 

^.  Per  /adagio,  Tralteaimenta  .LtìI. 
cunclatio.  mora.  Or.  aiVif-^i  «""''■ 
leti  I  12.  300.  Esumando  che  questo 
avesse    ad    essere  di  poche  selUmane    so- 

''"'oPllAS-TANTH.  Susi.   Che  ha  sopra- 
slaaza  in  chicchessia.   Custode,   Guardia- 
no. Lai.  custos  ,  prafectas.  Or.   yv/'x;  , 
eVi^rrT.,:.   r,.    ;'.   11.    12.  I    Sopraslan  e 
I   e  provveditore  della   della  0|iera  di  santa 
Re,.arata  fue  fallo  per  lo  comune  maestro 
Giotto   nostro   eitladino  .    K  cap.  <)'•'■ 
sopiastanti  e  guardie  delle  prigioni,  fc  12. 
01     I.   Levarono,  che  non  potesse  portare 
arme  da  offendere  niuno  gabelliere  e  niuno 
soprastante.   Amet.  63.   A  me  non  madre 
so  praslanle  a- tuoi    piaceri,    (ecch.    I..<alt. 
Cr    I.   2.    F.  me    fé'  sopra.lanl>-  al  gover- 
narlo.  /Semh.   .Star.  \.  ^5.  M.  I-uigi  <■'»'■ 
6Ìo  ,  il  .male  era  soprastante  d.lla    galea  , 
cre,l.n.lo  quella  essere    armala  di  corsali , 
non  calando  altramente  le  vele,  conunuava 
il  sim  via^flio  . 

SOPRASTANTE.  Add.  Che  sta  sopra. 
Eminente  .   Lai.  cmiaens  .  txlans  ,  .mm,- 
nens.    Or     H-'.Zrav,     •/:  ,/.5  ri',  ■*!  "=  .   " 
.,Taa=.vo;.    /.ie.    Per.  3.   Il  m.,iile  sopra 
slanlc  opporUinanieote  coperse  gli  "gg""" 
,i.   Guill    G.  Da  quello  lato  avea  le  r.pc 
alle    cavale  e  sopraslanli.  •.•■  Croa.  .Wor,/  . 
220.   Intorno  a  .|uesle  castella  ec.  ha  mol- 
ti abiluri  di  cittadini  posti  in  vaghi,  e  m- 
letlevoli  sili,  bene  risedenti,  con  vaga  ve-  | 
dula  ,  soprastanti  a  vaghi    colli    a.  orni  di 
giardini,  e    pvatelU  .   fO  Alam.    (oli.   5. 
Il3.  Sopr-es'o  in.Iu.a   tlel  soprastante  no 
con  torlo  passo  11  liquid..  crislall... 

S.  1.  Per  metaf.  vale  Imminente.  Lai. 
immmens  ,  ingniens  .  l-r.  iiii../.' 
Bocc.  nov.  68.  2',.  ella  sua  sagacila  lii„- 
gi  il  perieli  soprastaiUe.  /•-  g- C).  P-2.  vi- 
dero gli  animali  ec.  quasi  sicuri  da  caccia- 
tori  p.T  la  soiTastantc  pisLilenzia. 

e  11.  ,<ronro.M,i/f  .  Che  indugia  trop- 
po ,  Che  inette  tempo  in  mezzo  oltre  al 
convenevole.  Lat.  eiinctans .  Or.  (i'-*^"'' 
J.iv.  I).  Pr.  Lui  induglanlc  e  soprastante 
ferocemente  minacciassero. 

J  S;  III.  Jo,.r.i../../i<e  .  lo  diciamo  an- 
che per  lniperio.<o  .  Potente  .  '"•»'""'■ 
Lai.  in.<olens  .  t.r.  a)»;«»  ■  ^""■'.  9",' 
Levatosi  1'  aspro  giogo  de'  Corilani  gu 
sopraManli  per  le  indeboUle  virtù,  si  rin- 
tuzzarono le  loro  forze ,  che  appena  il 
moni.,  eran..  usali  di  scendere.  Tae.  l'av. 
4nn.  2.  43.  Misevi  Cueo  Pisone  ,  uomo 
rollo  ,  sopra.lanl.-  e  feroce  f  ./  C"»  '■"• 
ha:  obsequii  ignarum  ). 

*  -5.   IV.    /■;  in  rorza  di  .<ust.  -  hrane. 

.V„  .A.   rim.    l5.    li  IUO  poder.  che  già  fu 

il.   .icpia    s..lsa  .   Pedesli  per   voler  slgn..- 

r.ggianle   Essere  al  ...praslanle  ».((.; 

SOPRASTANTI-MlNTi:.  Avvtrli.  (  on 

.tiynr,ì.<taft:(i- 

g.  l'er  Ma<.iimamenle.  Pirticolarmen- 
le.  Lai.  piireipiie.  prserlim.  «"-r  a-xli- 
,r»  ('..//.  .V.V  rad.  Traspong.mo  ogni 
lavino  di  .billiina.  .•  sopra.tanlen.elile  .Il 
parole  salutevoli 

.SOPRASTANKA     ì  .  A.  Il ''prailar.- 

Ir.  Gior.1  P,rd  .1.  <ì  «t'i  ><"  '"  *•""• 
e  al  v.'nl..  e  al  sole  ,  c.nlrari.i  e  alla  s..pra- 
itanza  d.l  niniic... 

•  ,   §    I     IW  Indugio.    1  rallenimenlo  . 

Mancanza    Lat.  .i.mMlie.    Or.   ..S>lil1>; 

Cin  Impr.  eroi.  Avveneud..  >opr..l.l.uii- 
,'Ze    ,Illhol.  alla  v  SKC  lOrU- 

1)1  M-    Uyge    .opralilwiidanle  1    seccliilu.li- 

,ie  n.Ua  terra   per   u.piaslania  .1'  ..nhiiali 

pi.iva 


S  O  P 

*  g.  II.  Per  Grande  inslanza.  Fit.  Ì. 
Frane.  17O  .Non  confidandosi  nellj  nu 
industria  ,  ni;  de'  suoi  frali ,  per  grande 
soi.raslaoza  d'  orazione  (  per  oraliom  in- 
slantiam ,  dice  il  Lat.  )  si  volle    ricorrere 

a  Dio.  iFl 

SOPllASTXRE.  Star  sopra,  f^tstr  su- 
periore .  eminente  Lai.  ixtare ,  eminere. 
imminere.  Or.  ij.'xu' ,«"-<?="  »"«»' • 
i^;,z'X,B-M.  G.  V.  I.  36  1.  Cesare  si 
pose  a  campo  in  sul  monte  che  joprastava 
la  ciU'a.  lìaat.  Par.  3o.  Si  soprasUndo  al 
lume  intorno  intorno ,  Vidi  specchiar.,  u, 
più  di  mille  soglie  .  Pass.  prol.  Coloro 
che  sono  pii.  accorti  ,  prendono  alcuna 
deUe  tavole  della  rolla  nave  ,  Jla  quale 
attenendosi  fortemente,  sopra.tando  .11  ac- 
qua, non  affondano. 

'f  "  \  E  figiiratam.  per  Usare  supt- 
rioriÌ!i,  insolenza,  maggioranza  ■  Sopraf- 
Care  .  So^trchiare.  Lai.  exctllere  .oppn- 
W.  Or.  i-,=S«v=.v,  ««t«6al-...v 
Pa<f.  227.  Come  Iddio  e  sopra  tulle  le 
ruse  e  a  nluna  cosa  e  soggetto  ;  cou  1 
uomo  superbo  vuole  soprastare  a  tutu  .e 
a  niuno  esser  soll..raesso  .  Cron.  Morejr 
^^O  Buono  parente  con  quelli  che  con 
lo  volessono  s.>piastaic.  C.  ^  3.  Ji.  ^ 
Sopra.lavano  la  contrada,  e  non  voleano 
ubbidire  al  <  omune  .  E  IO.  177-  >•  Te- 
nevano la  terra  a  modo  di  .lrann^  sopra- 
stando  disordinatamente  A  ps'H»  f  "" 
tnno  gli  .'lanipat.  e  il  te'lo  Kiecardi;  , 
testi   Lanzatlc  Salvini  hanno  soppres- 

''"tn.  Per  Supera,.,  nncer^.^y-'- 
eeX  superare,  l'.r.  v.««v,  oTff6«vliv. 
Zc.  nov.  ^  18.  Consc  io  »  "l""'""- 
eere.  cosi  ^nilniente  so  a  me  medesimo 
.  ,-      I-    /,     il.   4     1  bhe  guirra 

50|.ra<lare.    O.    /  ■   ^■    H;  t  ?. 

e  battaglia  eoi  dell..    *"•«•>  .che   1    >>" 

:l^T^irdrdr::.«fs^r^. 

Turchi.    /•■   cap.   \0.   5.   Ancora  d  pian. lo 
di  Giove  fu  soprastalo  da  .'Saturno. 

if  ^  111.  Soprastare  ad  alcuno  ,  vale 
Entrargli  innanzi,  .'Superarlo.  Tac^  P-'- 
Ann  2  i3  E  Agrippina  moglie  .b  Ger- 
m::ico  a\isia  drDniso.opras.av.  per 
feconiUli,  e   nella   fama,    (l  ) 

e     IV     Per  /star   sopra  di  .«e.   ^rrr 

:  „e,V"n-  maravigliandosi.  s„pra....l. 
'e  E  nov.  73  20.  Perchi:  soprasUndo , 
UulValmacco  ricomia.10. 

K  B  V  Sopra.<tare  ad  ima  cosa,  vai' 
Ferm.,r,.i.«.  o  Trattener,i.i  «P™-  «'"'^ 
.4rl.  Cr  5  Per  la  loro  virtù  confortano 
,.      ■  i.„  ,„.n.a     e  medila ,  e  nposasi 

vi  sonra^la  a  pensarne.    (Il    rr        • 

;etd";ggi  e  MUssun..'.  Krale  ...onUno 

ci  sopraslelle  molto.   ('  )  ,. 

§.  VI.  /Vr  n.ferire.  '"''"P""-  '"''^ 
,er  tempo  in  mezza.  ^f.r"L":ZZ7 
ìnteriJierr  .  Or.  «v»6«i«v  SO  tl«S«l 
/17  C  6  r.  5.  Delle  «-.le  volle  le  se. 
";.., tanno  l^eooiialtro. "Hi  P"' ;•-■-•; 
del.h..no  a  marilarle.  ^r.    (.•■"*     f^'  ^ 

S..:.!    .-pra^lia fiore,  e  distendiai.ioc.  a 

.Irlaie.  il  ...manente  f.ill.am...    /'«"    •:>!) 


„  .1  ,osa  la  v..l..nlade  pcrvcrsamenle 
am.n.lo'l..  crea.ure  ec  avvegnaché  u" 
poco  .opraslca.  dimorarlo  •»  l""-  P",.^^ 

J   V,    Ess.ndo  per  alcun  caso  andato  d. 
l.rie     .s..pia,letlelanolledlf..on 
a  R    VII     Per  lUmorare.  .Kogfiormare 

t  ...rai.liirr      in      VCllC»'»  • 


SOI' 


S  O  P 


5  O  P 


1263 


ciTtleDil»>>i  che  io  me  ne  volessi  tornnri' 
in  Francia.  Guicc.  Stor.  17.  227.  Eru  la 
iuteniiime  del  Duca  soi'rastiirt'  a  Ploht'llo 
Ijtilu  clic  fosse  «lato  Gne  alla  lurlifìcuzionr 
«li  Monria.    (Cj 

#  g.  Vili.  Soprasliire  aìla  fatica  ,  ad 
un'  operai  o  simili,  \'nle  AttCfutcrx-ì.  hat. 
incumbere.  Fr.  Jar.  Ccss.  3.  1.  66.  Fue 
necr&saria  rosa  che  V  uomo  sopraslcsse  al 
colUvarocuto  lirlla  terra.  A'  apprt'AW'o:  Dee 
dunque  il  lavoratore  eoiioscere  Iddio,  ave- 
re leallude,  s|»rei;iare  lu  morte,  sopraslarc 
alla  latita  .  K  '^!\.  Forti  debliODo  essere  , 
niassimamenle  coloro  che  sopraslanno  al 
navigare.  {Cj 

§.  1 X .  Soprastare  alcun  pericolo  j,  o 
(Uinno ,  vale  Issfrr  prossimo  a  seguire j 
I-'s.ferneriscliio,  l ssere  imminente.  Lat.  im- 
nti'tere.  Gr.  sVflTasrxt .  ìnrch.  Stor. 
Soprastando  la  guerra ,  e  travagliando  la 
carestia. 

^  §.  X-  Soprastare  ,  dicesi  ancora  di 
tfttalsii'Oplia  cosa  quando  e  imminente . 
Car.  Long.  SoJ.  Hag.  2.  pag.  26.  (t'ir. 
1811).  Erano  gii  ì  frutti  maturi  j  e  sopra- 
stando  la  veudemmia .  ognuno  in  ogni 
villa  era  occupato  inturno  alle  bisogne 
della  ricolta.   (}J) 

f  *  §.  \l.  Per  Cessare.  Bemb.  Asol. 
2  132.  Le  furie  1*  imperversar  tralascia- 
ri*no  ;  gli  avoltoi  di  Tizio,  il  sasso  <li  Si- 
sifo, le  acque  di  Ti^nlalo .  la  rutita  d'  h- 
^ione .  e  V  altre  pene  tutte  di  tormentar 
sopra&lettero  i  dannati  loro,  ciascuna  dalla 
piacevolezza  del  canto  presa  il  suo  uiTicio 
n<in  mai  per  lo  addietro  tralasciato  dimen- 
ticando,  {l  ) 

S-  XII.  /:  Soprastare,  in  forza  di  no- 
me per  la  fgtira  dai  /ìettorici  detta  in 
Lat.  commorntio  .  Itett.  Tuli.  q5.  E  un 
altro  orn.iniento  che  s'  appella  soprastar-Cj 
lo  quali*  ha  luogo  niiando  il  dicitore  so- 
prasla  in  un  fcrmissinn»  luogo,  la  ove  pen- 
de tutta  la  forxa  del  fatto. 

SOPRAST.VTO.  .'ìdd.  da  Soprastare  . 
Bocc.  ìit.  Pant.  ,18-  Alla  quale  richiesta 
Dante  soprxslato  disse  :  se  io  vo,  chi  ri- 
mane? s'io  rimango,  chi  va7  (nella  nuo- 
va edizione  si  legge:  sopra  se  stato  )  . 
j4mhr.  turt.  l.  I.  Io  non  l'ho  fatto  per 
altro»  che  per  acquistare  Ggliuoli;  al  che, 
socundo  che  insegnano  ì  no&tri  dottori,  so- 
no più  atte  quelle  di  tenera  età,  che  lo 
ftoprastate  (livè,  le  attempate). 

SOPnASTEVOLK.  /idd.  0te  soprastÙ . 
Lat.  Cìtnclans.  Gr.  «v«5k/).0U£vo;.  Cnp. 
Jmpr.  6.  Una  sopraslevolc  pazienzia  con 
ahhondevole  pcrdonamento  agi'  ingiuria- 
tori. 

't  ^-  SOPPASTORIA  .  lìacconto  ed 
Esposizione  intorno  ad  aldina  cosa  già 
narrata.  Salv.  tnf.  sec-  X2.  Fu  dalla  Cru- 
sca ec.  dichiarato  che  soprastoria  doveva 
leggersi  unitu  in  una  parola,  siccome  so- 
pravesta  ,  scprnnsegna,  sopraccalza ,  e  si 
fatte.  A."  uppi'esso  :  Di  due  guise  può  es- 
ser la  sopmstoria  :  la  prima,  quando  alta 
storia  già  stata  scritta  si  tuntÌDOva  alcuna 
parte  che  pareva  che  le  mancasse  ;  quali 
sarehbono  i  cin<|uc  canti  che  alla  Gerusa- 
leni  di  Torqu.ito  Tasso  si  veggono  ag- 
giunti nuvrllameute.  La  seconda,  quando 
.s'  albr-a  la  storia  descritta  con  brevità  , 
rhc  parimrnle  può  farsi  da  noi  in  più 
modi ,  cioè  o  col  discender  più  alle  cose 
particolari ,  o  con  Io  'onestarvi  dicerie  e 
discorsi  e  gtudicii,  o  col  raccontarle  coso 
medesime  con  pìii  pjrole.  Udcn.  i\'is.  3. 
139.  Ovidio,  per  non  lare  una  sopraslorìa 
di  cose  sloricamenle  narrale,  providamenic 
*a    che  Ciane  ec.   (A) 

•t^SOPUASTBATO.  Jdd.  Aggiunto 
di  via  coficrta  di  viva  selce,  cioè  Selcialo; 
e  dicesi  a  differenza  di  Lastricata.  Lat. 
i'<instratus..  Gr.  'srpùtzo'^.  Bemh.  jisol. 
1.  10.  La  quale  (aia/  assai  spaziosa  e  lun- 
Vocabolario   Tom.  //. 


ga.  e  tutta  di  viva  selce  sopra-<.trala,  si 
chiudeva  dalla  parte  di  verso  il  giardino.  (•) 
lìoriih.  Hip.  \iii,  il  cui  piano  è  soprastra- 
to  di  viva   selce.    (A) 

:!?  SOPIUTACCO.  Termine  de' Calzo- 
lai, dicesi  il  Suolo  che  vicn  sopra  il  tac- 
co. (A) 

g  SOPnATTENERE.  Trattenere  oltre 
al  termine.  Lat.  remoravi.  Gr.  avKjSy).- 
Ì£53c.t.  Bocv-  now  t^'j .  3.  Sopratteneudola 
il  padre  a  maritare,  s' innamoro  per  av- 
ventura di  Pietro.  Cant.  Corn.  18.  Però, 
donne  gentil.  1'  olio  farete  Quando  1'  uli- 
ve vostre  in  punto  arete,  Pertbe  sr  punto 
le  sopratterrcte.  Vi  dona  poi  non  lo  po- 
ter Irai-  fuori.  Cas.  lelt.  5i|.  Ed  ho  ve- 
duto quanto  mi  debbo  dolere  che  il  caso 
e  la  fortuna  abbia  sopraltenuto  con  si  lun- 
go indugio  il  desideiiu  che  V.  S.  aveva  ec. 

1"  §■  Soprattcnere,  si  dice  anche  Quan- 
do il  Magistrato  ordina  che  il  reo  non  si 
parta  dalla  Corte  senza  però  incarcerarloj 
Sostenere.  Bemb.  Ator.  3.  38.  Per  decreto 
del  Senato  fu  soprattenuto  messer  Andrea, 
ni;  più  V*  andò. 

'^-  SOPr.ATTENUTO.  Add.  da  Soprat- 
tencre.  Bemb.  pros.  2.  Egli  M.  Paulo 
Canale,  da  Ilonia  ritornando  ,  e  per  Fer- 
rara passando,  scavalcati  alle  mie  case  ,  e 
da  me  per  alcun  di  a  ristorare  la  fatica 
del  cammino  soprutlcnutivì.  (B/  Car.  Leti, 
Tornii.  II.  Scritta  e  suprattcnuta  questa, 
è  comparsa  l'  altra  sua.    (Cj 

*  SOPIUTTETJO.  Avverò.  Sopra 
V  tetto.  Buon.  I-icr.  2.  3.  3.  E  viste  io 
ci  ho.  eh'  io  tengo  assai  malsane.  Moltis- 
sime finestre  sopraltetto  ((fui  si  dice  di 
una  sorta  di  finestra  chiamata  ahbainoj.  (*) 

SOPRATTIE?*!  .  Dilazione  che  si  ot- 
tiene al  pagamento. 

g.  Per  Dilazione  generalmente.  Lat.  di- 
latio,mora.  Gr.  av«.5rt)iy,'.  Tac.  iJav.  Ann. 
4.  102.  Il  Senato  volle  che  s'  aspettasse 
lo  'mperadorc,  unico  sopralticni  agli  ur- 
genti ninli  (il  testo  lai.  Ita  :  suQvigium  in 
tenipus).  J\fatm.  C).  6^.  Fatto  al  morire 
un  sopralticni,  intanto  ec. 

SDPKATTUTTO.  Po.ito  avverhiaìm., 
ihe  anche  si  scrive  SOPIìA  TUTTO. 
L*rincipalmentej  Totalmente,  In  tutto,  e 
per  tutto.  Lat.  potissimum.  Gr.  ,i/a,'/i5Ta. 
I-'iamm.  i.  56.  Tutte  (]uelle  altre  cose 
che  a  donna  nobile  deI)bono  esser  care,  e 
sopra  tutto  la  grazia  del  tuo  maiito.  L'ir. 
Disc.  an.  11).  Sopiallutto  debbo  avvertire 
ognuno,  che  la  servitù  de'  Principi  è  ag- 
guagliata a  uno  altissimo  monte.  Cas.  rim. 
buri.  1.  6.  E  vuol  che  non  le  puta  so- 
prattutto. Lib.  Son.  128.  E  quando  ei  fa 
paitita.  Avvisa  soprattutto,  e  questo  è  il 
sunto. 

SOPRAVANZAMENTO.  Sopravanzo. 
Lai.  pmgrcssus.  Gr.  izp^CGut:.  Fr.  Ciord. 
I*red.  Si  gloriano  del  loro  sopravanza- 
nienlo  agi'  inferiori  nella  virtù. 

J?  S0PRAVANZA>TP:.  che  .^opravan- 
za.  Lat.  eminens  .  Gr.  'i^oyo^.  il  Voca- 
bolario alla  voce  EMI^E^ TE.   (') 

.SOPRAVANZARE.  Superare.  Lat.  vin- 
cere, superare,  exuperare,  exuberare.  Gr. 
viXKV,  UTlCjO^c.t'vstv.  Lcclam.  Quintil.  C. 
Perciocché  elle  non  hanno  (orza,  onde 
supravauzino  i  vìzii.  ^  ^alv.  Avveri.  1. 
2-  12.  Tutto  giorno  si  vede  intervenire, 
che  qual  nel  verso  sopravanza  gli  altri 
fuor  di  nii>uia.  sta  nella  prosa,  e  cosi  allo 
'ncontro.  djlla  più  parte  spesso  sopravan- 
zato. (J~)  f  iinh.  Mor.  5.  107.  Se  io  per 
r  addietro  ni>n  avessi  ec  dimostrato  quanto 
r  amore  e  la  carità  nativa  della  patria , 
tutti  gli  altri  amori,  e  tutte  1'  altre  carità 
sorvolino  e  sopravanzino ,  sì  oggi  mi  pa- 
rchi»' egli  agevolissima  cosa ,  cosi  il  cono- 
scerlo come  il  dimoslrailo.  (JS'J 

§■  I.  In  signific.  neutr.  vale  Avanzare, 
Sfìorgerc,  o  porgere  in  fuori.   Lat.  emine' 


re.   Gr.  s^iysiv.    Gal.   Dial.    L'  isole  che 
sopravanzanu  sopra  1'  acque. 

i"?  §.  11.  Sopravanzare,  vale  anche  So- 
prastare. Car.  In.  lib.  Q.  v.  l\!).  -I  gio- 
vani di  Tiiro  Teucau  1'  ultime  squadre,  e 
Turno  in  mezzo  Con  tutto  il  ca[io  a  tutta 
la  battagli.!  Sopravanzando,  armalo  caval- 
cava Per  r  ordinanza.    {Bj 

*SOPU AVANZATO.  Add.  da  Sopra- 
vaiizare.  Salv.  Avveri.  1.  2.  12.  Sì  come 
nel  predetto  poema  superò  quasi  lutti  gli 
altri  iiella  putita  del  parlare ,  cosi  ucUa 
medesima,  uell" altre  sue  srritttu'e  ,  in  al- 
cuna (la  alcuni,  in  alcuna  da  molti  si  vede 
sopiavanzalo.    f /  } 

t  SOPRAVANZO.  Ciò  che  soprnvanza. 
Lat.  exces.ius,  cxuheratio.  Gr.  ÙTr-pSoJij)'. 
K-  Tolom.  lelt.  2.  07.  Se  voi  non  mi  donate 
questo  sopravanzi),  ve  ne  resto  per  rigore 
e  strettezza  di  legge  obbligato  ;  se  me  lo 
donate  ,  vi  resto  annodato  per  ragion  di 
beneficio  e  cortesia  ricevuta .  (Bj  Car. 
Bett.  Arisi.  X.  7.  Perchè  quel  componi- 
mento mostra  maggiore  il  sopravanzo  della 
cosa.  I  TCj 

u'  SOPRAUMANO-  Add.  Io  stesso  che 
Soprumiwo  j  ma  meno  f/.m/o  .  Borgh. 
l  esc.  Fior.  [\10-  Delle  passioni  che  van- 
no attorno  di  questi  santi  martiri,  che  si- 
curamente furono  maravigliose  e  soprau- 
niane.   (V) 

•f  '\-  SOPRAVVANAGLOllIOSO.  Add. 
Più  che  vanaglorioso,  J' anagloriosissimo. 
Uden.  ÌMs.  4"  23.  Con  quante  aiguzic  di 
concetti  mantiene  (  Plauto  )  il  costume  so- 
pravvanaglorioso  di  Slrntofane.  (Aj 

SOPIlAVVItDERr..  Osservare  cVn  av- 
vedutezza. Lai*,  prcviderc.  Gr.  ctoTrrsu'itv. 
Bemb.  òtor.  5.  67.  Avendo  il  Pesaro  man- 
dato a  Napoli  brigantini  per  spiar  di  lui , 
e  sopravvederc  ec. 

SOPUAV\EDUTISSIMO.  Di  singola- 
rissima avvedutezza.  Lat.  pr udentissimits, 
cautissimus.  Gr.  yjJOvi/jiwTKTfic,  ì'JÌkSs- 
5TaT3.>  Petr.  Com.  ili.  I  qu;di  il  soprav- 
vcdutissimo  capitano  avea  posto  dinanzi  a 
spaurire  e  turbare  i  nemici. 

:?  SOPRAVVtDUTO  .  A€ld.  Più  che 
avveduto  ,  Avvedutissimo  .  Lat.  Caiitissi-' 
mus  ■  Gr.  £y).a£ì'5tKT05 .  Bemh.  A.fol. 
I.  60.  Molti  particolari  accidenti  ,  che  a 
ciascuna  soprastanno,  vie  più,  che  noi  non 
siamo,  sopravvedute  vi  facciano  e  riguar- 
dose.  {*) 

SOPBAVVEGGHIARE.  Vegghiare  as- 
sai. Lat.  pervigilare,  evigilare.  Gr.  éyii- 
pecOvLi.  Coli.  Ab.  Isaac,  cap.  7.  Se  tu 
non  sopravveggbierai  all'*  uscio  continua- 
nienle,  non  sarai  esandito. 

SOPRAVVEGNENTE  ,  SOPRAVVE- 
NENTE, e  SOPRAVVENIENTE.  Che 
sopravviene,  Sus.teguente.  Lat.  proximus, 
imminens.  Gr.  z  ■/y-à-z&.TOi  ,  i-nzzfx.!Xf/o^. 
Maestnizz.  2.  29.  5.  Potente  è  Iddio  di 
scampare  1'  uomo  da  qualunque  sopravve- 
niente tentazione.  Jìocc.  Introd.  2.  Sicco- 
me la  estremità  dell'  allegrezza  il  dolore 
occupa,  così  le  miserie  da  sopravvcgnente 
letizia  sono  terminate  .  E  g.  2.  f  ^.  So- 
gliono ec.  per  onor  della  sopravvcgnente 
Domenica  da  ciascuna  opera  riposarsi .  E 
g.  5.  f.  2.  Molti  hanno  già  sapulo  con 
debito  morso  rintuzzare  gli  altrui  denti, 
o  i  sopravvcgnenli  pericoli  cacciar  via  . 
Guid.  G.  Per  averle  meglio  apparecchia- 
te negli  sopravvegnenti  bisogni.  Mor.  S. 
Creg.  1.  2.  Sempre  stelle  costante,  avvi- 
satamente sostenendo  ì  sopravvenenti  col- 
pi.  *  Sannaz.  Arcad.  pros.  ().  Già  ogni 
uccello  si  era  per  le  sopravvegnenti  tene- 
bre raccolto  nel  suo  alljergo  fuorché  i  ve- 
speillli.   (B) 

''^  g.  Sopravvegnenti,  in  forza  di  .tust., 
vale  Posteri.    Ces.   Lelt.    Cic.   8.    127-  Di- 
c(  ndomi  :  Ch'io  non    voglia  standomi  in- 
darno e  senza  fama  morire,  ma  con  qual< 
159 


S  0  P 


l2fM 


SOI' 


Dmc    r  469.   Congiun».".:  d.  rorp  i  rt 
fn.me    e    cU    sosta...»,    che    culla    sopray- 
'«ncnxa   pc-i    de'<ari6(;lii.oU,    rome    d, 
lanU  dolci  pegni,  maravisUusameDlc  s  ac- 

'  "sopravvenderr    re/.*™  /a  «•<. 
„i.WAe  ella  non  .ale.  Lai.  «7".°  "•■>•" 

;  "//  .6.  Vendè  .1  podere,  ovve.o  ,.oden 
uoi  da  (elineU.  ce.  .  a  Oiovann.  Pena, 
è  puossi  due  gli  sopravvende>se  pareeeh.e 

centinaia  di  fiorini  cr>t>oivvF. 

S0P11A.VVENEI-TF.  ,    e    SOPBAVVE- 

+  SOPRAVVENIMENTO.  Il  .■^opr^^^c 

,,x.  La..  .".;?"»■''."'. '"'""'-"";:"rwa 

l,M    Gr.   ^  i'  Tou  KV«vou:   TO.-nu,.a.  , 
/■«n  fn^-SÌ.  Sentendo  a  sopravvenimento 
rsTande    stropieco  d.Ue  kpr,^  gUtarons. 
,efr  acqua.  S    ^cost.    C.    !>■   Per  soprav- 
TeniJlento  sprovveduto  di  queste  passton.  s 
impedùnentisce  lufic.o  della  ragione.  Dani.  I 
cLv    .44    Perocehb  ciascuna  cosa  per  se 
■da  amavo,    e    „uUa  è  da  od.are  se  non 
per  sopravven,M.ento  d,  mal.z,a,  ragionevole 
'e  onesto    è,    non    le  cose  ,  ma  le  malu.e 
delle  cose  odiare,  e  proccurare  da  esso  di 
,,„^e.     S,o,.Eur.5.    ,03.   Trapassando 
per  qualche    spazio    tutti    quanl.  gì.  onon 
Ta  sali  col  sopravven.menlo  d.  questo  nno- 
'vrtanlo  pi"  'i  mostriate  dcgn,  d.  glona, 

"""sOPBAVVENIBE.  Iwproi'iisamenle  ar- 
rivare. Lai.  clein,p,-c,i<oa.l.en.re,..per. 
venire.  Gr.  e^a.^vr,;  i^T^.^Z-'"-"-  "'"^^. 
/  Oreg.  Ed  ecco  che  sopravv-ennero  U 
Sabei,  e  portaronli  via  tutti.  Bocr.  no.. 
6,      3.    Sopravvegnendo    ad    un    ragron.- 

nienlo    di    giovani.    Ao.'    "'■'    ^9    \:  "': 
Tpe^dendo  Scialacquando  Usuo.  gì.  an,-. 

sopravvennero,  e  sopcrchiogli  ten.|.o. 
Xse  povero.  AWer.  Col,.  70-  »■■-•>- 
che  oc.  chi  t.irda  a  far  la  vendommu.  non 
solamente  offende  le  viti,  perch  elle  por- 
lanoilpeso  pii.  del  dovere,  ma  per.  he 
«.pravvenendo  gragnuola.o  tempesta  face  a 
J,n  danno  al  vmo.  *  Cr^  l-"-  ■>'■  " 
:.  311  Ed  .eco.  intanto  Che  cos.  s.  tu 
muitua  e  travaglia.  Mesti  sopravvenir  gì 
l".asciado,i  Che  in  Arpi ..  Diomede  avean 

•"Tf  P^r' sen.pl.ce^enu  lenire,  ma  ha 
nl^uanlo  pi!.  * /»r=a.  Lai.  ad.eaire   eom- 
prehendeL   Gr.   e7r!fZ"P«'-   "°"-  "''^  . 
Vi     10.   In  cotal    guisa   dormendo     sen«a  , 
.Vegliarsi,  sopravenne    U  gi.irno  .    K   "O»'- 
t,  \o.   Se  m.n  fosse  eh"  egli  era  giovane, 
e  v„pravvenivailealdo,esli  avrel.l.e  avuto 
troppo  a  sostenere.   K  no..  So.   =0.   tnco- 
min^ron  poi  a  sopravvenire  delle  c,(,on 
per  le  quali    non    gli    veniva    ec     fallo    . 
potervi  entrare.    Din.     C""P-   -   <>■   '»- 
anto  sopravvenne  un  giovane  cognato  d.l 

M^calco.**."-  ^"-/-  .^J^,,^:", 
pravvenne  il  primo  giorno  d.  settembre  ^ 
'ii.orno  deternonato  >  dare  pr.ncp.o  .il  , 
«Aucdio  Puano.  (L)  „.  j.„ 

«S.ll,  Insigni/le. alt.  vale  Sorprendere. 

Car\on,.  Sof^r  Pane  „n  K-'-'. -■;; 

tre  ch'ella  pascendo.  .i..ca«..K.,  e  cantai,  lo 

>i  stava,  sopravvcgnendola.  tento  d.  Irarl.i 
l\uo.esiderio.,V;    Vr.  /..r.  .0.  1«.  '-u 

Itro  rimasi  erano  e  rerdiit.  Tutu  d.v.u 

ilermim    d' Olamb    -    ,V'"'""^.  *'.'„  "j. 
vento  furs.,rravv,.,ul.  Il    errando  in  al 

lo  mar  tre  <li  gli  manda.  (H 

SOPKAVVKNTO.  /  'nlafg'O  del  ^■enlo 
r,.;s,go.l.r..r^noa.h.s,a.o„o,en,o. 

%  Wlml,  K.itrr,  .  Star  ,oprae>-enU> 


0  Avere  il  .«,prav»n,a.  vagl'^-'   ^'"" 
Jie:r.l.j:en,oirepn.^^J^_^ 

^'"'Ta^LTrZa'errarll^rava.a, 
r.a.  ed  "^"'l^^        ^^1    g3.   Fare  una 
„per,o.<».     'jrel--    '  ,p„cotacchio , 

bravata,  o  tagliala,  o  uu       , 

1  o  uno  sopravvento,    non.  allro    e 

nacciare  e  Ware.   «-.o».  ^-"-^^^  ,.. 
Gli  uomio  lesi,  fammi ,    <  h'    ron 
vaUelte  e  so,.r.w.-n.i   fanfare   agi.  Jlr;^_ 

«.     III.     ' -■    sopravvento       -^" 

rf/jio.    Bnon.    Fur.   4.    J      "■     ■",,,„. 
ehe  in  Fiandra,  o  in   A^.-«---^" 

's:::;::^^'nrd:s:ti'ouSf.ne. 

1  "T,',PI,AVvl""^TO.    Jdd.    da    'oprav. 

1        Sl.PBAWt^     i  Vedendola  m.lte 

venire.   Bocc.  no.'-    |.>-  "  ,„,„dissin.a 

sopravvenuta  oc,  Uov..la  »"■>»;"""  .„^ 
.feccia,  smontando  ;^e'-;'':  ma  J!"-." 
il  lego.  F  nov.  47  .9  •?"""/  '„.  Ji,  5. 
U  tempo  <>'•>  I^rlo.ire  oc.    /_  jm     90     ^^, 

^è   SI  discernea  ec.  -i;;"!    ;,'^„f":i  ;  'd.  lor 

7"XT.rpoici.é" -F-y-- 

Tver"^     Ce   con  chiarissime  acque  dal  suo 
polvere  ci..»-  cou  venne  dinanii 

viso  cacciata  ec.  ,    con  essa  v.  ■    ^    .    ^^^ 

alla  Ninfa.   -  <;■<»■■   '''''/,  ,„,,r.avvenuto 
Fu  interrotto  (>l  negozio)  dal  so,  ra 

avviso  .r  una  nuova  """""_,'  VESTE 

sopravveste  di  ragna.eU  -•  «   ^  °     ^,. 

;r,r;.hVriman  la  foglia  che  s  ini..- 
,,,  guan.lo  dal  ramo  e  lolta^  /*  -^^^^_ 
j,  3.  :0.  E  steccata  1  avea  la  ,  ^^ 
SU.   Alan,.   Cir.    19.  T»-  M»  P*  j^ 

strerà  1.  =oprav^est.  Verde,    ove  ,1. 
r  hanno   nera   e   niesl».  Vii/ 

^:rvùo'ìn0L'adamor...e^r-;p^ 

::^C",^:m:ia-,.ravveste,siem.^- 
SvLnlo,  e  f-iano,';';^'";:  ^     Zl.e 

Lai.    ...-r'""''"'-     ■"'tr^ec.fndi.an- 

Son  parecchie        n     ..I      .      j^,  ^n  che 
1   e   .lual  men   Leti.  ,         >1 

-r^;:Zv^^^T:;^'^-tt 
^;r^::::rrs>^v;.i,i.Vu.».g>.- 

SOPn AVVINCERE^   ^  .^  ^^ 

Srer.    fior.   Slor.   '1.'"'  „,    f.ri. 

d   una  me-na  v-loria.    «...P  ; 

meglio;   perche    ■l-'f''   '^'        " 
pravvincere  '-"M'"  r^'lj"'"  _,„  so- 

'^:.r""^«  "-"  V  r-r 


s  o  p 

».„gUs«,  miao  già  sopiavvotadall   onde 

„Je  p«.  perduta,  e  V'^''-'-^'. 
SOPllAV VISSUTO.   Add    da  Sopra, 

.  ,l..i   ,  so.,ravvi»ulo  marito.  I 

La.,  superstes.  Gr.  ^T'^^^^^  ^Tha^o 
re//  Se  tulli  i  mi»"  1'"''""^  ',"!:„ 
Treso  la  mula,  allora  sopravviventi,  non 
C»o  in  concord.a.  r«c  '^-.^  -"•-  ^'„^„ 
^10.  Fanno  a  chi  l""  ^^^6»  '  rb' 
fiato    esca    loslo  ,  pei    lasciare  gu  »• 

J^dere    .n    alcuna  eariea .  quan^io  Ma 

""^PR^vvivERE.  ri.-..^-'-^;. 

0  Viver  d.p.à.oral..n^;"^^;^l:^^_ 
...pers,„en,  ».«■  Gr-  ^.p  K  ^  ^^  ^ 
liamm.  5.  J».  E  "'  "f        divenire.   Jif 

Mmi.    ^"■•  ^'    ^'9-        ,1:°    „i    carissimi 
•  '-"■  ""■.  ^  Troi.  1   E  6a  eh'  IO  soBra 

"toU^vv.voLO.^-P^^-^; 

.em,.erv., '<•*"■•  •  <^'    ,""^1',  p«- 

■^f''"c':oir?:oP-"''^^'- 

cellalia,   e   c.so.o.        s»  p  l,„haiovi»   si  e 

una  medesima  '"";/*. ;^;;„^,,  .  vol- 
.erciocche  senip  «  ;    -;^;^,.     ^,     6.  ,. 

'■'^^'TsOTBAVVOLARE.  A;«»^^&p 
.yalvin.  Il.ad.  M.  '3.  '„„' j^^^  .„get 
eendo,  a  lui  s.M.rawolo  ""  ^'"^^  ^ 

poi  ec.   A   •'''"<     >••     ''^      ju-ello,  UBO 
1  Sicea,  "^f^r"X'ct"    mersagpero. 

il',  lor  colp.ee..  al  lerm».e^^.a>-v;^.^; 

,/„    ec.We«..  .     ^-''-  ^^,„,„  ,„,„„. 

1.  ...i„sli»a  nn»  r.  p>^  P"  ,,,„,„;„„ 
lrioi.fi.  mentre  fari  '"'  V  ^  „,  „„, 
p...la.,   ..   IMO   non   s^lo   -  r*  ^;^_ 

,olo    «a  piena.   ""    "■'  """       • 

1~  .U  sorraia-.ndan^.^e^V-'^,,,. 
,„rrrcceden«.   ^  }' -*     ,^.  ^  la  piene» 

,\,  ...preccedenia    (  j  _5i„.,^ 

*  SOIMIECIELLENTE.  -«" 

„//e.,e.  Kcc.//».e  r  ^      /^^^^^^^^ 
{„^.   valor.  «.pre«cM.n..1  l  ) 


S  O  P 

*  SOPREDIFICATO.  Jdd.  Fondato, 
Soprapposto  .  .NViA-j/i.  Pitc.  l-  232.  Lo 
ius,  uvvero  dritto,  l'ol  qtuilc  Iv  rìtiadi  in 
tirila  roQcorditi  <)i  \'jvv  iii.iiilcnj;oiisi  ve.  , 
•  sopredi6catu  sul  drìttcì  gcnerule  de*  |>o- 
poli.  (•) 

«  SOPREMINENTE  .  Jdd.  Che  sta 
jopra,  Soprastante.  Lat-  l'x.ttans ,  imnti- 
nens.  Cai.  t.nlf.  263.  Ma  solamente  l'es- 
sere ora  ron|;iuiiti'  i  le  fiijure  i  con  l'aria 
supreniinenle  ,  v  ur»  Sf|>arate  .  /  A  »V  t'. 
Sùt.  ^3a.  I  r  >U|  eiTif-ic  di  mari  am)i1ii>ì- 
mi  ,  le  quali  sondo  anco  toi)tuni>.sinie  dai 
frto^hi  dei  munii  <t.  ,  nnn  [uir  che  pnss:.- 
uo  aver  farultj  di  rt>ndui  mto  1*  aria  Mt- 
Itreminonte,  v   non   la  ron«tu»endo  cv.  (Hi 

*  §.  /Vr  Sopreccelle  lite.  Più  che  emi- 
nente .  Lat.  sHpereminens ,  excellentissi- 
mus.  Gr-  TOtvwTs'p-.jfO. ,  uT-'praTO-.  >«/- 
l'in.  Disc.  a.  76.  Contenendo  amori  e  di- 
-•.oacsli  d'  oj^ni  sorta  i*r.  .  cose  non  solo 
poco  dic(-v<ili,  ma  del  lutto  ri|'Ugnanli  p 
<  ontrarie  a  (|U«'ll.t  sovrana  ,  eccelsa  e  so- 
preminenle  natura.  (*)  Sef^urr.  Cnst.  in- 
str.  2.  32.  I.  hsseiidu  Adamo  dotato  da 
Oio  di  so|<remir.ent(  sapere,  ec.     f, 

•f  *  SOPi.EMlM  WZA  .  luogo  più 
rhe  eminente.  .Ve«er.  (rist.  instr.  l.  7. 
6.  Ctui  ci  figura  a  maraviglia  quella  so- 
preminenta  e  sovranità,  clic  di-e  tcncn-l' 
amor  di  Dio  sopra  tutti  gli  altri  allctti  . 
E  di  .tatto:  Onde  ci  vicn  sempre  un  tal 
amoro  proposto  con  questi  termini  di  so- 
preiaineoaa  e  di  sovranità-    /'' 

•f  *  SnPRtSALTATO.  j4dd.  Soprae- 
saltato.  C/den.  AiJ.  3.  25.  Rimprovero  con 
ucLeroo  a  uno  scrittore  l'anii'ollusa  disor- 
tiitanxa  elocutoria,  sopra  ogni  liurlianza  tra- 
jjica  sopresaltala,  ijj 

*  SOPRESSO  .  ^vverh.  Lo  stesso 
rke  Soi'resso  .  ti  J'ocaholario  alla  voce 
SOPRA,  g.    XLV.    (') 

*  SOPRETEKNO.  j4dd.  Più  che  eter- 
no ^  e  si  suol  dire  in  maniera  enfatica  . 
Sai^-in.  Pros.  Tose.  l.  164.  Si  potrcMie 
«Hrtr  ee.  che  V  K  significa  le  cose  eternej 
r  Era  le  sopreterne,  il  Sarà  le  tempora- 
li.    (•) 

SOPRILLCSTRE.  Jdd.  Più  che  illu- 
stre. Lat.  perillnstris,  attmodum  illustris. 
Gr.  TToiuxiu-o;  .  Cari.  fior.  34-  Tem- 
perate questa  aniarezza  col  ricordarvi  del 
proceder  di  voi  medesimo  contra  un"  Ac- 
cademia eli  Ddliiii  persone  ,  e  d'  illustri  e 
<li  soprillustri  seni'  alcuna  provocazione. 

*+  *  SOPHIMMATKUIALE.  ,/rfrf.  Più 
fhe  immateriiilc,  Immaterialtssimo.  Magai, 
part.  1.  leti.  20.  Sono  .segni  troppo  visi- 
bili e  induliitati  dell'  invitta  resistenza  di 
un  soprimmalerialc  ,  di  un  fior  di  s|»lrìto 
non  sensibile  a'  sensi  (  ffiii  in  forza  di 
*ust.  ).  f  -1) 

*  SOPRIMMENSISSIMO  .  Più  che 
immenso  j  maniera  enfatica  ,  e  detta  per 
esagerazione .  Uden.  Ms.  Il  Castelvetro 
ec.  neir  opporre  audace,  nell' allungare 
soprimmensissimo.  (yit 

•t  *  SOV \<\Syk\. 7. S.V.Y..  innalzar  so- 
pra; ed  anche  semplicemente  innalzare  . 
Uden.  ÌSis.  3.  63.  Soprinnalzar  gli  uomi- 
ui  alla  mae.<ità  superna  ,  per  condurre  in 
supetlia,  o  in  disperazione  imitativa  gli  uo- 
mini .  (J) 

•f*  SOPniNTELLETTUALE.  Jdd. 
Dt  là  da  iatellettunle  .  Mapal.  part.  |. 
lett.  20.  Operazioni  i\A\'  intelletto  umano 
ec.  dirò  soprintellettuali  ,  K-  quali  al.Iiiano 
la  lor  sede  in  una  parte  più  spirituale  del 
medesimo  spirito.  (A) 

*  SOPRlNTR^DF„^•TE.  Soprantenden- 
tej  Che  soprintende,  fìeilin.  Hucch,  11-. 
Apollo  il  vecchio  egli  era  un  Dio  .  bada- 
te ,  Soprintendente  di  tulle  le  cose  ,  Sole 
però  le  presenti  e  passate.  1 B) 

*  St>PRI.NTE>DKNZA.  Lo  ste.tso  c?tc 
Soprantraduma  .    Se^ner.    3fann.    Ottobr. 


S   O  P 

17.  4-  L'  amltir  la  soprintendenza  delle 
latrine  ,  1'  immergersi  nella  mai  ria  delle 
caroj;ne.  [*)  E  Pnrroc.  instr.  '.S  I,  Veglia- 
re con  alla  soprintendeiiz.i  al  puldilico  be- 
ne .  •}  )  Hellin.  liiicih.  118.  Se  <lunque 
un  nuovo  Apollin  si  trovasse,  (  he  di  quel- 
r  altre  cose  stato  poi  Non  lu  soprinten- 
denza s'usurpasse.  Ma   er.(/>' 

i"?  StU'KlN  I  1  KHKHE  .  /ticrf.  soprin- 
tendenza. Segner.  Parror.  in.vtr.  8.  1.  Te- 
nete a  ciò,  come  avvisano  i  bene  os|  erti , 
qualcuno  da  voi  distinti),  die  soprintenda 
ad  i>gni  ufficio  meo  grato.  A  Mann.  Sett. 
2^.  2.  Oueslo  IVeno  è  l'imperio  della  ra- 
gione ,  la  quale  rome  &o|  rintende  a  tutte 
l'altre  niemltra  del  corpo  ec,  cosi  dee  so- 
printendere I  arimente  alla  lingua.  1  l  j  ^4c- 
cad,  Cr.  Mcss.  lt!t.  5.  pm;.  6<)/j.  Prese 
sopra  di  se  Tcntrata  ec.  per  sopnnteudere 
a  tutto  ,  e  accorrere  coi  soccorsi  dove  la 
ni'cessith  lo  chiamasse.    •  Bj 

:'.:  SOPKOftOI  Aio  .  Jdd.  Che  è  in 
.tommo  onore.  Che  è  ovunque  riverito  ed 
onorato.   Salvia.    Inn,    Orf.     A) 

*:*•  SOPRORDIWAlilAMENTE.  Avveri. 
Più  che  ordinariamente  ,  Straordinaria' 
mente.    Uden.    AiV.    f/t) 

•|  *  SOPR(>RDl>AniO.  Add.  Più 
che  ordinario ,  Straordinario.  Uden,  JSis. 
5.  53.  Nelle  appartenenze  della  Heligione 
si  dee  per  obbligo  necessario  procedere  con 
gravità  e  decoro  e  riguardo  e  circunspe- 
zione  so[trordinaria.  lAj 

■J-  SOPRI  >SSO.  (-ro.vsezza,  che  appari.^ce 
nei  membri  per  osso  rotto,  o  .^commesso, 
e  mal  racconcio  .  Burch.  2.  58.  \i  tiene 
xm  par  d'  occhiai  sì  bene  addosso  ,  Che 
non  >i  muovon  mai  d' in  sul  soprosso  f(y»i 
per  similit.  !. 

g.  1.  Soprosso,  .fi  dice  anche  a  una 
Sorta  di  malore  che  viene  a'  cavalli ,  e 
simili  animali.  Cr.  p.  3().  I.  Nelle  gam- 
bo del  cavallo  si  fanno  molti  e  diversi  so- 
prossi o  allora  eh'  è  morso,  o  percosso  con 
calcio  ,  "  «piando  con  la  gamba  percuote 
alcuna  cosa  dura,  i  quali  soprossi  non  so- 
no tanto  nocivi,  qi»anto  rustichi  al  cavallo. 
E  appresso  :  Conciossiacosaché  tulli  i  so- 
proasi si  comincino  a  fare  per  una  callosi- 
tà di  carne ,  |  cr  alcuna  percossa,  inconta- 
nente che  parrà  che  si  voglia  fare,  si  dee 
radere  quella  colale  callosìtade. 

Sf.  11.  Sopro.f.vo,  metaforicamente,  vale 
Storpio,  /Iggravio,  JSoia,  lùtstidio.  Frane. 
Sacch.  rim.  26.  Ch'  e*  denti  fanno  neri  , 
p  gli  occhi  rossi ,  E  di  questi  soprossi 
?iienle  si  curan .  ec.  Fir.  As.  3i3.  La 
quale  ,  perciocché  le  leggi  ovvero  «latuti 
di  quei  paesi  le  davano  la  successione  di 
tutti  i  beni  paterni  ec.,  malvolentieri  sop- 
portava questo  soprosso. 

SOPROSSl.'TO.  Wrfrf.  Che  ha  .loprossi. 
Burch.  2.  58.  Che  all'  alto  della  schiena 
par  delfino,  Con  ampie  nari  ,  e  molto  so- 
prossuto. 

SOVRUMANO.  Add.  Che  e  sopra  la 
condizione  umana.  Straordinario.  Lat.  ini~ 
mensiis  ,  intmortalis  ■  Gr.  '■jTZiput'yt'i-o^. 
Ar.  Fu.:  38-  62.  Aneorchc  '1  valor  suo 
sia  sopiTjmano  ,  Egli  però  non  sarà  più 
eh'  un  solo  ,  Ed  avrà  di  par  suoi  contra 
uno  stuolo  .  Tiic.  Dav.  Ann.  l5.  210. 
Nerone  d'  una  fij;liuola  natagli  di  Poppea 
ce.  fece  sopiumana  allegrezza.  Alnm.  Oir. 
z!\.  I03.  (  he  soprumana  Dio  die  lor  vìr- 
lule   iVr  procacciare  al  suo  Giron  salute. 

SOPRUSARE.  Usar  .sopra  il  do,-etc , 
Abu.sare .  Lat.  ahuti  ,  usurpare.  Gr.  xa- 
TOtx-àijftac.  Tac.  Dav.  Ann.  4.  86.  Av- 
verando Cesiire  non  avergli ,  oltre  a'  suoi 
schiavi  e  danari,  auloiilà  data,  se  sopru- 
sata r  avesse  ,  facessono  alla  provincia  ra- 
gione . 

SOPRUSO.  Ingiuria.  Lat.  iniuria,  con- 
tumelia .  Gr.  CSpi;  .  Fir.  Vi.ic.  an.  78. 
Io.  arrecalo  da]  dolore,  e  dal  sopruso  eh' 


sor 


1267 


]  io  mi  veggio  fare,  non  iscorgo  verso  che 
a  buon  fine  mi  conduca  .  Salv.  Spin.  5 
6.  S'  IO  fossi  piovvi>to  come  se*  tu,  tu  non 
saresti  uomo  per  farmi  questi  soprusi. 

**■'  J'.  Per  Arroganza.  >egn.  .N/or.  Ith. 
5-  Un  fantaccino  ec.  avendo  comperato 
certi  pochi  pesci  da  un  villano  ,  gli  fti- 
rono  chie*|i  con  alquanto  (li  sopruso  da 
uno    SpagiiuoUi.    ,  IP. 

SO(^>t,)UAI)tUUK  '.  Rovinare,  Mettere 
u  .soqquadro  ,    Metter  sottosopra  ,    Mettt- 
^  re  a   rovina,    l.al.  evertere.   Gr.    àv&ni- 
I  -'tv    :;:  Min.    ^ìalm.  ."^54.  Ha  tale  strepito 
diciamo  soqquadrare  e  mettere  a  soqqua- 
dro,  in  vece  di  stordire  col  rumore.     B) 
I  r.ellin.     Disc.     2.    336.     Eccovi    pendenti 
dalle   pareti    ogni   strumento  ec.   e  le  leve 
che   soqquadrano  ,   e  gli  arganetti    che  sti- 
rano  ec.    (f) 

SOQQUADRATO  .  Add.  da  Soqqua- 
drarci Mes.10  a  soqquadro.  I.at.  ever.uis. 
(ir.  y-y.Bv.iciOu\  .  Ir.  t-iord.  Pred.  R, 
Tiovarono  la  terra  soqquadrata,  e  in  esia 
i  templi  stessi  soqcjuadrali. 

SOQQUADRO.  Povina  .  Lat.  mina, 
cvcrsio,  tumultus.  Gr.  TTTw^tc,  «varfcT^*, 
aotueo;.  Tac.  Dav.  Star,  l.' :i6^.  Si;  ma 
quel  soqquadi'o  e  buio  e  confusion  ti*  ogni 
cosa  poteva  voltarci  contra  di  me. 

^.  l.  Mettere,  e  simili,  a  .toqqiiadto, 
vogliono  Mettere  sossopra.  Mettere  in  .-o- 
vina.  Lat.  quassare,  perturbare,  evertere. 
Gr.  ava7-:i£tv,  &OjCu€sTv  .  avaTCETiètv. 
Fir.  As.  291.  Gridando,  e  melleiido  a 
soqquadio  la  rasa,  diede  ad  intendere  sl- 
1  infelice  |  adre  ,  che  '1  veleno  del  figlia- 
stro aveva  tolto  la  vita  al  suo  figliuolo  . 
/lem.  Ori.  2.  7.  71.  Alla  fin  delle  sue 
parole  Ìl  ladro  La  mazza  ;ilzo  con  ambe- 
due le  mani,  E  tutto  '1  scado  gli  mandò 
a  soqquadro .  Bed.  Ditir,  35.  Con  furor 
p<'rfi«!o  e  ladro  Terra  e  cicl  mette  a  soq- 
quadro. Maini.  Q.  57.  Quale  a  soqquadro 
il  vicinato  mette. 

'■•  g.  IL  Soqquadro .  f'oce  usata  da' 
Muratori  ,  Legnaiuoli ,  e  simili  ,  e  vuol 
dire  Sotto  squadro,  che  è  Quando  per  ac- 
cidente d'  infunature  male  aggiustate  ,  o 
d'altro  mancamento,  un  pe.so  tirato,  o  stra- 
scinato non  può  fare  il  suo  cor.to  .  Min. 
Malin.  pag.   4^4*    f-^^ 

f  .SOR.  r.  A.  Sur,  Sopra.  Guitt.  lett. 
IO.  Quanto  è  sor  tutti,  sor  tutti  disdegnoso 
e.  Te.vorclt.  2.  Incontrai  uno  scoiaio  Sor 
un  muletto  baio  (il  I  ocabolario  cita  que- 
sto esempio  anche  alla  P'.  Sur; e  la  stam- 
pa di  tir.  1824  legge:  Sovr' )  .  Rim. 
ani.  P.  N.  Feder.  Jmp.  Ed  ho  fidanza 
che  lo  meo  servere  Aggia  a  piacere  a  voi, 
che  siete  fiore.  Sor  1'  altre  donne  ,  e  ave- 
te più  valore  .  I^ov.  ant.  25.  4-  E  non 
piaccia  a  Dio  nostro  sire,  che  si  malvagia 
colla  stca   sor  me. 

-::  SORAMENTE.  V.  A.  Avverò.  Scioc- 
camente, Senza  sperienza.  M-  V.  5.  .58- 
(  ediz.  del  l562  )  Avendo  gran  promesse 
da  Messer  Gran  i  ane  ,  eh' e};lino  avieno 
cotanto  offeso  ,  affidandosi  soramei.le  alla 
fede  delle  sue  promesse,  ec-  iJi) 

■'•  SORANTE.  Term.  araldico.  Dicesi 
degli  uccelli  rappresentati  con  ali  mezz» 
spiegate.    (A) 

SORARE  .  Volare  a  giuoco  :  e  dicesi 
dei  falconi  ..  allora  che  si  lascian  t'olarr 
.senza  avere  avanti  la  preda. 

t  SORBA  .  Frutto  acido,  e  di  formit- 
quasi  simile  m  una  piccola  p^ra ,  prodot- 
to dal  .sorbo.  Lat-  sorbum.  Gr'.  Ojo-j.  Cr. 
I-  4'  16.  L*  acqua  salsa  si  dee  bere  con 
aceto  e  con  isciroppo  acetoso,  nella  quale 
ghiande  e  granella  di  mortine  e  sorbe  si 
deono  mettere  .  /•■  5.  27.  I  Le  mature 
sorbe  in  semenzaio  si  pongano.  Patajf.  6. 
Non  va  dal  gozzo  in  giù  la  sorba  Lizza  . 
lìuTch.  I.  112.  L'asprezza  delle  sorlie  mal 
mature  .  Alam.   Colt.    3-    70.  Or .  quaa- 


1268 


SOR 


SOR 


SOR 


tumjue  vnlgar,  non  i\i-o  sclicrnirse  La  nc- 
s[ir)la   reul,   ne  l'aspra  sorba. 

•j  ^.i  SOnBECCIIlARH.  Sorbire,  Pren- 
dere a  sorsi,  Fortif:.  rim.  cap.  7.  E  su 
le  none  Farsi  aprir  le  6nestre  ,  e  st-rliec- 
rliiare  Di  ciocrulala  un  pieno  cbicchcro- 
nc  ,  Poi  sdraiarsi  di  nuovo,  e  sornacchia- 
re ,  ec.   fj^) 

*  SOltBETTATO.  Adii.  Congelato, 
n  Acconcio  in  maniera  da  far  sorbetto  . 
lied.  ìctt.  2.  283.  Beva  dell'acquacedra- 
ta, beva  dell'acqua  sorbettata,  e  di  <.Ìniili 
altre  arquc  arronce.  (') 

f  SOr.BKTTIliRA.  Vaso  di  metallo  nel 
quale  si  preparano  i  liquidi  clic  si  vo- 
gliono dare  altrui  diacci,  o  congelati. 
Jìed.  Annot.  unir.  191.  Bella  trinciera 
Alzane  intorno  La  sorbetlicra. 

f  SORBETTO  .  Sorln  di  liquido  con- 
gelalo composto  d'acqua,  dì  zucchero,  d' 
agro  di  limone,  o  di  qualche  altra  sostan- 
za .  Sagg.  nat.  esp.  1^1.  Preso  per  lanto 
un  vaso  ce.,  dì  quei  ebe  s'adopran  la  sta- 
te a  congelare  i  sorbetli,  ed  altre  bevande. 
Hed.  T)itir.  37.  I  sorbetti,  ancorché  ara- 
lirati,  E  niiir  altre  acque  odorose,  Son  be- 
vande da  svogliali.  ^  Sali-in.  Pros.  Tose. 
1.  36l-  L'  ingegnoso  lusso  e  sorbi-Ili  e 
gragnolatP  e  canditri  e  tante  delicate  gliiar- 
eiale  bevandr  ha  inventale ,  e  messe  in 
us<..   (IS) 

SORBINO.  Add.  Vi  sorba.  Di  sapor 
simile  a  quello  della  sorba.  Aspro,  /luon. 
Tane.  l.  1.  Ma  s' oggi  son  bugiarde  e 
zuccherine,  Saran  donian  colognolc  e  sor- 
bine  ■ 

SOr.BlT'.E.  A.ssorldre ,  Ingoiare.  Lat. 
.forl'cre.  Gr.  po^itv.  Dittam.  2.  IO.  Se- 
guila Caro  ,  ed  io  di  lui  ti  scrivo ,  Che 
passò  in  Parlia,  e  quivi  fu  dal  6ume  Sor- 
bilo ,  onde  da  poi  non  par\'c  vivo  .  Tes. 
Pov.  P.  S.  cap.  19.  Anco  assafetida  data 
a  sorliire  rnl  vino,  quando  vai  a  dormire, 
giova  alla  tossa.  Jìern.  Ori.  3.  3.  li. 
Aria  sorbito  in  un  boccone  intero  L'uomo 
e  '1  cavallo  e  l'arme  e' vestimenti.  Sema 
t<ircar  ne  '1  palato,  uè  i  denti. 

*t  *  S-  '■  'forbire,  neutr.  pass.  Pren- 
dersi in  un  .tor.to.  Inghiottirsi,  Ingoiarsi. 
Car.  J'M.  hh.  I.  i--  ^SS.  I  nostri  legni  e 
i  nostri  amiri  avemo  :  Sol  un  ne  man- 
ca j  e  questo  a  noi  davanti  11  mar  sorbis- 
si. (A) 

*?  §.  !l.  /'.'  per  similit.  attribuito  ai 
panni.  J'it.  SS.  Pad.  3.  17.  E  ciascuno 
uomo  e  donna  beato  si  linea,  pure  che 
vedere,  o  toccare  alcuno  de*  detti  monaci 
potesse  ,  o  che  sorbire  co'  panni ,  o  rico- 
gliere per  alcun  modo  |>otcssc  lo  loro  san- 
gue. fV) 

f  SOnBITICO.  Add.  Vi  sapor  simile 
it  quello  della  sorba  j  Aspro.  ^  Saiinaz. 
Arcad.  10.  Tal  che  a-v.-^ai  meglin  nel  paese 
Scitico  Vivon  color  sitilo  Itoute  ed  Elire; 
Benché  con  cilii  alpestri  e  vin  jorbilì- 
«o  .  fC)  Puon.  Fier.  ?..  2.  6.  E  lutti  i 
pomi  sorbitici  ed  aspri.  Radici  insulse, 
spiacevoli  e  fi»rli,  A  'ndolriie  imparai. 

SORBITO.  Add.  da  Sorhir-e.  J'itt.un  |. 
12.  Dal  mar  sorbito  nella  lri>ta  guerra. 

f  ,SORBO  .  Albero  che  produce  le  sor- 
be. Lai.  sorhus.  Gr.  oj'ì'ì-  Dnnt.  In/.  l5. 
Ed  e  ragion;  rhò  tra  gli  lam  surbi  Si  tli- 
«ronvien  frullare  il  d.ilrr  fico.  Amct.  t\']. 
Il  lauto  sorbo  ,  ni  il  fronzuto  corln-zzolo  , 
V  r  alto  faggio.  Cr.  5.  27.  I.  H  sorbo  ò 
arbore  nolo,  il  cui  frullo  h  di  due  falle. 

g.  Fssetc,  o  Fare  la  formica,  o  'Ifor- 
micon  di  .sorbo  ;  marnerà  pruccrfnnle  .  di 
cui  ved.  FOUMirA  g.  I.,  e  FOllMICO- 
^E  §.  Cirifì-  Cali-.  3.  77.  Era  di  .  ani- 
panil  questa  curnurchia,  O  formica  di  sor- 
ìn>,  che  non  esce.  Lnsc.  rim.  madrig.  33. 
Voi  sii'li-  eorbaccliìon  da  campanile.  Prete, 
o  piullosttt  formicon  di  sorbo. 

S()Hm»MtAHE       /.    A.    SopnMon- 


dare.  Lai.  ea  liberare.  Gr.  cuOz-veìs^Ki . 
Pim.  ant-  Guitt.  H.  Che  la  pena  d'amore 
in  me  sorbonda. 

SOHBOM'ATO.  y.  A.  Add.  da  Sor- 
bondarc.  Lai.  ej-uheriins.GT.tuOr,-/0'JiJfJOi. 
Jlemb.  pros.  3.  2O7.  ^ot  e  sor  in  vece 
di  sotto  e  di  sopra  j  ma  queste  tuttavia 
congiunte  con  altre  voci,  siccome  sodo  ec 
sorvizialo,  sorbondato,  che  dissero  gli  an-' 
tichi  rimatori- 

SORBtJNE  .  Dicesi  d'  Como  cupo,  e 
che,  tutto  intento  a'  proprie  vantaggi, 
procura  segretamente  e  accortamente  di 
conseguirgli.  I.at.  homo  leclus.  Gr.  "oJ-j- 
p.T,Tti  . 

V  SORCn.  Sorco,  Sorice.  Lai.  sorex. 
Gr.  ^ujc  tfpOMpvXùii.  Car.  lett.  2.  197.  SÌ 
dirà  poi:  Ila  {allo  a!>sai,  e  fu  poi  un  sor- 
ce;  e  sinuli  «ose.  (") 

SOIICIGLIO.  /'.  A.  Sopracciglio.  Lai. 
superciliuni.  Gr.  ùsp-j;.  M.  Aldobr.  Chi 
ha  li  borcìgli  pendenti  di  verso  il  naso,  e 
alzano  di  verso  le  tempie  ,  sì  è  lento  ,  e 
senza  vergogna. 

SOIICIO.  e  SORCO.  Topo,  Lat.  .forex. 
Gr.  vùOJpcf'o;  uZi,  Doni.  Inf.  22.  Tra 
i„   .•.■É„  :i    •,-....     -n:... 


■ale  galle  era 
Il  .sorcio    è    una 


■noto  il  sorco.  Sen.  Pi.> 
parola  ;  il   sorcio  rode 


cario  :  dunque  la  parola  rttdc  il  cario  .  A' 
appresso  .•  Il  sorcio  è  una  panda  ;  la  pa- 
rola non  rode  il  formaggio:  dunque  il  sor- 
cio non  rode  il  formaggio. 

SOnCOLUTTO.  J)im.  di  Sorcolo.  Lai. 
surculus.  Gr.  /'/v.Oi'S/Oi.  Segner.  Mann. 
Otlobr.  5.  I.  Fila  fu  da  principio  festu- 
ca ,  cioi:  a  dire  fu  un  piccolo  surroletlo  , 
che  a  poco  a  poco  crescendo ,  divenne 
trave . 

SORCOLO.  Marza.  Lai.  .furciilus.  Gr. 
/)a&t5/«;  .  Cr.  6.  l4-  4-  A\icenna  ilice 
di  questa  (  bietola  },  che  sopra  la  sua  ra- 
dice, siccome  ^opra  il  cavolo,  si  può  pian- 
tare il  sorcolo,  cioè  innestare;  il  qual  sor- 
colo  alla  per  fine ,  fortificala  la  radice ,  in 
arbore  si  trasnuita. 

•f  SORCOi  1  O.  Sopravvesta  più  stret- 
ta, e  più  corta  delle  ordinarie,  che  .11  por- 
tava sopra  t'  armi  ilai  cavalieri,  e  dagli 
uomini  d'  arme  ,  qua.ti  Sopraccotta  .  lì. 
F.  12.  4-  •^'  '  cavalieri  vestivano  uno 
sorrotto,  ovvero  guarnacca  stretta.  Quad. 
Cont.  Furono  pir  un  farsetto  di  buchera- 
rne, e  per  quattro  fodere  dì  sorrolto,  e  per 
una  ghirlanda,  e  per  un  carDierc. 

SOIiDACtinoiSE.  Accrescit.  di  Sordo. 
Lai.  sunlus  .  surdaster.  Gr.  xoi^o'^.  VTTO- 
/WjJr»;  .  Frane.  Sacch.  ncv.  l!\\.  Uice  la 
ragione  della  sua  ficaia,  e  quella  del  fra- 
tello ,  perocché  era  uno  sordacchioue  ba- 
lordo .  /■'  più  sotto  :  La  donna  e  ì  stir- 
dacchioni  s'  andarono  a  casa. 

§.  Oggi  diciamo  Sonlacchione  a  Colui  che 
fa  le  iiste  di  non  udire. 

SORDACCI.M'.  Astratto  di  Sonh.  Lai. 
surditas.  Gr.  /wfw;i;.  Cr.  5.  2.  l3.  Il 
loro  olio  {delle  mandorle)  vale  contro  alla 
sordaggine  e  inarria,  se  di'ii|rt>  all'orecchio 
si  nii-lle  .  A/r.  Costant.  Alla  sordaggini* 
piglia  la  gomma  dell' ellera,  e  stempriala 
coir  aceto. 

f  SORDAMENTE.  Avverh.  Alla  sor- 
da ,  Chet'imentr.  I.at.  sunte.  Gr.  Kta^d. 
Dani.  rim.  23.  Ahi  angosrinsa  r  dispie- 
lata  lima.  Che  sordunienle  la  mia  \  ila  sre- 
mi I  Ott.  (om.  Purg,  22.  4<0-  «lio.rhe 
è  una  delle  Muse,  coli  trco  in  quello  luogo 
tasta  ,  cioè  tenia  ,  »'  tastando  sordanirnte 
suona.  Frane.  Satrh.  ttov.  l4l-  Tcimine- 
rebbe  quella  quistiolir  sonhunenir  ,  rome 
tra  i  soldi  si  do>e«  trnninnrr. 

SObUAMENTO.  Sordaggine.  Lai.  sur^ 
ditoK .  Gr.  yw'ywoK.  Cr.  o.  2.'».  1.  La 
ficddeifa  del  capo  muove  doline  nel  rapo 
de'  cavalli,  e  sordanirnlo  ,  r  fn  lor  \cnir 
tossa. 

SORPASTRO.   Add.  Qua.u  .unto.  Al- 


quanto sordo.  Lat.  surdftster.  Gr.  VTt^/u- 
to;.  /  anh.  i.rcol.  255.  Sordastro  e  fi- 
losofastro sono  ralli>i. 

'••  SOUDELLIAA.  Sfu-iie  di  strumento 
musicale  da  fato  .  l'aldin  I  er.  L'n  altro 
slrumrnlo  da  fijlo  re.  ,  rh'  r^U  chiamava 
la  sordellina,  che  faceva  54  voci,  a  cui  si 
dà  il  Baio  con  un  manticello  che  si  arco- 
moda  sotto  il  destro  braccio.   (A) 

SOIIDETTO.  /'.  A.  Adii.  Sopraddet- 
to. Lai.  supradictits .  Gr.  «Ipotip'ìuciio^. 
Ouitt.  lett.  i3.  A  condizione  nuova  a  Dio 
trovata  la  religione  sordetta. 

SOI'DFZZA.  Sordaggine.  Lat.  surdi- 
tas. Gr.  /.'j.'ow;i;  .  Fsp.  Fang.  SriuUa 
maggior  sordezia  è  .  che  la  inubbidienza  . 
*  Hut.  Adr.  Op.  mor.  2.  197.  È  per 
mio  ai'viio  sordezza  vulontariu  dì  gente  , 
che  mostra  d'accusar  la  natura,  perchè 
non  diede  loro  che  una  lingua  ,  ma  ben 
due  orecchie.  (Cj 

SORDIDAMtKTE.  Avverb.  Con  sor- 
didezza. Lai.  sordide.  Gr.  pj~ocpclì{.  Fir. 
Di.tc.  an.  16.  Avviene  bene  spesso  come 
alle  testuggini,  le  ijuali,  per  essere  di  vile 
aspetto  e  sordidami-nte  nate  ce,  sono  da 
molti   di>prez7ate  e  abborrite. 

SORDIDATO.  Add.  Sordido.  Lat.  sor- 
didus .  Gr.  p'uTra^s;  .  Puon,  h'ier.  5-  I. 
I.  £  imbrattar  sordidati  Questa  vaga  di- 
visa di  zendado. 

SORDIDEZZA.  lìruttezza,  DeformitA, 
Schifezza  .  Lat-  tiirpitudo  ,  deformitas  , 
squalor .  Gr.  ff.tzypi'fi^  .  ^  Lib.  Ciir. 
malatt.  La  sordidezza  trascurala  suole  tal- 
volta esulcerare  la  parte  dolente.   (IS'J 

f  §.  Per  /eccedente  avarizia  ,  o  mise- 
ria. Lai.  illtheralttas,  sordes.  Gr.  f'u:ra- 
pi'X  ,  C}Xi/po}oyia.  .  1  anh.  Stor.  i3. 
487.  Era  quesl'  uomo  veranirntc  mecca- 
nico .  d'  animo  tanto  piuttosto  gretto  e 
mescbino  .  ehf  avaro  ,  e  di  tale  piuttosto 
so«>Udezza  e  gagUolferia,  che  miseria.  Tac. 
Dav.  Stor.  1.  257.  Non  dubito  l'esercilu 
d'  Iiiglnllf-rra,  governalo  da  Trcbellio  Mas- 
simo .  avuto  per  avarizia  e  sordidezza  in 
dispregio  e  odio. 

SOllDIOISSIMO  .  Superi,  di  Sordido. 
Lat.  sordidissimus  .  Gr.  ^'uTCapuTaro;  . 
Cuicc.  Stor.  i5.  748.  Nato  d' inSnia  con- 
dizione e  di  sangue  sordidissimo, 

SORDIDO.  Add.  Che  ha  .sordidezza. 
Schifo.  Lat.  sordidiis.  Or.  pvittp^i-  Pal- 
lad.  JVovembr.  21.  Se  l'olio  e  sordido, 
friggi  il  sale,  ce.  Tac.  Dav.  Ann.  II. 
l3o.  Il  far  la  reina  dell'  aiti  sordida  hol- 
Icgaia.  esserle  troppo  macrbia.  Fir.  Disc, 
an.  23.  Or  non  veggiamo  noi  tulio  il 
giorno  per  esperienza  gli  schifi  topi  ec. , 
attesa  la  loro  \ile  e  sordida  natura,  esse- 
re nondimeno  lutto  il  di  discacciati,  t*c. 

§.  Per  Avaro.  Lai.  sortUdus ,  avarus, 
illilteralis.  Gr.  f  u:ro/ovou/«i  ,  yc)apyu- 
fo;  ,  T^ui/f o'ioyo;  .  Tac.  Dav.  Ann.  3. 
71.  Il  poptdo  odiava  Quirino  ec,  por  es- 
sere veccliio,  sordido,  e  strapotcnle,  /luon. 
Fier.  I.  I.  2.  Sordido,  tciua  fé,  ladro, 
anatema . 

't  SORDINA  .  e  SORDINO  .  Tenn. 
rfr*  Miistct.  Sorta  d*  tstnimento  a  tasti  , 
che  differisce  dalla  spinetta  per  la  quali- 
tà della  sua  votx  sorda  e  soave  ,  le  cui 
conte  non  vengt^no  toccate  da  penne  ,  ma 
da  salterelli.  (Wth.  Dot.  2.  5.  Eli.  Fa- 
zio, suona  la  sonlina  (tini  figuratam.  , 
vale    /'ntv  il  .Tonto  ). 

SORDISSIMO.  Sufìfrl.  di  Sordo.  Lat. 
sunttssimut  .  Gr.  yucOTOCTO(.  Ambr. 
Cof  4  8.  lo  non  »ou  sordo,  il.  B  l>ene; 
ami  kordis>imo  lu  se',  o  »e*un  irislo. 

3  SORDITÀ'.  SORDITADE.  e  hOH- 
DITATE.  A'en/.ipiji/ic.  Lai.  .rurditas. Gr. 
xb<'fwci(.  M.  Aldofir.  Sonlilj  é  in  due 
maniere:  l'una  naturale,  e  l'allra  acciden- 
tale. Fr.  lae.  T.  l\.  32.  Il-  A  mr  \rnga 
et  chilutr  E  uiulezvu  e  sorditate.  hed.  Fsp. 


S  O  K 

rtiir  5j-  Un  ossicino  tirila  sua  coda,  li- 
<l»ilto  iu  polvere  iiii|>,il|ialiile  .  e  messone 
quanto  uu  >;ii-o  <U  spillo  nrll'  orefchie , 
vale  contro  jlla  sordità,  e  la  ì;uaiù>ce  in- 
lolliliilmeute  . 

*  §■  /-  figiiratiìin.  «  3Jor.  S.  i-rvg. 
Venenilo  a  noi  per  uiezxo  del  figlimJo  , 
ruppe    la    sordita  della    noitra    inscnsiliili- 

tà  ».  (^) 

SOUDUIA  .  Sordidezza  .  Lat.  sordcs  . 
Gr.  ou:r«5/jia.  Hùrtt.  Jior.  2\6.  Seìn- 
(;ale'(/c  chioccio/et  e  nettale  dalle  inte- 
^lina  ,  e  du   Uitle  le  iordixie. 

^  SiOKDO.  Sust.  MTititn.  Jmbr.  Co- 
fan.  4.  8.  Oh  molto  suliito  E  gufilo 
cttslui  del  sordo  !  Ìo  dubito  ÌNon  ci  sia  in- 
canno,  f  7  ^ 

SOIlUO-  Jdd.  Privo  dell' udito  .  Lat. 
uirdiis  .  «ir.  /W95';  .  Dant.  Inf.  6.  Che 
'nirona  L'  anime  sì  .  eh'  esser  vorreldjer 
aorde.  Petr.  canz.  38-  7.  E  'n  versi  ten- 
to sorda  e  rigid'  alma  .  JS  son.  253.  Clic 
piangon  denuo.  ove  ogni  oreccliia  è  sorda. 
fJocv.  /lOi'.  17.  45-  Al^a  quale  parecchi 
anni  a  guisa  «(Uasi  di  sorda,  e  di  mutola 
era  convenuto  vivi-re.  iV  noi'.  21.  8.  Que- 
sti è  un  povero  uomo  mutolo  e  sordo. 

§.  I.  I-  ìgurtttiim.  Lat.  siirdus .  Gr. 
xbtoòi,  j4met.  19.  Kon  i  freddi  marmi  di 
l'craia,  ne  le  querce  d*  Ida,  ne  i  serpenti 
di  Lil>ia,  né  i  sordi  mari  di  Ellesponto. 

*  g.  li.  Sonhf  ju  detto  anche  del  Gu- 
sto. 1  iireh.  rim.  buri.  E  non  dovea  aver 
mangiato  arrosto  Di  Leccafìcki,  eh*  avca  il 
gusto  sordo.  (l>r) 

*  §.  III.  E  pur  figttratam.  per  Jiipu- 
f^nante^  Hi t roso  .  iJant.  Par.  1.  Vero  è, 
che  come  Ibrnia  non  s*  accorda  Molte  fiate 
alla  'ntenzìon  dell*  aite,  l'erchè  a  rispon- 
der la  materia  è  sorda;  Cosi  ec.  /  J/; 

!r  g.  iV.  Sordo,  talora  e  opposto  a  So- 
/loro  f  'ut.  Adr.  Op.  nior.  5.  288.  Ma  il 
vaso  pieno  di  corpi  s;ddi,  o  di  qualche  li- 
quore .  sai'ìi  sempre  sordo  e  nmto,  perche 
il  suono  non  trova  via  ,  né  spazio  onde 
jHUsa  uscire.  (TCj 

J^  §.  V.  Sordo  f  Jiguratain.  dicesi  di 
Cosa  che  opera  senza  strepito ,  quieta- 
mente, /'eli.  .\ja/ì.  son.  56.  Ove  per  con- 
sumarmi amor  nasconde  E  '1  foco,  e  l' e- 
sca  e  'I  sonlo  suo  focile.  ff'Pj  Segner.  Pred. 
Pai.  Ap.  !\.  8.  E  r  esemi'io  operando  con 
attraltìvr  sorde,  e  soavi,  fa  che  la  cosa  vo- 
gliasi ÌDieramente,  come  si  vuole  ciò  che 
>i  %uole  per  amore.  {TC) 

%.  VI.  Lima  sorda,  si  dice  Quella  che 
limando  non  fa  remore.  Din.  i'omp.  i. 
l8-  Fece  fare  lime  sorde  .  e  altri  icrri , 
cu'  quali  ruppono  le  prigioni,  e  andaronsi 
con  Dio.  l  rane.  Sacch.  nov.  l35.  lo  ti 
recherò  domattina  una  lima  sorda ,  con 
che  Iu  segherai  colesti  ferri .  Morg.  18. 
l33.   E   trapani  e  paletti  e  lime  sorde. 

§  .VII.  fer  metaf.  M.  V.  io.  74-  Esso 
m  questi  giorni  lavorala  alla  coperta  culla 
lima  sorda. 

§.  Vili.  Bieco  sordo,  si  dice  Colui  che  è 
ricco  j  e  non  apparisce. 

g.  IX.  àM azzata.  Ceffata  sorda j  e  simi- 
li ,  si  dicono  quando  fan  più  male  ,  che 
non  appare.  Jiern.  rim.  57.  E  dà  co 'pie 
certe  ceflate  sorde  .  Alalm.  6.  61.  Prima 
jtli  dà  certe  picchiate  sorde. 

g.  X.  l'are  il  sordo,  si  dice  Chi  fa  vi- 
sta dì  non  udire  ,  o  non  vuole  intendere. 
Malm.  2-  75.  Àniadigi  alla  donna  mai  ri- 
si ose,  E  lece  il  sordo  ad  ogni  suo  quesi- 
ti» .  *  Segner.  Mann.  Lugl.  6.  3.  ^on  è 
si  facile  non  sentire  il  rìmuiso  della  co- 
scienza .  benché  alla  6ne  giungano  alcuni 
a  lare  il  sordo  anche  a  ijuesto  (nota  fare 
il  sordo  in  vece  di  fare  i  sordi  ).  (T) 

•■{•  g.  XI.  in  proverò.  :  /'gli  è  il  mal 
sordo  quel  che  non  vuole  udire  j  e  si  dice 
di  Chi  fa  vista  di  non  udire,  per  non  at- 
tendere, o  fare  ciò  che  gli  e  detto  .    /Vr. 


SOR 

Triti.  3.  3.  Oh  egli  è  il  mal  sordo  quel 
che  non  vuole  udire  !  >alv.  Spin.  5.  lo- 
lu  so  ben  che  tu  m'  intendi.  /{.  Aon  io, 
a  non  v  ingannare  .  /*'.  Mal  sordo  quei 
che  non  vuole  udire. 

^■.  XU.  S^on  din  a  .wrdo  ,  vale  Pire 
alcuna  cosa  ad  alcuno  che  Jacilniente  l'in- 
tcnday  o  prontamente  /eseguisca.  Iranc. 
Sacch.  nov.  i4-  fa  altra  parte  pensò  di 
mettere  il  consiglio  ad  eiVettn,  e  noi  disse 
a  sordo,  l  ior.  S.  Iranc.  \t\^.  Non  disse 
a  sordo  ,  che  di  subito  cuicsto  povero  gli 
cavò  la  tonica  .  Lor.  lited.  J:'eon.  cap.  6. 
Quel  elle  1'  invita  .  non  lo  dice  a  sordo  . 
Malm.  i\.  49.  Ma  quel  che  importa,  a  sordo 
non  fu  detta. 

*  g.  XI  li.  Sordo.  Term.  de' Matema- 
tici .  liconsi  Quantità  sorde  le  quantità 
incommensurabili.   (A) 

SOUELLA  .  Kome  correlativo  di  Fem- 
mina tra  li  Itati  d'  un  medesimo  padre  e 
d'una  nicdesima  madre;  e  dicesi  anche 
di  Quella  nata  solamente  del  medesimo 
padre ,  o  solamente  della  medesima  ma- 
dre. Lat.  soror.  Gr.  aoìisv;'.  l'occ.  nov. 
45.  16.  -Mando  per  la  madre  di  lei  e  per 
altre  sue  parenti,  e  per  le  sorelle  e  per  li 
fratelli.  / /(.  SS.  Pad.  I.  240.  Dopo  qua- 
raut*  anni  una  sua  sorella  molto  vecchia 
ec.  pregòe  lo  Vescovo.  /  it.  S.  .V.  Madd. 
27.  Ed  ecco  che  se  ne  vanno  con  lui  in- 
verso casa  le  due  sorelle.  Ciriff.  Calv.  i. 
Mori  qui  ,  poveretta;  e  so  lien  quanto  La 
piansi  più  che  sorella  carnale. 

§.  I.  Figuratam.  Dant.  Inf.  24.  Quan- 
do la  brina  in  sulla  terra  assempra  L'  i- 
magine  di  sua  sorella  bianca.  /■.  Par.  3- 
lo  fui  nel  mondo  vergine  sorella.  But. 
ivi:  Vergine  sorella,  cioè  monaca  di  santa 
Chiara.  Petr.  Canz.  34-  3.  S'  i'  "1  dissi, 
unqua  non  vcggian  gli  occhi  miei  ^ol  chia- 
ro, o  sua  sorella. 

g.  IL  Sorella,  si  usa  talora  per  Com- 
pagna, Amica,  Intrinseca.  ì  it.  SS.  /'ad. 
I.  236-  Vedi  dunque,  sorella  mia  ec,  non 
ti  gloriare  d'  esser  morta  al  mondo. 

^  SOItKLLlNA.  JUm.  di  Sorella,  e  ta- 
lora è  detto  per  vcz-zi.  Trait.  segr.  cos.donn. 
Era  nato  in  una  binasccnza,  nella  quale  la 
sua  sorellina  binata  era  morta  sulùto.  (A) 

;ìOK(;EXTE.  Snst.  J  outej  cfigitratam. 
si  prende  per  Origine  di  checchessia,  lied, 
son.  Al  desio  del  sovrano  eterno  bello,  Che 
solo ,  ed  in  se  stesso  ha  la  sorgente . 
'.'  Salvin.  ì.isc.  l.  137.  Dall' acqua  tulle 
le  cose,  come  volle  quel  gran  savio  di  Ta- 
lete  Milesio ,  traggono  la  sua  sorgente,  e 
nell'  acqua  finalmente  si  sciolgono,  e,  per 
cosi  dire,  ce.   (B) 

g.  Per  metaf.  lied.  son.  E  vide  secche 
e  tot;dmente  perse  Le  due  sorgenti  del 
vitale  umore  (cioè,  il  cuore). 

■\'  Snr.GE^TE.  Jdd.  Che  sorge.  Tass. 
Gcr.  6.  103.  Era  la  notte,  e  "1  suo  stellato 
velo  (  hiaro  spiegava,  e  senza  nube  alcu- 
na ;  E  già  s[>argea  rai  luminosi,  e  gelo  Di 
vive  perle  la  sorgente  Luna.  (Pi  òegner. 
Mann,  i^'ovemb.  21-  I.  I\è  anche  vien 
rassomigliata  semplicemente  ali*  aurora,  ma 
air  aurora  sorgente .  £  num.  2.  Per  la 
dignità  di  Madre  di  Dio  ce.  viene  oggi 
intitolala  Aurora  sorgente.  (J  ) 

'■•  J;.  Per  {  resceute.  Che  vien  su.  Bocc. 
Ictt.  Pin.  Boss.  L'avere  i  beni  paterni, 
e  gli  acquistati,  porduli,  dei  «juali  è  man- 
tenere il  cavalleresco  onore,  ed  alle\ar  la 
sorgente  famiglia  si  conveniva;  il  vedersi 
ec.  sono  cose  da  non  poter  con  pazienza 
portare.  Tass.  Cer.  17.  C).  Tanto  e  si 
fallo  re  1'  armi  raguna  ec.  Centra  il  sur- 
gente im[)erio.   (Br) 

.•^OnGEHE.    /'.  Sl'RGERE. 

't  *  SOIU-EVOLE.  Add.  Che  sorge. 
Sorgente.  Bemb.  Asol.  2.  l35.  Come  sor- 
gevole  fontana,  assai  più  ancora  che  que- 
sta nostra  non  e.  (A) 


S  0  a 


1269 


•f  *  SGUGINOtCHlO.  Quella  parie 
che  resta  . f opra  il  ginocchio  esteriormente, 
Salvin.  Cacc.  i'pp.  3.  126.  Son  le  gam- 
be Altu  tese,  simili  ai  tardi  agiati  Lam- 
melU ,  qiial  cummes.sc  a  folte  S({uamnie 
l'ino  al  doppio  suo  duro  sorginucchìo.  (A) 

•f  *  SOliGlTOr.E.  Porto,  Foce,  Luo- 
go dove  si  può  approdare  e  sorgere.  Ac- 
cad.  Cr.  ^!ess.  lib.  5.  pag.  585.  Diede 
fondo  al  sorgitore  di  S.  Gio.  de  L'iùa  un 
vascellouo  con  tredici  soldati  spagnuoli, 
due  cavalli,  ec.   (A) 

•f*  '^'  .SOKGIVA.  Lo  stctso  che  Sor- 
gente, Acqua  di  vena  che  sorge.  Magai. 
1  ett.  voi.  I.  p,tg.  16.  f  lir.  1769.^  Sia 
una  sui  giva  di  acqua  nel  piano  del  terre- 
no A  lì.  la  quale  scorrendo  lilicramente 
taccia  palude  .  /  »'.  Lett  ivi  a  pag,  29. 
Se  la  fabbrica  del  pozzo  non  rinchiudesse 
tulta  quella  sorgiva,  ec.  (Aj 

SOUGlUOINEUh  ,  e  SORGIUKGERE. 
Sopraggi ugnere  .  Lat.  supervenire.  Gr. 
iTK.Ìf-'/i'SZV.i.  /lini.  ant.  Guid.  Cavale.  71. 
Ke  può  coperto  star  quand'  è  surgiunto. 
(  così  nelle  varie  lezioni  di  questa  can- 
zone;. Frane.  /<arb.  106.  17.  Se  dubbio  ti 
sorgiun^e,  Tra  '1  si  e  '1  no  qual  punge. 
'J'ass.  Cer.  Jl.  44*  Quando  nuova  saetta 
ecco  sorgiungc  Sopra  la  mano ,  e  la  con- 
figi;e  al  volto,  y."  12.  5l.  Egli  quivi  è 
sorgiunlo  alquanto  pria. 

•f  SOlìGO.  r.  A.  Sorco,  Sorcio,  To- 
po. Lai.  nius.  Cr.  jU-u,.  Frane.  Sacch. 
rim.  22.  flia  se  non  fosse  il  gatto  ,  I  sor- 
ghi air  altrui  roder  sarian  tanti.  Che  forse 
il  riso  tornerelibe  in  pianti.  K  nov.  76. 
Andeià  sgamltalo  per  le  pulci,  ed  uno  sor- 
go l'assalisce  in  forma,  che  esce  di  se.  FI 
nov.  187.  tit.  A  messer  Dolciliene  si  dà  a 
mangiare  una  gatta  per  ischerno  ;  dopo 
cei  to  tempo  egli  dà  a  mangiare  sorgi  a 
chi  gli  die  la  gatta. 

.SORf^OZZOE.  Appoggio,  Fortezza  , 
Sostegno,  Sergozzone.  l-nt.  fulcimen,  fiil- 
crum.  Gr.  tiicjua,  57»;'^i"/jWk.  Gal.  Sist. 
4i).  Cerchi  con  catene,  puntelli,  contraf- 
foili,  barbacani,  e  sorgozzoni  di  riparare 
alla  rovina. 

g.  J  er  Colpo  dato  altrui  verso  il  goz- 
zo. Morg.  18.  173.  Ma  serra  1' uscio  ben 
duve  tu  dormi,  Lh'  io  non  ti  dessi  qual- 
che sorgozzone.  E  28.  9.  Chi  gli  dà  certi 
sartiozzoni  strani. 

*-}-  SOI'.I.  Sorta  di  minerale,  o  di  pie- 
tra vitriolica,  che  si  trova  nelle  cave  del 
rame  j  ha  un  odore  grave,  lezzoso,  nau- 
seoso, ed  adoperasi  in  medicina.  Lat.  .to- 
ry. Gr.  c'jj^u.  Folg,  Fiosc.  il  sori  ha 
r  odore  grave  e  lezzoso  e  nauseoso.  Bi- 
cett.  Fior.  24.  Il  calcili  ec.  è  un  mi- 
nerale che  nasce  nella  cava  del  rame,  di 
virtù  tra  il  misi  e  il  suri,  di  sostanza 
più  sottile  rlie  il  suri,  e  piti  grossa  che  il 
misi.  IC  altrove  :  Cose  forse  o  cavate  dalle 
vene  de' metalli,  come  il  misi,  il  calciti  , 
il  s<iri,  r  allume,  ce. 

V  SORIA>0.  Asgiunto  di  color  bigio 
e  lionato,  .serpaio  di  nero  j  e  tal  colore, 
bench'i:  si  dia  in  altri  animali,  o  in  panni, 
non  si  dice  se  non  de'  gatti,  forse  pcixhè 
i  primi  gatti  di  tal  colore  vennero  a  noi 
di  Sorta.  Min.  Malm.  (A) 

SOIUCE.  Sorcio.  Lai.  sorex,  mas.  Gr. 
[J.TJÌ.  Sen.  Pist.  90-  Una  gran  parte  della 
i;eule  di  Scizta  si  cuopre  e  veste  di  pelle 
di  volpe  e  di  serici,  che  son  molli  e  mor- 
bide, e  '1  vento  non  le  può  passare.  /  it. 
Bari.  18.  Vide  due  sorici,  che  sanza  ri- 
poso rodeaiio  la  radice  dell'  albero,  ov'  egli 
s*  attenea. 

;;:  .^OHICO.  r.A.  Sorcio.  Fav.  Fsop. 
Test.  Bice.  i!\.  I>ice  lo  conto  che  uno 
sorico  avea  trovato  suo  rifuggo  in  una 
casa,  che  v*  avea  un  molino.  (W 

•f  ^-  SOKITE.  Termine  de'  Logici. 
Sorta  di   argomentazione  ,    con    la    quale 


SOR 


SOR 


SOR 


pfr  certi  pradi  si  pero-iene  affa  ronrìnsio- 
ne.  Gal.  Sist.  33.  Questo  è  uni»  di  fjuelli 
argomenti  cornuti,  rhc  si  chiamano  Sori- 
li.    !/Ì) 

SOHMO\TA\TK.  Che  sormonta.  Lat. 
cresccns,  surf^env,  asrendens.  Gr.  «^?*- 
vwv ,  Ttpoy.'/ò^E'jo;,  av/^'xt'vwv  -f  Tes. 
Br.  7.  5o.  Ella  f  la  religione)  è  più 
de[^na  a  tultr  rose  di  tutte  virtù  cIip  ap- 
partengono a  divinità  ,  o  che  ri  mena  a 
lare  opera  rhe  ri  meni  a  vita  eterna,  sor- 
montante tulle  r  altre  riisc.  '  ff  1  Alnm. 
Coli.  5.  128.  D'un  pirciol  sasso  Se  le 
rarchi  la  fionle,  e  tagli  alquanto  Del  sor- 
montante  tallo. 

SOKMONTAIlE.  Montar  sopra.  Sali- 
re j  e  si  usa  in  .vif^nilìc.  att.  e  netilr. 
pass.  Lat.  scandere,  a. tre  n. le  re ,  crescere, 
surgòre.  Gr.  j3x'v»(V,  avx^aivjiv,  «v?'/- 
vetv  .  irpo'/.-^Z's'b'j.K.  Petr.  cnnz.  28.  2. 
Poiché  sormonta  .  riscaldando  ,  il  Sole. 
Dant.  Par.  3o,  In  comj>resi  Me  sormon- 
tar di  sopra  a  mia  viitute.  Stor.  fùtr.  7. 
154.  U;*one  il  Ma;;no,  considerando  niatii- 
ramente  quanto  le  cose  di  queslo  ■;i(ivane 
andassono  sormontando  e  innalzandosi  . 
tuttavia  ec.  operò  tante),  er.  '  ffui  fignrn~ 
Tarn,  cioè,  accrescendosi ,  rari-jliorando  , 
prosperando).  "-!'  Frane.  Sacck.  rini.  Co- 
lui che  .sempre  fu  e  nuovo  e  vet;lio ,  Ta- 
glia ed  atterra  le  superile  corna,  E  gli  u- 
inili  sormonta  in  alti  scanni,   llìf 

^  §.  I.  Per  /.^correr  sopra  ,  Pat.var 
sopra    scorrendo,  drffo    dell'   acqua.    J'if. 


dùtc.    Arn.    i3.  Partcì 


indo 


dclh- 


deposizioni  delle  piene  che  vi  sormontano, 
si  sono  andati  anch'  essi  alzando  in  par- 
la. iCì 

g.  II.  Per  Avanzare,  SopraJTure.  Lat.  e- 
xcellere,  .superare.  Gr.  uTriS'/siv . 'JTS-- 
fìotivsiv  .  G.  V.  3.  .'».  5.  Kaceano  ;;Uer- 
rcgpiarc  la  città  di  Firenze,  acciocché  non 
potesse  crescere  ,  né  sormontare  a  loro  . 
Nov.  ant.  5l.  /).  Guarentire  il  povero 
contro  il  ricco,  e  Ìl  fievole  conlrn  al  for- 
te, pcrrhè  il  forte  non  lo  sormonti.  Tcs. 
Br.  I.  l5.  Odorare  sormonta  il  gustare 
r  di  luogo  e  di  virtude  ,  eh'  elli  è  più  in 
allo,  e  opera  sua  virtù  più  dalla  lun^a  . 
Altresì  udire  sorm()nta  1'  odorare  ;  che  noi 
udiamo  più  dalla  lunj^a,  che  non  odoria- 
mo :  ma  lo  vedere  sfirnionla  tutti  j^li  al- 
tri di  luogo  e  di  virtute.  Ma  tutte  ([Ueste 
«•ose  sormonta  l'anima,  la  quale  è  assisa 
nella  mastra  fnrlezz;i  del  capo.  Din.  Camp. 
3.  80.  Allora  lominrio  a  sormontare  mes- 
ier  Maffeo  Visronli,  e  quelli  della  Torre 
e  i  loro  amici  a  aM>assare.  Dant.  Inf.  6. 
Poi  a[)pre5S0  convien  rhe  questa  ca;;i;ia 
Infra  tre  soli,  e  che  1'  altra  sormonti,  ftut. 
ivi  :  Sormtmli,  cioè  monti  suso  e  signo- 
rrBi;i-  fìnnt.  ^'ttr/^.  l^-  E  chi  podere  , 
grazia,  onore  e  fama  Teme  di  perder. 
perdi' altri  s()rmonli. 

5r  g.  III.  Per  Vincere,  Su peratv.  Pluf. 
Adr.  Op.  mor.  ^.  i32.  daranno  j;li  uo- 
mini sle.ssi  costretti  a  confessare  che  1 
Itruti  sormoiit;ini<   in    continenza.    -C) 

■f  <t  g.  IV.  Sormontare  ,  Jipnratam. 
per  Passare.  Salv.  Avs'ert.  I-  a.  proiurt. 
Della  qual  cosa  sarò  'per  avventura  ri- 
preso d.i  chicrlK'ssij,  quasi  io  sormonti  d' 
dna   dottrina   m    un'  altra,    fì'i 

SOUMON'I'A  IO  Add.  da  .Sormon- 
tare. Pant.  Piiix  li).  Poco  antendiie 
dall'  An^el  sormontali  *  ^f.  /  8  io">.  Per 
la  vittoria  di  ((uello  iturmontali  in  nr;;n- 
glio,  comliatteroiio  il  pOK(;io  de'  Bi>r;-hi. 
Saf^f!.  nat.  esp.  7,00.  nidolto  alla  eslri'- 
ma  densità  dalla  forza  ilell' acqua  sormon- 
tata in    (•. 

f  *  SOnMONTATORE.  f'erha/  ma- 
se.  Che,  o  Chi  .sormonta  ,  Sormon tante. 
Bel/in.  Pncch.  38.  Qual  rondottier  di 
guerra.  Che  presa  a  forza  d*  armi  .dihia 
«Da  terra,  ce  ;  Tal  quel  sorniontutur  ilcUe 


cervella  Passa  ,  e  ne  vom'a  pur ,  quaì 
trionfante,  ec  fBj  F.  Di.fc.  3.  ìo6.  E-Ji 
è  ec.  sormnntalore  di  sfere,  e  ohlilijalore 
di  stelle  e  di  sole  ad  esservi  strumento 
del    tempo    PC.    fFi 

5  SORNAf^CHIAHE.  Far  .tornacchi  . 
#  5.  Sornai'rhiare ,  vale  anche  fh/sta- 
rc.  •<  lìern-  Ori.  i.  2^  21.  Ula  ri-spose:  il 
Vostro  snrnaechiare  l  il  Focahnl.  alla  vo-  \ 
ce  PIXZI*  A»K  ^^  11.  /ft't:»*  s'mnaechiare) 
Non  m'ha  lasciato  stanotte  dormire.  (C) 
l-ortic:.  f^icc.  ."V).  76.  »''hp  suliilo  si 
sveglia  e  si  riveste,  E  prende  in  odio  lei 
che  ancor  sornarchia.  E  rim.  cap.  7.  E 
su  le  none  Farsi  aprir  le  lìnc&tre  ec. 
Poi  sdraiarsi  di  nuovo  ,  e  soVnaccliia- 
re.   (\i 

SOnjVArCHIO.  Samacchìo,  Catarro 
^ros.so,  che  tos.sendo  .ti  trac  fuori  dal 
petto.  Lat.  pituita,  .tpufum  rra.tsitis.  Gr. 
/ÓpjZ'A  0  '^'^..  I.or.  "*•(/.  canz.  Sp.  3. 
I  -sornacchi  eh'  ella  sputa  .  Paion  luorla 
eolla  hiacca,  Allcp.  178  ("he  fate  allo 
stai'nulo  Altri  coment!»  favellando  al  l»ac- 
chio.  Da  infardar  voi  e  lor  con  un  sor- 
nacchi".  Mnhn.  I.  ^7.  Le  strade  alla- 
Ran    tutte   coi   sornaechi. 

•f  =:=  SOKNAVIGAliE.  Navigar  .topra. 
Salvia.  Ifatracnm.  vers.  I05.  Qual  me  , 
sornavisando.  Meni  il  ranocchio  a  caval- 
luerio  a  ca-sa,  Sull'  ac<]ua  hianca  il  verde 
corpo  ergendo  *■  r/ui  vale  notando  so- 
pr'  acqua,  a  6or  d*  acqua  ;  lilirando  il  cor- 
po  a    .alla  )  .    (Ai 

SO  II  V I  O  V  R .  Sufornione. 
SORO.  Aeeiunto  d'  ticccl  di  rapina  , 
avanti  eh'  egli  n't'na  mudato.  Cr.  IO. 
3.  1.  Quelli  che  fu  preso  quando  uscì 
del  nidio,  è  di  secondo  merito  ,  innanzi 
che  le  penne  in  6erità  mulas.*e,  e  soro  si 
chiama.  Cant.  Carn.  l6.'>.  Smerli,  mo- 
scardi. smcri;;li,  e  sparvieri  Fanno  onore 
ad   opnun,  quando  son   Sdrì. 

^.  I.  Per  metaf.  aggiunto  ad  uomo  , 
vale  .'\criiplice.  Inesperto.  Lat.  incantus  , 
rudis,  fyro,  simpler.  Gr.  «y  j'Ìk/.to;  . 
ccTstco;  .  v£o;.  aTÌoj;.  ì'irg.  Fneid. 
Vide  Tideo  ,  e  tre  6g1Ìuoli  d*  Antenore  i 
[)Ìù  sort.  Dittam.  2.  9.  Onde  non  creder 
mai  nessim  sì  soro.  ('Ik-  del  mal  e  del 
lieii  ,  cui  tutto  ved<-.  Alla  fine  non  renda 
il  suo  ristoro.  Cron.  More//.  238-  Il  detto 
Paolo  giovane  ,  soro  ,  solo  ,  senza  alcuno 
aiuto,  o  c(msii:liti.  Tac.  Dav.  Ann.  .1.  7^. 
Chieileva  alle  fatiche  questti  comjagno 
non  soro,  ma  otto  .inni  esercitalo  a  quie- 
tare sedizioni.  Ar.  Far.  .^O-  ^i  E  or 
potrà  IUi((;ier  ,  «iovane  soro  .  Farmi  da 
solo  a  solo  41  danno,  o  sc«>rnn  T  Cecch. 
"^fogf.  2.  1.  Voi  dovete  tener  per  fermo 
che  Pandidfo  sia  così  soro  di  questo  Mo- 
tivo, come    è  lì    quel   muro. 

fi-  II.  t^oro,  »'  anc/ie  acni'into  di  una 
.VorM  di  mantello  di  cavallo,  che  più  co- 
munemente diciamo  Sauro,  Amet.  84- 
Acliimenide  stante  sopra  un  allo  cavallo, 
V  di  pelo  soro  fortissimo.  Tc.xeid.  6.  16. 
K  sopra  un  gran  deslrier  di  pelo  soro.  Era 
fra    tutti  i  suoi   più    r-minente. 

J  SOilORE.  r.  l.  Sore//n.  Lat. 
.pt»ror.  ì\t.  tnSù-or,.  Petr.  son.  283.  Co- 
me a  noi  M  Sol  .  se  sua  sonir  1'  udi>m- 
Iira,  C'osi  l'alta  mia  lucr  u  me  sparita. 
f'it.  ft.  fJmil.  ()l.  Questa  santa  più 
volli'  file  veduta  levata  ila  terra,  orando 
levala  in  aria  :  ondi'  Ìl  dì  della  vincula 
di  san  Pier»,  ahhiemlo  visitila  la  sororr 
SohiJin  nel  sasKo  vr  ,  orando  rlla,  la  vi- 
dr'   In   delta    sorore   in   aria    levata. 

SORPASSANTE.  Che  nyrpasta  .  Fc- 
ccllcntc.  Salvili.  Pros.  7o.«*.  2.  a^?-  •*'''■ 
i>iiono  lur  viaggio,  e  a  ogni  passo  in  i> 
strane  avventure  s' incontrano  .  e  in  nuovi 
e  stiavagaiili  accidenti  nati  dalla  loft)  ma- 
ravigliosa   e    sorpassante  lielletia. 

SORPASSARE      Passar   sofyra.    S'apra- 


.  i'ansnre.l.aì..fupergredi.GT.  j*|5^5ti've»v 
Salvia.  Pisr.  \.  102-  Quantunque  le 
maraviglie  della  grazia  sorpassino  di  gran 
lun^a  o-jni  umana  manij'allura-  P'  2. 
3o6  La  poesia  sor|*assa  in  rccelletua  tutti 
i    lavori  d'  injiecDo. 

SORPIU'.  V.  A.  Soprappiù  s  e  .ti  usa 
anc/ie  in  forza  di  tu.rU,  e  va/e  A  vanto, 
Soprnt^/izo.  Lat.  rtliquum.  Gr.  rztpi-.'sò-*. 
G.  F.  12.  2^  2.  Sono  i  Pivani  franchi 
in  Firenze  l'anno  la  valuta  di  fiorini 
3oooo  d"  oro  di  loro  merraianzia  che  ve- 
nisse da  Vinecia.  e  1  sorpiù  pagare  da- 
nari   II    per   lililira. 

SORPOltTARE.  V.  A.  Portar  sopra. 
Portar  .teco.  Lat.  auferrr,  efferrt,  eripe' 
re.  Gr.  r/.fv.'pitv.  Tratt.  pere.  mort. 
Quando  ira  sormonta  ,  e  sorporta  1'  uo- 
mo ,  elti   si   cruccia  in  anima  e  in    corpo. 

SOPPORTATO.    Add.   da    .Sorportare. 

SORpnSTO.  y.  A  -Idd.  Soprappo- 
sto. I.at.  superpositus-  Gr.  iTtT»r/ju.fv(»c. 
Cr.  q.  2Q.  I.  Aggiuntovi  assenzio,  pari- 
taria e  hranrorsina.  e  pesta  bene  ìnueme, 
e   poi  nella  pentola  eotte   e   sorposte. 

SORPRENDENTE.    Che  sorprende. 

^.  Per  Maraviglioso,  Che  caeioan  am- 
mirazione. Lat.  in  admirationem  rapiens  . 
inducrns.  Gr.  ''/ttÌ/ttm».  ■''alvin.  IHse. 
1.  3i2.  Non  vi  ha  in  questo  fatto  alcuna 
cosa  di  sorprendente  e  di  maravigliiuo. 

SOtipnENDERE.  Soprappncndrre  Lat 
ex  improvi.to  invadere,  opprimere,  f.r 
y.y.T-jtl'x.'j I^X'Hiv.  G.  V.  M-  'k).  2.  Per 
la  qual  cosa  i  nemici ,  tcmend.t  la  stanza 
d'  essere  sorpresi  er..  si  partirono,  ttv. 
M.  Poi  apprcssfi  la  paura  sorprese  tutta  la 
schiera.  Pant.  Inf.  |3  Quando  not  fum- 
i  mo  d'un  romor  sorpresi.  E  Purg.  21. 
l  Che  tutta  lihera  a  mutar  convento  L*  al- 
ma sorprende,  e  di  voler  Ir  giova,  ^ov. 
ant.  60  2.  Soq>resen»  questo  lor  signore 
a  tradigione  sconciamente 

*  §■  '*'■'*  Cagionar  maraviglia.  Saìvin. 
Di-w.  I.  .36'(.  Colle  loro  soltielieae  r 
novità  d'opinioni,  e  artificio  di  pande  sor- 
prendendo ed  incantando  la  romana  gio- 
ventù. fC) 

*  SORPRHNDIMFNTO  .  Sorpre.ta. 
Bellin.  Piic.  2.  36;  Di  -uhìlo  si  levò 
con  un  rancore,  e  con  una  al tlnim inazione 
si  fttrte,  che  lutto  riUolIenle  d'amarissimo 
fiele  ,  e  d'  un  sorprendimeolo  d' impeto 
deleslatore  vomitò  cnnln»  la  dignilà  e  V 
innocenza  di  lei  ec.  insulti  ed  impt.>pe- 
rii  ec.  '  F)  F  3.  4  *"  ^"'''  '^'  "»»"»*'• 
glia  il  chiami  inromprensihi'e  e  troppn 
grande,  ma  di  troppo  sorprendi  mento  ali» 
vista  dej;li  uomini,  se  osa  ella  talvolta  i- 
spiarue   sn«>  essere  da  lontano,  ec.   fft) 

SdHPRKSA.  Sust.  Il  .forprendere.  Lil» 
cur.  ma/att.  Tanto  più  s' affliggono  pei 
la  sorpresa  di  nuovi  e  non  aspettali  »crt. 
denti  di  stoniaro. 

3  sO*tPRFSO.  Add.  da  Sorprendete. 
Lat.  oppres.ttis,  invasu.t  .  Gr.  j^arae)»".- 
oS-ti;  A'm-.  ant.  3<).  2.  Vedendo  ehe  egli 
era  così  sorpreso,  parlò,  e  disse.  Datti. 
Purfi.  I.  Che  non  si  convema  l'occhio 
sorpriso  D'  alcuna  neldùa  andar  davanti  «1 
priniii  Ministro  f  ijui  sorpriso  in  i*e»T 
di   sorpreso,  prr  fa  rima). 

<t  jj,  I.  Sorpreso,  vale  anche  Preso,  • 
Pato  in  camhio  d' altra  cosa.  -  Dami. 
Par  .').  Ed  OSI"  prrmulania  credi  stolta  . 
Si-  la  cosa  dimessa  in  la  sorpresa,  O^nr 
*l  ijuattro  nel  sei,  non  e  raccolta.  But. 
Iv  :  Nella  sorpresa  .  rìofe  neU*  appresa  in 
suo   sramltio»  .    f/lr) 

*  g.  II.  per  Maravtefiato.  Pr/lin.  />!.»■ 
1  fi().  La  conie;.Uenu  pero  alla  quale  e|th 
termina  1/  calcolo  è  di  ima  stravaganza  *• 
nuova,  che  ci  è  Insogno  del  vigor  ile;;!* 
spiriti  vostri  per  non  restar  s'U-presi  dalU 
stupore.  fC' 

t  SORQCIDA.NZA.  F.  A.  Prtstinz^rtime. 


Aio  è  ar- 


S  O  R 

L^  .rrvf,u.l<u.  Gr.«Je.?ov««.Tral<.»«f': 
mori.  Il  li-no  rjnio  ili  orgoglio  a  e  »"r>l>"- 
^uua.  .h«  ii">  iiil'illunio  1 
«pn-.M.-  Lo  lino  laoio  if  org..si 

ro,»a«,  che  1'  uomo  appelU  >uiquiJunia, 

•  pri'iiUluionf-  >    .     y.i      L 

SORQlilDATO.    /.  X   JM-th'h,. 

^rqmdanza.  L;.l.  ..rro,«.......   Or.  a/Cv.-.. 

T~H.  ?«-'■•  """■'•  1-  •Tbos',"'»  f  "    '"J" 

.juiiUlo.    ibr  '«li  '"^'     I" 

nuiBo    Jlrvi.    E  ,ip(itT.t.to  : 

Ufi  Mr^uidal".   the    iiou    li 

.lU|.rr,iaro   li  Jlri.    A    «pf'mso 

kt   è    il    l'cccalo    M    «I' 

„i   del 
Poili»i 


J,.,..,    .-he 

tir  ;■  u.Naiii.i 

La  lei«a 

i|urUi  >orqui(lati    rhc 

Jiioo..  :    io  laro  ifXi-sXa  e  quillo. 

SliUKA.  .\alnnie  Jnllo  ilelh  ;w'i 
pt<,r     (unno       /''"<'■■     ""' •     °^-    ^Z,  .  , 

A.   I.   l8.   E  tio- 
Conic    If     l'allf 


c«:.'  e  Jrlla  sorra.  /<"'' 
«trai  a  un  filar  ili  sorra 
haouo  il  rcrvfl  di  liorra. 

*  SOKRAOEf.E.  Ki-derr  hntmenle. 
Lai.  subradrrt.  lalhd.  ,lpr.  ;.  Si'  quc 
,1.  arl»r.-  J-  Iri.la,  sorradUa  con  pelimi- 
di  ferro,  e  fia  alle;.ra.     ì 

»f   . _- 

IJrrcckiarc.    HnQl.an:    .Veni.    Pise.     Op 
,ol.  3.  p.i?.    58.   Per  lo  più    coloro    della 
Ter»  sapicnia   privi  ripuliremo, 
fcnifieanieule   e   de^li 


■o,  e    uà   jiiej.iu.      '  / 

:  SOKhEll  HIABE.rorrf'orrccAio, 


ma^Q 


alti 


dotti,  al 


che  di 
i  pcrversamenlc 


SOR 

Oliando  sorridendo    1' asi  ollaw  ,   I- d   a   la- 
liia  la  lascio  finire. 

SOHHI-'-O.  ■'"'.!'•  ^'  sorridere.  I.at.  .ti.".- 
ri,tii,t.  Gr.  ùnOttSioia/iK.  (•""(.  /  ur.  l8. 
\  incendo  ine  col  lume  d  un  sorri.M-,  Illa 
m.  disse  .  /ewh.  //«e/-  I-  56.  »  lUe  6ate 
addi%iene  che  una  paroletta,  un  soriiso.un 
muover  d'  occhio  con  maravigUosa  lor.a 
ci   pigliano    pli  animi. 

SOHBlSO.  ^dd.  da  .forrìrfere.  J  ani. 
P,ir  I.  >'i'fui  del  primo  duljbio  disve- 
slilo  Per  le  sorll^e  paiolelle  lircvi,  Denli  o 
a  un  nuovo  |iiu  lui  inclito.  /;«(.  '>•■  P" 
le  sorrise  paroletlc  hrevi.  cioi:  per  le  la- 
nde di  Beatrice,  le  <|uaU  disse, brevemen- 
te sorridendo  della  sen.plicili  e  grossei.a 
del  lalso  pensieiidi  Uanlc. 

*  SOIilOCAIO.  .-Idd.  .S-ur/vpnM. 
/orp/i.  /•«.<(.  H-ni.  A».  (,)uei.li  altri  Sul- 
fetti,  che  noi  lUremmo  perav  venlma,  o  so- 
stituiti, o  soriO(;ali.    il/ 

•+  *  SORSALT  ARE.  Saltar  sopra,  iat- 
lliad.    llb.    7.    e.     348.    Di   Priamo  il 
a  meno    scudo    Ine  colla  lancia,    e 
1'  acciaio  .    Ma    s'  in.I.mo  la 
Sorsallaudo ,     il 


S   O   K 


1271 


l'in. 

figlio 

non 


sollertuf;ii 


,  Sostc- 


pai  landò,   e   per   parer 

ed  alla  doi  pi.«a   ricorrendo,  som 

air  aura  popolare.  (Ai 

.S01lBEi;<;tRE.  Hcfifltre  sotto 
neri.  1  al.  >/.ire.  Gr.  s>s>'i«i«.  SaUiii.  | 
r,-os.  Tosr.  1.  4^8.  IffTfere  er.  non  so- 
lamenle  fermare  ,  ma  |ropriamento  (<■- 
nere,  e  .ìoslrnere,  e  .corn-^^ere  in  nostra 
lingua  vuol  dire.  /■  489.  «  on  aura  di  l>e- 
nifno  favore  soslencrio.  »orres(;erlo.  ed 
aiutarlo,  tf  E  Iditl.  3l.  l'na  nuova  cintu- 
ra tfU  ancor  prese.  I  olV  altra  mano  sor- 
reggendo   il  fodero,  ec.  f/t/ 

§.  tn  signiti,  ato  mriitr.  pa.t.<.  per  meta/. 
,a'e  l-trma-'si ,  Contenersi.  Lai.  .<e  <o/i- 
liitfre.   Gr.  altix^'*-  *""'•  '  '"^^  }' 

Soprapsiun^onn  alcuni  che  fUardano  al- 
trui. .■  non  si  sorregjiOiio  :  cosi  faceano 
i}uef.li  spirili. 

.-ORIil-.sSG.  P'.  J.  Pisorresso.  Lot. 
resiirrectionis  Pontìnirae  dies.  .'  I«r.  Pisi. 
167.  Quindi  si  prrli  lo  di  della  pasqua 
<li  Sorresjo. 

fORHIDESTE.  die  sorride,  tal.  J.'- 
kridem.  Gr  .  J-OaiiòlCv  .  lui.  Rivol- 
tosi innanzi  a  B<  alrice   sorridente. 

SORRIDE.NT  hMI-.^TE.  Av-erh.Con 
lorriso.  Lai.  sutndens  Gr.  j-oueiotwv. 
il*.  Pird.  F.  /•'.  Alla  in-errojaiione  la 
.ilonna  sorridentemente  ris|K>se. 

SOhRIDKRE.  I  lanamente  ridere.  Lai. 
suhriderr.  Gr.  v'iTO/ìsO'K'.  '  ani.  /fi/.  4. 
E  i  mio  maeitro  sorrise  dilanio.  >-  I  <"'■ 
3.  I  Ha  sorrise  alquanto  ;  e  poi  :  s'  egli 
erra  L'  opinion,  mi  disse,  <■?"  mortali,  ec. 
/•;  .1.  Drilli  nel  lume  della  coire  );uida  , 
Cile  sorridendo  ard-a  :;e^li  occhi  santi. 
lìut.  Par.  3.  «.  Ksania  e  de"  savii  di  so.-- 
ridere,  cioi  temperalamenle  ridere  de'.I  .'r- 
ror  de'  senic-liei  uomini,  che  lianco  la  ve- 
rità i"nanli ,  e  vanrola  cercando  allroTC. 
K  appresso  .■  Sorivlere  b  lem  cratamcnle 
rsdere,  iniperciiMchc  e  meno  che  ridere,  e 
4{Ueslo  s'appartiene  a' salii.  /■  Pnr^.  21. 
2.  Quando  1'  uomo  savio  vede  altri  le|:- 
gìermente  errare,  sormle.  f'eir.  c.ms.  4O. 
-.  E  di  sue  bejle  spO);lic  Seco  sorride,  e 
.M>1  di  le  sopirà,  /.«re.  no»'.  52.  6.  Volto 
ami' isi-iadori,  sorridendo,  disse.  /■- 
65.  IO.  La  donna  comincio  a  sorri- 
dere, e  disse.  Li^:  SI.  Gli  altri  gridarono 
.he  la  Reina  gli  ave»  sorriso,  l'orz.  Il3. 
Ed  elb,  un  pochcllo  sorridendo  ,  disse  . 
Tass.  t:cr.  19.  4.  Sorrise  il  buoi  Tan- 
.  redi  un  colai  riso  Di  sdegno ,  e  in  delti 
alteri  »V.l«  ivspo.lo  .    lem.  Ori.   l.JS.  I9. 


pizzo 
punta  ;    e    Aiace    punse, 
brocehier.    fJJ 

.«•Ol.SARE.  Bere  a  sar.u.  Lai.  sorbere, 
sorlnllare.  Gr  f'of-uv.  ^fJiXsiv.  Loie. 
leti.  Ir.S.Ap.  294-  ^'•  convili  rcuh 
ec.  t' inframmettevi ,    ne' quali    erano     più 


cchiano  |  larghi  bocconi  messi  ne 


i  d'argenlo,  e 


quivi  ottimi  vini    sorsavi. 

•f  ■.;:  ^OR.'•A•|  A.  Soiso.  J'.im.  l'uri.  2. 
184.  Onde  assetato  e  stanco  opnun  s' ac- 
corda A  bere  ec.  Poi  6no  a  sei  si  tia- 
slullaro  un  p«zo,  Pi(.liando  a  cai  o  chin 
buone  sorsate,  E  rivesliti  se  n"  andaro  al 
rezzo.  (/Ij  henv.  Celi,  l  il.  ••  ^74.  lo 
f;li  dissi  ec.  che  se  la  me  ne  lasciava  bere 
una  sorsata  a  mio  modo  io  gU  donerei 
una  f:amurra.  1  Ci 

SOK.SE^TI^O.  nm.  di  Sorsetto,  l-di. 
sorhiUuncula.  Gr.  poifT,jj.à-:toyi.  Alleg. 
179.  Assaporava  genliluienle,  quasi  che  a 
;,.  !..  ..:..y.......^..A  .,  ,i,Ì2zii-o.  un  maghe- 


dei    fonie 


agli 


sajsgio  la  pigliasse  ed  a  spizzic 
ro  sorseltino  dell'  acqua  sagra 
prodotto  dall  u^na  del  cavallo,  h  192. 
Pensai  n  uu  sorseltino,  o  due  al  pui,  sa- 
zio haiTiii  dell' .icqua  che  '1  cervello  in- 
trica. , 
.SOR.SETrO  .  Pip>.  di  Sorsoj  Piccol 
sorse.  Lai.  scrlnliuncula.  Gr.  p'o5.>-,'-a7i!<v. 
*  l.ase.  len.  voi.  3.  pag.  5.  /  ."''• 
j8i5  /  Sopra  tulio  ec.  li  sa  male  degh 
ornici  di  Febo  ,  che  si  mescliinanienle 
stentano,  avendo  anch'  egli  leulo  qualche 
sorsello  dell'  acqua  incantata,  che  la  so- 
gUii-e  spesso  altrui  senza  dormire.  (/!/ 
far.  Long.  .So/.  56.  Pure  avanti  che 
glie  ne  porgesse,  ne  gusto  anch  ella  un 
sorsetlo.  '  O 

SORS1^0.  Sorsello.  Lat.  sorbiliuncula. 
Gr.  p'oy»;'aar'5v.  Uh.  eur.  malati.  Ne 
prerdono  un  solo  solo  sorsino. 

3  SORSO.  Quella  quantità  di  liquore 
ehe  si  beve  in  un  tratto  senza  rat- 
corre  il  fiato.  Lai.  hauslus,  sorbitio.  Gr. 
fijr.fitt..  lab.  32.  Alla  mia  sete  tutti  1 
i  ostri  fiumi  insieme  adunali,  e  giii  per  la 
mia  gola  vol.cndosi.  sarebbono  un  piccol 
sorso.  .Vor?.  I9.  63.  l'el  lioiorno  mi  ri- 
mase a  torso  :  Or  di  due  otri  le  n'  liai 
latto  un  sorso.  Jìoe:.  ì  arch.  \.  pros.  6. 
Piglia  dunque  questo  sol  so.  dal  i|uale  11- 
criato,  I  ossi  pili  olire  nelle  cose  che  se- 
guitano pili  ia;.liardo  procedere  e  cammi- 
nare I  qui  ffluratam.  .  Hed.  Annoi.  Ili- 
tir.  41.  ."^i  bee  a  sorsi  caldissimo  in  o;.ni 
tempo  del  giorno.  li  appresso  :  La  suc- 
ciano bollente  e  a  sorsi,  come  se  fosse 
raMe. 

^  §.  Persi  parecchi  ad  un  sor.io,  ftni- 
ratam.  vale  Isser  capace  di  vincer  pa- 
recchi ad  un  trailo.  -  Stor.  ii.r.  7.  l55. 
l  he   mi  potrcbbono  mai  far»  i  Sassoni,  le 


forze  e  r  armi  de'  quali  son  cosi  fall»,  che 
io  me.  ne  berci  parecchi  ad  un  sorso,  fur- 
ch'  io   volessi"  T    II  J 

SOR'l'A.  (he  alcuni  dissero  anche  SOH- 
Tl'.  ^Spezie,  Qualità.  Lai.  species,  genus, 
noia.  Gr.  Ùàoi.  (■■  y.  12.  21-  2.  Uno 
d' ugni  soita  della  Iraendosi  a  vicenda. 
.Soder.  Colt.  83.  Volendo  poi  fare  con  co- 
modezza  ijucsta  sorte  vini,  hai  a  conio  di 
questo  a  far  lavare  i  tini,  che  non  resti 
dentro  brullezia,  o  siiorcizia  alcuna.  S-  Bor- 
g'/i.  jVon.  186.  Non  si  Uuova  agevolmen- 
te menzione  di  questa  sorte  moneta.  H 
ly8.  Di  <]uesta  sorte  piccioli  ancora  se  ne 
le-gono  alcuni.  E  /  e.«r.  /ior.  l^gf).  A 
questo  medesimo  finiduienle  tendevano  le 
molle  donazioni  de'  terreni  e  possessioni 
e  d'alile  sorti  entrale  per  dole  delle  chie- 
se assegnale  .  /.  4i>4-  ^°''  "ugulare  sa- 
lislaziune  d'ogni  sorte  gente.  (1  )  Ar.  Fur. 
5.  54.  Poiché  colili  occhi  tuoi  tu  vedi  certa 
Quanto  sia  mereliire  e  di  che  sorle.  f '/'(  > 
^.  ^.  I.  l  er  Condizione,  Modo  di  pro- 
cedere .  (  ecch.  Poi.  5.  2.  E' mi  riesce  d' 
altra  soite  meco  Ch' i' non  arei  credu- 
lo. (Cj 

f  g.  II.  ter  Capitale.  Lai.  sors ,  ca- 
put, sumnia.  Gr.  ^ijio-laiov ,  dpx'"''^- 
l  rane.  ^n«7i.  nov.  32.  Sicché  avete  che 
r  usura  sia  nel  ristuotere  più  che  la  vera 
sovla  .  Oli.  toni.  Inf.  17.  3lO.  E  da  sa- 
pere che  1  usura  è  quello  che  si  riceve 
oltre  la  suite  prestala.  *  Frane.  Saech. 
nov.  33.  Il  prestare  non  è  peccato ,  ma  il 
gran  peccalo  i:  il  risquolere  oltre  la  vera 
sorta.  ((  l'I 

%.  III.  Per  Modo,  Forma,  Guisa.  Lai. 
modus,  ratio.  Gr.  -rfir.oc.  G.  l  .  9.  219. 
4.  1  quali  tre  cavalieri ,  dinunziati  per  lo 
modo  e  sorte  come  detto  avemo  ec,  com- 
parirono. 

*  J.  IV.  Per  Pazza.  Ang.  Mei.  I.  116. 
E  non  sol  rinnovò  le  antiche  sorti  Degli 
animali  a  se  slessa  la  terra.  Ma  spaventosi 
mostri  ec.  (Pj 

*  SORTACCIA.  leggiorat.  di  Sorle. 
(ecch.  Spir.  J.  I.  E  la  sortaccia  voUe  che 
quando  io  giunsi  di  Levante ,  Neri  Era 
uiabito  ,  e  si  1  uo  dii-e  in  transito  .  (Bj  E 
appresso:  La  sortarria.  loutro  ro|ipenion 
di  tutti  i  medici,  Lo  fe'guaiire,  e  riinel- 
lere   un  tallo   In   sul  vecchio.  (*) 

.SOh'l  E.  (  he  alcuni  dissero  anche  SOR- 
TA .  ì-entura,  tortuna,  /'«(ino  .  Lai. 
sors,  /ors ,  fortuna.  Gr.  r.ìr.zoi  ,  /a/i;  . 
■Z'j'X''.  ■  Pani.  I  ar.  32.  Nel  qual  tu  siedi 
per  eterna  sorte.  Pul.  Par.  1.  2.  Sorte, 
che  viene  a  dire  tanto  quanto  fato  ,  cioè 
ventura.  /  ib.  .^egr.  cos.  dona.  Restano  sa- 
nate non  per  buona  cura  ,  ma  per  sorta  . 
E  oppresso  :  Ella  si  ce  una  mera  sorta  , 
avvenuta  accidentalmente  ,  e  non  aspetta- 
ta. A'im.  ani.  !'.  H.  Amor  m'ha  destinata 
E  appresso  :  Ed  è  mia 
lei.  Tes.  Br.  5. 
Heggono  I  le  api)  loro  re ,  e  non 
eleggono  per  sorle  ;  anzi  chi  è  più  nobile 
ne'  costumi ,  e  più  bello  e  maggiore,  e  di 
miglior  vita,  quegli  l-  eletto  re,  e  signor 
dell  altre. 

*;.   I.  .Sorte,    per    Condizione,  Stalo, 
Essere.  Lat.  sors,  fortuna  ,  eondilio.  Gr. 

3.  Grazioso  mi  Ca,  se  ne  contenti  liei  no- 

della   vosUa    .sorte  .     /  clr.    son. 

di    mia  sorle  conlenlo  . 

innamoro  d 


una    gran 

sorta  il  non  morir  pei 

17.    Heggono    I  le    api  J  loro    re. 


me  tuo 

195.    I'  mi  vivea 

■4  E.    ì  ili.    I  il.    Pece.  8. 

una  giovinetta  Parigina,  di  sorle  medioer. 

tra  nobile  e  borghese.  (IP) 

V  11.  ter  Sortilegio.  Lai.  sorics,  sor- 
tilegium.  Gr.  xf1';'««'«-  ■"«'•"^".==-  * 
l4  Alcuna  volta  per  protrazione  de  pun- 
li  la  qual  cosa  si  appartiene  aU  arte  geo- 
manzia  :  alcuna  volta  per  considerazione 
del  e  figure,  le  quali  si  fanno  per  lo  piom- 
bo isUullo  si»»:''  aeU'acqua;  alcuna  T.lta 


127- 


s  o  n 


per  rcrlc  cciiolc  iscritte  ovvci-o  non  isrrit- 
tc  .  neU"  occulto  post»?  »  i;  conslflerasi  chi 
le  toglie  ;  e  simÌ{;liantL-mi:nti,'  no.'  fuscelli 
non  uf'Uali ,  cioè  Imsclicttc  ,  chi  la  mag- 
giore, o  la  minore  tolga;  ancora  nel  RÌtta- 
mcnto  dei  dadi  a  chi  [ùìi  punti  gitta  ,  e 
ancora  quando  si  considera  quello  che  oc- 
mrra  prima,  aprendo  il  Idiro;  le  quali  tutte 
cose  hanno  nome  di  sorti.  P<i\.t.  .Ì53.  Del 
giltare  delle  sorte  dicono  i  Santi  che  'n 
certi  casi  non  è  lecito,  anzi  è  vietato  p(>r 
lo  Dicroto  ,  come  sarelilie  ehi  volesse  sa- 
pere per  !.orte  alcuna  cosa  occulla,  o  che 
ilovessc  venire,  refcrendo  il  prendere  della 
sorte  o  alla  disposizione  delU-  stille,  o  alla 
oHcrazituie  de'  dcmonii  ;  e  tah-  si  <-hiama 
sorte  divinatoria.  Anche  chi  volesse  sapere 
itpr  lo  prendere  della  sorta  quello  clic  do- 
vesse fare,  o  dire,  duliilando  cpial  fosse  il 
meglio  ,  come  sarelilìe  d'  eleggere  alcuno 
prelato  ecclesiastico,  o  di  ricevere  alcuno 
heneficio  spirituale  ,  non  e  oggi  lecito  , 
Jienechc  nell'antica  legge  s'usasse,  e  chia- 
masi sorte  consulloria. 

g.  III.  MtUere  alla  sorte,  o  Gettare 
le  sorti  .  va^lii^no  lUmcttere  checchessia 
<iir  arbitrio  ikl/n  sorte,  o  della  fortuna  . 
Lai.  sorti  tribuerey  nthUcere.  Gr-  /)-r,ioJ 
cStti  .  Pass.  354.  E  un  altro  gittate  di 
sorte,  che  si  chiama  sorte  divisoria;  come 
sarehhe  se  certe  persone  ,  che  avessono 
a  dividere  certe  cose  a  comune  ,  non  s' 
accordassono  in  tare  le  parti,  dando,  o  to- 
gliendo ,  possonsi  gittarc  le  sorti ,  ispo- 
gnendo  olla  fortuna  qtial  parte  venga  a 
quidunque  di  loro.  M.  / '.  4-  28.  Cilla- 
rono  1<*  sorle,  per  L'  quali  a  messer  Maf- 
fio,  cir  era  il  maggiore,  tono  Parma,  ec. 
Sen.  fieri,  f'arrh.  6.  l'|.  Che  dunque 
(  dira  alcuno  )  se  io  aves>Ì  fallo  mettere  i 
vostri  nomi  alla  sorte,  e  il  luo  fosse  usci- 
Io  tra  quelli  che  si  dovevano  riscattare  , 
dcMiimi  tu  in  cosa  alcuna? 

::=  ^'.  IV.  Trarre  a  sorte,  vale  Fle^- 
qerc  alcuno  ,  0  Determinar  checchessia 
per  mezzo  rii  polizze  estratte .  ì  ardi. 
Err.  (Ìioi\  z\.  E  non  sapeva  che  biso- 
gnava prima  che  fussero  nominali,  e  poi 
vinti  ,  e  che  i  nominatori  si  traevano  a 
sorte.   .'C; 

s;*  g.  V.  Metter  le  sorli  sopra  alcuna 
cosa  ,  vale  Mettere  in  mano  alla  fortuna 
a  chi  essa  tlchha  toccare.  IH.  Crist.  174- 
1  cavalieri  dividono  e  mettono  le  sorti  so- 
pra li  vestimenti  suoi  in  sua  presenxa.  'CP) 
g.  VI.  Toccare,  Vare  in  sorte,  e  simili, 
i-af^liono  propriamente  Ottenere,  o  Conce- 
dere alcuna  co.ta  per  distribuzione  depen- 
dente  dalla  x-entura^  benché  .t'estenda  an- 
che  all'  Ottenere,  o  Concedere  checche.s\s-i'a 
per  qualunque  altra  cafjione  .  Lat.  .torte 
obtin'^ere  .  Hocc  no\-.  16.  l3.  Divisa  la 
preda,  toccò  per  avventura  tra  l'altre  co- 
se in  sorte  ad  un  messer  Guasparriu  d' 
Oria  la  Italia  di  madonna  Beritola,  e  i  due 
fanciulli  .  Petr.  .ton.  zCìC^.  Quanta  invidia 
a  quell'anime  che  in  sorte  Mann*  or  vua 
santa  i'  dolce  compagnia.  /'  son.  .loy.  E<1 
or  novellamente  in  ogni  vena  Intro  di  lei, 
«he  m'  era  data  in  sorte,  /i'  .ton.  3i.k  £ 
quel  s(tavc  velo  ,  Clie  per  allo  deslin  IÌ 
venne  in  sorte  .  l-'ior.  Hai.  P.  l<ldio  co- 
mando a  MiiÌnJ'  che  i  Levititi  non  avessero 
sorte  nelle  terre  4I1  promessioue ,  auti  vi- 
\essono  solami-nle  de'  sacrifuii  .  i'  delle 
decime  e  delle  primiiie  che  oiTmà  il  po- 
polo air  altare  (cioè,  parte,  o  ponione  di- 
stribuita per  sorle).  Jliim.  Colf,  l  l^  Il 
pio  cullor  non  dehhe  .m.Io  Sostener  quello 
he  M  padre,  u  1'  «vo  Delle  laticlie 


pie , 


Nue  gli  Ila  dato  in  sorte. 

*  §.  VII.  Sorta,  detto  assohitam.,  sa- 
le fortuna  ,  Uuon  per  me  .  lUtomm. 
deal.  Sorta,  che  questi  provcrhii  m'  hanno 
fallo  ricordare  ce.  ( j4 1 

SOHTEGCIAnE.  rigtiar  in  sorte,  cioi 


s  0  n 

/'  augurio  .  Lat.  augurinni  cap.'rc  .  Cr. 
5i'>j*vi;//'/.  Ì'<u6av!tv  .  t^al.  Miits.  Coli* 
animale  al  sacri6cio  e  da  sorteggiare  nelle 
interiora  e  Iiudellame  <!'  esso. 

g.  In  sifoni fic.  att.  vale  /^are  in  sorte. 
Dani.  l'ar.  21.  Ma  l'alta  carità,  che  ci  fa 
serve  Pronte  al  consiglio  che  'l  mondo  go- 
verna, Sorteggia  qui.  sieeome  tu  o>servc. 
filli,  ivi  :  Sorteggia  qui  ,  cioè  in  questo 
luogo  dà  ,  secondo  lo  suo  heneplacilo  ,  1' 
olEzio  e  r  esercizio  a  chi  clli  vuole. 

SORTEKl'A.  /  .  ^.  Sortilegio.  Lat.  sor- 
tile-^ium.  Gr.  ■^pri-ju.'AÒ'oL .  Trati.  pece, 
mori.  Procacciano  per  incantamenti,  o  per 
sortene,   o   per   malie,   die    ec. 

V  SUnril-RA.  Colei  che  fa  .lortilegii  . 
Lucan.  1^.  74-  Scstus  il  6gliuolo  di  Pom- 
peio,  essendo  desideroso  *li  sapere  il  fine 
della  battaglia,  miscsi  con  sua  compagnia 
a  cercare  di  questa  sorliera  {vedi  la  nota 
411.    Cnitt.    leti.  ).  (l'i 

SORTIIÌRE.  Colui  che  fa  sor  ti/e^ii.  Lai. 
.torlilegus  .  Gr.  yfTji/woa'^  .  J.ucan.  In 
Toscana  riparava  i  migliori  nigromanti  e 
surlieri  del  mondo  .  Tratt.  pece.  mori. 
Come  fanno  gl'indovini  e  i  sorlieri  e  in- 
cantatoli ,  e  quelli  che  aoperano  per  arte 
diabolica . 

•f  SORTILEGIO.  Arte  vana  ed  illecita 
d'indovinare,  0  di  deliberar  checchessia  per 
via  di  sorli.  Lat.  sortilegium.  Gr.  xpr,' 
^^fjLWCiX.  Maeslruzt.  2.  l!\.  L'arte  dello 
indivinare  è  diversa  d.dla  profeiia  ,  impe- 
rocché la  profezia  è  presa  in  bene,  e  fassi 
di  grazia ,  ma  M  sortilegio  in  male  ,  e  comu- 
nemente si  fu  per  pecunia. 

SOltTlLE<;0.  Che  fa  sortilefiiì ,  Sor- 
tiere  .  Lat.  .torti/egus  .  Gr.  ysri'ijj.oìòò^  . 
Macstruzz.  l.  ^4-  Ancora  cinque  stmo  i 
casi  riscrbali:  ec,  il  quinto  indiviui  e  sor- 
tilegi.  E  2.  l4-  Che  pena  si  dà  a' sor- 
tilegi ? 

SORTIMCNTO  .  .■Is.tortimento  ,  nel  si- 
gnifìc.  del  ^.  Puon.  I  ier,  3.  2.  9.  Havi  tu 
altro  di  tal  sortimento? 

3  SOHTIRi:.  f  leggere  in  sorte,  e  ta- 
lora ÌCleggere  semplicemente.  Lat.  .tortiri, 
elicere.  Gr.  }.y/'/v.vnv.  Petr.  cap.  8-  Per- 
che a  sì  allo  grado  il  Ciel  surtillo.  Vani. 
Inf.  ip.  ^è  Pier,  nb  gli  altri  chiesero  a 
Mallia  Oro.  o  argento,  quando  fu  sorlilo 
\el  luogo  che  perde  1'  anima  ria.  E  l'ar. 
II.  Quando  a  Colui,  eh*  a  tanto  ben  sor- 
tillo ,  Piacque  di  trarlo  suso .  E  32.  La 
vostra  regioD  mi  fu  sortita. 

g.  1.  ì'er  Jsconipartire  a  .torte,  o  ven- 
tura .  Lai.  .^orte  divideix  ,  sortiri .  Gr. 
xXr.poCv  •  }f.  f  .  il.  x3.  Il  quale  (  l>e- 
stiame  J  sortilo  tra  i  predatori,  solo  mes- 
ser Bonifazio  per  sua  cortesia  fu  senza 
parte  di  preda  ■ 

g.  II.  l'er  Avere,  o  Ottenere  in  sorte. 
Lat.  .fortiri  ,  nancì.tci .  Gr.  Tuy;(av€tv  . 
^f  Dani.  l'ar.  32.  E  sotto  lui  cttsì  cerner 
sortir*»  Francesco,  Ueiiedelto,  e  Agosti- 
no ».  (M)  lir.  ì'isc.  an.  (x).  Se  tle'con- 
sigli,  che  io  ho  fedilmente  datigli  ,  qual- 
cuno  noli    ha   rosi    appieno    .%oitilo   il   desi- 


deralo  fine 


col. 


della 


pura  e  retta  intenzione  .  ma  malignità  di 
fortuna.  Segr.  l'ior.  Ci.tc.  i.  2.  Se  Ro- 
ma non  sorti  la  prima  fortuna,  sortì  la  se- 
ctmda  .  /'.'  cap.  CìCì.  Ma  lo  iulortunio  suo 
è  stalo  grande,  clic  inlìno  a  «pie.sti  (empi 
non  ha  sortilo  alcun  uomo  ,  che  1'  abbia 
potuto,  o  saputo  fare. 

^  §.  111.  l'er  Accadetr  ,  Succedere, 
/liu.tcire,  lenir  fntto,  Ar.  I'\ir.  l4-  "O. 
Che  quando  lor  d'  uc<  ider  noi  sortisca 
ce.  I  pagani  diran  die  nulla  put>i  Che 
perir  lasci  i  partigiani  tuoi,  (fìrl  t'iv. 
l'it.  Calti.  (>5.  Vedendo  che  gli  sor- 
ti d*  intendere  felicriiiente  tino  all'  ul- 
tima pruposizione,  fattosi  d'  animo,  si  prò- 
Ini  se  (li  volere  acori  ere  quabh'  altro  li- 
tro, id 


S  o  n 

•'.!  2-  IV.  Per  }fet  ter  fuori.  Acquistare. 
Ans;.  Hfet.  1.  kk).  1  sassi  sparti  per  pia- 
ni ,  e  per  rolli  Secondo  la  fatai  prefissa 
norma ,  Deptista  la  durezza  e-  falli  molti 
Cominciaro  a  «eolire  un'  altra  forma  .  £ 
III.  1  sassi  che  dall'  uom  furo  gitlali  Tutti 
sortir  farcia  virile,  e  sesso.  (fJj 

V  g.  V.  /'er  Cavare  a  sorte,  Pimettere 
alla  iiecisione  della  sorte.  Lat.  sortiri  ,  sor^ 
tes  ducere ,  in  .tortcm  coniicere.  Ar.  Fur. 
30-  21.  Chi  de'  di  voi  combatter  sortirete  ■ 
lar.  En.  5.  19O.  Indi,  sortiti  i  luoghi,  al 
suo  ciascuno  ^1  pose  in  fila.  (Mf 

*  §.  VL  Sortire  efl'etto  ,.  vale  Attere 
effetto  .  Cas.  leti.  27.  Sia  contenta  che 
la  grazia  per  sua  benignità  fattami ,  sorti- 
sca il  suo  cfrrllo  .  (t) 

%.  VII.  Sortire ,  term.  militare ,  vale  (J- 
scir  de'  ripari,  o  delle  piazze  as.iediate  per 
a.tsaltare  il  nemico.  Par  .tortila.  Lai.  eriim- 
perv  ,  eruptionem  facere  .  Gr.  i^opp.ùj  . 
Tao.  J)av.  l'it.  Agric.  ^'.\.  Spesso  sortiva- 
no rinfrescali  ogni  anno  di  gente,  per  reg- 
gere a  lungo  assedio.  #  {.al.  Tratt.  fori. 
61.  Giova  r  aci[ua  alle  fortezze  piccole,  ove 
non  possono  slare  assai  gente,  e  per  con- 
seguenza non  si  sortisse  ,  ma  solo  si  sia  a 
guardia  delle  mura,  (le) 

■{-  i;.  Vili.  /:  per  semplicemente  Uscir 
fuori.  Buon,  i'ier.  3.  1.  2.  Vorrcslici  tu  for- 
se esser  sortili  I  villan  co'  forconi  ?  s?  Red. 
J^ett.  1.  54'  AoD  sia  poi  cosi  facile  che  il 
sangue  ne  sortisca,  fi^; 

^.  IX.  Sortire  in  campa  fina,  dicesi  del- 
l' Cfcirc  p/i  e.terciti  in  campagna  .  Lat- 
ejpedilionem  facere.  Gr.   STfarai'ai»  TiOt- 

SORTITA.  Susi.  Scelta.  Lat.  delectu.t. 
Gr.  ifJO'ft'i. 

g.  1.  Sortita,  term.  militare,  vale  II  sor- 
tire,  L*  uscir  fuori  che  fanno  i  solitati  da' 
lor  ripari  per  assaltare  ì  nemici .  Lat.  er«- 
pt,^.  Gr-  l^o^u»]?!^.  'J'ac.  Dav.  Ann.  X. 
24-  Quella  sortita  gli  condurrebbe  al  Re- 
no. Salvia.  fU.tc.  1.  4|0-  '■"«■ntlo  aU*al- 
tacco  d'  un  ponte  ,  costretto  da  una  im- 
provvisa sortita,  scampo  Ìu  uno  schifo. 

*  g.  II.  Sortita,  dicesi  anche  C Aper^ 
tura  munita  di  cancello  ,  o  rastrello  che  si 

Ja  ne'haluartti.  o  altre  piirli  della  fortifica- 
zione rf*  «rtii  piazza  per  jtoter  ad  un  biso- 
gno sorti tr .  Calli.  Tratt.  fort.  60.  E 
perchè  il  tiro  T  L  della  terza  cannonir- 
ra ,  e  il  (ifo  S  V  della  secuuda  lasciano 
fra  loro  spazio  lilicru  dietro  al  secondo 
nierlone  ,  si  può  ivi  cavar  la  scala  che  va 
alla  sortita,  (i'j 

g.  Ili.  /Vr  As.iorlimenlo.  Puou.  Eier. 
4-  3.  3.  Nou  vedi  tu  la  frasca  ,  e  le  sortite 
Varie,  e  di  vvìvr  variiT 

SORTITO.  Add.  da  Sortire.  LaU  c- 
grrssus.  <>r.  cfjiOwv.  Guìit.  telL  H.  Co- 
me agughotto  sortito  dal  nido  icioè.  usri- 
lo).  *  Salvia.  Geor.  lib.  4  Quindi  allorché 
sorlilo  dalle  gabbie  Alle  stelle  del  Cielo  per 
r  estate  Su  notar  mirerai  liquido  esercito. 
£  ammirerai  portata  esser  dal  vento  Oscur.i 
nube  .  osserva  :  All'  nrque  (lobi  ,  L  agli 
frontlosì  letti  sempre  vanno.  (F) 

^  SOUIO.  Add.  Solle^•ato,  Pisloralo 
Ar.  Pur.  Cintj,  Cani*  4-  1^-  '*"KK'*^*"  • 
che  come  lui  non  era  immerso  Sì  nel  do- 
lor .  ma  si  sentia  più  sorto  .  Gli  studiata 
ec.   fCr) 

'f  *  SORVEGNENTE.  Che  sorxienc 
.^'f*pt^ai-vegnente.  Sali-in.  Iliad.  lib.  l3.  v. 
G71.  Ionie  ({uando  Alcun  porro  sui  monti 
confidalo  Mella  fona,  che  sta  fenno  atten- 
dendo La  sor^egnente  polve  ,  e  gran  fra- 
casso D'  uomini,  ee.  (A/ 

SOHVEMRE.  Sopntvvenire.  Lat.  .tupcr- 
veattr  ,  advenire.  Gr.  c^lfX"*^**'  """'■ 
Purg.  23,  Se  prima  fu  la  possa  in  te  fi- 
nita Di  peccar  piii  ,  che  sorrenisse  V  oi» 
Del  buon  dolor.  Pim.  ant.  Guitt  F  H. 
Tuggiu  rduce.  quando  Amor  sorvenue. 


SOR 


SOS 


SOS 


12?3 


#  §.  Per  Derivare  ,  J'entre.  Boss.  Svet. 
Vit.  Ces.  Aggiungonu  certuni  d'  un  cle- 
faole  uccìso  dell'  Africa  ;  quali  dagli  alti- 
taoti  essendo  detti  CcNaii,  d'  indi  priniie- 
rjuicDte  esicre  sorrcnuto  ci>tal  soprannome 
all' jvo  del  Diltjlurc.  i  F l') 

*  SOHVIVEHE.  SoprasiUere ^  l'iverc 
più  che  altri  ,  liimanere  in  i'Hn  dopo  la 
morte  di  alcuno.  SaU'in.  lUad.  lih.  O.  ^è 
graa  tempo  5orvÌ6sc;  eh'  agi'  Iddii  Tutti 
iromortai  venuto  era  in  dispetto.  ■  C) 

SORVIZUIO.  /'.  J.  Jdd.  Pienissi- 
mo di  i-izii.  Lai.  pcrsce/fsliis ,  sceJestissi- 
mus.  Gr.  rijviitora^Oi  ■  Bemb.  pros.  3. 
207.  Sot,  e  sor  in  vece  di  sotto  e  di  so- 
pra j  ma  queste  tuttavia  congiunte  con 
altre  voci ,  siccome  sono  ce.  sor%'ij:iato  , 
sorbondatOf  che  (Ussero  gli  antichi  rima- 
tori . 

SORVOLANTE.  Che  sorvola.  Lat.  ^11- 
per\'olans .  Gr.  vTEp7r!Taa£vo;  -  Buon. 
Fier.  2.  I.  6.  Orrevoh  e  galanti ,  Con 
queste  piume  al  cappel  sorvolanti. 

SORVOLARE,  ^olar  sopra  ,  ì'olare 
alto.  Lat.  supcr\-olarr,  super/erri.  Gr.jrzsp' 
TrSTaiiai .  Disc.  Cale.  19.  E  quelle  che 
dall'  uno  ali*  altro  datore  sorvolando  vanno. 
Jioez.  l'arch.  3.  rim.  g.  Onde  non  spie- 
ghi L'  ale  '1  fuoco  più  puro,  e  al  cicl  sor- 
vole  .  *  'Pass,  t'.er.  i5.  I^.  Come  aquila 
suole  Tra  gli  altri  augelli  trapassar  secu- 
ra»  E  sorvolando  ir  tanto  appresso  il  So- 
le ,  Che  nulla  vista  più  la  raffigura;  Così 
ec.   (BJ 

■j"  §.  Sorvolare  ,  per  metaf.  vale  l'in- 
rere ,  Superare.  ì'arch.  Star.  5.  107.  S' 
io  per  l'addietro  non  avessi  ec.  dimostra- 
lo quanto  l'amore  e  la  carità  nativa  delta 
patria  tutti  gli  altri  amori  e  tutte  1*  altre 
rarità  sorvolino  e  sopravanzino. 

SOSCRITTO.  e  SOTTOSCRITTO. 
,4 dd.  da' toro  verbi.  Lat.  subscriptus.  Gr. 
•j:ioypoifòuzvoz.  yf.  /'.  8.  72.  Portarono 
i  patti  giurati,  soschtli  e  suggellati  per  li 
caporali.  Dav.  Scism.  3x.  Fatto  consiglio, 
mandarono  al  Re  soscritte  da  toro  dimoile 
»ue  sceleratezzc.  Jiemb.  Star.  7.  ()6-  Mes- 
cer Luca  de' Rinaldi,  rimandato  da  Mas- 
similiano a  vincaia  con  lettere  sottoscritte 
di  mano  del  Re.  Piamm.  l^.  Ii4-  Permetlo 
ec.  di  porre  la  mia  immagine  ornala,  quan- 
to potnusi ,  ad  onore  di  te  ce.  ,  e  quella 
eoo  versi  soscrilti.  che  diranno:  questa  è 
Fiammetta  f  qui  :  scritti  sotto  ) .  Buon. 
Fier.  5.  Jntr.  3.  E  la  tua  patria  atHilla 
ec.,  Con  duo  dita  di  carta  sottoscritta  Per 
te  sola  far  forte,  e  darle  aiuto. 

SOSCr.IVtRi:,  e  SOTTOSCRIVERE 
Scrivere  di  propria  mano  il  suo  nome 
.iOtto  a  qualunque  scrittura^  per  autenti- 
carne il  contenuto  ;  e  si  usa  anche  in  si- 
gnificato neutr.  pass.  Lat.  subscrihere.  Gr. 
u~9"/Japst'.  Cron.  3/o/t//.  3i5.  Il  primo 
che  signi6co  la  morte  sua  io  Firenze,  fu 
il  signore  di  Lucca  ,  e  scrisse  in  duo 
piccoli  versi  a  messer  Rinaldo  Gian6gliaz- 
ti,  e  non  si  soscrisse.  Dav.  Scism.  61. 
Arrigo  (avendo)  promesso  di  sottoscriverla, 
ec.  E  appresso  :  Cromuelo  ec.  la  sotto- 
scrisse in  nome  di  Arrigo.  Ambr.  Cof.  2. 
1.  Senza  concedermi  pur  tanto  spazio  , 
eh*  io  dicessi,  Dio  aiutami  ,  me  '1  fecero 
Soscriverc.   E  Puri.  5.     l3.     E    henrh'  io 


ahbia  sottoscritto  la  scritta 


ec.  ,  ogni  cosa 


torneià  a'  suoi  termini.  Tac.  Dav.  Slor. 
5.  37.S.  Non  dicono,  a  tanti  di,  come  noi; 
ma,  alle  tante  notti  :  cosi  sottoscrivono  , 
cosi  citano,  parendo  loro  che  la  notte  sia 
guida  del  di.  ♦  Ceich.  MogL  i.  i.  I_a 
.u>mroa  delle  somme  è  questa ,  che  mio 
padre  stamani  prima  che  egli  uscisse  di 
casa  mi  dis.ve  ,  i»ggi  ordinati,  eh'  io  ti  ho 
dato  moglie,  di  soscrivcre  la  scritta.   (C) 

té  §.   Sottoscrt^-crsi    alla    sentenza  ,     al 
parere  di  alcuno,  o  simili,  vale  Aderirvi, 
Salvin.  Disc.   2.  62.   A  questa  sentenza  ec. 
Vocaholario    Tom.   II. 


io  già  non  mi  sottoscrivo ,  o  signori.  (C) 
Segner.  Pred.  Pai.  Ap.  8.  2.  Alla  sen- 
tenza di  lui  (dei  Crisostomo)  si  sottoscris- 
sero con  prontezza  tutti  e  quattro  i  prin- 
cipali dottori  «U  santa  Chioa.  (TC) 

SOSCRIZIONE  ,  e  SOTTOSCRIZIO- 
NE. //  soscrivere  ;  e  si  dice  anche  del 
Aorne  scritto  sotto  alcuna  scrittura,  per 
autenticarla.  Lai.  subscritio.  Gr.  UTloy^a- 
p/)'.  ^  Cuicc.  Star.  2.  188.  Non  inten- 
dersi perfettamente  conceduto  il  salvocon- 
dotto  insino  a  tanto  non  fosse  corrobora- 
to col  sigillo  regio  e  con  le  sottoscrizioni 
de*  segretarii,  e  dipoi  consegnato  alla  par- 
te. (C)  Segner.  Mann.  Ott.  27.  3.  Ci 
contentiamo  di  metterla  solo  in  6ne,  come 
una  soscrizione,  o   come   un   sigillo. 

•f  *  SOSO.  /'.  A.  Suso.  Dant.  Inf. 
IO.   Ond'  ei  levò  le  ciglia  un  poco  in  so- 

50.    (V) 

SOSPECCIARE,  e  SOSPICCIARE.  ì'. 
A,  Sospettare.  Lat.  suspicari.  Cr,  yTTo- 
TTTEj'etv.  Dant.  Inf.  IO.  Ma  poiché  *1  so- 
spicciar  fu  tutto  sponto.  Piangendo  disse. 
È  Purg.  12.  Se  non  che  i  cenni  al- 
trui sospicciar  fanno.  Bocc.  nov.  36.  6. 
Acciocché  egli  d'  altro  non  sospicciasse,  la 
seguente  notte  nel  suo  giardino  il  rice- 
vette, riov.  ant,  83.  3.  Ed  egli  sospecciò, 
e  disse  :  perchè  dicesti  così  ?  Albert,  cap. 
l3.  Quando  egli  avranno  ricevuto  da  te 
qualche  gran  dono,  egli  arbitrano,  e  cre- 
dono averlo  dato,  e  sospecciano  che  sia 
loro  domandato,  o  da  loro  aspettato  qual- 
che cosa. 

t  *  SOSPECCIONARE.  7'.  A.  So- 
spettare. Sen.  Pist.  Cose  sono  avvenute, 
che  mai  non  furjiuo  sospeccionate.  (l  ) 

SOSl'ECCK)NE,cSOSPICCIONE.  V. 
A.  Sospetto.  Lai.  suspicio.  Gr.  vtzO'^ik. 
Pani.  Purg.  ip.  Con  tanta  sospeccion  fa 
irmi  Novella  vision  ,  eh'  a  se  mi  piega. 
Sen.  Pist.  io4-  Non  solamente  ti  spaven- 
teranno i  pericoli,  ma  eziandio  le  sospic- 
cioni.  C.  f.  IO.  86.  7.  Onde  si  prese 
alquanto  sospeccione.  ^f.  V.  9.  44-  ' 
Fiorentini  molto  si  rallegrarono  della  pace, 
per  sospircione  che  li  tenea  sospesi  di  rot- 
tura. Pranc.  Sacih.  rim.  63.  Li  merca- 
tanti per  li  mari  oscuri  Vanno  per  pace 
sanza  sospeccione. 

SOSPECCIOSAMENTE.  f.  A.  Av- 
verb.  So.ipettosamcnte.  Lat.  snspiciose . 
Gr.  -JTTOTraj;.  /Jb.  similit.  Fuggi  la  so- 
speccione, se  tu  non  vuogli  vìvere  sempre 
sospecciosamente. 

SOSPECCIOSO,eSOSPlCCIOSO.  P. 
A.  Adii.  Sospettoso  .  Lat.  suspiciosus. 
Gr.  j— 5)r:rTtZ3'5.  Dant.  Par.  12.  Si 
movea  lardo,  sospeccioso,  e  raro.  Zibald. 
Andr.  ijS.  Iroso  e  sospeccioso,  e  non  po- 
tente in  Luone  opere.  Pranc.  Bach.  126.  3. 
Ancor  greve  è  durare  Con  noni  che  d'  ogni 
cosa  è  sospeccioso.  Lib.  Pred.  Gente  malin- 
conica, avara,  sospicciosa. 

SOSPE.NDERK.  Appiccare,  o  Sostenere 
la  cosa  in  maniera,  che  ella  non  tocchi  ter- 
ra j  Sollevare.  'L.a.X.  su  spendere ,  appendere. 
Gr.  avy/TTKv.  Maestmzz.  2.  i^.  E  peccato 
a  sospendere  al  collo  le  parole  d'  Iddio  ? 
Pit.  S.  Margh.  Spogliatela  e  sospendetela, 
e  si  l'accendete  con  ferri  ardenti.  Dant.  Inf. 
28.  Poiché  l'un  pie  per  girsene  sospese  , 
Maometto  mi  disse  està  parola  :  ec.  (cioè, 
alzò  )  .  '?  Bellin.  Di.fC.  1.  168.  Per  far  che 
una  cosa  che  per  altro  caderehhe  non  cada, 
bisogna  o  puntellarla,  o  sospenderla.  (C) 

§.  I.  Per  Impiccare  .  Lat.  laqueo  sii' 
spendere.  Hr.  ^^6'/_oì  avaaràv.  Guicc. 
Stor.  i5.  7^6.  Molti  ne  fere  sospendere 
Giovanni  de'  Medici  per  punizione  d'  essersi 
prima  fuggiti  da  lui. 

*  §■  "■  ^  '"  signific.  neutr.  pass,  per 
Impiccarsi.  Cuicc.  Stor.  ^.  1^8.  Cadde 
f il  popolo  di  Milano)  in  tanta  disperazione  , 
che  è  cosa  rertissima,  che  alcuni   ec.   si  git- 


tarono  dai  luoghi  alti  nelle  strade,  alcuni 
miserabilmente  sì  sospesero  da  se  stes- 
si.  (L) 

*  §.  III.  Sospendere f^guratam.  per  .4- 
strarreda'  sensi.  Fior.  S.  Frane.  II 3.  Sentì 
tanta  suavitade  di  melodia,  che  indolcì  1'  a- 
nìma  di  santo  Francesco,  r  sospesela  da  o- 
gni  sentimento  corporale.  (V) 

^  §.  IV.  £.'  per  Belevare,  fiialsare . 
Lat.  recreare  .  D.  Ciò.  Celi.  lett.  20. 
L'  ordine  delta  consolazione  è  questo  :  che 
quando  vogliamo  alcuno  tribolato  della  (col' 
la)  consolazione  sospendere,  prima  ci  dob- 
biamo studiare,  piangendo,  col  suo  pianto 
conformarci  (questo  pare  il  senso! .  ( P) 

§.  V.  Per  metaf.  vale  Pender  dubbioso^ 
Porre  in  ambiguità.  Lat.  duhiitm,  ancipi" 
tem ,  suspensum  reddere,  reddere  animo 
suspensum.  Gr.  £i;  «'-ropi'av  xa%(7TKvac. 
Dant.  Par.  32.  Che  quantunque  io  avea 
visto  davantc,  Di  tanta  ammirazion  non  mi 
sospese. 

•-J-  §.  VI.  Per  Differire,  Procrastinare  . 
Lat.  diffcrre ,  procrastinare,  suspendere. 
Gr.  usX^tiv,  avaj3c)«-  Tzoitta'^a.t.  G.  V. 
11,3.23-  Il  mandare  d*  essa  sospendemmo. 
*  Segner.  Pred.  23.  5-  Volea  con  voltar  lo 
sguardo  alle  chiese,  aver  occasion  di  placar- 
si, d'  intenerirsi  e  di  sospendere  i  meritati 
castighi.    (Br) 

♦  §.  VII.  Sospender  P armi,  vale  Far  trC' 
glia.  Guicc.  Stor.  18.  29.  Si  risolvè  ad  ac- 
cordare col  Fieramosca,  e  con  Serenon  ec. 
dì  sospendere  le  armi  per  otto  mesi.  'C) 

f  n:  SOSPENDIBILE.  Add.  Che  può 
sospendersi.  Bellin.  Disc.  I.  169.  Coeren- 
za di  parti  si  grande  e  sì  gagliarda,  che  il 
peso  del  corjio  sospendibile  non  possa  su- 
perarla, e   strapparne  le  partì.  (Min) 

•f  V  SOSPHNDIMENTO.  Sospensione. 
Salv.  avveri.  I.  1.  II.  Di  sì  fatti  sospendi- 
menti  non  ci  fa  luogo  prender  noia.  F  1. 
3.  4*  ^'  Vuol  due  condizioni  questo  sospen- 
dimento,  se  notar  debbasi  col  detto  ec.  F 
2.  I.  5.  Ma  del  sospendimento  non  è  ca- 
gione il  chich'e,  né  il  comech'e.  (V)  Uden. 
yis.  I.  20-  Per  lo  sospendimento  della  voce 
chin,  e  del  verbo  dattilico  correre  si  ricono- 
sce ec.  (A) 

f  --';:  SOSPENDl'O.  Strumento  per  mez- 
zo del  quale  si  sospende  alcuna  cosa.  Bel- 
lin. Disc.  1.  169.  L'  altro  strumento  ,  che 
fa  forza  nel  corpo  che  caderebbe  dalle  parli 
di  sopra,  può  chiamarsi  sospendio  ;  ed  il  suo 
adoperarsi  può  chiamarsi  sospendere  ;  e 
questo  sospendio  non  è  necessario  che  sia 
altrimenti  duro.  (Min) 

t  ::;  SOSPENDITORE.  T'erbal.  masc. 
Che  sospende.  Bellin.  Disc.  1.  177.  Biso- 
gnerà che  gV  ìstruraenti  sospendìtori  alibia- 
no  tutte  le  forze  ec.  necessarie  non  sola- 
mente per  tener  1'  ossa  in  tutte  le  posizioni 
possibili,  ma  ec.  E  ig^.  Sapete  già  chir 
mollìssimi  devono  essere  gì*  istrumenti  so- 
spcnditori ,  perché  ciascun  osso  ha  molti 
moti,  ed  ogni  moto  almeno  uno  slrumentn 
sospenditore.  fB) 

i?  SOSPENDITRICE.  l'erbai,  fem.  tir 
Sospenditcre.  Bellin.  Disc.  1.  171.  Passatt- 
do  più  oltre,  io  vi  dico  che  queste  funi  so- 
spendilrìci  dell*  ossa  nostre  si  trovano  vera- 
mente alle  medesime  ossa  nostre  collegate 
ed  affisse.  (B) 

SOSPENSIONE.  Il  sospendere.  Attac- 
camento. Gal.  Sist.  210.  Posto  che  la  balla 
pesasse  per  cento  romani,  e  la  distanza  del 
romano  dal  centro  della  stadera  fusse  cento 
volte  più  della  distanza  tra*l  medesimo  cen- 
tro, e  '1  punto  della  sospension  della  balia. 

g.  I.  Per  Ambiguità.  Lai.  ambìguitas. 
Gr.  a,oyijS9>i'a.  Cuicc.  Stor.  17.  17.  Per 
tenere  in  più  sospensione  i  capitani  imperia  - 
h.  Car.  lett.  2.  2.l5.  Per  lorla  ,  più  presto 
che  SI  può,  di  sospensione,  le  fi>  per  essa  in- 
tendere che  se  ne  vengono  a  gran  giorna- 
te. V  Bemb.  Stor.  11.  i5l.  Era  in  M.  Lu« 
x6o 


^:t4 


SOS 


zio  tinj  incrcdiliile  sospcDsion  d*  animo  di 
luttf  le  cose.  ( I  ) 

g.  II.  Per  Censura  ecclesiastica.  Lat.  jh- 
xpensio.  Gr.  a^yi'a.  Maestruzz.  2.  5o-  tit. 
Della  sospensione,  e  <tcllc  sue  nmnierc.  K 
appresso:  Puolc  essere  sospesa  la  sospen- 
sione per  1' appellazione?  /  ass.  126.  Sono 
maUgirvnli  casi  quelli  del  matrimonio  ce.  , 
delle  irregolaritadi,  degl'  interdclli,  sospen- 
sioni, privazioni,  er. 

§.  III.  Per  Dilazione,  Indugio.  Lai.  mo- 
ray  di/alio.  Gr.  ixiXXr.Gt:.  Cas.  lett.  80.  Un* 
allra  volta  non  far  cosi  le  cortesie,  cbc  vo- 
gliono esser  liberali,  e  senza  alcuna  sospen- 
sione. 

^  §.  IV'.  Sospensione  d'  armi,  termine 
de'  militari^  Convenzione  per  lo  più  ierha~ 
le  tra  due  escntti,  0  corpi  nemii  i,  di  non  of' 
fendersi  reciprocamente  j  per  un  tempo, 
quasi  sempre  assai  corto.  Guicc.  Stor.  18. 
6.  Commesse  ancbc  il  Re  d'  lugbilterra  a 
maestro  Roseljo  che  intimasse  al  \  irrrc  ,  e 
a!  Dur.T  di  Borlione  una  sospensione  d'armi, 
per  dare  tempo  al  trattato  della  pare.  /■, 
IO.  Proponevano  (juesli  per  parte  del  Vice- 
rè  sospensione  d'  ai  me  per  due,  o  tre  anni 
col  Ponte6re,  e  ro'  Veneziani.  (C) 

SOSPENSIVAMENTE  .  jivverlt.  Con 
sospensione.  Lat,  dubitanler.  Gr.  otaTTO^r,- 
Tt/oJ?.  Mor.  S.  Greg  11  beato  lob  ha  delle 
queste  cose  sospensivamente,  e  perrbé  sot- 
tomette   a  sentenzia  (cioè,  dubbiosainent--)  . 

•f  SOSPENSIVO,  e  SUSPKWSI VU  . 
Àdd.  Che  sospende.  Atto  a  sospendere. 
Sut.  Purg.  1^.  Lo  dimanda  ce.  detcrmina- 
tamente ,  non  con  orazione  suspcnsiva 
(cioè,  ambigua,  o  dubbia  ;  fin  qui  la  Cru- 
sca. Il  l'ocahol.  alla  voce  PU.NTATA- 
MENTE  legge:  L'ut.  Purg.  \\.  \.  E  dolrr- 
mcnte,  sicché  parli,  accoloj  cioè  puntata- 
mente e  determinatamente,  e  non  con  ora- 
rioni  sospensive,  )  #  Car.  leti.  ined.  1.  261. 
Avendola  (la  lettera)  per  poco  cffirare  a  far 
quello  effetto,  e  piuttosto  per  suspcnsiva 
rfac  per  rivocativa.  (C) 

't  *  SOSPENSO.  V.  A.  Add.  Sospeso, 
fior.  S.  Frane.  iS^-  Soave  dilezione  deli' 
anima,  che  sta  sospcnsa  e  ratta  con  grande 
ammirazione  di  gloriose  case  superne  cele- 
stiali.   (VJ 

«SOSPENSORIO.  Term.  degli  Anat. 
JS'ome  di  alcuni  lii;a/nenti  e  muscoli,  così 
detti  dal  loro   ufficio.  (A) 

«  SOSPESÀMKNTE.  Avxerh.  Sospen- 
Kn-amente.  Scgn.  Bett.  Arist.  f)^.  (,)ucst' 
uom,  che  ad  altri  il  mal  va  ra]>bri('ando.  I.' 
Iia  fabbricato  pur  contra  se  slesso;  Pcrcbè 
chi  parla  si  sospesamente,  A  se  stesso  che 
parla   fa  gran  danno.    fC) 

SOSPESO.  Add.  da  Sospendere.  I.at. 
suspensus,  pendens.  Gr.  y£T£WCo;,  v.ir.:- 
rvìfiivoti.  Vant.  In/.  9.  Tulli  li  I.ir  ci-percbi 
eran  sospesi.  A"  Purg.  j).  In  sogno  mi  parca 
veder  sospesa  Un*  aquila.  Soder.  Coli.  128. 
Trascpglievano  gli  antichi  1*  uve,  pei  con- 
.scr%'arle  o  sospese,  o  nelle  piscine  riposte  . 
Sagg.  nat.  esp.  224.  Il  polo  boreale.  ri\olto 
a  Settentrione,  tira  più  di  lontano  un  af;o 
Auspesu  in  aria,  che  verso  Austro  r  \ersu  O- 
riente. 

«  §.  I.  /Vr  f  levalo t  Assorto.  Fior.  S. 
Frane.  55.  E  stando  con  tutta  lu  mente 
sospeso  in  Dio,  diventò  sì  assorto,  ee.  F 
88.  Istetle  tre  di  in  questo  essere  tallo  in 
estasi,  sospeso  da  ogni  srnlimenlt»  carnale 
(cioè,  astratto) .  F  109.  Meritò  di  vedere 
er.  santo  Francesco  ratto  io  Dio,  r  sospeso 
da  terra.  fC) 

g.  li.  Per  meta/.  Vani.  In/.  2.  V  era  tra 
color  che  son  sospesi.  Bui.  ivi  :  Sospesi. 
HOC  rimoti  dalle  pene  ec.  je  beiirlir  questo 
\u)garc  sospeso  s'  intenda  a  tempo  coniu- 
neinente,  propriamente  qui  si  dee  intende 
re  per  sempre. 

§.  in.  l*er  thihhio  ,  Ambiguo.  Lai.  su- 
spensus, diihiut.  Gr.  ano^;,  «rt-'piT'/o  ; 


SOS 

Dant.  Purg.  20.  Noi  ci  restammo  immobili 
e  sospesi.  F  l*itr.  20.  Per  non  tenermi  in 
ammirar  sospeso.  £ocT.  nov.  .^7.  i.  Tutte, 
tcmemlo,  stavan  sospese  a  udire.  F  nov.{)f). 
^.  Si  maraviglio,  e  sospeso  attese  quello  che 
questo  volesse  dire.  liern.  OH.  i.  ^.  l5. 
Sospeso  alquanto  sopra  se  rimane. 

§.  IV. /Vr  Jncor.io  nella  so.fpen sione  , 
presa  nei  signi  fic.  del  §.  II.  Lai.  suspensus. 
Gr.  as'/i'c.  Pa.ts.  166.  O  che  non  avesse 
commessiooe  di  potere  assolvere  de'  gravi 
peccali,  o  che  fosse  scomunicato  ,  o  sospeso, 
o  privato.  Maesiruzz.  2.  5o.  Il  Mispeso  al- 
cuna volta  è  detto  quanto  che  a  se,  e  quan- 
do quanto  clie  agli  altri,  cioè  quando  per 
sentenza  del  canone,  ovvero  dell'  uomo  ,   è 

St)>pt'SO. 

SOSPETTAMENTE.  Avveri/.  Con  so- 
spetto, in  guisa  da  dar  so-rpetto.  Lai.  jh- 
.rpiciose.  tir.  ur^TTta;.  V  J- r.  Ine.  Cess. 
4.  3.  128.  Le  femmine  et  fuori  de'  termi- 
ni della  contrada  loro  sospettamente  del>- 
bono  andare,  e  tutti  gli  uomini  debbono 
avere  sospetti.  (C, 

t  ^  SOSPETTANTE.  Cìie  so.tpetta. 
Dav.  Scism.  ^3.  Succede  Guglielmo  Prin- 
cipe di  Clcves,  occulto  eretico,  e  sospet- 
lante  non  Cesare  gli  togliesse  lo  stato.  ?/"^ 
A"  Tac.  Ann.  lih.  I.  Ne  tale  st^lo  dispiaceva 
ai  vassalli,  sospettanti  dell*  imperio,  del  se- 
nato, del  popolo,  (fìr) 

SOSPETTARE.  Aver  sospetto.  Lat.  .m- 
spicari.  Gr.  JnoTiziJetv.  Bocc.  nov.  ^.  5. 
Pur  nondimeno  tuttavia  sospettava.  F  nov. 
45.  7.  Ciascuno  sospettando  dell'  altro,  con 
certi  compagni  armati  a  dovere  entrare  in 
tenuta  an«lo.  •,'  Frane.  Sacc/i.  son.  (  Amar 
la  patria  ec.  )  Amar  la  patria  sua  e  virtù 
degna,  Sovr'  ogni  altra  a  farla  alla  e  pos- 
sente :  J^ospettare,  o  guardar  d*  alcuna  gente 
Mai  non  bisogna,  dove   questa   regna.    fBj 

*  §.  Sospettare,  per  Credere,  C  indicare. 
Tnss.  Am.  4-  I.  Certo  il  rischio  fu  gran- 
de, ed  ella  avca  Giusta  cagion  di  sospettarmi 
morto.  (TC) 

•f  *  SOSPETTEVOLE.  Add.  Pa/ar 
.sospettare.  Sahìn.  Tane.  Buon.  !\.  5.  Il 
parlare  è  un  legame  d'amicizia  ec.  ;  Il 
non  parlare  è  cosa  sospeltcvole,  separati- 
va. (A) 

*  SOSPETTICCIO.  Jiccoio  sospetto 
Lat.  suspitio.  1  use.  Cen.  3.  nov.  10.  pag- 
232.  Era  allo]  a  in  Firenze  sospetticcio  di  pe- 
ste, e  se  ne  erano  scoperte  in  quei  giorni  al- 
cune case  ;  per  la  qual  cosa  ce.  ( B) 

SOSPETTISSIMO.  Superi,  di  So.vf*ello. 
Cuice.  Stor.  i5.  727.  A*  quali  la  dilazione 
era  sospettissima.  /.  74-^-  Avendo  sospettis- 
sima ,  per  la  memoria  delle  cose  passate  .  la 
vittoria  del  Te  di  Francia. 

3  nOSPF.T'K).  Susi.  Opinione  duhfna 
tii  futuro  male.  Lai.  siispicio ,  sus/m-cIìo. 
Gr.  ■jrtO'^'a.  l'ani,  in/.  23.  Ei  giunserosul 
colle.  Sovresso  noi.  ma  non  gli  era  sospetto. 
l  etr.  son.  li!i(\.  Quante  fiale  sol,  pien  di  so- 
Npetto  ,  Per  funghi  ombrosi  e  foschi  mi  son 
messo.  /■-■274-  t'ia  incominciava  a  pieuder 
secuilade  La  mia  cara  nemica  a  poro  n  poco 
De*  suoi  sospetti.  F  37.5.  Onde  sospetto  Non 
tura  il  ragionar  «lei  mio  mal  seco.  Bocc.  g. 
6./.  12.  Vedendosi  il  pelagliettu  davanti,  e 
senza  iilcun  sospetto  d'esser  vedute  ,  deli- 
beraron  ih  volersi  bagnare.  Cixinichelt.  d' 
Amar.  73.  Lo  consìglio  del  re  Antioco  ne 
|ireson(»  sospetto,  e  dissono  al  Re. 

tf  g.  I.  /Vf  Canra.  «  /  «fu*,  in/  2;.  Ma 
poco  >alse,  clic  1'  ale  al  sospetto  Non  poterò 
avanzar  ».  {  Br ) 

>;'  g.  II.  /Vr  Pu/'hio.  o  Ouistione.  Vani. 
i'urg.  6.  Veramenle  a  rosi  allo  sosprlln  Non 
li  fermar,  se  quella  non  lì  dice  (he  lume  fia 
Ira  '1  ver  e  lo  'nielletlo.  (Br)  .Ve»,  /'m/.  4*). 
Se  (11  mi  trai  di  questo  sosprltn .  tu  111'  insr- 
glK-rai  più  Ic^geniienle  soHerir  <|Urllo  a  cui 
sono  apparcccliiato  (il  lat.  /la  h»s  tenebra» 
discute  ).  fy) 


SOS 

^  §.  ni.  Per  indizio,  l'rsligio.  Segno. 
Fir.  Dìal.  MI.  donn.  24 1-  Ohrr  alla  sua  U- 
tiludine  (ilei  petto/  ,  la  quale  e  suo  precipuo 
ornamento,  è  si  carnoso,  che  sospetto  d'osso 
non  apparisce.  (  i  J 

■f  -^  §.  IV.  Avere  a  .tospetto  una  perso- 
na ,0  una  cosa,  vaie  Di/fitlare  d'  una  per- 
sona, o  d'una  coita.  Averla  per  so.tpetta^ 
Fior.  S.  Frane.  169.  Avendo  a  sospetto  le 
nostre  cogitazioni,  (l'f  Segr.  Fior.  Stor. 
lOt).  Aveva  i  Grandi  a  sospetlo,  ancoraché 
iì.t  loro  fosse  stalo  beneBcato.  (IV) 

g.  V.  Diciamo  m  proverh.  :  Ìl  tospetto 
non  si  può  armare;  e  vaie,  cfie  L'armi  non 
incoraggiano  1  timidi.  Snlv.  C ranch.  2.  2. 
Ma  lant'  e  :  sospetto  Non  si  può  armar. 

SOSPETTO.  Add.  die  arreca  so.tpe- 
zione.  I  al.  suspectus.  Gr.  u»^;rTu;.  Bocc. 
nov.  52.  2.  Per  le  loro  opportunil'a  le  loro 
più  care  cose  ne'più  vili  luoghi  delle  lor  ca- 
se, siccome  meno  sospetti ,  seppelliscono  . 
Pass.  349*  O  sono  false  ,  o  non  hanno 
efiìcacia  veruna  a  quello  per  che  si  fanno, 
o  e  sospeiio  il  modo  nel  quale  si  fanno  . 
Cron.  Moreii.  278.  Concorri  ancora  tu  a 
ogni  cosa  con  gli  allri  insieme,  cbè  altri- 
menti saresti  riputalo  sospetto.  Calai.  58- 
Per  iscliifare  quella  parola  sospetta ,  dico- 
no piuttosto  le  caslagne. 

^  §.  1.  Per  Sospettoso,  Che  ha  sospetlo. 
Lih.  Cai.  I.  4-  4^-  A  quelli  che  sono  te- 
morosi  e  sospetti,  la  morte  è  accoocia  co- 
sa. (Br) 

*  g.  II.  F  in  /orza  di  sust.  per  Colui 
che  ila  .to.vpetto.  l.ih.  Cai.  3.  4-  4^-  **p*"- 
rosi  e  sospetti  una  morte  continua  è  accon- 
cia. ( /  ri  AllKrt.  2.  3|.  A*  paurosi  e  a'  so- 
spetti acconcia  cosa  e  la  morte.  (P) 

SOSPETTOSAMENTE.  Avvetb.  Con 
sospetto.  Lat.  suspiciose .  Gr.  uTtOTrTW?. 
Frane.  Sacch.  rim.  47-  A  che  sta  dunque 
nostro  animo  servo  A  voler  scender,  cre- 
dendo salire  ,  E  sempre  viver  sospellosa- 
mente  ?  Tes.  Br.  7.  14.  Chi  parlerà  so- 
spettosamente, egli  sarà  vinto  da  lutti  gli 
uomini ,  e  sarà  fallante  io  tulle  le  cose,  e 
Dio  non  gli  darà  la  sua  grazia. 

SOSPETTOSISSIMO.  Superi,  di  So- 
spetto.to.  Tratt.  segr.  cos.  donn.  Sono  to- 
spcllosissime  ad  ogni  minore  mutarione 
Borgh.  Tose.  3l5.  Que'  pezai  ,  o,  come 
si  dicono,  frammenti  ec-,  sono  a*  begl*  in- 
gegni so!^  pel  tosisi  imi  (cioè,  sospettissimi). 

3  SOSPfcTlOSO.  Add.  Pieno  di  so- 
spetto. Lai.  morosus.  suspiciosus,  suspt- 
ca.v.  Gr.  wTo)iC~ri)'o;-  iioec.  inlrod.  ^O. 
Noi  siamo  mobili,  riirose  ,  sospellose,  pu- 
sillanime e  paurose.  F  nov.  8o-  33.  lan- 
coGore  .  non  trovandosi  Salal>aelto  in  Pa- 
lermo, s'  incominciò  a  maravigliare,  e  di- 
venne sospettosa. 

*  g.  I.  F  in /orza  di  sust.,  vaie  Coiut 
die  ha  sospczioite.  »  /.or.  Med.  canz.  I.  4- 
Credon  certi  sospettosi ,  Ch'  ogni  lucciola 
sia  futtco  ••.  (Bri 

*  §.  II.  .S'osf*eltoso  ,  vaie  anche  Che  ap- 
fH>rla  so.KfKtto  ,  Che  d»\  eagton  di  sospetto  . 
«  Tes.  Br.  7.  I^.  Guarda  che  le  lue  parole 
non  sieno  sospellose,  noè  non  aldtiano  sotto 
alcuno  male  ingegno  da  diservìre  ••.  1  C)  jV. 
/'.  8.  82.  Con  tale  bnevc  e  soipellosa  ri- 
sposla  gli  aniluuciadoti  impaurili  si  torno- 
ri)n»>  a  Sibdia.  'P) 

*!  *  g- 1 1 1  IKercanzìe  sospettose,  dieomst 
Quelle  die  fwsson  col  colore  ,  coi  Arto  , 
con  in  vagtiezia  ,  con  la  mostra  parer  di 
/iiore  buone  e  Mie  ,  e  dentro  esser  maga' 
gnate  ,  o  macchiate  ,  o  appestale,  fìuon. 
Fier.  I.  ^  4"  Le  mercanzie  djnn«»se  Non  s' 
jmmrllan;lc  incerte  r  sospeltt>sc  Si  cunen- 
lin  col  siicgio.  (A) 

SOSPE/.IO.NE,  e  SOSPIZIONE-  So- 
tpetto  _  |,al.  suspicio.  Gr.  u'':ts^'y  ■  Tes. 
Ir  8.  .'"•8.  O  tu  di"  che  quel  sia  apparte- 
nente air  altra  sttspetione.  che  tuo  avver- 
sano non  dice     Coli-   SS    Pad.    A^vegna- 


SOS 

fhochè,  come  io  ho  <!<  Ito,  non  si  possano 
racroglierc  alcuni?  sosin-zioni  allo  inlr-mli- 
nu'iilo.  ^oir.  ^.  6.  f.  6.  Lasiiiite  :nlunt|iu' 
tjuesta  suS()izionc,  più  alta  a' caltivi  animi , 
che  a*  nostri,  (in/nt.  l3.  E  cosi  noia  i  si- 
gnori la  sospciiono  ,  quanto  la  certezza  . 
Safv.  Dial.  Jinif.  l\.  Llla  generò  romu- 
nemenle  ncll' aniuìo  d'ogni  u^mo  sospi- 
zioae,  non  (orse  il  Beni^ieni  tollerasse  la 
morte  dell'amico  poco  costantemente.  v.4r. 
I''ur.  5.  73.  Venuto  è  in  sospiaion  ,  rh'  io 
non  rivele.  Al  lungo  andar,  le  fraudi  sue 
volpine.   (B) 

^  SOSPtZIOSO.  /'.  A  j4dd.  Che  ha, 
oda  sospezione.  J'.  /'.  ìit.  <Wiicr.  Piut- 
tosto \e  laudi  il  silenzio,  che  la  sospeziosa 
varietà  delle  scritture.  flVj 

*  SOSPICACF.  /tdd.  Sospettoso.  Bu- 
re//. Dial.  83-  Con  lautezza  vivendo,  rese 
sospicace  il  figliuolo,  che  il  padre  non  gli 
avesse  suoi  tesori  rapiti .  A  lOl-  Si  che 
ella  non  islia  a  dublùctà,  a  sospetti,  e  per 
ronseeuente  esposta  agli  odil,  a'  commenti 
tli  molti,  o  sospìcaci.  o  idioti,  o  miscredenti 
della  turba  indiscreta.  C^Un) 

*SOSPirAClA.  A.Hrattodi  Sospicace. 
/mperf.  I  .  Tih.  />.  2.  T.  li.  194  Quindi 
passasi  più  oltre  alla  sospicacia  ,  tacendosi 
paura  dov'  ella  non  è,  e  alla  irresoluzione, 
che  trascura  d'  operare  quello  che  si  dee. 
-£"197.  Cosi  la  rircospczione  e  la  cautela 
qualora  troppo  s*  avanzi ,  degenera  nella 
sospicacia  e  nella  irresoluzione,  o  infine  sì 
lascia  andare  nella  stupidità.  (Fj 

SOSPICARE,  e  .SUSPICAHE.  Sospet- 
tare. Lat.  suspicarì .  Gr.  urrsTirsjstv  . 
liocc.  nov.  36.  IO.  Suspicando ,  e  non 
sappiendo  che  ,  più  che  l'  usato  ,  spesse 
volte  i!  riguardava  nel  volto.  E  nov.  47- 
l5.  Cominciò  a  sospicar  per  quel  segno  , 
non  costui  desso  l'osse  .  h'  nov.  60.  i5. 
Non  sospicò  che  cÌo  Cuccio  Balena  gli 
avesse  fatto ,  perciocché  noi  conosceva  da 
tanto.  Eg.Q.f.  5.  Chi  sapesse  che  voi  vi 
cessaste  da  queste  riance  ragionare  alcuna 
volta  ,  forse  su-spich crebbe  che  voi  in  ciò 
foste  colpevoli  .  Galat.  l3.  Procurino  i 
tamiliari  di  non  dar  cagione  a'  padroni  di 
sospicare . 

SOSPICCIARE.  f.  SOSPECCIARE. 

SOSPICCIO.NF.  r.  SOSPECCIO.NE. 

SOSPICCIO>0>0.  V.  ^.  .'IJd.  Sospet- 
toso. Lat.  siispiciosttSj  sHspica.r-.  Gr.  utto- 
>r,jrrixo';.  Irati.  Cast.  Ess«  re  privatamen- 
te in  suo  ostello,  e  non  ncente  seguire  la 
compagnia  sospircionosa. 

sospiccioso.  ; .  sospF.ccioso. 

•f  *SOSPICIARE.  /'.  J .  Sospettare  . 
J'it.  SS.  Pad.  1.  237.  Per  verità  non  sa- 
pca  la  cagione,  ma  sospiciava  che  un  gen- 
tiluomo, avendo  di  lui  gelosia  per  ta  mo- 
glie, l'avesse  accusato.  (1) 

SOSPIG.NKRE.  e  SO-^PINGERE.  Pì^ 
gnere.  Lat.  impef/cre.  Gr.  t~n''/nv.  /^nni. 
Pitrg.  5.  1.0  corpo  mio  gehtlo  in  sulla  foce 
Trovò  r  Archian  rubcsto ,  e  quel  sospinse 
Neil*  Arno  .  Bocv.  nov.  79.  ^2  Messa  la 
mano  a  un  de'  piedi  del  medico  ,  e  con 
essa  sospintoci  d'addosso,  di  netto  cui  ca- 
po innanzi  il  gettò  in  essa  .  Ì'r.  Ciord. 
Pand.  Quella  città  è  in  costa  ,  dallato  v' 
ha  certi  dirupi  ;  da  uno  di  quc'  luoghi  il 
vollero  sospigDcre.  Cuid.  G.  Quando  il  for- 
te so.'ipigne  il  forte,  ciascun  cade. 

#  §.  I.  f'er  Mandare,  Cacciar  via.  Pe- 
(.>r.  p.  23.  n.  2.  Dando  ad  intendere  al  ma- 
nto, che  egli  era  bene  che  andasse  ad  al- 
•  une  sue  possessioni  ec. ,  ella  il^  sospinse 
fuori  per  non  so  quanti  òì  .  (  È  que/  di 
Terenzio:  abegit  cum  rus .  )  (1) 

*\  §.  11.  Per  tnetnf.,  e  ne/  signijìc.  neiitr. 
e  neiitr.  pass.  /'occ.  nov.  16.  6.  Gli  ticchi 
infra  *l  mare  sospinse,  e  vide  la  galea  (cioè  , 
affissò).  E  nov.  4l-  II.  Quelle  da  crudele 
oì)umhrazione  offuscate  ,  con  la  sua  forza 
sospinse  in  chiara  luce  (cioè,  fece  divenir 


SOS 

ciliare  ) .    Tv  nov.  98.  25.  Conoscendo  co- 
slume   esser  de'  Greci,   tanto  innanzi  sosni- 


s  o  s 


1275 


giu'i'sicim  lomoii 


oUe 


(juaiilo 


penavano  a  trovare  chi  loro  rispondeva  (cioè, 
procedere).  Dani.  /nf.  4-  Andiam,  che  la 
via  lunga  ne  sospigne  (cioè ,  ne  aflVetla). 
lì  5,  Per  più  fiate  gli  occhi  ci  sospinse 
Quella  Icltura.  e  scolorocci  il  viso  (  cioè  ^ 
e'  indusse  a  guardarci  ).  l'etr.  son.  I96. 
L' ira  Tideo  a  tal  raljbia  sospinse  ,  Che  , 
morend' ci,  si  rose  Menalippo  (  cioè  ^  in- 
stigò). 

SOSPIGMMFNTO.  Jì  sospigtiere.  Lat. 
impiifsus.  Gr.  w3r)ffc;.  Mor.  S.  Oreg.  L' 
albore  che  imprima  non  mette  a  fondo  le 
sue  radili,  tanto  cade  piuttosto  per  lo  so- 
spignimenlo  de'  Venti,  quanto  esso  manda 
più  in  alto  la  sua  cima  .  •''  Dellin.  Disc. 
I.  25q.  Guardate  t]ui  quanti  muscoli!  cin- 
quecento cioè,  e  non  meno  numerosa  fa- 
miglia di  faticanti  sempre  al  sostentamento, 
e  al  sospignimento  del  corpo  nostro.  ("O 

t  g.  per  meta/,  vale  /stimazione.  Impul- 
so. Lat.  impu/sus,  hortatiis,  incilatus,  in- 
citano ,  adhortatio.  Gr.  opp.Yi<sti  ,  Ttapo- 
^\)7p.0it  TTKpCCi  vì-Tt^.  G.  1'.  8-  89.  5.  Con 
sospignimento  di  loro  possenti  vicini  grandi 
e  popolari,  che  loro  non  amavano,  luron 
corsi  a  furore,  e  tutti  rubati.  Lab.  34 1. 
Ninno  conforto  più  ,  ninno  sospignimento 
mi  bisognerà  a  far  chiaro  1'  animo  mio  di 
tanta  ottcsa.  Guid.  G.  Quello  assalto  che 
nelle  vicende  non  è  ricotto  con  molto  esa- 
minamento  di  consiglio,  per  sospignimento 
della  superbia  è  menalo  suliitaroente  a  fatti 
repentini . 

SOSPINGERE,  r.  SOSPIGNERE. 
SOSPINTA,  /l  sospigncre.  Pinta,  hat. 
impulsio.  Gr.  wàtsyo?  .  Legg.  S-  G.  S. 
E  misonsi  con  gran  sospinte  e  con  gran- 
de affanno.  P'it.  Plut.  Mentre  che  elli  si 
chinava  a  veder  nel  pozzo  ,  elli  gli  dava 
sospinta  di  dietro,  e  gittollo  nel  pozzo. 

^'.  1.  f'er  meta/.  Frane.  Sacch.  rìm.  42. 
Balljo  alla  mortai  sospinta  Lasciò  due  figli  , 
e    1  nome  non  si  tacque. 

^.11.  Per  Instignzione.  Sen.  Pisi.  Il  savio 
né  per  sospinta  ,  ne  per  alcuna  cagione  non 
si  muove. 

SOSPINTO.  Jdd.  da  Sospignerc.  Lat. 
impulsus.  Gr.  w&fjSit'^.  Dani.  Inf.  ^\. 
Che  noi  appena  ,  ei  lieve  ,  Ìo  sospinto  , 
Potavam  su  montar  di  chiappa  in  chiap- 
pa, lìocc.  nov.  \!\.  9.  Vcggendosi  sospin- 
to dal  mare  e  dal  vento  ora  in  qua  e 
ora  in  là  ,  si  sostenne  infino  al  chiaro 
giorno  . 

g.  I.  Per  mela/,  vale  /nettato.  Mos- 
so,  Indotto.  Lat.  intpulsus  ,  incitata  s  , 
tiistigatns.  Gr.  7Za.pofpyé~  ti i-  Dant.  Par. 
4-  Perchè  s'  Ìo  mi  tacca,  me  rion  ripren- 
do. Dalli  miei  dulibii  d'  un  modo  sospinto  , 
Poich*  era  necessario  ,  ne  commendo  .  E 
19.  La  benedetta  immagine,  che  l'ali  Mo- 
vca  sospinta  da  tanti  consigli ,  Roteando 
cantava.  Bocc.  nov.  12.  7.  Sospinto  dal- 
la freddura,  trottando  si  drizzò  verso  Ca- 
stel Guiglielmo.  E  nov.  47-  5.  Non  me- 
no da  Amor  sospinti  ,  che  da  paura  di 
tempo.  G.  J'.  8.  48-  9-  Sospinto  e  con- 
fortato dal  diavolo,  con  suoi  compagni  e 
masnadieri  ec.  1'  assalì  com])allendo. 

^.  li.  /È  ogni  pie  .ìo.'ìpinto,  posto  av- 
verbialm.,  vale  Spessissimo.  Lai.  per.va;- 
pe,  saepissime.  Gì:  '^vp.rj..  il/.  V.  9.  6. 
A  ogni  piò  sospinto  con  istrida  e  romore 
minacciavano  il  nostro  Comune .  Pataff". 
6.  Ad  ogni  pie  sospinto  con  baggiane.  F. 
PIEDE  ,  g.   XIV. 

t  SOSPINZIONE.  r.  A.  Sospinta, 
Sospignimento.  Lat.  impulsu.f ,  indlalìo. 
Gr.  ùt^r.-si^  ,  uCH.po^U'saói .  Lih.  Prcd. 
Ci  vengono  per  la  sola  sospinzione  della 
collera  . 

SOSPIRANTE.  Che  sospira.  Lat.  jh- 
spìrans  .   gemens.   Gr.    7T£Va^6)v.    G.     T'. 


II-  3.  l5.  Or  non  è  questa  terra  quasi 
una  gran  nave,  portante  uomini  tempc- 
slaiili  IT.,  tementi  il  pericolare,  so-Npiraoli 
in  pt.rlo  ?  :;:  Sa/vin.  Ddiss.  /ih.  5.  v.  569. 
Temo  non  me  di  nuovo  la  procella  In- 
volando, non  porti  ;J  mar  pescoso  ,  Gra- 
vemente   sbuffante,   e  sospirante.    (/!) 

3  SOSPIRARE.  Mandar  fuori  sospi- 
ri. Lat.  siispirare,  gemitus  emittere.  ór. 
oievc'Cìiv  .  Pocc.  nov.  43.  12.  In  tutta 
la  notte  di  sospirare ,  ne  di  piagnere  la 
sua  sventura,  e  quella  dì  Pietro  ec,  non 
rì£nò  .  Dant.  Jnf.  19.  Poi  sospirando  e 
con  voce  di  pianto  Mi  disse.  /'c(r.  son. 
227.  Dovunque  io  son,  di  e  notte  si  so- 
spira- E  canz-  !\7..  I.  Vinse  molta  bellez- 
za acerba  morte  ,  £  mi  fé'  sospirar  sua 
dura  sorte. 

§.  I.  Per  Desiderare  s  e  si  costrui- 
sce col  terzo  e  col  quarto  caso  .  Lat. 
exoptare  ,  desiderio  flagrare  .  Gr.  ETTt- 
TZo'biXv  .  Dant.  Par,  22.  A  voi  devota- 
mente ora  sospira  L'anima  mia.  Petr. 
son.  219.  In  quel  bel  viso,  eh'  i'  sospiro 
e  bramo ,  Fermi  eran  gli  occhi.  Segner. 
Prcd.  1.  5.  All'  improvviso  morirono  quegli 
infermi,  che  sospirarono  i  carnaggi  d'  E- 
gitto.  E  lilann.  Jpr.  20.  3.  Quel  ricco, 
che  corteggiato,  adorato,  adulato  sedeva 
continuamente  a  real  banchetto,  sarà  da' 
demonii  strascinato  giù  nell*  inferno  a  do- 
ver ivi  sospirare  arrabbiato  una  goccia  d* 
ac([ua  . 

^  %.  IL  E  col  secondo  caso.  Petr,  canz. 
40.  7.  E  di  sue  belle  spoglie  Seco  sorride; 
e  sol  di  te  sospira  .    (N) 

!'.'  g.  HI.  /'er  Desiderare  ardentemente, 
o  Rammentare  con  desiderio  le  cose,  0  le 
persone  perdute.  «  /■'etr.  cap.  2.  Givansi 
per  via  Parlando  insieme  de'  lor  dolci  af- 
fetti ,  E  sospirando  il  regno  di  Scria  »  . 
San/iaz.  Egl.  12.  Viva  l'amai,  morta  so- 
spirola.  (Cj 

•r  §.  IV.  Per  Piangere,  Lamentare, 
Deplorare.  Lat.  tjueri,  conqueri.  Dant.  son. 
Cassando  il  viso  ,  lutto  smuore,  Ed  ogni 
suo  difetto  allor  sospira.  Ar.  Fur.  I.  53. 
Non  mai  con  tanto  gaudio,  o  stupor  tanto 
Levò  gli  occhi  al  figliuolo  alcuna  madre. 
Che  avea  per  morto  sospirato  e  pian- 
io.(l:r) 

'■■  §•  V.  So.vpirarv ,  per  me  taf.  si  dice 
del  Sojjìar  leggiero  de"  venti.  Ckiabr.  Can- 
zonelt.  O  come  rosa  in  Gerico  Al  sospirar 
de' zefiri.  L' uom  giusto  fiorirà./'/?;-^ 

•-::  SOSPIRATISSIMO.  Superi,  di  Sospi- 
rrt/o. Lat.  c.voplatissimus.  Gr  rptiro- KjTO?. 
Segner.  Pred.  27.  7.  Ci  sarà  un  giovane 
illustre,  il  quale  avendo  con  gran  vantag- 
gio conchiuso  un  sospiratissimo  parenta- 
do, si  conduce  a  casa  la  sposa,  cioè  una 
fanciulla,  ec.    (*) 

SOSPIRATO.  Add.  da  So.tpirarc.  -"SLib. 
Pred.  Dopo  il  desiderato  e  sospirato  trans- 
riccbimento  viene  la  morte.  (J)  Tass.  Gcr. 
12.  91.  Ed  ecco  in  sogno  di  stellata  veste 
Cinta  gli  appar  la  sospirata  amica,  i^rt/vm. 
Disc.  I.  84.  Corrono  dietro  a  questi  beni 
apparenti  ,  credendo  che  in  quegli  si  ri- 
trovi la  Isella  e  da  loro  sospirata  felicità  (in 
questi  e.templi  vale  desiderata  ). 

t  SOSPIRATORE.  T'erbal.  ma.^c.  Che 
sospii-a.  Bini.  ant.  F.  R.  Grave  sospiratore 
ogni  momento. 

SOSPIRATRICE.  V erbai,  femnt.  C/ie 
sospira.  Fr.  Ciord.  Pred.  P.  I  gemiti 
delle  anime  sospiratrici  del  santo  Pm-ga- 
torio. 

SOSPIRETTO.  i5i'm.  f/>  So.ipiro.  Lat. 
leve  suspiriuni.  Or.  oJ  ^^V-p-J  oTSvay^aa. 
Horc.  nov.  2.5.  IO-  Non  potè  perciò  alcun 
sospiretto  nasconder  «]ueÌlo  che  volentieri 
ec.  avrebbe  fatto  mauife>to.  E  nov.  85.  5. 
Per  uriellarlo,  alcuna  volta  guatava  lui,  al- 
cun sospiretto  gittando.  ^  Car.  leti.  ined. 
2.   70.     Questa   lettera  medesima    è    stala 


1*76 


SOS 


1(  tla  du  sua  Santità  nuD  senza  qualche  so- 
spiretto.  (IV) 

SOSr-n:EVOLE.^(/rf.  Pieno  di  sospiri, 
jfcconipagnato  da  sospiri.  Lat.  ^emehundus. 
Gr.  crevoìi;.  Fifoc.  1. 197.  Con  sospirevole 
roce,  rotta  da  dolenti  singhiozzi,  rispose  . 
SOSPIRO.  Respirazione  mandala  fuora 
dal  profondo  dt-l  petto,  cagionata  da  do- 
lore e  affanno.  Lat.  suspirium,  pemitns. 
Or.  5TtVKV/<a.  litit.  in/.  3o.  2.  Il  sospi- 
ro e  cydUzum  del  cuor**.  E  appresso:  Si 
cbianiu  sospiro,  perchè  è  spirito  che  viene 
da  alto,  cioè  dal  cuore.  liocc.  nov.  44-  2. 
Uno  amore  non  da  altra  noia  ,  che  di  so- 
spiri, e  di  una  lirirve  paura  con  vergogna 
mescolata  ,  a  luto  fin  pervenuto  ce.  ,  in- 
tendo di  raccontarvi.  Dnnt.  ìnf.  23.  0"^*°" 
do  mi  vide,  tutto  si  distorsc,  Soffiando 
nella  haiba  co' sospiri.  /•-'  3o.  La  rigida 
giustizia,  che  mi  fruga,  Tragge  cagion  del 
luogo,  ov'  io  peccai,  A  metter  più  gli  miei 
sospiri  in  fuga.  K  Purg.  32.  Che  più 
tiene  un  sospir  la  liorca  iiperta.  l'ctr. 
canz.  38.  2.  Temprar  poless'  io  in  si  soa- 
vi cote  l  miei  sospiri,  «'h'  addolrissen 
Laura.  Jr.  Fur.  3o.  79.  Le  lagrime  vie- 
tar, che  su  vi  sparse,  the  con  sospiri  ar- 
denti ella  non  1'  arse. 

§.  I.  Sospiro,  per  Pìffìcii/fà  di  respiro. 
Affanno.  Scn.  Pisi.  5^.  Ma  io  sono  quasi 
tornato  a  una  (infermità)  solamente  ,  la 
quale  i'  posso  convenevolmente  chiamare 
sospiro,  e  già  la  non  mi  conviene  nomi- 
nare in  Grecesco.  E  appresso  :  Dopo  tutto 
questo  il  sospiro,  che  a  poco  insieme  co- 
minciava ad  allenar»-,  fece  maggiore  alle- 
namento, e  rimase. 

'u'  §.  II.  Sospiro.  Terni,  de*  3'usici. 
Pausa  d'  un  terzo,  0  d'un  quarto  d' una 
misura  j  e  dicesi  anche  alla  Firgoletta 
che  seri-e  a  mostrar  il  luo<^o  dove  si  ha 
da  fare  una  tal  pausa.  Ulagal.  Lett.  Sen- 
za perciò  variare  la  minima  nota,  il  minimo 
diesis,  il  minimo  sospiro.  (A) 

^  g.  III.  Sospiro,  vale  anche  un  Momen- 
to di  tempo.  Iniperf.  Praw  P.  12.  T.  (\. 
206.  Il  tiranno  ec.  martoriato  a  semliianza 
di  Tizio  non  vive  pure  un  sospiro  in  ri- 
poso.   (F) 

SOSPIROSO.  Add.  Pieno  di  sospiri  , 
Sospirante.  Lat.  gemehiindus.  Gr.  arevo- 
etj.  Pant.  Purg.  33.  E  BL-atrice  sospirosa 
.■  pia  Quelle  ascoltava.  Filostr.  E  tal  , 
quale  era,  sospiroso  e  pio.  #  Poliz.  si. 
X.  G&.  Stan  sospirosi,  e  dì  dolor  confu- 
si. (C)  Buon.  Fier.  4-  I-  1-  VìixXe  ri- 
torna Quel  sospiroso  amante.  Cui  fu  in- 
timato   il    guideidon    nt>IIiirno. 

SOSPIZIO.NE.    Icd.    SOSPEZIONE. 
f   *    SOSPIZIOSO     /'.    A.    Sospetto- 
so.   Pi.'ct.    S.    Gir-    379.    Dicono    che    noi 
siamo   immaginativi   e    sospiziosi.   (t  ) 

•f  #  SOSSANNARE.  /.  A.  Far  hoc- 
ihi.  Schernire,  Sghignare.  L.it.  xuhxan- 
nair.  Gr.  au/T»;,i:i'?£t>.  Arrif^h.  y^. 
Tutta  la  piazza  conosce  Ìl  mio  hrolihìu  , 
r  egli  mi  moslraoo  a  dito,  e  colli  denti 
M-tssunnano.  (*) 

SOSSOPKA  .  Avverh.  accorcialo  da 
Sottosopra  ,  e  lule  lo  slesso.  La),  sus 
di'que.  Or.    «ww   /«t'    /.U':a>.   Ciriff'.  Cali-. 

3.  73  Che  lo  mando  sossnpra  alla  cam- 
pagna Tass.  Cer.  8.  3.  Movi  l'ire  v  i 
tumulti,  V  fa'  tal  opra,  Che  tultt)  vada  il 
■  ampo  al  fin  sossopra.  /*."  ().  48-  E  sos- 
Nupra  cader  fu  d*  anilio  i  Ijti  Cavalieri  e 
rj^alli,   ai-mi   ed    armati- 

§.  i\o/i  volgere,  o  JVcn  voltare  la  man 
xos.topra.    1  ed-    MANO.   g.    CLII. 

*  SOSSOPHAItE.  Neutr.  Andar  sos- 
sopra.    Lat.   everti,   dissolvi-    Pros.    Fior. 

4.  3.  79.  La  cajfca  dove  egli  (  il  cinna- 
momo )    aveva     da    venire,    >'  imliarco    .10- 

Iira  una  nave  che  sossopm,  e  t|ucir  isit- 
.1  di  Zeilan  sta  adesso  in  guerra  (  'fui 
vale    naufragò  ).    fìS'S) 


SOS 

t  SOSTA.  Quieti,  Posa.  Lat.  4juies, 
rtquies,  pausa.  Gr.  TraJ^i;.  Dani.  Purg. 
29.  Per  veder  meglio,  a'  pa.^si  diedi  so- 
sta. Filoc.  3-  Il  7.  Hunque  sperando  con- 
fortar ti  dei,  e  dare  alquanta  sosta  al  pre- 
sente disio .  Ftamm.  2.  44*  R^^iug^"^' 
mo  le  lagrime,  e  in  quelle  |>onemmo  so- 
sta per  quella  notte.  Med.  Arh.  Cr.  44- 
E  poiché  ivi  fu  giunto  tulio  ansio  e  tran- 
gosciato,  non  gli  fu  dato  puie  un  poco 
di  sosta,  /iocc.  Fìt.  Dani.  228-  Li  <|uali, 
come  ec.  eonoliliero  i  cocenti  sospiri  al- 
quanto dare  sosta  all'  atlaticato  petto  ec, 
rii'ominciarono  a  sollecìlare  lo  sconsolato. 
Tac.  Pav.  Ann.  l3.  l6c).  Nerone  spa- 
ventato, e  d'uccider  la  madre  avido,  non 
le  dava  sosta,  se  Uurro  non  promette\a 
levarla  via  ,  provata  1'  accusa  (  il  lesto 
lat.  ha  :  non  prius  difierri  potuil  ).  Vep. 
Pecam.  126.  La  voce  .tosta  ,  che  jcio- 
perio  ini[)orta,  e  quiete,  e  starsi,  e  non 
far  nulla,  o  simil  cosa,  si  vede  ptlT  as- 
sai   usata    in    que*  temjii. 

§.  I.  Per  Fragola  ,  Uzzolo,  Appetito 
intenso.  Lat.  libido,  cupido.  Gr.  opliti  , 
iTiiSu^uia.  /tocc.  nov-  85.  l3.  In  Itrievc 
in  tanta  sosta  entrò  dello  spesso  veder 
costei,    che   egli   non  lavorava   punto. 

§.  II.  Per  Ces.tazione  d'armi,  o  d' 
offese.  Star.  Pist.  175.  Domando  sosta 
al  popolo,  e  mandò  che  volea  parlamen- 
tare col  Vescovo,  e  col  Vicario  di  Pi- 
stoia. 

.«SOSTANTIVAMENTE.  ì'  SUSTAN- 
TIVAMEME. 

SOSTANTIVO.  /*.  SOSTANTIVO. 
SOSTANZA,  e   SOSTANZIA.  /'.   SU- 
STANZIA. 

SOSTANZIALE.    /'.    SUSTANZIALIÌ. 
SOSTANZIALITÀ'./  ed.  SOSTANZIA- 
LITÀ'. 

SOSTANZIALMENTE.  /  .  SUSTAN- 
•ZIALMENTE. 

SOSTANZIARE.    /'.    SL^^TANZIARE. 
SOSTA^ZIE^OLE.  /  .  SUSTANZIE- 
VOLE. 

SOSTANZIOSO.  F.  SUSTAN/IOSO. 
f  SOSTARE.  Fermare j  e  si  adopera  e 
nelP  alt.  maniera,  e  nella  neutra  passiva. 
Lat.  sistcre,  quicscere.  Or-  TraJiiv,  :raJs- 
ffSai.  Tcsorelt.  /ir.  19.  182.  Pregai  per 
(ortesia  (he  sostasscr  la  via  Per  dirmi  il 
convenente  Del  luogo,  e  della  gente.  Dani. 
Jnf  16.  Venien  ver  noi,  e  ciascuna  gridava: 
Sostati  tu.  A  Purg.  19.  Sosta  un  poco  per 
me  tua  maggior  cura.  Frane.  Sacch  nov. 
l56.  E  fatto  questo,  la  fere  sostare  un'  ora, 
acciocché  slesse  ben  morbitla.  licmh.  Asol. 
1.33.  Così  avendo  detto  Prrollino.  fermato- 
si, e  poi  a  dir  altro  passar  volendo,  Gi- 
smondo  con  la  mauo  di  lui  aperta  sostando- 
lo,  a  madonna  Berenice  così  disso  . 

>>  SOSTALO.  'Fermine  marinaresco. 
Colui  che  tien  cura  della  sosta  ,  specie  di 
fune  nelle  navi.  Fr.  Itarl».  257.  18.  lìt  aggi 
liuono  orciero.  Palombaro  e  gal)biero,  So- 
staro,  et  an'  (cioè,  anche)  prodieri,  Pedolte 
e  temonieri.  (J) 

SOSTATO.  Add.  da  Sostare. 
SOSTI  CNENZA.  /'.  SOSTENI  KZA. 
SOSTEGNO.  ìerhal.  da  So.Uenar  j 
Cosa  che  .tostiene.  Lat.  fulcimenlum,  su- 
stentaculum,  fulcrum.  l.r.  Ip^ttpa.  Pani. 
InJ-  12.  O  per  tremtiolo,  o  per  sostegno 
manco.  Sagg.  nai-  e.fp.  12.  Preparalo  in 
i|ue!(la  forma  lo  strumento,  e  collocalo  sul 
suo  sostegno,  s*  incomincia  ad  empiere  per 
di  sopra  di  ne\e.  o  di  ghiaccio. 

g.  1.  Per  me  taf  Jifanlenimento,  Peggi- 
mcnto.  J^elr.  son.  3h(K.  O  usato  di  mia  vita 
sostegno.  Frane,  Sacch.  ritn.  6l-  Perche  di 
lei  sit.'^tegno  fu  in  parte. 

if  §.  II.  Prr  S'utriiamento,  So.tte/tla- 
mrnlo.  Ang.  Mei.  I  I71  Aci]Ue  fjn)tose  , 
ed  erl»c  amare,  e  Irondr  Le  sue  «nande 
tono  e  il    suo  sostegno.  (  P)   Sr^er.  PtTd. 


SOS 

Pa/.  Ap.  8.  2.  Né  anche  i  laici  dovrcUfODO 
riputarsi  padroni  dì  lutti  ì  loro  beni  patri- 
moniali, ma  solo  al  più  di  quella  parte  sem- 
plice, che  confassi  al  loro  sostegno,  f  TC) 

%.  III.  Per  Aiuto.  h*\..levameii,requies, 
auj  ilium.  Gt.  ^or,zi(tt.  lìocc.nov.l.  10. 
Lui  ne  vedeva  andare,  rfae  suo  sostegno  era 
lungamente  stailo.  Fnov.i^Ò.  l8.  Pietro,  al 
qual  pareva  del  ronzino  avere  una  compa- 
gnia, ed  un  sostegno  delle  sue  fatiche,  forte 
sbigottì.  Ji  Proem.  8.  Dove  meno  era  di 
forza  ec.  quivi  più  avara  fu  di  sostegno. 

^  §.  IV.  Sostegno,  chiamano  gì' tdrauU' 
ci  un  iaUone,oJahhrica,  che  attraversando 
un  fiume,  oun  canale,  serve  a  sostenere  P 
acqua  ad  una  certa  altezza,  ed  a  passar/a  a 
proporzione  per  comodo  della  navigazione. 
Guid.  Cr.  Camera,  o  vasca,  porta,  portone, 
cateratta  di  un  sostegno*  Sostegno  a  porte 
raddoppiate.  'Al 

SO&TKNENTE.  Che  sostiene.  LaC  ju- 
slincns.  Gr.  avì'jf&iv.  Amel.  16.  Ma  tra 
gli  altri  ^fcmp/iy  emiuentissimo,  sopra  mar- 
moree colonne  sostenenti  candida  I  anuna , 
se  ne  lieva  uno  Ira  le  corr«ali  onde  di 
Arno,  e  di  Mugnone.  FiMmm.  7.  34.  Ma 
io  con  più  ferma  e  più  sostenotttc  memo- 
ria, che  non  mi  blso^a  a  mio  danno , 
cootinova  rimango  nel  tristo  senno.  Tac. 
Pav.  Ann.  2.  35.  Arminio  si  facea  ve- 
dere con  mani,  con  voce,  con  ferite  soste- 
nente battaglia  (  il  testo  lat.  ha.'  sn- 
stenlabat  pugnara  )  . 

^'  §.  I.  /■-  colla  partic.  SI.  Saìv.  Avveri. 
2.  I.  I.  Dicontt  Sustantivo  a  quel  nome  che 
u  vera  sustanzia  ec,  ovvero  che  cosa  si- 
gnifichi, la  quale  si  nomini  a  guisa  di  so- 
stanzia, e  cottie  per  sé  medesima  soste- 
nenlesi  in  piede,  avvegnaché  sustaiuia  re- 
racemenle  non  sia.  (fj 

*  §.  II.  F  inforza  di  Susi.  Coiai  che 
sostiene.  Bus.  38.  E  queir  impiccato  ,  ab- 
bandonato dal  sostenente,  affoga.  (C) 

SOSTENENZA.c  SOSTfcGNENZA.  U 
sostenere,  in  signific.  di  Soffèrire.  Lai.  (o- 
lerantia.Gr.  ÙTtop-O^rl.  G.  F.  9.  182.  3. 
E  così,  per  buona  sostenonza,  i  Saoesi  ri- 
masero lil>erì.  Cuid.  G.  Se  forse  la  soste- 
gnenza  della  vergogna  non  concbiuse  al- 
cuna astinenzia.  Coli.  SS.  Pad.  Il  tempe- 
ramento e  la  soslenenza  dcUe  tentawoni  e 
è  donala  dal  Signore. 

g.  Per  Alimento,  Sostentamento.  Lat. 
alimentum.  Gr.  zfìfiì-  Itv.  A/.  Andava- 
no cercando  di  loro  soslenenta  per  cotale 
maniera. 

SOSTENERE,  ffepgrrfjo  Tenere  sopra 
di  se  j  e  si  u.ta,  secondo  i  vani  significa- 
ti, oltre  all'alt.,  talora  anche  nel  seni  tm . 
neuir.  e  neulr.  pass.  Lat.  sustinere.  Cr. 
^aflTOt^eiv.  Jioic  nov.  il.  5.  Come  se  io 
per  me'  andare  non  potessi,  mi  Terrete  so- 
stenendo. /•.  nov.  l5.  36.  Tiraron  via  il 
puntello  che  il  coperchio  dell'  arca  s<»»tc- 
nea.  Ftamm.  7.  77.  Con  .luelle  spalle  . 
colb-  quali  le  maggiori  cose  abhum  so- 
stenuto e  sosteniamo,  sosterremo  le  mìuf 
ri.  Pani.  Inf  17.  Colle  braccia  m'  av- 
vinse, e  mi  S4i»tenne.  Peir.  canu  34).  8. 
Ne  mai  feso  fu  greve,  Quanto  quel  eh' 
i*  s<»stegno  in  tale  slato. 

g.  I.  Soitenere  ,  per  .Vo|^mrr  ,  Com- 
portare  ,  Patine.  Lai.  frrrr  ,  aerare. 
pali.  Gr.  fipuv,  JT'Ufvciv,  TOt^X**** 
tìocc.  nov.  1.  |3.  Questi  Loml>ardi  cani 
ec.  non  ci  si  vogliono  più  sostenere.  F 
nov.  8.  .3.  Nelle  cose  opportune  alla  sua 
propria  persona  ec.  sosteneva  egh.  j-er 
non  ispendere.  difetti  grandissimi  F  no%- 
65  5  Ed  essa  tanto  più  impatienlemenle 
sosteneva  questa  noia  ,  quanto  meno  si 
sentiva  nitrente  .  E  nov.  77.  SO.  Se  non 
fosse  rir  egli  era  giovane,  e  soprav  veniva 
il  caldo,  egli  avrebbe  avuto  tntpi^i  ila  st»- 
striiere.  /•.  nov  8a.  3.  Questo  amore  un 
gran  tcinj'o  tenia  frullo  sostennero.  Pani. 


SOS 

Pftrg.  3.  Percliè  l'  occhio  dappresso  ool 
sosIeDot.  /-.  II.  Egli,  [or  trar  l'amico 
suo  di  pena  Che  sustcnea  uelJa  prì^ion 
di  Carlo,  Si  t-oadusse  a  tri'inar  per  ogni 
vena,  l:  3o.  Sicrhè  per  temperanza  di  va- 
poiì  L*  occhio  lo  ^ii^tene;)  lunga  6ata. 
t'iìi-a/c.  ^'pec^Jl.  (  r.  Ma  Ijiilu  aniiino  sé, 
ibe  non  vogliono  >ostrner  niuua  co^a. 
Lfgg-  .V.  Cioh.  Yuv  iiiaitirc  »  mipcrrinr- 
chh  per  la  giublizia  soìiciinc  nioi(e.  ^  /  it. 
S.  Onofr.  l!^2.  (,'uaudo  egli  sostiene  fa- 
me o  sete,  non  vi  sì  truova  pane  o  %ino 
per  confortaifti.  t  (J  Ta.rx.  Oer.  12.  25. 
Ne  già  poteva  allor  haltomo  tlarti  ,  Che 
l'u&o  noi  sostion  di  quelle  parti.  (D)  Sen. 
Ben.  l  arch.  6.  3o.  Tante  minacce  di 
guerra  ,  e  1*  empito  quasi  di  tutta  la  ge- 
nerazione umana,  che  se  ne  va  a  Lriglia 
sciolta,  sosterranno  pochissimi  uomini. 

§.  II.  /Vp  Comportare  f  in  signific.  dì 
Permrttere.  Lat.  sinere  ,  Jerre.  Or.  sàrf  , 
fipttv.  Bocc.  nov,  i5.  l5.  Partir  volen- 
dosi ec,  in  niuna  guisa  il  sostenne.  E  17. 
S!\.  VoUcle  fare  la  debita  reverenza,  ma  ella 
noi  sostenne.  /','  riQv.  l\^.  16.  Sostenendo 
li  suoi  ahhrarciameDti,  con  lui  Icueramente 
comincio  a  piagnere,  ir.  Oiord.  /'reti.  S. 
39.  Or  non  vedi  r)ie  si  sostengono  le  mere- 
trici nella  citta  ?  questo  è  un  grande  male  j 
e  se  si  sotraesse,  si  sottrarrehhe  un  grande 
hene  ,  che  si  farehliono  piii  avolterii,  più 
soddomie  ,  che  sareWie  molto  peggio  . 
*  TtJss  liitri.  Am.  Dial.  3-  Ma  posto  che 
io  volessi  ec.  Drizzare  i  miei  pensieri  ad 
altra  mrla  Sosterestil  tu  amore?  (V) 

^  S-  III-  P^f  jirdire  ,  Osare,  Dant. 
inf.  3o.  L'altro  che  in  la  scu  va,  so- 
stenne Per  guadagnar  la  donna  della  tor- 
ma.  Falsificare   in   sé   Duoso   Donati.  (C) 

•>•  ^.  IV.  Sottenere^  parlandosi  di  Ca- 
riche, vale  Adempire  a  ciò  ch'esse  ri- 
cercano. Inslr.  Cane.  88.  Con  questi  pre- 
cetti ,  se  da  voi  s'  osserveranno  ,  potrete 
con  sicurezza  sostener  la  vostra  carica.  (C) 

^  §■  V.  /'er  Bapprestntare  .  Se^ner. 
Pred.  Pai.  Ap'  3.  l.  Il  primo  (perso- 
nafTgio  )  egli  f  Cristo  )  dovea  sostenere 
nella  Seconda  venuta  di  lui  qual  giudice 
sulK'  nuvole.   (TCj 

§  VI.  Per  Tenere j  Consertare  .  Lat. 
dejen^lere,  tutari.  Gr.  T^or^ras^ai  Ttvo^. 
Cirtjf.  Calv.  3.  78.  E  dice  che  sostenga 
Tanto  vivo  il  prigion,  eh'  egli  ne  venga  . 

§.  VII.  Sostenere,  per  Difendere-  Lat. 
tueri,  defendere.  Gr.  ^iapu>aTTEiv,  ÒTttp- 
asm'^Eiv.  G.  ì'.  9.  3^^.  I.  Castruccio, 
avendo  molto  molestati  i  Pratesi  .  e  so- 
stenea  un  battifoUe  fatto  in  Val  di  Bi- 
senzo  .  chiamato  Seravallino. 

t  g.  Vili.  Per  Proteggere,  jiuttnre . 
Lat.  regere .  G.  /.  p.  '3l8.  2.  Rimase 
io  bandii,  e  contumace  de!  Comune  di  Fi- 
renze, con  tutto  che  fosse  sostenuta  sua 
parie  in  Firenze  per  suoi  amici  .  Cnin. 
More//.  ^37.  E  seppe  si  fare,  e  si  prov- 
vedutamente temporeggiare,  che  al  tempo 
del  maggior  bisogno  ce.  egli  ebbe  degli 
amici,  e  non  parenti,  che  l'alarono  e 
sostennonlo  per  modo  ,  che  non  gli  fu 
fatto  tort.i.  A/,,m.  io/t.  3.  56.  E  voi, 
sommo  splendor  dei  Franchi  regi ,  So- 
stenete  il   mio   dire. 

*  S-  IX.  Sostenere,  per  Patrocinare, 
l'ranc.  Sareh.  nof.  77.  U  tale  e  il  mag- 
gior uomo  dell'  oficio  :  io  gli  vorrei  fare 
qualche  bel  dono,  acciocchì:  mi  sostenesse 
nelle    mie  ragioni.  (}'j 

§-  X.  fer  Difen^re  quistionando.  lìocc. 
I  it.  Dant.  243.  Essendo  egli  a  Parigi  , 
e  quivi  sostenendo  in  una  disputauone 
w.  .  che  nelle  scuole  della  troloi;ia  si  fa- 
cea,  quattordici  quistioni  ec.  fìai.-.  Scisni. 
70.  Martire  sosteneva  la  resia  di  Xuin- 
glio.  5?  Segner.  ì'red.  /'«/.  ^tp.  q,  i.  riù  di 
trenta  Università  ,  tutte  illustri ,  obbliga- 
ronsi    a    sostenerla   (  ta/   sentenza  ).  fTC) 


SOS 

f  §.  XI.  Per  y f antenere , A /inientare.  iVoiv 
ant.  100.  9.  CeLilanieiite  gli  portava  quello, 
che  bisogno  gli  era  per  la  vita  sostenere. 
^-  'i  ass.  Lia/.  Pad. flint.  Le  licchetie  debbo- 
no esser  proporzionate  al  Padre  di  famiglia, 
ed  alla  famiglia  che  egli  sostiene.  ( I)/ 

§.  XII.  lev  Custodire,  'Jenfren  jregno. 
I.at.  custodire,  in  cj'/icio  ccntinere,  rt'ge- 
re  .  Gr.  «araiTì'JJeiv  rivor'.  /  occ.  nov. 
89.  5.  A  sosteutar  la  viitù  dell"  altre  .  che 
trascorrere  non  si  lascino ,  si  couvieue  il  ba- 
stone che  le  sostenga,  e  che  le  spaventi. 

i'i?  g.  XIII.  Sostenere,  per  J{  al  tenere  , 
reprimere.  Pont.  Vit.  ÌSitow  6.  Allora 
ricordandomi  che  già  1'  avea  veduta  far 
compagnia  a  quella  gentilissima,  non  po- 
tei sostenere   alquante  lacrime.  (CP) 

*  g.  XIV.  Sostenere ,  talora  vale  In- 
dursi, Pecarsiajar  checcliessia.  f'it.  SS, 

/'ad.  2.  262.  ^ion  potea  sostener  di  cre- 
de» e  che  un  monaco  avesse  mal  pensiero 
(cioè,   non   gh  pativa  1' animo),  f^'} 

§.  XV.  Per  Indugiare,  /'rorogare.  Trat- 
tenere .  Lat.  morari  .  Gr.  /jlc'>).ìi«  .  Sen. 
L'edam.  Il  giudice  che  ha  a  sentenziare, 
sostiene  la  quistione  a  tempo  .  M.  /-'.  i. 
2.  Cominciavano  a  sputare  sangue,  e  mo- 
tivano di  subito,  e  «Ili  in  due,  o  in  tre  di, 
e  alquanti  sosteneano  più  al  morire  pranc. 
Sacc/i.  nov.  1^7.  \  atiene  innanzi,  e  di'  a' 
gabellieri ,  sostengano  un  poco  la  porla 
(cioè,  indugino  alquanto  a  serrarla). 

^  g.  X\  I.  Sostenere,  in  signific.  neutr. 
pass,  per  Trattenersi  .  Stor.  Toh.  5.  Al 
quale  Tobiuzzo  disse  :  io  li  prego  che  lu 
ti  soslenghi  un  pocoj  tanto  che  io  rapporti 
queste  cose  al  padre  mio.   (/') 

§.  X>  11.  Sostenere,  sì  dire  ancìie  Quan- 
do il  magistrato  comanda  c/te  il  reo  non 
sì  parta  dtil/a  corte ,  senza  però  incarce- 
rar/o. l.at.  dctinere.  Gr.  xaTs'^fèiv.  /-ìocc. 
nov.  6.  5.  Più  giorni  appresso  di  sé  il  so- 
stenne. E  nov.  33.  17.  Fatto  adunque  ec. 
sostenere  una  notte  Folco  ed  Ughetto,  ad 
albergar  se  n'  andò  segretamente  con  la 
Maddalena.  j\ov.  ant.  3.  4-  Fece  tanto, 
che  fece  sostener  lo  cavaliere.  Tac.  J'av. 
Ann.  6.  118.  Traesse  Uruso  di  palagio, 
dove  era  sostenuto  (qui  il  testo  lat.  ha  : 
attinebatur  ). 

*  §.  X  V!IL  Sostenere  ì fanti ,  i  cavalli , 
o  simili,  in  termine  dì  guerra,  vale  leg- 
gere /'impeto  dr' fanti,  de*  cavalli,  0  si- 
mili. Segr.  Fior.  Art.  iiuerr.  lib.  2.  Pre- 
sono pertanto  (gli  Svizzeri)  per  arme  le 
picche ,  armi  utilissime  non  solamente  a 
sostenere  i  cavalli  ,  ma  a  vincerli.  lì  ap- 
presso: 1  fanti  Tedeschi  possono  sostenere 
e  vincere  i  cavalli.  (l'J^J 

g.  XIX.  Sostener  la  carica,  term.  mili- 
tare ,  dicesi  del  flegger  /"  impeto  degli  av- 
versarii.  Lat.  impetum  sustmere,  excipe- 
re.  Gì:  s'tiìo^c/'v  av£X-'^*i-  J  isc.  Cale. 
24"  K  ritirarsi  uniti  insieme,  e  sostener  la 
carica  ,  quando  la  medesima  si  trova  con 
disavvantaggio. 

P.  XX,  /Vr  Beggere  ,  Durare.  Lat.  du- 
rare,  perdurare.  Bocc.  nov.  l^.  O.  Veg- 
gendosi  sosjiinto  dal  mare  e  djl  vento, 
ora  in  qua  e  ora  in  là,  si  sostenne  in6no 
al  chiaro  giorno  .  /f  nov.  17.  6.  Essendo 
da  in6nito  mar  combattuti,  due  di  sosten- 
nero. Frane.  Sacc/t.  nov.  82.  tìt.  Volen- 
do vedere  come  sostiene  al  bere,  il  fa  pro- 
vare con  un  gran  bevitore  suo  famiglio. 

§.  XXI.  So.v tenersi  ,  per  Contenersi.  Lai. 
se  contìnere.  Bocc.  nov.  !\Ci.  l5.  Ma  pur  so- 
stenutasi,  aspettò  dopo  il  pianto  la  risposta 
di  Federigo.  Dant.  inf.  26.  Ma  fa'  che  la 
tua  lingua  si  sostegna. 

S-  XXII.  Sostenersi,  per  Trattarsi  nohi/- 
nientcj  e  anc/ie  si  u.ta  t a/ora  per  I\on  si 
dichiarare.  Star  su//e  sue. 

't'  *-  SOSTEMBILE.  Add.  Che  può 
sostener.ii ,  difendersi  questionando.  Ma- 
ga/, pari.  1.  lett.   23.  Si  gettò  a  quel  plau- 


S    U   S  1277 

sibile  ,  ma  non  so  poi  quanto  sostenibil 
ripiego  di  levar  ogni  anima  agli  irraziona- 
li ,  ec.  /•■  ivi  lett.  28.  Potreste  risponder- 
mi, esser  anche  sostenibile  che  elle  fossero 
rinate  allora,  ee.  (A) 

•f  ^'  SOSTEMBILISSIMO.  Super/, 
dì  So.itcnibi/e  .  Magai,  part.  I.  lett.  aS. 
Teorema  sostenibilissimo  in  buona  6I0SO- 
6a.  (A) 

t  SOSTENIMENTO.  //  sosUnere,  So- 
.ilegno.  Lat.  sustentarulum.  Gì.  'iciilfjv,. 
Mor.  S.  Creg.  I  gli  è  di  sopia  per  poten- 
za, di  sotto  per  sost<-iiimento,  di  fuori  per 
grandezza.  Mcd.  Arh.  Cr.  20.  Ripensando 
ncii  r  umJlà  eh'  egli  ebbe  Del  sostenimento 
della  battaglia  (cioè,  sopportamento,  soffe- 
renza). Pav.  J-sop.  Acciocché  sia  prospe- 
revole in  dare  aiuto  e  sostenimento  dalle 
fatiche  rc/o^.  ulleggiamento).  i>anc.  Sacch. 
Op.  div.  118.  Ma  l'albero  e'rami  non  dan- 
no sostenimento  e  vita  alla  barba. 

3  SOSTEMTOliE.  Colui  che  .lostiene. 
Lai.  snslinens,  rcctor,  difensor,  tolerator. 
Gr.  KV-xòon-i  ?,  0:T-:ca(rTidTv;^  .  Cuid. 
C.  Spesse  volte  tramortiva  nelle  braccia 
de' sostenitori.  C.  I  .  12.  43.  4-  Intra  gli 
altri  notabdi  uomini,  che  fecero  per  lo  po- 
polo ,  si  fu  messer  Farinata  degli  Lberti 
ec.,  e  Dante  Alighieri,  e  altri  cari  cittadi- 
ni e  Guelfi,  caporali  e  sostenitori  di  quel 
popolo  f  cioè  _.  mantenitori,  e  protettori). 
Piloc.  1.  25.  ^e' quali  poi  con  tranquillo 
mare  s'  é  lieta  rivolta  a'  sostenitori  primi 
dell'  avverse  cose  (cioè,  sofferitori).  ♦  Pal- 
lav.  sul.  241-  Potendosi  porre  in  campo 
il  sostenitore  della  falsa  opinione  ec.  indi 
far  che  1'  insegoalore  del  vero  con  ma- 
niera schietta  palesi  la  fraude  di  quelle 
prove.   (i'Pj 

5^  g.  Per  Sostegno  .  «  Alnm.  Colt.  1. 
12.  Ma  lieta  un  giorno  Le  pampinose  cor- 
na, i  tralci,  e  l'uve  j^ovra  ù  soslenitor  si- 
cura avvolga  ".  ( i\  ) 

SOSTEMTRICE.  l'crhal.  femm.  Cìit 
sostiene.  Lai.  toleratrix.  Gr.  •jTTOu-'vsutk. 
Amet.  49.  Discorse  il  mondo  e  la  terra  so- 
stenitrice di  tutti  gli  affanni.  Filoc.  I.  52. 
Mi  crederei  esser  vie  più  possente  soste- 
nitrice dell'armi  e   degli  aflanni. 

SOSTENTACOLO.  Sostegno.  Lai.  su- 
stenlaculum,  Gr-  if-.i^av..  Stor.  Eur.Q. 
145.  Spinse  alla  china  il  suo  sostenlacolo, 
o  vogliam  dirlo  carretto.  5C=  Imperf.  Anat. 
137.  Il  sito  e  luogo  dove  l'ossa  sono  po- 
ste, é  più  addentro  del  corpo,  perché  sono 
sostenlacolo   di   esso.  (F) 

SOSTENTAMENTO.  //  sostentare^ 
Sostegno.  "Ldtl.  fulcimen,  full  imentum.  Gr. 
fSa-Jt:,  GTY'ptyuy.  Cr.  5.  I.  14.  Contro  la 
rabbia  e  sbattimento  de'  venti,  per  li  quali 
i  nodelli  nesti  ec.  agevolmente  si  diserta- 
no ,  si  dee  convenevole  sostentamento  a 
ciascuno  arbucello  con  ispessi  legami  le- 
gare. Sagg.  nat.  esp.  34-  Hitorle  I'  effetto 
da  altri  attribuitole  del  sostentamento  dei 
fluidi . 

^.  Per  Conforto  ,  Mantenimento  .  Lat. 
a/imentum  ,  luratio  ,  tutela.  Gr.  Tfofri ., 
Ifop-ìoL.  ztz\-:co~t'.  Mor.  S.  Greg.  Ap- 
parecchiavano quelle  cose  che  erano  di  bi- 
sogno a  sostentamento  del  corpo  .  Bocc. 
/'roem.  5.  E  quantunque  il  mio  sostenta- 
mento, o  conforto  che  vogliara  dire,  possa 
essere  e  sia  a*  bisognosi  poco,  nondimeno 
parmi  ec.  F g.  10.  f.  I.  Per  dovere  alcun 
dipi>rto  pigliare  a  sostentamento  della  no- 
stra sanità  ec,  uscimmo  di  Firenze.'*- Ai/on. 
iter.  /ntr.  I.  Al  guadagno  pietoso  il  go- 
dimento Voglia  star  sempre  allato  ,  Caro 
sostentamento.  Bammenlator  fedele.   fJSj 

SOS'I  ENTANTE.  Che  .lostenla  .  Lat. 
sustinens  .  Gr.  rf-jiy^op.l'/Oi  .  l'ìamni.  i^. 
116.  Incontinente  pili  ampio  luogo  si  dava 
agli  amorosi  pensieri,  i  quali  non  solamente 
materia  sostentante  le  6amme  di  Venere 
SODO, ma  aumentante,  se  ben  si  mira.  Pemh- 


1278 


SOS 


^sol.  X.  58-  1  quali  riiicliiu>i,  non  sul«- 
inenle  materia  &o»lcnljatu  lo  fiamme  so- 
no, ma  aumeuUutc. 

SOSTENTAKIÌ.  Alimentare^  Vanii'' 
nere  cogli  alimenti  j  e  si  usa  in  si^nific. 
ittt.  e  neutr.  past.  l-al.  atere  ,  xustenlare. 
Gt.  rpifiiv-  liocc.  iiov.  80.  22.  Doroan- 
liugli  aiuto  e  cuusiglio  di  fare  che  e&so 
<|uivi  potesse  su&lentar  la  sua  \Ì(a.  K  nov. 
ijo.  3.  Per  sostoDlar  la  vita  sua,  con  una 
ravalla  comincio  a  portar  mrrcataiizia  ìn 
f[ua,  ed  in  la.  •?  line.  .-ip.  23l.  Uipoocn- 
(lo  in  comune  i  loro  actjuisti  Per  goder 
quelli,  e  sostentarsi  il  verno,  (iuicc.  Stor. 
3-  59.  IVc  in  Alella  era  tanto  da  vivere  , 
che  hastassc  a  sostentare  molli  giorai  i 
Franzesi.  (Ci 

#  §.  I.  Sostentare  ,  si  tlice  anche  del 
Mantenere,  0  Trattenere  nlfuno  con  prov- 
visione. Serti.  Stor.  Ind.  6.  28.  Il  Kc  tiene 
quasi  in  tutte  le  terre  scuole  e  studii 
pultlilici ,  e  sostenta  ecccilcnti  maestri  con 
onorali  stipendii.  {C} 

!p  §.  II.  Sostentar  la  guerra,  vale  ali- 
mentarla. Somministrare  1  mezzi  per /aria. 
Onice.  Stor.  18.  8<|.  Confidar»!  di  potere 
esigere  danari  di  Spagna  altUaatanza;  con- 
riossiachè  sostentava  la  guerra  con  spese 
molto  minori  per  le  rapine  dei  soldati , 
rlic  gli  avvcrsarii.  iC) 

3  §.  III.  Per  Sostenere,  Reggere.  Lat. 
s:islinerc .  Gr.  ^x5tk^£iv  -  lìant.  Piirg. 
IO.  Come  ,  per  sostentar  solaio»  o  tetto  , 
Per  mensola  talvolta  una  figura  Si  vede 
giugner  le  ginocchia  al  petto. 

^  §.  IV.  Sostenere  ,  in  signific.  neutr. 
pass,  talora  vale  Reggersi  in  modo  da  non 
radere^  o  da  non  sommergersi.  «  Gal.  Sist. 
aio.  Solo  violenlemcnle  si  sostenterebbe 
sopra  queir  aria  ».  (C) 

g.  V.  Per  Mantenere.  Lat.  servare, 
tueri,  regcre.  Gr.  cw^Siv.  fìnrc.  nov.  8^. 
5.  A  sostentare  la  virtù  dell'altre,  che  tra- 
scorrere non  si  lascino ,  si  conviene  il  ba- 
stone che  le  sostenga-  ^  Segner.  tncred. 
1.  II.  5.  Fu  pur  dunque  possente  quell' 
alta  voce  che  chiamò  dal  nulla  ad  un 
trailo  tante  gran  cose  ,  e  che  tutte  or  le 
sostenta.  (Pi) 

'e  §.  VI.  IC  in  signific.  neutr.  pass.  Cr. 
5.  IO.  Questo  arbore  f/7  Aco  desidera  aere 
caldo  ,  uvvcr  temperato  ,  e  nel  mezzana- 
mente freddo  coir  umano  aiutorio  si  so- 
stenta. (Vi 

#  g.  VII.  Sostentare,  per  Difendere  t/ue- 
stiunando.  fìemh.  .-fsol.  3.  181.  lo  diverse 
maniere  ciascuno  e  con  più  amminicoli  s'  è 
mgrgnato  di  so»tentare  la  sua  srntenza  ; 
dove  gli  altri  per  trarne  il  vero  disputano, 
oc.  (IVSj 

§.  Vili.  Sostentare,  in  .tignile,  neutr. 
pass.  ,  per  Difendersi.  Lai.  se  tueri.  Gr. 
x/jlJ-juv  «atUTW  cw^^^oti,  Tucid.  (i.  /'. 
Q.  317.  5.  E  cosi,  i-i»me  gente  smarrita  e 
sconfitta  .  si  sosteiilaro  ,  intendendo  soia- 
menti-  alla  guardia  della  ciltti.  iluicc.  .Stor. 
12.  616.  1  quali  si  sostentarono  ,  mentre 
ebbero  sperania  clic  settemila  fanti  dtl 
<-unt.-ido  del  Tirolo  cr.  passaNsero  più  in- 
nanzi . 

•f  ti  SOSTENTATIVO.  Atld.Jttoa 
tosle.itare.  Salvin.  fìuon.  Fier.  I.  3.  .*». 
La  speranza  e  nutritiva  ve.  ,  è  so^tentali- 
ra.    fA) 

SOSTENTATO.  Add.  da  SoUentare . 
hai.  su/fultus.  Gr.  i-ztpuòéuf^o;.  /iiion. 
Fier.  ^.  a.  7.  S'  agguaglirrà  il  sostegno  e  "I 
sostentalo  (qui  in  forza  di  sust.  ). 

f  SOSTfcN  rÀ  rOHE  .  I  rrhiil.  mate. 
C/ie,  o  Chi  .tosleiita,  o  .sostiene. 

§.  Per  Mantenitore,  lìifensotx.  Lai.  «A:*- 
fensor,  patronus,  faulor,  auailiator.  Gr. 
pOfìSJi-  <•■  ''•  ;)■  ^•^-  '■  Siccome  rubclbi 
di  santa  Cbiesa,  >•  favtiratnre  r  sosIrnLiton- 
degli  cr<"iiri  di  Melano.  Vnr.  .V.  iitrg.  S' 
.>rrti%1arooo   all'amor   d.-I   loro  v>»lentatore 


SOS 

Iddio,  per  non  cadere.  Buon.  Fier.  ^.  ^. 
23.  Sostcntator,  custode,  e  difensore  Óclie 
sante,  pudiche,  rd  alme  leggi. 

■J-  .SO  ilENTATi'.ICE.  l'erhal.  femm. 
di  Sostenlatote.  Belitn.  lUsc.  3.  .Sj.  Mo- 
bili saranno  le  flue  colonne  di  carne,  e  d' 
ossa,  stjvti'ntatrin  del  torso.  (Mini 

t  SOSTE.NTAZIO.NE  -  Alimento  . 
Lat.  a/imentiim  .  siislentatio.  Gr.  T D'ieri . 
Mor.  .S\  Grrg.  Heuduto  dagli  uditori  il  de- 
bito Soldo  per  soitenlazione  della  lor  vita. 
7co/.  Mitt.  Ne  lienefirii  ricevuti  ila  lui 
per  sua  sostentazione.  #  Guicc.  Stor.  18. 
X  Mella  sostentazione  dei  quaU  f fanti  Te 
deschi  )  si  erano  consumati  tutti  i  denari 
raccolti  dai  Milaneai.  (C) 

^  ^.  I.  Ti  figitratam.  per  Mantenimen- 
to. Giiicc.  Stor.  16.  21.  Con  qucAtì  (da- 
nari ec.  )  rimessi  da  Cesare  a  Genova  per 
so>tcntazion  della  guerra  ec.  attendevano  i 
capitani ,  secondo  che  i  danari  venivano  , 
a  pagare  i  soldi  corsi  dell'  esercito.  (C) 

•''  5;.  II.  Per  Conser\-azione.  tiuicc.  Stor. 
2.  5o.  Perchè  come  alla  sostentazione  di 
un  corpo  non  basta  solamente  il  ben  es- 
sere del  capo,  ma  è  necessario  che  gU  al- 
tri membri  facciano  l'uflìrio  suo;  cosi  non 
ba>ta,  che  il  Prìncipe  sia  senza  colpa  d<rlle 
cose  ,  se  nei  mini:ttri  suoi  non  è  propor- 
zionatamente la  debita  diligenza  e  vir- 
tù, f/.ì 

SOSTHNO  PEZZA.  A.rtratto  di  Soste- 
nuto j  Contegno.  .Salvin.  t'ros.  Tose.  1.  j5. 
Ha  qualche  aria  di  sostenutezza,  e  non  catti- 
vissimo garri>.  *  .-fccad.  Cr.  Mess.  5-  553. 
Benché  pei  allora  s*  interpretasse  quel  suo 
contegno  per  un  po'  di  sostenutezza  d'uo- 
mo di  guerra,  si  penò  poco  ec.  (/}) 

SOS'IENU  IO.  Add.  da  Sostenere,  fìocc. 
Vit.  Dani.  226.  Quanti  e  quali  fossono  i  pen- 
sieri, i  sospiri,  le  lagrime,  e  l*  altre  passioni 
gravissime  poi  in  più  provetta  el'a  da  lui  so- 
stenute pei  questo  amore,  egli  medesimo  in 
parie  Ìl  dimostra  nella  sua  Vita  nuova  (cioè, 
sopportate  ).  Amet,  96.  Sicché  le  soste- 
nute fatiche  prenda  (cioè,  durate).  G.  /'. 
10.  l3l.  3.  Pagando  le  masnade  di  loro 
gaggi  sostenuti  (cioè,  sopraitcnuti,  indu- 
giati a  pagare).  ^  Jìm.  ii5.  E  raccolto 
fedelmente  il  tesoro  delle  decime  sostenu- 
te (qui  pure  nel  medesimo  signific.  ).  (C) 
Sagg.  nat.  evp.  .34-  La  quale  (aria)  farà 
precipitare  nell'  inferior  vaso  F  C  il  cilin- 
dro d'  argento  sostenuto  (  cioè  ,  retto  )  . 
T'arch.  Stor.  8.  20O.  Tutto  quii  tempo 
che  egli  stette  soslenuln  ,  che  furono  Ire 
giorni,  non  s'attendeva  ad  altro,  ec.  (qui 
nel  signific.  del  ^.  XVI I.  di  SOSTENER!.  ). 
*  5.  I.  Sostenuto  ìn  prigione  ,  vale 
Canvralo  ,  Tenuto  in  prigione  .  Varch. 
Sior.  2.  26.  Nnn  ONtanlc  che  per  l'avere 
sparlato  de'  Medici  fossero  stati  presi ,  e 
ancora  in  prigione  sostenuti  Gio.  Ballista 
Pitti,  Bernanlo  Giachinolti  ec.   (t") 

^  §.  II.  Sostenuto,  figuraiam.  vale  FJe* 
vaio  ;  e  diccsi  dello  rtile,  o  simile,  lied, 
leti.  Ho  Iella  la  sua  nobile  gentile  nervuta 
parafrasi  del  salmo  Magnificat  :  veramente 
nobile  e  soslenula.  (At 

SOSTITUTE.  /'.  SUSTITUIRE 
SO.STITUITO.  r.  SOSTITUITO 
SOSTITUTO,  r.  SOSTITUTO 
t  SOSTITI)  ioni:    Fermai,  masc.   CMe, 

0  t'Iti  voxtitiiisi'r. 
SO.STITUZIDM-:       //   .tosti tnirr  .    Lai. 

suhslilutio  .  <ir.  ÙTro<«?e^TT«lii  .  Salvin. 
Pro.r.  To.tc.  i.  %\\.  L*  unirò  modo  h,  e 
in  lutti  i  governi  praticato,  «ircitrne  negli 
eserciti  far  reelule,  così  qui  sottilutioni 

§.  /Vr  lo  .Sostituire  iiltn*  crede  institui' 
lo,    Term.   legale.    Lai.   suhstilutio.    Cron. 

1  eli.  |3^.  Ove  toccava  a  Boccaccio,  mm 
e\s<'nd<i  la  delta  fto»tituiione  fid<s-ominissa- 
ria  forte  d  vaUenle  di  fiorini  300,  ne  ^li 
toccò  più  dì  mille  lire  Fan-fi  Stor.  IO, 
3i6.   In  l»m  |Miirst4  era  annulUre  i  fide. 


SOS 

commissi ,  le  Mstìlazioni  volgari,  o  pnpfla 
lari  .  *  Car.  leit.  Tomit.  iJ2.  Cosi  aon 
accadere  pensare  altramente  alla  sosUt11sÌO> 
ne  eli"  ella  mi  scrive.  (C) 

*  SOSTRETTO.  Add.  Pittreiio,  Rao- 
colto.  Lat.  suhstrietus.  Pallad.  Marz.  a3. 
La  faccia  torta,  le  corna  picciole,  la  collot- 
tola piana  e  grossa,  i\  ventre  soslretto.  E 
7.5-  Le  latora  lunghissime,  cioè  il  costalo 
dallo   su  in  giù,  e  sostretto.   (Bri 

*  SOTTACQUA.  Avvertp.  Sotto  acqua. 
Salv.  Avveri.  2-  2.  19.  E  bene  io  uso  , 
e  diccsi  star  .foli'  aequa  j  ma  questo  ve- 
racemente ,  cioè  sotf  acqua  ,  in  avverino 
s'  è  rivoltai** ,  come  sotterra  ,  e  simili  :  e 
forse  che  meglio  così  tutto  in  una  parola, 
sottacqua,  si  scriverebbe,  senza  alcuna  di- 
visione, f  F) 

*  SOTTACQUKO  Add.  Di  sottacqua. 
Che  sta  sott'acqua.  Salvia.  Op.  l'esc. 
Quando  Scorgono  il  rercator  del  mare, 
errante  Intorno  al  fondo  con  sottacquee 
pene  ,   ee.    fAj 

*  SOTTAMBASClATOnR  /'  SOT- 
TO VMIÌASCIATORE.  (Cj 

SOTTANA.  /  este  che  portano  le  donne 
dalla  cintola  infino  a'piedi  ,  o  sia  sopra, 
o  sia  sotto  ad  altre  vesti.  *  AUeg.  i!\0- 
E  dal  vezzo  a'  calzini  Scendete  ,  e  par  di 
bianca  grossa  grana  ,  Trinata  a  ramnceUì 
Dall'  oro  una  sottana.   (S) 

§.  I.  Sottana,  diciamo  anco  ad  una  Fe- 
ste lunga  dal  collo  fino  a*  piedi ,  che  per 
lo  più  usano  di  portare  i  cherìri.  Segner 
Mann.  Dicemhr.  3.  3.  Senza  pigliar  altro 
seco,  che  una  sottana,  una  Scrittura  e  un 
Breviario  ,  per  essere  cosi  più  spedilo  ri 
volo,  andò  da  Roma  a  Lisbona. 

g.  II.  Sottana  ,  si  dice  anche  una  delle 
Corde  del  liuto,  del  violino,  e  simili. 

S'è  SOTTANGENTE.  Term.  de' Geo- 
metri. Quella  porzione  del  diametro  ,  che 
resta  intercetta  fra  l'  ordinata  e  il  concorso 
della  tangente.  (A) 

*  SOTTANLNO.  Sorta  di  veste  che 
portano  le  femmine.  Adim.  .*at.  .^.  Guar- 
disi il  sarto,  che  il  destin  noi  colga  A  far 
che  il  1>u»to  sia  troppo  accollato  ec.  Che 
il  soltanin  le  penda  in  qualche  lato  , 
ec.   'B> 

SOTTANO  -  r.  A.  Su.tt.  Feste  che 
si  porta  sotto  ad  altra  veste  .  Lai.  tuni- 
ca. Gr.  X'"W»  .  Sov.  ani.  83-  3.  Fecele 
mettere  un  bel  soltano.  il  quale  le  dava  a 
ginocchio  y  e  fecclavi  cigner  sue  .  Frane. 
Sacch.  rim.  55.  Con  vestimenti  strani , 
Zazzere  e  cape'  piani  ,  Camiciuoi  e  sotla- 
ni.  Fav.  F'sop.  Allora  la  ranocchia  si  spo- 
glio in  sonano,  e  trassesi  i  calzari,  r  fer- 
mo ì  piedi  in  terra,  e  puo<ie»i  le  mani  alle 
ginocchia  .  e  strinse  i  «b-nti. 

f  SOTTANO.  F.A.Add  Contrario  di 
Sovrano.  Basso  ,  Inferiore  ,  infimo.  I  at. 
infertor,  infimus,  hiimilis.  Gr.  jtaTHTacTO:, 
usraroi  .  .dmm.  .-Int.  |3.  3  6.  La  morie 
non  cura  alla  gloria  ;  involge  il  pirroUi 
come  il  grande  ,  e  aggtuglia  i  sultani  a' 
sovrani  (qui  in  forza  dì  sust.),  K  i5-  6.  7. 
Quando  le  virtù  sottane  sono  fortrmenle  oc- 
cupale, le  sovrane  »e  ne  *mpediscono  e  si  di- 
sordinano, l'aol.  Oroj.  Per  penerazume  mol- 
to sellano. ma  valente  per  prodezza,  e  per  sen- 
no. ^  intr\yd.  t  irt.  Il  domineddio  fece 
Qui  Apottoll  vdissiini.ed  al  parere  delle  gen- 
ti viepiù  soltaoi  che  gli  altri  uomini,  quasi 
pur  della  morie,  e  romune  ipanatura  del 
mondi)     (  \' ) 

S-  i  Per  Aggiunto  di  co.ra  che  stia 
.volici  a  i  hiurhrssìa  Qimd.  Font.  Per  se- 
dici braecia  di  panno  lino  per  la  giubba 
collana  della  moglie  d'Andrea.  Tes.  Pov 
P.  .V.  cap  7.  Midle  volte  toglie  il  tonno 
la  coUect.  che  Ì'  nella  stitlana  Itoera  deHo 
»tomaco. 

^  ^,  Il  Soilano.  dnvno  i  Ceraiuoli  a 
iìuella   cera  d'  inferior  qiia/H'i,  di  cui    n 


sor 

I  omincitino  a  Coprir  ì  lucignoli  sino  a  cer- 
ta grossezza  ,  prima  di  ilar  alla  candela 
i/tiel  che  dicesi  il  compimento  ,  che  si  Ja 
colia  miglior  cera  .  Onde  Lavorar  di  sot- 
tano, i'ale  Far  lavoro  di  cera  d'  tnjerior 
iptalilà  ,  e  per  lo  ptìt  per  primo  lavoro  , 
che  venga  poi  coperto  da  altra  cera.   (/I) 

*  SÒlTAhtO  .  //  dtsotto  dt  un  or- 
co ,  e  più  strettamente  II  punto  di  sotto 
del  mezzo  dell'  ano  .  lìaldm.  l'ec.  Colori  il 
sottarco  lìvìV  ultima  »a|ipt!la.  (^4} 

SO'ITtlCHI.  e  SOTTtCCO.  Pi  na- 
scoso. Alla  sjuggiasea.  'J'ac.  Dav.  Ann.  2. 
42.  Sparse  Voce  pcritloni'i  suoi,  cbe  Aj;iip- 
pa  era  vivo,  primu  di  jottecrhi  rome  :>i  la 
delle  cose  di  pericolo,  poi  ne  riempiè  o^ni 
gente  (  tfui  il  testo  lat.  ha:  occultis  ser- 
moDÌl>us }.  lìuon.  l'ier.  I.  3.  3.  E  cento 
oltr'  aimi  struue  da  tV-iive  li  di  pimtj  e  di 
taglio  e  di  rovescio .  Da  imboccar ,  da  li- 
rare  stramazxoiii  A  mau  aulva  ,  sottecco,  e 
a  viui  a  viso. 

§.  Guardare ,  Vagheggiare  ,  o  simili, 
sottecco  e  di  sottecco  ,  di  sottecchi ,  ec.  , 
vogliono  (ìuardnre,  Vagheggiare  ec.  con 
occhio  (piasi  socchiuso  e  cautamente,  l.at. 
limis  oculis  aspicere.  Gr.  TOt^  ciotyi'oij 
opòtv.  lìuon.  t'ier.  2.  3.  9.  Che  par  cosi 
modesto,  E  poi  si  sottilmente  Lavora  di  sot- 
tecco con  gli  sguardi .  li  3.  2.  l5.  Won 
creder  che  costoro  Non  ablnan  paglia  in 
becco  ;  Vist*  ho  lien  io  sottecco  .  Morg. 
ig.  6l^.  Dicea  Margutle  :  già  di  iiuone  pere 
Clangiate  ha  'I  porco,  e  sottecchi  vagheg- 
gia. /  uig.  fulc.  lìce.  ig.  lo  mi  son  be- 
at-addato  d*un  fancello  t-he  ti  gareggia, 
Bcca.  di  sottecchi . 

't  *  SOTTliNDKIlE.  Term.  de' Geo- 
metri, e  vale  Tender  sottoj  e  dicesi  par- 
ticolarmente dell'  anione  della  corda  con- 
dotta fier  le  estremità  dell'  arco,  la  quale 
tien  teso,  o  sembra  tener  teso  l'arco  stes- 
so ,  conservandolo  nella  sua  figura.  Gal. 
Di/.  Capr.  ij^i.  E  questi,  prudenti  let- 
tori, son  quelli,  li  quali  non  avendo  pri- 
ma che  ieri  V  altro  imparato  quanti  gradi 
sottendono  agli  angoli  d'  un  triangolo  , 
hanno  ec .  (A)  L  Macch.  Sol.  Q^. 
Ancorché  tal  riflessione  passi  per  un 
loro  cosi  angusto  ,  cbe  dal  luogo  dov' 
ella  vien  ricevuta  non  apparisca  il  suo 
diametro  sottendere  ad  angolo  maggio- 
re, che  il  visual  diametro  della  Luna  , 
nuUadtmeno  tal  luce  secondaria  è  cosi  pu- 
lente ,  che  ripercossa  e  rimandala  dalla 
prima  in  una  seconda  stanza  ,  sarà  ancor 
tanta ,  che  non  punto  cederà  alla  prima 
rillessione  della  Luna  (  qui  sembra  ttsa- 
lo  nel  senso  più  generale  di  corrisponde- 
re).    (Pe) 

SOTTENTRAMBWTO.  //  sottentrnre. 
Vtloc.  5.  52.  Vedendo  ec.  il  vento  con  sotti- 
li sottentramenti  stimolar  quelle. 

SOTTENTKABE-  latrar  sotto.  Lat. 
subire.  Gr.  uTToJu'efl&at .  Uocc.  Introd. 
20.  Una  maniera  di  beccamorti  ec.  ,  la 
quale  questi  servigli  prezzolata  faceva,  sot- 
tentia\ano  alla  bara.  Tass.  Ger.  ip.  11. 
Girar  Tancredi  inchino ,  e  in  se  raccol- 
to ,  Pure  avventarsi  e  soltentrar  si  vede  . 
s?  Giov.  t^ell.  ì  il.  Alf.  107.  Fu  si  ter- 
ribilmente battuta  quella  muraglia  ce.  e 
con  violenza  sì  grande  jl>l>ittluli  i  merli  , 
e  levatone  i  difensori,  che  i  Guasconi  eb- 
bero animo  di  soltentrar  le  mura.  (V) 

%.  Per  metaf.  Lat.  subire,  irr-epere.  Gr. 
urroCjsg&ai,  ei'ieDTti'CJiv.  Frane.  Sarch. 
rim.  36.  E  tu  col  tuo  savere  Soltentri  a 
lor  ,  levando  il  mal  acquisto  f  cioè ,  suc- 
cedi, vieni  dopo  di  loro),  lalat.  85.  Ter- 
ciocchè  essi  non  si  scorgono  agevulmente, 
ma  sottentrano  nell'usanza,  che  altii  non 
se  n'  avvede  (cioè,  si  accostumano  a  poco 
a  poco).  Fir.  .4s.  ^5.  Perchè  io,  sottcn- 
tiando  a  questi  ragionamenti,  dissi  (cioè, 
soggiungendo).  Sen.  fìen.   f'arch.  6.  3l. 


S  O  T 

Ilipoi  essendogli  dopo  un  certo  tempo  in 
luogo  dell'  ira  sottentrato  la  vergogna  ce, 
t;iido  più  volto  (cioè,  sopravvcnu(a). 

S0TTK^TnATO.  Jdd.  da  Sotfcntr.,. 
re.  Ilorgh.  I  esc.  Fior.  {i56.  Molti  ului>.i 
si  levarono,  sottentrati  nella  Chiesa  di  Dìo 
(cioè,  a  poco  a  poco  introdotti.  Int.  ir- 
rcplus  ). 

iiOTTENTU AZIONE.  Sottentramenlo. 
Lai.  ingressus ,  irrcpfio.  Gr.  /aTa'^uii.-. 
Lib.  cur.  malalt.  All'attanno  succede  la 
sottentrazione   del  dolore. 

SOTTERFUGIO.  Suttcrfugio.  Lat.  con- 
fugfum,  pra'textus  .  Gr.  Trpo'^O'.'^t^  .  Car. 
lett.  2.  84-  Sono  cosi  noti  a  tutti  ,  che 
non  si  può  dubitare  cbe  siano  allegati 
per  solterfugii.  *  F  Eneid.   12.   l447-  ^'' 


S  O  T 


»279 


più 


Turno,  Farai  tu   mura,  o  sot- 


teifugio,  o  schermo?  (li) 

3  SOTTERRA.  Avverb.  Sotto  terra. 
Lat.  sub  terra  .  Gr.  uTTO  yr}V.  Guid.  G. 
Veramente  v'  erano  molte  caverne  nasco- 
ste sotterra.  Pallad.  Voglionsi  far  laggiù 
lungo  fondo,  e  far  sotterra  venir  1'  acqua. 
Pc(r.  son.  236-  Immaginata  guida  la  con- 
duce ,  Che  la  vera  è  sotterra.  ì  il.  SS. 
Pad.  1.  92.  Avvegnaché  tanto  fosse  stalo 
sulterra  ,  cosi  si  trovo  incorrotto  ,  e  sana 
la  tonica  e  gli  altri  panni,  con  i  quali  fu 
seppellito,  come  erano  innanzi,  fìurch.  2. 
rifi.  Che  questo  vizio  sotterra  ti  colica  . 
fiocz.  farcii.  2.  rim.  1.  (  h'  un  uomo 
stosso  una  medesim'  ora  Batte  sotterra,  ed 
erge  al  cielo  ancora. 

+  ■'.•  §.  1.  Picesi  A  chi  ti  confida  una  co- 
sa, che  essa  sarà  sotterra j  ad  accennare  Che 
non  la  ridirai ,  che  la  terrai  in  te.  Cecch. 
Pot.  3.  3.  Io  li  prometto  sopra  della  fede 
mia  che  ciò  che  tu  mi  dijai  sarà  sotter- 
ra.  (T'j  /i  3.  6.  Moro,  qui  fia  sotterra  ciò 
che  tu  mi  dirai.  (N) 

\%.  II.  Picesi  che  la  Luna  è  sotterra , 
(Juando  è  tramontata ,  è  all'  altro  emisfero. 
Pallad.  yovemh.  7.  Ponendo  l'aglio  quan- 
do la  Luna  è  sotterra  ,  e  anche  a  Lima 
sotterra  divelleudo:;li  ,  non  ne  viene  poi 
pxuzo  .  *  C'r.  4-  ^^*  S-  Conviensi  tramu- 
tare il  vino  quando  la  Luna  è  srema  ,  e 
the  fia  sotterra  .  A  lib.  6.  3.  2.  Si  dice 
che  se  si  seminano  quando  la  Luna  è  sot- 
terra ,  e  ,  sotterra  la  Luna  stante  ,  si  di- 
velgano,  saranno  senza  mal  odore./";'; 

sf  §.  IH.  Sotterra, fu  usato  anche  per 
accennare  moto  da  luogo,  e  vale  IH  sotter- 
ra .  /Ing.  .^ht.  2.  59.  Superbo  l'aureo 
serpe  esce  sotterra  ,  Che  spera  al  sol  go- 
der gli  usali  amori.   (Pj 

•\-  ^.  IV.  Esser  gito,  o  Gir  sotter-ra,  vale 
figiiratam.  }'orire.  **  Cas.  canz.  2.'i.  Db 
fortunato  chi  scn  gio  sotterra  »1  (C) 

SOTTERRAMENTO.  //  sotterrare. 
Lat.  humatio.Gi-.TXfì-  J  ib.  Fred.  Fan- 
no volentieri  la  carità  del  sotterramento 
de'  moi  li. 

SOTTERRANFO, e  SOTTERRANO. 
Jdd.  Che  è  sotto  terra  .  Lai.  subferrnneus. 
Gr.  xKTaySc'vto;.  (  r.  2.  l5.  8.  Gli  ani- 
mali che  dimoiano  in  ac(|ua.  li  quali  sollo 
la  terra  profondamente  si  generano  ne'la- 
gbi  sotterranei,  son  venenosi.  Coli.  SS. 
Pad.  Tratto  cjuasi  da  una  tenebrosa  e  sot- 
terranea spelonca  alla  luce.  (  onv.  186. 
Possono  dire  questi  colali,  la  cui  anima  e 
privata  di  questo  lume,  che  essi  sieno  sic- 
come valli  volte  ad  Aquilone,  ovveio  .spc- 
louibe  sotterranee  .  Alam.  Gir.  16.  86. 
Cb'  io  ho  giuralo,  ogni  guerriero  strano  , 
Cui  qui  fallisca  il  suo  disegno  stolto ,  Far 
morir  tosto,  o  'n  luogo  sotterrano  Tener 
mai  sempre  in  tenebre  sepolto.  Sodcr.  Colt. 
72.  Avendo  sotto  questo  luogo  accomodalo 
la  cantina  sotterranea  in  volta. 

*    §.   Sotterraneo,  per  Cosa  dell'  altro 

emispero.    Cr.  lib.  ^.  cap.    22.    Conviensi 

adunque   allor    vendemmiare  ,  e  massima- 

I  mente  la   Luna  essendo  nel  Cancro .  o  in 


Leone  ,  o  in  Lilira  ,  o  in  Tscorpione  ,  o 
in  Capricorno  ,  ovvero  in  Acquario  .  Ma 
i|iulla  finendo  .  ed  essendo  in  segno  sot- 
leirjiieo.  conviene  aflì  ettar  la  vendemmia, 
si  come  Borgondo  dice.  (F) 

SOT  rr-lUUARF.  Metter  sotterra  ^  Sep- 
pellire, lat.  sepclii-e,  humare ,  tumulare. 
Gr.  7«7TT5iv.  Jiocc.  nov.  79-36.  E r avi  il 
dì  stesso  siala  sftllerrata  una  femmina  . 
I  it.  (  rist.  O  fratelli  miei,  non  mi  to- 
gliete lo  fij.liuol  mìo.  o  voi  mi  sotterrate 
con  esso  luì.  Coli.  .'>5.  /  ad.  E  poi  seguen- 
trmcnte  quello  (he  dice,  che  fu  posto  ec. 
e  sotterralo  in  lena  .  /  it.  SS.  Pad.  2. 
2(k).  Venne  si  gran  piova  ,  e  fu  si  tanta 
tempotade  per  tre  giorni,  che  non  si  po- 
tè sotterrare . 

§.  L  Figuratam.  Fir.  As.  200.  £  già 
li  aveva  per  modo  alloppiati  e  sotterrati 
nelle  molte  vivande  ,  eh'  e'  giacevano  per 
terra  stramazzati.  Alam.  Colt.  5.  II7.L0 
spietato  d'  Arpin,  Cesare  e  Siila,  Venuti  a 
'nsanguinar  le  patrie  leg^i  ,  E  sotterrarsi 
ai  pie  con  mille  piaghe  E  tra  mille  lac- 
ciuoi  la  bella  madi-e. 

g.  11.  Per  similit.  si  dice  d'Ogni  altra 
cosa  che  si  riponga  sotto  terra,  o  che  anche 
sì  citopra  con  checchessia  .  L  at.  deprime- 
re.  Gr.  eVi)tc.T«6«')Ì£f.i  .  ^  Cr.  lib.  5. 
20.  7.  Seibansi  (le  pere),  se  diligente- 
mente saranno  scelle,  salde,  e  quasi  dure, 
e  alquanto  verdi,  e  sotteiTate  nella  paglia, 
puri  he  sieno  in  luO|;o  oscuro  e  secco,  ff''^ 
/  as.  7  it.  Op.  5.  14.  Altri  vogliono  che  '1 
Milanese  lo  portasse  a  Roma,  e  lo  sotter- 
rasse in  una  sua  vi.na,  e  poi  lo  vendesse 
per  antico  ,il  Cardinal  S.  Giorgio.  (C)  Sen. 
Pen.  I  nrch.  7.  io.  Ma  per  mia  fé  la  terra, 
la  quale  tutto  quello  che  ti  doveva  esser 
utile  mandò  fuori,  sotterrò  e  nascose  l'oro 
e  r  argento.  Sagg.  nat.  esp.  l35.  Sotter- 
randosi tutta  la  palla  nel  ghiaccio. 

§.  III.  òotlerrare  altrui,  per  metaf,  si 
dice  del  Pidurlo   m   istato  vile  e  miserabi- 


le.    O, 


TP'- 


rio  . 


Lat.  opprimere  ,    depri- 


mere .  Gr.  A'XT'X.^y.Wiii  ,  zaT«Tri£^5iv  . 
Cron.  Morell.  Le  più  volte  ti  vien  fatto 
contro  a  le,  e  non  tanto  contro  a  te,  ma 
tu  sotterri  chi  è  stalo,  e  dee  essere  mai  di 
te.  La.'ic.  Gelos.  i.  2.  Più  tosto  consente 
allogarla ,  sotterrarla  in  lutto  :  povera  fi- 
gliuola [ 

*  §.  IV.  Sotterrarsi,  figuratam.  vale 
Povinarsi,  A'uocersi  da  se.  Jìuon.  Tane. 
4-   6.    Oimè,  fratello,   tu   ti  sotterri.  (C) 

SOTTERRATO.  Add.  da  Sotterrare. 
Lat.  hiimatus.  Gr.  t«»ìi-:.  l'ataff".  6.  Ed 
arlior  sotterialo  non  ha  grasce.  (;.  1'.  IO. 
87.  8.  Io  veggio  t;astruccio  morto  e  sot- 
terrato. /',"  12.  95.  6.  Tormenlarougli  per 
farsi  insegnare  la  pecunia  nascosa  e  sotter- 
rata .  Frane.  Sacch.  nov.  167.  Dicendo 
spesso ,  che  alcuno  corpo  sotterrato  alla 
chiesa  loro  averà  fatto  miracolo. 

*  g.  JSota  uso  metaf  Fior.  It.  3o8. 
Tu  vedi  ancora  che  pochi  di  loro  vegghia- 
no  ,  perocché  la  maggior  parte  di  loro  di 
sonno  e  di  vmo  è  sotterrata  (  lat.  sonino 
vinoque  sepullus  ).  (Ci  Jìr.  As.  E  già 
gli  aveva  per  modo  alloppiali  e  sollenati 
nel  vino.e  nelle  molle  vitande,  eh' e' gìa- 
c<r\-ano  per  terra  stramazzati  (  neW  Aulu- 
laria  di  Plauto  è  una  locuzione  simile  • 
deposivit  vino).  fV) 

t -'.*  SOTTLHRATORK.  J  erbai,  masc. 
Che ,  o  Chi  sotterra.   Pecchino.   Lat.  pol- 


liiitlior  ,   huniiilor.    Gr. 


"f'-' 


Il    /  o- 


•aholario  alta   iorp    UECCIll^O.    (') 

SOTTERRATOlllO  .  Sepoltura.  Lat. 
sepulcnim .  Gr.  ra^s;.  Fir.  As.  08.  Er- 
coli arrivare  il  mono  cr.,  il  quale  ce.  era 
menalo  per  li  pili  relelirali  IuorIiì  al  sol- 
lerralorio  con  una  grandissima  pompa. 

SUTTl-S.'iO  .  ./iie/V<.  1.0  .Uisso  che 
Salto,  aggìiiatavi  la  particella  E.SSO  ptr 
proprietà  di  linguaggio.  V.  LUMGllESSO. 


i^8o 


S  O  T 


sor 


sor 


Lat.  sub  j  suhter ,  sn'ttii.r.  Cr.  jtò.  Te- 
seid.  I.  1.  O  sorelle  Cjslalic,  che  nel  monte 
Eliconu  contente  diniorJte  re,  Sottcsso  1' 
omhrj  (li.'lle  foglie  amate. 

SOTTIOLlAMENrO  .  //  soUif^liare  . 
Lat.  atteiutatio  .  Gr.  isTTTiluo':  .  Cr.  2- 
l5.  6.  Il  campo  forte  e  tenace  e  stretto,  e 
ili  maUagr  cilie  ripieno,  non  si  lavora  ad 
ammendamento  e  sotlijjliameiito  se  non  per 
({ualtro  arature.  /:,'  6.  28.  !■  I-a  rainamilla 
è  calda  e  secca  nel  primo  grado  »  ed  e  pros- 
>imana  alla  virtìi  della  rosa  nel  suo  sotti-  \ 
gliamenlo.  Salvia,  lìisc.  i.  7,\\.  La  sle»&a  ' 
ragione  cammina  nelle  rarefazioni  e  ne*  sot- 
ligliamenti,  dove  la  medesima  sostanza  cor- 
porea si  stira,  s'allunga  e  si  stende. 

#  SOTTKiLrA.NTi:  .  Che  sottig/ia  . 
Pliit.  A<tr.  Op.  nior.  ^.  10:^-  L'acquiiloso  e 
spiritoso  del  vino  prontissimo  alla  muta- 
zione  e  ammorzato  tlalla  porzione  terrestre 
che  lui  natura  astringente  ,  e  sottiglian- 
te?   (C) 

SOTTIGLIA.VZA.  F.  J.  Sottigtiamen- 
to  ,  Sottigliezza. 

t  §■  Figuratam.  Lat.  argutia,  tetiten- 
tia.  Gr.  ffo'pn./a.  Frane.  ìiarh.  288.  18. 
i^osì  per  somiglianza  Togli  ogni  solligUan- 
za.  Tesoretl.  Jir.  l_'|.  108.  E  vidi  in  bello 
spazzo  Scritto  per  soltiglianza  :  Qui  stala 
temperanza  .  jilhert,  enp.  60.  Soltiglianza 
è  scernimento  de*  vizi!,  e  delle  vìrtudi. 

SOTTIGLIAUK  .  Assottiglinni  .  Lat. 
lemtare.  Gr.  ^£:TTJv;tv.  Cr.  1.  !^.  6-  L' 
acqua  colta  fa  minore  inflazione,  e  più  to- 
sto discende,  imperocché  la  decozione  sot- 
tiglia  la  sua  sustanzia  .  E'ip.  Saliti.  Soiti- 
gliarono  le  lor  lingue  siccome  serpenti 
(  cioè  ,  aguzzarono  )  .  •','  Pini.  /Idr.  Op. 
mor.  ^.  lo'j.  Ma  il  sale  did  mare  solli- 
gliando  ,  e  liquefacendo  1*  esterno  ,  e  so- 
pralihondante  non  lascia  sopravvenire  tri- 
sto odore,  e  putrefazione.  (C) 

'?  g.  I.  Sotligliar  la  terra  ,  l'nfe  Ri- 
durla in  minute  particelle .  Cr.  2,  l5.  Il 
Iritameoto  i:  necessario  per  la  sua  sottili- 
tade ,  imperciocché  se  mm  si  trita  non  si 
sottiglierà ,  e  non  assottigliata  non  sarà 
ronvenevol  ciho  e  materia  delle  piante.  (C) 

#  §.  II.  E  per  meta/.  Sai  hi. it.  Ciug.162. 
E  dì  e  notte  sottigliava  e  affaticava  suo 
animo  in  ciò.    (F) 

#  g.  [II.  Snttiglinre,  dicexi  anche  della 
xi.tta.  Cr.  5.  5.  La  sua  gomma  (del  ci- 
liegio}  col  vino  e  coir  acqua  'mischiata, 
cura  1*  antica  tossa  .  e  megliora  il  color 
della  faccia  ,  e  sotliglia  il  vedere  ,  e  pro- 
voca l*  appetito.   f!\) 

g.  IV.  //(  .tignific.  nctitr.  pa<!S.  \-ale 
Dix'i'nir  .toltile  ,  Pimafirare ,  Consumar- 
si. Lat.  contahcteerc,  Gr.  jXSLùv.Cvi'j^v.i  . 
Dani.  Purg.  23.  Cade  virtù  nell'acqua, 
e  nella  pianta  Rimasa  addietro  ond'io  sì 
mi    .Hotliglio  . 

g.  V.  //i  signific,  nrutr.  va/e  .S'ottì/iz- 
zai-e,  Ghirihizznrc.  Lat.  argutari ,  cavil' 
lari.  Gr.  'sotfi^tt^'X.K .  !\'ov.  ant.  8.  .ì.  I 
$avii  Saraceni  cominciarono  a  .toltìgliare. 

SOTTIGLIATIVO.  .Idd  Che  ha  virtù 
di  sottigfinre.  Lai.  ntlenuandi  viin  habent. 
Cr.  5.  2.  i:^.  La  corteccia  i  delle  matéd.u/ej 
e  le  foglie  sono  monriilìcative  r  sotligliatìve 
1-  sanative.  /•,"  6,  X\.  1.  Avicenna  dice,  che 
(  /'  rrha  del  capelvenere  )  poc«i  declina  a 
caldezza,  e  per  cntal  cugiuDc  è  Mittiglìatìva 
<■  resoUiliva  e  apriliva. 

SOTTK^rLlATO.  Jdd.  da  Sotligliair. 
Lat.  tenuatus.  Salvia.  Ih.iC.  2.  I7.  Elevato 
in  luce,  e  sotligli.ilo  in  ispirilo ,  da  luogo 
di  -'talute  amorosamente  ci  mira. 

•f  *  SOTTIGLIA/.IONE.  Terni,  de' 
Chimici  Quella      risoluziotie      di     cui 

fé  parti  più  rra.t.fc  .ri  .teparam'  dal- 
le più  .-cottili.  Lai.  alfenuatio  .  (ir 
XcrrTUiiAO;.  Jrt.  Fetr.  Ner.  1.  16.  Il 
croco  di  Marte  ni>n  è  altro  che  una  solti- 
gliazionr  e  cahiniuioDc  ili  ferro,  per  moz- 


zo didla  quale  la  sua  tintura  ,  chi.'  ia  ve- 
tro e  ruljicoudissima  ,  si  apra  di  maniem, 
che  ec.  (•) 

SOTTIGLIEZZA.  Astratto  di  Sottile. 
Lat.  .fiihitlitai ,  exilitas  ,  tenuitas  .  Gr. 
Ìijttj't»);  .  Cr.  2.  23.  19.  E  da  notare 
che  così  fatta  operazii)ne  e  alto  si  varii  se- 
condo la  divei>ilà  della  grossezza  e  sotti- 
gliezza dello  stipile  che  si  dee  innestare  . 
g.  I.  Per  l.rrar.sit<i  ,  Parcità.  lai.  /*- 
nuìtas ,  meiidicilat.  A/hcrl.  cap.  3l.  Cosi 
e  contro  natura,  come  con  1'  altrui  danno 
crescere  lo  sui>  prode,  e  spezialmente  della 
sottigliezza  e  poveità  del  mendico. 

g.  II.  Per  Qualità  .tattile,  nel  signific. 
del  g.  IV.  di  SOTTILE  add.  W.  /'."  8. 
25.  Dieesi  per  li  strolaghi  ,  che  fu  per 
influenza  di  costellazione,  altri  per  lrop)ta 
solligliezza  d*  aria,  v  Sagg.  nat.  e.tp.  I16. 
Per  la  velocissima  scesa  dell'argento  vivo 
e  subito  ridotta  (  I'  aria  l  a  quell'  ultimo 
grado  di  rarità  e  soltiglieua  >  al  quale 
ee.  fB) 

-I^  §.  III.  Soltig/iezsa,  dicesi  anche  Una 
delle  doti  che  avranno  i  heati  tn  Cielo  . 
fiut.  Colle  doti  della  sotliglieiia,  dell'agi- 
lità, della  'mpassihilità  .  e  della  cliiarezza. 
Segner.  Mann,  Marz.  28.  .'1.  l'er  la  sot- 
tigliezza che  lo  viene  a  spiritualizzare,  cioè 
a  fare  eh' egli  ^iV  beato)  operi  come  spiri- 
to. (Fi 

•}•  §.  IV.  Per  meta/,  vale  .Acutezza  d' 
ingegno,  Industria ,  l'inezza.  Lat.  acumeit 
ìngenii,  indwUria,  .tollcrtia.  Crr.  al'/X'-'^'^'V.. 
G.  F.  IO.  HI.  3.  A  nuli'  altra  cosa  in- 
tendeano  con  sottigliezza  ,  se  non  di  far 
venire  danari  in  comune.  Filoc.  I.  3o. 
Rallegrandosi  d'  avere  per  sntligliezza  an- 
nullato il  proponimento  di  Giove  .  Ott. 
Coni.  Inf.  1.  11.  La  sesta  (età  del  mon- 
do) sotto  Mercurio,  gente  data  a  sotti- 
gliezze mondane.  Tes.  fìr.  i.  16.  Memo- 
ria è  tesoriera  di  tulle  cose,  e  guardatrice 
di  tutto  quello  che  1'  uomo  Iruova  novel- 
lamente per  sottigliezza  d'ingegno,  o  che 
r  uomo  imprenda  d'  alimi,  {-'rane.  Jìnrh. 
1^2.  6.  (Cinque  son  quelle  cose  che  poco 
Hanno  nel  mondo  loco:  ec.  Del  malto  la 
ricchezza.  Del  pover  solligliezza.  E  della 
disonesta  la  hclleiza .  Cavale.  Med.  cuor. 
Non  può  venir  la  mente  a  sottigliezza,  se 
non  la  rade  e  purifica  la  lima  dell'  altrui 
pravità  .  Fit.  Plut.  Seppe  che  Aristotile 
avea  manifestala  la  sottigliezza  ilcU'  arte  . 
#  Pucc.  Centil.  voi.  I.  cant.  IO.  E  fecer 
con  virtù  inacgior  prodezze,  Che  compa- 
rite p»i  non  sono  a  loggia  Con  tutte  i|uante 
nostre  sottigliezze,  ffì/ 

*  g.  V.  Petto  della  vista  acuta.  Fit. 
S.K.  Pad.  I.  6.3.  Non  perdette  perula  sotti- 
gliezza del  vedere,  f  Fj 

SOTTIGI  lUMK  .  Unione  di  rose  sot- 
tili ;  e  si  u.ta  comunemente  per  dinotare 
Cifii  di  poca  sost'tnza.  Htion.  Ficr.  3.  I. 
.^.  Vo'  che  tu  muti  vita;  E  vietandoti  lut- 
ti i  sottigliumi.  Ti  si  eonvien  nulrìnieolo 
più  grosso. 

*  SOTTILE.  Sutt.  la  parte  .KOttile . 
fìarl.  Às.  I.  3.  122.  Gli  elemenli  con 
ijualunque  sia  il  loro  sottile  .  perchè  in  fi- 
ne snn  corpi ,  ciò  cbo  compongono  e  cor- 

pò.    (P) 

*  §.  I.  Sottile,  diif.fi  anche  della  Par- 
te migliori'  di  checchessia,  del  Fiore.  }fil. 
M.  l*ol.  |.|p.  Quando  hanno  fallo  questo. 
dicono  chi'  lo  spirito  dell*  iiloh*  ha  m.iii- 
gialo  tulio  il    solide  della  vivanda,  ^/^r' 

Ji^.  IL  Sottile,  vale  anche  .\ccessilà  , 
Slremità.  I  at.  ncitssitrts,  inopia,  egestas. 
Gr.  xty/41/i.  G.  F.  9.  88.  I.  Memcr  t'anr 
con  .suo  sfotto  venni'  ad  oste  sopra  i  Pa- 
dovani ec,  e  recolli  sì  al  sottile,  che  ec. 
tccer  pace  .  »>  Cavale.  Sf^cch.  Cr.  168 
Si  dire  dell'uomo  chi'  ha  pcrtlut»  o^ni  co- 
.va:  i-  tornato  al  soltilr.  (ì) 

^     11'.    C.uaritarla  nel  s'aitile,  vale    /V 


ser  fisico.to  ,  0  troppo  per  l'  appunto  ,  o 
considerato.  Lat.  morosum  esse.  Gr.  si  vai 
gJ'S/.oXov  T^fv  f\i'.fj  .  Salv.  Spiu.  4.  8- 
Dornin  y  eh'  ella  la  guarth  si  nel  sottile  7 
Belline,  son.  261.  >el  sottil  cogli  amici 
mai  non  guardo,  /torgh.  Pip.  <(8.  Darcb- 
liono  il  guadagno  ad  un  altro  pittore,  che 
non  la  guarderehlie  per  lo  bisogno  rosi 
nel  sottile.  ì  areh.  Krcol.  yS.  Coloro  che 
la  guardano  troppo  nel  sotlilc  ,  e  sempre, 
e  in  ogni  luogo,  e  con  ogouoo,  e  d'ogni 
cosa  tenzonano   e  contendono. 

§.  IV,  Cavare  ,  o  Trarre  il  sottil  del 
.lottile  ,  si  dice  di  Chi  coli*  industria  non 
istrazia  niente  ,  e  fa  comparire  il  poco  . 
Cren.  }forell.  2Ì6.  Traeva  il  soiuic  del 
sonile,  ammunendo  e  dirizzando  la  sua  fa- 
miglia con  tutti  i  linoni  insegnamenti.  Cant. 
Cam.  221.  Questi  oostri  mercanti  Ci  dao 
qualchi;  cosella  a  lavorare;  Ma  Toglion  lutti 
quanti  11  sottil  del  sottil  troppo  cavare.  Red. 
i'ip.  l.  77.  Per  cavar,  come  si  dice,  il 
sottil  del  sottile,  ha  sempre  messe  ila  banda, 
e  conservate  tutte  le  loro  carni  e  1'  ossa  . 

SOTTILE.  Àdd.  Che  e  di  poco  corpo. 
Che  ha  poco  corpnj  contrario  dì  Grosso. 
Lai.  siibtilis.  Gr.  ifTrs';.  Bocc.  no\\  !iz. 
\!\.  A  voi  eonvien  far  fare  corde  molto 
più  sottili  agli  archi  de*  vostri  arcieri  .  K 
g.  6.  f.  12.  Non  altrimenti  li  lor  corpi 
candidi  nascondeva,  che  farebbe  una  ver- 
miglia rosa  un  sottil  vetro.  E  nov.  63.  5. 
Credendosi  che  allri  non  conosca  e  sappia 
che  ec.  il  viver  sobriamente  faccia  gli  uo- 
mini magri  e  sottili.  E  nov.  80.  IO.  Re- 
caron  le  schiave  due  lenzuoli  bianchissimi 
e  sottili.  Petr.  .ton.  iri2.  E  *1  tacilo  focile 
D'amor  tragge  indi  un  liquido  sottile  Fo- 
co ,  che  m'  arile  alla  più  algente  bruma  . 
(  Lat.  tennis  fiamma  in  simil  proposito 
dis.te  Catullo  '.  M.  E,  3.  67.  Frciono  ec. 
grave  danno  di  rubare  molti  legni  che  vi 
trovarono,  traendone  l'avere  sottile,  e  pro- 
fondando i  legni  in  mare  (  cioè  ,  le  cose 
più  minute  ).  Soder.  Colt.  107.  Le  buone 
Ixilli  di  castagno  ec.  ,  dov'  elle  si  fanno 
sottili ,  s*  usa  impeciarle. 

g.  I.  Sottile,  aggiunto  a  \avi ,  vale 
Leggieri .  Bocc.  nov.  i^.  ^.  Comperò  un 
legnetlo  sottile  da  corseggiare.  E  nov.  3^. 
Q.  Fece  due  galee  sottili  armare,  e  mes- 
sivi su  di  valenti  uomini ,  con  esse  sopra 
la  Sardigna  d'  andò. 

§.  II.  Per  }fe.tchino.  Parco.  Lat.  par- 
cus,  miser,  tennis,  Graz.  Gr.  pCtc&i)o:, 
■/*"ZP->-  Pocc.  /UH-.  63.  5.  Credonsi  che 
.diri  non  conosca,  oltr*  alla  sottil  vita,  le 
vigilie  lunghe  ,  1'  orare  e  il  disciplinarsi 
ilover  gli  uomini  pallidi  e  afllilti  rendere. 
.imm.  Ant.  6.  2.  !\.  Vennero  a  sottile 
mensa  e  poveri  cibi ,  e  per  questo  gae- 
rirono . 

g.  III.  .dottile  ,  aggiunto  a  Fino  ,  va- 
le Pi  poco  corpo  ,  Par. tante.  Put.  Vuole 
li  vini  sottili,  e  le  vivande  tUlicale  pei  In 
Banco . 

^.  IV.  Solti/e,  riferito  al  if/ito.o  olPnria. 
vale  Setta,  Purificata ,  Penetrativa.  Lai. 
tenue  c<rlum,  Cicer.  Borfih  Eies.  216  Del- 
ta bontà  di-ir  aere  non  lia  qui  ora  tempo  di 
mollo  allargarsi;  se  non  che  non  è  forse 
in  lutto  vera  quella  opinione  ,  che  fjuan- 
luuque  le  paludi  e  le  valli  si  prt>vÌno  per 
b>  più  inferme,  non  ci  lia  perciò  lutlavia 
luogo  la  regola  de*  contrarii  ;  e  i  lunghi 
niidlt»  alti,  e  perciò  di  soperchio  ventosi, 
o  soltili,  non  sono  sempre  sanissimi.  /.as^\ 
ticlos.  I.  5.  Egli  è  que>u  notte  per  dis- 
graiin  una  cerla  breiiolina  sottile,  che  mi 
penetra  infino  al   cervello. 

g.  V,  Per  Pclicato  ,  t.cntile.  Lai.  «te/i<fl- 
tut.  mollis.  Gr  juwiotxo;.  TV.c  Rr.  5.  .36. 
Klli  (li  struizoli)  beccano  Io  ferri»,  e  son- 
nc  mollo  vaghi,  e  ȓ  il  consumano,  come 
un  sottil  pasto  (vioif,  leggieri,  r  agevole  a 
digerirsi  V 


S  O  T 

§.  VI-  Ptr  Iscemo,  Manchevole^  Debole. 
Lat.  cassus ,  i'acuus.  Gr.  -YpoZò^ii  xs.o;. 
C,  /'.  8.  <^-  6.  I  cilUilÌDi,  cbu  er;iiiO  al  &er- 
r.igUo,  si  cumincùruuo  a  partire,  oaàc  rima- 
se moltu  soUilv  di  gente. 

§.  VII.  Sotti/e,  aggiunto  di  Male,  signi- 
fica il  Male  del  tisico  .  Lih.  Masc.  Que- 
sto è  nelle  Ixislie  ,  come  il  mal  sottile  e 
nclt*  uumu. 

*  §.  VHI.  Sottile  j  aggiunto  a  terra, 
vale  Magro s  contrario  di  Grasso.  Cr.  2. 
a6.  4-  Se  Li  terra  è  cavata  della  fossa ,  e  ri- 
mescavi dentro  t  e  ri|)ÌeDa ,  avanzerà ,  sarà 
grassa;  a  »c  mancberlt,  sarà  sottile  e  ma- 
gni- rvj 

^  %.  IX.  Sottile,  parlandosi  di pronun- 
sia,  vale  Lene  j  contrario  di  Hozxo.  Salv. 
.4vvert.  i.  3.  I.  3.  Le  pronunzie  sono  que- 
ste ec.  I  vocale  grosso  1  vinale  sottile  ec. 
U  vocale  U  consonante  ce.  Z  semplice,  Z 
aspra  e  sottile,  Z  rozza-  (ì') 

%.  X  Fermetif.  vale  Acuto,  Ingegnoso, 
Fine,  Eccellente.  Lat.  acutus  ,  sagax  ,  va- 
fer,  subtUi.i.  Gr.  ó^Ji,  a'/xt'voo;.  -'x.toJ- 
/••/o, .  «'utìi»;'xa^5;.  Frane,  lìarb.  297.  8. 
Compranoo,  sii  sottile  In  conoscer  che  to- 
gli. Vant.  Par.  32.  Ma  io  ti  solverò  forte 
legame,  Io  che  ti  striogon  li  peosier  sot- 
ùU.  JSocc.  nov.  1.  l!\.  Avendo  l'udire  sot- 
tile, siccome  le  più  volte  veggiamo  avere 
gì'  infermi ,  udì  ciò  che  costoro  dicevano 
(cioè,  tuono,  esquisito).  E  nov.  5^.  8. 
Tennero  per  innanzi  niesser  Betto  sottile 
e  iiileadcnte  cavaliere.  E  nov.  80.  a3.  Uo- 
mo di  grande  intelletto  e  di  sonile  inge- 
gno .  L  nov.  84.  IO.  Al  quale  il  Fortar- 
rigo, in  una  sottil  in;dizia  entrato,  così  in 
camicia  cominciò  a  ti  oliar  dietro.  Petr.  son. 
30Q.  E  temo  eh'  ella  ^on  alibia  a  schifo  il 
mio  dir  tioppo  umile.  Degna  d'assai  più 
alto  e  più  sottile.  ì'it.  SS.  Pad.  1.  ZQ. 
Come  esigerti  e  di  sottile  ingegno  ec.  , 
molle  cose  possono  avvisare  e  giudicare  • 
Cavale.  Frutt.  ling.  Molto  meglio  si  50I- 
Tono  li  dulibii  per  le  sante  orazioni ,  che 
per  sottili  disputazioDÌ.  Tac.  Dav.  Ann.  2. 
38.  Til.erio  ,  dottor  sottile  ,  fece  venderli 
al  l'attor  pubblico  (  il  testo  lat.  ha  :  novi 
ìurii  rt'pertor  ). 

J?  g.  XI.  Detto  dell'  udito ,  vale  Acuto, 
Penetrante.  Ang.  Met.  2.  aS.  Ha  sì  buon 
occhio,  e  sì  sottile  orecchio  Che  non  bisogna 
ch'alcun  si  presume  Parlar  mai  sì  secreto 
ce.  che  egli  non  l'oda.  (Dj 

^  §.  XII.  Sottile  ,  parlando  di  Jìume , 
vale  Scarso.  G.  F.  lib.  7.  cap.  123. 
U  quale  fiume  d*  Arno  era  molto  sottile 
d'  Jvqua.  lì') 

SOTTILE.  Avverb.  Sottilmente.  Lat. 
subtiliter  ,  acute.  Gr.  ÌsTT^&ì'ì,  ax^iBù;. 
Dant.  Bim.  \z.  lo  non  lo  intendo,  si 
parla  sottile  (cioè,  profondamente).  Pal- 
ìad.  Agost.  8-  Ragguarda  d'intorno  sottile 
quanto  puoi  (cioè,  acutamente  ).  Morg. 
21.  48-  £  come  Nillo  parlava  sottile  ^cioè, 
ingcguu^amente  ). 

SOTTILEME.NTE.  V.  SOTTILMEN- 
TE . 

SOTTILETTO.  Dim.  di  Sottile-  Lat. 
extguus ,  subtilis.  Gr.  JaTToj.  Fiamm. 
{\.  i33.  I  biondi  crini  pendenti  sopra  ì 
candidissimi  omeri,  da  sutlUetto  cerchiello 
d'  oro,  o  da  ghirlandella  di  fronde  novelle 
suno  sopra  la  testa  ristrelli.  ^  liocc.  Amor. 
J'is.  19.  \ulcan  con  froda  avea  Ordita  di 
di  ferreo  soUilf tto  Una  ingegnosa  rete ,  e 
t;li  avea  presi  ec.  iB)  Tes.  Sr.  5.  il. 
Sparv-ieri  vogliono  essere  di  questa  manie- 
ra, che  egli  abbiano  ec.  le  gambe  grandi 
e  corte,  e  la  roda  lunga  e  sotliMta.  Jiorgh. 
Fies.  217.  Sebbene  hanno  vuluto  dire  al- 
cuni che  e'  sia  (  il  nostro  aere  J  verso  il 
verno  sotliletto,  ed  alquanto  freddo  (  nui 
nti  signijic.  dei  %.  IV.  di  SOTTILE,  ad- 
Jitttivo  J. 

S0TTILEZ7.A  .  Soffigliela  .  Lat.  te- 
Focabolario   T.   ti. 


S  O  T 

nuHas,ejilitas.  Gr.  Ìetttotjj';,  i5;(vi'ti3;. 
M.  Aldobr.  P.  A-  196.  La  cui  voce  è  di 
mezzano  suono,  dichinjudo  più  a  sotlilczza, 
che  a  grossezza. 

*  SOTTtLINO.  Mingherlino,  Magri- 
no.  Lai.  sublilior,  gracilis.  Gr.  XsTtToVì- 
00;,  l's^vòi.  Il  Focabol.  alla  voce  MIN- 
GHERLINO   (') 

f  SOTTILISSIMAMENTE.  Superi,  di 
Sottilmente.  Lat.  suhtilis.sime,  acutissime. 
Gr.  Ì£Ti-dT«ra,  aVjJcSs'siaTa.  Ott.  Com. 
Par.  IO.  255.  Questo  è  santo  Aml)rogio, 
il  quale  sotlilis:>iniameDtc  pailòe  della  fede 
cristiana  (cioè,  atutissimaincote,  eccellen- 
tissimamente) .  Onici.  S.  Oreg.  Signoreg- 
giaudo  se  medesimi  con  grande  sollecitudi- 
ne, ed  esaminandosi  sollilissimamenle  (cioè, 
accuratissimamente).  Sagg.  ntit  e.\'p.  172. 
In  esso  pareva  che  fossero  stale  messe 
in  gran  copia  sca^liuole  di  talco  sottilissi- 
mamente sminuzzato  (  cioè,  minutissima- 
mente ). 

SOTTILISSIMO  .  Superi,  di  Sottile  . 
Lat.  sitbttlisstmus,  tenui.isimus.  Gr.  /ett- 
to'tsctoc  .  Foce.  nov.  80.  8.  Vi  miser  su 
un  paio  di  lenzuola  sottilissime,  listate  di 
seta  .  E  nov.  q6.  6.  Erano  vestite  d*  un 
vestimento  di  lino  sottilissimo. 

§.  I.  Per  Parchissimo  .  Lat.  parcissi- 
mus  ,  tenuissimus .  Gr.  Ttotvu  OuSùìo'ì  , 
yXtcx~^Ty.zOi.  Pocc,  nov.  l3.  6-  Facen- 
do sottilissime  spese,  agramente  comincia- 
rono a  prestare  a  usura. 

f  g.  II.  Per  Ingegnosissimo.  Lat.  cgre- 
gius,  ingeniosissimus.  Gr.  ='^0X^5»  £Jpu£- 
craro;-  G.  V.  x.  47-  '•  Furono  antica- 
mente fatti  per  sottilissimi  maestri  vasi  con 
diversi  intagli.  F  appresso  .-  L'  aria  d'  A- 
rezzo  genera  sottilissimi  uomini.  Ott.  Coni. 
Inf.  17.  3l6.  Fue  Aragne  femmina  sotti- 
lissima e  dottissima  nell'  arte  del  tessere. 

§.  III.  Per  JSettissimo,  Puh/icatissimo. 
Lai.  excellens  ,  punssimiis .  Gr.  Ì^olì^z- 
T05  ,  ^siruro;  .  M.  V.  8.  25.  Essendo 
dal  cominciamento  del  verno  continova- 
to  infioo  a  Gennaio  un*  aria  sottilissima  , 
chiara  e  serena  ec,  da  questa  aria  venne 
un'  influenza. 

*  g.  IV.  Per  leggerissimo  ,  Facilissi- 
mo a  digerirsi ,  detto  di  bevanda.  Fav.  Fsop. 
107  ■  E  quando  bevo  Ìl  sottilissimo,  dolce  e 
splendido  vino,  tu  mercenaia  e  mala  vil- 
lana bevi  r  acquaccia  marcia ,  e  brutta 
feccia.  (F)  Bed.  Cons.  l.  139.  Essendosi 
fatto  d  passaggio  dal  sottilissimo  siero  de- 
purato al  latte  gentilissimo  d*  asina.  (^) 

SOTTILITÀ',  SOTTaiTADE,eSOT- 
TILITATE.  Sottigliciza.  Lat.  subtilitas. 
Gr.  5?;>'t/;^.  *  Tes.  Fov.  P.  S.  cap.  i3. 
Netta  le  interiora  dalla  sottilità  delle  me- 
dicine scamoneate.  (B)  Cr.  2.  i5.  Il  trì- 
tamento  è  necessario  per  la  sua  sottilitade 
(della  terra);  imperciocché  se  non  si  trita 
non  si  soltiglierà.  <C)  /iern.  Bim.  I.  5. 
La  lor  sottilità  (  de"  lenzuoli)  resta  indecisa 
Fra  loro,  e  la  descritta  già  carpita. 

g.  I.  Per  Accortezza  ,  Sngacità  .  Lat. 
calliditas  ,  desteritas  ,  solcriia.  Gr.  ::«- 
V5u_p-/t'a,  Os^tOTT;;,  ^ìcvo'ti;.  ISov.  ant. 
100.  4*  La  teina  cun  &ua  sottilitade  e  con 
sue  belle  parole  si  rappacificò  tosto  eoa 
seco.  ì'inC.  Mari.  lett.  5o.  Ma  qual  fu 
mai  più  bella  sottilità,  che  dopo  aver  se- 
minate le  mie  calunnie  per  tutte  le  parti 
d'  Italia  ec,  le  avete  raccolte  con  tanto  beli' 
ordine  nella  vostra  ingegnosa  lettera? 

t  S-  'L  Per  Acutezza.  Lat,  acumen. 
Gr.  ò^\J7r,;.  Ott.  Com.  Inf.  io.  179.  Di- 
mostrò due  cose,  cioè  speciale  familiarilade 
e  conversazione  tra  1'  autore,  e  il  figliuolo 
di  colui  che  parlava  ,  abito  di  scienzia ,  e 
sottditale  d' ingegno.  Sen.  Pisi.  Avvegna- 
diochè  alcuno  gli  mostri  e  pruovi  per  sot- 
tilità d'argomento.  Cr.  6.  87.  7.  Ingrossa  (il 
porro)  la  sottilità  degli  occhi,  e  grava  lo 
stomaco,  e  genera  sete. 


S  0  T 


1281 


§.  III.  Per  Eccellenza,  Squisitezza  . 
Lat.  subtilitas  ,  prasfantia  .  Gr.  è^oy^n  ■ 
7<'v.  l'r.  8.  4'  ^b*  !"■■"  vuole  pensare  la 
suttdilà  di  fjuest'  arte,  si  truova  che  la  pri- 
ma sentenza  e  di  maggior  valore. 

'"^  §.  IV.  Per  Bigore  ,  Severità  .  Med. 
Arb.  Cr.  4-  Neil'  uuderimo  frullo  ripensi 
la  sottilitade,  e  l'iiguaglìauza  del  suo  giu- 
dìcio,  che  dee  venire  a  fare.  (C) 

''•  g.  V.  Per  Cosay  o  Scienza  sottile. 
Fr.  Giord.  207.  Chi  vuole  una  sottilità 
vedere  ,  una  verità  sottile  e  di  geometria 
ec.  ,  conviene  che  si  mortifichi  ai  sen- 
si. (F) 

•1*  §.  VI.  Sottilità  di  mano  ,  vale  De- 
strezza. Fr.  Giord.  3o!\.  Ben  sono  di  quel- 
li che  fanno  altri  giuochi  pur  di  sottilità 
di  mano  ,  che  non  sono  fatture  di  demo- 
nio.  (J') 

•f  ^-SOTTILIZZAMENTO.  //  sottiliz- 
zare. (Jden.  I\'is.  3.  69.  Senza  troppi  .sottiliz- 
zamentl,  è  manifesto  che  Turno  traeva  sua 
origine  da  quella  stirpe.  E  4-  102.  Se  1* 
Ariosto  avesse  descritto  ec. ,  senza  studia 
alcuno  di  sillogisnii,  di  conietlurc  ,  e  di 
altri  sottilizzamenti ,  ce  (A) 

fa  SOTTILIZZARE.  Z\"e«/r.  Aguzzare 
lo  'ngegnojche  anche  diciamo  Ghiribizzare^ 
o  Fantasticare.  Lat.  subtiliter  agere,  me- 
ditari .  Gr.  ).£~70/*i/iT!zrv .  Ott.  Com. 
Inf.  16.  3o6.  Ma  ancora  sottilizzando  in- 
chìerono  ed  esaminano  e  speculano  sotto 
che  intenzione  e  sotto  che  proponimento 
e  movimento  gli  uomini  procedono  a  fare 
veruna  cosa-  Morg.  io.  122.  Pensa  e  ri- 
pensa ,  e  va  sottilizzando  Dove  e'  potesse 
più  metter  la  coda  . 

'?  §.  Sottilizzarla,  vale  Guardarla  nel 
Sottile.  «  Varch.  Frcol.  107. Crederei  che 
dovesse  bastare  a  chi  favella  essere  inteso, 
e  a  chi  ascolta  intendere,  senza  andarla  tan- 
to sottilizzando.  »,  (Cj 

SOTTILMEKTE,eSOTTlLEMENTE. 
Avverb.  Con  sottigliezza.  Lat.  subtiliter. 
Gr.  ìaj^-i'Zz.  ^  Bicett.  Fior.  C)Q.  I  metalli 
pesti  sottilmente  si  mettono  nell'acqua  pu- 
ra ec,  e  si  rimestano  con  pestello.  (Fi) 

§.  I.  Per  Parcamente,  Meschinamente. 
Lat.  duriter ,  tcnuitcr.  Stcr.  Pist.  171. 
Tutta  la  gente,  che  stava  a  sua  posta  ec, 
lenea  molto  sottilmente  .  Bocc.  nov.  62. 
3.  Esso  con  l'arte  sua,  che  era  muratore, 
ed  ella  filando  ,  guadagnando  assai  sottil- 
mente ,  la  lor  vita  reggevano  .  K  Vii. 
F-ant.  233-  De'  frutti  della  quale  essa  sé, 
e  i  piccoli  figliuoli  di  lui  assai  sottilmente 
reggeva.  Frane.  Sacch,,  nov.  l^Q-  Man- 
giava sottilmente ,  facendo  vita  piuttosto 
alida ,  che  delicata. 

^.  II.  Per  Sagacemente,  Maliziosamen- 
te. Lat.  dolose,  callide.  Gr.  Travo'JsyiW. 
C.  F.  8.  69.  4-  Ordinaro  sottilmente,  per 
iscompigliare  il  trattato  ,  di  mandare  una 
lettera  contraflatta.  J/.  t'.  3.  61.  Del  no' 
me  e  soprannome  di  costui  erano  rimase 
certe  lettere  illese,  e  l'altre  rase,  sottil- 
mente per  simigliami  lettere  rimesce  ^co.*i 
in  alcuno  buon  testo  a  penna). 

g.  IH.  Per  Minutamente,  Diligentemen- 
te, Attentamente.  Lat.  solerter,  diligenter  , 
accurate  .  Gr.  k/^i€'J>?  ■  Dant.  Par.  7. 
Ne  ricovrar  potcasi ,  se  tu  badi  Ben  sot- 
tilmente ,  per  alcuna  via  .  Bocc.  nov.  i^. 
i3.  E  più  sottilmente  guardando  e  veden- 
do ,  conobbe  ec.  le  braccia  stese  sopra  la 
cassa.  Pallad.  Febbr.  21.  Si  debbono  ca- 
vare e  sarchiare  sottilmente.  Mor.  S.  Oreg. 
g.  19.  Se  io  sarò  sottilmente  esaminato, 
io  non  apparirò  giusto.  Porgli.  Ortg.  Fir. 
23l.  Molle  cose  in  prima  vista  appaiono 
belle  e  verisimili  affatto ,  che  ,  disaminan- 
dole poi  sottilmente,  non  riescono  a  mille 
miglia  tali.  Fir.  As.  285.  Senza  indugio 
cercata  più  sottilmente  tutta  la  casa,  tro- 
varono quel  misero  ortolano  nella  cesta  . 
Tass.  Ger.  3.  93.  Poiché  la  tempra  e  la 
161 


'taSz 


S  0  T 


S  O  T 


ricchcoae-lfregioSolUlmeD.edalaimi- 

fil  rf,  .oce.  Legg.  li.    Un,.!.  8o.  La  - 
devano  pacificamenle  riposare,  e  ,:c   dolc 
lente  eanlare  .1  soUilmen.ee  laCameute 
che  non   si  poteva  udire.   (C) 

SOTTINTENDERE.  InUnderc  clama 
cosa  non  espressa,  o  accennata  alcun  pocc. 
Lai.  snUnUligere.  Segner.  Mann.  Marz. 
,  ,  Che  è  ciò  che  dei  tu  sottintendere  a 
J;.  ile  parole  1  E  Oaol.r.  25.  2.  Parca  che 
UaL^i  sottintenderla  puramente  qual 
mito  tacilo,  l.enchè  non  si  esprimesse 
'-■'   SOTTINTESO.  JM.  da  Sotl.nlrn- 

derc    Lat.   .<nhauJil...<.  Gr.   OTtanoU'lSlt.;. 

Se^ncr.   Mann.   Mar:.  3o.  2.  Non  cade  su 

b  Sp  dita ,  ma  su  la  pecunia  ,  la  quale  nel 

testo'ìatino  non  viene  "F""  •  "IV"^!  ";. 

lesa   (•)  Pallai:  Tralt.  Sl.l.  cap.2.i.  L  er 

ce,  oni  poi  sono  per  lo  più  tralasciament.  .1. 

Tarole  s'ottinlese  ,  e  pero  taciute  ,  come  non 

necessarie  ad  esprimersi,  fy/; 

+  -   SOTTO     Freposizionc  che  denota 

Inferiorità  d,  .w(»  d'  ana  cosa  rispetto  ad 
■',,,'     rhe  è  al  di  sopraj  ed  e  corre- 

Z.'     7sOvLsicosUcecoln..arto 

caso-   pure  al  terzo  talora  s' accompagna. 
7;ecLdo.edalsesto.V.X.suh.suher 

suhtus.  Gr.  •^^'. '«■^"•, ,"'""'*  \."-i;  ieri 
,0    U  Prendasi  un  vaseUo  grande  di    tr- 

;V.ioc.c^o...47.6.Sottou„pocod^  .- 
to  che  ancora  nmaso  v  era  ,  si  nslrin 
ono  ameiidiini.  *  Dant.  P'-^^-^^J'^^, 
che  -1  lurLar  che  sotto  da  se  fanno  L 
ésalalu  dell-  acqua  ce.  All'  uomo  non 
factse  alcuna  guerra,    Questo  monte  sa- 

^"#%  'f.  Sotto,  talora  denota  rieinanza 
e  Ite  Pres.so  .  Segr.  Fior.  Stor.  /■/,.  5. 
And    o  pertanto  il  Conte  a  trovar   N.ceo- 

"rpe/":iro^upr!;.one  sotto  Pavia,  se 
"„n  perchb  in  quel  tempo  a  maestà  1 
suo  Naso  si  trovava  impaniata  .  ^r.  /  i". 
,  A-  Era  sotto  il  rastel,  tanto  d.  piano, 
■"'     ■      J.,n  vnltc  si  liuó  trar  con  m.a- 

rtc:%t  ^'-  =  36,. .  Giudei 

7'  misero    in    ordinanza     sotto   le    mura 
.nànt    U  8.  Sono  -1  6°'"""  .<>  "» 

,■  1  oto  M  V.  q.  tlO.  Fece  stimare 
::.;?t  :di^'obe^le-rrelaaechcric. 
T  orano  sotto  sua  tirannia  ...  ^./«c.  7- 
fi  e  ;.i„  la  cui  i.roletionc  sicun  vivcre- 
;.^eom  u  mm"  C.rc.  Gell.^U  chi  tien 
rapieti...  sotto  Vimp.rio  J  ella  ragione  ne 

r^"^^,-^:irirsuX.X"^ 

■  ;n  .i.ihilitata;  e  sotto  i  suoi  au- 

-i-^v-B^;:^;-'---:- 

/}«•(/.  csp.   nai.   2.>-    i-y    *"be 


M  .'Into,  sono  la  P-'---  ;^;Ì  ;"- 
nissimo  Principe  c.rduiale  de  Medie. , 

r,5.^  Sotto  luniissimc  forme  d' u..m.n, 
_,JvÌL.Uoji  inoeRni  dalla  na- 
si tvuovano  maravib""'  '».'*,,  y^, 
tura  essere  stali  riposi!  .  H)  '  "•"  M». 
e,, ,o  i..uali  rr^riKeri;  s.  coutennono  . 
r  f  a'dem 'ni.,  e  coloro  che  «sano  que- 
rse|jm»dalc,inoeffel.o.  secondo  la  pre. 

'''^f\y^Sotto.«r.c,alora  a  denota 
re.tn.aes„.chein«,niaduno.noc. 
V-.l  Dant  li.  Partendo  .  lemp.  dch.la- 
':.'.i,e  i:  islonc  da  se,  e  la  filosofia  sotto 


diversi  dollori  s'argomento,  non  sania  lun- 
KO  studio  e  affanno,  d' intendere.  ILJ 

*  8.  V.  Sotto.  ser>e  anche  a  denotare 
,1  padrone  .  presso  cui  altri  sta  a  Imo. 
rare.  Frane.  Saeeh.  nov.  192.  Perocché 
gU  convenia  esercitare  1' arte  allrame..  e 
quand-  era  sopra  sb,  che  quando  era  sotto 
altrui,  come  discepolo.  fC; 

*  §.  VI.  .S'oKo  alcuno,  lo/e  Sotto  il  co- 
mando di  alcuno.  Guicc.  Stor.  4.  217^ 
Insundo  (il  Pontefice)  per  1  osservazione 
delle  promesse,  U  Re  concedette  contro  a 
vicari  di  Romagna  al  Duca  ValenUno  ee. 
trecento  lance  sotto  Ivo  d'  Allegri  a  spest 
proprie;  e  quattromila  Svizzeri  ma  quesU 
'a  spese  del  Pontefice,  sotto  .1  BagUd.D.- 

siuno.  (Lì  .  .  __ 

#  S  VII.  i'olto,  talvolta  serve  a  deno- 
tare il  tempo,  nel  quale  un  uomo  e  vis- 
suto, un  avvenimento  e  seguito  ec.  Olt. 
Com.  Inf.  1.  8.  Visse  a  Roma  sotto  Ot- 
taviano Augusto,  secondo  Imperatore,  quan- 
do U  uomini  adoravano  li  fa}s.  e  hugiard. 
dii.  Tae.  Dav.  Stor.  5.  366.  Sotto  Tibe- 
rio quietarono.  (C) 

*  e  Vili.  Sotto  il  tal  dì,  vale  11  tal 
dì,  o  Nel  tal  dì.  Calli,  lett  Stacc_  7. 
Sotto  di  22.  di  Dicembre  mi  fu  s.go.ficato 
ec.  che  per  U  26.  detto  ec  io  dovessi  in- 
tervenire in  una  visita  del  fiume  d.  Di- 
senzio  .  Kucell.  lett.  32.  Ho  "«vuto  la 
bcnignissima  lettera  di  V.  S.  IH.  d.  Mi- 
lanorsotto  di  17.  passato  ,  ripiena  al  solito 
di  queUe  dimostrazioni,  che  sono  p.u  pro- 
porzi..natc  alla  sua  singoiar  benignità,  che 
al  mio  merito.  (Cj  .      ,        r- 

*  e.  IX.  .SoHo,  in  luogo  di  In.  fr. 
Giord.  236.  Quando  vuol  (Dio)  f^-e  al- 
cune opere  nel  mondo,  convit-n  che  le  fac- 
ria  sotto  alcun  tempo.  (ì  )  J>ut.  JnJ.  I. 
Parla  sotto  due  solisi  :  l'uno  letterale,  e  1 
altro  allegorico.   (C) 

*  S  X.  Sotto,  in  vece  di  Circa,  0  in- 
torno^. Vit.  S.  Ciò.  Gualh.  335.  Sotto  a 
quel  tempo  si  legge ,  che  avvenne  per  le 
m,  rita  del  Santo  Padre  uno  muacolo  si- 
mile al  sopraddetto.  (V) 

*  §.  XI.  .S'odo,  talora  serve  a  denota- 
re il  patto,  o  la  condizione  con  che  altri 
concede  ad  uno  una  cosa.  C.  F-  l\.  20. 
A.  Molti  nobiU  e  gentili  uomini  ,  larga- 
m.nte  dato  loro  sotto  fio,  U  si  lece  vas- 
salli. (C)  ,     _,   ..     . 

*  e  XII.  Sotto,  talora  vale  Mediante. 
Con  Cap.  Impr.  prol.  Le  singulari  gra- 
zie che  Iddio  ha  falle  sotto  la  mc.xau.la 
«Ielle  santuario  dipinte,  e  non  .lipinle  un- 

.na^ini.   (C)  ,        „ 

•  S     XIII.  Sotto,  invece  di  Con.  isocc. 
nov.   85.  3.  Avrei  ben  saouto  e  sanrei  sotto 
altri  nomi  eomporla.  Fiìoc.  b.   l38.  botto 
urave    giuramento    prometter    s.    lece  che 
egli  pii.    avanti  non    lana  che   quello  che 
ella  gli  aveva  consigUato.  *  Ca.r.  /e".  58. 
Protestandomi  ce.  che  io  non  voleva,  eh 
ella  (la  dedicazione)  uscisse  sotto  mio  nome, 
ma  sotto    nome    dello    stampatore  e  drgU 
eredi    del    cardinale  .   Borgh.    Orig.    tir. 
l5l     Avea  in  concetto  di  dargli  (  a  Mar- 
te 1  un  Tempio  sotto  il  titolo  d.   Vinello- 
re.  (Ci  Segr.  Fior.  Dial   l.ing.   Dante   v,w 
1,  ndo    significare    Italia  ,   la    nomino  sotto 
„,icsta  ..articola  Si.   (D)   Guicc.    Stor.    2. 
38  i    Aveva  quali  he  inclinazione  di  non  gli 
ilare  le  genti  promesse  nella  cap.lolaz.one 
fatta  con  Gurgeo.e  .se  egU  non    passasi 
personalmente  in    Italia,  perche  »•"•"- 
Ita  condUionc  .TCT.  convenuto  d.  dargli.- 

"''«  «  XIV.  Sotto,  in  luogo  diÀ.o  Con. 
Fior  S.  Frane.  173.  Non  porre  mai  pen- 
tola  vola  al  fuoco,  .otto  speranza  del  tuo 
vicino.  fK^^  Jo<W  /.rr...«i  ,  loeiizione 
avverMnIe.  eli.  signifea  »"-'""•"' '" 
riferisca  fr  I-    P>"    «'  /■>'*"■"»'  '  """ 


: 


S  O  T 

terivere.  «  Cren.  Morell.  ì!^^.  Della  San- 
dra e  stato  scritto  qui  di  sopra  sotto  bre- 
vità ".  .E  appresso  :  Narrerò  alcune  cosi 
sotto  brevità.  iC) 

*  §.  XVI.  Sotto   nome,  sotto  ombra, 
sotto  colore,  sotto  prelesto  .  0  simile,  di 
checchessia,    vale    Servendosi    del    nome , 
del  prete.ito,  0  simile,  di  checchessia.  Vit. 
S.  Gir.   33.   Sotto  nome  di  spirito  si  com- 
mette nuovi  modi  di  fornicazione .   M.  !'■ 
Q   20   Sotto  colore  di  guardia,  ma  nel  vero 
per    dare   alla    compagna   caldo  e  fasore  . 
Bocc.  nov.  33.  IO.  Vendute  llcuBC  posses- 
sioni,  le  quali  avevano,  sotto  Utolo  d.  ro- 
ler  con  danari  andar  mcrcaUndo  .    G.    V. 
6    7Ì    2    Soli'  ombra  d'  una  cruda  e  scel- 
lerata giustizia  fece    molti  maU  .   Fr.   lac. 
Cess    2.  5.   5l.   Sotto  cagsone  di  gtuoco  e 
di  sollazxamento      Stor.   Eur.  6.   I27.  E- 
Lerardo  ec.    cominciò,  sotto  finU   benivo- 
lenria  per  iscoprir  paese  a  più  che  e  po- 
teva, a    ragionare  alle  volle  con   esso  Ar- 

"  *  e    XVII.  Sotto  ragione  di,  vale  Jfi- 
„e  rfi.V.  CAGIONE,  §   XIV.  (O 

e  XVIII.  Sotto  pena,  vale  CosUtmta  la 
rena.  Lai.  sub  poena.  Gr.  itti  T.,z«pi«5.G. 
F  7  i4.  3.  Il  detto  Ridolfo  promise,  sotto 
pena  di  scomunicazione,  d'  «ssere  in  Me- 
lano infra  certo  tempo.  M.  ì  ■  9-  > «9  al- 
lora per  comandamento  de  dell,  due  Re  , 
sotto  pena  di  cuore  e  di  avere  ce,  s  usciro- 
no del  reame  di  Francia. 

e  XIX.  Sotto  la  fede,  la  pace,  etimili. 
vagliono  Data  la  fede,  la  pace.o  simUi. 
Bice.  canz.  t^.  «■  Quando  s.  dolga  con 
ragione  il  cuore  D'  esser  trad.lo  sotto  fede 
Jote.  .4r.  Fur.  i.  J?;  E '^  »  '«"°  «  ° 
la  Te  in  segreto.  £36.  5i  Che  Unte  volle 
a  morte  m'  ha  ferita  Sotto  la  pace  m  ss- 
curlà  d'  amore  .  «emb.  Stor.  3.  31.  B 
cosi  presi  sotto  U  fede  sua  .  Franze» . 
proculò  che  U  rocca  fosse  resUlmla  a  Fc 

"*°S.    XX.   Jndare   sotto,    vale   Tra- 
montai: V.  ANDARE  SOTTO.  <C) 

S  XXI.  Avere,  Tenere,  o  simili,  sotto 
di  si.  vagliono  Avere  in  sua  podestà,  m 
.,uo  dominio.  Lai.  sub  se  h ubere.  Gt.  uf 
.«uroa  ?X"«-  Boee.  nov.  ^S- =^.  Coscu^o 
e  castella  e  vassalli  aveva  sotto  d.  A.  Ciré. 
Geli.  5.  l35.  Niente  di  manco  ci  tenete 
sempre  sotto  di  voi. 

*  §.  XXll.  Dart  sotto.  V.  DABE.  (C) 
§     ìi\\ì\.Fjilrare,o  Cacciarsi  sotto  ad 

uno ,  vale  Accostarsi  al  nimico  in  forma 
da  potergli  tirare  sottomano  .  Lai.  comi- 
niisrtm  gerere.  Gr.  nuJTazr,»  ^X"»»'.- 
/,./..  son.  8.  S'io  mi  li  caccio  sotto.  Faro 
della  tua  gola  un  degno  cecco. 

*  S.  XXIV.  F-ssere  sotto  I  armi,  vale 
Essere  armato,  o  Armarsi,  ed  anche  Fjser 
apparecchiato  per  combattere ,  e  dieesi  di 
citta,  regno,  e  .umili.  G  V.  Furono  . 
Romani  sotto  1'  armi  ,  e  abbarrars.  m  p.u 
partiti  in  Roma.  iC)  -.eis: 

*  §.  XXV.  Esser  sotto  vento,  f  .  >  EI»- 

TO.   (C)  .,„ 

«f  k  XXVI.  Lasvrar  sotto.  I  1-«tu- 
RARÈ,  §.  XVI.  e  XVII.  (O 

§  XWII.  Mettere,  o  Cacciare  alcuno 
soUoasi.  vale  tìpprimerlo  ,  Saltargli 
adJos.<o.  Lai.  siilngere.  «rf'J''"  •  ^' 
«raexa.iv.  Ar.  fur.  ai.  68.  E  la  ne- 
mica mia  mi  caccio  sotto.         ,    .       ., 

J>  e  XXVIII.  .Vertere  al  di  sotto,  par 
che  vaglia  Penlere.  Frane.  Sacch.nov.Go.^ 
Guadagno  co'  fatarpi  in  poch.  d.  co  eh 
egli  avea    in  Lombarda   messo  al  d.  sot- 

°»  e  XXIX    Pistiarsi  sotto. modo  hasK, 
che  .<)  dice  d,    Ch,   ha  grandissima  paura. 

y.  PISCIARE  .  §.  III.  (O  

*  §  XXX.  Hidere  sotto  le  ha.<ette . 
vale  Sogghignare  quasi  di  nascoso  e  per 
h  più  in  segno  d,  disapprovazione .   Uà 


S  O  T 


S  O  T 


S  O  T 


1283 


gal.  Ult.  Non  ridete  sotto  le  basette,  per- 
chè io  dico  davvero.  (C) 

*  §.  XXXI.  Star  sotto  alcuno,  vale  Es' 
stre  nella  sua  dependenza,  sotto  la  sua  dv 
minazione .   Cuicc.    Star.    10.   52.  Rispose 

ftreci«ameotu  al  Vescovo  ili  Tivoli  non  vo- 
ere  che  Bologna  stesse  sotto  la  Chiesa  ,  se 
non  nel  modo  che  anticamente  soleva  tta* 
re.  (C) 

f  §.  XXXII.  Tener  sotto  alcuno,  vale 
Deprimerlo  ,  Abbassarlo  ,  Tenerlo  ubbi- 
diente,  o  soggetto.  Cecclt.  Stiai'.  4-  3. 
E'  sì  par  ht*n  ,  che  e'  non  cbianiaron  noi, 
E  eh  e'  voUon  tenerci  sotto  sotto.  Salvin. 
Disc.  I.  l\25.  Il  quale  f  Burro)  di  concerto 
con  Seneca  cospirava  a  tener  sotto,  come 
ù  dice ,  Kcrone ,  e  a  governare  la  sua 
gioventù . 

SOTTO.  Avverli.  J\'clla  parie  inferio- 
re, Abbasso,  Al  fondo.  Lat.  subter,  deor- 
sum  .  Gr.  xara  .  Bocc.  g.  l.  /  4" 
Come  il  Sole  sarà  per  andar  sotto,  cene- 
remo. TT  nOi\  17.  7-  Non  polendone  ec. 
tanti  reggere  il  paliscalmo ,  andato  sotto  , 
lutti  quanti  perirono.  K  nov.  61.  8.  Co- 
me  io  sentita  1'  ho,  ho  messo  il  capo  sotto, 
ne  mai  ho  avuto  ardir  di  trarlo  fuora,  sì 
e  stalo  di  chiaro.  Guid.  G.  Bimase  a  piede, 
e  fugli  morto  il  cavallo  sotto. 

*  SOTTO  A>HJASClADORE,e  SOT- 
TAMBASCIADORE  .  Aiutante  dell' am- 
basciadorv.  Che  opera  in  vece,  o  in  aiuto 
dell'  ambasciadore .  Segn.  Stor.  2.  3^. 
Molti  altri  ordini  virtuosi  furono  ancora 
ordinati,  come  fu  ec.,  che  con  ogui  am- 
basciadore  si  eleggesse  un  sotto  amlascia- 
dorc  giovane,  perchè  egli  imparasse.  E  4- 
106.  Pie  per  questo  mancò  di  tentare  con 
Ruberto  Bonsi  ,  che  i-ra  soltambasciadorc  , 
s' e'  poteva  condurre  nulla.  (IS'Sj 

SOTTOBOCE  ,  che  anche  si  scrisse 
SOTTO  UOCE,  ed  oggi  si  dice  SOTTO- 
VOCE, e  SOTTO  VOCE.  Diciamo  Par- 
lare, 0  Dir  sotto  voce,  e  vale  Dir  piano, 
Lat.  submisse  ,  submissa  voce.  Gr.  cty^. 
Fin.  Triti.  X.  l.  Le  favellavan  sotto  bo- 
cc ;  pur  ,  secondo  che  io  potetti  vedere  , 
Toi  le  andavate  molto  a  pelo .  ^'i/-  Pitt. 
61.  Alleviando  il  peso  dell'arte  sua,  rosi 
gentilmente  sottovoce  cantando .  Anibr. 
JBern.  5.  7.  Io  mi  accosto  all'  uscio  ,  e 
chiamolo  Cosi  un  po'  sottoboce  ■  Buon. 
Fier.  5.  1.  X.  Sento  un  gran  ronzo  Di  voci 
lottovoce  . 

SOTTOCALZA .  Calza  che  si  porta 
sotto  l'  altre  calie. 

SOTTOCALZONI.  Calzoni  per  lo  più 
di  panno  lino,  che  si  portano  sotto  gli  al- 
tri calzoni. 'L»t.  subligacu/a.  Gr.  "Ept^w'a- 
ftara  ■  '!'  Bert.  Giamp.  76.  Se  a  questo 
mio  dire  vi  fosse  venuto  fatto  qualche 
ouoTa  fodera  a*  sottocalzoni  il  serviziale  fa 
fennar  1*  andata.  (C) 

SOTTOCANCELLIERE.  Aiuto  del 
cancelliere.  Che  opera  in  fece,  o  in  aiuto 
del  cancelliere.  Red.  leti.  2.  16.  Il  signor 
Bastiano  Dottori  è  vivo  ,  ed  oggi  in  Fi- 
reote  è  sottocancelliere  de'  Consiglieri. 

SOTTOCCARE.  pianamente  toccare. 
Punzecchiare.  Lat.  fodicare.  Gr.  vuTTStv. 
Bnt.  Jnf.  27.  1.  Egli  slava  attento  e  chi- 
nato per  intendere,  e  Virgilio  lo  sottoccò 
dicendo:  parla  tu.  Dante  (questo  sottoc- 
corc  è  quello  che  'l  Poeta  disse:  mi  toccò 
di  costa  ). 

*  SOTTOCCHIO,  e  SOTT'OCCHIO, 
e  SOTT'  OCCHI .  Sottecchi.  Fr.  Barb. 
aS^.  12-  Ancor  vuo'che  li  guardi  Dalei,  che 
gùla  i  guardi  Sottocchio  in  za  e  la.  Lasc.Cen. 
I.  nov.  4-  pag.  93.  Dionigi,  quasi  in  collera, 
Tcggiendo  coloro  turarsi  il  naso ,  e  cosi 
jott*  occhi  guardar  pure  inverso  lui ,  dis- 
»e:  ec.  (V)  Fortig.  Hicciard.  1.  ^5.  Tira 
atranti  la  donna,  v  non  risponde;  Ma  sott' 
occhi  le  astute  damigelle  Co*  labbri  chiusi 
al  riso  fanno  sponde.  (£) 


SOTTOCOPPA.  Tazza,  sopra  la  qua- 
le si  portano  i  bicchieri  dando  da  bere  . 
Menz.  sai,  1.  Non  ciuftan  sottocoppa,  o 
candelliero  ,  Dopo  che  stelle  in  sugh  al- 
tari arreso  . 

SOTTOCUOCO.  Anito  del  cuoco.  Fav. 
Ksop.  Lavascodelle,  fancella  e  ragazzina  del 
sottocuoco  . 

*SOTTODIACO>0.  Suddiacono.  DiaL 
S.  Creg.  3.  17.  Era  sottodiacono  della  Chie- 
sa Bussenlina.  f'it.  S.  Zanub.  3l3.  Andou- 
ne  a  stare  ec.  con  esso  gli  suoi ,  cioè  Eu- 
genio diacono ,  e  Crescenzio  sottodiaco- 
no. (F) 

•f  *  SOTTODiSGIUNTIVO.  Term. 
de*  Laici.  Dicesi  di  quelle  proposizioni  di- 
sgiuntìve ,  i  termini  delle  quali  possono 
essere  ambo  veri,  o  ambo  falsi ,  farcii. 
Ercol.  184.  Alluna  volta  ne  non  è  avverbio 
che  uiegbi,  ma  una  di  quelle  congiunzio- 
ni che  i  Latini  chiamavano  disgiuntive,  o 
piuttosto  sotlodisgiuntive  ,  come  ec.  ,  0  , 
ovvero,  ovveramente.    (A) 

SOTTODIVIDERE.  Suddividere.  Lat. 
subdividerc .  Gr.  iTloaipl^tvi  .  Varch. 
Lez.  272.  La  jarte  irrazionale  ec.  si  sot- 
lodivide  in  due  parti  anch'  essa,  nella  ve- 
getativa ec.   e  nella  sensitiva. 

*  SOTTOGIACE^TF..  Che  sottogiace. 
Soggiacente.  Tass.  DiaL  (A) 

SOTTOGIACERE  .  Soggiacere.  Lat. 
suhiacere,  succumbere.  Gr.  uTaxarowii'- 
v£56act  ,  xiTràsOat  .  Tass.  Ger.  19.  18. 
Ma  la  man  ,  eh'  è  più  atta  alle  percosse  , 
Sottogiace  impedita  al  guerrier  Franco  . 
BoTgh.  Orig.  Fir.  I16.  Alcune  altre  dif- 
ferenze ,  che  non  sottogiacciono  a  muta- 
zione di  tempi,  uè  di  guerre. 

t'  SOTTOGOLA.  Uno  de' membri  de- 
gli ornamenti  in  Architettura,  così  detto 
a  differenza  dell'  altre  gole  rovescie  della 
cornice,  e  perchè  stanno  sotto  il  dentello, 
o  altri  membri,  Baldin.    l'oc.   Dis.  (A) 

•f  *  §.  Ed  in  forza  rf*  avverò,  vale 
Sotto  la  gola  .  Buon.  Fier.  2.  3.  12.  E 
quelle  vecchie  loro  Col  fazzoletto  sul  viso 
a  saltero  ,  E  col  cappel  col  nastro  sottogola  , 
Ve'  come   ec.   (A) 

*  S0TT0GRO>DARE.  Quella  parte 
del  gocciolatoio  della  cornice  per  la  banda 
di  sotto,  che  si  forma  incavata,  affinchè 
l'  acqua  non  s*  appicchi  alle  membra  eiel- 
la cornice,  o  altre,  ma  necessariamente 
si  spicchi  e  cada.  Baldin.    Voc,  Dis.  (A) 

*  SOTTOLEVA.  Legno,  od  altro, 
che  si  pone  sotto  la  leva  ,  per  agevolare 
il  moto  a  ciò  che  si  vuol  rendere  amo- 
vibile. Baldin.  Toc.  Dis.  (A) 

SOTTOMAESTRO.  Maestro  seconda- 
rio. Lat.  hypodidnscalus .  Gr.  VTToSiS'^l- 
/a>0^  ■  J'arck.  Ercol.  60.  Pipititori  si 
chiamano  proprio  quei  sottomaestri ,  per 
dir  così,  i  quali,  letta  che  hanno  i  mae- 
stri la  lezione  ,  la  fanno  ripetere  e  ridire 
a'  discepoli. 

*  SOTTOMAMCA.  Manica  della  ve- 
ste di  sotto  .  Descr.  Appar.  Con  le  ma- 
niche fino  al  gomito  ,  e  le  sottoraaniche 
erano  d'  altro  bel  drappo.  (Aj 

*f'  *  SOTTOMANO.  Sust.  Dono,  o 
Regalo  fatto  altrui  oltre  gli  stipendi!,  o  le 
paghe  assegnategli.  Red.  Op-  5.  10.  Prima 
di  risolvere  consideri  che  in  oggi,  fra  prov- 
visioni e  sottomano.  Ella  ha  un  onorevole 
stipendio  in  Pisa  .  Bellin.  lett.  Uom,  ili. 
I.  246.  Per  sua  carità  si  compiaccia  farmi 
graziato  del  medesimo  sottomano  in  ca- 
so ancora  che  la  nolomia  non  sì  faces- 
se. (A) 

SOTTOMANO.  Contrario  di  Sopram- 
mano .  Ciriff'.  Calv.  2.  45-  E  sottomano 
una  punta  crivella  ,  Che  1'  elefante  in  un 
punto  sbudella  (qui  inforza  d' avverbio). 
E  4-  112.  Ella  gli  trasse  cosi  per  mot- 
teggio Un  certo  manrovescio  sottomano, 
SOTTOMANO.  Awcrb.   Vale  Quasi 


di  nascoso.  Lat.  clanculnm.  Matt.  Frani, 
rim.  buri.  2.  167.  Imprima  si  comincia 
dalla  serva  ,  E  con  qualche  presente  sot- 
tomano Se  la  fa  amica  e  grata  in  un 
istante  .  Buon.  Fier.  2.  3.  10.  Colui  fa 
le  viste  Di  non  avere  inteso,  e  sottomano 
Quelle  porge  ad  un  suo  mangiaguada- 
I  gno  .  E  4-  Inir.  E  quand'  io  non  potrò 
più  sottomano,  Farmi  la  mia  fortuna  alla 
scoperta . 

•f  *  SOTTOMARE.  Jl  fondo  del  ma- 
re .  Bellin.  Biicch.  40.  V  è  il  disopra  e 
v' è  il  sotterra.  Ve  il  disopra  e  il  sotto- 
mare,   Con   tutto  quel    che   in-,   (A) 

*  SOTTOMERSO.  Add.  Sommerso. 
Fr.  Sim.  Cass.  Ord.  ì'it.  Crist.  cap. 
5.  Alcuni  sono  morti  di  ferro  ,  altri  arsi 
ec.  altri  in  acqua  sottomersi  ,  altri  vivi 
scorticali.   fCP) 

SOTTOMESSIONE  .  //  sottomettere  . 
Lat.  subicctio  .  Gr.  JTTOTay*]'  .  Borgh. 
Tese.  Fior.  35o.  In  antichissimi  contratti 
di  nuovi  acquisti,  e  soltomessioni  di  terre 
e  castella  . 

SOTTOMESSO.  Add.  da  Sottomettere; 
Sottoposto.  Lat.  subiectus,  subditus.  Gr. 
u7roTi7«'/ uì'vo?,  uTZOx^'-p'^oi.  Bocc.  Lett. 
Pr.  S.  Ap.  3x2.  Tito  Quinzio  Flaminio 
consolo  ec.  uno  di  con  una  sola  voce  di 
banditore  alla  da  se  sottomessa  Grecia  con- 
cedette liberta.  Fr.  Gtord.  Fred.  R.  Trat- 
tano crudelmente  i  popoli  sottomessi.  I.ib. 
Fred.  Tenevano  sottomessa  tutta  l' Italia. 
Buon.  rim.  2.1\.  S'  amar  1'  un  1'  altro  ,  e 
nessun  mai  se  stesso  ,  Sol  desiando  amor 
d'  amor  mercede  ;  E  se  quel  che  vuol  1' 
un,  l'altro  precorre,  A  scambievole  impe- 
rio sottomesso,  Son  segni  ce. 

SOTTOMETTERE.  Far  suggetto j  e 
si  usa  anche  in  signifc.  neutr.  pass.  Lat, 
suhiicere,  subdere,  submiitere.  Gr.  uTToéaJi- 
ieiv,  0~5TaTTìiv.  Bocc.  nov.  89.  2.  Si  co- 
noscerà, tutta  r  universa!  moltitudine  delle 
femmine  dalla  natura  e  da'costumi  e  dalle 
leggi  essere  agli  uomini  sottomessa.  Lab. 
137.  Riguardisi  a  quanta  viltà  si  sottomet- 
tono ,  per  ampliare  un  poco  le  dote  loro. 
E  l38.  Non  si  vergognano  tante  ciance  , 
tanta  morbidezza  sottomettere  ,  porgere  e 
lasciar  trattare  alle  mani  parletiche  ,  alla 
bocca  sdentata  e  bavosa,  ec.  G.  P'.  9.  g. 
3.  Doraaro  e  sottomisero  all'  imperio  di 
Roma  tutte  le  nazioni  del  mondo  .  Tes. 
Br.  7.  14.  Se  tu  vuoli  vincere  tutto  '1 
mondo,  sottomettiti  alla  ragione;  che  chi 
se  ne  scevera,  cade  in  errore.  Dittam.  i. 
l3.  Le  vinse  ,  e  sottomise  al  bel  paese  . 
Boez.  G.  S.  44-  Quando  voi  giudicate  es- 
ser vosti'i  beni  le  cose  vUissime  ,  a  lo- 
ro per  vostra  estimazione  vi  sottomettete. 
Boez.  Varch.  2.  pros.  5.  Quando  voi  giu- 
dicate che  le  più  vili  cose  del  mondo  siano  i 
vostri  beni ,  voi  a  vostro  giudizio  medesimo 
vi  sottomettete  loro. 

•f  *  SOTTOMOLTIPLICE,  e  SOT- 
TOMULTIPLICE  .  Tcrm.  degli  Aritme- 
tici. Numero  compreso  esattamente  in  un 
maggiore  un  dato  numero  di  volte.  T'iv. 
Prop.  2.  Parte,  o  summultiplice,  cioè  sot- 
tomultiplice,  si  dice  la  minore  di  due  gran- 
dezze omogenee,  terminale  e  disuguali,  che 
multiplicata  più  volte  ,  mbura  appunto  la 
maggiore.  (A) 

SOTTOMORDERE  .  Morder  sotto  . 
Bemb.  Asci.  1.  46-  Quanti  seguaci  pruni 
ci  sottomordono  i  miseri  piedi. 

*  SOTTOMURATA.  Sust.  Fondamen- 
to di  una  fabbrica.  Lai.  substructio.  Salv. 
Inf  sec.  i3.  Il  fondamento  è  detto  sub- 
structione  (lasciamo  stare  che  doveva  dire 
al  contrario,  cioè  la  substruzione  è  della 
fondamento),  che  altro  noe  è,  che  la  fab- 
brica che  si  fa  sottoterra  fin  che  si  veda 
ec.  E  indi  ,  quando  al  par  del  piano 
avrai  levata  la  soltomurata,  o  il  fond.imen- 
lo,  ec.  (NSJ 


12B:) 


sor 


•f  *  SOTTOMl'TANZA.  Figura  grani- 
rti atte  ale  ,  detta  anche  con  greco  vocabolo 
Jpallage,  per  cui  si  fa  cambiamento  di  al- 
l'une espressioni ,  come  per  esempio  noo 
aveva  i  paoni  induiiO  ,  in  luogo  di  dire 
non  era  ne'  suoi  panni.  Salvia.  Cas.  ^■ 
Figura  d'I])aUjge,  o  sottomutanM.  (Jj 

^-  SOTTO.NORMALE.  Termine  de' Geo- 
metri. Quella  parte  dell'  asse  d'una  cur- 
va,  che  e  compresa  tra  i  due  punti,  dove 
l'  ordinata  e  la  perpendicolare  di  essa  , 
condotta  dal  punto  del  contatto  ,  vengono 
ad  incontrare  ffttesf  asse.   (A) 

*  SOTTONSD'  .  Dicesi  a  Pittura  che 
e  figurata  stare  in  aito^  e  che  sia  veduta 
allo  'nsù  ,  e  non  per  linea  orizzontale  e 
piana.   Jìaldin.   I  oc.   Dis.   (/f) 

*  SOTTONTENDERE.  Sottintendere. 
Lai.  suhaudire  .  Gr.  uTTa/OJiiv  .  Salvin. 
Disc.  2.  196.  SoUo  questa  6gura  ^oUon- 
tendcndo,  «redo  io,  che  la  graiia  del  vol- 
to ,  unita  alla  grazia  delle  parole  ,  fa  un 
comi'osto  divino.  (")  Dep.  ;?ecam.  97.  La 
potevan  (la  voce  fnita)  almeno  Icnere  per 
compagna  di  quelle  che  gli  sono  allato  : 
avea  cominciata,  e  mal  scgtiitaj  e  soUon- 
leodendovi  un*  averla  lasciarvi  stare  _^n/- 
ta  ,  come  fosse  :  senza  averla  fnita  .  /," 
ll3.  Che  sia  usanza  di  tutte  le  lingue 
sotlontcndere  nel  ragionare  alcune  parole, 
che  non  si  dicono  ce,  se  ne  può  dare  in- 
finiti esempii.  tV) 

*  SOTTO.NTENDIMENTO.  Il  sotton- 
tendere.  Vdcn.  Ms.  3.  98-  Verlii  con  sot- 
tonlendimento  d'  altri  verbi-  (H) 

*  SOTTOPERPEKDICOLARE.  Term. 
dei  Geometri.  Lo  stesso  che  Sottonorma- 
le. (J) 

SOTTOrONIMENTO  .  //  sottoporre. 
Lai.  .mhiugatio,  .tuhiectio.  Gr.  Czor&.yri. 
Pool.  Oros.  iVr  venlirinque  anni  gì'  in- 
cendii  delle  cilladi,  li  peiiruli  delle  batta- 
glio ,  i  sotloptmimenli  delle  provincic  ce. 
fece  la   fr<ide   d'  un   feroce. 

SOTTOPOHHE.  Porre  sottoj  e  si  usa, 
oltre  al  scntim.  att.  ,  anche  nel  .tigni fu. 
neutr.  pass.  Lat.  supponere ,  subiicere  . 
Gr-  C:i66aX)ctv,  uTToraTreiv  .  Mor.  S. 
Gre".  1.  12.  Quando  adunque  queste  oc- 
cupazioni nui  sottoponiamo  al  conoscimen- 
to della  santa  Trinità  ,  ec  Pai/ad.  cap. 
3o.  Alle  galline  soltommi  l'uova  dell'oche 
ce,  ma  a  (|Uelle  dell'  oca  sottoponi  dell' 
ortica.  Jlocc.  nov.  3l.  l^-  ^^a'  ""^  mi 
sarebbe  potuto  cader  neil'  animo  ce.  che 
tu  tii  sottopt>rti  ad  uomo  ,  se  tuo  marifo 
stato  non  fosse,  avessi,  non  che  fatto,  ma 
pur  pensalo  (qtii  per  congiugnersi  carnal- 
mente). E  nov.  97.  17.  Il  volere  io  le 
mie  poche  forte  sottoporre  a  gravissimi  pesi, 
m'c  di  questa  infemiila  stala  cagione.  Soder. 
Colt.  lOq  Lasciandole  infortire  ^ /e  ii- 
nacre  }  avanti  che  clic  si  sottopongano  al 
torchio . 

g.  Per  Soggiogare,  Sottomettere .  Lat. 
sithiugart,  imperio  .tuhiicrre.  Gr.  uTTcraT- 
T!iv.  Pocc.  cani.  5.  2.  Mi  sentii  gir  le- 
gando Ogni  virlù»  e  sopportarla  a  lei. 
^  Frane.  Sacch.  Lett.  (in  Pofgiafi  Test. 
I.ing.  1-  2.)  Nessuna  cosa  è  Unto  nimica 
della  libertà,  quanto  e  la  guerra  col  »uo 
!ipenilii).  Questa  è  quella  che  ha  sottoposto 
1  popiili  e'  n<muni  dell'  universo.  (ìt) 

SOTTOPOSITO.    r.  J.  yt'ld.  Sott^- 

po.ito.   Mae.*ttutz.   1.   67.   Se   a   quello  ba- 

>lar<lo  e  sotloposito  non  si  pni>te  rivelar»- 

.  Acuia  pericolo   ec.   tijui  nel  signifcato  del 

§    IV.  1/1  SOTTOPOSTO  ) . 

fiOTTOPOSIZIONE.  Sottoponimento. 
Lai.  stthurtio.  Gr.  uTroTav«{.  ì.if>.  J'ixd. 
\eiigono  in  superbia  per  In  sottopositione 
.il  loro  dnmiiuo  di  qualche  città  nimica. 

SOTTOPOSTO  .  Add.da  St-tto/n^rre  . 
Lat.  supposittis,  suhiectus,  suhiacens.  Gr. 
J:Toitii>cvo;.  jlmet.  53.  Panò  per  li  pia- 
ni kottojMisti  4I  copioso    monte    Gargano  . 


S  O  T 

Sagg.  nat.  e.tp.  23.  La  quale  aria,  aggra- 
vandosi sopra  tutte  le  cose  a  lei  sottopo- 
ste, le  costringa  a  uscire  de'  loro  luoghi. 
^.  \.  Per  Soggiogato,  Sottomesso,  Sog- 
getto. Lat.  suhiugatus,  imperio  suhiectus, 
subditus.  Gr.  Jz 'Teray/Jicvs;,  -jTt'/o^^, 
yj^oy.i pio^.  G.  V.  10.  70.  6.  Conciossia- 
cosaché non  sia  sottoposto  ad  alcuno,  ma 
ogni  uomo  e  tulio  il  mondo  e  sottoposto 
a  lui.  fìocc.  nov.  98.  8.  lo  son  giovane, 
e  la  giovanezza  e  tutta  sottoposta  all'a- 
morose l*'ggi.  Frane.  Sacch.  Op.  div.  l33. 
Quando  lo  cuore  ha  tristizia,  ancora  il 
vanno  a  visitare  tutti  i  sottoposti  per  lo  mo<lo 
detto  di  sopra.  ì'arch.  Ercol.  ^\.\.  Né  voglio 
lasciare  dì  dire  che  i  Romani  servendosi 
nelle  loro  guerre  de' Latini,  gli  chiama- 
vano non  sottoposti,  ma  compagni- 

§.  II.  Inforza  di  sust.  per  Suddito  . 
Lai.  subditus  .  Gr.  tltro/si/iio?  .  Zthald. 
Andr.  9.  >'cssunn  ha  si  gran  bisogno  di 
sapere  più  e  migliori  cose,  come  il  Prin- 
cipe ,  la  cui  dottrina  dee  essere  utile  a 
tutti  i  suoi  sottoposti.  Frane.  Sacch.  nov. 
61.  Questo  mcsser  Guglielmo  ancora  tol- 
se ciò  avca  un  suo  famiglio,  o  sottopo.\to. 
*  K  119.  Messer  Gentile  da  Camerino 
fece  bandire  una  volta  per  lo  suo  territo- 
rio,  che  cotanti  per  centinaio  dovessino 
con  le  loro  arme  comparire  ec.  E  per  ob- 
bedire, ogni  suo  sottoposto  s'  apparecchiò 
d*  andare  nella  detta  oste.    (!') 

'^  g.  111.  Sottoposto,  vale  anche  Pedi- 
io.  Cuicc.  Stor.  2.  184  ■  Uomo  ambiziosis- 
simo e  superbissimo,  sottoposto  al  vino,  e 
a  molte  altre  inoneste  voluttà.  (L) 

•f  g.  IV.  Parto  sottoposto  f  vale  lo 
stesso  che  Sopposto.  /'.  il  §.  di  SOP- 
POSTO. Lai.  suppositus.  Gr.  Ottono)  *- 
poiTCi.  Maestntzz.  1.  fi;.  La  donna  il 
dee  revelare  in  penitenza  a  uno  savio 
prete,  ovvero  al  Vescovo,  ovvero  iJl*  uno 
e  all'  altro,  e  allora  i  predelti  cerchino  di- 
ligentemente e  cautamente  delle  condiiiu- 
ni  del  bastardo,  ovvero  del  sottoposto  parlo 
altrui.  I.ah.  iSg.  I  parti  sottonosti  gli 
danno  figliuoli,  acciocché  ce.  alle  spe^e 
del  pupiflo  possa  ec.  deliziosa  vila  me- 
nare. 

*SOTTOPFIORE.  Soppriore.  Lai.  .i- 
carìus.  Il  I  ocabolario  alla  voce  SOP- 
PHIORE.   (') 

t  SOTTOPROVVEDITOBE.  Coluiche 
amministra  le  faccende  sotto  il  Provvedito- 
re^ ed  opera  in  sua  vece.  Buon.  l'ier.^.  l^. 
II.  Dove  dove  n'andate  in  tanta  fr"|tii, 
Sottoprovveditor  ?  che  nuove  avete  T  A" 
.«■  i.\.  Voi  ritornate  addietro  così  tosto, 
Sottoprovtrditor  T 

i^  SOTrOìWlSATO.  Add.Suf>ordinato. 
Tass.  Piai.  Pad.  Fam.  I  seni  in  due  specie 
distinguerri,  1' una  all'altra  soltordinata  : 
luna  di  stiprastanti.  odi  sopra  intendenti 
o  (li  maistn  che  vogliamo  chiamarla  ;  Tal- 
ira  di   operarli.  (Dì 

•|'  #  SOTTOBETTORE.  Colin  chefa  le 
veci  del  lìrltore.  S.  Afiost.  C.  D.  a.  9. 
Ma  Pericle  es^rndo  ^ià  per  molli  anni  ed 
in  casa  cJ  in  battaglia  con  grande  autorità 
sotloretlore  dilla  sua  cittade.  ec  (  il  Lat. 
ha  :    civilali   praefimset    )    f  /  ; 

SOTTORIOEHE.  Sorridere.  Lat.  sub- 
ridere.  Gr.  u?ioy«t^if v.  Amm.  Ant.  7. 
2.  8.  Non  ridono  mai,  ma  piacrvolmrnte 
sotlttridoiio.  coslrignendo  ogni  distcmpe- 
raiTienti»  «li  fiso.  Vuoit.  Tane.  3.  2.  In 
prima  e*  sarà  iiitpo  che  io  'V  soluti  ec,  E 
■lotloriila,  r   ch'io  faccia   agli   astuti. 

g.    Ver  metaf.  Lat.  ridere,  arridere.  Gr. 

•/c)«  V,  ff/:o9y«)aK.  G.  F.  ix  3.  18.  Ne' 
cui  tempi  sottorisr  la  tranquillità  della 
pace  (cioè,  ritornò  e  fiori  }. 

f  SOTTOSGUITTA.     Il  nome    di   uno 

Iscritto  di  propria  mano  sotto  alcuna  xeni* 
tura  per  autentiiarla  ;  che  più  comune- 
mente    direfi   Sottosfrisiont    Lai.  rtibnri' 


sor 

ptio.  Gr.  0:r9Vfaj5ii.  .5uo/i.  Pier.  2.  5.  7. 
Udendosi  parlare,  e  soprascritte  Di  leller« 
dcllare  Colle  loro  aggiustate  soltoserilte. 

SOTTOSCRITTO.  /  .  SOSCRIT- 
TO. 

SOTTOSCRIVERE.  T  SOSCRIVE- 
RE. 

SOTTOSCRIZIONE  r.  SOSCRIZIO- 
NE. 

*f  *  SOTTOSCUOTERE.  Scuotert 
di  sotto  in  stt.  Salvin.  Odiss.  Ith.  q.  v. 
5l2.  (^ome  quando  Un  uom  trapana  le- 
gno da  galera  Con  trapano,  e  altri  infon- 
do sottoscuotono.  (A) 

*  SOTTOSEDERE.  Sottostart.  Cr. 
4-  7-  ^*  Prosato  è,  la  vile  meglio  perve- 
nire, se  incontanente  che  la  terra  è  cavala, 
o  vero  non  lungamente  innanzi,  si  ponga, 
quando  all'  enfiatura  del  pastino,  non  an- 
cora rassodata,  la  terra  sottosegga.  (JÌJ 

*  SOTTtJSOLANO.  yome  di  vento  che 
.tpira  ita  oriente.  Ott.  Com.  Purg.  2^. 
451.  Li  venti  sono  quattro  principali  ;  il 
primo  da  oriente,  detto  sollosolano  ;  6m 
mczzoili,   ostro.  (Cj 

SOTTOSOPRA.  Avverb.  A  rovescio, 
Capopi'e.  Lai.  sttrsum  deorsum.  Gr.  avw 
xarw.  Dani.  Inf  3.^.  Ov'c  la  ghiaccia  T 
e  questi  come  è  fitto  Sì  sottosopra?  .Bui. 
Purg.  18.  2.  Benché  il  primo  mobile  ù 
tiri  diricto  ogni  contento  dentro  da  sé,  e 
ruoti  sottosopra  in  2l\  ore.  Frane.  Sacch. 
nov.  x6l.  In  piccolo  spazio  di  tempo  le 
figure  furono  tulle  imbrattate,  e*  colori  e 
gli  aU>erelli   volli  sottosopra. 

*  §.  I.  Entrar  sottosopra^  vale  infu- 
riarsi. Dar  nelle  furie.  Fir.  Disc.  an. 
46.  1/  aquila,  come  più  tosto  dì  ciò  s'ac- 
corsCj  entrò  tutta  sottosopra.   (V) 

g.  11.  loltnre,  Mettere,  0  simili,  sot- 
tosopra, figuratamente  vagliano  Porre , 
Mettere,  e  simili,  in  confusione,  in  iscom- 
piglio.  Lai.  evertere.  Gr.  «^aTraTOjv. 
Petr.  cap.  j.  Onde  uscir  gran  tempeste, 
E  funnc  il  mondo  sottosopra  volto.  Cron. 
Mortll .  Andonne  Firenze  sottosopra,  e 
tutti  si  dolsono.  Fir.  ijtc.  ^  3.  La  donna 
r  ha  risaputo,  e  ha  messo  sottosopra  ogni 
cosa.  Stor.  Fiir.  6.  1^8.  Essendo  egli 
slato  Papa  in  un  tempo,  che  tutta  la  Ita- 
lia andò  sotiojopra.  Tass.  Cer.  H.  66. 
Colali  uscir  dalla  Tartarea  porla  SoglioQu 
e  sottosopra  il  mondo  porre.  Malm.  12.  3. 
Pen  bò  in  Uile  son  tutti  sottosopra- 

§.  III.  Sotto.%opra,  vt te  anche  Considf' 
rato  tutto  insieme,  A  far  tutti  i  conti. 
Lat.  in  summa.Gr.  c'v /cpa)x('u.  ì'arch. 
Stor.  7.  182.  Sotlosi'pra  s*  ingegnava  cia- 
scuno con  ogni  sfono  di  viver  bene.  Sagg 
nat.  esp.  2o8.  Abbiamo  »otloMipra  osser- 
vato che  quelle  macinano  meglio  dell'  altre, 
che  hanno  ne' loro  ventrigli  maggiorcopia 
di  sassolini  inghiottiti,  florgh.  ttrig.  Fir. 
Oq.  I  ropÌAtori  ec.  erano  sottosopra  persone 
che  poro  intendevano. 

SOTTOSQUADRO.  Ineai'o  profondo 
fatto  in  qualstsit  lavoro.  Penv.Cett.  Ortf- 
^O.  Preso  il  modtUn.  e  riempiendo  di  ter- 
ra i  sottosquadri.lo  Tirnivar  getlav.i  di  bron- 
zo di  ragionrvolc  grandezza.  F-  li^s  Pi^liansi 
noi  i  trapani,  i  quali  si  adoperano  qiundn 
le  lime,  salvo  se  si  avesNC  a  catare  in 
qualche  difficile  sotlosfjuadro  di  panni  , 
ec.  *f  E  ì'it.  I.  l3.'>.  Ne' mia  acciai  io  in- 
tagliavo molto  profondamente  a  soltosqua- 
dm.  (C) 

g.  St^ttostjuadra,  St'^tto squadro,  o  Di 
sottosquadro,  posti  av%'erf'ialm .  vftgiionr 
Con  sotto.tqunàri.  ì'arch.  lez.  222  La- 
vorare sottosquadm.  e  in  luoghi  alcune 
volle,  dove  appena  possono  atriTarr  pli 
(»cchi, 

•f  «  SOTTOSTANTE.  Che  sta  s^tto. 
Sottogiacente,  Sottoposto.  Bemb.  A  sol.  I. 
167.  Crescono  ogni  giorno  le  dolcezze,  »• 
vantano  c>gui  notte  le    venture  ;    né    per 


S  O  T 


S  O  T 


S  O  T 


tjUcUp  che  sopravvengono,  mancano  o  sce- 
mano le  ioltostantì  (  (fui  vu/c  Presisten' 
fé.  Lai.  prueesistensj.  ij4) 

SOTTOSTARE.  Star  sotto.  *  /imet. 
16.  AUa  quale  ifronte)  sottilisbimc  ciglia 
ec.  dt  colore  stigio  soUoslare  «Usceine.  f  A^ 
Teseid.  7.  83.  K  se  i  Fati  pur  m'han- 
no riacrhiito  A  giuDotiira  legge  soUostare, 
Tu  ec.  (B)  fìoez.  Varch.  3.  prcs.  8. 
Ti  hisoffnerìi  essere  sottoposto  agli  aggua- 
ti eie*  tuoi  suggelli,  e  sottostare  a  mille  pe- 
ricoli. 

1  §,  /v  figuratam.  Esser  soc^^etto.  Lat. 
siihiitcere.  Gr.  ÙTroraTTeiàai.  /-ih.  Amor. 
A  quanti  per  loro  arhitrio  vcdem  contj- 
nuameote  sottostar  gli  amanti.  liut.  far. 
7.  I.  >on  sottostà  (  quello  eh' 1- pr-odotto 
da  Dio  senza  mezzo)  ce.  alhi  influenzia  tic* 
cieli,  e  delle  secontle  cagioni. 

*  SOTTOSTESO.  Jdd.  Ste.fo  sotto. 
March.  Lticr.  Uh.  6.  No  *!  soffre  la  na- 
tura del  luogo,  e  soUosteso  v'  è  qualche 
Iago  in  acqua,  flìr) 

*  SOTTOTESO.  Term.  de'  Geome- 
tri. Teso  .totto,  Sctteso.  V.  SOTTEN- 
DERE. ;  li".  Trutt,  Besist.  La  scala 
de'  momenti  di  tutte  le  lince  sottotese  ad 
un  angolo  setlilineo  ec  sono  come  le  linee 
determinale  dal  trilinco  paraholico.  (B) 

«  SOTTOTINGERE.  l'are  la  prima 
tintura.  Sahin.  Disc.  2.  l\66.  In  quella 
guisa  appunto  che  le  lane,  per  tignerle 
in  grana,  per  avanti  con  alcuna  mano  di 
aìlri  sughi  e  colori  preparativi  si  sottotin- 
gono. È  Disc.  3.  5.  I  tintori,  prima  di 
tingere  in  grana  i  panni,  con  altro  colo- 
re gli  preparano,  e,  per  dir  così  gli  sotto- 
tingono. (*) 

SOTTOVENTO.  Fsser  sottoi'cnto  , 
termine  marinaresco,  vale  Avere  il  vento 
in  disfavore,  o  a  svantaggio.  Cirijf.  Calv. 
1-  1^.  E  sottovento  siamo  a  mal  partito. 
/'.'  I.  18.  Non  s*  era  cento  miglia  prolun- 
gato. Che  riscontrò  la  nave  di  Falcone  , 
Il  quale  è  sottovento  male   iu-malo. 

*t  *  SOTTOVESTA  .  e  SOTTOVE- 
STE, feste  che  s*  ii.xa  portare  sotto  la 
.fopravveste.  Magai.  I.ett.  voi.  2.  pag. 
59.  (  Fir.  1769.  )  Cappellini  retti  a  tre 
venti  ,  croalte  pure  che  s'  afi'arcino  in 
punta  di  piedi  per  di  sopra  alla  bottonie- 
ra della  sottovesta,  cinture  da  spada  , 
ec.   (A) 

SOTTOVOCE,   r.  SOTTOBOCE. 

*  SOTTOVOLTO.  Add.  ì  olto  dalla 
parte  di  sotto.  Pai/ad.  ^farz.  li.  Son  da 
seminare  i  cardi  crescente  la  luna  ec,  guar- 
dando che  ì  semi  non  si  semini  sottovol- 
li,  o  traversi,  imperocché  creerebbero  e' 
caldi  debili  e  non  ripiegati.  { H) 

*  SOTTRAGGEKE.  Sottrarre.  Vit. 
SS.  Pad.  2.  25.  Ora  perchè  m'  impedi- 
sci. Sole,  e  sotlraggimi  della  chiiirezza  del 
vero  lume  di  Dio  ?  E  285.  Ora  per  me- 
glio sollraggerc  quell'anima,  volle  man- 
giare della  carne,  e  bere  del  vino.  Cava/c. 
hspos.  Sìmh.  1 .  3oi.  Dio  conserva  noi,  cioè 
soltraggendob  tentazione.  (V)Salvin.Disc. 
3.  16.  Al  lor  dtiminio  ce.  gli  soggettaro- 
no, e  dtlla  vita  di  bestia  sottraggendogli, 
il  cullo    di  Dio  loro  insegnarono.  (N) 

*  SOTTRAGGITORE.  Verhal.  masc 
Sottrattore.  Tratt.  Virt.  Mor.  12.  Et  è 
fedele  soUraggitore  di  tutte  le  cose  buone. 
iC)  Peli.  Man.  son.  i5.  Il  tempo  e  li 
momenti  a  poco  a  poco  Sì  mi  sottragge 
amor  eh*  appena  il  sento.  (FPj 

t  SOTTRAIWENTO  //  sottrarre. 
Lat.  suhtractio.  Fr.  Ciord.  S.  Harci  ancor 
più,  cioè  il  sottraimcnto  della  grafia  d*  Id- 
dio. Sfed.Arh.  t'r.  57.  Fu  il  sottraimento 
della  sua  presenza,  che  fu  fatto  da  te  per 
la  sua  dura  morte.  D.  Gio.  Celi.  leti.  A. 
Non  reputo  però  lo  sottraimento  della  limo- 
sina alla  dimenticanza,  ma  a  somma  pruden- 
za. Coli.  Ah.  Isaac,  cap.   ^9.  Mollo  s'ap- 


prossima il  cuore    a  Dio    nel    sottraimento 
della   necessilade. 

SOTTRARRE.  Propriamente  Trar  di 
sotto.  Cavare,  Tor  via.  Lai.  siihtruhere, 
Gr.  J-sl^Of'/ttv.  Pftr.  son.  190.  E  1  cor 
suttragge  A  quel  dolce  prnsier,  che'n  -i  ila 
il  tiene,  f'  catiz.  {^(^■  5.  E  ripiegando  te, 
pallida  morte.  Che  mi  sottragghi  a  si  |'C- 
nose  notti.  Coli.  SS.  Pad.  E  anche  sì 
soUralto  il  sonno  dagli  occhi  miei  ,  the 
ec.  Pocc.  Fit.  Dant.  219.  Qualun(|ue 
delle  due  cose  pia  detto  yvì-  vizio,  o  per 
negligenza  si  sottraeva,  o  meno  che  bene 
s'  osservava,  senza  niun  dubbio  quella  re- 
pubblira,  che  *1  faceva,  conveniva  andare 
sciancata. 

•^  g.  \.  Figuratamente.  Vit.  S.  Ciò. 
lìat.  218.  La  virtù  divina  li  soccorreva  e 
confortava,  e  soltraevagli  colali  pensieri. ^/"J 

^'^  g.  II.  Per  Cavar  bellamente  di  ma- 
no, (jua.fi  il  Lat.  sujripere.  Fit.  SS-  Pad. 
2.  200.  Con  grande  ingegno  e  sagacitade 
sottrasse  molto  argento  a  Giovanni  ec  , 
perchè  era  avaro,  e   dicllo  a' poveri.   (Fj 

■f  g.  111.  Per  metaf.  Sottrarre  la  fama, 
o  Sottrarre  as.solutam.,  vagliano  Detrarre, 
nel  signific.  del  §.  ult.  Lat.  famac  ali- 
cuiiis  detrahere.  Gr.  «Jiaiy^s^^yt'  Ttv«. 
S.  Ciò.  Crisost.  27.  Conciossiacosaché 
noi  abbiamo  invidia  de' loro  benij  e  in 
detti  e  in  fatti  la  loro  fama  cerchiamo  di 
sottrarre,  o  di  mCTiimarc  Cron.  JMorell. 
Rapportan  male,  esoUraggonti  per  nuove 
vie. 

'"?  §.  IV.  Per  Cavar  di  bocca  ad  uno 
(fucilo  eh'  egli  per  altro  non  direhhe. 
l'ardi.  Ercol.  71.  Scalzare  metaforica- 
mente, il  che  oggi  si  dice  ancora  cavare 
i  calcetti,  significa  quello  che  volgarmente 
si  dice  sottrarre,  e  cavar    di    bocca.    (C) 

%.  V.  Per  Ritirare,  Non  concedere  ,  0 
Negare.  Lat.  suhtrahere.  Gr.  J^ela'/stv. 
Pass.  21.  Dio  sottrae  spesse  volte  la  gra- 
zia sua  nella  fine  a  molti  che  la  rifiuti\ro- 
no  quando  erano  vivi  e  sani.  E  283-  Il 
secondo  segno,  che  Dio  abbia  in  odio  i 
superbi  ,  si  è  ,  che  sottrae  e  toglie  loro 
r  aiuto  della  grazia  sua. 

3  §.  VI.  Per  Allettare,  o  Tirare  altrui 
al  suo  volere  con  inganno.  Lat.  allicere  , 
decipere,  inducere,  trahere.  Or.  aystv,  £*- 
^«TKV.  ETaysiSai.  a'yeizc'ttv.  G.  )'■ 
li.  98.  2.  Il  Re  di  Spagna,  per  mae- 
stria di  guerra,  e  per  sottrarre  i  Saracini, 
si  levò  dall'assedio.  Cron.  Morell.  Con 
(jucite  parole,  e  con  altre  simili,  e'  ti  ver- 
rà a  sottrarre  e  a  richiederti,  v  Fit.  S. 
Cir.  Sj).  Rimproverandogli  come  ei  sot-_ 
traeva  le  buone  femmine  a  lussuria.  ì'it. 
S.  Frane.  I78-  Conobbe  *1  beato  Fran- 
cesco ,  che  ciò  che  dicea  era  inganno  ,  e 
clied  il  facea  per  sottrarlo  a  minore,  o  a 
pu't  fredda  penitenzia,  ed  a  più  lunga  vì- 
U^.   (!) 

V  g.  VII.  Per  Nascondere.  «  Dant. 
!nf.  26.  Mi  di|  artii  da  Circe,  che  sottrasse 
Me  più  di  unanno  là  prcssoa  Gaeta  ».  {M) 

3  §.  Vili.  Per  Lihcrare.  L,al.  eriper-e , 
liberare,  suhtrahere.  Gr.  a—s/£u3reootJV. 
Pace.  nov.  33.  16.  Piacendogli,  potrebbe 
la  sirocrhia  dal  fuoco  sottrarre. 

^  g.  IX.  E  in  signific.  neutr.  pass, 
vale  Lihersrsi.  «  Mor.  S.  Creg.  Non  può 
venire  a  vera  contemjdazione  ,  se  prima 
con  ogni  studio  non  sì  sottrae  da  questi 
impacci  di  fuori  »»  .   (C) 

f  ^  g.  X.  Sottrarsi  a  checchessia  , 
vale  Sfuggire,  Evitare  checchessia.  Segner. 
Mann.  Marz.  23.  ^.  Quanto  fai  per  sot- 
trarti all'inimicizia  di  un    Principe?    (ì  } 

1*  g-  XI,  Sottrarsi  da  una  persona,  o  da 
una  cosa  ,  vale  Allontanarsene,  Partirse- 
ne, Abbandonare  una  persona.,  o  una  cosa. 
'•  Sen.  Ben.  Varch.  3.  2. Tutto  quello  che 
il  pensiero  racconta  spesso  e  rinnuova, 
mai  dalla  memoria  non  si  soltragse  ".   (C) 


Segner.  Mann.  Febh.  2.  1.  Ci  liin  cred«'- 
re  che  egli  (Pio)  giìi  si  sia  totalmente  da 
noi  sollratto.  (  V) 

2-  XII.  /'(■/■  Cavar  d'una  somma 
maggiore  altra  minore  j  termine  aritme- 
tico. Lat.  trahere,  dvtraherc  ,  subducere. 
Gr.  jTTc^'i/itv.  Ar.  Far.  23-  Q?..  Di 
cenlovenli,  che  Tmpin  sottrasse  II  conto, 
ottanta   ne  perirò   almeno. 

SOTTRATTO.  Su.-it.  Lu.ùnga,  Alletta- 
mento, Astuzia.  Lui.  blandìiia,  calliditas. 
Gr.  &W7T£ta,  ■nor.voCcynya.  Dant.  Conv. 
202.  Non  è  da  dire  savio  uomo  chi  con 
sottratti  e  con  inganni  procede,  ma  e  da 
chiamare  astuto. 

SOTTRATTO  .  Add.  da  Sottrarre. 
Albert,  cap.  6-  Sottratte  per  avarizia  le 
limosinc.  D.  Gio.  Celi.  lelt.  ^.  La  cosa 
sottratta  a  breve  tempo,  quando  si  ria  , 
tanta  letizia  si  suole  avere  ec.  ,  che  bene 
ristora  lutto  l'altro  gaudio  perduto  e  sol- 
tratto. 

%.  I.  Per  Soltrattoso,  Atto  a  inganna- 
re. M.  1  .  II.  l^6.  E  avendo  rispetto  alla 
natura  de' Pisani  sottratta,  e  vaga  di  trat- 
tati, per  contrappcsare  a' loro  ingegni,  e 
tenerli  in  paura  ,  cercò  trattato  in  Lucca 
(  alcuni  testi  a  penna  hanno  sottrattosi, 
e  vaghi  di  trattali). 

§.  II.  Per  Cavato  da  itna  somma  mag- 
giore j  termine  aritmetico.  Lat.  detractus, 
snhdttctus  ,  dcducfus.  Gr.  ■jTiryyS'èt'?. 
Sagg.  nat.  esp.  0.3'^.  Pesatolo  ,  si  trovò 
gradi  I25l8,  che  sottratti  da  3l209  ec.  , 
danno  di  residuo  gradi   18691. 

t  SOTTKATTORE  .  )  erbai,  masc 
Che  sottrae.  ::-  Tratt.  Virt.  Mor.  5.  E 
chi  è  magagnato  di  cotale  vizio  si  rinega 
la  fede,  ed  è  sottrattore  di  molla  bon- 
tà. (C) 

%.  Per  Allettatore,  Seduttore.  Lat.  se- 
duclor,  deceptor.  Gr.  a:ra77])c;.  Filoc. 
7.  492.  Dunque  Iia  egli  i  nostri  veraci 
Iddìi  ec.  abbandonali  per  altra  legge  ,  (r 
creduto  a"  sottrattori  Cristiani.  Pntajf.  6. 
E  la  luna  nel  pozzo  ai  sottrattori.  /''.  V. 
II.  97.  Tantosto  fé'  sonare  alla  ricolla  , 
sotto  il  dire  che  lemea  degli  aj,uati  de' 
sottrattori  e  sagaci  nimici. 

SOTTRATTOSO.  V.  A.  Add  Astu- 
to, Accorto,  Atto  a  ingannare.  Lat.  cal- 
lidits.  Gr.  7:o)jiir,7tc.  Zibald.  Andr.68. 
Chi  nasce  nel  I-esre,  fia  uomo  •  avio  ,  e 
di  buon  consiglio,  e  soltrattoso. 

'■■  g.  Soltrattoso,  tuie  anche  Che  of- 
fende l'  altrui  fama.  Jìocc.  lett.  320.  Con 
opinioni  perverse,  con  operazioni  malvage, 
e  con  sotlrattosc  parole,  ai  vostri  beni,  ed 
a  voi    si  sono    ingegnati  d'opporre.     (Br) 

t  SOTTRATTIMCE.  FeJm.  di  Sot- 
trattore. Filoc.  7.  i36.  Siccome  tu  de* 
mìei  doni  ti  dicesti  occulta  sottratlricej  co- 
sì de' tuoi  fruiti  gran  parte  gitterai  alla 
terra  ,  prima  che  maturi  gli  vegga  (qui 
l'ale  Involatricej. 

*f  SOTTRAZIONE,  e  SOTTRAZIO- 
NE. Sottraimento.  Lat.  subductio.  Albert 
cap.  6.  Per  la  sottrazione  delle  limosinc 
per  avarizia  si  fa  l'  uomo  micidiale,  e  per 
diritta  via  se  ne  va  al  ninferno.  CV.  5. 
48.  I.  1  dimestichi  (raspi)  diventano  sal- 
valicbi  per  suttrazione  dell'acqua  e  del 
eoliivamento.  Quest.  filos.  C.  S.  Questa' 
infezione  non  è  per  opposizione  d'  alcuna 
lur[)itudine,  ma  è  per  suttrazion  d'alcuna 
bellezza  (  Jl  I  ocabol.  alla  voce  TURPI- 
TCDINE  legge:  non  'e  per  apposizione  ec, 
ma  è  per  sottrazione  ec  ).  Maeslruzz.  Ma 
se  si  scusa  per  sola  volontà ,  dee  essere 
costretto  per  sottrazione  dell'  ufficio. 

SOVATTO.    Ved.  SOATTO- 

SOVATTOLO.  Scatto.  Lai.  /orum.  Gr. 
t'/za';.  Puon.  Fier.  2.  I.  l5.  Un  che  reca 
bacchette  da  cavalli ,  E  sovatloli  e  sferze 
e  sproni  e  pungoli  E  freni  e  morsi  e  ca- 
vezzoni  e  suste. 


i826 


s  0  V 


S  0  V 


SOVENTE.  Avveri.  Spesso.  Lai.  sai- 
pc.frequenUr.  Gr  aol>«"5  Dcnt  Par. 
27  Ond'  io  sovente  arrosso  e  disfavdlo  . 
l'ctr.  san.  211.  E  non  i  cosa  Che  si  vo- 
lenlier  |.eDsi,  e  si  sovente.  E  Conv.  liz. 
D.CO  che  muove  sovente  cose  che  fanno 
disviare  lo  'nteUelto.  Bocc.  nov.  Ifb.  b.  fc 
sovente  daUa  Cuba  passando,  gliele  venne 
per  ventura  veduta  un  di  ad  una  One- 
stra.  (;.  /'■  li-  20  3.  Allora  avvenia 
ben  sovente  che  d"  una  vacaiione  d  un 
Vescovado  ce.  facca  sei,  o  (iiu  promoiiom. 
Amm.Ani.  g.  265.  Ad  altro,  perdonerà, 
sovente,  ma  a  te  medesimo  non  neente  . 
Jìocc  l'it.  Dani.  221.  Per  lunga  usania 
U  natura  delle  cose  è  mutata  ,  come  so- 
vente Teggiamo  avvenire. 

SOVENTE.  Adii,    rrtqucnte.    Spesso  . 
■L7L\..rrcquens,  creher,  muHus.C.T.  r,^r"i, 
ioL.Tl^J;.r^o).-ii.   C.    I.   10.  86.  l.  Dando 
5Ua  città  sovent.  l...ttagUe.    /  .fo.fr.  Adun- 
<nie  son  dolenti  Lagrime    queste    n.acch.e 
si  sovent..   *  -V-   Aldahr.  Quando  vo.  ve- 
dete  che  U  vento  ne  porla  per  1  aere  so- 
Tcnt.  6ate    la    chiar.fa     delle     stelle  ,    che 
sembrano  radere,  ec.  (  Que.<lo  passo  e  r.- 
ferito  diversamente  dal    I  ocabolarw    alla 
\,oee  CHIARITA').  Tav.  K.l.  Non  lo    ve- 
diate cosi  sovent.  fiate,  si  come    vo.    era- 
vate  usata.   E  altrove:  Veggcndo    .gran 
colpi  che  Galeotto  dava    a  mons.    Trula- 
Bo,  soventi  e  minuti.  (V) 

SOVENTEMENTE.  Avveri:  ipesso. 
Lat.  saepius  ,  frequenter  crebro  Gr. 
,oX)a«5.  Cr.  I.  12.  3.  Procace,  d.  sa- 
per fare  ogni  lavorio  ce,  e  queUo  lacca 
ioventemente ,  purchfe  non  s.  stanch. 
Bemh.  pros.  3.  198.  D.ces,  alcuna  volta 
où^v^iio  sovenumente,  sicco.r.e  s.  disse  da 
Pietro  Crescenio:  E  questo  facc.a  soven- 
temente che  puote  "•  -".■'';^"%r=C 
to  spesso  puote.  M-  AldoI; .  i.  .v.  .>y. 
.Si    dee    bagnare    soventemente    m    acqua 

'"soverchiamente.  Avverò.  Con  so- 
vcrcluaaza.  Vi  supc,-eh,o.l.>X.supramo- 
dum.  Gr.  /.aS'  ■Jns^^oX'".»;  Iìe'«h.  lett. 
1  3o3.  Olirà  che  io  non  debbo  occupar- 
ti soverchiamente.  K  pros.  3.  2U.  Ma 
tornando  aUa  particeUa  non,  avv.ene  an- 
cora cbc  eUa  si  dice  bene  spesso  sover- 
chLmente.  Gal.  Sist.  285.  La  mostrano 
soverchiamente  lontana.  Red.  kit.  2.  l\^. 
A  me  però  non  i:  paruto  che  abbiano  que- 
rto  difetto;  ma  può  essere  che  lo  abbu- 
ilo, se  siano  mangiate  soverchiamente. 

*  SOVKRCHIANTE.  (he  soverchia. 
Lai.  redandans,  ccedens.  Ox.  TtU«>«- 
C«».  TTcp.TTO;.  Buon.  Her.  li-  4;,  "-^ 
Si  ritenne  però  di  non  andarne  A  pie  con 
LTor.  eh- eran  di  troppo  Numero  so- 
Terchianti  U  capimento  Della  carroixa.  (  ) 
7eL.  Disc,  l    363.    Con    a»"'-' J'-" 

lama  di  novelle  si  soverchiami  latte  d. 
reo  p.,t.r.-  r  acque  forti,  ed  il  fuoco  ec.  (Il) 
1  SOVERCHIAN7.A.  Soprrchianza.  Lat. 
rtdundantia.  Gr.  ^V'-  ""•  '  ,  „  ,„■ 
M.  Cin.  5l.  Per  la  qual  s.  pone  Lo  spi 
rito  d'Amore  in  soverchiania.  1  rati,  se- 
"r  cor.  *.«.  Uopo  '1  fatto  .1  querelano 
dogli  errori  commessi  ,  e  d.  quelli  che 
™Simctlono  aUora  quando  magnano  con 
SOVLTchianta.  .  „. 

*  S  Per  SopriM,  Sopercherà.  -  Him. 
ant.    E.  R-   A  Iorio    grande    faimi    sovcr- 

rhianxao.  f l'I  _  1     __   i  ,1    .,i„ 

SOVERCHIARE.  Soperchiare.  Lai.  .■.»• 
cere,  superare.  Gr  .J:Tsp?a.«'V.  /W. 
Pura,  l  Uscia  di  Gange  fuor  coli-  bi- 
lance. Che  le  caggion  di  man  quando  .o- 
vcrchia.  E»6.  Ver.,  d  amore  e  ,.osc  d 
n,man«  Soverchiò  tutu.  E  ''«;•  «■  '  ^" 
delo  avvivan  d.  tanto  .ereno.  Che  .ovor- 
c4da  deU'  aere  ogni  cnmp.ge. 

il  S  \  Per  Suprrare  andando  su. 
Dani    Wrg-  3.  Crciele    Che    non    ..nw 


virli,  che  dal  ciel  regna  ^  Cerchi  <U  so- 
verchiar quesU  parete  I  E  quel  rfi  /  'rg- 
Eneid.  6.:  Hoc  superate  lugum.  ).  M  V 
Venz  .  rim.  1.  193.  Voi  ben  sapete 
qual  travaglio  e  spine  Soffersi  in  sover- 
chiar r  immenso  campo.  Ove  sorge  Par- 
naso, aereo  sasso.  (C)  

^  Il  Per  Tralioccart.  Profondare, Smot- 
tare. Lal.>mp/.re,  eomplere.super/undi.GT. 
TilnpoOv.  ìtz^X--'-"'-'-  '^  J.bio.". 
Per  diversi  Iremuoti  certe  monUgne  s.  di- 
parurono,  e  per    mina    nelle    valli   sover- 

cbtarono.  . ,       ,  ,. 

#  %J  III.  Per  Sopral'hondare.  Aanna^. 
Arca'd.  pros.  3.  Sia  lontana  da  noi  la  in.- 
qua  fame,  e  sempre  eibe  e  froud. ,  ed 
acque  chbrUs.me  da  bere  e  da  lavarle,  ne 
soverchino.  (B)  Tac.  Dav.  Geim.  379.  Se- 
mina ogn'anno  maggese  nuovo.c  loro  .over- 
ehia  terreno;  perchè  non  gareggu  la  faUca 
loro  con  la  ferlilili  e  ampiena  de  camp.. 
Car.  Relt.  Arisi.  1.  4.  Acciocché  se  la 
guardia  non  è  bastante,  s'accresca,  e  se 
soverchia,  si  levi.  (TC) 

•+  SOVERCHIATO.  Add.  da  Sover- 
chiare. Salvia.  Disc.  2.  114.  Ha  seco  U 
valoroso,  benchi:  soverchiato  a  tolto  ed 
oltraggiato,  la  buona  coscicnla  (qui  vale 
offeso  con  soperchierie  )  . 

"t*3  SOVERCHIATORE.;  crhal.  masc. 
Che  ,  o  Chi  soverchia.  Dani.  Conv.  64. 
Che  non  fosse  stato  soverchiatore,  leggier- 
mente si  può  mostrare  (cioi:.  non  avesse 
trapassata  la  commessione.  Lat.  praevan- 
caior.  Cr.  naf^^arr,;.  «  Wonr.  fe ppc  . 
Che  fosse   ec,   levando   la  negativa,   fedi 

Saggio  ec.  )  •  i     ri  I   ■ 

*   §.   Soverchiatore  ,  dicesi  anche  Colui 

che  usa  soverchierie.  -  Salvia.  Disc.  2. 
3q2  Avverandosi  cosi  i  cilladim  a  man- 
tenere 1- uguaglianza  ec,  e  a  non  essere 
soverchiatori,  ni:  usurpatori,  ne  violenti, 
ne   oltraggiatori"  .  (C)  ,       •      c„ 

#  SOVERCHIERIA.  Soperchieru,.  Sc- 
rner.  Mann.  Apr.  6.  2.  GU  succhiano 
quanto  sangue  egli  ha  ncUe  vene  per  via  d. 
usure,  di  soverchierie,  ec.  f  cioè  ,   violenze  , 

'™ÒvEHCHIEVOLE.><.W.-^"<'  a  sover- 
chiare. Soverchio.  Lai.  immoJicK.t,  n!">"> ', 
immoderatus.  Gr.  OTIsfUEr/:'.;  .  Hen,': 
A<ol.  3.  160.  Dovea  eUa  fare  deUa  venti 
non  belleria  solamente  e  adornamento  ,  ma 
luce  e  scoria  e  sostegno  dell'  animo,  .node- 
ratrice  de'  soverchievoli  disu. 

+  *  SOVERCUIEVOLMENTE.  .iv. 
veri:  In  modo  soven:h,evole.  lìellm.  D,.'C. 
3  85.  Daogniconsideraiione  de  saggi  «1 
avveduti  uomini  sovercbicvolmcnle  1  esclu- 
dono. (Vinj  , 

+  *  SOVERCniEZZA.  Lo  slesso  che 
Soverchieria.  BMn.  Disc.  2.  l3.  Bieca  .li 
lanlo  bene,  che  condurrla  di  leggien  m  al- 
imi la  soverclii.ua,  e  1'  orgoglio ,  e  la  non- 
<  Urania  di  Dio.  (Min) 

SOVERCHIO.  Susi.  Soperchio.  Lai.  rf- 
suluum,superlluum,ercessus.  Cr.  TO  io- 
ITiv  ,    to'    TC^J.TTOV,  r,  aip.TTIia.     nant. 

Inf  21.  Se  lu  non  vuoi  de  nostri  gralh  , 
Non  far  sopra  la  pegola  soverchio  (cioè,  non 
uscir  sopra  la  pegola)  .  K  »5.  Ciò  che  non 
corse  indietro,  e  .i  ritenne.  D.  quel  .overchio 
fé'  naso  alla  faccia.  E  Purg.  »•  Mentre  che 
del  salire  avem  soverchio.  Ruon.  "m.  l. 
Non  harollimo  arlisU  alcun  concello.  Che 
un  marmo  solo  io  >i>  non  circoKrlvi  Col  .1» 
Mivcrch.o. 

SOVERCHIO.  Add.  Sopenhio.  Lai  «'- 
niius.  siiper^a.aneus.  Cr.  Tip.T-55  Dani. 
Pure  '5'  E  fecim.  '1  soUcfh.o,  Che  del  .0- 
vercbio  visibde  lima,  l-elr.  son.  210.  Allor 
dira  che  mi.-  nino  son  muto,  L  ingegno  ol- 
r,..o  dal  soverchio  lume  Roce.  Protm.  2. 
Per  soverchio  fuoco  nella  mente  concetto  da 
poco  regolalo  .ppetito.  E  nov.  26-  H. 
Ve  io  non  v'  bo  ingannata  per  torvi  i  «o- 


S  O  V 

Siro,  ma  p»r   soverchio    amore    che    io    vi 
porto .  , 

SOVERCHIO.  Avverà.  Lo  steste  eh» 
Soperchio,  Soverchiamente.  LaU  nimil,  re- 
dundanter.  Cr.  ;7e^.TTW4.  Bemh  pros.  I. 
45.  Voi,  messcr  Ercole,  e  quesl.  alln  poMO 
io  bene  avere  occupati  e  disagiali  soverchio, 
/•ir.  As.  39.  Entro  a  quelle  trondi  vi  u  ve- 
deva il  aimulacro  d'  Aleone  soverchio  cu- 
rioso. *  Alam.  Colt.  2.  37.  Accogli.  U 
frutto  Della  sementa  sua;  ne  troppo  atten- 
da Che  'I  soverchio  aipetur  Miverchio  ol- 
feiide.  Chiabr.  /dm.  voi.  3.  pag.  83.  (  Ge- 
remia 1730.  )  Era  Di  lei  (Aracne)  granpre- 
gio  coUa  man  leggiadra  Sedere  al  .uhhio.ed 
ordinar  le  tele  ;  Ma  sua  virtù  U  fé  wvwcliM. 

altiera.  (R)  „. 

§.  Di  soverchio,  posto  avverbialm.  I  ea. 
DI  SOVERCHIO. 

•+*  SO\ERO.  Suvero,Sughrro..^annaz. 
Arcad.egl.  I.  Non  trovo  tra  gU  affanni  li- 
tro ricovero.  Che  di  .edermi  solo  a  pie  d  un 
acero,  D'  un  faggio,  d'  un  abete,  ovver  d  un 

sovero.  (A)  ,    ,     j      I 

SOVERSCIO.  Ai  dicanole  biade  che  non 
producono  spiga,  le  quali  seminate  e  ere- 
scinte  alquanto,  si  ricuoprono  per  ingras- 
.,are  il  tern-no,  Scioverso.yu  lup.nus  eie. 
aratro  eversus.  Pallad.  Cr.  12.8.1.  Del 
mese  d"  Agosto  ec.  si  po«ono  serninar  le 
rape  dopo  la  prima  piova,  e  le  radici  e  1  na- 
voni  e  i  lupini  soverscio,  acciocché  le  Urre 
e  le  vigne  ingrassino. 
SOVRA,  r.  SOPRA. 

*  SOVRABBONDANTE  .  Sopralibon- 
danle.  Abbondantissimo.  LM.  exuberans 
redundans.  Gr.  .-£^:iUo«;«»  •  «<^- 
(■^,1...  1.  252.  Per  lo  pm  ancora  co.la- 
m.,no  introdurre  nel  sangue  p«1.ceUe  »- 
vrahbondanli  di  fuoco  e  d.  sale  ,  ec.  *- 
gner.  Crisi,  instr.  2.  I9.  2  Pensale  come 
fari  sovrappieno  sovrabbondante,  per  appa- 

cari"  la  nojlra  !   (  )  , 

#  SOVRABBONDANZA.  Lo  Jr("iO«A« 

Soprahbond.in-.a.  Lai  redundanlia  txu- 
berantia.  Gr.  tjnsf.»,  !ti»»»«»>'<i«-  ««f 
/.•((  I.  86.  Ma  ancora  m  lulla  quanU  a 
massa  del  loro  sangue,  P""^'»"  '*'"•' 
'  sovrabbondanza  dei  corp.celh  acidi  e  sJ- 
sugginosi  e  amari,  ec.  E  Cons.  l-  VJl- 
Ed  in  tulli  coloro,  ne'  quali  ».  scorge  so- 
vrabbondanza di  calore  non  buono,  ed 
cmaciazione  di  lutto  il  "7"    (  ) 

SOVRABBONDOSO.   »'.  A    Add.  So- 
prablH,ndante.  Lat.  superahundans.  exuhc- 

'rans.  Gr.  ::«/>'"«■'■«''•,''""/,  ""'y-""'- 
Maian.  79.  Che  sua  belli  gù  ben  du  pro- 
priamente   Non    si    poria ,  uni  e  sovrJ.- 

iHindosa.  _„       ...    f,,     . 

•t  «  SOVRACCELESTE.  Add.  Che  e 
sopra  le  cose  celesti,  Sopraccelesle.  Ciac 
Oraz.  91.  Anime  del  cielo  degne  ,  stirpe 
sovracc?lesle.  (^S)  Salvia  Pro.  saer.k\- 
lora  spiegò  queir  interno  lume  deU  anim.. 
1.      ■  . ..»    .««PIO  <ti   nuclle 


lora  spiego  queii  •■■"^■■■- .    -  ,,; 

e  comincio  a  gustare  "■>,»«;»'''  l";"' 
sovraccele.libeUeuc.  ^  Iliad.llh6.  v.  ,3+ 
Tai  cose  in  avvenire  Aggiuslerem.  se  ma. 
c„n,  cda  Giove  Agli  immortai  sovraccelejU 

'''i'TovKACCENNATO.  Add.  U su- 
so che  Sopraccennalo  Red.  Annoi.  Dilir. 
,77.  il  Re  d- Inghilterra  ec.  fece  molu  e 
moli,  cavalieri  Bagnali,  o  del  Bagno,  con 
le  soUle  antiche  cmmonir  ,  e  DOO  mollo 
dusimdi  .lalle  lovraccennale.  (  ) 

>!■  SOVRACCITATO  Add.  Lo  stesso 
che  .Soororritólo  .  Lai.  pr<KÌI*lus-  Gr. 
T^y.;o>.vO,.  Salvia.  Disc.  »■  «3»-  Ap- 
p,m.o  la  speranza  Ja  S.nesio  nel  sovrac- 
Ii.ato  hbn.  fu  dolU  un  .ognare  .  occlu 
aperti.  E  3  3.  Similmente  CKerone  neU. 
sl.vraccitata  orazwne  quesle  forme  preKnv. 
alla  gioventù.   C)  „  t  j 

SOVRACCRESCERE  (Vc^.'-^P''''^ 
super  eacrescere.  Gr.  .a.yaieO»..  X-'*^ 
Masc.  V.  .ovraccrcco  la  care,  m  i'tV 


S  0  V 

ili  minuti  fornicini.  #  Sali'in.  Prcs.  Tose. 
3t>I.  Questo  estremo  punto  ec.  m'ìnnspra 
la  l>i>igti*  e  rinnovellii,  r  colla  dura  rimem- 
Lranu  sovraccrescc  il  tlolorc.  (C) 

*  SOVRACCULTO.  f'cneruzionc  firan- 
dissima.  Culto  che  si  porge  a  qualche  og- 
getto creato,  più  eccellente  degli  altri  per 
qualche  particolare  qualità;  come  spezial- 
mente si  dà  alla  Santissima  lerpne.  Ma- 
dre di  Dio.  Lat.  hyperdulia  .  ^Gt.  uTZtp- 
JouXet'a.  Salvin.  iii>c.  3.  68.  E  detto  ro- 
si, come  se  noi  dicessimo  in  una  sola  pa- 
rola, di  due  composta:  sovrosse(|uio,  o  so- 
vraccuUo.  (*) 

#  SOVRADDETTO.  Jdd.  Sopraddet- 
to, hai,  pnrdictus.  Gr.  Ttpo-x-fpvòfJiivo^. 
Peti.  Oss.  an.  2:'i  In  tre  altre  faine  ec. 
bo  trovato  ne'  polmoni  i  sovraddelli  sac- 
chetti .  E  63.  Avendo  io  qui  incidente- 
mente mentovato  il  sovraddetlo  Padre  Buo- 
uanni.  E  102.  L* esperie nta  ebbe  lo  stesso 
a%"venimento  di  quella,  tentata  co'  sovrad- 
dclti  tre  olii.  E  l3o.  Tutte  le  sovraddette 
esperienie  intorno  a'  lombrichi  de'  corpi 
umani  sono  state  da  me  tentale  ec.   {*) 

f  *  SOVRAEMPIERE.  Empiere  a  ri- 
hocco .  Cuitt.  lett.  IO.  27.  Ogni  vostro 
disio  impiendo,  e  sovraempiendo  oltra  ogni 
vostro  pensiero.  (V) 

•f  *  SOVRAFARE  .  Sopraffare.  Fr. 
Jìarh.  24  i-  2-  Or  la  ripiglia  Del  sovrafare 
altrui,  fi  ) 

•f  *  SOVRAFFAMOSO.  Jdd.  Più 
che  famoso  ,  Famosissimo.  Sah'in.  tliad. 
lib.  2.  V.  620.  Giove  sovrafiamoso  e  so- 
praggrande  ,  Ragunatorc  delle  nere  nubi, 
ec.  (A> 

t*S0VRAGGIOIOSO.  Jdd.  Più  che 
gioioso  .  Rim.  Ant.  Dant.  3faian.  2.  ^55. 
Non  doglio  eo  già  perch'  eo  ,  sovraggio- 
io»  ,  Distretto  sia  da  vostra  gentil  ca- 
ra. (B) 

*  SOVRAGGIUGNEBE.  Lo  stesso  che 
Sopraggi  II  gnere.  Zibald.  Andr.  Gli  sovrag- 
giunse un'occulta  spirazioncella.  (*) 

*  SOVRAGGItlNTO.  Jdd.  da  Soi-nig- 
giugnere.  Car.  En.  II.  899.  Metabo,  dalla 
turba  sovra^giunto  De'  suoi  nemici,  a  nuo- 
to alfìn  gittossi  ,  E  salvo  all'  altra  riva  si 
condusse.  tB) 

•f.*  S0VRAGGLORI0SO.v^A/.Pi«  che 
giorioso.  Gloriosissimo.  SaU-in.  Iltad.  lib. 
3.  V,  ^GS.  Giove  padre,  che  in  Ida  im- 
peri e  regni ,  O  sovragglorioso  e  sovrag- 
grandc,  ec.  E  7.  265.  Giove  padre,  che 
;iu  dal  monte  d*  Ida  Imperi,  sovragglorioso 
e  massimo  ,  ec.  fA) 

•t  *  S0VRA<;GRAISDE.  Add.  Soprag- 
grande.  Tragrande,  Grandissimo.  Salfin. 
iliad.lib.  3.  i».  466.  Giove  padre  ,  che  in  Ida 
imperi  e  regni ,  O  sovragglorioso  e  so- 
vraggrande  ,  ec  (A) 

*  SOVRAILLUSTRE.  Add.  Più  che 
illustre.  Illustrissimo.  Tass.  Dial.  (A) 

SOVRANA.MENTE.  Af.verb.  Con  so- 
tranità,  Magnanimamente ,  Eccellentemen- 
te. Lat.  *magnanimiter,  magno,  et  excelso 
animo  .  Gr.  ftiyv}o^'JXÌ^  ■  Amm.  Ant. 
19'  3.  II.  Proprio  è  di  grande  animo  es- 
sere dolce  e  posato,  e  le  ingiurie  e  l'ofiese 
sovranamente  dispregiare.  Pai/ad.  Ott.  11. 
Ne"  luoghi  Lassi  e  di  maremma  sovrana- 
mente avventano. 

SOVRANEGGIARE.  Far  da  sovrano. 
Esser  sovrano.  *  Imperf.  V.  Tih.  V.  L 
T.  12.  i83.  Conviene  duntpic  che  a  lei 
(  la  parte  razionale  dell'  anima  )  di  so- 
vrancggiare ,  e  di  comandare  appartenga  , 
e  farsi  stimare  e  obbedire  dagli  affetti  co- 
me da  propri  sudditi .  /•:  ivi  262.  Senza 
la  ragione  di  mezzo  tuttodì  ci  azzufferem- 
mo, e  ci  divoreremmo  l'un  l'altro  in  guisa 
di  fiere  per  soTranpftciare  al  tutto.  (F) 

«  SOVRANEGGIATO.  Add.  da  Sovra- 
nfggiare.  Segaer.  Crist.  instr.  i.  26.  9. 
PropagaU  nel  cuore  di  queUa  vedova  e  di 


S   p  V 

quella  famiglia  ,  che    rimane  sopraffatta  e 
sovraneggiala  a  t'orza  dell'oro  altrui.  {•) 

SOVRANISSIMO.  Superi,  di  Sos-mno  . 
Lat.  immortalis  ,  supernus.  Gr.  MTl-pfii- 
yiSTO;.  I.if'.  Prcd.  Per  giugnere  alla  so- 
vranissima  gloria  del  santo  paradiso.  ^-  Sal- 
vin.  Odiss.  Itb.  19.  i'.  402.  Sajipia  or 
Giove  da  prima  ,  degl'  Iddei  Sovranissi- 
mo  ed  ottimo  ,  e  la  Vesta  D'  Ulisse  ir- 
reprensibile ,  ec.  (li)  Impcrf.  Tim.  D. 
IO.  T.  8.  170.  I  più  un  poco  ;Jzandosi 
a  volo  ,  e  im  poco  abbassandosi  appena 
ebber  tempo  dì  riguardare  in  quelle  so- 
vranissime  cose,  e  parte  ne  videro,  e  parte 
non   ne  videro.  (F) 

SOVRAMTA',  SOVRANITADE,  e  SO- 
VRASTATE. Superiorità,  Maggioranza, 
Diritto  di  soi-rano.  Lat.  imperitim ,  *altum 
dommium,  princeps  auctoritas,  maiestas. 
Gr.  ^esTiOTeta  .  M-  V.  9-  98.  Dee  il 
Re  d'  Inghilterra  ,  e  suo  rede  e  succes- 
sori ,  liberamente  avere  tutti  gli  omaggi, 
obbedienze  ,  sovranitadi  ,  fii ,  diritti,  sara- 
menti ,  ec.  E  più  sotto  .*  Dee  il  detto 
Re  di  Francia  e  suo  primogenito  rinun- 
ziare ogni  diritto  e  sovranità,  e  ogni  ra- 
gione ec.  ^  Bcllin.  Bucch.  7.2.0.  Lo  pro- 
nunzia con  una  gravità  Di  signorilità,  £ 
con  un  sopracciglio  Qual  chi  col  suo  con- 
siglio   Parla   di   cosa    di   sovranità.   (B) 

SOVRANNATURALE  .  Add.  Sopran- 
naturale. Lat.  supernaturalis.  Gr.  ùltip- 
foci/.ó^  .  Salvin.  Disc,  1.  9.  A  misura 
della  fede  e  dell'  amore  sovrannaturale  fu 
maggiore  e  minore  senz'  alcun  dubbio  T 
allegrezza . 

s?  S0\  RANO  .  Sust.  Soprano  j  Che 
sta  sopra.  Dant.  Inf.  32.  Così  '1  sovran 
li  denti  all'  altro  pose  (  parla  del  conte 
Ugolino,  che  stava  colla  bocca  sovra  il 
capo  dell'  arcivescovo  Buggieri }.  (M) 

§.  I.  Sovrano,  per  Soprano,  Che  ha 
sovranità,  o  superiorità  sopra  checches- 
sia. Lai.  princeps,  dominus.  Gr.  ^cOTTo'- 
T»i^.  Dant.  Conv.  63.  Comandare  il  sug- 
gello al  sovrano  procede  da  ordine  per- 
verso; che  ordine  diritto  è  il  sovrano  al 
suggello  comandare.  G.  J'.  IX.  97.  i. 
Fccene  signori  i  suoi  cugini  ec.  ,  vo- 
lendo egli  tuttora  esserne  sovrano.  E  12.. 
3.  II.  Quando  ciò  fu  rapportato  al  re  Fi- 
lippo di  Francia  ,  suo  sovrano  ,  suliìla- 
mcnte  disse. 

§.  II.  Sovrano  ,  0,  come  più  comune- 
mente si  dice.  Soprano,  nella  Musica  e 
la  voce  più  acuta.  Bern.  Ori.  1.  14.  52. 
Aquilante  cantava  e  Chiarone  :  L'un  face- 
va sovran  .  r  altro  tenore. 

*  SOVRANO.  Add.  Che  sta  .-sopra  j  e 
dicesi  così  di  persona.,  come  di  cosa;  con- 
trario di  Sottano.  Tass.  Ger.  1.  77.  Qui 
del  monte  Scir  ,  eh'  alto  e  sovrano  Dall' 
Oriente  alla  ciltade  è  presso,  Gran  turba 
scese,  ec.  Car.  En.  l.  II.  v.  1070.  Egli 
nel  mezzo  Degli  altri  suoi  con  le  due  te- 
ste andava  Sovrano  a  tutti.  Ar.  Fur.  27. 
79.  Non  voltò  rota  mai  con  più  prestez- 
za Il  macigno  soiiTan  che  il  grano  tri- 
ta.  (MJ 

5  §.  I.  Sovrano,  per  Soprano,  Supe- 
riore, Principale.  Lat.  princeps,  superior, 
supremus.  Gr.  àpxp*,  jiTaro?.  Petr.  son. 
282.  Or  hai  spogliata  nostra  vita,  e  scossa 
D'  ogni  ornamento,  e  del  sovran  suo  ono- 
re. Tass.  Ger.  12.  102-  Ei  me  pregante 
e  contendente  in  vano  Coli'  imperio  af- 
frenó ,  che   ha  qui  sovrano. 

'*  §.  IL  E  inforza  di  sust.  tt  Amm. 
Ant.  i3.  3.  6.  La  Morie  non  cura  alta 
gloria  ;  involge  il  piccolo  come  il  grande, 
e  agguaglia  i  soltani  ai  sovrani  ».  (Cf 

t  §■  HI.  Sovrano,  vale  anche  Eccel- 
lente, Singolare;  e  dicesi  così  in  huona,  come 
in  mala  parte.  Lat.  egregia s  ,  excellens , 
emmens,  praclarus.  Gx.i^anps,xoiyi\oxo^- 
Bocc.  Lett.  fin.  Ross.  274  ■  Comecché  del  ru- 


S  O  V 


1287 


bare  ,  quando  fatto  lor  venga  .  e  del  ha» 
rattare  sieno  maestri  sovrani.  G.  y.  \\. 
12.  I.  Il  più  sovrano  maestro  stato  in  di- 
pintura, che  si  trovasse  al  suo  tempo.  ìSov. 
ant.  88.  I.  Lo  'mperadore  Federigo  an- 
dava una  volta  a  falcone,  e  avevane  uno 
mollo  sovrano,  che  1'  avea  più  caro  d'una 
cittade  .  ^  Teseid.  5.  20.  Non  ha  guari 
che  qui  venne  Alinieto  ,  Di  medicina 
maestro  sovrano  ,  l'om  d*  alto  senno  e  di 
vita  quieto,  (B)  Dant.  inf  22.  Carattier 
fu   non   piccol,  ma   sovrano.  (  t  P) 

SOVRANZARE,  e  SOlIRANZ.iRE.  So- 
vraneggiare ,  Soprastare  ,  Sopravanzare  . 
Lat.  superare,  excellere  ,  pra  stare.  Gr. 
e|-:'Z£iv.  uTTEce'xitv.  Dant.  Par.  20.  Non 
a  giusa  che  l'uomo  all'  uoni  sovranza.  E 
23.  Ella  mi  disse  :  quel  rlic  ti  sobranza 
E  virtù,  ec.  ^  impcrf  V.  Tusc.  /).  il, 
T.  2.  124.  La  forza  e  commozione  del 
vento  sovranza  di  gran  lunga  la  forza  e  la 
resistenza  della  gravità  dell*  acqua;  di  mo- 
do che  1'  aria,  1'  acqua,  e  sì  anche  la  terra 
medesima  si  leva  sopra  .  E  Prov.  D.  7. 
T.  3.  3o6.  Egli  è  anche  indubitabile  che 
colui  che  passa  e  sovranza  il  potere  della 
natura  può  quello  che  non  puute  e  non 
ammette  per  ninna  maniera  il  potere  della 
natura,  ft) 

•f  ^-  SOVRAPOSSENTE.  Add.  Più  che 
possente  , Trapossente  y  Strapotente.  Salvin. 
Inn.  Om.  (Marte  ec).  Marte  soviapossen- 
te  aggrava  cocchi  ,  Elmodoro  magnanimo 
scudiero  ,  ec.   (A) 

*  SOVRAPPIENO.  Add.  Lo  .stesso  che 
Soprnppieno ,  Pìeni.tsÌmo.  Guilt.  rim.  i. 
5o.  Arca  d'  ogni  divizia,  Sovrappicna  ar- 
nia di  mei  ec.  (C)  Segner.  Crist.  instr. 
2.  19.  2.  Pensate  come  sarà  sovrappieno, 
e  sovral)])andante  per  appagare  la  nostra!  (*) 

SOVRAPPORRE.  Sofjra  ppor  re  .  hat. 
supcrponere.  Gr.  uTrsprt&ivai.  Tass.  Ger. 
l4-  20.  Onde  lascia  Ì  riposi,  e  sovrappo- 
ne L'armi  alle  membra  faticose  intorno. 

't  *  SOVRAPPOKTARE.  Portar  so- 
pra. Comportare.  Salvin.  Disc.  3-  9I.  La 
grazia  ,  che  fabbrica  ai  mortali  tutte  cose 
suavi,  Sovrapporlando  stima.  (A) 

•f  ♦  SOVRASACCENTE.  Add.  Più  chs 
saccente  .  Rim.  ant.  Dant.  Maìan.  140. 
Tanto  v'  assegna  saggia  ec.  Che  move  e 
vicn  da  voi  sovrasaccente.    (f) 

•f  *  SOVRASALTARE.  Saltellare  in- 
sù; e  qui  Palpitare,  Battere.  Cliiahr.  rim. 
f  ol.  3.  pag.  1.52.  (  Geremia  l73o)  Ma  co- 
me poscia  sua  miraJ)il  polve  Aggia  virtù  di 
medicare  il  core,  Che  dentro  il  petto  sovra- 
salla,  e  come  Rischiari  ec.  (A ) 

•f  *  SOVRASGUARDO.  Prima  ve- 
duta. Sguardo  superficiale.  Salvin.  Oraz. 
Maglitìb.  Se  in  una  precisa  e  particolare 
scienza  avesse  fermato  il  pensiero ,  non 
avria  potuto  con  un  agile  sovrasguardo  il 
giro  tutto  delle  facoltadi  belle  abbraccia- 
re ,   ec.   (A) 

*  SOVRASTAMENTO.  Il  .-sovrastare. 
Bemb.  lett.  I.  2.  IO.  Quando  e  per  la 
debolezza  del  giovanetto  pedal  suo,  e  per 

10  sovrastamento  delle  circostanti  ombre 
speranza  nìuna  non  se  ne  avea.  {*) 

*  SOVRASTANTE  .  Lo  stesso  che 
Soprastante.  Salvia.  Disc.  3.  Il5.  Col- 
le corna  ramose  può  figurare  la  ceppaia, 
per  cosi  dire,  delle  passioni;  e  sotto  la 
figura  dello  strale  sovrastante  ,  i  cattivi 
eventi.    (•)    Segner.    Mann.    Sett.    3o.    2. 

11  terrore  assoluto  è  ancora  del  mal  pos- 
sibile; il  terrore  che  nasce  dalla  minac- 
cia, è  del  sovrastante,  (y} 

*  SOVRASTANZA.  J/  sovrastare,  So- 
prastanza,  Sovrastamento  ,  Soprintenden- 
za. Pallav.  Stor.  Conc.  I.  107.  La  sovra- 
stania  e  l'istituzione  del  Papa  derivò  da 
Cesare.   (N) 

SOVRASTARE  .  Soprastare.  Lai.  emt- 
nere,  ingruerc,  extare.    Gr.  TCOxu'rrTeiv  , 


1x88 


S  0  V 


S  O  V 


ÙT£MuT£iv.  Dani.  Inf.  l8.  Sanii  monu- 
,0  ai  dosso  Dell'  arco,  uve  lo  scoglio  più  so- 
vrasta. ,  ,       _, 

<:  8  I  Soi-rnslarc,  l'ak  anche  hsserc 
,m„..«v,<e.  Sesncr.  l'red  Pai.  ^p.  X  69 
che  mali  ec.  conviene  che  a  lui  sovrasU- 
no  !  I  TCj  _       _ 

:;:  §.  II.  Per  Esser  superiore,  lac.  Uav. 
ùèrm  38l.  Non  accalton  brighe  «li  «ucrra, 
uou  rul.an,.,  ni-  sacchess^no,  e  quel  che  e 
scgDo  di  lor  vutù  e  fora  ,  noe  sovrastanno 
agli  altri  per  via  d'  ingiurie.  iTl'l 

"  III.  Per  Conliniiarc  a  stare,  teir. 
,oa  66.  Ma  a  sovrastar  neUa  prigion  lerre- 
stra  Cagiou  m'  h.  lasso,  d' infinili  mah. 

•+*SOVRATOLLlillAHE.  ^n.hr  tol- 
lerando, Tollerare.  Sal,;n  ndi.<s.  Uh.  ly- 
„.  3l3.  Ulisse  rivolgeva  nella  mente,  Se  , 
addosso  andando  ,  rolla  niaixa  1  alma  Io- 
gUesse.ec;  Ma  sovratollero,  e  in   cuor  si 

tenne.  ( i-l)  „  ,         /..■ 

•-■  SOVI'.AVOLARE.  Soprafolare.  Lia. 
rim.  l52.  Per  una  merla  ,  che  d'  inlorno  al 
volto  Sovravolando  sicura  mi  venne.    /.; 

SOVRECCBl.LEN  Ili-  ^dJ.  Pm  diL 
cccellent-,  i:m-lleal,.<.un,o.  VA.  praeslan- 
Ussinms,  e.,ccllenl,ssm.us.  Sahin.  U.sc.l. 
2Ì.  Non  vi  ha  na«one  si  l.arhara  oc. ,  che 
dalle  cose  visihdi  non  si  faccia  scala  idla  co- 
«niiionediiiueirinvisiliileecos.  a  la  e  so- 
vreecelleute  natura,  che  più  agevole  cosa  e 
r  affermare  che  eUa  sia,  che  il  dire  che  cosa 
eUa  sia.  *  f  O.K.*'.  '■',.  21.  .■■  253.  AnU- 
noocli  lenca,cd  Eurimaco  Divmo  m  vista, 
i  priucipal  dei  proci;  Ed  erano  in  virtù  so- 
vreccellenti. (S) 

*  SOVREMINENTE  .  Lo  .stesso  che 
Sopren,inenle.  Segner  Crisi,  instr.  l  21. 
,6  II  loro  redentore,  il  loro  rigeneratore, 
cosi  sovreminente,  che  vai  per  lutti,  iahun. 
Proi  Tose.  I.5o.  La  .(uah^  quaulrnupie 
„„l,ili,slma,  non  aggiugue  pero  in  vermi 
conto  alla  minima  dote  di  .luelb  sovremi- 
nente natura.  (')  ,•  ■  „  „ 
SOVHEMPIERE.  Colmare,  hmpiere  a 
rimbocco.  Lat.  cumulare.  Gr.  cwpcjsiv. 
Rlm.  «nt.  P.  /V.  Gu.ll.  E  parici  da  ogni 
noia,  Sovrempiendol  di  gioia. 

SÒVRESSO.    ^i'"-   Sopra  j  e  la  voce 
ESSO  ì  aggiunta  per  proprietad,  Imguag. 
gio.  come  a  SO TTESSO  .<uo  contrario   e  a 
cimili.  Lat.  .super,  .supru.Gv.  «ve.    Dant. 
Inf.  23.  Appena   furo  .    pie   suoi    giunti   a 
leuo  Del  fondo  giù,  eh'  ci  giunsero  in  sul 
colle  Sovresso  noi.  /•  3.  .  V  .din-  eran  due 
die  s-  a-iungeano    a   questa  Sovresso      1 
t„o  df  ciascLa  spalla.  KP^'^f?^-  f^ 
vresso  Gerion  ti  gu^ai  salvo.    L  M.    fen 
Kiva  Sovresso  r  acqua  lieve  come  spola. 
°   SOVROFFESA.  Offesa  .soprahhoudant, , 
.,1  eccedente.  lUm.anl.  P.  .V.  «r  Pac.  ISot. 
Tanto  m"  ha  fatto  morte  sovrollesa. 

*  SOVROSSEQUIO.  Ossequio  gran- 
,fc  e  speziale  ,  che  si  dà  a  qualche  og- 
getto  a-eato  ,  .superiore  agi,  altri  per 
■  qualche  particolare  qualità,  0  ''•f;""^:'- 
Lai.  •  Inperdulia,  Gr.  •  u  :rcfOoule.«.  ial- 
..,„.  /),.«.  2.  68.  E  detto  COSI,  come  se  no. 
dicessimo  in  una  sola  parola,  lU  due  con,, 
posu:  sovrossequio,  e  sovraccullo.  (  ) 

SOVRUMANO,  ^dd.  Sopì  umano  i... 
che  umano.  Pi!,  che  da  «omo.  Lai.  A»m,.- 
,„,£  ,i..(i,rrte  cond,lionem   eccede,,.'.  Gr.  0 

Zaer.  Mann.  Oennhx.  2.  Una  dde.io- 
ue  .eollissima,  si.l.limi.sima,  ,..«TUmana.  /. 
ìlari.  7.  6  Seppe  con  quella  sapien.a  e 
:'nqu/llarruden.a,  eh- egualmente  in  1.1. 
furono  sovrumane,  schermirsi  l.en  da  .lu,  1 
lusinghevoli  «.salti.  Jtff«-  -■""•  '•  '^!'; 
Quindi  fe,  che  volge  riverente  d  ciglio 
ÌTuon  popol  Latino  Del  suo  gran  padri  .d 
suvruiiian  seiid.iaule.  ..     e   .  ,.;;. 

SOVVAILETTO.     T),m.    di    &.'.-l"o. 

Cecch.  Esili.  Cr.  a   8.  E  ei  e    un    lov. 

».dleUo  senta  coslo  Pn  principi. 


SOVVALLO.  Si  dice  di  co.ta  che  tiene 
<enza  spesa,  e  per  lo  p,t,  da  gotUrsi  in 
brigata.  lìuon.  fier.  2.  3.  12.  lo  ne  sono 
informato.  Perché  le  mie  soreUe  Aveano 
sii.sso  di  questi  sovvalli.  I:  ì.  I-  IO- Gh 
ei  recasser  da  far  eoliiione  Una  volu  a 
Isonne  e  a  sovvaUo.  li  3.  2.  18  Che  ma. 
non  apiiarecchia,  o  .lei  sovvallo  U  un  mar- 
lapaue,  o  d'un  6asco  di  greco  Non  o 
mai  largo. 

-.;:  g  Onde  Andare  a  sovvallo,  dices, 
del  Mangiare  a  ufo.  Cecch.  Prov.  3l. 
Dieesi  ancora  scroccare  e  mangiare  a 
scrocco,  chi  mangia  a  spese  .1'  altri,  o  cb, 
code  cose  d'altri  seuia  pagarle.  Il  med.-- 
simo  si  dice  andare  a  sovvallo ,  go.lere  a 
macca,  andare  a  isonne,  amlarc  in  groppa, 
e  fare  un  asso.  (C) 

SOVVENl  NZA.  //  sovvemre,  Atulo  , 
Soccorso.  Lat.  aujUium.  Gr.  ^■■r,3iM. 
F.sp  l'ang.  Non  volendo  far  vcrun  lavo- 
rio, ni:  medicare,  ne  altro  servigi,.,  in  sov- 
venenza  del  prossimo.  M.  I'  !'•  32. 
Gliene  facea  a  sovvenenxa  quel  tempo  che 

a  lui  piacesse.       '  .  ,,     ft,      - 

•+  *  SOVVENEVOLE.  Add.  OiC  e 
inchinevole  a  sovvenire;  Soccorrevole.  Car 
JCn.  Ilb.  I.  .-.  1023.  Si  che  natura  e  sof- 
ferenia  e  prove  De"  mici  stessi  travag  . 
ancor  ne  fanno  Pietosa  e  iovvCQCvolc  agi. 

altrui.  iJ)  _, 

•t  :f  SOVVENIENTE.  Clu:  sovviene  , 
Chi  soccorre.  .V.  Jg.  C.  D.  II.  H- 
lluella  tranquilla  di  lui.i.nosa  P'etade  ; 
questa  turhol.nta  di  tenebrose  cup.d.tad.: 
quella  sovvenicle  per  volontà  di  Uio  cle- 
mentemente ,  e  giudicante  giustamente; 
questa  ardente  di  pompa  di  segn..reg6ia- 
re  ec.  (parla  di  due  compagnu:  d  Angeli 
diver.se,  significate  per  la   luce,  e  per   le 

tenebre  ).  (À)  .         r  ,. 

SOVVENl.MENTO.  //  sovvenire.    Lai.  , 

auxilium.  Gr.  ^oW=£<«-  ■t'''-  I'"^''-  O.-*"^^ 
per  questo  sovvenhnento  e  recreai.one 
C..I..10  a  vollono  fare  Re  loro.  Mor.  ,S. 
Grcg.  Quando  ma.;gior  sovvcmraento  <1. 
misericordia  l'uomo  considera  aver  r.ee- 
vuto.  ì'it.  SS.  Pad.  Per  la  predetta  ca- 
eione  era  in  gran  pOTctadc  :  man.logl.  per 
sovvenimento  della  sua  vita  e  -'e  P"'".  . 
SOVVENIMENTOSO.  1  ■  A.  Add.  (he 
.sovviene,  0  .soccorre  ,  Sovvenitore .  Lai. 
„„i./o>(or,  sublevator.  Gr.  ^onro;.  /-.'■ 
Pred.  Si  era  uomo  buono ,  e  molto  sov- 
vcnimcnloso  de' poverini. 

SOVVENIRE   Aiutare,  Soccorrere.  Lai. 
subvenire,    ausiliari ,    opem   fiere.    Or. 
sUiil-'-   Tìanl.   In/.  33.   Perch'.oa   lui: 
ie  vuoi  ch'i' ti  soTvegna,  Dimmi    eh.    lo- 
sU    /:  Pure    »    fella  mia  compagnia  co- 
sini sov»em.i.    /■    22.   E   menlreehe    <h    la 
per  me  si  sletle  ,  Io  gli    sovvenni.    Jìocc. 
nov.  25.  C).  Ora,  che  sovvenir  mi  p..le le, 
.1.  ciò    v'.ncresea.     K    uov.    68.     II.    D. 
..nello  d'  Arr.nuccio  medes.mo  la    sovven 
ne     E  nov.  84.    l3.    Da   capo  dal  padre  fu 
l  sus',en..to.    /'...".    >i)2    Cme  1' ..o.no  vuo- 
le, per  l' amore  ci.'  egl.  ha    a    se    medesi- 
mo, .-sser  sovvenuto  ne   su...  bis..gn.  ;  c.s. 
Jee  sovve.lire  a'  hUogni  del  pr..ss.m...  .Nf 
..r     l-ior.   Star.  5.   IflS.  Avendo  d    Coni 
a  pensare    ai    casi   proprii.  non    ,«lrebh. 
air  and,i.ione  di  Filippo  so.v.n.re.  *Ou.c.- 
Star     18    .'l.">.    Aveva   con.  hiuso  1 ,1  Pontr- 
À.f  )  ec.  c..nredera.io..e  ci  Re    .U    Fran- 
cia   e  co'  Vencani  idd.ligandol.  d.  sovve- 
n.ilo  d.  Rr....e  somme  d.  denaro,  il.) 

#  S  1.  l'ir  far  Sovvenire  ,  Ridurre 
„//.,  memoria,  lìeuib.  Asol.  tib.  3.  Bene 
ivef  fallo,  LavinelU.  .  per  cerio  a  sovve- 
„.rc.  ora  d.  qu.llo  ,  poeti  e  vers.  r.-or- 
.landoci,  di  che  per  avvenlu.a  la  vaghcua 
,1,'  vostri  ragionamenti ,  laccmlol  voi,  ci 
ivtebhe  tenuta  oUi.isa.  (He) 

(!     II     Per   Covare    Lai.  prenlesst,  ,„■ 
vlento    esse.    C>     ■>■  8    \   Anco.a   b 


S  O  V 

fava  lessa  ce.  a'  podagrici,  e  agli  artetìd, 
cioii  a  gotte  di  mano,  coiu  con  gras»  di 
pecora,  sovviene. 

:>  g.  Ili.  /■-  Jiguratam.  per  iledica- 
re.  ì  ,t.  SS.  Pad.  2.  3;;)  Ciascuno  Dot- 
tore e  Rettore  dell'  anime  dee  c.insiderarc 
e  disccrnere  li  magRiori  difetti  da'  minori,  e 
ciascuno  viiio  che  dee  sovvenire  colla  medi- 
cina [iropria  e  convenenle.  (CPJ 

§.    IV.   In  s,gnific.  neulr.  pass,  vale  Ri- 
cordarsi,    Ritornare    in     mente.    l-A.    in 
mentem  venite,  subire.  Gr.  ÙT!.5)e«^«'' 
£A3ii"»c:i.viOv.  nant.  Inf.  l8.  Che  lu.  fa 
sovvenir  del  monilo  antico.  E  Par.   3.    Cli« 
di  mia  confession  non  mi  sovvenne.  Petr. 
son.   212.  Non  li  sovvien  di    queU' ullim» 
sera?   A'oi'.  ""'■    A-   ="■    -^'essere,    a    me 
sovviene  di  mia    gente,  e  di    mio    pac»e  . 
Tes.  Hr.  1 .  9.  l'orcio  dico  io,  che  tutta  que- 
sti Ire  lem;.!,  cioi;  d  preterito,   il  presente 
e  '1  futuro,  non  sono  se  non  per  sapere  che 
r  uomo  si  sovvegna  delle  cose    andate,  ed 
isguardi  le  presenti,  e  prevenga  quelle  che 
sono  a  venire.  V,t.   S.    Oir.  11.  Spesse  vol- 
le   mi  ricordava  e  sovvenia  delle  compagnie 
deUe  giovani  ili  Homa.  *   Dav.    Scism.  bO 
E  ec.    cercan.io  (  Arrigo  )   sue  maccalcUc 
di    Cromiiehi,  sov-ienne  che  avendo  ce. 
(qui  senza   la  particella.   Lat.  rtcOrdatHS 

+  SOVVENITORE.  ì'erhat.  moie.  Che, 
o  Chi  sovviene,  A,utatorc,  Soccorrilare . 
Lat.  adiutor,  sublevator,  auiilialor.  Gr. 
por,so;.  Filoc.  3.  240.  MiUgatorc  delle 
fatiche,  e   sovvcnitor  degli  affanni. 

SOVVENITRICE.  l'erbai,  femm.  Che 
sovviene.  Lat.  adiulrix  ,  consolatrix.  Gr. 
,i  3or,E(oài.«.  LU:  Op.div.  Tratl.  Avtm. 
O  sovvenilricc  dc'dcreUtti,  o  spcrania  de 

disperati. 

SOVVENUTO.  Add.  da  Sovvenire. 

3  SOVVENZIONE.  Sovvenimento,  Sus- 
sidio. Lat.  subsidium.  Gr.  STtixoupi*.  C. 
y.q.  33l.  1.  Tolse  a' collettori  del  Papa 
tutti  i  «lanari  ricolù  di  decime,  e  di  sovvcn- 
lioni.  .vVsr.  F,or.  Stor.  3.  81.  Aucgnarono 
a  molti  di  loro  uKiii  e  sovveuiione,  per  po- 
tere a  loro  grado  con  dignil'a  mantenere. 
Pemb.  Stor.  6.  7q.  H  nostro  Anani,  lanl. 
Tolte  sfornii..,  di  molta  sovvenuone  ogni 
mese  ha  bisogno.  .,    .  /-         ,-a 

*  §  E  figuralam.  «Lor.  Med.  Lem.  I/O 
Il  qnal  riiiiedio  pero  non  e  fatto  .UriroenU  , 
che  l'altre  ..morose  sowenuoni.  .   |CJ 

SOVVERSIONE  //  sovvertert.  LlX. 
eversio.  subversio.  Gr.  ànario^».  M-  '  ■ 
8.  62.  I  quali  sovente  i>er  levila  d  aninio 
hanno  tentala  la  loro  sovversione.  E  9.  W- 
Credulo  da  loro,  più  dentro  potesse  oc. ,  in 
sovversione  deUa  ca«.  di  Francia,  che  di 
fuori  ella  guerra.  S  .Ig-  C.  D.  Come  .1 
fan  1.'  .lislruiioni  e  le  sovversioni  deUe  guer- 
re !?  Ut.  SS.  Pad.  I.  l56.  Questo conlen- 
.ler.-  di  parole  non  giova  e  non  vale  M  non 
a  sovversione  degli  u.liUiri.  (fi 

e  Per  Rivoltamcnto  di  slomacf,  I  omi- 
,0  Cr.  6.  36.  3  Non  .1  dee  .lare  (la  scala- 
n„i-.i  J  a  coloro  che  hanno  stomaco  delwle 
e    le    bu.lella,    per.... he    fa     sovversione. 

*  rolg.  Mes.  Colale  medicma  purga  con 
,ovversi..ne  di  stomaco,  e  con  vomito,  e  con 
affannameilti    grandi,    e   con    grande    cak)- 

'"sOVVERSO.  .Idd.  da  Sovverure.  Lai 
e,er,us.  Gr  /nÌJi/nà";-  '^  '^"'"'• 
Prrd  /i.  SigLiliavadilaDlecilU  sovvcrsc. 
«  Omel.  S.  r.r,-g.  2.  102.  Nella ritl-a  «..ver- 
sa n..n  è  lasciata  pietra  sopra  picUa.fi»;.>."- 
vm.  Iliad.lih.  2\.  V.  325.  Quanto  a  me  , 
pria  che  la  cill'a  sovveoa  Vcggia  con  gli  ..c- 
Ihi  miei  e  sac.heggiau,  Vadane  .0  por  neU. 
niagi.ui  di  Plul...  llll  . 

1»  S  O  V  V  E  R  S  O  R  E .  rcr/Hl/.  m«Jf.  CJK.  o 

Chi  sovverte,  Sowerlitor,.  Lai.  corrMp(or, 

eversor.    Gr.    )v,»x»Tr.>,    r.'.^rfOtrlJi 

\  Hut     AJr.  Op.  Ver.  i.  33.  Alcun.  d".u. 


S  O  V 

ricevono  adulatori  e  LuQbni,  uomiai  vilb- 
ùmi ,  e  maladcltì  sotversori,  e  |ieste  della 
gioventù.  (C)  ò'egnrr.  i'nst.  instr.  i.  ai. 
IO.  Primienuueole  il  loro  ufficio  non  è  al- 
tro, cke  servire  di  luogotcut-Qlc  ul  Diavolo 
ncll' impiego  di  sov  versore.  (*) 

SOVVEKTEHE,  e  SOVVERTIRE.  Bo- 
vinartt  Btandar  sozzopra,  Cuastart.  Lat. 
subvertere,  everterti  (U:struere,  demoiiri . 
Gr.  «varpiTTiiv.  Mor.  S.  Creg  La  terra, 
nella  quale  oasccva  il  pane,  è  sovvertita  dal 
fuoco  nel  luogo  auo.  (;.  i  .S.q6  3.  Oppo- 
nendogli, rome  volca  tudire  il  popolo  ,  e 
wvvcrtere  lo  stalo  della  nlù-  l  ti'.  Am.  A- 
tlunque  chi  se'  tu,  che  ti  stoni  di  corrompci  e 
si  antichi  statuti,  e  disovveitire  li  comanda- 
menti de' maggiori  ?  Maestrusz.  L'altro 
euosiè,  quando  alcuno,  per  sovvcrter  la 
fede,  M  la  ordinar  dagh  eretici.  Cron.  ÒJo- 
rell.  296.  >on  potendo  ismuovere  messer 
Donalo  da  suo  proposilo,  l'intamarono  di- 
nanri  a*  Signori  tì  agli  Ulto  con  dire  e  mo- 
strare che  esso  \olea  rimuvere  e  sovvertire 
k>  stalo,  e  farsi  signore  sotto  questo  colore  . 
ì  it.  SS.  pad.  1.  88-  A'enucro  a  lui,  temen- 
do, come  poleano,  che  il  castello  non  si  sov- 
vertiue  per  l' impeto  dell'  onde  del  maie  ■ 
*  (ì  e^ansi  1  Dep.  Vecam.  "òi^.^dove  si  mo- 
stra che  nei  luogo  citato  di  G.  ì  .  8.  96.  3. 
i'a  pronunziato  sovvertere  ,  ccU*  accento 
ncUa  penuit.,  aggiugnendo  un  altro  esempio 
dello  stesso  (i.  A',  li!'  8-.  do^e  dice:  E  tut- 
to il  pacifico  stato  della  città  sovverlcre).C/'^ 

*  SOVVERTENTE,  t/nfjotnrr^e.  Ott. 
Com.  Ihirg.  29.  522.  Jl  quarto  (Profeta)  ^ 
consapevole  de'  tempi  e  di  lutto  il  niondu  , 
djuunzia  la  pietra  tagliata  del  monte  senza 
mani,  e  tutti  li  regui  sovvertente.  (C) 

SOVVERTIMENTO.  Sovversione.  Lat. 
extrsio.  Gr.  àvv,Tf.o~ri'.  Annot.  f'ang.  Il 
che  fu  ragione  del  suwcrlimento  di  Gero- 
solima.  ^  J"iper/.  J'im.  1).  l\-  7".  6.  275. 
Lo  vuoi  chiamare />rofi(f?nr<i  ?  otlimamen- 
t«  lo  chiamerai,  perciocché  per  suo  consiglio 
e  sapere  si  provvede  che  il  tulio  cammini 
i^guagliatamcnle  ,  e  senza  sovvertimento 
veruno.   (F) 

SOVVERTIRE.   ì'ed.  SOVVERTERE. 

SOVVERTITO.  j4dd.  da  Sovvertire. 
Lib.  Amor.  ^5.  Dogliendo^i  della  sower- 
lila  fé  della  femmina  (cioè,  rotta).  *  Af- 
gner.  Mann.  Sett.  29.  4-  ^^  questo  {  An- 
gelo san  Michele)  ec.  si  valse  Dio,  come 
di  suo  capitano  generalissimo,  a  debellare 
un  esercito  cosi  vasto,  qual  era  quello  de- 
gb  Angeli  sovvertiti,  f/ ^ 

SOVVERTITORE.  J'erhal.  masc.  Che, 
0  Chi  .tovverte.  Lat.  evvrsor.  Gr.  xa3ai- 
ps'ryii.  Lib.  Pitd.  Il  Demonio,  sovverti- 
tore di  tutte  le  buone  opere  del  Cristia- 
no. #  Segner.  Mann.  Sett.  29.  !i.  Di  que- 
sto (  Angelo  san  Michele)  si  vaLe  anco- 
ra a  difendere  la  sua  Chiesa  contro  agli 
stessi  (Angeli  rubelli  ),  divenuti  sovverti- 
tori. (B) 

SOVVERTITRICE.  I  erbai. femm.  Che 
sovverte.  Segner.  Mann.  Giitgn.  26.  I.  Se 
r  odi  trascorrere  in  parole  doppie,  morda- 
ci, malediche,  sovvertitrici,  contenziose  ec, 
ti  accorgi  subito  eh'  egli  e  mal  regolato  in 
«•rdine  al  prossimo. 

«  SOZIALE.  r.  A.  Add.  Sociale.  S. 
A.:.  C  D.  5.  25.  Più  desideroso  della 
fede  soziale,  che  della  grande  imperiale 
podeslade.  (l  ) 

«  S02IETA',  SOZIETADE,cSOZIE- 
TATE  ;  /  .  A.  Società.  Fr.  Ciord.  239. 
Onde  i  Santi  non  solamente  son  perveDuU 
alla  soiietade  degli  angeli,  ma  ec.  (F) 

SOZIO-  Compagno.  Lat.  socius,  soda- 
lis.  Gr.  t^oiìfi:,.  locc.  nov.  76.  16.  Ma 
che  n'avesti,  sozio,  alla  buona  fé?  ave- 
stine  sei  ?  /:  nov.  85.  6.  Sozio  ,  se  io  a- 
veui  chi  m' aiutasse,  Ìo  starei  bene.  Ar. 
sai.  2.  E  se  in  cancelleria  mi  ha  fatto 
sotto.  Cari.  Fior.  23.  Fermamente,  come 
Vocabolario   T.  II. 


s  o  z 

disse  quel  sozio  di  Calandrino  ,  egli  non 
se  ne  troverebbe  un  altro  di  qui  alle  porti 
di  Parigi.  Lasc.  madr.  18.  A  te  sempre 
^ogl*  io  Scriver,  che  se'  un  galjnluumo  e 
buon  sozio.  Malm.  X.  82.  Donamlo  a  cia- 
scheduno entrate  e  zolle.  Acciò  se  la  pas- 
sasse da  buon  sorio.  ^-  Buon.  Fier.  [\.  2.  2. 
La  tua  sozia  gì*  iniboK)  La  tua  snzia  soz- 
za e  brutta  Che  'n  un  boUin  gli  appiat- 
to.  (C) 

SOZZAMENTE.  Avverb.  Bruttamente, 
Sporcamente.  Lat.  turpiter.  Gr.  ata^^ù^. 

V  §.  I.  Per  Barbaramente,  Crudelmen- 
te. Leog.  B.  Cniil.  ^J)-  H.tj,'{;uarda  e  vedi 
grande  crudeltà  ,  come  il  Priore  è  sozza- 
mente ucciso  ,  e  giace  morto  dinanzi  da 
le.  (C) 

§.  II.  Per  J'ititpcrosnmente.  Lat.  tur- 
piter, inhoneste.  Gr.  OLÌiyptZi,  aTt'//&>;. 
M.  J'.  10.  33.  l-'orte  aniniu  prestano  alle 
cose  che  sozzamente  ardiscono  di  fare  . 
Maestruzz.  2.  32.  3-  Se  ricevette,  sozza- 
mente ricevette  ,  e  deelo  restituire  a  co- 
lui da  cui  egli  il  ricevette  .  Liv  Bec.  3. 
Nelle  navi  sozzamente  morirono  .  J-  arch. 
Stor.  Sozzamente  la  piazza  abbandonarono. 

*  S0ZZA:MKNT0  .  imbrattamento. 
Macchia  ,  Lordura  .  Ciard.  Cons.  l']l\. 
Lussuria  è  perdimento  di  pecunia,  meno- 
vamento  di  carne,  sozzamente  dell'  anima, 
e  che  toglie  il  reame  del  Cielo  (  qui  Ji- 
gurat.  ).    (C) 

SOZZAl'E.  Imbrattare,  Bruttare,  Far 
sozzo,  hai.  fadare ,  inquinare.  Gr.  (xa^xi- 
viiv  ,  //laivEiv.  Fiioc.  2.  295.  E  massi- 
mamente tu  ,  Astrea  ,  la  cui  giusta  spada 
il  mio  padre  intende  di  sozzare  con  inno- 
cente sangue,  aiutami.  Pallnd.  Giugn.  7. 
Se  elle  sozzano  laggiii  a  pie  dell'  arnia. 

i"  §.  I.  Per  mela/.  Lat.  inquinare.  Gr. 
/JoJu'vitv  .  Fr.  Giord.  Pred.  S.  Si  cor- 
rompono ,  invecchiano  ,  e  sozzanti  .  Ott. 
Com.  Inf.  5.  70.  La  fornicazione  sozza  il 
corpo  ,  e  r  anima.  Fr.  Giord.  Pred.  D. 
L'  altra  cagione,  per  che  si  sozzano,  e  si 
macolano  per  lo  mischiamento  insieme. 
J  it.  S.  Margh  l32.  Liberami  delle  ma- 
ni di  questo  carnefice  e  degli  miei  ninuci, 
acciocché  il  mio  corpo  non  sì  sozzi. 

*  g.  il.  In  proverà.  Chi  tocca  la  pece, 
s*  imbratta  ,  o  si  sozza  ,  e  vale  Che  nel 
conversar  con  alcuno  ,  s'  apprendono,  e  si 
pigliano  le  sue  maniere.  (  C) 

SOZZATO.  Add.  da  Sozzare.  Declam. 
Quinti/.  P.  Acciocché  più  tosto  partisse 
ì'  anima  dal  sozzato  corpo,  se  stessa  per- 
cosse. But.  Cioè  non  mondi,  sozzati  e 
brutti  di  cotesti  mali. 

SOZZEZZA.  Sozzura.  Lat.  turpitudo. 
Gt.  oncycoTTì:,  Veclam.  (Juintil.  ('.Non 
impedisce  la  sozzezza  l'animo  della  infer- 
ma pietade .  But.  Ptirg.  6.  i.  Vendendo 
la  ragione  e  la  giustizia,  guadagnando  con 
sozzezza  ,  come  fa  la  meretrice  ,  che  gua- 
dagna con  sozzezza  del  suo  corpo,  t,  al- 
trove :  O  con  percotimento  oflendono  lo 
corpo  ,  o  con  altra  sozzezza  macchiano  la 
vita  altrui .  Boez.  G.  S.  44-  Quello  con 
questo  coperto,  ovver  velato,  nondimeno 
nella  sua  sozzezza  perdura.  Albert.  2.  A7. 
Dice  Tullio:  quando  lo  tempo  e  la  neces- 
sità lo  domanda,  la  molte  è  da  anteporre 
alla  servitudine  e  alla  sozzezza. 

SOZZISSIMAMENTE.  Superi,  di  Soz- 
zamente. Lat.  turpissime.  Gr.  un  ayicra. 
T  al,  Mass.  Certo  la  fortuna  ec.  sozzissi- 
mamente stimoe  di  dare  dodici  onori  a 
colui  cbc  era  usalo  di  vender  merce. 

SOZZISSIMO.  Superi,  di  Sozzo.  Lat. 
turpi tsimiis.  Gr.  cticyfjzo^.  .Sal/u.vt.  lug. 
B.  Dati  ad  ubbidire  alla  sozzissima  parte 
del  rorjio.  Bemb.  Stor.  6.  79.  Questo  im- 
perio ad  essere  dal  nimico  sccleratissimo 
e  sozzissimo  tribolato  e  consumato  lascia- 
mo. Buon.  Fier.  5.  3.  6.  Sozsìssimo  all' 
udir,  come  al  concetto. 


S  O  z 


12% 


\  §.  Per  Deformi ssimo  .  Lat.  Jbedissi- 
mus,  maxime  deformis,  turpissimus.  Gr. 
dia^ijTo;.  Bocc.  nov.  87.  7.  Che  ,  dove 
prima  era  bella  ,  non  paresse  poi  sempre 
sozzissima.  f'irg.  F.neid,  M.  La  sozzissima 
grandezza  del  ventre  è  d'  uccello  .  Ott. 
Com.    Inf.   4.    55.  Era   Socrate   uomo  soz- 

1  zissimo,  cogli  anali  rincagnati  ,  fronte  ru- 

j  stica ,  gU  omeri  pdosi ,  le  gambe  ravvolte 
(  così  ha  il  MSS.  tfuesto  passo  ,  sebbene 

!  la  Crusca  alla  ì  .  ^hWOLIO^e la  stanf 
pa  abbiano  diver.Kumcntc ). 

!  SOZZITA'.  SOZZITADE,  e  SOZZi- 
TATE  .  I  .  A.  Sozzura  .  Lat.  foeditus- . 
Gr.  ai'5;^^oTvjc.  Declam.  inumili.  P.  Ella 
è  tormento  dell'animo,  sozzila  tlt-l  corpo, 
maestra  di  peccare,  più  durissima  che  al- 
tra necessitade  (cioè,  deformità),  -l'  Segner. 
Crisi,  instr.  1.  23.  12-  Non  vedete  voi  ciò 
che  fa  una  persona  amante  in  estremo  della 
mondezza?  si  stomaca  ad  ogni  piccola  soz- 
zila. <CP) 

SOZZO.  Add.  Che  ha  sozzezza,  o  lai- 
dezza. Lat.  sordidus, Jbedus.  Gr.  atcjfio?, 
cu:ra^05.  Pass.  iGtì.  Alquanti  ne  suno, 
e  in  ogni  stato,  col  bello  di  fuori,  e  con 
quello  eh*  è  dentro  ,  imbrattato  e  sozzo  . 
JJant.  lurg.  i6.  M'andava  io  per  l' aere 
amaro  e  5<.zzo.  Frane.  Sacch.  nov.  226. 
E  così  gli  signori  e  le  luro  donne  con 
piacevolezza  spesso  muovono  detti  che  pa- 
iono sozzi  e  vituperosi. 

^.  1.  Per  Malvagio  .  Lat.  turpis  ,  ftc- 
diis,  inhonestus.  Gr.  atc/^c;,  duiìto/;'?, 
arijuo;.  l'ani.  Par.  19.  E  parranno  a  cia- 
scun r  opere  sozze  .  Bocc.  nov.  85.  22. 
Sozzo  can  vituperato  ,  dunque  mi  fai  tu 
questo  7  Frane.  Sacch.  nov.  106.  A  me 
non  l*  accosterai  tu  più,  sozzo  can  vitupe- 
rato. Tass-  Cer.  i3.  4-  Che  fallace  ima- 
go Suole  allettar  di  desiato  bene  A  celebrar 
con  pompe  immonde  e  sozze  1  profani  con-  • 
viti  e  r  empie  nozze. 

§.  II.  Per  Deforme.  Lat.  deformis,  tur- 
pis. Gr.  òu^SiOTi'?  ,  ctxrsyzò^.  Bocc.  nov. 
55.  2.  Con  viso  piatto  e  rincagnato  ,  che 
a  qualunque  de*  Baronci  più  trasformato 
r  ebbe  ,  sarebbe  stato  sozzo  .  Cron.  Veli. 
24.  Mico  di  Lapo  fu  piccolo  di  statura,  e 
60ZZ0,  e  da  poco  bene,  ne  uti  ne  puti.  K 
39.  Monna  Guerriera,  figliuola  del  detto 
Taddeo,  fu  piccola  e  sozza,  e  penossi  as- 
sai a  maritare .  Frane.  Sacch.  nov.  99. 
Quanto  più  si  vede  nello  specchio  sozza, 
meno  si  conosce. 

^'  §.  HI.  Per  Sordido,  Misero,  yov. 
ant.  8-  Tanta  fu  la  contesa  ,  che  per  la 
nuova  quislione  e  sozza  ,  e  non  mai  più 
avvenuta ,  le  novelle  andarne  dinanzi  al 
Soldano  (era  d'  uno  che  voìea  pagamento 
del  fumo  di  sue  vivande).   (  V) 

SOZZOPRA.  Avverb.  Sottosopra.  Lai. 
sursum  deorsum  .  Ar.  Fiir.  26.  77.  Ma 
sozzopra  n'  andò  ,  perchè  il  cavallo  Gli 
cadde  addosso  ,  e  non  già  per  suo  fallo  . 
Buon.  Fier.  3.  [\.  l3.  E  noi  diciam  D* 
un  gran  bel  carro  d'  orure  e  d' argenti 
ito  sozzopra. 

g.  1.  Andare,  Mettere,  Mandare  soz- 
zopra, 0  simili,  fìguratam.  vogliono  An- 
dare, Mettere  ec.  in  confusione,  o  in  i.tcom- 
piglio.  Tac.  Dav.  Stor.  2.  295.  Roma  an- 
dò sozzopra  ,  con'endovi  per  tutto  soldati 
di  primo  lancio  al  Foro,  a  vedere  il  lungo 
dove  fu  disteso  Galba.  .Vorg.  22-  57.  In 
questo  lempo  si  leva  un  rumore,  Che  tutta 
la  città  sozzopra  va.  Geli.  Sport.  {\.  5.  Co- 
stui, che  m'  ha  mandato  tutta  la  casa  soz- 
zopra ,  ec.  Borgh.  Orig.  Fir.  284.  Sedi- 
ziosi e  scandalosi  erano,  atti  a  metter  soz- 
zopra Roma. 

g.  II.  iS'on  volgere  la  mano  sozzopra  , 
maniera  proverb.  ,  di  cui  vedi  MA^NiO  , 
§.  CXCVI.  Lasc.  Sibiil.  5.  l3.  Se  l'avesse 
fallo  a  me  ,  io  non  volgerei  la  man  soz* 
lopra. 

102 


17r.o 


S  O   Z 


S    III.  Sozzopra,  vaU  a^chc  Tulio  in- 

?::«%;     buono,    eh-. Bl.a.ao    moUo 
l"rou"  in    lut.a   U   citud.DaD.a  cornane- 

'"toZZORE.  So^,.ra.   Lai.   '"J'-f- 

rr.5"3m^?e;u?nie«r; 

Senza  ramai  sonore. 

*   SOZZOSO.  ^rfJ-  ^..e«o,   Orf.0.0 

iVoù>«.  Lai.  0*0--.  "■f""'  ■^'^'-'e"^; 
Pro.  /-.or.  />.  4  '"'•  ^  ''T  ^^-  „ 
^am  no  in  questi  mari  i'  InJ.a,  dove  non 
IrCura.-he,  né  venti  souos. ,  ne  r, 
"n6a.lmare,'n.asen.prec.ètranqua. 

r;ei?::nt!f;ua.e^".oitoas„.. 

'TkoZZUBA.  J  slrcllo  di  Sozzo  j  lìn.,- 
.  2  Jaide-za,  Slato  e  qual.ta  d,  nache 
".:«o   e'tr^-'ro.!  n.l  'proprio.  co.,e  ,,e/ 

^Crra.ué"o.nrene,vol.o.F..   G-W. 
p^rf.  Ò-.   11  loto,    che   qn,  e  sono,   nel 
Agnolo  e  Lello;  onde  non  '  ^^' ^^ 

!i>!i::^errir™u^'<."»-;t^- 
-r;=i^^^^:^-^r^ 


Urnasso  dell' arcione.  Spaccato  dalU  test. 
""^frZ^Uno  spaccato,  a  ..eh.  y^o. 

d„'eg„i  spaccati,  ed  m  svma.a  le  par.. 

1  steriori  ed  interiori.  (A) 

SPACCATURA.  '^P""'^"'"  V'/s 

<•,     Xi-l;y<.'Ai-   Buon.    Tane.   2.  3 

sarà.  Or.   "'^'X''  «  .adentro  , 

I  r;  ;.  spaccature    si    largne  t  •■  • 
rh'  un    che    non    badi  ,  v.  cap.tre   male 
fZad.    Cr.   il/e...    5.    62).    Stavano 
Messicani  di  Va  da  un  gran  f"»»  •  °  'P»=;. 
calura  di  terreno,  che  per  neeess.U  s.  ave 

"*%T;cC.lBaE.  Add.   Atto  a  spac. 
,ciars,,ades>,ars..   \^'-   "'^ff'^' ^^, 
^:a!;:i^-.1:f;osun^-elatrac„.n- 

->u.^---.-Lf;.rdrnd:''.ura- 


l>o 


lare  la"  soKura    del    pensici 
".  .    n^    F„or'i   dulie 


Coli.  Ah. 
„,  ,a  so«ur;i  -'  r,";u7„,„„3,hc,  co. 
raal  uTcoe-co:^f  da- lacciuoli  del  d,a 
"k  e  di  scontrarle  e  di  parlare  loro,  d 
vederle  .  acciocch"  elle  non  onJ>rmo  U  cuor 
tuo  di  soMura  di  vilii.  ,     „  ò  i,  .-. 

^.  p,r  ncformila.  Maestruzz.^  da  sa 
pere    che    alleo  t  comporre  la  belle,.a     e 

^rZ.rVrr^^.r-S.Maquella, 
che  fc  coperta  e  velala  solto  loro  ,  s.  ri- 
,„ane   nella  laid,  «a  e  sozzura  sua. 

S  P 


SPACCAMENTO.  Lo  .-paccai-c.  Lal./.>- 

'""■*'spm!2amontagne..v-«"- 

A>„rr,.mo,..c.  SaMn.  Fifr.  Buon  2  1.6. 
fCre  il  Giorgio,  far  V  uomo  armato  o  pur. 
1„  .^uarcione,  lo  spaccanHinlasne,  d  1,  avo 
I  ^  ^  Il  Allude  al  soprannome,  eh.  si 
.li.aqueitil.rava«oni,  di  spaccamontagne, 

**'  'V  «''sPACCAMONTE.  ,V,„orc.o„.- 
Spacc„mn„tagnc.   Accad.   Cr.  M.:<.'.'-h.  J 

'    fune   nell.-  prime  .>ccasi..ni,  d..po  qual- 
,,^":p.rien.a^isì,■mede..im.c.,m.nc,ano 

..  confondere  la  smargiasseria   -'  -  "fj  • 
;  a  far  da  spaccamonU,  credendo.,  d.  taro 

•''s;r^ccAn^V,...^ -■>•";-,';'; 

S"  calle  por.al..r    .lei    c.l.lo  Le  campagne 

a":r':^n;r"x;'a"::;::ma"  e 


modernare  e  correggere  . 
piii    intelligibili,  e   leggjlnl.,  e  m    conse 
^„enz.  oii.  spacciab.ll  .  Ubn.  (C) 
"spacciare.    Vice,  delle  Cose  .enaU 

e  Tale   E.<.larle    agevolmente  ,    0    affatto  . 

Lai   *<(™/.ere,  vendere.  Gr.  a;t.^u7.«*«v. 

,,  \.    t/.   4   Se  spacciar  voUe  le  cose 

r:-g"iXc;!nv^-e'git.arv.a./....m^ 

,6  E  trovato  .....do  .li  spaccar  le  sue 
ptr',.nfinoaGurfoma.ulounabuon 

luto  .lTB.,r...na,  il  volle  spaccare  a 
Iddi  20  lo  sla.o  naon.  F,er.  Intr.  J. 
.    'spaccia   la  merce    rea    con    p.u    van- 

'""l'°l'  Per  l^edire.  Sbrigare}  e  si  usa 
inVaiPc.  alt.  e  neutr.pass  L^i.erpe. 
'2ir:s    erped,re.  Gr.  «v«Xv»»  .  e=«UT,. 

parole   sj  j^  j  j  1^^  ^^,^jg 

l™;:^,^r.a^;^enle,aJorU.n^..^M 
conce.le.te,  ti  se' sp..ce.alo.  6  ■  '  •  "•  <° 
,.  Manfredi  non  gì.  'P"""»'  ""  ",  "n 
la  loro,  richiesta.  F.o, .  S.  '■.'•^«-  '  " 
più  tosto,  che  potea.s.  spaccava  da  lu. 

I    spaccerebbe    di   leggieri ,  come    poma 

''''iYt  Spacciar  la  .gestione.. ale  Di/- 
flit  Frane.  Sacch.  no..  .A»-  «-a  do.ma 
;  facea  croce  delle  bracca,  pregand.  .1 
;,;de"lichelaspaeciasseeghf/.../..e.<.»- 

nel    e  ch'ella  ec   f/J 

§.  IM.  Spacciare,  per  l,v.l«ppa^.  S^- 
t.herare  :  e  .<i  usa  in  signiftc.  atl.  e 

«ir  A-    Crrr     Quello    che    pass,  jn-r  la 
{.delirrele:  s'impaccia  del   suo   an 
magi.»  d.lla  rete  |  ,„acca.^.  per 

'''T  '  Ih;;':"..^".  cia.o.%..<.  A 

;fx'sisc"lpp.a.cioicom.-.eiOBUee 

.liaccia  da  questa  rete. 

4.  «  fi.   IV.  .<;.«.  i.i'-  '.'  parola  '« 
■rt/e     Promettere 


nome    d 


t'as.  leti.   Spacci    pure    la    ...  -    , 
rdarghiu...   .|uc'pa...   almlao-eo, 

"  vanURg..".  .^be  «pp.a  ."..  proporre.  (J) 
XV%aeeiarrun  luo,'^.  -•■"■.•'•. 
Je  rotarlo,  Lascarlo  hhero.  V  .  8. 
4  il  Signore  .  temendo  d  fur^^re  .lei  p.. 
poi...  ul.l.nli  ,  e  spacco  la 
1 


{icrsona. 


VI     Spacciare  il    terreno    e, 
r.ngliardamenle   c.imminat^     L* 
....i     mutare.    Gr      iTtluSnv      Werj 
65    Dr'na  .pali.  «  ù».""    ""    P""" 


S   P   A 

DaU-  altra  i  porci,  e  spaeciava  il  ««"'"f  ' 
^c.  Dav.  Ann.  L  2^-  Cee.na  che  co, 
suoi  tornava  per  l'usata  via.  ebbe  ordm. 
di  spacciar,  fl  cammino  per  PooUlon^ 
(U  testo  lai.  ha:  PonUis  loogo.  <p«-l 
malurrime  superare  ).  .,,_,._, 

e     VII     rer  Ahhattere,  Mandare  in  ro- 

.ina.  Lai.  destniere.   Cuid.   G.    Tutte    le 
sue  mura  e  foitene    con   ro.u.e    spaccia- 

'°°8°    Vili.     Per    Dlslruggm    uccidendo. 
Frane.  Sacch.  nov.  42.  Comineib  ora  uno 
per  ladro,  ora  due  m.cidial.  ec.  «  «pact"- 
Je  e  mandare  neU' altro  mondo.  Guid    O 
Con  mortali  ferite  ripingono  .  «  "">''    ^' 
loro  ne  spacciano  per    morti.    Jl'or^.     lo. 
bTerU  l  il  diavol,    che  «la  gente  spac - 
fia    *  Co...    Geli.    r.t.   .<//.. 02.  L.  me- 
desima   rabbia    de' snidai,     adirai,    spaeeu, 
al^or  Sasso  e  Feronda  che  cluedevano  in- 
vano supplichevolmente  loro  la  v..a^    (C, 
e     \\.    Per   ramare.    (  ar    leti.   \     19 

Volendo  spacciar  pur  ■!«'"»."".  ^""''X 
a  credenti,  s'  andava  avvoll.ccluando  colle 

^7' X.  Per  Voler  far  credere,  o  stimare- 
e  l  usa  in  signi/c.  alt.  e  "-'-••  P"^^' 
La.  prò  aliqua  se  gerere.  G.  f .  D-  -••'■ 
^  Ed'^  e.iand.0  i  Fioren.in.  s.  sp-c«T«.o 
per  Pisani  .n  Tumsi.  Malm.  10.  9.  t 
Lacria  il  Baiard.no  e  Bodomon.e.  Gal. 
r/«  283.  Per  .roppo  sempUc  spacc.reb- 
Wnormen,re  e- «edesse  con  l' .nespe- 
rienza  d.  quelli  persuaderci  per  vera  una 
sua  faUa  prop..s«.one.  ,      y^,, 

§.   XI.     Spacciar  pel    cenerate,    r 
Vrcol    81     Spacciare  pel  generale  si   diec 
h  coloro  che'^din.an.U.i  e  r.chies.i  d' u». 

^l't^-  Spacciare,   dieesi  ^J^<^ 
Spedire,  o  Mandare  messi,  o  eo^^'  ^^. 

^        L    *  Ar    sat.  5.  eh'  ogni  dì  »cn- 
r,'ed"em;a^^.gl.,esracc.A|^uca.- 

rrr;;::;ri^^.-— ^ 

Je  lar  co.!:  fn.-ole  e  "'--^^'o^- 
porlanti.  e  grandis..ime.  »  ed.  LUCCIOLA. 
\.\.,e  LANTERNA,  %  IV. 
^  e  XIV.  la  mercanzia,  o  la  ««  '" 
Aole  ella  si  spaccia  ;  maniera  pro,-erò,a- 
t  oli'^^ma/che  significa  cheC.a^-no 
s-ial^egna  di  dire,  o  fare  quelle  cos,  eh. 
cono.<ce  esser  più  gradiU. 

SPACCIATAMENTE    A'X.-er*:  Subita 

mente.  Con  pres,e-.:a.l.^.  .•<-^"'-  ''Ì^^'. 
eitemvlo.  e  vestigio.  Gr.  ««J>  «^  «^ 
no,.  82  5.  Spaccatamente  si  levo  su». 
r:-i..G.Coir.   spada  nuda  sy^cc-urnen- 

"  .«  'f  »'  ••;•;■„;,  ,';,'„;fcomp«ale- 
non  voglio  altrimenti  venere  ,  r 

„,i  .  e  'mandalemi  spaccatamente  J..r 
Purg.  Li  2.  Molli  s..no  nign  .  cioè  eh. 
To?;.  sann,.  mettere  alle  fatiche  ,n..  pur. 
.piando  V,  .1  mell..no,  '--'  '•/"" 'P^' ., 
ciatamente.  Sen.  Ben.  I  anh  ».  2-  CM 
f.  i  henefizii  ,p.c.  ialamcnte  ,  non  e  dub- 
Ki»  ihe  eli  fa   volentieri. 

«   SPACCIATISSIMAMENTE.  5..^- 

/„,„.o  *  ,V;,„rri.r.,mea.e    ^■.'^■^'"•'\ 
C„     ■,-.wh.     Il     Focahol.    alla    .«»    * 

SPRltN   «ATTUTI.  (•)  

•4.  «  SPACCIATISSIMO.    jJV.p<W     d, 

.^•Jcciato.    neml,    lett.    2_    3-44     «'    "t^ 
p!;ver.nos.Am..no,  ch-.o    olengosp-^ 

Li.ssimo  ec. ,  l..  p..r«  »•""  P'T*'^, 
più  v.l..ro,o  cilla.lin  suo    I  qu,  nel  sigm 

"'ttccìUrlSO    Add.  Cile.,. p^. 


aldi- 
ni t'u  no 


ar..l4 


r 


cM\  della    sua 


,    vale 
pr^pe- 


S  P  A 


S  P  A 


17.111 


f  st  sbriga  presto.  Lat.  i-eiox,  /nvt'i\f,Ci- 
'"J.  Bern.  rim.  1.  5o.  Chi  dice  :  egli  è 
più  bella  la  ba&setta  ec,  Per  esser  presto 
«■'  ipacciativo  giuoco.  Cani.  Cam.  7.  Que- 
^B  bu»elU  è  spurciativo  giuoco  ,  E  ritto 
ritto  fasù  io  o|;ui  loco. 

SPACCIATO.  Jdd.  da  Spacciare.  Tac. 
Da%'.  Ann.  i!\.  186.  Levavaiiii  adunque 
i  peni,  uon  A\  Nerone,  ^id  spaccialo  per 
mostro  iiilanie,  ma  di  Seneca  f  Ci'oì*,  divul- 
gato, noto  ;  lat.   evul|;atus  )  . 

g.  I.  Spacciato,  per  /spedito,  o  S/ìHato 
da'  medici  j  e  ti^nratamente  Disperato  , 
Che  non  ha  rimedio  al  fatto  .mio.  Uern. 
Ori.  I.  22.  4-  E  titrdi  il  pover  uom  s* 
accorse  e  dohe,  th'un  par  ^uo  vecchio 
impnideate  e  toaeu&ato,  i-be  pi^li  moglie 
giovane,  è  spacciato.  E  3.  7.  44-  doleva 
far  da  ik  non  comandalo  ;  Com'  un  gli 
comandava,  era  spacciato,  Morg.  18.  56- 
O  Ricciardetto  mio,  tu  se'  spacciato.  Fir. 
Lue.  4-  6.  Ella  mi  par  matta  spacciata- 
Car.  lett.  1.  35.  Se  vi  potete  contenere 
di  venire  a  Homa,  fatelo;  altramente  siete 
spacciato.  Cant.  Cam.  38-  Giudicbianci 
spacciati.  Percbè  il  danno  ci  ha  in  mano. 
Malm.  3.  39.  E  cbi  più  da,  lo  fan  di  già 
spacciato.  Soder.  Colt.  32.  Quando  la  vite 
h  pasciuta  e  d.d  l>ue  massimamente  e  dalla 
capra,  che  han  le  bocche  velenose,  è  spac- 
ciata. Tac.  Day.  Ann.  6.  1 16.  llubrio 
Fabato,  facendo  I>oma  spacciata,  se  ne  fug- 
giva alla  misericordia  de' Parti  (il  tato 
lat.  ha:  desperatis  rebus  romanis). 

*  §.  II.  Per  Abbattuto.  Cntd.  C.  li. 
I.  Per  le  dette  scale  salgono;  alcuni  al- 
tri per  finestre,  e  altri  per  le  spacciate  al- 

ICMC.    (Cj 

*  §.  III.  Per  Mandato.  Car.  lett. 
Farn.  M'  e  parso  di  mandarlo,  fino  a  tanto 
che  ritornava  il  corriero  spacciato  da  N. 
S.  a  doa  Ferrante.  (Min)  .Segr.  lior. 
J.egaz.  Frane.  18.  E  per  quella  e  per  al- 
tre nostre  spacciate  per  uomo  a  posta  ec. 
pensiamo  che  VV.  SS.  abbiano  inte- 
so ec.  (TC) 

«  SPACCIATORE.  ì'erbal.  masc.  Che^ 
o  Chi  spaccia.  Salvin.  Pros.  Tose.  I.  l4^- 
?Ioo  vi  ha  tra  .Saturno  e  Giove  quella  ni- 
niicizia  eh'  uom  crede  ,  e  quella  dissinii- 
gliansa.  che  hanno  decantata  S|ileudìdÌ 
spacciatori  di  canore  menzogne.   (") 

SPACCIO.  Lo  spacciare.  L'esitare. 
LaU  venditio,  negociitm.  Gr.  rr^aai?.  fìocc. 
nov.  8o>  4-  Ragionano  di  cambii ,  di  ba- 
ratti e  di  vendite^  e  d*  altri  spacci.  2:.' ni/m. 
5.  Sema  mostrar  tioppo  gran  fretta  dello 
spaccio,  s'incominciò  ad  andare  alcuna 
volta  a  sollazzo  per  la  terra.  Frane.  Sac- 
ck.  rim.  3o.  Uannoci  spaccio  neri  e  brun, 
sanguigni.  Benw  Celi.  Ore/.  8.  Si  era 
ridotto,  per  lo  spaccio  che  esse  avevano  a 
non  attendere  ad  altro  esercizio.  Soder. 
Colt.  74.  E  quello  clic  per  lo  più  cercano 
i  contadini,  ai  quali  molte  volte  occorre 
venderlo  al  tino,  e  a  più  spaccio. 

§-  I.  Ptr  /spedizione.  Lat.  expeditio  , 
negocii  confectio.  Gr.  oia'-py?t;.  Bocc. 
''**'-  99  4**-  Essendo  gii  lardi,  e  il  nigro- 
nunte  aspettando  lo  sdiaccio  ,  e  affrettan- 
dolo ,  venne  un  medico  con  un  beverag- 
gio. Frane.  Saech.  nov.  11.  Dopo  te,  po- 
co stante,  verrò  io  ec. ,  e  cercherò  dello 
spaccio  tuo.  /■;  nov.  204-  Egli  ha  dello 
molto  bene,  che  non  ci  si  dà  spaccio  a 
niuna  cosa. 

3  §.  II.  Spaccio,  si  dice  ancora  alle 
Lettere  che  si  danno  al  messo,  o  corrie- 
re  che  si  spaccia  j  che  anche  diciamo 
Dispaccio  Lat.  litterarum  fascicultis.  Gr 
éTTtSTOiwv  OCff/JitOv.  Car.  lett.  2.  62.  Di 
già  per  r  ultimo  spaccio  ha  scritto  alla 
Corte,  che  si  disponga  il  Marchese  a  que- 
sta concordia. 

*  §.  III.  Sp<tccio,  dicesi  altresì  Iniet- 
terà che  un  negoziante  scrive  al  suo  cor- 


rispondente  per  avvisarlo  d'  una  lettera 
di  cambio  che  gli  sarà  presentata.  Vav. 
Camìi  .  j)8.  Ti  rimetto  per  l'inclusa  di 
Ueruai'do  Davanzali  un  iii.irco  Aa  Salviati: 
presentala  e  riscuotilo,  e  torna  a  rinietter- 
ìo  a  me  ce.  e  quella  si  chiama  lettera  d* 
avviso,  ovvero  lo  spaccio.  (C) 

♦  §.  IV.  Spaccio,  per  Licenza  ,  Com- 
miato, Partenza,  ee.  l'uce.  Centi/,  ennt. 
7q.  Nel  detto  anno  d'Aj-ril  fi-r  i»ailanH0- 
lo  Legato  e  '1  re  Giovaiiiii  .  r  '11  sullo 
s[<accio  In  bocca  si  baciar  di  buon  lalt-u- 
lo.   (li) 

u'  SPACCO.  Fenditura,  Spaccatura.  (A) 
->   SPACCONE.    Smargia.<iso,    Cospetlo- 
ne.   Lat.  iactator ,     thraso,  Gr.     &^&'cwv. 
//    I  ocabolario    alla     I  occ    SMARGIAS- 
SO.  D 

*  SPACIFICAUE.  I-are  .tpazio.  Teso- 
ret.  L'r.  6.  38.  Al  terzo  (giorno)  ,  ciò  mi 
pare,  Spacifiiò  lo  mare  E  la  terra  divise 
E  'n  ella  fece  e  mise  <-)gni  roba  liarbata.  (C) 

SPADA.  Arme  offensiva  appuntata  , 
lunga  intorno  a  due  braccia  ,  e  tagliente 
da  ogni  banda.  Lat.  ensis ,  *  spatha.  Gr. 
STrceSrj.  Dant.  Par.  8.  Ma  voi  torcete 
alla  religione  Tal,  che  fu  nato  a  cingersi 
la  spada.  F  l6.  h  molle  volle  taglia  l'iù  e 
meglio  una,  che  le  cinque  spade.  l'etr. 
san.  82.  Non  riponete  l'onorata  spada. 
Bocc.  nov.  45.  8.  Tratte  le  spade  fuori  , 
gridaron  tutti  :  ahi  traditoli  ,  voi  siete 
molti.  /','  "OC.  5l.  4-  Al  quale  forse  non 
istava  meglio  la  spada  allato,  che  '1  novel- 
lar nella  lingua.  F  nov.  68.  7.  Essendo 
altresì  Ruberto  aiiuato,  tiiò  fuori  la  spada. 
Ttiv.  I\it.  Il  più  cortese  cavaliere  che  mui 
cingc5.so  la  -spada.  F  altrove  :  Si  cinge  la 
spada  sua  niighore  del  mondo  ,  e  la  me- 
glio trinciante. 

^.  1.  t'iguratam.  per  Punizione.  Dant. 
f'urg.  3o.  Che  pianger  ti  convien  per  al- 
tra spada.  But.  ivi:  Per  altra  spada,  cioè 
jier  altro  col|'0  di  giustizia  ,  che  questo  . 
Ciriff.  Cali-.  4"  129.  Sempre  il  peccato 
chiama  la  vendetta  j  Ma  la  spada  di  Dio 
non  taglia  in  fretta. 

§.  II.  Filo  della  spada,  vale  il  Taglio 
della  spada.  Lai.   acies.   Gr.  a.*fj.r'.. 

g.  III.  Onde  Andare,  Mandare,  Net' 
tcre  a  Jìl  di  spada,  o  simili,  vagliano  Fs- 
sere  ammazzato,  o  Uccidere  a  colpi  di  spa- 
da. Fr.  Giord.  Pred.  B.  Furono  tulli 
quanti  messi  a  fil  di  spada.  Bern.  Ori.  i. 
7.  4^-  Il  giorno  aspettan  con  molla  pau- 
ra, E  che  quella  infelice  terra  vada  A  san- 
gue, a  sacco,  a  fuoco,  a  61  di  spada.  Tac. 
Dav.  Ann.  1.  25.  La  genie  andò  a  fil  di 
spada  quanto  ne  volle  l' ira  e  '1  giorno 
(  il  testo  lat.  ha  :  vulgus  Irucidalum 
est  ).  /'."  12.  146.  Fu  ilaUi  il  segno  a' sol- 
dati salili  colie  scale  sulle  mura  di  man- 
dar tutti  a  61  di  spada.  Cirijj'.  Calv.  4* 
HO.  Mettendo  tutti  quanti  a  GÌ  di  spada. 
F  li.  IIQ.  La  terra  fu  in  un  momento 
presa  Per  me,  e  messo  ognuno  a  fil  di 
spada. 

§.  IV.  f'enire  a  mesza  spada,  lo  stes- 
so che  f'enire  a  mezza  lama.  l'ed.  LA- 
MA, g.  alt.  Ar.  Fur.  36.  49-  A  mezza 
spada  vengono  di  botto.  ^  Tass.  Ger. 
19.  l5.  Tancredi  a  mezza  spada  è  già 
venuto.   (IV) 

§.  V.  Buona  spada,  o  Prima  spada  , 
si  dice  di  Chi  ben  la  maneggia,  o  è  ben 
prativo  della  scherma.  Fir.  As-  103.  Qui- 
vi erano  per  combattere  le  prime  spade 
della  Marca. 

§.  VI.  A  spada  tratta  ,  posto  avver- 
hiaìmente ,  vale  in  tutto  e  per  tutto,  A 
dirittura.  Affatto,  AjìCrtamente.  Lat.  o- 
mnino,  prorsus.  Gr.  oìoii,  TTotvTaTraoiv. 
Bocr.  nov.  92.  2  Concios&iacbè  essi  tutti 
avarissimi  troppo  più  che  le  femmine  sie- 
no,  e  d'ogni  liberalità  nimicì  a  spada 
tratta.   Calat.    43-  Consigliano  e  riprendo- 


no e  disputano  ,  e  irritrosi.^cono  a  spada 
tratta.  Hoez.  l'arch.  2.  pro.i.  8.  Perchè 
tu  non  pensi  che  io  abbia  guerra  murta- 
b-  ,  e  sia  nemico  a  spada  tratta  della  for- 
ttnij. 

^.  VII.  Spada,  è  anche  una    Spezie    di 
pesce.  Lat.  xiphios,  gladius.  Gr.  ^tyi'a^  . 
Osi.  an.   162.     Neil'  interna     ultima 


I  pie 


^■olo 


Red. 

estremila  dell' inlestinu  retto  d' 
pesce  spada  ec.    ho    trovalo    molti    verrai 
bianchi  lattali.    F    l63.     Questo  ,    che   ho 
'   chiamato  mend)ro  genitale  del  pesce  spa- 
da ,   è  lungo  otto,  o  dieci  dita  trasveise  . 
I  più,  o  meno,  secondo  la  grandezza  del  pe- 
i  se  e. 

g.  Vili.  Spade,  è  anche  nome  di  Uno 
dei  .verni  delle  carte  da  giucare.  Malm. 
().  33.  Vengonsi  intanto  a  mescolar  le  car- 
te, E  vien  spade  e  jiaston  per  ogni  arma- 
ta. F  st.  3q.  Vedendo  i  terrazzan  ,  che 
stanno  in  fiori,  Che  il  nimico  dà  spade  e 
piuoca  ardito  ,  er.  {  in  questi  esempi  e 
detto  in  equivoco  }. 

^  §.  IX.  Spada.  Term.  degli  Agorai. 
JVome  che  si  dà  ad  una  specie  di  coltello, 
la  cui  lama  e  dentata  come  una  sega.  (A) 

—  §.  X.  Spade.  Term.  degli  Stampa- 
tori. J  due  regoletti  di  ferro,  o  di  legno 
foderati  di  ferro  molto  li.^cio,  .fopra  i  qua- 
li .^i  fa  muovere  il  carro  del  torchio.  (A) 

§.   XI.    Uomo  di  spada.    ì  ed.   UOMO. 

SPADACCIA.  Peggiorai,  di  Spada.  Lai. 
imnia/iis  vel  obsoletus  ensis,  Gr.  ^ivo^ 
avatos'i.  Tratt.  gov.fam.  Comperando- 
gli la  spadaccia,  ovvero  la  daga,  sarà  nato 
a'  soldati.  Bern.  Ori.  2.  4-  jS.  Avt'va  o- 
gnuno  una  spadaccia  sloita.  F  3.  6.  l3. 
La  tocca  ha  in  testa,  e  la  lancia  e  la  l^ir- 
ga,  E  cinta  al  fianco  una  S[)adaccia  larga. 

SPADACCIATA.  Colpo  di  spada.  Lat. 
ensis  ictus.  Gr.  fic^yaLÌpos.^  TtAriyri.  Star. 
Aiolf.  Si  potieno  vantare  i  c;ivalieri  cri- 
stiani di  dare  su  per  quelle  enfiate  gote 
de'  Tartari  le  maggiori  spadacciate  del 
mondo. 

SPADACCINO.  Dicesi  per  ischemo  a 
Chi  porta  la  spadaj  ed  anche  a  Sgherro, 
o  che  sta  sulla  scherma  .  farcii.  Stor. 
ì5.  6i5.  Affrontarono  in  Firenze  nel  lior- 
go  di  san  Lorenzo  Bastiano  di  Filippo,  e 
CammiUo  di  Mariotlo  Cellesi  con  altri  spa- 
daccini lor  cagnotti,  e  finalmente  uccisero 
Cammillo  .  E  12.  ^6o.  Tutti  gli  spadac- 
cini, e  quei  giovani  che  voleano  sopraffare 
j;li  altri,  facevano  capo  a  lui.  Bern.  rim. 
I.  99.  Spadaccini,  sviati,  masnadieri.  Bra- 
vi, sgherri,  barbon,  gente  liestiale.  Malm. 
Il-  29.  Non  temete  di  questi  spadaccini, 
Ch'  al  cimento  non  vaglion  poi  tre  pic- 
cioli . 

§.  Spadaccino  ,  è  anche  diminutivo  di 
Spada.  Lat-  ensiculus  .  Gr.  ^ipiOiov  . 
Morg.  8.  84.  Ed  hai  cavato  fuor  lo  spa- 
daccino . 

:?  SPADACCIIIOLA.  Sorta  di  fere  , 
detto  altrimenti  Pancaccinolo  .  Lat.  gla- 
diolus  .  Il  I  ocabol.  alla  voce  PANCAC- 
CIUOLO.   (•) 

SPADAIO.  Che  fa  le  spade.  Lat.  'ma- 
cha'ropttuSfgladiarius.  Gr.  p.cf.y^y.ip''7iotài. 
Conv.  i55.  Al  cavaliere  dee  credere  lo  spa- 
daio ,  il  frenalo  ec.  .  e  tulli  quelli  mestieri 
che  all'  arte  di  cavallena  sono  ordinali,  t^. 
V.  12.  8.  18.  L'altra  (brigata fu)  nella  via 
larga  degli  spadai.  Bcrgh.  Bip.  212.  Gli 
spadai ,  e  quelli  che  fanno  i  cuoi  d*  oro  ,  se 
ne  servono  per  brunire. 

*  §.  T  ale  anche  Colui  che  portava  lo 
stocco,  o  la  spada  innanzi  air  Imperadore. 
Lat-  proto.':patharius.  ì  it.  SS.  Pad.  2.  39. 
Come  lo  spadaio  dell'  Imperadore  sempre 
gli  sta  innanzi  annato  (così  ha  ti  testo  dell' 
Accad.,  ma  il  seguito  dal  Manni  ha  ìjì»- 
dario).  (T'j 

f  1^-  SPADARO  .  Lo  stesso  che  Spa- 
dato;  ma  meno  usato.  Borgh.  J  esc.  Fior 


129'- 


STA 


S  P  A 


Sq6.  Fuor  deUa  Porta ,  cl..^  era   in    capo 

3-eUa    via    degU    SpaHari  .    ^  Ag?'  T"  >" 

Porla  di  BaUa,  e  quella  degU  Spadan.  (I  ) 

SPADATA  .  Spadai-cinta .  Lai.  ensis   i- 

cl„s.  Gr.  ,*aza.>a?  ^^^/ji; 

SPADER^O.  (>.  IO.  38.4.  Cogli  spa- 
derui  si  piBliano  f  •  pesci  ),  e  roasMinanienlc 
Unche;  e  sono  Ire  agora  di  rame  nlorlc  e  in- 
sieme legate  ,  le  quali  >on  alcune  corte  fu- 
niceUc  si  legano  ,  e  ponponsi  a  una  fune  , 
non  mollo  d.  lungi  r  un  daU'allro. 

tSPADETlA.  rimi,  di  .''padaj  àpadi- 
na.  Lai.  ensiculus.  Gr.  «.y.o.o».  A"';^ 
Celi  Jil.  2.  178.  Con  la  spadella,  e  1 
pugnale  acanto,  prestani.  nte  mi  messi  la 
via  fra  gambe. 

*  e  Spadella.  Ttrm.  de"  Pellma^noli. 
rem  con  ci  si  pulisce  in  ullimo  da  ogni 
sfregio  la  coslola  del  pellme.  (Al 

SPAUINA  .  Dim.  di  S^ada.  Lai.  gladio- 
ìus,ensic,.lus.Gr.i^?^0iO'. 

e  Per  una  Spezie  di  fusellmo  da  don- 
ne.  Buon.  Fier.  k-  4-  2'-  D'  1""'"^  ' 
opra  di  aileBce,  siedine.  Passar  mi  veg- 

^"*TpAnlNO.  Tìim.  di  Spada;  .^padn 
piccola  e  corta.  Bell.n.  Iìi.<c.  2.  78.  Gli 
spadini,  e  le  spade  da  fazione,  e  gli  spa- 
doni a  due  mani   son    tutu    sln.roenU  da 


taglio.   (F)  ,.    r     j      e-., 

SPADONE.  ^Cfrc.tcìf.  A  Spailaj  Spa- 
da grande  .  Lai.  en.<,s  pragrandis .  Gr. 
ueya  ?i?o?.  /."■'^-  Streg.  4.  3-  Non  co- 
L'ouoLsolto  la  cappa   del  sole,  che 

«a  da  più    di    me  ,  quando  io    ho  questo 
spadone  in  mano. 

e  1  Spadone  a  due  mani,  .ti  dice  Quel- 
la ■cpada  che  per  la  sua  grandezza  non 
si  può  maneggiare  .ie  non  con  ambe  le 
mani.  Tac.  I>av.  Stor.l.  263.  Ma  quel 
di  essendo  m..lliccio  e  didiacciato  le  loro 
pertiche  e  spadoni  a  due  mam  fur  disu- 
nii (il  (M(o  '"'.  ''«■•  e'^''"'  1"°*  i'"''"" 

gos  ulraque  manu  regunt  ) .  Serd.  itor.^ 
Jnd  10.  3<)8.  Si  caccio  furiosamente  Ira 
nimici  con"  uno  spadone  a  due  ">"!  ">°  T 
lo  lungo.  Cani.  Carn.  M3.  Questi  s.  helli 
e  diritti  spadoni.  Che  s'  oprano  a  due  ma- 
no   Per  la  none  son  buoni. 

fi  II.  Dicesi  Giucare,  0  Menare,  o  .ti- 
mili ,  lo  .spadone  a  due  gambe  ;  e  i-ale 
Saldarti  colla  fuga  j  modo  ba.,so.  Ccccli. 
Corr  l  3.  E  se  E'  non  si  difcndea  con 
lo  spadone  A  due  gambe,  egli  dava  ogni 
suo  reslo.  Malm.  7.  76  E  menava  a  due 
gandie  di  spadone.  Come  egli  avesse  avu- 
To  1  birri  dreto.  E  IO.  3.  An.i  veder  Pa- 
rendo quanf  ei  vale  Nel  giocare  al  bisogno 
di  spadone,  >c. 

fi  III  A' li  ."  P""  ?'"<""'"'  "'  T"'"'' 
„e-dice.<i  proierl,.  d'Alcun  luogo  spogliato 
di' masserizie.  lìuon.  lier  3.  3.  3.  Gm- 
care  di  spadone  Puovvisi,  ed  armeggiare. 

«  SPADUCCIA.  Spadilla.  I.asr.  len. 
2  „or.  V  pag.  101.  ToUc  uno  di  que. 
lavoratori  ce  ,  e  messoli  una  spadurcia  ai 
fianchi  ,  lo   mando  a  casa    Gian    Simone  , 

ce.   f/ì)  „       . 

SPAUUI-AnE.  Seccare,  Ba.tctugarr  1 
padiili.  Lai.  paliides  .uccare.  Gr.  {^fci.ir' 
-„;  5i„  .  lue.  .Unr(.  rim.  buri.  2  226. 
ÀblH.uisre,  .padula.  e  di  l'uscita  A  lulte 
r  icnur,  e  le  conduce  al  mare. 

SPAGATO,  l  .  .1  Add.  Contrario  <f 
appagato.  Lai.  non  acquiescens  ,  a-gre  fé- 

2  E  cosi  sa.quclo  la  cilla,  e  I  grandi  rima- 
lero  di  no  mollo  spagall 

SPAGHEllO  Sparagio.  I  ore  conlaai- 
nesca.  l.„l.  asparagus .  Gr.  ««T./;i»/Of  ■ 
/.•„ca.  fVer.  4.  5.  3.  Viene,  e  .1  mi  lira  Pel 

sanlamharco.ediee:  Che  f.  tu  quelli  .pa- 
gli.riT  i:  appresso  :  Z  Uensi  in  mano  u 
ni.iao  degli  spaghcri.  .,      ,    .     r 

SPAGHETTO.  Spago  toltile.  Lai.  /«- 
niiiilii,  subUlissimiis     Gr      «xoiviovJl- 


TT-sraTOV.  Hocc.nof.eS.  4  Diviso  di  man- 
dare uno  spaghetto  fuori  della  finestra  del- 
la camera.  Frane.  Sacch.  no.'.  16.  Tolse 
U  cipolla,  e  tornato  a  casa,  la  lego  con 
uno  spaghetto ,  ed  appiccoUa  al  palco  . 
Henv.  Celi.  Oref.  Il 5.  DenUo  vi  si  pos- 
sa mellere  uno  spaghetto. 

SPAGLIARE.  Le^ar  la  paglia.  Lat./rn- 
menlum  lenlilnre.  Gr.  Ji«/«ee<v.  Mor.  S. 
Greg  11  vcnlilabro  si  è  la  pala  con  che  si 
spagLa  il  grano. 

*  .SPAGLIATO.  Jdd.  da  Spagliare. 
Bari,  r.eogr.  8.  Spagliato  una  parte  del 
grano,  risemina  con  esso  la  terra.  (Nj 

#  SPAGLI  ATORE.  I  erbai,  masc.  Che, 
o  Chi  spaglia.  Lai.  ^'enlilator.  Ilari,  iiom. 
punì.  mori.  l.\.  pag.  86.  E  dove  porta 
quelle  (spighe,  U  vento  I  quelle  delle  qua- 
£  lo  spaglialore  non  può  dire  :  Irilicum 
congregai  ce.  (TI) 

«t  S  SPAGNOLEGGIARE.  Slare  sullo 
spagnolismo ,  Vsare  soci,  o  maniere  spa- 
gnuole.  Buon.  Fier.  4.  3.  5.  QueUi  un 
giannelto  Ami  spagnoleggiando,  E  cocco- 
Ioni  or  vi  s"  acquatti,  ed  ora  ec.  (A) 

f  *  SPAG.NOLESCAMFNTE.  /tfverb. 
.•fecondo  la  maniera  spagnuota.  Hens-.  (  eli. 
IH.  I.  92.  Il  Salamanca  spagnolescamente 
disse  :  ec.  (A) 

f  «  SPAGNOLESCO.  Add.  Dell  uso, 
0  maniera  .tpagniiola.  Beni:  Celi.  I  il  l. 
173  Si  aveva  messa  la  spada  per  saccenlena 
dinanzi  in  un  cerio  suo  modo  spagnole- 
sco. (Ji  „  j. 

*  SPAGNOLETTA.  Specie  di  sonala 
a  danza.  Malm.  9.  .'il.  Nannaccio  intanto 
sopr'alla  spinetta  S'era  messo  a  Mpp"  l' 
spagnoletta  (')  Forlig.  Kiec.  23.  44.  Ma 
pur  son  balli  e'  hanno  del  decoro  CUc  van 
sull'aria  della  spagnoletta.  f.V^ 

*  g  Spagnolilla  Term.  de"  Magnani. 
Si  dice  oggidì  d-  una  Specie  di  serratura 
dell'  imposte  delle  finestre.  (^>        _  ^ 

*  SPAGNOLISMO.  Maniera  difare.  0 
dire  da  Spagnliolo  Magai.  Leti.  Non  s. 
fa  punto  male  e  non  si  profana  la  lingua 
Toscana  per  inlrodur  che  si  faccia  in  essa 
qualche  spagnolismo.  /;  «/(roic:  Può  .^>- 
ser  che  si  sia  fatto  male  a  profanar  la 
lingua  toscana  con  questo  spagnolismo    di 

più.   (A)  .      ,  -      . 

3  SPAGO.  Funicella  sottile.  Lat.  funi- 
ciiliis,  filum.  Gr.  IX"«'»V  vr>K.  «ore. 
noi'.  68.  5.  GÌ'  imp..sc  .  che  quando  v.- 
nissc.  dovesse  lo  spago  tirare  ;  ed  cUa,  se 
il  marito  dormisse  .  il  lascerebbe  .a....-e 
£■  Com.  Dani.  Neil' entrar  della  prigione 
1,'gasse  il  capo  dello  spago ,  e  cosi  andasse 
disvolendo  e  disfacendo  d  gomitolo.  Soder. 
Colt.  58.  Altri  adoperano  salci,  o  giunchi,  o 
spaso,  e  le  serrano  voltando  si .  che  1  uno 
spago  sia  accosto  all'  altro.  ,    „   ,, 

+  «  §.  I.  Spago,  dicesi  altresì  II  fio 
a  più  capi  torlo  ed  impecialo  di  cui  si 
servono  i  calzolai  per  cucir  le  scarpe . 
-  Dani.  Inf  20.  Vedi  Asdente  Che  avere 
inleso  al  cuoio  e  allo  spago  Ora  vorreb- 
be .  ma  tardi  si  pente  •..  (N) 

è  II  Diccsi  in  proferii.:  Chi  ha  spago, 
aggomilod  ;  e  lale-  Chi  e  in  peccato,  scam- 
pifuggend.-*. 

■a.  SPAIAMENTO.  lo  spaiare.  Pis- 
giugnimenlo  .  Lai.  disiunclio  ,  dissociano. 
Gr  *■«■?!«?.:  ■^ll'f!■  >4«>-  L»  T-'lc."- 
vegnarhc  degli  opposti  per  npugnania  n.m 
discenda  .  ella  vien  tutlavia  dagli  op|K>»li 
per  ispaiamenlo  l<iui  pe^  Dner'il.i,  L  es- 
ser disparato).  {,') 

SPAIARE.  Contrario  d'  Appaiai.  Lil. 
disiungrre.  Or.  òix^tuyvùw. 

#  SPAIATO.  Add.  d.i  Spaiare.  Cr.-ch. 
Proi-.  4q.  E  per  una  pianella  che  »  a|.- 
pai.  Si  fanno  cento  ».k-co1i  spaiaU  Ino,. 
IWfare  una  rosa  .  che  riesca  prrjella- 
menu  si  fanno  cento  lenlati,!).  <0  Sai- 
,ln.  Georg    Uh.  ì.  DicoDO  Cb«  10  queU. 


SFA 

regioni  fuiwr  cerche  Alle  sacrate  feste  di 
Giunone  Le  Vacche  ,  e  con  spaiali  buoi 
salvatichi  Fusser  guidati  agli  alti  templi  1 
cocchi.  (F) 

J  SPALANCARE,  largamente  aprire 
Lai.  pandere ,  palrfacere .  Gr.  avo»-/!»'. 
ò.oxaluTTE.v  .  Morg.  I.  65.  »•»»"- 
gliosii  che  sia  tanto  forte  ,  Cosi  1'  »■"••• 
e  spalanean  le  porle.  Sagg.  nai.  esp.  1  IO. 
Spalancando  le  orecchie,  ed  enfiandosi  in 
tutto  il  corpo  ,  ne  venne  in  sul  £1  dell 
acqua.  ^Vr.  As.  18.  Le  porte  furono  aper- 
te, arni  spalancate.  E  22.  Quella  vencra- 
bil  porta,  la  quale  si  era  la  notte  spaUn- 
caU  da  per  lei,  aUora  c».n  gran  faUcaec. 
si  volle  aprire.  E  Dial.  beli.  donn.  !\\^. 
Dn  allo  che  apre,  anzi  spalanca  d  paradiso 
delle  delizie.  Snh.  Spin.  5.  9.  Fu  da  gente 
di  fuori  sbattuta  e  spalancata  quesU  porU 
con  una  spinta. 

S.  Per  melo/,  vale  Dire  aperto  e  chiare 
J-M.  declorare  ,  aperire.  Gr.  «aynvijsiv  . 


i-zt.  aectarare ,  aprnr^.  "».  ""T  '  ,?"  . 
Cari.  Fior.  45.  Guardate  un  poco  se  1  Pel- 
legrino fa  egli  questa  domanda,  o  s'  e  mo- 
stra di  saper  bene  per  se  stesso  qual  sia  ap- 
punto la  differenza  di  quei  due  nomi,  senza 
che  altri  gliele  spalanchi. 

•t  «  SPALANCATAMENTE.  Avverò. 
In  modo  spalancalo  ,  Alla  spalancata ,  A- 
pcrlamenle.  Uden.  Al:t.  3.  l3l.  H  poeta 
dunque  non  fa  d  motto  cosi  smaccato  ce. , 
ne  la  1- uditore  malizioso,  ne  insegna  Jpa- 
l.ncataraenle  il  velame  delle  parole  ,  come 

ce.   (Al  „     , 

SPALANCATO.  Add.  da  Spalancare. 
Lai.  aperlus  ,  palefaclus  .  Gr.  aw>iX=«'«- 
Sagg.  nat.  e.w.  I17.  Vomitando  grandissima 
co,  ia  .1.  bava  per  la  bocca.la  quale  spalaneaU 
itavasi,  e  ripiena  dalU  lingua  slessa.  Tac. 
Dav.  Ann.  3.  Sg.  Stomacò  sopra  tutto  la  cis» 
in  piazza  parala  a  festa  ,  lo  spanto  connto  » 
porte  spalancate,  e  corte  laniiU.Malm.a. 
5,3.  Piena  di  rilii  intanto  una  credenza  VieD 
I  pari  pari  .ipcrta  e  spalancaU. 

f  SPAl.ANCATORE.  lerhal  masc.  Clte, 
0  Chi  sr.ilanca.  Lat.  reseralor.  Or.  0  a»«- 
|I4.  III'.  Pred.  Prese  per  suo  compa- 
gno il  demonio ,  spaUneatore  delle  porte 
infernali . 

SPALARE.  Da  Palo.  ConlraHo  tb  pa- 
lare .  Torre  via  i  pali  che  sosteitpmo  i 
frulli.  Lat.  palos  evellere .  Gr.  ««otow? 
àitomòLi  _ 

t  SPALARE .  Da  Pala.  Ter  via  am 
pala.  Lai  pala  perpurgare.  Gr.  o?"*»'? 
««=>«/=.;<.«.  E..p-  P-  .Voxl.  9  Q»»nJ" 
egli  ha  lungamente  mirato  e  spalato,  e" 
egli  ha  tulle  ordure  gitUle  fuori.  *  OiccA. 
Dot.  3.  4.  Che  domine  fa  egli  tanto  nella 
V  olla?  egli  spala  e  tramuU  sassi,  e  rompe- 
mura,  (f)  „  , 

SPALATA.  L'operazione  dello  spalare 

colta  pala. 

*  SPALATORE.  Colui  che  open  eoit 
la  pala.  Baldin.  l'oc.  Dis  (A) 

SPALCARE.  Disfare  il  palco;  contrarie, 
d-  Imnalcare.  Lat.  laiulatum  vel  laquearia 
dissolvere  . 

«    SPALCATO  .    Add.    da    Spalcare. 
Cecch.   I  ol.  3.  3.  Li  casa  è  tutu  spalcata. 
e  in  puntelli.  (F) 
SPALDO.   Sparlo. 

§  .'ipaldi  ,  SI  dicono  anche  i  Ballatoi 
che  si  faiYvano  aniicamenle  in  cima  alle 
mura  e  alle  torri.  Lai.  mirniana .  Dani. 
Inf  i)  Passammo  tra  i  martini  e  gli  alti 
spabli.  Bui.  ivi  :  Cioi  e  1'  alle  mula  del- 
la  cuti  di  Dite,  che  le  chiama  ipaldi. 
Tass.  Ger.  18.  75  Or  lancia  .  or  trave  , 
..r  gran  colonna,  or  spaldo  D"  allo  discen- 
de.  Ar.  Fur.  14.  111.  TelU  di  torri,  e 
gran  pezzi  di  s|aldi. 

t  J  SPALLA.  ParU  del  corpo  che  dal- 
l' appiccatura  del  collo  si  congiunge  al 
braccio  nell'uomo,  e  alla  gamba  davanti 
ne- quadrupedi    Lai    humems  ,    scapulae. 


S  P  A 

Gt.  Ztioi.  Vant.  Inf.  aS.  Poscia  gli  toI- 
«  le  novelle  spalle.  E  Far.  5.  Ma  non 
trasmuti  carco  alla  sua  spalla  Per  suo  ar- 
bitrio alcun,  hocc.  nov.  53.  5.  Posta  U 
mano  sopra  la  spalla  del  Maliscalco  ,  ths- 
se.  i-;  noi:  62.  12.  Mf^so  il  rapo  per  la 
bocca  del  doglio  ec,  ed  olire  a  questo  1' 
un  de' bracci  con  tutta  la  spalla,  comincio 
a  dire  :    ec. 

§.  I.  Per  similtt.  Lat.  dorsum,  terga  . 
Gr.  vwTOV.  J>ant.  Jnf.  1.  Guardai  in  al- 
to, e  -vidi  le  sue  spalle  (de/  colle j  Ve>mc 
gi^  de'  raggi  del  pianeU  ec.  «r  /ir.  As. 
95.  Era  adunque  un  monte  allissiino ,  al- 
pestre, scuro,  e  tutto  di  bjlvalichi  ailiori 
ripieno.  Ira  le  cui  ravviluppate  spalle  ec. 
apparii  ano  alcuni  pn)loadiss)mi  vallooi.  (C) 

%  II.  f'er  Ispalletta.  lienv.  Celi.  OrcJ. 
6a.  Ciò  fatto,  pongansi  le  spalle  di  terra 
d'  intorno  a  delta  cera. 

#  S.  111.  Spalla yjiguratam.  vale  Aiu- 
to, Soccorso  ,  AppofS^^-  t^"«<^-  '^"^'■-  ^^ 
26.  Quasi  incontanente  dopo  la  morte  del 
padre  fu  assaltalo,  con  le  spalle  de' prin- 
cipali baroni  del  regno,  da  Giovanni  fi- 
^liuol  di  Renalo.  fC)  Bemb.  Star.  2-  18. 
^csiuna  delle  parti  fu  ardita  lU  venire  a 
battaglia  ;  ma  ciascuna  di  esse  con  le  spal- 
le d  alcuna  terra  ben  ferma,  o  d'alcun 
fiume  forti6catasi,  molti  giorni  nel  cam- 
po si  ritenne,  (f'j 

#  §.  IV.  Avere  stilla  spalla  alcuno,  f- 
guraUtm.^  vale  Averlo  alle  sue  spese.  Il 
focabot.  alla   T.   ADDOSSO.  rO 

S  S-  V.  Vare,  Volgere,  o  Voltare  le 
spalle,  vagliono  Cedere,  Fuggire.  Lat.  da- 
re terga,  vertere  terga.  Gr.  Ta'  vwra  £- 
iti-irpifEiv.  Vant.  Inf.  3i.  Quando  An- 
aibtfl  co*  suoi  diede  U- spalle.  Fetr.  cap.  5. 
A  cui  tutto  Israel  dava  le  spalle.  Tass. 
Cer.  19.  8.  Escon  della  cittade,  e  dan  le 
spalle  Ai  padiglion  delle  accampate  genti. 
Sen.  Ben.  I  ardi.  f>.  3o.  Uno  diceva  cbe 
Doa  potrebbero  sofferire  la  dis6da,e  che, 
tosto  che  sentissero  che  venisse ,  volge- 
rebbono  le    spalle. 

*  §.  VI.  h  fguratam.  per  Desistere, 
Torsi  giù  da  un  proponimento,  0  da  un 
impresa.  -  Fetr.  son.  21.  Per  farvi  al  bel 
desio  volger  le  spalle  >»  .  (P) 

*  §.  MI.  Gravar  le  spalle,  figuratam. 
vale  hsser  grave,  spiacevole.  **  Jìant.  Par. 
17.  Quel  cbe  più  li  graverà  le  spalle. 
Sarà  la  compagnia  malvagia  e  scem- 
pia t  .   (C) 

§.  Vili.  Buttarsi,  o  Gittarsi  una  cosa 
dietro  alle  spalle,  vale  Metterla  in  non 
calere.  Lat.  postkabere,  negligere ,  abiice- 
re,  deponere.  *ir.  o  ìliywpsTv.  F.  ì  .  II- 
84.  Tuttoché  la  speranza  della  pace  aves- 
soQO  giltatta  indietro  alle  spalle.  Cas.  Uf. 
Com,  o5.  Poiché  alle  ricchezze  T  onore  e 
la  signoria  si  è  dato,  quelle  sole  ,  gittato 
lutto  il  rcilo  dopo  le  spalle ,  s' apprezzi- 
no. £  lo5.  La  manincunia,  e  l' alterezza 
dopo  le  spalle  sian  gittate.  Bed.  lett.  2. 
tìo.  Di  grazia  non  vi  buttate  dietro  alle 
spalle  questo  affare. 

§.  IX.  ftìstrìgnersi,  o  Strignerst  nelle 
spalle,  o  Strigner  le  spalle ,  esprimono 
uno  Scusarsi  tacitamente  per  più  non  po- 
tere j  e  talora  Cedere  alla  Jortuna  con 
pazienza,  Bocc.  nov.  18.  38.  Ma  pure  , 
nelle  spalle  ristretto  ,  così  quella  ingiuria 
sofferse,  come  molte  altre  sostenute  avea. 
Amet.  80.  E  eon  fervente  disio ,  nelle 
spalle  ristretto,  dice  fra  se.  Frane.  Sacck. 
no*'.  36.  Strìnsono  le  spalle,  e  ringraria- 
ronlo,  ed  andossi  con  Dio.  ^iov.  ani.  102. 
21.  Si  die  ad  intendere  d'avere  errato;  e 
strettosi  nelle  spalle  disse  :  per  certo  io 
sono  stasera  fuor  di  me.  Ar,  Fur.  ^.  27. 
Marfisa  si  ristrigne  nelle  spalle ,  £  quel 
sol,  che  può  far,  le  dà  conforto. 

<!  §.  X.  Par  di  spalla, Jiguratam.  vale 
Prestar  aiuto,  soccorso  a  far  checchessia. 


S  P  \ 

Malm.  6.  39.  Chi  dice  il  lutto  e  se  gli 
raccomanda,  Ch'  ei  voglia  a  Malmantil  eh* 
ornai  traballa,  Far  grazia  anch*ei  di  dare 
un  pu'di  spalla.  (C) 

•f  §.  XI.  Fare  .tpalla,  o  spalle,  vale 
Pare  appoggio.  Lat. /uh ire  ,  terga  sup- 
ponere.  Gr.  ìpii^liv.  Pant.  Inf.  l8-  E 
fa  di  quello  ad  un  allr"  arco  spalle.  But. 
Piirg.  16.  1.  E  Tornerò  m' offerse,  cioè 
mi  porse  la  spalla ,  e  fcccmi  spalla ,  ac- 
ciocché m'  appoggiassi  a  lui. 

§.  MI.  Fare  spalle,  vale  anihe figura- 
tam. Soccorrere,  Porgere  aiuto,  Spalleg- 
giare. Lat.  opem  fcrre.  Stor.  Fur.  2.  l\0. 
Sconhati  in  un  allro  esercito,  si  fermaro- 
no a  far  loro  spalle.  Cuicc.  Stor.  19.  Fi- 
lippino ec.  aveva  portato  i  figliuoli  d'  An- 
tonio da  Leva  a  Gaeta,  e  fatto  molti  di 
spalle,  che  in  Napoli  entrassero  vettova- 
glie. Ambr.  Cof.  I.  3.  Dall'amico  falto- 
oli  Si'alle,  partissi.  Car.  lett.  I.  121.  Mi 
risolverci,  secondo  voi,  s*  io  avessi  de 'pari 
vostri,  che  mi  facessero  spalle. 

!^  g.  XML  Alle  spalle  del  Crocifisso, 
o  d'  alcuno,  vale  figuratam.  ed  in  modo 
basso  ,  Alfe  Spese  altrui,  o  d'  alcuno  . 
J  .  CROCIFIS.sO,  §.  III.  (C) 

*  g.  XIV.  Di  buone  spalle,  fguratam. 
aggiunto  di  persona,  vale  fiobusto.  Atto 
a  portar  gran  pesi.  Bart.  As.  1.  5.  5. 
Appena  due  uomini  di  buone  spalle  la 
porterebbono.   (  P) 

#  g.  XV.  Spalle,  chinmattsi  dai  mili- 
tari la  Parte  dì  dietro  d"  un  esercito,  d' 
una  schiera,  d'  un  campo  ,  d'un'  opera 
difortifuazione  ec.  Segr.  Fior.  Art.  Guerr. 
lib.  2.  E  perchè  noi  abliiamo  oggi  a  par- 
lare più  volte  delle  parti  d' avanti,  di  die- 
tro, e  da  lato  di  questa  battaglia  ,  e  di 
tulio  r  esercito  insieme,  sappiate  che  quan- 
do io  dirò  o  testa  o  fronte,  vorrò  dire  la 
parte  dinanzi,  quando  diro  spalle,  la  parte 
di  dietro.  (C) 

§.  XVI.  Alle  spalle  ,  o  Dalle  spalle  , 
vale  di  Dietro.  Lai.  a  tergo.  Gr.  /kt 
OTtiirev  Tac.  Dav.  Ann.  2.  32.  Ponen- 
do Cesare  il  campo,  intese  esserglisi  alle 
spalle  ribellati  gli  Angrivari-  liemb.  Stor. 
I.  2.  I  nirairi  ec.  dalle  spalle  assalendo  , 
in  tal  guisa  f;li  ruppe  e  diserto  ,  che    ec. 

g.  XML  Dopo  le  spalle,  si  dice  di  Co- 
sa già  passata^  o  lasciata  indietro.  Petr. 
son.  317.  Vedendoti  la  notte  e  *1  verno 
allato^  E  '1  di  dopo  le  spalle  ,  e  i  mesi 
gai. 

*  §.  XVI II  Spalla,  dicesi  anche  in 
term.  di  fortificazione  ,  Una  massa  di 
terra  incamiciata  di  muro  ,  0  di  piote  , 
a'"'iunta  alla  parte  del  f  anco  del  bastio- 
ne verso  la  campagna  ,  per  ricoprire  il 
rimanente    del    medesimo  .     Galil.     Tratt. 

fori.  29.  E  però  Sjingendosi  avanti  secon- 
do la  drittura  D  E  nel  punto  F,  si  è  fatto 
di  grossa  muraglia  il  sodo  E  F  N  G,  che 
dopo  è  stato  dimandato  spalla.  E  cosi  ab- 
biamo la  cagione  .  perchè  il  fianco  si  divi- 
de in  piazza,  e  spalla.    (C) 

*  §.  XIX.  Spalla  del  fiume,  dicono  gP 
Idraulici  Una  proporzionata  quantità  di 
terreno  dall'  una  e  /'  altra  parte  ,  nella 
quale  non  e  lecito  ad  alcuno,  sotto  gravi 
pene  ,  il  lavorare.  J  iv.  Disc.  Am.  4. 
Oltreché  i  terreni  adiacenti  de' particolari, 
ma  prima  le  spalle  e  i  boschi,  dopo  esse- 
re stati  ben  cento  e  mille  volle  (  allorché 
e' non  avevano  difesa)  corrosi,  e  por- 
tati via,  pur  cento  e  mille  volte  per  mez- 
zo de"  lavori  si  sono  ricuperali.  (Cj 

SPALLACCE.  Cr.  9.  29.  1.  Fassi  an- 
cora nel  dosso  un'  altra  lesione  ,  la  quale 
induce  enfiamenti  nella  sommità  delle  spal- 
le del  cavallo,  e  fa  una  certa  callosità  di 
carne  intomo  alle  sue  spalle  ,  la  quale  a- 
vanza  sopra  la  parte  di  sopra  per  l' enfia- 
mento ;  similmente  avviene  per  troppo  ag- 
gravamento ,  e  questa  infermità    s*  appella 


S  P  A 


129:1 


spallacce,  che  dall'  opera  piglia  il  nome,  la 
cui  cura  è  iiuella  medesima,  cbe  del  pol- 
mone prossimamente  si  disse.  Ma  se  le 
spallacce  saranno  dure,  s'ammorbidino  col 
malvavischio,   ec. 

SV\LLACCÌ\. Spalla  grande  e  defijrme . 
Lat.  immane  tergum.  Gr.  veÙTOv  avaioe'?- 
Pant.  Jnf.  17.  1' in' assettai  in  su  quelle 
spallacce,  Ar.  pur.  6-  37.  Un<Ìi(i  passi  e 
più  dimostra  luoie  Dell'  onde  salse  le  spal- 
lacce grosse. 

•f  .SPALLACCIO.  Quella  parU  della 
armadura  antica  fatta  di  metallo  a  sca' 
glie,  od  in  altra  guisa,  che  copriva  la  spal- 
la del  so/dato.  Ctriff'.  Calv.  l.'d!\.  Trovò 
la  spalla,  e  taglio  lo  spallaccio,  li  2.  68- 
La  lancia  lo  investì  sullo  spallaccio.  Morg. 
12.  60.  E  fece  lo  spallaccio  sfavillare,  Ma 
pur   al  taglio  della  spada  resse. 

SPALLAKE.  Guastare  le  spalle  al  ca- 
vallo ,  e  simili,  o  per  soverchio  affatica- 
mento, o  per  percossa  ;  e  in  signific.  neu- 
tr.  pass,  vale  Guastarsi  le  spalle.  Ar. 
Fur.  29.  69.  Volendosi  cacciare  oltre  una 
fossa,  iozzopra  se  ne  va  colla  cavalla  :  Won 
nocque  a  lui,  né  senti  la  percossa,  Ma  nel 
fondo   la  misera  si  spalla. 

SPA1.LAT0.  Sust.  Malore  delle  bestie 
da  Cavalcare,  o  da  soma,  consistente  'n  le- 
sione alle  spalle  cagionata  da  so\erchio 
affaticamento  ,  o  da  percossa.  Cr.  9.  33. 
tu.    Dello   spallato,   e   sua  cura. 

SPALLATO.  Add.  da  Spallare  s  e  co- 
munemente e  aggiunto  delle  bestie  da  ca- 
valcare, o  da  soma,  che  hanno  lesione  nelle 
spalle.  Buon.  Pier.  2.  4-  4-  ^^  duo' ca- 
valli a  un  cocchio  uno  é  spallalo,  L'  altro 
pare  un  Baiardo,  o  un  Vegliantino. 

§.  I.  .^'pallata,  figuratam.  si  dice  d' Uo- 
mo che  sia  sopraffatto  dal  debito.  Lat. 
cere  alieno  pressus,    oneratus.   Gr.    cf  £»■- 

§.  II.  F  ancora  d'Ogni  altra  cosa  ro- 
vinata, o  di  esito  disperato  j  come  ISego- 
zio  spallalo,  e  simili.  Lat.  causa  infirma, 
ns  deplorata.  Gr.  TTpay^a  «TIV5Ì  Tttc/^s- 
vov.  J?  (ecch.  Dot.  3.  3.  1' mi  maravi- 
gliavo che  la  non  fusse  qualche  delta  spal- 
lata. (Vj  Segner.  Mann.  Fvbbr.  26.  4- 
Sono  contenti  ,  come  Acab  ,  d'  una  Mgna 
così  spallala,  cbe  tornava  prò  di  spiantar- 
la per  faine  un  orto. 

't  ^  %•  HI.  Spallato,  al  giuoco  di  Baz- 
zica, si  dice  a  Colui  che  ha  avutolo  spal- 
lo. Minucc.  Maini,  pag.  472.  Quando  uno 
piglia  tante  carte,  cbe  col  lor  contare  pas- 
sino U  numero  3l,  si  dice  spallato,  o  ha 
avuto  lo  spallo.   (A) 

Sl'ALLEGGI.MiE.  Si  dice  del  Cammi- 
nare i  cavalli  con  leggiadria,  dall'  Agitar 
bene  le  spalle  in   andando. 

§.  I.  Per  metaf.  in  signific.  a tt.  si  dice 
del  Fare  altrui  spalla.  Aiutarlo  a  chec- 
chessia. Lai.  f avere,  auxiliari,  opem  f er- 
re ,  subvenire.  Gr.  ^OTiSrerv. 

*  §.  II.  Spalleggiare,  si  dice  anche  del' 
le  Cose  che  danno  aiuto  ad  altre,  l  lut. 
Adr.  Op.  mor.  2.  39.  Come  i  rematori , 
i  quali  ;;Uardando  verso  la  poppa  della 
nave,  pur  sospingono  avanti  la  prua,  ac* 
ciò  la  fuga  dell'acqua,  che  le  corre  intor- 
no per  lo  spalleggiare  delle  percosse  de' 
remi,  l'aiutino  a  muoversi  per  l' innanzi, 
cosi  quelli  ec.    (C) 

SPALLEGGIATO.    Add.    da    Spalleg- 


giare.  Buon.    Pier.   2.   3.    7.  Ed  ella  spa, 


leggiala  dagli  amici  ec.  Drizzasi,  e  torna 
all'  opra. 

SPALLETTA.  Bisa/to  a  guisa  d'ar- 
gine o  di  sponda.  Lenv.  Celi.  Oref,  01. 
Se  gli  debhe  fare  una  sp;dlella  di  terra 
all'intorno,  cbe  sia  alta  due  dita  il  man- 
co. F  l3l.  Se  le  debbe  fare  alquanto  di 
spalletta  d'  altezza  di  tre  dita. 

SPALLIERA.  Quell'asse,  o  cuoio  ,  o 
altra  sì  fatta  cosa,  alla  quale  sedendo  s' 


»a94 


S  P  A 


appo^ia/to  te  spalle.  Af.  P'.  8-  47-  '**" 
torno  allu  piazza  erano  levati  inrastella- 
mcnti  di  legname-  con  panche  da  sedere  , 
ropcrti  di  ricchi  drappi  a  oro,  e  forniti  di 
dietro  di  ricche  spallirrc,  dove  il  Re,  e  le 
Beine,  e  altre  nobili  dame  stavano  a  vede- 
re. Tiuon.  Tane.  l\.  I.  E  un  Iiiivcr  alto 
rome  una  spalliera.  E  Fter.  l^.  5.  I.  Sol- 
dati da  spalliera  e  da  far  mostra  (  qui  per 
itmi/ie.  }  .  E  l^.  1.  7-  Lavora  d*  arnt'si  E 
da  sale  e  da  camere  e  da  letti ,  Spalliere 
e  cBpoletti. 

§.  I.  ^  Spalliera j  si  dice  anche  il  Pa- 
ramento del  luogo,  ove  s'  appoggiano  le 
spalle.  Beni.  rim.  i.  3.  Poi  fu  mautcllu 
.ilmanro  di  Treusse  .  Poi  fu  schiavina  ,  e 
forse  anro  spalliera  ,  Finché  a  tappeto  al 
fin  pur  si  ridusse.  I.a.ic.  Sif'tl/.  I.  1.  Fa 
appicTar  quelle  spalliere  in  sala,  e  in  ca- 
mera nostra. 

g.  II.  Onde  per  similit.  diciamo  Spai' 
Itera  a  Quella  verzura  fatta  con  arie,  che 
cuoprc  le  mura  degli  orti.  Lat.  perisiro- 
mata  topiaria.  Malm.  6.  5l.  Gli  altorti,  i 
mostri  e  i  g'ddti  in  sulle  mura  Forman 
spalliere  in  luogo  di  lumie,  liorgh.  Hip. 
l3l.  Tutto  il  lji>schclto  è  di  fuore  intor- 
nialo, per  ritenere  (;li  uccelli  che  per  en- 
tro vi  cadessero  impaniali,  d'una  fotta  ed 
unita  spalliera  di  SL-mpre  verde  lentaggi- 
ne. Car.  leti.  I.  32.  Ha  daUi  lati  spallie- 
re  d'  ellere,    e   di   gelsomini. 

§.  III.  Spalliera,  si  dice  anche  a'Pri- 
mi   fianchi  della  galea,  vicini  alla  poppa. 

SPALI-IERE.  Colui  che  voga  alla  spai 
liera  della  galea,  che  da  Frane.  Barh.  è 
detto  Portolatto,  quasi  Gr.  TT^wTo;  «'ia- 
TT];,  cioè  //  primo  a  vogare. 

•f  *  SPALLIERETTA.  Dim.  di  Spal- 
liera. Magai.  I.ett.  scicnt.  png.  123.  Tut- 
to intorno  un  viale  che,  incroci;indosi  nel 
mezzo,  ne  di%-ide  il  piano  ec.  in  quattro 
quadri  di  peri  nani  de*  più  noLili,  rigirati 
ciascuno  ne'  suoi  due  lati  esteriori  di  su- 
sini, di  peschi,  e  d'  all»icocchi,  in  spallie- 
retle  basse.  (A) 

SPALLINO.  Spezie  di  vestimento  da  co- 
prir le  .spalle.  Cecch.  Corr.  prol.  Oli  come 
piaccion  lor  quand'  elle  veggono  Que*  be' 
lavori  tanto  larghi  appiè  DÌ  que'  grembiuli , 
o  su  quelli  spallini! 

f  %=  SPALLO.  Term.  del  giuoco  di  Baz- 
zica, Mi.tucc.  Malm.  753.  Picesi  aTer  lo 
.\pallo  quando  uno  piglia  tante  carte,  che 
tol  lor  contare  passino  il  numero  di  3l,  e 
perde  tutti  i  punti  di  quel  tratto,  o  al- 
tro, che  siasi  convenuto.  (A) 
SPALLUCCIA.  Dan.  di  Spalla. 
t  §•  ^-  Dicesi  l'are  spallucce,  o  di 
spalluccia,  e  vale  Haccomandarsi  con  gran 
sommes.Kione ,  ristrignendosi  nelle  spalle. 
Lih.  Son.  65.  Francn  ne  vien  facendo 
dì  spalluccia ,  Guazzandt»  sol  per  non  re- 
stare in  secco.  Varch.  Stot .  12.  4'^)-  Alza- 
va il  capo,  e  faceva  spallucce.  Buon. 
Fier.  4-  4-  ^-  ^""  *^  mestier  nicchiar, 
ne  far  spallucce.  Malm.  i.  2.^.  Fece  spal- 
lucce  a  Ciilcinaia,  e  a  Signa. 

§.  II.  Fare  spallucce,  vale  ancora  Hi- 
strignersi  nelle  spalle  per  mostrare  di  non 
saperi'  a/cuna  cosa.  Buon.  Eicr.  i-  2.  ^. 
Domanila  quel,  richiedine  quell'altro,  l>u- 
ve  sia  l'infermicr:  spallucce  ognuno. 

•f  SPALMAKE.  L'gnere  le  navi.  Sten- 
dere un  pattume  di  sego,  tolfi\  e  f^ece  so- 
pra la  carena  di  un  lut^timento.  La!,  un- 
gere. Gr.  ^piUv.  Petr.  ranz.  3<).  .5.  l^hr 
giova  dunque  perche  tutta  spaline  La  mia 
liarelutlaT  *  Plut.  Adr.  Op.  mor.  f».  171. 
Fanno  legni  mollo  alti  per  commettere  il 
corpo  della  nave,  e  gtltano  la  pere,  e  ragia 
per  impalmarli.  (C) 

*t  *  S-  Spalmare  ,  si  di'-e  anche  per 
similit.  ad  altre  cose  .  Lai-  illinere  .  *ir. 
otajf^i'ctv.  Hed.  Ins.  69.  Essendo  il  s«de 
in   Granchio  ,  pestava  ben    bene  i)  bassili- 


S  P  A 

co,  e  con  esso  rosi  postato  spalmava,  alla 
grossezza  di  tre  dita,  un  tegolo  rovente. 
K  Cons.  I.  44*  *'  '"''*^  *'  3pgiunga  ec. 
the  l'interna  tunica  degl' intestini  è  alta- 
mente impia%trata  e  spalmala  di  materia 
L:lutinosa   e   viscosa.  (') 

SPALMATA.  Palmata,  Percossa  in 
sulla  palma  della  mano  .  Salvia.  Pros. 
Vose.  I.  172.  Che  se  il  commetterle  f  le 
discordanze  )  nel  latino  merita  le  spalma- 
te; quanto  in  quella  materna  lingua,  che 
ognuno  per  obbligo  di  buon  cittadino  è  te- 
nuto a  Sapere,  saranno  cUcno  di  riprensione 
e  di  gastigo  degne? 

SPALMATO.  Jdd.  da  Spalmare.  Petr. 
.fon.  271.  Kè  per  tranquillo  mar  legni  spal- 
mati. Ar.  Fur  l3.  I^.  Quindi  fui  tratta 
alla  galea  spalmata  ,  Primarbè  la  città  n' 
avesse  avvisi.  Bed.  Oss.an.  18-  A'quali  pian- 
tai profondamente  nella  parte  carnosa  del 


f>etto  un  di  que'  fuscelletii  spalmali  di  ve- 
eno  viperino  (  qui  per  similit.  J.  Buon. 
Fier.   Intr.    5.    3.    Fatai    sua    altera  nave 


Spalmata  ,    ogni    lorrente    Può   traversare 
ardita  . 

SPALTO.  Pavimento,  0  Spazzo.  Buon. 
Fier.  5.  4-  2.  Ornar  ce.  Non  pur  le  mura  e 
i  laqueati  t<>tti ,  Ma  gli  spalti  oramai ,  ma  le 
]iiù  basse  Biposte  celle. 

"f  %■  Spalto j  e  anche  term.  di  fortifi- 
cazione militare j  ed  e  Quel  terreno  sgom- 
bro da  qualunque  impedimento  che  cir- 
conda la  strada  coperta,  o  la  controscar' 
pa  ,  e  dall'  estremità  superiore  elei  para- 
petto, o  della  controscarpa,  va  ad  unirsi 
alla  campagna  con  un  dolce  pendio.  ^  Gal. 
Tratl.  Fort.  36.  Questo  lal'argine  si  do- 
manda spalto,  il  quale  viene  col  suo  pen- 
dio a  coprir  di  maniera  la  cortina,  che  il 
nemico,  volendola  abbattere,  e  costretto  a 
tagliare  detto  spalto  e  contrascarpa,  ovve- 
ro ad  alzarsi  con  cavalieri.  fPe) 

3  SPAMPANABE.  Levar  via  i  pampa' 
ni.  Lat.  pampinare  .  Gr.  ^XasToioystv  . 
Pallad-  Magg.  2.  Si  vogliono  spampanar 
le  vili  quando  sono  teneri  i  pampani.  Cr. 
4.  l3.  <).  Utde  esser  penso  ne'luoghi  cam- 
pestri umidi  spampanare  la  vigna  ne'tempi 
convenevoli  .  Soder.  Colt.  71.  Avendogli 
spampanati  bene,  che  il  sole  vi  balia  so- 
pra. E  \li.'\  Tirato  d'  una  vite  della  vigna 
il  sermento  pieno  d'uve,  e  spampanatolo  di 
tutti  i  pampani,  sicché  vi  Steno  ec. 

"i?  %  \.  E  in  signific.  neutr.  m  Cr.  4-  18. 
7.  Di  questo  mese  spampanare  si  conver- 
rà ».  (C) 

§.  II.  Per  meta/.  Buon.  Tane.  4  1-  Or 
venga  di  baleni  un  centinaio,  Si  spampa- 
nino i  tuoi  a  dicci  a  dicci  (cioè,  scoppino 
di  seguito  ). 

SPAMPANATA.  Lo  spampanare.  Lai. 
pampinatio . 

§.  Figuratam.  per  l'auto  .  Lat.  iacta- 
tio .  Gr.  oi'*y.^o-itt'a.-  Buon.  Tane.  4-  ^ 
Egli  e  ben  ver  eh*  egli  han  qualche  ragio- 
ne ,  Perchè  voi  fate  troppa  spampanala  . 
("ar.  lett.  2.  8l.  Vr  ne  scuso  voleutirri , 
con  questo  ,  che  non  mi  facciate  più  di 
queste  spampanate. 

Sl'AMPANATO  .  Add.  da  Spampana- 
re .  Stnf.  Fies.  5<)  Quelle  (  ghirlande  } 
poneva  In  sulle  trecce  lor  non  pettinale  . 
Le  qtiali  <eran  di  fronde  spampanate  (qui 
per  similit. }. 

<?  $  E  per  .KproptKtilato.  Bed.  leti.  35. 
Oh  perire  il  mondo,  si  pn»  egli  mai  al 
•li  (In  nati  tP'vare  una  slravaganta  più 
>[iainpamila7  (B) 

SPAMI'ANAZIONE  Lo  spumpanare  . 
Lai.  pampinatio.  Gr.  o'tvajii'lijio;.  Cr.  4 
18.  7.  Allora  la  spampanaiione  è  neceskj- 
ria.  quando  i  teneri  rami  creperanno  sanzj 
malagevolezza  al  premere  ,  quando  uranno 
»trelti  co' diti. 

*  SPAMPINARE.  Lo  stesso  che  Spam- 
panare.  Lai    pampinare,  pampimos  decer- 


S   P  A 

pere.  Gr.  pui).oxoT£rv,  ^)v.-:ro'/oyttv  . 
Soder.  Colt.  l\0.  Diasi  loro  del  lilame  sta- 
gionato ,  potando  corto ,  zappando ,  e  saam- 
pinandob-  spesso.  (•) 

Sl'ANDEBE.  Spargere,  Versare.  Ed 
oltre  al  signific.  att.  si  usa  nel  neutr. 
pafs,  Lat.  effutidere,  spargere.  Gr.  sV^e'- 
s»v.  Bocc.  nov.  3l.  23.  Or  via  *  a  colle 
femmine  a  spander  le  lagrime.  Dant.  Inf. 
I .  Or  se'  tu  quel  Virgilio,  e  quella  fonte 
)  he  spande  di  parlar  si  largo  finme  T  E 
Par.  <).  La  maggior  valb-,  in  che  l'acqua 
si  spanda-  A'  24.  Seroluanze  femmi ,  per- 
chè io  spandessi  L*  aequa  di  fuor  del  mio 
interno  fonte  .  Din.  (omp.  2.  28.  Span- 
dete il  sangue  de' vostri  fratelli,  spogliatevi 
della  fede,  e  dello  amore. 

g.  I.  Figuratam.  per  /spendere  ,  Do- 
nare. Lai.  largiri,  elargiri,  erogare.  Gr. 
;fapt';;8fl&ai  .  Frane,  /'.arlt.  241  3.  A 
piccoli  ed  a  grandi,  Come  bisogna  spandi. 
E  2(>8.  l4-  E  non  guardar  te  grande  Sa- 
lario in  lei  si  spande- 

§.  II.  Per  Distendere,  Spieeare .  Lai. 
expanderr  .  T^tr.  son  108.  Quanto  più 
disiose  l'ali  spando  Verso  di  voi.  #  Stor. 
S.  Eug.  38«>.  Allora  santa  Eugenia  span- 
detle  le  mani  al  cielo,  e  disse:  ec.  £"391. 
Allora  santa  Eugenia,  spandendo  le  mani 
al  cielo,  comincio  ad  orare,  ec.  (f) 

§.  III.  Per  Dilatare,  Propagare.  Lai. 
dilatare,  propagare.  Gr.  TTAMTuCtv  .  G. 
V.  8-  4^-  1'  ^<^"  >'  vt>BC  spandendola 
maladetta  parte  per  Toscana  .  Dant.  Inf. 
26.  E  per  lo  'nferno  il  tuo  nome  si  span- 
de. E  Par.  1 1 .  Esser  non  paole  Che  per 
diversi  salti  non  si  spanda. 

*  §.  IV.  E  figuratam.  per  Allargarsi. 
Ces.  /  it.  Gonz.  108.  Di  che  egli  confu- 
so ,  ne  fé*  umilmente  richiamo  al  Supe- 
riore, che  a  Luigi  ordinò  che  non  si  span- 
desse più  tanto  in  quelle  dimckstmio- 
ni.  (C) 

§.  V.  Per  Divulgare.  Lat.  evulgare , 
divulgare.  Gr.  cr,ato^t\Jiiv.  Frane.  Smcch. 
Op.  div.  i3l.  Talora  spandono,  per  difesa 
della  città  aver  mosso  guerra  ,  ed  egli  il 
faranno  ,  o  per  sospetto,  o  per  oppinione . 
Frane.  Barh.  34-  l3.  E  chi  parola  data, 
O  ver  detta  in  credenza,  dire  e  spande. 
Fit.  S.  M.  Madd.  36.  La  fama  di  questa 
opera  di  santa  Maria  s'incominciò  a  span- 
dere per  tutte  le  c«>ntrade  d'intorno,  fit. 
S.  (Ho.  Bat.  187.  La  famiglia  se  ne  co- 
minciarono a  avvedere  ce.,  e  incominciasi 
a  spandere  tra  i  parenti,  e  tra  gli  amici  la- 
ro .  Dav.  Acc.  143.  Non  ha  egli  a  suffi- 
cienza portato  i  nostri  «mori  ,  e  spandnla 
la  fama  per  li  lontani  popoli  della  dotta 
Alfea  ? 

SPANDIMENTO  .  Lo  sptutàtre  .  Lat. 
effusio.  Gr.  iy.yysti.  Lih.  Am.  Per  non 
corromper  le  nostre  mani  di  spanilinientt> 
di  sangue.  .V.  /'.  3.  70.  Sanza  spandi- 
menlo  di  loro  sangue  eUtono  de*G«Do%esi 
piena   viiloria. 

t  SPANDITORE  ì'erhal.  mmse.  Che. 
o  Chi  spande  Lat.  eft'usor.  Cr.  0  ixjfjwwv. 
tì.  /'■  II.  3.  l8.  Fu  nominato  da  Dio  ui>- 
mo  spandttor  di  sangue  .  ^  Pallav.  Stor. 
Conc.  3.  682  Assai  celebra  1  fortunali  span- 
ditnn  del  sangue  umano  ,  perchè  in  loro 
soli  l'arduità  dell'opera  è  nota  a  pari  del- 
l' opera.   (  X) 

«    SPANOCTO  .    .4dd.    da    Spandere 
Tnìll     I  irl     Mor,    7.    l>i   quella    dolinna 
i  hf    ì-    cbiamula    coslniuanza  ,    la    qual<*   è 
spaiiilula   per  alquanti   libri.   (C) 
SPAMARF.   Jj-var  le  paniuizole. 
S     I.    In   sijinific.   neutr.    pass.    Lt^'arsi 
</'  addosso  le  paniuzzole  ,  o  la  pania.  Stac- 
carsi dalla  pania.   Lat.    *-iMV  se  liberare. 
Gr  l'foy  otTticuàipo jS^ott.  ilfor]r.  37.»07 
Intanto   vede   Tengi  apparito.   Che,  n.>mr 
il  Itvdo,  pur  s*  era  spaniate. 

S    II      Per   mttnf.    vitlt    Liberarsi,   o 


S  P  A 

Sciarsi  da  alcuno  impaccio,  o  tegame.  Fir. 
iio\\  7.  269.  Comincio  a  cercare  dì  sdru- 
icirc  la  camicia,  v  tanto  mooò  piedi  e  ma 
ni,  che  ella  si  spanio. 

SFAMATO.  Jdd.  da  Spaniarc.  Lat.  i-i- 
sco,  \'ei  aiio  impcdimcfito  ,  aiti  glutine  libe- 
ratus,  Gr.  i  ^où  aTreXsySe^iw&st'?. 

§.  Dare  nello  spaniato  ,  vale  Dare  in 
fallo.  Ingannarsi.  FranC.  Sacck.  Udita  la 
risposta  del  Tesoricro,  s*  avvisò  aver  tlato 
nello  spaniate  .  jéllcg.  325-  Persuadendosi 
forae  costui,  che  sieno  l'Accademia  della 
Crusca,  eia  citt'a  di  Kirenic  una  stessa  pc- 
vrrwla  ee.;  e  (|UÌ  da  in  ispaniato- 

3  SPAGNA.  La  lunghezza  della  mano 
aperta  e  distesa  dalla  estremità  del  dito 
mignolo  a  xptella  del  grosso.  Lat.  palmus 
maior.  Gr.  aTTi&Ofari'.  Dant.  Par.  IQ.  Per 
giudicar  da  lungi  mdle  miglia  Culla  veduta 
corta  fi'  uoa  spaDua- 

*  §.  I.  Spanna,  /guratam.  per  Pìccola 
quantità  di  checchessia,  considerata  nella 
estensione.  «  Bocc.  g.  6.  /  9.  Erano  que- 
ste piagge  ec.  d'alberi  fruttiferi  piene, 
sema  spanna  perdersene.  F.  I-  II-  C)"- 
Non  si  lasciarono  torre  una  spanna  di  ter- 
ra. Stor.  F.ur.  2.  29.  Non  si  potrebbe  as- 
segnarne spanna  sema  dubbio  di  grande 
errore  ».  (C) 

§,  II.  Fer  Mano.  Lat.  palma,  maniis. 
Gr.  -rrotia'/iitl  .  X"p  •  F>ant.  Inf.  6.  E  'l 
Duca  mio  ,  dùlese  le  sue  spanne  ,  Prese 
la  terra  .  Cant.  Cam.  l3.  Tenete  strette 
allo   spender  !e  spanne. 

SPANNALE,  .^dd.  Dì  lunghezza  d'una 
spanna.  Lat.  pnlmaris.  Gr.  ^Trtàa/xaloc. 
Frane.  Sacch.  nov.  S^-  Non  sono  egli 
chiavati  con  aguti  spannali?  E  nov.  193. 
Por»ò  seco  in  mano  uin  grande  aguto 
spannale . 

SPANNARE.  Contrario  d"  appannare. 
Calare  il  panno  delta  ragna  e  mandarlo 
giù,  sicch'  e'  non  faccia  i  sacchi  nelle  ma- 
glie dell'  armadnra.  Morg.  2^  l47  Por- 
gli che  '1  vento  gli  avesse  spannalo  E  spin- 
to sopra  la  siepe  la  ragna  (qui  figurafam., 
e  vale  guastogli  i  suoi  disegni,  o  scoperto 
lo  *ngaDOo). 

*1*  ^'  %■  Spannare,  per  Torre  il  panno, 
cioè  Quel  certo  quasi  vela  che  si  genera 
netta  superfìcie  de*  liquori  ;  jXettare,  Le- 
vare i  sucìdumi.  Penv.  Celi.  Ore/.  lOl.  Si 
piglia  dell*  orina  di  fanciullo  ec,  e  cosi  tie- 
pida con  setoline  di  porco  in  una  catinella 
netta  si  spanna  colle  dette  setole.  F  io3. 
Indi  si  spanni  con  una  setola  Dell*  acqua 
fresca.  /'.'  lOij-  Cosi  calda  spengasi  in  acqua 
fresca  ,  di  poi  si  spanni  ,  e  cosi  fredda  si 
faccia  di  nuovo  boUirc  nella  grumata  per 
Ijrevissimo  spazio.  Ciò  fatto,  tornisi  di  nuo- 
vo a  spannare  in  acqua,  e  bruniscasi  dove 
più  aggrada.  (•) 

*  SPANNARE.  V.  A.  Uscire  di  pan- 
na. Mettere  in  movimento  la  nave.  Scio- 
gliere. Bim.  j4nt.  voi.  I.  pag.  89.  Com* 
uoni  rh'  è  in  mare  ,  ed  ba  speme  di  gi- 
re ,  Quando  vede  lo  tempo,  ed  elio  span- 
na    (M) 

SPANNOCCniARE.  Tagliar  la  pan- 
noce  hia. 

§.  J°tr  meta/.  Vani.  rim.  16.  Che  mai 
110' impetra  Mercè,  che  '1  suo  dcvcr  pur  si 
spannocchi 

*  SPANSIONE.  Lo  spandere,  Span- 
dimento.  Med.  Arh.  Cr.  2.  Nella  prima  , 
r  nella  sezzaia  di  sotto  ispansione  di  rami 
suoi  si  dìscrìva,  e  dimostrisi  U  nascimento 
e  r  origine.  (C) 

SPANTARE  .  Maravigliarsi  estrema- 
mente .  Foce  bassa.  Lai.  valde  mirari , 
admiratione  percetli ,  demirari  ,  ohstupe- 
scerr.  Gr.  y'rrs^^aujuia^iiv.  Amì'r.  Furi. 
5.  i.  Io  strabilio,  trasecolo,  e  spanto  affatto. 
Malm.  6-  55.  Si  maraviglia,  si  stupisce, 
e  spanta  Martinaiia  in  veder  si  vaghi  fio- 
ri .  ^  Beri     Gtamp.   72.  Ma  quel    clyster 


S  P  A 

e  quel  clyzia    mi   fanno    spantare  ,  strabi- 
liare,    trasecolare.  (Ci 

Sl'ANTATO.  Add.  da  Sp,inlare .  Lat. 
atlonilus  .  admiratione  perculsus  .  Gr. 
uTsp^aJuaioc^  .  Cari.  Fior.  l43.  Sono 
gli  Accademici  della  Crusca  rimasi  iu  tut- 
to storditi,  non  che  stupidi,  confusi,  spun- 
tati .  strabiliatile  strasecolati.  Salv.  ò'pin. 
5.  I  E*  si  vedeva  che  egli  slava  spantato , 
avendomi  veduto  sopraggiugnere  allo  im- 
provviso quivi  per  lui. 

*  SPANTEZZA.  Magnificenza.  Beltin. 
Biicch.  Né  si  può  dir  quant'  ci  vi  spende 
e  spande  ,  Perchè  la  sua  spantezza  è  troppo 
grande.    (A) 

SPANTO,  .fdd.  da  Spandere.  Lat.  spar- 
sus.  Gr.  e-sTraD.oi'vo,-.  Bini.  ant.  M.  Cìn. 
l36.  Quando  ha  per  gli  occhi  sua  poten- 
za spanta  ,  Di  dar  se  non  dolor  mai  non 
procede  . 

g.  Spanto,  vale  anche  Pomposo,  Ma- 
gnifico, Fcccdente.  Lai.  mirificus,  laulus, 
spIendidus.Gr.).rxy.T:pòz.  Cant.  Cam.  112. 
Questi,  che  sou  si  magni  e  grossi  e  spanti 
ec.  ,  Gli  darem  tutti  quanti  ,  Pagando  di 
contanti.  F  287.  Aver  nessun  piccin  da 
noi  non  puossi,  Perchè  i  nostri  son  lun- 
ghi ,  spanti  e  grossi.  Tac.  Vav.  j4nn.  3. 
Sq.  Stomacò  soprattutto  la  casa  in  piazza 
parata  a  festa  ,  lo  spanto  convito  a  porle 
spalancate,  e  bandita  .=?  .^ho/i.  Fanc.  5. 
7.  Come    tu    giugni    per    galanteria,  Vo' 


S   P   A 


129-' 


di    scar 


pe 


span- 


darli 
te.  (N) 

*  SPAPPOLABILE  .  Add.  Che  può 
spappolarsi .  Bellin.  Disc.  l3.  E  tenero 
anch'  egli  ,  e  facdmente  spappolabile  .  /i 
poco  dopo:  Per  tutto  è  spappolabile.  (Min) 
SPAPPOLARE  .  ìSeutr.  pass.  Non  si 
tener  bene  insieme.  Disfarsi.  F'oce  bassa. 
Lat.  dissolvi.  Gr.  Si'j.ljtn^tfA.  Bed.  Oss. 
an.  17.  Le  leste  delle  vipere  ce.  facilissi- 
mamente si  spappolavano  in  mano.  -I*  Bel- 
lin. Disc.  I.  8.  Cervella  che  appena  toc- 
che SI  spappolano  in  mano    ec.   f/'V 

^  SPAPPOLATO.  Jdd.  da  Spappolare 
Scgner.   (A) 

*-|-  *  g.  Biso  spappolato,  vale  Bi.io  pre- 
cipitoso e  temerario.  Salvia.  Buon.  F  ier. 
2.  2.  8.  Bidone  in  basso  modo  diciamo 
sghignapnppolc,  per  avere  uno  ghigno,  o, 
per  dirla  alla  Ialina,  un  cachinno  spai)po- 
lato.    (A) 

SPAItABICCO.  Vicesi  Andare  a  spara- 
hicco  ,  che  Ville  lo  stesso  che  yìndare  a  zon- 
zo, r.  A  SPARABICt.O. 

SPARAGHELLA  .  Specie  dì  sparagio 
ser-mentoso  di  f rondi  perpetue,  detto  an- 
che Palazzo  di  lepre.  Lai.  asparagus  foliis 
aculis,  corruda. 

SPARAGIAIA.  Luogo  piantato  di  spa- 
ragi. Lai.  asparagctum  ,  locus  a.^paragis 
consitus.  Gr.  a?7Ty/3C.y  w'v  .  Buon.  Fier. 
A.  /j.  a.  Lungo  i  rivi  Stare  a  sarchiar  le 
travole,  e'  cannoni  Far  per  la  sparagiaia. 

SPARAGIO.  Frba  di  foglie  sottilissime 
come  il  finocchio,  della  quale  si  mangiano 
i  talli  subito  che  spuntano  dalla  terra.  Lai. 
asparagus  satii'a.  Cr.  6.  11^  I-  Gli  spa- 
ragi son  caldi  e  secchi  nel  teizo  grado,  il 
cui  frutto  e  seme  si  confa  a  medicina,  e 
le  sue  tenere  vette  tolte  con  la  carne  , 
ovvero  con  1'  acqua  ,  vagliono  contro  all' 
oppilazione  della  milza,  e  del  fegato.  Pat- 
lad.  F^hbr.  25-  Incominceremo  a  semi- 
nare gli  sparagi  antichi,  e  pare  a  me  utile 
di  Tannare  insieme  molte  radici  di  sparagi 
agresti.  Buon.  Fier.  3.  4  4  Prug^oi , 
pere,  sparagi,  confetti. 

§.  Figiiratam.  ^tenz.  sai.  1.  Rorape- 
van  giovanacci  all'  osteria  Collo  sparagio 
loro  i  deschi  e  i  pialli  (qui  in  sentimen- 
to osceno  ). 

SPARAGNARE.  Bisparmiare.  Lai.  par- 
cere  ,  comparcere  .  Gr.  yeto£5&«l.  .  Fr. 
lac.    T.   2.   4-   '2.   Nulla    cosa    non  spara- 


gna Per  la  sera,  o  pel  dimane.  Dittam. 
2.  3o.  Rosso  e  bianco  per  lei  non  si  spa- 
ragna . 

§.  Sparagnare ,  per  Perdonare.  Lat.  par- 
cere,  ignosccre.  Cir.  ysioe'j&ai,  ^yyytvw- 
ffjtEiv.  Dittam.  2.  24  Al  fin  colei,  che  a 
uiun  sparagna,  Dopo  li  dodici  anni  ed  al- 
cun mese  Prese  e  chiuse  costui  nella  sua 
ragna  . 

'.•  SPARAGNO.  lUsparmio;  onde  dicesi 
i  n  proverb.  :  Lo  sparagno  è  il  primo  guada- 
gno, cioè  il  risparmiare  è  principio  del  gua- 
dagnare. Serd.  Prov.  (A) 

'':-  SPARAGO.  Sparagio.  Pallad.  Marz. 
l4-Lo  sparago  ,  ch'elle  produceranno  ,  in 
prima   vorrassi  troncare.  f/J 

*  SPAHAMENTO.  L' azione  dello  spa- 
rare, (/ì  } 

*SPARAPANE.  T'oce  bassa.  Mangia- 
pane, Pivoratore  di  panej  e  si  suol  dira 
in  derisione  a'  bravazzi  ,  agli  spacconi  . 
Lat.  fruges  consumerc  natus,  'panìvorus. 
Gr.  otT5/r.u^o^,  «pro^ayo;.  Malm.  9.  9. 
E  coi  coltelli  in  man,  standovi  a  petto,  Riu- 
sciste si  bravi  sparapani.  (*) 

-|-  SPAlìARE.  Propriamente  Fender  la 
pancia  per  cavarne  gì'  interiori.  Lat.  exen- 
terare.  Gr.  s^iVTEf i^etv.  G.  V.  12.  16. 
l5.  Fu  morto  ec,  e  sparato  e  sbarrato  co- 
me porco.  Olt.  Com.  inf.  9.  l55.  Perseo 
prese  il  regno  di  Medusa,  tagliolle  la  le- 
sta, sparolle  il  venlic.  Maestruzz.  I.  4^- 
De'si  adunque  isparare  la  donna  ,  s*  ella 
è  nioi la  . 

-.'  g  I.  Sparare  ,  per  Fendere  per  lo 
lungo.  Tagliare  in  mezzo.  Dividere.  Ar. 
Fur.  Ili.  ^^5.  Leva  il  brando  a  due  mani, 
e  )«en  si  crede  Partirgli  il  capo,  il  petto, 
il  ventre  ,  e  '1  tutto  ec.  ;  E  ,  s'  era  altro 
ch'Orlando,  1*  avria  fatto:  L'avria  sparato 
fin  sopra  la  sella.  (  Pj 

g.  II.  Sparare,  è  anche  contrario  d' 
imparare.  Lat.  dedi scere  .  Gr.  aTTO/xwv- 
Sravó(V.  Palnff.  5.  Chi  ha  sparato  a  tre- 
scar su' sciagura.  Frane.  Sacch.  rim.  5o. 
Così  chi  dee  apparar  mai  non  impara,  E 
chi  ha  apparalo  tosto  spara .  Sen.  Pist. 
Molte  altre  cose ,  le  quali  sarebbono  da 
sparare  ,  se   tu  le   sapessi. 

g.  III.  Sparare,  l'usiamo  anche  per  lo 
contrario  di  Parare;  come  Sparar  la  Ca' 
sa,  cioè  Spogliarla  de'paramenti.  Lai.  or- 
namenta tollere.  Gr.  ocxov  aTZoyuuvflJV. 
•^^  tart.  Fit.  Bellarm.  lib.  3.  rap.  7.  Un 
anno  in  che  la  stagione  del  verno  corre- 
va fredda  più  dell'  usalo  ,  messi  gli  occhi 
ne'  parali  delle  sue  stanze  ec.  ,  gli  parve 
sentirsi  limproverare  ec.  e  senza  più  mandò 
sparar  quelle  stanze  ,  e  de' lor  panni  farne 
elemosina  a' bisognosi.  (CP) 

g.  IV  Sparare,  parlandosi  alarmi  da 
fuoco,  vale  Scaricarle.  Lat.  displodere . 
Gr.  ^ta/fOTEty .  /  arch.  Stor.  8.  191. 
Menlrechè  nel  far  la  mostra  facevano  la 
chiocciola,  e  sparavano  gli  archibuji.  Mail. 
Franz,  rim.  buri.  3.  lOI.  Muovesi  allora 
il  cacciatore  in  fretta  ,  Poi  alla  volta  sua 
ne  ì'a  tentone.  Tanto  che  spari,  e  che  gU 
dia  la  stretta. 

g.  V.  Per  similit.  Scagliare  ■  Lat.  ta- 
cere,  iaculari .  Or.  ciTTTSiv.  Tac.  Dav. 
Stor.  2.  279-  Con  una  torre  in  suU'idti- 
ma  nave  del  ponte,  per  tenere  .  sparando 
tiri,  il  nimico  discosto. 

g.  VI.  Sparare,  si  dice  anche  del  Cavallo 
che  tira  i  calci  a  coppia  .  '"?  fati  Lepid. 
57.  Un  cavallo  infuriandosi  cominciò  a  far 


alti  e  sparar  calci  ,  con  gran  pericolo  di  chi 
lo  cavalcava.  (Min) 

g.  MI.  Spararsi  per  alcuno,  sale  im- 
pegnarsi anche  a  costo  della  vita  a  prò  d' 
alcuno.  Fargli  ogni  sorta  di  .servigio  an- 
che con  proprio  incomodo  .  Malm.  2.  4 
Ed    in  lur  prò  sarelibesi  sparalo. 

SPARATA.  ì  erbai.  Grande  offerta,  o 
Vantamento  .   ma   per    lo    più  di  parole. 


S  P  A 


S  P  A 


S  P  A 


Tac.  Dai-.  Stor.  I.  2^g.  t  più  eodardt 
ce.  più  sparate  facevano,  e  più  feroci  (  il 
testo  lat.  ha:  nimis  verliis,  lingule  feroces). 
*  Accad.  Cr.  Mess.  Si  rouosceva  ec.  che 
con  questa  sparata  delie  sue  grandexic  si 
tirava  più  al  terrore  che  all'  ammirazio- 
ne. (A,  Bari,  I  it.  Jìdlarm.  Uh.  \.  cap. 
l3.  Se '1  Wiltachcro  Inglese  fé' mostra  di 
poter  bastare  e^li  solo  a  tanto,  ella  fu  una 
sparata  di  vanto ,  che  al  provarvisi  conolibe 
esser  troppo  altro  il  mantenerla  in  fatti  , 
che  prometterla  in  parole.  (CP) 

■J-  5S  §.  Spatutta,  dicesi  anche  alla  Scarica 
di  una,  o  più  armi  da  fuoco.  Segner.  Fatta 
una  sparata  liherameotc  correvano  a  lilrai- 
.i.  ^V^ 

SPARATO.  Susi.  Tagliatura,  o  Aper* 
tura  per  lo  più  dalla  parte  davanti  delle 
vesti  e  delle  camicie.  ^  ìnfer.  Appar.  E  la 
Teste  di  sopra  sparata  a  guisa  di  camicia 
ec.  e  si  chiudeva  quello  sparato  da  una 
maschera  d'  oro,  che  <>i  conducca  iiiGou  al 
petto,  dalla   quale    pendeva  ec.  {A} 

SPÀKATO  .  AM.  da  Sparare  .  Lat. 
cxenteratus,  dtsscrtus.  Gr-  i^ivript'i'^ni- 
M.  r.  4-  37.  sparata  la  maladelta  j;atta,  le 
trovarono  gli  occhi  del  fanciullo  in  corpo. 
Sagg.  nat.  esp.  268.  Le  quali  (galline) 
imbeccate  con  palline  di  cristallo  massic- 
ce ,  sparate  da  noi  in  capo  di  parecchie 
ore  ,  ce. 

g.  I.  Per  similit.  Aperto.  Amet.  26. 
Una  bellissima  fibula  non  solamente  d'oro, 
ma  di  varie  gemme  splendientc  discerné, 
la  quale  coli^iugnea  le  jiarti  dello  sparato 
mantello  di  colei  .  Varch.  Stor.  t).  265. 
Una  veste  ec.  sparata  dinanzi  e  da*  lati , 
dove  si  cavano  fuori  le  braccia,  ed  incre- 
spata da  capo. 

g.  11.  Sparato,  parlandosi  d'armi  da 
fuoco,  vale  Scaricato.  Lat.  displosus.  Stor. 
Eur.  5.  Il4-  Sparato  il  fuoco  in  tanta  ab- 
bondanza ,  che  tutto  it  mare  pareva  uno 
incendio.  Sagg.  nat.  r.<p.  249-  Un^  palla 
d'  anhibuso,  o  d'artiglieria,  cadendo  da 
un'  altezza  quanto  si  voglia  grande  ,  non 
farà  quella  percossa  che  ella  la  sparata 
in  una  muraglia  in  lontananza  di  poche 
braccia . 

•f  SPARATORE.  J'erbal.  masc.  Che, 
o  Chi  spara.  Buon.  Fìer.  3.  4-  2.  Ceda  e 
passi  Non  adiralo,  non  bestemmiatore,  Non 
sparator  :  tra  gli  uomini  civili  Segga  civi- 
le, e  non  ec.  (qui  vale,  che  fa  delle  sparate, 
che  si  vanta  )■ 

SPARAVIERE  ,  e  SPARÀVIERI  .  SDar- 
viere.  I\'ov.  ant.  61.  I.  Levavasi  il  detto 
sparaviere  in  pugno  .  Itern.  rim.  i.  70. 
Quest'  era  un  bello  e  gentil  sparavieri , 
eh'  eì  s'  avea  preso  e  acconcio  a  sua  ma- 
no. E  I.  99.  O  voi  portale  in  pugno  un 
sparavieri . 

SPARECCHIARE.  Contrario  d'  Appa- 
recchiare. Levar  via  le  vivande,  e  l'  altre 
co.te  poste  sopra  la  mensa  .  Lat.  mensas 
removere.  Cant,  Cam.  88.  Wo'abbiam  qui 
una  barba.  Che  faria  pregna  una  veci  hia;  Se 
d'  aver  figliuol  vi  garba  ,  Vcuderem  ,  che 
si  spareccbij  (qui  vale:  siamo  in  procinto 
di  partire).  Fir.  lue.  I.  l.  Quando  i' mi 
niello  mtorno  a  una  tavtila  ,  i*  la  spjrci-- 
chio  in  modo  ,  rhe  e*  non  acca^le  che  la 
fante  la  sparecchi  altrimenti. 

§.  Sparecchiare,  l'usiamo,  in  modo  bas- 
so, in  stgniftc.  di  Mangiare,  assai.  Morg. 
27.  1 14-  I^li*  ii>^"  ^*J"  tiilti  i  pruTcrbii  com- 
presi. Come  dir  eh'  alla  mensa  non  s*  invec> 
cbia.  Che  poco  vive  chi  molto  sparr<  chia  ■ 
/,i7»,  Son.  8a.  Sicché  fie  tempo  ornai  che  lu 
sparcrchi.  Fir.  ì.iic.  I.  !\.  Lo  Sparecchia 
sparei-rhia  pi-r  otto  al  sicuro. 

SPARECCHIATO.  Add.  dn  Sparecchia- 
re, Frane.  Sacch.  nov.  l8-  Couiiderando 
che  dopo  tU.Mnarc,  lavate  le  mani,  in  su  I.1 
sparecchiata  tavola  d'arcare  loro.  4  E  ap- 
ptxsso:  Avendo  desinalo,  ed  cucodo  eoo 


loro  ragionamenti  alla  mensa  sparecchiata  , 
disse  il  Ba^so:  ve.  iB) 

t  SPARECcHIATORE.  l'erhal.  masc. 
Che,  0  (hi  sparecchia.  Buon,    l'ier.  3.  2. 

15.  Lerrator  iti  scodelle,  Sparercbiator  di 
piatti.  Fatti  'n  là:  che  begli  adii  (qui 
nel  signific.  del  g.  di  SPARKCCHIAR  E  . 
Lui.  gnalho.  (ir.  ^ttìii.t'xÒ'/^O^  ). 

t  *  SVKW^CCmO.  V  azione  del  levar 
via  le  vivande  ,  e  P  altre  cose  della  mensa  ; 
ed  anche  del  .Mangiare  assai.  Lat.  mensa: 
remotio.  Pros.  Fior.  6.  220-  Se  nell'ap- 
parecchio vi  siete  fatti  un  sommo  ono- 
re ,  è  stato  fatto  anco  a  voi  nello  spwec- 
chio.   (•) 

•f  *  SPAREGGIO.  Disparità,  Pisu- 
guaglianzaj  contrario  di  Pareggio.  Magai, 
part.  I.  lett.  19.  Che  se  mi  dite  anche 
tra  bestia  e  bestia,  tutto  che  di  organi  si- 
mili, osservarsi  notabilissima  differenza  di 
genii,  di  costumi  e  di  opci-azioni,  rispon- 
do che  lo  sparegi^io  non  e  mai  cosi  gran- 
de a  un  pezzo,  come  quel  che  si  osserva 
ec.   {A, 

'f*  SPARERE.  Neiitr.  Venir  meno  al 
paragone.  Scomparire,  Sparire,  fiim.  ant. 
Eonagg.  Urhic.  pag.  2gi^.(7.ane  \'jÌl)  Mcm- 
brando  il  suo  visaggio.  Ch'ammorza  ogu* 
altro  viso,  e  fa  sparere  In  tal  maniera,  che 
là  ov' ella  appare  Nessun  la  può  guardare, 
E  mettelo  in  errore. 

SPARGERE.  Versare,  Gettare,  0  òf an- 
dare in  più  parti  i  ed  oltre  al  sentim.  att., 
SI  uva  nel  signific.  neutr.  pass.  Lat.  ef- 
fundcre,  spargere.  Or.  e/;fS2cv,  cTìst'peiv. 
Dant.  Par.  27.  E  Sisto  e  Pio,  Calisto  e 
Urbano  Sparser  lo  sangue  dopo  molto  lie- 
to. Bocc.  nov.  5o.  l3.  Egli  è  che  dianzi 
imbiancai  miei  veli  col  zolfo  ;  e  poi  la  teg- 
gbiuzza,  sopra  la  quale  sparto  1' avea  ec. , 
la  misi  sotto  quella  scala.  J'il.  S.  M.  Madd. 

16.  Isrelsc  il  più  prezioso  e  'l  migliore 
unguento  ch'ella  avesse,  ed  cmpienne  un 
bossolo  d*  alabastro  ec.  ,  e  portollo  seco 
tuttavia  sospirando  e  spargendo  lagrime- 
Maestruzz.  i.  85.  Che  sarà  seVuomoec. 
iinmanicncntc  isparge  il  seme  di  fuori , 
ec.  ?  Se  puote  essere  alato  con  medicine, 
è  manifesto  quello  che  far  si  dee. 

g.  I.  Per  metaf.  Lil.  fundere,fundita' 
re.  Gr.  X^-*'-  Dant.  Purg.  29.  A  descri- 
ver lor  forma  più  non  spargo  Rime.  Petr. 
canz.  38.  3.  Quanti  versi  Ho  già  sparti  al 
mio  tempo  !  =?  Segner.  Pred.  Pai.  Ap. 
l\.  2.  Tutta  (la  sua  fiducia)  la  riponeva 
nelle  preghiere,  ch'egli  spargesse  giorral- 
mentc  per  l'anime  a  se  commesse.  ^ Tf^J 

g.  II.  Per  Distendere.  Lai.  espandere. 
Pctr.  son.  l63.  Le  quali  (chiome)  ella 
spargea  si  dolcemente  ce.  Che  ripensan- 
do ancor  trema  la  mente. 

§.  111.  Per  Dividere,  Mettere  in  qua  e 
IH  là  .;  e  in  signific.  neutr.  pass.  Andare 
in  qua  e  in  là.  Lat.  diviitere,  distrihuere, 
dispergere,  dissipare.  Gr.  fUpitttv  ,  èta- 
v!'//8»y.  ota7rrei;Seiv.  G.  /'.  4-  6.  3.  I 
Fiesolatii  ec.  nella  disfauone  di  Fiesole 
molto  SI  sparsero ,  e  chi  o'  andò  in  una 
parte,  e  chi  in  un'altra. 

y,.  IV.  Per  Divulgare.  LaL  divulgare, 
difjerre,  spargere  in  vulgus.  Gr.  or,uto9S- 
v«(»  •  oia»r._uiZ<iv.  Bocc  nov.  38-  itìi 
Sparsesi  fuor  della  chiesa  tra  gli  uomini 
la  novella.  Fifoi-.  1.  a»).  Sparsesi  per  la 
real  corte,  e  per  tutta  Marmoriiia  la  morto 
delta  |;raziosa  Giulia.  Frane.  Sacch.  nov. 
117.  Tanto  si  sparse  la  fama  ili  quello 
bricTc,  che  beata  quella  donna  gravida  in 
Siena   lo    pi'trsse   accattare. 

*  g-  V.  per  l.tpargrrsi  voce.  Lai-  in- 
ctehrescere .  Guice.  Stor.  1.  473.  Comin- 
i  lalosi  a  spargere  nrl  popolo,  rd  raiandio 
Irj  all'Uni  de' principali,  ni>n  eurr<*  ron\r* 
mente,  che  per  mantenerr  la  potenza  d' 
un  ciitadiuo  si  mettesse  tutta  la  città  in 
si  gravo  pericolo  ;  Pandolfo  deliberò  ec.  (L) 


g.  VI.  Per  Allargare,  Dilatare.  LaC. 
pandtre,  e x tendere,  fu ndere.  Gr.  TÌartA 
vctv,  TreTavvùyoct,  x**'^-  *  Tass.  Ger. 
4-  3o.  Dolce  color  dì  rose  in  quel  bei 
volto  Fra  l'avorio  si  srarge  e  si  confon- 
de.  (C, 

g.  VII.  Per  Distrarre,  o  Causar  di' 
strazione.  Lat  avertere,  animum  avocare. 
D.  Gio.  Celi.  lett.  53.  Per  le  quisùoni  vi 
riempierete  di  fantasie ,  e  spargerete  la 
mente.  E  S").  Imperocché  le  punture  del 
loro  pensiero  stpiarciano  la  mente  e  spar- 
gono. Mor.  S.  Oreg.  1.  7.  Spargendosi  la 
mente  in  molle  cose,  già  dentro  di  sé  Doa 
si  può  fermare. 

*t  S-  Vili.  Spargersi  il  fiele  ad  alcu- 
no, vale  Avere  il  male  d' itterizia.  Lai. 
regio  marito  laborart.  Gr.  t/TC^iav.  Buon. 
Fier.  3.  1.  5.  Tanto  cb' a  poco  a  poco. 
Perchè  'l  suo  debil  stomaco  noi  resse.  Die 
'n  una  op|>ilazione  Che  fé'  spargergli  '1 
fiele. 

SPARGIMENTO  .  Lo  spargere.  Lai. 
efftisio.  Gr.  w^u'^-  (••  '  ■  7-  I07-  2. 
Ove  grandissimo  spargimento  di  sangue  s* 
era  fatto.  L'occ.  g.  6.  /».  5.  Mcsser  Maz- 
za entrasse  in  Monte  Nero  per  forca  ,  e 
eoo  is|'argimento  di  sangue.  Tes.  lìr.  3. 
7.  Là  ove  tu  vedrai  l'aere  crespo,  quasi 
come  una  sembianza  di  spargimento  di  ru- 
giada, che  ciò  è  segno  d'  acqua  cbc  è  ri* 
posta  sotto  terra,  h'ass.  237.  Arme  e  col- 
tello ,  e  spargimento  di  sangue  nella  via 
degli  uomini  superbi.  Vii.  S.  Margh.  l33- 
oli  carnefici  fortemente  tormentavano  san- 
ta Margherita;  e  per  lo  mollo  spargimen- 
to di  sangue  che  le  ascia  ,  il  Prefetto  si 
copria  la  faccia  cui  suo  mantello,  che  non 
la  polca  sostenere  di  guardare.  #  y'inf. 
Fies.  244'  Pi<"*"l'i*^"*  l'uscio  mollo  furio- 
so *,  E  tanto  vi  percosse  con  tempesta,  Ch* 
egli  entrò  dentro,  e  non  già  con  riposo  , 
Ma  con  battaglia  grande  e  sfornamento,  E 
forse  ancor  di  sangue  spargimento.  (B) 

§.  I.  Per  Distrazione.  Lat.  animi  at-o- 
catio.  Gr.  x'^otootìt,  roJ  vo*.  Cava/c. 
Frutl.  ling.  E  questa  consìste  in  revoca- 
re il  cuore  da  ogni  s[>argimento.  E  altro- 
ve :  L'  uomo,  quando  vuole  orare,  si  d«b- 
bc  ricoglierc  al  cuore,  e  rifermare  lotti  gli 
spargimenti  de'  seutimenti.  Coli.  Ab.  Isa- 
ac, cap.  2.  Ama  la  po^ertade  con  pazicn- 
zia,  acciorchè  1'  anima  tua  s'  unisca  e  cessi 
dallo  spargimento.  Fr.  Ciord.  S.  Pred. 
45.  Acciocché  bene  e  perfettamente  e  ve- 
ramente vcgciamo  e  investighiamo  ec.  da 
tutti  gli  spargimenti  e  sollecitudini  mon- 
dane. 

•f  *  ^.  II.  Spargimento  dt  Jiée  ,  mei 
senso  del  g.  Vili,  di  SPARGERE.  Bed. 
Cons.  pag.  aaO-  (*diz.  de"  Class.  )  L'  II- 
luslrissinii»  ce,  bcnignissimo  di  genio,  ma 
faide  atl  (entrare  in  cidlera.  a  segno  (ale  , 
che  alte  volte  ne  porta  un  cMiIcnte  vesti- 
gio nel  vullo  ,  quasi  cbe  sia  uno  spargi- 
mento  di   fiele,   re.   'A) 

*t  ^  SPARGIRICA.  Pavasi  in  addtt- 
tr\>  queste  nome,  che  viene  dal  greco,  alla 
Chimica,  in  qnanto  che  per  essa  si  sepa- 
ravano ed  anahziavan^  i  Corpi.  Art.  f'e^ 
tr .  .\er.  Proem.  Nel  servizio  poi  dell*  ar- 
ie dikUllaloria  0  spargirica  fc  cosi  utde,  ec. 
K  appresso  :  Se  ronowrro  le  mie  fatiche 
esser  grate  re,  mi  inanimirò  forse  a  pub- 
blicare r  altre  mie  fatiche  ec.  fatte  re. 
nrll'arlr  rhimir»  e  kpargirica,  che  per  ser- 
vizio  dell'  uomo   ec.   (A) 

t  SPARGITORE  ;>r/«t/.  masc.  Che, 
o  Cfii  sparge.  Lat.  efusor.  Cr.  e  l"jtx*w». 
G.  /'.  7.  t»7.  a.  Corrompitori  tli  pace,  e 
di  Oistiani  ux  idiiori ,  e  spargitori  delle 
sangui  de'  noNtri  (rateili.  Ricord.  Ma/esp. 
Cip.  63.  1  Cardinali  gli  dissono  non  esser 
df'gno,  che  spargitor  di  sangue  era  statu» 
But.  Inf  la.  Como  kono  stati  s|targitort 
di  sangue,  cosi    sieno    puniti    ia    sangue 


S  P  A 

Cuid.   G.  Tu  spartitole  ài  molle    giorhe- 
voli  parulc . 

#  §.  Per  Svia/acqua  tori'.  Sull  Catcll. 
7.  Dell'  altrui  desideroso,  del  suo  isp^gi- 
loro.   (}') 

SPARGITRICE.  1\rbaL  femm.  Che 
sparge.  Lib.  cur,  maUttt.  Si  accostino  a 
ijualcfae  fontana  spargitrice  ti'  acqua  buona 
e  fresca.  Cronichett  .  d'  Àmur.  30-  Deh 
cieche  lue  piegliiere,  ispargittici  appetito 
di  rirehexze  ] 

•f  *  SPAIUMENTO.  lo  sparire,  lit. 
S.  Frane.  Itji.  IncouUnenle  che  l' chljono 
salutato,  spalilo  ;  oade  vedendo  1  compa- 
gni questa  miialule  salut.izionc  e  questo 
ìparimeato  mirahde,  pensarono  ec.  (F) 

SPARIRE,  lorsi  dinanzi  agli  occhia 
Uscir  di  vista  altrui  in  un  tratto^  Dile- 
guarsi .  Lat.  e^'anescere ,  effugere.  Gr. 
apflC»l"5sJ&«»,  C<psu7«iv.  Dant.  Purg.l. 
Un  poco  me  volgendo  all'  altro  polo.  La 
onde  il  carro  già  era  sparito.  E  appresso: 
Co&j  spari,  ed  io  su  mi  levai  Saaza  parla- 
re. Petr.  son.  l8^.  1'  ^U  ho  veduti  alcun 
giorno  amliedui  Levarsi  insieme,  e  *n  punto 
e  *n  un'  ora.  Quel  far  le  stelle  ,  e  questo 
sparir  lui.  A'o*"-  ant.  ![i.  i.  Mise  le  mani 
nell'  acipia,  e  l' acqua  s' intorbido,  e  1'  om- 
bra spano.  Amet.  96.  E  quinci  poi  subita 
sparve,  nel  cielo  tornando  colla  sua  luce. 

#  §•  L  Sparire,  dicesi  anche  delle  Co- 
se che  si  tolgano  a  poco  a  poco  dalla  i-/- 
sta  di  colui  che  da  esse  si  slontana. 
Tass.  Ger.  19.  86.  Già  cran  giunti  in 
parie  assai  romita,  E  già  sparian  le  Sara- 
cÌDc  tende.  (£rj 

§.  11.  Sparire  ,  per  Isvanire,  Dissol- 
versi.  Lai.  evanescere^  dissoh-i.  Gr.  aya- 
v»'^e;jat,  àiaÀueuS-xt.  Piiss.  249*  *^^^  ^ 
la  vita  nostra?  Risponde,  che  è  un  vapo- 
re di  fummo  che  poco  dura  ,  e  tosto  spa- 
risce. A'  253.  Quando  è  più  appariscente, 
allora  sparisce,  e  vien  meno.  Tass.  Ger. 
16.  69.  Come  immagin  talor  d'immensa 
mole  Formao  nubi  nell'aria  e  poco  dura  , 
Che  'l  vento  la  disperde ,  o  solve  il  sole  ; 
Come  sogno  sen  va,  eh'  egro  figura  ;  Cosi 
sparver  gli  alberghi,  e  restar  sole  L'  alpi  e 
Turror  che  fece  ivi  natura. 

§.  III.  SpanrCj  colla  particella  VIA,  ha 
maggior  Jorza^  e  signijica  maggior  velocità 
nello  sparire.  Tac.  Da\'.  Ann.  2.  !\2,.  Giun- 
to io  un  luogo,  spariva  via.  Red.  son.  3;.  E 
via  sparendo,  mi  colpì  d*  un  dardo 

§.  IV.  Sparire,  sì  dice  ancìie  per  lo 
Scomparirej  o  Perder  di  pregio^  che  fa 
checchessia  al  paragone  d'  altra  casa.  Lai. 
vilescervtobscurari,  estingui.  Gr.  iwzùt- 
^8?da(.  Tav.  Hit.  lo  voglio  ritornare  ave- 
dere  mia  gentile  dama  ,  la  quale  di  bellezza 
fae  sparire  ogni  altra. 

*  SPARITO.  Add.  da  Sparire.  P'ed.  al- 
la ioce  SPARSO,  g.  V.  {•) 

*  SPARIZIONE.  Lo  .sparire.  LaUdeces- 
stOj  "  evanescentia.  Gr.  oi.yu.*i^iJ.òi.  Salvia. 
Pros.  Tose.  I.  64-  Ove  si  duole  l'  au- 
tore della  sparizione  di  questo  medesimo 
pensiero,  e  s*  affatica  di  richiamarlo.  Cecch. 
Corr.  a.  2.  Sai  s'egli  Fece  le  sparizioni  in 
poste,  e  \Ta.  (')  Accad.  Cr.  Mess.  5.  73o- 
Tutto  questo  rigiro  andava  a  parare  ec.  di 
turare  tanto  in  lungo  la  conferenza,  da  poter 
venire  a  capo  di  ragunare  tutto  il  loro  bar- 
rhereccio,  per  far  tutto  a  un  tratto  la  sparì- 
«lou  che  già  avevano  determinata .  (B) 
Red.  Lett.  l3.  Il  Montanari  ha  stampato 
in  Bologna  uo  discorso  sopra  la  sparizione 
d'  alcune  stelle,  e  altre  novità  celesti.  (Cj 

SPARLAME>TO  Lo  sparlare  ,  Male- 
dicenza.  Lat.  oitrectatio,  maledicentia.  Gr. 
itx'stjpfiii,  xarcùa/ia.  Ulor.  S.  Greg. 
Acciocché  quel  fuoco,  dal  quale  esso  è  pro- 
vato siccome  oro  ottimo,  esso  non  Io  faccia 
per  tale  sparlameuio  ritornare  in  fuoco  di 
paglia.  E  appresso  :  Distendono  contro  a 
essi  i  rami  del  loro  sparlamcnto. 
/  ocabolario  T-  //. 


S  P  A 

SPARLARE.  Dir  male,  Diasimarv.  Lat. 
ohlrcclare,  oì>loifUÌ,  maledicere,  Gr.  /«//;- 
■/Opùv.  M.  f  .  4-  5-*-  Tornalo  a  Firnize 
dalla  Magna,  aveva  sparlato  contro  lui.  /' 
cap  54-  Nacque  ec.  sdegno  e  baldanza  di 
sparlare  contro  al  nostro  Comune.  3for.  S. 
Greg.  Per  la  voce  della  Honessa  lo  sparlare 
della  moglie.  Din.  Conip.  1.  2^.  Ma  troppo 
più  baldanzosamente  si  scoprivano  i  Dona- 
ti, che  i  Cerchi ,  nello  >pai]are,  e  di  niente 
torneano,  l'arch.  Enol.  5o.  Sparlare,  che 
quello  signi6ca  che  i  Latini  dicevano  ohlo- 
qni,  cioè  dir  male  e  biasimare. 

SPARLATO.  Add.  da  Sfmrfarc.  Tac. 
Dnv.  Ann.  2.  45.  Dello  sparlato  d'  Augusto 
volle  si  condannasse  (  cioè  ,  di  ciò  che  avea 
sparlato  )  . 

t  SPARLATORE.  J'crhal.  masc.  Che, 
o  Chi  sparla.  Biasimatore  j  Maldicente. 
Lat.  obtrectator.  Gr.  /«;<i-,'-/9po;.  Omel.  S. 
Ciò.  Grisvst.  241.  Quanti  abbaiatori  si  le- 
veranno contra  a  te,  e  quanti  sparlatoli ,  e 
quanti,  che    apertamente  ti   nimicheranno  ! 

SPARLATHICE.  Verbal.  femm.  Che 
sparla,  hai-  maledica.  Gr.  f,K'XTx)a.Xoj'ZX. 
Tr.  Giord.  Pred.  P.  Con  lingue  natural- 
mente sparlatrici  e  rontuniebose. 

*  SPARMIARILITA*  .  T.  A.  Lo 
stesso  che  Bisparmio.  Trntt.  lirt.  Mor. 
ll\.  Astinenza  e  oneslade  ,  e  sparmiabilitae 
raffrena  malvagie  volonladi.  (C) 

•^'  SPARMUMENTO  .  Sparmiaìnlità  . 
Tratt.  1  irt.  Mar.  i3.  Da  temperanza  di- 
scendono misura,  vergogna,  astinenza,  oce- 
stadc,  castitade,  e  sparmiamqnto.  (Cj 

f  SPARMIARE.  Lo  stefso  che  Piispar- 
miarej  ma  meno  usato.  Lat.  parcere.  Gr. 
oit'òì^Sai.  Cas.  lett.  88.  Como  domine 
usar  la  mia  ospitalità  per  parecchie  setti- 
mane ?  Cio^^-  sparmiar  la  vostra  borsa,  e 
logorar  la    mia. 

''?  2-  Sparmiar  la  vita,  vale  Salvarla. 
Fav.  Esop.  2g.  La  tua  tristizia  e  viltà,  e  '1 
poco  onore  mi  sarebbe,  li  sparmia  la  vi- 
ta, fi') 

•f  SPARNAZZAMENTO.  lo^yjarnrt;- 
zare.  Lai.  dissipatio.  Gr.  SiuLix-òv.'Hi. 
Cecch,  Mogi.  2.  I.  Li  teslimonii  bastevo- 
li  a  farlovi  credere  voglio  che  sieno  ec.  lo 
sparnazzamento  che  vuol  mostrare  vostra 
padre  di  fare,  quando  men  far  lo  dovreb- 
be ;  che  ben  sapete  quanto  egli  sia  mi- 
sero, ec.  #  Car.  lett.  ined.  3.  122.  lo  non 
so  di  quel  che  s*  abbi  bisogno,  ma  delle 
cose  necessarie  in  poi,  risolvi!  ,  che  la 
casa  non  ha  bisogno  di  sparnazzamenti.  ^iVJ 

*  SPARNAZZANTE.  Che  sparnazza^ 
e  Jtguratam.  Che  scialacqua.  Silvia.  Op. 
Pe.fc.  Come  d'  intorno  a  ben  eretto  al- 
tare Augello  sparnazzante  dalla  nera  Stret- 
ta  di  morte.  (A) 

t  SPARNAZZARE.  Propriamente  Spar- 
pagliarci e  Jiguratam.  Scialacquare.  Lat. 
diffundere ,  dissipare,  spargere,  prodiga- 
re, Tac.  Gr.  ^laaTZzipetv,  St.cttSAZocx.vJJ- 
vai,  TTTCìpiiv.  Bern.  Ori.  2.  3o.  3i. 
Mezza  la  barba  gli  taglia  e  sparnazza  ; 
Posegli  una  mascella  in  sulla  spalla.  Fir. 
Trin.  2.  5.  Sparnazza,  Lisa;  un  carlino 
eh  ?  or  n'  uscite  voi  con  tre  lire.  Tac. 
Dav.  Ann.  16.  228  Fondeva  le  facoltadi 
antiche  ,  quasi  fornito  per  molti  anni  da 
sparnazzare  le  nuove.  E  Stor.  1.  244- 
Cinquantaciaque  milìon  d'  oro  avea  pe- 
rone  sparnazzato  in   donare. 

t  SPARNAZZATORE.  l'erhal.  masc. 
Che,  o  Chi  sparniizza,  o  sparpaglia.  Dis- 
sipatore, Prodigo.  Lat.  prodigus  ,  dissi- 
palor.  Gr.  oc^CiJrs?.  Tac.  Dav.  Ann.  2. 
53.  Germanico  fu  sparnazzalore ,  e  su- 
perbo. 

*  SPARJN'ICCIAMENTO.  Lo  sparnic- 
ciare.     lied.    J  oc.    Ar.    (A) 

SPARMCCIARE.  Spargere  in  qua  e  in 
là.  Sparpagliare.  Lat.  dispergere ,  escu- 
tere.   Gr.    ota^^lii'siiv- 


S  P  A 


1297 


•f  SPARMCCIATO.     Add.    da    Spar- 

nicciare.  Lat.  dispersus  ,  cicussus.  Gr. 
ci.izzxp;j  é-JOi.  Fav.  Esop.  pag.  i3l . 
(Padova  1811.  )  Veggendo  '1  merciaiuolo 
il  bestìuolo  mortti,  i  bicchieri  rotti ,  e  '1 
vetro  sparnicciato,  ec.  Cr.  q.  77.  12.  Ac- 
ciocché possano  uscire  in  quel  luogo,  do- 
ve fia  sparniccialo  1'  orzo  (  Il  testo  lat. 
ha  !  cffusuni  ). 

SPARO.  Lo  sparare,  nel  signi fic.  del 
g.  III.  Lat.  dìsplosio .  Gr.  òi'/./.f'ÓTfi'Sii. 
•^"SS-  ""'■  ''■*^/^'  2^4•  *"  tempo  che  tira- 
vano Ponenti ,  si  fecero  due  spari  di  due 
pezzi.  E  25o.  Per  braccia  sessantaquattro 
passale  dallo  sparo  al  ritorno  della  palla. 

ìY-  SPARPAGLIAMENTO.  Sparnazza- 
mento, Scinlacquamenlo  ,  lUspcrgimento, 
Bellin.  Di.ic.  3.  14I-  Fallo  questo  allar- 
gamento ,  o  sparpagliamento  che  vogliam 
dire  ec.  (Fj 

5  SPARPAGLIARE.  Spargere  in  qua 
e  in  l'I,  e  senza  ordine.  Lai.  dispergere,  dis- 
sipare, J'undere.  Gr.  ^iKlTTic'^clv,  0(XC/£- 
oavvyvat,  ■jo^-c'psiv.  l'ior.  Ital.  D.  Andia- 
mo addosso  a'  Troiani,  li  quali  ci  spaven- 
tano e  sparpagliano.  Cr.  g.  68.  5.  Kon  le 
lascino  importunamente  ragunare  e  strigne- 
re  (  le  pecore  }  nel  tempo  del  caldo  ,  ma 
sempre  le  sparpaglino  tem|ieratamen(e  e 
dividano.  Fr.  Zac.  T-  Contra  lei  temperan- 
za fa  '1  duello  ;  Entra  fra  loro  ,  e  tutti  gli 
sparpaglia.  Tac.  Vav.  Ann.  l5.  206.  Così 
sparpagliò  le  foize  ,  che  unite  avrien  so- 
stenuto meglio  il  nimico  scorrazzante  (  il 
testo  lat.  ha  :  disperso  milite).  Morg.  3.  ig. 
Su  per  le  spalle  la  treccia  sparpaglia. 

•I'  §.  I.  In  signiftc.  ncutr.  per  Sciala- 
cquare, Dissipare.  »»  Frane.  Sacch.  nov. 
188.  Chi  per  se  raguna,  per  altri  sparpa- 
glia n  .  (yj 

§.  II.  In  signijic.  neutr.  pass,  vale  Di- 
spergersi .  Lat.  diff}indi ,  dispergi  .  Gr. 
tìtapfs'ì^àat.  Sagg.  nat.  csp.  2^.  Ma  al 
contrario  i  liquori  ec.  ,  via  via  che  pre- 
muti sono,  cedono  per  ogni  verso,  e  spar- 
pagliansi . 

•f  *  SPARPAGLIATAMENTE.  Av- 
verò, In  modo  sparpagliato.  Accad.  Cr. 
Mess.  5.  678.  Dopo  di  che  si  vide  così 
disanimato  il  nemico ,  che  si  diede  a  fug- 
gire sparpagliatamente  ,  invitatovi  oramai 
dai  capi  col  tocco  della  ritirata,  ec.  (.4) 

SPARPAGLIATO.  Add.  da  Sparpa- 
gliare. Lat.  dispersus,  efflisus  .  G.  F. 
7.  27.  4-  Quando  gli  vide  bene  sparpa- 
gliati,  disse  al  Re.  Fit.  Bari.  1^6.  Egli 
era  tutto  nero  di  caldo  e  di  sole ,  e  avea 
tutti  sparpagliati  i  capelli  giù  per  le  spal- 
le. Pecor.  g.  25.  nov,  2.  car.  204-  Quando 
gli  vide  ben  sparpagliati,  egli  disse  al  Re:  fa' 
muovere  la  tua  schiera. 

SPARSAMENTE.  Avveri».  In  maniera 
sparsa.  Disunitamente ,  In  qua  e  'n  là. 
Lai.  separatim  ,  seorsim  .  Gr.  j(^pii  . 
Farcii.  Stor.  12.  44^-  Presero  gÙ  allog- 
giamenti sparsamente  per  tutte  le  ville  più 
folti  del  poggio  di  Fiesole,  v  Guicc.  Stor. 
2.  1^21.  Della  qual  nazione  perchè  sparsa- 
mente in  molti  luoghi  si  è  fatta  menzione, 
pare  molto  a  proposito  ,  e  quasi  necessario 
particolarmente   trattarne.   (L) 

SPARSIONE.  Spargimento.  Lat.  effu- 
sio.  Gr.  e/^J5t;.  Guid.  G.  Per  la  con- 
tinua sparsione  del  sangue  era  non  potente 
di  difendersi.  E  appresso  :  Per  la  grande 
sparsione  del  sangue  suo  la  maggior  parte 
dell'  altare  fue  bagnata.  *  Fior.  S.  Frane. 
93.  Ma  per  la  tua  santissima  passione  e 
per  la  isparsione  del  tuo  santissimo  sangue 
prezioso  resuscita  1'  anima  mia  ,  ec-  (/') 
Pecor.  g.  q.  nov.  2.  Cosi  era  la  cosa  me- 
scolata, dando  e  ricevendo  grandissimi  col- 
pi, tagliando  arme,  mani,  braccia,  e  facendo 
grandissima  sparsione  di  sangue  per  tutto 
*1  campo.  (Sj 

SPARSO-  Add-  da  Spargere.  Lat.  spar- 
l63 


«98  S  ''  '^ 

..US.  efu<„s.  Gr.  inrMfn-Uoi  P"r.  son. 
2.-,a  Or  vo  piangendo  U  suo  cenere  spar- 
M,  Sodcr.  Colt.  80.  Procurando  che  la 
pajlia,  che  alii  quattro  diu,  s.a  sparsa  so- 
pra tavole  secche.  -  n  , 
*  e  I.  Per  Divulgato.  Tac.  Dav. 
rerd.  Eie,,.  412.  Ma  ora,  che  tulle  que- 
ste cose  sono  sparse  ec. ,  hbogna  uer  vie 
nuove  e  squisite  piacere  (il  lai.  ha  per- 
vulgatis).  fi) 

P.  11.  Per  Cosperso,  ^f occhiato.  Lat. 
consversus,  maculatus.  Gr.  xaTaTra^OsiJ. 
Dani.  Purf.  iff-  Visto  m' avresti  di  livo- 
re sparso.  Cut.  ni:  Sparso,  cioè  macchiato 
di  lividore.  ,    . 

§  HI.  .''parso,  per  Disunito,  Che  e  in 
qua  e -a  là.  Lat.  di.fper.Kns,  spars„.<,fu- 
sus.  Gr.  ci!5-a^/itvo;,  «lac^oa'Sn  ;. 
i>e(r.  ion.  1.  Voi  ,  che  ascoltate  in  rime 
sparse  il  suono  Di  quei  sospiri  ond'  io  nu- 
driva  il  core.  E  canz.  26.  5.  Cosi  avestu 
riposa  De'  lui  vestigi  sparsi  Ancor  tra  Con 
clerba.  K3l  2.  E  me  tenne  un,  eh  or  son 
diviso  e  sparso. 

P.  IV.  fasi  sparsi,  si  dicono  Quelli 
che"  luinno  la  bocca  ampia,  e  arrove- 
sciata in  forma  quasi  piana  .  Lat  pia- 
„us,  latus,  expansus,  spar.'us.  Gr.  jli«- 
-j-  Sa-g  ■  irai.  e.<p.  168  Messa  dell  ac- 
qua attinta  da  una  stessa  fonte  in  diversi 
vasi,  come  di  terra,  di  metalli,  e  di  vetro, 
in  hicchicri  cupi,  e' in  taize  spai  se,  ec. 

§.  V.  Spnr.w  ,  per  Isparito.  Cas.  rim. 
42.  Ove  repente  ora  è  fuggito  e  sparso 
Tuo  lume  altero? 

SPABTAME.NTE.  ^l'i'cri.  Sparsamcn 
te,  riisunitanienle.  Lat.  .separalim ,  seor 
,im,  .<parsim.  Gr.   ■/.<"?'{■    "•    '  •  °    °7 
Quasi  come   gente  furiosa  e  irata  la  con- 
dussero   suartamento,    come    vedano  che 
richiedesse  la  faccenda.   />.   Ciord.  I  rcd. 
S.  Quelli  che  sparlamentc  furo  Ul  molli, 
in  cui  uno  e  in  cui  un  altro. 

*  SPAIITARE  ?t'eulr.  pass.  Jllonla- 
narsi.  Mcr.  .V.  Creg  121.  Mi  sparto  del 
tumulto.  (!')  .        ,      ,        . 

SPAHTATAMENTE.  Jwerh.  /I  parte 
,1  pane  ,  Di.mmtnmcnte  .  Lat  partinila- 
tim  ,  .teorsim.  Gr.  ^Efixw^.  Pool.  Oros. 
Snartatamentc  fuggendo,  di  grave  mortalità 
furo  morti.  7  r.  Oiord  Prcd.  D.  Verclic 
spesse  volte  si  ticn  meglio  a  niente  la  cosa 
detta  linvemente,  che  detta  sparlatamcnte 
f  cioè  ,  dilìusamcnte  ). 

Sl'Ar.TATO  ^dd.  appartato.  Lat.  sc- 
crelus,  semotus,  remotns.  Gr.  xwp"Ss'-- 
Buon.  lier.  1  2.  2.  Ci  si  vorrcM.e  Qual- 
rh"  ordine  miglior,  perchè  spallati  Stesser 
kIì  stolli  da'  sani  di  mente.  /•-  1.  2  4.  To- 
gliendoli di  Va  ,  dove  spartati  ,  Quasi  per 
modo  di  provvisione.  Si  tengon  nel  a  stan- 
ta. /■-'  2.  4.  I.  Cr  poiché  sola  Nelle  mie 
>tanie  assai  spartala  e  chiusa  ec. 

*  g.  Sparlalo,  per  Isparlito,  fii-iso  in 
,l„e  parli  .  1  al.  rfi.  i.«<i'  ,  disseclus  .  Gr. 
ytfUtui.  i'y.oroH'^.^t:;.   Bui.    n.rp 


S   P  A 


A  I.  (luadranle  è  una  qu.uta  parte  d  uno 
iondo  piano,  e  anche  d'una  mela  d  uno 
tondo  che  fosse  sparlato.  (') 

+  «  SPARTE  .  I  oce  che  .ti  ii."i  "" 
modo  avveri,.  A  sporte,  e  vale  In  dispar- 
le  lai.  .<cor.ri(m  .  Iior  ò.  1  rane  .  70. 
Frale  Currado,  per  com|.a>sione  di  quello 
giovane,  e  per  li  prieghi  de' Irati ,  chiamo 
un  di  a  spaile  il  .letto  giov.ine,  .e.  ( /  ) 

SPAU'l'ÈA  .  Sorla  <*'  erba  di  più  spe- 
zie. Lat.  sparlum,  spartium.  Ci:  5.  22. 
6  Contro  a'  viiii  del  pesco  >i  dire  che  la 
prode  la  sparti-a  soipesa  a'  rami,  h  C)  90. 
2.  Pallailio  dice,  che  (  i  cohmhi  I  ancora 
dalle  donnole  sicuri  si  fanno,  se  intra  loro 
.1  siltii  vecchia  sparita  che  credo  sia  gi- 
nestra, dcUa  .|ual,-  gli  ammali  'i  'aliano 
*  SI-AlirlBILE.  J4dd.  Parlihle,  Kivi- 
silnle.  Lai.  parlihIK.  <•■••  ^'«if «"«'  " 
/  oeatol.  alla   I      PAKTEVOLE    C) 


.«PAnTIGlONE.  lo  sparare,  Sparli- 
menlo.  Lat.  d,vi<io.  Gr.  y'-f^H^^^-  ^'•^■ 
Dav.  Ann.  I.  5  Fare  i  cittadmi  ribelli 
con  tante  spartigioni  de' loro  heni 

J  SPARTIME.NTO.  lo  spartire.  Se- 
parazione. Lai.  separano.  Gr.  c^yyap'"- 
Ilo:.  Teol  Misi.  Piangere  tanta  freddura 
deli  anime,  e  tanto  spartimcnto  della  via 
dell'  amore ,  U  quale  è  gi'a  spento  in  tutto 
•1  mondo.  Co//.  S.  Pad.  Adunque  son  da 
cercar  conlinuamenle  gli  spartunenti  del 
cuor  nostro. 

=;:  S  I  Spnrtimenlo  del  letto,  presso  1 
Canonisti  ,  dire.<i  della  Separazione  dei 
coniufi .  «  i'aeslruzz.  I.  56.  N"n  sareU.e 
cosi,  se  si  facesse  accusa  dell  .volteno  a 
spartimento  del  lello  ».  (.V; 

§.  II.  Per  Iscompartimenlo,  o  Divisione. 
Lat.  diVisio,  parlino.  Gr.  ^s/!H/*04,  O.K- 
vo.^r,'.  Malm.  12.  4t.  Poi  dopo  un  ordì- 
nato  .spartimento  Di  cratie  ,  soldi ,  e  pm 
danar  minuti,  Sonvi  i  quattrini,  i  piccioli, 
e  i  hattuli. 

f  3  SPARTll'.E  .  lividcre  ,  Separare. 
Lai.  separare,  dividere,  partiri  .  Gr. 
imyuziiM  .  òic/r' ■''-"•  /"/='?'"•  '"■ 
;•.  9.  '322.  4  Messcr  Passerino  e  sua 
gente,  avendoli  sparliti,  cavalcarono  asli- 
vamente  (così  nel  testo  Dav.  )  .  I:  12. 
108.  8.  Chi  potrà  si  falla  congiunlione 
e  divozione  iiidisidna  sparlire?  t.iiirf.  <■• 
1  cavalli  a  pezzo  a  pezzo  spartireldiero  le 
tue  membra  ,  strascinandoti  per  terra  . 
*  /■(.  S.  Eufrag.  i;8.  Oggi  CI  spartia- 
mo insieme  l'una  dall'  altra  ,  perocché  10 
udì"  ora  che  tu  dei  morire  domane,  luon. 
lier.  3.  I  9.  Levossi  1  osteria  tutta  a 
romore.  Come  tu  sai:  noi  ci  partimmo  in 
rolla  Con  1'  oste ,  e  noi  medcsmi  sparti  1 
buio.   (Il)  ,  ,      . 

«  §.  1.  Spartire,  dicesi  anche  parlando 
di  cose  che  siano  di  .t/^ecie  differenti  ,  0 
che  siano  senza  distinzione  le  une  con  le 
altre.  »  Soder.  Celi.  7O.  Non  sana  mala 
avvertenza  di  spaitir  le  serotini  dalle  pri- 
maliccc  ».  fCj  . 

#  §  li.  E  in  signi/c.  iieiitr.  per  /il- 
lontanare.  -  C.  ì'.  7.  27.  4.  Per  lasciai  gli 
più  spartire  dalle  schiere».  (C) 

%.  III.  Diciamo  anche  Spartire,  per  Di- 
tlrihuir  checchessia,  dandone  la  sua  parte 
n  ciasaino  .  Lai.  inler  aliquos  dividere  , 
partiri,  trihuere,  di<lrilmere.  Gt.  cia./!- 
».-.v.  Sen.  len.  Varch.  2.  28  Egli  as-e- 
va  a  1..  neBcare  degli  altri ,  e  spartire  fra 
molti  la  hberalilU  sua.  *  Toc.  Dav  e  rm. 
379.  Ogni  villaggio  piglia  scaml.ievolm.-nle 
tanti  terreni  quanto  possono  1  suol  c<d Uva- 
re,  spartendoli  secondo  qualità.  (1  Cj 

if  %.  IV  /•;  nei'»'-,  pass.  Teol.  Mi.<l. 
la  sapienza  i-  difuissima  cognizion  di  Dio, 
la  quale  è  per  ignoranza  conosciuta  ,  se- 
condo 1  unione  sopra  la  mente  ,  quando 
la  mente  da  tulle  1'  altre  cose  jpaitendo- 
si,  poscia  anche  se  medesima  lascian- 
do ec.  IP)  ,         ,      „ 

SPAUTITAMENTE.  Avveri:  I  ivis.i- 
mente  ,  Separolamentt .  Lai.  irparatim  , 
seorsim,  divisim.  Gr.  /«pi 4  <■•  ''  ". 
lOQ.  2.  Quelle  cole  in  diversi  semiolll 
>,,à,lilamenle  e  per  loro  e  per  noi  alla 
Maeslà  reale  furono  recitale  .  V.  /  .  Q. 
6j  Furono  messi  spaililamenle  1  uno  dal- 
l'allio  nelle  p.ii,ioni.  tuid.  (.-.  Iiiiperoc- 
rhè  vide  i  suoi  spaililamenle  coml.allcre. 
+  «  SPARTII  1  Z/.A.  Siuirtizione.  lel- 
lin.  lise.  2.  47  Co»i  >  formare  si  ven- 
gono questi  Ire  ordini  di  filan,  con  que- 
sta pomposa  apparenza  di  trascurala  ipar- 
tileiia  sparsi  per  terra,   (Min) 

if  SPARTITO  .Vii<<.  Tenn.  de  Mii.'^- 
n.  Parliliira.  ossia  Quelfe^mplare  ove 
lune  le  parli  di  una  rompo.<izione  mu'i- 
,  ,,/c  ,1  sono  unite,  e  delle  .;iin/l  /•i.//.m,i 
.«  cAìiini»  Haim,  perche  è  la  più  hassa. 
Pro,    Fior.  p.   I     .■.  3     Or  7    paf    23o. 


S  P   A 

Se  noi  andiam  riguardando  ludo  di ,  che 
cosi  delle  canzoni  trulc ,  come  delle  gio- 
conde, cosi  da'  teatri,  come  dal  popolo  u 
odono  cantare,  e  dai  musici  «un  messi  m 
aria,  o  falli  negli  spartiti,  e  gU  inUvolati, 
che  e  quello,  se  io  non  sono  erralo,  onde 
i  Latini  peravT«ntur»  dicevano  modos  fi- 

«"'■  f'J  ..  T    . 

t  SPARTITO.  Add.  da  Spartir*.  Lai. 

separalus  ,  divisus.  Gr.  yuf.i'.^m.  «■ 
I  8.  72.  Risposono  ,  che  non  volicno 
passare  sparlili ,  ne  per  lo  luogo  loro  as- 
segnato .  Lah.  l52.  Li  suoi  costumi  tutti 
daUi  loro  spartiti  mosterrebbono  .  Pajs. 
124.  Eri  spartito  e  privato  de'  sagramcnU 
della  Chiesa,  e  io  vi  U  reslilmsco  e  rendo 
ffioi-,  separalo  per  iscomunica).  Oli.  l  om. 
Inf.  20.  367.  Gli  uomini,  poich  erano 
sparlili  per  la  contrada,  s'  accoUero  a  que- 
sto  luogo  .  Cronichett.  <f  Amar.  Xbfl.  11 
re  Carlo    uscio    loto  addosso ,   e    Irovogh 

cosi  sparliti.  ,_    ,    ,  „ 

+  !?  SPAIiTlTORE.  ì  erhal.  mnK. 
Colui  die  .<parlisce  Poro  digli  alln  me- 
talli, e  lo  reade  purgalo,  e  senza  alcuna 
mescolanza  d'  altra  materia,  /lise.  Malm. 
l-.idurla  a  oro  ec.  è  tratto  daUo  spartire 
r  oro  dagU  altri  metaUi  e  malene  roeseo- 
lale  con  esso.  Coloro  che  fanno  qnest  «le 
si  chiamano  Sparlitori.  (Al 

t  SPARTIZIONE.  L'azione  di  spartire. 
Lai.  dislrOuitio ,  parlino ,  divisto.  Or. 
o\x,,;.A  Buon.  Fier.  4.  5.  '9,M»  ™' 
che  risoluto  avete  seco  Di  M"^' JP"- 
tizion  dei  tre  fratelli?  /:  'e.  20.  Mcixani 
intervenghiate  Per  quella  spartmon  de  tte 
fratelli.  ^  mslr.  Cane.  A.  E  queste  di- 
sti il.u.ioni  e  spailixioni  dovranno  farsi  dal 
Cancelliere.  (C) 

if  SPARTO.  Sust  Lo  stesso  che  Spor- 
ica. Alam.  Colt  5.  110.  Po.  di  sparto,  o 
di  giunco  in  man  li  reca  Due  "rde  an- 
tiche, in  cui  per  fona  immergi  L  intneaU 
sementa,   ec.   Il  J  _      i -, 

+  SPARTO  .  Adii,  da  Spargere .  LM- 
.,par.u.s,fusi,s,  passiis.  Gr.  "".=»'«''»«. 

24.  Pe,  Te  sparte  ville  e  per  gli  caiup.  . 
latoratori  mi'seri  e  po.en   ec. ,  n»"  «■"<• 
uomini,  ma  quasi  come  bestie    ■n"™"»^ 
/;  nov.    43.    14.    Sparti    adunque    costo  o 
.nltlper^a    piccola   -' •  P'"'    "    ""ÌJ 
nella  corte.    Ovid.    «•'„.'•■*  P*"."^ 
tenni  che    io    coUi  capelli  T'^' •/7 J" 
era     non  gridassi.    /  .i"'-    '  "T    I-  *■«'■" 
le  man.  .u  siili'  erbette  .palle  Soavemcn- 
le  '1  mio  maistro  pose  .    h   Par.  2»-  »»• 
pia   seguiva  'l    settimo    si    sparto    Gii    «■ 
iargheil,   che  '1   messo  ''i   '"■'-'  '"^J 
conleueilo  s.irel.be   arto.    ^3•■.F.•  ^J* 
„„..«,.  colle  penne  sparte  Vidi  P>»  *  "»"' 
Ang.l.  .    icfV.    B      Umil.    7X.  P.'"g"' 
COI.  forle  jri.la  e  duro  lamenlauomt  Ia- 
sione del   suo  .liletlo    Ge.uco   c.peU.  spar- 
ti.   Cas.  son.    32.   Son  1»"'' •*"""'•    , 
vaghe  trecce  bionde  ,  Tra  fri-scbe  rose  e 
puro  latte  sparte.  ., 

'  #  ^  I.  Per  Divise,  Sparuto,  hit 
S.f.  Pad.  Erano  le  celle  sparse  1  un»  •»•■- 
r  altra  per  tanto   spazio    lA) 

*  e  W.  Per  Sparso,  Attornialo,  lir- 
condalo.  .l.,per.<o.l-.i.  eircum/usus.'.iard-^ 
Coni.  ,71.0  dilicato,ehe  »t' »?*""  *^' 
.Idicanze  della  carne  ,  eonfoiione  e  morte 

"'+"#  SPAIVERUGIO.  riim.  di  Sp<>r- 
.irre.  7  or.  Med.  Poe.,.  »6.  In  vero  egli 
:.:a"in  certo  sparvenigio.  Che  soaugl»" 
un  gheppio,  lanl..  l!  poco.  ('"•'> 

SIARVIK.RATO  .  ^Ff'"'"'  ^'  ^„ 
priamenle  si  da  alle  ■■-'■'.  f"-"*""° 
.,iKdile  e  acconce  a  camminar  velon<^ 
le  Lai.  cilae  remis.  Tac.  P'v.  Ann.  ». 
li.  Molte  fnavil  acconre  •  por»»r  mK- 
.  hine.  cavalli  e  viveri,  destre  •  vela,  •!«- 
vieratc  a  remo. 


S  P  A 

§.  Span'icrato,  tUcesi  anche  rf'  L'omo 
(7*1?  vadacon  vciocittt  e ìnco/isi-lcratamente. 
Lat-  %'eioxt  improvidus,  Gr.  ù^iipovofi-iùiì 
OtfOfÀlvai, 

SPARVIERATORE.  C/te  concia  e  go- 
verna gli  spars- ier  i  s  che  oggi  più  <omu- 
rumente  diciamo  Strozziere.  lai.  accipi- 
tntrius.  Gr.  IsparpofOi-  Frane.  Sacch, 
no%'.  195.  Lo  sparvieraloix*  del  Re,  che 
r  avca  io  tuMio ,  gittò  questo  sparviere  a 
una  peruicf,  e  lo  sparviere  la  prese.  E 
appresso:  Mamlò  ec.  lo  sparvieratore  a 
seguir  lo  spai  vii-ri;. 

SPAIIVIEUE,  e  SPARVIERO.  (/cce//o 
di  rapina,  ed  è  la  femmina  s  il  maschio 
si  chiama  Moscanlo^  che  non  e  minore  e 
men  bravo.  Lat.  accipiier,  accipiter  /ria- 
gelianus.  Gr.  iiV*5-  ^^^^'-  ""^'  ^'*  ^■ 
Pooeasi  UDO  sparviere  di  muda  Ìd  su  una 
aita.  Tes.  Br.  5.  il.  Sparvieri  voglioao 
essere  di  questa  maniera,  eh'  elli  abbiano 
U  testa  piccola ,  e  gli  occhi  in  fuori  e 
groui,  e  i  petto  hen  tondo,  li  piedi  bian- 
chi e  aperti  e  grandi,  e  le  gambe  grandi 
e  corte,  e  la  coda  lunga  e  sutiHetta ,  e  1' 
ale  lunghe  infino  alla  terza  parte  della 
coda,  e  la  piuma  di  sotto  la  coda  sia  tac- 
cata. Bocc.  nov.  69.  12.  Primieramente 
che  in  presenia  di  Micoatrato  ella  uccida 
il  suo  buono  sparviere.  Dant.  InJ.  22.  Ma 
1*  altro  fu  bene  spai-vier  grifagno  (  qui  per 
simi/il.  )  .  E  Purg.  i3.  (.h'  a  tutte  un 
61  di  ferro  il  ciglio  fora  £  cuce  si,  conic 
a  sparvier  selvaggio  Si  fa.  Cr.  io.  3.  2. 
Sparviere  ec.  rade  volte  si  dimestica  e  usa 
cogli  uomini^  ma  se  sì  dimestica  è  buono, 
imperotTchè  in  fierezza  fu  usato  di  pigliar 
preda.  Frane.  Sacch.  noi-.  igS.  Aveva  un 
suo  sparviero,  che  di  bellezza  e  di  bontà 
passò  lutti  che  nella  sua  corte  fossono  mai. 

§.  I.  Dicesi  in  prò  verino  :  Far  come  lo 
spar\-ierej  dì  per  dì ,  del  Non  pensare  al 
vitto  se  non  gfomo  per  giorno.  Lat.  in 
diem  vivere.   Gr.  /a^'  é/affTr,v  ^toj  m. 

g.  II.  Drizzare  il  becco  allo  sparviere j 
proverbio  che  vale  Tentare  le  cose  impos- 
sìbili :  modo  basso.  Cecck.  Mogi,  ^.  10. 
He  volere  Pigliarli  briga  di  drizzare  il 
becco  Agli  sparvieri. 

*  SPARUTELLO.  Dim.  di  Sparuto  j 
Sparuttao.  Lat.  gracilior^  macilentus.  Gr. 
ìtX'*ÓTtpo;,,  Bed.  leti.  1.  41 1-  In  molte 
d  i  esse  mi  par  di  riconoscere  il  mio  pro- 
prio ritratto,  con  uà  viso  di  mummia,  spa- 
rutello,  ^^cco,  smunto,  allampanato,  oc. 
Pros.  Fior.  6.  222.  Mancando  i  fichi  e 
l'uve,  manca  loro  il  dolce  e  grasso  ali- 
mento, e  perciò  gracili  e  sparutelli  ec,  a 
capo  ed  aie  basse  svolazzano  mendicaa- 
do.    (') 

*  SPARUTEZZA.  Qualiti,,  e  Stato  di 
chi  e  sparuto  .  Plut.  Adr.  Op.  mor.  2. 
335.  L'esser  bandito  è  disonore;  sì  ap- 
presso ai  folli  che  stiman  vituperevole  la 
povertà,  l'esser  calvo,  la  sparutezza,  e  ì' 
esser  forestiero  e  fuori  di  casa.  iCj 

SPARUTINO.  lUm.  di  .Sparuto.  Lat. 
gracUiSj  macilentus.  Gr.  t'iX'^--»  ^^"^'o^- 
Cecch.  Ser\ig.  4-  2-  Halo  tu  visto  questo 
nuovo  sposo?  Jg.  l'Io  veddi  sUmani; 
egli  è  un  piccolo  Sparulino. 

SPARUTISSIMO.  .Si//>er/.  di  Sparuto. 
Lat.  gracilUmus.  Gr.  Ìsttotxto^.  Frane. 
Sacch.  nov.  8.  Era  di  persona  piccolo  e 
sparutissimo  ;  oltre  a  questo,  era  forte  in- 
namorato. E  nov.  43.  Meglio  &•  avvide 
degli  atti,  che  gli  Aretini  facevano  contro 
j  lui,  uno  cavaliere  piccolo  e  sparutissimo 
da  Ferrara.  *  ì'as.  Op.  Fit.  2.  121.  E 
molte  volte  nasce  in  questi ,  che  sono  di 
sparutissime  furme,  tanta  generosità  d'ani- 
mo, e  tanta  sincerila  di  cuore,  che  ce.  (C) 

SPARUTO,  ^dd.  Di  poca  apparenza  e 
presenza  j  contrario  d*  Appariscente, 'Lai. 
graciliSt  macilentus.  Gr.  i.5/v5:, /s~TO*;. 
Aoft".  nov.  55.  tit    L'uno  là  sparuta    ap- 


S  P  A 

parenia  dell'  altro,  motteggiando  ,  morde. 
Lab.  123.  Or  stin  io  cosi  sparuta  ?  non 
son  io  cosi  bella,  come  la  cotale?  (•.  J'. 
8.  54.  2.  Piccobi  di  persona  e  isparuto,  e 
cicco  dell'uno  occhio.  Ved.  Oss.  an.  I^S. 
Mori  di  tanta  e  di  cosi  indicibile  e  spa- 
ruta magrezza  ,  che  non  era  se  non  ossa 
e  pelle. 

♦  SPASA.  Cesta  pianale  assai  larga, 
per  uso  di  sostener  robe  da  comparsa. 
Magai.  Leti.  Con  far  servire  le  spase  di 
questi  misteriosi  strumenti  di  rovescio  ^i 
busti  delle  dame  più  insigni  in  questa  vo- 
luttuosa liturgia,    (.-fj 

•f  SPASIMA.  ^.  A.  Spasimo.  Lat. 
mcmbrorum  convulsio.Gt.  iTas^ao;,  ottk- 
'say..  M.  Aldobr.  B.  I  -  l3.  Ma  certo 
di  divenire  ebbro  spesso  avvengono  mol- 
te malattie,  siccome  paraletico,  apoplctico, 
e  spasimo.  ^  Lasc.  Spirit.  5.  I.  Ohimè 
che  mi  è  venuto  in  un  tratto  il  batticuo- 
re, e  r  asima,  e  la  spasima  ,  e  la  tantasi- 
ma.   (Cf 

*  SPASIMANTE     Che  .ipasima.  (A)  ^ 
^    §.   Spasimante  ,   vale  anche    Che   dà 

spasimo.  Che  fa  spasimare  ,  Dolorosissi' 
mo.  Salvia.  Iliad.  Ei  dietro  assiso,  il  ra- 
pido quadrello  Tiaea  dal  piede,  e  spasi- 
mante doglia  Pel  corpo  giva.  (A) 

SPASIMARE  .  y^i-ere  spasima.  Lat. 
mcmbrorum  convulsione  lahorare  .  Gr. 
TTTajTt/ov  sTvat,  77rài&a.i.  G.  V.  li.  ^S. 
3.  Il  valentre  e  veitudioso  Duca  spasimò. 
Car.  lett.  i.  59.  Man<latemela,  se  non  ve- 
nite subilo,  se  non  vulete  eh'  Ìo  spasimi, 
g.  I.  Figuratamente  il  diciamo  per 
Durar  gran  fadca,  Afiannarsi.  Morg.  25. 
121.  Perchè  pure  a  salir  si  suda  e  spa- 
sima. 

g.  II.  Per  Esser  Meramente  innamora- 
to. Lat.  aliquem  deperire,  aliquem  arde- 
re. Gr.  LTrijuai'viiìiat'  Ttvt.  Dav.  Scism. 
12.  Messa  in  palazzo  ,  di  leggieri  attinse 
che  il  Re  s'  era  recata  a  uuia  la  Reina  ; 
che  Vuoìseo  mulinava  per  disfarla  j  che  Ìl 
Re  di  lei  spasimava.  Lasc.  Streg.  2.  4- 
Egli  è  innamorato  di  colei,  che  egli  spasi- 
ma. 

§.  III.  Per  Desiderare  ardentemente. LiìV. 
ardere  ,  vehcmenter  eupcre ,  inhiare.  Gr. 
zxt'ij^at,  a-iT*:3£rv,  £aix«i'"'£'V  .  Tac. 
Dav.  Ann.  !\.  85.  Questa  superba,  fondata 
ne'  tanti  figliuoli  ,  nel  favor  del  popolo, 
spasimava  di  regnare.  Ambr.  Cof.  I,  3.  Ma 
avvertite  Ippohto  ,  Cb'impoita  assai  che 
dimostriate  a  Bartolo,  S' ei  vi  trovasse  a- 
ver  voglia  grandissima,  Anzi  che  spasi- 
miate di  conchiudere  II  parentado.  Car. 
lett.  1.  88.  Se  lo  desidero  e  se  me  ne 
spasimo,  lo  sa  Iddio.  ■'^  Scjner.  Mann. 
Selt.  5.  2.  Sempre  egli  ha  una  fame  di 
anime   che  si  spasima.  (C} 

g.  I V.  Spasimar  dì  sete,  vale  Morir  di 
sete.  Aver  grandissima  sete  Lat.  valde 
sitire,  siti  emori.  Gr.  g%ÓoQ'Jì  onjjàw.  G. 
/  .  11.  5o.  2.  Molti  per  st'te  (spasimati  , 
anncgaronne  in  Gusciana.  Cocc.  nov.  jy. 
61  ■  Oltre  agli  altri  suoi  dolori,  credette  di 
sete  spasimare. 

g.  V.  Spasimar  la  roba,  e  simili,  vaie 
Dissiparla.  Lat.  prodigere ,  profundcre. 
Gr.  oix55,;aTv,  Tzpox^^'-'*-  *  Magai.  Lett. 
Alcuni  zulfi  d'  intagli  che  una  volta  avevo, 
e  che  sono  andato  spropositatamente  spa- 
simando quando  uno  e  quando  1'  altro  , 
che  adesso  ne  sono  pentito.  (A) 

SPASIMATAMENTE.  Avverh.  Con  i- 
spasimo  j  e  Jcguratam.  vale  Grandemen- 
te, Ardentemente.  *  Bcllin.  Disc.  2.  365. 
Mentre  anco  gì'  interi  giorni  gli  smembro 
e  li  sacrifico  e  li  spolpo  e  li  svisceio  e  li 
disosso  ,  sempre  in  mille  forme  di  nuo- 
vo scempio  spasimatamenle  martoriando- 
li. (Min) 

SPASIMATO.  Add.  da  Spasimare j 
Travagliato  e   Compreso  da  spasima.  Lat 


S  P  A 


i29y 


convulsus-  Gr.  ffTai&si's.  Cr.  3.  7.  12.  [ 

nervi  indegnati  e  indurati  e  quasi  spasi- 
mati distende. 

§.  Per  Fortemente  innamorato.  Fir.  Lue. 
1.  2.  Noi  non  siam  buone  ad  altro  ,  se 
non  a  far  lo  spasimato.  .S'^-  Allor  si  dee 
guardare  il  marito,  quando  la  moglie  mo« 
stra  di  essere  spasimata  di  lui.  Tac,  Dav. 
Ann.  I.  35.  Agusto  l'aveva  com])iaciuta 
a  Mecenate  spasimato  di  Batillo  ( /l  te- 
sto laL  ha  :  effuso  in  amorem  )  .  Salv. 
Graneh.  I.  I.  Un  vecchio  Decrepito  ec. 
vorrà  fare  lo  spasimato  e  1'  aniniartellato 
D'  amore. 

•f*  SPASIMO,  e  talora  per  «ine.  SPA- 
SMO. Dolore  inten.<!0  cagionato  da  ferite, 
da  po.itente,  e  da  cose  simili  j  Convulsione. 
Lat.  mcmbrorum  convulsio.  Gr.  5~auy.3,. 
CTStVaa-  M.  F.  3.  18.  Per  la  percossa  e 
per  lo  disordinato  caldo  di  presente  morì 
di  spasimo.  Cr.  1.  2.  3.  Fa  prode  agl'idro- 
pici e  a'  paralitici  ,  e  all'  umido  spasmo. 
Morg.  3.  4?-  Subito  cadde  quel  famiglio 
in  terra,  E  poi  per  grande  spasimo  mo- 
no. Bern.  Ori.  l.  23.  33.  Che  pel  cru- 
dele spasimo  e  dolore  Era  perduto  ,  e  di 
se  stesso  fuore. 

*  SPASIMOSO.  Aiìd.  Che  ha,  o  di- 
mostra spasimo.  Car.  Com.  20.  Con  gli 
occhi  stralunati,  e  con  certi  mugoli  spasi- 
mosij  gli  disse  ec.    (FP) 

■>  SPASMARF.  Sinc,  di  Spasimare. 
Lat.  mem'irorum  convulsione  laborarc. 
Ar.  J-'ur.  32.  19.  Sa  questo  altier  cb'  io 
r  amo  e  ch'io  l'adoro,  ^è  mi  vuol  per 
amante  ,  ne  per  serva  :  Il  crudel  sa  che 
per  lui  spasmo  e  moro.  C^S) 

K-  SPASMODICO.  Jdd.  Di  .ipasmo  , 
Convulsivo.  Lai.  *  convulsivus.  Gr.  sTTa- 
7,uwòyj5.  Bed.  Cons.  I-  217.  Pungendo 
però  questo  le  fibre  ec,  eccita  le  loro  con- 
tagioni  spasmodiche  ,  cagioni  immediate 
del  dolore  non  solo,  ma  ancora  dell'ac- 
corciamento della  gamba.   (*} 

*  SPASMOSO.  Add.  Che  dà  spasmo. 
Spasmodico.  Alani.  Avarch.  17.  8l.  Il 
mcdesmo  adivien  di  Florio  ancora,  C  ha 
il  destro  pie  ferito,  ec.  :  La  solcretta  ornai 
di  sangue  è  piena,  E  la  pena  spasmosa 
cresce  ogn' ora-  (  B) 

SPASO.  Add.  Spanto,  Disteso  ,  Piano. 
Lat.  expansus.  Gr.  E|y):T>wy5voc.  Te- 
seid.  Q.  4'-  Wulla  persona  in  Atena  rima- 
se. Giovani,  vecchie,  zite,  ovvero  spose. 
Che  non  corresson  là  coli' ale  spase.  Bed. 
Ditir.  44-  Quelle  tazze  spase  e  piane  Son 
da  genti  poco  sane. 

SPASSAMENTARE.  Spa.<;sare.  Tratt. 
segr.  eos.  dona.  Brama  di  potere  spassa- 
mentarsi  a  tutta  sua  voglia. 

SPASSAMENTO.  Lo  spassarsi  , ^  Di- 
porto. Lat.  solatium,  voluptas.  Gr.  oòov/ì. 
Tav.  Bit.  Venendo  a  uno  giorno,  lo  Re 
per  via  di  spassamcnto  andò  a  cacciare. 

SPASSARE.  Pigliare  .spasso,  Diportar- 
.ti  j  e  si  usa  per  lo  più  in  jtigni^fic.  neutr. 
pass.  Lat.  voluptatcm  capere  ,  genio  in- 
dulgere,  se  oblectare.  Gr.  xon^^  tiòo-^-nv 
noterv.  Cr.  Q.  86.  3.  E  ,  come  dinanzi 
dissi  ,  (sia)  il  luogo  chiuso,  dove  il  dì  si 
possano  spassare  (  Il  Test.  lat.  ha  .•  diu- 
turno tempore  esse  possint  )  .  Fir.  Trin. 
3.  4*  Almanco  trovass'  io  il  nostro  Dotto- 
re ,  ch'i'  mi  spasserei  pure  un  poco,  or 
eh'  i*  non  so  che  mi»  fare.  Cant.  Cam. 
20.  Cerchiamo  avviamento,  donne  ,  tale  , 
Che  ci  spassiamo  in  questo  carnasciale. 

'^  %.  Spassar  tempo,  vale  Far  chec- 
che sia  per  passatempo ,  e  fuggir  la  no- 
ia. Frane.  Sacch.  nov.  Spesse  volle  giu- 
cava,  per  spassar  tempo,  alla  sua  pieve  con 
un    gentiluomo.    (B) 

SPASSEGGIAMENTO.  Lo  spasseg- 
giare. Lat.  dcambulatio.  Gr.  TiiC-t^aTff?. 
Varch.  Slor.  2-  34-  Baccio  Valori,  dopo 
un  lungo  spasseggiaraento  in  casa  sua  fai- 


x3oo 


S  P  A 


S  P  A 


S  P  A 


to  ec.  ,  si  risoUc  ce.  di  dover  alare  ,  per 
quanto  jioto^se  i  Medici. 

#  g.  Spas.teggiamento,  va/e  anche  Luo- 
go dove  si  spasseggia.  Ciov.  Geli.  1  it. 
Aìf.  202.  Avendovi  fondotto  una  larga 
e  naviral)il(ì  fossa  dal  Po  ,  a  maiavijj-liosa 
grassfzza  di  ciò  che  nasce  »)clla  It-rra  ,  e  a 
maggior  spasso  dello  ameaissimo  spasscg- 
gìamento.  (C) 

SPASSEGGIARE.  Passeggiare,  Lai. 
ambulare,  obanthularCf  spatiarì.  Gr.  Tti- 
ptrraTitv.  Cas.  Uf-  com.  \i\.  Spasseg- 
giando per  alrun  luogo  ogni  dì  gran  pezzo. 
I^ir.  Tria.  5.  7.  Sta  :  è  ei  «ut-ll<»  che 
spasseggia?  v  Maur.  rim.  I.  i56.  E  pre- 
go che  ec.  nessuna  dal  halcon  st  mostre, 
Qualor  più  spasseggiando  andrà  d' inloi- 
Do  Di  sua  licUa  persona  a  far  le  mostre  ■ 
liusp.  San.  j6.  Questi,  che  non  isputano 
in  sagrato  ,  Che  stanno  il  giorno  a  spas- 
seg{<iar  pe*  chiostri ,  Snocciolando  orazioni 
e  paternostri,  ce.  (lì) 

^  §.  l.  K  in  signific.  alt-  Segner.  Crist. 
Instr.  X.  2C).  23.  O  spasseggin  le  piazze  , 
o  seggano  sotto  i  portici  ce.  lasciano  (  i 
mormoratori)  su  d'  ogni  lato  la  Lava  soz- 
za della  loro  lingua  inumana.  (CPj 

g.  II.  Spasseggiar  l' ammattonato  j  Ji- 
giiratani.  fardt.  Ercvi.  <)2.  Il  che  è  pro- 
prio di  coloro  che,  temendo  di  non  esser 
presi  per  deliilo,  o  per  altra  paura,  stanno 
a  bello  sguai'do ,  e  non  ardiscono  spas- 
seggiare V  ammattonato  ^  cioè  capitare  in 
piazza,  che  i  Latini  dicevano  abstinere 
publìco . 

#  SrASSEGGIATA.  Spasseggiamcnto. 
3/a^n/.  l.eit.  Condcittolo  sul  campo  col 
jirelcsto  d'andar  a  far  gita,  dopo  qualche 

■    spasseggiala  sentì  dirsi ,  ec.  (A) 

Jlì  SPASSEGGIO.  Lo  spasseggiare^ 
Spasseggiata.  Segner.  Pred.  J^at.  zip  5 
l5.  Che  Volete  mai  fai<-  d'un  ecclesiastico 
dato  air  Olio,  dato  agli  spasseggi  ec.  dato 
ai  divertimenti?  (TV) 

#  §.  potare  di  spasseggio,  dicesi  Quan- 
do uno  essendo  tutto  nelt*  acqua  ,  dal- 
la testa  in  fuori,  cava  fuori  di  essa  un 
hraccio  per  volta  ordinatamente  ,  batten- 
dolo sopra  all'  acqua  per  romperla,  e  spin- 
gersi avanti.  Malm.  ^.  ^5.  Menando  all' 
erta  or  1*  una  or  1*  altra  mano  Come  colui 
che  nuota  di  spasseggio.  (C) 

•f  «  SPASSEVOLE.  Jdd.  Piportevo- 
le,  Sc/lazzcvofe,  Pa  ricreazione,  /'«  spas- 
so .  /icniìf.  I.elt.  voi.  ^.  png.  216.  (  l'i- 
nedia l5.')2)  Ad  alcuno  itìporto  con  altre 
donne  invitata  m-lle  nostre  spassevoli  har- 
clietle  pigliando  aria,  ora  questa,  ora  quella 
cosa  vfilf.  (  4j 

•f  J*^-  SPASSIONARE  .  I\'eutr.  pass. 
Ao'i  oprar  secondo  ie  passioni.  Spogliarsi 
delie  passioni.  Magai,  part.  I.  Ictt.  20. 
Quanto  più  procuro  di  spassionarmi ,  e  di 
riduinii  in  isLilo  di  pcrrella  indiflerenza  , 
l.intu  più  mr  m-  vcgf-o  h-nlano    (A) 

t  >?  SPAS.S|()iNATAMt.%TK.  ^.■.rr/.. 
•Srnrrt  passione  nel signijìc.  del  §.  XII.  Lai. 
indifi'erenter .  Gr.  o^'ii/zt'vai; ,  arr>&(M4  . 
Salvia.  Pise.  2.  262  l'ai  lirnlarmente  al- 
la nostra  Accademia,  dir  lilnlo  lime  de- 
gli Apatisti,  cioè  di  persone  che  intorno  a 
diitiliii  Irllcrariì  proposti  dicono  spassiona- 
l:inien(e  t  ia>cui)0  il  parer  suo.  (')  ImprrJ'. 
/'.  Tusc.  P.  i^.  T.  2  247  ^on  ti  mula 
ad  esso  (colore)  il  Home,  r  ri  |)jre  il  me* 
Hetinio  quanlunr|ue  a  considerarlo  poi  »|  as- 
sionolammle  r'  ci  pai.i  diverso.  (Pj 

t  SPASSIONATE/ZA  .  Mancanza  di 
passione  nel  si}:ni/ìc.  del  §.  MI.  Snlvin. 
Pise.  I.  7.01.  Kitn  henc  informalo  ve.  di 
quella  spasAÌonalezia  che  ,  come  veri  Apa- 
tisti, qui  j>r(>fessate. 

t  SPASSIONATO  .  Add.  Che  non  ha 
pa.t.tione  nel  signijìc.  del  §.  XII.  Lat. 
pa.tsionihus  animi  vacuus.  <".r.  «TtaSo^. 
/«'.  Pise   Arn    21    E 'J  bcDcfisio  di  queste 


da  tutti  gli  spassionati  esser  conoseialo  e 
confessato  evidentissimo.  Buon.  fier.  2. 
t.  3.  Spassionato  giudichi  e  risolva.  Mo- 
derato eseguisca , 

SPASSO.  Passatempo,  Trastullo.  Lai. 
solatium,  volìiptas,  oblectatio.  Gr.  /,  covi»;'. 
Fir.  As.  129.  La  nuova  usanza  di  quelle 
Voci  per  la  loro  continua  conversazione  già 
le  cominciano  a  porgere  grandissimo  dilet- 
to, e  1  loro  suono  è  uno  spasso  della  sua 
soliludinc  .  Sen.  lìen.  1  anh.  5.  2.  Qui 
non  avviene  come  in  quei  comliattimenti 
che  sì  fanno  per  dare  spasso  al  popolo. 

§.  I.  Andare,  Menare  a  spasso,  0  si- 
mili,  dicesi  dell'  Andare,  o  Condurre  altri 
a  spasseggiare.  Lai.  amhulatum  ire,  am- 
bulare. Gr.  ire^cTTaTelv  .  Pia.  Comp.  I. 
l3.  E  Giano  se  n*  andava  a  spasso  per  1* 
orto.  J'it.  S.  Gio.  Jitit.  197.  l-gli  molto 
ispesso  se  ne  andava  nel  giardino,  ovvero 
orlo  del  padre,  (h'era  dirieto  alla  casa,  e 
rallegrandosi  andava  a  spasso .  Sem.  Ori. 
3.  8.  28.  E  par  eh'  ei  vada  per  la  strada 
a  spasso.  Fir.  Pise.  an.  103.  Menando  meco 
a  spasso  il  povero  Bianchìno. 

Jv  g.  II.  Spassi  del  Magnolino.  Il magno- 
lino  dicono  che  fu  un  galantuomo,  che  vo- 
lentieri dava  mangiare  agli  altri,  ed  egli 
stava  digiuno  a  vedere.  Serd.  Prov.  I  ol. 
3.  ;  .  PIACERE,  §    XXI.  (C) 

*  §.  III.  Spasso,  per  Sollievo.  Teseid. 
l\.  37.  E' si  sentiva  sì  venuto  meno.  Che 
appena  si  poteva  sostenere  ec.  Per  che  de- 
liberò pur  di  volere  In  ogni  modo  ritor- 
nare a  Atene,  Per  dare  etemo  spasso  alle 
sue  pene.  (P) 

SPASTAHE  .  I^evar  via  la  pasta  appic- 
cata a  c/ieccliessia. 

§.  I.  Per  siniilit.  vale  Levar  via  cfiec- 
ches.tia  che  si  appicchi  come  pasta  sopra  al- 
cuna cosa.  Pocc.  nov.  79.  ^2.  £  spostandosi 
colle  mani,  come  poteva  il  meglio  ce,  se  ne 
tornò  a  casa  sua. 

§.  II.  Per  metaf.  Frane.  Sacch.  rim.  36. 
Per  altro  modo  giammai  non  si  spasta  La 
grande  infamia. 

SPASTOIARE,  levar  via  le  pastoie. 
§.  Per  mctaf.  in  signtjìc.  neutr.  pass, 
vale  Strigarsi,  Sciarsi.  Lat.  se  expedtre, 
se  extricare.  Gr.  £a'.*T3  *  aTOÌlusiv.  Frane. 
Sacch.  nov.  68.  E  volendo  spastoiarsi ,  e 
non  potendo,  se  non  ^olea  lasciare  il  pez- 
zo della  guarnacra,  gli  convenne  così  preso 
aspettar  tanto,  che  venissono  le  tanaglie. 
P  nov.  i35.  Torno  a  llertino,  il  qn^V  s' 
era  spastoiato,  e  condusselo  a  caslel  Falfi. 
#  Ir.  Giord.  Pred.  2.  2/(f).  Or  cosi  tUi 
fare  tu,  de'li  spacciare  e  spastoiarti;  ma  non 
voler  sciogliere  e  fio<lare  ogni  cosa,  no  j 
che  quella  e  via  a  perire.  (ÌKj 

*  SPATA.  Term.  de*  Potanici  QueW 
invoglio  ,  entro  a  cui  è  chiuso  il  fruito 
della  palma  .  Tagli».  Lett.  Coloro  che 
ccilli\ano  le  palme,  itongono  ì  6otÌ  del 
maschio  sulla   spala  di-Ila  femmina.  iA) 

t  *  SPATA.  /'.  A.  Spada.  Him.  ont. 
IS'ot.  lac.  I.  275.  Anti  voma  morir  dì 
spala  eh*  io  voi  ve<le»ie  roruceiosa.  Cuitt. 
rim.  I.  223.  Mon  è  di  lancia  ponla  ,  Kè 
di  laglienle  sputa  D*  alcun  nemico  cnlru- 
t»  Conira  Cui  rado,  più  che  '1  suo  lauda- 
re   fi  ) 

»  SPATER^OSTnAHE.  Pier,  o  Far 
mostra  di  dire  molti  paternostri.  (A) 

SPATOLA  .  l'iceolo  strumento  di  me- 
tallo  a  similitudine  dt  .^carpello,  che  ado- 
perano gli  speziali  in  cambio  di  mestola. 
Lat.  spathuliì.  Or.  'STtdbr,.  Cr.  jj.  ,^0.  2. 
Si  faci  ia  bollire,  e  srmprf  si  iiirsinlino 
con  una  spatola  .  E  Cap.  l^S.  a.  Mescola 
rnllr  delle  rose  ali|uanta  calcina  «ita  .  r 
mr»la  con  ispatola  infin  a  tanto  che  sia 
fallo  l'unguento,  /.rcnz  rim.  buri,  2.  256. 
E  per<  Ile '1  lalinvar  sia  rimenalo,  Si  sertr 
per  ispaloKi,  o  fuirrllo  D*  un  certo  colai 
set  co  attorciglialo . 


SPATRIARE.  Privar  della  patria,  tàt. 
eripere  patriam.  Gr.  TTStriios;  'STtpù'* . 
Tac.  Pav.  Stor.  5.  37 1.  A  cagioD  dì  C> 
vile  essere  stali  ammazzati  1  Treviri,  ac* 
cesi  gli  Ubìi ,  spatriali  i  Datavi ,  ec. 

§.  Jn  signific.  neutr.  pass,  vale  Perdere  i 
costumi  della  patria.  Salvia.  Pise.  \.  Il3. 
Si  spatriò,  s*  etfeminò  ,  s'imltarbari»  ma  la 
greca  gentilezza  mantenne. 

SPAVALDERIA.  Sfacciatezza,  I' «- 
sere  spavaldo.  Lat.  impudentia.  Gr.  avat?- 
^fuvTia  .  Puon.  Fier.  1.  5.  10-  E  prov- 
vedendo insieme  Dalle  licenze  e  spaval- 
derie loro  A  quel  che  fa  mestier  di  vostra 
cura . 

•f  SPAVALDO.  Dicesi  Quegli  che  nel 
portamen  to,  nelle  parole,  o  in  checchessia, 
procede  .sfrontatamente  e  con  maniere  av- 
ventate. Lat.  iactabundus ,  petulans.  Or. 
a/a^cjv.  Fr.  lac  T.  I.  2.  25.  Di  giorno 
le  mosche  D'  intorno  spavalde  (qui  per 
similit.  }.  Car.  lett.  1.  123-  Voi,  che  mi 
conoscete,  fate  che  mi  conosca  ancor  egli, 
e  che  s*  immagini  eh'  io  sìa  voi ,  perchè 
mi  pare  che  ablia  un  poco  dello  spavaldo. 
ì'arch.  Stor.  12  1^0.  Il  quale  per  altro 
nome  ,  perciocché  era  molto  spavaldo  ,  sì 
chiamava  il  Cavriuolo.  Malm.  l.  20-  Che 
vedrà'  la  poi  Far  lo  spavaldo  più  che  tu 
non  vuoi. 

•f  SPAVENIO  .  Malattia  del  cavallo 
diversa  dalla  Spinella  ,  la  quale  consiste 
in.  un  tumor  molle  con  fluttuazione  sen» 
sibilissima,  situato  alla  parte  laterale  in- 
terna del  garretto  nel  lungo  stesso  della 
Safena.  Cr.  q.  36.  I.  Questa  lesione  av- 
viene al  cavallo  appunto  in  ogni  cosa , 
come  la  giarda  ,  e  chiamasi  spavento  ,  la 
cui  cura  e  ec. 

SPAVENTACCHIQ.  rencio,  o  Straccio 
che  si  mette  ne*  campi  sopra  una  mazza, 
o  in  su  gli  al f fri,  per  ispaven tare  gli  uc- 
celli j  che  diciamo  anche  Spauracchio.  E 
figuratam.  si  prende  per  Apparenza  che 
porli  spavento.  Lai.  terriculum ,  terricu- 
lamentum.  Or.  ocStjt^ov-  Cron,  Morell. 
3.56  Assalirò  alcuno  con  arme  e  con  ispa- 
venlacchio.  Cr.  9.  99.  4-  *'*'  u*"C'U*  <^on 
i.*pavenlacchi  spaventiamo.  Bern.  rim.  \. 
60.  Con  esso  serve  per  ispaventaccbio , 
Anzi  ha  servito  adesso  in  Alemagna  Ai 
Turchi,  e  a*  Mori.  Purch.  I.  11.  E  fcnnc 
spaventacchìo  alle  formiche  .  l  arch.  Er^ 
col.  83.  Fare  una  bravala  .  o  tagliala  ,  o 
uno  spavenlaccbio,  o  un  s^ipra^-veoto,  non 
i-  alti o  che  minacciare  e  bravare. 

■J-  3  SPAVENTAMENTO.  L'azione  di 
jrpai-entarsi,  o  /'  Fletto  di  questa  azione. 
Lai.  terror,pavor.  Gr.  fó^o^-  Sen.  Pisi. 
La  paura  della  quale  fa  tulle  l'  altre  ore 
essere  in  paura,  ìn  Irìemilo,  in  ispaveata- 
mento.  E  appresso:  tioD  fanno  veruno  spa- 
ventamrnlo  «è  agli  occhi .  ne  agli  oreccnL 
(  r.  9.  90.  5.  Alcuna  voha  (si  partono  i 
pippioni)  per  Io  spaventamenlo  degli  ani- 
mali, contro  a'  quali  si  ripari,  come  detto 
è  indietro  .  Pass.  prol.  O  per  iscurilìi  di 
tenelrosa  notte  ,  o  per  ìs|mi  ve  ni  amento 
delle  fiele  bestie. 

J*  §  I.  Spavenlamento,  vale  anche  /' 
azione  dello  .spaventare  altrui.  I  egrs.  IlS. 
Follia  di  matto  e  di  stollo  è  gridare  es- 
sendo dal  nemico  di  lungi ,  coociossiaco- 
sarhè  i  nemici  maggiormente  si  spaventi- 
no, se  colle  gillale  dr*  lancioni,  e  percosse 
dell'arme  lo  spaventamenlo  delle  gridasi 
fa.  (M 

*  S-  II.  Sp^entamenlo  ,  dicesi  a/iche 
di  f 0.1(1  eh f faccia  spavento.  ■  Fiamm. 
2  7.  Quali  coloro,  che  ne'  sogni,  o  da 
caduta  ,  o  da  bestia  crudele ,  o  da  altri 
spavrntaincnti  subitamente  j^avidi  si  riscuo- 
t..no  «    fC) 

SPAVE>TANTE.  Che  spui-enta  ,  Che 
fa  paum.  Lat.  terrea s .  Gr.  po€c».'v  Cr. 
4-  18    IO.  Da  persone  gridanti  e  spaven- 


S  P  A 


SPI 


S  P  A 


i3oi 


lanligli  si  caccino.  =?  J'fgez.  137-  I  carri 
con  «juallro  ruote  che  si  appellano  falcati 
ce.  prima  furo  molto  spavcnlunli.  (i\j 

SFAVENTABt".  MetUr  paura  e  spa- 
tfnto.  Lai.  ten-cre ,  deterrete ,  timorcm  in- 
cutere, perttrrfj'accre.  Gr.  j.<  Sitv.  Aocc. 
nOi:  j^3.  12.  Ancoraché  le  parole  del  vec- 
chio la  spaventassero  ,  «iisse  .  /i  nof.  52. 
JO-  Messere,  io  non  vorrei  che  voi  ere- 
«leste  che  il  ^ran  Basco  stamane  m'avesse 
spaventato,  iftr.  son.  206.  Il  mal  mi  i-rc- 
me ,  e  mi  spaventa  il  peggio.  iJant.  inj. 
39.  La  vostra  sconcia  e  lastìiliosa  pena  Di 
palesarvi  a  me  non  vi  spaventi-  ì  it.  6-S. 
Pad.  1.  26.  Sogliono  chiamare  in  loro  aiuto 
lo  Prencipc  maggiore,  lo  «juale  apparendo 
io  forma  orribile  e  laìdissimu  ec-,  suole  mol- 
to spaventare  li  monaci. 

f  5>  §.  I.  òpm-entare  gli  occhi,  dicesi 
dellt  cost  che  ti  rendono  spaventatìcci ,  o 
spai'entati .  Beni'.  Celi.  Ore/.  98.  Tanta 
è  la  possanta  dell*  argento  vivo  ,  che  ha 
forza  d'  indclolirc  ec.  facendo  tremar  le 
mcml>ra,  e  spaventar  gli  occhi,  rovescian- 
dogli loro.  (P) 

g.  11.  /«  signi/tc.  netttr.  e  neutr.  pass, 
vale  io  stesso  che  Vaventare,  /ìver  paura. 
"Val.  pavere t  ejpaiX scere.  Gr.  :refty6€a*- 
c6ai.  Bocc.  nOi'.  70.  8.  Alquanto  si  spa- 
Tentò  Meticcio,  veggendole.  frane.  SaccH. 
nor.  78.  Come  veggono  Ugololto  nella  vìa  , 
tutti  spaventano.  Pit.  Crist.  D.  Allora  tulle 
spa%entaro,  udite  le  parole  della  sapienza. 

§  IH.  Per  Temere.  Pallad.  cap.  16. 
La  qual  cosa  spaventeremo  ,  se  vedremo 
gli  abitatori  della  contrada  essere  infermi 
di  Atate . 

*  §.  IV.  Per  Distogliere.  Lat-  deterrcre. 
Sali-.  Ji'vert.  1.  2.  8.  l'otra  parere  ad  alcu- 
no che  noi  ec.  j;li  Scrittori  del  volgar  nostro, 
dallo  studio,  o  dall'  uso  della  latina  lìngua 
cerchiamo  di  spaventare  ec.  Ar.  Fnr.  5.  39. 
E  composto  fra  te  t*  hai  queste  cose  ,  Accio 
che  dall'impresa  Ìo  mi  spaventi.  (C) 

«  SPAVENTATAGG1>E.  Abitudine  di 
chi  vive  sempre  in  sull'  essere  spaventato. 
Segn.  Ktic.  2.  7.  Spavenlataggine,  vergo- 
gna, impudenza.  fCPì 

«  SPAVEMATAMENTE.y^fierft.  To/i 
ispat-cnto.  l)at.  Lepid.  J 19.  Tosto  comin- 
cio spa  ventata  mente  a  gridare  di  aver  dato 
fuoco.  (Mtn) 

SPAVEMTATICCIO.  Jdd.  Alquanto 
spaventato  .  1  al.  aliquantulum  territus  . 
«ir.  i*vf^t  Tivo^  tfoèr,Bs,ii.  Buon.  Fier. 
4-  5.  10.  eli  occhi  5paventaticcì  e  imbam- 
bolati. 

SPAVENTATISSIMO.  Superi,  di  Spa- 
ventato. Lat.  timore  perctilsus.  Gr.  oeivoj? 
ixTiì^yiyìi.-  '^tor.  tur.  6.  i32.  E  vedesse  i 
popoli  impaurili  e  spaventatissimi  di  alcuni 
prodigii  apparsi. 

3  SPA>K.NTATO.  j4dd.  da  Spaventa- 
re j  Impaurito  grandemente.  Lat.  territus, 
perterre/Uctus  ,  attonitus  ,  stupidus  Gr. 
ex:rJavit;,  àffjutÉ/.'sa^  Dant.  Inf.  2^. 
Correvan  genti  nude  e  spaventale.  L  l'urg. 
9.  Come  fa  1*  uom  ,  che  spaventato  agghiac- 
cia. I£  24.  Ond'  io  mi  scossi.  Come  fan  be- 
stie spaventate  e  poltre.  Col/.  SS.  /ad.  Spa- 
ventato per  indovinarsi  quello  che  '1  padre 
doveva  fare . 

*  §■  Spaventato,  vale  talvolta  Spaven- 
ta Uccio  ,  Spaventoso  ,  (he  mette  paura. 
«.  /  rane.  Sacch.  Op.  div.  5q.  Cristo  fu  il 
più  bello  e  meglio  proporzionato  corpo  che 
mai  fosse ,  e  non  ebbe  gli  occhi  travolti  , 
né  spaventati  ...  (Bj  J- ir.  Disc.  an.  9. 
Guardandolo  6so  nel  volto  ec,  le  vcnner 
vetluli  quegli  occhi  spaventati,  e  quel  supcr- 
cilìo  crudele.  (J'j  Jiern.  Orl.i.  12.  33.  Di 
quella  porla  è  1*  aspetto  più  crudo  Che  tutte 
1*  altre  cose  spaventate,  (yj 

t  5  SPAVE.NTATOHE.  Ferbaì.  masc. 
Che,  o  Chi  spaventa.  Laì.  terrorcm  in- 
àucens,  terrvns    Gr    yo^iuv.   tuon.  Fier. 


5.  3.  8.  E  con  gli  occhi  di  foco  Spavcn- 
talor. 

:?  5.  Spavent 'tori  de*  Cignnli,  in  luo- 
go di  t  ulntini  dis.^e  il  hocc.  ».  i Hoc. 
4.  1^8.  Facevano  si  gran  pianto  e  si  gran 
lumure,  ihe  se  Giove  alloia  gli  spavt-iita- 
lori  de' giganti  avesse  mandati,  non  m  sa- 
riano udili  ■'  .   (C) 

SPAVENTA'/IOJSE  .  Spavcnlamento  . 
Lat.  tvrror  f  timor.  Gr.  ^^ofiOi-  /'rune. 
Sacch.  rim.  5o.  E  ,  se  la  vede,  n'  ha  spa- 
ventaziunc. 

SPAVt>TEVOLF  .  Add.  Che  mette 
spavento.  Lat.  horrihiliSy  ternjìcus,  tetri- 
cus,  inamabilis.  Gr.  ^opzpói.  Bocc.  nov. 
48.  7.  Lei  di  morte  con  parole  spavente- 
voli e  villane  minacciando.  Amet.  ^l.  à.\- 
vegnacbè  Vulcano  colle  spaventevoli  fiam- 
me, e  Telidc  ec.  più  volte  sì  sieno  gra- 
vemente opposti  alla  sua  salute.  C.  f' .  S- 
70.  2.  Pareva  odiosa  e  spaventevole  a 
udire  e  vedere.  ^  ì- rane.  Sacch.  rim.  Co- 
me selvaggia  fiera  tra  le  fronde  Nasconde 
se,  per  spaventevol  giido  Del  cacciator  , 
quand'è  presso  al  suo  nido;  Cosi  ec.  (Bj 
But.  Inf.  4-  2.  Armato  con  occhi  grifa- 
gni dice,  perchè  Cesare  ebbe  occhiatura 
rilucente,  spa\entevole  ad  altrui.     (C) 

g.  I.  Figuratam.  vale  iJrandissimo  . 
Ovid.  J'ist.  .'8.  Imperciocché  spaventevo- 
le dispregio  dì  te  è  sparto  siibilamenle  per 
le  città  di  Grecia. 

*r  g.  II.  Detto  di  cosa  niente  paurosa, 
anzi  lieta.  J  it.  S.  Ciò.  Gualh.  334-  ^^ 
maravigliosa  cosa  e  spaventevole!  Il  celle- 
rario ec.  apparecchiò  a' forestieri  ec.  (  L' 
esito  fu  del  cibo  moltiplicata)  .  (1  ) 

g.  III.  /  (T  f'ffomiissimo.  Bocc.  nov. 
q4-  i8.  Iddio,  alla  mia  buona  afTezion  ri- 
guardando ,  di  cori'O  spaventevole,  cosi 
bella  divenir  me  1"  ha    latta. 

t  *  SPAVENTEVOLEZZA  .  Astratto 
di  Spaventevole.  Bellin.  Disc.  2.  7.  Quan- 
ti sono  gli  Animali,  e  che  porlansi  a  nuo- 
to per  r  acque  ce.  e  che  vivono  in  soli- 
tudine per  le  foreste,  e  che  sono  d  terro- 
re del  mondo  con  la  spaventevoleiza  dei 
loro  ruggiti  T  (3/in) 

SPAVH>'TEVOLlSSIMO.  Superlat.  di 
Spaventevole.  Lat.  tcterrìmus.  Gr.  ^^p^- 
^'jt-:a.zoc.  Lih.  cur.  malalt.  Quale  si  è  la 
spaventevolissima  infermità  del  mal  ca- 
duco. 

SPA\E>TEVOLMENTE.  Avverb.  Con 
ispavento.  Lat.  turpiter  ,  foedum  in  mo- 
rem,  horrihiliter.  Gr.  cti^ptù;  j  ooB-poJ^. 
5r  Sulvin.  Iliad.  lib.  l5.  v.  18.  In  veg- 
gendol  (littore  disteso  sul  piano J^  pie- 
tate  y  ebbe  d'  uomini  il  Padre  e  dej^li 
Iddci  ,  E  spaventevolmenle  di  fuggiasco 
Sottecchi  Giuno  ri.sguardando,  disse;  ec.(  /Jj 

g.  I.  Per  Grandemente,  Eccedentemente. 
Lat.  immani  ter.  But.  Il  giudicio  umano 
spesse  volle  giudica  conlr'  a  ragione,  e  spa- 
ventevolmenle dt&ama  altrui. -i*  (.es.  ISov. 
76.  Perchè,  per  nuova  e  più  gagliarda  ac- 
cessione del  male,  spaventevolmenle  con- 
tralti i  ner%i  ,  ella  tutta  si  dibatteva.  (C) 

'"?  g.  II.  Per  In  modo  spa^-entevole.  Se- 
gner.  Pred.  Pai.  Ap.  II.  3.  Misero  lui  ! 
Ha  tutti  i  sacri  canoni  congiuiati  contro 
di  se  spaventevolmenle.  (1  Cj 

f  SPAVENTO.  Terrore,  Paura  orri- 
bile. Lai.  terror ,  pavor,  sttipor.  Gr.  ss- 
^35,  ft/Tr/r,|^i; ,  soea^s-.  I.'occ.  nov.  48. 
7.  Questa  cosa  ad  un'ora  maraviglia  e 
spavento  nell'animo  mi  mise.  Petr.  canz. 
27.  5  Quante  volte  diss'io  Allor  pie n  di 
spavecto:  Costei  per  fermo  nacque  in  Pa- 
radiso! Dant.  Inf.  9.  E  già  venia  su  per 
le  torbid'onde  Un  fracasso  d'un  suon  pien 
di  spavento,  yov.  ant.  3l.  2.  Per  cagio- 
ne che  li  cavalli  non  si  poteano  mettere 
avanti  per  Io  spavento  degli  stormenti  ^ 
comando  a  tutta  sua  gente,  che  volgesse- 
ro tutte  le  groppe  de' cavalli  alli    nemici. 


*t  S-  *•  spavento,  dicesi  anche  una  In* 
fermità  che  viene  ai  cavalli,  diversa  dallo 
t^pavenio,  la  quale  consiste  in  un  movi- 
mento sregolato  e  convulsivo  de^  muscoli 
esteriori  dello  stinco  e  flessori  del  piede  , 
sicché  il  Cavallo,  mentre  cammina  ,  neW 
alzare  che  fa  i  piedi  di  dietro  li  tira  in 
su  violentemente  e  disordinatamente ,  co- 
me se  fosse  spaventalo.  Calai.  79.  Sono 
alcuni  che  in  andando  levano  il  pie  tanto 
allo,  come  cavalo  che  abl:ia  lo     spavento. 

*  §.  II.  Spavento  di  bue,  dicono  oggi- 
dì i  Maliscalchi  a  una  l .rossezza  che  vie- 
ne  indentro  e  nella  parte  injeriore  del 
garretto  del  cavallo  ,  la  quale  lo  fa  zop- 
picare.  (A) 

•':•  SPAVENTO.  Jdd.  Spaventato.  Giti- 
doli.  l'.clt.  80.  Con  ira,  con  volto,  con 
molte  grandi  grida  hai  spavento  1  niroi- 
ci.  (IP, 

3  SPAVENTOSAIMENTE.  ^ncrA.  Con 
ispavento.  Lat.  horribililer.  Gr.  oo5t:ù^. 
;;•  Sahin.  Iliad.  2.  5^1.  S' alcuno  poscia 
spaventosamente  A  casa  tuttavia  vuol  far 
riloino.  Tocchi  pur  la  sua  nave  acconcia, 
ec.  (B) 

*§.  Spaventosamente,  valeanche  In  mo- 
do da  far  spavento.  «  l.iv.  M.  Venia  quel- 
la gente  baldanzosa  cantamlo  e  gridando 
spaventosamente  ■>  .   (]},') 

SPAVENTOSISSIMO.  Superlat.  dì 
Spaventoso.  Lat.  teterrimus .,  horrihilissi- 
mus.  Gr.  oo^i^wTKTtc.  Celi.  lett.  2. 
lez.  4-  73.  si  odono  alcuna  volta  uscir  di 
sotto  la  terra  strida  e  voci  umane  spaven- 
tosissime. C  Ilice.  Star.  18.  56.  Sacchi 
spaventosissimi  di  città. 

*  SPA  VENTOSITÀ'.  Astratto  di  Spa- 
ventoso. Bellin.  l.iorn.  4-  l56.  Una  cento 
mille?  Signor  no:  miracoli,  incredibilità, 
spaventosità  !  E  pfco  dopo  :  E  col  mede- 
simo piogresso  si  dimostra  una  non  dissi- 
migliante  spaventosità  nella  sottigliezza  de' 
vapori.  (Min) 

t  SPA\  LOTOSO.  Add.  Che  apporta 
spavento.   Lat.    horribilis .   Gr.     puJc£o;  . 

/  it.  S.  Ant.  F.  B.  Aveano  ceffi  deformi  e 
spaventosi.  C.  1'.  2.  3.  2.  Per  mùacolo 
d"  Iddio  al  detto  Tolile  apparve  in  visio- 
ne, dormendo  ,  più  volte  un'  ombra  con 
un  viso  terribile  e  spaventoso.  ìerd.  Star. 
Ititi.  14.  577.  Mezzo  nudo ,  spavento- 
so   per     la     deforme     magrezza  .     Alam. 

(  oli.  4-  103.  I>i  spaventosa  voce,  alto  e 
membruto  Prenda  il  bifolco. /^oer.  Varch. 
2.  rim.  5.  Non  odio  acerbo  od  ira  L*  ar- 
mi, ne  sdegno  altero,  Tinte  di  sangue  spa- 
ventoso avca.  Tass.  ter.  1^.  23.  E  chi  sarà 
sVgh  non  è,  quel  forte,  Ch'  osi  troncar  le 
spaventose  piante? 

■f  %.  Spaventoso  ,  vale  anche  Che  ha  , 
o  ha  avuto  spavento.  Lat.  meticulosus. 
;;•  Belc.  ì  it.  Colomb.  3l8.  Come  tu 
sai ,  non  fugge  se  non  1"  uomo  misero 
e  spaventoso:  l'uomo  nobile,  e  Ai  cuo- 
re gentile,  e  sicmo,  non  si  dispera  per 
una  caduta,  ne  per  due .  (C)  .''egr.  lior. 
òtor.  101.  Messer  lacomo  da  Gubbio 
sapendo  come  contro  lui  era  tutta  que- 
sta congiura,  pauroso  della  moite,  tutto 
stupido  e  spaventoso  propinquo  al  palagio 
de  Signoii  ec.  si  posava.  (^J  Ar.  Fur. 
23.  90.  La  bestia  ,  eh'  era  spaventosa  e 
poltra.  Senta  guardarsi  a  pie  corre  attra- 
verso. 

*  SPAURACCHIARE.  Fare paura.l^aì.. 
territare.  Salvia.  I  neid.  lib.  4-  E  ciechi 
fuochi  nelle  nuhi  gli  animi  spauraccbb- 
no.  fFj 

SPAURACCHIO.  Spaventacchio  .  Lat- 
temcnlamentum.  Gr.  ^^^tìt-o-j.  Buon. 
Fier.  2.  4-  j6.  A  far  fermar  quelle  colombe 
Cercammo  d' inranlar  gli  s|'auracchi  De' 
cenci  vecchi.  Afalm.  1.  47-  Hanno  a  comu- 
ne un  lor  vecchio  stendaido.  Da  farne  a' 
corvi  tanti  spauracchi. 


l302 


s   P   À 


S  P  A 


§.  I.  Per  similit.  si  dice  di  Cosa  che  i/i' 
duca  altrui  falso  timore.  Tac.  Dav.  Ann,l. 
II.  Biasima  i  primi  falli,  lodu  i  presenti  » 
Diega  potere  in  lui  spaurucrlii. 

§.  II.  Per  Paura,  o  S/m^-ento  assoluta* 
mente.  .Vrt/m.  5-  49-  A  ruì  fere  1j  nulle  Col 
suo  curro  sì  grande  spaurucoliio. 

Sl'AURAHE,  Impaurire ,  Spaventare  . 
Lai.  terrer^,  Icrrorem  inferre.  (ir.  jJOjSìiV. 
Pass.  ?iGG.  Pi.T  rilrarlc  dal  bene  ,  spauran* 
dale  e  sbigottendole  con  paurose  e  terriliili 
visioni.  Guid.  G.  Essendo  ul  pohlulto  spau- 
rati,  si  rimasero  d'afHiggeie  ii  Troiani.  Faw. 
Esop.  La  paura  della  pena  dflla  morie  in 
questo  luogo  nocelle  ai  morti ,  e  bpauró  i 
vivi. 

t  SPAUnATO.  ^dil  lia  Spaurarej  Im- 
paurito. Lai.  pertcrrofut  tu.t.  Gr.  yo^ft^ii^. 
Dani.  Jnf.  22.  lUcotninció  lo  spaurato 
appresso  ( qni  in  forzai  di  .tii.rt.  i  liut.  Io  nit 
svegliai,  e  guarda'nii  inturno  tulio  spauralo. 

SPAURKVOLE.  //dd.  /4lto  a  spaurire. 
Lai.  terhhilis.  t.r.  fo'iiiò:,.  Ihit.  Inf.  3. 
2.  Finge  che  venga  ai  dannali  con  spaurovo- 
li  segni,  per  mostrar  loro  la  poleiixia  di  Dio. 

SPAUHIMENTO.  I.n  spaurire,  Spat-en- 
to.  Lat.  ferrar.  Cr.  oo^Oi-  Pi'lr.  (Jom.  ìli. 
Della  qual  cosa  si  segui  grande  si)aurimi'iito. 

SPAUIUIIE.  Spaventare^  I-'ar  paura. 
Lat.  terrerr,  pertcrrcfacere.  ^.r.  p5_3ìTv. 
JBocc.  noi'.  6.  4-  In  breve  laolo  btspauri,  che 
il  buono  uomo  ec.  G.  l'.  9.  346.  2.  Fecelo 
morir  Castruccio  ,  per  crescere  più  1'  onta 
de*  Fiorentini ,  e  per  ispaurìre  i  Franceschi 
lor  soldati. 

g.  [.  In  signific.  ncutr.  e  neutr.  pass, 
vale  Divenire  pauroso.  Lat.  expavescere  . 
Gr.  ^•^iXt'bv.u  Cr.  9.  3.  2.  Mentre  che  (  i 
puledri)  stanno  con  le  madri, si deono  alcu- 
na Volta  toccar  con  mano,  arciurrhe  non  i- 
spaurisscro ,  quando  f^sscrro  dal  latte  parlili. 
Vìttam.  l.  20.  A  trovar  nuove  morti  e  Ber 
tormenti,  Perebij  la  genie  spaurÌN.%e  piùe. 

•fv  §.  II.  Spaurire,  per  Uscire  dì  paura; 
contrario  d'  Impaurire  .  Jiell.  Man.  M. 
Cin.  140.  Tanta  paur.t  m'  è  giunta  d*  Amo- 
re, Ch'io  non  credo  giammai  spaurire,  >è 
che  in  me  torni  ardire  l)i  parlar  mai  ^  sì  so- 
no s)jigoltito.  (B) 

SPAUKITO.  Add.  da  Spaurire.  Lat.  at' 
lonitu.-;.GT.  ÌATZi-'ì.ti'jp-i'iOi-  Mor.  S.  Cref^. 
14.  23.  Quando  venne  il  tempo  della  pai- 
sione,  allora  i  suoi  diNcepoli  lutti  spauriti  si 
fuggirono.  i5w(.  /'o/-.  6.  I.£  cosi  H  Latini 
spauriti  e  messi  in  fuga,  rimase  la  vittoria 
uUi  Komani.  Tac.  Dav.  Ann.  2.  37.  Rotto 
fu  alla  prima  dove  s'  era  fermato  ,  non  mai 
(come  i  prigioni  dissero)  si  spaurito.  E  Stor. 
I.  256.  Pigro,  spaurito,  innocente  per  dap- 
pocaggine. 

SPAUROSO.  Add.  Pauroso,  Lai.  timi- 
dus,  pavidus.  Gr.  ■àitio;,  STTcoCfl';.  Sallu- 
st.  lu!;.  li.  Egli  tostamcnli-  andaro  alli  hio- 

f;hi  veruerecri  de'  Romani;  ma  nella  via  da' 
adroni  Getolì  soprappresi  r  spogliali,  spau- 
rosi e  senza  onore  fuggirò  a  Siila. 

SPAZIARE.  Andare  att>rn<>.  Andar  ca- 
(;andi>.  Lat.  spatiari ,deanihulare,  ex.tpatia' 
ri.  Gr.  iZipiTt'A-'S-J,  TKii/G'Xi'vltv.  Sen. 
Ben.  t'arch.  3.  20.  La  niente  per  certo  non 
e  KiUoposU  a  nessuno  ec.  ,  andandotene, 
rumpugna  degli  spirili  celesti,  sputiando  per 
r  infinito. 

§.  In  signific.  ncutr.  pats.  vate  lo  tteftì^. 
Bocc.  noi*.  4-^  2  A.  me  per  quella  simil- 
mente gioverà  d*  andare  alquanto  spaxiando- 
mi  col  mio  novellare.  Dant.  far.  ^.  ()i 
fuor  <bil  (|ual  no.^sun  vero  si  impatta.  /.'  5. 
Ilenuine,  che  per  tulio  il  ciel  si  spazia.  Noi 
semoatcesi  f  Cioè,  si  ddata) .  /'.' ao.  Qual  lo- 
dolelta  che  in  aere  si  spani.  Boez.  l'arch. 
4.  nm.  3.  Questi  novellamente  ai  lupi  ag- 
giunto Urla,  piai;ner  credendo,  e  quei  (  non 
salia  Qual  tigre  indica  )  spaiia  Per  gli  ampi 
tetii.  a  si  reo  falò  giunto.  Buon,  Fter.  l^.  ,1. 
i3    \  ani  jieii^ieri,  imruagitiauuu  varie  Del- 


le menti  occupate  La  condizìon  tiavolun  dia- 
gli aflelli,  Che  si  spazian  pel  seno  e  per 
la  voce. 

^  SPAZIEGGIARE  .  Porre  gli  spazii 
necessarii  per  separare  le  parole  le  une 
dalle  altre  nel  comporre  j  ed  è  termi/tedi 
Stamperia.   (A) 

5?  g.  .^'pazie^ginre ,  dicevi  anche  dello 
Staccar  delle  parole,  leggendo ,  in  manie' 
ra  che  se  ne  vegga  spiccato  il  rigiro  de' 
periodi,  dei  membri,  e  delle  cadenze.  Sal- 
vin.  l'ier.  Buon.  Saper  unire  e  staccare 
le  parole  secondo  il  senso  ,  e  spazieggiar- 
le in  maniera,  che  se  ne  vegga  spiccato 
il  rigiro  de'  periodi  ce.  (A) 

*  SPAZIl-.OGIATO  .  Add.  da  Spa- 
zieggiare, (.-fi 

:;:  SPAZIEGGIATURA.  Term.  degli 
Stampatori.    Disposizione  degli  spazii.  (  /l) 

SPAZIETTO.  Dim.di  Spazio;  Picco- 
lo  spazio.  Salvia.  Disc.  2.  2l3.  Se  non 
vi  avesse  spaztetli  voti  ,  onde  libero  si 
desse  a'corpi  il  passaggio,  lutto  cÌo  ,  dice 
egli,  non  seguirebbe. 

•j-*  SPAZIEVOLE.  Add.  Da  poterti 
spaziare.  Spazioso.  Bemh.  A.tol.  o.  177* 
Con  lei  ad  una  delle  belle  finestre  riguar- 
danti sojira  lo  spazicvolc  piano  si  pose  a  se* 
dere.  (A  > 

SP.VZIQ.  Qtiel  tempo,  0  luogo  che  e 
di  mezzo  tra  due  termini.  Lai.  spatium  , 
intcrvallum.  Gr.  òia'JTiaa.  Pant.  l'urg. 
II.  Pria  che  passin  mill' anni,  eh' è  più 
corto  Spazio  all'  eterno,  eh'  un  muover  di 
ciglia-  /foce.  nov.  !\2.  Il-  In  poco  spazio 
di  tempo,  mostrandogliele  esse,  il  lor  lin- 
guaggi<i  apparò.  E  nov.  !\ò.  5.  E  cosi  ca- 
valcando, nim  avendo  spazio  di  far  noz- 
ze, ce.  E  nov.  65.  7.  Avendo  spazio,  in 
brieve  lutto  l'animo  suo  gli  apri.  Petr. 
canz.  3q.  7.  Ne  so  che  sp;uio  mi  si  desse  il 
ciclo.  Quando  novellamenle  io  venni  in  ter- 
ra. Cr.  6.  2.  3.  Di  quello  (letame)  ec.  ca- 
luno  spazio  degli  orti  s' ingrassi  in  quel 
tempo  che  seminare  ovvero  piantar  si  ib>- 
vranno.  Maestruzz.  2.  3o.  7-  Lo  'ncendla- 
rio<lelle  chiese,  o  vero  di  luoghi  rcLgiosi  , 
o  vero  del  cimilerio,  o  vero  dello  spazio  bri- 
vib'gialo  intorno  alla  chiesa,  è  iscomunicalo 
ipso  iure.  Cas.  lett.  28.  Che  in  questo  spa- 
zio, che  e^li  ha  da  V.  E.,  pnlrà nascondere  e 
impedir  tutto  il  suo.  Bemh.  .Stor.  7.  92.  Es- 
sere armati  e  apparecchiati  di  maniera,  che 
senza  spazio  alla  guerra  subitamente  gire 
e  trovarsi  ec.  possano  (cioè,  senza  mH- 
ler  tem[>o  in  mezzo).  Soder.  Colt.  16. 
Ueterminato  b>  spazio  che  m  ilcsidera  per 
essi,  conviene  ec.  dar  principio  a  dive- 
gliere  Ìl  terreno  dove  elle  hanno  a  stare. 

s*  §.  I.  Spitzio,  dicesi  dagli  Stampato- 
ri Cia.fcuno  di  quei  piccoli  /ìczzì  più  has' 
si  delle  lettere  che  sen'ono  nel  comporre 
a  separare  le  parole  le  une  dalle  altre.  (  C) 

'^  §.  II.  Spazio,  dice^i  altresì  nelle 
stampe,  e  nei  lihri.  Quella  parte  di  .totto, 
o  di  topra  che  non  è  occupata  dalla  stam- 
pa, o  dallo  scritto.  Bemh.  lett.  a.  3.57- 
Ilo  avvertito  che  lo  spaziti  di  sullo  ilella 
bella  slampa  è  strclto .  E  appres.to  :  Di 
sopra  si  può  fare  lo  spazio  più  stretto,  e 
cosi  quellt»   di  toltosi   l'ara  magftiorc.  (C) 

^  ^.  III.  .Vo/i  cs.sem  uè  ui  riga,  ne  in 
ispazio.  ì'.  RIGA.  (C) 

'•.*  SPAZIOSAMENTE.  A^'ifrlt.  In  mo- 
tto spazioso.    (C, 

■-?  SPAZIOSIS^t^f AMKNTE.  Superi. 
•  Il  Spaziosamente j  Impi*  simamente.  Lat. 
latissime.  Gr.  t'jsiira.  /V.>».  /'cr  ^.6%. 
A  guisa  ili  un  largo  mare,  «Uora  che  in  cal- 
ma pohandosi ,  >pazio»i  »sim»mciite  Lran- 
qudla  r   onde.    (') 

SPAZIOSISSIMO.  Superi,  di  Spojiio- 
(>.  Lai  'Hitime  canix.  Or.  oi<t»<o'tx- 
Tii.  .S'.iA'.  fhal.  Am.  70.  Al  gcomrlrico 
non  b  anche  quau  punlo  fatica  il  ritrovare  il 
ce.iU<i  di  «lua'tivoglia  cerchio   spuiasiuimo. 


SPAZIOSITÀ',  SPAZIOSITADE,  e 
.«  P  A  Z I  OS  I T  A  T  E.  Ampiezza  di  luogo  Lat 
latitudo  ,  spatium,  amplitudo  .  Gr.  t'jpo^ 
Guid.  (i.  Il  vide  ,  di  maravigUosa  luogbet- 
za  e  spaziosiude,  essere  gittalo  Del  projoodo 
dell'  Oceano. 

7  SPAZIOSO.  Adtl.  Di  grande  spazio  , 
Ampio.  Lat.  spatiosus,  amplus,  ingens,  la' 
tus.  Gr.  eiso^fuso?.  G.  I  .  !\.  20.  3.  Intra 
le  quali  ebbe  Arzellata  e  Medicina,  gran 
ville  e  spaziose  .  S.  Gio.  Gritost  33.  >'oicc. 
cim  tutto  studio  ci  sforziamo  d'andare  per 
la  via  lata  e  spaziosa-  Cr,  10-  36.  3.  Anche 
si  pigliano  /  i  pe.tci )  ne' fiumi  e  io  tutte 
spaziose  acque  eoo  rete  ,  la  quale  alcuni 
chiamano  traNersaria.  f'it.  SS.  Pad.  1.  ^. 
Entrando  «lenirò,  trovò  grande  e  spazioso 
luogo.  Soder.  Colt.  29.  Divisisi  il  luogo  de- 
stinato a  ciò  ec,  compartilo  in  larghe,  gran- 
di e  spaziose  fosse. 

n=  §,  Per  lolumino.to.  Prolisso.  E.  y. 
f  it.  Col.  ì5.  Avendo  composto  un  libro  del- 
le fatiche  d'  Ercole,  aldtuodante  e  spazioso 
e..   (EP, 

SPAZZA  CAM  MINO.  Quegli  che  netta 
dalla  Jìliggiae  il  cammino.  Salv.  Inf.  1. 
494-  ^'  ***  '^**'  ^^*  umor  voiUo  ,  io  vi 
diiei  onde  vengono  i  vclcttai,  i  tessitori 
i  ma-nani,  gli  zanni ,  gli  spazzacammini  a 
Firenze.  Cant.  Cam.  89.  tit.  Canto  degli 
spazzacammini.  Malm,  11  4'-  TngUe  ad 
un  r  asta,  il  qual  fa  il  paladino,  SebLca  eoo 
e^sa  fu  spazzar ammino. 

*  SPAZZACAMPAGNE.  Specie  di  or- 
chibitso  corto  e  largo  di  bocca  ,  che  H 
Carica  con  più  palle.  (Ai 

*  SPAZZACI>VERTA.  Sorta  di  vela, 
Morg.  20.  42-  Morgantc  a  prua  del  irio- 
cbetto  si  mise,  E  fece  come  antenne  delle 
Itrarcia  Ed  appiccovvi  la  spazzacovcrta  ,  Ed 
è  si  tòrti'  che  la  tiene  aperta.  (S) 

SPAZZAFORNO.  Arnese  per  ispazza- 
re  il  forno.  Matt.  Franz,  rim.  buri.  2. 
l()6.  Il  capo  mio  pare  uno  spazzaforno  , 
Ch'  cf;li  è  Ira  bianco  e  nero  aUiaruffato  , 
AHumicalo,  arsiccio  d*  ogn*  intorno.  BunJi. 
1.  67.  Y.  Io  stendardo  era  uno  spazzaforno. 
Buon.  Tane.  .'»  5.  Ma  da  poi  eh'  ella  v'ebbe 
spinti  fiiora  Con  quella,  o  fusse  pala,  o 
sp;izzaiorno ,  ec. 

SPAZZAMENTO.  lo  spazzare.  Cecck. 
Servig.  4.  '1  lo  spazzo.  Do.  Ora  su.  Lascia 
un  po'  stare  or  tanti  >pazzamenii. 

SPAZZARE.  Kettare  il  solaio,  pavimen- 
to ,  o  simili  ,  fregandolo  colla  granata  - 
Lai.  verreir,  e\'errerej  mnndart.  Gr-  t/- 
/oziì-*,  c/Torpoùv,  /a^a:i*5c(»  ■  Bocc. 
nov.  8o-  9.  Entrate  nel  bagno,  quello  lut- 
to lavarono  e  spazzarono  ollimamenle  .  fi 
nov.  100.  25.  t:omincio  a  spazzar  le  ca- 
mere, e  or*Iinarlc  .  Er.  Giorti.  Prtd.  S- 
Ma  quando  vede  il  loto,  sì  toglie  la  gra- 
nata, e  si  spazza  la  casa.  f'i*.  S.  V.  Matid. 
36.  Venivano  K-  buone  donne  di  quel  ca- 
stdl,.  ad  aiutare  a  Marta,  e  a  servire  li 
poveri  e  infermi,  e  a  4>aia*rc  la  casa.  So* 
der.  Colt.  106.  Ri»«iic.iuala  liolle  con  que- 
sta materia ,  digiiazzanduU  l>ene  ce  ,  aven- 
dola prima  Lene  spazzala  r  netta. 

§.  I.  Per  metaf.  vale  ì  otare.  Evacua- 
re  ,  Sgombrare  .  Tac.  Pav.  .4nn.  2.  35. 
Ville  il  capitano  eh*'  da  presso  non  si  com- 
balieva  del  pari,  e  fere  ritirare  alquanto  le 
legioni  ,  e  da'  tirati>ri  di  mano  e  dì  fion- 
da ,  haletire  e  mangani  spaziar  di  nimica 
l'argine.  E  l3.  I7.V  Comhaltò  questo  e- 
scrrito  con  tanto  ardore  ,  che  innanzi  la 
Irtia  parte  del  giorno  le  mura  furo  spaz- 
zale. Morg.  a6  73.  Ognuno  spazzerebhr 
la  campagna.  Malm.  3.  72.  La  piazza  fu 
in  un  allimi>  spauala;  Pur  un  non  vi  ri- 
mai.* per  mira.olo  liav.  Scism.  62.  Erasi 
Arrit'  spaziata  la  casa  di  Boleoi  ,  di  Cro- 
luuelo,  e  degh  allri  eretici. 

S-  II.  Per  similit.  vale  Percuotere,  /?«• 
t  tonare.  I.tl.  percutert ,  vcHitrare   Gr   tJ- 


S  P  A 

TiTStv.  Bettinc.  son.  ì!\S.  Però  convien 
eh'  un  le  rene  ti  spauì.  Lih.  son.  96.  Io 
ti  bu  a  spuzzare  un  di  culla  j^'ranuta. 

*  g.  111.  Si  (tur  in  pi-overb.  Chi  im- 
hmtta  spazzi  j  e  \' ah  (he  chi  ha  fatto  il 
ma/e,  faccia  la  penitenza.  /'.  IMBRAT- 
TARE, g.  II.  (yj 

SPAZZATO,  jitit.  da  Spazzare.  I.al. 
mundattts,  enitindatiix.  Gr.  xaSa^(5?£t5- 
Bocc.  Jntrod.  47-  Tutto  spanato,  e  nelle 
camere  i  letti  Tutti  rr.,  la  vegnente  brigata 
troTÒ.  G.  }'•  IO.  56.  I.  Essendo  le  vie 
tutte  spazzate  ,  e  piene  di  mortella  e  di 
alloro . 

g.  Per  metaf.  Votalo,  Sgombrato. 
Tac.  Dav.  Stor,  A-  343.  Così  spazzato 
tutto  il  fastidio  della  eitlà  ,  vi  ritoruò  la 
sua  forma,  leggi  e  ordini  di  magistrati /■// 
tedilo  lat.  ha  egeslo).  (ant.  Cam.  164. 
Veilesi  spesso  un  falcon  voitt-ggiare  ,  Che 
ticD  netta  e  spazzata  la  campagna. 

SPAZZATOIO.  Lo  stesso  che  Spaz- 
zaforno. Cant.  Cam.  35.  Intanto  il  forno 
è  caldo,  e  tu  lo  spazzi  ,  Lo  spazzatolo  ìu 
qua  e  'n  là  diguazzi.  #  Hip.  Strai'.  2^5. 
Si  vi'di-a  un  trofeo  di  varii  strumenti  che 
s'osano  all'aia,  e  al  Eorno,  vaglio,  pale, 
frugatoio,  e  rastrelli  da  tirar  la  brace.  (Cj 

SPAZZATURA.  Immondizia  che  si  to- 
gfie  via  in  ispazzando  .  Lai.  quisquilie^  , 
.nrdes  ,  purgamentiim  .  Gr.  :r£pt<|'»3juy. . 
F'r.  Ciord.  Pred.  S.  Se  tu  ricercassi  be- 
ne, credimi  tu  che  tu  Iroveresli  assai  spaz- 
tatura.  Bocc.  nov.  ^S.  6.  Un  che  va  rac- 
coglii'odo  la  spazzatura  da  santa  Maria  a 
^  crraia.  Cavale.  Spccch.  t>.  cap.!^S.  Noi 
siamo  riputati  come  immondizia  e  spazza- 
tura del  mondo.  Frane.  Sacch.  nov.  i52. 
Ha  egli  a  andare  rico^liendo  la  spazzatura? 
JJ  nov.  2l5.  Cominciò  a  ragionare  ,  che 
la  spazzatura  della  sua  bottega  valea  ogni 
anno  più  d*  ottocento  fiorini.  Soder.  Colt. 
66.  Le  nebbie  che  vengono  alcuna  volta 
sopra  e  Ira  le  viti,  si  stacciano  col  fummo 
f  namnia  di  paglìarcia,  u  altra  robaccia,  o 
&patxatura  abbrurriata  di  casa. 

*  SPAZZATURAIO  .  Colui  che  spaz- 
za le  immondizie  per  le  strade  della  cit- 
tà.  (J) 

SPAZZAVEKTO.  ^i  dice  di  Luogo  do- 
ve il  vento  al'bia  gran  possanza  ,  senza 
alcun  ritegno  .  Lat.  locus  vento  plenus  . 
frane.  Sacch.  Era  povero  scudiere,  e  la 
sua  magione  parca  la  badia  a  Spazzavento 
(qui  allude  a  un  nome  proprio). 

SPAZZILO  .  Chi  ha  cura,  od  uficio  di 
spazzare.  Mcnz.  sat.  1.  L'  aiutante,  il 
spazzino,  il  mozzo,  e  peggio.  San  cinguettar 
come  cornacfliic  e  pulle. 

Sl*AZZO  .  ravimento  .  Lat.  pavimen- 
tum .  Gr.  òoÌ7:iòov  Cr.  g.  ^6.  2.  Sono 
migliori  le  stalle,  le  quali  guardano  al  le- 
vamento del  .'%ole  di  verno,  e  che  hanno 
lo  spazzo  lastricato  ,  o  ammattonato  .  3//'- 
rac.  Mad.  ,V.  Allora  andò  più  verso  lei 
iQsiDo  a  mezzo  dello  spazzo,  donde  la  chia- 
uióe  .  Pant.  Inf.  i^.  Lo  si>azzo  era  una 
rena  arida  e  spessa.  E  Purg.  23.  E  non 
pure  una  volta  questo  spazzo  Girando,  si 
rinfresca  nostra  pena.  Segr.  Fior.  Cliz. 
5.  2.  Se  la  coperta  del  letto  non  mi  te- 
nera ,  io  mi  sbalzavo  nel  mezzo  dello 
»paszo . 

*  §•  Pi'r  Spazio,  o  Luogo  qualunque, 
the  alquanto  sia  spazioso.  Tesorctt.  Br. 
14.  lOo.  Pi,i  mi  tornai  laggiuso  A  un  al- 
tro pabzzo,  E  vidi  in  liello  spazzo  Scritto 
per  sotligliauza  :  Qui  sta  la  temperan- 
za. fC, 

SPAZZOLA.  Propriamente  Piccola  gra- 
nata di  filo  di  saggina, colla  quale  si  netta' 
no  I  panni. 

§.  I.  ter  similit.  si  dice  dei  Ramicelli 
della  f^^lma  ,  che  oggi  diciamo  anche 
Coltelli .  Lat.  .vpathalton  ,  spadix  .  Gr. 
sTTaàgiltov  .   j4nnot.    ì'ang.  Pigliercle   il 


SFA 

frutto  d'  un    albero  bellissimo  ,  e  le  spaz- 
zole della  palma. 

*  g.  II.  Spazzola  .  Term.  di  Marine- 
ria.  Specie  di  scvpetta ,  0  fiocco  di  corde 
vecchie,  che  serve  a  scopare,  0  spolverare 
il  vascello.  'Ai 

SPAZZOLARE.  1^'cttnr  colla  spazzola. 

SPAZZOLETTA.    Dim.    di  Spazzola  . 

Puon.    l  ter.    4-    3.   5.   Con  loro  ,  non  so 

spuf;ne,  o  spazzolf.'tte,  Si  puliscon  ridendo. 

SPAZZOLI.no.     Dim.     di    Spazzola  j 

Spazzoh'lta  . 

t  SPECCHIAIO.  Colui  che  fa,  0  ac- 
concia gli  specchi.  Lat.  speeularius .  Gr. 
xaT37rrpo:r5(9  i.  (iuid.  a.  Quivi  gli  mer- 
eiai, quivi  gli  spcccliiai.  Cant.  Cam.  416. 
tit.  Canio  de^li  specrhiai. 

:'.=  SPECCHIANTE.  Add.  Che  si  spec- 
chia. Ott.  Com.  Inf  5.  86-  Se  non  è  nato 
delle  dure  pietre  l'  amalo  ,  ellì  pure  ama 
r  amante,  vedendo  in  lui  alcuna  immagi- 
ne siccome  specchiante  in  specchio.  (Cj 

V  g.  panna  specchiante  poco  filante , 
proverh.jdi  cui   }'.  FILA>TE.  (!S) 

SPECCUIARE  .  Neutr,  e  neutr.  pass. 
Guardarsi  nello  specchio,  o  in  altri  corpi 
riflettenti  l'  immagini  .  Lai.  se  in  spccn- 
litm  inspicere.  Gr  iccjtòv  ìvoTTTft'ilìcQat. 
Bocc.  nov.  58.  3.  Se  cosi  ti  dispiacciono 
gli  spiacevoli ,  come  tu  di' ,  se  tu  vuoi 
viver  lieta ,  non  ti  specchiar  giammai . 
Petr.  son.  114-  Oh  fiamma ,  oh  rose 
sparse  in  dolce  falda  Di  vi%'a  neve,  in  eh' 
io  mi  specchio  e  tergo  1  Tratt.  l'ort.  As- 
sai ci  ha  altre  vanitadi  intorno  a  questi 
capi ,  e  nel  lavare  e  nel  lisciare  e  nello 
infardare  e  nello  spccchiare  .  Lib.  son. 
l36.  Chinato  ognun  nel  suo  catin  si  spec- 
chia, '-v  Pass,  yimint.  1.  I.  Allor  che  fug- 
girai le  fonti,  ov' ora  Spesso  ti  specchi ,  e 
forse  ti  vagheggi.  (Cj 

g.  I.  ler  metaf  Dant.  Par.  17.  Ne- 
cessita però  quindi  non  prende  ,  Se  non 
come  dal  viso  ,  in  che  si  specchia  Nave 
che  per  corrente  in  giù  discende  .  /:,'  3o. 
"Vidi  specchiarsi  in  più  di  mille  soglie 
Quanto  di  noi  lassù  fatto  ba  ritorno  . 
/  ine.  Mart.  rim  22.  Sacri  pastor  delle 
bell'alme  rive,  U' Pausilipo  altìer  si  spec- 
chia, e  dove  Entra  il  picciol  Scbeto  a  Teli 
in  seno. 

g.  II.  .specchiarsi,  per  Fisamente  mira- 
re. Lat.  fxis  oculis  aspicere.  Gr.  ìfOf^ù.-/. 
Pant.  Inf.  32.  Dimise  :  perchè  cotanto  in  noi 
ti  specchi  ? 

g.  III.  Specchiarsi  in  alcuno,  lo  dicia- 
mo in  signiftc.  di  Biguardarne  l'  opere  , 
per  prenderne  esemplo.  Lat.  alìquem,  tani- 
quam  exemplum ,  sibi  proponere  ad  imi- 
tanditmj  ad  alicuius  mores  se  ejformarej 
in  alicuius  vitam,  tamquam  in  speculum , 
intiieri:  alìquem  suspicere,  respiccrc.  Gr. 
it;  Tiva  aTTsS/i'n'icv.  Cron.  Horell.  27^. 
Quando  fai  una  cosa,  specchiali  in  lui.  /:' 
altrove:  Ne' quali  specchiandosi  spesso, 
ne  riceveranno  colla  grazia  di  Dio  salute 
di  buono  provvedimento  .  Frane.  Sacch. 
rim.  33.  Perchè  in  avarizia  ognun  si  spec- 
chia. F  altrove:  Specchiati  dietro  in  quel 
che  l'onorava.  Pnrch.  1.  11.  Specrhialevi 
nel  bue,  che  fjuando  corre.  Per  gran  vo- 
glia eh'  ei  n'  ha,  par  che  s' impicchi. 

§.  IV.  Specchiarsi  in  fino  ne'  calamai, 
vale  J  oler  vedere  in  fondo  la  verità  d'al- 
cuna cosa.  Lat.  rem  finditus  perscnitari. 
Gr.  y/.pi^oZv  zzifì  TI.  Buon.  Fier.  1.  i. 
2.  Dico  che  non  vo' imbrogli;  lo  vo' spec- 
chiarmi infin  ne'  calamai. 

t  3  g.  V.  F  in  att.  signific.  vale  Fis- 
sare.  Frane.  Sacch.  nov.  I76.  Avendo 
ciascuno  i  bicchieri  in  mano,  e  specchian- 
do gli  occhi  loro  nel  vetro  e  in  quello 
trebbiano  ,  ec. 

■'•  g.  VI.  Per  Osservare  y  Mirare  at- 
tentamente. D.  (Uo.  Celi.  lett.  pag.  22. 
Volgiti  al  santo  Evangelio,  e  in  esso  spec- 


S   P   E 


i3o3 


chia  e  contempla  cinque  uomini  ricchi  e 
potenti  delle  cose  del  mondo,  come  se' tu; 
e  furono  santi,  quello  che  non  se' tu.  ^7^^ 
'«  l  ine.  Mart.  rim.  ij).  Specchi  le  tanto 
a  se  vaghe  buUezze  In  cristallo,  o  *n  bel 
rio  che  '1  ver  n'  appurte  •»  .  (Cj 

t  g*  VII.  E  /iguratam.  per  Fsami- 
nare.  Burch.  2.  80.  Ma  naturale  e  facil- 
mente scrivi.  Poi  nella  fantasia  gli  specchia 
e  lima 

t  SPECCHIATO  .  j4dd.  da  Spccchia- 
re j  Bappre.sentnto  nello  specchio.  Lat. 
in  speculo  rcprasentatus ,  e  speculo  re- 
siliens,  speculo  admotus.  Gr.  e'vjTrrci^o'- 
^£vo;  .  Dant.  J'ar.  3.  Subito,  siccom*  io 
di  lor  m'  accorsi ,  Quelle  stimando  spec- 
chiali scml.ianli.  Ter  veder  di  cui  fosser, 
gli  occhi  torsi.  A  i3.  Per  sua  bontate  il 
suo  raggiare  aduna.  Quasi  specchiato,  in 
nuove  sussistenze.  Ott.  Com.  Par.  2.  32. 
Se  noi  ponemo  uno  specchio  dal  destro 
della  cosa  specchiala,  1"  idolo  pairà  in  un 
altro  modo  ,  che  chi  lu  ponesse  dal  sini- 
stro. _£■  3.  54.  E  poi  nostra  figura  torna  così 
specchiata  alle  nostie  pupille. 

f  ''.'  g.  I.  Specchialo,  parlandosi  di  per- 
sona, vale  Che  non  ha  macchia,  o  difetto 
ne'  costumi ,  Vi  somma  probità  .  Salvia, 
hneid.  lib.  8-  Abbiamo  in  guerra  noi  For- 
te petto  ed  abbiam  coraggio,  abbiamo  Per 
dure  prove  gioventù  specchiata.  1 F) 

§.  II.  Cosa,  o  Roba  specchiata^  dicia- 
mo di  Cosa  che  abbia  perfezione.  Lat.  ab- 
soluta  res  ,  munda  ,  perfecta  ,  spectata  . 
Gr.  —p-l'/fj-V.  T=/£tov  ,  £TiTHÌ£5  .  Lusc. 
far.  4"  lo.  Si  per  dio  ,  eh'  egli  è  spec- 
chiata roba  (qui  per  ironia). 

%.  III.  Specchialo  ,  per  Chiaro  ,  Evi- 
dente,  Senza  cavilli,  latto  chiaramente. 
Lat.  validus,  clarus,  planits.  Gr.  5-:'6aio;, 
op.y.)Òi,  ^KS-zìc.  Cron.  Morell.  260.  Vuo- 
gli  sempre  iscritte  ispecchiate,  innanzi  fa' 
meno  . 

SPECCHIETTO  .  Pim.  di  Specchio 
Lai.  parvum  speculimi  ,  specillum  .  Gr. 
p-i/p'J-j  r.y'ronzpc-j  .  Ar.  Cas.  2.  I.  Ma 
li  specchietti,  1'  anipoUp  e  li  bossoli  Met- 
tete fra  li  panni,  e  acconciategli  In  modo, 
che  portando  non  si  rompano.  Jhed.  Annoi. 
Dittr.  2o5.  Soglion  rimaner  quasi  sempre 
mclte  bolle  d'acqua,  che,  a  guisa  di  spec- 
«bietii,  sono  abili  a  rendere  alcuni  riflessi 
luminosi.  Cai.  Sist.  69  La  rellessione 
di  quello  specchietto  piano,  dove  ella  fe- 
risce là  sotto  la  loggia,  illumina  gagliar- 
damente . 

§■  I.  Per  Ristretto ,  Compendio.  Lai. 
brevìarium  .  Gr.  vrjo(.yfa.fr,.  Tac.  Dav. 
Ann.  I.  6.  Quando  egli  fece  venire  e  leg- 
gere uno  speccbietlo  di  tutto  lo  slato  pub- 
blico I  il  testo  lat.  ha  libellum  ). 

-^  g.  II.  Specchietto,  chiamasi  da'  Gio- 
iellieri un  Pezzetto  di  vetro  cristallino  tin- 
to da  una  banda  ,  che  si  mette  nel  fondo 
del  castone  di  una  gioia  ,  la  quale  per 
soterthia  sottigliezza  non  possa  reggere 
alla  tinta.  Penv.Cell.  Oref  Fare  stare  il  det- 
to diamante  in  sulla  tinta,  e  non  collo  spec- 
thielto.  (A)  E  l  it.  3.  282.  La  viilùdel 
gioielliere  si  era  iti  farlo  stare  in  ;u  la  tin- 
ta ,  e  non  con  lo  specchietto  ,  del  qua- 
le specchietto  se  ne  ragionerà  a  suo  luo- 
go. (C) 

•'••  §.  III.  A  specchietti.  Term.  da' Ca- 
vallerizzi .  Dicesi  di  cavallo  baio ,  chiaz- 
zato di  macchie  piti  bianche  ,  o  più  scu- 
re. (A) 

SPECCHIO-  Strumenta  di  vetro  piom- 
balo da  un.7  banda  ,  o  d'  altra  materia 
tersa  ,  nel  quale  si  guarda  per  vedervi 
entro,  mediante  il  rvflesse^la  prepria  ef- 
figie .  Lat.  spcculum  .  Gr.'  /arsTTp^v  , 
QtÓ'TZrc'i'i.  Plani.  Purg.  l5.  Come  quan- 
do dall'  acqua  ,  0  dallo  specchio  Salta  lo 
raggio  all'  opposita  parte.  E  Par.  2.  Tre 
specchi  prenderai  ,  e  due   rimuovi  Da  te. 


l3o4  S  P  E 

F.  17.  La  luce  «e.  ii  fc  prima    cernisca  , 
Quale  a  raggio   di   Sole  specchio    d   oro 
Tom.    Dice    Virgilio  :  s'  .0  foss.  d.  p.o.n- 
l,alo  vetro,  cioè    di    specchio  ,   il  quale  e 
comporlo    di    vetro  ,  e  coperto  dalla  parte 
a'  entro  di  piomlio,  acciocché  li  raggi  <  e- 
„U  ochi  sien..  ritenuti  dalla  densitade  del 
piombo  ,  e  .(Uind,    s.    veggia    l'  immasine 
del  vetro.   I!i,l.    fnr.   2.   2.  Lo  specchio  e 
vetro  che  dall'una  parte  s.  mostra   e  dal- 
r  altra  si  cuoprc  con  logha  di  pioml.o,  la 
,niale  e  densa,  e  lo  vetro  i;  d.  sua  natura 
raro,  e  pero    trapassano  le  cose  lunnnose 
lui ,    quando    non   v'  è   lo   piood'o  .    eh    e 
denso"  ec.    Dani.    Con..    126.  Quell  acqua 
è  terminata    quasi  come    specchio,  che  e 
vetro    terminato    con    pioml.o  .   (..     '  ■  7- 
121     I.  NeUa  maggior  torre  di  quello  le- 
cero  mettere  specchi  molto  grandi,  accioc- 
ché i  Pisani  vi  si  specchiassono  entro    /  eir. 
,on.  38.  Ma  più  ne  'ocolpo  i  micidiali  spec- 
chi. Che  'n  va„he;giar  voi  slessa  avete  stan- 
chi. Cirif.  C<lv.  I.  18.  La  hamhola  e  com- 
messa nel  suo  specchio. 

S  1.  Sncecliio,  l"T  Qualunque  comi,,- 
cJà.  oec  ..,  ripuanl,  co,«cm  ,c,.c,t/-.o^ 
Vani.  /«/-.  io.  K  per  leccar  lo  specchio  d. 
Sarcisso  Non  vorresti  a  ovitar  m.dle  pa- 
role.  rclr.  s.„.  286.  Diceano  :  o  lumi 
amici  ,  che  gran  tempo  Con  lai  dolcezza 
feste  di  noi  specchi,  ec. 

?  II,  rei-  mctaf.  Dmt-  Por.  (>.  Su 
sono  specchi,  voi  dicete  Troni  Onde  ri- 
fulge a  noi  Dio  giudicant.-  .  Jl"'  ■•'  ■ 
SoSo  s,.ecchi,  cioè  Angeli  che  s.  chiama- 
no Troni.  ;  .,  I  «» 
S    III    Figurainm.  per  Esemplare.  Lai. 

£r,'.Tr?OV.  k-<r.  .>■«..  I.-il.  Che  specchio 
cran  di  vera  leggiadria.  P,.«.  |.<.  1  r..lago 
al  lil.ro  appellato  Specchio  deUa  vera  |.e- 
Vn..  nnt  1  I.  Veramente  lu 
mtenzia  .  ;\ef-  ""'■  '■  '•  .  ,,,  ^■,, 
specchio  del  mondo  in  costumi.  '  ■'■  (-"•"■ 
Non  ci  potrebhono  avere  uno  maggiore  e 
migliore  e  piii  utile  specchio  la.:  Pav. 
/-,(  Àgr.  386.  'Irande  specchio  di  pacien- 
,a  certamente  fummo  noi ,  e  vedeiiuiio  il 
.olmo  della  servitù,  come  .  »»>'"/'"';' 
della  liliert!.  fi  (e.>(o  /,.(.  '•"■  ^"},""^, 
grande  palientiae  documentum).  -j-  /..'«'■ 
,on.  26.  Questa  è  lo  specchio  e  1  sol  del- 


l' età  nostra.  (FP)  ,, 

■¥  S  IV  Pir  F.sempio.  Ca.'.  .«"■•  q^- 
lo  pigro  ancor  pur  col  tuo  specchio  am- 
mendo Gli  error  che  torlo  hau  latto  d  vi- 
ver  mio.  fFPj  , 

*  8  V  Farsi  specchio  di  una  cosa.  o.i/< 
Pn-ndece  cscmp.o .  Chiahr.  rocmct,.  l. 
Furo  campion  che  del  desinerò  egregio  El,- 
l,er  tropp.ì  vaghezza,  ed  10  gli  ancisi  :  Fai- 
lene  specchio,   (fi) 

+  ,  R  VI.  Esser  pillilo,  o  nello  cene 
uno  spìcchio,  .ale  Ksser  nellissimo.  l\on 
Zerc  alcun  di/elio.  Fir.  Lue.  2.  ^-  •>»- 
";„a°e  la  camera,  ch-eUa  sia  nella  come 

è  vii.  Specchio  ardente,  o  usiorw.  si 
,nfe  Quello  che  arde  coW  unire  i  raggi  del 
Sole  in  un  punlo  0  per  .indi  riflesse 
come  il  conca.0.  o  per  viad,  "/-il""';^"- 
,„e  la  leale  di  crislnllo.  I  •  ,"-^T^^  ,f  ^f  ] 
„al.  e<p.  1)3.  Si  proccuri  A  accenderla  .1  lo 
X"dore-del  Sole  collo  specchio  ardente. 
TTrd    Ci  venne  voglia  di  esperime.ilare 

Z  uno  specchi incavo,  esposto  ad  una 

,„ass.l  -li  5>H>  lild.re  di  ghiaccio  facesse 
ulcun  sensibile  riperrll..linie.,lo  di  freddo, 
"r  /•■  266.  La  luce  nlVatt.  dalla  Unte  cri- 
.gallina,  orilles,ad,dlo  specchio  «storio 
non  vale  ad  infiammar  1  .-icquarzent.  .  A.i'- 
.„„.  /„„■.  ..  334.  La  m..-r.a,  che  ..an- 
,  ,  dura  fatica  a  sentire  il  fu-co  iilrat.i 
,yr  ardente  punto  del  concavo  specchio  , 
,1  ,ir  .ll'etto  dello  ustorio  i  falla  poi  nera,  in 
„'„,,t,mo  s'accende  e  s'abbrucia. 

§.  Vili.  Specchio,  si  dicn-a.cdtcesi  an- 


S  P  E 

cora  in  Firenze  un  Lihro  puhhlico.  Pi  esso 
parla  il  rarch.  Slor.  8.   210.   Eialospcc 
'■hi,>  un  libro,  sul  quale  erano  scrilU  quar- 
tiere per  ,,uartiere,  e  gonfalone  per  gon- 
falone i  nomi  .li  tutti  quei  cilladini,  1  quali 
oper   non   aver  pagalo  le  gravezze,  o  per 
oilalunque   altra  cagione,  erano  debitori  del 
Comune  J  e  niuno  .  che  fosse  a  specchio  , 
eoe    descritto    debitore    in   su  quel  Ul.ro  , 
poteva  pigliare  o  esercitare  uficio  alcuno, 
o  magislrat..  :  anzi  chiun.iue   era   trailo  ,  o 
cKlt..  ad  alcun   magistrato,   o   u6zl..,  se  non 
,.ra   netto  di  specchio;  cioè  se  si  trovava  in 
su  quel  bbro  debitore,  s' intendeva  averlo 
per.lulo  ,  ed  era  straccbto.   Malm.  ».   M- 
Molti   si    v.ggon    far    grandezze  e   sfoggi , 
Che  soli.,  a  specchio  poi  col  rigattiere  (qui 
ver  similit.  J.  .  I  _ 

«  ?  IX.  0/irfc  Xeno  di  specchio,  par- 
landosi di  persona,  .'«fe  Senza  macchia,  o 
difetto  ne'  costumi ,  e  parlandosi  di  cosa, 
i-.i/e  /'er/e<(o  ,  Che  non  le  manca  nulla. 
..  n„on.  /Ver.  3.  4.  9  «le  la  felicita  netta 
di  specchi..  D'  ogni  e  qualun,,ue  menda 
ha  per  suo  prop.io  Di  seguir  sempre  ... 
Sal^^'ia.  Annoi.  iV.  :  Specchio  e  un  hbro 
dove  -i  nolano  quei  che  non  hanno  paga- 
to tassa,  i  quali  si  dicono  Essere  a  spec- 
chio: e  .megli  che  hanuo  pagato  si  dicono 
Netti  di  specchio  .  Vuol  dire  adunque  le- 
licità  perfetta,  a  cui  non  manca  niente,  e 
.he  ha  dato,  per  cosi  dire,  l' intero,  fi^) 

*  S.  X.  Specchio  rf'  asino,  diccsi  una  Aoi- 
la   di    pietra    detta  altrimenti   Scaiilmola. 
L^i.  lapis  .tpecularis.  Cr.  '''■'?«'Vi.''^i'r 
;/   Vocaliol.  «//,.  .■o.eSC.VGLlUOLA..    (  ) 
SPECIALE.  Jdd.  .■ipeziale.  Lai.  .<pc-_ 
cialis.   Gr.   u.!pi/,i;.  Mae'tn.zz-  l-  ^i    L 
angiolo  buono  per  uffizio  non  e  suo  il  bat- 
t.zzare  e  consecrare  la  cliiesa;  puole  n..n- 
dimeno  di  speciale  mandato  di  Dio.  Buon. 
Fier    5    4.  6.   Or  perchè  scorta  ho   n  voi 
si  speciale  ec.  In  opra  d'  ediBcii  inteUigen- 
za     ce.  *  ììorgh.   Arm.  Fam.    I9.   Come- 
rhè  quella    regione    avesse    un   proprio    e 
speciil  segno  dell'  altre  rcioe,  diverso  dal- 
l'altre), (f)  Segner.   Fred.    l'ai.  Ap.   I. 
Il     L'  inspirato  (lume)  è  quello  che  Dio 
su.de   aggiungere    con    ispirazioni    speculi 
ai  .lue  precedenti.  lT(.) 

SPECIALISSIMAMENTE.  Superi  di 
Specinlmcnte.  Dorgh.  lese.  Fior.ì^.iU 
specialissimamente  pare  che  stringa,  perche 
si  vede  ne'temp.  seguenti  questa  chiesa  con 
la  sua  dote  s..ttoposl3,  ec.  ,     ,     „        .    . 

SPECIALISSIMO.  Sui>erl.  di  Speciale. 
Slor  Pili  73.  Ordinùe  con  alcuni  suoi  ni- 
poti i-  con  altri  specialissimi  am.ci  d'andare 
n.l  palagio  del  Comune  h  r.  lai:  l.  2. 
32  61.  Questa  è  specialissima  E  granii- 
Ì..soha:  *  Pass.  Piai.  Ilem.  L'e.|uita,  e  la 
■  lemeiiza  sono  .1  ined.simo  non  di  numero 
né  di  specie  (pari,,  .bile  speci.di.sime)  ma 


iti  ccniTt* 


ili  itroportioni-. 


(f>) 


jzcnere,  e   »»  [-."i--- ■     - 

SPECIALITÀ'.  Spi-ziahtn.  Lai.  .tpecies. 
Gr.  tròcij.  rioi-gh.  Orig.  Fir.  192.  Di  .ple- 
ste  tali  specialil'a,  se  non  hanno  propria  n..- 
tizia  e  lume,  ci  si  può  dilTicilmcnte  allermare 
cosa  che  vaglia. 

1,1  SPECIALIZZARE,  r.o  .flesso  che  Spe- 
cificare. Pro...  Fior,  pari  4.  >-ot.  I.  p.tg. 
,82.  Nulla  giova  la  particella  quasi  rislrel- 
tiva,  perchè  il  rislrignere  n.in  e  speculiiiare. 
ma  m,..lificars..lanienlc.f«/ 

SPECIALMENTE.  .ieecW..  .Spetialmen- 
te  l.at.  ..r,ir.;.i.e,  m.iaimc.  r™.<cr(im.  l^r. 
UnJot.  fLsIruzz.  ,.  24.  Delle  quali 
n-irt!,)  d.-blKin..  essere  ornati  .  chen.i.  e 
specialmenle  i  sacer.loli,  e  prelati  ^/ory 
2-  221.  E  tutta  Francia  pianse  i\  su.,  cam- 
,.;,me,  E  speci.dmenl.-  il  popol  d;  '■■>;•«•• 

SPl-CIE.  7'cifil.i«il«fe<.l(c7i'»M/'C.'    '  IO 

,7,c  e  <..((.'  1/  genere  .  e  eontiene  x.'(lo  ■'■    «e 

„,../(.  .,i./.el.("i  ;  .V,.«ic:.  Lai.   'pnies.  i--^ 

,iò,i.  (ite.  f.ell.  a.  28.  lo  mi  Ti.o  con 

I  piacere  gran.lissini..  in  que.t..  grad..  e  in 


S  P  E 

quesu  specie.  E  19.  Quale  animale  nini»- 
lu  in  questo  universo  ec,  de  «piali  «un 
quasi  infinite  le  specie,  che  ec.  £7.  IJJ.  In 
,juei  lempi  s.)lamenle ,  che  ha  ordinalo  la 
natura  per  mantenimento  iblla  specie. 

g  1  f'er  Forma.  Apparenza,  o  .timUi. 
Caéalc.  Frult.  Img.  Lo  Spirilo  Santo  di- 
scese  s.ipra  di  lui  in  ispccie  di  colomba.  W  t 
Med.  cuor.  70.  Sotto  specie  di  moslram 
perfetti  ,  nulriscono  1'  ira  in  &,  ed  10  al- 
trui. (Vi  ,    , 

*  E  II.  Sotto  specie  ,  vaie  Sotto  pre- 
testo. Gmcc.  Stor.  \.  2l3.  Chiamalo  in  Ca- 
s.  ina  dai  Cmmissarii  sotto  specie  d  ordi- 
nare la  distribuzione  delle  genti  alle  slanxe, 
fu  di  loro  per  comandamento  del  magi- 
strati, suprem..  della  ciu'a  fatto  prigione  . 
Car  leti,  med  3.  146.  Quasi  in  un  l«mpo 
medesimo  venne  qui  in  Parma  sollo  spe- 
eie  di  volere  amlare  a  E..logna.  (ti 

if  %  III  Per  Appariscenza  .  lavate. 
Med.  cuor  224.  Per  la  specie,  cioè  bdlea» 
della  femmina,  molli  son..  penti.  (Il 

+  o  IV  ."Specie,  in  lerm.  di  tilato/ia 
scolastica,  vale  Idea,  Immagine  delle  co« 
impresse  nella  mente.  .Salvia.  Di.rc.  I.  IBI- 
A  far  li  rinvenire  1'  auliche  specie .  come 
una  cosa  caccia  V  alUa  ,  b»osna  farsi  da 
F  Pro!  Tote.  I.  456.  11  non  avere 
Ic'hierate  davanti  agli  occhi  deU'  inlellello 
tutte  le  ragioni  prò  e  coolra ,  e  il  non  avere 
unite  tutte  le  specie  appartenenti  alla  cau- 
sa di  cui  si  traila.  «  Segner.  Mann.  Genn. 
25  2  Del  tuo  (dolore)  n'ha  scienza  spe- 
rimenule  ,  dell'  altrui  ne  ha  solamente  una 

specie  astraila,  r' ^  ,  __    ., 

+     if     §     V.     Specie,    nel    numero   del 

pil,    parlandosi  del  Sacramento  dell'  Eu- 

can.,tia.  d.consi  te   Apparenze  del  pane  e 

del  vino    dolio   la    transustanziazione .   »- 

;„er.   ManL    Vngg.    .6    4-   N°°     °|''-' 

l'orribiU  vdlanie,  egli  sta  forse  lutto  di  sol- 

,0    un    numero  di  particole    inDunjerabd. 

Buchi   non    si  dislniggano    affatto   le   loro 

specie  sacramentali,  f.*       ,      _  _ 

s.  VI.   Fare  specie,  vale    tar   mora- 

visfia.  liendcre  ammirazione.  Salvia. Disc. 

2    02.  Il  S..le,  che  è  una  stella  tanto  più 

spl.mdida,  vitale,  benefica,  perciocch»  ogni 

Ulorno  la  riveggiamo,  non  ci  fa  specie. 

S  VII.  Ugualmente  gr.tve  in  ispecie ,  o 
P,7.  o  meno  grave  in  ispecie  ,  si  dice  l' una 
cosa  .leir  altra  allora  che  in  ugual  mole  ha 
maggiore,  minore,  o  uguale  gravila  Oal 
Cali.  226.  lo  dunque  chiamo  egualmente 
gravi  in  ispecie  quelle  materie  .  delle  quali 
eguali  nio\i  pesano  egualmente.  /•  W™;;- 
,„ ..  Una  m..le  d,  pi..ml».  e  una  di  legno,  che 
pesin.i  ciascheduna  dieci  libbre  ,  diro  essere 
in  gravità  assidula  eguali ,  ancorché  1.  mole 
d.l  l.gno  sia  m.dlo  maggiore  di  quella  del 
Piombo,  ed  in  c.nsegucnza  meo  grave  in 
specie.  K  appresso:  Più  grave  in  «pec.c 
chiamerò  una  materia,  che  un  a  tra  .ledi a 
,,uale  una  mole  eguale  .  una  mole  dell  al- 
ti, peser'a  più.  Sagg  nat.  e.sp  "j»  «""" 
fra  l..r..  la  proporzi.me  reciproca  della  gra- 
vità in  ispecie  de   lluidl. 

*  SPECIE.  .Mescnglio  di  aromali  iit 
n,./,e,^,  che  più  comunemente  dicesi SpfMC. 
ned.  Ari:  Cr.  3.  11  cui  Gore  e  pieno  d, 
specie  aromalicbe,  e  '1  frullo  e  mollo  de- 

SPECIFICAMENTE.  Av.trl:  Specifica- 
lamenle.  Particolarmente,  Spe^lalmejilc. 
I.at.  singillalim.  specialiler,  singulanler, 
.si^cuilim  .  's,iec,fict.  Gr.  o  *.»»;■  /*■■" 
.lai  Avendo  chiaro  conoscimento,  non  so- 
iamcnle  in  genere,  ma  specificam.nU  e 
.■ng,dan».nte  .  di  tulle  le  cose  natur.l, 
spirituali  e  c,.rpor.d.  Bui  Purg.  iK  2 
riella  tcrxa  specificamente  dichiara  come  la 

'''"'"''Vp''ec.ficamf.nto     S^lfio,- 

zicne,   Parlicolareggiamenb,.   Vde^J^', 
3    71.   V  era   dun.iue   formalo   dentro  u 


S  P  E 

mondo  inferiorf  e  il  supcriore ,  eoa  lo 
specific amento  d'  alcune  altre  appartenen- 
«e  .  E  QI.  Se  fusseno  parole  consuetudi- 
nisy  scDia  altro  sperìBcanicoto ,  :>areltberu 
a  i-iascuDO  inlfllìyibili.  (A) 

*  SPECIFICANTE.  Che  specifica.  Bel- 
lin.  Disc.  I.  17.  Ai  quali  ha  poi  adattati  i 
suoi  nomi  propri  e  spoci6canti  la  ricchezza 
dell'immollai  (avella  nostra  Tuscana-  (C) 

fSPECIFlCARE-  Pic/tiarare  in  panico- 
tare.  Lat.  spfCialUer  cxponert  ,  adnolatf  s 
dejcriifere  ,  di.tiui^'icrv-  Gt.  uìptKÒI?  or.- 
Xoù».  Ufor.  S.  <.rt*?.  Per  tanto  dunque  vol- 
le il  Vangeli&ta  spec ìBcarc  il  tempo ,  accioc- 
ché dimoAtrj$»e  t  Le  ne'  morì  degli  uditori 
ora  il  freddo  .  Ott.  Com.  inf  5.  6^.  Discri- 
ve la  conduione  dell'  anime  ,  e  specificane 
alcuna  per  nome.  }f.  /'.  p  98.  Ciò  che  nel 
trattato  della  pace  si  coniicne  .  e  speciBcato 
è.  Pass.  154.  Conviene  che  la  persona  che 
si  confessa,  dica  spressamenle  e  specifichi 
in  che  spexie  di  peccato  ha  oflVso.  J  arch. 
F.rxol.  l38.  Le  mutazioni  e  ditferenrc  so- 
stanziali fanno  le  cose  non  diverse  o  alte- 
rate, ma  altre,  perchè  mutauu  la  spezie,  onde 
si  chiamano  diSerenze  specifiche  ;  e  di  qui 
nacque  il  verlio  specificare. 

t  SPECIFICATAMENTE.  J^-i-erh.  Di- 
stintamente, Particolarmente.  Lat.  specin- 
iiter,  explicate,  disiincle.  Gr.  ìtòix&j^,  o^;- 
>u;  ,  diwptffjUL^vflj;  ■  Ott.  Com.  Par.  19. 
429.  Adunque  convenia  specificatamente 
per  la  instituzione  del  hattesimo  dimostrare 
in  aperto  il  lavamenlo  de'  peccati-  I>ut.  Inf. 
\.  Picelo  generalmente,  e  di  soito  il  dira 
più  specificatamente.  Pass.  1^7.  Won  inten- 
do ,  disse  la  suora ,  se  più  specificatamente 
000  parlate.  A' 1 49*  Domandando  de' pec- 
cati, e  spezialmente  de' carnali ,  non  dee 
troppo  domandare  specificatamente  delle 
partirolaii  circostanze  .  ì'arck.  Star.  3. 
^3.  Si  ceiehró  ec.  un  contratto  appartata- 
mente ,  nel  quale  specificatamente  si  di- 
chiarava che  la  repubblica  fiorentina  fosse 
obbligata  a  tenere  ec.  dugento  cinquanta 
uomini  d'  arme. 

•t  *  SPECIFICATIVO.  Jdd.  Juo  a 
specificare.  L'den.  Sis.  I.  21.  Nella  testura 
de*  versi  usò  specialissima  e  oltramirabil  de- 
strezxa  ,  per  fargli  specificativi  di  quel  che 
allor  si  ragiona.  (.■!} 

SPECIFICATO.  Jdd.  da  Specificare. 
Lai.  adnotatus.  Gr.  cijiw&et;.  (iuid.  G.  Il 
tempo  di  questa  tregua  non  si  trova  specifi- 
cato nel  libro.  G.  V.  II.  49-  2.  Vi  si  diede 
compimento  in  Vinegia ,  per  la  forma  e  ca- 
pitoli specificati  qui  appresso.  Stor.  pur.  3. 
oS.  Ma  qualunche  se  oe  fusse  la  causa  , 
che  non  la  ho  vista  specificata,  lo  rilas- 
sò finalmente  libero ,  senza  torgli  nulla 
del  suo. 

SPECIFICAZIONE  .  Lo  .'specificare  . 
Guid.  C.  Nella  specificazione  del  suo  ser- 
mone ogni  cosa  per  ordine  gli  dicfaiaròe  . 
^  Pros.  Fior,  part-  4-  *'o/-  l-  pag.  263. 
Non  avevano  (ìe  parole)  la  loro  intera  uoì- 
t^ ,  se  non  si  poneva  ne*  versi  antecedenti  la 
■w  viltà  sprcificaia  ec.;e  tale  specificazione  pare 
a  me  ec.  (lì) 

SPECIFICO,  ^dd.  Term.  laico.  Che 
costituisce  spezie  .  Lat.  specificiis .  Gr. 
itoixoc  Dant.  Purg.  i8.  Ogni  forma  su- 
staniial  che  setta  E  da  matena,  ed  è  con 
lei  unita ,  Specifica  virtude  ha  in  se  col- 
letta .  r'air/i.  Krcol.  3og.  Se  voi  mi  dì- 
manilaite  d*  alcuna  pianta  come  ella  si 
chiamasse  ,  e  io  vi  rispondessi ,  albero  o 
frutto  ;  questa  si  chiamerebbe  cognizione 
seoerica,  la  quale  e  sempre  incerta  e  con- 
fusa: se  vi  rispondessi ,  un  pero  ;  questa  co- 
gnizione sarebbe  specifica. 

g.  I.  Specifico,  aggiunto  a  Medicamen- 
to,  Bimedio  ec,  si  dice  Quello  che  e  più 
appropriato  alla  guarigione  di  quel/a  ma- 
lattia per  Cui  si  applica.  Salvin.  Disc.  2. 
390.  K  m«<hcamento  più  forte  e  più  specifi. 
Vocabolario  T.  il 
1 


S   P   E 

co.  E  Pros.  Tose.  1.  3o3.  Alle  mie  malattie 
ec.  avendo  finalmente  con  multa  mia  ri- 
pugnanza applicato  il  tanto  consigliato  e 
inculcatomi  rinirdio  specifico  del  non  far 
nulla.  lied.  leti.  2.  220.  Allora  quando  io 
dissi  che  Ìo  reputava  per  ciurmerla  senza 
eSetto  tutte  le  qiiiutessenze,  tult'  i  sali,  e 
lutti  gli  estratti  diuretici  e  sudorifici  de'chi- 
mìci ,  siccome  ancora  tutti  gli  altri  medica- 
menti specifici,  ec. 

g.  II.  Gra\'ità  specifica,  vale  lo  stesso 
che  Gravità  in  ispeciè  .  V.  SPECIE,  §. 
VII.  Sagg.  nat.  esp.  60.  Si  potranno  .ivere 
le  proporzioni  delle  loro  gravità  specifiche 
con  esso  argento- 

*  SPECILLO.  Term.  de' Chirurgi.  Pic- 
cola tenta.  Cocch.  Hagn.  (A) 

SPECIOSITÀ*.  Speziosità.  Lat.  species, 
forma.  Gr.  £t09;.  Segner.  Pred.  pr.  Ebbe- 
ro tutta  la  loro  };loria  maggiore  ,  non  nel 
sembiante,  non  nella  speciosità,  ma  nella 
virtù  di  piovare. 

3  SPECIOSO.  J'.  L.  Jdd.  Bello.  Lat. 
speciosiis.  Gr.  s-jito/;'?.  Agn.  Pand.  !y). 
Piace  una  bella  persona  ,  una  speciosa 
femmina  ;  ma  uno  disonesto  cenno  ,  uno 
disonesto  atto  d'incontinenzia  subito  la  ren- 
de vile  e  brutta.  *  /  ett.  Colt.  19.  La  quale 
leggiadria  quivi  è  chiamata  per  ciò  specio- 
sa, cioè  che  ha  un  aspetto  giocondo.  fC) 
Car.  h'n.  l-  671.  Essi  intanto  in  ver  le 
mura  a  vista  Giunser  della  città  j  che  al 
colle  incontro  Fé'  lor  superba  e  speciosa 
mostra.  (FP) 

Jr  g.  I.  Specio.io,  K'alc  anche  Che  è  buo- 
no ,  o  J  ero  in  apparenza  ,  ma  non  in  so- 
stanza. "  Menz.  rim.  i.  3o6.  lo  lascio  a  lui 
si  sjieciosi  augurii  ».  /  iV.  Lett.  Uom. 
III.  1.  ?-\\-  Ed  io  con  questo  fondamen- 
to mi  preveggo  preparati  ed  orditi  dej;li 
strani  casi,  coperti  poi  da  qualcheduna  di 
quelle  belle  apparenze  ,  e  speciose  calun- 
nie, che  pur  troppo  ne  sparse  il  medesi- 
mo per  sua  discolpa.  (C)  Segner.  Pred. 
Pai.  j4p.  I.  5.  Non  può  avvenire  anche 
qui  che  ec.  si  simuli  ben  talora  con  pro- 
teste sollecite  e  speciose  di  aver  una  in- 
tenzione rettissima  innanzi  a  Dio.  (TC) 

^  §-  'L  Per  Singolare,  Particolare. 
Segner.  Pred.  2.  5.  Non  prima  vi  han  con- 
ferito una  grazia  alquanto  speciosa  cb'  essi 
pretendono  tosto  che  tutto  il  di  voi  gli  dob- 
biate e  accompagnar  ne' corteggi,  e  appo- 
star ne'  cocchi,  e  servir  nelle  anticame- 
rt.  (C) 

g  SPECO.  Jntro,  Spelonca.  Lai.  spe- 
cus  .  Gr.  ffTir'iatov  .  Petr.  canz.  [\2.  t\. 
Aprir  vidi  uno  speco,  E  portarsene  seco 
La  fonte  e  '1  loco.  Ar.  Pur.  2!^.  9I.  Là 
dove  ascosa  in  un  selvaggio  speco  Non  lun- 
gi avea  la  solitaria  cella.  Cas.  son.  25.  Solea 
per  boschi  il  di  fontana,  o  speco  Cercar  can- 
tando ,  ec. 

=1^  g.  per  Baratro,  l'oragine  .  «  Lih. 
Son.  29.  Non  so  come  non  s'  apre  un  dì 
l'abisso,  O  qualche  speco  g&,  come  fu  a 
Roma  ».  fJ\) 

't*  SPECOLA,eSPECDLA.  Luogo  e- 
minente,o  Parte  alta  delCedificio,  che  signo- 
reggia molto  paese,  e  donde  singolarmente 
co'  telescopii  si  contemplano  gli  astri.  Se- 
gner.  Parr.  instr.  5-  2.  Non  ha  ragione  il  Si- 
gnore di  risentirsi  contra  chi,  tenuto  ad  alzare 
in  tempo  la  voce  dalla  sua  specola,  stia  dor- 
mendo? (J'}  E  IncT .  I.  17.  I.  Gh  osser- 
vatori delle  stelle  ec.  costumarono  da  prin- 
cipio di  contemplare  il  cielo  da  que'  loro 
medesimi  campi  aperti  ec,  poi  col  tempo, 
perfezionandosi  1'  arte  ,  andarono  a  mano 
a  mano  scegliendo  per  tali  osservazioni  le 
specole  più  sublimi.   (.-4) 

SPECOLANTE.  F.  SPECL'LANTE. 

SPECOLARE.  /^^  SPECULARE. 

SPECOLATIVA.  r.  SPECULATIVA. 

SPECOLATIVAMENTE.  /  .  SPECU- 
LATIVAMENTE. 


SPE 


i3o5 


SPECOLATIVO.  V.  SPECULATIVO. 

SPECOLATORE  .  V.  SPECULATO- 
RE . 

SPECOLAZIONE.  V.  SPECULAZIO- 
NE. 

SPECOLO.  /'.  SPECULO. 

't  *  SPECOLO.  Term.  de'  Chirurgi. 
I^'ome  che  si  dà  a  varii  strumenti  atti 
a  dilatare  l'ingresso  di  alcune  cavità  per 
poterne  .scorgere  il  fondo.  Magai .  Lett.  Bi- 
sognando o;;ni  tanto  tagliarle  le  upna  ec.  , 
conveniva  che  i  cerusici  a  forza  di  specolo 
gliele  facessero  albmtanar  tanto  (le  dita}  da 
quelle  (  palme  delle  mani  )  ,  che  potessero 
metter  le  forbici.  (Ai 

SPECORARE.  Foce  ha.tsa.  Piangere. 
Belare.  Lat.  belare,  eiulare.  Gr.  BXriyà' 
53at.  Mitlm.  7.  95.  Mentre,  temendo  eh' 
io  nnn  mi  ci  stanzi ,  Specorate  sì  ben  . 
eh'  egli  è  un  piacere. 

'^-   SPECULA.  7.  SPECOLA.  f-.^J 

•f  *  SPECULABILE  .  ^dd.  Che  può 
specularsi.  Soggetto  a  speculazione.  Pros. 
Fior.  pari.  3.  voi.  1.  pag.  22.!^.  Al  filosofo 
dunque,  il  quale  più  della  verità  delle  cose 
speculabih  e  delle  azioni  umane  tien  conto  , 
che  del  grazioso  ra^^ionamento  ,  non  appar- 
terrà ec.  (.-I) 

■'.•  SPECULAMENTO.  Lo  speculare. 
Segner.  Paneg.  Dopo  tante  diligenze  e 
tanti  speculamenti  ec.  ha  spenta  la  spe- 
ranza ne' posteri.  (Al 

SPECULANTE, e  SPECOLANTE.  Che 
.specula.   Lai.   meditans ,  contem plans.  Gr. 

ftsJ-cTwv.  Amet.  2Cf.  Egli  con  intenta  cura 
a  candida  gola  e  il  dìiitto  collo,  e  del  petto 
e  degli  omeri  quella  parte,  che  *l  vestire  non 
gli  toglie,  speculante,  tutte  le  loda. 

SPECULANTEMENTE.  /4vverb.  Spe- 
culativamente. Fr.  Ciord.  Pred.  B.  Con- 
sumava molte  \olte  le  ore  della  notte  spe- 
culantemcnte  nel  cielo. 

SPECULARE,  e  SPECOLARE.  Impie- 
gare lo 'ntelletlo  fissamente  nella  contem- 
plazione delle  cose.  Lat.  speculari ,  con- 
templari, meditari.  Gr.  fi.zX ir à.'i .  Bocc. 
nov.  59.  4"  Guido  alcuna  volta  ,  specu- 
lando, molto  astratto  dagli  uomini  diveni- 
va. Dant.  Conv.  96.  Per  Tallito  delle  quali 
potemo  la  verità  speculare  (  cioè  ,  cono- 
scere speculando  ).  Buon.  Fier.  i-  I.  1- 
E  scorti  ho  andar  in  ronda  uomin  si  fatti 
ec,  Che  crederesti  star  sempre  a  studiare 
E  sempre  a  speculare.  J'arck.  Lez.  452. 
L' intendere  è  in  due  modi:  o  in  potenza, 
rome  quando  altri  dormej  o  in  atto,  come 
quando  specoliamo. 

5?  §.  I.  Per  Cercare  per  via  di  specu- 
lazione. Segner.  Pred.  38-  3.  Quivi  'parla 
d' .'Irchimede  nel  bagno)  in  uno  stante  ar- 
rivò ,  quando  meno  se  1'  aspettava  ,  una 
certa  dimostrazione  ,  benché  meccanica  , 
che  lungamente  indarno  avea  specola- 
to.  (CPj 

g.  II.  Per  Attentamente  guardare.  "Lzi. 
circumspicere  ,  speculari  .  Gr.  Ttizizz-o- 
TTsTv.  Fiamm.  3.  19.  Non  altrimenti  che  i 
marinai  sopra  la  gaggia  de*  loro  legni  saliti 
speculano  se  scoglio,  o  teixa  vicina  scor- 
gono, che  gP  impedisca.  Segr.  Fior.  Art. 
guerr.  5.  118-  Dee  mandare  innanzi  ca- 
valli, e  con  loro  capi  prudenti,  non  tanto 
a  scoprire  il  nimico ,  quanto  a  speculare 
il  paese.  *  Bue.  Ap.  232.  E  quivi  star- 
si scambievolmente  a  speculare  il  tempo  . 
Cuicc.  Stor.  18-  119.  Inteso  per  relazio- 
ne di  Pietro  Navarra  mandato  da  lui  a 
speculare  il  sito  ,  che  in  Troia  e  all'  in- 
torno erano  cinquemila  Alamanni  ec  andò 
a  Nocera-  (C) 

*  SPECULARE.  Add.  Aggiunto  di  una 
sorta  di  pietra  tralucente.  L3\.  specularis. 
Gr.ò to^oxvrii.  Bice tt.  Fior.  l^.  I  fatlizii  ^a/- 
lumi  )  ancora  sono  molti .  cioè  lo  scaglinolo 
fatto  della  pietra  speculare  ,  che  è  piuttosto 
gesso,  che  allume.  {*) 

16} 


i3of) 


S  P    E 


S  P  E 


S  P  E 


t  «  SprCULATAMENTE.  Àvverh. 
Con  tspeiulazione  ,  .4  he/lo  studio.  Car. 
Uh.  z.  238.  >ella  palle  de'  Titani  sì  fac- 
cia spcculalampnte  Tifeo  fulminato  teoer  il 
corpo  solili  diversi  monti,  e  mostri   ce.  'jii 

SPIiCLLATIVA  ,  e  SPECOLATIVA. 
7'irtù  ,  f  potc/iza  di  speculare  .  Ilut.  Al- 
cuni sono  ,  che  parlicipano  della  specula- 
tiva e  sensitiva,  sicché  sono  in  mezzo  grado 
tra'  delti  due  estremi. 

*t  '"^  S-  Specu/atU'a  ,  chiamasi  anche 
la  Scienza  astratta  disgiunta  dalia  pra- 
tica .  Segnar.  Mann.  (iena.  2.  2.  Questa 
e  una  scuola  ,  in  cui  la  speculativa  vuol 
tutta  essere  ìtidirizzuta  alla  pratica .  /T 
(iiugn.  l\.  2-  Una  buona  vccrhirri-Ila  cat- 
tolica si  \edi;i  in  cielo  aver  sapulo  assai 
più  d' Arislotilc  nelle  speculative,  di  Ta- 
cito nelle  pratiche,  (t) 

SPIXUI-ATIVAMENTE  ,  e  SPECO- 
LATlVAMtATE.  Jvverh.  Intellettual- 
mente ,  Con  ispectilazionc .  Segnar.  Conf. 
istr.  Cosi  è  sppculativamenle  ,  e  cosi  Ho- 
vrclibc  essere  ancora  in  prutira. 

•f  SPECULATIVO,  e  SPECOLATI- 
VO.  ^dd.  Che  specula  ,  Atto  a  speculare . 
Lai.  inspector,  contcmplator.  Gr.  Ssto^s'c. 
t'it.  l'iut.  Un  altro  filosofo,  che  avca  no- 
me Anu>surco,  uomo  speculativo  e  di  sua 
propria  opinione.  But.  Purg.  2t.  I.  Era 
accompagnala  col  coqio,  ma  negli  atti  teo- 
rici e  speculativi  operava  pur  V  anima  . 
Vant.  Coni',  1^.  U  uso  del  nostro  ani- 
mo è  doppio  ,  cioè  pratico  e  spcrulalivo. 
Bern.  Ori.  2.  28.  5.  Degli  uomini,  altri 
bon  speculativi.  Altri  ù  die  in  arme  il  tem- 
po suo  consumi.  Circ.  Celi.  8.  107.  La 
prima  si  chiama  intelletto  speculativo,  ov- 
vero mente  .  /  arch.  Lez.  ì\02.  Mediante 
il  quale  la  perfezione  e  felicita  specolaliva 

CODSC);Ua  . 

fr  §.  I .  Speculativo,  si  usa  anche  inforza 
di  Susi,  e  dicesi  di  Coloro  che  tengono  di- 
jicorso  o  Irene  t  o  malcy  sulle  materie  politi- 
che senza  esserne  obbligati.  Car.  Leti.  ined. 
1 .  286.  Gli  speculativi  fanno  diverse  chime- 
re che  si  mandi  per  aggravar  più  la  causa 
deldu<'a,  e  giusuficar  più  quella  di  sua  San- 
lilà.  (^'i 

■f  g.  IL  Speculativo ^  vale  anche  ^ap- 
partenente a  speculazione.  Bocc.  l  it.  rant. 
225.  Gli  studii  sogliono  generalmente  so- 
litudine ec.  desiderare  ,  e  niassiinainente 
gli  sperulativi.  "^  Scgncr.  Mann.  j4pr.  \. 
a.  E  utile  all'  intelletto,  perche  dov'  ella  è 
dottrina  spiculativa ,  t' insegna  il  vero  ,  e  (' 
impugna  jI  falso,  r» ,  (V) 

■»■  SPECULATORE,  e  SPECOLATO- 
RE.  J'erhal.  masc.  Che ,  o  Chi  specula. 
Lat.  spcculator ,  meditator.  Gr.  Srcc^o'^. 
Ca\-alc.  Pungil.  L'anima  dtll*  uomo  santo 
vede  meglio  la  verilade ,  che  sette  specula- 
tori ,  cio^  grandi  letterati. 

§.  Per  lisploratorc  .  Lai.  explorator , 
speculalor,  Gr.  (Jxotto?,  JfxTc'^/OTTOi.  Ca- 
vale. Frutt.  ling.  Il  prelato  rimesso  e  ne- 
gligente e  come  nocchiere  e  rettor  di  na^e 
sonnolento  al  tempo  della  tempcslade  .  e 
come  spcculator  cieco  e  handilor  muto . 
Segr.  Fior.  Art.  guerr.  5-  lO.'ì.  Un  e*ci- 
cilo  romano  per  1*  ordìn.irio  sempre  manda- 
va innanzi  alcune  torme  di  cavalli,  conu- 
speculatori  del  cammino. 

3  SPECULAZIONE,  e. SPECOLAZIO- 
NE  Lo  speculare .  Lut.  inspectio  .  nicdf 
latio,  comntentatio,  conteniplatio.  Gr.  ^stu'- 
pri9t^,  Bocc.  uov.  5<)-  t\.  Queste  sue  sj>e- 
culaiioni  eran  solo  in  cercare  ciò  che  non 
fosse.  Circ.  Celi.  7.  l65.  lo  in  questo  niel- 
lo, per  non  pigliar  ah  un  dllrttlo  ili  quedr 
lue  spei-ulationi,  nii>  n'andrò  passando  il 
tempo  per  ipieste  valli. 

^  %■  Speculatone ,  vale  anche  il  Kisul- 
lamento  della  speculazione .  «  G.  /  9  ^■ 
1 .  Compilò  un  Idiro,  il  quale  intìtolo  Specu- 
lazione dello  avvenimento  d'Anlicri>tow'(^J 


Segner.  ^fann  Jugl.  20  !\.  Vita  felice  si 
slima  quella  degli  uomini  dotti. r'  hanno  la 
mente  arricchita  di  tante  maravigliose  spc- 
colazioni  fcio'e,  cose  sperublc  ).  (f'j 

SPI  CULO,  e  SPECOLO.  7'.  L.  Spec- 
chio .  lat.  specnlum  .  Gr.  /arSTiT^ov  . 
l'ant.  l'ar.  2g.  Posciarhe  tanti  Speculi 
fatti  s'  ha  ,  io  che  si  spezza  .  Cuitt.  lett. 
39.  1.0  speculo  della  inlellctluale  nostra 
niente  tuttor  ve^^lia. 

g.  ter  i speco  ,  Spelonca.  Lat.  specus. 
Gr.  cTf/Jaiov.  Vini.  S.  Creg.  2.  4-  An- 
dando questa  così  errando  ,  a  caso  venne 
allo  speculo  del  veucrahile  santo  Bene- 
detto. /^  appresso:  Per  li  meriti  del  santo 
Benedetto  nel  suo  speculo  aveva  ricevuta 
quella   grazia. 

SI  EPALE.  Luogo  pio,  che  per  carità 
raccetta  i  viandanti  ,  o  gC  infermi  .  Lat. 
hospitale,  Denodochtum.  Gr.  ^ivoòciyj.Xovy 
■io^onoutìov,  Joiicoy/Sov.  Pass.  6^.  Fece 
uno  spedale ,  dove  provvedendo  del  suo 
avere  a'  poveri  e  agi  infermi,  e  personal- 
mente loro  servendo,  santamente  vi^se  in- 
fino alla  morte  .  C.  V.  !\.  20.  7.  Atten- 
dendo a  opere  di  pietà  ,  molle  chiese  e 
monisterii  e  spedali  eihfico  e  dotò.  Pant. 
taf.  29.  Qual  dolor  fora,  se  degli  spedali 
Di  Va'dicliiana  ec.  i  mali  Fossero  in  una 
fossa  tutti  insemhre.  /<?/'.  l3l.  Riguardiusi 
gli  spedali:  quanti  ancora,  prima  che  essi 
il  maternale  latte  abbiano  preso,  se  n'  ucci- 
dono ?  Bern.  Ori.  i.  19.  12.  E  muoia  allo 
spedai  come  un  fuiraiite  ,  Indegno  d' esser 
d('tli>  [>ÌLi  soldato.  Se  mi  parlo  di  qut  non 
vendicalo.  Lcd.  lett.  2.  88.  Voglio  di  posta 
entrarmene  nello  spedali'  della  Sporta,  e 
qui%i  subito  incappciuceiurmi  frate. 

'>  SPEnALEIil'A.  l'fizio  dello  Speda- 
lingn.  Lcmm.  Test.  61  -  Debbano  ec.  esso 
Spedale  aprire ,  ed  in  allo  di  Speduleria  ec. 
riducere  .  /','  68.  Poi  che  in  atto  di  Sprdab'- 
ria  sarà  ridotto,  s'ordini,  pongasi  e  deputisi 
uno  buono  Rettore.  /C  79.  I  servigi  della 
Spedalena  e  de'  poveri  ec.  si  vogliono  e  rì- 
chicgfcono.  (C) 

f  SPtDALETlO.  Dim.  di  Sf*edale. 
L'eie.  ì  it.  Colomh.Cì.  Cercando  gli  .^pedali, 
lo  trovarono  in  questo  poverissimo  speda- 
ledo. 

SPEDALIERE.  Cavaliere  dello  .spedale 
Gerosolimitano.  Lai.  'hotpitalarius.  C.  /'. 
6-  l8.  3.  Alla  «[ual  pace  non  fu  consentienlr 
ec.  né  il  l'atriaica  di  lernsalcm  ,  ni-  i  Tem- 
pieri, ne  gli  Spedalicn.  I:  cap.  aS.  (J.  JÌon 
restituì  a'  1  cmpìeri  e  ."^pcdalirri  le  K-rv  l^a- 
gioni . 

g.  Spedaliere,  per  Ispedafingo  .  Buon. 
Fier.  1.  2.  4-  Esseigli  parso  strano  In  un  di 
come  questo ,  >on  trovar  qua  lo  sprdalier 
maggiore.  K  2-  4-  "**■  '  ''  '  ^'*  vorresti  che 
di  spedalìere  Divenisse  un  infermo. 

SPEnAM>GO  .  /'re/et lo  dello  .tpedale  . 
Lat.  .venodochii  pnvj'eclus ,  Iiospilit  cuslos. 

Gr.  Ò  f£V  0  /ii'ou  TfOIIT&i;.  J  ih.  Op. 
riiv.  Tratt.  mime.  I*"irhè  lo  apedalinpo 
<(ellj  rasa  ebbe  ricolti  tutti  i  pruobni  nel 
grembo  suo  ,  incontanente  furono  linm- 
giunti.  Psp.  f  ang.  E  anche  negli  spedali 
urdinali  e  f.itli  in  aiulorio  dt'pnvni,  per 
lo  mudo  i  bc  le  porte  aperte,  le  quali  |;li 
sped;dinglii  leiigono  apparcccliìjlr.  hialm. 
I.   12.  Lo  tpedalingo  vuol  rifar  Ir  Iclta. 

g.  Per  i.tpedahrre.  Maestruzz.  3.  44-  '* 
!.r>lodecÌmti  è  degli  spedalinghi  santi  lero* 
soluiiitaiii  . 

SPI  PALINO.  Spedaleilo. 

#  SPEDAWTIRE.  Contrario  di  Impe- 
dantire. Late.  rim.  a.  l.W.  f  Fir.  1742)  H 
mondo  e  tallio  r  tanto  impedantito.  Che  il 
Patire  Varthi  non  potrà  patirlo:  E  sebbe n 
fu  <lu  Febo  favonio  ,  Non  ebbe  fona  mai  di 
>p.dai»lirlo.  f/t) 

».•*  SPEDARE  IVeutr.  pa.i.%.  Affatica- 
re ,  o  Slrtiaare  sommamente  t  piedi  Pise. 
Malm.  (C) 


SPEDATISSIMO  Superi  di  Spedai.'- 
Lat  pedibus  maxime  Jessus  .  Gr.  Toi*5 
TTo'oa^  w;  ^àiicTW  TaiatTrwpr.Bn'j.  Fr. 
Ciord.  Fred.  R.  San  Pietro,  cbe  irrivò 
spedalissimo  a  Roma. 

SPEDATO.  Add.  Che  ha  i  piedi  affa- 
ticati, o  .ttanchi.  Lat.  pedibus  Jet sus.  Gr. 
Touc  ::&o«4  Ta)atnw_c>i-ei'?.  Star.  Far. 
2.  43.  Si  trovarono  tanto  stracchi  e  si  spe- 
dati e  lassi  i  cavalli ,  che  ,  disperatisi  del 
fuggire,  si  fermarono  sulla  fiumara.  Tac. 
Jiav.  jtnn.  6-  I26.  Son  gente  accattata, 
spedata  per  lo  lungo  cammino  (U  testo 
lat.  ha:  longinquilate  itineris  fessos).  Buon. 
Pier.  4.  2.  9.  Slanche  e  spedale.  Mal  pos- 
son  camminare.  Malm.  2.  8.  Vedendomi 
spedalo  e  per  la  mala,  Potrai  avere  il  gran- 
chio  alla  scarsella  T 

hPEOATUIU.  Ajf'aticamento  de*  piedi. 
Fr.  Ciord.  l'rrd.  K.  Figuriamoci  la  spe- 
datura  di  san  Pietro,  che  fu  il  suo  minor 
male . 

SPEDICARE.  r.  A.  Contrario  d*  Im- 
pedì care  .  Lat.  cjpedire  ,  e.rtricarr  .  Gr. 
«aoiveiv  ,  K:Ta//7'T'«<' ■  i^nitt.  leti.  3- 
Chi  '1  carico  delle  divizie  Irigliemi ,  più 
vaccio  mi  spedico .  F  8.  Ora  m'ha  Dio 
spedicalo ,  la  sua  mercede ,  e  fattomi  ale. 
Ir.  Ciord.  Pred.  S.  5o.  Fu  poi  trovala 
la  petunia  per  più  agevolezza,  e  per  me- 
glio spedicare  e  accivire  e  misurare. 

SPEDIENTE.  Susi.  Bisoluzione,  Com- 
penso, provvedimento.  Lai.  eonsilium.  Gr. 
^oxiVi'..  Salv.  Cranch.  3.  9.  Che  spedten- 
te  piglierai  lu  ,  Duti  ,  In  su  quest'  ora  T 
Sen.  Pen.  f'anh.  2.  7.  Questo  fu  buone 
spedicnte  a  raffrenare  ,  mediante  la  ver- 
gogna, le  troppo  ingorde  voglie  degli  no- 
mini . 

SPEDIEHTE.  Jdd.  Profittevole,  Uti- 
le, Necessario.  Lai.  necessarius,  proficiius. 
Serd.  Stor.  2.  58.  Giudico  Emanuele  ìspe- 
diente  usare  il  bene  d'  un  tanto  consen- 
timento. 7'ac.  Ifav.  Ann.  3.  68.  Le  leggi 
Oppie  fersi,  perchè  quei  tempi  le  richsc- 
di-vano  ;  fur  poscia  allargale  e  mitigate  . 
P'Tchc  fu  spedicnle  ,'1/  testo  lat.  ha:  qua 
cspedierit  ). 

3  SPEDIRE.  Spacciare,  Terminare,  e 
Lfar  fine  con  prestezza  -  Lat.  erpedire  . 
Gr.  avu'siv.  C.  /.  li.  20.  5.  Era  Latino 
di   dare    audienza  ,   e    tosto    spediva  . 

tf  g.  L  S/tedire ,  parlandosi  dì  cause, 
vale  liisoh-ere.  Decidere.-  Sen.  Pen.  f  arch. 
6.  7.  Questa  quistione  ec.  si  spedisce  ■• 
gevolmenlcM.  Instr.  Cane.  a6.  Prima  d'o- 
gni altra  cosa  faccia  fermare,  e  rileoere 
alla  larga  i  medesimi  debitori  ,  Spedite 
che  saranno  le  cause  .  fino  a  che  paghH 
no.  (C)  Dav.  Scism.  ^2.  (  Comin.  1754) 
Il  Re  e  molli  grandi  Ingbileti  scrissero  al 
Papa  .  che  .  importando  al  regno  lasriare 
un  figliiiiil  maschio  erede  .  spedisse  questa 
causa,  per  poter  torre   un'  altra  moglie.  (ì'f 

#  P.  II.  Spedirla,  dice  SI  d' Hno  che  fa- 
vella favella,  e  favellando  favellando  cvn 
lunghi  cimuti  di  parole  aggira  .*r  .  *•  al- 
trui srnui  %'enirt  a  enpo  dì  eonclusionf 
nessuna.  -  I  arch.  prcol.  94  *  au«ti 
colali  >i  suol  dire  :  egli  è  l«ene  speoirla  , 
finirla,  li\rrarlj,  Smirne  a  ca|H>  -.  fO 

*  §.  111.  Spedire  una  tommissiome ,  o 
simile,  vale  Farla,  f-  arguirla.  Serd.  Stor 
lib.  I,  Il  He  Emanuele  ec.  per  U  fingo, 
lar  fermezza  ec,  e  prr  le  commissiooi  fr- 
dclmente  spedile,  onorò  il  Gama  di  nuovi 
titoli   d'  onore.  iCP) 

<"  §.  IV.  Spedire,  diresi an( he  di  Bolle, 
Brrxi.e  simili,  e  vale  Farli.  Cas.  leti 
ai-  Essendo  informato  oc.  sopra  il  desi- 
derio suo  intorno  a!  breve  .  ho  fatto  fart* 
un'altra  minuta,  e  mottratola  ai  delli  Sig. 
Anibasciadori,  i  quali  appieno  se  ne  sono 
contentati,  e  cosi  s'  è  spédìitt  il  breve  giu- 
sto la  forma  di  essa  minuta  ;  il  quale  io 
mando  a  V    E.  lU.  con  questa.  (Cj 


S  P  E 

*  8    V.   Spedire,  talora  .■<./«  Convenil-e. 
i;s<e„espe.L,r.eus.  .23.  Le  .,ual.  cose 

sce  miputarle  alu.ro.nli.  Uj 

S   VI      SpeMr    corrieri,  na.',  »  *'"" 
/,,:„/«  /mia,/.  co„  preslez..,,eperne 
gi,uparl.col.,r..  Lat.  d.m,«f«.   /«e.  ««  . 
j         ifi    1Ì1     In  iacea  e    n    furia   Mino 

^"'f:  '^;  .     r^t  s,<i   -16.  Ho  spcaiio 

Ùq  sen-iloro  .  *  >.-i.e.  Mor.  4.  .80  U 
"  aU  .pcd..o  dal  U...go  P-d^-"»;-';-!", 
Jiligcnia  non  solo  MBO.fico  •"IO"'" 
"ruuta  aelr  armala,  ma  gì.  V''"   -"-"" 

"■  ti'.  VII.  SpeH.re.  neu ,r.  pass.,  .ale^f 
frelìrsi.  Sbrigar...  lece.  "°'- 9°:  ^^^  ' 
fc«   36.  Voi  attendete  a  .peduv,  e  tornale 


S  P  E 


S  P  E 


i307 


'^.y^:t.Jl^a.alcSl>ro,narsùS':^ 

rarsi  Lai.  eaped.re  se.  Dani.  Inf.  26.  Lo 
^:^"an«.am'nnon.ispca.afao.,noasi 

,nenu,  Seaza  induco.  Lai.  «'"""■'  "^'"^ 
prompte.  Gr.  ra^^^;-  i-;  W„E  cos.se 
n'andò  spedilaou-nle  a  Sulr..  Tes.hr.l. 
6/con.u't.oc..'esUapolesso  a^olosoe 
suedllalm■Qlc ,  gii  mente  vi  volle  corre. e, 
r!':;m..es;fgiorn^e:lso,..oK,s.poso 

Cas  leu.  l5.  Acciocchì!  s.  lacca  pm  spedi 
tamccte  ,  che  .ia  possiUle ,  quanto  s.  e  con- 
cordato con  Monsig.  lU.  di  Lorcno. 

e  ler  Vistintamenle ,  Chiaramente. 
l.J.p^mpte,  explicate,  J-^'r'ryJr 
S  òreg'Pist.  Niente-Umeno  non  può  spe- 
diumente  mostrar  l'arte  se  a  ;-—;'- 
snondan.  gì.  organ.  d.  luor. .  <  ""■  •^(°- 
,W/.24J.È'dis.ecolprete,chelcssew, 

,.on  buono  conoscin.ento  tutto  1  u6c  o  .pe- 
dilamente  .•  forte,  che  ciascuno  1  ud.va. 

SPEDITEZZA.  .  Astratto  di  spedito  . 
Lai.  celeritas,  proniptitudo.  Ot.  ■:tlXJ-  ',^. 
-iOJ.Jtfia  Sesiier.  Mann.  Liigl-  2-  O  >J»; 
:/rva  come  andò  r.guarda.a  su  per  1.  mont. 
deUai;i..aea.  con  quanta  spcd.tez^a  ,  con 

'  SPEUniSSLMAMEJITE.  Superi,  di 
SpeMlamentc.  Lai.  cilissinie.  Gr.  ''■«Z'' •«• 
yaixh.  I.ez.  .8.  Fece  tanto  coli  eserc.taz.o- 
„e  e  consuetudine,  che  la  proller.va  sped.l.y 
..mamcnte  (ciol-,  distintiss.man.enle  ).  <.<>/. 
Cali.  2.\l.  Spod.tiss.man.en.e  s.  conoscerà 
qualunque  piccola  divers.fa  potesse  der.va.e 
dalla  mula^on  dette  Bgure  (cioè,  presUss.- 
mo,  immantinente). 

SPEDITISSIMO  .  Superi,  di  Spedito  . 
LM.  promptissimiis ,  parutissimiis  ,  ^-elo- 
cissimus.  Gr.  zpoX''.°=''"'-'''''  ''"'.''°'°'" 
T»; .  T«x.<.";.  •'.'•''•  -'/..«■  Q;-""  ^o"" 
.peditiisimi,  i  quali  oBerano  al  djelto  sposo 
le  piatose  aOetiom .   Scn.   I!en.   i  ardi    2. 
1    Della  qua  cosa  mi  par  Ai  poter  nioslrar 
una  via  spedil.ssi.na.  e  p.ù  agevole  d.  n.u- 
na  altra.   Gal.   Sist.   207.   Questo  e  taU.s- 
simo ,  come    per  ade^o    una    sped.t.^s.ma 
esperienza  ci  pol«  mostrar  cos.  alia    gros- 
sa    «    Tass.   tier.    .1.  20.   Sorge  d  torte 
Goffredo,  e  già  non  piglia  La  gran  corazza 
usata,  o  le  «chiniere  ;  Ne  veste  un    altra, 
ed  un  peaon  somiglia  In  arme  sped.tusi- 

me  e  leggiere,    l'i  ,         ,     , 

'f  *  SDEDITIV AMENTE.  À^t'Crh.  In 
modo  .ipeditivo.  .Iccad.  Ir.  Vess.  W:  .. 
pas.  Si.  Non  pensa>jno  che  a  salvarsi,  get- 
tando via  1  armi  per  più  spedit.van.ente 
fu-gire.  considerandole  ora  ma.  come  un 
mpediniento  della  loro  leggerezza.  (J> 

J  SPEDITIVO.  .Idd.  Che  si  spedisce  , 
aie  .«■  sbriga.  Lat.  promptiis,  celer,  e.r- 
pedilus.  Gr.  ÌTOi.ao;,  -fo'z^'f »«•  ""'''ó'' 
Tac.  Da..  i-(0--.4.34V  ConfetUlelo,  Pa- 
dri coscritti  .  quest'  uomo  si  spc-d.Uvo  . 
*  e.  Speditilo,  dicesi  anche  delle  co.ie. 
,Salv.  Spin.  ,.4.  Padrone,  le  cose  nostre 


hannobi.ogno  diparti..  piis|,edilivi/W. 
23.  Con  manica  p.»  speil.ti\a, 
pii.  sicura  e  più  segreta  ec.  stillasse  sidla 
ferita  ec.  un  veleno  ".   (ti 

Sl^DlTO.   Add.  da  Spedire;  Spacca. 
,„      Terniiiiato.    L.l.  absolntiis.  ■■.'Oiuni- 
bull      Or.    Ling.     I-ior.  21.   (,.m  lerm.m-  , 
a„„-i,  Cello  coinè  spedito  della  duiianaa 
so-eiunse  cosi  M.  Curzio,   (l  j   -^en.   I.en. 

,„>e    le    quali  elanu    della    sos.an    .      UlU 
materia,   andare   investigando  anima       a 
,re.  Buon,   lii-r.  1.  2    2.    Acciocché  quei, 
spedita    opera    tale  ,    Sien    presU    al    loro 

"  T  i  Per  /.^brigato  ,  Sciolto  .  Lat.  so- 
lufus,  liber,  cpeditus.  GT.rj.izoUUH.:- 
"o^.Daiit.  Par.  IJ  Poiché  tacendo  s 
nrostro  spedita  L'anima  santa  di  metter  la 

traina  In  qu^Ua  Ifla.  *    .    j., 

5  %    W     Per  Sollecito,  Pronto.  Lai.  rfe- 

Vw  30  Con''aUrc?=vo'ce\li  spedito  duce 
ticoimnco.  J^orgli.  «.,..550.  Fu  in  sor^- 
ma  a  Vasari  molto  spedilo  neUe   sue  p.t- 

""sili  Per  Libero  da  impedimenti,  .jen- 
-a  intoppi.  Lai.  expediti.s,  paratus./aci. 
it  lile'r.  Gr.  vit^f^r^.^^"^}'^^-  =." "?"',: 
"/ir.-'o;.  Pan,  Pi.rg.  20.  Moss.m.,  e  1 
buca  m.o  si  mosse  per  li  Luogh.  spediti. 
°er.c,.„..30.  5.  Verso '1  maggiore  e,, lu 
sped  lo  giogo  Tirar  mi  suole  un  des.der.o 
^tensiA-.V.  ...I...  2.  Da  potere  an- 
L,e  da  una  oste  all'altra,  e  potè. e  avere 

spedita  la  viUuagUa.  M-  V.  9.  79-  1  •J^>" 
ertali  erano  tultf  affossati,  e  sanza  vie  spe- 
e  che  meltessono  nelle  v.e  maestre. 
Cron.  Morell.  25?.  Nel  tuo  testamenlo 
laseuda  factora  e  dispensatr.ee  di  tutti 
tuoi  latti  la.cra  e  .sped.la. 

=■=  S    IV    Mandare,  o  Rimandare  alcuno 
bene.o  male  .spedito,  .ale  Rimandarlo  be- 
ne, 0  male  sodisfatto,  con   a.ere,  o  ,, 
attenuto  quello  che  desidera..,.  ..  C...     « 
6.  Sperando  che  ella  lo  ..manderà  assai  pre- 
sto 1  ene  spedito.  /  me.  Mart.  lett.  .4.  L-^- 
herà  di  illerirla  in  altro  ten.po,  e  manda, 
noi  .naie  spedito,  con  poca  sodislazione 
di  quelli  che  aspettano  che  e  la  grazia  e   a 
giustizia  sia  maggiore  e  p.u  spedita  ..J  Ci 
"   :?  s    V.  Spedito  da' Media ,     vale  Se- 
dato     Segne/.   Ired.    2.    .4.,  Verrà  qnell 
ora  in  cui  soprafatti  dal  male,  m  cu.  spe- 
diti da'  medici  ci  trovereiuo  ec.  f.V 

S  M.  i'Mcre  spedito,  si  dice  di  Per- 
soìi  disperata,  oche  non  ha  più  rime- 
aio  aljatto  suo.  Lai.  actum  '^^ff^ 
„„o  .  Or.  :i£-paZ3«'  .  Tac.  Da..  Ann. 
12.  .60.  Regn.  Br.llanico,  o  regn.  »ero- 
„e,  spedito  sono.  Car.  lett.  l.  .8.  Se  1 
povero  Caro  non  alloggia  questa  sera  me- 
gUo  che  tanto,  è  spedito.  ,     ,    , 

SPEDITO.  J..erh.  Speditamente.  1.^1. 
facile,  libere,  expedite.  Gr.   -P'X'-^^'^-- 
a    /     12    12.  I.  Acciocché  I  popolani  11  ol- 
ir-Arno  polessono  soccorrere  al  bisogno   e 
delta  porta,  e  andare  spedrto  .ntorno  aUe 
1  " +V  SPEDIZIONE.  Lo  spedire.  Sbriga- 
'  minto.   Cas.  lett.   .2.  La  prego  che  s.  de- 
„„1  ec.  aiutare  e  sollecitare  la  sua   sped.- 
z.one.    Buon.     Pier.    .    5.  3.  A  cu.   per  .- 
s,  ansar  mali  maggiori  Si  dee  ragion  somn^a- 
ria  e  spedizione.  V  Sal.ia.  lUsc.l.  181.  Pm 
sòUiev'o  ne  riceve  a  pubblico  dalla  spedizion 
de'^egozii  che  dairm.lugio.it; 

:■•  °  I  ler  lìif finizione ,  Risoluzione. 
..  huón.  Pier.  I.  I.  4.  lo  ^P""  S"«""" 
aver  tal  la  spedizione.  Che  non  ognor  d. 
simili  querele   Ci  si  present.  accusa ,  o  d.a 

libello  ...rt-'J  ,  r  o 

*  g.  II.  Per  Spaccio  di  lettere.  -  Las. 
lett.  90.  Manda  quanto  prima  la  tua  spedi- 
zione per  uomo  a  posta  •>.  (  Cj 


i?  R    III    Per  .Imbasciata.  Gnicc.  Sler 
4.  ,68.  Appresso  al  quale  r'-C'''/",'^;""",™^ 


.dizioie  fatta  per  parte   del  PonteEec 


fece  piccolissimo  f.utto.  (L) 

*  8    IV     Per   Ordine,  Facoltà.    Giiicc. 

Slor.  i   2.17.   U  quale  c/.„„rrerA;  innanu 

alla  partila  sua  aveva  ottennio  dal  Re  tutte 

le  spedizioni  domandate.  (L) 

§.   V.  ,S;if.fcione ,  per  Impresa,  e  per 

lo  più  militare.  Lai.  e.r;iC(/i(.o.  Gr.  5TS«- 
Toc'a.  Fir.  Js.  198.  Voi  nou  m,  avete  a 
conoscere  solamente  per  caporale  deUe  vo- 
stre spedizioni  e  delle  vostre  prede  ma 
per  mmislro  àe  vostri  piacer,  e  de  solla-z« 
voslr..  Car.  leu.  1.  83.  Risolvessi,  dopo 
la  spedizione  di  Palliano  ,  di  venule  a  ri- 
posarsi   pure    in   patria  ,    e    ne    lu    scons.- 

^  '§."vl.  Per  Sollecitudine,  Affrettamcn- 
to.  Lat.  celeritas,  sollicitudo.  Gr.  zxy,J-r,i. 
Frane.  Sacch.  no..  2.4.  Ma  perche  la  ma- 
leria  avea  bisogno  di  spedizione  ,  egU  le- 
ciono  ragionamenU  in  che  modo  a  porco 

s'  insalasse.  ,  ,    .    ,         ;.     /.-,„ 

SPEDIZIONIERE.  Co;.,,  che  nella  tor- 
te di  Roma  procura  la  spedizione  di  Bolle, 
Brc.i  ,0  simili. 

*  IS,.  Spedizioniere ,  presso  1  Mercanti, 
dicesi   Colui  che  fa  spedizione  di  mercaa- 

-•:  SPEDONE  .  Spiedione  .  T'a..  Esop. 
36."  Stiamo  a  pericolo  di  non  ritrov'arc. 
spesso  in  brigata  per  le  pento  e  e  spedon. 
de-  malvagi  uccellatori,  ili  "'S'=.P''^- 
Ilo  (Fir.  .8.5)  11  rimanente  della  tua 
1  oste  mollo  da  lungi  rimuovi  daUe  schiere 
!  de' nemici,  e  fagli  lunghi  a  modo  d.  spe- 
done ,  perchè  ec.  (Ji) 

J-  SPEGLIO.    Foce    Poetica.   Specchio. 

Lai.  speculum.  Gr.  /aroTirpov,  J.^TTf^v 

Dani.    Par.    .5.   Miran   nello    speglio      In 

he,  prima  che  pensi,  A  pensier  pandi.  A 


3o.   Come   fec"  io  ,  per 


far  migliori  spc 


Ancor  degli  occhi,  chinandom.  a  1  onda 
Che  si  denva  .  Petr.  son.  271.  Che  sola 
aj.1.  occhi  miei  fu  lume  e  speglio.  £  .!0... 
309.  D.eem.  spesso  U  mio  fidato  speglio, 
L'an.mo  stanco,  e  la  cang.ala  scora,  ec. 
Bemh.  rim.  60.  E.s.ccome  d.  spegUo  Ln 
riposto  colore  SagUe  talora,  e  luce  m  al- 

'"IT'f.  nel  signifc.  del  g.  IH.  f  Spec- 
chio. Petr.  cip.  .3.  Questo  fu  d.  v.rtu 
l'ultimo  speglio.  (D)  . 

J   SPEGNEKE.    E.r(./>s.<ere,    clic    dicia- 
mo anche  Smorzare;  e    propriamente    si 
dice  del  fuoco,  del  lume,  della    luce,  de 
.avori,    e    .nmili.    Lai.    e.rtingiiere.     Gr. 
Xvo^iv.  iJoir.  ,.0...  68.  9.0vese'lu, 
rea  femmina?  tu  bai  spento  d  lume    per- 
chè non  li  trovi.  £  no..  77.   .3.    Anma- 
,„o  un  poco  a  vedere  se  d  fuoco  e  punto 
spento  ,   nel  quale  questo  mio    novello    a- 
manle  tutto    1  di  mi  serivea  che  ardeva  . 
Petr.  canz.    l3.    I.  Quel  fuoco  ,  eh  .0  pen- 
sai che  fosse  spento  ec.  ,  Fiamma  e  mar- 
tir  nell'  anima  rinfresca.   ;■.  canz.    ql.    2. 
E  la  soave  fiamma,  Ch' Amor,  lasso,  m  .n- 
fiamn,a  ,  Essendo  spenta,  or  che  fea  dun- 
que ardendo  I    E  .-o...  2.3.  E  dunque  ve 
ebe  innanzi  tempo  spenta  Sia  l   alma  luceJ 
Dani    Inf.  33.   Non  è  quaggmso  ogni  va- 
pore spento  1   E  Par.   29.   Si    che    spenti 
Nel  tuo  disio  gi'a  sou    tre    ardori,   ^oder 
Colt.  99.  Se  egU  sappia  di  secco    (  il  .1- 
„o  ,  ,  o  al.b.a  odor  cattivo,  cacc.nvis.  den- 
UO  fiaccole  accese  ,  e  vi    s.    spengano  ,  o 
ferro  infocato. 

Si  S  \.  E  in  signific.  neutr.  pass. 
„  Vant.  liif  .4-  E  sopra  loro  ogn.  va- 
""VVT Spegnere,   dice.,,  anche   della 

caLl.  e  .nt'e   Iettar  '■J"-f;'^'';,fZ 
na  .i.a  per  distruggere  il  lalore  che  na 


I 


j3o8 


S  P  E 


S  P  E 


S  P  E 


dt  Tutte  If  cose,  cui  si  tolga  vita,  moto, 
sendme/itu  ,  o  simili.  I  ali  ad.  Genn.  l!^. 
Tu  luro  si  vuole  l'  «-rlia  ispegnere  divel- 
lendola (ciac,  sterparla  in  modo,  che  più 
Dun  rinasca).  Dan).  Inf.  12.  K  Ot  tizzo  da 
Esli ,  il  qiiiil  per  vero  Fu  spento  dal  fi- 
gliastro su  nel  mondo  (cioè,  fu  ucciso). 
£  Par.  (\.  Come  Almeonc,  dir  di  ciò  pre- 
gato Dal  padre  suo,  la  propria  madre  spen- 
se (cioè,  uccise)  .  /•,'  26.  Mentr'io  dub- 
biava .  per  lo  viso  spento  Della  Jul(;ida 
fiamma  ,  che  lo  sp(>n>e  ,  Uscì  un  .spiro. 
j5«(.  ivi:  La  <|uale  fiamma  fu  quella  che 
spense  la  mia  vista  col  suo  smisurato  splen- 
dore. Dant.  Par.  26.  La  lingua  eh'  io 
parlai,  fu  tutta  spenta.    Put.  ivi:   La    lin- 


pa 


lo   modo  del  parla- 


gua  eh 

re  ehr  IO  Adam  Uiiai,  «piandu  fui  nel  mon- 
do,  tu  tutta  spenta,  cioè  venne  tutta  me- 
110.  Ilor^lt.  Orig.  l'ir.  182.  Una  opinio- 
ue  di  lun^^a  mano,  e  ronfcrmata  con  l'uso, 
non  si  può  così  agevolmente  spegnere  (  cioè, 
levare,  annientare,  tor  via  ) . 

*é  §.  I V.  .S'prpnerc  alcuno  divita,  vale  Uc- 
cider/o. /foce.  'Pes-  l.  10.  Uomini  in  somma 
nel  suo  tcnimento  Non  IascÌa.ssono  entrar, 
se  aveao  dì  lei  La  graiia  cara  :  ma  cia- 
scuno spento  Di  vita  fosse  che  vi  si  ac- 
costasse- (Br/  Leop.  rim.  po.  Vo'  che  il 
ciuffo  più  non  porti  ,  •'^ol  dì  questo  mi 
contento  ,  Ne  sarà  di  vita  spento  Poiché 
tanto  amor  gli  porti.  (Cj 

•j-  'J'  §.  V.  Spegnere,  vale  anche  Di- 
struggere ,  indurre  al  niente,  lìorgh. 
Orig.  Fir.  263.  Essendo  già  da  tante  e 
tante  centinaia  d'  anni  avanti  spenti  i  li- 
bri publtiici  dell'archivio.  £"267.  Cicero- 
ne noli  Volendo  che  UD  monumento,  che 
disegnava  lasciare  per  memoria  della  fi- 
gliuola, per  mutamento  de'padroni,  o  per 
qualche  e*  si  fosse  altro  accidente,  si  po- 
tesse mai  spegnere,  ed  in  quanto  e'  pote- 
va eternarlo,  l'accompagno  con  una  cap- 
pella, o  teiiipielto.  (ì  }  farcii.  Slor.  !\. 
85.  Opera  empia  veramente  e  da  dover 
essere  non  solo  biasimala,  ma  spenta.  (Cj 
§.  VE  Spegnere,  per  Cancellare.  Lai. 
delere,  cxtinguere.  Gr.  t'^x^sipstv.  à^«- 
vi^eiv.  Dant.  Purg.  l5.  Procaccia  pur 
che  tosto  sìcno  spente.  Come  son  già  le  due, 
le  cinque  piaghe.  Mil.  M.  Poi.  Scrivono  in 
sulla  porta  della  casa  lutti  gli  uomini  degli 
t)sti  suoi  il  die  elle  vi  vengono;  e  'l  die  che 
se  ne  vanno,  sì  spengono  la  scrittura. 

1*  '^  §■  VIE  Spegnersi  il  mondo  d' al- 
cuna pcr.wna,  ocosa,  vale  Restare  il  inondo 
senza  alcuna  persona,  ocosa.  Cecch.  Dot. 
3.  2.  Ha  paura  che  il  mondo  si  spenga 
di  fanciulle.   (J') 

§.  VII  E  Spegnersi  ,  si  dice  anche  pro- 
priamente delle  Famiglie  allora  che  ne 
manca  la  successione.  Lat.  defìcere,  extm- 
gui.  fìr.  eKj.£t':r£iv,  c^evvusrjàat.  G.  /'. 
4-  II-  1-  E  tutto  il  [loggio  di  Montu^hi 
Di  loro,  e  oggi  sono  spenti.  Scgr.  Fior. 
j4s.  1.  Non  sono  ancora  al  tulio  spenti  I 
suoi  consorti. 

#  §.  IX.  Spegnersi  il  seme,  come  de' 
can  gialli.    /'*■</. 'gIAELO,  g.  V.  (*) 

§.  X.  Spegnerv  la  sete,  vale  Cardare, 
Cavare,  o  estinguere  la  sete.  Lat.  sitini 
sedare,  extinguere.  Gr.  oSivvj'siv  zò  òt- 
<^0i.  M.  ylldohr.  Ha  virtù  di  rallVi-ddarc 
il  grande  calore  della  febbre,  e  lolle  e  spe- 
gne la  sete,  l'etr.  canz.  22.  1.  Chi  non  ba 
Tauro,  o  '1  jierde.  Spenga  la  tete  sua  con 
un  bel  Vetro.  Cavale.  Dtscipl.  spir.  Come 
r  acqua  ,  che  altri  Iia  in  mano,  non  ispegnc 
la  sete  della  bocca  ;  così  l'oro  in  borsa  non 
può  tor  la  sete  del  cuore. 

*  §.  XE  Spegnere  /'  appetito,  vaie  Fstin~ 
gnfrlo.  ì  it.  SS.  Pad.  1.  I.'|l.  E*  An- 
gelo toccandogli  ì  piedi  e  la  bocca  leccio 
sano,  e  diedegli  per  Divina  virlude  gran- 
de sapienza,  e  scìenzia,  e  speusrgli  ogni 
appetito  dì  mangiare.  [C) 


*  §.  XIE  Spegnere,  dicesi  anche  della  fa- 
rina, e  vale  (•etlar  acqua  sopra  la  farina 
per  ridurla  in  pasta.  (C) 

'.-  SFKOMBILH.  Add.  Che  si  può  spe- 
gnere. Salvin.  IVic.  Ter.  Che  via  lenendo  in 
non  spegnil)d  fuoco  ,  Paisà  senza  trava- 
glio. (.1/ 

SPE(;MMF..NT0.  lo  spegnere.  Lat. 
extinclio.  Gr.  a.TT^'i  fi  l'ili. 

g.  Permetaf.  Maestrtizz.  2.  29-  I-  Sono 
eunuchi,  ì  quali  se  medesimi  castrarono  per 
lo  regno  del  cielo,  non  per  lagliamenlo  di 
membro,  ma  per  ispegniraento  de'  mali  pen- 
sieri. 

SPEGNITOIO.  Arnese  di  latta  stagna- 
ta, o  simile,  fatto  a  foggia  di  campana,  per 
lo  più  con  manico  ad  u.to  di  spegner  lumi. 
Lib.  son.  Q2.  Duo  spegnitoi  parien  ila  torchi 
veri.  Buon.  Pier.  3.  2.  l5.  Che  a  quel  mo' 
pari  pare  Lo  spegnitoio  del  cero  Del  nostro 
parrocchiano.  Rusp.  son.  3.  191).  E  frìgge  e 
les.ta  in  uno  spcguìloìo  Cb'  ei  ciufib  in 
chiesa. 

+  SPEGNITOBE.  /  erbai,  ma.ic.  Che  , 
o  Chi  spegne.  Eal.  extint  tor.  Gr.  0  otTlOl' 
^svvyVa;.  Cap.  Jmpr.  6.  Acciocché  non  si 
trovi  fra  noi  alcuno  rilH;lb>  da*  giusti  e  ne- 
cessarìi  comandamenli  de*  nostri  correi  lori, 
spegnitor  delle  prime  cagioni  de'  mali  (t/iti 
per  metaf.  )  ^  Amor.  Vis.  23.  Amor,  del- 
l'alme  sagge  chiara  luce.  Tu  sei  colui  che 
ingentilisce  1  cuori  ec  ,  O  spe(:nilor  d'ogni 
cosa  molesta   (qui  pure  metaforic. }  .   (li) 

SPEEACCHIAJO.  Add.  Pelato.  Lat. 
depilatus.  Gr.txrpty/jt^it^.  Malm.  2-65. 
Trovato  il  cesio  spelacchiato  e  smorto. 
^  Benv-  Celi.  ì'it.  1-  1^6.  io  non  volevo 
menar\'i  ec.  qualche  spelacchiala  cornac- 
chiuccia.  (Ct 

SPELAGARE.  Uscir  del  pelago  ;  con- 
trario d'  Impelagare.  Lat.  enatarr,  eluctari^ 
emergere,  (ir.  «vaoji^&w»-  Car.lett.  I.Sp 
Lasciatelo  un  poco  spelagar  da  ie  ,  che  non 
atl'ogber'j  cosi  di  leggiero. 

#  §.  E  per  similit.  vale  Uscir  di  chec- 
chessia. Car.  Utt.  ined.  2.  186.  Il  Cardi- 
nal di  Trani  non  puu  spdagare  ancora 
del   suo  male.  (IVj 

SPELA<;ATU.  Add.  da  Spelagare;  U- 
scito  del  pelago.  Fr.  lac.  T.  6.  I.^.  11. 
Dentro  e  di  fuorc  oppressi  D*  amore  spe- 
lagato. 

SPELAIlE.  Pelare.  *  Pluf.  Adr.  Op. 
mor.  2.  ^61.  Infra  ì  Persiani  sì  spelano  e 
si  stafiìlano  le  ve>(ì  e  In  tiare  dì  coloro 
che  vogliono  gastìgare.  (Ct 

g.  in  signijic.  neutr.  pass,  per  Gettare, 
o  Perdere  i  peli.  Eal.  ptlos  ahiicere .  Gr. 
i(»i)ojora(.  Buon.  Fier.  2.  l\.  il.  S' in- 
tarlano,  s'  intignano,  si  spelano. 

:*.'  SPrEATO.  Add.  da  Spelare.  Prg. 
Spir.  Gli  occhi  velati,  e  coperti  :  la  barba 
spelata  :  la  bocca  insanguinala  per  lì  ter- 
ribili colpi.  iCj  Salvin.  Opp.  Cacc.  Un  altro 
fuor  dell  utero  sbalza  embrion  perfetto,  e 
un  altro  dentro  spelalo  porta.   (A) 

SPELA//AKH.  Termine  de'  lanaiuo- 
li j  ed  è  il  Trascerre  la  lana  ,  e  quasi 
pelandola ,  cernere  la  buona  dalla  cattiva. 
Cant.  Cam.  26^.  Benché  l»i-ll'  arte  sìa  lo 
s)  eluzzare.  Donne  ,  noi  dìvettiamo.  Huon, 
Pier.  3.  4-  *0.  S' io  li  piglio  quel  ciiiiìo 
tuo  canuto  ce.  Te  lo  spelazzcro  per  gui- 
sa tale,  Che  delle  bcfl'e  lue  tu  ti  riman- 
ga (qui  per  similit.,  e  vale  pelare)  . 

SPELAZZATO.  Add.  da  Spelazzare  . 
Alleg.  27.  E  con  una  giornea  Spelauata 
e  plebea  Un  ,  che  non  sa  dir  pappa  ce.  , 
Viene  a  far  btterali. 

«  SPELAZZATURA.  Term.  de'  la- 
naiuoli. Ripulitura  della  tana  lavata  e 
divettala,  per  distinguerla  dalla  ripulitu- 
ra in  sudicio,  che  si  fa  prima  della  la- 
vatura. (A) 

SPELAZZINO.  Che  .ifKlaua  Jlforg 
2U.   11!).  E  hannovi  in  un  selcio   i   Pal.i< 


dini  ,  Poi  fuggon  lutti  come  spelazzinì. 
Burch.  l.  5.  E  io  concbìuggo ,  che  gli 
spelazzinì  Ciascun  vorrebbe  doventar  lo 
Scrocchi.  F  i.  27.  Pregovì  ,  soccorrble 
Roncìsvalie  ,  Cb'  è  assediata  dagli  spelaz- 
zinì. 

t  SPELDA,  e  SPELTA.  Sorta  di  bia- 
da, il  Cui  seme  e  piccolo,  e  più  bruno  di 
quello  del  grano  ortlinario.  Eal.  ifa-  Gr. 
^2  a.  Cr.  2.  21.  i^.  Ancora  convenevol- 
mente si  seminano  insieme  il  fiumento,  la 
spelda  e  '1  miglio  e  '1  panico  .  E  3.  21. 
2.  Se  tre  parti  dì  spelda  con  la  quarta 
parte  di  fave  si  mìschi,  della  soperchievo- 
le  grassezza  delle  fave  e  della  molla  leg- 
gerezza della  spelda  sì  fa  pane  assai  bello 
e  buono,  e  alla  famiglia  conveniente.  Dant. 
Inf  |3.  Quivi  germoglia  come  gran  di 
spella,  f'olg.  Diosc.  La  spelta  è  più  re- 
stosa e  più  lopposa  del  farro.  Maesiruzz. 
l.  3.  Avvegnaché  alquanti  tengono  il  con- 
trario della  spelta  e  del  farro,  dicendo  e* 
hanno  similitudine  di  grano,  liurch.  \. 
112.  Lappole,  e  spelda,  e  semola  di  farro. 
SPELEAME^TO.  T.  de'  Medici.  Esco- 
riazione della  tenera  cuticola  delle  parti 
più  dilica  te  del  corpo  animale.  Cocch . 
Spellamento  virile.   (A) 

•f  *  SPELLALE.  Stracciar  la  pelle. 
Red.  l.ett.  Ila  tutte  le  mani  screpolate  ec., 
e  son  rosse,  e  som»  spellate.  Corsin.  Tor- 
racch.  8.  3^.  Ma  qual  fiero  cìgnal  che  cir- 
condalo Trovasi  al  bosco  dai  feroci  cani  , 
Or  l'uno  or  l'allro  orribile,  adiralo  Az- 
zanna e  spella  e  quel  riduce  in  brani.  (A) 

^-  SPELLICCIATA.  Lo  stes.io  che  Spd- 
licciatura.  Car.  Apol.  l83.  La  gente  si  è 
risoluta  di  far  testa,  e  dì  darcene  una  buo- 
na spellìccìata.   (Br) 

SPELLICCIATURA.  .Vi  dice  del  Mor- 
dersi de*  cani  j  e  per  metafora  degli  uo- 
mini quando  si  riprendono  aspramente . 
(  hide  si  prende  talora  per  Aspra  ripren- 
sione. Lat-  vehemens  ohiurgatio ,  repre- 
hen.uo.  Gr.  JoiOo^i'a.  l'arch.  rim.  buri. 
I.  33.  Ma  glìen'ho  data  una  spclliccia- 
tura  ,  Che  tappeto  mai  tanto  non  si 
scosse. 

*\  SPELONCA  ,  ed  alP antica  SPE- 
LUNCA,  e  SPILO>CA.  Luogo  incavato 
nel  terreno;  Caverna.  Lai-  spelunca,  spe- 
cus,  sftelaeum.  Gr.  5— i;)«iov.  But.  Par. 
22.  2.  Spdonca  è  caverna  di  monte,  dove 
sì  sogliono  appiattare  li  malandrini  e  li 
rubatorì  per  non  esser  veduti,  e  per  aspet- 
tar li  mercatanti  che  passino,  li  quali  ellì 
po»s3no  rubare.  Pocc.  nov.  3o.  2.  Non  h 
ei;li  perciò  che  alcuna  volta  esso  (Amort) 
fra'  folti  boschi  e  fra  le  rìgide  alpi  e  nelle 
diserte  spelunche  non  faccia  le  sue  forze 
sentire.  E  l.ett.  l'in.  Ross.  286.  Rinchiu- 
so nelle  segrete  spilonche  de' monti,  delle 
radici  d*  erbe  ec.  sostentasse  la  vita  sua. 
Petr  son.  i33.  S'io  ro>si  slato  fermo  alla 
spelunca,  L'a  dtive  Apollo  diventò  profeta, 
Fiorenza  avria  fors*  oggi  il  suo  poeta. 
Dant.  Inf  20  Ebbe  tra  bianchi  marmi 
la  spelonca  Per  sua  dimora.  Vìt.  SS. 
Pad.  I.  124.  Andando  poi  a  sua  posta  a 
quella  spelonca,  dove  sapea  che  'l  drago- 
ne era.  Bern.  Ori.  1.  2O.  2.  Cercar  bu- 
che,  spilonche,   grolle  e  sassi. 

g.  Per  similit.  Ricetto,  Ricettacolo.  G 
f.  IO.  29.  6.  Dappoiché  si  rendè  a  Ca- 
struccio,  era  slato  spelonca  dì  tulle  le  ru- 
berìe e  raicidìi.  E  IX  <»5.  7.  Calete  era 
un  ricetto  dì  corsari,  e  spìlonca  dì  ladroni 
e  pirati  di  mare.  3f.  /  .  7  93.  Trd»olalo 
ì  navicami  di  quel  mare,  e  fatto  di  quel 
luogo  spìlonca  dì  ladroni.  Dant.  Par.  22. 
Le  mura,  che  solcano  esser  badia.  Fatte 
>ono  spelonche.  But.  ivi:  Falle  sono  spe- 
lonclie,  cioè  ricettaculo  di  malandrini  e  di 
malfattori. 

SPELTA.  Ved.   SPELDA 

f.'   SPELUNCA  ì'ed.   SPELONCA 


'  cioè  ,    nasco>to  in 
,  e  stragi).   (O 

Lat.     spes.    Gr. 

Di   viva    speme  , 


S  P  E 

*  SrELUSCOSO     -lild.    ila    Spelonca. 
(111.    l'om.   Inf.  25.  !\ir,-  Otliraamente  io- 
duce  r  autore    cosi    granile    e    speluncoso 
ladro    come    fu    Cacus 
ispelonca  di   gran  furti, 
SPKME    .     Sycriinza. 
ÌÌKÌi.   D<^'»t.    Par.     20. 
che  miic  Mia  pos$a  >c'  pncphi  i.iU»  a  Dio 
K  25.   Spemi',  tliss'  io,  i'  uno  aUmdcr  certo 
Delia  gloria  fulura.  il  qual  proiUicr    Gra- 
«ia  divina  e  preceilonte  mcrto.   ^ut  ni  • 
Speme  ce,  cioè  ec.  spcranta.  è  una  certa 
aspetlaiion.-  »U  gloria  che  <Ue  vroirr    cioè 
ai  vita    eterna.     Petr.   son.    212,     the    di 
gioia  e  di  speme  si  di^arnie.  fi/oc.  2.  ^8- 
A.'li   Iddii  pijcijuedi  donarmi  te.  in  cui  la 
mb  iptme,  beata  lallo  gi'a  secca  ,    ritorno 
verde.    Taxs.    Cer    Ip-  53-   Siate,  o    com- 
pagni, di    fortuna    all'onte    invitti ,  msin 
che  verde  è  6or  di  speme. 

§.  Fiptratam.  G.  V.  IO-  23o.  L  Niu- 
no  Santo  ec.  non  può  perfettamente  ve- 
dere la  beala  speme  ,  cioè  Iddio  in  trini- 
tade.  E  II-  i^?-  2  Come  i  Spanti  sono  in 
vita  etern.i  ,  e  veggiooo  la  beata  speme 
della  Trinità. 

SPE^DE^TE.  Che  spende.  Scialacqua- 
torv.  Lat.  prcilipis.  Gr.  ^lajjyTtxo?.  Jf'i- 
Pand.  2.  Perchè  non  dobbiamo  noi  piut- 
tosto essere  massai,  che  spendenti?  E  !\. 
Riprendo  un  padre  di  famiglia  ,  che  non 
vive  piuttosto  massaio,  che  spendente.  Ar. 
Ca.t.t.  I.  5.  E  che  i  più  ricchi  e  i  più 
spendenti  {liovani  V  eran  ,  che  in  altra 
citla  che  si  nomini. 

f  3SPE>DERE.  Dare  danari,  o  altre 
cose^  per  prezzo  e  mercè  di  cose  venali,  o 
per  qualunque  altra  cagione.  Lat.  impen- 
dere, erogare.  Gr.  oaTryvav,  izcoi -nbui. 
Tesorett.  l5.  I19.  (he  quelli  è  largo  e 
saggio.  Che  spende  lo  danaro.  Bocc.  nov. 
^j).  ^.  Faceva  feste  e  donava,  e  il  suo 
sèma  alcun  ritegno  siendeva.  E  noi-. 
60.  17-  Nnir  altra  moneta  spendendo,  che 
senza  conio.  Din.  Comp.  3.  84.  La  mo- 
neta ec.  spendeano  in  così  fatte  derrate  . 
*  §■  l-  Spendere,  .fi  usa  anche  asxo- 
lutant.  «  Bocc.  nov.  ù^.  l3.  Voi  m'ave- 
te lungo  tempo  stimolato  che  io  d'  amare 
questa  mia  nemica  mi  rimanga  ,  e  pongo 
6nc  al   mio  spendere»».  (C) 

^  g.  il.SpendersifO  ISon  ispe/idersi  una 
tal  moneta,  vale  Correre,  o  Non  corre- 
re. Essere,  o  ^on  essere  ricevuta  in  pa- 
gamento una  tal  moneta,  tt  Bocc.  nov.  53. 
4.  Fatto  dorare  popolini  di  ariento  ,  che 
allora  si  spendevano  ec. ,  gliele  diede».  (C) 
§.  III.  Per  Comprare  e  provvedere  il 
vitto.  Salvia.  Disc.  2.  (\l^.  Udite  adun- 
que, come  egli  parla  al  suo  fattorino  di 
liottega ,  o  gai-zone  di  casa  ,  mandandolo 
ÌD  mercato  a  spendere. 

■f-  sj!  g.  IV.  Spendersi  in  una  cosa  ,  o 
••  per  una  cosa  ,  vale  Occuparsi  ad  una 
cosa.  Darsi  ad  essa.  Segner.  Mann.  J\ov. 
11.  3.  A  parlare  con  proprietà,  sarai  ben- 
sì giusto  (giacché  non  tralasci  di  spenderti 
per  quello  a  che  sei  tenuto  )  ma  non  {;ià 
misericordioso.  Misericordioso  sarai  qualor 
tu  ti  spenda  per  quello  a  che  sei  tenuto, 
e  per  più  di  quello,  (l'j 

§.  V.  /-Vr  Consumare ,  o  Impiegare 
semplicemente.  Lat.  insumere,  impendere. 
Cr.  «vaJi'sxstv  .  Bocc.  nov.  gS.  17.  Ve- 
nistivi  tu  vago  della  mia  vita  ec.  Io  non 
so  come  io  la  mi  possa  meglio  spendere. 
E  nov.  100.  2.  In  niuna  altra  cosa  il  suo 
tempo  spendeva,  che  in  uccellare  e  in  cac- 
ciare. J'etr.  son.  3l2.  Pentito  e  tristo  dei 
miei  si  spesi  anni,  the  spender  si  dovea- 
no  in  miglior  uso.  E  canz.  3^.  2.  S' i'  '1 
dissi.  Amor  1'  aurate  sue  quadrelli  Spenda 
io  me  tutte,  e  l'  impiombate  in  lei.  Danf. 
Pur^.  12-  Più  era  già  per  noi  del  monte 
volto  .  E  del  cammin  del  Sole  assai  più 
speso  ,  Che  non  stimava  .    J  it.  SS.   J  ad. 


S  P  E 

1.  128.  In  che  hai  speso  Ìl  tempo  tuo! 
die  hai  fatto  inCno  ad  ora?  Salv.  Spin. 
ìì.  ().  Senta  avervi  a  spender  [arola  .  da 
colóro,  per  Io  Iiov.iinu  quivi  u  qui-U"  ora, 
fu  presupposto  eh'  io  ros>i  Guelfo. 

V  ^.  VI.  per  Esporre  ,  col  dativo.  I  it. 
S.  Margh.  l-'ip-  Pi-r  cui  ho  speso  lo  corpo 
mio  a  paNsione  ed  a  tormento.  (  f  } 

•  |  :;:  g.  VII.  Spentiere  ,  detto  di  per- 
sona ,  in  signific.  alt.  vate  Giovarsene  , 
Trarne  comodo,  utilità,  /  revaler.ù  di 
essa  in  quali  he  Insogno.  Lat.  ufi.  yir. 
Eur.  II.  8-  Lo  scudo,  e  il  deslrier  snel- 
lo e  me  li  dono;  E  rome  vuoi  mi  spen- 
di. (DJ  Pemh.  leti.  2.  Prego  mi  coman- 
diate e  mi  .spendiiile  confidentemente  per 
(jucl  tanto,  he  io  vaglio.  f/^J  lied.  lett.  2.  16. 
In  qualsisia  occorrenza  che  crederà  tro- 
varmi abile  a  servirlo  ,  mi  ha  sempre  da 
ndere     con     ogni    confidenza    niaggio- 


S   P   F. 


l3(V) 


>pen 
re.   (A) 

*  §.  Vili.  E  in  signific.  neutr.  pass. 
Ciir.  lett.  2.  44-  '"  ""  spendo  con  vo- 
stra signoria  per  quanto  vaglio  in  servizio 
di  questo  amico,  f/f) 

SPEiNDERFCCIO.  Jdd.  Atto  a  spen- 
dersi. J."^  lior^h.  Mon.  203.  Ebbe  questo 
uso  origine  pur  anch'  egli  dall'  antico  uso 
romano  nelle  medaglie  e  monete  spende- 
derecce.   (ì^) 

t  g.  Talora  vale  Che  si  diletta  di 
spendere.  Lat.  prodigus.  Gr.  otw^UTi/o;. 
Ott.  Com.  Inf.  Ì3.  253.  Questi  fue  con- 
sumatore e  discipatore  de'  suoi  beni,  spe- 
zialmente colla  brigata  spendereccia.  E  29- 
5o6  Questo  fu  messer  ISiccolo  Salimbeui, 
cavaliere  largo  e  spendereccio.  Bocc.  Lett. 
Pr.  S.  Ap.  3l2.  Dicono  eh'  egli  va  nobi- 
leniente  vestito  di  porpora,  non  sappiendo 
che  cose  di  magnifico  non  sono  essere  in  se 
spendereccio. 

^i  SPE>DIMENTO.  La  spendere,  Con- 
sumamento.  Lat,  impendìum,  insumptic.Gr. 
t3Ìiy'XùiCt^  .  Pros.  Etor.  3.  124  >on  di- 
co assolutamente  di  minor  frutto  ,  ma  di 
più  lungo  spendimento  di  tempo  e  di  ope- 
ra, n 

t  SPENDIO.  F.  A.  Spesa,  Lo  spen- 
dere. Lat.  impensa,  sumptus,  dispendium. 
Gr  QV.-vvr,.  G.  T'.  H  ^■  I-  Inconta- 
nente fcciono  oste  a  Grosseto  con  molto 
spendio  .  Dant.  Inf.  7.  the  con  misura 
nullo  spendio  ferci  .  Ott.  Com.  inf.  7. 
io4-  Prodigalit.ide  è  uno  scialacquamento 
e  spcndio    delle  proprie  faculladi. 

-j-SPE.NDITOnfc:.  /  erhal.masc.Che.o  Chi 
spende  ;  e  SI  prende  ancora  per  Colui  che  ha 
la  cura  del  provvedere  per  It  N.vcgni  della  ca- 
sa. L:ìt.dispensntor .  Gr-  cixo-^óuo-.  LJocc. 
Introd.  52.  Sirisfo,  famigliar  di  Panfilo, vo- 
glio che  dinoisiaspeoditore.  G    ''    ^  *'''^ 


r.  9.  i56. 

I.  Era  canierlinjo',  e  spentlitore  de'  beni 
lor  dati  per  Dio  .  Bern.  Ori.  2.  24-  ^•*' 
Ecco  un  abate  ^li  attraversa  il  passo,  Limo- 
sinier  di  Carlo  e  spenditore 

g.  Dicesi  anche  Spenditore  a  Chi  spen- 
de assai  .  Lai.  largitor ,  prodigus  .  Gr. 
ctfltyyrt/s;  .  But.  Gli  uomini  che  arric- 
chiscono di  subito,  sono  smisurati  spendi- 
tori  .  Agn.  l  and.  4-  Se  gb  spendilori  vi 
dispiacciono,  chi  non  è  spendente  vi  debbe 
piacere.  Cron.  Teli.  !\6.  Crescendo  e  al- 
levandosi colla  madre,  divento  grande  spen- 
ditore e  male  allevato. 

SPENE.  Voce  poetica.  Speme.  Lat.  .'tpes. 
Gr.   g/TTt'?.    Dani.   Purg.   3l-    Del  passare 


innanzi  Dovessili  cosi  spO; 


rliar  la 


E 


Far.  24.  Sovra  la  qual  si  fonda  l'alta  spe- 
ne. Petr  canz.  39.  3.  Or  li  solleva  a  più 
beata  spene.  Li  canz.  43.  I.  Amor,  quan- 
do Bona  Mia  spcne  e  '1  guidardon  d'  ogni 
mia  fede.  Tolta  m'  è  quella  onde  altendea 
mercede.  Tass.  Cer.  3.  i3.  Ben  con  allo 
noi    conviene  ,    Dicea  .  fondar 


principio 

dell'Asia  oggi  la  spene. 

S^E^^ACClilAI\E.   Levare, e   Guasta 


re  parte  delle  penne.  Lat.  pennas  evellere, 
pennis  despoliare  .  Gr.  aTTTE/JOv  Toiiìv  . 
J*e(r.  cap.  5.  E  la  faretra  e  1'  arco  avean 
spezzato  A  quel  protervo,  e  spcnnacdiiate 
l'ali,  loliz.  slanz.  2.  28.  E  par  che  tutte 
gb  ip.nnaccbi  1'  ali ,  E  che  rompa  al  me- 
scbiii  1'  arco  e  gli  strali. 

SPEN^ACCMlATt)  Add.  da  Spennac- 
chiare. Lor.  Med.  canz.  55.  6.  E'  si  son 
pien  di  pollini,  E  son  tutti  spennacchiati. 
CirilV.  Calv.  3.  96.  A  questa  volta  ìl  gufo 
fia  pur  egli  Che  rimana  nel  vischio  spen- 
nacchialo .  Buon.  L'ier.  2.  2.  IO.  Ecco  i 
colombi  qua  del  lUmbussalo,  C'hanno  per- 
duto r  urlo,  e  spennacchiati  S'accovaccia- 
no e  dormono. 

g.  i'er  metaf.  si  dice  di  Chi  è  male  in 
arnese.  JJv.  L)ec.  3.  Kondimeno  cosi  spen- 
nacchiato, com'  era,  il  conosceva  la  gente. 
V  dicevano  ih'  egli  era  stato  conestabile  . 
ì  arch.  Stor.  l5.  61O  Gaddi  se  n*  andò 
tutto  spennacchiato  in  camerata  nella  villa 
del  fratello  .  Morg.  16.  5?.  Rimase  Or- 
lando tutto  spennacchiato.  Quando  e'senli 
quel  che  '1  cugino  ha  dotto  (cioè^  confuso 
e  sbigottito  ). 

5;:  SPF-JN'IVACCIIIERA  .  Lo  stesso  che 
Pennacchiera  .  Corsin.  Torracch.  3.  Ì\6. 
Splende  Vincenzio  in  ricco  abito  giallo, 
ce.  Li  fa  gran  spcnnacchicra  in  lesta  un 
ballo,  Li  pende  al  fianco  un  brando  .  il  qual 
ce.   ifi} 

•f  SPENNACCHIETTO.  Dim.  di  Spen- 
nacchio, lied.  Ins.  128.  Queste  •farfalle) 
erano  di  color  capellino  sbiadato,  tutto  ra- 
bescato di  nero,  con  due  larghi  spennacchiet- 
ti  neri  in  testa. 

SPE^^ACCHIO.  Pennacchio.  Lat.  cri- 
sta.  Gr.  JÓfO^.  Tarch.  Stor.  In  questo 
tempo  non  si  vedeva  altro  per  Roma,  che 
spennacchi.  Bern.  Ori.  2.  i4-  58-  Quando 
°li  vide  il  Re  sì  ben  guerniti  D'aimi  lu- 
centi, e  gli  spennacchi  in  testa,  ec.  JUv. 
Acc.  142.  t  omparì  in  piazza  lo  Heggente 
magnifico  degli  Alterati  in  farseltin  dorè, 
calzari  snelli  ed  attillati,  e  grao  berrettone 
pien  di  spennacchi. 

3  S1'E>^ARE.  Cavarle  penne. 'L^il.  pen- 
nas detraherc.  Gr.  TTTe^a  àf'J-ipzt-J.  Tes. 
Lr.  5.  2J.  Quelle  (cicogne)  che  giun- 
gono troppo  dietio  air  altre  ,  sono  prese 
e  spennate  e  percosse  dall'  altre  mala- 
mente . 

g.  I.  Per  metaf.  Frane.  Parh.  55.  l3. 
Perocché  forte  ispenna  Ciascun  di  fama  e 
d'onor  e  di  laude.  •?  «  Eav.  J'sop.  Has- 
sene  elello  uno  Ira  tutti  gli  altri,  cui  me- 
glio si  credeva  potere  spennare,  e  diceva- 
li  :  più  t'amo,  che  niuno  (parla  di  mala 
femmina,  che  adescava  i  giovani  per  aver 
danaro.  L' edìz.  di  Padova  1811  a  pag. 
114  /f^e  .■  cui  meglio  credè  6 nir e  sue  vo- 
glie ,  ec  ).   fB) 

g.  li.  In  .tignific.  neutr.  e  neutr.  pass. 
vale  Perder  le  penne.  Dani.  Inf.  17.  Ne 
quando  Icaro  misero  le  reni  Senti  spennar 
per  la  scaldata  cera.  '^-  Er.  Ciord.  l'red. 
3x3.  Il  lingiovanir  delle  |  ianle  è  un  se- 
gno espresso  della  risurrezione  .  Ancora 
essemplo  degli  uccelli  che  mudano ,  che 
si  spennano  lutti ,  e  rimettono  le  belle 
penne  nuove,  l  C  Pj 

•■{■  SPENAATO  .  Add.  da  Spennare. 
Guìtt.  lett-  8.  NeT  alie  sue  spennate  non 
avea  penne  alcune  (  ISel  testo  stampalo 
/eggesi  :  Se  ncll'  ale  suoie  spennale  avea 
penne  alcune  ). 

*  g.  fer  Senza  penna.  Scgner:  Mann. 
I\ov.  28.  3.  Ma  sulla  terra  non  sono  saet- 
te conipitej  sono  spennate,  sono  spuntate; 
e  però  non  fanno  alta  piaga.  (Cj 

'•?  SPENSARE.  /  .  A.  Dispensare.  Zenon. 
Pist.  81-  Vivo  molte  volte  elesse.  Che  mor- 
to ìl  corpo  sólo  a  te  si  spensi  (cioè,  sia  dato, 
ne  sia  fatta  copia).  (C)  Er.Lac.  T.  2.  2. 
5.  E  seco  porto  cose  da  spensare  (f" ) 


i3io 


S  P  E 


S  P  E 


S  P  E 


s;:  SPENSATORE.  V,  A.  VcrhaLmasc. 
Che,  o  Chi  spensa.  Ott.  Com.  Inf.  z^. 
575.  Elli  (Giuda/  era  de'  dodici  Apostoli, 
e  aveva  singolare  oETizio  in  quello  colle- 
gio, che  t'j;li  avca  \d  borsa,  1;  fra  speasa 
tote   (f/iii  %>ale  Spenditorc).  ((') 

•j-  «s  SI'ENSERI'A.  /'.  À.  Spesa.  Cron. 
Strili.  125.  E  qucslu  pezzo  del  solaro  e 
palco  ,  com'  è  detto  ec.  ,  fecero  alla  loro 
!>peaseria  ,  e  di  loro  moaeU  ■  /'/  1 26.  E 
tulle  queste  cose  fecero  a  loro  spctucria, 
e  (li  loro  dauarì  proprii.  f  fj 

SPEASH-.RATAfiGI.NE  .  Traicuraggi- 
ne  ,  l.o  stare  spen.iierafo  .  Lai.  incuria  . 
Gì.  a_u£>ita  .  Jiuon.  /'ter.  3.  3.  12.  l'. 
iacatenato  Nej;li  orrlii  altrui  si  stia  rin- 
rbiuso  al  Ituio  Della  spensierataggine  . 
Borgh.  rese  Fior.  ^^67.  A  cui  per  av- 
ventura non  paresse  lauta  spensierataggi- 
ne veriximile. 

^-  SPE.NSIERATAMENTE.  Àv^erh. 
Sbracatamente,  Senza  pensieri.  Lat.  otiose, 
incuriose, Gt.  «'^57 w;, «ute) w;.  Irati-  gov. 
fam.  Vanno  S|'ensi(Tataniente  mattina  e  sera 
a  tavola  apparci'chiata.  Jiorgh.  /imi.  l'ani. 
Ilo.  Esser  posto  a  caso,  e  troppo  spen- 
sieratamente, (l'j  Iniperf.  /'.  Tih.  D. 
4-  T.  12.  3l().  pLT  r  altra  via  procedono 
spcnsi<Talatnente  gli  stolti,  i  <{ualt  piglian- 
do regola  dagli  eventi  ,  come  strada  piii 
corta  e  di  minor  fatica  e  attenzione  ,  fa- 
vellano alla  sicura  de' falli  altrui.   ( F) 

SPENSIERATO  .  Add.  Trascurato , 
Senza  pensieri j  contrario  d'  Impensierito. 
Lat.  negligens,  inconsiderans.  Gt.  ap-zX/,;. 
Tac.  Dai'.  Ann  i.  i8.  Trovangli  per  le 
letta  r  lungo  le  mense  spensierati,  senza 
sentinelle,  ec.  Matt,  Franz,  rim.  Intrl.  3. 
92.  E  stando  rome  polli  nella  stia.  Si  vi- 
vono a  pie  pari  spensierati  .  Buon.  Fier. 
I.  2.  4.  Giovani,  non  è  vero?  Spensierati, 
oziosi,  dolci,  vani?  F  3.  3.  2.  Ue'signori 
occupati,  E  per  natura  spesso  s])ensierati. 
JC  4.  intr.  Mostrati  |'iù  che  mai  In  volto 
lieta,  e  in  vista  spensierata.  Maltn.  1.  83- 
Così  mai  sempre  in  feste  ed  i^  convito 
Tirano  innanzi  questi  spensierati- 

^'  §.  F  accompagnato  con  fra.tc  espri- 
mente la  cosa  che  altri  dot-rehbe  avere  in 
pensiero.  Segner.  Fred.  6.  7.  Essendo  l>eu 
ragionevole  che  Ì  malvagi  allora  appunto 
sian  colti,  quand'essi,  o  non  credono  alle 
sue    minacce   ec.    (CF) 

3  SPENTO.  Jdd.  da  Spegnere.  Lat. 
e.ftinclus.  Gr.  cSsjrei^.  Dani.  Par.  26. 
-Mentre  io  dubltiava  ,  per  lo  viso  spento 
Della  fulgida  fiamma  ce.  Sagg.  nat.  csp. 
229  Accostandosi  l' ambra  gi^  strofinata 
e  cabla  a  quel  fumo  clic  sorge  da  una 
l'andcla  spenta  ,  questo  piega  subito  alla 
volta    dell*  ambra  . 

•"^  %.  I-  Calcina  spenta,  chiamasi  Quella 
i:he  ha  av-iilo  l'acqua;  contrarto  di  Calcina 
viva.  r.  CALCINA,  S-    ">•  fO 

''?  §.  II.  E Jìguratam.  detto  di  Foglia, 
lì  Desiderio,  vale  Deposto.  ««  Dani.  Purg. 
25.  Tal  era  io  con  voglia  accesa  e  spenta 
Di  dimandar  »»  .  (  Mj 

^*  §.  III.  Per  Finito,  Che  non  esiste 
più  .  ■■  Borgh.  Fir.  Uh.  332-  isisusci- 
tare  le  antiche  fiamme  delle  contese  civili 
giìi  spente  ,  o  almeno  con  questa  separa- 
zione sopite»  .  (t'j 

^  §.  IV.  Parlandosi  di  carte,  vale 
IVon  leggibile.  Cron.  Morrll.  22^.  lo  trovo 
per  iscritto  in  alcune  carte  di  Notaio  già 
consumate  e  stracciale,  e  quasi  spente  per 
-.intichilii,un  nostro  aulico  nominato  Bug- 
geri. fC) 

^'  g-V-  Spento, per  Freddo,  Chenon  .wnle 
amore  l' ii.tò  il  «•  l'etr.  .ton.  Ili-  L'  ar- 
reso mio  desir  tutto  sfavilla  ,  Talché  'n- 
fiammar  devna  1'  anime   spente  »  .  fCf 

t  J|*  g.  VI.  Spento  ,  vale  anche  Privo. 
Pctr.  \on.  28.  Negli  occhi  d'allegrezza  spenti 
Di  fuor  si  legge  coni'  io  dentro    avvampi. 


Dani.  canz.  Amor  ,  da  che  convien  pur 
ch'io  mi  di';;lia  Perchè  la  gente  m'oda, 
E  mostri  me  d  ogni  vertute  s|>entt>.  Chiarir, 
rim.  3.  167.  E  per  tal  via  d*  o^ni  allegrez- 
za spento    Ila  sempre  in  Callioice  il  pciisier 

fi»...  OD 

%.  VII.  Figiiratam.  si  dice  di  Persona 
mni^ris.tima.  Lai.  mi  prctter  ossa  et  pel- 
lem  hahent .  Malm.  6-  2^-  Perch' egli  è 
ossa  e  pelle,  0  cosi  spento,  Ch'  ei  par 
proprio  il  ritratto  dello   slento. 

^  §.  Vili.  Ditesi  anche  nello  stesso  si- 
gnific.  flagro  spento,  ed  ha  più  di  forza. 
Pros  Fior.  Salvia,  lett.  !\.  1.  2y6.  (Questo 
che  io  dico  è  diventato  magro  spento,  spa- 
ruto, e  credo  che  questa  stiticberia  col  tem- 
po 1' ammazzerà.  iC) 

t  ♦§.  I\.  È  spento,  maniera  figurata  che 
significa  h  finito  ogni  cosa.  IranC.  Sacch. 
nov.  i5q.  Dicca  :  e  dove  ci  sono  quissi  che 
fanno  roinorc  ec.  T  Alcuni  gli  s'  accostano  e 
dicono:  mester  V  esecutore,  andalevc  a  casa 
ch'egli  è  spento.  'F) 

SPhNZOLABK.  So%pendere,o  Sportare 
in  fuori  da  qualche  sponda  e  luogo  rile- 
vato, Ciondolarej  e  si  usa  in  signi/ìc.  att.  e 
neittr.  pass.  Lat.  su  s pendere .  Or.  /.Oiy'Àj. 
O.  F.  12.  5o.  4-  J^"  preso  i\  di-tto  An- 
dreas, e  niesso.,li  un  capresto  in  collo,  e  poi 
spenzolato  dallo  sporto  della  detta  sala.  Fir. 
Às.  102.  Si  fece  a  quella  finestra,  e  spenzo- 
landosi molto  bene  in  fuori,  ec.  Tac.  Dav. 
Ann.  l\.  l85.  Altri  guazza  quanto  ollrc 
puo,  altri  si  spenzola,  o  sporge  le  mani. 

g.  /'er  similit.  Frane.  ^Sacch.  nov.  74. 
Quando  l'  ambasciadorc  ne  scese,  s*  attaccue 
agli  arcioni,  lasciandosi  spenzolare. 

SPENZOLAI  O  .  Jdd,  da  Spenzolare  . 
Lat.  siispcasiis  ,  pendulns  ,  prapendens  . 
Or.  xoì/jia/xsva;  .  Hocc.  nov.  62.  7.  Tu 
mi  torni  a  rasa  colle  mani  spenzolate,  quan- 
do tu  dovresti  essere  a  lavorare.  Fr.  Gtorti. 
Pred.  S.  Fosse  messo  in  un  canestro  ,  e 
fosse  eollato  da  una  torre  ,  e  stesse  spen- 
zolato .  Frane.  Sacch.  nov.  74-  Costui  s* 
andava  colle  gambucce  spenzolate  a  mezze 
le  barde  (cioè,  ciondoloni).  Beni.  rim.  1. 
106.  E  la  torre,  ove  stette  io  due  cestoni 
\'ergilio  spenzolato  da  colei. 

SPtNZOLONE,  e  SPENZOLONI.  Che 
spenzola,  (he  sta  pendente.  Lat.  pcn- 
duliis ,  Gr.  ixi-.ittipoi.  Lib.  Astrai.  Cin- 
ta con  una  catena ,  che  ha  il  capo  speu- 
zolonc.  Matt.  Franz,  rim.  buri.  2.  lOO. 
Ne  veiigon  condennati  nelle  spese  Colle 
man  verbigrazia  spenzoloni.  F  2.  J06.  E 
nelle  braccia  pure  allora  apritevi  Con  la  ber- 
retta alquanto  spcnztdonc.  F  2.  170.  laci- 
nia d'una  canna  spenzolone.  Con  chìocriole, 
lombrichi  ,  o  quab  he  untume  ,  Piglia  ra- 
nonlii  a  lenza  pel  boccone.  Fir.  As.  102. 
Quel  tristo  sacco  d'  ossa  vcggendolo  spen- 
zoloni ed  immolo,  ancori  he  con  non  pic- 
cola, ma  con  repentina  ed  inaspettata  spin- 
ta, ella  il  lece  tombolare  a  capo  di  sullo. 
Car.  Matt.  .ton.  2.  il  gufo  strofinandosi  ha 
già  rotta  La  zucca,  e  '11  sulla  stanga  spenzo- 
loni, l'er  farsi  formidabile  a'piocioui,  Scbia- 
niazz.i  e  si  dibatte  e  sbulfa  e  sbotta. 

SPERA.  Globo,  Palla,  Sjera  .  Lat. 
sphftra,  orhi.t.  Or.  «^otTpa.  Uh.  Astrai. 
La  spera  è  una  delle  figure  più  grandi  ihe 
in  tutta  r  arte  di  geometria  si  può  figu- 
rare ,  e  che  più  tosto  si  muove  da  ogni 
parte  ,  perocché  è  rifonda  da  ogni  capo  , 
e  le  lineir  che  escono  de'  punti  d*  ella  si 
s'  accordan  con  tutti  nel  punto  di  mezzo, 
e  per  questo  è  più  noliil  figura  che  tutte 
l'altre.  Dant.  Inf.  3^  Tu  hai  li  piedi  in 
»u  pirriula  spera.  Che  l'altra  faccia  fa  tlella 
fjiudecca.  Biit.  Inf.  3^.  2.  Spera  e  corpo 
tondo  da  ogni  parte.  ^  l-'fl^-  B.  U'»il. 
10:'|  Una  notte,  poiché  fu  ispcnlu  il  lume. 
i-c.  apparvono  nella  cella  sua  tre  spere  ri- 
splendii-uti  più  chi-  il  Sole.  (Cj 

3  §.  1.  Spera,  per  Tutto  l' aggregato  de' 


cieli  e  de'  globi  celesti ,  e  ciascuno  d'  essi. 
G.  F.  IO.  !\\.  1.  Fece  un  trattato  sopra  la 
spera  mettendo  che  n«-Ue  spere  di  sopra 
erano  generazioni  di  spiriti  maligni.  Dant, 
Par.  2.  La  spera  ottava  vi  dimostra  molti 
Lumi .  Petr.  soa.  2^6.  Ma  ben  ti  prejjo 
che  'n  la  terza  spera  l.uttton  saluti. 

I  §.  IL  Spera,  o  Spere  del  sole,  diconsi 
i  fiaggi  solari.  Dant.  Purg.  17,  La  spera 
Del  Sol  debilemente  entra  per  essi.  $  Star. 
/,'arl.  (fQ.  Come  lo  Sole  ispande  le  sue  <pe- 
re.  così  si  spande  la  predicazione  del  Vao- 
gelio.  ft  j 

*  g.  I U .  S'pera,  dicesi  anche  del  Cerchio  de* 
raggi  luminosi  che  .ti  partono  da  un  lume 
qualunque,  liim.  ant.  M.  Poi.  i.  129. 
Si  conio  quel  che  porta  la  lumera  La  notte 
quando  passa  per  la  via  Alluma  assai  più 
gente  della  spera  Che  se  medesmu  che  1* 
ha   in    balia.      FPf 

§  IV.  Spere,  si  dicono  i  Diamanti  la» 
varati  in  figura  piana  e  semplice  ,  a  si- 
militudine di  una  spera.  .Sagg.  nat.  esp. 
232.  Dove  le  tavole  {de'  diamanti)  die  Doa 
han  tondo ,  quali  sogliono  essere  i  fioi- 
nieiili  delle  collane  ,  dette  comunemente 
spere,  non  vogliono  tirare. 

'è  g.  V.  Spera,  fu  detto  anticamente 
in  .tento  di  Speranza.  Guitt.  Bim.  l.  7. 
Non  è  noccntc  spera  Ne  tema,  oè  dolor, 
ned  allegraggio.  (Cj  F  lett.  37.  85.  Di 
ciò  vorrei,  secondo  tua  S|iera«  di  sovveni- 
re aver  Io  pudere.  liane.  Sacch.  Op.  div. 
2(p.  Lotticr  regnò  tre  anni  in  poca  spe- 
ra, liim.  ant.  Dant.  da  Maian.  77.  Ma 
già  d'amar  non  parliraggio  Amore,  Che 
buona  spera  m'àvc  assicurato.   (ì  ) 

^'.  VI.  Per  l.\pecchio.  Lat.  speculum. 
Gr.  cio^rpov.  Frane,  fìaib.  228.  1.  E 
guarda  in  una  spera,  l'er  dimostrar  che 
vera  .Maniera  è  di  tenere  Dinanzi  provrc- 
dere. 

g.  VIE  Spera,  termine  marinaresco,  col 
quale  si  significano  Più  rotte,  o  fascine  le* 
gate  insieme,  che  si  gittano  in  mare  die' 
tro  alle  navi ,  per  rattenerc  il  corso  di 
esse.  Frane.  Barò.  273.  a.  In  luogo  di 
timoni  Fa  spere,  e  in  acqua  poni.  Ar. 
Fur.  19.  5J.  Rimedio  a  questo  il  buon 
nocchicr  ritrova,  t  he  comanda  pittar  per 
poppa  spere  ,  E  caluma  la  gomona  ,  e  fa 
prova  Di  due  terzi  del  corso  rattenere  . 
Bed.  Ditir.  ^2.  Citta  spere  ornai  per  pop- 
pa, E  rinloppa,  o  marangone,  L'  orcipag- 
gia  e  r  artimone.  F  Annot.  198.  Gittare 
spere,  fare  spfre,  mettere  spere,  è  termi- 
ne marmarcsco  de' nostri  antichi. 

't  •*>  §■  Vili.  Spera,  term.  de'  Medi» 
ci,  vale  Supposta ,  Cura.  Bed.  Annot. 
Di  tir.  311.  Va  congellurando  (il  Sah'i- 
ni  J,  che  siccome  la  cura,  o  supposta  vien 
rhiamata  spera  per  essere  un  \ol(iolo,  co- 
si jHissano  essersi  dette  spere  quei  fasci 
ledati  e  avvolti  che  si  gittano  in  mare  per 
arrestare  e  rattenere  la  nave  *  d^l  laliuo 
spira.   (A) 

*  SPERABILE.  Jdd.  Che  può  spe- 
.-arsi.  Lai.  sperabilis.  Gr.  AmsTO;.  .^e- 
gner.  Cnst.  mstr.  2.  l.  IO.  Se  pero  il 
peccattire  |>otesse  ec.  celarsi  agli  occhi  del 
suo  Signore  ec,  quol  dubbio  e*  e ,  rbe  sì 
diminuirebbe  a  gran  segno  il  toilu  reca- 
to a  Dio  nel  commettere  1'  iniquità  T  Ma 
questo  non  è  siH'rabile.  (")  Aciad.  Cr. 
.Mess.  5.  558.  Ordmo  che  ce.  vi  dose 
dentro,  valendosi  ancora  dcgl*  Indiani  per 
il  taglio  dei  legnami,  e  per  quello  di  più 
i  he    t'osse     spei  abile    dalla    loro    aufficien- 

M      (Bj 

t  SPI  RALF.  Add.  Di  spera, ^enco.  Lat. 
sphaericus ,  sphaeralis.  Gr.  ofOUfSi/of. 
t*lt.  Com.  Par.  |3.  320.  Ni  per  inchie- 
dere il  primo  moltt,  ne  per  saper  geome- 
tria, chi'  investiga  delle  misure  de*  trian- 
goli, e  dell'  altre  misure  ciicoUri  e  spe- 
rali. 


S  P  E 

SPERANTE.  Che  spera.  Lat.  sperans. 
Gr.  ì'int'^wv.  Jmet.  ([0.  Ufiif  spoianli 
<r  operare.  /'  *)?.■  Si-rranli  M  salile  a 
«lueir  onore.  Pel  qual  più  lìi  non  puu  cer- 
car thsire,  Se  lu-li  >i  niiia  con  iiileio  core. 
frane.  Jiarb.  ^\l\-  7  \  i  cingine  templi 
su  neir  allo  m'Uo.  Nelli  »|uai  niostio  e  po- 
ne Ciò  eli"   c'operanti  dimandan  perdono 

t  SPERANZA,  ina  delle  tre  virtù 
teo/ogìc/ie,  per  In  quale  xperìnmo  ili  pos- 
seder Dio,  e  di  conse'^uirc  i  mezzi  neces-- 
sarii  a  questo  fine  ,  pei  meriti  di  (  esu 
Cristo,  lat.  spes.  <ir.  «)7:i^  Ott.  Coni, 
par.  ?5.  53<).  Sperauia  ec.  è  <  cilo  a>pet- 
tamenlo  .Iella  fuluia  lu-atitiidinc,  vegnen- 
te rfalb  praiia  <!*  IiWio  e  <li  pre.  tdcnli 
meriti.  ìiut.  Ptirfj.  UJ.  2.  Sper..nia  e  e- 
spettaiionc  de'lieni  clic  venire  denno.  / 
2Q.  3-  Sperania  è  attenzione  reità  della 
gforia  futura,  prodotta  lUVa  yraiia  divina 
e  di  precedente  merito,  yllhcrt.  cap.  Ci. 
La  spcrania  è  certo  aspettamenlo  delia 
lieatitudine  e  del  para<li.so  the  s' aviìie. 
Cavale,  ^fed.  cuor.  ],a  speranza  diffini><  e 
che  è  virtù  che  procede  da'  metili  prtce- 
cìenli  e  dalla  divina  yraaia.  Vant.  lar.io. 
Be^num  rahrunt  violenxia  paté  Da  caldo 
amore  e  da  viva  speranza,  Che  vince  la 
divina  volontale. 

5  §.  I.  /:  per  Qualunque  espeltazione 
e  credenza  di  futuro  hene.  Lat.  spes. 
Pelr.  son.  21 3.  (he  suol  far  contenta  Mia 
vita  in  pene  ed  in  speranze  Imone.  Jiocr. 
noi-.  46.  IO.  Che  ti  par  dì  questa  rea  fem- 
mina, in  cui  io  gì!»  la  mia  speranza  aveva 
posta  ? 

f  g.  II.  Talora  pigHa.fi  in  mala  par- 
tey  e  vale  Timore.  Lab.  28.  IMi  parca  per 
tulio,  dove  che  io  mi  volgessi ,  sentire 
mugghi,  urli  e  strida  di  diversi  e  ferocis- 
simi animali,  de'  (jualì  la  qualità  del  luo- 
go mi  dava  a»sai  certa  speranza  e  tesli- 
monianxa,  che  per  lutto  ne  dovesse  esse- 
re, s?  Cuicc.  Star.  l^.  219.  Cn'ac(idente 
di  apoplessia  sopravvenuto  al  capitano 
Giorgio  lo  condusse  quasi  alla  morte  con 
maggiore  speranza  che  non  fu  poi  il  suc- 
cesso ce.  { L) 

*  §.  HI.  Chi  vive  sperando,  0  a  spe- 
ranza, muore  cacando,  o  a  stento,  pro- 
verhic  vile,  che  vale  Fssere  una  .sciocchez- 
za il  fondarsi  sulla  speranza.  «  Ciri  fi'- 
Calv  (^.  128.  Ma  chi  vive  a  speranza, 
muore  a  slento,  li.alm.  12-  3.  Ma  ehi 
vìve  a   speranza,  muor  cacando  >» .  (C) 

§.  IV.  Figuratamente  dicesi  a  Persona 
amata,  per  esprimere  svisceratezza  d'af- 
fette. 7Ì0CC.  nov.  28.  12.  Fate  adunque  , 
dolce  speranza  mia,  per  me  quello  che  io 
fo  per  voi  volentieri.  A"  nov.  77.  i3.  Così 
come  tu  se' il  mio  hene,  ed  il  mio  riposo, 
ed  il  nrio  diletto,  e  tutta  la  mia  speranza  j 
così  sono  io  la  tua.  ^-  j4r.  Fur.  8.  77. 
Dove,  speranza  mia,  dove  ora  sei  ?  Vai  tu 
soletta  forse  ancora  errando  ?  (NS) 

§.  V.  T ssere  di  perduta  speranza,  di- 
eesi  di  Persona  da  cui  non  possa  sperar- 
si cosa  alcuna  di  buono.  Jiocc.  nov.  l\\. 
3.  Quasi  malto  era.  e  di  perduta  speran- 
za. *  F  g'  10.  n.  8.  Ecto  venire  un  gio- 
vane rbiamalu  l*uMio  Amliusto,  di  perdu- 
ta speranza,  e  a  tutti  i  domani  notissimo 
ladrone.  iV}  Seti.  Ben.  J  arch.  5.  23. 
Non  islarò  già  a  travagliare  uno  che  sia 
di  perduta  speranza. 

SPERANZINA.  Pim.  di  Speranza.  Lai. 
specula.  C.r.  €):rtoiov.  Cecch.  ine.  k.  2. 
Ben  sìa  venuta  la  mia  speranzina  \  qui 
detto  altrui  per  vezzo,  nel  si^nific.  del 
§.   IV.  di  SPERANZA). 

*  SPERA^ZOSO  .  Jdd.  Sperante, 
Pieno  di  speranza.  Lat.  spei  plenus.  Gr. 
ScijSCJv  Segner.  Fred.  i.  12.  Più  timi- 
do per  la  morie  di  uno,  che  speranzoso 
per  la  salute  dì  diciannove  ,  non  sofferse 
mai  di  commeltersì  a  tal  ctmenlo.  F  Crtst. 


S   P   E 

in.vtr.  3.  36.  12.  Chi  dopo  aver  tanto  of- 
feso Dio  si  dimostra  si  operanaoso  in  quel- 
l'atto  stesso  di  andare  alla  sua  presenza, 
è  segno  chiaro,  che  ec.  (  ) 

SI'EBAHE.  Jvvre  speranza  j  e  sì  trova 
u.utto  in  signifìc.  att.  e  neutr.  Lai.  spe- 
rare. (Ir.  e>ni'^£cv.  t  ant.  Jar.  23.  Al- 
tro vorrìa,  e  spe'raudu  s'  aj  paga.  Jiocc.  nw. 
2.  IO.  Al  quale  eomc  Giannollo  seppe 
che  venuto  se  n'era,  ninna  cosa  meno 
spelando,  che  del  suo  farsi  Cristiano,  se 
ne  venne.  F.  canz.  1.  l\-  E  maggior  gioia 
speio  più  d'appresso.  /  etr.  san.  176  (he 
sol  truovo  piel'a  sorda  com' aspe ,  J^Iisero 
onde  sperava  esser  felice.  F  canz.  i\6.  7. 
>è  conlra  morte  spero  altro  che  morte  . 
Svi.  Jien.  larih.  l\.  22.  (^ui  non  si  può 
dire  che  siamo  mossi  più  da  speranza  al- 
cuna, non  ci  restando  più  che  sperare. 
ias.  Ictt.  18.  Cou6dato  ,  come  io  scrissi 
allora,  dopo  la  henìgnila  del  Cristianissi- 
mo Re,  in  V.  E.  e  nel  favore  che  spera- 
la (la  lei.  #  Cuicc.  vMor.  5.  98.  Ma  lo 
Spa^nuolo  o  perchè  più  speia.sse  nella 
vittoria,  o  penile  V  autorità  sola  di  Filip- 
po non  gli  hastasse,  rispose  che  insino  non 
avesse  il  medesimo  comandamento  da' suoi 
Re,  non  poteva  omettere  di  far  la  guer- 
ra. (C) 

§.  !.  Per  aspettare.  Attendere.  Lat. 
ejspectare.  Gr.  •jzpocco/vv.  Peir.  ranz. 
37.  2.  Di  dì  in  tli  spero  omai  T  ultima 
sera,  Che  scevri  in  me  dal  vivo  terren  1' 
onde.  Foce.  nov.  l\Z.  l3.  Del  quale  non 
s:ipeva  che  si  dovesse  sperare  altio  che 
male.  Guid.  G.  Più  si  sperava  della  sua 
morte,  che  della  sua  vita.  "^  yìr.  I  ur.  38. 
59.  Ch' altio  si  può  sierar  che  hiasmu  e 
danno  ?  {P) 

g.  II.  ]er  Temere,  benché  si  trovi 
u.uito  di  rado  in  questo  signifcato.  Lat. 
sperare,  timere.  Gt.  s^TTl^siv.  pe^ctcSTC». 
t-  /  it.  S.  Fugen.  382.  Melanzia  veggendo 
che  il  suo  inganno  era  scoperto,  veigo- 
gnossi  fortissimamenlej  e  spelando  di  es- 
sere palesala  e  svergognata  dalla  gente  , 
se  ella  non  si  argomentasse  ec.  Star,  l-itrl. 
121.  Ti  conviene  ciascuno  giorno  sperare 
la  morte,  e  dimenticare  ciò  eh' è  anda- 
to. Bocc.  g.  10.  rt.  8.  Qualumpie  altro 
avuta  l'avesse  ec  ,  1"  avieMje  egli  a  se 
amala  piullosto  che  a  te  :  il  che  di  me  , 
se  cosi  mi  tieni  amico  ,  come  io  li  sono  , 
non  dei  sperare,  f  Fj  C.  ì'.  II.  117  1. 
Mi  fa  molto  turbar  la  mente,  sperando 
peggio  per  l'avvenire.  M.  T  .  l\-  7.  Era- 
no quelle  (biade)  già  in  tutta  Toscana  a- 
li<ie  ,  e  io  estremo  da  sperare  sterilità  e 
male.  .-Ir.  Fur.  l3.  3.  Io  portelo  del  mio 
parlar  supplizio,  Perchè  a  colui  ,  che  qui 
m*  ha  chiusa  ,  spero  Che  costei  ne  darà 
siiI>ito  indizio. 

^.  HI.  l er  Credere,  Stimare.  Lat.  e,ri- 
stimair,  reputare.  Gr.  •^cjut'Cstv.  Bocc. 
nov.  19.  8.  Che  speri  tu,  che  una  donna 
naturalmente  mohile  possa  fare  a'prìcghj, 
alle  lusinghe,  a' doni,  a  mille  altri  modi, 
che  u:^e^à  un  uomo  savio  che  l'ami?  F 
nov.  6c).  10.  Spen  tu,  se  tu  avessi  o  Leila 
moglie,  o  madre,  0  6gliuola,  o  sorella  che 
a  Nicostrato  piacesse  .  che  egli  andasse  la 
lealtà  ritrovando,  che  tu  servar  vuoi  a  lui 
della  sua  donna?  Peir.  son.  70.  La  hella 
donna ,  che  cotanto  amavi  ,  Subilamenle 
s'è  da  noi  partita.  E,  per  quel  ch'io  ne 
speri  ,  al  cicl  salita.  '.'  Fior.  S.  Frani. 
105-  T'ingegna  dunque,  disse  il  villano 
(a  S.  Francesco),  d'essere  così  buono, 
come  tu  se'  tenuto  da  ogni  gente  ec.  ;  e 
però  io  ti  ammonisco  ,  che  in  te  non  sia 
altro  che  quello  che  la  gente  ne  spe- 
ra.  (7) 

•f  SPERARE.  Da  Spera  per  Paggio  , 
in  signific.  att.  vale  Opporre  al  lume  una 
cosa  per  vedere  s'  eila  traspare.  Lat.  ad 
lucem   tolfere.  Cr.  9.  86.    5.    A    sperarle 


SPE 


l3ii 


(l'uova),  quelle  che  Ivnlucono  son  vane. 
qurlle  che  non  IraUicono  son  piene,  ^^ngg. 
nat.  esp .  i3i.  Si  scorgono  jier  entro  il 
ghiaccio,  sperandolo  all'  aiiu  chiara.  Bed- 
Oss.  an.  ^2.  Per  esserne  mcìto  tulio 
«]Ui'ir  umore  viscoso,  di  cui  son  pieni  que* 
suttilissiiiii  canaletti  che  chiaramente  si 
Vfggon  serpegjjiar  per  la  pelle,  se  ella  si 
speri  al  Sole. 

t  ••'  g.  /-.  in  .vignile,  neutr.  duesi  di 
(hi  è  estremamente  magro,  quasi  tralu- 
ca come  cvrpo  dtajano.  Haldov.  I.am. 
(  ecc.  8.  Guatami  ben  che  da  ugni  banda 
i'  spero  Tanto  son  graizia  tua  macolo  e 
sciupo,   (f) 

SPERATO,  jédd.  da  operare.  Lat,  spe- 
ratus.  Gr.  sJ-Trtn: -e".-.  Mor.  S.  Creff. 
(Quando,  compiuto  questo  tempo  di  batta- 
glia, litoina  alla  sperata  e  promessa  pa- 
llia. Ioni.  Par.  2.^.  Fctle  è  sustanzia  di 
co.se  sperale,  E  argomento  delle  non  par- 
venti. ^'.  V.  2.  36.  Accecati  nella  cupi- 
digia della  sperata  liianma.  FI  li.  2.  Per 
ciqiiiie  la  toslana  e  sperala  vendetta  co- 
minciarono a  fabbricare  a  un'olla  sedici 
tiabticchi. 

SPERDERE.  In  .fignifc.  att.  Disper- 
dcìv,  inondar  male.  Lat.  perdere,  disper- 
dere. Gr.  àt^&^hitpitv.  1  it.  Bari.  3q.  Or 
andiamo,  e  sì  là  saliamo  tulli  insieme  ,  e 
niaoomet'.eiemlo  lutti  aspramente  si  del- 
l'amore della  pulcella ,  ch'egli  ispcrda  la 
viilù  dell"  anima.  Buon.  Fier.  L.  2.  7. 
Filatere  distese  di  formiche.  Che  '1  pie  d' 
un  vialor  sperde  in  un  passo. 

g.  I.  /•"  in  signijic.  neutr.  e  neutr.  pass, 
vale  Mancare j  lenir  meno.  Lai.  defice- 
re,  perire.  Gr.  O.Jz ir: l'iteti.  Firn.  ant.  P. 
i\'.  Fnin.  d' Aquin.  Morrò  pur  desiando  , 
Che  lo  mio  core  a  me  mecfesmo  sperde  . 
J  uon.  Ficr.  2.  5.  7.  Quesle  io  dovessi 
Far  traboccare  incontinente  in  6ume  A 
sperdersi  fra  Tonde. 

g.  II.  .^perdere  la  creatura  ,  o  simili , 
si  dice  del  .'\  on  condurre  le  femmine  pre- 
gne a  bene  il  parto  j  che  anche  diciamo 
Sconciarsi ,  e  parlandosi  di  bestie  /-Porta- 
re. Lat.  abortir!  ,  nbortum  facere.  Gr. 
ay.yjiG/z  V,  Kyj5)oCv.  Segr.  Fior.  Man- 
dr.  3.  l\.  \  oi  non  ofl'endele  altro  che  un 
pczjo  di  carne  non  nata,  senza  senso,  che 
in  mille  modi  si  può  spcrdcre. 

f  :r  g.  III. Km  signifc.  neutr.  pass.  Se- 
gner. Co^if.  iitr.  ci'p.  2-  Qui  non  v'  è 
mezzo:  si  è  conceputo  j  non  v'  è  modo  dì 
spcrdersì:  o  pailorire,  o  morire.  (ÌJ 

;'.:  SPERDIMEKTt'.  .Vo/ia«/Hr/T,  Abor- 
to.   Parici.   As.   (A) 

'f  '^-  SPEPDiTORE.  Ferba/.  masc. 
Che,  o  Chi  sperde.  Disperditore,  Spcrgilo- 
re.  Salvia,  tliad.  Uh.  18.  v.  3o5.  Come 
quando  è  sonora  e  chiara  voce,  Quando 
suona  la  tromba  de'  nemici  Sperditori  del- 
l'alme,  che  ec.  (A) 

i?  SPERDITRICE.  f  erbai. fewm.  Che 
sperde.  Fr.  Guitt.  Firn,  (nella  pCota  l36. 
Cuitt.  lett  )  Ahi!  come  mala  gente^  Di 
lutto  bene   sperdìtiice.  Vi  stelle.    :T  ) 

£rEi;DL'T(J.  Add.  da  Sperdere.  Tac. 
Pav.  Star.  3.  3lO.  I  soldati  pii^ati  non 
pensavau  tanto  olire  ;  fareali  lor  bassezza 
sicuri;  sperduti  per  le  vie,  nascosti  per  le 
case,  non  chiedevano  pace  ,  e  avcvan  di- 
posla  la  guerra  (qui  vale  spaisi,  vaganti; 
il  testo  lat.  ha  :  vagì  per  vìas  )  . 

SPEI  ETTA  .  Dim.  di  Spera.  Lat. 
sphorula,globulus-  Gr.  CfUipìòt^v-  Conv. 
81  In  sul  dosso  di  questo  cerchio  nel 
cielo  di  Venere  ec.  è  una  sperelta  ,  che 
per  se  medesima  in  esso  cielo  si  volge. 

SPERGERE.  Disperdere ,  3fandar  per 
la  mala  via.  Lat.  perdere j  dissipare,  di- 
spergere. Gr. ci«9.&:i;C5tv.  ijiaiy/ioa^ìiv, 
otac77St'^£iv.  pani  ìnf.  33.  Perchè  non 
siete  voi  del  mondo  spersi  ?  £"  Furg.  27. 
Lungo    il    peculio    suo    qneto    pernotta  , 


l3l2 


S  P  E 


S  P  E 


S  P  E 


Guardando  prrrlir  firra  non  lo  spcrga. 
a.  /'.  i).  325.  .t,  Malvjgiiiiiifnlc  lr.illo  i 
lerraziuni,  fb<;  qua^i  Uilli  ^li  sjn'ise, 

§.  Per  Aspergere.  Lat.  aspergere ,  in' 
spergere.  Gr.  s'mppai'viiv.  Pai/ad.  Giu- 
gn.   Sì    vi   sporgono    su   1'  acqua. 

•f*  '.i  SPEHGITOlìE.  I  i-rf>al.  wasc. 
("he,  o  C/li  disperde.  Saii-tn.  Opp.  Cuce. 
3.  lOf).  ('he  se'  alcUQ  lupo  srortirando  , 
foimi  Dflla  pelle  un  tamliuro  lien  sonoro 
Didinico,  sperf^itor  di  frutti  «•  Inadt-,  ce  ( /i) 

'S  SPKRGITRICE.  l'emm.  dt  .\pcrgi- 
torc.  Sitlvtn.  Jtin.  Oif.  Ctiiara  onorata 
de'  Flcgrci  giganti  Spargilrice  (  Miner- 
va).  (J) 

SPEKGIUnAMENTO.  lo  spergiurare. 
Lat.  pcriiiriiiin.  Gr.  i'^tiopyi».  Mor.  S. 
Greg.  La  liisiUria  ronimoiiSa  sprsic  volte 
si  ricuoprc  o  |icr  ispergiuramciUo,  o  per 
moicìdio. 

SPEKGIURABE.  Fare  spergiuro.  Giu- 
rare per  sostenere  il  falso  ^  e  si  usa  in 
signi^c.  alt.  nctitr.  e  neutr.  pass.  Lat. 
peierare  .  Gr.  ìirtos/.ù*  ■  Bocc.  no\'.  X. 
23.  Clii  se  ne  poIreMie  tenere  ec.  ,  veg- 
gcndo  i  piovani  amlare  dietro  alle  vanità,  e 
veilendofili  giurare  e  spergiurare?  Fiamm. 
L,  li-  Come  non  disrendono  esse  (folgori^ 
sopra  il  pessimo  giovane,  aeeiorrhc  gli  al- 
tri per  innanzi  di  spergiurarli  alilnano  te- 
menza? Guid.  fi.  Chi  arti6ciosjmenle  giura, 
arliCiiosainente  si  spergiura  .  y*/.  l  .  7-4' 
Per  la  qual  cosa  roloro  che  avevano  accatta- 
to per  la  larga  licenza,  vinti  da  avarizia,  si 
spergiuravano .  Macstnttz.  2.  ly.  Ancora 
non  è  iscusato  da  peccato  mortale  colui  che 
per  sollazzo  e  giuoco  si  spergiura,  ('m-n/c. 
Med.  cuor.  E  centra  questo  Canno  quegli  che 
senza  grande  hisogno  giurano  e  spergiura- 
no. ^  Uant.  son.  (lo  maladico  il  di  ec,  E 
nialadico  la  mia  mente  dura,  Che  ferma  è 
di  tener  quel  che  m'  uccide  ec. ,  Per  cui 
Amor  sovente  si  sjiergiura  .  (B}  Scgner, 
Pred.  Ci.  9.  E  come  dunque  ec.  Cristo  I»e- 
stemmiarc  in  tutte  le  collere,  Cristo  sper- 
giurare in  tutti  i  contratti?   (ì  } 

SPEKGIUHATO  .  ^dd.  da  Spergiura- 
re, (fucilo  per  cui  è  slato  Jat.fiimcnlc  giu- 
rato .  Lai.  peicratus  .  Fiamm.  !\.  ìL  O 
spergiurato  Giove,  che  fanno  le  folgori 
tue  ?  F  5.  18.  Oimè  I  dove  sono  ora  ,  o 
Panfilo,  gli  spergiurati  Iddìi?  *  Boez-.  23. 
Niente  spergiurata  iniquitade  ,  O  froda  di 
hugia  colorata  Nuoce  a  costoro,  o  lor  mal- 
vagilade;  Ma,  come  piace,  eoa  la  testa  alzata 
Usan  lor  forza ,  ec.  1 }  ) 

f  SPEnGIURATORE  .  Verhal  masr. 
Cla',0  Chi  spergiura.  Lat.  peicrator.  Gr. 
ijliopAOi.  J.ih.  /Istrol.  Che  vuol  dire  gli 
spergiuraluri }  e  cjuesti  nomi  le  si  dicono, 
che   souliono  innanzi  ec 


perche  sogli 


e  m^iannansi 
gli  uomini.  .V.  Jgost.  C.  D.  3.  2.  Disi- 
derava  (  IScttuno  )  di  riversare  dal  fonda- 
mento le  mura  di  Troia  ,  edificale  per  le 
mani  di  Laomcdonle  spergiuratore. 

Sl'ElUilUBATRICE.  l'erhal.Jcmm.  Che 
spergiura.  Lat.  *peieratri.r.  Seprier.  Mann. 
Giugn.  26.  l.  Se  lo  senti  finalmente  avan- 
zarsi ancora  a  parole  hcslcmmiatrici,  ovve- 
ro sperpiuralrici  ec,  li  accorgi  presto  eh' 
egli  f  mal  regolato  in  »irdine  a  Dio. 

SI'ERGIURAZIONE  .  Sprrgturamento  . 
Lai.  periurium.  Gr.  tniop/iv.  Fr.  Gioid. 
Pred.  li.  Con  facilita  gralldis^ilna  rin.rro- 
no  alle  spergiurazioni  .  A"  appres.io  :  Urutto 
H  è  il  peccalo  della  spergiurazìone. 

f  SPERGIURO.  Add.  us-ato  anche  in 
forza  di  Su.tt.  Spergiuratore  .  Lat.  prie- 
ralor,  periurus.  Gr.  em'o/Jito;-  Pant.  Inf. 
3o.  Ricorditi,  spergiuro,  del  cavallo,  lìocc. 
noi'.  23.  23.  Al  quale  ec.  esso  disse  la 
maggior  villania  che  mai  ad  linmo  fosse 
della  .  disli'ale,  spergiuro,  e  traililor  chia- 
mandol..  .  Maesfruzz.  2.  18.  Del  piura- 
menlo  dell'università  ec.  da  notare  e,  che 
quando  con  giuramento  s'ul>bliga,  e  poiché 


hanno  giuralo  niuoiono,  i  surrcssori  facendo 
coiilra,  non  sono  ispergìuri,  impentrchè  1' 
ohlilìgazionc  ilei  giuramento  e  |<ersonale . 
SPERGIURO.  Siist.  Lai.  peri  unum  . 
Gr.  tmop/t'o:.  Afaettruzz.  2.  Ij).  Lo  Sfcr- 
^iuro  ec.  è  una  htigia  con  giuramento  fer- 
malo; ma  Tommaso  ce.  dice  che  la  faUiUl 
è  della  ragione  dello  spergiuro;  e  ^gg>u- 
gne  ce,  che  qualunque  ora  di  queste  tre 
cose  vi  mancherà,  cioè  verità  e  giustizia  , 
o  vero  giudizio,  è  ispcrgiuro  .  /ah,  1^6. 
Per  una  liugia  ,  per  uno  spergiuro ,  per 
una  reta  elle  vadano  a  lnr  %  icinc  ,  che 
quando  me^lier  lor  fanno,  le  prestino  loro. 
Lctt.  Fed.  /nip.  Non  vergognandovi  di  so- 
vente chiedere  in  is[>ergiuri  la  detta  pace. 
Stat.  Mere.  A  pena  di  lilihre  5o  di  pic- 
cÌmIì,  c  dello  spergiuro  a  ciascuno  che  con- 
traflàcifsse.  Frane.  S'acc/i.  Op.  div.  Giuri  e 
spergiuri  e  falsarli  d' ogni  parte. 

SPEKICO.  ^dd.  iJi  .tpera.  Lat.  sp/ia- 
ricus  r^glohosus.  Gt.  tjfJUptM;.  fìut.  /nj. 
26.  2.  E  da  notare  che  la  Luna  è  uno  corpo 
sperico.  /','  Purg.  i5.  1.  Del  [«mito  speri- 
co  del  cielo,  montalo  dal  Sol»-,  /','  far.  1.  2. 
Li  corpi  sperici,  granili  alla  vista,  da  lungi 
paiono  piani  ,  e  massimamente  quando  si 
vedono  in  alto.  F  7-  t-  Perocché  essendo 
lo  piando  corpo  sporico,  Io  movimento  in 
esso  ragionevolmente  dee  essere  sperico. 

•.'  SPERICOLARE.  I\'eutr.  pass  Spa- 
i-entarsi  ,  Atlerrir.%i  .  Magai.  Leti.  Esso 
(il  Deista)  va  già  d'accordo  che  Iddio 
ci  \:  ;  ne,  arrivandogli  nuovo,  non  si  spe- 
ricola, ne  perde  traii«iuillità.  (  //) 

SPERICOLATO  .  -'/fW.  C/ie  teme  pe- 
ricoli, Che  in  ogni  cosa  apprende  penco- 
lo .  Lat.  meticulosus  .  Gr.  0£i).04  .  / /*'. 
Disc.  Arn.  26-  Io  non  son  già  sopra  a 
questo  affare  cotanto  spericolato ,  ne  insie- 
me cosi  imprudente,  che  io  ce.  Buon. 
Fier.  I.  2.  17.  Che  cosa  c'è?  ognun  ri 
comparisce  Spericolato,  e  ansanle.  F  l^-  3. 
8.  Attendete  ora  a  questa  Manco  appas- 
sionata ,  Non  tanto  sgomentevolc  ,  Ne  si 
spericolala.  ^'  Magai.  Leti.  Uom.  ili.  1. 
32-^|.  Sento  che  a  Roma  sia  comparso  il 
suo  nuovo  lil)rn  ee.  e  che  la  Corte  ne  tre- 
ma ,  e  ne  stia  stranamente  spericolata  e 
commossa.   (C) 

SPKIIIEN7.A,  e  SPERIENZIA  .  Espe- 
rienza. Lai.  c.ifH'riinrntuntj  cxperientia  , 
periruluin  .  Gr.  T-T^y.  ,  s'aTlioia-  /  (/. 
iS'V.  Pad.  1.  23o.  Allora  i)er  la  s[ierienzia 
della  tril)ulazione  incominciai  a  ticordarmi 
di'lli-  parole,  che  m*  avea  delle  lo  predet- 
to Giovanni,  /iocc.  noi*.  76.  tìt.  Fannogti 
fare  la  sperìenza  da  ritrovarlo  con  galle  di 
gengiovo,  e  con  vernaccia.  i^Ol•.  ani.  lOO. 
ìCt.  Signor  mio,  la  sperienza  è  in  tre  cose. 
Coli.  SS.  Pad.  ìjV  infiniti  ardimenti  e  spe- 
rienzp  di  molte  persone  non  ci  lasciano 
dare  a  costttro  la  principal  grafia  .  Fir. 
/)i.«r.  an.  63.  E  cosi  ti  vede  per  ispe- 
rienza  esser  vero  che  il  maliiioso  e  saga- 
ce Itene  spesso  cava  il  granchio  della  Imca 
colle  man  J'  altri  .  Srn.  Jlen.  I  arch.  7. 
IO.  Se  voleva  far  prova  di  me  ,  e'  Inso- 
gnava che  ne  facesse  la  sperienza  col  do- 
narmi lutto  il  suo  impero. 

il*  g.  /'er  Prox'a,  Jìimostrazion  di  va- 
lore .  Guicc.  Stor.  I.  367.  Però  non  fa- 
cendo quegli  che  erano  in  Anttn  migliore 
sperii-nza  di  quello  che  si  aspelUva.  i  Eran- 
zesi  ee.  la  espugnarono  in  due  giorni.  ( /.) 
SPERIMENTALE,  ^rfrf.  Di  sfìerienta, 
/'dipendente  dalla  sperienza  .  Lai.  *e.rpe- 
rimentalis.  Gr.  s'/iTTiiptxo'i .  Teol.  Misi. 
Acciocché  ricevano  in  se  medesimi  la  ve- 
lila con  isperimenlal  notizia  .  Sitgg.  n,it. 
esp.  i()8.  Non  per  questo  però  dee  ripu- 
larsi  iàllace  la  sperimentai  via  nell*  in- 
«  hiesla  ih''  naturali  avveuiinrnti.  tf  Maga/, 
lett.  Uom.  ili.  I.  2()7.  A  Londra  sento 
che  sia  uscita  una  speiie  di  storia  speri- 
mentale, dove  SODO  cose  helUtsimff.  {C) 


SPERIMENTARE.    Fare  esperitnsa  , 

Provare ,  Cimentare.  Lai.  e.tperiri,  peri- 
c/iiari  ,  periculum  facere  .  Gr.  TreitoTy. 
Pass.  320.  .Sperimentando  rose  disutili , 
vane  ,  e  non  necessarie  .  Ga/at.  3.  Dove 
io.  rome  colui  che  gli  ho  sperimentali» 
temo  che  tu,  camminando  per  essa,  possi 
agevolmente  o  cadere,  o  come  che  sia  er- 
rare, .soder.  Colt.  23.  Volendo  sperimenta- 
re le  dificrenze  delle  fatture  de'  vini  fatti  in 
diversi  lati. 

t?  §.  Trovasi  ancìte  usato  in  stgnific. 
neutr.  pass,  e  va/e  Cimentarsi.  Benv.  Celi. 
Fit.  I.  225.  Era  r|Ucsto  capitano  volentieri 
a  mettere  altri  al  punto  ,  non  si  cnraodo 
Sperimentarsi.  fC) 

SPERIMENTATISSIMO-  Super/,  di 
Sperimentato .  Lai.  rei  perilissimus .  Gr. 
S'/Trti^oraT»;.  t'nnh.  Stor.  io.  309-  Il 
Bichi  e  1'  Arsoli,  l'un  giovane,  e  1*  allro 
vecchio  ,  sperimentatissimi  in  sulle  guer- 
re, e  di  grandissimo  valore,  reslarooo  «n- 
mirati . 

SPERIMENTATO  A dd.  da  Sperimen- 
tare; Provato  .  .S>«.  Ben.  /  anh.  i.  |. 
Tanto  semo  pertinaci  conlra  le  rose  spe- 
rimentate da  noi  inreUcemeiile,  che  ancora 
Milli  moviamo  guerra  di  nuovo,  e  aven- 
do rotto  in  mare,  ritorniamo  a  navigare. 
•••  Guicc.  Stor.  1-  f\l'ì.  Entro  in  Pisa  ce. 
TarljlÌQo  da  città  di  Castello  insieme  coD 
alcuni  sohUli  sperimentati  alla  guerra.  (L) 
g.  I.  /'er  Fsperto ,  l'ertto,  (/te  ha  e- 
sperienza  .  Bocc.  Lett.  Pin.  Bo.ts.  285. 
La  vecchiezza,  siccome  sperimentala  negli 
afifanni,  e  piena  d'  utili  consijjli,  avere  piìi, 
che  la  straliocche Ville  giovanezza  ,  cara  . 
I?  Segner.  Sent.  Graz.  6-  Voi  siele  uo 
medico  infinitamente  sperimeolato ,  ed  a* 
vete  somma  hrama  di  curare  le  mie  in- 
fermità.   (7'C) 

'"?  §.  II.  E  in  forza  di  sust.  Guicc, 
Stor.  2.  161.  Per  il  quale  ^  o/-rfi/ir  ;  pro- 
mettere ci  possiamo,  che  i  savii  ahhiano  a 
essere  anteposti  agl'ignoranti  ec.  gli  spe- 
rimentali a  quegli  che  non  hanno  mai  ma- 
neggiato faccenda  alcuna.  (TC) 

t  SPERIMENTATORE,  l'erhal.mas^. 
C/ie  ,  o  C/ti  spcnnienta  .  Lat.  experimenti 
artifex,  magister.  Gr.  0  a:To':r£ij>stv  ttoiou- 
utvoi.  Salvia.  Disc.  l.  ^O.  Se  si  crede  al- 
l' esperienza  d'  un  oculato  ed  ingegnoso 
sperimentatore  e  filosofo ,  unico  alimento 
apparisce  delle  piante  esser  l'arqua-fr/'arfA. 
{Juest.  Alc/t.  33-  E  senza  fallo  1'  autorità  A* 
Alberto  Magno  ci  dehhe  muovere  non  po- 
co per  lo  essere  egli  slato  non  sol  filoso- 
fo ,  ma  sperimenlalttre  grandissimo  ec.  f  C) 
t  SPERIMENTO.  Sperienza^  Prova.LM. 
e.rperimentum  ,  e.iperientia  .  Gr.  Tri'^a  . 
I.th.  Pred.  Per  isperimenlo  conoscete  i  do- 
lori della  passione  del  nostro  Signore  Dio. 
7V.V.  Br,  2.  23.  Ciascuno  di  loro  scrisse 
per  uno  isperimenlo ,  che  cUi  ordioaro 
lutto  ,  rome  noi  dovessimo  vivere  .  (Ut. 
t'otn.  Inf.  IO.  342.  Lo  primo  e  tenlarr 
hio,  e  ciò  e  volerne  torre  sperimento  o 
in  parole  ,  pregandolo  d*  alcuna  rosa  in- 
giusta, o  in  falli,  coni'  è  di  sporsi  ad  al- 
cuno pericolo. 

*  g.  I.  Sperimento,  vale  anche  Pati- 
mento ,  Pena,  Dolore;  ma  in  questo  stn- 
.vo  ;■  /•.  A.  J'it.  S.S'.  /'ad.  2.  169.  Fu 
si  llagellato  e  percosso  da  Dio  di  %arie  e 
molte  infcrmitadi.  che  più  tempo  giacque 
e  i'cev  sperimento  in  leiio.  F  2.  122.  Que- 

'■  sii.  come  piacque  a  Uio,  venne  in  grande 
e  iniollerahilc  infìrmiude,  e  di  tanto  e  si 
liin^o  sperimento  ,  che  i  frati  ec.  (  così 
/egs;e  il    Testo  Gianfihppi  ).  (O 

*  S-  II-  Onde  Monre  a  .iperimenlo  , 
vale  Morire  con  patimento  f  pena.  Cavale. 
litpof.  Simh.  i.  ii^-  Quant»»  ■!  ft^fp"  ^ 
leggiamo  e  ^eggianlo  tulio  di  che  molli 
per  troppo  usar  questo  peccato  infermano, 
e  muoiono   a  grandi  sporimeali  .  F  353. 


E  dette  ^cstc  parole ,  morìtte  a   isperì- 
mentu.  (CJ 

*  SPERINA.  Dim.  di  Spera,  in  signi^c. 
di  Sp€ix/iio.  Spt'cc/t  ietto,  liccola  spera. lied, 
l'oc.  Ar.  (.4) 

•f  «  SPEIUURARE  .  /'.  A.  Spergiura- 
rt.  Fr.  Bari'.  2y7.  4-  Qu*»le  Colui  a  clii  ti 
giuri,  O  ver  che  li  speriuri.  (ì) 

SPERMA.  Seme  degli  animali.  LaU  se- 
tnen  genitiile-  Gr.  inip}i!X..  Cr,  a.  l8.  7. 
BcDcfaè  lo  sperma  maM-uliiio  aia  operatore  , 
U  quale,  siocoiu*'  aitf6c*' ,  muove  e  forma  il 
parlo.  Serm,  S.  fieni.  Che  cosa  è  V  uomo  T 
non  è  altro  V  uomo  che  sperma  fetida,  e  ci- 
bo de' vermini. 

SPERMATICO.  AdJ.  Aggiunto  di  que* 
vasi  del  corpo  dell'  animale  ,  ne*  quali  si 
raccoglie  lo  sperma.  Lai.  seminalis .  Gr. 
ff7rs.;/*XTixo,-.  Sut,  Purg.  25.  1.  QucUo 
sangue  che  rimane  nel  fegato ,  mandato 
dalla  natura  per  certe  veoe,  che  sono  dal 
fegato  ai  leòticoli,  ne' vagelli  spcrmalichi. 
E  nitrose  :  Quel  sangue  che  riman  nelle 
Vene  ,  mandato  quivi  dalla  natura  perchè 
ti  smaltisca,  ancora  discende  nelle  vene 
per  certe  vene  ordinate  a  ciò  ne'  vagelli 
spennatici ,  che  sono  tra  i  due  testicoli . 
iied.  Oss.  an.  47-  Questo  vaso  spermati- 
co, partendosi  dal  testicolo  ,  va  alla  volta 
della  testa. 

SPERMENTARE  .  F.  J.  Sperimenta- 
re. Lai.  experiri,  tentare,  penculiim  fa- 
cere  .  Gr.  Ttiifàv  .  G.  V.  4-  18.  2.  Vo* 
lendo  spermentare  sua  bontà,  povero  e  Li- 
iognoso  venne  m  Puglia.  Dani.  Purg.  il. 
Nostra  virtù,  che  di  leggier  s' adona,  Non 
sperraenlar  coli' antico  avversare.  Cr.  li. 
42.  2.  Molle  maravij;lie  d'  innestagiont  si 
mostrano  a  coloro  che  ogni  cosa  cercano 
spenncntare  . 

#  §.  £■  in  signi fic.  nciitr.  pass.  Cr.  2. 
8-  Ancora  è  un  altro  modo  dì  slramuta- 
lion  di  molte  fatte,  si  come  potrà  certis- 
simamente provar  ciascuno ,  il  quale  si 
iperimenla  in  sillàtle  cose.  (J  ) 

SPERME.NTATO.  /'■  A.  Add.  da  Sper- 
mentare, Prosato. 

§.  Per  Esperto,  Perito,  Che  ha  spe- 
rienza.  Lat.  peritus,  erpertus.  Gr.  sjw^ist- 
pOi .  Coli.  SS.  Pad.  Le  quali  parranno 
forse  impossibili  alle  persone  non  isper- 
mentatc  ,  e  non  ammaestrate  secondo  la 
condizione  e  la  qualità   della  loro  usanza- 

SPERMENTO.  r  .  A.  Sperimento.  Lat. 
experimenlum.  Gr.  TziCpv..  l  egez.  In  di- 
versi luoghi  e  per  diverse  ragìooi  ogni 
generozioa  di  sperniento  pigi»  ■  /'"'•■  /ac. 
T.  4.  33.  6.  Sommi  deliberala  Di  farli 
far  spcrmento  . 

t  SPERMO.  T'.  A.  Sperma.  Lat.  sper- 
ma, semen  genitale.  Gr.  ■zrripy.'Ji  .  Olt. 
Cam.  Purg.  25.  47^.  La  forma  di  quello 
membro,  nel  quale  (]uello  colale  sangue, 
fatto  spermo ,  era  essuto  principalmente 
generato  .  E  473.  Perocché  nel  principio 
per  la  operazione  dello  spernio  s*  induce 
primamente  l'aninìa,  per  la  quale  si  nu- 
trica ec. ,  ma  ancoia  la  natura  dello  spermo 
non  cessa  d*  operare  inGno  a  tanto  che  per 
disposizione  nia;;giore  corrompe  l'aDÌma  nu- 
tritiva, eh'  era  prima,  e  induce  una  anima, 
per  la  quale  si  nutrica  e  muove. 

•f  «  SFERRATO,  r.  L.  Cd  A.  Add. 
Disprezzato.  Fr.  /  arb.  2OO.  l3.  Veste 
ha  spernata,  Ch'  eli' è  stata  Da  molti  per- 
cossa, iì'i 

•f  SPERNERE  .  ;■.  Z.  ed  A.  Vi- 
sprtzzare  ,  Lat.  spernere  .  Franr.  Jìarb. 
3l2.  l4-  Avviene  spesso,  che  tu  fai  scber- 
na  Di  ciò  che  sperna  Vie  più  tua  mal- 
Tagia . 

S-  Per  /scacciare  ,  Bimuoverr  con  di- 
sprezzo .  Lat.  expetlere ,  amoverc  .  Gr. 
e^&i^srv  ,  a~o/(vEÌv  .  Dant.  par.  -.  La 
^vina  bontà  ,  che  da  se  spcrne  Ogni  li- 
vore ,  ardendo  in  se  sfavilla.  But.  ivi; 
I  QCabolario  T.  II. 


S  P  E 

Che  da  se  speme,  cioè  dispregiando  scac- 
cia. 

•f  *  SPERO.  V.  A.  Specchio,  Spera. 
Bim.  iint.  /'.  R.  Meo  Abbrac.  son.  5. 
Unde  dunando  a  voi,  che  siete  spero  Pa- 
lese ,  altero  d'ogni  tcnebroito  .  /t,"  n-/  In- 
ceri, son.  a5.  A  quei  eh*  è  sommo  dici-  1 
tore  altero,  E  ched  è  spero  d'  ogni  tene- 
broso (  l\  nella  Tav.  Gr.  S,  Gir.  alla 
iote  MLNACCIO).  (l  J 

f  V  §.  Per  Siieranza.  V.  A-  Bim  ant. 
Gillio  Lelli .  Già  per  lontano  amor  non 
perdo  spero;  Ami,  sperando,  più  fa  delet- 
larmi    (  I  .  la  not.  383.  Guitt.   lett.J.  (V) 

t  SPERONARE.  V.  A.  Spronare.  'Lii. 
calcar ibus  fodere  ,  incitare.  Gr.  zìvtsTv. 
Stor.  Pisi.  43.  Speronarono  loro  franca- 
mente addosso  ,  e  miseili  in  isconfilla. 
Guitt.  leti.  10.  Sollicilo  guardate  in  tutte 
guardie  dui  corpo ,  lenendolo  bene  sotto 
ragione,  aflVenando  rello  esso,  e  speronan- 
do. E  i3.  Mollo  disio  di  vostra,  signori, 
salute  ha  speronalo  me  (  qui  figurata- 
mente )  . 

*  SPERONATO.  Add.  da  Speronare. 
Sut.  Inf.  3.  2.  L'anima  speronata  dalla 
divina  giustizia  ec.  S.  Cat.  leti.  90.  Al- 
lora quell'  anima  speronata  dal  sanlo  de- 
siderio, si  levava  mollo  maggiormente.  (V) 

SPERONE.  Sprone.  Lat.  calcar.  Gr. 
xsvTJOv.  Cuitt.  leit.  21.  Come  vuole  spe- 
rone malvagio  e  buono  cavallo. 

§.  I.  Per  metaf.  Stimolo.  Cuitt.  lett. 
l3.  Ad  ogni  negligente  fatto  è  sperone. 
E  21.  Che  vile  prò*,  e  negrigente  vac- 
cio  ,  e  scarso  largo,  fa  pungente  sperone 
di  gran  bisogno.  E  altrove  :  Speroni  d' 
amore  di  quanto  amore  punger  deano  cuor 
d'uomo. 

*  §.  \\.  Sperone,  in  termine  di  Mari- 
neriaj  E  l'unione  di  tutti  i  pezzi  che  so- 
ito  nella  prua  de'  navigli  da  remo.  Serd. 
Stor.  lib.  2.  I  navigli  che  andavano  collo 
sperone  diritto  contro  ì  nostri,  erano  for- 
zali sulniu  fermarsi  ora  per  traverso,  ora 
per  fronte.  (CP) 

SPEHPERAMENTO  .  Consumazione  , 
Dissipazione,  Dissipamento.  Lat.  exci- 
dium,  pervastatio.  Gr.  avaarasi;.  Toc. 
Dav.  ^nn.  2.  35.  Cosse  più  a'  Germani 
questo  spettacolo,  che  le  ferite,  le  lagrime, 
lo  spcrperamento  (  il  testo  lat.  ha  exci- 
dia). 

SPERPERARE.  Disterminare,  Sfolgo- 
rare, nel  signific.  del  §.  IlL  Dissipare, 
riandare  in  rovina,  o  in  perdizione.  Lat. 
evertere,  pessumdare.  Gr.  avaoTarojv. 
Tac.  Dav.  Ann.  l5.  2x6-  In  quello  mez- 
zo gli  accatti  e  balzelli  spcrperavan  1'  Ita- 
lia. E  sto/.  I.  258.  Andassono  a  gasti- 
garli,  sperperassero  quel  nido  di  guerra 
gallica.  Cecch.  Esali.  Cr.  3.  4-  Quaado 
alla  fin  e' ci  aranuo  Sperperali,  che  po- 
tranno e'irar  poi  Da  noi? 

SPtRl'EKATO.  Add.  da  Sperperare. 
Lai.  pcrvastiitus,  excissus.  Gr.  avaVia- 
zuz.  Patafì'.  9.  ÌL  sperperalo  mi  misono 
in  volta.  Tac.  Dav.  Stor.  4.  356.  In  ri- 
compensa di  tanti  alloggiamenti  sperpe- 
rali. 


S  P  E 


i3i3 


'r 


SPERPERATORE.  T'erbal.  ma- 


sc.  Che,  o  Chi  sperpera.  Sterminatore. 
Salvia.  Iliad.  lib.  II.  v.  648.  AUor  v* 
adduce  La  fortuna  il  leon  sperperalore,  i 
cervieri  scombuiansi,  ci  divora-  (A) 

SPERPERO.  Spcrperamento.  Lat.  va- 
statio,  clades.  Gr.  avasTaTùJ^t?.  Buon. 
Fier.  2.  4-  l5.  La  rovina  e  lo  sperper 
degli  u6cii  Son  le  bombarde  grosse  de* 
favori. 

t  *  SPERPETUA.  Foce  bassa.  Dis- 
grazia .  Bellin.  Bucch.  23o  La  sperpe- 
tua, il  satanasso,  O  s'  altro  e*  è  che  spie- 
gar possa  in  terra  Lo  sciupinio  d'ogni 
più  dura  guerra.  (.4) 

*    SPEKSIONE.    r.    A.     Dispersione. 


Mor.  S.  Creg.  9.  3.  Avanti  la  spersions 
do'  santi  apostoli  i  Cicli  erano  riitretli.  (V) 

SPEHSO.  Add.  da  Spergere.  Lai.  di' 
spersus,  perditus.  Gr.  Ote^TTar^'v^^,  Tra- 
voac&^o;.  Dittam.  I.  5.  Cosi  pens' io  per 
più  paesi  spersi  lagunare  con  spesa  e  eoa 
fatica  Quel  mei  che  mi  sia  dolce,  ed  a* 
mici  versi.  Morg.  2.  52-  Che  si  ricordi  del 
suo  caro  Orlando,  Che  va  pel  monde 
sperso  tapinando.  /;  22.  6.  Ma  lasciam 
questo  ;  la  sua  me-.rhinclla  Filibcrta  pel 
mondo  spersa  mandi.  Serd.  Stor.  ll^.  579. 
Gh  pregarono  e  scongiurarono  ,  che  non 
soffrissero  che  i  ministri  dell'  antica  loro 
religione  ,  e  interpreti  e  sacerdoti  degli 
Dei  immortali  ,  fossero  più  lungamente 
villaneggiati  e  scherniti  da  uomini  fore- 
stieri,  e  profani,  e  spersi. 

SPERTICATO.  Add.  Lungo  a  dumi- 
sura.  Sproporzionato.  Feti.  Colt.  76.  Si 
guasterebbe  la  vaga  forma  e  leggiadra  del- 
l' ulivo,  perchè  diventerebbe,  come  dicono 
i  contadini,  sperticalo,  cioè  lungo  e  schiet- 
to a  similitudine  d'una  pertica.  Car.  lett. 
1.  17.  Che  non  sia  si  forbito  nasino, 
ne  si  stringato  nasello  ec  ,  ne  sì  sperti- 
cato   nasaccio,    ec. 

SPERTISSIMO.  Superlat.  di  Sperto. 
Lai.  experientisstmus  ,  penlissimus.  Gr. 
£uT£ifOTaT5^.  Farch.  Stor.  li.  333. 
Perchè  ella  0  traportata  dalla  tempesta 
non  rompa  in  iscoglio  ,  o  sopraffatta  da' 
cavalloni  non  si  sommerga,  ha  di  sper- 
lissimo  e  d'arditissimo  piloto  mestiere. 
Buon.  Fier.  4-  fnlr.  E  tu,  donna  sper- 
lissima  e  valente  ec.j  Non  ti  scostar  da 
me,   stammi  vicina. 

SPERTO.  Add.  Esperto,  Pratico.  Lat. 
doctus  ,  gnarus  ,  callens  ,  peritus.  Gr. 
e/jLTTStfo;.  Dani.  Purg.  2-  Voi  credete 
Forse    che   siamo  sperti  d' eslo  loco,    f-^it. 

55.  Pad.  I.  j85.  Le  quali  parole  Moisè 
intendendo  ,  come  da  uomo  sperto,  tor- 
nando alla  cella  ,  puosesi'  in  cuore  di 
stare  sempre  la  notte  ritto,  e  orare.  E 
254.  Gli  altri  mandò  ad  un  monaco  so- 
litario ec,  lo  quale  era  molto  dotto  e  sa- 
vio e  sperto.  M.  F.  6.  7 1.  Feciono  mo- 
stra di  due  mda  cinquecento  baloitrieri 
sperli  del  balestro.  A'ov.  ant.  lOO-  5. 
Morti  sono  gli  antichi  e  savii,  e  li  sper- 
ti in  consigli  e  m  avvisamenli.  Cron.  Mo- 
rdi. 270.  Usa  alle  scuole  del  sonare  ce, 
dello  schermire,  e  in  questo  diventerai  i- 
sperto.  E  altrove:  Sia  sperto  nel  parla- 
re, coraggioso  e  franco.  E  altrove  :  F\is- 
se  sperto  molto  in  cose  nobili,  e  non  in 
grossolane. 

*  g.  Sperto,  parlandosi  di  cosa,  tro\'asi 
detto  per  Provato,  Esperimenlato.  M.  1  ■']. 

56.  1  savii  uomini  ec.  conosceano  il  pe» 
ricolo  che  correa  il  paese  ancora  in  guer- 
ra, partendosi  il  Legato  Cardinale  ,  che 
avea  V  amore  di  tutti,  e  le  cose  sperle 
nelle  mani.  (CP)  Bocc.  Tes.  lih.  6.  Le 
quali  (armi)  e' prese  con  suo  gran  di- 
letto. Ed  ogni  poco  pare  assai  che  sperte 
L'  abbia.    (!S) 

spervertire.  Pervertire,  tal.  ever- 
tere ,  pervertere  .  Gr.  ■rta.poL^zptftì^  . 
Amm.  Ani-  z5.  7.  7.  La  lussuria  Ru- 
ben maladisse  ,  Sansone  ingannòe,  Salo- 
mone spervertio.  E  26.  3.  5.  Lo  bene 
pubblico,  è  sperverlito  per  gli  sludii  pri- 
vati. 

*  SPERVERTITO.  Add.  da  Sperver- 
tire. Lat.  alienatus,  corruptus.  Gr.  Oi£- 
Q-:ùv.u.}i^-iOz.  pros.  Fior.  6.  159-  Poster- 
gala la  ragione  a*  proprii  ingrandimenti  , 
sguardando  molli  per  segreto  seducimen- 
lo  spervertili,  de'  nostri  a  suo  corpo  ag- 
gregati   se    gli  ha,    ec    (') 

SPERULA.   Diat.  di  Spera.  Lat.  sphae- 

rula.     Gr.    spatri  ctov.    Dani.    Par.     22. 

Com*  a   lei   piacque,  gli    occhi    dirizzai,    E 

vidi  cento  sperule,   che 'nsieme  Più  s*  ab' 

l65 


l3l/,  S   P   E 

MlivM.  .on  muiui  ni.  B«<.  .•.■.•■  Cento 
.ne  ule,  rioc  remo  l.cU  «pin",  ^'"^  "" 
t'"pprèsentay.no  come  piccole    .perc.lu- 

■"'SPESA.    Lo  Spendere  ,  il  Costo     L.i. 

„./a3  21  Qui  le  noize  s  orJinino 
Jles?«e  d.  Lidio.  IXmt.  !nf.  p.  O.^ 
seppe  far  le  temperale  «P"/-.'^^-  "'^• 
Cess  SiRnor  mio  Re,  udendo  io  k  gran- 
dissima fama  di  le,  rhe  m  er.  mapg.o 
ohe  Alessandro,  si  di  ravalUr.a  come  d. 
spesa.  Calai  85.  Le  spese  mmute  per  lo 
continuare  occultamente  cnsuman..  lo  a- 
vere.  Se.  Bea.  Varch.  1^.  37.  1-erlo 
medicare  trenta  giorni  a  sue  sr"<--  ^°- 
rfc/-  ('oh.  l8.  Ancora  questo  si  costuma 
per  alAreviare  U  lavoro  ,  e  risparmiare 
Ipesa.    E   24.  Chi   le   lascia  ce.,  getta   Ma 

la    Spesa.  t. 

:■'  e  I  l\'oa  perdonare  a  .<:pe.ta,  vale 
non  ».t(Mer..;  dal  fare  qualunque  spe- 
,a  r.  PEKDONARE,  §.  (LI 
■  #  R  11.  Potere,  o  Kon  poter  reggere 
(a  spesa,  .ale  J.ere  ,  0  ISon  a.ere  fa- 
collL  mez:i  di  fare,  o  "°" /"«  '"^P"" 
sa,    di    cui  e  discorso,    l-   REGGERE, 

^\'%1  Spesa,  pcrsimilil.  Dant.  Purg. 
29  Altra  spesa  mi  slrigne  Tanto,  che  n 
questa  non  posso    esser  largo.  , 

p     IV.    Imparare,    Chiarirsi.   0    simi- 
li,  alle    proprie.  0  alle    .vie  spese.   >a/e 
Kiperimeatar     con    proprio     danno.    LM 
malo  suo  i-xperiri.  Gr.  ?«;*.<-. «5  Jts.fav. 
Petr.    can-..    22.    3.   Che  convicn    eh  alti, 
impari    alle   sue   spese.   Fir.     \"<:-  J-    ^ 
E   di   che    avete    poi   paura?    L.     l.    Clie 
in  Bologna  tu   non    sii    Bologna  ,   e    mc- 
Kniini    vivere   alle   mie  spese.-  Lasc.   Spir. 
I     2     Io   era    anch'  10  di  cotesta    oppcn.o- 
ne,  ma  mi    sono    chiarito   alle  mie   spese. 
8     V      Imparare,  o     simili  ,   ali    altrui 
<pese,   vale   Farsi    sagg'o  coli-  esperienza 
rf'  altri  .   Lai.    alieno    perieulo    snpientem 
fieri    Gr.  K/iou  /.vGOvsu'^avTo;  yfovsiv. 
Pecor.  g.    l.  noi'-    2-    ''""   '■""^^    '^'   "' 
stui  avesse    apparalo    alle    mie   .spese. 

fi  VI  Spese  .  per  Jlimcali ;  ma  non 
si  usa  in  questo  .ugnifuato  se  non  nel 
numero  del  più.  L^l.  alimenta.  Gr.  rfofi). 
noce.  noi'.  ^■  4-  Voleva  essere  e  fante 
e  famiglio  ed  ogni  cosa,  e  sen.a  alcun 
salario  sopra  le  spese.  i\'o...  ani.  j3.  .-i. 
l'HO  della  Marca  andò  a  studiare  a  Do- 
loana;  >cnnereli  meno  le  spese.  7.|A.  Jo". 
l3  Biil.oneegiando  lu  ne  trai  le  spese. 
Sen  Jìen.  ì  ardi.  3.  32.  Mio  padre  mi 
diede  le  spese  ;  se  io  fo  il  medesimo  a 
lui,  io    fo    più   rhe   egli   non    fere. 

§  VII.  Portar  la  spesa,  troncar  la 
spesa.  Sopportar  la  .ipesa,  o  simili,  va- 
nliono  Metter  conto.  Lai.  operae  prrtiiim 
e,sc.  Gr.  Xuj.TEitr-..  Seu  Pen.  ìarch. 
2  l5  Se  giìi  non  richiedesse  il  dehito, 
o'  portasse  la  spesa  di  fare  altramente  f 
ù  3q.  Gli  portava  la  spesa  non  si  dis- 
^ per    si    poco    numero   di  scudi.    I.cll 


S  P  E 


Sport. 


5.  .'1 


r  ho    liesicmmiato    nidi 


onori.    .1.  i).    .«--.--  . 

volte,  tanto  mi  »on  punto  e  guasto  le 
mani  a  cavamela:  oh!  pure  e  sopporta 
la   spesa. 

e     Vili.    Oli    dà   spesa,   non   dee    dar 

disàgio  ;  proverbio  che  .<!  u.<a  per  am- 
maestrare, chi  vive  all'altrui  spce.  ad 
essere  pronto  e   umile,   per   non    iiiromo- 

dare   di  .soverchio  quel  che  siende.  t  ecch. 

Esali.  Cr.    I.   3     Chi    di.   spesa,  non    dee 

dar     disagio.    Malm.    <).   l^1■    Chi   da    spe- 

sa,  dir'  ci,   non  dia   di»agii>. 

e   IX     Dare  spesa,  vale  Mvlistan'giu- 

dicialmenle   il  -Id-itore.  ìed.  DARE  SPE- 

SA.  ,  ,       , 

+  §  X  Spese,  nel  numero  del  più  . 
dicesi  da-  legali  La  .'pesa  occorsa  nel 
fare  un  gliiilizlo.  la  quale  dee  essere  pa- 


gala dal  socromhente  al  vincitore;  onde 
Fiser  condannato  nelle  spese,  si  dice  di 
Chi,  per  aver  litigato  ingiustamente,  e 
condannalo  dal  giudice  a  rifar  tutte  te 
spese  ali- avversano.  Malm.  6.  87-  " 
tutto  saria  nullo,  e  si  soggiace  Ad  esser 
condennati  nelle  spese. 

P  XI.  F figuratamente  vale  Cillarvia 
Il  lem,  0  e  la  fatica.  Lai.  oleum  et  ope- 
ram  perdere. 

SPESACCIA.  Peggiorai,  di  Spesa, 
si  irende  anco  per  Ispesa  eccessiva,  o 
smoderata.  Lai.  largior  sumpliis.  imm-,- 
ne  impendium.  Cecch.  Pot.  2.  4.  E  cole- 
ste spcsacce  immoderate  ce.  IVon  s.  son 
I  cagioLalc    altronde  ,  che  Dal   fumo    delle 

"spesare.  Parlespe.<e.  0  il  villo.  Lai. 
alere.  alimenta  praeliere.  Cr.  TfSfSiv. 
lìav.  Scism.  57.  Spesava  da  cento  mo- 
naci, che  fuori  andavano  rade  volle. 
Varch.  Stor.  8  186.  1-u  ordinato  ee.  che 
lutti  .|ue'  fanciulli  ec.  dovessero  di  qucUo 
del  comune  essere  spesali. 

*   SPESABtLLA    .    Spe.<erella.    Lro^ 
nicheli.   237.  Se    in  ciò    avessimo  fatta  al 
cuna  spesarella,  che  pensavano,  che  d  co- 
mune di  Pisa    conscnlirchhe   satisfare.  (IJ 
SPESARIA  ,     e     SPESESI  A.    /  .     //■ 
Spesa,    lai.   impensa,    expensa.  siimplus 
Gr.  .Vnc;.-..!.    C.   r.  M.   8;.   ..   t  elh  ne 
fcrniano    tulle  sue   spesane.    All'eri,  cap. 
3q    the  nìune  riecheiie  sono  (  ciò  mi  pa- 
're)     ilo-  iJle   spesene    della    guerra  sieno 
sufficienti   e    bastanti.     F    altrove:  Schifa 
di  far  nelle   noMc    grandi    spesane,  t.  al- 
trove :  Fa  le  spesene  con    fretta,  quando 
1„  tempo,  o  'lluogo,    o   la    cosa  lo   do- 
manda.  ... 

i:  SPESATO,  ^dd.  da  Spesare;  /lli- 
menlalo.  Lat.  altii.s.  Gr.  Sf£f-?!:  •*';■ 
gaer.  Crisi,  instr.  3.  3l.  4  ,»'•»■  f''"  "' 
che  vi  sieno  chiamale  6n  da  lontani  pae- 
si, salariale,  .spesale  ,  ec.  (*) 

SPESEIlELLA.  I  im.  di  Spesa;  Spe- 
setta.  LA.  tennis  expensa.  Ped.  leti.  2. 
j57.  Serviranno  per  restiluirle  la  lira,  e 
per  le  speserelle  .he  V.  S.  fa  ...mandar- 
mi le  sue  lettele,  ed  in  rlces er  le  m.e. 
SPESERI'A.  ;.  Sl'ESARlA. 
SPESETTA  .  Piccola  .tpesa.  Lat.  tennis 
e.rpen.<a.  Gr.  ìt-r!  èdr.ù^r..  Quad 
Coni  Per  cucitura  di  sue  rolie  ,  una  «Il 
romagnuolo,  e  l'altra  d'  un  dimenato,  e 
ha  fallo  per  questa  Pasqua,  e  per  sue  cai- 
zc  e  scarpette,  e  altre  spesette. 

SPESO  idd.  da  Spendere,  iannaz. 
Arcad.  egl.  8.  I  mal  spesi  anni  ,  che  si 
ratio  volano.  Piion.  rim.  6l.  Ma  non  pe- 
rò vergogna  ne  dolore  Dei  mal  spesi  an- 
ni mici  si  fugg.livi  Voglia  e  pensier  nel 
cuor  non   mi  rinnova. 

SPESSAME^TE.  Avveri.  Spes.<o  t re- 
qne.ilemenle.  Lai.  sape,  crebro,  crebriter. 

Ór.  ww')»'.;.  «'»tZ"-.  S»,"'"»-  '"  '  ' 
A  5  1  Io  vano  spessamente  si  Iravagliasa- 
nói  Fiorenlinl  di  con.luislarla.  Amm  Ani. 
33.  1.  7.  Quello  che  ciascuno  ha  pensiito 
per  aitrui  lo. mento,  spessamente  il  riceva 
per  suo.  Coli.  SS.  Pad.  Leggiain.;  no.  nel- 
le  Scritture  spessamente  ,  cioè  de  l.gl.uoli 
d'  Israel  ,  che  p.r  li  peccati  loro  furono  da 
Dio  rimessi  n.Ue  mani  de'  lor  nem.ci.  Pit- 
tam  2.  ìi\  Fedele  a  Dio,  pietoso,  umile  e 
piano  ,  E  'n  arn.e  tal ,  che  fece  spessamente 
Con  Corhoran  lagrù.iare  A  Soldano  .  (  r. 
5  1  l3.  So|  ra  tutte  le  cose  e  da  guardare 
che  gli  animali  non  si  vadano,  perocché 
slHssamente   r.idono  le  piante. 

*  S.  Si'T.t.'anienle ,  lier  Pensamenle.  .Sal- 
via (Ipp.  Cacc  Sopra  la  rossa  e  lien  ric- 
ciuta li..i.le  P..lcemenle  e  sul  dosso  s|  es- 
samente Porporeggiano  gocce    fA) 

if  SPESSAIMI  ISTO.  Si<es.<atione.  Lat. 
.,p,ssitudo.  Irtqiienlntio.  Gr.  TtJ/visiSU  . 
hett.    Tuli.  cfl.   E   un'  .-.lira  sentenia.  cIk 


SPE 

s'  appella  .spetsamento.  la  quale  ha  luogo 
quando  molte  cose  ,  che  -parLimenle  son 
delle  in  una  dicena,  si  raccolgon  da  seno 
in  un  luogo,  ce.  (qui  per  Sorta  di  figura 
rctturica  ).  (*)  .       .      . 

•)-  SPESSARE.  Far  dento.  1:  m  signific. 
neutr.  e  neulr.  pass.  Farsi  denso  .  Lai. 
.,pi.,sare.  spis.<escere.  Cr.  4.  20.  2  il  sugo 
dell'  uve  aee.he  inoanii  a'  di  can.culan  al 
Sole  por  si  dee  .  ch'e  si  secchi  ,  .■  spessisi 
come  mele.  M.  Jlldobr.  P.  .V.  .7.  Quan- 
1  do  l'orina  comincia  ad  ijpcssare,  ed  avere 
un  poco  di  colore  ,  allora  comincia  la  vi- 
vanda a  cuocere.  C.iiid.  O.  Allon.  nel  col- 
pire de'  fedilori  n.olla  nehl.ia  s.  spessa  nel! 
aere  per  lo  conlinuo  mandamcnlo  delle 
saetle.  Olt.  Cam.  Purg.  21.  389  La  c.l- 
deiza  mescolata  alle  nuvole  non  lasc»  spts- 

?   1    Per  /spesseggiare.  Lat.  frtquen' 

esse.    Gr.  i'ApCCu^.   Fr.  lac.  T.    7-   6. 

Li  colpi   più   spessirò,  ^.ente   mi  di- 

"*  g.  II.  Fi/i  signife.  atl.,  vale  Frequen- 
tare Frane.  Bari..  Pegg.  don,,.  140.  Co- 
mincia costei   a  spessir  le    finestre  ,  e   le 

chiese.  (C)  _  .  _, 

+  SPESSATO.  ^dd.  da  Spessore.  Lai. 
spi.<sus,   den.<i,s ,  frequens.    Gr.  W««5. 

38o.  .^uvolo,  secondo  il  filosofo,  e  va- 
pore umido  attratto  nella  parte  soperion- 
dell'aere,  ed  "i  ragunante  insieme  le  par- 
ti ,  spcssato  e  rislrell...  *  '"'■/"''"'.. '^• 
In  quelle  parti  di  Corsica  e  "l'  «"«'•B" ' 
che  sono  spessale  di  grandi  montagne.  r>^J 
Piceli.  Fior.  I05.  I  rohhi ,  ovvero  sape  , 
sono  i  su.hi  d'alcuni  frulli  spessati  da  per 
loro  al  sole  o  al  fuoco  ,  tanto  che  ss  pos- 

sano  conservare.  (Bl  

SPESSA7.IONE  .  Den.sita  .  B'Strlgn- 
mento  delle  parti  infra  di  loro.  L.t.  spls- 
sitas,  spis.iitudo.  Gr.  S'JXVO'TVl!.  t-r.  X.  + 
2.  Siccome  riceve  sapore ,  cosi  ncevc  spes- 
saiione  e  sollililà  e  acuità. 

SPESSEGCIAVENTO.  Lo  spesseggia- 
re. VA.frequenlatio.  Gr.  -rij/vw».?.  Co/c. 
.V./rcr„.  Sia  diritto  per  d.r..turad  min- 
zione ,  e  per  discacciamento  d.  p^"'"^ 
cogila.i..n'.  ,  e  per  "P"r66""''"'°  „, 
conlcnplazioni.  Cr.  "'  5>-  «•«  ';/""' 
della  sinil-a  (nelle  «;./;  e  lo  spesseggia- 
mento  nelh,  sciame  ,  se  son  ne  te  .  e  se 
r  opera  ,  eh'  elle  fanno  e  ''B"»'''  '',■•" 
(  qui  per  lspe.<.<ezza,  nel  SIgni/iC.  del  SJ.). 

SPESSEGLIANTE  .   Che   .spesseggia 
VA.  frequens.  crelier.  Gr.  Sa.u.vo;.  Tom. 
Par     11.   Secondo  Tullio,  glonj  i  spes- 
seggiante    fama  di    dello,  o  d.    hlW    con 

laude  .  _,  (-„_ 

SPESSEGGIARE  .  Fare  .spesso,  fre- 
quentare. Peplicare  spesse  fate.  L^t.  ile- 
rare  .  frequentare  .  Cr.  a.=J»f«W''"'. 
;,ux.;o:v.V.7oc.  7  99.  fup.do  molte  voi- 
le  ec.  s'  e  d.  ferirmi  sf..nato  ;  ma  nello 
spesseggiar  del  giUare  d.-'  suo.  dardi  o 
nello  sfonarsi ,  mai  ignudo  non  poli  il 
mio  petto  toccare  C.iiid.  G.  Se  tu  spes. 
sepgerai  queste  hallaehe,  ed  egli  avvegga 


lu  niurrai' 


MI  >0.  75.  Il  pr^rchl  spes- 
ieggiando  ,  a'  priori  e  camarlinghi  d.  Pc- 
nigia.  in  cui  stava  il  tutto  .lei  reggm^n- 
to  ;  era  venuto  a  rincrescimento .  Tes. 
Pr  2  37.  Quando  quel  forte  scon- 
tramento  b  de'  nuvoli  e  de'  venU  ,  e  del- 
In  spesseggiar  dei  tuoni,  natura  ne  fa  na- 
sceri- lu.,co.  Tecl.  Misi.  Se  questojfcue 
volle  spesseggiasse  ,  riulloslo  s.  TedrrhlK^ 
sime    s|es«hj,  c'r.ir    Che  ^  quello, 

infiammare.  /  ist.  S.  '-ir.  v.»e  t  | 
che  per  ccns..  di  .anli  per  ogni  spati.. 
.Iella  vita  siano  spes.eg.iate  le  giunture 
de',..e...hii»  fr.  ...  6.  8.  Se  M  spesseg- 
gcr-a  l'uso  del  correre,  divenleri  .  c,«l. 
lo  agevolmente  più  ardetite  e  arr.hh.alo  . 
impa.ienle  .    e    perderà    la    maggior  pa.K 


S  P   E 


i3i5 


S  P  E 


J..1  suo  alVic-oamenlo.  Morg.  »6.  Ili  E' 
Ti  vcà  a  sempre  ia  J.o  le  maoe.  E  .Q  modo 
l%crc««e  lpe«eBBÌ-re,  Che  sonavano  a 

doppio  le  campane. 

-pes^eCRUvailo  di  venire  a  Mano,  (n 
•^  SI-rsSEGGIATO.  JJJ-  d.-   Spesseg. 

fale  mercato  spe-gg^to  desidera  d  aver. 
#  Plut.  JJr.  Op.  mor.  4.  57.  Trovan 
dosi  la  secca  esalazione  racchiusa  ,  scuote 
1.   terra   cyn    urU   replieaU  a   spesseggu- 

"'+ SPESSEZZA  .  Q-''iti  ài  ai   che   e 
I  -.  ,1  ;      Lai      spissiluJo,  dcn- 

cuoci  tanto   che  torni  a  spess^adigras. 

so  mele.    Iti-   l>r.   1.  oj-   -^  ^^ 

una   verghelta   di   legno  per  1   aeic     el  a 

.ooerehh^e   e    pieghereU.esi    iruruante   ente 

rù^.r:hT.>"per"";a-4ese.aaeU; 

i«re  si  si  trita  e  diventa  minuta  t'"  ?'■',- 
Z./"j"  è  spesse  volte  si  d,.ft,  aoriche 

Tin  sulla  te'rra.    Cr.   l.   l^-  9-  ■^"^''^ 
ro  spesse«a  e  mischiamento  con   loro    d. 

""%  t"i%ss^.  >a,c  nncHe  QnaìUi 
di  Jchc  himoMudi^cM  costpccod'. 

Ras.  Ratto  nascimento  di  capelli ,  e  spes 
.„«  e  nereoa  e  cresperà  e  grossexia  ed 
asprea«.  tutte  queste  cose  "/"/fi"-»'" 
complessione  calda-.  Car.  lelt.  l.  i2. 
Un  Pergolato  di  viU,  sfogato  ,  e  denso  tanto, 
che  pe?  r  alleua  ha  deU'  aria  assai,  e  per 
L  spessena  ha  d'un  opaco,  e  d  "n ;""=• 
che  tiene   insieme  del  ritirato,  e  del  «e- 

Dcraoda    (C)  f 

+  »    S    li.   Per  Frequen:a  .    Lat.  Jre 
'  /     ...,       Cr    -zir.ìo:.   Gala'- 

i  Quando  queUe  di  grandezza  e  quasi  d. 
p«o  vincono  queste,  tanto  queste  m  nu- 
mero ed  in  spessezza  avanzano  f<f- 

*  S.  HI.  Spessezza,  in  significalo  di  l  rt 
^uja  nell- operare.  7  «sar.  La  velociti  e 
sp«sseiza  ncll'  operare.  (A) 
W  #  SPESSICABE  .  ì  oce  -nusUala  . 
Spesstg^i.>r,.  Fir.  rim.  buri.  ••  =88-yor. 
reU,e  il  doppio  durare  un  buon  dato,  E  nel 
principio  esler  menato  adag-o,  Toi  da  sezzo 
tener  più  spessicato.  M;  j,.  r, 

SPESSIRE.  Spessares  e  dices,  de  Li- 
quori allora  che  per  bollire,  o  per  allra 
cagione,  acquistano  corpo  eoe  ,;,.e„g<.  io 
delsi.  E  si  usa  anche  net  neutre  ne^ir. 
pass.  Lai.  spissari ,  spis.<escere.  Gr.  ,.JZ- 
«u-.aa..  Llb.  cur.  malati.  Tieni  1  sughi 
al  sole,  tanto  che  giustamente  si  spessi- 
scano. «.««.  Fior.  9S.  Il  P'oml.o  SI  disia 
in  questo  modo:  mettesi  in  un  mortaio  di 
piombo  alcuno  umore,  e  rimenasi  con  pe- 


di  tappeti  ,  i  quali  erano  lutti  lavorati  a 
croci  spessissimo  (cio'e,  folliisime).  Declam. 
Quinttl.  P.  Fallissi  la  scliiira,  e  in  venia 


steUo  di  piombo,  lanlochè  si  spessisca. 
poi  si  lava,  e  lasciasi  andare  d  piombo  a 
tbndo,  e. .  E  118.  D'agli  un  caldo  cmpe- 
rato  ogni  giorno.  Unto  che  d  zucchero  si 
spessisca.  E  1G6.  Cuoci  alla  consumazione 
del  terzo,  ed  aggingni  me  e  ,  lanlochè  si 
spessisca  .  E  168.  Dassegli  un  bollore , 
tantoché  cominci  a  spessire. 

t  SPESSISSIMAMENTE  .  Superi,  di 
SpessamenU.  Lat.  frequentissime  ,  sapis- 
siZe.  Gr.  -ic.sra/.;.  l-b-  u?-  S^""^.- 
.imamente  co'  raggi  del  Sole  .  capeU.  neri, 
daUa  cotenna  prodolU,  simigliami  a  bla  d 
.»„  fanno  le  più  divenire.  JSocc.  iel(.  Pr.  ò. 
4p.  »p.  Arci  10  voluto  quello  che  spessissi- 
„,am.nte  addomandai .  Veclam-  Qi.inlil. 
P.  Si>.-ssissimamenle  gli  uommi  del  nostro 
Umpo  Ubri  Wlissimi  e  uulissimi  di  grama- 
tica  hanno  traiti  in  volgare. 

SPESSISSIMO.  Superi,  di  Spesso, aM. 
Lat.  frequentissimus  .  ilensissimus  .  (ir. 
-■kùi-À.  T««v(,'T(xr!i;.  ri.-o^:  <•"'■  A  4 
U  ov'  egli  mangiava  in  terra,  fece  coprir 


KJutnui.  ^'  ■."."-■  — -■,,    '        . 

la  spessissima  io  solo  assalii  {cioè,  la  loL 
tissima)  Eiloc.  3.  228.  EgU  pensava  che 
i  messagsi  da  Fileno  a  Biancofiore  ,  da 
BiancoBoro  a  FUeno  fossero  spessissimi 
(ciò):,  frequentissimi).  Frane.  Sacch.  noy. 
227.  tbbo  veduta  a  un  orticello  fuon  d 
una  finestra,  o  a  un  letto  che  fosse,  una 
passera  calcare  1'  altra  spessissune  volte 
(cioè,  frequentissime). 

SPESSISSIMO.  Superi,  di  Spesso,  av- 
verli.  Scgncr.  Pcnit.  inslr.  Lavarti  ncll 
acque  saìulevoli  di  questo  Giordano  non 
una  volta  sola,  ma  selle,  cioè  spessissimo  . 

SPESSITA',  SPESSITADE.  e  SPES- 
SITATE.  lo  stesso  che  Spes.'czza  .  Lai. 
,pis.iilas,  spissitudo.  Gr.  ituxvu'tifl?.  Tes. 
Po>:  P.  S.  Togli  la  galla  pertugiata,  fele 
di  toro,  mandorle  amare,  cuoci  insino  a 
spessil'a  ,  ed  ungi. 

SPESSITl'DINE.  Spessezza.  Lat.  spis- 
situdo ,  frequenlia.  Gr.  TZMJOzm.  J:'P- 
Salm.  Nella  spcssitudine,  ovvero  moltitu- 
dine degli  uomini  (<;i<i  per  frequenza). 

SPESSO.  /  .  J.  Siist.  Il  Solido,  Gros- 
sezza ,  Profondità.  Lat.  densilas  ,  spissi- 
tudo. Gr.  TlM^.ózVi.  Tes.  /Ir.  2.  40.  E  1 
suo  compasso  i:  la  melade  del  suo  spesso, 
cioè  sesta  partita  del  suo  cerchio. 

SPESSO  .  Add.  Denso.  Lat.  densus  , 
spissus.  Gr.  nu-tvÒ4,  TOXvo;.  Dani.  Inf. 
21.  Bollia  laggiuso  una  pegola  spessa  .  i 
Par.  2.  Pareva  a  me  che  nube  ne  copris- 
se Lucida,  spessa  e  solida  e  pulita.  E  5. 
Quando  U  caldo  ha  rose  Le  temperanze 
de- vapori  spessi.  Tes.  Br.  2.  3?.  Se  al- 
cuno dicesse  che  1'  aere  non  fosse  spesso, 
io  gU  dbei,  che  s-  egli  menasse  una  ver- 
ghelta  di  legno  per  l'acre,  eUa  sonerebbe 
e  piegherebbesi  immanlenente  per  la  spes- 
sezza dell'  aere. 

§.  I.  Per  Folto,  Fitto.  Lat.  densus  , 
spissus.  Gr.  nuxvo'i,  i;iZ-"i-  ^°"-  '"■ 
trod.  6.  Le  quali  { macchie)  apparivano  a 
molti,  a  cui  grandi  e  rade,  e  a  cui  minute 
e  spesse.  E  no,:  47.  6.  SubUamenle  una 
gragnuola  grossissima  e  spessa  comincio  a 
venire.  Soder.  Colt.  39.  Se  i  gran  pam- 
pani  e  spessi  le  soffocassero  ec.  .  sfron- 
dinsi. 

§  II.  Per  Frequente.  I.M.  frequens  , 
creber.  Gr.  duy.vói,  ^»l^i-'Oi.  Bocc.  nov. 
77  li.  Videro  lo  scolare  fare  su  per  la 
neve  una  carola  trita  al  suon  d'un  batter 
di  denti,  che  egU  faceva  per  troppo  fred- 
do, si  spessa  e  ralla,  che  mai  siindc  ve- 
duta non  aveano  .  Jmm.  Ant.  5.  1.  5. 
Ogni  cosa  che  è  spessa ,  diventa  vde  per 
multo  uso  ;  ogni  cosa  che  è  rada  ,  suole 
ess.-r  piU  cara.  Arrigh.  60.  Tutto  queUo 
eh'  è  continuo  o  spesso  ,  per  troppa  usan- 
za ne  vien  sozzo.  *  Sah:  Avvert.  1.  2. 
12.  Benché  non  vi  sieno  cosi  spesse  di 
quelle  voci,  e  di  que'  modi  che  piii  non 
sono  in  uso,  ve  ne  sono  anche  poche  di 
quelle  che  s'usano  oggi,  (l ) 

§    111.   Spesse   volle.  Spessi   anni,  e 
.ùmili,  posti  inforza  d' a,-,'erb.  vogliono 
Frequentemente  ,    Quasi    ogni   anno.  Lai. 
sa-penumero  .    Gr.    -5À)k/i;  .    Safiiva  . 
Dant.    Inf  33.   Che  spesse   volle  1   anuna 
ci  cade   Innanzi  che  Atropos  mossale  dea. 
JBocc.  nov.  48.  6.  Spesse  volle  crudehnen- 
le  ,  dove   la    giugnevano  ,  la  mordevano  . 
Pallad.   Febbr.   40.   Conviene  che  la  tria- 
ca spessi  anni  vi  si  metta.   Cronichetl.  d" 
Amar.    18.  Ella  ci  guasta   ispesse    volle  1 
nostri  convili.  *  Stor.  Bari.  56.  Fu  con 
lui  ispessi  giorni,  e  fecelo  istare  in  digiu- 
ni. Frane.  Barb.  245.  22.  Perchè  avvien 
spessa  ora.  Per  acque,  o  luoghi  o  venti. 
Che  del  non  ben  li  pentii   Rim.  ani.  M. 
Cin.    Che    sente    delU    suoi    colpi    spesse 
ore.  (F) 


SPESSO.  Avverb.  Sovente,  Frequente- 
mente, Spesse  volte.  Lai.  .«epe,  crebro  . 
nOiDoiKi;  ,  iapilti..  Pelr.   son.  206. 


Cile  spesso  occhio  ben  san  fa  veder  torto. 
Bocc.  noi-.  I.  23.  Come  li  se'  tu  spesso 
adiralo!  Dani.  Par.  22.  lo  piango  spesso 
Le  mie  peccala  ,  e  '1  petto  mi  percuoto  . 
Arrigh.  60.  Io  spesso  ti  lui  lienigna ,  e 
avvegnaché  mai  io  non  li  fossi  prodiga , 
io  ti  fui  larga  .  Din.  Camp.  1.  25.  Da* 
Bellori  erano  spesso  condannati  e  male 
trattati  a  diritto  e  a  torto. 

g.  E  replicato  ha  forza  di  superi.  Lat. 
sirpe  sirpius.  Gr.  7t*£OvK/i4.  Sen.  Ben. 
Farch.  7.  21.  Il  nostro  buon  Pittagorico, 
riportandosene  con  lieta  mano  forse  quattro 
galiellolti  ,  diguazzandogli  spesso  spesso  , 
giunto  che  fu  a  casa  ce.  riprese  sé  medesimo 
del  piacere,  che  lacilamente  avca  sentito  di 
non  rendere  quei  danari.  Fir.  As.  272. 
Spesso  spesso  egli  ed  io  avevamo  una  me- 
I  desima  cena . 

'  t  *  SPESSORA.  V.  A.  Avverb.  Sovente, 
Spesso.  Rim.  ani.  ^'otar.  Zac.  leni.  1  295. 
Per  soflVcnza  si  vince  gran  vittoria.  Ond' 
uomo  vien  sposserà  in  dignilale.  { F) 

*  SPESLZZA.  nim.  di  Spesa;  Spese- 
reità.  Car.  leti.  ined.  I.  186  Dico  questo 
perchè  so  che  si  e  doluto  che  non  le  siano 
rifalle  certe  spesuzze  l'alte  per  ciò.  I^) 

SPETEZZAMENTO  ■    io   spetezzare. 
Lat.  peditiim.  Gr.  Ttopòii. 

SPETEZZARE.  Trar  pela.  Spesseg- 
giar le  pela.  Lat.  pederc  .  Gr.  aspÒJiv  . 
Pataff.  IO.  Io  ho  portalo  il  vanto,  e  spe- 
tezzava .  Frane.  Sacch.  nov.  l45.  Disse 
che  desse  loro  un  poco  di  colla  la  sera,  sic- 
ché imp.irassono  di  spetezzare  al  banco.  E 
nov.  l52.  Abbiale  cura  a  una  cosa,che  quan- 
do voi  gli  appresenlate  al  signore,  j:he'  e 
non  ispctezzassono  a  questo  modo.*.eer(. 
Giamp.  74.  Bisognerà  intendere  che  e'I 
annunziasse  collo  spetezzare,  che  e  uno  de- 
gli effetti  del  servizialc.  (C) 
'  SPETRARE.  Contrario  d'  Impetrare. 
Petr.  epnz.  l\.  5.  E  dicea  meco  :  se  costei 
mi   spetra  ,    KuUa    vita    mi   £a    noiosa   o 

trista  .  ,     I ., 

§.  In  senso  metaforico  vale  Liberare, 
Disciogliere s  e  si  usa  net  senlim.  att.  e 
nel  neutr.  pass.  Lai.  liberare,  solvere. 
Gr.  éU-j'ìtf.oZ-) .  a-o>-Jsiv.  Petr.  canz. 
"2  2.  Quanto  posso  mi  spctro,  e  sol  mi 
Tto.  E  son.  68.  E  con  quanta  fatica  oggi 
mi  spelro  Dell'  enore,  ov'  io  stesso  m'  era 
involto  1  Tass.  Ger.  2.  83.  Ma  la  sua  mail, 
che  i  duri  cor  penetra  Soavemente,  e  gli 
ammonisce  e  spetra  .  £  3.  8.  Dmo  mio 
cor,  che  non  li  spetri  o  frangi!  E  -).  77. 
Questo  finto  dolor  da  molli  clice^  Lagri- 
me vere,  e  i  cor  più  duri  spella  -  *  E  leit. 
24  Ala  in  somma  non  posso  nuUar  for- 
tuna,  né  spclrare  il  cuor  degU  uomini, 
che  è  si  induralo  nell'  ostinazione  contro 
di  me.  (F) 

SPETTABILE.  F.  L.  Add.  Riguarde- 
vole. Lat.  con.fpicuus,  insigni s  ,  spcctabi- 
lis.  Or.  n-:fii|3Ì£'i-;''5.  Bocc.  FU.  Dant. 
8.  Visse  un  cavaliere  per  arme  e  per  sen- 
no spettabde  e  valoroso.  Fiamm.  4.  l32. 
La  cui  giovinetta  età ,  la  speziosa  bellezza, 
e  la  virtù  spetlabile  di  essi,  graziosi  U 
rende  oltre  modo  a' riguardanU.  Fir.As. 
72.  Avanti  che  voi,  spettabdi  cittadini, 
poniate  alla  tortura  d  dcstniltor  de  miei 
rari  figliuoli ,  lasciatemi  discoprire  i  lor 
morti  corpi.  ... 

S.  Spettabile,  e  anche  titolo  che  si  da. 
ad  alcun  Magistrato.  Lat.  •  perspectabl- 
lis,   Giustiniano  nelle  ^ovelle. 

+  SPI-TTACOLO.  Propriamente  Giuo- 
co, o  Festa  rappresentata  pubblicamenle, 
come  giostra,  caccia,  e  simUi.  Lai.  spe- 
ctaciilum.  Gr.  3i«u«.  S.  Ow  Gnsosl. 
l38.  Richiedi  loto  ove  sono  le  loro  ne- 
chezze    e  li  vestimenti  odolifcn,  dove  sono 


i 


i3i6 


S  P  E 


li  giuochi,  li  strumenti,  e  gli  spettacoli? 
Tac.  Dav.  Ann.  3.  69.  Piaceva  più  ve- 
derlo spendere  il  giorno  in  ispetUroli,  la 
notte  in  rene  ,  che  rinchiuso  fiintasticare 
di  cose  rcmatiche  e  odiose. 

f  §.  1.  Per  metaf.  dicesi  d*  Ogni  og' 
getto  che  trae  a  se  l' attenzione ,  o  gli 
sguardi.  Lat.  xpectacttlum.  Gr.  &eau« 
Vii.  SS.  Pad.  In  questo  spettacolo  stetti 
tutto  '1  giiirno  con  gran  diletto,  fioco. 
Leti.  Pin.  Ross.  273.  Morendo  a  stento , 
fu  lungamente  ohbrolirioso  spfllarulu  dt 
coloro.  /)ai'.  Scism.  l3.  Noa  io,  non  vo- 
glio vedere  questi  spettacoli  .  ^  E  Acc. 
\Li.  Così  pazzo  fu  poi  lesta,  e  spcltac>'lo 
della  Città  nel  ))el  modo  ch'io  vi  conte- 
rò. (C)     ■ 

*  §.  II.  Spettaco/n,  per  la  Gente  ac- 
co/ta  a  spettacolo.  Snnnnz.  Arcad.  prov. 
II.  Ciascuno  di  maravi-^lia  rimase  attoni- 
to, e  ad  una  voce  tutto  lo  spettacolo  chia- 
mò vincitore  Parlcnupro.  (Jil 

*  SPETTACOLONE.  Accresc.  di  Spet- 
tacolo. Lasc.  IS'an.  l.  70.  Fan  nell"  ar- 
margli uno  spctiarolone  Ch*  io  non  so  ben 
s' i'  lo  saprò   ridillo.    (Br) 

f  *  SPETTACULO.  K.  l.e  A.  Spet- 
tacolo. Serm.  S.  /fgost.  8.  O  pace  bene- 
detta ec.  tu  se*  spettaculo  de*  coniuga- 
li-  (t'} 

SPETTAMENTO.  V.  A.  L'aspetta- 
re. Lat.  e.vpectatìo.  Gr.  Tro&W-  Coli.  SS. 
Pad.  Non  sentendo  danno  dello  sccma- 
mento  dello  spettamento  delle  biadora  che 
debbon   veniri-'- 

*  SPETTANTE.  Che  spetta.  Appar- 
tenente. Lat.  perlinens.  Gr.  "Kpo^ri/.ojv. 
Segner.  Mann.  Lugl.  2^.  5.  Non  solo  ar- 
discono ribellarsi  ai  dettami  di  Cristo  spet- 
tanti al  vivere  ,  ma  ancora  ai  dogmi  ap- 
partenenti alla  Fede.  (*)  E  Parr.  instr. 
8.  I.  E  rio  si  fa  ec.  con  esporre  loro  i 
mistcrii  spallanti  uU' unità  di  Dio,  e  alla 
Trinità  delle   persone  Divine.    (P') 

SPETTARE.  /'.  L.  Hice.si  comune- 
mente in  significato  d'  Appartenere.  Lat. 
spedare,  pertincrc.  Gr.  7rfi9?/i'/£iv.  *  Se- 
gner, Prcd.  7.  1.  Non  aver  più  sollecitu- 
dine alcuna  in  ciò  che  si  spetta,  se  non 
altro,  a  fuggir  dalla  dannazione,   (f^) 

^  2'  ^  '"  ^/g'/if/tc.  ntt.  vale  Aspet- 
tare j  ma  è  core  aulica.  Cavale.  Espos. 
Simh.  I.  27^.  Dio,  nostro  benigno  padre, 
non  ci  volle  spellare  ,  come  fa  li  Paga- 
ni, e  indugiare  a  punire  al  di  del  giudi- 
zio in  plenitudine  di  peccati.  He  Fithert. 
Jìim.  ant.  Perche  ogni  bel  servir  spetta 
salute.  (V) 

t  #  SPETTATISSIMO.  Ba^gttarde- 
l'oli.fsimo.  Petr.  Uom.  ili.  18.  Fu  in  li- 
bidine spettalissimo ,  imperocclii,-  colle  sue 
sorelle  giacque  (  nota,  in  mal  senso  ).  (V) 
t  SPETTATOLE.  Colui  che  assiste 
a  spettacolo;  e  generalmente  a  veder  chec- 
chessia. Lai.  spectator.  Gr.  &5«T>/;.  Tac. 
Vav.  Ann.  l5.  216.  Nerone  ce.  celebrov- 
vi  la  festa  Circense,  vestito  da  cocchiere 
in  sul  cciccliio,  o  spettatore  tra  la  plebe  . 
ttern.  Ori.  I.  16.  19.  I  suoi  compagni 
e  gli  altri  spettatori  .Son  per  la  maraviglia 
di  sfe  fuori.  *  Ar.  IVcgr.  5.  6  Or  fat<;<-i 
Con  lieto  plauso  ,  o  spettatori,  intende- 
re Che  non  vi  sia  spiaciuta  questa  favo- 
la. (B) 

SPETTATRICE,  femm.  di  Spettato- 
re. Lat.  spectatri.r.  Gr.  bioirptu.  (iuar. 
Fast.  fid.  ^.  2.  Stava  io  fuor  <lelle  tende 
Spettatrice  amorosa  Vie  più  del  cacciator, 
che  della  caccia.  Salvia.  Dt.vc.  l.  5l.  Non 
è  maraviglia  che  la  Giudea  sola,  siccome 
fu  spettatrice  de*  suoi  miracoli  per  luHa  la 
sua  vita,  così  ne  fosse  fatta  unicamente 
partecipe  nella  morte. 

*  SPETTAZIONE.  Lo  stes.Ko  che  E- 
spettnzione.  Lai.  expeclatio.  Gr.  ':tpO'SÒo- 
xiV..    Car.  leti.   2.    197.   Son  certo  di  non 


S  P  E 

poter  corrispondere  alla  spettaxione  non 
solo  d<.>lle  qualità  d'  c&se,  ma  ne  anco  della 
quantità-   (') 

•f  'S  SPETTE';OLAnE.  fare  has.ta. 
Shrodettare,  ^fanifestart  indite  re  tornente 
i  fatti  altrui,  come  fan  le  pettegole.  Bel- 
Un.  fìucch.  5i.  Per  veder  com' e' regge- 
vano. Montato  della  celia  in  sulla  fregola. 
Gli  slirodetta  e  gli  spettegola  Dicendo  , 
ec.   (Ai 

•f  #  SPETTEVOLE.  Add.  Spettabi- 
le, fiiguardevole.  BclUn.  Bucch.  l8t).  E 
"1  Natan  piccinino  è  si  speltefole.  Da  più 
del  gran  Mogor  si  appariscente ,  E  però 
il  Conte   ec.    ìA) 

SPETTORARE.  Pieutr.  pas<.  Scoprir- 
.ti  il  petto.  Lat.  pectiis  detegerv.  Gr.  or»)- 
39;,  «T KtaiuTrSiV  .  tìuon.  lier.  Intr. 
2.  2.  Sliracciutevi ,  allentatevi.  La  veste  al 
Banco  alzatevi.  Il  seno  spettoratevi. 

SPETTORATAMENTE.  Avverb.  Col 
petto  .scoperto.  Lat.  nudo  pectore.  Gr. 
5Tn&3w;  •/i»avw3i'vTo;.  Lib.  cur.  malati. 
Malvestiti  di  mezzo  verno  spetturatamente 
si  espongono   alle  nevi. 

SPETTORATO.  Add.  da  Spettorare; 
Che  ha  il  petto  scoperto.  Lai-  pertore  de- 
tecto.  Gr.  aTTO/s/aJu^aivs;  to'  5r^&o;. 
Matt.  Franz,  rim.  buri.  2.  lo3  Bagnisi, 
vada  fuor  spesso  al  sereno.  Ni;  si  curi  di 
stare  spettorato.  Buon.  Eier.  ^.  5  ^.  Chi 
spettorato  ,  chi  in  iucca,  chi  senza  Le 
scarpe. 

*t  SPETTOREXZVRE.  !\'eutr.  pass. 
Spettorarsi .  Lat.  pectus  detege>e  ■  Gr. 
ffTifS^o^  aTO/yXJTTitv.  =#  Salvia.  Buon. 
Eier.  Intr.  2.  2.  Il  .teno  spettoratevi,  ^oi 
diciamo  più  bassamente  spetto  rezzatevi  , 
scopritevi  il  petto.  (B) 

«  SPETTRO.  V.  L.  Fantasma,  Im- 
magine, Larva,  Eisione.  Eilic  rim.  Sa^- 
(Canz.  Poiché  la  speme  ec.  >  E  in  quest* 
erma  campagna  i  di  trarrete  Spettri  di 
viva  morte,  ombre  spiranti  ,  E  1'  alma  in 
sen  sol  per  penare  avrete.  (N."^')  Marchett. 
Lucr.  lib.  5.  V.  IÓ5.  Già  si  provò  che  di 
natia  sostanza  Creata  è  la  natura  ec. ,  Ma 
che  spesso  ingannar  soglion  gli  spettri  Le 
menti  di  chi  dorme,  allor  che  pare  Veder 
chi  morte  in  cenere  converse.  (M/  Buon. 
Eier.  5.  A.  5.  Tutti  prestigii  e  larve  e 
spettri  e  forme   Nefande,   ec.  (B) 

t  *  SPEZL\.  E.  A.  Spezie.  Di/end. 
Pac.  La  quale  causa,  sua  nascenza  e  sua 
ispczia,  né  Aristotile,  ne  altri  in  suo  tem- 
po, ne  dinanzi  a  lui,  conoscere  non  poteo. 
K  altrove  :  Sovrana  spezia  di  meritoria 
povertà.  C.uitt.  lett.  li.  36.  NobUe  albo- 
re fa  nobile  frutto  ,  e  nobile  fera  nobile 
operazione,  e  cosa  nobile  ciascuna  in  ispe- 
zia  sua.  Boez.  2.  La  umana  spezia  del  di- 
vin  raggio  dolala,  ed  alzata  dalle  cose  bas* 
se,  ec.  (E) 

SPEZIALE.  Sust.  Quegli  che  vende  le 
spezie,  e  compone  le  medicine  ordinategli 
dal  medico.  Lai.  aromatarius,  aromatopo- 
la.  Gr.  apwuaTorr&iX»);.  Bore.  nov.  63. 
5.  Non  ci-lle  di  frali,  ma  botteghe  ùl^p:- 
ziali  o  d' unguentarii  appaiano  piuttostoa' 
riguardanti.  E  nov.  cjy.  2.  Era  in  Paler- 
mo un  nostro  fiorentino  speziale,  chiama- 
to Bernardo  Puccini.  IC  /  it.  Dant.  2^3. 
Venutosi  per  accidente  alla  stanzone  d' uno 
speziale,  ce.  Eranc.  Barb.  21.  7.  Di  con- 
fetti contendi  Quando  ti  troverai  con  spe- 
ziali. Bed.  lett.  2.  i5^.  Vi  vorrei  far  al- 
tro, che  speziale  del  Palazzo  pontificio. 

§.  t.  /h'ciamo.  Cose  che  non  ne  tengo- 
no, o  vendono,  o  hanno  gli  speziali,  di 
Cose  che  hanno  dello  strano  e  stravagan- 
te. Fir.  Bag.  172.  Noi  diremo  rh'e'  lo 
abbia  fatto  rome  poeta,  a*  quali  b  permes- 
so alcuna  volta  delle  cosi- ,  che  non  ne 
vendono  gli  speziali.  E  nov.  5.  X|2.  Du- 
bitava forse  che  egli  non  tt  diressero  di 
quelle  cose  che  Don  ne  tengono  gli    spc* 


S  P  £ 

ziali.  Car.  lett.  1.  62.  Ha  io  commissio' 
Qe  di  doiDandare  molte  cose,  e  di  queUe 
che  non    atà   forse   In    spezinle- 

g.  II.  Speziale,  per  la  fiottega  òdio 
speziale.  Segr.  Fior.  .Star.  3.  9O-  Uscì 
messer  Maso  di  casa,  e  in  uno  speziale 
da  S.  Piero  maggiore  si  fermo.  *  Amhr. 
Eurt.  ^.  ^.  Andiamo  allo  speziale  delW 
chiavi  ;  eh'  ormai  è  ora  che  tutti  gli  spe- 
ziali sono  aperti.   fE) 

SPEZIALE.  Add.  Particolare.  Lat.  pe- 
euliaris,  praeripuiis,  specialis.  Gr.  ZoiO^t 
i^v.i'piroi.  'xtpi'O^  .  fìant.  Ih/,  il.  Di 
che  hi  fede  speziai  si  cria.  Bocc.  nov.  65. 
l3.  Ci  voglio  durar  fatica  in  far  mie  ora- 
zioni speziali  a  I)  io.  Amet.  60.  E  pure  dì 
grazia  speziale  gli  vaghi  occhi  pasco  delle 
loro  bellezze  Pass.  pr.  Passovvi  santo 
Giovanni  Battista  ,  e  più  altri  santi  ,  ■ 
quali  ec.  furono  preservati  e  guardati  da 
speziale  grazia  divina.  Guid.  G.  Il  quale 
egli  mandoe  per  presente  a  Briseida  per 
un  suo  messo  speziale.  Mnestnizz.  I.  j^5. 
Il  reo  Angelo,  cioè  il  Diavolo,  non  può 
battezzare  ne  per  uGzio  ,  oè  per  iapexialc 
mandalo. 

§.  In  forza  d'  avverbio  per  .Spezialmen- 
te. Lai.  *  specialiter,  pra-cipue.  Gr.  xou 
T«  ya'JfTT'/..  Maestruzi.  2.  5^.  Quando 
la  chiesa  è  isp<ziale  intenletta  ,  poswino 
quc'  del  popolci  eleggere  altrove  sepullu- 
ra.  *  Guitt.  lett.  l3.  .35.  E  speziale  a  voi 
cavalieri  parlo.  E  19.  49-  Apparere  aper- 
to e  chiaro  bene  ,  e  speciale  io  uomo  so- 
vra di  tutto.   (E) 

t  SPEZIALISSIMAMENTE  .  Jwpf^f. 
di  Spezialmente.  Lat.  ma.rime.  Gr.  ^- 
It'TTa.  Bocc.  nov.  73.  8.  Li  quali  spe- 
zialissimamente  amava.  E  nov.  q/o.  X.  Chi 
non  sa  li  Re  poter,  quando  vogliono,  ogni 
gran  cosa  fare,  e  loro  altresì  spocialÌMÌma- 
menlc  richiedersi  1' esser  magnifico?  Jl/erf. 
Arh.  Cr.  27.  E  spezialissimamenle  da  avere 
degnamente  io  memoria  quel  suo  convi- 
to, che  fece  da  sezzo  nella  sua  sacratissi- 
ma  cena. 

SPEZIALISSIMO.  Superlat.  di  Spe- 
ziale, add.  Particolarissimo.  Lat.  •  spe- 
cialissimus.  Gr.  iÒiwt«to;.  Guitt.  lett. 
26.  Spezialissimo  signor  suo  messer  laco- 
mo  d'  Architano.  Cari.  Fior.  94-  ^'*°" 
ciossiecosachè  ec.  noi  conscota  la  nalura 
di  questa  lingua,  per  ispezialissima  pro- 
prietà rispettosa  sopra  ogni  altra  che  fos- 
se mai.  Bemb.  Asol.  2.  8p.  Sono  spezia- 
lissime  licenze,  non  meno  degli  amanti  che 
de'  poeti,  fingere  le  cose  multe  volte  trop- 
po da  ogni  forma  di  verità  lontaoe.  E 
108.  L'  ooe>tà,  dico,  sommo  e  spezialis- 
simo tesoro  di  ciascuna  savia. 

t  5  SPEZIALITA',  e  anticamente  SPE- 
ZI ALTA'.  Particolarità  .  Lai.  'speciali- 
tas.  proprietas.  Gr.  l'^iOT»;;.  Bocc.  g.  8. 
f  3.  Non  intendo  di  ristrignervi  sotto  alcu- 
na spezialità  .  But.  Sìa  nota  la  spetìalìtà 
del    suo  peccalo. 

I  §.  l.  Per  Proprietà,  Dominio,  A- 
vere  in  proprio.  Frane.  SaCi'h.  Op.  àiv. 
l3i  In  tulli  i  comuni  del  mondo  sono 
alcuni  maggiori  ,  i  quali  fanno  e  disfanno 
e  muovono    guerra  ,    secondo    il    proollo 


che  viene  alle  loro  spexialit^  . 

§.  II.  In  ispezialita,  po.tto  avverfùalm., 
per  Ispeiialmenle.  Croniche  tt.  d'  AfUir, 
3o.  Da  Dio  non  si  dee  doman<lare  gratta  dì 
alcuna  cosa  in  ispezialtà,  ma  raccomandarti 
a  lui,  e  pregarlo  che  ti  dia  bene.  ]ifaestru»s. 
1.  r>l.  Non  può  il  proruralore  commet- 
terlo a  un  aìlro,  se  già  in  ispezialitk  non 
gli  sia  commesso.  Cron.  ^forell.  3oo.  La 
intenzione  loro  era  di  uccidere  messer 
Maso  degli  Albìii  ec.,  e  ablussare  quelli 
che  erano  sormontali,  ed  appretto  uccide- 
re ciascuno  di  loro  certi  loro  nimici  in 
ispezialtà. 

^   S-   I'^      r*'   i'pt£i«Ìtn  d' m/cMno,  w«- 


S  P  E 

le  Per  parte,  o  riguardo  iV  akuno.  u  C. 
y.  IO.  168.  5.  La  qiijlu'  elezione  fu  fatta 
più  per  ìspeiiallìi  Ai  setta,  che  ragiouevo- 
Ic  m  .  (C) 

Jflt  g.  IV.  l'ale  anche  Da  parte ,  In 
nome  ff  alcuno.  «  G.  /'.  12.  16.  3.  Man- 
darono per  loro  i»pezìalla  per  aiuto  a' 
Pisani»  .  (C) 

SPEZIALMENTE.  /Iwerb.  Particolar- 
mente. Lat.  •  specialiter,  praecipue.  Gr. 
xoi  Tot  iiotXisry..  Bocr.  no^-.  4;.  i-V  Molti 
stati  onorali  ila  nobili  uomiui  lU  Trapani, 
o  spetialmente  tla  niesser  Anieri{;o.  £," /if>i'. 
61).  E  l'crriò    guaitlatevi ,  donne,  dal 


77 


Co/l. 


S  1^  E 

polvere  per  condimento  dv'  cihì.  Lai.  *.*pe' 
cics  ,  aromata.  Or.  To'  a^wu«T«.  liacc. 
noK--  39.  8-  Minuizatolo  ,  e  messevi  di 
buono  5[ie7Ìe  a!..sai,  ne  fere  un  maniciiret 
lo  troppo  buono,  t!  noi:  79.  12.  Sono 
nnn    meno    odorifere  ,  rhe  sieno  i   liossoU 


S  P  E 


i3i7 


lu 


beffare ,  e  ^li  scolari  speiialniente 
Ssf.  Pad.  Ma  è  assej;nataniente  e  speiial- 
mente  sola  quella  albgieiia  ,  la  quale  e 
nello  S('irito  Santo.  iJin.  Camp.  1.  7.  Al- 
cuni di  loro  vulcano  le  eastt-lla  del  Ve- 
scovo, e  speiialmcntc  Bibbiena.  Vit.  SS. 
Pad.  X.  8l.  Guardavanlo  dili-entementc , 
«  speiialniente  E^ichio,  Io  quale  1*  aveva  in 
ispeiiale  reverenza. 

SPEZIALTA'.  r.  SPEZL\LITA' 
•f  SPEZIE.  Termine Jilosnjico.  Indica 
una  nozione  che  e  sotto  il  genere,  e  che 
contiene  l'idea  ttstrolta  di  molti  indivi- 
dui somic;liantt.  Lai.  species.  Gr.  EióV; 
Bocc.  tntrod.  9.  La  cosa  dell'uomo  infer- 
mo stato  ce.,  tocca  da  un  altro  animale 
fuori  della  spezie  deli'  uomo  ce.  ,  quello 
infra  brevissimo  spazio  occidessc  .  J'ant. 
inf.  3.  Bestemmiavano  Dio,  e  i  lor  pa- 
renti, L*  umana  speiic,  ec.  E  Par.  7. 
Onde  r  umana  spezie  inferma  giacque. 
Te.torett.  Br.  li.  85.  E  altre  molte  spe- 
tie,  Ciascuna  in  sua  spezie. 

■f  g.  I.  Spezie,  in  term.  di Jilosofia 
xcòlastica  ,  vale  idea  ,  immagine  delle 
Còse  impresse  nella  mente.  Oli.  Com.  Inf. 
8.  Nuoce  per  secondo  modo  il  Diavolo 
all'  uomo  con  impressioni  d'  immagini  o 
spezie  visive  eh'  egli  produce  nella  sua 
fantasia,  per  le  quali  inganna  l'uomo  (qui 
la  stampa  alla  pag.  1^2.  ^i"^^**  contro  il 
codice  specie)  .  E  IO.  Quella  proporzione 
che  è  del  senso  alla  cosa  sensibile ,  mez- 
zana essendo  la  spezie  sensibile  ,  quella 
medesima  è  della  intelligi])ile  allo  'ntel- 
lelto  ,  mezzana  essendo  la  spezie  d'  esso  . 
Varch.  r'rcol.  29.  Nella  virtù  fantastica 
si  riserbano  le  immagiui  ovvero  similitu- 
dini delle  cose  ,  le  quali  i  6I0S06  chia- 
mano ora  spezie,  ora  intenzioni,  ed  altra- 
mente . 

§.  II.  Spezie,  per  Sorta,  Maniera.  Pass. 
97.  L'ignoranza  non  lascia  sapere  e  cono- 
scere i  peccati,  e  le  loro  cagioni  e  le  loro 
spezie,  o  differenze.  E  21 3.  Quattro  sono 
le  spezie  della  superbia.  ^  Borgh.  Orig. 
Fir.  l36.  Il  volerlo  ora  rinvenire  ,  sarà 
per  avventura  una  mezza  spezie  d*  indo- 
vinare.  (l'J 

3  g.  III.  Spezie,  per  apparenza.  Sem- 
bianza. Lat.  species ,  visus,  color,  prar- 
textiis.  Or.  Y^pCp.fx.y  i^poy.vXjp-}*^.^  ^X'^-l^^' 
Tioyo'^  .  ^occ.  nov.  23.  tit.  Sotto  spezie 
di  confessione  ec.  /  it.  SS.  Pad.  i.  27. 
Indueonci  (  t  demonti  )  ad  alcuna  spezie 
di  virtù,  per  farci  cadere  in  alcun  vizio 
nascosto.  Fir.  As.  21^3.  Involato  un  porco 
a  non  so  qual  contadino,  sotto  spezie  d' u- 
na  lor  profezia  apparecchiarono  questo  con- 
vito. Tac.  Dav.  .S'tor.  i.  2:^2.  Per  gelosia 
della  medesima  (Ottavia)  lo  mando  sotto 
spezie  di  governo  in  Portogallo. 

*  §.  IV.  i'er  Forma  .  »  Med.  Vit. 
Crisi.  Venne  dunque  messcr  Gesù,  ed  ac- 
coDtossi  con  loro  nella  via  in  ispezie  di  pel- 
legrino»». Vit.  SS.  Pad.  I.  120-  Diceva  che 
alcuna  volta  è  da  fare  loro  (ai  frati  Jore- 
stieri)  una  cortese  forza,  come  fece  Lotto, 
lo  quale  vedendo  gli  Angeli  in  spezie  u- 
■nana  gli  si  menòe  a  casa    quasi    per  for- 

M     (C) 

f    SPEZIE  .    Miscuglio  di  aromati    in 


delle  spezie  della  bottega  vt 
iomp.  2.  ^0.  Questo  seppono  da  uno  che 
fu  preso  una  notte  ,  d  quale  in  forma  d' 
uno  venditore  di  spciie  and.i%a  invitando 
la  case  potenti  ec.  Frane.  Sncch.  nov. 
l63.  In  uno  saccheltino  di  cuoio  da  te- 
nere spezie  se  l'appiccò  allato,  /'ern.  Ori. 
2.  i5.  39.  E  forse  ti  faro  gustar  vivan- 
de .  Che  d'  altro ,  che  di  spezie  ,  saran 
piene  . 

g.  I.  Spezie  ,  Mesctiglio  di  aromati  in 
polvere  per  uso  di  medicina  ,  che  si  di- 
cono ancora  Spezii  .  Lai.  *pulveres  com- 
positi. Bicelt.  Fior.  109.  Si  chiamano  vol- 
garmente dui  medici  e  dagli  speziali  spezii 
da  (Ulime  cordiali  e  da  fegato.  /'.  121. 
Quelle  (polveri)  che  si  pigliano  per  bocca, 
sono  certi  spezii  composti  da  medicine  aro- 
matiche . 

g.  II.  Dare  le  .fpezie  ,  vale  lo  stesso  che 
Dare  il  pepe.  ì  .  DARE  ILFEPE.  Lasc. 
Slreg.  2.  1  -  A  questo  modo  si  dà  il  pepe ,  o 
le  spezie  . 

SPEZIELTA',  SPEZIELTADE,  e  SPE- 
ZIELTATE.  Particolarità,  Proprietà,  nel 
signific.  del  §.  Lai.  proprietas,  privatum 
nomen,  negocium.  Cron.  Morell.  321.  Ma 
io  vo'  meglio  alla  città,  e  al  bene  e  onore 
del  comune  ,  che  Ìo  non  voglio  alla  mia 
ispczieltà.  '?  G.  J  .  7.  38.  Per  aver  per  la 
detta  pace  per  innanzi  sempre  tributario  lo 
Re  di  Tunisi  in  sua  speziellà.  (Min) 

§.  In  i.vpczieltà.  posto  avverbialm.,  per 
Ispezialmente .  Bocc.  nov.  92.  7.  Ed  in 
ispezieltà  chiese  di  poter  veder  Ghino. 

SPEZIERI'A.  Bottega  dello  speziale,  0 
altro  Luogo  dove  si  tengono  cose  per  uso 
di  medicina.  Lat.  aromatarii  officina.  Gr. 
apwyaTo:iw>£Tov.  Salv.  Spm.  l^.  2.  Di- 
cendoli di  volere  ir  correndo  alta  spezie- 
ria,  liuon.  Fier.  I.  2.  3.  Dico  esser  me- 
sIìitì  ,  Voi  dover  sciorinar  la  speziena  , 
Bottega,  o  fonderia  eh'  altri  la  dica.  E  5. 
I.  2.  Ardec*  egli  il  cammìn  della  cucina  ,  O 
della  speziena  ? 

SPEZIERlA  ,  che  più  comunemente  j' 
adopera  nel  numero  del  più.  Spezie,  Aro- 
mati. Lat.  ^spcctes,  aromata.  Gr.  toc' c/ipttì- 
[j.v.roL.  Bocc.  Introd.  l3.  Andavano  attor- 
no portando  nelle  mani,  chi  6ori,  chi  erbe 
odorifere  ,  e  chi  diverse  maniere  di  spe- 
zierie  .  E  g.  ^.  p.  5-  Pareva  loro  essere 
tutta  la  speziena  che  mai  nacque  in  O- 
riente  .  Mor.  S.  Greg.  Prendi  speziene 
ec.  ,  incenso  lucidissimo  ,  e  comporrai  di 
questo  unguento  prezioso  ,  mischiato  dili- 
gentemente e  purissimo  .  /  rane.  Sacch. 
nov.  i38.  Bonanno  di  ser  Bonizzo  fu  un 
fiorentino  mercante   di  spezieria. 

§.  Per  simt/it.  Mor.  S.  Creg.  Allora 
facciamo  noi  unguento  di  diverse  spezie- 
ne, quando  in  sull'  altare  della  buona  opera 
rendiamo  odor  di  mille  virtudi. 

SPEZIOSISSIMO.  Superi,  di  Spezioso. 
Lat.  speciosissimits  ■  Gr.  w^aioraTOs  . 
Fi/oc.  7.  36.  Una  di  lor,  chiamata  Gian- 
nai,  tra  l'altre  speziosissima ,  chiamò  Eu- 
comos  ,  pregandolo  che  a  loro  col  suo 
suono  face-se  festa.  '\'  /t  7.  82.  Queste  pa- 
role udite  due  speziosissime  j;iovani,  quivi 
venute  con  le  lor  compagne  ec,  dissero: 
ec.   (Bi 

speziosita',  SPEZIOSITADE  ,  e 
SPEZIOSITATE.  Singular  bellezza.  L:il. 
species, forma,  speciositas.  Gr.  wpaiOT>j?. 
Lib.  Op.  div.  ISarraz.  Mir.  InBno  a  tanto 
che  'l  vostro  sposo  tiene  la  sua  speziosi- 
lade  .  Tratt.  gov.  fant.  3l.  Ragunando 
tutte  le  bellezze  e  preziosità  che  sono  in 
tutte  U  creatine,  dagli  Angeli  in  giù  ,  in 


una  speziosilà  e  valore  ,  non  sono  tanto  , 
quanto  è  sola  l'anima  tua.  But.  Significa 
ve.  verità  in  parole  ,  dilezione  ,  speziosità  ,  e 
intelbtio  . 

SPEZIOSO.  /'.  L.  /Idd.  Singular- 
mente  bello  .  Lat.  formosus  ,  spcciosus  . 
Gr.  wsaTo:.  7.ibalti.  /fndr.  I^^.  Una  ver- 
gine spcziosa  ,  il  cui  nome  fu  Dianira  . 
Fiamm.  ^.  l32.  La  speziosa  bellezza  e  la 
virtù  spettabile  d*  es^i  graziosi  gli  rend« 
oltre  modo  a*  riguardanti. 

•■l"  *  SPEZZABILE  .  Add.  Che  può 
.spezzarsi.  Frangibile.  Salvin.  Odiss.  lib. 
O.  V.  81.  Fuoco  sul  focolare  Grande  era 
acceso,  e  di  lontan  1*  odore  Di  cedro  ben 
spezzabile,  e  di  Tio ,  Per  1' isola  odorava, 
mentre  ardcano.  (A) 

SI  EZZAMENTO  .  Lo  spezzare.  Lat. 
fractura.  Gr.  /ia'ot;.  Vegez.  E  perciò  ma- 
lagevolmente patirne  tcmpestade  ,  o  spez- 
zamento di  navi.  Borgh.  Mon.  192.  Si  vede 
che  la  pij;liano  sempie  per  particella,  e 
spezzamento,  dirò  così,  d'  un'  altra  quan- 
tunque l'iccola.  '^~  Pallav.  Perf  Crist.  1. 
12.  L'  altro  esempio  e  di  coloro  che  si 
perturbano  forte  pe'  sinistri  auguri ,  come 


pei 


lo 


'imento  del  sale  , 


pei 


lo 


spez- 


zamento dello  specchio.  (D) 

f  SPEZZARE.  Bompere ,  Bidurre  m 
pezzi  .  Lat.  frangere  ,  di.tcindere  ,  dissol- 
vere ,  incidere.  Gr.  «Z'C'^^  '  otvK^Jeiv  . 
Bocc.  nov.  21.  8.  Se  bisognasse,  gli  spez- 
zerebbe delle  legne.  A"  appresso:  Gli  mise 
innanzi  certi  ceppi  che  Kuto  non  avca  po- 
tuto spezzare  .  E  nov.  77.  54-  Le  doleva 
sì  forte  la  testa,  che  pareva  che  le  si  spez- 
zasse. Pelr.  san.  ipS.  ^è  Tarme  mia  punta 
di  sdegni  spezza,  k.  canz.  ^l.  5.  Che  spezzo 
'1  nodo  ,  ond  io  lemea  scampare  .  Ovid. 
Pist.  34'  Egli  mi  uccisi!  il  mio  fratello 
Minotauro  ,  spezzandogli  colla  mazza  tutte 
r  ossa.  Celi.  Sport  4-  S-  Levamiti  dinan- 
zi ,  che  io  ti  spezzerò  la  testa. 

g.  I.  Spezzare,  per  metaf  Dant.  Inf  2!^. 
Ond'ei  repente  spezzeià  la  nebbia.  Sì  ch'ogni 
Bianco  ne  sarà  feruto.  /i  l'ar.  5.  E,  siccom* 
uom  che  suo  parlar  non  spezza.  Continuò 
cosi  '1  processo  santo.  E  16.  Perchè  può  so- 
stener che  non  si  spezza. 

§.  II.  Spezzar  la  testa  ad  alcuno,^- 
guratam.  vale  ìVoiarlo  ,  Importunarlo  , 
Infastidirlo  .  Lat-  obtundcre  .  Gr.  TrajSi- 
voy).iì-ì  Tivt.  Geli.  Sport.  [\.  5.  Andate- 
vi tulladuc  con  Dio  ,  e  non  mi  spezzate 
più  la  testa. 

SPEZZATAMENTE.  Avvcrb.  Alla  spez- 
zata. Sparatamente.  Lat.  divisim,  Gr.  Sid'i- 
Ji/a  -  Borgh.  Orig.  Fir.  81.  I  terreni  si 
davano  spezzatamente  ,  e  dove  e  quali  si  po- 
tevano avere- il'  Cai.  Sagg.  3lO.  Facilmen- 
te saranno  le  medesime  ad  unguem  ,  che  le 
scritte  dal  S.  M.,  ma  orpellate  in  maniera,  e 
così  spezzatamente  intarsiale  tra  varii  orna- 
menti e  rabeschi  di  parole,  ec.  (B) 

SPEZZATO.  Add.  da  Spezzare.  Lat. 
fractuSj  diruptus,  discissus.  Gr.  S';^i5/Jii- 
V5;.  Dant.  inf.  21.  Giace  Tutto  spezzato 
al  fondo  Torco  sesto.  Bocc.  nov.  96.  ig. 
Spezzate  e  rotte  T  amorose  catene  ec,  li- 
bero rimase  da  tal  passione  .  Tass.  Am. 
4.  2.  Lo  presi  iu  questa  fascia  di  zenda- 
do. Che  lo  cingeva,  la  qual  non  potendo 
L'  impeto  e  'l  peso  sostener  del  corpo  , 
Che  s'  era  tutto  abbandonato  ,  in  mano 
Spezzata  mi  rimase. 

f  ^  g.  Opera  spezzata,  dicesi  Quella 
che  è  composta  di  più  volumi  ,  de'  quali 
ne  manchi  qualcuno  ■  Magai.  I-ett-  Le 
opere  contrassegnate  le  ho  in  b>glio  in 
due  tomi  ec  ma  la  maggior  parte  me  le 
trovo  spezzate.   (A) 

f  SPEZZATORE.  Ferbal.  masc  Che,o 
Chi  spezza.  Lat.  confractor,  scissor.  Gr. 
ò  /ìv.'joli  Buon.  Fier.  3.  4  2-  Spezia- 
tori  Di  porle,  salitori  Di  mura,  e  di  pol- 
lai votatori- 


i3i8 


S   P   E 


S  P  1 


SPEZZATURA.  .^pM:»"»-!'"-  Lai.  co«- 
frMUo,  frMtnra.  Or.  «)«■>■?■  Q";"-/''-"- 
C.  S.  Per  cmp.lo  A>  vento  eoDtrario  s.  spel- 
la, n.lb  q»..le  sr"»'"""  "•  "  "  »"°'" 
quello  Icrribilissimo.  , 

SPIA.  U".-?/'.  <■'"'  '■"  «■"<"'"  ''"'""'•'■ 
,0  „d  osìcr^'-trc  gli  nndame,Lli  dd  n.m.co 
per  nfirirgU.l.-^^.   c.,rlcra,or      .YC,.la. 

eiltadinl  di  Parma,  avendo  co  saputo  per 
loro  spie  ec.  ,  useirooo  fuori  tutu  arn.al.. 
/■■  n  Vi.  2.  Queste  coso  senti  una  spia 
d'i  messer  ArriRlnno  da  Mare  di  Genova. 
/•  nnm.  3.  Seeondo  che  n.i  r-Tpurta  la 
mia  vera  spia.  M-  T.  .).  22  b  Lene  rad- 
de  neUa  sentenzia  dell'  antico  proverl.iu  , 
,-he  due  :  clii  è  povero  di  spie,  e  ricco  di 

vituiierio .  n        „  .«  ,.. 

e    I     K  generalmente  per  Chmnijne  ri- 
ferisce. Lat.  ddntor,  nnrrator    Gr.  5.^«V- 

voi  b  la  cagione  ,  in  voi  si  eljiegau  .  l..i 
io  In  ne  sarò  or  vera  Spia.  -^  ò.  tnlci. 
Leu.  32.  Mellete  le  spie  de  servi  di  Dio,  e 
che  v'aiutino  a  vedere.  fJ  y 

e  II  Oggi  diciamo  Spia  n  U'Iiii  clic 
prvzzotato  rapporta  Ma  gmsti-.ia  gli  al- 
trui misfatti.  Lat.  ./e/»(or.  ,,ua.lruplalcr 
Gr.  tvÒ!«T/l'i.  £««i--  "'<'■'''■•,  ■"•  '*'■,'■' 
costui  traditore  e  mariuolo  b  Lecco  e  la- 
dro e  soddomilo  e  spia.  Tac.  Uà,:  ^nn. 
li  00.  Testimonio  e  spia  insieme  ,  diceva 
aversuo  padre  leso  insidie  al  Principe. 

*  e.   HI.   Spia,  per   Contezza,  Aft'i- 

so    Ar.   Far.   l8.  7'-  *'^  ''""'  '""^  ^" 
Greco    perej-rino    Nel    rasionare  a  caso  a 
darne   spia.   rA^';    f:  "■   S^-   '^-^  ■"  feni- 
cia ,  in   Palestina  venne  ,  E  tanto  ,  eli   ad 
Astolfo  ne  die  spia,  (^f) 

*  §  IV.  Onde  J>'cre  .'pia  d  una  co.<a, 
vale  esserne  informalo.  Ar.  F'"--^!;  «J; 
Il  re  cercar  fé'  di  Lucina  bella  Ne  sin  1 
allr'  ieri  aver  ne  polb  spia  .  I:  2.s.  Il)l>. 
Nb  lo  trovò,  ne  polb  averne  spia.  F. 
AVEHE  SPIA.  (!^S) 

SPIACCIA  .    Peggiorai,  di  Apia  ■   l-at. 
delalor ,  neq-am  ,  impurus  .   Gr.  y.ixpoi 

"  Sp'iÀcÉNTE  .  Clic  di.tpiacc  .  Lai.  in- 
gralu.<.  in.isus,  dc^pliccn.,.  Gr.  ó<J'.y.pl'=- 
|»5.  Dani.  In/:  3.  Che  .[uesla  era  la  sella 
de- cattivi,  A  Dio  spiacenti  ed  a  nemici 
sui  E  6. -Che  s'  altra  e  maggio  ,  nulla  e 
pfaccnto.C.  F.  !..  3.  IQ-  t>;""7 
pn«o  spiacente  a  Dio,  e  al,  loirunevjde  ag 
Somini  i.r.  W-  Q"-'"'»  la  novella  ne  lu 
ila  a  noma  più  spiacente  e  più  paurosa  as- 

"s'pUCENZA.  Di.<piaeere.  Lat.  di.y,luen- 
lia.  Gr.  òo,«p='5tr„.;.  noce.  ncv.  97;  II- 
Forse  che  non  gli  saria  sp.acenia ,  si.  ci  sa 
pcsse  quanta  pena  i'  sento.  n,,„,„. 

+  *SPIACI;kE.  Aome.  F-  A.  Vispta 
ceX.llim.  Ant.  Feder.  Ambr.^^Acp. 
Spiacer,  dolor,  so,spir.  ,  pianti  >=  °"  -  "' 
Dona  1'  amore  all'  amadore  m  '«"  ■  f' > 

SPIACERE.    Verbo.   Contrario  d,    I  la- 
eere,  mspiacere.  L.U  displicc.    .r^^-2 

eiw  odio  ct.te  .  Dant.  In/.  '"-J.  . 
:;:,i;r  ch'aduna    valle  ficde.  Che     nCn 

lassù    facca    spiacer  suo  lez/.o .    '•   I    ■   ,    • 
perchè    frode  b   dell'  uom    proprio    m.de. 
Più    spiace  a  Dio  .  J'eir.    .»„.    264.    P 
non  veder  ne' tuoi  quel  ch'ale  spiacque^ 

/lece.  no..  :-;8.  .',.  «>•■'  ."='"'"", r„,àh 
uno  che  non  mi  spiacela  come  ..  ma  .1 
venlura  .  Cronidiett.  d-  Amar  te,.  A  si- 
gnori Greci  ispiacque  mollo,  lìiion.rim. 
loNoslro  inlell.llo  dalla  carne  mici  ma 
E  tanto  oppresso,  che  '1  n.oiir  p.ii  splace. 
Quanto  pili  '1  falso  p.-rNUaso  .lUerma. 

SPIACEVOLE.  Add.  Contrario  d,  I  .a- 
cevclc,  Hincrescevole  .  1"".^".^;'"-; ' 
inamanus  .  moro  su  s  .  Gr.  alois-  "»"  ■ 
rr  .5.  Ì3.  Credendo  lui  essere  alcuno 
"piacevole,  il  quide  quesle  parole  iingesse 


per  noiarc  quella  buona  femmina.  E  no». 
58.  3.  I.a  quale  era  lauto  più  spiacevole,  sa- 
7.,evole  e  stizzosa  che  alcuna  allra,  che  a  sua 
guisa  ninna  cosa  si  polca  lare  .  h  num. 
I,  lo  non  .redo  die  mai  iu  qucsU  terra 
fossero  uomini  e  remmine  lanlo  spiacevoU 
e  rincrcscevoli,  quanto  sono  oggi-  t-  """■• 
73.  22.  Che  sapete  quanto  esser  sogliono 
spiacevoh  e  noiosi  que' guardiani  .  O.  '  • 
10  IO.  I.  Si  rendb  alle  delle  donne  un  lo- 
ro si.bcevole  e  disonesto  oroamenlo  di 
trecce  grosse  di  seta  gialla  e  bianca  'cioè, 
che  dispiaceva  ).  Cas.  lelt.  70.  Sicché  a 
vanagloria  pare  a  molli  laudevole;  e  certo 
e  meno  spiacevol  vizio,  che  alcun  altro. 

SPIACEVOLEZZA.  Contrario  di  l'ia- 
cei-olezza.  Lat.  molestia,  taedium.  inamae- 
n.las.  Gr.  v.c,i,'^..  lìocc.  no..  74.  ij-  Con 
suoi  modi  e  costumi  pieni  di  scede  e  di 
spiacevolezze  Sen.  I'l<t.  Ella  riceve  ran- 
cura  e  spiacevolexza .  ed  b  iuvUuppata  in 
grande  discordia,  l-ranc.  Sacch.  no..  80. 
Fra  .Michele,  reggendo  la  spiacevo  eixa  in 
moltissime  cose  di  coilei,  dice  ali  osle. 
Calai.  .',().  1  molti  hanno  inrmilinenle 
lar"a  e  certa  testimonianza  della  loro  bel- 
lezza e  della  loro  spiacevolezza. 

•+  *  SPIACEVOLISSIMO.  Superi,  d, 
Spiaccclc.  Marrhett.  I.ucr.  Uh.  6.  .. 
i;ì8i.  Ma  pel  contrario  d  Ungo  A  noi 
spiacevolissimo,  agl'immondi  Porci  e  si 
ddcltcvolc,  che  tulli  Insaziabdmente  in  lui 

convolgolisi.    (Ai 

SPIACEVOLMENTE.  A.yerh.  Con  rna- 
niera  spiacevole.  Con  ispiacevolezza.  Lai. 
perrnolestc.  Gr.  a«òw;.  /iic-e/(.  /'ionio. 
Al  gusto  nolaliilmenle  caldo  ,  ma  non  si , 
che  egli  morda  spiacevolmente. 

t  SPIACIBILE.  /'.  A.  Add.  Spiace- 
vole Lat.  horridus.  le  ter ,  moleslus.  Gr. 
ànxpii.  !;u-,-/'.?ni.  fOpuMi-  Ir.  tac. 
T.  l.  3.  8.  Vedendomi  si  orillille  ,  Puz- 
zolente  e   Npiaciliile.  . 

SPIACllilLISSIMO.  Superi,  di  Spia- 
cibile.  Lai.  molesti.isimus,  leierrimus.  Or. 
oo5ruwT«T!)i,x»X£-w'"-!J;.  Ir.  Oiorrf. 
l'red.  R.  Rimase  mollo  afflitto  per  quelle 
spiacdiilissime  parole. 

SPIACIMENTO.  Di.<piacere.  Lai.  ai- 
,„licentia,  incommodiim.  molestia  .dolor 
Gr  lj:tn.  Mor.  S.  I.reg.  2.  11.  Grande 
consolazione  b  ne'  noslii  spiacimenli,  quan- 
,1„  contro  di  noi  si  procede  da  colui  al 
qu,de  nulla  cosa  più  pi.ice,  se  non  giusta. 
I'a.<s.  177-  L'  uomo  b  tenuto  d  avere 
sempre  dolore  e  spiacimenlo  del  peccalo, 
.mando  se  ne  ric.rda.  „      >/■ 

+  *  SPIAGERE.  V.  A.  Spiacere.  Af- 
fronlo.  Frane.  Ilari,.  II.  2-  Eannone 
vizii  inlrare  Usar  co' rei  .-e.  D..di ,  0  cer- 
car  d'ogni   spiag.T   vendella.   f/> 

SPIAOGET  lA.  /Il"',  ài  Spiaggia.  I.A. 
ora.  Gr.  i1X^-^-J..  Fir.  lìag.  17J.  E  al- 
l'ulùma  parte  del  colle,  dove  costoro  di- 
moravan.. ,  e  quasi  al  principio  deUa  gii 
delta  valle,  una  >piaggelta. 

t  SPIAGGIA.  Salila  di  monte  poca 
repente.  Piaggia.  Lai.  ager.  Gr.  aV/=0.. 
C,.  y.  13  28.  2.  Si  fuggirò  «opra  le 
sniazgc  di  Saumilliat.». 

ti-  I-  Spiaggia,  pm  comunemente  .<■  pi- 
gli., per  Quel  tUo  che  .nendc  dolcemente 
)n  mare;  che  anche  dicesi    Piaggia.    Lai. 

ora.  Gr.  i^X""^-  «''"'•  '^'■'■,  '■  "'  „.■ 
Che  la  torre  era  po^la  in  su  la  riva  U 
una  spialgia  deserta  allato  al  mare.  A  2. 
fi  ',0  Fate  ire  schiere  de  suoi  .-avalieri. 
In  lidia  spiaggia  tulle  le  .lisl.-se.  Iir.nov. 
,  ,80.  Avendone  Nicc.dò  abbracciala  una 
(tavola),  mai  non  la  '"""•,.»"'"' 
non  percosse  ad  un»  .piaggia  d.  Balberia. 
«icina  a  Susa  di  poche  migli-i. 

*  e.  II.  Spiaggia  aperta,  dicesi  Quella 
spiaggia,  ocLu.  lungo  rimare,  ove  non 
sono  porli  per  ancorarvi  le   navr.    MI 

#  §    III    Spiaggia  .cottile,  drcesi  Quel.a 


S  P  I 

spiaggia,   otre  I'  acqua  del  mare  per  qual. 
che  trailo  ha  poco  fondo.    (Al 

*  §.  IV.  Jisser  .serralo  alta  spiaggia. 
Maniera  marinaresca  ,  che  vale  £«- 
scr  tirala  la  nave  dal  vento,  o  dalla  cor- 
rente alla  valla  di  terra,  senza  polir 
bordeggiare.    (A) 

•f  *  SPIAGGIATA.  Cotliera  ,  Ri- 
viera ,  Catena  di  spiagge.  Magai.  Leti. 
seleni,  pag.  IlS.  Bisogna  eh'  ci  sia  allo 
bene  (  il  Sole  )  ,  prima  che  ei  si  lasci  »e  - 
der  da  tutta  quesU  grande  spiajgiaU  cbr 
guar.la  verso  ponente.  (Aj 

SPIAGGIONE.  l'oce  dell'uso.  Accrt- 
scil.  di   Spiaggia.  lA) 

SPIAGIO.NE.  Spiamenta.  Lai.  dtlatio  , 
exploralio.  Gr.  £vòsi?i;.  Tac.  Dav.  Ann. 
!i.  102.  Ben  fu  che  ompagno  alla  spia- 
gione  gli  fosse  Publio  DolabeUa ,  di  chia- 
ra famiglia,   parente  stretto  di  Varo. 

SPIAMENTO.  Lo  spiare.  L»l.  expto- 
ratio.  Gr.  /aTa«5:t>l'  .  Fegez.  -Accsoc- 
cbb  non  solamente  la  notte,  ma  il  di  pos- 
sano fare  i  loro  spiamenli. 

SPIANAMENTO.  Lo  spianare. 
t  §•  E  figw"""" ■  P"'  Dichiaraiione. 
Lat.  explanatio.  Gr.  ifp.r,i!.iv.  .  Coli.  SS. 
PaJ.  Spianamento  d.U.r  tre  vocazioni.  To". 
Jh  Isaac.  Manifeslalc  a  noi,  non  per  upu- 
namenlo,  ma  prendendone  ammacslra- 
menlo.  Sul.  Par.  a.  I.  Se  bene  ascolti, 
cioè  lu  Dante  ,  1'  argomentare  ,  cioc  lo 
maiiifeslamenlo  ,  0  lo  spianamento  degh 
argomenti,  che  io  farò  asterso,  cioè  coa- 
ira  questa  tua  falsa    opinione. 

3  SPIANARE,  indurre  in  piano,  J'er- 
rcggiare.  Lai.  complanare,  planum  red- 
dere.  Gr.  iiz-xli'i!...  «  Cecch.  Prov.ÌQ. 
I  sartori  ce.  mellooci  poi  sopra  il  panno 
che  vogliono  spianare,  e  con  un  islcomen- 
to  di  legno  ec.  pijiano  e  stropiccuno  for- 
le  finchb  tal  costura  si  spiani.  (C) 

*  §.  I.  E  in  sigaific.  neulr.  ••  O.  y. 
a.  3o'5.  3.  Mandandovi  U  suo  Maliscalco 
?c.  con  cenlo  cavalieri  con  li  s|.ianalon, 
per  fare  spianare.  E  12.  9').  4-  J"""  'T*^, 
narc  tra  due  campi,  e  richiedere  il  Be  a 
Ingliilurra  di  batlaglia-  .  <C) 

*  §.  II.  Spianar  la  pasta  ,  vale  JieJl- 
derla  .toltile  mediante  lo  spianatoio.  Sal- 
via. Pros.  Tose.  I.  101.  Ha  bisogno  (la 
pasta  )  di  un  altro  arnese  più  materiale 
per  ispianarla.  che  si  domanda  lo  spiina- 

loi...   (C)  .,  , 

*  §.  III.  .^pianar  pane,  o  il  pane,  vaie 
Fare  il  pane  per  venderlo.  •■  l'arch.  Slor. 
8.  194.  Ordinarono,  sotto  gravissune  pe- 
ne, che  nessuno  fornaio  potesse  spianar 
pane,  se  non  del  grano  .lei  Comune  »  .  (C) 

ì  §.  IV.  Spianare  il  pane  ,  vale  anche 
Ridurre  la  massa  della  pa-ta  in  pani. 
Lai.  panes  conficvre.  Gr.  aOToaOiti»  . 
Cani.  Cara.  2o8.  P.d  spiana  un  pan,  che 
Dio  ve  '1  dica  ancora,  Che  ognun  se  n 
innamora.  ^ 

§.  V,  Spianare  I  «irt"0"'.  '■"'«  "'^ 
loro  la /orma.  Lai.  lalerrs  fngei*.  Gr. 
Ttli.SoTloUlv.  E  perche  Jormali  .<i  di- 
stendono in  terra  ,  per  suiiilil.  di.<.<e  il 
Pulci  nel  Morg.  27.  49.  E  soprallullo  d 
buon  Tuq.in  di  Rana  I  Saracm  ,  come  1 
matu.ni,  spiana. 

fi  VI.  .Ipianare,  Irallandosl  di  «;/»• 
r,ì,  vale  Rovinargli  fino  al  piano  Min 
terra.  Spiantargli.  Lat.  solo  aquart.  <.r. 
zs'cw  ouxl.;tiv.  Ar.  Fur.  30-  9-  .*' 
s|.ianò  tante  case,  e  tante  accos».  Che  dis- 
fa' pili  che   '1  leno  del  paese. 

8  VII.  J';iii,i.ire  in  terra,  persmiltl., 
vale  Far  cadere  alcuno  m  terra.  Celiar- 
lo disteso  a  terra.  Lai.  ,.roWe/vienf.  iGr. 
xxTaSiXicm.  Dav.  Acc.  140.  S  al  bel 
primo  l'  avr.i  spianato  in  terra  ec.  corra 
a   frugarli  poi,  .[Uasi  lorv)  caduto,  U  popo- 


1.1, 


i  g.  Vili  i."ncii<r.f>iw,t  ,«•«'•  fl"*""'  '" 


S  P  1 


po.rr,;,,  Cicch.  Pro,'.  92.  Cbi  ,.rsra  pc'  .i- 
gagnoliM  sf»""  in  '""•  "^  "  '"*""  "' 
verde.  fC;  ,  .     ,„ 

*  8  IX.  Far  spianare  aUuiio  i/i  ter- 
ra .•«/.-  Orrf/n^re  ..rf  n„o  che  si  fctU  rf.- 
";,o  in  terra.  Cu.  (-o//.  I  it.  Jlf  ll5. 
lì  Navarro,  ol.e  avcnao  fallo  sr"""'"  '" 
lem  lecconi  tutta  la  ^ua  gente  a  picae 
ce.  fu  ancor  esso  jirejo  prigione.  Iti 

#  S.  X  .  Spianare, fS"''-"'""-  o"  „ 
••««  Tor  ,ia.  Cnicc.  Stor.  7.  =89.  Mon 
solo  sono  altieri  ed  insolenti  (>  he);  ma 
non  possono  tollerare  di  non  ottenere 
quello  el,e  gli  pare  giusto  (e  B""'"  r-''; 
ciò  che  desiderano)  persuadendosi  d  pò 
tere  spianare  con  una  parola  tutti  gì  "U- 
pedimenti  e  superare  la  natura   delle    co- 

"*  e.   SI.     Spianar  le  coslurt ,  '«'</- 
g,.ralm.  Bastonare.   Il   VocaM.  «««  r. 

COSTURA,  §.  Il-  ro  . 

*  S  SII.  Spianare,  parlandosi  rfi  ar- 
mi  ia/..oco.  .ale  Ki.olgerne  la  hocca 
conin,  la  persona,  e  la  cosa,  che  si   xaol 

co/pire.  (Ci  ., 

«  §.  XUI.  Spianarti  in  signijic.  neu- 
tr.  pass,  parlandosi  di  /ir/i.i'ft  ,  '"«  ^'■ 
darsi  in  piano.  Bart.  Chiacc.  29.  Corion 
giiifleoadel  a  slianarsi  e  distendersi 
nell' ugualissima  superBcie.  E  ^0"'"" 
giù  rovinosamente  e  si  spiamno.  fJV; 

*  g  XIV.  i-pianare,  in  .tignijic.  neulr. 
per  Posar  in  piano  ed  alla  pari  sera 
Checchi  sia,  Esser  posto  in  piano  uguale 
sovra  un  altro  piano.  Vasar.  Amenduc 
fata  seni'  archi  sopra  le  colonne  ,  il  qual 
modo  e  il  vero  e  proprio,  perche  gli  ar- 
ehitravi,  che  son  posti  sopra  1  capitelli 
delle  colonne,  spianino.   (A) 

t   g.  XV.    Spianare,  per  mela/,  vale  di- 
chiarare,    hiterpelrare.    Lat.    ciplanare, 
Ci-pcnere.  Gr.    ÒM'.vfii/,  òr.Jouv-  /Noi'. 
ant.  100.   5.   Sopra  ciò  domando  loro  con- 
siglio ;  ma  nullo  ve    n  el.l.e  ,    che    gliele 
sapesse  spianare   Iti  sogno  )  .  S.  t'io    Cri- 
sosl.  42.  S' io  lo  voglio  spianare  ed  espo- 
nere,  parnii  non  solamente  oscuro,  main- 
credihUe.    lillani.    1.   l5.    Que' versi    rhc 
ne  fé', qui  uon  li  spiano.   Pera,     rim-     1 
20.   T-ovi  qualche  dottor  che  gli.:lo  spiani, 
f  *  g.  XVi.  Spianare,  vale    anche  Ma. 
nifestare  apertamente  ,  Dire  aperto,  Sijua- 
dernare.   Vav.   Scisw.   !i2.  (  lomin.  l-;5.f  ) 
Parendogli  (a   Reginaldo    loto)  aver    tro- 
vato qualche  temperamento  ,  lo    volle    al 
Re  dire,  e  non  potco  formar  parola;  onde 
si  voltò  a  spianargli  il    vero    con    somma 
umiltà.  Jllegr.  -jS.  Sfacciatamente  gli  spia- 
na sul  liei  meno  del  mostaccio  uno  sfor- 
tunato recipe  di  reoharliaro,  d' agarico  ,  o 
scamonea    f  y) 

t  SPIANATA.  Luogo  spianato.  L3I.  locus 

complanatus.  Gr.  ^wfo;  «V'"'-' '•  **  '  ' 
II.  l33.  I.  Que' del  campo  di  Pisa  abbatterò 
verso  la  spianata  una  parte  dello  steccato. 
Stor.  Pisi.  81.  Cominciarono  a  lare  certe 
spianale  di  sopra  a  Porcari  per  poter  passa- 
re .  Tass.  Oer.  18.  5'\.  Nuova  spianala  or 
cominciar  polra,ssi.  Car.  lelt.  I  8..Si^due- 
gnano  spianate,  tagliate,  magaizini.  f  .Ir. 
Far.  18.  39.  Comandò  che  a  porta  San 
Marcello,  Dov'  eia  gran  spianata  di  cam- 
pagna Aspettasse  1'  un  V  altro.   (Fl't 

:?  §.  I.  fili  le  .<pianaie,  direti  dai  Mili- 
tari del  Levar  via  tulli  gf  impedimenti  e 
spianar  la  campagna  per  comodo  delT  e- 
sercito.  Cuicc.  Stor.  18.  3l .  E  nondimeno 
Borbone,  il  quale  faceva  fate  le  spianate 
verso  Bol.'gna,  e  Ficramosea  davano  spc- 
rania  al  luogotenente  che  nonostante  tutte 
le  difficolta  r  esercito  accetterebbe  la  tre- 
gua. (CJ 

*  g.  II.   Spianale  delle  muraglie,  dicesi 

dai  buoni  .Archiletli  del  Far  sì  che  i  mn- 
ralori,  nell' alzar  che /anno  le  mura,  pro- 
cedano con   lai  ordine,  che  'l  muro  venga 


S  P  I 

,t/-^(0  (iiKo  egualmente  a  suolo  a  suolo 
ed  ogni  .<uolo  cordeggi  perfillamente  in 
piano,  ad  effetto  che  il  -'asso  o  lavoro  , 
po.iando  .■Tempre  .<opra  una  .<„pcr^cie  p.a- 

na,  venga  a  fare  il  "•"'T,",f  'Zi'a 
ferendo  anche  ciò  moli,  alla  bellezza  della 
faccia  della  stes.m  muraglia;  e  questi 
,„o/i  0  ordini  di  muro  chiaman  e.'Si  Spia- 
nate delle  muraglie.  Baldin.f  oc.  nis.(A) 
SPIANATO.  Susi.  Spianata.  Lat.  lo- 
cus  romplanalns.  Cv.Y'^fOiou.'J.Uniz^c. 
G  /'  9  70  ^-  Venne  con  sua  gente 
schierala  in  sul  rongiufnimento  dello  spia- 
ndo dell'una  oste,  e  dell'altra.  JC  num. 
4  Fece  assalire  le  gu.iidie  dello  spanato. 
K  cap  3o5.  4.  Condussele  in  capo  d  un 
piano,  che  v'avea  un  fosso  con  piccolo 
spazio  di  spianato. 

SPIANATO.  .'Idd.  da  Spianare.  Lat. 
complanatus.  Gr,  5,u«X<aS£i';.  C.  J'.  II. 
l3o  6.  Era  accampata  1  oste  de  Pisani  e 
de-  Lombardi  in  tre  siti,  i  campi  spianai, 
dall'  uno  campo  all'  altro.  Petr.  cap.  5. 
Ouanti  spi.inali  dietro  e  innanzi  poggi  I 
Alam.  Coli.  2.  54.  Doppio,  eguale,  spia- 
nalo e  dritto  il  dorso.  Ited.  E.<p.  nat.  103 
In  tempo  di  maccheria  ,  ovvero  calma  di 
mare  spianalo  e  sniaccalissimo,  gli  dareb- 
be il  cuore  d'andarsene  passo  passo  da 
Dovre  in6no  a  Cales. 

i  e  7;  figuratam.  Dichiaralo,  Intese. 
Buon.  Fiirl  Inlr.  5.  I.  Mi  son  tutti  spia- 
nati,  e   tutti  aperti. 

SrUNATOIO.  /Iasione  gro.tso  e  ro- 
tondo, con  cui  si  spiana,  e  s"  aflna  la  pa- 
sta.   Salvia.   Pros.   Tose.   I.   27.  V.  conse- 


S  P  I 


l3io 


il  rresiato  libro  delle  sue  leggi,   per- 


Cno   u   l'iegi,""   .1...-.  ^..L        » 

cbè  quelle  colla  vostra  aulorila  nel  suo 
vigore  mantenghiate,  e  ,  secondo  1'  antica 
formola  ,  ve  ne  do  pel  suo  bastone  figu- 
rante .1  comando,  per  l' orrevole  spiana- 
toio, l' investitura,  E  lOO.  Massa  di  pasta 
collo  spianatoio.  E  101.  Ha  bisogno  f  la 
paslaj  di  un  altro  arnese  più  materiale  per 
ispianaila.  che  si  domanda  lo  spianatoio  , 
scettro  che  si  conserva  eterno  ed  incor- 
ruttibile nella  nostra  Accademia,  e  che 
passa  di  mano  in  mano  da  Arcieonsolo  a 
Ar.  iconsolo,  con  quella  formola  solenne  ec. 
di  orrevole  spianatoio. 

*  g.  Spianatoio.  Term.  degli  /Irclii- 
lelli,  ec.  Strumento  d'un  quadro  di  le- 
'no,  e  due  stanshe  ferme  per  lungo,  che 
formano  quattro  prese  o  maniche,  che  ser- 
vono a  muoverlo;  e  al  quadro  di  legno  e 
a'-innto  un  lasliere  di  legno  spianato, 
l'arco  tre  quarti  di  braccio  e  grosso  due 
soldi,  e  serve  per  ispianare  ogni  sorta  di 
pietra  dura  e  tenera,  per  poterla  tirare  a 
pulimeato  ,  e  s- adopera  con  i. smeriglio  . 
Fannosene  de"  più  stretti  con  un  sol  ma- 
nico  per    pietre     piccole.    Baldin.      ì  oc. 

Bis.  Ili)  ,    ,  _, 

f  SPIANATORE.  I  erbai,  masc.  the,  o 
Chi  .spinna.  Lat.  complanalor.  Gr.  Oyz- 
)i'£iuv.  G.  r.  9.  3o5,  2.  Mandandovi  il 
suo  Maliscaleo,  e  mcsser  l'rlind.acca  tede- 
sco forse  con  cento  cavalieri  con  li  spi.-i- 
natori.  Peror.  g.  9.  nov.  2.  Essendo  ordi- 
nale e  fatte  le  schiere  dall  una  parte  e 
daU  altra,  e  venuti  innanzi  gli  spianatori 
tagliando    sepali    e    arbori,    e    riempiendo 

fosse.  ^  ,  -     1 

+  §.   Spianator  di  pane,  per  Colui   che 
fa  il  pane  per  venderlo.  Fornaio,  ilalm.  i  . 
5l.    Sperante    resta    alla     Regina    intorno 
Snianalor  di  pan  tondo  rifonnato. 
,       :■:   SPIANATURA.  Spianamento,    Spia- 
nata, lialdin.    loc.   Pis.   Di  questa    (pie- 
Ira  )  ancora  si  vagliono  i  pillon.  facendo- 
la battere  con  ferro  finche  abbia  una  ceri» 
spianatura  mbida  ,  sopra  la  quale  data    la 
mestica,  fanno  pillure  a  olio,   fC) 
SPlANAZiONE.  .'••piniiamenlo. 
+  §.  E  fignralam.per   Interpretazione, 
Dichiarazione.    Lat.  explanatio.interprela. 


Ho.  Gr.  i/,iwti.  ie^r."-'"  ■  f'"-  ^^'■ 
Pad.  La  perversa  spianazione  delle  scrit- 
ture, adattala  a  purissimo  oro.  non  ingan- 
ni   per  preziosità  di  metallo. 

SPIANO  Spianala,  Spianamento.  Tac. 
Vav.  Ann.  12.  ir.8.  Fu  dato  1' andare  .al- 
l'acqua, e  scoperto  1'  errore  dello  spiano 
non  livellalo  al  fondo. 

§.  I .  Spiano,  .si  dice  in  Firenze  il  gra- 
no che  si  dà  a' fornai  dal  Magistrato 
dell'  abbondanza  a  un  determinnlo  prezzo, 
per  ispinnare  il  pane  a  un  determinato  peso. 
5.  II.  Far  lo  spiano,  fìguralam,  per 
Con.siimare,  Pifinire.  Lat,  abligurire.  Gr. 
««z«)i)(vEu!iv."  Malm.  6.  47-  Talché  s' 
a  casa  altrui  suol  far  lo  spiano  ec.  ,  Fre- 
me che  li  non  può  staccarne  brano. 

#  §,  III.  Spiano  de" fornai,  e  detta  di  co- 
loro che  fanno  il  pone  per  vendere,  i  quali 
essendo  sottoposti  al  Magistrato  dell'ab- 
bondanza ,  .sono  obbligali  a  consumare  per 
ciascun  forno  di  pane  da  vendersi  tanto  gra- 
no, di  quello  già  provvisto  dal  Magislralo, 
quanto  da  esso  si  determina  ,  che  alle  volle 
suoles.ser  tulio,  ed  alle  volte  la  mela;  e 
quando  è  lutto,  .si  dice:  L'  abbondanza  dà 
tulio  spiano;  ed  essendo  la  metà,  si  dice.-  Da 
mezzo  spiano.  Bisc.  Malm.  (A) 

•f  1;.  SPIANTAMENTO.  Eversione, 
Atterramento,  Buina.  Segner.  Crisi,  in- 
str  I.  16,  17-  Appresso  non  vedrà  e- 
siio  buono  della  sua  roba  ,  ma  spianta- 
mento.  (A)  . 

SPIANTARE.  Boviiiar  dalla  pianta. 
Lat  evertere,  evellere,  eradicare,  excin- 
dere.  Gr.  O.puCoZ-j.  Tac.  Dav.  Ann.  l5. 
211  Loro  fortezze  spianta.  E  itor.  ó. 
3lO  L'  esercito  ,  oltre  alla  naturale  ago- 
nia della  preda,  la  voleva  spiantare  per  gli 
odii  antichi.*  l-ros.  Fior.  4.  107.  Quando 
Alessandro  il  grande  volle  già  spiantar  la 
città  di  Tebe,  comando  ec.  (TCj 

8.  I.   Per  Isbarbar  dalle  piante.  Bern. 
Ori.  2.  9.  5.  L'erbe  e  gli  arbori  spianta, 

non  pur  scorza.  ,      •  ,, 

*g    11.  E  per  similit.  dicesi  anche  dello 

Svellere  qualunque  co.sa  fìtta  a  somiglian- 


^iveiiere  quniunii<'^  .......  ^  .- 

M  di  pianta  .  Ilari.  As.  pari  I.  Ilh.  S. 
„„„  4q  Essendovi  iu  1  iva  del  fiume  fitta 
inferra,  non  so  a  quale  uso,  una  gran 
trave  ec  e^li,  senza  nullo  sforzo  d  ope- 
rarvi intorno  ,  la  spianto  come  fosse  un 
piccolo  sterpo,   iPl 

§  \n.  Per  metaf.  Distruggere,  An- 
nientare ,  Mandare  in  perdizione.  Tac. 
Dav.  Ann.  2.  44.  Begno  d'esser  con  p.u 
rabbia  spiantato  ,  che  Varo  non  fu  ucciso 
(  il  lesto  lat.  ha  eilurbanduni  ).  E  Ann. 
l3,  181.  Egli  condusse  le  legioni  nel  pae- 
se de'  Tenteri.  minacciando  spiantarlo,  se 
pigliavano  le  brighe  d'  allri  .  E  16.  233. 
Volle  Nerone  anche  spiantare  la  slessa 
virtù.  *  Segner.  Fred.  37.  7.  Io  gli  vo- 
glio isli  Ebrei)  tutti  distruggere ,  gli  vo- 
glio spiantare,  gli  voglio  sterminare.  (iS) 

*  g.  IV.  In  signifc.  nenlr.  pass,  vale 
Andare  in  rovina,  e  propriamente  Venir 
nell-  ultima  povertà  .  Il  Vocalmlario  alla 
voce  SPROFONDARE,  g.  L  (^> 
SPIANTAI  O.  Add.  da  Spiantare. 
g.  Per  indotto  in  miseria ,  Che  ha  con- 
sumalo il  suo  avere. 

*  SPIA^TAZ10^E.  Buina,  Perdizio- 
ne ,  Sommo  pregiudizio  .  Lat.  pernicies  , 
cvilinm  .  fros.  Fior.  P.  4,  voi-  2.  pag. 
224.  Se  gli  gettò  in  ginocchioni  a  piedi, 
pagandolo  e  supplicandolo  a  non  lo  vo- 
ere  stracciare  f  iV  libro  )  ,  come  già  mi- 
nacciava di  fare,  perchè  «arebbe  stato  causa 
della  sua  intera  spianlazione  "on  avendo 
lanto  in  tutta  la  sua  casa  da  P-»"'»  "" 
comprare,  e  rendere  a  di  chi  era.   ittS) 

*  .SPUNTE.  Che  spia.  Salvia.  Cas. 
2,.  1  Sileni  con  queste  e  lo  spiante  Uc- 
eisor  d  Argo,  mise  bians.  in  amore  Nel  cu- 
po delle  amabili  spelonche.  (IS) 


l320 


S  P  I 


#  SPIANTO.  DUesi  Dare  lo  spianto, 
€  vaie  Finire  f  Consumare.  Cari.  Svin. 
E  a<i  uu  hoccal  <li  VÌI)  datu  lu  spianto  , 
Suona,  disse  Ciapia,  zillì  signore.  (^) 

•^  SPIAHb.  j4niiar  cercando  diligente' 
mente  alcuna  cosa,  o  Andare  investigati' 
do  I  segreti  altrui  .  Lat.  explorare  .  Gr. 
xaras/oTiìv .  Jìocc.  nov.  d5.  7.  Cauta- 
mcDtc  da  una  sua  fante  ,  a  cui  di  lei  io- 
cresceva  ,  ne  fere  spiare  .  K  nov.  85.  J. 
Sozio  ,  io  ti  spiero  chi  ella  è.  Sov.  ant. 
XOO.  9.  Per  lo  molto  andare  e  venire  sì 
se  ne  avvide  ,  e  spio  tutta  la  verità  dell' 
opera  .  Petr.  canz.  34-  6  Tu  sai  in  me 
il  tutto,  Amor;  s'ella  oc  spia,  iJinne  quel 
che  dir  dei.  /;  cap.  2-  Da  poi  clie  sì  I)une 
Hai  spiato  aml>uiluu  gli  affetti  miei.  Pant. 
Purg.  26.  Cosi  per  eulro  loro  schiera 
liruna  S*  ammusa  1'  una  coli*  altra  formi- 
ca ,  Forse  a  spiar  lor  via  e  lor  fortuna  . 
Frane.  Sacch.  rim.  60.  Che  se  '1  ver  il 
»pia,  £*  potrà  1>en  cercare  i  pianie'mon- 
li.  Prima  che  truovi  dove  si  racconti.  V'ir. 
As.  108.  £d  io  in  quel  mentre  ce.  reste- 
rei  t  finche  ritornassero  ,  sulla  porla  della 
casa,  per  ispiarc  se  alcuno  movimento  na- 
scesse, f'arc/i.  Ercol.  72.  11  verbo  gene- 
rale è  spiare,  verbo  non  meno  infame  che 
origliare,  sebbene  si  piglia  alcuna  volta  in 
buona  parte,  àuxe/ar  la  spia  si  piglia  sem- 
pre in  cattiva. 

*  SFIATATO.  T'.  SPIETATO.  (') 

f  SPIATOliE.  ì'crhal.  masc.  Clic ,  O 
Chi  spia.  Lat.  explorator  .  Gr.  5/0:105. 
Liv.  Dee.  3.  Primieramente  tenne  ma- 
niera di  spiatore,  l'it.  Crisi.  Guardali  d' 
essere  di  strana  conversazione,  o  d'essere 
curioso  e  spiatore  .  lied.  Ins.  i.  Sono  i 
sensi  tante  vedette  e  spiatori,  che  mirano 
a   scoprire  la   natura   delle  cose. 

SPIATRICE  .  Fcrhal.femm,  di  Spia- 
tore. Lai.  exploratrix.  Gr.  r,  x.Cf.roLixOTt r!- 
•sa^a.  Buon.  Fier.  2.  4-  i5.  La  spiatrice 
del  notturno  caso  Non  si  può  contener. 

SPIATTELLAHE.  Pire  la  co.m  spiat- 
tcllalamente  ,  com'  ella  sta  j  Dichiarare 
apertamentej  modo  basso.  Lat.  Ithere  lo- 
fjui,  aperto  edisscrcre.  Gr.  Tracafi^ta^Eiv. 
Varch.  Frcol.  58.  Di  coloro  i  quali  ec. 
confessano  il  cacio,  cioè  dicono  lutto  quanto 
quello  che  hanno  detto  e  fallo  a  chi  uè 
gli  (hmanda  ec. ,  s'usano  questi  verbi: 
svcrtarc  ,  sborrare  ,  schiodare  ,  sgorj^are  , 
spiattellare,  ec.  Alleg.  107.  Come  sarebbe 
a  dire,  per  ispiallellarvela,  noi  corriam  la 
medesima  via  delle  disgrazie,  ò'alv.  Spin. 
^.  2.  Non  inlendcit!  voi  ora  il  resto  per 
voi  medesimo,  senza  eh*  io  ve  lo  spiattelli 
allrimenli?  Cari.  Fior.  j52.  Vuol  chela 
intendiate  del  lutto  ec. ,  e  pero  torna  a 
ipialtellarvela  lu  quarta  volta.  *-{-  A'  Sold.  sat. 
3.  Quest'  è  ben  ver  ,  che  la  Satira  anch' 
ella  ,  ^uova  aruspice  n>sa  alla  frallaglia  , 
La  verità   na.srnsa  ci  spiattella.  (A) 

SPIATTF.LLATAME.\TE.  Awcrh.  A- 
pertamentc.  Lai.  aperte,  Ithere.  Gr.SKow;. 
Ji  si  aggingiic  a'  i-erhi  Pire  ,  /'orlare,  e  si- 
mili, nello  stesso  signific.  di  Spiattellare. 
Modo  l'asso.  Lai.  lihere  loqui.  Gr.  7tv.6ór^- 
5(«5etv.  *  liellin.  l.ett.  in  Menzini  Op. 
voi.  3.  pag.  3l4-  Dico  in  primo  luogo  , 
che  siccome  io  stimo  necessarissimo  al  ben 
comporre  in  quaUisia  genere  ec.  il  non 
parlare  così  spiatlellataraenle,  che  il  tulio 
si  dica  ec.  (lì) 

SPIATTELLATISSIMO  .  Superi,  di 
Spiattellato.  Lat.  apertissimus.  Gr.  avS'- 
JtTOTaTO?.  Alleg.  1.  Quasiché  questo  sia  1* 
abbreviato  contrassegno  della  mLi  spultclla- 
tìssima   dapptK-aggine. 

SPIATTELLATO  .  Add.  da  Spiattel- 
lare . 

S-  Alla  spiatte/lata,  posto  avsei-lualni., 
tn  modo  hasso,  i-ale  lo  stesso  che  Spiat- 
tellatamente.  Lai.  lihere,  ditertis  verbis , 
aperte,  elare.  Gr.  90to(ù{. 


S  P  I 

•f  *  SPICA.  Lo  stesso  che  Spipa.  Chtabr. 
rim.  voi.  I.  pag.  l\\0  (  tieremia  l'j^l  ) 
Tolgono  ornai  da' cari  balli  U  piede  Mcsle 
le  ^infe,  di  fioieltì  amiche,  E  cospersa  di 
duol  Cerere  vede  Guaito  l'onor  delle  bra- 
male spicbe.  (A.  Srgner.  Seni.  Oraz.  32. 
Di  sabato  andavano  svellendo  le  spicbe  per 
ristorarsi.  (TC/ 

SPICACELTICA.  Spezie  di  pianta  de/ 
genere  delle  y alenane.  Lat.  spica  ceitica, 
nardus  celtica  .  Cr.  4-  4®*  ^'  "^"B'*  '^"'"" 
damomo  ,  gbia^giuolo  ec.  ,  spicacellica  , 
ogni  cosa  per  u^ual  parte  pesta,  e  nel  vi- 
no metti. 

SPICANARDI.  Spiganardi ,  Lat.  nar- 
dus Indica.  Cr.  !^.  ^o.  6-  Altri  in  verità 
cosi  i  vini  condiscono  :  togli  cardamomo  , 
gbiaggiuolo,  illirica , cassia,  spicanardi  ec, 
ogni  cosa  per  ugual  parte  pesta ,  e  nel 
vino  metti. 

SPIGARE.  /'.  A.  T'ed.  SPIGARE. 
*|*  SPICCAMtWTO.  Staccamento,  Di- 
staccamento. Magai,  part.  I.  leti.  22.  So 
ce.  ebe  il  Bcrnino  avrebbe  ricavato  in  mar- 
mo ec.  meglio  assai  che  la  natura  non  ri- 
copicrà  mai  nel  fortuito  spicraniento  di  un 
masso  lu  Dafne  ee.  (Aj  Imperf.  Tim.  D. 
8-  T.  7.  247'  Laonde  vien  definito  che  il 
vero  amore  altro  non  sia  che  un  certo 
spiccamento  di  volo  alla  divina  bellezza  , 
nato  io  noi  dall'  aspetto  della  beltà  cor- 
porea.   (/') 

^  §■  /'-  fìgnratam.  Ces.  Vit.  Com. 
i53.  Si  vedea  in  ogni  suo  atto  una  virtù 
consumata,  uno  spiccamento  compiuto  da 
ogni  cosa   ed   affetto  terreno.    {C) 

t*SPICLANTE.  Che  spicca,  Cfie  fa 
spicco.  Salvia.  Opp.  Cacc.  Ancor  la  razza 
de'  veloci  cervi,  Nutre  cerva  cornuta  , 
grande  d'  occhi ,  Spiccante,  e  nel  dosso 
dipinta  ,  ee.  (A) 

SPiCCAKE  .  Contrario  (T  Appiccare  . 
Levar  la  cosa  del  luogo  ov'  eli'  e  appic- 
cata j  che  diciamo  anche  Staccare .  Lat. 
rejigerc .  Gr.  a~oxa3*])oJV  .  G.  /'.  12. 
8.  l3.  Il  fece  impiccate,  e  colla  catena, 
acciocché  non  si  potesse  ispiccare.  Frane, 
Sacch.  Op.  div.  Sy.  Quasi  ogni  di  con- 
viene ,  per  lo  piccolo  luogo  ,  che  si  spic- 
chi della  cera  per  dar  luogo  all'  altra.  /'>. 
Ciord.  /^red.  S.  3l.  Ollremonte  nella 
Francia  non  si  usa  mai  spiccare  nullo  im- 
piccato,  ma  tanto  vi  sta,  quanto  può  at- 
tenervisi . 

g.  I.  /Vr  Disgiugnere  ,  Tor  via.  Se- 
parare. Lat.  evellere,  separare.  Gr.  x^pi'- 
^5(v.  /foce.  nov.  35.  9.  Con  un  e  oli  elio , 
il  meglio  che  potè,  gli  spicco  dallo  'nibu- 
sto  la  testa-  K  nov.  62.  6.  Non  fo  il  dì 
e  la  notte  altro  che  filare  ,  tanto  che  la 
calne  mi  s'  è  spiccata  dall'  unghia.  Sagg. 
nat.  esp.  84.  Perchè  il  gran  peso  dell'ar- 
gento, che  dee  reggere,  non  tacesse  spic- 
car r  orlo  dove  la  legatura  s*  attiene. 

g.  11.  Spiccar  salti,  vale  Far  salti. 
Lai.  exsilire  ,  in  saltum  assurgere  .  Gr. 
t/Trr,e«v  .  Serd.  Star.  i.  it).  Imparano 
ee.  a  spiccare  ,  tanto  all'  indietro  quanto 
all' innanzi  ,  salti  lungbissmii.  Sagi;.  nat. 
esp,  114.  Due  grilli  ec.  all'entrar  dell'aria 
spiccaron   salti. 

§.  ili.  Spiccarsi  da  un  luogo,  o  da 
una  persona  ,  in  sentim.  neulr.  pass.  , 
vale  Lasciarlo  ,  Partirsene  .  Lai.  ave/li  , 
discedere.  Gr.  ocnoiTTonàai.  «rtoxwpìiv. 
Pant.  /nf.  3o.  Non  li  sia  fatua  A  dir  chi 
è  ,  pria  che  di  qui  sì  spicchi.  Amhr.  Furt. 
4.  i4-  lu  ^^^  vo' parlare  a  LoUieri ,  se 
quel  eh'  è  seco  non  si  spicca  da  lui.  Fir. 
Lue.  3.  ].  Se  IO  faceva  il  debito  mio  di 
non  niì  spiccare  da  luì ,  come  io  gli  prò- 
misi,  questo  non   mi  interveniva. 

f  ^'.  IV.  /'.'  fi^urntam.  Dani.  Purg. 
21.  Che  rìso  e  pianto  son  tanto  «eguari 
Alla  passioo ,  da  che  ciascun  si  spicca , 
Che    mcD    se^uoD    voler    oc'  più  vcrad . 


S  P  I 

#  Cava/c.  Specch.  Cr.  172.  Questa  pena 
di  sudore  sostenne,  perchè  si  spiccasse  da 
noi  la  febbre  del  peccato.  Ciov.  Celi.  ì'it, 
Atf.  j>0.  Era  per  molte  ragioni  tanto  spie- 
eatusì  da'  Frantesi,  che  e'  licenzio,  e  raan- 
dunne  le  genti  del  He.  ^Cy  Ftr.  As.  25^. 
I  baci  se  le  spiccavano  d'  in  su!  cuore  . 
Borgft.  Mon.  23i.  Lungo  e  continuo  uso, 
e  per  ciò  da  non  se  ne  potere  agevolmente 
spiccare.  y;V  -^"''^n-  Stor.  hb.  5.  Iacopo 
ec.  benché  cognato  di  Papa  Leone,  e  qua- 
si di  Papa  Clemente  ec.  non  ispiccò  mai 
r  animo  dal  viver  civile.  (Fp) 

^  g.  V.  Spiccare  uno  da  iin'amiciiia, 
vale  Fargliela  lasciare,  /ìistorne/o.  Giov. 
Geli,  l'it.  Alf.  Q^.  Aveva  olire  a  questo 
spiccato  in  gran  parte  dall'  amicizia  di 
Francia  il  Re  Ferdinando.  (C) 

"t"  *  §•  VI.  Spiccar  uno,  parlandosi  di 
rei,  figttratam.  ,  vale  Salvarlo  dalle  /or- 
che ,  Far  che  non  sia  impiccato .  Meni. 
Sat.  2.  Il  buon  Mercurio  a  disputar  si  fic- 
ca In  criminale,  e  colla  dea  Moneta  A  suo 
talento  i  rei  difende  e  spicca.  (V) 

^  §.  VII.  Spiccare,  ta/ora  vale  JigU' 
ratam.  Avere,  Hitrarre,  o  simile.  Cecch. 
Stiav.  2.  2.  lo  ho  un  amiro  mìo  grande, 
che  1  ha  veduta,  e  vuoila,  e  ha  rimesso 
in  me  il  mercato  :  la  prima  cosa  noi  ne 
spiccheremo  cento  scudi  di  guadagno  a 
bocca  baciata.   1  )') 

*  §.  Vili.  Spiccare,  per  Trar  profitto. 
Guadagnare .  Allegr.  58.  Al  più  da  me 
sarete  sberrettati ,  Ch*  io  non  fò  corte , 
donde  non  ne  spicchi.  Salv.  Spin.  2.  3. 
Secondo  me  voi  ne  dovete  cavare  altro 
che  giuggiole.  Dite  il  vero ,  che  ne  spic- 
cale di  questa  pratica?  (Cj 

g.  IX.  Spiccar  le  parole,  vale  Pronun^ 
ziarle  distintamente.  Lat.  articulate  loqui. 
Gr.  iédp^pui  Xxìftv. 

S-  X.  Spiccare,  si  dice  del/e  pesche, 
susine,  e  altre  frutte ,  che  si  dividono 
agevolmente  con  mano  .  Cant.  Cam.  62. 
Ogni  pesca  non  si  spicca.  Quali  acerbe  e 
qual  mature. 

§.  XI.  Spiccare,  dictsi  anche  del  Com- 
patire tra  l'altre  cose.  Far  vista j  e  si 
prende  talora  in  cattiva  parte.  Lat.  enti- 
nerv.  Gr.  e'^s'^stv.  ì'it.  Piti.  2^.  Essen- 
do il  pallio  di  lana  bianca,  che  opera  ec. 
poteva  in  essa  spiccare?  Salvia.  Disc.  i. 
83.  Ad  altro  non  seiTono,  che  ec.  a  fare 
spiccare  su|>erbameulc  la  sua  ignoranza . 
^  E  Senof.  1.  II.  Laonde  così  andava  la 
bisogna  ,  che  dove  Abrocome  compariva 
uè  statua  spiccava  né  immagine  si  com- 
mendava. (C) 

tr  g.  XII.  Spiccare,  talora  vale  Risal- 
tar infuori.  Benv.  Ce/I.  Oref.  l5o.  Qual 
maggior  lode  si  può  dare  a  una  bella  pit- 
tura ,  se  non  dir  che  ella  spìcchi  in  tal 
modo,  eh' ella  j)aia  dì  rilievo?  (J'j  Bei- 
lin.  Disc.  X.  301.  lo  sto  ricamando  quel- 
la mia  tela  di  porpora  con  far  passar  tra 
filo  ,  e  filo  di  lei  i  candidi  filetti  di  nervi 
che  su  quel  brillante  porjHtrino  spiccaou- 
|tur  bene  1   (Cì 

^  g.  XI ti.  Spiccarsi ,  parlandosi  di 
fabbriche,  vale  Sorgere,  /nnaUarsi.  Cor. 
En.  6.  825.  Qumdi  si  spicca  una  gran 
torre  in  alto.  (C) 

*  §.  XIV.  Spiccare  una  canzone,  va/e 
Cantarla  .  Morg.  18.  l63.  Margullc  un 
canzoncin  netto  a  spiccare  Comincia;  e  poi 
del  caniin  domandava.   f.V^ 

«  SPICCATAMENTE  .  Awerh.  Con 
ispicco  .  Lai.  praclare  ,  prastanter  .  Gr. 
nsft^ocvwf,  t^o^w>.  Salvi».  Pros.  Tose, 
I.  4l>-  Or  <|ueilv  <UversÌtì  re.  si  mostra- 
no neir  indole  varia  delle  lor  lìngue  spic- 
catamente .    (") 

SPICCATI».  Add.  da  Spiccare,  Ut  tutti 
i  suoi  signific.  Lat.  avulsus,  rrfi.rus.  Gr. 
artesTTadci't,  a~o)ia&niw3c*V  Bocc.  nov. 
53.  4-  Spiccata  r  una  delle  cokc  alla  gnk. 


S  P 


S  V 


S  V 


l32I 


gliele  diede.  E  nov.  76.  5.  Eotraroa  den- 
tro ,  ed  impiccalo  il  porcu  ,  via  a  casa  del 
prete  ne  'l  porluvono.  Circ.  Geli.  3.  80. 
Che  spiccatisi  dal  mondo  ,  sì  stanno  in 
quelle  loro  coagregiizioiii  a  servire  uUi 
Dei .  Fir.  As.  208.  S^mnato  mi  salto , 
subito  mi  vi  laiAiai  denti o  ,  e  mollo  Iten 
mi  vi  rivoltai.  Hcd.  Coiis.  1.  232.  Tosto 
che  mi  &enlì  dire  qucstià  possente  parola, 
vcsciciàtorii ,  srulfttó  t'uora  del  letto  con 
capriole  eosì  snelle  e  spiccale ,  che  ec. 
#  Bdlin.  Disc.  1.  236.  Filo  grosso  non 
più  di  ([UaUisia  CI  di  rete  ce.  Unto  d'  un 
rosso  porporino  ec.  tosi  spiccato  e  bril- 
lante che  e' par  di  porpora  vera.  (C) 

#  §.  Parole  spicCiUe,  io/t  parole  di' 
stinte^  Oùaramente  pronunziate.  C'es.  ì  ìt. 
Coni.  5o.  Di  repente  si  sentì  al  cuore 
una  voce  in  queste  spiccate  parole:  Entra 
pure  ce.   (Cj 

f  *  SPICCATOIO.  Diccsi  delle  pesdn-, 
deàe  susine,  e  altre  frutte  che  si  dividono 
agevolmente  con  mano  j  contrario  di  Du- 
racina. Serd.  Prov.  Le  non  sono  spicea- 
toic.  (JJ 

#  SPICCAZIONE.  Lo  Spiccare.  P/ut. 
Adr.  Op.  mot.  4-  78.  Epicuro  (nominò 
il  seme  )  una  spiccazionc  d'  anima  e  di 
corpo.    (Cj 

SPICCHIETTINO.  Dim.  di  Spicchietto, 
I.al.  particula  .  Gr.  p-ipi'i  ■  Tratt.  se^r. 
COS.  donn.  Ingollano  intero  uno  spicchiet- 
tino  d'aglio  de*  più  luiuuli. 

SPICCUIETTO  .  Dtm.  di  Spicchio. 
Lib.  cur.  malati.  V'  iulioducono  uno  spic- 
chictto  di  aglio. 

SPICCHIO.  Cita  delle  particelle  della 
cifhtlla,  dell'  aglio,  e  simili,  che  compon- 
gono il  bulbo.  Lat.  nucleus.  Gr.  ttuj^vì'v. 
Cr.  6.  123.  1.  Se  gli  spicchi  degli  agli 
si  mettono  nella  cipolla  pertugiata  ,  e  si 
piantano  sopra  la  terra,  diveuteraono  sca- 
logni. Pallad.  Febbr.  21.  I  gigli  già  po- 
sti governeremo  con  grande  diligenzia , 
levando  loro  gli  spìcchi  piccolelti  che  na- 
scono lor  d'iutorno,  e  ripogoendogli  iu 
altri  ordini  nuovi  del  giglieto.  Cecch.  /> 
salt.  Cr.  3.  2-  Tanto  se  ne  sa  A  man- 
giarne uno  spicchio,  quanto  un  capo. 

§.  I.  Spiccfiio,  per  Una  delle  parti  nel- 
le quali  si  tagliano  per  lo  lungo  le  pere^ 
e  simili.  Bern.  rtm.  1.  28.  Quando  gli 
date  uno  spìcchio  dì  pera  A  tavola  così 
per  cortesia.  Ditegli  da  mìa  parte  Imona 
sera.  Selline,  son.  249.  Per  due  spicchi 
di  mela  e  un  di  petto. 

§.  II.  Spicchio  di  petto,  diciamo  al 
Mezzo  del  petto  degli  animali-  L'urch.  2. 
3.  Togli  una  libbra  e  mezzo  di  castrone 
Dallo  spicchio  del  petto  e  dall'arnione. 
Belline,  son.  2Ac).  Per  due  spicchi  di  me- 
la, e  un  di  petto. 

+  §.  Ili-  Spicchio  di  melarancia,  e  si- 
mili, il  diciamo  a  siniililudine  del  bulbo 
alle  diverse  parti  in  cui  dividonsi  tali 
frutte  sbucciate .  Lasc.  Streg.  4-  2.  Una 
susina  e  uno  spicchio  di  melarancia  da  spruz- 
tarsi  la  bocca. 

■fS  §.  IV.  Spicchio f  /igurat.  per  Piccola 
parte.  Tac.  Dav.Jnn.  *l3.  166.  Dell"  Impe- 
rio datogli  intero  renderle  questo  spìcchio,  fi 
òtor.  4.  340.  Ecco  che  io  con  una  sola 
coorte,  e  li  Caninefali  e'  Baiavi,  uno  spic- 
rhio  dì  Gallia,  abbiamo  que'  voti  spazii  d' 
alloggiamenti  abbattuti. 

*  §-  V.  A  spicchi,  posto  avverbialm. 
*-ale  A  similitudine  di  spicchi .  »  Sagg. 
nat.  esp.  96.  Abbiamo  serrata  con  essi 
una  piccola  palla  di  cristallo  massiccio  , 
formata  a  spicchi».   (Cj 

*  §.  VI.  Andar  per  i  spiceli  io,  vale  An- 
dar per  parte,  per  fianco.  Ciriff'.  Cah.  !\. 
2l3.  Scodo  la  ruga  pure  un  poco  stretta. 
Per  la  mina  si  le  tal  monzìccbio  ,  Che 
nessun  della  gente  maladetta  Non  può 
passar  se  non   va  per  ispìcchio.   (C) 

Vocabolario   T    Ìl 


§.  VII.  Veder  per  i spicchio,  vale  Vede- 
re non  a  dirittura.  Vedere  per  piccolo 
luogo.  Lat.  per  transennam  aspiccrv,  Cic. 
Morg.  18.  113.  Vedde  venir  di  lungi  per 
ispìcchio  Un  uom  che  in  volto  parca  lutto 
fosco.  Buon.  Vier.  4-  2.  7.  Veduto  pur 
da  più  d'  un  per  ispìcchio. 

SI'ICCHIIITO.  Add.  l'ormato  a  spic- 
chi, the  Ila  .\f'ii'ihi.  Lat.  fòllicttlis  con- 
stans.  Amet.  47-  Mostrava  le  cipolle  co- 
perte di  molte  veste,  e  i  capituti  porri,  e 
gli  spicchiuti  agli. 

SPICCIARE.  Sgorgare,  Scaturire,  U- 
scir  con  forza  i  proprio  de'  liquori.  Lai. 
scaiere ,  scaturire.  Gr.  ^iu'^àtv.  Dant. 
inf  \\.  Tacendo  divenimmo  là  've  spìc- 
cia Fuor  della  selva  un  picciol  6umÌceUo. 
V-  Purg.  C).  Comt;  sangue  che  fuor  dì 
vena  spiccia.  ì  it.  S.  Aiit.  Tra  li  sassi 
spicciava  una  piccola  fontanella  fresca,  e 
sempre  chiava.  Ar.  Fur.  19.  16.  Giacque 
gran  tempo  il  giovine  Medoro  Spicciando 
il  sangue  da  si  larga  vena.  Sagg.  nat. 
esp.  02-  Si  vedià  subito  spicciar  1'  argen- 
to fuori  di  essa  non  a  gocciole  ,  ma  con 
zarnpdlo   conliniiato. 

§.  I.  Per  mctaj.  Lai.  e.rilirCy  siibsili- 
re.  Gr.  j3).j^£(v.  Dant.  Inf.  22.  Io  vidi, 
e  anche  il  cuor  mi  s'  accaprìccia.  Uno  a- 
spcttai"  cosi,  come  egli  incontra  Ch'  una 
rana  rimane,  e  l'altra  spiccia.  Dut.  ivi  : 
E  l'altra  spiccia,  cioè  salta   sotto  1' acqua. 

§.  li.  Per  Incominciare  a  sjìlaccicare  j 
ed  è  proprio  del  panno,  che,  'n  sul  taglio 
sfilaccica  j  onde  perche  non  ispicci  e  non 
isflaccichi,  .1^  incera.  Lai.  flis  dìffluere . 
Gr.  ìli  Ta  vyj'/iara  ccvaXu'eff^ai. 

§.  III.  In  signifc.  attivo  fguratam. 
per  Mandar  fuori.  Articolare.  Lai.  prO' 
ferve.  Gr.  npo-ftz'pgiv.  Tac.  Dav.  Post, 
433.  12.  L'esercito  dì  Severo  ìn  Arabia 
non  poteva  nella  bocca  riarsa  spicciare  al- 
tra parola,  che  acqua  acqua. 

*  g.  IV.  Ver  Istaccare.  Benv.  C^ll. 
7  it.  2.  101.  Vo  per  la  stanza,  e'  cigli  e 
'1  capo  arriccio,;  Poi  mi  drizzo  ad  un  ta- 
glio della  porta,  E  condenti  un  pezzuol 
di  legno  spiccio.  (  Cj 

§.  V.  Spicciare,  per  Ispcdire,  Spaccia- 
re, nel  signijic.  del  §.  I.,  e  si  usa  in  si- 
gnificato  att.  e  neutr.  pass.  Lat.  expedi- 
re,  Gr.  oÌlto\-J li.-* .  Frane.  Sacch.  nov.  33. 
Il  Vescovi»  è  là  ;  va,  spicciali.  ^  Fortig. 
Bice.  8.  i3.  Ma  perchè  Carlo  è  un  uomo 
che  si  spiccia,  Won  vuole  esordio,  e  su- 
bilo coniiucia    (I\'J 

SPICCIATO.  /*.  A.  Susi.  Sorta  di  ri- 
paro. Steccato.  Stor.  Pisi.  d-g.  Comìn- 
ciaro  a  fare  spicciali  sopra  le  mura  abbat- 
tute. 

SPICCIOLARE.  Propriamente  Staccar 
dal  picciuolo.  Lat.  pediCulum  spoliare,  a 
pcdiculo  avellere.  Soder.  Colt.  91.  A  spic- 
ciolar quest'uva  si  piglia  il  grappolo  in 
mano  sopra  la  pevera  posta  al  cocchiume 
della  butte.  F  appresso  :  Tenendole  al 
sole  (  l'  uve  )  per  quattro  di,  spicciolarle, 
ed  empierne  i  due  terzi  della  botte.  E  128. 
Ancora  si  spicciolano,  e  si  mettono  insie- 
me. 

g.  Spicciolare  i  fori,  vale  Spiccar  loro 
le  foglie.  /Juon.  licr.  3.  2.  x5.  Si  spiccio- 
la ogni  fiore. 

SPICCIOLATAMENTE.  Avverb.  Alla 
spicciolata.  Particolarmente.  Lat.  *  sin- 
gillniim.  Gr.  z«&'  s/asrov.  Sen.  Ben. 
Tardi.  7.  6.  Io  posso  dar  a  un  savio 
quello  che  spicciolatamente  è  mio  (  il  te- 
sto ha  viiilim  ).  Salvin.  Pros.  Tose.  l. 
352.  Questo  verso  ec.  non  voglio  negare 
che,  considerato  spicciolatamente  e  di  per 
se,  un  tantino  non  mi  sollucheri,  e  mi 
muova  a  compiacenza. 

•f  -;•  SPKCIOLATISSIMO.  Superlat. 
di  Spicciolato,  in  signifc.  di  /leso,  0  Fat- 
to picciolissimo.  Alleg.  182.  Piessun  por- 


rebbe ce.  una  minima  cura  alle  scom- 
messe parti  della  sua  spicciolatissima  vits* 
Oli.    f^) 

SPICCIOLATO.  Add.  da    Spicciolarej 

Staccato  dal  picciuolo  .  Lat.  a  pedinilo 
avulsu.s-.  Soder.  Colt.  96.  Gli  darai  due 
giumelle  di  uve  sccclie  buone,  spicciolate 
per  botte  di  dicci  barili  1*  una.  E  I05.  A- 
iutandolo  cim  gli  abrostini  spicciolati,  che 
lo  laran  piccare  come  raspalo.  JC  appresso: 
Daraigli  per  suo  letto,  tramutale»  che  tu 
l'hai»  due  o  tre  piene  giumelle  d'uve 
secche    spicciolate. 

3  §.  I.  Fiori  spicciolati,  si  dicono 
Quando  sono  loro  spiccate  le  foglie.  Fir. 
As.  49-  Ecco  la  mìa  Lucia  ce.  ,  tutta  di 
rose  inghirlandata,  fiorita  la  fronte,  e  a- 
vendonc  ripieno  d  seno  di  spiciiolat<-  , 
allegra  se  ne  venne  da  me.  Buon.  Tane. 
5.  7.  E  '1  suo  viso  pulito  par  che  sia  Di 
rose  spicciolate  pieno  un  prato.  Cani. 
Carn.  298.  Feci  chi  fra  le  rose  spiccio- 
lale Le  tiene  a  riidVescare. 

^  §.  II.  E  (iguratam  .  per  Pnvo  , 
Spogliato,  u  Buon.  Fier.  3.  2.  l5.  Io 
nou  ti  posi  nome  Rosa  ,  perchè  tu  an- 
dassi si  sfiorita  E  S[>icciolata  d'  ogni  gen- 
tilezza >•  .   (iVj 

§.  III.  Spicciolato,  per  Istaccato,  Di- 
.iginnto.  Lat.  disiunctus  Gr.  Jt«^  EU- 
X&;i';.  Tac.  Dav.  Stor.  l\.  34^-  Altri 
cassali  per  colpe  ,  or  l'uno  or  l'altro 
spicciolati  i  II  testo  lat.  ha  :  carptim  et 
siuguli),  lardi.  F.rcol.  236.  Noi  inten- 
diamo non  delle  parole  spicciolate  e  scom- 
pagnatcj  ma  delle  congiunte.  Dav-  Colt. 
l53.  Le  poche  vili  insieme  e  spicciolate 
e  sole    non   s'aiutano  V  una    l'altra. 

V  g.  IV.  E  variamente.  Borgh.  O- 
rig.  Fir.  Z&S.  Ma  ne  da  questi  (autori) 
ne  da  alcuni ,  che  ci  sono  spicciolali 
(cioè.,  spezzati  ,  ridotti  in  frammenti  )  si 
cava  cosa  a  questo  proprio  proposito  no- 
stro, che  porli  il  pregio.  E  272.  Manca- 
rono insieme  non  solamente  le  Chiese 
spicciolate  (ridotte  a  poco,  o  niente  j  o 
pure  separate,  che  si  reggevan  da  se  ) 
ma  gU  interi  vescovadi,  e  molli  si  ridus- 
sero al  poco.  E  Tose.  352.  Mi  pare 
necessario,  che  sia  sempre  innanzi  .ngli 
occhi  ,  ne  mai  si  parla  dall'  animo  del 
lettore  che  dì  cose  tanto  antiche,  e  spe- 
zialmente spicciolale,  e  così  minute  son 
molto  rare  ec.  le  notizie.  E  Col.  Lat. 
402.  Tanti  esempiì  di  cittadini  spicciolati. 
E  l^lt^.  I  cittadini  spicciolati,  de' quali  soli 
sì  trovano  esempìi.  E  Arm.  Fam.  78. 
Altre    cose  spicciolate   a  novero.    (V) 

%.  \.  Per  Disunito,  Sparso,  Fuor  d' 
ordine.  Lat.  extra  ordinem  positus.  Gr. 
(Jta^iu^^jsiV  Cron.  Veli.  85.  Olire  a 
ciò,  era  una  borsa  di  spicciolati ,  che 
non  avevano  avuto  il  numero  delle  fa- 
ve. E  appresso  :  Sì  traeva  uno  della 
borsa  de'  detti  spicciolali  io  quello  quar- 
tiere. Tac.  I.av.  I  it.  Agr.  Sgo.  Men- 
tre combattono  spicciolali  ,  sono  vìnti 
tutti. 

§.  VI.  Alla  spicciolata  ,  posto  avver- 
bialmente^  vale  Fuor  d'  ordine.  Alla  sfi- 
lata ,  Separatamente.  Lat.  singulatim , 
seorsim ,  disiunctim.  Gr.  jfwoi'^.  Tac. 
Dav.  ann.  I.  12.  Ritrovali  furo  ì  più  scan- 
dalosi, e  parte  da*  centurioni  e  soldati  di 
guardia  fuor  del  campo  alla  spicciolata 
tagliali   a   pezzi. 

il-  SPICCIOLO.  Add.  Voce  dell'  n.to. 
Aggiunto  di  moneta  ,  vale  Minuto  ,  Spez- 
zalo.   (A) 

t  SPICCO.  Qualità  di  ciò  che  spicca, 
nel  signific.  del  §.  VI.  di  Spiccare.  Lat. 
nitor,  eminentia.  Gr.  i^O^'^U  Salvin.  Disc. 
I.  326.  Il  bianco  allato  al  nero  dà  e 
prende  scambievolmente  un  certo  spicco, 
e  una  non  so  quale  caricatura  leggiadra, 
e  amabile  vivezza. 

166 


X322 


S  P  I 


S  P 


S  P  I 


*  SPICILEGIO.  Term.  didascalico. 
Vott  che  viene  dallo  Spillare  ^  e  che 
figuratamente  sigmjìca  Kaccolta  di  cose 
trascurate  j  ed  e  propriamente  Titolo  e 
Frontispizio  di  varii  libri  di  raccolte. 
Tass.  Lett.  f'oet.  La  quarta  pcrfe«Ìone 
di  un  titolo  è  che  sìa  o  del  tulio,  o  in 
parte  ocrullo,  massime  se  e  poetico,  deUa 
qoal  nianiera  son  questi  :  selve,  dialoghi, 
spicilegi,  varir    lezioni   ec.    (Brj 

3  SPIDOCCHIARE.  Levar  via  i  pi- 
docciti.  Lai.  pediculos  tollere,  a  pedicu- 
lis    expur^are. 

#  §.  £r  neuir.  pass.  -  Belline,  son. 
i\S-  Chi  prima  si  spidorrhia,  Andar  po- 
trà con  (jli  occhi  aperti  in  Icita.  JiJenz. 
sai.  lì.  E  quel  che  si  &pidor<-bia  ,  E  quello 
ancor    che   vota   la   senlina»,   (^) 

•f  SPIEDE,  e  Sl'IEDO-  Arme  in  a- 
sta  fatta  di  un  ferro  acuto  posto  in  cima 
ad  un  bastone,  che  s'  adoperava  propria- 
mente  alla  caccia  per  ferire  i  cinf^hiali, 
ma  che  venne  pure  usata  in  (guerra. 
Lat.  venabulum.  Gr.  TTps^oitov.  O.  7.8- 
55.  7.  Tej-neodolt;  a  f:uisa  che  si  tiene  lo 
spiedo  alla  caccia  del  porco  salvatico 
(  così  ha  il  testo  Dav.  ).  Petr.  son.  \{\\. 
£  '1  colpo  è  di  saetta,  e  non  di  spiedo. 
Star.  Pist.  7.  Con  uno  spiedo  mollo 
grande  percosse  nel  6anro  a  Braccìno  di 
messcr  Gherardo  sì  grande  il  colpo,  che 
'1  fece  cadere  in  terra.  Ar.  sai.  3.  Cosi 
la  feccia  Del  vin  si  dà  ,  che  ha  seco  una 
puntura.  Che  più  moilal  non  l' ha  spie- 
do, ne  freccia.  Xac.  Vav.  Ann.  3.  70. 
Fabbricò  armi  segrclamcnlc  .  e  dìedele 
alla  gioventù  :  furono  quarantamila ,  la 
quinta  parte  con  armi  da  legione,  e  '1  ri- 
manente con  iipiedi ,  coUclli,  e  altro  da 
caccia. 

g.  Oggi  comunemente  dicesi  per  Ischi- 
elione.  Lat.  vcru.  Allep.  128.  Vedesi  un 
guatteraccio  che  si  gratta  11  cui  rolla 
marritta,c  con  la  muica  Gira  lo  spiede, 
e   stumia  la  pignatta. 

SPIEDONE.  Spiedo  prande.  Lai.  ve- 
ru.  Gr.  o^ì>&;.  l'egez.  Assalisca  la  schie- 
ra del  nimico  dal  lato  manco,  e  gli  altri 
suoi  tulti  per  lungo  distenda  a  similitu- 
dine di  spiedone  (  Il  testo  lat.  ha  :  in  st- 
railitudìnem    veru  )  . 

*  SPIEGABILE.  Add.  Che  può  spie- 
garsi, fjellin.  Pise.  2.  33 1.  E  sempre 
il  fuoco  in  qualche  spatio,  e  tiene  ogni 
spazio  in  ogni  >uo  punto  uno  sforzo  di 
qualsivoglia  grado  anco  non  i.ipiegabile  da 
qualsisia  nome  di  nuniero  ec.  iFj  E  35l. 
Vedesti  che  ogni  lavoro  di  quelle  mani 
egli  è  un  ìmpaslaniento  di  semenza  o  di 
teme  ec.  ;  comprendesti  la  strania  e  mi- 
steriosa condotta,  vero  sforzo  dell'  intendi- 
mento 0  della  poleuza  del  griin  fattore  , 
non  che  spiegaliile  con  favella,  ne  pur  con- 
cepibile da   mente   umana.   (/ì) 

SPIEtiAMEMO.  Lo  spiegare.  Dilata- 
zione, Allargamento.  Lat.  explicatio.  Gr. 
av«;rTuSt;.  Sagg.  nat.  e.rp.  ^2.  Imperoc- 
ché ;dr  intera  dilaljzione  e  al  totale  spie- 
camenlo  di  quella  lo  spazio  lasciato  voto 
ec.    dclibe    l'sser    siiperrliio. 

1"S'  }'-Jìgi'f^''f"'-  pf  ìhchiarasione,  in- 
ler prelazione.  Lai.  enodatto,  enarratio.  Gr. 
iXrlyYiZi.:,.  lied.  Annoi.  Pttir.  17.  Dal  6I0 
lutlo  dfir  epigramma  si  rende  molto  ra- 
gionevole lo  spiegamrnto  drllo  Scaligero. 
^  Jmperf.  Tim.  Jì.  2.  T-  6.  77.  Un  tale 
compendioso  spiegamento  tli  tutt.i  quanta 
la  dottrina  platonica  intorno  all'  Universo 
rassetto  eh'  e'  6a  da  \<ii  .  reputo  ttoverne 
spianar  le  \\e  alle  particolari  iiLiteric,  che 
^■e^■a  via  via  il  Timeo  tuUilmenle  pro- 
ponendo, (f) 

#  SPIEGANTE.  Che  spiega.  Lat.  ex- 
pliean.s  ,  significans .  Or.  ex&«Tijto';,  t*/- 
ya/TiKO;.  lied.  Cons.  1.  17J).  Avendo  %»■- 
duto  ne'  tempi  addietro    alcuni    doUissimi 


consulti  ottimamente  ipieganti  e  l'idea  e 
le  cagioni  de' suddetti  mali,  ec.  Salvia. 
Disc.  2.  207  Per  avere  usate  a  suo  uopo 
alcune  parole  ec,  spieganti  si ,  ma  ruvide 
anzi  che  do.  lì  A32.  >oi  con  basso  ma 
spiegante  vocabolo  potremmo  chiamare 
rin^jccamento  della  medesima  terrai  E  ■ 
Pros.  Tore.  I.  3o5.  Il  nostro  popolo  ec.  ; 
attinse  quel  basso  si,  ma  spiegante  motto, 
di  beccar»!  il  .errello.  E  327-  È  ona  com- 
parazione ec.  tenue  e  bassa,  ma  spiegan- 
te.  (•) 

*  SPIEGANTISSIMO.  Superi,  di  Spie- 
gante. Pros.  Fior.  Salvia,  lett.  !^.  2.  ili. 
Non  vi  paia  affettazione,  se  ìo  frappongo 
queste  parole  Greche,  perchè  sono  spic- 
ganlissimc.  (Cj 

SPIEGARE.  Distendere,  Allargare,  o 
Aprir  le  cose  unite  insieme,  ripiegate,  o 
ristrette  in  pieghe  ;  contrario  di  Bipiega- 
rt.  Lai.  esplicare.  Cr.  a»9t~Ty3oei»- 
Dant.  Purg.  3l.  Ma  dinanzi  dagli  occhi 
de'  pennuti  Rete  si  spiega  indarno  ,  o  si 
saetla.  Petr.  son.  l65.  L'aura  soave,  eh' 
al  Sul  spiega  e  vibra  L'auro  eh' Amor  di 
sua  man  fila  e  tesse.  /'.'  son.  266-  lo  pen- 
sava assai  destro  esser  sull'ale.  Non  per 
lor  forza,  ma  di  chi  le  spiega.  Din.  Comp. 
2.  39.  Vennunu.  r  spiegarono  le  bandie- 
re, e  poi  nascosamente  n*  andarono  dal 
lato  di  Parte  Nera.  Fir.  As.  79.  Co- 
me prima  vi  fu  arrivata  »  col  suo  solito 
apparecchio  ella  spiegò  la  pestifera  boUe- 

*S  ^.  I.  Spiegare  l'armata,  o  simile, 
vale  Fare  occupare  all'armata,  o  simile, 
un  maggiore  spazio  di  terreno  dinanzi  all' 
inimico.  Cuicc.  Stor.  2.  2o8-  Parte  ftim- 
minavano  )  io  sul  greto  del  Gume ,  parte 
(perchè  nella  stretta  pianura  non  si  po- 
tevano spiegar  r  ordinanze)  per  la  spiag- 
gia della  .ollina.  (C} 

*  §.  II.  Talora  vale  Farla  schierare 
per  Jarne  la  mostra.  Tass.  Cer.  i.  38.  Poi 
duo  pastor  de'  )  upoli  spiegaro  Le  squadre 
lor,   Guglielmo   ed   Ademaro.  {DJ 

3  g.  III.  ."^piegare,  per  metafora,  vale 
Manifestare  dichiarando  .  Lat.  erponere, 
explicare.  Gr.  iùfiYi*tJ€tv,  ^i;)oùv.  Petr. 
son.  223.  Quei  santi  costumi,  Ch' ingegno 
uman  non  può  spiegare  in  carte.  Bocc.  nov. 
98.  29.  Quello  che  le  sanie  leggi  dell*  a- 
micizia  vogliono  che  l'uno  amico  per  l'al- 
tro faccia,  non  è  mia  intcnzion  di  spiegare. 
I>ant.  Purg.  1,  Ma  da  eh' è  tuo  voler  che 
più  si  spieghi  Di  nostra  cnndizion  ,  com' 
ella  è  vera.  Esser  non  puole  'I  mio  che 
a  le  si  nieL,hi.  ^  Tass.  t.er.  20.  25.  Credi, 
dicea,  che  la  tua  patria  spieghi  Per  la  mia 
lingua  in  lai  parole  i  prieghi .  ( /\  Bc-ez. 
J'arch.  3.  pros.  12.  Queste  cose  tulle 
quante  non  con  argomenti  spiegavi  presi 
di  fuori,  ma  con  prove  inlcrnc  e  dime- 
stiche. (C) 

f  *  ^.  IV.  Per  Manifestare,  Far  in- 
tendere chiaramente  il  proprio  cornetto  . 
Segner.  /  red.  2Q.  ^.  Il  motivo  vostro  si 
e  desiderar  di  nascondervi  Ira  la  turba. 
Mi  spiegherò.  Vorreste  voi  pure  vivere 
ce.  C.V> 

*  §.  V.  E  in  sifnific.  neutr.  pass. 
Liberarsi.  <•  Pant.  Ptirg.  16.  Ma  io  srtip- 
pio  Dentro  a  un  dubbio,  s'i'  non  me  ne 
spiego.  But.  ivi:  Creperei,  s' io  non  l'a- 
prissi ;  e  però  dire  :  s'  Ìo  non  me  ne  spie- 
go, cioè  s  io  non  me  ne  dichiaro,  cioè  s' 
iu  non  me  ne  apro,  che  sono  implicito  in 
esso  -  .   (C) 

^  g.  VI.  E  neutr.  pass,  per  Disvilup- 
ftarsi.  Dant.  Inf  l3.  Spiriti'  incarcerato, 
ancor  li  piaccia  Di  dime  come  1'  anima 
si  lega  In  questi  nocchi  ;  e  dinne  ,  se  tu 
puoi,  S'ali  una  mai  da  lai  membra  si  spie- 
gai. (Mi 

*  SPIFGATAMENTE.  Espressamente, 
Dichiaratamente,    tìart.    I  it.    Caraf   |.  6. 


Udì  certa  voce  sensìbile  ,  che  spiegats- 
menlc  gli  disse,  che  Generale  della  com- 
pagnia  riuscirebbe  il  P.  Vincenzio  Carv- 
fa.  (C) 

*  SPIEGATISSIMAMENTE.  Superi, 
di  Spiegatamente.  3'aga/  leit-  II.  pag. 
l30-  Carica  veramente  nuova  in  corte,  ma 
io  questo  caso  a  mio  gtuto  galantisd- 
mamente  ,  e  spic^atbsimamenle  introdot- 
ta. (I^'J 

•f  *  SPIEGATIVO.  Dichiarativo,  Atto 
a  far  comprendere,  e  spiegare.  Magai  Lett 
scient  pag.  2o5.  Per  ispiegativa  che  sia,  o 
che  mi  paia  questa  similitudine  dell'  ar- 
gento menilo  ,  vediamone  un'  altra  dell* 
acqua   ec.   (A) 

SPIEGATO.  Add.  da  Spiegare.  Lai. 
erplicatus  ,  expan.tus  .  Gr.  «fxjriw&si;. 
#  J'arch.  òtor.  5.  125.  Allora  Guienna 
ec.  spiegato  un  foglio  che  portava  in  ma- 
no, cominciò  a  legger  forte.  (C)  E  altro- 
ve :  Se  ne  usci  perciò  il  commessario  Ma- 
rioito  Segni  a  bandiere  spiegate  dalla  cillà 
d'  Arezzo  ,  capttolalane  in  quella  forma  la 
resa  . 

^  §-  Efiguratam.  Sannaz.  Arcad.  Pros. 
5.  Ora  leggerissimi  a  correre  per  le  spiente 
campagne.  iMin) 

t  ^-  SPIEGATOhE.  1  erbai,  masc.  Che, 
o  (  hi  spiega.  Pe/lin.  Disc.  2.  66-  Che  se 
io  facessi  qui  ora  con  esM>  voi  la  figura  di 
nobile  spiegatore  della  maniera  nella  quale 
le  cose  si  fanno,  ec.  (Min) 

t  *  SPIEGATRICE  .  Susi.  femm.  dt 
Spiegatore.  Lellin.  Ifisc.  3.  27.  Trovar 
quelle  finzioni,  e  vestirle  di  un  abito  che 
le  faccia  apparir  vere,  e  un  aitilo  non  fatto 
d'altro,  che  di  parole  spiegalrici  dì  pen- 
sieri. (Min} 

SPIEGATURA.  Lo  spiegare. 

#  §.  I.  Spiegatura  ,  vale  anche  F  Es- 
sere senza  pieghe.  Car.  .Vaj.  L'allegrezza 
si  conosce  nella  sua  spicgatora  (del  naso), 
la  maninconia  apparisce  nelle  sue  grin- 
xe.    (FPj 

g.  11.  Per  Dichiarazione,  interpreta- 
zione. Lat.  enodatio ,  enarratio.  Gr.  t^rl- 
yT,5t;.  t.al.  Sist.  y8.  La  lettura  dei  poeti 
eccellenti  di  qual  meravigba  riempie  chi 
allentamente  considera  l' invenzion  de'eon- 
cetti  e  la  spiegatura  loro?  E  264.  La  ri- 
sposta dell'  autore  va  non  contro  al  coo- 
'■"llo  e  senso  dell' argomento,  ma  contro 
alla  spìegalura  e  '1  modo  del  parlare. 

*  g.  HI.  Spiegatura,  dicesi  altrejì  dei 
Modo  con  che  altri  manifesta  t  proprii 
cornetti  .  Salvia.  Pros.  Tose.  l38.  Kc' 
quali  dialoghi  e  la  naturai  filosofia  eia  mo- 
rale ec.  si  vegginno  con  facile  felicita,  e 
felice  facdilà  di  .(piegatura  e  dì  stile  mara- 
vigliosamenle  trattate.  fC) 

t  SPIEGAZIONE.  Spiegamento,lo spie- 
gare nel  signific.  di  Dichiarare.  LaL  ex- 
pliratio  ,  enodatio  ,  enarratio  .  Gr.  a»flt- 
TTTuJi;  ,  t^/.'/f.^ti  .  Salvia.  Pise.  2\q. 
Avea  trailo  di  Itocca  al  forte  suo  spOso  la 
spiegazione  dell'  enimma. 

.splEGGIAI>£.  Frequentativo  di  Spia- 
re .  Lat.  Cìplorare  .  Gr.  jtaTOtOJfOJteì» . 
Buon.  Fier.  5.  |.  3.  (  he,  troppo  curiosa 
Dr'  latti  de'  vicini .  Col  troppo  spieggiar 
dalla  finestra  Alleilo  ec.  Meuz.  sat.  1.  Non 
van  la  notte  a  spieggiare  a  zonso  Chi  dia 
nello  spiragli*!,  o  in  emisfero. 

«  SPIKt.HEVOLE.  Add.  Che  ti  può 
spiegare.  />oes.  jjO-  Tessendo  con  ragione 
ispirgheiole  lalteruito.  f  Fj 

SPIETA".  ;.  A.  Centrano  di  Pietà. 
Lat.  feritas  ,  impirtas .  Or.  aypioV»;;  , 
arri'Ci».  Mirac  Mad.  M.  Ripresolo  del- 
la s|'ictà,  e  iniedell^  sua  .  Btm.  ani.  M 
da.  11.  Che  la  speranza,  per  cui  mi  nu- 
trico. Mi  toma  in  di>|<eranza  olire  eh'  io 
dico;   (^osì  spiet'a   contro  pielanza  poia. 

SPIKTATAMENTE  .  Avverò.  Senili 
pietà.  Empiamente.  Lat.  impie.  Gr.  &i)^i6i- 


S  P  I 


S  P  I 


S  P  1 


l323 


Sui.  S.  Jgosl.  C.  P.  Quanto  sp.ctala- 
mente  Bruto  privò  dcUa  palru  e  dcU  ono- 
re il  compagno.  .  e  . 
:»  SPIETATEZZA.  Jslnitto  di  Spie- 
tato: Crudeltà.  L»l.  crudelitas,  immani- 
tà,. Gr.  wVoTYi;.  Segiirr.  M.um.  iUgg-, 
16  i.  Quel  cbc  ii  e  a,11o  ai  questi,  di 
pure  ai  tana  .litri  idoli  che  in  te  sono  , 
maMimamente  e  di  spietalena  verso  ipo- 
Teri,  e  di  sforzo  verso  1  pl.be".  i-  l""- 
25.  a.  Quivi  egli  vien  proposto  da  Dio 
per   esempio   e   di  slolideiM  e  i>  >P>='"- 

"T SPIETATISSIMO.  Superi,  di  Spie- 
taU.  Lai.  ..a-. i«.m..i .  Gr.  a/?iuT«ro;. 

Ott.Com.l,,/.  ,a.  «7»4""'-"',rr 
crudeUisiroo,  e  tir.mno  spieUt.ssimo.  hi.on. 
Fier.  3.  3.  9.  Io  non  posso  sentir  lo  sputa- 

liuuno .  I      >■ 

SPIETATO  .  ehe  gli  antichi  Ama/io 
anee,ra  SPUTATO  .  Jdd.  Sema  pietà  . 
Fiero.  Crudele.  Lai.  crudelis ,  in,pm.<  , 
ferus.  Gr.  x«J"TO?  .  «VP'»?-  '*.''*''":'■ 
Vnt.  Inf.  18.  Poirlife  X  ardile  temmine 
spieiate  Tutti  li  masoh.  loro  a  morie  dien- 
uo.  E  Piirg.  32.  S'IO  potessi  nlrar  come 
assonnaro  Gli  occhi  spietati  ce  I"><'S°«- 
rei  coni'  io  m' addormentai,  h  Far.  I).  rer 
non  perder  pieti  si  le  spietato.  /:.  17  ^uai 
si  parli  IppoUlo  d'  Atene  Per  la  spietata  e 
perfida  noverca.  l'etr.  canz.  25.  Ver  me 
spicUta,  e  conlra  le  superba,  h  canz.^g- 
a  Que'begli  occhi,  Che  vider  IrisU  la 
spietau  stiSupa  ee.  ,  Volgi  al  mio  dnbbio 
stato.  Pass.  S-].  Chi  sali  si  crude  e  e  spie- 
lato  di  sfc  medesimo  ,  che  non  s  arrenda 
alla  benignità  di  Gesù,  ec.  Pm-  Lonip.  I. 
a5.  Stesser  Simone  da  Pantano,  uomo  di 
mena  sutura,  magro  e  bruno ,  spiatalo  e 
crudele  .  „  .     j. 

SPIETOSO,  r.  A.  Add.  Contrario  di 
Pietoso.  Lai.  ;.ie(a(i«  eipers.  Gr.  alsS»)?. 
Pim.  ani.  I>.  .V.  Dunque  figliuoi  spietosi 
Procacciando  languire  intra  i  languenti,  in 
io  gli  miei  goder  fra  i  gaudiosi. 

*  SPIETRABE.  Sfetrare.  Pep.  Pecam. 
101.  Come  in  Inasprire.  Impietrare  ec., 
che,  volendo  dire  il  contrario,  si  dice  Vi- 
sasprò.  Spietrò  ec.  (!') 

f  «  SPIFFERARE.  Bidir  le  cose.  Con- 
tare quello  che  si  'e  udilo.o  ceduto.  Harl. 
Ben.  rim.  l5.  Dn  che  con  nuovo  garl.0 
si  soffiava  II  naso,  e  a'ogni  tempo  e  in  ogm 
loco  Ogni  cosa  a  suo  detto  spifferava,  (r) 

+  #  g.  Per  /spacciare,  Pistruggere  uc- 
cidendo. Bari.  Ben.  rim.  17.  E  vennegh 
pel  duol  febbre  e  dolori  Si  gravi,  che  pen- 
dilo e  confessato  Ebbe  di  motte  1  ['m  gravi 
terrori.  Ma  non  fu  già  da  «luella  spiHerato 
Allora,  anriec.  (C)  l:  18  Ma  loslo  morte 
col  suo  cappel  bruno  Gli  apparve,  e  disse: 
Spifferar  U  voglio,  E  cil.arli  di  piattole  a 
digiuno.  (P) 

SPIGA.  Quella  piccola  pannocchia,  dove 
stanno    racchiuse  le  granella    del   grano, 
dell'  orzo  ,  e  di  simili  l'inde.  Lai.  spicn. 
Gr.   5T»ya?.    Cr.  3.    7-   2-  Enne  alcuno 
che  non  ila  reste  nello  spighe,  e  con  tulio 
che  faccia  piccole  spighe  ec. ,  nondimeno 
piii    dalla    radice    mette  ,    e    raddoppia    le 
spighe  .   Mor.   S.   Greg.   Si    può    dire  che 
essi  portino   spighe  di  buona  biada  .   il». 
Picer.  Per  viva   lame  mangiavano  essi  le 
spighe  verdi  .    Peir.  son.  l(S.  Tra  la   spi- 
ga e  la  man  qual    muro  è  messo?  Pani. 
Purg.    16.   Se  non  mi   eredi,  pon  mente 
'      alla  spiga ,  Ch'  ogni   erba  si  conosce  per 
lo  seme. 

SPIGACELTICA.  Spicaceltica.^Llt.  spi- 
ca  celtica  ,  nardus  celtica  .  Hicett.  Fior. 
66.  La  spigacellica  e  una  pianta  piccola  , 
che  ha  le  foglie  lunghette  ,  ed  in  cima 
larghe;  fa  il  fiore  giallo;  produce  dalle 
sue  raditi  minute  molli  laUi  piccoli,  si- 
inili  a  corte    spighette. 

•t  SPIGA.NARDI  ,  «  .SPIGA>ARD0 


Radice  del  nardo  ,  la  quale  i  mollo  odo- 
rosa, e  ci  si  porta  dall'  Indie  orientali  . 
Lai.  nardus  Indica  .  Gr  va/lOosraxoi  . 
(V  '1  io  !\  Togli  aloe  ibammc  due  ec, 
spiganariii  dramme  due  ec.  Tes.  Pov.  P. 
S  cap  l5.  Alcuni  sono  sanali  d  idropi- 
sia ,,i"Uandonc  ogni  mattina  1'  orina  di 
capra  ,  nella  quale  sia  colta  spiganardo  . 
liiccll.  Fior  66.  I.a  spiganardi  e  secondo 
Galeno,  una  radice,  e  non  una  spiga;  ed 
e  nolo  che  quclb-  spighette  che  ci  si  por- 
Uno  dall'  Indie  orientali  procedono  da  una  ^ 
radice  lunga  sei  dita  ,  e  grossa  un  meno  , 
dito  ,  mollo  odorala  ,  simile  al  mcu  nella  | 

figura .  ..       ,  . 

SPIGARE,  e  SPIGARE.  lar  la  .ipiga. 
Lai.  .tpicare  ,  spicas  cmillere .  Gr.  5t«- 
yuoyueTv.  Tralt.  pof.  fam.  21.  Se  il  gra- 
no non  cadesse  in  terra  ec,  non  isp.ghe- 
rcbbe  ;  non  ispigando  ,  non  granerebbe  ; 
s'  e'  non  granasse  ,  ec. 

•+  §.  Per  similil.  !tim.  ani.  J\ot.  toc. 
110.  Ed  eo  già  per  lungo  oso  Vivo  in 
foco  amoroso ,  E  non  saccio  eh'  eo  dica  ; 
Lo  meo  lauro  spica,  e  non  mi  grana  (il 
SaU'tni  nelle  Annoi,  alla  Fiera  del  Buon, 
a  pag.  433.  legge:  Vivo  in  gran  fuoco  amo- 
roso, E  non  saccio  eh'  io  dica.  Il  mi  lavoro 
spica ,  e  non  mi  grana.  Vedi  anche  la  voce 
GBA.NAIìE).  „     .,.     j 

SPIGATO.  Add.  da  .>;pigare.  Fr.  Oiord. 
Fred  li.  Su'  tuoi  grani  spigali,  sulle  lue 
vili  racemose   scagUer'a  a  diluvio   le  gra- 

gnuole  .  .  ,,       .     , 

•+  SPIGATURA.  Lo  slato  delle  piante 
.,pisalc  .  ed  anche  il  Tempo  in  cui  es.<e 
L'anno.  Lil:  cur.  malati.  Nel  tempo 
quando  la  spigatura  si  i;  in  perlezione. 

SPIGHETTA.  Piccola  spiga.  «"''•"• 
Fior.  64.  La  spigacellica  ee.  produce  dalle 
sue  radici  minute  molli  talli  piccoli,  simUi 
a  certe  spighette.  E  appresso:  La  spiga- 
nardi  è  ,  secondo  Galeno  ,  una  radice  ,  e 
non  una  spiga;  ed  è  noto  che  quelle  spi- 
ghette che  ci  si  pollano  dall'Indie  orien- 
lali ,  procedono  da  una  radice  lunga  sei 

aita,  ec.  ■      ..  j 

SPIGIONATO.  Add.  Contrario  d  Ap- 
pi-ionalo  .  Lai.  non  localus  .  Gr.  OJ  fi- 
iStaSa';.  *  Allegr.  \^.  Per  uluma  scia- 
gura Il  vento  che  diliatta  un'  impannata 
D'  una  casa  di  dietro  spigionata.  (I  ) 

SPIGLIATA.MENTE.  V.  A.  Avveri). 
Speditamente,  Spacciatamenle.  Lai.  e.i7>e- 
diU.  G'.  pVoVu;.  .yen.  Pi^t.  V  altro  hae 
il  ventre  si  repente  e  si  forte,  che  spiglia- 
tamente il  ne  poru.  K  altrove:  Parlava 
si  tosto,  e  si  spigliatamente,  e  scorrendo, 
che  quello  era  oltraggio  e  sconcia  cosa. 

SPIGLIATEZZA.  ì'.  A.  Destrezza. 
J^ilili.  Lai.  celerilas.  Gr.  TaXJT»]  =  .  -S'c/i. 
/■;,((.  Se  r  uomo  ha  le  giunte  deUe  gi- 
nocchia tagliale,  non  solamente  leggereiia 
e  spiglialeiza  perisce,  ma  ec. 

+  SPIGLIATO.  /■.  A.  Add.  Spedito, 
Peslro.  Agile,  Pronto.  Lai.  expediUis , 
celer  ,  promplus  .  Gr.  Tax-''  •  sj^'f,"!  • 
=  J:wvo;  .  lik.  Pred.  S.  Eglino  ,  cioè  li 
principi  malvagi ,  sono  più  lievi  che  par- 
ai ,  e  più  spigliali  che  lupi,  che  vanno  di 
notte,  e  tutti  corrono  e  vengono  alla  pre- 


E  .<on.  3oJ.  Spinse  amore  e  doloro  ove 
ir  non  debbo  La  mia  lingua.  E  canz.  3g. 
6.  Ma  perchè  l'oda,  e  pensi  Tornare,  il 
mal  costume  ultre  la  ipiguo  .  àen.  Ben. 
larch.  I.  12.  E  trovò  modo  di  spignere 
la  libertà  Romana  ancora  più  giù  delle  sue 
ginocchia .  , 

:S  §.  1.  Per  Mandare  ,  Inviare  .  Cor. 
lett.  1.  34.  Farò  ogni  opera  di  spingere 
il  Sig.  Molla  costà  ,  percbij  vi  listori  in 
parte  con  (|Uolla  sua  cerona  .  Sega.  Star. 
l5.  .383.  .Spintovi  vettovaglia  in  grande 
abbondanza  la  rinlrescò  il  Duca,  e  vi  fece 
la  babà  a  suo  piacimento.  IO  'Pass.  Cer. 
7.  28.  Or  là  m'  invii>  Dove  m'  ha  Boe- 
mondo  in  fretta  spinto,  f/l; 

:;:  S.  II.  Spignere  dietro  ad  uno,  vale 
Mandar  dietro^ ad  uno.  Farlo  .teguire 
Cuicc.  Slor.  18.  II.  E  ancorché  intesa  la 
partiu  sua  gli  Ecclesiastici  gli  spignessero 
dietro  i  cavalU  leggieri  ec.  non  lurono  a 
tempo  a  fargli  danno  notabde.  I  Cj 


S.    lU.^.V^ignere,   in  signi/ic.  neiltr. 


none,   e    iu,i»  .-".. -  o        j.    ■  -1 

da.  Arrigh.  ■;!^.  La  dimoranza  diniega  U 
dono,  e  menoma  il  merito;  ma  la  spiglia- 
ta mano  fa  grandi  i  piccoli  doni.  Zihald. 
Andr.  78.  Fanciulla  nata  in  Capricorno 
ec.  sarà  di  gentile  aspetto  e  ispigUala. 

f  *  SPIGNENTE.  Add.  Che  spinge  j 
e  figurai,  (he  induce.  Salvia.  Eneid.  Uh. 
6.  il  Umore  e  la  fame  a  mal  spignentc  , 
E  la  mendicilade  disonesta.  (Fi 

SPIGNERE,  1-  SPI.^GERE.  Lo  stesso 
che  Pignere.  I-at.  impellere.  Gr.  -:5t£i'-/£iv. 
Pass.\66.  Egli  e  di  necessità  che  il  do- 
lore apra  e  spùiga  fuori  la  voce  della  con- 
fessione .  Petr.  son.  209.  Amor  la  spigne 
e  tira .  Non  per  elczion  ,  ma  per  destino. 


pass.  Innoltrarsi  ,  Farsi  innanzi  .  Ta. 
Cer.  ■'.  38.  E  là  donde  Rambaldo  addie- 
tro l'assi  Velocissimamenle  egli  si  spinse  . 
E  8.  27.  Sveno  involto  Neil'  armi  innan- 
zi a  lutti  oltre  si  spinse.  (P) 

*  g  IV  Spignersi,  vale  anche  Avven- 
tarsi, 'Lanciarsi.  Pass.  Cer.  Alfin  lasciti 
la  spada  alla  catena  Pendente  ,  e  sotto  al 
buon   Latin  si  spinse.  (C) 

*  ^.  V.  Spignersi  innanzi,  vale  An- 
dare, Farsi  innanzi.  Ciov.  Geli.  I  il.  Alf. 
lOQ.  Si  risolverono  spignersi  innanzi,  e  ac- 
camparsi più  presso  a  Ravenna  G..i<rc. 
Slor.  18.  7.  Per  lo  spignersi  egU  (il  ne- 
mico) innanzi,  gli  Ecclesiastici  bsciarono 
indietro  la  deliberazione  fatta  di  batter  Roc- 
ca di  Papa.  CO  ,  ,, 

*  e  VI.  Spignere,  figuralam.  lUuo- 
,,ere  Eccitare.  Guicc.  Slor.  4.  19.  Molti 
si  persuasero  ,  che  queUa  sua  ultima  più 
presto  precipitosa  che  prudente    del.bera- 

1  zinne  di  unirsi  con  Cesare  contro  al  re  di 
Francia,  fosse  in  gran  parte  spmta  da  que- 
sta cagione.  (L)  ._  j 
§    VII.  Spignere,  e  anche  contrarlo  di 
Piiiignere.  Lai.  picluram  delere.  Gr.  vf«- 

=  iv  £|«£i5.S.V.  C.  V.  12.  91.  1.  CbUlQ- 
que  avesse  dipinta  l'arme  sua  in  casa  o  di 
fuori,  la  dovesse  spignere  e  accecare.  Cron. 
l'eli  12  Feciono  dall'avello  e  sepoltura 
del  detto  Cino,  il  quale  è  allato  al  nostro, 
spignere  1'  arme  del  detto  Cmo  ,  e  porvi 
le  loro.  Frane.  Sacch.  nov.  l^l.  Da  poi  a 
certo  tempo  essendo  stato  spmlo  ,  lurono 
mandati  a  lui  cerU  ambasciadori  fiorentmi. 
E  nov.  l50.  Ed  in  ispigncre  e  r.pigne- 
re  alcuna  targhetta  costo  un  altro  /fiorino]. 

*  SPIGNIMENTO.  Lo  stesso  che  ipin- 
simenlo.  Lai.  impuhus.  Gr.  wàir),,:.  Bui 
Come  turbo.  Questo  è  vocabolo  di  gram- 
madca,  ed  è  a  dire  raccoglimento  di  ven- 
to e  spignimenlo  .  (B)  Segn.  Anim.  i. 
1-3  Queste  due  cose  appariscono  nel  mo- 
to' del  cuore,  d  quale  si  la  per  via  di  spi- 
snimento  e  di  ritraimenlo.  (") 

f  SPIGNITOBE.  l'erlnil.  masc.  (Ite, 
o  Chi  spigne.  Lai.  impulsor.  Gr.  X'":-'!; 
Lib.  Astrol.  Chiamasi  la  pruna  di  quelle 
che  son  fuori  deUa  forma  annitJi.  che  vuol 
dire  spignilore. 

SPIGNITRICE  .  Fcrlial.  femm.  Ute 
tpi-'ne.  Lai.  i/ici(.i(rii-.  Gr.  zarop/i', ^K'». 
Li!,  cur.  malati.  La  mala  costumanza  e 
antica  suole  essere  la  spigniUicc  a  questi 
disordinameuu.  Troll,  segr.  cos.  dona.  Ne 
dolori  del  parto  si  vale  di  lorza  spigni- 
Irice  fuor  dell'  utero. 

+  SPIGO.  Pianta  odoro.<a,  che  hajiori 
turchini,  e  a  spighe.  l-at"i'A' './-""«- 
dilla.  Gr.  vap»»,-.  .V-  Aldobr.  Recipe  fio- 
ri di  camomdla,  spigo  masUce  e  assenzio, 
di  caluno  un  manipolo  .  Alam.  Colt.  3. 
'    123    La   palHdetta  salvia,  d  vivo  e  verd. 


l324 


s  P  I 


Fiorito  rosmarìOi  1*  olente  spigo.  Che  ben 
possa  odorar  gli  eletti  Uni  Della  coosor- 
te  pia. 

f  SPIGOLARE  .  Ricoglier  le  spighe  . 
Lat.  spicas  legere  .  Gr.  rJTaxuoXoyer» . 
Dani.  InJ.  32.  Quando  sogna  Di  spigolar 
sovente  la  villana,  liut.  ivi  :  Di  spigolar, 
cioè  di  coglier  le  spighe.  Oit.  i'om.  Jnf. 
32.  55l.  In  quello  tempo  che  la  villana, 
cioè  la  femmina  della  villa  ,  sogna  spesso 
quello  rb'  ella  desidera  e  fa  Ìl  di ,  cioè  lo 
spigolare ,  eh'  è  lo  accogbcrc  delle  spighe 
per  li  mietuti  campi. 

«SPIGOLATOLE.  VerbaLmasc.  Che, 
o   Chi  spigola,   f  Cj 

*  SPIGOLATRICE,  yerh.  fem.  di 
spigolatorc .  Plut.  Adr.  Op.  mor.  l\.  3l3. 
Vassene  in  villa  per  veder  quel  rhe  fan- 
no le  spigulalrici,  e  mielilriri.  (C) 

SPICOLISTKO.  Lat.  h^■pocrita.  Gr. 
Ó/TO/ptT»;'?.  Fir.  nov.  6.  258.  Spigolìstro 
non  importa  altro  nella  .sua  propria  signi- 
ficazione, che  una  sorta  di  brigale  super- 
stiziose, alle  quali  non  bastano  Ì  vangeli  , 
ma  par  loro  poca  la  regola  di  san  Bene- 
detto ;  ed  e  come  a  dire  oggi  pinzochere, 
o  altri  simili  nomi  ,  dimostranti  con  gli 
atti  c»terìon,  più  che  con  la  verità  ,  una 
professione  di  santa  vita  ;  e  pcfò  disse  il 
Boccaccio,  nel  luogo  per  voi  allegato,  spi- 
golìstre,  a  cui  più  pesano  le  parole  che  i 
fatti,  e  più  di  parer  s'ingegnano,  cbe  d' 
esser  buone  ;  ma  penile  queste  cotali  ec. 
vanno  dispi'ezzaie  della  persona,  e  ccrcan 
d'apparire  magre  e  pallide  in  faccia,  ac- 
ciocché ec.  la  brigala  creda  eh'  elle  digiu- 
nino; queste  magre,  che  non  son  se  non 
la  pelle  e  V  osso,  come  è  la  fante  nostra, 
da  quel  tempo  in  qua  furono  chiamate 
spigolistre.  Cron.  Mordi.  zSg.  Ricerca  se 
hai  parenti  che  sicnu  amorevoli,  leali,  e 
devoti  di  Dio,  ma  non  iipigolìstri,  che  so- 
no ì  più  ipocriti,  /l  261.  Spigolistri,  pic- 
chiapetti, ipocriti  ,  cbe  si  cuoprono  col 
mantello  della  religione.  Hocc.  not'.  5o. 
22.  E  cerio  io  starei  pur  bene,  se  tu  alla 
moglie  d'  Ercolano  mi  volessi  agguaglia- 
re, la  quale  è  una  vecchia  picchiapetto  , 
spigoìbtra.  A'  Conci.  4-  Se  forse  pure  al- 
cuna particella  è  in  quelle  ,  alcuna  paro- 
letta  più  liberale  ,  che  forse  a  spigoHstra 
donna  er.  non  si  conviene  ce.  ,  dico  ec. 
Cavale.  Friitt.  ling.  Così ,  in  luogo  delli 
santi  profeti  d*  Iddio  ,  sono  oggi  alquanti 
spigolistri  e  ipocriti  che  si  fanno  profeti  , 
ingannano  l^i  gente  semplice,  dicendo  suoi 
^ogni  V  visioni  false. 

*  §.  I.  Per  meta/,  vale  Falso.  Car. 
Apol.  39.  Me  ne  starei  ancora  al  vostro 
(  parere }  ,  se  non  fosse  così  stravolto  e 
ri^ì   spigolistro,  rome  si  vede.  (C) 

*  §.  II.  Per  Soverchiamente  rigido  , 
Austero,  o  AUniito  in  checchessia.  Car. 
Com.  23.  Questi  grammatici  sono  troppo 
spigolistri.  (FPi 

SPIGOLO.  Canto  %-ivo  da' corpi  solidi. 
Lai.  angit/iis.  Gr.  ywvt'a.  Tìant.  Purg. 
y.  E  quando  fur  ne*  cardini  distorti  Gli 
òpigoli  di  quella  regge  sarra,  ec.  (qui  per 
/'imposta  ,  presa  la  parte  per  lo  tutto  ). 
lìenv.  Celi.  Ore/.  56.  Oli  spigoli  delle 
quali  insieme  con  varii  luoghi  dell' upe> 
ra  eran»  contesti  d*  alcuni  61cttini  d*  l-- 
bano. 

§.  Spigolo ,  ditittmo  anche  a  Certa 
handella  di  ferro  dentata,  posta  intorno 
tigli  altari^  ove  s"  appiccano  1  moccoli  che 
SI  accendono  alle  immagini. 

SPIGOSO.  Jdd.  Che  ha  spighe.  Lai. 
spicatus.  Gr.  5TaJJUW'3i'J<;.  Al<tm.  Colt. 
2.  ^2.  Qui  s'  ;db.-gr<'  il  villan,  qui  grazie 
renda  Alla  spigosa  niailre,  agli  altri  Dei  , 
Che  negli  aperti  rampi  il  seggio  fanno. 
^  5.  l3l.  Col  velluto  suo  6or  spigoso  e 
molle  ce.  Il  purpureo  amaranto  in  allo 
taglie. 


S  P  I 

*  SPIGRIRE,  ^^eulr.  Contrario  dì  Pi- 
grire.  1  arch.  rim.  255.  Però  convien  che 
chi  gli  estremi  danni  Sentir  non  vuol , 
spoltri  per  tempo   e  spigrc-   (y} 

SPILLACCHERARK.  Levar  le  pillac- 
chere, o  Zacchere.  Cant.  Cam.  265.  Ma 
le  lane  da  noi  scosse  e  baltule  Spillacche- 
riam  da  parte. 

SPILLA.NCOLA.  Pesce  piccolissimo, 
che  si  trova  ne"  fossi ,  e  die  ha  alcune 
spine  nella  schiena  e  nella  pancia.  Lat. 
pungitius.  j4Ueg.  3o4-  Senza  immollarsi 
a  quattro  uomio  riesce  Pigliar  fra  le  spil- 
lanrole  e' ranocchi  Quivi  in  tre  di  seti' 
once  almt:n  dì  pesce.  E  327-  Son  da  ag- 
guagliarsi a  que.it' altre ,  come  le  chiose 
agli  srudi  d'oro,  o  le  spillanrole  agli  sto- 
rioni. Cai.  Sist.  362.  Gli  elefanti  e  le  ba- 
lene saranno  ce.  poetiche  immaginazioni; 
perchè  quelli,  come  troppo  vasti  in  rela- 
zione alle  formiche,  er.  ;  e  qutìUe,  rispetto 
alle  spillancole  ec.,  sarebbono  troppo  smi- 
surali. 

SPILLARE.  Propriamente  Trar  per 
lo  spillo  il  l'in  della  botte.  Capr.  Bott. 
3.  qo-  Sommi  ricordato  «he  e'm'è  tal- 
volta avvenuto  ch'i' ho  spillato  una  botte 
piena,  e  non  ho  mai  potuto  farne  uscire 
il  vino  ,  se  io  non  ho  prima  sturato  il 
cocchiume.  Lih.  Son.  4"-  Or  fa  ch'io 
non  ispilli  Bolle  maggior  dì  più  possente 
agresto.  La.tc.  Gelos.  5.  I.  Spilla  questa 
botte,  e  assaggia  quell'altra,  ec.  ;  io  non 
me  ne  poteva  spiccare.  P.ed.  Ditir.  3.  Be- 
nedeliu  Quel  claretto  (-he  si  spilla  in  A- 
vignone.  Malm.  7.  12.  Spilla  quella  bolle 
Che  t'hai  per  l'opre,  e  dammi  il  vino  a 
saggio.  Toc.  Dav.  Post.  l^^*].  Con  meta- 
fora  passala  in  proprielà  diciamo  spillare 
la  botte  per  assaggiarla,  traendone  non  per 
la  cannella  il  vino,  ma  per  lo  spillo  Lor. 
3Icd.  canz.  69.  2.  Di  promesse  io  son  già 
stucco  ;  Fa  che  ornai  la  l>oltc  spilli  (qui 
in  equivoco,  e  in  sentimento  osceno). 

'%■  I.  Per  ì  ersare,  e  Distillare.  Lat. 
fluere,  distillare.  Gr.  dtzvi.,  x%raLppz'tt-J. 
Frane.  Sacch.  rim.  2.  Cbe  non  veggcn- 
do  lei,  la  mente  mista  Con  lagrime  di  pe- 
ne Sempre  spilla.  Sngg.  nal.  e.ip.  2O2.  Em- 
pirà interamente  il  vaso  lutto  ,  facendola 
spillare  per  1*  orifìzio. 

§.  li.  Per  Hinvergarc,  Risapere  spian- 
do.  Lat.  ej  piscarij,  sci.tcitari,  exquirere. 
Gr.  £*5a/pi^oy5&at.  Fir.  Trin.  2.  5.  1' 
mi  vo*  arrostare,  per  veder  s*  io  nolessì 
spillar  nulla,  ch'elle  non  nosson  favellar 
d'altro.  Tac.  Dav.  Ann.  è.  II^.  Spillare 
i  concclli  u  dUegni  segreti  del  Principe 
né  lecito  è,  ne  sicuro,  ne  può  riuscire.  E 
l5.  218-  Una  certa  Epicari  spillo  la  rosa. 
J'arch.  Stor.  i5.  62O.  Avvisava  dì  per  di 
con  una  cifera  dì  figure  d' abbaco ,  lalla  a 
guisa  d'una  mula  di  regoli,  tutto  quello 
ch'egli  o  dal  Cardinale,  o  da  altri  poteva 
spillare. 

SPILLATURA. /.ofpi/Airv.  CiriJT  Calv. 
2.  3().  E  così  la  quare>ima  eblnin  rolla  , 
E  il  povero  ebbe  quella  spillatura  (  qui 
fguratam  ). 

SPILLETTAIO.  Colui  che  fa  ,  o  che 
vende  gli  spilletli.  lat.  acicularum  vendi- 
tor.  Gr.  pUfòtO'tHÙ'kr^i.lib.cur.matatt. 
La  polvere  si  trova  nelle  Itottegltc  di  lutti 
gli  spilletiaì. 

SPILLETTO.  Sottilflo  di  rame, od' 
altro  metallo,  corto,  e  acuto  da  una  e s tre- 
mìtà  a  guisa  d'ago,  e  dall' altra  con  un 
poro  di  capo  rotondo,  del  quale  le  donne 
si  serx'ono  per  fermarsi  1  veli  in  testa,  o 
per  altri  simili  usi  ;  il  che  chiamiamo 
Appuntare.  Lai.  acicula.  Gr.  i'aoi'oto». 
lab.  207.  Come  l' erba  e  i  fiori  soleva 
prendere,  cosi  di  quelli  il  gremlm  e  il 
pillo  iti  spilb-Mi  >*  empieva.  Pera.  Ori. 
I.  /)■  70.  In  man  di  ferro  ha  il  suo  Ita- 
Sion  pulito,  Che  par    ch'abbia    un    finuc- 


S  P  I 

rhio,  o  uno  tpiUello.  Ped.  Oss.  an.  23. 
Era  internameote  tutta  traforata  da  piccoli 
lombrìrhetti  rossiskimi ,  della  grosse^  e 
lunghezza  de*  minori  spilletti.  Cant.  Cam, 
Io6-  Baratiiam  vetri  a  spilletti.  Donne, 
molto   volentieri. 

5?  SPILLETTONE.  Accrescitivo  di 
Spilletto.  Sega.  Stor.  n.  291.  Nelle  cal- 
che la  pungevano  con  spillettoni  per  di- 
spregiarla. (•) 

.SPILLO.  Spilletto.  Lai.  acicula.  Gr- 
pv-ftÒiov.  Frane.  Sacch.  nov.  La  buona 
donna  piglia  questo  lierchetto,  che  è  ap- 
piccato al  cappuccio  con  uno  spillo,  e  re- 
caselo in  mano,  e  dire  eh*  egli  è  una  ghir- 
landa. Cavale.  Discipl.  spir.  Sarebbe  stollo 
clii,  per  cercare  un  ago,  o  uno  spillo,  ar- 
desse un  cero  di  lìltbra  ;  perchè,  posto  che 
egli  il  truovi,  e' gli  costa  più  assai  eh'  e* 
non  vale.  Buon.  Fier.  3.  1.  I.  A'  solda- 
ti, c'han  sempre  in  man  la  lima  Ad  acuir 
lo   spillo  dell'onore  (qui  per  metaf.  ). 

%.  I.  Spillo,  diciamo  ancora  a  un  Ferro 
lungo  un  palmo,  e  acuto  a  guisa  di  pun- 
teruolo, col  quale  si  forano  le  l'otti  per 
assaggiarne  il  vino  j  lo  che  diciamo  Spil- 
lare. Tac.  Pav.  post.  457.  Con  metafora 
passata  in  proprietà  diciamo  spillare  la 
botte  per  assaggiarla,  traendone  non  per 
la  cannella  il  vino,  ma  per  lo  spillo,  cioè 
pirciol  pertugio  fattovi  con  istrumenlo 
detto  anrh*  egli  spillo  »  e  dagli  antichi 
squillo.  Morg.  22.  101.  Perchè  pur  trar- 
ci il  vin  con  questi  spilli?  Un  tratto  il 
za0o  avessi  tu  cavato. 

§.  II.  Spillo,  diciamo  anche  al  Buco 
che  si  fa  nella  botte  con  esso  spi/lo.  Cr. 
4*  4'-  7'  Quando  chiarificata  sarà  ogni  tor- 
bidezza, per  lo  spillo  dalle  costole  e  di 
sollu,  per  la  cannella  si  tragga,  e  di  nuo- 
vo  sì  riponga  nel  vaso.  Tac.  Dav.  Post. 
457.  Con  metafora  passata  in  proprietà 
diciamo  spillare  la  botte  per  assaggiarla  , 
traendone  non  per  la  cannella  il  vino,  ma 
per  lo  spillo,  cioè  piccini  pertugio  fattovi 
con   islrumento  detto  anrh  egli  spillo. 

g.  III.  Per  .timilit.  si  dice  di  QualsivO' 
glia  piccolo  foro.  Ar.  Fur.  18.  176.  E- 
sre  col  sangue  il  vin  per  uno  spillo ,  Di 
che  n*  ha  in  corpo  più  d*  una  bigoncia. 

*  g.  IV.  Spillo,  term.  de"  Fontanieri . 
Piccai  tubo,  per  cui  l' acqua  schizza,  o 
zampilla  nelle  Jontane  artifziali  s  e  dicesi 
anche  al  Zampillo,  0  Getto  d'acqua  me- 
desimo, che  .tpiccia  fuori  da  esso.  Magai. 
J.rtt.  FigurianuMri  uno  zampillo  d'  acqoa 
ec,  il  quale  venga  dal  suo  spillo  di  piom- 
Ik).  (Ai 

SPILLDZZICAME.NTO.  Lo  spiltuist- 
care.  Lat.  delihatio,  depistatio.  Gr.  fl^tro- 
Veu5i?.  Fr  Ctoni.  Pred.  R  Sì  si  fidano 
dclli  spilluzzicamenti ,  senza  voler  credere 
che  ancora  questi  possono  frangere  il  di- 
giuno. 

SPILLUZZICARE.  Lei'ar  pochissimo 
da  alcuna  cosa,  pianamente ,  e  con  gran 
riguardo.   Lat-  delibare,  carpert.  Gr.  Jpt- 

§.  In  proverliio  :  Chi  spilluziica  non 
digiuna  ;  e  vale,  che  Anche  le  piccole  tra- 
sgressioni nympono  l'ossrr\-anza  della  legge. 

SPILLUZZICATO.  Add.  da  Spilluzzi- 
care. 

SPILLUZZICO  .  Fare,  o  Dire  chec- 
chessia a  jrpi/liizsico,  dicesi  del  Fare,  o 
Pire  checchessia  a  poco  per  volta,  a  sten- 
to. Lai.  paullatim,  fix,  aegre.  Cr.  z«t« 
IXirpo-».  I  anh.  Stor.  2.  20.  I  snidali  era- 
no ro*i  a  stento  e  cosi  a  spilluzzico  paga- 
li, rlie  con  grandissima  fatica  ih  medesimi 
e  i  lor»>  cavagli  sostentare  pi^leano. 

SPI!  O.NCA     fed.   SPELONCA- 

^  SIMLO.NrnETTA.  Piccola  spilonca. 
l  it.  S  tìno/r.  143.  Trovammo  una  pal- 
ma e  una  fonie  correnle  a  una  spnon- 
cbetta ,  nella  quale  era  una  colonna-    (^  f 


S  P  l 

SPILOFCERl'A.  Astratto  dì  Spihrcios 
Miseria  estrema.  Strettezza  nello  spende- 
re. Lui.  avaritia,  sordes.  Gr.  'ì^i/po'^o- 
*/t'a,  p'jTrapt'a.  Malm.  2.  22.  Di  modn 
clic  sdegnato,  corno  ho  dolio,  Che  il  lin- 
ea per  la  sua  spilorcoria  Ognor  vie  [)iù 
tcnovalo  a  .-.tocclietto,  «e.  *  Sold.  snt.  7. 
Ma  i*  non  su,  Monsignor,  com'  io  mi  sia 
Nel  diicorror  dol  lusso  Mlrucciolalo  A  ra- 
gionar drlla  spilorconj.  ifl) 

*  SPILOlìCIA,  .■  SIMLOKCIO.  Ter- 
mine  dei  Pescatort .  Sottile  e  lunga  fune, 
corredata  di  distanza  in  distanza  di  sughe- 
ri, con  cui  si  tira  a  terra  la  sciabica  e  la 
Pezzuola.  (A) 

SPILORCIO.  Jdd.  Jvarissimo,  Lat. 
sordidus.  Gr.  pu^apo^-  Copp.  rim.lmri. 
2.  L2.  Nemica  dì  spilorci  uomini  avaii. 
Buon .  Fier.  4.  3.  2.  Sospirò  lo  spilorcio, 
e  il  scn  s*  aperse,  E  si  trasse  una  piastra 
d*  UD  IiorscUo. 

*  SPILUCCARE.  TCeutr.  pass,  vale  il 
Leccarsi,  o  Mondarsi  che  fanno  i  gatti  ed 
altri  animali.  Fs.  Fai:  T.  Hicc.  3g.  I- 
stavasi  lo  topo  un  giorno  a  grande  agio 
in  sul  soglio  della  scala,  e  spiluccavasi  i 
piedi  al  sole.  (Pj  E  70.  Assai  volte  lo 
giorno  mi  slo  appiede  del  mio  Signore,  e 
talora  al  sole  e  spìlucronii,  e  dormo  al  co- 
perto, e  ho  ogni  Itene,  però  sono  bello  e 
grosso    (qui  e  un   Cane  che  parla  ).  fC) 

t  *  SPILUNCA.  Foce  ani.  e  della  poe- 
sia. Lo  stesso  che  .^'pìlonca.  Lat.  speliin- 
ca.  Gr.  ffTrr/iatov.  f'irg.  Eneid.  M.  E 
per  la  spilunca  pauroso,  dove  sono  le  se- 
grete della  sil)illa.   (*) 

SPILUNGONE.  Lun^o  assai.  Lal..f/rt- 
tura  pralongus.  Gr.  eu^r'/*:^.  Buon. 
Fier.  2.  3.  12.  Ve'  eh' A  r  calili  a  è  quella 
spilungona.  Vecchiaccia  secca  secca.  '1=  Sal- 
vin.  Ànnot.  ivi  7  Spilungona  ,  quasi  da 
spiculum  longum,  un*  asta  lunga.  E  An- 
noi. Tane.  A.  3.  Una  femmina  presso  Teo- 
crito, nelle  nonne  che  vanno  alle  feste  di 
Adone,  licride  il  suo  marito  spilungone  , 
senza  cervello,    ce.    ( B) 

•f*  SPIMACCIARE  .  V.  A.  Spiu- 
macciare .  Lat.  culcitam  agilnre.  Gr. 
Tuisi'av  «vy.:Tr'j|civ.  Arrigh.  5l.  Per- 
chè continuamente  il  mio  letto  male  si 
batte    e    spimaccia  ?    (*) 

•f  SPIMACCIATO.  r.  A.  Add.  Spiu- 
macciato. Patajf.  6.  E  si  prostende  a 
barha  spimacciata.  Frane.  Sacch.  nov. 
106.  So  che  tu  stavi  a  barba  spiniac- 
ciata. 

SPINA.  Stecco  acuto  e  pungente  de' 
pruni,  delle  rose,  e  simili.  Lat.  spina, 
aculeus.  Gr.  a/avàa.  Bocc.  canz.  <).  2. 
Io  vo  pc*  verdi  prati  riguardando  ec.  Le 
rose  in  sulle  spini  ,  0  i  bianriii  gigli  ■ 
Petr.  son.  2OQ-  Candida  rosa,  nata  in 
dure  spine  Dant.  Purg.  ^.  Maggiore 
aperta  molte  volte  impruna  Con  una  for- 
catcUa  di  sue  spine  L'uom  della  villa  , 
quando   r  uva  imbruna. 

■|-  §.  L  Spina  alba.  Specie  di  arlm- 
scelto  spinoso,  che  produce  fioretti  bian- 
chi e  odorosi:  Spina  bianca  ,  Ossiacanla. 
Lai.  spina  alba.  Gr.  a/av3a  \i\ntr',.  Cr. 
5.  IO.  I.  Innestasi  (il  nespolo  >  in  se, 
nel  perù,  nel  melo,  nella  spina  alba,  e  nel 
cotogno. 

§.  II.  Spina  a/ha,  è  (incora  una  Spe- 
zie  dì  cardi. 

f  §.  III.  Spina  bianca.  Specie  dì 
pianta  ,  detta  altrimenti  Bedeguar.  Pi- 
cctt.  Fior.  20.  II  bedeguar,  chiamalo  da 
Dioscoride  spina  bianca ,  è  quella  pianta 
spinosa,  la  quale  produce  le  foglie  lun- 
ghe,   e    non    molto   larghe,    ec.   (') 

§.  IV.  Spina  cervina  ,  Spezie  di  pru- 
no. Lat.  rnamnus  catharticus.  Cr.  5. 
58.  2.  Spinacervina  non  si  confà  molto 
alle  siepi,  perocché  non  è  bene  spinosa, 
ma   d  '  essa    sì    fanno  ottimi   pali   per  le  vi-  , 


ciuali   d 


S  P   I 
Urano   lun 


S  PI 


l325 


lem 


iOt- 


gne ,    t    cjuaii    (turano   lungo 
terra. 

g.  V.  Spina  giudaica.  Specie  di  pru- 
no. Lo  stesso  che  Marruca.  Lat.  paliu' 
rus.  Cr.  5.  57.  2.  La  spìnagiudaiea  è 
niij;lior  di  (ulte  le  spine  per  siepi,  i>e- 
rocchè  in  ciascuna  foglia  ha  due  spine  , 
una  diritta,  grande  e  acutissima  ,  un*  al- 
tra piccola  e  ritorta,  la  quale  colla  sua 
pullulazione  fa  la  siepe  folta  e  spessa 
(  Il  testo  lat.  ha .-  spina  ludaica  ). 

§.  VI.  Spina  magna.  Specie  di  pruno. 
Cr.  5.  16.  2.  Quando  s'innestano  sopra 
*l  pedale  di  arbori  d*  altra  generazione, 
come  di  pero ,  di  melo ,  o  di  spina  ma- 
gna, iiniile  al  faggio  nel  legno  e  nella 
corteccia,  delta  volgarmente  spina  sagina, 
crescono  i  nespoli  maggiori  e  migliori,  che 
non  sono  gli  altri  (il  testo  lat.  A  a  .•  spi- 
na magna ) . 

J5=  g.  VII.  Spina  ,  fier  Spiga  dì  fru- 
mento, così  forse  chiamala  a  cagione  delle 
reste  acute  che  ha.  7,enon.  Pisi.  18. 
Quando  Proserpina  Tolta  mi  fu,  le  biade 
tolsi  a  Rea,  E  feti  vano  il  frutto  d'  ogni 
spina.   (Cj 

g.  Vili.  Spina,  per  l'Ago  della  pec- 
chia, vespa  ,  esimili.  Pungiglione.  Lai. 
acus.  Tes.  Br.  5.  17.  Lo  suo  pungiglio- 
ne, ovvero  spina,  non  «sa  contro  alcuno 
malvagiamente. 

g.  IX.  Spina,  Serie  d'ossi  detti  J'er- 
tebrCf  che  si  estendono  dal  capo  fino  all' 
osso  sacro,  e  forni  an  ciò  che  sì  dice  il 
Fil  delle  rene.  Lat.  .vpìna.  Gr.  pci^^^.  Cr. 
6.  77.  3.  Contra  '1  tlusso  del  ventre  per 
impeto  di  collera  si  dee  ugnere  dell'  olio 
predetto  (della  mandragola)  il  ventre  e 
tutta  la  spina.    Tes.   Pov.   P.   S.  cap.    20. 


Item  ungi  le  reni  e  tutta  la 


di 


sotto  di  mele  tepido  ,  e  gettavi  sopra  la 
poh  ere  di  colofonia,  ec.  *é^  ImperJ.  Annt. 
l5o.  La  spina  si  chiama  tutto  quello  con- 
catenamenlo  d*  ossa  ,  die  incominciando 
d;dla  prima  vertebra  della  cervice  se  ne 
viene  giù  per  lo  6I0  della  schiena  sino 
all'osso  coccige,  ovvero  codrione,  e  chia- 
masi spina  perchè  la  sua  parte  posteriore 
è  spinosa,  ovvero  acuta.   {F} 

%.  X.  E  Spina,  dicesi  la  Lisca  del  pe- 
sce. Sen.  Pist.  ()5.  Ivi  erano  molte  ma- 
niere di  pesci  tulli  battuti,  sema  ossa  e 
senza  spine.  E  più  sotto  :  Conciossiacosa- 
ché fanno  spezzare  e  minuzzare  i  pesci,  e 
trarne  ogni  spina. 

^  §.  XI.  Spina,  è  il  Canale  ^  o  Buco 
per  cui  e.vce  dalla  fornace  nella  forma  sua 
il  metal/o  islrntto.  Benv.  Celi.  Oref.  126. 
Ardilamente  col  mandriano,  che  cosi  s' ad- 
dimanda  quel  ferro  col  qual  si  percuote 
la  spina,  si  debbo  percuotere  la  detta  spi- 
na, e  temperatamente  lasciare  correre  il 
bronzo,  sempre  tenendo  la  punta  del  man- 
driano dentro  nella  spina,  (l  )  E  l  il.  2. 
417-  Siruramenle  potrete  con  questi  dna 
mandriani  dare  nelle  due  spine.  E  l^23. 
Subito  feci  aprire  le  bocche  della  mia  for- 
ma, e  nel  medesimo  tempo  feci  dare  alle 
due  spine.   iCj 

g.  XII.  Jn  modo  proverbiale  si  dice 
I\'on  aver  uè  spina  ne  osso,  dì  Cosa  che 
non  abbia  in  se  veruna  diffìcultà.  Lat. 
plnnam  rem  esse  ,  et  expedilam.  G  r. 
TZzóy^itpov  Tzpy.'/tiv,  u  -i'j.K.  Maini.  8.  5. 
Peich*  elle  son  tutte  cose  provate  E  vere, 
che  non  v'  è  spina  ne  osso. 

§.  XIII.  Pure  in  modo  proverbiale  Cor- 
re le  rose,  e  lasciar  le  spine  ,  vale  Pi- 
gliare il  buono,  e  lasciare  il  cattivo.  Bocc. 
ftov.  5o.  2.  Cogliete  le  rose,  e  lasciale  le 
spine  stare.  Pist.  S.  Gir.  Colgo  e  piglio 
dalla  terra  le  rose,  e  lascio  le  spine.  J  ed. 
COGLIERE,  §.   XXV. 

§.  XIV.  Spina,  .«  dice  anche  una 
Sorta  dì  lavoro  fatto  coli' ago.  Fir.  nov. 
7.  264.  Da  quinci  innanzi  io  ti  voglio  da- 


re una  camicia  bella  e  nuova,  col  soprag- 
giltt»  intorno  alle  maniche,  e  col  punto  a 
spina   in   i.ul  collaietto. 

%.  XV.  Spina,  chiamano  anche  i  Fab- 
bri un  Co/iio  di  ferro,  col  quale  bucano 
i  ferri  infocati. 

§.  XVI.  Spina  fecciaia,  chiamasi  una 
Cannella  che  si  pone  nel  fondo  de'  vasi 
per  trarne  la  feccia.  Cr.  4.  41.  IO. 
Traendo  di  sotto  per  la  spina  fecciaia ,  e 
ponendo  di  sopra  per  lo  cocchiume  ,  la- 
scisi (il  testo  lat.  ha  foecaria). 

*  g.     XVII.     Uva  spina.    Ved.   UVA, 

§■  ni.j') 

t  -^  g.  XVIII.  Spinaj  metaforic. , 
per  Co.m  che  reca  dolore.  Alam.  Colt. 
2.  46.  Poi  qual  punger  poria  più  acuta 
spma,  Che  "1  senliffi  talnr  nel  loto  invol- 
to, Coi  più  vili  animai  vivendo  a  paro?  (F) 
^'  g.  XIX.  E  per  .-Icume,  Sottiglie:^, 
za.  Frane.  J3arh.  223.  3.  E  parte  (la 
prudenza  )  da  color  eh*  han  più  di  spi- 
na. (I''j  '^  ^ 

t  ^  §.  XX.  Spina  ventosa.  Terni. 
de'  Chirurgi.  Dìcesi  Quella  malattia  del 
tessuto  dell'osso,  nella  quale  l'osso  am- 
malato si  dilata  e  gonfia  più  o  meno  nel- 
la .w(«  lunghezza,  come  se  vi  sì  fos.se  sof- 
fialo entro.  Malm.  6.  5!\.  Le  piaghe  a 
masse,  i  petterecci  a  balle,  Spine  vento- 
se,  e  gonghe  in  più  61ari.  (IVJ 

V  §.  XXI.  Spina,  dicono  pure  i  Fab- 
bri, o  Magnani  ad  un  Pezzo  di  ferro,  che 
serve  come  di  nocciolo,  su  cui  si  fabbri- 
cano ì  pezzi  che  si  vogliono  fare  incava- 
ti. J  e  ne  sono  delle  tonde,  delle  quadre, 
e  rf'  altra  figura.   (A) 

•''  §.  XXII.  Spina  ,  dicesi  anche  da' 
Magnani  a  (Quello  strumento  che  da' J^c- 
gnaìuoli  chiamasi    Cacciatola.   (A) 

SPINACE.  Erba  nota,  della  quale  al- 
tra è  ma.fchio,  che  fa  solamente  fiori s  Ctt 
altra  è  Jcmmina,  che  produce  semi.  Lat. 
spinachiiim  .  Cr.  2.  21 .  1 3.  Siccome 
quando  in  convenevol  tempo  si  seminano 
in  lavorato  teiTeno  i  semi  degli  atrebici , 
degli  spinaci  ec,  de' quali  prima  si  divel- 
gono  e  colgono  gli  atrebici,  e  secondaria- 
mente gli  spinaci  e  i  cavoli.  Burck.  1. 
122.  Cardi  usa  fritti  in  olio  dì  ramarro. 
Con  seme  di  spinaci.  Fir.  As.  281.  Ap- 
pena poteva  portare  quattro  mazzi  di  spi- 
naci. 

§.  Mangiare  spinaci,  figuratamente ,  e 
in  modo  basso,  vale  Far  la  spia.  Lat. 
rem  deferre.  Gr.  i'v^£[|iv  TroiiTi&ai. 
Malm  3.  6Q.  Mangian  spinaci,  arruffan 
le  matasse.  Ed  han  più  vizii  ognun  di  sei 
Margutti. 

SPINAIO.  Spineto.  Lat.  spinetum,  vc- 
pretum.  Gr.  a'/avrw'v.  Menz.  sai.  2. 
Perchè  non  aspettate  al  Maggio  almeno  , 
Ch' allor  sarà  fiorito  ogni  spinaio? 

SPINALE.  Add.   Di  spina. 

§.  Spinale  midolla,  dicesi  Quella  so- 
stanza che  si  parte  dal  cervello,  e  passa 
per  tutte  le  vertebre  del  dorso. 'Lzi.  *  spi- 
nalis  medulla.  Gr.  pv.yfrr,^ij.'jiyoz.  lied. 
Ins.  64.  Affermo  che  le  serpi  nascon  so- 
vente dalla  spinai  midolla  de' cadaveri  u- 
mani.  E  Oss.  an.  11.  Le  loro  spinali 
midolle  camminavano  per  le  vertebre  de* 
due  colli  ad  unirsi  in  un  sol  tronco  nel 
principio  del  dorso. 

SPINARE.  Trafigger  con  ispine.  Lai. 
spinis  lacerare,  .ipinis  coronare.  Gr.  aVa- 
v&at^  xaTa';;^a'?5tv,  ctspavoijv.  Tav. 
Bit.  La  vostra  madre  vi  vide  spinare,  e  in 
sulla  croce   con   grossi    chiovi     chiaveHare- 

SPINATO.  Jdd.  da  Spinare.  Fr.  Zac. 
T.  6.  9.  8.  Nullo  membro  ci  par  bello 
Sotto  un  tal  capo  spinalo.  Cavale.  Specch. 
Cr.  LìO.  Non  si  conviene  sotto  il  capo 
spinato  che  sia  ninno    membro    delicato  . 

SPINELLA.  Sorta  d'infermità  del  ca- 
vallo.  Cr.  9.  38.   I    Questa  infermità,  che 


i326 


S  P  I 


S  P  I 


S  P  I 


&*  appella  spinella,  si  fa  &uLto  il  garello 
nella  congiuntura  Jl-I  suu  u&so  in  ciascu- 
no de'  lali,  e  alruaa  volta  solamente  io  un 
Iato,  creando  di  supra  un  osso  di  gran- 
ilciza  d' un'avellana,  o  più,  costrijjnendo 
la  giuntura  in  tanto,  «he  '1  cavallo  è  co- 
stretto molte  Volte  di  zoppicare  (il  testo 
iat.  fta  spinella  )  . 

§.  Spinella,  h  anche  Spezie  di  gioia  di 
color  simile  al  rithino.  Saf^ff.  nat.  esp. 
22'J.  Questa  par  simil  mente  che  seguitino 
il  diamanti!  gruppito^  Ìl  zaffiro  hiaoro,  lo 
smeraldo,  il  topazio  liiancu ,  la  spinella  e 
*1  lialascio-  Benv.  Celi.  Oref.  3.  Kssendo- 
ci  alcuni  gioiellieri  di  poca  pratica  ed  e- 
spcrienza,  che  connumerano  fra  le  ({ioie  il 
grisopazio,  il  giaciuto,  la  spinella,  l'acqua 
marina,  ce. 

SPINELLO.  Spezie  di  pesce  di  mare  . 
Hed.  Oss.  an.  176.  Il  pe!.ri*  spinello,  che 
paleus  spinax  dagli  scrittori  si  cliiariia. 

SPINETO.  Macchia,  o  /Josro  pieno  di 
spini.  Lat.  spinetnni  ,  dttmt'lum ,  t-rpre- 
titm.  Gr.  K/KV^'jjv.  Fr.  lav.  T-  l\.  32. 
17-  £  alluoghiami  in  scpultura  ,  *N  un 
spineto,  o  roverja.  Cr.  j.  4-  2.  Ma  in 
molli  altri  luoghi  nascono  natuialmcntc 
infiniti  spineti  di  diverse  generazioni  . 
Tratt.  gov.  Jam.  Non  per  le  vìe  maestre  , 
ma  per  gli  spineti,  pe'selcetì,  e  pc*  giun- 
cheti vogliono  camminare. 

SPINETTA.  Spezie  di  guarnizione  fat- 
ta di  seta,  e  non  traforata, 

§.  Spinetta  ,  e  anche  Spezie  di  stru- 
mento musicale  di  tasti.  Maini.  9.  52. 
Nannaccio  intanto  sopr*  alla  spinetta  S' era 
messo  a  zappar  la  spagnoletta. 

•f  SPINETTAIO.  Facitore  di  spi- 
nette. 

•f  SPINGAHDA.  Strumento  militare 
da  trarre  grosse  pietre,  o  altro,  per  rom- 
per muraglie-,  Taw  Hit  Ordinarono  tra- 
lioccbi  e  mangani-Ile  e  spingarde  ,  e  tra- 
boccano nella  citta  fuoco  con  zolfo  e  altra 
bruttura. 

§.  Spingarda,  diciamo  anche  a  Piccai 
pezzo  d'  artiglierìa.  Ciriff'.  Cali'.  1.  23. 
£d  avean  dardi,  e  fuochi  lavorati,  E  ba- 
lestre, e  spingarde,  e  molti  sassi.  F  ap- 
presso .'  Tante  spingarde  si  spara  a  un 
tratto,  Ch'  egli  e  sempre  di  palle  in  aria 
cricca.  F  I.  27.  E  bombarde  e  spingarde 
d*ogni  parte,  Ch' intruonavan  gli  orecchi 
in  cielo  a  Marte.  Sagg.  nat  esp.  2^2. 
Questo  riscontro  fu  fatto  da  noi  in  tempo 
di  notte  con  tre  tlifferenli  generi  di  pez- 
zi, con  una  spingarda,  con  uno  smeriglio, 
e  con  un  mezzo  cannone  ,  situati  in  di- 
stanza di  tre  miglia  dal  luogo  dell*  osser- 
vazione. 

SPINGARDELLA.  Dim,dt  Spingarda. 
Ciriff".  Cah\  3.  81.  E  con  passavolanli  e 
spingardclbr.  F  4-  12Z.  E  spingardelle,  e 
moschr-tti,  «•  spingarde. 

SPIEGARE.  L.»t.  plantas  propellere . 
Dant  Inf.  ic).  E  mentre  io  gli  cantava 
colai  note,  O  ira  o  coscienzia  che  *1  mor- 
desse, Forte  spingava  con  ambo  le  piote. 
Jiut.  ii-i  :  Forte  spingava,  cioì;  guizzava  , 
con  ambe  le  piote  ,  cioè  con  amburo  le 
piante,  che  tenea  fuora  del  buco  (  alcuni 
testi  leggono  springava  ) . 

•fi  SPINGENTE  .  Che  spinge.  Calil. 
f.ett.  Si  trovano  ben  tanto  pili  rariratc- 
della  maggior  dell'  acque  superiori  pre- 
menti  p   spingenti.   (^) 

SPINGERE.    />*/.  SPIGNERE 

SPINGIMENTO.  Lo  spingere.  Lat.  im- 
pulsus,  pulsus.  Gr.  w^ioit;.  Seni.  St-T. 
ind.  3.  10<>.  Oggi  dal  vulgo,  preso  il  no- 
me, rome  io  «l'etlo,  dallo  spingìmi-nlo  de' 
venti,  sou  chiamati  moiioni. 

*  SPINGITORE.  ì  erhal.  masc.  Che, 
"  Chi  .tpinge j  cosi  ni  proprio,  come  al 
figurato.  Pallai'.  Slor.  Conc,  I.  53o  E 
di   coDlrarix   il     Pontefice    per    ooor     della 


sede  Apostolica  avera  usato  ogni  studio 
per  manifestare  ch*  egli  n'  era  il  primo 
spontaneo  principio  non  bisognoso  di  pre- 
cedenti spingitori,  ma  solo  di  susseguenti 
riMjperalori.    f.X) 

t  5  SPINO.  Spina,  Lat.  spina.  Gr. 
o!'/«v&a.  Petr.  canz.  36  4*  Saldin  le 
piaghe  ch'i*  presi  io  quel  bosco  Folto  di 
spini,  -f-  tr  Alam.  Gir.  23.  16  Al  calar  suo 
( dell'  jtquila )  salta  (la  damma)  Sotto 
altro  cespo,  e  '1  van  disegno  scorna  ,  Cb* 
affamata  col  pU);no  a  vuoto  chiuso  E  pun- 
to dalli  spin  rivola  in  suso.   {?!) 

#  §.  I.  Spino,  diresi  anche  una  Pianta 
salvatica  che  produce  gli  Spini,  detta  al- 
trimenti Spino  Inauro.  «  Pallad.  Fehhr. 
3o.  Innestasi  (il  melo)  in  melo,  in  pero, 
in  pruno,  in  s]  ino,  sorbo,  pesco,  platano, 
arbore,  gattice,  e  salce.   (C) 

§.  II.  Spino  bianco,  lo  stesso  che  Spi- 
na alha,  arbiiscello,  Lat-  spina  alba.  Bed. 
Ins.  ()3-  Essendomi  stali  portati  certi  ra- 
muirclli  d'  oisiacanta,  o  di  spin  bianco  ,  i 
quali  ec. 

§.  III.  Spino,  Serie  d'  o.tsi  detti  J'er- 
tehre,  e  che  si  estendono  dal  capo  fino 
air  osso  sacro,  e  formano  ciò  che  si  dice 
il  /'il  delle  rene,  che  più  comunemente  si 
dice  Spina.  Tes.  Br .  !^.  5.  Dal  6ume  del 
Nilo  e  una  generation  di  dalfìni  die  han- 
no sullo  spino  del  do%-so  una  spina,  con 
eh'  elli  uccide  lo    coccodrillo. 

SPLNOLA.  Dim.  di  Spina.  Lai.  .tpi- 
nula.  Gr.  a/Kv-:tov.  Cr.  6.  27.  2.  Se 
strignerai  le  punte  de' suoi  seroi,  non  a- 
vranno  spinole. 

SPINOSISSIMO.  Supertatii'o  di  Spi- 
noso. Lai.  spinis  asperrimus.  Gr-  «j^kv- 
^ùìòilTa-o:  .  Alam.  Gir.  23  60.  Cac- 
rian  orsi  e  cinghiar,  da  tema  sciolti.  Per 
aspre  e  spinosissime  pendici. 

SPINOSITÀ',  SPINOSITADE  .  e  SPI- 
NOSITATE.  astratto  di  Spinoso.  Cr.  2. 
24.  I.  La  spinositadc  avviene  per  1'  umi- 
do nutrimentalc  arreio,  il  qiule  è  costret- 
to d'  andare  dalla  midolla  alla  corteccia 
per  cagion  del  suo  acci-ndimento. 

•f  §.  Per  metaf  Difficoltà,  Malagevo- 
lezza. Salvia.  Disc,  2.  376.  Plal<me  ,  Ìl 
quale  nei  suoi  divini  dialoghi  rallegra  1* 
asprezza  delle  più  serie  dispulazioui  ,  e  la 
spinosità  di  queir  antica  Ixirma  d' argu- 
menlarc  per  via  stretta  e  precisa  ili  do- 
mande e  di  risposte,  colla  facezia  seriosa 
e  odia  civiltà  did  complimento.  ^  F  3.  65. 
Non  si  sta  quivi  sempre  nelle  tpinosilà  di 
quelle  strette  e  fìtte  alla  mano  inlcrroga- 
ziont  e  risposte  ,  ma  si  vaga  eziandio  in 
qualche  Ìm-I  campo  d'eloquenza.  (Cj 

SPINOSO.  Su.it.  animale  noto  detto 
co.fl  dalle  spine  eh'  egli  ha  per  tutto  'I 
dosso  j  che  anche  il  diciamo  /Uccio.  Lat. 
/lericius,  heriuaceus ,  echtnus  terrestrts. 
Mil.  M.  Poi.  Quivi  ha  porri,  e  spinosi 
assai.  Cr.  IO.  2().  3.  Anclie  da*  cani  si 
trovano  e  pigliano  gli  spiiio>i,  e  alcuni  al- 
tri animali.  Buon,  Fier.  4-  3.  4- L'aver 
moglie  Al  par  d'ogni  spinoso  irta  e  ri- 
trosa. 

§.  /n  proverbio  :  Come  disse  lo  spino- 
.to  alla  serpe  :  citi  non  ci  può  star,  se  ne 
vada  i  e  si  dice  di  Chi  stando  comodo  , 
ed  essendo  guernito  di  gran  potere  ,  non 
si  cura  degl'  incomodi,  o  pericoli  altrui, 
l'ed.  Flos.  270.  Lai-  hospes  indigenam. 
Morg.  23.  .'i.  ('he  tu  sarai  la  serpe,  10  lo 
spinoso,  ec.  Onde  rispose:  a  non  tenerli 
a  bada,  Chi  uon  ci  può  star,  serpe,  se  ne 
vada. 

SPINOSO.  Jdd.  Pieno  di  spine.  Lat. 
spinosus.  Gr.  v'KtxtÒùiòni-  /*rtr.  .ton.  ai. 
Fu  per  nioktrar  quanto  h  tpinoui  ralle. 
/,ab.  2^6,  Queste  parole  rosi  delle  sono 
i  ronconi  e  le  seruri  ,  reo  le  quali  si  ta- 
gliano i  velenosi  sterpi,  e  gli  spmosi  pru- 
ni, e  gli  sconvolti  bronchi,  che,  a   non  la- 


sciarli la  via  da  uscirci  vedere  ,  davanti 
li  sono  assiepati  (così  ha  l' ottimo  testo  J  . 
Star.  Bari.  Ma  se  fosse  pietrosa  e  spi- 
nosa, meglio  sarebbe  che  io  me  ne  rima- 
nessi. Frane.  Sacch.  rim.  (1'] .  O  fum- 
mo, 0  vento,  o  Cor  di  spinosa  erba.  Alam, 
Colt.  2.  54-  Che  più  risembra  Alla  nuo- 
va castagna,  allor  che  sagUe  Dall'  albergo 
spinoso. 

t  g.  L  Per  metaf.  vale  Difficile,  Sca- 
bro.ìo  ,  Travagliato.  Lat.  asper  ,  spino- 
sus.  Gv.^pxX'Ji.,  a/av&cj'o»;;.  Cron.  Mo~ 
rell.  254.  Volendo  pigliare  alcuna  favilla 
di  rimedio  ,  secondocliè  oggi  d'a  a  noi 
questa  vita  spinosa  e  crudele.  Omel.  S- 
Ciò.  Grisost.  2o8-  Ricise  le  spinose  opi- 
nioni le  quali  lu  tieni ,  colla  falce  delle 
ragioni. 

*  §.  II,  Parlandosi  di  persona,  vide 
Che  fa  difficoltà  in  tu  tto.  Che  s' appaga 
diffìcilmente.  Salvin.  disc.  3.  67.  Fido  gli 
Stoici  uomini  severi,  e  spinosi  Del  tratta- 
re la  loro  filosofia  ,  non  disdegnarono  1* 
amenità  del   dialogo.    (Cj 

5  SPINTA.  Lo  spignere.  Lai.  impul- 
sus  ,  impulsio.  Gr.  &iàT)9tj.  Mor.  S. 
Greg .  Non  andiamo  a  terra  con  quello 
impeto  che  noi  roniiuciammo  ,  ma  solo 
andiamo  rolla  spinta  del  prìrao  vento . 
Fir.  j4s.  102.  Con  piccola,  ma  con  re- 
pentina ed  ioaspellata  spinta  cUa  il  fece 
tombolare  a  capo  di  sotto.  F  201.  Die- 
rono  ad  una  parie  di  loro,  cosi  legati  ed 
involti  come  egli  cratto,  la  spiota  giù  per 
una  di  quelle  ripe.  Bern.  Ori.  1.  I.  44- 
E  quella  lanria  di  natura  tale ,  Che  re- 
sister   non    puossi  alla   sua  spinta. 

*  §.  Dar  la  spinta  ,  vale  Spigne- 
re  .  «  Bern.  rim.  l.  pS.  Poi  giù  pel 
gorgoziul  gli  dà  la  spinta  Con  tre  o 
quattro  sorsi  d'  acqua  tinta  »  .  (C)  Sal- 
vin.   F.neid.  Uh.   3.    Una    torre   Ritta    sul 

fireripizio  ec.  divelliam  dall'  alte  Sedi  e 
e   diam   la  spinta.   (F) 

SPINTO. //rfrf.  da  Spignere.  Lat.  pul- 
sus ,  impulsus.  Gr.  o/JTtffSriis.  Buon. 
Fier.     Inlr.     2.   1.     Sia    vostra    cortesia  . 

f ironie  donzelle.  Spinta  la  ooUe  gft,  dar 
uco   al   sole. 

SPINTONE  .  Urto,  Spinta  grande- 
Buon.  Fier.  2.  4-  4  ^^  ve' che  calca 
è  quella!  oh  che  spintoni  Si  danno  uo- 
mini e  donne  ec.  Matm.  3.  50-  Però  , 
senza  più  dirglielo  di  nuovo.  Lo  manda 
fuori  a   furia   di  spintoni. 

SPINL'ZZA.  /Um.  di  Spina.  hiU  spi- 
nala. Gr.  a'xUvziof.  ì  olg.  Piosc.  In- 
salasi la  butimaca  prima  che  ella  metta 
le  sue    spinuzze,    e    si    serl>a  tra'  salumi- 

SPIOMBARE,  levare,  o  Staccare  il 
piombo  j  contrario   ti'  Impiombare. 

g.  I.  Per  similit.  ìiovuiare  »  Gettare 
a  terra.  Lai.  deticere,  deturftare.  Gr  - 
xara^otiisiv .  Ditlam.  4  '•\-  '-*  acqua 
riversa  si  forte  e  rubesta.  Che  i  sassi 
delle    ripe   muove   e  spiomba. 

§.  II.  Spiombare,  in  sigmfìc.  nentr.  , 
vale  Pesare  assaissimo.  ^  Malm.  8.  l5. 
Perche  sebbene  ei  fa  il  mangia  da  Sie- 
na, Gli  e  disadatto,  e  pesa  eh*  c^li  spiom- 
ba.  (IV) 

«  §.  III.  Eper  metaf.  Frot,  Fior.  Sa/- 
vtn.  Lett.  4  I-  396.  Sentii  dire  una 
volta  a  uno  uomo  lanlo  grave,  che  spiom- 
bava, rlie  non  bisognava,  dicev'  egli,  mai 
discorrere   tU   ȏ  a    nessuno.   (C) 

SPIOMBATO.    Add.  da    Spiombare. 

SPIQNACCIO.    Peggiorai,    di     Spione. 

SPIONE,  accresciti  di  Spia.  Lat.  ex- 
plorntor,  delalor.  Fr.  lac.  T-  Or  bai 
sempre  intorno  gli  spioni.  So  vedesscn» 
in  le  cosa  lasciva  y/gn.  Pand.  |5-  A- 
vendo  lutto  il  di  a  porgere  il  viso  a 
rapinatori,  baratlicri.  spioni,  drtrallori,  er  . 
Cr\>n.  Morell.  ai)0.  Aveano  molti  cani, 
cioè  spioni ,    che    ).empre   erano    [ter    Fi- 


S  P  I 

teme    o  por  pigliji'^',  u  per  isptai'C    di  dì, 
e    di    nolte. 

SPIOVERE.  Kestnr  tli  piovere.  Varch. 
Ercol.  291.  Spiovulo  che  fu  una  grossa 
acqua,  nun  andò  molli  pa>sì ,  ctio  e'  uc 
vronc  ud'  altra  scorsa  delle  liuoni!  . 
5?  Beni.  J.ett.  82.  Quando  vorrà  Dio  v 
sua  nuidrc,  eli' egli  spio%a,  e  clic  U- roti  e 
cateralle  si  rattacchino  e  si  serrino,  Dot 
verremo.    (C) 

SriOVIME>TO.  7-0  spiovere,  l  at.  p/u- 
viae  cessatio.  Gr.  ùirov  ox*>/aioT>)<. ///>. 
cur.  malati.  Attendono  con  impaiienza  lo 
spiovinicnto   tlcUa    stagione    piovosa. 

SPIOVUTO.   Add.  da  Spiovere. 

^  §.  E  figìtratam.,  vale  Disteso,  Spar- 
so. Lai.  passìis.  Salvia .  Seno/,  i .  32 . 
Giovane  grande  a  vedersi ,  nella  guar- 
datura tremendo,  la  zazzera  avea  raliLuf- 
fald,  e   spiovuta.   (C) 

SPIPPOLABE.  Voce  bassa.  Cantare 
di  genio.  Lai.  alacri  animo  canere.  Gr. 
oato^tu;  v o«tv.  ]ifem.  sai.  6.  E  qui  lo 
Sgorbia  poi  spippola  e  rece  Quei  versi 
misurati  colla  stringa,  A  Lia>sma]'e  il  hel- 
leUo  e  chi  lo  fece.  Bed.  Bilir.  24.  Al 
saon  del  zufolo,  Caolando,  spippola  e- 
gloghe,    ec. 

§.  Spippolare,  vale  anche  Pire  alcuna 
cosa  chiaramente  e  con  franchezza.  Sal- 
vin.  Pros.  Tose.  I.  507-  Udite  la  foiza 
del  mio  argomento  ,  eh'  iq  ora  qui  bre- 
vemente vi    spippolo. 

SPIRA,  hivotuzione  in  giro,  la  quale 
però  non  ritorna  al  Suo  principio,  co- 
me la  circonferenza  del  cerchio,  ma  va 
sempre  avvicinandosi  al  centro  del  ma' 
vimento  che  la  produce.  Lat.  spira.  Gr. 
c:r«';«,  i\\.X-  ì^"'*f-  Por.  IO.  Con  quella 
parte,  che  su  si  rammenta,  Congiunto  si 
girava  per  le  spire.  In  che  più  tosto  ogni 
ora  s' appresenta.  But.  ivi:  Per  le  spi- 
re, cioè  per  quelle  revoluzioni  che  fa 
(ti  Sole  J  m  2^  ore,  rotato  dal  primo 
mollile ,  ce.  ;  e  perchè  ogni  di  va  uno 
grado  del  segno,  ogni  dì  muta  spila.  E 
appresso  :  Spira  tanto  e  a  dire  ,  quanto 
revoluzione.  Cai.  .S'ist.  S^y-  Descrivendo 
con  r  uno  1*  erlitlica  in  un  anno  ,  e  con 
r  altro  formando  spire  e  con  hi  paralleli 
all'  equinoziale.  Sagg.  nat.  esp.  l35.  In- 
dizio manifesto,  che  1'  acqua  ec.  trapelava 
per    le   spire    di   essa. 

*  §.  £■  per  similit.  dicesi  di  quegli 
jtnelli  che  fanno  i  serpenti,  rivolgendosi 
sopra  se  stessi.  Car  }'n.  2.  36^.  Poscia 
a  lui,  ch'aTanciulli  era  coli' arme  Giun- 
to io  aiuto,  s' awenlaro,  e  stretto  L*av- 
vinscr  sì  che  le  scagliose  terga  Con  due 
spire  nel  petto,  e  due  nel  collo  Gli  rac- 
chiusero il  6ato.  E  5.  401.  Procacciando 
fuggir  con  lunghe  spire  S*  arrosta  indar- 
no.   fO 

SPIRABILE.  Jdd.  Che  spira.  Lat. 
spirabilis.  Gr.  £/;:rv£UCTO:.  4S'.  Ag.  C. 
D.  L'aere  spirabile,  l'arque  da  bere,  e 
ciò  che  si  richiede  a  nutricare  ec.  e  ad 
adornare  il  corpo  (  qui  vale  che  si  re- 
spira ). 

't  3  SPIRACOLO,  e  SPIPACULO. 
Spiraglio.  Lat.  spiraculum.  Gr.  e'-/.  Fir. 
.As.  ij3.  Quivi  cDlro  dcgh  spiratoli  dello 
nfemo  e  per  apertissime  porte  vi  si  mo- 
4lrj  lo  sciiro  cammino.  Bicett.  Fior.  72. 
Si  commetta  con  dello  vaso  di  sorta, che 
non    vi  sia  spiracolo  alt  uno. 

§.  I.  Per  metaf  .1/or.  S.  Creg.  12. 
28.  La  lucerna  di  Dio  è  uno  spiracolo, 
cioè  vita  dell'  uomo. 

*  g  II.  Per  /spirito,  o  Aria.  «  Fallad. 
cap.  3.  Confessano  al  contrario  notevole 
aria,  o  spiracolo  di  quello  cielo  >» .  (M) 

#  g.  III.  Per  Sen.io,  Spiramvnto  di  vi- 
ta. Ott.  Com.  Jnf.  10.  173.  Il  Genesi 
dice  de*  Bruti:  la  terra  produre  l'anima 
vivente    di  costoro  :    ma    dell'  uomo    dice  : 


S  P  I 

spirò  Iddio  nella  faccia  sua  spiracolo  di 
vita.  (C) 

*t  *  §•  iV.  E Jìguratam.  per  Barlu- 
me, l'iccola  notizia.  Segr.  l'ior.  Pr.  cap. 
26-  E  benché  insino  a  qui  si  sia  mostro 
i]ualche  spiratulo  io  qualcuno  ,  da  poter 
giudicare  che  lussc  ordinalo  da  Do  per 
sua  redenzione  (cioè  dell'  Italia),  nien- 
tedimeno ec.   (A) 

f  SPIRAGLIO.  Fessura  o  in  mura,  o 
in  tetti,  0  in  imposte  d' usci,  o  di  fine- 
stre, o  in  checchessia,  per  la  quale  l' a- 
ria  e  '/  lume  trapela.  Lat,  spiraculum , 
rima.  Gr.  t*7rr.  liocc.  nov.  3l.  8.  Acco- 
mandato ben  1'  un  dei  capi  delta  fune  ad 
uno  forte  bronco  che  nella  bocca  dello 
spiraglio  era  nato,  per  (|uella  si  collo 
nella  grolla.  Cr,  9.  102.  8.  Ma  con  dolce 
liquore  1*  api  ìmbagnate  e  rinchiuse  ter- 
remo, postovi  il  cibo  del  mele,  lascian- 
dovi alruni  spiragli  strettissimi  nella  cel- 
la. S.  Ciò.  Crisost.  l^i.  Won  vi  sia  alcu- 
no spiraglio,  né  sollazzo  d' aiia  o  di  luce. 
Sago.  nat.  esp.  ^S-  Sì  saldi  poi  il  sud- 
detto cannello  ec.  con  mastice  o  stucco 
a  fuoco,  sicché  ogni  spiraglio,  per  cui 
potesse  trapelar  1'  aria  di  fuori ,  perfetta- 
mente si  chiuda.  Alnm.  Colt.  ^.  g8.  ti 
ricello  del  \in  sia  in  basso  sito.  Pur  con 
brevi  spiragli,  e  volti  al)   Orse.  Menz.  sat. 

1.  Non  \an  la  notte  a  spieggiarc  a  zonzo 
Chi  dia  nello  .spiraglio,  o  in  emisfero 
(  qui    in  sentimento  osceno  )  . 

f  ^  g.  I.  £"  per  lo  LumCy  o  Baggio 
che  trapela  per  la  detta  fessura.  L'eie. 
Vit.  Colcmh .  54.  Vide  gli  spiragli  en- 
trati per  le  finestre  e  disse  :  egli  è  di 
chiaro.    (HI in) 

g.  II.  Usiamo  Spiraglio,  per  metaf,  in 
signifìc.  di  Piccola  notizia.  Apertura,  Op- 
portunità. Lai.  parvum  indicium,  exigua 
spes,  aditus,  opportunitas.  Cr.  e)7T.'o»ov, 
ptAfrj'j  reyfj-vlpicv.  Sior.  Eur.  5.  108. 
Nel  restante  di  questa  pente  non  se  ne 
comprende  spiraglio  o  indizio  in  maniera 
alcuna.  Celi.  .Speri.  3.  6.  La  fortuna  per 
avventura  potrebbe  cominciare  a  aprii  mi 
qualche  pò*  di    spiraglio.    Aml>r.    J-urt.   2. 

2.  E  per  me  (  ancorch'  io  abbia  tutti  i 
mezzi  oppoituni  )  non  veggio  spiraglio  al- 
cuno. Borgh.  Orig.  Iir.  125.  Me  ne  fa 
alcuna  cosa  credere  e  quasi  vedere  un  co- 
tale spiraglio,  il  saper  che  ne'  tempi  pas- 
sali ec 

SPIRALE.  Atld.  Fallo  a  spire,  À  ma- 
niera di  ypire ,  Che  si  volge  ad  uso  di 
spire.  Lai.  spiralis.  Gr.  ì'/i/tZ'oTit.  Sagg. 
nat.  esp.  18.  Il  suo  movimento  non  è  pili 
per  un  arco  verticale  ,  ma  par  fatto  per 
una  spirale  ovata  (  cioè  ,  per  una  linea 
spirale  ).  J  il.  Piti.  48.  Appoggiavasi  ad 
una  mazza  avvolta  di  strisce  spirali,  anch' 
esse  d'oro.  Gal.  Sist.  167.  Si  verreb- 
be a  comporre  di  ambedue  un  molo  per 
una  linea  spirale ,  di  quelle  definite  da 
Arthimcde  . 

*t  '■■  §•  -Spirale,  dicesi  anche  a  Quella 
molla  che  regola  il  tempo  degli  orinoli  da 
tasca  .  lUagal.  pari.  1.  leti.  l3.  Conclu- 
diamo che,  a  dir  assai,  la  medicina  sia  in 
oggi  a  quel  segno  ,  che  sarebbe  stato  un 
oriolaio,  al  qual  da  principio  fosse  sovve- 
nuto il  concetto  di  ridurre  a  galanteria  da 
tasca  queir  ordigno  che  per  l' innanzi  era 
soma  solamente  da  torri  ec  ,  ma  non  gli 
fosse  ancoia  %eouto  in  mente  il  ripiego 
di  supplir  colla  molla  ai  conlrappesi  ,  uè 
di  adattarci  la  spirale  in  cambio  del  don- 
dolo.  (A) 

SPIRALMENTE  .  Avverb.  A  guisa  di 
spira.  Lat.  in  morcm  spira-.  Gr.  é>(XOJ- 
è"w;.  Bed.  Oss.  an.  5i.  Nella  quale  esso 
membro  è  attorto  sptralmcnle. 

SPIRAMI- NTO.  lo  spirare.  Soffio, 
Alito.  Lai.  pcrflatus  ,  spiritus ,  halttus 
spirainentum.   Gr.  Tivsvya.    M.    ì  ■  3.  14 


5  P  I 


1327 


Ivi  a  pochi  di  fu  un  caldo  sformato,  sen- 
ta aiuto  il*  alcuno  spiranieiito.  /','  cap.  70, 
Per  lieve  spiranunto  «li  piccolo  vento  ab- 
battè la  loro  supeiLia  .  Tes.  Br.  3.  i- 
Quando  elli  fa  1'  acqua  del  mare  andare 
suso,  e  stare  come  monte,  e  poi  tornare 
in  entro,  serondochc  '1  suo  spiranienlo  va 
entro  e  fuori.  Cr.  9.  6.'>.  2.  Il  loro  alito 
(de'  l'uoi  )  ,  ovvero  spiramcnto,  è  spesso 
e  caldo  (  alcuni  testi  a  penna  hanno  re- 
spiramento  ). 

'•'  g.  l'er  Inspirazione .  Star.  Bari. 
20.  Per  lo  spiramento  d'  Iddio  conobbe 
la  volonladc  ,  e  '1  coraggio  del  ficliuolo 
del  Re.  (FP) 

SPIRANTE.  Che  spira.  Lai.  flans , 
spirans .  Gr.  ttvìwv  .  Bocc.  g.  l^.  p.  jg. 
La  quale  (polvere),  spirante  turbo,  o  egli 
di  terra  non  la  muove,  o  se  la  muove,  la 
porta  in  allo  ,  Fir.  As.  lf^o.  Presele  nel 
giembo  della  spirante  aura  ec,  le  pose  a 
pie  del  bellissimo  palagio. 

'.*  g.  I.  .Spirante,  vale  anche  Che  spi- 
ra, Morihcndo,  Moricntc.  Tass.  Gcr.  7. 
Jo5.  Qui  giace  un  guerrier  morto,  e  qui 
spirante  Altri  singhiozza  e  geme,  altri  so- 
spira. (B) 

-I*  g.  IL  Vale  anche  Che  manda  fuori 
il  falò ,  l'alito,  f  it.  Pilt.  ()4-  Era  omai 
condotta  r  immagine  con  tutti  i  requisiti, 
sicché  sembrava  spirante.  (B) 

t  SPIRALE.  T^eulr.  Soffiare,  proprio 
de'  venti,  ma  più  comunemente  si  dice  del 
Soffiar  leggiermente.  Lat.  spirare  ,  flare. 
Gr.  TTVi'etv  .  /  etr.  son.  86.  L'  aura  soa- 
ve ,  che  dal  chiaro  viso  Muove  col  suon 
delle  parole  accorte,  Per  far  dolce  sereno 
ovunque  spira  .  lant.  Inf.  3.  Piacevano 
un  tumulto,  il  qual  s'  aggira  Sempre  iu 
queir  aria  senza  tempo  tinta  ,  Come  la 
rena  quando  '1  turbo  spira  .  E  Par.  16. 
Come  s'  avviva  allo  spirar  de*  venti  Car- 
bone in  fiamma. 

^=  g.  I.  J'er  Mandar  vento.  Pant.  Purg. 
3o.  Poi  liquefatta  (la  neve)  in  se  stessa 
trapela  ,  Pur  che  la  terra  che  perde  om- 
bra ,   spiri.  (Br) 

3  g.  II.  Spirare,  vale  anche  Tirare  a 
se,  e  mandar  fuori  il  fiato  .  Lat.  spiri- 
litm  ducere.  Cr.  7rv££iv.  Dant.  Purg.  2. 
L'  anime  ,  che  si  fur  di  me  accorte  ,  Per 
lo  spirar,  eh'  i'  era  ancora  vivo,  Maravi- 
gliando divrnlaro  smorte.  Tes.  Br.  4.  5. 
A  nullo  altro  animale  d'  acqua  addiviene 
quello  che  a  lui  ,  che  mentre  eh'  elli  sta 
sotto  l'acqua  ,  non  può  spirare  .  Fir.  As. 
286.  Il  polso  della  vena ,  lo  stemperato 
caldo  ,  il  faticoso  spirare  ec.  son  segni 
dubbiosi.  Tass.  Cer.  12.  75.  Io  vivo?  io 
spiro  ancora?  e  gli  odiosi  Rai  miro  ancor 
di   quoto  infausto  die? 

V  g.  III.  E  fguratam.  per  Vivere  . 
«  Pant.  Inf  18.  Or  vedi  la  pena  mole- 
sta  Tu,  che  spirando  vai  veggendo  i  mor- 
ii. E  Purg.  5.  Ancor  saiei  di  là,  dovasi 
spira  ».  Cas.  son.  3j>.  Ben  veggo  io,  Ti- 
ziano in  forme  nove  L'  idolo  mio  che  i 
belli  occhi  apre  e  gira  In  vostre  vive 
carte  e  parla  e  spira  Veracemente  ,  e  i 
dolci  membri  muove  .  Car.  In.  \,  3^2. 
Se  questi  è  vivo  ,  Se  spira  ,  se  '1  deslin 
non  ce  l  invidia-    (FPj 

''•  g.  IV.  /  er  l  arlore.  Dant.  Far.  ig.  Sol- 
vetemi, spirando,  il  gran  digiuno  Che  lun- 
gamente m'  ha  tenuto  in  fame.  E  25.  Indi 
spirò:  l'amore  end' io  avvampo  Ancor  ver 
la  virtù  ec  Vuol  eh*  io  respiri  a  te .  .^ 
20.  Indi  spirò:  senz'essermi  prollerta  Da 
le  la  voglia  tua,  discerno  meglio  Che  tu 
qualunque  cosa  t"  è  più  certa.   (FP) 

3  g.  V.  Spirare,  vale  anche  semplice- 
mente Mandar  fuori  il  fate  ,  o  f  alito  j 
opposto  di  Bespirare.  Lai.  exspirare,  spi- 
rare, flare,  ejflare,  baiare.  Gr.  iicrvafiiy. 
But.  Ogni  corpo  vivo  spira  e  respira. 

*  g     VI.   E    in    signifìc.  alt.   «  Pass. 


i328 


S  P  I 


S  P 


S  P  I 


36x-  NoD  potendosi  lilieramcDlc  muove- 
re y  De  trarre  a  &è  gli  spirti ,  dc  &pirargli 
fuori,  patisce  angoscia  vd  ansicUi  ».  (Cj 

§.  VII.  Spirare  ,  per  ICsalare.  I.at.  ex- 
halare,  evaporare.  Gr.  «laT/it^siv.  Lab. 
262.  Spira  un  fumo  sulfureo  sì  fetido  e  sì 
spiacevole  ,  cbe  tutta  la  contrada  atturuo 
jppuxzola  .  Dant.  Inf.  3ij.  Come  quando 
una  grossa  nebbia  spira.  E  Par.  ^.  Tua 
cura  Se  stessa  lega  si,  cbc  fuor  non  spira 
(cioè,  non  si  munifu>ta).  E  tS^.  Cosi  spi- 
rò da  quell'amore  acceso,  //itt.  ii'i  :  Cosi 
spirò,  cioè  cosi  uscì  fuoia  lo  jiarlare ,  cLt* 
non  sì  può  fare  senta  spirare.  Sagg.  nat. 
esp.  23o.  Strofinata  {l'ambra}  su  corpi  di 
superficie  liscia  e  tersa  ce.  ,  rimandi  tut- 
tavia sopita,  e  nou  spira. 

•1=  §.  Vili.  Per  J 'spargere  odore.  Car. 
Long.  Sof.  lih.  I.  Era  nello  scorcio  del- 
la primavira,  e  nel  principio  della  stale, 
quando  Uitte  le  cose  stanno  nel  colmo 
di-lla  bellezza  ec.  allora  clic  le  cicale  dol- 
cemente cantano,  i  pomi  dolccmcote  spi- 
rano. (Hr) 

g.  IX.  Spirare ,  per  meta/.  ,  vale  Ri- 
crearsi, Sollevarsi,  Ristorarsi,  Prender 
7'istoro,  o  spirito.  Lat.  respirare.  Gr. 
àvaTTveìv.  ò.  f.  3.  5.  4-  La  nostra  cìtlà 
di  Firenze  ec.  per  le  sopraddette  guerre 
e  afllizioni  non  polca  spirare  ,  ne  mostrar 
tue  forze. 

t  g.  X.  Spirare,  per  Dare  inspirazio- 
ne. Lat.  afflare,  inspirare.  Gr.  2"i~vi'£iv. 
Jiut.  Par.  I.  I.  Spirare  è  ocrullamente 
metter  nell'animo;  la  qual  cosa  è  propria 
di  Dio.  Dant.  Par.  2.  Minerva  spira,  e 
conduremi  ApoUo  .  K  6.  A  Dio  per  gra- 
na piacque  di  spirarmi  L*  allo  lavoro.  G. 
V.  II.  134.  2.  Noi  rispondemmo  alla  qui- 
ttionCf  come  Iddìo  ne  spirò. 

f  §.  XI.  Spirare,  in  signijic.  att.  per 
Infondere,  Instillare.  G.  / '.  2-  9.  I.  Per 
modo,  che  Iddio  ispirò  in  lui  la  sua  tra- 
cia. Pctr.  so/:.  227.  Poi  quel  dolce  desio, 
eh'  Amor  mi  spira.  Menami  a  morte. 

§.  XII.  Spirare,  figuratam,,  per  Man- 
dar fuora  checchessia.  Lat.  spirare  ■  Gr. 
TTVt'eu.  Peir.  son.  125-  Con  b-gf'ìudro  do- 
lor par  rb*  ella  spiri   Alta   pietà. 

§.  XII 1.  Spirare,  per  Intendere,  Spia- 
re, Aver  seniore.  Lai.  intelligerc,  explo- 
rare,  subodorari.  Gr.  */vw^i'?!t»,  xarot- 
c/OTTilv  ,  oiayivw5/tiJ .  C.  f^.  6.  80.  3. 
Avendo  alcuna  cosa  spirato  dell'attendere 
dell'oste  de'Kiorcntini. 

•f  §.  XIV.  Spirare,  term.  de'Teologi, 
vale  Prodiirrej  e  dicesi  del  modo  con  cui 
lo  Spirito  Santo  procede  dal  Padre,  e  dal 
figlio.  Lai.  ferre ,  producere,  gignere  . 
Gr.  HpoZvXftii ,  TtpocÀ'/HV.  Dant.  Par. 
IO.  Guardando  nel  suo  Figlio  coli' umore 
Cbc  r  uno  e  1'  altro  ctcrnalmente  spira  . 
E  appresso  :  Tal  era  quivi  la  quarta  fa- 
mìglia Dell'  alto  l'a<lre ,  che  si-inpre  la 
sazia.  Mostrando  comi-  spira  e  come  figlia. 
Ti  33.  E  *1  terzo  parca  fuoco  Che  quinci 
e  quindi  igualmenle  si  spiri  .  lìut.  ivi  : 
Jgualmente  si  spiri ,  cioè  purimenle  pro- 
ceda .  *  Tass.  Ger.  II.  7.  Te  Genilor  , 
le  Figlio  eguale  al  Padre  ,  E  te  ,  che  d' 
.-imbo  uniti  amando  spiri.  (I^) 

§.  XV.  Spirare,  lo  diciamo  anche  per 
Morire,  cioè  Mandar  fuori  l'  ultimo  spi- 
rito. Lat.  efftare  antmam.  Gr.  s'uTiveudv. 
Guid.  G.  Mortalmente  lo  ferìtte ,  sicclic 
poro  stante  spiroe  .  Morg.  27.  l3l.  Hi- 
naldo  e  gli  altri  stavan  rome  suole  Chi 
padre  o  madre  riguarda  ,  che  spiri  .  Fir. 
JJial.  beli.  domi.  i^Q.  Duo  ardìlaiiiente  a 
questi  voslri  e  mìei  inimici,  lì  quali  rome 
vi  sono  innanzi  par  che  spirino,  e  poi  dietro 
vi  suonano  le  predelle,  che  voi  siete  in  lutto 
r  per  tulio  ila  quanto  noi. 

§.  XVI.  Spirare,  parlandosi  di  tempo, 
o  di  co.ie  che  ahbian  relazione  a  tempo  , 
vale  Terminare ,  Finiiv .  Lai.  absolverc  . 


Gr.  oi-zori/t**-  C.  V.  11.  58.  4-  Benché 
allora  era  già  spiralo  il  lermine  della  detta 
lega.  Jl  cap.  oo-  I.  E  già  '-ra  il  lermioe 
della  lega  spiralo  .  Morg.  l5.  56.  E  mi* 
narnava,  e  tacca  gran  tagliata.  Comunelle 
fosse  la  tregua  spiiata.  ^  fJelc.  l  it.  Co- 
lomb.  l4-  Padre  ,  ora  sono  spirati  li  tre 
anni  ;  pregovi  non  mi  teoiate  più  a  ba- 
da.  (Min) 

%.  XVII.  Spirare,  per  Vstolart ,  Fer- 
marsi a  guardare  alcuna  cosa  con  vivo 
desiderio  di  conseguirla.  Malm.  I.  3l.  E 
come  un  orsacchìn,  che  a' pie  d'un  pero 
A  bocca  aperta  ì  rami  suoi  rimira,  Ferma 
impalata  quivi  come  un  cero.  Fissando  in 
loro  il  sguardo,  sviene  e  spira. 

SPIRATO.  Add.  da  Spirare.  Lat.  aj- 
flattit.  Gr.  e/ji::v!u9rsc';  .  Lab.  i44-  Uà 
questa  loro  cosi  subila  sapienza  e  dìvina- 
menlo  in  loro  spirala  ne  nasce  una  otti- 
ma dottrina  nelle  figliuole  (cio'e,  inspirata). 
Pass.  3 12.  Gli  uomini  santi  di  Dio  par- 
larono e  scrissono  spirati  dallo  Spìrito 
Santo  (cioè,  inspirali).  Sagg.  nat.  esp. 
260.  Per  intrusione  o  inzeppamento  d* 
atomi  freddi,  spirativi  dal  ghiaccio  per  le 
vie  invisibili  del  cristallo  f  cine  ,  infusi  ). 
Salvia.  Di.tc.  I.  108.  Spirato  M.  Antonio, 
poro  stette  lo  spìnto  di  Cleopatra  andargli 
dietro  (  <  io'e ,  morto  ). 

t  SPIRATO» E.  l'erbai,  masc.  Che, 
o  Chi  spira.  Lat.  inspirator  ,  spira  tor  , 
afflator .  Gr.  ó  "ve'oiv  .  Mor.  S.  Greg. 
Quegli  è  quel  che  lo  scrisse  ,  che  volle 
elle  fosse  scritto  ,  il  quale  fu  spirator  di 
questa  opera.  Tratt.  gov.fam.  8-  Con- 
tengousì  questi  ventiquattro  gradi  nello 
'ntelletto  de'  sette  doni  dello  Spirito  San- 
to, ìt  quale  è  lo  spiralorc. 

SPIRAZIO.NCELLA  .  Pim.  di  Spira- 
zione.  Lib.  pred.  Ogni  poro  di  spìrozion- 
cella  cbe  ne  abbiano  da  Dìo .  Zibald. 
AnHr.  Gli  sovraggiunsc  un'occulta  spira- 
zìoncella  . 

SPIRA7.10NE.  Lo  spirare,  Spiramen- 
lo.  Lat.  spiritus.  Gr.  TivOÀ. 

§.  I.  Per  Respiro,  Alito.  Lat.  spiri- 
tus ,  hafitus  .  Gr.  Tivs  J^a  ,  ava;r/o»i' . 
Coli.  ^b.  Isaac,  cap.  5o.  Quando  tu  sba- 
lligli ,  cuopri  la  bocca  tua,  e  tossi,  ratte- 
gnendo  la  spirazione. 

f  §.  IL  Per  Incitamento,  o  Stimolo  in- 
terno a  virtù  .  Lat.  afflatus  ,  inspiratio  . 
Gr.  i^Tlvota.  -  lìut.  Purg.  24.  l.  Nella 
mia  mente  noto  la  sua  spirazìone.  A'  3o. 
2.  Spirazìone  è  inmiìssìone  subita  di  vo- 
lontà ai  dente  cella  menic  dì  virtù  e  di 
buone  opere  ,  fatta  da  Dìo  .  Jìocc.  nov. 
16.  3l.  Non  poco  maravigliandosi,  quale 
spirazìone  potesse  Cisere  slata  ,  che  Cur- 
ra<lo  avesse  a  tanta  beiii-nilà  recalo .  E 
J  it.  Dant.  39  E  tanto  di  spirazìone  eb- 
be ,  che  si  ilì.spose  di  riceverlo  e  d'  ono- 
rarlo (l'ediiione  del  1723  a  pag.  a35.  ha:  in 
lauta  disperazione  si  dispose).  Dant.  Purg. 
3o.   Né  r  impetrare  spirazion   mi  volse. 

§.  HI.  Per  [spiraglio  ,  in  signific.  di 
/\'o tizia .  Lat.  indtcium  .  Gr.  -/yw'pi7ua. 
G,  y.  8.  4^-  1-  Onde  sappiendosi  per  la 
città  per  alcuna  spirazìone,  il  comuni*  e  '1 
popolo  si  turilo  forte.  M.  /'.  1.  67.  I  go- 
vernalori  del  comune  di  Firenze  già  ave- 
vano alcuna  spirazìone  del  trattalo  <-hc  i 
tiranni  di  Bologna  avevano  cui  signore  di 
Melano  . 

^  g.  IV.  Spirazìone.  Term.  de*  Teologi. 
Dice.ti  del  modo  con  cui  lo  Spirito  Santo 
procede  dal   Padre,  e  dal  Piglio.  (  ^) 

•f  *  SPIRITACCIO  .  Pepgiorat.  di 
Spirito  ,  in  signific.  di  Demonio;  Spirito 
maligno.  Cari.  Svin.  pag.  27.  Vi  prego 
A  sciogliervi  dal  laccio  Di  questo  spirilar- 
rio  ,  Che  vi  fa  dir  lanle  pazzie  ;  >r  no  , 
Or  itra  per  compar  qui  vì  rinnego.  (A; 

3  SPIRITALE.  /Idd  Di  spinto.  Lai. 
spirttalis  ,  spiri tiiixl is  .  Gr.  "i-rf/x^tTixa'i 


Dant.  Purg.  18-  Cosi  1'  animo  preso  en- 
tra 'n  desìre ,  t^h'  è  moto  spiritale,  e  mai 
non  posa.  Finche  la  rosa  amata  il  fa  gioi- 
re. È  Par.  33.  Dall'  infima  lacuna  Dell* 
universo  ìnsio  qui  ha  vedute  Le  TÌle  spi- 
ritali ad  una  ad  una. 

*  §.  I.  Per  Vitale,  Di  vita.  «  Alam. 
Colt.  3.  .58.  Ma  dentro  lasse  Piccola  parte 
almen ,  che  'n  \ìla  tenga  L'umido  spiri- 
tale e  '1  sacro  odore  Nel  tao  ricetto  a  chi 
verni  da  poi  «.  (A) 

*  §.  11.  Per  Attenente  a  spirito,  a  re- 
ligione .  (•  Or.  S.  Gir.  17.  La  corporalv 
limosina  è  quando  uomo  dà  lo  suo  aver* 
alli  poveri;  la  spiritale  limosina  e  perdo- 
nare buonamente  a  colui  che  male  gli  ba 
fatto.  Dant.  l'urg.  23.  Quaì  barbare  fuf 
mai ,  quai  Saracine ,  Cui  bisognasse  per 
farle  ir  coverte,  O  S[*iritalì,  o  olire  disci- 
pline »•?  (Ri  Tratt.  l'irt.  mor.  4-  Come 
la  nebbia  all'  uomo  lolle  lo  vedere  da  ai* 
to ,  e  dalia  lunge  ,  cosi  lo  mondo,  e  lo 
peccato  ci  lolla  li  beni  spirilolL  (Cj 

3  §.  HI.  Per  Devoto,  Spirituale.  Lai. 
pius,  religiosits,  pie tatis  cullar.  Gr-  eufC- 
^r,';.  Jìocc.  nov.  5o-  l5.  MJ  sarei  confes- 
sata da  lei,  sì  spiritai  mi  pareva.  $  Tratt. 
J'irt.  mor.  5.  L'  uomo  eh'  hae  fama  d' 
essere  spiritale,  e  buono  uomo  ec.  (C) 

*  SPIRITALMENTE.  Avi-erb.  Spiri- 
tua/mente,  In  maniera  spiritale.  Lai.  spi- 
ritaliter.  Gr.  :rvcu/iaTixw5.  Sega.  Anim. 
2.  79.  Dal  modo  lUir  immutazione  cbe  si 
^•1  in  luì  in  un  subito  e  spiritolmcntc  .  E 
appresso:  Benché  nel  sen&o  dell'udito  ella 
sì  faccia  assai  spiritalmeute ,  ma  non  come 
nel  viso  .  E  2.  99.  Perchè  i  colori  spiri- 
talmente  son  portali  al  sensorio  dell  oc- 
chio. (') 

SPIRITAMENTO.  Lo  spiritare.  Lasc. 
Spir.  I.  3.  Nell'ultimo  a  che  ha  a  servi- 
re questo  spìritamentoT  £  5.  I.  Cbe  ho  io 
a  fare  coi  tuoi  spirilamenti  ì 

SPIRITARE.  Divenire  spiritalo.  Esse- 
re inva.to  dallo  spirito  maligno.  Cioè  dai 
Demonio .  Lai.  a  maligno  spirilu  ohside- 
ri.  Gr.  ivipyitc^v.i.  Cai.  cap.  tog.  3.  181. 
Son  lutte  quante  ìnvcnzion  del  nimico  , 
Come  fu  quella  dell'  artiglierie  ,  E  delle 
streghe,  e  dello  spiritare  tqui  in  forza  di 
nome).  Lor.  Med.  Arid.  3.  5.  So  che  in 
casa  mia  non  può  essere  slato  ec.,  pcrch 
eli'  è  slata  spiritata  ,  e  non  v'  h  stalo  nes- 
suno un  pezzo  fa 

§.  Per  similit.  Esser  sopraffatto  da  ec- 
cessiva paura-  Lai.  expavescere,  vehemen- 
ter timere.  Gr.  7:ipifotiliìsoc.i.  Toc.  Dav. 
Star.  3.  .308.  A  che  aver  provocato  eoo 
parole  e  minacce  i  Vitelliani,  se  ora  spui- 
tassono  delle  lor  mani  e  occhi  ?  (  il  testo 
lai.  ha:  manus,  orulosque  non  toUcrent  ). 
/:  altrove  :  Spiritavano  anche  al  tempo  di 
Agusto  di  questo  medesimo  .  L'era,  rim. 
I.  77.  Nomi  da  fare  sbigollirc  un  cane, 
Da  fare  spiritare  un  cimilero  .  /.  Ori.  2. 
24-  62.  E  fece  spiritare  i  bultegai.  Malm. 
9.  21.  Che  fu  dì  posta  per  ìspirilan-.  Quel 
pellìccion  vedendo  intorno  al  petto. 

*  SPIRITATAMENTE.  Avveri:  Va 
spiritato.  In  modo  da  spiritare.  Plut.  Adr. 
Op.  mor.  5.  89  11  cantare,  il  ridere,  e  il 
ballare  avviene  per  ordinarli»  alli  avvinali 
moderatamenle.  ma  il  cicalare,  il  guatare 
altrui  spiritalamenlp  ,  e  il  lacere  è  di  già 
opera  e  fattura  dell'  cbrma.  ;C)  *t  ^~ 
den  yis.  3.  83.  Vendilo  Icstificator  del- 
l' ublirobrìoso  decoro ,  attribuito  spiritata- 
mente da  Omero  ai  suoi  cavalieri.  (A) 

SPIRITATICCIO.  Adii.  Alquanto  .ipt- 
ritato.  Roi^h.  Rip.  3o4  Ne  rimase  \>o\ 
sempre  snirilaticrio,  e  con  gli  occhi  spa- 
^e^lali.  tf  Ocxh.  Dot.  4-  2.  Si  sollevo  dal 
inali-.  Dia  rimase  mezzo  spintatict  10  i  tanto 
eli*  e' Medici  lo  ronsiglioroo  ce.   (ì) 

SPIRITATO.  Indemoniato.  Lai.  oh- 
sessus,  energumenits ,fanaticus.  Gr    Itfip- 


SPI 

you/xsvo^.  ytaestruzz.  i.  li.  All'esorcista 
ce.  s'appartiene  d'imparare  a  mento,  a- 
vere  Delta  memuria  esorcÌMiiij  ciuè  le  &coa- 
giuratioDÌ  de*  mali  spiriti,  e  punere  le  ma- 
ni sopra  i  catecumiiù  e  sopra  gU  spirita- 
ti. Sper.  Oriiz.  Un  suo  barone  spiritato, 
cubito  dio  1*  ebbe  ;ìI  collo ,  rimalo  libero 
dal  demonio.  Laxc.  Spir.  3.  3-  I'  ho  spi- 
ritato la  casa,  e  costui  la  figliuola.  Dai'. 
Scism.  ^i.  Dissero,  non  aver  sapulo  co- 
noscerla spiritala,  come  si  diceva. 

§.  I.  Spiritalo,  si  dit't' anche  per  ìsira- 
fagante,  /ìis/acco.  Lat.  tmmoderatus.  Gr. 
a/oÀaffT9;.  ìtem.  Ori.  i.  26.  2.  Golo- 
»i,  sciocchi,  matti,  spiritati. 

§.  IL  Per  impaurito.  Intimidito.  Bel- 
line, son.  321.  Poi  la  lo  spiritato  ,  S'  el 
vede  pure  un  ucccUin  vularc. 

§.  Ili-  Per  Fanatico.  Tac.  Dav.  Star. 
a.  286.  Con  sua  fiorita  gioventù  e  genie 
avuta  da  Vitellio  sbaragliò  quella  molti- 
tudine  spiritata  (il  testo  lat,  ha  faoati- 
cam  ) . 

§.   IV.   À  prete  pazzo  popolo  spiritato^ 

0  Al  popolo  pazzo  prete  spiritato  j  pro- 
verbio signijicante ,  che  merita  gastigo 
chi  sei  cerca  in  bella  pruova  ;  ed  è  so- 
migliamU  a  quegli  altri  proverbii  :  A  car- 
ne di  lupo  zanne  di  cane s  Qua!  guaina, 
tal  coltello.  Lat.  similes  hahent  labra  la- 
ctucas,  dignum  patella  operculum.  Ved. 
Flos.  3o6.  Varch.  Krcol.  7.  Scrissi  tutta 
questa  storia  al  cavaliere,  e  rimandando- 
gli l'apologia  lo  confortai  e  pregai  a  do- 
verla stampare  ,  e  far  ruatento  il  Castel- 
vetro,  allegandogli  quel  proverbio  volgare: 
A  UQ  popolo  pano  un  prete  spiritalo.  Bel~ 
line.  son.  io5.  Ben  sai,  che  sì  non  sai , 
ch'ai  prete  malto  11  popolo  sta  bene  spi- 
ritato. 

§.  V,  Favclhre  come  gli  spiritati. 
J'arch.  Ercol.  33.  A  coloro  che  favellano 
senza  intendersi,  e  in  quel  modo  ec.  che 
fanno  gli  spiritati,  cioè  per  bocca  d'altri, 
s  Uàa  in  Firenze  di  dire  :  tu  favelli  come 
i  pappagalli.  F  94-  Favellare  come  gli 
spiritati,  è  favellare  per  bocca  d'altri. 

SPIRITELLO.  Dim.  di  Spinto.  Fì- 
loc.  5.  2^3.  Mi  parve  allora  ec.  che  del- 
l'acqua uscisse  uno  spiritello  tanto  gentile 
e  grazioso  a  vedere,  eh'  egli  si  tiro  dietro 

1  anima  mia  a  riguardare  ciò  che  e'  facesse. 
Fiamm.  ^.  "7.  In  me  ogni  tramortito  spi- 
ritello d'amore  farevan  risuscitare.  Pani. 
rim.  35.  Dire  uno  spiritel  d'amor  genti- 
le: ec.  £■  Coni-,  92.  E  questo  vuul  dire 
lo  riprender  di  quello  pensiero  ,  lo  qual 
si  chiama  spiritel  d"  amore.  Frane,  Sacck. 
rim.  3.  Che  fai  di  me  un  spiritel  defun- 
to. E  7.  Per  far  mici  spiritelli  Partire  al- 
quanto da  amorosa  pena. 

SPIRITESSA.  Femm.  di  Spirito  j  det- 
to per  ischerzo.  Hiton.  Fier.  i.  5  I.  Spi- 
ritesse,  fantasime  ci  stanno;  Vedetele  lag- 
giù. 

SPIRITETTO.  Spiritello.  Tratt.  segr. 
COS.  dnnn.  Fanciulle  eh"  hanno  uno  spi- 
ritetto  allegro  e  vivace. 

SPIRITO,  e  poeticamente  SPIRTO. 
Sustanzia  incorporea.  Lat.  .vpiritus.  Gr. 
1tvsjfj.v..  Dant.  Inf.  1.  Vedrai  gli  antichi 
spinti  dolenti.  E  l\.  Tu  non  dimandi 
Che  spiriti  son  questi  che  tu  vedi?  E 
Par.  3.  O  ben  creato  spirilo  ,  che  a'  rai 
Di  vita  eterna  la  dolcezza  senti.  E  5.  Co- 
sì da  un  di  questi  spirti  pii  Detto  mi  fu. 
Petr.  son.  2o5.  K  fa  qui  de' celesti  spirti 
fede  Quella  rh'  a  tutto  '1  mondo  fama  lol- 
le. E  canz.  8.  8.  Le  di',  ch'io  sarò  la 
tosto  eh'  io  possa  ,  O  spirto  ignudo ,  od 
uoni  di  carne  e  d'  ossa.  Lab.  i52.  Su  nel 
beato  regno  agli  Angeli  e  a' beati  spirili, 
se  dir  si  può,  aggiugne  gloria  e  maravi- 
glioso  diletto. 

§.  I.  Spirito  ssanto,  e  Spìrito  Santo,  la 
terza  Persona    della    santissima    Trinità. 
Vocabolario  T.  li. 


S  P   I 

Lat-  Spiritus  Sanctus.  Gr.  ayiov  ttvs'- 
//«  .  Dani.  Par.  27.  Al  Padre,  al  Figlio, 
allo  Spirito  Santo  Cominciò  gloria  tulli» 
'1  Paradiso.  Lah.  l5l.  Quell' unirà  sposa 
dello  Spiritossanto  fu  ec.  del  tutto  sì  da 
ogni  corporale  e  spiritual  Iirultura  rimola, 
che  a  rispetto  dell'  altre,  ec.  Coli.  /Ib, 
Isaac,  cap.  3o.  Tocca  le  guance  tue  col- 
le lagrime,  acciocché  lo  Spiiilo  Santo  si 
riposi  sopra  te.  Morg.  5.  69.  Coni*  io  se- 
guilerò  neU*  altro  canto  Con  la  virtù  del- 
lo SpiriUtssanlo. 

#  g.  II.  Spirito  di  umanità,  di  pietà, 
e  simili ,  diccsi  fa  Disposizione  a  esser 
pietoso,  umano,  ce.  Dant.  In/'.  l3.  Non  bai 
tu  spirto  di  piclade  alcuno  ?  7'ass.  Kim. 
Froic,  son.  17.  Un  messaggicr  di  tua 
pietà  sen  vole  E  spirto  in  lor  di  uinani- 
lade  inspiri.   (Dt 

§.  111.  Spirito,  per  Uomo  semplice- 
mente. Lat.  homo,  ingenium.  Gr.  a'v/'p  , 
9>uj(?.  M.  l  .  IO.  75.  Spirilo  malizioso  , 
sagacissimo  ed  inquieto,  -è  Bemb.  Lett. 
2.  3.  56.  Di  grazia,  dì  grazia  non  le  me- 
scoli: forse  li  vrrià  ud  giorno  alcuna  oc- 
casione di  qualche  gentile  spirito,  che  con 
la  ^ia  già  fatta  dal  Boccaccio  si  porrà  a 
tradurre  le  altre.  (C) 

§.  IV.  Spinto,  si  piglia  anche  per  De- 
monio. Lat.  daemon,  malus  genius,  caco- 
daemon.  Gr.  xazaoac'/jtwv.  l'it.SS.Pnd. 
I.  l5.  lo  sono  chiamalo  spirito  di  forni- 
cazione, perocché  di  questo  vizio  propria- 
mente è  mio  ufficio  di  tentare  ec:  io  so- 
no quello  spirito  ,  lo  quale  feci  cadere 
quelli  ec.  Sper.  Oraz.  Quell"  Ugonotto, 
da* mali  spìriti  tormentato,  fini  la  vita  lo 
stesso  giorno.  Ar.  Fur.  2.  l5.  Che  leg- 
ger non  fini  la  prima  faccia  ,  Ch'  uscir  fa 
un  spirto  in  forma  di  valletto,  Varch.  Er- 
col. II.  Co' morti  non  combattono  (co- 
me dice  il  proverbio  )  se  non    gli    spiriti. 

f  '^  %•  V.  Spirito,  si  piglia  anche  pel 
Sentimento  di  un  autore  d'una  legge, 
d'  un  passo  di  qualunqtie  libro.  Segner. 
Mann.  Diccmb.  3o.  2.  Quello  che  quivi 
predisse  Davide  ,  secondo  la  lettera  ec  , 
intese  molto  più  dì  significar  secondo  lo 
spirilo  ec.    (ì  ) 

^.  VI.  Onde  il  proverbio:  La  lettera 
uccide,  e  lo  spirito  vii-i/ìca.  (C) 

3  g.  VII.  Spirito,  vale  anche  lo  stesso 
che  ^-Inimo.  Lat.  animus,  ingenium.  Gr. 
s'upui*5t.  Bocc.  nov.  IO.  5.  Tanta  fu  la 
nobiltà  del  suo  spirito,  che  ec.  in  se  non 
ischifu  di  ricevere  le  amorose  fiamme.  E 
nov.  98.  38-  Tolga  Iddio  vìa  questo,  che 
in  romano  spirito  tanta  viltà  albergar  pos- 
sa giammai. 

§.  VIII.  Spirito,  per  Intelletto,  Ingegno. 
Lat.  intellectns  ,  men^  ,  ingenium.  Gr. 
V5J;.  G.  F.  XI.  20.  5.  Savio  fu  in 
iscienza ,  e  d'  uno  aguto  spirito.  Bocc. 
nov.  100.  33.  Che  si  potrà  dir  qui,  se  non 
che  anche  nelle  povere  case  piovono  dal 
cielo  de'  divini  spirili?  ^  f'arch.  Stor. 
%.  3o.  M  quale  (Lodovico  Martelli)  se 
*1  cervello  j-ari  all'  ingegno,  e  tanta  fer- 
mezza avesse  auto  quanto  giudizio  e  dot- 
trina, era  uno  de' più  rari  e  lodati  spìriti 
del  secol  nostro,  (ar.  lett.  1.  87.  Dol- 
gomi  con  voi  della  disgraziata  morte  del 
vostro  nipote  sì  perchè  m'  era  celeljrato  per 
giovinetto  di  molto  spirito,  come  perchè 
in  lui  avevate  collocata  tutta  l'affezione, 
e   tutta    la  speranza    vostra-    (C) 

'^'  %.  IX.  Spirito,  si  dice  altresì  del 
Complesso  delle  facoltà  mentali.  Pros 
Fior.  Salvia,  lett.  !\.  I.  286.  Nella  sua 
ricca  e  bella  testa  vi  avete  fatto  trapela- 
re del  suo  spirito  .  E  295.  Non  è  però 
che  io  mi  sia  sep[)elUlo  alfatlo ,  e  ch'io 
non  abbia  goduto  de'  divertimenlì,  ì  quali 
servono  a  rifar  1*  uomo,  e  rinfrancano  lo 
spirito,  perchè  seguiti  con  più  iena  e  con 
'  più    amore   le   sue   fatiche.  (Cj 


S  P  I 


1339 


*  §.  X.  Per  Coraggio,  h  Cr.  10. 
l.^-  1-  Trovati  ne  sono  alcuni  (  de' giri- 
falchi )  di  così  audace  spirilo,  clic  hanno 
assalilo  r  aguglie  Frane.  Sacch.  nov.  i8. 
Preso  un  poco  di  spirilo  e  di  sicurtà  ^ 
Cominciò    a    dire   all'  oste:    ec  •►  .    {(') 

•?  g.  XI.  Spirito,  vale  anche  Eacilìtà 
di  concepire,  e  vivacità  d'  immaginare. 
Cor.  Lett.  I.  17;^,  Osservano  ed  ammi- 
rano la  grandezza  dello  spirito  e  della  vir- 
tù sua.  E  2.  9.  Quand' ella  vi  sarà,  vi 
piaccia  di  farle  quel  favore,  e  quelle  ca- 
rezze, che  vi  detta  la  cortesia  vostra  ver- 
so d'  ognuno  ,  e  davanta;;gio  ,  che  si 
debbono  alle  donne,  e  spezialmente  di 
spirito,  come  è  questa.  1  ardi.  Stor.  IO. 
296.  Il  gobbo  de'  Pandolfini  ,  il  quale  era 
lutto  spirito,  ec.  se  ne  fece  portar  fora 
rinvolto  in  una  coltrice.  Pros.  Fior.  Sai- 
vin.  lett.  [^.  1.  293.  Avete  spirito,  avete 
giudizio,  avete  discretezza,  doti  raro  ne* 
giovani.  (C) 

*  §.  XII.  Spiriti,  diconsi  anche  ì  Con- 
cetti ,  i  Tratti  ingegnosi.  Car.  Lett.  I 
componimenti  ec.  mi  sono  sommamente 
piaciuti,  e  per  lo  stile,  e  per  li  molti  bel- 
li spirili  che  vi  sono.  (A)  Tass.  lez.  Son. 
Cas.  Qual  più  trito  concetto  è  di  questo 
ec,  qual  più  maraviglioso  che  questo  me- 
desimo in  virtù  dell'  elocuzione  e  degli 
spiriti  del  Petrarca?  /:.'  altrove:  La  divi- 
nità di  questi  versi  non  dalla  protVmdità 
de' sensi  filosofici;  ma  dalla  vivacità  degli 
spiriti  e  dall'  ornamento  dell'  elocuzione 
deriva.   (FP) 

g.  Xlll.  Spìrito,  per  7  ita.  Anima,  hit. 
spiritus,  vita.  Gr.  TTvifjaa,  ^(ti'4-  Pocc. 
nov.  93.  I.  Il  suo  sangue,  anzi  il  suo 
spirito  disiderava.  J'it.  SS.  Pad.  1.  134- 
Rendette  lo  spirito  a  Dìo  in  pace  in  loro 
presenzia,  e  incontanente  ei  videro  1'  ani- 
ma sua  dagli  Angeli  essere  con  gran  re- 
verenzia  presa  e  portata  in  cielo. 

§.  XIV.  Spinto,  per  lo  Senso  vitale. 
Lat.  spiritus,  sensus.  Gr.  TVnZp.cx.  ,  ai- 
n'^rtaic,.  Bocc.  nov.  16.  6.  Perchè  a  beli* 
agio  poterono  gli  spiriti  andar  vagando  . 
E  nov.  25.  9.  Riconforterete  gli  spìriti 
miei,  li  quali  spaventati  tutti  trieman  nel 
vostro  cospetto.  Petr.  son.  l5.  Ma  gli 
spiriti  miei  s' aggbiaccian  poi. 

§.  XV.  Spirito,  per  Complessione,  Vi- 
gor naturale.  Lat.  vigor ,  spiritus.  Gr. 
s'uTOvi'a,  axayj.  Bocc.  nov-  20.  5.  Sicco- 
me colui  che  era  magro,  secco,  e  di  poco 
spirito.  '^  J  arch.  Stor.  5.  I06  Cosi  non 
con  molta  voce ,  essendo  egli  di  gentile 
spirito,  e  di  pochissima  lena,  ma  con  mol- 
ta grazia  ec.  a    favellare    incominciò.    (C) 

§.  XVI.  Spirito,  pigliasi  anche  per  A- 
lito.  Fiato.  Lat.  spiritus,  halitus,  anima. 
Gr.  "vovj'.  Bocc.  nov.  73.  21.  Non  pote- 
va raccogliere  lo  spirito  a  formare  intera 
la  parola.  -?  Segner.  Mann.  Agost.  2^.  j. 
Patisci  pure  fino  all'ultimo  spirito  ec  Ti 
hai  da  ridurre,  se  tanto  porti  il  bisogno , 
anche  in  agonia    (V) 

•r  g.  XVII.  Spirito,  pigliasi  anche  per 
Bespirnzionc.  Amm.  Ant.  20-  I.  Ij.  Dee 
r  uomo  trastullarsi  in  andamenti  aperti 
acciocché  per  1"  aere  libero  e  molto  spiri- 
to, r  animo  s'  accresca  ed  inalzi.  (FPj 

*  §.  XVIII.  Spirito,  vale  anche  Sfiata- 
toio. Benv.  Celi.  Vit.  2.  l83.  Io  non 
credo  che  il  vostro  Giove  venga,  perchè 
voi  non  gli  avete  dati  tanti  spirili  da  bas- 
so, che  il  vento  possa  girare.  (C) 

*  §.  XIX.  Pare,  o  Avvivare  lo  spi- 
rito  al  flauto,  alla  sampogna,  o  agli  altri 
instrumenti  da  fato,  vale  Sonarli.  Lat. 
inflari.  Ang.  Met.  II.  ^6.  Lo  spirto  Pa- 
ne alla  siringa  avviva  E  po'  fa  che  la  vo- 
ce il  verso  esprime.  (D) 

g.   XX.    Spirito,  per  la    Parte  più  sot- 
tile e  ìgnea  di  tutti  gli  enti  j    e    così    si 
chiamano  que' liquori  più    ignei,    che    si 
167 


i33o 


S  P  I 


6  P  I 


S  P  I 


traggono  dalle  cose  per  distillazione,  o  in 
altraguisa.  Lai.  spintus.  Gr.  ttvo/, .  Sagg- 
nat.  egp.  23l.  I  giulebbi,  l'e&seDze,  gli 
spiriti  e  gli  olii  che  si  e&traggODo  per  di- 
stiUamcnto.  /:'  263.  Quell'alito  ancora  di 
finissimo  ^l'irilo,  che  &fuma  nel  tagliar  la 
lìurcia  d'  un  cedralu  acerbo  ce. ,  nou  [jc- 
netra  a  dar  odore  all'  acqua  che  io  ud 
Tasetto  di  sfoglia  sottilissima  di  crisUUo 
ermelirameiilc  sia  chiusa. 

§.  XXI.  Spirito  di  gelosia,  di  poesia,  di 
con  tradizione,  e  simili,  si  dice  dell'  Ani- 
mo, 0  della  Calura  inclinata  a  quella  tal 
cosa.  Lat.  spìritus,  genius,  q[/Ialus.  Cr. 
JTvtù/AOC,  S'A'Jtti',  e-i'~vO"a-  Bore,  nov, 
65.  J^.  Da  t|Uf-llu  ora  in  qua,  die  tu  ti 
lascia&ti  nel  petto  eulroro  il  mjti;.nu  spi- 
rito della  gelosia.  '•'  Cor.  /Ipol.  ^6.  AJa 
voi  clic  avete  Io  spirilo  della  conlradizio- 
ne,  dove  Don  avete  1*  orcasion  ili  nialdire. 
Te  la  fate  nascere  (IP/  Segner.  J*rcd. 
Pai.  jip.  2.  l6.  Tale  e  Io  spirilo  vero  d' 
un  ccilesiastiro  ,  non  \oler  esser  più  di 
sé,  ma  di    Cristi-.    (TCj 

§.  XXII.  Spirito,  per  fievelazione.  Lai. 
spintus,  reveludo.  }  it.  S.  Gir.  Sappien- 
do  per  ispirilo  le  cose  clie  dovevan  veni- 
re. ^'  J'it.  .y.S'.  l'ad.  1.  227.  Conoscendo 
ella  per  ispirilo  quello  che  le  doveva  ve- 
nire, per  nullo  modo  vi  voleva  andare. /f'^ 

§.  XXlil.  Spirito,  per  J'ifozione.  Lai. 
animi  cultura,  pietatis  ciillus.  Gr.  tu/a- 
^£iK  .  M-  7  ■  9.  c)7-  Ivssendo  la  madre 
di  dello  Fianccsco  e  >iiccolo  attempala  , 
e  datasi  allo  spirilo.  L  IX.  26.  L'omo  per 
età  antico,  e  per  vita  di  penilenzia,  e  del 
tulio  dato  allo  spirito.  Trnlt.  gov.  Jam. 
Predicatori  e  cou.si};licrij  consolatori  e  di- 
mzalori  nella  vita  dello  spirito,  -è  jSoic. 
g.  3.  TI.  4*  ^^"^  P°'  •  essendo  tutto  dato 
allo  spirito,  si  fece  bizzoco  di  quegli  di  san 
Francesco,  e  fu   chiamalo  ec.  (J  ) 

V  §.  XXIV.  Uomo,  0  Persona  di  spi- 
rito, dicesi  d'  Uomo ,  o  Persona  dedita 
alle  cose  dell'  anima j  ed  e  opposto  ad  Uo- 
mo di  mondo.  Segner.  Pred.  .^8.  2.  Le 
persone  di  spirito  non  solamente  son  use 
spesso  patire  di  questi  mali  (  infcrmitìi  , 
povertà  ec.  )  ma  ancora  gli  vogliono  spon- 
taneamente palile.  K  mini.  3.  Kimarrctc 
convinti  (  che  più  godano  gli  spirituali  de' 
mondani)  se  osserverete  la  diversa  quali- 
tà de' diletti  che  sono  proprii  delle  per- 
sone di  spirilo,  e  delle  persone  di  mon- 
do.  (CPJ 

^  §■  XXV.  T)i  vero  spirito,  vale  Vi 
vero  cuore,  come  conviene  a  chi  è  vera- 
mente spirituale.  Segner.  Mann.  IS'ovenih. 
xl\.  1.  Quando  paia  a  se  per  ventura  di 
usser  già  povero  di  vero  spirito,  mansue- 
to di  vero  spirito,  contrito  di  vero  spiri- 
to» amante  della  giustizia  di  vero  spirito, 
misericordioso  di  vero  spirilo ,  mondo  di 
Tcro  spirito,  pacifico  di  vero  spirilo,  non  li 
fidi   sì   presto   <li   te   medesimo,   (f) 

§.  XXVI.  lìsser  rapito  in  i.tpirito,  vale 
Andare  in  estasi.  Lat.  estasia  pati,  *  in 
.Kpiritu  rapi.  Gr.  ev  Trv;v'/ji«Ti  dpTzdtt- 
o&«(.  Pass.  67.  Orandu  il  Tadrc  santo 
<un  grande  fervore,  di  subito  fu  levato  e 
rapito  in  ispirilo. 

§.  XXVII.  Penderlo  spirito,  vale  Morire. 
Lat.  iraderc  spiritum.  Gr.  UfiivOiX  TO 
n*tZpv..  I''iamm.  7.  38.  Poco  appresso 
rendcndii  lo  sj>irilo. 

*  g.  XXVni.  Diicii  ani/ie  Pendere  lo 
spirilo  a  J)io.  Prua.  Tes.  1-  7I.  All'u- 
scita di  Giugno  rendè  lo  spirito  a  Dio.  (ì' ^ 

#  §.  XXIX.  Vare  spirito  ,  vale  Dar 
fiato.    Sonare,    loìV  aggiunta    dello    stru' 

mento,  /ir.  Pur.  17.  !M^,  E  dando  spirto 
alle  stJiinrt  canne,  Obiamò  il  suo  gregge 
fuor  delle  cjpanne.  (ì) 

3r  §.  XXX.  Spiriti  animali,  una  volta 
chiamavano  alcuni  Medici  un  Liquore  da 
/oto  falsamente  supposto,  e  cht  credevano 


discorrente  pei  nervi,  e  generatore  del 
sentimento  e  del  moto.  (A) 

*?  S-  XXXL  Spirito,  da'  Crammatici  di' 
cesi  (Zitella  forza  di  fia  lo  che  s*  impiega 
per  pronunziare  le  lettere,  onde  i  ^ram- 
malici  greci  ihiamano  spinti  o  aspirazio- 
ni i  segni  che  sentono  a  notare  tal  grado 
di  forze  e  sono  due,  tenue  e  denso.  Po- 
loni, lett.  lib.  5.  lett.  l.  In  queste  parti- 
celle deh,  ah,  oh,  ih,  dove  la  natura  stes- 
sa dell'  affelto  fa  pronunziarle  con  certo 
spirilo,   V   con   certo   Calo  aspirate.  (^J 

*  SPlIilTOSSA.NTO,  the  anche  .tcri- 
vesi   SPIRITO   SANTO.   /  <rd.  SPIRITO, 

S1'II;1T0SISSI>10.  Superlat.  di  Spiri- 
toso. Lai.  ingeniosissimus.  Gr.  Ci^ituTK- 
TO4.  Lih.  Pred.  leueva  al  >uo  servigio 
un  bello  e  spiiilosissiiiio  v:tlleltiuo.  feti. 
Annot.  Pitir.  20.  Il  signor  Gal  brillio  Ka- 
fano  di  (Napoli,  poeta  celebre,  ba  tradotto 
con  galanteria  spiritosissima  la  Gciusa- 
lemnie  liberala  del  Tasso  in  lìngua  napo- 
letana. 

t  SPIRITOSO.  Add.  Che  ha  molto 
spinto  j  e  dicesi  propriamente  dei  liquori. 
J)av.  Colt.  i53.  La  vigna  fa  miglior  vi- 
no, perdic  ess<'iido  ella  ed  egli  molto  spi- 
ritosi ed  attrattivi,  pigliano  subilo  e  in- 
corporano ogni  sapore,  odore  e  qualità. 

f  §.  Viciamo  anrhe  %*'piritcso  per  In- 
gegnoso, Vivace,  /iculo}  e  dice  si  così  del- 
le per.ione,  come  delle  cose.  Lai.  ingenio- 
.tus,  solers^  aculus.  Gr.  tu^uT^;.  AHtg 
8().  AfHnrbù  voi,  mostrandolo,  gli  avvivia- 
te il  mor^n  spirito  con  la  vivacità  della 
vostra  spiritosa  lingua.  /.  161.  i^cnza  1" 
aiuto  peio  di  qualcbe  spiritoso  ingegno. 
Jiiion.  Pier.  3.  1.  Q.  Tu,  che  j^ei  spiri- 
toso, e  poeliui.  {'-al.  Sist.  2l5.  Ben  son 
sicuro,  rfae  se  '1  quesito  non  ricercara 
qualche  operazione  spiritosa,  \oi  non  vi 
avre.'.te  ajiplicala  la  metile.  *  Car.  Long. 
Sof.  Siippleni.  Kia  Dafni  ec.  di  viso  mo- 
desto e  grazioso,  e  d'occhi  allegri  e  spi- 
ritosi. (IP,  Pcd.  Coni.  1.  53.  L'illu- 
strissima Sig.  W.  IS.  er.  spiritosa  e  viva- 
ce, d'alito  gracile  ce.  cominciò  ad  avere 
i  naiurali  fiori  nienslruali.  iC) 

::J  SI'IRITUALE.  Sust.  Giurisdizione,  o 
Autorità  sopra  l'anime.   C.    /'.    jj.    342. 

1.  Papa  Giovanni  in  conccstoro  di  tulli  i 
Cardinali  appo  Cignone  di>|  uose  il  \  e- 
iiovo  d'Aiezzo  de' Tarlati  dello  spirituale 
del   Vescovado  ec.  (l'j 

t  SPI)  ITL'ALL.  Add.  Incorporeo,  Pi 
spirito.  Lat.  spirituolis  ,  spiritalis  .  Gr. 
'Z'itx.ip.v.nro'-:.  I  oh.  i5i.  Qui-ll'unica  sposa 
dello  ."^piritos^anlo  fu  ir.  del  lutto  »i  da  ogni 
corporale  e  spiritual  bruttura  ririiuta  ,  1  Le 
a  rispetto  dtir  altre  ce    Dlt,    Coni.   Purg. 

2.  20.  L'anima  è  >u>tanzia  spirituale,  la 
quale  non  liae  dimensione.  /  il.  SS.  l'ad. 
1-  100.  La  «livina  essenzia  non  e  circo- 
scrilta  e  limitata  da  ab  una  forma  o  im- 
magine coqiorale,  ma  è  bene  spirituale  di 
mente  . 

§.  I.  Per  Attenente  a  spirito,  o  a  re- 
ligione, lai.  spiritualis.  C.  P.  7.  62.  I. 
Promellendiigli  ogni  aiulo  spirituale  e  tem- 
porale. Mor.  S.  Grrg.  Nelle  cose  spiritua- 
li Jlii  sono  i  diini  che  ci  danno  fuilct- 
fa  ,  altri  quelli  che  ci  danno  ornamento  . 
/.  allr-ove:  Ancora  s*  intende  per  lo  spirilo 
nella  santa  Scrillura  l'eflVllo  spitilnale  per 
la  gr.'uia  di  Dio.  Marstruzz.  |.  77.  Lue 
figliuoli  spirituali  d'  ul  uno  possono  con- 
trarre, V  gli  spirilnali  cogli  aflollÌTÌ  (cioè, 
teiiuli  a  battcìimo  ). 

S-  II.  Per  lìivolo.  Dato  aita  .tpiritua' 
litii.  Lai.  pius,  pietati  deditus.  Gr.  tU5(- 
pti-  l'ass.  prol.  PiuViicoinnii  l'afieltuoso 
prego  di  mollr  pt  rsone  spirituali  r  ilivo- 
le  .  Coli.  Ah.  /sane,  cap.  5l.  Arciocchi» 
essi»  Iddio  dimoslri  che  quegli  sono  suoi 
spirituali   e   diletti  ,   li    quali    con    linioir   e 


rivereona  stanno  dinanzi  da  lui.  t:-  Segner. 
Mann.  Apr.  23.  X.  Egli  slesso  (  il  Si- 
gnore J  l'  impone  altrove,  che  ti  eserciti 
in  molte  opere  di  misericordia  si  corpo- 
rali, come  spirituali.  (C) 

*  §.  III.  /:,■  in  forza  di  susl.  vale  Uo' 
mo  dato  alla  spiritualità.  Segner.  Mann. 
Settemhr  21.  3,  Cosi  è  pur  d'  ogni  vero 
spirituale.  Il  num.  4.  Tale  è  certo  Ìl  pro- 
cedere d*  ogni  vero  spirituale.  (P) 

*  %.  IV.  Per  Cosa  spirituale.  Cosa  sa- 
cra. Oh.  Com.  Inf  19.  341.  Simonia  ba 
cupidigia  di  comperare,  o  di  veudere  s|  i- 
rituale,  o  legalo  a  spirituale.  (C) 

SPIItlTLALISSIMO.  Superi,  di  Spi- 
rituale. Bui.  Euron  gran  teologi,  e  spi- 
rilUiilissinii  uomini,  .'•tgner.  Mann.  Marz- 
\l\.  6-  Per  essere  la  su|>crbia  un  peccato 
spirilualÌNsimo  .  i.<>n  si  può  dire  quanto  sia 
pero  facile  da  i><-rultarsi  (cioè,  propriuimo 
dello  spirito). 

t  SPIl  ril'ALITA',  SPIRITUALITA- 
DE.  SPIItn  l  ALITATE.  Devozione,  Col- 
tivamento  di  religione.  Lat.  *spiritualitas, 
religio,  pietas,  pietatis  riillus.  Gr.  CU5£- 
fittcn.  .  J  it.  S.  Gir.  L'  avarizia  e  cagione 
di  questa  loro  spiritualità.  (Jtl.  Com.  Purg. 
16.  2<>3.  Acciocché  la  sua  spirilualitade 
ilalle  temporali  suUeciludini  non  fosse  in- 
fangala . 

^  g.  .'Spiritualità,  dicesi  anche  da' Teo- 
logi e  da'  Metafisici  in  signiftC.  di  Qua- 
lità di  ciò  che  è  spinto  j  ed  è  opposto 
a  Materialità  .  Magai.  Lett.  Quando  io 
considero  r  uomo  ec.  come  s*  ei  non  aves- 
se un  altro  grado  superiore  di  spiritualità» 
io  mi  figuro  allora  ce.  (A) 

•f  *  SPIl  ITLALI/ZAME>TO.  Ri- 
ducimrnto  a  stato  spirituale.  Magai,  part. 
l.letl.  if).  Questi  raffinamenti,  questi  spi- 
ri! ualizzamcnli,  anzi  pur  queste  vere  crea- 
zioni dì  piaceli  ec.  nuli  finiscono  solamente 
ne*  sensi  esterni.  (A) 

SPIRITUALIZZARE.  Itendere  spiri- 
tuale. I  at.  .tpiritui  similem  rrddere .  Gr. 
iTvrj^aTi  CUOIO'/  ttoiuv.  Stgner.  Mann. 
Marz.  28.  l\.  Sazio  nel  bene  che  egli  ve- 
dia  parteciparsi  ancora  al  suo  corpo  ce. , 
per  la  sottigliezza  che  lo  Tiene  a  «piri- 
lualitzare,  cii>è  a  fare  che  egli  operi  come 
spirito.  /■  Picemhr.  6.  1-  Allo  spirito  ù  ap- 
p^i  tiene  spiiìlualizsarcì. 

*t  *  §•  Spiritualizzare  ,  neutr.  pas.*. 
Farsi  .tpirituale,  Ridursi  a  .tpirito.  Magai, 
pari.  1.  lett.  25.  Che  tal  moto  in  vxm  1* 
esalti,  e,  per  rosi  dire,  si  spiriiualiz»  e»s«» 
ancora  ila^ vantaggio ,  ce.  (A)  Salvin. 
Pros.  Sacr.  l/|5.  S'  e  incarnato,  s'  è  urna- 
nato  ,  s'  è  falla  corpo  la  divinila  ,  perchit 
si  spirilualìzxasse  la  nostra  troppo  grat» 
e  pe>3nte  umanità.  tC) 

SI'IMTL'ALIZZAIO.  Add.  da  Spiri- 
tualizzare. Segner.  Mann.  Settemhr.  S.  1. 
Ambe  i  dileliì  corporei,  allorachè  si  ot- 
terranno, saranno  spirilualiizalì .  cioè  sa- 
ranno  somiglianti  a   quei   d-'llo  spirilo. 

SPIRITVALMFME.  Avveri'.  Con  ispi- 
rilunlilà.  In  ispirilo.  Lai-  *spirilualiter , 
spirilaliter  .  Gr.  -nveu/iaTiK^i  .  Frane 
òacih.  Op.  div.  12*).  Qual  fu  quello  ar- 
liore  ?  La  santa  Crt»cc  di  Cristo.  Qual  fn 
il  frulli)?  Cristo  brnrdetlo  ec.,  e  con  lutti 
i  favori  del  ci>r|)0  suo  benedetto,  il  quale 
(hi  gusla  <i<mr  dee.  non  muore  mai  spì- 
rilu.dmrnle  parlando  .  Maestruiz.  2.  qq. 
Cosi  inlrrvienc  nella  via  spirituale  ,  che 
alcuna  cosa  TÌ  si  pone  alcuna  rolla  per 
fare  rovinare  ìspiritualmenle  ,  o  corporal- 
mente, o  con  fatto  altrui. 

5,".  I.  Talora  vale  Con  autorità  e  brac- 
cio spiriiiinle.  ti.  1  .  q.  ^\i.  I.  Dando- 
gli grande  autoritade  <1i  procedere  spiri* 
lualmente  ,  a  chi  fosse  «lisulbìdicnlc  alla 
Chiesa  . 

g.  II.  Talora  vaie  f^r  messo  tìeile  spi- 
rito    Frane.  Sacch.    Op.  div.   I28.   P«r   lo 


S  P  I 


S  P  I 


S  P  L 


i33x 


pruno  modo ,  spirìlualincutc  cuatcìiiplaa- 
iloii ,  si  velie  Dio. 

§.  III.  Talora  s'ale  Con  esalazione.  Cr. 
2.  6.  5.  Sono  i  fiori  mi'tu»  odoiifcri  por  1' 
umido  sottile  ,  il  quulc  ù  alteralo  coove< 
ocTolmuatc  dal  secco,  e  risolve  (^uu^i  spi- 
ritualmente nulla  lor  »uatatiiia. 

SPIRO.  Lo  spirart.  Lat.  afflatus.  Spi* 
ritus.  Gr.  sniTTvota,  rrvsj;ia.  Dant.  Par. 
A.  E  dill'ercntt'incntu  han  dulcu  vita,  Per 
sentir  più  e  meu  1'  eterno  »pii*o  .  il  II> 
Diseeoada  corona  rcdnmla  Fu  per  Oiio- 
lio  dair  eterno  >piro  La  santa  vojjlìa  d* 
e»to   Arrliiniandiila. 

g.  I.  ter  Ispirilo.  Lat,  spirtUts.  Gr. 
rrviJjuix.  Dant.  /  ar.  IO.  Vedi  oltre  tìaiii- 
nic(;tjìar  l'ardente  spiro  D' Uiiioro .  Jliit. 
ùi  .•  L'ardente  -spilo,  cine  1' ardente  spira- 
uienlo  »  cioè  lo  spirito. 

i\-  §.  11.  Spiro,  vale  anche  ì'oce.  Dant. 
Par.  a6.  1-  .Menti*  lo  dubbiava  per  lo  vi- 
so spento  Della  fulgida  fìainma  ec.  U^cì  un 
spiro  che  mi  lece  atteiitt) .  A'  i'.  l32.  Il 
dolce  mischio  Che  si  Iacea  del  &uon  del 
trino  spiro-  (FP) 

*  SPIRTALE.  Add.  sincopato  di  Spiri- 
tale, e  vale  l  he  ha  autorità  sugli  spirili. 
Che  Ja  apparire  gli  spirili.  Lat.  speclra 
evocans  .  Ar.  Fur.  3.  tì^-  Lascio  di  poi 
le  sotterranee  case.  Che  di  nuovo  splendor 
Taria  s'accese,  Per  un  cammin  gran  spa- 
tio oscuro  e  cieco.  Avendo  la  spirlal  i"e- 
mina  seco.  (ySf 

SPIRTO.  /'.SPIRITO. 

=v  SPITAMO.  Spanna.  Lat.  spilhama. 
Gr.  oTTiàa/in'-  f'arch.  Lez.  127.  I  quali 
non  sono  più  alti  ec.  di  tre  spitamì  ,  ov- 
vero dodiauti,  cioè  di  tre  spanne»  ovvero 
trcnlasei  dita,  che  fauno  un  braccio  e  un 
ottavo.  (•) 

SPIUMACCIARE.  ^/inmaccirt/Y. 

SPIUMACCIATA.  Colpo  d<ito  colla  ma- 
no aperta  ,  ma  che  /accia  rotnore  ,  a  guisa 
di  quelli  che  si  danno  in  sulla  coltricej  o  in 
sul  primaccio  j  che  anche  si  dice  Sprimac- 
ciata ■ 

SPIUMACCIATO.  Jdd.  da  Spiumaccia' 
re  j  lo  stesso  che  Sprimaccialo.  Fr.  Jac. 
T.  4-  33.  II.  Or  guarda  letto  morbido  Di 
peana  S|  iumacciato  .  iir.  As.  272.  E' sì 
dormiva  m  piana  terru,  come  tarebbe  un 
altro  in  un  letto  spiumacciato.  /Illeg.  \5!^. 
Aver  un  sei  vitor,  che  per  dispetto  Lo  fac- 
cia poco  e  mate  spiumiiccialo. 

f  SPIUMAItE  .  l'ropriamente  Levarla 
piuma  ,  ma  si  piglia  anche  per  Velare  . 
Lat.  plumam  j  vel  pennas  delrnhere.  Gr. 
TrTi7ov  ayaips'v.  Alam.  Cir.  3.  66.  L' 
aguto  ai-tiglio,  il  torto  becco  adopra.  Ove 
con  più  suo  duol  r  aOligga  e  ficda  ,  La 
spiuma  ,  si[uarcia  ,  e  con  rabbiose  brame 
Sfoga  il  crudel  la  dìspielata  fame. 

§.  Per  Far  sofjke  la  coltrice,  o  altra 
Cosa  piena  di  piuma  ;  nel  qual  significa- 
to  più  comunemente  diciomo  Spiumaccia- 
re .  Lat.  sternere  .  Gr.  /aTasrop/ìcat  . 
Arrigh.  D.  E  questo  il  mio  letto?  che  è 
questo?  perchè  continuaniciile  male  si  bal- 
le e  spiuma?  V.or.  S.  Oreg.  l3.  21.  Nelle 
tenelire  spianai  ,  ovvero  spiuniai  il  letto 
mio;  nessuna  altra  cosa  è  avere  addossa- 
lo, ovvero  spiumato  il  letto  nelle  tenebre, 
se  DoD  aver  luogo  senza  tormento  nell' 
Inferno  . 

SPIUMATO.  Jdd.  da  Spiumare .  Se- 
gner.  Mann.  ]\'ovemhr.  2l\.  I9.  È  avve- 
nuto talora  ec.  d'  essersi  ritiuvale  delle 
rondinelle  tutte  spannate  e  spmniate  ,  e 
quasi   nude  ,  come  quando  esse   nacquero. 

SPIZZECA.  ^Ugnella  ,  Spilorcio  j  voce 
bassa.   Lat.  sordida  s  ,  avarissimus  .   Gr. 

*  SPIZZICATURA.  Term.  degli  Stam- 
patori. Difetto  di  stampa,  in  cui  1  caratteri 
non  riescon  netti,  (.-f) 

SPIZZICO  .  Far  checchessia  a  spizzi 


co,  vale  Farlo  a  poco  a  poco  ,  a  stento. 
Lat.  vtJC,  cegre ,  paulatim.  Gr.  xixt  òlx- 
yov  .  Lib.  Son.  119.  Tu  facesti  un  buon 
segno  dì  cattivo,  Perchè  x'oprivi  a  spizzico 
il  manti  Ilo.  Tar.  Pnv.  Ann.  i^.  gì.  Ti- 
berio stesso,  favellatore  a  spizzico,  quando 
giovava,  era  largo  e  pronto  (il  testo  lat. 
ha  :  velut  elurtaiitium  vcrborum  ).  Cani. 
Carn.  7.  Trarre  a  miil  j;iunro  a  spizzico  si 
suole    Usare,   e   la    diiitla    a   oessun   duole. 

spizzicom:.  /  .  A  spizzicone. 

*  §.  Picesi  anche  l'er  spizziconi ,  po- 
sto avverbialm.  ,  e  vale  lo  stesso  che  A 
spizziconi,  A  stento.  S.  l'nler.  L,ett.  II. 
Tanto  avevano  preso  per  spizziconi  il  lo- 
ro cominciare,  e  sì  tiepidamente  ec,  che 
in  loro  si  rimanevano  nella  loro  tepidez- 
za, (l  } 

SPLK^ DENTE.  Che  .splende.  Splen- 
dido, Magnifico  .  Lat.  splendens,  nitidus, 
clarus  ,  conspicuus .  Gr.  )a/*Trpo4.  Lab. 
118-  1  molli  vestimenti,  e  gli  altri  orna- 
menti varii,  de'  quali  tutto  dì  si  veggono 
splendenti  ,  dal  miseri  mariti  impetrano  . 
L'r.  lac.  T.  5.  32.  6.  Diventar  sì  splen- 
dente. Che  '1  mondo  non  sostiene. 

SPLEWDENTEMEATE.  Avverò.  Con 
isplendore ,  Magnificamente.  I  at.  splendi- 
de ,  hilarilcr  .  Gr.  ).au';c;w^  .  /  r.  Inc. 
Cess.  INè  di  non  far  cosa  malvolentieri , 
ma  splendentemente  e  costantemente,  gra- 
vemente e  onestamente. 

SPLEJNDENTISS IMAMENTE.  Superi, 
di  Splendentemente .  Lat.  splendidissime . 
Gr.  i'jp.-:if.o-y.-a.. 

SPLtNDEkNTISSIMO.  Superi,  di  Splen- 
dente^ Splendidissimo,  Magni ficentissimo . 
Lat.  nitidisstnius,  lucidissimus.  Gr.  yw- 
TOnSiizv.-o;.  l'ir.  As.  287.  Cotesti  splen- 
deotissimi  occhi  tuoi  ec.  mi  hanno  acceso 
entro  al  misero  petto  tanto  il  grandissimo 
fuO'O ,  che  più  sopportar  noi  posso.  Dav. 
Scism.  76.  Onde  ella  sempre  il  Corpus 
Domini  in  luogo  splendentissimo  tenne  , 
e  adorò  .  Tac.  Pav.  Ann.  2.  52.  L'  es- 
sequie  furono  senza  imagìni  e  pompa  , 
si>lendentissime  per  le  sue  laudi  e  ricor- 
date virtù. 

*  Sl'LENDESZA.  Splendore.  Imperf 
Tim.  D.  7.  T.  7.  167.  E  che  altro  sono 
quest'  ingej,'ni  salvo  che  faville  della  di- 
vina splcndenza  ?  f'/'^ 

SPLENDERE-  Bi  splendere  ,  Bilucere  . 
lat.  splendere,  lucere.  Gr.  }tiij.7iìiv  . 
Cani.  l'nr.  21.  Se  non  sì  temperasse  , 
tanto  splende  ,  Che  '1  tuo  mortai  podere 
al  suo  fulgore  Parrebbe  fronda  che  trono 
scoscende.  l'I  2^.  Appi  esso  uscì  della  lu- 
ce profonda,  Che  li  splendeva,  questa  cara 
gioia,  ?ovra  la  quale  ogni  virtù  si  fonda. 
I  elr.  son.  234-  Occhi  miei,  oscurato  è  il 
vosti'o  sole,  Anzi  è  salito  al  cielo,  ed  ivi 
splende  .  /,'  son.  agS.  E  per  avere  uom 
gli  occhi  nel  sol  fissi ,  Tanto  si  vede 
men ,    quanto  più  splende. 

*  §•  F  Jiguratam.  Ang.  Met.  2.  106. 
Molto  maj^f;iore  onor  t'era  esaltarlo,  Per 
lo  spirto  divìo   che  in  luì  splendea.  (r>} 

SPLEiSDlDAMEISTE  .  Avveri».  Con 
isplendore,  in  significato  di  Magnijìcenza. 
Lat.  splendide.  Inule.  Gr.  )aju:r^wi.  Bocc. 
nov.  oO.  l3.  Fatto  splendidamente  far  da 
cena  ,  aspettò  Salaìaelto  .  L'I  nov.  pi.  3. 
Quivi  adunque  dimorando  messer  Ruggie- 
ri,  e  splendidameute  vivendo  ec,  assai  to- 
sto sì  fece  per  valoroso  cognoscere.  •'.=  Mor. 
S.  Creg.  I.  8.  Vedi  che  la  somma  veri- 
tà segnatamente  dice  che  nella  lìngua  più 
ardeva  quegli  che  si  splendidamente  era 
vivuto.  (Bi 

SPLENDIDEZZA.  Astratto  di  Splen- 
dido .  lai.  splendor,  magniftcenlia  .  Gr. 
i«juTr^.dT»]4  ,  auy/i'-  ••-  Boss.  Svet.  T'it. 
Ces.  Era  fortemente  studioso  ed  accurato 
intorno  aUa  dilicatura  e  splendidezza  del 
vivere,  e  dello  abiure.  (FP) 


SPLENDIDISSIMAMENTE.  Superi,  di 
Splendidamente.  Lat.  splendidissime.  Gr. 
^'jtfxnpoTu.T'x  ■  fiocc.  nov.  52.  l\.  Senza 
vtderla  niai  (la  sua  arte)  per  alcuna  al- 
tra abbandonale,  splendidissimamente  vi- 
vea.  f  ni.  Mass.  Finiti  gli  onori,  i  quali 
ì  avea  avuti  splendidissimamente  .  Salvia. 
Di.ìc.  1.  188.  Troppo  io  lungo  e  sover- 
chio riuscirci,  se  tutte  le  lodi  della  storia 
volessi  raccogliere  ,  le  quali  uomini  dotti 
hanno  splendidissimamente   celebrale. 

SPLENDIDISSIMO.  Superi,  di  Splen- 
dido. Lat.  splendidi.s^simus .  Gr.  ì.'j.p.TZpó- 
TOCT''^.  lianim.  l.  /(l.  A};gìunta  l'artificiale 
alla  naturai  bellezza  ,  tra  1'  altre  s[dendi- 
dissima  mi  rendevano  .  Hor^h.  Ong.  t\r. 
33.  Mi  giova  udire  splendidissima  parola  , 
che  porta  seco  nobiltà  e  grandezza. 

SPLENDIDITA".  Splendidezza.  Lat. 
■splendor,  nilor  .  Gr.  }.varrpÒ7'fìi  ■  t'Cll. 
lett.  2.  lez.  I.  3o-  Conseguiranno  tutte 
quelle  quattro  felicissime  doti  della  sotti- 
lità, levita,  spleudidità  e  impassibilità,  che 
assegnano  ì  sacri  teologi. 

SPLENDIDO.  Jdd,  Biluccnte,  Pieno 
di  splendore.  Lucido.  Lat.  splendìdus , 
nitidus ,  lucidus .  Gr.  iy.jUTT^o'i  .  Dant. 
Par.  28.  Come  rimane  splendido  e  sere- 
no L'  emisperio  dell'  aere  ,  quando  soffia 
Borea,  fi.  V.  12.  108.  I.  Siccome  splen- 
dida e  chiara  stella  gitli  razzi  .  -^  Med. 
.4rb.  Cr.  74.  Siccome  da  specchio  splen- 
dido e  bello,  che  in  se  contiene  ogni  lu- 
me.   fCj 

5  g.  I.  Per  Magnifico,  (  hinro ,  Bag- 
guardevole.  Lat.  splendìdus,  lati  tu s,  cSa- 
rus,  conspicuus,  egregius  ,  magnijicus  . 
Gr.  ).vp.7Z~ò_.  Bocc.  nov.  26.  2.  Per  no- 
biltà di  sangue  chiavo  ,  e  splendido  per 
molte  ricchezze.  E  nov.  q6.  2.  Splendide 
donne,  io  fui  sempre  in  opinione  ec 

^k'  g.  II.  Lì  con  la  preposizione  in.  Med. 
Ari'.  Cr.  ^7  Nella  quale  egli  sarà  ador- 
nato, e   splendido  in  ogni  bellezza.  (C) 

V  §.  HI.  Splendido,  SI  dice  anche  delle 
cose  nelle  quali  ri.<!plende  la  magnijicenza , 
la  generosi  là,  o  simile.  «  (oli.  AU.  Isaac, 
cnp  2.  Chi  ama  gli  splendidi  vestimenti, 
non  puote  avere  umili  cogitazioni  .  Ar. 
Lur.  ^6.  73.  Fansi  le  nozze  splendide 
e  reali  ,  Convenienti  a  chi  cura  ne  pi- 
glia ».  (Cj 

SPLENDIFNTE.  P'.  A.  Splendente. 
Lat.  lucidus,  nilidus,  coruscus.  Gr.  i-up.- 
TTpói  ■  O.  T'.  II.  3.  3.  Vidi  colui  mede- 
simo splendiente  di  splendori  al  modo  del 
balenare  .  Cenes.  Sono  sette  cotanti  più 
splendienti  che  'l  sole  .  Ovid.  Pist.  Lo 
splendiente  Febo,  che  '1  btUo  dì  allumi- 
na .  /."  altrove  :  Pon  mente  alli  capelli 
splcodienli .  -r  Boez.  23.  Tu  costriyni  la 
luce  splendiente  Di  verno  a  far  più  corta 
dimoraoza  Cui  freddo,  ec  E  ?>l\.  Quando 
la  notte  sopra  terra  è  persa  ,  Di  stelle 
splendienti  un  coro  adorno  ec.  (B) 

-f  *  SPLENDIEN'I  EMENTE.  /'.  A. 
Avverb .  Con  splendidilà  .  f'it.  SS.  Pad. 
2.  107.  Quando  sì  comunicavano,  appari- 
va la  loro  faccia  splendìenlemenlc.  (  f  / 

Sl'LENDIENTISSIMO..v>,;,er/.(//ò>/en- 
diente  .  Lat.  splendidissimus ,  magnifìcen- 
tissimuSj  lucidissimus.  Gr.  \^p.~pò~OirOi. 
J  ni.  Mass.  Non  perch'  egli  disfidasse  del- 
la virtù  del  figliuolo,  perch' egli  era  splen- 
dìentissimo  cioè,  magnìficentìssimo).  Puf. 
Purg.  28.  I.  La  detta  contessa  Matelda, 
approssimata  alla  ripa  del  fiume  ,  per  la 
preghiera  sua  gli  parve  splendientìssima- 

SPLENDIMENTO  .  Splendore.  Lat. 
splendor.  Gr.  )vp-jpòtr,:;  .  Fr.  Zac.  T. 
In  te  par  che  s'  oSuschi  Luce  di  splea- 
dìmenlo  . 

SPLENDORE.  Soprabbondanza  di  luce 
scintillante  ristretta  insieme.  Lat.  splen- 
dor^ claritas  ,  fulgor  .  Gr.  ).cfp.r:c6rT,i  , 
a'uy/.   Dant.  Par.  3-  E  questo  altro  tplen- 


i332 


S  P  L 


S  P  0 


S  P  0 


dor,  che  ti  si  mostra  Dalla  mia  destra  par- 
te »  ec.  E  5.  Si  vid'  io  htn  i>iu  di  mille 
«plenduri  Trarsi  vt-r  noi .  K  IO-  Che  lo 
splendor  dc-gli  occhi  suoi  ridenti  Mia  meo- 
te  unitii  in  più  cose  divise.  /Ìocc.  g.  g.  p. 

1.  La  Iure,  il  rui  sidendore  la  notte  fug- 
ge, aveva  già  Toltavo  cielo  d^azzunino  in 
color  rilcslro  mutato.  A'  canz.  5-  2.  Mosse 
da'  suoi  hegli  occhi  lo  splendore  Che  pria 
la  6amma  tua  nel  cuor  m'  accese. 

g.  1  /'er  mela/,  vale  Gloria^  VxceUen- 
za.  Lat.  spltndoì ^lux,  lumen-  Gr.  oivy-r). 
oùi,  /«juTa's.  L'occ.  nov.  52.  3.  Le  due 
ministre  del  mondo  spesso  lor  cose  più 
care  nascondono  sotto  1'  omltra  dell'  arti 
reputate  più  vili,  aPcioccbè  di  quelle  alle 
necessità  traendole  ,  più  chiaro  ap|  aij  il 
loro  s|  Ictidnre.  ^inm.  Jnt.  1.  I.  j.  Splen- 
dore di  bellezza  è  repente  e  veloce,  ed  è 
più  fuggevole  ,  che  non  sono  i  6urÌ  che 
appaiono  a  primavera.  Buon.   Fier.  ^.  ^. 

2.  Ned  è  ragion  non  a1>l>racriar  l'incontro 
Di  quella  occasion  ,  eh'  altrui  s*  appresti,  D' 
acquistarsi  splendore  e  crescer  stalo. 

tt  g.  II.  Splendort'j  i-ale  anche  Jìgurat. 
Tutto  ciò  che  abbellisce,  illustra  e  rende 
decoro.  Car.  f'n.  2.  l\6^.  O  splendor  dì 
Dardauio  ,  o  de'  Troiani  Securìssima  spe- 
me .  lied.  Leti.  X.  387.  Viva  la  Signora 
Maria  Selvaggia,  che  è  lo  splendore,  e  la 
gloria  della  nostra  Toscana  .  (Cj  Segner. 
Penti.  Jnslr.  cap.  6.  San  Raimondo  splen- 
dore del  grand' ordine  de*  Domenicani.  {  P) 

6PLF.^ET^C0  .  Colui  che  ha  male  alla 
milza.  Lat.  lienosuSj  splenicus.  Gr.  'STtÀf,- 
vixo';.  Tes.  Pov.  P.  S.  cap-  25-  Danne 
ogni  mattina  agli  splenetici  e  idropici.  E 
appresso  .-  Con  questo  impiastro  guarirai 
li  idropici  e  splenetici,  e  simili. 

*  SPLENICO.  Term.  degli  anatomici 
yìgeiunto  dato  ad  alcuni  rami  di  vene  dei- 
fa  milza  .  Cocch.  Jìngn.  2l\G.  Da  tale  fa- 
cilità d'  affluenza  e  di  deposizione  alla  milza 
d*  umori  ce.  par  che  si  possa  per  avven- 
tura sospettare  che  ce.  segua  in  alcuni 
casi  in  essa  il  reflusso  o  la  comunicazione 
retrograda  del  sangue  venoso  ed  impuro 
per  lo  ramo  splenico  della  vena  porla  , 
quando  ella  ec.  fB)  Impcrf.  Anni.  238. 
]1  tronco  maggiore  (della  vena  porta)  a 
sini&tra  in  due  rami  insigni  si  separa  ec.; 
cjucllo  ramo  splenico  si  nomina  perchè  se 
ne  va  alla  milza.  /'.'  Sop.  Il  ramo  sinistro 
detto  r  arteria  si'lenica  è  maggiore  del  de- 
stro ce.  j  qucst'  arteria  stesa  con  la  vena 
splenica  con  ritorto  condotto  si  passa  alla 
milza ,  e  dipoi  nella  stessa  maniera  che  fa 
la  vena  splenica  sparge  suoi  rami.  (F) 

:?SPLENIO.  Con  tal  nome  si  chiamano, 
tra  gli  altri ,  due  muscoli  del  capo.  Bai- 
fiin.    I  oc.    Dis.   (.-1) 

f  *  SPLOIUTORE.  Lo  stesso  che  E- 
sploratorej  ma  meno  usato.  Serd.  Stor. 
1.  ^5.  Quivi  gli  vennero  incontro  gli  splo- 
ratori  del  Re.  E  2.  90.  Avvisato  dì  tutta 
la  cosa  dagli  sploratori,  fece  nuove  mac- 
chine,  (f  ) 

SPODESTARE.  In  signijic.  neutr.  pass. 
Levarsi  la  podestà.  Lat-  possessionem  re- 
linquere  ,  possessione  exire  .  Gr.  r.rrtCìi 
«~o)«iTT£tv.  Frane.  Sncch.  nov.  2o3.  lo 
&OU0  stato  qui  circa  tre  anni  per  la  tale 
quistione  delle  mie  castella  ,  delle  quali 
rnc  ne  spodestai.  J'arch.  Ercol.  338-  Se 
dicessero  clie  Ì  Fiorentini,  non  curando, 
anzi  dispregiando  la  lor  lingua  ,  se  ne 
fitssero  spodestati  da  se  medesimi  ce.  , 
clic  rispondereste  vui  T  Segn.  Stor.  12. 
,324-  Lilieramente  si  spodesto  di  quel  do- 
minio, che  metteva  in  arme  tremila  fanti. 

§.  Spodestarsi,  valeanche  assolutamente 
Privarsi  j  onde  si  dice  in  proverh.  :  Chi 
del  suo  si  spodesta,  dato  gli  sia  un  mazzo 
in  sulla  testa. 

SPODESTATO.  Àdd.  da  Spodestare. 
g.   I.    Talora    vale    anche   Che  è  senza 


potere.  Cronichett.  tf  Amar.  5q.  Signori 
Romani,  Voi  siete  per  \incerc  la  guer- 
ra, perocché  sono  is|*odestalÌ ,  e  vui  do, 
e  pero  non  vi  consiglio  di  pace.  Dep. 
Decam.  5^.  In  quel  sommario  ,  o  ero- 
nicbetta  ,  che  noi  diciamo  d'  Amaretto  , 
troviamo  in  quoto  medesimo  lenso  spo- 
destato ,  formato  regularmentc  da  podc 
sta  ,  voce  antica ,  che  pur  oggi  tramu- 
tato l'accento,  come  di  molte  altre  e  av- 
venuto, è  pure  io  uso  ec.  ,  significando 
che  i  Cartaginesi  ,  per  le  tante  rotte  e 
rovine,  e  perdite  di  uomini  e  di  navi, 
erano  rimasi  senza  forze  o  potere  alcuno 
da  stare  più  loro  a  petto. 

§.  IL  Per  Impetuoso ,  Sfrenato,  quasi 
Sopra  ogni  podestà.  Lai.  effra  natus.  Gr. 
a/^ar/;,";.  M.  ì  .  3.  i'^.  A'  di  i^  del  dello 
mese  comincio  un  vento  Austro  spodestalo 
e  impetuoso.  E  cap.  7^.  Che  purea  come 
la  sformata  grandine,  spinta  da  spodestata 
fortuna  d' impetuosi  venti. 

SPUDIf».  Quel  che  rimane  dopo  l'ah- 
bruciamento  di  checchessia,  divenuto  come 
carbone^  oggi  propriamente  si  prende  per 
lo  Capo  morto  dell'  avorio  abbruciato . 
Lat.  spodium.  Gr.  itio'oio-j.  Mtl.  M.  Poi. 
Qui  si  fa  la  tuzia  e  lo  spodio  ,  e  dirotvi 
come.  Egli  hanno  una  vena  di  terra,  la 
quale  è  huona  a  ciò ,  e  poogonla  nella 
fornace  ardente  ,  e  io  sulla  foruare  pon- 
gono graticole  di  ferro  ,  e  *1  fummo  di 
quella  terra  va  suso  alle  graticole,  e  quel- 
lo che  quivi  rimane  appiccato  è  tuzia  ,  e 
quello  che  rimane  nel  fuoco  è  spodio.  M. 
Aldobr.  Sciroppo  fatto  di  vino  di  mela- 
grane e  vino  di  mele  cotogne,  con  once 
una  di  spodio.  Hicett.  Fior.  66.  Lo  spo- 
dio si  trova  nelle  fornaci  del  rame,  nel- 
le quali  si  trova  ancora  la  pomfolige  ec. 
/:  appresso:  Lo  spodio  è  fallo  delle  parli 
più  grosse,  e  si  trova  nello  spazzo  della 
stanza  dove  si  cuoce.  7^' 67-  Lo  spodiu  di 
Avicenna  si  fa  delle  radici  del  ruvistico. 

*  SPOETARE.  Privare  altrui  del  gra- 
do e  nome  di  poeta  .  Uden.  Piis.  Sicché 
gli  soprasta  sempre  il  pericolo  di  essere 
spoetalo;  e  se  in  atto  ti  poeta,  può  in  po- 
tenza non  esser  poeta.  (.-1) 

§.  Spoetare,  in  signijic.  neutr.  pass., 
vale  Abbandonar  la  poesia  .  Lat.  poeti- 
Cam  facultatcm  mittere .  Lasc.  rim.  3. 
223.  Io  mi  spoeto.  poi<  h' io  veggo  quello 
Che  madonna  Accademia  ha  ordinalo.  Car. 
leti.  1.  124.  Dovete  sapere  che  mi  sono 
spoetato,  se  poeta  pero  sono  stato  mai. 

SPOGLIA.  Quello  di  che  altri  e  spo- 
gliato. Lat.  exuvia,  spolia.  Gr.  gxùiov. 
Dani.  inf.  3.  Come  d'  autunno  si  levan 
le  foglie  L'  una  appresso  dell'altra,  in- 
fin  che  '1  ramo  Rende  alla  terra  tulle  le 
sue  spoglie.  Fetr.  son.  277.  Al  cader  d' 
una  pianta  che  si  svelse,  Come  quella  che 
ferro  o  vento  sterpe ,  Spargendo  a  terra 
le  sue  spoglie  eccelse.  ^  Giov.  Geli.  t'it. 
Al/,  l^-j-  Gli  arncNi .  e  i  paramenti  ric- 
chissimi, con  tulle  r  altre  spoglie,  convc- 
nientissime  a  un  He,  comando  Alfonso  che 
si  trasferissero  siihitamente  dalla  casa  fra- 
terna del  Vescovado   al   palazzo   suo.  (C) 

*  §.  I.  Spoglia,  dicesi  anche  la  felle  che 
ogni  anno  getta  la  .rerpe.  March.  Lucr.lib. 
3.  Qual  gode  di  depor  1'  antica  spoglia  L' 
angue  già  vecchio.  F.  lib.  4.  Qual  depone 
Lubrico  sdrucciolevole  serpente  La  spo- 
glia infra  le  spine.  I /ir) 

g.  IL  Per  Preda  di  spoglie.  Lat.  spo- 
lium  ,  prirda  .  Gr.  5/ùiov  ,  ili'a.  Petr. 
son.  226.  Avran  di  me  poco  onorata  spo- 
glia .  (.'.  /'.  9.  3lti.  I.  Mandati  i  pre- 
^ioni  e  le  spoglie  del  ram|Ht  a  Lucca  . 
Cuid.  G.  Alli  quali  la  rapil.i  preda  era 
pervenuta  delle  cose  e  delle  spoglie  de' 
Troiani . 

§.  III.  Per  meta/.  Lat.  spolitr  ,  r.ni- 
via-.    Gr.    3/)>ffv.   Mor.  S.  Grrg.  Quan- 


do 1  Signore  loUe  a*  Giudei  le  spoglie 
delle  virtù,  allora  egli  die  la  bellexxa  de' 
doni  dello  Spinto  Santo  alla  casa  del  cuw 
de'  Gentili. 

g.  IV.  Per  similit.  in  vece  di  Corpo. 
Lat.  corpus  ,  exuvitF.  Gr.  sùìua  .  Dant. 
Inf.  l3.  Come  1*  altre  vcrrem  per  nostre 
spoglie  .  Petr,  son.  260.  Al  ciel  nuda  è 
glia,  Lasciando  in  terra  la  sua  Leila  ipo- 
glia, t?  Segner.  Mann.  Apr.^3.  Finche 
vivesti  sotto  spoglb  mortale.  (Ti) 

g.  V.  Per  ffuccia  ,  Scorza.  Lat.  pula- 
men  .  Gr.  s^uèvìo*  .  Lih.  .*>on.  129.  Se 
delle  noci  io  troverò  le  spoglie.  lied.  Ims. 
126.  Questi  bruchi  ec.  s'addormentano  più 
volte,  e  gettano  più  volle  U  spoglia. 

*  g.  VI.  /'.  per  I  estimento.  Ar.  Fur. 
l4-  33.  E  come  dentro  1'  animo  era  in  do- 
glia. Cosi  imbrunir  di  fuor  volse  la  spoglia 
f  cfotr,  vestici  a  bruno),  ^f)^ 

*  g.  Vii.  Per  l' Intonaco  che  si  mette 
sopra  la  forma,  per  gettare  statue,  o  al- 
tro. Bem-.  teli.  OrrJ.  gì.  Quvilof gesso) 
si  debbc  mettere  sopra  delta  forma  della 
grossezza  di  una  costa  di  collello  ec,  av- 
vertendo sempre,  che  quanto  è  maggiore 
la  forma,  tanto  più  groua  si  deU>e  for  la 
delta  spoglia.  (Fj 

*  g.  \  III.  Spoglie,  per  Avanzi,  Demo- 
lizioni ,  Frantumi  di  cose  gin  intere,  la' 
sor.  Le  muraglie  che  in  Roma  furon  fatte 
di  spoglie  antiche,  li  altrove  :  Tempielli 
e  cappelline  fatti  di  spoglia.  (y1) 

SI'OGLIAGIO.NE  J.o  spogttare,  Spc- 
gliamento.  Lat.  spoliatio.  Gr.  cxuìejsi;. 
S.  Ag.  C.  IJ  Ando  iananci  la  sua  legio- 
ne, acciocché  la  spof^liagione  e  del  legato 
e  dello  sciolto  seguitasse  da  poi. 

SPOGLIAMENTO.  l^  spogliare.  Lat. 
despo/iatio.  Gr.  sxwÀiusi;. 

§.  I.  Per  /spoglia,  net  signijic.  del  §. 
II.  Sallust.  lug.  R.  Andava  spesso  dicen- 
do ,  come  egli  di  loro  avea  vinto  il  con- 
solalo, e  tulio  il  luogo  di  preda  e  di  spt»- 
gliamento. 

g.  II.  Per  Privazione.  Lat.  spoliatio. 
Gr.  crs':>]5i;.  3/.  /'.  I-  16  Mcrila.«e 
maggior  disciplina,  e  spogliamento  di  quc' 
beni,  da' quali  procedeva  la  viziosa  ingra- 
titudine, foli.  SS.  Pad.  Anche  la  fatica 
incessabile  ,  e  lo  spogliamento  e  la  priva- 
zione di  tulle  le  cose  vob)nlcro»amente  è 
sostenuta.  Cr.  !^.  18-  8-  Alle  quali  (  Wfi  ) 
sovvenir  si  conviene  con  ispogliamento  del- 
le  foglio  ne'  luoghi  freddi. 

*  SPOGLIA>TE.  (he  .spoglia.  Borgh. 
Fir.  lise.  299  Si  è  veduto  legar  quelli 
che  allora  allora  gli  menavao  prigioni ,  e 
spogliare  gli  spogliami,  e  girarsi  ogni  cosa 
a  rovescio  di  prima.  (ì) 

SPOGLIARE.  Cavare  i  iXJtimenti  dx 
dosso  j  ed  oltre  al  signi/ic.  alt.  ,  si  usa 
anche  nel  neutr.  pass.  Lat.  exuert ,  spo- 
llare .  Gr.  a-:roove<v .  Bocc.  nov.  43.  6- 
Avevano  comandato  a  Pietro  che  si  spo- 
gliasse, il  quale  spogliandosi,  ec.  E  g-  t>- 
/;  12.  Tutte  e  sette  si  spogliarono,  ed  en- 
trarono in  esso.  !?  /'l'I.  SS.  Pad.  I.  187. 
Spogliagli  l'abito  monacile,  e  privollo  d* 
ogni  atto  e  oflìrio  ecclesiastico  .  Fit.  S. 
.Margh.  i54-  La  fece  prendere  e  legare, 
e  in  carne  ignuda  $|>oglÌare.  '$^)  Med.  Arh. 
Cr.  42.  Innanzi  innanzi  sì  gli  spogliarono 
le  sue  vestimenta  in  grande  furia.  'Ci 

O  j;.  I.  Spogliare,  dicesi  anche  del  Ca- 
vare le  parole,  o  le  frasi  d'  un  autore  a 
fine  per  lo  più  di  accrescerne  il  t-ocahola- 
rio.  lied.  lett.  I.  3l.  Che  ella  ha  trovato 
mentovata  in  un  antico  suo  libro  niani» 
scniln  toscano  di  .Mascalria  ,  mentre  1<> 
spogliava  per  lerriaio  del  nostro  Vocabo- 
lario della  Crusca.  (Cf 

§.  II.  Spogliare,  per  Tor  via  la  spo- 
glia .  Lai.  exuere  ,  spoliare  .  Dant.  InJ 
33.  Tu  ne  vestisti  Queste  misere  carni  , 
e  tu  le  spoglia  .   Pttr.  cans.    ^O     4-    ^^"^ 


S  P  0 


S  P  0 


0 


i333 


rÌTcstirson  poi  Un*  altra  \ulta  ,   e  mai  più 
Don   &po^Iiarȓ. 

§.  in.  Per  Prtdtìn' ,  Hulnirt .  l'ranc. 
Sacch,  noi'.  aiQ.  Avrà  lieti  trovali»  nialan- 
flrini,  che  1'  avcano  spngUati»  d*  u^iil  suo 
Lene  .  Dav.  Scìsni.  /|8>  Lo  iislìgù  il  <liu- 
volo  a  spogliare  ì  conventi  .  /■,  5l-  Spo- 
gliava le  chiese  di  tutte  le  cose  di  va- 
iata. 

3  §.  l\ .  Jcr  melnf.  Privare,  Tor  viaj 
e  in  signijic.  neutr.  pass.  Lasciare.  Lat. 
spo/inre  ,  privare  ,  viduare.  Tes.  l'r.  2. 
20.  Alla  6ne  iu  egli  spogliato  della  sua 
dignitade  per  senlema  di  papa  Innoct-u- 
«o  IV.  ,  per  comune  consiglio  del  gene- 
rale Concilio  .  lìant.  Purp.  3l.  Perchè 
del  passare  innanzi  Dovoi.siti  cosi  spogliar 
la  spene  T  E  far.  l5  Ben  e  <he  senza 
terniÌDc  si  doglia  Chi  ,  per  amor  di  cosa 
che  DOQ  duri  Eternalmente,  quell'  amor  si 
spoglia  . 

*  §.  V.  Per  liberarsi  ,  Riscuotersi  . 
Bus.  27.  Sinché  la  tua  patria  si  spogli 
della  iiguona  non  dovuta.  {C) 

*  J;'.  VI.  Spogliarsi  in  farsetto.  /'- 
FARSETTO.  §.   IV.  (') 

SPOGLIATO,  .-idd.  da  Spogliarej  Sen- 
za vtste ,  I\iido.  Lat.  spoliatns  ,  exutus. 
Gr.  aTtGowàsi's-  Ovid.  Pìst.  !\\.  Oh  the 
disonore  è  questo  ,  che  lo  scudo  tuo  ahliia 
coperto  il  molle  e  lo  femminile  l;ilo  della 
tua  amante,  il  quale  è  coperto  dell'  asi>io 
e  velluto  cuoio  spogliato  per  le  tue  forze 
dalle  coste  dello  arricciato  leone  I  Cai. 
Cap.  log.  3.  i;8.  Questo  lo  sanno  insino 
agli  animali ,  Che  vivono  spogliati  e  allo 
scoperto. 

§.  Per  meta/.  Petr.  son.  253.  L*  alma  d' 
ogni  suo  hen  spogliata  e  priva.  Amet.  ?tl\. 
La  cagione  della  rivestita  terra  da  Ariete, 
poi  spogliala  da  Lihra  ti  mosterrò.  J/or. 
ti'.  Creg.  8-  37.  Si  può  dire  che,  come 
6ro  spogliato,  ella  perda  la  corteccia  che 
la  copriva. 

SPOGLIATOIO.  Luogo,  o  Stanza  de- 
stinata per  posare  i  panni  di  dosso.  Lat. 
apcd^teriuTtìj  spoliarium.  Gr.  oi'TioS\JX t'r 
ptov. 

t  SPOGLIATORE.  l'erbai,  masc.  Che, 
o  Chi  spoglia.  Ladro.  Lai.  fur,  spolia- 
torj  expoliator.  Gr.  }u.fìjpa-/oiyói.  Fi* 
toc,  I.  l64-  Verso  quella  mirando,  sentì 
lo  spiacevol  romor  degli  spogliatori.  Vit. 
SS.  Pad.  Questi  imprima  essendo  Paga- 
no, e  grandissimo  ladrone,  e  spogliator  di 
sepolcri,   e  in   ogni   male  noniinatissimo. 

t  SPOGLIATI'RA.  Lo  .spogliare.  Lat. 
spoiiatio,  expoliatio.  Gr.  5/v'>€u5i;.  Ott. 
Com.  J'urg.  p.  ij^6.  Della  quale  spoglia- 
tura  essa  porta  molto  si  dolse  ,  perocché 
col  suo,  si  dovevano  dilacerare  e  uccide- 
re li  rari  cittadini.  Pist.  S.  Gir.  F,  Li. 
Sarai  ferita  da  lui,  e  spogliata  sarai  lieta, 
e  gaMcnte  di  quelle  ferite  e  di  quella  spo- 
glialnra.  Fr.  lac.  T,  2.  20.  17.  Queste 
quattro  spogliature  Più  che  le  prime  son 
dure. 

SPOGLIAZZA.  //  percuotere  uno, fat- 
tolo prima  spogliare,  (ari.  Fior.  il.  Qua- 
le con  palmata,  quale  con  eavallo,  e  qua- 
le con  ispogliazza,  e  ninno  senza  gastigo 
ne  rimanda  in  hreve  a  sedere,  yalm.  5. 
5l.  Or  più  rossa  de!  cui  d'  uno  scolare  , 
Dopo  eh'  egli  ha  toccato    una     spogliazza. 

§■  !.  Per  /spoglio  Puon.  l'^ier.  ^.  2. 
7-  De*  giovani  Domestiche  spogliane  ,  e 
sfornimentì  Di  saiorne,  giornee  ,  guarnac- 
che  e  rohe. 

§.  II.  Per  metaf  Dare  la  spogliazza  a 
una  Casa,  o  simili,  vale  Puftarla  ,  l'o- 
taria.  Lat.  expilare.   Gr.  7rsflt«'j)av. 

^  §■  HI.  Vare  una  .spogli azza,  vale  Scor- 
bacchiare ,  Svergognare.  Lasc.  rim  i. 
III.  Son  le  Muse  adirate,  E  vi  voglìon 
un  giorno  in  mezzo  piazza  Dagli  Àramei 
far  dare    una  spogliazza.  (C) 


SPOGLIAZZATO.  ^dd.  Mezzo  spo- 
g/ifìlu.  Buon.  Fier.  4-  4-  2-  Sguazzar  la 
stale  all'  aetitia,  o  pe*  terreni  Spogliazzato 
in   zendado,  in    man  la   rosta. 

SPOC'LIO.  Arnese.  Mor.  S.  Creg.ha 
litllezia   delta  rasa   è  divider  gli   spogli. 

s,*:  g.  I.  Spoglio,  vale  anche  l  rivolto- 
ne, i.uicc.  òtor.  4-  l44-  ^*^^  queste  ra- 
gioni ci  fu  moleitissimo  lo  spoglio  suo 
(del  Duca  Sforza)  tome  piineipe  dato  da 
Cesare.  (L) 

^'  §.  II.  Spoglio,  per  Scoglia.  Car.  Fn. 
lib.  2.  Tale  un  colubro  ec.  Quando  de- 
posto il  suo  ruvido  spoglio  ec.  Lubrico  si 
Uavolve.  (L!r) 

§.  III.  l'er  Preda.  Lat.  *  spolium , 
praeda.  Gr.  5/iI)ov.  C.  V.  7.  107-  1- 
Grandissimo  spaigimento  di  sangue  s'era 
fatto  ce,  e  inuumeraliile  spoglio  di  mo- 
neta, ('mei.  S.  Creg.  Lo  inimieo  antico 
ha  perduti  gli  spogli  dell*  umana  genera- 
zione, li  quali  avca  presi,  òtor.  l:ur.  6. 
i3o-  Ma  lo  spoglio  e  la  preda  iu  lien 
grandissima. 

g.  IV.  Spoglio,  diciamo  anche  a  una 
Paccolta  di  notizie  ricavate  dal  leggere  gli 
autori.  ì'it.  l'ili.  64.  Così  fosseio  vedute 
le  preparazioni  ec,  i  repertorii,  gli  spogli, 
i  luoghi  imitati.  3/alm.  p.  ^2.  E  scorso 
tutto  il  suo  vocaliulario.  Scrisse  in  manie- 
ra, e  fece  un  tale  spoglio  ,  Ch'  ci  messe 
un  mar  di  crusca  in  mezzo  foglio. 

SPOLA,  e  SHUOLA.  Strumento  di  le- 
gno a  guisa  di  navicella,  ove  con  un  fu- 
scello dello  Spoletto  si  tiene  il  cannel  del 
ripieno,  per  i/.vo  di  tessere.  Lai.  radius, 
Gr.  K£px»';.  Pant.  Jnf  20.  Vedi  le  triste 
che  lasciaron  l'ago.  La  spuola  e  '1  fuso. 
F  Furg.  3l.  E  tirandosi  me  dietro,  sen 
giva  Sovresso  l'acqua  lieve  come  spola. 
Liut.  ivi:  Spola  è  Io  strumento  da  tesse- 
re, che  si  gitta  tra  lo  stame,  e  va  legger- 
mente, sicché  non  rompe  le  61a.  Liant. 
Par.  3.  Per  apprender  da  lei  qual  Iu  la 
tela,  Onde  non  ti'asse  in6no  al  co  la  spo- 
la. But.  ivi:  Spola  è  instrumento  con  cui 
si  tesse  e   gittasi  lo  6I0  per  la  tela. 

SPOLETTO.  Il  fu. scello  della  spola, 
in  Cui  s'infila  il  cannello  del  ripieno. 

^  SPOLLOiNABE.  Term,  degli  Agri- 
coltori. Liipulir  le  viti,  troncando  tutti  i 
falsi  polloni.  (A) 

*  §■  I^icesi  anche  del  li om per  coli' un- 
ghie il  capo  de*  tralci  che  non  sono  desti- 
nali a  formare  la  potatura  dell'  anno  se- 
guente.  (A) 

«  SPOLLONATURA.  Term.  degli  J- 
grìcollori.   Lo  spollonare.  (A) 

SPOLPAME^TO.  lo  spolpare.  Lat. 
pulparum  detractio.  Spegner.  Crisi,  instr. 
2.  21.  l3.  Figuratevi  che  lavoro  di  squar- 
ci e  di  spolpamenti  e  di  stracciature  do- 
vettero lare  i  barhari  su  quel  corpo  sì  de- 
licato. 

SPOLPARE,  levar  la  polpa  j  e  in  si- 
gni/ìC.  neutr.  pass.  Perder  le  polpe,  o 
Rimaner  senza  polpe.  Lat.  pulpas  detra- 
here.  Cr.  p.  5o-  2.  Si  cuoca  in  un  vasel- 
lo pieno  d'olio  comune,  in  tanto  che  la 
carne  del  serpente  nell'  olio  si  liquefacela 
e  spolpi,  e  dall'  ossa  si  parta.  Petr-  son. 
162.  Non  spero  del  mio  aH'anno  aver  mai 
posa,  In6n  ch'i'  mi  disosso  e  snervo  e 
spolpo. 

^.  \.  E  Spolpare,  per  similit.  Privare. 
Lat.  spoliare.  Gr.  o.no-tVJpiXv  .  Dani. 
Purg.  24-  Perocché  '1  luogo,  u"  fui  a  vi- 
ver posto,  Di  giorno  in  giorno  più  di  licn 
si  spolpa.  Bu(.  ivi  .•  Spolpare  è  levar  la 
polpa,  e  però  si  piglia  spolpare  qui  per 
privare. 

§.  II.  Per  metaf.  vale  Sfruttare.  Lat. 
effoetum  reddere.  Gr.  z^oipov  ■noieìv. 
Dep.  Decnm.  lOO.  Come  si  dice  snerva- 
re e  spolpare  ec.  per  torla  via ,  e  privar 
di  forza     Pav.    Colt.   i53.  E   grande  erro- 


re por  nella  ^igna  frutti  né  piante  di  sor- 
la ali'itna,  niasMnianiriite  cavoli,  spighi  , 
raiiieiuii,  allori,  salvia,  e  simili  cose  cal- 
de, che  infettano  e  spolpano.  E  167.  Con 
tutto  che  essi  alquanto  spolpino,  non  per 
tanto  da  lodar  sono  quc'  che  dicono  i  saet- 
loli  esser  huoni  per  appiccarvi  il  fiasrhct- 
lo.    A    169.  Spolpano  e  disertano    la    vite. 

SPOLPATO.  Add.  da  Spolpare.  Sai- 
vin.  Pise.  1.  Cf.  luMtando  ossa  spolpate  a 
udire  la  predica  del  Signore,  videle  in  un 
trailo  sollevarsi  e  congiugnersi,  e  di  nervi 
e  di  vene  guernirsì.  Porgli.  Fir.  disf. 
255.  Snervala  1'  ItaUa,  e  spolpato  d'ogni 
suo   vigore  l'Imperio  (qui    per  metaf). 

%.  Malto  spolpato,  dicesi  di  Chi  sin 
giunto  ad  eccesso  di  mattezza.  Malm.  1. 
61.  Foiluna,  che  1' avea  malto  provalo. 
Volle  eh' ci  divenlasse  anco  s|K)lpato  (qui 
in  equivoco}.  *  Pcllin.  Disc.  II.  Cose 
che  paiono  wve  pazzie,  da  legare  chi  le 
dice,  come   spolpato  afiatlo.   (Min) 

SPOLPO.   Add.  Spolpato. 

g.  L^er  Ardentemente  innamorato.  Puon. 
Fier.  2.  2.  4-  ^lonoa  Lena  Le  sta  più 
dietro  a  soffiar  negli  ore(  <  hi,  S'  altri  pas- 
sando le  si  scuopre  collo  Spolpo  di  lei.  E 
3.  4-  9-  Quando  donna  non  pure  inna- 
morata. Ma  spolpa  e  marcia  si  cavava  il 
cuore,    E    ^■e   '1  porgea. 

•t  *  SPOLTIGLIA.  Polvere  da  Ore- 
fici, ec.  Forse  polvere  di  smeriglio  ridot- 
ta in  pasta,  o  Jor.\e  ciò  che  si  ritrae  dalla 
polvere  già  adoperata  nello  smerigliare 
qualche  lavoro.  Pellin.  Disc.  2.  3o6.  Ta- 
le unguento  fatto  d'acqua-,  e  di  sottilissi- 
mo smeriglio  ec  ,  spoltÌj;lia  dicesi  j  e  tale 
spoltiglia,  altenlamenle  girata  sopra  il  cri- 
stallo, e  sì  leggiermente  che  pochissimo  la 
sfoizi,  da  l'ultima  mano  alla  figura  del  ve- 
tro, e  la  sua  sehieUa  ed  intera  lucidità.  E 
307.  Per  dare  a  questi  (marmi)  Tulli- 
ma  politura,  si  adopera  la  raspa  ce.  ;  ma 
per  r  ultima  grana  ci  vuol  la  spoltiglìa  di 
smeriglio,  (.t) 

ST'OLTnAHE,  e  SPOLTRIRE.  i\a(/r. 
pass.  Lasciar  la  poltronerìa.  Lat.  socor- 
diam  nbiicerc  ,  ic termini  cxculere.  Gr. 
ca^uyt'av  Tioolevat.  Dani. /nf  24.  Ornai 
convien  che  tu  cosi  ti  spoltre.  Disse  'I 
maestro j  che,  seguendo  in  piuma,  Infa- 
ma non  si  vien,  ne  sotto  coltre.  But.  ivi: 
Convien  che  tu  lì  s]  oTlr*^  cioè  spoltroni- 
sca per  si  fatto  modo.  Piltam.  3.  5.  La 
strada  so,  ma  convien  1'  uom  si  spoltri. 
♦  /  arch.  rim.  255.  l'ero  convien,  che  chi 
gli  estremi  danni  Sentir  non  vuol,  spoltri 
per  tempo  e  spij;re  (qui  e  neutr.  ass.J  .(Bj 

'.'  SPOLTRONARE.  Cavar  di  poltro- 
neria. Car.  Leti.  Tomit.  1.  Sganghera- 
vate gli  usci  alle  lavandare,  shvazzavate  gli 
shiiri  di  corte  Savella,  e  spoltronavate  fi- 
no al  capitano  .Salvestro,  che  non  si  può 
dir  più  olire.   (C) 

SPOLTROMRE.  Neutr,  pass.  Spol- 
trire. Lat.  sorordiam  abiicere.  Gr.  d'k- 
Suytav  TTfO^.'i'e'jyt.  But.  Inf  2/1.  i.  Con- 
vien che  tu  cosi  ti  spoltre,  cioè  ti  spol- 
tronisca   per  si  fatto  modo. 

*  SPOL\ERAMl!RA.  (hi  spolvera  le 
mura.,  Uomo  dappoco,  Saccardcllo  j  e  si 
dice  in  disprezzo  a  persona  vile.  Lat.  ho- 
mo trioboli.  Plani.  Gr.  ouTioKvs'c,  rpio- 
^o)vì,<c.  Buon.  lier.  3.  2.  17.  Pur  par - 
tiron  mai  più  Questi  spolveramura  E  ra- 
sliapavimenti.    (*) 

SPOLVERARE.  Levar  via  la  polvere. 
Ripulire.  Lat.  pulverem  abstergere.  ^Mntl. 
L>anz.  rim.  buri.  E  chi  le  scarpe  spolve- 
rar volessi  .'^enza  pigliare  il  lembo  della 
cappa,  Le  strofina,  le  spolvera  con  essi.  (Br) 
Boti.  Dial.  5.  A  conto  del  non  averla 
mai  spolverata  (la  madonna  del  Sacco), 
vi  si  era  sopra  appiastrala  in  guisa  la  pol- 
vere, che  ne  era  quasi  sfuggita  dalla  vi- 
sta.  (CPj 


1334 


S  P  o 


%.  I.  P.T  snHaf.  Rifrnstare,  fUrfrCare 
minutamenU.  Lai.  inquircre,  iefttgnre. 
Gr.  e^E,3ì\;/«v.  Tac.  !)nv.  Perà.  eloq. 
422.  NeJlt  antichi  armarìi,  rhc  ora  spol- 
vera Muciano,  SODO  ec.  uodict  filze  d'at- 
ti, e  tre  di  icilcre,  che  mostrano  oc.  Buon. 
Fier.  2-  3.  7.  Giaata  poi  la  stagioo  ,  eh' 
alla  ricotta  Soleva  spolverar  liugaola  e  ma- 
dia,  ec.  fC  4-  Introil.  Spolvera  arrbìvii,  e 
leggi  aaoaU  e  cronache ,  Librerie  va  a 
studiar. 

't  *  S-  \^ ■  Spoherart ,  vale  anche  Ini' 
/trattare.  Coprir  di  pol%>ere.  Salviti.  Odiss. 
l5l.  Stendeasi  a  quetli  dalle  mosse  il 
corso  E  prestissimamente  tulli  insieme 
Voljvaa  spolverando  la  campagna,  f.4/ 

f  §.  III.  In  signific.  netttr.  e  neutr. 
pass,  vale  Divenir  polvere.  Lat.  con  ieri  ^ 
in  pitlverem  comminiti .  Gr.  cjJTfit'iì- 
TSrKt.  Safj^.  nat.  esp.  2ÌJ\.  Una  palla  di 
vetro  sigillata  alla  fiamma  ec.  non  cresce 
di  peso  ;  e  rotta,  se  \\e  cava  il  sale  asciut- 
tissimo a  segno,  che  nel  votarsi  spolvera. 
Jìtion.  Fier.  2.  \.  II.  Le  mercanzie  ec. 
Sfioriscono,  s*  insudician,  si  spolverano. 

'.'  SrOLVEKEZZAMENTO.  I.o  spol- 
verezzare.hdl.  pnlverizatio.  Ut.  S.  Frane. 
216.  Nel  predicare  pare  come  fosse  un 
cotale  spulvcreitzamcnto  di  piedi  spirìtua* 
li.   (l'J 

t  SPOLVEREZZ.iUE,c  SPOLVERIZ- 
ZARE. Ridurre  in  polvere.  Lat.  in  piil- 
vcrem  redigere,  comminucre,  friare.  Gr. 
a^x&jvìiv.  A/.  ì  ■  6.  54.  Appresso  la 
fanno  seccare  ne'  forni,  o  in  altro  modo  , 
e  secca  la  fanno  spolve  rezza  re,  e  recare  in 
toltile  polvere.  Vit.  Pltit.  Tutto  quel  luo- 
go è  lotoso  di  lolo  bianco,  e  la  terra  è 
molle,  che  leggiermente  si  spolverizza. 

g.  [.  Spolverizzare,  per  Aspergere  con 
polvere  Lhecchessin.  TV*,  l'ov.  l*.  S.  To- 
gli cafferano,  mandragola,  storace,  ed  ag- 
giugnivi  dell'oppio,  tritali  liene ,  e  spol- 
verizzane sul  capo,  iìcnv.  Celi.  Oref.  Qq. 
Si  dee  spolverizzare  con  un  poco  di  spol- 
verezzo  di  carbone. 

§.  II.  Spolverizzare ,  e  anche  termine 
di  Pittura  ,  e  vale  Ricavare  in  disegno 
collo  .•ipolvcro. 

SPOLVEKEZZ.KTO,  e  SPOLVERIZ- 
ZATO, /idd.  da  Spolverezzare,  e  Spolveriz- 
zare. Frane.  Sacck.  Op.  div.  l38.  Gli 
ludei  volevano  avvelenare  leremia ,  e  a- 
veano  veleno  di  legno  artificiato  e  spol- 
verizzalo. Tes.  Pov.  P.  S.  cap.  7.  Anco 
una  mezza  hbbra  di  sangue  del  tempo  delle 
donne  seccalo  e  spolverizzato,  è  cosa  ottima. 

SPOLVKREZZO,  e  SPOLVERIZZO. 
Bottone  di  cencio,  entro  cui  v  legata  pol- 
vere di  gesso,  o  di  carlwne,  per  n.to  di 
spolverizzare.  Benv.  Celi.  Oref.  60.  Si 
dee  sj'oivcrczzarc  con  un  poco  di  spolve- 
rnzo  di  carbone. 

§.  F  per  lo  stesso  che  Spolvero,  o  Di- 
segno ricavato  collo  spolvero.  Hfatt.  Franz, 
rim.  buri.  3.  i^S.  Mandovi  uu  spolvc- 
rnzo  di  me  stesso. 

*  SPOLVERIZZAMKNTO.  Pnlviglio. 
Bcllin.  Dire.  I.  17.  Formano  ijuci  vari 
sfarinamenti  o  slritalamrnli,  quei  tiìtuini 
o  tritelli,  quegli  spolvciizzamenli  o  pol- 
vigli  che  dir  vogliamo.   fCj 

SPOLVERIZZARE.  /'  SPOLVEREZ- 
ZARE. 

SPOLVEUIZZ\TO  .  /*.  SPOLVE. 
REZZATO 

SPOLVEHIZZO.  fed.    SPOLVEREZ- 

zo. 

SPOLVERO.  Foglio  bucherato  con  i- 
spilletto  f  nel  quale  è  il  disegno  che  st 
vuole  spolverizzando  ricavare ,  facendo  per 
quei  lincili  passar  la  polvere  dello  spol- 
verizzo. J>  Cnr  Apol.  lo3.  Orti  dipin- 
toruzzi  ec.  con  certi  loro  lucidamcnti  ,  n 
spolveri  o  ritratti  storpiali,  ricopiano  ijuel 
che  par  loro  di  dovere  imitare.  ^PPj    • 


STO 

^  %.  Spolvero.  Term.  de*  Mugnai^  Buo- 
na macinatura,  t  Fornai  dicono  anche 
.Spolvero,  o  prima  farina,  quello  cìte  esce 
dulia  eritrea,  o  tritello  rimaeinato.  (A ) 

SPONDA,  parapetto  di  ponti,  pozzi  , 
fonti,  o  simili.  Lai.  sponda.  Gr.  àflc/jto^. 
Bocc.  nos\  i5.  3i.  Come  Andreuccio  si 
vide  alla  spunda  del  pozzo  vicino,  cosi, 
lairiata  la  fune  ron  le  mani  ,  si  gittò  so- 
pra quella.  G.  V.  II.  1.  8-  Al  ponte  Ru- 
baronie  l'Arnn  vali< ò  1' arrora  da  lato,  e 
ruppe  le  sponde  in  parie.  Dant.  tnf.  18. 
Che  dall'  un  lato  tutti  hanno  la  fronte 
Verso  il  castello,  e  vanno  a  santo  Pietro; 
Dall'altra  sponda  vanno  verso  '1  monte. 
F  3i.  Più  e  più  appressando  in  ver  la 
sponda,  Fuggemi  errore,  frane.  Sacch. 
nov .  72.  Fra  l'altre  gli  vidi  un  di  con- 
ficcare la  cappa  sulle  sponde  del  perga- 
mo. 

§.  i.  Per  Kstremitade  semplicemente.  Lat. 
sponda,  ora  Pctr.  canz-  !\'j.  I.  Ponsi  del 
letto  in  sulla  sponda  manra.  V.  son.  298- 
Vien  tal,  ch'appena  a  rimirarla  ardisco, 
E  pietosa  s'  asside  in  sulla  s|>onda.  Frane. 
Sa.-eh.  nov.  ^8.  Palpando  il  copertoio,  si 
fece  alla  sponda.  Tass-  Cer.  ip.  12O. 
Del  Ietto,  ove  la  stanca  egra  perdona  Po- 
sa   Itaiinondo,   il    Duce  è   sulla   sponda. 

*  §.  li  Per  Letto,  o  Sedile  a  forma  di 
letto  dove  gli  antichi  seilevano  nelle  cene 
e  ne'  conviti.  Car.  Fn.  1.  Il3l.  E  già 
sopra  la  sua  dorata  sponda ,  Con  rcal 
maestà  s'  era  (  Pidone  )  nel  mezzo  A  tutti 
^li  altri  alleram^^iite  assida.  /:.'  2.  2.  Enea, 
In  se  raccolto  ,  a  cosi  dir  dall'  alla  Sua 
sponda  incomincio.  (FP) 

•f  *  SPONDAICO.  Term.  de'  Poeti 
greci  e  la  fini.  Appartenente  a  spondeo. 
Udcn.  J\'is.  I.  21.  In  quest'  altro  verso 
spondaico  esprime  con  la  spurevulezia  del 
numero  quel  ch'egli  intende.  F  5.  ^l-  Con- 
fonde il  metodo,  frapponendo  in  un  vi- 
luppo e  terzetti  e  versi  interi  rimati  nel 
mezzo,  e  seltc»iUabi ,  e  piedi  spundaici  , 
ec.  (A) 

SPONDEO.  Pizde  di  verso,  formato 
di  due  sillahe  lunghe.  Lat.  spondaeus. 
ì  areh.  F.reol.  2ig.  Dice  Quintiliano  , 
che  distingueva  roU'  orecchili  qu.mdo  un 
verso    esametro   forniva   io    ispondeo. 

*  SPONDERUOLA.  Pialla  non  molto 
larga,  col  taglio  ad  angoli  retti.  Bai- 
din,      loe.    Dis.    (B) 

^  SPONDILO.  Lo  stesso  che  Spon- 
dulo.  Lat.  tpQndylut.  Gr.  STOVCuis;- 
Ri'd.  tnr.  65.  Non  voglio  già  tralasciar 
di  dirvi  ,  che  siccome  totli  quegli  scor- 
pioni dell'Italia  ec-  hanno  sei  sole  ver- 
tebre, o  spondili,  o  nodi  nella  coda,  ec. 
F  G&.  «ili  spondili,  o  le  vertebre  della 
coda  di  que*  d'  E;;ilto  son  tutte  quasi  di 
lunghezza  e  di  grossezza  uguali  tra  di 
loro.  E  lett.  I.  273.  Oggi  diciamo  spon- 
dilo. Di  spondilo  ve  n'èun  escmplc  nel 
Vocabolario   alla    voce    /  eriehra.    (*) 

SPONDULO.  Aodo  della  spina.  Ver- 
tehra.  Lai.  spondyliis ,  sphondyliis,  ver- 
tebra. Grec.  5:ro>(Ju>o;.  folg.  Ras.  Quel- 
la eh' è  di  dietro,  si  continua  alli  spon- 
duli    del    dosso. 

*  SPONENTE  .  EsponenU,  Salvm. 
Odiss.    (A) 

#  SPONGIFORME.  Add.  Term.  del 
Fisici  e  dei  ^tedici.  Fatto  a  guisa  dì 
spugna.  Red.  Irti.  71.  Il  tumore  «lei  gì- 
n<H-rhio,  nel  toccarlo  qualche  poco,  cede, 
e  nel  rimuovere  il  dito  torna  subilo  al 
praprìo  (lato,  nella  maniera  appunto  che 
soglton     fare    Ì     tumori    spongiforma,     (/tj 

<!     SPONGIOSO.     Add.     At:giunto    di 
osso.    Imperf.    Anat.    \\\-    'n    alcuni    n«i 
la    durezza    e    maggiore,    come    nel  fianco,  , 
altri    sono    più  molli  ,   come   1'  osso   spon-  1 
gioso,   e    gli   altri   ossicolt   delle   dita,   i f)\ 

4   SPONCITE.    Tiomt  geturico,  che  i  I 


S  P  O 

datura/isti  danno  alle  pietre  spugnose  e 
leggieri.,  formate  ne/I'  a- que  .topra  colpi 
marini,    o    topra   de' vrgetafnli.    (A) 

SPOMMENTO.  Lo  sporrr,  Sposiiio- 
ne.  Lat.  expositio,  enarratio.  Gr.  *fi|*- 
y.s»;.  Ofliùi-Ji*.  3Ior.  S.  Creg.  l3.  J^ 
Comecché  questo  lesto  ù  convenga  al 
l>eato  Giobbe ,  senza  altro  sponìmeoto 
debbe    essere    manifesto    a    tutti. 

'f  §.  Sponimento,  vaie  anc/te  L'asion 
dello  sporre.  Pallav.  sttl.  217.  Ragiona 
(  Aristoti/e  )  dello  sponimento  in  Itaca  , 
d'Ulisse    addormentato.      FPj 

f  SI'ONITORE.  Ferbal.  masc.  Che ,  o 
CJti  spone.  Lat.  ej positor,  enarrator.  Gr. 
t^f,'/  fìTtì':-  -fmm.  4nt.  28.  2.  5.  Lo  spooi- 
tore  sopra  i  Proverbii  di  Salomone.  Pas»^ 
3|5.  E  cosi  ogni  uomo  se  ne  fa  ispoaìlore. 
Albert,  cap.  38-  t-io  dicono  gU  sponilori. 
$  Salvin.  Iltad.  5.  227.  Coslor  lasciò  , 
e  si  rivolse  a  Aliante  E  Poliido,  fii  d'Eu- 
rtdamante,  Uom  vecchio,  e  grave  sponi- 
lor  di   sogni.    (Bj 

*f  *  SPONSA.  Foce  lat.  e  disusata. 
Sposa.  Guitt.  lett.  10-  27.  Sponse  del 
mio  Signore,  e  di>nne  mie.  E  appresso: 
Amore  ec.  de*  due  cuori  fa  uno^  iponsa 
con  isponso.  F  ivi:  Tra'  secolari  sponso 
e  stK>nsa  sor  tutti  terreni  amori  esser  dee 
amore.  E  di  .fo/M  .•  Ogni  temporale  spon- 
sa    amare   dee   sponso   suo.    ff') 

*  .SPONSACLIA.  F.  A.  Sponsa/isia. 
Ott.  Coni.  Inf.  33.  567.  Lo  inf&nte  mi- 
nore di  selle  anni  ne  naturalmente  ,  ■& 
civilmente  s'oblji^a;  maggiore  d'infante 
non  è  tenuto  se  non  solamente  di  sponsa- 
glie.   (C) 

SPONSALATO.     V.     A-    Sponsalizia 
Lai.    itesponsatio.   Gr.   pvr,7r(Xx..  Fr.  lac. 

T.  6.  4®  6-  '**'■  g'^o'*'*'  *  'l*""^  ^'  ' 
che  'l  possa  avere  Fnlro  le  nozze  del  tuo 
sponsalato. 

:::  SPONSALE.  Add.  Piantale.  CuitL 
lett.  10.27-  Fortissimo,  lealissimo  e  dol- 
ce amore  essere,  quale  dea  più  che  spon- 
sale ?  f/;  •{•  Car.  En.  IO.  il5o.  D'o- 
stro e  d' or  riguardevole  e  di  penne. 
Sponsali  arnesi  e  doni,  ovunque  andava, 
ce.  (A) 

*  §•  Sponsale,  in  fòrza  di  sust.  nel 
numero  del  più,  vale  Sponsalisie-  Red. 
Op.  3.  ^2.  Lascia  in  deposi!*,  tutto  quello 
che  di  velenoso  in  b<»eca  racchiude  per 
non  amareggiare  con  quello  i  tanto  d^ 
siati    sponsali,    che  infine   consuma.  f.^J 

SPONSALIZI  A.  Sponsalizio.  Lat.  spOH- 
salia.  Gr  Tx  vJuyiw.  Bocc.  nov.  |3. 
2!\.  Quivi  da  capo  il  Papa  fece  solenne- 
mente le  sponsalizie  celebrare.  E  Te- 
seid.  la.  75.  In  una  ricca  camera  ,  qual 
era  Quella  dove  fu  il  letto  apparecchia- 
to, Qual  credere  possiamo  a  cosi  altera 
Isponsalizia.  invocala  (;iunone,  Emilia  %m 
n'entrò  con  Paiamone.  Dant.  Par.  12. 
Poiché  le  sponsalizie  fur  compiute  Ai 
sacrt>  fonte  intra  lui  e  la  Fede  (  qui  fi- 
guratamente,  parlando  tiri  battesimo)  . 
*  Car.  En.  6.  \l\0.  K  fian  di  tanlo  mal 
di  nuovo  origine  U*  esterna  moglie  cstcm* 
sponsalizie.    (B) 

SPONSALIZIO  .  Lat.  sponsalia.  Gr. 
tlwTjiTItV.  Maestriizi-  1.  62.  Che  ro*a 
e  lo  sponialiiio?  Lo  spiinsalìzio  é  una  pro- 
messa delle  future  nozze,  ed  è  detto  spon- 
saliuo  a  spondendo ,  cioè  promettendo.  E 
I-  63.  L'arra  dello  sponsalizio  è  1' anel* 
lo,  pecunia,  ovvero  altre  cose  date  alla 
sposa.  Alam.  dir.  5.  l3ii.  Non  vedeU 
voi  ben,  signor  mio  caro,  (Ch'amor  fu 
i>rinia  r  la  natura  al  mondo,  Ch'  aspra 
leg^e  facesse  il  nodo  avaro  Ori  sponsali- 
zio  duro  ed  ingiocondo  T  Dav.  Si'ism.  ^O- 
I  a  quale  partorì  una  figliuola  ec.  meno 
di    cinque   mesi    dopo  lo   sponsalitio. 

SPONSALIZIO.  Add  Che  appartiem 
allo     sponsaliito.     Lat.     sponsaits   .    .V«^ 


S  P  o 


S  P  o 


S  P  o 


i335 


siruzz,  1.  62.  Nondimeno  è  da  Dotare , 
che  l'arre  spoD&aliziv  date  da  i{ucl1a  pai- 
te  cÌjc  dì»  cagione  ehi-  le  nozze  non  si 
facciano,  si  peidouo,  <•  le  rite\ut«  si  re- 
stituiscono in   doppio. 

•f  SPONSO.  J.  L.  f  (iixuxata.  Sposo. 
Lat.  sj-'onsus.  Cr.  vu^-pt'o;.  Celi.  Al>- 
isaac,  ro/'.33.  Ratlemperiindo  quelle  anime, 
l«  quali  »ono  dÌApuusatc  a  te,  sponao  ce- 
lestiale. 

SPONTANAMENTE.  /'.  A.  Avvtrh. 
Spontaneamente.  Lai.  spente.  Gr.  e/cu- 
ai'w;.  Dant.  Com-.  72  Dopo  U  sua  Idie- 
raiione  spotii  binamente  esser  ritornato  in 
esilio  (  la  mcdtrua  edizione  ha  ,  sponta- 
neamente )  . 

SPO.\TA.NEAMEi>TE.  Àvverb.  Pi  pro- 
pria voiontò.  Lai.  sponte,  nitro.  Or.  sxou- 
Sl'w;  .     /  otx.    I ett.    Ptn.    Jtoss.    274-  ^^' 


vi  «luvresl 


e    verpo^nare    e 


.Iole 


di    non 


esservi  <)i  quella,  già  è  pran  tempo,  spou- 
tancamentc  luggilo.  M.  /  .  9.  4^-  '^ 
Comune,  per  questa  sua  liljeralità  e  pro- 
ferta,  spontaneamente  e  di  liuun  volere 
ec.  si  dispose  a  >«>prjrconiperare.  >'.  Agost. 
C  J).  Per  dilatare  il  regno  ,  provocare 
spontaneamente  a  guerra  i  virini  quieti. 
yir.  Lue.  4-  -^-  Tu  sai  liene  clic  io 
noD  le  la  cliicsi,  e  che  tu  me  la  porla- 
»ti  spontaneamente.  Tac.  IJav  Cerni. 
37^'  1  particolari  delle  cillà  proprie  dan- 
no spontaneamente  la  deiima  deylì  ar- 
menti e  ricolle,  f'ofz.  f'anli.  3.  pros. 
12.  Piiossi  egli  dubitare  che  elleno  ec.  si 
Tolgano  spontane-imente  al  cenno  suo  T 

t  SPO.^'J■A^EO.  Add.  Jolontano.  Lat, 
.^pontaneiis,  sjtontalis.  Gr.  c'uTc'juceTo;  . 
fc/Ov'sto;.  Bocc.  noi-.  27.  24-  Sua  di  vo- 
stra spontanea  volontà  eravate  divenuta . 
Liv.  3f,  Attese  tutto  spontaneo -al  pailaie 
al  di  dietro.  Ott.  Cam.  /«/.  2.  18.  Come 
l'uomo  aLbìa  in  se  la  ^iltù  della  niagna- 
nimitade ,  e  !pv»ntanco  proponimento  di 
far  cose  malagevoli.  ^  .^cgner.  Mann. 
^^"^S-  '^*  2.  In  queir  Egitto  andò  per  or- 
dine espresso  ch'eijl.e  dal  Padie;  in  que- 
sto viene  di    suo    motivo    spontaneo,  f/'j 

*  §.  Moto  spontaneo,  dicono  i  Medi- 
ci a  Quello  che  esercita  il  corpo  naturai, 
mente  ^enza   il  concorso    dell'  animo.    (Aj 

SPONTAJNO.  Add.  Spontaneo.  Lat. 
spontaneus.  Gr.  auTo'^«T9;,  e'/oj^ts?  . 
Varch.  Ercol.  7.  Gli  promisi  di  mia  spon- 
tana  volontà,  che,  rispondendo  il  Casltl- 
vclro  ec,  piglierei  io  l'assunto  di  difen- 
dere le  ragioni  sue.  *  Jìoez.  J'arch.  3. 
pros.  II.  Se  io  consideio,  dissi,  gli  ani- 
noali  ec,  non  ne  trunvo  nessuno,  il  qua- 
le, non  isforzato  da  alcuna  cagione  di  fuo- 
ri, sì  spogli  e  getti  via  la  voglia  dell'  es- 
sere, e  corra  alla  morte  di  sua  spontana 
volontà,   i  f{) 

*  SPONTONATA.  Colpo  di  puntone. 
Frane.  Sacch.  nov  j8o.  Le  parole  con- 
ducono spesse  volte  «li  uomini  nel  lecce- 
te in  tal  forma,  die  chi  ha  mosso  riceve 
parole  che  sono  peggio  che  sponionate.  (/  ) 

•f  *  SPONTONE,  fili  coniìuiemente 
Spuntone.  Ihion.  f  ier.  3.  4-  3.  Di  quanti 
6a  capace  il  mio  spentone  ?  (Aj 

SPOPOLAI»  I.  Hipopolare.  Fataf.  7. 
La  mala  sci.trda  fu  giunta  nel  chiostro,  E 
spopolata  fu  r  alia  grattando. 

*  §.  £  in  sìgnijic.  neutr.  pass,  i-a- 
fe Diminuirsi  la  popolazione^  Rimaner 
senza  abitanti.  Segner.  Crist.  Jnstr.  i. 
l4-  20  Si  lamenta  di  voi  la  Santissima 
Vergine ,  che  desiderando  di  vedere  per 
vostro  mezzo  ripopolarsi  il  Paradiso,  vede  che 
per  colpa  vostra  si  spopola  ogni  di  più.  (Bj 

SPOPOLATO.  Add.  da  Spopolare. 

SPOPPAMENTO,  lo  .^poppare.  Lat. 
ablactatio.  Gr.  «TT^yala/Tt^^o?.  Trait. 
segr.  COS.  donn.  Più  acctrezza  il  ralleva- 
lo, quando  si  a^  vicina  il  tempo  dello  spop- 
pamento. 


SPOPPARE.  levar  la  poppa  ,  Tor  la 
poppa  a' hamhini,  Disusarf^li  dal  latte  j 
the  anche  si  dice  Dii  ezzare.  Lat.  ahlat  ta- 
re. Gr.  a'noyaJiC-xTiCeiv.  Ctn-alc.  l'unpil. 
Fa  a  noi  come  le  nutrici,  le  quali  voglio- 
no spoppare  li  fanciulli.  li  ]\Ied.  cuor.  Id- 
dio spoppa  sì  i  suo' figliuoli  dal  latte  della 
mondana  consolazione  per  1'  amaiiluiitne 
della  triliulazione,  rome  le  madri  spoppa- 
no li  fanciulli  ponendo  in  sulla  [>oppa  al- 
cuna cosa  amara.  Cron.  1  eli,  l3y.  Aven- 
dolo spoppalo  ,  e  cresciuto  un  poco  con 
grande  pena  e  falica ,  il  Iacea  doimiic  di 
per   sé  in   un   letto. 

^  §.  Per  similtt.  per  Cavar  troppo  il 
succo.  Soder.  Colt.  35.  I  freschi  (pali) 
spoppano  il  terreno,  e  danneggiano  troppo 
le  viti.  E  52.  Affinchè  (il  sermento  pro- 
pafifiinato  j  non  ofl'cnda  tanto  la  vite  vec- 
)  liia.  spoppandola  tioppo,  se  gli  dia  un  ta- 
glio   il  set  ond' anno,    (i  J 

SPOPPATO.  Add.  da  Spoppare.  Lai. 
ahlactatus  .  Gr.  a7r'>-/=va/«xTtc^; V05  . 
Esp.  Salm.  Sìrconie  lo  spoppato  dalla  ma- 
die ìua  ,  cosi  sia  la  punizione  all'  anima 
mia.  Cron.  f  eli.  [\&.  Per  far  ira  alla  ba- 
lia mia.  poppando  io,  ovvero  spoppalo,  e' 
mi  togliea,  e'poneami  d'in  sul  palco  del- 
la Sala  in  sulla  trave. 

g.  I  iguratam.  J.urih.  1.  6G.  Cava^;!! 
verdi,  e  pon  porri  rosali,  E  luiiui  spop- 
pali. /;/;.  Son.  5o.  Voce  spopj  ala  proprio 
da   coralli. 

■:=  SPORCAMENTE.  Avveri,  laidn- 
mentCj  Lordamente^  Sozzamente.  Lat.yà'- 
dCf  immunde.  Gr.  uìcyptZc,  fU7lv.pcZc. 
Segner.  Crist.  insfr.  3.  14.  18.  Gli  olle- 
lisce  un  bacino  pieno  di  frutta  ec.  ;  ma  e- 
ran  ambe  sì  sporcamente  imbrattate,  che  sol 
vedute  commovevano  a  schifo.  (*)  l'ortig. 
litcciard.  2.  21.  Ella  sospira,  e  da  se  lun- 
j;i  il  cactia.  Dicendo:  Ancor  tu  puzzi  di 
letame  ;  Ancor  tu  polli,  o  mio  canipicmc, 
il  viso  Di  quello  sterco  sporcamente  in- 
triso.  Ili) 

^rOr.CARE.  Intridere^  IJruttarc,  Im- 
l/ratlttrc.  Lat.  polluere^  conspurcare.  Gr. 
y..ai'vìtv.  Tac.  Fav.  Ann.  3.  72.  Se  noi 
guardiamo  iolamenle.  Padri  coscritti,  con 
che  nefanda  voce  Lutorio  Prisco  ha  spor- 
cato la  sua  mente  e  gli  orecchi  degli  uo- 
mini, ne  carcere  ,  ne  laccio,  uè  servile 
strazio  gli  è  tanto  (  qui  per  metaf.). 

.Sl'OI'.CATO.  Add.  da  Sporcare.  Lat. 
polla  tu  s,  contaniinatus  ,  tcmeraius.  Gr. 
^'xta.Srei'^.  Tac.  Pav.  Ann.  ò.  78.  Capi- 
tone, per  essere  ìn  ragion  civile  e  di%  ina 
gran  savio,  tanto  più  scorno  ebbe  della 
s|  orcata  degnila  pubblica,  ec.  Puon.  Pier. 
4.  T).  6.  Ma  '1  Terenzio  Resto  *n  mano 
al  libraio^  che  gli  voleva  Rimpaslar  1' Eu- 
nuco quasi  affatto  F.oso  dalle  lignuole,  og- 
gi sporcato. 

SPOlCHEF.l'A.  Porcheria,  Sporcizia, 
Schifezza.  Lat.  flagitium^  sordes  ,  nequi' 
tin.  Gr.  c/'Sz'Jyny,  a^»;,  p.oy'^Tt^io..  Pav. 
Colt.  l65.  Conciano  e  racconciano  i  vini 
loibidi  e  tristi  ec.  con  la  sapa  ,  al>rostini 
bullili.  allume  di  rocca,  e  alt! e  sporcbe- 
iie  da  osti  e  tristi  uomini.  Cant.  Carn. 
170.  Certe  Ijotti  muffate  O  per  vecchiez- 
za 0  per  isi>orcheria.  Con  lor  non  v'im- 
I  acciatc  Metleivi  nulla,  perch'elT  è  pazzia. 
•.'  Matt.  Franz,  rim.  hurl.  3.  <)6.  Questo 
(  s  tei  cade  lìti  ì  ogni  luco  sa  trovare  a  se- 
sto. Mortai  nemico  d'ogni  sporrhena.  Più 
eh' un  mal  pagalor  di  dar  il  risto.  (Jì) 

-}-  SPOBCUETTO.  /  im.  di  .Sporco. 
Lat.  turpiculus  .  Gr.  ZTlv.ir.yj.oz.  Alleg. 
104.  Non  vi  fate  però  sì  scofacciate  ma- 
ra%igliacce,  che  in  quel  sonetto,  che  voi 
per  altro  cotanto  lodaste,  si  t^uo^  i  una  pa- 
roUna  ch'abbia,  anzi  che  no,  dello  spor- 
chello   f  qui  inforza  di  sust.  ). 

SPORCHEZZA.  Sporcizia.  Lat.  spur- 
citia_  Jcediias.  Cr.  c./ar^c^^t'a.  ai'jyfó- 


rvìi.  Serd.  Stor.  8.  3l()  Quivi,  a  ^uis« 
d'un  animali-  nuovo  t-  inusitato,  l'avrà 
lascialo  consumare  dalla  sporchezza  e  d.dlo 
stento.  *  Art.  I  etr.  T^er.  1.  28.  Si  pigli 
adunque  questa  ramina,  che  sia  netta  u 
pulita  da  ogni  terra  e  sporchezza,  e  sia 
lav.ita  ec.    iJi) 

t  %•  FS  figurnlani.  per  Visonestà  ,  Lai- 
dezza. J'arch.  £> co/.  2().^>.  Ho  veduto  delle 
stanze,  che  si  possono  chiamare  la  spor- 
chezza e  disonestà  nir-desima. 

SPORCHISSIMAMI  N'J  E.  Laidissima, 
mente,  Schi/ìssimamcntc.  Lai.  spureissi- 
me.  Gr.  piocpu!7y,Ta. 

SPORCHISSIMO.  Superi,  di  Sporcoj 
Laidissimo.  Lat.  spurcissimus.  Gr.  «.(«- 
fWTa-o^  J'arch.  Frcol.  296.  Ho  veduto 
de' sonetti  disonestissimi  e  sporchissimi. 

*  SPORCIFICAltE.  lordare.  Sporca- 
re. Lai.  conspurcare ,  pollncre  .  Gr.  p'u- 
Tt«lv:»v.  Segner.  Crisi,  instr.  2.  IQ.  i^. 
Ma  come  attende  a  santificar  sé  medesimo 
chi  non  alilo  mai  fa.  che  sporcificarsi  ? 
(qui  neutr.  pass.)  {*) 

.^POl.tlZIA.  lo  stes.vo  che  Sporche- 
ria.  lai.  s/iircitia,  sordes,  squalor.  Gr. 
pGno:.  l  arch.  Ator.  12.  44^*  '^'^n  ™eno 
di  sporcizia  e  di  disagio,  che  di  fame  e  d» 
sete,  miserabilissimamente  mori.  Buon, 
lane.  4-  9-  Di  queste  lor  sporcizie  scor- 
rubbiala.  V  Ang.  A/et.  2.  24.  Con  qua- 
lunque si  stia  vuol  mangiar  sempre,  E  ci- 
bi poco  pi  oziosi  gode:  D'acciaio  ha  i  denti, 
e  di  si  dure  tcnqire,  Che  o^ni  sporcizia, 
ogni  durezza  roàc  (parlasi  del  tempo).  (Jì) 
Segn.  Stor.  lih.  5.  Lasciò  (il  Tevere  stra- 
ripato )  tanta  belletta  e  sporcizia  in  Ro- 
ma, che  ec.  vi  fece  una  gran  pestilen- 
za. (F-'l') 

t  §■  F  fgurataw.  per  Disonestà,  Lai- 
dezza, Libidine.  J  arch.  Stor.  io.  2c8. 
Fecero  eziandio  forar  dì  poi  la  lingua  alla 
colonna  di  mercato  vecchio  a  Michel  da 
Prato  ec,  per  la  bestemmia,  e  per  alcune 
altre  sporcizie.  Tac.  /  nv.  Ann.  4-  JOO. 
Ejjli  stelle  sci  anni  in  quella  solitudine  ec, 
per  nascondere  colle  luogora  le  crudeltà  e 
sporcizie  eh' ci  pubblicava  col  farle  f^  1/ fe- 
sto  lat.   ha   libidinem>. 

*  SPORCIZIO.  Sporcizia.  Penv.  Celi. 
1  it.  3.  168.  Alla  lor  casa  tu  vedresti  in- 
finita povertà  ,  ed  alquanto  sporcizìo  per 
cau.*a  di  quella  tua  zia.  (C) 

SIORCO.  Jdd.  Schifo,  Lordo,  Imbrat- 
tato. Lat.  spurcus,  con.rpurcatus .  Gr. 
fUTZCf.pcc.  Pav.  Colt.  i65.  Quando  si  vuol 
Ijere  ,  bisogna,  sboccato  l'olio  via.  al  fia- 
sco romper  il  collo,  acciocché  il  vino, 
passando  indi,  non  sia  unto  e  sporco.  Ar. 
Fur.  17.  3o.  Ha  lungo  il  naso  ,  e  'I  sen 
bavoso  e  sporco. 

f  §.  Il  figuratam.  per  Disonesto.  lai. 
fcedus ,  turpis,  inhonestus.  Gr.  jUiK^o';. 
L'ir.  As.  198.  Vergendo  una  verginella 
ec.  aver  [  reso  consolazione  dello  sporco 
nome  del  posUÌbulo  e  del  ruffiano.  Pcrn. 
Ori.  I.  21.  16.  AFa  maraviglia  e  dispia- 
cere ho  io.  Che  avete  cosi  ingiusta  e  spor- 
ca impresa,  Non  cuntra  me,  ma  contra  al 
mondo  tulio. 

*  SrORGENTE.  Che  .fporge.lal.  prò- 
minens.  (jT.Tìfot^i'z-Triy.oii.Salvin.  J'ros. 
Tose.  2.  l32.  E  chi  sa  che  le  macchie 
solari,  che  rigirando  intorno  al  Sole,  dal 
medesimo  disco,  nel  rivolgersi,  sporgenti 
in  fuora  dall'  orlo  ec,  non  sieno  quegli 
ettìuvii  lifacitoii  della  luce,  e  ristorato- 
ri? (*)  E  Fiad.  22.  l3l.  Cosi  tenendo 
Ettorre  inestinguibile  E  sdegno  e  forza, 
non  ii  ritraeva,  Il  rilucente  scudo  alla 
sporgente  Toire  appoggiato.  (P)  E Eneid. 
lih.  3.  Poi  i;li  alti  massi,  e  gli  sporgenti 
sassi  Di  Pachino  radiamo.   (L) 

SPORGERE.  U.Hir  checchessia  del  pia- 
no ,  o  del  perpendicolo,  ove  sta  a^ssoj  e 
si  usa   in  signijìt:.   neutr.    e    neutr.    pass. 


i33G 


S   P  o 


Lat.  prostare  ,  prominerc.  Gr.  e^!;^£iv. 
Dant.  Inf.  'òli.  E  la  tt.Tra ,  che  pria  di 
qua  si  .sporse.  Per  paura  ili^  lui  fé  del  mar 
velo.  ò'ap^.  nitt.  esp.  t)'Ì.  E  ailunquc  il 
Vaso  ec.  di  cristallo,  la  di  cui  bocca  ec. 
Sporge  in  fuora  con  urruvusciatura  piana  . 
Borgh,  Oriff.  Fir.  162.  Non  fu  aggiunto 
ec.  da' nostri  quel  tanto  che  sporge  in  fuo- 
ri dalla  parte  di  dietro. 

§.  I.  In  att.  sif^nifìc.  vnle  Porgere.  Lat. 
exporrigere,  tendere.  Gr.  Trass/Tft'veiv. 
Dant.  inf.  17.  Per  che  con  gli  occhi  in 
giù  la  testa  sporgo.  But.  ivi:  La  testa 
sporgo,  cioè  con  gli  occhi  chinali  in  giù 
feci  la  testa  in^fuora  a  guardar  di  sotto. 
Tac.  Dai-.  Stor.  4-  ^^l-  ninnovata  la 
«uffa,  le  mani  sporgevano  agli  assediati , 
che  allora  era  tempo. 

§.  I(.  rif^iiratam.  Dant.  Par.  IO.  Oh 
BeaUice,  (]uclla  che  sì  scorge  Di  henc  in 
meglio  si  suhilaraeote,  Che  1'  allo  suo  per 
tempo  non  si  sporge,  Quant' esser  conve- 
Qia  da  se  lucente!  lUtt.  n-i  :  Non  si  spor- 
ge ;  imperocché  la  santa  Scrittura  non 
acquista  di  tempo  in  tempo  maggiore  al- 
tezza, eh*  i-Uà  s'  aMiia- 

SPORHE.  [esporre.  Dichiarare,  inter- 
pretare.    Lat.    exponere ,    dcclarare.     Or. 

8.  IO.  2.  Fu  quelli  che  spuose  la  Hetori- 
ca  di  Tullio,  h'ass.  23.  Santo  Agostino, 
spegnendo  il  salmo,  dice:  ec. 

g.  I.  Sporre  un' am'iasciatn  ,  o  simili, 
vale  Esporla  ,  Riferirla.  Lai .  legatione 
fungi,  nitntium  ferre,  mandata  perferre  . 
Gr.  7Tp-:5^ejiiv.  «y/Oiiiv.  G.  /'.  12. 
107.  3-  Ad  Ariniino  gli  spoaessono  loro 
ambasciata.  Tac.  Dav.  Ann.  ll^.  l85.  Gli 
ordi  subitamente  uu  alto  da  scena  j  men- 
tre sponeva. 

§.  II.  per  Iscaricarc,  Por  giuso ,  Po- 
sarCj  Deporre.  Lat.  deponere,  deìicere. 
Gì.  xaTKTiSevai .  xara^SaUiiv.  Dant. 
Inf.  19.  Quivi  soavemente  spose  il  carco 
Soave.*  K  Pìirg.  20.  Povera  fosli  tanto , 
Quanto  veder  si  può  per  quell'ospizio. 
Ove  sponesti   il  tuo  portato  santo. 

§.  III.  Per  aitar  giù.  Cuid.  G.  Po- 
tentemente lo  spose  da  cavallo,  giltandolo 
morto  alla  terra. 

g.  IV.  Per  Let'are,  Depori-e j  contra- 
rio di  Porre.  Lai.  tollere ,  aitferre.  Gr. 
àfaipiiv.  G.  V.  6.  77.  3.  Quando  1' oste 
de' Fiorentini  si  movea  ,  si  sponea  d'in 
sull'  arco,  e  poncvast  in  su  uno  castello 
di  legname. 

§.  V.  Per  Arrischiare,  /ivi'en turare  . 
Lat.  exponere,  ohitrerc,  offerre,  obiectare. 
Dav.  Scism,  20.  Da  Viterbo  gli  scrisse, 
che  sporrebbe  la  [H^rsona  sua  per  amor  del 
Re  a  ogni  pericolo. 

^  g.  VI.  Per  Preparare,  Disporre. 
Pus.  f\l.  Ma  quegli  per  b>  paslore  certi- 
ficato, l'animo    suo  spone   a  vendetta.  fC) 

#  §.  VII.  Per  Esporre,  Mettere.  Pus. 
n5.  Tutto  ciò  che  vi  trovarono  che  fosse 
utile  alla  rapace  preda  ispuosono  .  E  85. 
Per  lo  loro  tende  si  mettono,  e  tulio  il 
tesoro  loro  a  ruberia  spoiigono.  fC) 

#  §.  Vili.  I\'eutr.  pass.  Passai.  Par- 
lam.  Scip.  e  Annih.  3oi.  Non  li  s|>orr.» 
a*  rìschi  e  a'  pericoli  degl' incerli  casi.  (ì') 

g.  IX.  In  signific.  neutr.  pass.  Per 
Darsi,  Offerirsi.  Lat.  dcdere  .ie,  offerre. 
Gr.  aaUTo'v  s'/oioovitt.  Guid.  G.  Quando 
il  Figliuol  di  Dio  incarnato  se  umilmente 
spose  alla  passione. 

#  g.  X.  Sfiorre  il  corpo  al  peccalo, 
dicesi  delle  meretrici.  Pass.  76.  Una  foni- 
mina  di  mondo  ,  la  quale  dalla  sua  ilm- 
ciullezza.  per  colpa  della  (hsonesla  m.idre, 
5puo^^    d  corpo   auo  a   peccjilo.    (Min) 

SI'OHTA.  Arnese  tessuto  dt  giunchi, 
paglia,  o  simili ,  con  due  manichi  ,  per 
uso  di  trasportar  rohe  per  lo  più  com- 
mestibili.   Lat.    sporta.    Gr.    ^Tupt'^.    Er. 


S  P  o 

Giord.  Pred.  S.  ^6.  Il  qual  pane  creb- 
be e  niullipUcÒ  in  tanta  aI)l>on<lanza,  che 
si  saziarono,  e  soperchiarne  dodici  sporte. 
Eior.  S.  Frane.  i58.  Perocch'  egli  era 
u^ato  di  vivere  della  sua  fatica,  si  facea 
sporte  di  giunchi,  e  vendealc.  Pallad. 
Eehhr.  3q.  Si  vuole  colare  il  vino  con 
una  sporta  di  palma,  /tfinot.  Fang.  Ed 
io  fui  per  una  finestra  delle  mura  col- 
lato  tn  una  sporta  da'  frati,  e  cosi  cam- 
pai. Filoc.  7.  38p.  Egli  pasce  di  cinque 
pani  e  di  due  pesci  cinquemila  uomini,  e 
femmine  e  fanciulli  senza  fine,  e  avan- 
zonne  di>dici  s porle.  Lasc,  Spir.  2.  I 
IV-  Hat  tu  tolto  la  sporta?  L.  Sì  ho  j 
vedetela  qui. 

•j-  :;:  SPORTANTE.  Che  sporta,  o  si 
sporta  in  fuori,  lìaldin.  Foc.  Dis.  l'/i  T OR- 
UE.  In  fronte  di  certi  beccatelli  di  pietra  , 
sportanti  in  fuori,  si  vedono  intagliate  al- 
cune  foglie,  ec.   (A) 

t3  SPOKTAUE.  Neutr.  Uscir  checches- 
sia del  piano  ov'  è  a/^s.fo  j  Sporgere. 
Lai.  e.vporrigere.  Gr-  Ttxps/Ti'/vsiv.  Fir. 
Disc.  Icit.  321.  Con  una  bocca  aguzza 
sportava  il  mento  in  fuorc,  che  pareva  pur 
la  più  contraffatta  cosa  del  mondo.  Ca- 
pr.  Bott.  7.  i33.  Gli  facevano  con  maz- 
zoccbi  grossi,  perchè  sportassono  io  fuo- 
ra assai. 

*  g.  I.  Per  Uscir  semplicemente.  -  Malm. 
6.  lOO.  Finche  lo  spirto  sporti  al  foro 
fuora  (tjui  per  {scappare,  o  Uscire)  »  .  ( S) 
•?  g.  II.  In  signific.  atti\'.  Portar  d' 
uno  in  altro  luogo.  Trasportare.  /laÌ- 
dtn.  Dee.  Il  che  fallo,  e  sportali  dall'u- 
no all'  altro  luogo  gli  arredi,  Hbri  ,  e 
scritture,  la  residenza  di  ciascheduno  fu 
ec.    falla  trasportare     (A) 

t  SPOlìTATO.  Add.  da  Sportare.  LaL 
exporrectus,  prominens  ,  proiectus  ,  pro- 
currens  .  Gr.  wa^s/raàGi^  ,  i^ix^^' 
Bocc.  nov.  12.  8.  Vide  una  casa  sopra 
le  mura  del  castello  spoetata  alquanto  in 
fuori  .  (i.  ì\  12.  45.  1.  Autiranientc 
erano  (le  hotteglie)  di  legnatile,  s|)orta« 
te  sopra  1*  Arno.  Tr.  Q.  87.  2.  Sodo  la 
quale  sia  un  circuito  di  pietre  sportate 
in  fuori,  che  sia  bene  intonicato.  Ovid. 
Pist.  17.  Io  disperata  m'  ho  posto  in 
cuore  di  gittarmi  da  uno  sportalo  poggio, 
il  quale  aspramente,  a  modo  d"  arco,  cuo- 
pre  un  nostro  porto  nelle  tempestose  on- 
de.   E  75.    Lo  sportalo    monte   Ismaro. 

SPOUTELLA.  Dim.  dt  Sporta.  Lat. 
sportala,  fiscella.  Gr.  c:TJ_;t'o»5'^-  Pal/ad. 
Mai-z.  ai.  K  poi  richiud(;re,  e  appiccare 
la  zucca  in  una  sportolla,  o  paniere.  /  it. 
SS.  Pad.  1 .  256.  La  mattina  per  tem- 
po prese  in  una  sua  sportella  pane  e  o- 
livc.  E  altrove  :  Compiute  le  sporlelle,  e 
messivi  già  li  manichi,  per  andarle  a  ven- 
dere, (^avalc.  Med.  cuor.  Quivi  presso 
sedeva,    e  tesseva    sporlelle,"  e  poi    da  imii 


poco 


lev. 


Td,  e  orava. 


SPOHTELLAHE.    Aprir   lo   .tportello. 

g.  i.  Sporlellare  alcuno  ,  vale  Farlo 
passare  per  lo  sportello,  l'arch.  Suoc. 
2.  5.  Non  v'  ho  10  dello  che  trovò  la 
porla  serrata,  ed  era  tanto  tardi,  che  non 
si    sportellava  più  T 

#  g.  IL  per  Aprire  semplicemente.  Al- 
legr.  i5o.  Chi  sol  dunque  sporlella  Gli 
ocOii  inverso  di  me,  fra  lutti  i  nati  Scor- 
ge   il   ritrailo,  oimè,   degli    sgraziati.     (F) 

t'  SPORTELLETTA.  Dimm.  di  Spor- 
lella. Salvia.  Teocr.  Idill.  Il .  Se  le  spor- 
tellelle,  E  i  calali  tessessi,  e  se  la  frasca 
Facendo  per  gli  agnelli,  gliel  portassi, 
Per  avventura  avresti  più  cervello.   (C) 

SPOHTELLETTO.  Dim.  di  Sportel- 
lo. Lai.  Pstiolnm.  Gr.  òjpiov-  Pem-. 
Celi.  Oref.  l3'i.  Debliesì  ancora  alle 
boerbe,  dove  si  mette  il  metallo,  far  due 
sporlelletli    di   pietra    moria. 

SPORTELLINA.   Dim.  di   Sporta   Lai. 


S  P  O 

fiscella.  Gr.  fopfM.ì^jtOi.  Geli.  Sport.  ^. 
2.  Egli  è  qufl  vecchio ,  che  vien  qualche 
volta  in  mercato  con  quella  sportellina 
sotto  ,  che  pare  un  famiglio  di  grascia. 
Fir.  nov.  5.  237.  Lascio  stare  l'orazio- 
ni, e  attese  a  fornir  d*  empiere  una  sua 
sporlellina. 

SPOHXfiLLLNO.  Dim.  di  Sportello. 
Lat.  ostiolum.  ^  farcii.  Stor.  2.  35.  Beo- 
rhi^  coloro,  i  quali  la  guardavano  (  la  por' 
la  )  ,  tirassino  per  uno  sportellino,  che 
dentro  vi  era,  tante  piccate,  quante  po- 
tevano, una  ec.    (Ri 

g.  Talora  si  prende  per  i  sporteli  ina. 
Lat.  fiscella.  Gr.  TaÀapi5/5;.  Lih.  Son. 
5o.    Di   portar   sotto   un   certo   sportellino. 

SPORTELLO.  Piccolo  uscetto  in  al- 
cune porte  grandi,  ed  anche  i'  Entrata 
delle  botteghe  tra  l' un  muricciolo  e  t'  al- 
tro. Lat.  ostiolum.  Gr.  ^Jpiov.  C.  F. 
12.  16.  6.  Assalirò  e  combatterò  la  car- 
cere delle  stinche ,  mettendo  fuoco  nello 
sportello.  M.  V.  10.  25.  E  poi  di  notte 
dovea  aprire  lo  sportello  della  porta.  Ar. 
Far.  ^5.  U'!\.  Giunti  là  dentro,  gettano 
ambedui  Al  castcllan  ,  che  volge  lor  la 
schiena  Per  aprir  lo  sportello,  al  collo  un 
laccio.  Bern.  Ori.  2.  2.  17.  Nel  mezzo 
appunto  stava  lo  sportello,  Dove  a  piedi 
si  passa  di    legg»erì. 

g.  l.  Sportello,  si  chiama  ancora  la 
Imposta  degli  armadii.  Borgh.  Rip.  325. 
Dipinse  gli  sportelli  dello  armadio,  dove 
stanno    le   argenterie. 

*  g.  IL  Sportello,  dicesi  anche  FU- 
scelto  della  gabbia  degli  uccelli.  Frane. 
Sacch.  nov.  6.  E  'l  Basso  così  nella  gab- 
bia collo  sportello  serrato  cominciò  a  squit- 
tire,  e   disse   ce.    (C) 

t?  g.  III  Sportello,  parlandosi  di  car^ 
rozze,  o  simili,  dicesi  a  Quell'  apertura 
per  cui  s'entra,  o  s"  esce,  ed  a  QuelP 
imposta  che  serve  a  chiuderle  ed  aprir' 
le.   (A) 

g.  IV.  Per  similH.  Lib.  Astr.  Farai 
nel  mezzo  dal  capo  più  lungo  di  questa 
armella  uno  sportello  si  grande,  che  vi  cap- 
pia    il    canto  della    sella    dell"  astrolabio. 

•f  g.  V.  A  sportello,  o  Stare  a  spor- 
tello, dicono  gli  Artefici  quando  in  alcu- 
ni giorni  di  mezze  feste,  o  simili ,  non 
aprono  intieramente  la  Ifottega ,  ma  ten- 
gono solamente  aferto  lo  sportello,  farch. 
Ercol.  289-  Ne  bisognerebbe  una  terza 
in  quel  mezzo  per  i  giorni  delle  meac 
feste  ,  quando  li  sta  a  sportello,  che  i 
Latini,  seguendo  i  Greci,  chiamavano  in- 
tercisi. Helhnc.  .*on  260.  Perche  la  mia 
bottega  sta   a  sportello. 

*  g.  VI.  E  figurai.  Stare  a  sportello 
dicesi  di  persona  che  sia  malamente  o 
men  che  mezzanamente  pratica  a  fare  al- 
cuna cosa.  Cecch.  Prvv.  33.  1  giorni 
delle  mezze  feste  in  Firenze  non  si  usa- 
no di  aprir  le  bolloghe  afTatio.  ne  met- 
ter fuori  le  mercanzie  ,  ma  solo  tenere 
aperto  quell*  uscetto  piccolo  che  e  nel  le- 
gname che  chiude  la  bottega,  che  si  chia- 
ma sportello;  onde  quando  uno  vuol  di- 
re ;  io  non  son  capace  di  questo  nego- 
zio interamente,  si  dice  ,  lo  ci  sto  a  spor- 
idio. Lasi-  Streg.  5.  8.  Tad.  Che  di' 
tu  ora,  Farfanicchio?  parti  che  io  sia,  o 
ch'io  non  sia?  ch'io  ci  stia  a  pigione, 
o  a  sportello?  Che  di' ,  che  di'?  tu  non 
rispondi  ?  Farf.  Che  volete  voi  ch'io 
dica  o  eh*  io  risponda  altro,  se  non  che 
voi  siete  cima  delle  cime  in  tutte  le  co- 
se ?  (Ci 

§.  VII.  Per  similit.,  in  ischeno,  si  di- 
ce dt  Chi  tiene  gli  occhi  socchiusi,  0  %'ede 
da  un  occhio  Wo.  fìurch.  I.  7I.  Le  le- 
pri dormon  con  gli  occhi  »  sportello  . 
Maini.  1.  37  IVrch*  ei  da  un  occhio  sta 
a  sportello ,  Soldati  ha  preso ,  e'  hanno 
chiuso  affatto. 


S  P  0 

SPORTICCIUOLX.  Piccola  sporta.  Ln. 
fiscella.  Gr.  raia^i'oxo^.  Fir.  .-is.  3a. 
Egli,  vislomi  t.i  sjioilicciuola,  e  rivultumi 
i  pcici  ^oltusopi d  (icr  iij;uardarylì  mi-gUo , 
mi  dUau  :  che  bai  tu  cuiu[)eru  qucitu  li- 
ma^uglio  1 

SPORTICELLA.  Piccola  sporta.  Lat. 
sportala.  Gr.  iTry^sJ^iov.  Cr.  6.  96.  2. 
Aochc  se  ne  fanno  (del  papiro)  5|>orli> 
celle,  e  In-llc  stuoie  ,  e  varie  stoviulie ,  e 
»e   ne   legano  Io  *fle  Jelle  navi. 

SPORTO  .  ò'iist.  Muraglia  che  sporge 
in  ftiora  dalla  dinltiira  della  parvte  prin- 
cipale .  Lai.  proicctura  ,  menianum  .  Gr. 
eC^'sTi]^-  JSocc.  nov.  12.  ^.  Sotlu  il  qua- 
le sporto  dililicrò  d*  andarci  a  stare  iuGtio 
al  giorno.  G.  /.  7.  iS?.  1.  Venia,  l'or- 
nilo il  trattato;  se  non  che  uno  ,  rhe  '1 
menava,  cadde  d'uno  sporto.  3/.  /  .  3. 
83.  Un  dì  stando  il  Re  nel  castello  di 
MalaloDa,  sopra  lo  sporto  che  chiamavano 
jjheflo  ,  la  sua  genie  prese  un  Ungheio  . 
jir.  Fur,  32.  107.  Che  questa  genlildon- 
na  dcbha  a  torlo  Esser  cacciata  ove  la 
pioggia  cade,  Ove  ne  letto,  ove  ne  pure 
è  uà  sporto. 

*t  ^  §.  Sporto  ,  per  Quell'  imposta 
che  ,  dando  luce  e  adito  alle  botteghe  ^ 
s/torge  in  fuora  dalla  dirittura  della  mu- 
raglia .  /iemh.  Stor.  i.  7.  Tolti  via  gli 
sporti  delle  botteghe ,  che  uscivano  sopra 
le  strade  ,  ec.    (f'j 

SPORTO  ^dd.  da  Sporgere.  Lat.  ex- 
tensus  ,  porrectus.  Gì.  e'/raSst';  .  Dant. 
■Purg.  10.  Quivi  pregava  colle  mani  spor- 
te. *  Tass.  Oer.  2.  oQ.  Indi  il  suo  manto 
per  lo  lembo  prese,  Curvollo,  e  feuue  un 
seno  ;  e  '1  seno  sporto  ,  Cosi  pur  anco  a 
ragionar  riprese  :  ce.  (Jì) 

*  SPORTOLA.  Sporta.  Car.  Long. 
So/.  La  Cloe  andava  ora  ìn  un  giuncheto, 
ora  in  un  vetriciaio  ,  a  far  cestole,  spor- 
tole ,  fiscelle  ,  paneruzzoli.  (Min) 

SPORTOLA.  Accresci t.  di  Sporta j 
Sporta  grande.  Lasc.  Spir.  2.  (\.  Egli  ni' 
è  valuto  aver  qucsU  grande  sportona  .  E 
X.  0.  Uh  !  questa  sportona  m' ha  quasi 
tiralo  gin  un  luaccio. 

SPORTL'LA.  Onorario  che  si  dà  al 
giudice  per  ottener  la  sentensa.  Lat.  .(por- 
tula.  *  Salvia.  Buon.  Fier.  3.  a.  18.  I 
Romani ,  a  voler  avere  il  codazzo  ,  dava- 
no ai  loro  aderenti  e  salutanti  la  sportala: 
oggi  in  luogo  della  sportola  è  succeduta 
ec.  (B) 

3  SPOSA.  Donna  novella^  maritata  di 
fresco  .  Lat.  sponsa ,  nova  nupta .  Gr. 
vu/ApTj.  Bocc.  no\-.  16.  !\\.  Lietissima- 
mente nella  festa  delle  due  nuove  s[iose 
e  con  gli  novelli  sposi  mangiarono.  Dant. 
Purg.  29.  Che  foran  vinte  da  novelle  spo- 
se .  Fir.  As.  3l5.  Cotale ,  i  miei  lei- 
lori  ,  era  la  donna  che  io  in  presenza  di 
tanti  grandissimi  signori  aveva  a  congiu- 
^ermi  per  isposa.  *  E  noe.  8.  297.  Se 
Toi  non  ci  date  una  Iiuona  mancia,  io  pi- 
glierò    la    sposa    a    pentole ,    e    rorterolia 

•filtro 

*  §.  I.  Ver  Moglie.  Lat.  uxor.  ..  Petr. 
canz.  49-  4*  Tre  dolci  e  can  nomi  ha*  in 
le  raccolti,  Madre,  figliuola,  e  sposa».  Dant. 
Inf.   5.  Eir  e  Semiramis  ,  di  cui  si  le-sre 


the   succedette  a  Nino, 


sua   sposa  . 


hegg.Toh.  29.  Padre  mio:  Iddio  ti  salvi,  ec- 
co lo  tuo  figliuolo,  e  la  tua  fi-Iiuola  ,  la 
quale  è  mia  sposa.  Allora  disse  Tobia:  fi. 
^Uuolo  mio,  hai  tu  dunque  tolta  mo- 
gUef   iC) 

§.  Il  Figuratam.  per  Compagna  . 
Frane.  Barò.  96.  l5.  Sicché  vertute  sia 
sua  vera  sposa,  lì  366.  12.  Onde  ragion 
lo  spoglia  Di  negligenza  in  difender  la 
cosa  Ch'  era  di  -.uo  onore  e  vita  sposa. 

SP0SALI2IA  ,  e  SPOSALIZIO  .  la 
solennità  dello  .^posarsi,  Sponsalizie.  Lat. 
tfHMsaiia.  Cr.  toc  vj^yta.  Ambr.  Qof- 
Vocabolario  T.  11 


S   P   O 

4-  12.  Di  questo  sposalizio  Che  ne  sarà  ? 
L'orgh.  Hip.  434-  Un*  altra  tavola  simile 
di  perfezione  ,  rapprcsenlante  le  sposalizie 
della  Madonna,  è  di  suo  in  san  Lorenzo. 
ì:?  SPOSALIZIO  .  Add.  negli  sposi] 
Sposcreccio  .  Salvia.  Jnn.  Orf.  Con  spo- 
salizia  tavola .  E  Op.  Cacc.  Sposalizii  a- 
niori.  (A)  E  Odiss.  122.  Bealo  sopragli 
altri  Senza  paraggio  ,  che  le  caricando  Di 
doni  sposalizii  a  casa  meni.  (.Vj 

SPOSAMKiNTO.  lo  sposare.  Lat.  spon- 
salia .  Gr.  vu^pia .  '"?  !  it.  S.  Homitill. 
275.  Se  queste  cose  avessi  udite ,  arei 
dispregiato  questo  carnale  sposamenlo;  ma 
dappoiché  ec.  (ft)  Kasc.  Sihill.  \.  i.  Se 
tu,  od  egli,  od  ella  mi  avete  fallo  o  mi 
Iarde  inganni  o  tramagli  con  vostri  spo- 
sumenli  segreti  ec.  ,  subito  tulli  e  tre  vi 
caccio  fuor  dì  casa. 

SPOSARE.  Pigliar  per  moglie ^  o  per 
marito.  Lat.  ujcorem  ducerCj  desponsare. 
Gr.  yajusìv  .  Bocc.  no\-.  ^2.  ig.  Aggiu- 
gnendo  ,  che  con  sua  licenzia  intendeva  , 
secondo  la  nostia  legge  ,  di  sposarla  .  G. 
ì  .  8.  57.  2.  Lascio  la  chericheria,  e  spo- 
sò la  conlessa  Maigherita  a  moglie  .  Dit- 
tam.  2.  3l.  Colui  che  mi  nomo  e  sposò 
pria.  ^'  Morg.  21.  3.  E  la  mìa  figlia  spo- 
serà per  moglie  .  (\)  Segitcr.  l'red.  3o. 
5.  Era  Ladislao  (He  di  Boemia)  un  gio- 
vane appena  di  diciotto  anni,  quand'  e-lì 
a  se  sposò  Maddalena  figliuola  di  Carlo 
VII.   (CP) 

g.  I.  fer  Dar  per  moglie  ,  ^fanfare . 
Lai  uxorem  dare  ,  in  matrimonium  col- 
locare, despondere.  Gr.  ei'^  yàp.o-f  oiò'J- 
v.xt.  Pass.  72.  Io  ho  una  sola  figliuola  , 
e  unica ,  vergine,  la  quale  vi  voglio  spo- 
sare ,  s'  e'  v'  è  in  piacere,  -t-  Segr.  Fior. 
Stor.  Uh.  7.  104.  (Fir.  i83l  )  Delle  ni- 
poti nate  di  Piero  ,  la  Bianca  a  Gugliel- 
mo de"  Pazzi,  e  la  Naunina  a  Bernardo 
Rucellai  sposò.   (C) 

■f  V  g.  II.  Sposare  il  matrimonio,  per 
Concluderlo  Stabilirlo  P  usò  il  Petr. 
Uom.  ili.  36.  Ordino  che  il  matrimonio  sia 
prima  efficacemente  da'parenti  sposato,  e 
poi  solennemente  dal  Prete  benedetto.  (V) 
^-  §.  III.  Sposare,  vale  anche  Promet- 
tere in  matrimonio  j  Fidanzare.  Lat.  de- 
spondere .  /  //.  S.  Domitill.  2.'j2.  E  ve- 
nendo il  tempo  che  la  vergine  era  da 
maritarsi ,  era  chiesta  allo  imperator  Do- 
miziano da  molli  baroni  per  la  sua  sapien- 
za e  bellezza;  ed  eì  alla  fine  la  sposo  ad 
uno  gi-ande  e  nobile  baione,  figliuol  del 
Consolo  di  Roma.  E  la  vergine  Domitilla 
in  questo  tempo  che  stava  giurala  e  spo- 
sala nella  propria  casa  sua  ,  facevasi  ve- 
stimenti di  mirabile  gloria.  tF)  Tac.  Dav. 
J  it.  Agr.  389.  Fatto  Consolo,  sposò  a 
me  giovane  la  sua  figliuola,  fino  allora  dì 
grande  aspettazione.  (Cj  Segr.  Fior.  Stor. 
Ith.  7.  Al  linea  crebbe  col  sospetto  il  de- 
siderio di  spegnerlo,  e  per  poteilo  più 
coperlameole  fare,  volse  che  celebrasse  le 
nozze  con  Drusiaua  sua  figliuola  naturale, 
la  quale  più  tempo  innanzi  gli  avca  spo- 
sala.  (CP) 

g.  IV.  In  sigitiJìC.  neutr.  pass,  vale  Mari- 
tarsi. Lat.  nuberCj  nnplias  celebrare.  Gr. 
yy.fj.iì'i^ff.i.  l.occ.  /lOf .  43.  21.  Pietro  lie- 
tissimo ,  e  r  Angiolella  più,  quivi  si  spo- 
sarono. ^  Uem.  Fior.  fisi.  Ovid.  1.8. 
Ma  s'  io  mi  sposo  a  Pirro,  Tropp'alto  fac- 
cio a)   mio  marito  oltraggio.  (l'C) 

•''  %.  V.  Sposare,  Jìguratam.  vale  U- 
nire  t  Congiungere  due  cose  insieme.  Se- 
g.ner.  Mann.  Marz.  19.  5.  Nel  rimanente 
ebbe  a  lasciare  la  vergine  sempre  intatta, 
come  la  1'  olmo,  che  si  sposa  alla  vite.  (Cj 
F.  Fred.  Pai.  Ap.  3.  10.  E  chi  di  voi, 
Signori  miei,  non  sa  bene  per  isperienza, 
quanto  si  ricerchi   per    arrivare  a  sposarsi 


S  P  0 


1337 


t*  §.   VL  £-1 


la  virtù  , 

'  (TCj 


situata  in   un 


logo 


altÌ5si- 


signijtc.  neutr.  pass. 
L'ttir.ti,  Congiugnersi  con  un  '  atira  cosa. 
.V.  Cler.  leti.  25.  Vuole  che  elio  aljhaa- 
iluni  la  ricchezza,  e  sposisi  alla  jjoverli.  (F) 
Filic.  Kim.  pag.  409.  (Son.  Peno  ec;  E 
fatto  già  di  dm;  voleri  un  solo,  l'ien  d'  u- 
milt^de  al  voler  suo  mi  sposo.   (.\SJ 

*■"  §■  VII.  Sposare  una  c/iicsa  ^  vaie 
Àssuvierne  il  gotemo  spirituale  e  tem- 
porale ,  e  iliecsi  de'  Saceriloli  .  Seguer 
Fred.  Pai.  Ap.  5.  9.  chi  pertanto  sposa 
una  chiesa,  chi  accetta  una  carica  ec.  dee 
sapere  a  i  he  lo  stringe  quell'  opera  che  e"li 
imprcuilc.  (TCJ 

*  SfOSAIlE.  r.  J.  Coll'O  stretto, 
l'ai  /-osare  ,  come  Scalcare,  per  Calcare  '. 
Bui.  Inf.  3l.  2.  Dimostra  Dante  come 
furono  sposati  nel  fondo  da  Anteo  .  E  lo. 
I.  Non  mi  sposò  già,  anco  mi  tenne  sul- 
r  anca.   (ì'f 

SPOSATO.  j4dd-  da  Sposare.  Lat.  de- 
sponsatus.  Gr.  ■jn.prlau.:.  liocc.  noi'.  98. 
l3.  Se  tu  ardentemente  ami  Sofronia  a  me 
sposata  ,  io  non  me  ne  maraviglio  .  Urh. 
Torsi  la  vita  nel  modo  ,  che  la  dolente 
FUli  da  Deniofonte  sposata.  '.'  Maur.  rim, 
liurl.  I.  i5o.  Dove  andrehbon  gli  sposi  a 
coricarsi  Con  le  sposate  lor  la  prima  notte? 
(qui  in  forza  di  sust.).  Chiahr.  rim.  J'ol. 
3.  pag.  64.  (Gerem.  l-jìo)  Quale  mirarsi 
suol  sposato  amante,  Che  ver  l'alLergo  d' 
Imeneo  s'invia,  ec.   (li) 

t  SI'OSEIIECCIO.  ^dd.  Marita/e.  Lat. 
mnritalis  ,  iugalis  .  Gr.  yy.fxr^'Aio^  .  fr. 
Ciord.  l'rcd.  R.  Quante  e  quanti  son 
morti  e  son  morte  nel  giorno  dei  loro 
sposereccio  impalmamento  !  Oi-rrf.  Pist. 
12.  Ma  io  mi  pento  liene,  che  io  disone- 
stamente ti  feci  cortesia  ne!  mio 
reccio  letto. 

§.  Per  Confacevole,  0  appartenente  al- 
le nozze.  Lat.  sponsalitius.  tir.  voa'Jt/o';. 
Urb.  lo  voleva  apparecchiare  una  nave  di 
cavalieri  e  di  donne  nohili,  e  molte  altre 
cose  sposerecce,  siccome  l'usanza  di 
a  simile  atto  richiede. 

*t  SPOSERESCO  .  J'oce  poco  usata  . 
Jdd.  Sposereccio,  nel  signific.  del  §.  Lat. 
marilalis.  Gr.  ■/v.p.riXio;.  Fiamm.  4.  go. 
Risonando  ogni  parte  della  sposeresca  casa 
di  festa. 

:;=  SPOSETTA.  l'ezzeggiatim  di  Sposa. 
Beni.  Leti.  60.  Più  mi  rallegro  con  quel- 
lo sposo  che  s"  ha  goduto ,  e  gode  quella 
sposetta  divina.  (Cj 

*  SPOSEVOLE.  r.  A.  Add.  TU  spon- 
sali. Attenente  a  sponsalizio.  Otid.  Pist. 
199.  Con  le  parole  dettate  da  amore  feci 
la  sposevole  giura  (  il  lat.  ha:  sponsalia 
veiha).   (!\'J 

*  SPOSINA.  Pezzeggiativo  di  Sposaj 
Sposa    novella.   (A) 

=:=  SPOSINO.  Lo  stesso  che  Sposo  s 
ma  è  detto  per  vezxo.  Cecch.  Masc.  4.  7. 
Ecco  lo  sposino:  Guarda,  ragazza  .  .  .  V. 
Su  ,  su  a'  fatti  nostri.  (Cj 

SPOSITI VO.  Add.  Atto  a  sporre. 
ì  nrch.  lez.  8.  Alcuni  altri  ec.  dissero 
che  quella  particella  et  non  si  pigliava  in 
questo  luogo  come  copulativa,  ma  come 
spositiva  . 

t  SPOSITORE.  Perhal.  ma.fc.  Che,  0 
Chi  spone.  tal.  e.rpositor,  explanalor.  Gr 
ì^rr/T,ry',i  Buon.  Fier.  5.  3.  8.  E  tosto 
10  credo  Doversi  allegri  appresentarc  a  voi 
Spositori  del  tutto  . 

=:=  SPOSITBICE  .  Ferbaì.  femm.  Che 
pone.   Sahin.    Tros.    Tose.    I.    298.   Cosa 


spose- 


qua 


vina  adunque  è  la  favella,  ambasciatrice 


e  spositrice  della  ragione.  {') 

SPOSIZIONE.  Parlamento.  Lat.  ora- 
Ho.  Gr.  U'/o;  .  G.  1  .  8.  48.  4.  Messcr 
Carlo  ,  dopo  la  sposizione  di  suo  aguxzet- 
ta ,  di  sua  bocca  disse. 

§.  Per  Pichiarazione  .  Lat.  expositio , 
declaralio.  Gr.  s^r,yT,ti.  if>i')c.);i;.  Pani. 
168 


«338 


s  p  o 


s  p  o 


Conv.  55.  Per  alleqoriia  sposiiii.ne  quelle 
intendo  mostrari-.  Frane.  Sacch.  noi'.  35. 
Non  considero  quello  clic  disse,  né  innanii 
a  cui ,  facendo  cosi  l>ella  sposinone. 

SPOSO.  Owe^'i  the  no^'cllamente  e  ant' 
migliato.  Lai.  sponsiis.  Gr.  vu/zycoj.  P'tr- 
san.  244.  Ne  ''onn^  ìcie^i  al  suo  sposo 
«UleUo  Die  con  tanti  sospir,  con  tal  sospet- 
to In  duliLio  stato  si  fedel  consiglio.  Bore, 
nov.  ciq.  47.  Se  n'  andò  alla  casa  del  no- 
TcUo*M,oso.  Dant.  Par.  3.  Perchè  'neno 
al  morir  si  veggbi  e  dorma  Con  quello 
sposo  eh- ogni  ■«olo  accetta.  Bn'  '"  ■ 
Con  quello  sposo,  .  ioL-  con  Cristo.  -.•  Maur. 
rim  buri.  I.  l5o.  Dove  andreljl.on  gli  spo- 
si a  coricarsi  Con  le  sposate  lor  la  prima 
notte?  Fir.  mv.  8.  3ol.  Sapevano  certo 
che  e'  valeva  più  di  Irei.la  scudi,  e  che 
lo  sposo  aveva  inteso  il  sesuilo.   (C, 

#  §  1.  Per  Marito,  lir.iiof.  S.  Mi. 
A'quaU  ella  disse  che  di  no  ne  lasciasse 
a  pensiero  a  lei ,  che  conlcnlereU.e  lo  spo- 
so Jr.  Pur.  32.  17.  Ne  vedendo  il  suo 
sposo  ni  di  lui  Sentendo  nuove,  incomin- 
.iò  lamenti,  Che  avrian  mosso  a  pietà  ee. 
ieoB.  Him.  89.  Noi  aiiiiam  gli  sposi  no- 
sUi,  Ma  non  già  si  caldamente.  Come  par 
forse  alla  gente.  ICJ 

if  g.  II.  F  col  terzo  caso.  Segner.Vann. 
SUrz.  19.  ""i-  l'eroccht  e  vero  eh' egli  fu 
sposo  alla  Vergine.   (C) 

:;:  g.  111.  Sposi  ,  o  .'^posi  notelll,  nel 
numero  del  ;,m.  .«i  h.m  talora  a  denotare 
,1  Marito  e  la  Moglie  .  Plnt.  .tdr.  Up.^ 
mor.  1.  5.  Cosi  si  creda  che  1  amore  de 
novelli  sposi  acceso  daUo  splendor  del  cor- 
po e  helleiia  non  sia  per  essere  stabde  , 
uè  di  lunga  durata.   (C) 

*  SPOSSANTE  .  Che  spo.ssa.  Salvm. 
Opp  Cacc.  Che  non  pasture  governò  suo 
corpo.  Lungi  da  Citerea  spossante,  in  sel- 

''  SPOSSARE.  Infiacchire,  Infievolire. 
Lai.  virilms  destiluerc ,  debilitare,  imhe- 
cillem  rcddcre.  Gr.  «iSevoJv  .  XaUm. 
Disc  2  499-  Vorremo  noi  dunque  spos- 
sarci'ancora  ,  e  sfruttarci,  e  consumare 
adesso  importunamente  U  capitale  di  no- 
.sUc  forae  per  l'anno  nuovo?  (qui  m  si- 
gnific.  neutr.   pass.) 

SPOSSATAMENTE  .  Ai'verb.  ienza 
possa.  F.  V.  II.  80.  Per  la  novil'a  del  to- 
nare si  spossatamente  al  sereno  nel  pieno 
del  verno  (qui  vale  smisuratamente,  ga- 
uUardamclitc.  Lai.   vchementcr.   Or.   5^0- 

""m-  *  SPOSSATEZZA.  ìleholezza.  Man- 
canza di  forze  .  Bellin.  Bucch.  43.  Che 
al  paragon  del  ragionarne  piangono  DeUa 
meschinitale     E    spossatela    lor  verbi,  ed 

''"•+'%  SPOSSATISSIMAMENTE.  Sii- 
Mrl  di  .Spossatamente.  l'ros.  Fior.  pari. 
4  fol.  1.  pag.  263.  Mi  pare  di  vedere  in 
quel  verso  piuttosto  una  lumaca  ramnn- 
n  lille  p.r  terra  ,  e  quella  sua  sudicia  e 
nauseata  foggia  di  mena  spigncrsi  spi.isa- 
lissimamentc    incanii ,  e   mcua    strisciarsi 

SPOSSATO.  Jdd.  Senza  possa,  Peho- 
le  Lai.  itwalidus  .  Gr.  «;3!v.|;  .  Poce. 
iw.  20.  20.  Conoscendo  la  sua  follia  d'aver 
inoelic  giovane  lolla,  essendo  spossato,  do- 
lente e  tristo,  s'  usci  della  camera.  I:  nov. 
05  li.  Preporremo  ec  il  già  ralliepidi- 
•to  amore  p.r  la  spossala  speianta  a  que- 
sta liheralVa  di  messere  Ausal.lo  ?  /.... 
Dav.  Ann.  I-  2  I-  »r"""'  r'""",  ''''""^ 
lecRi  stravolle  da  fona,  da  pratica,  da  mo- 
neti .  Frane.  Saoh.  rim.  \\  Oh  son  10 
tanto  vecchio  ed  ispossalo.  Oh  son  10  tanto 
piccolo  e  meschino  ec.  Che  sempre  fuggi 
duv"  io  son  presente?  Dlp  Pecam.  .14.  Da 
questo  è  .■:pos.iato  ec.  ,  e  imporl.!  </.*o/e  . 
e  quello  clic  dissero  i  nostri  antichi  fielvli 
e  afjìcbolilo 


if  SPOSSESSARE.  Privart  del  posses- 
so. SaMn.  Ineid.  tih.  7.  Affinchè  il  no- 
Siro  onore  Né  salda  fama  spossessata  sia 
(qui  figurai.).  (Fi  Pari.  As.  parl.l. 
Uh.  3.  g.  4  RilieUaloii  e  presele  armilo 
spossesso   deU"  imperio.   I Pj 

•+  «  SCOSTAMENTO  .  Quello  ehe 
esce  dal  proprio  luogo,  e  fignratam.  (  he 
è  fuor,  di  metodoj  Spostatura  .  .><■'.'"■• 
Cas  64.  Che  fu  un'  altra  uscita  e  scap- 
pata dilla  tragedia,  e  spostamento  in  ri- 
dicolo. (^)  ,  .,  ,  M 
•a.  *  SPOSTARE.  Levar  di  posto,  ai 
luogo.  Cocch.  Disc.  Commette  un  errore 
scrivemlo  due  volte  il  di  IO,  U  quale  er- 
rore gli  ha  latto  spostare  lutti  1  susseguenti 
siorni.  (A)                                     ,  . 

t  «  S  /"  signifie.  neutr.  ed  in  Urm. 
musUale,  vale  Uscir  del  tuono  ordina- 
rio alzando  la  voce.  Salvia.  Oi.ie.  3.  12». 
Bada  alla  parte  del  canto  ee.  ,  alle  muta- 
lioni  delle  chiavi,  ai  respiri  ee.  ;  e  se  gli 
accade  spostare,  bada  anco  a  questo.  (  ) 

*  SPOSTAI  O  .  Add.  da  Spostare  J 
Fuor  di  posto,  di  luogo  .  (A) 

if  e  Ore  spostate,  dicesi  netl'  uso  del- 
l' Ore  insolite.  Inori  della  regola  stabl- 
lita,  conveniente,  o  simile.  (^) 

•f  *  SPOSTATURA.  Collocamento 
fuor  di  luogo.  Lo  stato  di  una  cosa  spo- 
stata.  Salvia.  Buon.  fier.  2.  4.  U-  '1 
Napoletano  dice  insetarj  e  noi,  per  la  n- 
Ku'a  melatesi,  ovvero  spostatura  di  lettere, 
i,i,ir.,/arc  e  annestare,  quindi  innesto  e  ne- 

sto.  (A)  ^ 

#  g.  1.  Spostatura,  figuratam.  per  Jra- 
volgimento  ,  lìi.<ordmamento  di  checches- 
sia. Magai.  Leu.  E  bisogna  bene  che  la 
spostatura  deU'  occhio  sia  grande  a  voler 
che  mi  faccia  una  lai  violenia,  che  queUo 
eh'  io  veggo  arrivi  a  non  diletlornii.  (Al 

+  *  *•  II.  Fai-e  una  spostatura  ad  uno, 
vale  Fargli  un  mal  garbo.  Fargli  cosa 
conU-o  la  regola,  o  il  costume.  (A) 

'.'  SI'O'TO.  Add.  Lo  stesso  che  I  .spo- 
sto .  Cliiahr.  rim.  voi.  3.  pag.  74  (  '■'•- 
rem.  1730  )  Vedeasi  sposto  a  no  morir  , 
se  vaga  Di  lui  Medea  non  diveniva  aman- 
te ,  E  di  campar  non  gì' insegnava  1  ar- 
te. IP)  ,  . 
•+  SPOTESTARE.  Spodestare.  Lai. 

,/om.«.i.">  rei  dmiiltere .  Gr.  os'^""»» 
■npoiilixi.  l'arch.  Star.  IO.  278  Chi  do- 
na  alcuna  cosa,  o  la  d'a  per  amor  d'Iddio, 
si  spotesta  del  dominio  di  lei,  e  non  può 
piii  con  veril'a  dire  che  ella  sia  ,  ma  solo 
che  ella  fu  sua.  if  ImperJ.  ì  .  Tib.  D.l\. 
r.  12.  226.  Chi  pe'beni  avventili  la  cura 
trasanda  de' propri,  si  vende  a  discrezione 
di  colei,  eh'  è  indiscreta  (la  Jorluna),  la 
quale  di  quel  eh'  ella  d'a  non  mai  si  spo- 
testa ,  né  soffre  che  ce  lo  appropria- 
mo.  (F) 

SPRANGA,  legno,  o  frro  che  si  con- 
ficca  attraverso,  per  tenere  insieme  e  uni- 
te le  commessure.  Lai.  .^ukwus ,  suscus. 
Pant.  Inf.  32.  Con  legno  legno  spranga 
mai  non  cinse  Forte  cosi.  I.ern.  Itim.  1. 
y3  Ila  'iidosso  un  gonnellino  Di  tela  tica- 
inala  da  magnani,  A  toppe  e  sprani,he  mes- 
se eoi  trapani  . 

g.  I.  ter  Ornamento  di  cintura.  Lai. 
lamina.  Gr.  iìo.epii.  G.  ì  .  IO.  l54.  2. 
the  ninna  donna  potesse  ee.  portare  più 
di  due  anella  in  dito,  ni  nullo  seaggiale, 
né  cintura  di  più  di  dodici  spranghe  d'ar- 
gento . 

^■.  II.  Per  metaf.  lìiion.  Her.  3.  2.  5 
l'ii  giudice  e  un  medico  ,  due  sptani,he 
Che  tengono  in  pie  ferma  1'  avariiia. 

!';  e.  III.  Spranga  .  Term.  «V  legna- 
moli,  yome  che  si  dà  a  lutti  <;i.r'  pr::i 
di  legname,  rhr  vanno  attraverso  di  una 
porla  o  uscio ,  e  si  uniscono  <i'  ''«((1- 
toì.  (Al  , 

SPRANGARE      Metter    te   spranghe. 


S  P  R 

Meni.  tal.  7.  Ahimè  I  qual  gelo  D'igno- 
rania  li  spranga  al  ver  le  ciglia?  (qui  fi- 
guratam.  j. 

P.  \.Per  Dare,  o  Percuoter  forte.  Frane. 


Sacch.  not'.    174.   lo  il  menerò  dentro 
diro  :    dale    quelli   danari  a  costui  ;  e  voi 
sprangate  . 

g.  II.  Sprangar  calci,  parlandosi  di 
cavalli,  o  simili,  vale  lo  slesso  che  Trar 
calci.  Tae.  Dav.  Ann.  1.  24.  In  quel 
terreno  ,  di  sangue  loro  e  di  loto  rool- 
lieeio  ,  davano  slramaizale  ,  e  sprangavan 
calci . 

SPRANGATO  .  Add.  da  Sprangare  . 
*  /<ijc.  I.igant.  l5.  E  sovra  un  gran  le- 
nier  questo  metteva  Di  Iravi  ben  spran- 
gate e  ben  congionli.   (Bri 

§.  per  Fornito  di  spranghe ,  nel  si- 
gnifie. del  %.  1.  ìit  S.  M.  Madd.  21. 
Toglieva  la  cintola  sua  sprangata ,  eh  ella 
soleva  portare  a  vanitade  ,  e  spogliavaii 
ignuda,  e  ballevasi  con  essa  tutta  dal  ca- 
po al  pie. 

*  SPRASGATOBA  .   L'  .ézione  dello 

sprangare.    fCj 

SPRANGHETTA.   Vim.  di  Spranga. 

g.  Figuratam.  si  prende  per  Dolore 
nella  testa  .  Ked.  Ditir.  32.  E  per  lui 
mai  non  molesta  La  spranghella  nella  le- 
sta. /;  Annoi.  177.  Aver  la  ipranghetla, 
si  dice  di  coloro  i  quali  ,  avendo  sover- 
chiamente bevuto,  sentono  graveM»,  o  do- 
lore di  lesta  nello  svegliarsi  U  mattina 
seguente  dal  sonno.  Cosi  fatta  spr.nghet- 
ta  vien  disegnata  da  PUnio  ,  ove  de  vini 
pompeiani  del  regno  di  Napoli  favella 
Malm.  1.  12.  Ella,  che  ancor  del  vmo 
ha  la  sprangbella  .  ee.  

*  SPBA.^GllETTINO.  Pim.  di  Spran- 
ghetta  .  Benv.  Celi.  PH  3.  277.-  «»": 
no  di  fare  alle  lor  mogli  eerte  einlure  di 
velluto  eoo  fibbia,  e  puntale  di  un  mnBO 
braccio  incirca,  e  con  spranghetlina.  f  t ./ 

*  SPRATICARE.  i-'i'iirf .  Troncare 
una  pratica  .  La.ic.  larent.  !{■  a-  Orsù  . 
attendiamo  alle  faccende  nostre  .  Ciam. 
Si,  si,  spratichialla  pure  (cioè,  ipialichia- 
mola).  (V) 

SPIiAZZA  .  Sprazx.  Morg.  2».  1.1/- 
tonvicn  che  se  n'  a|.picchi  qualche  spraiu. 
SPBAZZARE.  Pagnart  gettando  e  spar- 
gendo minutissime  gocciole.  Spruzzare.  \.>t. 
leviter  aspergere.  Or.  a'/r^^'"/"'  t~'r; 
OMi'v!./.  lallad.  Apr.  7.  E  se,  ncenle  ri- 
colte  le  «naie,  vi  si  sprani  su  U  vino 
vecchio,  diventeranno  rugose.  TT  II-  E  1 
vaso,  in  che  si  ricevano,  si  vuole  fregare 
dentro  ec.  con  erbe  soavissime,  e  poi  sprai- 
larvi  un  poco  di  mele. 

t  §.  J'er  similil.  Lai.  aspergere.  Gr 
i-Xifzai-^ut.  Med.  Arh.  Cr.  55.  Ogni 
sua  dilettosa  belleixa  ha  spraiiata  di  livi- 
dori, e  di  sangue  (cioè,  chiaaala). 

SPRAZZATO.  Add.  da  Spratusre.  Lai. 
leviter  asptrsus  .  Gr.  ««T  oli'yoy  /=»'■ 
Sii';,  l'allad.  Si  ponga  in  e»nili  di  legno 
ancoia  ramerino  ,  colto  io  acijua  mols»  , 
rallrcddalo  e  spraxaalo. 

.SI'IIAZZO  Spargimento  di  materia  li- 
quida in  minulissimc  gocciole.  Lai.  asper- 
sus,  gulta.  Gr  fatti-.p-ói.  Pani.  Purg. 
33.  Di  bere  e  di  mangiar  n'  accende  cura 
L'  odor  eh'  esce  del  pomo  e  dello  spraiio. 
Che  si  distende  su  per  la  verdura.  Pa.'s 
prò/.  O  per  soperchio  del  gonfialo  mar.-.  .• 
per  .oltraggio  de'  linfranti  sprani.  h  37j 
Getta  e  fa  rimballare  molti  sprani  d|  quella 
mot. .sa  nequiiia  .""rf.  27.  56  E  '1  'cnlo 
par  certi  spiani  asvduppi  l'i  sangue  in  ana 
con  nodi  e  con  gruppi.  Pera.  rim.  1.90. 
Di  peloni  e  di  piume  Piena  lolla  ,  e  di 
sprani  di  ricolle.  Come  le  bcrrclUrt»  del- 
la nolte.  ..      „      -r 

g.  rer  metaf.  Cren.  Morell  aBt.  Tu 
ne  s.niirai  .(oalrhe  spratto  o  nel  eonla- 
do.  o  nelle  pendi,  i  della    terra      Farch. 


S  P  R 

Stor.  12-  4/^'  Oo^»^  nacque  che  la  pe- 
sti*, (Iella  t^\ij\e  ÌD  loro,  che  iìoq  ne  l'anno 
niullu  caso,  e  sempre  qualche  sprazzo,  s'  ap- 
piccò in  Firenze. 

Sl'BECAMESTO  .  Lo  sprecare  .  Lai. 
prodigeJìtia  ,  dì.tiipatìo  .  Gr.  asuTia  , 
axoìaotM-  /'V.  Oiord.  Prcd.  R.  Godono 
nello  sprecamento  delle  proprie  sustaozc . 

SPRECARE.  Scialaa/itare,  Lat.  prodi- 
gerx ,  projundeir  .  Gr.  otayo^ssìv  .  Fr, 
Jac.  T.  I.  2.  12-  Le  spese  commesse 
sLrignoannii  a  turare  ,  Lo  hiado  a  spreca- 
re in  mola  menata  .  Jì  aItro%e  :  Ora  at- 
tendi a  sprecare ,  E  lo  tuo  a  consumare . 

*  SegRcr  Vred.  Pai.  Jp.  a.  6.  Si  può 
piacere  a"  mercatauti,  s^irccanao  l'uro,  che 
per  miniera  ha  V  altare  ,  in  cocchi  eccelsi 
ce.  (TC) 

t  SPi;ECATORE.  l'erbai,  masc.  Cfie, 
o  Chi  spirca.  Lat.  prodigens ,  prodigus. 
Gr.  xffWT05  ,  axaia^TO^.  />■  Giord. 
Prtd.  B-  Giovani'  sprecatore  del  patri- 
monio .  Fr.  iac.    1\  6.    5.   "2^.  V  amor  , 

•  he  non  allena,  M'  ha  t'aito  sprecatore. 

SPRECA TRICE.  J  erbai,  femm.  da 
Sprecare.  I.at.  prodiga.  Gr.  r,  xaTavaii- 
!T/3uia.  Fr.  Jac.  T.  2.  9.  l5.  Or  udissi 
andamento,  O  famiglia  sprecatrice. 

SPRECATURA.  Lo  sprecare.  Lat.  pro- 
dieentia,  dis^ipatio.  Gr.  aiwri'ot,  axo/a- 
ffia.  Fr.  Iac.  T.  2.  9-  l5.  In  taverne  fa 
mercato  ,  ec.  :  Or  vedessi  sprecatura  Che 
si  fa ,  ec. 

•f  *  SPRECIPITARE.  Sprofondare, 
Dirupare.  Sahin.  Jliad.  lib.  li.  v.  I05l. 
E  i  Molioui  due,  d'Attore  figli,  Avta 
sprcripitati,  se  già  quegli  II  padre  ec.  Non 
s.\\  campava  da  guerra  ,  coprendoli  Con 
rali{[ine  molla.   (.4) 

*  SPREGEVOLE.  Add.  DispregCi-o- 
/f.  Lat.  contemptihUis .  Gr.  iuxuTV.fpQ- 
vijTOi  .  Ses:ner.  Fred.  20.  9.  Si  è  valuto 
a  sì  grande  acquisto  non  d'  altro ,  che 
della  lingua  di  dodici  pescatori  ,  scalzi , 
mcndici  ,  illiterati  ,  spregevoli  ,  ec.  (*) 
SaU'in.  Jliad.  2.  345-  Sire ,  per  te  hen 
pensa,  ^  ad  altri  credi  Kon  spregevole  fia 
quanto  io  mai  dico-  (fi) 

SPREGEVOLMENTE.  Jvverb.  Con 
ispregio ,  In  maniera  spregevole .  Lat. 
conttempUm,  contumeliose. iii.  xaraypov);- 
TtXtoi  .  Sen.  Pist.  100-  Tu  desideri  , 
secondo  che  di'  ,  eh'  e'  dica  alcune  cose 
aspramente  conlr*  a'  viziì,  alcune  animosa- 
mente contro  a"  pericoli ,  alcune  orgoglio- 
samente contr'  a  fortuna  ,  alcune  sprege- 
ToJmente  contio  a  vanagloria. 

SPREGIAMENTO  .  Disprezzo  .  Lai. 
contempttts  .  Gr.  xarapoovi-.ii^  .  Sen. 
Prov.  ^29.  Continuità  d'  avere  pericoli 
darà  spregiamento  di  loro .  Fr.  Giord. 
Pred.  P.  Con  grande  spregiamento  delle 
celestiali  grandezze. 

SPREGIA.NTE.  Che  spregia.  Lat.  sper- 
nens  ,  contentnens  .  Gr.  /aTi/.tpcovv^'tja;. 
Sen.  Ptst.  82.  Questa  è  la  verlii,  e  T  a- 
nimo  spregìantc  la  morte. 

SPREGIARE.  Dispregiare.  Lat.  sper- 
nere,  despican.  Gr.  /aTXS-ovìrv.  Lant. 
hìj.  II.  E  chi  spregiando  Dio  col  cuor 
favella.  G.  l  .  11.  63.  3.  Onde  messer 
Luchmo  fu  molto  spregiato .  Coli.  SS. 
Pmd.  La  prima  si  è  ,  che  noi  s|'regiamo 
tutte  le  ricchesze  ec.  del  mondo,  t  ii.  SS. 
Pad.  i.  27.  E  da  spregiare  ,  o  prometta, 
t>  minacci ,  o  quantunque  apparisca  rilu- 
«ente,  o  laido. 

3  SPREGIATO.  Add.  da  Spregiare. 
Lat.  £pretus  .  Gr.  )r«T«y_toyi(j2rit;  .  D. 
l'io.  Celi'  leu.  a5.  L'  assempro  ce  ne 
diede  Cristo  nostro  Salvatore,  il  quale, 
piti  volte  spregiato  e  schernito  da*  Fari- 
sei, non  se  ne  curava. 

*  %.  Per  ì  ile.  Abietto.  «  Coitale  Specch. 
Cr.  Vedendo  uomo  spregiato  e  mal  vesti- 
to m.  Tratt.    Cons.  La  semplicità  del  giu- 


s  p  n 

sto  è  un   lume   spregiato    appo  1'  opinìoa 
delle  genti.  (N) 

I  SPREGIATORE.  l'erbai,  masc.  t  he, 
o  Chi  spregia*  Lat.  contemptor,  Gr.  xa- 
7%opovtìTrii  .  M.  J'.  4-  yy-  Spregiatori 
de'  loro  propii  comodi  jier  accrescer  que' 
del  comune.  Pass.  2:9.  Come  dice  santo 
Agostino  delle  piaghe  ,  colle  quali  Iddio 
percosse  Faraone  ec,  spregiatore  de'  suoi 
comaudameoli .  Pern.  Ori.  2.  6.  5"].  E 
saltò  presto  in  piedi  armato  lutto  Quel 
spregiator  <lel  iiumdo   orrendo  e  hrutlo. 

SPRKGIATRICE.  ì  erbai,  femm.  Che 
spregia.  Lat.  contcniptrix.  Gr.  xaTKCJpo- 
v/,'csu3!x-  Sen.  Pist.  La  tortezza  è  sprc- 
giatrice   delle   cose   da  temere. 

•f  *  SPREGIEVOLE.  Sprezza-olc  , 
Dispregevole.  Segncr.  Paneg.  S.  Ant.  di 
Pad.  %.  II.  Applicatosi  tutto  a'  niinisteiii 
di  casa  più  fatico^i,  non  in  altro  si  adope- 
rava ,  che  o  in  purgare  gli  stovigli ,  co- 
me un  fante  spregievole  di  cucina  ,  o  in 
ec.  (A) 

SPREGIO.  Dispregio.  Lat.  contemptits. 
despicaiio  .  i^v.  xoLxcfpo'vrìfSti  .  Jtitord. 
Malcsp.  cap.  222.  Gridando  ,  e  dicendo 
grande  ispregio  del  re  Carlo  e  di  sua  gente. 
Pass.  35.  Lo  spregio  degli  uomini  per- 
versi, eh*  e'  fanno  della  vita  nostra,  è  uno 
approvarla . 

*  SPREGIUDICATO.  Add.  Disingan- 
nato, Avveduto,  Di  Uberi  sentimenti.  Lai. 
cmunctce  naris,  liberi  ingenti.  Gr.  jiiip- 
«xptÉr/;  .  l^tx.viÀ.ij^-pOi.  Salvm.  Disc. 
3.  6l.  Particolarmente  i  poeti,  i  quali  egli 
processava  talora  con  troppo  rìgida  e  trop- 
po spregiudicata   censura.    (') 

SPREGNARE  .  Sgrnvidare ,  Sgravar 
dalla  pregnezza.  h^i.  fatum  emittere.  Gr. 
Ti'xTaiv.  Dece.  nov.  83.  l3.  Lodando  mol- 
to ec.  la  bella  cura  che  di  lui  il  maestro 
Simone  avea  fatta  ,  d'  averlo  fatto  in  tre 
di  senza  pena  alcuna  spregnare  .  Croni- 
cheti,  d'  /Iniar.  106.  Poi  volle  ispregna- 
re,  e  convenne  eh'  ella  gli  uscisse  di  cor- 
po, l  arch.  Lrcol.  igS.  Voi,  per  quanto 
mi  par  di  vedere,  l'avete  fatta  sgravidarc 
e  spregnare. 

SPHEGNATO  -  Add.  da  Spregnare  . 
Lat.  effìrtits .  Gr.  Ìktikùì-ì  .  Bocc.  Lett. 
Pr.  S.  Ap.  294-  O  ivoie  spregnate,  o  co- 
lombi vecchi,  che  arsi  o  mezzo  cotti  a'ce- 
nanli  s'apparecchiavano. 

f  SPREI^IENTARE.  Spernientare.  Lat. 
experiri ,  tentare,  periculum  facerc.  Gr. 
TZiipdv  .  Ott.  Com.  Inf.  12.  2i5.  Poi 
perchè  sì  sprementano  di  Uovar  guerra  , 
mettono  colte,  e  dazii  agli  altri .  Frane. 
Parb.  207.  II.  O  per  meo  doglia  Di  rae, 
cui  spoglia,  O  per  più  spremeutarmi. 

•f  SPREMERE»  e  SPRIEMERE.  Pre- 
mere; ma  denota  alquanto  più  di  forza  . 
Lat.  exprimere  ■  Gr.  exOJi'Sìiv  .  Pallad. 
cap.  20.  Facciansi  torni  e  strettoi  da  spre- 
mere, secondo  eh' è  usanza  nel  paese.  Cr. 
2.  21.  8.  Non  gli  lascia  ancora  dissolvere 
per  evaporazione,  che  '1  temperato  tieddo 
circondante  spreme  di  fuori,  e  ritorce,  ov- 
ver  ripiega  ^li  spiriti  .  Piceli.  Fior.  94. 
Le  medicine  sì  spremono  per  cavarne  le 
parti  umide  e  sottili ,  e  separarle  dalle 
secche  e  grosse  ,  ec.  Si  spremono  ancora 
l'erbe,  le  radici,  e  molte  decozioni,  per 
servirsi  della  parte  umida. 

^  §.  1.  F  figuratali!,  per  Trarre  al- 
trui d"  addosso  alcuna  cosa  ,  Mugnere  . 
Segner,  Pred.  t2.  2.  Se  è  giunto  quel 
ministro  a  spremere  co'  suoi  raggiri  la 
horsa  di  quella  vedova,  non  se  ne  pregia 
co'  suoi?  (Pr)  E  23.  5.  Vedià  allongate 
studiosamente  le  lìti  a  fine  di  spremere 
più  profondamente  le  borse.   (  P) 

g.  II.  Per  metaf.  vale  P'sprimere,  o  Ma- 
nifestare il  concetto  con  chiarezza  e  sot- 
tigliezza. Lat.  exprimere.  Gr.  eSiyetsóat. 
Macstruzz.   I-  87.   Se '1  decreto  questo  a- 


S  P  R 


1339 


vesse  voluto,  arelibelo  ispremutu,  siccome 
isprctneKe  dell'  ottava  di  Pasqua  .  Dant. 
J'ar.  4-  Però  ,  quando  Piccarda  quello 
spreme,  Della  voglia  assoluta  intende,  ec. 
Sen.  Pisi.  g5.  Certo  io  non  darci  altre 
proprietadì  al  buon  uomo  ,  ne  altra  sinù- 
glianza  ,  s'  io  volessi  eziandio  spriemere 
Catone . 

SPREMITURA.  Lo  spremere,  eia  Ma^ 
teria  spremuta.  Bicett.  Fior.  188.  Infondi 
la  scamonea  in  sugo  di  finoreliio  quanto 
basta;  dissoluta  che  ella  è,  legala  in  pezza 
lina  ,  e  spremi  forte  ec.  ,  e  con  la  detta 
spremitura  fa'  pilbtle  .  E  IqS.  Di  poi  ri- 
pesla,  e  aggiugni  l'altra  parte  deUa  spre- 
mitura, e  Ij'  trociseì. 

SPRlìMUTO.  Add.  da  Spremere.  Lat. 
expressus.  Gr.  e;<:Ti:rte5/ji-;vo;.  Lib.  ciir. 
malati.  I  lamponi  spremiUì  fanno  bene 
andare  a  sella.  Bicett.  Fior.  1^2.  Spremi 
e  cola  ,  e  della  detta  decozione  spremuta 
piglia  quanto  vuoi  .  E  i44-  -^"^  colatura 
bene  spremuta  aggiugni  penniti.  lied.  Oss. 
an.  108.  In  una  piena  infusione  dì  rabar- 
baro polverizzato,  fatta  in  acqua  comune, 
e  ben  colata  e  spremuta  ,  misi  a  nuoto 
quattro  lombrichi.  Jjern.  Ori.  2.  29.  34- 
So  che  Marsiglio,  e  la  Spagna  con  esso. 
Tanta  non  ne  faria  spremuta  e  pesta. 

SPRENDIDO  .  J'.  A.  Lo  stesso  che 
Splendido,  l'it.  S.  Gio.  Bat.  23o.  Difen- 
deiannovi  le  ricchezze  vostre,  e  le  spren- 
dide  vestìnienta  ,  e  gli  agi,  e' diletti  che 
prendete  ? 

SPRENDIENTE.  V.  A,  Splendente, 
J'it.  S.  Ciò.  Bat.  26^.  Giovanni,  lucerna 
sempre  ardente  e  sprcndicnte  .  ^-  Legg. 
B.  Umil.  112.  Aprendo  gli  occhi  vidde 
tutta  la  cella  isprendiente  di  lume  fuori 
di  modo  usato.  (C) 

•f  *  SPliENDlENTEMENTE.  /',  A. 
Avverb.  Splendidamente,  l  it.  SS.  l'ad. 
2.  107.  Quando  si  comunicavano  ,  appa- 
riva la  loro  faccia  sprendiciitemenle.   (F) 

•f  ♦  SPRENDIMtNTO.  /  .  A.  Splen- 
dore, /nf.  Fsop.  98.  Fece  porre  la  men- 
sa al  sole  ,  acciocché  tal  mangiare  per 
lo  sprendimento  (  l' ediz,  di  Padova  181I 
a  pag.  75  legge  risplendimento,  e  così  pure 
legge  il  Vocabolario:  vedi  questa  vocej  fus- 
se  all'occhio  più  grazioso,  e  per  lo  caldo 
del  sole  rendesse  maggiore  olore.  (ì'j 

SPFENDORE  .  F.  A.  Lo  stesso  che 
Splendore.  J'it.  S.  Gio.  Bat.  213-  Mes- 
sere Gesù  gli  mostrava  un  pochetto  della 
signorìa  sua,  e  dello  spreudore  della  fac- 
cia sua.  V  Fr.  Giord.  I25.  E  però  getta 
maggiore  sprendorc,  e  più  è  obumbrala  ,ri- 
piena  )   di  raziuoli  e  di  luce.   (}) 

"[•  V  g,  E  fìguratam.  per  Persona  a- 
mala.  Luce,  Bene.  Buon.  Tane,  l  l\.  S' 
io  riscontrassi  a  sorta  il  mio  sprendorc.  (^ ) 

SPRE.SSAMENTE.  Avverb.  Espressa- 
mente. Lat.  ex  presse ,  aperte.  Gr.  (Jcap- 
pfìériv.  G.  F.  11.  19.  4-  Quelle  revochia- 
mo spressamente.  Pass.  l5l\.  La  persona 
che  sì  confessa ,  dica  sprcssamente  e  spe- 
cifichi in  che  spezie  di  peccato  ha  offeso. 
V  J'arch.  Fred.  5l.  Predicare  è  verbo 
latino  ,  e  significa  dir  bene  d'  alcuno  ,  e 
spressamente  lodarlo.  E  Quest.  Aldi.  18. 
La  niega  spressamente  nel  primo  capitolo 
del  libro  primo.   {C) 

t  SPRESSIONE.  Lo  stesso  che  E- 
spressionej  ma  meno  usato.  Lat.  l'i.*,  ef- 
ficacia .  Gr.  l'cjjj'^  -  Farch.  Lez.  !\25.  E 
ora  con  alcuno  aggiunto  per  più  chiara 
spressione  .  E  SBg.  Per  più  adornezza  0 
maggiore  spressione,  come  fanno  i  poeti. 

-r  SPRESSISSIMO.  Superlat.  di  Spn-s- 
soj  lo  stesso  che  f'sprtssissimo.  Lat.  mani- 
fesUssimus.  Gr.  fotvs.poircx.TOc.  Bemh.lett. 
2.  2.  24.  Se  la  vostra  lettera  nonsi  rivo- 
rnsse,  a  lui  sarebbe  fatto  ispiessissìmo  tor- 
to-  (') 

3  S PRESSO.  Add.  da  Sprimeres  Espres^ 


i34o  S  P  B 

so.  Lat.  expresstis,  manifestus.  Gr.  s'x- 
^n>o$,  ev«;>y/'';.  <>.  J'.  7-  92.  2.  Con- 
tro al  romandanicnlo  spresso  del  re  Car- 
lo suo  padri'.  jV.  /'.  I.  96.  Con  palio 
spresso,  «  lif  vr.  ^iura^sono  di  maiilt'nere 
ourllo    siili»!  «hi*   allora  rej;geva   l'istoia. 

#  Sl'HKSSO.  jidti.  da  Spremere;  Spre- 
muto. Marr/j.  J.mr.  lih.  5-  Tanto  più 
spresso  il  salso  >  udore  usciane  e  dilatato  i 
molli  Campi  intorno  accrcscea  del  mare 
ondoso.  K  lih.  6.  Molli  semi  d' ardor  qua- 
si per  forza  Sprrssi  disperde.  /•-  ai.*  Voi- 
chè  spressi  lia  d  ardor  molti  prìncipii.  iPr) 

#  %.  Sprrsso,  nella  Scultura ,  o  Pit- 
tura, vale  Sciilfo,  o  Dipinto  con  espres- 
sion  di  affetti.  »  I  ardi.  Lcz.  22J).  Cbi 
non  vede  nel  liaml>ino  della  Madonna  del 
la  eappell.i  di  >'aii  Lorenzo  s|-ressc  nel 
marmo  mirarolosamcnie  quelle  due  com- 
parazioni mirarolose  w  T   (Jlr) 

SPrtKTAUE.  JS'euiro  pa.ts.  Pepar  l'a- 
itilo di  prete.  ^  '^V-gr.  Fior.  J  epaz.  al 
Duca  ì  al.  ic,8.  T.  V  (ediz.  I788.;  O 
ehe  il  proioiiotario  si  spreti,  o  rlie  niess. 
Hermes  rifiuti  quella  rlu-  ve.   (le) 

SPRETATO.  /Uld.  da  .^^prctare.Vicesi 
in  modo  basso  Colui  che  ha  deposto  /'  a- 
hito   di  prete. 

•'^  SPREZZABILE,  /tdd.  Depno  d'es- 
sere sprezzato,  fìisprezzalùle,  Giac,  (ìraz. 
21.  La  supeiliia  ed  arroganza  dell'animo 
non  ornalo  di  dottrina,  ne  informalo  di 
precetti  di  virtù,  reputa  vile  e  sprezzabile 
r  olicdieiiza.   (I^S) 

f  SPRIZZAMENTO.  J.o  .^prezzare  . 
Lat.  con  tempi  US.  Gr.  /^Ta^zovr.'zic,.  Seal. 
Claustr.  /|3().  La  troppo  gran  familiarità  e 
dinieslicliezza  clic  1'  un  fa  coli'  altro  inge- 
nera molte  volte,  e  partorisce  sprezzamen- 
lo.  Col/.  Ah.  Isaac,  cap.  34*  Li  viziì  so- 
no sprezzamento  delle  virludi  occulte  del- 
l' anima. 

SPREZZANTE  .  Che  sprezza.  Lai. 
sperneits,  contemnens ,  floceifaciens.  Gr. 
xjtrapf ovJJv.  Bocc.  leti.  Pin.  fioss.  282- 
Avendo  ('arlapiie  e  Nunianzia,  superbissi- 
me ciltadi,  ed  il  romano  }:iogo  sprezzanti, 
abbattute.  *  Tass.  Cer.  l3.  26.  Wè  però 
il  piede  audace  indietro  volta  ,  Ma  sicuro 
i:   sprezzante   è  rome  pria.  ( l) 

SPREZZAUIì:.  Disprezzare.  Lat.  sper^ 
nere,  dcspnari.  Gr.  ycf.roiyfoviiv-  l'etr. 
son.  222.  Il  mio  ror  lasso  ogni  altra  vi- 
sta sprezza.  E  canz.  2,'>.  I.  Or  vedi  ,  A- 
mor,  cbe  giovinetta  donna  Tuo  regno 
sprezza.  Morg.  5.  6.  Dicendo:  almen  fa- 
cessemi  morire,  Poiché  sprezzala  son  da 
quel  villano.  Jìemh.  pros.  2.  ^9-  Giuvan 
Villani,  cbe  al  tempo  di  Dante  fu,  e  la 
storia  fiorcnlina  scrisse,  non  è  da  sprez- 
xare. 

#  g.  7?  in  signijìc.  neulr.  pass,  per 
J\'on  coltix-arsi.  Lat.  negligere.  Ar.  Pur. 
3q.  fi^t.  (.Il e  per  lungo  ."ipreziarsi  come 
stolto  Avea  di  fera,  più  t  be  il' uomo  ,  il 
volto.   fPt 

SPBEZZATAMEWTE  .  Jvverh,  Con 
tli.vprezzo.  #  Cor.  Apol.  ic^.  E  dì  tanti 
altri,  e  tali  cbe  vi  menate  così  sprczsata- 
mente  per  bocca.  fC) 

g.  Per  J'ilmrnte.  Lai.  negligenter,  Gr. 
«,0£>W5.  Stnr.  Pur.  2.  5l.  Veslitì  sprcz- 
zatamentc,  e  ignudi  sempre  tutta  la  gam- 
ba. 

3  SPREZZATO.  Jdd.  da  Sprezzare. 
Hemb.  pros.  2-  87.  Ci  fa  ce.  le  non  buo- 
ne (co.se)  alcuna  fiata,  e  le  sprcrzate  ve- 
nire in  grado.  Cas.  Vj\  rom.  101.  Nelle 
parole  .idunque  gran  diligenza  sopra  tulio 
usare  ci  bisogna  tn  faro  tb'elle  siano  ri- 
messe ,  umili  f  e  presso  cbe  sprezzate. 
#  Chiahr.  rim.  voi.  3.  pag,  aSS.  (ediz. 
17.^0  )  Ed  il  corpo  gentil ,  fallo  di  gelo  , 
Giù  traboerù  lulla  tprCBala  polve,  (/t) 

^  §  '''■'■  Incolto,  /Negletto.  Lai.  /«■- 
glectus.    Gr.    xccra^^ovvid'i';.  «  f).  Ciò. 


S  P  R 

Celi.  leti.  25.  Percuotersi  il  petto  ,  orare 
e  digiunare  ,  andare  sprezzalo  e  dispet- 
to n  .   (Pi, 

t  SPI  EZZAtOBE.  7'erhal.  mate.  Che, 
o  (hi  sprezza.  Spregiatore.  Lai.  conlem- 
ptor.  Gr.  xc.TWypovr.T/f?-  /ut.  Per  mo- 
strarsi strjcciatori  e  ancora  spmzalorì  del- 
le cose  del  mondo.  S.  ^g.  C.  /'.  Or  che 
vuid  dir  queslu,  se  non  la  mano  di  di- 
slin;uere  li  cultori  suoi  dalli  sprexzatori 
suoi  7  led.  P'.fp.  nat.  20.  Per  un  fine  *a- 
vio  e  politico  di  n-ndere  i  soldati  più  co- 
raggiosi, e  sprezzjlori  de*  perigli.  "^  Ta.t.s. 
4.er.  2.  5o.  L'allio  e  Circasso  oc,  Nel- 
l'arme infaticabile  ed  invillo,  D'ogni  Dio 
sprezzatore,  e  cbe  ripone  Nella  spada  sua 
legge  e  sua  ragione,  '/i)  A"  stanz.  8q.  O 
sprezzai  or  delle  più  dul>bie  imprese,  E 
guerra    e   pai  e   in   questo  sen  t'apporto. 

*  SPIìEZZ.\ThlCE.  Verhal.  femm. 
di  Sprezzatore.  Tass.  Cer.  II.  9.  E  quel- 
l'altre magnanime  ai  tormenti,  .*^prezza- 
ln«i  de' regi  e  delle  genti  (I  )  Pini.  A- 
dr.  Op,  mor.  3.  l38.  Non  intimarono  che 
dovessi-  giammai  esser  lenta  sprezzalricc  de- 
gli alTaii  de"  mortali.  iC) 

.«iPREZZATUIlA.  Disprezzo,  Sprezza- 
mento. Lat.  contemptii.t.  Gr.  /yz'jocò- 
vir,7ic.  Car.  leti.  2.  6.  Ne  pero  ci  assi- 
cureremo tanto  di  questa  vostra  sprezza- 
lura.  che  ve  Ir  lasciamo  un'altra  volta 
ruzzolar  tulle  a  senno  vostro.  J'emeir.  Se- 
ga. 119.  Quella  sprczzatura  e  quella  quasi 
naturalezza  produrranno  un  cerio  cbe  di 
Veemenza. 

SPREZZEVOLMENTE.  Awerb.  Con 
disprezzo.  Lat.  contcmptim.  Gr.  u:r!:o- 
:TTt/wr.  Liv.  Af.  I  cavalieri  sprenevol- 
mente   fecero  impeto. 

SPREZZO,  /o  sprezzare.  Disprezzo. 
Lai.  contemptus  .  Gr.  XKTortpo vr.ci;  . 
^'Salvia.  Pros.  Tose.  i.  no.  L'n  uomo 
d' ingegno  eccelso  a  maraviglia  e  solle- 
vato cbe  già  s'allestiva  pel  gioviale  viag- 
gio e  con  magnanimo  sprezzo  giti  già  i 
centomila  scudi  ralpestati  avea.  ( I\'J 
SPRIEMERK.  led.  SPREMERE. 
3  SPRIGIONARE.  Coi'ar  di  prigione^ 
Scarcerare.  I  at.  e  carcere  eduiere,  vm- 
culis  liberare .  Gr.  e/  tÒo  csiwwtt;- 
pt'ou  e"?a'/£iy.  Salv.  Spia.  5.  7.  Digli  che 
'1  Podestà  m'ha  fatto  favore  di  farmi  spri- 
gionare .subito  ch'egli  ha  saputo  ih'Ì' so- 
no. Pern.  Ori.  2.  20.  8-  Adesso,  poiché 
fumo  sprigionali,  Com'  udiste,  dall'isole 
lontane  ec. 

*  g.  I.  P'.fguratam.  «  Petr.  son.  80-  Per 
lutto  questo  Amor  non  mi  sprigiona»  .  {fi} 
^'  %.  IL  Sprigionare,  in  signijìc.  neutr. 
pass,  parlandosi  di  vento,  o  simile,  vale 
(J.tcir fuori,  e  per  lo  più  con  impelo.  Salvin. 
Pi.ve.  2.  432.  Altri  6na1nier.te  .il  vento  la 
cagione  ne  attribuiscono  ,  il  quale  per  la 
cavilli  della  terra  girando  e  rigirando  , 
cerca  rinchiuso  per  qualunque  via  spri- 
gionarsi,  (/it 

SPRIMACCIARE.  Spiumacciare,  dime- 
nar bene  la  piuma  nella  coltrice.  Ani.  A- 
lam.  .ton.  20.  E  Arno  nostro,  «priinaccìiin- 
do  il  letto,  Tulio  Toilo  pien  ha  di  tre- 
molanti (qui  in  sentimento  equivoco,  e 
in   i.tcherzo  ) , 

SPRIMACCIATA.  Spiumacciata. 
SPRIMACCIATO.  Add.  da  Sprimac- 
ciare; Spiumaccialo.  Frane.  SntTh.  nov. 
20fì.  Si  ritornò  a  casa  sua,  1^  dove  trovò 
il  blto  bene  sprimnci  iato.  /.ih.  Son.  I.'|5. 
<!uslor  credou  tri>varvi  E*  beccoficbi,  e  gli 
ortolun  pelati,  E  buon  vin  doler,  e  letti 
sprimacciali.  lìern.  rim.  I.  I.  Fra  Ire 
persone  avrete  quattro  lelli  niaDchi ,  ben 
fatti,  sprimacriali,  r  voglio  Cbe  mi  dicia- 
te poi  se  saran  nelii.  ti  \.  112.  Ch*  un 
monte  di  letanie  T'  aspolla,  manigoldo  , 
sprimaccialo.  Pvrchb  tu  muoia  a  tue  si» 
relle  allato. 


S  P  R 

SPRIMANZI'A.  Squinanzia ,    Schi/ta/i* 
zia.  Lai.  angina.  Gr.  a-j'fKyyiu 

SPRIMERE.  reprimere.  Lai.  expH' 
mere.  Gr.  eVo *;)5j/,  ì^r,-/tT-jru%.  Bfae» 
.xtruzz.  1.  43.  Ancora  non  sarebbe  battCK- 
zato  se  ditesse.  Nel  nome  della  Trinità; 
imprroccbè  non  si  sprimono  le  Persone  , 
ma  solo  il  numero  delle  Persone.  E  |. 
^<0.  la  forma  dì  questo  sagrameoto  SODO 
le  parole,  per  le  quali  il  consentimento  del 
matrimonio  si  sprhne.  /  it.  S.  M.  yfadd. 
118.  Troppo  è  meglio  a  starsi  per  me  qui 
a  pensare  e  immaginare  questo  fatto,  che 
a  sprimerlo  con  parole.  Mor.  S.  Creg.  8. 
q.  Tale  verità  adunque  della  mente  uma- 
na volendo  sprimcre  il  nostro  Giob  ,  di- 
ceva :  ec.  Tac.  Pav.  Ann.  l3.  169.  In 
casa  sua  non  comandava  che  per  cenni,  e 
bisognando  s[iiimi-r  meglio  ec.  ,  scrìveva. 
•f  SPRIMIME.NTO.  Io.tprimere.  Lai. 
vix,  efficacia.  Gr-  i-jyy^.  Maeslruzz.  1. 
43.  .*'C  sì  iscemasie  la  invocazione  delle 
tre  Persone,  ovvero  lo  sprimimenlo  dell' 
atto,  ovvero  lo  sprimimenln  della  persona 
eh'  è  battezzala  ;  ma  lo  sprimimento  della 
persona  eh' è  battezzala  non  è  dell*  esseo- 
zia  della  forma. 

SPKINGaRE.  led.  SPINGARE. 
SPRIZZARE.  Minu lamen le  schizzare 
Lat.  prosilire.  Calali.  Pocc.  g.  6.  f.  IO. 
flltre  j  questo,  quel  cbe  non  meno  di  d^ 
letto,  che  altro,  por(;eva,  era  un  fiamicel- 
b>,  il  quale  d'  una  delle  valli,  cbe  due  <H 
quelle  montagnelle  dividea,  cadeva  giù  per 
balzi  di  pietra  viva,  e  cadendo  faceva  nn 
romore  a  udire  assai  diletlevole  .  e  spria- 
zando  pareva  da  lungi  arienlo  vivo  che  d* 
alcuna  rosa  premula  minulameote  spna- 
zasse.  Sagg.  nai.  esp.  2o!\.  Ad  ogoi  colpo 
sì  vedea  trasudare  per  tutti  i  pori  del  me- 
tallo a  guisa  d'argento  viro  ,  il  quale  da 
alcuna  pelle  premuto,  minutaroenlc  sprìi- 
zasse. 

SPRIZZATO-  Add.  da  Spnsiare.  hzt . 
leviter  aspersus.  Gr.  /«t'  o>iyov  savane 
g.  !er  Macchiato,  Chiazzato.  Lai.  va- 
rius.  Gr.  7ro(xi'>o5.  7?»*/.  In/.  25.  2.  Il 
ramarro  è  un  serpentello  verde  con  quat- 
tro piedi,  e  ancora  ne  sono  degli  sprìna- 
li,  e  di  color  nero,  ovver  bigio. 

*  SPROCCATURA  Termine  de' Ma- 
ni.tcahhì,  derivalo  da  Sptocco.  Ferita  nel 
vivo  del  piede  del  cavallo ,  cagionala  da 
chiodo^  sasso,  sterpo,  o  altra  cosa  pun- 
gente premuta  nel  camminare.   (A) 

SPROCCO.e  SBROCl  O.  Broca>,  Stec- 
co, Fuscello  ,  Vermena  ,  Pollone,  Jìam- 
pollo  ;  e  propriamente  si  dice  quello  che 
rimette  dal  bosco  tagliato,  l.al.  germen  , 
.uirculus.  Gr.  ^iaiTOC.  «  Puce.  Centil. 
cani.  36.  Onde  il  re  Pier  non  pigliava  ri- 
guardo, Percbè  di  pruni  e  sprocchi  era  u 
piena,  Cb'  uscir  non  ne  dovna  il  liopar- 
do.  (li)  Duon.  Fier.  l\.  t\.  5.  E  spine  e 
sler|ti  e  stoppie  e   stiappe  e  sprocchi. 

g.  I.  Talora  si  prende  per  Ugatura  di 
fastello  di  legar,  o  di  fascina. 

§.  II.  Per  Qualunque  legno  da  arde- 
re. I  al.  slipes.  Gr.  ropftói.  Fior.  ilal.  I 
Ire  fati  gillarono  uno  sprocco  dì  legno 
nel  fuoco,  così  dicendo  :  tanto  vira  questo 
gartone ,  quanto  questo  sprocco  peneri  a 
consumarsi. 

*SPROFONDAME>TE.  Avverh.  Con 
profondità.  Segner.  Mann.  Settemh.  y  3. 
E  *ero  cbe  non  le  pi>tnii  mai  calcare  f  le 
ftedaie  di  (risto  >  si  sprofondamenle  ;  ma 
tu  quelle  li  bai  da  tenrrr.  (I') 

SPROF(»NDAMENTO.  lo  sprq/omda- 
rr,  in  sicnific.  neutr.  Lai.  ejritium ,  rui- 
na.  Gr.  5>i5co;,  l?w')!>«-  3'<"'-  ^-  Grrg. 
Qujiido  qtiesio  LevÌ4lan  sia  rapilo,  quan- 
do lulti  gli  elementi  si  conimoveranno  nel 
suo  sprofondamento. 

't  «  SPROFONDANTE.  Che  it  rfi 
petantersa  disorf'itanit  ,    Piperò    ttrmh^- 


s  p  n 

chevo/e.  .ìfapai.  part.  i.  hit.  19.  In  4UC- 
slo  stalo  io  non  lascio  di  risentile  io  me 
una  fona  ca|ace  di  ronlrastur  «jueMo  pe- 
so sprofoodanie  della  mia  passione  ec. 
(  qui  e  {ietto  fpiratam.).   (^) 

SPROFO^U\RE.  M  sic:nifc.  neutro 
vale  Cader  nei  profondo.  Lat.  in  imum 
funàum  delahi,  corruere,  destrui.  Gr.  ii; 
To'Sa'ru  m'TTJiv.  Fir.  Lue  2-  2-  'o 
vorrei  voU-ntiori  rhc  quella  casa  sprofon- 
dasse. 

g.  l.  Figura tam.  ìmpoterire.  Spiantar- 
si, Boiinanì.  Lat.  in  malum  ahire.  Gr. 
«Tr5)-:T53a(,  ep/eiv.  Toc.  Vav.  Jnn.  l. 
21.  lo  sarò  Iiuono  a  rappaciarvi  rolla  gen- 
ie Germana,  ove  ella  voglia  ami  pentirsi, 
che  sproltindare.  Buon.  Fier.  ^.  4.  12. 
Sicch  ogni  mercante  ec.  Si  contrista  e  si 
dnol,  punge  e  s'  adira  D'  essere  sprofon- 
dato. 

§.  II.  In  si^ni/ic.  alt.  i'nte  Grandemen- 
te sfondare.  Lat.  perfodere  ,  transfodere  , 
confodere,  transverberare  ,  transadis^ere  . 
Gr.  StanupSfi.  Bern.  Ori.  2.  7.  18.  Ma 
colla  spada  la  spewa  e  sprofonda. 

g.  Ili,  Figuratamente  vah  Jnniehifa- 
rr,  Mandare  in  rovina,  in  precipizio.  Lat. 
pesxumdare  .  Gr.  zaTaTrarsìv.  /  arch. 
Frcoì.  290.  Wesser  Celio  Calcagnino  ec. 
biasima  la  lìngua  volgare  ec. ,  atfermando 
che  ella  si  duvcrcMie  con  tutti  gli  argani 
o  ordegni  dtl  mondo  sprofondare.  Buon. 
Fier.  1 .  5.  2.  I  pani  oggi  hanno  a  do- 
minare ;  i  pani  Guastare  e  porlar  via  1' 
altrui  fatiche  E  le  sostanze  altrui,  E  '1 
tutto  sprofondar,  far  ogni  male. 

*  §.  IV.  //i  signifc.  neutr.  pass,  par- 
landosi delta  terra,  o  simile,  vale  aprirsi 
come  una  voragine,  I  r.  /ne.  T.  3.  O. 
14.  Che  '1  mondo  si  sprofonda  Se  indugi 
la  risponda.  (IVj  Se^ner.  Mann.  Mar::.  3. 
|.  I  a  terra,  in  vece  di  sprofondartisi  sot- 
to i  pie,  non  solo  li  sostiene,  ma  ti  ali- 
menta, (f) 

*  g.  V.  Sprofondarsi,  vale  anche  An- 
dare, Scendere  nel  profondo.  Se^ner.  In- 
cred.  I.  II.  2.  Scavate  pur  giù,  sprofon- 
datevi. inalÀssatevì  ce.  (X) 

*  g.  VI.  £•  metaf  Vit.  S.  M.  Madd. 
18.  Il  more  suo  si  sprofondo  in  tanta  u- 
mihade  ec.,  cKc  ec.  Ses;nrr.  Mann.  Feb- 
br.  2^.  1.  Quando  ogli  ti  tenta  di  pre- 
sunzione, e  tu  sprofondati  fumi/iati,  get- 
tati al  profondo,  va  al  profondo  colla  tua 
umiliazione)  a  contemplare  quanto  il  Si- 
gnore sia  terribile  ancora  co'  suoi  più  ca- 
ri. F  pie.  i5-  2.  Sprofondati  nell'intimo 
del  cuor  tuo,  e  mira  ec.  (F) 

SPROFONDATO.  Jdd  da  Sprofonda- 
re. Fr.  ìac.  T.  6.  l4-  52.  lunghezza 
non  compila.  Larghezza  intransita  ,  Pro- 
fondo sprofondato  {  qui  vale  che  non  ha 
fondo  ) . 

"t  *  SPROLUNGARE.  Prolungare  ^ 
Slungare,  Tirare  in  lungo.  Accad,  Cr. 
Mess.  I.  74-  Er^  '1  recinto  di  6gura  ro- 
tonda, senza  ritirate,  ne  altre  difese  :  e  do- 
ve volevano  lasciare  l'entrata,  sprolunga- 
vano  1' una  dell'  estremil'a  del  cerchio  quan- 
to bastasse  a  coprir  1'  altra.  (j4) 

*t  ^  §•  !■  ^prolungare  ,  neutr.  pass. 
Slungarsi  ,  Frotraersi  in  lungo  .  Magai. 
part.  I.  lett.  8-  Gli  costrìngono  a  svoltic- 
rhiarsi  e  sprolungarsi  fuori  de'  loro  ripo- 
stigli a  guisa  di  tante  molle  di  orinoli,  che 
poi  lasciate  in  libertà,  ce.  'Af 

*  §.  II.  Sprolungarsi,  per  Scostarsi, 
y1 /lontanarsi  .  Pule.  Driad.  E  per  met- 
tersi al  vento  a  filo  assegno  ,  Si  son  del 
porto  alquanto  s|ToluDgali.  (/4) 

*  SPROLU>"GATO.  Jdd.  da  Sprolun- 
gare .  Jccad.  Cr.  Mess.  Scese  dal  cielo 
una  prodigiosa  nuvolata  in  sua  difesa  ec. 
in6nchr  sprolungata  in  forma  di  colonna, 
si  fermò  ec  fj) 

SPPOMETTEBE  .  Dire  di  non    voler 


S  P  R  S  P  R  1341 

mantenere  la  promes-ta  .  Lat.  promìssum  ìjèrro,  0  d'altro  metallo, che  si  raccomanda 


revocare.  Gr.  avKxaUTv  tv;*v  •J:ro3XS':i'J. 
Tnv.  Bit.  Se  io  gliele  promisi,  ed  io  gliele 
spromelto  .  Jmhr.  Furi.  2.  4-  Sì  ;  ma 
quante  volte  promcllono  e  spromettono 
questi  giovani? 

SPRONAI  A.  La  piaga  che  fa  la  per- 
cossa dello  sprone. 

*  SPRONAIO.  Fabbro  di  sproni.  Lai. 
calcarium  faber.  Fir.  Trin.  4-  2.  1' son 
mcsscr  rovina  dello  spronaio.  (*) 

•f  *  SPRONANTE.  Che  .tprona.  Sli- 
molante. Sal\in.  Odiss.  19.  562.  Aulolico 
ordinò  ai  figli  illustri  Armar  da  cena,  e 
quei  l'udir  spronante.  Tosto  dentro  me- 
naro  un  bove,  ec.  (J) 

SPRONARE  .  propriamente  Pugnere 
collo  sprone  le  bestie  da  cavalcare,  perch' 
elle  camminino:  e  si  usa  in  signijic.  att. 
e  neutr.  Lat.  calcar  addere,  calcar  admo- 
vcre ,  calcari  agitare  ,  calcaribus  ciedere  . 
Gr.  ÒTpjmv  ,  7:j£o6«;)>i(v  ra  /ì'vrpa  . 
A'ov.  ant.  22.  2.  Spronò  il  cavallo,  e  fug- 
gìo  col  barlione.  £"39-  2.  Monta  a  cavallo, 
e  sprona,  e  va  via.  G.  V.  8.  55.  12.  Co- 
me voi  il  vedete  ,  tosto  spronate  loro  ad- 
dosso con  vostra  cavalleria.  Bern.  Ori.  i. 
4.  81.  Poi  sprona  verso  lui  con  tal  fra- 
casso ,  ec. 

g.  I.  Per  metaf  vale  Sollecitare,  Inci- 
tare, Affrettare  .  Lat.  urgere  ,  incitare  , 
calcar  addere.  Gr.  ÌTZuy  Zf* .  Bocc.  nov. 
77.  25.  Amor  mi  sprona  per  si  fatU  ma- 
niera ,  che  niuna  cosa  è,  la  quale  io  non 
facessi .  Dant.  Jnf.  3.  E  pronti  sono  al 
trai^assar  del  rio  ,  Che  la  divina  giustizia 
gli  sprona.  Petr.  .?o/i.  200.  Tu  I  fai,  che 
si  r  accendi  e  sì  la  sproni.  E  207.  Pur 
d'  alzar  I'  alma  a  quel  celeste  regno  E  '1 
mio  consiglio,  e  di  spronare  il  core.  Sen. 
Ben.  ì'arch.  4-  I?-  Soverchio  è  a  quelle 
cose  spronare  ,  dove  ne  spigne  la  natura. 
V  Sannaz.  Arcad.  Fgl.  I.  Ch' a  pianger 
spesso  ed  a  cantar  mi  spronano.  F  Pros. 
IO-  Posto  che  molli  da  volonteroso  ardi- 
re spronati ,  tentalo  lo  abbiano  più  vol- 
te. (Br) 

g.  U.  In  signi/ìc.  neutr.  vale  lo  stes- 
so. Lat.  properare,  ferri.  Gr.  ffTsJOiiv, 
£-=i/E56«t.  l'ant.  Par.  17.  Ben  veggio, 
padre  mio,  siccome  sprona  Lo  tempo  ver- 
so me 

g.  II L  Spronar  le  scarpe,  si  dice  fìpi- 
ralam.  e  in  i.tcherzo  di  tlti  va  a  piedi  . 
Lat.  pedibus  incedere.  Gr-  ~ttx^  ^aot- 
C£tv.  Malm.  8.  58.  Ripone  il  lìbro^  e  spro 
na  poi  le  scarpe. 

SPRONATA.  Lo  spronai-e,  e  la  Pun- 
tura, o  Colpo  di  sprone.  Liv.  M-  Assalirò  i 


nemici   per  si  gran 


forza 


per 


"rande 


izza,  eh'  a  una  spronata  gli  disbaraltaro  . 
Frane.  Sacch.  nov.  159.  Quando  egli  gli 
dava  una  spronata  ,  e'  si  movea  d'  un  pezzo, 
come  se  fosse  di  legno. 

^.  Per  metaf  vale  Incitamenti .  Tac. 
Pav.  Ann.  I.  22.  Mossero  tali  spronale 
non  pure  i  Cherusci,  ma  i  vicini. 

SPHONATO.  Add.  da  Spronare.  Lat- 
calcaribus  incitatus  -  Gr.  if.z-j~^T,'in^  . 
Bocc.  nov.  5g.  5.  Spir)nati  i  cavalli,  a 
guisa  d'  uno  assalto  sollazzevole,  gli  furO' 


quasi  prima  che  egli  se  n'a>  vedesse, 
sopra.  Alam.  Gir.  12.  l4-  Poscia,  sicco- 
me fosse  v«  nto  o  strale.  Il  desUiero  spro- 
nato via  ci  porta. 

*  g.  I.  F  fguratam.  per  Incitato,  Sti- 
molato. Belc.  l  it.  Co/omA.  327.  E  uden- 
do Sacramoro  si  belle,  e  nobili  cose,  spro- 
nato da  grande  desiderio,  disse  ec.  (Cj 

g.  II.  Cane  spronalo,  si  dice  quello  che 
alquanto  sopra  al  piede  ha  un'unghia,  alla 
quale  diciamo  Sprone. 

"t  SPRONATORE.  Perbal.  masc.  Che, 
o  Chi  sprona,  lib.  Fred.  B.  Come  lo  spro- 
nalore  a  suo  prò  si  vale  dello  sprone. 

7  5  SPRONE.   Un  metzo  cerchietto  di 


al  calcagno,  e  lite  ha  in  mezzo  una  girella 
stellata,  chiamata  Spronella,  colla  qua- 
le si  pugne  la  cavalcatura,  acciocch' eUa 
affretti  il  cammino.  Lai.  slimuhis,  calcar. 
Òr.  zs'vTpov.  Bocc.  nov.  43.  5.  Tenendo- 
gli gli  sproni  stretti  al  corj  o.  A'  nov.  89. 
6.  Buon  cavallo  e  mal  cavallo  vuole  spro- 
ne, e  buona  femmina  e  mala  femmina  vuol 
bastono  (  qui  dello  provcrbialm.  j.  Pani, 
t'urg.  6.  (.uarda  com'  osta  fiera  è  fatta 
fella.  Per  non  es>cr  corretta  dagli  sproni. 
^  Alam.  Avarclt.  16.  4-  ^-^  solerctlc  pria 
del  più  sicuro  Acciar,  che  poi  ti  il  NorìcO 
terreno,  (ili  arma  di  sotto  i  piedij  indi  lo 
sprone  Ricco  di  gemme  e  d'or  sopra  gli 
pone.  (B) 

g.  I.  Sprone  ,  per  similil.  Petr.  son. 
\\o.  Onde  seco  e  con  Amor  si  lagna, 
C  ha  si  caldi  gli  spron,  si  duro  il  freno.  E 
cap.  7.  Talor  ti  vidi  tali  sproni  al  fianco, 
Ch'  i'  dissi  :  qui  convien  più  duro  morso, 
g.  II.  Sprone,  per  metaf.,  vale  Incita- 
mento, Stimolo.  Alam.  Gir.  1.  3.  Perchè 
r  allo  Francesco,  il  Grande  Enrico  ec.  Con 
dolci  sproni  a  ragionar  m'invita,  fìorgh. 
Bip.  72.  Gian  Bologna,  punto  dallo  spro* 
ne  della  viilù  ,  si  dispose  di  mostrare  al 
mondo,  che  ec.  '■-  Tac.  Pav.  Germ.  374- 
E  lo  maggiore  sprone  a  viitù  si  è  che  non 
fanno  lor  punte  o  frotte  a  caso.  (TC) 

g.  III.  Par  di  sproni ,  vale  Spronare. 
Lat.  calcaribus  e.tcilare  ,  concitare  .  Gr. 
/.fi-iz~-i  .  G.  7'.  7.  102.  3.  Colla  spada 
tagliò  le  redine  del  suo  cavallo  ,  e  dicgli 
degli  sproni.  Pera.  rim.  i.  i5.  Tirau  la 
briglia  insieme,  e   dan  di  sproni. 

g.  IV.  A  spron  battuto  ,  o  A  .tpron 
battuti,  posti  avverbialm. ,  vogliono  Ve- 
locissimamente. A  tutto  corso.  Lat.  celer- 
rime  .  Gr.  -z&'x^-^t'j.  .  Bell.  Tuli.  Più  di 
sei  miglia  lo  menòe  a  s|  von  battuto.  G. 
V-  7.  i3o.  6.  1  feditori  Aretini  si  mosso- 
no  con  gran  baldanza  a  spron  balluli  a  fedi- 
re sopra  r  oste  de'  Fiorentini.  Cron.  òJo- 
rell.  309.  Tulio  giorno  iscrivevano  simili 
no^  elle;  il  perchè  qui  s'  affrettava  a  sproni 
battuti,  egli  uscisse  a  campo.  Frane.  Sacch. 
nov.  !\i.  Convenne  che  tutti  si  fuggissonoa 
spron  battuti. 

g.  V.  Sproni  ,  si  dicono  anche  Quei 
brocchetti  che  sono  talora  su  per  lo  pe- 
dale dell'  albero.  Cr.  5.  8.  3-  Da  ciascu- 
na parte  ra^piaoalo  (il  ramo),  ricidendo 
i  nodi  e  gli  sproni. 

g.  VI.  Sprone,  si  dice  anche  Queltun- 
ghione  del  gallo,  ih' egli  ha  alquanto  di 
sopra  al  pièj  e  similmente  quel  del  Ca- 
ne. Lat.  calcar.  Gr-  /it-po/.  Belline,  son. 
2.'>8.  I  palli  s'  hanno  già  messi  gli  sproni. 
E  son.  320.  E  cogli  sproni  in  pie  son  co- 
me  il  gallo. 

g.  VII.  Sprone,  si  dice  anche  La  punta 
della  prua  de'  navilii  da  remo  .  Lat.  ro- 
strum.  Ciriff.  Calv.  3.  89.  Cosi  adunque 
volando  cammina,  E  Ira  [Tua  e  mezz'  al- 
bero gli  pone,  E  con  gli  spron  fin  dentro 
al  corpo  "passa,  E  tutta  la  postìccia  gli  fra- 
cassa. ^  Pav.  Mon.  Battè  monete  di  ra- 
me col  trilonte,  e  collo  sprone  della  na- 
ve. 4Brj 

g.  Vili.  Sproni  delle  mura,  o  de" fon- 
damenti,  si  dicono  Alcune  muraglie  per 
traverso,  che  si  fanno  talvolta  per  fortifi- 
care le  mura  e  i  fondamenti. 

*  g.  IX.  j4  spron  d'  oro.  Titolo  d'un 
ordine  cavalleresco.  «  Dep.  Decam.  Il5. 
Non  si  chiamando  più  con  questo  nome, 
se  non  que' medesimi  che  noi  diciamo  ca- 
valieri a  spron  d*  oro  ».  Lasc.  Cen.  I.  nov. 
3.  Messer  Mario  Tornaquinci,  cavaliere  a 
spron  d*  oro  ,  assai  ricco  ,  ce.  t  V) 

s?  g.  X.  Sprone,  o  Cornetto,  term.  dei 
Maniscalchi,  Escrescenza  cornea ,  situata 
alla  parte  posteriore  del  nodello  del  piede 
dei  cavallo.  (Aj 


1342 


S  P  R 


^  §.  XI.  Sproni,  fiirono  i  Legnaiuoli 
alcuni  pezzi  di  le^nn  vhe  ti  roif^egnano  di- 
ritti agli  angoli  delle  mura.  (A/ 

'^  g.  XII.  Sprone,  term.  de' Botanici , 
La  parte  inferiore  di  certi  Jhri  ,  eur\^ata  , 
tubolosa,  angustissima,  e  chiusa  nel  fini' 
mento.  (A) 

^  g.  XIII.  Sprone  di  cavaliere.  Sorta  di 
fiore  detto  altrimenti  i'ior  cappuccino.  /'. 
allavorc  RIGALIGO.  (') 

SPRONELLA.  Strila  dello  sprone.  G. 
V.  /(.  3.  2.  Si  trovantn»  inse(;nL-  vcrchie 
reali,  it  campo  azzurm  «oii  ispronelle  a<l 
i>ro.  Buon,  t'ier.  3.  2.  IJ.  Osserva  quante 
lune  ,  Quante  stelle  e  spruaelle  e  gigli  e 
jKtmi. 

■f  'f  SPROPIAMENTO.  Spmpiazione. 
Segner.  Conrord.  part.  2.  cap.  6.  Che  scr- 
vf  ailunt|ii(:  inventar  vani  vocalioli  di  nu- 
dità volontaria  <1l'(;1ì  alti  nostri,  di  stacca- 
niento,  di  spropianieiilo  ,  di  jpogtiameoto, 
IT.    (A) 

SPROPIARE,  e  SPROPRURE  .  Fri- 
i-nre.  Spodestare  delle  cove  proprie  j  e  si 
usa  anche  nel  sentini.  ncutr.  pass.  Lat. 
spallare  ,  privare  ,  prnprieialcni  adimere. 
Gr.  aTTosTsaicv.  /'V.  lac.  T.  2  12  i6. 
Non  essendo  spropriato,  Profession  non  è 
adempita  .  /.'  ahro\.'C  :  D'  ogni  lieo  t'  hai 
spogliato,  E  di  virtù  spropialo.  ^  Vit.  S. 
f'ranc.  iqO.  Pero  non  riceveva  egli  niu- 
no  all'  Online,  se  prima  non  si  spropiasse, 
per  volere  osservare  il  Vangelio.  Burch. 
2.  8l.  Se  no'"D  ti  sj>ropi  Del  Giudeo  inte- 
resso soprappresso  Segner.  Mann.  Mnrz- 
'io.  5.  Bisogna  dunque  che  tu  ti  avvezzi 
a  pigliar  pruova  di  te  ce,  a  donar  volon- 
tieri,  a  spropriarti  volimtieri,  a  fare  quan- 
do  puoi    volontieri    delle  liinosine.  f /^  > 

SPROPIATO,  e  SPROPRIATO.  Add. 
fin    lor  rerhi. 

SPROPIAZIONE.  Lo  spropiarsi. Frane. 
Sacch.  rini.  FU-  di  scr  Albiz.  12.  De' sensi 
miei  mi  fé  spropiazione. 

SPROPORZIONALE  .  Add.  Contrario 
dì  Proporzionale.  Che  non  ha  proporzio- 
ne. Lat.  asytnmefer  ,  inrnmmensnrabilis  . 
Gr-  oi-s\J[J.(J.irpo^.  /'à'.  Prop.  66.  Si  po- 
trà con  questa  dimostrazione  scorrere  gli 
altri  teoremi  delle  grandezze  sproporzio- 
nali . 

SPROPORZIONALITÀ'  .  Astratto  di 
Sproporzionale,  Sproporzione.  Lai.  asim- 
metria,  inconcinnilas  .  Gr.  aflUU|UETCia  - 
Varch.  Lez-  lo3.  Secondo  le  molte  e  quasi 
inBnitc  sproporzionalità  ec.  che  possono  ac- 
cadere nella  matrice .  Cai.  Sist.  35q.  Di 
queste  sproporzionalità  se  ne  parlo  a  liastaii- 
tn  il  giorno  pa^sato. 

•fi?  SPROPORZIONALMENTE.  Ai- 
verh.  In  m  'do  sproporzionale  ,  Spropor- 
zionatamente. C'dcn.  Nis.  !\.  IQ.  Veste  dun- 
(juc  un  picciol  corpo  storico  spropoizional- 
inente  con  tro[)pe  e  lunghe  digressioni  e 
priaripii ,  ve.  (A) 

SPROPORZIONARK  .  Cavar  fuori  di 
proporzione.  >••  Iniperf.  Tim .  J>  l!\.  T. 
8.  562.  Perdio  fuori  di  lui  nulla  di  loro 
nmanessft  ,  che  sopra  raggendoli  ,  .spro- 
porzionare della  sua  anidogia  ,  scomporre 
sue  faculladi.  e  sì  perir  lo  facesse  (parla 
del  mondo  e  degli  elementi).    (Ft 

SPROPORZIONATAMENTE. //fi-e//.. 
Con  isproporzione.  Lai.  inconrinne.  •?  dal. 
Mot.  loc.  Ti^'i.  La  molestiti  di  queste  fdi.i- 
sonarne)  nascerà,  credo  io.  dalle  ili-scordi 
pulsazioni  di  due  diversi  luoiii  che  spro- 
porzionalamentu  colpeggiano  sopra  \\  no- 
stro timpano,  e  crudelissime  saranno,  ec. 
Baldin.  Lez.  pag.  17.  (Fir.  1692)  È  un 
modo  di  far  ritratti,  quanto  si  può,  somi- 
glianti ec,  talora  aggravando  o  crescendo 
idit'etti  rielle  parli  iniiute  5propoi-iionala- 
mente,  talmente  che  nel  tutto  appariscano 
«se  ec.   (/!} 

SPROPORZIONATISSIMAMENTE  . 


S  P  R 

Super/,  di  Sproporzionatamente.  GaL  Sist. 
21 1.  Si  rìaterxa  r  JDverisimìle  col  disordi- 
nare sproporzionatissimamunti'  l'ordine  che 
noi  veggiamo  sicuramente  esser  tra  quei 
corpi  celesti,  la  circolazion  de'  quali  non  è 
duljhia,   ma  certissima. 

SPROPOHZIONATISSIMO.  Su/>erl.  di 
Sproporzionalo  .  Lat.  ìnepltssimus  .  Gr. 
T3CVU  a>K^//57T3;  .  Gal.  Sist.  333.  Ri- 
sultava un  mostro  ed  una  chimera  com- 
posta di  memlira  tra  di  loro  sproporziona- 
lissime,  V  del  tutto  incompatihili.  /s  358- 
Genti  che  sono  accomodate  ad  antmetter 
cose  sproporzionatissime. 

SPKOI'OllZIUNATO.  Add.  Che  è  fuo- 
ri di  proporzione.  Che  nonjta  proporzione. 
Lat.  avymmeter ,  inrommensuraf'ilis.  Gr. 
V.-:j;ju.ZTpOi  .  Farrh.  Lez.  56^.  1  a  gra- 
zia ec.  ,  scIjIh'Ui*  può  slare  in  un  corpo  clic 
non  sia  così  proporzionato  ce.  ,  non  può 
però  stare  in  uno  sproporzionato  e  rozzo 
atfatto  . 

SPROPORZIONE  .  Contrario  di  Pro- 
porzione. Lat.  asyrnetria.  Gr.  «■JUUjuiìr^L'a. 
fitit.  Sicché  non  vi  sta  colla  sproporzione. 
Fine.  Mnrt.  leti.  2.  Non  mi  si  apprescnta 
occasione  per  p<ilervi  servire  in  cosa  mag- 
giore,  forse  per  la  sproporzione  che  è  Ira 
l'altezza  dello  slato  vostro,  e  la  bassezza 
della  mia  condizione.  Alani.  Colt.  2.  5o. 
Prenda  il  inarilo  poi  .  i  he  lulta  mostri 
Senza  sproporzion  la   forma  altera. 

t  *  SPROPOSlrÀ^,GI^E.  Foce  poco 
ii.tata.  Spropo.sito.Bel/in.  Disc.  2.  21ì.  Udi- 
re che  in  un  braccio  andante  vi  stan  sei  brac- 
cia e  dodici  braccia  ,  intendendole  tulle 
per  andanti  ,  o^nun  vede  eh'  ella  è  una 
sproposilaggine  più  che  bestiale.  (.Min) 

SPROPOSITARE.  Fare,  o  Dirv  spro- 
positi ,  Operare  fuor  di  proposito  .  Lai. 
afferrare,  inepla  faccre  ,  atti  lotiiti  j  abs 
re  f licere,  loqiti.  Gr.  v.p.'xc-.d'^n-i..  yXua- 
peìv  .  ìjìj)  zì-J  .  *I=  Uden.  Xts.  Stazio  per 
natura  e  per  istudio  sempre  cerca  di  spro- 
positare. (.4) 

•f  *  SPROPOSITATAMENTE.  Ai- 
verh.  In  modo  spropositato  ,  A  sproposi- 
to, Fuor  di  prnpn.-iito.  Accad.  Cr.  Sfess. 
.'>.  567.  Ma  un'ingiuria  intentata  spropo- 
silalamenle  contro  a  ragione  ,  questo  è  il 
non  più  oltre  della  pazienza  d'un  uomo 
icnsato.  Magai.  L^ett.  Per  rifacimento  de' 
danni  fatti  spniposilatamcntc  alle  loro  dal- 
le vostre  navi  in  Guinea.  Uden.  .\is.  3. 
t^5.  Il  qual  vizio  ce.  e  non  meno  ìncon- 
Tenienle  e  stravagante,  che  si  trasponesse 
un  ragionamento  ce,  e  così  di  peso  in  al- 
tra poesia  spropositatamente  si  Tcniise  a 
inserire,   (.-i ) 

:;:  SPROPOSITATISSIMO.  Superi,  di 
Spropositato.  /ìott.  l'ini.  5.  ("doro  che 
non  s'  intenilono  un'  acca  di  pittura,  vi 
danno  soggetti  sproposi tutissimi  da  dipin- 
gere, ne*  (juali  non  si  saprebbe  fare  onore 
RaffaeUo.  (CP, 

3  SPROPOSITATO.  Add.  da  Spropo- 
sitare. 

f  §.  I.  Parlandosi  di  Persona,  vale 
Che  fa,  o  diir  spropositi,  lluon.  Fier.  [^. 
2.  7.  Conciliar  disgusti,  annodar  nozze. 
Spropositati,  inetti,  intempestivi.  Ma/m.  6- 
y8.   Voltati,   dice   il    Re.  spropositalo. 

I  3.  II.  Parlandosi  di  Co.ra,  vale  Che 
e  fuor  tli  propo.iHù  ,  di  tempo,  0  simile. 
Tac.  Pav.  Stor.  2.  a()6.  Lo  sleiso  VileJ- 
lio,  che  or  veniva  in  repcnliiia  collora , 
or  faceva  siiroposilate  carene,  sprenavano 
e  temevano  (il  testo  lai.  /fd  .- inlempesti- 
vis  blanditiis)  . 

«  g  MI.  Per  Erroneo.  mZthald  An- 
dr.  S'  accorgono  che  non  è  spropokilata 
atlallo   la   sua   iqiinionr  •«  .    (C) 

V-  §.  IV.  Sprvpoiiialo,  vale  anche  Cat- 
tivo .  niiuon.  Fier.  .3.  a.  8.  Risguarda 
il  carceralo,  e*  suoi  costumi  Spropositali, 
e  Éuor  d'ogni   diritto  m  .   (Cj 


S  P  R 

•f  *  SPR0P0SITI5SIM0.  Superi,  di 
Spropo.tilo.  Salvin.  Pros.  7o.tc.  i.  5l3, 
Ci  è  in  Danle ,  ove  parla  delle  famose 
frutte  di  frale  Alberigo  ec.,  ove  pare  che 
Dante  esalti  i  datteri  sopra  i  fichi.  Con 
pare  di  Dante^  sproposito  sproj>osilis»imo  ; 
ec.    fAj 

SPROPOSITO.  Cosa  che  è  fuor  di 
proposito  j  contrario  di  Proposito.  Lat. 
errar,  iiieptia.  Gr.  oifLsiprvìpMt  yìua^'at» 
Crio;.  Buon.  Fier.  1.  2.  2.  Ob  son  tan- 
ti questi  sciocchi,  Che  fan  tali  spropositi. 
F  Tane.  4-  9>  Ch'io  non  vo' far  qual- 
che  sproposito,   Che   tu   noi   sappia. 

§.  L  Fare  ag/i  spropositi,  vale  Far» 
un  giuoco  fanciullesco  così  detto.  Ma/m. 
2.  ^7.  Altri  più  là  vedevansi  confondere 
A  quel  giuoco  <  biainalo  gli  spropositi.  Che 
quei  ch'esce  di  tema  nel  rispondere,  Coo- 
vien   che   '1  pegno   subito  depositi. 

§.  II.  A  sproposito,  posto  awerbialm., 
vale  Senza  considerazione.  Senza  bisogn*; 
o  Senza  opfMrtunità.  Lat.  inopportune,  w- 
tempestive,  inconsulto,  temere.  Gr.  ocVat'- 
poì;  ,  K^auÀwi.  Tac.  Dav.  Stor.  2.  376. 
Celso,  che  sapeva  l' inganno,  gli  lascia  an- 
dare ;  escono  a  sproposito  ;  gì'  imhosrali 
vannogli  addosso.  Cari.  Fior.  79.  Niuno 
<)egli  esempli  che  producete  %'  arricina 
punto  air  opposizione,  anzi  ritoraano  tutti 
a  sproposito. 

•|  ^  SPROPOSITONE.  Accresca,  di 
Sproposito.  Magai,  part.  1.  /ett.  18.  Voi 
adesso  andate  dicendo  tra  voi  medesimo , 
che  io  ho  fallo  troppo  onore  a  questo  mia 
concetto,  dandoli  nome  di  fantasia,  paren- 
dovi anzi  una  strampalatena,  uno  spropo- 
silonc,  una  deboltzzaccia  da  ragazzo  :  noa 
è  così  T  (A) 

*  SPROPRIARE.  P'ed.  SPROPIA- 
RE.   (•) 

«SPROPRIATO.  Fed  SPROVU- 
TO.  (•) 

I?  SPHOPRIO.  Lo  spropriarsi,  Spro- 
priazionc.   (A  ' 

:;=  SPROTETTO.  Add.  you  protetto. 
Senza  protezione.  Lai.  expers  patrocina. 
Gr.  aTT^s^rarsuTo;.  Salvin.  Pros.  2o- 
sc.  1.  3l5.  La  provvidenza  vostra,  arci- 
consolo  degnissimo,  me  scelse  a  tal  pro- 
va, acciocché  non  restasse  l' ìnoorcQU  in- 
difesa e  sprotetta.   (*) 

•f  SPROVAMENTO.  F.  A.  Pro^a, 
Esperimento,  Lai.  prohatio.  Gr.  ;tji^a- 
Gr.  S.  Gir,  !^.  Lo  sprovamentu  dcU'a- 
misià  di  Dio  ec.  ,  cioè  la  perfezione  della 
buona  opra.  ^  Tratt.  I  irt.  Mor.  l3.  Lo 
sprovamenlo  di  buoni  pensieri  e  se  tenere 
bene  in  pace,  e  dimorare  io  una  medesi- 
ma guisa.  (C) 

SPROVARE.  /'.  A.  yeutr.  pass.  F- 
sercitar.ù  ,  Provarsi.  Lat.  se  «j  ercere. 
Firg.  Fneid.  Sprovansi  i  compagni  spo- 
gliali al  giuoco  palestre. 

§.  /n  signific.  att.  vale  Tentare,  Pro- 
vare, Esperimentare.  Lat.  tentare  ,  pert- 
ciilum  facere,  e.vperiri.  Gr.  ~npi'*.  G. 
ì'.  9.  317.  3.  1  Fiorentini  cuen«lo  in  Un- 
ta atiliiione  tU  guerra,  e  cosi  sprovaù  dal 
tiranno  Castruccio  loro  nimico,  niandarooo 
per  soccorso  al  re  Ruberto-  I.iv.  M.  For- 
tuna per  isprovar  la  viiUi  romana.  Tratt. 
Fort.  Sansa  questa  \irlù  ni  uni»  può  esse- 
re isprovato. 

»  SPROVEDUTAMENTE.  F  SPROV- 
VEDUTAMENTE,  ffi) 

*  SPROVEDUTO.  /.SPROVVEDI!- 
TO.  (B) 

SPROVVEDERE  Contrario  dt  Pro*'- 
vedere  ;  Lasciare  sprovveduto.  Lat.  orha- 
re,  privare.  Gr.  artpiiv,  liuicc.  Stor. 
10-  713.  Ne  volendo  i  Francesi  spro»ire- 
deic  lo  Stalo  di   Milano. 

t  SPROVVKI)UTAMENTF..c  SPRO- 

VEDUTAMENTI-:     Avveri».    Senta  prov- 

cedimento  ,   incautamente  ,     Disan-^dula- 


S  P  R 


m„„.  La..  irnpr,ni,le,'''COns,.no  mp.- 
r^(e,   .<.<■«.,«•,  lr".ere.  Gr.  «p<>.>«..  '"">■ 

G  r.  11.  ii3-  A-  Si  i'»^'''"-  »?'»""••: 

,i„U.m-n.e  con  tulio  il  raiTO  .■  o..l.Wu. 
CT.ai  d.-lla  roridi  d,.'Pr.,.n.  .V.  '  •  »■  ^^• 
fedendo   il  V"-"  -'•■•->-'■"'  -""Vlb 

Con.e^o„,"  qunn.lo  s,,rovvo,luUn.onU.  a- 

Tcndo  preso  con  ...ano  >'°». '",''  '^l.W.' 
tcvole,  q...-lla  cono^iuta  d,  >"''■"'  = '''; 
dona,  il/or.  .V.  <;r.  K^scmlo  no.  ro>. 
,prov^.dulam<-nle  awalili  du  osso,  no,  ™- 
L  antivenuti  dalla  nostra  f,«^TÌ<^  '•'■'■. 
;V//.  31.  Giugoindo  airuseio,  d  tro^  o 
'errato,  \vendolo  serrato  la  madre  .sr'"- 
vedutanìeute.    H- lìemh.   Slor    »     71-    L^" 

„»do  nel  porto  -''■'  '■»"'•»""  ""  f;r 
viniiiaue  sema  al-una  guardia ,  Cam»!.  , 
.snrt.vedutaraente  assalendole,  con  poca  u- 
llca  le  prese  (  qni  v.U  in.provv.samentc 
„pp„re  non  avendolo  l''"'''"!"  .'l"'"',  ^^ 
lee).  /■;  8.  IIQ  L'escreto  della  Hcpul- 
Idie»  sprovedutamente  ed  improvv.sanun- 
te  a  Padova  si  niandasse.  C?  > 

SPROVVEUUTISSIMO  .  Saperi,  d, 
Sprovveduto.  Lai.  mcximr  v«nms  dcsU- 
l,.l,.s.  Gr.  .£.«T«T.S.  Bcn.b.  .-'or.  3 
30.  Ma  egli,  trovandosi  sprovvedul.ss.n.o 
di  lune  quelle  cose  che  alla  f»""/"""" 
hisogno,  volle  parlare  al  consolo  de   vini- 

"'•+   SPROVVEDUTO,  e  SPBOVEDU- 
TO     AM.  da    SprotMdere;    .^en    ,.roc- 
.■frf../o.  Senza  preparamento.    Lat.    ,mpa- 
ralus.  Gr.   a7r«/:«<!«t"0=-   •"<"'■  ."""•  PS" 
IO    Quivi,  secondo  cena  sprovveduta,  tu- 
rano assai  Lene    e    ordinatamente    se.v.t.. 
C.   ;•.   7    65.   2.  1    Messinesi    eCic.liam 
enino  sprovveduti .  e    non    urdinaU    a    di- 
rensione    E  8.   78.  6.    Andando    cercando 
la  persona  del  Re  ,  lo  trovarono  sp,wve- 
duto  e    .masi    disarmato.     Cavale.    1  nitl. 
ling.  A  mostrar  la  stoltixia  di  quell.  che  s. 
promettono  lunga  vita,  e  a  questa  speran- 
•a  stanno  nel  peccato,  e  poi  la  morte  gì. 
truova    sprovveduti      *  Bemh.    Star.    9. 
1-6.    Con  repentine  e  sprovedute    corre- 
rie  né  di  ne  notte  punto    riposar  gli  la- 
sciavano. (Fj  „      , 
*  §     L    J'er     Aon     pretedìilo.    Jiemn. 
Stor.  8.   119.  La  qual  città  ec    con  alcu- 
no sproveduto  e  repentino  assalto  ce.    ri- 
cuperar potessero.   (1) 

•4.  *  §.  11.  Alla  sprovvedala,  ;io.rto 
avverbialm.  vale  Sprovvedulanientc.  Bla. 
rim.  buri.  1.  196.  Or,  ancor  eh  m  avessi 
da  dir  mollo,  Farò  qui  60;  perei,  alla 
sprovveduta  lo  non  fossi  lalor  dal  padron 

colto.     (Jì  .  , 

#  SPBOVVISTAMESTE.  Avverb. 
Sprovvedutamente,  Alla  sprovvista.  Car. 
lous.  Sof.  pas.  33.  Premendosi  le  la M.ra 
con  le  lal.bra  talmente,  che  né  V  una  Loc- 
ca ne  r  altra  si  vedea  ,  Dafni  una  volta 
sprovvistamente,  per  più  stringersela  ad- 
dosso, diede  ee.  (H) 

SPROVVISTO  .  Add.  Sprovveduto  . 
Cuicc.  Stor.  14.  69G.  La  quale  citta  es- 
sendo rimasta  qu.isi  sprovvista  ,  diede  ani- 
mo a  Lautrech  ec.  Buon,  l-'ier.  3.  2.  2. 
E  come  spesso  Sprovvisti  son  di  quel  eli 
è  lor  più  d' uopo. 

g.  Alla  sprovvista,  posto  avverhialm.  , 
vàie  lo  slesso  che  .••provvedutamente.  Jir. 
As.  134.  InBngendo  cosi  alla  sprovvista 
una  sua  risposta,  disse:  ec.  I)av.  Scism. 
85.  Maurilio  alla  sprovvista  prese  Villaco. 
SPRL'FFARE.  .Spruzzare.  Lai.  a.!per- 
sere.  Gr.  ia.'v-.v.  Cr.  9.  99.  1-  Qu«te 
spruU'ar  si  vo-liono  coli'  acqua  mulsa  ;  d 
qual  fatto,  non  solamente  si  limangon  della 
lijttaglia,   ma  isbratlansi  leccando. 

SPRl'NARE.  Disprunare ,  Toglierei 
prua,  Lat  .<enles  evellere.  Gr.  vtwAyi, 
ri.-osrAi.    l'ranc.   Sacrli.  rim.    58.    Dove 


s  r  B 

cl.i  passa  e  corre,  e  non  si  spenna.  Rime- 
dio alcuno  non   |  no  avete   unquanco. 

spl^u^E<;olo.c  ,splHJ^E...;lOLo  . 

ì'n-mtopo.    Lat.    '"""■'■  lor.  md.  hem. 
li  "lo  l'ho  recalo  un  loaiio  di  spiuiieg- 
j;  Con  coccole   .  h' 10    colsi   av.de     avale 
/,/,.   son.    I03.   E- tornea  l.cn    tanto    .dio 
spruncggio.  Ch'io  soche  e.    s  ha    p 
pugnere  il  ghio.tuzio.  Bemb.Asol.  2.  83. 
Se  cosiheneU  loglio,    la    felce    ee. ,    gl- 
spiuneggi.di,  e  l'altre  eil.e  inut.l.  e    no- 
cive alla  sua  possessione  scegliessc. 
'       +  *    SPRUZZA.   ì  .  A.  lo  stesso  che 
Sprazzo,  cioè  Minutissima    gocciolma    d 
acqua.    1>.  G.o-v/. /'«''•  2»3.  L'acqua  hae 
molte  parli:    ogne    spruiza  e   parie    dell 

""spruzzagli  A.  Acquicella,  Poca  piog- 
gia e  Icgswra.  ì.cd.  Ins.  91.  Quelle  la- 
mu.e,  le"  quali  si  veggono  quando  viene 
qualche  spiuizaglia  d,  |.i„f  già,  hanno  avu- 
l„  il  lor  natale  molti  giorni  avanti.  ••■  l'Ct- 
Un.  Disc.  1.  35.  Quando  nelle  tempeste  | 
s'affronta  onda  con  onda,  e  corzans.  ed 
uitansi  insieme,  si  speziano  esse  e  si  di- 
sfanno  in  una  spiuzzaglia  si  6ne  che  s. 
smarrisce  la  vista  nella  minutezza  d.  quelle 
parti,  neUe    quali  la    spruziagl.a    s.    spar- 

°'\-:  e  Per  .fimilit.  Poca  quantità  di 
chéccL^sla.  Salvia.  Annoi.  Opp.Fesc.Voj, 
spiuzzaglia,  per  esempio,  di  cedrai..  (A) 
Ma'al.  lelt.  2.  Una  spruizaglia  d.  l.olli- 
riat'tolc  venute  a  uno  in  sul  braccio,  o  sul 

•+  :'.:   SPRLZZAMEKTO.  Spruzzo   A- 

spcrsicne.    Scgncr.   Miser.    ver.^elt.    S.  A 

un  semplice  spru^zamento  che  da  voi  ven- 

.  i:    .   l....,,„»„iiì      resteranno 


S  P  R 


,341 


;a  ,  a  un  semp 


lavanicnto ,  resteranno 


"a  ,  ,*   ""  J.-...J ...  1  1    11 

ee.   e   -1  corpo  netto,  e  1  anima    ral.l.eU 

'  SPRIZZARE,   leggiermente   bagnare, 

0  si  faccia  colla    becca   .wchiusa  ,    man- 
dando  fuor  con  forza  il  hquore   che  v.  s 
ha  dentro,  ovvero  colle  dUa  bagnate,    o 
con   ispazzole,  o  granatini,  o  .<,/»;/.._  Lai. 
co«.<pergere  ,    aspergere.     Gr.     fj""'"- 
iJc.   nov.  80.    II.   Tutu  costoro  d.  que- 
ste   acque    spruzzarono.    Pallad.    S.   vuol 
fr .-are  entro  ec.  con  erbe    soav.ssunc  ,   e 
poi  spnizj:aivi  un   poco    di    me  e      (  r.    9. 
99.    I.    E    maggiormente    se    dalla    mulsa 
sono  spruzzale,  alla  quale  per  1  odore  più 
disideiosamente    s' appigliano ,    e    stupidi- 
scono.  Sodcr.   Coli.   127.   Se  con  sugo    d. 
porcellana  gli  spruzzerai    .ntorno  ec.  ,  ap- 
piccandole poi  in  lato  aseiutlo    ^'n>^"l"- 
tanno  lungo  tempo.  *   Buccll.  Ap.    239. 
«par-er    convienli    una    rorante    pioggia  , 
Soffiando  r  acqua,  e'  hai  raccolta  in    boc- 
ca     Per    r  aria ,  che    .<pruzzare    J  vulgo 
chiama.    Lib.     Son.    45.     Questa    e  tuli 
acqua  lanla,  che  io  ti  spruzzo.  (J,) 

§.   1.    ler  stmilit.  vale  Spargere  mmu- 
lamcnte.  Lat.  irrorare.    Cr. 


2    l38.   <-li  leghi  e  l'brij  .u    cnrlapcco- 
ra,  co.  fogl.  r.londali  e  spruzial.,    conlor- 
,e   mi  ha  legali  gli  alili.  C^J 

•+  *  Sl'RUZZl'.TTU.  l'im.  di  .'•pruz- 
o;  .'spruzzolo.  .Illcg.  pag.  192.  (Amsterd. 
1754  )  Se  egli  Ì!  ver,  come  10  penso,  che 
1'  avx'r  una  vena  di  dolce,  idest  uno  spruz- 
zello  di  scemo,  sia  come  dire,  d  zucche- 
ro sulle  vivande,  ec.    (A) 

•f  *  §.  Spruzzelto ,  dicesi  anche  Un 
ramuscello,  scopa  ,  o  checchessia  altro  , 
con  che  si  .spruzza  Corsia.  Torracch.  3. 
3o.  E  '1  Sonno,  che  vag;.ndo  Pel  mondo 
"se  ne  già  con  lo  spiuzzello  D' um.d' onda 
lelea  l  alme  bagnando.  Pur  anco  a  lor  ba- 
gnò la  fionte,  e  '1  petto.  lAJ 

SPRUZZO   lo  spruzzare.  Sprazzo.  Lat. 

a.mrsio,  irrorano,  a.ipergo  .  Gr.    pKVTi- 

auó^  .    Coli.   Ab.   Isaac.    S'  ella    gravasse 

niente  per  alcuno  spruzzo  d'  umore,    non 

solamente  non  si  levei'a    in    aria,    ma  ee 

/(/■     Far.    10.    106.   Che  se  lo  spruzzo  ha 

in  tal  modo  a  durale.   Teme  si  l'ale    in- 

I  naffi  airippogr.fo.  Che  brami  in    vano  a- 

I  vere  o  zucca  o  schifo.  Sagg.  nat.  esp.  112. 

Ma  subito  che  lab    vescichette    emergono 

'  dall'  aceto,  urlando  nellaiia,  crepano,  eu 

il  lor  velo  in  un  finissimo  spruzzo  disper- 

gesi.  , 

SPBUZZOL  ARE.  Piovigginare.  Lat.  ro- 
rare,  leviler  pluerc.  Gr.  0>0(l.'?5iv.  Var- 
rh  Stor.  IO.  314.  Essendo  piovigginato 
alquanto,  spruzzolava  ancora  un  poco.  *- 
der  Colt.  38.  Il  nuviloso  (tempo)  senza 
lùoggia  non  'e  da  rifiutarlo,  e  se  spruzzo- 
lasse, non  e  cattivo. 

g  Per  similit.  vale  Spruzzare.  Lai. 
irrorare,  aspergere.  Gr.  £n.p>a.'v£.v  . 
/■/,.  yjijc.  an.  91.  Con  una  spugna  le 
spazzolasse  dell'  acqua  addosso  .  *  Car 
long.   Sof   19.  Dafni  le  spruzzolava   dell 


el 


ly.      ^- -     -I 

iso,  ed  ella  gli  rovesciava  ad- 


3.  E 
'nie,  A-.ai.  »»  <  f  "-  -  ■  -  -  ^  * 
soppressalo  che  sia,  si  levi  la  soppressa,  e 
si  dee  spruzzar  con  sai  luto.  Ai,™,  f  .cr. 
4  3.  3  lo  non  vo'  sliavi.  Che  roiHnuz- 
z,uo  addosso  po' cannoni  Un  nugol  della 
polvere  vivace,  Ond'  egli  h.m  lutti  p.cn 
j-heroni  e  falde. 

«;  11.  Per  metaf  Lai.  aspergere.  Gr. 
E^V;«vE.v.  Poez.  I  arch.  2.  pros.  4. 
Di  quante  amarezze  è  spruzzala  la  dolcez- 
za  dell'  umana  fiUcit'a! 

3   SPRUZZATO.  Add.    da    Spruzzare. 

Lat.  a.ipersus.  Gr.    pa,re.;.    óagg.    nat. 

1  Cip.  78.  Le  gocciole,  d'  acqua  ,  o  di  argen- 

i   lo  viio,  spiuzzale  sopra  .1  suo  tondo,  dal- 

'  la  solila  lor  fig.ira  non  s   alterano. 

*  e  1  Per  Macchialo,  -tranc.  iac- 
ch  .10^.  l63.  Ser  Buonaveic  non  avea  pm 
che  un  paio  di  calzacce  bianche,  e  quelle, 
tornandosi  a  casa,  trovo  tutte  spruzzate  d 
inchiostro".  ( Cj  n  j     /,#, 

+  *  g    li.    rer  Chiazzalo.    Red.    leti. 


acqua  ne-      -    . 

dosso  i  suoi  fiori.  (IrJ 

SPRUZZOLATO.  Jdd.  da  Spruzzola- 
re. Lai.  a.<per.u.s.  Gr.  pa-iicii.  Hed.  In.<. 
l32.  Era  verde,  e  spruzzolalo  per  lutto  di 
macchiclte  gialle  e  rosse  e  turchine  (qu: 
per  simllil.  vale  chiazzalo,  picchettalo). 

SPRUZZOLO.  Sprazzo.  Lai.  aspergo, 
Icvis  pluvia.  Gr.  0>ir-.  5-  pavTlc/lO?.  Ci- 
rilì.  Calv.  2.  54.  Perchè  nelle  caverne  10 
nii  ra-gruzzolo,  E  non  islinio  vento  o  neve 
o  spruzzolo  .  Malm.  7.  l5.  Paride  beve  , 
e  poi  gli  d'a  lo  spruzzolo.  E  9.  2J.  Fiac- 
cate e  rotte  anch'  esse  d.igli  spruzzob  Di 
pietre  che  ancor  granano  i  cocuzzoli  (qui 
per  similil.).  Menz.  sai.  9.  E  tal  lu  gior- 
no ,  Ch'  ebbe  alle  tempie  troppo  amaro 
spruzzolo  (qui  per  metaf.  j. 

*  SPUBBLICAZ10^E.  Svergognamen- 
to   S.  Agost.  C.  D.   17.   20.  E  fatto  a  noi 
in  ispubblicazione  de'noslri  pensieri.  (MmJ 
SPUG^A  .    Sorta  di  pianta    che  nasce 
nel  fondo    del    mare.    Lai.    spongia  .  Gì. 
^rJy/oi  .   Eior.    tiri.  A.   M.   Cosi  come 
la  spugna  non  rende  V  acqua,  s'  ella  non 
è  premuta}  cosi  non  si  può  avere  dall  a- 
vaio,  se  non  per  forza.  tSocc.  nov.  l!\.  II. 
Costui  ,  divenuto  quasi    una    spugna  ,  ec. 
pervenne  al  lito  dell'  .sola  di  Guilo.  Vani. 
Purg.  20.  T  rassi  dell   acqua  non  sazia  la 
sp.igna.  Malm.  3.  60.  Genie  che  a  bere 
•e  peggio   delle  spugne.  ■:■    "    1  arch.   lez. 
440.   Come  sono  le  spugne  manne,  ed  al- 
cuni altri",  t^)  _     , 
J   S     I     £  Spugne  ,  si  chiamano   IJue 
sassi  bucherai,  a  guisa  delle  .'pugne  ma- 
nne,  i  quali   si   adoperano    per    adorna- 
mento  d!  fontane  e  grotte.    '""'"'■"''• 
IO.  La  calcina  farai  di  sasso  buuco  duro, 
ovvero  di  tebcrtino,  o  vuogli  d.  pietra  co- 
lombina, o  di  pietra  d.  fiume  rossa  ,0  d. 
spusna./Jor./ /ì.r-473-  L»  quale  ignu- 
da eVe  fra  le  spugne  di  quei  sass.. 

-^011     Var  di  spugna  ad  un  lavoro, 
vale  Cancellarlo.  Bellin.  Disc.  3.  22.  Bi- 


1344 


s  p  u 


sogna  dar  di  spugna  al  lavoro,  e  rtcomin* 
ciar  da  principio  l'opera  (parla  di  pittu- 
ra J.  (F) 

^  §.  111.  Liscinr  la  Spugna  j  maniera 
proverhiale  per  esprimere  ti  tentare  inu- 
tilmente qualche  cosa  impossiìiilc  a  farsi, 
o  a  riuscire  .  Lai.  lapidem  elixare  .  Gr. 
Ji'bov  tòifi  .  fìuon.  Fier.  3.  l.  5.  Non 
lu  rhc  (lare  appunto  un  pugno  in  cielo  , 
Non  fu  rh'  un  torre  a  pettinar  un  riccio, 
Un  lisciare  una  spugna;  Cbè  la  «uperlta 
inritrosìta  donna  Non  &i  piegò  ,  doq  pur 
&i  mosse  un*  u^na.    (*) 

*  SPUOMTOSO  .  Add.  Che  ha  al- 
quanto dello  spugnoso  .  Magai.  Lett.  La 
>ustaaza  interna  del  gambo  è  spugnito- 
sa.  (A) 

*  SPOGNONE.  Certa  pietra  bianca  di 
J 'otterrà  ,  che  serve  per  far  gesso.  Bai- 
din,    l'oc.    Dis.  in   GESSO.   fA) 

SPUGNOSITÀ',  SPUGNOSITADE,  e 
SPUGNOSITATK  .  Maritù  ,  liarezza  si- 
mile a  quella  della  spugna.  Lat.  raritas. 
Gr-  p.'jiiò'Zfìi'  C'r.  2.  l3.  17.  Fannosi  più 
tnolli,  arcioccliè  per  la  spugnosilà  loro  rt- 
sudi,  o  gema  di  fuori  1'  umido  naturale  , 
e  maturti^i  in  couvenevol  nutrimento  delle 
piante . 

3  SPUGNOLO.  Jild.  Bucherato  a  gui- 
.vrt  ili  spugna.  Lat.  snongiosus.  Gr.  szoy- 
•/w'155  .  ISurch.  ?..  Ji.  Spugnoso  e  rosso 
assai  più  rh'  un  rullino  .  liuon.  Fier.  3. 
L.  {^.  E  r  un  doppio  e  spugnoso,  E  tem- 
perato in  guisa,  Onde  gÙ  uominvibeono 
a   paesi . 

:?  g.  Edfttodi  Colore.  -  Pallad.  Marz. 
25.  I  color  son  questi:  ec;  vario,  cioè  il 
nero  colore  miscliiato  con  colore  alitino  , 
o  nero  col  Ladio  ;  canuto  con  qualunque 
colore;  spugnoso,  macchioso,  murilo,  più 
oscuro  ".   (]V) 

#  SPUGNUZZA.  Dim.  di  Spugna.  {*) 

t  *  §■  /- /'f'"  similìt.  Quella  scabrosità, 
o  bucherarne/Ito  che  resta  negl'  intagli  e 
/a*  ori  che  furono  niellali.  Lat.  spongiola. 
Gr.  5T5''/V"5V.  IScnv.  Celi.  Oref.  26.  Q"*^" 
sta  brunitura  è  solamente  fatta  per  rilurar 
certe  spugnuizc  che  alcune  volle  vengono 
ucl  niellare.  (•)  F  f'it.'i.  38i.  Questo  bru- 
nire si  fa  solamente  per  riturare  celle  spu- 
gouzze,  che  alcune  volle  vengono  nel  niel- 
lare.  (C) 

•|  *  SPULAttE  .  Levar  la  pula,  la 
loppa  ,  la  lolla  ,  cioè  quel  guscio  delle 
biade  ,  che  rimane  in  terra  nel  batterle  . 
Salvia.  Odiss.  II.  167.  Quando  in  te  rin- 
contrandosi alcun  altro  Viandante,  dira  d* 
aver  sulla  spalla  Mjgni6ca  una  pala  da 
spulare,  ce.  F  iliad.  Come  ncll'  aie  tra- 
porta le  paglie  il  vento  ,  quando  che  si 
tpula  ,  e  che  Cerere  ec.  si  discevera  il 
grano  della  paglb.   (A) 

SPULCELLAIiE.  Dispulsellare,  Ster- 
ginare.  Lai-  devirginare.  Gr.  oiKTy.^&£- 
»et/òiv.  t'olg-  Ras.  Si  tessono  insieme  vene 
toltili,  le  quali  quando  la  vergine  si  corrom- 
pe, cioè  si  spulrrlla,  si  rompono.  Zibald. 
j4ndr.  92.  Quando  sposano  moglie,  i  ma- 
rili  le  danno  a  spuliellarr  ad  alln.  /'/".  Al- 
dobr.  P.  A'-  23l.  Egli  e  dentro  alla  porta 
una  p<'lle,  che  le  fa  mah'  che  1*  uumo  la 
rompa,  (|Uiindo  la  spulcilla.  Cron.  ì'ell. 
142.  Isi.uhello  ,  ed  elibe  che  fare  colle 
ntigliori  donne  drlla  terra. 

SPULCELLATO.  Add.  da  Spulcel- 
lare . 

«  SPULCIALETTI.  Servigiale ;  Que- 
gli che  rifn,  e  spulcia  i  letti  ;  e  si  dicr  in 
dispregio  a  persona  vile  e  di  servite  me- 
stiere .  /,'iion.  Fier.  ^.  2.  5.  Anche  lu 
»cruccalorc  ,  spulcialetU  ,  Anche  lu  leslri- 
gon  succiamalalì  ce. ,  Piatlolon  da  sepol- 
cri ,  esci  al  sereno.  (*) 

SPULCI  AhE.  Ter  via  da  dosso  le  pulci j 
g  si  usa  in  signific.  alt.  e  neutr.  pati. 
Lat    pulicet  tollere  ,  a  pulicibus  liberare. 


S  P  U 

Gr.  òìJÌXkì  òttoLifiitv.  Buon.  Fier.  %.  4- 
17.  S  e*  non  v'era  una  gobba  lervicciuo- 
la ,  Che  guardava  là  ì  polli  appo  la  stalla, 
E  intanto  si  spulciava  soiinacchiuoi. 

*  SPULEGGIARE.  Lo  sUsso  che  Spu- 
iezzare.  Ar.  Cos.  (A) 

3  SPULEZZARE  .  Fuggir  con  gran- 
dissima fretta.  Lat.  se  fuga:  dare,  fugere. 
Gr.  psu/£tv  .  /,iA.  Son.  55.  Arran- 
ca, sbietta,  spulezza  ,  calcagna.  Morg.  7. 
32.  Vedrete  che  l»el  fumo  da' balconi.  E 
tutto  '1  campo  a  furia  spuleuarc  .  Tac. 
Dav.  Ann.  l\.  \o!\.  Ovunque  drizzava  oc- 
chio o  parola,  faceva  %pulezxare  ,  spanre, 
volar  le  vie  e  le  piazze .  E  Post.  !\^!\. 
Spulezzare  ,  volar  via  ,  rome  la  pula  al 
venlo.  Cirijr.  Calv.  3.  74.  <'be  sputezzar 
si  fece  ognun  davante.  Atalm.  7.  18.  Sen- 
za lume  ne  luce  via  spulezza,  E  corre  al 
buio,  che  né  anche  il  vento. 

SPULEZZO-  L'  atto  dello  .tpulezzare . 
Lai.  pra-ceps  fuga  ,  fuga  .  Or-  fjyrt  . 
Morg.  2  l\0.  Tu  ne  vedresti  il  più  bello 
spulezzo  ,  [lurchè  questo  battaglio  vi  con- 
duca .  Ciriff'.  Calv.  3.  75.  Vedrai  bello 
spulezzo  in  questi  piani  .  /:.'  !\.  109.  Ve- 
drai bello   spulezzo   in   quella   sala. 

SPULZELLARE.  Spulcellare  ,  Svergi- 
nare .  Lat.  devirginare  .  Gr.  òtiA^lxpSi- 
Vi Jsiv . 

SPUMA  .  Schiuma  .  Lat.  spuma  .  Gr. 
a'ocs;  .  ì'irg.  Fneid.  M.  Tre  volle  ve- 
demmo la  rotta  spuma  e  le  stelle  bagna- 
te. Sagg.  nat.  esp.  'i!\.  Si  lascerà  sull'ar- 
gento una  piccola  quantità  di  spuma  falla 
con  chiara  d'uovo  o  sapone  dibattuti  con 
acqua . 

SPUMANTE.  Che  fa  spuma. 'LaX.  spu- 
mans  .  Gr.  u^CÌ^Wi  .  Filoc.  5.  52.  Ve- 
dendole verdi  e  spumanti  biancbeggi.ir  nel- 
le lor  rotture.  Amet  II.  A  me  ninna  paura 
è  di  aspettare  colli  aguli  spiedi  gli  spu- 
manti cinghiari .  l'^amm.  6.  5.  Con  am- 
maestrata mano  lieti  mostravano  come  gli 
ardili  cavalli  con  ispumante  freno  si  deb- 
ban  reggere  (  cioè  ,  coperti)  di  spuma  )  . 
Ar.  Fur.  IO.  3^.  L'altra  con  una  coppa 
di  cristallo  Dì  ^ìn  spumante  più  sete  gli 
messe  . 

SPUMARE.  Far  la  spuma.  Lat.  spu- 
mare. Gr.  à.-^a{ltK-i.  Tass,  Oer.  8.  74- 
Cosi  nel  cavo  rame  umor  che  bolle  Per 
troppo  foco,  entro  gorgo^ha  e  fuma,  Né 
capendo  in  sé  stesso,  al  6n  s'estolle  So- 
vra gli  orli  del  vaso,  e  inonda  e  spuma. 
*  liem.  Fior,  l'ist.  Ovid.  1.  3.  Piinia- 
chè  senza  me  si  Veg|;ia  V  onde  Rotte  da' 
remi  tuoi  spumare.  iTCj 

SPUMATO.  Add.  d,l  Spumare. 
SPUMEGGIANTE  .  Che  spumeggia  . 
lied.  Annoi.  Pitir.  lÒi.  Antifanc  ne*  Si- 
mili di>se  un  bicchiere  pieno  e  spumeg- 
giante ,  ec.  ;  Eubulo  ne'  Mellilori  di  dadi 
ec.   calice   sopra   spumeggiante. 

SPUMEGGIARE.  Spumare.  Lai.  spu- 
mare ■  Gr.  ap^i'^etv  .  lied.  Ditir.  26. 
Che  ne'  vetri  umpilla  ,  Salta ,  spumeggia 
e  brilla  . 

*  SPUMEO  .  Add.  Spumoso  .  Salvin. 
Fneid  hit.  7.  Gli  scogli  indarno,  e  intor- 
no  fremon   spunui   I   sassi.    ( F) 

•f  ?  SPUMIFEllO.  Propriamente  che 
Porta,  o  Genera  spuma,  ed  anche  Pieno 
di  spuma  ,  Coperto  di  spuma.  Spumeg- 
giante ,  Spumoso,  .*>'chiumoso  .  Sfairhelt. 
Lucr.  lib.  5.  »■.  145.V  I  letti  loro  Fuggun 
smarriti  o  pel  veoir  d*  un  fiero  Spumifcro 
cignale,  o  d'un  robuiio   Leone,  ce.  f.^^ 

SPUMO.St).  Add.  fieno  di  spuma.  Ldl. 
.fpumosiis,  Gr.  a9-0ìi{.  Lab.  35<).  IìÌ|m>> 
sto  sollo  gli  oscuri  boschi  di  quella,  spes- 
se volte  rugginosi,  e  d'  una  |tt>mma  spia- 
cevoli e  spumosi,  r  d'animali  di  nuova 
qualità  ri|)ìoiii.  Amet-  l3.  Con  itpumosi 
ravvolg imeni ì  e  con  veloce  corso  tiran- 
dosi dietro    grandissime   pietre    dagli   alti 


SPU 

monti.  Vifg.  Kneid.  J/.  Fuggiamo  per 
le  spumose  onde,  per  nu-zzo  Itr  terre  de* 
nemici  ,  verso  quiìlc  parti  «he  '1  vento 
e  '1  aocchier  ci  mena  .  '■'.■  dir.  En.  8. 
1077.  Ambe  le  parli  mosse  Se  ne  fian 
per  urlarsi ,  e  d*  ambe  il  mare  Scisso  da* 
remi  e  da'  stridenti  rostri  Lacero  si  vede*, 
spumoso,  e  gonfio,  (fi) 

•t  *  SPUNTANTE.  Che  spunta.  Che 
comincia  a  nascere.  Salvia.  Opp.  Cacc.  E 
'1  Strio  Can  conosca  ,  e  spuntante  lo  te- 
me .  /iT  Pros.  Tose.  1.  aSl.  Tosto  che 
sentito  ha  venire  sopra  d'  kaìsl  il  folgore 
dello  spuntante  Sole  ,  ec.  (A} 

SPUNTARE.  Levar  via,  o  Guastar 
la  punta.  Lai.  mucronem  retundtre.  Gr. 
c/ny_u.r^v  i('^S>  ./vitv  .  Sagg.  nat.  esp.  48. 
Sia  tiralo  il  beccuccio  ec.  di  tal  solliglÌei>* 
za,  che  possa  facilmente  aprirsi,  spuntan- 
dolo colle  dita.  Meni.  sat.  4>  Giove,  che 
spunta  ancor  ct^lle  calcagna  Dell'  auree 
stelle  i  solidi  adamanti. 

g.  I.  /Vr  metaf  Dani.  rim.  3l.  Fal- 
lo ha  d*  orgoglio  al  petto  schermo  tale, 
Ch'  ogni  saetta  li  spunta  suo  corso,  Per- 
che l'armato  cuor  oa  nulla  è  morso  (cioè, 
ferma  ). 

g.  II.  In  signific.  neutr.  pass,  vale 
Perder  la  punta .  Petr.  son.  2-  Quan- 
do 1  colpo  mortai  laggiù  discese  ,  Ove 
solca  spuntarsi  ogni  saetta.  Buon.  Fier. 
2.  4-  II-  ^i  spuntano,  si  scollao,  si  sco- 
scendono . 

*  §.  III.  E  colle  particelle  sottintese 
vale  in  senso  metaf.  Perder  la  fona.  Di- 
venire impotente.  Brun.  Lat.  Cat.  3.  Ma 
noi,  già  sono  W  di,  abbiamo  sofferto  che 
spunti  l'autorità  di  costoro.  (C) 

§.  IV.  In  signific.  neutr.  vale  Comiif 
dare  a  nascere.  Apparire,  Uscir  fuora. 
Lat.  oriri,  apparere,  erumpere ,  exoriri, 
surgere.  Gr.  a»aTéi/ei»  ,  eVyu'fffSat . 
Ilocc.  g.  7.  p.  2.  Ne  ancora  spuntavano 
li  raggi  del  Sole  ben  bene  ,  quando  tutti 
entrarono  in  cammino-  Pctr.  canz.  8.  2. 
Appena  spunta  in  Oriente  un  rag>^io  Di 
Sol  ,  eh'  air  altro  monte  Dell'  avverso  o- 
lizzonle  Giunto  '1  vedrai .  Ar.  Fur.  lO- 
11.  Ed  era  bella  e  fresca.  Come  rosa  che 
spunti  allora  allora  Fuor  della  boccia  ,  e 
col  Sol    nuovo   cresca  .  ^egr.    Fior.   Clic. 

1.  2.  E  egli  possibile  che  i'uslachio  000 
Tenga  di  villa?  ec.  Ma  Ìo  lo  veggo  spun- 
tare là  da  quel  canto  :  Eustachio  ,  o  Eu- 
stachio T  Tass.  Ger.  2.  97  Mirano  ad  or 
ad  or  se  raggio  alcuno  Shunti,  o  rischiari 
della  notte  U  bruno  .  /•;  3-  l8.  Che  gli 
occhi  pregni  un  bel  purpureo  giro  Tinse,  e 
ruco  spunto  roezzu  un  sospiro  .  E  Amint. 

2.  2.  Se  ben  ravviso  di  lontan  la  faccia  , 
Aminta  è  quel  che  di  là  spunta  .  Sagg. 
nat.  esp.  20-  H  triangolo  minore  ,  the 
spunta  dalla  strellissima  commessura  del- 
le due  parti  della  taglia ,  e  quella  ha 
per  base  ,  giuoca  liberamente  con  le  sue 
vibrazioni. 

§.  V.  Spuntar  la  borita  ,  le  eorna  ,  le 
bocce,  o  simili  ,  vale  Cominciare  a  met- 
terle ,  Afandarle  fuori  .  Curi.  Marign. 
Spunta  r  umiile  corna,  e  ovunque  |>assa. 
Argentea  strada  a'  riguardanti  lassa  i  par- 
la tirila  chiocciola  ).  Dav.  Colt.  160.  Con 
alquanto  del  verchii>  ,  che  spunti  1m>cch>> 
line   per  meitcre    '^'  Plut     Jdr.    Op.  mor. 

3.  .3o3.  Abbraci  landò,  e  baciando  Euripide 
nd  convito  il  bello  Agatone,  che  comin- 
ciava a  spuntar  la  barlui,  disse  agli  amici  : 
Non  vi  maravigliale  ,  che  1*  autunno  de* 
belli  e  Iwllo.  (C)  Segn.  Star.  lib.  4-  Ber- 
lino Aldobranili  giovane  che  appena  spun- 
tava  la   barba.    (FPj 

$.  VI.  Spuntare,  diciamo  anche  il  Can- 
cellar del  libro  il  ricordo  preso  e  scritto 
di  cosa  %-endiita  ,  o  prestata  altrui.  Lai. 
delerr,  cipungere.   Gr.   Ì£xìCt'^Civ> 

§.   VII.   Spuntare  alcuno,  vale    liimuo^ 


S  P  u 

xtrlo  dalla  propria  opinione  .  Tac.  Dav. 
Ann.  3.  [\0'  Non  essemlo  cicute ,  che  i 
parenti  spuntasstTo  Pisooe ,  Agusta  gli 
mandò  ì  suoi  danari  ,  ti  fu  finita  la  ({ui- 
slioUL'  i  il  testo  lat.  ha  :  Pisunuin  frustra 
coercentibus  ).  E  Stor.  2.  272.  Né  stra- 
KÌo  nìi  morte  la  spuntò  da  iiucllj  valorosa 
parola . 

5  §.  Vili.  Spiantare  alcuna  cosa,  vate 
Superarla^  Ottenerla,  rimovendo  le  diffi- 
coltà, Lat.  rem  conficere,  difflcultates  su- 
perare. Gr.  vixàv.  lìenv.  Celi.  Ore/.  iSt). 
£gli  è  sialo  il  primo  dopo  gli  antichi  , 
che  ha  trovato  il  modo  di  spuntare  «-ol- 
la tempra  de'  suoi  ferri  il  perfidioso  por- 
fido (  cioè ,  di  domarlo,  di  arrivare  a 
scarpellarlo)  . 

^  §.  IX.  Spuntare  un  luogo,  dicesi 
da'  3Iarinai  dell'  Oltrepas.iarlo  navigan- 
do. Tac.  Dav.  Ann.  l5.  217.  E  men- 
tre fanno  fona  di  spuntare  il  Capo  di 
Miseno,  un  fonato  lUieccio  gli  hattè  nel- 
la spiaggia  di  Cuma.  Pros.  Fior.  p.  i. 
i'.  3.  pag.  i35.  Ci  dettero  altri  grecali 
che  ci  teonero  sulle  volte  senta  poter 
spuntare  quell'isola.   (N) 

#  §.  X.  Spuntare  un  luogo,  dicesi 
dai  Militari  dell*  Impadronirsene,  caccian- 
done i  nemici.  *>  Borgh.  Tose.  344-  ^' 
arebbono  anche  per  avventura  spuntata 
(  Pisa)  e  penetrati  più  oltre  nel  cuore 
della  Toscana,  se  ec.  «  .  Guice.  Stor.  5. 
105.  INemors,  disperato  di  spuntare  il  fosso 
ce.  fece  gridare  addietro.  (Cj 

#  §.  XI.  Spuntare  il  nemico,  o  simile, 
da,  o  di  un  luogo,  vale  Hespingerlo,  Cac- 
ciamelo. Guicc.  Stor.  6.  i52  1  quali  per 
questo  diffidandosi  di  spuntar  gì'  iuiinici 
d.d  passo  di  S.  Germano,  deliberarono  vol- 
tarsi al  cammino  della  marina.  E  7.  255. 
Ma  Ciamonle,  volendo  spuntargli  dì  quel 
luogo,  fece  tirare  ad  alto  due  cinnuni.  (C) 

§.  XII.  Per  Levare  ciìi  cìte  tiene  pun- 
tata alcuna  cosa,  come  spilli ,  e  simili  j 
contrario  di  Appuntare.  lìuon.  Fier.  5. 
3.  I.  Un  infinito  numero  di  donne.  Alle 
quali  spimtando  i  fatxoletti ,  Me  rubavan 
gli  spilli 

^  §.  XIII.  Spuntare,  dicono  i  Cappcl' 
lai  del  Levar  il  pelo  vano  dalle  pelli  di 
lepre.  (J) 

SPUJSTATO.  Add.  da  Spuntare  ;  Sen- 
ta punta.  Che  ha  la  punta  rotta,  o  gua- 
sta. Lat.  ohtususj  retusus,  hef'etatus.  Gr. 
a/A^Xuyàst^.  Amet.  l3.  In  aj^uzzare  gli 
ipuntati  ferri.  Ovid.  Art.  ani.  l'onele  giù 
gli  spuntati  coltelli.  Sagg.  nat.  esp.  106. 
Spuntato  il  beccuccio,  incominciò  a  stillar- 
ne r  aigento  assai  slentatameute.  Tac. 
Dav.  T  it.  Agr.  SgS.  I  nimici  con  pic- 
coli scudi,  e  spade  lunghe  e  spuntale  non 
polcTano  Delle  baruffe  maneggiarsi,  e  allo 
stretto  combattere  (  il  lesto  lat.  ha  :  gla- 
dii  sinc  mucrone  )  .  JJuon.  lier.  3.  2.  i5. 
Mi  ciondola  spuntato  giù  il  favore  (  i)ui 
per  metafora,  nel  significato  del  %.  XII. 
di  SPUXT.^RE).  E  Tane.  5.  7.  Tu  se' 
UQ  altro  fiore  ec.  su  su  s|iuntalo  Tra  'l 
diaccio  e  la  brinala  del  mio  prato  (cioè, 
uscito  fuori,  nato  ) . 

SPUNTATURA.  Lo  spuntare,  e  Quel- 
lo che  s'  è  levato  della  cosa  che  j*  è  spiin- 
tattt.  Lat.  praesegmen.  Gr.  KTióyoiJiMv.. 
Cr.  9.  52.  tu.  Della  spuntatura  dell'  un- 
ghia. 

SPUNTELLARE.  Levare  i  puntelli . 
Lih.  Soa.  1^6.  £  eh*  egli  spuntellò  certo 
un  frascato. 

*  SPUNTELLATO.  Add.  da  Spun- 
tellare. Bart.  Stor.  It.  lih.  l.  cap.  18. 
Mentre  stava  sotto  un  masso  ec.  il  masso, 
spuntellato  della  terra  che  il  sostenea,  ri- 
versogli  addosso.  (CP) 

*  SPUNTO.  Sust.  Quel  difetto  che  ha 
il  vino  allo7\'lù-  comincia  a  dar  cenno  d* 
infortire.  (C) 

Vocabolario  Tom.  Il, 


S  P  U 

SPUNTO.  Add.  Squallido ,  Smorto. 
Lat.  'stjualidus,  Gr.  oi\JXp-'npói.  Mar.  S. 
Greg.  I.  l8-  Colla  barba  rasa,  co' vesti- 
menti squarciali,  tutti  squallidi,  cioè  spun- 
ti, ovvero  scoloriti.  Hocc.  nov.  77.  65. 
Vedendo  la  donna  sua  ec.  tutta  vinta  , 
tutta  spunta,  e  giacere  in  terra  ignuda  ce, 
cominciò  a  piangere.  Frane.  Sncch.  rìm. 
66.  L'altra  con  membra  nude,  nere  e 
smorte  Sul  bove  scapigliata,  si  figura  Or- 
rida, spunta  e  scura.  J'ac.  Dav.  Ann.  l^. 
qo.  Tratto  lo  infelice  di  esiglio,  e  sucido 
e  spunto  ,  in  catena  condotto  in  senato  a 
petto  al  figliuolo  I  il  testo  lat.  ha  .•  illu- 
vie ac  squalore  obsitus  ).  E  Ann.  6.  125. 
Trovatolo  in  Ircania  lordo,  spunto,  e  sfa- 
marsi con  r  arco,  lo  spaventarono  ,  quasi 
venuti  ad  ucciderlo  (il  testo  lat.  ha:  il- 
luvie  obsitus  ). 

•f  SPUNTONATA.  Colpo  di . spuntone. 
Frane.  Saccli.  nov.  180.  Chi  ha  mosso  , 
riceve  parole  che  sono  peggio  che  spun- 
tonate (l'edizione  di  Firenze  1724  l*^gS^ 
spontonate  )  . 

§.  Figuratam.  Car.  leti,  i-  20.  I  mot- 
ti, le  frecciate,  e  le  spuntonate,  che  gli  si 
dettero  sopra  ciò,  furono  quelle   poche. 

ii^  SPUNTONCELLO  -  Diminut.  di 
Spuntone.  Pros  Fior.  6.  23o.  La  cicala 
ec.  è  r  unico  tra  gli  animali  che  viva  sen- 
za bocca,  in  (aml)io  della  quale  ha  nel 
petto  uno  spunloncello  Iten  aguzzo  (  (]ni 
per  similit.  ).   (•) 

•'S.  SPUNTONCINO.  Spuntoncello.  Sal- 
via. Pros.  Tose.  I.  212.  La  palaia,  o  can- 
natola, perchè  con  un  certo  spuntoncino, 
che  ha  di  dietro,  buca  le  canne  e  i  pali 
delle  viti,  per  farvi  l'uova  (  qui  per  simi- 
litudine}.    (•) 

SPUNTONE.  Arme  d'asta  con  lungo 
ferro  quadro  ,  e  non  molto  grosso  ,  ma 
acuto.  Lat.  veni,  verutum.  Gr.  o^i).^  5. 
Bocc.  nov.  77.  55.  Sì  fieramente  la  sti- 
molavano, che  ciascuno  le  pareva  una  pun- 
tura d'uno  spuntone.  G-  /'.  7.  81.  3. 
Di  sua  mano  col  suo  spuntone  1'  uccise. 
Uno/I.  Fier.  3.  4-  3.  Di  quanti  fia  capa- 
ce il  mio  spuntone.  Ai 
con  spuntoni  ed  archi 
Veder  dai  mouti  sdrucciolarne  mille. 

g.  1.  Por  metafora.  Mor.  S.  Greg.  E- 
gli  percuote  se  medesimo  collo  spuntone 
della  sua  parola. 

-;■  g.  II.  Spuntone,  dicesi  anche  delle 
Spine  acute,  e  legnose  di  alcune  piante, 
o  o.-{see  di  alcuni  pcici  .  Bellin.  Disc. 
I.  ^7-  Per  la  lunghezza  di  questi  dagelli 
(  della  seppia  del  polpo,  e  della  loligginej 
ad  ogni  lauto  sono  inserite  certe  lunette 
di  forte  osso,  che  sono  armate  di  pungeu- 
lissimi  spuntoni  ritorti  a  guisa  di  ranqtini 
ritolti  de' pettini  da  stracciaioli,  e  sono 
que>tì  spuntoni  cosi  pungenti,  e  cosi  pe- 
netranti che   ec.   t  C) 

'f  *  Sl'UNZEt^CmATO-  Add,  Sti- 
molato.  Spronato,  Provocato.  Accad.  Cr. 
Mess.  5.  572.  Furono  messi  su,  e  spun- 
zecchiati dai  Messicani,  si  in  ordine  al  pri- 
mo tradimento,  come  a  tutti  gli  altri  ec- 
cessi della  loro  temerità.  (Aj 

*  SPUOLA.    /  ed.  SPOLA.  (•) 

•f  *  SPURARE  .  ycttnrc.  Purgare, 
Spurgare,  Purificare,  Pulire  j  e  propria- 
mente lo  dicono  gli  Aretini  de'  vasi  di 
rame,  di  slagno,  0  d'ottone.  "Lat.  purga- 
re. Gr.  j'aàyac^icv-  Ped.  Cons.  1.  224- 
E  perciò  è  necessario  ancora  stasare  bene, 
e  spurare  i  canali  che  scorrono  per  esso 
fegato.  (•) 

•f  SPURCIDO.  r.  A.  Add.  Sporco. 
'Lai.  foedus.  Gr.  pu-wor;^.  Bocc.  Lctt. 
Pr.  S.  Ap.  292.  Dall'  altra  parte  era  una 
piccola  tavoletta  di  grosso  e  spurcido  ca- 
novaccio. 

SPURGAMENTO.  Lo  spurgare,  nel  si- 
gnific.  del  §.  1.  Lai.  expurgatio,  purgatio. 


S  P  U 


1345 


Fur.    24.    8.    E 
spiedi    e    fromb 


§.  Per  Sozzura.  Lat.  purgamcntum. 
Coli.  Ah.  Isaac.  Non  accelli'ranno  che 
sieno  posti  sopra  essi  medesimi,  se  prima 
iiou  è  gitlato   fuore  ogni  spurgamento    di 

peccati. 

SPURGARE.  Far  forza  colle  fauci  di 
trar  fuori  il  catarro  dal  petto  j  e  si  usa 
nel  sentim.  alt.  neutr.  e  iieutr.  pass.  l.at. 
screarv,  cxcreare.  Gr.  e'jtrrTJìiv.  Bocc. 
nov.  52.  6.  Poiché  una  volta  o  due  spur- 
gato s'  era,  cominciava  a  ber  si  saporita- 
mente questo  suo  vino,  che  egli  d' arebbe 
fatto  venir  voglia  ai  morti.  Cas.  Vf.  com. 
106.  Ischifisi  parimente  lo  spesso  sbadi- 
gliare  e  ispurgarsi.  Maini.  6.  78.  Voltan- 
do in  qua  e  'n  l'a  1'  occhio  porcino  ,  Si 
spurga,  e  sputa  fuora  un  riabaitino. 

§.  ì.  Per  lo  stesso  che  Purgare.  Lat. 
excernerc,  expurgare.  Gr.  /a^apt't^ìiii. 
M.  Aldobr.  La  foiza  del  vino  sì  distrug- 
ge le  superfluità  del  corpo,  e  spurga  per 
sudore  e  per  orina.  ^  Tjthald.  Andr.  45. 
E  fa*  che  tu  ti  spurghi  lo  stomaco  per  frc- 
botomia.  (ìS) 

^  §.  11.  Per  Discolparsi.  Lat.  purga- 
re se.  Saltust.  Giug.  162  E  non  poten- 
dosi bene  ispurgare  ne  scusare  ,  fu  con- 
dannato. (F) 

*  SPURGATO.  Add.  da  Spurgare. 
Lat.  purgatus.  Gr.  zaiaf  cs&ei'^.  Salvin. 
Pros.  To.u-.  I.  6.  Ma  nel  nostro  gran 
Vescovo  venne  un  tal  nome  ad  essere 
spurgato  della  sua  superstizione  (qui  f- 
guratfim. J.   (*) 

SPURGAZIONR  .  Spurgamento.  Lat. 
purgatio.  Gr.  xa'Qapci?.  Coli.  "At>.  Isaac. 
Fatta  prima  questa  cotale  spurgazione,  eh* 
abbiamo  delta,  la  quale  si  compie  per  la 
purità  della  sempUcitade ,  e  della  inno- 
ceuzia. 

SPURGO.  L'Alto  dello  spurgarsi,  e 
la  Materia  ancora  diesi  spurga.  1.3.1.  ex- 
crcatus.  Gr.  £/7rTUc:ib-  Anibr.  Cof.  l\.  II. 
Quando  io  sarò  all'  uscio,  Dove  tu  hai  a 
picchiar ,  te  '1  farò  intendere  Con  uno 
spurgo. 

'••  §•  Spurgo  ,  term.  degli  Idrauli- 
ci, Il  rivotamento  di  un  fosso,  canale,  o 
simile,  dalle  materie  tleposf evi  dall'acque 
e  dalle  piante  acquatiche  che  vi  fosseiv 
germogliate.  (A) 

SPURIO-  Add.  Lat.  spurius.  Gr.  vo- 
S05.  Maestruzz.  I.  6^.  I  non  le;;ìttimi  non 
legittimamente  nati  sono  di  molte  manie- 
re. Alcuno  è  detto  manzer,  cioè  colui  che 
propriamente  nasce  di  meretrice  ;  alcuno 
altro  si  chiama  spurio,  ovvero  notlius , 
cioè  colui  che  nasce  della  adultera  ;  alcu- 
no altro  è  chiamalo  naturale  ,  cioè  colui 
che  è  nato  di  soluto  e  soluta.  E  I.  70. 
Quattro  sono  le  maniere  de'figliuoli:  al- 
cuni sono  naturali  e  legittimi,  cioè  coloro 
che  nascono  delle  mugli;  alcuni  sono  so- 
lamente naturali,  cioè  i  figliuoli  delle  con- 
cubine, cioè  di  soluto  e  soluta,  la  quale 
possa  essere  moglie  ;  alcuni  sono  solamen- 
te legittimi,  siccome  gli  adottivi  ;  alcuni 
sono  spurii,  i  quali  nascono  d'  avolterio  e 
incesto,  ec 

'^  §-  Spurio,  è  anche  aggiunto  che  i 
JVolomisti  davano  alle  cinque  costole  in- 
feriori,  che  anche  si  dicono  Alendosc.  Im- 
perf.  Anat.  l6l\.  Le  costole  si  dividono 
in  costole  vere  e  legittime^  e  in  spurie 
e   illegittime,  ec.  (F) 

SPUTACCHIARE.  In  significato  neutr. 
e  neutr.  pass.  Sputar  sovente,  ma  poco 
alla  volta.  Pataff.  [\.  Io  mi  sputacchio: 
attienti  al  colombaio.  Lih.  cur.  malati. 
Nel  male  malinconico  non  fanno  altro  che 
sputacchiare,  tanto  di  giorno,  quanto  di 
notte. 

g.    In    signifc.    alt.    vale    Sputar    nel 

viso     altrui    per    dispregio.     Lat.    in    os 

expuere ,   in  faciem    .tpuere,    con.tpuere . 

Gr.   ixTZT-Jziv  ili  to'  Tizó^anov-   Annoi. 

169 


i346 


S  P  u 


Van^.  Sarà  tradito,  e  messo  in  mano 
delle  genti,  e  sarà  schernito,  sputacrhìa* 
to  e  fragellato.  Cara/c.  r'rutl.  lini;.  Nel 
mattDtino  dehbe  pensare  come  fu  sputac- 
chiato, pplalo.   'd   esaminato. 

*f  SPUTACCHIERA.  Sorta  di  vaso  da 
sputar  dentro.  Lat.  \'as  ad  cxpuendum. 
Pro.i.  I-'tor.  6-  24^^*  ^t-'ll*'  sputacchiera 
a  stilla  a  stilla  il  catarro,  il  fa  rivedere 
al  medico.  Bed.  Cons.  2.  iSp.  Intorno  a 
questo  fetore  si  potrebbe  considerare  se 
veramente  gli  spuli  ec.  acquistino  ■  il  fe- 
tori^ dopo  qualche  tempo  che  sono  stati 
nelle  sputacchiere,  conforme  soventemen- 
te   suol    avvenire.    (*) 

SPUTACCHIO.  Sputo.  Lai.  sputttm. 
Or.  TTTu'iXov.  S.  /ii^ost.  C.  P.  Non  so- 
lamente colle  jtietre,  ma  ciiandio  cogli 
sputacchi  sarebbono  affogati.  Ani.  /Ham. 
san.  ip.  Ma  meraviglia  è  bi-n  che  gli 
.sputacchi  Seguano  appunto  appunto  ov' 
ella  va.  Tcs.  Pov.  P.  S.  cap.  52.  Togli 
olio  laurino  dramme  tre  ec,  argento  vi 
vo  stemperato  collo  sputacchio  dramme 
due  ec.  :  mescola  tutto  insieme,  e  con- 
fetta,   e    ungine. 

SPUTAGLIO.  r.  J.  Sputacchio,  Spu- 
to. Lai.  sputum.  Gr.  Tir j'siov.  Frane. 
Sacch.  Op.  diw.  I25.  Questo  cieco  nato 
rb))f  gran  fede,  e  collo  sput aglio  misto 
rolla  terra,  e  fallo  b)to,  il  nnsiro  Si- 
j^nore    li    pose    sulle  forme  degli  occhi,  ec. 

5  SPUTARE.  Mandar  fuori  scialiva, 
vatarro,  0  altra  cosa  per  bocca.  Lat. 
ejcpucre,  spuere.  Gr.  aTrOTTTUEtv.  Jiocc. 
nOf.  61.  IO-  E  giunti  quivi,  disse  la 
donna  a  Gianni  :  ora  sputerai ,  quando 
io  il  ti  dirò.  IC  num.  li.  E  cosi  dello, 
disse  al  marito:  sputa,  Gianni  j  e  Gian- 
ni spulò.  E  noi\  76.  12.  Chi  avulo  avrà 
il  porco,  non  potrà  mandar  giù  la  gal- 
la, anzi  gli  parrà  più  amara  che  veleno, 
e  sputcralla.  Lah.  253.  In  sulle  calca- 
gna sedendosi,  e  coli'  occhiaia  livida  tos- 
sire, e  spular  farfalloni.  C  f'.  12.  83. 
7.  Apparendo  nell'  anguinaia  e  sotto  le 
ditella  certi  enfiali  ec,  e  sputando  san- 
gue. Dant.  inf.  25.  E  l'altro  dietro  a 
lui  parlando  spula,  jifaestnizz.  2.  36. 
Che  sarà,  se  alcuno  non  percuoterà  il 
rherico,  ma  ispntagli  addosso,  ovvero  gli 
versa  addosso  alcuna  cosa  ?  Lor.  Med. 
canz.  5g.  3.  I  sornacchi,  ch'ella  sputa, 
Paion  tuorla  colla  biacca.  ^  Segner.  ì\!ann. 
I.ugl.  29.  2.  Il  palato  congiunge  a  se 
questo  ciLo  più  strctlamcnle,  cioè  masti- 
candolo colla  delta  forma  ,  e  non  sola- 
mente assaggian»lolo,  r  poi  spulandolo.  E 
appresso  .•  Tu  al  più  gusti  il  cibo,  e  di 
poi  lo   sputi,    (f'j 

t?  g.  I.  /n  proi'crh.  (hi  ha  dentro  ama- 
ro, non  può  sputar  dolce;  e  vale  che  Chi 
ha  ira,  dolore,  o  sintilv,  d' alcuna  cosa , 
non  può  non  dimostrarlo,  u  l'ranc.  Sacch. 
Op.  dii\  Chi  ha  dentro  amaro,  non  può 
sputar    dolce  »• .   (Ct 

§.  11.  Per  similit.  vale  Mandar  fuo- 
ri checchessia  con  impeto .  Tac.  I>ai . 
Ann.  l5.  20fi.  1  mang.mi  e  balestre  di- 
sordinavano i  barbari  sputando  sassi  e 
lanciotti  più  lontano,  che  non  arrivavano 
Ir  frecce  contrarie.  Cirijf.  Calv.  2.  l\5. 
Non  isputò  giammai  passavolanic  Tanto 
veloce  una  palla  di  piombo-  Ituon.  Eier. 
3.  ^.  11.  Le  vesciche  Cb*  ci  spulan 
dalle   cattedre  ampollose. 

#  §.  III.  Per  Mandar  fuori  di  se  alla 
superfìcie.  Ped.  (tp.  a.  x8.  E  di  mestiere 
mescolarla  con  ac(|ua  che  nello  stillare  si 
>ia  ben  bene  arricchita  di  ijui-l  sale  die 
sogliono  sputare  le  campane  di  piom- 
Iio.   (^') 

#  §.  IV.  Metaf.  Cronichett.  225.  L' 
undecimo  giorno  1*  Arti  ad  istanza  degli 
Amniitniti  volitino  spulare  alcun  veneno 
rh'  era    loro    rimaso   in   corpo       (C)    Tac. 


S   P   U 

7}flc.  Ann.  6.  128.  A  parliti  pessimi  fu 
con  la  moglie  Giulia,  non  potendo  Posti- 
ca sua  disonestà  né  inghioltire,  nù  sputare 
(  il  testo  lat.  ha:  impudicitiam  uioris  to- 
lerans,  aul  dedinans  ).  (V) 

%.  V.  Sputar  tondo j  vale  Stare  in  sul 
grande.  Ostentar  gravità.  Lai.  maximos 
spiritus  habere  .  Gr.  p.V/XYpOvtl-j  .  l'r. 
lac.  T.  1.4.  12.  Chi  si  specrlii^  in  bel 
parere.  Sputa  tondo,  e  va  leggiere.  I.ih. 
Son.  5l.  A  cui  tu  'nsegni  cosi  sputar 
tondo,  fiuon.  l''ier.  3.  ^.  io.  Tra  se*  par- 
lando ,  arricciando  le  labbra  ,  Spulandu 
tondo.  /  arch.  J'rcol.  gì.  E  di  questi  tali 
si  suol  dire,  ora  eh'  ei  gonfiano,  e  ora  eh' 
egli  spulano  tondo. 

§.  VI.  Sputarsi  nelle  mani,  o  nelle  di- 
ta, vale  ^affaticarsi  ben  bene  .  *  Magai, 
leti.  Credete  vi  rincorrereste  voi  per  questo 
prc2zo  di  buscarmi  un  intaglio  un  poco 
garbatuccio?  o  via  sputatevi  un  poco  nel- 
le mani.  (A) 

§.  VII.  Sputar  bottoni,  lo  slesso  che  Sbot- 
toncggiare.  Lat.  contuntelias  infcrre,  convi- 
ciis  tangere,  ta.rare.  Gr.  vé^t^Eiv.  Parch. 
Ercol.  Gq.  Quello  che  Virgilio  disse  nel 
principio  del  secondo  d«-ir  Eneida:  .Spar- 
gere voces  amhiguas ,  come  lo  direste?  P. 
Non  solamente  con  due  voci ,  come  essì 
fanno,  cioè  dare,  o  gittarc,  o  spulare  bot- 
toni,  ma  eziandio  con  una  sola,  sbolto- 
neggiare,  cioè  dire  astutamente  alcun  mot- 
to contra  chicchessia  per  lorgli  credilo  e 
riputazione,  e  dargli  biasimo  e  mala  voce. 
}•:  Star.  Non  polca  tenersi  che  alcuna  volta 
non   ispulasse  alcun  bottone. 

g.  Vili.  Spular  sentenze,  vale  Proffe- 
rir sentenze  con  affettazione  ,  e  dove  non 
occorre.  Tac.  Pav.  Star.  3.  326.  Ingerissi 
tra  gli  and>jscÌadori  Musouio  Kufo  ec. ,  e 
spulava  sentenze  de' beni  della  pace  e  mali 
della  guerra  fra  le  s<iuadre  de'  soldati  (tfui 
il  tC'to  lat.  ha  disscrcDs  ).  Buon.  Pier. 
4.  5.  16.  S'  alcun  di  noi  lalor  conferma 
Quelle  ,  eh'  elle  spular,  preste  sentenze. 
Lasc.  Streg.  {\.  I.  Voi  mi  parete  una  dot- 
toressa :  uh  voi  spulale  tutte  scnlcoze  I 

g.  IX.  Sputar  senno,  si  dice  del  3'o- 
strar  con  affettazione  d'esser  savio.  Lai. 
sapienliam  ,   prudentiam    ostentare  .    Gr. 

*f  SPUTASEA>0,  che  anche  jfcrivesi 
SPUTA  SENKO.  Colui  che  mostra  af- 
Jeltalamente  d'  esser  savio,  sjs  J.asc.  A'ov. 
voi.  3.  pag  7.  (Milano  l8l5  )  Elle  f  le 
novelle)  non  son  per  farsi  leggere  a  nes- 
suno a  forza;  e  se  non  basta  ai  letterati 
ec.  ,  agli  spula  senno  ec.  ^radiarle  ,  mor- 
derle ce.  scortichinle  ec.  Pros.  Piar.  6. 
206.  E  se  afieltali  gli  veggo  ^  considero 
quei  tali  sputasenno  ec.   (JtJ 

'f  *  SPUl  ASE.NTENZE.Co/m»,  o  ro- 
lei  che  parlfl  sentenzioso  .  Salvia.  ììuon. 
Pier.  ^.  5.  16.  ."sentenze  pronte,  mAndulc 
fuori  dalla  bocca  con  facilità  ,  e  scagliale 
con  qualche  foiza  ;  onde  una  persona  si 
dice  Sputa.ientenze,  che  n'  ha  sempre  (jual- 
cuna  in  corca  della  Imcca.  (A} 

SPUTAI  O.  Add.  da  Sputare.  I.at.  .*/>«- 
lo  eicctus,  conspulus.  J).  fio.  Celi.  lelt. 
25.  Schcrnilo  ,  e  sputalo  nel  volto  (  qui 
nel  signifc.  del  §.  di  SPUTACI  lllAHh). 
Pranr.  Sacch.  nov.  !()2.  Il  primo  boccone 
fu  cosi  insalalo,  che  gli  convenne  spulare; 
e  spulalo,  e  cominrìato  a  dare  alla  donna, 
lù  tuli'  uno. 

§.  I.  Essere,  o  Parere  una  tal  cosa 
pretta  e  sputata,  vale,  in  modo  bassi», 
Es.icrle  somigliantissimo.  Parere  l'ìstex~ 
sa  co.ta  appunto.  Lai.  metus,  purus  pw 
lui,  ipsissimus.  Gr.  auTOTUZO^.  Malm. 
.\.  .'|8.  eh'  un  sole  proprio  par  pretto  spu- 
lalo .  ^  Salvia.  /  rojf.  To.«e.  1.  5lp.  lo 
il  piHmo  Fui  quello  che  nelle  medaglie  di 
ijucsta  città  ec.  scoparti  p»5eTe  prolti  e 
sputali  ralogiii    j/t/ 


SPI* 

^  g.  II.  Parere  tutto  sputato  una  co- 
sa, vale  lo  stesso.  Alleg.  202.  T'  ho  com- 
pero alla  fiera  ce, un  verro  di  cristallo.  Che, 
licDch'e'  sia  infilalo  a  pazzombrogUo,  E'  par 
tutto  sputato  di  coiallo.  (Pj 

SPUTATONDO.  Picest  di  persona  eh* 
stia  sul  grave  in  checchessia.  Lat.  gravis, 
tmperiosus.  Gr.  ciavs'r,  ì*7T05£/ìv5;.  Lib. 
Son.  63.  Parrotli  un  uom  col  sasso,  e  ri- 
putato Da  comparir  fra  gli  allri  spuiaton- 
di.  !?  Salvin.  JSuon,  Pier.  2.  ^.  l5.  »Va- 
trapi  ec.  Si  pigliano  per  uomini  critici  , 
ccnsuralori,  sputatondo,  pesamondi.  (H^ 

f  SPUTO.  Sciliva,  La  materia  che  st 
sputa,  e  l'.^tio  slesso  dello  sputare.  Lat. 
saliva  ,  spulum  .  Gr.  9iCK)gv  ,  TCzCtiov  . 
Mor.  S.  Oreg.  Quando  egli  sostenne  che 
lo  demonio  avesse  podestade  in  quello  glo- 
riosissimo corpo  ,  iofino  agli  spuli  e  alle 
villanie.  .S'.  liio.  C.risost.  168.  Certo  ben 
so  che  se*  schifo,  che  se  in  un  tuo  vesli- 
mento  vedessi  alcuno  sputo  di  flemma  <> 
di  sangue,  arrestine  tanto  orrore,  che  non  il 
vorresti  toccare  pur  colla  istremità  del  dito- 
Diltam.  2.  i^.  Vnglioli  ricordare  del  dra- 
cene. Il  qual  Donato  col  suo  sputo  ucci- 
se .  Coli.  Ab.  Isaac  ,  cap.  3o.  La  tua 
faccia,  la  quale  rice^elle  le  guanciate  <- 
gli  spuli  dalli  maladelli,  chianficbi  la  fac- 
cia mia. 

SPUZZARE.  Puzzare.  Lai.  maltolere, 
falere  .  Gr.  ou^wcetv  .  But.  Inf.  IO-  2. 
Tennono  iuverso  il  mezzo  ad  una  valle  . 
dove  si  discendea ,  che  infino  lassù  spuz- 
zava . 

SQ 

5QUACCI1ERA,  e  SQUACQUERA 
Sterco  liquido  .  La<.  stercus  liquidum 
Hocc.  nov.  79.  33.  De*  suoi  liarooi  si 
veggon  per  lutto  assai,  siccome  è  il  Tama- 
gnin  della  poi  la  ,  don  Meta  ,  Manico  di 
scopa  ,  e  lo  .Squacrhcra  ,  ed  altri  (  qui 
nome  proprio,  fìnto  per  baia}.  Salv.  Av- 
veri. 1 .  2.  I  $■  Cosi  usavano  diliticare 
ec. .  squaccbera,  lamniarncarc,  che  oggi 
si  dice  sollecitare  co.,  squacquera  e  ram- 
maricare . 

g.  Pranzare,  o  simili,  a  squacchera. 
vale  Pranzare  a  ufo,  o  alf  altrui  spe- 
se.  P.'tajf.  1.  E*  pransercbhe  volentieri 
3  squacchera. 

SQUACt.llEnARE.  e  SQUACQUERA- 
RE. Propriamente  Cacar  teneroj  e  figura- 
lam.  Par  presto  checches.ua.  fìuon.  Pier 
2.  2.  6.  Allor  sua  madre  bestia  ec,  Slan* 
dole  accanto,  squacrhrro  parole  Tra*  denti 
e  '1  bombo  ,  da  far  die  le  sctmie  La  des- 
ser  su  pc*  muri  spaventale.  E  ^.  2.  5  E 
squacquera  brodetti  Biascica  pamboUito,  u 
gonfiai  entri   (qui  per  similit.f. 

SQUAtXllEHATAMtNTE.  e  SQUA- 
CQUERATAMENTE. Avverò.  Diciamo 
Pidere  squaccheratamente,  rioc  Con  gran- 
de strepito,  .Sconciamente,  Colla  fiocca  spa- 
lancata .  Lai.  cachinnare,  i/i  cachinnortim 
la.sciviam  ditsolvi,  risu  dijftuere.  Gr.  /flt- 
yyCn'*,  Pocc.  nov.  83.  9.  Ma  il  maestrit 
Scimmione  rideva  si  squaccheratamente  . 
che  lutti  i  deuli  gli  si  sarcbbcr  potuti 
trarre . 

t  SQUACCHERATO,  f  SQOACQUE. 
RA3  O  .  Add.  da  ^qu^^ccherare  e  Squa- 
cquerare, lost  nel  proprio  come  nel  f  ga- 
ra lo. 

§.  I.  Per  Aggiunto  di  qualunque  cosa 
tenera,  oche  abbia  poca  consislenta.  Mail. 
Franz,  rim.  buri.  a.  |36.  Ma  non  prima 
alla  bitcca  sr  hi  pose.  Non  per  la  novità, 
ma  per  grassezza  ltcU'u»e  squacquerale  • 
panlanotr  . 

§.  II.  Per  I smoderato  ,  Sconcio.  Al- 
leg. i^p.  Non  doierrà  per  questo  ec.  f«r 
le  pili  »quac()uerate  risa  del  mondo  chi 
sa    qualco^a    di    c'ibo      9    Lasc.    nm.    |. 


S  Q  U 

lOS.  (Ftr.  174^)  '^'^^^  oramai,  che  a  te 
uoD  ii  cottVK-ne  ,  Me  al  luo  ilile  »tiocco 
e  iqwacqueralo.  Cantar,  come  son  io»  d'  uà 
uom  daìbcuc   (H) 

SQUACQtEHA.  /  -  SQUACCHEKA. 

SQUACQUEUAUE .  /  .  SQUACCHE- 

SguÀcQUi:RATAMENTE.r.SQUAC- 
CUERATAMtME. 

SQUACQUERATO,  l'.   SQUACCHE- 

RATO. 

SQUADF.RNARE.  ì'ofgen:  e  hn-o/gere 
minuUinnnte  e  attentamente  ie  carte  de' 
libri.  Lat.  versare  lihros ,  evoUere.  Gr. 
a'vfXtTTJiv  T«  ^ifi^ia.  Lib.  Aslrot.  Fa 
mesUt-r  che  indiritti  bene  suo  intendi- 
mento iKT  questo,  e  che  squaderni  I.cnc  1 
libri  du'savil,  e  che  eli  Ifb'Ba  niolte  vol- 
te, ^nt.  Mlam.  son.  26.  VoU-ndo  un  certo 
lOiro  squadernare  ,  Ch'  è  intUolalo  sopra 
UD  erau  cuculo  ,  Le  fave  cominciarono  a 
KonBare.  Hern.  Ori.  2.  !\.  4?.  Squaderna 
a  lihru  da  tutte  le  bande,  E  vede  tutto 
quel  che  dice  appunto. 

§.  1.  Per  Manifestare,  Apertamente  ma' 
strare.  Lai.  pate/acere ,  aperire,  pandere^ 
explicare.  Or.   ÒtM'Z^  >   f:ivtpo<iv,  oca- 

Nel  suo  profondo  vidi  che  s'  mterna  Le- 
gato con  amore  in  un  volume  Ciò  che  per 
r  universo  si  squaderna  .  Morg.  2^.  90. 
E  per  tentargli  nella  pazienta.  Le  chiappe 


«quaderno ,  con  rivc.cnzi 


/Jern.    Ori.  2. 


II.  6.  E  squadernava  (intendetemi  bene) 
Con  reverenria  il  fondo  delle  rene.  /  «f. 
Seism.  62.  Senra  dargli  le  difese ,  forse 
perchè  ei  non  gli  squadernasse  in  giudi- 
lio  le  commessioni  di  questa  cosa  e  dell* 
altre.  Tac.  fìat'.  Ann.  3.  61.  E  volevali 
squadernare  dinami  a*  Padri. 

g.  U.  Per  {spalancare.  Maini.  5.  38-  tn 
par  d*  occhiacci  orlati  di  savore  Cosi  addos- 
so a  un  tratto  gli  squaderna. 

§.  III.  Per  Cavar  fuori,  hai.  promere. 
Ma/m.  9.  59.  La  camicia  da  pie  fregiata  e 
nera  ec.  Squaderna  fuora  ,  e  tagliane  un 
buon  brano. 

g.  IV.  Per  Riguardare,  o  Considerare 
minutamente.  Meni.  .^at.  II.  D'intorno 
hai  cento  furbi  e  farinelli ,  Che  a  un  gi- 
rar d'occhio  li  squadernan  tutto  Dalla  pian- 
ta del  pie  sino  a' capelli. 

»  SQUADERNATO.  Add.  da  Squader- 
nare. Min.  Malm.  pag.^5't.  Intese  (Dante) 
ciò  che  è  sciolto  e  sparso  per  1'  universo  , 
prendendo  la  similitudine  ila"  libri  sciolti  e 
squadernati.  (B) 

f  *  SQUADERiNATOUE  -  l'erbai. 
masc.   Che,  o   Chi  squaderna.  {A) 

SQUADRA.  Strumento  col  quale  si  for- 
mano, o  si  riconoscono  gli  angoli  retti.  Lat. 
fìnomon.  Gr.  yvtujmw.  frane.  Sacch.  rim. 
61.  E  si  terrò  per  voi  le  seste  e  squadre. 
Lib.  Son.  18.  Fa  scriva  colle  seste,  e  colle 
squadre . 

*  g.  I.  Squadra  ,  per  Angolo.  Croni- 
chett.  255  La  qual  torre  era  allora  una 
torricella  uata  iu  sul  muro  della  ciltà  ,  e 
quello  che  di  fuori  cigne  la  cittadella;  che 
amendue  i  muri  accettati  insieme  ,  fuce- 
▼  ano  angulo,  o  squadra.  (Cj 

§.  IL  l.sscre  a  squadra,  o  simili,  vale 
hsserr  m  .situazione  perpendicolare.  Cuid. 
G.  Allora  il  Sole  riguarda  la  terra  con  di- 
ritta squadra.  Cai.  Comp  Prop.  37.  Que- 
sta regola  d'  aggiuntare  le  dette  linee  a 
squadra  si  tenga  a  memoria  .  E  Sist.  5. 
Vorrei  tirare  una  linea  che  fosse  a  squa- 
dra sopni  la  C  D. 

§.  IIL  h'uor  di  squadra  ,  vale  Senza 
aggiustare,  o  regolare  colla  squadra.  Cant. 
Cam.  167.  Chi  mura  fuor  di  squadra,  non 
Tal  poi  A  faine  paragone.  *  Beilin.  ÌJisc. 
j.  i53.  In  quella  posizione  fuor  di  squadra 
al  terreno  si  mantengono  per  tutto  il  tempo 
che  la  gamba  che  si  muove  sta  per  aria.  [Cj 


S   Q  U 

§.  IV-  Onde  Essere  fuor  di  squadra  , 
/iguralam.  vale  Essere  sregolato  ,  di.sor- 
diuato.  Buon.  Eier.  2.  4-  18.  Inutili,  in- 
corporee ,  inordinate  E  luor  ili  squadra  , 
odiose  E  vane  precedenze. 

g.  V.  E  Uscir  di  squadra,  pur  figura- 
tam.  vale  Uscir  de'  termini.  Lat.  aberrare, 
a  recto  tramite  aberrare.  Gr.  aTTOTriavà- 
cOai.  ??w  fipzsBaii.  Cecch.  Mogi.  3.  5. 
Ma  s'io  li  Rispondo  risoluto,  io  esco  fuo- 
ri Di  squadra.  •'.•  Intperf  /  .  Ttb .  I).  2. 
T.  11.  157.  Anche  la  temperanza  è  una 
proporzione  di  mezzo,  e  un  ratlenimeuto, 
acciocché  V  uomo  non  esrj  di  squadra  e 
non  si  butti  agli  eccessi  violenti  dell' ira- 
scil)Ue,o  della  contupiscibile.  (i ) 

f  g.  \\.  Squadra,  vale  anche  una  (Juan- 
titn  indeterminala  di  soldali.  Lai-  cohors. 
Gr.  GTZiìùV..  Tac.  ì.nv.  Star.  3.  326.  In- 
gerissi tra  gli  ambasciailoii  Musonio  Rufo 
ec,  e  S|iUtava  sentenze  de'  beni  della  pace, 
e  mali  della  guerra  fra  le  squadre  de'sol- 
dati  (il  testo  lat.  ha  disserens).  ^=  Tass. 
Gcr.  17.  17.  Quella  che  terza  è  poi  squa- 
dra non  pare  ,  Ma  un'  oste  immensa,  e 
campi  e  lidi  tiene.  (IJ) 

f  g.  VII.  Squadra,  dicesi  anche  un 
Dato  numero  di  soldati  comandato  da  un 
caporale,  o  capo  di  squadra.  Cuicc.  Slor. 
Àtfermava  esser  poco  menu  che  cento  squa- 
dre di  uomini  darmc,  contando  venti  per 
inquadra . 

§.  Vili.  Per  Qualunque  moltitudine  de- 
terminala di  persone.  Tac.  iav.  Ann. 
l5.  111.  ^è  gli  diede  noia  l'infamia  di 
Peto,  poiché  lece  d  figliuol  di  lui  tri- 
buno capo  di  squadre  a  seppellire  i  morti 
nella   mala  pugna. 

*  g,  IX.  Per  Brigata.  Lor.  Med. 
canz.  Ii3.  2.  Tu  se' giovane  e  bella.  La 
persona  leggiadra  ,  U  modo  e  la  favella 
Urne  tanto  in  aggrada  :  Tu  rifai  ogni 
squadra.  Dove  è  la  tua  persona  Ognun 
di  te  ragiona  :  Tanto  se*  pellegrina  e  bal- 
danzosa. (C)  Ar.  tur.  46.  92.  Di  Fdo- 
S06  altrove  e  di  poeti  Sii  vede  in  mez- 
zo   un'  onorata    squadra.    (IS) 

SQUADRANTE.  Quadrante.  Morg.  2^. 
2.  Cedevan   gli  squadranti    all' orivolo. 

t  3  SQUADRARE.  Term.  de'  ecome- 
tri e  delle  Arti.  liender  quadro  ,  o  ad 
angoli  retti  checchessìa.  Aggiustar  colla 
squadra. 

*  §.  I.  Per  Descrivere,  o  Misurare 
minutamente  ,  quasi  colla  squadra  ,  le 
parti  di  una  cosa.  Ar.  Fur.  46.  92.  Di 
filosofi  altrove  e  di  poeti  Si  vede  in  mezzo 
un'  onorata  squadra,  Qual  gli  dipinge  d 
corso  de'pianeU;  Questi  la  terra,  quello 
d  ciel  gli  squadra  .  ■«  Cant.  Cam.  l\i. 
A  chi  ben  vi  consì^^lia  Crediate  ,  perch' 
abbiano  Squadrato  d  ciel  coli'  astrolabio 
iu   mano  n  .  (Pej 

g.  11.  E  per  metaf.  vale  Guardare 
una  cosa  dal  capo  al  piede,  minutamen- 
te considerandola.  Lat.  aestimare,  obser- 
vare,  lustrare.  Gr.  avai<''/i'^£c6at,  a.~o- 
Ttyàv.  Morg.  i.  5'/.  h  liguardava  e 
squadrava  Morgante  La  sua  grandezza  e 
una  volta  e  due.  Disc.  Cale.  l3.  Que- 
sti primieramente  rivoltino  gli  occhi  e  la 
mente  squadrando  lutti  quanti.  Tac.  Dav. 
Vit.  Agr.  400  Onde  multi,  che  misu- 
rano gli  uomini  dall'apparenza  ,  vedendo 
Agricola  sì  rimesso,  e  squadrandolo,  non 
rinvenivano  in  che  stesse  tanta  gran  fa- 
ma (  il  testo  lat.  ha  :  viso  ,  aspectoque 
Agricola)  .  Alam.  Colt.  5.  110.  Or  con 
dotta  ragion  misuri  e  squadri  II  già  chiuso 
giardìn.  Malm.  I.  32.  Ben  ben  lo  squa- 
dra, e  dice:  egli  è  pur  desso.  E  4*  78- 
Lesse  il  pitaffio,  squadrò  1'  urna,  e  ten- 
ne Che  li  fosse  da  farne  tina  solenne. 
g.  ì\ì.  Squadrar-e,  pur  \er  metaf.  Lat. 
exponere^  ostendere,  aperire.  Gr.  i^r.yiX- 
c-at,   c-:ixvy£tv,  òi^)ojv.    Dant.   Inf    25. 


S  Q  U 


1347 


Al  fine  delle  sue  parole  il  ladro  Le  ma- 
ni alzò  con  ambedue  le  fiche,  Dicendo  : 
logli.  Dio,  eh'  a  te  le  squadro.  But.ivt: 
Le  squadro;  ciui  a  te,  e  a  tuo  dispregio 
e  obbrobrio    le  faccio. 

§.  iV.  Per  Squartare.  Lai-  dirumpe- 
re.    Gr.    òiapp'r,-/ vwvau    Petr.   canz.    26. 

3.  Chi  verrìi  mai,  che  squadre  Questo 
mio  cor  di  smalto  7  f  cioè,  rompa  e  spcr- 
zi  )  .  Bim.  ant.  ballai.  Giovane  bella  e 
leggiadra  er..  Lo  mio  cuore  per  te  si 
squadraj    E    d'  ogni   allegrezza   si   spoglia. 

SQUADRAIO.  Add.  da  Squadrare. 
Borgh.  Bip.  l5o.  Sarìi  cosa  molto  utile 
far  ('lima  i  rartom,  i  quali  si  fanno  di 
logli  squadrati,  ed  attaccati  insieme  eoa 
pasta. 

§.  1.  Per  Esaminato,  Considerato. 
Lai.  ponderatus,  aestimatus  ,  pcnsicula- 
tus ,  perspectus  ,  consideratus  .  Gr.  ti- 
pr.iit'i.  Mor.  Eur.  2.  l{2.  Costoro,  consi- 
derato il  lutto  con  dUigenzia  e  squadra- 
to bene  ogni  cosa  ec,  riferirono  pubbli- 
camente ec. 

^;  g.     11.    Figuratam.    I  it.     SS.    Pad. 

4.  229.  E'  fu  squadrato  con  molle  per- 
cosse, siccome  pietra  che  si  mette  in  di- 
6cio.  f  Vi 

t  3  SQUADRATOLE,  l'erbai,  masc. 
Che,  o  Chi  squadra- 
ne ^.  l.  Per  Esaminatore.  Lai.  ùbser  va- 
lor, inspeclor.  Gr.  e'tìi'^/otto^,  ifopo^. 
u  Lib.  J'rcd.  Aveva  intorno  molli  squadra- 
tori    della  sua  virtù  »  .   (B) 

'Ai  g.  II.  Squadratore,  per  Vcarpellino 
che  lavora  pietre,  o  marmi  di  squadro. 
Benv.  Celi.  J  it.  3.  3i8.  U  gran  Miche- 
lagnolo  ec,  volendo  mostrare  ai  sua  squa- 
dralori  con  iscarpellini  certe  finestre,  si 
messe  a  farle  di  terra  piccole,  ec.  (Bj 
J'as.  Op.  l  it.2.  217.  Il  padre  del  quale  es- 
sendo lungamente  vivuto  nel  poggio  di 
Fiesole,  dove  si  dice  Maiano,  con  1'  eser- 
cizio di  squadrature  di  pietre.   { Cj 

*  SQUADRATURA.  Term.  de' Le- 
gnaiuoli, e  simili.  Lo  squadrare,  e  Lo  stato 
della   cosa  squadrata.  (A) 

•A-  SQUADRETTA.  Piccola  squadra  di 
armata.  Lai.  manipulus,  cohorticula.  Stor. 
Eur.  6.  l3o.  Dopo  queste  fiere  parole, 
giudicatisi  unitamente  lutti  per  morii ,  si 
divisero  in  due  squadrelte.   (C) 

:?  SQUADRIGLIA.  Quadriglia,  Picco- 
la squadra.  Lai.  manipulus,  cohordcula. 
Gr.  >o'x°''  ^"<F^'  sTTETjSa.  Segncr.  Pred. 
20-  li.  Arma  per  tanto  una  squadriglia 
di  sgherri,  e  con  questi  comincia  a  tender- 
gli insidie.  (')  Accad.  Cr.  Mess.  5.  557- 
I  plebei  andavano  in  isquadrìgUe  a  far  la- 
mento davanti  alla  porla  di  ec,  e  biso- 
gnava ingannargli,  e  dar  loro  buone  spe- 
ranze per  racchetargli.  (B) 

3  SQUADRO.  Lo  squadrare.  Bocc. 
nov.  20-  19-  Per  punii  di  luna  e  per  isqua- 
dri  di  geòmelna  si  convenivano  tra  voi 
e   me    congiugnere  i  pianeti. 

*  g.  E  figuratam.  per  Ossen  azione  . 
4,  Tac.  Dav.  Stor.  1.  245.  E  per  isqua- 
dri  di  stelle  gli  prometleano  in  quell'  an- 
no un  gran  chiarore  gli  slrolaghi  (  il  te- 
sto  lat.  ha:    observalione  siderum)  "  .    (.P*) 

't  SQUADRO.  Spezie  di  pesce  di  ma- 
re. Lat.  squatina,  squatus.  Gr.  pivnj. 
Bed.  Oss.an.  166.  Coperto  di  pelle  aspra, 
ruvida,  simile  a  quella  degli  squadri,  ce 
E  200-  Considerando  il  canale  degli  ali- 
menti d'  un  grossissimo  pesce  squadro, 
che  pesava  intorno  alle  scUanta  lil>bre , 
osservai  ec.  E  Vip.  1.  76.  VoUe  (Galeno) 
intender  di  quelle  f  i-i;jc/r;  ec.  m  foggia 
non  gran  cosa  diflferenle  da  quella  ec  che 
r  anno  passato  vedemmo  nel  pesce  chia- 
mato   squadro. 

SQUADRONARE.  Fare  squadroni.  Or- 
dinare squadroni.  Lat.  Icgiones  in.ftruere, 
esplicare.  Gr.  ::xcaTa?ai  Tr.'v  OJV»;*iy. 


i348 


S  Q  U 


#  Àccad.  Cr.  yfess.  2.  I05.  Comandò 
a  tal  6ne  che  pigliassero  1*  armi,  squadro- 
nò tnlta  la  sua  gcote,  fece  allestire  ii  can- 
none, e  direndo  ce.  montò  a  cavallo  co* 
suoi  capitani.  F  3.  2!^z.  Si  cotninriò  su- 
bito a  disporre  la  marcia,  si  squadronò  la 
gente,  e  messi  ai  loro  luoghi  1'  artiglie- 
ria e  il  bagai^Iìu,  si  tirò  diritto  a  Ilascala.  (Bj 
Salvi/I.  Geor.  Uh.  2.  Come  spesso  in 
gran  guerra  quando  lunga  Legione  squa- 
dronò sue  compagnie.  (l'^J 

•f  ^  §.  I.  Sffuadronarc,  neutr.  pass. 
Schierarsi,  Porsi  in  ordinanza.  Salviti. 
Jliad.  l'^.  220.  Che  me  non  mollo  regge- 
ran  gli  Àcheij  Ancor  che  molto  a  torre  si 
squadronino.  Accad.  Cr.  Mess.  5.  58o- 
Nel  tempo  che  gli  Spagouoli  arrivarono  a 
tiro  d'  arcliiliuso,  s'erano  di  già  S((uadro- 
nati,  e  avevano  presi  i  posti  con  inten- 
zione   di  combattere    ec  .  ( .4) 

5v  g.  11.  JC per  .fimi/it.  Chiabr.  rim. 
voi.  3.  paf;.  9^-  (ediz.  173o)  Che  dirassi 
do' gru  ,  che  le  campagne  Varcan  dell'  a- 
ria.  ed  han  cotanto  ingegno,  Che  per  la 
lunga  via   san   squadronarsi?   (li) 

SQUÀDUONATO.^M/.  da  Squadrona- 
re. Lat.  instructus,  expticatus.  Gr.  Tta- 
ptXT&zuyfJ-ìyo^.  ^  .Accad.  Cr.  Mess.  5. 
648.  Si  mossero  a  riceverlo  Lopci  e  Ccci- 
inelac,  co'  suoi  Tlascalcsi  squadronati.  (J3) 
Segner.  Pred.  Pnl.  Ap  il.  3.  Che  gli 
Ecclesiastici  non  hunno  per  loro  proprio 
di  sostenere  l'autorità  con  gli  eserciti  squa- 
dronati ,  come  il  fanno  J  monarchi  lai- 
ci .  (TC)  Sali'in.  Geor.  /ih.  I.  Dalla  pa- 
stura squadronato  partesi  Con  serrate  ali 
esercito  di  corhi    fqui  per   similtt.  ).  (F) 

SQCADKO>CI.>0.  Dimin.  di  Squadro- 
ne. Lat.  turma,  parva  vis.  Gr.  CTt'?,  TTc- 
'/Tf  Segner.  Pred.  7.  6.  Ripartì  subito  la 
famiglia  in  più  file,  ad  imitaxion  d'uu  pic- 
colo squadroncino. 

SQUADRONE.  Panda  ,  Schiera.  Lat. 
agnten.  Gr.  èó^Oi,.  Guicc.  Star.  7.  345.  1 
Tedeschi  ec.  s'erano  messi  in  un  grosso 
squadrone.  Ciriff".  Calv.  l.  10.  E  veggen- 
dosi  intorno  uno  squadrone,  Alla  spada  la 
man  subito  pose.  E  2.  69.  Dell'altre  genti 
di  varie  maniere  Si  fece  per  riscossa  uno 
squadrone.  Serd.  Stor.  htd.  4-  175.  Ave- 
va fatta  tanta  strage  di  loro,  e  sforzato  gli 
squadroni  de' Maomettani  a  cedere  al  pic- 
colo numero  de' Cristiani.  Bern.  Ori.  1. 
l5.  4-  Vannone  stretti  in  un  bello  squa- 
drone. Con  le  visiere  basse,  arditi ,  altieri. 
/i  I.  l5.  Sp.  Assetta  r  ordinanza  e  lo 
squadrone  Col  brando  nudo  il  Re,  non  col 
bastone. 

#  §.  Squadrone.  Terni,  da'  Legnaiuoli 
ed  altri.  Squadra  grande  di  legno,  come 
il  quartahuono.  (yì) 

#  SQUADRUCCIA.  Term.  de*  Carra- 
dori, e  simili.  Pezzo  di  legno  incavato  in 
mezzo  ,  che  si  usa  a  prendere  le  misu- 
re. fJ} 

#  SQUAGLIAMENTO.  Lo  squagliare, 
l'asar.  ì'it-  In  quest'opera  sono  squaglia- 
menti infiniti  di  colore  sopra  colore  nel 
vetro,  e  vivissima  pare  ogni  cesa  nel  suo 
genere.  (.4) 

SQUAGLIARE.  Liquefare,  Struggere  j 
contrario  di  Coagulare.  Lat.  Uquefacere. 
Gr.  jraTotTn'xstv. 

'^  %.  \.  E  in  signific.  neutr.  pass.  Car. 
fin.  9.  Qlfi.  Indi  scoppiando  Allentò  '1 
piombo,  che  dal  molo  acceso  Squapliossi,  e 
con  gran  rombo  in  una  tempia  II  giirz<)n 
iiercotcndo,  nell'arena  Morto  quanto  era 
lungo  lo  distese.  (li) 

§.  W.Per  metafora.  Rim.  nnt.  Guid.  G. 
III.  Ma  voi,  madonna,  della  n>ia  travaglia, 
Che  si   mi  squaglia,  prendavi  mercede. 

SQUAGLIATO.  Jdd.  da  Squagliare. 
Lai.  liquefactus  .  Gr.  xaTaT>:xd/i4vo;  . 
Tes.  Poi\  P.  S.  cap.  3.  Togli  pece  navale 
»f{uagliata  per  una  oollu  io  acelo  forte. 


S  Q  U 

SQUALLIDEZZA.  Astratto  di  Squal- 
lido. Lat.  squalor.  Gr.  oìvyfioi  •  l'ai. 
Mass.  L'  un  de*  quali  dopo  certo  tempo  , 
siccome  il  compagno  fosse  morto,  coperto 
di  squallidezzj,  tutti  i  danari  tolse.  ^  Tac, 
Dav.  Germ.  38l.  Allora  sopra  quel  san- 
gue e  quelle  spoglie  si  tondono  e  scopron 
la  fronte  ,  ec.  i  codardi  sì  stanno  nella  lor 
squallidezza.    (TC) 

SQUALLIDO  Add.  Scolorito,  Spunto. 
Lai.  squalidus.  Gr.  ùvxfiflpOi.  Mor.  S. 
Greg.  I.  18.  Co'  vestimenti  squarciati , 
tutti  squallidi,  cioè  spunti,  ovvero  scolo- 
riti. Peir.  son.  277.  Spargendo  a  terra  le 
sue  spoglie  eccelse  j  Mostrando  al  Sol  la 
sua  s(|U.dlida  stirrpe.  Fir.  As.  174.  Adun- 
que delli  due  quattrini  ,  che  tu  porterai  , 
ilara'nc  uno  per  tuo  passaggio  allo  squal- 
lido vecchio. 

g.  Per  metaf  Cr.  2.  26.  2.  Ne  (sia) 
terra  uliginosa,  ne  monte  arenoso  e  ste- 
rile ,  né  valle  troppo  oscura  e  squallida 
(dot ,  buia,  e  orrida  )  .  Fir.  As.  i5.1.  Non 
nozze  sollazzevoli  ec,  ma  una  pioggia  di 
squallidi  congiugnimenti,  e  un  fastidio  d' 
ogni  cosa  cresceva  sopra  la  terra  (dot , 
mesti,  malinconici  ) . 

•SQUALLORE  .  Pallidezza  eccedente. 
Lai.  squalor.  Gr.  Oi'j^p.òt.  Mcr.  S.  Gr-eg. 
Ella  ne  incorre  in  peggiore  infermitadc 
per  lo  squallore  che  virn  suso.  Fiamm. 
5.  82.  lo  non  posso  si  poco  chiudere,  o 
dare  al  sonno  gli  occhi  dolenti  ,  che  egli 
pallido,  di  squallor  coperto  e  sanguinoso, 
mostrandomi  l'acerbe  piaghe,  non  m' ap- 
pari.sca  davanti.  #  Hucell.  Ap.  226.  Ma 
quel  che  squallor  livido  difiinge,  E  di  po- 
co valor ,  che  appena  dietro  Strascinar 
puossi  il  tumefatto  ventre.   (B) 

t  SQUAMA.  Scaglia  del  pesce,  e  del 
serpente.  Lat.  squama.  Gr.  Js':rt5juia.  Ott. 
Com.  Inf.  ad-  4^6*  Serpente  è  detto,  pe- 
rocché va  col  corpo  in  sulla  terra  con  oc- 


culti andamenti,  non  va  con  aperti  passi 
ma  vas.si  traendo  con  minutissimi  sforza- 
menti delle  sue  squame. 

t  §.  I.  ^  per  similit.  Guid.  G.  2.  3. 
Aggiugnondo  colpi  a  colpi ,  li  quali  por 
li  duri  .%(]uami  quasi  invano  si  danno.  Dant. 
Purg.  23.  Per  1.1  cagione  ancor  non  ma- 
nifesta Di  lor  magrezza,  e  dì  lor  trista 
squama.  But.  ivi  :  E  di  lor  trista  squa- 
ma, cioè  della  loro  magrezza,  e  della  loro 
asprezza.  E  Par.  4-  I.  Gli  levò  le  squa- 
me dagli  occhi,  che  1' avevano  fallo  riero. 
J^for.  S.  Greg.  Dagli  occhi  suoi  caddono 
quasi  .squame,  cioè  coprimento  carnale. 

*  §.  II.  Per  similit  Maglia  di  giaco. 
Lat.  .iqtiama.  Gr.  ^oXt^.  Pros.  Fior.  3. 
244"  Le  squame  e  le  creste  e  le  tcstudi- 
ni,  da  quella  (disciplina  )  che  specula  in- 
torno agli  animali,  furon  prese.   {') 

•f  *  SQUAMIGEIIO.  /'.  L.  Addiett. 
Che  ha  squame.  Squamoso.  Hucell.  Ap. 
238.  Di  qui  gli  Uomini  lutti,  e  gli  ani- 
mali, E  gli  arnienli  squamigerì  e  i  terre- 
stri, ec.  (  L'edtz.  citata  legge  squammi- 
geri,  ma  le  hiione  stampe  hanno  un  solo 
m.  )  fj) 

#  SQUAMMA.  Lo  stesso  che  Squama. 
Lat.  squama.  Pros.  Fior.  3.  I.  4^'  ^ 
r  abito  suo  si  fingeva  tulio  di  una  squam- 
ma  di  drago.  Gal.  Sagg.  73.  Ni  per  ser- 
rarle la  bocca  falla  cicala),  ne  per  fer- 
marle l'ali,  poteva  ne  pur  diminuire  il 
suo  altissimo  stridore,  né  le  vedeva  muo- 
vere squamine,  ni-  altra  parte.  (IS'S) 

SQUAMOSO.  Add.  Che  ha  .rquama  . 
Lat.  squamosus.  Gr.  ^iCffioUTo';.  Buon. 
Fier.  2.  1.  l5.  Squamosa  bestia  ed  ispida 
cb'  e*  pare  .  ^  Bucell.  Ap.  216.  Ancora 
slian  lontane  a  questo  loco  Lucerle  apri- 
che ,  e  le  Nquamose  bisce.  ( B) 

§-  Per  similit.  vale  Crostoso.  Declam. 
(Juintil.  C.  Inasprisccsi  rugosa  canutezza 
dello  squamoso  capo.    Guar.    Past.  fid.  4- 


S  Q  U 

2.  Quando  egli  di  squamosa  e  dora  scùna 
Il  suo  Mclampo  armato  CoDlra  la  fera  im- 
petuoso spinse. 

t  SQUARCETTO  .  Piccolo  squarcio. 
Lat.  rimula  ,  frneste/la  .  Gr.  Ssvpi'òiOv  . 
Sagg.  nat.  esp.  121.  Questo  ec.  gonfiava 
bensi  la  vescica ,  ma  nello  stesso  tempo 
n'  usciva  dal  piccolo  squarcelto  A.  ec,  al 
quale  accostandosi  una  candeletta  accesa  , 
si  vedeva  muovere  sensìbilmente  la  Gam- 
ma . 

SQUARCIAMENTO.  Lo  squarciare. 
Lat.  hiatus.  Gr.  ■/^à.iij.OL.  Paol.  Oros.  Ap- 
po i  Sanniti  ,  aprendosi  la  terra  di  gran- 
de squarciamento  n'  uscio  grande  fiamma. 
#  Salvia.  Disc.  2.  2l3.  Non  può  euere 
tanta  presta  1'  aria,  ne  accorrere  sì  pron- 
tamente ,  che  lutto  lo  spazio  dopo  quello 
squarciamento  terril>ilc  riempire  possa  in 
un  attimo.   (P) 

SQUARCIARE.  Rompere,  Spezzare, 
Stracdare  sbranando.  E  non  che  nel  sen- 
tim.  alt.,  si  usa  pure  nel  signific.  neutr. 
pass.  Lat.  discindere,  rescindere ,  disiun- 
gere.  Gr.  0 cazo TTtciv.  /?occ.  nor.  18-  il. 
E  appresso  nel  petto  squarciandosi  i  vesti- 
menti, comincio  a  gridar  forte.  G.  f  .  f'il- 
Maom.  Fu  segno  manifesto  ,  che  dovea 
squarciare  e  aprire  la  porta  della  santa 
Chiesa  di  Roma.  ìit.  Crist.  S*  egli  l'a- 
vesse sapulo,  tanto  quanto  l'avrebbe  squar- 
cialo co'  denti .  Pelr.  cap.  3.  t>a  indi  in 
qua  cotante  carte  aspergo  DÌ  pensieri,  di 
lagrime  e  d*  inchiostro  ,  Tante  ne  squar- 
cio ,  n*  apparecchio  e  vergo  .  f  it.  S.  M- 
Madd.  91.  O  cuori  di  pietra,  come  siete 
arditi  di  squarciare  colla  lancia  *1  suo  cuo- 
re? Tass.  Ger.  12-83.  Qui  tronca  le  pa- 
role ;  e  come  il  muove  Suo  disperalo  di 
morir  disio ,  Squarcia  le  fasce  e  le  ferite, 
e  piove  Dalle  sue  piaghe  esacerbate  un 
rio . 

*  §.  L  Per  Strappare.  Rem.  Fior. 
Ovid.  Pist.  1.  3.  Ma  ben  versai  dagh  oc- 
chi amari  pianti ,  E  mi  squarciai  le  chio- 
me. (TC) 

§.  II.  Per  metaf  Aprire,  Spalancare. 
I.at.  diflindere,  scindere.  Gr.  0ta5X»'{«*» 
Dant.  Inf  3o.  Allora  il  monetier  :  cosi  si 
squarcia  La  bocca  tua  per  dir  mal,  come 
suole.  /•:  33.  Quand*  i' feci  U  mal  sonno. 
Che  del  f'iluro  mi  squarcio  '1  velame. 

SQUARCIASACCO.  /  .  A.  SQUARCIA- 
SAC(  O. 

SQUARCIATA.  Coipo  che  squarci». 
Lai.  utus.  Gr.  tuTHj'-  Lib.  Mott.  Vo- 
mandolle  chi  le  avea  insegnalo  cosi  ben 
partire.  Ella  rispose:  la  squarciala  che  tu 
desti  all'orso. 

SQUARCIATO  .  Add.  da  Squarciare. 
Lat.  rescissus,  discissus.  Gr.  St&^x^vtii- 
voi  .  Dant.  Par.  23.  Parrebbe  nube  che 
squarciata  tuona  .  Petr.  son.  3lO-  Volo 
con  r  ali  de*  pensieri  al  cielo  ec. ,  La- 
sciando in  terra  lo  squarcialo  velo.  Filoc. 
I.  143.  A  simililudine  di  squarciata  nul>e, 
quando  Giove  gilla  le  sue  folgori.  *  Guicc. 
Stor.  a.  430.  Andatovi  con  nove  pc«ii  gros- 
si di  artiglieria,  l'assalto  con  lai  furore  che 
squarcialo  quel  luogo  piccolo  in  molle  par- 
li vi  miro  1  cr  forza.  (Li  Bellin.  Disc,  1. 
168.  Altrmienli  verrebbe  da  cuo  squar- 
cialo in  mille  pezzi  e  caderelibe.  (Ci 

§.  I.  Pk-r  metaf  Pass.  3l5.  I  Fioretì- 
lÌDi  c*>n  vocaboli  squarciati  e  »maninki  ec. 
la  *nlorhidano  e  rimescolano  .  Taf.  lUiv. 
Ann.  2.  44-  Arminio,  per  tulio  l'esercito 
cavalcando,  a  ognuno  ricordava  la  ricevuta 
libertà  ,  le  squarciale  legioni. 

^  %.  II.  per  Eccessivo,  Smodato.  1  it. 
S.  M.  Madd.  a3.  Si  trova  molli,  floscia- 
che  Cristo  n'  andò  in  Ciclo,  che  n  hanno 
(atte  di  queste  colali  isquarciale  penilcn- 
tip  ,  all'  esempio  di  Maria,  e  di  Giovanni 
Balista.  (!) 

t    *    S    !"•   ^''  Di  grande  aperiurm. 


S  Q  tJ 

Cr.q.  7.  La  sua  boccu  (tìel  casfaìlo)  ^rvtL' 
de  e  squarriata  ;  e  alibia  le  nari  gonfie  e 
grandi.  (Ti)  Alam.  Colt.  2.  53.  Sia  s<iuar- 
ciata  la  bocca  (del  cavallo),  e  raro  il  crino  , 
Doppio,  eguale,  spianato  e  ilrittu  il  dorso, 
ec.  (F) 

f  SQOARCIATORE  .  Verhal.  tnasc. 
Che,  0  Chi  squarcia.  Lat.  laniator ,  <ti- 
laniator .  Gr.  oTra^aTTWv.  Agn.  Pand. 
l5.  Sentirgli  con  dolorosa  Locc  gridare 
misericordia,  ed  esser  beccaio,  e  squarcia- 
tore  delle  membra  umane. 

SQUARCIATURA.  Lo  squarciare.  Pa- 
lajf.  5.  Per  far**  alU  dì  neri  jquarcialura. 

SQUARCINA.  Jrme  atta  a  squarcia- 
re f  conte  sono  la  storta  ,  la  scimitarra  , 
€  simili,^  ^lleg-  P^S'  39-  C'^™*'-  1/54) 
Gli  stiletti,  Toi  Jo  sapete,  son  proibiti  in 
questo  paese  come  le  pistole  ,  e  non  le 
squarcine,  che  pur  essendo  ce.  (A)  Cor- 
sin.  Torracch.  I.  12.  Giovani  biitairi  ed 
insolenti ,  Che  ,  armati  dì  squarcine  e  di 
bastoni.  Tanti  Ercoli  pare'n,  lanli  Sanso- 
ni. (B) 

SQUARCIO.  Taglio  grande.  Lai.  fra- 
dura  ,  Jenestra  .  Gr-  p^y/jia  ,  &uf  15  ■ 
Bern.  Ori.  2.  18.  5^.  Ognuno  a  buon 
mercato  era  fornito  Di  squarci  per  la  te- 
tta e  per  la  faccia  .  E  rim.  1.  12.  Gli 
strugge,  e  vi  fa  buche  e  squarci  drento , 
Come  si  fa  dell'oche  1'  Ognissanti.  Ked. 
Jns.  l3o.  Si  squarcia  in  due  parli  ,  e  da 
quello  squarcio  comincia  la  crisalide  a  uscir 
fuori.  JJs  Segner.  Crisi.  Instr.  1.  8.  l3. 
Questo  è  uno  squarcio  fatto  da  le  in  una 
veste  incoDsutile,  che  non  si  rassetta  per 
via  di  ricuciture.  Sagg.  nat.  esp.  l!^l.  Lo 
squarcio  principiato  nell'argento  della  sal- 
datura tirò  innanzi  per  l'oro  ancora.  (Cj 

#  g.  I.  Per  Brano.  Segner.  Crist.  Jnstr. 
2.  20.  17.  Tanto  gli  eredi,  intenti  a  con- 
trastar sulla  divisione,  purché  tirasse  cia- 
scuno a  ìc  dalla  porpora  del  Defonto  piii 
bello  squarcio ,  nulla  afiatto  curarono  del 
cadavere.  (C) 

*§.  W.  F  fìguratam.  per  Urano  dì  scrit- 
tura, o  come  più  comunemente  dicesi  Passo. 
Ces.  /fntid.  5.  Mettendo  paragone  con  buona 
fede  .  tra  un  lungo  squarcio  almeno  ,  o 
megliu  un  trattato  d'  un  trecentista,  de'piii 
rinomati  .  col  più  rinomato  de*  nostri  av- 
versari, la   cosa  si  moslrereblie  da  sé.  (C) 

^  %.  111.  Squarcio  ,  vale  anche  Qua- 
derno che  per  lo  più  i  mercanti  tengono 
per  semplice  riconto ,  notandovi  le  parti- 
te ,  prima  di  passar/e  ai  libri  maggiori . 
Ar.  Sat.  6-  Mi  more  il  padr<-,  e  da  Maria 
il  pensiero  Dietro  Marta  bisogna  eh"  io  ri- 
volga ;  eh'  io  muli  in  squarci, ed  in  vac- 
chette Omero.  (Dj 

"t  *  SQUAnCIONE.  Sfarzoso,  Fa- 
stoso  j  e  vale  anche  Spaccone,  Uti/lanta- 
tore .  Sa/fin.  Buon.  Fier .  2.  1.  6-  Fare 
il  giorgio ,  far  r  uomo  armato,  o  pure  lo 
«parcione  ,  lo  spaccamontagne  ,  il  bra- 
vo, fjj 

*  §.  C/tasi  anche  addiettivam.  Afagal. 
Lett.  Hanno  però  essi  ancora  il  loro  ca- 
tarro di  vol^r  esser  modellati  all'  eroica, 
tirando  assai  sull'  aria  bizzarra  e  sqiiarciona 
di  quelli  d*  Estreonoi.  (A) 

SQUARQUOIO.  Add.  Sucido,  Sclii/oj 
ma  più  comunemente  si  dice  di  persona 
vecchia  Ca.tcatoia  .  Lat.  cascus  ,  decrepi- 
tus  .  Gr.  iTxaTOySiwv.  Hern.  rim.  \. 
I05.  Non  credo  che  si  trovi  al  mondo 
fante  Più  orrida  ,  più  sucida,  e  squarquoia. 
Buon.  Fier.  4  2.  5.  L'  appetito  aguzza 
Strega  squarquoia,  lercia. 

•t  *  SQUARTA>rE>'TO  .  Divisione 
fatta  in  quarti  j  e  dicesi  del  corpo  degli 
animali.    (A) 

^  %•  I.  Per  Laceramento.  Bern.  Lett. 
9%.  Frattanto  sendomi  venuto  questo  pezzo 
di  carta  squartala  alle  mani,  il  cui  squar- 
tamento   vi    farà    fede    del    nostro   grazio- 


S  Q  U 

so  slato  ,  ho  voluto  mandarvelo  in  iscrit- 
to. (C) 

^  §.  II.  Fare  uno  squartamento,  vale 
fìguratam.  JiJinacciare  con  molte  parole 
e  bravando.  Lasc.  Cen.  I.  nov.  3-  82.  E 
Neri,  gongolando  fra  se,  faceva  loro  una 
tagliala  e  uno  iquartaroento  ec. ,  girando 
intorno  con  quella    roncola.    ( C) 

3  SQUARTALE  .  Dividere  in  quarti  . 
Lai.  dissecare  ,  trucidare  ,  obtrttncarc  . 
Gr.  avaTì'/jtv-tv,  n^tXttv ,  xaTazc^'Trreiv. 
Flocc.  nov.  j8.  II.  Egli  prima  soSerrebbc 
d'  essere  squartato  ,  che  tal  cosa  ec.  con- 
sentisse .  È  nov.  69.  27.  Di  me  non  vo' 
dire,  che  mi  lascerei  prima  squartare,  che 
iti  il  pur  pensassi.  G  /'.  p.  19.  2.  Lo  'm- 
peradtire  il  fece  squartare  a  quadro  caval- 
li,  come  traditore.  Bern.  Ori.  i.  2.  67. 
S'  alcun  ci  torna,  s'io  noi  fo  impiccare. 
Impiccato  e  squartato  esser  poss'io. 

!?  g.  I.  Detto  dell'arme  delle  famiglie. 
Porgli.  Arm.  Fam.  81.  I  Tornabuoni  e 
Marabolliui  la  squartarou  (l'arme/  anch' 
essi.  (  Fedi  sotto  alla  voce  SQUARTA- 
TO, §.  ).  (Fj 

g.  II.  Fìguratam.  Farch.  Ercol.  83. 
Fare  una  bravata  ,  o  taj.liata,  o  uno  spa- 
ventacchio,  o  uno  sopravvento,  non  è  al- 
tro che  minacciare  e  bravare;  il  che  si  dice 
ancora  squartare,  e  fare  una  squartata. 

g.  111.  Squartar  lo  zero,  vale  Vare  i 
conti  con  esattezza  e  puntualità^  e  anche 
talora  si  prende  per  /spendere  con  .sover- 
chia parsimonia.  Lat.  severiori  calciilo  rem 
cxpenderc,  nimia  uti  parsimonia.  Gr.  tÒ 
O£i'cw),ov  IV  oaTTavwt^  "avraTiKci  'ti- 
ptìv.  .\'enz.  sat.  Q.  Ben  veder  puoi  chi  con 
l»erretta  a  spicchi  Già  siede  all'altrui  de- 
sco,  e  squarta  il  zero. 

SQUARTATA.  Lo  squartare .  Farch. 
Ercol.  83.  Fare  una  bravata,  o  tagliata,  o 
uno  spaventacelo,  o  un  sopravvento,  non 
è  altro  che  minacciare  e  bravare  ;  il  che 
si  dice  ancora  squartare,  e  lare  una  squar- 
tata. 

3  SQUARTATO.  Add.  da  Squartare^ 
Diviso  in  quarti.  Lai.  disseclus  ,  sectus. 
Gr.  Sty,Gy_tr:iziz. 

•^  g.  I.  E  inforza  di  sust.  «  Bern. 
Ori.  I.  8.  4^'  ^on  scudo  ancor  ben  morti 
gli  squartati .  Menz.  sat.  3.  Ed  il  primo 
tra  lor  degli  squartati  Vorrei  il  Borentin 
Cureulione  «.  ( S) 

!?  §.  II.  Per  Lacerato.  «  Frane.  Barb. 
370.  5.  Metta  la  man  nello  squartalo  petto 
D'  esto  dolente,  eh'  ella  fa  perire  ».  (J^) 

*t  3  §■  "1-  P'^''  similit.  parlandosi  d' 
abiti,  vale  Frappato,  Frastagliato.  /  arch. 
Stor.  II.  349-  Avevano  in  dosso  ciascuno 
una  casacca  di  raso  rosso  ,  colla  manica 
medesimamente  squartata  di  teletta  ;  ave- 
vano le  calze  di  raso  rosso,  filettate  di  te- 
letta bianca  ec.j  il  gìul)bone  di  raso  rosso, 
squartato  il  lato  ritto,  e  la  manica  ritta  di 
raso  bianco. 

^'=  g.  IV.  F  parlandosi  d^ Arme  gentili- 
zia, vale  Divizia  in  quattro  quarti.  «  Borgh. 
Arm.  fam.  83.  Se  ne  vede  esempio  ne' 
conti  Guidi,  l'arme  de' quali  squartata  per 
traverso  .  come  noi  diciamo  a  sghembo  , 
ec.  ».  (A) 

i.'  SQUARTATOIO.  Term.  de'  Bec- 
cai. Specie  di  coltello  grosso  e  lungo  ,  che 
serve  a  spezzar  le  bestie.  (A) 

t  SQUARTATORE  ■  Ferbal.  masc. 
Che  ,  o   Chi  squarta, 

g.  Per  /sgherro,  Tagliacantone.  Bern. 
Ori.  2.  3._  2q.  Parvi  che  questo  giovane 
si  arguto  E  di  quei  bravi ,  fieri  squarta- 
tori ? 

•f  *  SQUARTATCRA.  Lo  Squartare, 
e  11  pezzo  squartato  .  Infer.  App.  Una 
sopravvesta  di  drappo  incarnato  con  bel 
ricamo;  squartata;  le  squartalure  abbotto- 
nate con  certi  riscontri  d'oro.  (Aj 

SQUASIMODEO.  Si  dice  in  i scherzo  , 


S  Q  U 


1349 


in  vece  di  Minchione,  o  Uccellaccio,  a  Uo- 
mo di  poco  senno,  hai.  fungus  ,  stipex , 
stupidus  .  Gr.  ^)a'?  ,  VJt'.ìstii^  xwofl4  . 
Bocc.  nov.  75.  4-  Se  vi  cai  di  me,  veni- 
te meco  infino  a  palagio,  che  io  vi  voglio 
mostrare  il  più  nuovo  squasimodeo  che  voi 
vedeste  mai.  Frane,  òacch.  nov.  192.  Era 
chiamato  Capo  d'oca,  assai  nuovo  squasi- 
modeo. Buon.  Ficr.  3.  4  9-  Vedere  un 
dormi,  Uno  squasimodeo,  un  qualche  uom 
nuovo . 

§.  I.  Squasimodeo,  ba  talora  forza  d' 
interiezione,  o  di  tramezzo,  simile  al  Lat. 
mehercle,  adepol.  Gr.  vr,  tÒv  r, pv.x)n'a^ 
vy-i.  J'ataJJ'.  1.  Squasimodeo,  introcque,  e 
a  fusum-.  Luig  Pule.  Bec.  23.  Squasimo- 
deo ,  eh'  ella  mi  par  pur  bella. 

§.  II.  Oggi  i  nostri  contadini  e /a  plebe 
dicono  Squasimodeo  anche  in  vece  di  Fér- 
bigrazia. 

*  SQUASSAFOnCHE.  Uomo  di  pes- 
sima vita  ,  quasi  Degno  di  forca  .  Lai. 
furcifer.    Car.  lett.  3.    7.   A  uno  adiralo  si 

comporta  facilmente  che  con  parole  dop- 
pie dica  che  colui  di  cui  si  parla ,  fos- 
se uno  scavezzacollo ,  o  uno  squassafor- 
che.   (Br) 

•f  -:-  SQUASSAMENTO.  Crollamento, 
Dibattimento,  Scossa.  Marchetl.  Lucr.  6. 
436.  Allor  trema  squassala  La  sonora  tem- 
pesta, e  freme  e  niugge;  Per  lo  cui  squas- 
samento alla  e  feconda  Tal  dall'  Etra  ca- 
der suole  una  pioggia,  (.he  par  ec.  (A) 

SQUASSARE.  Scuoter  con  impeto.  Lat. 
qua.isare  .  Gr.  ccc>£u£iv  .  Bern.  Ori.  2. 
4.  4*-  Mugghiando  esce  e  zappando  alla 
battaglia  ,  K  ferro  e  fuoco  colla  fronte 
squassa.  E  2.  2.[\.  I.  GL  orecchi  e' crini 
squassa,  e  zappa  e  pesta.  5*=  Car.  En.  10. 
1210-  Una  grand'asta  Prese Mezenzio  un' 
altra  volta  in  mano  ,  E  turliato  squassan- 
dola, del  campu  Pianlossi  in  mezzo,  ec.  (B) 
•••  g.  Il  nciitr.  pass.  S.  Agost.  C.  D 
22.  8.  Furono  puniti  di  tal  pena  da  Dio, 
che  orriijilmenle  si  squassavano  per  lo 
grande  tremore  di  tutte  le  membra.  Mar- 
chctt.  Lucr.  6.  541.  Ma  vieppiù  nell'Au- 
tunno i  templi  eccelsi  Del  ciel  di  stelle 
tremule  e  splendieuli  S<|uassansi  d'ogni  in- 
torno, e  tutta  r  ampia  Terra  ec.  (B) 

*  SQUASSATO.  Add.  da  Squassare. 
Marchett.  Lucr.  2.  l335.  Poiché  si  sciol- 
gon  dei  priocipii  primi  Le  positure,  ed  im- 
pediti aftatlo  Sono  i  moti  vitali ,  iufino  a 
tanto  Che,  squassata  e  scomposta  ogni  ma- 
teria. Per  ogni  membro  il  vilal  nodo  scioglie 
Dell"  anima  dal  corpo  ,  ec.   (Bj 

SQUASSO.  Scossa  impetuosa.  Lat.  quas- 
sus.  Gr.  zufJixó^.  fìcrn.  Ori.  3.  3.  !\0.  Alla 
catena  diede  un  squasso  buono. 

*t  *  SQUATII^A.  Sorta  di  pesce,  detto 
anche  Pina,  e  Squadro.  Salvia.  Opp.  Pese. 
1.  232.  Cosi  la  rina  o  squatina  ovver  lima 
Dona  ditesa  ai  figli,  ma  l'entrata  Nell'ute- 
ro mm  porge  qual  le  cagne.  (A) 

'f  SQUATRAliE.  /  -  A.  oggi  la- 
sciata ai  poeti .  Squartare  .  Lat.  secare  , 
dissecare,  lacerare.  Gr.  zéi/.vtfj,  avare'- 
p^j-tv,  zc^TK/oTTTStv.  Dant.  Inf  6.  Graf- 
fia gli  spirli ,  gli  squoia  e  gli  squatra.  E 
rim.  24-  Cosi  vedess*  io  lui  fender  per 
mezzo  Lo  cuore  alla  crudele  che  '1  mio 
squatra . 

5  SQUILLA  .  Campanello  i  ed  è  pro- 
priamente quello  che  per  lo  più  si  mette 
al  collo  degli  animali  da  fatica  ,  ma  si 
tra.ferisce  a  ogni  sorta  di  campana.  Lat. 
tintinnabulum.  Gr.  y.oioorj.  Cron.  Mordi. 
2^Q.  Fu  il  mercoledì  notte  ,  vegnente  il 
giovedì  ,  a  ore  otto  e  mezzo  ,  presso  alla 
squilla  di  santa  Croce.  *  Petr.  canz.  II. 
4.  Kè  senza  squille  S'  incomincia  assalto 
Che  per  Dio  ringraziar  fur  poste  in  al- 
to, (hi)  E  48-  5.  E  non  .sonò  poi  squilla, 
Ov'  io  sia  in  qualche  vdla,  Ch' i' non  1' 
udissi.  Capr.   Bott.  5.  80.  E  quella  squilla 


lJ5o  S  Q  U 

di  saola  Croce,  coni' ella  mi  pare.  Cas. 
canz.  2.  5.  Cbc  s'  io  piangu  e  so^fiiro  , 
Incominciando  al  primu  &uon  di  squilla, 
Già   non  i>cema  io  tanto  ardor  favilla. 

*■}■§.  Pe/  Suono  dell'  Avemaria  sì  del' 
la  mattina,  come  della  sera.  *t  u  Dani. 
Pitrg.  8.  lira  già  1'  ora  che  ce.  E  che  lo 
nuovu  peregrin  d'amore  Punge  se  ode 
squilla  di  lontano,  Clic  paia  il  giorno  pian- 
ger clic  si  muore. /il/;  frane.  Succh.  nov. 
84-  Egli  andò  a  dormire.  Lo  parente,  che 
di  tuori  aspettava  ce,  standovi  insino  pas- 
sala la  squilla  ,  se  n*  andu  a  rasa.  (J) 
Jìiion.  Fier.  4-  2.  6.  E  dall' allia  alle 
sfjuille  udirsi  ognora  Strumenti    lavorare  . 

SQUILLA.  Spezie  dt  cipolla,  led. 
SCILLA.  Lai.  scilla.  Or  -j/eiLÀa.  Cr.  ^. 
47-  2.  Togli  la  cipolla  squilla,  e  lienla 
per  un  di  e  una  notte  in  aceto,  e  cuoci 
e  cola.  E  6.  110-  I.  La  squilla  è  calda  e 
secca  in   secondo  grado,  ed   è   un*  erba  si- 


li{;UaQtc 


polla 


onde     la    sua     radice 


grossa  SI  confa  più  ad  uso  di  medicina, 
che  le  foglie.  Alain.  Colt.  4  86.  Altri 
melton  nel  vino  olio  e  marroldiio  ec.  Chi 
il  minuto   serpillo,  e   chi  la  squilla. 

SQUILLA.  Spezie  di  pamhcro.  Lai. 
squilla.  Lil'-  ciir.  malati.  Frigt;'  nell'  olio 
le  code  delle  squille,  e  ahhruciale,  e  l'anoe 
polvere.  K  appresso  :  La  squilla,  il  gran- 
chio,  lu  rana  ec.  e  buona  pel  tisico. 

t  SQUILLANTE.  Che  squilla;  e  si 
dice  di  i-oce  e  di  suono  j  e  vale  Acuto, 
Chiaro,  Bisonantc.  Lai.  rcsonans  ,  cano- 
rus.  Gr.  rr/r'zi:,.  Ott.  Com.  taf.  32.  Sa?. 
Converrebbe,  per  concordare  il  canto  alla 
materia,  avere  più  aspre  rime  ,  e  cbc  in 
lui  tuono  fosse  non  isquiUanlc,  ne  con 
dolcezza  alcuna,  'f^  Salvia.  Tane.  Buon. 
2.  5.  Un  musico  senese,  di  acuta  e  squil- 
lante voce,  si  domandava  lo  Strillozzo  per 
soprannome,  che  ec.   (B) 

•f  *  SQUILLA.NTEMENTE.  y/iH'crt. 
/«  modo  .u/iiillaiite.  Salvia.  Tane.  Buon. 
2.  5.  Di  qui  credo  che  il  Boccaccio  traes- 
se ec.  il  cantare  in  quitto ,  i:ioè  &(|uiilan- 
tementc,  in  voce  sfogala.  Bcllin.  Bucch. 
l52.  D*  un  suon  cosi  squillantemente  bel- 
lo ,  Cir  ei  vico  di  lontanissimo  ascoltato  . 
Fatto  per  avvertir  6n  da  lontano  ce.  (A) 

SQUILLAIIE.  Sonare,  Bisonare,  Ren- 
der suono.  Lai.  tinnire,  resonare.  Gr. 
xojJwvt'^etv  ,  •j7:r,'j(€.j,  Voliz.  st.  i.  7. 
Lascia  tacere  un  pò*  tua  maggior  tromba, 
Ch*  io  fo  s(iuillar  per  l' italiche  ville.  Ci- 
'''Jf-  Calv .  2.  62.  Sentendo  r  armi  che  [ic* 
colpi  squillano.  Buon.  Tane.  2.  5.  Ac- 
corda il  suono  ;  e*  dee  voler  cantare.  Quel- 
le corde  mi  paion  campaucgli  :  Senti  co- 
m' elle  squillano!  l  arch.  son.  past.  l^'J. 
Pensate  dun«|ue  come  roca  scjuilla  D' ì- 
gnobil  canna  quella  gentil  tromba.  /'^  ]63. 
Onde  avverrà  che  dopo  mille  e  mille  An- 
ni altamente  ìn  prose  e  *n  rime  e  'n  car- 
mi Dall'altrui  bocche  or  1'  uua  or  l'altro 
squille  (qui  per  similit.). 

§.  I.  Squillare,  per  Muoversi,  o  ì'ola- 
re  con  prestezza,  ^inf.  Fies.  117.  Da  poi 
che  sente  il  gran  soiFiar  del  vento  ,  Per 
forza  d*  e.'fcso  il  fuoco  fuori  &(|ui)la.  Morp. 
l4-  49'  ^  '"  smeriglio  si  vede  squillare 
Di  cielo  in  terra,  e  la  rondine  ha  innanzi. 

§.  II.  In  signi fic.  alt.  vale  Scaglia- 
rf.  ì.asc.  Sfrep.  2.  1.  Aveva  una  detta, 
che  squillava  gli  uguli  cinquecento  brac- 
cia discosto. 

'fi  §  HI.  Squillata,  pure  in  significa- 
to alt.  per  ì'ar  siiuillare.  Pule.  Jjriad. 
Io  vo'  squillare  il  corno  tanto  forte,  Che, 
s'  egli  è  intorno  a  questi  busi  hi,  mVida.  (A) 
Po/iz.  Slanz.  I.  02.  Chi  mostia  fuochi  e 
chi  squilla  d  suo  corno.  Car.  /:'».  lih.  il. 
Già  1.1  roca  Tromba  ne  va  per  la  città 
squillando  Della  batlagbu  il  sanguino5i. 
accento.   (  fìr) 

SQUILLATO.    Add    da   Squi/taic. 


s  q  V 

SQUILLETTO.  Dim.  dt  Squillo,  per 
/spil/o.  iVoi'.  ani.  ^5.  I.  Uo  mercatante 
portò  vino  oltre  mare  in  botti  a  due  pal- 
cora  :  di  sotto  e  di  sopra  avea  vino,  e  nel 
mezxo  acqua,  taolo  che  la  metà  era  vitto, 
e  la  metà  acqua.  Di  sotto  e  di  sopra  avea 
squilletto,  e   nel   mezzo  no. 

-.■  SQUILLEVOLMENTE  .  Avverh. 
Squillantemente.  Bellin.  Disc.  I.  268. 
Quei  si  morettevolmeole  taccolevoli,  e  sì 
squillevolmente  rrmonici  hestiolinì.   fMìnJ 

SQUILLITICO.  Add.  Di  squilla,  in 
significato  di  Cipolla.  Lai.  seilliticus.  Gr. 
-j/ii/tTt/o'i.  Cr.  4-  4?-  2-  Lo  squdlitico 
acelo  si  fa  così  :  togli  la  cipolla  s(]Uilla,  e 
tienla  per  un  di  e  una  notte  in  aceto,  e 
cuori  e  cola.  Pallad.  Lugl.  8.  til.  Dell' 
aceto  squillitieo.  lolg.  Mes.  Concordaro- 
no tutti  gli  antichi  maestri  di  6sica  nelle 
magDÌ6cbe  uttlitadi   dello    acelo  squillitieo. 

SQUILLO.  Suono.  Lai.  sonilus.  Gr. 
fi'/o^.  Dani.  Par.  20.  Poser  silenzio  agli 
angelici  squilli.  •!-  Car.  Long.  Sof.  Bag. 
4-  Si  cavò  la  sampogna  dal  zaino  e  fatto 
primieramente  uno  squillo,  tulle  le  capre 
ec .  stettero  in  orecchio;  poscia  dando  il 
segno  della  pastura  ,  sì  dettero  a  pasce- 
re. (FP/ 

g.  E  per  lo  Spillo,  onde  spìllansi  le 
botti.  Tac.  Dav.  Post.  457.  Con  metafo- 
ra passala  in  proprietà  diciamo  spillare  la 
botte  per  assaggiarla,  traendone  non  per 
la  cannella  il  vino,  ma  per  lo  spillo,  cioè 
piccol  pertugio  fattovi  con  ìstrumenlo , 
dello  anche  egli  spillo  ,  e  dagli  antichi 
squillo. 

SQUILLONE.  Squilla  grande.  Stor. 
Aiolf.  Tanto  erano  stati  in  quella  trama  , 
che  sonò  lo  s(|UÌllone ,  cioè  la  campana. 
Ciriff.  Calv.  2.  38.  S' io  non  fussi  torna- 
to allo  squillonc.  Quando  Tibaldo  audrà 
cogli  uornin  suoi. 

SQUl.NA.NTE,  e  SQUINA>TO.  Giunco 
odorato,  del  qual  vedi  /)io,ic.  Lai-  iiincus 
odorata s.  Gr.  cy-Jt-j^^  ùpOfxa.''^.o;.  Cr. 
4-  4^'  ^'  aI'''^  ">  verità  così  i  vini  con- 
discono :  togli  cardamomo  ec,  silobalsi- 
mo,  squinaiili,  casto,  spicaceltica,  ogni  co- 
sa per  ugual  parte  pesta,  e  nel  vino  met- 
ti. 3/.  Alduhr.  210.  Togli  seme  dell'in- 
frascritte erbe  ec,  cenlrongalli,  cioè  seme 
di  schiarea  ,  balsamite,  squinanti ,  ec.  lii- 
cett.  Fior.  67.  Lo  squinanto,  cioè  Bore  di 
giunco  odorato,  si  conosce  oggi  per  tulio. 
E  appresso  :  Tolgasi  dello  squinanlo  la 
paite   del   fusto  verso  la  cima. 

SQULXA^TICO.  Colui  che  ha  il  male 
della  squinanzia  .  Lai.  anginosus,  Gr. 
cjvay;^!/©;.  Tes.  l'ov.  P.  S.  cap.  18. 
Lo  sterco  dell'  uomo  secco,  confettato  col 
mele,  sana  li  squinantici. 

SQUL\ANTO.  /ed.  SQUI^A^TE. 

SQ  U I N  A  N  Z  l'A  .  Infiammazione  delle 
fauci  e  della  laringe,  che  rende  difficoltà 
nel  respirare  ed  inghiottire  j  che  dii  lamo 
anche  Spnmanzia,  Seheranzia ,  e  Schinau' 
zìa.  Lai.  angina.  Gr.  ouva/;^»).  Cr.  5. 
25  3,  Messa  nel  palato  con  mele  (la 
polvere  del  pepe  J  ,  vale  alla  s([UÌnanEÌa,  e 


ndìfìc; 


il  polmone.   Te.\ 


Po, 


S. 


eap.  18.  La  verbena  Irila,  ed  impiastrala 
calda,  guarisce  la  squinanzia.  Fr.  Zac.  T. 
4-32  3.  A  me  venga  <luoI  di  dculi  ce, 
E  in  canna  la  squinanzia. 

^  SQtUNCIAHi:.  e  SQUI>DAnE.  Es- 
seri', o  And.trx'  ora  per  uno,  ora  per  al- 
Irò  verso.  .-Irs.  Bucot.  E  qui  la  mia  scia- 
gura si  comincia.  Che  poi  ora  si  squinda, 
ora  si  squincia-   (A) 

SQUISITAMENTE.  Avverino.  Con  1- 
squisilezza.  Perfettamente.  Lai.  accurate, 
diligenter,  exquisitim.  Cr.  vtfpi^Ci,  c'fi]- 
/^(^^oi^tivCu^  .  l'arch.  Enrol.  Ora  ni»n  è 
il  tempo  di  squisitamrnle  parlare.  /.' .V/i>r-. 
().  2/Ì8.  E  fona  scriveile  non  isquisita- 
mente,  come   elle  stanno,  ma  a  un  diprcs- 


S  Q  U 

io  come  elle  si  credono.  Tac.  Dav.  Ann. 
12.  148.  Il  Principe  ne  fu  ringraziato,  e 
Doinizio  si|uisilanieute  adulato.  Sagg.  nat. 
e.rp.  36.  S  'ovvio  poi  al  pi'»o  e  alla  pressiooe 
dell'  aria  esterna  con  isluccare  squisita- 
mente con  mistura  a  fuoco  il  vano  circolare. 

SQUISITEZZA.  Astratto  di  Squisito. 
Lai.  diligentia,  perfectio.  Gr.  amptàtiet. 
Tac.  Dav.  Ann.  4-  101.  Ma  dove  squi- 
sitezza e  fatica  agli  altri  dà  rita,  quel  suo 
risonante  fiume  fini  seco  (  qui  il  testo  lai. 
ha:  meditatio  et  cura).  Sagg.  nat.  esp. 
5.  Rimarrebbe  da  dire  di  moli' altre  ope- 
razioni e  squisitezze  di  lavorare  alla  lucer- 
na .  $  Sold.  sat.  5.  Non  con  minore 
studio  e  squisitezza  Per  le  nefande  none 
il   figlio  azzima,  ec.   (B) 

SQUISITISSIMAMENTE.  Superi,  dt 
Squisitamente.  Buon.  Fìer.  I.  3.  3.  Un 
v'  è,  e'  ha  lello  Delle  carole  e  delle  pa- 
stinache Squisilissimamcnle  a'  di  passati  . 
/:.  4*  2-  7-  ^k'*  ^  K^^'^  studio  E  sfere,  v 
cerchi  massimi  e  minori.  Sopra  la  super- 
ficie circondotti  Dell'  umil  terra,  che  '1 
loro  asse  infila  ,  Squisitissimamente  n'  eb- 
be espressi.  *  Bemh.  prvs.  2.  88.  Per- 
ciocché e  nella  scelta  delle  voci  tra  quel- 
le di  loro  iì^quisilissimameole  cercale  ve- 
derne una  tolta  di  mezzo  il  popolo  e  tra 
le  popolari,  ec.  '  Fj  Galil.  Lett.  voi.  3. 
pag.  476.  S'  abbiano  sicure  le  infrascritte 
cose.  Prima  un'effemeride  del  moto  luna- 
re squisilissimamcnle  calcolala  al  meridia- 
no, ce  (Bi 

SQUISITISSIMO.  Superi,  di  Squisito. 
Lai.  ejqiiisitissimus.  Gr.  U^piBivTfLrOi. 
Petr.  Com.  ili.  1  anto  vale  nello  squisi- 
tissimo ornamento  di  disciplina  di  miliiia 
r  esercizio  del  capitano.    Tac    Dav.   Ann. 

2.  46-  Quei  Greci  lo  accolsero  con  oDori 
scpiisit issimi  (  ti  testo  lat.  ha  :  quaesitiss»- 
mis  honoribus  ).  /(ed.  Ins.  53.  Se  io  a- 
vessi  avuto  a  dar  fede  a  quello  che  a  me 
e  ad  altri  miei  amici  mostravano  quegli 
squisilissimi  microscopi. 

t  g  SQUISITO.  Add.  Che  e  di  oer- 
fetta  qualità  ,  o  condizione  j  Eccellente 
nel  .tuo  genere  Lat.  perfe4:tus,  exquisitus. 
Gr.  (ÀKfifi'^i.  Galat.  23.  ^on  sidee  anco 
pigliar  tema  mollo  sottile,  uè  troppo  isqui- 
sito.  E  3l.  Scoprendosi  la  lesta,  e  nomi- 
nandosi con  titoli  squisiti.  Tac.  Dav.  Ann. 

3.  65.  Le  più  famose  (  leggi  )  diedero 
Minos  a*  Candiani,  Licurgo  agli  Spartani, 
poscia  Solone  più  squisite  e  numerose  agli 
Ateniesi.  /.  I  erd.  eloq.  (\\2.  Bisogna  per 
vìe  nuove  e  squisite  piacere,  e  non  infa- 
stidire i  moderni  giudici  d'autorità  e  po- 
destà, e   non  soggetti    a'  rigori    di    legge 

5?  §.  I.  Squisito,  e  anche  aggiunto  d' 
Uomo  ,  e  vale  Clic  non  si  contentn,  se  le 
cose  non  .ton  fatte  appuntino.  Che  esige 
in  tutto  somma  puntualità  ed  esattezux- 
«  Fir  Dial.  MI.  donn.  'itQ-  Dunque  , 
Verdespina ,  tu  hai  fatto  bene  a  non  te  li 
tagliare  ancora  ;  che,  come  troppo  squisi- 
to che  egli  è  ,  e'  sarebbe  sialo  tanto  a 
trovar  dove  porgli,  che  ec.  forse  in  i|uel 
mezzo  e'  si  sarehhon  gujsti  »  FI  appres- 
so :  Se  io  sono  troppo  squisito  ,  o  s' iu 
son  di  gran  ronlenlura,  ninna  è  qui  cba 
meglio  di  te  saper  lo  possa.  iC) 

*  §.  II.  Squisito,  si  dice  amhe  delle 
Cose  fatte  con  ogni  accuratezza,  r  per/è' 
zione  possibile.  ••  Sagg-  nat.  esp.  16.  Que- 
sta ditTcrenza  consiste  alle  volle  io  minu- 
zie così  piccole  ed  inarrivabdi,  che  la  giu- 
stezza de'  più  squisiti  urivoli  non  può  mt>- 
strarle  ••  .   (Cf 

•|  *  SQUITTEHIRE.  Lo  stesso  che 
Squittire,  e  per  simìlit.  Strimpellare  uno . 
strumento.  Buon.  Fier.  2.  3,  12.  Lor  da- 
mi Le  seguoD  colle  celere  E  con  le  chi- 
tarrine,  e  squìttcìiscoDO,  E  fanno  uo  Inro- 
pellar,  eh*  io  ne  disgrado  Santin  da  Par- 
ma, ce.  (Aj 


S  Q  U 

SQUITTINARE.  Mandare  a  partito,» 
Hcndere  il  voto  per  l'  eiezione  de'  magi' 
strati,  0  sinii/i.  Lai.  /erre  sufì'rapium,  ad 
juffrogìnrn  advsse.  Gr.  ^r.^ov  T«'325&«t. 
Croii,  Morell.  79^.  Sì  ritrovo  nit-sser  Do- 
nato Arciaiuoli  i^uorulooiere  di  giustizia  , 
;•  ordinò  rlic  le  prestanze  si  riniulassono 
in  questo  modo  ,  che  si  squiltinasse  ses- 
santa Uomini  in  tre  ventine.   Celi.   •Sport. 

1.  a.  Per  disgrazia  {.tulliane  mi  l>ìso(;na 
andare  nlPartc  a  squittinare.  t  arch.  Sior. 
12.  4^-  Trovaronsi  a  squittinare.  cioè  a 
rendere  la  civaia,  come  dicevano  essi, 
ciofe  la  fava ,  o  il  suUragio  a  coloro  i  quali 
nominali  andavano  a  partito,  oltre  la  Ba- 
lta, la  Signoria  .  i  Sedici,  i  Dodici,  e  {-li 
altri  magistrati. 

SQUITTI^ATO.  Jddiett.  da  .^quitti- 
nanr;  Mandato  a  partito  in  isquUtino.  M. 
r.  8-  3l.  La^cia^do  degli  squittinali  ,  e 
facendo  ad  arliitho,  n'accusarono  altri  tit- 
lo-  E  appresso.'  Lasciando  gli  squittinati, 
ognuno  accusò  il  suo.  i'ron.  More/Ì.  33i. 
Quattro  per  gonfalone  isquittìnati  pe' si- 
gnori e  roUegi. 

•f  SQUITTINATOKE.  Verhal.  ma.vc. 
Che,  o  Chi  si}iiiltina.  M.  V.  IO.  35. 
Trassono  a  esser  del  numero  degli  squil- 
linatori  certi  pochi  dcf-ni.  Cron.  MorclL 
239.  Fu  s(]uitlinatore  eletto  da  Dino  di 
G«rì  Cigliamocbi. 

SQCITTIX».  adunanza  di  cittadini 
per  creare  ì  magistrati  nella  repubblica  , 
o  simili  j  e  anche  Partito  che  si  fa  per 
isqtiittinarr .  Lai.  comitia.  Gr.  eùvoòo^  y 
OLpyjXKpitiCt..  ì  ah.  3l4-  Se  cosi  fosse  a 
grado  a  tutti  coloro  che  hanno  a  lar  lo 
squittino,  come  ella  fu  a  te.   G.  l  .'}.  16. 

2.  Fecero  lor  consiglio  ec. ,  per  lo  cui 
sqnittino  s*  eleggono  i  capitani  di  Parte. 
Cron.  More//.  23<).  E  già  era  imborsato 
nello  squitlino  del  sessantasei.  JJep.  J'e- 
cam-  64-  <^ioè  dell'  essere  iu  graiia  a  quei 
che  farcvauo  Io  squillino  (  questa  è  la  vo- 
ce nostra,  che  risponde  a*  comizìi  de' Ro- 
mani, trd  era,  come  questo,  in  mano  del 
popolo  )  .  ^  /ìorgh.  Orig.  Fir.  277.  Per 
gli  squittinì  e  consigli  puhUici,  e  per  di* 
re  a  modo  loro  comizii.  (t') 

SQL'!Tlll;E.  Mndere  interrottamente, 
e  con  voce  sotti/e  e  acuta  j  ed  e  proprio 
dei  bracchi,  quando  /evano  e  seguitano  la 
fiera,  che  in  loro  si  dice  anche  Sodare  j 
e  per  simi/itudine  si  tra.^erisce  ali'  uo- 
mo, e  ad  a/tri  animali.  Lai.  garr-ire,  u/w 
lare.  Gr.  5TWU'j'ì.)c-&ott.  o'ioJv'^etv.  Zi- 
hald.  Andr.  I18.  tbi  lide  squittendo,  e 
ripiglia  sua  lena  a  foiza,  si  è  senza  ver- 
gogna, e  sciocco.  Frane.  Sacch.  nov.  6. 
E  M  Basso  rosi  nt-lla  ^ahLia  collo  sportel- 
lo serrato  comincio  a  squittire,  e  disse  ce. 
E  nov.  86.  Costui  la  lava  ioli'  acqua  bol- 
lente ;  la  donna  squitlisce  :  oimè;  e  tira  i 
piedi  a  se  .  Cirijf'.  Calv.  3.  78.  Gi'a  era 
I'  aurora  all'  orizzonte  ,  E  cominciava  la 
merla  a  squittire.  Poliz.  slanz.  1.  pi-  t 
presso  .dia  sua  vaga  lurtorella  U  pappa- 
gallo  squittisce  e  favella  .  l'ardi,  hrcol. 
62.  Squittire  de' pappagalli .  Buon.  Fier. 
2.  3.  12.  Cor.  £i  squittisce;  ella  allora  11 
proverbia  .  e  gli  dire  :  oh  va  in  malora  . 
^  Car.  Long.  .'o/'.  Hag.  2.  Ma  i  cani  sbar- 
rati che  furono,  tosto  eh'  ebbero  le  caiiie 
di  Dafni  vedute,  lascialo  di  cacciare,  alla 
volta  loro  ne  corsero,  e  con  molto  squit- 
tire carriandole  e  mordendole,  in  fuga  ed 
in  ispavento  le  misero.  (Min) 

§.  Squittire  ,  va/e  anche  lo  stesso  die 
Hisquìttire . 

SQVlimO.  jédd. da  Squittire.  Frane. 
S<iech.  nov.  l44-  *-o^  ventre  del  corpo  squit- 
tito in  iscambio  del  suo  i  qui  per  similit.  , 
nel  signiftc.  del  §.  di  SQUITTIRE). 

*  SQUIZZIUE.  ^eutr.  Quasi  Sguiz- 
zare, Fjitiare  a  stento.  Lat.  illabi,  dij/i- 
eitìter  ingrcdi    Sen     Ben.    fanh.    6     33- 


S  Q  U 

Ti  può  la  fede  esser  aperta  di  colui  al 
quale  (  volcudosi  venire  a  visitare  )  con- 
viene per  la  porla  scarsamente  aperta  non 
entrare,  ma  squizzire  e  sdrucciolare.  <  I\'S) 

•f  *  SQUOIAHE.  Io  stesso  the  Sco- 
iare.  Vant.  l'urg.  6.  Graflìa  gli  spirti,  gli 
squoia,  e  gli  squatra  f  co.fi  legge  questo 
testo  la  Crusca  al/a  voce  SQUAT RA- 
RE ).  (A) 

S  R 

*  SRADICAMENTO.  Lo  sradicare. 
Svenimento,  L slirpamcnfo.  Scgner.  /'art: 
iiistr.  7.  1.  Si  può  lilorccre  con  vantag- 
gio 1*  accusa  ec.  ,  rispondendo  non  essere 
di  dovere  che  finisca  prima  lo  sradira- 
niento  delle  cicute,  che  il  loro  rinascimen- 
to. f/V 

f  3  SRADICARE.  Cavar  di  terra  le 
piante  colle  radìcij  Diradicare.  Lai-  era- 
dicare. Gr.  éxùtZoZv.  Quist.  Jilos.  (\  S. 
Si  domanda  onde  viene  al  vento  Tanta  fu- 
ria e  impeto,  che  atterra  edi6zìa,  e  sradi- 
ca alberi,  e  fa  grandi  pericoli.  Lied.  Jns. 
Il5.  Tennero  che  le  piante  avessero  ani- 
ma ragionevole,  e  che  però  fosse  misfatto 
d'omicidio  il  coglierne  frutti,  o  fiori  ec, 
e  sradicarle  totalmente  dal  suolo. 

n=  §.  I.  F  per  similit.  Cavar  i  calli  col/e 
radici.  «  Buon.  Ficr.  2.  I.  l5.  E  calli  sra- 
dicar secchi  e  stecchili  ».  fC^ 

Sr  §.  II.  F  Jìguratam.  «  Fr.  Giord. 
Fred.  li.  Questo  affetto ,  cbsviatore  del 
vero  bene,  sradicalo  dall'  anima  ".   (Cj 

SRADICATO.  Jdd.  da  Sradicare.  Lat. 
eradicatus.  Gr.  i^^tCwSii?  huon.  Fwr. 
3.  3.  8.  Gli  argini  lutti  smossi ,  1  ponti 
sradicati . 

^RAGIONEVOLE  .  Add.  Senza  ragio- 
ne, Jrragionevo/e.  Lai  irrationabilis.  Gr. 
a)^0'/o^  .  /^'uon.  I  ier.  4-  4*  ^'  ^^^  coro- 
ne ,  Ma  oro  spregia  ,  se  pensier  t'  alletta 
Sragionevol,  che  brami  o  quello,  o  que- 
sto . 

*  SREGOLAMENTO,  disordine.  Sre- 
golatezza. Lat.  inordinatio  .  Gr.  aT«|i'a. 
,!>egner.  Crist.  instr.  2.  20  l3.  Ma  ce  1' 
impedisce  in  secondo  luogo  altresì  lo  sre- 
golamento della  nostra  volonià ,  avvezza 
solo  ad  amare  presentemente  cose  di  ter- 
ra .  F  Mann.  Marz.  II.  2.  INon  è  tanto 
facile  di  curare  lo  sregulamento  della  vo- 
lontà, come  quello  dell'  appetito,  o  dell' 
intelletto.    ('} 

*  SRI  GOLA  BE.  Fare  u.^cire  di  rego- 
la j  Fi.fordinare.  ìmperf.  l  .  Tib.  />.  3. 
T.  12.  117.  Gran  foiza  è  quella  dell'a- 
more ,  e  debolissimo  si  è  il  timore  ,  ma 
amendue  dislegati  d  insieme  e  ciascuno  da 
se  srcgolano  e  conturbano  ,  o  avviliscono 
r  autorit'a  del  governo  .  F  Prov.  I>.  Q. 
T-  4-  39.  Si  dee  prender  la  regola  non 
da'  nostri  capricci  ,  e  da'  nostri  agi  ,  (he 
ne  sregolano  e  corrompono  le  naturali  al- 
titudini ec.    (F) 

SliEGOLAl  AMBISTE.  Jicerb  Senza 
regola.  Lat-  incendile.  Gr.  a'T --'yTCo;  . 
Sagg.  not.  esp.  7.  Aggiustar  in  modo  la 
dose  dell'  acquarzrnle,  che  non  isvarino 
sret;olalamentc  la  loro  operazione.  ^-  ìm- 
perf. l'rov.  D.  q.  T".  4-  60.  Questi  sre- 
golatamente se  ne  imbelliscono  ,  e  si  se 
ne  pregiano  ciascuno  ammirando  fuor  del 
dovere  le  qualità  di  se  stessi,  il'} 

SREGOLATEZZA.  Astratto  di  Srego- 
lato. Salv,n.  Vi.'SC.  1.  296.  Nou  fa  di  me- 
sliero  servirsi  degli  uomini  per  lomenta- 
lori  delle  nostre  passioni,  per  approvutori 
delle  nostre    sregolatezze. 

SREGOLATO.  Add.  Contrario  diBe  ge- 
lato. Lat.  incoitditus.  (ir.  ktc/tc?-  Sagg. 
nat.  esp.  64.  Ma  dalle  molte  varietà  e  da- 
gli sregolati  itndamenli  tbe  in  una  lunga 
serie  d'osservazioni  vi  apparvero,  fu  reso 
dubbio    questo    pensiero  .    Gal.   Stst.  438- 


S  R  E 


i35l 


Passando  agli  arrìdenti  partirnlari ,  varìi , 
etl  in  cerio  m«tdo  sregolati  ,  che  in  esso 
si  osservano,  v  Segner.  l'red.  Pa/.  Ap 
6.  2.  Solo  all'entrare  che  vi  fé*  questo  spi- 
rilo maletictto.  cioè  quest'  amore  sregola- 
to, o  smciderato  che  fosse,  iJla  gente  pro- 
pria, cominciò  quella  Comunità  sì  perfet'a 
.1  dar  tal  crollo,  che  ce.  (Tt') 

SREVERENTE.  Add.  Che  non  ha  re- 
verenza. Irreverente.  Lai.  irreverens,  irre- 
/igiosus.  Gr.  avsrt^»)'?. 

SREVERENTFMENTE.  Awerb.  Senza 
reverenza.  Lat.  irrevercnter.  Gr.  avcr.t'^vjj. 
Maestruzz.  2.  16.  E  questo  pare  che  sia 
quando  giura  srevcrentemente,  quasi  bia- 
stcmmiando . 

SREVERENZA,  e  SREVERENZIA  , 
Contrario  di  Beverenza  .  Lai.  irreveren- 
tia.  Gr.  avai^Eia.  Maestruzz.  i!\.  1.  A 
quegli  furiosi  e  smemorati  dar  non  si  dee. 
i  quali  potessono  fare  al  Sagramento  alcu- 
na sreverenzia  per  alcuna  immondizia.  F. 
2.  17.  La  cui  trasgressione  contiene  so- 
lamente srevereuza.  Pass.  i5^.  Se  fu  luo- 
go sagrato  ,  dove  è  maggiore  il  peccato  , 
per  la  sreverenza  d' Iddio,  a  cui  è  sagrato 
e  dipulato  il  luogo. 

SRUGGINIRE.  Fu/ir  de/la  ruggine. 
Lat.  rubiginem  to/lere.  Gr.  to'v  afoupÉlv. 
Buon.  Fier.  4-  4'  ^■^'  ^  ^"^^^  srugginir 
queir  armi  vecchie. 


•f  *  STA.  /\'tto  così  assolutam.  ,  (• 
Maniera  colla  quale  si  chiede  silenzio  , 
o  attenzione  dall'  uditore .  f'.  alla  voce 
STARE.   Sta,  detto  rosi,  ce.  (') 

STABBIARE.  Stallare,  Fare  stabbio; 
e  dicesi  propnamen  te  del  Fare  star  /e 
greggi  la  notte  «e'  campi  per  ingrassar- 
gli j  e  si  prende  andie  per  Concimare  - 
Lat.  stercorare.    Gr.    /oTr^si'^eiv. 

STABBIAI  O.  Add.  da  Stabbiare. 

STABBIO.  Concime,  Sterco  delle  be- 
stie. Litanie.  I.at.  fimus  ,  /(ntamen  .  Gr. 
AÓizfoz.  Soder.  Colt.  35.  l'ongavisi  in  fon- 
do dello  stabbio  vecchio  ,  mesticato  con 
terra  buona  asciutta.  Segner.  l'red.  I.  Q. 
Per  riportare  di  colà  sul  suo  legno  ,  in 
vece  d'  un  vello  d'  oro,  sa1)l>ione,  o  stab- 
bio. F  Mann.  Oltohr.  17.  4-  E  un'igno- 
minia di  gran  lunga  ma;;giore  a  te  .  che 
sei  figliuolo  eccelso  di  Dio,  chinare  il  guar- 
do ai  guadagni,  alle  glorie,  ai  piaceri  im- 
puri ,  che  non  sarebbe  ad  un  figliuolo  d' 
Imperadore  l'accumular  lo  stabbio  de* le- 
tamai . 

;:-  STABBIUOLO.  Vircola  stalla.  Plut. 
Adr.  Op.  nior.  .3,  224.  *  he  sareljl)ero  al 
presente  questi  palagi  reali,  questi  templi, 
logge,  piazze  e  tiibunali  di  giustizia,  altro 
che  case  e  capanne  e  stabbiuoli  di  pasto- 
ri? (Cj  *-f  Sali  in.  !/ind.  2-  720.  K  come 
molli  popoli  di  mosche  Unite  in  lo  stab- 
biunl  drl  pecoraio  Fonzan  nella  slagioo  di 
primavera ,  ec.  fA) 

STABILE.  Add.  J  ermo.  Durabile,  Per- 
manente .  Lat.  stiif't/is  .  Gr.  £j7T«5>5'<  - 
(  oli.  SS.  f  ad.  Tulle  le  nostre  fatiche  ren- 
dendo svariale  e  non  istabili.  I  etr.  canz- 
49-  f>.  Verjrine  chiara  e  stabile  in  etemo. 
Di  questo  tempe-stoso  mare  stella  .  Foce, 
nov.  77.  49-  Essere  non  può  stabile  il  lo- 
ro amore.  Arrig/iett.  49-  '  a  vera  fede  nel 
rrutlel  tempo  sta  ferma  e  stabile,  v  Giiicc. 
Slor.  I.  367.  1  popoli  dimostravano  ani- 
mo poco  stabile  nella  divozion  di  Lodo- 
vico.  <  I.) 

%.  I.  Stabile,  e  anche  term.  legale; 
contrario  di  fUohile  j  e  .ti  dice  di  ca.te  , 
poderi,  e  simili  beni  ,  che  non  si  muovo- 
no, né  possono  miiover.ii.  lai.  immobilis. 
Or.  a/.i.'vr,TO-.  Bore.  nov.  i3.  4-  ^  loro, 
sicrome  a  te-illimi  suoi  credi,  ogni  suo 
bene    e    mobile  e  slabile    lasciò  .  E    Vit. 


x352 


STA 


Dani.  232.  I  loro  slahìii  Leni  o  io  pub* 
Ittico  furun  l'idoUi,  <>  alirnali  ai  vinrìtori. 
£   Test.    2.    Appresso  a  tutto    questo  in- 


tendo 


L-  vog 


liu  <-1k 


oltri 


IO    alle    predette 


(iette 


in  ogni  mia  cosa  cosi  mohile  ,  come  &ta- 
Ifile,  &iano  mici  eredi  universali  i  figliuoli 
di  Iacopo  di  Boccaccio  mio  fratello, 

^  g.  II.  Stabile,  ne/r  arte  della  guer- 
ra, è  aggiunto  delle  macchine,  come  torri, 
e  simili,  di  terra,  o  di  pietra  che  non  sì 
possono  muovere  j  a  differe/iza  di  quelle 
di  legno  ,  che  diconsi  Mobili.  Tass,  lett. 
poct.  18.  Fu  tempo  cb'iumi  credetti  che 
ai  ptttesse  fare  una  torre,  o  altra  roacrbi- 
iia  tale  da  oppugnare  le  mura,  stabile  e 
di  legno  ;  liu  poi  imparato  ,  che  stabile  e 
di  hrgno,  nell'arte  della  guerra,  sono  ter- 
mini iucump;itìbili,  perché  le  stabili  si  fan- 
no di  terra  ,  u  di  pietra  ,  e  le  mobìli  dì 
legno.    fC/ 

STAniLEZZA.  r.  /f.  Slabilità.  Lat. 
.stabilitas,  Jirmitiis.  Gr.  jSeSat'wct^,  e^ic- 
-T/za.  hr.'tac.  T.  I.  3.  9.  Vedete  la  bel- 
lezza, Che  non  ha  stabilczza. 

t  5  STKV,\l,\\\V.'S10.  L'Azione  dello 
stabilire  ,  del  risolvere  ,  ec.  Lat.  consli- 
tutio.  Gr.  j9iSai'w5i4  h'ir.  Disc.  an.  5.3. 
Del  quale  stabiltmi-uto  forza  è  che  ne  na- 
^CODO  due  inconveuieiili.  =J*  Guicc.  Stor. 
5.  100-  Aveva  Ìl  Ite  di  Francia  commesso 
a*  suoi  capitani  ,  che  standosi  in  sulle  di- 
tese,  fuggissero  il  venire  alle  mani  perchè 
avrebbero  piesto  o  lo  staltilimenlo  della 
pace  ,  o  soccorso  grande  .  Gali/.  Lett. 
(Jom.  III.  27.  Starò  attendendo  da  V.  S. 
Illuìtrìss.  quanto  prima  lo  stabilimealo  e 
reireltuatione  dt'l  negozio.   (C) 

*  g.  I.  /Vr  Cosa  stabile.  «  /  (/.  Bari. 
l3.  Riguardò  d  cielo  e  la  terra  e  '1  ma- 
re ,  e  gli  slabilimcnti    di    quattro   alimen- 

ti      H    .      (C) 

#  §.  II.  Per  Costanza,  Fermezza.  Lat. 
firmiias.  «  Coli.  /tb.  Isaac,  cap.  l5.  Non 
essendo  stabdimento  nel  cuore,  tu  se*  pres- 
so a  mutare  mille  volle  le  tue  cose  buone 
e  rie  ».  (C) 

^  g.  III.  E Jìguratam.  per  Solidità. 
"  Gal.  Sist.  242.  Vien  pur  ella  totalmente 
atterrala  da  «juello  eh'  ei  sogj;iuj;ne  imme- 
dìatamenle,  pur  maggiore  stabilimento  dell' 
impugnazion  falla  ».  {(') 

t  3  STABILIUE.  Statuire,  Delibera- 
tv.  Ordinare.  Lat.  conslituere,  decernere, 
sancire  ,  statucre  .  Gr.  '  Tr^oaiper^Sra* , 
^ouisu'scSai.  O.  f.  2.  10.  2.  StabUi  per 
dicrclo,  che  sempre  fosse  di  santa  Chii.'sa 
Ttomana.  Dant.  Par.  32.  Che  per  eterna 
Iegt;e  è  stabilito  Quantunque  vedi  .  ^Voc. 
ant.  6^.  3.  E  allora  lo  comuDc  di  Roma 
stabilio  cbc  niuno  padre  per  innanzi  do- 
vesse menare  suo  figliuolo  a  consiglio . 
^  Jhrgh.  Mon.  fior.  If)^.  Kotai  già  in 
una  consulta  del  Senato  ce.  che  sì  dà 
certo  ordine  intorno  alla  fr>t;iie|a  d'arirn- 
to,  e  si  stabilisce  ,  ovver  si  nomina  parti- 
cularmcDte  la  lega  di  once  undici  e  dauar 
quindici.  (C) 

f  §.  1.  Per  Deputare,  Destinare.  Dant. 
in/.  2.  Fur  st.ibilili  per  Io  loco  santo,  U' 
.•.ielle  il  sucrcssor  del  maggior  Piero. 

f  §.  II.  /'er  Assegnare  ,  Promettere, 
Obbligarsi  di  dar  checchessia  per  dono,  o 
mercede  .  A'oi-.  Ant.  2.  6.  Quando  io  vi 
dissi  del  cavallo  cota  così  maravigliusa  , 
vui  mi  stabiliste  dono  d*  un  mezzo  pane 
per  dì  ,  e  della  pietra  j  quando  io  vi  dis- 
si dello  verme ,  voi  mi  ttubiliste  un  pane 
intero . 

t  g.  III.  Per  Porre,  Collocare.  Tes. 
lìr.  1.  12.  Quelli  di' ebbe  nome  LurilVr, 
a  cui  Iddio  avca  fatto  tanto  onore,  clic  1' 
aveva  stabilito  sopra  lutti  gli  altri  ,  clli 
monto  in  orgoglio.  !>  \  it,  Bari.  23.  Av- 
venne che  uno  degli  angioli,  the  era  isla- 
bilito  sopru  una  delle  celestiali  virtudi,  si 
volse  di  bene  in  male.  (C) 


STA 

*  §.  IV.  Per  Risolvere.  Car.  lett.  2. 
57.  Mi  basterà  d'aver  per  rato  tutto  che 
stabilirai  per  lor  roosiglio.  Malm.  ij.  l3. 
Mon  prima  stabilì  1'  andare  io  guerra.  Che 
vedf;sti  più  presto  eh'  io  noi  dico,  Un  le- 
va leva  a  un  tratto,  un  serra  serra,  Ed  ir 
correndo  contro  all'  inimico.  (C) 

V  g.  V.  Slalnlire.  vale  anche  Risolve^ 
re  di  comune  consentimento  .  Concertare. 
Lat.  pacisci.  Guicc.  Stor.  18.  87.  il  Vi- 
ceré si  era  partito  dì  Firenze  per  condur- 
si a  lui ,  e  per  stabilire  tutte  le  cose  che 
fossero  necessarie.  Fìr.  Disc.  an.  53.  ?Ìoi 
ci  siamo  accorti  che  ogni  volta  che  noi 
andiamo  a  bere  alla  fonte  dì  Itimaggio  , 
tu  (ai  dì  noi  quel  macello  che  In  vuoi;  e 
pero  tutti  d'  accordo  abbiamo  stabilito  di 
non  andarvi  più.  (C) 

5v  §.  VI.  Stabilire,  talora  vale  Dispor- 
re .  Guicc.  Stor.  !^.  268.  Egli,  stabilite 
queste  cose,  passò  con  mille  e  cinquecen- 
to Svizzeri  ec.  ìl  Pò  a  riscontro  di  Castel 
S.  Giovanni.  (L) 

*  g.  Vn.  Stabilire,  si  dice  per  Deter- 
minare lo  stato  della  questione,  il  signi- 
ficaio  della  parola,  e  simili.  «  ISorgh.  Orig. 
Fir.  3l.  Mal  si  può  trattare  delle  conse- 
guenze delle  cose  ,  se  le  parli  reali  non 
sono  innanzi  chiaramente  terme  e  slabdt* 
te.  (C) 

t  *  g.  VII!.  Sttd/ilire,  talora  vale  Met- 
tere in  piedi ,  Dar  voga  ,  Far  adottare  , 
o  simili.  Segncr.  Selt.  Princ.  i/lus.  6.  2. 
E  più  difficile  lo  stabihr  la  tÌtIù,  che  non 
è  lo  sterpare  i  viiii,  (TCJ 

*  3-  *^-  Stabilire,  in  signìfic.  neutr. 
pass,  e  ptr  metaj.  Porsi,  Mettersi.  Guuc. 
Stor.  16.  8.  Chi  non  si  risolveva  ad  ar- 
marsi ,  era  necessitalo  di  accordarsi  con 
loro,  e  porgergli  danari  ,  che  non  era  al- 
tro che  essere  inslruinento  dì  liberargli  da 
tutte  le  difficoltà,  e  stabilirsi  da  se  mede- 
simo in  perpetua  suggezionc.  iC) 

*  g.  X.  Per  Confermarsi  .  Lai.  ohjir' 
mare  se.  Segncr.  f'red.  Pai.  Ap.  IO-  3. 
Più  che  gli  Apostoli  lo  dissuadevano  dal 
tornare  nella  Giudea  sullo  \\  prelesto  del- 
le pietre  là  poslc  in  ordine  per  lapidarlo, 
più  si  slaliUi  di  tornarvi.  (CP) 

^  g.  XI.  Stabilirsi  la  grazia,  o  simi- 
le, d'  uno  ,  vale  Aciptistarsi  stabilmente 
la  gntzia  d'uno,  o  simile.  Car.  Leti.  I. 
l"/^.  Non  solo  mi  pare  d'avermi  di  nuovo 
guadagnata  la  grazia  sua  e  della  Signora 
sua  madre;  ma  slabililomi  con  essa  quella 
della  Signora  Marrticsa  del  Vailo,  (l') 

5r  g  XII.  Stabilire,  per  intonacare  de' 
muri,  o  d'  altro.  Penv.  Celi.  Ore/.  l32. 
Con  della  terra  ,  stemperata  in  guisa  di 
calcina,  si  debbe  slabiliie  lutto  t|ucstn  se- 
condo l'ondo  della  fornaci',  ma  |K>rvcla  sol* 
tilmcnle.   {ì  ) 

STABILISSIMO  .  Superi,  di  Stabile. 
Lai.  firmissimus.  Gr.  ^iGato'iaTa;.  ì\rd. 
Ditir.  35.  Alle  moli  slabilissime,  Che  sa- 
rian  perpetuissimc  ,  Di  rovina  sodo  ori- 
gini . 

t  STABILITA",  STABILITADE  ,  e 
STABILITATE.  Astratto  di  Stabile}  Fer- 
mezza .  Lat.  stabililas  ,  ftrmitas .  Gr.  ^e- 
^ai'w5»;.  tpnafta.  fìocc.  conci.  l3.  Con- 
fessi) nondimeno,  le  cose  di  questo  nioniln 
non  avere  stabìlilà  alcuna.  Olt.  Com.  in/. 
8.  142.  Siccome  quando  ctmfoila  un  uo- 
mo, che  non  ha  slabiltlà,  eh'  cnin  in  r«'- 
ligiune  .  G.  I  .  9.  188.  1.  Mostra  che  1 
detti  Saracini  abbiano  piccola  »tal»ìlilà  in 
loro  signorie.  C»//.  Ah.  Isaac  ,  cap.  ai. 
Se  r  uomo  conserverà  le  sue  cogitazio- 
ni in  islabililade  re,  s)  sì  studia  il  dello 
nemico  per  altri  modi  aslulanienlo  d'  in- 
sidiare . 

3  STABILITO.  Add.  da  Stabilire. 
Lai.  statiilus,  cOHStitutus.  Gr.  Tt70i'/u(- 
vo{  .  Coli.  .4b.  Isaac  ,  cap.  36.  La  qual 
mente,  slabiltlà  in  Ubcrtade ,  mUscu  sopra 


STA 

gì'  intcnduncnti  per  la  tua  continua  con- 
templazione. Tes.  lìr.  2.  33.  In  ciascuno 
cor|Mi ,  che  ha  sofiìcienti  memliri  ,  sono 
(|uattro  virtudi  stabilite  e  fermale  per  li 
ijuattro  elementi  (  co.tì  hanno  1  migliori 
tcftt  a  penna  ,  benché  lo  stampato  legga 
stal>ililatc  ). 

^  g.  I.  E  Jìguratam.  Reso  stabile. 
«Stor.  Fur.  1.  i.  La  veneranda  maestà 
dello  Imperio  ec.  ,  stabilito  da  Augusto 
ec.  ,  si  raantieoe  in  somma  grandezsa  >. 
Segr.  Fior.  Pr.  cap.  19.  Un  principe 
nuovo  ec.  debhe  pigliare  di  Severo  quel- 
le parti  ec.  che  sono  convenienti  e  glo- 
riose a  cousen'arle  uno  stalo  ,  che  fia  di 
già  stabilito  e  fermo.  tC) 

^  %.  II.  Per  Concertato,  Determinato. 
M  Buon.  fier.  Intr.  3.  Che  se  non  paghi 
al  tempo  slabilUo  ec.  **.  iC) 

t  STABILITOHE.  Perbal.  masc.  Che, 
o  Chi  stabilisce.  Buon.  l'ier.  5.  3.  8.  SU- 
bìlilori  Di  nuovi  fondamenti  per  lo  stato. 

*  STABILMENTE.  Avverh.  Ferma- 
mente, Con  istiibilità.  La\.  firmiter ,  sta- 
biliter.  Gì.  /opi'w;.  Segncr.  Critt.  instr. 
3.  2(i-  8.  Il  luogo  della  giustizia  da  que- 
sto fatto  piglio  slabilmcDte  la  denomina- 
zione di  Terra  esecranda  .  Saivin.  Dite. 
2  221.  Era  in  somma  l'amore  della  pa- 
tria ec.  un  perno,  sul  quale  si  reggeva  e 
stabilmente  si  rigirava  il  governo.    (*) 

STACCA.  Forse  q  nel  ferro  informa 
di  anello  fitto  nelle  mura  ,  dove  si  mtt' 
tono  le  insegne.  C.  V.  12.  89.  4*  ^"* 
chiamare,  se  v'avesse  sindaco  del  comu- 
ne di  Firenze  i  e  non  essenilovi ,  la  fece 
porre  (  la  insegna  )  ad  altri  in  su  una 
stacca" ,  e  disse  (  ti  testo  Riccardi  legge  -■ 
la  fece  porre  in  su  una  aste ,  e  appiccare 
ad  alto). 

*  STACCABILE.  Add.  Che  può  stac- 
carsi, liellin.  Disc.  11.  Nelle  due  sole 
parti  slaccabdi  per  insinuazione  di  sola  pun- 
ta. E  dopo  :  P.eM>lcnxa  delle  parti  stacca- 
bili, o  laglìaliili.    (Minf 

STACCAME^TO.  Lo  staccare.  Lat- 
avulsio.  Gr.  àzó'^riv.'Sfiv..  Sagg,  nat.  tsp. 
212.  Si  consideri  ora,  che  la  resistenza 
allo  slaccanii.-iito  delle  due  basi  non  fu  mag- 
giore di  Ire  libbre.  Gal.  Sist.  lyO-  Onde 
ne  segua  lo  staccamentoe  1'  allontanamento 
della  penna  .UUa  terra.  ^  Pellin.  DiiC.  l. 
169.  Tale  slaccaniento  non  possa  succedere 
per  il  sopraggiunlo  peso  del  corpo  pun- 
tellalo. iCf 

#  STACC\>TE.  Che  stacca.  Bcllin. 
Disc.  11.  Allora  è  fallo  lo  stiiccamento,  o 
il  taglio  ,  quando  la  forza  staccante,  o  ta- 
glianlu  è  non  ptù  che  eguale  alla  fona  del- 
r  attaccatura.   (Mini 

'I  3  STACCA  li  E.  Spiccare.-  e  si  usa 
in  signific.  alt.  e  neutr.  pass.  Lat.  ave^* 
Icre,  rr/igerc.  Cr.  stVofU/^Siv  *  «"oaìl^*- 

#  g.'  I.  Staccanti  da  una  persona,  0  da 
una  cosa,  vale  Lasciare  una  persona,  o  una 
cosa,  allontanandosene.  ««  Buon.  Fier.  2.  4- 
17.  A  me  conviene  Tanto  aspettar,  eh' ci 
da  cidor  si  sUcrhi  ».  (t)  .Magai,  lett.  Mi 
fu  forza  staccarmene  1  dal  libro  J^  per  ri- 
mcllerraici, siccome  feci,  il  giorno  dopo,  fy/^ 

0  g.  Il,  Starcar  le  pratiJte,  per  Uscir 
delle  pratiche.  Segr.  Fior.  I  ett-  Inviò  k 
genti  chi  a  Trento,  chi  altrove  ,  e  non  i- 
slaccava  le  pratiche,  dunodochè  e'  si  trovò 
ili  Gennaio  ce.    ( Bj 

SrACCATEZ7.A..9rmvfimr/irc.  LaLa&«- 
lienatio.  Gr.  aìJioTpt'usif.  Fr.  Giord. 
Pred.  R.  Grande  si  era  questa  sua  ftUc- 
calrtza  dalle  cose   del   mondo. 

STACCATISSIMO.  Su fterlat.  di  ^Stac- 
cato. Fr.  Gioiti.  Pred.  R.  Dalle  Tanitk 
mondane  staccalìssimo. 

STACCATO.  Add.  da  Staccare.  Lat. 
avulfus.  Fr.  tiiord.  Pred.  R.  Lo  trovò 
slaccalo  da  quella  oscena  pratica.  4  Segner. 
Mann.  Genn.  2U.  3.  Tu  quanto  a  te,  anu 


STA 


S  T  i 


STA 


1353 


più  loslo  lii  uou  aver  le  rirrLetic,  che  il' 
averle,  e  starne  staccato.  Il  primo  è  lacile, 
il  McoutJo  è  miracoloso.  (  /Ò 

f  #  STACCATORE.  ì'erhal.  muse. 
Che,  o  Chi  stacca.  Bcllin.  Disc.  2-  a34. 
Fra  le  condizioni  che  noi  sì  diligcntemcn- 
lo  aviam  rintracciate  nello  strumento  :stac- 
eatorc.  (Min) 

STACCETTO-  Vini,  di  Staccio,  ^rt. 
Vetr.  7.  Ii5.  Così  nello  staccclto rimarrà 
una  gran  parte  della  sporchezxa  ed  untuo- 
sità ;  lavisi  hcD''  lo  staccetlo,  e  con  nuova 
acqua  si  torui  a  far  passare  detto  colore. 

*  STACCIABBURATTA  .  Ved.  A 
STACCUBBURATTA.  (C) 

STACCIAIO.  Colui  che  fa,  o  vende  gli 
stacci.  Lai.  crtbrorumfaber,  venditor.  Gr. 

STACCIARE.  Separare  collo  staccio  il 
Jint  dal  grosso  di  checchessìa  j  ma  .ti  dice 
pia  propriamente  della  farina.  Lat.  cri- 
hrare ,  purgare.  Gr.  xojxtvt'^stv,  zK&K- 
pi'^eiv.  Pallad.  Ottoh.  \l\.  Polverizza  tutte 
queste  cose  insieme^  e  staccia.  E  altrove: 
Diligentemente  gli  pesta  e  staccia,  e  quan- 
do tu  vorrai ,  ne  mischierai.  Cr.  ^.  ^0.  5. 
Tutte  queste  cose  staccia  e  mescola.  lìi- 
cett.  Fior.  89.  Si  stacciano  le  Hirioe  per 
cavarne  la  crusca  ,  e  la  parte  della  scorza 
de*  semi  ;  stactiaosi  le  medicine  semplici, 
cbc  si  pestano,  acciocch*  elle  sieno  tutte 
uguali. 

STACCIATA.  Quel/a  quantità  di  fa- 
rina che  si  mette  in  una  sola  volta  nella 
staccio.  Cecch.  Stiav.  1.  4-  lo  voglio  che 
questa  ne  stacci  Più  di  sette  stacciate  ,  e 
più  di  venti. 

*t  *  §■  Stacciata  j  fu  preso  anche  in 
senso  di  Schiacciata.  Dial.  S.  Greg.  A- 
55.  Allora  andò,  e  prese  due  stacciate  che  gli 
erano  state  offerte.  A'rfiJo«o--Diedegli  quelle 
due  slacciate,  pregandolo  che  le  ricevesse 
per  suo  amore.  Al  quale  colui  molto  do- 
loroso e  afllitto  disse  ;  or  perchè  mi  date, 
pudre,  questo  pane  sauto,  eh'  io  non  ne  pos- 
so mangiare?  ec.  Se  tu  mi  vuogli  aiutare 
offerisci  questo  pane  per  me  a  Dio  onni- 
potente. (V) 

■j-STACriATO.  Add.  da  Stacciare.'Lz\.. 
cribratus.  Gr.  «r^o'^svi^.  3/et/.  Arb.  Cr. 
29.  Fassi  ancora  il  pane  di  grano  trito  j 
slacciato  e  cotto.  Xibald.  Andr.  121.  Pren- 
dere zucchero  rosato  con  alquanto  legno 
aloè  pesto  e  stacciato.  Pallad.  Ottohr.  i!^. 
Avra'li  leggiermente  pesti  e  stacciati  in 
uno  vasello. 

STACCIATURA.  Cruschello. 

*  g.  J'ale  anche  l*  Azione  dello  stac- 
ciare. Car.  Apol.  171.  Voglio  che  per  ora 
mi  basti  di  aver  mostro  a  voi  ec.  quanta 
ciarpa  si  sia  cavala  di  questa  prima  stac- 
ciatura che  s'  è  fatta  delle  cose  vostre.  (Il) 

STACCIO.  Spezie  di  faglio  f  ne  ^  con 
cui  si  cerne  per  mezzo  di  un  panno  simile 
lilla  stamigna,  e  fatto  di  crini  di  cavallo. 


Lat.    subcerniculum.    Zibald.    Andr. 


•4- 


Mangiava  pan  grosso  a  staccio,  e  piccoli 
pescatelli.  Burch.  I.  l5.  S'è*  pappagalli 
fosson  bene  intesi.  Vedresti  far  gran  quan- 
tità di  stacci  Delle  gran  barbe  e'  hanno 
gì'  Inghilesi.  Buon  /Ver.  3.  5.  6.  Sempre 
in  man  formcnti  e  zipoli.  Sempre  in  opra 
ilacci  e  pevere.  Bed.  Oss.  an.6Z.  I> e  pi- 
gliarono ( i^W  anguille),  non  con  altro  ar- 
nese, che  con  gli  stacci,  più  di  tremila 
libbre. 

*t  STADERA.  Strumento,  col  quale  si 
pesano  duer.te  cose,  sostenendole,  benché 
gravissime,  col  peso  d'  un  piccolo  contrap- 
peso,  il  quale  volgarmente  si  chiama  Ro- 
mano, o  Piombino.  Lat.  staterà.  Gr.  ura- 
&/105.  Gal.  Meccan.  6o4-  Stadera,  strumen- 
to col  qual  si  pesano  diverse  mercanzie  , 
sostenendole  ,  benché  gravissime,  col  peso 
d'  UQ  picciol  contrappeso,  il  quale  volgar- 
mente sì  chiama  romano,  o  piombino.  E 
Vocatfolario  T    II 


Sìst.  209.  Nella  stadera  talvolta  un  peso 
di  100  libbre  col  suo  grav.iro  in  giù  non 
è  bastante  a  alzarne  uno  di  quattro  libbre, 
che  gli  rontrasterìl.  Dani.  Par.  4.  In  vt>* 
saper  se  l'uom  può  soddisfarvi  Ai  voti  man- 
chi sì  con  altri  beni,  Che  alla  vostra  stadera 
non  sìeu  parvi.  Eranc.  Sacch.  nov.  66. 
E'  dice  non  so  che  di  Romani,  forse  da  sta- 
dera. Mor.  S.  Greg.  Ora  fossero  appiccati 
alla  stadera  i  peccati  mici ,  per  li  quali  io 
ho  meritato  Tira  d'  Iddio  e  degli  uomini, 
il  quale  venne  nel  mondo  a  pesare  il  me- 
rito dilla  vita  nostra,  e  recò  seco  insieme 
giustizia  e  misericordia.  Trart.gov.fam.  il. 
La  stadera  sia  nella  volontà. 

^  %.  Pesare  una  cosa,  o  una  persona 
colla  stadera  del  mugnaio  ,  fguratam. 
vale  Esaminarla  alla  grossa.  V.  MU- 
GNAIO, §.  I.  '6V 

*  STADIÌUAIO.  Facitore  di  stadere  , 
f'enditore  dì  stadere.  Dal.  Dì,f.  Cacc. 
pag.  3.  I  Piattelli  ebbero  la  loro  prima 
origine  molto  bassa  ,  perocché  Pino  stade- 
raio  fu  il  primo  campione-    (B) 

STADEIU^'A.  Diminutivo  di  Stadera. 
Lat.  parva  staterà.  Gr.  ^uyi'ov.  Lib.  cur. 
mnlatt.  Venga  pesato  minutamente  alla  sta- 
derina  minore. 

*  STADtRO>'F:.  Accrescit.  di  Stadera. 
Lai.  magna  staterà.  Pros,  Fior.  6.  24o- 
A  fine  di  mantenere  la  sanità  in  equilibrio 
si  pesa  ,  anzi  che  vada  a  tavola,  sopra  un 
gran  staderone.  (*) 

STADICO.  Quegli  che  da  un  Potentato 
si  consegna  nelle  mani  dell'  altro  per  si- 
curtà  di  mantenere  il  patto  convenuto j  O- 
staggio.  Lat.  obses.  Gr.  0(j.riCQ^.  G.  V- 
II.  72.  2.  I  quali  erano  cortesemente  i- 
stadicbi  a  Verona,  hiv.  3/.  Menando  seco 
una  compagnia  di  pulcelle  che  con  lei  era- 
no sladicbe.  Frane.  Sacch.  nov.  223.  Io 
starò  qui  stadico,  che  mai  non  mi  jiartirò 
infino  che  all'  opera  averete  dato  effetto 
(qui  per  similit,). 

§.  Per  lo  Prefetto  del  criminale  j  ma 
non  è  voce  nostra.  Lat.  praetor.  Gr.  t~'Jip' 
X^i  ■  Bocc.  nov.  40.  20.  Credesi  per  fer- 
mo che  domane  lo  stadico  il  farà  impic- 
care. 

STADIO.  V.  L.  V ottava  parte  di  un 
miglio.  Lat.  stadium.  Gr.  crct'Siov.  Dit- 
tam.  3-  l4-  Con  tremilìa  stadii,  e  non  con 
meno.  Fr.  Giord.  Pred.  /ì.  Vi  poteva  es- 
sere la  lontananza  di  un  solo  stadio.  Tratt. 
segr.  COS.  donn.  Faranno  il  moto  piacevole 
per  pochi  stadii.  Lib.  Am.  69.  Cominciò 
lo  Brettone  a  cavalcare  per  prati  mojto 
be^li,  e  dopo  1'  andare  di  dieci  stadii,  in 
uno  dilettevole  prato  pervenne.  Borgh. 
Orig.  Eir.  l34-  Sarebbe  questo  non  dis- 
simile a  quel  che  si  dice  d' Ercole,  col  pie 
del  quale  tu  misurato  lo  stadio  olimpico. 

STAFFA.  Strumento  per  lo  più  di  fer- 
ro pendente  dalla  sella y  nel  quale  si  mette 
il  pie  sagliendo  a  cavallo,  e  cavalcando  vi 
si  tien  dentro.  Lat.  *subex  pedaneus,  sta- 
pes,  staphia,  stapia.  IVov.  ani.  St).  I.  Mi- 
se il  pie  nella  staffa,  e  prese  l'arcione. 
Tav.  Bit.  Staffa  non  richiede,  ma  di  col- 
po con  tutta  sua  armadura  saltòe  suso, 
Bocc.  nov.  ^.  8.  Messer  Lambertuccio  , 
messo  il  pie  nella  staffa  e  montato  su, 
non  disse  altro  ,  ec.  /'.  V,  II.  67-  Es- 
sendo per  mettere  i  pie  nella  staffa  , 
parendo  a  messer  Pandolfo  avere  mal  fatto, 
li  fé  richiamare.  Alani.  Gir.  24.  27.  Che 
le  forze  gli  furo  in  guisa  scarse.  Che  la 
sella  e  le  stalle  lasciò  vote.  Buon.  Fier. 
2.  4-  "8.  E  con  queste  assai  staffe  doppie 
e  sode.  Da  assicurarvi  fortemente  il  pie- 
de . 

§.  I.  Staffa  ,  e  anche  uno  Strumento 
dei  gettatori,  per  uso  di  gettare  i  loro  la- 
vori. Benv.  Celi.  Qref.  60.  Adoperandola 
in  guisa  dell'  altre  terre  da  formare  nelle 
staffe  ,    non    occorre    rasciugarla.    E    76. 


Comunemente  si  dice  terra  da  formar  nel- 
le  staffe. 

§.  II.  Staffa,  si  dice  anche  un  Ferro  che 
sostiene,  o  rinforza,  o  tiene  collegato  chec' 
chessia,  ed  è  di  forma  quadra,  0  anche 
curva.  Sagg.  nat.  esp.  20.  Il  quale  va 
infilato  per  uuu  si.  a  quadra  nell'  asta 
diritta  dello   strumento. 

§.  III.  Staffa,  è  anche  uno  Strumento 
da  sonare,  fallo  di  ferro  a  guisa  di  staffa 
con  alcune  campanelle,  che  anche  si  dice 
Staffetta.  Morg.  16.  25.  CembiJo,  staffa, 
e  cemmanelle   in   tresca. 

§.  IV.  Staffa,  da*  Aotomisti  per  simi- 
litutiine  s'appella  Uno  di  quegli  ossicini 
che  si  trovano  nella  cavità  dell'orecchio 
degli  animali.  Lai.  stapes. 

§.  V.  Tenere  il  piede  in  due  staffe  ,  o 
simili,  proverbio  che  vale  Tenere  in  uit 
medesimo  negozio  pratica  doppia,  per  ter- 
minarlo con  più  vantaggio,  e  anche  Pre- 
pararsi  per  eventi  diversi,  o  contrarli.  Lat. 
duahus  anchoris  niti.  Gr.  im  Ó'JOÌ-J  Òp- 
fiEtv.  Varch.  Ercol.  32.  Il  quale  per  giu- 
care  al  sicuro,  avea  tenuto  il  pie  in  due 
staffe.  Belline,  son.  170.  E  forse  vanno. 
Come  molti  cavalcan  per  le  cord.  Col  pie 
in  due  staffe:  ah  quanti  amici  il  fanno! 
Tac.  Dav.  Ann.  \!\.  l^p.  Non  tener  esso, 
come  Burro ,  Ìl  pie  in  più  staffe  (  il  testo 
lat.  ha:  diversas  spes  spoetare).  Maini. 
5.  l4-  E  a  due  tavole  dar  vorrebbe  a  un 
tratto.  Tenendo  Ìl  pie  in  due  staffe. 

g.  VI.  Tirare  alla  staffa,  figuratamen- 
te vale  Acconsentir  malvolentieri  all'  altrui 
domande.  Lat.  alterius  postulata  agre 
facere .  Gr.  «/ovri  y/xzi!^-';z%t'  rift. 
farcii.  Ercol.  lo5.  Ben  conosco  che  voi 
traete  alla  slaffa,  e  ci  andate  a  male  gam- 
be. 

5.  VII.  Perderla  staffa,  si  dice  quan- 
do a  chi  cavalca  esce  il  pie  dalla  staffa. 
Morg.  21.  l36.  E  pose  lui  e  *1  cavallo  a 
giacere.  Ed  una  staffa  perse  nel  cadere. 
g.  Vili.  Perder  le  staf/è  del  cervello, 
figuratamente  vale  Impazzare  .  Buon. 
Fier.  2.  4-  l8-  Costui  perse  ha  le  staffe 
del  cervello  Al  certo. 

§.  IX.  A  staffa,  e  A  staffetta,  diconsi 
Quelle  calze  che,  per  esser  senza  peduli , 
rendono  similitudine  alla  staffa. 

*  §.  X.  Staffe,  diconsi  da' Magnani 
le  Spranghe  di  ferro  con  cui  si  armano  le 
testate  de*  colonnini  e.tposti  a'  colpi  de'  carri 
e  delle  carrozze.   Baldin.    l'oc.   Dis.   (A) 

^  g.  XI.  Stajfa  del  sali  scendo ,  dicesi 
Un  ferro  confitto  nelle  imposte  degli  usci 
per  reggere  il  saliscendo.  (A) 

*t  ^"^  §■  ^'I-  •St^f/*^t  diconsi  da*  Seta- 
iuoli, Lanaiuoli,  e  simili,  a  quelle  funi- 
celle che  reggono  le  licciate  e  le  calcale. 
Bellin.  Disc.  I.  239.  Sono  i  Ucci  legati 
alle  calcele,  e  per  ogni  staffa  de' licci  pas- 
sa un  filo  dell*  ordito,  onde  essendo  due 
gli  ordini  dell'ordito,  due  sono  i  licci  ,  e 
le  ralcole  due.    (A} 

STAFFARE.  Staffeggiare.  Ciriff.  Calv. 
3.  101.  Pel  gran  sinistro  che  fé*  nell'ar- 
cione, E,  come  è  detto,  staffò  da  un 
piede. 

STAFFEGGIARE.  Cavare  il  pie  della 
staffa.  Morg.  22.  5l.  Rinaldo  staffeggio 
dal  pie  sinistro  Ar.  Fur.  17.  100.  Pur 
Grifon  maj;gior  colpo  al  Pagan  diede,  Che 
lo  fé'  staffeggiar  dal  manco  piede. 
STAFFETTA.  Dim.  di  Staffa. 
•f  g.  I.  Staffetta,  si  dice  di  Uomo  che 
corre  a  cava/lo  speditamente  a  portare 
alcuna  lettera,  od  avviso.  Lat  tabellarius. 
Gr .  ^Yi^po^y  acTa'vor,;,  Suid.  Bern. 
Ori.  1.  4-  8.  Intanto  ecco  una  donna  ca- 
valcava Verso  di  lor,  come  fan  le  staffet- 
te, A  tutta  briglia  correndo  ,  e  gridando 
ec.  Ar.  Fur.  \5.  IO.  Uogiardo  un  suo 
scudier  spaccia  a  staffetta  A  dar  la  nuova 
a  Costantino  in  fretta.  E  sat.  7.  Così  alla 
170 


,354  ^  ■^  ^ 

„,ia  sperania,  eh"  a  lUffctU  Mi  trass.  a 
V.oma,  l.otou  dir  e,:,  h'ern.  rim.  1.  102. 
Aveie  un  sassclin  'n  una  scarpina,  E  una 
pulce  acnlro  in  una  ralla,  Che  vada  n 
aiù  .■  'n  su  per  islaftelU  Iqui  per  si- 
milU.).  Moln,.  12.  4»-  Perch'alia  don 
„a  venner  più  staffel^  A  dir  che  1  Uu 
ca   le   vnlea  far  molto. 

§.  II.  Slnffrltn,  ."  ''"•«  «'"■'"  ".  '"f 
Strumento  da  sanare,  dello  anche  Stafa. 
Lor.  Med.  Nenc.  27.  E  suono  la  i^f- 
felta,  e  lo  svcglione.  l'arch.  Ercol.  Oy]- 
La  staffella.  la  quale  vogliono  alcuni  cl.e 
russe  il  crotalo  antico.  Alleg.  7.  Giova 
la  state  inlVa' tempi,  e  diletta,  Come  Ira 
«li  slrunienli  la   staffetta. 

§  Ili.  Sta  fetta,  dices.  Quel  ferro  che 
sostiene,  o  rinforza  checchessia,  detto  an- 
che  Staffa. 

*  8    IV.    E  per   Quel  ferro    in  cut    e 
rinchiuso    il   sJiscendo.    Cecch.  Pro.'.  26. 
Bietta  fe   queUa   leppa.  o   scheggia    di   le- 
gno   che    si  mette   neUa   staffetta   del  sali- 
leendo    dell'uscio,   perch'e   non   «    possa 
con  la   chiave  aprir  dal  lato   di  fuori.   (B) 
fi    V     >4    sla/jetta,  e  A   staffa,  diconsi 
ìe    Calze    simili   alla    staffa,  falle     sen:a 
peduli.   .'No.',  ani.    76.    2.    Trovo    eh    eUi 
dovesse  donare  un    paio   di    caUe    hne    a 
staffetta,   cioè   santa  peduli,   e    non   altro. 
STAFFIERE.  Palafreniere.    l.al.    aga- 
so,  equi   curator.    Gr.    é-iiiiitr,i.  Jìemh. 
Leu.   Voi  sicuramente   mi  faceste  ingiuria 
dd  non   aver   mandato   a    me  uno  slalhe- 
re.   Bcm.    Ori.    1.   I.  80.   1    6*6^"   *'"'■ 
ficr,  vedendo  questo.  Corrono  a  dare  aiu- 
to  Li   lor    Signore.     Cir, ff:     CaU:  ì.tOO^, 
Wc  altra  gente  vi  passava  drcnto,   Cte  gii 
staffieri,  e    chi  giostrava  il   giorno. 

§.  Oggi  si  prende  per  Famigharc, 
Servidore.  l.z\..famulus.  Àr.  sai.  1-  Che 
diffica  sar'a,  se  non  ha  venti  Donne  pò, 
drieto,  e  staffiero  e  un  ragawo  Che  le 
sciorini  il  eul ,    tu   la  contenti. 

STAFFILAMENTO.   io  staffilare. 
+  STAFFILARE.  Percuotere  collo  staf- 
file. Lat.    sculica  caedcre,   flagellare.  Gr. 
'uacriCsiv.    *    Imperf    Pro,:   V.    13.   J- 
17    ..^^     ^  ..       ì^    1 :     a;     t  iciireo     in 


STA 


%.   36q.    Sotto    le    IcgRi    di    Licurgo 
Isparta    dinanzi   ..gli    altari  de'  sacrifiei.    s. 
staffJavano,    quantunque    innocenti,   rt  o- 
gni   colpa,    sema    veruna    misericordui   i 

lanciuUi.  (F) 

+  S  E  figurai.  Buon.  Iter.  1-2.  2. 
Di'  -l  vero,  o  co'  rinil.rolU  Ti  punse ,  e 
staffilolti.  E  2.  l  .6.  Si  stainU  e  scuri- 
sci. Si  pettini  e  si  lisci.  Sahin.  fro.t. 
Tose  1.  174.  Prendiamo  in  mano  la  co- 
tica lfer«  ,  e  guardiamo  se  ci  riuscisse 
fatto   di    staffilarlo   lien    bene. 

STAFFILATA.  Perccssadi  staffile.  I.M. 
flagri    ictus.     Gr.    ar«.>,^.«.    lor.    Med. 
Arid    4.    5.    Alla    croce    di    Dio,   che     se 
tu   non    gli  porti,  ti   faro    dare   deUe    s  af- 
filate.    Blon.   F.er.  3.    4'    9'    ^    "-ff''-"' 
n'  andavano  in  volta.  Che  toccavano  ognun, 
piccolo   e    grande.   Sino   al  vivo    dell  osso 
(qui   per  metaf.  e    cale    motti   sa  inci  ). 
STAFFILATO.    r(.W    da   Staffilare. 
STAFFILATORE.    Che  .<taf/,la. 
STAFFILATURA.  Staffilamento    SlaJ- 
filata,    lo  slajfilare.   Percossa  collo  staf 

''%  STAFFILAZIONE.  Lo  stafi/ilare. 
Plut  Adr.  Op.  n,or.  X  '<S10  Qualunque 
d'essi  eon  maggior  tolletanta,  e  più  .1 
lungo  porta  le  h..tliture ,  e  riman  supe- 
riore, è  riposto  nel  numero  de  piu  glo- 
riosi ;  e  questo  couirasto  si  nomina  stal- 
filaiione,   e   si  la  ogni  anno.    fC> 

STAFFILE.  Stri.KÌa  di  cuoio,  o  <l  ni- 
tro,   alla    quale    sta   appiccata   la   .staffa. 

S  E  per  Isfrrza  di  cuoio,  con  che  si 
pcXuole   altrui.    Lai.    scitica  .    /'"«"'"^ 

lau«in  hcjtiale  Sari  'l  medico  vostro,  Uno 


staffil  salubre  medicina.  E  3.  I.  5.  Ce  l 
vorrei  far  venir  collo  staffile.  Colle  funi 
tirato,  strascicato. 

*  STAFFO.NE.   Tem.    de'  nettatori. 
Magnani,  ec.  Accrescitivo  di    Stafja.   (A) 

STAFISAGRA,  e  STAFI.SAGRIA.  hr- 
ha  che  uccide  i  pidocchi,  della  quale  vedi 
Piosc.  Strafizleca.  Lat.  slaphisagria.Qc 
,T«?.'4  «7f.«-  Fallad.  cap.  27^  1  pidoc- 
chi loro  si  si  si-engono  coUa  sla6sagra  pe- 
jU  con  vino,  e  con  acqua  amara  di  lupi- 
ni. r«.  /'oe.  A  •>■■  eap.  3.  Item  a  se- 
me  della  sla6sagria  Ullita  inacqua,  e  con 
detta  acqua  distempera  buona  quanUli 
d'acqua  di  urUro,  ec. 

;':  STAGGIA.  Lo  slesso  che  Staggio. 
Sahin.  Odiss.  473.  Come  aUorchÌ!  .  tor- 
di d'  alle  spase,  O  pur  colombe  appannan 
nella  r.gna.  Ricala  nella  macchia  in  sulle 

STAGGIMENTO.     Lo    staggire.    Lat. 

•  seqiiestrum,  sequestrano.  Ord.  l'ac.  Per 
istaeginienti,  o  sequestrazioni  d.  cose,  e  pi- 
gnoramenti, e  rivoeagioni  d.  esse  Stai. 
Mere.  Nessun  berroviere  possa  andare  ad 
alcuno  staggimento,  o  sequestro  fare  d  al- 
cuno ditenulo,  ovvero  preso. 

STAGGINA.  romo/irf<"ne<l(o  che  Ja  a 
giustizia  ad  istanza  del  creditore  a  chi  ha 
eff-elti  del  debitore  che  gli  tenga  a  sua 
.ttanza.  Jegcz.  Questo  fu  da  nostri  anti- 
chi meritevolmenle  ordinato,  clic  del  sol- 
do  ch-b  dato  ai  cavalieri,  la  meta  ne  deb- 
ba slare  in  istaggina  appo  colui  che  porla 
la  'nsegna  I  qui  forse  per  deposito). 

STAGGIO.  Quel  bastone,  sopra  l  qua- 
le  si  reggono  le  reti,  gli  scalini  delle  .c»- 
fear-Wi,  o. imi/i.  Lal.<.».e,.Gr,  x=<>«- 

i'ct'e  clopra  gli  staggi,  ovvero  bas  oni  ch^ 
alian  la  rete,    lìuon.  i'.er.  4.   1.   IO;   M": 

Wi  si,  chele  f-i  t '"'■', f'rT 
dire  staggi,  Ci  posin  sulle   spalle.    /.    ^P- 

„rc«o..  Sicchi^  non  pur  gU  »'"«?'»  "T 
dir  lati.  Ma  gli  scalini  e.  sian  sul  e  spa  - 
le  Menz.  sai  8.  La  rete  la  conobbe  dal- 
lo  staecio  t:hioccino. 

+  1    I     Per  lo  .<le.<so  che    .Giallo.    Lat. 

I-       ,     lìnnh     l6i    3    Camnunan- 
stalio.   Iranc.  Jìarb.    lo^.  J    > 
do  ec.   Discovre  .suo  staggio.   /.  2.S3.    22. 
Molto  ordinali  e  saggi  Riuscir  con    matu 
sta-gi  (qui  per  melari-    lesoreti    Br.  E 
vidfin  Wlo'slagglo  Scritto  per  sottigl.an- 
„:  Qui   sta  la  temperanza   (l"''"'"'^ 
pa   M   Hrcnze   1824.  cap.   l!i-    ptg-    '<»• 
legge  Poi  mi  tornai  laggiuso  A    un    altro 
pjazlo,  E   vidi  in  bello  spano   ec.). 
^   *  §.    11.   Staggi,  termine  de   H.cama- 
tori,   Hegoli  che    serpono    ad   allargare    e 
str/ngeri  il  telaio,  fermandogli  con    dna- 
varile  nelle  colonne.  (A) 

t   STAGGIO.    /  .    A.     O.<lapg,o     Lat 

pagni  del  Re  di  Francia  de  nuovi  staggi. 
Vapprr.<.<o:  Dati  li  detti  staggi.  0  venu 
t„  iPRe  di  Francia  .  ^  Jose,  e  Id.eralo  d, 
suaprigione.ee.  E  cap.  lo5.  Mando  a 
Bologna  due  figliuoli  come  staggi. 

«fi.  Staggi,  diconsi  Qiie- rtgolctii  delle 

gabb^  in  mezzo  a'  •!••''•  P'"'"," 'JaT 
fermate    le    gretole.    Il   t  ocnM.  alla  f. 

GABIIIA.   <t  )  _   ,„, 

•t  STAGGIRE.  Fare  .staggina,  .'■eque 
strare  giii.idicamenle  i  ben,  di  un  del'i- 
lore  ad  i.<,an.a  del  ^-''"""-  ^"^    ^.„. 

'render  '^^ut.i  .  Tempieri  por  1  universo 
Lndo  ,  e  staggire  tutte  le  loro   clue.^   e. 

magioni  e  p—ssioni  f .0^1  «'""">'"•  ;; 
quiinlunque  gli  .stampali  «W....»o  ■  mi  gi- 
n-  1  .".  /•  2  37.  I  danari  furono  stag- 
,i.,  per  coloro  che  .vieno  I'"   l»^,. '"1^" 

*        '  T.,     /ir     -ì      io      Quelli    che 

al  comune.    Jes.  i>i .  7.    i"     x 
,,  staggisce  1"  tempo  di  guiderdonare  peo- 
e.  pi'^lie  quelli  che  '1    passa    t  cioe  ,     . 
assegn.)      =^    (Vr*.    K«'<     (  r    5     =    Eh 


STA 

lasciatelo  andar;  cotesla  scritta  L'ha  fatta 
Erasto,  qual  credo  che  voglia  Ve  lo  rtag- 
eiale,  per  cavar  dal  vecchio.  Oltre  la  som- 
ma,  ec.  Rusp.  son.  II.  Con  tuUo  ciò  tni 
par  d'  aver  sentito  Che  '1  diavol  1' ha  stag- 
gilo. Soo  avendo  trovato  anco  'Ipiii  tri- 
sto.  (B) 


*  e."  I.  E  per  similiL  Uart.  Ben.  rim. 
pag.  5.  (Livc-jio  1799)  S'io  russi  mes- 
so, e  eh'  io  pur  ti  citasse  ,  D'  Amor  fareiU 
al  tribunal  venire,  E  quivi  U  core  a  mio 
nome  staggire.  (B) 

e  II.  Per  metaf  nini.  S.  Creg.  In- 
continente che  fu  giunto  a  qtlel  luogo, 
dove  era  seppellito  quel  prete,  fu  staggito 
per  virtù  di  Dio,  e  non  si  potè  muove- 
re. *  SaUin.  fneid  llh.  2.  SpeiSO  que- 
gli Staggi  r  aspra  del  mar  lempesU,  ed 
Austro  Spaventò  dal  viaggio.   (F) 

e  III.  Staggire  in  prigione  alcuno,  si 
dice  del  Far  prolungare  la  prigionia  ad 
uno  che  gii  sia  carceralo  ad  istanza  d"  al- 
tri, o  per  altra  cagione.  Frane.  Sacch. 
noe.  209.  Per  paura  di  non  v'  essereitag- 
gito  per  altrui,  suliilo  trovo  modo  di  pa- 

g»ce. 

STAGGITO.  Aid.  da  Staggire. 
3   STAGGITORE.   Che  staggisce. 
STAGlONACClA.   Peggiorativo  di  Sta- 
gione;  Stagione  cattiva.  Stagione  contra- 
ria al  bisogno,  0  desiderio  altrui. 

STAGIO.NAMENTO       Io    stagionare. 
Salvia.   Disc.  1.  352.  Possiede  quelbper- 
rerione,  o  quello  stagionamento  che  s.  n- 
chiede.  *  V.n.  Visc.  3.  82.    G"»rf''- 
un  Pillore  ec.  egli  intende  il  Tabbncar  de 
telaio,  e  la  qualiti  e  lo  stagionamento  del 
Icuno  che  lo  compone.  (F) 
'stagionante.   Che  stagiona. 
STAGIONARE.    Condurre  a  perfezione 
con  proporzionato  temperamento.  Lat.  ma. 
turare,   temperare.  Gr.    n5:i«.»«'»._  r.tr- 
T-.v.  i:   Benv.  Celi.  Oret-  l35.  Cosi  aven- 
do lasciato  stagionare  col  fuoco  U    fornel- 
lo   in  due  ore  fondemmo  l5oO  libbre    di 
metallo  e  i/ui  vale  cotto  e  svaporato,  «me 
dice  sopra).  (I  )  - 

§.  \  Si  u.<a  anche  per  Custciire,o  Con- 
servare diligentemente  checchessia. 

*  §  II.  Si  usa  anche  in  sentimenti' 
neulr.  pass.,  parlando  di  vivande,  e  vale 
Il  ridursi  delle  medesime  a  perfetta  cot- 
tura. La.ic.  Cen.  3.  nov.  IO.  pag.  266. 
In  una  starna  separala,  e  ordmata  per  lo- 
ro ,  SI  misero  a  Uvola.  dove  per  aspettai 
certi  pippion  grossi  e  lordi,  che  si  stagio- 
nassero ,    entrarono    in    vani   rigionamen- 

li.  f^J  .,         .-..<•. 

STAGIONATISSIMO.   Superi,  di  Sta- 
gionato. Soder.  Colt.    10.    Fanno    miglior 
pruova  assai,  che  i  bene  e  freschi  conser- 
vati, o  che  i  tosto  spiceaU  e  (io»U;  e  sla- 
gionatissimi  .  purché  sieno  prima  piantati 
con  diligenia.  più  gli  accompagnala  terra. 
STAl.lONATO.    Add.    da    Stagionare. 
Lat.  maturatus,  lemperatus.  Gr.  ^sf!"»- 
?..,-.    Agn.    Pand.  28.  La  vdla  le  lo    di 
nuovo  (il  vino),  stagionalo,  netto  e  buo- 
no     llav.   Mon.   107.  Pe'pon  colate    neUe 
vene  e  nelle  proprie  miniere,  e  quivi  con - 
ceUle,  e  .I..1  tempo  indurile  e  stagionate, 
.i  fan  metalli.    /.■""'.     Tane.   ».  3.    Fanne 
insieme  col  tuo  duo  feg.legli.  E  leg.  1  <"«>  ' 
l'altro  stretlo  itrelto;  Cosi  vernuno  stagio- 
nati e  begli.   «    nenv.   Celi.    Oref.  l.«.  K 
pero  debbe  1'  artefice  per  se  stesso  ««1.1,. 
alle   caie    (  ,*<^  m^rml  M    a    eleggergli    ec. 
bellissimi  e  ben  stagionati.  (ì  ) 

STAGIONATOllE.  Che  stagiona. 
•+  f  .STA«.10>ATORA.  Stagionamen- 
to. Maluramenlo.  Maturazione.  .4ccad 
(r.  Mes,.  1  8q.  L' impastavano  ec.  e  !.. 
distendevano  .  o' fonnavano  in  ceri,  stru- 
menti di  terra  coli.  re..  He.  S"-»'  "  •"; 
vivano  per  dargli  fi'  P"" >  *"'  """ 
l'ultima  stagionatura.  (A) 


STA 


STA 


STA 


j355 


5  STAGIO^E.  yonie  tomune  a  cia- 
scuna delle  ifitatti-o  parti  dell'anno,  cioè 
Primai'cra  ,  State  »  Jutunno  ^  e  l'erno. 
Lat.  anni  tenipits.  Gv.  iapOL  roù  fiTOUj. 
l'ietr.  Cd/13.  4-  2.  Che  per  frcdJj  ^iIj^jÌod 
foglia  non  penle.  /■,'  canz.  38.  2.  Ma  pria 
6a  *1  verno  l.i  slagìun  ile' fiori,  Ch'Amor 
fiorisca  in  quella  Dul>il  alma.  E  son-  Siy. 
Ma  la  sljgiouc  e  l'ora  men  gradita,  Col 
membrar  de'  dolci  anui  e  dcyli  amari,  A 
parlar  leco  con  pietà  m'invila.  Vant.  InJ. 
I.  Sì  ch'a  Ikmic  sperar  m' era  cagione  ec, 
L'  ora  del  tempo  p  la  dolce  stagione.  Bocc. 
nov.  44"  6.  I  tempi  si  convengou  pur  sof- 
ferir falli  come  le  stagioni  gli  danno.  tSV/i. 
Ben.  ì  arch.  4-  5  Donde  ec.  tante  va- 
rietà di  cibi,  stagion  per  istagione ,  ec. 
4  Serd.  Slor.  3.  lo8.  Dipoi  lasciato  il  viag- 
gio dì  Maldive,  per  non  esser  comoda  sta- 
gione dell'  anno,  se  ne  tornò  al  Padre  con 
■lueslc  buone  nuove.  (C) 

^  §.  I.  Stagion  nuova,  o  novella,  vale 
Primavera,  m  Amet.  96.  Cosi  nel  ciel  cia- 
scuna appare  stella  Lucida  e  cbiara  di 
tanto  sereno.  Quanto  Titan  en  la  stagion 
novella».  (C)  Segr.  Fior.  Star.  IU>.  5. 
Il  Conte  negava  potersi  in  quelli  tempi 
fare  (era  verno  aspro),  ma  che  si  dove- 
va aspettare  la  stagion  nuova.  (CP) 

§.  II.  Stagione,  si  trasferisce  anche  a 
Que/  tempo  generalmente,  in  cui  le  cose 
sono  nella  loro  perfezione.  Lat.  statum 
tempus.  Gr.  i\.pr,azvci  yùàvo^.  ì^'ov.  ant. 
73.  I.  Essendo  a  una  stagione  i  fichi  no- 
velli ec,  vide  in  sulla  cima  d'un  fico  uno 
bello  fico  maturo.  E  appresso  :  Quando 
gli  recò,  la  stagione  era  passala,  che  n'  e- 
rano  tanti,  che  quasi  si  davano  a' porci. 
Petr.  canz.  ài.  5.  Passata  è  la  stagion  , 
perduto  hai  l"  arme.  Zìi*.  Dee.  3.  La  cosa 
era  di  stagione  ;  nondimeno  i  Consoli  1'  an- 
davano pur  tardando.  Ar.  Lea.  2.  3-  Or 
che  l'arrosto  è  in  stagion,  vieni;  andia- 
mone A  mangiar.  Pcnv.  Celi.  Oref.  36- 
Debb'  essere  U  detto  fuoco  a  proporzione 
dell'opera  che  vi  si  pon  dentro  ;  e  coni'  e- 
glì  sia  nella  sua  stagione,  si  porrà  il  lavo- 
ro sopr'una  piastra  di  ferro.  E  appresso: 
Allorachè  sieno  accesi  nella  loro  stagione, 
si  dia  al  lavoro  sicuramente  un  buon  fuoco. 

§.  ili.  /'er  Tempo  semplicemente.  Lat. 
tFtaSj  tempusj  tempestas.  Gr.  aiwv,  Xpó- 
ve;,  óipcc.  Bocc.  g.  6.  f.  4-  ^^  °°°  ^3- 
pete  voi  che  per  la  perversità  di  questa 
stagione  li  giudici  hanno  lasciati  i  triiju- 
nali!  A'oi'.  ant.  19.  5.  Signori,  a  mala  sta- 
gione venite,  che  '1  vostro  tesoro  è  dispe- 
so. *  Teseid.  i.  l\\.  Quivi  fatta  sua  gen- 
te rinfrescare ,  Per  piccola  stjgion  vi  si 
ritenne.  (B}  Bemb.  pros.  i.  11.  Se  ella 
(  la  lingua  volgare  J  stata  fosse  lingua  a 
quelle  stagioni  fa'  tempi  de'  Romani  )  se 
ne  vedrebbe  alcuna  memoria  ne;.li  anti- 
chi edificii,  e    nelle  sepolture.  {ì) 

*  §.  IV.  Stagione,  fu  detto  anche  per 
Ora,  Momento  .  l'r.  Ciord.  Fred.  l3l. 
S*  bai  figliuoli,  e  non  hai  che  dare  loro  , 
Sì  ti  crepa  il  cuore  il  dì  a  cento  stagio- 
ni.   (CPj 

♦  §.  V.  Stagione,  talora  vale  Qualità, 
datura,  Benv.  Celi.  Oref.  33.  Ne*  quali 
modi  (  di  smaltare  )  indifferentemente  si 
trovano  alcune  diversità  per  conto  della 
sUgion  degli  smalti.  (V)  Guicc.  Star.  9. 
196.  Il  Pontefice  impaziente  che  le  sue 
genti  non  procedessero  più  oltre,  ne  am- 
mettendo le  scuse  che  della  stagione  del 
tempo,  e  delle  altre  difficoltà  gli  facevano 
i  suoi  capitani  ec.  propose  si  andasse  a  cam- 
po   a  Ferrara.   (C) 

*c  §.  VI.  Stagione,  per  Fiata,  Volta. 
introd.  ì'irt.  i3.  Considerando  una  sta- 
gione lo  stalo  mio  ec.  (C)  Vit.  S.  3/. 
Madd.  127.  £  Maria  Maddalena  prenden- 
do a  predicare  una  stagione  al  popolo,  co- 
minciò   ec.    (V) 


"•.'  %.  VII.  Alle  .stagioni,  o  Per  le  sta- 
gioni, maniere  avveri»,  che  significano  Tal- 
volta.  Albert.  2.  35.  Dicesi  poter  quello 
che  conioilaniente  far  si  può,  e  quello  è 
appellilo  iiotere  «li  comodità.  Dicesi  an- 
clic  alle  stagioni,  potere  di  equità.  (CPj 
Eav.  Esop.  32.  Concio^siacosachc  il  mi- 
nore per  istagione  ben  possa  nuocere  al 
maggiore.  E  172.  Caricavalo  per  istagìo- 
ue  di  diverse  mercanzie,  e  sconvenevoli 
some.  (ì) 

*  §.  Vili.  Per  le  stagioni ,  maniera 
avverh.  che  significa  Opportunamente , 
A  suo  tempo.  Giamhon.  Mis.  Uom.  72. 
Dee  per  le  stagioni,  e  quando  si  conviene 
parlare.  /•,"  114.  Kon  è  niuno  che  per 
le  stagioni  non  infermi,  e  che  per  poco 
senno  spesse  volte  non  erri.  Introd.  ì'irt. 
298.  ^iun  astenersi  è  non  mangiare  al- 
le stagioni  .  Guicc.  Stor.  lih.  1 1 ,  pag. 
l83.  Costretti  dalla  stagione  del  tempo  , 
che  era  del  mese  di  dicembre  ec.  ripas- 
sarono  i    monti    Pirenei.    (C) 

^  §.  IX.  Tutta  stagione,  anticamente 
fu  usato  per  Sempre,  him.  ant.  Fr. 
Guitt.  Già  filosofi  Dio  non  conoscendo  , 
ISè  poi  morte  sperando  guiderdone,  ischi- 
far  vizii,  e  aver  tutta  stagione  (cioè,  sempre 
schifare  vizii  e  riccheize.  /  ed.  net.  401. 
Guttl.  Leti.).  (ì  ) 

*  STAGIONEVOLE.  Add.  Che  sta- 
giona ,  (  he  porta  a  maturità.  Salvia. 
Inn.  Orf  Beala  d'  assai  seme,  slagione- 
\o\e  (  qui   è    detto   della    natura  j.   (A) 

STAGLIARE.  Tagliare  alla  grossola- 
na. Lat.  crassius  incidere.  Gr.  '::o(.j^v- 
iùj;  xÓHTiiv.^  Salvin.  Jliad.  2o5.  Enel 
tempo  che  Ìl  vecchio  del  destriere  Le  ti- 
relle stagliava ,  andato  suso  Colla  cultel- 
la    ec.  iJ\) 

§.  I.  E  per  metaf.vale  Computare  allo 
ingrosso  checchessia  a  fine  di  farne  sal- 
do e  quietanza  j  ed  è  termine  mercantile, 
dicendosi  propriamente  de' conti,  e  delle 
ragioni  de'  negozianti.  Lat.  conftcere,  tran- 
sigere. Gr.  £/>  j'eiv.  Buon.  Fier.  3  2.  5. 
Tempo  v'avanzerà,  se  arditamente  Fra- 
stagherete  e  staglierete,  e  'n  fretta  Tire- 
rcle  a  traverso  E  vijjnate  e  boscate.  Bor- 
gh.  I  esc.  Fior.  55o.  Però  stralciando  e 
stagliando  questi  minor  ser^tzii  e  censi 
cosi  pel  tempo  intricali  e  confusi,  gli  com- 
pose a  tanto  grano  l'  anno.  Car.  lett.  I. 
47-  Potendo  staglìar  questo  intrico  allora 
cbe  gli  avea  le  mani  ne'  capelli  per  sem- 
pre. 

^  §.  II.  Talora  vale  anche  Por  fine  a 
una  pendenza  ,  controversia  ,  o  simile  . 
Sega.  Stor.  2.  66.  E  se  pur  debbo  qui 
ec.  indovinare  cosa  alcuna,  posso  dire  forse, 
che  il  Papa,  essendo  alle  strette  di  risol- 
versi da  una  parte  di  questi  due  Princi- 
pi, volesse  stagliare,  e  determinare  questo 
punto   colla   città.  (Cj 

STAGLIATO.  Add.  da  Stagliarej  Gros- 
samente tagliato,  quasi  Scosceso.  Lat. 
praeritplus .  Gr.  o* 71275//!!?  .  Dani.  Inf. 
17.  Cosi  ne  pose  al  fondo  Gerione  A  piede 
a  pie  della  stagliata  rocca.  Stor.  Fur.  6. 
\!\5.  Salito  adunque  sopra  la  stagliata  pun- 
ta   d'uno   alto   giogo,   ec. 

§.  Andare  alla  stagliata,  o  alla  rici- 
sa,  vale  JSon  andar  per  la  strada  bat- 
tuta o  usata  ,  ma  per  quella  che  l'oc- 
chio giudica  più  diritta,  o  più  breve, 
quasi  tagliando  la  strada.  Morg.  22.  35. 
E  vanno  giorno  e  notte  alla  stagUata  ,  Non 
creder  sempre   per  la    calpestata. 

STAGLIATO.  Avverbio.  Speditamen- 
te. G.  J'.  8.  54-  2.  Parlava  meglio,  e  piò 
ardito  e  stagliato,  che  nullo  di  Fiandra 
(qui   vale   scolpitamente), 

STAGLIO.   Computo  alla  grossa,  altri- 
menti detto  più  volgarmente  con  modo  bas' 
so    Taccio.    Lat.    crass'ior  ratio,   aestima' 
1  tio,    t  a  ratio. 


^.  Ondis  Fare  staglio,  vale  Stagliarr. 
Lai.  trnn.figere.  Gr.  eVii/Etv.  Fed.  FA- 
Hl!:    STAGLIO. 

*  STAGNAMENTO.  Bistagno,  lo  sta- 
gnare, nel  signifìc.  dil  g.  III.  Lat.  flu* 
xus  cohihitio.  Bed.  lett.  I.  254  M'islro 
ancora  «he  l' ai  qua  pura  e  semplice,  di 
pozzo  o  di  fontana,  può  produrre  1'  effet- 
to dello    stagnamento.    (•) 

STAGNANTE.  (  he  slagna.  Che  non 
corre.  Lat.  stagnans.  Gr.  /luvailuv.  Pe- 
tr. canz.  16.  2.  Serrate  incontro  agli  amoro- 
si venti,  E  circondate  dì  stagnanti  fiumi. 
Sagg.  nai.  esp.  24.  Come  i  he  alle  volte 
(l'acqua  }  si  dipaia  stagnante.*  Gal.  Si- 
st.  l-q.  Non  dovete  mai  aver  posto  mente 
con  qual  furia  l'  acqua  venga  strisciando 
intorno  alla  barca,  mentre  ella  velocemente, 
spinta  dai  remi  o  dal  vento ,  scorre  per 
l'acqua  stagnante.  Bue.  Ap-  220.  E  fug- 
gi Tacque  putride,  e  corrotte  Della  sta- 
gnante   e    livida    palude.    (B) 

STAGNARE.  Ai  Slagno,  ricettacolo 
d'  acqua.  Fermarsi  l'  acqua  senza  scor- 
rere per  mancanza  di  declive.  Lat.  sta- 
gnare. Gr.  )ijuiva?2iv.  Dant.  Inf  20. 
Dell'  acqua  che  nel  detto  lago  stagna.  Pal- 
lod.  cap.  .1.  Non  sia  piano,  cbe  vi  sta- 
gni dentro  l'acqua,  e  non  sia  tioppo  di- 
rupinato.  •'?  Tass.  Ccr.  l3.  60.  S*  alcun 
giammai  a  frondeggianti  rive  Puro  vide 
stagnar  liquido  argento.   (?•} 

^  g.  ì.  Talora  si  usa  anche  in  signi- 
fc.  attiv.  e  vale  Empier  di  stagni.  Bor- 
gh.  Orig.  Fir.  l4-  Sgorgando  il  fiume 
d'  Arno,  che,  ritenuto  dalla  tjolfolina  , 
stagnava  tutto  questo  piano.  (E)  Sega. 
Slor.  lih.  2.  Avendo  rotti  i  canali  cbe  por- 
tano l'acqua  in  Najioli  avea  stagnato  mag- 
giormente  il    paese.   (FP) 

g.  II.  Per  metaf.  vale  Fermarsi.  Pe- 
tr. son.  117.  Per  tutto  ciò  la  mente  non 
s'acqueta,  lìompendo  'l  duol  che  in  lei 
s'  accoglie    e   stagna. 

g.  MI.  Per  Bistagnare.  Lat.  JJuxum 
sislere.  Gr.  vàtMue.  £5JiS7avKi.  Tes.  Br. 
I.  I.  L'  uno  bec  più,  e  l'altro  meno  , 
sanza  stagnare  la  fontana  (qui  vale  ra- 
sciugare ,  o  cessar  di  gettare  ) .  Cr.  6. 
l33.  2.  Il  suo  su^o  (dell' ortica  )  stagna 
il  sangue  del  naso.  Alam.  Gir.  18.  2.  Fagli 
il  sangue  stagnar  con  sacri  detti.  Che  Ga- 
lealto  il  brun  gli  avea  mostrato.  *  FJ 
Avarch.  17.  93.  Poi  con  sugo  eh'  avea 
d'iutorno  bagna  (la  piaga  J  jVev  cui  su- 
bitamente   il   sangue   stagna.    (B) 

'''  g.  iV.  I\'eutr.  pass.  Ambr.  Furi.  5. 
5.  O  che  l'un  male  abbi  cacciato  l'al- 
tro, o  pur  in  altro  modo  ec  la  scorren- 
za    (soccorrenza}  mi  s'è  stagnala.   (Fj 

^  g.  V.  Stagnare,  dicesi  anche  di 
Fasi  di  legno,  ne' quali  si  pone  acqua, 
afjiitchè  rinvenendo  ,  non  versino.  Car. 
Long.  Sof.  Bag  2.  Soprastando  la  ven- 
demmia, ognuno  ec.  era  occupalo  intorno 
alle  Ifisogne  della  raccolta;  altri  a  sta- 
gnar lini,  altri  a  conciar  botti ,  ed  altri 
ad    altre  cose   diverse.   (FP) 

STAGNARE.  Da  Stagno,  metallo.  Co- 
prir di  stagno  la  superficie  de'  metalli . 
Lai.  stanno  obtegere.  Gr.  r.ce.aci'izpoi  '/o. 

VtffV. 

'stagnata.  Susi.  Spezie  di  vaso  fatto 
per  lo  più  di  stagno,  che  s*  adopera  più 
comunemente  per  uso  di  conservarvi  olio 
e  aceto.  Lat.  gultus.  Gr.  Ttpóyooi-  Fit. 
S.  Ciò.  Bat.^211.  Il  benedetto  Giusep- 
pe, che  aveva  1'  asino  suo,  levane  in  terra 
le  cose,  e  trova  alcuna  stagnata  che  ave- 
va. E  appresso  :  Messer  Gesù  prese  la 
slagnata  dell'  acqua  j  e  così  davano  bere 
a  Madonna,  e  a  Giuseppe  questi  due  be- 
nedetti   giovani    fanciulli. 

STAGNATO.  Add.  da  Stagnare,  per 
Bistagnalo.  Cr.  Slagnato  il  sangue  ,  si 
leghi   sopra   'I   fico  spugna  di   mare. 


1356 


STA 


STA 


STA 


STAGNATO-  /4dd.  da  Stagnare,  per 
Coprir  di  stagno.  Coperto  di  stagno.  Lat. 
stanno  ohlectu.t,  .stanno  inditctus  vel  ob- 
diictus.  Gr.  /ycciiE^w  zìzoviwae'vo;  . 
Bocc.  nov.  52.  6.  Si  l'uri.va  davanti  al- 
l' uscio  suo  rcrare  una  secchia  nuova ,  e 
stagnata  d'acqua  fresca.  Kicelt.  fior.  g5. 
Le  medicine  che  &i  cuoconn,  *,{  stiuma- 
no  e  purgano  levando  ]a  stiuma,  che  viene 
a  galla  ,  con  la  mestola  di  ferro  stagnata  e 
forata.  7':^  100-  Dirntro  olle  quali  l'Aric/ic;  siano 
orinali  di  rame  sottile  conBtii    e  stagnati. 

*  STAGNATUZZA.  Dim.  di  Stagna- 
ta. FU.  S.  (ito.  Ball.  211.  Levane  in 
Icrra  le  cose,  e  trova  qualche  istagnaluzza 
che   aveva,  (l  ) 

STAGNEO.  ;.  L.  Add.  Di  s,tagno , 
metallo.  Lat.  stanncus.  Gr.  xac^iriptvoi. 
M-  V.  3.  7^.  Lasciandosi  dietro  uno  va- 
pore cenerognolo,  traendo  allo  stagneo  > 
«teso   per    tutto    '1   cor[>o    suo. 

t  STAGNO.  Ricettacolo  d'acqua  che 
.ti  ferma,  o  muore  in  alcun  luogo.  Lat. 
stagnum.  Gr.  ii'/ivig.  G.  V.  il.  i-  li-  Se 
non  che  1*  Arno  shoccò  al  fosso  Arnoni- 
co,  e  al  Borgo  delle  campane  nello  sta- 
gno,  il  quale  stagno  fci  e  un  grande  e 
profondo  canale.  Cr.  %.  27.  I.  Il  sito  delle 
terre  non  sia  sì  piano,  che  faccia  slagno. 
Petr.  son.  3o.  Orso,  e'  non  furon  mai 
fiumi,  né  stagni,  Kè  mare,  ov'  ogni  rivo 
si  disgombra,  ce.  Dani.  Inf.  22.  Caddcr 
nel  mezzo  del  hollentc  stagno  (qui  per 
similit.).  Ott.  Com.  Inf.  J^-  276.  Poi  s' 
impadulano,  e  fanno  uno  stagno  detto 
Cocito,    cioè    pianto    e     gemito. 

f  STAGNO.  Metallo  bianco,  leggiero, 
duttile  ,  e  fuxilnlis.simo  ,  die  quando  si 
piega  cricchia.  Lat.  stannum.  Gr.  /aa- 
CtTG^o'^-  lìocc.  nov.  77.  25.  Madonna,  a 
me  converrà  fare  una  immagine  di  sta- 
gno. Guitt.  lett.  19.  Laido  e  nocivo  sti- 
mo stagno  semhrare  argento.  Him.  ant. 
lìind.  fìon.  Compra  per  oro  stagno  Chi 
crede  ferma  la  turba  eh*  è  vana.  Alam. 
Gir.  8.  20.  Che  '1  suo  valor  tcnea  eh' 
andasse  in  cima,  Come  fa  Ìl  puro  argen- 
to   al   basso   stagno. 

§.  Per  J'asi,  0  Piatteria  di  stagno.  Lai. 
i'asa  escoria  stannea.  Gr.  ffxsu'/J  xa^ci- 
TÌptvff..  liern.  rim.  i.  lo3.  Non  avrcm 
troppi  stagni  o  oii«'alchi  ,  Ma  quantità  di 
piatlcgli  e  orivoli.  Lasc.  Sibili,  i.  1.  Met- 
ti in  punto  lo  slagno,  i  coltelli,  e  le  for- 
chette d'aricnto. 

•t  *  STAGNO.  Jdd.  Stagnato,  Ei- 
.vtagnato.  Aannaz.  ÀrCad  pros.  9.  Poi 
che  ebbe  per  diversi  lunghi  accese  di  mol- 
te fiaccole,  chi  si  diede  a  mungere,  chi  a 
racconciare  la  guasta  sampogna,  chi  a  sal- 
dare la  non  stagna  fiasca,  e  chi  a  fare  un 
nicstiero,  e  chi  un  altro.  (A) 

STAGNONE.  Stagno  grande.  Lai.  i«- 
gcns  palus,  stagnum^  Incus.  Gr.  [Xf/v.*-iì 
H'fivr,.  fai.  Mass.  ^c  per  piova  da  cic- 
lo cresciuta  per  piova  d'altro  fiume  aiu- 
tato |ia&sóc  r  usato  modo  del  suo  slagnone. 

g.  f'er  ì'aso  stagnato,  o  di  stagno. 
Lat.  l'as  e  stanno,  iW  stanno  obduclum. 
Gr.  ffxsu'o;  /acctTi'fcvov,  r,  xaifftre'sw 
xexovtK'Sysvov.  Dnv.  Colt.  192.  Mellansi 
le  marze  nella  rena  in  uno  slagnone.  E 
appresso  :  Per  non  fare  spesa  di  lungo 
.Uagnone.  Mor^.  25.  I09.  E  lo  stagnon 
dell'  ulriaca   aprie. 

STAGNUOLO.  ì'a.to  di  stagno,  e  ta- 
lora anche  foglia  di  slagno  battuto,  hv^i. 
vasculum  stanneuni.  Gr.  oxeu»/3tov  ifac- 
gtripi'fo-f.  Hicctt.  Fior.  aS.  La  canfora 
er.  conservasi  rinvolta  nello  sljgnuoln  ,  <> 
in  vasi  invetriati  ben  cliiusi.  /'-  26.  Me- 
glio, che  in  altro  modo  ,  ai  conferva  ro- 
prcndola  con  lo  stagnuolo. 

§.  Stagnuoli,  voce  hattm^  sì  dicono  nn. 
cara  le  Monete  d' argento  falsificate  rof/o 
Stagno. 


3  STAIO,  faso  col  quale  misuriamo 
grano,  biade,  e  simili.  Lat.  sextarius.  Gr. 
?2'oTiJ5.  G.  f.  12.  12.  2.  Quest"  anno 
valse  lo  staio  del  grano  da  soldi  2O. 
JJant.  Par.  16.  Sacchelli»  Giuochi,  Sifan- 
ti,  e  Barucci,  ti  Galli,  e  quei  ch*arros»an 
per  lo  staio,  florgh.  lese.  fior.  55l. 
Erano  in  diversi  ti-mpi  e  luoghi  stai  di- 
versi, anzi  il  fiorentino  stesso  non  fu  sem- 
pre a  un  modo  ,  ce.  Matm.  3.  44*  ^^^ 
misurò  le  doppie  collo  staio  (cioè,  in  rie- 
rbissìmu  )  . 

^  %■  A  stata,  maniera  avi'erlt.  che  signi- 
fica  In  gran  quantità,  e  dicesi  delle  Cose 
solite  misurarsi.  «  Cas.  lett.  74.  Io  li 
prìego  di  nuovo  che  tu  li  astenga  di  fare 
esercizio  violento,  e  di  mangiare,  come  tu 
suoli,  le  fave  a  slaia,  e  le  ciriegc  a  ce- 
ste ..  .  fCj 

STAIORO.  Tanto  terreno,  che  vi  si 
semini  entro  uno  staio  di  grano.  Pallad. 
febhr.  22.  Seminasene  nel  giugcro,  cioè 
nelle  16  siaìora  fiorentine  a  corda,  dieci 
moggia  di  lino.  Sen.  Pist.  Non  avea  ap- 
parato di  partir  le  terre  per  istaiora.  Sen. 
Ben.  Varcb.  {^.  6.  Se  alcuno  li  avesse 
donato  alquante  staiora  di  terra,  tu  dire- 
sti d'aver  ricevuto  benefizio. 

STAIUOLO.  Dim.  di  Staio.  Borgh. 
l'esc.  Fior.  55 1.  Si  tniova  sotto  varii  no- 
mi: staio  rello  fiorentino,  e  staiuolo ,  e 
staio  antico,  e  questo  or  pieno ,  or  mezzo 
pieno,  ce.  K  appres.io  :  Io  credo  da  sta- 
iuolo esiere  uscito  quello  di  staiora. 

*  STALATTITE.  Term.  de'  ^iatura- 
listi.  Pietra  generata  nelle  caverne,  simile 
ai  diacciuoli  pendenti  nel  verno  dai  tetti, 
dalle  fontane ,  e  simili.  (A} 

::=  STALATTITICO.  Add.  Term.  de' 
Naturalisti.  Informa  di  stalattite.  (A) 

STALLA  ,  Stanza  dove  si  tengono  le 
bestie.  Lat.  stabulum.  Gr.  ejauio;.  Ma 
diversifica  secondo  i  varii  u.vi  che  se  ne 
fanno.  Stalla  di  cavalli,  Lat.  equile,  Gr. 
t Tirr^CTKTt K  ;  di  bovi,  Lat.  bovile,  Gr. 
^ouTraaiKj  di  pecore ,  Lat.  ovile,  Gr. 
Trot/ivcov  ;  di  porci  ,  Lat.  volutabrum  , 
hara  .  Gr.  oupeo'5  .  Tes.  Tir.  3.  6.  La 
stalla  de'  cavalli  e  de'  buoi  debbia  guar- 
dare verso  mezzodì  ec.  ,  e  sì  dee  esst-re 
la  stalla  pendente,  per  discorrere  tutti  gli 
umori  che  nascono  a'  piedi  delle  bestie  . 
Cavale.  Frutt.  ling.  Pompeo  ,  poiché  fc 
stalla  del  tempio  di  Dio  ,  sempre  fu  poi 
sconfitto.  Bocc.  nov.  5o-  18.  L' un  degU 
asini  ec.  era  uscito  della  slalla  .  /:.*  nov. 
91.  5.  Io  credo  eh' e' sia  ben  latto  che 
noi  diamo  stalla  a  queste  heslìe  (cioè,  ri- 
poso  e  rinfrescaniento  nella  stalla). 

§.  1.  Serrar  la  stalla,  perduti  i  buoi, 
0  simili,  proveHno  che  vale  Cercar  de* 
rimcdii ,  .tegtiito  il  danno  .  Lai.  accrpto 
damno  ,  ianuam  claudere  j  elypeum  post 
vulnera  sumere  ,  (h-id.  frane.  Saech. 
nov.  184.  Io  sapro  uggimai  che  mi  fare  , 
e  serrerò  la  stalla  ,  poiché  io  ho  perduti 
i  buoi. 

§.  IL  Chi  ha  cavallo  tn  istalla,  può 
ire  a  pièj  pur  altro  proverbio,  che  si  di- 
ce di  chi  può  e  non  vuole  pigliare  le  sue 
comodità.  I  areh.  f.rcol.  73.  I>Ì  quelli  che 
hanno  il  modo  a  vestir  bene,  e  nondìnu*- 
no  vanno  malvestili ,  si  dire  :  chi  ha  ca- 
vallo in  istalla,   può  andare  a  pie. 

STALLACCIA.  Peggiorai,  di  Slalla. 
Fir.  As.  272.  Per  risUmi  poi  mi  slava  alle 
piogge  e  alle  nevi  tulla  la  nulle  in  una 
staUarcìa  coperta  con  non  so  che  frasche . 

f  #  STALLAG(;IAIIE.  Avere  stallag- 
gio ,  Far  dimora  ;  e  due.ii  propriamente  delle 
tffstie  .  Salvia.  *^l'p-  Pese.  3.  .3o6-  Osserva 
quelli  scogli  presso  Irrm  L'unni  prillo,  ne' 
quai  Nlallaggian  gli  Anui,  Ch'hanni>  della 
spelonca,  con  firqueniì  Nascondigli.  tAt 

STALLAGGIO,  (^hiel  che  si  paca  all' 
osteria  f*er  l' alb*s!gio  delle  besiic 


g.  Per  I'  Albergo  stesso  delle  bestie  . 
Stalla.  Lai.  .ttabulum.  Gr.  e~av>o;.  Fir. 
As.  96.  Nasceva  sulla  più  alta  parte  del- 
la montagna  una  altissima  torre  con  gra- 
ticci di  legname  ,  comodo  stallaggio  per 
le  pecore  .  Menz.  sai.  !\.  Di  più  Pindaro 
avea  nel  suo  stallaggio  Certi  cavalli  gene- 
rosi e  forti.  Che  d'erto  giogo  non  temeao 
viaggio. 

STALLARE  .  Cacare  e  Pisciare  delle 
bestie  .  Lat.  ventrem  ej-onerare  ,  alvum. 
evacuare.  Gr.  'J.—OTtai.ttX-i.  Bocc.  nov.  ^1. 
5.  Ed  entrali  ìn  una  slalla,  tulle  1'  altre , 
fuorché  la  mula  ,  stallarono  ec. ,  e  quivi 
abbeverando  le  lor  bestie  ,  la  mula  stallò 
nel  fiume  .  f  num.  6-  Dove  si  conveni- 
va,  non  istallò;  e  dove  non  si  convenia, 
si .  Soder,  Colt.  l^z.  Quando  la  pecora 
mangia  e  cammina,  sempre  stalla  aoppia- 
mente ,  e  quel  grassume  rimane  nel  ter- 
reno della  vigna  .  Fir.  As.  IO.  Presolo 
per  la  briglia,  se  lo  meno  dietro  pian  pia- 
no fino  a  tanto  che  egli  stallasse. 

STALLATICO.  Sust.  (Juel  che  stai- 
lano  le  bestie  ,  Concio  .  Lai.  fimus  .  Gr. 
zo'rr^O;.  Benv.  Celi.  Orrf.  86.  Di  poi  lo 
mescolava  con  cimatura  di  panni  fini ,  e 
con  un  poco  di  stallatico  di  bue  paualo 
per  iilaccio. 

STALLATO.  Add.  da  Stallare. 

STALLETTA.  Dim.  di  Stalla.  Lat. 
parvum  stabulum.  Gr.  CTEvs^  CTauJo;. 
Bocc.  nov.  50.  17.  Avendo  messi  gli  asi- 
ni loro,  senza  dar  lor  bere,  io  una  stai- 
letta  . 

•f  *  STALLIERE.  Famiglio  che  ser^e 
alla  stalla  .  Corsia.  Torracch.  16.  ia5. 
L'oste  ancor  fc' spiccare  e  portar  via  Gli 
scudi  de'  guerrieri  a'  suoi  garzoni ,  Che 
molti  lenev'ei  nrll' osteria  Stallieri  e  cuo- 
chi e  guatleri  e  guidoni.  (A) 

STALLIO.  Aggiunto  di  cavallo,  vale 
Stato  assai  in  sulla  stalla  ,  senza  essere 
stato  ne  adoperato,  ne  cavalcato.  Bern. 
(ìrl.  2.  17.  25.  Come  un  giovan  cava! 
grasso  slallio ,  Che  ha  rolla  la  cavezza 
nella  stalla  ,  Pe'  campi  aperti  se  ne  va 
con  Dio. 

•f'  STALLO.  Lo  stare.  Stanza  ,  Di- 
mora ,  Luogo  dove  si  sta  .  LaU  mora  , 
slatio  ,  domicilium.  Gr.  jaovn'.  C  f.  9. 
61.  2.  Per  lungo  stallo,  e  mal  lempo  dì 
pioggia,  e  l'oste  male  fornita  di  vi\anda 
per  Io  tempo  contrario  ,  grantle  infermi^ 
ria  e  mortalilade  fu  nell'oste,  ^ov.  ant. 
76.  2.  Non  avendolo  ancora  meritato  di 
suo  stallo  ,  messer  Kinicri  gli  disse".  Trt- 
valc,  Specch.  t'r.  Qui  e  buono  stallo;  fac- 
ciamoci tre  tabernacoli .  Tes.  Br.  1.  i5. 
E  siccome  1'  uno  avanza  1*  altro  ,  ed  ha 
orranu  di  stallo,  co^i  avanza  1'  uno  1'  al- 
tro per  virludc.  ()"  Com.  Inf.  V^.  Spi. 
Degno  e  giusto  è  che  in  altra  parte,  o  in 
altro  luogo  non  sia  pena  o  blallo  inferna- 
le. S,  tìio.  Grisost.  38.  Lo  stallo  <U  quota 
vita  e  lo  'ndugio  di  tornare  a  Cristo  pian- 
gca  dolorojamenle.  F  l53.  Buono  stallo  . 
disje  ,  è  qui.  Pani.  Inf.  33.  Per  la  fred- 
dura ciascun  srnlimrnlo  Cessalo  aveue  del 
mio  viso  stallo  .  Bui.  ifi:  Cessalo  avesse 
del  mio  viso  stallo,  cÌo^  ve.  sua  statua, 
cioè  fermezza,  avesse  cessalo  del  mio  vol- 
to .  Borgh.  Vesc.  Fior.  Mfi.  Era  siala 
gran  conlesa  fra  i  Visdomìni  e  il  clcn»  di 
dette  i-hiese  di  chi  fussc  ufizio  colhK-arr 
il  \  escovo  in  sedia,  eh'  e*  dicevano  anco- 
ra stallo. 

*  §.  Stallo  .  Term.  de*  Giucatori  tàr' 
.tencchi .  Dice.u  Slatto  quando  c«/wi ,  ti/ 
quale  tocca  a  giuearr  ,  ha  il  re  fitori  di 
.rcaeco ,  e  non  può  moverlo  senta  porto  in 
offesa,  e  non  ha,  0  non  può  muovere  altr^y 
.tuo  pesu>.   fA) 

•f  «STALLONAGGINE.  Ltsrivia  hru- 
lale,  Atthandonamento  totale  ii*  diletti  It^ 
bidin^fi,  Rivolgimento  dell'animo  a/le  Ut- 


STA 


STA 


STA 


1,157 


rtezze.  i'den.  IS'is.  3.  101.  Duelli  lanciul- 
Ic&cbi,  aoti  femminili,  icrniinali  in  cudar- 
Jia  e  in  stallonagginc  venerea.  (Jj 

STALLO  E.  liesUa  da  cavalcarr^  de- 
stinata per  montare,  far  razza.  Lat.  ad- 
missariits.  Gr.  avviarli-  P^llnd.  Mat-z. 
25.    In  ({iiL'sto   modo 


ru, 


)  notriUino  gli  cniissa- 
ù  liiniza  etade  durare. 


Frane.  Saccfi.  nov.  l5p.  Gli  tenne  dietro 
furioso  y  com'  e  d'  usanza  degli  stalloni . 
Cr.  9.  2.  3.  Ancbe  è  da  sapere  che  il  ca- 
valli! ilfc  esser  generalo  di  stallone,  vol- 
goniienle  appellalo  guaragno,  il  quale  sia 
diligentemente  guardalo ,  ce. 

§.  Sta/ione,  per  Cnrson  di  stalla.  Lat. 
scn-us  stnhtlariits  ,  Gr.  ó  ToJ  sTtauJou 
SsOXTTwv.  Buon.  Iter.  2.  5.  5.  Che  'n- 
sin  r  uom  di  cucina  e  gli  stalloni  Furon 
suliito  in  sala. 

•f  *  STALLONEGGIARE  .  Far  da 
stallone;  e  metaf.  Usare  sfrenatamente  con 
donna.  Uden.  ]S'is.  2.  II.  Induce  Ruggie- 
ro impudico  e  disleale  amante  ,  volendo 
stalloQCggiare  con  Angelica  ;  ma  lo  traila 
da  patzo  ec.  ,  se  non  fa  quelle  cose  che 
ec.  (A) 

*  STAMAIUOLA.  Term.  de'  Tessito- 
ri di  panni  lani^  ec.  Nome  che  si  dà  alle 
traverse  stiperiori  del  telaio.  (.-J) 

STAMAIUOLO.  IJtiegli  che  lavora^  o 
vende,  0  dà  a  filare  lo  stame.  Bocc.  nov. 
61.  2.  Egli  fu  già  in  Firenze  ec.  uno  sta- 
raaiuolo,  il  quol  l'u  chiamato  Gianni  Lot- 
teringhi . 

3  STAMANE.  Questa  mane  .  Lat.  hoc 
mane  .  Gr.  sv  toutw  tw  óp^pf^  •  Dani. 
Pitrg.  8.  Oh  ,  dissi  "luì,  per  entro  i  luo- 
ghi tristi  Venni  stamane.  /:,*  appresso:  Le 
quattro  chiare  stelle.  Che  vedevi  staman, 
son  di  là  basse  .  Bocc.  nov.  '.^Q.  Q.  Inten- 
do ec.  desinar  leco  dimesticamenle  stama- 
ne, l  it.  S.  3/.  IHadd.  79.  Mai  non  si  trovò 
in  le  cullo  peccalo ,  ne  ninna  colj'a  j  e 
questo  faae  testimonialo  stamane  più  volte 
PiJalo.  *  Bemb.  Pros.  3.  139.  Quando 
si  dice  Istannllc,  Istamane,  Islasera,  ciò 
si  fa  \tvT  aggiunta  della  1  che  a  queste  co- 
tali  voci  si  suole  dare.   (ì  ) 

=v  §.  E  figuratam.  *<  Petr.  cap.  II.  Sla- 
mane era  un  faaciullo ,  ed  or  son  vec- 
chio n  .    (Cj 

*  STAMA?iI.  Stamane.'LaX.hodie  ma- 
ne. Gr.  e'v  rsv'rw  tw  op^pfo.  Lasc.  Spir. 
1.  I.  E  stamani  che  desineremo?  T.  fian- 
cherà ec.  :  iersera  vi  avanzò  quasi  tutto 
quel  cappone.  Cecch.  Esalt.  Cr.  ^.  7.  Il 
poreraccio  s*  abbaile  stamani  Appunto  eh' 
io  comprava  i  hecca6cbi  Sessanta  ,  tondi 
come  palle  lesine.  Geli.  Sport.  3.  i.  Sta- 
mani m'ha  fatto  motto  tale,  e  tale  m'ha 
riso  iu  bocca  ed  inchinatomi,  che  ec.  (•) 

STAMATTINA.  Stamane.  Lat.  hoc  ma- 
ne. Gr.  ti  toJtw  ?w  op^cio.  Bocc.  nov. 
99.  12.  Di  questo  di  stamattina  sarò  io  te- 
nuto a  voi.  A'rn.  Ori.  I.  12-  84-  Questo 
ti  diro  ,  perchè  stamallina  Mi  fu  veleno 
occulto  domandato  Da  una  cameriera  di 
Tìsbina.  lied.  lett.  2.  i53.  Stamattina  %e- 
ramente  è  senza  febbre,  ed  in  tuono. 

STA>rBECCHIiNO.  Sust.  Soldato  ar- 
mato alla  leggiera  dell'amica  milizia. L:it. 
tagittarius.  Gr.  xo^o'rr,^.  M.  l  .  il.  21. 
^fandarono  a*  Fiorentini  sessanta  barbute, 
f  venticinque  stambecrhini  .  Morg.  2;>. 
87.  Mandati  tanti  stambecchini  e  dardi  , 
Turca*si  ed  archi  di  mille  maniere  f  nui 
per  l'arme  usata  dagli  stamhecchinìK 

*  STA^fBECCHINO.  ^idd.  di  .Stam- 
Itecco  .  Salvia,  tliad.  Si  ritrasser  gì'  In- 
nanzi, e  1  chiaro  Etlorre  Quanto  di  slam- 
]>ecchÌno  arco  disteso  E  la  voga  ed  il  trat- 
to.  (A) 

STAMBECCO  .  Sorta  di  capra  salva- 
tica.  Lai.  ifre.r.  Gr.  r;  ai  5  i^kJo^.  Mar. 
S.  Greg.  Gli  uomini  che  sono  nelle  parti 
nicridìane ,  chiamano  ihici  le  cicogne  che 


abitano  nel  fiume  del  Nilo;  ma  quegli  che 
sLinnn  ncir  Oriente  e  nell'  Occidente,  gì' 
ibici  chiamano  slanibecchi.  che  sono  ani- 
mali l'iccoli  di  quattro  piedi. 

g.  Stambecco,  si  dice  anche  una  Sorta 
di  naviglio  che  più  comunemente  diciamo 
Xamhecco,o  Zamhccchino.  Bnrch.  1.  iii. 
Puledri  magri  e  corde  di  stambecco  Si  tro- 
vano alla  riva  al  fiume  Lete.  fC  2.  84.  Ma 
più  la  non  portava  il  tuo  stambecco. 

STAMBERGA.  Fdifizio^o  Stanza  ridot- 
ta in  pessimo  stalo ,  ove  appena  si  possa 
abitare.  Lat.  vitiosa,  huniilis  domus.  Gr. 

STAMBERGACCIA  .  Pcgg.  di  Stam- 
herga  . 

*  STAMBURARE  .  Sonare  il  tambu- 
ro.  (J) 

STAME.  La  parte  più  fine  della  lana, 
e  che  ha  più  nerbo  .  Lai.  slamen  .  Gr. 
ffT»;'/jLwv.  Bocc.  nov.  72.  9.  O  vuogli  un 
frenello,  o  vuogli  una  bella  fetta  di  sta- 
me. Frane.  Sacch.  nov.  192.  Ogni  notte 
di  verno  si  levava  in  sul  mattutino  a  veglia- 
re, e  filare  lo  stame  a  filatoio. 

§.  I.  Figuratam.  per  Qualsivoglia  sorta 
di  filo.  Petr.  son.  255.  Invide  Parche,  sire- 
pente  il  fuso  Troncaste,  cb'attorcea  soave 
e  chiaro  Stame  al  mio  laccio,  //r.  I''ur-  ^6. 
43.  Non  è  però,  s'  altri  1"  avrà,  eh'  io  pensi. 
Come  tu,   al  viver  mio  romper  gli  stami. 

-1-  §.  II.  Stame.  Term.  de'  Botanici. 
Parte  fecondante  della  pianta  contornata 
dal  calice,  0  dalla  corolla,  0  da  entrambe, 
die  è  per  lo  più  della  figura  di  un  filo  , 
quale  e  detto  Filamento,  e  terminalo  da 
un  globo,  o  borsetta  che  dicesi  /4ntera,  che 
contiene  la  farina,  o  polvere  fecondante,  la 
quale  e  detta  Polline.  Ved.  PISTILLO. 
Tagl.  Lett.  IMinula  polvere,  che  cade  da 
certe  cellette  a  guisa  di  borse  situate  nella 
sommila  degli  stami.  ( ^-ì) 

STAMENTO.  /'.  A.  Stame.  Lat.  sla- 
men. Gr.  'srr'u.oìv.  Cron.  Teli.  17.  Poi 
egli  e  Salvestro  s' accompagnarono  con  lui 
e  recaronsi  a  fare  1'  arte  degli  stamenli 
sotto  la  casa  loro. 

*  STAMETTATO.  Term.  degli  Arti- 
sti di  lana  e  de'  Commercianti.  Aggiunto 
di  una   specie  di  saia.  (A) 

fS  STA.VIIGNA.  Tela  fatta  di -stame , 
o  di  pel  di  capra,  per  uso  di  colare,  o 
cernere.  I.al.  staminea.  Gr.  to'  srritxóvtoJ. 
Cr.  4-  44-4'  Pongasi  un  sacchetto  sottile, 
netto,  di  pezza  lina,  ovvero  di  stamigna  , 
pieno  di  sale  ec,  per  lo  cocchiume  con 
una  cordella  legato,  che  nel  mezzo  del  vi- 
no discenda,  liicctt.  Fior.  74.  Le  cose 
umide  ec-  si  passano  per  istamigna,  o  pan- 
ni (esi  sopra  un  lelaretto,  ec.  !■•  Car.  ^Ipol. 
167.  Mi  basti  di  aver  mostio  a  voi  ec.  se- 
condo la  mia  stamigna,  quanta  ciarpa  si 
sia  cavata  di  questa  prima  stacciatura.  (FP, 

V  §,  E  per  f  este  di  stamigna.  •*  rit- 
rae. Alad.  M.  In  sul  di  i  parenti  suoi  gli 
misero  la  stamigna,  e  appareccbiavansi  di 
sotterrarlo.  /  it.  Bari.  19.  Quando  viene  a 
dirietro  della  morie,  sì  non  ne  porta  una 
stamigna.  E  20.  Sa  bene  che  non  gli  lo- 
gora, e  che  non  no  porterà  se  non  una 
istamigna  e   uno  lenzuolo".   (C) 

'\'  STA:MIGNAI.E.  Cernere.  Belc.  IH. 
Eg.  e.  i3.  Un  di  er.  avvenne  che  il  cel- 
lerario de*  monaci  di  quello  monasterio 
cercava  un  uomo  che  gli  stamiguasse  ,  e 
stacciasse  la  farina.  f(\ 

f  5  STAMPA.  Effgiamenlo,  Impres- 
sionej  e  dicesi  ordinariamente  quella  de'  I 
libri  j  ed  anche  la  Cosa  che  imprime  ed 
effigia  .  Lai.  itpus,  forma.  Gr.  TJ:roc. 
G.  E.  6.  22.  2-  Ordino  di  dare  a'  suoi 
cavalieri,  e  chi  servja  1'  oste,  una  stampa 
di  cuoio  di  sua  figura,  istimandula  in  luo- 
go di  moneta  f  qui  va/e  :  un  cuoio  stam- 
pato). Piit.  Purg.  8.  I.  La  stampa  cuna 
toima  di  ferro,  che,  percossa  io  sul  cuoio, 


las.\a  la  sua  forma  in  esso.  Cari.  Fior.  20. 
Il  Bidello,  che  pure  anch'  egli  fu  podestà 
ioraneo  negli  anni  addietro,  e  doveva  aver 
notizia  di  (|ues(i  termini,  e  passo  la  stam- 
pa per  le  sue  mani,  ec.  E  25.  Quantun- 
que di  Ferrara  fo.sse  mandato,  ed  in  Fer- 
rara apparisse  dato  alla  stampa. 

•»*  §.  l.  Andare  alla  stampa  ,  vale 
£s.<ere  pubblicato  col  mezzo  della  stam- 
pa. Borgh.  Arm.  Eam.  33.  Questo  au- 
tore non  e  ilo  alla  slampa.  (Pj 

3  g.  II.  Andare  in  istampa  ,  si  dice  di 
Cosa  che  sia  chiara^  o  notissima.  Lat.  no- 
tum  et  pervulgatum  esse  .  Gr.  ^i-fjTtOip- 
/xi'vov,  7:oiu9puniriTOv  £iv«i.  Lor.  Med. 
Arid.  prol.  L'  argomento  va  in  istampa  , 
perchè  il  mondo  t;  stato  sempre  ad  un  modo. 
/'-'  2.  I.  I  ragionamenli  de' giovani  innamo- 
rali vanno  in  istampa. 

=1^  ù-  11'-  T'olere,  o  simile ,  andare  in  istam- 
pa, dicesi  anche  di  Chi  desidera  di  rendersi 
noto  per  mezzo  della  stampa.  «  Bern.rim. 
Che  ,per  far  la  memoria  lor  famosa,  Voglion 
andar  in  stampa  a  processione.  Cas.  lett. 
58.  Potrà  parere  a  molti  eh'  io  sia  voluto  ire 
in  stampa  con  questa  bagattella»  .  (C) 

*  §.  IV.  Correre  per  le  stampe,  dicesi 
di  Opera  stampata  che  sia  comunissima. 
Salv.  Avveri.  l.  2.  12.  Molte  sue  opere  la 
maggior  parte  spirituali ,  conforme  alla 
vita  sua,  con  gran  profitto  di  quel  mestie- 
ri, corrono  infino  a  oggi  tuttavia  per  le 
stampe.   (J^) 

^*  §.  V.  Stampa,  dicesi  anche  Una,o  più 
immagini  impi^esse  sur  unjoglio  di  carta 
per  mezzo  dì  un  pezzo  di  rame,  d'acciaio, 
o  di  legno  intagliato.  •<  Borgh.  Hip.  lA. 
Appresso  ad  altre  stanze  ec.  è  un  simile 
scrittoio  tutto  adorno  di  vasi  d' ai'iento  e 
d'  oro,  e  di  stampe,  e  di  disegni  dei  più 
eccellenti  maestri  "  .  l'asar.  Op.  J'it.  3. 
588.  Cominciò  Alberto  Duro  in  Anversa 
con  più  disegno  ec.  a  dar  opera  alle  me- 
desime stampe.  E  596.  Ma  per  tornare 
agl'intagli  delle  stampe,  l' opere  di  costui 
furono  cagione  che  ec.  (  C) 

•.•  g.  VI.  Rendere  alla  stampa^  vale  Fare 
stampare.  Stampare.  Salv.  Avveri.  1. 
3.  4-  26.  Libro  delle  Novelle,  il  quale  ulti- 
mamente per  nostra  cura  fu  renduto  alla 
slampa.  (7  ) 

•1=  §.  VII.  Slampa,  dicesi  anche  l'  Im- 
pronta delle  monete.  «  Oli.  Com.  Inf.  18. 
334.  Trae  il  nome  dulia  moneta  che  piglia 
stampa»  .  (Cj  Borgh.  Mon.  i3i.  Un  cotal 
segno  alquanto  simile  alla  stampa  genovese. 
LC  209.  E  questa  stampa  (  del  fiorino  d' 
oro)  riusci  sopra  tutte  le  altre,  che  fossero 
allora  in  uso.  beUissima.  (l) 

g.  Vili.  Per  similil.  Ar.  Fnr.  IO.  84. 
Natura  il  fece,  e  poi  roppe  la  stampa. 

§.  IX.  Stampa,  fcr  metaf.  Petr.  canz. 
49-  2.  Vergine,  que' begli  occhi.  Che  vi- 
der  tristi  la  spietata  stampa  ec.  Volgi  al 
mio  dubbio  stato.  •?  «  Dani.  Par.  17. 
Manda  luor  la  vampa  Del  tuo  disio,  mi 
disse,  si  eh'  eli'  esca  Segnata  bene  della 
interna  stampa.  (M)  Bern.  rim.  i.  17. 
Almanco  intorno  non  avrai  Notai  Che  li 
voglin  rogare  il  testamento,  Kb  la  stampa 
Tolgar  del  come  stai. 

*i'  g.  X.  Per  Ligura,  Persona.  Bari. 
Op.  l.  275.  Mirale  che  nuovi  originali,  che 
graziose  stampe,  che  vu^hi  ceffi  di  deità,  da 
abbeverar  coli"  ambrosia,  sono  coleste  ?  (Dj 
§.  XI.  Stampa,  per  Qualità.  Lat.  qua- 
litaSj  species.  Gr.  ziÒo^.  Ar.  Fur.  17.  92. 
Perchè  1'  opere  sue  di  quella  stampa  Veder 
aspetta  il  popolo,  ed  agogna.  Lern.  Ori.  i- 
i3.  5.  E  non  so  rbe  divin  vi  si  discerne  Fuor 
delle  stampe  ordinarie  moderne. 

%=  g.  XlJ.  ter  Sorta,  Sj^cie,  Fatta.  Tue. 
Dav.  Cerm.  373.  Pero  sono  tulli  {i  Ger- 
mani )  ,\3eXic\ic  in  tanto  numero,  d'una 
stampa:  occhi  fieri,  rilestri,  pelo  rosso,  cor- 
pi grandi.  'TCj 


i358 


STA 


STA 


STA 


§.  Xlir.  Operare,  o  Fare  a  stampa,  wa' 
g/iono  Operare  come  per  usanza  e  senzn 
tipp/icasionc.  Lai.  negligenler  agere,  Gr. 

'^  g.  "S-W .  Slampa  da  cuoio.  Strumen- 
to simile  alla  stampa  da  drappi ,  e  per 
il  medesimo  effetto,  e  l'adoperano  tanto 
i  calzolai  per  far  loro  lai.'ori  *ul  tomaio 
delle  scarpe,  quanto  i  maestri  di  cuoio 
d'oro  per  dar  l'ombre  alle  figure  e  ra 
heschi  de'  loro  lavori.  Ci  sono  alcuni  al- 
tri strumenti  delti  Stampe  da  caoio,  per 
far  buchi  tondi  nel  medesimo  cuoio,  e  so- 
no di  diverse  grandezze.  Quelli  che  fanno 
il  buco  minore  /'  adoperano  i  calzolai  a 
traforare  le  scarpe  in  que*  luoghi  dove 
bada  passare  la  legatura;  gli  altri,  che 
fanno  buchi  maggiori,  l'adoperano  i  gri- 
gliai e  ì'aligiai  per  far  butbi  dove  han 
da  passare  gli  ardiglioni  delle  fìbbie  che 
si  pongono  alle  briglie  e  ai  cignoni  de* 
cavalli  e  delle  carrozze.  (A) 

'"?  %.  XV.  Stampa.  Term.  de' Cartai. 
Asse  di  b^stolo,  in  cui  sono  intagliate 
le  figure  delle  carte,  divise  in  dodici  se- 
parazioni che  diconsi   Cartelle-   'A^ 

*  %.  XV!.  Stampa  da  scultori.  Stru- 
mento di  acciaio  di  più  grossezze  ,  con 
testa  quadrala,  la  superficie  della  tfuale 
e  spartita  in  punte  a  diamante.  Serve 
agli  Scultori  per  lavorare  ne'  luoghi  fon- 
di delle  statue  ,  e  dove  non  arriva  la 
luce  j  e  in  que'  luoghi  che  per  la  loro 
profondità  e  angustia  non  ammettono  la- 
-  voro  di  ferro  da  taglio  .  Baldin.  T^oc. 
Bis.  (lì) 

STAMPANARE.  Stracciare,  Dilacerare. 
Lai.  dilaniare,  discerpere.  Or.  oia^TXv. 
Jl/.  /''.  7.  47-  ^^  misericordia  eh'  egli 
fece,  fu  che  negli  occhi  del  fratello  il  fere 
(ulto  stampaDarc,  e  lasciògli  il  corpo  san- 
sa anima  cosi  foralo  ali*  uscio,  l'av.  Esop. 
E  mai  più  non  ci  tornare;  chi*  se  ci  torni, 
a' miei  6gliuoli  ti  farci  tutta  slampanare. 
Tac.  Dav.  Ann.'ì.'JO.  Vedi  ve',  che  pur 
ri  ha  chi  sappia  con  l'armi  slampanare 
questi  pistolulli  scritti    col  sangue. 

STA.MPk'SkTO.  Add.  da  Stampanare. 
Lai.  laceratus,  discerptus.  Cr.  (Jca^TTa- 
ffàei^.  Frane.  Sacch.  nov.  21O.  Con  uno 
copertoio   tutto   stampanato  . 

STAMPARE.  Imprimere, Ffflgiare, For- 
mare. Lai.  imprimere.  Gr.  ruTIoJv.  Petr. 
son.  28.  E  gli  ocelli  porlo  per  fuggire 
intenti  Dove  vestigio  uiiiau  l'arena  slam- 
pi. F  87.  VoUimi,  e  vidi  un*  ombra  che 
da  lato  Stampava  il  sole.  Buon.  Fier. 
3.  2.  l5.  E  che  si,  ch'io  mi  cavo  Una 
delle  pianelle,  E  che  tal  te  ne  stampo  'n 
sul  raostaerio  La  forma  e  la  misura.  Che 
tu  non  la  dimentichi  mai  ))iù.  -■■  /tari. 
Stor.  il.  lib,  l.cap.2.  Va  maestro  d'in- 
taglio e  di  statue  ce.  atterra  (un  albero) 
e  lutto  gli  si  fa  sopra,  e  lo  j.tam|'a  co 
suoi  scarpelli,  levandone  grandi  scheggio 
a  gran  colpi.  (CI'} 

g.  I.  Per  /stampanare.  M.  V.  ^  26. 
E  l'uuo  dopo  l'altro  trattolo  fuori  dell' 
uscio  del  palano,  tutto  lo  stamparono  co' 
ferri,  e  ta;jliarongli  le  mani. 

g.  \\.  Stampare,  per  metaf  Petr.  cans. 
3l.6  Sintil  fortuna  sUmpa  Mia  vita,  cIk- 
morir  porta  ridendo.  Sen.  Hen.  I  arch. 
7.  i8.  La  virtù  non  m  spegne  mai  si 
niltamcntf,  «  he  ella  non  imprima  e  stam- 
pi ncir  animo  alcuni  segni  tanto  chiari , 
che  nessuna  mnlatione  gli  può  del  ruure 
radrre  e  disgombrare  tolaimcnii'.  Mahn. 
2.  19.  Anch'  ella  con  gran  gusto  del  ma- 
rito Stampò  due  hamhoceioni  d'  impur- 
Um-A.^  Salv.  Avveri.  I.  2.  12-  Per  aver 
seguito  mollo  spesso  la  forma  delle  von 
latine  molle  fiate  stampa  vocaboli  da  pi'r 
%c  uè  latini,  ne  Toscani,   (f) 

%.  III.  Stampare,  si  dice  anche  dell' 
Acconciare  lirapperlr,    e    simili ,    quando 


con  alcuni  taglienti  ferruzzi,  'tetti    Stam- 
pe, si  trinciano  e  si  bucherano. 

3  §.  IV,  Stampare,  si  dice  anche  da' 
Calzolai  il  Fare  nelle  scarpe  que"  buchi, 
pe  quali  ha  da  passare  il  legacciolo  con 
cut   si  stringono 

*  §.  V.  Si  dice  pure  dai  Calzolai, 
L' improntare  nel  tomaio  delle  scarpe 
alcuni  fioretti,  e  altre  leggiadrie.  «  Frane, 
fìarh.  21.  1 1.  Di  confetti  contendi  Quando 
li  troverai  eoo  speziali  ce.:,  D'  un  cappel 
di  falcone,  E  d'  un  bello  stampar  col  cai- 
zolaro.  (C) 

*  g.  vi.  Slampare,  vale  anche  Inta- 
gliare. Vas.  Op-  /'//.  3.602.  Tutte  queste 
furoni>  stampate  vivente  Raffaello.  F.  6o3. 
Giulio  Romano  ce.  vivente  Raffaello  suo 
maestro  non  vulle  mai  per  modestia  fare 
alcuna   dellp   sue   cose   stampare.    (C) 

^  §.  VII.  Stampare,  si  dice  anche  del 
Tirar  che  si  fanno  le  stampe.  Pas.  Op. 
ì'it.  3.  fì^S.  Ordinò  che  Marcantonio  in- 
tagliasse, ed  il  Baviera  atlendesse  a  stam- 
pare. l'I  appresso:  Così  messo  mano  all' 
opera  stamparono  un'  infinità  di  cose  che 
gli  furono  di  grandissimo  guadagno.  (C) 

%.  Vin.  Stampare,  per  Pubblicar  colle 
stampe  alcuna  opera,  o  alcun  libro.  Lai. 
formis  ejccitdere,  imprimere,  typis  man- 
dare, Gr.  tutojv.  Cari.  Fior.  A^.  Ma 
Voi,  che  non  prima  che  nella  fin  del  pas- 
sato Maggio  86  il  vostro  libretto  d'oro 
avete  fallo  stampare,  come  vi  siete  tanto 
indugialo  a  richieder  questa  chiarezza? 
Red.  Leti.  Occh.  Autore  di  quel  libretto 
degli  Ammaestramenti  degli  antichi ,  il 
quale  agli  anni  passati,  ridotto  alla  sua 
vera  lexiunr,  fu  fatto  stampare  in  Firenze 
dal  dottissimo  e  nobilissimo  sig.  Francesco 
Ridulfi  sotto  nome  del  Rifiorito  .  accade- 
mico della  Crusca.  Cas.  leti.  53.  Ora  è 
venuto  lor  voglia  di  stamparla  pur  col  nome 
mio. 

•t  ■'  STAMPATELLO.  Carattere  che 
imita  la  stampa.  Magai,  pari.  I.  lett-  21- 
Un  eccelb-nle  maestro  di  scrivert-  tanto  si 
farebbe  pagar  cara  la  cootraffattura  di  una 
mia  firma,  tuttoché  io  scriva  un  pessimo 
carattere,  che  (pifUa  di  uno  scrittore  più 
bravo   di   lui   fatta   in  stampatello,   f/f) 

STAMPATO.  Add.  da  Stampare.  Lat. 
imprctsus,  excussns.  Gr.  TUTrw&Ei'?.  Cas. 
leti.  5l.  Ho  avuto  il  dialogo  stampalo  ^  ed 
ho  veduto  come  V.  S.  persevera  in  gio- 
vare alla  nustra  patria.  lied.  Ins.  91.  Co- 
me si  può  chiaramente  vedere  nella  libre- 
ria del  Fozio,  dove  trovasi  stampato  un  fram- 
mento di  quel  libro,  h  J'ip.  \.  ^S-  A  Ni- 
candro  uderi  in  tutto  e  per  tutto  il  di  lui 
greco  stampalo  Scoliaste. 

§.!.  Per  Bucheralo.  L^t.  perforai us.  Gr. 
QitATpjTzn'stìi.  iVoi'.  ani,  79.  2.  Li  inn- 
straro  palle  di  rame  stampate,  nelle  quali 
ardi^^no    aloè  ed  ambra. 

I  §.  li.  Per  Inciso.  Alam.  Gir-  l5.  32. 
Ch'  attraversava  il  mezzo  della  via  Di  mar- 
mo una  piramide  intagliata,  Di  molte  e 
hello  lettere   stampala. 

*  g.  ni.  E neJ  significato  del  %.  III.  di 
Stampare.  Tratt.  tiov.  fam.  66.  Se  il  co- 
minci ad  usare,  o  dilt-ltarsi  negli  dorali 
panni  in  rinrisrhiati  vestimenti  stampale 
scarpette,  rorti  giulilwttini.  Fir.  nov,  ^. 
226.  Un  paio  di  t><ri  oli  a  srarcafava  ,  rtdle 
ht-lle  guigge  bianche  stampale  con  mille 
belli   ghirigori.   ("V) 

t  STAMPATORE.  Colui  che  stampa,  in 
tulli  i  significati  di  Stampare.  Lai.  impres- 
sor.  Gr.  TUTO'/fia'yJo;.  Ar.  Cat.prol.  Che 
data  in  preda  agl'importuni  ed  avidi  Slampa* 
lor  fu,  li  quali  lacrraronla.  Cari.  Fior. 
11 3.  Come  che  gli  »t.impaton,o  altri,  abbia- 
no fatto  leggeri- in  altro  inudo./'.'l  I7.^ie'qua' 
luoghi  si  scorge  ìl  fallo  rhiarissìmo  degli 
stampatori.  Cani.  Cara-  ^"J.  tit.  Canio  dt^ 
gli  stampatori  di  drappi.  E  altro\t  :   Don- 


ne, la  varietà  de*  vostri  cuoti  Ci  ha  fatto 
diventare  stampatori.  Car.  lett.  58.  Non 
Voleva  che  eli*  uscisse  sotto  mio  nome,  ma 
sotto  nome  dello  sUmpatore.  Penv.  Celi. 
Oref  70.  A  tal  termine  essendo  condotte, 
si  possono  dare  allo  slampalor<-  nella  aecca 
{qui   vale  stampator   di   monete) 

•f  -^  STAMPELLA.  Bastone  che  ser^-ea- 
gli  storpiati  per  reggersi;  Gruccia.  Salvia. 
Pier.  Buon.  4-  5.  3.  Gli  fu  necessità  P  an~ 
dare  a  grucce  j  altrimenti  colle  tlampeU 
le.   (A, 

*  STAMPELLO.NE.  Accrescit.  diSVam- 
pella.  Brillìi.  Bucch.  (A) 

STAMPERl'A.  Luogo  dove  si  stampa. 
Bottega  dello  stampatore.  Lai.  tjrpogra- 
phia,  typograpbica  officina.  Gr.  T't>;ro*/^- 
^l'x.  Gal.  Sagg.  271.  Eccoti  subito  piene 
lulte  le  stamperie  d'invettive  contro  del 
mio  Discorso.  *  Salv.  Avveri.  I.  1.  l5.  Si 
può  credere  che  colpa  foise  del  correggitor 
della  stamperia.   fP'J 

STAMPITA.  Sonala,  0  Canzone  accom- 
gnata  Col  suono.  Lat.  Carmen,  canlus.  Gr. 
wo/  Bocc.  g.  5.  p.  2.  Poiché  alcuna 
stampila,  e  una  Lallatetta  o  due  furon  can- 
tate ec,  si  misero  a  maogiarc.  /i  nov.  97, 
5.  Con  una  sua  vivuola  dolcemente  sonò 
alcuna  stampita,  e  canto  appresso  alcuna 
canzone.  Bed.  Annoi.  Ditir.  96.  Le  slam* 
pile  de'  Provenzali  erano  per  lo  più  scom- 
partite in  tante  stanze  o  strofe,  come  son 
le  nostre  canzoni,  fìiion.  Fier.  5-  7.  Orsù 
halliam  cantando  alla  spartila  ,  E  ognuo 
di  voi  ne  faccia  una  stampita. 

g.  I.  Per  metaf  l^^l.  canticum,  sonus. 
Gr.  a7'i«.  ';X^'-  ^'''  Med.  canz.  59.  5. 
Al  rulu  ha  la  sonagliera,  Che  fa  sempre 
la  stampita. 

§.  11.  Per  Discorto  lungo,  noioso  e 
spiacevole.  Lai.  Carmen,  cantio. Gr.  a7/ix. 
Tac.  Dav.  Perd.  eloq.  ^21.  Tale  àncora 
riesce  la  loro  stampita  (  il  lesto  lat.  ha 
declamatio  ) .  3falm.  9.  i3.  In  quel  che 
coitili  fa  questa  stampita,  ce.  *  Bellin. 
Disc.  \.  1 19-  Voi  ve  ne  fareste  forse  bef- 
fe, se  io  non  vi  avessi  fatto  questa  slam- 
pila  antecedente,  nella  quale  avete  veduto 
quelle  tante  strane  faccende.  (C) 

*  STAMPO.  Terni,  de'  I  al igiai  e  d' al- 
tri. Strumento  da  stampar  ìl  cuoio,  i 
drappi  ec.   (A) 

*  §.  I.  .Stampo,  per  Imbastitura.  Ttr* 
mine  de'  Cappellai.  Pezzo  di  tela  nuova , 
che  ponesi  tra  le  falde  de' cappelli ,  acciò 
non  .1*  appicchino   insieme.  (A) 

*  §.  11.  Stampo.  Termine  dtgli  Oriu»- 
lai  Strumento  per  dar  una  figura  parti- 
colare, sia  quadra,  triangolare, e  simile  , 
ai  buchi     (A) 

STANARE.  In  stgnific.  neutr.  Uscir 
della  tana.  Lai.  e  latihulis  erumpere  , 
r.tilire.  Gr.  t'it  9>«)iiw»  c^o^uàtv.  Segner. 
Pred  2.  i.  Allora  fu,  che  per  lui  fece 
stanar  le  ntTc  del  Iwico. 

«  STANATO.  Ad^i.  da  Stanare.  &- 
gner.  Crisi.  Instr.l.g  2-  Appena  (  IJiseo  ì 
maledisse  adirato  una  lumia  di  piccoli  fi- 
gliuob  tli  lucili  a  schermila,  che  gli  vide 
quanti  erano,  falli  in  brani  da  due  gran- 
di orsi,  stanali  dalla  boscaglia-   fCPj 

t  *  STANCABILE.  Add.  Che  si  stan- 
ca. Contrario  d'  Instancabile.  Sal%'in.  Es. 
Gen.  Furando  (Prometeo  )  dal  non  mai 
stancabil  fuoco  Lo  splendor  che  ù  vede 
di  lontano   In  una  cava  ferula.  (N) 

STANCAMENTO.  Lo  sUmcare.  Lai 
tiefattgatio,  delassalio.  Gr.  xajaotro;.  G. 
f  ■  10  8<)  7-  I  Fiamminghi  per  islan- 
ramenlo  di  lòn>  soperchie  anni  afReboli- 
rono.  Coli.  Ab.  Isaac,  cap.  Sj).  Le  ten- 
tazioni ec.  son  queste,  rio^  pigruia,  gra- 
vesaa  di  corpo,  slancamento  dcUe  mem- 
bra, accidia,  ec  E  47  Diparteai  da  Ini 
battaglia    e    timore ,    fatica   e   itaneamento 

5   STANCARE    Str»tCare  j  e   u  usa  m 


STA 


':^:^""->----::''EiS' 


significato  nlO'O  ■■  '"■"""• 
..flora  «//^  p«rticelh  .<oll, 
tatiearc,  Mossme.  hssiinr.  Cr.  xa/i 

reUbc  molli  uomini,  dov,.  molli  u,.mm.  Doa 
possono    una    IVmmitia    slanorc.    /i.    '.O''- 

alllui  n.,r.  .™„.  2;ì5.  Torna  ov'  .o  son 
temendo  non  fra  via  Mi  stanchi.  Vani. 
Inf.  III.  Ni;  si  slanci)  d'  avermi  a  se  ri- 
slrello'.  =?  S,m,.nz.  Ar.-d  pro.<  b.  Mi 
ricorda  molle  volte,  fan.iuUo,  da  che  .1 
Sole  usciva,  insino  che  si  «'oncMV».  "">- 
tari-  scnia  punto    stancnriiii   mai.  (DI 

if  §.  \  E  figurai.  ..  ntr.  .So/..  209. 
Ècosada  stancare  Atene,  Argino.  ir,."i. 
Sacch.  ri,,,.  378.  Forchi;  ciascun  del  l.-i. 
far  tosto  stanca  ...  (C)  I  il.  Xi.  Pod.  1.  2.1- 
Oue.lo  M  ce.  lo  primo  comandamento, 
cioè  di  non  inliccidire,  nfe  istancare  nel 
santo   proponimento.  (V)  . 

+  *  §  II.  Stancare  ,  dicasi  anche  del 
ramno  che  s-  indebolisce  e  si  .<fruttarer 
conlinnate  raccolte.  SaMn.  Pros.  I0...C. 
1.  168.  Se  non  i  fallo  f  i"f"'"°  .^  ^'',"° 
tempo  riposare,  si  sfrutta  e  stancasi.  (JlrJ 
S  111.  Per  .Sfamare,  lenir  meno.  l.:A. 
defiare.  Gr.  2«U.':t£.v .  Vani-  Pa,:  8. 
Perchi;  impossil.il  veggio  Che  la  natura  , 
in  quel  eh'  è  uopo  ,  stanchi.  Bui.  'l'I  •• 
."«tanchi,  cioè  venga  meno. 

■f  STANCATO  .  ^rfrf.  da  Stancare. 
Lai.  de/aligatns,  opprtssus,  defe.is„s.  Gr. 
xa„..«v.  Vani.  Inrg.  10.  lo  stancatole 
am'cndue  incarti  Di  nostra  via  ristemmo . 
thid.  Pisi.  94.  lo  stancala  dimoro  m 
sul  freddo  sasso,  e  colalo  son  io,  ol'o°'].« 
la  pietra  ov'  io  seggio.  M.  I  ■  o-  ^7- 
1  eoUegali,  stancati  dalle  gravexie  delle 
spese  incomporlal.ili  a  loro,  con  f,vm  pe- 
ricolo  e  pena    sostenieno  la    guerra. 

STANCHETTO.  AI<luanto  stanco.  Lai. 
lassiilus.  Gr.  ii:iOJiK>vwv.  Bocc.  noi'.  74. 
l3.  Islanchetlo  ,  avendo  ,  non  ostante  il 
caldo,  la  Ciulazia  in  braccio,  si  riposava. 
STANCHEVDLE.  Add.  Che  slanca. 
Lai.  fatigans.  Gr.  xara-ovJv.  *  I.cnm. 
Test.  82.  Del.hino  ec.  fatiche  sopportare 
di  di  e  di  notte  con  sollecitudine  non 
stanchevole.  (C)  Bemh.  ,V.vd/.  2.  98.  Non 
altramenle  che  facciano  l'a  oltre  1  Ales- 
sandria  talvolta  i  cammeUi,  di  lontani  paesi 
le  nostre  mercalaniie  portanti,  per  le  stan- 
chevoli arene. 

STANCHEZZA.  Astrailo  di  Stanco. 
Mancamento.  Diminuimento  di  forze.  Lai. 
defatigatio,  la.tsilndo.  Gr.  xc^aro;.  G. 
y.  IO.  89.  6.  Non  si  poteano  per  istan- 
cheiu  del  corso ,  eh'  avean  fallo,  regge- 
re. Petr.  son.  174.  U  tuo  corso  non  Ire- 
na ^è  slanchcua,    ni;   sonno. 

't  *  STANCHISSIMO.  Siiperlal.  d, 
Stanco  j  Stracchissimo.  Tohm.  lett.  l. 
63.  Mollo  mi  spiace  che  per  mio  conto 
pigliale  molestia  di  scrivermi  quando  sete 
stanchissimo,  come  dite;  che  se  ec.  (A) 
Tass.  lett.  l3.  Mi  vergogno  di  non  po- 
terla servire  questa  notte,  benché  siano 
sei  ore,  ed  io  stanchissimo.  E  S^O.  Non 
Terrò  seco,  perchi;  il  signor  Antonio  Co- 
stumino e  la  guida  di  questo  viaggio:  10 
sUnchissimo  e  debolissimo,  od  infermo 
assai.  E  34o.  Sono  occupatissimo,  e  stan- 
chissimo  di   composizioni.    (T  ) 

•f  *  STANCUITA'.  J'.  A.  Stanchez- 
za, Stracchezza  ;  così  dello  dagli  antichi, 
come  si  dice  Crmità  e  Gravezza.  Or.  S. 
Gir.  27.  Quegli  ora  bene  a  Dio,  che  fa 
li  suoi  comandamenti  in  testimonia  dell'A- 
postolo, che    disse  :   Orale   sema  islanchi 

ti.  (yj 

STANCO.  Add.  Stracco,  Che  ha  di- 
minuite e  affebolile  fe/one.  Lai.  lassas. 
defessus.  Gr.  xa.uvai».  Bocc.  nov.  67_ll. 
Essendo  stanco,  s'andò  a  dormire.  Petr. 
«1/1.   204.  Mira  quel  coUe,  o   sUnco  mio 


STA 

cor  vago.    r.   218.  Cosi  gli  alHilti  e  slan- 
chi    spirli   miei  A  poco  a  poco   consuraan- 
.,„    sugge.  /;»-.'.   /"/   33.    In  |.icciol  corso 
mi   pareano   stanchi  Lo   padre  e  1  fig  1.  /• 
Par    q.    Troppo  sarebbe  larga   la   big...  - 
eia    Che  ricevesse  il  sangue   lerrarese ,    E 
stanco   chi  '1    posasse    ad    oncia  a.     oncia. 
:;!  e      I.    /.   figuralam.  (n-r  i'oco  ,   IH- 
hole.  Lai.   „wd,cus.  paucs.    C„id.    C.   i- 
,    Ma  meglio  conBdandosi  nel  sacramento 
della    slanca    lode,    ella    non    riguardo  la 
grandezza  della  sua  reale  d.gnilade.  (  (  ; 

+  i.'     II.  Stanco,     agginnto  d,   Braccio 
Mani,  0  simili,  vale  Sinistro.    Lai.    lae 

mo,  0  discendemmo  a  mano  slanca.  Jiiit. 
Iure  6  2.  Girando  all'  altra  slanca  del 
mar  Tirreno  infino  a  Roma.  /  arck.  Slor. 
2  36.  fna  deUe  quali  (  pietre  )  nif  fé 
r'omcro,  e  spezzo  di  tronco  tulio  librac- 
cio stanco  al  Davitte  di  Michelagnolo  .   J  . 

MANO.  ,  ,  .    j, 

ff  8  III.  Slanco  ,  e  anche  sincope  d, 
Stancato.  Alam.  Colt.  Ilh.  5-  Riguardi 
ancora  Che  di  pianto  non  sia  dal  tempo 
Slanca.  Ar.  I  i.r.  1.36.  Dalla  via  stanca 
e  da  r  estiva  arsura,  Di  riposare  alquanto 
si  consiglia.  ( Brj 

STANGA  Pezzo  di  travicello  che  ser 
ve\  diversi  usi.  Lai.  I^igilli.s,  pertica. 
Gr.  x«ace.  Bocc.  nov.  49.  H-  GÌ.  cor- 
se a-li  occhi  il  suo  buon  lakone,  .1  qua 
le  nella  sua  salelta  vide  so^ra  la  stanga 
Piai.  S.  areg.  M.  Le  stanghe,  coUe  qua- 
li erano  stangate,  saltarono  infioo  alla  lun- 
ea     1/     y    7.  79-   **<^''  "  atloizati    1 

fònd'amenti  con  gran  pietre  e  molle  stan- 
Bhe,  e  cinghie  di  ferro.  Fir.  As.  109. 
^è  vi  fu  alcuno,  fra  tanta  gente,  che  ve- 
nisse senza  arme,  ma  chi  con  islaogbe  , 
altri  con  lance,  ec.  Cani.  Cam.  18.  Quan- 
do  pigniam  la  nostra  stanga  a  terra,  Per 
forza  fa  che  lo  strettoio  lavori. 

•4.  *  g  I.  Stanga,  fu  n'unto  antica- 
mente per  Luogo  dove  si  giudica  Frane. 
Sacch.  uov.  i^l■  Venendo  1  '^r.,mM- 
na  0  la  donna  del  riehbmo  e  1  frateUo 
e  io  richiesto  vennono  alla  stanga.  Dice 
il  Podesli  :  buona  donna,  che  .lomandi  tu 

a  costui?   (l  )  i  J,. 

S  II  StaWÌie ,  diciamo  anche  un  Ar- 
neìè  a  similitudine  di  cesta  reno  su  due 
stanghe,  portato  per  lo  pili  da  due  muli 
per  uso  di  trasportar  checchessia.  Lai 
rheda  cistellaria.  Cron.  ^e«.  25.  La  don. 
na  ne  lu  recala  in  islanghe  ce,  ed  egli 
ne  venia  a  cavallo. 

e  111  Stanga,  si  dice  anche  un  Legno 
per  uso  particolare  di  so.stener  vesti,  0 
Ziìli.  locc.  nov.  80.  .3.  Vide  a  letto 
ricchissimo  ,  e  molle  bello  robe  su  per  le 
stanghe,  o  Malm.  8.  17.  «  ""  dormen- 
torio grande,  ma  diverso.  Ove  ciascuna  m 
proprio  ha  la  sua  ceUa,  ec.  Una  stanga  a 
mezz-  aria  ovvi  a  traverso.  Dove  ella  Uen 
le  calze  e  la  gonnella.  (B) 

S  IV  Di  qui  il  proverhio  :  1  panni 
rifanno  le  stanghe  J  e  vale,  che  J  vesti- 
menti abbelliscono  r  nomo.  Lai.  vestis 
■  irum  facit.    Gr.     ti ì,.'J.t'X.   «.n p .    lasc. 


STA 


i35g 


Ge/o.r.  2.  1.  Vedi  eh' egl.  è  pur  vero,  co 
me  si  dice,  che  i  panni  rifanno  le  stanghe. 
*  R  V  Stanghe ,  term.  de  Carrai  , 
sono  Le  due  parti  essenziali  del  carro 
1,'una  carrozza  .  carrella ,  e  ■;'""/'.  "^ 
quali  si  stendono  da  uno  scannello  air  al- 

'"sTANGARE  .  Puntellare  e  Afforzar 
colla  stanga.  Lai.  pessul.im  Mere,  vede 
munire  .  Gr.  p^yy")  r^"  ."^f"'  "'"" 
^\d'i->.  Tav.  Bit.  Si  f..gg.  m  una  came- 
di  l'a  entro,  e  serra  V  uscio,  0  stangalo 
hene.  dal.  S.  Creg.  M.  Furono  ape.^  e 
con  una  tal  potenza,  che  le  stanghe,  co  e 
quali  erano  stangale  ,  saltarono  infino  alla 
lunga.   Buon.   Pier.  4.   2.  5.  Via  via,  ser- 


rar  serrar  ,  stangar  stangare.  *  Salva. 
Odiss.  499.  Le  beUe  armi  togliendo,  con 
Telemaco  Giù  in  camera  le  pose  e  stan- 
go  gli  usci.  (S)  „ 

STANGATA.  Colpo  di  stanga.  I.M.J1- 
.'..■  ii(i<.<.  Gr.  ^axT»ìpia;  :rlr,./»i.  /(>";'■ 
A  furia  di  stangale  SlraUini  gli  oc- 
chi, e  batta  que'  prdacci.  *  Coisin.  Tor- 
racch.  14.  63.  E  della  fuga  delle  pasto- 
relle Il  caso  memorabile  dii.inse ,  1  detti 
i  moti,  e  le  stangate  felle,  ec.   (B) 

STANGATO.  Add.  da  Stangare.  lir. 
As.  29.  lo  mi  accostai  all'uscio  suo,  e 
pcrciocrh'  egli  era  mollo  bene  stangato,  io 
picchiai  pili  volte  e  chiamai.  *  E  108  Chi 
sarebbe  mai  stalo  ciucilo  ec.  rbe  non  si 
fosse  messo  a  fuggire,  e  stangato  ben  1'  u- 
scio,  tremando  e  spiritando  di  paura,  non 
si  fosse  rinvolto  entro  alla  coltrice  ben  vo- 
lentieri T  (B) 

STANCHEGGIARE.  Procedere  con  tul- 
io rigore  e  con  islranezza  nel  trattare. 
Lai.  "olimmo  iure  agore.  Gr.  EX  TOÙ  a.tfo- 

Ol/Kl'oU    TTfKTTSlV. 

STANGHETTA.  Piccola  stanga.  Lr. 
a  104.  2.  Poi  rivolgi  l'alveo,  e  leva  U 
coperchio,  e  ponlo  in  su  una  stanghetta 
nettissima. 

§.  I.  Stanghetta,  diciamo  a  un  terreno 
lungo  che  e  nella  toppa  di  alcune  serra- 
iure,  e  serve  per  chiuderle.  Lai.  sera 
ober.  Cecch.  Dot.  4.  7.  Quesf  è  1' uscio  ; 
apri ,  guarda  ;  10  credo  Che  e'  vi  sia  la 
stanghctla.  Salv.  Granch.  3.  J.  Stangate 
ben  b'  Bnostrc,  e  serrate  Gli  usci  a  slan- 
gbella.  Meiiz.  sai.  1.  Non  avrebber  gli 
scrigni  la  stanghetta. 

e  11  Per  Una  sorta  di  strumento  da 
tormentare  i  rei.  fir.  As.  295.  Ma  ni. 
corda,  ni:  dado  ,  n'e  stanghetta  ec.  il  po- 
levon  mai  far  cangiar  d'  opinione.  Sen. 
Ben.  yarch.  4.  22.  Giova  (la  buona  co- 
scienza )  nel  mezzo  del  fuoco  ,  quando  s. 
dà  a  dado,  o  la  sta.igbclta.  /  arch.  Ercol. 
3l7  Io  me  ne  ricordava  ;  ma  voleva  ve- 
dere se  a  raffermavate  senza  la  stanghetta. 
SS  g.  111.  Slnnghella.  Termine  de'  Mu- 
sici.  Divisione  delle  battute.   (A) 

8  IV.  Staiighella  ,  o  Esse  del  bar- 
bazzale. Term.  de'  Cavallerizzi .  Quella 
parie  della  briglia  che  e  landa,  ed  e  po- 
sta sotto  /'  occhio.  (Ai 

*  STANGONABE.  Tramenare  d  bron- 
;o  mcntie  e  nella  fornace.    Baldin.     Voc. 

Dis.   (A)  ,    , 

STANGONATA.  Colpo  di  stangone.  Lai. 
fuslis  ictus.  Gr.  ^aXTri(:.'y;  ^'«V.' 
Frane.  Sacch.  nov.  160.  Questi  muli  han- 
no avuto  tante  slangonatc  oc;  che  d.  cen- 
to 6orini  che  valeaoo,  non  se  ne  trove- 
rebbe quaranta. 

STANGONE.  Stanga  grande.  Ltb.  Up. 
div.  I^arraz.  Mirac.  Sopra  li  quali  erano 
ledati  slangoni  di  ferro  (  qui  per  similil.) 
E>anc.  Sacch.  nov.  160.  Siccome  arrab- 
biali si  mossono  con  coltellacci  e  con  slali- 
goni  ad  andare  verso  .  muli.  Morg.  i- 
-12  tJno  slangon  dalla  porta  togbca.  E  22. 
178.  E  tornarsi  a  ferir  con  due  slangoni. 
jc  ilor.  180.  Questi  slangon  nel  petto  si 
percossono.  , 

STANOTTE.    Questa  notte.    Lai.    nac 

nocle.  Bocc.  nov.  74-  'O'  U'-'"-"'^'''  ff ,'; 
dioso,  tu  uon  c'entrerà,  stanotte.  Loti. 
SS.  Pad  Della  quale  parlando  stanotte  , 
ponemmo  fine  alla  nostra  dispulaz.ono.to( 
Ab.  Isaac,  cap.  .7-  S'io  penserò  stanot- 
te che  questi  sia  colale,  avronne  non  pu- 
eblo danno.  EU.  S.  M.  >lad.t.  99-  Sia- 
ci quuitta  stanotte  a  guardare  'luesto  san- 
gue *  Bemb.  Iros.  3.  iSg.  Quando  si 
tee  Istanolte,  Islamane,  Ista-sera,  ao  Sila 
per  aggion.a  della  I  che  a  queste  colah 
voci  si  suole  diro.  (1  ) 

STANTE.  Susi.   l'unto.  Tempo,    Mo- 
mento.   Lai.     pimctiim  ,    momenlum.    Gr. 


i36o 


s  T  \ 


STA 


STA 


corti)  ycóiOJ.  '■•  JiiQ.  Mei.  i.  58-  Era 
(li  djriiii  in  <(uellu  stjnte  morie  Che  il 
:»UQnu  agli  iKchi  miei  rliiudca  le  porte.  ( D) 
Segna:  l'rtul.  Pai.  ,-/^-3.6-  E  in  quello  stan- 
to medesimu  su  duo  piedi  sentenzio.  ^  T'CV 
Cai.  Gali.  223.  Mi  è  fona  ron  altre  os- 
servazioni ce.  corregger  le  tavole  di  tal 
movimenti ,  e  limitarli  sino  a  Itrevi&sinii 
stanti. 

g.  I.  In  uno  stante,  vale  Subitamente. 
Lat.  rapente,  illieo,  statim.  Gr.  sjàj;, 
ayri'/K.  Lah.  269.  Me  (juasi  del  mondo 
in  uno  stante  rapi.  ^-  Sc^ner.  Pred.  Pai. 
.^p.y.ll.  Parlava  Cristo  alle  creature  insen- 
sJtP,  ec.  e  quelle  lo  uliliidivaco  ad  uno  stan- 
te, come  se  tutte  foisero  ragionevoli.  (TC) 

%.  II.  In  questo  stante,  vale  In  tjuesto 
mezzo.  Lat.  interim,  interea.  Gr.  £v  toj 
ptr^^j.  M.  /'.  7.  54.  E  in  questo  stan- 
te al  Conte  venne  male.  Din.  Comp.  2. 
3o.  In  questo  stante  furono  in  Firenze 
eletti  i  nuovi  signori.  *  Segner.  Mann. 
Ottoftr.  IO.  3.  Quando  ancora  fosse  ripo- 
rlo in  tua  elezione  di  ìibcivoc  (  dall' incer- 
tezza } ,  con  ricever  da  Dio,  su  questo  stan- 
te medesimo,  avviso  certo  della  tua  salu- 
te futura;  contuttociò  oc.  (y) 

STANTE.  Jdd.  Che  sta.  Che  è.  Lat. 
vtans ,  cxistens ,  manens.  Pant.  Jnf.  18. 
Ed  or  s*  accoscia,  ed  ora  è  in  piede  stan- 
te .  E  Purg.  17.  E  perche  intender  non 
si  può  diviso  E  per  se  stante  alcuno  esser 
del  primo.  G.  V.  9.  S;»-  2.  Stante  la  dotta 
oste  a  Genova.  Amet.  lOI.  Trcndi  questa 
rosa  tra  le  spine  della  mia  avversità  nata, 
\a  quale  a  forz;i  fuori  de*  rigidi  pruni  tirò 
la  fiorentina  helleiza  me  nell'infimo  stante 
delle  tristizie . 

n!  g.  I.  Stante,  parlando  di  Mese,  vale 
Presente ,  Corrente .  Golii.  Leti.  [/om. 
III.  29.  Ho  cominciato  il  dì  25.  stante  a 
rivedere  Giove  orientale  mattutino  con  la 
sua  schiera  de' Pianeti  Medicei.  'Cj  li  l\'i. 
La  cortesissima  di  V.  S  Illuslris.  dei  6. 
stante  mi  è  stata  di  tanto  ma;;gÌor  conso- 
lazione, quanto  per  i  due  ordinarii  prece- 
ilenti  non  ne  avevo  ricevute  altre.  (PeJ 

^  §.  II.  Stante,  vale  anche  Cìie  non  sì 
muove.  Cr.  l.  t\.  Ancora  dinanzi  all'acqua 
stante,  e  di  palude,  nella  quale  è  putre- 
fazione ,  non  sono  ila  gu.starc  nutrimenti 
caldi.  (C) 

f  §.  III.  Stante,  inforza  di  .nust.,  va- 
le Tempo  presente  .  Ott.  Coni.  Inf.  IO. 
i8q.  Per  lo  primo  modo  noi  sa  se  non 
Iddio  ,  al  quale  è  presente  il  passato  ,  lo 
btante,  e  *1  futuro. 

g.  IV.  Bene  stante,  o  Male  stante,  va- 
gliono  IJene  agiato,  o  Male  agiato  delle 
cose  del  mondo  .  Lat.  hene  rem  gerens  , 
male  rem  gerens.  Gr.  5);wv /a/w;,  !);wv 
x«Xb;.  G.  /'.  8-  5o.  3.  I  quali  erano  piìi 
morhidi  e  meglio  stanti,  che  in  Dullo  dis- 
soluto paese  del  mondo. 

§.  V.  Hene  stante,  vate  anche  Che  e 
m  buon  essere.  Di  buona  condizione.  Tes. 
lìr.  3.  5.  Ma  dee  tenere  lo  mezzo  in  tal 
maniera,  che  sia  rruttifero  e  !)eni*  istante. 
\ov.  ant.  (J3.  2.  Ne  IV «e  un  hellissiino 
mandorlo,  multo  verde  e  molto  hene  stan- 
le  ^  Segner.  Increti,  l.  II.  2.  Un  r-di- 
ficio  sì  hene  stante  che  in  capo  a  centi- 
naia di  lustri  ne  pure  ha  mai  fatto  pe- 
lo. i^') 

f  *  STANTE.  Preposizione,  che  vale 
Per  ,  A  cagione  di  ,  o  simile.  Pil.  Pitt. 
6.  Alcune  delle  quali  (tavole)  vi  si  con- 
servarono assai  stante  la  devozione  r  il  ri- 
spetto del  tempio.  (1^) 

STANTE.  Particella  che  vale  lo  .ile s so 
che  Dopo.  Lat.  post.  Gr.  ?rr«iTa.  /(occ. 
nfv.  <u.  10.  Non  molto  stante  partorì  un 
hel  figlmido  maschio,  lit.  S.  Gio.  Pat. 
233.  Snliitainente,  stante  alcuno  interval- 
lo, ed  ecco  rhe  messere  Gesù  ce.  ^  ÌÌOiC. 
g.  3.  n.  /}.    Ad  un'  ora  il  monaco  se   n'an- 


dava,  e  la  donna  al  suo  Ietto  tornava,  e 
poco  stante  dalla  penilenzij  a  quello  se  oc 
venia   frate   Puccio,    (/'j 

3.  Stanteche,  vale  Perciocché,  Per  ca- 
gione che.  Lai.  eo  r/uod,  propierea  tjuod. 
Gr  oeoTt  .  Gal.  Gali.  23^.  Stanlcchè  1* 
eccesso  della  gravila  dell'  arquj  sopra  la 
gravità  del  soUdo  ,  che  in  essa  si  pone  , 
sìa  cagioD  del  suo  galleggiare. 

STANTEMENTE.  Jvverb.  Con  istan- 
zia.  Lat.  instiUtter.  Gr.  tvzr^'iA'Z^.  M. 
f.  9.  5o.  Cercarono  slantemeotc  con  som- 
mcsiione  e  preghiere  che  'I  nohile  e  gen- 
tile cavaliere  ec.  dì  sì  vile  e  vituperoso 
servigio  non  fosso  contaminato  .  l'arch. 
Star.  2.  3o.  Per  consultare  ec  «fucilo  che 
fosse  da  rispondere  alle  domande  di  quei 
giovani,  che  tanto  slantcmente  l'armi  chie- 
de vd  no  . 

STANTIO.  Add.  Aggiunto  di  Ciò  che 
per  troppo  tempo  ha  perduto  sua  perfe- 
zione. Lat.  obsoletus.  S'ov.  ant.  79.  .3.  La 
femmina  non  vale  neentc  ,  se  dì  lei  non 
viene  come  di  luccio  istaotio  .  Jiunh.  l. 
29.  Rose  spinose,  e  cavolo  stantio.  Malm. 
3.  2,!\.  E  perch'  elle  sapean  eli  stando.  Te- 
neva al  naso  un  mazzolin  di  rose  .  L  7. 
68.    Carne  stantia,  harlia  piatlolosa, 

§.  Figuralam.  si  dice  di  Cosa  rendula 
per  lunghezza  di  tempo  inutile,  o  infrut' 
tuosa.  Sen.  Ben.  I  arch.  3.  I.  Pcfcìocihc 
qiie' henefizii ,  i  quali  freschi  furono  appo 
loro  in  grande  stima,  divengono  in  is[>azìo 
di  tempo  stantii,  e   di    ninno  pregio. 

•f  STANTUFFO.  Quella  parte  della 
tromba  da  pozzo,  o  dello  schizzatoio,  che 
ne  riempie  la  cavità,  e  col  suo  movimen- 
to attrae,  o  sospigne  i  liquori.  Gal.  Dial. 
mot.  49O-  Osservai  già  una  citerna,  nella 
quale  per  trarne  l'acqua  fu  fatta  fare  una 
tromha  ec.  ,  ed  ha  questa  trom1>a  il  suo 
stantufio,  e  animella  su  alla  sicché  l'actiua 
sì  fa  salire  per  attrazione,  ec.  Sagg.  nnt. 
esp.  98.  Cominciammo  a  votar  l'aria  della 
scatoletta  con  uno  schizzatoio  ec.  ,  chiu- 
dendo a  ogni  cavata  la  chiavetta,  accioc- 
ché nello  schizzar  fuori  per  l'animella  P, 
col  ripigncre  in  giù  lo  stantufio  ,  1'  aria 
attratta  non  potesse  la  medesima  rien- 
trar, ec. 

STANZA .  Nome  generico  de*  luoghi 
della  casa  divisi  per  tramezzo  di  muro  . 
Lat.  cubiculum  .  Gr.  pO'ifi  .  Bocc.  nov. 
21.  17.  Della  sua  camera  alla  stanza  di 
lui  rimandatolne.  Cas.  lett,  18.  lo  ho  di 
più  pregato  S.  E.,  che  quando  le  piaccia 
di  venire  a  Roma,  mi  faccia  favore  di  ve- 
nirsene alle  sue  stanze  in  palagio. 

g.  I.  Stanza,  per  Albergo,  .ibitazione , 
Alloggio.  Lai.  domiciltum  ,  statio  ,  habi- 
tatio  ,  hospitium  .  Gr.  povrì .  Bocc.  nov. 
93.  5.  A*  compagni  imposto  che  semhianli 
facessero  di  non  esser  con  lui,  ne  dt  co- 
noscerlo, e  che  di  stanza  si  procacciassero. 
Pir.  Disc.  an.  l\').  Aveva  un  corvo  il  suo 
nido  su  un  arbore  ec.  ,  a*  pie  del  quale 
slava  una  grossa  serpe  per  istanza.  $  Ar. 
I-\ir.  32.  85.  E  domandò  qui  dentro  es- 
ser raccolto.  Perchè  non  c'è  altra  stanza 
a  diece  miglia.  ff'Pj 

§.  11.  Stanza,  lo  sles.to  che  Quartiere, 
nel  signi fic.  del  g.  III.  Lat.  statio,  stati- 
va. Gr.  3ra3/J9;.  Tac  f)av.  IH.  Agr. 
39*).  Egli  a  passo  lento  ec.  conduue  le 
genti  a  pie  ed  a  cavallo  alle  stanze  (il  te- 
sto lat.  ha:  in  hìhevnis  locavil  ).  #  Srgn. 
Star.  Q.  256.  Fatte  nuove  genti  le  ag- 
giunse alle  vecchie  ,  che  erano  alle  stan- 
ze .  (C)  l'arch.  Stor.  Mando  nel  Parnn'- 
giano  e  nel  Piacentino  quasi  tulio  l'eser- 
cito alle  stanze  con  infinito  dispiacere  r 
danno  di  lutlu  quelle  contrade  .  (S)  Ar. 
Pur.  |3.  81.  Non  vì  spiaccia  J*  ascollar- 
nie.  Come  fuor  delle  stanze  il  popitl  Mon> 
Davanti  al  re  Agramantc  lia  preso  1'  ar- 
me.  (PPj 


g.  III.  Stanza,  per  Lo  stare.  Dimora. 
Lat.  mora,  mansio.  Gr.  01x7^161*,  uovv]'. 
fìocc.  nov.  22.  8.  Come  che  grave  gli  pa- 
resse il  partire,  pur  temendo  non  la  troppa 
stanza  gli  fosse  cagione  dì  volgere  l'avuto 
diletto  in  tristizia,  si  le%o.  /:,'  nov.  ^5.  3. 
Piacendogli  la  stanza,  là  con  o^nt  sua  cosa 
si  tornò.  G.  ì\  II.  67.  2.  Non  gìugoeo- 
do  la  sua  gente  ,  dubitò  della  stanza  .  E 
cap.  86.  1-  La  stanta  non  facea  più  per 
loro.  Pant.  Purg.  jy,  Sitta  vo'  che  più  t' 
arresti.  Che  la  tua  stanza  mìo  pianger  di- 
sagia. Petr.  son.  3l3.  E  se  la  stanxa  Fu 
vana,  almen  sia  la  partita  onesta.  E  canz. 
22.  3-  E  per  ogni  paese  è  buona  stanza. 
h'ranc.  ilarb.  70.  3.  Ne  piace  servidore 
Che  poi  fa  lunga  stanza  in  sul  mangiare. 
Coli.  SS.  Pad.  Impromette  di  ventre  ec, 
e  dì  fare  stanza  appo  noi  Cas.  lett.  73. 
Farete  ìn  modo  c<>a  madonna  Liona,  che 
la  vostra  stanza  costassù  non  le  sìa  dan- 
nosa .  Gttar.  Past.  fid.  5.  l.  Per  tutto  e 
buona  stanza,  ov' altri  goda.  Ed  ogni  stan- 
za al  valentuomo  è  patria. 

S  I"  A  .N  Z  \ .  Dicesi  generalmen  te  Quella 
parte  della  canzoae  che  in  se  racchiude  l' 
ordine  de"  versi  e  dell'  armonia,  che  s*  e 
prefissa  il  poeta}  che  dicesi  anche  Strofa. 
Lai.  strophn.  Gr.  <s~ùo^r'.  P.emb.  pros. 
l.  19.  Come  sono  ancora  quelle  canzone, 
nelle  quali  le  rime  solamente  di  stanza  in 
stanza  si  rispondono,  e  tante  volte  ha  luogo 
ciascuna  rima  ,  quante  sono  le  stante,  né 
più  né  meno.  Cas-  lett.  63.  Dia  loro  il  so- 
nello  delle  pettegole,  e  la  slama  dell'uom 
di  cera  armato  .  Hed.  Annot.  Ditir.  yS. 
I-'Mte  ragione  1'  Ubaldini  a  scrivere  che  le 
(.'olde  andrebbono  talvolta  sotto  nome  di 
Stanza,  perchè  le  stampile  de'  Pruveotali 
erano  per  lo  più  scompartite  io  tante  stan- 
ze, o  strofe,  come  son  le  nostre  canzoni. 

g.  I.  Stanza,  per  Cantico,  o  Canzone. 
Lat.  Carmen  ,  stropha  ,  versiculum  .  Gr. 
<7TpofYÌ  .  Pass.  258-  E  profetando  fece 
una  stanza,  e  disse:  Quia  respexit  homi- 
litateni   etc. 

g.  II.  Stanza,  spesialmente  si  dice  Quei- 
la  citazone  d'  otto  versi  d'  undici  sillabe  , 
colla  rima  corrispondente  ne'  sei  primi 
versi  di  caffo  in  caffo  e  di  pari  in  pan  , 
gli  ultimi  due  de'  quali  si  corrispondono 
ài  rima  ancor  eglino;  Ottava.  Lat.  octo- 
stichum  .  Gr.  o'xTa5Ti;fov  .  farch.  La* 
6^5.  Giovanni  Boccaccio  ,  il  quale  aven- 
dosi proposto  altissimo  tema  ,  e  soggetto 
(b-gno  di  stile  eroico  ,  ritrovò  le  stante  . 
fìiion.  Tane.  I.  3.  Ma  forse  io  canterò 
stanza,  o  canzone  Del  Tasso,  del  Furioso, 
o  del  Petrarca?  E  2.  5.  E  ogni  mio  pen- 
siero in  un  sonetto,  O  stanta,  o  madngal 
vo  dispiegando.  Cani.  Orrvi.  .^39.  Di  rotn- 
por  madrigali ,  Cantoni ,  stante ,  sestine  e 
sonetti  Non  hanno  par  ,  benché  ùen  gii^ 
vinelli. 

•f  STANZA ,  e  STANZIA.  /'.  A.  Lo 
stesso  che  Instanza  j  e  si  usa  più  comu- 
nemente  a  maniera  d*  avverb.  colle  parti- 
celle A  e  COy^  onde  A  stanza  d'  uno, 
vale  A  requisizione,  A  preghiera  d'uno. 
Lat.  in  gratiam  alicuius .  Gr-  c<;  /o^tv 
Ttvg';.  P  Con  grande  stanza,  vale  Instan- 
temente.  Lai.  instanter.  Or.  C  .«sTaTtxù;. 
G.  /'■  IO.  178-  I.  Per  noi  fu  fatto  fare 
a  prego  e  stanza  di  mcsser  Giovanni  de- 
gli Orsini  di  Roma,  Cardinale.  J/.  f.  8 
17.  Pregandogli  per  l'onore  loro  medetimo, 
e  appresso  del  ('omune  dì  Furente,  eh* 
era  obbligato  a  loro  slanta.  che  se  ne  do- 
\e>sono  partire,  fiocc.  nov.  79.  la.  Ci»* 
scuna  con  lui,  a  cui  stanzia  v'è  falla  ve- 
nire ,  se  ne  \3L  nella  sua  camera  .  7\'o»'. 
ant  3.  5.  Lo  gìullaro  fu  dinanti  ad  Ales- 
sandro, e  con  grande  stanzia  addttmaodt- 
va  che  gli  facesse  ragione- 

•f  STANZA.  /.  A  Stante  j  onde  In 
questa  starna,  vale  lo  stesso  che  in  qut- 


STA 


STA 


STA 


i36i 


t4o  stante.  In  questo  punto.  In  questo 
mentre.  Lai.  interim j  interea.  Gr.  ev  tw 
ucra^y.  C  f-  H*  5y.  6.  E  m  questa 
:>tauu  addi  16  d'Aprile  ec.  prrsono  il  ca- 
stello di  Monten  hi.  t^  12.  16-  i:4.Iuc|ue- 
ftU  staDEa  non  ccb^ava  l'us&edio  del  Duca 
di  dì,  V  dì  notte. 

STAWZACCIA.  Pe^^iorat.  di  Stanza, 
#  Ulatt.  Franz,  rim.  buri.  Io  trovai  pur 
tla  metterla  iu  un  cauto  D'una  ^tanzacciii 
da  tener  raiboui.  (/?r; 

STAW^ETTA  .  Stanzino  .  Lai.  mansi- 
uncula.  (ir.  ;u3v«^iOV-  Cr.  Q.  92.  2.  Gli 
uccellatori  di  Lombardia  ,  massimamente 
que*di  Cremona,  lulta  la  state  le  tortore 
volle  leti  ^ÌL,Hauo  ,  ed  in  una  stanzetta 
piccola  luminosa  le  rincbiudouo  .  Cecch. 
Esali,  Cr.  5.  II.  Fatemi  rabberciar  quel- 
la staniclta.  Benv.  Celi.  Ore/.  18.  Ritira- 
tomi in  una  stantetta  della  mia  botlega  , 
feci  r  e&perieaxa  ec. 

STA^ZI.\.  /'.  STANZA. 
t  STANZIALE.  Add.  Permanente,  Da 
Jérmarsi.  Lat.  permanens  ,  proprius.  Gr. 
^■'6aiOi,  t6iOi.  Ott.  Com.  InJ.  26.  449- 
Li  quali  essendo  lor  duca  Enea  ,  per  in- 
certi e  non  istan»Ìali  luoghi  vagabondaro- 
no. Giambon.  Mts.  Uom.  \l\2..  Nìuna  cosa 
sì  riposa  mai ,  se  nel  suo  naturale  e  slan- 
ciale luogo  non  si  ritrova .  Se^r.  Fior. 
Stor.  4.  101.  La  legge  gli  costringea  ad 
accatastare  ancora  i  beni  degli  stanziali - 

§.  Invece  di  Continuo,  Perpetuo.  Lai. 
perpetuus.  Gr-  ò'i»;v£/.r]';.  G.  /'.  li.  92. 
I.  Questo  uBcio  non  è  stanziale,  se  non  co- 
me occorrono  i  tempi. 

STANZIAMENTO.  Ordine,  Mandato, 
Partito.  Lat.  mandatum,  prcvceptum,  con- 
stitutio  ,  statutum  ,  sancito.  Gr.  ^vToXij, 
vo'/io;,  Beojuio;,  ccoéT«v/ia,  rò  /y.QtCTo;. 
Pass.  238.  Cosi  per  la  superbia  si  rovina 
nello  inferno  ,  secondo  lo  stanziamento 
della  legge  evangelica .  Tes-  Br.  g.  28. 
Se  ciò  non  fosse  per  manifesta  utilità  del- 
la città ,  e  per  comune  stanziamento  del 
Consiglio  .  l  arch.  Stor.  6  l55.  Olirà  il 
capitale,  si  pagasse  a  ciascuno,  senza  altro 
stansìameolo,  a  ragione  di  dieci  per  cento 
1*  anno . 

STANZIANTE.  Cfie  stanzia.  ^  Imperf. 
Ttm.  D.  IO-  T.  8.  2.^9-  himarremo  ca- 
paci che  queste  perfezioni  si  grandi  in  Dio 
ci  debbano  essere  ,  ma  non  già  esser  da 
noi  e  dalla  corta  vista  della  noslra  imnia- 
ginaiione  e  del  nostro  intelletto  stanziante 
col  corpo,  in  verun  modo  comprese.  (Fj 

3  STANZIARE.  Ordinare,  Statuire. 
Lat.  decernere,  constiiuere,  slatuere,  san- 
cire. G.  V.  9.  256.  I.  Nel  detto  anno 
l324  5Ì  stanziaro  per  lo  Comune  di  Fi- 
rente  ,  e  si  cominciaro  i  barbacani  alle 
mura  nuove  della  citta  di  Firenze  .  ì  it. 
Crist.  Certo  egli  hanno  stanziato  di  tor- 
nii l'anima  mia.  M.  /  .  I-  8.  Stanziò  che 
si  pagasse  annualmentp  dalla  camera  del 
Comune.  Dant.  Inf,  26.  Ahi  Pistoia,  Pi- 
stoia, che  non  stanzi  D' incenerarli?  Pass. 
ao8.  La  quale  stanziando,  contraddice  alla 
TcdoQtà  di  Dio. 

^4^  g.  L  Stanziare,  vale  anche  Creare, 
Fare,  m  /.iV.  31.  Avanti  che  i  tribuni  della 
plebe  fo&sono  stanziali  »■  (Cj 

i?  §.  Il-  Stanziare  una  Icg^e,  vale  Far- 
la .  Bemb  Stor.  1.  34-  (ediz.  Morell.)  Il 
Senato  poi  a  stanziare  alquante  leggi,  che 
a  conservar  le  gabelle  della  città  apparte- 
nevanu  si  diede.  (Pe) 

§  III.  f'er  Giudicare,  Credere.  Dant. 
Purg.  6.  Ma  *1  fatto  è  d'altra  forma,  che 
Don  slanzi- 

§.  IV.  Per  Collocare,  Situare,  Porre. 
Lat.  pò  nere  ,  statuere  ,  collocare.  G.  /'. 
9.  258.  3.  In  questo  spazio  è  stanzialo  un 
ponte  . 

§.   V.   Per  Dimorare,  Stare  j  e  si  usa 
insignire,  ncutr.  e  neutr   pass,  Lat.  ma- 
/  ccabolario  T.  II. 


nere,  morari,  habitare,  degere.  Gr.  fxl-jstVy 
Jiarpi'Sstv  ,  òtKtIv  ,  xoLToixiìv  .  Frane. 
Sacch.  rim.  62.  E  se  nel  cupo  cano  lio 
gli  anni  avvolti.  Noti  è  eh'  umor  talvolta 
in  me  non  stanti.  Stor.  I:ur.  6.  I2.'|-  Li- 
berandolo dalla  già  meritata  pena,  Io  man- 
dava a  slanciare  ne*  sobborghi  dì  Mersabu- 
ria.  Malm.  7.  gS.  Mentre  temendo  ch'io 
non  mi  ci  stanzi,  Specorate  si  ben,  ch'egli 
è  un  piacere. 

STANZIATO-  Jdd.  da  Stanziare,  l^nt. 
constitutus,  status,  prcescriptus.  Gr.   xk- 

Mor.  S.  Greg.  Apparecchiata  ,  cioè  a  dire 
riservata  al  tempo  stanzialo,  ovvero  ordi- 
nato. Jì'orgft.  Tose.  357.  La  mette  spes- 
so r  anno ,  che  e'  la  trova  dal  Senato 
stanziala . 

§.  Per  Pinicrnnte  di  lungo  tempo  in 
qualche  luogo.  lìuon.  Fier.  2.  3-  4-  *^^^ 
qualsisia  mercante  o  stanziato  O  forestiero 
la  sua  merce  esponga  Ove  dell'  arte  sua 
son  le  botteghe.  f'J  4-  5.  3.  Mercante  stan- 
ziato in  questa  terra. 

STA^ZIATORE.    Stanziarne. 
STANZIBOLO.  Stanzino.  Lai.  mansiun- 
cula.   Gr.   p-ovy'piov-    Buon.  Fier.  3.   3.2. 
Ne  vi  stessi  a  marcir  dentro  la  tomba  D' 
uno  stanzibol  buio. 

STANZINO.  Stanza  piccola,  hai.  man~ 
siuncula.  Gr.  povoictOf  Cr.  9.  93-  3.  In 
un  minore  stanzino  col  maggior  congiunto,  e 
con  uscio,  e  lume  più  risplendcuie  si  pon- 
gano- i'.'  Salvin.  l'isc.  3.  98-  Il  mollo 
che  si  legge  sul  limitare  di  alcuni  stan- 
zini nella  camera  del  sig.  Piovano  ec.  è 
tratto  da  una  satira  di  Persio.  (Bj 

STANZINUCCIO.  Dim.  di  Stanzino. 
Lat.  mansiuncula.  Gr.  ^ova'jOiOV.  Fr. 
Giord.  Pred.  H.  Teneva  tutto  U  suo  avere 
in  uno  piccolissimo  staiizinuccio. 

STANZONE.  Stanzagrande.  Morg.  16. 
82.  E  ritornossi  Orlando  al  suo  stanzone, 
E  la  fanciulla  al  padre  al  padiglione.  ^ 
Bellin.  Disc.  2.  i\0.  Egli  è  uno  stanzone 
alla  6ne,  ed  è  chiuso  per  lutto  fuori  che 
in  que' gran  fi  ne  strati ,  i  quali  con  dispo- 
sizione sì  bene  intesa  tutto  1'  alluma- 
no. (Fj 

't  *  STAPEDE.  Term.  degli  Anat. 
Uno  desìi  osselti  che  si  osser^'ano  nel  mea- 
to uditorio.  Segner.  Incr.  I.  16.  l3.  Nella 
sujìerficie  esteriore  di  questo  timpano  v  e 
un  nervetUno  tiralo  come  una  corda,  e 
ncir  interiore  tre  ossetti  chiamati  stapede, 
ancudine,  e  maglio.  (A) 

STARE.  ISome.  Stanza,  Dimora,  Il  trat- 
tenersi. Lai.  manere,  slare,  morari.  Gr. 
TO/i.£'vàtv.  /iocc.  nov.  7.  l4-  Nel  suo  ar- 
bitrio rimise  1'  andare  e  lo  stare.  F  num. 
i5.  Nel  suo  piacere  per  quella  volta  rimi- 
se r  andare  e  lo  slare.  IJant.  Purg.  2. 
Qual  negligenzia,  quale  stare  è  questo  7 
Correte  al  monte. 

STARE-  I  erba,  per  la  varietà  de"  si- 
gnificati che  esprime,  e  per  la  moltitudi- 
ne delle  maniere  nelle  quali  si  adopera, 
frequentissimo  nella  noslra  lingua  s  on- 
de richiede  che  a  maggior  comodità  de' 
lettori  più  distìn  tamen  te  e  a  capo  per 
Capo  si  faccia  qui  menzione  delle  più  co- 
munali significanze  ,  e  delle  più  usate  sue 
locuzioni. 

STARE.  Fssere.  Bocc.  Introd.  28-  Stan- 
do in  questi  termini  la  nostra  cill'a,  d'  abi- 
tatori quasi  vota,  adivenne  ec-  E  nov.  7.^. 
22.  Se  io  posso  tanto  fare,  che  io  il  tol- 
ga da  questa  bestialità,  bene  sia.  K  nov. 
47.  18.  A  lui  se  ne  ritorno,  e  gli  disse 
come  slava  l'opera-  Enov.  ^3.  21.  L'o- 
pera  sta  altramenti,  che  voi  non  pensate. 
E  nov.  7q.  28.  Se  cosi  sta,  come  voi  di- 
te, non  può  essere  al  mondo  migUore. 
Cccch.  hot.  5.  I.  La  cosa  sta  come  Vi 
dice  Federigo.  E  Mogi.  i.  i.  Ditemi  in 
che  modo  Sta  che    Alfonso    sia    tralci    di 


questa  Fanciulla  ?  Fir.  Lue.  5.  7.  Cer- 
to ella  sta  cosi.  Malm.  4-  7^-  ^^'^  ^^^ 
poti'tle  star  per  altra  via.  *  Car.  Bett. 
Arisi.  2.  4"  Stando  queste  cose  necessa- 
riamente segue,  che  1*  amico  sia  quello 
cc.jTC) 

*  §.  E  col/a  particella  negativa.  Dial. 
S.  Crcg.  I.  12.  Avvegnaché  non  facciano 
miracoli,  non  isià  che  non  sicno  di  santa 
vita.  (F) 

STk^VL.  Consistere.  Lat.  consistere,  ver- 
sari.  Gr.  a  vai.  '/ivcc^cti.  Pass,  186.  In 
questo  sta  la  dignità  e  1'  eccellenza  della 
Vergine  Maria  sopra  gli  altri  santi.  E  188. 
Nel  male  parlare  e  nel  nuilr  adoperare 
sta  il  peccato.  Albert,  cap.  58.  Sta  tutta 
questa  virtù  in  dare  e  guiderdonare.  But. 
Pitrg.  26.  1.  Ecco  che  dichiara  in  che  sta 
la  loro  voglia.  Sen.  Ben.  /  arch.  4-  4^- 
Il  tutto  sta,  se  egli  è  uomo  da  bene,  o  no. 
Lasc .  Spir.  1.  3.  E  che  riparamento  fa- 
ceste voi?   T.   Oh,  qui  sta  il  punto. 

STARE.  Esser  posto,  o  situato.  Lai.  si- 
tutn  esse,  positum  esse.  Gr.  y.ita'^xi.. 
Bocc.  nov.  l5.  20.  Il  qual  luogo  ec.  come 
slesse  vi  moslerrò.  f  it.  S.  Gir.  1.  Giro- 
lamo fu  figliuolo  d'  Eusebio,  nobile  uomo; 
fu  natio  di  castello  Stridone ,  che  sta  ne" 
confini  tra  Dalmazia  e  Pannonia  .  Dant. 
Par.  2.  Rivolto  ad  essi  :  fa'  che  dopo  "I 
dosso  Ti  slea  un  lume  che  i  tre  specchi 
accenda  . 

^  STARE.  Dicesi  altresì  della  forma 
interna  e  postura  d' una  casa  ,  d'  una 
camera,  d'  un  tempio,  o  simile.  «  Dant. 
Par.  3l.  E  quasi  peregrin  che  si  ricrea 
Nel  tempio  del  suo  voto  ri;;uardando  ,  E 
spera  già  ridir  com'  elio  stea  ".  (Nj  Bocc. 


s-  ^- 


8.  E  da  alcuno  vicino  informatosi 


come  la  casa  di  lei  stesse  ,  una  sera  ec.  na- 
scosamente dentro  v'  entrò.  (P'J 

5  STARE.  Abitare.  Lat.  habitare.  Gì. 
oi-fiiv.  V  Cecch.  Dissim.  2.  2.  Innamoralo 
della  fij;liuola  di  quella  povera  vedova,  che 
ci  sta  «[uivi  a  muro  a  maro.  (C) 

3  STARE.  Biferiscesi  alla  costituzione 
e  sanità  del  corpo,  alla  quiete  e  tranquil- 
lità dell'  animo ,  e  alle  comodità  e  condi- 
zioni della  vita ,  dicendosi  :  Come  state 
voi  ?  e  si  risponde  colle  particelle  Bene  o 
Male  j  e  va/c  Es.ier  sano  o  ammalato , 
Esser  contento  o  afflitto.  Esser  bene  o 
mal  agiato.  Aver  bene  o  male.  Bocc.  In- 
trod.  34.  Per  le  quali  cose  e  qui  e  fuor 
di  qui  ed  in  casa  mi  sembra  star  male  . 
Enov.  i5.  2.  Chi  starebbe  meglio  di  me, 
se  quegli  denari  fosser  mici?  E  nOv.  ^!^. 
7.  Avendo  il  luogo  più  fresco,  molto  me- 
glio starei,  che  nella  vostra  camera  non 
fo  .  E  nov.  47-  6.  Or  volesse  Iddio  che 
mai,  dovendo  io  staile  come  io  sto,  questa 
grandine  non  restesse.  Enov.  5o.  22.  Po- 
sto che  io  sia  da  te  ben  vestita  e  ben  cal- 
zata, tu  sai  bene  come  io  sto  d'altro.  E 
nov.  92.  IO-  Air  abbate  se  n'  andò,  e  do- 
mandollo  come  star  gli  pareva .  Cecch. 
Corr.  3.  3.  L'  hanno  Maritata  a  un  gio- 
vane da  bene  ,  Ch*  ella  starà  com'  una 
imperalrice  . 

STARE.  Cessar  dal  moto.  Fermarsi j 
contrario  d*  Andare,  e  dì  Muoversi .  Lat. 
manere.  Gr.  aSvstv.  G.  F.  7.  27.  5.  Pre- 
gava lo  Re  e  i  capitani  che  stessono  ,  e 
tenessono  la  gente  a  schiera  ,  e  non  se- 
guissuno  caccia  di  nimiri. 

"f  STARE.  Fermarsi  ritto.  Esser  rit- 
to j  opposto  dt  Sedere  .  Lat.  consistere  , 
stare.  Gr.  t  iTKvai,  sCTr'xzt't.  Pctr.  canz. 
39.  1.  Che  chi,  possendo  star,  cadde  tra 
via  .  Degno  è  che  mal  suo  grado  a  terra 
giaccia.  E  f\l.  6-  Il  sedere  e  lo  star,  che 
spesso  alttui  Posero  in  dubbio.  Calat.  70. 
Molti  (cavalli)  ne  andrebbono  con  duro 
trotto;  e  egli  (il  maestro)  insegna  loro  d' 
andare  con  soave  passo,  e  di  slare. 

'■{■  STARE.    Costruito  anche  talora  al- 
171 


i362 


STA 


la  maniera  del  neutr.  e  del  neiilr.   pois 
Dimorar,;  Stanziare,   Posarsi,   Fermar'. 
SI,  j4 stallarsi.    Ljl.  manere ,  morari.  Gr 
/ifveiv  ,  O.arylcSiiv      liocc.  noy.   20    20' 
Dove     IO    voglia    slaro,    i„    oon    iotendo 
perciò    di    mai    (ornare   a    voi   ec        per 
nocche  con  mio  gravissimo  danno  è  inle 
resse  yi  slelti   una  volla.   E  nov.   3a     18 
Stellimi  in  un    de'  piii    dilcllevoli    luoRbi 
eie  fosse  mai .    £   „<,,,.    43.    in.    Pidro  . 
iUndo    sopra    la    quercia  ce.  ,  vide  io  sul 
primo  sonno  venir  ben  venU  lupi     I:  46 
6.  Mandatene  la  fregata,  veggciidu  che  da 
mun  ronoscmto  v'era,  si  slctte.   A  num. 
Q.  Oelil.ero  d'andare  a  starsi  alquanto  con 
lei .   E  no,:  66    3.    Kssendo  una  loatliua 
U  marno  di  lei  cavalcalo    in    alcun  luogo 
per  dovere    sUre    alcun  giorno  .  E  num. 
5     Sicch'io  mi   sono   venuto    a    stare    al- 
quanto con  esso  voi.  E  no...  72.  7.  lo  mi 
veniva  a  star  con    lece  un  peno  .   Cecch 
Ser^ig.    5.    y.    Ma    sa'  tu  ?  i   danari   Non 
«Unno  con  chi  gli  spend,-  .  ^.  Adunque 
tgli    staranno    poro    con  il  tuo    Dottore 
poich    egU  ne   spende   UnU  In  una  soma 
ni  iegne . 

*  §.  £■  figuratam.  Fit.  S.  Onofr.  l38. 
t  nel  peccalo  stemmo  un  anno  e  quattro 
mesi.  (I')  ^ 

t  STARE.   Non  che  in  signific.  neutr 
assoluto,  ma  eziandio  neutr.  pa.ts.  Indù- 
gtare.  Badare,   Interlenersi.  Lai.  morari 
eunctari.  Gt.  ^lar/Jig^.v,  /„■),),„.  /,„„; 
nov.  l^.  b.  Perciò  statti  pianamente  infino 
aUa   mia  tornata.    E  nov.   7.   ,0.  L'abate, 
poiché   alquanto  fu  slato,   comandò  ec    E 
aov.  So.    l5.   Poco  a  slare   avea  ,  che  né 
starnutilo    né  altro  non  avrd.be  mai.  Fr 
Jac.    T.  6.  2.    3.    Dica  a  lui  ,  chi  lui   ve- 
desse ,  Per  pietà  che  non  islessc  ,   Tosta- 
mente soccorresse.  *  Fr.  Ciord.  iJq   Oue- 
•■t.  (Lot)  solo  era  giusto  e  Lnono,  e-  per 
costui  ancora  slava   (  Iddio  indugia,'a  /  e 
non  profondava;  onde  l'Angelo  gli  dis'se  • 
■o  voglio  profondare    questa  mala   genie- 
esci  fuori,  ec.  (Fj  Fior.   It.  265.  O  lucè 
di   Troia,  o  speranza  fidatissima  de'  Troiani 
quanto  sei  sialo!    Celi.  Err.  3.  2.  So  eh' 
ei  non    può   slare  a    tornare  .    (C)   Cecch. 
lorr.   1.    1.     Io    ho    bisogno  di  parlare  a 
quella  Vedova  che  esce  là  di  quella  casa- 
Io  vengo. or  ora.   C.   Sta' quanto   li   piace! 
^   I     J.  E  ci  tornato   ancora  ?  S.  E'  non 

''"stI'pV",^'"''  '  S'""'"'  '  8i"enere. 

STARE.   Desistere,    Cessai-e,  Astener- 
SI,  Hitenersi,   lìiposarsij  contrario  di  Fa- 
re e  di  Operare  j  e  .ti  usa   tanto  nel  si- 
pnific.   neutr.  ,  che  nel   neutr.  pass.    Lai 
•le.uslerc.  cessare,  feriari.  Gr.   TtaJssOo,,. 
I.occ.  no,:   2.  4.   Giannotto  non  islclle  per 
questo  che  egli ,  passati  alquanti  di  ,   non 
Kl"  riniovessc  simigliami  parole  .    /;  „„„. 
H-   -'»Ia  pur  ,  mente  per.lendovi  ,  si  stette 
f-  no,:    25.     17.   Si   i;  egli     meglio    fare    e- 
pentcro,  che  starsi  e  penlersi.  E  no,:  2-. 
47-   Le  disoneste    parole    Ht-tle  ne'  di  the 
noi  piagnemmo    colui   ce.  ,    me    ne   f.,nno 
>lare  .    /;'  „„.,.   48.   5.    u;,,^  ^  „j,„„  ,.^ 
che  sursi  volea,  e  che  essi  a  Ra^enna  se 
ne  tornassono  .  Dep.   lìeeam.    oa.  Starsi 
COSI  assuluiamenic  detto,  a  noi  i;  non  far 
nulla,  e  rijiosarsi  quieUmente  sen.a  voler 
briga   o  pensiero;  e   tanto    fu    qui    a    dire 
'he  starsi  volea,  quanto  avesse  dello  cb.- 
••1  volea  riposare,  e  rimanersi  libero  e  iiuie- 
'o  ,  De  volea  gli  fusie    dato  noia  o  mole- 
Mia  alcuna  .   /-.  y3.    Ora.io  :  ,,uid  facinm, 
l'rascrilK.    Quiescasj   che   lanlo   i-   a   dire 
'fuanlo:  non  far  nulla,  o  stalli    Jlocc .  no,' 
49.  8.  Non  rispondeva  al  figliuolo,  ma   si 
.«lava  (  cioè  ,   non   parlava  )  .   /■■  num.    18. 
Disse  (la  donna)  a'  fratelli  :  lo  voIcDlieri 
quando  VI  piacesse,  mi  starei  (,edo,a  come 
•ono,  mi  asterrei  dal  rimaritarmi  )  j  „ij 
>'•  a  VOI    pur    piare  ce.     Vo.-.  ani.   53.    1 
Lo  scoUlo  .  per    paura  di  dare  il  prcuo 


STA 

si  Slava  e  non  avvogadava.  Frane.  Bnrb. 
0.  2»0.   Ch   assai  e  mcgUo  starsi.  Che  poi 
da   "o   r.lrars,  .    Ta..    Da,:   Stor.   f.     364. 
Stannos,  ogni  settimo  di  „  Giudei),  pe,. 
che    in    quello    finirono   lor    faUche      Fr 
Cord.    Pred.  S.  32.   S'io  vogLo  mangia- 
re,  10  posso;    se    non    voglio ,  .i    ^,.\^ 
posso  stare;  posso  favellare,  .•  i.  voglio- 
e  se  no,  s,  me  „e  p„„„  stare,   e  cosi  d' 
ogn    i„...   Frane.  SaccA.  no..    ,84.  Se  ci 
voce  >^n.re,  e.  venite;  e   se    no,  si  si 
SU  e  .   ..   Ar.  Far.    43.    ,24.  Ma    che  ri- 
andar per  questo    ella    non    slesse  (coi:, 
non   Iralasciasse).  Pecor.  g.  ,8.  n.  2.  La 
qual  cosa  se  di  fa,  u  sUrai,  sena  pericol 
d-  morte  non  puoi  scampare  feioi:    trala- 
.cerai   0  indugerai).   (,')  Segr.  Fior.  Stor. 
t.  Molle  volle  operando  si  scuoprono  quel- 
Il  cons,gl^  che  standosi  sempre  si  nascon- 
derebbero     ITCJ  Sa/,:    Piai.   .Imie.  36 
Conoscendo  che  non  la  mia  solamente  ma 
perduta  opera    sarebbe  quella  di  quals.vo- 
glia  più  famoso  rettorico  il  prender  carico 
d.  npurlarvi  il  Pico  ec.  me  ne  sUrò  e  porrò 
fine  alle  lodi.  (Ci  ™ 

*   STARE.  Fermarsi  immollile.    Car 
l^n.  t>.  297.  E  d'  un  lato  pendente  e  scos- 

Il'c^'^.u;™"  ''  •""•  '  «""TiBlio.-  e 
STARE.  Parare,  Conservarsi,  Man- 
tenersi, Continuare.  Lai.  permanere.  Gr 
o,r^^l.„r>.  Pe,r.  cap.  ,2.  Or  se  non 
stanno  Queste  cose ,  che  '1  Ciel  volge  e 
governa.  Dopo  molto  volUr  che  fine  a- 
vranno?  Cecch.  Vot.  !^.  2.  E' ci  stette  an- 
co I  segno  Duo  meli 

STARE.  Acquetarsi,  Contentarsi;  e 
-"  usa  anche  in  signife.  neutr.  pass.  Lai. 
Slare,  acquiescere.  Gr.  épu.c-j£,^,  ,rjp- 
ys'--.  Pocc.  ncv.  45.  i5.  Ma  pur,  non 
mando  a  questo,  disse  a  Giacomino,  ec. 
E  nw.  56.  4.  Io  ne  sUro  alla  senlentia 
di  chiunque  voi  vorrete.  Bui.  Pur'.  20 
2.  ^on  v_olse  stare  al  consiglio  de'Baroni. 
Cecch.  i.ogl.  5.  9.  A  questo  mo'  no'  ci 
potremo  sUre.  Tac.  Da,:  Ann.  .2.  l58. 
Ale  lor  sentcnie  si  slesse,  come  fossero 
date  da  magislr^ili  di  Roma .  Amhr.  Co/. 
^  J.  Lo  vide  monna  Laura,  Che  'I  vide 
sola,  e  noi  altre  stiamoci  Al  dello  suo. 
^orgh.  Arm  fam.  101.  Giudicandosi  sot- 
tosopra quel  che  da  molli  e  in  molli  luo- 
ghi SI  la,  non  essere  scora  ragione,  o  al- 
manco senza  cagione,  me  ne  sto. 

STARE.   RiTerilo  a   tempo  ,  vale  Pas 
■are.  Stor.   Pisi.   ,0.   Stando  poco  tempo, 
lo  popolo  di  Firenze  chiamo  Capitano   di 
Pistoia  messer  Andrea  de'  Gherardini     F 
17.  Stando  pochi   giorni ,  e  messer  Carlo 
lece    una    grande  cavalcala  in  su   quel  .li 
Puloia    E  appresso.-  Stando  alquanto  pi. 
ciol  tempo,  1  Luchesi  cavalcarono  ec     £ 
io.    .Stelle    piij    di  ,    che  i  Eiorcnlini    e  i 
Lucchesi  non  lo  poterono  fornire.  *  Boce 
g-     a.     nov     8.    Ke    sta    poi  grande  spa- 
.0  che  ella  ec,  cme  se  moMa  non  fosse 
stala ,  nsurge ,  e  da  capo  comin,  la  ce.  / 
appre.,so:   Ke  stette  guari,   che  la  giova- 
ne.  quasi  niunj  di  queste  rose  siala  f..sse. 
ec.    (^)  Segr     Fior.  Ctiz.   !^.  ;,.    Sollecita, 
Dona  ,  per  1'  amor   ,li  Dio  ,    che    sou  g,i 
sonalo  le  Ire  ore.  0  non  i,  bene  sta,   mila 
notte  in  queste  pratirbe.   (C) 

*  ^  Poco  stando  ,  maniera  usala  d.i- 
gl  antichi  .he  ,„te  Passalo  poco  lem,,o 
''CO  dopo,  o  Stante.  ,V.  Agosl.  C  D.Ì 
-0.  Ed  essendo  egli  morto  p„c„  stando  o 
per  insidie.  „  per  qualunque  Jiro  m«lo 
"i    //  .  J-rosime    olimelo  )  .    (C) 

^a  ...-t.  Catil.  .'(,.  ,n  quella  mcdesLia 
notte,  poco  stando,  an.l.ssono  con  gmlr 
■rmala,  od  intias.ono  a  Cirorono  (  ,t  lai 


STA 

I  7«<.  -  Lasc.  Smr.  ,.  3.  O  oUa  «  mari- 
ter.  a  lu^  o  olla  si  sUri  cosi ,  Unto  ohe 
muoia  suo  padre,  o  Giovangualherto,  ohe 
a  ragione  di  mondo  oi  sono  siali  auii  più 
che  la  parte  loro.  "^ 

*  STARE.  Per  Perseverare,  ec.  Fior. 
■!>■  frane.  117.  E  sUndo  lungameiile  in 
lolosio  pnego,  si  intose  che  Iddio  Io  euu- 
direbbe.  (f  j 

*  STARE.  Per  Contentarsi.  Bocc.  g.  o 
»-  9  Se  li  piace  ,  si  U  piaccia  ;  se  ioì^, 
SI  le  ne  su  (sia  con  quel  che  e  è  di  pre- 
sente per  la  cena  )  .   (  l) 

*  S-TARE  .  Talora  vale  Rimettersi. 
Cuice.  iter    4.   242.  .Negato  di  conceder- 

eli    la    tii3    ^•.n  ._J.     


'■'   P-""''   r""l    /.    74.    n.ll,  questo  co.,; 
|o.„   stando     f..ce   sonare   le   lr.,mUrllo   (  it 
lai.  lui  paullulum  commoratus  ).  (I  ) 
STARE     livere.  Lai.  degert    (it.  ii^. 


..  .  -I-   — I—  -■'(,-»«  US  concreaer- 

gli  la  sua  dimanda,  consentirono  si  mesco- 
lasse tra  essi  in  abito  d'uno  de'  loro  SanU 
per  .stare  alla  fortuna  se  non  fosso  rico- 
nosciulo.  dì  salvarsi.  (Cj 

STARE.  Per  Andare.  Si  usa  r«  alai- 
ne  proprie  voci  e  maniere  ,  come  :  Piero 
e   slato  a  eaccia. 

S'IARE.  Parlandosi  di  botteghe,  o  di 
arle/iei,  vale  Lavorare,  Tenere  la  botte- 
ga aperta. 

STARE.  Con  espressione  del  prKuo,  ha 
lajorza  di  Costare,  Falere.  Lor.  Ned. 
And.  2.  4.  Subito  la  to' venderò,  s' io  la 
dovessi  dar  per  manco  duo  fiorini  eh' olla 
non  m.  su.  *  Cecch.  Dot.  3.  1.  Torro- 
gli  a  uileresso,  stienmi  a  quanto  si  voelio- 
no.  fA)  " 

STARE.  Per  Jslar  mallevadore.  Lai 
prcedem  esse  Gr.  l/yjr.rr^  ù>ou.  Lasc. 
("los  5.  16.  In  quanto  a  me  gU  ne  da- 
rò volentieri;  ma  non  so  già  so  egli  b 
vo,ra  ora  oc.  /..  Ve  ne  vo' star  io.  Am- 
»r.  Co/.  5.  6.  Orniè  i  mio'iannil  .tf.  sta 
di  grazu  Cheto,  eh  io  li  sto  io,  che  oon 
puoi  perdere  NuUa.  *  Farch.  Stor.  4. 
o.  Di  cotesto  ve  ne  voglio  star  io  por  un 
danaio^  anzi  por  una  ghiabaldana.   ^.V; 

STARE.  Per  Fruttare,  Rendere.  Fir 
nov.  7.  261.  Ancorchi-  e'  girasse  certi  suoi 
danaiuoli,  che  fra  ugioU  0  barn.ioU  e'  eli 
stavano  a  capo  all'  anno  a  trenutrò  e  un 
terzo  por  cento  U  manco  manco. 

STARE.  Per  Toccare,  Appartenere.  Lai 
.'gelare,  pertinere.  Frane.  Sacch.  no,: 
l83.  Tu  se'  di  fuori  sul  descbotto  ;  a  te 
sta  il  tagliare  .  *  Boce.  g.  Io.  n.  8.  Ci- 
S'Ppo  .  a  lo  sta  ornai  o  il  volerli  qui  ap- 
presso di  me  dimorare ,  o  volerti  00.  in 
Acaia  tornare.  (Fj  Pros.  Fior.  4.  86.  Per 
natura  in  noi  solamente  «liseguale  e  la 
bellissima  immagino  del  Creatore  nostro 
a  noi  sta  il  colorirla.  (TCJ 

STARE.  Avere  egital  proporzione  j  ter- 
'"Ine  geometrico.  Lai.  ita  se  haliere.  Gr. 
»=«•  aiJij'io.jj  t<''-/!zi.  Cai.  dìal.  mot. 
-y-  E  porche  nella  parabola  F  B  A  U 
A  B  alla  B  C  sia  come  il  quadrata  della 
FA  al  quadralo  di  C  N,  i  manifesto  oc. 
Al.'.  Prop.  i65.  Imperciocché  A  D,  D 
0  sta.  per  ragion  de'  triangoli  simili,  co- 
me  G  E  ad  E  B. 

STARE.  Sia,  dello  così  assolutameiilr 
e  maniera  colla  quale  si  chiede  silenzio,  ó 
attenzione  dall' uditore.  Lai.  enen.payli- 
sper  mane.  <„rA.  Core.  1.  3.  Ma  sU 
che  grida  son  quello?  E  .<;iia,:  2.  2.  Su' 
eh  1  1  ho  trovala,  lo  1'  ho  trova,.  p,r  „«' 
fedo.  Amhr.  Coj:^.,o.  Ma  ,u  ;  log.'" 
■lua  cane,  l„  facchin  d'  un  fomero?  Buon 
f>'r.  I.  2.  4.  Sia,  eh' IO  n' bo  vodui  uno 
far  capolino,  o  porgerci  l'oroochio. 

STARE.  Retto  dal  ,-erbo  Fare.  Dicia- 
mo I- are  stare  alcuno,  e  vale  Costrmee, - 
lo  a  quel  eh-  e' non  vorrehi.,.  TeneHo  a 
accre.  Tenerlo  a  segno.  L.l.  eompellm. 
Gr  .BTH^ye,,.  Ceech.  Isaii.  Cr  1.  h 
>oi  poirrste  dar  forse  in  qualcun  .liro. 
Che  V.  farebbe  „are  E  2.  6.  Qoand'  e' 
».nti  fli  e' SI  faceva  stare  V,.,i,.,  „„,r, 
lac.  Dav.  Stor  2.  277  Si  violavano  ne, 
'I    padiiilioni    superlumonlo    d'  aver    f.iio 


STA 


STA 


STA 


l36^ 


slait*  i  QuaUordìcciimaiii  (il  testo  hi.  ha 
vorrc'iUn.).  ìarch.  Ervol.  ^9-  S'è' si  vuol 
iiiu»trure,  lui  essere  uomo  per  aggirare  e 
l'are  ^lurc  gli  altri ,  sì  tiicc  ce.  lìuon- 
l'ii'r.  I.  !\.  tì.  IJÌ  quei  eh'  a  pucu  a  poco 
Si  vautau  d'  aver  tallo  or  uuu  stare  ,  Un 
altro  ritirare. 

STARE.  Hetto  dal  i-eròo  Lasciare,  i-d- 
le  Vt^tsterr,  l 'essar  di  /art.  Lat.  desiste' 
re,  Jesiuerv,  pratcrtre.  Gr.  a7roiy;'/«iv. 
Din.  Conip.  2.  44-  Tanto  crclilie  il  bia- 
simo per  la  ciltà,  cbe  egli  lasciò  stare. 

§.  I.  I.asciaix  stare  chicc/iessìa ,  vale 
?ion  l*  inijtiWtarc,  Cessar  di  notarlo.  Bocc. 
nov.  ^7-  l8-  Uilito  il  comamlameolo  del 
suo  signore,  la&riala  star  Ivi,  a  lui  se  oc 
ritorno.  1  it.  SS.  Pad.  i.  l6.  ^c  il  ni- 
mico lo  lascioe  poi  stare. 

§.  li.  /asciare  stare,  vale  anche  IVon 
toccare,  iVo/i  ricercare^  ?i'ou  muovere.  Pe- 
tr.  son.  210>  Perchè  morie  iura  Prima  i 
migliori  ,  e  lascia  stare  i  rei.  Bocc.  iwv. 
67.  8-  Che  ella,  lasciandolo  stare  nella 
lorma  nella  qual  si  stava,  l'osse  contenta 
che  egli  r amasse-  ^  AVr.  Art,  J'cir.  i. 
'jS.  Però  nella  era  presso  la  lumella  della 
fornace  vi  si  Usci  stare  per  quattro  gior- 
ni. (C) 

§.  111.  Lasciami  staiv,  talora  in  modo 
basso  si  usa  in  forza  di  nome  j  onde  di' 
damo  :  J^eno  di  lasciami  starv  j  e  vale 
I^eno  di  noia ,  0  d*  inquietudine  ,  o  di 
stracchezza  j  Infastidito,  Stracco.  Car. 
Ictt.  2.  1^1.  Dovrà  non  maravigliarsi  ,  e 
scusarmi  anco  se  souo  stato  tanlo  ìd6d- 
gardo  a  rispondere  ec,  trovandomi  anco- 
ra accapacciatOj  e  pieno  di  lasciami  stare. 
^  §.  iV.  Lasciamo  stare,  maniera  che 
SI  usa  in  fuirentesi  ,  e  vale  Per  non  di- 
re, i\ort  mettendo  in  conto,  ^'on  pensiamo, 
o  non  parliamo  di  ciò  ec.  Liocc.  g.  1.  n. 
2.  Quasi  iddio,  lasciamo  stare  il  significa- 
to de'vocalioli,  ma  la  intenzione  de*  pes- 
simi animi  non  conoscesse  .  L-  g.  2.  n. 
5.  Ljzcianio  slare  all' amore  che  a  me  , 
come  a  sua  Bgliuola,  non  nata  d'  una  fan- 
te, ne  di  vii  femmina,  doveva  portare 
(cioè,  non  pensiamo  all'amore  ce).  E  g. 
2.  n.  8.  Ma  lasciando  questo  stare  al  pre- 
dente ce. ,  ad  Elisa  rivolta,  impose  ec. 
(cioè,  lasciando  di  parlar  di  ciò) .  E  g.  3. 
il.  5.  Lascio  stare  de' costumi  laudevoli  ec. 
che  in  voi  sono  (cioè,  non  parlo).  E  g. 
7.  n.  3.  E,  che  è  peggio,  (lasciamo  sta- 
re d'aver  le  lor  celle  piene  di  alljerelii 
ec.  )  essi  non  si  vergognano  ec.  Borgh. 
Tose.  352.  Se  Dando  a  Lucca,  che  non 
r  arebbe  fallo,  se  non  vi  fusse  stato  luo- 
go, lasciamo  star  forte  (  cioè,  non  diciani 
forte  ) ,  che  questo  lo  poteva  far  la  disci- 
plina della  milizia  romana,  ma  capace  ed 
allo  a  ricevere  un  esercito  consolare.  E 
Col.  Lat.  3o5.  Perchè,  lasciamo  stare  che 
questo  ce  Or>  lasciando  tutto  questo,  di- 
ciamo pure  che  co.  (l  ) 

STARE.  Jccompagnato  cogli  add.,  ha  la 
forza  del  verbo  Essei-e.  Lat.  esse.  Gr. 
«tvcu.  liocc.  Introd.  53.  Al  governo  del- 
le camere  delle  donne  intente  vogliamo 
ohe  stieno.  E  nov.  2.  12.  Per  la  qual 
oo&a>  dove  io  rigido  e  duro  stava  a'  tuoi 
conforti,  ec.  E  nov.  IO-  3.  Come  statue 
di  marmo,  mutole  e  insensibili  stanno.  E 
nov.  12.  16.  Deh  .  Hinalitu  ,  perché  st.ite 
voi  così  pensoso?  E  nov.  33.  l6.  Il  Du- 
ca pur  l'ermo  a  volerne  far  giustizia  sta- 
va. £  nov.  43.  i5.  Ma  ricordandosi  là 
dove  era,  tutta  riscossasi  stelle  cheta.  Dant. 
inf  32.  Là  dove  i  peccatori  stanno  fre- 
schi. E  Par.  l5.  Piovendo  gli  occhi,  che 
stavan  sicuri.  E  3i-  E  'l  f;audio  mi  facea 
LihitA)  non  udire ,  e  starmi  mulo.  Stor. 
Pist.  l6.  Stette  la  città  scorsa  tutto  quel 
di. 

STARE.     Cogl'  inf  aiti   de'  verbi,   me- 
diante la  particella   A,  0    AD  ,  dà  grazia^ 


ma  non  aggtugnc,  o  muta  la  signifcazio- 
ne;  onde  tanto  è  a  dire  Io  sto  ad  ascol^ 
tare,  quanto  lo  ascollo.  Jìocc.  nov.  20. 
!i.  Incominciò  ad  insegnare  a  cosici  un 
calendario  buono  da  lanciuUi  che  stanno 
a  leggere.  E  nov.  A5.  5.  Ella  non  mi 
starchiie  mai  ad  ascollare.  Cron.  Mordi. 
336.  Fatto  qufsto  ,  andaromt  agli  anziani, 
e  stettono  a  scdi-re  con  loro.  Boez.  ì'ar- 
ch.  1.  pros.  4-  Ma  sta  pure  a  udire.  Bern. 
Ori.  1.  22.  4^-  Io  d*  altra  parte  non  stet- 
ti a  dormire.  Ma  per  la  tomba  me  n'an- 
dai sotterra.  /•;  rim.  1.  35.  O  buona  gen - 
te,  che  stole  a  udire  ,  Sturatevi  gli  orec- 
chi della  lesta,  ec. 

STARE.  Congiunto  agi' inf  nifi  de' ver- 
bi colla  particella  PER,  vale  Essere  in 
procinto,  o  in  rischio  di  quella  tal  cosa  da 
quegli  inf  nifi  significata  j  come:  Sto  per 
correre.  Sto  per  tor  moglie,  ec.  Lat.  pa- 
rum  abessc.  Gr.  fj.ixpo-j  oeX-i.^  Cecch. 
Stiav.  prol.  E  pur  con  tutto  ciò  Ìo  sto 
per  dirvelo. 

f  g.  Talora  vale  Significare.  Lat-  va- 
lere, significare.  Gr.  5V5/J.ai'vsiv.  Olt.  Com. 
Purg.  16*.  282.  Idi,  da  edo  edis,  che  sta 
per  mangiare;  gli  antichi  facevano  in  quel- 
li Idi  certi  mangiari.  Bui.  l'urg.  3l.  I. 
Viene  da  sterno,  sternis,  che  sta  per  ab- 
battere. 

STARE.  Cogl'infiniti  de' verbi,  e  colle 
particelle  IS  SVL,' dinota  l'  Esser  vicino 
a  far  quell'  azione,  0  pure  Ear  quella  co- 
sa di  genio,  ù  per  professione  j  come  Sta- 
re in  sul  comprar  grani.  Farne  l'  incet- 
ta, o  anche  Esser  risoluto  di  comprar 
grani  j  Star  sulla  caccia.  Avervi  genio  , 
Dilettarsene. 

STARE.  Co'  gerundi  de*  verbi  esprime 
l'  azione  significata  dal  verbo  da  cui  si 
trae  il  gerundio j  come  Star  leggendo. 
Star  mangiando,  che  significano  Leggere, 
Mangiare  attualmente. 

STARE,  /ietto  da  altri  verbi,  come  pu- 
re accompagnalo  da  varie  particelle,  0  da 
diversi  nomi, forma  moltissime  locuzioni, 
anche  non  comprese  nelle  suddette  dichia- 
razioni generiche  j  onde  della  più  parte  , 
e  dell'  une  e  dell'  altre  .vi  farà  appresso 
menzione  col  solito  ordine  dell'  alfabeto. 

STARE  A  BADA.  Trattenersi,  fialoc- 
carsi.  Lat.  morari,  moram  trahere.  Gr. 
jui'>i£iv.  0.  r.  II.  l33.  I.  stando  a  ba- 
da co' Pisani,  e  fermi,  gli  straccavano  e 
consumavano.  Buon.  Eier.  1.  3.  4-  Se  si 
potesse  dire  esalazione,  Ricreazion,  riposo, 
refrii^crio  L"n  lungo  cicalare  e  stare  a  ba- 
da. Noi  abbiamo  esalato. 

g.  Stare  a  bada,  lo  stesso  che  Stare  a 
speranza,  0  in  aspettativa  di  checchessia, 
l'ani.  Inf  3l.  Tal  parve  Anteo  a  me  , 
che  stava  a  bada  Di  \edcrlu  chinare. 

STARE  A  BA^CO.  Slare  igiudici  nel 
tribunale  per  proferir     le  .•sentenze. 

;;:  STARE  A  BECCATELLE.  Conten- 
tarsi di  piccole  cose.  P'.  BECCATELLA, 
§.   U.(i} 

STABE  A  BOCCA  APERTA.  Ascolta- 
re con  attenzione.  Lat.  intenta  ora  tenere. 
Gr.  avax«5/£iv.  f'arch.  Ercol.  cji.  Sta- 
re a  bocca  aperta  significa  quello  che  Vir- 
gilio spresse  nel  primo  verso  del  secondo 
libro  dell' Eneida:  Conticuere  omnes,  in- 
tentique  ora  lenebanl.  Boez.  f'arch.  3. 
pros.  I.  Pieno  di  stupore  stava  cogli  orec- 
chi tesi  e  a  bocca  aperta  per  ascoltarla. 
§.  Per  Aspettare  con  desiderio.  Sen. 
Ben.  P'arch.  4-  20.  Costui  sta  a  bocca 
aperta  aspettando  che  l'  amico  muoia.  Boez. 
ì'arch.  3.  pros.  3  Stanno  sempre  a  boc- 
ca aperta,  e  sempre  chieggiono  alcuna  co- 
sa. Beni.  Ori.  2.  2.  2.  Che  le  disgrazie 
stanno  a  bocca  aperta ,  E  la  miseria  e  la 
ver);ogna  e    '1  danno- 

STARE  A  BOTTEGA  Esercitare  gli 
'  artefici    qualche    mestiem    nelle    botteghe. 


Lat.  offìcinam  habere.  Gr.  ''pyoi.'srnpto-f 
ixn-j.  La.vc.  Pinz.  1.  4-  Almcn  fussì  tu 
da  tanto,  che  tu  sapessi  stare  a  bottega. 
Cecch.  Esali.  Cr.  5.  3.  E  però  sana 
me'  stare  a  bottega. 

*  §.  J  ale  anche  Aver  bottega  in  tal 
luogo.  Eranc.  Sacch.  nov.  164.  Andò  al 
canto  de'  tre  mugghi,  là  dove  stava  a  bot- 
tega.  (J-) 

STABE  A  BRACE.  Star  .lenza  consi- 
derazione. Vivere  inconsideratamente.  ì'. 
BRACE,  §    IL 

s:j   STARE    A     BUONA     SPERANZA 
Sperar    bene  .    Bocc.  g.  2.    n.   3.   Il   con- 
forto ,  e  gli  disse  che    a    buono    speranza 
stesse.    /'.*  g.   3.  n.   5.  Contòrtati  ,  e  sta*   a 
buona   speranza.  (  P' ) 

STARE  A  CALCOLO.  Conteggiar  ve- 
condo   il  calcolo. 

STARE  A  CAMPO.  Essere  accampato. 
Lat.  in  ade  esse.   Gr.  crpaTìuìtv.  G.  J  . 

7.  119.  4-  ^-^  stando  a  campo,  la  villa  di 
S.  Giovanni  Batista  fu  il  maggiore  lurbi- 
ro  di  vento  e  d'  acqua  che   si    ricordi.   E 

8.  35.  8.  U  tappeto  sopra  la  terra  è  il 
letto  de'  maggiori,  e  sempre  stanno  a  cam- 
po. Cron.  Morell.  335.  Infra  questo  tem- 
po si    stelle   a    campo  a   Vico. 

STARE  A  CANNA  BADATA.  Stare 
con  tutta  P  applicazione  possibile.  Ved. 
CANNA,  §.  XV. 

STAllE  A  CKV^l.\.0.  Esser  per  l'  ap- 
punto, uè  più  ne  meno.  Lai.  adamussim 
esse.  Gr.  Itti' cras/A/'iV  £tvat.  Tac.  Dav. 
Ann.  l'i.  178.  Stare  l' altre  cose  per  tut- 
to r  Imperio  bene  e  a  capello,  se  regges- 
se come  Trasea,   e   non    Nerone. 

STABE  A  CAPO  ALL'  INGIÙ'.  Vale 
Stare  capovolto  co'  piedi  verso  la  parte  su- 
periore. 

STABE  A  CAPO  ALTO  .  Tenere  il 
capo  alto  ;  e  figuratam.  ì'ivere  con 
fasto  e  con   superbia. 

STABE  A  CAPO  CHINO,  o  BASSO  . 
Slare  col  capo  basso.  Lat.  dentissum  ca- 
put tenere.  Gr.  /.a&siu.ì'v,v  /EyaÀwv 
h/^tiv.  /Ir.  Eur.  X.  l\0.  Pensoso  più 
d'  un'  ora  a  capo  basso  Stelle  ,  Signore  , 
il    cavalier    dolente. 

STARE  A  CAPRICCIO.  Vivere  non 
usando  la  ragione ,  0  senza  considerazio- 
ne. Lai.  inconsulto  esse.  Gr.  TT^pa  npo- 
ùU'pfiiV    £(  vc.t . 

STABE  A  CASA.  Abitare.  *  » /Jocc. 
38-   7.   Spiato  là    dove    ella    stesse    a 


nov. 

casa,  secondo  l'  usanza  de*  giovani  inna- 
morali ,  incominciò  a  passare  davanti  a 
lei  »  .  (IS)  Celi.  Sport.  5.  5.  Mona  Lai- 
domine  che  sta  a  casa  allato  a  Ghirigo- 
ro. rO  Cecch.  Dot.  3.  3.  Io  credo,  la  di- 
sgrazia  Stia  a  casa  costì. 

g.  I.  Talora  vale  Star  fermo  nel  pro- 
prio paese.  M.  V-  6.  72.  Che  catuno  dei 
delti  balestrieri  ec.  ,  standosi  a  casa  sua  . 
avesse  ogni  mese  soldi  20  di  provvisioE*- 
dal   Comune. 

g.  II.  Slare  a  ca.ta  e  bottega  ,  vale  A- 
ver  la  casa  longiunta  colla  bottega.  Alleg. 
58.  Colà  stanno  a  pigiou  forse  gli  Dei  , 
E  qua  a  casa  e  bottega  i  pensier  miei 
(qui  ver  similit). 

STARE  A  CASO.  Vivere  senza  consi- 
derazione. Lat.  incaute  vivere.  Gr.  £ixv^- 
Stouv. 

STARE  A  CAVALIERE.  .E^Tjere  aldi- 
sopra.  Essere  a  vantaggio.  Ved.  CAV.A.- 
LIERE,  g.  XIV. 

STARE  A  CAVALLO.  Cavalcare.  Lai. 
equitare.  Gr.  iTTTey'eiv.  Frane.  Sacch. 
nov.  l3.  Domandando  la  menda,  fu  dello 
che  non  era  stato  a  cavallo  come  si  do- 
vea.  Cani.  Cam.  216.  E  staremo  a  cavai 
quanto  vorrete  ;  Farem  per  ora  sette  mi- 
glia e  otto.  E  436.  Chi  come  noi  ha  for- 
te e  dura  schiena,  Stando  a  cavallo  ardi- 
tamente prova. 


1364 


STA 


§.  1.  Stare  a  rma/h,  fguratam.  vale 
Esstreal  J,  so^pra.  L.1I.  in  lulo  c.,.<e.  Gr 
«v  a/.vOuv6i  ève.  M.  I  .  8.  fe.  Veggen- 
dosi  1  Sancsi  maocari-  la  delta  spirania 
in  sulla  «juale  slavano  vcnlosanicnle  a  ca' 
Tallo. 

S-  II.  Stare  a  (aval  deljosso,  tale  Es- 
lere  in   islato  sicuro,  Ai>er  ianlascw 

STARE  ACCOHTO.  y^v.erlnc,  JSa. 
dare. 

STARE  A  CEKA.  Cenare.  Lai.  ca:na. 
re.  Or.    oiinvfrv. 

STARE  A  CHICS-  OCCHI.  /V.r««„. 
-a  u.tar  la  doluta  attenzione  e  i  conve- 
nienti riguardi.  Lai.  incaute,  inconsulte 
vivere. 

§.  E    talora  vale  Ilver  sicuro  e  nuieto 

STARE  A  CDLEZIOKE  .  Far  cole, 
zione. 

*  STARE  A  COMPAGNIA.  Essercom- 
pagno.  Cavale.  Med.  cuor.  ]8o.  Creden- 
do pur  che  ,Ila  volesse  una  che  Messe  a 
sua  conipa,:;uia    e    servigio,    (f'j 

STARE  A  COMPETENZA.  Compe. 
tere.  ' 

STARE  A  COMUNE,  o  A  COMUNI- 
TÀ. J'ivere  in  comunione.  Lai.  in  coni- 
muni  esse.  Gr.  su/^^iojv.  Cron.  teli. 
10.  Allreltanli  n'  avca  avuti  di  dono  dal- 
l' erede  di  messer  Niccolò  Gianfigliaizi  al 
tempo  che  stavano  a  comunità,  de'  quali 
al  tempo  della  divisa  non  era  l'alto  ri- 
cordo. 

STARE  A  CONCISTORO.  Far  conci. 
.«oro,  ^s-,vfrc  in  a.i.iemblea,  a  consiglio. 
J.at.  consilium  liahcre.  Gr.  ^vup.o'  Jei,'- 
oa«<.  Bern.  Uri.  X  ,.  67.  F.  stando  in 
cerchio,  come  a  concistoro,  Venne  di  da- 
me una   nuova  brigata. 

STARE  A  CONTO.  Sottoporsi  al  con. 
to  da  farsi. 

§.  I.  Stare  a  conto,  vale  anche  Dover 
pagar  la  rata. 

g.  II.  Stare  a  conto  d'  uno,  vale  Atte- 
nere a  lui   l'utile,  o  'I  danno 

STARE  A  CORDA.  Essere  nello  steso 
livello,  hssere  a  dirittura,  l  ed.  A  COR- 
DA, §. 

STARE  A  CORTE.  Esser  cortigiano. 
Servire  nel  palazzo   del   Principe 

STARE  A  Ct.QRE.  ^ver  passione, 
Aver  premura.  Lat.    cordi  esse.  Gr.    «e. 

*  STARE  A  CURA  D'  UNO.  .r.„ere 
.to((o  la  custodia  il'  uno.  Salv.  Spia.  2  3 
Essendo  ella  dalla  molte  d.lla  madre  ec.' 
slata  sempre  a  cura  di  Madonna  Lucrc- 
lia.  fCj 

STARE  AD  AGIO.  Star  comodo.  M. 
I  ■  5.  56  Per  potere  slare  più  ad  agio, 
SI   divisono     in     più    compagne. 

STARE   AD   ALBERGO.   Alliergare 

STARE  AD  ALCUNO,  IN  ALlUKO 
o  PER  ALCUNO.  Iipcnderc  ria  alcuno  'j 
Aver  esso  r  autorità  ;  Essere  in  .uw  po'. 
tere,  in  suo  arbitrio,  in  sua  balia.  L.it. 
^licuius  poteslale.^es.»- ,   per    aliqiiem 


STA 

te.  noce.  nov.  56.  3.  Ancora  tì  farò  più, 
che  10  ne  staro  alla  sentenria  di  chiunque 
VOI  vorrete. 

'e  %.  IL  Starsi  ad  alcuno,  vale  Fidar- 

7k,',\  nT^f"^-  -""-^  p"^-  ^'  "■'"■■ 

IBII)  Pafni,  li  tuo  Pane  è  molto  femmi- 
mero  ;  per  che  io  non  mi  posso  stare  sc- 
curamente  a  lui.  CM) 

STARE  AD   A.-iSEDIO. -^we^mrr.  Te- 
nere as.„dialo,  rtimorare  all'  assedio.  Lat. 
oA.r„/ere.    «Ir.    :To).o;;^irv.    Stor.  l'ist.  56. 
•landosi  ad   assedio,  Uguiccione  eli- 


S   T   A 


he  trattato  d  avere  la  città  di  Pistoia.  Cro- 
nicliel,  d-  ^mar.  181.  Mandarono  l'oste 
generale  a  Bihhiena,  e  assediaronla,  e  stel- 
lonvi  a  assedio  cii„|ue  mesi.  *  Kov.  ani. 
ó.  .piando  lo  re  Alessandro  alla  città  di 
Cixlre  con  moltitudine  di  gente  ad  asse- 
dio. iMin) 

STARE  ADDIETRO.  Dimorare  addie. 
tra.  Tenersi  addietro.  Cedere. 

STARE  ADDOS.SO.  Premere,  Posare 
sopraiheclie.fs.a.  J a.u.  Spir.  5.  IO.  Per 
nna  le,  che  lo  spirilo  non  era  sempUce  a 
starle  addosso. 

§.  Slare  aHdos.!0,fguralam.  vale  Tre,. 
sare,  Jncalzare.  Lat.  urgere.  Gr.  tT'i- 
"'',"''■  !'"!'■'''"■-  '8'  h-  Là -ve  di  e  noìle 
slammi  Adilosso  col  poder  e'  ha  in  voi 
raccolto.  Pecor.  g.  ig.  /,„//.  Oimé,  For- 
tuna, non  mi  slare  addosso;  Ahhi  pietà  di 
nie  ,  che  più  non  posso. 

STARE  A  DEKTl  SECCHI.  Star 
senza  mangiare;  e  figuralam.  Starsi  .len- 
za operare,  a  non  volendo,  o  non  s-arri- 
schiando,  o  non  avendo  modo.  Lai  osci- 
lanler  morari.  Gr.  /a&o/xsrv  .  Salv. 
Oranck.  3.  l^.  E  starsi  a  denti  secchi  e 
colle  mani  Cortesi,  come  un  hoto  .  J or 
Med.   canz.   '.'..   e.  "      ' 


Contentate  gli  appetiti. 


l'I  alicuius  j,oleslale^es.ie  ,   per    aliqiicn 
■ytare.   Gr.  ti  Tivi    «ivae.    Voce.  nov.  29. 
12.    PnganiKdo,    che  se  per  lei   stesse  di 
non   venire  al  suo   contado,  gliele  signiB- 
casse.   I.  nov.  l^!^.   [^.   A    te    sta    il    trovar 
modo  allo    scampo    della    lua   vita  e  della 
mia     /,  appres.,o:  Per  me  non  istarà  mai 
cena  che  a  giado  li  sia  fcio'e,  da   me  non 
mancherà)     I    g.  5  /.    I.   A   voi,  madon- 
na, sta  oniai  lì  comandare    A'  nov    5"    7 
.Se   voi^  volel,'  in  piegiudirio  del  mio  cor- 
|io   e  della    vostra    anima    esser    di    quella 
esecutore  ,  a  voi   sta  .    /■.'  nov.    7^.  3.    La 
donna  disse  :  messere  ,  questo  ila  pure  a 
VOI  .    Cecch.   Spir.  5.  4.  A  voi   sta    ora  il 
«luiclare  il  tulio  .    Sen.    lìen.    Vanii     5. 
36.   A  te   sta  in  quale   di  questi   due  mo^ 
di  mio  padre   non  ahhia  accusatore. 

g.    I.   Slar.lene  a  uno  ,   0   alla  .sentenza 
d-  uno  ,   vale   fìimeller.ii  in  lui  picnanicn-  I 


«on  isialc  a  denti  secclii .  Fir.  Trin  j 
l.KrredctccVcUa  si  vogjia  stare  a  dènti 
sccrlii  ? 

STARE  A  DENTRO  .  Essere  inden. 
tro  ,  Essere  internalo .  Lai.  peniliora  te- 
nere . 

STARE  A  DESINARE.  Desinare.  Lai 
prandere.    Gr.  a^cuTKv. 

STARE  A  DETTA.  Seguire  il  dello  de- 
gli  altri  ,  (Jiielarsi  all'  opinione  alimi . 
Lai.  aliorum  senlenlia-  slare,  ac/uiesce- 
7'  '^'i  'yrpfà-'  t'ìmi  ù)ìm.  lìiion. 
Iier.  ì.  4.  [^.  Or  quinci,  or  quindi  Si 
stanno  a  della  di  tulle  le  cose.  Malm.  1. 
80.  Ed  10  ,  che  non  ne  ho  gran  cogni- 
zione, E  sempre  me  ne  sono  slato  a  del- 
ta  ec. 

STARE  A  DETTO  .  Lo  slesso  che 
Stare  a  della.  ì  arch.  Ercot  gq.  D'uno 
il  quale  non  s' intenda,  o  n.in  voglia  ini- 
p.'ieciars,  d'alcuna  faccenda,  intervenen 
dovi  solo  per  hel  parere  e  per  un  verhi. 
grana,  rimettendosene  agli  altri,  si  dice' 
■I  tale  se  ne  sta  a  detto.  E  261.  Comec- 
f  he  egli  SI  mostrasse  da  prima  mollo  scre- 
dente ,  e  uomo  da  non  volerne  slare  a 
detto,  /iern.  rim.  1.  20.  Chi  vuol  sai.e'r 
se  Je  pesche  son  huone  ec.  ,  Sticsene  a 
detto  dell'  altre  persone. 

STARE    A    DIETA       Cibarsi   parca- 
mente . 

STARE    A    DIPORTO.     Dipelarsi 
Lai.  feriari.  oliari.  Gr.  SX"'»?""».  Alam. 
I  oli.  2.   38.  E  '1  huon  nocchier,  che  sul- 
la  i.oppa  assiso  Pur  or  cantando  a  suo  di- 
porlo  slava,  ec. 

STARE  A  DIRITTO.  Kon  pendere 
da  veruno  de'  lati  .  fsser  nella  dovuta 
dmllura  .  Lai.  slare  recium.  Gr.  o'c Sue 
•  sTavai .  '^       ' 

STARE  A  DISAGIO.  Disagiarsi,  Pa- 
tir  disagio,  tal  ineommenle  se  hal-eir 
'■■•  x^iafu,  ?x«'»-  Jlocc.  nov.  un.  I.-J. 
•Mando  an.i  a  disagio,  che  no ,  nell'  arca 
rhc  era  piccola  ce.,  lo  fé'  pieg.r,  ,  ,  ,,,. 
prcs.o  cadere.   lYoi:  ani    100    14,   Disse- 


gli  rome  gli  pesava  eh'  egli  era  stato  Uslff 
rinchiuso  a  disagio  santa  ragione.  Ceeeh 
Dot.  ^^.  2.  S'io  lo  sapessi,  credi  tu  che 
10  stessi  a  disagio  per  udirlo?  Bern.  Ori. 
1.  7-  80.  Paimi  veder  hinaldo  in  qnel 
r"'»B'o.  Ancorché  si.  si  hel,  jtare  a  di- 
sagio. 

t  •'  S-  Fu  dello  anche  per  iselimo 
delle  vivande  che  sono  ,„  Invola,  e"  con. 
vitali  indugiano,  lase.  Parenl.  A.  7.  An- 
diamo  a  desuiare,  ehi  le  viTande  sUnno  > 
ni-sapio.  (Vj 

STARE  A  DISCREZIONE.  £,«„„,. 
ro  /   arbitrio  altrui. 

STAKE  A  DONDOLARSI,  o  A  DON. 
DOLO.  Dondolarsi.  Lat.  moras  neclere 
Gr.  «v,e5,,:v  „„,=T,3o,..  Jìronz.  rim. 
l'uri.  3.  48.  E  stando  lutto  l'anno  a  don- 
dolarsi  ,  .'•enipre  ci  giidi  e  dica  viUania  . 
<e,ch.  Inc.  I.  3.  lo  mi  slaro  li  a  dondolo 
Senaa  so.spetto.  E  !,.  i.  L'altr'è,  con,' io 
potrò  star  seco  a  dondolo.  Che  in  qualche 
mo  non  se  n'  avvegga  mogliama  .  *  E 
I  rov.  5^.  An.ora  dondolo  vuol  dire  pas- 
satempo e  spasso;  ma  si  dice  10  sono  .Ulo 
a  dondolo.  (C) 

STARE  A  DORMIRE.  Dormire;  e  fi. 
guralam.  vale  I  .,sere  ozioso,  o  .rpensiera- 
to.  Lai.  oliari.  Gr.  cvoìattn 

STARE  A  DOVERE.  Slari  seconde  il 
dovere  ,  secondo  la  convenienza  ,  eiutla- 
mente,  * 

STARE  A  DOZZINA  .  r,,rre  con  gli 
altri  a  tavola  comune,  pagando  la  pal- 
tuila  mercede.  *  Jlern.  Ori.  2.  '.  49  Ma 
non   volea  colui  slare  a  doiiina.   CV; 

•e  STARE  AD  INO.  Fidarsi  d- uno . 
tecch.  Aenig.  I.  ,.  statene  a  me  pur 
sicuro  ;  cosi  fuisino  e'  miei ,  se  già  non 
tosse  star  sicuro  ad  uno.  iV) 

STARE    A    ^•IDA^ZA    D'  ALCUNO 
Eid„r.<i  d,  lui.  M.   /  .   ,0.  33.  Di' a  ina 
madre,  che  non  stia  a  mia  Bdania,  eh'  io 
noi  voglio  fare. 

STARE  A  FILO.   Essere  in  diritluro 
S-   figuralam.  vale   Ester  pronto     ap- 
parecchialo,    in  punto.    Lai.  paratum  es- 
se.  Gr.  ~^0&UjU(v  Si  vai. 

•t  STARE   A  FONDO  .     Aon  galleg. 

f'T  .';,'"•,*""■'■«' '  "''  ^•■'^''?eo9a,. 
Oal.  (.«//.  241.  Preparata  una  tal  materia 
<■<••.  e  fallala  tanto  grave,  eh'  ella  stia  al 
fondo,    ec. 

STARE   A    FRONTE.   Start  a  rincon. 
tro,   a   dirimpetto. 

t  §  l'igiiratam.  vale  Slare  a  compe- 
tenia  ,  a  /«  per  l„.  Lai.  crrMre.  Gr. 
a9)..v.  lìern.  Ori.  2.  l5.  32.  Or  s'è- 
gh  e  l,ile  Orlando  paladino.  Come  costui 
che  meco  a  Ironie  è  stato,  Tristo  Agra- 
mante  ed  ogni  Saracino  ec. 
^,*    STARE    A    FRUSSI.     /.     FRUS- 

STARE  A  CALLA.  Sostenersi  sulp  ae- 
i/un,  I  alleggiare.  \-i\.  innalare,  supma- 
tare.  Gr.  €Ti:T«)a;iiv,  i'v„,'xc53ac.  lìocc 
lenii  12.  Arni  SODO  si  lieve,  che  io  ito 
a  galla.  Cam.  Cam.  225.  Quando  pio- 
ve,  in  salti  e  in  rami  1  ranocchi  a  galla 
stanno.  Cai.  Cali.  225.  L'  acqua  nel  ghiac. 
ciarsi  cresce  di  mole,  e  '1  ghiaccio  iii 
ratto  e  più  leggier  deU' acqua,  Mandivi 
a  galla. 

S.  I.  Per  .rimili i.  si  dice  anche  delle 
eote  che  stanno  sulla  superficie  della 
terra,  e  poco  addentro.  Pav.  'Colt.  176 
Generalmente  poni  adeniro  ;  ma  dicono 
rhe  I  mandorli,  e  1  .susini  amano  di  sUre 
a  galla. 

S-  Il  Figuralam.  vale  Esser  supe- 
riore. ' 

STARE  A   GRATTARSI  LA  PANCIA. 

/  J.n-rr  ,„  ozio  vile.  Lai.  oeiari  .  ocio  in. 
d'ilgere.  Gr.  <>xo)«;.„,  «^-y.T,.  .-.en. 
Zen.  I  areh.  4  i3.  Attendere  a  ingras- 
lare   col    mangiare    e     col   here   i    rojtri 


STA. 

„rpi,  i  qu,Ii  so-o  pallidi  non  per  Jlro 
""ier  non  fare  «erci.io  .,.a>,  standoT, 
:,V-incon.inov„.«.ioagraUarv.(«™c 

"    5   BUoLa  che  Mnnle-M.ote  suo  padre 
li,   .lalo  e%uo   avolo  A  (j'^uHars.  la  pan.. a. 

«ppartcch.olo  e  ■/<-,..rffro.<o.  ;  .GREMBO, 

^7tABE  a  Gl'ADAOO.  /^-'r  A"'" 

Sfa»/,     ^rr    i3.  2.  Oiando   si  Ma  a  gua- 
dano sl!C:o=  se   si  Wia  d"  orare.  aSora 


"  sV^BE^a'gDARDIA.    Fssrr    ru.toai 

a^esi  manuali  eccUsiasl.c.  s.avano  a  guar- 
dia  del    proprio    sag.estaoo. 

g.    1.   Wr    Cuord.ir.,i.    Lai.    .<e   (■«■'-' ■ 

C«\J  non  6l.  polto  nuocere  mente,  pcr- 
cht  stava  a  grande  guard.a.  h  58.  Oa- 
SCUDO  stava  a  tanta  puard.a,  che  non  pò- 
le.  essere  offeso  dJl' altro.  /.'..I.  P-rg. 
ao.  2.  Comando  ai  suoi  baroni,  che  sles- 
sono  a  buona  guardia- 

*  S.  11.  .'■lare  a  guardia  A  '"'«  eo-'a, 
,.aU  Custodirla.  Tass.  Cer.  3  9-  Dalla 
citlade  intanto  un.  eh'  alla  guarda  Sta  d 
alta  torre,  e  scuopre  i  monti  e  .  camp., 
re.  (  Guarda,  per  Guard.a,  uso  amhe  al 
.a»(.  12.  ..(.  4Ì  Kssi  vanchel.  mnanr,  ; 
onde  la  guarda.  All' arme  aU  arme,  malto 
suon  raddoppia)  .  (H)  .. 

STABE  AI.^TO.  Starsene  senza  appli- 
care a  cosa  teruna. 

+  *  STARE  A  LATO  AD  U»0.  Fi- 
guralam.  Esser  quasi  eguale  ad  uno  m 
checchessia,  I^on  essere  da  meno  d  uno. 
Segner.  Mann.  Mar-..  ,9  5.  Non  e  ma- 
raviglia se  •!  posponesse  nel  culto  esterno 
,  moltissimi  d.  que-  fanU  che  ne  pur  po- 
levan  per  merito  stargl.  a  latof/  / 

STABE  AL  B.ALCONE  0  A•BALCO^L 
Stare  alla  fne.<lra.  Lat.  e  specula  pro- 
licere,  r.r.  /.«TK-!«nEr<i5«..  Dm.  Comp. 
1  3  Madonna  Aldnida,  donna  d.  messer 
Forteguerra  Donati  ec.,  stando  a  balcon.  del 
suo  palagio,  lo  vide  passare,  e  ch.amollo. 
felr.  cinz.  44.  .1.  tosi  colei,  per  eh  .o 
sono  in  prigione.  Standosi  ad  un  balcone 
ec.,  Cominciai  a  mirar. 

STARE  AL  BANCO.  Esercitar  I  arie 
del   banchiere.  ,      n      j 

*  §.  Slare  al  banco,  .o/e  anche  Fender 
ragione.    /■.BANCO.   §■   "•  W 

STARE  AL  BABLIME.  dion  essere  m 
luogo  interamente  luminoso,  ne  del  lutto 
al  buio.  . 

STABE  AL  BUIO.  Essere  m  luogo 
oscuro,  senza  luce.  La.»:.  Celos.  2.  1  In 
fine  io  ho  paura  molto  bene  a  star  la  sola 
tutta  la  notte  al  buio. 

g.  Eiguralam.   tn/e  JS'on  a\er  notizia. 
STABE  AL  DI   SOPRA.  Essere  diso- 
pra, Jver  vantaggio.  Superare.  Lat.  pn- 
mas  tenere.   Gr.  apwTSJS.v.  Ved.  AL  DI 
SOPRA. 

STARE  AL  DI  SOTTO.  Essere  a  svan- 
taggio    Ved.   AL  DI   SOTTO. 

J  STARE  A  LEGGl'O.  leggere  davan- 
ti al  leggio. 

§.  Stare  a  Leggio,  vale  anche  Esercitar 
la  professione  legale  .  «  Frane.  Sacch. 
nof.  l53.  Non  dico  che  la  se.enza  non 
iste»  bene  al  cavaliere,  ma  scienia  reale  sen- 
ta guadagno,  sema  stare  a  leggio  a  dare 
consigli,  sema  andare  avvocatore  a'  palagi 
de'  rettori  ».  /O 

STARE  AL  FIANCO  AD  ALCUNO 
Stargli  allato,  ^assistergli J  efguratam. 
Hammentargli  e  Tenergli  ricordala  alcu- 
na cosa.  Bed.  leti.  ».  178-  Fd  .0  ,  che 
son  servidore  di  V.  S.,  gli  staro  al  Banco, 
acciocché  se  ne  ricordi. 


STA 

STARE  AL  FUOCO.  Es.^ere  vicino  al 
fuoco,  ad  cfetlod,  ^^M"-"\-'":ft': 
n  Gr.  9£f^c<.»=<.5a..  Cro„.  .Vorc  /  282. 
Qu.ndo  è  nebbia,  o  piova  .statu  al  fuoco^ 
Xgr.  Eior.  Cliz.  2.  4.  Stavasiun  poco  con 
;  fonoi  al  fuoco.  ì  asc.  Celos. J,.  2.  Mass. 
al  fuòco  a  bere  insieme  con    P.eranton.o, 

'rsTAREtLGAMBONE.re..GAM- 

'°'t^a'rI  A  ù'nA  E  SOLDO.  Concorre. 

rp   ai  conM /'«T  rrr/d. 

stare  A  LIVELLO.  Essere  al  pan. 
STARE  ALLA  BADA.  Alnre  a  .'peran- 
,„,  0  in  „.,7„-«.(,i...Lal.  .<;.em  '•';"'■;/ '•"■• 
G.'  Ù-iSoL  ?X£.v.  L'occ.  g.  b.  ,..  5.  Crede 
troppo  bene  che  le  giovani  sileno  s.sc.uc 
che,  ch'elle  stieno  a  perdere  .1  tempo  lo, o, 

stando  alla  bada  del  r-'^'''\Ì'l''''\„,, 
*  STAbE  ALLA  E1LA^C1A  Slare 
del  pari.  Andare  deipari.  Ar.  ':■"■■  ^^ 
67  E  in.  erso  quel  con  tanto  ard.r  SI  lan- 
ci.. Che  mostra  che  pnostard  animo  Ce- 
ro  Con  qual  si  voglia  al  mondo  alla  bilan- 

""s-Ì^'rE  alla  BROCCA.  ,y(oreg/i-c- 
celli   di   rapina  imbroccali. 

STARE  ALLA  CARLONA,  f  .vere  spen- 
sieralamenle,  trascuratamente,  l-^i-  mcu- 
rio.<ius    vivere.  Gr.    «.aUo.-     ^.o-v. 

STARE  ALL'ACQUA.   Isser    bagnato 

""^/^"ÌlLA  DIFESA.  Lifiiulene. 
Lat.  lucri.  Gr.  a>Jv-:.v.  Slor.  Eist^  4; 
Messer  Barone,  e  messere  Sch.alta,  ed  alta 
forestieri,  stavano  alla  loro  dilesa  ;  s.cche 
non  ne  uccisono  nessuno. 

STARE  ALLA  DDRA.  lo  stesso  che 
Slar  duro.  Celi.. -pori.  5.  2.  Vedete, 
non  volea  a  modo  alcuno,  e  stetti  un  gran 
pezzo  alla  dura,  lib  Son.  iS^Per  .star  teco 
dieci  anni  alla  dura.  Tac.  Dav.  Ann.  l5. 
220.  Lucano,  Quinziano  e  Senec.one  ste  - 
tcro  alla  dura  ,  .7  le^lo  lai.  ha:  dm  ab- 
Tiiiprc  I 

STARE  ALLA  FINESTRA.  r™»e„er., 
affacciato  alla  finestra.  Lat.  e  specula  pro- 
spiccre.  Gr.  dr.i  "o-'«4  T.foofC^-<  /e  r. 
canz.  42.  1.  Standomi  un  giorno,  solo  .all^ 
finestra  ce.,  fna  lera  m'  apparve.  JI/_  I  .  t^. 
ìq.  Feciono  stare  l' imperatore  alla  finesUa 
sopra  la  prazza  a  vedere.  *  Pas.':.  211.  La 
persona  fugge  le  cagioni  e  V  opportumla  de 
peccati,  come  sono  le  male  usanze, .  luogh. 
disonesU,  lo  stare  a  piazza,  agi.  use.,  alle  li- 
nestre,  ec.  { F;  ,       „ 

S  Slare  alla  finestra  col  tappeto  ;  ma- 
niera  particolare,  dinotante  lo  Starsi  con 
agio  esicure:za  a.ipettando  l'esito  di  chec- 

'    STARE  ALLA  FRONTE.  Lo  stesso  che  \ 
Slare  a  fronte. -LzX.ex  adverso  stare.  Gr. 
«vS.,TÌ'va.  .V.  /'.  7-  5.  Stando  apparec- 
chiato alla  fronte  de'  suoi  avversarli. 

STARE  ALLA  GRANDE.  Trattarsi 
con  masnifìcenza. 

STARE  ALLA  LARGA  .  Trattarsi 
largamente,  o  comodamente.  Lat.  laute  vi- 
vere. Gr.  òaiùCi  ^lOÙ;  Frane,  iacch. 
(Ip  *.•.  56.'  Tutti  quanti  ci  poss.acno 
stare  alla  larga,  e  nessun  ri  cape,  perche 
la  donna  del  demonio  signoreggia. 

STARE  ALLA  LONTANA.  Tralteiier- 
.„   ,n  lontananza.   Lat.   a  longe  stare.  Or. 


STA 


i365 


STARE  ALLA  LL'NGA.  TTalteners,  al- 
quanto lontano   per  osservar  checchessia 

STABE  ALLA  MESSA.  Assistere  al 
sacrifizio  della  3le.<sa.  Bocc.  nov.  2^.  2. 
Andava  alle  prediche,  stava  alle  messe,  ne 
mai  falliva  che  alle  laude,  che  cantavano 
i  secolari,   esso  non  fosse. 

STARE  ALLA  MUSA.  Mii.<are.  Jranc. 
Sacch.  nov.  186.  Venne  alle  mani  di  certi, 
che  se  r  ebbono  com'  ella  fu  cotta,  e  co- 
lui, di  cui  eir  era,  si  stette   alla  musa. 


STAbE  ALLA  PANCACCIA  .  Sedere 
in  luoghi  pubblici  a  ragionare  In  conver- 
sazione. Lat.   invia  Jrequcntare. 

«f  STABE  ALLA  PtBSONA  DI  AL- 
Cl'NO.  .-Issisterlo.  Ar.  fiir.!?- 69.  Il  re 
Circasso,  cmue  è  detto  innante.  Stava  di 
Bodonionle  alla  persona,  Ed  egli  ^  '"• 
raù  gli  aveano  indotte  L'arme  del  suo 
progcnitor  Ncmbrottc.  (M) 

STAHE  ALLA  PIANA.  T'iiere  dozzi- 
nalmente. Trattarsi  ordinariamente  e  sen- 
za lusso.  Lat.  parce  vivere.  Gr.   ftiSwXùi 

S.ojv. 

STARE  ALLA  PORTA.  Assistere  , 
Guardar  la  porta.  Bui.  Purg.  21.  1. 
L'Angelo  che  sta  alla  porta  del  Purga- 
torio. 

STARE  ALLA  POSTA.  Star  fermo 
al  posto  opportune  pel  fine  desideralo. 
.Slcr.  Pisi.  8.  Lo  Focaccia,  che  stava  al- 
la posta,  uscio  fuori  con  alquanti  fanti. 
Peni.  Ori.  2.  l4  4'-  '^  «■""'='  al  ponte, 
ove  la  guardia  ha  posta.  Quel  vecchio 
tradilor,  che  sta  alla  posta.  Mezza  morta 
dell'  acqua  fuor  la  cava. 

::;  g.  metaforicamente.  Cavale.  Stoltiz. 
260  ^liri  ciascuno  la  forza  sua,  stia  cia- 
scuno alla  josta  sua;  cbè  manifeslamente 
veggiamo  di  molti,  che  mostrando  gran 
zebTdi  campare  alliui,  ellino  sono  periti, 
e  altrui  non  camparono  (cioè,  consideri 
s'è  medesimo),   (f  ì 

STABE  ALLA  PREDICA  .  Assistere 
nelle  chiese  a   udir  la  predica. 

*  STABE  ALLA  PROVA.  .?(<ir  Wdo, 
Peggere  all'esperienza,  t  enire  all'espe- 
rienza. Bocc.  nov.  ig.  10.  Colei  sola  e 
casta,  la  quale  o  non  fu  mai  da  alcuno 
pregata,  o  se  prego,  ec.  E  quantunque  io 
conosca  ec.  cosi  dovere  essere,  'non  ne 
parlerei  io  cosi  appieno,  come  io  fo  ,  se 
io  non  ne  fossi  molte  volte,  e  con  molte 
stato  alla  prova.  Ar.  Eur.  33.  125.  Gli 
au"eUi  (le  Arpie  ,  che  non  han  chiusa 
r  orecchia,  Udito  il  suon  (del  corno  ir  A- 
stolfo),  non  pon  stare  alla  prova.  (M) 

%.  Stare  alla  prova,  vale  ancora  Stare 
alla  riprova. 

STARE  ALL'ARIA.  Essere  a  cielo 
scoperto,  o  in  luogo  aperto.  Lat.  sub  dio 
esse.  Gr.  ev  Tr7  ai'ìa'K  oiKVSiv. 

f  ,  STABÉ  ALLA  RIPROVA  .  Sotto- 
porsi ad  ogni  più  rigoroso  esame,  f' eni- 
re al  confronto  con  chi  fa  testimonianza 
del  delitto  di  cui  uno  e  accusato.  Lat. 
subire  periculiim.  Gr.  ri-iòviiUi-l.  Lasc 
Sibili.  4.  4.  lo  sono  per  compai-ire  in  ogni 
luogo,  e  starne  a  tutte  quante  le  riprove. 
Boez.  Varch.  I.  4-  Perciocché  se  m  a- 
vessero  conceduto  ec.  lo  stare  alla  nprova 
co"li  accusatori  miei,  la  frode  ed  inganno 
lor'o  si  sarebbe  manifestamente  conosciuta. 
*  g.  Stare  alla  riprova  d" alcuna  cosa, 
vale  Mantenerla  vera.  -  Eir.  nov.  7 
262.  Ognun  l'intenda  come  megl.o  gb 
torna,  ch'e  io  non  ne  voglio  stare  alla  r.- 

prova  ".  (Cj  ,  . -,, 

STABE  ALL'ARTE  DELLA  LANA, 
SETA  e  simili.  Esercitarsi  nel  tralUco 
della  lana,  ec.  Cron.  Veli.  17.  Stette 
all'  arte  deUa  lana  con    Iacopo    d  Albmo 

suo  cognato.  .,^,. 

STARE  ALLA  SENTENZA  D  ALCL- 
NO.  Pipendereda  alcuno  j  Es.<ere  in  suo 
patere,  in  suo  arbitrio,  in  sua  balia.  ì  ed. 
STABE  AD  ALCL'NO. 

:;:  STARE  ALLA  SPERANZA  DELL 
ALTRUI,  o  simili,  lo  .ilesso  che  .operare 


Stoiussima  cosa  e    spendere 

alla  scialacquata,  e  poi  stare  alla  speranza 

'"r"^  ÌlL'  ASSEDIO.  Lo  stesso  clic 
Stare  ad  assedio  Lat  obsidere.  Gc.  ^to- 
),op«£ry.  Slor.  Pi.<l.  98.  E  cosi  v.  stetlono 
all'assedio  piii  di  tre  mes.. 


1366 


STA 


STARE  ALLA  STAFFA  .     Stguir-e    a 

piede  coliti  che  cavalca. 

STARK  ALLA  STRADA.  Assa.^sina- 
re.    Lat.   i^rasinri.    Gr.    /wttOoutìcv. 

STARE  ALLA  VEDETTA,  o  ALLA  VE- 
LE T  T A.  Stare  alten io  per  osservare  j 
tolta  la  figura  da  quelli  che  negli  alberi 
delle  navij  in  cima  alle  torri,  o  simili,  stan- 
no  os.vervando  chi  viene.  Lat.  e  specula  prò- 
ipicerc.  Gr.  aTió  s/.oniùi  Tzpoopv.-J .  Pa- 
Idff.  10.  Alla  vclclU  slava  per  pigliarle. 
Beni.  Ori.  I.  l3.  ^\.  Stava  Ijcn  sull'avvi- 
so  alla  vedetta.  E  1.  6.  27.  Sta  alla  veletta 
per  terra  e  per  mare,  E  la  che  d'ogni  cosa 
i'  abbia  avviso.  Lor.  Med.  canz.  i8.  Non  t;iu- 
eate  alla  civetta,  Non  portate  rose  o  fiori  , 
State  pure  alla  veletta  Quando  è  tempo 
a  dar  f^li  onori.  Malm.  7.  67.  Il  romito, 
che    stava  alle   velette,  ec. 

STARE  ALLA  VITA.  Incalzare,  Pres- 
sare. 

STARE  ALLE  CUiOSE.  Essere  in  car- 
cerej   modo    haxso. 

STARE  ALLEGRAMENTE.  Aver  alle' 
gria^  Vivere  in  allegria.  Lat.  hilari  animo 
esse.  Gr.  ^«i(J^5v  if*v.t.J}occ.  nov.i2.  17. 
Confortatevi,  state    allej,'rameDte. 

STARE  ALLE  GRIDA.  Creder  quello 
che  comunemente  si  dice  da  altri  ,  senza 
ricercar  di  vantaggio,  J'ed.  GRIDO,  g.  ili. 
^  STARE  ALLA  GUARDIA.  Guarda- 
re, Far  la  guardia.  Lat.  exculnas  agcre. 
ì'it.  S-  Gir.  5.  E  cosi  mentre  che  pasceva, 
slava  alla  sua  guardia.  (C) 

STARE  ALLE  MISERICORDIE.  Esse- 
re sotto  gli  arhitrii  altrui. 

STARE  ALLE  MOSSE.  Trattenersi  i 
cavalli  alle  mosse,  cioè  al  luogo  donde 
principia  la  carriera,  per  correre  il  palio. 
Sen.  Ben.  Varch.  2.  25.  Quegli  che  l'anno 
a  correre,  debbono  stare  alle  mosse  infino 
che  si  dica  :  trana. 

§.  Slare  alle  mosse, Jiguratamente ,  va- 
le Aver  pazienza.  Tac.  Dav.  Ann.  i.  17, 
La  città  e  tale  imbrigliata,  eh' ci  può  an- 
dare a  dar  pasto  agli  animi  militari,  per 
farli  stare  neUa  p.iec  alle  mos>.e.  Malm. 
Q.  li.  Gli  altri  (  già  sendo  meglio  su'  pic- 
ciuoli) Non  poterono  slare  più  alle  mosse. 
STARE  ALL'  ERTA.  Andar  cauto  nel 
parlare,  o  nelC  operare,  per  non  incorrere 
in  pregiudizii ,  o  non  esser  giunto.  Lat. 
cavere,  cautiim  esse  .  Gr.  uìuHzl'j'jv.i. 
Bern.  Ori.  I.  5.  9.  Rinaldo  stava  all'er- 
ta, attento  e  accorto  .E  1.6.  35.  Sta  il 
Conte  all'  erta,  e  guarda  molto  bene  Quan- 
do la  spada  verso  lui  ne  viene,  /i'  2.  2.  2. 
Però  fa  molto  ben  colui  eli'  all'  erta  Sta 
sempre  colla  febbre  e  col  malanno.  E  2. 
6.  19.  Farcene  betl'e  a  noi  pur  non  biso- 
gna. Ma  stare  all'  erta  in  buona  guardia 
accorta.  Cecch.  Servig.  5.9.  Sia'  all' erta, 
vecchio,  cb'  io  li  pongo  taglia  Trenta  du- 
cali. Ciriff.  Calv.  3.  72.  Con  tutto  «jue- 
ato  assai  credo  che  vaglia  La  buona  guar- 
dia, e  con  ognuno  all'erta  Star  sempre. 
•'?  Car.  Lett.  Tomit.  i56.  Venendo  u 
Monterosolo  lo  vuol  ricevere  in  cjuel  loco 
tolennenienle,  e  come  solcle  far  \oi;  im- 
però   vi  ricorda  che   stiate   all'erta.    (C) 

STARE  ALL'  IMPAZZATA.  Vivere 
ila  pazzo,  0  inconsideratamente.  Lat.  incon- 
sulte vivere.  Gr.  a^oJiw^  ^lO'Jv. 

STARE  ALL'  IUGW'.  Esser  voltoingiu 
verso  la  parte  inferiore. 

STARE  ALL' INSÙ'.  F^scr  volto  in  su 
verso  la  parte   tiiperivre. 

STARE  ALL'  OMBRA.  Es.iere  in  luo- 
go omhroso.  Daiit.  ri'm.  32.  Perchè  si  mi- 
schia il  crespo,  giallo,  e  'I  verde  Si  bel  , 
eh*  Amor  vi  viene  a  slare  ali*  ombra.  Frane. 
Sacch.  rim.  68.  Così  divien  di  voi,  che 
siate  all' omlira  Tra  le  Piene  donne  in  su' 
ruscelli. 

STARE  ALL'ORDINE.  Lo  stcfsv  che 
Stare  n  ordine  j    Essere  in  punto,  prtpa- 


S  T  A 

ratOy  0  acconciato.  Lat,  in  promptu  esse. 
Gr.  Tzpóx^tpov  eivai.  Ved.  ORDINE  , 
§.  XX. 

STARE  ALLO  SPECCHIO.  Si  dice  in 
Firenze  il  non  pagare  a'  tempi  dovuti  le 
puhhlicfie  gravezze,  descrivendosi  que" 
che  non  le  pagano,  in  un  libro  detto  lo 
Specchio.    Ved.   STARE  A  SPECCHIO. 

STARE  ALL'UMIDO.  Essere  in  luo- 
go  umido. 

STARE  ALL'USCIO.  Non  entrare  in 
casa,  e  figuratamente  Non  es.iere  ammes- 
so all'  azione  di  che  si  favelli  .  ^  f^ass. 
211.  La  persona  fugge  le  cagioni  e  I' op- 
purtuuilà  de' peccati,  come  sono  le  male 
usanze,  i  luoghi  disooesli,  lo  slare  a  piaz- 
za,  agli  usci,    alle    Bneslre,   ec.    (p'j 

STARE  AL  MACCHIONE.  Esser  na- 
scoso nella  macchia  s  e  figuratam.  Pro- 
cacciarsi di  nascoso  con  cautela  e  sicu- 
rezza avvantaggi  j  e  talora  Stare  in  agua- 
to. Lat.  in  iasidiis  latitare.  Gr.  l'v  )6x(** 
:ziptXK^7)-3^'Xi.  Bern.  Ori.  l.  23.  6.  Ma 
quel  peloso,  che  stava  al  macchione,  E 
faceva  la  guardia  alla  bottega,  Si  leva  in 
piede. 

STARE  AL  MERCATO.  Inten'enire 
al  luogo  dove  sia  il  mercato. 

t  Jr  STARE  AL  NATURALE.  Si  di- 
ce dell'  Oggetto  che  sta  dinanzi  al  pitto- 
re, o  disegnatore  a  fine  d'  e.vser  ritratto. 
Dati  Lepid.  149.  Trovare  una  testa  ch'e- 
sprimesse divinità  per  esprimer  Cristo  ,  e 
un'altra  piena  di  perfidia  per  figurar  Giu- 
da, ma  che  già  era  superala,  perche  il  pa- 
dre Priore  poteva  far  grazia  di  stare  al 
naturale   per  lo   discepolo   traditore.    (Min) 

STARE  AL  PANE  ALTRUI.  Stare  alle 
spese  altrui.    Ved.  PANE,  §.  LI. 

STARE  AL  PARAGONE.  Sottoporsi 
al  paragone,  Non  cedere.  C'intendere  di 
boat:,,    f  ed.   STARE   A   PARAGONE. 

*  STARE  AL  PATTO.  Ved.  STARE 
A'  PATTI.    (B) 

STARE  AL  QUIA.  Vale  Stare  a  se- 
gno. Copp.  canz.  gatt.  2.  35.  Essendone 
colei  portata  via.  Che  tutti  gli  faceva  sla- 
re al  quia.  Malm.  7.  59.  Non  li  piccar 
di  ciò  ;  sta  pure  al   quia. 

STARE  AL  RISCHIO.  Sottoporsi  al 
rischio.  Lat.  pcriculum  .luhire.  Gr.  ota- 
zivOuv£i/ety. 

STARE  AL  SEGNO.  V.  STARE  A 
SEGNO. 

STARE  AL  SICURO.  Non  correr  ri- 
schio. Lai.  in  tuto  esse.  Gr.  «v  aVtv^Jvu 

£fJV.l. 

STARE  AL  SOLE.  Essere  in  luogo 
illuminato  dal  sole  ,  per  sentirne  il  calo- 
re. Frane.  Sacch.  rim.  26.  Che,  per  farlo 
biondo.  Al  sole  stanno  quand'  egli  arde  il 
inondo. 

STARE  ALTO.  Essere  in  parte  solle- 
vata, alta.    Lai.  eminere. 

*f  *  STARE  AL  TORMENTO.  Star 
saldo  alla  tortura.  Pccor.  g.  23.  n.  a. 
Disse  quelle  medesime  parole  che  aveva 
dette  al  padre;  e  più,  ch'era  per  star  al 
tormento  cui  giovane,  che  questo  era  ve- 
ru.  (V) 

STARE  AL  VENTO.  Essere  m  luogo 
dove  spiri  vento. 

*  STARE  AMBIGUO  /'.  AUDiGUO, 
g.  I.  (C> 

STARK  A  MAN  GIUNTE.  Stare  in 
atto  umile  e  supphchevole.  Lai.  supplici' 
ter  stare,  Tac.  Dav.  ^nn.  ì^.  200.  Non 
Tolesse  vilmente  morire  ,  starsi  a  man 
giunte. 

•f  STARE  A  MANO  MANCA.  Avere 
il  .fecondo  luogi\  o  il  luogo  tn/eriorv.  Lai. 
iiijeriorem   locum    tenere . 

STARE  A  MAN  RITTA.  Preeedeir  . 
Avere  il  primo  luogo.  Lat.  primas  tene- 
re.   Gr.   TtfiùtTtJtiv. 

STARE  A  MARTELLO.  Stare  a    do- 


vere. Tornare  per  appunto.  V.  MAR. 
TELLO,  §.   III. 

«  STARE  A  MENTE.  Ricordarsi,  In- 
trod.  Virt.  II.  Dispregia  le  riccbene  e 
itiati  a  mente  di  rallegrarti  del  poro  j  per- 
«  hi*  la  nave  è  vieppiù  sicura  nel  picciol 
fiume  che  nel  gran  mare.  Fr.  lac.  Cess. 
I.  3.  6.  E  sì  ti  slea  a  mente  che  gli  sfor- 
mati comandamenii  non  possono  durare  . 
E  2.  3.  27.  E  si  vi  sica  a  mente  di  lui, 
che  non  potrebbe  essere  >into.   (C) 

STARE  A  MERENDA.   Merendare, 

STARE  AMMALATO.  Essere  infermo. 
Lat.  agrotare.  Gr.  «.psusTti-/.  Frane. 
Sacch.  Op.  div.  56.  Di  quaranta  di,  ch'io 
ci  sono  stalo  nel  principiu ,  la  maggior 
parte  stelli  ammalato. 

STARE  AMMUTOLITO.  Star  cheto. 
Lat.  silere,  obmutescere.  Gr.  5c-/«v.  Al- 
leg.  282.  Una  vulta  sto  quasi  ammutolito. 
Un'  altra  grido. 

STARE  A  MODO.  Essere  conforme  al 
modo   dovuto.    Lat.   bene    se   habere,   Gr. 

g.  Stare  a  modo  altrui  ,  vale  Essere 
secondo  la  volontà  e  desiderio  altrui.  Cec- 
ch. Jnc.  3.  2.  Sta  ella  a  vostro  mo'  ?  B. 
La  sta   benij>:>uno. 

STARE  A  MOSTRA.  Essere  in  luo- 
go esposto  al  pubblico,  ad  effetto  d*  esser 
veduto,  come  usano  gli  artefici  tener  le 
lor  merci,  per  allettarne  colla  mostra  i 
compratori. 

*  STARE  A  MURO  A  MURO.  Essere 
contiguo  d' abitazione.  V.'S\\}V.O.%.\\\.{C) 

STARE  A  OCCHI  APERTI.  Star  con 
somma  vigilanza,   l  ed.  OCCHIO,  §.  XIII. 

§.  I.  Stare  a  occhio  teso,  o  coli*  occhio 
teso,  vale  Usare  attenzione.  Lai.  cautum 
esse.  Lasc.  Gelos.  3.  3.  E  sta  coli'  occhio 
te&o,  acciocché  se  del  tuo  aiuto  meslier  ci 
facesse,  ce  ne  possi  acconciamente  soccor> 
rcre. 

g.  II.  Stare  a  occhio  e  croce,  va/e  Star 
senza  considerazione. 

*  STARE  A  ONCE,  lo  stesso  che 
Stare  a  stecchetto.  Menz.  sat.  I.  Poi  di- 
con  che  CI  giovi  stai'e  a  once.  Che  cosi 
me'  risplcndon  per  le  mura  L' immagin 
de'  poeti  e  magre  e  sconce.  Magri  siea 
lor,    ec.  (Vj 

STARE  A  ORDINE.  Es.tert  in  pronto. 
Lat.  paratum  esse.  Gr.    Tipo'àu/iov  etva«. 

STARE  A  ORECCHI  LEVATI.  Stare 
intentissimo  per  sentire.  Lat.  arrectis  au- 
rihus  stiire,  Boez.  M.  V.  II.  ^O-  Li  tra- 
ditori come  li  seDlirono ,  che  stavano  a 
orecchi  levati,  uccisono  le  guardie. 

STARE  A  OSTE.  Osteggiare.  Lai.  in 
ade  es.<!C,  versari.  Gr.  irpxrfjtiv.  Star, 
Pist.  38.  Vi  slctlono  più  e  più  mesi  a 
oste,  che  quelli  d' entro  non  s'  arrendea- 
no.    E  !^'J.    Stellevi    a  oste  più  mesi. 

STARE   A  PANCA.    V.   PANCA. 

STARE  A  PANCIOLLE.  Varch.  Er- 
col.  65.  Conlultothò  i  furfanti  non  siano 
troppo  usi  a  sguanarc,  e  stare  co*  pi^  pa- 
ri, il  che  si  chiama  scorpare  ,  e  stare  a 
panciolle,    l'rd.  PANCIOLLE. 

STARE  A  PANE  E  ACQUA.  Ciharsi 
di  solo  pane  ed  acqua.  Stentare.  Tav, 
Bit.  Tutto  il  tempo  di  sua  vita  con  loro 
starete   tulli  a  pane    ed    acqua. 

STARE  A  PARAGONE,  o  AL  PARA- 
GONE. Sottof*orsi  al  paragone.  Non  ce- 
dere,   Contemiere  di  bontà. 

§.  Per  lo  stesso  che  Stare  a  petto.  Am- 
br.  Furi.  l\.  i3.  Starò  al  paragone  seco, 
e  con  qualunque  mi  Icstimonicr^  rontra  , 
soUoincltcndomi  ad  ogui  tomienlo,  pur- 
ché 11    Iroti   la    verilà. 

STARE  A  PARLAMENTO.  ParLirmctt- 
tare.  Lai.  colloqui,  collocutiones  |Ad/»i*rr. 
Gr.  suUa^ctv.  itoivo>o-/ir9dxi.5'/or.  Pi- 
si. i3(.).  SleUe  con  luì  a  parlamento  uno 
dì  ed   una    notte. 


S  T  X 

«    STARE    A   PAROLE.     Ffrnwrsi    n  , 
panare  con  uno.    Tr.  0.,W.  8.^.  lu  >ta.  » 
parole  con  lui,  cgl.  ti  p.Bl.a.  ('' 

STARE  A  PARTE.  I:sserr  a  partt  , 
Poruap^f^.  L3l-  p^^rth■'pa,r.  Or.  «..w- 
Vtì».  ifSfgnfr.  Vonn.  C.enn.  l8  2-  Al- 
cuni vorrtl.lK.1,0  .lare  a  lullo  qucte  duo 
mense,  n.a  non  M  può  ;  ne  pure  può 
ttarsenr  a  palle,  fi  )  ^„c.rnuc< 

STARE  A'  PATTI  DI  CIIECCHES- 
Sl'A.  Heggrr  q,.cll,.  lai  cesa  ionia,- 
tarstnr,  Sollo,H>r>isi.  Salim.  J),sc.  lOJ. 
E  chi  t  quegi.  che  »l«.o  a  palU  <i.  p'an- 
ger  sempre»  Lasc.  Pa,^nl.  l.  l-  '■;  >  ;^- 
rei  a    pilli ,  che  mi  fosse  laghalo    la  le- 

''%  'stare  A-  PATTI .  Mantenere  la  </..- 
in  pnro/a.    V.  PATTO,  §■   «■  W 

STARE  A  PAURA.  Teme,-,:.  Lai.  pa- 
i-etr    Gr.  ^spifoSsToSai- 

STARE  A  PELO.  i.«.re  per  appunlo . 
Corrupondere  esnll«n,e„le.  hai.  „da_n,u.<- 
sim  respondere.  Gr.  a>?c^i«aTa  a;:«v- 


STA 


STA 


1367 


STARE  A  PERFEZIONE.  Esser  prr- 
fetlo.  Lai.  atio/iili.";""""  '"''•  **■■■  ^'' 
«SI  xar«'  sa'vTa  t£' -:>»'•  ;  _, 

STARE  A  PERICOLO.  I  encolare  , 
Correr  pericolo.  Lai.  pericUtnr,.  Gr.  x.v- 
c'uv'u'iv.  «  -Sm  i)"'-  2=6.  Standola 
nostra  Cini  a  pericolo  di  perdersi. _(C; 
Ar.  Len.  3.  I.  E  sta  a  pencolo  U  e.- 
ser  caccialo  di  casa.  £4-  3.  Porche  la- 
sciandola oggi,  sto  a  pericolo.  Per  la  ca- 
Cion  che  l'ho  dello,  di  perderla.  Lor. 
iled.  And.  2.  4.  Dove  la  poss'  10  lasciar, 
eh'  ella   non   islia   a   pericolo  ? 

STARE  A  PERPENDICOLO.  Fssere 
siluato  per  linea  perpendicolare.  M-  Sin. 
rim.  Imrl.  1.  211.  Qual  slando  a  pel- 
pendicol  della  Locca  ,  Spesso  vi  cade  su 
•pialche  cosetta.  Dav.  Ora:.  Gen.  dehh. 
147.  Ricordami  .  come  tutte  queste  cose 
ec.  stanno  ec.  a  perpendicolo,  e  a  piom- 
lio    sopra  le    teste  nostre. 

STARE  APERTO.  Parlandosi  di  boi' 
leghe,  si  dice  quando  gli  arie/ci  lavora- 
nOy  J    lra£fìcano. 

g.  F.  parlandosi  di  chiese,  0  simili  , 
tale  Esserne  l'  uscio  aperto.  Cecch.  Col. 
5.  7.  Che  la  chiesa  Sta  aperta  sino  al- 
l'un* ora. 

STARE  A  PETTO.  Slare  in  conlrad- 
diltorio.  Lai.  ex  adterso  contendere.  Gr. 
avàilTavai.  Jmbr.  Furi.  4.  l3.  Sono 
paralo  non  solo  starli  a  petto  in  presenzia 
vostra,  ma  davanti  a  qualsivoglia  giudice 
di  questa  terra.  Toc.  Dav.  Ann.  IO. 
j35  Stelle  il  vecchio  padre  a  petto  alla 
figliuola  minore  di  venti  anni. 

§.  Talora  tale  Slare  a  fronte  per  com- 
battere. Lat.  ejc  adicrso  stare  ,  congredi. 
Gr.  a'vTiTaTTS73ac  Ttvi.  G.  F.  7-  27. 
7.  Stellono  arìngati  1*  una  schiera  a  pello 
all'altra  liuona  pena.  ,S(or.  Pisi.  126. 
Slettono  l'iii  e  più  di  a  ielle  1'  uno  del- 
l' altro. 

*  STARE  A  PIAZZA  .  Trattener- 
si sulla  piazza.  Pass.  III.  La  persona 
fugge  ec.  le  male  usanze,  i  luoghi  diso- 
nesti ,  lo  slare  a  piazza  ,  agli  usci  ,  alle 
finestre     'V) 

STARE  A  PIE  PARI,  o  CO'PIE  PA- 
RI. Star  con  ogni  comodila  e  siairezza. 
Lat.  in  ulramtjue  aurem  dormire.  Gr. 
ev  eucaiuovi'a  ayéiv.  Fir.  Trin.  2.  2. 
E  forse  che,  quando  e"  viveva  quella  he- 
nedelt*  anima  del  mio  marito,  io  non  sta- 
va   a  pie   pari. 

g.  l'ale  anche  itangiare  lautamente  . 
Lai.  opipare,  ccenare.  Varch.  Ercol.  65. 
Contuttoché  i  furfanti  non  siano  troppo 
usi  a  sguazzare ,  e  slare  co'  pie  pari  ,  il 
che  si  chiama  scorpare  ,  e  slare  a  pan- 
ciolle. 

STARE  A  PIGIONE.  Abitare  in    una 


ca<a  pagandone  al  padrone  il  prezzo  pat- 
tuito   per    abitare'.    Lai.    ifcmi.,..  .  o..<'- 
ctam  W-rir.  Gr.i'vy^i-s-vT'   ow,'^"' 
0.xsr«.    Alleg.    58.    Cola   stanno   a    pig.ou 
torse    gli   Dei,   E    qua  a  casa   e   bottega  1 
pensier  miei  r '/"■  l^'^  ■"""'"■  ^ 
'    S     Stare   a    pigione ,   detto   .,uasi    pro- 
verbiale ,     dicesl     dell'  Apparire     alcuna 
cosa   mal  collocala,  o  Juon   de     suo  pro- 
prio luogo  j  e  anche  talora  tale  ilare  per 
Leo  tempo,   o   m   pencolo    d  esser   cac- 
ciato, o  d'  atere    a    mutarli.    Bocc.    not: 
20     IQ.   Andate ,  e    sforzatevi    di    vivere  ; 
cbt    nii    pare  ,     anzi    che    no,  che    voi  e. 
niale   a   pigione,  si   lisicuzzo   e    l.istanzuol 
mi  parete.    ;  arch.  Frcol.  35  Anco  quel  0 
eserSiplo  di    Dio  ,  che   ne'  cieli    sparga     le 
crazie   all'  InleUigenze,   non    credo  che  vi 
piaccia,  ni;   che  vi    paia  troppo    a   proposi- 
10     e  che    VI  stia  anzi   a  pigione,  che   no 
ìlalm.  8.  48.  Anzi   è    un    di    quei    eh    al 
mondo   sia   a   pigione. 

*  STARE  A  PIOMBO  ilare  per- 
pendicolarmente. Bellm.  Disc.  1.  132. 
L'ossa  fossero  cosi  adaltale  1  un  sopra 
r  altro  che  ciascuno  de'  superiori  tosse  nel 
medesimo  piombo  con  ciascuno  degl  inle- 
riori,  e  !■  ultimo  loccanle  U  terreno  slesse 
a  piombo  sul  terreno  medesimo,  ti)  _ 
STARE  A  PIUOLO  .  A.<peUare  pm 
che  altri  non  forrebbe,  o  eh' e' non  con- 
terrebbe. Buon.  Fier.  2.  4.  Il-  Che  slai 
lu  qui  a  piuol  t  che  U  Iralliene  J  Che 
meni  il  can  per  l'aia?  E  Tane.  4.  10. 
Forse  s'io  stessi  qui  molto  a  pinolo, 
Gl'impalmeie'  la  Tancia  a  solo  a  solo 
rnlm.  IO.  36.  Ed  ei,  che  star  non  vuo 
quivi  a  pinolo  ec. ,  Domanda  di  quel 
luoso  informazione.  ^,...^ 

STARE  A  POSTA  DI  CHECCHE  S- 
Sl'A  Star  in  alcun  luogo  per  quei  Jtne. 
e  Start  a  po.sta  d'uno,  t-ale  tsscr 
»ro,.(o  a"  suoi  piaceri  J  e  si  usa  parti- 
colarmente in  sentimento  osceno.^  Pass. 
l48.  Lasciando  le  chiavi  in  suU  aliare  , 
SI  palli  del  monislero,  e  stelle  a  posta 
d'uno    cherico    alcuno    tempo. 

?   STARE    A   POSTA,    l  er    Quietarsi, 
ìed.    POSTA,    g.   XXXVII.  H) 

*    STARE    A    PRIMIERA,      l-    PRI- 
MIERA. (C) 

STARE  A   PRODA.  Essere    verso  l  e- 
stremità.  Lai.  estrema  tenere.   Gr.   c5X«- 

''sTARE  A  PROPOSITO.  Essere  in 
acconcio.  Tornar  bene.  Lai.  ad  rem  es- 
se. Gr.  sVSirov   si  vai   £15  ti. 

STARE    A  PROVA,  io   stesso  the  Sta- 
re  alla   prova. 

STAREAQUARTIEKE.  Termine  mi- 
lilarc  ,  dinotante  Trallenersi  l  soldati 
ne' quartieri.  Lat.  bibernare.  Gt.  d^y.--^- 
a.d?=tt.  =."=  Segner.  Mann.  Sett.  2.  2. 
Quando  anche  non  si  combatta,  a  cag.on 
de' nemici  che  non  dan  pena,  dee  star 
ciascuno  preparato  a  combattere  ec,  dee 
slare  a  quartiere,  al  posto,  alli  passi.  I  Ij 
STARE  A  RAGIONE.  Iisser  secondo 
la  ragione,  e  le  ronvenienze.  Lai.  bene  se 
habere.  Gr.  /«Ai:;  eX'""'  *  ^''P-  '!'"""■ 
6  Da  ragione  nasce  U  verbo  ragionare, 
che  par  significhi  stare  a  ragione,  0  far 
ragione.   {C) 

*  j.  I.  Stare  a  ragione,  dicesi  di  Ciò 
che  i  secondo  che  deve  essere,  0  che  si 
tuoi  che  sia.  Aer.  Art.  I  etr.  42.  Si 
lasci  a  vetro  cuocere  e  riposare  almeno 
ore  24  ;  poi  se  ne  faccia  una  boccclla,  e 
si  rinlocoli  più  volte,  e  si  cavi  fuori ,  e 
si   vegga  se  il   velro    sta  a   ragione.   (^) 

#  g.  II.  Slare  a  ragione  d'alcuna  cosa, 
vale  Sostenerla  colla  ragione,  e  giuridi- 
camente. Ouilt.  leti.  39.  88  Apostulo 
lafiermo,  se  quello  che  perduto  hai  di 
filicilà  mondana  fusse  stalo  tuo,  non  per- 
duto laresli,   e  di  ciò  non  cesscmei  (non 


mi    ritiro)  ,    dinanzi   a    qua'  giudici  vuoi  , 
di   starne   a   ragione.  (  Fj 

STARE  A  REGOLA.  Osservar  la  re- 
gola ■  e  SI  dice  comunemente  dell'  Os- 
serva'r  regola  nel  vitto.  Lai.  in  offcioje 
contintre.  Gr.  ra  Tlfoori'/ovTa  zouiv  . 
STARE  A  RILENTE.  Andar  con  ri- 
guardo in  J'ar  checchessia,  J\on  se  ne  ri- 
.lolvere . 

SIAHE    A    RINCONTRO  .  io  stesso 
che   ilare  incontro  .  Lai.  e   regione  esse  . 
'  Gr.  KV&taTavat. 

STARE  A  RIPENTAGLIO.  Correr  ri- 
schio, Fssere  in  pencolo.  Cimentarsi. 

STARE  A  RISCHIO.  Essere  in  rischio. 
Correr  pericolo,  hsser  sottoposto  a  peri- 
colo. Lai.  periclitari  ,  pcriculum  subire  . 
Gr.  i-ivòuveusiv.  tr.  ì  ■  10.  lag.  5.  Col 
rimanente  di  sua  oste  stava  a  gran  rìschio, 
lor.  .Ved.  Arid.  2.  4-  Ed  io  non  islarò 
a  colesto  rischio  ;  che  li  promello,  che  co- 
me e'  n'  escono,  suliilo  la  vo"  vendere. 

STARE  A  RITROSO.  Esser  poj(o  al 
contrario.  Lai.  invcrsum  esse.  Gr.  «VE- 
T7p3:/*//svov   £tvai. 

STARE  ARllATO  .  -^i  e;-  l' armi  alla 
mano.  Lat.  sub  armis  esse.  Gr.  sivKi 
ìyo-t'l-o-t.  O.  I  .  10.  87.  2.  Per  soperchio 
di  disordinata  fatica  presa  nell'  oste  a  Pi- 
stoia ,  slando  armalo ,  andando  a  cavallo  . 
F  IO.  89.  3.  Quasi  ninno  islava  armato, 
per  lo  soperchio  caldo  eh'  era  allora.  Slor. 
Pisi.  78.  Fece  bandire ,  che  ogni  genie 
slesse  armala,  ed  apparecchiala  a  seguire 
le  suo'  insegne. 

STARE  A  ROVESCIO,  io  stesso  che 
Stare  a  ritroso. 

STARE  A  SALARIO,  o  A  SALARO. 
Operare  con  mercede  pattuita  d'un  tanta 
il  mese.  Lai.  mercede  conductum  esse.  Gr. 
Jtio'^icjov  ervai.  (  ron.  I  eli.  81.  Stelli 
da  quarantacinque  dì  a  salalo  del  Comu- 
ne ,  e  ,  olile  a  ciò  ,  io  ebbi  provvisione 
dalla  Mercatanzia  e  da'Gabellieri  del  sale. 
Cron.  Morell.  226.  Comecché  a  salario 
stelle  il  più  del  tempo. 

SCIARE  A  SCHIERA.  Fssere  schiera- 
to. Lat.  in  agmine  consistere.  Gr.  £v  mpo.- 
TEiV.  TaTTóiS'jti.  e.  V.  8.  72.8.  Perlo 
disagio  di  slare  ìnsino  dopo  nona  a  schiera 
alla  terza  del  sole. 

g.    Talora   vale    Trovarsi  insieme  con 
molti.  Lai.  iVi  agmine  esse.    Gr.  c-jv  TzXr,- 

Sil    ÒlKTpt'EtlV 

STARE  A  SECONDA.  Secondare. 
STARE  A  SEGNO,  o  AL  SEGNO.  Slar 
con  rispetto,  con    timore j  ilare  a  tibbi- 
diema  ,  e  dentro  a'  termini   del   convene- 
vole. Lat.  redo  slare.  Gr.  ?///i£»£>v  T«; 
lì/ey.uevm;.  letr.  cap.  1.  Pur  Faustina 
il  fa  qui  siale  a  segno.  Ar.  Far.   20.    Sz. 
Se   può  un  solo   a  dieci  uomini  dar  morte, 
Quante  donne  far'a  star  egli  al  segno?  E 
26.    lo3.  Ti  pensi  ,  disse  ,  farmi  slare  al 
segno  ,    Perchè    qucst'   altro    ancor    meco 
contende?    ]  arch.  Slor.  12.   470.  Non  era 
alto   a  fare  slare  a  segno   un  cervello  ete- 
roclilo  e  cosi  lialzano,  come  era  quello  del 
Cardinale,   ien.    Ben.    J  arch.    3.    36.    A 
nessun    altro   fu   lecito   fare    slare    un    tri- 
buno del  popolo  a  segno  senza  esserne  ga- 
satalo.   Bern.    Ori.   2.  27.    4?-  Quella  eh' 
a  Roma  die  lauto  che  fare,  E  la  le"  tanto 
tempo  a  segno  slare. 

*  g.  Slare  a  segno,  dicesi  anche  dell' 
Essere  una  cosa  secondo  che  deve  essere, 
o  si  vuole  che  sia  .  Aer.  Art.  Fetr.  6. 
97.  Queste  due  polveri  daraile  a  questa 
materia  in  tre  volle  ec.  guardando  di  quan- 
do in  quando  se  il  colore  piace  ;  e  come 
sta  a  segno,  si  lasci  pulire  ec.  (ISJ 

*  STARE  A  SERVIGIO.  Servire. 
Cavale.  Med.  cuor.  iSo.  Teofilo  non  in- 
tendendola ,  e  credendo  pur  che  ella  vo- 
lesse una  che  stesse  a  sua  compagnia  e 
seivigio,  ec.  (T) 


i368 


STA 


rl-rJ^^^^^  SI.VD4CAT0,  o  A  Sl.Vni- 
„  *"■  '''"•'•'■  'oUopo.uo  al  sindacalo  , 
Haider  conto  altrui  dfllc  proprie  opera. 
•■"'"'.■  I-"',;  repelnndarum  postular,  .  dr 
su^jva^  oylEiv.  Fr.  lac.  T.  l.  i.-;  3n' 
E  stard,l,c  a  sindacalo  Di  rio  olle  ha  fallo 
o  pensala.  Fir.  Disc.  an.  '^^.  Avendo  .lai 
suo  Signore  la  commissione  generale  e 
non  limitala,  non  aveva  paura  di  slar^  a 
sindicalo.  Ceech.  Oo«.  a*!  3.  Io  non  ho 
^  Uar<:  a  sindacalo  loro.  Buon.  F,er  2 
i-  9-  '■•uar.la  se  noi  al.l.iamo  A  slarc  a 
sindacato  Or  con  questi  messeri. 

STARE  A  SODDISFAZIONE.  Soddi- 
<Jare.  I.M  arridere,  sat.sfacere .  piacere 
"licutus  i.oluntaten,  e.rple,-e.  Gr.  ^sjv--' 
•cV"'"'"-  /.••<=''^-"-.«'  T.V.. 
STARE  A  SOLDO  D'ALCU.VO  V,- 
lU-r  per  In,.  Lai.  al.cn.ns  .Hipend.arinm 
Lise.  Gr.   utiixJU-j  :ia^«  r,;i. 

STARE  A  SOPIiATTIE.NI  .  Prolun- 
gire  ,1  tempo  con  .<opraltiem ,  Aon  ai.e- 
re  a.,segnamenti  sicuri  se  non  per  tempo 
limitato .  '^  ^ 

STARE  A  SPASSO.  Andare  a  spasso. 
Lai.  spatiari.  Gr.  Tlspirts^nìj. 

STARE  A  SPECCHIO,  o  ALLO  SPEC- 
CniO.  Xi  dice  ,n  Firenze  il  A„„  pacare 
a  tempi  doi'uìi  le  puMiliche  grave—e  ,le- 
scri,.endosi  ,  ,i„e-  che  non  le  pagano  ,  in 
un  libro  detto  lo  Specchio  .  /Int.  Alam 
son.  25.  Son  da  dieci  anni  in  qua  statò 
allo  specchio. 

STARE  A  SPERANZA.  Sperare.  Lai. 
hona  spc  nli.  Gr.  zz>»iv  tl.mw.  ?v.-,v 
lìocc.  nov.  iX  i3.  Il  conforlo,  e  gì,  disse 
che  a  huoua  sperania  stesse  .  *  /„„.„,/. 
Firt.  24,  Ma  ehi  ha  solamente  huona  fé- 
de  ,  poscia  che  1"  opere  non  siano  ,  può 
stare  a  grande  sperania  nella  misericordia 
(Il  Dio.  (C) 

STARE  A  SPESA.  Mantenersi  con  ispe- 
sa  ,  l:ssere  sulla  spesa. 

STARE  A  SPORTELLO.  Tenere aper- 
lo  solamente  lo  sportello j  e  si  dice  comu- 
nemente delle  botteghe  :  il  che  .legue  in 
alcuni  giorni  di  mezze  feste  ,  o  simili . 
liellmc.  son.  260.  Porcili;  la  mia  liotk-à 
sta  a  sportello.  Farch.  Ercol.  289.  Se  m 
una  città  medesima  s'  avesse  a  lavcllare 
con  due  lingue,  una  nol.ile  e  l'altra  ple- 
lica,  perché  non  usare  la  noliilc  il  di  del- 
le feste,  e  la  plebea  quegli  del  lavorare  ? 
Se  non  che  ne  hisognerehhe  una  lena  in 
quel  mezzo  per  i  giorni  dc-lle  mezze  l'e.sle, 
quando  si  sta  a  sportello,  che  i  Lalini| 
seguendo  i  Greci,  chiamavano  intercisi. 

§■  P-  fignratam.,  in  modo  basso,  si  dice 
del  Feder  lume  da  un  oirhio  .mio,  per  et- 
ser  r  altro  chiuso  per  malattia,  o  per  al- 
tra cagione  .  Malm.  I.  37.  Perch'eida 
un  occhio  sia  a  sportello,  Soldali  ha  preso 
e  hanno  chiuso  all'alto. 

*  STARE  A  STA^ZA  D'u.\0.  Stare 
a  .ma  requiiizioae  ,  Stare  a  .sua  posta 
Lasc.  nov  agg.  pag.  ,2.  E  come  Lucre. 
zia  a  similitudine  di  quella  antica  si  chia. 
masse,  e  che  solo  a  stanza  d'Arri«hetlo 
ste.sse.  fCj  " 

STARE  A  STECCnETTO  liiercco,, 
•strettezza.  Lai,  parcissime  yirtitare.  Gr 
e.  ;  TOC  SoyxT»  y£i5£,=»a..*fle,,.  (..amp. 
i(.1.  Volete  vm  gozzovigliVirc,  e  che  gli  altri 
stiano  a  sliTchello.   fC) 

STARE  A  STE.\TO.  Stentare,  Tn.ere 
con  i stento. 

STARE  A  STUDIO.  Trattenersi  i„  al. 
cuna  Uimers.t.i  ad efletto  ,1,  studiare.  Ar. 


STA 


„  \w'"  'Il  .^luu, are.  Ar. 

Aiipp.  2.  I.  Perchb,  genliluom  mio,  uii 
nella  patria  Vostra  in  quel  tempo,  ch'io 
"1  slavo  a  studio  ,  Son  stalo  molto  acca- 
rezzato . 

STARE  A  TAGLIERE  CON  ALCU.NO 
Mangiare,  o  Far  vita  con  esso  hu  Lai 
convivere.  Gr.  «UjuS,»:,.  Frane.  Sacci,', 
noe.  107.    Grande   scoslumc  %,  itando  a 


un  tagliere  con  un  altro ,  che  uno  non 
ha  tanta  temperanza,  che  si  possa  un  poco 
aspellare .  • 

STARE  A  TAVOLA.  Trattenersi  a 
mensa  per  mangiare.  Lai.  accumbere.  Gr. 
zarxziivsjìat.  Frane.  Sacch.  nov.  210 
Poco  stettono  a  tavola ,  che  andarono  a 
vedere  1  cavalli,  li  quali  parca  che  dices- 
sono  favole.  F,r.  Lue.  1 .  2.  Io  voglio  che 
noi  attacchiamo  i  pensieri  tutti  alla  cam- 
panella dell'uscio,  e  che  noi  stiamo  a  ta- 
vola insino  a  domallina  a  qucsi'  ora 

§  I.  Stare  a  tavola  rotonda,  o  riton- 
da, vale  Stare  a  paragone  con  cheechci- 
■<ia.  Non  cedere.  Red.  Puir.  28.  -Ma  non 
hce  ad  ogni  vino  Di  Fumino  Slare  a  ta- 
vola ritonda,  li  Annoi.  123.  Per  la  soa- 
vità e  per  la  generosili  ,  secondo  il  giù- 
dizio  di  essi  paesani,  e  credulo  potere 
slare  a  tavola  rilonda  con  ogni  altro  vino 
d  Italia. 

§-  II.  Stare  a  tavola  apparecchiata, 
vale  Aver  la  mensa  senza  briga  d'  ordi- 
narla . 

STARE  A  TEDIO.  Tediarsi.  Lai  Io- 
dio affi,  i.  Gè.  ^%p;-,t'.-ìu.l.  .Morg.  II.  18. 
Si  diparli,  senza  più  slare  a  tedio. 

STARE  A  TERMLNE.   Essere  alla  fine 
STARE  A  TERREMO  .   Abitare   nelle 
Stanze  terrene. 

STARE  A  TINELLO  .  Cibarsi  nette 
corti  alle  men.se  comuni  cogli  altri  corU- 
g,ani  e  servidori. 

STARE  A  TOCCA  E  NON  TOCCA  . 
Ester  vicinassimo  .  Fiv.  Disc.  Arn.  5. 
Prima  si  era  osservalo  che  le  massime 
piene  stavano  a  tocca  e  non  tocca  di  Ira- 
hoccarle . 

STARE  A  TRAVERSO  .  Stare  fuori 
lieti  a  dirittura. 

STARE  ATTENTO.  Usare  attenzione, 
Badare  Lai.  inlentum  cs.se.  Gr.  tiptii- 
Xeiv  Ts'v  viJv.  riant.  Inf.  25.  Perch'io, 
acciocché  '1  Duca  slesse  allento  ,  Mi  posi 
il  dito  su  dal  mento  al  naso  .  Bocc.  Fu. 
Pani.  228.  Questa  comjiassione  e  dubi- 
tanza di  peggio  faceva  li  suoi  parenti  sla- 
re allenii  a' suoi  conforli.  Lab.  ^o.  Alle 
cui  [lande  slando  io  allento  quanto  pote- 
va ,  ec.  Segr.  F,or.  Man.Ir.  prò/.  Stia 
ciascuno  allento,  Né  per  ora  aspellate  al- 
tro arguniento.  Calai.  66.  Vuoisi  stare  at- 
tcnlo  quando  1'  uom  favella. 

.STARE  ATTORNO  A  CllECCHESSl'A. 
Atlemlere  a  checchessia;  Usarvi  diligenza, 
atte,iz,one  .  Lai.  ntir/uam  rvm  urgere,  in 
atiiluam  rem  incumberc.  Gr.  aicouioiìii)/ 
Ttipi   re.  *' 

STARE  A  TU  PER  TU.  Non  cedere  a 
co.sn  veruna  j  Bispoiulere  a  ogni  minimo 
che  nel  bisticciarsi  e  nel  tenzonare;  Sta- 
re in  ostinata  contesa  ,  senza  voler  cetler 
giammai.  Lai.  verbum  verlio  rispondere. 
Gr.  >o-/5v  ijyu  a-3xpi'viiìa.  .  Tac. 
Vav.  .Ina.  16.  209.  Come  Vclere  inlese 
d  avere  a  stare  a  tu  per  lu  con  nn  suo 
liherlo,  se  n'  andò  in  vdla  a  Mola.  E  al- 
trove.- Che  tratto  traili.,  a  djrillo  o  a  Iorio, 
stanno  a  lu  per  lu  col  padrone.  *  r.vr/i. 
Prov.  71.  Slaiiiatlina  parlandomi  e' pa- 
rca Un  Rodomonle,  e  slava  a  lu  per  lu  iCl 
STARE  A  VANTAGGIO.  Essere  aldi 
sopra.^  Lai.  superiori  loco  esse.  Gr.  jrl«9- 
vi/rtìv,  -npoi'/ti-t. 

STARE  AVANTI.  i:.s.sere  innanzi,  Pre- 
ceilere.  Lai.  pr.rire,  pra:ce,lere.  Gr.  assct- 

STARE  A  VRCIDIENZA,»  .tim,7i.  Ul- 
bitlire.  Lai.  olu-din- ,  ol>edientiam  prasta. 
'V.  «r.  aTa^oujcy.  Slor.  Pisi.  no.  Dio 
permise  che  poco  tempo  stesse  a  loro  uh- 
hidieiiza  . 

stari:  a  VEDERE.  Federe,  Osser. 
vare.  Mirare.  HiguanbiiY.  Lai.  rrspirr- 
re,  intiieri ,  animadiertere.  Gr.  aTo6Jl- 
reei».  Moce.  Inir    57.  Non  giucando,  nel 


STA 


quale  1  anuno  deU"  ana  delle  parti  con- 
v.en  che  .i  ,u,|.i  senza  troppo  piac^e 
JeU  "l<ra.  „  di  chi  sta  a  vedt-re,  ^a  n" 
'eUando  ec.  questa  calda  parte  del  giorni 
irapasscremo  .  Frane.  Saech.  nov^  2,^ 
VoUe  .lare  a  vedere  come  U  cognata  d 
ques  a  rrceiu  capitasse.  E  pia  sotto"  1- 
vendo  .nsino  a  ,ui  voluto  .{are  a  vedere 
Cecch.    f,o,.   2.  è.  Facciam  cosi  stiamo" 

&;"a,'°'T  "."^«^  -t"''  '^'"'   f'  Guido, 
unìu        I  •?■    ?••  Io  ho  nel  teatro 

un  luogo  ira  .  cavaUeri  ec,  wlo  per  istarc 
a  vedere  le  feste. 

g.  Talora  è  maniera  dubitativa  che 
SI  usn  per  richiamar  f  attenzione ,  ed  in 
cena  maniera  corrisponde  a  quel  che  i 
Latin,  dissero  :  attende .  forsitan,  fortas- 
«.  Gr.  7uxr.  iiui.  Ctcch.  Mogi.  2  2 
Deh  «a  a  vedere  ;  Che  si ,  eh'  eU>  é  per' 
me  la  buona  favola.  E  4.  li.  Io  .10  A 
veder  se  voi  dite  pur  da  vero.  E  Incanì.  I. 
2-  Ma  com'egli  comincia  ad  accotUrude 

Sia  a  vedere ,  io  non  polrò  spiccarnek  .  ' 
STARE   A   VEGLIA*^.    Feglare.  Btn. 

rim.    I.  ,,.  Stassi  a  veglia  Fin  a  qnattr" 

ore ,  e  cinque  e  sei  e  selle. 
,   STARE   A   VIA.   Diciamo  Non  istart 

ne  a  via      ne  a  verso  ,    che   vale   Tornar 

male,  J\„„  esser   nette  forme  convenienti 

e  dovute.   Lai.   inconciniium  esse,  male  se 

haliere.  Gr.  avaottoaro»  sTvxi 

rnL?^*"^  '^  "■"  ""TO  DI  FARE 
CHECCHESSI  A  .  Esserci  vicinissimo  . 
■ialv.  Cranch.  2.  5.  Noi  siamo  .lati  a  on 
dito  per   Far  nel  bargello.  (C) 

*  STARE  A  UN  PANE,  dictsi  di  Co. 
loro  che  formano  una  sola  famiglia  V 
PANE,  S.   Llll.ro  ■>«■'■■ 

STARE  AVVERTITO.  Usan  avvtr. 
lenza.  Lai.  observare,  animadtrrtere  Gr 
O.avosrv.  Cecch.  Mogi.  3.  7.  Andatevene 
in  rasa,  e  state  lutti  Asvertili;  e  .e  a 
sorla  e' ri  lornaMc ,  Pigliatelo  di  faUo 
Buon.  Fier.  1.  2.  2.  Però  state  avverti- 
lo,  e  non  vi  caglia,  .Ne  vi  faccia  paura 
Fatica.  L,isc.  Celos.  2.  I.  Lasciami  stare 
avvertita,  acciocché,  prima  eh'  eglino  me 
lo  vegga  loro. 

STARE  AVVISATO  .  Lo  stesso  che 
Slare  avvertito  .  Cron.  Moretl.  263.  Co' 
tuoi  lavoratori  sia'  avvisato,  va'  spesso  alla 
vUla.  -^  E  307.  ,<ii  dava  balia  a  un  rclloro 
con  più  salario  e  famiglia  ,  acciò  poteue 
islar  desio  ,  e  avvisalo  alla  guardia  dcUa 
lerra  ,  e  del    reggimento.   iC/ 

STARE  BANDITO.  Essere  in  bando. 
tal.  m  P.1  i/,o  esse,  exutem  esse.  Gr.  it  nti 
t^opicro-j . 

STARE  BASSO.  Essere  in  luogo  basto 
STARE  BENE,er.  romrmre.  Lai.  «„. 
venire,  decere.  C,  r.^i-x:,;.  Bocc.  Proem. 
'•  E  come  che  a  ciascuna  persona  sica  be- 
ne, a  coloro  e  massimamente  rìchesto,  li 
quali  gli  hanno  di  conforto  avuto  mcslie- 
re^  E  noi..  17.  64.  Perciocché  bene  non 
'Sii  a  lei  di  dirlo.  E  nov.  18.  29.  A  pò- 
vera  damigella  ,  e  di  casa  sua  'cacciaU  , 
come  IO  sono  ec,  non  si  richiede,  né  sta 
bene  1'  attendere  ad  amore  .  A;  no,..  -4. 
>  lo  non  son  fanciulla,  alla  quale  questi 
innamoramenti  sleano  oggimai  bene.  Sen. 
Ben.  Farch.  7.  9.  lo  vi  conosco  dentro 
molle  cose  ,  le  quali  non  islarebbe  bene 
che  IO  donassi.  Cecch.  Mogi.  I.  1.  Il  pre- 
gar  non  sia  bene,  e  non  vani.  E  Stiav. 
2-  2.  Una  ghirlanda  vale  un  quattrino ,  e 
Non  isti  bene  in  Icsla  a  ciascheduno. 

t  *  S  '•  Star  Itene  in  uno,  vale  Comt- 
nirgl,.  Bocc.  g.  S.  n.  7.  Avendo  lunga- 
mente sliidialo  a  Parigi  ec.  per  saper  la 
ragione  delle  cose  .  e  la  cagione  d'  esse  , 
d  che  prìinamenle  sia  bene  in  gentile  uo- 
mo, ec.  tQi,e.,to  §.  ,  aggiunto  dal  P.  Ce- 
sari. Noi  abbiamo  ossen-aloche  le  miglior, 
edizioni  leggano.-  il  che  olliraamenlc  sia 
Ul  gentile    uomo  ).(Fj 


STA 


§  II.  Star  bene,  volt  anche  Meritar  co-  | 
,1,  Slare  il  do^'Crt.  llocc.  nov-  8J.  9- 
Avvi-gD,cl.è  cs\>  m\  sic.  mullo  l.cDc,  che 
io  non  la  dovt.  moi  lasciar  salir  di  sopra. 
/„.,.<:.  Sacch.  no..  33.  Per  menare  a 
I«cclielU  oltre  al  del.ito  modo,  n  acquisto 
un  Bene  gli  sta,  che  mai  non  gli  ven- 
ne meno  (qui  "sato  in  fona  d,  nome  ). 
lecci,.  .Mogi.  !\.  I.  Ma  gli  sta  mollo  ben, 
.lappo-  di' e'  crede  Più  a  le,  elle  a  me. 
/•;i  11  Ma  liei  vero  e'nu  sU  Lene.  Ma'm. 
37».  Scl.l.en  da  un  lato  Ti  slava  bene, 
avendolo  cercato. 

§    III    M'"'  **"  con  alcuno,  vale  esse- 
re in  grazi.,  s„a.  ^verseco  antorità.  Cron. 
Morell.  2<J4    Nondimeno  sia   Lene  con  lut- 
ti :   non    Uparlar  mai  contro   a  persona. 
R     IV     Star  l-ene,   d,cesi  di   l  l,eccl,ess,a 

che  torni  bene  afe'"<'-">J  '""•'  ''''''"l''^; 
,,„ando  torna  bene  ,n  dosso  e  s,m,l,.  Bocc 
L.  1.  l5.  lo  .ceoncerò  .  falli  vosln  e  . 
miei  in  maniera,  che  stala  bene.  Enov.  g. 
,q.  Tu  vedi  innan.i  innan.i  come  io  sono 
l,eU'  uomo,  e  come  mi  stanno  bene  le  gam- 
be in  sulla  persona  (cioè:  riseggono),  i-, 
no...  8o.  5.  Essendo  egli  bianco,  e  biondo, 
e  leggiadro  mollo,  e  standogli  ben  la  vita 
avvenne  ce.  (cioè  avendo  la  persona    ben 

"'e'  V  Star  l,ene,  vale  Essere  in  buono 
slato.  Jorr.M..  JO.  7*  Paganino^  veg- 
g.ndola  si  bella,  pareva  star  bene.  -■  «  £■ 
Tioe.  50.  22.  Certo  io  starei  pur  bene,  se 
tu  alla  moglie  d'Ercolano  mi    volessi  ag- 

,.  ,ri  Irlr  cani.  22.  4-  Per  bene 

euagliarc».  fi;  'e"^- ™"*- ■'.'  "l  _. 
star  si  scende  molle  miglia,  itor.  P,st.  US- 
Ami  lo  fece  bene  stare.  Celi.  Aporl.  i. 
3  Tre  son  .luelli  cbe  staunosi  bene  :  il 
gaUo  del  mugnaio,  U  cane  del  beccaio,  e 
il  fatlor  delle  monache. 

*  8  VI.  Star  bene,  per  Fare  bene  • 
suoi/alti,  f:s.ere  in  buono  stato.  I  rane. 
Sacch.  nov.  i:4  1  q"=li  (n'crcant,)  forse 
non  stavano  bene,  come  alln  pensava  , 
perocché  cominciavano  a  mancare  del  cre- 
dilo. (1) 

J  S  VII  Star  bene,  talora  per  ironia 
s,  pre„.le  per  Istar  male;  che  anche  d,- 
ciamo  Starfre.<co.  Bocc.  g.  6.  p.  5.  Fra- 
le, bene    starebbono,  se  eUe  s' indugiasser 

tanto.  ,     ,,  I    .^ 

e  Vili  Star  bene,  vale  Iste  re  ,n  buo- 
na sanili.  Lai.  valere,  bene  se  hahere. 
Gr.  Jy.y.vi.v.  Ben.b.  leu.  lo  sto  bene  , 
e  a  simigliarne  desidero  che  sia  di  te. 

S  IX.  Tene  sia.  ."  i""  talora  a  ma- 
n,cra  di  ripieno,  e  par  cbe  abbia  al,l„a,,to 
.leW  ironico.  Lai.  sclicet.  Gr.  or,/.ao.j . 
Jìocc.  nov.  6l .  g.  Bene  sta  ;  tu  di  lue  parole 
tu.  /;  noi-.  72.  g.  Frale  ,  bene  sta;  .0  me 
n'ho  di  coleste  cose.  /■  nov.  79.  24-  Or 
bene  sia  dunque,  disse  Bruno  ;  se  coleslui 
te  ne  6dava,  ben  me  ne  posso  fidare  10. 

*  S  X  Bene  sia  ,  in  senso  non  pun- 
to ironico.  l\ov.  ani.  54-  La  donna  do- 
mandò di  novelle  :  disscrle  tutto  ogni  cosa, 
e  come  ec .  La  donna  disje  :  Ben  isla  : 
andate,  ec.  K  appi-esso  :  Disserle  il  con- 
vencnle,  siccome  la  gente  era  ristucca  ,  ec 
F,  la   donna,  udito  ciò  ,  disse  :   BencisU, 

ce.  il) 

*§.  SI.  liengli  sta,  r,en  gli  .flette,  e 
simili,  maniere  ironiche  cbe  si  usano  d, 
dire  a  chi  avviene,  o  avvenne  cosa  dispia- 
cevole.  V.   BEIi  Gli   STA.  fO 

§.  XII.  l'ene  stia,  o  Ben  possa  stare 
il    tale  j   maniera  di   salutare.   Lai.  salve. 

Gr  X'-"-'  ''°"-  ""''■  *'•  ^^'  """  '"'*' 
sa  stare  Fa  liuolo.  «  L  g.  5.  n.  9.  La  quale 
vedendol  venire  ,  con  una  donnesca  pia- 
cevolcua  levalagUsi  incontro  ec. ,  disse:  Be- 
ne stea  Federigo.  (J') 

6    XIII     ti"   ■*■'"  '""  "*"  *'  muova  s 

pZ-erb,o  'che  vale,  che  Chi    e    in  buono 

stato  non   dee  cercar  di  mutar  cond,:,one. 

Buon.Fier.   I.  5.  7.  Chi  sta  ben  non  si 

Vocabolario  T    It 


STA 

muova  ;  io  vo'  capone  Servire  infino  a  mor- 
te il  mio  padrone. 

STABE  BOCCONE.  Giacere  colla  Jac- 
da  colla  vcr.<o  la  parte  ,nJe,,ore.  Ben. 
Ori  I  6  18.  Tieii  quella  rete  Orlando 
in    terra  fermo,  E  fallo  star  cosi  meno  boc- 


S  T  A 


1369 


ne.  , 

STABE  CALDO.  Tenersi  la  persona 
calda.  *  /•>■  (.lorrf.  2^2.  Ciocché  vuoli  stare 
caldo  ,  or  qui  Insogna  più  cose  :  nianleUo, 
e  imiscia,  pilliccione.    il) 

sÌaKE  l;AIU.O^E,  e  CARPONI.  Star 
colle  braccia  e  co' picd,  in  terra  a  g,„sa  d, 
animai  quadrupede.  Lai.  rc,.ere.  Gr.  Ef  rtei». 
Bocc.  nov.  5o.  19.  Perciocché  carpone  gh 
convenivi   stare.  ,  ,•    t  „, 

STAUE  CASTO.  O.tservar  castità.  Lai. 
ca.,le  vivere.  Gr.  ayvlJ;  ^.oOv.  Cron. 
Morell.    Isla'   casto  il  l'iu  cbe   tu  puoi. 

STARE  CERTO.  /Iccertarsi  ,  Isscr 
..iruro.Lat.  cerlum  esse,  ci  edere.  Gr.  a.i«li.- 

STARE  l  HETO.  Non  parlare,  hon 
replicare,  acquietarsi.  Lai.  acqu,escere, 
tacere.  Gr.  r^.x*?"^-  '"""'■  '"-^-  ^- .^ 
quei  fé'  segno  eh'  i' stessi  cheto,  ed  in- 
chinassi ad  esso.  Iranc.  òaccb.  nov.  192. 
La  donna  gonfiata  ec,  si  stette  cheta  per 
lo  migW  6e,..  Ben.  larch  5.  25.  Anco 
che  uno,  il  quale  sia  ingrato, non  [ossa  in- 
fingersi,  e  far  le  viste  di  non  aver  inteso 
deesi  star  cheto  ed  aspettare.  Ceccb.  ihgl. 
2  4  vi  Credete  forsi,  ch'io  patisca  d  es- 
sere Assassinalo,  e  eh'  l'  me  ne  sUa  cheto  T 
/■;  Doni.  I.  4-  Deh  sta'  cheto,  e  pm  tosto 
mi  consiglia. 

:■;  S  I  Vicesi  anche  nel  .significato  me- 
desimo Starsi  cheto  come  folio.  Lasc.  Cen.^ 
nov.  6.  pag.  I3l.  Tanta  u  la  paura,  eh 
eeli  si  stelle    cheto  come   1  olio,    (lì 

Sf  8  II  Slare  cheto,  fu  mollo  leggia- 
draniente  adoperato  dall'  Ariosto  in  J orza 
di  sustantivo,  scompagnandolo  coli  ad- 
diellivo.  Ar.  Fur.  27.  l33.  Uopo  un 
lungo  star  cheto,  sospirando  ,  S.  come  da 
un     gran    sonno    allora   sciolto,  lutto   s. 

scosse.    (Mj  (.CO- 

STARE CHIOTTO.  Lo  stesso  che  Star 
cheto:  modo  basso.  Lai.  acquie.<cere,  la- 
cere. Gr.  r^.yU^^i'- Sem.  Ori.  1.(^.30. 
E  sema  pur  fiatar,  mi  stava  chiotto,  .fl/n"". 
i  48.  Le  male  lingue  forse  slarian  chiotte 
^J  STARE  COGLI  ORECCHI  LE- 
VATI    o   TESI.    Stare    intenlis.t,n,o   per 

sentile,  r  oiiECCHio,  S-  ^^v.  (fj 

*    STAR    COL  CAPO  A  BOTTEGA. 

Ilndare  a-fatti  suoi.  y.CKVO,§.C\\.(C) 
STARE    COL  CUOR  NLL   ZUCCHE- 
RO      f  h'Cr  conte/ilo. 

STARE  COLL'  ARCO  TESO.    Badare, 
Attendere,    Usar  diligeir.a.   Lai.     c.rcum- 
.spicerc,  caverò.  Gr.  SE.c.Of ?'.  ,f  ^«f' f 
/Sat.  Varcb.  Krcol.  92.  Stare  coli  arco  te- 
so, si    dice   d-  uno  .1  quale  tenga  gli  orec- 
chi   e   la  mente    intenti  a  uno  che   lavelli 
per   collo,   e    potergli  apporre  qualche  co- 
sa, o  riprovargli  alcuna  bugia,  non    gli  le- 
vando gli   occhi  da  dosso  per  tarlo  imbian 
care    o  imbianchire,  o  rimanere    bianco;  U 
che    oggi  si   dice,  con    un  palmo    di    naso. 
Cron.  Morell.   238.   1  quali  stavano,   com 
udirai    appresso  ,  coli'  arco    teso  a  rubare, 
a  noiare,    a  interrompere  i   fatti  nel  e  sue 
mani.     Cecch.   Voi.    2.  5.    Gli  potre     riu- 
scire     se    non   slesse  Coli'  arco  teso^ern. 
Ori     2     11.    I.Che  CI   bisogna  molto  per 
Buaidare  Dal  primo  errore    e  inconvenien- 
te    E    sempreroai    con    l' arco    teso  slare 
Semprema.  esser  cauto  e  prudente. 

S'TARE  COLLE  MANI  IN  MANO 
i-(a,-e  ozioso,  senza  far  nulla.  Ì^A.  ot,o 
indulgere,  des.dian.  Gr.  ol-i'-S'.  BernJJrl. 
2  7.  5.  Se  non  era  Agolanle,  e'I  re  Troia 
no,  E  gli  altri,  onde  non  stelle  mai  11 
I  riposo.  Si  sarian  slaù  colle  mani  in  mano 
1       g.  I.  ilare  colle  mani   a   cintola,  vale 


Star  senza  operare,  Essere  ozioso.  Lai. 
mnni.m  haUre  intra  pallium  ,  ignaviim, 
de.siden,  esse.  Cecch.  Mogi.  I.  2.  Vo  vi 
siete  stalo  (Lo  dirò  pure  )  colle  mani  a 
cintola  ;   E  dii  ha   a    far  non   dorme. 

§.  11.  Stare  colle  inani  per  aria,  vale 
Tenere  le  mani  .so.spe.se  in  aria,  e  figu- 
ratamente pssere  in  atto  di  battere  al- 
trui, o  in  prossima  risoluzione  dt  per- 
cuoterlo. 

STARE  COLL'  OCCHIO  ALLA  PEN- 
NA. Termine  marinaresco.  Stare  avverti- 
to,   ì  ed.  OCCHIO,  §.  CXI.V. 

§.  I.  Stare  coir  occhio  leso,  vale  Stare 
avveduto,  attento.  Lai.  cautuin  esse.  Gr. 
zsyu).a-/(t^'W5  '7.'-'>-  '  •''-  OCCHIO, 
§.   CXXXVII. 

§.  II.  Stare  con  gli  occhi  grossi,  vale 
Tener  portamento  .sollevato  per  superbia, 
o   minaccioso   per  isdcgno. 

§.  111.  Stare  con  gli  occhi  aperti,  lo 
stesso  che  Stare  a  occhi  aperti. 

8.  IV.  Stare  con  gli  occhi  addos.so  ad 
alcuno,  vale  Badargli  atlcntamentc.  J'ed. 
OCCHIO,  §.  CXXXVIM 

STARE  COLL'  ORECCHIO  TESO. 
/  0  stc.s.so  che  Slare  a  orecchi  levati,  l.at. 
arrectis  auribus  slare  .  Gr  .  TSivssSai 
TK  ohi/.  Bocz.  T'arch.  3.  pros.  1.  Pie- 
no di  stupore,  stava  cogli  orecchi  tesi  e 
a    bocca  aperta  per  ascoltarla. 

g.  Stare  con  gli  orecchi  levati,  vale  lo 
stes.so.  Bocc.  nov.  62.  IO.  Giannello,il 
quale  stava  cogli  orecchi  levati  per  vedere 
se  d'alcuna  rosa  gli  bisognasse  lemere 
o  provvedersi  ,  udite  le  parole  di  Pero- 
nella,   si  giltò    fuori    del    doglio. 

STARE  COL  VISO  BASSO.  Oltre  al 
.sentimento  pivprio,  indica  figuratamente 
I  ssere  umiliato.  Lai.  demisso  vullu  stare. 
Gr.  zaT0ti3«)>-:iv  :rf  o'-iwz.  v.  Pctr.  cap. 
10.  Vidi  Archimede  star  col  viso  basso, 
E    Democrito  andar  tulio  pensoso. 

*  STARE  COME  L'  OLIO  .  Di- 
cesi  fguralam.  del  l  oler  sempre  sopra- 
stare ed  essere  d'avvantaggio.  V.  OLIO, 
e.  VII.  (C,  ,  .      .. 

V  STARE  COME  UNA  PERLA.  Star 
benissimo.    T.  PI-ULA,   §.   nl.fC) 

STARE  COMODO.  livore  agiatamen- 
te o  colle  dovale  comodila.  Ar.  ^egr.  2. 
3'  Son  altri  in  le  cilladi,  che  stan  co- 
modi Di  possession,  di  case  ,  e  di  ben  mo- 

"sTARE  CON  ALCUNA  PERSONA. 
Vale  Giacer  seco  carnalmente.  \.3l.  rem 
habere.  Gr.  5U^7t>>«65&».i  Frane.  Sacci,, 
nov  112.  Quando  io  sono  stato  una  vol- 
ta con  la  mia  1  donna)  per  quello  afiare, 
e' mi  par  esser  più  leggiero  che  una  pen- 
na. Dire  Salvestro  :  sia'  con  lei  due  vol- 
le  e  volerai. 

*  S  Star  con  alcuno  ,  Tìiportarsi  con 
esso.  Cecch.  Voi.  5.  6.  lo  starò  con  lui 
di  sorte  che  se  mai  più  egUme  1'  appicca, 
eli    perdono.    (1  )  ^  . 

STARE    CON  ALTRI.   Servire    altrui 
ìlla     persona     niercenarinmenle.      Cecch. 
Ponz.   1.  2.  Portando  la  scopetta,    che  pos- 
ila Esser    portata  in    sulle  spalle,  ma  A 
duo    mani    dal   boia,   a    chi    volesse    Star 
con  altri.    lir     Lnc.  2.    1.    lo    questo    mi 
posso  io   accorgere  quanl'  e    misero   lo  sta- 
to   di   chi    sta    con    altri,    lasc.   Spir.    ^. 
E   cosi    potrebbe    venir   tempo,  che   10 
sarei  lU.era  di  me ,    ciob    che  io  non   sta- 
rei  con  aUi"UÌ. 
STARE  CON  CHECCHESSI  A.  Lasciar- 
i   dominare   dall'    affetto,    o  desiderio    di 
ebeccbessia.  Lai.    alienae  vivere  voluntat,^ 
Cecch.    Core.  2.  7-   Che    ho  a    star    eoi 
prezzo   d'  un   corsiere,  Che  ne    guadagno 

"  "stare   CON  DIO.  Diciamo  Stati,  con 
n,o;  modo  d,  licen-.,are,   o  di  prender  con- 

ecilo  da   alcuno. 

«  173 


Mi 


j370 


STA 


STARE  CONFUSO.  ^*^cr  confusiùne^ 
Essere  in  confusione.  Cecch.  Corr.  4-  5. 
La  veflov3  Sta  &u  coufusa,  e  con  si  sa 
risolvere 

*  STARE  CON  LA  FEBBUE  AD- 
DOSSO DI  CIIECCIIESSI'A.  f)iccsi  figii- 
ratam.  dell'  I  ssere  in  paura  che  sia  per- 
duto, o  andato  male  checchessia.  Car,  lett. 
ined.  2-  6o.  Di  grazia  acciuatcmc-U-  tutte 
le  lettere,  perche  ne  sto  con  la  febbre  ad- 
dosso. ^.V; 

STARE  CON  PENA  D*  ALCUNA  CO- 
SA. Esserne  in  pensiero.  Averne  soUeci' 
tudine. 

STARE  CON  PENSIERO  DI  CHEC- 
CHESSl'A.  Averne  apprensione.  Temerne. 

STARE  CONSOLATO.  Essere  in  con- 
solaxione.    Viver  consolato. 

STARE  CONTENTO.  ConUntarsi.l.zi. 
rontentum  esse.  Gr.ayaTràv  ev  rvn. Frane. 
Barò.  143.  6.  Chi  rade,  non  conviene 
srorticarc;  Chi  scortica,  dee  stare  Contento 
alla  ragion  sol  della  pelle,  frane.  Sacch. 
nov.  2l4-  Colui  che  vive  leale  ,  stando 
contento  del  suo  da  ciascuno  è  ricevuto  e 
amato.  Cecch.  Donz.  2.  2.  Che  non  istà 
contento  a  venti  dame.  *  Guicc.  Star.  Uh. 
9.  Fosse  il  re  tenuto  a  star  contento  a 
quello  che  fosse  consentaneo  alla  ragio- 
ne.   (C) 

•f  STARE  CONTENTO  AL  QUIA.  A- 
cquetarsi  alla  ragione.  Lat.  ralionc  ac- 
tfuiescere.  Gr.  >o'y&»  ETTavaTrauscSoti. 
Dant.  Purg  .  3  .  State  contenti,  umana 
gente,  al  quia.  Frane.  Sacch.  nov,  161. 
Pur  convenne  eh*  ella  stesse  contenta  al 
quia  (Neil'  esempio  di  Dante  Slare  con- 
tento al  quia  vale  Sfare  contento  alle  di' 
mostrazioni  dette  a  posteriori,  che  i  Dia- 
lettici contrassegnavano  colla  parola  quia. 
Vedi  Benvenuto  da  Jmola^  Note  a  Dan- 
te). 

t  STARE  CONTRO,  o  CONTRA . 
Essere  dalla  parte  contraria.  Lat.  ex  ad- 
verso  slare.  Gr  avTUTrc'v  l'cravat. 

V  §.  Vn/e  anche  Besistctr,  Far  difesa. 
'  Ar.  Fur.  2.'a.  G^-  Non  può  schivare  alGnc 
un  gran  fendente,  Che  tra  il  brando  e  lo 
scudo  entra  sul  petto.  Grosso  1'  usbergo, 
e  grossa  parinienle  Era  la  piastra,  e  'l  pan- 
ziron  perfetto  :  Pur  non  gli  steron  conlra. 
iM)  E  3l.  23.  Rivolve  tuttavia  tra  se 
lUn»ldo  Chi  sia  l'estranio  cavalicr  sì  forte 
Che  uoii  pur  gli  sia  contra  ardito,  e  sal- 
do Ma  spesso  il  mena  a  rischio  della  mor- 
te.  (C) 

STARE  CON  VANTAGGIO.  Lo  stes- 
so che  Stare  a  vantaggio.  Lat.  potiori  lo- 
co  uti.  Gr.  -isovexTe'v. 

STARE  CO'  PIE  PARI.  Star  con  o- 
pni  comodità  e  sicurezza,  f'ed .  STARE 
A    PIE  PARI. 

*  STARE  COSTANTE.  Mantenersi 
tenace  nel  suo  propotilo.  Scic.  Vit.  Co- 
hmb.  \^l.  Sicché,  diletti  fratelli  ,  stia- 
mo forti,  e  costanti ,  acciocché  non  sia- 
mo sconStti,  e   confusi.    (C) 

STARE  DA  BANDA.  Es.-^er  da  una 
banda. 

§.  Starsi  da  handa,  Jìguratam,  vale 
f\'on    si   ingerire. 

STARE  DA  CAPO.  Essere  nel  primo 
luogo  .     Lat.    primas    tenere .    Gr.     TZftit- 

T5US1V. 

*  STARE  DA  CASA.  Lo  stesso  che 
Start  a  casa  _;  ma  meno  usato.  Cron. 
Stria,  ll.'i.  Fere  la  cirla  ser  Rustico  Be- 
lani,  il  iiuair  ilava  da  rasa  gli  Nailii,  presso 
alla    Croce    a    Trebbio     (Ij 

STARE  D'  ACCORDO.  /  i%ere  in  con- 
cordia. Concordare .  Lat.  concordi  fatkre 
vivere.    Gr.  oyovoriTixcJjf  ^9tcùv. 

STARE  DA  PARTE,  /.wirc  separa- 
to, Non  esser  partecipe.  Sen.  Ben.  Vnr- 
ch.  3.  4-  Quello  the  di  gii  k  passato  , 
sì    sta  da    parte    fra   le   cote   sicure. 


STA 

STARE  DA  PIEDE.  Essere  dalla  par- 
te   inferiore. 

STARE  DA  PRODA.  Essere  i-erso 
l' estremità, 

STAKC  DA  SE,  o  DI  PER  SÉ,  «*. 
Non  vivere  in  camerata ,  compagnia,  o 
sen-igio  di  alcuno.  Geli.  Sport.  2.  I. 
Ma  quando  pur  voi  vogliate  star\'Ì  da 
voi,  flividiamoci  a  vostro  piarrre.  Lasc. 
Spir.  4-1'  lo  non  cri-do  mai  tanto  vì- 
vere,   che    io    mi    ridura   a    star    da    me. 

STARE  DELLA  DETTA.  Promettere 
per  un  dehitore  che  SÌ  consegni  a  un  al- 
tro. Lat.  fideiuhere. 

STARE  DENTRO.  Esser  nella  parte 
interiore.  Internarsi.  Stor.  Piti.  28-  Al- 
tri loro  consorti  ed  amici  alavano  dentro, 
e  tagliavano  la  porta.  E  ix).  Gli  o6cii 
degli  anziani  si  facrano  mezzo  de'  Guelfi 
tornati,  e  mezzo  dì  qurlli  che  erano  stati 
dentro.  Ar.  Len.  2.  I-  Ma  non  ci  vo- 
glio più  star  dentro;  datela  Ad  altri  (cioè 
abitarci  )  .  Lor.  Afed.  Arid.  2.  Ì\-  Voi 
gli  giunterete  :  non  ci  stann'  eglino  den- 
tro per  piacere  ?  Poliz.  st.  I.  2.  Ne  può 
star  cosa  vii  dentro  al  tuo  seno.  Ilenv. 
CelL  Ore/.  76.  Standovi  dentro  appun- 
to, i  detti  tasselli  Don  si  possono  tras- 
porre. 

§.  Star-e  dentro  alla  pelle.  1  ed.  STA- 
RE NELLA    PELLE. 

#  STARE  DESTO.  Oltre  al  senso 
proprio  di  Non  Dormire,  vale  anche 
Usare  avvertenza.  Invigilare.  Cron.  J/o» 
rell.  307.  Si  dava  balia  a  un  rettore  con 
più  salario  e  famiglia,  acciò  potesse  ìsta- 
re  desto  e  avvisato  alla  guardia  della 
terra   e   del  reggimento.   (Cj 

*  STARE  DI  BUON  ANIMO.  Vivere 
con  Jìducia  ,  con  sicurezza.  V.  AMMO, 
§.   LVl.   >C) 

STARE  DI  BUON  CUORE.  Star  col- 
l'animo  contento.  Lai.  hono  animo  esse. 
Gr.  tuàu^gìv.  lìocc.  nov.  67.  g.  Anichi- 
no mio  dolce,  sta*  dì  buon  cuore.  #  E 
g.  3.  n.  7.  Questo  piacque  al  Peregrino; 
e  senza  volergli  dire  altro,  sommamente  il 
pregò   che   di   buon    cuore   stesse.    (J'i 

STARE  DI  CONTRO,  o  DI  CON- 
TRA. Essere  dalla  handa  Of^posta.  Lat. 
e  regione  esse.   Gr.  a'vStoiavac. 

§.  Figuratam.  vale  Esser  contrario , 
Esser  di  contrario  parere. 

STARE  DI  DENTRO  .  Esser  dalla 
parte   interna. 

STAHE  DltTRO.  o  Di  DIETRO.  Es- 
ser dalla  parte  posteriore.  Lat.  in  posti- 
ca es.te.  Gr.  «v  r&l  o:ri7&sv  st  vai.  Frane. 
Sacch.  nov.  i3.  tit.  Ed  egli  smontato,  gli 
sta  di  dietro  a  piede. 

§.  Stare  dietro  a  checchessìa ,  figurai, 
vale  Usare  pensiero,  o  attendane  ad  effet- 
to   di  ottenerlo. 

STARE  DI  FUOBA.  o  DI  FUORI. 
Trattenersi  fuor,i  della  cittìt,  o  di  rasa, 
o  di  alcun  alttv  luopo.  O.  l'.  IO.  58.  1. 
Quc*  della  terra  non  lo  vi  lasciaroDU  en- 
trare er.  ;  per  la  qual  cosa  gli  convenne 
star  dì  fuori  a  cunipo  a  gran  mis.igio. 
Stor.  Pist.  5o.  Lo  'mperadoie  slava  di 
fuori.  Ar.  l.en.  1.  a.  Farò  che  l' altro  dì 
a  questa  medesima  Ora  entrerai  i|Ua  den- 
tro ;    intani*)   renditi   Ceito  di  &t.ir  di  fuori. 

STARE  DlGIU^O.  Esser  digiuno.  Di- 
giunare. G.  /  -  8.  78.  4'  ^'  ''  fornimen- 
to del  bere  e  del  mangiare  dr' Fiammin- 
ghi (che  poco  l'ossono  star  dìf;itini  )  era 
loro  malagevole.  Albert,  cap.  6.  Se  io  gli 
lascerò  star  digiuni  ,  essi  verranno  meno 
nella  via.  Cron.  ifotvlt.  282  Sf  b»  sto* 
maco  sta  meglio  digiuno,  non  ^li  dare  im- 
paccio 

STAKE  DI  LUNGI.  Trattenersi  in 
luogo  alquanto  lontano. 

STARE  DI  MALA  VOGLIA  Eistr 
travagliato  d'  antmo,  0  dt  corpo.    Lat>  *«l- 


STA 

/fuo  animo  esse,  a-grt  /èrre.  Gr.  X^^' 
ir«5  fipetv,  ayavazTetv.  Cas.  Uf.  com. 
103.  Perciocché  1  superiori  temono  di  non 
soddisfare  a  coloro  cui  veggono  staire  di 
mala  voglia. 

STAKE  DI  MALE  GAMBE.  No»  «j- 
.^ere  nel  proporzionato  vigore  del  corpo j  e 
figuratamene  si  dice  anche  dell'  animo. 
Lat.  non  bene  valerr, 

STARE  DI  MV.ZZO.  Non  T  interessa- 
re ne  da  una  parte,  ne  dall'  altra  j  Te- 
nersi netitrale.  Lat-  neutri  parti  se  addi- 
cere,  medium  se  gerere.  Gr.  TtfCi  owo** 
TtpQ-*  «— flzii'veiv.  G.  V.  8.  68.  2.  Ma 
chi  era  col  ^'escovo  e  con  messer  Corso; 
e  chi  non  gli  amava,  stava  di  mezzo.  E 
eap.  71.  2.  Messer  Corso  Donati  si  stava 
di  mezzo,  perchè  era  infermo  dì  gotte  ec, 
e  quasi  tutti  gli  altri  grandi  sì  stavano  di 
mezzo.  Cron.  itorell.  277  Istalli  dimez- 
zo, e  tieni  amicìzia  con  tutti,  e  non  spar- 
lare di  niuno.  M.  V.  3.  39.  U  quale  si 
stette  dì  mezzo  sanza  i<ìglìare  arme.  *  Var- 
eh.  Stor.  3.  61.  Io  so  quanto  la  via  neu« 
trale,  e  ìl  volere  stare  dì  mezzo,  e  parte 
come  vile,  e  parte  come  dannoso,  Liasi- 
nievole  riputato.  (C) 

§.  Star  di  mezzo,  vale  anche  Esser  me- 
diatore. 

STARE  D'INTORNO  AD  ALCUNO 
Non  lo  lasciarej  e  Jìguratam.  Pressarlo. 
Bocc.  nov.  49.  5-  Tutto  1  dì  standogli 
d  intorno ,  non  ristava  di  confortarlo. 

STARE  DI  PER  SE.  Lo  stesso  che 
Star  da  sir. 

STARE  DIRITTO.  Essere  in  dirittu- 
ra j  e  anche  Star  colta  persona  diritta  e 
col  capo  elevato,  Albert,  cap  61.  Anzi  %U 
diritto  e  forte  sotto  ogni  incarico  Celi.  Ab. 
Isaac,  cap.  4;.  Coloro  che  *l  detto  cono- 
scimento hanno  in  movimento  naturale  , 
stanno    diritti. 

STARE  DI  SOPRA.  Esser  di  sopra. 
Aver  vantaggio.  Superare.  Cecch»  Donz. 
2.  2.  Dì  sopra  lio  a  star  io.  N.  Ed  è  ra- 
gione- *  Segner.  Fred  3.  5-  Mette  sua 
gloria  nello  star  di  sopra  a'  propri»  nemi- 
ci. (V) 

*  §.  I.  Vale  anche  Aver  comando. 
Ar.  Cinq.  Cant.  3.  8.  Non  le  povere,  « 
r  umili,  ma  quali  S'  aggìran  dentro  allt 
superbe  teste  Di  questi  scellerati,  che  per 
opra  Dì  gran  fortuna  agli  altri  stan  di  so- 
pra.  (M) 

§.  II.  Volere  cheta  sua  stia  di  sopra, 
vale  Incalzare  il  proprio  detto.  Non  vo- 
ler cedere  al  compagno,  l'arch.  Suoc.  2. 
^.  Egli  e  mio  marito,  e  non  è  ragione- 
vole eh  io  mi  ponga  a  contenderla  seco» 
tu  per  tu,  e  vtdere  che  La  mia  stia  di  so- 
pra, ancoraché  io  abbia  ragione.  Maltn.  I. 
29.  E  sempre  vuol  che  stia  la  sua  di  so- 
pra. 

STAnE  DI  SOTTO  .  Ved.  STABE 
SOTTO. 

STAltE  DISPARTE .  Trattenersi  tu 
luogo  alquanto  separato.  G.  V.  11.  l33. 
8.  Messer  Ciupo  delli  Scolari,  che  sUva 
rolla  schiera  disparte  a  vedere  le  conte- 
nenze della  battaglia  ec.  ,  usò  uni  mae- 
stria dì  guerra. 

t  STARE  DISTESO  Essere  disteso; 
Non  essere  raggruppato,  né  piegato.  Dani. 
Purg.  ijj.  E  quanto  6a  |»iaccr  dell'  alto 
Sire,  Tanto  staremo  ìminiJuli  e  divtesi 
Ovid.  Pist.  100.  La  mi»  mano  diritta  (i.. 
ne  la  prnna,  e  la  carta  ist^  distoa  nel  mio 
giembo. 

STAliE  DUBBIO.''  DUBBIOSO.  .'\ oh 
safvr  risolversi,  e  determinarsi.  Lai.  ani- 
mo pendere,  htrrere.  Gr-  oTsoon».  Cecch 
C-<rr  4  5  Mentre  la  vecchia  sta  dub- 
bia. E  che  non  sa  dove  voltarsi,  ce  F 
L^ns,  5.    4-    '*'   tt-irei   dubbio  a   crrtierla 

STARE  DURO.  Fersisterv  nella  sua 
opinione,  o  ntolutione,  ne  da    quella   n- 


STA 

muoversi.  Lai.  obdttrare .  Gr.  TrwjSctv. 
Bocc.  no\*.  a.  13-  Dove  io  rigido  e  tluro 
stava  a' tuoi  conforti  (cioè  uoD  cedeva  , 
DOD  mi  lasciava  persuadere).  E  now  6c). 
9.  Dove  tu  pure  ia  sulla  tua  ostiuazioue 
stessi  duro  ce  ,  io  t'  avrò  i^er  uno  scioc- 
coDc.  frane.  Barb.  ll\ii-  18.  Ferro  più 
forte  lo  nieu  (urte  lima  ;  Oude  convieo 
molle  genti,  che  itaono  Dure  ne'  vizii  ,  e 
vauDO,  Da  poi  eh'  Amor  non  le  trae  a  ver- 
tute. Traggale  Un  *a  nìaggiore  a  salute. 
Cecch.  j:onz.  I,  à.  Io  tengo  che  cotesto 
vecchio  stia  Duro,  percb*  e*  sospetti  che 
ce.  E  3.  3.  Anco  noi  stavamo  dure  ,  E 
sapesti  trovar  modo  da  farci  Dir  di  sì. 

*  g.  E  ya riamente.  Borgh.  Ong.  Eir. 
3o2.  (hi  non  volesse  tener  conto  di  quc- 
»to  testimonio,  e  vi  stes&e  su  duro^  to  non 
contenderò,  (y)     . 

STARE  ESULE.  Essere  in  esiiio. ^hat. 
ejiufem  csse^  exu/nn*.  Gr.  aTToXtv  ac  v«t. 
Ambr.  Bern.  3.  10-  Un  maschio,  che 
SODO  io  ,  che  gii  sono  stai*  esule  Gran 
tempo. 

3  STARE  FERMO.  Non  si  muovere  ^ 
Fermarsi.  Lat.  in  eodem  gradii  consiste- 
ne.  Gr.  avtxr.'TOJ^  ^Z*^-  -''*'''•  Cd/ix.  35. 
8.  Canion  mia,  fermo  in  campo  Starò,  eh* 
egli  è  di^nor  morir  fuggendo .  Pallad. 
iiiugn.  y.Monaglirale.e  starà  fermo  acasa. 
O.  y.  g.  3o5.  IO- Ma  stando  fermo,  e  la 
gente  per  mala  vista  del  Maliscalco  co- 
roinciando  a  fuggire  ,  ec. 

*  §.  I.  Efigiiratam.  «  Pctr.  canz.  8.  7. 
Però  eh*  ad  ora  ad  ora  S'  er|c  la  speme  , 
*•   poi  non  sa  star  feima>».  (Cj 

§.  II  E  pur  fìguratam  .  per  Essere  to- 
stante.  Persistere.  Lat.  stare,  in  proposito 
persistere.  Gr.  sv  TTposioii  ot«jUiV£iv. 
(h'id.  Pist.  66.  La  mia  mente  istctte 
ferma  nel  suo  proposito. 

*  §-111-  I  urlandosi  di  articoli  di  nostra 
Fedt,  vale  Credere /ermamente,  hit.  Jir~ 
miler^  slabiliter  credere.  Introd.  J'irt.  3o. 
Vuo'  tn  promettere  di  fedelmente  star  ter- 
mo in  su  cotcsic  credenze  ì  E  appresso: 
Promettoti,  (giusta  la  possa  mìa,  d*  alarti 
conquistare  il  regno  dì  paradiso,  insin  che 
stara' fermo  in  su  cotesle  credenze.   (Cj 

STARE  FITTO  NEGLI  OCCHI.  Ma- 
tv  impresso  nella  memoria.  V-  OCCHIO, 
g.  CSXXIX. 

STARE  FORTE.  ISon  piegare,  Kon 
.r*  arrendere  j  e  ^gu ratamente  Esser  co- 
stante net  suo  proposito.  Amm.  Ant  Z']. 
5.  5.  Mcuna  cosa  reca  noi  a  maj;giorc  nie- 
ravigha,  che  fa  1*  uomo,  il  ([uale  essendo 
misero  ,  sta  forte.  Ambr.  Cof.  5.  7.  Tu 
non  m*  appiccherai  questa  suzzachera; 
Non  vo*  star  forte.  Ar.  Len.  2.  3.  E 
impossibile  Che  non  stia  forte.  Cecch . 
Corr.  a.  6.  Che  Beatrice  Stia  forte  a  dir 
no.  Fìr.  Lue  3.  4-  '**  verità,  ch'io  mi 
potrò  pur  vantare  d'  aver  falto  star  forte 
una   donna,  e  cortigiana  vecchia. 

g.  Star  forte  al  macchione ,  lo  stesso 
che   Star  sodo   al  macchione. 

STARE  FRA  DUE,  lAFRA  DUE  ,  o 
INTRA  DUE.  Non  si  riso/i-ercj  Essere 
!'t  dubbiezza.  Lat.  ha-sitare,  dubitare.  Gr. 
anopùv.  M.  l  .  g.  47-  Stavanai  malizio- 
>.imcntc  intra  due.  Ambr.  CoJ'.  5.  8  Io 
sto  intra  due,  je  tu  impazzi,  o  farnetichi. 
Sen.  Ben.  f  arch.  2.  1.  Chiunque  ha  mo- 
strato, collo  stare  fra  due,  d'  avergli  dati 
malvolentieri,  non  si  può  dire  che  gli  ali- 
l»ia  dati,  ma  che  non  gli  ahhia  saputi  te- 
nére, centra  colui  che  gliele  cavò  di  mano. 

•f  *  STARE  FRA  ovvero  TRA  DUE 
SOLDI  E  VENTIQUATTRO  DANARI  . 
Modo  basso  e  disusato,  l  ale  Aon  avan- 
zarsi punto.  Non  guadagnare.  Eranc. 
Sacch.  nov  i55.  Credo  che  un  vostro 
pari  fareLt>c  la  tutto  il  Lene  del  mondo; 
<•  stando  voi  qui ,  vi  starete  sempre  tra 
due  soldi  e  ventiquattro  danari.  (  P'J 


STA 

#  STARE  FRA  LE  DUE  ACQUE. 
Star  .lospeso  in  dubbio,  y.  ACQUA  ,  §. 
XXXVl.  (Cj 

STARE  FRA  *L  LETTO  E  *L  LET- 
TUCCIO.  l'ssere  non  interamente  sano. 
Jed.  LETTO,  §.  VII.  , 

STARE  FRA  'L  SI  È  'L  ^O.  Non  .ù 
risolvere.  Non  aver  certezza,  óen*  Ben, 
1  arch.  2.  I.  Che  noi  diamo  t  henefizii 
ec.  sopra  tulio  volentieri,  prestamente,  e 
senza  slare  punto   sospesi   tra    '1  si   e  *l  no. 

STARE  FllA  LA  1^CUDI^E  E  IL 
MARTELLO,  isser  di  mezzo  tra  due 
contrarie  J'orze  pressanti,  isser  per  ogni 
parte  in  pericolo.  /  ed.  A^CUDINE,  §.  II. 

STARE  FRA  C>A  COSA  E  L" AL- 
TRA. Tenersi  di  mezzo  tra  quelle  tali 
cose.  Partecipare  dell'  una  e  dell'altra. 
Petr.  son.  Iqo.  Or  con  voglie  gelate,  or 
con  accese  Slassi  cosi  fra  misera  e  felice. 
Bocc.  nov.  48-  12.  Gran  pezza  slette  tra 
pietoso  e  pauroso. 

STARE  FRESCO.  Sentir  fresco  ,  Pa- 
tir fresco.  Pant.  Inf.  32.  Là  dove  ì  pec- 
catori stanno  freschi. 

§.  Talora  e  modo  particolare  ,  espri- 
mente in  mitnicra  bassa  lo  stesso  che  Star 
bene,  usato  per  ironia.  Cccrh.  Corr.  3. 
6.  Ma  con  me  elle  stavan  fresche.  E 
Mogi.  4.  8.  E  se  voi  non  avet'  altro  As- 
segnamento da  cavar  danari.  Voi  state  fre- 
sco; andate,  andate.  E  Ponz.  3.  I.  lista- 
re' fresco.  S'io  badassi  all'  urlar  di  tante  ht- 
slie. /,(!,«'.  Spir.  2  3.  Sia  dì  chi  si  vuole, 
che  ej;li  sta   fresco. 

STARE  FUORA.  o  FUORI.  Non  ista- 
re  in  casa.  Esser  fuori  di  casa.  Pallad. 
Lugl.  7.  Lo  lascerei  stare  fuori  sotto  '1 
cielo.  Cronichett.  d'  Amar.  3o.  Uscissi  di 
casa,  e  stavasi  fuori,  ed  elle  gli  giltarono 
addosso  acqua  fracida.  Cecch.  Dot.  {^.  2. 
l'non   sono  Per   istar   fuori  lutto  il  giorno. 

STARE  GIÙ'.  Esser  nella  parte  più 
bassa.    Esser  chinato. 

STARE  GIUSTO.  Tornar  per  appun- 
to. Esser  secondo  la  proporzione  e  con- 
venienza.  Lat.  perbelle  convenire.  Gr. 
x>/.(,~^   dcpó^ii'j. 

STARL.  GROSSO  CON  CHICCHES- 
SI'A.  Aver  con  lui  princìpio  di  sdegno, 
f- ssere  in  mala  soddisjazione  di  lui.  Lai. 
alicui  subiratum  esse,  Gr.  ^tsjf&psvitv 
Ttvc'.  Cron.  l'eli.  8-  Dopo  la  detta  pace 
è  vero  che  sempre  slettono  grossi  con  noi. 
Tac.  Pav.  ì  it.  Agr.  ^()^.  Ma  dopo  nul- 
la di  collera  gli  restava  ,  ne  era  perìcolo 
eh'  eì  li  stesse  più  grosso,     parch.    Sitoc.  . 

1.  4-  Benché  ora  ci  stanno  un  poco  gros- 
si per  la  cagione  che  intenderete  allra 
volta. 

STARE  IGNUDO.  /'.  STARE  NUDO. 

STARE  IL  DOVERE.  Così  Conveni- 
re, Esser  di  ragione.  Lat.  bene  esse.  Gr. 
(?i/atov  il  vai.  ^  Bert.  Giamp.  ^S.  Vi  sta 
il  dolere  s'  e'  vi  tocca  a  fare  ti  latino  a 
cavallo.  A'  121.  E  in  questi  termini  vi 
sta  poi  il  dovere  se  noi  diciamo  che  que- 
sta lìngua  non  1*  avete  ne  punto  ne  po- 
co.  (C) 

STARE  IN  AIUTO.  Aiutare.  Lai-  au- 
xiliari.  Gr.  ^or.btìv. 

STARE  IN  ALCUNO.  /'.  STARE  AD 
ALCU^O. 

STARE  IN  AVOhhll^E.  Mangiar  lau- 
tamente, hut.  Apollinis  frui  convivio.  Gr. 
yai!?^ùj";  «uw^àtuSai.  Buon.  Eier.  {\.  3. 

2.  Sfornimmo  la  credenza  e  la  cucina,  E 
siali  ivi  in  apolline  ,  ce. 

STARE  IN  APPRENSIONE  Appren- 
dere ,  Sospettare  ,  Dubitare  .  Lai.  suspì- 
cari.   Gr.  «Tf'iajmSaveiv. 

STARE  IN  ARBITRIO  D'  ALCUNO. 
Avere  esso  la  facoltà  di  risolvere,  o  far 
checchessia.  Lat.  arbitrum  esse.  Gr.  ^i- 
atT»  V  . 

STARE   IN   ARIA.    Esser  per  l'aria  : 


STA 


1371 


e  Jfgiiratam.  Non  avere  sufficiente  fonda- 
men  (o  . 

STARE  IN  ASCOLTO.  Porsi  ad  ascol- 
tare con  attenzione  .  Lai.  intentas  aures 
tenere  .  Gr.  rei'vEfjSat  t«  cura  .  Eranc. 
Sacch.  nov.  101.  Sentendo  la  terza  il  tra- 
mestio ,  ed  essendo  stata  in  ascolto ,  dice. 
L.  nov.  lo^'  Elle  non  ingrassavaOQ  per  lo 
stai-  molto  in  ascolto. 

STARE  IN  LA^DO  .  Esser  bandito. 
Pataff.  7.  Un  di  ilL-iruiinu  sta  la  vecchia 
in  bando.  Ar.  .mt.  /|.  Srlibene  è  slato  in 
bando  un  pezzo  ,  or  gode  L'  ereditate  in 
pace  . 

■•;:  STARE  IN  BERTA.  Berteggiare, 
Esser  sul  berteggicre  .    Pern.    Ori.   2.   2. 

2.  Ha  gran  piacer  con  noi  di  slare  in  ber- 
ta.   (CJ 

*  STARE  IN  BILANCIA.  ?.  BILAN- 
CIA, §.  VI.  (Cj 

STARE  IN  BILANCIO.  Bilanciare j 
Non  pendere  verso  l'  una  parte,  ne  verso 
l'altraj  Esser  del  pari.  Lai.  aquiponile- 
rare.  Gr.  «vTt5>;/0wv. 

STAbE  IN  BILICO.  Essere  in  atto 
di  prossima  caduta.  Non  posare  con  si- 
curezza. Stare  in  alto  di  muoversi.  Lat. 
in  suspenso  esse.  (_;r  ev  l'uooj  v.fp.YÌ . 
Sagg.  nat.  csp.  2.f\.  I  )i<|Uori  ec,  per  al- 
lra figura  che  e'  s'  abbiano  inchinevole  al 
molo ,  la  qual  mal  |  osi  e  stb  in  bilico,  vìa 
vìa  che  premuti  sono  ,  cedono. 

§.  P^  fìguratam.  Luig.  Pule.  Pec.  22. 
Questi  aJlri  gaveggiiii  stanno  in  bìlico,  Per 
farli  serenale  a  mio  dispetto.  Buon.   Fier. 

3.  2.  17.  Son  ben  stai'  ìo  in  bilico  più 
volte  D'  avvicinarmi  lor.  /  arch.  Stor.  3. 
47.  La  cui  autorità,  stando  le  cose  di  Fi- 
renze in  bìlico  ,  era  di  grandissimo  mo- 
mento a  poter  dar  loro  con  ogni  poco  di 
trabocco,  in  qualunque  parte  si  volgesse, 
il  tracollo  . 

STARE  IN  CAGNESCO.  Guardare  con 
mal  occhio  ,  Far  viso  arcigno  .  Veggasi 
CAGNESt  O,  g.  II. 

STARE  IN  CALDO.  Si  dice  delP  uli- 
ve ,  dei  marroni  ,  e  d'  altre  simili  cose  , 
che  ammontate  si  riscaldano.  Cant.  Cam. 
297  Voglion  essere  i  ricci  a  stare  in  caldo 
L'  un   sopra  1*  altro  messi. 

STAlìE  IN  CAMICIA.  i\'o«  (i;iT/-e(T//rrt 
veste  in  dos.so  ,  che  la  camicia. 

STARE  IN  CAPITALE  .  Non  guada- 
gnare e  non  perdere  .  Lat.  nec  lucrum  , 
nec  dnmniim  facere  .  Gr.  piTiSi  /.ipoM- 
v?iv.  pY.cì  Zr.p.ioùs'zv.i  .  D.  Ciò.  Celi, 
leti.  16.  Slare  in  C3pit;ile  non  si  può  ,  e 
danno  ricevere  ìn  tale  traffico  è  troppo 
giave  .  Circ.  Celi.  2-  l\&.  lo  tengo  che 
la  medicina  faccia  in  voi  molto  più  mali 
rhe  Ijeni,  e  che  voi  non  isliate  nell'  usar- 
la ìn  capitale.  1  arch.  Ercol.  g2.  Non  ne 
stanno  in  capitale  ,  anzi  ne  scapitano  ,  e 
perdono  in  digrosso. 

STARE  IN  CAPO  AL  MONDO.  Abi. 
fare  in  parte  lontana.  Lat.  aliena  degere 
terra.  Gr.  ^a//;av  /aroi/i'^eoSat. 

STARE  IN  CARCERE.  Es.'tere  ritenuto 
nelle  carceri.  Lat.  in  custodia  teneri.  Gr. 
e'v  ^■fsp.oTfìOi'ot  xfv.ziÌQ^v.1.  Ninf.  Fies. 
143.  I  j  quale  in  career  tenebrosa  e  scura 
Islà  per  te.  e  tu,  lasso,  noi  credi. 

STARE  IN  CASA  .  Trattenersi  dentro 
la  casa.  Lat.  domi  esse,  domi  vcrsari . 
Gr.  ev  G^/w  oiarpiésiv.  Cecch.  Inc.  2. 
5.  Va', Stramba, in  casa,  e  stavviiì. 

g.  Stare  in  rasa  d'  alcuno  ,  vale  Avere 
ivi  la  sua  ahitazione.  f  it.  S.  M.  Madd. 
67.  La  Maddalena  vi  mandava  dì  que'  che 
stavano  in  casa  sua  ,  che  alavano  portare 
delle  cose  che  bisognavano.  Cecch.  Donz. 
4.  9-  E'  mi  pare  d'  aver  veduto  questo  Viso 
altra  volta-  t  Dove  sta?  B.  In  casa  Un 
signor  Roderigo  di  Medina. 

STARE  IN  CERVELLO.  Non  si  smar- 
rire.  Non   ismagare  ,    Stare  all' erta.  V.-A. 


i372 


STA 


sapere.  Gr.  atàfpo-iiìi .  Cecch.  Mogi.  4- 
11.  Ohi  creo  Alfonso;  sia"  in  cervello. 
Fir.  lue.  3.  2.  E'IÙMtgna,  a  chi  va  at- 
torno, stare  in  cervello,  e  dormir  la  notte 
come  la  lepre.  Slor.  hur.  3.  62.  Predan- 
do e  ardendo  il  paese  ,  gli  costrinse  a 
stare  in  cervello,  ed  avere  dì  graùa  b 
pace . 

g.  I.  Fare  stare  altrui  in  cervello,  vale 
Far  vivere  altrui  con  moderazione  ,  Co- 
stringerlo  a  non  uscire  de"  termini  dovuti. 
y.  CEKVELLO,  §.  XXX. 

§.  11.  Chi  sta  in  cervello  un'  ora  ,  è 
pazzoj  proverfi.  dinotante,  ch'egli  e  lecito 
mutarsi  d'  opmioncj  e  talora  si  usa  per 
esprimere  la  voluhilità  e  incostanza  de- 
gli uomini.  Lat  sapientis  est  mutare  con- 
silium . 

STARE  INCOGNITO.  Trattenersi  sen- 
za Jhr  la  figura  dovuta. 

STARE  IN  COLLERA, e  IN  COLLO- 
RA  .  /Jvcrc  ira  ,  ICssere  sdegnato  .  Lat. 
irasci ,  suhiratum  esse.  Gr.  o^yt^;njai. 
/■'r.  Giord.  Prcd.  K.  Perche  di  lungo  tem- 
po occultamente  ^lava  in  collora  con  lui. 
Cas,  lelt.  86-  Mi  sono  risoluto  di  stare  in 
collera  col  Gallo. 

•f  STARE  I.N  COLLO.  Giacersi  sulle 
braccia  al  petto  d' altrui^  e  dicesi  de'bam- 
bini  in  collo  alla  nutrice.  Lai.  in  sinu  ali- 
euius  esse,  pendere.  Gr.  e'v  xo'àttw  Ttvo'5 
Eivac,  xp5,y.st5jy.t. 

STARE  IN  COMANDO.  Esser  coman- 
dante.  Comandare. 

STARE  IN  CONCORDIA.  Esser  con- 
corde . 

STARE  IN  CONTEGNO.  Usar  gra- 
vitai Aver  fasto  .  Lai.  date  ac  superbe 
se  gerere  ve/ Jerre,  gravilatcm  pra;scjer- 
re.  licrn.  Or!.  1.  27.  9.  Cosi  di  poi  che 
fur  stali  in  contegno  ,  In  sulle  cerimonie 
questi  dui  ,  ec.  Jluoii.  Tane.  /J.  6.  Che 
stia  *n  contegno  Slucchevol  leziosa. 

STARE  IN  CONTEMl'LAZIONE.  Con- 
templare, Tener  Iti  niente  Jissa.  Lat.  con- 
templari.  Vit.  S.  dio.  Dati.  221.  Egli  ri- 
tornava la  notte  a  slare  in  contemplazione 
iV  Iddìo  e  del  suo  Figliuolo. 

STARE  IN  CONTKADITTORIO.  f'ah 
Qui-Uionarc  insieme  coli*  avversario  da- 
vanti al  giudice. 

s;:  STARE  IN  CONTRARIO.  JMrein- 
i  antro  .  I.ett.  Feder.  II.  Imperat.  nella 
Tav.  Jiarh.  alla  voce  TURA.  Ritorna  dun- 
que at  tuo  Re,  e  non  istare  pura  in  con- 
Irarìo  a  Principi  dtlensori  della  Chiesa-  iy} 

STARE  IN  CONTRASTO.  Contrasta- 
re. Lat.  contendere.   Gr.   c^^i'^ctv. 

STARE  INCONTRO.  Èssere  dalla  par- 
te opposta. 

*  STARE  IN  CONTUMACE.  Lo  stesso 
che  Essere  contumace,  o  Stare  in  contu- 
macia .  Morg.  i5.  \\.  Rispose  Orlandi)  : 
>in  quel  che  li  piare;  Meglio  e  morir,  che 
>laro  in  contumace,  (M) 

STARE  IN  COtiDA.  Esser  teso.  Lai. 
distenturn  es.te.  Gr.  :T!^t5T«7&«i.  Ovid. 
Pist.  Prendi  asscitq)ro  dal  tuo  arco,  che 
per  troppo  stare  in  corda  diviene  lento. 

STARE  IN  CORTK.  Esser  cortigiano, 
Sen'irc  nel  palazzo  del  Principe.  Lai  in- 
ter  au/iros  censeri.  Pia.  Comp.  3.  79.  Il 
•-unte  Filipponc  slava  in  corte. 

*  STARE  IN  DANNO  DI  ALCUNA 
COSA  .  Eale  lo  stesso  che  J\'on  aver/a  , 
Perderla,  /ir.  pur.  20-  l32.  Stare  in 
'lanno  del  tulio  era  min  male  ,  Che  faro 
un  camliio  tanti»  dÌM-guale.  (M) 

«  STARE  INDARNO  .  Stare  ozioso. 
^•'av-  Esop.  ijo-  l*''r  l"  continuo  |j\t)- 
rarc  siamo  domati  v  stanchi ,  e  tu  per  In 
stare  indarno  »e'  forte  e  prosperevulc.  (f  j 

«    STARE   IN  DELIZIE  .    Deliziarsi 
Lai.  deheiis  fruì.    l'it.  SS.   Pad.  2   X  Tu 
tlui   in   delitic,  e  conviti  ;  e' miei  lurvi   nel 
desriio  muoiono  dì  fante.  (Cj 


STA 

start;  in  dentro,  internarsi.  Es- 
ser nella  parte  interiore. 

stare  IN  DEPOSITO.  Essere  depo- 
sita lo  . 

STARE  IN  DIETRO.  I\'oa  s'avanzare 
verso  la  parte  anteriore. 

5r  §.  E  Jiguratam.  vale  P!on  esser  pra- 
tico. Non  conoscer  le  cose.  Lasc.  l'areni. 
I.  I.  Perdonatemi  padrone,  voi  stale  in- 
dietro, e  mostrate  d*  esser  venuto  pur  ieri 
al  mondo.   C.Yy 

STARE  IN  DIRITTO  .  Lo  stesso  che 
Stare  a  diritto. 

STARE  IN  DISCORDIA,  Discordare, 
Aver  discordia  .  prone.  Sacch.  rim.  6^. 
Mìseri  nuelli  che  in  sospetto  stanno  Sem- 
pre in  discordia,  senza  aver  mai  pace. 

STARE  IN  DISPARTE.  'Trattenersi  in 
luogo  alquanto  separato  .  Vetr.  son.  35. 
E  cosi  tristo  standosi  in  disparte,  Toruar 
non  vide  il  viso  ec. 

STARE  IN  DOZZINA.  Essere  in  ca- 
merata, in  compagnia^  modo  basso.  ììern. 
Ori.  3.  7.  49-  Ma^anvi  agi.ilamente  sei 
persone;  Ma  non  volca  colui  star  in  dozzi- 
na ,  Volea  star  solo ,  e  pel  letto  notare  A 
suo  piacer,  come  si  fa  nel  mare. 

STARE  IN  DUBBIO.  Puhitarc  .  Lai. 
dubitare  ,  harerc  .  M.  f.  2.  3y.  Stando 
in  dubhio  dì  quello  che  dovessuuo  fare  . 
Cecch.  Inc.  2.  ^.  Guarda  la  gamlia .  7". 
Non  ne  stare  in  dulthio .  E  2.  5  Non 
scuotere  II  capo  no  ,  percb*  io  non  istò  in 
dulthio.  Lasc.  Gelos.  3.  7.  Se  io  non  lo 
vedessi  con  qucsl*  occhi ,  ne  starci  sempre 
in  duhbio. 

STARE  IN  ERRORE.  Essere  in  er- 
rore ,  Errare .  Lai.  Jalli ,  decipi  .  Gr. 
irXavw'jrai.  Segr.  Fior.  As.  cap.  8.  Ma 
se  rivolgi  a  me  la  fantasia  ,  Pria  che  tu 
parta  dalla  mia  presenza,  Faro  che  *u  tale 
error  mai  più  non  stia.  Cant,  Cam,  5o- 
Donne,  più  non  istate  in  tal  errore,  Che 
gli  spirili  addosso  dieu  dolore. 

STARE  IN  ESERCIZIO.  Esercitarsi, 
Operare. 

STARE  IN  ESILIO.  Essere  esule , 
lìocc.  I  it.  Dant.  2^2.  Preclessc  di  stare 
in  esilio,  anziché  per  culai  via  tornare  in 
casa  sua. 

STARE  IN  ESTASI.  Essere  in  estasi. 
Sollevarsi  a  contemplar  cose  che  avanza- 
no la  condizione  umana  ,  Uscire  de'  sen- 
si.  Lai.  .Kcnsibus  abripi ,  abalienari.  Gr. 
s'Ii'-STasàat!. 

*  STARE  IN  ESTREMO.  Essere  in 
sul  morire,  lielc.  f'it.  Colomb.  3^6-  E 
poi  crescendo  l' tnfermit'a  ,  v  stando  in  c- 
stremo  disse  arrecatemi  1'  acqua  hcncdel- 
ta.  (C) 

STARE   IN   FEDE.    Mantener     laf^de 
M.  y   7.  4    l'orili  furono,  secondo  la  fama, 
che  stessono  in  fede. 

STARE  IN  FERVORE.  Essere  in  feivo- 
rato.  ì'it.  S.  Gli.  fìat.  2:^0.  E  cosi  stan- 
do in  questo  fervore  gran<li>simo  tutta  not- 
te lautlandu  Iddio  d  ogni  rosa. 

STARE  IN  FESTA.  ì  ivere  allegra- 
mente .  M.  /'.  a.  4'-  Tornalo  a  Napoli 
con  grandi  oDorì  ,  strile  ìn  festa  più  dì 
tutta  la  terra  per  le  huone  novelle.  E  l\. 
43.  Islelte  in  lesta  uhun  dì  dì  suo  sog- 
giorno E  IO.  '*o.  Per  quota  villoria  1 
Uulognest  alipianto  ne  slettono  in  festa  e 
in  riposamento.  Morg.  20  77.  l  he  sento 
che  sì  sta  iiuel  traditore  la  llahilonìa  in 
gran  trionfo   e    festa. 

STARE  IN  FILA,  l'issert  nella  Jita  or- 
innatamente,  Ao/i  itseire  lieìtajila,  o  della 
dirittura  . 

«  STARE  IN  FINE.  E.««mii /n  di 
morte,  Es.ter  vicino  a  morire^  y.  FINE, 
§.  XI.  (C} 

STARE  IN  FONDO,  Lo  stesso  cht  Sta- 
re a  Jhndo. 

STARE  IN  FOR«E    Dubitare.  hnX.  hie- 


STA 

sitare,  dubitare.  Gr.  ailloyiXi-  Petr.  cap. 
6.  E  poiché  'o  lofse  Fu  stala  un  poco,  Leo 
le  riconosco.  Disse.  M.  I  .  9-  lOO.  1  Bolo- 
gnesi, mal  guidati  e  pegf^io  trattati,  stava- 
no in  forse  ora  d*  accordo  ,  ura  di  guerra. 
Etr.  Disc.  lett.  326.  Come  pronunxierà  il 
Sanese  forse  a  bocca  aperta,  che  ej^li  noo 
islia  in  forse  di  dir  bene? 

STARE  INFRA  DUE.  Non  si  risolve- 
re.  /',  STARE  FRA  DUE. 

STARE  IN  FUORA  .  Esser  verso  la 
parte  esteriore  ,  Sporgere  in  fuori  .  Lat. 
prominere.  Gr.   t^^x^^'*- 

*  STARE  IN  GOGNA.  Essere  espo- 
sto alla  gogna.  Malm.  6.  28.  Perchè  al- 
liimenlì  t"  entrerebbe  il  frodo  E  voi  sta- 
reste in  gogna  alla  colonna.  (C) 

STARE  IN  GOVERNO.  Governare 
città,  popoli,  ec;  Averne  il  governo.  Lai. 
prafectura   mu nere  fungi.  Gr.  /u6ipȈv. 

*  STARE  IN  GÌOì^yO.  Spedir  giornal- 
mente gli  agl'ari  occorrenti}  ed  anche  Es- 
sere informato.  Saper  quanto  accade  alia 
giornata.  Magai,  lett  1.  23.  La  sera  mi 
manca  assai  tempo  per  istare  ìn  giorno 
co'  nostri   Diarii.  (S) 

STARE  IN  GUARDIA.  Guardarsi. 
Lai.  sibi  cavere  ,  se  tueri .  Gr.  «UA^fisi- 
•iSrat.  t;.  y.  10.  89-  4  P*^""  ^**  caldo  non 
istavano  armali,  ne  in  nulla  guardia.  *  Din. 
Comp.  162.  Me*ser  Gerì  Spini  sempre  di- 
poi stette  in  guardia,  perchè  furono  rihan* 
diti  i  Donati,  e  i  loro  seguaci.  (Ci 

§.  È  anche  term.  della  scherma,  e  vale 
Essere  in  positura  atta  a  guardarsi  dall' 
avversario.  /'.  GUARDIA,  g,  XWI. 

STARE  IN  LONTANANZA  Lo  stes- 
so   che   Star    lontano.  Lat.  abeste  .    Gr- 

STARE  IN  MALINCONfA.  Aver  ma- 
linconia.   Esser  malinconico. 

STARE   IN    MANO    D'ALCUNO.    Es- 
ser in 
cuius  es-u 

don,  Morell.  Il  lor  buono  proponimento 
campò  loro  medesimi  e  noi  di  servitudi- 
nc,  che  nelle  loro  mani  stette  il  nostro 
si  alo. 

*  STARE  IN  MEDITAZIONE.  Medi- 
tare, l'eie.  ì'it.  Colomb.  60.  Le  Toslre 
orazioni  sieno  più  col  cuore  che  con  la 
bocca,  state  in  meditazione,  pensando  nella 
giustizia,  e  misericordia  di  Die.   (Ci 

*  STARE  IN  MEMORIA. /Iiror«iar/i 
Belc.  ì'it.  Colomb.  161.  Vi  stia  sempre 
in  memoria  la  santissima  vita ,  e  passione 
di  Gesù  Cristo.  (C) 

STARE  INNANZI.  Essere  nella  parti 
anteriore  ,  Vsiir  del  piano  ,  Spor^re  in 
fuori  j  lo  stesso  che  Stare  avanti. 

*  §.  I.  Picesi  anche  per  J  incere.  Supe- 
rare, Entrare  innanzi  .  Ar.  Eur.  3l.  39- 
E  se  per  Carlo  ne  verran  con  dui,  Nou 
ne  staranno  i  Sarariui  innanzi.   (C) 

*  §.  II.  E  Jiguratam.  Aver  nella  me- 
moria. Aver  pixsente  all'  immaginazione ■ 
Ihint.  Inf.  3o.  Li  ruscelletti  chede'»erdì 
colli  Del  Caseulìn  discendon  gius©  in 
Arno,  Facendo  i  btr  canali  freddi  e  molli 
Sempre  mi  stanno  innanzi,  e  non  indar- 
no,   (ììr) 

STARE  IN  OCCm.  Aversi  guardia.  Lai 
prospicrre  sibi.  Gr.  ««OTW  "pco^àoÌKi. 
STARE  IN  ORAZIONE.  Orare.  Lai. 
orationi  vacare.  Gr.  l'v  •xszofjx^i  «Z^- 
isc^eiv.  Atnm.  Ant.  8.  a.  7.  Lcggcsi  di 
Cristo,  ih'  egli  molto  della  notte  stava  iu 
orazione.  Ir.  Saech  rim.  Sj.  Fate  che 
Bacco  stia  ìn  orazione,  f  it.  SS.  Pad.  Dor- 
mendo gli  mezzi  ,  e  {(li  altri  mezzi  veg- 
ghiavano  e  sla%ano  ìn  orazione,  e  rosi 
%e^ghiavano  a  vicenda.  Fior.  S.  Frane. 
4.  Faremo  dire  la  messa,  r  poi  ttaremo 
in  orazione  iusìno  a  terza.  /  it.  S.  Margh. 
tJl.  E  Margherita  era  nella  pregtonc ,  E 
'   st    »tava    in    v>razionc.    liern.    Ori.    1.  au.  9 


suo  potere.  Lai.    in  facultate^  ali- 
«.fc.  Gr.  «V   s'Ioo^ta   rivo;  eivai- 


STA 

Or,  slaoilo  inKÌDocchi;ilo  in  orazione,  ViJc 
fan-  a  color  qufl  gioco  sUjdo. 

STAHE  IN  OllDlNA.NZA.  fssere  di- 
sposto ordiiialamrnte.  LjI.  in  ncie  esse. 
Gr.  T«Tay/Aevov  fiivat.  /  ed  ORDINAN- 
ZA, g.  Vili. 

STARE  IN  ORECCHIO,  e  IN  OREC- 
CHI. Tener  F  orcahio  tittenio  per  udire, 
ì'ed.  ORECCHIO,  ^.  XXV.  Lai.  >icre 
muribus.  Gr.  ota/ou'siv.  Se^r.  Fior.  Man- 
rfr.  3.  a.  Da  quel  tempo  in  qua  ella  sta 
io  orecchi.  Insc.  Cehs.  5.  3.  Quante  vol- 
te gli  tlisN'io,  ch'egli  stesse  alla  posta,  e 
io  orecchi  I  hJ  Vnrcnt.  3.  3.  lo  itaro  più 
in  orecchi,  che  una  U-prc.  l'ir.  jis.  10. 
Stanilo  iu  orecchio  per  udire  «lucl  che 
e'  ragionassero  ,  un  di  loro  ,  smascellando 
delle    riaj,  disse. 

STARE  IN  OZIO.  J'ivcre  oziosamente. 
Lai.  oUo,  desidia  winrtOTere.  Gr.  a.pyzi-j. 
Burch.  \.  x6.  Veggendo  le  civaie  stare  in 
Olio. 

STARE  IN  PACE.  Badare  a  jè.  Star- 
sene pacifìiamcnte.  Bocc.  nov.  23-,  II.  Ti 
priego  te  ne  rimangili  ,  e  lascila  stare  in 
pace.  E  nov.  3o.  11.  L*  abbiamo  sì  sgan- 
nato, che  egli  priega  iddio  di  alarsi  in  pa- 
ce. C  I  .  9-  lo5-  2.  Come  tiranno,  che 
stando  in  pace  scema  suo  sialo,  e  vivendo 
in  guerra  l'esalta.  Cccth.  I  vnz.  5.  i.  Io 
poteva  starmi  in  pare,  E  iou  ita  cercan- 
do i  cinque  piedi  Al  montone  ;  e  non  ho 
poi  tallo    nulla. 

*  STARE  IN  PARLARE.oKN  PARO- 
LE. Soffermarsi  a  parlare .  ì  it.  SS. 
Pad.  2.  l86.  Quando  tu  senli  che  '1 
nemico  ti  semina  nel  cucve  questi  mali 
pensieri,  non  vi  ti  dilettale,  e  non  islare 
io  parole  col  Demonio,  pensando  e  rivol- 
gendoli per  lo  cuore  questi  pensieri.  Fai'. 
JE.\op.  IJ7.  Stando  in  queste  parole  (cioè^ 
mentre  che  così  parlavano)  1'  avveduto  si- 
gnore entrò  nella  stalla.  Ir.  l.iord.  izo. 
Onde  difetto  di  fede  è  stare  iu  molto  par- 
lare (  nell'orazione).  K  appresso:  Che 
se  io  sto  in  molto  parlare,  si  è  segno  che 
io  DOD  credo  che  Iddio  sap|)ia  il  difetto 
mio,  s' io  non  gliele  apro.  (1  J 

*  STARE  IN  PARTO  .  Dicesi  del- 
lo Star  le  donne  in  riposo  dopo  il  parto, 
e  per  similtt.  dello  òtar  uno  con  tatti  i 
suoi  agi.    ì  .  PARTO,  g.    V.  e  VI.  (C) 

STARE  l>  PEDULI.  Essere  senza 
scarpe. 

STARE  IN  PEGNO.  Essere  la  cosa  , 
o  la  persona,  di  che  si  tratta,  per  sicur- 
tà. Lat-  loco  pignoris  esse. 

STARE  IN  PENA.  Jver  pena.  Pena- 
re. Lat.  cruciari,  i-exari.  Gr.  aviàsaai. 
Cron.  Morell.  349-  Per  memoria  di  quello 
tu  starai  sempre  in  pena  e  in  tormento 
degli  altri. 

STARE  IN  PENITENZA.  Far  peni- 
tenza. Coli.  Ab.  I.vaac,  cap  ^6.  Agli  uo- 
mini che  stanno  in  penìlenzìa,  è  data  l'  u- 
na  grazia  dopo  1'  altra.  Cant.  Cam.  llj- 
Siamo  stale  in  peuitenza,  In  digiuno  ed 
in  affanni.  Frane.  Sacck.  Op.  div.  lOO. 
tonale  è  la  cagione,  che  uno  huono  uo- 
mo di  spirito,  stando  in  penitenzia,  sem- 
pre sta  malinconuso  ? 

STARE  IN  PENSIERO.  Essere  in  pen- 
siero, Ai'Cre  apprensione.  Lat.  cogitatione 
htrrerv,  defigi.  Gr.  za^'  ìV-ursv  ota^/o- 
^retszat.  *  Bocc.  Conci.  E  chi  starà  in 
pensiero  che  di  quelle  ancor  non  si  tro- 
tino, che  diranno  che  io  ahliia  mala  lin- 
gua, e  velenosa.  ((')  Bern.  Ori.  I.  II. 
2.  S' uno  ha  ricchezze  ,  sta  sempre  in 
pensiero ,  E  poi  vien  un  che  gliele  porta 
via. 

STARE  IN  PERICOLO,  lo  stesso  che 
Stare  a  pericolo.  Lat.  periclttari  .  Gr. 
i<;ivcuv:Jìiv.  M.  T'.  3-  17.  Stando  i  Pe- 
rugini in  questo  pericolo,  incontanente  il 
Comune  di   Firenze  gli  mandò  confortan- 


S  T  A 

do  per  loro  ambasciadori.  E  8.  ']^.  Della 
quale  ferita  lungo  tempo  dopo  stette  in 
pencolo   di   morte. 

STARE  IN  PERNO.  Aon  piegar  più 
du  una  banda,  che  dall' altra  j  Fare  eipii- 
librio  j    Bifolger.s-i  .urnpre  in   equilibrio. 

STARE  IN  Pr:RSO>A.  Esser  perso- 
nalmente, o  di  presenza.   Lat.  adesse. 

STARE  IN  PETTO  E  IN  PERSONA. 
Lo  stesso  che  Stare  in  per.^onaj  e  talora 
anche  t-ale  Star  ritto  e  fermo  in  alcun 
luogo  .senza  muoversi.  Lat.  adesse,  con- 
sistere. Matt.  Franz,  rim.  buri.  3.  101. 
Non  vi  pare  una  cosa  bella  e  buona  Quel- 
r  avere  un  runzin  che  disellato  Aspetti,  e 
iermo  stia    'a  petto   e   in  persona? 

STARE  IN  riKDl.  Esser  ritto,  IS'on 
sedere,  jAo/i  giacere.  Lat.  rectum  stare  . 
Gr.  opSeó?  t'sTKvai.  Cccch.  JJot.  /j.  2. 
Ohi  e' mi  sa  Mal  che  voi  stiate  qui  in 
piedi.    7  ed    PIEDE,  g.   XCIU. 

g.  I.  Talora  Jiguratamente  vale  Beg- 
gersi.  Star  nel  suo  essere.  Mantenersi  . 
Lat.  integra  re  esse,  siai-e,  manere.  Gr. 
t'cTix'vyc,  jui'viiv.  Bocc.  f  it.  Vant.  220. 
Quasi  certissimo  avere,  quella  non  potere 
slare  in  piedi  in  alcun  modo.  E  Lelt.  Pr. 
S.  jlp.  307-  Stando  ancora  in  piede  mol- 
ti cdiBcii  ccrlamenle  molto  niagni6ci  nel 
suo  raiguardare,  rendono  testimonio  della  ■ 
grandezza  dell'animo  di  colui  che  edificò. 
Tac.  Dav.  Ann.  (\.  ()().  Stando  in  pie  Car- 
tagine, e  in    Asia  possenti  Tic. 

g.  11.  Stare  in  uno,  o  in  due  piedi,  vale 
Beg^crsi  con  uno,  o  con  amenduc  i  piedi. 
L  Al.  in  uno  vel  ut  roq  II  e  pede  stare.  Gr.  £v 
ETì'tfw  ,  il  s'zare'iw  ~oii  icTàvc.t.  Bocc. 
nov.  '5\.  6.  E  ciò  che  vedeva,  credeva 
che  gru  fossero,  the  stessero  in  due  piedi. 

STAr.E  IN  PONTH.  ^:odo  basso,  ma 
espressivo.  I\on  si  saper  risolvere,  Pu- 
bitare.  Tentennare.  Lat.  harere,  ha^sita- 
re.  Gr.  à~ociZv. 

*  STARE  IN  PLENITUDINE.  Es- 
sere in  pieno  gaudio,  in  piena  letizia  ,  e 
dicesi  de' Santi.  Er.  Ciord.  2.  178.  Di- 
ciamo ora  del  secondo  modo  cioè  come  sta 
in  plenitudine,  perocché  la  letizia  ne'  santi 
è  piena,  e  non  ci  ha  manco  scemo  nul- 
la, (yj 

STARE  IN  POPPA.  Essere  nelle  navi 
dalla  parte  della  poppa  s  e  figuratamente 
vale  Lssere  in  buono  stalOy  Avere  la  for- 
tuna favorevole.  Lai.  bene  esse,  prospera 
fortuna  uti.  Gr.  i^JX^xC*. 

STARE  IN  POSSESSO.  Possedere, 
Avere  in  suo  dominio  almeno  il  possesso. 
Lat.  possidere.   Gr.  xTà^&ai. 

STARE  IN  POS>T\.  Lo  stesso  che  Sla- 
re alla  posta.  Stor.  l'ist.  2.  Stando  Dorè 
in  posta,  uno  de' fratelli  del  detto  Carlino, 
eh'  avea  offeso  lui  ec,  passando  a  cavallo 
in  quel  luogo,  dove  Dorè  slava  in  posta. 
Dorè  lo  chiamò.  Jl  6.  Eredi  di  messer 
Detto  ,  il  quale  stava  in  posta,  quando  vi- 
de il  tempo,  uscio  fuori  con  alquanti  fan- 
ti, ed    ucciselo. 

3  STARE  IN  PRATICA  DI  FAR 
CHECCHESSl'A  .  Esserne  in  discorso. 
Averne  trattato.   Lat.  disserere.   Gr.   ot«- 

STARE  IN  PRFDA  Essere  esposto  ad 
e<ser  predato,  livenir  preda.  Lal^  pra- 
d(e  ohno.rium   esse.   Gr.    tuÌtjtOv    iivat. 

STARE  IN  PHEGIONE,  o  IN  PRIGIO- 
NE. Essere  ritenuto  in  prigione.  Lat.  in 
carcere  vel  in  vinculis  detineri.  G.  J  -  10. 
7.  IO.  Il  detto  re  A doardo,  istando  in  pri- 
gione, infermò  e  moiio.  Bocc.  f  it.  LJant. 
262.  Che  egli  per  certo  spazio  stesse  in 
prigione.  E  nov.  28.  8.  Purché  egli  di 
questa  mala  ventura  guarisca,  che  egli  non 
mi  convenj;a  sempre  stare  in  prigione  ,  10 
sono   contenta. 

STARE  IN  PRODA.  Esser  vicino  al- 
l' estremila,  o  sull'estremità. 


STA 


1373 


STARE  IN  PROVA.  Lo  stesso  che 
Stare  alla  prova. 

STARE  IN  PUNTA  DI  PIEDI.  Beg- 
gersi  sulle  punte  de"  piedi,  sollevandone  da 
terra  il  rimanente. 

STARE  IN  REPUTAZIONE.  Soste- 
nersi, ?>  on  cedere  ,  J\'on  calare  dalle  pre- 
tensioni più  alte. 

STARE  IN  SE.  Kon  si  accomunare  con 
gli  altri.  Star  sulle  sue,  Lsser  solitario, 
f'etr.  canz.  28.  7.  Id  quante  parti  il  fior 
dell'altre  belle.  Stando  in  se  stessa,  ha  la 
sua  luce  sparta. 

g.  Stare  in  se,  vale  anche  lo  stesso  che 
Stare  in  cers'ello.  Stare  ali*  erta,  iVon  si 
lasciare  andare  a  palesare  i  proprii  se- 
greti. Lat.  sapere.  Eìr.  Lue.  2.  3.  State 
in  voi,  padione,  che  io  credo  eertissimo 
che  in  quella  casa  vi  stia  una  cortigiana' 
Salv.  Spia.  5.  7.  Passerò  di  qua  da  quc- 
st*  altri,  e  avvertirògli  che  slieoo  in  loro. 
Cecch.   Servig.   l\.  9.  Messere,  state  in  voi- 

STARE  IN  SELLA.  Essere  accomoda- 
to nella  sella  j  e  figuratamente  Essere  a 
vantaggio,  o   in   buono  sjato. 

STARE  IN  SENTINELLA.  Essere  in 
sentinella,  Ser\ir  per  .\-entinella.  Far  la 
sentinella.    Lat.   eacubare.    Gr.     ^fO\Jptl-j. 

STALE  IN  SENTORE.  Stare  aspet- 
tando con  attenzione  tjualuntjue  notizia. 
1  ed.   SENTORE,  £.   Y. 

STARE  ly  SILENZIO.  IS'on  parlare, 
Osser\-are  il  silenzio.  Tacere.  Lat.  sile- 
re,  silentio  vacare.  Gr.  ityav,  ctWTTav  . 
il/or.  S.  Cr.  Vedendo  il  cauto  della  pre- 
dicazione stare  in  silenzio  con  dolore  e  ta- 
citurnità, si  mettono  a  piagnere. 

::=  STARE  IN  SOLLECITUDINE. /?ar- 
si  pena  .  Bocc.  g.  2.  n.  5.  Gli  suoi  com- 
pagni e  l'Albergatore  trovò  tutta  la  notte 
stali  in  sollecitudine  de'  fatti  suoi.   (C) 

i\i  STARE  IN  SOSPEITO.  So.tpetta- 
re.  l  ronichctt.  228.  Se  a  nessuno  fusse 
fatto  ingiuria  o  villania  o  forza,  e  ch'e- 
glino lo  facessono  noto  agli  altri  per  es- 
sere in  difesa  tulli  di  quel  tale,  che  fosse 
ingiuriato  j  e  si  stavano  in  grande  riguar- 
do  e   sospetto.   iCj 

STARE  IN  SOSPIRI.  Sospirare,  Es- 
sere  in  guai. 

STARE  IN  SPERANZA.  Aì'cjv  spe- 
ranza. Sperare.  Lat  sperare,  spem  habe- 
re,  confidere.  Gr.'^v.ppZf*.  O.  f.  II.73. 
1.  Perocché  al  continuo  1  Fiorentini  stava- 
Do  in  isperanza  di  averla. 

STARE  IN  SU  CHECCHESSI'A.  Ol- 
tre le  maniere  qui  sotto  espresse,  havve- 
ne  altre  ancora,  che  si  possono  vedere  a 
STARE  .SUL,  o  STARE  IN  SUL,  espri- 
mendosi indifferentemente  in  cotal  guisa 
queste  maniere  di  favellare. 

*  STARE  IN  SU' CONVENEVOLI. 
Usare  cerimonie.  Car.  Leti.  i.  i-  E  perchè 
io  sono  una  certa  figura,  come  dovete  avere 
inteso  dal  Varchi,  senza  troppo  slare  in 
su*  couvenevoU,  io  mi  do  e  dono  per  ami- 
cissimo.  fB) 

STARE  IN  SUL  GRANDE.  Ecd.  STA- 
RE SUL  GRANDE. 

STARE  IN  SUL  GRAVE.  Lo  stesso 
che   Sfare  sul  grave. 

3  STARE  IN  SULLA  CORDA  ,  o  IN 
SULLA  FUNE.  Stare  coli'  animo  dubbio, 
o  sospeso.  Lat.  spe  suspensum  esse.  Ved. 
CORDA,  g.  XIX. 

'':•  g.  Stare  in  sulla  fune,  vale  anche 
Aspettare  con  graadissimo  desiderio  ,  o 
struggimento  che  alcuna  co.'ia  accada,  o 
si  faccia.  «  Lasc.  Pinz.  I.  6-  Darotti  la 
chiave,  ch'io  veggio  che  tu  ti  consumi. 
B     Anzi  sto  in  sulla  fune  »  .  (Cj 

STARE  IN  SULL'ALI.  Eed  STARE 
SULL'  ALI. 

*  g.  Stare  in  sull'ale,  vale  Stare  per 
muoversi,  per  mutare  situazione,  e  simi- 
li. Borgh.   Orig.  Fir.  255.  Avendosi  egli 


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STA 


proposto  ncll*  aoìmo  ass.iì  per  tempo  di 
muUre,  rome  (acr,  quel  Roverno  ,  e  far- 
seoe  capo,  non  avea  la  più  comoda  né  la 
più  pronta  via  <li  gctUr&i  tutto  da  quella 
parte,  che  stava  sempre  in  siili' ale  ("  ciop, 
cercava  il  rìLcltarsi  e  mutare  stato  ).    (yj 

*  STARE  IN  SULL'ALTRUI,  fluha- 
re.  Fr.  Sacch.  nOi'.  1^.  Assai  meglio  sep- 
]>e  stare  in  suU'  altrui  Bozzolo  mugnaio 
dalle  mulina  de^li  Angetti  >  che  non  fece 
luccio.  (1) 

STAUE  IN  SOLLA  MOSTRA.  Essere 
in  luogo  esposto  al  pithhlico,  ad  effetto 
tV  esser  veduto  y  come  usano  gti  artefici 
tener  te  /or  merci,  per  allettarne  colla 
mostra  i  compratori.  Gal.  cap.  tog.  3. 
179.  Perchè  U  ruha  stava  in  Milla  mostra. 


E  si  vendeva  a 


p.-s. 


a  misura. 


STARE  IN  SULLA  NEGATIVA.  Ne- 
gare. Lai.  inficias  ire.  Gr.  e^'ipvstsS'ai. 
Ceccli.  Corr.3.  i.  Io  starò  In  sulla  negativa. 

STARE  1>"  SULLA  PERFIDIA.  Lat. 
ph.ttinato  animo  cv.ve.  Gr.  tt&jsìiv.  /  arch. 
Krcul.  71.  Perfidiare,  o  &tare  in  sulla  per- 
fidia, è  volere,  per  tirare  o  mantener  la 
sua,  cioè  per  isgaiare  alcuno  ,  che  la  sua 
vada  innanzi  a  ogni  modo,  o  a  torto  o  a 
ragione  ;  e  ancoraché  egli  conosca  d*  avere 
errato  in  fatti  o  in  parole ,  sostenere  in 
parole  e  in  fatti  1' uppenione  sua,  e  dire, 
per  vincer  la  prova,  se  non  avere  errato. 

STARE  IN  SULLA  PERSONA  .  Star 
diritto  colla  testa  alta  .  V.  PERSONA  , 
§.   XI!. 

STARE  IN  SULLA  REPUTAZIONE. 
pion  cedere  punto  nelle  materie  riguar- 
danti la  reputazione  e  la  stima.  Lat.  So- 
nori suo  prospicere.  Gr.  tÀì  £kuto'j  Tt- 

*  STARE  IN  SULLE  COMPETEN- 
ZE. /'.  COMPETENZA,  §.  II.  (C) 

*  STARE  IN  SULLE  DIFESE.  Stare  in 
modo  da  potersi  difendere.  Guicc.  Star.  5. 
XOO.  Aveva  il  Re  di  Francia  commesso  a' 
suoi  Capitani ,  che  standoci  in  sulle  difc< 
se  ,   fuggissero   il   venire    alle   mani.   (C) 

STARE  IN  SULLE  GENERALI.  .Yon 
venir  col  discorso  ad  espressioni  partico- 
lari ,  IVon  volere  impegni ,  Kon  s'  apri- 
re.  Lat.  mediis  verhis  uti.  Gr.  /iTjò'  o*U, 
{j.-riC&   vai'. 

STARE  IN  SULLE  STOCCATE.  Stare 
astutamente  e  con  sottigliezza  in  su' suoi 
vantaggi  ■ 

STARE  IN  SULLE  SUE  ,  ec.  Jndar 
Cauto  nel  parlare,  per  non  esser  giunto. 
J'arclt.  Ercol.  92.  .Staro  in  sulle  sue,  è 
guardare  che  alcuno,  quando  ti  favella,  o 
tu  a  luì,  non  ti  possa  appuntare  ,  e  par* 
lare,  e  rispondere  in  guisa,  che  t-gli  nun 
al>ljia  ondL>  appiccarti  ferro  addosso,  e  pi- 
gliarti ,  come  si  dice  ,  a  mazzacrliera  ,  e 
giugnerti  alla  schiaccia-  Celi.  Sport.  3.  1. 
Faccia  egli;  io  .<>tarò  anch' Ì<i  in  sulle  mie. 
Fir.  Trin.  I.  2.  Stia  ancor  egli  in  sulle 
sue,  eh*  i'  sto  in  sulle  mie.  K  Lue.  2.  2. 
Kon  v'ho  io  detto,  padrone,  che  voi 
stiate  in  sulle  vostre  ,  e  che  non  e'  è  se 
non  trappole?  Tac.  Dav.  Ann,  li.  ipo. 
Stando  però  in  sulle  sue,  sapendo  la  vul- 
taliil  gente  eh'  eli'  è. 

Sr  §.  l'ale  anche  Sostener  sua  ragione. 
Star  contegnosoj  e  dicesi  di  chi  è  adirato 
con  alcuno,  f'arrìi.  Suoc.  3.  1.  Se  si  po- 
tesse vederne  il  vero,  una  parola  sola  sa- 
rà stata  cagione  di  tutto  questo  loro  adi- 
ramento, ce.  Ma  ognuno  ^uol  poi  stare  in 
sulle  sue,  e  non  essere  primo  a  favellare  , 
per  non  parere  di  voler  chiedere  huon* 
giuochi,  f }') 

*\  STARE  IN  SUL  MILLE.  Modo  pò- 
co  usato.  Tenere  una  certa  gravità  negli 
atti,  o  nell'apparenza,  più  che  crin%'tnicn- 
te  al  suo  grado.  Alleg.  212-  Rifattosi  cor- 
tigiano,  sta  in  sul  mille  di  maniera,  eh' 
ella  non   sì  può  più  sccu. 


STA 

't  STARE  IN  SUL  NOCE.  Modo  pò- 
co  usato,  yarch.  Ercol.  92.  Dicesi  ancora 
quasi  in  un  medesimo  significato  stare  ia 
sul  noce,  il  che  è  proprio  di  coloro  che, 
temendo  di  non  esser  presi  per  dehito,  o  per 
altra  paura,  stanno  a  bello  sguardo,  e  non 
ardiscono  spasseggiare  1'  ammattonato,  cioè 
capitare  in  piazza  ,  che  i  Latini  dicevano 
abstinere  publico. 

*  S-  Nota  uso  nel  Varch.  Suoc.  5.  I. 
Proviam  prima  se  ella  uscisse*  colle  belle; 
benché  simili  (  donne  di  mondo  )  son  for- 
miche dì  sorbo  ,  e  stanno  sempre  in  sul 
noce  (qui  vale  Tenersi  chiuse,  .\on  isco- 
prirsi  j  sicché  questa  sarebbe  metaf.  ca- 
vata dal  proverb.  /'.  anche  FOR.MICA  , 
§-   I    )■  (V) 

^c  STARE  IN  SUL  PUNTO,  fion  tra- 
lasciare alcuna  circostanza,  ancorché  mi- 
nima, per  mantenersi  sul  decoro  del  gra- 
do iuo .  Il  Vocabol.  alla  1  oce  PUNTI- 
GLIO. (C) 

STARE  IN  SUL  SAGRATO.  Ritirarsi, 
o  Stare  in  chiesa,  cimiterio,  o  altro  luo- 
go sacro,  o  sagrato  j  e  per  similitudine 
vale  Stare  in  franchigia.  Alleg.  rtm.  S'J. 
Incontro  a* birri  stare  in  sul  sagrato. 

OSTARE  IN  SUL  SALDO.  ,V<j/i  par- 
tir.ii  dal  sicuro.  Dep.  Pecam.  53.  A  stare 
pure  sul  saldo  ben  consideralo  tutto,  nun  cì 
avrebbe  poi  luo^o  che  buon  fosse.  (^J 

STARR  IN  SUL  SEVERO,  l'arch.  Er- 
col. pi.  Stare  in  sul  grande,  in  sul  grave, 
in  sul  severo,  in  suU'  onorevole  ec,  e  fi- 
nalmente sul  mille  ,  sìguìGcano  quasi  una 
cosa  medesima  ,  cioè  così  col  parlare,  co- 
me coir  and.ire  ,  tenere  una  certa  gravità 
conveniente  al  grado,  e  forse  magjjiore. 

STARE  IN  SUL  SUO-  T-  STARE  SUL 

SUO . 

•:=  STARE  IN  SUL  TAGLIO.  /*■  STARE 
SUL  TAGLIO.  (•) 

STARE  IN  SUL  TIRATO.  Io  stesso 
che  Stare  all'  erta.  Lat.  suas  tueri  par- 
tes  ,  cai'cre  .  Gr.  e'uiit€;rjàai  .  l'arch. 
Ercol.  92.  Usaosi  ancora  nella  medesima 
significazione  stare  ali*  erta  ,  e  slare  in  sul 
tirato,  e  non  si  lasciare    intendere. 

§.  Stare  in  sul  tirato,  vale  anche  Te- 
nere  in  soverchio  prezzo  la  propria  mer- 
canzia .  Cant.  Cam.  106.  Bisogna  tosto 
Pensar  di  fargli  arrosto  A  chi  non  vuole 
stare  in  sul  tirato,  E  fa  conto  pigliar  qual- 
che ducato  .  E  2()".  E  non  v<»gliate  far 
come  le  trecche.  Che  stanno  in  sul  tirato  . 

STARE  IN  TERMINE.  Lo  stesso  che 
StafV  ne"  termini. 

g  Talora  vale  Essere  in  grado.  Docc. 
nov.  98.  23.  Stando  adunque  in  questi  ter- 
mini il  maritaggio  di  Sofronia,  ec. 

STARE  IN  TIMORE.  Temere.  h^X  ti- 
mere.  Gr.  oo€sÌQ^at  .  Coli.  Mh.  Isaac, 
cap.  ;^9.  Il  monaco,  mcntrcchè  egli  è  nel 
mondo,  sta  in  timore  della  conversazione 
sua.  Ambr.  Cof.  [y  3.  Che  io  per  me  ne 
sto  in  non  picciolo  Timore  sempre.  Ar. 
Len.  3.  8.  Per  questo  sti»  in  timor  ,  che 
non  gli  tolgano  Una  mia  botte- 

STARE  IN  TORMENTO.  Sentir  tor- 
menti ,  Esser  travagliato.  Lai.  cruciari , 
ve.xari .  Gr.  avtà^àai.  G.  !'■  8.  78.  l\ 
Stando  in  questo  tonncnlo  -iufin  presso  al 
vespro  ,  ec.  All>ert.  cap.  5|.  Cotì<liana- 
mcnte  sta  in  lonnenlo  chi  sempre  teme 
Lor.  Med.  Arid.  5.  4-  lo  sto  in  un  tor- 
niento'grandissimo. 

*  STARE  INTORNO  Al)  UNO  Por- 
gli  l' a s. tedio,  metitf.  Segner.  Mann.  Magg. 
2.  ^.  Questo  al  fine  è  ciò  che  sopra  lutto 
egli  vuol  cavare  dal  tuo  timore  e  djl  tuti 
tremore  ,  che  tu  gli  stia  sempre  inlorn»». 
E  num.  5.  Con  etiVlto  mirabile  egli  li  sta 
sempre  intorno  con  della  graiiu  ,  li  gn- 
vernn.  li    guarda,    (f) 

STARE  ENTRA  DUE  Essrrr  m  dub- 
biezza, r    STARE  FRA  DUE. 


STA 

*  STARE  IN  TRAMPOLI  ,  o  TRAM- 
PALI.  /'.  TRAMPOLI  ,  g.  (l  ) 

STARE  IN  TRANSITO  Essere  in  sut 
morire  .  Lai.  animam  agere  .  Gr.  i'ffVOt- 
Tw;  0i&'x4ic&2t .  Sen.  Declam.  Visitai  il 
mio  figliuolo,  che  stava  in  transito,  ed  era 
per  morire. 

STARE  IN  TRATTATO  .  Aver  trmt- 
tato.  Essere  in  negozio.  Trattare.  C.  /'. 
IO.  35.  1-  Con  tutto  che  all'infinta  stes- 
sero in  trattato  con  lui.  E  num.  3.  Sen- 
tiva eh*  egli  stavano  in  trattato  col  Bavero. 
.V.  /''.  I.  93.  Stando  il  Conte  ìo  trattala 
dì  là  e  di  qua  ,  non  si  potea  conoscere 
che  facesse  la  volontà  della  Reìoa,  né  che 
fosse  rSiello  al  re  Luigi  -  Stor.  Pisi.  ^3. 
Messer  Filippo  sempre  stava  in  inUatu 
con  Castruccìo. 

STARE  IN  TRAVAGLIO.  Aver  tra- 
vaglio. Esser  travagliato.  Lat.  i-cj-ari.  Gr. 
a'vià^S'at  .  jlr.  sat.  l^.  Ma  s*io  veggo  li 
Papi  e  i  Re  (che  Dei  Stimiamo  in  terra) 
star  sempre  in  travagho  ,  Che  sia  conlenlu 
in  lor  dir  non  saprei. 

*  STARE  IN  TRIONFO.  Menar  tri- 
onfo.  Trionfare.  Morg.  20.  77.  Che  seotu 
che  si  sta  quel  traditore  In  Babilonia,  in 
gran  trionfo  e  in  festa.  .'.V^ 

STARE  IN  TUONO  .  .Vo/i  uscir  del 
tuono  ,  Accordare.  Term.  della  Musica  . 
Buon.  Fier.  3.  2.  9.  Veggo  L'autore  co- 
mandar lo  stare  in  tuono,  Lodare  assai  t 
passaggi,  e  più  le  fughe.  E  Tane.  i.  ^. 
l'ofiùre  '1  cielo  ,  com*  ella  sta  in  tuono  I 
Come  le  voci  ella  sa  ben  portare  1 

§.  I.  Per  metaf.  talora  vale  Star  bene  , 
Es.xer  forU,  o  sano. 

§.  II.  Talora  vale  anche  Stare  in  cer- 
vello. Malm.  6.  ^8-  Ella  ,  che  quivi  star 
voleva  io  tuono  ec,  Perchè  Ì  gran  vini  al 
cerebro  le  danno.  Ben  ben  l'annacqua. 

g.  111.  Stare  in  tuono  con  alcuno,  vale 
Andar  seco  d'  accordo.  Malm  .  I.  l^.  Ri- 
trova tu  costei ,  sta'  seco  in  tuono. 

STARE  IN  VITA.  1  ivere.  L^L  vive- 
re, vita  frni.  Gr.  ^io3v.  /iocc.  nov.  3l. 
l5.  Dì  più  non  imitare  in  vita  dispose.  E 
nov.  36.  12.  lo  non  intendo  di  più  stare 
in  vita  ;  ma  prima  che  ìo  ad  uccidermi 
venga,  ec.  *  Lasc.  rim.  l3.  (Liv.  1799) 
Così  disse  con  voglia  Flora  più  di  morir 
che  stare  io  vita.  (Cj 

*  STARE  IN  UMILTÀ*.  Esser  umi- 
le. T  II.  SS.  Pad  2.  166  E  questo  lac- 
cendo  sempre  starai  ìo  umiltà ,  e  avrai 
pace.  (C) 

^  STARE  IN  UN  PATTO,  o  temili. 
Osserx-arlo,  Mantenerlo.  Guicc.  Stor.  17, 
lao.  La  truppa  cupidìtà  non  aveva  Lucia- 
Io  lume  a  Cesare,  di  obblij^arlo  in  mo«lo 
che  fosse  tenuto  a  slare  nella  cj^olaaio- 
ne.  (€/ 

STARE  IN  VOLTA.  .-Indare  intorno. 
Lat.  ctrcumire.  Gr.  TCjStc^X'^^"- 

STARE  IN  ZUCCA.  Essere  a  capo  say- 
peno.  Lat.  aperto  capite  esse.  Gr.  mfttìrlv 

STARE  IN  ZURLO.  Trattenersi  in  a/- 
legria.  Divertirsi.  Lai.  hilari  animo  tM». 
Gf.  itvKt  eatSfòf,  ìv^uuùv.  Lib.  Son. 
l33.  E  chi  v'è  per  \i.itiot  Tutti  sì  stan- 
no  io   zurlo   iotorno   al    Fianco. 

STARE  LESTO.  JJadarr  attentamente 
Lai.  caute  prospicere  ,  cautum  esse.  Gr 
<'t//xSii3^ai.  Infar.  prim.   191.   Per  dio. 
che  e*  bisogna    star    lesto  .    Mmlm.  7.  ^^ 
Di  modo  eh*  eì   nou  vuol    restarvi    toho  , 
Ma  starvi  lesto  a  rivederla  bene. 
STARE  LINDO.   Usar  /indura. 
STARE   LONTANO.    Esser  lontano, 
Xon  es.ter  presente.   Lat.   a/tesse  ,  absen- 
lem  es-re  .  Gr.    ocTityott  .    Eiamm-   4-  56. 
O  domalor  de*  mali  ec.,   consolami  <li  te, 
e  lo  starmi  lontano   riserba  quando   Panfilo 
co' suoi  piacevoli  ragtoDarì  diletterà  le  mie 
orecchie  avide  dì  lui  udire. 


STA 

g.  f-  ipurattim.  ,  Stare  /ontano  da  al- 
cuna cosa,  vale  .astenersi  dall'uso,  o  dai' 
l'  esercizio  della  med^siniit.  ('as.  lelt.  66. 
Dice  liberami' liti',  che  non  yli  di  il  ruorc 
di  studiare,  fssendo  stutu  lauto  tempo  ben 
lontano  dj  qurll'  urte. 

STABE  MALE,  i'ontrano  di  Star  he- 
ne  f  in  tutti  i  suoi  sif^ni/ìc.  J'cd.  tfuti'i  ■ 
Bocc.  mn-,  II.  C).  Cominciarono  IVa  se  a 
dire  che  la  cosa  stava  male  (cioèj  discon- 
veniva, era  mal  fatta).  Lah.  .Ì33.  Sicché 
se  luale  mi  parca  davanti  stare,  ora  mi  pana 
star  pessìmameote  (cioè,  in  cattivo  grado). 
Ceceri.  Stiaw  i.  4-  Kastagio  ,  1' sto  male 
(cioè,  sono  in  cattivo  stalo).  Se/t.  /''ci. 
J'arclt.  2  3l.  Male  starebbono  i  Iicaifizii, 
se  non  potessimo  esserne  grati  (  cioè ,  in 
vano  si  tarcbb'-ro  ). 

g.  I.  .Star  male  d'  alcii/io,  vale  Fsser- 
nc  ardentemente  innamorato.  Lat.  alit/tiem 
defterire.  Gr.  STriyai'vi^^ai  Ttvi.  Maini. 
3.  53.  Poi  Bcrlìnrlbi  stavano  sì  male,  Ch' 
ella  fece  per  lui  del  l>en  bellczz;i. 

§.  11.  Starmale  con  alcuno,  vale  Aon 
essere  in  sua  grazia.   7'.  MALE  avveri». 

§.  n. 

STARE  MALINCONICO,  o  MALIN- 
CONOSO  .  .^i-er  malinconia.  Jìocc.  nov. 
7.  5.  Bergamino,  che  bai  tu  T  tu  stai  così 
maliocoDObO  :  dinne  ab  una  cosa. 

STABE  MALLEVADOBE.  Es.ier  mal- 
levadore; che  anche  si  dice  assolutamente 
Stare  .  Lat.  vadem  esse.  Gr.  s'/yjJiTr.'v 
/aSt'iTacsai.  Cecch.  Mogi.  prol.  Ch'  i'  vi 
prometto,  e  sto  mallevadore.  Che  que>ta 
mo';lie  si  (ara  le  spese ,  E  vestirli  del  suo. 

S'^TARE  MEGLIO  .  Esser  in  miglior 
grado  .  Lat.  melius  se  hahcre  .  Gr.  /«i- 
Xiov  E/Stv  .  Bemh.  leti.  Mi  duole  nclP 
anima  che  '1  nostro  messer  Federigo  non 
sia  ogginiai  guarito  ec,  ancoraché  mi  scri- 
viate eh*  egli  sta  meglio. 

§.  I.  Star  meglio  alcuna  cosa  a  chec- 
chessia ,  vale  Convenirgli  maggiormente. 
Lat.  magis  convenire,  decere.  V,y.  ««)3loj 
TZpÌ~ii-v.  Bocc.  nov.  10.  I.  Li  quali  (mot- 
ti), perciocché  brievì  sono,  molto  raeglio 
alle  donne  stanno,  che  agli  uomini. 

g.  11.  Star  meglio  con  alcuno,  vale  lìs' 
ser  maggiormente  nella  sua  grazia.  Cas. 
Instr.  Card.  Caraff'.  6.  Che  se  eiò  t'osse, 
essi  meglio  starcbbooo  con  Dio,  che  non 
islanno. 

STARE  NEL  BASSO,  lo  stesso  che 
Stare  Itasso. 

STARE  KEL  CUORE.  Jver  presente 
nel  pensiero  .  Lui.  in  sinu  J'erre  .  l  ctr. 
son.  .S5-  Questi  sou  i|ue'  begli  orrbi,  rbc 
mi  stanno  Sempre  nel  cor  colle  taville  ac- 
cese, fi  son.  i85.  Sì  dolci  stanno  Wel  mio 
cor  le  faville  e  *1  chiaro  lampo. 

g.  Stare  in  mexo  al  cuore ,  lo  stesso 
che  Stare  nel  cuore.  Petr.  san.  ^c).  E  '1 
volto  e  le  parole  ,  che  mi  stanno  Alta- 
mente confine  io    mezzo  '1    core. 

3  STARE  NFLLA  CODA  IL  VELENO. 
yell'  ultimo  essere  la  difficcltà  ed  il  pe- 
ricoloj  tolta  la  metaf.  dagli  .scorpioni,  o 
da'  serpenti,  i  quali  volgarmente  si  credeva 
che  nella  coda ,  più  che  in  altra  parie  , 
averterò  raccolta  la  malvagità  del  veleno . 
Cecch.  Dot.  1.  I.  Ma  il  veleno  sta.  Co- 
me aUo  scorpio,  nella  coda  . 

STARE  >ELLÀ  FEDE,  lo  stesso  che 
Stare  incède.  Mantener  /"a  fede.  Lat.  fi- 
dem  serx'are .  Gr.  ntSTiv  -tipeiv  .  Segr. 
Fior.  Ciiz.  3.  6.  La  cosa  va  bene;  Pirro, 
iù,  nella  fede. 

STARE  NELLA  PELLE.  Che  comu- 
nemente  si  usa  in  maniera  negativa.  Son 
potere  star  nella  pelle,  o  dentro  alla  pelle. 
Mostrare,  per  alcun  fortunato  accidente 
sopravvenuto  ,  eccessiva  allegrezza.  Cor. 
leti.  2-  i36.  Le  contentetze,  eh'  io  n'  ho, 
son  tante  e  si  grandi,  che  a  pena  mi  pos- 
sono stare  dentro  alla  pelle.  Malm.  2.  69. 


STA 

E  non  potendo  star  più  nella  pelle  ,  Saltò 
fuor  di  palazzo  innanzi  ,d  vecchio. 

^.  ì\on  potere  star  nella  pelle,  si  due 
anrhe,  in  modo  basso,  di  chi  ha  mangia- 
to,  o  pieno  il  corpo  ecceden temente. 

STA  HE  NELLE  BUIOSE.  lo  stesso 
che  Stare  alle  huiose. 

«  STAliE  NELL'  ORO  A  GOLA,  l'i- 
guratam.  J'ivcre  agiatamente,  /4 ver  gran- 
de abbondanza  d'  ogni  cosa.  l'.  ORO, 
§.  XVII.  (C/ 

STARE  NEL  MEZZO,  /'ssere  nella 
parte  ugualmente  lontana  dagli  estremi. 

STARE  NEL  PROPOSITO.  i\on  uscir-c 
dei  termini  proposti.  '\'  Sen.  Veci.  f\2.  Tu 
di*  che  non  ti  delibo  correggere  della  lu>- 
suria  pcrcliè  io  sono  lussurioso,  e  io  li  di- 
co t;  sto  nel  proposilo,  che  non  li  chieg- 
go principalmente  della  lussuria,  ma  delta 
pazzia.   (C) 

STARE  NEL  SICURO.  A'on  correr  ri- 
schio. h:it.  sub  tuto  esse.  Gr.  £ v  a'xivoij- 
V61  ctVKi.  Pass.  202.  Per  istare  nel  si- 
curo, miglior  consiglio  è  che  altri  confessi 
tutti  i  suoi  peccati,  mortali,  o  veniali,  o 
dubbii   che  sieno. 

t  STARE,  o  STARSI  NE'  SUOI  CEN- 
CI, o  NE'  SUOI  PANNI.  ]\'on  s'  intriga- 
re con  persona  di  riga  superiore,  Aon 
avere  desidera  oltre  alla  propria  sfera. 
J'arch.  Tìrcol.  8l-  Quando  uno  si  sta  ne" 
suoi  panni  ,  senza  dar  noia  a  persona,  e 
un  altro  comincia  per  quaUhe  cagione  a 
morderlo  e  offenderlo  di  parole  ec-,  s'usa 
dire   ec. 

STARE  NE' TERMINI.  Aon  u.-icirdel 
convenevole ,  Trattenersi  dentro  a'  termini 
doviilij    contrario  d'  Uscir  de'  termini. 

STARE  NUDO,  o  IGNUDO.  F.fsere  del 
tutto  ignudo,  Aon  aver  veste  in  dos-'^o . 
Ant.  ^Ilam.  rim.  son.  27.  Parti  dovuto 
che  '1  verno  e  la  state  Le  spade  stian 
ignude  e  sfoderate?  (qui  per  simifit.). 

'\i  STARE  PAGATOHE.  Far  sicurtà. 
Ili.  SS.  Pad.  2.  246.  E  come  udirà  Id- 
dio le  nostre  orazioni,  s'  io  lascio  d'udire 
e  d'  esaudire  questa  povera  femmina?  e  chi 
mi  sta  pagatore,  ch'io  venga  a  domane! 
e  se  mi  morissi  ,  avrei  a  render  ragione 
di  questo  fatto.  (F) 

STAlìE  PALESE  Essere  palese  ,  Di- 
morar palesemente.  Croaichelt,  d*  Amar. 
112.  Non  volle  che  i  Cristiani  fossono  toc- 
chi ec;  e  allora  crcbbono  i  Cristiani  assai; 
e  islavano  palesi  senza  paura  di  morte. 

STARE  PE' FATTI  D'ALCUNO.  Ope- 
rare per  li  suoi  interessi. 

STARE  PE<iGIO.  Es.fer  in  peggior  gra- 
do, Esserv  di  peggior  condizione.  Lat.  ini- 
f/nioribus  uti  conditionihus.  Pass.  ll\'}.  In 
quelle  infermitadi,  nelle  quali  l'uomo  è  af- 
llitlo  e  passionato,  quanto  peggio  sta  l'uo- 
mo .  meno  il  sente. 

STARE  PEGNO.  Esserne  sicurtà,  tzl. 
vadem  esse,  spandere.  Gr.   sV/uv^tt^v  xk- 

STARE  PENSOSO.  iT.wcrr  m  pensie- 
ro. Pensare.  Petr.  t  anz.  5.  2.  Fa  tremar 
Babilonia,  e  star  pensosa.  Bocc.  nov.  12. 
16.  Deh,  Rinaldo,  perchè  slate  voi  cosi 
pensoso?  Aov.  ant.  2.\.  I.  Questo  cava- 
liere pensava  fortemente  fra  se  medesimo. 
Lo  Saladino  se  n'avvide;  fecebi  chiama- 
re, e  disse,  che  volea  sapere  di  che  slava 
cosi   pensoso. 

STARE  PER  AIUTO.  Aiutare^  alcu- 
no .  Lat.  auxilio  esse  .  Gr.  par,'^Ov    ttk- 

STARE  PER  ALCUNO  .  /'.  STARE 
AD  ALCUNO. 

*  §.  I.  Aon  istare  per  alcuno,  vale  I\on 
voler  mettere  impedimento  ,  come  al  ver- 
bo RIMANERE  ,  §.  XIV.  Bocc.  g.  5.  n. 
4-  Per  me  non  istarà  mai  cosa  che  a  grado 
li  sia  (  cioè  j  da  me  non  mancherà  ;  lat. 
nihjl  crit  in  me  morae).  (I  J 


STA 


1375 


vg.  II.  Star  per  alcuno,  vale  anche  Ope- 
rare  per  esso,  Fare  i  suoi  interessi.  Din. 
Comp.  lib.  1.  Erano  con  lui  suo'  merca- 
tanti gli  Spini,  famiglia  di  Firenze  ricca  e 
potente,  e  per  loro  slava  la  Simone  Gfae- 
rardi,  uomo   pratico  in  simile  esercizio,  f^/^^ 

••■  S-  III.  Parlandosi  di  Cajia,  vale  Esse- 
re a  sua  disposizione,  l  it.  S.  M.  Afadd. 
2J.  E  questa  casa  stesse  sempre  per  lui  in 
Gerusalemme,  quando  gli  piacesse  di  tor- 
narvi dentro,  e  cosi  ordinarono  che  si  fa- 
cesse in  Betania  in  un'  altra  casa  che  stes- 
se per  lui.  (T'J 

STARE  PER  ARIA.  Lo  stesso  che  Sta- 
re  in   aria. 

STARE  PER  DI  DENTRO.  Essere 
dalla  parte  interna. 

STARE  PER  DI  DIETRO.  Essere 
dalla  parte  posteriore. 

STARE  PER  DI  FUORA.  Essere  dal- 
la parte  esteriore, 

STARE  PER  DIRITTO.  Essere  per 
linea  retta,  in  dirittura,  a  corda  j  Aon 
pendere  da   alcuna   banda. 

STARE  PER  FILO,  lo  stesso  che 
Sture  a  filo. 

'\-  STARE  PER  INCANTO.  FJssere  in 
benissimo  stato  .  J'arch.  Suoc.  L.  2.  E' 
non  si  può  essere  nel  più  cattivo  termine 
che  mi  sono  io,  chi  sta  peggio  di  me,  sta 
per  incanto  (qui  ironicamente).  (V) 

STARE  PER  LA  PIANA,  lo  stesso  che 
Slare  alla  piana. 

STARE  PER  LE  MANI.  Essere  fra 
mono,   E^ssere  sul  dar  principio. 

STARE  PER  LE  SPESE.  Servire  .len- 
za altra  mercede,  che  del  vitto. 

STARE  PER  OPERA,  lavorare  con 
pattuita  mercede  dell'  opera  che  si  faccia. 

STARE  PER  PEGNO.  Essere  la  cosa, 
0  la  persona,  di  che  si  tratta,  per  sicur- 
tà. Lat.  loco  pignoris  esse.  Gr.  Òp-fipz-jziv- 

STARE  PER  SE.  Es.ier  neutrale,  Aon 
tener  da  ninna  parte  de'  contrastanti  ;  il 
che  dicesi  ancora  Starsi  di  mezzo.  But. 
Inf  3.  L*  anime  triste  sono  mescolate  alla 
compagnia  degli  Angeli  cattivi,  che  non 
furono  però  ribelli  a  Dio,  ne  ancora  furo- 
no con  Dio ,  ma  stettero  per  se  (  cioè , 
separati  da'  buoni  ,  e  non  congiunti  oè 
uniti  a"  cattivi  )  . 

STARE  PRESENTE.  Esser  presente. 
Lat.  adesse,  interesse.  Gr.  Tivpayt'vsoSat 
Ttv(.  ylmct.  78.  Venere  favoreggiante 
a*  suoi  soggetti  slette  presente. 

STARE  PRESSO.  Esser  vicino.  Lat. 
prope  esse.  Gr.  iyyt'Citv  tivi'.  Er.  lac. 
T.  2.  26.  49'  Presso  lei  stava  la  gola  Con 
un'altra  ria  figliuola. 

§.  Star  presso  che  bene,  vale  Essere 
quasi  in   buono   stato. 

STARE  PROVVEDUTO,  o  PROVVI- 
STO. Esser  provveduto,  Es.'ierc  in  pron- 
to. Stor.  pur.  5.  Io4-  Bernardo  avuto 
l'avviso,  e  risconlraadulo  per  più  bande, 
fece  subilo  comandare  che  ciascuno  stesse 
provviilo  ,  perchè  i  nìmici    venivano    via. 

STARE  t  ULITO.  J  ivere  con  pulitez- 
za. Ant.  Alam.  rim.  son.  2:1.  E,  pei  istar 
pulito  ed  assettato,  Son  da  dieci  anni  in 
qua  stato   allo  specchio. 

STARE  QUIETO.  Acquietarsi,  Tace- 
re. />.  /ac.  T.  2.  12.  IO.  Chi  vuol  la 
pace  mia,  E  star  tutto  quieto,  Orator  den- 
tro al  silo  Stia  di  sua  selva  fermo  (qui 
per  istare   in   quiete  ). 

STARE  RAMINGO.  Esser  fuori  della 
patria  e  casa  paterna,  senza  aver  luogo 
fermo,  ne  assegniimento  fisso.  Lat.  profu- 
gum  e.i.ie.  Gr.  àiiròpoìov  itVdi. 

STARE  RASENTE.  Esser  tanto  vici- 
no, che  quasi  si  tocchi  la  cosa  che  è  al- 
lato j  Esser  vicinissimo. 

STARE  RIGIDO.  Usar  rigidezza,  Aon 
si  lasciar  muovere  né  persuadere.  Lat. 
inexorahilem  esse.   Gì'.  à7Z»pCÌxrìT0V  £i- 


i376 


STA 


vai.  Bocc.  nov-  2.  12.  Dove  io  rigido  e 
duro  itava  a*  tuoi  conforti. 

STARE  RITE.NUTO.  /is.ter  riguarda- 
tOj  Usare  av.-ertcnza,  o  ritenutezza.  Lai. 
cai-ere.   Gr.  au^x^eìffàai. 

STARE  RITTO.  Cfie  anche  si  dice 
assolutamente  Stare  j  lo  stesso  che  Sta- 
re in  piedi j  Fsser  ritto.  Lai.  stare.  Gr. 
ì'SToivv.i.  Cron.  Mordi.  336.  Si  trassono 
il  cappuccio,  e  stetluno  rilli  dinanzi  a'  Die- 
ci. Cant.  Cam.  &&.  Cliì  lo  tocca  al  6n  si 
cruccia,  Poi  «.la  ritto  senza  gruccia  ^  E  sa 
far  di  dolci  cauli.  Lasc.  Spir.  5.  ^.  Io 
son  rovinalo,  e  sto  ritto. 

STARE  SALDO.  Star  fermo  .  f'ed. 
SALDO,  g.    IX. 

'^  §.  I.  Slare  saldo,  Jìgurat.  vale  Tesser 
costante  nel  stm  proposito ,  Tener  duro. 
Car.  lett.  Tomit.  87.  Ma  fin  qui  si  vede 
che  r  uno  sta  saldo ,  e  V  altro  non  vuol 
la  galla.  fCj 

*  §.  IL  Star  saldoj  vale  anche  Esser 
fondalo  su  solide    ragioni.     V-    SALDO  , 

Jdd.   %.   X.   (C) 

^  %.  111.  Star  saldo,  vale  anche  Star 
ostinato.  Segner.  Pred.  3.  7.  Ma  ove  ec.  voi 
stiate  pur  saldi  (  ostinati  )  in  dirr  che  per- 
donando pili  srapilale  d'  onore,  che  ven- 
dicandovi, sia  come  dile:  che  n'inferite 
però  7  ce.   fV) 

STARE  SANO.  Goder  sanità.  Lai.  va- 
lere. Gr.  eupwsxst'j.  Cron.  Morell.  aS^- 
Ch'assai  s'avanza  a  stare  sano,  e  fuggire 
la  morte. 

STARE  SCHIWO.  TCssere  inischiavi- 
tudinc.  Lai.  in  captivitate  esse.  Gr.  e  vat 

STARE  SCo"lL\CC1ATO.  Porlarv  il 
collo  e  parte  del  petto  scoperto. 

STAHE  SCONOSCIUTO  .  Stare  in 
forma  da  non  esser  conosciuto,  Sta/v  in 
forma   privata. 

STARE   SEVERO.   C/sar  severità. 
STARE   SICURO.   Isser  certo,  T<on  te- 
mere,   I\'un   dubitare,    E s. ter  fuor  di  peri- 
colo. Lai.  certuni  esse,  in   luto  esse.    Gr. 

Bocc.  nov.  19.  25.  Acciocché  i  mercatan- 
ti e  le  mercalanzie  sicure  strsscro.  Cecch. 
Stiav.  3.  6-  Ma  stanne  Sicuro  pur  ,  che  , 
s' i'  sarò  una  bestia  ,  V  non  sarò  una  pe- 
cora. E  Dot.  5.  6-  Gli  perdono  ;  stia  pur 
sicuro  e  lieto. 

#  g.  Starsi  sicuro  ad  tino ,  vale  Pi- 
darsene.  Cecch.  Servii;.  1.  I.  Staitene  a 
me  pur  sicuro  ;  così  fussino    e'  mici.  (T  ) 

STARE  SICURTÀ',  assicurarci  Esse- 
re mallevadore.  Lai.  .xpondere.  Gr.  eyyjàv. 

STARE  SODO.  J.o  stesso  che  Star  du- 
ro. Cron.  Morell.  266.  ^ion  li  lasciar  gon- 
fiare ;  isla'   sodo. 

g.  l.  Star  sodo,  vale  anche  Star  fer- 
mo, I\'on  si  muovere,  /.or.  Med.  canz. 
68.  8-  Se  qualcuno  il  piò  li  pcsla  ,  Kou 
dar  briga,  sia'  [lur  .^odw.  Buon,  Fier.  l\. 
1.  I.  S' allri  ivi  pur  sodo  Ritrova  slarc  , 
ancor  quallro  o  sei  volli*  Soslieu  lo  'n- 
toppo.  Cant.  Cam.  3c)j).  Che  lo  slar  sodo 
importa  Sin   alla  fin  ,  che  la  vittoria  porta. 

§.  11.  Star  sodo  alla  macchia,  o  al  mac- 
chione, vale  PkOn  si  lasciar  per.'uatlcre  ne 
svolgere  a  dire  quel  che  altri  vorrehhe  . 
Lai.  impigrum ,  inexorahilem  esse,  de  gra- 
da non  deiici.  Gr.  a/i'vrjTOv  «tvat.  l'ar- 
clt.  Ercol.  92.  Star  sodo  alla  macchia  , 
ovvero  jl  macchitme  ,  e  non  uscire  per 
liussare  che  uum  faccia  ,  cioè  lasciar  dire 
uno  quanto  vuole,  Ìl  qtial  e  cerchi  cavarti 
alcun  segreto  di  bocca,  e  non  ^li  rispon- 
dere, o  rispondergli  di  maniera,  che  non 
sortisca  il  desiderio  suo.  Morg.  18.  I73. 
£  disse  :  i*  mi  atarò  sodo  al  macchinnc  . 
Lasc.  madr.  7.  Ma  lu  se*  UD  fagnoue,  E 
Stai  sodo   al   macchi<me. 

STARE  SOGGETTO,  o  SUGGETTO. 
Vivere  con  soggezione.  Din.   Ccmp.  I.  17. 


STA 

Gli  amici  di  Giano  erano  impaurili,  e  sta- 
vano suggelli. 

STARE  SOLO  .  Essere  senza  compa- 
gnia .  Pftr.  .<on.  19.  Me  sa  star  sol  ,  ne 
gire  ot'  altri  il  chiama  .  E  son.  ^l.  La- 
grime triste  ,  e  voi  tulle  le  nulli  M*  ac- 
compagnate, OT*  io  vorrei  star  solo.  Rem. 
Ori.  3.  7.  [\Q.  Ma  non  volea  colui  slar  in 
dozzina,  Volea  star  solo. 

STARE  SOPRA  .  Essere  nella  parte 
superiore.  Lai.  eminere ,  in  superiori  lo- 
co estc  .  Gr.  5v  avwTs'^u  «tvai.  Dant 
rtm.  24.  E'  m'  ha  percosso  in  Icrra  ,  e 
slammi  sopra  Con  quella  spada,  ond*  egli 
uccise  Dido  4  Amore,  ^r.  Jur.  IO.  103. 
Come  d'  alto  venendo  aquila  suole  ,  Che 
errar  fra  l'erbe  visto  abbia  la  biscia,  O 
che  stia  sopr*  un   nudo  sasso  al  sole. 

g.  1.  Star  sopra  pensiero,  o  Stare  in 
pensiero,  vale  Esser  sopraffatto  da' pen- 
sieri. Avere  apprensione.  Temere.  Pecor. 
g.  4-  «of.  X.  Stando  Giannetto  sera  e  mal- 
lina  sopra  questi  pensieri,  e' non  si  pote- 
va rallegrare.  Jiern.  Ori.  1.  11.2.  S'uno 
ha  rirrìiozze  ,  sta  sempre  in  pensiero  i  E 
poi  vien  un,  che  gliele  porl.i  via.  ^  Ar. 
Eur.  43.  47-  l'ioaldo  alquanto  sic  sopra 
pensiero.   { l  ej 

g.  II.  Star  sopra  .i'e  ,  vale  Esser  so* 
speso,  E.fsere  in  duhhto  .  Lat.  ha:sitare. 
Gr.  (inopz^v.  J'arch.  Ercol.  91.  Slar  so- 
pra se,  ovvero  sopra  di  sé,  è  un  mudo  di 
dubitare,  e  di  non  voler  rispondere  senza 
considerazione;  la  qual  cosa  i  L;il>ni,  e  spe- 
zialmenle  Ì  giureconsulti,  a  cui  più  lucrava, 
che  agli  altri ,  dicevano  hirrere^  e  lalvolla 
col  suo  frequentativo  ha  silare,  lìocc.  nov. 
33.  1.  Sovra  se  slesso  alquanto  stelle,  e  poi 
disse.  E  nov.  49-  7-  La  donna  Uilcndo  que- 
sto, alquanto  sopra  se  stette,  e  comincio 
a  pensare  quello  che  far  dovesse,  yimhr. 
Cof  2.  1.  Alquanto  sopra  se  medesimo  stelle. 

3  g.  III.  Star  .topra  di  sir,  vale  lo  stes- 
so che  Star  sopra  se.  Eir.  Disc.  an.  9. 
Stelle  sopra  di  se  ,  e  dubitò  d'  inganno. 
Cas.  lett  17.  Credo  d*  averlo  lascialo 
mollo  ben  certo  ce.  delle  cause  ,  per  le 
quali  N.  S.  e  stato  alquanto  sopra  di  se  a 
farlo  venire  a  Roma. 

•','  g.  IV.  Star  sopra  di  ,w,  vale  anche 
Stare  a/l'erta.  -  i  ir.  Disc.  an.  85.  Se 
ec.  lu  vedessi  che  tulio  sospelloso  e'  li 
fissasse  gli  occhi  addosso,  e  mostrasse  una 
affellala  attenzione  per  udire  le  lue  parole, 
e  stesse  cosi  sopra  di  se,  che  ogni  mini- 
mo movimento  gli  facesse  alzare  e  scuoter 
la  lesta,  ticn  [ler  cello  ch'egli  è  mal  vollo 
verso  di  le  ».  (yj 

V  g.  V.  Star  sopra  di  se,  vale  anche 
Pestare  senza  Jar  cenno,  o  motto  ,  .Vo« 
hadare  ,  Aon  dar  retta  .  Eelc.  /  it.  Co- 
lomh.  286.  Alle  quali  patulc  stelle  sopra 
dì  se;  e  Girolamo  dis.se  che  pensi?  E  ri- 
spondendo disse;  pensava  che  ce.  (C) 
Cortig.  Castigl.  lift.  2.  164.  Essa  (Itisi' 
gnora  )  non  gli  diide  mai  elemosina  (  al 
mendico),  né  ancor  glie  la  nego,  con  far- 
gli segno  che  s*  andasse  con  Dio  ;  ma 
stelle  sempre  sopra  di  se  ,  come  se  pen- 
sasse in  «Uro.  (Pi Si 

§.  VL  Star  sopra  se ,  0  .topra  di  sé, 
vale  anche  Jieggersi  in  sulla  persona , 
Aon  s'  nppoggi.trr  .  Pocc.  nov.  Q»).  5l. 
Infinoa  t.iiilo  che  per  messer  Torello  non 
le   fu   dello  che  alquanto  sopra  ih  slesse. 

§.  VIL  Star  sopra  di  alcuno  ,  vale 
Star.tene  a  lui ,  Piposart  sopra  di  quel- 
lo. Confidare  in  esso.  Lat.  fidem  alicutus 
senni,  in  aliiluo  conquirstere.  Cr.  Trt~Ot- 
àcvai,  ^'Xfpù*  Tivt.  (r.v/i.  Ponz.  3.  8. 
H.  E  dell*  cucr  fidalo?  T,  Oh  stanne  so- 
pra Di  me. 

g.  VI  IL  Stare  sopra  Paté,  %'ale  Essere 
in  desiderio,  o  ri.rolusione  di  muoversi;  Es- 
ser vicino  al  muoversi  j  che  anche  si  di- 
ce Sta'x  sull'  ale. 


STA 

g .  IX.  Starr  sopra  la  fede,  o  sopra 
la  parola,  vale  Assicurarsi  per  la  pro- 
messa aitigli. 

STARE  SOSPESO.  Essere  in  duhbio. 
Essere  in  ftensiero.  Lai.  haesitare.  Gr. 
OLTZpi'v.  tìocc.  nov.  47-  I.  Tulle,  temen- 
do, slavan  sospese  a  udire. 

STARE  SOTTO.  Essere  nella  parte 
inferiore. 

§.  I.  Stare  sotto,  o  di  sotto,  vale  Es- 
ser  di  sotto,  Cettere,  Esser  superato.  Eir. 
Lue.  I.  2.  Se  a  nessuno  ha  a  toccare  a 
slar  sotto,  to' che  tocchi  a  te. 

g.  II.  Star  sotto  coperta,  termine  ma- 
rinare.ico,  vale  Star  nella  parte  inferiore 
del  naviglio. 

3  g.  ÌIL  Aon  ci  potere  star  sotto,  va/e 
Aon  si  accomodare  a  cedere,  Aon  volere 
esser  superato  ,  o  sgarato.  .4mhr.  Eitrt. 
2.  2.  Per  l'invidia  non  ci  sono  potuli  star 
sotto.  Malm.  2.  62.  E  gliene  duole,  e  non 
ci  può  star  sollu. 

*  g.  IV.  Star  sotto  ad  uno,  vale  Slar 
sotto  al  suo  dominio,  ed  anche  nelle  sue 
pos.tessionÌ .  Guicc.  Stor.  2  4^-  Rùposc 
precisamente  al  Vescovo  di  Tii  oli  non  vo- 
ler consentire  che  Bologna  stesse  sotto  la 
(  hiesa,  se  non  nel  modo  che  anlàcameote 
soleva  slarc.  (/,) 

g.  V.  Star  sotto  la  parola  ,  che  anche 
si  dice  Star  sopra  la  parola,  vale  Assi- 
curarsi d' alcuna  cosa  per  la  panila  e 
promessa  avutane. 

%.  VL  Star  sotto  la  fede  ,  che  pur  si 
dice  Star  .topra  la  fede,  ec.  Lo  stesso  che 
Star  sotto  la  panila. 

STAlìE  SOTTOSOPRA.  Essere  colla 
parte  superiore  di  sotto  ,  e  colla  inferio- 
re di  sopra  j  e  figuratamente  vale  Essere 
in  confusione.  Essere  sconvolto.  "L^i.  per- 
turlhiri.   Gr.   ct«Ta;«5ff*5àxi.. 

STARE  SU.  Star  ritto.  Lat.  stare.  Qi 
t'ara  v«i. 

g.  \.  Talora  vale  Stare  ne/la  parte 
superiore.  Lat.  superiori  loco  esse,  supe- 
riorem  locum  hal>ere.  Gr.  iv  a'ywrijsu 
£ivxt. 

J  §.  II  Star  su,  vale  anche  Pizzarsi 
in  pie.  Lai.  surgere.  Gr.  «vnra'vwt 
Eranc.  Sacch.  nov.  48-  Comincia  a  <lir.- 
pianamente:  sia'  su:  hati  tu  fallo  male? 
Burch.  2.  3.  Spacciati,  sta*  su,  mettili  in 
dosso. 

#  g.  III.  E  figuratamente  va/e  Pigliar 
coraggio.  Confortarsi.  -  Petr.  son.  52- 
L"  aspello  sacro  della  lerra  vostra  Mì  fa 
del  mal  passalo  tragger  guai ,  Gridando  : 
sia  su ,  misero,  che  fai  ?  Cavale.  Med. 
cuor.  172  E  però  sta'  su  ,  e  conforlali, 
e  ringrazia  Iddio  del  Lcncfiiio  che  l'  ba 
fatto.  /  i7.  SS.  Pad.  2.  24O-  Onde  isla' 
su,  e  conforlalt  ,  e  ringrazia  Iddio,  che 
l'ha  donalo,  ed  halli  salvalo  lo  luo  figliuo- 
lo.  (E) 

g.  IV.  Più  su  sta  monna  Luna  j  pi^ 
ver/no  che  vale.-  Tu  non  t'apponi.  Tu 
non  dai  nel  sefno.  Tu  non  la  di'  giusta - 
Lai.  non  propter  i*edis  cum  l^  ra  dissi- 
dium.  Gr.  du  oi«  ttj'v  toj  Ttooòi  XP«{ 
Triv  iy^v  ct/stTptTiV.  Plut.  I  ed.  Fìos. 
258.  I ih.  Son.  ti.  Più  su  sta  monna  Lu- 
na ;  c'ci  è  pili  bello,  /'ir-  Lue.  5.  6.  Ma 
più  su  >ta  monna  Luna.  Morg.  16.  4^- 
Più  su  sta  in<<nna  Luna  :  fratel  mio.  Guar- 
da se  in  sonno  direvi  com'  i»».  CfccM.  Dot. 
3.  2.  Più  su  sta  monna  Luna;  e  s*  e'  si 
cresce  Ad  ogni  offerta  tanto  ,  no'sarwno 
D*  accordo  a  manco  delle  tre. 

t  STARE  SU  HELLO,  /armarsi  sul- 
la i  Ita  in  positura  bella  a  vedersi  y  e  st 
dice  propriamente  ite*  piccoli  cagnuoH  ,  o 
altri  simili  domestici  animali;  Stare  di- 
ritto .tulla  yer.tona.  Lai.  recium  stare. 
Gr.  OjCàw;  i:To^vat.  Allcg.  77.  Non  »' av- 
vedendo che  .id  una  disadatta  beiUaccia  , 
simile  a  ciaschcdun  dì  loto,  non  t'avvie- 


STA 

DO  lo  iUic  au    IhìIIu,   far    ^aatj,  o  sonare 
le  campane. 

STARE  SU  CHECCirESSl'A.  JUcnde- 
re.  Badare  a  quello  di  che  si  parla , 
.4v€r\-i  particolare  applicazione.  Cron. 
J/ofc//.  OJI.  Non  si  vuole  cMer  corrente, 
venuto  il  pensiero,  ma  istarvi  su  più  dì. 
5>  Salvili.  Iti.  Viog.  202-  la  Vjuo  tu 
t*  aflàlichi,  o  tu  scambi,  perche  ^li  uomi- 
ni su  queste  cose  non  «i  stanno.  (Cj 

STARE  SU  DUE  PIEDI.  Figurata- 
mente frt/f  Essere  in  istato  sicuro,  Lat. 
/«  tuto  esse.  <ir.  ev  xaivSJvu  iiv«i. 

«  STAME  SUGCETTO.  j\-d.  STAIiE 
SOGGETTO.   (•) 

STARE  SUL  BISTICCIO.  Lat.  verbis 
ccrtare,  contffukrc.  Gv.  /s'yoi^  ipt^tiv. 
f'arth.  r.rcol.  ^S.  Bislicciaila  ron  uno,  e 
>tar  icco  iul  bisticrio,  è  volere  stare  a  tu 
per  tu  ,  vederla  fil  filo  ,  o  pur  quanto  la 
canna.  Cy-. 

STARE  SUL  CUORE.  Jicr  pensie- 
ro grandissimo  .  Lat.  cordi  esst',  in  ani- 
mo  htrrere.  Gr.  /i^ìitv-  Tac.  Dav,  /4nn. 
li*  300.  La  ulutc  della  repubblica  gli 
•tava  sul  cuore. 

«  STARE  SU  LE  CONTINE.NZE  . 
Vostrar  col  portamento  di  non  aver 
•vrat^io  d'  andare  innanzi.  ì^.  CONTI- 
NENZA. §.   VI.  (C) 

STARE  SUL  GRANDE,  o  IN  SUL 
GRANDE.  Usar  fasto.  Viver  con  alteri- 
gia. Lat-  superbe  agere,  magnos  spiritus 
bttbere.  V.  Flos.  35».  ì'arch.  Ercol.  91. 
Stare  in  sul  grande,  in  sul  gravc^  in  iuX 
severo  ec. ,  io  sul  mille,  significano  quasi 
una  cosa  medesima,  cioè  così  col  parlare, 
forae  coir  andare,  tenere  una  certa  gravi- 
ti conTCDÌcDtc  al  grado,  e  forse  maggiore. 
Salv.  Spin.  1.  I.  Io  non  so  s*  e' st  stan- 
no in  sul  grande,  o  se  puro  egli  abbiano 
in  testa  qualche  altro  umore. 

STARE  SUL  GRAVE,  o  IN  SUL  GRA- 
VE. Usar  portamenti  e  maniere  gravi, 
Vivere  con  gravità.  Lat.  gravitatem  in- 
duere,  Gr.  7sju.vu-/£5Sr«i.  ì'arch.  Ercol. 
^1.  Stare  in  sul  grande,  in  sul  grave,  in 
tal  severo,  in  sull*  onorevole,  ia  sulla  re- 
putatione,  e  finalmente  in  sul  mille,  si- 
gnificano una  cosa  medesima  ,  cioè  cosi 
col  parlare,  come  coli'  andare,  tenere  una 
certa  gravità  conveniente  al  grado,  e  forse 
maggiore.  Malm.  6.  108-  Che  questi  cil- 
taduii.  Che  in  ^imil  luogo  star  dovrian 
nil   grave.    Rendono  ec. 

STARE  SULL'ALI,  o  IN  SUI.L'ALI. 
J^olare.  Dant.  Inf.  17.  Come  '1  falcon  , 
cb*  è  stato  assai  sull'ali.  But.  ivi:  Ch'è 
stato  assai    sull'  ali,   cioè  in   aire   roteando. 

•f  §.  Stare  sull'  ali,  o  desto  in  sulF ale, 
^guratant.  si  dice  dell'  Essere  in  desiderio, 
o  risoluzione  di  muoversi.  Stare  in  punto 
per  partirsi,  Lat.  discessui  pn>mptum  es- 
se. Fed.  STAR  SOPRA,  g.  Vili.  Lasc. 
Gelos.  3.  4-  ^'*)  state  desto  in  sull'  ale  . 
Malm.  13.  4^-  £  P<^^  partir  di  quivi  sta 
in   sull*  ali. 

STARE  SULLA  PANCACCIA.  Lo  stes- 
ro  che  Stare  alla  pancaccio.  Lat.  trivio 
cnnterere.  Gr-  èv  tsisVoc^  cy/xars^£5- 
Sai.  Cant.  Carn.  Ott.  25.  Chi  vuole  udir 
bugie,  o  novellacre.  Venga  ascoltar  costoro, 
Che  si   stan   lutto    1    di    sulle  pancacce. 

STARE  SULLA  PAROLA.  Mantener 
la  fede. 

STARE  SULLA  REGOLA.  Osservare 
la.  regola.  Jmhr.  Furi.  2.  3.  Delle  sue: 
«UT   sempre   sulla   regola. 

*  STARE  SULLA  SUA.  Tener  suo 
grado.  Star  sul  grande.  Cecch.  Dot.  3. 
S.  Io  mi  stetti  sulla  mia  (  Fed.  STAR 
IN  SULLE  SUE,  §.).  (F) 

STARE  SULLA  VITA.  Fermarsi  in 
piedi  colla  persona  diritta,  e  la  testn  al- 
ta. Lat.  rcctum  stare,  Terenz.  Gr.  o^3«i 
•'era'»*». 

ì'ocabolario  T.  II. 


STA 

§.  I.  Stare  sulla  vita  spirituale,  vale 
attendere  alle  cose  spirituali,  Applicare 
alle  divozioni. 

§.  II.  Stare  sulla  vita  amorosa  ,  vale 
Fare  il  galante.  Seguir  le  dame. 

3  STARE  SULL*  AVVISO.     Procurar 
d*  esseiv  avvisato.    Far  diligenza  per  aver 
notizie.    Pav.   Camb.   io5.  Questi  arbitran-   I 
ti,  che  stanno   alle    vedette    e    sugli    avvi- 
si,   vcdrebbono    che   ec. 

?I^  §.  J'alc  anche  Stare  in  guardia  . 
u  lìern.  Ori.  1.  l3.  24-  Stava  ben  sul- 
l'avviso alla  vedetta  H  .  Jr.  Fur.  (^S. 
^6.  l'iUggier  sta  suU'  avviso  e  si  difende 
Con  gran  destretza,  e  lei  mai  non  offen- 
de.  (Pe) 

*  STARE  SULLE  BEUTE,  .fierte^^m- 
re.  ì'arch.  Suoc.  ^.  6.  E  tempo  questo 
da  star    sulle    berte-.    (Cj 

*  STARE  SULLE  GALE  .  .attendere 
agli  ornamenti,  agli  abbellimenti.  /'.  GA- 
LA, g.   IL  (Cj 

5?  STARE  SULLE  INTESE.  Procurare 
di  essere  avvisato  j  Star  sull'  avviso.  J'. 
INTESA,  ^,  (C) 

*  STARE  SULLE  PUNTUALITÀ*.  Lo 
stesso  che  Stare  in  sul  punto.  Jl  FocaboL 
alla    F.  PUNTIGLIO.   (C) 

STARE  SULLE  SPESE  .  Vivere  con 
ispesa  j  e  propriamente  ì  ivcrc  fuori  del- 
la propria  casa  con  dispendio.  Lat.  suo 
impendio  vivere. 

STARE  SULLE  SUE.  Lo  stesso  che 
Stare  all'  erta.  Stare  in  cervello  ,  Stare 
in  sulle  sue.  l  arch.  Stor.  12.  44^-  1' 
giorno  di  poi,  stando  ciascuno  sulle  sue, 
gì'  Italiani  ce.  ù  mossero  d' iotoiuo  olla 
nona. 

g.  Talora  vale  Badare  a  se,  0  a'fatti 
propri  i. 

STARE  SULLE  VEDETTE.  V.  STA- 
RE ALLE  VEDETTE. 

t  STARE  SULLE  VOLTE.  Sùirc  at- 
tento alle  congiunture. 

STARE  SULL'  ONOREVOLE  .  lo 
stesso  che  Stare  sul  grave.  Fir.  Di.tc. 
an.  26-  Io  bo  paura  che  il  voslio  vole- 
re stare  iu  sull'  onorevole  uon  vi  faccia 
marcire   in  questa   prigione. 

STARE  SULL'  ORLO  DI  CHECCHES- 
SI'A.  Esser  prossimo  a  fare,  o  a  ottener 
checchessia. 

ì:-  STARE  SULL'USANZA.  Jltende- 
re  alle  foggie,  agli  ornamenti.  Cecch.  Dot. 
2.  4-  E  per  non  perdere  La  maggioranza 
stanno  più  sul  mille,  E  sulle  gale  e  su  l'u- 
sanze che  Quelle  delle  gran  doti.  (I\'j 

STARE  SUL  SICURO.  i\o/i  correr  ri- 
schio. Lai.  iVi  tuto  esse.  Gr-  j'v  ot'tivoj- 
vcu  £tva(. 

STARE  SUL  SODO.  J^on  s'ingerire 
in  cose  frivole  o  vane  ,  ma  Tenersi  nelle 
importanti  e  opportune  j  Fuggire  gli 
scherzi.  Lat.   seria    cogitare.  Gr.     'zzp.-yj- 

STARE  SUL  SUO,  o  IN  SUL  SUO. 
Abitare  nel  proprio  suolo. 

g.  Stare  sul  suo  ,  il  dicono  anche  gli 
uomini  di  contado  del  Coltivare,  e  Lavo- 
rare i  prnprii  beni. 

STARE  SUL  TAGLIO,  o  IN  SUL  TA- 
GLIO. Dicesi  de' mercanti  di  panni  o 
drappi,  che  vendono  a  minuto.  JSIalm.  I. 
16.  Onde  il  nostro  mesticro,  idc^t  la  guer- 
ra. Che  sta  in  sul  taglio,  non  fa  più  fac- 
cende (qui  figuratam,,  ed  in  sentimento 
equivoco  ). 

STARE  SUL  TERMINE.  Es.ier  vicino 
a   terminare. 

STARE  SUL  VANTAGGIO.  Procura- 
re industriosamente  i  proprti  vantaggi. 

STARE  TERRA  TERRA.  Essere  in 
basso  stato.  Lat.  humili  loco  esse.  Gr. 
xsrorat  xstjuiKt. 

STARE  TORTO  .  Contrario  di  Star 
diritto. 


STA 


1377 


STARE  VERSO  CHECCHESSIA.  Es- 
sergli vicino. 

STARE  VESTITO.  Jvere  le  vesti  in 
dosso. 

*  STARE  UMILE.  Jvere  umiltà.  Es- 
ser umile.  Fior.  virt.  i3l.  Non  insuper- 
bire, piTchè  ti  sia  fatto  onore,  ch'io  sono 
uomo,  come  tu ,  e  pero  sta'  umile ,  e  fa 
reverenza   al  popolo  che  ti   fa'  onore.    (C) 

STARE  ZITTO.  Tacere,  iVo/i  parla- 
re. Lat.  silentium  tenere,  silentio  vaca- 
re. Gr.  rrc/Kv,  nwjràv.  Alleg.  5.  E  i 
buon  soldati  in  tampò,  o  *n  cittadella  Si 
stanno    zitti  in    far  la    sentinella. 

STARLOMACO.  J'.J.  Astronomo. 
Lat.  astronomus.  Or.  tÀzTaó-iOti-o^.  Fit. 
Bari.  6.  L'uno  delli  starlomachì ,  il  piìi 
savio  di  tutti  ,  disse  al  Re  ec.  E  ap- 
pres.to  :  l'iù  <lubilava  di  <]uello,  che  d' al- 
tra cosa,  perciocché  li  stailomachi  arca- 
no detto    ec. 

•f  STARNA.  Uccello  di  penna  bigia, 
e  della  grossezza  presso  a  poco  d'  un  pic- 
cione, la  carne  del  quale  è  di  grato  sa' 
pare.  Lat.  avis  extcrna.  Gr.  5f3v£0v  £^u 
Ti/ov.  Lab.  191.  Le  starne,  i  fagiani, 
i  tordi  grassi,  ec.  Cr.  IO.  II-  5.  Egli 
pigliano  (  i  falconi  )  anitre,  agbironi,  oche, 
grue  e  starne,  e  molti  altri  uccelli.  Frane. 
Sacch.  Op.  div.  90.  Starne  per  natura 
imbolano  l'uova  1' uoa  all'altra,  quando 
è  '1  tempo  del  covare  ;  ed  essendo  na- 
ti i  figliuoli,  gì'  induce  la  natura  a  cono- 
scere la  loro  propria  madre.  Ciriff'.  Calv. 
4-  118.  Ed  io,  quale  il  fabou  fuor  del 
cappello,  Ch'  aspetta,  avendo  la  starna  ve- 
duta, ec.  Alleg.  22.  Dopo  i  goduti  bec- 
cafichi  e   starne. 

g.  I.  Seguitar  la  starna, figuratam.  si 
dice  del  Seguitar  checchessia  senza  ab- 
bandonarlo. Lat.  individuum  comitcm  .»c 
praeberc.  Gr-  oLoioitpiruz  T^,:o5/ci>x5&ai. 
Maini.  5.  3o.  Per  non  lo  perder  d'  oc- 
chio, e  eh'  ei  le  manchi ,  Segue  la  star- 
na,  e   gli   va   sempre   a"  fianchi. 

^  §.  II.  Appostar  la  starna  ,  dicesi  in 
provcrb.  di  Chi  spende  il  tempo  in  codiar 
gli  andamenti  altrui  e  di  Chi  pone  /*  oc- 
chio  addosso  a  checche s.ùa.  ì  .  APPO- 
STARE, §.  Vili.  (C) 

STARNAZZARE.  Gittarsi  addosso  la 
terra  col  dibattimento  dell'  ali  j  il  che  è 
proprio  della  starna  ,  benché  si  dica  an- 
che talora  delle  galline,  e  d'  altri  uccel- 
li. Salv.  Awert.  1.  2.  l4-  Parimente  lo 
starnazzare,  ch*  è  formalo  da  starna,  non 
pur  di  questo ,  ma  diccsi  egualmente  di 
ciascun  altro  uccello,  e  non  fa  iorza  .  se 
da  prmcipio    fu    metafora,   0    no. 

§.  1.  Per  Dibattere  semplicemente.  Fir. 
Disc.  an.  10.  La  buona  quaglia,  starnaz- 
zando 1'  ali  per  la  gabbia  con  più  empi- 
to che  poteva,  fece  tanto  romore,  che  il 
padrone    sentì. 

§.  II.  Per  l sparpagliare.  Sparnazzare. 
Buon.  Fier.  I.  4-  8.  Assaltan  le  botte- 
ghe, mangian  ,  beono  Saccheggiatori ,  e 
ciò  che   c'è  starnazzano. 

*  STARNO.  Il  maschio  della  Starna. 
Morg.  14.  5l.  Evvi  lo  starno,  e  la  star- 
na in  sospetto  Ch'  ogni  ucccl  che  la 
vede    non  la    pigli.    (Br) 

STARNONCINO  .  Dim.  di  Starna. 
Cron.  Morell.  262.  Come  fanno  gli  uc- 
celli rapaci  a*  piccoli  istarnoacini,  che  con 
poco  di    fatica    gli   prendono. 

STARNONE.  Starnotto.  Burch.  I.  128. 
Innanzi  che  la  cupola  si  chiuda.  Certo  sa- 
rà gran  macco  di  slarnoni.  Bern.  Ori.  1. 
6.  32.  Oh  che  tordo,  diceva  ,  oh  che 
starnone.  Anzi  pur  che  vitello  ho  io  tro- 
vato I 

STARNOTTO-  Starna  giovane.  Cecch. 
Esalt.  Cr.  4.  4-  ^"68''""  »»  1"'*  »■  '^  '^» 
che  parvon  proprio  Una  covata  di  star- 
notti in  una  Stoppia.  "^  Pros.  Fior.  pari. 
173 


x378 


STA 


STA 


STA 


3.  voi.  I-  Cic.  pag.  221.  S'è  vero,  come 
e  verissimo,  che  i  l'icrion  (;rosii,  le  tor- 
tore, j;li  starnotti,  e  va  tHsrorrcntlo,  sieou 
uccelli  vr.  L!  (if'pri'sso  :  Onde  Iiisugna  per 
forza  eredcre  chi-'  gli  ^larnotli,  e  i  )<iccioti- 
cini  sieno  anco  loro  lierruGrbi,  ce.  f/ij 

STAIì.MJTA.ME.NTO  .  Starnutazione , 
Lai.  sternitlaiio  ,  sternutaniciiltiut  .  Lih. 
cur .  maiali .  Sono  ofiesi  da  soverchia 
quantità  di  starnulamcnti . 

STARNUTARIi.  Starnutire.  J.at.  ster- 
nuert' .  r.r.  •Z'v-p-jj'éO.i  ■  ^c/l■  ì'ist.  V.  se 
per  avventura  alcuno  *U  loro  tosse,  o  star- 
nuta ,  o  singhiozza  ,  sì  non  ramperà  egli 
dì  esser  hatluto.  Cr.  g,  25.  2.  Ber'a  as^ai 
meno,  e  comincerà  a  tossire  spesso  e  star- 
nutare . 

STARNUTATORIO.  Medicamento  che 
fa  starnutare.  Lai.  sterniitatoriiim  .  Lih. 
cur.  ma/a  ti.  V>\  fiequentemcntc  questo 
starnutatoiio  io  poKere.    * 

STARNUTAZIONE.  Lo  starnutire. 
Lat  sternutano  .  Gr.  TTry^/iio;  .  Cr.  5. 
25.  2.  La  sua  [lolvcrc  ,  posta  alio  nari , 
provoca  slarnutazinne  ,  e  mondifica  il  ce- 
reliro  dalla  supcrlluìla  flcmmalira  .  f'o/^. 
Mcs.  Slarnulazionc  è  utile  all'  epilensia  , 
a!  mal  della  ijocciola,  e  a'  capogirli. 

•f  i'r  STARNUTENTE.  Che  starnutì- 
xce  _,  Che  starnuta.  Magni.  leti,  scient. 
pag.  l5p.  Tolta  via  la  simigliaiiia  tra  lo 
starnuto,  e  lo  starnutente,  la  Tavola  perde 
subito   tutta  la  sua  grazia,  ec.  (A) 

:'r  STARNUTIGLIA  .  Tcrm.  de' Far- 
macisti,  ec.  Medicamento  cefalico  a  fog- 
gia di  tabacco  in  polvere,  per  eccitare  lo 
starnuto,  detto  anche  in  Jorza  di  sust. 
Starnutatorio.    (A) 

STAKNUTiRE.  Mandar  fuori  lo  star- 
nuto. Lat.  slentuere,  sternutare.  Gr.  "inup- 
v3vai.  y^orr.   noe.   5o.    12.   N'oi  sentimmo 


presso 


di  noi  ilarnutire^  di  che  noi  uè  la 


prima  volta,  ne  la  seconda  curammo:  ma 
quegli  che  starnutilo  avea  ,  .starnutendo 
ancora  la  terza  volta,  e  la  quarta,  e  la  quin- 
ta ,  e  molte  altre  ,  tutti  ci  fece  maravi- 
gliare .  Cr.  9.  25.  4-  Pt^i"  q"Psto  il  «^ii- 
vallo  starnutita,  e  gilteià  gli  umori  freddi 
e  liquidi  a  modo  d'  arqua.  Cron.  Mordi. 
332.  Non  possono  starnutire  ,  se  non  s' 
appoggiano  al  muro  ,  sì  sono  indeboliti  . 
■?  Iluon.  Pier.  2.  2.  6.  Il  fiizzo  la  fa 
piagnere  ,  e  1'  amaro  Fa  vomitare  ,  e  '1 
pizzieor  pel  dosso  Squoti-rsi ,  ed  iutasala 
smocciraudo  Starnutire  e  soffiare.   (C) 

STARNUTO.  Strepito  col  quale  si  man- 
da fuori  per  le  narici  e  per  la  bocca  I' 
aria  spinta  con  violenza  per  una  veemen- 
te contrazione  del  petto.  Lai.  sternuta- 
mentum,  sternutano.  Gr.  TiTO-Cfiói.  lìocc. 
nov.  8.  8-  Co*>a  che  non  fosse  mai  slata 
veduta  ,  non  vi  crctlerci  io  sapere  inse- 
gnare ,  se  ciò  non  fosscr  già  starnuti .  /■.' 
nov.  5o.  l3.  l'arendogli  rhc  di  quindi 
venisse  il  suono  dello  starnuto,  aperse  un 
USciuolo.  Cr.  6.  82.  2.  Conlr' alla  super- 
flua umidii^  del  1  crebro,  siccome  ntUu  le- 
targia, si  pr»ivocbi  lo  stmnuto  con  la  pol- 
vere del  suo  seme  (  del  nasturcto  )  posta 
alle  nari.  /.«oh.  l'ier.  3.  4-  4*  1"'?"^'"  *^o" 
gli  starnuti  i!   naso  scusso. 

*f  STARUGCARE.  Terni,  dei  Giuoco 
de*  Tarocchi,  tiiucar  tarocchi  superiori, 
per  torre  via  quelli  degli  avversarii. 

STASARE.  Contrario  d'  /nta.tare.  Bi- 
muovere,  o  Sturarci'  intasamento .  fted. 
0.ts.  an.  95.  Lu  dirla  ben  rrgobita  è  la 
più  sicura  mt-dirin.i  per  rimcHr-rc  in  sesto 
Ir  viscere  degli  uomini,  r  per  islasare  gì* 
inlrignlissinii  rauali  e  andirivieni  de'  loro 
rorpi  .  *  /'  Cons,  l.  2?J\.  È  necesuaii" 
ancora  stasare  bene  e  sputare  bt-ne  i  ca- 
nali che  scorrono  per  *»so  fegat»,  e  libe- 
rarli dalla  gruma  interna  che  gli  rendo 
ostruiti,  (/i) 

STASERA     Qucst<i  sera.  Lai   hodie  ve- 


speri.  Gr.  t«J:v;;  icripyi  .  Jìocc.  nov. 
77.  II.  Egli  ri  è  stasera  venuto  un  de' 
suo'  fratelli.  J  il.  S.  M.  Madd.  71.  Or 
bene  sono  le  pecore  »enza  pastore,  come 
ci  dicesti  stasera  .  A'  98.  Oh  come  1"  a- 
spelterò  io  stasera,  <^  da  qual  p«rte  mlirò 
la  sua  voce  dolcissima?  Morg.  19.  77.  Ma 
penh'  io  non  v'  aggiungo  con  la  scala  , 
Purgante  e  tu  v' aggiugni  senza  zoccoli, 
E'  converrà  che  stasera  tu  smoeeoh. 

#  STATARE.  Tcrm.  degli  Agricoltori . 
Lasciar  correre  un  certo  spazio  di  tem- 
po dalla  prima  alla  seconda  aratura  , 
acciò  la  terra  smossa  possa  ricuocersi^e 
risentire  tutte  le  influenze  dell'  aria.  {A) 
•f  :*.:  STATARIO.  Term.  della  Storia. 
Sorta  di  soldato  romano ,  che  non  entra- 
va ncll'  azione  delle  scorrerie ,  ma  che 
aspettava  il  nemico,  stando  al  suo  postoj 
e  trovasi  anche  nxato  addiettivamente.  Sal- 
vin.  Iliad.  l3.  !\^.  Né  ad  Achille,  d'uo- 
mini sbaraglio,  Daria  la  man  nella  stataria 
pugna.  <A) 

t  STATE.  La  più  calda  delle  quattro 
stagioni  .  Lai.  (rslas  .  tir.  ^ipo^  .  l.occ. 
nov.  44*  7-  ^^^  suole  esseie  usanza  che, 
andando  verso  la  stale,  le  notti  si  vadano 
rinfrescando.  I.ah.  263.  Che  nelle  Cbijne 
di  mezza  state  <'on  molto  meno  noia  diniur- 
relibc  ogni  schifo  ,  che  vicino  a  quello  . 
Dani.  Inf.  27.  Che  muta  parte-  dalla  sta- 
te al  verno.  Petr.  son.  181.  Ch'un  fuuro 
di  pietà  fessi  sentire  Al  duro  cor  ,  Ch'  a 
nipzza  stale  gela  .  Arrighett.  5o.  La  pri- 
mavera dieile  il  segno  ,  e  la  mala  state 
recò  la  fibbrc.  Cas.  lett.  51.  Ma  fui  lau- 
to trattenuto  a  Roma,  che  la  state  mi  so- 
praggiunse . 

SIATERECCIO.  V.J.  Add.  Distate. 
Lai.  asiivus.  Gr.  S-eCtvc^.  Cuid.  C  Caden- 
do dai;li  stalerecci  frusti  degli  alberi,  e  da' 
loro  spogliali  rami  .  /ìoez.  G.  S.  !^2.  Or 
se'  tu  ornalo  della  varietà  de 'fiori  di  pri- 
mavL-ra,  o  la  lu.t  abbondanza  moltiplica  in 
frutti  stalerecci  ? 

STAT  ICO-  Susi.  Ostaggio.  La  l.obses. 
Gr.  ouTtpOi.  Morg.  24-20-  E  statico  il  mon- 
ton  sia  dato  ai  cani,  E  tu  sara'quel  dr.sìO 
e' tuoi  Pagani,  tìuìcc.  Stor.  Avendo  pri- 
ma conecdulo  che  il  figliuolo  del  Mai  che- 
se  di  Mantova,  che  era  appresso  a  Giulio 
per  statico,  libero  d.dla  fede  dala.  potesse 
ritornarsene  al  padre  .  farcii.  Star.  ^. 
8'(,  Ui  qiiest'  accordo  ct>ntenlare  nt>n  ^i 
volevano  ,  dare  loro  per  i&laticbi  selle  a 
loro  scelta. 

t  Ili  STATICO.  f'.A.  Add.  JmnioMle. 
Piai.  S.  (ireg.  3.  22.  Kuc  >t.itiro.  cioè  te- 
nuto per  mudo,  che  non  si  potevu  di  «piivi 
niuo%ere.  f  di  .folto:  Uis»e  com'egli  era 
statico,  cioè  tenuto,  sicché  muoverp  non 
si  poteva.  (J  } 

■fi  STATISTA.  Personaggio  di  povrr- 
no,  che  regola  pli  affari  dello  Slato.  Lat. 
politicus  .  Gr.  7:5Ì.iT'/0^.  Segner.  l'red. 
33.  3.  Buon  per  lui,  rhe  non  rhiamù  pri- 
ma a  trattato  su  quoto  aOare  %rruno  di 
quegli  iniqui  statisti ,  di  cui  parliamo.  (*) 
lìart.  (ìp,  I.  344-  '^'b  ^>  ^i**  "**  <'*glì<>  • 
se  vuole,  a^li  slali^ti  ,  ai  quali  Tilteno  è 
un  mostro  in  genere  dì  prudenza.  '{)) 

f  3  STATO.  Susi,  (yrado  ,  Condizio- 
ne ,  /'  l-'ssere  d'  una  persona  ,  o  d'  unti 
cojFo ,  0  d'un  affare.  Lai.  grathts,  con- 
ditio  ,  status.  Gr.  ^«&;C^^,  ««TotTr^^'n;, 
yivpoi.  liocc.  nov.  I-  9.  La  cui  tnalìna 
lungo  tempo  sostenne  la  polcniia  e  lo  sta- 
lo di  messer  Musrtiitlo  ■  /-.'  nov  l3.  12. 
Al  quale  Alessandro  ogni  suo  sialo  liliera- 
mente  aperse.  l\  nov.  16.  1|.  Essi  po- 
trebbono,  se  vivi  fossero,  nel  penluto  sta- 
lo tornare.  /■.'  num.  a.S.  Del  tuo  prcsetilc 
^tnto  niente  dico,  i''  nov.  !yi)-  !\.  Di  na- 
ilon nobile,  ma  «li  cattiva  vita  e  di  bij«i- 
ntc%'ole  5liilo.  A."  nuin.  I9.  Trovandoti  la 
gu;i>tadetla    xota  .   fece  un     gran     i  omorr  . 


che  niuna  cosa  in  casa  sua  durar  poteva 
in  istato  l'Cfoè^  si  poteva  salvare,  o  lascia- 
vasi  stare  nel  luogo,  eil  essere  in  cui  era)- 
E  nov.  42.  16.  Laonde  sommamente  Mar- 
lurcio  venne  nella  sua  grazia,  e  per  con- 
seguente io  grande  e  ricco  stato.  Pass.  260. 
Fugge  come  1'  ombra,  e  mai  dod  isti  io 
istato.  /:.'  3ll.  Ella  è  Deces*aria  ad  ogni 
uomo ,  di  qualunque  stato  e  condttioDe 
si  sia  .  Petr.  son.  2o3-  Che  '1  dolor  di- 
slilla Per  gli  occhi  miei  di  vostro  stato 
rio.  K  canz.  ^5.  3.  Fui  mal  accorto  a 
provveder  mio  slato.  Cicer.  Div.  la  quel- 
le si  seppe  si  reggere ,  come  a  stato  di 
pace  si  convenia.  6'.  V.  7.  88.  1.  Esseo- 
do  la  città  di  Firenze  in  felice  e  buono 
stalo  di  riposo  .  Pani.  Purg.  \\.  Nello 
stato  primaio  non  si  riusciva.  Dm.  Comp. 
2.  ftO.  U^urrione  della  Faggiuola,  antiru 
Ghibellino,  rilevalo  di  basso  stato.  Cavale, 
l'rutt.  ling.  \  olle  Iddio  mostrare  che  quel 
luogo  era  Iraslatato  di  puzza  e  di  teoeure 
a  stato  di  santità  e  di  lume.  Tes,  Br,  3. 
9.  Quandu  la  lua  magione  è  compiuta,  e 
fornita  nielli  suoi  edi6cii,  serondo  lo  slato 
del  luogo  e  del  tempo,  tu  dei  fare  came- 
ra e  sala  là,  ove  1'  ampiezza  della  casa  li 
mostra  che  meglio  stia  .  Sagg.  nat.  esp. 
26.  i^uesl'  allt-zza,  quaniunqoe  ec.  alquan- 
to più  per  le  stagioni  varie  ,  e  stali  diver- 
si dt-U'aria  si  sta  osservata  variare,  er 
•'.'  Cuicc.  Slor.  17.  175.  Le  quali  cose  . 
oltre  alla  dilazione  molto  peroieioia  nello 
slato  che  erano  te  cose  ,  non  riusciroou 
con  quella  stabilità  e  riputazione  che  sr 
si  fossero  oltcnuli   i   f^nli  dalle  leghe.  fCj 

*  §.  I.  Persona  di  .fiato,  vale  Per- 
sona d'  allo  grado  e  condiùoiu .  ■  Pass . 
228.  Quando  alcuna  persona  nuliile  e  di 
stalo  abbia  ricevuta  alcuna  ingiuriosa  co- 
la o  oltraggiosa  villania  da  persona  vi- 
le «.  (yj 

*  g.  II.  Stalo,  assolulam. ,  per  Duo- 
na  fortuna ,  0  simile,  fìocc.  g,  IO.  "•  7 
Non  che  io  faccia  questo,  di  prender  vo- 
lenlier  marito,  e  d'  aver  caro  quello  il  qoale 
vi  piarerà  di  donarmi  ,  che  mio  onore  e 
sialo  sarà;  ma  ce.   (I  ) 

f  <•  §.  III.  Stato,  vale  anche  Sfmrzo , 
Pompa  ,  che  altri  tiene  nel  vtvere.  Bocc. 
g.  2.  n.  8.  Quivi  era  un  altro  de'  mali- 
scahhi  de!  re,  il  quale  grande  stalo  e  nnolla 
famiglia  lrne«  .  fi',  tron.  ìell.  63.  Ma 
n»ollo  si  svalio  per  lo  grande  diletto  prese 
di  li  ,  e  stalo  che  vi  lenoe .    (C) 

*  §.  IV.  Stato  ,  vale  anche  Grazia  , 
Autorità  :  onde  Avere  frande  stmto  ,  o 
Pssere  in  grande  stato  appo  alcìtmo,  vale 
Aver  grazia  ed  autori  tf'i  apf*o  alcun»,- Roer. 
nov.  52.  3.  Utuiìfaziu  papa,  appo  il  quale 
messer  Gcri  Spina  fu  in  grandissimo  iX»- 
lon.(C)  E  g.  2.  H.  I.  In  Tnvigi  aiuta- 
va ,  e  appresso  al  Signore  aveva  grande 
s'.alo    (ì'} 

*  ^.  V.  /Vr  Professione  di  vita.  ì'it. 
SS.  Pad.  I.  4-  Incominciandosi  a  ddellare 
dello  sta1<t  dell'eremo  per  anii»re  di  Dio. 
Segner.  Pnrr.  in*tr.  cap.  X  Taolo  succede 
Della  eleiion  dello  stato.  K  ài  Sótto  :  Le 
varie  professioni  di  vivere,  e  i  T«riÌ  posti 
chr  da  noi ,  srrttndo  il  modo  comune  di 
l'avi'llare  .  si  rbianiano   siali,  lì  ) 

^  §.  VI.  Per  Modo  da  vi^ter.  Mante- 
nimrnlo  .  Dorfh.  (trig.  Fir.  gì.  Tal  6- 
gliuulo,  rhe  lutto  lo  sialo  suo  avea  Ori  di- 
fendere e  mantenere  gli  atti  patemi  (cioè, 
y  es.\cr  suo),  fi) 

t  j;.  MI-  Per  Mantenimento  ,  SalnU . 
Petr.  cani.  29.  3.  Ben  pmvvide  natura  al 
noslm  stalo  ,' Quando  dell*  Alpi  schmm» 
Pine  fra  noi.  e  la  Irdewa  rabbia. 

S  Vili.  Slato  naturale,  die* ti  P  f> 
sere  natur,ile  dt  checchessia  prima  f  ai- 
terarsi per  qiiaì^vof^lia  accidenU .  Sagg. 
nat.  etp.  iSS.  Sialo  oalundr  sigoifica  il 
grado   al   quale   arriva  1'  acqua  .  o  alUfu  h- 


STA 

quore  >  nel  collo  del  vaio»  avanlì  cb*  eì 
stu  messo  nel  {ghiaccio. 

t  §.  IX.  Stato  della  febbre,  vale  il  Col- 
mo ,  Lai.  status,  vigor.  Gr.  ct/arl.  Ott. 
Com.  In/.  20.  36o-  Sieconie  li  incdiri 
sanno  le  accesuoni ,  &tdti  e  recessi  delle 
febbri . 

sOt  §.  X.  Per  Lo  star  fermo  senza  muo- 
versi.  lìemh.  Stor.  5.  65.  Le  navi  da  ca- 
rico, per  cagione  d'  una  j^raode  tranquil- 
]iù  iopravveiiuU  ,  nun  poterono  ne  gire 
innanii,  ni'  di  Kljto  muover:»!  punto. f/  j 
Tass.  Dia/,  l".  della  yohi/.  k  foiza  che 
questa  viitù  (del  seme  timnnc  J  a  lungo 
andare  scemi  ed  invecchi  ,  come  fauno 
(utic  le  cose  della  natura ,  che  hanno  il 
priacipio,  e  lo  stato,  e  d  decremento.  (T/*; 

f  §.  XI.  Stato,  vale  anche  Stabilità, 
Fermezza.  G.  f.  1.  5o.  3.  lesu  Cristo 
disse  di  sua  bocca,  che  ninna  cosa  ci  ha 
stato  fermo.  *  Ì>.  Oiord.  29.  Come  le 
stelle  ,  che  sono  molto  diluogi  dalla  tra- 
montana ce,  si  movono  fortej  cosi  i  mon- 
dani ,  che  da  Cristo  sono  dilungi ,  non 
hanno  stato.  (J') 

3  g.  XII.  Per  rominio.  Signoria,  Po- 
tenza .  Lai.  principatits ,  regnimi  ,  inipe- 
rium.  Gr.  at^'*  ■  P"^^-  210-  Beni  della 
fortuna  sono  ìe  cose  che  son  fuori  di  noi 
ec.  ,  come  sono  le  riccheire  ,  le  delizie  , 
gU  stati  y  le  digniladi ,  la  fama  -  K  228. 
Segno  di  ciò  si  è  che  spesse  volte  e'  gli 
abbatte,  e  loylie  loro  lo  stato  e  la  signo- 
ria eziandio  in  que^ta  vita  .  G.  /  .  1-  p. 
2.  La  detta  città  di  Fiesole  montò  in  glan- 
de potenza  e  signoria  infino  che  la  grande 
città  di  Roma  ebbe  staio.  E  6.  54-  1-  La 
città  montò  molto  in  i>tato  e  in  ricchezza 
e  signona.  *  c"i(ift\  Stor.  4-  234-  H  Car- 
dine di  Cortona  si  lamento  poco  poi  che 
egli  ec.  fo.«c  stalo  cai;ione  che  in  quel 
giorno  non  si  fosse  stabilito  in  perpetuo 
con  le  armi  e  cui  sangue  dei  cittadini  lo 
stalo  alla  famiglia  dei  Medici.  (L) 

#  §.  \II!.  Stato,  dicesi  anco  della 
Forma  del  governo  di  un  popolo,  rf'  una 
nazione,  m  Vant.  Jnf.  27.  E  quella  (ter- 
ra ),  »  cui  '1  Savio  bagna  il  fianco  ec. 
Fra  tirannia  si  vive,  e  stato  tranco.  Guicc. 
Jvvert.  100.  Concordano  tulti  essere  mi- 
gliore lo  stato  di  uno,  quando  è  buono  , 
che  di  pochi  e  di  molti  e  buoni.  (C) 

#  g.  MV.  Stato,  significa  ancora  il 
Governo,  l' .Imminìstrazionc  d'  un  paese, 
d*  una  società  politica.  Guicc.  Stor.  9. 
253.  Àltrimfnti  interpetrando  sarebbe  in 
potestà  di  pochi  ec.  T  alterale  ogni  giorno 
lo  stato  quieto  della    Chiesa,   'l'j 

*  g.  XV.  Caso  di  stato,  lo  stesso  che 
Delitto  di  lesa  maestà.  Buon.  Fier.  3.4- 
9.  Fan  parer  caso  di  stato.  Di  ribcllion, 
di  crimenlese.    ì  .   CASO,  §.  Xlll.  (C) 

*  §.  XVI.  Bagione  di  stato.  1'.  RA- 
GIONE, §.   \l\.(C} 

*  §.  XVII.  Stato,  si  dire  anche  delle 
Città,  e  Terre  che  sono  sotto  un  medesimo 
gOi'Crao.  Fine.  Mart.  leti-  63.  Ha  prov- 
visto Dio,  che  la  rcina  di  Polonia  ec.  lo 
abbia  tenuto  tre  anni  governatore,  o  com- 
missario generale,  nello  stato  di  Bari,  e  di 
Rosano.  (C/ 

#  §.  XVIII.  J^r  rissa::Ìone,  F.stasi . 
Oh.  i'om.  inf.  J  54-  Socrate  slava  in 
ù  pertinace  stalo  per  notte  e  per  di ,  e 
per  di  e  per  notte  ec>  immobile,  e  in 
'piclli  medesimi  alti  di  bocca  e  d*  occhi.  (C) 

STATO.  Jdd.  da  Stare.  Lat.  com. 
moratus.  Gr.  fxiivv.^.  Bocc.  nov.  7,  io. 
Incontanente  gli  corse  nell'animo  un  pen- 
sier  cattivo,    e  mai   non  più  istalovì. 

STATUA.  I  igura  di  rilievo,  o  sia  scoi- 
pita,  o  di  getto.  Lat-  statua  ,  signum. 
Gr.  OL^èpiv'.^,  u.'f'xip.'X.  Bocc.  nov,  63. 
l3.  Farete  di  far  porre  una  statua  di  ce- 
ra della  sua  grandetza  a  laude  d'Iddio 
dinanzi   alla   figura  di  messcr  santo    Am- 


S  T  A 

bruogio.  Peir.  canz.  li.  4-  E  tra  gli  al- 
tari e  Ira  le  statue  ignude  Oyn'  iiiipicsa 
rnidel  par  rlio  si  traili.  Conv.  208.  La 
statua  di  niamto,  o  di  It-gno,  o  di  me- 
tallo,  rimasa  per  memoria  d' alcuno  va- 
lente Uomo  ,  si  dis:>uniiglia  nello  efìctto 
mollo  dal  malvagio  discendente;  peroc- 
ché la  statua  sempre  all'ernia  la  buona 
opiuione  in  quelli  che  hanno  udito  la 
buona  fama  di  colui,  cui  è  la  statua. 
Croniihelt.  d'  Jwar.  82.  (jueslì  non  è 
esso,    anzi   è    ima    statua. 

STATUALE.  Che  e  descritto  nel  nu- 
mero de' cittadini,  e  partecipa  del  gover- 
no dello  stato.  Lai.  civis  pieno  iure. 
tran.  Marcii.  276.  IVon  ragionare  d'al- 
cuna rosa  lun  lui,  se  non  in  presenza 
d'  alai  statuali.  Jgn.  Pand.  14.  Tu  sta- 
tuale ,  seguitando  la  i<;uoranza  e  1'  arro- 
ganzia  d'  altri  ,  n*  acquisti  malivolenzia. 
E  l5.  Che  conlentameulo  può  avere  lo 
slalu:de,  avendo  lutto  di  a  porgere  il  vi- 
so a'  lapinatori,  barattieri  ec.  ?  J  arch. 
Stor.  6.  143.  E  questo  s'  intendeva  di 
coloro  i  quali  erano  statuali,  e  il  bene- 
ficio   avevano   della   città. 

5;:  ,STATUAlìE.  Fare  statue.  Beni'. 
Celi.  I  il.  2.  297.  Allora  era  veramen- 
te tempo  da  nidilare,  e  non  da  slatua- 
re.  E  3.  319.  Ancora  dico  che  questa 
maravigiiosa  arte  dello  statuare  non  si 
può  fare,  se  lo  statuario  non  ha  buona 
cognizione  di  tulle  le  nobilissime  ar- 
te. (CJ 

STATUA!'.! A.  Sust.  L'Arte  di  scol- 
pir le  statue,  o  di  gettarle  di  bronzoj 
Scultura.  Lat.  ars  statuaria.  Gr.  ayai- 
p-u-zoTioiia:.  Borgh.  Hip.  26.  La  pittura  e 
la  statuaria,  cioè  il  gittar  di  bronzo  ,  eb- 
ber  coniinciamento    a    tempo  di   Fidia. 

STATUARIO.  Colui  che  fa  le  staine. 
Scultore.  Lat.  statitarum  artifex  ,  scul- 
ptor  ,  statiiarius .  Gr.  a.vòptoi-jrc'TZQi.oc. 
Cnid.  G.  Quivi  erano  li  dipintori,  quivi 
emuo  li  staluaiii.  Buon.  I  ler.  5.  5.  2. 
La  ricoperta  d' uro  enea  figura,  Semliian- 
za  della  Dea  che  nella  mente  Fu  cou- 
iclla  di  Giove,  \i  mandano  i  piò  illu- 
stri statuarii.  Tardi.  Lez.  i65.  l  marmi 
souo  oiòioariamente  il  subbielto  degli  scul- 
tori j  onde  i  Latini  gli  chiamavano  prò 
piianiente  maimorarii,  e  quelli  che  face- 
vjDo    le    figure    di    bronzo,    statuarii. 

-\'  STATUETTA.  Dim.  di  Statua. 
Lat.  parva  statua.  Gr.  'xvo^OTi'5/05. 
Pros.  Fior.  4-  22.  Wè  meno  starò  a  nu- 
merare le  staluetle  ,  le  pitture,  1'  antica- 
glie, e  le  rarità  che,  mercè  della  liber- 
tà di  lui,  si  vrggono.  (•)  Letiv.  Celi. 
Ftt.  2.  4^-  Insieme  con  la  detta  chi- 
mera si  era  trovato  una  quantità  di  pic- 
cole  statuette    pur   di  bronzo.  (Cj 

t'^-  STATL'INA.  Piccola  statua.  Sal- 
via. Cas.  3o.  Dalla  medesima  credenza 
altresì  nacque  1'  uso  degli  Artefici  Ate- 
niesi, i  quali  a  bellissime  statuinc  di  Dei, 
di  ^"enere,  dì  Cupido,  delle  Grazie,  e  si- 
mdi,  bruttissime  effi|;ie  di  deformi  Sileni 
circondavano,  con  tal  arie  lavorate,  che 
chiudere  ed  aprire  ai  potessero.  (N) 

•'.-  STATULNO.  Terni,  degli  .^-cultori. 
Add.  Pi  statua.  Simile  a  statua.  Boti. 
Piai.  4-  l4^-  t^redeva  {il  Bellori)  che 
la  pittura  andasse  a  perdersi,  perchè  ve- 
j  deva  che  le  cose  buone  parevano  catti- 
ve, e  che  erano  tacciate  di  dure,  e  che 
avessero  dello  statuino  e  del  marmo- 
reo. (B) 

3  STATUIRE.  Fcliberare,  Bisolvere. 
Lat.  constituere,  statuere.  Gr.  5ou/iij£- 
n'^cCi.  Bocc.  g.  2.  f.  5.  Ciascuno  com- 
mendò il  parlare  e  il  divìso  della  Rei- 
na, e  così  slatuiron  che  fosse.  *?  Tratt. 
gov.  fam.  Carità  del  prossimo  statuì  es- 
sere di  sua  sincera  legge  compimento. 
Segn.     Polit.     2.     88-    Statuì    ancora    per 


STA 


J379 


Ii'^'gc  un  giudicio  che  fosse  Ìl  Padrone 
universale,  dove  tutte  le  sentenze  date 
non  rcltamenlc  dovessino  aver  1'  appel- 
lo, ^r; 

■•■  §■  1-  Ter  Fermare,  Stabilire.  Lat. 
diem  pacisci.  Cavale.  Att.  Apost.  109. 
Perocché  hae  iatatuito  lo  dì,  nel  quale  dee 

j   giudicar    lo  mondo,   (f  j    Cuicr.    Stor.  lìb. 

I  11.  pai:.  228.  ]■:  di  poi  statuì  ìl  dì  alla 
reslìtuziuiie,  la  ([ualc  fu  fatta  con  questo 
ordine.    (Cj 

f  ^'  §.  IL  Statuire  una  legge,  vale 
Farla.  I  etr.  iwm.  ili.  221.  Fece  e  sta- 
tui molte  leggi,  fra  le  quali  ce.  statui 
certa  pena  ai  tui batoli  di  quella  (pace),  f  F) 
-^    ^;.    IH.  Per  forre,  Colloiare.  Lemm. 


Test.    86-    LTe' quali    libi 


uno   appresso 


de' consoli  sopraddelli,  e  r;iliio  appresso 
al  Rettore  del  detto  spedale  j  1'  altio  iu 
uno  luogo  evidente  e  manitesto  del  del- 
lo   spedale  perpetuamente  sia  statuito.  (C) 

^'  %.  I\  .  l'cr  J-rigere,  Inalzare.  Ar. 
Fur.  38.  82.  Giunto  Carlo  all'  Aitar 
che  statuito  I  suoi  gli  avean^  al  Ciel 
levò   le    palme.  (Ve) 

5?  g.  V.  in  forma  di  neutr,  pass,  vate 
Eleggersi,  ti  Buon.  Ficr.  3-  ^.  lì.  E  do- 
ve oro  si  vede  e  dove  argento  ec.  Mi 
statuisco    breve  la   dimora».   (Cj 

t  STATUITO.  Add.  da  Statuire.  Lzt. 
constitutus  ,  statutus  .  Gr.  TéTay//£'vo£. 
Guicc.  Stor.  12.  623.  Consegnare  al  Re 
di  Francia  infra  Ìl  termine  di  sei  mesi, 
statuiti  nella  capitolazione,  quella  pazza 
(  tjiti  vale   Convenuto). 

STATURA.  Abitudine  del  corpo  ,  in 
quanto  alla  grandezza,  o  alla  piccolezza- 
Lat.  statura.  Gr.  jUs'ysà'O?.  />occ.  g.  6. 
J.  IO.  Era  questo  laghetto  non  più  pro- 
fondo die  sia  una  statura  d'  uomo  infino 
al  petto  lunga.  iJin.  (  omp.  j.  aS.  Pian- 
gano i  suoi  cittadini,  formati  di  bella  sta- 
tura oltre  a'  Toscani.  M.  J~.  4-  74-  La 
sua  persona  eia  di  mezzana  statura.  Fe- 
gez.  Omc  la  lor  piccola  statura  contra 
la  grandezza  degli  Alamanni  avrebbe  avu- 
to aidimento.  Morg.  l8.  162.  Vcdeslù 
mai,  Maii;utte  soggiugnea  ,  Un  uom  più 
bello  e  dì  tale  statura,  £  che  tanto  dilu- 
vi! e  tanto  bea  ? 

'.'  %.  I.  E  figuratamente.  Pant.  Fil. 
nuov.  Ì\2.  Videro  gli  occhi  miei  ,  quanta 
pielale  Era  apparita  in  la  vostra  figura, 
Ouando  guardaste  gli  alti  e  la  statura  , 
Ch'io    faccio    pel   dolor  molte    fiate.  (  C) 

^.  lì.  Per  Grandezza  assolutamente. 
Pallad.  Picemb.  3.  Nascono  in  arbore  lU 
mezzana   statura. 

^'  g.  III.  l' fgurainm.  Segner.  3lann. 
Ag.  26.  3.  Paragonati  anzi  a  que*  santi  , 
i  quali  hanno  tatto  per  Dio  tanto  più  di 
le,  e  vedrai  quanto  ti  resta  per  arrivarli 
Della  statura,   o  anche  per  assomigliarli. ^C^ 

f  g.  IV.  ler  Positura.  Cavale.  Frutt. 
ling.  Te,  0  uomo  j  fece  diritto  in  due 
piedi,  colla  statura  verso  'l  cielo,  per- 
chè tu  pensassi  pur  del  cielo  j  non  di- 
scordi adunque  il  cuor  tuo  dalla  statura 
tua.  ^-  Pocz.  f  arch.  5-  rim.  5.  Sol  l'uomo 
all'alte  e  sempiterne  sedi  Erge  la  fronte, 
e  con  dritta  statura  Spregia  la  terra.  (B) 

V  g.  V.  Statura,  per  Jslato ,  Condi- 
zione j  ma  in  questo  senso  è  J\  A-  Bi- 
cord.  Malesp.  36.  //'(.  Come  e  quando  Ai- 
tile venne  a  Firenze,  e  dì  sua  statura.  (B) 

*  STATUTA.  /'.  A.  Statuto.  Cron. 
Teli.  72.  In  questo  mezzo  a  più  nota- 
rli di  là  bene  intendenti  lessi  la  statu- 
la.   (JVSj 

•f  ^:  STATATALE.  A dd.  Di  .•statuto. 
Secondo  gli  statuti.  Pros.  Fior.  P.  4- 
voi.  2-  pag.  249  I  Decuriooati  ec.  era- 
no similmente  cariche  che  il  cittadioo 
statuiate  e  municipe  ec.  non  poteva  non 
accettare.   (TiS) 

t  STATUTARIO.     Colui  che  fa   gli 


i38o 


STA. 


STA 


S  T  E 


.lalKli.  Lat.  sl.-,l„lor„m  sa.  con,l,n,l,o- 
„„„  n,unlripal.„n,  comlUor  emendalcr. 
Cabale.  Pu,.g,l.  Molto  >oDO  da  rM.rc-Dd.. 
re  qui-gli  uficbli  e  slatularu,  cLe  lulU  1. 
Wo  .Ululi  fanno  e.urare.  .y<«/.  ihrc. 
Coslrifinere  .  cinque  coniigller.  ce.  ,  a 
oloceero  in  arl.ilri,  ovvero  slalulani ,  per 
fare  e   rinnovar  lo  statuto  della  l'nivers.U 

''"statuto.  Leggi  di  luogo  varlicola- 
re    Lai.  slalulnm,  con.<lilulio,  ter  muni- 

ripahs.  Gr.  «  /aS«"v,  •"""•  ".°'■•■''■ 
8  A  c\a  ronfortandneli  il  Podestà  ,  mo- 
difiearono  il  rrudele  statuto.  (..  l  ■  l- 
17  2.  Correjsono  lutti  statuti  e  ordina- 
JenU.  Macslruzz.  2.  43-  Orvero  assol- 
vessono  dalle  dato  senteaic  per  provinciali 
statuti,    ovvero   sinodali. 

e    Per  Legge,   o   Decreto   generalmen- 
te   L^i.  lex,  flacilum,  scilum.  decrclum. 

rocchi   si  s-innolira    nell    "l'isso    DeU  e- 
terno  statuto  quel  clie  ch-d.,  C  .- "  ogni 
creata    vista  è   scisso.    Cmd.    6.  L  oscu- 
razione  del   Sole  non  si  legge  clic  ma.  av- 
venisse    conlra    li     naturali    staluU.    Pass 
,07.   Ordinarono  come    la   confessione    s. 
dovesse  fare,  e    del  tempo    e  del    modo  e 
del  ministro  ,  facendone    legge   e    statu  o 
del  doversi  confessare    almeno    una    volta 
l'anno.   Bern.    Ori.  I.    l5.  56.  Amore  ha 
Bel  suo  regno  uno  statuto  ,  Che  ciascun, 
che  non  ama  ,  essendo  amato  ,   Egli  ama 
noi  ,  n-e  gli  b  l'amor    creduto.  Acciocché 
prUi  a  mal  eh'  agli  altri   ha  dato,    Lasc. 
SilnU.  2.  3.  Il  tuo  non  e ,  come  J  mio , 
cervello  da  riformare  statuii. 

#  STATUTO.  Àdd.  V.  L.  ed  yi. 
Staluilc.  Uni.  Par.  6.  Sacrosanto  si 
dice  che  b  composto  da  sacro  e  santo  , 
ec.  Sacro  b  quello  che  s'  appartiene  a  Dio; 
santo  -e  quello  che  b  fermalo  e  statuto  ad 
alcuno  fine,  ce.  (D)  li-r»",.  Tr.,1. -,6.  In- 
fra il  tempo  statuto  per  la  repularione  del 
netlore,  come  di  sopra  si    dice,  di 

t  *  STATtlTORE.  l'erbai,  masc.  l  lie 
„  Chi  statuisce  ,  Coslilulore.  .V.  Jg.  C 
n  '  II.  L'hanno  (  C.ioic  )  chiamalo 
vincitore,  non  vinto,  aiutatore,  impulsa- 
tore, stal.ililort  ,  slatulorc,  ce.  (.^S) 

STAVEBNABE.  Voce  bassa.  Usare 
Jtlla  taverna.  I.asr.  Celo.'.  4.  3.  Slaver 
„a  ,  staverna  oramai  ,  vien  giù  tosto  :  il 
padron    ti  domanda. 

STAZIO,     y.    ^-    Slama,  Abitazione 
I.at.  s(ntio.  Gr.   ^Taii;.   ';•    V-  k-  9 
Fu  il  primo    ovUc     e     stano    della    rifatta 
,i,là   di  Fircnic  r  nel  testo  Dnv.  «  legge 

""sTAZIONABIO.  Add.  Che  interrom. 
PC  con  qualche  fermala  la  conlinua:-one 
del  suo  nro. -mento;  e  .<i  dice  per    lo  ,.». 


de-  Fi"""!'  '•■"■"•<•  ^"l-  ''••\-  '■  '•  ti 
pianeti  che  hanno  epiciclo  ,  alcuna  volta 
.ono  retrogradi,  alcuna  volta  progressivi  , 
ed  alcuna  volta  sta.ionarii.  Allora  e  sta- 
zionario lo  piando,  quando  sta  ,n  un  me- 
.lesimo  sito.  E  8.  T.  Quando  e  ai  due 
punti  che  toccano  lo  dclercnte  allora  si 
dice  lo  piando  staiionario.  (,»/.  S,sl.210. 
Vcuuo  in  un  trotto  ec.  farsi  il  mar  direi- 
lo.  senta   restar  pure    un  momento  sta.io- 

"°STA7.I0NE.  Che  gli  antichi  usarono 
ro.'i  in  cenere  maschile,  come  in  femmi- 
nile. Sta:,»,  Fermata.  Stanca,  Abitazio- 
ne Lai.  .<tntio.  Gr.  ^Tati;-  Ci<lrf.  <-.  Li 
Greci  si  rassegnarono  nel  detto  porto  con 
sicura  stallone,  /-e.  l'cc.X  r.ia  1  mon- 
lanari ,  dato  U  segno  delle  castella ,  alla 
sl.iiione  usata  si  .onvenivano.  I:  nnpre.<- 
.„,.-  Intra  le  guardie  e  le  stalloni  de  ca- 
valieri. Coli.  SS.  Pad  H"  canino  vino 
nel  cuor  nostro  la  prima  »l.iii"n' .  Mor 
.V  Crcg.  ^oi  Terremo  a  lui  ,  e  faremo  il 
noilro  slutionc  appreuo  di  lui 


S.  1.  Stazione,  appresso  gli  Ccele-tia- 
stici,  .ale  Visita  che  si  Ja  a  •r'ablie 
chiesa,  secondo  /'  ordinazione  del  I  onte/i- 
ce,  per  adorare,  o  per  pregare  Pio.  e  per 
guadagnare  l'indulgenza.  Lat.  '  ..">"o. 
Gr.  età..--,  l-ir.  Trin.  prol  E  non  la- 
sciare perdonania  ,  ne  slaxi..ne  ,  che  Dio 
»i  henidica  .  Car.  leti.  2.  l58.  eri  lo 
trovai  alla  stazione,  e  mi  promise  di  nuo- 
vo di  portarmele  oggi.  Bern.  nm.l-  lOO. 
Non  vadan  piii  pellegrini  o  romei  La  qua- 
resima  a  Roma  agli  stazioni.  ^     ,       y    I 

•,f  *  g.  II  Stazione.  Tcrm.  degli  A- 
stronomi.  Divisione  segnala  con  una  cro- 
ce sulla  bale.<lriglia.  Cai.  Sagg.  HO.  te- 
ca non  solo  misuraU  in  una  sola  stazione 
qualsivoglia  lontananza  in  terra,  ma  senza 
errore  alcuno  stabilite  le  dutanze  de  cor- 
pi celesti,   f/l) 

*  g.  111.  Stazione .  diceia.ii  anche  anlicn- 
mcnlc  Quel  .<egno.  o  divisione  del  tavolie- 
re nel  giuoco  degli  scacchi ,  che  oggi  di- 
cesi  comunemente  Casa.  Fr.  lac.  Cess.  I\ 
5.  l3o.  L'  alCno  ce  in  sei  suzioni  e  an- 
damenti attorna  tutto  il  tavoliere  (  il  lat. 
ha  stationihus) .  (N) 

t*  STAZOKIEBE  .  r.  A.  Botti- 
gaio.  Kim.  ant.  Folgoie  da  .?.  Cemigna. 
no  2.  182.  E  dare  ad  ogni  slazonicr  gua- 
dagno ,  Torchi ,  doppicr  che  vegnan  d. 
Chiareta,  Confeltl  con  citnata  di  Gaeta; 
Bea  ciascun,  e  conforti  il  compagno.  (I  ) 
ir  STAZZO,  termata.  Stanza,  far. 
Fn  IO.  447  Ile  con  tutti  i  remi  Di  tut- 
ta forza,  e  si  pingete  i  legni,  Che  si  fac- 
cian  da  lor  canale  e  stazzo  (vedi  anche 
STAZIO  )■   (B) 

*  STAZZONAMENTO.  Lo  staziona- 
re. Plut.  Adr.  Op.  mor.  4.  2l8.  Il  sen- 
timento dell'  udire  in  colai  guisa  guasto  e 
corrotto  corruppe  la  musica  ;  e  il  tutto  da 
lei  avvezzo  aUe  morbidene  e  lascivie,  vol- 
le e  domandò  i  disonesti  sollclicamcnU  e 
stazzonanienti  delle  donne.    (C) 

f  STAZZONABE.  Toccare,  e  Trattar 
colle  mani.  Maneggiare.  Lat.  attrectare. 
Gr.  M^i'y--'-  l'uon.  Fier.  2.  4.  IL  Le 
mercanzie  ec.  Simbrattan,  si  slarzonan  , 
si  sgualciscono.  *  Bed.  leti.  46.  E  com- 
parsa qui  al  Granduca  una  gran  cassa  di 
vipere  da  Napoli  ;  ed  io  ogni  giorno  ne 
stazzono  qualcuna.  (C) 

*  g.  I.  Ffguralani.  Car.  pari.  2.  lett. 
182.  Ve  le  rimando  cosi  (  alcune  poesie  ), 
scusandomi  dell'  ardir  che  lo.  preso  a  slaz- 
z..narle,  come  ho  fatto,  dalla  piacevolezza 
loro,  dalla  libertà  che  voi  me  n'  avete  da- 
U,  !■  dal  sollucheramenlo  che  me  venu- 
to del  tempo  e  delle  rose  pa.^sate    ce. '.B; 

+  g.  II.  Slazzcnare  .  vale  anche  I  al- 
peggiare. Toccar  lascivamente.  Forch. 
Slor.  16.  6.1q.  Palpando  e  slazzonando  il 
Vescovo.  Alleg  7  Ed  b  miral.il  cosa.  Che 
sLnzzonar  si  dica  Toccar  la  gola  o  1  petto 
dell'  amica. 

STAZZOSATO  .  Add.  da  .<!tazzona- 
re.  Lat.  attrrctalus.  Gr.  !  ;T,)ajr,^!vi;. 
r-i-ir.  Cara.  16  Che  nessuno  e  a  chi 
piacci  Vna  cosa  stazzonala  .  I:  IBS.  "»- 
leci  pur  faccenda.  Ma  non  lavoro  slazzo- 
nato  e  vecchio. 

t  S  STAZZONE.  l  ■■Il  cAr  gli 
antichi  iisaivno  così  in  genere  maschi- 
le ,  come  in  femminile.  Stazione.  .1- 
hilazione.  Lai.  ..<»(io.  Gr.  oTaJt?.  Mo'g- 
16  82  E  rilornosii  Orlando  al  suo  slaz- 
zone  .  E  la  fanciulla  al  padre  al  i.adigl.one 
*  e     Stazzoiie.  vale  anche  Bottega,  ed 

•  "  y.  A  -  r.md  r.  35.  Per  le 
dette  piazze  erano  li  luoghi  dell  ari.  mec- 
caniche con  proprie  stalloni,  /'fcor.y  I. 
„„,.  I.  Come  fu  notte,  si  m.-e  una  balla 
e  un  capperone,  e  andò  allo  .la.zone.ove 
„  vendeva    questa  vitella.    I  rane    .■^acch. 

, ,,0.  Mostri)  d'  andare   a  sollazzo  p.  r 

la  tcl'i'i      e    andando   dove    quesL.   calzo- 


laio sura  con  U  sua  slazzone  ,  e  ines- 
ser nidolfo  si  ferma,  e  dwe .  I  rane. 
Parh.  237.  ly-  Guarda  come  depom  Pe- 
cunia a  garzoni,  O  a  gente  novella,  Vf 
eh'  abbia  slazzon  UUa  ».  iCì 

STE ATOMA      ;■.    C    ."Spezie  di  tumo- 
re  pieno    di   grassume    simile    al    ttg»  ■ 
Lat.  steatoma.  Gr.  5T  ■:«'•:<.);»«.   Lib.  cur. 
malati.    Volle  essere   curalo  di  ono   stea- 
toma d'  un  braccio.   /■:  appresso:  Li  «te*^ 
tomi  fa  d'  uopo  che  U  medico  chuurgo  gì. 
tragga  fuori  interi. 
'        STECADE.  Spezie  di  erlia.  Lai.    ttae- 
chas.CT     r,^ci;_ii  .   Bice".    Fior.  Xl\ 
Le  conserve  de'  fiori  e  deU  erbe  ..fanno 
pestando  o  tagliando   dette   erbe  e  6on  o 
interi  o  spicciolati ,  come   deUa   l«Ktonica 
ce.,  dello  steeade.  /;  appresso:  Lo  steca- 
de,  la  salvia,  le  rose,  e  simlU  ee.,  con- 
Tiene  ,  trite  che  sono  ,  pesUrle.  , 

STECCA,  rezzo  di  legno  propnamenu 
piano,  noce.  nov.  89.  9.  Per  U  qual  cosa 
un  mulattiere,  presa  una  stecca,  pnma  as- 
sai temperatamente  lo  incom.nco  a  bat- 
tere.  E  appresso:  Gì' incuminc.o  con  1. 
stecca  a  dare  i  maggior  colpi  ^«1  ">ondo 
(qui  pezzo  da  catasta).  Borgh.  Bip.  173- 
Avvertendo  pero  di  lasciare  ogni  volu  see. 
care  ,  e  colla  stecca  andar  pareggiando  e 
spianando  Q  gesso.  Penv.  Celi.  Oref  3». 
Appiccasi  poi  a  dello  slacco  sopra  una 
slVrca  o  grande  ,  o  piccoU  ,  secondo  la 
grandezza  del  lavoro. 

e  1.  Stecca,  si  dice  a  un  Legnetto.di  cu. 
si  sen'ono  i  calzolai  per  lustrare  e  perfezio- 
nare le  scarpe.  ,  .^^ 
P.  II.  .Stecca,  si  dice  anche  Quel  ferro 
che  si  mette  nel  manico  della  vanga,  sul 
quale  il  conladino  posa  il  piede,  e  'ffrtva 
La  vanga  per  prufondarla  ben  net  terre- 
no ,  altrimenti  detta  Vangile. 

%  III.  .V(cfr//e  ,  .<.  dicono  anche  alcune 
Strisce  di  una  cartilagine  che  comunemen- 
te si  appella  Osso  di  balena,  che  si  met- 
tono ne-  busti  delle  donne  per  tenerli  di- 

"i  \  IV.  Stecca.  Term.  degli  Orefici 
Co.,)  chiama.»  un  piccolo  Strumento  d,  ^ 
gno  fatto  a  tornio,  con  un  manichetlo  che 
^r.e  per  empiere  di  f" .  '  f'"""^''^ 
pra  In  piastra  ,V  argento,  rame,  o  a^ln 
Ltallo'.  col  quale  debbano  •"T"'-''^'^ 
sigilli,  e  fare  intagli  per  ismalti  Baldm. 
Foc.   Pis.  (fi)  ,    ,       .      ^ 

«  g   V.  Stecca.  Term.  de-  librai .  e,. 
Strumento  da  piegar  carta  ,  ec(A) 

#  STEt  CAPENTE.  Dentellurt.  Muz 
zicadenti.  Lai  dentiscalpium  .  dr.  ot-^ 
TOviv?.;.  Malt.  Iranz.  rim.  ''"'''/■  9^^ 
Io  crei  pur  ch'abbiate  posto  •»™'' ^^ 
quanta  sicumera  e  quant^o  onore  In  lasou 
si  porta  il  stercadenle.  (") 

STEI  CAIA  .  lavoro  che  tifa  a  tra- 
verso de-  fiumi  per  mandar  Vccqua  a  mo- 
lini,  o  simili  ediCzii.  *  /""r  '  ""-^  '^„ 
Sappiano  che  nelle  spese  di  mantenimento 
non  si  cmprendono  rifacimenti  di  sl«- 
c.ie  .  gore  ,  stanze  ,  o  muragU.  che  per 
caso  fortuito .  e  senza  alcun,  colpa  del 
eondiillore  rovinaisero     I  Ci 

if  o  Ste,^aia.  diccsi  anche  alla  Chiusura 
di  le^no  che  fanno  i  pastori  per  raunani  il 
besUame.  Cai.  Pif  Cape.  210.  On  con- 
tadino nel  fd.bricarsi  malamente  un  c^ 
1  paniH.n  di  paglia,  o  '1  pastore  nel  piantar 
I  male  una  steccaia  pel  .uo  gregge  ,  non 
acconciamente  sanano  ripre.i  da  eh.  ac.  u- 
.asse  quello  di  p-K.  intelligenza,  ec   '/  ^ 

3  STECCARE  F<irr  "eceaU,  l'«""- 
dare  di  steicato  .  Guarnire  di  .leccalo 
I  al  valium  cireuminiicere.  circ-rnvalla- 
re.  Gr.  sip.^^ix';"^»".  '  "'  ''•  ',. 
7l  iV  V^E  n  poco  tempo  ,ppres«>  1 
li.    i.Tii.         r.         I  s   unprese  a 

alTossam  e  slecearo.    I.i>  •   •"     '.       _'„_,, 
1  •      .  .i-^rar  la  sua  Olle  in  un  rooBir 

turrnirc   e  steccar  la  su«  «.-,_ 

1  ,1  „„■,  pr....im.no     Star.    lisi.  I»-  SU^- 


pifi  pp. 


S  T  E 


S  T  E 


S  T  E 


l38i 


„r«no  U.  vie  .OD  tavole  ,  -"^""hi.-  con 
..«tessono  e.«e.-e  covs,  .1.  sfiato  ^  Sy^ 
a  sente  de'  Pisani  r.n.ane  a  .'Me  .■>!»• -o 
aircca,  e  qu.Ua  steccano  e  aHossano  per 
modo,  che  vettovaglia  non  v.  s. ,."«  ">elte    . 

*  8.  I.  K.n  .«?'■■/»■  "<•""•  /•"■"•,  "  '-"■ 
Jl,.  ATten.i;..si  e  steccarsi  di  sotto  alla  mon- 
taena  d'  Alhalunga  ».  (C)         .  ,  „, .     _  . 

#  <!  II.  Slnrarr.  Ttrm.  di' Ch.rurg,. 
F„rcX„n  fase-Mura  nd  „n«san,ba.o  brac- 
cio rotto,  v^r  mezzo  di  stecche.  (.-Il 

STECCATA.  Piparo  fatto  coa.sleco. 
„i.  ri,ia„.  Disc.  Jrn.  /,l.  In  luo^o  d. 
steeeatc,  ponei  sempre  in  opera  de  sud- 
detti cantoni  di  smalto  __^^„    ,  ^. 

•+STECCATARE.  I  ■  A.  Steccare,  l-^^^ 

Jiarc.  Gr.  ^=p'-"Z'?"-'- '^'"'••,.:;^: 

20  Poscia  ivi  a  podi.  d.  fecero  stecca- 
Ze  il  castello.  K  .55.  Qn.ne  puosono 
campo  e  assedio,  steccalandosi  la  c.tla  .n- 

torno  intorno.  .. 

STECCATO.  Sast.  Chiusura,  o  A,,ar~ 
t,me„lo  fatto  di  stecconi^.  Lat.  .•<.//«">  , 
sepes.  Gr.  yasàxaixtt  ,  £/>«;•  Ir.  o.  1. 
4.  Si  dee  cH^rcondare  la  corte  d.  muro 
2»Tero  di  convenevole  steccato  .  Inlrod. 
Virt.  Divisi  sono  in  due  pari.  ,  secondo- 
cht  tu  vedi  lo  steccato  eh' e  tran.ez.o  d. 
loro.  r,oe-..  Varch.  1.  fros.  6  »on  altri- 
menti che  per  lo  fesso  o  apertura  d  al- 
con  legno  d'  uno  steccato  ti  sia  nascosa- 
mente entrato  nell-  anima  la  malattia  delle 
perturliaiioni  della  mente. 

§    I     Per  Kiparo  degli  esercii,  0  delle 
ciltà.  o  terre,  fatto  di  legname.   Lat.   .»'- 

r  li  42  4-  Afforiaro  i  Pisani  di  lossi 
e  di  steccati  Chixica.  Toc.  .')...;•  Ann.  2. 
36.  Cesare  co'  Pretoriani  suo.  lu  primo  a 
pigliar  lo  steccato  e  sloriarc  il  liosco. 

e  li.  Per  Piazza,  0  luogo  chiuso  d: 
steccato,  o.e  s-  esercitano  e  combattono, 
comhattitori.  Lat.  agon.  Gr.  ayt-v.  '  ire». 
Stor.  II.  Gliele  voleva  provare  co»  arme 
in  mano  in  isteceato  a  campo  aperto,  ien. 
Ben.  larch.  5.  3.  L'uno  de' coml.attenli 
passalo  da  molti  colpi  ,  e  1'  altro  leSB"-r- 
menle  ferito,  si  dicono  essere  usciti  dello 
steccato  pari.  Jr.  Fnr.  3o.  44  Po^if  '"'  : 
conda  a  popol  lo  steccato  ,  Sonando  ìi  cor- 
no ,  s*  appresenta  armato. 

STECCATO.  Add.  da  Steccare.  Lat. 
circumtaìinlus,  ch.<e.<sus.  Gr.  Tiss'f.s»- 
y^.l.-.  Diltam.  5  20.  Qui  mi  trasse  Soli- 
no .una  fonte  Al.ondevole  d' acque ,  ed 
altre  grolle  ,  Chiusa  e  steccata  dalle  ripe 
conte .  Iiv.  M.  Gi'a  il  secondo  anno  1  Ko- 
mani  noi.  sleccati  d'  intorno  e  rinchiusi , 
con   fame  macerano. 

STECCHEGGIABE  .  Percuoter  con  1- 
stecche  .  Fa,:  Esop.  Andavalo  d'  intorno 
steccheggiando . 

t  STECCHETTO  .  Pim.  di  .stecco: 
Piccolo  stecco  ,  sottile  e  appuntalo  .  Pa- 
la/r.  •>  Ella  Iiorliotla  allo  stecchetto  fer- 
ma .  Oli.  Com.  Inf  l3.  236.  Fané  di 
quelle  che  sono  appresso  terra,  con  molli 
stecchetti,  e  foglie  cespugliate  ,  quasi  im- 
pacciamento  . 

g.  l.  Stare  a  stecchetto,  vale  Vivere 
miseramente,  Fare  a  miccino.  Usar  gran 
parsimonia  .  Lat.  maxima^  rum  paratale 
victitare.Gr.  ìiTTTOTaTK  ^lolv. 

§.  II.  Fare  stare,  o  Tenere  a  stecchet- 
to ,  vate  Tenere  altrui  col  poco,  magra- 
mente, e  con  iscar.iilà  di  villo,  di  danaro, 
o  d'  altro,  larch.  Sncc.  2.  3.  iSon  mi 
piacciono  quei  padri  che  vogliono  vederla 
sottilmente  61*  filo  co'  figliuoli ,  e  teneili 
sempre  a  sl.cchctto.  Malm.  2.  22.  Che  il 
Duca  per  la  sua  spilorceria  Ognor  vie  più 
tenevalo  a  stecchetto. 

•f  STECCHIRE.  Keutr.  e  acuir,  pass 
Rislecchire.  Pivenir  secco.  Lat.  arescerr. 
Gr.  ^T,crti''.'!-y'.  Puon.  Fier.  2.  4-  •' 
Si  riliran.  rientran,  si  stecchiscono. 


STECCHITO.  Add.  da  Slecchirej  Sec-  j 
ro,  Bistecchilo .   i'uon.   Fier.  2.    1.   l5. 
l'aleggiar    cicatlici  ,  e  spianar  butteri  ,   t 
calli  sradicar  secchi  e  stecchili  | 

STECCO.  Spina  che  e  in  sul  Jiislo,  o 
,„'  rami  d'  alcune  piante  .  Lai.  spina  . 
Z..le,.s.  GV.  .S,.rz..Panl.lnfli.yo^ 
pomi  V  eran,  ma  stecchi  con  losco  .  Petr. 
can-  36.  5.  Pien  dilacci.e  d.  stecchi  un 
.turo  corso  Haggio  a  fornire.  I-.  san.  Hi- 
E,leln..o  campo  mieta  Lapp.de  e  stecchi 

colla  falce  adunca.  Fr.  Cord.  Fred.  J  27. 
rodavano  stecchi  ovvero  card,  m  queste 
fiml.iie  ,  e  faceansi  pugnerò  .  piedi^ 

e.  I.  Permetaf  .1/.  A.  Il-  3;.  Con- 
siderando che  la  foriera  era  stec,_o  nel 
occhio  al  Pisano.  Slor.  Eur.  6.  l33.  Con 
le  asln.ie  ed  ingegno  suo  era  uno  stecco 
e  spina  gravissima  denlio  pi.  occhi  di  Gì; 
selherto.  Jar./,.  Stor.-].  174-  AccioccLe 
„1-  Imperiali  avendo  nel  regno  quella  mo- 
fcstia,  non  altrimenti  che  uno  stecco  neU 
occhio,  non  potessero  limirare  ne  volge,  s. 

altrove .  ^        .     j     ,  • 

8  li  Per  Peutelliere ,  Stuzzicadenti. 
Lai.'  dentiscalpium  .  Gr.  dc^-JToyltjy.?  . 
Calai.  80.  Ne  ,  iu  levandosi  da  tavola  , 
pollai  lo  stecco  in  Locca  a  guisa  di  ue- 
ceUo  che  faccia  suo  nido  ec.  ,  e  gcnUl 
costume  .  ,     ^      , 

111.   Stecco,  dice.<i  anche  Qualunque 
fuscello  aguzzo,  0  appuntalo. 

*  S  IV.  Stecchi,  dicono  gli  Scullor,  al- 
cuni pezzetti  A  legno  di  bossolo,  noce,  osso, 
avorio,  o  altro  simile,  lavorali  a  foggia  di 
/;,„■  con  le  cocche  simili  alle  lime,  pero 
alquanto  torte,  e  alcuni  simili  agli 
scarpelli  .  dei  quali  essi  si  vogliono 
per  lavorar  figure  di  terra,  0  cera,  in 
quelle  parti  principalmente  *;"•'■»"  P"-" 
sono  comodamente  arrivar  colle  dita.  Lai- 
din.   I  oc.   Vis.  (lì) 

STECCONATO.  Susi. Palancalo,  iniu- 
sura  falla  di  stecconi  .  Lai.  valium  ,  scp- 
(uni.    Gr.    li'J.oà/a}'.»,  if'ly 

*  STECCONATO.  Jdd.  Ucciso  con  stic- 

y-     \im     Case.    Ord.     f  il.    L  risi, 
coni.    ir.   òim.    (CSC.    *-,,.,.  ,,  - 

cap.  5.  Alcuni  sono  molli  di  leiTO,  altri 
arsi  ec.  altri  stecconati,  altri  tanaglia- 
li   f<^P' 

STECCONE  .   Legno  piano  appuntalo  , 

alto  circa  tre  braccia  ,  e  largo  intorno  a 
un  .lesto  di  braccio,  per  ...«  di  fare  slec- 
cati stecconati,  palancati,  chiudende.  Lib. 
son.  42.  Che  cricca  ti  sia  data  d.  stecco- 
ni .  Serd.  Stor.  Ind.  2.  Se,.  Fece  ficcare 
la  notte  alcuni  aguzzi  stecconi  per  lutto  il 
guado.  Cirij:  Calv.  I.  8.  E  pò.  cogli  slec- 
con  d'  intorno  serra. 

STEFANO.  /  ore  bassa,  che  vale  Mo- 
naco, 0  lenire.  Buon.  Fier.  2.  4-  I»' 
Accocchi:  pien  lo  Stefano  ,  aceulaU  D.en 
mano  a  Irar  su  carte  ,  e  shahar  dadi 
Cecch.  Fiali.  Cr.  3.  6.  Vemte  meco  Ld 
alierete  il  fianco  alle  rigaglie,  ec.  (.Pur- 
ché noi  empiam  lo  stelano  .  I  >-rcli.  ir- 
col  6i  Quando  altfi  .  avendo  pieno  lo 
Stefano  e  la  trippa  (  chfe  cosi  cl".-""°°  ' 
vol.ariileorpo.  o  il  ventre),  e  riscaldato 

dal  vino.  Fir.  I  „c.  ì.  ^.  Or  che  1  com- 
pare ha  pieno  Io  Stefano  ,  e  trangugiatosi 

°°*  STEGOLA.  Manico  delP  aratro  .su 
cui  si  appoggia  il  bifolco  Serd.  Prov 
Stiva  è  parte  dell'aratro  detta  anche  da. 
villani"  di  Toscana  stegola,  e  l't"^- /^'' 

ìf  STEGOLO.  Termine  de"  Mugnai . 
Crosso  pezzo  d,  legno  posto  in  piano,  che 
e  attaccato  all'  alle  d'  un  molino  da  ven- 
to, e  girando  fa  girare  la  macine.  (Al 

STELLA.  Corpo  celeste  luminoso.  ì^3.\. 
stella.  Gr.  à-^rrlz.  Pece.  g.  l-p-  I-  Ogni 
stella  era  già  delle  parli  d'  Oriente  fugg  - 
la.  Vani  Far.  2.  Che  n'ha  coDg.unt. 
colla  prima  stella.  E appres.io;  Cos.  I  .n- 
lelli-enzia  sua  honlate  MnllipUcata  p"  '" 


stelle  spiega.  Girando  si  sovra  sua  unita- 
te.  Petr.  son.  202.  Quanto  mai  piovve 
da  lienigna  stella. 

f  :>  g.  I.  Stella  Piana  ,  dicesi  Quella 
che  apparisce  innanzi  al  sole.  P.  DIA- 
NA ;  e  figurnlani.  a  Ponna  di  somma 
bellezza.  Vii.  S.  pugen.  .380.  Or  ogni 
cosa  mi  pare  scurata,  perche  da  noi  ti 
sei  pallila,  stella  Diana?   iì'ì 

*  §.  11.  All'ora  della  stella,  vale  Al 
vespro  .  Dial.  S.  Creg.  3.  l5.  Va',  e  m«- 
na  queste  pecore  a  pascere  ,  e  torna  al- 
l'ora  della  stella.  (A) 

4.    :;i    §.   ili.  A  Stella  levala,  vale     A 
giorno  fatto,  chiaro.    Bocc.     Tes.    1.    I9. 
Onde  alcun  dorme  ,  e    chi    guarda    e    ri- 
sponde, E  cosi  infino  alla  stella  levata.  (Ti) 
•:•  §.  IV.  stella  cadente,  o  precipitante, 
dicesi  Una  specie  di  meteora  notturna  ignea, 
per  cui  pare  che  una  stella  distacchisi  da 
un  luogo,  e  vada  in  un  altro,  r  che  tosto  spa- 
risca.  Lat.  stella  cndens.    l  ras.   Fior.    P 
4.  voi.   3.  pae-   123.  Di  altre  affezioni  non 
vedemmo  gran  diversit'a:  tuoni  non   mol- 
li- saette  lare;  stelle  cadenti  .  senza    nu- 
mero, e   grandi  in  laolo.  chedi  poi  d' es- 
ser arse  rimane  impresso  il  lume    nell'  a- 
ria.    (ISS)    Segner.    Fred.     10.    2.     Allora 
(salendo  al  cielo    per    P  alia)  intendere- 
te che  volean  diic  quelle  esalazioni    loco- 
se,  che  sotto  nome  di  comete  atterrivano 
i  Principi  ;  quei  fochi  pazzi ,  quei    ilrago- 
ni  volatici,  quelle  stello  precipitanti.  fC/*; 
:;:     g.     V.     JSon    cs.iere    sotto  le    stelle 
una  pcr.'Onn  o   una  cosa,  vale    !\on    tro- 
varsi nel  mondo  una  persona,  o  una  cosa, 
pece.  g.   1.  n.  5.  Fu  per  un  cavalier  del- 
lo, non  essere  sotto  le    stelle    una    simile 
coppia  a  quella  del  marchese,  e  della  sua 
donna.  ( f ) 

g.  VI.  Stella  ,  per  Punto  di  costella- 
zione. Lat.  sidiis,  a.spectus  siderum.  Gr. 
«STepic/iOS.  Petr.  son.  277.  In  tale  stel- 
la presi  l'esca  e  l'amo.  E  son.  222.  In 
tale  stella  duo  begli  orchi  vidi.  Tac.  Dav 
Stor.  l.  265.  Ei  fu  eriato  a  buona  stella 
del  oadre  e  fondatore  della  nostra  città 
(il  lesto  lat.  ha  auspicato). 

§.  MI.  Figuratam.  per  Occhio.  Lat. 
ociilus.  Gr.  o'vSv.Vo;.  Pelr.  -lon.  258. 
Ov'  è  1  bel  ciglio,  e  1'  una  e  1'  altra  stel- 
la, Ch'  al  corso  del  mio  viver  lume  dcn- 
nò?  Ar.  Pur.  7.  27.  Come  si  vide  il 
successor  d'Astolfo  Sovra  apparir  quelle 
ridenti  stelle,  ec. 

g.  Vili.  JPrr  Z?ej/i/io.  1.3\.  fatum.  Gr. 
siuafusv/i-  /'r(r.  .son.  181.  Tal  fu  mia  stella, 
e  lai  mia  cruda  sorte.  Tac.  Dav.  Slor. 
3.  3oO.  Con  miglior  fede  e  stella  guida- 
van  la  guerra  i  capi  Flaviani  (il  testo 
lat.  ha  meliore  fato  ). 

*  g.  IX.  Pi  figuratam.  dello  di  Persona 
celebre,  chiara ,  gloriosa.  F.  Vili.  ì  il 
pag.  24.  Due  stelle  della  nostra  Cll'a, 
le  'quali  due  Arti  più  che  eccelse,  e  utili 
ec.  fecero  facili  ed   aperte.  (P) 

i:-   ^     y.      Peder    le    stelle,  vale  Sentir 
^dolore.    P.  VEDERE.   (C) 


*  g.  XI.  Stella,  chiamasi  anche  Quel- 
la macchia  bianca  che  si  vede  nel  mezzo 
della  fronte  di  alcuni  cavalli  detti  perciu 
stellali.  iPorg.  12.  42.  Cavalcava  un  Al- 
fana  smisurata ,  Di  pel  morel  o  e  sleUa 
aveva  in  fronle.  (Ti)  Galli.  Posili.  Ko" 
chiamate  voi  stella  quella  ancora  piccola 
macchietta  bianca,  per  la  quale  un  caval- 
lo si  dice   stellato  in  fronle?  (A) 

?  XII.  Stella  ,  dicesi  anche  Quella 
parte  dello  sprone  fatta  a  uso  di  stella 
che  pugne.  *  F.  PHP  '■';P"^:^%^'- 
rava  una  stella  di  spione.  (P>)  I  ir.  Trin 
2  3  11  padre,  che  faceva  gli  sproni,  cre- 
dendo che  lo  similare  russe  come  far 
oueUe  steUe.  bel  capriccio  ■;»"■  bI- J»""" 
a  fare  studiar  questo  suo  figliuolo,  creden- 
done far  un  Sanso.,...  e  n'  ha  fatto  un  bue. 


i382 


s  T  r. 


S  T  E 


S  T  E 


*  g.  XIII.  Persimi/il.  Berti.  Ori.  1.6. 
42.  I*"i,  presi)  il  suo  (Icslricr,  ratto  caval- 
ca j  Trova  una  rrorr,  anzi  pure  una  ilei- 
la  Di  inoltf  vie  clic  r  una  1  allra  incalca, 
IVè  sa  qual  piti  ìì  pigli»  o  questa  o  quel- 
la.  (!) 

*  g.  XIV.  Stella.  Ter  mine  degli  Oriuo- 
lai.  Pezzo  tielle  ripetizioni,  così  detto  per 
In  Slift  figura,  e  serve  «  dii'ider  un'  ora 
dall'altra,   fj) 

*  §.  XV.  Stella  dell' argano  j  dicono 
gli   Ottonai  ec.  per  ifanuhrio.   (ji) 

'.'  g.  XVI.  Mclla.  Term.  de*  Calzo- 
lai. Arnese  di  ferro,  che  e  una  spezie  di 
stampa  che  si  fa  sopra  il  hiico  della  bul- 
letta die  ha  fermato  il  suolo  ,  per  rico- 
prirla.  (A, 

*  §.  XVII.  Stella.  Term.  pirotecni- 
co. Composizione  di  materie  comimstihili, 
le  quali  essendo  gittate  in  alto  nell'  a- 
ria  ,  danno  l'  apparenza  d*  una  t'era  stel- 
la.  (A) 

§.  XVIII.  Stella,  chiamasi  ancheun  Ani- 
maletto marino,  del  quale  vedi  gli  scrittori 
della  Storia  naturale.  Lat.  stella  marina. 
*  Plut.Adr.  ()p.  mor.  !\.  187.  U  pesce  siella 
conoscendo  tulli  i  corpi  che  tocca  dissolver- 
si e  disiarsi,  porye  il  corpo  suo,  e  l'appres- 
sa ad  altri  pesci  che  gli  vengono  intor- 
no. (€■ 

STKLLJ^NTE.  Stellato.  Lat.  stellans , 
stellatus.  Petr.  .ton.  268.  Por  adornarne 
i  suoi  slellaoli  rhioslri.  Semb.  rini.  66- 
Anima,  che  da 'liei  slcUanli  cLiostri  Cinta 
da'  raggi  si  del  vero  Amore  Scendesti  in 
terra. 

§.  Per  metaf  vale  Rilucente  a  guisa 
di  stella.  Lai.  sidereus.  Gr-  a-jrpwi;. 
Petr.  son.  167.  Oli  occhi  sereni,  e  le  sU-U 
lanti  ciglia. 

STELLARE.  ]\'eutr.  pass,  Riempiersi 
di  stelle.  Lat.  stellis  exoinari  .  Gr.  cip- 
■jTSKUt  )«;ji:T3tv.  f'irg.  h'neid.  M.  Intanto 
il  cielo  sì  stella»  u  la  notte  cade  sopra  '1 
Mare  Oceano. 

STELLARE.  Jdd.  Di  stella.  Lat.  stel- 
Inris.  Or.  a^r/swo;.  Derlam.  Quintil.  P. 
Camliioc  la  vita 'presta  degli  stellari  corsi. 
J'arch.  Lez.  268.  Chiamandola  ora  calor 
celeste  ,  e  ora  stellare  ,  e  quando  altra- 
mente. 

STELLATA.  Spezie  di  medicamento  da 
giumenti.  ì  al.  astoletiim  ,  Cresc.  Cr.  9. 
26.  2.  Se  gli  occhi  (del  cavallo)  sono 
osrur.-iti  ce.  ,  sotto  entramlù  gli  occhi  si 
ponga  la  stellata.  /T  cap.  32.  I.  Prendasi 
convenevole  stellala  ,  e  si  ponga  sotto  'I 
capo  dell'anca  sconcia  per  un  sommesso, 
acciocché  gli  umori  concorsi  al  luogo  per 
la  stellata  alihiano  luogo  e  via  d'uscir 
fuori. 

STELLATO.  Jdd.  Pieno  di  .«/<•//<•.  Lat. 
stellatus.  Gr.  «sresosti.  Dant.  Pnrg.  II. 
Sicché  mondi  e  lievi  Possano  uscire  alle 
.•^teliate  ruote.  Petr.  son.  l3l.  ^otle  il 
carro  slellatowin  (;iro  mena.  Tass.  f'.er. 
12.  gì.  Kd  ecco  in  sogno  ih  stellala 
vc*tc  Cinta  gli  oppar  la  sospirala  ami- 
ca. 

f  §.  I.  Per  timilit.  Fiamm.  6.  3.  Era 
già  in  ogni  luogo  quella  slagionr ,  nella 
quale  ec.  la  lcrr.i  di  varii  fiori,  di  viole  e 
di  rose  quasi  sti-lltila,  di  Mleixj  conlr.ista 
col  cielo  iillavu.  '^  Sannnz.  .4rcad.  pr.  ^. 
(^lucila  andava  stellala  di  rose,  quell'altra 
liianchcggiava  di  gelsomini.  /'."  pros.  IO 
Il  suo  manto  era  di  una  pelle  ;;randisii- 
ma,  stellata   di   macchie  hiaiiche.   (Hr) 

§.  II.  Stellato,  o  Stellato  in  fronte,  è 
aggiunto  di  Cavallo  che  ahhia  nella  fron- 
te alcuna  macchia  bianca,  jir.  h'ur.  38. 
77.  E  su  un  liaio  corsicr  di  chioma  nera, 
Stellalo  in  fronte,  r  da  tre  pie  haltano,  A 
par  a  par  con  lui  venia  Ruggiero  (alcu- 
ne edizioni  hanno  :  di  fronte  hiaiira  ). 
#  §.   ili.    Stellato,    in  forza  di    fusi. 


Quantità  di  stelle  che  si  veggono  in  del 
sereno.  Penv-  ('eli.  Pit.  Egli  era  unf>  slel- 
latu  che  faceva  un  chiarore  grandissi- 
mo. fA) 

*  STELLATORE.  /'.  J.  Astronomo. 
Zenon.  Pist  69.  Arato  vedi  ,  il  grande 
Slellatore.   (Ci 

•f  *  STELLEGGIARE.  Bicamarr , 
Tempestare ,  Coprir  di  stelle.  Chtabr. 
Fir.  2.  60-  Ed  in  lucilia  pelle  iodi  l'  av- 
volse D*  aspro  serpente  «  e  slclle^giolla 
d*  oro.  A  poem.  Ma  dentro  quattro  lori 
ce.  hcn  disposte  io  quadro  Si  scorge  stel- 
leggiato un  ampio  aliare.   (A) 

^  g.  Stelleggiare,  per  Hi  splendere,  .Scin- 
tillare come  una  stella.  Cliìabr.  poem. 
Quando  cola  su  vedrai  Fuor  di  costume 
stelleggiar  Gammelle  .  E  per  lo  spazio 
de'  nollurni  orrori  Olire  1'  usato  scintillar 
le  stelle.    (A) 

*  STELLEGGIATO.  /^rf^iW/.</a.yte/- 
leggiare.  (A) 

*t  *  §■  Aggiunto  di  cavallo,  vale  Stel- 
lato, .Segnato  con  una  stella  ;  ma  e  vo- 
ce poetica.  Chiahr.  Fir.  .*>.  69.  Con  l»ian- 
ca    macchia    e    slelleggiato   in   fronte.    (A) 

'^  STELLETTA  JJim.  di  Stella j  Aste- 
risco. Lai.  anta.  Gr.  cij/^jiov.  /  .  alla 
voce    ASTERISCO      (•) 

STI-LLIFERO.  Add.  Che  ha  stelle. 
Pi  pieno  di  stelle.  Che  portn  stelle.  Lai. 
stellifer.  Gr.  diTpofo -o;.  But.  hif.  V.\. 
2-  Sopr*  essa  viene  lo  colmo  del  ciclo , 
che  inchiude  la  terra,  cioè  h)  stellitelo. 
E  P»rg.  II.  2.  Per  comparaiionc  al 
movimento  dell*  oliavo  cielo  stellifcro.  F 
Par.  2.  2.  Lo  cielo  slellifero,  nel  quale 
sono  le  stelle  fisse.  E  altrove  :  Questo  e 
un  segno  che  e  nel  cielo  del  firmamen- 
to, cioè  del  cielo  stellifcro.  Frane.  Sac- 
eh.  rim.  68.  E  nella  volta  di  sopra  stcl- 
lifera,  Attoiniala  con  stormenti  ce,  Son 
pinti   li    tuo*  Angeli    che    suonano. 

*  STELLILA.  Dimin.  di  Stella;  Sic I- 
luzza.  Gal.  Sagg.  2^)9.  La  qual  i  piaz- 
zetta biancheggiante  j  Avriva  (lai  congiun- 
gimento de'  fulgori ,  di  che  cia>f  ht-duna 
stellina  s'  inghirlanda.  /.'  appretso;  E  ne- 
cessario che  ciascheduna  spezie  di  esse 
stelline  sia  realmente  e  distintamente  ccl- 
r  occhio.   (iSSf 

-•.i  STELLIONATO.  Term.  de' legali. 
Pelitto  di  colui  che  vende  una  pos.tes- 
sione  non  sua,  dichiarando  per  contral- 
to che  tal  possessione  e  franca  e  libera 
da  qualunque  ipoteca  ,  sebbene  veramen' 
te    noi   sia.  (A) 

STELLIONE,  ^/i/ma/e  simile  alla  lu- 
cerlolaj  Tarantola.  Lai.  stellio.  Gr.  y«- 
>,!w'Tr;.  Tes.  Pov.  P.  S.  cnp.  l5.  Lo 
fe;;:tlo  dello  slelliulie,  posto  in  sul  dente, 
incontanente  leva  %ia  la  doglia,  lied.  Oss. 
an.  7.  ^[cgli  stellioni,  the  per  altro  nu- 
me a  Fireoie  son  delti  tarantole,  ed  in 
altri  serpenti  quadrupedi,  la  iHirsutla  del 
fiele  trovasi  piantata  tra  i  due  lohi  del 
fegato. 

*  STELLOORÀKO-  Intendente,  o  De- 
.vcriltore  di  stelle.  Astronomo.  Lat.  astro- 
nomns.  Pros.  Fior.  P.  ^.  %-ol.  3.  pag. 
126.  Come  di  quella  (stellai  che  è  sot- 
to r  Equintìiiale  per  la  haUfla  del  Polo  au- 
strale .30  gradi,  sclihcne  gti  slellografi  la 
pon^on    18    solamente.    ^A.V; 

*  STELLO>E.  Term.  de' (iettatori. 
Cenhio  di  ferro  con  tre  punte,  che  ser- 
ve a  tener  in  centro  P  anima  del  can- 
none. Si  fanno  anche  a  uso  di  trepte- 
de.  (A) 

STELLtZ7.A.  Dìm.  di  Stella.  Lai.  stel- 
lula.  Gr.  aoTI^'cdo;.  Hed.  Oss.  an.  \. 
La  qual  coda  era  tutta  (emiteslala  di  mar- 
chie  hianrhe  in  figure  di  mmutissime  slrl> 
lune.  ^  lac.  Sold.  .tal.  I\  \  rdr  anco  per 
%irlù  di  lai  crislaHi  Quattro  nuove  ttcl- 
luxxe  inluruo  a  Giove,  ce  (B) 


STELO.  Coli'  E  aperta.  Gambo  di  fio- 
ri e  d'erbe.  Lat.  calamns  ,  Colum.  Gr. 
/'/kv.fxo^  .  Dant.  Inf.  2-  Quale  i  fioretti 
dal   notturno  gielo  Chinati  e    chiusi,  poi- 

I  Ile  '1  Sul  gl'imhianca.  Si  diiiuin  tutti 
aperti  iu  loro  «telo.  Ar.  Fiir.  I.  ^3.  Ma 
non  li  tosto  dal  materno  stelo  Rimossa 
viene,  e  dal  suo  ceppo  verde  ,  Che  quan- 
to avea  da^li  uomini  e  dal  cielo  Favor  , 
graxia   e   helU-ua,   tutto   perde. 

:;:  §.  I.  Per  Fusto  d'albero.  Pedate 
P  usò  P  Ar.  Fur.  8.  20.  Sol  la  cicala  col 
noioso  metro  Fra  i  densi  rami  del  fronmlu 
stelo  Le  valli,  e  i  monti  assurda,  e  il  mare  e 
il   cielo.  ( />'r) 

§.  II.  //i  vece  di  Perno.  Lat.  ojcis.  Or- 
K^btv.  l'ant.  l'urg.  8.  Gli  occhi  miei  ghiot- 
ti andavan  pure  al  cielo.  Pur  là  dove  le 
stelle  son  più  tarde  ,  Si<  come  ruota  più 
presso  alto  stelo.    Poez.    I  arch.   i.  rim.  2. 

II  Sul,  la  Luna,  e  tulle  l'altre  stelle,  O 
vaghe  o  ferme,  d'  intorno  al  suo  stelo  Ve- 
dea  senza  alcun  velo. 

*  STEMMA.  Scudo  gentilizio.  Arme, 
Insegna.  (A) 

STEMPKUAMENTO  .  Stemperania  . 
Lai.  distolutio,  intemperies.  Gr.  OJ^KSu.- 
9t'a.  Pass,  332.  Il  quale,  commosso  dal 
Diavolo  ce-,  o  per  soperchicvoU  stempe- 
ramenti d'  umori  ec. ,  trae  provocando  for- 
temente la  volontà.  Maini.  3.  20.  Che 
giacché  questo  mal  par  che  cagioni  Stem- 
peramento f«»rte,  umor  piccante.  Per  tem- 
perarlo recipe  ce. 

g.  I.  Per  In  temperanza.  Lat.  inconti- 
nentia,  inte/nf>eranlia.  Gr.  oc^pot-CioL.  31. 
/'.  5.  81.  Avvenne  che  per  iiceleralo  stem- 
peramento della  lussuria  accolse  nella  ca- 
mera sua  venti,  tra  donne  maritale  e  fan- 
ciulle,   e   altre  femmine. 

§.  II.  Per  simili!.  Commovimento,  Com- 
mozione. Lai.  commotio ,  motus.  Or.  rai- 
pa'X.rl.  Fr.  lac.  Cess.  I  sonatori  si  mara- 
vigliarono di  tale  stemperamento  e  hor- 
Imtlio   delle   femmine. 

^  ^.111.  Per  F.ceesso  in  generale.  Coli . 
S.^.  Pad.  Molte  volte  ahhiamo  veduto  che 
coloro  che  non  son  potuti  ingannare  per 
golositade,  SODO  slati  aUiatluli  per  islem- 
peraniento   di  digiunare.   (  \j 

^  g.  IV.  Stemperamento ,  vale  anche 
Alterazione  del  naturai  temperamento, 
ì'arch.  J.cz.  !\(^2.  Averrois  ce.  vuole  che 
il  dolore  si  cagioni  solamente  dalla  slem- 
per.inxa  ,  n  vero  distemperamenlo  ec.  ,  e 
non  è  dul.lno  nessuno  che  il  dolore  nasce 
ancora  d.dr  alteraiione  delle  qualità,  cioè 
del  caldo  e   del  freddo.   (C) 

f  STEMPERAN7..\.  Intemperanza.  Lai 
intemperantia.  Gr.  a'/faji'a,  stroÌMCiw- 
Oit.  Com.  Purg.  2^.  4^  ''  grado  della 
.sleniprranza  ,  che  ò  prossimano  al  vino  , 
usoe  essere  via  alla  non  conceduta  lus- 
suria. Frane.  Sacch.  Op.  div.  91.  Lio- 
corno è  una  hoslia  che  ha  tanta  diletla- 
xione  di  stare  con  una  doniella  vergine  , 
che  come  clli  ne  vede  alcuna  ,  ci>ti  va  a 
lei,  e  addormentasi  nelle  sue  hraccia  ;  poi 
veugono  i  ranialori,  r  si  lo  pigliano,  che 
altrimenti  non  lo  polrehlK*no  pigliare  ,  se 
non  per  questa  sua  slcniperanaa. 

§.  Per  Internitene,  Lai.  intemperie^  . 
Gr.  cJirpv'siv.  Liv.  M.  IVr  la  slempe- 
ranaa  dell*  aire.  Mor.  S.  Ot^g-  No»  'fig- 
giamo questo  apertamente  ,  che  quando 
per  alcuna  slcmperanaa  d'  aria  la  vigna 
fii)rita  fosse  tocca  dal  freddo  ,  allora  essa 
perde  itgni  umor  di  versura. 

STEMPERARE,  /'«ir  rfJ»vnir  quasi  li- 
quido checchestta,  disfacendolo  con  liquo- 
re. Lat.  dissolvere,  liquefacere  ,  soh-err . 
Or.  a«a)uiiv.  ixrTi'jttiv  ,  avi/v«i.  Tes. 
/ir.  3.  6.  Guarda  non  U  sleinprrarc  f  la 
calcina  i  eolla  rena  di  mare  ,  che  la  fa- 
relilie  troppo  sei  care  (  cioè  ,  ilemperarc  , 
rimescolandovi  la  rena).   Bicett.  Fior.  "jg. 


S  T  E 

Questa  0|.<TO.ione  e  .in.ile  mollo  alb  in- 
fere ,  la  e  ■!iir,,reole  ,  che  ,.er  d.ssol- 
,e  ;  e  un>pera,c  si  fisLa  uu.Uo  manco 
moro  ,  che  per  info.»l"o  .  r.,lìa.l  a.p, 
^O  Su'n.l.era  e  risolvi,  e  uuU.  e  forni, 
nelle  ciuuwre.  .    , 

e.  I.  in  jie"ii'<^-  ""•"■  p""-  ;■"''  ; 

srìrsi  Corrim'pers,  .  Lai.  ,l,ssoUi-  ^'■ 
^va/i.U..  ■l>s.  Br.  2.  35.  Se  1  corpo 
laisc  A-  «DO  elencalo  seu.a  piò,  egU  non 
p„Uel,l,e  s.en,re,ars.  mai  l""""^"  ""° 
avrebbe  mai  conlrar.o  .  /  ».  ^..  a.^  *■ 
Liescando,  che  par  propi.o  '^"^^•■"' 
peri  denlro,  non  lenii  la  non  ina.  p.u  scn- 

«MIO.  I^ir  "."■»•  >>■  '■"■  S''tf:.  .lei 
U7  CreJea  che  per  la  Loppa  Iclu.a  .lei 
^«namenlo   si   s.emperassono   gì.    an.m. 

•'''r'nf/'Ìl^^C«.»-r  */  suo  Ump^ra. 
mm(o      Lai.    allcran  ,    corrumpere-   Gr. 

L'iia  ec.  al  luUo  stempera  T  uomo,  e  re- 
^irio  tanta  servili,  e  del>oler«,  che  no. 


S  T    E 


S  T  E 


i383 


li  può  difender,  ne  aiutare. 

%  e  IV.  Mutr.  p-ss.  ^en:n  la  pnrt- 
celìaìi.  (W-./C-.  I.,„sil.l6i.  Lal.n.ua 
,,lacal,ileed«lceèle8..od,v,La;ma.,ue- 

l  de  stempera,  sì  gnasla  lo  spn.lo  ("•;«' 
mot.    ìang..  alale  Ma  ..ore  PLACA- 
BILE. nu'M  r-"^''  "'•".  ■'r['g«"''r'- 

.,„„,.X-La'inBUach;èrlacaWeel.. 
gno  di  .ila;  e  .,uella  eh'  e  .n.moderala  e 
Icostumata,  al.balle  lo  spi.ilo).  (J  J 

e  V  /'"■  i-'^ar  la  unipera.  heil-  I  sp. 
„«(  -7.' Avendo  stemperala  col  fuoco  una 
deUe    suddette    gocc.ole ,   la   nnale   pesava 

ire  danari.  ,      .  ., 

+  «e.  VL  Slemperan;  d;i-es.  anche  della 
pJnna,  ed  è  ro,.(r»r.o  di  lewpcrare.  Ca- 
Wr.  Ai-.?i/.  242.  t:ome  Jun.ioe  vegg.a- 
mo  che  gì.  scrittori  hanno  m..Uo  per  male 
clic  luo.no  stemiM-ri  la  loro  penna,  ed  ado- 
perila  ad  altre  scrilture  fuor,  della  sua  tor- 
ma: cosi  ec.  '  /  J  ^  I  / 
STEMPERATAMENTE,    ^..erft.   la- 

temperaiamenle  Lai.  intemperate  ,  ■">"»'- 
derate.  Gr.  «^£tf  »,--  >">r-  -V.  Creg.  la.j- 
10  più  risidamenlc  lo  percosse ,  .|uanlo  la 
sua  supe.hia  lo  levo  in  allo  pm  stempera- 
tameote.  lini  Qnasi  dica  che  spese  .1  suo 
stemperatamente. 

S  l'rr  flccedentemeate.  Smoderatamen- 
te frane.  Sacci,.  «0...  176.  ^iunoe.che 
tanto  distrugga  B  corpo  umano  ,  quaulo 
questo  (>--ao/.  usandolo  stemperatamente  . 
Cas  leti.  71.  Io  stimo  che  sia  maggior 
l-arte  di  vini,  in  desiderar  gli  onor.  me- 
rilaU  e  giusti,  che  di  vizio  in  desiderargli 
stemperatamente  ,  e  massimamente  m  un 

"iovanelto,  come  sei  tu.  

°  «r  *  STEMPERATISSIMAMENTE. 
.?i<Mr/.  d,  Stemperatamente  .  L'den.  A  ic 
3  12-  Giovao  Boccaccio  traliocco  stem- 
peratissimamente in  silTalla  licenzia  di  con- 
Uminare  le  opere  sue  di  miUe  sozzure  la- 
scive. lAi 

t  STEMPERATISSIMO  .  Incontmen- 
tinimo.  Lai.  intemperantixsimus.  Gr.  «- 
«;aT55T-jiT0;.  Od.  Com.  Inf.  5.  77.  Ella 
('Semiramisl  fu  per  animo  uomo,  ina  per 
abito  ec.   fu  stcmperalissima. 

STEMPERATI).  Md.  da  Stem/tcrares 
Liquefatto.  Lai.  liquefactus,  solulus.  Gr. 
a'votlsÀU/.EVOS.f.o'""'  7-  ^  Kicevetle 
dal  servo  mandalo  dal  nuovo  sposo  con 
ardita  mano  lo  slem].crjlo  veleno.  Cr.  6. 
36.  4  Per  se  medesima  si  può  dare  I  la 
scatapuzza  ì  pesta  e  slcm) cala  con  acqua 
calda,  o  con  vino.*/"»"  frer.  4.  5.3. 
Vorrò  veder  se  sa  ven.I.r  per  sapa  Sapon  da 
scU  stemperato  in  ranno.    "1 

§.  I.  Per  Jlteralo.  Ia.<<.  358-  Quando 
-li  umori  sono  slcinperaU.  e  rimescolali  in- 
sieme, fanno  i  sogni  g""'.  """»'  "^  r=""^" 


8  II  Per  Incontinente  .  Lai.  inlempe- 
raì's.  Gr.  a«X«ot»i.  M.  V.  6.  83.  Mollo 
eia  stemperalo  nella  coiicupiscenia  deUc  | 
femmine.  Lemb.  Asol.  3.  169.  Se  io  ad  j 
amaie  disonesta  e  stemperala  donna  mi  | 
disporrò  .  li  appre.<.<0  :  Suole  essere  ob-  , 
biello  d'  animo  disonesto  e  stemperalo  .  | 
/;cri;/i.  II'P-  36.  Da  cose  tanto  stempera-  | 
le  e'disoneste  non  si  può  far  derivare  no-  , 
bilia,   ni;  perfezione.  ] 

§.  III.  J'er  lumoderato  .  Lai.  immoile- 
ratu.t  ■  Gr.  Ku.irpo:.  Amm.  Ani.  4o-  9- 
5.  La  meni.-  del  corretto  viene  subita- 
mente ad  odio,  se  lo  «temperato  riprendi- 
mento  la  molesta  |  iii  che  non  dee.  I.il>. 
liang.  Quando  sono  questi  stemperali 
caldi  ,  si  si  fuggono  <iuesle  formi,  he  nel- 
la terra  dall'  ora  della  terza  in.sino  a»  ora 
della  nona.  Coli  .  Ó'.V.  Pad.  Ingannando 
con  islemperali  e  scouvenevoli  digiuni. 

§.  IV.  ler  J.mirdalo.  l'ir.  Lnc.  3.  2- 
Oh  trippa  mia  ,  come  ella  è  guizza  ,  eh 
ella  pare  un  tamburo  stemperato  !  (^«i  vate 
colle  corde  ijlentate  ). 

§.  V.   Per  Malsano  .    Sen.    Fisi.    IO7. 
.«e  r  aere  è  stemperata ,  convienci  essere 

infermi  .  1        1  1 

§.  V  I.  Stemperalo,  tale  anche  (  he  non 
ha   tempera  ,   l  ui  e  stala    ledala  la   lem-  | 
pera  .   P.ed.  esp.  nat.  77.   Dal  che  s.  può  , 
in  gran  parte,  se  non   in   tutto,  argomen- 
tare  quanto    sieno    pii.    dure   le    gocciole 
tempeiatc,  che  le  stemperate. 

s;--  STEMPEbATUI'.A.  fa  "-^alo  dai 
Medici  per  lo  sles.'O  che  .yiemperamenlo  . 
Pel  Papa  Coa.<.  Che  1'  essenza  di  questo 
male  consista  in  una  notabile  impunta  e 
stemperatura  del  sangue ,  ec.  (Aj 

■.■  §.  Per  Intemperie.  Ics.  Hor.Slor.l\. 
206.  Egli  di  temi  era  delicata  e  non  pun- 
to avvezzo  a  quelle  stemperature  di  celo 
e  di  suolo.  iCi 

STEMPIARE.  r.  A.  Spogliar  le  tem- 
pie .  I  rane.  Sacch.  rim.  68  Quando  s 
abbassa,  e  di  fronde  si  stempia,  Viver  non 
cerca  nel  cuor  simulacro. 

STEJlPIATlt.  Add.  da  Slempiare. 
g.  I.  Per  Ispropositato.  Lai.  ahsurdns. 
Gr.  g) o/Ci-  «■  lasc.  lìim.  2.  8.  Oh  che 
stempiate,  grosse,  e  grasse  risaec.  N  arebhe 
fattolo  studio  di  Pisa.  (C,  Pros.  fior.  Ci. 
218.  Colla  sua  maostrevol  disinvoltura,  ri- 
dendo sotto  le  basette,  sballa,  e  le  ficca  ca- 
role si  mailornali  e  stempiale,  che  ne  disgra- 
do ec.  (•) 

*  !".  II.  Stempiato,  vale  anche  Cros- 
so, hrande.  Salvia.  Geor.  lil>.  4-  .^^  .": 
cquaiuola  serpe  Stempiata,  che  le  ripe  iv. 
guardava  >ell'  erba  alta  non  vide  avanti 
J,  piedi  La  damigella  ,  che  dovea  moli- 
le. iPl  ,  .  , 
STEMPRARE  .  Stemperare.  Lai.  coi- 
Ihnuefaccre.  Gr.  cuv7r,'/2iv.  Fr.  Jac.  T. 
7.  3.  L'  amor  m'  ha  si  scaldalo.  Che  m 
ha  Io  cor  stemprato.  *  Ang.  Mei.  2. 
■>',  Par  che  il  feiio,  e  T  .icclar  divori  e 
stempre,  E  se  si  poD  trovar  cose  più  so- 
de.  iDì                                        ^  , 

*  S.  E  figuralam.  per  Trai-agliare  , 
Jrrwnr  dispiacere,  o  dolore.  Piani.  Inrg. 
3o.  Ma  poiché  'mesi  nelle  dolci  tempre 
Lor  eompaUre  a  me  più  che  se  dello  A- 
vesser:  donna  perchè  si  lo  stempre?  Lo 
gel    che    m-  era  intorno    al    cor    ristrello 

ec.  (Krj 

STEMPRATO  .  Add.  da  Stemprare  . 
Lai.  colliiniefaetus  .  Gr.  5UVTT,z5a=vo;  . 
Venz.  .<al.  I\.  Ma  voi  bevete  le  stempra- 
te aurore.  Polverizzale  stelle,  ec.  (17.»  per 
melaf.  ).  .,. 

•STENDALE.  Stendardo.  Lai.  feiflum, 
sisnum.  Gr.  'ir.p.ùoi.  Dant.  Purg.  29. 
Questi  stendali  dietro  eran  maggior..  Che 
la  mia  vista.  G.  P.  7  60.  1.  Diede  bo- 
cc  ,  e  levò  stendale  d'  andare  sopra  1  Sa- 
lacini  .   31.    r.   3.   63.   Il  terzo   portava  lo 


stendale,  e  gì"  altri  quattro  seguenti  caluno 
una  grande  bandiera.  Tac.  Ilav.  Ann.  6. 
122.  Mudo  sacrificherebbe  montone,  cre- 
dendosi che  Erisso  fusse  portalo  da  quel- 
r  aniiiKilc;  o  fu  lo  stendale  della  nave  (il 
testo  lai.  ha;  navis  insigne). 

'■\    :'.:    STENDARDIERE  .    Colui    che 
porla  lo  stendardo,  il  gonfalone,  o  simi- 
le .   JScllin.  Bucch.    169.    E  i|Ucl    bel  crc- 
sciuloceio    stendardiere    V"    era    stalo    più 
volte  di  quailiere.  (A) 
\         STENDARDO  .   Insegna,   o   Bandiera 
1  principale  .   Lai.  iC.rillnm  ■   Gr.  onjULSÌov. 
1    '/"flf.  /■(/.   Il  più  vantalo  di  prodezza  gua- 
.lagncia  lo  stendardo  posto  nel  mezzo  del 
'   prato,    liriff'.    Calf.    2.    66.    E    porla  in 
1   carni  o   giallo   un    drago  nero   Nello  sten- 
1   dardo  pauroso  e  fiero.  £  appresso  :  Por- 
'   lava  lo  stendardo  tutto  rosso,   peni.  Ori. 
2.  6.  45.    Al    vento    ogni    stendardo    era 
spiegato . 

g.  l.  Stendardo,  si  dice  anche  quel  Se- 
gno a  foggia  di  banda  ,  che  portano  in- 
nanzi alcuni  cleri  quando  vanno  proces- 
sionalmenle  .  Lai.  sacrum  vexilliim  .  Gr. 
l'cf.o'v  cr.aCoJ.  Pav.Scism.  ■;l^.  Per  con- 
fiscare con  questa  si  lisa  calici,  croci  ec. . 
stendardi ,  paramenti. 

g.  11.  Alzare  lo  stendardo,  figuratain. 
vale  I  arsi  capo.  Tac.  lìav.  Ann.  l.  26. 
Divenuto  polente  appresso  uno,  odioso  a 
tulli,  lo  stendardo  al/o  a  coloro  che  ,  se- 
1  guilandulo  ec,  tiovaiono  lo  altrui,  e  al  fine 
il  loro  precipizio  (  il  lesto  lai.  ha  :  dedil 
'   exem|  Inni  ).  idi 

'.-  %.  III.  Stenitanlo,  vale  anche  Bal- 
dacchino. I  eie.  IH.  lolomh.  lil.  E  ap- 
presso del  santo  Padre  andavano  (  i  po- 
veri )  :  e  due  di  loro  pollavano  1'  aste  del- 
lo stendardo  sotto  il  quale  cavalcava.  (Ci 

S1E^DA1;E.  Levar  le  tende.  Lai.  ca- 
stra movere,  casa  coltigcre.  Gr.  eluva^ca- 
Oiìv  T»l'-'  57;;aTiKV,  avv--:'SJ!''?S'''- G- 
p.  7.  147.  3.  Per  necessità  si  torno  la 
detta  oste  indietro ,  e  appena  si  poterono 
ricogliere  e  slendare. 

STEiSDENTF.  Che  stende.  L^l.  exten- 
dens  .  Cr.  ;/T£.vuv  .  Amet.  5l.  Le  cui 
boci  stcndenlisi  in  altre  parole  rotte  da 
me  ,    il    domandai    che    fossero  gV  Iddu 

l'iamm.  l.  Ti-  *'=  '^l"'  '''"'  '"  °°''° ? 
delle  sue  Ione  ,  stendenlisi  negli  animai. 
irrazionali,  co»i  celesti,  come  terreni? 

f  STENDERE.   P)istcnderc  .   7:  si  usa 
anche  nel  signific.  neiilr.  pass.  Lai.  exien- 
dcre,  porrigere,  porrigi,  extendi.   Gr.  £z- 
■zililti.  sVriiv-iiai.   Bore.  nov.  JO.  19. 
Avendo  ec.  alquanto  le  dita  deU'una  ma- 
no stese  in  terra  fuor  della  cesta  ec,  que- 
sto asino   ve    gli   pose    su    1  lede  .   E  nov. 
68.   6.   Arriguccio  ,   stendendo   il   pie   per 
lo  letto  ,  gli  venne  questo  spago  trovato . 
Dant.   Inf.  8.   Allora  stese  al  legno  arabe 
le  mani.  E  Purg.    L'i.  Si  che  quantunque 
carila  si  stende.  Cresce  sovr'  essa  1'  eterno 
volere.  L  I  ar.  2.   Benché  nel  quanto  tan- 
to  non  si  stenda    La    vista    più    lontana  . 
Oli.    Com.    Inf.    19.     340.    Nel     cui    no- 
me Idi   Cri.itol  li   Appostoli   rendevano  il 
vedere    olii    cicchi   ,    1'  udire    alli    sordi, 
U  parlare  alli    mutob,  stendevano  li    con- 
tratti ,  sanavano   li    corpi  ,  e  liberavano  1 
anime.   O.    I  ■  8.  55.  9.  V  eggendo  1  F.am- 
minghi   usciti    a    campo  ,    fece    stendere  il 
campo  suo  .   Tes.   Br.  2.   38.   Appresso  1 
intorniamento  dell   aere  si  e  affisso  U  quart.. 
elemento,  cioè  il  luoco.il  quale  ènne  aeredi 
fuoco  sanza  nullo  umidore  ,  e  slendes.  in  - 
fino  entro  la   Luna,  e  aggua  -lueslo  aere 
dove  noi  siamo.  ,  . 

?.  1.  Per  metaf  Pelr.eap.  IO.  Daluipen- 
de  L-  arte  guasta  tra  noi  allor  non  v-ile. 
Ma  breve  e  oscura;  e!  la  dichiara  e  stende 
(cioè,  spiana.  Lai.  ezplicare  .  E  son. 
234  Pie  miei  ,  vostra  ragion  la  non  si 
stende    Ov'  è  colei  che  esercitar  Vi  suole 


i384 


S    T  E 


(cioè,  noa  arriva,  non  ugsiugnc  ).  Bocc. 
no\'.  ^9.  i!^.  La  cui  ^cicnzia  iiun  m  sten- 
deva l'urse  più  olire  .  che  il  medicare  1 
fanciulli  del  lattinie  (  noe ,  Don  passava 
più  avanti.  Lai.  procedere,  progredì,  por- 
ngi.  Gr.  ~poQ'/.iJiiv)-  E  nov.  98.  6.  Alla 
jùaciula  giovane  roniiaciò  a  pensare,  tao* 
lo  più  accendendosi,  quanto  più  nel  pen- 
^ic^  !>i  ^tendca  (cioè,  »ì  profondava.  Lat. 
deroergi.  Or.  ,3art'^ì533tt  ).  /iett.  Tufi. 
Con  grande  sollecitudine  stendettc  suo  in- 
gegno a  traslatare  di  ^reco  in  Ialino  una 
«erta  ec.  [cioè,  ap[)lico.  Lai.  aniinuni  ap- 
pellere,  animum  ìinpcUere.  Gr.  Tipo-iìy^tLV 
T9V  --ojv).  Maestruzz.  2-  ^t.  Non  incor- 
re in  i&comunicaziune,  iraperocclic  le  pene 
non  si  di;l)l)ono  stendere ,  ma  ristrigncrc 
(tioè,  estendere,  allargare.  Lai.  ampliare, 
cxlcndere,  proferrc.  Gr.  e/reivsiv).  7'es. 
Br.  7.  i5.  E  allora  disse  elli  medesimo: 
("Ili  è  lusinghiere  stende  malizie  (cioè,  spar- 
ge .  Lat.  tendere.  Gr.  Titustv  )  G.  /'- 
11.  6.  5.  Stendendosi  la  novella  in  Firco- 
xe  ,  i  Fiorentini  la  niaj^jgìor  parte  ne  fu- 
rono allegri  (cioè,  divulyandttsì.  I.nt.  dif- 
ferri,  pcrrrehrcscere.  Gr.  oiàii-jiro-j  yi- 
vsTHfat.  ota3,-u>/iT5^at).  Frane.  Sacch. 
niH-.  20'ì.  E  perù  non  voglio  più  stender- 
mi sopra  la  presente  materia  (cim-,  alluri- 
garnii  ,  estendermi  ).  l'it.  S.  M.  Madd. 
77.  Io  non  mi  stendo  di  dire  di  lei  o-ni 
tx>sa  (cioè,  non  mi  estendo,  non  mi  al- 
lungo). *  Bus.  39.  li  '1  senno  del  Re 
«stendendosi  a'giovandi  e  puerili  sollazzi  .-e. 
lilieri  saremo  (  cioè  ,  avendo  con>idi:razÌo- 
ue).  Fior.  //(i/.  4-  Ed  a  costoro  .solamente 
si  stende  la  sentenza  d'Anglut  (  cioè,  ri- 
guarda). (C)  Salv.  -fi'vert.  i.  2.  12.  Se 
avesse  avuto  a  stendere  molto  lungo  poe- 
ma  (  cioè,   fomjiorrc  ).    (Fj 

g.  II.  Stendere  ,  per  lo  contrario  ili 
Tendere.  Buon.  Tane.  5.  3.  Ed  or  le 
reti  tese  Stenderò,  senza  aver  preso  nien- 
te. Morg.  18.  l^l\-  Slu  mi  vedessi  sten- 
dere un  hucato,  Diresti  che  noti  è  donna 
o  massaio  Che  l' ahhia  cosi  pre>to  rassel- 
UtO. 

§.  III.  Stender  l'  arco ,  \-ale  Scaricar- 
lo. Lat.  rem it fere .  Or.  ;^xìàv.  Amm. 
Ant.  20.  I.  2.  A  studio  si  stende  l'arco, 
acciocetiè  nel  .suo  tempo  utilmente  si  ten- 
da. Frane.  Barb.  20.  7.  Che  perciò  non 
ton  pozzi  Li  savii  tal  fiala  a  stender  1' 
arco. 

f  STENDIMENTO.  Dixlcndimento  . 
Lat.  exicnsio  ,  porrectio  .  (»r.  Ritraiti  . 
Ordinarti.  Mcss.  82.  Lo  prete  quando  sta 
»opra  r  altare  ,  rappresenta  0  significa  la 
passione  nello  stendimento  delle  mani . 
OU.  Com.  Purg.  21.  387.  Si  generano 
ncU*  aere  diverse  passioni ,  scrondo  vario 
ktendimeoto  e  slrignimenlo  clic  fa  il  ca- 
lore che  signoreggia  n<'ll'  aere.  #  S.  Gio. 
Grisost.  254.  Non  pugnando  come  coni- 
hallitori  ,  ma  stando  come  cori ,  e  collo 
stendimento  delle  mani  a  Dio,  de'  nemici 
trionfavano.   (TC) 

*  §.  F  fi^uratam.  «  Teol.  Afist.  La 
tjual  sapienza  non  e  altro  ,  che  uno  sten- 
flimento  della  mente  a  Dio  m.  (X)  Beh. 
t'it.  Co/omh.  l6y.  SignifìiM  uno  adorna- 
mento ec.  ,  ed  uno  stendimento  d'amo- 
re alle  cose  di  sopra.  (Min) 

t  stenditore.  ì'erhal.  mate.  Che, 
0    Chi   .stende  - 

STENEBRARE.  Tor  via  le  tenebre. 
Alluminare.  Lat.  illuminare»  illustrare, 
dimovcrt  umhram  ,  Firg.  Gr.  }.afj.itpj' 
v'iv.  Dant.  Pur}^.  22.  So  così  è,  qual 
sole,  o  (piai  candele  Ti  stcDeliraron,  li  rhe 
tu  drizzasti  Poscia  dirclro  al  pcscator  le  ve- 
le? 

*  STENEBRATO.  Add.  da  Stenebra- 
re. Bari.  Stor.  It.  Uh.  i.  cap.  8.  Col 
rhiariniento  ec.  della  giuridica  assohiuone 
ce.  aperti  e  stcnelirali  gli  verbi  di  Bomo, 


S  T  E 

lornò  sopra  Ignazio  e  i  suoi  rompagoì  un 
sereno  di  paradiso  (  qui  figuratam.  )  .  (CP) 
STENSIONE.  Stendimento,  Lat.  exWn- 
.Kio,  porrectio.  Gr.  iJtra^i^.  (V.  5.  I.  3. 
Ma  se  (|ueslo  si  tacesse  fino  alla  slensione 
(Ielle  radici,  sanza  duhhio  multo  giuvcrch- 
Ite  all' arliorc  (cioè,  infin  dove  elle  si 
stendono  )  . 

STENSIVO.  Add.  Atto  a  distendere. 
Lat.  •  exiensii'us.  Gr.  «xT«riJ(5;.  G.  F. 
II.  47*  2-  ^^^  dopo  il  giudicio  la  detta 
gloria  sarchile  istcnsiva  uell' anima,  e  nel 
corpo. 

•\'  STENTACCIIURE.  ISeutr.frcqacn- 
tat.  di  Stentare.  Bottar.  lìial.  201.  Si- 
mili ingegni  freddi  e  pigri  essere  nati  più 
p<--r  iDlarsene  stentacchiando  al  treppiedi 
su  rjualche  tavolino  galante,  che  per  mo- 
strar risoluzione  ec.  (M ) 

STENTAMENTO-  Stento,  Patimento. 
Lat.  arumna.  Gr.  raiactTwJia .  Lih. 
Pred,  F-  H.  Erano  avvezzi  allo  stenta- 
mento  del  di;serlo.  E  appresso  :  incalliti 
in  que*  lunghi  stcntamenlì. 

STENTARE.  Patire,  o  Avere  scarsità 
delle  cose  necessarie.  Lat.  rebus  necessa- 
rii.\  laborare.  Gr.  dtop'Xi  a-rfK'/>!ca'»y. 
Bocc.  nov.  16.  IO.  Altra  maniera  trovasse 
a  soddisfare  all'  ira  &ua,  siccome  di  fargli 
ini()ri^ìonare,  e  in  prigione  stentare.  Bern. 
Ori.  3.  2.  3  Or  per  mare  or  per  terra 
travagliando  Son  iti  i  padri  per  farvi  star 
l>ene,  Arriucchè  non  andiate  voi  stentan- 
do. Geli.  Sport.  4-  4-  '"  "'*"  ^'***  spender 
in  una  sera  ciò  chi  i' lio  ;  cliè  ehi  sguaz- 
za per  le  feste ,  slenta  il  di  di  lavorare  . 
Malm.  Q.  1.  E  stenti  poi  per  altro  come 
uu  cane.  Car.  leti.  |.  98.  Chi  gode  una 
volta,  dite  voi,  non  istenta  sempre. 

•f  §.  I-  Stentare,  per  Intendere.  Dani. 
In/"*  23  E  a  tal  modo  il  suocero  si  stenta 
In  questa  fossa  .  But.  ù>t  .-  Si  stenta  , 
cioè  si  stende  attraversato  o  confitto  con 
tre  pali  (Si  stenla,  cioè  si  martira  ,  in- 
terpretano col  Lombardi  i  più  giudiziosi 
chiosatori }. 

§.  IL  Stentare,  per  Indugiare,  Andare 
in  lungo.  Lat.  morari,  cunctart.  Gr.  ^/*- 
iitv.  M.  r.  9.  61.  Pareva  a  loro  ,  che 
quanto  più  si  stentava,  venire  in  maggio- 
re indegnazionc  d«i  P'iorentini.  Frane. 
Saerh.  nov.  20G.  Costei  mi  ha  latto  mul- 
to stentare  ,  prima  eh'  uUM.i  acconsentilo 
al  mio  volere.  Sagg.  nat.  crp.  l!\().  La 
verillt  si  Q,  che  noi  stentammo  as%ai  più 
che  non  ci  saremmo  mai  dati  ad  intende- 
re, prima  di  poter  rinvenire  alcuna  cusa 
rii  r«rto  inturno  a'  periodi  di  questi  acci- 
denti. 

§.  III.  Stentare  a  far  qualche  costi, 
l'  usiamo  anche  per  Farla  con  difhcutt**  , 
0  Averci  dtffteultà.  Lat.  difficultatem  pa- 
ti. Gr.  ou^x'r*^*  TTcarrtiv.  Bem.  Ori. 
2.  I.  4^-  ^'^(-^  't  guadagnare  onur  si  sten- 
ta  e  suda,  E  sol  s'acquista  con  la  spada 
nuda. 

*f  §.  IV.  In  signi/ic.  att.  vale  Dare,o 
Arrecare  stenti».  Mandare  in  lungo.  Frane. 
Sacrh.  nO¥.  5a.  Deh  pagami  re.  .eh*  egli 
mi  minaccia,  rome  tu  odi,  per  forma,  rhe 
mi  leverà  di  terra;  sicché  non  mi  stenta- 
re, e  priegoleuc.  E  quelli  rispondea  : 
aspettami,  oc. 

^  §.  V.  Stentarsi,  per  Darsi  fatica. 
Fir.  As.  a:'a.  Io  sventurata  lulla  la  uot- 
tf,  e  tutto  il  giorno  mi  stento  a  filare  ,  per 
tonerti  coperto,  e  potrei  anch'  10  fare  ce.  {  F) 
STENTATAMENTE  .  Avverbio.  Con 
/stento,  A  .«tento,  A  poco  a  poco.  Lat. 
pnulatim,  nioihce.  tenuiter.  Gr.  yi^^j^pw^. 
Fr.  Gionl.  l'red.  !<■  Quando  il  cristiano 
povero  steiilatamenle  ugonizia  e  muore. 
Sagg.  nat.  e.tp.  106,  Incomincio  a  slil- 
larne  P  argento  assai  >teiitalaii)eDtr. 

«  STENTATISSIMAMENTE.  Jh/vW. 
di  Stentatamente.  Lat.  dif^cUlime,  aegerri- 


S  T  E 

me.  Gr.x»ierrwraTx  //  Focabol.  allawxc 
A.  GRA.NDE   STENTO.   (") 

*  STENTATISSIMO.  Superi,  dt  Sten- 
tato. Lat.  durissimus  ,  laboriosissimus. 
Gr.  x«*s:r'-i'TaTo;.  lied.  Cvns.  x.  li. 
Maggiore  si  ricaverà  dalla  buona  regoU 
del  here  e  del  mangiare  ,  congiunta  eoa 
una  slentatissima  e  lunga  astinenza.   (*) 

STENTATO  .  Addiett.  da  Stentare. 
Frane.  Sacch.  Op.  dtv.  60.  Puot' egli  es- 
sere più  stentata  vita  che  la  ni/stra  ,  che 
uhiiiamo  a  correggere  ec.  o  a  dare  pena 
a'delitli  che  fanno  tutti  quelli  d'una  cit- 
tà ?  Tratt.  S.  Ag.  U  Salvator  gli  volle 
ahijracciare,  tenendo  vita  stentata  e  som- 
mamente penosa. 

%.  I.  Per  ì'enuto  adagio,  e  a  stento j 
contrario  di  Bigoglio-to  j  che  anche  si  di- 
ce  Scriato.  Lat.  tenuu.  Gr.  yÀ'C)£^'$. 
Cr.  XI.  II.  2.  Ma  da  guardare  è  clic  i 
semi  oltr*  a  misura  si  gitlin  nel  campo  ; 
che  se  si  farà,  verranno  stentati ,  e  non 
faran  prò. 

g.  II.  Per  Fatto  con  istento ,  o  con  so- 
verdi  in  fatua.  Lai.  durus.  Gr.  ;x/i)pos. 
Tac.  Dav.  Ann.  l!\.  188.  Ragunava  poe- 
luzzi  nuvellini,  metteva  loro  iunanù,  e  fa- 
ceva levare  e  porre  e  rabberciare  i  versi 
suoi  ;  e  ben  si  paiuno  allo  stile  stentalo  . 
rotto,  e  non  di  vena,  ne  d'  un  *olo. 

*  STENTATOKA.  Term.  degli  Inci- 
sori, ed  altri  artefici.  Difetto  di  ciò  die  è 
stentato.  Magai'  Lett.  Che  amcrabile 
stentatura  è  mai  slata  quella  ,  dopo  aver 
pensato  cosi  bene,  di  non  aver  sapulo  ese- 
guire il  disegno  I   (A) 

3  STENTO.  Lo  stentare.  Patimento, 
Calamità.  Lat.  calamitas,  crueiatus.  Gr. 
raiaiTTWJi'a.  G.  V.  8.  88.  I.  Poco  tem- 
po appresso  ammalo  il  dettu  Marchese,  e 
mori  in  grande  stento  e  miseria.  E  cap. 
92.  4-  Tenendogli  più  tempo  in  prigione 
a  grande  stento.  Bocc.  Lett.  Fin.  Boss. 
273.  Io  potrei ,  oltre  a  questi,  mettere  io- 
nanzi  le  catene  d'  oro  di  Dario ,  la  pri- 
gione di  Olimpiade,  la  fuga  di  Nerone,  Lo 
slento  di  Marco  Attilio,  e  molti  aliri-  tf  Sal- 
vin.  Disc.  t.  180.  Persona  non  si  ritro- 
va, che  della  lunghezza  non  si  ranunari- 
chi  ,  e  dello  stCDlo  che  nelle  liti  talvolta 
si  provano.   (Cj 

*  g.  I.  Fare  .stento,  vale  Patire,  Sten- 
tare. ..  Pass.  a5i.  Quanto  stento  faouo 
grinfermi  ne' dolori^  nelle  pene,  nel  non 
trovar  riposo,  ce.  Serm.  S.  Agost.  D.  Che 
fai  nel  diserto  T  tuo  padre  e  infermo,  tua 
madre  fa  stento».  (C) 

f  §.  II.  Per  Passione,  Fastidio s  onde 
Essere  stento,  o  uno  stento,  vale  Essert 
una  noia ,  un  fastidio,  e  simili.  Frane. 
.Sacch.  rim.  17.  A  vederla  ballare  è  gran- 
de stento.  *  Bern.  Lett.  40  Prima  ne 
faceva  sì  il  guasto,  ch'era  uno  steoto  ad 
udirlo  ragionarne.  (C) 

§.  III.  A  stento,  posto  avt-erbialm.  , 
vale  Con  fatica  ,  Con  diffieottà  ,  A  poco 
a  poco.  Lat.  negre,  vtj\  dtjjicile,  Gr.  x»- 
icnrtJ;.  Cron.  Morell.  ^6o- S*  rg\i  Iwddo 
a  avere  nulla,  e'  non  gli  possono  avere  se 
non  a  stento.  Frane.  Sacch.  nov.  l53. 
Non  rispondendo  se  non  a  stento  ,  disse 
messcr  UulciWae  ec  Cirijf.  Ca/v.  4- 
128.  Ma  chi  vive  a  spcranu  ,  muore  a 
stento.  Sagg.  nat.  esp.  III.  Il  quale  fro- 
rallo  j  ,  ove  non  sta  finissimamente  polve- 
ruzato,  si  risolve  più  a  stento.  Bern.  OH. 
1.  2i>.  4^  Ove  spigneodo  1' un  1*  altro  a 
furore.  Entrar  que  primi  cavalieri  a  steatu. 

§.  IV.  A  malo  stento,  vate  A  faUcm, 
Apivn.i.  Malm.  9.  55.  Perchi  gli  par 
d'avi  ile  dato  piano,  Aiui  d*  averla  tocca 
u  malo  steoto 

•|  »  STENTtmOFONICO.  Aggiunto 
di  tntmba  che  anche  dicesi  Parlante,  e 
che  prende  il  nome  dal  celebre  Stentore , 
mensionato  da  Omero.  Magai  Lett.  tcient. 


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S  T  E 


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ptìfi.  276-  Como  tla  tromba  slcoturofunica 
<;c.  Jj  quel  corpo  ili  risoujnzu  ce.  ritro- 
verà ce.   f/éj 

STE.NUAKE.  J\'eHfr.prtjj.  Divenir  ma- 
grvt  o  maciUnte  ,  Smagrire.  Lat.  ea7<- 
nuari.  Gr.  >.£ttJvs!J&k*. 

§.  I.  E  in  signijic.  att.  i-aie  Far  JiVi*- 
nir  magro y  macilente. 

6.  11.  h'.  figli ralant.  fii/e  Dinuniiire.  Se- 
gner.  "reti.  2. 5.  CoofoDderc,  a  mio  giuditio, 
coloro  ì  (|uaU  con  taato  fa&lo  usano  d'in- 
grandir 5(.Tvij;ii  tcnuisbìmi  ,  menti-'  egli 
voUc  ìteDuar  servigli  sì  graodi  con  tanta 
moderazione. 

STENOATIVO.  jidd.  Che  ha  virtù  di 
ttenuare  j  Cfu' fa  divenir  magro,  macf 
Unir,  e  menoma  ie- forze  e  sirtù  vitali  i 
EsUnuativo.  Lat.  ex/M«(7/iJ,  Or.  isTTTwv- 

.STENUATO.  Add.  da  Stcnuarej  Ma- 
gro, Macilente.  Lai.  graalis,  eitentiattts. 
Gr.  t'syvtf  ;,  iiTra;.  But.  E  verisimile 
6Dxione,  che  ii  mostrino  sì  slenuati. 

STE.N0AZlO.\K.  Astratto  di  Stt'unato. 
Lai.  extentiatio.  Gr.  iirrT-^vi;.  /jHf.Ali- 
biano  in  sé  per  rjpprc»entaiione  quelle 
stennaxioni  eli'  ebbe  Mcleagro.  i^  Bari. 
Uom.  pitnt.  1.  4-  Veggendosì  divenuto 
il  corpo  per  la  ateiiuazion  del  dij;iuno  |>o- 
•■o  più  che  un'  ossatura  d'  uomo,  ec.  (  fC) 

STERCO-  Fecce  che  si  mandano  fuori 
del  ventre  dall'  animale  per  le  parti  pò» 
steriori.  Lat.  stercus.  Gr.  xÒTZpo^.  G.  V, 
11.  3.  \!\.  Passò  quel  tempo  ec  ,  quando 
k)  sterco  colombino  si  com|tero  cou  poco 
argento,  l'ant.  taf  18.  Vidi  gente  alluf- 
fata  in  uno  sterco  Che  <laj;li  uman  prì- 
Tati  parea  mosso.^  Fr  Zac.  T.  ^è  ster- 
cora  ne  vermini  E  si  fetente  cosa.  Ca- 
vale. S'pecch  Cr.  Ogni  cosa  mi  reputo 
sterco,  per  potere  avei'  Gesù.  Buon,  Fier. 
5.  4-  5.  Fogna  che  delle  fogne  Kaccoì  gli 
iterchi.  e  le  immondizie  ingozzi. 

*  STERCORACEO.  AiUL  Appartenen- 
te a  sterco.    Fallisn.  (  1} 

*t  *  STERCORaKIO.  Add.  Che  pren- 
de nome  dallo  sterco,  ed  è  per  lo  più  ag- 
giunto di  SeJi'i.  Scgiicr.  Mann.  .Jgost. 
3o.  I.  Il  Calvario,  luo^o  poco  distante 
dalla  città  ,  dove  conduce  a  quella  porta 
che  col  suo  nome  slesso  mostrava  quanto 
era  vile,  mentr'  era  intitolata  la  stercora- 
ria.  (A) 

*  STEREO^IETRA.  Term.  didascali- 
co.   Professore  di    Mereometria.  (A) 

•*  *  STEREOMETRIA.  Terni,  de' 
Geometri.  Scienza  che  tratta  della  misu- 
ra de"  solidi.  O.  Grand,  /■.lem.  tìeom. 
Dividesi  questa  {  Geometria  )  in  quattro 
specie  :  1.  in  Planimetria,  che  considera 
ec.  ;  ^,  in  Stereometria,  che  raggirasi  in- 
torno alla  misura   de'  solidi.  (Aj 

*  STEREOMETRlCAMEiNTE  .  Av- 
vero.  In  modo  stereometrico.  Gal.  Comp. 
17.  Questo  spazio  preso  si  doverà  ste- 
reometricamente duplicare,  cioè  applicar- 
lo a   qualche    numero,  ec.  (B) 

't  *  STEREOMETRICO.  Add.  Ap- 
partenente a  stereometria.  Galli.  Comp. 
i:>.  Snnii  le  presenti  linee  stereometriche 
rosi  dette  per  esser  la  lor  divisione,  se- 
condo la  proporzione  dei  corpi  solidi,  si- 
no  a    l'^S   ce.   (A) 

t  *  STEREOTIPO.  Aggiunto  che  si 
dà  alle  Opere  stampate  con  pagine,  0  la- 
stre, i  cui  caratteri  non  sono  amovibili, 
e  che  si  conservano  per  ristamparle.   (A) 

*  STEREOTOMI'A.  Termine  de'  Geo- 
metri.  Scienza  del   taglio  de"  solidi.   (A) 

STERILE.  Add.  Che  non  genera,  non 
produce,  non  fruttifica  j  contrario  di  Fe- 
condo e  di  Fertile,  hai.  sterilis.  Gr.  «yo- 
vo;.  G.  r.  10  122.  6.  Egli  è  di  natura 
sterile,  e  '1  segno  del  leone  sterile.  Coli. 
SS.  pad.  Tutte  le  cose  divengono  infrut- 
tuose e  sterili-  Esp.  Vang.  Il  sesto  mese 
Vocabolario  T.  il* 


della  sua  gravìdezza  di  quella  che  è  stata 
chiamata  sterile.  E  appresso  :  Non  aveauo 
6gliuoli,  perchè  Lisabclla  era  sterile.  Pist. 
S.  Gir.  Abbiamo  vedute  le  cose  sterili 
tornate  abbondevoli,  e  del  consumato  pe- 
dale uscire  nuova  radice,  e  seguitarne  gran- 
dissimo frutto.  Dittam.  3.  l3.  Se  sterile 
è,  diventa  poi  feconda.  ì'it.  SS.  Pad. 
2.  221.  Le  Iprre  erano  rimase  sterilì. 
*  Buon.  Fier.  3.  4-  8.  L'  ostinazioa  de'  le- 
;;ni  Non  so  se  a  luna  scema,  Oppure  in 
luogo  sterile  e  stcrpigno  Piantati  ec.  Fan 
che  ec.  (.\) 

*  §.  I.  Anno  sterile^  dice.u  Quello  in 
cui  la  raccolta  è  poca.  V.  STERILISSI- 
MO. (C) 

"f  ^  g.  IL  Sterile,  vale  anche  Scarso. 
Tass.  Ger.  3.  56.  E  dì  fontane  sterile  e 
di  rivi,   fy) 

*  g.  HI.  Si  usa  pur  figuratam.  Vit. 
S.  Gir.  ()C).  Imperocché  cjuesto  vizio  è 
radice  di  molti  peccali,  e  ta  l' anime  mol- 
to indurire,  e  diventare  sterili  d'  ogni  buo- 
na operazione.   fJ'j 

STERILEZZA.  Sterilità.  h;ìi.  sterilitas. 
Gr.  Kvopi'jt..  Tratt.  scgr.  cos.  dona.  Per 
questo  mancamento  avviene  la  sterUezza 
nelle  femmine.  Lib.  cur.  malatt.  La  sa- 
Iiina  giova  alla  ritenzione  de'  mestrui  ,  e 
giova  alla  sterilezza.  La  slerilezza  si  è  un 
grande  male  per  le  femmine. 

STERILIRE.  Rendere  sterile,  e  in  signi- 
fic.  neutr.  Divenire  sterile.  'fiSalvin.  Geor. 
lib.  2.  Quella  pianta  eziandio  che  sterili- 
sce Dall'  ime  barbe,  ciò  farà  so  sia  Smal- 
tita  per  le   vacue  campagne.    (  T) 

3  STERILISSIMO.  Superi,  di  Steri- 
le. ^  Tass.  Ger.  i5.  i5.  Indi  alla  riva 
Sterilissima   vien  di  Rinocera.   (Bj 

%•  ,<.  I.  Per  Svarsissimiì.  «  Guicc.  stor. 
5.  257.  Per  essere  quelli  paesi  sterillssi- 
mi  d'  acqua»  .    (C) 

*  §.  11.  Anno  sterilissimo ,  dicesi 
Quello  in  cui  la  raccolta  e  pochissima. 
«  Guicc.  Stor.  i3.  647-  Essendo  stalo 
queir  anno  sterilissimo,  gli  mancavano  le 
vettovaglie  >»  .  f  C) 

t  3  .-iTEHILlT.^',  STERILITADE  e 
STERILITATE.  Qualità  di  ciò  che  è 
sterile  j  contrario  di  Fecondità.  Lat.  ste- 
riliias.  Gr.  a'ysvi'a.  Cr.  6.  77.  4-  Anche  si 
dice  pubblicamente  che  la  mandragola  ha 
virtù  di  fare  impregnar  le  femmine  sterili; 
la  qual  cosa  non  è  vera,  se  non  forse  quan- 
do la  sterilità  fosse  per  troppa  caldezza  dì 
matrice,  n*  Menz.  rim.  1.  ii3.  E  qual 
più  egregia  prole.  Che  fecondar  di  se  ec. 
Aon  è  sterilità,  se  questo  Sole,  Qual  per 
siderei  segni,  Fia  che  a  virlude  1'  alimen- 
to appresti.   (B) 

*  g.  1.  Sterilità,  vale  anche  Pochezza, 
Scarsità  di  raccolta.  "  G.  V.  IO.  122.  6. 
Sicché  dà  caro  e  sterilità,  e  non  uberlà  e 
abbondanza.  ì  it.  SS.  Pad.  2.  221.  Av- 
venne, che  fu  una  grande  sterditade,  cuna 
gran  carestia,  perocché  '1  fiume  del  Nilo 
non  era  quell'  anno  riboccato,  e  sparto  per 
le  contrade».  M.  V.  4-  7-  Avvenne  che 
dove  si  stimava  sterilità  grande  per  la  ri- 
colla prossima  a  venire,  conseguì  uberto- 
sa di  tutti  i  beni.  (C) 

*  §.  II.  Efiguratam.  l'ine.  Mart.  lett. 
73.  lo  avrei  molte  volte  scritto  a  V.  S. 
Reverendissima,  se  la  sterilità  del  suggel- 
lo non  me  1'  avesse  negato.  (C) 

STERILITO.  Add.  da  Sterilire.  *  Mar- 
cheti.  Litcr.  2.  l6l4-  E  già  manca  l'eta- 
de  ,  e  già  la  terra,  Quasi  del  tutto  isteri- 
lita, appena  Genera  alcuni  piccioli  anima- 
li.  (B) 

STERILMENTE  .  Avverb.  Con  iste- 
rilita . 

§  Figuratam.  vale  Con  poco  frutto  . 
Lat.  steriliter,  infructuose.  Gr.  oixoic-jzù)^. 
Fir.  Disc.  an.  Leti,  dedic.  A  Roma,  dove 
assai  sterilmente  seguitai  la  Corte. 


•f  STERLINO.  P'.  A.  Spezie  di  mo- 
netti  immaginaria  d'  Inghilterra j  e  si  dice 
di  Lira,  Soldo  e  Denaio,  come  Lira  ster- 
lina. Soldo  ^terlino,  Deoaio  sterlino,  equi- 
valenti al  decuplo  almeno  delle  nostre  mo- 
nete corrispóndenti,  a.  A'.  8.  20.  i.AIaa- 
dolli  il  Re  d'  Inghilterra  trentamila  mar- 
chi di  sterlini,  acciò  venisse  con  suo  sfoixu 
in  Fiandra.  ^  il.  87.  1.  Si  trovarono  a 
ricevere  dal  Re  ec.  più  di  centottantami- 
la  di  marchi  di  sterlini.  But.  Purg.  20.  2. 
Lì  darclibe  per  questo  trentamila  marchi 
di  sterlini  - 

STERMINAMENTO  .  Lo  sterminare. 
Lat.  e.rterniinatio  .  Gr.  i^o^ó^pzwsi^  . 
Coli.  SS.  Pad.  Cotal  fatto  leggiamo  noi 
figurato  nel  libro  de'  Giudici,  sopra  lo  ster- 
minamento  delle  genti  spirituali,  che  sonci 
contrarie  al   popolo  di  Dio. 

t  *  STERMINANXA.  Lo  .sles-io  che 
Sterminio,  ma  è  voce  poco  usata.  Cor.tin. 
Torracch.  17.  5g  Aflìn  che  Ippodamia  Non 
fusse  come  il  vate  avea  predetto,  L'  ulti- 
ma  d'  altri  e  sterminanza   mia.    1^) 

STERMINARE,  Mettere,  o  Mandare  in 
rovina,  in  conquasso .  Lat.  ejrterminare. 
Gr.  250)0 jjssu'iiv.  lì.  Gio.  Celi.  Che  non 
credo  il  faccia  se  non  istermìnando  i  nìmi- 
ci.  Annot.  Vang.  Nondimeno  eglino  sono 
sterminati  e  morti. 

f  g.  I.  Per  /scacciare .  Lat.  expel- 
lerc.  Gr.  i/.Sx)/£iv.  Coli.  SS.  /ad.  Colla 
continua  ricordanza  della  Passione  di  Cri- 
sto potremo  sterminar  da  noi  i  diletti  delle 
nocevoli   bestie. 

t  §.  II.  Per  Privare.  Fir.  As.  141. 
Niente  altro  ritroverai  ,  la  mia  sirocchia, 
che  o  questa  pessima  femmina  infinge  una 
grandissima  menzogna,  o  ella  non  sa  come 
sì  sia  fatta  la  forma  di  questo  suo  marito; 
delle  quali  cose  sia  quale  es.ser  sì  voglia, 
egli  è  da  sterminarla  di  tanto   bene. 

STER^^IINATAMENTE.  Avverb.  Smi- 
suratamente ,  Fuor  fieli'  usato  termine. 
Lat.  immense.  Gr.  a^iTiù);.  Frane.  Sacch. 
nov.  218.  Promettendoli  di  fare  uno  hrie- 
ve  ,  che  '1  suo  figliuolo  sarebbe  cresciuto 
sterminatamente  .  Ped.  Oss.  an.  lfi8.  I 
quali  intestini  ,  avendo  pareti  sterminata- 
mente grosse  ,  sì  allungavano  alla  misura 
di  otto   braccia. 

STERMINATEZZA.  Astratto  di  Ster- 
minato; Smisurata  grandezza  .  Lai.  im- 
manilas  .  Gr.  ò.u.l":zì'x  .  Segner.  Crisi, 
instr.  2.  3.  3.  Rappresentatevi  in  primo 
luogo  ,  dilettissimi  ,  tutta  la  vastità  della 
terra,   e  tutta  la  sterminatezza    dei  cieli. 

STER.MI.NATISSIMO.  Superi,  di  Ster- 
minato .  Lat.  immensus  ,  immanissimus  . 
Gr.  jTTì'puLsTD  »-;-  Pcd.  Oss.  an.  27.  Vi  tro- 
vai raggruppato  uno  sterminatissimo  lom 
brico  morto. 

STERMINATO.  Add.  Che  passa  ogni 
termine  ,  Smisurato  ,  Grandissimo  .  Lat. 
immensus,  waximns.  Gr.  v.[XtTpOi.^  I-'ior. 
S.  Frane.  i5l.  Entra  in  cucina,  e  vede 
tante  e  così  grandi  pentole  a  fuoco  ister- 
minato  .  (l'j  Guid.  G,  Per  la  qual  cosa 
Troiolo,  scoperto  il  capo ,  con  forze  ster- 
minate si  difendeva  da  loro.  Burch.  I.  64. 
Perchè  nel  buon  covile  Si  ghiribizzan  cose 
sterminale  .  Fir.  As.  2']!\.  Queste  tante 
e  cosi  falle  cose  cou  grandissima  ed  isler- 
minata  paura  di  quel  povero  uomo,  e  di 
tutti  gli  altri  di  casa  .  avevano  fallo  ca- 
dere ognun,  che  vi  era,  in  una  grandis- 
sima paura  ed  ammirazione.  lied.  esp.  nat. 
57.  In  altre  varie  parti  dell'America  me- 
ridionale e  settentrionale  si  trovano  certi 
sterminali  e  disonesti  lucertoloni  ,  o  ra- 
marri acquatici,  chiamati  iguane. 

■f  STERMINATORE  .  /erbai,  masc. 
Che,  o  Chi  stermina.  Lat.  exterminator. 
Gr.  i^oXo^p-UTtli  .  Coli.  SS.  Pad.  NoQ 
morrete,  come  mormorano  alcuni  di  loro, 
che  furon  morii  dallo  sterminatore.  CoU. 
^74 


i386 


S   T   E 


S  T  E 


Jb.  Isaac.  Cliiunquc  vien  miglioraDiio 
te.  ,  e  divenuto  uno  slcrniwwlorc  dtgli 
avvelenali  serpcnli.  

femm.  </i  Stermiiialore.  Salvin.  Ilitid.  l3. 
,4l  Ma  se  vui  la  ^wm  Slcrnnnalncc 
lalserrlc,  or  certo  Parsi  il  di  d'  esser  do 
mi  dai  Troiani  .  Ueìlin.  lUsc.  I.  264. 
Sono  re.  portatori  d'  impeto ,  e  d  impelo 
qnal  d'  arco  taeltalore  quand"  egli  scocca, 
qual  di  mina  sterminatrice  quand  cUa  vo- 
la ce.  (.4)  __  .  ,  , 
STFIIMINAZIONE  .    Sterminio  .   Lat. 

txUmm,  strages.  Gr.  Sliìp'.i  .   f  o«4  . 

Col/.   Ali.   Isanr.  rap.  17.  Adunque  da  ora 

innan.i  apparecrbia  Y  anima  tua  ad   ogni 

sterminaiione  di  questa  vita. 

STERMINIO  .    /(Olino  ,    Distruzione  . 

Lai.  crilium,  slragts.   Cr.   o'iiifOi,   f'- 

,0;.  .V.  r.  I.  «    In  Ro'"»  f"'=  l";"; 

sterminio  de"  suoi  abitanti,  h  7  lOi.  L 
altro  frateUo  ,  clic  era  Conte  d.  Vico ,  di 
„oca  virtù  e  semplice  uomo  ,  vedendo  lo 
Ttcrminio  de'  fratelli  ,  si  parti  del  regno  . 
Tac  Dav.  ni.  Jgr.  SpS.  Vennero  Enal- 
mentc  a  tale  sterminio,  che  si  mangiavano 

fra  loro  y  ,j    n-  . 

STERSATO  .  1'-  A.  Àdd.  Disteso  in 
terra  .  lat.  strcfliis  .  Gr.  STf  WT05  .  Ca- 
vale Med.  cuor.  Per  la  qual  parola  qua 
si  turbato  posò  lo  legno  e  diedcli  tante 
che  lo  lasciò  giacere  stornato  in  terra  pir 
morto,  e  poi  ripreso  lo  legno,  /iut  l'ar. 
e  I  Alla  fine  morto  lo  cavallo  ,  come 
véniano  a  quel  luogo  dove  era  stornato  , 
non  si  poteano  tenere  che  non  si  spavcn 

tasserò . 

3  STEUSERE.  Distendere  per  terra, 
Atterrare,  Spianare.    Lat.    slernere.  Gì. 

*  g.  I  E  in  signifir.  neutr.  pass. 
..  Dani.  Par.  11.  Tu  dubbi  ,  ed  hai  vo- 
ler che  si  riccrna,  In  si  aperta  e  si  distesa 
lingua  Lo  dicer  mio  ,  che  al  tuo  sentir 
si  sterna   Colui  ce.».  (Ni 

•f  e  II.  Slernere,  figuratam.  per  Di- 
chiarare,  Spiegare.  Dani.  Par  26  Tal 
vero  allo  'ntelletto  mio  sterne  Colui  che  mi 
dimostra  '1  primo  Amore  ec.  Sternel  la  voce 
del  verace  autore,  ec.  Slerndmi  tu  anco- 
ra, incominciando  L' alto  preconio. 

*  STERNO.  L'osso  in  mezzo  de!  pet- 
to alle  cui  parti  laterali  stanno  impian- 
tai alcune  delle  coste.  Vìi.  slernum.  Gr. 
e-^pvov.  Kcd.  leti.  1.  >.''>6.  Questo  ca- 
nale, prima  di  arrivare  ai  polmoni,  entra- 
va in  una  cavila  ossea  dello  sterno.  Pros. 
ì'ior.  6.  243.  Non  avesse  patito  ammac- 
catura iiualche  muscolo  dell'osso  sterno.  (*) 
Jìeilin.  Di.<c.  1.  160.  Tutto  questo  ingra- 
licolamento  d'ossa  che  voi  vedete  che  gl- 
ia dal  dinanii  al  di  drclo  ,  lutto  si  chia- 
ma petto,  o  torace,  e  la  parte  di  lui  an- 
teriore dicrsi  sterno;  la  posteriore  schiena, 
o  rene.  ((') 

STERNUTO.  Starnuto.  Lai.  sternuta- 


Come  quella  che  ferro,  o  vento  sterpe.  E 
canz.  II.  6.  Che  l'ha  chiamato,  accioe- 
rhc  di  lei  sterpi  Le  male  piante,  che  Oo- 
rir  non  sanno  .  l'allad.  Setlemh.  IO.  A 
cui  piace  di  formare  il  prato  di  nuovo  , 
scelca  ,  se  puote  .  il  lerrcoo  grasso  e  ru- 
giadoso, piano  o  lievemente  inchinato,  ov- 
I  vero  v.ille,  ec.  :  vuoisi  ec.  sterpare  ogni 
'  virgulto.  Cr.  2.  20.  tu.  Del  tempo  e  mo- 
do  d'  arare,  e  di  sterpare  le  male  eibe 

e  Figuralam.  Tass.  C.er.  17.  50.  lo 
slCTperoUi  il  core  .  io  darò  in  pasto  Le 
membra  lacerate  agli  avoUoi  .  /•.  l5.  «>. 
F.  se  di  tal  dolceiza  enlro  trasfusa  Parte 
penetra  ,  onde  '1  desio  germogUe  ,  Tosto 
ra-ion  nelV  armi  sue  rinchiusa  Sterpa  e 
risica  le  nascenti  voglie.  «  Segner.  l'red. 
18.  8  Non  vi  quietate  ec.  ,  finche  non 
ces>in  gli  abusi,  finch'e  non  sieno  sterpale 
le  ininiicirie  ,  finclib  non  sieno  smorbale 
le  imiiurit'a.  (Bj 

*  S  I  ERPATO  .  Add.  dn  Sterpare  . 
Salvia.  Ceor.  lih.  4.  H  pastore  ArisI.o 
le  Pcneic  Tempo  fuggendo,  l'Api,  com'  e 
fama.  Sterpale  dalla  peste  e  dalla  lame, 
Dolente  si  fermò  ec.  !f') 

.STERPE.    /.    STF-RPO. 

+  *  STERI'ETO.  I  iiogo  pieno  di  sler-^ 
pi.  Magai,  .''idr.  I.  25.  Onde  superba  Da' 
suoi  slerpeti  ancor  Feacia  insulla.  (A) 

STERPIGNO.  Add.  Di  natura  ili  ster- 
po. Dm:  Colt.  172.  Quando  si  pota,  la- 
glia  fra  le  due  terre  lo  sterpigno  o  frullo 
che  vuoi  innestare  (  qui  i  Susi,  ,  e  vale 
lo  sUsso  che  Sterpo).  ,      ~,     ■      . 

*  g,  Sterpigao,  vale  anche  Che  e  pie- 
no di  sterpi,  o  Che  mena  sterpi.  Buon. 
Pier.  3.  4.  8.  L'  oslinaiion  de'  legni  .Von 
so  s'  a  Luna  scema,  O  pure  in  luogo 
sterile  e  sterpigno  Piantali  ec.  ,  fan  che 
ce.   (•) 

STERPO  .    Che  da  alcuni  si  disse  an- 
che STERPE  in  genere  fcmm.  Ini. tcolo  , 
o   lliniettiliccio    stentato  ,   che  pullula  da 
ceppala  </'  allnrro  .tecco,  o  caduto  per  vec- 
chiezza ,  o  da  residuo  di  liarim  d'  altiero 
tagliato  .  Lai  .<//iy>.t  ,  slipes     Gr.  S'/pK- 
o  uà  ;.  In''.  30.  Fra  gli  aspri  sterpi  e  le  rigide 
piante  ,  piangendo  ,    mi    parea    dimorare  . 
J.iv.    Dee.   3.  Collo  mani  ritenendo  i  vir- 
gulti e  gli  sterpi.  Dani.    In/.    l3.   Non  han 
si  aspri  slerpi  ni  si  folli  Quelle  fiere  sel- 
vag"o  ,  ihe   'n  odio   hanno  Tra  Cecina   e 
Corneto  i  luoghi  culti.    /•:  appiesso  :  Uo- 
mini fummo  ,  e  or  som  fatti  sterpi.   But. 
ivi:  Fatti  sterpi,  cioè  pruni,  ovver  tron- 
coni.  Dani.    l'ar.   13.  E   ne^li  sterpi  ero- 
tici   percosse    L'  impelo    suo  .    /)'ii(.    n-i  : 
Sterpo   i  legno   bastardo  non   frullifero,    e 
cosi  sono  gli  eretici;  e  come  lo  sieri»)  na- 
sce sul  legno  frullifero,  ed  inipacci»b>.  e 
levagli    della  sua  vivacit'a  .  cosi  lo  eretico 
nasce  tra'  fedeli  Cristiani  ,  che  sono  frut- 
lifori    nella    fede  ,  ed    egli  gì'  impaccia  ,  e 
toglie  loro  la  vivacit'a,  ed  impacciagli  col- 
r  eresia  ,  e  fagli  cadere  in   irroro  .  J\-tr 


S  T  E 

ne.  E  10.  96.  Io  lon  fallo  cognato  di  uoo 
stcrpone . 

STERPOSO.  Add.  Abbondante  di  stir- 
pi ,  Pieno  di  sterpi  .  Lat.  dumosus .  Gr. 
a.M.-ii'Àòr.-,  .  Buon.  Pier.  1.  3.  11.  Cu. 
si  dovria,  degno  del  guardo  oggetto,  Slet 

posc   anpresenlar   monlagne  e  rupi. 

t  SIEBQlIILlMO,e  STERQUILISO. 
Luogo  dove  si  fa  adunanza  di  telarne.  Stal- 
la. Lai.  fimelMim,  sUrquilinium.   Gr.  p«- 
Jsuv.  r.OT.p'Ji.   /'OCC.   Leti.   Pr.   S.   Ap. 
292.  Se  io  avessi  deiideralo  ec.  sterquUi- 
nii,  e  i  brulli  e  disonorevoli  luoghi.  OmeJ. 
S.   Cris.    217     Aveva   per    la  sua  casa   lo 
sterquilinio,    cioi;    la    stalla;    per    tappeti 
aveva  la  terra,  ed  il  letame  per  vesUroeo- 
li.   Mor.  S.   Creg.   3.   3.  Il  nostro   Adam 
giacca  forte  nello  sterqnilino. 
STERRAMENTO.  Lo  sterrare. 
STERRARE.   Levare  il  terreno.  Sba.<- 
sar  la  terra.   Baldm.   Dee.  Nello  sterrare 
una  cava  di  tufo  da  uno  inaspelUto  sUc- 
camenlo  con  rovina  di  quella   materia  ri- 
masero maltrattati.  lAf 

tf  g.  I-:  in  signi/ic.  neutr.  .•'egr.  Fior. 
Leti.    ined.    pag.    45.   Dove  bisognerebbe 

sterrare.  (Min)  t„.. 

■      StEMKIO.Aild.  da  Sterrare.  J rati. 

.,egr.  COS.  donn.  Vanno  per  li  campi  .ter- 
rari cercando  de'riposUgli  delle  foruucole. 

S  In  forza  di  Susi,  vale  il  Luogo  che 
.„  ?  sterralo;  e  taloia  anche  Luogo,  o 
Strada  che  non  sia  ne  selciata,  ne  Uuln- 
cata ,  ne  ammattonata. 

STIRRO.   Lo  sterrare  ,    Sterramento 
T'it    Pitt.  64.  Non   si  considerano  ec.  le 
spese  noi  faro  gli  stoni,  nel  cavar  1' acque. 

:;  STERTOKE.  ltus.<o  ,  fragore  che 
na,ce  dalla  difficoltà  del  respiro.  Lai. 
rhoncus,  •  slertor.  Cr.  f«/X°?-  f«''?°,<' 
Ped.  leti.  1.  247.  A  propomone  doUo 
spulo  si  vede  scemar  1'  affanno,  e  lo  slcr- 
lore  del  respiro.  (") 

STERZARE.  Dividere  in  Uno,  o  n 
proporzione.  Lai.  in   tres  parles  dividere. 


mentiim,  stcraulalio.    _ rr     . 

Ime  .<on.  33l.   A  farvi  pure  uno  sternuto 
drento,  Diresti  allora:  un  gran  tremoto  1 

STERPACNOLO.  AM.  Sterpigno.  Pi- 
celi l'ior.  27  Facendo  lo  messe  secondo 
il  costuino  di  questo  albero  ,  che  a  guisa 
di  nocciuolo  escono  del  terreno  sei,  o  «elle 
più  vlerpaj;noli. 

STERPAME.    I  .   STIRPAME. 

STERPAMENTO  .  I.o  sterpare.  Lai. 
ertirpalio.  Gr.  l/,=  -;wr,.;.  Cr.  a.  10.  2. 
Lo  studio  che  s'  ha  nel  campo  novale,  il 
quale  allora  prima  è  ridotto  al  cuUivamen- 
10,  è  lo  sler].anienlo    da'  salvatichi    iter- 

STERPARE.  Sbarbare.  Diradicare. 
Sveric,  Levar  via  gli  sterpi,  l  al.  ri  »/r- 
pnrr,  evellere.  Gr.  lx/>i?ouv .  leti.  son. 
277.  Al   cader  d'  una  pianu  che  »i  svolse. 


,11(0.  Lai.  sternuta-      »    eresia,  t;  ..„..  ■-  -; 

Gr.   7rr-/=^o•;.  Ilei-      -'On.   247.   Non  t  sterpo  n»   sasso  11.  quo- 


fon.    2:^7.    l^OM    e    ■,,.|."    ..- .  .    I 

Sii  monti  ec.  ,  Che  non   sappian    quant   e 
mia  pena   aceri».   7?  son.    277.    Al   .  adcr 
d   una  pianta  che  si  svelse.  Come  .piolla 
che   ferro,   o    vento    steqie  ,    Spargen.Io    a  | 
terra  le  sue  spoglie  eccelse.  Mostrando  al  | 
Sol  la   sua  squallida  slorpe.  Vidi  ec.    Ir.  \ 
Sacch.  riut.   25      In  se'  iniqua  e  maligna 
slcrpe:   Chi   |iùllsersr,   più   doglioso  lan- 
gue  (qui  per  melaf).  *  Tasi.  Him.   .•'acr. 
Cam.   1.  Cosi  dal  legno  sacro.  Che  della 
noslra  vita  è  viva  sterne   Risana  il  mal  che 
più  si  spande  e   serpe.   'Dj 
STERPONE.  Mcrpn  grande. 
S    Per  similit.  fu  adoperalo  i»  iignifi. . 
di  Pa.lffrdodn  V.    /      3.  p.).   llu.,to  slcr- 
pone,  loinando  alla  sua  natura,  santa  fede 
o  fralernalc   .jiil'j.  di   preienic   intese   al 
tradimento   del   fratcU...    P  cap     lOl.   Sili 
veniva    provvedendo  alla  ilif«».i  lo  ileqio- 


Vi.  {.Stei-Jre.  Termine  de-  Coediie- 
ri.  Carrettieri,  ec.  Girare,  o  Pollare  pei 
isterzo.  :A)  ,  ,        ,      ,,,„,. 

*  g.  II.  Sterznre,  e  anche  lenmne 
de-  Manifattori  di  tabacco  ,  e  vale  tare 
una   me.,cola„za  regolala    di    pm    qual"- 

di  tabacchi.  (A)  .    .     .      e.  —r». 

•t  *  STERZATO.  Add.  da  Sler-^re, 
Divi.<o  in  terzo.  Tripartito.  Magai,  pari.  1. 
leti.  27.  L'na  vermena  abUe  a  produrre 
lutti  e  tre  questi  pomi  ognuno  da  per  ac, 
e  poi  un  pomo  sloruto  di  tutti  e  Ir.  in- 
sieme.   (Al  „  j.      €•.-—«- 

•+  *  STERZETTO.  Dim.  dt  Sterzo, 
Piccolo  sterzo.  Fortig.  rim.  «p.  10.  Non 
ci  son  mute,  svimeri  o  stenett».  Ma  si  ca- 
valca un  .|Uabhe  bel  somaro,  O  sulla 
schiena  di   foili  muletti.  (.4) 

if  SI  Eir/.O.  .Sorlo  di  carrozza  "f*""' 
capace  di  due  persone.  I.  U  I  ocabol.  al- 
la voce  CAMERA,  S-  ''*'•  *  ' 

STESAMENTE.  A^'>erhio.  Distesamen- 
te,   llitru.<rmenle,     1   lungo.   Lai.  prol'^, 
1  ruse.  plii.ibus  verbi,.   Cr.     o.«   »«»»■»■ 
I   <i.    /  .  8    36.  4.   E  seguire  P«  lo  innan- 
.i istesamente    i    fatti    dei     Kiorentmi.     £ 
I  cor.  38.   7     E  pero  avcmo  con  tlosamen- 
1  lo  raccontato  l'origine  di    questo    ctsmin- 
'  riamonto  delle  maladelte    parli    Bianca    e 
Nera.    Pass.    161.   Porremo  qui  quelli  ver- 
si, e  sporrengli  slcameote.  Mor.  .N.  i^ref. 
Ma   IO  voglio  che  noi  espojnamo  un  poco 
più   stesan.enle   lo   lesto,  eh.  duM    ■"    «o- 
pra  dell*  uomo  iniquo.  ^^ 

•+  «■  STESO.  Susi.  Dettai:  Drp.  vt- 
cani.  iSl  Verche  ora  cosi  nel  lilolo  ov. 
sia  bene  ec.  pensò  eh.  che  sia  eh,  fu«. 
M.,i  enato  nello  i.lcso  della  noveUa  II  ) 
STESO.  Add.  da  Stendere  Lai.  exlen- 
.„..  tu"i>    Gr.  <«rlT».u««iv  Amel  9\ 


S  T  E 

Tiiamlu  iu  ialesa  novella  i  miii  {viilaii 
(  cìoi' ,  lunga,  o  Jillusauif  nti-  n;irrntj  )  . 
Cavale.  McJ.  cuot:  Vide  inoìli  Uutiuoli 
del  nimico  stesi  [>cr  terra  ( tioÌ-  .  cli^tcìi). 
G.  y.  8-  71.  IO.  Avcndouc  latUi  ^i  stesa 
uiemoriii  ,  peri'liè  a  ciò  t'uniniu  presenti 
(cioèt  lunga,  difiusa).  E  IO.  i\\.  3.  Era 
&i  steso  per  au<ljcia  tli  «|Uolla  >uj  siienza 
in  coie  iiroìLite  1  ctc'c ,  indulto,  iulervo- 
i-ato  )  .  Jfìoez.  In  refi.  5.  rim.  5.  Di  molle 
e  vaiic  forme  CjKau  la  terra  diversi  aui- 
luali  :  Questi  con  piallo  steso  corpo  eiun-  j 
me  Spaszan  strisciando  lol  petto  la  polve; 
ec.  (cioè  ,  disteso).  •'.=  Cai-a/c.  I*uiigil.  1 
362.  Sudo  levale  le  figliuole  di  Sion  ,  e 
vaDoo  a  collo  Nieso  (  cioè  ,  leso  ) .  Sit/v. 
Jvvert.  1.  3.  12.  Il  eonieiUo  di  Dante,  I 
^leso  da  colui  in  volgare  (cioè,  composto, 
scritto),  f/'y  March.  Lucr.  lib.  5.  Solean 
tremaDti  sigli  ospiti  crudeli  Cedere  i  letti 
lor  sleii  di  fronde.  E  appresso:  In  ((ursta 
guua  a  poco  a  puco  i  letti ,  Stt-bi  d*  ciiie 
e  di  fiondi,  abltaiidonali  Furo  ( cicc  ,  tor- 
niti d*  erlie ,  e  di  fiondi  dìslese  iu  ter- 
ra )  .  (Br)  Saltiti.  Cas.  l36.  K  lien  vero, 
che  iìcconie  eonicdiare  si  dire  da'  Greci 
assolutamente  pei'  motteggiare  anche  fuor 
di  commedia,  e  con  più  sle^o  significato, 
rosi  ce.  e  cioè,  largo  )  .  (?>') 

§.  Steso,  in /orza  (V  avverbio,  per  !sU- 
snmentf.  Lat-  prolixe,  plitribiis  verbis  . 
Gr.  iix  TtOA^fZ-i.  Mor.  S.  Creg.  5.  28. 
Però  un  poco  più  sleso  vojilio  che  anco- 
ra ragioniamo  ih'lla  varietà  di  molti. 

STf.SSEHE.  Contrario  ih  Tessere,  Di - 
sfare  il  tessuto.  Lai.  retejere.  Gr.  «va- 
Au'ìtv.  IJemb.  Asol.  29^.  Come  fu  all'  an- 
tica Penelope  agevole  lo  stessere  la  poco 
innaou  tessuta  tela. 

STESSISSIMO.  Supcrlat.  di  Stesso. 
Lat-  ipsissimiis.  Gr.  ajT'-VaTO:.  lied.  Di' 
tir.  4-  Crescerà  sì  lua  vaghezza,  Che  nel 
fior  di  giovanezza  Tairai  S'enere  stosissi- 
ma.  /*.'  Oss.  an-  I^-  lo  uon  ho  multa  dif- 
ficoltà a  credergli  er.  che  le  vipere  lione- 
ii  Steno  le  slesse  ste^^i>^tme  che  le  ita- 
liane. 

t  STESSO.  Jdd.  Clic  non  è  un  altro. 
Che  non  è  differente;  3/edesimo.  I.at.  ipse. 
Gr.  auT5;.  Bocc.  no%'.  ^j.  16.  Infino  n  qui 
creduto  ahhiamo  che  costei  nella  casa,  che 
mi  fu  quel  di  stesso  arsa,  ardesse.  Vant. 
Par.  3.  Ed  iu,  per  confessar  corretto  e 
certo  Me  stesso  ce..  Levai  lo  capo.  E  17* 
Così  dis&*  io  a  quella  luce  stessa,  Che  pria 
m' avea  parlato.  Veìr,  san,  2i3.  Ma  co- 
m' è  che  >i  gran  ronior  non  suono  Per  al- 
tri   messi,   o  per  lei  stessa  il    senta? 

#  §.  I.  Stesso,  talora  si  unisce  a' no- 
mi, o  pronomi  per  dinotare  con  maggiore 
efficacia  la  persona  ,  o  la  cosa  di  cui  si 
parla  .  Segner.  Mann.  Agost.  3-  3.  Do- 
vendo tra  gli  eletti  slessi  precedere  prima 
i  più  uniti  a  Cristo  per  riccbexya  di  me- 
riti.  (C) 

^  5.  11.  Stesso,  talora  si  apgiugne  a' 
nomi  indicanti  nualclie  qualità  ,  per  di- 
notare che  essa  qualità  si  trova  in  su- 
premo grado  nella  persona  di  cui  si  par- 
la .  J'nrch.  Stor.  12.44*-  ^*  raccomandò 
all'  abate  ile'  Bartolini,  ed  egli  il  quale  non 
pur  eia  gentile  ,  ma  la  gentilezza  stessa  , 
Io  fece  nascondere  segretamente  in  ca- 
sa di  Giovanni  suo  fratello  .  Celi.  Capr. 
lìott.  rag.  4.  Uomo  non  solamente  buo- 
no ,  ma  la  stessa  bontà!   (C) 

^  §.  111.  Stesso,  si  usò  anche  in  lito- 
go  del  plurale  Stessi.  Cavale.  Med.  cuor. 
274*  C'^iti'^  questo  fanno  tulli  gli  pagani 
idolatri,  e  tulli  quegli  che  troppo  amano 
se  stesso,  o  altrui.  E  Discipl.  spir.  i3o. 
Quelli  solo  sono  TÌrtuosi,  a'  quali  segui- 
tando la  divina  grazia ,  fanno  a  se  stesso 
forza.    (F) 

t  §■  \\.  Stessi,  nei  caso  retto  del  mi- 
nor numero  ,  come  Quegli,  e  Questi,  si 


S  T  I 


i387 


trova  talora  ptvsso  gli  antichi.  Dant.  Par. 
5.  Siccome  il  Sol,  che  si  cela  egli  stessi. 
•','  Evitnc.  Siiccb.  nov.  166.  Fa  nel  rapo  tu 
stessi  un  nodo  scorritoio.  Pep.  Decani.  48. 
Sì  dice  egli  stessi  qualche  volta,  che  per 
r  oidinario  si  direbbe  egli  i  tesso  j  ma 
uon  si  direbbe  gii  esso  stessi,  o  quello 
stessi.  (  f'j 

t  *  §■  V.  Talora  si  trova  anche  ne* 
casi  obliqui.  Cavale.  Pungil.  ì^.  Or  per- 
chè mi  lodi  Iu  a  me   stessi!  (  f^  j 

s*.*  g.  VI.  Stesso  ,  vale  anche  Simile  , 
Eguale .  lied.  Oss.  an.  l!\.  lo  non  ho 
molta  difficultà  a  credergli  ce.  che  le  vi- 
pere liouesL  sieno  le  stesse  slessissime  che 
le  italiane.  (Cj 

*  STESSUTO.  /Jdd.  da  Stessere.  Bel- 
ila. Disc.  II.  Perchè  le  filamcnta  perle 
fibre  di  lei  non  sono  stessute  ancora,  ne 
consumale.    (Min) 

STIA.  Gabbia  grande,  dove  comune- 
mente si  tengono  i  polli  per  ingrassar- 
gli- Lat.  cavea.  Gr.  oi/i'otov.  Eir.  Lue. 
I.  I.  Ma  chi  volesse  teneie  un  prigione 
in  modo  che  non  si  fuggisse  ,  bisogne- 
rebbe legarlo  a"  piedi  di  una  botte  di 
trebbiano  ec,  di  una  stia  di  capponi  gras- 
si, ec.  Ai  Matt.  Franz,  rim.  buri.  3.  92. 
E  stando  come  polli  nella  stia  ,  Si  vi- 
vono a  pie  pali  spensierati,  ec.    (B) 

%.  Per  similit.  fu  detto  per  Chiusura 
Jatla  anche  per  altri  animali.  G.  F.  6. 
71.  I.  Uscio  il  detto  lione  della  sua  stia, 
correndo  per  la  terra.  E  io.  187.  i- 
Nacquero  111  Firenze  due  leoni  di  leone  e 
leonessa  del  Comune,  che  stavano  in  istia. 
Frane.  Sacch.  nov.  25.  Il  prete  doloroso 
ce.  ne  fu  menato  cosi  capponato  a  una 
stia,  e  l'a  alquanti  dì  si  fece  curare. 

t  STIACCIA.  Lo  stesso  che  Schiaccia, 
co.ù  nel  proprio,  come  nei  figurato.  Dnv- 
Graz.  Cen.  dclib.  148-  E  noi  potremmo 
trovarci  alla  stiaccia.  Fir.  l'isc.  an.  62.  | 
Il  povero  peregrino,  per  essere  agiato  e 
poco  atto  a  conere,  non  potendo  fuggi- 
re, lìnìase  alla  sliaccia.  L'iion.  Fier.  2..  3. 
Cor.  iSellc  cui  dure  braccia  La  colse  il 
zoppo  alla  'iigegno^a  stiaccia.  /'-'  2.  5.  7. 
E  '1  pevi)  sopra  i  petti  lor  rivoltosi,  Fece 
di  lor  non  mollo  dolce  stiaccia.  7'.'  4-  i* 
12.  Parti,  o  di  questo  mur,  che  li  sta  'n 
faccia.  T'  aspetta  di  restar  tosto  alla  stiac- 
cia. Malm.  7.  24.  E  che  sia  il  vero,  te- 
de ve  ne  faccia  II  Garani,  scampato  dal- 
la stiaccia. 

STIACCIARE.  Schiacciare.  Lat.  colli- 
dere, elidere,  opprimere.  Gr-  y.KTy.pdz- 
Tiiv,  5U"//jCou£iv.  Buca.  Eìer.  4-  !•  i- 
Fistiator,  che  alla  testa  di  due  strade  Par 
che  uccellino  a  le,  messoli  in  mezzo.  Per 
istiacciarti  il  capo.  E  4-  2.  5.  Sliaccitis'il 
bicchiere.  Dove  '1  palato  il  tocca,  e  vada 
giù.  Cani.  Cam.  34-  Se  e' è  alcuna  ,  a 
chi  la  fava  piaccia  ,  La  meglio  infranta 
ablnam,  che  ci  si  faccia,  Con  un  pcstel 
che    infino   i   gusci    stiaccia. 

g.  Per  Taroccare,  incollerirsi s  che 
anche  sì  dice  Stiacciar  com'  un  picchio. 
Buon.  Fier.  4-  i-  6.  Stiacciano  e  cuocon 
bue.  Che,  per  qnant'  io  mi  credo,  Vor- 
rcbbono  ire  altrove.  Cccch.  Esalt.  Cr.  4. 
7.  lo  detti  un  canto  In  pagamento  ,  e 
1'  ho  lasciato  in  chiusa.  Che  stiaccia  co- 
m'  un  picchio.  Malm.  9-  56.  E  di  quel 
tiro    stiaccia   come    un    picchio. 

STIACCIATA.  Schiacciata ,  Focaccia. 
Lat.  placenta  .  Gr.  Triaxs-j^.  Fir.  As. 
174.  E  tutte  queste  trappole  e  questi  in- 
ganni t'avverranno  la  mercè  di  Venere  , 
a  cagione  che  tu  ti  lasci  trar  di  mano 
una  di  quelle  stiacciale.  Fase.  Spir.  5.  p. 
3/.  Ringraziata  sia  santa  Chiara.  L.  E  la 
sua  stiacciata  benedetta.  Buon.  Tane.  4- 
2.  Tale  un  penzol  d'  argento  in  scn  si 
pone,  Che  non  ha  pan  da  fare  una  stiac- 
ciata.  Malm.    7.21.    Ben    se    n'avvede,  e 


già  mette  a  entrala  Di  macinarsi,  e  fare 
una  stiacciala  {qui  figuratamente,  cioè, 
stiacciarii,    stritolarsi  ). 

STIACCIATINA.  Pim.  di  Stiacciata. 
Maini.  1.  52.  E  per  lo  meglio  si  risol- 
se al  fine  Tornare  a  rasa  a  queste  stiac- 
ciatine. i['  l'ro.r.  Fior.  part.  3.  voi.  1. 
Cic.  pag.  208.  Bcmhè  ser  Agresto  dica 
che  mandasse  per  una  stiaeciatina  un- 
ta, ec.  e/;; 

STIACCIATO.  Jdd.  da  Stiacciare  j 
Schiaccialo.  Lat.  cUsu.t,  oppressus,  Gr. 
«ZTe&/ijU/ut£'vo;.  />or^h-  Hip.  321.  Si  veg- 
gono di  sua  mano  una  nostra  Donna  den- 
tro nel  marmo  di  stiaccialo  rilievo.  Bi- 
cett.  Fior.  5o.  La  noce  nioscada  è  il  frut- 
to di  un  arbore  delle  Moluche  ce.  ,  il  qua- 
le produce  la  noce  moscada  di  grandezza 
ce,  quanto  una  pesca  mediocre,  ma  più 
stiacciata. 

STIACCIATONA  .  Stiacciata  grande. 
Buon.  Tane.  l\.  9.  Tornava  appunto  mo- 
gliama  dal  forno,  E  aveva  in  grcndjo  quat- 
tro stiacciatone. 

STI  AFFO.  Schiapo.  Lat.  alopn.  Gr. 
J(o)«©o^.  Cant.  Cam.  197.  Del  liuto 
al  tempo  andiamo  Col  pugna!  ,  culate  e 
stiaffi.  lasc.  Sibili.  4.  4-  ^*^  '"  """  aves- 
si rispetto  a  questi  Gentiluomini  ,  io  ti 
darci  uno  stiaffo. 

STI AM AZZARE.  Schiamazzare. 
STIAMAZZO-  Schiamazzo.  Lat.  cla- 
mor. Gr.  /cv.vyn.  Dav.  Colt.  197.  Tra 
la  gente  che  viene  a  vedere  ,  e  noia  e 
sturba,  e  gli  stìamazzi  spaventa.  Borgh. 
Bip.  l32.  Nel  quale,  senza  esser  veduto, 
l'uccellatore  colla  civetta,  cou  lH  stìamaz- 
zi, e  con  gli  altri  suoi  strumenti  al  tem- 
po convenevole  esercita  1'  arte  sua.  Buon. 
Fier.  5.  I-  6.  Zufolate ,  bussate,  agli 
stianiazzi,  Alla  civetta  olà  (  in  (fuesti  esem- 
pii è  nel  .lignificato  del  §.  I.  di  SCHIA- 
MAZZO )  . 

S^1A^CI'0.  /'.  SCHIANCI'O. 
'.'  STIANTAGIRAADOLE.  Dicesi  di 
Chi  inventa  e  narra  cose  fantastiche  j 
Fantaslicatore.  Be/lin.  Ì  i.ic.  I.ll3,  Egli 
è  una  bozza,  e  una  fiaba  stdcnoe  ec.  di 
piantarci,  e  di  ficcarci  la  quale  s'  indu- 
striò quel  macchinista  beflàrdo  ,  quel 
baione,  quel  pancacciere  stiantagirandole 
di  queUo  scioperalo  di  Luciano.   (Cj 

STIANTALE.  Schiantare.  Lat.  discin- 
dere, evellere ,  eradicare.  Gr.  sxpi^oOv. 
Cant.  Cam.  8  E  chi  tagliando  fa  V  oro 
stiantare  Nel  filar  ,  sempre  dolersi  udìi-e- 
te.  E  235  II  forte  covdovan  morbido  e 
netto  In  pregio  alto  si  tiene  ,  Perchè  le 
forme  e  Ì  colpi  del  bussetto  Senza  stian- 
tar sostiene.  E  296.  E  qualche  volta  gli 
è  rotto  e  stiantato".  Malm.  6.  84-  Pluton 
diede  con  tutti  una  risata,  Che  fecegll  stian- 
tar sino  il  brachiere. 

STIANTATO.  Add.  da  Stiantare.  Lai. 
discissus.    Gr.    c'caox^'^-'-* 

-.:-  STIANTATURA.  F.  SCHIANTA- 
TURA.    (B) 

•f  t^  STIANTEBECCIO.  Add.  Che 
agevolmente  si  stianta.  Cant.  Cam.  pag. 
2'j5.  {  Cosmopoli  1750  )  Legne  stiante- 
recce    Ci    i'd   far    triste  lafore.  (Ai 

STIANTO.  J.o  stiantare.  Lai.  eriJj/o, 
fractura.  Gr.  ì/.'j-y.lpói,  /)«5-i;.  Cant. 
Cam.  48.  Che  'n  certi  bei  fregelli  stianti 
fanno  Da  fargli  lur  pagare.  ♦  Benv.  Celi- 
Ore/.  42.  Essendo  di  necessità  che  nel 
lavorar  1'  opere  sempre  vi  nasca  qualche 
piccolo  buco,  o  stianto,  ev.  (B) 

STIANZA.  Schianza.  Lai.  crusta.  Gr. 
7T)a^  Farch.  Stor.  \\.  527.  Lo  trovarono 
roso  dello  stomaco  quanto  un  barde,  con 
una  stianza  nera  sopra  quel  roso.  F'ir.  rim. 
14.  Or  te  ne  leva,  lo  'I  pur  dirò,  vergo- 
gna ,  Va  altra  volta,  e  più,  se  più  biso- 
gna. Una  stianza  di  rogna.  Malm.  6.  44" 
Nepola  mena  allora  alle  sue  stanze.  Che 


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S    T    I 


S  T 


S  T   I 


i  paramenti  avcan  di  cuoi  umani  Ricama- 
ti di  fì(;n(ili,  e   di  atianzc. 

STIAPPA.   Schiappa. 

%.  Per  Ischeggia.  [.ut.  assit/oj  schidia, 
scandtifit.  Gr.  9X'''°^'  5;fi'^i5v.  Buon. 
Ficr.  /(.  4'  5.  E  s|  iuc,  e  sterpi,  e  stop- 
pie, e  sliappe,    e  sprocchi. 

STIAKE.  Tenere  in  istìa.  I  at.  cavea 
inciti  su  m    delinerf. 

STIATO.  j4dd.  da  Stiare;  Tenuto  in 
istin-  Lai  fa\-ea  detenxus.  Gr.  ev  xu^rip 
xaTS^o'/^evo;.  /.'non.  l'ier.^.  z.  I.  Se' miei 
polli  aliati  Non  heziicano  lor  le  groppe  a 
sodo.  Bezzicata   mi  sia  la  mia  da'  lupi. 

STIATTA.  Schiatta.  Lat.  stirps,  prò- 
genies,  prosapia.  Gr.  '/evce^.  Din.  Comp. 
I.  7.  Il  Vescovo  d'Arezzo^  come  savio 
uomo,  rc<nsidcrandi)  qurl  che  avvenire  ^li 
potrà  dellii  guerra ,  cercava  palleggiarsi 
ro' Fiorentini,  e  uscire  con  tutta  la  sliatta 
sua  d'  Arcuo.  7-!  i.  19.  Multi  cittadini 
tirarono  da  loro,  e  fra  gli  altri  messer  La- 

£)  Salterelli,  e  mes!>cr  Donalo  Ristori  giu- 
ci,  e  allre  potintì  sliatte. 

STIAVINA.  Schiavina,  hai.  cento,  cen- 
itmculus.  (ir.  e j^p'a^/ta.  ^«0/1  Fier.  3. 
3.  C).  Vedrò  se  'n  guardaroba  tu  lascia- 
sti Per  sorte  una  stìavina.  I:  [\.  3-  4-  I*^ 
poter  mal  soffrir  ferri  e  stiaviua.  E  t\. 
q.  5.  Gillar  giù  la  stiavina,  e  della  spor- 
ta Sgiavatcsì  le  spalle,  in  quella  vece  Por- 
vi uno  stioppo, 

t  STIAVITU',  e  STIAVITUDINE  . 
Voci  poco  usate.  Schiavitù.  I.a.X.  captivi tas. 
Or.  «i//jLa).W7i*a  .  Jiuon.  Fier.  4-  5.  3. 
S'  e^li  avvìcn  che  turni  Di  stiavitudin  li- 
hcrato  riuQb. 

STIAVO.  Schiavo,  Lat.  scrvus,  capti- 
vuSf  mancipium.  Gr.  cfvSpelTtoSov.  Buon. 
Fier.  2.  4-  27-  Naviganti  d'amor,  stiavi 
di  dame. 

STIDIONATA.  Quel/a  quantità  di  vi- 
vanda che  si  arrostisce  in  una  sola  volta 
collo  slidionc  .  Buon.  Tane.  1.  Interm. 
Oli  che  belle  slidìonate ,  Se  da  noi  son 
ramatale  1 

STIDIONE.  Schidione.  Lat.  vera.  Gr. 
Ò2,>.ìài.  lìicett.  Fior.  8l-  Le  cose  che  si 
arrostiscono,  si  tengono  vicino  al  fuoco  in 
uno  stidionc  ,  voltandole  continuamente  . 
Buon.  Fier.  3.  1.  5.  E  quel  che  ti  ferì 
dolce  quadrello  ,  (Chiamalo  uno  stidionc  . 
Ma/m.  2.  18.  Perchè  bucar  sentitosi  in 
un  fianco  ,  Si  vedde  prima  uscirne  uno 
stidionc  . 

STIDIONIERO.  Che  porta  lo  stidio- 
nc ,  armato  di  stidionc  .  Buon.  Fier.  3. 
I.  5.  Lei  che  dicesti  arciera,  Dira'la  sti- 
(Uoniora  . 

STIE.NA  Schiena.  Lat.  dorsum  .  Gr. 
v&JT^v.  fhion.    Fier.  1.  3.  y.   Vogliam  noi 

{trevcnir  con  qualche  pena  La  moilitota 
or  ribalderia,  E  romper  lor  quest'aste  in 
su  la  stiena?  ^  J.or.  Med.  Beon.  cap.  8. 
ISÌ»  pria  Ir  sticne  ulli  nostri  occhi  volse  , 
CW  e    ri  pareva  al  culo  un  cavriolo,  ec.  (B) 

STIETTAMENTE.  Àvvcrh.  Schietta- 
ntcntr.  Lat.  sincere,  candide,  pure,  sim- 
pltcitvr  .  Gr.  xa^otfoj;  ,  aTr>w;  .  Circ. 
Geli.  2.  44"  P''''''bè  voi  caschiate  in  que- 
sti tut  oiivenit-nti,  ella  (In  /mf»rn>  ha  fatto 
che  voi  mesc<iliate  coi  cilii  di  quelle  cose, 
«he  erano  stiettamentc  obietto  dell'  odo- 
rato . 

STIETTE7.ZA  .  Schiettezza.  Lai.  sin- 
cvritas,  condor,  puritas,  simplicitas.  Gr. 
/KSapoT*)^,  c':tìot>5>. 

't  S-  Fifiuralnni.  fwr  Agilità  ,  Sotti- 
gliezta.  JVov.  ant.  lOO.  16.  Quando  l'uo- 
mo e  ben  compreiiionalo  o  ben  sano  ,  si 
.togna  eh*  egli  corre,  o  vola,  per  la  isliet- 
Irzza  degli  spirili. 

STIETTISSIMAMENTE  .  Superi  di 
Stiettamentc . 

STIETTISSIMO.  Superi,  di  Sltetlo 

^TILTTO.   ^dd    Schietto.  Lat.  since- 


iNS,  tìierus ,  puru.s  ,  candidus ,  simplex- 
Gr.  /aìycs'i,  «ttÌoÙ?.  lìorgh.  Arm.  5o. 
Ora  de'  colori  slietti  porhissimc  si  trove- 
ranno l'arme.  Buon,  l'ier.  I.  1 .  2.  E  di 
lutti  i  successi  Vo*  relazioni  stictte  e  pon- 
derate . 

n--  STIEZZA  .  Scheggia  .  fìeav.  Celi. 
Vit.  2.  88.  Mi  venne  dritto  gli  occhi  a 
certe  sliezzc  sottilissime,  le  quali  mi  era- 
no avvanzate.  (C) 

t  5  STIF1CAN7A.  l'.  A.  Signifcan- 
za. 

f  §.  I.  TVr  F.tpetta:ionej  ed  è  pur 
/*.  j1.  Lai.  expcctatio  ,  indoles  .  Gr. 
yi/ot;.  Fiamm.  4-  l38-  Del  quale  ^y/.*crt- 
nioj  Vcrgilio  tanti  versi  d'ottima  stifìcanza 
di  giovanetto  disrrissc  (così  i  buoni  lesti 
a  penna  j  gli  stampati  per  errore  hanno 
teslificanza  )  /'.  /.  II.  79.  I.ssendo  d'a- 
•Tpetio  e  di  stifìcanza  di  farsi  in  esse  valcnlre 
uomo.  Ott.  Com.  l'urg.  7.  lo3.  Questi 
morì  giovanetto  ,  pieno  «li  buona  stifìcan- 
za .  /-li'.  Dee.  3.  rViuna  paura  d'  iddio  , 
ninno  giuramento,  o  ninna  religione  ebbe: 
con  cotale  slifiranza  di  virtù  e  di  vizìi  tre 
anni  nnlilo  sotto  Asdrultale  f  il  lat.  ha  : 
cum  hac  indole  ).  E  appresso:  Costui  era 
venuto  a  somma  stifìcanza  per  la  distipli- 
na   di   Gneo   Scipione. 

'^  §.  IL  f'er  Importanza  j  ed  e  pur 
7'.  j4.  u  M.  /'.  9.  5i.  Quello  che  se- 
gue ,  tutto  paia  <la'  prinripìi  suoi  da  po- 
co curare  j  e  di  uicciola  sti6caDza  ec.  può 
generare  divisione  e  scandalo  nella  nostra 
cilla  ».    fC) 

t  STIFICAHE.  J'.  A.  Significare.  Lat. 
tcstari,  significare.  Gr.  fxy.fTvpùv,  cyja»»'- 
vitv.  Com  JPurg.  7.  La  madre  essendo  in 
lui  gravida  ,  sognò  eh'  ella  partoriva  una 
vcrf;a  che  toccavi!  il  ciclo:  la  qual  cosa  vol- 
le stifieare,  eh'  ella  partorireld)e  uomo  che, 
pailan<bi  dell'  alle  cose,  toccherebbe  il  cic- 
lo (così  ha  il  Mss.fConic  avverte  la  stampa 
alla  pag.  ()3  ). 

STIGA'mE>TO.  7.0  stigare,  Stigazio- 
ne.  Lat.  instigatio.  Gr.  TTa^o'sjuviOt;.  il/or. 
S.  Orcg.  l5.  7.  Che  dobbiamo  noi  adun- 
que iritemlere  per  li  piccoli  aspidi,  se  non 
i  segreti  stigamenti,  ovvero  1'  ociulte  ten- 
tazioni Ai  r]ue11i  spirili  immondi  1 

SriGAHE.  Instigare  .  Lat.  ìnstigare . 
Gr.  TTacc^Jvecv.  7>av.  Scism,  48  Lo  sti- 
gò  il  Diavolo  a  spoj;liare  i  conventi.  Tac. 
Dav.  Ann.  I.  5.  La  cupidigia  <lel  domi- 
nare d'essa  fu  che  lo  sligò  giovinello  pri- 
vato a  sollevar  con  doni  i  soldati  vecchi. 
7-:  Star.  4.  358.  Tutore,  Classico.  Civile, 
ciascuno  nel  suo  posto  stigava  i  suoi  a 
combattere  . 

STIGATO.  Add.  da  Sligarr.  Lai.  in- 
stigatus.  Gr.  :ry^5?yv3ii'$.  M.  J'.  7.  la. 
Stigato  dal  peccato  non  purgato  ne  am- 
mendato dei  Franceschi,  si  levo  in  parla- 
mento. Tac.  ì^av.  Ann.  \.  j3.  Segno  di 
grande  e  non  placabit  movimento  agli  al- 
ti intenditori  de'  militari  animi  fu  il  ve- 
derli non  isbraneati ,  ni;  sfigati  da  pochi, 
ma  uniti  accendersi  ce.  Dav.  Svisin.  66. 
Viva  per  ctdpe  loro, ma  slìgatu  dagli  ere- 
tici per  levarsi  dinanzi  callolici  tanto  |hi- 
tenti . 

STIGAZIONE  .  Instigazione .  lai.  in- 
stinctiis,  hortatiis,  ìmpul.fii.<.  Gr.  TTa^a*- 
Cfnniii.  M-  /  .  4-  7^*  ^'"'^'-^  *i  guaitlu  dì 
muoversi  ,  alla  sligationc  ,  e  conforto  de' 
Ghibellini  d'  llalia- 

•f  #  STIGE  .  Terni,  de' Htilo7ogi .  il 
jtecondo  de'  fiumi  infernali.  Dant.  ìnj.  t), 
Vid'  io  pili  di  mtir  aiiìtnc  distrulle  Fug- 
gir cosi  dinanzi  .iti  un  eh*  al  passo  Passa- 
va Stigc  con  le  pianto  aiciutle.  /.'  14.  Lor 
corso  m  que>la  valle  sì  diroccia  ;  Fanno 
Adicronte,   Suge   e   Flegetonla,  ee.  (A) 

«  STIGIO  Add.  Vello  Stige  ,  In/ir- 
nate  ■  Chìaf-r  PiTm.  Gli  ocelli  gli  rac- 
rhiutlea  tiigin  letargo.  fAj 


#  §.  Per  similit.  Nero,  Oscuro.  Amet. 
12-  Il  Cielo  ce.  chiudersi  di  nuvoli  sti- 
gii.  7C  16.  Soltilìssime  ciglia  ec.  di  «ulorc 
sligio.  ^V; 

t  "•=  STIGMA.  Ì'.A.  Stimate.  Feo  Belc. 
37.  (7-'ir.  l485)  Per  quelle  selle  stìgme  che 
avesti  Da  Gesù  Cristo  nostro  Salvato- 
re.  (F) 

STIGNEBE,  e  STINGERE.  Tor  via 
la  tinta  e  '/  colore  j  e  in  signific.  neutr. 
/■erdergli.  #  Bari.  Stor.  Jt.  lib.  2.  cap. 
l3.  Ben  può  consumarsi  un  tal  panno  dal 
tempo,  e  logorarsi  dall'  uso,  dod  pero  sii- 
gncrsi.   (CP) 

%.  I.  Per  similit.  Dant.  Purg.  1.  Gli 
lavi  il  viso  ,  Si  eh'  ogni  sucidume  quindi 
.stinga  .  ftim.  ant.  mess.  Cin.  37.  E  con 
y  altra  in  la  mente  mi  dipinge  L'd  piacer 
simile  in  si  bella  foggia,  Che  l'anima  guar- 
dandoi  se  ne  stinge. 

§.  IL  J'er  l:stinguere .  Lat.  exttngue- 
re.  Gr.  c6«v;  JEtv.  Dant.  Par.  3o.  A  poco 
a  poro  al  mio  veder  si  stinse  .  /firn,  ant, 
fìant.  Maìan.  8l.  E  lo  disio  noD  s' attuta 
ne  sligne  Dì  lei  amare. 

—  g.  111.  />r  Denigrare,  Oscurare. 
Benv.  Celi.  Vit.  1.7.  Gloriandomi  mollo 
iiiù  ec.  aver  dato  qualche  onoralo  princì- 
pio alla  casa  mia  ,  che  s' io  lussi  nato  di 
gran  lignaggio,  e  con  le  mendaci  qualità 
io  l'avessi  macchiata,  u  stinta.  (C) 

#  STILACCIO.  Peggiorai,  dt  StUe  nel 
senso  di  Modo  di  comporre.  Lasc.  Bim. 
2.  260.  Clie  hai  tu  fallo  altro  mai  che 
UD  sonetiino  Asciutto,  secco,  stiracchiato, 
e  gretto.  In  istilaccio  furfante  ,  e  meschi- 
no? (C) 

STILARE  .  Praticare  ,  Costumare  , 
Procede  fv  j  termine  curiale.  Lai.  ohtine- 
rt ,  in  usu  esse,  usurpari.  Gr.  it^iVfti- 
vov  et  vai. 

•f  STILE.  1  erghetta  sottile,  fatta  di 
piombo  o  di  stagno  ,  la  quale  sers't  per 
tirare  le  prime  linee  a  chi  vuol  disegnare 
con  penna.  Lat.  .tlylus .  Gr.  ypafuov  . 
Bocc.  nov.  55.  3.  Ninna  cosa  ec.  fu  che 
egli  collo  siile  e  colla  penna,  o  col  pen- 
nello non  dipìgnessc .  Dant.  Purg.  12 
Qual  di  pennel  fu  maestro  e  di  siile,  Che 
li  traesse  1'  ombre  e  i  traili  eh'  ivi  Mirar 
farìcDo  UDO  'ngegno  sottile?  Petr.  son. 
58.  eh'  a  mio  nome  gli  pose  in  man  lo 
stile  . 

g.  I.  Stile,  per  Quel  ferro  acuto  con 
cui  gli  antichi  scrivevano  sulle  tavolette 
incerate.  Lai.  st^lus,  grnphium.  Fiorett. 
Crvn.  L' uccisoDo  con  istili  da  tavolellc . 
che  altre  armi  non  avrano. 

§.  II.  Per  similit.  Cr.  5.  l6.  3-  Se 
fosse  da  veiniini  molestalo  (  il  nespolo  )  , 
si  si  dee  da  e»sì  liberare  e  purgare  con 
uno  slil  ili  rame,  ec. 

#  Ì-.  111.  Stile,  per  Chiavistello.  Sal- 
via. Disc.  3.  84.  Benissimo  sì  dice  stile 
il  chiavistello  ,  perciocrhi*  è  appuntato  , 
perchè   entri  più  facìlmeule.   (Cj 

^.  IV.  .\tile ,  diciamo  anthe  a  Legno 
tondo  e  lunghissimo  e  diritto,  ma  che  non 
ecceda   una  certa  grossezza. 

$.  V.  /•;  per  Qualsivoglia  altro  legna 
piccolo,  rome  manwo  di  falce  ,  o  simili. 
7hal.  S.  Creg.  2.  7.  Tagliando  lo  pre- 
detto Gotto  Ir  spine  ,  e  dtslK>sraDdo  con 
tulio  suo  potere  ,  lo  ferro  usceite  dello 
stile  ,  e  cadde  nel  lago  .  E  appresso  : 
Prese  di  mano  del  Gollo  lo  stile  ,  r  mi- 
sclo  nel  lago  ,  e  incontanrnle  lo  ferro  di 
profondu  loruò,   ed  entro  nello  siile. 

*  g.  VI.  Per  Tronco  ,  o  Fusto  iteli' 
affcto  ,  o  altro  qualsìsia  all'ero  lungo  e 
rimondo,  di  cui  si  srn-ono  gli  Arcftitetl. 
per  fare  i  ponti  in  luoghi  eminenti  dell' 
edificio,  e  a  più  altri  usi.  Diersi  più  comu- 
nenirnlc  Af*ctclla    lialdin.  Voc.  Pis.fAj 

STILE.  (ìuatilà  e  Modo  dt  dettare, 
sì  dt  prosa  ,  cvma  dt  verso  .    Lai.  forma 


S  T  I 

tiìrfttdi,  st^ftts .  Gr.  yyprixrr'p  .  Patti. 
tnj\  1.  Tu  se' solo  colui,  da  cu' io  tolsi 
l-o  Lello  stile  die  m'  h;i  fjito  onore  .  £" 
Pitrg.  24-  t'he  '1  Notaio  e  Guidone  e  me 
ritenoc  Di  qua  dal  dolce  stil  nuovo  rh' 
'  odo,  ce.  Pelr.  xon.  20<1  Parrh  l'orse  ad 
ialcun  ,  che  'n  lodar  quella  ,  Ch*  ì*  adoro 
io  terra  ,  errante  sia  '1  n)io  stile.  /',"  scn. 
271.  ^è  d' aspelldto  lien  Tresche  novelle, 
Kk  dir  d'amore  in  stHi  ahi  ed  01  nati.  /'." 
ean£.  l^l.  ^.  Kd  alzava  '1  mio  stile  Sovra 
di  sé,  dov'  IT  non  pona  giro.  Tac.  pav. 
j4nn.  l\.  l88-  Ragunaia  poetutii  novel- 
lini, metteva  !t»ro  innanzi,  e  facrva  levare 
e  porre  e  ralilKTcìare  i  versi  suoi  ;  e  hen 
si  paiono  ,  allo  stile  rollo  ,  stentalo  ,  non 
Hi  Vena,  ne  d'  un  solo. 

STILE.  Costume f  Modo  di  procedere  . 
Lat.  consitetueto,  mos.  Gr.  rùó~o:.  Petr. 
cans.  /|6.  5.  Ond'  io  vo  col  pensier  can- 
giando stile,  fi  svn.  200.  Però  s'oltra  suo 
stile  ella  s'  avventa.  Tu  '1  lai.  Cron.  Mo- 
re/i. 261.  Tenendo  questo  siile,  non  po- 
trai essere  di  troppo  in-.-annato  .  E  267. 
Dico  che  a  mio  pnrerc  è  da  tenere  e  da 
seguitare  questo  stile  di  sopra .  v  Sefir. 
Fior.  Disc.  I.  cap.  52.  Se  quelli  cittadi- 
ni che  gareggiavan  seco  avessero  preso  lo 
siile  suo  di  lavorirc  d  popolo,  gli  venivano 
ee.  a  trarre  di  mano  quelle  armi  .  Tax.r. 
j4mint.  I.  I.  Se^jui,  seguì  tuo  stile.  Osti- 
nata che  sei.  (Cj 

*  g.  Sti/e^  dicesi  anche  a  Ciò  che  si 
pratica  ordinariamente  in  certi  luoghi,  o 
in  certe  occa.tionì  .  Cns.  lelt.  38.  .'^i  po- 
trà rispondere  a  sua  Santità  che  il  gran 
mastro  non  coocederebhe  mai  licenza  per 
amendue  le  commende  ,  ne  anco  per  una 
sola,  se  non  con  condizione  che  Monsignor 
Instiniani  assicurasse  il  mastro  che  1'  altra 
dovesse  andare  a  chi  la  tocca  secondo  lo 
stile,  o  legge  di  quella  religione.  (  C) 

STILETTARE.   Ferire  con  isti/etto. 

STILETTATA  .  Coìpo,  o  Ferita  data 
con  isti/etto  .  *  Pros.  Fior.  6.  aSp.  A 
ogni  minimo  cenno  di  male  (  /'  inocon  - 
driaco  }  si  melle  nel  letto;  ogni  pìccol 
6ato  che  passi,  l'ha  per  una  stilettala  che 
Io  ferisca.  (*) 

STILETTATO.  Jdd.  da  Stilettare. 
Segner.  Mann.  ^gcst.  2^.  2.  Piima  mo- 
rire hruciato ,  stilettato ,  svenato,  che  mai 
peccare  . 

*  g.  Spade  stilettate  ,  diconsi  Quelle 
spade  che  hanno  la  punta  a  uso  di  sti- 
letto. Pffnd.  ant.  Spade  slilettate,  cioè  con 
punte  lunghe  a  uso  di  stiletti.   (/I) 

STILETTO  .  Spezie  d'  arine  corta  da 
offendere,  che  dicesi  anche  Stilo.  Lai.  si- 
ca .  Or.  ftf ov  .  Scrd.  lett.  l^.  85<).  In61- 
«ata  in  alcuni  stiletti,  o  punteruoli.  ^  Sai.- 
vin.  Seno/,  lih.  3.  pag;  ^5.  Preso  uno  sti- 
letto ,  di  concerto  con  Iperante  entro  di 
notte  nella  casa  d'  Arislomaeo  ,  e  Irovolo 
coricato  ec.  Io  colmo  d*  ira  colpisco  in 
pieno  Aristomaco.  (7fj 

g.  Stiletto,  per  Piccolo  stile,  nel  primo 
^ignific.  JUrgh.  Bip.  i38.  Si  può  dise- 
gnarvi sopra  con  isliletto  d*ariento.  Jìeiiv. 
Celi.  Ore/.  87.  fi  deMie  er.  disegnare 
con  uno   stìIeUo  di  acciaio   brunito. 

«  STILIFORME  .  Term,  de*  Natura- 
listi. Che  e  conformato  a  guisa  di  stile. 
Che  è  sottile  come  uno  stile.   fj4) 

STILIONE.  ;•.  A.  Stellione  ,  Taran- 
tola  .  Lat.  steli  io  .  Gr.  ysrJì&jTy;;.  Mar. 
S.  Greg.  6.  4  Lo  slUione  s'aiuta  con  le 
mani,  e  abita  nelle  case  de'  Be. 

STILLA.  Picciola  gocciola.  l.at.  stilla. 
Gr.  ffTa>'^*v.  Dant  Par.  7.  Io  dubitava, 
e  dicca,  Dille,  dille,  Fra  me,  dille,  dice- 
Ta,  alla  mia  donna.  Che  mi  disseta  colle 
dolci  slille.  Petr.  son.  2^7.  Stilla  d'acqua 
non  vicn  di  queste  fonti.  E  son.  2o5.  Fu 
breve  slilla  d' infiniti  abissi.  Mor.  S.  Greg. 
Que&to  egli  appella  piccola  stilla  de' suoi  paV- 


S  T  I 

Limenli  ce.  Noi  abliiamo  veduta  una  pie 
cola  slilla,  ovvero  gocciola,  de' suoi  par- 
lamenti . 

STILLAMENTO  lo  stillare.  "Lai.  stiì- 
latio  ,  destillatio  .  Gr.  OTa/ay^o^  .  Vav. 
Craz.  Cos.  1.  i33.  Muove  miniere,  cave, 
marmi,  ordigni,  segreti,  stillamenti. 

t  ST1LLÀ.\TE.  Che  stilla.  Che  goc- 
ciola. Lai.  stillans,  destillans , Jìuens.  Gr. 
7T«>a;wy  Oiwrf.  Pist.  186.  E  così  la- 
mentandomi ,  le  lagrime  scorrono  dagli 
stillanti  occhi  .  Petr.  cnnz.  ^p-  Q-  Medu- 
sa e  r  error  mio  m'  bau  fatto  un  sasso 
D'umor  van(»  .vtìllantc.  *  yilam.  Jvarch. 
6.  28.  Mosse  il  fido  Bavcn  tutto  pietoso, 
E  ,  di  tema  ripien  del  colpo  rio.  Tirò  lo 
strai,  che,  inlorno  sanguinoso.  Della  pia- 
ga stillante   fuori  uscio.    (lì) 

STILLABE.  Cavare  l'umore  di  qua' 
lunque  cosa  per  forza  di  caldo ,  0  col 
mezzo  d*  alcuni  strumenti  fatti  per  ciò  . 
Lat.  stillare,  ^utfas  emitlere,  e.rpnme~ 
re.  Gr.  ■  v^Ta/Kiciv.  Socc.  nov.  3i.25. 
Falle.si  venire  erbe  e  radici  velenose  ec., 
quelle  stillò.  F  nov.  ^O-  6.  Fé  la  mattina 
d'una  sua  certa  composizione  stillare  un' 
acqua,  la  quale  l'avesse  ec,  a  far  dormi- 
re. Picett.  Fior.  q5.  Questo  modo  di  co- 
lare si  chiama  slìlJare  ,  o  passare  per  fel- 
tro .  /."  108.  L'  cibe  troppo  umide  ec.  si 
stillano,  acciocché  durino  assai,  per  istufa 
secca.  Pav.  Man.  107.  Kelle  viscere  del- 
la terra  il  Sole  e  I'  interno  calore  .  quasi 
stillando,  ca\ano  i  sushi  e  le  sostanze  mi- 


che pei  pori    colate    nelle    vene  e 


nelle  proprie  miniere,  e  quivi  corgelate  , 
e  dal  tempo  indurile  e  stagionate,  si  fan 
metalli . 

§.  I.  Per  similit.  Frane.  Sacch.  nov. 
83.  Tommaso  stillava  su  per  Io  letto  ,  e 
fece  orecchi  di  merralanle. 

§.  II.  Per  Infondere  .  Lat.  instillare  . 
Gr.  ev(rTc)y'CEtv.  Pant.  Par.  zS.  Tu  mi 
stillasti  collo  ^lil!ar  suo  .  Petr.  son.  281. 
Spirto  già  invitto  alle  terrene  lutlc ,  Ch* 
or  su   da!   ciel   tanta  dolcezza  stille. 

't  *S-  "'•  '  metaf  detto  delle  pa- 
role. Sen.  Pist.  85.  li<  n  è  vero,  che  coni' 
io  non  voglio  ,  che  versi  le  j-arole  ,  cosi 
non   voglio  ch'egli  le  stilli.  ( Fj 

§.  IV.  Stillare,  neutr.  ,  per  Uscire  a 
gocce.  Scaturire.  Lat,  stillare,  guttatim 
fi  nere  .  Gr.  7TC/)  «'T-riv  .  P^ant.  Par.  20 
L'altra  per  grazia,  clic  da  si  profonda 
Fontana  stdla  .  Cr.  l\.  3o.  I.  Il  mosto, 
che  di  quelle  slilla  ec,  metti  in  qiicl  me- 
desimo di  ne'  vasi  impeciati  dentro  e  di 
fuori.*  j4ng.  ^fef.  1.  23.  J"til]ava  il  mei 
dagli  elei  e  dagli  olivi;  Correan  nettare  e 
lalle   i  fiumi,   e  i  rivi.    fDj 

§.  V.  Stillar  del  caldo,  si  dice  del  Pa- 
tir soverchio  calore  j  tolta  la  metaf.  dal 
disfarsi  e  liquefarsi  che  fan  le  cose  nello 
stillarsi.  Lat.  desudare,  astuare  ,  suda- 
re.  Gr.  x&SiOfOjv. 

§.  VI.  Stillare  ,  neutr.  ,  per  Chiarifi- 
carsi ,  Farsi  lìmpido  a  guisa  d*  acqua 
stillala.  Lat.  clarifcari .  Gr.  ia/ATTjSuvs- 
nS'ai  .  Lih.  Viagg.  Ivi  son  vantaggiali 
vini  di  novello,  cioè  di  vendemmia,  e  poi 
r  altr'  anno  sono  potenti  e  più  chiari ,  e 
quanto  più  stanno,  tanto  più  stillano. 

§.  VII.  Per  lo  Cadere  dell'  acqua  mi- 
nuta dal  cielo  ,  Spruzzolare.  Lat.  leviter 
pluere  .  Gr.  Jayi'^iiv  .  31.  F-  ^.  7.  Il 
terzo  di  comincio  a  stillare  minuto  e  poco, 
ed  il  quarto  a  piovere  aVbondantemente. 

g.  Vili-  Stillarsi  il  cervello,  vale  Fan- 
tasticare, Ghiribizzare,  j4fatnar  P  intel- 
letto, Mulinare;  che  anche  diciamo  J3ec- 
carsi  il  cervello  .  Lat.  suum  cor  edere  . 
Simile  appresso  Omero  .•  0%  "rv pò v  /«te- 
Ciiv.  pareli.  FrcoL  67.  Ghiribizzare  er. 
si  dicono  di  coloro  i  quali  si  stillano  il 
cervello  ,  pensano  a'  ghiribizzi  ,  ec.  Pern. 
Ori.  I.    18.  48.   Né  pare  a  me  che  sia  gran 


S   T   I  i38<) 

gentilezza  Stare  iu  su'  libri  a  stillarsi  il  cer- 
vello. /•;  3.  7.  39.  E  scriveva,  e  stillavasì 
il  ceivello.  Jr.  Cass.  !\.  I.  Con  quanto 
aflaticar  ,  con  quanto  avvolgere  ,  E  stillar 
di  cervel  ,  j:ià  più  di  quindici  Giorni  ri- 
cerco ec.  Cani.  Cnrn.  Ott.  67.  Noi  can- 
tereni  con  quel  poco  sapere  Che  resta  a 
I  quei  che  perso  hanno  i  cervelli  ,  Perchè 
stdlati  quelli  Ci  siam  nel  voler  troppo  an- 
tivedere . 

g.  IX.  /•;  in  signifc.  alt.  vale  Versa- 
re a  goccia  a  goccia  .ì^att.  guttatim  f un- 
dere  .  Gr.  xxtk'  arùyovv.  X«-iv  .  Petr. 
son.  20.  Cercate  dunque  fonte  più  tran- 
quillo ,  Che  'I  mio  d'  ogni  lìcor  sostiene 
ino;  ia.  Salvo  di  quel  »  he  Uignmando  stil- 
lo. Mor.  S.  Creg.  i3.  i3.  L"  ticchio,  mio 
slilla  ,  cioè  a  dire  lagrima  a  Dio.  *  Tac. 
Pav.  (,erm.  385.  Siccome  adunque  iji  Le- 
vante souo  arbori  che  sudano  incensi  e  bal- 
simo ,  così  credo  io  che  iu  Ponente  ve  ne 
sieno  che  da' razzi  del  sole  percossi  stillano 
quest'  umore.  /'J'CJ 

*  g.  X.  Stillar  negli  orecchi  alcuna  cosa 
ad  tino  ,  figura tam.  vale  Suggerirgliela  . 
Cuicc.  Stor.  2.  220.  La  qual  varietà  ec. 
molli  attribuivano  a  sospetto  slillatopli  (co- 
me per  natura  era  mollo  credulo  )  negli 
orecchi  da  altri.  (L) 

■■'•  g.  XI.  Stillare  a  rena^  o  a  banco  secco. 

r.  nE^A,§.  i.  o 

STILLATO,  .''ust.  Umore  stillato  da 
consumalo  di  cappone,  pane,  e  altri  in- 
gredienti posti  a  stillare  insieme  ,  che  si 
dà  agli  ammalati.  Picctt.  lior.  2y5.  Stil- 
lato di  cappone  magistrale  .  Sper.  Piai. 
Per  certo  male  starebbe  quella  repubbli- 
ca ,  se  ella  fosse  ridotta  allo  stillato  del 
mio  Viilore  f  qui  per  metaf.  }  .  Segner. 
Mann.  P'el'hr.  18.  2.  Il  quale  (digiuno) 
non  da  altri  cibi  verrà  interrotto  ,  che  di 
zolfo  liquefatto,  di  pece,  di  piombo;  non 
da  altra  bevanda,  che  da  stillati  di  tossico 
(qui  per  similit.  ). 

STILLATO.  Jdd.  da  Stillare.  Lai. 
siillaltis ,  disti/laiiis.  Gr.  eiTKJ.K'/uEvo: 
Pocc.  nov.  83.  IO.  Io  ti  farò  fare  una  certa 
bevanda  stillata  molto  buona  e  piacevole 
ec,  che  in  tre  mattine  risolverà  ogni  co- 
sa. 7*;  num.  II.  DomallÌDa  ti  manderò  ik 
quel  beveraggio  stillato  .  G.  P.  10.  123. 
2.  ta  sera  fece  fare  un  bagno,  ove  fece 
mettere  acqua  stillila.  Piceli.  Fior.  6.  L' 
acque  stillate  sono  quelle  che  si  cavano 
per  limbicco.  Lem.  Ori.  3.  7.  5l.  Mail 
Fiorenlin  volea  cose  stillale,  Perocché  la 
lalica  odiava  a  morte.  Purch.  i.  6.  Cacio 
stillato,  e  olio  pagonazzo. 

•f  STILLATOLE.  Ferhal.  masc.  Che, 
o  Chi  stilla,  jéllcg.  16.  Tralico  stillatore 
Dà  fuoco  nel  fornel  della  campana.  Buon, 
lier.  2.  4-  18.  Slillatore  egregio.  Paro 
strioD  ,  poeta  d'  improvviso  .  /■,  5.  5.  2- 
L'acque  odorale  .  e  i  cari  unguenti  ,  e  1 
i:uanti  ,  Di  slìllatorì  sono  e  profumieri 
Deliziose  e  care  largizioni .  Menz.  sat.  6. 
Farebbe  vento  il  suo  polmon  gagliardo  D* 
un   stillatore   a   quinditi  edifizii. 

3  STILLAZIO^E.  /o  stillare,  infu- 
sione. Lai.  instillatio.  K'  Pcnv.  Celi.  1  il. 
2.  271.  Il  qual  L'omo  propose  alcune  di 
queste  islillaziooi  le  quali  molto  dilettor- 
no  al  re.   (C) 

*  §.  E  per  metaf.  .<  Teol.  Misi.  Que- 
sta sapienza  dell*  amore  e  scritta  nel  cuore 
con  divine  illuminazioni  e  celestiali  stilla- 
zioni >».  (C) 

*  STILLERI'A.  Stillazione,  foce  poco 
usata.  Pellin.  Visc.  II.  Come  vi  è  noto 
succedere  all'  acqua  arzente,  e  agli  spirili, 
e  alle  quintessenze  condotte  per  artifiziosc 
stillene.    (Min) 

•f  *  STILLICIDIO,  lo  stillare  deir 
acqua  da  tetto  male  coperto  ,  o  simile . 
Cavale.  Pungil.  IJ:^.  Salomone  assimiglia 
queste  tali  f femmine  garritriei)  ec.  al  tello 


i3()0 


S  T 


S  T  I 


male  coperto  ce.  E  perù  unco  dice  ,  cfae 
tre  cose  cacciano  1*  uomo  di  casa;  cioè  lo 
stillicidio,  cioù  l'acqua  che  vieoe  dal  tetto 
male  coperto,  il  filino,  e  U  moglie.  (  Vf 

*  g.  SUllicidio ,  vale  anche  Eni- 
brocazione.  Doccia.  Lat.  irrigatio,  'slilli- 
cidinm.  Gr.  ìa^pox'i-  lied-  Cons.  2.  10- 
CoD  poco  buon  successo  usò  i  bagni  di 
NapoU  ,  e  alcuni  slillicidii  rcfii^cranti  so- 
pra gì*  ipocondrii.  (*) 

•f  *  STILLO.  Luogo  per  do%'e  si  Ja 
!o  stillicidio.  fJeHin.  Disc,  12.  lo  trorero 
luogo  neir  incavo  più  bj>so,  dove  io  for- 
merò certi  traBli  e  stilli,  per  i  quali  pas- 
sando i  componenti ,  glj  Irasforinjti  ,  in 
componenti  d'  uomo  ,  ec.   (Min) 

*■*  §■  P^f"  ntet.tf.  Sottigliezza ,  Cosa 
studiata^  e  rfitasi  lambiccata  per  arriva- 
re ad  un  fine.   (A ) 

STILO.  Stile.  "Lai.  stylus.  Or.  'jr/fo;. 
Buon,  f'icr.  3.  I.  5.  Un  con  lostiloSopra 
tutti  quei  muri  Si  vede  disegnare  Della 
donna  il   pro6Io. 

§.  I.  Stilo,  per  Ispezie  di  pugnale  di 
lama  quadrangolare ,  stretta  e  acuta,  che 
oggi  più  Comunemente  si  dice  Stiletto . 
Lai.  sica.  Bocc.  ì'is.  37-  Prostrato  Tra' 
senatori  si  giacea  morendo ,  Lui  avendo 
essi  gi^  lutto  impiagalo  Con  loro  stili. 
/'ut.  Inf.  t^.  Fu  morto  in  Campidoglio 
da  Bruto  e  da  Cassio,  e  loro  seguaci  co- 
gli siili. 

g.  II.  Stilo  j  diciamo  anche  a  Quel  fer- 
ro della  stadera,  doi-e  son  segnate  le  once 
e  le  lilfbre. 

STILO  .  Modo  di  comporre  .  Lat.  /or- 
ma diceadi ,  stylns .  Gr.  5T'J/o;.  Dant. 
Purg.  2^.  E  qual  più  a  gradire  oltre  si 
mette  ,  >on  vede  più  dall'  uno  all'  altro 
itilo.  A'  Par.  2\.  È  sei;uilai:  come  il  ve- 
race stilo  >e  scrisse,  patire,  del  tuo  caro 
frate  ec.  Fede  è  sustanzia  di  cose  spora - 
te.  Hocc.  g.  4-  P  2.  Le  quali  (  noKellct- 
te  )  non  solamente  in  fiorentin  volgare  e 
in  prosa  scrìlte  per  me  sono,  e  senza  ti- 
tolo, ma  ancora  in  istilo  umilissimo  e  ri- 
messo .  ffut.  Stilo  non  è  altro  che  modo 
di  dire,  lo  qual  si  distingue  in  tre  spezie, 
cioè  alto  ,  mezzano,  e  in6nio.  Pctr.  son. 
295.  Clic  stilo  oltra  lo  'ngcgno  non  si 
stende.  *  Tass.  iez.  son.  i'as.  179.  E 
iiuando  io  dico  Stilo,  inlemio  non  1'  elo- 
cuzione semplicemente,  ma  quel  carattere 
che  dall'  elocuzit)nc  ,  e  dai  concetti  risul- 
ta. Cos.  lett.  69.  E  sebbene  io  scrivo 
cosi  correndo  ,  per  le  occupazioni  che  io 
ho ,  I  ispondi  tu  in  ̻lilo  per  tuo  eserci- 
zio, e  sfonati  di  dettare  le  tue  lettere  con 
parole  elette ,    e   non  plebee.   (Cj 

STILO.  Costume.  Lat.  mos ,  inslitu- 
tum  t  consuetuda.  Gr-  s  Sto;  .  fioco,  g.  8. 
f.  5.  La  reina,  per  seguire  dc'suoi  prede- 
cessori lo  stilo  p.c.y  comandò  a  Panfilo  che 
una    ne   dovesse   cantare. 

:C:  STILOIDE  .  Ternt.  de'  Sotomisti. 
Aggiunto  di  un  proces.to  delle  ossa  tem- 
porali ,  lungo  e  sottile  quasi  a  gui.fa  di 
uno  stilo.  Imperf.  Jnat.  174.  Nc^Ia  parte 
inferiore  s*  articola  (  l'ulna  )  col  corpo,  sì 
per  mtiio  d'  una  <  arlilai;ine  ,  si  per  un 
processo  acuto,  pero  chiamalo  sliloidc,  d" 
ondr  nasce  un  legamento  che  Icrnia  l'os- 
so del  gomito  da  quella  parte  con  l'arti- 
colo del  car|)o.  (F) 

t?  STIMA  .  L'  azione  fletto  Stimare  , 
dell'  Apprezzar  una  cosa,  ed  anche  II  prez  - 
zo  assegnalo  per  istimn  ad  una  cosa.  In- 
str.  Cane.  Òg.  Per  il  che  fu  dclermioato 
che  nel  Contado  di  Firenze,  a  ciascun  ca- 
po de*  beni  ec.  si  assegnasse  ,  e  tassasse 
rorla  valutazione,  o  stima  della  porzione 
altcnoDlc   al   lavoratore   ce.    (C) 

f  5  S  '■  Stima,  vale  anche  Opinione 
Javorevole  che  .riha  dì  qualcuno  derivante 
dalla  conoscensa  de'  suoi  meriti,  o  delle  tue 
virtìi.  hnl.  prrtiiim,  trstimatio  .  Gr  ti  a»]'. 


Bocc.  nov.  5.  6.  CommendoUj  forte,  tan- 
to nel  suo  desio  più  accendendoci,  quanto 
da  più  trovava  e^ser  la  d<*nna,  che  la  suj 
passala  stima  di  lei  .  'À  Iteti,  leti,  1. 
36-  Questo  gran  U-llcralo  è  rima&o  in- 
namorato di  Firenze  e  de'  Virtuosi  che 
vi  ha  conosciuti  ,  e  di  tutti  scrive  con 
somma  slima  ec.  fT  81  Gli  dica  di  più  , 
che  r  eccellentissimo  Sig.  Principe  Dona 
intendentÌs>Ìmo  delle  materie  Filosofiche , 
mi  ha  scritto  una  lunga  lellcra,  tutta  pie- 
na delle  lodi  di  esso  Sig.  Dott.  Giuseppe, 
ec.  ed  ha  per  lui  una  grande  slima  ■  E 
168.  Mi  comamU  ora  questo  Gran  Prin- 
cipe ,  che  io  le  iraìnielta  questa  sua  let- 
tera risponsiva  ,  conforme  riverenlemente 
eseguisco,  accertandola  che  altissima  è  la 
stima  ,  che  egli  tiene  per  le  singolari  al- 
tissime qualità  di  V.  S.  lUustriss.  ec.  (C) 
g.  II.  Tenere  in  i stima,  Avere  in  is ti- 
nta. Fare  stima,  o  altri  simili  modi,  va- 
gliano Stimare  ,  Avere  in  presto  .  Lat. 
magnifacerc .  Gr.  "s^t  tisa/où  TiOist» 
sQxi.  Bocc.  nov.  47-  3.  Facendo  de' suoi 
costumi,  e  delle  sue  opere  grande  stima. 
Sen.  Ben.  l'ardi.  7.  18.  Debbo  tenere 
più  conto,  e  far  maggiore  slima  del  debito 
di  che  sono  obbligalo  alla  spezie  umana  , 
che  di  quello  di  che  a  uu  solo  tenuto 
sono.  Buon.  rim.  83.  DÌ  me  non  fu  chi 
facesse  mai  stima. 

*  §.  111.  Fare  stima,  vale  anche  Far 
conto ,  Darsi  a  credere  .  Cecch.  Dot.  5. 
I.  Se  io  posso  là  nulla  per  voi,  fate  sli- 
ma d'  avervi  un  fratello.   (C) 

!?  §.  IV.  Stima  ,  talora  si  piglia 
anche  per  Lode.  Segner.  Mann.  Cingn. 
24*  t*  ^on  danno  sempre  la  stima  a  chi 
se  la  merita  ec.  ,  perchè  quando  an- 
che diano  la  slima  a  chi  se  la  merita  , 
non  sanno  togliere  in  ciò  la  misura  giu- 
sta :  danno  meno  lode  a  chi  ne  merita 
più,  danno  più  lode  a  chi  ne  merita  me- 
no,  {l'j 

•?  §.  V.  Senza  stima,  posto  awerbialm. 
Più  di  quello  che  .vi  possa  stimare,  cre- 
dere. H  /ìocc.  nov.  48.  2.  Per  la  morie 
del  padre  di  lui  e  d*  un  suo  zio  ,  senza 
slima  rimaso  ricchissimo  (  cioèj  senza  po- 
tersi slimare)  t  ,  (C) 

STIMABILE  .  Add.  Degno  di  stima  . 
Lai.  in  pretio  habendii.v  .  Gr.  Ttfi.r.T'ìsi  • 
*  fu.  SS.  Pad.  2.  270.  Parve  che  mi 
menasse  in  un  moltu  dilettoso  giardino  e 
di  stimabile  bcllexza,  pieno  di  frutliferi  al- 
beri .  fyj  Segner.  .Mann.  Febhr.  22.  8. 
E  qunl  e  quella  strada  cosi  slimabde?  L' 
umdtà  . 

STIMABILISSIMO  Superi,  di  Slima- 
bti'e.  Zifinld.  Andr.  Le  mercanzie  ,  che  a 
noi  portano  ,  sono  stiinabilissinìc.  Sutvin. 
Disc.  1.  44'-  Slimalnlis&imu  adunque  in 
primo  luogo  si  è  |>cr  la  gloria  dell'  armi 
Cesare  . 

♦  STIMABILITÀ'.  Attratto  di  Sti- 
mabile .  Bcllin.  Pise.  2.  174-  E  perchè 
infinite  sono  le  dificronse  della  stimabilità 
delle  cariche  ce.  E  175.  Essendo  sem- 
pre vero  che  in  ugni  istante  di  tempo  in- 
finite sono  le  dìRcrcnie  della  stimabilità 
delle   caridic   ce.    (  F) 

STIMAGIO.XE.  f.  A.  Lo  .ttimare , 
Stima  .  Lat  trstimatio,  e.yistÌmafio.  Gr. 
Tta/.  Sen.  Pist.  In  luogo  del  rimedio  è 
la  stimazione,  e  la  fermezza  del  coraggio, 
che  fa  più.  f  al.  Mast.  E  cpianlo  la  iti- 
magione  del  movimento  fatto. 

STIMAMKNTO.  Lo  stimare.  Lat.  <r- 
stimatio  .  Gr.  Ttti/,  .  Lib.  Astr.  Poni  la 
parte  del  capezzale  di  sopra,  e  poni  l'ap- 
piccatolo inverso  la  parte  di  Setlentnooc 
per   istimameuto. 

*  STIMANTF.  Che  stima,  l-al  ciic/i- 
mans.  Gr.  v«>at^6j'>.  S.ifvin.  Pif.  a.  5(i8. 
Lo  che  drbdita  multo  l'  aulonlà  del  l*aU 
lavicioo  ,  stimante  che  il  trattare    cttnlnj- 


vcrsie  di  religione  in  dialogo  sia  cosa  pcr- 
niziosa.  (*) 

t  STIMARE.  Dar  giudirto  della  t'aiu- 
ta d'  una  Casa  ,  d'  un  podere  ,  o  simile  , 
dichiarandone  ti  prezzo.  Lai.  iudicare , 
o" stimare ,  rti  precium  statuere  .  Gr.  t»- 
ti'lv  .  M.  V.  9.  lOO.  Fece  stimare  tutte 
le  rendite  e  beni  de'  prelati  e  cherici  che 
erano  sotto  sua  tirannia. 

5.  1.  Stimare  ,  vale  anche  Giudicare  , 
Pensare,  Credere.  Lat.  trstimare,  ejistt- 
mare,  putare.  Gr.  vsut'^ctv  ,  JTto'kv.^xt'À- 
v£iv,  /5yt'^s5J«.c.  Dant.  Purg.  17.  Re- 
sta, se  «Ubidendo  bene  stimo  Che  'l  mal 
che  s'  ama  è  del  prossimo.  E  Par.  \.  >'on 
dei  più  ammirar,  se  lieoe  stimo.  Lo  too 
salir.  E  S.  Quelle  stimando  specchiati  sem- 
bianti, /i  i3.  >'on  sien  le  genti  ancor  trop- 
po sicure  A  giudicar,  siccome  qoei  che  sti- 
ma Le  biade  io  campo  pria  che  sien  ma- 
ture .  Bocc.  nov.  45.  1 1.  Questa  giovane 
forse,  come  molli  stimano,  non  è  da  Cre- 
mona ,  né  da  Pavia,  anzi  è  Faentina.  E 
nov.  80.  l3.  Le  quali  cose  tutte  ioaieme, 
e  ciascuna  per  sé,  gli  fecero  stimare,  co- 
stei dovere  essere  una  grande  e  ricca  don- 
na. Petr.  canz.  3l.  1.  Quella,  se  ben  si 
slima.  Più  mi  rassembra. 

V  §.  II.  Stimar  ma/e  d'  alcuno  ,  vale 
Averne  cattiva  opinione.  Sen.  Pist.  3l. 
Molli  SODO  che  simuno  male  di  lui ,  ma 
e'  non  gliene  cale.    ^V^ 

§.  111.  Stimare  checcJtessia ,  vale  Far- 
ne conto.  Averlo  in  pregioj  e  ti  usa  così 
nel/'  alt.,  conte  ne/  nentr.  pass.  Lat.  mo- 
gnifacere,  probare,  in  pretio  habere.  Gr. 
3xu/iX^ei^.  rtjux'  Ti'/ti^xoj.  Sen,  Ben. 
ì'arch.  6-  3o.  Dicendosi  in  questo  modu 
molte  cose  da  ogni  lato,  le  quali  lui,  che 
|M-r  troppo  tltmarsi  menava  smanie,  coo- 
cilavano  e  mellevaoo  su.  Buon.  rim.  l3. 
L*  imma^in  dentro  cresce,  e  quella  cede. 
Che  in  sé  diffida,  e  sua  viitù  non  stima. 
■'•  Ang.  Met.  a  f\0.  Me  dal  viaggio  mio 
già  non  ritira  Gli  vo  sicuro  incontro  e  uou 
Io  stimo.  (D)  Day.  Tac.  lett.  Bacc.  I  al. 
Piacciavi  per  amor  mio  ec.  dirmene  il  pa- 
rer vostro,  il  quale  io  stimo  per  cento  mi- 
la. (Tj 

§.  IV.  ]\'on  istiinare  un  fico,  modo 
basso,  vale  yon  far  conto  alcuno.  Lat. 
nrg/igere  ,  contenmere  ,    ftocctfacere  .    Gr. 

Bern.  Ori.  2.  18.  iS-  Questa  caoaglu 
non  islimo  un  fico.  Belline,  son.  11^. 
Questo  ìmbriaco  non  gli  ttima  un  fico  . 
Lasc.  rim.  Vi  dico  certo,  eh'  io,  meuer 
Donalo,   non  Io    stimo  un  fico. 

*  g.  V.  Stimarsi  a  felicità ,  vale  He- 
carsi  a  ventura.  Tenersi  fortunato.  Agn. 
Pand.  86.  Appresso  a*  Signori  ,  le  pro- 
messe sono  obbligo,  le  prestanze  sono  do- 
ni e  danno,  e  sono  un  gittarc  via.  E  pero 
stimateli  a  felicità,  le  non  vi  costano  le 
conoscenze  de'Sigoorì.  (C) 

"^  §■  VI.  Stimare,  vale  anche  Temere, 
Curare,  .4r.  Far.  |5.  4^-  ^'«  "oo  isti- 
mo  per  1' onor  periglio.   (M) 

t  STIMATE.  Le  cicatrici  delle  cmqne 
piaghe  dì  Cesiicristo.  Lat.  stigmata.  Gr. 
STt'yuara.  Cavale,  Sf*fc*h.  Cr.  lo  porlo 
le  stimale  di  Cripto  nel  mio  corpo.  Frane. 
Saceh.  nov.  307.  A  segnarlo  delle  sue 
preziose  siiinate  sul  santo  monte  della 
V  ernia. 

§.  Per  Qualunque  piaga,  o  cicatri- 
ce. Cavale,  Tratt.  Pazienz.  Stimale,  se. 
condorhè  dice  santo  Agostino,  si  chiama- 
no i  segni  delle  tnbulaaioni,  o  le  pene  e 
le    piaghe   che   ebbe   per   Cristo   ricevute. 

STIMATISSIMO  Superi,  di  Stimmto. 
Lai.  celebra  ti  ssim  US,  proba  li  tstmus.  Gr. 
òofuuòirxrii  lieti.  Iks.  74.  Ne*  suoi  sli- 
matis»imi  Commcnlarii  sopra  le  cose  ma- 
Irmaliche  scritte  da  Aristotile.  E  ìtp.ì. 
6|.   Ei  non   fa  qui   le  putì   di  quel  gran- 


S  T  I 


dissimo  e  stimatisjimo    scrittore    .li.-    cfl. 

"  V  STIMATIVA.  Susi.  I  trb,tl.  Fncol- 
<n  A  s».rf«-»re,  C.U.dicìo.  Lat.  iuàicmm, 
crilerium.  Gr.  /e.Tnfiov.  /-"ni.  ''••'■^°- 
Finch»  la  stimaliva  noi  soccorre,  /./or.  3. 
ni.  Senti' un  l.ieloso  ,)i..nto  ,  al  M"»';'.' 
perche  vici,.o  a  n,e  la  stunativa  lo  ^xmh- 
caTa,  porsi  inlenlivan..ntc  g''  '"™^''.'- 
Gal.  Sisl  254.  Votr-a  mai  la  nostra  sti- 
mativa,  o  il  nostro    giuili.io    comprende. 

"t'sTlMATlVO.  ^M-  ^"o  "  "" 
m«rf.  lì<„.  r«r.  i6.  Cioè  infino  a  tanto 
rhe  la  virili  stinialiva  non  soccorre  ali  oc- 
chio, che  -1  fa  (IcliLerare  .indio  che  vuo- 
le  fare,  cioè  tenerlo  aperto,  ^  "<'»;'""^°- 
+  *  ,STIMATIZZA10.  //*'■  /'"/"■"- 
so\lel/r  siimele.  Che  è  sefnato  .1,  .<l,mn- 
,c.  F,or.  S.  Frane.  122.  Fecev.  snso  .1 
segno  della  santissima  Croce  eoa  le  sue 
saSte  mani  istimati..ate.  /■.  iS^.  lo  lu  da 
t^rislo  istiniatizjato  nel  corpo  mio.  (/  ; 
STI^UTO.  ■■l'Ili,  da   iliniare.   1-at. 

t!6.  Altra  dota  t  la  slmiata.  altra  la  non 
.stimata  .  che  si  .Va  .  della  qnale  cos,  . 
Kliadagno.  come  il  danno,  s  appartiene  al 
marito,  siccome  al  compratore  della  cosa  ; 
,i,a  se  ella  non  t  isiiniata  ,  il  danno  ci 
i!U.idasno  s'appartiene  alla  donna.  O.  I  . 
1 1  C|2.  i.  l'er  aml.asciadori  che  vanno  per 
lo  comune,  sliujati  l'anno  piv.  di  fiorini 
.inquennla  d'oro  (cioè,  f indicali  di  spe- 
sa ).  *  £arl.  Ben.  rim.  pa-;.  9.  / /-'«'•- 
no  irqo)  A  Campi.al'osgil.onr.  ec.  Non 
è  di  m?  contadin  più  stimato  :  Ognun  mi 
mene  i  suoi  danari  in  mano  ,  ec.  Mal'- 
Palm.  y.l.  eh:  vi:-  i85.  r  Milano  l825) 
Con  somma  pace  e  stimala  ripulaiione  del 
regno  quarantatre  anni   ul.l.idiiono.   (Jll 

+  STIMATOLE.  Icrhal.  masc.  the, 
.,  C'A.  .'lima.  Lat.  asliinalor.  Gr.  Jon- 
urriT.;-:,  )svi<!t/5.  Jioee.  no.:  20.  5.  Mi- 
gliore stimatore  delle  sue  forze,  che  stalo 
non  e.-a  avanti.  Frane.  Xaeeh.  no.-.  J»7- 
Come  non  islimatari  di  questa  legge,  ne 
del  primo  fallo  venuto  da  loro,  s  adira- 
rono   torte.  ...      ^ 

•t  *  STIMATRICE.  ferhal.  femm. 
di  Slimalorc.  Sahin.  I  non.  Tane.  1.  ^. 
Violante  di  Baviera,  dotta  esploratrice 
e  slimatrice  degli  spinti  e  degli  mgc- 
uni,   ec.  (J) 

'  STlMAZIONE.iVimn.Lal.  exi.Wimado, 
indieium.  Gr.  Sót'J..  ^  Amm.  Ani.  411.1  ■  2. 
Veramcnto  bisogna    che  elli    f  ./  yielalo, 
sollecitamente  sludii  di  misurare  per  quan- 
ta necessit'a  i;  coslrclto  a  tenere    dirillura 
quelli,  sotto  la  cui  stiraaiione  lo  popolo  e 
greggia  chiomato.  Boe-..  l^\.  Quando    voi 
giudicate  esser  v.istri  her.i  le  cose    vilissi- 
mc,  a  loro  per  vostra   slimaiione  vi  sotto- 
mettete./>«.<.    28(1    La    vanagloria    ec.    e 
uno  app.-lito  di  loda  umana,  ovvero  di  ripu- 
tazione, secondo  la   slim.iiione  e  l'opinion 
delle    genti.    6"icc.  *wr.  16.  792.  11  mar- 
chese  era   sdegnalo  per  la  poca  stmiaiioue 
che  aveva  falla  di  lui  il  VicerJ;.  (lì) 
t  STIMITE.    /      A.  Slimale. 
%.   I.  Far  le  stimile,  dieiamo  per  Ma- 
ravigliarsi, o  Alzar  le  mani  per   la    ma- 
raviglia; modo  basso.  Belline.  .<on.   274. 
E  le  slimite  fo  .  s' io    vegso    un    grosso  , 
Benché  io  sia  dalle  pulci  iodanaialo.   /  ar- 
eh.    Freol.  97.  ^on  istate  punto  in    duh- 
liio  ,  eh'  ella  maravigliandosi  tra    s'è  e  fa- 
cendo le  stimile,  non  dicesse      ec.    Morg. 
21.   122.   Quel  messaggio  le  stimile  facea. 
*  §.    II.  jispellarc  le  stimile,  vale  Al- 
iare   le    mani     alquanto     aperte     in     allo 
d'ammira:.ione.   I.asc.  rim.    1.    234-    lila 
mi  par  di  vedere  Fargli  ceri' atli  strani, 
E  certi  gesti  inciti  Co'  piedi  e  colle    ma- 
ni. Che  proprio  par  che  le  stimile   aspel- 
li. (C) 


S   T   l 

STIMO.  /'■  A.  Aome,  Slima.  Lat.  a- 
stimano,  pretium.  Gr.  t.'/*»..;.»,  ti.ar,'.  «. 
/'  12.  24.  2-  Franchi  i  Fiorciiltiii  in  Pi- 
sa'di  quello  veni.-se  (ct  mare  l'anno  la 
valuta  di  20000  fiorini  d'  010,  allo  stimo 
della  Legalia.  Cavai,:  Med  .«or.  Ce  1  , 
richiedei'a   a  <luello  stimo  che    fu    compe- 

•+•;:  §  I.  Slimo,  vale  anche  Fstimazionc, 
Opinione;  ed  e  pur  I  .  A.  Fr.  Giord.  17J. 
Ed  in  pi  ima  ogni  scienza  hai  pcristimo;  poi 
cresci ,  e  vedi  più,  e  haint-  l.uona  opinione, 

S  11  flimo,  per  Fslimo,  0  Censo,  l.^i. 
een.<us.  Bui.  Par.  6.  1.  Fece  anco.a  lo 
slimo  in  Boma  ,  ed  ordinò  cinque  classe, 
secondo  lo  slimo. 

.STIMOLANTE.  Che  slimola.  I-ai.  sli- 
^.ùlans  .    e.rstimulans.  Gr.    ó  /EVTi'?wv 


S  T  I 


1391 


Iniel.  Ct!^.  y.  poiché  i  rapaci  cani  stimo- 
1  inli  S.illa  avemmo  passali  ,  vedemmo  lo 
èleroo   tumulo  ,lalo  da  Enea  a    Palinuio. 

STIJIOUARE.  Propriamente  J  ugnerò 
colla  stimolo. 

fi  I  Per  Pugnere  semplicemente.  L.il. 
stimulare.  Gr.  ^cVTiCe.v.  Boec.  noo.  17  . 
jO  Sl.ioolo  tanto  quelle  che  vive  erano  , 
che  su  le  fece  levare  (-rioi  ,  dimeno,  pun- 
zecchio )  .  F  nov.  77-  55.  V'erano  mo- 
sche e  tafani  in  grandissima  quanl.la  ab- 
hondali,  li  quali  ec.  .■^1  fieramente  la  sti- 
molavano, che  ciascuno  le  pareva  una  pun- 
tura d'uno  spuntone.  Fani.  InJ.  3.  Era- 
no Ignudi,  e  slimolati  mollo  Da  mosconi, 
e  da  vespe  ch'erano  ivi. 

g  II.  Per  Imitare,  Infestare.  Lat.  in- 
diare, infestare,  dive.rare,  slimiilare,  ur- 
gere. Gr.    e'TiKVf.v,  -:'vox)£'v.  r.<A'.ou-» , 

z  =  vn'Ì2i»,  £-:■•/=■»•  '"''«■■  ""''■  V'  '■ 
p'cr  li"  molli  pensieri  .he  lo  stimolavano 
ce  non  s'  era  ancor  potuto  Tedaldo  ad- 
dormentare. /•  nov.  48.  l3.  Vo,  m  ave- 
te lungo  tempo  stimolalo  che  10  d  amare 
questa  mia  nimica  mi  rimanga.  E  nov. 
8l  3.  Essendo  questa  gentildonna  ec.  as- 
sai sovente  slimolala  da  aml.asciale.  /:  «o.;- 
q8  i"  Non  so  quale  Iddio  dentro  mi  sti- 
mola ed  infesta  a  dovili  il  mio  peccalo 
manifestare.  Ao.'.  ""'■  64-  1;  La  sua  ma- 
dre lo  stimolava  molto  di  voler  sapere  di 
che  li  Komani  aveano  tenuto  consiglio. 

*  STIMOLATIVO.  Aild.  Che  .'timo- 
la  Atto  a  stimolare.  Lat.  slimulan.i.  Gr. 
/.'v-r:Ti«':.  /••.•''■  C'"^-  2-  81.  I  eristien 
siino  mili.piacevoli  ec.  ,  senza  ver.in  al- 
tro ingrediente  caWo,  o  stimolativo.  (  ) 

STIMOLATO.  Add.  da  Stimolare;  In- 
dialo'ì-M.  slimulis  anilalus,  c.v.ilaliis. 
Gr  /svT>-.B£ii.  />"■•  "•"■•  77-  ^.°-  "' 
mille  noiosi  pensieri  angosciala  e  slimola- 
la  e  trafitta  ce.,  cominciò  a  guardare  se 
vicin  di  se  vedesse,  o  udisse  alcuna  perso- 
na.  Cron.  Morell.  236.  Tirato  e  stimola- 
to solo  dalla  virludiosa  sua  volontà.  (  ani. 
Cam.  l53.  Giovani  siamo,  e  di  Imona  na- 
tura, Ch'  l-  quel  che  import.!  e  d.  l.uon 
sangue  nati,   Da'  padri  stimolati  Al  giogo 

maritale.  ^-    ,    ,  ..  /^i,* 

f  STIMOLATORE.  Terlial.  masc.  Che, 
0  (hi  stimola.  Lat.  .simulator,  cestimu- 
lalor.  Gr.  /=-vrr,Tr,'f.  Cniee  Stor.  6.3o2. 
Chi  altri  essere  stato  stimo  atore  e  lauto- 
re  di  questo  m..to  dell' Alviano?  Buon. 
Pier  5  4.  6.  Gli  epici  ammelterei  gravi 
e  burleschi.  Che  son  stimolatori  All'  opre 

gloriose.  .   ^,      .-      ; 

S.-  STIMOLATOBIO.  Add.  Chestimola. 
Min.  Malm.  pan.  186  .4rri  là.  Cammi- 
ni l'a  Va  l'a  .  Termine  stimolatorio,  u- 
satopèrasinie    muh  ec.   da' vetturali.  f.Cj 

STlMOLATllIl.r.  Feibal.  fem.  (he 
slimola.  Lat.  slimnlalrix.  Gr.  xtMT(!i;. 
Fiamm.  5.  5o.  O  Mcfera,  o  Aletlo,  sU- 
molatrici  deUe  dolenti  anime,  dirizzate  gli 
spaventevoli  crini,  e  le  feroci  idre  con  ira 
accendete  a  nuovi  spavenlamBnti.    -.-    /"'- 


per/.  Frov.  P.  10.  T.  4-  123.  A  questo 
fine  favoleggiarono  i  Platonici  esserci  due 
Veneri^  1  una  UhIÌ""'"  «l^lC'elo  onde  i 
veri  giusti  e  santi  amori  discendono  infra 
i  morlaii,  1'  altra  piii  vulgare,  di  Giove  fi- 
gliuida.  stimolatrice  di  concupiscenze  car- 
nali. (/■; 

STIMOLAZIONE,  la  slimolare.  Lai. 
stimulalio.  Or.  r.i ■jrr.iJ  1/ .  Fsp.  long.  Si 
lever'a  per  la  stimolazione  e  molestia  che- 
colui  fa,  e  dai'agli  .luanli  pani  gli  sono  di 
bisogno.  Bui.  Inf.  32.  2.  Lo  nostro  au- 
tore finge  che  stringesse  con  istimolazione 
e  forza  colui  che  ce.  /■,'  altrove  :  l.'  acu- 
me si  pone  per  la  punzionc  e  per  la  sti- 
molazione. /  olg.  Bas.  Poiché  ella  seni.- 
questa  csluazionc  e  bollimento  e  stimola- 
zione, allargasi  il  muscolo  che  coslrigne  l.c 
bocca  della  vescica. 

STIMOLO.  Strumento  ,  col  quale  si 
pungono  i  buoi,  cavalli,  e  simili  animali, 
per  sollecitargli  al  camminare;  al  quale 
diciamo  anche  Pungolo,  e  Pungello.  Lai. 
slimulus.  Gr.  x='vTP"V.  Alam.  Coli.  4. 
(IQ.  E  più  d'un  vcmicr  poi,  più  stive  c' 
imri.  Lo  slimolo,  il  deulal,  sievi  il  timo- 
ne. .-Ir.  Pur.  37.  108.  KJ  ="".  per  ven- 
detta del  suo  pianto.  Gli  andò  facendo  la 
persona  rossa  Con  un  stimolo  aguzzo  che 
un  villano,  Che  qui\i  si  trovo,  le  pose  in 
mano. 

g  I  Slimolo,  per  metaf. ,  vale  Incita- 
mento, nani.  ì'urg.  25.  Se  di  bisogno 
slimolo  il  trafigge. 'JFr.fiiord  125.  Que- 
sto r  eli  scagli  ;  é  lo  stimolo  deUa  nave  . 
e  il  suo  naufragio  (  cii  che  teme  e  dove 
rompe);  e  pero  gli  alti  mari  sono  cosa 
sicura  perocché  non  ci  si  teme  scogho.  (  /  ; 
C/re.  .V/er.  17.  280  Gli  stimoli  dei  con- 
sultori suoi  medesimi  ec.  lo  indussero  a 
volgere  contro  le  tene  dei  Colonnesi 
quelle  forze  che  ec.   (C) 

g  11.  TT  talora  vale  !S'oia,  Importuni- 
li, Iticadia,  Seccaggine.  Bocc.  nov.  26 
Q  Egli  é  lo  stimol  di  FUippeUo ,  il  qual 
?u  con  fargli  risposte  e  dargli  speranza 
m'  hai  fallo  recare  addosso.  /•-  nov.  74. 
5  Parendo  .|uesto  slimolo  tropico  grave  e 
troppo  noioso  lOla  donna,  si  penso  di  vo- 
lerlosi  levar  d'addosso. 

e.  III.  Per  Incentivo.  Lat.  slimulus. 
Gì.  /.ii-T,u'j..  noce.  nov.  'l'i.  3l.  E  d'al- 
tra parte  lo  stimolo  della  carne  I  assali 
subilamentc.  Jmm.  Ani.  25.  1.  2.  Cru- 
dele slimolo  tra  gli  altri  peccati  lussuria 
é  la  quale  mai  non  lascia  1  aflelto  dimo- 
rare in  pace;  la  notte  bolle,  lo  di  angoscia. 

".  IV.  Fer  Angoscia,  AJflizione.  C. 
j"  2..  6.  4.  E  cosi  durò  la  signoria 
de' Goti  in  Italia  125  anni,  con  grande 
stimolo  e  slruggimenlo  d' Italiani  e  Roma- 
ni,  e  dello  Imperio  di  Roma. 

*  e.  V.  Stimolo.  Terni,  de'  Medici, 
Questo  nome  ebbe  significali  diversi;  og- 
gi comunemente  .cc-r.e  a  denotare  quelle 
sostanze  che,  applicate  al  corpo  animale 
vivente  producano  un  aumento  delle  azio- 
ni, dalle  quali  risulta  la  vita.  Slimolo 
vale  anche  presso  i  Medici  moderni  I  JJ- 
fello  dell-  azione  degli  .'limoli,  cioè  lo  sia- 
lo di  vigore  da  e.<si  prodotto.  Cocch.  Ba- 
sa Prive  d' ogni  acrimonia  o  pungente 
ttlivil'a,  onde  il  loro  slimolo  e  innocente 
e  benigno  e  breve.  (A) 

STIMOLOSO.  Add.  Fieno  di  stimoli, 
e  figuratamente  Travaglio.io.Lzt.  mole- 
/lus,  an.rius,  spinosus.  Gt.l,."«FO,.  l^- 
Tiràc,,  KZCvSw^V.;. /•Ì/0.-.3.M8.  E  cosi 
ristav;inistimolosas,,ll,.dtucl.ne,eno. 

sapea  che  si  fare.    Guid    C.     *•."     "    '"' 

gj.te  alle  gi^ii-e'"'!'-'''";*^?,'  e  Non 
duro  e  slimoloso  ,,ensiero.  h  altrove  .  Non 
valeva  neente  =•'' cavalcatori  d.  pungerli 
colli  stimolosi  sproni,  lini.  Inf.  3-  !"<°" 
•  .  ;i..l  saiiiue  in  che  sta  la  vita,  da 
privati  del  sai-g". ,  *" 
pungenti  e  sl.molosi  ammali. 


l3(J2 


S  T  I 


*  STIMULO.  Lo  staso  che  Stimolo. 
j4r.  Fui:  !\'S.  36.  1  mici  preghi  le  espon- 
go, indi  il  tiiulvjgiu  Stiriiulu  iananzi  del 
mal  lar  It-  aneto.  (Pei 

STINGA,  l'oce  antica.  M.  V.  8.  I05. 
Più  altre  terrL-  poste  in  furliasimi  luoghi 
in  sulla  stinca  della  muntagna  (  pare  che 
vaglia  lo  stesso  clic  cima,  o  schiena.  LaC. 
rlivus,  iugum  ). 

STINCAIUOLO.  Prigione  ritenuto  nel- 
le stinchi:  Tac.  Dav:  Posi.  456-  Lega- 
vasi  a^sai  lunga  catena  alla  destra  de!  pri- 
gione, e  sinistra  d'un  ^luldalu ,  alla  guisa 
de*  nostri  stincaiuoli. 

STINCATA.    Percossa  nello  stinco. 

g.  l'igitralnin.  per  Camhata,  nel  sìgni- 
fu:  del  %■  Buon.  Tane.  ^.  1.  Ed  io,  che 
era  degli  amanti  veri,  So  dir  che  questa 
stincata  mi  costa. 

STINCATURA.  Percossa  nello  stinco. 
Stincata. 

STINCIIE.  Così  s'  appellano  in  Fi- 
renze le  Carceri  nelle  quali  stanno  i  pri- 
gioni per  ttef'ìto  ,  o  i  fondiinnatt  a  vita  , 
i\W.  ani.  102.  .'».  Egli  è  stato  dalla  sua 
giovanezza  iuGuo  a  (juestu  di  quasi  conti- 
novamcntc  guardiano  alle  slinchc,  dove  fa- 
cendo rimediare  i  poveri  prigioni  ec,  ha 
già  guadagnato  un  tesoro  .  Borgh.  Orig. 
Fir  128.  Questo  è  della  carcere  pulihli- 
<a  chiamata  Slinrhe,  il  qual  nume  si  gua- 
dagnò perchè  i  primi,  che  vi  furon  messi 
dentro,  furon  certi  del  castello  delle  Slin- 
che  di  Chianti  ;  ma  oggi  si  crede  quasi 
per  tutti  clic  stinrhe  di  sua  natura  vo- 
glian   dire  prigioni    pulddiche. 

STINCO.  Osso  della  gamba,  che  e  dal 
ginocchio  al  rollo  del  pièj  detto  anche  da- 
gli Anatomici  Caiina^  0  Fucile  maggiore. 
Lai.  tihia  .  Gr.  r.'Mf*-^  •  Fir.  Dial.  beli, 
donn.    (\2.'\.    La    gamha  ri  darà  Selvaggia 


colle  ptdpc 


quanto    Inso- 


gna ,  hianchc  quanti»  la  neve  ,  e  ovale 
quanto  ricliiede,  cogli  stinchi  nun  al  lut- 
to ignudi  di  carne  ,  onde  si  veggiano  i 
trafusoli,  ina  comodamente  rij>Ìoni  in  gui- 
sa, che  la  gamha  non  ingrossi  soverchio. 
Buon.  Pier  3.  4-  2-  *^^  sentirne  le  hotte 
Welli  stinchi,  nel  petto,  e  nella  faccia.  E 
4-  X-  I.  E  sassi  sfondar  suoni,  e  mondar 
stinchi . 

g.  I.  Stinco,  si  piglia  talora  per  Tutta 
la  gamha.  Lai.  crus.  Gr.  G/iì-o^.  ISem. 
Ori.  1.  12.  34-  In  terra  giace  la  furfan- 
teria, Che  ha  st-mpre  mai  (jli  stinchi  pien 
di  rogna. 

§.  n.  Stinco  ,  .*(■  prende  anche  per  la 
Parte  anteriore   della  gamba. 

V  §.  MI.  Per  Cima,  l'ertice .  Salvia. 
Jan.  Ohi.  .'>45.  Sotto  il  nevaio  monte  di 
Parnaso  ,  Ch  ha  lo  stinco  rivolto  in  ver 
Ponente.  f.\) 

STINENZIA  .  T'.  A-  Astinenza.  Lat. 
abstinentia.  Gr.  Èyxpv'rti».  Palbul.  I^lagg. 
7.  E  castralo  faccia  slinenzia  del  herc  . 
^  Lcpg.  fi.  (Jmil.  G5.  Incomlncioe  mol- 
to a  thgiunare  in  pane,  e  in  acqua,  e  fare 
grande  stineniia.  (C) 

STLNCKKE.  /  .  STIGNERE. 

STIKGUEUE.  F.stingneir,  Cancellare, 
Tor  via  .  Lat.  e.xtinguere  ,  tielere  .  Gr. 
o€evv  jetv  ,  £*^a)ei'y5tv  .  Pnnt.  inf.  14. 
Perciocché  *I  vapore  Me'  %\  stinguova  men- 
tre cir  cr.i  sol.».  /'.'  Par.  23.  Clie  mai  non 
si  slingue  Del  lihro  che  '1  preterito  ras- 
segna . 

•f  %'  iVr  Uccidere.  Guid.  G.  %1.  Coi! 
alla  per  fino  nullo  ne  rimase  vincitore  , 
perciocché  lutti  furt>nn  stinti  /(/  ì'ocahol. 
alla  voce  AVVICENnEVOLE /r^'j;*' estimi) 
con  avvicendevoli  colpi. 

STINIEHE.  Schiniere  .  Cani.  Cam. 
/(3<).  Quel  liir  di  fogli,  o  di  ferro  slinicrt, 
E  da  persone  agiate.  Cecch.  Sen-ig.  3.  3. 
Fu  fatto  una  sera  correr  tutta  Via  Ghi- 
bellina ,   ed    aveva  la  spada  ,  Il  giaco  ,  la 


S  T  I 

segreta,  la  rotella ,  I  guanti,  gli  slinierì. 
Cor.  lett.  1.  5l.  In  dosso  una  corazza  al- 
l' antica  ,  aopra  una  veste  rossa  succinta  , 
in  piedi  un  paio  di  «linieri  d'  argento  . 
Segr.  Fior.  Art.  guerr.  2.  32.  Aveano 
le  gambe,  e  le  braccia  coperte  dagli  sli- 
nicri,  e  da'  bracciali. 

STINTO,  r.  A.  Sust.  Instinto.  Lat. 
instinctus,  incitatio ,  impuljcus.  Gr.  TTX- 
p6pur,<sti  f  TtKfO^^luÓi.  Pass.  352.  Si- 
mile dico  di  ccrli  alti  che  fanno  alcuni 
animali,  che  si  muovono  secondo  lo  stin- 
to del  cielo. 

STINTO  .  r.  A.  Add.  Distinto.  Dit- 
tam.  1.  17.  E  ciò  non  dico  da  me,  ma 
secondo  Eurosio,  che  gli  ha  partiti  e  stinti, 
£  compresone  il   vero  in6no  al  fondo. 

STINTO.  Add.  da  Stingere.  Lat.  de- 
coloralus.  Gr.  ^y^poo^.  iJittam.  5.  3.  Che 
quei  che  son  più  riccamente  tinti ,  Nelle 
più  nohil  parti  gli  pon  sempre  ;  Ed  e 
converso  nel  mcn  li  più  stinti  .  Dant. 
Purg.  12.  Uisposc:  «[uando  i  P,  che  son 
rimasi  Ancor  nel  volto  luo  presso  che 
stinti,  Saranno,  come  1'  un  ,  del  lutto  ra- 
si. Uut.  ivi:  Stìnti,  cioè  cancellali.  Buon. 
Fier.  Intr.  2.  7.  Che  portano  i  vestiti 
stretti  stretti,  Logori,  stinti,  addreto  sette 
usanze  . 

S-  Per  Fstinto,  Smorzato.  Lai.  extin- 
ctus  .  CtT.  àTTO^SisJit';  .  Liv.  M.  Né  la 
lussuria  d'  Appio  non  e  niente  stinta. 

STIO.  Aggiunto  d'  una  spezie  di  lino. 
Pallad.  Fehbr.  22.  Di  (jueslo  mese  semi- 
nano alcune  persone  lo  lino  stio  in  terra 
lieta . 

STIOPPO  .  Schioppo.  Lat.  *sclopus  . 
Buon.  Ficr.  1.3.  3.  Per  filiera  vi  son 
volti  alle  porte  .Molt' archi,  e  sempre  te- 
si, e  molli  stioppi .  /:.'  4-  >■  IX-  A  cui 
sgusciar  di  mano  A  chi  asta,  a  chi  sliop- 
po,  a  chi  lanterna.  F  Tane.  5.  1.  Rivol- 
tandomi al  petto  ronchc  e  stioppi. 

STIORO  .  La  quarta  parte  dello  sta- 
ioro  .  Scn.  Pist.  (.)0.  Non  avevano  appa- 
rato a  j'artire  la  terra  a  stiora .  #  Busp. 
son.  z.  Bue  col  campanello  ,  Tu  pa^ci  1* 
ignoranza  in  quadrt*  e  *n  tondo  ,  K  vuoi 
saper  quante  sliora  e  il  mondo!  (Bj 

STIPA.  Sterpi  tagliatilo  Legname  mi- 
nuto da  far  fuoco.  Lat.  ramale,  truncus, 
creniium  .  Or.  oùjyiov  .  Bocc.  nov.  37 
l3.  Fattali  dintorno  una  stipa  grandissi- 
ma ,  quivi  insieme  colla  salvia  l*  arsero  . 
F  nov.  46.  11.  Davanti  agli  occhi  loro 
fu  la  stipa  e  *1  fuoi  o  apparecchialo .  E 
Pit.  Dant.  326.  oh  in>eusato  giiidicio 
degli  amanti  1  chi  altri,  che  essi,  estime- 
rebbe per  aggiugnimenlo  di  stipa  fare  le 
Camme  minorìT  Ì)in.  Camp  1.  |5.  Il  jm- 
polo  trasse  al  palagio  del  Podestà  colla 
stipa  per  artiere  la  porta  . 

-!•  §.  I.  Stipa,  per  Porcile,  Stanza  dove  si 
tengono  i  pori-i,  forse  chiamata  così  perchè 
fatta  di  stipe.  Car.  Long.  So/'.  TìZ.  Governa- 
vano i  buoi  nelle  stalle  con  la  paglia,  e  le 
capre  e  pecore  nelle  capanne  con  la  fron- 
da ,  ed  i  porci  nelle  stipe  con  la  ghian- 
da. (C/ 

§.  11.  Per  Hfiiccfiio  ,  o  Moltitudine  di 
cose  stivate  insieme  a  guisa  di  fastello 
di  stipa  .  Lat.  acervus  ,  congeries  .  Gr. 
lupòi  .  Dant.  Inf.  II.  \'eniiiniìo  sopra 
più  crudele  stipa.  /-»/■  ivi  :  Mi|>a  ,  cioè 
siepe  che  rhiiidr  e  circonda  .  Pant,  inf. 
24-  E  TÌdivi  entro  terribile  stipa  Di  ser- 
penti, o  di  li  diversa  mena.  Che  la  me- 
moria il  sangue  ancor  mi  sripa. 

g.  ni.  Per  melaf.  Mor.  S.  Grrg.  9. 
22.  Ben  possono  i  giorni  dì  quegli  anti- 
chi essere  assìmìgliati  alle  navi  che  por- 
tano i  pomi  ,  pcrocrliè  ì  detti  loro  mo- 
strando i  mislerii  della  vila  spiiilualo  ,  sì 
la   conservano  nella  »lipa  della  storia. 

t  «  STIPAMAlXniE.  (olui  che  ri- 
monda  le  tnaci  hie  ,  o  boschi    dalle  stipe  . 


S   T  I 

Corsia.  Torracch.  9.  3.  Settecento  ec. 
Conduce  egli  dì  Marie  alla  gran  scuola 
Poveri  stipomaccbie  ,  e  rompizolle ,  Che 
sovente  alle  furbe  cìltailine  Vanno  a  Teo- 
der  la  brace,  e  le  fascine. /".Y^ 

STIPARE.  Circondar  di  stipa.  Lat. 
stipare,  sepire,  circitmdare.  Gr.  srci'Siiy, 
OfàTTSiv,  :TCj3i6K>>e53at.  G.  f .  8.  76. 
5.  Ciò  fu,  ch'eglino  sliparono  due  case* 
]'  una  contro  1*  altra  ,  le  quali  erano  ìa 
capo  del  ponte  del  fiume  della  Liscia  ■ 
f'egez.  Puntellatolo  con  secchi  puntelli,  e 
stipatolo ,  e  messoW  fuoco. 

§.  1.  .Stipare  ,  fguratam.  per  Conden- 
sare ,  Chiudere  .  Dant»  inf.  7.  Ahi  giu- 
stizia di  DioI  tante  chi  stipa  Nuove  Ira- 
vaglie  e  pene,  quante  ì'  viddi  ?  (cioè, 
mette  insieme,  ammucchia).  E  3l.  Lo 
sguardo  a  poco  a  poco  ralRgura  Ciò  che 
cela  il  vapor  che  l'acre  stipa. 

§.  II.  Stipare,  diciamo  anche  il  Ri' 
mondare  i  boschi,  tagliandone  via  la  sti- 
pa .  Buon.  Fier.  2.  4-  l5.  E  roDche  da 
stipare,  e  piop[-*i  ed  olmi  Rimondar,  quan- 
do  ai  colti  fan   Iropp'  uggia. 

STIPATO.  Add.  da  Stipare  j  Circon- 
dalo da  stipa  .   Lai.    circiimdatus  ,  stipa» 

ius  .  Gr.  fr£j5i'TTai;f(4o'/JL£ìO;  -  G.  /'.  8- 
75.  5.  Come  furono  presso  al  ponte,  raip 
sor  fuoco  nelle  dette  case  stipale  ■  K  IO- 
Il8.  I.  Le  quali  sì  trovarono  allogate  a 
pigione,  e  stipate  di  scope  appresso  a' det- 
ti fuochi. 

§.  Stipato,  vale  anche  Inetto  di  ttipaj 
ed  è  aggiunto  proprio  del  Bosco  rimon» 
dato . 

STIPENDIARE.  Dare  altrui  lo  sii- 
ftendio.  Lai-  stipendium  dare.  Gr.  /its^ov 
oioo'vxi.  Buon.  F$er.  3.  2.  8.  Mi  tenga 
unta  la  bocca ,  Cb'  ci  mi  stipendicrà  &uo 
oratore . 

t  STIPENDIAKIO.  Add.  usato  anc/te 
in  forza  di  sust.  Che  tira  stipendio,  Sti- 
pendio  lo  .  Frane.  Sacch.  rim.  66.  La  ra- 
gion militar  si  converria  Ordinar  sì ,  cb* 
e' slipcndiarii  sui  Fusson  pagali  ogni  me- 
se .  l'arch.  Stor.  II.  342.  Egli  era  nalo 
di  Giovanpagolu  Baglionì  ec,  che  avera, 
essendo  suo  slipcndìario,  la  repubblica  fio- 
■  emina  liadilo  .  Borgh.  Col.  Lat.  386. 
Succedevano  i  federati,  e  Dell'  ultimo  e 
quinto  lungo  gli  stipcodiarii. 

STIPENDIATO.  Add.  da  Stifìcndiarej 
Che  lira  stipendio ,  Provvisionato,  Sala- 
riato. Lat.  *stipendiarius.  Gr.  v7rOT<ìv]{- 
fìemb.  Stor.  7.  107.  Quasi  tutta  la  DobUl^ 
della  Francia   itipenthata  conducea  seco. 

STIPENDIO.  Salano,  Provvisione, 
paga  ,  Soldo  i  ed  e  proprio  Quello  che  li 
Principi,  e  Signori  danno  alle  persone  di 
qualità.  Lat.  stifH-ndium  ,  salarium  .  Gr. 
ucsro,-,  ^t3J3y"pa.  Ar.  Fnr.  il.  25.  E 
tu  spalla  un  scoppio,  o  un  archibugio  prea- 
dì.  Che  scnxa,  so,  non  toccherai  slipcDdi. 
A'  20.  l4-  Fero  con  buon  stipendio  lor 
soldato  Falanto  .  Buon.  Fier.  1.  3.  3. 
Buone  voglie  courorronci  ì  lettori  Scosa 
stipendio  alluno.  ^  Ouicc.  Stor.  18.  96. 
Cosa  impossibile  se  prima  non  era  assico- 
rato  (  l'  esercito  )  degli  slì|iendii  decor- 
si. (C) 

*  STIPETTAIO.  Colui  che  fa  stipi, 
ed  altri  simili  lavori.  (A) 

SlIPETTO.  iìim.  di  Stipo.  LM.7&. 
rulus.  Gr.  ov)«x{Ov.  Malm.  x  17.  Dìqoa 
r  armadio  lece  uno  stipcUo. 

•t  *  STIPIDEXZA.  r.  A.  Stupiiie^ 
za,  Fr.  Ciord.  86.  Che  slipidetta  e  a  cre- 
dere in  ci.>uli  ntalrdiùonil  Dicono  alcuni; 
non  mi  taglicrri  oggi  i  panni  per  nulla  , 
ec.  (ì  ) 

t  STIPIDIRE.  y.  A.  Stupidire  LaU 
obstujKscerr.  tir.  «jiiT)T*TTI«&flti.  M.  V. 
1.  a.  Convenendone  divisare  il  tempo  e  ìl 
mollo,  e  la  qualità,  e  la  <|UaDlìU  di  quelli, 
slipidiscc  la  mcnle .    Ott     Corn.    inf    i3. 


S  T  1 

a^a.  Vedendo  Virpilìo  che  Dante  per  la 
cosa  non  mai  veduta,  cioè  hocc  ianra  cor- 
po» era  stiputito. 

STIPIDITO.  /*.  A.  Add.  da  Stipidi- 
rr.  Lat.  stupidus  ,  obstupefactti.s ,  attoni- 
tus.  Gr-  «x7i5:T/»;yjtttvo» .  M.  /  ■  9.  5o. 
Il  eentile  uomo  stipidito  e  impaurito  di 
tale  comaDdameDto ,  e  non  nituo  di  lui 
tuUi  i  auoi  amici  e  paienti  oc,  cercarono 
ce.  yenJ.  Crist.  ()^».  diV.  Andr.  2'].  Olo- 
AÙ  quasi  tutta  i»tipidita,  e  lo  santo  Padre 
disse  allora:  ec. 

STIPITE,  fusto.  Stelo,  0  Pedale  d' 
albero.  Lat.  truncus,  caulis.  Gì.  cre^e- 
xo;.  xauio;  Pallud.  Gena.  l.  Del  mese 
di  Gennaio  le  vili  >i  vogliono  scalzare  ne' 
luoghi  temperali,  cioè  d'  intorno  allo  sti- 
pite della  vile  aprire  la  terra.  £  ì6.  In- 
torno alio  stipite  si  faccia  una  cava  nella 
barba  .  Cr.  2.  23.  4-  ^*  ^""^^  "^  '  caman- 
giari.  cbe  hanno  gU  stipiti,  ovvero  ^ambi 
molli  e  teneri  ec.  ,  in  nessuna  pianta  si 
poùoDO  innestare  .  t"  num.  32.  Quando 
pare  che  sia  appreso,  taglisi  lo  stipite,  ov- 
ver  pedale ,  di  sopra  '1  bucciuolo  ,  E  5. 
23.  2.  Sia  innestato  ec.  ne'  rami  grossi , 
nati  presso  alla  terra  e  presso  allo  stipite. 
E  num.  4  E  dee  avere  un  solo  stipite 
poco  levato  da  terra. 

§.  I.  Stipite,  Stile  di  legno,  che  piti 
comunemente  diciamo  Palo  .  Lai.  stipes  , 
truncus  ,  palus  .  Or.  xopiJ.cii  .  Cavale. 
Frutt.  ling.  Essendo  di  poi  insieme  lega- 
li ad  tino  stipite  ,  e  messi  al  fuoco,  il  mi- 
sero cherico  incontanente  arse. 

§.  11.  Stìpiti,  diciamo  a' Due  membri 
della  porta,  che  posano  in  sulla  soglia,  e 
reggono  l*  architrave.  Lat.  anta:  Gr.  Tra- 
pasraoei.  t'ir.  As.  19.  Le  porte  fuiooo 
aperte,  anxi  spalancate.  le  soplie  rotte,  gli 
stipiti  fracassati.  Malm.  9.  16.  Gli  stipili, 
le  soglie  e  gli  architravi  A  questo  effetto 
euendo  già  smurati. 

g.  HL  Stipite,  parlandosi  delle  disccn- 
dai£e ,  apiazioni ,  parentele  ec,  vale  la 
Ptrsona  prima  e  comune,  onde  discendo- 
no l' altre. 

STIPITO.  Stipite,  nel  signiRc.  del  %. 
11.  Lat.  anta.  Gr.  Tra^sa^Tatìss .  Tac. 
Dav.  Ann.  4-  96.  Si  scote  da' fanti  di  sì 
gran  forza ,  e  sfracellossi  in  uno  stipilo  il 
capo,  che  quivi  spirò.  Buon.  Pier.  I.  4- 
10.  To' farmi  a  questo  stipilo,  e  guardare 
S'è' si  sono  scostali- 

STIPO.  Sorta  d'armadio,  colla  fronte 
e  parti  di  fuora  ornate  ,  per  conservar 
cose  minute  ,  di  pregio  e  d'  importanza  . 
Lat.  scrinium,  armariolum.  Gr.  /lÉWTtov. 
Buon.  Pier.  2.  2.  6.  Veggo  un'  officina 
Ampia,  piena  di  vasi,  stipi  e  'nvoglie.  E 
3.  I.  7.  S6bbÌancÌ  queste  cigne  ,  E  sgra- 
TÌanci  le  spalle  Di  queste  casse  ,  o  stipi  « 
o  scatoloni.  Ped.  Annot.  Dìtir.  212.  Sca- 
rabattole, fogge  di  stipi,  o  sludioli  traspa- 
renti da  tu)a,o  più  parti. 

#  g.  E Jìguratam.  Erario.  Viv.  lett. 
Uom.  HI.  2.  6.  Cominciai  di  17  anni  ad 
esser  dì  proprio  moto  assistito  dal  Ser. 
Granduca  Ferdinando  con  provvisione  dal 
suo  stipo-  (C) 

*  STIPULA.  1'.  L.  Seccia,  Stoppia. 
hiX.  stipula.  Gr.  y.oÙ-XfJ-r,.  lavale.  Prult. 
ling.  21.  I  6gliuoli  d'  Israello  erano  op- 
pressati da  Faraone  in  Egitto  di  durissi- 
ma servitù,  cioè  di  fare  mattoni,  cogliere 
stipule  ,  e  cuocere  i  matloni  nelle  forna- 
ci. (")  E  Espos.  Sìmb.  1.  467.  Chi  edi- 
fica sopra  lo  fondamento,  lo  quale  è  Cri- 
sto ,  lino  ,  fieno  0  slifula ,  cioè  peccati 
minuti  e  veniali,  sarà  salvo  ,  ma  per  fuo- 
co. (T)  S.  Gio.  Grts.  l56.  E  quelli  che 
adoperano  iniquiUi  fieno  innanzi  a  lui  co- 
me stipula.  (TC) 

STIPULANTE.  Che  stipula.  Termine 
dei  Legisti.  Lat.  stipulans.   Gr.    Stou-O^O' 
79uu.£V0>>  Stat.  Mere,  A  far  rinunziagio- 
Focaboìario  T.  II. 


S  T  I 

ne  per  grazia  e  per  amore  al  detto  uficia- 
le   stipulante  e  ricevente. 

STIPULALE.  Himanere  in  concordia  , 
obbligandosi  per  parola,  o  per  iscritturaj 
j'iecordare.  Concordare,  Par  contratto. 
Lai.  stipulari.  Gr.  J(Ojuoio-/eTo2ai.  M. 
V.  3.  69.  Questo  fu  assai  lieve  legame 
di  pace,  avvegnaché  ci  si  stipulasse  pena 
fiorini  200000  d'oro-  Maestruzz.  I.  62. 
Imperocché  non  si  può  stipulare  più  cbe 
in  quattro  colanti,  frane.  Sacch.  rim.  ser 
Pilip.  dì  ser  Albiz.  II.  La  legge  tien 
valer  men  eh' un' acciuga,  E  quello  stipu- 
lar chiama  vanezza-  ^  ì'areh.  Star.  II. 
428.  Tornarono  la  sera  a  sei  ore  di  noUe 
co'  capitoli  ,  i  ({tiuli  furono  approvati  agli 
undici,  e  a'  dodici  si  stipulò  il  contratto  . 
Ciov.  Celi.  hit.  .^Z/".  169.  Per  questa  de- 
liberazione di  Cesare  cbe  non  stipula  nul- 
la a  caso,  fu  ec.  mantenuto  Reggio  a  Al- 
fonso.  (C) 

STIPULATO.  Add.  da  Stipulare.  M. 
f.  9  lo3.  Fermate  e  stipulate  solenne- 
mente le  delle  coDvegne,  ec.  Stor.  Eur. 
6.  i38.  Per  lo  che,  stipulato  solennemente 
il  contrailo  del  matrimonio,  fu  data  Ge- 
biiga  al  re  Ludovico. 

STIPULAZIONE.  Lo  stipulare.  Lat. 
stipulano.  Gr.  Siouo)^óyrì<:ti.  M.  T'.  1. 
74>  Per  solenni  prìvilegii  e  stipulazioni 
pubbliche  dierono  al  Comune  di  Firenze 
ogni  ragione.  Cuicc.  Stor.  5.  Le  quali 
pratiche,  benché  si  conducessero  quasi  in- 
sino  alla  stipulazione,   nondimeno  ec. 

*  STIRACCHIABILE.  Add.  Che  può 
stiracchiarsi.  Soggetto  a  stiracchiatura  . 
Nagal.  Lett.  Selvaccìa  ec.  d'  autori  e  di 
poeti  stiracchiabili  a  diritto,  o  a  traverso.  ^^^ 

•f  *  STIRACCHIAMENTO.  Stirac- 
chiatura, Stiracehiatezza.  Uden.  ^is.  5. 
32.  La  poesia  di  Stazio  è  scabrosa  e  affa- 
ticata, e  per  lo  troppo  stiracchiamento  sta 
sempre  in  se  ritirala.  (A) 

•f  STIRACCHIARE.  Cavillare,  Sofsti- 
care.  Pare  interpretazioni  sofistiche.  Lat. 
eavillari.  Gr.  fff ^l'Zscjat.  Tac.  Dav. 
Ann.  I.  17.  Costui  fresco,  pro,si  diede 
in  senato  a  stiracchiare  le  parole  de'  Pa- 
dri. *  Bttcell.  lett,  73.  Ke'  dialoghi  di 
Vostra  Eminenza  a  voler  ritrovare  qualche 
piccolo  neo,  è  bisognato  stiracchiar  la  cen- 
sura.  (Cj 

g.  I.  Stiracchiare  il  presso,  vale  Dispu- 
tarne con  sottigliezza  la  maggiorerò  mi- 
nor quantità.  Sen.  Ben.  1  arch.  L.  12. 
Nessuno,  che  voglia  comprare  un  luogo  a 
Tuscolo,  o  a  Tigoli  per  amor  dell*  aria  ec, 
sta   a  stiracchiare  il  pregio. 

g.  II.  Stiracchiare  le  milze,  Jìguratam. 
vale  Stentare.  Lat  .  vieta  laborare.  Gr. 
Eivai  s'v  EvGit'at;  ^loy.  j4nt.  Alam. 
son,  21.  Io  mi  sto  pianamente,  il  me' eh' 
io  posso,  Stiracchiando  le  milze  a  più  po- 
tere. 

STIRACCHIATAMENTE.  Avverh.  Con 
isliraechiatitra.  Gal.  Lett.  Mar.  Guid. 
6o.  Se  in  essa  ha  pur  una  parola ,  la  qua- 
le anche  stiracchiatamente  possa  interpre- 
tarsi. Salvin.  Pros.  Tose.  2.  9.  Per  ave- 
re tratta  stiracchiatamente  ec.  1*  origine 
della    voce    ec. 

•f  *  STIRACCHIATEZZA.  Stirac- 
chiatura, Sofisticheria  neW  interpretare. 
Uden.  ]S'is.  4'  8.  E  una  stiracchialerza 
e  uno  indovinello  di  parlare  molto  di- 
sdicevole a   invocazione.  (A) 

STIRACCHIATO,  ^c/rf.  da  Stiracchia- 
re. Lasc.  madr.  40.  Ma  le  lor  fantasie 
Slitiche  e  stiracchiale,  Com*  elle  sono  an- 
date, Da  un  dì  in  fuora  e  una  notte  so- 
la. Non  se  ne  sente  mai  fiatar  parola . 
Infar.  sec.  28".  Se  pure  da  stiracchiate 
conseguenze  se  ne  potesse  trarre  argo- 
mento. Bed.  Vip.  2.  2!\.  Contro  questa 
lieve  ,  stiracchiala  e  frivola  conghiettura 
mi  ii  potrebbe   rammentare  che  ec. 


S  T  I 


1393 


STIRACCHIATURA.  Lo  stiracchiare. 
Sa/i  ut.  Pros.  1  ose.  I.  108.  Da  uno 
.strabere  ec.  senza  stiracchiatura  veruna , 
bello  bello,  come  dalle  forme,  n' cicc  il 
vocabolo  stravizzo.  #  Lueell.  lett.  76. 
Elle  sono  per  la  maggior  parte  stirac- 
chiature ec.  che  ponderazioni  ben  fon- 
dale.  (C) 

^-  STIRAMENTO.  Stiratura.  LH.  di- 
stentio.  Gr.  cnoic/ja.  Scgner.  Mann. 
Ciugn.  II.  5.  A  te  tulli  dovevansi  quei 
flagelli  scaricati  sopra  di  lui  ec.  ,  a  t« 
quegli  spuli,  a  te  quegli  stiramenti ,  a  te 
quegli  schiaffi,  ec.  (J'j  p  Pred.  Pai. 
Ap.  2-  3.  In  essa  (  iHvinità  )  Cristo  ri- 
milo ad  un'  occhiata  quante  battiture  egli 
doveva  ricevere,  quanti  schiaffi  ,  quanti 
stiramenti.  (TC)  Lellin.  Disc.  1.  3i. 
Il  loro  moversi  mai  succede,  se  non  do- 
po che  sono  stale  violentemente  stirate, 
e  dopo  tale  stiramento,  se  son  lasciate  in 
libertà  (le  membrane J,  rientrano  da  per 
loro  in   lor    medesime.  (l'J 

*f  ^  §•  Stiramento,  metaforic.  Sal- 
vin. di.ic.  3.  l44-  La  stessa  parola  mo- 
bili pare  che  finisca  la  lite,  solamente  col 
farsi  vedere  che  non  vi  va  un  grande 
stiramento  o  violenza  di  etimologia  a  far 
capire  che  ec.  {*) 

STIRARE.  Tirare  distendendo.  Lat.  di- 
sfendere. Gr.  ctwTcrvEiv.  Fir.  nov.  4- 
232.  Laondeegli  s'affaticò,  e  n  eli' affa- 
ticarsi e'  venne  a  stirar  la  pelle  di  quel- 
la  cosa   in   modo,  che  ella    enfiò. 

*  g.  E  per  meta/.  Jntperf.  Tim. 
D.  6.  T.  7.  l\S.  Cotesto  è  uno  di  que- 
gli indovinelli  peripatetici,  che  si  possono 
stirare  alle  sentenze  d' ognuno  per  met- 
tersi sempre  al  coperto  dell*  esser  con- 
vìnto  d'  errori.   (Fj 

STIRATO.  Add.  da  Stirare.  Car.  lett. 
2.  70.  In  vero  non  se  ne  possono  far 
più,  che  non  siano  troppo  stirali.  ^  Se- 
gner.  Pred.  II.  3.  Nelle  corde  di  un 
musicale  strumento,  in  cui  le  più  stirate, 
e  le  più  sonanti  corrono  rischio  di  frat- 
tura.   (]\') 

STIRATURA.  Lo  stirare.  Lat.  tarsio, 
tortura,  Gr.  ffTpc'yo;-  Segner.  Crist.  in- 
str.  2.  18.  12.  Esso  farà  sentire  il  fer- 
ver della  brace,  il  freddor  delle  brine,  i 
morsi  de'  vermi,  le  stirature  delle  funi. 
*  Bellin.  Disc.  I.  3i.  Ritornino  (le 
membrane }  nella  medesima  misura  the 
erano  avanti  la   stiratura.   (Cj 

STIRPAME,  e  STERPAME.  Copia  di 
sterpi.  Lai.  stirpium,  truncoriim  copia. 
Gr.  y.op^jxCfi  ivTtop'a:.  Lio.  1  iagg.  Al- 
lora mi  dissono  i  maestri  nocchieri,  eh'  e- 
gli  erano  state  navi,  le  quali  la  calamità 
avea  tirate  a  se,  e  di  quello  legname  era 
nato   quegli  arbori,    e  quello    stirparne. 

STIRPARE.  Sterpare,  Sverre.l^zi.  ex- 
stirpare  ,  evellere ,  eradicare.  Gr.  ixùi- 
CoJv.  Pallad.  Lugl.  I.  I  campi  salvati- 
chi  utilmente  aguale  si  stirpano  d*  ar- 
bori, 'f-  S.  Ciò.  Grisost.  198.  Quando  il 
lavoratore  dispera  d'  aver  la  ricolta,  non 
si    cura,   ec.  di  stirpare  la  mala  erba.  ^rCj 

•J-  g.  Per  metaf.  vale  Distruggere , 
Tor  via.  Lat.  exstirpare.  G.  E-  4-  29. 
2.  Mollo  la  sliiparono  in  Firenze  e  'n 
Melano.  Pass.  68.  Egli  e  i  suoi  descen- 
denli,  come  uomini  evangelici  e  appo- 
slolicL,  stirperanno  i  vizii,  semineranno  le 
virtudi,  e  ricoglieranno  frutto ,  predican- 
do e  operando  ,  d'  eterna  vita.  S.  Gio, 
Grisost.  200.  In  se  medesimi  dunque 
i  vizii  s'  accendono  e  crescono,  e  come 
r  uno  nutrica  1'  altro  ;  cosi  stirpato  1*  uno, 
è  stirpato  l'altro.  *  Ang.  Mei.  I.  45. 
Ma  la  natura  pia  cbe  non  consente  Che 
quella  stirpe  sia  stirpata  affatto  Fa  ger- 
mogliar di  nuovo  un' altra  gente  Dal  san- 
gue  loro  in    terra  putrefatto.   (Dj 

t    STIRPATO.    Addiett.   da    Stirpare; 


x39^ 


S  T 


Svelto,  Schiantato.  Lai.  avu/sus,  exstir- 
patns-  Gr.  E/^t^'jru';.  S.  Gio,  Grisost. 
aOO.  Così  stirpalo  1'  «no  ,  è  stirpato  1'  al- 
tro. V  Cr.  Fauno  aocora  con  opera  ma- 
nuale, stirpati  i  Ixjschi  e  i  luoghi  salva- 
tichi,   e  rjppiaaati   i    campi,    ce.  (Bj 

f  STIRPATOLE,  ferhal.  m^sr.  Che, 
o  Chi  stirpi  ;  e  per  meta/.  Distruggito- 
re, Contumntore.  Lai.  exstirpator,  evul- 
sor.  Gr.  è  eVpi^oJT/f;.  G.  V,  L  2Q.  2. 
Molto  ne  fu  grande  istirpatore  il  valcate 
sao   Piero  roarlire. 

f  *  STIRPATRICE.  Verhaì.  femm. 
di  Stirpatore.  Colei  che  estirpa.  Pros. 
Fior.  pa^.  227.  ''  Fir.  16S1  )  La  sapìen- 
ca  e  la  prudenza  sono  stirpalricì  del  vi- 
lio  e   dell"  iynoranra.  (A} 

STIRP.^ZIONE.  Lo  stirpare. 

STIRPE.  Schiatta.  Lat.  stirps.  Gr. 
yEV!«.  Hant.  Coni'.  186-  Noo  dica  que- 
gli degli  Ubcrli  dì  Firenze  ,  ni*  quegli 
de' Visconti  di  Melano:  perdi'  io  sono  di 
rotale  schiatta  ,  io  sono  noliilf  ;  che  il 
divino  seme  non  rade  ia  ischialla  ,  cioè 
io  stirpe,  ma  cade  nelle  singulari  perso- 
ne nobdi  ;  e,  siccome  di  sotto  si  prove- 
r^^  la  stirpe  non  fa  le  singulari  persone 
noliilì,  ma  le  singulari  persone  fanno  no- 
bile la  stirpe.  Din.  Camp.  I,  io.  Tra' 
quali  fu  un  grande  e  potcnlc  cittadino, 
.savio,  vaìfute  e  buono  uumo ,  chiamalu 
Giano  della  Bella,  assai  animoso  e  di  buo- 
na stirpe.  E  3.  78.  Quelli  della  Torre 
erano  gentili  uomini  ,  e  d'  antica  stirpe. 
7^it.  SS.  Pad.  I.  25 1.  Nato,  secondo  il 
corpo,  di  stirpe  servile,  ebbe  tanla  liber- 
ta e  gentilezza  d'  animo  in  Dio,  che  fa- 
cea  vergo;;na  la  perfezione  della  sua  vita 
a  quelli   rh'  erano  più    gentili   di   lui. 

*  STIRPETO.  luogu  pieno  di  ster- 
pi. Dial.  S.  Gre-;.  4-  56.  Fate  una  fos- 
sa io  qualche  slirpelo,  cioè  luogo  im- 
mondo,   e   gittatevi    lo    corpo   suo.    (F) 

*  STITICAGGINE.  Modo  di  proce- 
dere fastidioso;  Stitichezza  ,  Stiticherìa. 
Lat.  morositas.  Gr.  oisxoXi'a.  Red.  ìeft, 
1 .  220.  Queste  sono  solite  mie  stiticag- 
gini   da    non   farne  conto.    {•) 

*  STITICAMENTE.  A^-verh.  Stret- 
tamente.  Tass.  Leti.  Pai  Picrolomini 
abbiam  però  qucslo  di  favorevoli' ,  eh*  e- 
gU  intende  la  ncressitìi  degli  episodii , 
non  in  quel  modo  che  V  avete  intesa 
Toi  altri,  slilicamenle  a  dire  Ìl  vero,  ce.  (B) 

STITICHEUI'A.    Stitichezza. 

g.  I\t  Modo  di  procedere  fastidioso  . 
Lat.  fastidiiim,  morositas.  •"?  Cccch.  Prov. 
pag.  5o.  (Fir.  1820)  Eh,  maestro,  o* 
sarebbe  una  limosina,  Che  sapesser  la 
vedova  e  1.T  Livia  Queste  stilicherie  ,  e 
ci   voUa.''Strii    11  bel  di   Roma.    (B) 

t  5  STITICHEZZA.  Qualith  di  ciò  che 
ha  dell'  astringente,  che  ha  dell*  aspro  ed 
acerho.  Lat.  autteritas,  •  stipticitas.  Gr. 
à\itz-r}c6xrtZ.  Palladi,  cap.  ^.  E  meno 
umida  che  nessuna  altra  acqua,  ed  ha  in 
se    alcuna    cosa   di  stitichezza  . 

V  §.  I.  Più  comunemente  vale  Difetto, 
o  Difjicoltà  di  Ivaefcio  del  corpo.  •»  J^olg. 
Afes.  Medicina  inventata  da  IsdracUla,  uti- 
le al  flusso,  I-  genera  stitichezza  <1Ì  cor- 
po  -.   (B) 

§.  11.  Per  Modi  di  procedere  fastidio- 
.10.  L.*t.  fastidium,  moroiitas.  Gr.  ^aoj- 
T»);;  TO*  òoia5S9rov.  Buon.  Fier.  1. 
5.  4-  Snoceiulimi  '1  mio  resto,  e  le  car- 
rucole Metteroniui'  io  a*  piedi  a  scappar 
via  Da  qui-sta  «litirhezia. 

STITICITA',  e  STITICITADE,  e  STI. 
TICITA.TE.  Stitichena.  Lat.  auJterilas, 
*  stipticHas. 

§.  Per  Sapore  aspro  e  acerho.  Lat. 
ncrimjnia.  (ir.  iJji/jutijì.  Cr.  6.  23.  6. 
Avicenna  dice  che  nella  cipolla  è  acuità 
ÌDcensiva,  e  amaritudine,  o  tliticiudc,  ciob 
afreua,  orvci-<>  laizitadc.   E  6    33.   I.    In 


S  T  I 

e*so  (  capelvenere }  e  stiiìctlade.  .^erap. 
62.  Vale  e  giova  in  molle  cose,  nelle  qua- 
li è  un  poco  dì  >titicilade. 

•j-.STITICO.  Quegli  che  con  dif/icul' 
tà  ha  il  benefìcio  del  corpo.  Lai.  *  sti- 
ptiCHS.  Pallad.  Fehhr.  42.  Il  qual  vino  e 
medicinale  (la  stampa  legge  medìrinevo- 
Ic  )  ,  ed  è  da  usare  agli  stilici.  Cron .  Mo- 
rdi. 282.  Se  fossi  iìtilico  e  duro  del  cor- 
po, fatti  un  argomento  degli  otto  di,  o 
quindici  di.  %thald.  Andr.  45.  Alcuni  so- 
no soluti,  ed  alruui  slitirhi. 

§.  I.  Stitico,  vale  talora  Che  è  infet- 
to di  stitichezza.  Cr.  i.  4-  9-  Queste 
acque  ce.  fanno  sete,  e  *1  ventre  stilico  , 
e  malagevolezza  di  vomito. 

§.  11.  Stilico,  e  anche  aggiunto  di  Co- 
sa che  ahhia  dell'  astringente  ,  e  che  ca- 
gioni stttichczz'ì.  Lai.  •  stipficus,  adstrin- 
genr,  adstringendi  vim  hahent.  Gr.  st'J- 
TTTtzo',.  Tes.  Br.  3.  5.  Sopra  lultc  ma- 
niere d'acqua  si  e  <|uella  che  novellamen- 
te è  colta  di  piova  ,  se  ella  è  bene  mun- 
da,  e  messa  in  ri^lerna  ben  lavata  nella - 
mente  ,  sanza  alcune  lordure  ,  pcrciocrhè 
ella  ha  meno  d'  umidore  che  tutte  1'  al- 
tre, ed  e  UQ  poco  slilica,  ma  non  tanto  , 
eh'  ella  nocria  allo  stomaco,  anzi  il  con- 
forta. Cr.  5.  1^.  5.  L'agre  (more)  son 
fredde  e  secche,  e  hanno  potenzia  e  virtù 
slitica,  cioè  lazza,  ovvero  agra. 

g.  III.  Sfitiio  ,  per  meta/.  ,  .ri  dice  a 
Uomo  ritroso  ,  e  che  malifolentieH  t*  ac- 
comoda all'altrui  voglie.  Lat  difftcilis , 
durus,  morosus.  Gr.  y^%\fxii^  ^9.pji  , 
0Ji3C5£iT0;  Fir.  Trin  .  prol.  Voi  vi  ma- 
ravigliate poi,  se  quesli  giovani  diventano 
stiticbi.  La<!C.  Pinz.  2  4*  Dubito  ch'ella 
non  vorri  venire,  ec.  A.  Diavul  I  ben  sa- 
rebbe stitica.  Amhr.  Cof.  2.  1.  Tu  non 
sai   com*  egli  e  slitico,  Stoldo. 

§.  I V.  StiticOj  dicesi  anche  u  Componi- 
mento .^ecco,  freddo,  de'wle  ,  o  insipido. 
Lai.  aridus,  siccus.  Gr.  ^r}pó<i.  Lih.  Son. 
32.  Slitiche   fantasie  «on  pelli?  pelle. 

STITICUZZO.  Dim.  di  Stilico.  Dice- 
si più  comunemente  di  Persona  ritros.i,  e 
che  malvolentieri  .e*  accomoda  all'  altrui 
voglia.  Lai.  morosulus.  Buon.  Tane.  I. 
[.  Non  vedi  tu  com'  ella  è  slilicuzza , 
Fantastica,  incagnaia  e  permalosa?  Jlleg. 
45.  lo  sospetto  grandemente  degli  siiti- 
cuzzi  ignorantelli. 

STITUIRE.  /''.  A.  Cofistituire,  Insti- 
tuirc.  Lat.  instituere.  Gr.  «atàuravact. 
M.  V.  9.  i3.  Nel  quale  stituì  sua  teda 
mcsscr  Guido  suo  figUuolo.  ^  S.  Agost. 
C.  D.  7.  3o.  Quello  Dìo  adoriamo ,  il 
quale  stituì  alle  nature  da  se  create  li 
principii  ce.  E  sotto  :  li  quale  slitnl 
alla  Luna  il  moto  suo,  ec.  (F) 

STITUITO.    /',    A.  Add.  da  Stituire. 

•f  STITUZIONE.  /'.  A.  lo  stituirej 
Ordinament'ì.  Lat  institutio.  Gr.  oi5't«- 
^({.  Coli.  S.V.  Pad,  Sono  ordinali  in  do- 
dici libretti  delle  sliluzioni  de*  monasterìi. 
E  appresso:  La  quale  slituzione  non  so- 
lamente insegnerà  andar  lo  fjiovanc  per  la 
vera  via  della  discrezione  a  diritto,  ma  ec. 

STIVA.  Propriam.  il  Manico  dell'ara- 
tro .  Lai.  stiva.  Alani.  Colt.  4-  99-  'vi 
in  disparte  sia  l'aratro  e  '1  giogo,  E  più 
d'  un  vomer  poi ,  più  slive  e  buri. 

*tS*  '  Stiva,  dittamo  anche  a  (Juel peso 
che  si  mette  nel  fondo  della  na»r  .  Lat. 
sahurra.  Gr.  ìpjxoi.  Buon.  Fier.  a.  3.  4- 
*N  una  medomia  barca  a  in  una  stiva 
(  tfui  vale  Stivament-y,  MucAtio,  Unione 
stretta.  Stipa  §.   I.  Lat.  acerx'usj. 

§.  11.  Trovar  la  stiva,  vale  Trovare 
il  modo  di  far  checchessia.  Lat.  viam  ne- 
pt'hre.  Gr.  o'^a'v  iìjpìatu*.  l'areh  f>- 
('(>/.  lOi.  Coloro  che  conoscono  eli  umon , 
dove  peccano  gli  uomini ,  r  gli  sanno  in 
nudo  secondare  ,  che  ne  traggono  quello 
die  vogliono,   SI  dicono  trovare  la  stiva  . 


S  T   I 

Lasc.  Gelos.  2.  4-  ^^^  potessimo  noi  al' 
meo  favellare  a  CiuUu;  che  per  li  consigli 
suoi  non  dubito  punto  che  noi  oon  Irò* 
vasstmo  qualche  stiva.  Matt.  Franz,  rim. 
buri.  2.  66  La  vera  stiva,  a  chi  piantar 
le   vuole,   E   trovar  buon   terreno. 

*  STIVALACCIO.  Peggtorat.  di  Sti' 
vale  j  e  detto  altrui  per  dispreizo  ,  vale 
Gran   minchione.   Pros.    Fior,   (A) 

*  STIVALATA.  Colpo  di  stivale. 
Dati  Lepid.  58.  Giunti  all'  osteria  , 
quelli  che  era  in  sella  disse  a  quello  della 
groppa  ,  che  smontasse  :  facendo  egli  le 
cirimonie,  ne  volendo  essere  il  primo,  qael 
di  sella  gli  dette  una  solenne  stivalata  nel 
muso,   (^tin) 

STIVALATO.  Ada.  Che  ha  gli  stiva- 
li in  gamba.  Lai.  ocreatus.  Gr.  iuxv)]/i.({. 
Alleg.  81  ■  Il  quale  con  un  suo  fante  , 
anche  egli  stivalato  ,  era  di  viaggio  ìn 
fretta  venulo.  Buon.  Fier.  3.  2.  17.  Egli 
è  qua  dietro  un  messaggier  ,  che  viene 
Stivalaio  e  in  isproo. 

STIVALE.  Calzare  di  cuoio  per  diftn- 
dcr  la  gamba  dall'  acqua,  0  dal  fango  , 
che  si  usa  per  lo  più  nel  cavalcare.  Lat. 
ocrea.  Gr.  /.V)j/*i;.  Lib.  Son.  64-  Riman- 
doti il  ronzin,  stivali  e  sproni.  Alleg.  l3l. 
In  compai^nia  di  più  sort'  animali  Riposa, 
e  fa  dcgh  aljili  coltrone,  E  capezzal  di  fel- 
tro e  di  stivali  .  Ambr.  Furt.  2-  I.  Le 
veslimenla  vuol  dire  cappello  ,  stivali  ,  e 
altre  cose  a  proposilo.  Bern.  rim.  i.  90- 
E  ban  dietro  un  codazzo  Di  marchesi,  di 
conti  e  dì  speziali.  Che  portan  tutto  l'an- 
no gli  stivali. 

f  §.  I.  Stivale,  talora  fptratam.  di- 
cesi  altrui  per  disprezzo,  e  vale  Minchio- 
ne .  Lai.  nebulo  .  Gr.  oi;tiÒ«»3*;  .  Alleg- 
l56.  Donde  non  esce  a  bene  se  non  chi 
è  uno  stivale  affatto.  Buon.  Fier.  1.  3.  4- 
Si  falle  ciance  e  mcnio((ne  colali  Son  da 
dar  ad  intendere  a' merlotti,  A  donne  e  a 
ragazzi,  A  gufH,  a  pazzi,  a  uomini  stivali. 
F  4-  Intr.  Che  nel  calzar  talvolta  una 
scarpetta.  Comecché  troppo  strella  storpii 
un  piede,  Dicon  eh'  ella  sia  ben,  ne  puii 
far  male  j  E  M  gentiluomo  succia  ,  e  pur 
se  'I  crede ,  E  diventa  egli  a  forma  uno 
stivale.  Malm.  7.  58.  E  tu  resterai  quivi 
uno  stivale. 

t  §-  n.  Ugnere  gli  stivali,  fptratam. 
vale  Piaggiare ,  Adulare ,  Lodare.  Lat, 
palpari  ,  subpalpari  .  Gr.  y^ia^twii»  - 
farxh.  Ercol.  O7.  E  dì  questi  tali,  che 
s'  ungono  o  untano  li  stivali  da  lor  po- 
sta, cioè  sì  lodano  da  sé  medesimi,  sì  suol 
dire  che  hanno  catlìvì  vicini.  Alleg-  ll8. 
Pur  non  mi  piace,  ugoendo  gli  stivali,  11 
fosso  cavalcare.  /-,'  225.  Al  come  s*usa  in 
gonfiando  il  pallone  Cortigianesco,  e  u- 
gnendo  gli  stivali. 

§.  HI.  Son  saper  quatti  piedi  entrino 
in  uno  sti%'ale;  modo  prcverb.,  detto  per  si- 
gnificare un'  ignoranza  massiccia ■  f  ar^'h. 
/■'n.-o/.  q/S.  D'un  cerinolo,  o  chiappcdinn. 
il  quaU*  non  sappia  quello  che  si  peschi, 
ne  quante  dita  s  abbia  nelle  mani  ec,  ti 
dice:  egli  è  un  chicchi  Lichirchi  ,  e  non 
sa  (pianti  piedi  s'entrano  in  uno  stivale. 

STIVALETTO.  Piccolo  stivale;  e  xi 
dice  pritpnamentr  d'  una  Spezie  di  calta- 
ri  a  mezz^t  gamba  Lai.  cvthurnus  .  Gr 
ró^op-éo;.  Morg.  18  l47>  Un  paio  di  sti- 
valetti avea  ìn  pie  gialli  .  Ferrati  e  eogli 
spron  ,  cnm*  hanno  i  polli  -  E  19.  l43- 
Gli  stivaletti  di  gamba  gli  trasse.  Ed  ap- 
piattngli  por  aver  piacere.  Seni.  Stcr.  6. 
221.  Vestono  calte  fatte  eoo  nuestrrvol 
artifizio  .  e  stivaletti  mollo  gentili.  E  l3> 
5i^.  I  Portoghesi  cr.  erano  vestiti  di 
panai  Unì  ,  e  di  più  coperti  di  stivale  Ili 
■'  di  gitanti. 

STIVALONE  .  Accrejcit.  di  Stivale. 
Lati'.  Sif'ill .  2.  2.  Ho  procaccialo  feltri 
bianchi     ec.  ,    cappelloni    grandi   alla   spa- 


S  X  I 


S  T  1 


S  T  I 


i395 


KDUi.1.  ,  e    «ivaloni  grossi  da  «valere 

vJon    dan   -lualche  imi.accio  E  l.nlc  su 

^'^ilTJ^mrO.  Lo  siWare;  Unione 
stretta.  Lai.  acerxus,  congeries,  /arctu 
ra  Gr.  owfOi.  »u»<x^(;<"»;-  "".•?>"''• 
i„(.  /«/.  4-  ••  TerrMe  s.,pa,  co.  con- 
.„B«ione  e  slW.meDlo  di  serpe.iu. 

STIVAHE.  Slrrll-immU  unire  ,n.-ume. 
L.t.  «g'"-.   ""'"'  *"■'"«"*.'  ""fP""- 

OUJTsUsiv.  ^n^n<•.  Bari:  200.  '■  " 
lae  a,cx«.n.,  Arg.n,  eoa  co  e   Lane  A 
,Uvar   cose   denlro .   -^.gg-    ""'•   "P'   '"°- 
Avervi  cacciala  e  sùv.tavi  grand.ss.ma  qu.u- 
Uli  d-  arb  col  m.desimo  schmuto.o 
\\     Ins.gnifi'^     neuir    pass,    .ale   lo 

.tram,  e  slJvansi  insieme. 

*  Vii-  A"'"«-  ^""'"-  '•'P""'    ,' 

iletlìre  il  pesce  marinalo  a  suolo  a  suolo 
"uè  g.a,.'s.a    intero      s.   è   piccolo  j  e 

'"s^nATO.T.^:^/:^".—  I-^'"'- 
,atus.  coactiis.  eonsi.patus  .^lipalus, 
larctus,  ralcalus.  Gr.  oudTt/U.;.  Aoi|. 
Wrf.  24.  In  <,«cllo  slival.  s.  me.  ono  le 
.nercalan^e  oell-  navi  a  suolo  a  suolo,  con 
poca  terra  si  ricopneno.  1  rane  iacch 
Z..  no.  Eranvi  si  ^^^f'.'^'^^'"'' 
aon  ne  polieno  .  Bern.  Ori.  I.  6.  bp 
La  gonl/cl,c  egli  avea  seco  menala,  tra 
dodrcimda,  o  poco  meno,  E  '-«a  m  un 
drappcl  sUetla  e  stivala.  E  1.  I3-  U- 
Taaio   innanii   ne   vien   stivata  e  folta. 

*§.!.£  per  melaj:  Malt.  l  raiiz. 
rim.  buri.  Cosi  muso.uo  e  con  la  lac- 
ci, arcigoa,  E   col    capo  stivato    d,   pen- 

'"s"  ll.'^Sli.^lo,  V»'.-  anche  Bipieno  per 
oii  parte.  Fir.  As.  65.  Ne  v.  eia  tet- 
tSTo  luogo  alcuno,  che  non  fosse  stivalo 

•+'°*  STIVIERE.  Sorla  di  calzarello. 
Cai  pari.  I.  UH-  S^.  Per  cimiero  le 
f„ei  /..  mner.a)  una  «vetta  ,  e  per 
pennaccLio  un  lamoscel  d  oliva  ec  m 
piedi  un  paio  d.  stivicii  d  aigenlo.  (yl) 

■-.  STll'MA.  Schiumn.  Lai.  .tpiima.  /• 


ner  me  non  Lo  stilla  con  nessuno,  f.  6. 
t ..     ..       ,      n :....   ..ni   c^tn^lilif.   donna  Da 


28.   (he  la  Regina  p 


i 


[.  SDII 

een.  /vòr.^I  Ti  li.argù-o  ec.  e  una  sliu- 
„.o  pietra,  la  quale  si  genera  dalla  mi- 
la ilpiondio.  £95  Levando  la  st.uma, 
ehe  viene^  galla,  con  la  mesto  a  d.  ferro 
Itai-nata  ec  (B)  Pros.  Fior.  P.  4-  ^ol. 
3  pas.  94.  Ne'MUal,  (burchiellini)  va  un 
u^iio^he  rema  con  un  remo  simde  ad 
una  mestola  da  sliuma.  (ISS) 

STIUMARE  .  ic/iii<mare  ,  !ilumiare  . 
Lai.  despumare.  Gr.  aVafp.';"-''.  Ricell. 
Fior  q5.  Le  medicine,  che  si  cuocono , 
„  sUu^ano  e  purgano  ,  levando  la  sl.u- 
,„a,  che  viene  a  galla,  con  la  mestola  d, 
(erro  stagnata  e  forala.  E  appresso:  SUn- 
mansi  ancora  1  sughi  ,  U  mele  ed  il  zuc- 
chero ,  per  levar  via  le  parU  pm  grosse 
ed  escrcmentose.  . 

STIUMATO.  Jdd.  da  Sliumares  òcliiu- 
mato  .  Lat.  de.<pumalus .  Gr.'  a'nasfi?!)- 
^.:„;.  mcetl.  Fior.  L'io.  Mele  sliumato, 
come  di  sopra,  lihbre  due. 

STIVMOSO.  Jdd.  Schiumoso.  Lat.  spu- 
mosus.  Gr.  àfpuir.i.  Bicell.  Fior.  90. 
Si  mette  al  sole,  e  si  getta  via  continua- 
mente quella  parlo  acquosa  e  stiumosa. 

STI7.ZA.  Ira,  Colhra .  Lai  indiana, 
tic  ,  ira.  Gr.  òf/'i.  Su/t»^.  <!|u&i;u.c.. 
Bocc.  no^.  2.3.  A.  La  richiamai  indietro, 
e  piena  di  sliua  gliele  tolsi  di  mano.  M. 
r  q  44  La  pace  si  rimase  coUe  strade 
handile,  ma  cogU  animi  pregni  e  pieni  d' 
odio  edi  swia.  Lib.  Son.  ijl,.  Sta  cheto 
senlof  io;  spula  la  stilla.  Disc.  Cale.  òi. 
Bon  dee  ad  alcun  di  essi  la  sima  mon- 
tare, o  sdegnarsi  per  esser  «■•"PP»  '°''° 
dalla  «uffa   divelto     ìMm.  I.  53.  Ch  io 


larci  per  la  suzza  e  pel  rovello   Bullar  a 
pit  la  forma  del  cappello  .   -    Clo^■.   Celi. 

ì  il.  Jif.  4i-  l'e''  h^  '"'""'  '^  '"" 

e  sfocala  la  slina  e  l'ira.  f(V    ,      _     .  .    . 

•■:  8  1  Stizza  ,  vale  anche  desiderio 
«randf.  ecce.'.ma  Cupidipiaj  onde  Cavare 
"la  tli-za  di  chccches..:a  ad  alcuno  ,  vale 
Calarel.cue  la  voglia  ,1  ilesiderio.  Car. 
leti  2  212.  Non  desidera  rosa  maggior-  | 
mente  quanto  veder  del  mondo,  e  nessun  , 
allro  ne  gli    può    cavar   la   sl.«»    pm  di  ^ 

lei.  iCi  ,    „         r    \ 

5  li  Slizza,  diciamo  nmlietn  male  | 
simile  alla  scabbia,  il  quale  e  proprio  de'  , 
cani,  e  de'lupi.  Lat.  scabies.  Jranc.Sacch.  , 
«o..  177.  Qual  caso  di  morie  e  pm  nuo- 
vo, che  esser  preso  e  mollo  un  lupo  per 
aver  messo  la  coda  nel  cocchiume  d  una  , 
Lolle  ,    grattandosi    dcUa    rogna,  0    dcUa 

stizza  ?  r)  ' 

ST17.ZAFE.  Tieutr.e  mulr.pass.fren- 

dere  stizza,   Incollorir.ii ,    adirarsi,  lai. 

indi^uari,  irasà ,    incamlescere,  excande- 

scere.  Gr.  opV''^»-="  ■  ^T:  \""^-  P'-' 
non  isdcgnò,  ne  slizzò,  ma  rivolscsi  a  di- 
scepoli ,  che  lo  prcgassono  per  lei.  iir. 
As  2'6.  Oi.ni  po.o  che  voi  mi  facciale 
'  suzzare,  io  farò  prendete  a'miei  setviduri 
questo  ril..ildo  per  le  orecchie,  e  gUlare  a 
terra  d' una  di  queste  lalze. 

STIZZATO.  Add.  da  A  lizzare  j  ^'i-- 
-ilo,  Incollorilo,  Adiralo.  hM.  iralus  . 
Gr.  OfV.5S£.'5.  F.r.luc.  4.6  Che  hai, 
che  111  pari  co>i  slizzalo  ?  /l  alm.  4.  J2. 
Perdi-  egli  allor,  per  farmela  vedere  Suz- 
zato  meco  se  n'  andò  con  Dio. 

STIZZIUE.  Far  prendere  stizza,  e  in 
sigli, f!c.  neulr.  e  acuir,  pass,  liicollorir- 
si,   adirarsi.  Lat.  i><.«i  ,  indignali.   Ci. 

cV/.-Cstieai.  i-T-  '"".«•  Qu^'^i™""- 

na  non  si  scandalezzò,  ne  slizzi,  ma  slelle 

ferma  .  -,.        ,. 

STIZZITO.  Add.  da  Stizzire;  Pien  d, 
<li-za.  Adiralo,  Incollorilo.  Lat.  indigna- 
liis,  iralus.  Gr.  c>7'^'=-'-  Frane.  Sacch. 
„ov  «8.  Il  fanciullo  tulio  sozzilo,  piagnen- 
do, crollando  la  lesta,  s'aggirava.  »l.  /  . 
q  'q  riesser  Bernalò  ec.  era  molto  slu- 
ziló'e  infocato,  e  come  signore  animoso  e 
vcndicaliso  ,  non  |  osava.  t    ,     ,. 

J-  STIZZO  .  Tizzone  ,  Tizzo.  Lat.  li- 
„o.'  Gr.  òMi.  Feir.  l'cm.  ili.  Con  uno 
slizzo  arsiccio  fue  scritto  sopra  1  sasso: 
Cui  è  seppellito  Pompeo.  Dani.  'nj.\3. 
Come  d'un  slizzo  verde,  eh' arso  sia  Dal- 
l' un  de-  capi,  che  dall'  altro  geme,  E  ci- 
gola per  vento  che  va  via.  Oli  Com.InJ.  li. 
S43.QUÌ  esemplifica  1'  autore  quello  tron- 
co  ,  e   nota  che    fa    uno    slizio    verde  ar- 

STIZZONE.  Tizzone.  Lat.  tilio.  Gr. 
oVio  =  .  Tao.  UH.  Gli  due  giganti,  mlen- 
dendo  tali  parole,  fummano  per  lo  viso 
come  stizzoni  ardenti  di  fuoco.  Ar.  tur. 
1  i3  35.  Del  foco,  eh'  avea  presso,  indi  ra- 
'  pilo  Pien  di  foco  e  di  fumo  uno  stizzo- 
se. E  si.  36.  Lo  sozzone  ambe  le  palpe- 
bre colse  .  ,         t  ■        r^ 

STIZZOSAMENTE  .  ^.eeriio  .  Con 
istizza  .  Lat.  iracimde  ,  indignanler  .  Gr. 
Si  Sf/rii-  Dani.  Inf.  8.  Stizzosamente  Di- 
cean  :  chi  è  costui  ,  che  senza  morte  Va 
per  lo  regno  della  molta  genleT  £u(.  »-i.- 
Vide  più  di  mdle  dimonii  in  sulle  porte, 
e  stizzosamente  diceano  ce.  T  anh.  Lez. 
2oq.  Gitlala  via  stizzosamente  la  spugna, 
e  folto    appunto    U   cavaUo    neUa   bocca , 

STIZZOSO  .  Add.  Inclinato  alla  stiz- 
za. Predominalo  dalla  .slizza.  Colleroso. 
Lai.  iracundus.  Gr.  o'f-/<)<!?-  -B".'^^-  "".'■■ 
!i8.  3.  La  quale  era  tanto  pm  spiacevole, 
I  sazievole  e  stizzosa,  che  alcuna  altra,  che 
a  sua  guisa,  ninna  cosa  si  poteva  fare.  C 


r  8  41  ■  3.  TJomo  vcrtudiosu  in  molle 
cose,  se  non  ch'era  Iropro  tenero  esti^ 
.oso.  Beni.  Ori.  2.  l5.  Sp.  Rispose  Fer- 
raù  :  scudo  lu  grande.  L'esser  sluzoso  assai 
li  disconviene. 

§.   1  er  Injetlo  del  male  della  stizza;  t 

si  dice  propriamente  de' ioni,  edc'liipi. 

Lai.  scalile  laboraiis.  Or.  «[(u.^iadv.  Cr.  9. 

78.  6.  Alcuni  con  noci  giube   con   acqua 

trite  ungono  loro  fa'  cani)   gli  orccihi,  ed 

entro  a'  dili  ,  accioc.bè  le  mosche  e  Jjul- 

ci,  che  quivi  star  sosliouo,  non  gli  oBen- 

dano;  che  se  non  si  facesse,   disentcreb- 

I  bono  sUzzosi.  Frane.  Sacih.  noi..  17.  Ecco 

quello  lupo,  come  quello  che  era  forse  per 

'  la  vecchiezza  stizzoso,  ed  accostandosi  alla 

I  bolle,  a  quella  si  comincia  a  giallore. 

I       ir-   STO.    y.  A.    Questo.  Fr.  lac.   iod. 

I  3.  iq.  6.  La  coite  u' si  fan  ste  nozze  Si  è 

1  qucs"la  <  blesa  Sanla.  (C) 

*  STOA.  Stazione,   /"or/iio  in   Alene, 
dove   Zenone   insegnava  la    sua    filosofia  . 
Lat.    Sica,    Porlicus  .  Gr.    s-.ca.  .  tilic. 
rim.   iqq.  (  Son.  Yivi'a  ec.  }  Ne  Sloa  mai 
tanto. 'n'e  mai  tanto  visse  L  Accademia  e 
'1  Liceo,    di    cui   favella  Dell'  antica  non 
men  1'  cl'a  novella.  I^^'^) 
I        STOl  CATA.  Colpo  di  stocco,  0  di  spa- 
da ,  ma  di  puma  .   Toc.    Cav.  Ann.  IJ. 
lil    II  Inbuno  la  liapasso  di  stoccata  (il 
lesto    lai.    ha:    iclu    Iransfigilur  ).  .Pern. 
Ori     1     16.   5l.    Tu  poi  mollo  di   lagll  e 
di  sloccale.  E  rim.    1.  8.   Tale  av^van  di 
me  fallo  governo  Con  morsi,  graffi,  stoc- 
cale e  forile.  ^ 
g     I.   Ter  melaj.   Tac.  Tao.   Ann.    1^. 
182.  Tali    sloccale,    alla   supciba    madre 
dafe  con  lacrime  e  aite  concubinesca,  pia- 
cev.-iDO  a  lune  per  abbassarla  (-//'"'o /a(. 
ha:  haec   alque  lalia  penclranlia  ).  ."a/m. 
4    41    Ogni  volta  con  mio  maggior  dolo- 
ré  ?enlivo  darmi  una  stoccata    al    cuore  . 
P    li.  ilare  sulle  sloccale,  vale    ilare 
«.iMamenle  e  con  sottigliezza  in  su' pro- 
prii  vantaggi;  traila  la  mela/ora  da  quel- 
li che  nel'  combattere    tengcn     sempre    la 
punta  della  .ipada  al  viso  del  nimico. 

•+  *  STOCCATELLA.  Dim.  di  boc- 
cata. Salvia.  Buon.  Tane.  I.  1.  -'^on  mi 
star  piìl  su  per  le  tanlafere.  Noi  lanlaje- 
re,  cioè  ciancie.  Stare  su  gU  stocchelti  , 
sulle  sloccalelle.  (A) 

•+  *  STOCCHEGGIANTE.  Che  stoc- 
chc-'ia,  efgiiralam.  Che  ferisce.  Che  la- 
cera" alimi.  Alleg.  pag.  16  (Amslerd. 
1-54  )  Non  altendon  ad  allro,  che  ee.  ad 
arruolar  la  stocchejgianle  linguaccia  in  su 
la  mal  bilicala  girella  del  loio  duro  e  ma- 
ligno  cervellaccio.  (A) 

STOCCHEGGIARE.  Ferir  collo  stoc- 
co. Tac.  Dav.  Ann.  2.  36.  Dove  1  no- 
slri  con  iscudo  a  petto  e  spada  in  pugno 
stoccheggiavano  quelle  membrona  e  facce 
scopcrle  ni  testo  lat.  ha  loderei),  i 
Slcr.  5.  370.  In  quelle  pelli  impastoiaU 
gli  stoccheggiavano  (  il  leslo  lai.  ha  :  tru- 

cidabanl  ).  ,       j-      ■ 

•f  g.  I.  Andare  stoccheggiando,  dicesi 
del  Pifcndcrsi  collo  stocco  senza  Jerire  . 
Fav.  Esop.  Disdegnavasi  di  ferirlo  col 
ferro  e  andava  d'  intorno  stoccheggiando 
o  ferendo  coU'asla  (  led.  STECCHEG- 
GIARE).  ,, 

g.   II.  E  fguralamente  vate  òlar  sulic 

parate.  „ 

•+  #  STOCCHETTO.  Firn.    <■'    Stoc- 
co. Salvia.   Buon.    Tane.    l.    1-     "^"""J^- 
\  re,    ciofe  ciancie.   Slare  su  gli    slocchelti  , 

sulle  sloccalelle.   (Aj  

STOCCO.  Alme  simile  alla  spada,  ma 
pia  acuta,  e  di  forma  quadrangolare. 
Bocc.  nov  48.  7-  Co»  uno  stocco  in  orba- 
no lei  di  morie  con  parole  spaventevoli  e 
villane  minacciando.  C.  f.  ',.  29.  5.  GU 
die  d'uno  stocco,  dicendo  che  a  Im  non 
era  licito  di  seutenziaie  a  morte  li  gran- 


i396 


STO 


de  e  jeaUle  uomo.  Cani.  Cam.  82.  Va- 
glioo  poco,  e  posson  meno  Dei  nemici 
lajice  e  stocchi. 

§.  I.  Per  legnalo.  Stirpe,  Ceppo. 
Lat.  stirpi,  soboles.  Gr.  yjvEa.  G.  1'. 
I.  20  I.  Il  diriKo  stocco  reale  di  Carlo 
Magno  venne  meno  al  tempo  d"  Ugo  Cia- 
petta  /f  8.  57.  I.  Questi  Conti  non  sono 
per  lignaggio  masculino  dello  stocco  de- 
gli antichi  Conti  di  Fiandra.  M.  r.  8. 
100.  Il  reame  di  Tremisi  si  ruLeliò,  e 
tornossi  allo  storco  de'  Re  usati. 

§.  11.  Per  lo  .Stile,  attorno  a  cui  1' al- 
ia il  pagliaio.  Frane.  Saech.  nov.  Iiq 
Lancio  la  lancia  perfino  allo  stocco  dei 
detto  pagliaio. 

§.  III.  //wre  .flocco,  il  diciamo  per 
Avere  ingegno.  Lai.  .tapert.  ingenio  L.,e 
pratdilum.  Gr.  vs^v  ly.v,.  Jlfalt.  Franz 
rim  l,„rl.  3.  100.  Ma  lien  sapete  eh"  una 
simU  caccia  E  da  persone  ch'al.liian  gar- 
ho  e  stocco.  Droiiz.  rim.  2.  270.  Varchi 
i"  vo'  sostener  con  tutti  a  gara,  Che  tra  le' 
bestie  e'  hanno  qualche  stocco,  11  princi- 
pato  tenga  la  zanzara. 

§.  IV.  vivere  .Uocco,  l'ale  anche  Avere 
onore,  riputazione.  Buon.  Tane.  4.  6.  Ma 
i'ho  avuto  sempre  un  po' di  stocco 

#  STOFFA,  rezza  di  drappo  di  seta, 
o  di  altra  materia  più  nobile.  Maeal 
Leu.  (A)  ^ 

STOFFO.  Foce  particolare,  dinota.-ite 
Quantila  di  materia  in  cliccchetsia.  Dav. 
Mon.  118.  Il  nostro  6orino  valeva,  sessan- 
ta anni  fa,  sette  lire;  oggi  si  cambia  per 
dicci.  Perchè?  Perche  in  quelle  sette  tan- 
to stoffo  e  buono  ariento  era  ,  quanto  io 
questi   «licci. 

t  *  STOGGIO.  J'oce  poco  usata  . 
Cirimonia,  Lusinga,  Ammuinamento.  Lai. 
illecebrae,  mollta  verha.  Gr.  $riXyr]Tx 
SuT^rai  >óyoiv.  .l/o/m.  9.  48.  Ed'^ei', 
che  in  una  camera  locanda  S'  era  accula- 
to, voUe  mille  sloggi  Pria  eh'  ci  n'  uscis- 
se. Buoa.  Tane.  4.  2.  Bisogna  eh'  a  lor 
Prcto  tu  t'acconci,  E  non  volere  or  più 
moine,  o  stoggi.  (•) 

STOGLIERE.    Icd.  STORRE 

*  STOIA.    led.  STUOIA.  (•) 

*  STOICAME,\TE.  .avverbio.  Secon- 
do  li  sentimenti  degli  Stoici,  In  maniera 
stoica.  Lai.  .ttoice.  Gr.  jtmizw;.  Salvin. 
Disc.  2.  5.?5.  ^'il  admirari  prope  rcs  est 
una,  Kumici,  Solaquc  quae  possi t  faccre 
et  servare  bealum  ,  disse  stoicamente  fl 
buono  Orazio;  e  il  geografo  Straljone,  ec.  (•) 

t  *  STOICISMO.  Modo  d'intendere 
e  d'  opinare  degli  Stoici.  Salvia.  Di.v. 
2.  337.  Egli  è  di  quei  servi,  qu.ile  era  il 
filosofo  Cane  Diogene,  il  cui  cinismo  si  fu 
un  ramo  dello  stoicismo.  rA)  E  476.  Era 
lo  Stoicismo  uu  ramo  del  Cinismo    (Cj 

*  STOICO.  Filosofo  della  setta  d,  7,e. 
none.  Lat.  sloicus.  Or.  7rwc>5,-.  Prd  Esp. 
nai.  2.  Mostrerei  ec.  per  lo  meno  d'esse.^ 
re  un  ruvidissimo  e  quasi  insensibile  stoi- 
eo.  E  leti.  I.  210.  lo  sarei  uno  stoli- 
dissimo  stoico,  se  non  confessassi  ec.  Sai- 
vin.  Disc.  2.  217.  Gli  stoici,  quan.Io  di- 
cevano il  mondo,  intendevano  questo  no- 
stro E  327.  Viene  oggi  io  questa  fiorita 
adunanza  un  rigido  stoico  a  spacciare  pa- 
radossi  della  sua  setta.  (•) 

t  STOLA,  l'està,  /Ibito.  Lai.  stola. 
Gr.  TTOiir;'.  ^for.  S.  Greg.  I.  5.  vide 
ciascuno  prender  la  sua  sl.ila  ,  cioi  uno 
vestimento,  rr.  E  date  furono  a  ciascuno 
una  stola  bianca,  ce.  Cr.  9.  80.  5.  E 'fu 
chiamato  uno  che  venne  adornalo  d'una 
stola  con  una  cornamusa,  e  fu  ronun<l.ilo 
che  sonasse  e  cantasse  :  egli  subilo  gooCó 
la  cornamusa,  e  comincia  •  sonare.  Mi/i(. 
Inf.  23.  Per  qual  privilegio  Vanno  sco- 
perti della  grave  sloia  7  E  Purg.  32.  E 
videro  scemala  loro  scuola  ec.  ,  E  al  mae- 
sUo  suo  cangiata    slola.  E  Par.    i5,     L'a 


STO 

■love  tratU  delle  bianche  stole.  Cavale. 
Med.  cor  Lavarono  le  stole  loro,  e  fé- 
certe  bianche  nel  sangue  deU'AgneUo. 
1  /,""■'""•  ^*^-  Vederlo  vestilo  della 
stola  deUa  immortalilade,  e  coronato  della 
gloriosa  corona,  deUa  quale  il  coronò  U 
padre  suo- 

t  §■  Stola,  si  dice  anche  quella  Stri, 
scia  di  drappo  che  si  pone  il  sacerdate  al 
collo  sopra  il  camice  j  ed  in  questo  signi- 
Jicalo  oggi  s'usa  più  comunemenu ,  che 
nei  precedente.  Lat.  .flola  tir.  !Tit»»x1- 
*H'  Ord.  Mess.  82.  La  stola,  L  qual  si 
pone  lo  prete  al  coUo  ,  significa  la  fune 
colle  quale  lesucrisU.  fuc  legato  prima- 
menle.  Boce.  Test.  2.  Una  pianeU  con 
"loia,  e  manipolo  di  zendado  vermiglio. 
Maeslruzz.  2.  54.  Siccome  è  dire  colla 
stola  salmi  e  orazioni  ,  ovvero  menare  in 
cùiesa  lo  scomunicato.  Ar.  sai.  3.  lo  né 
pianeta  mai  ae  tonicella  ,  Sé  chierca  vo' 
IJ'^^'F"  ""  "  P°""-  Come  oè  stole. 
.STOLATO.  Jdd.  Che  ha  la  stola.  L.i. 
■flola  arpielus.  Gr.  ,ro)f,  i,roU,ui,Oi. 
fÌHon  Her.  5.  4.  4.  Seguace  Stolalo  un 
sacerdote. 

*  STOLCO.  Term.  degli  Ornitologi. 
Fagiano  nero,  coi  pie  coperti  di  penne, 
che  nasce  nelle  montagne.  (A) 

•t  *  STOLIDAME.NTE.  ^^i.erA. 
Con  ìslolidila.  Betlin.  Disc.  2.  3^8.  Far- 
si scudo  e  possanza  col  nome  di  fervore 
f  «elo,  ma  in  realtà  con  un  furore  stoli- 

STOLIDEZZA.  Astrailo  di  Stolido; 
Sliipidila  Stoltezza.  Lai.  stolidilas,  fa. 
tiiitas.  Gr.  fX.-pa^tfC'j.,  puùU.  Segner. 
Mann.  Apr  .4.  4'^M,  „„„^^,e|,|,/  .. 
slo^un  prodigio  di  stoUdezza? 
rf  "e,  *;^0'-'DISSIMAME.NTE  .  Superi, 
di   Stolidamente.    Uden.   Kis.  /Al 

STOLIDITA'.  Stupidezza  ',  Stolidezza. 
l-M.  stolidilas,  stupiditas.  Gr.  a'i'ATS- 
pi!«,  «r«,=r«l,a.  Buon.  Fier.  i.  2.  4. 
Stolidila,  com'io  diceva,  umore,  Bizzar- 
ria, stravaganza,  aflìssazione. 
I  ,f''?';'?°-  ''''''•  '""^"'alo.  Stupido. 
r'L  '"'•t"'  '■"■'"■'■  Gr.  a.oi,To,-.  «■,«■;- 
ripoi  .  Tac.  IMv.  Ann.  4.  88.  Nu- 
manana  sua  prima  moglie  fu  d'averlo 
con    malie   fallo  stolido   accusata  e  assolu 


STO 


Il       K.j      7.       "•.cusaia  e  assolu- 

,,  .    ''"*•      Oss.    an.     127.      I     lombrichi 

le  corpi  umani  fuor  di  essi  corpi  sem- 
brano pigrissimi,  lenti,  e  quasichi,  dissi 
melensi  e   stolidi.   «  Buon.   Fier.  i.  l„,r. 

E  chi  son  io  Anch' io.  eh' un  negroman- 
te 7  Non  distruggo  Forse  anch'  io  el,  uo- 
nun  com  ei  fanno  ?  Forse  ec.  Non  gli 
attalturo    stolidi  7    (B) 

,'t*  STOLLO.  Lo  stile  del  pagliolo 
che  dalla  plel^  ;.  ^nche  detto  Vanima 
•lei  pagliaio,   horlig.    Bicciard.    I.  -2     Ed 

da^"r  ^\"'  ?r  f'"«S'0  un  sloUo 
rta  pag  ,a,o  Parrebbe  uu  manichino  di 
cucchiaio.   fAj 

*    STOLONE.      Term.     de' Banderai, 
fregio   o    Ornamento  d'oro,    d,    ricamo. 

*/  piviale.   (A) 

STOLTAMKNTE.  Avveri.  Con  isloL 
'..».  Lai.  .,,,,/te.  Gr.  •«j.pi.a.j.  Filoc. 
IJI.  Polche  tempo  gli  parve  d.  m* 
»  rare  la  sua  pietà  inverso  di  coloro  che 
.tollamente  .  avieno  lasciali  ingannare. 
Jass.  52.  Presumendo  deUa  divina  misr- 
ricor,!,,    indiscretamente,    e    stnltamente 

Ì'«  J""""  "'■'  *  '^'■^'■"■-  »•'•"■  K 
■W»  E  laisan.Io  «allò  su  con  un  calcio  Slol- 
Limenle  nel  fianco,  ni-  Ini  fuori  Del  c.m- 
min  mosse,  ma   rimase  saldo.  (B) 

STOLTEZZA.  Stoltizia.  Lai  .lullìi.a 
Gr.  uu^u.  ;•„.  irisl.  E  quello  che  pa- 
re  stoltezza ,  dchulez^i.  />„,.  /.„;.  i, 
Per  cu.  tanta  stolleZM  io  terra  èrebi,;. 
frane.  Sacch.  nov.  219    Le  fu  dello  per 


lo  marito  e  per  lo  cognato  .  che    partile 
per  sua  slollema  s'era  messo. 

STOLTIA.  y.  A.  Stoltizia.  LaL  ,tat. 
litia.  Gr.  /zta^i'a.  But.  Sloltia  è  predpi- 
lamento  m  mal  fine  con  mali  meni  mi». 
plicemenle.  Fr.  Ciord.  Fred.  S.  Ouea. 
e  vie  maggiore  sloltia.  E  altrove  :atì\. 
maggiori  stollie ,  che  in  lutto  T  mondo 
su,  •'  '  «•  ^-«m-  Ani.  19.  ,.  8.  Lo  'b- 
paziente  innalza  e  accresce  U  sua  .i»lu, 
,  t  *  STOLTILOQUIO.  Fave^^„. 
IO  da  stolto,  ìaniloquio.  Uden.  \^% 
2i.  Il  poeta  voUe  frammettere  quel  éon  ' 
cello  piacevole  nello  stolUloquio  deU' ,. 
nianle,  per  temperare  aUi  speluiori  la 
malinconia  di  quella  materia  dolente  lAi 

STOLTISSIMAMK.VTE    .     Su^^^L 
Slollamenlej    (  oa    grandissima    jZltilia 

l^M.  .,iuus.ime.  Gr.  ^«^oraw.  S.  Ago- 
't.  (.  /;.  Queste  cose  e  diconsi  e  Je- 
aonsi  stollissimameote. 

STOLTISSIMO.  Superi,  di  Stolto. 
Lai.  stulussimus.  Gr.  /iiwio'rocroi.  Bocc 
nov.  23.  2.  Stoltissimi,  e  uomini  di  nuo- 
ve maniere  e  costumi,  si  credono  più  che 
gU  alm  in  ogni  cosa  valere  e  upere  E 
«ow.  82.  2.  Assai  sono,  U  quali ^ueod,, 
slolUssimi,  maestri  degli  altri  si  (inno 
3   STOLTIZIA,  e  STULTIZIA.   7cioc. 

Cavale.  Specch.  Cr.  Questo  Cristo'^/ J^ 
Giudei  ^ndolo,  ali.  GentiU  pare  stolti- 
'U.  E  Fruii,  ling.  La  terza  cosa,  perchè 
no,  non  siamo  esauditi,  si  è  la  nostra  slol- 
Uzia.    Bocc     nov.    ^.  2.  j  ^.  ^ 

assai  mamfesialo  la  stoltizia  di  Calandrino. 
E  nov.  98.  35.  Se  Gisippo  ha  ben  So- 
fronia marnata,  l'andarsi  del  modo  dolen- 
do e  di  lui  e  una  stullizia  superQua.  Fsp. 

la  Uullizia  degli  uomini. 

*  §.   Stoltizia,  dicesi  anche  delle  Azio. 

"chi  °l  T"  J"  ""•"'/<""•""  'tollizia  in 
ch>  le  fa,  0  dice.  .  /„.  s  Gir.  36.  Ab- 
bu  1  uomo  quella  compagnia,  che  alla  sa- 
pienza dilett^,  ec.  ;  altrimenti ,  .e  si  di. 
usare  con  altra  continua  compagoia.  cade 
di  slolUzia  in  istoltizia-      iCi 

STOLTO.  Add.  Pazzo,    Sciocco,    Di 
poco  senno.   L,l.   .„„/„„,    i„s,p.dus,  insa- 

Bocc.  nov.  60  22.  Li  quali  poiché  al- 
quanto  la  slolu  mollùudine  ebbe  con  am- 
mirazione riverentemente  guardati  ,  con 
grandissima  calca  luti,  s'appressavano.    E 

Ti:  ^\  '^    ^'ff'  •  '^  ""•'l'è    «lato    sì 
«olio,  che  avesse  creduto  che  in  Mognonc 
"  ''"'•;'•"'  "-""re  una  cosi    virtuoa    pi,, 
tra    altri  che  noi  7  E  nov.  77.  39.    Chia- 
"■•■1",  Slolu  che  tu    se',    s!   bZ.    leu. 
Muna  cosa  e  tanto  utile  allo  stolto,  quan- 
lo  servire  a  un  savio.   Ptir.  ..o„.  <vv  Qn- 
<le  la  mente  stolta  S'adira  e  piagneva;,» 
'ar.  5.  Ed  ogni  permulaoza  credi  stolu. 
!■■  appresso.-  E  cosi  stolto    Ritrovar    puoi 

lo  gran  dura  dei  Greci. 

S  TOLTO.   Coir  O  largo.  Add.  da  Sto. 

gliere,  o  Slorre;  Distolto  .  Frastornalo 
"     f      IO.  62.  Li  Turchi,  veggendo  che 

loro  unpresa  veni,  stolta,  con  Toro  vergo- 

gna  e  dannaggio  si  partirono. 

•e  STOMACACLIO.    Catm-o  stomaco. 

«  "Jv"  ^"  """"•  P""  fi-"-  4.  3. 
»5.  ^è  anche  J  ber  fresco  fari  itom««ce» 
loro.  r,\.v; 

STOM*CAGCI.>E  liivotgimento  di  .lo. 
maro,  lo  stomacare  .  Lat.  nausta.  Gr. 
»»UTi».  /,„/,.  294.  Sé  medesimo  esaltan- 
do con  parole  ,la  fare  per  istomacaggin  I, 
pietre  saflar  ,lel  muro .  e  fuggu-si 

STOMACALE.  Add  CJie  è  grato  allo 
stomaco,  e  gli  s,  confà;  Slomachico.  Llt. 
stomarho  gralus    Gr.  c'ujTo.ottxet. 

'  .V.  E  vale  anche  semplicemente  Hello 
stomaco.  .Vati.  Fr.inl.  nm.  buri.  S  1,19 
SoQ  bugne  secche  (le  castagne  )  1'  Uuw 


STO 


STO 


stomacali,  A.  quei  .lol  corpo,  a  chi  sanfiUO 
sputassi  (  Kob  hanno  ine'  di  queste  gl<  ipc- 

«ali.  (B) 

STOMACARE.  Propriammtt  Lommuo- 
tersi  e  Perturbarsi  lo  stomaco.  Lai.  nati- 
K<mt  moderi:.  Gr.  vaUTc'av  tyj.st'v- 
*  Helc.  Ili-  Cohmh.  ib.  Ma  quando  la 
donna  di  Giovanni  hi  vede,  per  onore 
dcUa  hrulla  infcimila  inl'astidita ,  inciiut.1- 
nenlc  sloroarando,  o  Giovanni  disse.  ((  ì 
Fr.  lac.  r.  I.  ().  5:1.  S'  io  contare  vi  v» 
lessi  A  un  a  un  1i"voslri  eccessi,  Credo  certo 
Ti  facessi  Tutte  quante  stomacare.  Malm. 
li.  38.  l'n  rospo  lece  rome  un  pan  di  mi- 
glio ,  Che  avrebhe  l'atto  stomacare  1  cani. 

*  §.  I.  Kxeutr.  pass,  vale  3/otcc(-.«  a 
nausea.  Segner.  Co,,/.  ia.<lr.  cap.  8.F„Vf.e 
il  Signore  si  stomacherà  di  maniera,  che  la- 
sctcra  di  soccorrerlo.  fT  ) 

g.  II.  Per  metqf.  in  signifK.  alt.  vale 
Infastidire,  Stuccare.  lat.  stomaci,;,,,  nw- 
vere,  irritare.  Gr.  a'ià».  Tac.  Dav.  Ann. 
2  io.  Stomacavali  anche  egli  co'suoi  mo- 
di diversi  dagli  antichi  (  qui  H  lesto  lai. 
ha  accondehal).  K  3.  77.  Stomacan- 
do si  .ihbictla  servitù  colui  che  non  vo  èva 
la  puhhlica  blierta  (qui  il  testo  lat.  ha  : 
taedclat  ). 

STOMACATO  .  Jdd.  da  Slon,aca,v  . 
Arrigh.  59.  Io  sono  stomacato  de'  tuoi 
•conci  e  soni  detti.  Buon.  Pier.  3.  I.  5. 
Che  travagliata  ,  e  sottosopra  tutta  (  Per- 
donatemi voi),  le  medicine  Stomacata  ri- 
hotta,  E  la  vcriigin  sua  non  ha  mai  6ne. 
li  se.  9.  Oiho!  eh'  io  caddi  quivi,  Kon  so  se 
di  paura,  o  stomacalo. 

STOMACAZIONE.  Stomacaggine.  Lat. 
aausea.  Gr.  vaurt'a.  Cr.  In  acqua  cotte, 
il  calor  febbrile  refrigerano,  e  la  stomaca- 
tione.  e  l'enfiamento  dello  stomaco. 

STOMACHEVOLE  .  Jdd.  Che  com- 
muove  e  perturba  lo  stomaco.  Lat.  nau- 
sea plenus.  Gr.  vaUTi'av  iyùfOi-J.  Galat. 
7.  Non  solamente  non  sono  da  fare  in  pre- 
senu  degli  uomini  le  cose  laide,  o  fetide  , 
o  schifo,  o  .slomachcvoli,  ma  il  nominarle 
anche  si  disdice.  /■'  appresso  :  Quando  ad 
alcuno  vien  veduto  per  via  ,  come  occorre 
alle  volte,  cosa  stomachevole. 

g.  Per  mela/  vale  Noioso,  Stucchevo- 
le, Spiacevole.  Lat.  molestus.  Gr.  |3«pu5. 
Bocc.  Leu.  Pia.  lloss.  274.  Le  parole, 
l'opere,  i  modi  e  le  spiacevolezze  di  que- 
sti colali,  quante  e  quali  elle  sieno,  e  come 
stomachevoli,  e  udite  e  vedute  e  provale 
r avete.  Lab.  807.  Ma  furonli  si  gli  oc- 
chi corporali  nella  testa  travolti  _,  che  tu 
non  vedesti  lei  esser  vecchia  e  già  stoma- 
chevole e  noiosa  a  riguardare. 
■  STOMACHEVOLISSIMO.  Superi,  di 
Stomachevole.  Demelr.  Sega.  10l{.  Per  la 
qual  cosa  egli  mostrò  insieme  ,  la  vec- 
chia esser  cosa  stomachevolissima  e  da  far 
ridere  . 

•f  *  STOMACHEVOLMENTE.  Jv- 
verh.  In  modo  stomachevole.  Pallav.  Star. 
Conc.  I.  110.  Immerso  in  quel  lezzo  di 
cui  anche  il  nome  putiva  stomachevolmen- 
te.  (Al 

STOMACHICO  .  Àdd.  Di  stomaco  , 
Che  giova  allo  stomaco,  Che  conforta  lo 
stomaco.  Lat.  stomaci, 0  gratus.  Gr.  eu- 
OTo'/xa^Oi.  Volg.  Mes.  Pillole  stomachiche 
il  capo  confortano  e  lo  stomaco.  E  altro- 
ve ;  Pillole  stomachiche  ec.  evacuano  la 
superfluità  d'  ambe  le  collere. 

*  STOMACHINO.  Term.dei  Macellai. 
Specie  d'  animella  che  sta  attaccata  alla 
milza  ed  al  fegato.  (A) 

•f  STOMACO.  ì'iscere  membranoso 
del  corpo  animale  fatto  a  similitudine 
d'un  sacco  nella  parte  superiore  e  an- 
teriore del  bas.to  ventre,  destinalo  a  rice- 
vere l  cibi  triturati,  e  dar  loro  la  prima 
e  pia  necessaria  preparazione  per  diven- 
tare materia  di  alimento.  Lat.  stomachus. 


di. 


venlriculus.  Gr.  5to.o«X»' •  •^<""'"-  ""''• 
Q2.  6.  Quando  Ghino  era  più  giovane  , 
ètli  studiò  in  medicina;  e  dice  che  appa- 
rò niuna  medicina  al  mal  dello  stomaco 
esser  migliore,  che  quella  che  egli  vi  tara. 
;V  ;'  i)  5l.  Ili  tale  varietà  lo  stomaco 
riglia  conforto.  Te.<.  Pr.  5.  36.  Lo  suo 
stomaco  i;  forte  più  che  stomaco  di  ninno 
altro  animale,  l'etr.  cap.  7.  Fianchi,  sto- 
machi,  febbri  ardenti  fanno  Parer  la  morte 
amara  più  che  assenzio  (qui  par  che  valga 
commozione  di  stomaco  )  .  Pranc.  Sacch. 
nov.  87.  Però  è  grazia  a  Dio  d'  avere  si 
fatto  stomaco,  che  ogni  cosa  patisca.  I.asc. 
rim.  3.  3lO.  Appresso  questa  perdon  pre- 
gio e  fama  Fegati,  lombi,  stomachi  e  mi- 
gliacci . 

e.  I.  Figuratam.  yer  Indignazione  , 
Commozione.  Lat.  stomachus,  indignano  . 
Gr.  avava/Tr;5.;.  Tac.  IJav.  Ann.  l5. 
209.  Onde  i  veri  Padri  con  grande  sto- 
maco  ricorrono  al  Senato.  Cari.  Fior.  19. 
Che  da  me  si  nominano  con  islomaco  . 
'  */ifn.  Decam.  I18.  Kè  detto  con  minor 
forza  ,  ne  men  pieno  di  maraviglia  e  di 
stomaco  insieme.   (J  ) 

+  g.  II.  Omic  Fare  stomaco,  o  J  enire  a 
stomaco,  figuratam.  vogliono  .stomacare, 
nel.<ig,iifc.del§.  II.  Lat.  slomnchummove- 
,e.  'lac.  Dav.  Ann.  12.  l6l.rion  si  lesse  il 
testamento,  perclii;  al  popolo  non  facesse  sto- 
maco r  ingiuria  e  1'  odio  dell'  aver  ante- 
i.osto  al  figliuolo  il  figliastro.  Car.  leti.  2. 
49.  La  sofistena,  e  l'incivilita  di  quesl  uo- 
mo è  venuta  a  stomaco  alla  gente. 

^  %.  III.  Passere  una  cosa  a  stomaco, 
figuratam.  vale  Di.'piacei-e.  Car.  leti.  3. 
'7  e  Comin.  1735.  )  Se  fusse  possd)de , 
vorrei  che  in  questa  voi  mi  duraste  que- 
sta faUra;  e  quando  pure  vi  fusse  troppo 
a  stomaco  ,  vi  scuseremmo  il  meglio  che 
si  potrà.  (Bì 

§.  IV.  Centra  stomaco  ,  o  Sopra  sto- 
maco, vogliono  Contro  voglia.  Tac.  Dav. 
Perà.  clòq.  409.  Tengan  pur  me  le  dol- 
ci Muse  ,  come  dice  Virgilio  ,  tra  quelle 
sagre  ombre  e  fontane  ,  fuori  di  soUecitc 
cure,  e  nirislà  di  far  cose  tutto  di  conlra 
stomaco  (il  testo  lat.  ha:  contra  animum). 
Car.  leti.  1.  48.  lo  vi  do  qu.sta  commis- 
sione malvolentieri,  perchè  so  che  v' i; 
contra  stomaco,  come  a  me.  E  1.  76.  Mi 
lascio  trasportare  a  questa  cattiva  usanza, 
ancora  che  le  voglia  male,  e  lo  taccia  so- 
pra stomaco.  *  Cecch.  Prov.  73.  Chi  sta 
con  altri,  come  me  ,  gli  accade  Di  far  di 
molte  cose  conlra  stomaco.  (C) 

g.  V.  Portar  sopra  lo  stomaco  ,  figu- 
ratam. vale  Avere  in  odio;  metaf  tolta 
dal  non  potere  smaltire  il  cibo.  Lat.  odio 
habere.  Gr.  piatii.  Cavale,  .••pecch.  ir. 
Gli  comincia  a  dispiacere,  e  portarlo  qua- 
si sopra  Io  stomaco,  e  portargli  alcun  ran- 
core . 

C.  VI.  Buono  stomaco,  dicesi  d'Un  gran 
mangiatore;  e  figuratam.  dicesi  anche  di 
Persona  a  cui  si  possa  dire  liberamente  il 
fatto  suo. 

STOMACONE.  .stomaco  grande,  tr- 
ine. T.  I.  16.  II.  Ogni  crosta  è  radunata 
Per  empir  mio  stomacone. 

^  J  STOMACOSO.  Add.  Che  al- 
tera, e  commuove  lo  stomaco.  Lat.  mole- 
stus, nausea:  plenus.  Gr.  a'viKfO;  ,  vau- 
Tc'a;  ttJi »;:»;';.  io'--  l"ed.  canz.  24.  3.  Tro- 
vasene alcuna  brutta  ,  Gialla  ,  nera  e  sto- 
macosa. 

*  g.  I.  Stomacoso,  figuratam.  vale 
Che  inspira  avvasione ,  0  ripugnanza. 
..  Lab.  159.  Quanto  ella  nel  farsi  servire 
sia  imperiosa,  noiosa,  vezzosa,  stomacosa, 
importuna  »».  (C) 

*  §.  IL  Pale  anche  fguratam.  Che  ge- 
nera disgusto,  dispiaceiv,  o  simile.  ■•  Lab. 
248.  Immagina,  queste  mie  parole  così  suci- 
de,  e  cosi  stomacose  a  udire,  esser  quelbeve- 


S  T  O  1397 

raggio  amaro,  il  quale  ec.  il  discreto  me- 
nile tue  corporali  infermità  t'  ha 


■0  gt 


donato  1».   (Cj 

f  STOMACUZZO.  Dim.  di  Stomaco; 
ed  usasi  per  la  più  al  figuralo,  e  vale  Sto- 
maco delicato.  Bern.  rim.  1.  24.  Non  ha 
'I  mondo  il  più  ladro  stomacuzzo.  *  Alleg. 
259.  (  Amst.  1754  )  Non  doverebbe  parer 
ost'ico,  se  non  a  qualche  stomacuuo  di  ec. 
Maur.  rim.  I.  122.  E  mi  par  che  vivia- 
te per  dispetto  Con  tanti  lattovari  e  pur- 
gazioni ec.  ,  Quanto  fareste  meglio  a  con- 
fortarvi Lo  stomacuzzo  con  altri  bocconi. 
(P)  Pros.  Fior.  Salvia,  leti.  4.  2.  283. 
Queste  sono  superstizioni,  delicature  di 
stomacuzzi.  (C) 

*  STOMATICO.  Tcrm.  degli  Anato- 
mici .  Aggiunto  di  una  delle  propaggini 
della  vena  porla  .  Baldin.  P'oc.  Dis.  in 
VENA.  (A/ 

STONARE.  Uscir  di  tuono.  Salvia. 
Pros.  Tose.  2.  121.  In  certo  modo  biso- 
gnava nel  fine  quasi  scordare  e  stonare. 

STOPPA.  Materia  che  si  trae  dopo  'l 
capecchio  nel  pettinar  tiiio,o  canapa,  l^at. 
stupa.  Gr.  STuJCrtv;.  Lab.  256.  In  questo 
gonfialo,  che  tu  sopra  la  rintur.a  le  vedi, 
abbi  per  certo  eh'  egli  non  v'  è  sloppa  , 
uè  altro  ripieno,  che  la  carne  sola  di  due 
bozzacchioni.  Cr.  3.  6.  1.  Nella  qual  (ter- 
ra) diventerà  grande  (la  canapa),  e  avrà 
molta  stoppa,  e  grossa.  Frane.  P,arb.  3o2. 
l5.  E  da  quel  eh'  avviloppa  Lo  panno  co- 
me stoppa  .  il/n/m.  7.  l3.  Che  per  casa 
non  v'i;  stoppa,  ne  iusa. 

g.  1.  Spegnere  il  fuoco  colla  sloppa; 
modo  proverb.  ,  che  vale  Piparare  a  un 
male  con  un  mezzo  che  piultoslo  il  faccia 
maggiore . 

g.  IL  Far  la  barba  di  sloppa  ,  vale 
Far  beffa,  o  danno  a  chi  non  se  I'  aspet- 
ta. MÒrg.  18.  55.  Quanti  ne  giunge,  ri- 
scontra orintoppa.  Faceva  a  tulli  la  barba 
di  sloppa.  Ciriff.  Calv.  3.  92.  Per  far  di 
sloppa  a  chi  passa  la  barba.  Buon.  Fier. 
3.  4.  5.  E  colui  v'  era  fisso.  Che  li  ven- 
dè la  barba,  e  che  la  barba  A  te  fece  di 
stoppa .  ^ 

STOPPACCIO  ,  e  STOPPACCIOLO. 
Stoppa,  0  altra  somigliante  materia,  che 
si  mette  nella  canna  dell'  archibuso,  0  si- 
mili ,  acciò  la  polvere  e  la  munizione  vi 
stia  dentro  calcata  .  Bed.  Esp.  nat.  17. 
Poscia  sopra  la  stoppa  melteva  una  con- 
veniente caricatura  di  polvere,  alla  quale, 
benissimo  calcata,  melteva  addosso  un  buo- 
no e  ben  serrato  stoppacciolo  .  :>  Salvia. 
Annoi.  Fier.  Buon.  4.  1.  II.  Stopparsi, 
cacciar  giù  nella  canna  della  gola  ,  come 
si  fa  dello  stoppaccio  nella  canna  dell' ar- 
chibuso, che  si  inzeppa  e  si  rinzeppa.  (IS) 
*  STOPPAGNOLO.  Add.  Ch'  e  a  gui- 
sa di  stoppa;  Stopposo,  Alido.  Lat.  stii- 
peiis  ,  stiippeus  .  Pros.  Fior.  P.  4.  voi. 
3.  pag.  76.  Paiono  queste  piante  ,  in  n- 
spctto  di  quelle  del  Zedan,  veramente  sal- 
valiche,  essendo  stoppagnole ,  forcheltute, 
e  con  molli  rami.  (JS  S) 

STOPPARE  .   Pitiirare    con    istoppa  . 
Lat.  stipare.  Gr.  oTìi'fiet*'. 

g.  I.  Stoppare,  per  Bitiirare  semplice- 
mente.  Lat.  obturare,  obstruere.  Gr.  aTTO- 
opaTTStv  .  G.  r.  5.  29.  2.  Si  dice  che 
per  gufi,  che  neUe  bocche  di  queUe  trom- 
be fecero  nido,  si  stopparo  i  detti  artificu 
per  modo  ,  che  rimase  il  detto  suono  ,  e 
per  questa  cagione  hanno  i  gufi  in  gran- 
de reverenza  ec. ,  per  memoria  che  stop- 
parono le  trombe.  E  7-  ^'-i^-.X  1  !' 
Saracini  rompessono  le  mura  d  di,  la  notte 
erano  riparale  e  stoppate  .  Fccor.  g.  20. 
nov  1.  I  gran  signori  Tarlar,  portano  la 
penna  del  gufo  in  capo,  per  memoria  ch 
e'  Bufi  stopparono  le  trombe.  Buon.  Fier. 
34  4.  Ad  ogni  cosa  bisogna  ber  gros- 
so    ad  ogni  cosa  stopparsi  gli  orecchi.  E 


II 


1398 


STO 


4-  Z-  li-  Ed  a  gran  furia  ognun  stopparci 
zeppo  Di  quegli  ossami  il  gru;;Du. 

g.  II.  Stoppare  alcuno,  figuratam.  va- 
le Non  curarsene,  I\'on  fame  conio.  Lat. 
Jloccifacere , negligere.  Gr.  OMy<apztv,  «/i.-;- 
ieiv.  Cecch.  C'orr.  l.  1.  M' importa  il  ser- 
vire messere  Alessandra;  quest'  altro  io  1' 
ho  stoppalo.  Ma/m.  [ì.  34-  E  eoa  un  fuor 
(li  lingue  e  orrenda  vista  Suffiavan,  eh*  i* 
ho  stoppato  UQ  alchimista. 

V  STOPPAUOLA.  Uccelletto  di  fjue' 
che  vii'ono  di  hacherozzoli .  V.  Il  P'oca- 
hol.  alla  voce  SALTANSECCIA.    (NS) 

5  STOPPIA  .  Quella  parte  di  paglia 
che  rimane  in  sul  campo,  settate  che  soa 
le  biade  ,  e  talora  il  i  ampo  med>'ximo  , 
doi''  è  la  stoppia  .  Lai.  stipula  .  Gr.  /a- 
j^KIÀfì.  Pallad.  Fehhr.  38.  Sicchìs  i  figliuoli 
ii  pascano  poi  d'  erbe  sotle  u  delle  stop- 
pie .  Cr.  2.  i3.  25.  Si  seminano  le  rape 
ioturnu  la  fine  di  Luglio  e  '1  principio  d' 
Agosto  nelle  terre  cuUivatc,  o  nelle  stop- 
pie ,  ovvero  secce  due  volte  arale  .  Lor. 
Aled.  rim.  q6.  E  si  polca  vedere  io  una 
itoppia  Col  lupo  lieta  star  la  pecorella  . 
jllam.  Colt.  I.  9.  Sol  che  non  lascc  O 
di  cenere  Ìnimoiul4,  o  di  letame  Porgergli 
aita  ,  o  far  al  tempo  poi  L*  aride  stoppie 
iue  di  Vulcan  preda  .  '?  Ar.  Fnr.  12. 
87.  Come  nel  hosro  dell*  umil  gincprc,  O 
uclla  stoppia  alla  campagna  aperta  ec.  <N) 

'1^  g.  I.  Mettere  stoppia  inaia,  vale  Far 
cosa  che  non  sen-e  a  niente.  Gettar  via 
il  tempo  j  perche  dalla  stoppia  messa  in 
aia  non  se  ne  può  trarre  alcun  /rutto. 
•(  Sah,  Cranch.  2.  5.  Io  non  sou  u»o  a  met- 
tere Stoppia  in  aia  »  .   (Cj 

^  §.  II.  Stoppia,  chiamano  i  Tagliato- 
ri  di  hoschi  Tutto  ciò  che  rimane  sul  suo- 
lo dopo  il  taglio^  0  la  segatura,  tanto  delle 
piante  maggiori,  quanto  delle  minori.  (,4) 
u-  STOPIMAKO.  Il  campo  dov'è  la 
stoppia.  Car.  Long.  So/,  pag.  8-  (  Fir. 
1811)  La  Cloe  su  ne  andava  ora  in  tiual- 
che  sloppiaro  a  lavorar  galiliic  da  grilli,  o 
tesser  frontali  di  paglia ,  ora  io  un  giun- 
4ibcto,  ec.   (li) 

f  STOPPINARE.  Dar/uoco  collo  stop- 
pino, o  meglio  ,  Acconciare  lo  stoppino  , 
perchè  sia  pronto  a  pigliar  /uoco  ,  e  fi- 
guratamente. Dispai- la  trama,  l'inganno, 
perchè  possa  riuscire,  i'ecch.  Servig.  3. 
A.  Si,  eh'  i'  vo  a  stoppinar  questa  giran- 
dola. *  F  Corrvd.  ^.  II.  Andate  a  casa 
A  Moppinar  la  girjmìola.  (IVj 

•f  '^  STOPPl.NATO.  AdJ.  da  Stop- 
pinare. Car.  Apol.  piig.  129.  E  se  fosse 
caccialo  in  una  coluìjrina,  o  ripieno,  stop- 
pinato ,  ed  acceso  come  un  razio  ,  ancor 
voi  volereste.  (A) 

!rg.  Candelotto,  o  simile,  stoppinato  dicesi 
Quello  a  cui  è  slato  acceso  lo  stoppino.  Ces. 
J)e^r.  38.  L"na  delle  parrocrhicdi  ronudo 
(  ed  era  non  delle  chiamate  )  venendo  por- 
tò air  altare  heoc  83.  candelotti ,  i  quali 
non  ancora  stoppinali,  lasciò  in  nome  di 
offerta.  (C) 

:;:  SrOPPlNlERA.  Term.  degli  Ar- 
gentieri, Ottonai,  ec.  Arnese  da  adattar- 
vi i  moccoli,  o  lo  stoppino  per  girar  per  le 
stanze  con   lume.  (A) 

•f  STOPPINO.  Lucignolo  di  candela. 
"L.ìi.  ellychnium.  Gr.  i)Ìvxi"<'«-  fatiti.  S. 
(ireg.  \.  Ci.  Serrò  l'uscio,  misevilo  stoppi- 
no, e  acceseli',  e  cosi  arsoDo,  come  se  1' a- 
fqua,  eh*  era  nelle  lantpane,  fosse  sialo  olio. 
Ditlam.  4-  18.  Venuto  men  lo  stoppino  e  la 
«era  (/'  edtz.  di  Venezia  182O  legge  :  V<- 
nuto  men  lo  stoppino  alla  cera  )  ,  K  spen- 
to '1  lume  della  prima  schiatta,  ec.  ((/ut 
^gitratam.  ). 

§.  I.  Filare  stoppini ,  figuratam.  vale 
lo  stesso  che  Arar  diritto.  Car.  leti.  \. 
57.  Vi  promeiio  che,  ancoraché  siauo  qua, 
61eranno  stoppini  ;  (al  >aj(giu  hanoo  a^ulo 
di  lui  questi  pochi  giorni- 


STO 

V  g.  II.  Stoppino,  diconsi  anche  Alai- 
ne  /Ha  di  bambagia  a  guisa  di  lucigno- 
lo, coperte  di  cera  ,  delle  quali  altri  si 
serve  per  accendere  i  lumi,  sigillar  lette- 
re, ed  anche  per  veder  lume  andando  singo- 
larmente qua  e  là  per  casa.  Red.  lett.  ^O- 
^ella  quale  (cassetta)  avrà  VS.  trovato 
e  le  lellerc  ,  e  tulle  quelle  altre  cose 
eh*  Ella  arca  chiesto,  come  carta,  penne , 
stoppini,  saponi,  e  ceralacca.  (C)  tmper/ 
V.  Tth.  1).  4.  r.  12.  226.  Come  il  lu- 
me d*  uno  stoppino  iu  faccia  alla  luce  del 
sole  ec.   (F) 

*  STOPPIOiNACCIO  .  Accrucit.  di 
Stoppione.  Fir.  nov.  6.226.  Aveva  la  più 
liella  lattuga  tallita,  e  i  più  hegli  ttoppio- 
naeci   che   mai   vedesti-.    (*) 

STOPPIONE.  Erba  pungente  ,  che 
cresce  e  viene  tra  le  stoppie.  Lat.  car- 
duus,  cirsium.  Gr.  /l'^^tov.  Fr.  Giord. 
Pred.  S.  Lane  di  stoppioni,  che  fanno  al- 
heri,  cioè  Lamhagia  ,  e  altre  colali  cose  . 
Fav.  E.top.  Prese  stoppioni  e  legacci  ,  e 
ciosene  il  pedale  dell'  aliterò,  e  misevi 
fuoco.  ^  Malm.  6.  Ii5.  Fiutila  è  la  tova- 
glia e  le  salviette  Di  verdi  pugoitopi  e  di 
stoppioni.   (  B) 

§.  Per  Istoppia.  Cr.  g.  89.  I.  Del  me- 
se di  Maggio  e  d'Aprile,  arati  gli  stop- 
pioni, non  si  partono  ,  e  fanno  molli  fi- 
gliuoli  (parla  dei  colombi J. 

STOPPOSO.  Add.  Che  ha  della  stop- 
pa, oca  guisa  di  stoppa  ;  Alido  :  onde 
limone,  o  melarancia,  o  simili,  diconsi  stop- 
posi, quando  il  loro  sugo  è  inaridito.  Lai. 
stupeus.  Gr.  Ìa  t^ìì  TTÙTTTtj;  yàvOjuieyo;. 
Dav.  Colt,  194.  Quando  per  diligente  cu- 
ra la  detta  umidezza  pur  s'  asciugasse  ,  il 
legname  di  lei  voto  restando,  necessaria- 
mente ne  diviene  stopposo,  \anu,  frale  e 
leggieri.  Buon.  Fier.  3.  1.  7.  Perduto 
troppo  tempo  in  gettar  1'  amo  A  quei  pe- 
sciacf  i  magli  de*  villani  Duri  e  stopposi . 
f  STOltACE.  Ragia  odorifera,  che  stil- 
la da  un  albero  indiano,  detto  anch'esso 
Storace,  ed  è  di  due  sorte ,  cioè  liquida  e 
secca.  Adoperasi  come  profumo,  e  ad  uso 
di  medicina.  Lai.  styraj:.  Gr.  ^Ty'fa^. 
M.  Aldobr.  P.  .Y.  5^-  Si  dee  r  aere  pur- 
gare e  diseccare  con  fummi  <!'  incenso,  di 
oioscado,  di  costo,  di  storace,  di  mastice. 
Sagg.  nat.  esp.  266-  La  pastiglia,  il  hal- 
bomo  hianco,  la  storace  e  l'incenso  si  li- 
quefanno,  ma  non  si  accendono.  lUcett. 
Fior.  67.  La  storace  è  di  due  sorte:  una 
chiamata  storace  calamita,  e  da' Greci  sem- 
plicemente   stirace;  l'altra  storace  liquida. 

*  STORARE.  /.  .'/.  Ristorare.  Rim. 
ant.  GuUt.  (  y.  Aot.  297.  Guitt.  lett.  y 
l*ur  esser  non  porà  che  alcuno  acuto  Non 
doni   altrui    che   non   stori   il   penare,     (f) 

STORCERE.  Stravolgerti  e  si  usa  in 
signi fìc.  alt.  e  neutr.  pass.  Lai.  distor- 
quere.  Gr.  otajT^s'»£iv.  lìant.  hi/.  IO. 
Perchè  lo  spirto  tutti  storse  i  piedi.  Fd!\. 
Vedi  come  si  storce,  e  uun  fa  motto,  fìocc. 
nov.  11.5.  Martellino  si  storse  in  guisa 
le  mani,  le  dita  e  le  braccia  ec. ,  che  fie- 
ra cosa  pareva  a  vedere.  ^S  Car.  Rett. 
Arist.  I.  1.  SareliUc  non  altrìmcuti  che 
se  uno  storcesse  un  regolo  del  quale  «'a* 
Tesse  a  servire.  (  TC) 

*  §.  I.  F  in  modo  proverò.  Chi  storce 
di  qua  e  chi  di  là,  dicesi  comunemente 
quando  ad  una  moltitudine  è  preposta 
una  cosa  che  non  piace,  e  vuol  dire  :  Chi 
disapprova  per  un  verso  e  chi  per  un  al- 
tro. Cecch,  Prov.  97.  Comandando  la 
guerra  chi  storce  Di  ijua   e   chi  di  là.  (d 

§.  11.  Storcere,  per  meta/.  Lat.  verte- 
re, convertere.  Gr.  ir^/f  iiv,  9V9rcÌ9ti*. 
l'etr.  .«o/I.  67.  E  fuggo  ancor  cosi  dchi- 
le  e  toppo  Dall' un  de' lati,  uTt  'l  drsiu 
m'ha  storto  (cioè,  volto).  Roez.  t'anh- 
5.  pros.  3.  Perchè  se  in  altra  parte,  *he 
ui  quella,  cho  prevedute  sodo,  si  pouuno 


STO 

storcere  le  cose,  gi^  noo    sar*a   dell*  me 
Dire  prescienxa  nessuna  ferma,  ma  piatto* 

sto  oppcnione  e  credenza  incerta.  Tac, 
Dav.  post.  44^-  1-"  quale  (legge)  slor- 
rrndo  per  modi  iniqui>»imi,  erano  con  lo- 
ro sicarìe  armi  legali  delli  stati  d'ognuno 
ammazzatori  (  in  questi  due  esempii  vale 
Spiegare,  o  Interpretare  sinistramente^  o 
al  contrario  J. 

§.  III.  Storcersi  un  piede,  o  un  brac- 
cio, o  similiy  si  dice  del  Muoversi  l'  osso 
di  esse  parti  del  luogo  suoj  che  anche  si 
dice  Slogare,  e  Dislogare.  Lai.  e  loco  mo^ 
i-ere,  luxare,  distorquere.  Gr.  «?«p&50Ù». 
Fir.  Lue.  5.  5.  Usateci  diligenza  cosi 
nel  pigliarlo,  come  nel  portarlo  ,  che  voi 
non  gli  storceiite  qualche  suo  membro  ge- 
nitale (  qui  in  ischeno  ). 

§.  IV.  Storcersi , /ìguratam .  per  Con- 
trapporsi. Lat.  adversari,  tergiversari. 
Gr.  e'vKVTiOjs&at.  O.  /'.  11.  3.  16.  Se 
peravvcntura  alcuno  svergognato,  o  arro- 
gante presumesse  di  storcersi  contro  al- 
l' opere  dell'  eterno  artefice,  intenda  ec. 

§.  V.  Storcere,  talora  si  piglia  per  lo 
contrario  di  Torcere,  come  Storcere  una 
/une.  Lat.  retorquere.   Gr.     a'vxiTpiftiv. 

#  §.  VI  Storcersi,  detto  di  Chi  cerca 
sottrarsi  dal  /ar  cosa  che  teme  possa  tor- 
nargli/une^ta.  Dati  Lepid.  167.  Quando 
1'  auditore  gli  disse  che  contrafacessc  lui 
ancora,  si  storceva,  dicendo:  con  V.  S. 
non   si   scherza.   (Min) 

STORCILEGGI.//  disse  il  Davansati  ut 
significato  di  Dottoretto  che  per  maliitOy  o 
per  ignoranza  in  terpreti  stortamente  le 
leggi.  Lat.  leguleius,  rabula.  Gr.  Tttpt- 
rpitsfxa.  rr,i  àyoiii-  Demost  Tac.  Dav. 
Post.  44^-  Andavano  dottoretti  storcileggi 
messi  al  terzo,  o  alla  metà  del  guadagno  a 
cercarle  case  e  levar  le  scritture,  per  tro- 
vare chi  godesse  lasci,  o  rcditìi  contro  alla 
legge. 

STORCIMENTO.  Lo  storcere.  Lat.  ter- 
gii'ersatio.  Gr.  àvazrpOfr^.  Fir.  nov.  l. 
186.  Dopo  mille  storcimenti,  dopo  mille 
strani  pensieri,  ella  fu  forzata  a  dire  :  fa 
di  me  ciò  che  li  piace.  Serut.  Lett.  Ind. 
1 .  690.  Tremo  si  fattamente,  e  con  tanto 
grande  storcimento  e  movimento  di  mem- 
hra,  che  i  circojianli  <  hhero  gran  paura. 
I.asc.  madr.  43.  Ella  facea  certi  alti,  E 
certi  gesti ,  e  certi  storcimenti.  Certi  mu- 
golamenti Da  fermar  per  piexk  le  stelle  e 
i  venti.  Malm.  9.  5*.  Al  Duca  vera- 
mente pare  strano  Ch'  eli'  ahhia  a  far  sì 
grande    slorriinento. 

*  STOKt:iTURA.  Sust./em.  Storci- 
mento. Magai,  lett.  a53.  Nella  veemenLi 
d*  una  passione  che  iu  un  primo  molo  in- 
terdica l'uso  della  favella  ,  cenni,  gesti  , 
storcilure  di  cullo,  straluoamenli  d*  occhi, 
voii  inarticolate ,  strida,  urli,  tutte  sono 
parole.  (R) 

5T0RD1GI0NE.  Stordimento.  I^L  tar- 
ditas,  .ttupor  ,  stoliditas.  Gr.  da'/i^Of, 
«jSeÀTSCi'a.  Tesrid.  5.  70.  Ritornò  in 
questo  punto  Pali-mone  ce.  Ch'altro  g& 
non  a\ra,  che  stordigionr  Perlo  gran  col- 
po. Farch  F.rcol.  61  Stordire,  onde  na- 
sce stordito  e  slordigione  ,  h  verbo  cosi 
attiva  come  neutro,  perchè  cosi  si  dice  : 
io  stordisco  a  qucMo  romore  ;  rome  :  tu 
mi  stordisci  colle  tue  grida;  ovvero:  Ì  tuoi 
gridi  mi  stordiscono.  Remb.  Asol.  3.  14O- 
Vi%ono  jiirni  sempre  ih  roentecatlaKine 
e  di  stordigione.  Alam.  Gir.  3.  II^*  H 
me',  ch'ci  può,  di  slordìgion  risorge  ,  B 
va    ^  er   lui   come  ringhiai  ferito. 

STORDIMENTO.  Lo  stordire.  Lai. 
stupor,  stupidita^  Gr  òdflfio;.  et^tXn- 
pi'«.  Amet.  9.  Poiché  lutto  fu  del  preso 
stonlimenlo  lucilo ,  quivi ,  senza  niente 
parlare  a  quelle,  si  pose  sopra  V  erbe  a  se- 
dere, n.int.  Conv.  198  Stupore  è  ano 
stordimento  d'animo  per  grandi  e  mara- 


STO 


STO 


STO 


«399 


vigliojc  cose  redcrc  o  udire,  o  por  alcun 
modo  sentirò. 

STORDIRE.   In  sien,f,c.  ali.    l  «r    r 

„.  rer««.  Fa..  K..op.  Col  suo  gridar 
LestiJe  stordisco  gli  altri  "«■»■'"  •^'''"■ 
pauriscegU.  Omel.  S.  Grcg  Apcrtame,^- 
L  stordisce  i  peccatori.  I  arch.  'rcl.^^- 
Stordire,  onde  nasce  ^(orrf.to  e  ^(orrf.g.o- 
„e,  i:  verlK.  cosi  attivo  come  neutro,  per- 
chfc  cosi  si  dice  :  io  stordisco  a  l""'"  ■■';• 
more;  come:  tu  n,i  stord.sc.  coUe  tue 
grida  •  ovvero  :  i  tuoi  gr.d.  m.    slord.sco- 

"°§.  /„  signific.  neutr.  e  neutr.  p«ss- 
SMonlirr,  Bimanert  allomlo  o  fcr  ro- 
JT,  «rér  ro/po  c/,e  ^  M^"  n"'"- " 
,7  cno/o  prr,,, .alche  impensato  e  ma- 
ra^-ifuóso   Leniremo.    Lat.    siupescerc 

,a.^ficri.  Or.  «",i'^r"^="/-"„j'- 
Il  Rè  fne  stordito  del  subaano  colpo,  «ore. 
..ov.  21.  l8.  Udendo  coslu.  parlare  d 
quale   ella   teneva    mutolo      l..lta    stordì 

,i  gran  colpo  i;  giunto  Sovra  .  conf.n  del- 
la sinistra  guancia  ,  Che  ne  stordisce  .n 
rolla  sella.  Sagg.  nat.  esp.  II?-  ^"  "; 
nocchio  si  stordi  prestissimo  ,  e  gonlio 
tutto  notalolmenle. 

STORDITAMENTE.  Ji-^erlno  .  I  on 
istordieione.  Sm.  Pisi.  11>.\-  D'ee  '  "'" 
Irò  :  di'  tu  che  le  l.cslie  si  muovono  stor- 
ditamente e  disordinataiiicnlel 

STORDITIVO.  MJ.  yltlo  a  .«ordire. 
nuon.  Fier.  I^.  i-  5.  Studii  regnar  v.tlo- 
rioso  in  piaaxa  Col  grido    stord.t.vo    dcUa 

plebe.  ,.         (., 

STORDITO.   Add.  da    Stordire;    M'a- 
ìordilo.  Attonito,  Stupido,   Confuso.  Lat. 
tinpidus.  stnpefactus.  Gr.  'U7:nù.-n-ipi-">i- 
BMC.  no..  82    6.  Da    così    latto    soprap- 
prendimenlo  storditi  ce.   stettero  fermi.  O. 
y    a    302.   3.  Caslruccio  ciò  sentendo,  e 
am,e"na  credendolo,  come   stordito    s.  par- 
tì di  Pistoia.  Bed.  Annoi.  lìitir.  205.  Quel 
poco  di  barlume  di  luce  che  al  volgo  stor- 
dito dalla  paura  par  di  vedere  su   gì.    al- 
beri e  suir    antenne.   1  arch.    l.rcol.    DI. 
Storditi  si  chiamano    propriamente    quelli 
i  quali,  per  essere    la    saetta    caduta    loro 
appresso,  sono  rimasi  attoniti  e  sbalordii.; 
i    quali    si    chiamano    ancora     .ntronati. 
if   Bern.    Ori.   1.  4.  86.    Perchè   Ba.ardo 
via  per  la  pianura  Ne  porta  il  suo  padron 
meno  stordito;    Ma  in  poco  d    ora  si    tu 
risentito.    Pucc.   Centil.  cani.  17.  E  stretti 
stretti  usciron  della  valle    ec.    Gridando  : 
Tu  se' morto,  tn  e  i  tuoi;  E  percossero  a 
loro:  onde  storditi  Fur  lutti  quanU ,    co- 
me pensar  puoi.   (B) 

STORIA.  Propriamente  Diffusa  nar- 
razione di  co.se  seguite.  Lat.  ì.istoria.Gt. 
iTrwsia.  Bicord.  Male.^p.  cap.  l.  Abbia- 
mo dimenticate  alquante  belle  storie  e  di- 
lettevoli, imperciò  i  maestri  filosaB,  cioè 
coloro  che  hanno  fatte  le  storie,  le  com- 
pilarono, e  recaronle  di  gran  fascio  in  pic- 
colo volume.  Borgk.  Orig.  Fir.  !^  Cre- 
dono molti  che  avesse  origine  ec.  dalla 
Tavola  ritonda,  e  dalle  storie  del  re  Ar- 
ti della  gran  Brettagna. 

§.  I.  Per  Successo,  ^n-enimenlo.  Lai. 
casus.  Gr.  «fl^I^n'O!.  Dani.  Par.  19. 
Ed  in  terra  lasciai  la  mia  memoria  Si 
fatta,  che  le  genti  li  malvage  Commeo- 
dan  lei,  ma  non  scguon  la  storia.  Bocc. 
no..  l{0.  25.  Cominciatasi  dal  capo,  gli 
contò  la  storia  insino  alla  6ne.  E  g-  t{. 
nen-.  8.  Raccontata  la  istoria  stala  la  not- 
te (  il  caso  a..enulo  I  di  questo  giovane 
ee.  ,  manifestamente  per  tutti  si  sep- 
pe  ec.   (f) 

§  II.  Per  Leggenda,  Poemetto  ,  o  si- 
mili. Mah:  I.  4.  Mi  basta  sol,  se  vo- 
stra Altezza  accetta  D'  onorarmi  d  udir 
questa  mia  storia. 


S.  III.  Per  ripintura  ,  o  Scultura  1 
ravprcsentante  alcuno  avvenimento.  Fr. 
.■sacci, .  no..^5.  Mai  non  dipignesli  tanto 
bene  alcuna  storia,  quanto  tu  hai  d.pin- 
,0  bene  d  caso  di  questi  potei.  Dani. 
Purg.  .0.  I- mossi  ip.t  dal  luogo  dov  10 
,Uva  Per  avvisar  da  presso  un  altra  sto- 
ria ec.  Quiv' era  storiata  Valla  gloria  Del 
loman  Prince.  Cronichett.  d' A  mar.  112.. 
Di  fuori  a  quella  pietra  e  intaglialo  di  sto- 
rie deUe  battaglie  che  Troiano  vmse.  tir. 
A'  iSi.  E  facendo  dlpignere  in  una  ta- 
vola la  stona  della  presente  fuga  a  tuo 
perpetuo  nome,  l'appiccherò   nelle  logge 

della  casa  mia.  .  „    n     _  J: 

*  g.  IV.  Storia,  si  dice  delle  Opere  d, 
Storia  in  generale.  I  arch.  Err.  Ciò.  l\2. 
Gli  dissero  in  somma  che  a  patto  piuno 
non  volevano  essere  mcnaionali  nelle  sue 
storie,  e  tanto  fecero,  e  tamo  dissero,  che 
bisognò  che  egli  facesse  stracciare  il  loglio 
che  era  di  già  stampato,  e  gli  levasse.   ,1) 

§.  V.  .Sfona,  figuralam.,si  prende  per 
Co.'!a  lunga  e  intricata. 

(J  \l'  Fare  molte  storie,  .ale  Usare 
molte,  e  replicate  diligenze  intorno  a  cl.ec- 
ch.-s.<ia.  tir.  Lue.  4.  I.  no  avuto  a  me- 
nar lestimonii,  che  dicessero  a  modo  no- 
stro, e  farci  tante  storie,  eh'  i  non  credetti 
mai  uscirne.  ,   ., 

+  *  §  VII.  Storie,  nel  numero  delpm 
si  piglia  anche  per  Fa.^tidii ,  o  .nm.l,. 
Amhr.  Cof.  1.  2.  Non  si  trova  eh.  vog  la 
dar  un  baghero  Senza  mallevadore,  e  mdlc 

storie.  (1  )  ,  ,     e, 

if  STOBIAIO.  Colui  che  cende  òto- 
rie,  cioè  leggende,  0  almanacchi,  portan- 
do la  .sua  ^mercanzia  in  un  cesto  soste- 
nuto da  una  cinghia  appesa  al  collo,  liot- 
tar.  Annot.    l'osar.  {.4) 

STORIALE  .    r.   A.  Su.st.  Scrutar  d, 
storie.   Lai.  hisloricus.  Gr.  i  5T3/X0V  P«- 
05:.  T'it.  Plut.  Incomincia  il  primo  libro 
ai  Plutarco  ,    famosissimo    storiale    greco  . 
:::   Palla..  Stor.    Conc.   1.  853.   La  quale 
invenzione  i  la  più  gradila  comparsa   de- 
gli ."Itoriali.    (X)  ,    .     ,  . 
STORIALE  .    .'dd.  m  stona.  Lat.  fti- 
storialis.  Gr.  .'tTOSizo;  •  Mar.  S.   Grog. 
Lelt.  Chi  non  cura  di  prendere  le  parole 
storiali  secondo  la  lettera  ,  nasconde  a  se 
medesimo  U  lume  della  venta.    Omel.  ò. 
Creg.   Le   parole   della    storia  e.  cacciano 
dallo  ■nteUetto  storiale.   But.  pr.  Per  dare 
aiuto  a  tutti   coloro  che    del  detto  autore 
prendono  diletto  per   la   narr-izione  lette- 
rale e  storiale.   *   Palla..    Stor.    Conc.   1. 
753     Rifiuto   dcUe   opposizioni   del   Soave 
grammaticali,  teologiche ,  storiali,  e  politi- 

STORULMENTE.  A..erb.  Secondo  la 
storia  ,  Con  modo  storico.  Lat.  historice. 
Gr.  ;,«^.«d:;.  Mar.  .S.  Gre».  Lett.  Una 
cosa  voglio  predire,  che  nel  procedere  no- 
stro no?  sporremo  alcune  cose  stonalmentc 
e  con  allegoria.  Fr.  Giord.  S.  Pred^lii- 
Scriverò  alcune  parole  più  utdi  ,  che  si 
toccano  inti-a  molle  altre,  dispognendo  U 
Vangelo  storialmente  .  E  44.  Molte  altre 
belle  cose  ho  lasciate,  delle  storialmente 
per  lo  Vangelo.  .  . 

STORIARE.    Dipignere    stona,    eoe] 
avvenimento.  Lat.  historias  pingere .   Gr. 
.':;«;. ovociti»,   i'*-    Fiagg.  Perocché 
non  dipignere  nfc  storiar  le  chiese  in  nes- 
sun modo. 

§  I  Per  Dar  materia  d'istona.  Vii- 
tam.  I.  2t.  Camdlo  e  degno  qui  d'alta 
memoria,  Perchi;  allor  mi  soccorse;  e  sa- 
per dei  Che  fu  secondo  Romol ,  che  mi 
storia .  „ 

§     II.    Per    Jscri.rre    storia  .    frane. 

Sacch.    rim.    5oo.    E    che    mi    vaglia    al- 

quanto   questo  scrivere  ,  Che  10   ho  latto 

col  tuo  aiutorio.  Nel  qual  de"  Bianchi  le- 

I  delmente  storio. 


§.   HI.    Talora  .ale   Patir   per    lo  'n- 
dugto.  Lat.   mora  divexan  .  Gr.  (SfaOo- 

T..T.  .'voX^'-^ •>-«'•  ^'-  '  ■  ^-  ^'-  ^  T' 
cagione  e  1'  altra  potè  essere  per  non  tar- 
lo storiare.  I.iv.  M.  Molli  della  plebe  di- 
sperati ,  innanzichì:  volessono  storiare,  e 
morire  con  si  gran  lormenlo,  si  avvilup- 
parono il  capo,  e  si  traboccaro  nel  Teve- 
re. Fr.  lac.  r.  6.  36.  6.  Te  vo  cherendo 
languido  d'amore;  Or  non  mi  fare  andar 
piiistoriando  .  Sen.  Ben.  Varch.  2.  4- 
Prima  indugiano  un  pezzo  a  prometterli; 
e  poiché  gli  hanno  promessi ,  fanno  sto- 
riare altrui,  innanrichi:  gli  diano. 

STORIATO  .  Add.  da  Storiare  .  Lat. 
depictus  .  Or.  zaTs'vf»""»'  ■  ^'"''  '*''• 
Lanrilotto  fae  alla  Reina  grand'  onore  ,  e 
falla  assettare  in  una  gabbia  cavalleresca 
1  tutta  dipinta  e  storiata,  la  quale  portava- 
no quattro  ricchi  e  grossi  palafreni.  Guid. 
CO.  Nel  palazzo  suo  assegnate  loro  le 
camere  ricche  e  storiate.  Pant.  Purg.  IO. 
Quivi  era  storiata  1'  alta  gloria  Del  roman 
prince  .  Buon.  Fier.  I.  3.  3.  E  quai  vi 
sono  I  ibri  pi.,  pellegrini ,  o  manuscritli  , 
O  storiali,  o  miniali,  o  postillali. 

STORICAMENTE.  Av.crb.  Per  .,a  di 
storia,  A  modo  di  storia.  Lat.  historice, 
historice  instar.  Gr.  iCTOCi/tZ^.  S.  Agost. 
C.  D.  Quel  che  si  legge,  predetto  stori- 
camente e  adempiuto  nel  seno  d'  Abraani. 
Sa^g.  nat.  esp.  3o.  Ne  vena  fedebnente  qui 
raccontalo  il  successo,  osservando  sempre 
il  nostro  costume  di  storicamente  narrare. 

STORICO.  Sust.  Scrittor di  storia.  Lat. 
liistoricus.GT.UropioypùfOZ.Pelr.Uom. 
ili.  Questo  ,  eh'  io  dico  ,  affermano  tutti 
gli  storici. 

STORICO.  Add.  Appartenente  a  storia. 
Bed.  Tip.  2.  29.  Se  dovessi  apportar  la 
cagione  di  questa  differenza  ,  o  slorica  o 
favolosa  che  sia  ,  direi  ec. 

f  *  STORIEGCIARE.  Dipignere  sto- 
rie. Storiare  ;  ma  meno  usato  .  Ca.alc. 
Med.  cuor.  Sl^.  Dipingi  questa  casa,  e 
storieggia;  La  memoria  dei  Santi  fa  eh' 
ei  veggia  In  te  formata,   (f  } 

STORIELLA.  Piccola  storia.  Lat.  par- 
.a  historia.  Gr.  /iwfist  l'iTipia.  Sal.in. 
Disc.  2.  71.  Se  in  quei  tempi  ci  fosse 
stalo  qualche  suo  confidente  ,  che  avesse 
voluto  far  questa  cortesia  alle  genti  avve- 
nire di  sporre  i  suoi  indovinelli,  ed  ar- 
ricchirli colle  novclluzze  e  storielle  e  bar- 
zellette di  quei  tempi .  *  Ces.  Ho..  86. 
Egli  è  però  anche  vero;  che  in  quelle  co- 
tali  storielle  de'  nuovi  e  strani  modi  che 
tenea  Fdippo  co'  suoi  .  se  ben  vi  sia  un 
poco  da  ridere  ,  egli  v'  i:  troppo  più  che 
imparare.   tCì 

STORIETTA  .    Vim.  di  Storia.  Lai 


parva  historia.  Gr.  fi./p!»'  l'.-offJ..  Buon. 
Fier  2.  4.  4.  Quelle  sloriette  attorno  che 
significano?  Ben..  Celi.  Orcf.  Sg.  Si  fac- 
cia un  dintorno  alto  due  dua  alla  detta 
storiella  di  cera.  Car.  lett.  2.  189.  In 
questo  farci  o  grottesche,  o  storielte  di 
figure  piccole  (in  questi  esempii  e  nel  si- 
gn.fic.  del  §.   III.  rf.  STORIA). 

:?  STORIETTINA.  Dim.  di  Stonetta. 
rasar.  Stanze  trovale  sottoten-a  piene  di 
grotteschine  ,  con  quelle  stonetune  cosi 
belle.  Ealtro.e:  Qu?  tro  stonettine  mino- 
ri (qui  si  parla  di  pitture).   (A) 

STORIEVOLE.  r.  A.  Add.  Apparte- 
nente a  stona,  D,  .stona.  Lai.  histoncus. 
Gr.  ì^op.xo;  .  F.sp.  Salm.  Questa  e  la 
sposizioo   testuale,  e  stonevole.  , 

STORIOGRAFO.  *.sl..«'>r"'°^'""'.' 
storiographus,  historicus.  Gr.  "  •  ^'''7;°''- 
oec.  Vit  Plut.  Ed  alcuni  stenografi  scris- 
Lo  che  ec.  *  rW..  .«or.  6.  l55.  Se- 
guitando 1' esempio  e  1' autorità,  che  non 
voglio  dire  superstizione,  de' pm  nobJi  e 
lodaU  storiografi  .  cosi  antichi  come  mo- 
,  derni ,  ec.   (fì) 


1^00 


STO 


*  STORlOGnAFO.  Add.  Apparta 
nenie  a  slona.  JJocr.  Fit.  Dani.  224-  E 
arvedeadosi ,  le  poctithe  opere  non  esser 
vane  ,  o  semplici  favole  ec. ,  ma  sotto  se 
dolcissimi  fruiti  di  verità  istoriografe  e  fi- 
losufiche aver  nascosti,  ec.   (Bj 

STORIONE.  Pesce  marino  che  amai' 
acqua  dolce  ,  ed  è  ottimo  per  mangiare  . 
Lat.  asellus,  acipenser.  Gr.  s>>o^.  Bocc. 
not'.  88-  4-  'p*'scra  ne  furon  mandate  tre 
altre  più  lielle  ,  che  queste  non  sodo  ,  e 
uno  storione  a  messcr  Corso  Donali.  Frane. 
Sacck.  nov.  l83.  E^lì  era  di  quaresima  , 
e  al  ponte  avca  storioni  e  lamprede.  Bel- 
line,  son,  274"  Se  co' ritrosi  ne!  tuo  fon- 
do pesco  ,  O  storioni  o  altro  v'  ha  a  dar 
dentro.  lìurch.  i.  Il5.  Ha  fatto  già  can- 
tar da  cento  messe  Per  l'anima  di  cento 
storioni . 

STORIUZZA  .  Vim.  di  Storia.  Lai- 
parva  hisioria.  Or.  fUKpoì  IvTOpìa..  Bocc. 
Lctt.  Pr.  S.  Jp.  3o8.  Lui  spesse  volte 
veggiamo  intra*  più  sommi  sedere,  e  par- 
lare ,  e  recitare  storiuxze  note  alle  fem- 
minelle . 

STORLOMlA  .  F.  A.  Astronomia  . 
Lat.  astronomia  ,  sideralis  scientia  .  Or. 
àcrpo-ioif-iy.  •  O.  ì  .  12.  l\0.  3.  Secondo 
il  detto  e  scritto  de'  liliri  degli  antichi  , 
grandi  maestri  di  storlomia  .  ì  it.  Buri. 
6.  A  quella  festa  si  v'  erano  bene  sessanta 
rherici,  che  tutti  sapevano  di  slorlomia. 

STORMEGGIARE.  Fare  stormo,  A- 
dtinarsi.  Lat-  coire,  convenire.  Gr.  cuvis- 
vai,  cuv>]'/-itv.  M.  f.  3.  62.  I  paesani, 
stormeggiando  da  ogni  parte,  s'  accolsono 
a'  passi. 

§.  Per  Sonare  a  stormo  .  M-  V-  t\- 
li.  Il  signore  fece  aollicitare  la  gente  co* 
suoi  bandi ,  e  stormcggiare  le  campane  . 
Cron.  Veli.  \l\'].  In  questo  di  andòe  il 
bando  parecchi  volte,  che  ognuno  ponesse 
giurarmi;  e  stormcggiarono  le  campane 
del  palagio  de'  Priori. 

STORMEGGIATA.  Romor  di  stormo. 
Lat.  conci amat io  ,  Gr.  xaT«So>]5t5.  3/. 
y.  7.  73.  Lasciatosi  dietro  i  due  legni, 
che  facessono  grande  romorc  e  grande 
stormeggiata  ■ 

•f  STOUMENTO.  V.  A.  V.  STRU- 
MENTO . 

*  §.  S tormento ,  si  disse  anche  di  Un 
uomo  goffo.  Cccch,  Assiuol.  2.  8.  Oh  che 
grosso  stormenlo  è  questo  l  (J' } 

STORMIRE.  Far  romore  .  Lat.  per- 
strepere.  Gr.  oist^jjoysrv .  Dani.  Inf,  i3. 
Ch*  ode  le  bestie  e  le  frasche  stormire  . 
Poiiz.  st.  X.  27.  Di  stormir  ,  d'  abbaiar 
cresce  il  romorc. 

3  STORMO  .  Moltitudine  ,  Adunanza 
d'uomini  per  comhattcre .  M.  V.  2.  10. 
Di  stormo  in  istormo  si  mossono  i  conta- 
dini sanza  ordine  o  comandamento  del  Co- 
mune, e  urcuparono  le  montagne  sopra  la 
Valdimarina.  s?  Texeid.  I.  73.  Ma  il  nu- 
mero di  lor  ,  ch'era  infinito.  Ognora  la 
battaglia  rinfrescava  ce,  E  ammirar  di  se 
ciascun  facca  ,  Che  in  quello  stormo  rai- 
rallo  potca.  (B) 

*  §.  I.  Onde  Sonare  a  stormo,  vale 
Sonar  le  campane  per  adunar  la  pente  . 
«  G.  V.  11.  117-  7.  Quasi  per  fnna  fe- 
cero sonare  a  stormo  la  campana  del  po- 
polo .  M.  F.  2.  10.  l  Fiorentini  ec.  so- 
narono  le  campanu  del  Comuae  a  stor- 
mo n.  (C) 

§.  II.  K  generalmente  per  Qualsisia 
moltitudine.  Petr.  cam,  4  8-  Ed  ancor 
de'  mici  catt  fuggo  lo  stormo  .  Ar.  l-'ur. 
25.  12.  Come  stormo  d'  augei,  che  in  ri- 
pa a  un  stagno  Vola  sicuro ,  e  a  sua  pa- 
stura attende.  Cirijf:  Calv.  i.  7.  Quello 
stormo  <t'  uccci  dietro  veniva  Con  urla  , 
strida  ,  e  spavcnlevol  voce. 

§.  HI.  Per  Combattimento.  Dant.  InJ. 
22-   r  vidi  giìt  cavalicr  muover  campo,  C 


STO 

cominciare  stormo  ,  e  far  lor  mostra  .  G. 
V.  I.  21.  1.  Avendo  perduta  Creusa  stia 
moglie  allo  stormo  de'  Greci. 

3  STORNARE.  Far  tornare  indietro. 
Frastornare.  Lat.  retro  adigere.  Gr.  OTt'cw 
av3t9TS'5.Ì£iv.  Bim.  ani.  M.  Ctn.  8-  Pe- 
rocché fona  di  soipir  Io  stoma.  Bim.  ant. 
Cuid.  Cavale.  70.  Muove  cangiando  core 
e  riso  e  pianto ,  £  la  figura  con  paura 
storna. 

*  g.  I.  Stornare  un  parentado  j  un 
delitto,  0  simile ,  vale  Impedirlo ,  Far 
che  non  ahhia  effetto.  **  ^'ov.  ant.  5l.  7. 
Egli  non  dee  essere  in  luogo  dove  falso 
giudic;imenlo  sia  dato,  ne  tradigione  par- 
lata, che  egli  almeno  non  se  ne  parta,  se 
altramente  non  la  puote  stornare.  -  Lasc. 
Pinz.  1.  6.  Di  poi,  per  non  essere  stalo 
d*  accordo  della  dote  ,  stornò  Ìl  parenta- 
do  ..  .  (C) 

^  §.  II.  Stornare,  e  anche  terni,  degli 
scritturali.  Salvin.  Annoi.  Cas.  167.  Di- 
stornare, è  termine  degli  scritturali  e  ra- 
gionieri ;  dicendo  essi  Jare  uno  storno,  o 
stornare  una  partila;  quando  in  una  scar- 
sella o  postilla,  la  dichiarano  errala  e  mal 
piisla.  fC) 

g.  III.  Per  Dissuadere,  Bimuovere , 
Lat.  dissuadere,  dehortari,  deterrcrc,  re- 
varare.  Gr.  TTa^anet'àiiv  ,  àrtorpiTtiiv. 
Filoc.  7.  8-  E  non  che  a  questo  io  vi  stor- 
ni, ma  confortar  vi  deggio. 

§.  IV.  In  si»nijic.  neutr.  per  Tirarsi 
indietro  ,  Ritirarsi.  Lai-  retrocedere.  Gr. 
av3t;^a^-tv  .  Fai.  Mass.  Combaitcndo  a 
piede  ,  sanza  alcuno  stornare  ,  sopra  un 
grande  strazio  dì  gente  ,  eh'  avea  fatto  , 
cadde . 

*  STORNELLETTO.  Dim.  di  Stor- 
nello .  Morg.  14.  54-  Gli  stornellelli  in 
frotta  se  ne  vanno,  E  tulli  quanti  in  becco 
hanno  1'  uliva.  (BrJ 

f  STORNELLO.  Storno.  Lat.  slur- 
ntis.  Gr.  'l'ap.  Vant.  Inf.  5.  E  come  gli 
stornei  ne  portan  1'  ali  Nel  freddo  tempo 
a  schiera  larga  e  piena.  Ott.  Com.  Inf. 
5.  75.  Per  mostrare  la  forma  di  queste 
anime  ,  che  andavano  a  schiera  ,  come 
stornelli ,  li  quali  sono  uccelli  mollo  lus- 
suriosi .  Cr.  4-  18.  IO.  Dagli  stornelli 
spesse  volte  sono  infestate  (l'uve).  Buon. 
Ficr.  3.  1.  II.  Per  pigliar  quattro  gran- 
chi e  sei  stornelli  In  vece  di  pernici  e  di 
lamprede  .  Capr.  Boti.  4  68.  Lo  stor- 
nello che  fu  donato  a  papa  Leone  ,  sa- 
rebbe stato  più  dolio  che  questi  che  han- 
no la  lingua  Ialina  solamente  ce.  O.  Ah 
si  T  tu  vuoi  la  baia:  cotcslo  stornello  non 
intentleva  cosa  che  si  dicesse. 

*t  §•  ^-  ^^''  '{'""^lo  Strtimc'tto  fitntiul 
lesco  che  si  dice  altrimenti  Palèo  .  Lat. 
turbo .  Gr.  orpòStìo;  .  Omel.  S.  Ciò. 
Crisost.  229.  Non  giudicheremo  noi  quc- 
sti  rotali  essere  più  stolti  che  1Ì  parvoli 
fanciulli  ,  i  quali  d  giuoco  puerile  della 
trotlola,  ovvero  ancora  dello  stornello,  ov- 
Vero  palco,  il  quale  pcrcolendo  colla  sfer- 
za ,  fanno  girare  per  lunghi  spazii  di  por- 
tici e  per  larghe  piazzo? 

§.  Il  Stornello  ,  in  forza  di  add.  ,  si 
dice  del  Mantello  de'  cavalli  misto  di  co* 
lor  bianco  e  nero. 

f  STORNO.  Uccello  di  passo,  che  va 
a  schiere,  le  cui  piume  nericcie  sono  pic- 
chiettale di  bigio  j    Stornello  .   Lat.   stur- 

nus.  Gr.  4**'^'  ^'"'""-  4*  '^*  ^^'™*  **•■ 
lan  gli  storni  a  schiera  a  schiera.  Ar.  Fur. 
la.  84.  Come  per  l'aria,  ove  han  si  lar- 
ga piazza  ,  Fuggoa  gli  storni  dall'  audace 
smerlo  .  E  \!\.  109.  Come  gli  storni  a' 
rosseggiami  pali  Vanno  di  mature  uve  ce. 
Bed.  Ins.  |56.  Nel  picchio  e  nel  filun- 
guello n'ho  veduti  de*  simili  a  quello  del- 
lo storno  . 

STORNO.  Lo  stornare.  Lat.  revocatio. 
Gr.  KvKAÀr,9ii.  Crci'A.  Donz.  prol.  Moo 


STO 

si  facendo  Questo  storno  del  tempo,  U 
fanciulla.  La  qual  s*  ha  oggi  a  maritar,  s»- 
relibe  Troppo  invecchiata  in  casa.  X^r. 
Med.  canz.  ili.  3.  Non  faccia  qui  tog* 
giorno.  Se  non  farebbe  storno.  Malm.  5. 
40-  Van  le  parole  a  balzi  e  per  islomo  , 
Prima  ch'ai  segno  voglun  colpir  bene 
(  qiii  per  similit.).  ♦  Salvin.  Annot.  Cos. 
167.  Distornare  è  termine  degli  scritturali 
e  ragionieri,  dicendo  essi  fare  uno  sterno, 
e  .^tornare  una  partita  ;  quando  io  una 
scarsella  o  postilla,  la  dichiarano  errata  e 
mal  posta.   (C/ 

STORPIAMENTO,  e  STROPPIAMEN- 
TO.  Lo  storpiare,  tf  Bart.  Uom.  leti.  \. 
73.  Cosi  Alessandro  ec.  nella  scuola  d*  A- 
pelle,  lodava  li  storpiamenti ,  e  gli  scor- 
ci.  (TC) 

STORPIARE,  e  STROPPIARE.  Gua- 
star le  membra.  Lat.  mutilare.  Gr.  KO- 
Is^ojv.  Buon.  Fier.  4-  //l'r.  Che  nel  cal- 
zar talvolta  una  scarpetta.  Comecché  trop- 
po stretta  storpii  un  piede,  Dicoo  eh'  ella 
sta  ben,  ne  può  far  male. 

g.  I.  Per  metaf.  impedire»  Lat.  impe- 
dire, obstart,  turbare.  Gr.  s^*9^i^cty, 
xwij'civ,  ivoyXtìt.  M.  V.  IO.  102.  Gli 
Aretini  con  loro  ambasciadori  storpiarooo, 
che  '1  Comune  non  fece  la  impresa-  Star. 
Pisi.  123-  Perche  stroppiassono,  che  pace 
non  si  facesse  per  li  Pistoiesi  col  Comu- 
ne di  Firenze.  Cr.  12.  2.  2.  Si  fa  otti- 
mo potamento  di  vigna  ne*  luoghi  tempe- 
rati e  caldi  ,  se  la  molta  neve  u  la  trop- 
pa gran  freddura  non  la  stroppiasse.  Vii. 
SS.  Pad.  Quando  vedesse  che  alcuno  co- 
minciasse a  dir  mal  d'altrui,  saviamente 
lo  storpiava  e  rimoveva  da  quel  parlare 
(cioè:  gli  dava  in  sulla  voce)  .  4  Fav. 
Esop.  21.  Per  lo  antico  buon  uomo,  il 
quale  indusse  gli  esempli  del  Sole,  inteo- 
di  ciascuna  provveduta  persona  che  stor- 
pia che  male  non  sia,  e  saviamente  a  ciò 
sa  provvedere.  J  il.  S.  Gio.  Jiatt.  l5^. 
Incomiaciaro  a  gridare  al  Re  ec.  che  gli 
spiaresse  di  non  istorpiar  la  festa.  (ì'i 

§.  II.  Per  Alterare,  o  Pronunziare  er- 
ratamente Bed.  Annot.  Dilir,  13^.  Gli 
abitatori  del  contado  storpiano  facilmente 
e  corrompono  i  nomi.  E  lio*  E*»M»do 
sempre  stato  ,  per  cosi  dire,  destino  delle 
voci  proprie  ec.  1'  essere  storpiate  strana- 
mente  quando  passano  d'una  lingua  in 
un'  altra. 

*  g.  III.  Per  Istuprare.  V.A.Brun. 
Lat.  Cai.  17.  Non  solamente  stando  ad 
assedio  per  istorpiare  vergini  ;  ma  per  es- 
sere intorno  del  tutto  alle  male  opere.  ^O 

«  STORPIATACCIO.  Peggiorai,  di 
Storpiato.  Sem.  rim.  I.  112.  Storpiatac- 
elo, ignorante,  ed  arrogante.   (ì) 

3?  STOKPIATAMENTE.  Av*^erb.  U 
maniera  storpiata.  Salvin.  Annot.  Buon. 
Tane.  3.  7.  Per  gramaU  :  cioè  storpiaU- 
mente  per  gramatica.  ^.V^ 

3  STORPIATO,  f  STROPPIATO.  .rfJ- 
dtelt.  da  Storpiare,  e  Stroppiare.  Lat.  man- 
cus,  mutilus.  Gr.  xoio^o'v  P**nt'  / V- ' 
28.  Vedi  come  storpiato  è  Maometto.  M. 
f.  4.  37.  Trovarono  il  fanciullo  storpia- 
to ,  e  la  galla  sopr*  esso  ancora  vivo. 
#  3/.  Bin.  rim.  I.  209.  Per  questo  sia- 
mo ora  stroppiati,  or  marci.  Pieni  scmpr* 
di  mille  malattie ,  Per  sì  g aglio fijunentc 
governarci.  ( B) 

#  S-  I.  E  i/i  forsa  di  sust.  «  Fir.  As. 
l3.  Aveva  un  coloraccìo  livido  ec.  ,  • 
non  parc\a  allro,  che  un  di  quegli  stor- 
piati che  stanno  a  chieder  le  limosinc  in- 
torno alle  chiese  ••■   (B) 

«  g.  II.  Presso  i  PittùH,egliScuttoH 
vale  Mal  dipinto,  o  .ìtale  sculto.  BaiMm. 
toc.  Vis.  1  pittori  e  scultori  dicoo*  stor- 
piate o  stroppiate  quelle  figure,  le  mem- 
bra delle  quali  dall*  artefice  sono  sUtc  Bul 
dipinte.  (.V^ 


STO 


•+•  *  STORPIATOBE,  e  STP.OPPIA- 
TOBE  ì  erbai,  muse.  Che.  o  chi  storpia. 
Salvi.:  Od.ss.  21.  406.  Ma  U  ...  nave 
DMia  a  Echelo  ic  ,  Ulorp.atore  de  mor- 
uS  lulU,  Invierem;  quindi  non  sarai  sal- 

"STORPIATORA,  «STBOPPIATURA. 

io  storpiare  J  e  anche  La  cosa  storpia- 
ta.  Rtd  Annot.  VHir.  76.  Tal  nomo  ec. 
i  una  storpiatura  fatta  da'  Gcnld.  dtl  no- 
me  del  vero  Iddio  f./".  nel  significalo 
àtt  paragrafo  U.  di   STOBPURt). 

STORPIO,  «  STROPPIO.  /  erbai,  da 
Storpiare.  0  Stroppiare,  m  sea.<0  d' Impe- 
dire Impedimento  ,  Contrarietà,  I^oia. 
Lat.  molestia,  inipedimenli.m  ,  turbano 
Gr.  avi-».  !>-oo".o»,  Evsxi':'''  "ant. 
Pur'.  j5.  Ora  era,  onde  '1  saUr  non  vo- 
I       °  <-     /      3    1.  i.  Davano  quan- 

lea  storpio.  C.   /  .  J.  »•  4  ^      . 

to  storpio  poteano  aUa  reedi6ca«.one  di  Ti- 
,e..J,Jid.  C.  Conscntio  lo  re  fruì,  o 
.  tutti  gU  altri  lo  stroppio  deUa  detta 
MlaKUa  Ua  duo.  Petr.  son.  32.  -■<  Anio- 
'e!Ó  Morte  non  da  qualche  stroppio  AUa 
leJj  novella  cU- ora  ordisro. 

i  g.   Per  r o.    Bellin.    ''"■    Uom. 

ai.  \.  295.  Las. io  considerare  a  V.  A 
ohe  sa  J  povero  ani.  miseral.Je  stato  del- 
le cose  mie  io  ogni  genero,  di  q"-'°""<';'°- 
00  e  storpio  sia  per  ossoiim  questo  fatto. 
Bert.  Camp.  u8.  11  perdere  d  quale  a 
aie  non  è  di  storpio  v.-.uno,  mentre 
de'  galatei  me  n'  avania.  '  O  , 

•+  «  STORRATO.  Jdd.  Che  e  ^«M 
icrrt;  contrario  di  Tornato.  Aal.in 
Odiss.  11.  33.,.  G.tt'ar  le  lon.lan.enla  D. 
Tehe  dalle  sette  porte,  e  quella  Tomaro, 
che  non  po.ean,  storrala,  Ab.tar  1  ampia 
Tebe,  ancorché  torte.  (Al 

STORRE,  e  STOOLIEBE.  /..r'orre. 
Lat.  remoiore,  dimovere.  Gr.  o.at.»''»; 
«:,<,T=i:r£iv.  G.  /  .  4-  =«>•  ''■  «-^  .1"?' 
«sa  se  di  fare  U  slorra.,  sanza  per.colo 
Ji  morto  non  puoi  scamiaie.  JIocl.  (?.  t). 
f.  4.  Da  imporlo  no.,  n.i  puole  istorie 
quello  c.'.e  voi  mi  volete  mostrare.  .I/or. 
S.  Oreg.  1  quali,  per  lo  loro  umili  pre- 
ghiere, moUri  che  al,l,iano  stolti  .  pensie- 
ri  suoi.  Noi  doLUamo  sapere  che  eternal- 
mente  Iddio  ave  provveduto  dentro  dal 
suo  segreto,  che  questi  colai,  colle  loro 
preghiere  potossono  slogliero  la  seii  en.ia. 
^rrL.slch.  Op.  div.  1.4.  Tutu  gì 
Jtri  mali  sono  aocuUati,  sicché  nessuno 
si  stolga  mai  dal  ben  fare.  c:<./<.(.  44'  ^\''- 
dietevi  dal  cosi  fare  e  dal  cosi  dire.  (  a- 
ìr  lìolt.  4.  63.  Cosi  i  dappochi  ,  come 
quegU  di  mala  natura ,  non  fanno  altro 
che  slorre  gU  uomini  dagU  stud... 

STORSIOSE  .  Propriamente  Aggra- 
vio ingiusto,  quale  sogliono  imporre  i  ti- 
ranni  ai  sudditi.  Lai.  indictio  Gr.  cpavo;. 
Lab  137.  Acc.occhè  noi  lasciamo  slare  lo 
imbolare  conlinuo  che  a'  mariti  fanno  e  le 
niberie  a'  lor  pupiUi  «gUuoli ,  o  le  stor- 
sìoni  a  quosli  amanti  che  troppo  non  piac- 
ciono. M.  y.  9-   76.  A^"'!''  f="=   '"■'"= 

crudeltadi,  e  tante  storsioni  e  ruberie,  co- 
me volpe  vecchia,  seppe  si  fare,  che  ec. 
liberamente  se  n"  andò. 

§.  1.  Per  Torsione.  Tes.  Pov.  P.  S. 
,np  19.  llom  a' dolori  e  storsioni  di  ven- 
tre, che  hanno  gli  dissenterici,  togli  cru- 
sca, ec. 

§.   II.   Per   Tormeuto.  l.at.  tortio,  cru- 

eiatus,  lormentum.  Gr.  gasavo;,  fior. 
firt.  A.  31.  Vennono  i  Filistei,  e  pre- 
soolo,  e  dopo  molle  slorsioni  cavarongli 
gli  occhi. 

STORTA,  lo  storcere.  Storcimento  . 
Cant.  Carn.  202.  E  dassi  spesso  qualche 
storta   all'ago. 

*   §.  i.  Per  Kipiegrmtnto,  Tortuosità, 
e.   Circuito  di  strada,  o. <imile.  Fr.Ciord. 
<r.    Avvegoachè    oggi   per   cerio    impedi- 
mento  non  si  può  fare  quella  via,  ma  fas- 
Vocabolario  T.   II. 


STO 

si  una  grande  storta  per  1'  Erminia,  ed  è 
bene  sessanta  giornate,  (l'i  Galli.  Lett. 
Ma  quando  il  fiume  andasse,  conio  si  di- 
ce serpeggiando,  e  che  lo  storte  fossero 
in  arco,  credo  resolulameule  che  l'  arresto 
sarebbe  imporcellibllo  .   (A) 

§.  II.  Per  Sorta  d'  arme  offensiva,  al- 
trimenti detta  Scimitarra,  o  Sqiiarcina  . 
Serd.  Stor.  Imi.  12.  485.  Queste  l'armi; 
sono,  e  lo  fveizo,  oltre  1'  archd.uso  e  1  ar- 
co,' la  storta  e  il  pugnale. 

R  III  Storta,  è  anche  Uno  strumento 
da/iato^  yarch.  Ercol.  267.  Hanno  bi- 
50"no  o  di  fiato  naturalo,  come  le  trom- 
be'; i  Hauti,  i  pifferi,  le  storte  ;  o  di  fiato 
arlificialo,  come  gli  organi. 

•+  §  IV.  Storta,  si  dice  ancora  adUn 
vaso  da  stillare  per  lo  piU  di  vetro,  fat- 
ti a  foggia  di  bottiglia  riciinata  in  se 
..(e.t,ta  per  la  lunghezza  del  collo.  Lai.  re- 
torla.  Iticett.  Fior.  99.  Maggior  quantità 
(d'olio  )  e  più  facilmente  se  ne  cava  di- 
stillando per  istoria  la  cera  sola. 

:S  §.  V.  Storta,  Term.  de'lhinirgi. 
Dicesi  comunemente  per  Pislensione  vio- 
lenta ed  immediata  de'  tendini  e  de"  liga- 
menti  di  articolazione  in  conseguenza  di 
una  ca,)ula.  di  uno  sforzo,  o  di  una  per- 
cola, qualche  volta  accompagnata  da  lus- 
sazione.   La    più  frequente  e    quella    del 

piede.  (A) 

*  STORTAMENTE.  Avverbio.  Bieca- 
mente, Travoltamenle.  Lai.  oblique.  Gr. 
-r)y.-/iw-.  /'  locabol.  alle  voci  BIECA- 
MENTE, SBIECO  g.I.,  e  STORCILEG- 
GI   (■) 

J.  STORTETTA.dm.  distorta.  Benv. 

Celi.  1  it  2.  23.  Portava  una  sua  stor- 
iella, che  alcune  volle  segretamente  si  por- 
tava sono  iqui  nel  signi/ic.  del  g.  II.  di 
STORIA).  ^ 

STORTIGLIATO,  e  .STORTlLATtD  . 
Sustant.  .'pciic  di  malore  del  cavallo.  Cr. 
a  111  1.  Avviene  alcuna  volta  che  la 
giuntura  doUa  gamba  allato  al  pii;  si  daa- 
nifica  |>er  percossa  fatta  in  luogo  duro,  o 
per  cader  correndo  o  andando,  o  perche 
•1  pie  non  si  posa  alcuna  volta  .butto  in 
terra;  la  quale  infermit'a  volgarmente  s  appel- 
la Uoiliglialo  •  il  testo  lat.  ha  sloil.lalum). 
SrOf.TlLATUBA.  Stortigliato.  Cr.Q. 
41.  2.  Ma  se  per  cagione  della  storlila- 
lura  predella  1'  osso  si  muove  del  luogo 
suo,  a  piede  compagno  di  quel  che  lop- 
pica  si  bevi  in  allo,  e  si  loghi  colb  coda 
del  cavallo. 

*  STORTINA.  Dim.  di  Slortaj  fic- 
cola  storta.   Strumento    da  fiato.   Giamb. 

Appar.  (A)  ..      V.     , 

STORTISSIMO.  Superi,  di  Storto. 
Segncr.  Mann.  Agost.  29.  2.  Non  userà, 
giammai  U  linguaggio  degli  uomini,  che  e 
stoltissimo. 

STORTO.  Add.  da  Storcere. 
§.  I.  Per  IsconvoltOj  Stravolto.  L3t.  di- 
storlus.  Gr.  ÒM-.zffOi.  Sen.  Pisi. 
Quando  i  piedi  ci  dolgono,  e  noi  senUa- 
mo  punture  nelle  giunture  de' nodi ,  noi 
c'infigniamo,  e  dic.amo  che  noi  abbiamo 
i  lalloni  slorti  e  sconci.  Lern.  Ori.  1.2b. 
25.  E  fece  un  certo  viso  storto  e  strano. 
Quando  disleso  trovossi  'n  sul  piano. 

§.  \l.  l'iguratam.  Frane.  liarb.  3ll. 
iC.  Altri  per  ciò  da  provvedenza  storti 
(qui  allontanali)  . 

§.  III.  Per  Iniquo,  Perverso.  Lat.  i«l- 
quus,  pravus.  Gr.  àjixol,  novYlf  £(';.  E.<p. 
I  ang.  Cerlamenlc  costui  perde  U  premio 
di  Dio  per  la  storta  inlenziono.  Huon. 
Fier.  5.  2.  2.  Che  per  rovina  Disvenlu- 
rala,  o   per  governo  storto.  Caddero  ec. 

STOSCIO.  r.  A  Slro.<cio,  Colpo  del 
cadimento,  Sovina.  Lai.  fragor ,  mina, 
lapsus.  Gr.  zaTsc/O^,  STWJi?.  Albert, 
cap.  39.  A' grandi  si  nuoce  ;iù  la  «adu- 
la, eh'  elli  fanno  maggiore  stoscio.   Tratt. 


STO 


1401 


ron.t.  Le  grandi  cose  ec.  sono  sollevale 
in  alti  acciocché  facciano  maggiore  isto- 
scio.  Pataff'.  2.  Un  bollo  caddi,  e  uno 
stoscio  al  bruzzolo.  Frane.  Sacch.  rim. 
9.  Talora  stoscio  d'a,  Che  ben  gli  sta, 
sicché  non  fa  sua  voglia. 

STOVIGLI,  e  STOVIGLIE.  General- 
mente si  dicono  tutti  i  Fasi  di  terra,  dr 
quali  ci  .lerviamo  per  uso  di  cucina.  Lat. 
vasa  coquinaria.  Gr.  tk  /laysipti^x  ffiteul]. 
Tratt.  pece.  mort.  Rompe  oreiuoli  ,  e 
nappi,  o  alili  stovigli.  lìocc.  nov.  \\.  12. 
Suoi  slo^igli  colla  rena  o  coli' acqua  sal- 
sa lavava.  Galat.  ;4.  Se  tu  vedessi  una 
nobile  donna  e  ornata  posta  a  lavare  suoi 
stovigli  nel  rigagnolo  della  via  puliblica. 
r<ic.  Pav.  Stor.  I.  253.  Onde  Claudio 
r  altro  giorno  fece  lui  solo  servire  in  isto- 
viglie  di  terra  (  il  lesto  lat.  ha:  fict.libus 
minislrari  iussil).  Buon.  Tane.  !\.  5.  Le 
mie  stoviglie  bianche  chi  1'  ara? 

§.  I.  £  generalmente  per  Ogni  vaso, 
ancorché  non  sia  di  terra.  Lat.  vas.  Gr. 
ox'.m:.  Cr.  12.  12.  I.  Si  posson  far  le 
corbe  de'  vimini  ,  le  ceste  ,  le  gabbie  ,  e 
molli  altri  arnesi  e  stovigli  di  bisogno. 
Pallad.  cap.  6.  Fabbri  da  far  ferramenti, 
e   di  legname,  e  di  stovigli  da  vino. 

§.  li.  Diciamo  in  modo  basso  .•  Dar 
nelle  stoviglie,  che  vale  Grandemente  Adi- 
rarsi j  che  anche  diremmo  Dar  ne' lumi. 
Lai.  ejcandescere.Gr.  ifjSu/JETv.  Farcii. 
Suoc.  4.  6.  Dubito  non  dia  nelle  slovi- 
gUe,  0  faccia  qualche  pazzia,  -f  Buon. 
Fier.  3-  2.  2.  Han  comincialo  a  dar  nel- 
le stoviglie  Bestialissimamente.  (Cj 

STOVIGLIAIO.  Colui  che  lavora,  o 
vende  stoviglie.  Lat.  va.scularius,  fictilia- 
rius.  Gr.  t-:pv.litoi:ùHi.  Buon.  Fier.  2. 
j.  7.  Gli  ortolani,  altrimenti  gli  erbaioh, 
E  1  pentolai,  o  slovigliai  eh'  io  dica,  Son 
venuti  a  contesa.  *  Gioì'.  Celi,  f  it.  Alf- 
Faceva  ancora  oltre  a  iiucslo  qualche  vol- 
ta vasi  bellissimi  di  terra,  a  uso  d.  stovj- 

gl.ai.   IC,  , 

•f  *  STOVIGLIERIA,  l  oce  scherze- 
vole. Stato  e  Qualità  del  va.tellame  dello 
Stoviglie.  Bellin.  £kit/i.  255  Levisi  dun- 
que quella  porcheria  Dello  sgrigbare,  del- 
lo sgretolio.  Del  crocchiare  e  del  far  cric- 
che. Veli  nomi  di  stoviglieria,  (.éj 

:;=  STOZZARE  ,  co//' O  largo.  Term. 
delle  Arti  de'  metalli ,  come  Gioiellieri, 
ylrchibusieri,  ec.  Far  uso  delio  stozzo  , 
/Idoperar  lo  stozzo.  (Al 

i-  STOZZO,  coir  O  largo.  Termine 
degli  Orefici,  Archihusieri,  Magnani,  ec. 
Strumento  ad  uso  di  stozzare,  ossia  fare 
il  convesso  ad  un  pezzo  di  metallo,  come 
alla  coccia  di  spada,  pistola  ec. ,  batten- 
dolo  sulla  bottoniera.  (Al 

*.  STRA.  Particella  che  in  composizio- 
ne denota  accrescimento.  Il  T'ocabol.  alla 
voce  STKABATTERK.   (J) 

•f    *    STRABALZAMENTO  .    Palza- 
mento  fuor  di  luogo.   Magai,  part.l.lelt. 
10.  Nelle  più  moderne  relazioni  dell' Ame- 
rica si  leggono  altri  strabalzamenli  di  fin- 
mi  e  di  la^hi,  e  altre  mulazioni  di  spiag- 
ge marillinie   cagionate  da'  diluvii,  ec.  (A) 
STRABALZARE  .   Mandar  chicchessia 
in  qua  e  in  là  con   i.<cherno  e  con  islra- 
pazzo.    Tac.   Dav.  Ann.  2    54.  Ecco  per- 
ché lo  stralialzaro  in   Orinci  ;  perciò  ebbe 
Pisone  la  provincia  (  il  testo  lai.  ha  :  in 
eitremas    teiras    rclegatum  ).  Alleg.    121. 
Non  risparmiando  amico  né  |  arenle.  Pur- 
ché .1  più  favonio  si  strabalzi.  Quando  men 
se  lo  crede  ,  o  vi   pon  menu- .    *  Segn. 
Stor.    2.    62.    Non   ha    egli    strabalzato  m 
Francia    Baldassarri   Carducci  ,    perche   e 
non  ci  restasse  un  citta.lino  vigdanlissimo 
deUa  salute  di  questo    goverlio?  (l  ) 

STRABATTERE.  Travagliare  grande- 
mente, perche  STRA,  e  TRA  in  compo- 
sizione denolano  accrescimento.  Lat.  di^e- 
170 


X^U3 


S  T  R 


rare.  Antm.  ani.  ^0.  7.  4-  Spesse  volle 
la  rippvula  cura  del  reggere  istraltalle  il 
cuore   (»er   diverse   cose. 

*  STRABELLO.  Add.  Molto  bello. 
Più  the  Hello .  Hip  Impr.  2!5o.  Mentre 
io  slavo  alleuto  a  contemplar  quell';  no- 
Tith  che  a  me  parcvan  pure  e  strabello; 
ed  ecco  nel  mettere  (leU'  ultima  imbandi- 
gione ,  comparire  un  uomo  tutto  raUiuf- 
falo.   iC} 

::*  STRABENE.  Avverb.  fieni. 1  simo  . 
Plttt.  Adr.  Op.  mor.  I.  81.  Cbi  fa  uà 
raccolto  de*  versi  d'  Omero  che  son  sen- 
za capo,  o  senza  coda,  ne  trapassa  un'  in- 
finità  che   composti   sono   strabene.   (C) 

STRABERE.  /Jcre  smoderatamente. 
Salvin.  Prof.  To^c.  \  108.  Da  uao  stra- 
bere ce.  scnxa  stirarchialura  veruna,  bello 
bello  ,  come  dalle  forme ,  n'  esce  Ìl  voca- 
bolo stravizzo. 

*  STRABEVIZIONE.  Lo  strabere,  Be- 
cimento  smoderato  .  Salvtn.  Pros.  Tose. 
X-  IQÌ-  Che  quel  che  uno  ec,  dice,  anzi 
cicala,  presso  una  strabevizione,  vulb  dire 
stravizzo  ,  sia  carta  rogata  da  pubblico 
notaro  ,  certamente  io  non  lo  mi  crede- 
va.  {•) 

STRABILIAHE,  e  STRABILIRE,  che 
e  più  in  uso.  In  Signiftc.  neutr.  e  neutr. 
pass,  vale  Fuor  di  modo  maravigliarsi  . 
Lat.  vebementer  mirnri  .  Sulv.  Spin.  4* 
il.  Io  strabilio,  io  vo'  sentire  il  fine,  s' io 
posso .  /.or.  Med.  .Vc/ic.  43-  >'enciozia 
mia  ,  tu  mi  fai  strabiliare  ,  Quando  io  ti 
veggo  cosi  colorita .  Ambr.  riirt.  5.  4- 
Io  strabilio  ,  trasecolo  ,  e  spanto  afTallo  . 
Tac.  Dav.  Stor.  2.  28;).  Guatano  le  mas- 
se dell'armi,  le  calaste  de' corpi,  e  stra- 
biliano. Red.  Dilir.  45.  Me  ne  strasecolo. 
Me  ne  strabilio  ,  ec.  *  £"  Lett.  35.  Io 
per  me  mi  sono  strabililo  ,  ma  mi  sono 
kliabililo   da    vero.    (C) 

STRABILIATO.  Add.  da  Strabiliare. 
Ciri.  Fior.  143.  Sono  gli  Accademici  del- 
la Crusca  rimasi  in  tutto  storditi,  non  che 
stupidi,  confusi,  spantati,  strabiliati,  e  trase- 
colati. Salvia.  Pros.  Tose.  1.  201-  La  gente 
se  n'  andava  da  me  strabiliala,  come  s*  io  a- 
vcssi  serbale  tulle  le  parole  a  qucU*  otta. 

STRARILIlìE-  r.  STRABILIARE. 

SrnKmUTO.  Add.  dtSlra'nlirej  Stra- 
biliato. C<tr.  lett.  1-  62.  Io  sto  strabililo  ce. 
di  trovar  questa  sorte  d'uomini. 

STRABOCCAMENTO.  Lo  straboccare, 
Kccesso.  Lat.  cxccsstis,  casus.  Gr.  ottì^ 
fi5>r)  .  Amet.  i.  Gli  straboccamenti  con- 
trarli ce.  in  continovi  inuvimenti  ed  in  di- 
versi disii  r  anime  va;^be  de'  viventi  ri- 
volgono. .V.  K.  r).  85.  Volgete  un  poco 
questi  pensieri  a  considerare  gli  slraboc- 
ramcnti  della  potenzia  mondana. 

STRABOCCANTE.  Traboccante.  Lat. 
gravis  ,    erubcrans  ,    praecipitans  .     Gr. 

STRABOCCANTISSIMO  .  Super/,  di 
Straboccante.  L.it.  immensus,  Gr.  u'tì^- 
juieTPe^  .  Allef^.  108.  Se  non  è  scarso 
delle  vostre  inctrubili  cortesie  stralwccao- 
lissiine . 

f  3  STRABOCCARE.  Xeutr.  Traboc- 
rart'j  ma  è  di  più  Jorza. 

f  §.  I.  Per  Precipitare  .  Lat.  pnrci- 
pitem  ferri.  Gr.  /aT«>t0l/*70v  ps^esàxt. 
Outd.  (i.  Vvstendosi  di  quello  vestimrnta 
rbc  polito  siibilain<'nte  ,  quasi  straboccando 
scese  della  sua  sala. 

*  §.  11.  /C  in  .ri':nifir.  att.  «  Hut.Pvr 
f.u-  la  sua  jmusia  verisimile,  che  fosse  stra- 
boccato .  /'<  a/lrovc  .'  Cadde  giù  dal  cie- 
lo, quando  fu  straboccato  t  o  vero  prccipi- 
lato  -.  (O 

g  III.  per  meta/,  ^for.  S.  tiree-  26. 
8.  Ma  con  gli  occhi  chiusi  del  moro  1' 
anima  loro  (unto  si  strabocca  nelle  rose 
infime  e  terrene,  «juanto  h  accecata  nelle 
celetti.   E  altrove:  Non  considerare  ,  non 


S  T  R 

aver  fermezza,  straboccare  d*  amore  dì  se 
proprio  .  M.  y.  10-  25  Perche  il  caso 
parca  ,  rome  suole  fare  ,  o  per  fortuna  o 
per  privati  odii  contra  loto  straboccare  . 
/{ut.  Sulla  navicella  dell  ira  governati  so- 
no dallj  turbaziun  della  mente  ,  e  stra* 
boccali  nella  tristizia  della  mente,  e  del 
corpo . 

STRABOCCATAMENTE  .  Avverbio  . 
Con  istrabocco.  Smisuratamente.  Lat.  im- 
mense, maxime,  in  immensum.  Gr.  jTTìO* 
p.ifp'di  .  M.  /'.  9.  6-  Per  la  baldanza  de' 
passati  cittadini  ,  che  sempre  straboccata- 
mente  è  cresciuta. 

§.  Per  /Precipitosamente  .  M.  V.  9. 
107.  Gli  popoli  furiosi  non  si  poterono 
quietare ,  ma  correndo  slraboccalamcnlc 
Ira'  Giudei  ec,  oltre  a  mille  Giudei  spen- 
dono . 

STRABOCCATO  .  Add.  da  Straltoc- 
care . 

§.  Per  Precipitoso,  /aconsiderato.  Lai. 
praceps  ,  inconsullus  .  Gr.  aSsuAo;  .  O. 
I'.  12.  42-  4'  Avvoluntatamenle  fanno  le 
leggi  straboccate  sanza  fondamento  di  ra- 
gione .  E  cap.  4^-  4'  ^^'"  ^'  "P'^rc  degli 
straboccati  nostri  rettori .  ^f.  V.  8  62. 
Sileno  avvisati  a'  rimcdii  della  strabocca- 
ta e  ventosa  volonl'^  de'  Sanesì.  Cas.  lett. 
84-  Egli  \,  ti  ha  ritenuto  la  tua  straboc- 
cata natura. 

STRABOCCHEVOLE.  Add.  Ecce.rsi- 
vo.  Smoderato.  Lat.  immensus,  majrimus, 
prceceps  -  Gr.  jTZiptxZTSOi  ,  ixi'/i'S'Oi  , 
rrzpfsió;.  lìocc.  nov.  46.  I  Grandissime 
forze  ec.  son  quelle  d*  amore  ,  e  a  grau 
fatiche  ,  e  a  strabocchevoli  e  non  pensa- 
li pericoli  ^li  amanti  dispongono,  y/mm. 
Ant.  26.  2.  7.  Quali  freni  riterranno  a 
certa  fine  la  strabocchevole  cupidigia?  Sen. 
Ben.  l'arch.  j.  26.  Venga  con  queste  co- 
se la  strabocchevole  tenierilà  e  la  paura  . 
fioez,  Parch.  4-  pros.  6.  La  natura  d* 
alcuno  è  per  avventura  strabocchevole. 

§.  I.  Per  Precipitoso  .  Lai.  prxceps  , 
prarruptus.  <\t.  TTxpa'fpiiuvo;!  xpriO-vJ- 
ov];.  /.ab.  2|6.  Le  dure  rocce  e  gli  stra- 
bocchevoli balzi  conviett  che  rompano  ,  e 
la  via  ti  facciano.  Lìv.  M.  Il  luogo  da- 
vanti di  sua  natura  strabocchevole  e  di- 
rupinato  .  (iuid.  G.  Acciocché  gli  stati 
dej;li  uomini  più  agevolmenle  condura  con 
istrabocchevol  rovina  .  f'irg.  Eneid.  3/. 
Allora  strabocclievole  Turno  con  tulle  l' 
armi  si    lancioc   nel    fiume. 

*  §.  IL  /Vr  Cfte  strabocca.  Bus.  122. 
E  noi  averne  sentito  lo  strabocchevole  ma- 
re. (C) 

STR.\BOC(:iIEVOLISSIMO  ,  Superi, 
di  Straniaci hevole .  Buon,  t'ier.  1-3.  2. 
Queste  d'  Icaro  sono  e  di  Fetonte  Le  stra- 
bocchevolissime rovine. 

STRABOCCHEVOLMENTE.  Avverb. 
Precipitosamente.  Lai.  prtrcipitanter.  Gr. 
Tr^aTTercJ;  .  Bocc.  nov.  77.  5l.  L'anima 
tua  ec.  potr^  vedere  se  gli  occhi  miei  d' 
averti  veduta  strabocchevolmente  cadere  si 
saranno  turbali  o  no,  But.  I*urp.  2\.  1. 
Quamlo  s'incomincia  a  peccare,  l'uno  viene 
tiopo   I'  altro   più   strabocchevolmente. 

§.  Per  Eccessivamente,  Smoiterat. inten- 
te ,  Senza  ritegno  .  Lai.  e/fuse  ,  immode- 
rate .  Gr.  7ii^i79t3;  .  Bocc.  nov.  i3.  7. 
Più  che  ni.ii  slrabocchuvolmenle  speudcano  . 
Arrifjh.  f)!ì.  Acciocché  coloro,  i  quali  ella 
(la  fortuna)  slrabocchrTolmentc  fece  n»nn- 
tarc,   alla   terra   volga. 

STRABOCCO.  Sutt.  Lo  stessa  che  Tra- 
bocco. I.al.  catnt,  mina.  Gf.  TTTwii^. 

STRABOCCO.  Aid.  Straboccato,  Stra- 
boccante .  Lai.  superefflitens  ,  superabun- 
dans.  Gr.  T<pi975;.  PatafT.  8.  Oro  itra- 
1m>cco  ne  vien  da  Cnrneto. 

f  STRXBONDANZA.  F.  A  Grande 
abbondanza.  Lai.  redundantia  ,  excfftns  , 
^'ls  ,  copie     Gr.    ittsititìx  t  «'uttsOiV  , 


S  T  R 

■JTspSaiif.  Com.  Purg.  17.  La  stral>on> 
danza  della  chiarezza  del  Sole  aggrava 
tanto  il  oostro  viio,  che  la  virtù  non  puo- 
le  corrispondere  (qui  ti  testo  ha  strabun- 
danza,  e  la  stampa  ai/a  pag.  3o3  stnl*- 
liondauza).  *  /mperf.  Tim.  /).  I.  T.  6. 
46.  Per  l'infinita  strabondaiiza  del  Leoe, 
che  h  in  lui  f  in  Dio  J  non  perchè  ejli 
uopo  n*  avesse  ciò  fece  (creò  /'universo}. 
/•:  D.  6.  7'.  7-  81.  Iddio  per  la  strabon- 
danza  della  luce  non  si  discerne.  (/') 

*  STHABONDEVOLE.  Add.  Che  ha 
strabondanza.  /mperf  Tim.  D.  8-  T.  7. 
192.  Quindi  procede  quello  ardentissimo 
primo  amore  equivalente  alla  perfezione 
di  esso  infinito  bene,  per  la  cui  strabon- 
devote  fecondità  spargesi  poi  indefinita- 
mente per  lo  lutto  quella  focosa  e  ine- 
'linguibile  carità,  ec.  E  ivi  3ii.  Iddio 
slrabondevole  di  ione  e  di  potenza  ec.  (E) 

STRABULE.  E.  A.  Brache,  l^nmc. 
Sacch.  nov.  25.  Messcr  Dolcibenc  aven- 
do fatto  trarre  le  stralmlc  al  prete,  lo  fece 
salir  sulla  bolle  a  cavalcioni ,  e  li  sacri  Ir- 
sticoli  fece  mettere  per  lo  pertugio  del  coc- 
chiume . 

STRABUONO.  V.  A.  Add.  Mo/to  buo- 
no. Lat.  admodam  probtts ,  optimus.  Gr. 
^■'>rt?r'S-  Difend.  Pac.  Sapeano  che  i 
fruiti  della  pare  sono  strabuoni. 

STRABUZZANTE  .  Che  strabuzza  . 
Frane.  Sacch.  nov.  97.  Per  paura  della 
gittata  di  quel  calice  verso  li  suoi  occhi 
strabuzzanti  V  avea  renduta. 

STIIABUZZARE.  Stravo/gere  gli  occhi 
affissando  la  vista.  Lai.  obtutum  fgere  , 
ocu/os  circttmvo/vere.  Gr.  «Tivi!j£cv,  Ot»- 
TTacTTrotivicv.  ^firac.  y/ad.  M.  Veggeudo 
crIÌ  il  servo  d'  Iddio,  straburzando  gli  oc- 
chi ,  menava  il  capo.  patafT-  7-  ^  stra- 
buzzando cosi  ingrugnato,  Uscii  del  pozzo 
de'  lavoratori.  Morg.  19.  71.  Margutie 
un  trailo  gli  occhi  ha  strabozzati .  E  2S. 
284*  Ma  Farfarel  due  occhi  rossi  e  gialli 
Gli  strabuzzò,  poi  gli  fece  paura  Con  un 
l>aston.  E  27.  200.  Carlo  piangeva,  e  per 
la  maraviglia  Gli  trema  il  core,  e  'I  cap«» 
se  gli  arriccia  ,  E  Salamonc  slrabuna  Ir 
cij;lia.  Burch.  2.  86  Col  collo  torto  stra- 
buzzando  gli  orchi.  Gè//.  Sport.  1.  1.  Deh 
pon  mente  come  la  spiritala  guarda  •Itrui 
a  traverso  ,  e  come  ella  strabuzEa  qncjli 
occhi   di   struzzolo. 

*  STRACANNARE.  Term.  drg/i  Or- 
ditori di  seta.  Trasportare  in  parti  ugua/t 
sovra  un  determinato  numero  di  ntcchetti 
la  seta  che  rimane  sovra  alcuni  di  èssi.  (Af 

*  STRACANNATURA  .  Term.  de§/t 
Orditori  di  seta.  L'azione  di  stracanna- 
re   (Ai 

STRACANTARE.  Cantare  com  eccesso 
di  .tqttisitezza  .  Bocc.  no\:  79.  SO.  P«t 
certo  con  voi  pen.lerÌeno  le  celere  de  sag- 
ginali, sì  arlaftotiramente   stracantale. 

•f  *  STKACARCO,  e  STRACARICO 
Add.  Più  che  carico.  .S'a/vin.  Teocr  Idt/i. 
II.  Cacio  non  mi  fallisce  o  ncll'eslate,  O 
neir  autunno,  o  nel  più  fitto  verno,  E  le 
fiscelle  son  stracarchr  sempre.  E  Annoi- 
/"ter.  fhion.  2.  4  "  ^'  6«f'Oo,  corno 
gli  alberi  slrac-irirhi  di  fnitti,  o  con  ghiac  - 
ciò  addosso.    (  .4) 

4STRACARO.  Add  Ottremodo  caro, 
Caristtnio,    (A) 

STRACCA.  ì'erf'nl.  da  .Straccare;  Strmc- 
camento .  Lai.  de/atigatio  ,  tassibido,  Gr. 
xa.uKTOv  G.  /'.  Il-  53.  3.  Crrdendosi . 
sanza  mettersi  a  ballaglia  ,  sorprenderli 
tulli  prr  iitracra  ,  e  assediarli.  .V.  I'.  c^. 
3l.  Diffidandosi  di  vincere  i  Fiorentini 
per  istracca  .  frane.  Sacch.  nov  S\.  Lv 
rose  per  istracca  si  rimasuno  per  quella 
notte,  t'nrh.  />ot.  5.  1-  lo  vo"  vrdir  di 
cavargli  del  rapo  Sì  pazza  frenesia  ;  e  »* 
io  non  posso  lu  altro  mo' ,  viocerlo  prr 
'    istracra  . 


S  T  R 

Jsaac,  JO-  »"  ì    15    E  lauio  sono 

,o  .  .trace  .Vo>-  ^-  ^   ,„,„„„,„„„  le 

cu.    DÓ»aec'   credien    raccortato   .1   .an.- 

"§°  n.  5«-«<r<.,  '-/"'■a  anche  si  prende 
Mr  /o  Straccale.  . 

Uco1am,e.U-  .n  '."f  ^  ^J^^' ,    .e^-"-'' 
prorompono  sovente  in  sospu  , 

''''sT«r<^t^LE:  Jrnese   per  lo  piUdi 

/«a.   Gr.    ""''"i"., far  micci,  e  strac 
W».  crtr    70.    l'andc    a,  m.cc, 

,ali  di  O.UU-.   ',;'■■, 7*;„\,r^:"l,,  all'acino 

■  he  "ii  aveva  allcnlalo  lo  straniali 

;e'!    rispcc  ce,. e  parole  tanto   ,ru    he 

rh•cnalo^.Ucm.Uo  per    male   f,.../, 

.f"""'"'^f;;::;;Ì,"Do«son' 

la  caveaa.  list"'-'^'  "  3    p„rla  a 

S    Per   simiht-  l-ern.  rim.  y-- 
traverso  al  collo  uno  straccale. 

STRACCAME>TO.  Lo  slraccnre.M.o^ 

t„^e,^s.    Userò    ,^rWome,Us,n^ 

del  comlialterc.   W.   '      »■  °"'.       „  ,,,,, 
«Idolto  il  Comune  di  lerug.a  per  strac 

"sTB°CCABe""c,....  e   ne,.,r.    pass 
.„L"^'^t>r«"c//'o,.™-.Lat.',e 

§;«n«.cn,peramen,oi=a,g.av^oerer 

Upesse  "-'"'^^^::;:"s,^Ul,ono  s,ra^- 
,.  D,  certo  ■  li?'  tj"  ;Vloro  discordia  a 
cali  .ns.cme,  e  dal      I  e.  i  ^ 

messer  Mastino  della  Scala.   l-J 
Sentendo  che  il  nav.l.o  del  Re  'U  Tran 
aa    era    assai    scemato    e    stradalo  . 

"fV;-.  ««.  «^''iA'••"''^^"^"/"'"■■ 
™LL/c/o-.e.ial*/-'..-.~: 
:;:ae::ii::rcfm.anodi^,..^^ 
r:itrC:h^-"Sfs.raccau 


S  T  R 


S  T  R 


l4o3 


/lirf    Seccare,  i  ««•   ■•  "•*"  i     .  , 

sr"«o    io  f  ho  inteso:    picchia ,  ed  esc, 

ne    *V»r.  Slracc.    I.  A-  Q"c^'>  "'"  T^ 

"ona  nu  ha    stracco    con    .ante  n,u.u«c 
^I.'plli  mi  »li>nian<l.»-   fO 

ST    ACCATIVO.     JM.     Che  stracca^ 

len.po  Suo  slraccativo  aringo,  ec. 

STRACCATO.  ^dJ  rfa  i"-»"""-.'-  !-='• 
la.<su! ,  defaligatns.    Gr.    x£/;*r,/w;.    '^• 

r  12  «6.  1    Si  ^-'i"  '■""'°  '"' 

camenle.  credendolo  avere  '"PP^"»;  "'j 
me  straccato  e  vinto  il-  I  ■  i-  1° 
,,oal.  in  ro-  tempo  straccai.,  saura  po- 
dere tenere  assediata  a  "»"-;»  ne  le 
varono,  e  lasciaronla  libera.  Fir.  As.  Ii2. 
Spacca..  6l.   occhi    col  p.anlo,  jercosses. 

^"•sT;IccHK'^\^^<™„<...5.- 

«^•"r'■'-•--'T■;r^.''tdT;'". 

TamaZTaTi'^  '»  --'a.ciue  'he  {.m  - 
gUouo  alla  stracchexxa  ,  che  nuli  al. e 
(Wn  Mordi.  335.  Arrenderuns.  Pcr  i- 
'.;:ecb^icra.,uasia.sfa.lo.u,.oJca. 


.  11,  r/r  ^J.  24q-  Avendo  dispoml.rala 
::'me^  ni    Mrac.t«a    colla    morl„dc„a 

Ullcllo     A-,/.     Or/.   1.    5.    =0.   E>e,.ur 

;ùacchc..a   vuol  venne    11    sonno     m 

';:.!  ti  'so   lagrimoso.   1    sogni  tradilor 

lecS  e  e.e.ne,lanto  dalle  ,  ose  tcm,  orai,  so 
n,óan^i  una  causa  che  ho  avuto  per  qualche 
iS  stracchete    ho  lal.o  che  le   mc^ 

Lai.    aliquanttim  JesMis.    oi 

•        Tir^tf     Franz,    rim.    bitrl.    2. 

'.-^r  Mezzo  '"-'■■"■"...  ^^^1^; 

lotto  Venni  a  Bologna.  -•  ^"'g'"-  P"!?' 
M»..vr  :754)Epercb-,o  era,  an- 
zi ;he  no,  stracchiccio,  11  nostro  geni  - 
Ussimo  Fiòrelt.  El,l,e  per  me  J  medes- 
mo  capriccio,   ec.   (Bì  i;,rm: 

^rr,'"'i"2"-p^r;'restrai 

~io,        eapintonueslaseraslrac. 
:S°o   torno   dV  Arezzo,    cola   Irasferilo- 

i  a  servir  mia   madre.  . 

\%;  STRACCIAHI.  E.   ^^'^'^^i 

enrememhranetteedimusco.     c.oed 

materie  racilissimamente  -^'"«'='"''    'X"-*; 
STBACCIAFOGLIO.    I^luferno    che   . 

noinndov,   le   parlile  pr.wn   d,  r«:""-'^  " 
/,/,„■     nwssiori   ■     Lai-     "d.'-rsar.a.     Gr^ 

,^e   eli-   nella    cill'a    o  si  facevano,»    s. 
Invano  di  giorno  in  giorno,  piutloslo  con 

1/i:mr;iSr^^::^-c;:: 

e^me  stracciffogh  ai  ^pese  m.nu  e  no" 
si  conservano,  ma  in  capo  -J'!  "'«=  "■ 
si  mette  la  somma  .n  una  parlila  uscita, 
e  quindi  si  tiaspor.a  a'  libi,  f'^ffl', 

^TltACCIAlUOLO.    Con.   che  col  pe, 
Une    stracca   i   hozzol,   della    scia  ,    o  n- 
rÓ   T/:ellin.    Disc.    I.  97-   Sono  armale 
dTpungtntissimi    spuoton.   ".or.,  a  guisa 
di    rampini   ritorti   de' pettini   da   sUacca 

'"t-  '"t^Slracciaiuolc,  anUca.nente  di 
ce.ìsi  forse  nn  Bigattiere  o  più  pm 
;Z,e:,e  K.'enditore   d.rohe  n,.^to  n..a- 

e,    stracciate.     Cren.    Mnn.    "S;    ^"«'^ 
lo'ro  promellere  questi  danari      G.oUo     d 

al    compagno    suo   slraccia.uolo   o  rigatile 

"•s^A^cS;sTb^^- i'^--^ 

fo     0   stracciamen.o     a' un  ld,ro   avesse 
plento.^..     rntna        *r."'-- ,„-J„ 

Carlo  di  Valos,  ne  sua    gente  ,    non    m.se 
consiglio,  ni!   riparo. 

STRACClAnE.  Sqnarcarej  e  d^cn 
propriamente  di  panno,  di  fogl,,  oswuh 
LI  discindere.  Incerare.  Gr./«T«p,_^ /vv|- 
vai.    ZJocr.  .o...  43-   •4- Tantoché    Mcrro 

le  straccio  de'  veslimenli.  A  «<»  .  »»■  9-  '  on 
lo   ólo  porlo  fango,  lutti  ■  panni  indosso 
gli  straccio.  ;l'.e.,,,«    2.  37- Chiunque  d. 


ir':e::?r"v^^'"-^-'-r^ 
Sk,,'r:i::rm:,i;t^'"r'= 

sno         cesso   in  colle,  andò  a    straccar  o. 

„,ani  .e..sula  mi  aveva  .  V  Car.  in  12^ 
,4,4.  Stupì,  si  raggriccio,  mulo  divenne 
Turno  per  la  paura  :  e  1"  .;orella  los<o 
,helo.;.iiaor  seminile  e    lai..  Le    ch^ 

„,e  si  s.raccio,  graffiossi  ,1  vol.o,  ec.  (Jl) 
Jr.  Fnr.   10.  22.  Si  stracca  .  crini  ,  e  l 

;  '-r.^-rtwir  .-...'.  '^M^ccano 
lo  mare  colle  vele  dis.ese  e  con    «a,od. 

zeffiri  (coè  .  fendono)  .     ''""'..     %.^^^i 

v,esr"li  '1  braccio    col    lunedilo.    Sicché 

ircandonepoitoun    Wof.^. 

'  ''"""in  n  are  a'atÙnaici  delle  sue    galee 
::remr  altre  Tuppono  e    stradarono 
L  diverse  parti  rc,oé,lracassaron.J/. 
;      10.  24    La   cil.-a  n'era  m   nioUepar 
■  ■  .  ,tivi,a     I  cioè,    disunita  ) 

'["""i?r/52TAncorl,lasmo  colui 

Srtropto't""-^^-"™'-''"^^- 
oni  conforto   rt.'Jc,  mi  priva),   f/; 
^    S:  S    II.  .Stracciare,  m   sign,J,c.    neutn 
,   „,.,    Uscir  d.   traccia.  Lasc.  Htm.  2. 

Crseruna    (.fiera,    si^'""-; 
c?n  leggieri  La  irapassan  con  furia  ;ond 

^lla     accorta.    Ritorna    in   dreto    per    altri 
nTRAcSASACCO.   /erf,    A    STBAC 

'^^f 'stracciatamente.  ^^.e.*^^_ 

stracci.  A  straccio  a    stracao     f    hran 

uìli     A  brani.  Bemh.  Jsol.  (A) 
"tìRACCATO.    Md.    fj';;;r^ 
Lat.    scssns,    d.scissns.    '"«'-'"-^  «7 

r".»rv  ^Su';.   Bocc.   nov.    I.  il-   i""' 
à::fgH-^ono  indosso. raeca.^^^^^ 

1i?cuffir:ra"po"e:::^«aec.c««. 

t         nVt    3o    Se  -1  nian.el  per  sedere  e 

s^:i;:urm.g;^'f  U-  ij:^ 

ni<c     1.   4iq.   Sicuo  come  sgiaffiali  e  sere 
p'^ra,i,che\Lano  la  pelle  s.racciaUfO 
^    §.  I.    Jo.,„„to    a     "om..  ,  o   a    donna, 
,1   Co'  lest.ment,  ^"■«"""'- i"^  '  '"[ri' 

e  noi  scalzi  e  straccali. 

^    ^"srE-a^^i^^rft^^^ciatan. 
re'da-Vaesam  veduta  ("oc.'on.yC.ud 

'T'm  ?"••■"■■'""••  •'•■""" 

Che,  0   Chi  stracca,   hut.  Pe     m 
straccialori,  e  ancora  spreziator.  deUe 

n?RlcnAT.RA.io--;-';j: 

:^r"c^::;.'^'-;„:";f^rd^:: 

la  rcai.-a  del  suo  cuore. 


i4o4 


S   T  R 


STRACCIO.  Vestimento,  o  Quaìsivo- 
giia  panno  consumato  ,  e  stracciato.  Lat. 
vestis  attrita,  f.r.  o'«/iov.  fìocc-  nov.  5o- 
21.  Io  vorrei  innanzi  andar  con  gli  strac- 
ci indosso  e  scalza,  ed  esser  ben  trattata 
da  te  nel  Icllu.  A'  nov.  100-  32.  Come 
donna,  la  quale  ella  eziandio  ne»li  stracci 
pareva,  nella  sala  la  rirnenarono.  Tratt. 
gov.  fam.  Se  elr-tla  se' andar  vestita  di 
stracci,  va.  I*ataff.  7.  Amico  di  parole,  o 
copertoio.  Che  ȓa  fatto  di  straccio  ,  noo 
mi  piace. 

^'  5-  '■  Presso  gli  antichi  si  trova 
Straccia  al  plurale  in  luogo  di  Stracci. 
Frane.  Barb.  35.  20.  Kè  diro  piaccia  chi 
veste  di  straccia.  A"  237.  I^- E  tingoasi  la 
faccia,  E  veslonsì  di    straccia.   (V) 

§.  11.  Straccio,  vale  anche  l'eizo  della 
cosa  stracciata,  detto  altrimenti  Brandel- 
lo e  Brano.  L-di.  frustum.  Gr,  TSjui-/jfiov. 
Benv.  Celi.  Oref.  80.  Pij;lisi  uno  straccio 
dì  panno  lino  ec. ,  che  sia  ben  unto  con 
olio. 

§.  III.  Straccio,  dicesi  ancora  la  Boi- 
tura  che  resta  nella  cosa  stracciata  j  che 
anche  si  dice  Stracciatura.  Lat.  fractura. 
Gr.  x)ff.'7tg.  Buon.  lier.  2.  1.  i5.  Ago- 
ra da  cucir,  da  rimeudarc  Stracci,  e  sdru- 
citi quanto  si  vuol  grandi. 

§.  IV.  Fatto  a  straccio,  /iguratam. 
vale  Bastardo.  Frane.  Sacch.  nov.  li3. 
Come  il  Piovano  ode  costui,  si  mutò  di 
mille  colori,  come  colui  che  si  sentiva  es- 
sere fatto  a  straccio. 

§.  V.  Straccio,  diciamo  qualche  volta 
in  vece  di  Niente^  o  Punto.  Lat.  nihil , 
47icum.  Gr.  OJoì'v,  '/pS-  Tratt.  gov.fam. 
85.  Cavalieri  ec.  prendono  tal  segno  e  di- 
gnità per  difendere  la  giustizia  colla  spa- 
da in  mano  infiiio  alla  morte,  e  Doa  oe 
fanno  straccio,  ma  spesso  sono  i  primi  at- 
terralori  di  qui-Ua.  Bern.  Ori.  3  7.  3q. 
(Credeva  il  po%*er  uom  di  saper  fare  Quel- 
lo esercizio,  e  non  ne  sapea  straccio.  Gal. 
cap.  log.  3.  i83.  Onde  color  che  si  piglia- 
no impaccio  Della  mia  salvagione  e  del 
mio  bene,  Bravano,  e  dicon  eh*  i'  Don  oc 
fo   straccio. 

§.  VI.  Stracci,  diciamo  ta  ,yeta  de' l/cs- 
ioli,  e-  simili,  stracciata  col  pettine  di  Jer^ 
ro,   o  in   altra  maniera. 

*  §.  VII.  Diccsi  in  proverbio:  Gli  strac* 
ri  van  sempre  all'  aria  ,  e  vale  Che  le 
pene  ed  i  castighi  della  giustizia ,  od  al- 
tri danni,  cadono  .tempre  addosso  ai  più 
deboli.  Bert.  Giamp.  181.  Quello  del  me- 
schino è  stile  condannato,  perchè  essendo 
meM:bino  gli  stracci  vanno  sempre  all'  a- 
ria;  e  quello  di  quest'altri  è  l'approva- 
to, perchè  e' son  tutti  ben   vciiiii.  fC) 

*  STRACCIO.NK.  Susi.  Term.  de'  Car- 
datori. Specie  di  cardo  di  Jil  di  ferro  da 
scardassar  la   lana.   (A) 

STRACCIONE.  A dd.  Stracciato.  Buon. 
Fier.  3.  2.  8.  Donde  ha  e'  fattu  venir  di 
sotterra  Così  straccione  e  frusto  e  scredi- 
tato 'N  un  punto  il  pollo  freddo. 

STRACCO,  Susi  Stracchezza.  LM.las- 
situdo.  Gr.  TCxpy.TOy-  Bern.  rim.  1.  26. 
Crediate  che  guarrebbe  dello  stracco  , 
Dello  svogliato,  e  di  mill' altri  mali. 

*  5.  Per  Importunità,  o  simile.  Cecch. 
Jiol.  5.  I.  Io  vo' veder  dì  cavargli  dal 
capo  questo  farnetico  pc.  ,  se  nou  altro 
per  islracco  .  Sen.  Ben.  f  arch.  i.  2. 
Com'  e  possibile  die  alcuno  sta  grato  ver- 
so colui,  il  quale  ^li  ha  0  superbamente 
gitlato  il  beneficio  dinanzi  degli  onhi  ,  o 
slizzo&amenle  liatliilogliele  ori  mostarcio  , 
o  datogliele  finalmente  per  iilracco ,  per 
torsi  quella   seccaggine   dalle  orecchie.  ((') 

STRACCO.  Add.  Indebolito  di  Jont  . 
>Scanco.  Lat.  lassus,  drfessus,frs.uis.  Gr. 
X8X^l}Xb)';.  Annot.  ì'ang.  V'è  ti  luogo, 
dove  nostro  Signore  puosr  giù  la  croce  , 
parocchc  egli    era  lasso    e     stracco.     Petr. 


S  T  R 

cap.  8.  E  Calulo  inquieto.  Che  fé  '1  po- 
pol  roman  più  volle  stracco.  Pim.  ani. 
tncert.  117.  Io  cosi  lasso,  innamorato  e 
stracco.  Desiderava  morte.  IJem.  rim,  1. 
102.  Essere  stracco,  e  non  poter  sedere. 
■J-  5  §.  I.  .Stracco,  per  similit.  dicesi 
di  (JuelP  istrumento  ,  o  ordigno  che  per 
lungo  uso  non  sm-e  troppo  bene  a  quello 
a  che  e  destinato.  Lat.  atlritus.  Buon. 
Fier.  3.  2.  O-  Scndune  ornai  la  slampa 
molto  stracca. 

*  ;;.  11.  Borsa  stracca,  vale  Scemala, 
Assottigliata  per  troppe  spese.  «  Puon. 
Fier.  2.  4-  20.  E'  viandanti  stracca  han- 
no  la    borsa  »  .  (C) 

§.  HI.  Terreno  stracco,  vale  Affaticalo 
per  continuate  raccolte.  Sfruttato.  Lat. 
efftrtus.  Sen.  l'en.  Tarch,  I.  I.  Mede»i- 
mamenlc  ninno  si-mioa  le  terre  o  strac- 
che, o  slcrili.  *  Tac,  l)av.  post.  426. 
Cosi  nel  campo  stracco  nasce  di  grano 
vena,  o  loglio;  erbe  non  diversissime.  (Brj 

'f  *  §•  *V-  d''l'one  stracco  ,  diccsi 
Quello  che  non  arde  più  con  forza.  Pcnv. 
Celi.  Oref  97.  Ed  essendo  questi  (carboni) 
accesi  e  consumali  lauto ,  che  avevano 
perduto  il  vigore,  e  quasi  stracchi  ce.  (  V) 

§.  V.  .Stracco,  dicesi  delle  Carni  de- 
gli animali  morti,  allorché  cominciano  a 
puzzare. 

V  §.  VI.  Stracco,  si  dice  anche  figura- 
tam.  di  Chi  e  annoiato  d'  alcuna  imprC' 
sa.  «  Cron,  Murell.  3l3.  Il  contado  era 
più  stracco  e  più  pericolato  che  la  citta  ». 
Guicc.  Stor.  18.  ì\6.  Wondimeno  appa* 
rendo  manifeslamenle  che  erano  stracchi 
(i  ì'eneziani  )  procedevano  mollo  lenla- 
menle  allo  spendere,  come  similmente  era 
il  Re  di  Francia.  (C) 

f  STI'.ACCURA.NZA.  V.  A.  Trascu- 
raggine ,  yeclig'enza.  Lat  negligentia  , 
incuria.  Gr.  ocai/itst,  oifpùJTt'JTiv..  (ftt. 
Com.  Inf  7.  i3o.  Le  spezie  di  questo  vizio 
sono:  ec,  imperfezione,  ovvero  non  per- 
severauza.  slraccuranza  ,    dissoluzione,    ec. 

STRACCUHAHE.  /'.  A.  Trascurare  . 
Lat.  negligere.  Gr.  a'^eisTv.  Tac.  Vav. 
Post.  44  !•  Straccurando  le  faeoltadi  per 
attendere  alle  tragedie.  Buon.  Fier.  3.  2. 
2.  Voi  gli  vedreste  manco  ire  a  sollazzo 
l'er  r  amorose  strade,  Straccurando  i  pa- 
droni e  le  lor  case.  Segr.  Fior.  Stor.  6. 
l58.  Eglino  slraccurarono  gli  ordini  delle 
difese  loro. 

STRACCURATAGGINE  .  Trascurag- 
gine.  Lai.  negligentia,  incuria.  Gr.  a.p.é- 
)eia,  aj>0avTi9Ti'a.  Fir.  IJial.  MI.  d^ìnn. 
406.  Quella  slraccuralagginc  fa  in  loro  bel- 
lezza. F  As  I  \\\.  Fate  che  la  straccur»- 
taggine  degli  ullimi  riniedii  non  guasti  iì 
beni'Gi'io  de' primi  provvedimenti,  linov. 
8.  2()fì.  Più  gli  piace  la  strarcurataggine, 
che  i  pensieri .  iVpr.  Fior.  Mandr.  3.  4- 
È  seguito  ,  che  o  per  strarcurataggine  delle 
monache,  o  per  cervcUinaggine  della  fan- 
ciulla la  si  truova  gravida  di  quattro 
mesi. 

STR ACCURATO.  Trascurato,  Negli- 
gente .  Lat.  neglìgens  ,  incuriosus  .  Gr. 
oiftù-rii,  oifpovTfSTo;.  Segr.  Fior.  Ari, 
puerr.  5.  I16.  Essendo  la  maggior  parte 
giovani  e  slrjccurali,  quanl»  più  liaiino  , 
tanto  più  sema  neces.Mlà  spcudimo .  Sen. 
Ben.  l  nnh.  5.  7.  Il  quale  allo  non  è  meo 
brutto  e  verg<»gnoso,  che  essere  verso  se 
sozzo,  duro,  crudele,  e  di  ih  medesimo 
slraccuralo  .  Buon.  Fier.  4*  5.  3.  Stalo 
a  mala  cura  Di  strarcurtli  e  sen&a  carit'a 
'I  ult»ri  . 

*  STRACICALARE  .  Cica/are  eccessi- 
vamente. Salvia.  Pros.  Tose.  I.  Sia,  Ci- 
calare e  bene  ,  ma  noo  istraricalare.  (*) 

•f  *  STRACINAMFNTO.  /  .  A  Stra- 
scinamento, fluì.  Purf.  24.  i.  Rimase  di- 
lacerato per  lo  strac  io  a  meo  lo  (vedi  la  nota 
ao'j     Fra  Gullt.  Leu.)    (F) 


STR 

•f  *  STRACINARE.  V.  A.  Strosci' 
nare  .  Bui.  Purg.  24.  I-  A  coda  d' una 
bestia  tratto,  cioè  stracioato  a  coda  d'una 
bestia.  F  appresso:  A  furore  di  popolo  fu 
stracioato.  (F) 

STRACOLLARE.  Tracollare.  LaL  col- 
labi, Gr-  òhi^m'vstv. 

't  ^.'  STRACOLLATO.  Add.  da  Stra- 
collare. Fav.  Esnp,  142.  Fra  su  uno  gran 
saccone  allato  al  fuoco,  scinto  col  gomito  sul 
ginocchio  ,  e  con  la  mano  alla  gola  mez- 
zo ebbro  dì  sonno,  e  stava  stracollato  ( l' 
eiliz.  di  Padova  181I  a  pag.  108  legge 
tracollalo;  e  roù  ti  Vocabol.  a  questa  voce, 
citando  per  errore   Introd.    P'irt.).  <V) 

•f  *  STRACO.N-ilGLIARE.  Molto  e 
molto  consigliare.  Salvia.  Hiad.  12.  283. 
Non  s'addice,  00,  chi  è  di  popolo  Mem- 
bro slraconsi;;liar,   né   nel   consiglio  ec.  (Af 

«  STRACO^TE.NTO  -  Add.  ConUn- 
tissimo  .  Varth.  Suoc.  5.  5.  N'  arai  tal 
premio,  ebc  li  chiamerà;  stracontento.  (•) 
Salv.  Avveri.  2.  1.  4*  Èssi  quella  sillaba 
(  tra  >  in  non  pochi  vocaboli  trasfigurala 
in  straj  dire1>besi  stracontento  ec.  ciò  che 
ec.  tracontento  oe'  libri  si  truova  scritto 
de*  più    vecchi   autori.   (P) 

S  JRACORREKE.  Correr  forU  e  senza 
ritegno.  Passar  oltre  correndo.  Lat.  excur- 
rere  .  Gr.  esTi'xS'v.  Pern.  Ori,  1.  14. 
23.  La  spaventata  memoria  stracorre.  Che 
ricordarsi  tanto  mal  noo  vuole  .  lUatl. 
Franz,  rim.  buri.  2.  Io4'  E  pascano  ,  e 
slracorron  quinci  e  quindi. 

STRACOI.RhVOLE.  Add.  da  Stracor- 
rerej  Fucgevole ,  Che  passa  velocemente. 
Lai.  velocissimus,  praeceps  .  Gr.  TOt;fi- 
stO^  .  C/rb.  Mentre  che  lo  stracorrevol 
tempo  passava. 

STRACORSO.  Jdd.  da  Slracomre. 

STRACOTANZA.  /'.  A.  Tracotanza. 
Lai.  arrogantia.  Gr.  aia^9»€i'x  .  G.  f. 
lì.  7^.  3.  I  quali  poi  per  loro  superbia 
e  stracolaoia  ec.  vennero  tosto  a  mal  fine  . 

STRACOTATO.  /'.  A.  Add.  Traco- 
tato.   Lai.    arrogans,   insolens,  superbus. 

STRACOTTO  .  Add.  Colto  eccedente- 
mente .  Lai.  praecoclus  .  Gr.  Tr«f t55M; 
«'-p'.Srct',-.  ^-  Salvia.  Pros.  Tose.  2.  141 
Non  è  la  sola  dole  della  poesia  la  dolcet* 
za,  la  quale  soverchia  essendo,  viene  a  farli 
parlare ,  come  le  fratta  passe  e  stracotte  , 
oc.  (•) 

*  STRACCRAGGINE.  /,*  sie.'.so  che 
Trascuraggine.  Car.  leti.  ined.  3.  1 15.  Si 
danno  più  a  incontinenza  che  a  slracu- 
raggine.  (Pr, 

STRADA.  Spazio  di  terreno  destinalo 
dal  pubblico  per  andare  da  luogo  a  luo- 
go. Lai.  via,  il<rr.  Gr.  oòo'i.  Bocc.  no*\ 
60.  6.  Come  a  (avola  il  sentirono  ,  cosi 
se  ne  Scesero  alla  strada  .  Dani.  Par.  4. 
Così  1*  avna  ripìoie  per  la  strada  ,  Onde 
cran  traile.  }falm.  6.  4^-  Ella,  che  quivi 
star  voleva  in  tuono,  E  non  cambiar,  par- 
len<lo>i ,  la  strada  .  ec. 

§.  I.  Strada  maestra  ,  si  dice  Quella 
che  condure  da  luogo  principale  ad  altro 
luogo  grande.  Lat  via  regia.  Gr  aux- 
fìjTo;  .  Fir.  Disc.  an.  71.  In  una  tana 
assai  vìrina  alla  strada  maestra  un  lupo  • 
un  Milpiioe  r  un  corvo  abilavao  di  roni- 
pagtua . 

#  §.  Il  Strada  corrente  ,  vale  lo 
stesso.  Tass.  Piai.  Pad.  Fam.  Se  l« 
possessioni  siano  vicine  a  strade  cor- 
rrnli  .  per  le  quali  i  peregrini ,  e  i  mrr- 
canii  d'  Italia  io  Germania  ec  cogliono 
trapassare.    (  P} 

^  §.  \U.  .Strada,  fguratam.  per  }frs- 
s^,  Utodo  di  proifderr  che  alln  tiene  per 
giunfsere  a  tjuilche  fine.  Prtr.  canz.  .Tp. 
(1.  ('he  la  strada  d'  onore  Mai  noi  lassa 
seguir  chi  troppo  il  crede.  (Cj 

§.  IV.  Strada  vicinale,  st  dice  Quella 
che  conduce  ad  alcuna  casa  partn-olare. 


5  T  R 

§.  V.  Strada  battuta  ,  si  dice  Quella, 
Ove  di  continuo  passano  molte  genti.  Lat. 
via  trita.  Gr.  ^aiXMpoi  ÒòÓi-  l'.  il  §-  di 
BATTUTO,  add. 

§.  VI.  Strada  del  cielo  ,  Jiguratarn.  si 
dice  It  retto  operare,  che  conduce  a  eter- 
na salvazione,  Lat.  l'iti  ,  iter,  Gr.  o3oz  . 
Petr.  son.  221.  Che  la  strada  del  cielo 
hanno  smarrita. 

§.  VII.  lìsserCj  Mettere,  o  simili,  per 
la  buona  strada  ,  o  per  la  strada  ,  assO' 
Intani.,  x'agliono  F.s  sere  bene  indirizzato, 
o  Indirizzar  bene  altrui  in  checchessia  . 
Lai.  rectnm  viam  tenere  ,  rectani  vtam 
tnonstrare.  Gr.  ÓJ^'jÙ;  ÒSa'/'-Ì-J'  Fir.  ^4s. 
l44-  N"'  t'  meltcremo  p*^r  (juclla  strada 
che,  scrondo  da  noi  e  ìtalo  |>iti  e  più  fiate 
pcD&ato  ,  sola  ti  può  condurre  al  bramato 
porto  della  tua  salute. 

§.  Vni.  Jìssere,  Uscire,  o  simili,  ov- 
vero Menare,  o  Mettere  fuor  della  buona 
strada,  o  fuor  di  strada,  fìguratam.  va- 
gliono  ICssere  in  errore  ,  Fare  che  altri 
erri.  Lat.  errare  ,  decipì,  falli  ,  in  erro- 
rem  inducere  .  Gr.  55«>l£c5ai  ,  5j)a>- 
>sttf.  liant.  Par.  8.  É  iute  Re  di  tal  eh' 
è  da  srrmonc  »  Onde  la  tratfia  vostra  è 
fuor  di  strada.  Jìoez  .  /  arch.  3.  pros.  2. 
Nelle  menti  degli  uomini  è  natuvjlmcnle 
il  desiderio  del  vero  henc  innestatoj  ma  1' 
errore  ,  che  gli  mena  fuor  di  strada  ,  gli 
travia  a' beni  falsi  E  3.  rim.  ii.  Chiun- 
que vuol  profondamente  il  vero  Cercar  , 
ne  fuor  di  strada  uscir  giammai.  Dell'in- 
terno vedere  i  chiari  rai  In  se  saggio  ri- 
volga . 

§.  IX.  Gettarsi  alla  strada  ,  Andare 
alla  strada  ,  Stare  alla  strada,  e  simili, 
vagliano  /assassinare  ,  Hiiharc  i  passeg- 
fieri  per  le  strade  .  Lat.  grassari  .  Gr. 
iwTTCòuTàiv  .  Bocc.  nov.  ^O.  3.  Siccome 
savia  e  dì  grand'  animo,  per  potere  quello 
da  casa  risparmiare  ,  si  dispose  di  gitlarsi 
alla  strada,  e  voler  logorar  dell' altiui  ((/ui 
per  similit.,  e  vale  appigliarsi  a  chicches- 
sia che  se  le  presentas.*.e  dinanzi). 

§.  X.  E' si  va  per  più  strade  a  Po- 
ma j  detto  proterb.  che  vale,  eh'  h' si 
può  per  più  mezzi  venire  allo  '/i tento 
suo.  Morg.  y.  aj.  Or  son  tradito,  or  son 
giunto  al  boccone  ,  E  vassi  pure  a  Roma 
per  più  straile. 

^  §.  XL  Strada,  term.  de'  I  anaiuolì, 
dicesi  a  Quel  difetto  o  mutazione  di  colore 
che  sì  scorge  in  alcuni  luoghi  del  panno 
meno  fomiti  di  lana.  (Jj 

•«'  §■  XI I.  Strada  coperta  ,  dicesi  in 
term.  di  fortificazione  Quello  spazio  di 
una  larghezz-a  sufficiente  o  per  esercita- 
re le  difese  del  solo  moschetto,  o  anche 
quelle  dell'  artiglierìa  minuta  ,  il  quale 
gira  intorno  al  fosso,  e  rimane  coperto 
dalla  parte  della  campagna  da  un  para- 
petto  che  si  unisce  allo  spalto.  Gnlil. 
Tratt,  Fort.  pag.  36.  Avendo  la  ritirata 
dell*  argine  e  strada  coperta,  possono  in 
tal  luogo  fatti  forti  volger  la  fronte  al  ne- 
mico e  ribatterlo.   (C) 

STRADARE.  Far  la  strada.  Lat.  praei- 
TT  ,  viam  monstrare  .  Gr.  iTCor^y  it  srat . 
Buon.  Fier.'i.  i.  n.  A  cui  strada  il  sen- 
tiero il  salciccione. 

*  §.  Stradarsi,  vale  Mettersi  per  la 
strada.  Incamminarsi,  ed  usasi  per  lo  più 
al  figurato  .  J'iv.  lett.  uom.  il/.  2.  20. 
Per  potere  rimosso  dai  pericoli  d'inciampi 
pensar  meglio  a  stradarmi  per  l'importan- 
tissimo   de*  viaggi.  (C) 

#  STRADATO.  Jdd.  da  Stradare  j 
Instraàaio,  Incamminato,  Avviato.  (A) 

*  STHADELLA.  Stradetta  ,  f  iottola. 
Salvia.  Buon.  Fier.  (A) 

*Ì"  ^'  %•  Stradella  cieca  ,  vale  Svicolo 
senza  riuscita  .  Sal%-in.  Buon.  Fier.  2. 
5.  6.  Una  stradella  cieca  da  noi  delta  rou- 
«o.  (A) 


S  T  R 

•f  *  STRADELLO.  Piccola  strada  . 
Accad.  Cr  Mess.  Fece  gran  danno  que- 
sta prima  scarica,  e  maggiore  sarebbe  sta- 
to se  ce.  non  avessero  gridato,  a  chi  ve- 
niva dietro,  che  si  fermassero,  e  si  tirassero 
fuori  dello  slradi'Ho.  Cnrl.  Svia.  2-  L'  En- 
nio Toscano  s' invio  bel  bello  Per  un  stra- 
drllo  tortuoso  e  stretto  Verso  un  pogget- 
to,  in  sul  cui  verde  tergo  Avea  1'  albergo 
il  suo  compar  Menj;hiiio.   (A) 

SI  RADETTA.  Strada  piccola.  Lat.  vi- 
culus.  Gr.  zoj^ui'oiov,  Fir.  As-  248.  Ri- 
feri al  padrone,  che  egli  era  uscita  di  una 
stradetta  ivi  vicina  una  cagna  arrabbiata  . 
E  nov.  3.  216.  Riusciva  in  una  stradetta 
accanto  alla  casa. 

STUADICCIUOLA  .  Dim.  di  Strada. 
Lat.  viculus  .  Gr.  /.ùtfn'òtO'J .  M-  /  .  8. 
t)5.  Da  Oriente  ec.  infino  alla  stradicciuo- 
la  .  e  siccome  corre  la  detta  stradicciuola 
in6no  ;dla  collina,  ec. 

*  STRADIERACCIO.  Peggiorai,  di 
Stradiere.    (Ai 

STRADIERE  .  Colui  che  a'  luoghi  del 
dazio  ferma  le  robe,  per  le  quali  dee  pa- 
garsi la  gabella  .  Lat.  publicnnus  .  Gr. 
Ti)  w'vrj,  .  Salv.  Grandi.  3.  Q.  In  si^ 
Scambio  sostituì  uno  di  quelli  Slradieri  . 
Buon,  f^ier.  ^.  Intr.  E  che  nell'  arrisliarti 
a' contrabbandi ,  Gabellieri,  slradieri,  do- 
f;anieri.  Birri,  grascìni ,  spie  Non  sospet- 
tino in  te  malizia  alcuna.  Malm.  ii.i^^. 
Di   ferro  da  slradieri  impugna  un  fuso. 

'.'  STRADINA.  Forse  lo  stesso  che 
Cantoniera,  Sgualdrina.  Lai.  scortill/imj 
.icrapta,  ambubaiae.  Gr.  TTOjSVtOiov  ,  yv.- 
//aiTUTIvi'.  Alleg.  162.  Mentre  i'  fui  gio- 
v.inetto  ,  le  stradine  Mi  facevano  ognor 
mille  moine.  (') 

STRADIOTTO.  Lat.  miles  graecani- 
cus ,  slraliota.  Gr.  7TpaTiùJT'/]5.  Guicc. 
Stor.  2.  Duemila  cavai  leggieri ,  la  mag- 
gior parte  Albanesi,  e  delle  provincie  cir- 
costanti di  Grecia,  i  quali  condotti  in  Ita- 
lia da*  Veneziani  ,  rilenendo  Ìl  nome  me- 
desimo che  hanno  nella  patria,  son  chiamati 
slradiotti.  Cani.  Cam.  ^7.  Non  curiamo 
alla  batiaglia   Slradiotto  o  balestrieri. 

A'  STRADOLORE.  Dolor  grandissimo. 
Salv.  Avvert.  2.  I.  4-  Essi  quella  sillaba 
(tra }  in  non  pochi  vocaboli  trasfigurata 
in  straj  e  divebbesi  stracontento  ,  stra- 
pagato ,  stradolore,  strasapere  e  strafare, 
ciò  che  trafare,  trasapere,  Iradolore,  tra- 
pagato e  tracontento  ne'  libri  si  truova 
scritto  de'più  vrcrhi   autori.  (E) 

•|  STRADONE.  Stratta  grande  ,  e  si 
dice  per  lo  più  di  Quella  strada  grande 
che  conduce  a  qualche  ca.ta  di  villa.  Lai. 
via  ma'or  .  Gr.  7riaTUT-'o«  oòo'^  .  Red. 
Ins.  12y.  Il  giorno  cinque  di  Giugno, 
andando  alla  villa  del  Poggio  Imperiale  , 
vidi  che  ne'  lecci  dello  stradone  passeg . 
piavano  moltissimi  bruchi.  '?  Magai,  lett. 
Vedi  tu  colui  che  spunta  laggiù  dal  fondo 
di   quello   stradone?   ( ÌS ) 

'^'  STFADOPPIO.  Term.  de'  Botanici, 
ed  e  aggiunto  dato  singolarmente  al  Gia- 
cinto .  Magni.  Lett.  Anche  da  S.  M.  n' 
ebbe,  due  anni  sono,  uno  (giacinto)  lat- 
tato ,  e  stradoppio  spaventoso-  (A) 

*  STRADUCOLA  .  Pim.  di  Strada  ; 
Straduzza.   J  allisn.  2.  l53.  (A) 

STRADUZZA  .  Dìm.  di  Strada  .  Lat. 
viculus.  Gr.  /w/xiOi'V.  Fir.  As.  212.  ISIi 
mise  per  certe  straduzze  sì  fuor  di  mano, 
che  egli  era  impossdìile  dì  pensare  mai  d' 
avermi  ritrovato  persona. 

'f  '\-  STRAERE.  Estrarre,  Cavar  una 
cosa  da  un  luogo.  Salvin.  Odiss.  22.  32^. 
In  quelli  Impeto  fero,  e  strassero  da'  mor- 
ti Le  lame,  e  i  Proci  di  bel  nuovo  acute 
Aste  ne  saettarono,  bramosi  Di   ferir.  (Aj 

STRAFALCIARE.  Tralasciar  segan- 
do colla  falce  .  Lat.  secando  praetermit- 
tere  . 


S  T  R 


1405 


§.  I.  Per  metaf  Camminare  senza  ri- 
tegno . 

§.  II.  Per  similit.  Tra.tcurare ,  Ope- 
rare, 0  Parlare  senza  ordine  .  Lai.  incu- 
riose agerc.  Gr.  a/AS^s'v.  Farch.  F^rcol, 
54.  Quando  alcuno  in  favellando  dice  cose 
grandi,  inipo!,ilbili  o  non  verisimili ,  e  in 
somma  quelle  cose  che  si  chiamano,  non 
bugiuzze  o  bugie  ,  ma  bucioni  ,  se  fa  ciò 
senza  cattivo  fine,  si  usa  dire;  egli  lancia, 
o  scaglia,  o  sbidestra  ,  o  strafalcia. 

STUAFALClOiNE.  Errore  commesso 
per  trascu raggine.  Lai.  error ,  allucinatio, 
Gr.  :T)a  V»)  ,  Tra;;0|Cot/xa  .  /  arch.  Frcol. 
98.  Dire  farfalloni,  scerpelloni,  strafalcioni, 
si  dice  di  coloro  che  lanciano,  raccontando, 
bugie  e   faUilà  manifeste. 

§.  /Vr  /stravaganza.  Buon.  Fier.  A. 
4-  2.  Se  de'  negozii  Del  mar,  se  delle  in- 
cette Temi  gli  strafalcion,  paventi  Ì  balzi, 
Gettati  ai  cambi. 

STRAFARE.  Far  più  che  non  convie- 
ne ,  Lat.  plusqiiam  oportet  facere  ,  Gr. 
Trisfov  roG  os'ovto;  aoistv  .  Bem,  Ori. 
1.   20.   3.   E  di  questo  strafar  convien  che 


sia   Cagione  o  fiaude, 


super 


o  pa: 


zia-  Borgh.  Bìp.  485.  Dal  che  si  può  giu- 
dicare ,  che  quando  gli  uomini  vogliono 
strafine,  fanno  peggio. 

STRAFATTO. '/^rf^A  rfrt  .y^-fl/are. 

§.  Strafatto^  e  anche  aggiunto  di  Frutte, 
Biade,  e  simili,  che  per  troppa  maturità 
si  guastano,  o  abbiano  perduto  il  sapore. 
•r  Salvia.  Disc.  3.  C|8.  Ne  ha  che  far  ciò 
che  dicono  alcuni,  che  mezzo  quando  si- 
gnifica inzuppato  o  fracido  ,  come  i  pomi 
quando  sono  strafatti  ec.  (A) 

•f  *  STRAFELATO.  Add  Trafelato, 
Costernato.  Magai,  part.  1.  lett.  li.  Non 
è  egli  maggior  sicurezza  ec,  subito  che  si 
comincia  a  toccar  della  montagna,  il  met- 
tere piede  a  terra  ,  che  non  è  T  ostinarsi 
a  vedere  ec,  sentirsele  cascar  sotto  sfiata- 
te e  strafelate,  ec.  (.'ij  Bed.  I.ett.  in  Ma- 
gai, lett.  fam.  i.  ^3.  Qui  ci  va  una  gi- 
ratina  di  cappello,  una  rifiatatona  da  stra- 
felati. (^) 

STRAFFICAltE.  Strigare,  Stralciare. 
Cron.  Mordi.  238.  Pensa  quello  che  a  te 
dai-ebbe  il  cuore  di  fare,  trovandoti  a  tal 
tempo  e  in  si  fatta  faccenda;  e  pure  que- 
sto istraflBcò  e  isviluppò  dalla  maggiore 
cosa  alla  più  minima  bene  e  diligente- 
mente .  E  239.  IstrafTicato  e  isviluppato 
eh'  egli  ebbe  ogni  cosa  ec.  ,  la  donna  di 
Giovanni  col  suo  fratello  ec.  furono  ad- 
dosso a  l'agolo. 

STRAFFICATO.  Add.  da  Strajlcare. 

*  STRAFIGUlìATO.^rft/.  Lo  stesso  che 
Trasfiguralo.  Lasc.  Ccn.  2.  nov.  2.  pag. 
45.  Venute  le  persone  in  camera  ,  lacri- 
mando lo  segnavano,  domandando,  mara- 
vigliose  ,  perchè  cosi  gli  avessero  turato 
il  viso  :  perchè  egli  era  sì  trasfigurato , 
rispose  il  frate  Berna,  e  sì  brutto,  che  egli 
averebbe  fallo  paura  a  chi  V  avesse  guar- 
dalo.  (Bj 

•f*  STRAFINE.  Add.  Traperjelto,  Di 
là  da  perfetto  .  Salvia.  Buon.  Tane.  3.  1. 
Strafine  signifit  a  traperfctto,  di  là  da  per- 
fetto.  (A) 

•f  :".' STRAFINEFATTO.  Foce  usata 
nel  modo  avverb.  Di  strafinifatto,  e  vale 
A ssolu  tissimamente  ,  F'  una  maniera  fi- 
nitissima e  solenne.  Buon.  Tane.  3.  I-  Io 
lo  rovino  di  strafinefalto.  (Ai 

STRAFIZZECA.  Lo  stesso  che  Staf sagra, 
hat.  herba  pedicularis.  Gr-  (jract;  aypta. 
rr.6-17.  I.Alla  doglia  del  capo  per  freddo 
si  faccia  gargarismo  della  colatura  della  sua 
decozione  (della  hrettonica )  in  acelo  col- 
la strafizzeca  insieme.  E  cap.  109.  I.  La 
strafizzeca  è  calda  e  secca  nel  terzo  grado, 
ed  è  seme  d'  un'  erba  così  appellata,  la 
quale  è  di  grande  efficacia,  ed  è  detto  ca- 
popurgio  ,    perocché  purga   il   capo   della 


i4o6 


S    T  R 


flemma  ,  e  asciuga  V  utoU  ,  e  fa  schifare 
la  reuma  ,  e  lo  sl'»mjio  mondifica  .  Tes. 
poi'.  !'.  S.  rap.  25  Anco  arqua  di  co- 
citura di  stra6zceca  bevuta  cura  gP  idru- 
pici . 

$.  Figuratam.  si  dice  di  Cesa  nuova,  o 
strana.  Cecch.  Esali.  Cr.  I.  3.  E'  patria 
molto  ben  questo  garzone  Voltar  con  questo 
Itaochelto  far  qualche  StraGizeca. 

STHAFORARE.  Traforare,  Forar  da 
una  banda  all'altra.  Forar  fuor  fuora. 
Lat.  perforare,  transadigere.  Gr.  otaTD'J* 
ri'X-i  ,  otK/ATTlT^itv.  *  /  asar.  J'it.  Buon. 
Alla  quale  opera  non  pensi  mai  scultore  . 
ne  artefice  raro,  potere  aggiugncre  di  di> 
segno  ,  ne  di  grazia  ,  ne  con  fatica  p^Her 
m.iì  di  Bnczzi,  pulitezza,  e  di  str^urarc  il 
marmo  con  tanto  di  artt*  »  quanto  Miche- 
lagnolo  vi  fece.  fB) 

*  STRAFORATO,  jidet.  da  Straforare; 
Traforato.  Ben.'.  Celi.  l'it.  3.  l5-  In 
que&to  tempo  si  fece  una  cintura  d*  oro 
ec.  straforato.  fCf 

t  STRAFORMAGIONE.  V.  A.  Tra- 
.^formazione .  Lat.  transformatio .  Gr.  pz- 
zxpópftait^ .  Fior.  ì'irt.  G.  S.  Amore 
non  è  altro  che  straformagionc  nella  cosa 
amata . 

t  STRAFORMARE.  T.  j4.  Trasfor- 
mate.  Lat.  transformare  .  Gr.  t^trtpo ù- 
yoJv.  Fior.  J'irt.  C  S.  Straformandosi 
in  atti,  in  modi  o  in  costumi. 

t  STRAFORMATO.  Àdd.  da  Strafor- 
marej  Trasformalo.  Lat.  trantformattis . 
Or-  jyieTKU9^p'jj?u'c.  Oli.  Com.  ìnf.  12- 
2l8.  Elli  aveva  saputa  la  novella  iofi- 
Do  neir  oìtc  dello  straformato  parto  della 
moglie . 

STRAFORO.  Lo  straforarv,  Forofat- 
lo  collo  .^traforare ,  Piccolo  foro  .  Lat . 
perforatio  .  Buon.  Fier.  !^.  4-  i6.  E  co- 
me in  un  momento  Sparito  è  via  qual  se 
per  tstraforo  Timido  e  spaventalo  augel 
racchiuso . 

g.  L  Lavorar  di  straforo  ,  vale  Tra- 
forare, o  Bucherar  latne,  o  altri  ferri,  o 
rose  simili. 

f  g.  II.  Per  simtlit.  fìarl.  Ben.  rim. 
Tifi.  I.  E  rantar  con  tlic  spillo  di  stra- 
foro M*  abbia  Amor  cominciato  a  lago- 
rare. 

3  §.  Ili.  Per  metaf  vale  Operar  di 
nascosto,  copertamente.  Vii.furtim,  clam, 
clanculum  agere  .  Gr.  À'x&pat'w;  Ttpoi-Z' 
ztiv.  Fir.  rim.  buri.  127.  E  però  ordinò 
'n  un  concistoro  Un  certo  di  que'  buon 
Papi  all'antica.  Che  non  ci  Javoraron  di 
stiaforo,  Glie  la  campana  sì  si  benedica. 

*  g.  IV.  Lavorar  di  straforo  ,  presso 
I  maestri  di  icherma  ,  dicesi  del  Motlen- 
trare  quando  il  nemico  men  se  l'aspetta. 
M  Sem.  Ori.  I.  8.  l4-  Ma  il  Conte,  rh' 
era  coperto  ed  avvisato,  Lavora  di  straforo 
ad  ogni  mano  •>.  (Cj 

§.  V.  Lavorar  di  straforo  ,  pur  per 
metaf  Lai.  ahsentem  exagilare  ,  notare  . 
Gr.  xKTzJizierv  rivo;  «TTOvrr;.  l'nrch, 
Frcol.  55.  D'  uno  che  dira  male  d'  un 
altro,  quando  colui  non  e  presente,  s'usa- 
no questi  verbi  ;  cardare  ce,  lavorarlo  <li 
straforo,  da  quelli  rhe  fanno  i  bucherami 
o   i  ferri  danimaschìni. 

g.  VI.  Passare,  Operare,  e  simili,  per 
tstraforo,  proi-erhial  si  dicono  dell' .4 do- 
prarsi  in  qualche  nepoiio  senza  apparir- 
vi.  Salv.  Spia.  2.  2.  Scr  Ciappelletto  ci 
passa  per  islraforo,  e  sidjmcnlr  rome  per- 
sona che  può  dispor  della  fante  ,  rhe  sta 
rontinua  al  servigio  della  fanriulla. 

•f  STRAFUGARE  foce  poco  usala. 
Trafugare,  Lai.  raplìm  auferrr.  Gr.  STTt- 
cpoa,%òfìv  df^tpttv.  Fir.  l'nn.  5.  3.  Chi 
si  fuggì  qua,  e  chi  la,  e  quella  mcs>  bina 
fu  slrafugala  toulo,  eh'  olla  fu  roodotla  a 
Siena  ■ 

9  STRAGE      Macello,   Mortalità,    CA- 


S  T  R 

citione  .  Lat.  strage*  .  Gr.  yn'vS;  .^tnr. 
F.ur.  3.  64.  Foca  ,  pervenuto  a*  nemici , 
gli  ruppe  e  gli  supero  eoo  grandissima 
strage  loro  .  Fir.  As.  275.  RacconlògU 
come  a  confine  delle  sue  possessioni  era 
stata  fatta  una  grandissima  strage.  #  Car. 
Fn.  3.  376.  E  per  far  carne,  prese  L'ar- 
me, a  predare  andiamo  er.  Fatta  la  strade, 
e  già  parati  i  cibi ,  E  distese  le  mense  , 
ec.  K  12.  8l4-  Poscia  tra  loro  Gittossi 
impetuoso  ,  e  strazio  e  strage  Prospera- 
mente, ovunque  si  rivolse.  Ne  fece  a  tutto 
corso.   'Bì 

*  §.  Per  Danno  ,  Bovina  ,  Guasto  , 
Ditertamenlo.  «  Tac  Dav.  Ann.  I.  27- 
Nel  detto  anno  il  Tevere  per  lo  lungo 
piovere  allagò  il  piano  della  città  ,  e  nel 
calare  grande  strage  fé*  di  rase  e  perso- 
ne w.  Car.  Fn.  12.  744'  Q"*'  d'alto  mare 
a  terra  Squarciato  nembo,  quando,  ohimè! 
che  segno  E  chtr  spavento ,  e  che  ruioa 
apporta  Ai  miseri  coloni;  e  quanta  strage 
Agli  alberi,  a  le  biade,  a  la  vendemmia 
Se  ne  prepara  !  fCl 

*  STRAGGERE.  Distrarre,  Distor- 
nare. Lai.  avertere,  dìsiraliere.  Gr.  Ta- 
p^-pi-ivf.  Vtt.  S.f.  Pad.  1.  67.  Gli 
passavano  innanzi  agli  occhi  come  lupi 
urlando,  e  come  to1|>ì  e  altri  animali,  per 
istraggerli  la  mente  dall'  orazione.   (*) 

•■}•  *  STRACOUERF.  Più  che  godere. 
Godere as.tai.  Salvia.  Fier.  Buon.  2.  2.4- 
Smtazzare  vale  stragodere,  far  tempone  , 
trionfare.  (.4) 

*\  *  STRAGONFIARE  .  Gonfiare  ,  e 
Più  che  gonfiare.  Gor.  Long.  sa.  3.  Se 
nella  tragedia,  che  di  sua  natura  e  cosa 
fastosa  e  gonfia,  e  ammette  grandiloquen- 
za ,  pur  nondimeno  lo  stragonfiare  e  in- 
soQribile  ,  molto  meno  io  giudicf>  che  alle 
veridiche  orazioni  ciò  si  convenga.  (A) 

*  STRAGRANDE.  Add.  Più  che  gran- 
de,  Tragrande ,  Trasgrande,  Grandissi- 
mo.  (A) 

STRAGRAVE.  Add.  Gravistimo.  Lat. 
imntanis.  Gr.  VTZipfJ.l'/i^r,^.  Buon.  Fier. 
4.  5.  16.  Un  grave  grave  e  slragravc  ac- 
cidente . 

STRAINARE.  Levare  dal  traino.  Buon. 
Fier.  2.  3.  4*  Chi  porla  ,  chi  carreggia  , 
chi  stratqa,  Chi  carica,  chi  scarica,  chi  posa. 

STRALCIARE.  Tagliare  i  tralci.  Lat. 
vitium  Iraduces  obtruncarc  .  (ir.  a^T/- 
/ousyerv.  lied.  Ditir.  3  Infiniti  capri  e 
perore  Si  divorino  que'  tralci.  E  gli  stralci 
Pioggia  rea  di  ghiacrin  asiTÌksiniti. 

!^  §.  I.  Per  Cogliere,  detto ^dell'  uva. 
Jtlenz.  sat.  Q.  Se  avesse  a  tiir  di  me,  chio- 
sa ne  lesto  Non  troverebbe  ,  perchè  dalla 
vite  Paterna  io  non  i»lrab-Ìo  uva.  ne  agre- 
sto, fi) 

§.  IL  Per  similit.  Tagliare  checches- 
sia alla  peggio.  Lat.  amputare.  Gr.  3(~o- 
ys'TTTetv.  itorg.  27  66.  ('Iie  combalteva 
come  disperato,  E  p"la  ,  e  tonda,  e  sca- 
pezzava, e  stralcia. 

g.  III.  Per  metaf  vale  Strigare.  Lat. 
componcre.  Bocc.  nov.  |.  4-  Sentendo  egli 
li  fatti  suoi  cr.  non  potersi  di  leggiere  ne 
subitamente  slralriare,  pensò  qurglt  com- 
mettere a  più  pcriiino.  *  ("(ir.  leti.  ^.  2t. 
Voi  cereale  di  stralciar  le  rose  vostre  per 
modo  che  non  vi  dia  più  briga,  e  venite 
con  anuno  risoluto  di  star  saldo  fioche  giù- 
gniatc  a  miglior  fortuna.  fCj 

§.  IV.  .\traltiare  ,  vate  anche  Termi' 
nare  una  controversia  fter  accomodamento 
con  Consenso  delle  parti,  o  cont-enendo  tra 
loro,  o  dando  piena  facoltà  ad  altri,  che 
la  componga  a    suo  piacimento. 

#  STRALCIATO  Add.  da  Stralci.i- 
re  Car.  Lett.  Tornii.  17.  Allendcto  alla 
sjiiilà  rnn  dìligrnia.  e  slraltiatc  le  ruslrr 
ccitc  ili  costà  ,  venite  via  ,  che  ancora  ne 
daremo  buon  tempo  (  ipii  net  senso  del 
§.   MI.,.  (Cj 


S  T  R 

STRALCIO.  Lo  stralciare.  Buon.  Fier. 
4  5.  i8.  E  se  tra  voi  Caduta  e  differen- 
za, intero  stralcio  Facciasi  d'ogni  affar.  E 
5.  tic.  Quattro  ahri  giorni  ritte  le  ban- 
diere Slaran  ,  segno  di  stralci ,  e  fian  fe- 
nati 'in  questi  esempli  e  net  signific.  dd 
§.  IV.  di  STRALCIARE.  Lai.  transactio). 
STRALE.  Freccia,  Saetta.  Lat.  sagit- 
ta,  telum.  Gr.  qC-stÌ:;,  ^e'io?.  Dani.  /nf. 
12.  Chiron  prese  uno  tirale,  e  colla  cocca 
Fece  la  barba  indietro  alle  mascelle.  Bocc. 
g.  3.  p.  4'  Esso  (giardino)  avea  dtnloroo 
da  se  e  per  lo  mezzo  in  assai  parti  tì«  am- 
pissime ,  tutte  diritte  come  strale.  Amet. 
14.  N'è  son  sì  forte  aguale  i  ferri  agoti 
Degli  volanti  slrai,  falli  ferventi  Da*  caldi 
raggi  allor  sopravvenuti .  Petr.  son  Xo3. 
Amor  m'  ha  posto  come  segno  a  strale  . 
*  Tass.  Ger.  II.  4*-  Curvo  Clorinda  sci- 
le volte  e  sette  Rallentò  V  arco,  e  n  avven- 
to lo  strale.   (X) 

§.  Per  metaf.  Dant.  Purg.  3x.  Ben  ti 
dovevi  per  lo  primo  strale  Delle  cose  fal- 
laci levar  suso.  But.  ivi:  Cioè  per  lo  pri- 
mo colpo  che  dato  t'  avea  la  Fortuna  col 
suo  strale  .  Dant.  Par.  2.  Certo  non  li 
dovrien  punger  li  strali  D'  ammiraaionr 
ornai  .  F  l3.  Iq  che  lo  »tral  di  mia  *D- 
tenzion  percuote. 

STRALETTO  .  Pim.  di  Strale.  Lat- 
par\um  telum.  Gr.  pispit  ^i'toi  .  Lor. 
Med-  cani.  84-  •^-  Punto  son  d'uno  slra- 
Ictto  ,  Che  non  resta  fiammeggiare. 

STRALIGNAME.NTO.  Lo  strolignare, 
che  oggi  più  comunemente  diciamo  Tra- 
lignamento.  Lat.  dcgeneratio.  Gr.  TTa^sx- 
6x?i;.  But.  Purg.  14.  2.  Finge  che  mes- 
scr  Guido  seguitasse  la  sua  querela  ge- 
neralmente dello  strolignamcnto  fatto  de' 
gentiluomini  dì  Romagna. 

*  STRALIG.NANTE  .  Che  straligna. 
Bari.  1  it.  Kosth.  Uh.  1.  cap.  9.  Come 
dunque  arditosi  ad  infamare  tutto  il  suo 
legna^gio  in  sé  ,  ed  c>scre  egli  solo,  «tra- 
lignante indegno,  l'indegnità  e 'I  vitupe- 
ro di  casa  Koslka?  (CP) 

STRALIG.WRE.  Tralignare  Lat.  de- 
generare Gr.  «/-'-TStv.  Bui.  Purg.  \\. 
2.  l'iglìano  a  far  si  falla  schiatta,  quale  è 
quella  che  e  straliguala  dalla  virtù  degli 
antichi  virtuosi.  F  appresso:  Non  ebbe 
desrrndcntiche  stralij;na*sero  da  lui.  Ovid. 
Pisi.  Dell  come  tlraligni  tu  1  imprima  fo- 
sti uomo,  ora  se*  fanciullo. 

STRALIGNATO.  Add.  da  Stralignare; 
Tralignato.  Lai.  detener.  Gr.  ayc««'f  • 
flut.  purg.  i4- a  Fatti  piscia  rii,  r  ttra- 
lignali  dalla  gcntilczu  de*  loro  maggiori. 

STRALL'CKNTE.  Fuor  di  modo  lucen- 
te. Lai.  prnfulgens  ,  renilens.  Gr.  IZlSt- 
5Ti'>6wv.  /.or.  Med.  .\.*/tc.  4>  S«  *"  "' 
pessi,  Nencia,  il  grande  amore  Ch  io  por- 
to a'  tuoi  begli  occhi  stralurenli,  ec. 

STRALL'NAMENTO.  Lo  stralunare . 
Tralt,  .tegr.  cos  dona.  Mirano  allora  con 
grande  e  torbido  stralunamento  di  occhi. 
F  appresso  :  Quando  il  mr<lico  osserva 
quello  stralunamento  di  t>crhi  .  ^  Bed. 
lett.  3.  282.  Oh,  oh,  oh  ,  il  brodo  non 
le  piace  I  E  gli  acridenti  ,  e  i  tremili ,  i 
moli  convulsivi,  gli  stralunanicnli  d'occhi, 

e  la  febbre  Ir  piarnonoT  fB) 

3  STRALUNARE.  Stravolgere  wi  qua 
e  'n  là  gli  occhi  aperti  il  più  che  si  può. 
Lai.  ocutos  cir%umiclverr ,  circumducrre, 
distorquere  .  Gr.  5upv.rx  oiasr^yiiv  ■ 
Dant.  Inf.  22.  E  '1  grao  Proposto  volto 
a  Farfarello.  Che  stralunava  gli  occhi  per 
ferire.  Disse:  fatti  *n  costà,  malvagio  ur- 
rcllo.  Berm.  Ori.  |.  6-  3l.  Quel  grande 
ocrhiarcio  tnlorno  slrahinava  .  tialaf.  85 
K  I  III  straluna  gli  ocrhi  ,  e  1'  un  ciglio 
lie%j  4  mnzo  la  fronte  ,  e  l*  altro  china 
fino  al  mento.  Red.  lelt.  2.  17Ì  Non  oc- 
rorrr  qui  scontorcersi  e  divincolarsi,  lira- 
lunando   Ir  lun. 


S  T  R 


S  T  R 


S  T  R 


1,07 


*  e.  K  in  signifc.  nentr.  ..  l'alaff-  ■<■ 
E  straluna  alle  -lue  o»,-nJo  .n  Uacr.o  ^. 
hu...  r«nc.  ..  ..  1°  PK.«n,u,noac  1 
vidi  stralunare.  Salvi,,.  Annoi.  .>•.:  Slra- 
ìùnarè,  ciob  SUTCcre  gì.  occb,,  e-  cavarsi. 

ilei  lor  naturai  luogo.  f.\; 

STRALUNATO.  .'*'•  àa  Stralunare. 
Lat.  dislortns  ,  s(rahn.^  Gr.  »-,=«69;  • 
J!,rn.  Ori.  l.  6  8.  L' -""='  ='"',;';; 
chio  aTca  stralunato  A  1.  12-  51-  V 
ie'tu,  Laslardo  sti  alunato  1  J!non.  ticr. 
3.  5.  Lf  fiera  un  oc,  1..0  addosso  stralunato  . 

*  STRALUNGO.  Add.  I.nngo  J,wr  d, 
modo  .  Udcn.  y.s.  3.  162.  No.,  basta  s.- 
,„a  difesa  per  Icsitlimaro  r"  '  ".^''  'f''"' 
bile  i  virio:  s.ccon.c  è  il  r'""»^'"  '''^'  '"" 
«tralunuo  parline.  (f>} 

*  STrÌlUZZARE.  C<./,.ir.  co,,  p.cco- 
li  slral,,  Dardeggiar,.  Lat  par^-a  .nenia 
en,.Ue,r.  Sold.  Sat.  ì.  Stnsc.a  a  terra 
e  brutta  scaglia  piglia,  Velen  ;;'>";<='' 
piccino  occhio  straluna  H  Contrin  che  ad 
un  serpe  s'  asso.niglia  (  qui   per  far  st.a- 

'■^^^AMALVAGlG.^rf''. Irrotto  malvagio. 

Bene  è  malvagio  chi  serv.g.o  obblia  ,  K- 
bene  stramalvasio  e  sconoscente  <-h.  g'^n 
rispetto  mette  in  obblianza. 

STRAMAZZARE.  Celiare  impeluo.<a- 
mentt  a  lem,  in  maniera,  che  'l  gellalo 
resti  shalordUo,  e  quasi  pn.-o  d,  senl,- 
mento.  LA.  proslcrnere.  Gr.  ,K-:'y.fiy.ni,^- 
Fior  Ila/,  n.  Potente  com!>«tlitrice.  clic 
se- sopra  Icbatlagl.e,  vergine  Minerva, 
rompi  coUa  tua  mano  la  lanca  d.  .(ueslo 
ladron  di  Troia,  U  quale  fe  venuto  per 
rubar  questo  regno,  e  lui  dioann  alle  no- 
stre porte  stramazza. 

§  In  signific.  neutr.  vale  Cader  sen:a 
sentimento  a  lena.  Lat.  consumar,.  Gr. 
xaT«Sx>Ì£«a..  Tac.  Dav.Slor.i.Zb^. 
Pativano  sopra  tutto  d"  acqua,  e  g.a  mo- 
ribondi slramaMavano  in  terra  per  tutto 
(  Il  lesto  lai.  ha  proeubueranl  ).  Ar.  tur. 
12.  84.  Stordito  deirarcion  quel  He  stra- 
maxiT  Morg.  ;.  42.  Ciascuno  a  quella 
voce  slramaizava.  Sallu.<l.  Caldi.  «■  ' 
popolari  romani  erano  caduti  e  stramaz- 
zati per  molte  cagioni  (  qui  Jiguratam.  )■ 

STRAMAZZATA  .  l'erlml.  su.<t.  da 
Stramazzar,:;  Caduta,  Cerco.'i.m  in  terra. 
Lat.  lapsus  ,  mina.  Gr.  -Tuli;.  !«'". 
/)».•.  Ann.  1.  24.  1  quali  in  quel  te.;re- 
no  di  sangue  lordo ,  e  di  loto  moll.eco  , 
davano  stramazzate  (Il  te-ito  lat.  ha  la- 
psantes )  . 

•f  STRAMAZZATO.    Add.    da     Stra- 
mazzare. Lat.  consternatus.  Gr.  zarK^i',- 
Ssi';.    Ovid.     list.     Giaci    in    terra  stra- 
ma^la  e  tramortita  (  Que.<lo  esempio  non 
t  tratto  dalle   Pistole  d'  IMdio,  avvisali 
Rigali ,  e  noi    l'  ahiuamo    rinvenuto  nelle 
Favole    d-   F.<opo  ,      pag.  84  ,     1    Padova 
181I  )  così:    quando  bei  i  dolcissimi  vim, 
bei  con  essi  il  fiele  dell"  amara  morte  ;    e 
se  l'  alia  avventata  della    ventosa  rosta    t. 
caccia,  o   sei  vinta    per  morte,  o  piaci  iu 
terra  stramazzata  e  tramortita  f  è    la    for- 
mica che  parla   alla  mosca  I.  CiriJÌ'.  Calv. 
3.  8^.  Allor  si  fé'  pili  gelida  che    i    mar- 
mi. Pel   gran  dolore,  e  cadde    istramazia- 
ta     Huon.    Tane.  4-    9.   1°    m'accostai,  e 
veddi  stramazzati  Cecco  e  Ciapino,    eh"  e- 
ran  disperati. 

STUASIAZZO  .  Strapunto  .  Segner. 
Fred.  2.  4.  Per  non  aver  chi  prcstassegli 
una  casuccia,  uno  stramazzo,  un  saccone , 
gli  convenne  giacer  come  cane  morto  in 
uo  pubblico  letamaio,  f  Car.  in.  g.  5i8. 
A  costui  trasse  uo  colpo.  Che  gli  mando 
giù  ciondoloni  il  collo  :  Indi  al  padron  di 
netto  lo  ricise  Si,  che  '1  sangue  splccian- 
do  d'ogni  vena.  La  terra,  lo  stramazzo,  e 
M  desco  intrise.  (B^ 


*  §.  Per  Istramazzone.  Bern.  Ori.  X. 
fi.  17.  Il  Conte  licite  in  terra  uno  stra- 
mazzo. (J  )  j  tt       , 

STRAMAZZONE.  Vatto  dello  stra- 
mazzare. Lat.  ca-<us  lap.<„s,  ruina.  Gr 
r.-S,',,:-  Fir.  As.  281.  Alzatolo  cos.  m 
poco  air  aria,  gli  lece  dare  .1  p.u  beli, 
stramazzone  in  terra,  che  ec.  J5„e«.  /  er. 
556  Ma  'l  sentii  tiare  un  grande  stia- 
ma.zone,  E  due  e  tre  volte  6,i<lare  :  uh. 
ubi.  Malm-  4.  67.  E  convenne  talor  lars. 
da  piedi,  Battendo  gii.  Ui  grand,  stramoz- 

zoni.  ,  ,       ,.__, 

S  8  I.  Stramazzone,  e  anche  term. 
del  giuoco  della  scherma ,  e  vale  Colpo 
d,  .,pada  dato  ,li  manrovescio  da  alto  a 
ha-Jo-  Buon-  F,er.  1.  3.  3.  E  cento  al- 
ir'  armi  strane  da  ferire  E  di  punta  e  d. 
taglio  e  di  rovescio.  Da  imboccar  ,  da  ti- 
rare stramazzoni  A  man  salva,  solteeco,  e 
a  viso  a  viso.  , 

:;:  §  11.  Ver  Colpo  di  spaila,  0  d'al- 
tra arme  Inanca  menalo  in  t,-aver.<0 . 
..Bern-  Ori-  1.  4.  6.  Dannosi  .  p.u  cru- 
del.  stramazzoni.  Le  pii.  fiere  ed  orrende 
bastonate,  llie  par  che  mandi  gru  saette 
e  tuoni,  Quand'  è  più  il  ciel  crucc.ato  a 
mezza  state»»  .  (-"^J  ,       t    t 

STRAMBA.  Fune  fatta  d'  erba.  Lai. 
funis  sparleus.  Gr.  s/oCvo;  (j:to/=-"0;. 
nani-  In/  iq.  Perche  si  forte  gu.zzavan 
le  giunte,  Che  spezzate  avcrian  r.lorte  e 
strambe.  /.'„(.  .Vi  ••  Ciofe  le  funi,  che  lus- 
sono  torte,  che  sono  p.u  fori,  che  ]e 
st.ambe.  perocché  le  strambe  non  sono 
torte,  ma  sono  intrecciate.  Ir-  2.  20.11. 
Palladio  co.nanda  che  si  colgano  .  sem. 
maturi  della  spina,  ovvero  pruno,  che  s. 
chiama  rovo  canino,  e  mescol.nsi  colla  la- 
rina  de'Ieri,  con  l'acqua  macerata,  e  poi 
in  tal  maniera  si  mischino  nelle  lum  vec- 
chie della  stramba,  che  fra  le  lun.  s.  con  - 
servino  insino  al  principio  della  pr.mave- 
ra.  Pataff.  9.   Coceudo  le  gavacchie  coUe 

strambe.  . 

STR  AMBASCI  ARK.rrnmtwcarc.Lat. 

augi-   Gr.   aòruovSLV. 

STR^MB.iSClATG.  Add.  da  Stram- 
basciare. Lat.  defatigatus-  Gr.  z-xur,/.-^;. 
Malm.  3.  76.  Perciò  si  ferma  sUa.nba- 
sciata  e  stracca.  *  Hip-  Strav-  2Ì-]-  Oh.- 
mè,  ohimè,  io  non  posso  più,  .0  sono  strac- 
co, lasso,  macinato,  oppresso,  strambasc.a- 

lo.  (C)  ,         .  ,,. 

STIlAMBELLARE.  Spiccar    brandelli. 

Lai.   lacerare,  discerpere,  dilaniare.    Gr. 

Fir  As.  23 1.  Erano  atter.ati  quei  che 
stavano  fermi,  erano  strambellat.  quei  che 
cran  iier  terra. 

*  l-    E  fìguratam.  per  T:ias,mare,  Cen- 

n.        CU    1  il     3     338.    Insino 
surai-e-  Bcnv-    teli.    I  11.    J-     •'•'^ 
a  quel  di  non    si    era    scoperta    opera  d, 
qualsivolessi  gran  maestro,  che  la  non  lus- 
si stala  lassala  n,  n    tanto,   e   strambella- 

"  STRAMCELLATO.  Ad.l-  da  Stram- 
hellarej  Fallo  in  itlrambelli.  Sbranalo. 
Lat.  discerplns,  dilaceratus  .  dilanmlus- 
Gr.  »,«,-a,Ì£.',  .  F,r  As.  .10.  Tulio 
strambellato  da' morsi,  sforacch.ato  dalle 
ferite,  e  generosamente  la  presente  lortil- 
na  sopportando,  a  se  riservo  la  glor.a  ,  e 
alla  neccssit'a  de'  fall  restituì  la  v.ta.  /:. 
278.  Tutto  strambellato  e  tutto  pertugia- 
to se  ne  passò  di  questa  v.ta. 

STRAMBELLO.  Parie  spiccata,  0  pen- 
dente dal  lutto:  lo  sles.':o  che  Brano,  o 
Brandello;  ma  per  lo  pi,',  dices,  de  ve- 
stimenti lacen.  LA-  f '-a slum-  Gr.  TS.'ja- 
Y,o,.  Malm-  I.  80.  Con  due  sl.-ambelh  , 
e"  un  par  di  scarpe  rotte.  F.  3.  67.  Piena 
di  sudiciume  e  di  strambelli  Gran  gente 
mena  tpia  Palamidone. 

STRAMBO     Susi.  Stramba. 

•|  STRAMBO.   Add.  A gg, unto  di  gam- 


ba, vale  Torto.  Lat.  varus,  valgus.  Or. 
os.So;.  Morg.  21.  73.  -Sospeso  avendo 
la  sinistra  gand.a  Di  scorcio  strana,  or.i- 
bil,    torta,  e  stramba. 

S:  §.  L  Strambo,  dicesi  anche  di  Ch, 
ha  gli  orchi  stravolli  per  cui  guar.la  ma- 
le .  Farch.  l-rr.  Oiov.  27.  E  se  egli  lo 
loda  di  fermezza  d'ingegno,  e  di  molta 
accortezza  ,  e  di  proni. ssinia  eloqucuza. 
perchè  vuob-  egli,  che  gli  occhi  strambi, 
e  il  volto  pallido  ec.  lo  rendessero  inde- 
gno del   GonfaloneralicoT  (Cj 

V  ^.  II.  t'ert-ello  strambo,  si  dice  di 
Uomo  di  poco  giudizio  e  sgraziato.  Bed. 
leti.  I.  37.  Questo  gran  letterato  è  rima- 
so  innamoralo  di  Firenze,  e  ile' virtuosi 
che  vi  ha  conosciuti,  e  di  tulli  scrive  cou 
somma  stima  ;  eccello  che  di  quel  cervel- 
lo slraml.o  e  più  che  balzano  ,  che  alle 
settimane  pa.s5ate  fece  a  V.  S.  Illustrissi- 
ma quel  tiro.    (J  ì 

STRAMBOTTO.  Poesia  solita  cantar- 
si dagf  innamorali,  e  per  lo  pia  in  otta- 
va rima.  Morg.  12  36.  Tanli  strambot- 
ti romanzi  e  ballate.  Che  tutti  1  canlenu 
son  fatti  rochi.  Allcg.  36.  Nove  donne  . 
di'  al  sole.  Al  suon  del  filatoio  Siale  in 
l>arnaso  a  cantar  gli  strambotti.  Bed.  Di- 
tir,  iq.  Trescando  iutuonino  Strambotti 
e  froliolc  D'  alto  misterio. 

STRAMBOTTOLO  .  Lo  stesso  che 
Strambotto-  :?  Bellin.  Bucch.  5^.  E  U  più 
insù  de'  saggi  e  dotti  Egli  è  il  conte  Ma- 
galolli,  Qual  perciò  d.  questa  scala.  Che 
con  le  ciarle  mie  quasi  ha  confina  A  pi- 
volo  a  pivol  questo  slrambottolo.  Gli  e 
come  si  direbbe   ec.   ,£l 

-^  :;■.  §  Per  Cosa  non  vera,  fando- 
nia. Iros.  Fior.  6.  23o.  La  cui  dottrina, 
ner  lo  più,  serve  d'  autentica  ec.  alla 
semplicit'a  di  coloro  che  alla  bella  pr.ma 
si  credono  per  veri  lutti  gli  strambotto- 
li  ec.  (*)  ,  , 

f  STRAME  .  0<:ni  erba  secca,  che  s, 
di  in  cibo,  o  sc,-ve  ili  letto  alle  bestie,  co- 
me fieno,  o  paglia.  Lat.  slramen.  Gr. 
«^oyr,.  (;.  r.  9.  241.  2.  La  loro  pastura 
è  d"  erba-gio,  o  di  strame,  sanza  altra  bia- 
da Cr.  I.  12.  5.  Procuri  se  lo  strame  da 
métter  sotto  le  bestie  vi  manca.  Dani. 
Inf-  l5.  Fareian  le  bestie  Fiesolane  stra- 
me Di  lor  medesme.  Oli-  Com.  ivi  ;  pag. 
200  Dice  eh'  elli  facciano  stcìme  per  se, 
cioè  paglia.  Pani-  Par.  10.  Che,  leggen- 
do nel  vico  degli  .strami.  Sillogizzo  invi- 
diosi veri.  F,-anc.  Barb.  126.  9.  Lassa 
r  avaro  il  pan,   vive  di  strame. 

8  I  Figuratam.  Malm-  l\-  2.  Ma  se 
due  dì  del  consueto  strame  I  poveracci 
mai   rimangon    privi,    E'  basta. 

*  §.  11  Strame,  fu  dello  anche  per 
Seccume  into<-no  al  pedale  della  pinata  dal 
Cresc-  l,b.  4.  cap.  12.  E  taglia  ogm 
legname  vecchio  e  nocivo,  e  ogni  strame 
secco  che  troverai.   iT  j 

STRAMEGGIARE  .  //  mangiar  che 
fanno  i  giumenti  lo  strame-  Fir.  As-  260. 
Essendo  dato  spazio  assai  per  tempo  agli 
altri  animali  che  andassero  a  slrameg- 
eiare,  ella  non  voleva  ch'io  fuss.  legato 
alla  mangiatoia  se  non  al  tardi  al  tardi. 
:S  STUAMEGGIATO.  A'Id-  da  Alra- 
meggiare-    fX>) 

*  8.  aggiunto  di  terra,  vale  Sparso 
di  strame.  Ang.  Mei.  1.  IJL  E  le  sue 
piume  son  dove  la  serra  La  non  ben 
sempre    strameggìata   terra,   (fìrj 

)     STRAMENARE.     Slraporlare.    Lat. 
iransferre,    versare.    Gr.   fiSTKfS^stv. 
%\    Ffiguralam.   vate   Guidare    Me- 

®      z)  T„„r     2     2.   Ma    la    mi 

nare.    ■'    Buon.    Tane.     2.    ^- 

vnol».   a    suo   mo' stramenare  •»  .  1^  ) 

t    STRAMEZ/.ARE.    7  ramezzare-  Lat. 

,„lcr,„-erc,   „,(cr,.o„erc,    ,aterpellare     Gr. 

;T=évTT&£-.'.,<.  "«   Com.  Inf.  .0.  68.  Qui 

conUnuando,  senza  strameizare,dicc  ec. 


l4o8  S   T   R 

•f  *  STRAMOGGIANTE.  Che s tra- 
moggia ,  Soprafihonciante.  Salviti.  Opp, 
Pese.  4.  38l.  F-  roroDa  per  lutto  stra- 
niog(|;iaDte  Iticfvitrìrc  del  frumento^  den- 
tro   L'aia    $'int1>ianca.    (^J 

STRAMOGGIARE.  SopraUbondare j  ed 
e  proprio  della  ricolta^  quand'  ella  passa 
d'  assai    il    solito.    Lat.    exuberare.     Gr. 

STRAMORTIRE.  Tramortire.  Lat.  con- 
sternarij   collabi,  deficere.  Gr.  e/rrii'i'TTa- 

STRAMORTITO.  Md.  da  Stramortire. 
Lai.  semianimis.  Gr.  r,/it&yy/;';.  Sagg. 
nat.  esp.  Il8.  I  quali  f  pescetti  )  ,  suhi- 
tu  fatto  il  volo,  &'t  videro  notabilmente 
gon6are,  e  quasi  stramurliti  venirne  col- 
la pancia  all'aria.  *  /llleg.  rim.  pag. 
262.  (  .4mst.  1754  )  Misera  mei  ciò  det- 
to, iX  vicn  nianct» ,  Stramortita  cadendo 
in  sul   mio   fìauro.    (Ji) 

•f  *  STRAMPALATERI'A.  Spropo- 
sitane. Magai,  part.  1.  lett.  18.  Ho  fat- 
to troppo  uoore  a  questo  mio  concetto, 
dandoli  nome  di  fantasia,  parendovi  anzi 
una  strampalatcna,  uno  spropositoae,  una 
dcholeuaccia  da  ragazzo.  /:  appresso  : 
Almanco  almanco  io  culla  mia  strampala- 
lena,  dopo  aver  cavata  qucst'  i»tc&»a  sa- 
pienza dalla  materia,  trovo  la  via  di  far- 
ne  conserva,    ce.    (^j 

STRAMPALATO.  Foce  bassa.  Stra- 
vagante, Strano.  Salvia.  Pros.  Tose.  i. 
221-  Alcuni,  (juanto  più  strane,  ardite  , 
e.  per  così  dire  ,  strampalate  maniere  di 
dire  usarono  ,  e  ìtraordiiiarie  metafore , 
più    Sì    crederono    di    pindareggiare. 

*  STRAMPALATONE,  ylccrescit.  di 
Strampalato.  Mt'gal.  Lett.  Quell'  epiteto 
di  eterna  mi  pare  in  quel  luogo  un  po- 
co «trampalalone,  e  clic  puzzi  d'Acliilli- 
ni.  (J) 

#  STRANACCIO.  Peggiorai,  di  Stra- 
no. Bern.  Catr.  Ho  trainato  un  asin  pien 
di  cose  ec-  Per  queste  vie  stranacce  e 
rovinose.    (*) 

STRANAMENTE.  Jvverb.  Con  i.stra- 
nezsa.  Zoticamente.  Lat.  duriter,  aspere. 
Gr.  cxXflSws.  Bemb.  Stor.  6.  87.  Il 
quale  della  vuloutù  del  Senato  verso  dì 
lui   stranamente    molte    volle   scritto  avea. 

§.  1.  Per  Islravagantemente.  Pranc. 
Sacch.  nov.  l52.  Egli  ra;;ghiava  più  stra- 
namente, die  lutti  gli  altri  asini.  Pir. 
As.  277.  Dieron  loro  tanti  morsi  ,  e  sì 
stranamente  altliaiavano  loro  ,  che  ce. 
*  Car.  P.n.  II.  I071.  Ornito,  un  cac- 
ciatore. Gli  già  davanti  ;  e  stranamente 
armato  Cavalcava  di  Puglia  un  gran  de- 
striero. Per  sua  corazza  avea  d  ispido 
toro  Ud  duro  tergo,  per  celata  un  tescbio 
Di  lupo,   ce.   (Hi 

g.  il.  Per  I smisuratamente.  Lat.  vai- 
de,  maxime,  immamter,  mirtfice ^  supra 
modiint.  Gr.  lyso-a.  rtot.p'X  [lircoj,  /aà' 
UTtStfSoiriv.  /ìocc.  nov.  35.  3.  Avvenne 
che  egli  le  'acuminciò  stranamente  a 
piacere.  IL  nov.  &^-  I.  Stranamente  pa- 
reva a  tutti  niadoima  Beatrice  essere  stata 
maliziosa. 

STRANARE.  Straniare,  Allontanare, 
Alienare  j  e  si  «sa  in  signi/ìc.  alt.  e 
neutr.  pass.  Lat.  alienare  st.  Gr.  «aurc'v 
a)Ì0Tpi3'jv.  Sen.  Pi't.  Egli  e  gran  parte 
atranato  dal  fjicio  eh*  ci  sosteneva.  Cren. 
MorelL  335.  Dal  dì  si  parli  da  noi,  ci 
kiamo  dal  pensiero  di  lui  istranati .  quan- 
to è  possibile  poter  fare  ,  eccetto  clic 
dall'  oratione.  TVfor.  g.  2^.  ball.  O  qual 
forza,  o  destino,  o  qual  consiglio  L'ab- 
bia  potuto    mai  da    me    slraoare. 

§  Stranare  ,  in  signijic.  att.  ^  st  usa 
per  bistrattare  ,  Usare  stranezze  con  al- 
cuno .  Lat.  contumetiis  affictre  ,  tnmrtam 
facere.  Gr.  uCyìi'^liv.  lena,  Crist.  Andr. 
Fece  oiulli  di  loro  legare  a  quattru  cava- 


lieri, e  faceTagli  lutti  così  istranare.  Geli. 
Sport.  2.  2.  Perche ,  se  io  slranassi ,  ella 
è  superba  ,  ella  si  adirerebbe  ,  ella  riror- 
rebbc  la  dota  sua  ,  e  furs*  anche  si  rima- 
riterebbe . 

STRADATO.  Add.  da  Stranare.  3for. 
S.  Oreg.  8-  5.  Tanto  più  sicuramente  a- 
dopercrà  male  ,  quanto  esso  si  vedr^  più 
straoato  dai  doni  di  sopra. 

t  STKA.NATURARE.  Far  cangiar  na- 
tura .  Lat.  alienine  naturam  immutare  . 
Gr.  fy^tv  /i!Ta>>«TTStv,  Ott.  Com.  inf. 
3.  20.  Won  solo  lo  diavolo,  o  il  peccato 
tormenta  per  martirio  di  fuori  il  peccato- 
re ,  ma  eziandio  lo  stranalura  ,  che  '1  fa 
divenir*- ,  di  creatura  intellettuale,  bestia. 
■i-  STRANATURATO.  Add.  da  Stra- 
naturart  .  Salvia.  Annoi.  Mur.  I.  277- 
Questc  SODO  immagini,  ma  immagini  stra* 
naturate,  e  fuori  del  decoro.   (C) 

STKANEARE.  P.  A.  Straniare.  Lat. 
alienare  ,  discedere  .  Gr.  oLAÌorpto-jv  . 
aTTo^uaeiv.  Maestruzz.  Peregrino  si  chia- 
ma colui  che  si  slranca  della  sua  patria 
per  visitare  li  strani  luochi. 

STRA.NEATO.  /'.  A.  Add.  da  Stro- 
ncare .  Lat.  alienatus  .  Gr.  «À/tTjJtw/Jte- 
vo;.  O.irf.  Pist.  II.  Se  il  tuo  amore  è 
pure  LslraDeato  da  me,  costringine  a  mo- 
rire. 

•f  *  STRANEO.  r.  A.  Stranio.  Ca- 
vale.  Att.  Apost.  4l-  lliisrgli  che  '1  seme 
suo,  cioè  li  GgliuoU ,  farebbe  peregrini  in 
terra  stranea.  (P) 

ST!tA>ETTO.  Dini.  di  Strano.  Fir. 
nov.  3.  ai5.  Imperocché,  oltre  allo  esser 
vaghetla  molto,  e  avere  assai  dello  allrat- 
tivo  ,  uno  abilo  straiietto  ec.  le  dava  una 
grazia  maravigliosa.  Porgli.  Orig.  Fir.  ^5. 
Sebben  si  trovano  spesso  mollo  varii  e  tal- 
volta un  poco  stranetti  i  giudicii  umani . 
^  Bellin.  Disc.  1.  172.  La  rosa  e  un  po' 
slranetta,  ma  sapete  voi  com 'ella  va?  (Cj 

STRANEZZA.  Astratto  di  Strano;  Mal- 
trattamento, Angheria.  Lat.  contumelia  , 
iniuria  .  Gr.  u6pt^  .  ^f.  l'.  II.  l3.  Mo- 
strando clic  per  le  stranezze  di  me^ser  Bo- 
nifazio il  Comune  n"  avesse  gran  Insogno. 
Fir.  As.  262.  Desiderando  dì  lasciarla 
guardata  di  maniera,  ch'ella  non  facesse 
te  vendette  di  tante  stranezze. 

g.  I.  Per  Cosa  straniera.  Anim.  Ant. 
1^.  3.  3.  Lo  tuo  vestimento  né  sia  molto 
adorno,  ne  sozzo,  e  nulla  stranezza  \i  sì 
possa   trovare. 

^  g.  IL  Per  Stravaganza  .  Segner. 
Pred.  Pai.  Ap.  12-  l.  Un  Dio  Snalmen- 
te  che  spira  ec.  da  un  patibolo  è  disegno 
di  tanta  non  so  se  io  dica  o  stranezza,  o 
>ttTminatexza,  che  ne  pur  la  medesinu  on- 
nipotenza lo  può  mettere  in  opera  da  se 
sola.  (TC) 

SI  BANGIO.  /'.  A.  Add.  Straniero, 
Stranio  ,  Strano.  Lat.  peregrìnus,  exott- 
ctts.  (ir.  ^'vKo; ,  t^wTt/o;.  ti.  I.  10. 
l5i.  5,  Per  non  potere  avere  panni  in- 
tagliali ,  vollono  panni  divisali  e  istrangt 
l'iu  cir  elle  poleano  avrrr,  mandandogli  a 
fare  indio  in  Fiandra,  e  in  Brabanle  (cojl 
ha  il  testo  Pav    1. 

*  STHA.NGOGLIOM  .  Io  stesso  che 
Stranguglioni j  ma  meno  usato.  Car,  lett. 
ined.  3.  l3g-  E  comparso  il  corriere  di 
V.  S.  il  ipiale  ha  trovato  il  Cardinale  al- 
quanto indisposto  degli  suoi  solili  strango- 
glioni.  /'AV 

«  STRANGOLANTE.  Che  strangola, 
l'it.  Pitt.  9.  Bellissimo  fu  anche  tenuto 
Ercole  in  culla  strangolanle  i  dragoni,  f /'/ 

STRANGOLAIIK.  Propruimente  tVri- 
dr re  alimi  sojfotando,  Stfvzmre  l.Ml.  am- 
mani intercludere,  sufocare,  ttrangulare. 
Gì,  ct/X«»v  .  ti  I  ■  l7.  Chi.  4-  Essendo 
per  parte  «li  detti  traditori  er.  preso  ,  e 
tiralo  pe*  piedi  ,  tanto  che  lo  >trangt>ta- 
roDO  .  Bocc.  nov.  17.   3o.  Sopraggiuutuvi 


S  T  R 

il  Duca,  lui  strangolarono.  F  nov.  £^.  8. 
La  qual  tuttavia  gli  pareva  vedere  o  da  orso, 
o  da  lupo  strangolare.  Sen.  Ben.  Varch. 
7.  18.  Se  egli  in  presenta  de' padri  strango- 
la i  figliuoli. 

§.  I.  Per  similit.  Declam.  Quintil.  P. 
E  la  stancata  fame  colla  utollitade  straa- 
g oliamo . 

f  $  §.  IL  Strangolare,  si  trova  anche 
in  signijic.  di  Scannare .  Boez.  12^.  Il 
greco  AgameonoD,  re  poderoso  ec. ,  ógni 
atto  pio  di  padre  avendo  spento,  Prese  *1 
coltello ,  e  tristo  Sacerdote  La  ttnngolò 
(la  figlia).  fP) 

§.  111.  In  signifc.  neutr,  pass,  vale 
Alzar  la  voce  s/brzatamente  .  Pataff".  5. 
Che  a  strangolarsi,  o  ire  a  repentaglio. 
Frane.  Sacch.  nov.  177.  E  così  gridando, 
e  strangolandosi  ec,  corse  giù  per  la  piog- 
gia in  verso  Ìl  mare. 

*  §.  IV.  Vale  anche  Strozzarsi.  Cor. 
F.n.  12.  986.  E  dopo  mollo  affliggerai  « 
dolersi  ,  Già  furiosa  e  di  morir  disposta  , 
Il  petto  aprissi ,  e  la  purpurea  vesta  Si 
squarciò,  si  percosse,  e  dell'  Infame  Nodo 
il  rollo  s*  avvinse,  e  strangolossi.  (B) 

STRANGOLATO  .  Add.  da  Strango- 
lare. Lat.  strangulatus  ,  suffocatus  .  Gr. 
^tvi/SetS  -  *  l'ellin.  Pise.  2.  385.  Se  a 
voi  piace  di  ristringer  1'  Anatomia  ancor 
di  vantaggio  ,  e  di  escluderla  dalla  giorii- 
dizione  delle  ('iante  e  degli  animali ,  e 
giudicarla  solamente  buona  ce.  a  sciattar 
quattro  cadaveri  di  pochi  strangolati  ,  ce. 
(  tjui  in /orza  di  sust.  ).  (B) 

§.  I.  Per  similit.  Ped.  Ditir.  44-  ^ 
quei  gozzi  strangolali  Son  arnesi  da  am- 
malati. 

§.  II.  Strangolato  ,  si  dice  anche  di 
Foce  .toverchiamente  acuta  e  sottile  ,  e 
.i/orzatamente  alta. 

't  «  STRANGOLATOIO.  Add.  Atto 
a  strangolare  ,  Che  mette  il  laccio  alla 
gola  j  e  per  meta/,  dicesi  di  Passo  peri- 
coloso. Salvia.  Fier.  Buon.  3.  4-  >'•  D> 
qui  angustus,  quasi  strozzato,  e  angustia, 
angoscia,  quasi  cosa  strangolaliùa.  Segner. 
Pier.  2.  x5.  9.  Massimino  Erculeo  (  si 
troncò  la  vita  )  eoa  laccio  strangolatolo . 
Accad.  Cr.  Bless.  5.  668.  Fecero  Ganco 
air  esercito,  e  diedero  animo  all'altre  Da- 
zioni, che  :.i  accostavano  a  quel  passo  slriD- 
golaloio  con  qualche  sospetto.  {A) 

f  STRANGOLATORE.  P'erhal.  masc. 
Che,  0  Chi  strangola.  Lat.  strangulator. 
Gr.  6  «y;fwv.  Sannaz.  Arcad.  pros.  3. 
Totiliio  pastore,  oltra  gli  altri  ricchissimo, 
mi  volle  per  quello  dare  un  cane  animo- 
so ,  strangolatore  di  lupi. 

STRANGOLO  .  Sust.  lo  strangolare. 
Tae.  Dav.  Post.  455.  Bella  legalità  os- 
servata per  farla  donna  ,  e  abbiente  allo 
strangolo  ■ 

STHANGOSCIARE.  T ramini  sci  are.  LaL 
a  Stuart ,  defalif^ari.  Gr.  r«y7039à«i,  Òt/- 
/iva^^ai.  Ti-alt.gov.Jam.Seù  provassi  su- 
dare ,  o  strangost  iarc,  o  sangue  gittarc. 

STRANt;OSt:iATO  .  Add  da  Stran- 
gosciarr .  Lat.  lassus  ,  constemalus .  Gr, 
xtf-ar,p.bii  ,  xaTJTi~l»;yuf»3;  .  Bem . 
Ori.  3.  4  >S  ^-  slraogoscialo  in  sulla 
terra  resta. 

STRANf.UGLIONE  ,  e  STRANGU- 
GLIONI. Malattia  del  cavallo  \,m\.  tonsil- 
lae.  V.r  sx:i'o9atot.  fr.  9.  16  I.  Sono  an- 
cora altre  gangole  inlorno  al  cap4>  del  caval- 
lo,  delle  quali  alcune  sono  sotto  la  gola,  le 
quali  ac.ìdentalmente  crescono  per  gli  O- 
nior  del  cavallo  infreddato  ,  che  dal  capo 
discendono  ad  esse  ,  per  Io  creKÌmento 
delle  quali  enfia  tutta  U  gola ,  e  rostri- 
gncsi  la  via  del  fiato  .  eh  esce  per  via 
della  (;<ila.  |ht  I.1  qual  cosa  il  cavallo  ap- 
pena può  respirare,  e  questa  infennilk  tuI* 
garmenle  s'  appella  alrangugliona  .  la  cui 
cura  h  colale 


S  T  R 

R.  1.  Slnwgulslhm.  si  dice  .im7..'  "C^j'  ! 
uolini  .ma  ilalalùaJeìk  glanJnlc  Mia 
gota  delie  Toiuillc,  che  perla  ,m,.f.;mi.'«- 
loainngl..ol,.re.Car.  Ma,,  -'O,.  b.TU 
ncr  Kuarirlo  .It-gU  sUane"»'""»  •  F-"  ^''' 
grilli  e  luccU-  e  soi.i  iughiotu  f-;...  per 
similit-,  parlandosi  d'un  gujo). 

8  11.  Stranguglioni  ,  si  prende  anche 
,^r  Jn/i-rmiià  in  gencn- ,  ma  non  gnue  . 
Bocc.  no>-  50.8.  Alle  g,ov»m  i  buon  boc- 
coni,  e  Me  vfccl.ic  gì.  strangugUom. 

#  §  IH.  t:  Stranguglioni  ,  dicesi  an- 
che a  quella  Sorta  di  eòi  che  o  per  la 
materia  d,  che  sono  composti,  o  pel  gusto 
con  che  s.  trangugiano  par  come  che  Siro.- 
uno.  Cecch.  J'ro.:  38.  Nascono  e  b.ade, 
e  sopra  tulio  .1  grano  del  quale  lacen- 
dosi  iW.na  «e   ,c..gono  le   sl.accate  mfo- 


S  T  R 


S  T  R 


1409 


lliate,  il  pai 


liull'cUo,  berlin^oMl,  e  nulle 


alUi  stranguglioni.  rD;  .  ;,.  ^ 

•+  STRA.NGURU.  Espulsione  dell  o- 
rina  a  gocciola  a  gocciola,  accompagnala 
da  dolore  ed  ardore  dell'  uretra,  con  con- 
tinuo prurito  di  orinare.  Lai.  iirmtE  slil- 
licidium.  stranguria.  Gr.  .Tfav/oopc» 
Tu.  Pov.  P.  •!>'■  '"P-  30.  Cap.  d  agi  o 
cotti  in  olio  ,  <•  inipiasUali-,  tolgono  la 
stranguria.  E  appresso:  Anco  le  «me 
della  vile  bianca,  ovvero  rorastio  ec,  cu- 
rano  la  stranguria.  Cr.  5.  18.  9.  Se  s. 
dari  uno  esagio  deUe  sue  cortecce  ,  o  Io- 
glie  o  dell"  arbore  con  vino  a  mangiare , 
ouimamente  sovviene  alla  stranguria  .  E 
6.  Oi.  3.  Contro  a  stranguria  e  dissuria 
ce.  M  dia  il  vino  deUa  decozione  del  suo 
seme  ,  e  di  sasseiVica. 

STRA^G^R1ABE.    Patire    di    stran- 

^  "  STRAJSGI'BIATO  .  Jdd.  da  Stran- 
guriare  ■  Lai.    stranguria    lahorans  .   Gr. 

'««vv'"'.""^^-  ^"-  ''"''•  ^-  •*'•  "'':  V- 

La  radico  di  ringi  ec.  guarisce  1  calculo- 
ti  ,  i  nefritici  e  gli  stranguriati  (  i/ui  m 
forza  di  SUSI.). 

*  STRANIAME.NTE.  //i.ert.  Strana- 
mente  ,  I smisuratamente  .  Jìocc.  g.  4.  n. 
5.  Egli  le  "ncominciò  slraniamenle  a  pia- 
cere (il  locaholario  legge  stranamente; 
ma  ne-  testi  migliori  col  Mannelli  e  con 
quei  del  l'i,  si  legge  slraniamenle).  ff-; 

STRAWIASZA.  /  .  A.  Stranezza,  nel 
signific.  del  §.  Lai.  peregrinitas,  no^itas 
Gr.  "Isvizov,  vsott:;  .  G.  /.  12.  4-  •',• 
Questa  islraniania  d'  .ibito  non  bello ,  ne 
onesto,  lu  di  presenlc  preso  per  U  giovani 
di  Firente. 

5  STRANIARE.  Allontanare,  Aliena- 
re. Lai.  alienare,  abalienore ,  avocare, 
avertere  ,  disiungere  ■  Dani.  furg.  33. 
Kon  mi  ricorda  Ch'  io  straniassi  me  giam- 
mai da  voi.  /..V.  M.  E  per  loro  conforlo 
"li  stramaro  da'  Romani,  -l'or.  i\  Orcg. 
I.  7.  Suole  Tabbondania  del  mondo  tanto 
i.iii  straniar  la  mente  dell'  amor  di  Dio  , 
Iiuanlo  ec.  <■  t.uid.  C.  3.  2.  Se  tu  farai 
secondo  il  mio  consiglio  non  temo  che  a 
te  ,  anii  a  me  possa  intervenire  quello 
»ommo  male  ond'io  in  perpetuo  fossi  stra- 
niata dalle  tue  braccia.  tC) 

*  §.  I.  Encutr.  pass,  per  Allontanarsi, 
Scostarsi,  Dwenire  straniero,  0  forestiero. 
■■  Lib.  Maccah.  9.  Non  attenne  le  sue  pro- 
messioni ,  ami  liientio  di  ciò  che  promesso 
avea ,  e  straniossi  da  Gionala  ".   l  11) 

*  §.  II.  E  per  Jìitenir  straniero,  t'e- 
gez.  pag.  36.  (Eir.  l8l5j  II  modo  di  com- 
battere, che  dà  le  vittorie,  in  neuna  gente 
si  stranio  anche,  o  si  mutò,  che  uno  me- 
desimo modo  non  fosse,  tfì) 

STRA.MATO.  Add.  da  Straniare.  Vii. 
S.  il.  Madd.  229.  Ragionando  come  il 
popolo  d'  Iddio  era  allargalo  o  straui.ilo  . 
*  Boez  l5  I  quali  (Canio,  Seneca,  ec.) 
nuli'  altra  cosa  mono  in  morte  ,  se  non 
che  elli  di  nostri  costumi  ordinali ,  dagli 
sludii  degl'improbi  parevano  straniali.  (^; 
l'icabo'ario  T.  II. 


STRANIERE,  e  STRANIERO.  Eorc- 
sturo.  Lai.  atienigena  ,  peregrinus  ,  ea  o- 
(icii.v.  Gr.  (ivo;,  KÌ/i!J«a<i4,  ìJwtizoì- 
Uoic.  Inlr.  12.  E  così  1'  usava  lo  stranie- 
re ,  pure  che  ad  esse  s'  avvenisse ,  come 
1'  a'vrebbe  il  proprio  signore  usale.  Eno^. 
Ilo  4.  Avvilo  che  gcnlduomini  e  stianicr 
fossero,  e  desiderò  d'  onorargli.  Coli.  SS. 
Pad.  Io  sono  straniero  della  terra  e  pere- 
grino, come  tulli  i  padri  mici.  fr.  9.  82. 
■..  Il  maschio  ipagonc)  1'  uova  e  1  6gliuoli 
suoi  perseguita  ,  siccome  stranieri  ,  infin 
a  tanto  che  non  si  vegga  lor  segnale  di 
cresta  alcuna. 

i?  §.  I.  Per  Strano  semplicemente.  J'oliz. 
stanz.  2.  23.  Di  varie  forme  e  stranier 
portamenti.  (Lj 

S  11.  Per  Lontano.  Lat.  alienus.  Gr. 
«UoVp.o;.  S.  Ago.<t.  C.  D.  Essa  cosa  i; 
tanto  chiara,  che  i;  straniera  da  ogni  scru- 
polo di  dubitaiione.  ="•  Amm.  Ani.  38.  I. 
3.  Giammai  la  ventura  non  far'a  essere  lue 
quelle  cose  ,  le  qu;ili  la  natura  ha  fatte 
straniere  da  le.  ( l>ì 

§.  III.  Farsi  straniero  d'  alcuna  cosa, 
vale  lo  stesso  che  Farsene  nuot'o  .  I  ed. 
NUOVO,  §.X-SXII.  Coli.  SS.  Pad.O  che 
tu  li  facci  straniero  della  sua  refezione. 

STRANIO  .  Add.  Alieno  ,  Straniero  . 
ifCuidott.  Bett.  Tuli.  pag.  IÌ2.  (Venezia 
1821)  Molte  volte  la  cagione  è  per  quella 
cosa  medesima,  sopra  la  quale  si  consi- 
glia ;  e  molle  volle  non  per  quella  cosa 
medesima,  ma  per  altre  stranie  cose.  (B) 
Fecor.  g.  16.  noi-.  1.  Conciossiachè  avca 
per  augura  doverla  maritare  a  genie  stra- 
nia . 

§.  Stranio,  per  Islrat-agante,  Inusitato. 
Lai.  alienus,  insolitus  ,  inusitatus  .  Gr. 
liioi  .  Fetr.  son.  219.  Qual  celeste  non 
so  nuovo  diletto  E  qual  strania  dolcezza 
si  sentia  .  /•:  canz.  35.  4.  Stranio  cibo  e 
mirabil  salamandra.  Or.  S.  Gir.  I7.  Islra- 
nia  fellonia  e  chi  la  cosa  del  povero  dona 

al   ricco. 

STRANISSIMAMENTE.  Superi. di  Stra- 
namente, sf  Dep.  Decani.  2.\.  Stravolgerò  i 
sensi,  stranissimamente  interpretarli,  (il 

g.  Per  Ismisuratisstmnmente,  Strava- 
gantissimamente. Lat.  mirimi  in  modiim. 
Gr.  SKU/j-aoTWT«Ta.  Tac.  Dav.  Ann.  I4. 
216.  Per  divertirlo  adunque  ne  processo  e 
stranissimamente  puni  quegli  odiali  mal- 
fattori ,  che  '1  volgo  chiamava  Cristiani 
(il  testo  lat.  ha:  quaesilissimis  poenis  af- 

fecit  ). 

STRANISSIMO.    Superi,  di  Strano. 

§.   Strani.vsinio,  per  Istravagantissimo. 

Lai.    miri  ficus .    Gr.    Sau/iaiToVaTo;  . 

Sagg.    noi    esp.    261.   Messi    insieme    un 

terzo  di    sale  armoniaco  ,  e    due    terzi  del 

suddetto    olio    di    vetriolo  ,    ne    segue  un 

eil'etlo  stranissimo  .  Buon.  Fier.   I.  3.   2. 

Ed  han  congiunto  Un    presepe    grandissi- 

!  mo   di  bestie   Stranissime  ,  antropolaghi , 

'  centauri  ,    ec. 

3  STRANO.  Add.  iVo/i  congiunto  di  pa- 
rentela, ni-  d-  amistade.  Lai.   alienus,  alie- 
nigenu.<,extranens.   Gr.  KJio'fU*";-  i^'^c.  | 
nov.  23.   8.   A    voi  sta   bene  di   cosi    fatte  : 
cose,   non    che    gli  amici,   ma    gli    strani  | 
ripigUare.   E  no.'.  27.   9.   Uno  strano  ave-  | 
van    pianto    e    seppellito   in    luogo    di  lui. 
E  no.'.  94.    l3.  Viene  uno  strano,   e   mos- 
so a  compassion    dello    'nfcrmo  ,    e'  se    '1 
reca  a  casa,   e  con   gran    sollecitudine    e 
con    ispesa   il    torna    nella    piima    sanila  . 
Tes.    Br.  5.  8.  Ciò   non  avviene   per  cru- 
delt'a   di    natma,    ma  per    giudicamento  di 
dirillura,   .he    non   ha   per    suo  figliuolo, 
anzi  come  uno  strano.  Frane.  Barb.  l^0.  l5. 
Della  patente  osserva.  Che  se  la  trovi  nella 
I  lena  tua  ,    Ed    <;   pur    sola ,   o    dua  ;    Sed 
ella   è   bella,    fa    come    di  strana. 

■>   %.    \     E  in  forza    di    sust.  -    Cron. 
'■  Morell.  258.   Baratta    1'  amore  e  carit'a   del 


padre  verso  il  figliuolo,  che  e  infinita,  a 
iruella  degli  strani,  o  parenti,  0  amici.  Istra- 
ni  gli  chiamo ,  perchè  dove  giuoca  pecu- 
nia, o  alcuno  bene  proprio,  ne  parente 
né  amico  si  trova,  che  voglia  megbo  a  te 
che    a    sé  ,  diposla     la    buona   coscienza 

da    parte  ..  .   (  O  ,  t     ,-7      ■      „ 

f  §.  11.  Strano,  vale  anche  lite  e,  0 
appartiene,  o  riguarda  ad  nn  altro  paese, 
o  nazione  ,  Forestiero  ,  Straniero  .  Lat. 
atienigena,  peregrinus ,  cxoticus,  extra- 
neus.  Gr.  à.llóf\iloi,t/.'i').r,fj-j.TtÀi,liiOi. 
e'foTixoS.  ISocc.  no.'.  99.  48.  La  balha 
grande  e  lo  strano  abilo  ec.  gliele  toglie- 
vano (la  conoscenza).  E  Leu.  Fin- 
Ross.  272.  Assai  nostri  cittadini  son  già 
di  troppa  più  splendida  fama  siali  appo 
le  nazioni  strane,  che  appo  noi.  Tes. 
Br.  I.  27.  Nabuccodonosor  fu  re,  e  non 
a  diritto,  chi;  egli  non  era  di  schiatta 
regale,  anzi  fu  un  uomo  strano  scono- 
sciuto che  nacque  d'  adulterio  celata- 
mente.  Dant.  Inf  22.  E  con  cose  no- 
strali, e   con    islrane. 

§.    III.  Per  similit.   vate  Ignoto,   Inu- 
sitato.    Stravagante.   Lai.     no.'n.f,   inusi- 
tatus, insolitus.  Gr.   vioi,  aiSr.c,  asuv- 
»:Srl5  .    Dant.    Inf    1 3.  Fanno   lamcnl.  in 
su   gli   alberi   strani.    E  3l.    Acciocché    1 
fatto    men    li  paia  strano,   i'cli'.   son.  201. 
Me   empiè  d'  invidia  1'  atto  dolce  e  stra- 
no .    Bocc.    no.'.    89.    8.   Ed     è    nuova     e 
strana   cosa  a  pensate,  che  per  lutto  que- 
sto  io  non    posso  trovare  uom    che    ben 
mi  voglia.   E  nov.   96.  14.  M' e  si    nuo- 
vo  e  si   strano,  che    voi    per   amore  amia- 
te   che    quasi   un    niiracol   mi   pare.     ì  it. 
Ptiit.   Il    Re    tre    di    innanzi   aveva  vedu- 
to  un  segno  strano.   JS'ov.   «n(.   33.  1.  Il 
cavaliere   In   turbato,    e  comincio    a   lare 
strano    sembiante,   ed    ingrosso    contro   al- 
l'amico  suo.   Bern.     OH.   I.   26.   25.    E 
fece    un    certo  viso    storto  e  strano,  Quan- 
do    disteso    trovossi   in  sul  piano.    Malm. 
2     21.    Ostico  gli  pareva  e  mollo   strano 
£  3      I     Se   gli   son     rotte    1'  uova     nel 
panit're  ,   Considerale  se  gli    pare    strano. 
Fav     Acc.    144.     Io    vi     conlesso     che    I 
i„io    (  ingegno  )   e   schizzinoso,  fantastico, 
e    mollo    strano. 

§.  IV.  ter  Buvido,  Di  maniere  scor- 
tesi Che  usa  stranezza.  Lat.  durus,ru- 
dis'  Gr.  isìrifOi.  Catat.  l8.  Alcuni  al- 
tri sono  si  bizzarri  e  ritrosi  e  strani, 
che  ninna  cosa  a  lor  modo  si  può  la- 
re E  21.  Non  si  vuol  essere  ne  rusti- 
co ,    né    strano  ,   ma    piacevole    e    dome- 

R  V  Per  Alieno,  Allontanato,  Lon- 
tanò Lai.  alienus.  Gr.  K>)ÌTf  105.  .Soie, 
no.'  75.  2.  E  assai  altre  cose  tutte  stra- 
ne  da  ordinalo  e  costumato  uomo.  Lab. 
70  Con  aperto  viso  di  ciò  con  meco  ra- 
giona, come  se  sempre  (ossi  stato  di  lei 
Tirano,  M.  V-  4-  ^9'  Essendo  strana  da 
quelle  virlù,  e  dalla  provvisione  di  quel 
Reggimento.  E  6.  40'  Avvedendosi  al- 
quanto   il  Comune   di   Siena,  che  1  esse- 

.  ,    I     .- .li    Pirenrp    li    DO- 


quanio    "   vv...."..-  -  •_ 

re   strano  dal  Comune   di  Firenze  U  po- 
teva  tornare   a  pericoloso   danno,   ec. 

S  V 1  Strano,  t'  usiamo  ancora  per 
Pallido  e  Macilente,  e  Quasi  trasfigu- 
ralo. Lai  macie  diformis  ,  sqiialidus^ 
Gr  ÙTlfli:,  vXwfo'i-  ^''""-  ^'''-  ^  ^*- 
Ella  avev'  anni  piò  che  la  Cumana,  Grin- 
za,   torta,   riarsa,  nera  e  strana. 

STRANO  .     Avverbio.    Bruscamcnle  , 

Cruccio-tamenle.   Lat.   torve.   Gr.     rauj;/,- 

oVv      Fit.    PI"'-    Calo   non   rispose  nulla, 

ma   guardalo    strano,  e    con   fiero  viso 

*  STRANUTARE.   Lo  stesso  clic  Sta, - 

""hV^Ìtranutazione.    ì.  a. 

Starnuto.    Cavale.    Espos.    Sinib.     ..    91. 
V  ottava    spezie   sta    m  osservare   Ic.slra- 

DUtatioui.    (1  ) 

177 


i4io 


S  T    R 


*  STRANUTO.  Sìist.  Lo  stesso  che 
Starnuto.   (Cj 

STHAOROINAIUAMENTE.  Av^'.Con 
modo  slraonUnttrin.  Lai.  immodice.  ,  im- 
moderate.  fir.  jntpixiTpUi.  Cìrc.  Geli. 
^.  loH.  Ma  pcrrliè  ejjli  arreca  taali  co- 
modi al  VÌV4T  nostro,  voi  1'  amate  tanto 
straordinariamente.  l'I  5.  l33-  Si  che  noi 
non  amiamo  slraordinariampott;  e  loro  e  i 
mariti  nostri.  Pareli.  Lez.  298-  Il  Petrarca, 
il  quale,  come  avemo  detto,  non  era  gelo- 
so per  r  ordinario,  mostro  d' esser  diven- 
tato straordinariamente  per  quelita  cagione- 

•f  *  STKAOriDKNAHIETA'.  Qiialit,'i 
e  Stalo  di  Ciò  cite.  i-  stranrdinario.  Hel- 
lin,  Jìticth.  123.  Onde  noi  altri  del 
mondo  dì  qua,  Che  a)  nostro  gretto  or- 
dinario usi  &iumo.  Sospesi  a  queste  straor- 
dinarietà ,  Di  noi  mcdesmì  non  ci  rivcn- 
ghiamo,   ec.    (/I) 

STRAOUDL\AniISSIM0.  Superlativo 
di  Straordinario,  /.'uon-  l'Uer.  2.  3.  9. 
A  tutte  quante  quelle  gentildonne  ,  Che 
capileran  qui,  i'nr  cortesie  Straordioariissi- 
me    disegna. 

STRAORDINARIO-  Corriere  che  non 
ha  giorno  determinato  a  portar  le  lei* 
ter  e. 

g.  I.  Per  Donzello,  o  Mazziere  di  alcun 
magistrato.  Fir.  As.  33.  Comandò  a  un 
di  que'  suoi  straordinari  1,  che  saltandovi 
su   co'  piedi»   lutti   gli   calpestasse. 

§.  li.  Lettore  straordinario ,  si  dice 
quegli  che  o  legge  le  materie  che  non 
leggano  gli  ordinariij  o  legge  in  giorni 
ne' quali  comunemente  non  si  legge  da- 
gli  altri.  IJuon.  l'icr.  1.  3.  3-  Ben  è 
ver  che  il  reggente  ci  ha  promesso  Uno 
straordinario  Per  la  materia  necessaria 
tanto  £  praticahil    sì  degli    alimenti. 

STRAOUDKNARIO.  Add.  A'on  ordì- 
nariOj  Che  e  fuor  dell*  ordinario.  Lat. 
miri/ìcus  j  i/tcrciUhilis.  Gr.  Ttepi'arifXOi  , 
TTapo^oofo;.  Cron.  Moivll.  254-  Questa 
spesa  fu  nel  mortorio  ce,  nella  dota  di 
nostra  madre,  e  in  molte  spese  straor- 
dinarie. Farch.  ErcoL  Sj.  Cotesti  sono 
casi  o  mostrosi  o  miracolosi,  o  almeno 
rarissimi  e  straordinarii.  Fir.  As.  35. 
Con  un  gran  disio  e  con  una  straordina- 
ria diligcmcia  io  andava  considerando  ciò 
•  he  mi  si  parava  davanti.  Amhr.  Co/.  5. 
8-  Ch'  è  cerio  un  miracolo  Straordina- 
rio. *  Matt.  Franz,  rim.  3.  92.  Que- 
ste f  le  gotte  )  son  certo  un  ben  straor- 
dinario. Clic  sta  iir'gli  altri  heni  appunto, 
appunto  Come  lo  teste  fan  nel  calenda- 
rio.   (//) 

STRAPAGARE.  Pagare  oltre  al  con- 
venevole. Lai.  plui  solvcn'.  Gr.  nipii^òii 
airoTi'etv. 

#  STRAPAGATO.  .Idd.  da  Strapa- 
gare. Lat.  large  compcn-^atus.  Il  /'o- 
cahol.    alla    vore    OLTRAPAGATO.    (') 

t  *  STRAPANATO.  Add.  Meschino. 
Jnfchce.  Jìcllin.  Disc.  3  34-  Da  far  sue 
prove  solo  fra  li  strapanali  e  poveri  mini- 
stri   degli    Apedali.    (Min) 

STRAI'ARLARK.  Parlar  troppo  e  in 
mala  parte,  /ii,i cimare  ,  Sparlair.  Lai. 
ohloqui.  Gr.  KOtTXypoviì-j.  ì'arch.  Frcol. 
5o.  Alcun!  dicono  straparlare  ,  cioè  dir 
male  e  biasimare.  ^  Segner.  Crist.  in- 
str.  2.  2.  16.  Mi  dÌ!(pijre  «ti  non  poter 
dur<>  una  simile  penitenza  a  più  <l  uno  ; 
ma  singolarnieiile  a  «pulii  che  dopo  .iver 
lietlcmmiato  ee.  pare,  per  cosi  dire,  .hr- 
ti'-  ne  lecrhiiio  ancora  le  labbra  su  ipie- 
SÌ.Ì  scusa  ,  che  h  la  collera  che  (jli  fa 
Ntiuparlar  rosi.    (CI'J 

STRAPAZZARE.  Far  poco  conto  di 
ihecchcssia.  Lai  vexare,  despectui  halfc- 
tx.  Gr.  KaTay^vii»,  u^pi'JJsiv.  Tac. 
J)av.  Stor.  4-  35o.  Non  affogare  i  Ro- 
mani nitanto  neir  armi  civili,  che  insino 
a'  Treviri  e  Lingom  gli  deano  strapunore. 


S   T   R 

§.  I.  Strapazzare,  vale  anche  Maltrat- 
tare, Straziare.  Car.  lett.  2-  ^O.  Com- 
parve qui  una  censura  di  quest'  uomo  , 
che  non  soUmenIc  la  strapazzava  ,  ma 
r  auuuilava  del  tutto-  *  Imperf.  V.  Tilt. 
T.  12.  137.  Né  ingiuriare,  o  strapazzare 
si  debbono  i  servitori  come  né  anche  la- 
sciar loro  pigliar  animo,  comandando  ad 
essi  autorevolmente,  ma  f  on  discreta  ra- 
gionevole  e   piacevo!  maniera    iF) 

g.  11.  Strapazzare  il  mestiero,  figura- 
tamente si  dice  di  Chi  opera  inconstde* 
ratamente,  o  fa  alcuna  cosa  a  strapaz- 
zo. Lat-  inconsulte  rem  facere.  Gr.  d^O'j- 
>4i5  TiXTTZiv.  Malm.  6.  {\2.  Ma  e"*ien 
eh'  egli   .strapazzano    il    mesliero. 

§.  III.  Strapazzare  un  cavallo,  o  simi- 
li,  vale   Affatu-arlo  senza  discrezione. 

STRAPAZZaTA.MENTE.  Avverlf.  Con 
istrapazzo.  Lat.  contemptim.  Gr.  xcera- 
fpovriTixòti.  Segner.  Crist.  inxtr.  l.  10. 
22.  Proferi  in  essa,  serontlo  T  antico  vi- 
zio, il  nome  santo  di  Dio  strapazzata- 
mente. /;  3.  34-  3.  Si  contenta  di  re- 
citare strapazzatamente   la  sua    corona- 

STRAPAZZATO.  Add.  da  Strapazza- 
re. Lat.  contemptus,  contemplui  habitus. 
Gr.    xxTay^ov/iiet'i  - 

•f  *  STRAPAZZATORE  .  VerbaL 
masc.    Che,   o    Chi   strapazza.   (C) 

•f  *  STRAPAZZATRICE.  Ferhal. 
femm.  Che  strapazza.  Segner.  Crist.  in- 
str.  I.  19.  11-  La  ragion  è  per  quella 
obbligazione  che  ha  ogni  buon  Ggliuolo  di 
risarcire  ,  nel  miglior  mo<lo  che  |'Os^a , 
r  onore  al  padre,  quando  lo  sente  gra- 
vemente affiontare  da  una  lingua  slra- 
pazzatri'-e-    (*) 

STRAPAZZO.  Scherno,  Strazio.  Lai. 
contumelia.  Gr.  u^pt;.  *  Segner*  Pred. 
Pai.  Ap.  6.  12-  Ohlationem  in  vita 
fra  continui  strapazzi,  et  hostiam  in  mor- 
te   fra    crudi    scempii    (  TC) 

g.  1.  Cosa  da  strapazzo,  vale  Cojta 
da  .servirsene  senza  rispetto.  #  Segner. 
Pred.  Pai.  Ap.  3.  16.  Seppe  ancor  de- 
porre tal  abito  da  strapazzo,  e  cambiarlo 
in  uno  non  solamente  decoroso,  ma  splen- 
dido.   (TC} 

g.  II.  Strapazzo,  vale  anche  Lo  stra- 
pazzarsi ,  o  Aver  poca  cura  della  pro- 
pria .salute,  fiuon.  Fier.  \.  2.  2.  Per- 
cb*  ei  torni    di   nuovo   a' suoi   strapazzi. 

t  *  STRAPAZZOSAMENTE  .  Av- 
veri» .  In  modo  strapazzato  .  flcllin  . 
Disc.  2.  348.  Strapparle  a  viva  forza 
di  dosso  il  candido  velo  della  st  hiclla 
interezza  delle  sue  massime  ,  e  strapaz- 
zosamente avviluppatala  in  un  infami-  in- 
tessimento  d'  imposture  sacrileghe.  (Mini 
K  3.  35.  Quegli  che  dclP  Anatomia  rosi 
strapazzosamente    parlarono,    (l'i 

•f  *  STRAPAZZOSd.  Add.  Trascu- 
rato, IS'egligentissimo.  l'rcs.  Fior.  part. 
4.  i'ol.  1.  png.  265.  Appresso  gli  scrii 
tori  d'  ogni  linguaggio  ella  sn  che  lai  fi- 
gura (la  zeugma  /  e  frequentissima,  ed  ir 
a  maraviglia  bella .  e  superiore  per  lo 
strapazzoso  modo  di  servirsi  delle  parole, 
ec.   (A) 

STRAPERDERE.  Perdere  as.tais.iimi*. 
Salv.  Granch.5.  2.  Pure  egli  ir  me*  per- 
dere, che    slraperdere, 

STRAPIANTARE.  Traspiantare.  Lai 
imccrerc.    Gr.   <_uyuTSuH». 

STRAPIOVERE  .  Strafwcrhetolmente 
piovere.  Lat.  vehementer  pluenr.  ("ti-f.  rim. 
hurl.  I.  7.  Doverhfe  1'  altre  1"  han  sempre 
mutfalo ,  Che  vi  strapiuvc  loro  in  venti 
lati. 

STRAPOIlTARK.  Trasportare  Lai 
e.rpftrtnrf.  Gr.  i^x'/KV.  Hnon.  Fter.  fi. 
3.  H.  Altro  agi'  incarrhi  Portare  e  slra- 
pvirlar    per    la    ilogaoa. 

§.  Per  simi/tt.  vale  C^>mmuo%frr  di- 
sordinatamente   Lai     supcrhuun   e.tcitare. 


STR 

efferrt,  Gr.  aTTat'petv.  Amm.  Ant.  37.  2. 
4-  Le  prospere  cose  non  islraportano  il 
savio,  né  le  avverse  il  snltumeltono.  Sat- 
vin.  Pise.  1.  164.  Fermando  gì'  inlellel- 
ti  nostri,  che  di  sua  nalura  a  ogni  vento 
di  dottrina  si  lascerebbero  strapoitare  ed 
aggirare,  alla  saldissima  àncora   delia  fede. 

*  STRAPORTATO.  Ad^i.  da  Stra- 
portare.  Segner.  Jtttp.  tjuiet.  6.  5.  E 
ciò  che  ho  detto  di  un  solo  ec.  dir  po- 
trei di  lutti  -gii  altri  scrittori  nostri  egual- 
mente da  lui  stirati,  o  straporiati  a  suo 
prò    (qui  allegati  )  .  (TC) 

t  STRAPOTENTE  Add.  Di  gran  poten- 
za ,  Più  che  potente.  Lai.  pra-potens.  Gr. 
tJp  j-'Sì'^c't-  Taf.  Dav.  Ann.  3.  71.  Il 
popolo  odiava  Quirinio  per  aver,  cwm'  è 
dello,  rovinalo  Lepida,  e  per  esser  Tec- 
chio  sordido  e   slrapoteote. 

■■^  STRAPPABKCCO.  Voce  usata  nel 
modo  nvverhialc  A  strappaltecco ,  che 
vale  Con  prestezza  ,  In  furia.  Magai, 
lett.  uom.  ili.  1.  33 1.  Questo  mi  pare 
un  calderugio  di  pietre  commesse,  che 
ne  vaglia  bene  un  mazzo  de*  miniati  in 
earlapcrora  ,  e  anche  a  pigliarli,  come  si 
dice  a  slrappaberco.   ((') 

•f  -i.-  STRAPPABILE.  Add.  Che  può 
strapparsi.  Pellin.  Pise.  li.  Vengono  ad 
urtare  le  parti  del  porfido,  rese  cedenti  e 
trattabili ,  cioè  strappabili  dagli  aliai ra- 
menli  loro,  e  strappabili  dallo  sforzo  dello 
smeriglio.   (Vin) 

*  STRAPPAMENTO.  Lo  strappare , 
Strappata.  Lat.  avulsio.  Gr.  «TT^OTTaff/Aa. 
Gal.  Piai.  mot.  loc.  485.  Nel  legao  si 
scorgono  le  sue  fibre  e  filamenti  dislesi 
per  lungo,  «he  lo  rendono  giandemenle 
più  resistente  allo  strappamento,  che  non 
sarebbe  ec.  {*)  F.  appres.io  :  Come  duvria 
vedersi  quando  la  division  della  corda  si 
facesse  non  per  lo  strappamento  delle  fi- 
la, ma  ec.  Sagg.  nnt.  e.tp.  1^2.  Venuti 
in  cognizione,  dopo  replicai*-  esperienze  , 
delle  varie  forze  che  allo  strappamento  di 
ciascuno  di  essi  <  anelli  )  li  richiedevano  , 
si  poteva  ec.  f/l) 

3  STRAPPARE.  Spiccare,  Lacerare, 
Levar  via  con  violenza.  Lat.  extirpare  , 
avellere,  veliere,  extorquere .  Gr.  aJTo- 
art&iv.  Bocc.  nov.  36.  6.  Malgrado  di  lei, 
con  maravigliosa  forza  gliele  strappasse  di 
braccio.  A.  nov,  44'  *^'  ^-""^^  *"**''  fi'' 
fosse  il  cuor  del  corpo  strappalo.  Hut.  An- 
dando al  bosco  per  pigliar  legoe  per  far 
sacrificio  agi"  Iddìi,  cavando  e  slrappand  ■ 
mortelle.  V  /fellin.  Pise.  I.  269.  0"^'"  ■ 
cedenr.i  e  arrendevolezza  si  è  congiuni.. 
I  con  una  coerenza  di  parti  si  grande,  e  si 
gagliarda,  rhe  il  peso  del  c»>rpo  sospendi- 
bile  non  possa  superarla  e  slrapparoc  le 
parti.  fC, 

*  S-  I.  Strapparsi  la  preda,  o  similr . 
vale  Torsela  dt  mano  l'uno  /*  altri' 
-  Tac.  Pav.  Star.  4-  3.'i8.  Lasnarono  l.< 
viiloria,  per  isirappani  la   ptv^a    ■  .   fC' 

^   §.    11.    /'."  neutr.  pass,    fìeitìn.      Dis* 
I.    3|.    Allenlandtde   (le  corde  degli    stru- 
menti musicali  I  »i  vedono  nentrar  da   »c 
stesse  in   se  steur  ee..  e    se  A»   sé  si  strap- 
pano,  pur  rientrano  in  loro  stesse.   fCt 

§.  IIL  Strappare, per  I schiantare.  Sagg. 
nat.  esp.  128.  Quelli  (vasi)  d'oro  pìii 
schietto  solliglÌB  e  distende,  e  finalmcnle 
slrappa  . 

*  §.  IV.  Strappare  urta  co.*a  di  hocca 
ad  uno  ,  fìguratanr.  vate  Levargliela  di 
borra.  Setiner.  Pred.  Pai.  Ap.  5.  l'i 
Strappiamo  noi  queste  parole  di  borra 
all'  .iiltllaxione.   '  TC) 

STRAPPATA.  Lo  strappare.  Stratta. 
I.al  tor.iio ,  avulsio.  Gr.  ffrjeop*)' .  «Tff- 
o:ra9rj;«.  Segmer.  Pred.  21-  l.  Le  piante 
salvalii  he  sono  quelle,  da  cui  non  si  pos- 
sono c-iniunemente  nrrr  frulli  se  Oon  » 
lon.1  di   ttrappiite  e  di  scosse      E  Mann. 


s  T  n 

Mar-..  3o.  5.  Oh  che  l.raccia  ^i  vogliono 

scosse     oh  ihf  iC'-'"  ^o"""'       ^ 

STRAPI-ATtLUA.  iJm..  di  Strappata. 

/'«■    O-fo^.   5.  4.   E   qualche  stnipl.atcUa 

5  Ouosli  n>inislri  .lolla  giusta  sono  ri- 
pausimi,  inlanloché  io  polte.  toccarne 
5uJchc  strap,.aUlla  Ai  fané,  e  fotsc  pog- 

aio  ancora,  t  fO  „  t  _, 

STRAPPATO.  .^<W  da  Strappare.  Lai. 
rn</i./.<.  Or.  a'nosTrao&si's. 

fi.   />p  iim.V/r  /)».•.  .Sr.^m.  20  Ne  ac- 
cettava per  giu-iice  lu.  ""fpf  ;;%';; 

eie  dal  Re  ,  an.i  che  nìandato  da  Pa|_.. 
fcioe  ottenuto  i.cr  lorxa  .  A  K.  ''•"  S-*- 
Videìerov",c  d'ila  patria  distrutta,  strap- 
paio  dalla  consorte  i  cioè  ,  separalo,  o  al- 
lontanalo Ycr  fona  ).  ».„„„ 
*  STllAPPO.   A»cc™:;.o/.e,  o  iioltiira 

'":?^t;;;^i;;:^«o.7;::;:^V7 

iéfj.   Gli  ho  lenuli  (i  '■"<'"•"'.■"«'*". 
Li    sopra    stvarun.in  d.  taffetà   nnbast.U 

STB^USTO  .  Spezie  di  materassa  . 
Buon.  ner.  In,r.  2.  I.  S-os'-'"";  "j^ 
gliaten,,,  traetemi  Di  questi  vosU.  mo.L.- 


S  T  R 


S  T  R 


1411 


di  strapunti  .    t  4- 


3.   2.    Colli  e  spolpati 


Ci  addo™enlan>n.'o  su  per  gì.  strapunli 
£  5  •.  2.  E  stretto  il  suo  Icsor  rebla- 
manie -N  uno  slrapunto  dc%uo.  vd,  slrac 
ci,  ec.  =?  SaUi,,.  Eaeid.  hh.  3.  i>on  pi 
grò  Dallo  strapunto  sorge  Palinuro,  t  tulU 

'''^^^O.Add.Biccl.,.s,...Sa!..a^ 

Pns  Tose.  I.  106.  Erano  un  deluato 
^^ntar^to  degli  Orientali  e  de-Parli  an- 
cora straricchi,  che  dell'ovaie  ancora  l.ian- 
rhe  deUe  cicale  eran  ghiotti. 

STBAHIP.VBE.  lo  sgorgare  e  .U.ahoc- 
car  cheta  l'acqua  .wpra  la  r.pa.  ■■■  .<«'.■'«• 
Zno:.M..r.  i  259.  Fglii  un  fiume  che 
ec.  trabocca  e  strarijia.  '^) 

*  STARIPATO.  .Susi.  Luogo^'cos""^; 
Dirupo,  rari,  ae.gr.  cap^  z^-  t»»  ,la  r- 
Tu,  e  quando  si  rannuvola,  e  dove  e  stra- 
ripalo ?  e  mentre  o,ni  vostro  Lene  prec. 
pS*  e  va  in  conquasso,  vi  r.spkude  pm 
I^War.  .  V  accompagna  più  ledele  vi  eon- 
sola  più  tenera  in  un  medesimo  e  fiu  for- 

'"  ST^BAHIPEVOLK.   T.  J.  Md.  Molto 
dirupato,  .scosceso,   Bepeate.   !-»'•  P/-"™" 
ptu.'.  declivis.C.,.-J.r.i'.?'.a-.o,.  l'ioc  1. 
02.    G.ii    per   la    slraripevole    monlagna 
?en.a  tener  via  o  sentiero  diritto,  si  diru- 
pava 1'  iniquo  esercito.  ,      ^  . 
"^    •+  *   STBAliUE.    /.    W.    Fstrarre. 
Fai'    r.<op.  121.  Una  spina  per  sua  sc.a- 
'ura  gli  entro  per  lo  pii:  in  tal  maniera, 
che  non  potendo  strarnela,  cesso  1   ope.a 
,lel  suo  corr.mento    (  f  ed,,,  d,   Pado.a 
1811  a  pag.  q3  legge-  Una  spina  g  .  en- 
^  fa/  toL>  per  lo  pie  sic  m  tal  ma- 
niera, che,  non  potendola  trarre     rise  te 
di  correre).  (1)   SaMn.    Cas    '49-  »I°1'^ 
cose  altresì  Sesto  Emp.nco  dai  medesimi 
porta  contro  i  filosofi,  le  quali  già  strasse 
e  puhWico  alle  stampe  Arrigo  Stefano.  (iV; 
STBAS.\PERE  .   Sapere  a  sopralihoa- 
danza.  lat.  magnam  scire  .  Or.  £.0-:  vai 
a---H5Wi.    *./>■.    (iranch.    1.    3.  A   che 
,erve  infin  tanto  sapere  E  strasapere,  per 
non  lo  recare  Mai  in  atto?  .v«/>m.   Disc. 
1    6-    Qua  si  può  ridurre  quello  strasa- 
pere', che  diceva   san  Paolo  :  plus  quam 
oportet  sapere. 

STRASAPUTO,  /'drf.  da  Atrasapere. 
+  #  STKASCICAMENTO  Stra.,cico  . 
Bellin.  Ihsc.  2.  274.  E  perche  tal  stra- 
scicamento de-  ruU.  dal  peso  soprapposto 
non  si  fa  per  altro  .  se  non  perche  esso 
soprapposto  peso  si  muove  ec.  (Mmj 


*  STRASCICANTE  Che  strascica  . 
Sal.,n.  P'ros.  Tose.  2.  iS?-  H  "•"d"';» 
critico  ce.  taccia  Omero  di  ave,,-  adattalo 
un  lungo  esordio  e  strascicante  ce.  ad  una 
corta  orazione  I  qui  figaralam.).  (  )  '- 
Jliad.  8.  525.  Ma  Minerva  d.  Giove  ,  d 
una  capra  AUiovo  figlia,  .1  delicato  manto 
Lasciò  andar  strascicante  al  pavimento  Del 

padre,  ec.  (IH  i    ,    ,„ 

STBAsnCABE.  Stra.scmare.  Lai.  (rn- 
7,frc,  prolrahere.  Gr.  au>:iv  ,    a-us.v. 
frane.    Sacci,,    noe.     l3o     La    gatta  ,   che 
era  affamata,  sentendo  V  odore  de    tordi, 
lascia  i  calomici  ,  e  da  d"  uncno  a   tordi, 
1,  quali  strascico    ec.    per    tutta    la    casa  . 
1   lire     Celi.  8.   ig2.    E    molto    manco  an- 
1  cora  d.  quella  f,,n,rfeMa  ;  di  quegli  ani- 
'  mal.  che  vanno    st.asccando  d  corpo    per 
terra,  come  sono  le  serpi.    Tac.   Dav.  I  't. 
Agric.   3q9.   1   Britanni  spars,  con  mesco- 
lato   piani?  d' uomini    e    donne    strascica- 
vano i  feriti.    Malm.    12.   IO.    Chi   dietro 
strascicar  si  vede  un  fianco. 

*  §.  òlra.<c,care,  in  signific.neutr.  pass, 
dicesi  di  Chi  cammina  a  stenla  d,  eh, 
in  camminando  strascina  per  debolezza  le 

nambc.   (i  )  ,.  ■ 

STRASCICATO,  -idd.  da  Strascicare. 

Lai.  traclus,  protractus.  Gr.  '"f^J^^-'"?. 
TTpo^/isV^vo;  .  Tac.  Dav.  Jan.  3.  bl- 
Spezzavano  le  sue  immag.n.  strascicate 
alle  Gemonie  .  Huon.  l'cr.  i-l-  3-  Le 
•1  vorrei  far  venir  con  lo  staffUe ,  Colle 
funi  tirato,  strascicato. 

STRASCICO  i'  alto  dello  slra.sccare  . 
Lat.  Iractio,  piotractio.  <•,.  mpu-Oi- 

S  1  Strascico,  La  parte  deretana  del- 
la >'este,  che  si  strascica  per  terra.  Lat. 
srrma.  Gr.  =.V.u:a .  .Sai..  Cranch.  2  2 
(JappeUo,  e  un  paio  di  borzacchini  Avrò 
io:  pelliccia  che  s,a  "l  caso,  ^o,  s  10  non 
r  accattassi;  chi  le  mio  Son  come  dire, 
da  gottosi,  larghe,  Gravi,  ed  hanno,  si  può 
dir ,  lo  strascico. 

S  11.  .WrnicifO  ,  per  mela/,  l'ale  /Ig- 
ei,mta,  .Sopraianzo,  t.esuhio.  Sagg.  nat. 
c.tp.  154.  ni  questo  strascico  di  moto  non 
si  è  tenuto  alcun  conto. 

g     III     Fai'cllar  collo  strascico ,  SI  dice 

di  Chi  o  allunga  troppo  le  vocali  ,  o  ri- 
batte le  sillabe,  0  replica  le  parole  aU 
fmc  del  periodo .  ìarch.  Star.  12.  4^/• 
Eri  bel  parlatore,  ma  favellava  collo  slra- 

""s  '  IV.  Strascico  ,  e  anche  una  Specie 
di  caccia  che  si  fa  alla  colpe,  pigliando 
un  vezzo  di  carnaccia  fetida  ,  e  slrasa- 
caadola  per  tcra  legata  ad  •'"'•"'f- 
per  far  venir  la  colpe  al  fetore  di  essa, 
ilalm.  1.  59.  E  paion  con  la  spada  in 
su  le  polpe  Un  che  faccia  lo  slrasc.co  al- 

°"t*' STRASCICONI.  Awerb.  A  ma- 
niera di  strascinamelo.  Vin^^lalm-  JgS. 
Facendolo  tirar  strasciconi  da'  '.noi.  Ma- 
gol,  leu.  scienl.  pag.  149.  Un  che  der- 
^e    un  che  si  bisticcia  col  fratello,  o  coUa 

I  sorella  ,  un  che  va  a  spasso  strasciconi  per 

■  la  paglia  ,  ce.  (A) 

i        STRASCINAMENTO.  Lo   strascinare.  . 

!  Lai.  raptatio  .   Gr.   c-^fp-Oi  .  Bui.    Purg.  , 
24.  1.  Rimase  dilaceralo  per  lo  strascina-  . 

"""^STRASCINARE  .    Tirarsi  dietro  al-  \ 

!  cuna  cosa  seaza  sollevarla  da  terra.  L^t. 

'  Tahere,  raptare  .  Gr.   ryJpt-,,   O/.e.v. 

Ovid    P,st.  86.   Non  tacesti  come  tu  stra- 

scina;ti  per  ninferno  Cerbero  U  portinaio 
C  r  '  ll3.  I  11  f^"  strascinare  per 
laterra,'e  poi  impiccare  per  la  gola.  Dani 
Inf.  l3.  Qui  le  strascineremo  ,  e  per  la 
meila  Selva  saranno  i  nostri  corpi  appesi. 
But.  ivi:  Finge  per  convenienza  di  pena 
al  loro  peccalo,  intendendo  che  strascina- 

1  re  sia  portare  la  cosa  malvolentieri    Crom- 

I  cheti    d-  Amar.  21    Nella  battaglia  Achdle 


uccise  Eltor,  e  slrascinosselo  dietro.  Bern. 
Oli  2  i5.  49.  11  giovinetto  giù  SI  china, 
E   lo  ,.iglia  pc'  piedi ,  e  lo  strascina 

!.•:  §.  //.  signifc.  neulr.  pass.  Andare 
stra.fcicoi,, ,  a  stento.  Bari.  As.  pari.  I. 
/  5  p.  ai.  Cosi  disfallo  rom'  era  e  con 
indosso  la  sua  lebre  si  strascino  davanti  al 
P.    Gaspare.  (  P) 

STRASCINATO.  Ad,l.  da  Strascinare. 
Lat.  rnptatus.  Gr.  50,:oy..:vo;.  G.  ì'.  O. 
78.  2  Tutti  rimasero  niurti  al  campo,  e 
la  sua  insegna  sUascinala  a  vergogna  per 
lo  campo,  e  in   Firenze. 

STRASCINATUBA  .  Strascinamento  . 
Lai.  raptatio  .  Gr.  iruf.ui;  .  lih.  l'red 
Quali  si  erano  le  crudeli  slrascmature  sof- 
ferte da'  martiri  de'  pumi  tempi. 

3  SlHASCINrO.  .\lra.<c,namento.  Lat. 
raptatio.  Gr.   ajfiid;.  .   ,     , 

*  §  I.  Ber  lo  Komore  che  SI  fa  stra. 
scinaado  alcuna  cosa.  ••  fior.  S.  frane. 
l36.  Ecco  che  senti  uno  gr^inde  sUascinio 
per  lo  chiostro  ».    (Cj 


■  *  §  Il  Per  la  Parte  delle  vesti  che 
si  strascina  per  terra,  0  che  penzola  so- 
lamente .  ..  Fraac.  Sacch.  nov.  178.  Lo 
•mbusto  è  fatto  a  istrettoie,  le  braccia  con 
lo  strascinio  del  panno  ,  ec.  ».   I^J 

+  STRASCINO.  Sorla  di  rete  da  pi- 
gliare uccelli  j  Frpicato.o.  Lat.  everricu- 
li.m.  Gr.  vo'p.&f =v,  !7a-/r,..«.  Mail.  I raaz. 
rim.  buri.  2.  169.  ^on  si  può  senza  spa- 
BO  fare  archetti.  Ragne,  giacchi,  lunga- 

O         .  ■     ,-.  ;     l;,_     ^»c^i        If nri  . 


are  arcucm  ,  ■•«q"..,  t, _-        «. 

li  e  strascini  Da  pigliar    pesci  .lepri , 


uccelletti.   Bern.   Ori.   I 


6.  17.  Non  fu 


m^'Vàlto' gioco  cosi  pazzo  .  Con  un  stra- 
scino a  quaglia,  o  altro  uccello. 

g.  Stiascno  ,  e  anche  una  Aorta  d, 
giacchio  aperto  da  pe.'^care. 

STRASCICO.  Dicesi  anche  una  Bazza 
di  beccaio  vilissimo  e  plebeo  ,  che  vende 
la  carne   per  le  strade   senza    tener  bot- 

"^^STBASECOI.AHE  .  Tra.molare  .  Lat. 
obitupciceie  ,  admiralione  percelli  .  Gr. 
ìaaS'iv.  Bed.  D.tir.  45.  Me  ne  strase- 
colo, me  ne  slcaliilio.  E,  fatto  estatico. 
vo  in  visibilio. 

:;=  STRASECOLATO  .  Add.  da  Stra- 
secolare. Bed.  Annoi,  lìitir.  210.  Onde 
andare  in  visibilio,  per  andare  in  estasi 
quasi  strasecolato,  cioè  fuor  di  queslo  se- 
colo,  ec.   Ma  non  si  userebbe  se   non  per 

ischcrzo.  (fj  ^         „      ., 

STRASE2ÌTIT0.  Md.  Sentilo  assai  , 
Sentito  vivamente.  Tac.  Dav.  Ann.  2.  48. 
Cose  da  Germanico   strasentite  ,  ma   sop- 

^"•■f STB ASERV ITISSIMO.  Superi.  01- 
iremodo  .servito.  Benv.  Celi.  ìit.  3.  33K. 
Mi  disse  a  viva  voce,  che  10  lo  avevo  slra- 
servitissimo  mollo  più  di  queUo  che  Im  si 

^'"ST^IASORDINARIAMENTE  .  Av- 
verb.  In  modo  straordmar.o.  Lat.  praHer 
modum.  Gr.  ^t-y.^d  "0  p-i-?'"'  ■  ^"^f- 
Orio.  Fir.  X^-I.  NeUe  stesse  muraglie  , 
tempii  e  case  slrasordinav.amente  danneg- 
giata dal  fiume.  Segr.  Fior.  .^^"r.J-^J^ 
Avevano  condotto  slrasordinariamente  sotto 
titolo  di  capitano  di  guardia  tesser  Iaco- 
po Gabbrielli.  K  2.  57.  Ci  pare  esser  certi 
che  voi  vogliate  strasordinariamente  olle 


nere  quello    che    pc 


r  ordinario  noi  non 


'''T:^-^r::oi^^>^^^o.Add.Fi,ordeiv 

V-  ho  delio  Della  cagion  che  gli  ha  latto 
cercare  Passo    sliasuidmauo.   •>'^'  ,,: 

Slor  2.  48.  A  lui  rifuggivanolutt  quel" 
che   alcuna   cosa  strasordUiaiia  di  ottener. 

^'tTZ'lo  strasordinario,  posto  av- 
verb,aim.  vale  Stra.<crdinariamenle  ..Bor- 
ghOrig.fir.  2...  Spianando  gUscoghche 
^r  lo  slfasordinario  CI  s'attraversano..    ((  J 


l4t2 


S  T  R 


^STRASORDINATAMENTE.  A.verb 

Disoreìinntamentf ,  Senza  alcun  ordine. 
Uenv.  Celi.  Tit.  2.  56o.  Correvano  in- 
nanzi, e  indietro  tutti  infacccndati  istrasor- 
dinatanipntf.   (C) 

STHASl'ORTATO.  Àdd.  Trasportato. 
Lat.  actus.  Gr.  r'^Òitq  .  Buon.  l'ier.  ^. 
l^.    21.    E   itrasportali   come  se   dal  vento. 

STRATAGEMMA,  e  STRATTAGEM- 
MA. Inganno,  A-^tiizia.  Lat  stratagema. 
Gr.  'jrpxTÀyfiij.'x.  Varch.  Stor.  7.  171. 
Bcncliè  il  suo  araldo  fu  con  certo  strata- 
gemma ingannalo  .  Cecck.  l'sa/t.  Cr.  \. 
1.  Io  1' tio  lasciato  Sulla  parola;  un  pò* 
di  slrattagomma.  Car.  Utt.  X.  5"].  Risen- 
tirsi della  contumacia  di  Savignano,  e  certi 
altri  stralta;;emmi   nuovi. 

*  §•  Talora  si  trova  anche  usato  in 
genere  femminino  .  Segner.  Pred.  6.  6- 
Guardate  nuove  slratagemme  da  prende- 
re le  città,  non  per  via  di  macchine,  ma 
jirr  forza  di  suono.  (V)  Corsin.  Torracch. 
8.  17.  IN-rcbc  non  meno  è  (Manganorre) 
di  facezie  un  vaso  ,  Di  quel  che  sia  fra 
tauti  uoniin  preclari  Mastro  di  slratagcm- 
nu-  militari.   (U) 

STRATAGLl.^RE  .  Oltremodo  taglia- 
re. Lat.  i'ehementcr  caedere .  Gr.  ostvói^ 
xorrTEiv.  Jìern.  Ori.  2.  4-  4*-  '^  Conte, 
con  quel  tirando  the  strataglia  ,  Gli  tira 
un  colpo  alla  testa  giù  bassa. 

•f  *  STRATIFICARE.  Disporre  chec- 
chessia a  suolo  a  suolo.  Art.  J'etr.  Ker. 
I.  14*  Nel  fondo  di  essi  corrcggiuoli  fa- 
rai un  suolo  di  zolfo  polverizzato,  poi  un 
di  dette  lamine,  e  sopra  un  altro  suolo  di 
zolfo  polverizzato,  e  uno  di  lamine  di  ra- 
me, come  sopra  ;  e  con  questo  ordine  em- 
pi il  correggiuolo  ,  che  altrimenti  sì  dice 
stratifìcaie.  /?  i.l.  Il  rame  ,  in  cambio  di 
stratificarlo  col  zolfo  nel  correggiuolo  ,  si 
stratifichi  con  vilriolo  ,  e  poi  si  calcini 
ec,  poi  Iti  cavi,  e  si  ritorni  a  stratificare, 
ve.   (ì-) 

*  STRATIFICATO.  Add.  da  SU-atifi- 
catvj   Disposto  a  strali.  (A) 

*  STRATIFORME  .  7Wm.  de*  Nat. 
Ciò  che  è  a  forma   di  strato.  (A) 

STRATO.  Su.n.  Solaio,  Pavimento. 
Lai.  pavimenlum  ,  solum  .  Gr.  £oapo5  , 
Sd-KZQOv.  But.  Pavimento  è  vocabolo  in 
gramatica  che  significa  lo  strato,  e  an- 
che la  paura  \  ma  in  questo  luogo  vicn 
più  a  proposito  per  lo  strato  .  Frane, 
fìarh.  202-  8  Talor  si  mette  Per  orna- 
to  Iq  basso  strato. 

g.  1.  Strato,  .ti  prende  anche  per  Tap- 
peto, o  Panno  che  si  distenda  in  terra,  o 
altrove,  in  segno  d*  onoranza.  Lat.  stra- 
fpilum,   Gr.   'STpòtiÀtt. 

t  *  §■  11-  Sfrato,  si  trova  anche  per 
Letto.  Mor.  S.  (>reg.  8.  17.  Ccrcan  den- 
tro da  si;  lo  strato  e  '1  letturcio  ,  ovve- 
ro i!  covile  .  K  appresso  .-  Sarò  alleggeri- 
to parlando  meco  nello  strato,  cioè  nel 
lettuccio  mio.  ff) 

^  g.  III.  .V/rrtfo.  Termine  de'  datura' 
/isti.  Dicesi  della  disposizione  in  piano 
delle  cave ,  e  delle  diverse  cose  che  ca- 
vando  si  trovano  nelle  viscere  della  ter- 
ra.   (A) 

*  STRATO.  Add.  Quasi  sternato.  Lat. 
^trntus.  S.  .Igost.  ('.  D.  4-  3.  Il  riero 
sta  sollecito  di  timore  ec,  sempre  inquie- 
to, e  sempre  :%lralo  dì  perpetue  contcn- 
sioni  di  niniicizie.   (f) 

STRATTA.  Strappata.  *  Ru%p.  son. 
6.  Un  certo  ec.  noi  mangiar  si  gratta  La 
gola,  storce  il  rollo,  e  dà  una  .«tratta.  Per 
ingozzar  que'  cibi  d'  avoltoio.  Torricell. 
Le%.  png.  5.  Immaginiamoci  ec.  che  m 
questa  .slama  siano  trenta  uomini,  i  quali 
con  tutta  la  lor  forza  tengano  unilanifìnlo 
il  capo  di  un'  asta,  e  che  per  qiirtla  stra- 
da là  tùori  pH.ssino  in  ordinanza  tutti  gli 
uomini  dell'  Europa  uno  dopo  V  altro,  ma 


S  T  R 

però  in  tal  modo,  che  un  solo  per  volta 
nel  passare  dia  una  stratta  ali*  altro  capo 
dell'asta.  Certa  cosa  è,  ec.  (li)  Lasc.  Cen.  I. 
nov.  2.  pag.  73.  E  dato  una  grandissima 
stratta  alla  persona,  il  piuolo  con  che  Dio- 
gene piantava  gli  uomini ,  strappò  per  for- 
za, e  cavo  di  boera  a  quel  maladetto  luc- 
cio.  (TCl 

STRATTAGEMMA.  Ved.  STRATA- 
GEMMA. 

STRATTO.  Sust.  Zihretto  ove  si  nota 
checchessia  per  ordine  d'  alfabeto.  G.  J''. 
IO.  56.  2.  Tuttora  si  faccia  andare  di- 
nanzi un  gran  giudice  di  legge,  il  quale 
avea  per  istratto  V  ordine  dell'  Imperio. 
Tac.  Dav.  Post.  43o.  Il  dì  del  mortoro 
è  lo  stratto  di  tutta  la  vita  del  morto,  poi 
non    se   ne   parla    più   (qui  ftguratam.). 

STRATTO  Add.  Strano,  Strava- 
gante. Stor.  Aiolf.  Vide  Àiolfo  il  costu- 
me di  questa  stratta  gente  ,  come  sozza- 
mente viveano.  l'ranc.  Sacxh.  nov.  i65. 
Carmignano  da  Fortune  ec,  fu  uno  uomo 
di  stratta  condizione.  Crun.  Morell.  23o. 
Ma  egli  intervenne  che  pe'  modi  suoi 
strattij  altieri  e  superbi  si  fc*  in  conristo- 
ro ec,  che  non  si  potesse  mai  più  fare 
Cardinale  degli  tJbaldini  (  Lo  stampato 
forse  per  errore  Ita:  stretti),  l'arch.  F.r- 
col.  20.  Credete  che  queste  oppenionl  co- 
sì stratte  abbiano  ec   a  ritornare? 

§.  I.  Stratto,  vale  anche  /astratto,  O- 
riginato,  Di-fcendente.  Lat.  originem  dii- 
cens.  Gr.  Tpoip^ófi-t-^o^.  G.  F.  l.  32. 
4.  Non  è  da  maravigliare  $'  e'  Pistoiesi 
sono  stati  e  sono  gente  di  guerra  fieri  e 
crudeli  ec,  essendo  stralli  del  sangue  di 
Catellina.  /:.'  IJ.  57.  3.  Questi  Conti  di 
Minerbino  furo  stratti  di  vile  nascimento. 
*  /C  2.  II.  3.  Vi  rimasero  le  schiatte 
de'  signori  e  baroni,  e  borghesi  stralli  de' 
LoDgoIiardi.  fCj  Stor.  Sari.  82.  I  Giu- 
dei sono  stralli  del  Icgnaggio  d'  A- 
braam.   (J'} 

*  g.  II.  Per  Astratto.  T'it.  S.  Frane. 
206.  Mostrò  che  del  castello,  e  di  quelle 
persone  non  avesse  veduto  niente  ,  tanto 
era  strallo  in   Dio  in  quel  tempo.  (J'/ 

§.  HI.  Per  l'ratto,  Fstratto,  Cavato. 
Frane.  Sacch.  nov.  72.  Le  cose  stratte 
fuori  di  forma,  e  nuove  dì  scienze  ec.  fu- 
rono tante,  che  lingua  appena  le  potreb- 
be contare. 

t  §.  IV.  Per  Separalo,  Diviso.  Lai. 
separatus,  divisus,  secretut.  Gr.  Jf*'.**" 
O^tU-  Ott.  Com.  taf.  20.  370.  La  detta 
vergine,  vedendo  questo  luogo  stratto  da- 
gli altri  ec,  andòc  a  fare  quivi  sua  abita- 
zione. 

§.  V.  Per  Inclinato,  Dedito.  Lat.  de- 
ditus,  proclivis,  pronus ,  proiectus.  Gr. 
éTTt'yoio; ,  «;rtp;i:r/i5.  I  it.  SS.  Pad.  Il 
quale  o  per  la  ignoranza  del  l>eae,  o  per 
diletto  delle  possessioni  più  inchinevol* 
mente  stratto  a' vizi i,  ce. 

*  STRAVACATO.  Terminedegli  Stam. 
patori.  Dicesi  quando  la  pagina  vien  tor 
ta,  per  non  essere  stata  bene  addirizzata 
e  legata.  (A/ 

STRAVAGANTE.  Add.  Fantastico, 
Sformato,  Fuor  del  comune  uso.  Lai.  /lo- 
fus,  absurdus ,  insolitus.     Gr.  vl'5;.    :?«■ 

f'a'oofo;.  ai5&»('«-  Petr.  (Jom.  ili.  l.a  mu- 
A  fatta  ferrare  con  ferri  d*  aricnto,  e  mol- 
te spese  stravaganti  fere-  Stor.  Etir.  6. 
129.  Sapendo  non  aver  dato  orrasione  al 
cognato  in  maniera  alcuna,  e  molto  mono 
al  proprio  fratello,  di  far  cus*  si  slrava- 
gante.  f'arch.  Stor.  <).  228.  Nella  quale 
eitt'a  entro  a  ore  vrntidur  con  un  saio  in 
dosso  di  teletta  d*  oro,  r  una  cappa  di 
vt-llutn  d'  un  c*)lorr  mollo  stravagante  0 
l>iu.irr<i,  tutto  cliìazz.ito  tra  pagonazto  r 
ro-sso.  Salv.  tiranrh.  ^.  |.  Odi  rosa  aro* 
nialiia  e  si>ft\tira,  E  stravagante  rastellur* 
tio    in    aria    tbe    è    ■piean    vnstr.»  " 


S  T  R 

*  STRAVAGANTEMENTF.  Av^er^r. 
In  maniera  stravagante  ,  Stranamente- 
I.at.  inusitate,  novo  et  abnormi  modo.  Gt- 
tr.rjbtdi,  TTKpaisy &»(.  Segner.  Crisi,  instr. 
l.  28.  11.  Sen*iva  si  vivamente  il  s»alo 
re  Davide  V  essere  giudicato  sì  stravagan- 
temente dagli  uomini,  che  ec  (*)  Pros. 
lior.  voi.  I.  Oc.  pag.  26.  Tale  ona  ma- 
nica avea  vermiglia,  che  veniva  accoppia- 
ta da  una  verde,  e  ehi  stravagantemente 
il  di  dietro  del  basto  si  aveva  travolto  di- 
nanzi, e  quale  ce.  (fì)  fìellin.  Disc.  2. 
232.  Il  fuoco  con  queste  sole  ronditioni 
modificato,  ma  mantcDUtu  sempre  1*  istesso 
in  se  medesimo,  fa  tagliamentì  si  stravagao- 
tcmente  diversi,  ch'egli  taglia  ogni  cosa.  (F) 

•f  *  STRAVAGANTETTO.  Alquan- 
to stravagante.  Salvin.  Cas.  l3.  Altra- 
mente sarebbe  slravagantetta  la  voce  per 
la  ragione  che  abbiamo  detta     (A) 

*  STRAVAGANTISSIMAMENTE.  Su- 
peri, di  Stravagantemente.  Il  ì'ocabol.  al- 
la voce  STRANISSIMAMENTE.  §.  (*) 

STRAVAGANTISSIMO  .  Superi,  di 
Stravagante.  Lat.  incredihilis  ,  mirifcus  , 
inauditus.  Gr.  TToe^yco^?;.  Lasc.  Gelos. 
5.  II.  Questo,  secondo  che  io  ho  potuto 
comprendere,  e  stravagantissimo.  E  Streg. 
4-  1-  T.  Oh!  è  egli  però  abito  sì  stra- 
vagante questo?  F.  Stravagantissimo.^uo/i. 
Fier.  3.  I.  7.  Quel  fia  stravagantissimo, 
eh'  al   capo    Attaccato   ha   le   mani. 

t  3  STRAVAGANZA,  f  n//'a/i/iraSTR A- 
VAGANZIA  .  Attratto  di  Stravagante  j 
Qualità  di  ciò  c/te  è  stravagante.  Lat.  novi- 
tas.  IJu-'n.  Fier.  \.  2-  4-  Stolidili,  foro' 
io  diceva  ,  umore.  Bizzarria,  stravagania, 
affiss  azione. 

*  §.  I.  Per  Cosa  stravagante  ,  Fuor 
del  comun  uso.  m  Sagg.  nat.  esp.  7.  Per 
somma  stravaganza  un  anno  è  arrivalo  a 
otto,  e  un  altro  a  sei  (gradi).  Buon. 
Fier.  Jntr.  2.  3.  Sogni,  voi  maghi  miei  , 
miei  negromanti.  Che  a  tutte  V  impossibil 
stravaganze  Sussistenza  donate  ec ,  Fair 
arrestare  i  canti  De'  galli  e  *legli  ureelli. 
K  3.  I.  7.  È  la  più  strav-tganlc  strava- 
ganza Che  voi  sentiste  mai  ^  .   •  C) 

*  §.  II.  Stravaganza,  vale  anche  A- 
zione,  o  Di.fcorso  stravagante.  Cas.  leti. 
86.  Ohra  che  fareste  una  stravaganzia  ec  fC) 

*  STRAVALICARE.  l'nlnar  di  subito. 
Trapassare  con  fretta.  Lai.  propemnter 
transire.  Gr.  ra^sw;  O'K^wSìv.  Bem. 
Cair,  Stravalira   il   fossato.  (') 

3  STRAVEDERE.  Vedere  assai.  Lai. 
fierspicerr.  t  arrh.  Suoc.  2.  3.  Aorora 
che  io  non  sia  di  quegli  uomini  che  la 
guardano  in  ogni  bru>colo ,  e  vogliono 
stravedere    lullu   quello   che   si   fa   io  casa 

^  g.  Per  l'eder  malamente  ,  Pigliare 
errore.  Lai.  se  decipere.  «  Matt.  Franz, 
rim  buri.  a.  327.  E  se  si  trova  pur* 
qualche  aniore.  Che  tien  che  1*  amor  ve- 
de,  anzi  aiilivrde.  Questi  ancora  stravede 
a  tutte  l'ore-..  Meni.  tip.  3.  2l3.  O  sia 
lii-enta  che  essi,  rome  padri  e  fonilatori 
«ella  e|oi|urnu  si  presero,  o  sia  perchè 
anche  ì  ben  chiarì  inleUetti  dì  quando  in 
auando  stravecgnno.  (C)  Bart.  Stor.  /t. 
fib  a.  cap.  G.  Fu  tàlibaglio  dì  chi  stra- 
vide, prendendo  in  iscamliìo  di  Lainei , 
Giovanni   Feruandn.  (CPf 

«  STRAVENATO  .4dd.  Uscito  fuori 
delle  vene.  Lai  e  venis  eruptus.  Red.  leti. 
I.  i()l.  Come  qiit-l  sangue  slravenalo  in 
quelle  interne  parti  della  le»ta  e  UJ.citi> 
poi  lutti)  tuli»  ludo  .  senta  rimanervenr 
pure  una  stilla  aggrumala,  che  alibia  avu* 
lo   aUlità   ec.    (') 

STRAVERO.  Add.  Fate  lo  stesso  e ht 
ti  superi,  frriisimo.  Più  che  vero.  Lai. 
i'erixiimus.  Gr.  «) r.SisraTOi.  Salv.  Spi» 
3-  3.  Ed  è  possibile  che  sia  Vero  questo, 
che  In   mi  di'?    It    Stravero. 

Jf  STRAVESTIMENTO.  lo  stm%t4tt- 


S  T  R 

„.  Trai-estimento.  Scgn.  Pelt  p"?-  '\ 
7t'.„  l'i'llt  Però  cuusrsuiU'  <''  nec.sM- 
:J"e.uuVli>.n.vcs,,,,,t.m  Jena  perso. 

n»  e  le  Bniioni  >UUe  v.ki  ec.  (VJ 

•+  STRAVESTIBE.  Seulr.    e    nculr. 

«,f«  conosciulo,  Irmeslirsi.  Lat.  per- 
"oLm  indurre.  Gr.uV,x.=.-v.»a«-W«; 
tir.  As.  263.  Sofg.ungeva,  Ce  slrave 
..endos,  una  sera  quando  non  lu«ss.  la 
luna,  sitch'c-non  potesse  esser  conoscm 
lo  ec.  Segr.  Fior.  Mantr.  4.  2.  No.  ab- 
biamo tulli  a  slravcslircl. 

*  fi.  K  .-.  ^-gnific-  ""■  ^"'"^  "'"' 
no  dfgli  nìtrui  p.nni,  r'rchenon  s.a  co- 
nosJ.10.  CroJstrin.  ,32  Scampo  fa- 
poleone  Fran.esi  da  San  G.m.§nano  me  - 
^ianle  messer  Piero  Vespucc,  che  lo  slra- 
vesU,  e  roandoUo  via,  dices.,  per  pecu- 
"'sTBAVESTITO.  AM.  da  Slrn.cstire 
Lai.  r'-r.^c-nlus  Use.  l'areni.  A  «>■  ^^'^ 
condun-.  più  coloralamenle  alla  >"rP"^"  • 
,  cosi  straveslilo  in  mano  cosU  del  voslro 

*^'T  STRAVINCERE  .  r>n"r  più  ài 
nJchr  si  <o„..e,.e.  norgh.  lesc.F.or.^ 
460.  Io  non  voglio  fu  negare,  che  torse 
scioccherà  sarcl.l,e,  e  un  volerò  stravn- 
ccre.  nella  cilla  nostra  come  nelle  ale 
d'Italia,  0  come  nel  resto  del  mondo  tul- 
io, essere  stalo  de'  buoni,  e  de   rei. 

STRAVISATO.  .MI.  Tra^i-'alo- «•">•'■ 
Pier  5.  5.  6.  Che  mi  par  veder  sempre 
que' ribaldi  Brulli,  strani,  delormi  t  slra- 
vìsati  pormi  ec.  ^ 

STRAVIZIARE.   Fare    stra^-n-o.    Lai. 
perquam    lanle    cpulari.     Gr.      Oaia-^j 
eJwYsrj^ai.  Buon.  F,er.  2.  1.    14.    1-a 
trovai  gente    in    copia    ImpoUromla    stare 
«raviiiando,  E  invitarsi  co' bnnd.s.  a  ere- 
rare,  f   Impcrf.    r.    Tib.   /).    2;     T.    II 
Ss.    (Qualora    in    si    falli    diletti    l'uomo 
t'abbandoni  soveichio,  o  per  proprio   ap- 
petìto,  o  per  vana  gloria,  e    e.  si   appas- 
sioni troppo   lautamente    e    delicatamente 
stravixiando.  pian  piano  seni'  accorgersene 
decade  nel  vizio    fi) 

•\  *  STRAVIZIO,  io  J'e."»'"''^*'"' 
.■izio;  ma  e  meno  n.^alo.  I  rcs.  fior.  f>. 
1q3.  Gridando  allegrezaa,  allefrewa,  e  pio- 
ve,  e' verranno  i  bigioni,  si  tara  lo  stra- 
viiio,  e  si  raguneri  pure  una  volta  que- 
sta benedetta  Accademia.  C)  Mi'on-J'"r. 
I.  X.  3.  DaU' altra  parte,  di  quegli  stra- 
viiii.  Di  quei  serrati  ritrovii ,  ec.  che  ne 
dìciam   noi  ?  IHl 

ir-  STRAVIZZAPiTE.  Che  .<lravi:za  . 
Prx>s.  Fwr.  voi.  1.  OV.  pag.  212.  Pero 
se  vi  è  nessuno  Ira  voi  Slraviiianti  ,  ene 
su  innamoralo,  sa  come  egli  ha  a  fare.  f«; 
*  STRAVIZZARE.  Vare  .ilraviz-.o. 
Leon,  nm  .Non  sapevano  all'  aulica  ,  Se 
non  v'erano  i  manti.  Straviziare  e  lar 
conviti,  f  -IJ  .    ., 

STRAVIZZO.    Convito;  e  prendesi    u 
pili  delie  iolle  per  Disordine  che  si  fac- 
cia in  mangiare  e  bere /acri  del   consue- 
10,  o  del  bisogno,  e  per  puro  piacere   Lat 
convi>lum,  epii/a     Or.     5u.u7t0l'O'.     Iir. 
As.   261.  Ella  faceva    ogni  di    mille    me-  ^ 
renduue  e  mille  stravizzi  di    nascosto    al  , 
marito.    Tac.   Pao.  Ann.  1.  23.  I    barba- 
ri in  feste  e  stravizzi,  con  allegri  canti,  o 
urli    atroci .    rintronavano    le    valli    e'  bo- 
schi. F  FU.  Agric.  393.  A  poco  a  poco 
coli' uso  de'  bagni,  slravizii  e  riUovi  cad- 
dero nelle  lusinghe    de' viiii  (il  lesto  lai. 
ha:  conviviorum  eleganlia).  Fanh.  Alor. 
8.     198.    Che    volcnlieri  faceva    stravizzi. 
Bed.   Ditir.    5.  Un  tal    vino    Lo    destino 
Per   stravizzo   e  per  piacere  T)elle  vergini 
severe.  Che,  racchiuse  in  sacro  loco,  Han 
di  Vota  in  cura  il  foco. 

STRAVOLERE.    ì  olerne  troppo,  oltre 
al  convenei-ole.    Tac.    Pai-.    Ann.  I      Per 


S  T  R 

Iiando  iliopolo  ammoni,  non  queste  esc- 
,t,  come  Y  altre  .lei  divino  Giulio,  sconi- 
pigliassono  cobo  stravolere,  ^l>e  >«"?'"  n;' 
Foro  della  ragione  ec.  s  ardesse^  I.  ost^ 
437.  liasla  vincere,  e  nou  si  dee    slra^o. 

'"stravolgere.  Propriamente  Tor- 
ce- co-  violenta,  per  min-vere ,  0  canard' 
suo  luogo.  Lat.  de(or,7,if7f.  Gr.  a:T»5  .,-- 


S  T  R 


l4l3 


'^'s.'l.  Per  mela/.    Firg.    Eneid.    M.    E 
col  ferro  stravolgi  il  dolor  tuo   fnoe,  be- 
va, e  togli  via).  . 
*C.  II.  Stravolgere,  parlandosi  di  imi 
Iure,  libri,  o  simili  ,  vale    Interpretargli 
..tortamente.   Fuori  del  vero    ,«•-..».     l'ep- 
recam.    24.  E  di  più  die  il  volersi  oppoi- 
re  a-li  Scrittori  e  scritture  ricevute  in  quel 
secolo,  o  stravolgere    i    sensi    e    stranissi. 
mamente  interpretargli,  non  '-=  fj"  ^Jf 
voler  fare  un  mondo  nuovo.  (^)  -'^egny  . 
Mann.   Asceus    3.  Non  li  lasciar  mai  stra- 
volgere {dare  inlerprelazione  storta)    un 
si  bel  testo,  a  distaccarti  da  rio    e  hanno 
ad  essere  in  terra  le  tue  delizie.  (J  ) 

g  III.  In  signi/ic.  neutr  pass,  per 
Capolevare.  Lat.  inverti.  Gr.  '=<-«"P=- 
=  .-,S«i.  C.  F.  II.  Il3.  3.  Un  grande 
r  ricco  cero  ec.  si  stravolse  sprovveduta- 
mente  con  tulio  '1  carro,  e  cadde  in  su 
"ladi  della  porta  de' Priori. 

STRAVOLGIMENTO.  Lo  stravolge- 
re. Lai.  inveruo  ,  dislorsio  .  Gr.  /i/.r«- 
srpoy/.  6.  r.  11.  3.  4  Passare  a  nostra 
correzione,  non  a  stravolgimento  di  di- 
sperazione f  eoe,  rivolgimento)  .  iagg. 
nai.  «P.  Il5.  Quindi  a  poco  ritornarono 
i    primi    accidenti    con    isconci    slravol.i- 

menti  di  bocca. 

STRAVOLTAMENTE  .    Jvverb.     In 
maniera    stravolta.     Lat.    Pf^'^"^-      Gr. 
Ji«,T.,>t.c.   Cai.   .V,.<(.   35o^  Sebbene    . 
Copernichisti  risnondono,  benché  assai  stra- 
vollamenle,  a  queste  e  simili  altre    ragio- 
ni, non  però  ec.  ,  t    .    ;_ 
STRAVOLTARE.  Stravolgere.  Lai.  m- 
lertere  ,    pervertere.    Gr.      ò.«5T^!y=>v. 
Jìuoa.    Fier.  5.   2.  5.  Confusi  e  stravolta. 
Il  successo  a  mio  modo  (qui  fguratam.  1. 
STRAVOLTO.   Add.  da  Stravolgere. 
Lat.  inversus.    Cavale.   Di.'cipl.  .«p;r.  Sie- 
ci  per  esemplo  colui  che  ha  stravolto,  po- 
»nam  caso,  un  braccio,  il  quale  ec.    /  .(• 
SS.    Pad.   I.  244.  Essendogli    menato   un 
giovane  ,  lo  quale  avea  si  crudele   demo- 
nio addosso,  che  tutte  le  membra  aveano 
quasi  perduto  il  loro   u6zio  ,  ed  era  tulio 
istravollo,   intantochè  quaudo  volea  spula- 
re  gli  andava  in  su  le  reni. 

t  g  ler  metaj.  ci/c  S,ompo.tlo  ,  Di- 
sordinalo ,  Sregolato.  Rim.  ani.  Ollltl. 
q3.  Or  ben  mi  par  che  '1  mondo  s.a  stra- 
?obo.  Ott.  Com.  Inf.  .1.  206.  Dice  nel- 
l'Etica,  clic  sono  tre  maniere  d.  cose  da 
fu-ire  intorno  a'  costum.  :  inconl.nenzia, 
malizia,  besliabtade.  Quando  1  uomo  hae 
stravolto  T  appetito,  ma  la  rag.one  pratica 
rimane  diritta  ,  ec.  Pass,  l'jfi-  La  figura 
del  diavolo  s'  imprenta  nell  anima;  e  tan- 
te sformale  immagini  ,  sozze  e  stravolte  , 
a  quante  cose  superbamente  con  v.zioso 
affello  la  menle  si  rivolge  ed  ama.  Buon. 
Fier.  4.  4.    IO.   Con  gli  abbachi   stravolli 

Mi  colga.  ,      I    . 

STBANOLTURA.  Slravolgimenlo.  L.at. 


di  quoti  malvagi  uomini  straziare.  F  nov. 
',:i  1-.  È  molto  nun  male  essere  dagli 
uomini  sl..izi..ta,  che  sbranata  per  U  bo- 
schi dalle  fiere,  l'etr.  son.  62.  Non  temo 
-ù  che  p.ii  mi  slraiii,  o  scempie.  I  ardi. 
/«.  5oo.  Il  medesimo  significa  slrazure  e 
scempiare  nella  nostra  lingua.  Cani.  Cam. 
5o.  E  quanto  pii.  eravamo  straziate.  Tanto 
il  nostro  piacere  era  maggiore. 

g.  I.  Per  r>efarc,  Burlare,  Schernire, 
Aggirare.  Lat.  illudere,  irridere,  tradu- 
ccre.  Gr.  jj'S'JK?-'"'  ò'KOu'pS'^  ■  ■''<'"^'■• 
nov.  73.  21.  Se  tu  avevi  altra  ira,  tu  non 
ci  dovevi  però  islraziaie,  come  fallo  hai. 
Celi.  Sport.  2.  I.  Delle  nostre  :  sempre- 
mai  noi  straziamo  le  povere  persone.  Cas. 
leti  ■"].  Dal  quale  sono  slato  tenuto  a  ba- 
da, e  sUazialo  a  tutti  i  tribunali  di  questa 
cilt'a  presso  a  tre  anni. 

f  11  ler  Mandar  male.  Celiar  via. 
Dissipare  .  Lat.  prodigere  ,  profundere  , 
con.<umere,  di.<sipare  .  Gr  oiy.fcfi'.i^  ■ 
lìocc.  nov.  7.  12.  Io  ho  dalo  mangiare  il 
mio,  gi'a  è  molli  anni,  a  chiunque  mangiare 
n-  ha  voluto  ec,  e  ad  infiniti  rd.ald,  col- 
r  occhio  me  V  ho  veduto  straziare.  <<"!(• 
Carn.  (ìli.  29.  Ma  voi  giovani  ancora  , 
Perchi;  straziate  danar  ,  tempo,  e  panni 
ee.  (  ire.  Celi.  3.  76.  Veggendo  che  di 
quello  che  ha  fallo  la  natura  per  tutti  ec  , 
a  uno  ne  avanzi  tanto  ,  che  lo  strazi.. 

STRAZIATAMEJ.TE.  Avverb.  Con  i- 
<tr,uio.  Bcmh.  Asci.  1.  27.  Da  essi  stra- 
ziatamente  qua  e  l'a  in  uno  slesso  tempo 
essendo  portali  ec,  il  senso  si  djegua  loro, 
e  il  cuore. 

STRAZIATO.  Add.  da  Straziare.  l-»i. 
male  habitus,  vejialus.  Petr  cap.  4.  Ne 
rallentate  le  catene  o  scosse.  Ma  straziai, 
per  selve,  e  per  montagne. 

t  STRAZIATOnE.  J  erbai,  mase.  (  lic, 
o  Chi  strazia.  lai.  eruciator  ,  vexalor  . 
Dial.  S.  Creg.  Venne,  secondo  eh  e  usan- 
za ,  uno  straziatore  ,  che  viveva  d  andaic 
1  per  li  conviti  con  una  sua  sc.m.a  (  qui 
schernitore,  0  buffone  ). 

STIIAZIEGGIARE.    Straziare ,  in   s,. 
gnific.   di  Beffare.  Lai-    ludibno     habere. 

I  Con  iscede,  cioi  con  delti  beffevol.,  che 
'  slrazieggiano  e  contraffanno  lo  parlare  al- 
leni    Sceda  i;  la    prima    scrillura  ,  ed  an- 
co   simulazione  e  contraffacimento  ,  come 
quando    1'  uomo    straziegg.ando    eonlrafia 

"sTRAZIEVOLE.  Add.  Di  stranio,  m 
,e,iso  di  Schern.,;  Schernevole.  Lai  co«- 
tumeliosus  .    Gr.    u8p.cT.X04  .    Cuid.   O. 


inver..io 


.,-,.,.„,  rf,.<(or...o  .  Gr.  /aTacTSOfv;  . 
■.=  Vasai.  leti.  Peggioramento  che  ap- 
parve 'il  quarto  anno  dependentemcnle  da 
quella  slravollura  del  piede.  (Bj 

•+  *  S  F  /hural.  per  Interpretazione 
.■,forzala..iliracehiala.  Magai.  Leti.  VeTÒom 
V.  S.  lUustriss.  la  pedanler-a  d.  questa 
slravollura  d'  un  luogo  di   Pbn.o.  (A) 

STRAZIARE.   Maltrallare  .   Lai.  male 

habere,  lacerare,  .  e.r«,^.Gr.  /»Z!)vv.  Jloec. 

i  nov.  II.    l3    Non   mi   vogliale  ad  istanza 


lumeliosus  .    ^e.    ur,^ ,- 

Non  temperandosi  al  mov.memo  della  sua 
ira,  con  parole  strazievoli  s'erse  contr   a 

Priamo  .  .       .     .^, 

STRAZIO,  /o  straziare,  in  signljii 
di  Scempio  j  mlaceramenlo.  Lai.  crucia- 
liis  ,  .luppliniim  .  Gr.  p-««<>4  .  »,,i'. 
/„/.  l3.Cbe  giunte  .Siete  a  veder  lo  si  a- 
zio  disonesto.  E  19-  Per  'o  n""'  °°°  "•■ 
mesti  torre  a  .nganno  '  a  bella  donna,  e 
di  |.oi  farne  strazio.  Hoce.  nov.  4».  IO.  ■ 
a  giungo  qui,  e  qui  ne  fo  lo  slraz.o  che 
reLi.Tes.Br.l.  5.  Alla  fine  gli  pre- 
sero,  e  fecero  di  loro  grande  ucc^ioue  e 

prande  strazio,  letr.  son.  3  I.  Fuor  b 
man  d.  colui  che  punge  e  molce.  Che  g.a 
fece  di  me  si  lungo  strano. 

e    I     Per  Jseherno  .    Lat.   ludihrium  , 

cniitumelia.  Gr.  Z^^^^'/^'^' f'^'^^f^'ai 
Petr.  canz.  29.  5.  Peggio  e  b.  strazm  al 
mio  parer,  che  '1  danno.  '^"X'  '"'J/^^ 
•n  i'razio  d.  °",-'i-,,;;;"'X  ViUanà- 
scorrendo  per  "»'"  '  '"f^;';;,"„„e  beffe  e 
menle  la  sprezziamo  ,  e   laccian 

'"^"V    II     Per   Profusione,  Sprecanien- 

"'^'      rli     4sr    cap.  6.  Ne'vamono- 

:tde''gUsp'el'tacób^re/ec.  con  piò  sari. 

ehe  Lazio  I  il  Lat.   ha:   ut.   longe  a  1»- 


larti  ,  '0»  hm^.  ^ffffnar  .  Dal  verbo 
«TRAZIAftR'.  $.  n  y.  r«rrA  J/ar'  *• 
3-  AM.n  II  f»tu  *Tjfat  >!!«  co«  <I«J  o»- 

f  sTBAziosAtiKBrre.  r   ^.  ^t-- 

vAI^.  r*'*»  iétrusi'»,  SfhrrntvolmenU.  Lat- 
tttntumdyim ,   inkurU>at.  &f.  >?fti«T*/i?. 

i  ilj  lai.  e  «aJsUrJwo  «iraóoM 


<fflafi  rfjmH  wnmtt  dw  volcMc  r«||«are,  « 

STfiEBeiARE,r  STRIBBIARE.    ^(/W' 

fticciarr,  Pultr*}  ed  k  pr^pfrto  qutUo  che 
fomiti  le  dtinn*  in  li$fion^Jit  .  E  et  mé<t 
tn  tiffmfir.  alt.  e  ntutr  pAt».  Lat  per- 
patire.  Gf,  raJi'^tc'^jij-   /,<*6   aO^-  **«- 

lo  ttm  drtrrwr  U»«<ore  ar*^W-«j(Ca  .  I^asc. 
Siref  prt>Ì.  QnviUt  pu  n  rf'/rx*oo  ,  ♦«- 
feieofSmi  ài  »*iJ  e  «)*  '>»'' .  *  «'  -  of»J«A>- 
M,  h»ciawÌMÌ,  e  arrf>»iart4//ii  il  »'jlto,  4t 

•Crwo  Jf  ti  otrin  àn'  tf^iuaA»aU  «cecine  e 


*    ftTRKB«IATe/ZA,   Qualità  M  eii 

the  e  *tr*tf*riatA}  fhiltirzsa .  tjérn,  >'lt. 
Ub  ti  }>KrA»:  Uial/>  b«IU  pOArnle  OrelyW- 
Ijnxa  àrWt:  ^fMtfAr.,  'h«  nm-kO^  «^4^  Ai  t^rO' 
U«i'^«ti  HB/-»rt  '7«r^  ptr  timUtt.  i.  f/tf 

STRKBBIATfl. '«TMBISIATO.  yidé. 
d/ti  lf>r  verhi.  (.  '  "  '' ^utut  «*..  *  T 
▼IK*  e  I»  gftU    <    '  '    ^ff^ÀÀ^AK 

e  firwic/M**  ,  M  W  spd  '^«i 

AwMlPtlll.  MRzi  aA  o%ln  n»«!«fHnrr.  Lt/r. 
àfed.  cani.  l5  3.  CI»'  «fcb  «  j«w»>  'W  vi 
lAr/-4 ,  ffwmAtt  <*At«-  ti  ftlrcUMatc .  Buon. 
Fier.  4,  ).  7.  Vu  «ìa  «facOJi  «trcMMata  , 
4^n«aa  Ww'Urvn  «rattsuMvi  . 

ffTP.RrEBKTMCK.  e  vnilKeiATF.!- 
CE  .  Verhat.  Jemm.  t  he  tlrehfria  ,  f  fu 
gi  strAhta.  Taf-  ffav  f'  "  '-'-^  Inerfa- 
n  .  qvjlowitw  %*■*  ,  rr.  'fi#«  , 

iHulrtrtlMU,  «JilamMlr»  -  >.*  jf<^ 

»T»KC/:Uf  E,  Cantmrit,  d"  tHtrttria- 
r€ .  Lj*.  dàrpetrrre  .  Cf.  ^<aiff;iS«»n> 
Buon.  Tane.  5.  7.  Il  laJV.  i'nrtrmrr»  Brar- 
Ha  ««>n  Wa/^/ia  ;  Menlr*  un  i'  aBa^ia,  L* 
allr'#  «I    «trc^/i 

Grifone,  ^fatfrllone,  »  timUe.  Car.  Mail. 
um.  6.  F«n«  ba  pMai|^*^o  «taf^H  ai»  St- 
ratta IH  rtr«rvAr.  di   «fragMÌ,  e  A  ''■■f^ 

•TfifTFOLAflK-    lfi»/are  l  Urpai. 

STKf.CA.  Mmlìaréa.  Lat.  Mjr«,  «-«n^- 
^< ,  Cr.  f9ya.V/tiritv  .  iJant.  Purf. 
19.  Tcvlrtli  ,  *M« ,  i^tMrlIa  anb«a  Ur*^^  , 
<;(p.  -'ì — --  .->   /-... 

IP»'  ■  ■     - 

*»    *' '"     ■'  ■    "■-'.-  

mr.       ' 

mi- 

tf,'- 

11 

I* 

e  f  '  .  V  cto*  ▼■  ^ 

S     '    •' 

fmrrre ,   «   ■ 

9   CW  IO  i^><i  «w  'Mtf'f  «r.M 

^  ^r.   Tr-.    3.  1    H«  . 


S  T  ■ 

£a««,  3treff.  2.  2.  FaMuriiM  mi  >}»»«  die 
la  loa  v«erina ,  qa*Ua  iUrf(»rri«  di  m/.na 
Sa^aCiaa,  gli  aveva  «ieU/i  'be  cr^w^  figimc/lo 
era  vivo  .  /;  3.  3.  Cb^  «pelia  aUc^gaccaa 
■«a  ^<ia  V^  t^ioAfh*-  osale. 

STHiLOAhE-  Ammaltart,  Affatlurare. 
Lat. /asctnarr .    Or.    ^'?/«/mi»  .    Ta^r. 

qoea«.  «-b*  v»an//  ii/fr^tao^/^,  'i*«r  f/«r  l/^ 
f'/  di*f^otaf  1^-"^  T  /  «**■  ''<''''  madrt^. 
3.  V  »'^  iaptii'T  }.rf*^  f»o-»ol/.  pt*Tf  oeil/> 
itreipr  ti  trovj  ce  ,  l>tf«»u  fj***  Da//ta 
Parervi  iaalmeate.  Cb'a  ore^aj  ft^^a  m  dea 
tstU  b  %ifUU. 

%.  f*er  meta/.  Malta.  5.  fe-  St/^T^a  U 
Uiftj  di  biT  •■atofcw^  u»y(/(<l'j,  E  U  Mul^cxe 
a*«rpa  ileUe  ypf^ 

ftTHEGATO  //«irf.  --ia  Stregare.  Lat. 
faseiMatut  .  *■  '•■'-  '  ■  j>eremptMJ  .  Or. 
fiV.'Z^'X.nV.   t   .  l'or.   I)av.  Ana. 

3.  fil.   £  II.  *»*«ieo^l//,  *U«- 

ÀTRKOHEKI  A      I ut^i    df^e  vatuta,  * 

ti  rttrtjvanif    le    tlre^he  .     hìaim.    !^.    78* 

Martjnana  .  'W  rr^    10  O/ei^Wna  ,  Vaaao 

Ak  la  f^r?(»«»  '<#l  f.t'n*'.- 

fcT.  .....        ^^^ 

|«  ri,  .-ano 

e    r'f.^  'naJt. 

Liti,  atnfftiu.  i>t.  •STLf/^i-  />*'•*.  /•/ 
2^  lo  «''V  «*^  m^mméi  nraarc  «trcig^u 
A  ra^Hio  mafrtiMi*  d»  uipB'/rw/,  *x.  O/om^ 
riìiran  »eaa*a  ifictv/  li  w»Hwt  Dell'uà- 
0ue  vewra  tk.  liem  rtm.  |.  II.  kòu^wa 
m  «pKl  lem»  pia  b  (/icIm.  A  br  b^U  e 
■wyliarci  vi  crLobU,  Cl*c  b  Kyy|ictU  a  2ia- 
pMi ,  o  b  it/eglaa. 

%.  Avere, p   tiare  una  hu9aa  moMO  di 


«al  MKflrf'.'  .ui:c  ■  baatotji 

afta  hwm»  t/rum*  muM^t  dt 

itrtt^tjij 

1%'itLOOHikHZ  ,   «   feTAKOLIAfrF. 
Alrtgltare,  f- recare  e  fitpuJir  tolta  stret' 
ghia.  La*,  slrtftù  exp^tre    <*r.   f^^Tfr* 
<>uv.   /r.  fi    5.   I.  La  auUioa  per  tew 
pò  M-  n«  ' 4  >     '  ' 

f^  per  IO 
U«p»C«le  a  :' 

U//i>e  ;  MaàttdrtSo  m»  k'  ,  *hn  t'  Im 
|[fattto   >.   fJVt    ttuon.    tter.    3.    4'    '      -^ 
Uvb   f»"^   A   ^ra  0>iU  ftaoi^be  »  «-«tifli 
arieasi .  '    i'f  .?ì«'Ìt 


/  4m  ^li..fkl.r.. 


I,    A,    U^ 


4«  .w*M4 


,*r: 

I.   Il  iHvipM  *> 
mnm  ma  xn^u.  t  mrJ> 

vnl«r«  o  M/f*  pobT*  .' 


I   tmmmm  »tr*t 


U4IO  ut  ttà  Mv>  U«o,  *^  ;  ' 

■'  Im  «««U  mu  U>'il  tUtio^U.   .   ■ 

AiiTiiM;Lit.  f.  »TKKr.<;(iiA     < 

F  I 

•V    SI  LICOSA.  .Ìk^  d<  1',.^.      ". 

fllfmttmU    -t'Ir.  Al    V>  ÌAm  ■ 

4r«,  ,     ,  [i.^-f. 


»  T  B 

di  <pctu  dui      R  52.  Quale  . 

lu'^'f  0.4!»-    sItoi  s.^»--Jf*jr^  «  .  ^^_; 

j'.SI             ,  .1      VtMJU 

fui-    *>        .  u  pa«« 

fl»c   II,  _j  i  e  •Ile- 

)i  «ijnu  //ena.  Or/.  2.  9   ^  ChiMBM  B». 
bfcjfdo,  ed  *  (i|^«au,  &tic|(uor,  fi  — lilnri 

l<  ni. 

MI 

rr,    /«/ 

I      '). 


f.-T  alrtt««  maliltir,  e  per 

'J.    t  .  A      Ao    «ir*y«' 

AffatUàrtuH.nla.   Ljt. 

:  j^yeia.  /fui.  /a/,  ao- 

t^  f/nsripaJfnettU  Mt- 

.>.'....-,.,  ■  j .  ■  ^  A .  Strrfòntecit.  Ltf.  *«. 
ntjtllum.   r.f.    ^v.^ji^Jjl'jìii. 

3  STIteCUA.  Iliixii prapnamoiU Quei- 
la  ralM  che  U/ctM  allrui  ntt  pafmr  Im  et- 
wa,  U  deiinan,  o  itmUt  aitrt  ip*M  /mtu 
M  tomune  j  ma  fmtrmlmtnU  n  pnad* 
ói  *tt€  di  l*aru,  o  ftmfffuag/u.  LM.  aym- 
Wtf  ,  pftrtìjrt^  rata  part.  Gr.  ^V/tSoitlì- 
Bar^.  Ong.  fu-.  88.  En,c<iM«Xre,U 
parte  A'  ttao.  e  ava  w  m  sm  dic<liMfi 
Lrae  la  rata,  o  la  iix«c«a.  *  if  fut. 
/"/or.  ^23.  Vi  >«ao  Butale  k  diilnbaóo- 
bi  dfonw  At\  vivere  per  aaa  li«c£a,  UM' 
pò  per  teM(M« ,  «  p«ctc  p«r  pi»«r,  •  ^1 
roawgitr  della  rjvne  io  laori  •  viaMana 
alla  iCrcyaa ,  '  Ite  a*  «om  vosaci   area  S . 

4>  J.  I.  . tiuUn  ad  una,  o  alu  mtéetim <i 
ilrrffuOf  volt  Cf/rrrr  la  Eletta  /ortmmM, 
Andare  alla  sarte  mtdeitma.  .  Toc.  Orni- 
.1t»r  I  Vii  riH  l»-oe,  u  naie  «he  ••  •»- 
verrà  '  la  wl  Ki  ad  «a»  itrc' 

ÌLUM  f  't.  hai  mio).  Varth. 

StAr  ■    II.    luAi^    jtmttriim' 

mi  '1 
le  U 

le  *jn*ìi  ij  -ij  "  t,'.Tfjitij  1. 
aww.  òeiÀiottij  vidma  atta  flwdaiiaM  rtra* 
(aa.  e  al  mriammm  rag(Ba(l>a  iafli  d- 
Ina  .  m 

•  f.  II.  K  tlaadart .  »  MeUBr  ■>■• 
iTua'aJ- 
la  sarte  , 
.  fartà 


i6 

-.  '(> 

•  tT  Hi;  VI  AMIATE.  Atf-ari.  FjMma, 
mrnu.  Il  fatabal.  alla  f.  iTaCTTA- 
3IK\1E.  /Al 

a  «ll-PMtflF  iToT/mr.  rHanaain 
-/.       » 


I 


.    a»a  Ila 


paro  >rf 

..      l'oa.    Mam 
^,    dw    lUa- 


Hl  trilla'        I 

IMI    Ma  <)'i 
IT..-    1.  af/e.  .-olla  dal    P«f*- 

/  «rrA     iil.>f     11.     441       ^l'""'l 


per  «awaiiiia»  A  Clliatr 
'  <!•  pMe    .    di    aa^a 


lau 

3    i       /.    1»    lifaljlc.    mewlr      e    mmttr. 
r^aii.   L^    immimmt.    m  fttat.    7.     tA   H 

frT'!.^al-'-    '*.rj^i    a    p'.*^    a    ptìew     rtfewa»' 

.  .     'i.-i>.Mi    itimr^a    a  aawta 
'  .      /-..../   8   88    lovaUiBoa 

la 


Strafa        4aée  Ma^i 


IIIlKMtTU.  .^dd  da  tlramarr.  Utt 
immiaatMi  Or  iiti-:-!mÌtii-  Tar.  Dar 
Star     I      2ÌS 


S  T  R 

„     (il  I"'    '">  per"-""")  •''■',,      !-„, 
STRE3IE.NZ1KE.  /(irf«rrr  ./«<«?».  ^■"- 

bù'c.  di  Spa.u,  aissc   «sere-   .    >uo.    6ch. 

dicova  egli,  che  gì.  «l'"""""  „=  f  J.^b- 
meniiva;  che  se  queXo  non  fos>e.  «rcb 
Liro  dìù  TcgncDll   e  |.iu  f,rusii. 

re    .s»/..».    Z'"'^-    TO''-   ••492-.  *'""• 
To  ;he' altri  .appia  che    si    '--   on„,. 
che  cresca  in    repulaiione.  e    l    suo    ere 
^e,c  non  is.in.are    propr.o    scen,..nen,c, 
^à  venir  a  parte  d.  sua    repuUz.one  con 
cederne     e  Roderne    veracemente    '.entro 
à  cuore,' non%er  isUea,enx..a    allettaz.on 
d'apparenza  I  r,ni  per  metojl. 

*  STREMEZZA    StrttU-.ia,  Angustia. 

llia  Terra,  che  sette  m.gl.a,  Po.  ritor- 
na in  an,,..er.a.  E  poi  in  tale  stren,e.za 
Ch-To  no'n  credo  che   pass.    Che    c.n4»e- 

cento  passi.   (t.'ì  .^,r,r      c-raTr, 

STREMITV,  STREMITADE.eSTRE- 

MITATE.   L'  "'<>"'"  P"-"  *  q-,"''""!"^ 
'  y.   10.   8y.    6.   1    qu..l.    erano 


S  T  R 


S  T  R 


I4i5 


lon  loro  tende  alla  stremila  dell  oste. 
T«  Br.  2.  3l.  Ciascun  d.  loro  ha  di^e 
slr.n...adi  e  un  mezzo;  rag.one  ,  come  lo 
(uoco.  che  è  di  sopra,  si  ha  una  slrem,- 
tade  che  tuttala  va  in  suso,  ec;  1  .JUa 
stremitade  è  di  sotto,  eh  e  meno  legs.era 
e  meno  delicata  che  V  altra.  Jn,c,  22. 
XascoDdere  vede  le  loto  strcmita  sotto  le 
prime  sai. te.  ^, 

1  1  lei-  Mancamento  d'avere,  iJtrc- 
mt bisogno.  Lat.  inopia.  necc.,.<ilas  ege- 
,tas,  penuria.  Gr.  a-o/).».  <"  '  •  .7-7-'- 
3  Fue  dililK^ra  la  rillade,  che  era  .n  ul- 
tima stremiti  di  viltuaglia  /^  Jl  ■  jS-  4- 
Il  recarono  a  maggiore  stremila,  che  con- 
venne che   'ngaggiasse  a  usura  la  sua  co- 

rona.  .      ,-..     r- 

JJ:  S  II  rer  .^omma  parata.  /  i'-  J- 
Frane.  176.  Si  diede  a  vive.e  in  tanta 
stremiti,  che  '1  riho  che  prendea  era  m.- 
possUiUe  a  sostentare  la  v.la.  (I  ) 

J  STRIMO.  Sust.  stremila.  Lai.  e-r- 
fremi^rn,.,  eitremun,.  Gr.  E-ejf»-'»'  "'" 
r^yaTO».  /'<"".  r..rp.  IO.  Tanto  che  pr.a 
lo  stremo  della  Luna  R.giunsc  al  letto  suo 
per  r.corca.si.  li  21.  Toglie  il  penter  vi- 
Hndu,  e  negli  strcm..  i  Par.  3l.  Co,. 
kU  occhi  vidi  pait.-  neUo  stren.o  \  meer 
di  lume  latta  V  altra   Ironie. 

J-  *  e.  I.  ì'ale  anche  II  pui  alto  gra- 
do', L-  ultimo  .tegno  al  quale  una  eo.<a 
possa  e,ugnere.  "  Otl.  Com.  Inf.  7.  tO-i. 
Intendi  nel  presente  setl.mo  cap.lolo  trai-  | 
tare  della  pena  del  v.zio  dell  avariz.a  .  la 
^aale  (avar,:ia)  Ì!  uno  degli  strem.  di 
liheiakude  -  .  (^ì 

8  li.  Per  fiecessila.  Lat.  necrssUas , 
,„fpia.  Gr.  o;:top.«  M  '  •  1.  64-  Co", 
.lurreld.e  lui  e  la  terra  in  tali  strem.,  che 
aeevolmenle  ali"  ultimo  ne  diverreM.e  si- 
gnore- Cron.  ilcreJl.  288.  VeduUc.  nello 
alterno,  ci  ricomperammo  dalla  compagnia 
di     messer    Giovanni    Aguto    6orini    22O 

mila  d'  oro.  ^,      , 

STREMO.  Alia.  Ultimo,  Che  tiene 
rulUmo  luogo.  I.M.  extremus.  Gt.  11- 
,a-0?.  Dani.  Inf.  17.  Cosi  ancor  su  per 
1.  strema  testa  Di  .pel  settimo  cerchio 
tolto  solo  Andai.  Frane.  Sacch.  no.-  Ì2. 
Acrtoetbè  voi  non  crediate  che  10  dica  da 


beffe,  o  .he  io  lac. a  stremi  »'(;';"'«■'>    '^• 
loica^cioè,  8liull..i...e,.iuconcludcn.). 

=,  lanh.  (Juest.  .4Uh.  9.  1"  H»">i  "" 
bitazione,  come  in  tutte  le  altre  dilfi.d.. 
furono  ù-  opinioni  ">""•=.'=  "'""''''"■d^'i^J 
e  quali  tntte  riducer.mo  a  "e. ''"=  <i  "^ 
quali   sono    streme,   eoe    contrariai  una 

'^'/T ifj  Sommo,  Grandissimo.  Foce, 
nov'.  49.  IO.  Egli,  con  tutto  che  la  sua 
PerìS'  fosse  strema ,  non  s'era  anco  a 
lanto  avveduto,  quanto  lm..gno  gì.  Iacea 
eh"    egli  avesse  fuor  d' ordine  spese  le  sue 

ricchezze.  ,    ^,-       t    ,   „;.pt. 

e-     Il     Ter  ii;i.!ero,  y/i/e/'ce.  Lat.  n..:fer. 

Gr  iài.05.  «"«■  "<"■■  4,9  '4-  »""'' 
consolazione  lasciaU   f  ba  la    tua    strema 

fortuna.  .        , 

'•  III  Icr  Creilo,  Tapino.  Lat.  _-«» 
diJus.  Gr.  fJuTt^p»;.  Eocc.  no..  Jt..  2_ 
Sono  uomim  di  povero  cuore ,  e  d.  vita 
tanlo  strema  e  t.into  mise,  a,  che  altro  non 
ptre  ogni  lor  fatto,  .he  u.ia  P"'""'""- 
R  IV  ler  Priio,  Manchevole.  Lat. 
,  rr  aooZòoi.  Socc.  Inlr.  IO.  !>. 
^^SjlÌ:r?:^::isLmi,cheufiaoa!cu. 

■'"...■'°"  Cper'Z^'rello.  Minuto,  dal  oer- 
ho  sfamare.  Fr.  i.iorj  '^9.  «  linee 
fossero  dalla  terra  al  celo,  sareLbono  p.u 
streme  alla  terra,  e    larghe  inverso  il  eie- 

^°..l  'J  Yi  Per  Sonile,  Debole.  Cron. 
5/nn  125.  Fu  fatto  .1  palfo,  ed  ammat- 
tonato, e  fue  fatto  uno  ass.lo  stremo  da 
palco  e  una  scala.   yT  )  .    r-  ., 

^  +  e  VII.  Strema  unsione,  diccsi  Lno 
de-<ìtle  SacramenU  della  Chieda,  Quello 
che  .V,  amministra  a'  malaii  che  sono  ,n 
pencolo  di  prossima  morte.^.V  ex  rena 
Inetio.  Gr.  Ta..7-/.i'a  X.^i"?:  Haestru.^. 
,    5i    È  negata  la  strema  uniione. 

sIbEN.nL  V.  L.  Manca.  Lat.  sire- 
na. Gr.  e•-.v'.^.■5.  rioni,  /-«rj.  27.  E  mai 
^u„  furo  strenne.  Che  fosser  d.  piacere  a 
queste  iguali.  /.«<•  -V.  ••  .M-'  ""-.  f""». 
Strenne, 'cioè  mance,  eoe  annunz.aziom 
primamente  falle  la  mattina  .  -  /  ««■ 
Cernii,  cani.  62.  Nel  predetto  anno  IDal- 
fin.,  di  Vienna  Scon6sse  in  carneo  .1  Con- 
te d.  Savo.a,  Ed  a  sua  genie  diede  mala 

^'^STReIs^AMENTE.  /-.  L.J.^er,no. 
laloro.ianiente.  \,^u  strenue.  Gr.  avo^'- 
--  Fir  As  11.  Metti  mano  a  questa 
i^p'resa  strenuamente  ora  che  egli  U  può 
cosi  agevolmente  venir  fallo.  F.  102.  .4 
vendo  gii  ogni  cosa  strenuamente  rasset- 
lato.  Li.  S..^l-  345-  Strenuamente  SI 
,«rta  a  signor    Simpluio,  e  molto    acuta- 

""TsU^^^^^n^O.  Superi,  di    Sire- 

I-       ^     l'irli     IxfS'    tionn.   pari.  O. 
mio.    frane    harn.    l'Cp^-    '       ...    r     . 
QoesU  suoi  figliuoli    erano    heUissimi,    e 
graziosi,  e  slrenu.ssimi.    (I  >  ,,,^„... 

^  -^  ti.  STREM;1TA.  V.  1:  A.<lratto 
di  Strenuo,  l'elr.  Com.  HI.  217.  fer  la 
Islrenmta  fu  chiamalo    Maravigli    de 

mondo.  K.m.  ani.  C  ecc.  ^"S'"'.^^^}': 
nmti  mi  richcr  per  Sgl.uolo  Ld  1  1  ap 
nello  leu  per  madre  mia.   (' ; 

;rtrtMarc'eU.:;vere  a  sé  raccolto,  che 
ròuo  anemico  uno  strenuo  e  forte  com- 
pagno, r.t.  Plul.  Era  in  tutte  le  cose 
!,rcnuo.  ^mor.  Ii.<.  H-  Pallam.de  se- 
XTc  Lionello.  E  Pol.nor  e^l»  f  «■>"" 
Galvano.  Frane.  Sacch.  rim.  66  Strenuo, 
gentile,  e,  pii  eh"  altro,  cortese  Degl.  A- 
lidoei  messcr  Ludovico. 

1^*   STREPENTE  .    Che  fa,    0  rende 

stupito.  Lai.  strepens.  Boee.  Tes-.rf- 

S-  udien  tuli,  quei  Inogh.  strepenti.  (B>1 

STREPERE.      /       I-      F"'^     strepilo. 

Bomoreggiarc.Vi\.   strepere.  Qt.    JOy^^' 


li,-  Dee.  3.  Strepesse  il  romor  delle 
femmine  lamenlantisi.  /■;  appre.<so:  La  re- 
puM.lica  medesima  strepeva  negli  appa. 
recchiamcuti  .l.Ua  guerra. 

STREPIDIHE.  ;.  /'•  B'empier  disin- 
olo. Lat.  .-irepilu  implere.  Gr.  ^o^ou  TrXiJ- 
Tol\  1  ..■■  ree.  3  L-  orec.hie  strep.d.- 
scoDO  de-  rumori  dei  compagni  piangenti, 
e    chiamanti   più  spesso  no.. 

3  STUEI'1I\E.  r.  A  Sln-pidire.  l.jil. 
strepita  implere.  Gr.  ^.ifou  TlUpO-.-'- 
li,:  nec.  3.  Perchè  ogni  cosa  d.  vario 
tumulto   slrepivanof  cioè,  emp.van  di  strc- 

*"  *    S     In. ugnile,  neulr.  Fare  strepito. 

..Teseid.    II.     49'    f''>   islrepivan  per   lo 

messo  foro  Le  prime  frondi...fU 
\:   STKEPITAMENTO.   Lo  Strepitare. 

Segnèr.     Crisi,    instr.    1.9-    '»    -"<'<;°  '"-. 

pefdo    voi  fulminar   le    vostre   maledizioni 

lenza   s.re,,i....nenli.    e    senza    schiamazzi 

che  sveeliuo  tulli  a  udire.   ,  CTI 

STIU  P1TA^TE.    Che  fa  slrepito.  La^. 

..trepens.  Gv.    ^..^"v.   f  »''■?'■"•  ^g^^' 

Jlutole,  slrepilantielarde.-.-i'«A'm.  Geor^ 
,"4.  Fraltanto  i  luus"  lavoro  col 
can,;^re  consolando  Con  slrepitanle  pet- 
tine le  tele  Giù  e  su  ne  ripassa  la  eon- 
orte  K  Fneid.  lih.  6.  Cui  rapido  con 
fiTnime  ardenti  fiume  Gira  J  Tartareo 
Flegelon.e,  e  sassi   Strepitanti   ne    ruzzo- 

^'STBEFITAUE.  Fare  strepito^  Lai.  stre- 
pere Gr.  4«?"V.  :?  Segner.  Mann.  My- 
^3  1.  ivi  1  cani  della  citli  non  fann  al- 
tro  che  strepitare.  (I  J  F  Fred.  JW.  ^p- 
6    3    Strepitavauu  (gli   /(.«,;  ,schiamaz- 

„o    lale    che    molti    di  essi 
z.ivano  ,  a    sejno     lalc     io.; 

■     .,„n    tulio   d    dalla    fede.    (  i  CJ 
Tìrpvancavano    luiio   "•  „    .     .      •     j- 

prevarica  Quinci    s  udì- 

Corsia,  luriaccii.  i;.  /"  x  ^.  „,,„,,. 
ro  in  questa  parte  e  "n  quella  B^uona, 
tromlie,    e   sUepilar  laml.uri,  ec.  (h) 

tsirepitarì  di  checchessia,  o  simiU 
,1  Farne  romore.  Variarne  allamenlc^ 
,  Fi,r     2     3.    q.    Guardarsi   d.igli 

fcTdolfch;  figliuoli  belle  discoldie  so- 
no   è  maggior  bene.  Che  lorre    a    strepi- 

niai  chi  strepiti  contro  d  un  architetto , 
ove    questi    due    che   ec.    (  J  C) 

•+\  STREPI!  EGGIABE.  Frequenta- 
li J  di  Strepitarej  Far  qualche  strepito. 
Uden  JV/<.  4.  92-  Ma  Stazio  per  natura 
fter  .^•^a.o'  sempre  cerca  di  spropo.i.a- 
ref  a  lui  basta,  a  guisa  di  Sterope  ed. 
Brontc,  inlerribilire  e  strepiteggiare  con 
qi^eUa    sua    fiegelootea    e    gorgoneggianle 

'"TsTBEp'lTO.  Homore  grande  e  scom- 
posto.  Lat.  strepitus.  Gr.  +»f  =  ;.^f^°"i, 
C  7    „.    2.   Kon  istelle    guari    a  levarsi   il 

Be'  il  qiale  1"  ^^"^V""  ^'  '"^'"°"  '' 
AA\f    bestie  ;ivcva    desto. 

%  %  l'er  Gran  qiiantilà  di  cose,  intor- 
no  a  cui  molli  si  affaccendano.  ..  G.  I  ■ 
r  iS.  I.  Perocché  il  primo  luogo  dove 
'i-p'esav...  non  era  sc,ffiaen,e  a. auto  stre- 
pito, vi  fecero  due  luoghi..  .  ri>; 
'  ^  STBEPITOSAMENIE.  Avveri,.  Co,, 
i.trlilo.  Lih.  cu,-,  maiali.  1  Hat.  nel 
venTe  inferiore  si  fanno  slrepilosarnenle 
sentire.  *  SaMn.  Buon.  lane.  l.  I 
Si  dice  fare  uno  scapponeo  anno,  quan- 
]■  Uri  r  attacca  e  o  rimorchia,  e  gli  la 
d   altri  1  '"^".e  riprendendolo  slre- 

romure    sopra    Icapo,  r.pi.u        „  7- 

pitosamenle.  (Bl  Imperf.    Prov    D.    V    ?_ 

-"-^r..r:3-^an:t::r:::. 

^sXano'  otme^^e  per  via  di    pf-diche 
si   salvano  .       „    con   un    sdiilo  »n- 

rrTnie.%     .W..«.     Eneid.     Uh.     1. 


i4i6 


S  T   R 


Eolo  re  fn  vasta  grotta  i  conlmblanti 
vcDti,  E  le  tempeste  strepitose  preme.  (F) 
STIlETTA.  Sust.  Veróni.  Lo  strin- 
finere,  Strignimenlo.  Lat-  constrUtio,  op~ 
pressio,  pressura.  Gr.  &it'|it;.  Dani. 
Inf.  3l.  Ond'  Ercole  sentì  giìi  grande 
stretta.  *  Lasc.  Cen.  I.  nov-  2.  pnf^.  72. 
4^omc  il  piloto  sentiva  tirare  così  miago- 
lando, gli  dava  una  stretta ,  e  stra6gge- 
vuglienc.    (TCj 

2  I-  Stretta  di  neve,  per  Abbondanza 
di  neve  raduta,  disse  Dant.  Inf.  28.  Or 
di'  a  fra  Dolcin  dunque  che  s'  armi  ec. 
Si  di  vivanda,  che  stretta  di  neve  Non 
rechi   la  vittoria    al  Noarcse. 

f  g.  II.  Stretta,  per  Calca,  Frequen- 
za. Lat.  freqncntia.  Gr.  Tro)'jav3^&>7rta. 
introd.  ì'irt.  .^.'ÌJ.  Non  si  ricorda  mai, 
che  per  alcuna  sconfitta,  o  mortalit'a  di 
gente,  che  nel  mondo  fosse,  quella  stra- 
da si  calcata  andasse  ,  e  a  quella  porta 
rosi  grande  slrcda  avesse,  ^f.  V.  i.  5G. 
Quando  quattro  ,  quando  sei,  e  talora  fu 
che  dodici  vi  si  trovarono  morti  dalla 
stretta  e  dallo  scalpitamento  della  gente. 
#  Fr.  Giord.  ^i!\.  Delle  quali  non  dis- 
se, elle  non  potè,  se  non  pur  parecchie, 
per  lo  grande  popolo  e  stretta  che  fu  a 
questa    predira,  (l  ) 

5  g.  111.  Stretta  di  vettovaglia,  o  si' 
mili,  vate  Scarsità,  Penuria.  Lat.  angli' 
stia.  Gr.  c/TTO^i'y. ,  ctevot)];.  G.  V.  ^. 
106.  I.  Essendo  in  Genova  graode  stretta 
di  viiiuaglia. 

#  g.  IV.  Onde  TCssere  a  stretta  di  chec- 
chcssia  ,  vale  Jvemc  penuria  ,  st  arsit4\ . 
Il  G.  V.  9.  92.  I.  Non  si  poteano  più  te- 
nere ,  sì  erano  a  stretta  di  vittuaglia  e  d' 
assedio  »• .  (C) 

*}  g.  V.  Strettii,  fguratam.  per  Op' 
pressione,  Affanno,  u  G.  ì'.  13.  72.  5. 
Questo  ci  diede  gran  difetto,  e  più  volte 
grande  stretta  e  paura  »  .  (C) 

g.  VI.  Stretta,  per  Luogo,  o  Passo  stret- 
to e  angusto.  Lat.  loci  angustiae ,  Gr. 
tJTZVorrì^.  Petr.  cani.  5.  7.  Ma  Marato- 
na, e  le  mortali  strette,  Che  dife^e  il  Leon 
con  poca  gente  .  #  Sen.  Ben,  ì  ardi.  6. 
3o.  Le  strette  ronimesse  alla  guardia  loro 
dii'cndcranao  e  fortificheranno  con  lor  corpi 
medesimi.   (N) 

g.  VII.  Essere  alle  strette,  o  simili,  si 
dice  del  Trattare  strettamente  insieme  per 
conchiitder  tfuntche  negozio,  o  dell'  lisse- 
rc  in  sul  concbiuder/o.  Lor.  Med.  canz. 
72.  f\.  Quando  poi  siete  alle  strette.  Or- 
dinate il  che  e  '1  quando  .  Varch.  Star. 
8.  2l5.  Per  compiacere  a  Cesare,  col  qua- 
le era  alle  strette  di  doversi  accordare.  F 
Star.  9.  221.  La  pratica,  chf  era,  se  non 
conchiusa,  alle  strette  di  doversi  conchiu- 
dcre,  si  conrhiuse  in  guisa,  die  ec.  Tac. 
Vav.  Ann.  l5.  219.  Il  quale  il  di  innanzi 
al  destinato  fu  con  Antonio  Natale  motto 
alle  strette. 

g.  Vili.  Essere,  o  Mettersi  alle  strette, 
o  Avere  la  stretta,  e  simili,  vagliono  anche 
Esver  ridotto  in  gran  pericolo,  o  all'  estre- 
mo ,  Es-tere  oppresso,  fiera.  Ori.  2.  l5. 
23.  Chi  non  fu  presto  a  staccar  le  tana- 
glio ,  lo  dìi  o  a  sciorrc  il  cav«i  ,  clihe  la 
stretta.  /;.'  rim.  l.  7.  E  poi  e*  e  quella 
Del  mio  compagno  ,  eh'  ehhc  anch'  ci  la 
«trelta.  Car.  leti.  i.  I17.  Ho  curo  di  tro- 
varmi a  queste  >treltc.  £  2.  7.  Vedete  a 
che  stretta  vi  siete  messo  da  voi  incdesì- 
nio,  per  astuto  che  siale.  Meni.  snt.  .\  K 
mi  dispiace  aver  s[)CSso  la  stretta  Da  un 
qualche  porta  ,  che  gì'  imiirogli  Dnl  suo 
trrvfl   mi  legge  allorché  ho   fretta. 

Tf?  g.  IX.  Giungere  uno  alla  stretta, 
vale  Ridurlo  a  gran  pericolo.  Ar.  Fur. 
4-  27.  Un  vcncraliil  vecchio  in  faccia  me- 
tta Vede  esser  quel  eh' ella  ha  giunto  iilla 
»trctla.  (fi, 

*è  g.  X.   ISota  uso.    Fav.    Fsf*p.    129. 


S  T  R 

Un  troncone  di  legna  della  soma  ,  met- 
tendosi alla  stretta,  da  al  cavallo  pel  cor- 
po, ed  ebhelo  ihutlellalu  (qui  par  da  in- 
tendere  in  scuso  proprio  di  passare  per 
luogo  stretto,  essendo  il  cavallo,  che  pas- 
sa per  un  chiassetto  ,  attraversato  da  un 
asino  carico  di  legne,  che  teneva  tutta  la 
via).   (J) 

§.  XI.  Dare  la  stretta,  vale  Ridurre 
in  gran  pencolo,  o  all'  estremo  ,  Oppri- 
mere.  Rem.  Ori.  I.  7.  42-  Uggicr ,  che 
gli  conosce  ,  coir  accetta  ,  Stringendo  i 
denti  ,  a  tutti  da  la  stretta  .  Cas.  rim. 
buri.  i.  1^.  Che  m*  ban  dato  ai  mici  dì 
di  grandi  strette. 

STKETTAMENTE.  Avverb.  Con  islri- 
gnimento  ,  Con  tslrettezza  .  Lat.  artlc  , 
anguste.  Gr.  gtevcÌÌ.-  Rocc.  nov.  86-  6- 
>è  v'  era  per  lutto  ciò  tanto  di  spazio  ri- 
maso,  che  ,  altro  che  strettamente  ,  andar 
vi  si  potesse .  E  nov.  99.  50-  Giltalasi 
oltre,  quanto  polè,  l'alibracciò  strettamen- 
te .  C  /'.  9.  III.  1.  As-vediandola  stret- 
tamente per  mare  e  per  '.erra.  .U.  /  .  0. 
105.  Per  forza  di  fame  più  giorni  ^tretla- 
mente  patita,  come  arralibiali  cttmbaltero- 
no  il  castello  (cioè,  stremamente). 

S  §  I.  Per  ì scarsamente.  Parcamente. 
Lat.  parce,  strictim.  Gr.  e'yrsiw;.  Dial. 
S.  Greg.  M.  Ciò  che  gli  soperchiava  della 
settimana  ,  traendone  btreltamente  la  sua 
necessità,  dava  a*  povtri. 

*  g.  11.  l  er  Cortamente.  »•  Pallad.  Do- 
po la  buona  vendemmia  strettamente,  do- 
po   la  piccola  largamente  pota  »  .    (C) 

g.  III.  ter  Caldamente  ,  Con  ajfetto  . 
Lat.  vehementer,  etinm  ntque  etiam.  Gr. 
tfóSpa..  Mar.  S.  Greg.  i.  ^.  Bea  si  di- 
segna per  la  conciliazione  degli  amici  di 
Giobbe,  per  H  quali  esso  prego  si  stretta- 
mente. Fir.  Di.tc.  an-  29.  l'iacque  multo 
al  Re  il  consiglio  del  Carpigna,  e  lo  pregò 
strettamente   die   gli  desse  esecuzione. 

g.  IV.  Per  Pigorosamente  .  Lai.  acri- 
ter.  Gr.  ^ptfj.ioì;.  Mor.  S.  Greg.  8.  l3. 
Considerano  ancora  quanto  egli  deblie  slrcl- 
tamenle  giudicare  le  nostre  colpe.  E  16. 
l.'|.  Nulla  anima  è  tanto  giusta,  che  se  ella 
sarà  strettamente  giudicata  ec.  ,  essa  non 
sia  da  esso  aggravata.  ^  Amor.  J'is.  16. 
A]>presso  ancor  pur  il  mcdesnio  Iddio  (GÌO' 
ve  )  ,  In  nuvoletto  d'  oro  rifulgente  Tra- 
sformato ,  discendere  vid'  io  Giù  ìu  alla  e 
ferrea  torre,  audacemente  In  greml)o  a  ver- 
;;ineila,  eh'  entro  v'  era  Uichmsa  e  custo- 
dita strettamente.  (/>'j 

g.  V.  Per  firevemente ,  Succintamen- 
te, In  compendio.  Lat.  breviter  ,  summa- 
I  tim.  Gì.  i/  (ipvx^'.i,  7>>>/'6onv.  Hcigh. 
\  Orig.  Fir.  3o.  Che  qui  si  è  ora  così  stret- 
tamente accennalo. 

*  g.  VI.  Per  Affatto,  Pienamente.  Rrun. 
Lat.  Cat.  I.  Non  senti  che  la  tua  congiu* 
razione  è  già  strettamente  in  saputa  di 
tutti  costoro?  (C) 

STRETTEZZA  .  Astratto  di  Stretto  ; 
Angustia,  nel  sìgni/ic.  del  g.  Lai-  angu- 
stia .  Gr.  TTivoT»];  -  fìocc.  nov.  i3.  I^- 
Come  andrò  io  nella  camera  dell'abbate, 
che  sai  che  è  piccola,  e  per  utrelleiia  non 
v'  è  potuto  giai-ere  alcuno  de'  moi  mona- 
ci )  /■;  Leti.  Pin.  Poss.  272.  Le  catene 
trionfali,  e  la  strettezza  della  pi  i^ione  colla 
rigidfsza  del  prigioniern.  infino  alla  mor- 
te ontosa  provo  .  #  Segr.  Fior.  ì.egaz. 
Frane.  6  Arrivammo  qui  doTc  si  trova 
sua  Maestà  con  poca  rorlc  |icr  strcltrixa 
di  luogo.    (TCj 

§.  I.  Figuralam.  Rocc.  nov.  96.  2.  lo 
fui  sempre  in  opinione  che  nelle  brigale 
ec.  si  dovesse  sì  largamente  ragionare  , 
che  la  troppa  streltrzxa  della  iuteniìon 
delle  cose  delle  non  fosse  altrui  uialvTi« 
di  disputare  (cioè,  limilaaione  ).  Fir.  At. 
iOO.  Trovandoci  noi  adunque  nel  niezio 
di  così  taglienti  forbui  ce    pigliammo  ot 


S  T  R 

quel  migUor  rimedio  che  ne  porgeva  la 
presente  slrettexxa  (  cioè  ,  urgeoca ,  don 
contingenza  j. 

=?  g.  II.  Strettezza  di  sangue,  vaie  Pa- 
rentela,  Consangutnità-  Rorgh.  Tose.  3a5. 
Si  troverà  poter  nascere  non  meoo  dalla 
comune  paura  ce.  che  da  strctteiza  alcn- 
Da   di  sangue  che  fusse  fra  loro.  (V) 

3  g.  III.  Per  Parsimonia,  Scarsità. 
Lai.  parsimonia  ,  penuria,  parcitas.  Gr. 
viropia.  ■  Cron.  Morell.  258.  Usa  in  co 
slei  più  streltezza  ,  eh'  ella  abbia  le  spese 
assegnate  .  Fr.  Giord.  pred.  R.  M^vo- 
Icntieri  si  accomodano  a  tante  strclteue  . 
Guicc.  Star.  19.  Tolsero  le  vettovaglie, 
che  venivano  ali*  esercito ,  che  ne  aveva 
strettezza  .  ^  E  2.  36o.  Essendo  per  la 
streltezza  de*  pagamenti  il  Damerò  dei 
fanti  molto  minore  di  quel  che  aveva 
disegnalo  ec.  non  si  faceva  progresso  al- 
cuno. (L) 

*  g.  IV.  Strettezza ,  fgìtratam.  vaie 
anche  Gretteria,  Avarizia,  u  Fir.  As,  33. 
Ma  io,  che  m*  era  accorto  della  sua  stret- 
tezza, negava  dì  volere  andare».  (C) 

V  g.  V.  Strettezza,  dicesi Jigurntam. 
dai  cambisti  della  Poca  quantità  di  da- 
naro che  ha  la  piazza  .  «  Dav.  Cmmb, 
I05.  Non  possono  anco  i  pregi  del  cam- 
bio star  fermi  in  sulla  pari,  ma  vanno  io 
su  e  'd  giù  ,  secondo  le  strettezze  o  lar- 
ghezze, e  secondo  che  richiede  Tutilc  che 
dee  porgere  il  cambio  •».  (C) 

g.  VI.  Strettezza  di  cuore,  vaie  Ansie- 
tà, Passione.  Lai.  anxielas.  GT.àòiifiOfia. 
l'iamm.  ^.  37.  Egli  mi  sarebbe  duro  ,  o 
donne  ,  il  pttter  mostrare  con  quanta  fo- 
cosa ira,  con  quante  lagrime,  eoa  quanta 
streltezza  dì  cuore  io  quasi  ogni  di  colali 
pensieri  e  ragìunamcntì  soleva  fare. 

§.  VII.  Strettezza  di  petto,  vale  DiJJt* 
colta  di  respirare. 

*  STRETTIRE.  Term.  degli  Arte/- 
ci.  Ristringere,  Diminuire  lo  spazio,  oP 
ampiezza.  (Al 

STRETTISSI.MAMENTE.  Superi,  di 
Strettamente .  Lat.  strictissime  ,  arctu- 
simc  .  Gr.  8Tgv'*»TaTa  .  Fiamm.  2.  4^* 
Strettissimamente  lui  abbracciando  ,  cosi 
dissi . 

§.  1.  Per  Iscarsissimamente.  Lat.  par- 
cissime .  Gr.  yXio;ijior«Ta  .  lìocc.  nov. 
49.  4*  D*^ll^'  rendite  del  quale  slrettissi- 
mamcnle  vivca  .  ^  Giircc.  Stor.  2.  36o. 
Mando  quelle  genti  nel  campo  che  al- 
loggiava al  Finale  ,  diminuito  molto  di 
fanti ,  perchì;  strcllissimamente  erano  pa- 
gali.  (L) 

§.  II.  Per  Instantemente,  Con  grandissi- 
ma premura.  Lat.  vehementer,  instanter. 
Gr.  oow'òpa,  «vsraTixw;.  *  Relc.  f'it. 
Colomfi.  33.  E  più  volte  slrettissimaraeole 
la  pregò  che  gli  desse  licenza.  (Cj  Cas. 
Lett.  i4>  Pregandola  »lrelli»simamente  , 
che  le  piaccia  tcuer  le  cose  nostre  a  me- 
moria .  /  arch.  .ftor.  a.  19.  Va  cMlretlo 
a  mandare  per  don  Ugo  ,  e  re.  pregarlo 
slreUissimanienle  che  gli  dovesse  piacere 
di  venire  a  parlamento  con  esso  lui. 

§.  III.  Per  liigorosissimamente ,  Con 
grandissima  precisane  ,  o  limttaiione  . 
I  arch.  Lei  .18 1.  Tutte  queste  cose  si  deb- 
Inino  intendere,  quando  si  favella  del  por- 
ta slrcitissimamrDle  e  proprÌLnimameote. 

STRETTISSIMO.  Superi,  di  Stretto. 
Lat.  anguslissimu.f  ,  arclissimus,  parcis- 
sunus  .  C.r.  "/its^rfl"*^'*  •  ^'*<^'  "<'»'• 
p6.  6-  Il  quale  dalla  cintura  io  su  era 
strettissimo,  e  da  indi  in  giù  largo.  Fir. 
A.*.  176  Cupidu  ec.  non  polendo  più 
sopportar  l'assenza  della  sua  Itella  l'sichc. 
scapolai*»  per  una  slicltissìma  fioestta  di 
nuclei  camera,  dove  egli  era  rutretlo  ec, 
se  ne  veonr  là  ì\ì>\v  ella  dormiva  Alam. 
Colt.   5.    111.    Lo  slrettissiino  (cammino) 

locor    che    inosiri  avaro  Di  soverchio   il 


S  T  R 

badroD,  ili  liiusmo  è  degno.  lìcmb.  ^-isol. 
X.  57.  Poi  vi  rimasero  inat  lur  ^railn  con 
fermissimo  e  itrettiwiino  nudu  iniìcraLil- 
mente  ritenuti. 

§.  Figuratam.  fìocc.  nOi-.  89.  6.  Molli 
di  diverge  p^rti  dt-I  mondo  a  lui  per  loro 
strcltÌ55Ìn)Ì  e  ardui  Lisogui  concorrovaoo 
per  consiglio  (cioi^,  urgcutissimi).  /  it.  S. 
Gio.  Sat.  Oli  atrcLtissima  povertade  ,  aU 
tamente  rimunerata  (cioè,  scar^iiìiina  )  . 
Frane.  Sticc/t.  Op.  dtv.  i3l.  Alcuut  jUiÌ 
teologhi  la  mettono  strettissima  ,  e  tanno 
che  le  guerre,  e  le  cose  che  muovono  li 
comuni,  siano  tutte  giuste  (cioè,  rigoro- 
sissima). Cuicc.  Stor.  li^.  Col  <fuale  avca 
pratiche  strettissime  (cioif,  segretissime). 

#  STRETTIVO.  Jdd,  Terni,  de' .Ve- 
dici e  dei  Farmacisti.  Lo  stesso  che  A- 
stringcnte.  liicctt.  fior.  Smpiaslro  d'Ar- 
chistiato  strettivo,  exocrocer.  (JJJ 

*§.!.£  inforza  di  sust.  Serd.  Ca- 
ìeott.  Ularz.  !^2.  Si  che  non  passi  a;;li  altri 
luoghi,  uè  abbia  tanto  dello  strettivo,  che 
stringendo  la  bocca  dello  stomaco  lo  cor- 
robori. (Cj 

*  §.  II.  Eptr  similit.  Car.  Jpol.  176. 
Che  argomenti  son  questi  T  di  malva  ,  di 
mercorella,  o  di  che  altro? perciocché  non 
hanno  ne  dello  strettivo  ,  ne  del  soluli- 
TO.  (B) 

STRETTO.  Sust.  Luogo  angusto,  di 
poca  larghezza.  Lai.  locus  angustus,  an- 
gustia ,  faucis , /return.  Gr.  ffrevoiTTo;  , 
napello;.  G.  y.S.  77-  5.  l'assaro  per  lo 
stretto  di  Sibilla,  e  vennero  in  questo  no- 
stro mare  corseggiando,  h  io.  5^.  !\.  Per 
forxa  gli  ripiosero  allo  stretto  e  rottura 
delle  mura.  M  /  -  7-  7-  E  '1  tornare  ad- 
dietro di  luogo  viaggio,  per  lo  stretto  de' 
loro  nemici  ec,  oon  se  ne  potea  pensare 
alcuna  salute  (cioè,  per  lo  meno).  Toc. 
Dav.  Ann.  12.  l5t).  Avendo  i  Greci  pian- 
tato Bisanzio  nell'  estremila  d'Europa,  di- 
viso per  piccolo  stretto  dall'Asia  per  ora- 
colo d'  Apolline  Pitio. 

s?  ^.  I.  fC  figura tam.  Sen.  Ben.  J'arch. 
l.  l.  Chi  sosjiellamlo  di  dover  esser  ri- 
chiesto d'  alcun  piacere  ec.  se  mai  si  vede 
allo  stretto  che  non  possa  fu^^ìre,  o  egli 
differisce  la  cosa  ,  0  la  nìega  fjeddameu- 
te.  (Cj 

#  §.  II.  Per  Conclusione.  Ambr.  Furt. 
I.  3.  La  Cammilla  è  allo  stretto  di  mari- 
tarsia  quel  medico  (come  stretta).  (J  ) 

%.  111.  Per  DiJJìcultà  gravissima.  Lat. 
dijficultas ,  discrimen,  angustia.   Gr.   x°t" 

istorili,    Xi'vÒjVO;,    OTèVOTKj^.    f  it.   l'iut. 

Trovossi  in  molti  grandi  stretti  e  perico- 
li. *  Buon.  Tane.  l.  l.  V  t'  impromello 
ec.  di  darli  aiuto  3  ogni  stretto,  (yj 

g.  IV.  Mettere  a  stretto,  vale  Mettere 
sforzatamenle  ,  per  viva  forza  .  Palìad. 
Metlavisi  a  >trello  una  caviglia  d'  ulivo 
salvatico  (il  Lai.  dice:  talea  vehemeoter 
arctetur  ). 

*  §.  V.  Stretto.  Term.  de'Milit.  Luo- 
go angusto  ,  che  non  si  può  passare  in 
ordinanza .  Bcmb.  Stor.  4-  55-  >un  po- 
tendo sperare  di  sicuramente  a  Bibbiena 
passare,  ira  per  le  nevi,  e  la  disagevolei- 
ta  delle  strade,  e  le  genti  de'  nemici  per 
gli  stretti  delle  montagne  ,  e  pe*  castelli 
distribuite.  (J') 

STRETTO  .  Add.  da  Strignere  j  e  si 
usa  ,  non  che  nel  sentimento  proprio  del 
verbo,  ma  eziandio  ne*  si^nific.  figurati 
dello  stesso  ,  e  in  espressione  di  molte 
proprietadi  .  Lat.  constrictus  ,  strictus  . 
Gr.  ffUJTaiu;  .  Dant.  Jnf.  32.  E  vidi 
due  si  stretli.  Che  '1  pel  del  capo  aveauo 
insieme  misto  .  F  Purg.  30-  Si  congela 
SoBìala  e  stretta  dalli  venti  Schiavi .  E 
Par,  3-  ^la  visione  apparve,  che  ntcnne 
A  se  me  tanto  stretto  per  vedersi ,  Che 
di  mia  confession  non  mi  so^venoe.  Petr. 
jon.  168.  Che  la  mia  nobil  preda  noD  più 
foca   bo  lario  T    il. 


S  T  R 

stretta  Tenni  al  bisogno.  Bocc.  nov.  3i. 
26.  Rivolta  sopra  la  coppa,  la  quale  stretta 
teneva,  il  cuor  riguardando,  disse.  F.  nov. 
43.  5.  Tenendogli  glh»spiani  stretti  al  cor- 
po ec,  il  ronzino  sentendosi  pugneie,  cor- 
rendo, per  quella  selva  ne  la  portava. 

g.  I.  Stretto,  per  Serralo,  Biserrato  , 
Chiuso  .  Lat.  constrictus  ,  clausus  .  Gr. 
xÌektto^  .  Bocc.  nov.  8.  3.  In  onorare 
allrui  teneva  la  borsa  stretta.  E  nov.  ^5. 
4.  E  cosi  ingelosito,  tanta  guardia  ne  pren- 
deva,  e   sì  stretta  la  tenea,  che  ec. 

g.  11.  Stretto,  per  Unito,  o  Serrato  in- 
sieme, l'ir.  As.  116.  Stretti  stretti  in  un 
tratto  assaltarono  la  camera,  dove  io  era. 
V  Piicc.  Centi/,  cani.  17.  E  stretti  slrelti 
usciron  della  valle ,  E  Curradino  avendo- 
gli per  suoi ,  Non  si  parli  ,  che  gli  furo 
alle  spalle  (  in  questi  esempli  così  repli- 
cato ha  forza  di  superi.).   (BJ 

*  §.  III.  Per  Spremuto.  Magai.  Ope- 
rett.  52.  Questa  grattouata  ancora,  messa 
a  rinvenire  in  acqua,  e  poi  stretta,  ren- 
de   un    latte    ec.     (IS') 

•"^  §.  IV.  Per  Ispesso,  Denso.  Lat. 
densus.  Gr.  ^u/vo'?.  Bed.  Cons.  I.  l\\. 
Ma  se  si  ha  da  fare  un  decollo  corto  e 
stretto,  con  molla  quantità  di  cioa  bollita 
e  ribollita,  Ìo   per  me  crederei  che  ec.  (*) 

§.  V.  Stretto,  per  Angusto,  Piccolo  j 
contrario  di  Largo  .  Lat.  angustus  ,  ar- 
ctus.  Gr.  5T£v9^.  Bocc.  nov.  56.  6.  Po- 
tete vedere  i  Baronci,  qual  col  viso  mol- 
to lungo  e  stretto  ,  e  quale  averlo  oltre 
ad  ogni  convenevolezza  largo  .  F.  g.  6. 
f-  7.  Dentro  dalla  quale  per  una  via  as- 
sai stretta  ec.  entrarono  .  'J es.  Br.  3.  5. 
Sappiate  che  1'  acqua  nuoce  al  petto  ,  ed 
allo  stomaco,  ed  a"  nervi,  e  fa  dolori  nel 
venire  ,  e  fa  slreUo  petto.  Frane.  Saceh. 
nov.  210  Valicavasi  il  fosso  su  per  un* 
asse   assai  stretta  di  faggio. 

^-  §.  VI.  pronunzia  stretta,  vale  Ser- 
rata; ed  è  contrario  di  Larga,  o  Aperta. 
Salv.  Avvert.  I.  3.  !•  3.  Le  pronunzie 
sono  queste:  e  larga,  e  stretta  ec.  O 
largo,  o   stretto.   (F) 

3  g.  VII.  Stretto,  per  Intrinseco,  Con- 
f  dente,  hocc.  nov.  27.  32.  Egli  non  e  or 
tempo  da  fare  più  strette  accoglienze  .  E 
nov.  7g.  9.  Freserei  di  grandi  e  dì  strette 
amistà  con  alcuni.  *  Tac.  Dav.  Ann.  2. 
5o.  Pomponio  Fiacco  soldato  vecchio,  a- 
mico  stielto  del  Ile,  per  ciò  più  alto  a 
giugnerlo.   f.V; 

g.  Vili.  Stretto,  aggiunto  di  Parente, 
vale  Propinquo.  Lat.  proximior,  necessa- 
rius.  Gr.  TZùozfi/.Oi*  ^  cf.'^ot.yxaXoi.  Cron. 
Morell.  25;.  O  s'  ella  avesse  fratelli,  o 
stretti  parenti,  che  fussono  bisognosi.  E 
258-  Appresso  vedi,  che  mancato  aUe  pe- 
corelle il  pastore,  i  lupi  le  divorano,  ec.  ; 
così  avviene  a' pupilli:  e' sono  rubali,  in- 
gannati e  traditi  da  tutti,  e  massimamente 
da  chi  è  loro  più  istrelto.  Cuid.  G.  Era 
congiunto  con  lui  d'  assai  stretto  parenta- 
do. £ern.  Oli.  \.  5.  4-  Perù  quei  che  ci 
son  di  sangue  stretti,  l'ar  che  '1  più  del- 
le volte  s'  amin  meno. 

^  § .  IX.  Onde  Essere  cosa  stretta 
d'  alcuno,  vale  Essere  suo  parente  pro- 
pinquo,  o  suo  intimo  familiare .  «  Car. 
lett.  I-  6&.  Sendone  ricerco  da  messer  Giu- 
Lo  Spinti,  cosa  mia  molto  stretta  e  mollo 
cara  ».  Cron.  Stria.  lOl.  E  detto  Davan- 
zato  di  \  itlanuzzo  tolse  per  moglie  una 
donna,  the  fu  cosa  stretta  di  messer  ribal- 
dino Mavabottini.  (Ij 

§.  X.  Stretto,  per  Segreto.  Lat.  se- 
cretus,  arcanus.  Gr.  aTopp^jTo;.  Bocc. 
nov.  26.  9.  Io  trovai  colla  donna  mìa  in 
casa  una  lemmìna  astretto  consiglio. 

g.  XL  Stretto, per  Biservato,  Ritenuto. 
Lat.  cautus.  Gr.  SJ/atSr.'^.  Vant.  Par. 
20.  E  voi,  mortali,  tenetevi  stretti  A  giu- 
dicar. 


S  T  R 


1^17 


g.  XII.  Stretto,  per  Manchevole.  Lat. 
parcus,  ntodestus.  Or  oiiyox^'s. /*«  V'O^- 
Bocc.  Lett.  Fin.  Boss.  278.  Voi  dovete 
essere  contento  d'  aver  piuttosto  stretta  e 
scarsa  fortuna  in  allevare  i  vostri  6gliuoli , 
che  molto  larga. 

*  §■  XIII.  Per  Sordido,  Spilorcio.  IVov. 
Aut.  Fior.  77.  Ecco  quello  che  più  volle 
avca  udito  dire  da  chi  per  certo  ne  poteva 
jiarlare  ,  che  la  Caldana  era  la  più  avara, 
e   la  più   stretta  gente  del    Ponente.   (Cj 

g.  XIV.  Stretto,  per  Angustiato,  Afflitto. 
Lai.  agcr.  Cron.  Moirll.  1  Cardinali  , 
consideralo  la  spesa  grande  ^  e  lo  'mpera- 
dore  povero  di  moneta  ,  e  stretto  d*  ani- 
mo, ec, 

g.  XV.  Stretto,  per  Estremo,  Grandis- 
simo. Lat.  crtremus  ,  ma.r-imus.  Gr.  ea- 
jfars;, //.s'yi^To^.  Cavale.  Specch.  Cr.  In 
ciò  ci  dà  ammaestramento  di  mai  senza 
stretta  necessitadc  non    dar  vista  di  noi. 

g.  XVI.  Stretto,  per  Preciso.  Lai.  sin- 
gularis,  minimus.  Gr.  ij^iJo^.  sia^iffTO^- 
Fiamm .  4-  8.  Con  maraviglia  pensando 
qual  cagione  potesse  essere,  che  costei  in- 
ducesse a  dimandar  così  strette  particola- 
rità. 

t  *  g,  XVII.  Per  Arduo,  Dificile  . 
Tes.  Br.  1.  56.  Ma  essa  sotlilitade  Toc- 
ca a  Divinilade  ;  E  io  non  m'  inlranielto 
Di  punto  così  stretto.  (Ts) 

*  g.  XV  III.  Per  Mosso ,  Spinto, 
ec.  Fior.  S.  Frane.  3-  Stretto  d"  avarizia, 
disse  a  santo  Francesco:  tu  non  mi  paga- 
sti, ec.  (7  )  Ar.  Fur.  2.6.  Il5-  Ruggiero 
a  quel  protesto  poco  bada,  Ma  stretto  dal 
furor  stringe   la  spada,  ff») 

','  g.  XIX.  Per  Obbligato,  Cosfivtto. 
Borgh.  Fies.  211.  Trovandomi  stvello  dal 
bisogno  di  pagare.  (F) 

§.  XX.  Per  Rigoroso  ,  Severo.  Lat. 
acer.  Gr.  ò^i^J;.  Mor.  S.  Greg.  8.  l5. 
Sarà  da  quello  strello  giudice  dimenticalo 
al   tempo  dell'  ultima  sentenza. 

STRETTO.  Avverbio.  Strettamente  . 
Lat.  arcte.  Gr.  otevwJ.  *  Guitt.  lett.  10. 
3l.  Promessa  e  legata  è  lui    stretto.    (ì) 

g.  Per  metaf.  Cas.  rim.  buri.  I.  22. 
E  non  si  punge  e  giuoca  sempre  stretto 
(  avaramente  )  . 

STRETTOIA.  Fascia,  0  altra  legatu- 
ra, di  cui  ci  serviamo  per  uso  di  stri- 
gnere. hat- fascia,  vinculum.  Gt.  ci'spó^* 
Frane.  Saech.  nov.  l56.  Sicché  quasi  in 
islrelloie  si  dovesse  far  ritornare  nel  suo 
luogo.  E  nov.  178.  Lo  imbusto  è  fallo 
a  strettoie,  le  braccia  con  lo  strascinio  del 
panno.  Pallad.  Magg.  9.  Quando  è  ras- 
sodato in  quelle  sli'ettoìe,  con  sale  trito  si 
sali  non  troppo. 

*  g.  Per  Strettoio.  Belc.  Vit.  Eg.  cap.- 
l3.  IVel  tempo  delle  vendemmie  aiutava 
gli  uomini  a  cogliere  1'  uve,  le  quali  ezian- 
dio alle  strettoie,  e  lina  portando,  co' suoi 
piedi  sopressava,  e  pigiava.  (Cj 

*  STRETTOIAIO-  Term.  de' Lana- 
iuoli. Colui  che  mette  e  strigne  le  pezze 
di  panno  nello  strettoio.   (A) 

:;:STRETTOIATA.  Term.  de*  Lanatuo- 
li,  ed  altri.  Quella  quantità  di  pezze  di 
panno,  o  altro,  che  si  strigne  in  una  vol- 
ta nello  strettoio  .  (A ) 

STRETTOINO.  Dimin.  di  Strettoio. 
Lat.  parvum  torcular.  Gr.  TrtSCT^^tov- 
Lib.  segr.  cos.  donn.  Se  ne  sprien»  il 
sugo  con  uno  strettoìno. 

^TBETTOIO.  Strumento  di  legno,  che 
strigne  per  forza  di  vite,  e  serve  per  uso 
di  spremere  checchessia.  Lat.  torcular , 
pra'lum.  Gr.  TTisiT^/p,  TrtsoT?:'piov.  Pal- 
lad. cap.  20.  Facciasi  torni  e  strettoi  da 
sprìcmere,  secondo  eh*  è  usanza  nel  paese. 
Cr.  5.  48.  12.  Messo  in  panno  lino  bian- 
co, si  prema  fuori  con  lo  strettoio.  Frane. 
Sacch.  rim.  20-  E  so  che  ben  premete 
lo  strettoio,  Perchè  del  sugo  n' «ca  to- 
178 


i4i8 


S  T   R 


lenlicri.    Hicett.   Fior.  97.   Di  poi  si  spre-  I 
mono  culle  mjiu  e  rollìi  strettoio.  Ma/m. 
8.    l6-     Che   quaii    inaii|^analo,  e  per  slrel- 
loio,  Pus$as&e  ad  alto  il  cavalicr  di  cuoio. 

S  Per  /''a. te  in  tura  stretta.  Lai.  arctuni 
litanie  II  tu  Iti.  (ir.  oiivd?  Cyvis£9/J0;.  Cr. 
q.  3l.  2.  Le  reni,  o  i  lomlii  del  ravallo 
maialo  ottimamente  &i  radano  ;  appresso 
vi  si  l'accia  strettoio  in  cotal  maniera.  E 
Huni.  3.  Quest'altro  strettoio  è  migliore. 
Prendasi  ec. 

STKETTUALE.  V.  A.  Add.  Distret- 
tuale. Lai.  nnterminns.  G.  ì  .  II.  II7. 
A.  Perchè  avea  oiFesu  un  suo  fedele  da 
Vernia,  non  i^treltuale  di  Firenze.  M.  V. 
10.  83.  Siimilalaiiientc  hande-jjiacouo  di 
loro  ciltadiai,  contadini  e  Atrettuali  ,  uo- 
mini atti   j   cercare   mutazioni. 

f  SMUvTTUKA.  Slrif^tiimento,  Stret- 
ta. Lat.  voiistriitio.  iiuid.  G.  1.  2.  So- 
:>teDne  ^l'or^alanicnle  in  aere  il  giogaate 
Anteo  insino  che  per  inloUcrahde  strettu- 
ra divenne  senza  anima.  Cr.  2.  23-  22. 
Con  vinco  sonile  e  lesso,  o  con  cordella, 
con  poca  strettura  si  leghi,  fieni'.  Cefi. 
Oref.  78.  la  somma  ,  a  due  stn-llure  di 
vite   sempre    v»-rrà   stampata  la    medaglia  . 

§.  I.  Per  metafora.  Jiut.  In/.  38-  I. 
Che  strettura  della  nicvc  noi  faccia  mo- 
rire. 

g.  II.  l'cr  I strettezza  Vi  luogo.  Luogo 
stretto,  Luogo  di  piccolo  circuito.  Lat. 
angustia.  Gr.  CTCVOTfl,.  Dcclam.  Quin- 
ti/. (\  Toclie  api  ehbi  tra  la  strettura 
dell'  orto  assettale.  ì'il  l'iut.  E  ancora 
|>er  questo,  che  vedrà  la  strettura  <lel  luo> 
go.  Cr.  IO.  35  7.  ^è  le  gatte  per  quel- 
la strettura  potranno  entrare- 

•f  J^i  STKIA.  Sorta  dica\'0  nelle  colonne. 
Baldin.  roc.  Dis.  alla  V.  ACCA.NALA- 
TO.  Trovansi  questi  canali  appresso  al- 
cuni autori  chiamali  strie,  donde  hanno  i 
Botanici  moderni  cavato  il  dire  alle  pian- 
te  accanalale,   piante   striate.    (.4) 

^  %.  Per  similitudine  1  Xotomisti  dan- 
no il  nome  di  Sirie  midollari  alle  jsostan- 
ze  intcriori  della  midolla  .opinale.   lA) 

*  STÌUATi>.  l'atto  a  slrie^  Scanala- 
to, Scannellato.  Jìaldin.  J  oc.  Di s.  Si&iXO 
j   haccelli.   (  1  f 

*  ST»lIAZ/.0.  Esercizio  proprio  delle 
.itrcgltc.  Bern.  rini.  \.  gg.  Van  su  pc' ca- 
mini E  su  pc'  tetti  la  notte  in  istriax- 
10.   (V) 

STH  nuli  ARE.    Ved.  STKEBBIARE. 

STKIIJBIATO.    ì  ed.  STREBBIATO. 

STKIBBIATUICE.  f'ed.  STIlElìBIA- 
TRICK. 

•f  STRIBUIUE.  y.  .4.  Distribuire. 
Lai.  distrif'ucre.  Gr.  otKVSjULEtv.  Din, 
Comp.  3.  68.  Gli  uficioli  ,  rho  avcan  la 
^ua^dia  della  vìttua^lia,  suviamentc  la  stri- 
huivano.  G.  f  .  II.  /|().  8.  Kllino  ordi- 
narouo  tra  loro  una  taglia  di  reiilunida 
fiorini  d'  oro,  il  tetzo  prestare  le  dette 
(umpagnie  ul  Comune,  e  le  due  parli  stri- 
liuirc  tra  altre  ricchezze.  V.  V.  1>  7*  ^ 
cittadini  di  Firenze  lasciarono  a  strihuin; 
a*  poveri  per  li  capitani  di  ipieìla  com|>a- 
gnia  più  di  Irccunto  cinquanta  migliaia  di 
fiorini  d'  oro. 

§.  Per  Rovinare,  Guastare j  maniera 
antica.  Stor.  Pist.  87.  Quando  nicsscr 
Auo  e  iiiesscr  Passarino  funiuo  nel  tior- 
j-o  di  Panicale ,  mandarono  loro  gente 
prc>so  alla  «  itia  di  Bologna,  ardendo,  ru> 
haiido  e  slrihuendo  ciò  che  si  trovavano 
innanzi  fin  presso  alle  mura  della  città  ;  e 
quando  cliliono  cosi  guasto  e  strihuito  , 
tornarono  vcrao  la  ritt!i  di  Modona.  I\ 
1)2.  Comi)  costoro  furono  partiti  <li'lla  ter- 
ra .  e  '1  Conte  vi  fere  mettere  Inoro  m 
tutto  1  castello  e  nella  rocca  ,  e  tutta  la 
fvco  ardere  e  &tri*iuirc. 

•f  .STUinUITO.  /'.  A.  Add.  da  Stri- 
LutrT.  Lat.  distnlmius.  Or.  ci%tt^r[ìui 


S  T  R 

t^  Fr.   Zac.  T.  2.  23.  18.   Ed  ai  mcmhri  ha 
strihuito,   Omle    vita   possan    trarre,   (f^) 

STRIBUZIO.NE.  V  A.  Distnhuzione. 
Lai.  distrihutio.  Gr.  Kva'oosc^,  ciavoy*;'. 
jU.  V.  \.  48.  La  entrata  del  Comune  re- 
co a  sua  stribuiione,  e  mandò  haodo  da 
sua   parte,   che   ce. 

*  STRiCARE.  Strigare.  Segner.  Con/, 
istr.  cap.  ult.  Osservando  il  aodo  prima 
di  applicarvi  a  strìcarlo.  (yj 

STRIDENTE.  Che  stride.  Lai.  stri- 
dens.  Gr.  ^p\jyoiV.  Cr.  g.  g6.  2.  Le  qua- 
li I  pecchie  j  prima  sanxa  pietli  nascono,  e 
incontinente  con  le  stridenti  ale  si  mi- 
schiano e  si  levano  in  allo.  Guid.  G.  Col 
capo  scoperto  e  con  stridente  jtianto  Ìl  po- 
sarono ivi.  Amet.  99.  Gli  stridenti  grilli 
per  le  rotture  della  secca  terra  s'  avevano 
fatto  cominciare  a  sentire.  'Pass.  Ger.  3. 
76.  Etl  altri  impone  alle  stiidenti  rote 
D'orni  e  di  cedri  l'odorale  some.  t'ir. 
As.  58.  Spingendo  assai  sovente  ornhe  h' 
mani  verso  il  morto  corpo,  con  voce  stri- 
dente, ma  da  multi  sospiri  impediti,  gri- 
llava. 

§.  Per  Freddo  ecces.ùvamente.  Boez. 
l'arch.  1.  rim.  Ìì.  Tu,  quando  usa  sfron- 
dare La  bruma  i  hoschi  al  più  stridente 
algore,    Tarde   le   notti   e   i   di   veloci   fai. 

STRIDERE.  Gridare  acutamente,  così 
dell'  uomo,  come  d'  altro  animale j  e  figa- 
ratam.  si  dice  anche  di  cose  inanimate  . 
Lai.  stridere,  stre/'itnm  edere.  Gr.  ^p'J- 
jjiiy.  Fr.  Giord.  Pred.  S.  Sihilasse  co- 
me serpente,  e  strìdesse  come  Ì  porci  e 
come  i  sorci,  ffocc.  nov.  79.  ^O-  Comin- 
cio a  saltahellare  ec.  e  a  stridere,  a  gui- 
sa che  se  imperversato  fosse  .  Pass. 
1^6.  \'c'nne  la  feiiimiua  stridendo,  e  *1  ca- 
valiere dietro.  Farcii.  Stor.  6.  l52.  I 
quali  gli  dissero,  fra  l'altre  rose,  essere 
gran  differenza  tra  sU"idere,  che  fa  fugj,Ì- 
ro  gli  uccelli,  e  schiamazzare,  che  gli  al- 
letta. F  Eri'ol.  61.  Stridere  per  lo  con- 
trario è  sempre  neulrt>  ec.  ,  e  noi  fareu- 
dolo  della  teiia,  iliciamo  stridere  coU'ar- 
ccnto  acuto  in  stdl*  antepenullima,  il  qua- 
le dimostra  la  penultima  sdlaha  esser  hre- 
ve.  lied.  Jns.  128-  Stuzzicato  ed  irritalo 
strideva,  come  se  fosse  un  pìpisliello. 
Tass.  Ger.  16.  2.  Le  porte  qui  d"  cfligia- 
to  argento  Su  i  cardini  stridean  dì  liirid' 
oro.  ^!  /'ocz.  I  ardi.  l5.  La  fiera  raldtia 
di  Nettuno  irato  Quando  più  gonfia  ,  e 
dal  più  hasso  fondo  Più  roro  stride  e  più 
minaccia  il  mondo.  (^}  Sannaz.  Ari  nd.pros. 
II.  Montano  ce.  ponendo  una  viva  »elce 
nella  rete  della  sua  fionda,  e  con  (ulta  sua 
iorza,  rolandolasì  intorno  al  capo,  la  lanciò 
andare;  la  quale  t\iriosaineii'.e  stiiitendo 
pervenne  n  dirittura  ove  mandata  era.  (C. 
Salvin.  Om.  f  .'>6a.  Ma  fuor  fuore  la  pe- 
liade  Fras^inea  lancia  trapasso,  e  stiise 
Sotto   quella    lo    s>  udo.    (Min) 

"^  %  F.  in  siifuilìr.  alt.  (^avalc.  Alt. 
Apost.  /|8.  Le  ijuali  parole  quegli  uiIfu- 
do,  lutti  si  rodeano  dì  cuore  ,  e  islridva- 
no  gli  denti  contro  a  lui.  (  F)  .S'ah'in.  Di- 
sc. 3.  182  Del  gridare,  e  dello  itriilcre 
alcuno,  o   motto   joilarlo.   aslienli.   tJ\'t 

STItlUEVOl.E.  Add.  (he  stride.  Lat. 
striduli!  f.  Gr.  )tyj£3;.  liemh.  pr^ys.  a. 
91.  D'altra  parte,  cercando  la  pìuccvolez- 
fta,  puossi  trascorrere  r  M'vndere  ul  disso- 
luto, credendo  iiuellr  voci  graziose  rur- 
re,  che  rulictde  sono,  e  le  inihelletlale  va- 
glie, e  Ir  insipide  dolci ,  e  le  sliidovoli 
soavi.  Farch.  t.ez.  (67.  Le  tlridovoli  pa- 
role )  in   iscamhio  dello  xsavi. 

•f  «  STRIDIMENTO.  Strido,  Siri. 
dio.  Stridore.  Uden.  !\is.  ^.  ^6.  La  for- 
za dì  questa  comparazione  consiste  nello 
stridere,  che  li  fa  talora  nel  pianto  ,  il 
quale  stridimenlo  lagrimoso  era  ,  ce.  (A) 
4  STRIDIO.  Lo  stridere.  Stridore 
Lat.  flridor.   Gr.   r^t7^o;.  .VnA-i/i.  Pros. 


S  T  R 

Tose.  I.  102.  Beo  si  sa  che  stridio  e  cbe 
schiamazzo  elle  fauno.  (')  E  Geor.  tih. 
1.  Con  gran  stridio  per  1'  aure  la  perse- 
guila  >iso.  ( Fj 

STRIDIRE.  I'.  A.  Stridere.  LiLttridere 
Gr.^pjy^tt-i.  Mor.  S.  Greg.  32.  Ecco  io  «Iri- 
derò sopra  di  voi,  ticcome  stridisce  il  car- 
ro carico  di  fieno.  Cr.  9.  82.  3-  Il  desi- 
derio d'usar  con  la  femmina  il  maschio 
f  pavone  }  dimostra,  quauilo  la  bellezxa  del- 
la gemmala  coda  sopra  di  se  volge,  e  coi- 
rendo  stridisce. 

*  g.  I.  Eia  signi/ic.  alt.  FiU  SS.  Pad. 
1.  76.  Di  notte  lo  facea  urlare,  e  piagne- 
re, e  stridire  li  denti.   (Fj 

g.  II.  Per  similit.  Lat.  facere  strido- 
rem,  I  itr.  Frese.  1.  IL.  2.  Quanto  alla 
hunt^  della  rena  è  da  sapere  clic  quella  . 
la  quale  presa  con  mano  sLridisce,  è  utile 
a  colui  che  vuole  edificare. 

STRIDO  .  Foce  che  si  manda  fuori 
stridendo.  Lat.  strtdor ,  clamor,  quiritO' 
tus .  Gr.  fizjyaó.,  Bocc.  nov.  43.  I^- 
Fu  per  mettere  un  grande  strido,  temen- 
do d'  esser  fedita.  Petr.  canz.  ^S.  IO.  A 
questo  UD  strido  Lagrimoso  alzo,  e  grido. 
/'.."  son.  222.  >on  chi  recò  eoo  sua  Ta.;a 
lieliczta  In  Grecia  affanni,  in  Troia  ulti- 
mi stridi,  /ant.  Inf.  12.  Ove  i  bollili  fa- 
ccno  alte  strida. 

"^  %.  E  fer  simiht.  detto  i^l  Fragor 
del  mare  .  Tass.  Ger.  3.  6.  O  quale  in 
fra  gli  scogli,  o  presso  ai  lidi  Sibila  il  mar 
percosso  in  ratirhi  stridi.  (IVj 

*f  5  STRIDORE.  Foce  che  si  manda 
fuori  stridendo.  Strido.  Lat.  strider.  Gr. 
,3ouyu5?  .  Zìi*.  ^F  lo  mando,  dì»s'  elli , 
dinanzi  a  me  paura,  stridore  e  fuga,  uc- 
cidimento  e  sangue.  Guid.  G.  Con  lamen- 
tevoli slrìiluri  manifestano  te  misere  loro 
Itoci.  :;:  (ar.  Fn.  12.  991-  La  turba  V  ac- 
corse delle  donne,  e  di  tumulto  Di  piaDli, 
di  stridori  e  il'  ululali  La  reggia  tolta  e 
la   citlade   empiessi.   {Ii) 

§.  I.  /  tei  amo  anche  Stridore  a  Freddo 
ccccsuvo.  Sug^.  nat.  esp.  7.  Ne' maggiori 
stridori  del  nostro  inverno  si  riduce  a  17  e  a 
16  gradi.  Fir.  Disc.  an.  101.  Or  non  li 
ricord' egli,  marito  mio  iozucrherato,  avci 
udito  dire  ,  che  due  anni  fa  noi  avemmo 
qui  una  mala  vernala,  e  furonti  1  mag- 
giori slridoii  che  io  mi  ricordi  niaìT  Farih. 
Lrz.  52^.  >ej;li  .«Iridori  del  verno  si  sec- 
cano dimoili  frulli  ,  perciocché  ìl  caldo  , 
per  temenza  del  freddo  suo  nimico,  si  ri- 
tira e  fugi;e. 

^  3.  II.  Stridore,  dicesi  anche  dei  Ro- 
more  che  fanno  alcune  case  scagtialt,  o 
prnoste.  «  S.  Gio.  Gnsost.  |35.  E  quao- 
tunifue,  come  dice  la  Scrittura,  quivi  sia 
stridore  di  denti,  pianto  e  ululalo  ec.  Stcr 
Fur.  6-  145.  Ammonì  il  fanciullo  di  ooo 
muoversi  in  motto  alcuno  ,  anzi  Icoerc  il 
capo  saldissimo  e  pari,  e  sopportare  pasien- 
teinenlc  lo  ^trìdore  della  freccia  « .  (Ff 
Far.  En.  8.  6^6  11  picchiar  dell'  iurudi 
e  de*  marlelti,  Cit'  entro  si  sente,  lo  sUi- 
dor   de' lerri.    Il   fremere   ec.    (li) 

•j  STRII»ULO.  Add.  Aggiunto  che  SI 
dà  a  canto  ,  o  a  suono  di  voce  acuta  # 
striilente,  o  a  cosa  che  dà  suono  stHdem- 
te.  I  al.  .itridulus.  C.r.  )t/y;a;.  Fir.  As. 
lC>X  Accompagnando  ìl  uunvo  coro  c(»n 
uno  stiidulo  canto,  andavano  scherzando 
le  lascive  paiscre  ,  r  altri  infiniti  uceell  . 

*  S-  '^''  t'"*ilit.  afsgtiiHto  di  cose  I- 
ntnimate  che  fanno  ingrato  remore.  Ar 
Fur.  14.  I119.  t  oiur  as\alìre  o  vasi  pfts(>v 
rati  ,  O  le  dolci  reliquie  de'  convìvi  So. 
glion  con  rauco  $u«tn  di  stridule  alt  Lr 
impronte  mosche  ai  caldi  );iornÌ  esiivi.  (M) 
Hill  eli  .-tp  220.  Se  ipiivi  appretto  poi 
surges>e  il  tasjo,  Sharlul  dalle  radici,  r  l 
homo  fendi.  Per  incurvare  i  lunghi  e  stri- 
duli archi  Che  ce.  (F) 

STRIGAHE       CotflraHo   d'intrigare- 


STB 


s  T  n 


S  T  R 


i4«i) 


Ravviare  ,  Siiliippnrf  .  Lot.  exlrìcan! . 
Gr.  «{sii'rrsiv. 

>P  g.  I.  7'<T  Sol/ciilare.  Fr.  Ciord.  i. 
E  se  ci  sono  caJuli  (nella  scomunica),  si 
li  strighi  a  uscirne,  e  l'arsene  [iroscioglicrc 
i]   più  loslo  che  l'UÓ.  (l'I 

3  e  11.  l\i-  im-liij.  J>iir  sesto  a  cosa 
imbrL>gliala  ,  /Igpiiislarla  ,  Trar  rf"  im- 
broglio. Lai.  exirican-,  eiliiccrc.  C.r.  a.-cr.).- 

ÀKTTi.v,  s^avi'"-  '"•  '  ■  9-  '°"-  "J"-'": 
do  per  Io  possalo  ha  lallc  1  alte  e  grandi 
imprese,  per  li  governatori  .Iella  th.csa  d. 
Roma  addosso  gli  sun  limase  a  strigare. 
fr.  Ciord.  S.  l'red.  (il.  Delle  qu.di  aviaino 
delle  le  cinque,  e  non  Lene  strigale  le  due 
stamane.  Se,,.  I!c„.  larci,.  6.  2;.  .-e  lu 
r  intrigassi  in  .lualche  piato ,  e  poi  ne  lo 
strigassi,  niuno  dul.ilerel.l.e  che  tu  non 
avessi  scclei-ataniente  operato. 

*  e  111.  /.in  sigiiific.  neutr.pass.  Trar- 
si d-  intrigo  .  ..  /  oez.  I  nrch.  i.  pros.  12. 
Beffimi  Ui,  risposi,  tessendomi  con  coleste 
lue  ragioni  un  lalerinlo  da  non  poterse- 
ne strigare  e  sviluppare  mai  ..?  f  A>  l-asc. 
Ce,,.  1.  no^:  2.  73.  l'er  non  toccarne  una 
neUa  testa  che  lo  ponesse  in  terra  ,  deli- 
herò  di  suigarsi,  o  d.svilupparsi  da  quello 
impaccio,  e  da  quella  noia,  andassene  ciò 
che  volesse.  (Ti) 

*  STRIGATO.  Jfi'erb.  lehcemenle  , 
Senza  imbrogUo.  Lai.  crpedile.  feliiùter. 
Pros.  Jior.  4.  2.  94-  Com'ella  vede,  e 
necessario  pensare  ad  altro  modo  per  u- 
scire    sUigato    e    nello    di    questo    mlri- 

STRIGATOBE.  I  erbai .  in.isc.  Che 
striga,  lib.cur.  malatt.  Appellano  il  me- 
dico per  unico  strigalorc  di  tanli  mali  (i),,, 
fieiiratam. }. 

*  STRIGE.  Sorta  d'uccello  notturno. 
Lai.  strix.  Gr.  cjyiv.o'.  Menz.  .tal.  i. 
E  solo  a  gufi,  a  stiigi  ■  a  cornac,  hioni 
Nel  palano  real  poneaM  d  ghigno  .  /..-rf. 
Oss. \n.  148.  Se  tulli  gli  uccelli  .h  ra- 
pina ò  grandi  o  piccoli  clic  sieno,  cctet- 
lualòne  i  l.arbagiauni.  i  gufi  ,  le  strigi  ,  0 
nottole  ,  ed  altri  rapaci  notlurm  ,  han- 
no cortissimi  i  loro  .lue  intestini  cicchi , 

S    STBIGIO.   Sorla  di  erba  detta  al- 
Irimenli  Solalro.  Lai.  solanum.  Gr.  syf  J- 
vvo;  .    Cr.  6.   104.    I.   lo  strigi.) ,  solalro 
e  morella  è  una  medesima  erba.  {') 
STRIGLIA.  Slrcggbia.  ^ 

STRIGLIARE,  .•tlreggbtarc.  i-  J  ass. 
Vial  Pad.  t'a'u.  (Quando  lo  spcnditorc 
avri  compro  da  mangiare  ,  il  cameriero 
.vii  fatto  illello,  e  ii.llale  le  vesti  1 
famiglio  di  stalla  sliigliati  1  cavalli  .  (V) 
Mleg.  265.  E  menando  la  man  coni  uoni 

"''•/"sTrÌgNKNTE,  e  STRlKGliNTE. 
Che  strigne  .  Lai.  .firingens  ,  astnngens  , 
eogens.  Gr.  sy.'y/wv.  Cr  10.  Jl.  I. 
Presso  al  laccio  sia  un  folle  cannello 
slrisuenle  il  laccio  .  .4met.  l3.  Vede  h 
rivi  ec.  discendere  ,  o  quelli  tutti  in  pie- 
Ira  per  lo  slrignente  fieddo,  essere  tor- 
nati l'igri.  *  /•.  59.  Dal  freddissimo  Borea 
canuto,  L'  acque'  strigncnte,  e  dal  veloce 
Eoo  ,  O  da  quale  altro  fiero  o  leu  tenu- 
to,    ec.   (Hj 

*  8  Per  Importante,  Di  gran  premu- 
ra, l'aliai,  lerf.  Cri.,7.  1.  2.  Non  veg- 
riamo  noi  che  molli  rifiulan..  di  mangia, 
re  a  una  lauta  mensa  di  tredici  convitati, 
o  d-  imprender  viaggio, exiandio  per  aliar. 
slrineenli,  in  giorno  di  marte?  (HI 

STRIGNERE,  e  STB1^GERE.  j4cco- 
stai-e  con  violenza  e  con  forza  le  pa,t,  in- 
sieme, ovvero  luna  cosa  coli' altra.  I.at. 
stringere.  Gr.  ^f. '•//='»■  ^o"-  '""■  "' 
1-  Poiché  mille  volte,  dis.derosamenlc 
tl'ringendolo,  bacialo  V  ebbe  ec,  n.Ua  ca- 
mera se  ne  andarono.  /•'  nov.  3l  il. 
Suingendosi  al  petto  il  morto  cuore,  dis- 


se ec.  E  nov.  47-  7-  r"-'  queste  parole 
vennero  a  pigliarsi  per  mano,  e  stiigner- 
si  l'elr.  cani.  dc).  2.  D.h  stringilo  ,  or 
che  puoi,  lìcrn.  Ori.  I.  l5.  48.  Slrigne- 
va  i  denti,  e  dicca  ;  Iradilore,  Fa',  se  sai, 
che  di  'lui  non  puoi  campare  . 

g  I.  Slrignce,  per  metaj.«  Fior.  II. 
324.  Tanto  lo  strinse  la  pietà  paternale, 
che  per  difendere  lo  padre  si  missc  alla 
morie.  tC)  l^occ.  nov.  63.  12.  Tanto  l'alle- 
zion  del  figliuol  lo  strinse,  che  egli  non  pose 
l'animo  allo  'nganno  fattogli  dalla  moglie.  E 
no.'.  q8  29.  Che  il  legame  .lell'amislà  trop- 
po più  siringa,  che  .|uel  del  sangue  e  del 
parentado.  Ilant.  lar.  32.  Ma  10  ti  solverò 
forte  legame.  In  che  ti  strinson  li  pcnsier 
solidi.  l\l.  r.  I.  96-  >1  tonte  si  scuso 
che  non  polea  ,  eh'  era  lorte  stretto  dalle 
gotti  (cioè,  tormentato).  Tac.  Hav.  Ann. 
3.  66.  Meno  strignevano  que'  figliastri  al 
patrigno,  che  questo  nipote  all'avolo  ;rioè, 
gli  erano  meno  a  cuore;  il  testo  lai  ha  : 
levior  iiecessitudo  ). 

§.11.  Slrigiiere,  per  Accostare,  Pac- 
cogliere  insieme.  Unire;  e  si  usa  in  ii- 
miì/ic.  alt.  e  neulr.  pass.  Lai.  colligere  , 
cogere.  Gr.  suWsys.».  Pani.  /«/ 9.  Gri- 
davan  si  allo  ,  <  h'  i'  mi  strinsi  al  poela 
per  sopetto.  /;  Par.  II.  Ben  son  di  quel- 
le che  temono  il  danno  ,  E  stringonsi  al 
pastor.  /•;  22.  Cosi  mi  disse;  e  indi  si  ri- 
colse  Al  suo  collegio,  e  '1  c.dlegio  si  strinse. 
J„,ci.  pr.  3.  Che  più  di  costui  le  molte 
lode  in  poche  parole  strignendo  diremo  ? 
Pelr  son.  2o5.  Seco  si  stringe,  e  dice  a 
ciascun  passo:  Deb  fosse  or  .jui  1  (cioè, 
SI  raccoglie  in  se  medesinio).  h  canz.  24. 
3.  Che  pur  tanta  baldanza  al  mio  cor  die- 
di, eh'  i'  le  mi  strinsi  a'  piedi,  i:  cap.  I. 
All'or  mi  strinsi  a  rimirar  s'  alcuno  Rico- 
noscessi nella  folla  schiera.  C.  !  ■  II-  76. 
1.  Addi  21  d'  Aprile  si  slrinsono  presso 
alle  poite  di  Verona  al  gillare  d'  un  ba- 
lestro . 

g.  HI.  Strigncre ,  pur  figurntani,,  per 
Coslrigncrc  ,  l'iolcntare  ,  .\foi-zai-e.  Lai. 
a.Hringcre.  urgere,  cogere.  Gr.  KVayKt/- 
£s.v,  sTliiysiv,  ^.«^ssSai.  Pani.  Purg. 
29.  Ch'  altra  spesa  mi  strigne.  Tanto  che 
'u  questa  non  posso  esser  largo.  E  Par. 
6.  Ma  la  condizione  Mi  strigne  a  segui- 
tare alcuna  giunta  .  lìocc.  nov.  5o.  lì. 
Vide  colui  ,  il  'luale  starnutilo  acca  ,  e 
ancora  starnutiva  ,  a  ciò  la  forza  del  sol- 
fo strignendolo  .  E  nov.  85.  l5.  Comin- 
cio mollo  a  strignere  e  a  solliritar  Bru- 
no .  /;  noe.  100.  3.  Voi  mi  strignete  a 
quello  che  io  .lei  lutto  acca  disposto  di 
non  far  mai.  Cas.  leti  65.  Se  e' pai  dun- 
que .al  Vescovo  di  tornare  a  ragionare 
col  Conte  ,  come  da  si;  ,  e  stringerlo  ,  e 
mostrargli  le  comodit'a  che  egli  noveri 
più  in  noi  ,  che  in  alcuno  altro ,  ec. 
*  CnifC.  Stor.  4.  29^.  Nel  qual  tem- 
po, preso  animo  della  prosperità  dei  suc- 
cessi,  slrigneva  con  parole  alle  il  Papa 
a  dichiararsi  per  la  lega.  (L) 

i?  ^  IV  Sti'ignere  il  cuore,  vale  Mettere 
in  angustia.  F.CCOP.E.g.  XCVllI.f,V; 

:^i  g.  V.  Strignere  il  pelo  alligni,  vale  lo 
stes.io   che    divedere  il  pelo  .    I  .  PELO  , 

§.  XXII.  (Ni 

+  :*.-  §.  VI.  Strignere  I'  argomento ,  vale 
Pinforznr  la  prova  ,  I  enire  alla  conclu- 
sione. Segner.  Mann.  Cinga.  14.  I.  Ogni 
sua  parola  e  piena  di  nervo  a  slrignere 
sempre  più  1' argomento.  (Ì'J 

§.  VII.  Strignere,  per  .ferrare,  Asse- 
diare. Lai.  concludere,  obsidere.Gr.  5uy-  , 
zl-i'siv,  TToiios/sTv.  C.  f.  5.  I.  8.  Venne 
allo  assedio  di'  Roma  per  dislruggerla ,  e 
aveala  molto  slretla.  /■,  7  lo3.  I.  Misesi 
a  strignere  la  ritta  di  (;irona  .  /'J  8.  89. 
2.  Si  puosono  ad  oste  al  castello  di  Gar- 
gosa,  e  quello  strinsero  per  battaglia.  /Jocc. 
nOi\   17.  44-  Prima  che  da  due  potentis- 


simi signori  fosse  stretto  in  mezzo  ,  andò 
contro  al  Ile  di  Cappadoeia.  Cas.  lei,.  49. 
Par  che  sia  necessario  o  di  pigliare  alcu- 
no accordo  sopra  le  cose  di  Sieno  di  pre- 
sente ,  innanzi  clic  i  nemici  la  stringano 
tanto,  che  possano  poi  voler  1'  accordo  a 
lor  modo. 

g.  Vili.  .S't,ingere  la  spaila,  e  simili, 
vale  Impugnarla  .  Ar.  pur.  9.  3.  Dor- 
mono ,  e  'l  Conte  ucci.ier  ne  può  assai  , 
Né  però  stringe  Durindana  mai.  -•-  Tass. 
Cer.  2.  74.  Vibra  contro  costei  la  lancia, 
e  stringi  La   spada  ec.  (K) 

g.  IX.  .ytrignersi  ,  per  Uistrignersi , 
Usar  parcità.  Lai.  parce  vivere,  Gr.  e'u- 
TS/tà;  fl.o-Jv.  /ìocc.  Introd.  l3.  Molli  al- 
tri servavano  tra  questi  due  di  sopra  delti 
una  mezzana  via  ,  non  i»trigncndosi  nelle 
vivande  quanto  i  primi  .  ne  nel  bere  ,  e 
neir  altre  dissoluzioni  allargandosi  <)Uanlo 
i  secondi. 

•+  •,'  §.  X .  Stringersi  addosso  ad  uno, 
vale  As.taliilo,  Investirlo.  Segner.  Pred. 
3.  5.  Si  strigne  improvvisamente  addosso 
al  nemico;  lo  gilla  a  Icrra.  (V) 

i"?  ^.  XI.  Strignere,  talora  vale  anche 
Importare,  Calce,  legg.  P.  Unni.  18. 
Lascio  0  te  queste  rose  ,  e  Iralliamo  di 
quelle    cose  ,  che  più  mi  stiingono.  (Ci 

g.  MI.  .^trigiicrc  i  cinto/ini  ad  alcu- 
no, si  dice  del  I  lemere  molto  ed  Impor- 
tale altrui  alcuna  cosa.  LaC  cura^  vel 
cordi  esse  .  Gr.  iitip.ikii  si  vs<i .  l^oec. 
nov.  40.  22.  Siccome  colei,  alla  quale  islri- 
gnevano  i  cintolini  ec,  ordinatamente  di 
quello  la  fante  informo. 

;;:  g.  XIII.  Strignersi  nelle  .spalle,  0 
Strigiter  le  spalle,  esprimono  uno  Scusar- 
si tacitamente  per  più  non  potere  j  e  ta- 
lora Cedere  alla  fortuna  con  pazienza  . 
Frane.  Sacch.  nov.  36.  Slrinsono  le  spal- 
le ,  e  ringraziaronlo  ,  ed  andossi  con  Dio. 
iVoi-.  ani.  102.  31.  Si  die  ad  intendere 
d'avere  errato,  e  strettosi  nelle  spalle  dis- 
se :  per  certo  io  sono  stasera  fuor  di 
me.  (C) 

g.  XIV.  Strignere  il  sangue,  vale  Ri- 
stagnare il  .tangue  .  Lai.  astringere  ,  si- 
stvre.  Gr.  OTj'fe.v.  Tes.  l'ov.  P.  S.  cap. 
16.  Il  sugo  dell'  ollica,  messo  nelle  nari, 
fa  uscire  il  sangue,  ed  ungendone  la  fronte 
slrigne  il  sangue.  /'.'  appresso:  Il  sangue 
di  pernice  ,  o  di  tortola  ,  e  colombo ,  si- 
milmenle  slrigne  il  sangue  che  esce  del- 
le ferite. 

f  K'  g.  XV.  Strignere  il  passo ,  per 
Affrcltare  il  passo,  lor.  Med.  poe.t.  l5. 
Prende  nuovo  vigore,  e  strigne  il  pas- 
so    (Min) 

g.  XVI.  Strignere  fra  l' uscio  e  il  mu- 
ro ,  vale  I  iolentare  alcuno  a  risolversi 
.venza  dargli  tempo  a  pensare.  Malm.  IO. 
g.  Chi  la  stringesse  poi  fra  1'  uscio  e  '1 
muro.  Pagherebbe  qualcosa  a  farne  mon- 
te .  .Menz.  sai.  5  Ma  tu  mi  stringi  qui 
tra  r  uscio  e  '1  muro. 

'r  §.  XVII.  .stringere  i  panni  addosso 
ad  uno  ,  figuratam.  vale  I  ostrignerlo  e 
ijuasi  liolen tarlo  a  fare  la  tua  volontà. 
Car.  leti.  ined.  2.  257.  Gi'a  s'  ha  levati 
d'  addosso  questi  benedetti  ferraiuoli  con 
tullochè  1  Cardinale  e  "1  marchese  insie- 
me gli  abbiano  di  nuovo  stretti  i  panni 
addosso.  (J\') 

*  §.  XVIII.  Slrignere,  talora  vale  an- 
che Concludere,  Recare  ad  ejìetto.  Cuicc. 
Stor.  4.  75.  Conosco  che  chi  cosi  presto 
vuol  tanto  abbracciare  ,  va  a  pericolo  di 
non  strignere  cosa  alcuna.  (LI 

*  e.  XIX.  In  proverb.  Chi  follo  ab- 
braccia poco  Slrigne J  e  dicc.li  di  Ib""''^ 
conchiude  per  troppo  imprendere.  ì  .  AB- 
BRACCIARE ,  ;;.  IV.  (C) 

I  STRIG^^IME^TO  .  Io  slngnere. 
Lai.  constrictio,  eonstipalio.  Gr.  ST-jfi;. 
Oli.    Cam.    Purg.  21.    387.  Si  generano 


l430 


S    T  R 


ncir  apre  diverse  passioni ,  secondo  Tario 
stendimento  e  strignimento  che  fa  il  ca< 
lore  che  signoreggia  ncll'  aere.  Cr.  Q.  65. 
4.  Ancora  en6ano  i  buoi  per  costipamen- 
to, cioè  per  istrignimentu  di  ventre.  Gal. 
Sist.  355.  In  somma,  questo  allargamen- 
to e  strignimento  si  diversifica  più  assai 
che  in  decupla  proporzione. 

t  #  STRIGMTORE.  l'erbai,  masc. 
Che,  o  Oli  strigne.  Helltn.  Disc.  3.  57. 
Io  gli  aggiugnerò  braccia  e  mani  in  foggia 
di  strumenti  prenditori  ,  strignitorì  ,  rìte- 
nìtori,  con  cui  si  ponga  in  possesso  dì  ciò 
che  gli  fa  di  mestieri    (Min) 

STRIGMTURA.  Lo  strignere  .  Lai. 
contractura  ,  pressura.  Gr.  S>i\Jit;,  su- 

§.  Per  Congiuntura,  Jttaccatura.  Lat. 
iuftctura .  Gr.  c-j^sufi;.  Lib.  Astr.  Sal- 
derai ani1>o  ì  lor  capi  con  i^tagno ,  sicco- 
me io  li  dissi  elle  facessi  nella  prima  par- 
ie, poi  torrai  la  slrignitura,  e  piglia  quel 
foratore  eoa  che  furasti  gli  altri  fori,  o  un 
altro  che  sia  così  grosso  come  qtieilu. 

STRI';()LO.  Membrana,  0  /iete  gras- 
sa j  che  sta  appiccata  aile  budella  de^li 
animali.  Maini.  6.  47-  ^^^  *'  rallt-gra  al 
giugncr  d'  un  cibreo  Fatto  d'  interiora  di 
magnano  ,  1-^  di  ventrigli  e  strigoli  d^ 
Ebreo . 

STRILLARE.  Strìdere.  Lat.  stridere. 
Gr.  ^^j^'-cv.  Àr.  Fur.  37.97.  Ella,  che 
teme  che  non  ben  le  accada.  Lo  nega  in- 
darno, e  piange  e  grida  e  strilla.  ì'arch. 
Krcol.  6l.  Stiillare,  il  che  si  dice  ancora 
mettere  urli  o  urla,  stridi  o  strida,  strilli 
e  trifoli,  è  quello  proprio  che  i  Latini  di- 
cevano vocijerarif  cioè  gridar  quanto  altri 
n'ha  in  lesta,  ovvero  in  gola. 

STRILLO.  Lo  strillare.  Varch.  Fr- 
ed.  61.  Strillare,  il  clic  si  dice  ancora 
mettere  urli  o  urla,  stridi  o  strida,  strilli 
e  trifoli,  è  quello  proprio  che  i  Latini  di- 
cevano voci/erari ,  cioè  gridar  «[uanlo  altri 
n'ha  in  Icsla  ,  ovvero  in  gola. 

:?  STRILLOZZO.  Tcrm.  degli  Orni- 
tologi. Sorta  d'uccello  iti  paretaio,  simile 
in  grossezza  al  Frosone ,  di  becco  perù 
più  sottile,  e  del  colore  del  Tordo j  forse 
io  stesso  che  il  Braciere  menzionato  dal 
Pulci  nel  suo  Morgantc.  (A) 

^-  STRLMPELLAMENTO.  Frastuono, 
Strimpella  (a .   (yi ) 

STRIMPELLARE.  Sonare  così  a  mal 
modo.  Lat.  perperam  pulsare.  Gr.  pau- 
/w;  xfo'jivi.  Bcd.  Ditir.  20.  Strimpel- 
lando il  dabbuddà,  Cantino  e  ballino  il 
bonibababa.  Buon.  Fier.  A.  1.  2.  Suona 
puro.  Suona  forte,  strimpella. 

•f  •.::  STRIMPELLATA.  Strimpella- 
mento j  Sattuta  di  alcuno  strumento  a 
mal  modo.  Sali'in.  Fier.  Buon.  ^.  i.  2. 
Dà  due  pizzicate,  cioè  pizzicottate  ,  col 
plettro  dell'ugna  e  delle  dila  ;  strimpel- 
late,  come   si  fa   sulla   «bitarra.    (  J j 

•f  *  STRIMPKLLO.  iìomore  d'uno 
strumento  mal  sonato,  e  lo  Strumento 
stesso.  Cori.  Svin.  7.  Quivi  Ciapino  in- 
cominciò bel  bello  A  risvegliar  le  ìudur- 
inentale  corde  Del  ncghitlusu  e  stupido 
strimpello;  Né  veruna  trovatane  ci>ncor- 
de,  Per  accordarle  i  bischeri  girando,  Mag- 
giormente  il   lor   »uon    rese   discurde.    (  .i ) 

STRI.NGA.  Pezzo  di  nastro,  o  striscia 
stretta  di  cuoio,  comunemente  di  lunghez- 
za di  mezzo  braccio,  con  una  punta  d' ot- 
tone, o  di  altro  metallo  da  ofini  capo  ,  e 
sci'i'C  per  allacciare.  Lat.  ligula  adstri- 
ctoria,  adstrigmentum.  Hern.  Ori.  2.  23- 
ll^.  Ma  lancia  che  co' nastri  ella  si  strin- 
ga: Ogni  Cristian  n'  ara  cento  per  strin- 
ga. /','  rim.  I.  ()3.  Con  un  certo  cotale 
Di  Romagnuolo  attaccato  alle  ichìenr  Con 
una  stringa  rossa  che  lo  tiene.  Buon.  Fier. 
4.  l^.  io.  Io  entro  in  un  mereiaio,  com- 
pio  ktnoghc,  ce.   Mestieri  ho  di  lervu'mc- 


S  T  R 

ne:  le  sgruppo.  ì'arch.  Suoc-  2-  I.  Io 
t'  ho  detto  mille  volte ,  Fulvia ,  che  tu 
tragga  da  tutti  in  tutti  modi  lutto  <]Uello 
che  tu  puoi,  se  tu  dovessi  bene  caTarne 
un  puntale  di  stringa.  Lasc.  Pinz.  \.  6. 
Io  so  ch'io  DOD  ho  mai  avuto  da  voi  tan- 
to ,  che  ODO  vaglia  più  un  puntai  di 
stringa. 

'■f  ^  §.  Son  dare  una  stringa  ,  vale 
lo  stesso  che  Non  ne  dare  un  pelacuc- 
chino.   I  ed.   PELACUCCHINO,  g.  (') 

*  STRINGAIO.  Facitore  di  siringhe. 
Lat.  ligularum  opifex.  Bemb.  lett.  2.  5. 
79.  Battista  stringaio,  imprigionato  per  ciò, 
che  Tenuto  a  parole  con  un  altro  strin- 
gaio, gli  avvenne  con  un  martellino  della 
loro  arte  segnarli  un  poco  la  pelle  del 
volto.   (') 

STRINGARE.  Bislrignere.  Lat.  astrin- 
gere, premere.  Gr.  eTotvasT^J/etv,  &>t'- 
^Hv.  Toc.  Dai'  Che  tanto  stringava  i 
suoi   scritti   per   aver   vita. 

f  *  STRINGATISSIMO.  Superi,  di 
Stringato  Bel/in.  Pise.  2.  288.  Voglio 
parlarvi  coll'iitesse  sue  parole  latine,  per- 
chè son  troppo  stupende  nell'  espressione 
del  vero  spiegato  io  una  stringatissima  suc- 
cintezza.  (Min) 

STRINGATO.  Jdd.da  Stringare,  Com- 
pendioso, Succinto,  Breve  nel  parlare,  o 
nello  scrivere.  Lat.  compendiarius,  pres- 
sus,  concisus.  Gr.  9-j-JTOftoi.  Dav.  Toc. 
Lett.  Volgaritrare  tutt«'  Tacito  non  pare 
che  occorra,  avendol  fatto  Giorgio  Dati 
con  ampio  stile  e  facile,  e  credo  per  al- 
largare e  addolcire  il  testo  sì  stringalo  e 
brusco. 

§.  Per  Piccolo,  o  Stretto.  Car.  lett.  i. 
17.  Che  non  sìa  sì  forbito  nasino,  né  si 
stringato  nasetto,  ec. 

^-     STRINGERE    .      l'ed.     STRIGNE- 

KE.  (ys) 

•f  *  STRINGHETTA.  Dim.  di  Strin- 
ga. Cortig.  Castigl.  lib.  2.  pag.  160. 
(  Giolito  l5'>4  )  Qual  e  di  noi,  che  ve- 
dendt>  passeggiar  un  gentiluomo  con  una 
roba  addosso  quartata  di  diversi  colorì  , 
ovvero  con  tante  strìnghelte  e  fettuzze 
annodale,  e  fregi  traversati,  non  lo  te- 
nesse per    pazto,  o    per   buffone?    (.\Sj 

*  STRINGIMENTO.  Lo  stringere. 
Segner.  Seni.  Graz-  37.  Altro  non  è  che 
r  abbracciamento,  lo  stringimento,  e  1'  u- 
nionc  col  suo  amorosissimo  Dìo  (qtiiji- 
guralam.  ).  (TC) 

STRINTA.  .Stretta.  L^l.  pressura,  an- 
gustia. Gr.  r>*'^{'t;.  otsvs't»;;.  Bim.  ani. 
M.  Gin.  36.  Cosi  miser  m' aito  e  mi  soc- 
corro ,  Per  ritornare ,  e  dar  maggiuie 
slrinta. 

't  #  STRINTO.  Jdd.  da  Stringere,- 
Stretto  .  Lat.  strictus ,  adstrictus.  Gr. 
es^i'/juivo;.  Bed.  Oss  an.  186.  Ne  son 
ec.  armati  di  crosta,  anzi  teneri  ,  e  che 
slrintì  fra  le  dita  si  ammaccano  subilo  , 
e  si  disfanno  scasa  rcsistensa  veruna.  (*) 
Lasc.  rim.  part.  I.  pag.  8.  z*  f ir.  I?^') 
Sì  dolce  è  'I  foco ,  e  sì  soave  il  nodo, 
Ond'  io  luti*  ardo,  et  onde  io  tono  stria- 
to, eh'  io  non  vorrei  che  V  un  inai  fus- 
se    estinto,   ec.    (ti) 

•f  STRIONE.  Istrione.  Lai.  hislrio.  Or- 
fjtaoi,  uT5/SiTT^'>.  Frane.  Saceh.  rim. 
l53.  Carlo  di  Buem  Iniprrailore  il  (ecv 
Re  de'buflfoni  e  degli  strioni  f  tjui  è 
erroif,  dovendosi  leg^rre,  per  la  misura 
del  verso  .  klrì«m  )  il  Italia.  Tac.  Dav. 
..-/nn.  1.  26.  Diceva  1'  accuiati>re  .  che 
Falanìo  aveva  mcuo  Ira'iacertloiì  d'Au- 
gusto ec.  un  certo  Catùo  strione ,  dis- 
onesto 4lcl  corpo.  F  Pk'rd.  eloif.  4*6. 
Onde  è  nato  quel  travolto  ,  ma  spesso 
dettato,  che  1  ni'slri  oratori  parlano  scioc- 
co, e  gli  strionì  ballano  saporito.  Buon. 
Fier.  I.  3.  a.  Che  gli  »tnoo  ri  sono, 
SI    alti   a    trasformarsi  in    ogni   parte,  Che 


come   una  persooa  slnoniea  ai  quelle 


S  T  R 

muovono  a  timore  e  a  pietade  Cliian- 
que  gli  ascolta,  come  a  rìso  ancora.  F 
3.  l\-  9.  eh'  io  non  vidi  a'  mìei  dì  strìon 
che  *\  duolo  Meglio  imitar  sapesse  di 
colui. 

*  STRIONESSA.  Donna  che  recita 
in  commedia.  Commediante-  Lasc.  Rim. 
2.  1^3.  Così  cioppe  ,  o  gammurre  aper- 
te, e  fesse  Son  da  giocolatrìci,  o  strìo- 
nesse  .  fCj 

•f  *  STRIONICO.  Jdd.  Da  istrione. 
Disc.  Cale.  2.  Come  dell*  arte  strionica, 
de'  cori  de'  mimi  ,  della  musica  antica, 
della  magia  e  della  cabala ,  e  dì  molle 
altre  arti  e  scienze  è  avvenuto  ^rf*  ejjrr- 
si  perdute,.  Uden.  Sit.  3.  ^5.  Parlando 
come  una  p 
se  ec.    (  I) 

STRIPPARE.  Dicesì  in  modo  basso 
deir  Empier  soverchiamente  la  trippa  , 
Mangiare  assai.  Lat.  .te  cibo  ingurgita- 
re. Gr.  >aiyàv.  Puon.  Fier.  ^  i.  7. 
Che,  '1  tuo  ingoiato,  a  strippar  qui  ve- 
nuto. Meriti  di  mostrar  nuda  la  peecia. 
Busp.  son.  3.  200.  Vo'  fare  una  scom- 
messa. Che  sempre  eh*  egli  strippa  all'al- 
trui spese,  Rece  poi  roba,  eh'  ci  ne  cam- 
pa  un    mese. 

STRISCETTA.  Striscia  piccola.  Lai. 
Jatciola.  Gr.  iTZioz-SfliOV .  Sagg.  nat. 
esp.  66-  Si  potranno  sopra  ciascuno  di 
essi  appiccare  esteriormente  con  gomma 
due  striscelte  di  cartapecora.  F  8i.  Dopo 
di  averla  strofinata,  e  riscaldata  sulla  stri- 
scelta  di  panno. 

STRI.^CIA.  .Si  dice  a  Pezzo  di  panno  , 
o  d'altra  cosa,  the  sia  alquanto  Bìtt  lun- 
go che  largo.  LM.Jasria.  Gr.  imoE^ao^. 
Fir.  As.  275,  Ne  gli  bastando  questo , 
e*  cominciò  a  metter  mano  alle  strisce 
de'  campi  ;  e  mossogli  non  so  che  lite  so- 
pra de'  confinì  ,  gli  andava  usurpando  a 
poco  a  poco  ciò  che  egli  aveva.  Gal.  Si- 
st. 356.  lo  pìglio  due  striice  di  carta  , 
una  nera,  e  l'altra  bianca.  F  appresso.' 
La  striscia  nera  di  mezzo  ascondereblic 
precisamente  la  bianca  opposta. 

*  g.  I.  Sfri.tci-t  ,  chiamasi  anche  un 
Pezzo  di  cuoio  più  lungo  ,  che  largo  su 
cui  si  affilano  i  rasoi,  fìellin.  Disc.  2. 
3o8.  A  tali  strisce  pur  si  vedono  tatto  dr 
affilare  ì  barbieri   i  lor  rasoi.   fCj 

§.  II.  Per  Biga.  Bed.  Ins.  l5o.  Sco 
però  minori^  e  men  fieri  ;  men  pelosi ,  e 
solamente  listati  tutti  dì  strisce  trasversali 
nerissime. 

§.  III.  Per  simiìit.  Dante  P  utò  per 
.9erpe.  Lat.  coluber,  anguis,  srrpens.  Gr. 
opc;.  Dani.  Purg.  8.  Tra  l'ertw  e  i  fior 
venia  la  mala  striscia  ,  Volgendo  ad  ora 
ad  or  la  testa  e   '1  dosso. 

§.  IV.  Striscia,  per  P  Orma  che  rima- 
ne in  terra  dallo  strisciare.  Lat.  vesti- 
gium,  orbita.  Cr.  t}fv9{.  ì'arch.  rim. 
post.  231.  Lunga  dietro  di  se  lasciando 
striscia.  Che  segnata  da  lei  la  polve  terha. 

g.  V.  Striscia  ,  in  modo  basso  ,  per 
ispada.  Malm.  |3.  55.  Ma  Calagfillo  al- 
tiero e  pien  di  stitaa  Colla  sui  striscia  fa 
colpi   crudeli. 

h  STRISCIAMENTO.  /,'  azione  del- 
io  strisciare.  Bellin.  Ih.tc.  2  99.  Ocnun 
sa  che  con  ule  strisciamento  si  tagliano 
in  un  batter  d'occhio  braccia  e  braccia 
dì   lela.   (Mini 

«  STRI5CIANTE.  Che  .ttriscia.  Sal- 
vili. Opp.  Pese.  Per  esso  dentro  mellerai 
strìiciante  Polpo  0  locusta,  ambi  dal  fuoco 
arrosto.  (A) 

STRISCI. \RE.  Camminare  con  impeto 
stropicciando  e  fregando  il  terreno,  come 
fa  la  serpe.  Lat.  serpere,  rcptare.  Cr 
r^JTCì»,  l^ti^nv.  ì  arch.  rim.  post.  221 . 
Vedila  là  ,  eh*  ella  si  fugge,  e  merita  Fr« 
cespo  e  cespo,  e  via  sguinando  striscia . 
Boci.    ì'arch.   5.   rim     5.  Di  molte  e  v*- 


S  T  R 

ri»  forme  Calcan  la  terra  diversi  animali. 
Questi  con  piallo  strso  corpo  enorme  Spai- 
no, slrisriando,  col  petto  la  polve  .  Ar. 
Fur,  Li.  7.  Qual  nomade  paslor,  che  ve- 
dut*  abuia  Fu^*;Ìr  strisciando  1' orrido  ser- 
pente. 

g.  I.  Per  mctaC  l'afe  Passare  rasente 
con  impeto.  Dov.  Colt.  1^6.  Con  andari 
coperti,  perchè  (gli  uccelli)  non  aUino  , 
ma  striscino  ,  e  insacchino  nella  ragna. 
Jtfbrg.  5.  5g.  Rizzo>si  in  sulle  staffi',  e  *1 
brando  striscia,  Che  lo  Tacca  fischiar  co- 
in' una  biscia.  Berti.  Ori.  2.  2'^■  l\2.  Ra- 
ichiò  la  coscia  al  marchese  Ulìviero,  E 
giù  strisciando  colse  il  buon  destriero. 
Guicc.  Stor.  io-  L*  artiglieria  piantata  di 
Ik  dal  Tesino  strisciava  tuli'  i  loro  ripari. 
Cani.  Cam.  188.  Per  distender  le  crespe 
questa  liscia.  Quando  egli  è  pui  rasciutto, 
Gagliardamente  in  qua  e  in  là  si  striscia. 

^  §.  II.  Stri.iciare,  in  signijìcato  att., 
vale  Stringere  colta  mano  1  rami  carichi 
(fi  fruita,  e  facentlola  scorrere  staccarli , 
e  Jarglt  cadere.  Sah-in.  lìnon.  Fier.  Pier 
Vettori  ec.  rimette  su  il  Iiuon  uso  degli 
antichi  agricoltori,  de' quali  era  proprio 
oieam  stringere  :  strisciare  i  rami  ,  non 
percuotergli.  (/4) 

*  STRISCIATA,  lo  stri.iciare.  Gal. 
Dial.  mot.  loc.  542-  Quando  la  stnsciala 
passava  senza  sibilo,  non  restava  pur  mi- 
nima ombra  di  tali  virj^iilette,  K  appres- 
so.' Nelle  strisciate  sibilanti  sentiva  tre- 
marmi il  ferro  in  pugno.  E  appresso  : 
Misurando  poi  gì*  intervalli  delle  virgolet- 
le  dell'una  e  dell'altra  strisciata,  si  vede- 
va la   distanza   che   ec.    (*} 

*STRISCIATAMENTE.^i'i'er*.A«mn 
niera  strisciante,  Bellin.  Disc.  2.  97.  Ed 
è  il  taglio  strisciato  talmente  opera  di 
mera  punta  che  lo  strunienlo  che  si  ado- 
pera per  islrisciatamente  tagliare ,  mentre 
taglia  in  tal  forma,  non  adopera  di  se  al- 
tro che  una  sola  unica  mera  e  vera  pun- 
ta. (F) 

t  «  STRISCIATO.  Add.  da  Strisciare. 
Bellin.  Disc.  2.  96.  Fd  è  il  taglio  stri- 
sciato talmente  opera  di  mera  punta  ec. 
E  altrove:  Le  quali  lutte  maniere  si  conten- 
gono in  quei  due  generalissimi  capi  di 
taglio  fermo   e  taglio  strisciato,   (Min) 

*  STRISCIATOIO.  Quel  cencio  (ano, 
pel  quale  Janno  passare  il  filo  dell'accia 
te  donne  quando  dipanano.   (A) 

•f*  STRISCIO.  Lo  strisciare j  e  la 
Striscia  stessa  che  si  fa  strisciando.  Tass. 
Gt?r.  l^.  34.  Siccome  soglion  la  vicino  al 
polo  S*  avvien  che  il  verno  i  fiumi  a:;- 
gbiacci  e  indure  Correr  sul  Ren  le  villa- 
nelle a  stuolo  Con  luoghi  strisci  e  sdruc- 
ciolar sicure.  (  P) 

•n*  §.  I.  Fare  un  buono  striscio  ad  una 
vivanda ,  vale  Mangiarne  as.vai.  Lasc 
Cen.  3.  nov.  10.  295.1  giovani,  fatto  un 
buono  striscio  a'  tartufi,  e  bevuto  di  vo- 
glia  ,  chi  volle  restò  con  Fileno.   (C) 

*  g.  II.  Tiro  distriscio.  Galil.  Tinti. 
Fort.  33.  Quando  un  tiro  d'artiglieria  va 
parallelo  ed  equidistante  ad  una  cortina  , 
senza  luccarìa  in  luogo  alcuno  si  doman- 
da tiro  di  striscio,   (l'è) 

«  STRISCIOLINA.  Dim.  di  Striscino- 
laj  Piccola  striscinola.  Lat.  parvafascio- 
la.  Gr.  5TIÒS3/J110'-.  Jl  vocahol.  alla  voce 
PASSANTE,  §.   (•) 

*  STRISCIONE,  e  STRISCIONI. 
Avverti,  Onde  Camminare  striscioni^  vate 
Camminare  stropicciando  e  fregando  il 
terreno  .  Salvin.  Opp.  Pese.  Or  sorti  an- 
dare eguale  con  questi ,  che  camminano 
striseiooi  ,  V  astuta  seppia.  (Aj 

*  STRISCIUOLA.  Dim.  di  Striscia, 
h»U  fasciola.  Gr.  £:ri0£7/jic37 .  //  Foca- 
boi,   atta  voce  LUNGA  ,  sust.   {') 

STRITOLABILE.  Add.  Atto  a  stHto- 
larsi.  hit.  friaòilis.    Gr.    Sj&^IjSt;'?.    Ri- 


S  T   R 

celt.  Fior.  85.  L'allume  sia  Linneo,  leg- 
giere, e  stritolabile  culle  mani. 

STRITOLAMENTO,  lo  stritolare. 
Lai.  comminano.  Gr.  oJvrpi'j'i^.  lil>. 
cur,  malati.  SÌ  percuota  ,  e  se  ne  faccia 
un  grosso  stritolamento-  ^  lìeltin.  Disc. 
I.  17.  Parli,  le  quali  poi  cadendo  appiè 
del  corpo  che  si  consuma  ,  formano  que' 
vari  sfarinamenti  ,  o  stritolamenti  ec.  F 
28.  No[i  vi  è  abuno  che  udito  nominare 
uno  stritolamento  di  grossi  ferri,  o  di 
grossi  marmi  subilo  nnn  comprenda  che 
chi  potè  stritolar  quel  metallo  e  que'  sas- 
si dovette  essere  d'  una  vigorosissima  ga- 
gliardia.   (F) 

*  STIIITOLANTE.  Che  stritola  . 
Pellin.  Pise.  T.  3l.  Questa  sola  forza 
stritolante  è  di  stupore,  e  può  essere  an- 
che una  piccola  parte  della  forza  intera 
del  muscolo.  (Ci 

STRITOLARE.  Spezzare  minutissima- 
mamente  j  e  si  usa  in  signific,  att.  e 
ncutr.  pass.  Lai.  deterere  ,  comminuere  . 
Gr.  aJT0Tpi'j3;tv,  fl'jvrpi'^ìtK.  J  irg.  Eneid. 
M.  Delle  focaie  pietre  traggono  fuoco  , 
e  stritolano  le  biade.  Vett.  Colt.  l^^.  Le 
quali  piote,  acciocché  nel  cavarle  elle  non 
si  stritolino  e  disfacciano,  egli  (  Cotumel- 
la)  mostra  come  s'  abbia  a  fare  a  mante- 
ner quella  terra  serrala-  lied.  Es[>.  nat. 
74-  Le  palline  dunque  di  cristallo  vote  si 
stritolano  iu  poche  ore  ne' ventrigli  degli 
uccelli. 

§.  Per  metnf.  tah.  282.  Ella  tutta  si 
stritola,  quando  legge  Lancellolto,  o  Tri- 
stano, o  alcuno  altro,  cou  loro  donne  nel- 
le camere  segretamente  e  soli  raunarsi 
(cioè,   si  consuma   e  vien  meno). 

STRITOLATO.  Add.  da  Stritolare. 
Lai.  nttritus,  detritus,  comminutus.  Gr. 
d'n:o-::zft(j.}jivo^y  •jU'JTzrpifjfxivoi;.  Ciriff. 
Calv.  2.  46.  E  risguardandt)  il  povero 
LioncHo  Col  capo  stritolato  e  d  corpo  in 
pezzi,  ce,  lied.  Fsp.  nat.  72.  Avendone 
fatte  inghiottire  sei  (pattine  di  cristallo) 
ad  un  cappone  ,  passate  che  furon  cin- 
qu'  ore  ,  lo  feci  ammazzare  ,  e  le  trovai 
tulle  stritolate  n^  ventriglio.  Buon.  Fier. 
2.  4  18.  Stritolati  ,  affettati  e  grattug- 
giati. 

3  STRITOLATURA.  Slritolamento  . 
Lat.  comminutio.   Gr.   ouvr^siij/t^. 

*  §.  Per  la  Cosa  stritolata.  «  liti, 
cur.  malati.  La  stritolatura  di  queste  co- 
se  si  metta  eci.f  IKj 

^  STRIZZARE.  Frequentativo  di  Strin- 
gerCj  che  general  ni  e  ale  si  dice  Spremere, 
con  voce  meno  esprimente  e  di  minor  for- 
za. Salvin.  Batrac.  Quel,  come  fu  lasciato, 
cosi  cadde  Addirittura  supino  nell'  acqua  . 
Le  man  strizzava,  e  morendo  stridia.  (Ai 

STROFA  ,  e  STF.OFE.  Quella  parte 
della  canzone,  che  piti  comunemente  diresi 
Stanza,  Lat.  strophe.  Gr.  arpofr,  .  Bed. 
Annot.  Ditir.  96.  Le  stampite  de"Pro^'en- 
zali  erano  per  lo  più  scompartite  in  tante 
stanze,  o  strofe,  come  son  le  nostre  can- 
zoni .  E  121.  Pindaro  nell'Olimpie,  ode 
terza  ,  strofe  seconda  ,  dette  Y  occhio  alla 
Luna  .  Salvin.  l'ro^.  Tose.  2.  \o\.  Non 
voglio  dire  di  Pindaro,  e  degli  altri  Lirici 
greci  ,  i  quali  non  solamente  di  strofa  in 
islrofa  trapassano  ,  ma  ancora  le  parole 
dimezzano . 

''.'  STROFACCIA.  Peggiorai,  di  Stro- 
fa.   Magai.    Lett.   (A) 

*  STROFETTA.    Pim.  di  Strofa. (A) 
n   STROFINACCIO,  e  STROFINAC- 

CIOLO.  Propriamente  Tanto  capecchio , 
o  stoppa,  o  cencio  motte  ,  diesi  possa  te~ 
nere  in  manoj  e  a  tanta  quantità  asciutta 
diremmo  Batuffolo;  e  serve  per  istropic- 
dare,  o  strofinar  le  stoviglie  ,  quando  si 
rigovernano.  Lat.  *penirulum.  Pass.  229. 
Come  sarebbe  uno  stroBnacciolo,  e  ventre 
pieno,  o  cosi  fatte  cose. 


S  T   R 


1421 


'*■  ^.  I.  E Jìguratam  u  Cavati'.  Pun- 
gii.  e.  12.  p.  l3l.  Molto  vdifica  Iddio  ti 
nostri  detrattori  ,  poiché  delle  lor  lingue 
fa  forbitoio,  e  strofinaccìolo  delle  nostre 
puzze  ...    ((') 

§.  II.  Figuratam.  per  Donna  di  mal 
affare  il  disse  Frane.  Sacch.  nov.  106. 
Benché  tu  se*  imbratto  e  vituperio  co'tuoi 
strofinacci  ;  va  ,  strofinali  con  essi  quanto 

tu    VUOgli  . 

t  STROFINAMENTO,  lo  strofnare. 

L-^t.  frìclio  ,  frictus  .  Gr  Tpi'|i;  .  Oli. 
Coni.  Purg.  21.  389.  Corruscazione  s'in- 
genera per  comballimento  di  nuvoli  ,  e 
strofinamento  di  venti  nella  nugola.  Sagg. 
nat.  esp.  40.  L'  argento  saliva  ec.,  e  per 
esterno  strofinamento  dì  ghiaccio  calava. 

STROFINA  KE.  Fregare,  Stropicciarcj 
e  dicesi  per  lo  più  delle  cose  che  si  vo- 
gliono ripulire,  o  nettare  ,  Lat.  fricare  , 
defrirare  .  Gr.  ^^-'X-'^  '  'j-w'/iiv  .  Fior, 
/lai.  D.  Ma  stringendosi  al  muro  ,  stro- 
finò il  piede  alle  pietre  .  J'it.  SS.  Pad. 
2.  353.  Allora  ella  mi  cominciò  tutto  a 
]»alpare,  e  con  una  pietà  femminile  tutto 
strofinare  .  Burch.  1.  104.  Però,  se  non 
li  cale  ,  Lasciagli  strofinar  pur  le  scodelle. 
*t  '^  §■  /•-"  neiitr.  pass.  Frane.  Sacch. 
nov.  106.  Benché  tu  so'  imliratlo  e  vitu- 
perio co'  tuoi  strofinacci;  va,  strofinati  con 
essi  quanto  tu  vuogli  (qui  figuratam.  ). 
Bui.  Par*  27.  Ruj;geran  questi  cerchi  su- 
perni ;  cioè  girando  faranno  sì  fatto  rug- 
gito e  romore  ,  strofinandosi  insieme  ,  ec. 
(  ur.  Matt.  son.  2.  Il  gufo  strofinandosi 
ha  già  rotta  La  zucca  ,  e  'n  sulla  stanga 
spenzoloni,   Per  farsi  ec.  (A) 

^  STKOFINATIiNA  .  Dim.  di  Strofi- 
nataj  Stroficciatella ,  Fregatina.  Magai. 
lett.  Formare  uno  stucco  ne  tanto  duro, 
che  non  si  lasci  ammorvidire  con  un  pò* 
di  strofinatìna  de 'polpastrelli  pel  pollice  e 
dell'  indice,  ne  tanto  tenero,  ec.  (A) 

STROFINATO  .  Add.  da  Strofinare  . 
"Lui.  f rictus.  Gr.  xz-pipp-i-JO^.  Sngg.  nat. 
esp.  229.  Assai  curioso  è  il  vedere,  come 
accostandosi  r  ambra  già  strofinala  e  calda 
a  quel  fumo  ec. ,  questo  piega  subito  alla 
volta  dell'  ambra. 

STROFINI'O.  lo  strofnare  j  ma  de- 
nota  frequentazione,  o  continuazione  di 
strofinamento  .  Lat.  friclio  ,  f rictus  .  Gr. 
"r'r^s-  l 'f^-  Encid.  M.  Sopra  i  cui  sassi 
per  lo  strofinio  de"  fondi  il  navilio  sonava. 
Cr.  9.  6.  2.  Quando  per  ispazio  d'un  mese 
sanza  sella  sarà  cavalcato,  gli  sì  ponga  soa- 
vemente la  sella,  e  sanza  strofinio  ,  e  sanza 
romore . 

•f  STROLAGARE.  T'.  STROLOGA- 
RE . 

•f  STROLAGATO.  T  STROLOGA- 
TO . 

't  STROLAGO.  /'.  STROLOGO. 
*f  STROLOGARE,  e  att'untica  STRO- 
LAGARE .  Astrologare  ,  Esercitare  l'a- 
strologia. Tac.  Dav.  Ann.  12.  l56.  Fu- 
rio e  Scriboniano  ,  quasi  avesse  strolagalo 
la  morte  del  Principe,  fu  mandato  in  esi- 
lio (il  testo  lat.  ha:  quasi  finem  Princi- 
pis  per  Chaldaeos  scrutarelur).  Malm.  \. 
61.  Stampa  gli  enimmì  ,  stndag.!  e  di- 
pigne .  Car.  lett.  1.  69.  C)r  pensale  co- 
me possiamo  strologare  ,  poiché  strologhi 
ci  chiamate. 

§.  Per  metaf.  vale  Pensar  sottilmente. 
Stillarsi  il  cervello  .  Lat.  meditari  .  Gr. 
jUieisTàv,  yjjoyji'^iiv.  Malm.  8.  58.  Tan- 
to la  biascia,  strologa  e  rimastica.  Che  a 
compilo  leggendo  ,  finalmente  II  sunto 
apprende . 

•fSTROLOGATO,e  a// (iVrtme/i  (e  STRO- 
LAGATO. Add.  da' lor  verbi. 

STROLOGI'A.  Astrologia.  Lat.  astro- 
logia .  Gr.  aizpoy^oyìy.  ■  O.  P.  11.  99. 
1.  Secondo  che  scrivono  gli  antichi  dot- 
tori di  strolugia. 


X422 


S   T  R 


t  STROLOGO,  e  anticamente  STRO- 
I.AGO.  .ìstrolor^o.  Lat-  pfnctfiliaciix ,  a- 
stro/ogns.  Or.-/ svìBf) i«>d"/9  5, aVrpsìo'ys;. 
G.  y.  lì.  q6.  2.  Uscirono  diMeldoo  pupolo 
(*  cavalieri  ad<1i  l5  di  Frtiliraio  eoa  ordioe 
di  loro  slrolago  .  Cr'onii/iett.  d'  Amar.  l3. 
Egli  c!(I)C  gli  slrnla^lii  suoi,  e  diwi-  loro 
questi  sogni.  Tac.  J)av.  Ann.  2.  38.  I.o 
indussi!  a  credere  a  gran  promesse  di 
strolaghi,  ncgronianli,  e  disfinitori  di  so- 
gni. Car.  lett.  I.  69.  Or  pensate  come 
possiamo  strologare  ,  poiché  strologhi  ci 
chiamale  . 

STKOMBAZZVr.E.  ruhhhcare  a  snon 
dì  tromba,  lieudrr  /hmo<o  ,  Pubblicare. 
I-al.  tuba-  signo  ftuf'Iii'art'.  t'-r.  «a).:t('^£iv. 
(Wch.  Corr.  5.  7.  Cerio  eli'  e  hella'  ro- 
sa l'sser  per  lutto  il  mondo  slromhaxzato 
Da  monoa  Fama,  come  iictc  voi  (qui  Jì- 
guratam.  ). 

STr.OMBAZZATA.  Suonata  di  trom- 
ba, Stromfn'tlio.  Lai.  classicuni.  Gr.  tv.a- 
n't'/l .  7'ar.  Pnv.  Ann.  ?..  3c).  Tuldio 
Marzio  ehlie  da'  Consoli  il  supphzio  an- 
tico  fuor  della  porta  EN»|Uihna  con  la 
strombazzata.  *'.*  Sa/vin.  /iatrac.  Allor  con 
grandi  troinlie  Slrombazxata  crudel  Teano 
di  guerra.    ( .\) 

STROMBKTTAF.F,.  Sonar  la  tromba^ 
e  dicesi  anche  del  Pubblicar  checchessia  a 
snon  di  tromba.  l.i\\.  clas.^icum  canore.  Gr. 

XIJ/>UffffslV. 

^  %.    E  figuratam.    Hart.   Star.    It.   \. 

12.    Il   fallo   andò   ro!,i   tulio   aUrimenli   da 

quello   che   ne   stromliclta    il  Alijciio.  (CPj 

STHOMlìETTATA  .     Strombazzata   , 

Strombeltio.  l.^t.  rfas.ticuni.  Gr.  caO^rty?  - 

§.  Per  .tintili t.  vale  Scal/'ore,  fSoniore. 
Lat.  .«trepilu.ffjnigiìr.  Gr.  'ló^soc,  'joZtco;. 
J'arc/i.  Slor.  io  3o4-  Uopo  più  lunghe 
slroinhctlate  e  slaiiipitc  fatte  con  incredi- 
Iiilc  ronihazzo. 

t.STT.OMBETTIKilE.  Colui  che  strom- 
helta.  Trombetta.  Liti.tuhicen.  Gr.  5a>7riy- 
XTr,'^.  Maini.  2.  33.  Poi  chiese  il  6d  di 
tanti  stiomliclliert. 

STROVIBETTl'O.  Lo  strornhettare  . 
Lat.    lubarum    sonitus  ,    classicum  .   Gr. 

SlliOMENTO.  /  .  STRUMENTO. 

STRO.NCAMENTO.  Troncamento,  lo 
stroncare.  Sals-in.  /'rot.  Tose.  I-47-  ^*^° 
han  poi  lo  struncamcnlo  ec,  che  aggiunga 
durezza  a  durezza 

STUONCAIU;.  Troncare.  Lai.  franca- 
re ,  obtrnncare  ,  secare  .  Gr.  n'fijnv  , 
anoxo'nz&t'j  .  iior.  Hai.  Questi  ire  fati 
si  dipì^neano  lo  primo  culla  rocca  piena 
di  lino,  lo  fecondo  filava,  lo  terzo  slron- 
rava  questo  lino  filato  .  Sah-in.  Disc.  3- 
101.  NcUo  stroncare  si  dee  avere  riguar- 
do alla  .V  ,  la  rguale  per  la  sua  naturai 
forza  non  isfugge  la  compagnia  di  niuna 
consonante.  !•'.  apprcs.to  :  Aello  stroncare 
le  voci  ce.  la  S  appartiene  non  alla  pri- 
ma ,  ma   alla    seguente  stllaha. 

STRONCATO.  A dd.  da  Stroncare.  Lai. 
secatus.  Sal\'in.  Disc,  3.  101.  Va  stron- 
cata dunipie  la  voce  così- 

STHOINCATUHA  .  Stroncnmento  ,  Lo 
.ttroncare .  .SV/i-i/i.  lUsc.  3.  c)<).  Questo 
dimcuamento,  e  (|ue^ta  stroncatura  non  si 
dee  fare  a  ca^o  .  /.'  lOO-  La  stroncatura 
dee  conforntjr>i  alla  maniera  del  compi- 
lare, o   del   rilevale   le   voci. 

#  STH{ìW(;iI.E.  Sorta  d'allume.  Iti- 
celi.  fior.  ì\.  L'  allume  kcistile,  il  roton- 
do, lo  strungile,  l'  a^tragalote.  (*) 

STHO.NOMI'A.  /.  A.  Asl'vnomùi. 
Lat.  astronomia.  <-r.  v'irfOVOut'v..  G.  /  . 
10.  4'-  '■  A*'^*»"  dette  e  rivelate  per  la 
scienza  d  istronomia,  ovvero  di  nrgronun- 
«la,  molle  ro^e  future,  •'^f  OtI.  Coni.  In/ 
4.  6l.  I>icr*i  che  egli  (Tale)  il  primo 
tra  gli  filosafi  tratto  di  sironomia,  e  anli- 
disse  le  oscurazioni  del  sole.  (Cf 


S   T    R 

*  STRONOMICO.  r.  A.  Astronomo. 
Fr.  lac.  Cess.  3.  5.  92.  Gramatici  e  ]<.tci 
ec.  e  stronomici.  (Ti) 

STF.ONZAHE  .  Diminuiremo  Jìistrin- 
gere  soten Inamente.  Lat.  decurtare,  val- 
ile coarctare.  <tT.  /o/o6«^v. 

STRO.NZATO.  Add.  da  Slromare. 
'fSTHO^ZO.Add. Stronzata.  Lat.  fOrtr- 
ctatus,decurtatus.  Gr.  fo'to&'ji^f-t^o'io^bi- 
fjivoi-  Buon.  Fier.  2.  4*  >8-  QucU' eran, 
signor  mio,  di  più  monete  Le  miserahil 
teste  scorticale  ,  .Sfaldate  ,  losc  ,  stronze  , 
sdottorate,  E  di  lettere  prive.  £'4-4*  '^■ 
Gran  romori  Di  malvage  monete,  stronxe, 
rase.  •"?  Salvia,  ivi:  Stronze,  cioè  stroncata, 
tagliate,  (fi) 

STllONZO,  e  STRONZOLO.  Pezzo  di 
sterco  sodo  e  rotondo.  Una  chiosa  sopra 
a  Petronio  Arbitro  il  dice  in  Lat.  stru- 
nelus,  e  i/i  Cir.  ?:ri')!S5;.  Frane.  Sacch. 
nov.  211.  Danno  di  morso  a  gran  hocco- 
iii,  ciascuno  in  una,  e  subito  l'uno  spula 
fuori,  e  dice:  oimc ,  eh'  e' sono  stronzi  di 
cane.  Surch.  2.  8ì.  Cacar  li  farò  stroa- 
zoli  sinopi,  E  duri  si .  che  'I  cui  ti  parrà 
acceso.  Menz.  sat.  7.  l'erocchè  dcltlic  ai 
rinzeppali  stronzi  E  poderi  e  casino  e  ga- 
hinelto. 

*f-  §.  Confettare  uno  stronzolo  ,  modo 
basso,  che  vale  Far  cortesia  a  chi  è  dap- 
poco, e  non  lo  merita.  /  .  CONFETTA- 
LE ,  §.  VI.  (C) 

STRONZOLETTO.  Dim.  di  Stronzo- 
loj  Stronzolino  .  lied.  lett.  2.  172.  Vi  e- 
rano  ancora  molli  e  molti  come  cache- 
relli ,  o  stronzolclli  gialli  -  F  appresso  : 
Aperto  lo  stomaco,  nÌ  trovò  pieno  pienis- 
simo ec.  di  quegli  altri  cacherelli,  o  stron- 
zolctlì  ec.;  nelle  hudella  ancora  erano  di 
questi   slessi   slronzolctti. 

STHONZOLIM)  .  Dim.  di  Stronzo/o. 
Lib.  cur.  malatt.  ISon  fanno  se  non  pic- 
coli stronzolini  e  secchi.  JJb.  son.  52.  Che 
'1  hrachier  non  ne  schianti,  >  esciuzza  , 
stronzolino  ,  anzi  cristeo  (  qui  Jìguratam. 
detto  ad  altrui  per  ingiuria,  o  in  i.tcher- 
zo   ). 

STRONZOLO.   /'.  STRONZO. 
STROI'UCIAGIONE.  Stropicciatura  , 
Frega,  Fregagione,   \. si-  /rictus.  Qv.  ipi- 
■^t^.  /  oìg.   Jias.   Le  legature  e  stropiccia- 
gioni  hanno  questa  stessa  intcuzionc. 

t  STROPICCIAMENTO.  Lo  stropic- 
ciare, l.il. /ricatio  ,  Jrictus.  Gr.  rpi^^i- 
Otl  Coni,  l'urg.  21.  .390.  Baleno  non 
è  altro,  che  subito  infiammamento  d'aere 
che  prorompe  ed  esce  fuori  per  viceode- 
vole  stropicciamento  .  /■-  appresso  :  La 
folgore  ce.  si  forma  di  vapore  grosso  , 
e  levato  al  soprano  interstizio  dell'  acre  , 
e  disseccalo  per  forza  di  calore,  per  stro- 
picciamento de'  venti.  }L  Aldobr.  P.  JV. 
217.  Quando  la  femmina  è  gravida  oc.  , 
allora  desidera  lo  stropicciamento  dell' 
uomo  . 

STROPICCIARE.  Fregar  eon  mano. 
Strofinare.  Lat.  /ncare,  efl'ricare,  per/ri- 
care,  terere.  Gr.  TZt'Gttv.  Jiocc.  nov.  l5. 
25.  Sbadigliava,  e  stropìcciavasi  gli  occhi. 
F  noi'.  8o.  10.  Tutto  lavò  Sulabaello  .  e 
appresso  si.'  fece  e  lavare  e  stropicciare 
alle  schiave  .  Fir.  As.  3l.  Va  nella  di- 
spensa» e  arreca  prestamente  iluo  Unioni 
per  islropicciarlo  ,  r  gli  sciu};jloi  per  ra- 
sciugatlo.  Sen.  Jien.  I  areh,  ti.  12.  Colui. 
il  quale  ingrassa  i  buoi,  e  gli  stropiccia. 
*  Ccrch.  Prov.  39.  I  Sartori  ce.  con  un 
islTumrnto  di  legno  ce.  pigiano  e  stropic- 
ciano forte  ,  fuichì*  tal  costura  si  spia- 
ni. iC) 

§.  L  Per  similit.  Petr  Fivll.  Non  pu- 
re ad  uno  scoglio  Ilo  siroppiciiato  il  legno. 
Maini.  3.  68.  Con  che  la  fomiidMbil  Mar- 
linasza  A  lor,  ch'i)  eh* è,  le  costole  stro- 
pirria. 

g.    IL   /Vr  meta/    Quid.    G.   Non  i"  og- 


S   T  R 

gimai  bisogno  che  io  questo  io  vi  stro- 
picci con  molti  sermoni  (cioè:  v'inquie- 
ti, v'infastidisca)  .  /iocc.  Fil.  Dant,  261. 
Coti  avverrà  al  suo  nume  :  egli  ,  per  es- 
sere stropiccialo  dal  tempo,  sempre  diven- 
terà più  lucente.  Lab.  238.  Questo  le 
potrebltc  essere  assai  agevole  ,  se  con  al- 
cuno dei  reggenti  si  stropicciasse  {  qui  in 
sentimento  disonesto  }  . 

't  *  STROPICCIATELLA.  Strofnìo, 
Fregatina.  Oiiarin.  Jdrop,  2.  5.  Qui  non 
puu  dirsi  com'egli  si  ringalluzzi,  e  come, 
datasi  una  stropicciatella  alle  tempie  ,  va 
tutto  in  succhio    (Aj 

STROPICCIATO.  Add.  da  Stropiccia- 
re, ì. al.  /rictus,  effriclus  Gr.  rtrptfifu!- 
voi-  Cr.  5-  8.  8.  L' cmpctiggini  e  leo* 
ti^gini  stropicciate  con  quella  rimuove- 
Sagg.  nat.  erp.  86.  Allora  recatasi  l'am- 
bra in  sulle  dita,  e  stropicciata  forte  sol 
panno,  si  presenti  alla  carta,  o  alla  paglia 
sospesa.  Galat.  77.  E  le  mani  cotanto 
slrebbiatc  e  cotanto  stropicciale,  che  si  di- 
sdirebbe ad  ogni  femminella,  anzi  ad  ogni 
meretrice. 

STROPICCIATURA.  Lo  stropicciare. 
Lit./ricatio.  Gr.  rpi^i^-  Dav.  Colt.  180 
Tic  pure  il  bue  vi  si  gratti,  perche  quella 
slropicciatura  gli   fa  seccare. 

STROPICCIO,  e  STROPICCIO.  Lo 
stropicciare  j  e  per  lo  più  denota  Fre- 
quente stropicciamento.  Lai.  /ricatto.  Gr. 
T^i'-itc.  Pocc.  nov.  4-  5.  Parendogli  aver 
sentilo  alcuno  stropiccio  di  piedi  per  lo 
dormentoro ,  ad  un  pìccolo  pcrtuggio 
puose  l'occhio.  Liv.  M.  tlli,  sentito  il 
romore  e  lo  stropiccio  dell'  armi,  ce.  Fir. 
Disc.  an.  II.  Aggiuntoli  molti  stropicci . 
che  egli  ebbe  innanzi  che  egli  uscisse  del 
fango,  e'  fu  quasi  per  moriivi.  Galat.  37. 
Fatte  prima  alquante  riverenze  con  gran- 
de  stropiccio  di   piedi. 

§.  I.  Per  meta/  vnle  Travaglio  ,  A/fan- 
no, Danno.  Lat.  iattura,  in/ortunium. 
Gr.  Cr.ui'a.  ^>a^T,.  C.uid.  G.  È  stato 
ardilo  di  combatter  me  e  li  miei  con 
istropiccio  di  tanta  guerra.  Coli.  .V.V.  Pad. 
Richiamandogli  allo  stropiccio  del  mondo. 
:'.:  g  II.  I  figurat.per  fiomore.  Strepilo. 
Otl.  Com.  Par.  21.  4^6.  In  questo  ca- 
pitolo dirizaa  la  sua  Commedia  a  trattare 
di  quegli,  che  per  vita  contemplativa,  re- 
mola dallo  slropiccio  del  mondo,  seguita- 
rono Tirluosamcnlc  la  influenza  di  Satur- 
no. (Cj 

STROPICCIONE.  Picchiapetto,  Bac- 
chettone. Lai.  hrpocrita.  Gr.  u:t3<j3tr/.'>- 
Alteg.  rim.  17Ó.  Io  non  son  lorticollo  o 
slropiccione  j  Adunque  Ìo  sono  un  grande 
scapigliati). 

*  STROPPIAMENTO.  Storpiamento, 
Storpiatura,  Lo  storpiare.  Lat.  mutila- 
tic,  depravano.  Gr.  ;rr/phist;.  J*/nt.  Adr. 
Op.  mor.  3.  l63.  Mollo  maggionnenl» 
dee  guardar  sua  persona  da  lali  impedì- 
menii,  e  anttare  iJI  interpretazione  della 
volontà  divina  lutto  puro,  incorrotto  ,  ed 
intero  ,  pcichìr  la  piagA  si  rassomiglia  ■ 
stroppiamento,  o  macchia  del  corpo.  (Cj 
t?  g.  /•:  nel  signific  del  §.  II.  di 
STORPIARE.  Salila.  Pros.  Tose.  I.  l64- 
Tutte  quasi  sono  stroppiauienti  di  voci 
della  Scrittura    (') 

STRtH'PIAHE  ì  ed.  STORPIARE. 
1.'!  STROPPIATAGGINK  ^)N«/ir«t  A 
ciò  che  e  stroppiato.  J/i*.  Malm,  E  uoa 
6gura  ce.  lavorala  cosi  maravigliosamente 
male,  che  s'è  resa  cclcbrissima  per  la  su« 
slroppiataggine.  (A) 

^  STIiOPPIATAMENTE.  A*-%-erhio. 
In  maniera  stroppiata.  Con  ittroppiatu  • 
ra,  Tromcalamente.  Lai.  ideisi',  deprava- 
te, tir.  Tu.'òi;v.  Srgner.  CH.fl.  instr  1 
3.  10.  Si  apjugauo  quei.ii  mi»eri,  perchè 
sanno  a  niemovia  stroppiatamente  alcune 
pi>che  orazioni.   F.  |.    li.  26.  I  nostri  Cr»- 


S  T  R 

.Uani  .1  presenta  riaucono  lultj  la  loro 
onuioDc  a  maslirare  slropi.ialam.nlo  una 
corona  con  mille  dUuaiioni  cil  ur.vcrcD- 

"STBOPVIATO.    /></.  STORIATO. 

*  STROPPIATORK.  lerhal.  ntasc 
Cht  o  Chi  stroppia.  Min-  M;lm.  Costui 
era  scullore  iUoppialorc  Ji  figure,  e  non 
fabbricava  se  non    lai.locci    d.    carta    pc- 

'"«^STROPPIATURA.  ì'fd.  STORPIA- 

#  %.  K  figuralam.  .u/e  .^concio,  P'- 
pnxiazi^'itc.    Vagai.   LfH    f-^) 

STROPPIO.    /<•</.   STORPIO. 

STROSCIA.  La  riga  che  (a  l  acqua 
correndo  in  terra,  o  su  checches.<ia.  Lat. 
Iluxus.  Gr.  peisi;.  <■'"/?"•  '"•••  ^.  °°: 
Faceva  gii.  pd  suo  petto  una  stronca  D, 

Hm.  O  qui  si  cbc  l'acqua  croscia,  t  i 
fa  più  di  una  stroscia,  P.ù  di  venti,  più  di 
cento  Che  mi  fanno  il  cor  contento.  I(J 
STROSCIARE.  Komorcggiare  ;  ""ce- 
si propriamcle  di  quel  romore  che  fa 
l'  acqua  in  cadendo. 

%.\.  Talora  tale  Cadere  assotulamen- 
le.  LM.  Jlucre,  cadere.  Gr.  (!j5i'. 

+  #  §.  11.  Per  similìt.  Pisciare.  I  asc. 
Cen.  l  noi'.  2.  Sdilacciandosi  la  bra- 
chetta, cacciò  roano  al  pisciatoio  ec.  e  co- 
mincio a  strosciare.   (  l) 

STROSCIO.     Strepilo  j    ed   e    propr- 


S  T    R 


S  T  R 


Iii23 


quello  che  fa  l'acqua  cadendo.  Lai.  stre- 
pitus  aquie  decidenlis.  Gr.  uòaTWv  C5.- 
jTo;  .  Dani.  Inf.  17.  r  senlia  fjià  dalla 
man  destra  il  porgo  Far  sotto  noi  un  01- 
rU.Ue  stroscio.  But.  ivi  :  Stroscio  ,  cioè 
suono  di  cadimento  d'  acqua  pauroso. 

t  5  §•  ler  lo  Colpo  del  cadimento,  Kui- 
na,o  Caduta  di  checchessia,  .Stoscio.  IM. 
ictus,  casus,  mina,  lapsus.  Gr.  ^iTWSi;- 
Inlrod.  ì  irt.  356.  Cadd'  ella  di  sotto  al  ca- 
vallo, e  fu  si  gi-andc  lo  stroscio  |icv  la  fos- 
sa, che  era  cava  e  profonda,  e  |  er  lo  de- 
striere, che  addosso  le  cadde,  che  tutta 
quanta  si  lacerò  e  'nfranse.  l'ass.  23^. 
Egli  il  fa,  perchè  e' cagliano,  e  abbiano 
maggiore  stroscio,  e  sia  maggiore  e  pm 
grave    la  mina    loro. 

STROZZA.  Canna  della  gola.  Gorgoz- 
zule. Lai.  gullur,  iugiilunt.  Gr.  ifj.c^r/%. 
Dani.  Inf.  7.  Qucst'  inno  si  gorijogliau 
nella  strotia.  K  28.  Oh  quanto  mi  pare- 
va sbigottito,  Colla  lingua  tagliata  nella 
slroiia.  Curio,  che  a  dicer  fu  cosi  ardito! 
Pass.  246.  La  lingua  e  la  stioua  tutta 
arsa,  e  fattone  carbone.  Ar.  Fur.  18.  8t 
Grida  Aquilante,  e  fulminar  non  resl.i,  E 
la  spada  gli  pon  dritto  alla  strozza.  .1/ti/m. 
3.  6.  E.  giunto  a  basso  ,  lagrima  e  sin- 
ghiozza. Gridando  quanto  mai  n"  ha  nella 
strozza - 

STROZZAME.NTO.  Strozzatura.  Uh. 
fur.  malatt.  Sentono  un  fastidio  intorno 
alla  gola,  simile  ad  uno  strozzamento. 

STROZZARE.  Strangolare.  Lat_^.  ii/?ii- 
lare,  strangulare.  Gr.  lyaTTiiv,  -JJX-^'- 
Bocc  nov.  \3.  17.  Alla  6nc  da  loro  al- 
ternilo e  strozzalo  fu.  .Imm  Ant.  17.  4. 
g.  Il  soprastante .  mosso  per  pietà ,  non 
fa  strozzo  incontanente.  /  it.  S.<.  Pad. 
Una  leonessa  gli  usci  incontra  ,  la  quale 
era  ivi  entro  nascosa  co'  suoi  leoncini  ,  e 
gittóglìsi  al  eolio,  e  slrozzollo.  Pass.  362. 
Sogner'a  la  persona,  che  le  sieoo  messe  le 
mani  nella  gobi  per  essere  istroizata. 

STROZZ.VTO.  Add  da  Strozzare.  I  at. 
iiigulalus  ,  slrangnlalus.  Gr.  aTtoOf  a- 
yli'i,  à/xitlfoi.  lied.  Vip  I.  4I-  Forse 
in  quei  tempi  fortunati  era  il  vero  ,  che 
un  capo  di  vipera  strozzala  con  un  fil  di 
leu  tinta  in  chermisi,  e  portalo  al  collo, 
iwliluisse  la  sanità  a  coloro  che  avevano 
la  squinanza. 

g.  1.    Strozzato  ,    si    dice    anche    Quel 


i-aso  che  ha  il  collo  stretto,  -f  Sah^m. 
Annoi.  Fier.  lìuon.  56\.  Borbollini,  bu- 
chieretti  piccoli  ,  stretti  di  collo  sbozza- 
ti;   dal  borbolUo  che   lanno    nel    vuolar- 

"s  li  Strozzato,  aggiunto  a  l'eslimen- 
10.  , 'ale  Stretto  ,  Serrato  forte  addosso. 
ttuon.  Fier.  /J.  Intr.  E  con  queg  1  abi- 
Uni  Tutti  strozzali  a  nodi   E    gangheri    e 

cappieUi.  ,  -, 

STROZZATOIO.  Add.  Che  strozza. 
Lai.  strangulans,  suffoCan.<.  Gr.  ayXW. 
nv.'voiv.  /%.  Giord.  Fred.  if.  Ancorché 
meritasse  d'  avere  al  eoUo  una  fune  slroz- 
zaloia.  >., 

8.  I.  Su.iine  .ttrozzatoie,  diciamo  a  Una 
sorta  di  susine  di  .<apore  acerbo  e  aspro; 
e  .«•  dice  anche  d'Ogni  altra  cosa  di  colai 
.■sapore,  lied.  leti.  2.  291.  Ed  m  vero  che 
il  sapor  degli  acerbi  esser  dee  molto  aspro 
ed  astringente,  e  ,  come  suol  dire  la  ple- 
be, strozzatoio. 

15  11  /•;  raso  col  collo  strozzatoio,  e 
raso  che  ahbia  il  collo  .<trellis.^mo  e  la 
bocca  larga.  Red.  (I.«.  an.  9='/",  ^ 
nuesti  sacchetti  son  figurali  come  fiaschel- 
le,  col  collo  strozzatoio,  ritorto  o  diutlo, 
secondo  le  positure. 

STR(iZZ.\TUIiA.  Lo  .strozzare.  ■'>agg. 
nai  ctn  8q.  Si  cali  un  termometro  ec.  , 
fallo  in  modo  ec.  cV  ei  si  possa  reggere 
in  sul  risalto  che  la  indentro  la  strozza- 
tura (qui  ''ale,  quel  ristrignimenlo  che 
hanno   i  va.ti  nel  collo). 

STLOZZlEliE.  Quegli  che  custodi.tce 
e  concia  gli  uccelli  di  rapina,  che  ser- 
vono per  la  caccia.  Lai.  accipilriim  cu- 
^los  ,  accipitrarins  .  Gr.  lifci.y.ozzO'SOi  . 
lìurch.  I.  16.  Monsignor  r  ha  promessa. 
Che  la  vuol  dare  om«mo  a  suoi  slroz- 
zieri.  Lasc.  madr.  2.  Se  tu  non  sei  si- 
gnor, nfc  cavaliere.  Schermidore  o  slroz- 
ziere,  ec.  Cant.  Cam.  l6\.  L  arte  dello 
sirozziere  llen  faticosa  assai  vogliam  pro- 
vare. JRed.  Uss.  an.  .^6.  Si  trovano 
tanto  ne' falconi  addomesticati  e  pasciuti 
dagli  strozzieri.  quanto  ne' falconi  salvati- 
chi  e   raminghi. 

•+  STRO-iZULE.  F,  A.  ■"^'"'P"-  I-/' 
iugulum.  Gr.  fa,»u-/;.  Cr.  5.  14.  6  An- 
che il  lor  sugo  (delle  more)  vale  molto 
al  dolor  della  gola,  e  dello  strozzule  ,  e 
deU'  uvola.  /•:  cap.  18.  6.  Ed  esso  mele 
diventare  in  tanto  medicinale,  che.  latto- 
ne  beveraggio,  curi  1'  arterie  e  lo  slroz- 
lule.  G.  y.  12.  8.  20  Gli  (oee  cavar 
la  lingua   infino   allo    strozzule. 

•-;=  STRUERE.  r.  L.  Fabbricare.  Alnm 
Colt  I  28.  Sicuro  almen  nel  poverello 
albergo.  Che  di  legni  viciu  del  natio  bo- 
sco, E  di  semplici  pietre  ivi  entro  ac- 
colte T'  hai  di  tua  propria  man  londato 
e    strutto.    Con    la   famiglia  pia  l   adagi  e 

"struffo,  e  STRUFOLO.  naluffolo. 
C.rif/-.  Cai..  3.  90.  E  cavi  ,  e  taglie,  e 
pezzi  delle  vele  ,  Che  ne  venivano  a 
brandcgli    e   strufoli. 

+  *  STRUFONARE.  Stropicciar  con 
sii  .ilri.foni.  lìellin.  fise.  2.  3o8.  Slru- 
fonare  con  istrufoni  di  paglia  6no  al  lu- 
stramenlo    perfetto.  (ìlUn) 

tf  STRL'FKNE.  Struffolo.  Fellin.  Di 
se  2.  3o3.  Su  i  lavori  d'  arcbileltura  , 
come  stipiti,  fregi,  architravi,  e  gli  altri 
strofina  (lo  scullore  >  eon  pomice  pol- 
verizzata, e  cencio  molle,  e  '■'6°''  ">" 
i.lrufoni,  o  mazzetti  di  pagha  .  fi  JOO. 
E  poi  strufonare  con  istruloni  di  paglia 
fino  al  lustramento    perfetto.   IF) 

•J.  *  STRUGGENTE.  Che  strugge. 
Sah'in.  Iliad.  l5.  35l.  Me  alle  esUeme 
navi  degli  Achei,  Struggente  i  suoi  com- 
pagni, i\  prode  in  guerra  Percosse  Aiace 
con    sasso    nel    petto.    fA} 

STRUGGERE.  Liquefare  j  e  si  uic  m 


signifie.  alt.  e  nei.tr.  pa.<s.  Lai.  liqnef,- 
cen-:  Gr.  »:!<TaTr;'/5lv.  Peir.  canz.^.lt. 
Che  mi  slruggon  cosi,  come  1  Sol  neve. 
Bocc.  nov.  85.  II.  Ben  ti  dico,  che  tu 
la  fai  struggere  come  ghiaccio  al  Siile. 
Hicett.  Fior.  80  Lo  struggere  e  diBe- 
rente  dal  dissolvere,  perchè  si  strugge 
sempre  col  caldo  o  di  fuoco  o  di  Sole  , 
o  di  cose  riscaldate  per  putrefazione.  Sagg. 
naI.  c.<p.  III.  Cosi  ci  accorgemmo,  che 
quel  che  aveva  strutto  si  velocemente  il 
piccolissimo  pezzu.d  di  neve  nella  prima 
esperienza,  era  stalo  l'argento,  e  non  al - 
Iriniente  il  voto. 

§.  I.  Struggere,  per  metaf.  Lai.  ar- 
dere inlahcscerc.  Gv.  r.aTKT'.'jt^sSai. 
noce,  noi:  43.  20.  Egli  si  slruggea  lutto 
d'andarla  ad  abbracciare.  F  noi'.  80.  li. 
Al  quale  pareva  che  costei  tutta  si  strug- 
gess'  per  suo  amore.  Cron.  Morell.^si. 
Per  "rande  ismisurala  letizia  pavea  che  il 
cuore"  in  corpo  mi  struggesse  d'  abbrac- 
bracciailo.  Ar.  Cass.  I.  \.  Or  come  Tan- 
talo Sarò  nell'  acqua  sino  al  mento  e  slru|- 
sere  Mi  lascerò  di  sete  1  Geli.  Sport.  3. 
6.  Costui  mi  fa  proprio  stmggere.^e//.. 
lìrl  2  l5.  62  Soprala  verde  ripa  s  e 
chinalo,  E  la  sete  non  già,  che  lo  strug- 
geva. Ma  la  stanchezza  e  1  duol  con  1 
acqua  leva.  - 

8.  11.  Struggere,  per  Distruggere.  L.it. 
d.ìlri.ere.  <:i.  /aTV.6a)>.iv.  Stor.  P,.<t. 
33.  Ordinaro  insieme  di  volere  struggere 
in  tutto  la  città  di  Pistoia  ,  e  assediarla  . 
Frane.  Sacch.  noi:  181.  La  quale  (guerra) 
■e  disfacimento  delle  città  ,  e  slruggonsi  e 
vengon  meno  .  Tass.  Cer.  16.  47-  fat- 
tene ,  passa  il  mar,  pugna,  Ijavaglia  , 
Cr,u"oi  la  fede  nostra;  anch  io  l  aSretlo. 
•'•  Ar  Fur  8  61  ■  Ma  ecco  iutanlo  usci- 
re una  tempesta  Che  slruggea  i  fiori,  ed 
abbattea  le  piante,  tni 

STRL'GGIME.NTO.  Lo  struggere,  ton- 
sumamenlo.  Lai.  liquefactio,  consumptio, 
desinano  .  Gr.  TrT,-.;  .  Sngg.  nat.  esp. 
2A6.  Si  trovò  che  l'acqua  tanto  agghiac- 
ciala, quanto  ril..rn.ila  Uuida,  dopo  lo  slrug- 
"imenlo  del  ghiaccio  ,  alle  nostre  bilauce 
si  mantenne  sempre  dello  slesso  peso. 

e.  1.  Figuralam.  Pass.  371.  Innanzi 
che  f  il  icrniine)  vi  ficcasse  entro  d  ca- 
PO  gli  dileUeasse;  donde  interverrebbe 
uno  struggimento  alla  persona,  per  lo  qua- 
le si  formeiebbe  nella  immaginativa  .1  pre- 
detto sogno.  _. 
8  li  Per  Hofina  ,  Distruzione  ,  Vi- 
.ifacimenlo.  Rim.  ani.  Faz.  Ub  104.  Più 
son  cacciato  via.  Che  se  di  vita  loss.  strug- 
gimento. Frane  Sacch.  Op  dii:  234- J"" 
?hè  r  uomo  superbo  è  struggimento  delle 
case  ,  delle  città  e  de'  reami  .  G.  I  .  IO 
35  7  Ma  dopo  volta  si  ravvidono  con  lor 
danno  e  slruggimenlo.  Cuid.  C.  Con  gran- 
de struggimento  delle  persone  furon  co- 
strette di  tornare  addietro.  Diltam.  I.  23. 
Quando  ricordo  il  grande  struggimento  D. 
Claudio,  che  a  dir  la  lingua  aggroppa. 

s  111  L' usiamo  anche  per  quella  pas- 
sione che  si  sente  nell- a.,pellare  o  sta- 
re a  disagio.  Lai.  lo'diiim,  moleslm.  Gr. 
"w^.Sal.  Grandi.  2.  2.  Oh  Dio ,  che 
slruasimento  !  , 

o"  IV  /--  Slcwinicnlo  ,  per  un  certo 
Iiiìnso  desiderio": o  Pas.ùone  amorosa ^ 
Lat.  desiderium  ,  amor,  cupidilas  .  Gr^ 
^aà,,  .  lir.  Visc.  an.  102.  Le  portava 
un  grande  amore  ec,  e  inoltre  1  avea  tol- 
ta p°r  istruggimento.  '^  ì"^- ^J^'^^^l 
hai  a  far  meco  tutto  quello  '■'"'P  ="_[,*. 
,e,  delizie  e  struggimento  'l"'' •"■■■^;./'| 
l'anima  mia  innamorata.  -«''■.„  .„,. 
,6  53  Perch-e'fu  l'uno  e  1  alilo  am 
,  il  ,„  n-  litro  che  d'amoroso  slrug- 
niartcl  aio  "^f'";  ,,  .  ,^. 

[^•""■"Hi-Jlòlseo,"  fastidio    di    Cateri- 
1  Sn  lo^strug^imeu-to   di    Auna   Bolec,   lo 


i424 


S  T  R 


facevaDO   ad   ogni   nicDoma    occasione   ri- 
pensarvi . 

t  STRUGGITORE.  Verbal.  masc.  Che, 
0  Chi  strugge  ,  Distruggitore  .  Lai.  de- 
structor  ^  ever.tor.  Gr.  v.'x'^-jnpitr,^.  An- 
noi. Vang.  Ai(]uanli  di  loro  mormoraro- 
no, e  perirono  dallo  struggitorc.  lUm.  ani. 
Guitt.  O  strug(jilor  di  noi|  se  ho  tjui  gra- 
vezza ,  Ove  è  dun(iuo  jUcgreMa  ?  Ih'id. 
Pisi.  78.  FuL-  nella  sua  gioventute  uomo 
forte  e  (jolenle,  domatore  de'vizii,  e  slrug- 
gitore  de' tiranni.  =?  Salviti.  Senof,  lib.  1. 
png.  g.  Amili  ne  fuggìran  sovra  del  mare 
Dalla  ral)I)ia  rarciali,  e  gravi  rose  ralìran 
da  color  rb*  usano  il  mare  ;  E  ad  ambi 
6a  il  talamo  sepolcro,  E  '1  fuoco  slruggi- 
tore.  (B) 

•f  *  STRUGGITRICE.  Verbal.  fcm. 
Che  strugge.  SaU-ìn.  Odiss.  3-  I77.  Pe- 
rò molti  di  loro  mala  morte  Conseguire 
dall'  ira  struggilrìre  Dell'  Occhiaixurra  ec, 
Che  tra'  due  Atridi  la  discordia  mise.  (A) 
F.  lltad.  l(^.  Peirhc  la  guerra  è  in  abhan- 
don  lasciata  Struggitnce   degli  uomini,  (y) 

f  STBUIRE.  I  oce  poco  usata.  Instrui- 
re.  Lai.  instruere,  informare.  Gr.  òioa- 
oxeiv.  *  Star.  liarl.  j)l.  E  quelle  don- 
ielle  vi  misono  ,  perchè  lo  struissono  j  e 
quelle  lo  servivano  multo  piacevolmente, 
e  isforaavansi  di  vinceilu,  (ì' )  Day.  Scism. 
qi.  Altri  Domenicani,  rhiamali  di  Spagna 
e  di  Germania,  i  quali  la  gioventù  strui- 
rono  e  innamorarono  dì  dottrina  cattolica. 
E  Oraz.  Cos.  /.  l3^.  Lo  strui  di  maniera, 
che  oggi  il  Graniluca  per  noi  non  è  morto, 
ma  rinnovalo  come  fenice. 

STRUITO.  Add.  da  Slriitre.  Lat.  i/i- 
structus ,  edoctus  .  Gr.  otòa/^-*'*  ^"^' 
Day.  Ann.  6.  126.  A  cui  moria  la  moglie 
Claudia  ,  prestava  la  sua  Ennia  ,  struìta 
d*  innamorare  e  legar  di  matrìmooio  il 
giovane  . 

*  STRUMA.  /'.  /..  Scrofola.  Lai.  stni- 
ma.  Gr.  yS'^'r^^-  ^'^'^-  '^"*-  ^  2;8.  Ol- 
tre lo  scirro,  vengono  prodotte  le  scrofo- 
le ,  o  strame  .  E  lett.  i.  l{(\i.  Dico  con 
essi,  che  questo  è  quel  male  che  comune- 
mente si  chiama  ec    le  strumc.  (*) 

't  ::=  STRUMENTACCIO  .  Peggiorai, 
di  Strumento  .  /tronz-  rim.  buri.  3.  5o. 
Come  puote  esser  utile  o  giocondo  A  spen- 
der un  Icsor,  per  impazzare  In  questo  stru- 
raentaccio  senza  fondo?  (paria  delle  cam- 
pane).   (A) 

*  STRUMENTAIO.  Colui,  il  cui  me- 
stiere è  di  far  liuti  ,  ed  altri  strumenti 
musicali  di  corde .  lìald.  Ih-c.  A  sorte  si 
■bhattc  a  vederlo  in  bottega  di  quello  stru- 
mentalo-  (Ai 

STRUMENTALE.  Add.  Che  tiene  luo- 
go di  strumento  .  Term.  filosofico  .  Lat. 
instrumentalis,  organicus.  Gr-  Ojsyavixo'^. 
Cr.  2.  25.  6.  Il  calore  del  luogo  è  si  ro- 
me stiumcDlalc.  Dani.  Conv.  70.  La  forza 
dunque  non  fu  ragione  movente,  siccome 
credeva  chi  gavillava,  ma  fu  ragii>ne  stru- 
mentale, siccome  sono  i  colpi  del  mart«.d- 
lo  ,  ragione  delroluUo.  *  lied.  leti.  1. 
365.  Si  farcia  animo  ,  Signor  Marcello,  e 
si  ricordi  ,  che  anco  con  le  grau<li  olFesc 
strumentali  de'  reni  si  può  vivere  lunga- 
mente, (>  4|uel  che  imporla,  senta  crudcitìi 
di  dolori.   (C) 

*  §.  Musua  strumentale,  dicesi  Quel- 
la che  è  fatta  per  gli  strumenti.  (A) 

STRUMKWTALMKNTE.  Avscrb.  Con 
virtù  strumentale  .  Term.  fìosofico.  Lat. 
'inslruntffitaliler.  Gr.  o^yacvotùf.  Cr.  a. 
21.  I.  I  qujii  slrumentalnirDtr-  sri  vono 
alla  virtù  formativa.  Troll,  got-.  fam.  la 
questa  nicdcvieiia  Irgge  parte  ha  nel  corpo 
umano  il  padre  e  la  madre,  da'quali  stru- 
mentalmente  procede, 

*?  STRUMK^TAnlO.  Add.  Strumen- 
tale, htrnmeutale.  Cai.  Gali.  267  E  la 
figura   vien    poi    cuosidcrala  al  \.  7^-  più 


S  T  R 

presto  come  cau5.a  strumentaria  della  for* 
za' della  grività^  la  quale  divide  ce.  (SS) 

ir  STRUMKNTI>0.  Dim.  di  Strumen- 
to. Lat.  parvum  instrumentum,  /ied.  lett. 
2.  29.  Non  è  sialo  possibile  che  pel  pro- 
caccio ordmario  di  questa  setlimana  io  man- 
di ce.  gli  strumentini  da  misurare  il  peto 
dell'  acque .  ('j  Pros.  Fior.  Salvia,  lett. 
4-  I-  29O-  Bisognerebbe  per  questo  che  a 
pie  didr  albero  ci  fussero  ,  ec.  uno  stru- 
mentino del  caldo  e  del  freddo  ,  che  si 
chiama   Termometro.  (C) 

•f  STKUMtlSTO.  Che  anche  ne'  suoi 
derivati  si  varia  tn  STROMKNTO,  crf 
all'  antica  STORME.NTO,  e  STURMEN- 
TO  .  Quello  col  quale,  0  per  mezzo  del 
quale  si  opera.  Lai.  instrumentum  .  Gr. 
5'^yayov.  Maestrnzz.  Imperocché  la  pa- 
rola e  '1  fatto  sono  strumento  dello  'n- 
gannarc . 

g.  I.  Strumento,  term.  delta  Musica, 
generalmente  si  prende  per  Liuto,  (ira- 
iicembalo.  Trombone,  o  simili  cose,  onde 
dai  sonatori  si  trae  ti  suono.  Lai.  orga- 
num,  instrumentum  musicum.  Bocc.  Intr. 
54.  Comando  la  Reina  che  gli  slrumenli 
venissero  ■  E  g.  5.  /).  3  Con  gli  stru- 
menti e  colle  canzoni  alquante  danzctte 
fecero.  E  nov.  79.  il-  lo  non  vi  potrei 
mai  divisare  cheotJ  e  quanti  sicno  i  dolci 
suoni  d'  infiniti  strumenti.  G.  f  .  8.  76. 
5.  Sonando  loro  stormenti  ,  e  facendo 
scherne  dei  Fiamminghi  .  Arrigft.  "jS. 
Mentrechè  Io  stormento  fae  dolce  verso  , 
Iradisre  gli  uccelli.  ?iov.  ant.  3l.  1.  E- 
rano  li  Saracini  in  grandissima  moltitu- 
dioc  ,  e  con  multe  generazioni  di  stor- 
menti . 

g.  H.  Strumento,  particolarmente  e 
quasi  per  eccellenza  ,  il  diciamo  al  CrO' 
vicembalot 

§.  III.  Per  Macchina,  Ordigno  ec.  per 
facilitare  l'operazione  di  checchessia.  C. 
/.  13.  40-  2.  Diasene  che  co' suoi  stor- 
menti visibilmente  ride  la  congiuozionc  ■ 
lioez.  I  arih  3.  pros.  11.  Sono  come  al- 
cune macchine  e  itormentì. 

*  §.  IV.  Strumento  ,  vale  anche  Or- 
gano ,  J'arte  del  corpo  degli  animali  . 
J'rcs.  Fior.  I.  3.  244-  ^^^  significa  al- 
tro r  armonia  ,  che  il  componimento  dei 
uostri  strumenti  interni  e  degli  cffetlì  io> 
sieme  bene  organizzati  colla  mente.  (Cj 

V  §.  V.  Strumento,fu  detto  anche  ac* 
cennando  il  corpo  umano  .  Jìenv.  Celi, 
ì'it.  I.  23o.  Questo  sarramenlu  diviuo 
non  è  possibile  che  io  lo  possa  ricevere 
in  questo  di  già  guasto  strumento  .  E 
373.  Ogni  giorno  mi  pollava  nuov'  ri> 
niediì  ,  cercando  di  consolidare  il  povero 
isicmpi-rato   islrumento     (C) 

g.  VI.  Strumento,  per  Contralto  ,  In- 
striimento,  e  simile  j  Scrittura  pubblica. 
Lat.  instrumentum.  Bocc.  nov.  I.  6.  Avea 
granitissima  vergogna,  quando  uno  de'suoì 
strumenti  ec.  fosse  altro  che  falstt  trova- 
to. G.  I  .  11.  3o.  a.  E  ciò  fatto ,  e  ioli- 
fermalo  prr  solenni  strumenti,  ec.  Mae- 
strnzz. 3-  Tu.  Della  quale  richiesta  si  dee 
fare  pulddico  stiomrnto  ,  ovvero  autenti- 
che  lettele. 

t-STRUPARE.  Stuprare.  Pt  Ir.  C'cm. 
ili.  Molla  vita  fu  (  lUlaviano  )  alquanto 
lascivo  e  Idtidiiioso,  molto  di  strupare  1 /.t 
slampa  del  Jìindoni  del  l534  a  pag.  5.  e 
quella  del  iGa'i  a  pag.  12  ,  leggono  stupra- 
re)  le  vergini  dilettandosi, 

t  STRL'PO.  /  .  A.  Stupro.  Lai.  */«- 
prum  .  (ir.  ^Oijiflix.  Ott.  Cam.  l'urg. 
25.  4^4'  ^*  seconda  fspeste  di  lussuria) 
si  e  slrupo  ,  che  è  inlicito  duvrrginamcnl» 
Maestruii.  1-  8«),  La  lena  è  la  pjura 
dello  strupo  ,  la  quarta  fc  la  paura  della 
>erviludine.  E  2.  3t.  1.  Islrupo  è  propria* 
mriitr  <|uando  li  toglie  il  6ore  dclb  \ir- 
gtnitade   alla  vergine,  o  al   vergine. 


S  T  R 

't  §.  Per  Moltitudine.  Dani.  Inf.  7. 
Dove  Michele  Fé  la  veodelta  del  superbo 
strupo  . 

*  STRUSCIARE.  Sciupare,  Dissipare. 
.Salvia.  Odiss.  16.  Che  se  vi  sembra  que- 
sta esser  migliore  E  più  bello,  d'no  uom 
struggere  il  vitto  Senza  gasti^o;  sì  itm- 
sciate   (il  vitto).  (IVj 

*  STRUTTA.  Term.  de*  Ceraiuoli,  e 
de^  Fonditori.  I,'  azione  dello  struggere  la 
cera  od  i  metalli;  ed  anche  la  Cosa  strutta 
lienv.  Celi.  I  it.  3.  38o.  Essendo  1'  uno 
e  V  altro  caldo,  tu  te  ne  farai  come  se  e' 
fosse  una  strutta.  (Cj 

STRUTTO.  Susi.  Lardo.  Lai.  lari- 
dum.  Gr.  )i':ro^.  ^  Fortig.  Bieciard.  a. 
68.  Già  eh'  è  un  cattivo  stare  a  dente  a- 
sciutlo ,  Quando  si  vedon  gU  altri  assapo- 
rire Totani  e  sfoglie  frìtte  oello  strutto, 
ec.   (B) 

5  STRUTTO.  Add.  da  Struggere.  Lat. 
liquefactus.  Gr.  Terirjy/xrfvo;  -  G.  J'.  io. 
95.  I.  Per  diverse  pioggìe  cadute  io  Bor- 
gogna ,  e  Deve  strutta  alle  montagne  ,  il 
Rodano  crebbe.  Pass.  34O-  O  considerare 
figure,  che  si  facessono  di  piombo  strutto 
boglientc . 

ir  %.  I.  Efigiiratam.  m  Oli-  Com.  Inf. 
\i\.  262.  Sopra  '1  quale  sempre  fianuncUe 
di  fuoco  piovono,  a  dimostrare  la  strutta 
caldezza  dell'animo  *>.  iC) 

*  S-  IL  Per  Consumato.  Ar.  Fur. 
43.  180.  Gli  accesi  torchi  che  vi  furoD 
strutti.    (C) 

*  §.  III.  E  per  metaf.  Poliz.  Bim. 
(  Fir.  1814  )  p<tg  S4.  L'  ardor  dell'em- 
pio foco,  che  mi  ha  consumato  il  core  e 
strutto,  (C) 

t  §.  IV.  Per  Distrutto,  Desolato.  Lai. 
destructus  ,  eversus  ■  Gr.  xaToci^edst'i  - 
Ovid.  J'ist.  4-  Troia  è  strutta  quanto  al- 
l' altre  donne  ,  ma  per  me  sola  è  ella  in 
piede.  Tac.  Dav.  Ana.  2.  ^6.  Rislorara 
quelle  proviocie  strutte  per  loro  discordie 
e  nostre  angherie  (il  testo  lat.  Ha  fe»sas). 

g.  V.  Figuratam.  Frane.  Sacch.  nov. 
7,^.  Messer  Bernaltò  a>eva  ciò  fatto  perla 
strutta  e  dolorosa  apparenta  del  suo  ara- 
basciadore  . 

g.  VI.  Per  Magro  Lat.  macie  ohductus. 
Gr.  ii;^ «c'i-  Malm.  6.  24-  Ond'  e  ridotto 
per  il  mal  governo  Si  strutto,  eh'  e'  tien 
1*  anima   co*  denti. 

t  *   STRUTTO.    Add.    da     Struere  j 
Costrutto.  Lat.  structus.  Bocc.   Testid.  x 
79.   Prima  oe*  fiumi  gli    bagnavan    tutti,. 
Po'    gli    porrieno    sopra    i    roghi  itruUì . 

(^) 

3  STRUTTURA  .  Fabbrica  ,  Costru- 
zione. Lai.  adificium,  struclura.  Gr.  oÌxo- 
Òctii\  ,  ^.TìZHX  .  ì  IV.  Disc.  Ara.  l5.  E 
perchè  alla  struttura  di  questo  nuovo  t  pon- 
te) si  richirdrva  l'elezione  di  un  sicuro  e 
comodo  sito,  mi  e  stato  necessario  ee. 

<!  §.  .*>trultum,  dicesi  anche  de/l'0rtii' 
ne,  o  Modo,  con  cui  una  cosa  è  costrui- 
ta. «  Guicc.  xStor.  i5.  760.  La  muraglia 
assai  forte,  e  di  antica  stnitlura  «.  (A) 

STRU7.IO.NB.  l'istruzione.  Lat.  rser- 
sio,  destructio.  Cr.  oivocsTjfopi;',  avarra- 
01;.  M.  y.  5.  21.  Tutti  erano  venuti  io 
grande  speranza.  aspellandi>  per  lui  essere 
esaltati,  e  vnlcre  la  slruzione  de*  Guelfi. 
Slor.  Pisi.  43.  Per  non  volere  che  la  cit- 
ici venisse  Ìo  maggiore  slruzione,  che  ella 
fusse.  E  45  Tanto  ftic  lon>  soflerto,  che 
mìsono  Pistoia  in  grande  sliiiiionc.  Cro- 
nichett.  d'  Amar.  17.  Profeto,  che  se  Pa- 
ris audassr  in  Grecia,  e  menarsene  moglie, 
ne  seguirebbe  la  slruzione  di  lutto  il  re- 
gno di  Troia  .  Frane.  Sacch.  rim.  ^2- 
Dopo  la   >tiiuion  della  gran  Troia. 

STRUZ/.OLO,  e  STRUZZO.  Lat.  *<rii- 
ihtocameliis.  Gr.  irpo-^ìiOsoLutii-Oi  ■  Tes. 
Br  5-  36.  Struiaolo  è  uno  uccello  grande, 
tulti^hè  molti  uomini  rassomigliano  a  una 


S  T  U 

bestia ,  e  ha  le  ^eane  siccome  urcello  ,  e 
gambe  e  pìvili  siccome  cammrlK».  Zihuld. 
^ndr.  120.  Come  slruEzolo  vile  ,  e  frul- 
tUOiO  come  ape.  M.  Aldohr.  P.  JV*.  202. 
Stolto  e  uliliusu  come  strtiuulo  mIc,  e  frut* 
tuuso  come  api".  Mor.  S.  C,rfg.  i.  5.  Io 
sono  »ta(u  fratello  di  (.Iiagoui ,  e  compa- 
gno degli  btiuzxuU  .  Dittani.  5.  a^-  Ve- 
dousi  »truui  iiiulli  scuxa  tallo.  Ì'H.  Bari. 
l6-  lo  II  dico  rh'  c^li  hi  uel  mio  {jouo 
uDa  prczioiid  mav^hci'ita,  eh'  è  più  giiinJe 
eh'  uno  uovo  di  slruzxuKi.  Beni.  Ori.  2. 
33-  63.  Co»tui  che  1  struzzo  per  cimicr 
portava  ,  Per  tutto  il  campo  Orlando  lo 
seguìa . 

à'.  Ventri'  di  struzzo/o,  si  dice  in  mo- 
do Itasso,  di  Persona  che  mangi  assai  , 
Clolni.  A.  8-  E  per  cibare  i  lor  ventri  di 
ìtruiznli,  Cercavan  per  le  ta&che  de*  mi- 
nuzzoli. 

STU.  r.  A.  In  vece  di  Se  tu.  J  ed. 
SE,  §.  X. 

STULCARE.  Propriamente  Biturarc,  o 
Appiccare  con  istucco.  Lat.  illinire.  Gr. 
iTHXfi*'!'-  ' ''■  »•  9-  2-  Le  (|uali  giuntu- 
re si  deoDO  poi  dentro  slucrare  con  cal- 
cina viva  intrisa  con  olio.  2£  9.  66.  3.  Il 
loro  sterco  (  de'  imoi  j  è  buono  a  lelami- 
nare  i  campi  e  alberi,  e  a  òtuceai  e  i  gra- 
nai, e  cerli  altri  vaselli  e  canestri.  Sagg. 
nat.  esp.  3x.  Tal  niestura  ce-  sarà  atlis- 
lima  a  stuccar  vetii. 

*f  §■  *■  ''"■  simi/it.  in  signif.  nctttr. 
pass.  Maini.  7.  45-  E  tanto  s' inveruicia, 
impiastra  e  stucca,  Ch'ella  par  proprio  un 
Angiulin  di  Lucca. 

§.  IL  Stuccare,  diciamo  an-.hv  dei  Cibi 
che  inducono  noiosa  sazietà.  Lat.  sattcta- 
te  nauseam  afferre.  Gr.  rr^oszcpcìv.  Ca- 
iat.    55.   La  carne  soverchio  grassa  stucca- 

3  111.  f  i^urataniciilc  si  dice  di  (ìiia- 
lunqtte  cosa  che  arrechi  nausea  e  Jasti- 
dto.  Palap'.  6-  Ter  non  !>tuccar ,  di  eam- 
mellii:  mi  vesto.  I.or.  Med.  canz.  117.2. 
Ogni  ^  baata  ;  il  troppo  stucca  poi.  Tac. 
Vav.  Ann.  l3-  l66.  Senza  aspettare  il  li- 
j>eDtere,  o  stuccare  del  figliuolo  (  t/ui  il 
Lat.  ha:   satielatcm  )■ 

sp  g.  IV.  E  in  signijìc.  neiitr.  pass. 
Infastidirsi y  Annoiarsi.  Segr.  lior.  Disc, 
iib.  3.  Perchè,  come  altra  volta  si  disse, 
ed  è  il  vero,  gli  uomiui  si  stuccano  nel 
bene,  e  nel  male  si  affliggono.  (^) 

STL'CCATO.  Add.  da  Stuccare.  Sagg. 
nat.  esp.  34-  Uoa  1  esperienza )  fu  col  co- 
prire il  vaso  ce.  e  la  sua  canna  con  una 
gran  campana  di  cri»ta11o  ec,  stuccata  al- 
l'intorno  sopra  una  tavola.  ■'•  L'cnv.  Celi. 
Oref.  125.  Come  sarà  giunto  al  pali  ,  e 
bene  stuccato  con  terra  fresca  e  invece  di 
calcina  ec.  (V ) 

§.  Per  yoiato,  o  Saziato  noiosamente. 
Tac.  Dav.  Ann.  3.  65.  Alcuni  A^  princi- 
pio, o  quando  stuccali  furon  de' Re,  vol- 
lero anu  le  leggi. 

•f  «  S'IL'CCATORE.  Artefice  che  la- 
vora di  stucchi.  lìaldin.  TU.  lìcrnin. 
P*ig-  101  •  Quando  lo  stuccatore  fa  il  suo 
abbozzo  di  calcina  grossa,  fa  allresi  in  al- 
cune parti  del  suo  lavoro  un'armatura  di 
chiodi  ;  di  poi  ec.    (At 

*  STL'CCHEVOLÀGGINE.  Fastidio- 
saggine,  òtucchevolczza.  Lat.  tadwm,  sa- 
tìetas.  Gr.  o-5X-.-'-'°^'  '-^f^i-  ''  ì  ocabol. 
alia  voce  FASI  lÙlUSAt.GI.NE .   (') 

•f  *  STULCUEVOLAKE.  Voce  usa- 
ta per  Isiherzo.  infastidire ,  Importuna- 
re.  Lat.  obtundere,  tadio  a ffìcerc.  Gr.  ;ia- 
pswx^iì-j.  Bed.  leti.  1.  l55.  Perciò  lut- 
to giorno  stava  stucchcvolando  mcsser 
Giove,  e  lo  pregava  a  man  giunte  che 
ce.  (•) 

STUCCHE\OLE.  Add.  lìincrescevole. 
Lat.  mo/estus,  gravis.  Gr.  f  o^roo';.  Tac. 
Dav.  Ann.  I-  7.  Stucchevoli  ancora  cia- 
no i  padri  Del  piaggiare  A^u^ia.  Buon, 
l'ccttbolario   T.  II. 


STU 

Fier.  4.  5.  3.  E  de'  Pievi  Giovauni  Fio- 
rentini La  iVequenza  stucchevole  sfuggen- 
do. A'  Tane.  4*  6.  Che  stia  'n  contegno, 
stucchevol,  leziosa. 

STUCCHEVOLEZZA.  Astratto  di  Stuc- 
chevole. Lat.  molestia,  t.idium.  Ct.   Kvt'a. 

STUCCHEVOLISSIMO.  Superlal.  di 
Stticchcvolc.  Lat.  molcslissimus,  gravissi- 
nius.  Gr.  avia^Oi'raTOc,  fOùTix.ojTcn.tOi. 
lied.  Oss.  an.  i4o.  Da'  quali  due  sac- 
chetti, se  sicno  spumuti  con  le  dita,  su- 
bito schizza  fuori  una  materia  ec.  di  feto- 
re stomacoso   e  slucihevolissimo. 

STUCCHEVOLMENTE.  Avvcrb.  Con 
istucchevolczza.  Lat-  moleste^  cum  tadio. 
Gr.  avta^w^,  ^op^i/.dj^.  '.-  Plut.  Adr. 
Op.  mor.  3.  399.  Alcuno  degli  accusato- 
ri d*  Euricle,  senza  modealia  e  slucche- 
volmenle  usando  la  licenza  del  dire,  par- 
lò in6ne  in  questa  maniera.  (Cj 

STUCCO.  Sust.  Composto  di  diverse 
materie  tegnenti,  per  uso  propriamente 
d'  appiccare  insieme^  o  di  riturar  fessu- 
re. Pataff.  8.  Che  per  lo  stucco  tinto  ven- 
go siliceo.  Lib.  Astr.  Con  runimettiture 
di  legno.  0  di  canna  ^  o  di  stucco  ,  o  di 
cuoio.  Sagg.  nat.  esp.  36.  Cora'  è  pur 
forza  che  si  mantenga  per  la  resistenza 
che  in  vece  di  tutto  1' altissimo  tratto  del- 
l' aria  le  i'd  lo  stucco,  o  Ìl  cristallo.  Buon. 
Fier.  4-  2.  7.  E  di  stucchi  e  di  paste  e 
di  cristalli  Diverse  stravaganze.  iJorgh. 
Bip.  i56-  Di  due  sorte  si  fanno  gli  stuc- 
chi per  rappiccare  le  membra  insieme. 

STUCCO.  Add.  liìsiucco^  Infastidito, 
Sazio.  Lai.  satitr,  lassus,  satin(iis,fasti- 
diens.  Gr.  xKTazo;//^.  Pataff]  8.  Che  per 
lo  stucco  tinto  vengo  stucco.  L-ant.  Inf 
iS-  Quaggiù  m'hanno  sommerso  le  lu- 
singhe, Ond'i'  non  ebbi  mai  la  lingua 
stucca.  Tac.  Vav.  Ann.  \.  \o\.  Jla  seni- 
jtre  eh' ci  ne  fu  stucco,  si  servi  de' nuo- 
vi, e  i  vecchi  noiosi  si  tolse  dinanzi.  E 
Stor.  2.  279.  Trovo  scritto,  the  ambi  gli 
eserciti  spaventali  dalla  guerra,  o  slucchi 
delle  biutle  sccleiatezzo ,  ec.  Lor.  3l€d. 
canz.  6g.  2.  Di  promesse  io  son  già  stuc- 
co; Fa  che  ornai  la  botte  spilli. 

3  STUDENTE.  Che  studia^  Che  dà  o- 
pera  alle  scienze.  Lat.  litterarum  studio- 
sus.  Gr.  ^ùotiuirli.  Frane.  Sacch.  nov. 
123.  Il  giovane  studente  si  pose  a  sedere 
di  fuori  su  uno  deschclto. 

^"^  §.  F  in  forza  di  sust.  Colui  che 
studia;  e  diccsi  propriamente  de'  iiiovani 
che  studiano  a  qualche  Università.  »•  Coli. 
SS.  Pad.  Ma  di  ricevergli,  o  di  schifargli 
a  (tgni  studente  in  ciò  è  ben  possibi- 
le».  (Cj 

*  STUDIÀBILE.  Add.  /  cgno,  0  Atto 
ad  essere  studiato.  xS^alvin.  I  ros.  Tose.  2- 
169.  Poniamo  ([uulche  cosa  da  noi  segna- 
la, per  far  più  bello  e  più  ancora  studia- 
bile il   dialetto  più  puro   dell"  Italia.    (') 

•-  STUDIAME^TO.  foce  poco  usa- 
la. Studio,  Diligenza.  Lat.  sludiuni  ,  di- 
ligentia.  Gr.  c~5uo<'-  Sallust.  Jug.  li.  Il 
popolo  è  inci  edibile  a  dire  come  Tue  ;it- 
leso  e  volonteroso,  con  quanto  studiamen- 
lo  coniandòe  che  1'  inquisiziou   fusse  fatta. 

STUDIASTE.  Studente.  Lat.  Iittera- 
rum  studiosus,  discipulus-  B<cc.  nov.  qG- 
2.  Multo  più  si  couvicne  nelle  scuole  tra 
gli  àludianti,  che  tra  noi.  tior.  S.  Frane. 
Tra'  quali  furono  due  nobili  studiami  del- 
la Marca.  Capr.  /Jott.  4-  57.  Che  so  io 
adunque  ,  se  quando  tu  sei  un  tratto  fuor 
di  me.  e'  li  venisse  voglia  di  nou  tornare 
più  in  me,  ma  d'  entrare  nel  corpo  di 
uno  di  questi  studiami?  Beni.  Ori.  2.  i. 
83.  Che  poiché  in  quel  paese  fu  venuto, 
Diventò  un  sollecito  studiarne. 

't  STUDIARE,  yeutr.  Propriamente 
Dare  opera  alle  lettere ,  o  alle  scienze. 
Lai.  littehs  itudcre,  scientiis  operam  na- 
vare.  Gr.  -eii  tv"  yca/A^uara  ::Toyj3c^£ty. 


STU 


142J 


Bocc.  nov.  77.  3.  Avendo  lungamente 
stiulialo  a  Parigi  ce.,  tornò  da  Parigi  a 
Firenze.  /:'  nov.  79.  27.  Come  ibe  Bruno 
m'  abbia  dello  che  voi  studiaste  li  in  me- 
dicine, a  ine  pare  che  voi  studiaste  in  ap- 
parare a  pigliare  uomiui.  A  nov.  92.  6. 
Messere,  quando  Ghino  era  più  giovane, 
egli  studio  in  medicina.  Dani.  Par.  g.  E 
solo  a"  decretali  Si  studia  si,  che  pare  a' 
lur  vivagni.  ♦  Bocc.  Coni,  l'ani.  ì.  2^1. 
Similmente  ncih»  facciano  tulli  quegli  che 
a'  nostri  di  in  filosofia  studiano-  Car.  lett. 
l.  6.  Non  avendo  io  de.sitleralo  n)ai  tanto 
cosa  alcuna,  quanto  di  studiare  a  dilungo 
un  par  d'anni  a  mio  modo.  Salvin.  Di- 
sc. 3.  II.  Ma  questo  pure  è  difetto  di  chi 
studia  male.  fCj 

f  •>'  §.  I.  Studiare,  si  usa  anche  at- 
tivamenle  in  significato  di  Bar  opera  ad 
imparare  un'arte,  una  scienza,  ad  inten- 
dere un  autore,  o  simili.  /  il.  .V.  C'ir.  2. 
Si  diede  con  tanto  studio  a  leggere  \d  di- 
vina Scrittura,  che  mai  libri  de'  Pagani 
non  a\ea  tanto  studiali  ,  ne  con  tanto  af- 
fetto, (l  J  Ijut.  Par.  4-  2.  Tanto  cresce- 
re vede  lo  lume  del  suo  inteUcUo,  lo  slu- 
diatore  dì  quella,  quaulo  più  in  eiisa  si 
esercita,  ed  essa  studia.  fl\j 

§.  IL  Studiare,  generalmente  per  At- 
leiidere  a  qualunque  altra  cosa,  l  al.  stu- 
dere,  incumberc.  Gr.  l'^iOM^à.^ziv.  Bocc. 
nov.  I.  7.  Aveva  oltre  modo  piacere,  e 
forte  vi  studiava  ,  in  commettere  ec.  ini- 
micizie e  scaudali.  G.  /  ■  7-  83.  4-  f^" 
ciono  ordine  ec.  de'  migliori  e  maggiori 
cittadini  della  teira  compartire  per  sopras- 
saglieuli  per  galea,  e  di  studiare  alle  ba- 
lestra. S'allusi.  Jug.  B.  Fabbricatore  e 
operoso  di  brighe  ,  studiava  a  novità  . 
-i-  Cavale,  med.  cuor.  140.  Lo  luogo  di 
questa  vila  è  luogo  di  tribolazione  ,  e  di 
battaglia;  e  in  questa  è  da  studiare.  F 
Vrutt.  ling.  260.  Eziandio  quelli  che  stu- 
diano ad  essere  buoni,  diventerebbono  rei. 
J'il.  S.  Gir.  Il3.  Questo  è  quello  in  che 
egli  studia  solamente,  l'ass.  276.  Va'  don- 
zella vezzosa;  che  studii  io  ben  parere 
azziniandoti  e  adornandoti.   (Fj 

f  §.  III.  Studiare,  in  signi/ìc.  neutr. 
pass.,  benché  talora  colle  particelle  MI , 
TI,  SI  ce.  non  espresse,  come  si  usa  e  si 
e  detto  anche  in  altri  verbi  di  sìnul  ma- 
niera e  della  stessa  proprietà,  vale  Affa- 
ticarsi, Industriarsi.  Lat.  stadere,  labo- 
rare,  qua:rerc.  Gr.  57Tauo«Ceiv,  TtovsTy, 
^rjTerv.  Cavale.  Specch.  Cr.  Per  reve- 
renza di  lai  maestro  ci  doverenimo  stu- 
diare d'impararla.  Coli.  .S'S.  Cad.  La  ca- 
gione di  questa  nocevole  vergogna,  per  la 
quale  noi  ci  studiamo  di  ricoprire  i  no- 
stri pensieri.  Cctr.  cap.  7.  Questa  vien 
jier  partirci,  onde  mi  duole  :  S'  a  dire  hai 
altro,  studia  d'  esser  breve.  Tratt.  gov. 
fam.  Tu.  carne,  se' compagna,  ovvero  co- 
me sposa  dell'  anima  ,  e  pero  la  debbi 
amale,  e  studiarti  eh  essa  ami  te.  Begg. 
B.  Umil.  3o.  Questa  santa  Umiliana,  one- 
stamente ritenuto  abito  e  vestimento  se- 
colare, tenca  Tita  e  costumi  di  perfetta 
religiosa  ,  i^tudiando  di  piacere  e  amare 
Iddii)  di  smisurato  amore.  Cns.  lett.  71. 
Studiali  dunque,  figliuolo  ,  d'  imparare  il 
loro  linguaggio  vago  e  copioso. 

f  V  §.  1\.  IC  seguito  dalla  preposizio- 
ne A.  fisi.  S.  Gir.  375.  Ma  bene  (Iddio) 
si  diletta  che  l'uomo  si  studi  a  castità. 
I.occ.  g.  9.  n.  8.  E  convoltolo  per  lo  fango, 
tutti  i  panni  in  dosso  gli  straccio;  e  si  a 
questo  fatto  (di  batterlo)  si  studiava,  che 
pure  una  volta  dalla  prima  innanzi  non  gli 
potè  Biondello  dire  una  parola,  ne  doman- 
dare perchè  questo  gli  facesse.  (I  )  Tes.  Br. 
1.  2.  Alquanti  savii  che  si  studiano  a  ri- 
chiedere e  cercare  di  questo  tre  cose  ec. 
furo  delti   figliuoli  di  filosofia.    (Br) 

■J-  3  g.  A  .  Studiare,  per  Affrettare,  Soi- 
»79 


1^26 


S  T   U 


leciiat-e,  jli'accìnre  j  che  pur  j*  adopera 
in  tal  sentimento  anche  ne!  significato 
neittr.  pass.  Lat.  properare,  stadere  , /e- 
stinare.  Gr.  ■ste-Josiv.  Bocc.  nov.  86.  5. 
Noi  ri  credemmo  dover  potere  entrare  in 
Firenze,  e  non  <:i  starno  sì  saputi  studia- 
re, rlie  noi  uon  &iam  qui  pure  a  cosi  fat- 
ta ora,  come  tu  vedi,  giunti.  Pass.  2^0. 
Non  lasciò  il  mangiare,  anzi  più  ni  studia- 
va ,  scostumatamcute  facendo  maggiori 
liorconi.  <>rid.  Pisi.  l35.  Se  tu  non  U 
studii  di  fuggire,  questa  notte  ti  sarà  la 
sezzaia.  Malm.  3.  yS.  Ma  que'  vie  più  si 
studiano  a  fuggire. 

:;■  §.  VI.  E  in  signijìc.  alt.  vale  Sti- 
ìiwlare,  Affrettare.  Lai.  slinin/are  ,  salii 
citare.  'I  Cr.  l.  12.  2.  Appresso  dee  itu- 
Hiare  ,  ed  eserriiar  la  famiglia.  Frane. 
Sacch.  noi'.  t^S.  Uscito  fuori  Lapaccio,  stu- 
dia il  fante,  clic  selli  le  Iiestic  »•  .   (Cj 

♦  g.  VII.  Onde  Studiare  il  passo  ^  il 
cammino  _,  0  simili  ,  vale  Affrettarlo  . 
».  Tfonl.  Vnrf>.  27.  >"on  v'  arrestate  ,  ma 
studiale  il  passo  .  Morg.  23.  18.  Comin- 
ciano a  studiare  allora  il  passo  »  .  Giiid. 
fi.  4-  1-  Desiderando  d'cssei  fedele  mi- 
nistro, e  sollecito  cseguitore  della  della  im- 
presa non  pigro  studia  il  cammino  .  Car. 
En.  6.  940.  Poiché  la  Sil.illa  V^^^c  ciò 
detto,  Via  (soggiunse)  attendi  A  1'  impre- 
so  viaggio   e    studia    il    passo.     (C) 

g.  \MI.  Studiare,  fìgìtratam.  per  Col' 
lii'arc.  Lai.  colere,  excolerc.  Gr.  d77.EÌv. 
.fniui.  Ant.  2.  2.  2.  Sì  comc  il  campo, 
quantunque  da  se  sia  buono  ,  se  non  e 
Jienc  sludialii,  non  puole  essere  fruMuo- 
so  j  così  l'animo  sanza  dottrina.  Frane. 
Sacch .  nox-.  112.  La  don iia  lo  studia- 
va ;  e  quanto  più  lo  studiava .  più  di- 
magrava (cioè ,  i*  affaticava  nell*  atto  car- 
nale ) . 

i?  %.  IX.  FZ  detto  delie  Vesti.  Menz. 
Sai.  JI.  Vo' che  'l  cai>pello  io  già  non 
p<M  ti  sotto  Al  braccio  ,  e  che  *1  vestilo  già 
noi)  studi  Brodco,  o  sia  '1  celiar  sudicio 
e  rotto.  {  V) 

>r  g.  X.  Studiar  la  carne,  vale  acca- 
rezzarla. Vit.  SS,  Pad.  I.  2i5.  Alcuna  volta 
diviene  (la  tentazione  carnale  )  per  trop- 
pa gagliardia  di  carne,  quando  trO|'po  la 
studiamo,   fi) 

'"?  STUDIATLSSIMO.  Superi,  di  Stu- 
diato. Penv.  Celi.  Fit.  3.  317.  Tutto 
quello  che  fa  di  pillura,  lo  cava  dagli  stu- 
dialissimi    iiiodelh   falli   di  scultura.    (CJ 

3  STUDIATO  .  Add.  da  Studiare  . 
Cant.  Cam.  Dtf.  cjt).  Ilan  più  viilù  as- 
sai, (he  quanl'  arte  dier  mai  A  noi  lihri 
e  dottor  lauto  studiali. 

*  g.  \.  PiT  Fatto,  Ritratto.  «  Borph. 
Hip.  22.  Il  modello  di  cera,  studialo  dal 
naturale,  [irometle  che  ella  althia  a  esse- 
re  una    figura  di   tutta    perfcrione    e    bel- 

^  g.  IL  Sludi'ilo ,  va/e  anche  Fatto, 
o  Inventato  eoa  cura  e  studio.  Ben  lavo- 
rato, /lellin.  Disc.  I.  Il3.  I  quali  lutti 
nomi  non  >on«)  poi  altro  in  >oslania  «  lie 
tante  .studiate  maniere  di  lare  ec.  con  più 
v\\n  e  riccB  espressione  roooscerc  quanto 
};ioco  voi  vi  prendete  di  cosi  fatto  rac- 
conto. (C) 

g.  III.  /Vr  melaf.  jtmet.  62.  Pcrocclil; 
a  possedere  le  lielleue  da  me  lungo  tempii 
studiate  Xu  dato  un  vecchio  ^  rii>è,  hrama- 
le,  loltivate).  /l'uon.  Fier.  5.  A.  a  E 
trionfar  tra  le  studiale  cene  (cioè,  ricer- 
chIc ) . 

*t  *  S-  'V*  '*'  '"  Jòrza  di  .lust.  per 
la  Cosa  studiata  ,  Ciò  che  risulta  dallo 
.ttutlio.  Car.  part.  |.  lett.  IO.  Non  avendo 
in  desiderato  mai  tanto  cosa  alcuna,  quanto 
di  studiare  a  dilungo  un  par  tV  anni  a 
mio  uiodn,  e  valermi  dello  studiato  d'un 
valentuomo  vostro  pari,  (A/  Salvia.  I)i.tc. 
3.    II     Ma  questo    pure  ir    difetto    di    chi 


STU 

studia  male,  e  uon    usa    pure   lo    studia- 
to. flVj 

t  STUDIATOKE.  Ferbal.  masc.  Che, 
0  Chi  studia ,  ma  è  voce  poco  usata. 
Lai.  studiosus  .  Gr.  srtouoaTo;  Jmm. 
Ani.  38.  5.  l3.  Sar^  Cdato  governatore  di 
l'iccolo  terreno,  ovvero  continuo  studiatorL- 
di  non  pomposa  dottrina.  Jhtt.  Purg.  6. 
I.  Questi  era  sludiatore  ,  e  avea  compo- 
sto un  lihro  che  si  chiamava  lo  Tesoro 
dei  tesori.  F  Par.  4-  2.  Tanto  crescere 
vede  Io  lume  del  suo  inteUello  lo  studia- 
lorc  di  quella,  quanto  più  in  essa  s'  eser- 
cita, ed   essa  studia. 

STUDIATHICE.  l'erbai,  femm.  Che 
studia.  Lai.  studio  dedita,  incumhens.  Gr. 
C7to\JÒnv  noioju.zvYi.  Lih.  Fred.  Era  fem- 
mina modestissima ,  e  sludiatricc  di  libri 
spirituali. 

*  STUDIENTE.  Add.  Studente.  Buon. 
Fier.  3.  5.  2.  Costui  stalo  e  studieule.  (Ì^J 

".:  STUDIETTO  .  nim.  di  Studio,  in 
.'ren.to  di  Scrittoio.  Galil.  Cons.  Tnss.  1. 
i^^.  Farmi  giusto  di  penetrare  in  uno  stu- 
dielto  di  qualche  uomello  cuiioso  che  si 
sia  dilettato  di  adornarlo  di  cose  che  ab- 
biano per  aulirhilà,  o  per  altro,  del  ]>elle- 
grino.  (/irj 

-'.i  STUDIEVOLE  .  F.  A.  Add.  Che 
studia.  Tuli.  Fr.  Sim.  Ca.rs.  Ord.  Fit- 
Crisi.  [\i.  E  la  vigilia  coipoialc  viene  da 
sludicvole  e  vegghicvote  mente,  la  quale 
vorrebbe  esser  iti   notte  ec.  (C) 

STUDIEVOLMENTE,  e  STUDIEVO- 
LEMENTE.  Avverò.  In  pruova  ,  Appo- 
sta, A  hello  studio.  LaL  consulto,  dedita 
ojcra.  Gr.  ÌTn^r.^ì^  ,  e'^»:i(t>;o5 '^  Pett. 
Tuli.  Se  un  ruflìano  di  mala  condiiìone  , 
lo  quale  studievolmenle  ha  morto  una  ve- 
dovella, priega  ec.  ì'it.  Bari.  l.  Studìe- 
volrmeule  e  sania  paura  facieno  e  predi- 
cavano lo  nome  di  lesù  Cristo.  Maestruzz. 
1.  43.  Alcuno  fa  questo  iitudicvolmcntc  , 
e  così  non  paie  che  s'intenda  colla  Chie- 
sa, ne  tenga  con  lei.  =;=  l  allav.  SUI.  87. 
Ciascuno  il  quale  abbia  cognizione  di  a- 
mendue,  conoscerà,  la  seconda  esser  falla 
studievolmenle  a  similitudine  della  pri- 
ma. (CJ 

STUDIO,  lo  studiare.  Lai.  studium  . 
Gr.  5-5uJ/i'  .  Tes.  Br.  8.  ^.Q-  Studio  si 
è  una  continua  impresa  che  *1  cuoi  e  fa 
con  gran  voU)ntà,  >iccome  e  studiare  in  fi- 
losofia, e  in  altre  scienze.  Albert.  1.  9.  Lo 
studio  è  accostamento  di  grande  animo  ad 
alcuna  cosa  con  grande  volontà  .  l'ant. 
fnf.  1.  Vagliami  il  lungo  studio  e  *1  gran- 
de amoie.  Che  ni' lian  fallo  rcrcr  U«  Ino 
volume.  Boic.  nov.  20.  l6.  S'egli  v'era 
più  a  grado  lo  studio  delle  leg(;i ,  che  la 
moglie,  voi  non  dovevate  pigliarla.  F  nov. 
J)8.  4"  E»sÌ  avevano  cominciati  gli  sliulii  . 
e  parimente  ciatrunu  d  alli?.siino  ingegno 
dotato  saliva  alla  gloriosa  atlczxa  della  fi- 
losofici . 

§.  I.  /^■^  /'  Arte,  e  Scienza  medesima 
che  si  studia.  Bocc.  l'it.  Pnnt.  32^.  Cre- 
scendo insieme  con  ^\i  anni  l'animo  e  lo 
'ngcgno  ,  non  a' lucrativi  slmlìi  ce.  si  di- 
spose, ma  ec.  /;*  235.  Il  quale,  ne'lìberali 
studii  ammaestralo,  sommamente  i  valorosi 
Uomini  onorava  . 

«  g.  II.  /Vr  Artificio,  Arte  di  fare 
una  cosa.  Mor.  S.  Cief;.  lett.  Come  tu 
sai  quando  il  corpo  1>  afflitto  mancano  gli 
studi  liei   dire.  (Cj 

§.  III.  Studio,  per  luogo,  o  Scuola,  o 
Università,  t/ove  si  studia.  Lat.  fjymnn- 
siiitn  ,  acadeitìia  ,  inujteum  .  Gr.  yuuva- 
ifsv,  ot^uifiriiv.,  juoujiìov.  M.  ì  .  i.  8. 
Mise  opera  clic  in  Firenze  fo\se  generale 
Stuiliii  di  catuna  isrienu.  F  7,  Cfy.  Pe- 
rocché al  lutto  avcano  legato  e  spento  lo 
Studio  generale  in  Firenze  ,  mostrando 
clic  la  spesa  rr.  <lovesse  essere  incompor- 
tabile.   Bocc.    ì'it.    Pnnt.   334-  ^'  ^""  *""" 


STU 

me  IO  varie  etadi  varie  scienze  furono  da 
lui  conosciale  studiando,  così  in  rarii  Stu- 
dii sotto  varii  dottori  le  comprese.  ^  Ctcch. 
Assiuol.  2.  7.  E' non  faa  giovane  in  que- 
sto Studio,  il  quale  si  serva  dell'opera  mia, 
che  ec.  .^mir.  Furi.  l.  1-  Tornai  da  stu- 
dio che  io  avea  veutiqualtro  anni,  non  mi 
trovando  al  mondo  che  ec,  (Fj 

g.  IV.  Per  la  Stanza,  ore  si  sta  a  $tu- 
diare.  Scrittoio.  Agn.  Pand.  l^i.  Sempre 
tenni  le  mìe  scritture  non  per  le  maniche 
de"  vestiri,  ma  in  casa  serrate,  e  in  buo- 
no luogo  allo;;ate  nel  mio  studio.  Jl/n/m. 
3.  \!\.  In  sulla  entrala  Dell'  unto  studio 
gli  fa  la  'mbasriala  (  qui  per  simi/it.  in- 
tende del  Fattoio  dell'  olio}.  /ìnon.  Fier. 
5.  4-  2-  Fermandoci  a  veder  cose  curio», 
Opre  d'  arte  e  capricci  di  natura  ,  Onde 
s'  orna  il  suo  studio  ,  e  que"  bei  libri  E 
peregrini,  ond'  e  riero  'I  suo  studio. 

*  g.  V.  Per  Opera  che  si  studia  . 
F.  Fili.  Fit.  1.  Intra  i  ]>iù  celebrati  /'an- 
fori  J  ,  i  cui  studii  nelle  mani  de*  periti 
morlcrni  si  rivolgono,  fu  il  nostro  compa- 
triotta  Claudiano.   (Dj 

V  g.  VI.  Studio,  per  Un' intiera  rac- 
colta di  cose  rare  o  curiose,  per  cagione 
di  studio.  3fagal.  Lett.  Adesso  in  Amster- 
dam si  potrebbe  avere  per  lOO  doble  uno 
studio  (  di  nicchi  ),  costato  in  altri  tempi 
non  so  se  cinque  mila  6orÌni ,  o  quan- 
to. (A) 

*  g.  VII.  .Studio,  term.  de"  lettori  e 
Scultori,  Quel  disegno  o  modello  cavato 
per  lo  più  dal  naturale ,  che  essi  ese- 
^niscono  per  dctei minare  e  perfezionmv 
l'  idea  di  quella  rosa  che  vogliono  rappre- 
sentare. 1  II.  Pitt.  Si.  Chiaramente  si  vide 
che  tutti  gli  altri,  i  quali  senza  questo  para- 
gone apparivan  perlctti,  erano  stali  studi, 
ed  abbozzamenti  per  disegnare  e  colorire 
questo  vivo  ritratto  della  perfezione.  (C) 

g.  Vili,  ter  Piligenza,  Industria,  Cu- 
ra .  Lai.  studium,  diligentia  ,  industria. 
Gr.  «TTTouor,',  '^.'^s/cta,  d'pititv..  Hocc. 
nov.  65.  4*  Conosceva  che  ella  con  lutto  il 
suo  studio  s' ingegnava  di  piacergli.  Tes. 
Br.  5.  19.  E  quando  (i  colombi/  [perdo- 
no la  veduta  per  vecchiezza,  o  per  alcuna 
malizia  ,  ellì  la  ricovrano  poi  per  grande 
studio.  Pnnt.  Par.  |5.  L'  una  vegghiava 
a  studio  della  culla  .  Petr.  .fon.  202.  E 
ceriti  ogni  mìo  studio  in  quel  tempo  era 
Pur  di  sfogare  il  doloroso  cuore.  G.  /'. 
II.  139.  3.  Nulla  fé  o  carità  era  rimaca 
ne' cittadini  ec,  ma  ciascuno  alla  sua  sin- 
gularità,  o  di  suoi  amici  e  parenti  per  di- 
versi studii  e  modi.  Omel.  S.  Grrg.  Pef- 
I  he  le  menti  vostre  si  destino  a  studio  di 
cautela.  *  Guid.  G.  4  *■  Poic bi  è  piac- 
ciulo  agli  Dii  che  noi  siamo  scesi  ìb  que- 
sta terra,  convien  piincipalmenle  di  porre 
i  nostri  studii  intorno  a  tre  cose  .  Segr 
Fior.  Princ.  cap.  25.  Vedesi  ancora  ec. 
duoi  egualmente  Iclicitare  con  due  dirersi 
studii  ,  essendo  1'  uno  rispettivo  ,  1'  altro 
impetuoso.   (C) 

g.  IX.  Onde  in  proifrh.:  Buono  stu- 
dio rompe  0  vince  rea  fortuna  j  che  si  iti- 
re  i*er  dinotare  ,  che  Coli'  indiislrém  si 
fHsssitno  o  prevenire  o  superare  te  ingiurie 
della  fortuna.  G.  F.  7.  3-  2  Ma  Carlo. 
ri>me  franco  e  ardito  sign<^re  ,  si  mise  a 
passare ,  non  gtiardando  agli  aguali ,  di- 
cendo uno  proverbio,  oii"^'cn.>  sentenzia  di 
filosofo  .  che  dice:  buono  studio  fa  pr^Kl' 
uomo,  e  rompe  rea  fortuna.  .*'.  !'■  4-  *^^' 
E  pero  si  vcrific.'i  qui  1*  anlirtt  proverbio 
contrario  alla  vile  pigrizia  ,  il  qiul  dire  . 
che  liuono  studio  vince  ria  fortuna.  Cas. 
rim.  cnns.  3  6.  Forse  (e  ben  fvmper  lutd 
foituna  rea  Buono  slutlio  talor)  nella  dob  e 
onda,   eh'  ì'  bramo  tanto  ,  ec. 

*  g.  X.  Per  Coltura  di  piante.  Bon- 
g.  4-  "-  5  II  bassilico,  sì  per  lo  lungo  r 
continuo  studio,  e  sì  per  la  grassena  nelU 


S  T  U 

lena  ce,  ilivt'nnc  Lelli&siiiio ,  e  uduiifeio 
mollo.  (T) 

«  g-  XI.  Per  Cura,  Oj[fisio  .  Jmm. 
Ant.  ^O.  ^.  6.  DUsc  Cristo  che  per  Io 
NtuJio  Jl-I  SaiiKuiljDo  quegli  rhc  kia  met- 
to  niorlo,  lu  nieDjto  ull*  alliergo.   (V) 

V  §.  XII.  I  cr  j4 ffeziùne ,  /  rvpcnsione. 
Bemb.  Stor.  i.  7.  M.  Ftiìeriro  così  con- 
veocDdoìi  di  verace  di  lui  e  sommo  slu- 
Jio  ver&o  Id  Re^iuLLlica,  Tu  dd  lui  duuato 
della  cillaiUnanzj .  E  3ì.  Fu  lUliLeialo 
che  .1  oliiunquc-  di  loro  ec.  Tossito  pub- 
Micamenle  campi  doDati;  e  spcfialmcnle  a 
Teodoro  Paleologo  per  lo  suo  ver  la  Bc- 
puLblica  sommo  studio  e  sumnia  fede  e 
«omnia  coslauia.  ^.V^ 

*  g.  XIII.  Per  Desiderio.  Vit.  S.  (Mofr. 
l38.  Molla  genie  veniva  a  me  ]icr  lo  stu- 
dio delle  mie  opere  (  cioè,  per  lo  deside- 
rio di  vedere,  o  a%'ere  i  lavori  delle  mie 
mani).  (  f) 

g.  XIV.  ^  studio,  A  bello  studio,  A 
sommo  studio,  e  simili,  posti  avverliialm., 
vaglionù  In  pruovit ,  Apposta,  Con  ricer- 
cato studio,  ^studiosamente,  lai.  consul- 
to, dedita  of>era.  ^  Cavale.  Specch.  pece. 
l5.  La  quinla  è  ìramondiua  ,  quando  V 
uomo  per  se  slesso  si  corrompe  a  studio, 
o  pecca  con  l>eslia  .  (Cj  Petr.  cnp.  8-  E 
Fulvio  Fiacco  ,  Ch"  a  gì'  iograli  (roncare 
a  I)el  sludiu  ena.  Ar.  Fur.  ^3.  125.  E 
per  diverse  e  soUtaiie  strade  A  studio  ra- 
pitó  su  una  riviera.  Sen.  /leu.  J  ardi.  6. 
35.  Molli,  i  quali  avevano  a  sommo  stu- 
dio accresciuto  i  mali,  e  falligli  venire  in- 
Danzi ,  per  ri|  orlarne,  guaicndugli,  mag- 
giore onore,  non  poterono  {lui  sanargli  . 
fir.  nov.  5.  233.  Corrono  a  quel  rumore 
alcUDÌ  che  Hai  Ciarpaglia  furono  mandati 
a  sommo  studio. 

*  STUDIOLETTO  .  Studiolino.  Mo- 
gul. Leti.  In  un  di  quegli  sludiolelti  d" 
elkano,  cbe  venivano  d'Alemagna^  \i  àtan- 
no  coDge^ttati  diversi  oidij^ni.  (Aj 

*  STUDIOLIAO  -  Vim.  di  Studiolo  . 
nel  sie^nijìc.  di  Scrittoio.  Tass.  leti.  Ja- 
mil.  5|.  lo  ho  lo  studiolino  ,  raa  non  è 
possiltile  portarlo  sopra  la  schiena  sino  a 
ec.  (ì-f 

STUDIOLO.  Dicesi  comunemente  per 
Piccolo  stipo  ,  Scrigno  ,  nel  signijic.  del 
g.  Lai.  scriniuni,  armariolum.  Gr.  /iSw'- 
Ttov  .  lied.  Annot.  Litir.  212.  Scarabat- 
Iole,  fogge  di  siij'i ,  o  siudioli  trasparenti 
da  una  o  j'iù  parti ,  dove  a  guardia  di  cri- 
stalli si  conservano  ludi  i  generi  di  mi- 
nute mi,\cce  ,  ec.  Puon.  l'icr.  2.  2.  IO. 
^'el  piccolit  >tudiul  son  più  medaglie,  Co- 
mechè  la  più  parte  inlartarite  Perduta  al>- 
liian  la  farcia  .  /'.'  3.  \.  9.  Uno  studiolo 
Trae  per  un  pirxicaguolo  .  Borgh.  Hip. 
oio.  Ha  fatto  fare  il  granduca  Francesco 
■  ol  suo  disegno  uno  studiolo  d'  ebano. 

*  §.  Studiolo,  dim.  di  Studio,  nel  si- 
gnifc.  di  Sirittoio.  Pros^  Fior.  P.  !^,  voi. 
2.  pag.  2«)6.  E  una  bella  cosa  lo  stare  in 
vesle  da  camera  l'intere  settimane,  stu- 
diare senza  essere  da  questo  e  da  quello 
interrotto,  dormire  quanto  un  vuole,  go- 
dere  1'  aria  aperta  e  serena  e  li])era  colla 
vista  della  campagna;  quando  lira  vento, 
star  riposto  nel  suo  studiolo,  rome  ho  fatto 
per  tre  giorni.  (^'S)  Benv.  Ceti.  Vit.  2. 
233.  Ero  rimasto  solo  io  un  mio  studio- 
In.  (C) 

STUDIOSAMENTE.  Awerh.  Con  istu- 
dio,  A  studio ,  A  posta ,  A  bella  posta, 
in  pruova  .  Lat.  dedita  opera  ,  consulto. 
Gr.  tTriTio^;,  i^nuTTior^i.  Pocc.  nov. 
<)2.  8.  Ce  quali  egli  studiosamente  e  di 
nascoso  portate  v*  avea.  Bui.  Par.  6.  2. 
Essendo  venuta  la  Pasqua  de'Iudei,  nella 
quale  tutti  li  ludei  si  congregarono  in  le- 
rusalem  ,  come  era  loro  usanza  ;  la  qual 
cosa  Vespasiano  aspetto  studiosamente  - 
J'arcfi.    f'rcol.    3oi .    Arci    caro  le  mi  di- 


S  T  U 

cbiaraile  qualche  volta  ,  perchè  io  n*  ho 
p.tssale  più  d*  una  a  guazzo  senza  inleo- 
derle  ,  se  già  non  fate  rio  studiosamente 
e  a  bella  posta  per  non  essere  inte^o. 

§.  I.  Per  Diligentemente.  Lai.  diligen- 
[  ter.  Gr.  !:tiju£Ì&7ì  .  Bocc.  Introd.  54. 
Trovaiono  l'armeno  studiosamente  a\er 
dato  piincipio  al  suo  uficio.  ^U  legg.  B. 
l/mil.  67.  .Meditando  ella  studiosamente 
dell'opera  della  creazione,  e  della  pieva- 
ricazione  del  |  rimo  uomo  ec-  fu  ralla  in 
dolcezza   di   Dio.    (Cj 

g.  II.  yVr  Jspitcciatamenic  ,  Spedita- 
mente. Lai.  celeritcr.  Gr.  TKyj<»~-  -Vot*. 
aut.  Q2.  3.  Gli  giovani  aimarono  iSlallio 
il  più  studiosamente  che  egli  uoque  pote- 
rono. Petr.  Coni.  ili.  Studiosamente  dun- 
que mosso  il  campo,  in  quìndici  di  venne 
nel  paese  de'  Belgi. 

STUDIOSISSiMAMEME.  Superi,  di 
Studiosamente  .  Lai.  studiosissime  .  Gr. 
'S7:omÒohoz«.t«..  S.  Agost.  C.  D.  Cosi  a 
lui  non  bastava  ciò  che  del  liberar  l'ani- 
mo studiosisdimamenle  a\eva  apparato  . 
A/nm.  Ani.  26.  2.  10.  Aggiuogansi  le 
nobili  iitatue  e  dipinture,  e  ciò  che  alcuna 
arte  studiosissimamente  adoj  eiò. 

SI  L'DIOSISSIMO.  Superi,  di  Studio- 
so. I.at.  studiosissiwus.  Gr.  z~o\/0xt6~v.' 
rOi.  Sul.  ìnf.  1.  2.  Virgilio  ec,  del  qua- 
le egli  era  st;ito  studiosissimo  .  liamm. 
4-  75.  Di  che  io  gi'a  ,  in  ciò  studiosissi- 
ma,  quasi  niente  curava. 

3  STUDIOSO.  Add.  Che  studia.  Che  st 
compiace  e  diletta  nello  studiare,  v  Pros. 
lior.  4-  123.  Del  cui  sacio  viaggio  (di 
Dante),  come  di  quello  del  Vespuccio  , 
fu  indicibilmente  studioso.  <  TCj 

^  §.  1.  L  in  forza  di  sust.  "  Car.  lett. 
2.  54-  ^on  mi  occorre  altro  ,  che  alle- 
grarmi seco  della  molta  laude  che  ne 
Irarr'a  ,  e  dell'  ulilit'a  che  ne  viene  agli 
studiosi  •>.  (Cj 

g.  11.  per  Diligente.  Lat.  studiosiis , 
diligens.  Gr.  ■stzoxjÒolIoì  .  Coli.  SS.  Pad. 
La  qual  cosa  ,  o  siamo  negligenti  o  stu- 
diosi .  colla  divozione  abbiamo  da  impu- 
tare alla  sua  dispensazione  o  plo^ìde^za. 
Pass.  C)8.  La  negligenza  non  gli  occupi, 
ma  studiosa  sollicìtudine  gli  sproni  .  Lib. 
Am.  Pur  vedendo  che  nondimeno  questi 
era  studioso  nell'  amor  suo,  un  di  gli  disse 
cota'  parole. 

^  g.  III.  Per  Pieno  di  zelo.  Vino. 
Mnrt.  lett.  75.  Per  li  quali  (amici)  deb- 
bo essere  cosi  studioso  ad  aspettare,  e  ri- 
cuperar le  lettere  com'è  VS.  amorevo- 
le e  diligente  in  sollecitarle  ,  e  procurar- 
le. CO 

g.  IV.  Per  Sollecito ,  Frettoloso.  Lai. 
celer,  vclox.  Pont  Inf.  33.  Con  cagne  ma- 
gre, studiose  e  conte.  Lab.  Ii3.  !l  luogo 
dello  quali,  posto  giù  il  superlluo  peso, 
come  con  istudioso  passo  fuggono,  cosi  loro 
fuggirebbero. 

"^  %■  V.  Per  Pensato,  Provveduto.  Sai- 
lust.  Oiug.  it)0-  Tutto  r  altro  la  natura 
siccome  per  opera  umana,  o  per  studioso 
consiglio  avea  fatto  pendente,  e  quasi  ta- 
glialo da  ogni  pai  te.  (Ì\J 

STUELLO  Si  dice  a  più  Jila  di  vec- 
chio panno  lino  avvolte  insieme  in  Jorma 
lunga  e  ritonda,  che  si  pongono  nelle  fe- 
rite e  neir  ulcere  .  Bed.  Vip.  2.  82-  Si 
guardino  gli  uomini  ,  che  vivono  in  so- 
spetto .  dalle  lasle  e  dagli  stuelli  de' 
chirurghi . 

STUFA.  Stanza  riscaldata  da  fuoco 
che  le  si  fa  sotto,  o  da  lato.  Lat.  balnea-. 
Gr.  ^a>avH5v.  Bocc.  nov.  14  l3.  In 
una  stufa  messolo,  tanto  lo  stropicciò,  e 
con  acqua  calda  lavò  ,  che  in  lui  ritornò 
lo  smanilo  calore.  E  nov.  22.  7.  Piima 
in  una  stufa  lavatosi  bene  ec,  nella  gran 
sala  si  nascose-  E  lett.  Ir  S-  Ap.  307. 
Pagguarda    le    stufe    di  Domiziano  .    Fir. 


S  T  U 


1427 


lue.   2.    I.    Che    volete   voi   fare   adesso 
dell.^  ;lufc? 

g  I.  Per  Fornello  da  stillare.  Lai.  hj- 
pocaustum.  Gr.  C7r&/«y5T0v.  Bed.  Os.v. 
an  121.  >cir  acqua  di  Bori  d'arancio 
stillata  a  stufa  ec.  sempre  ho  veduto  mo- 
nrvcgli  (i  lombrichi,  in  lorhi  momenti. 
Fd  l  sp.  nnt.  27.  Ho  fallo  stillare  la  vi- 
triuola  ec.  nel  castello  della  stufa.  E  2Q. 
L*  acque  poi  ,  che  si  stillano  nel  castella 
della  stufa  er.  ,  quasi  tutte  generalmente 
sogliono    intorbidare. 

^  %■  IL  Stufa,  per  pagno  caldo. 
Mil.  M.  Ihl.  240.  Questa  citl'a  hae  be- 
ne tTcniila  istufe ,  ove  prendono  gran  di- 
letto gli  uomini  e  le  femmine  j  e  van- 
novi  molto  ispesso,  jeiocrliè  vivono  mol- 
to netramenle  di  lor  corpo  ,  e  sono  1 
più  belli  bagni  del  mondo  e  i  più  gran- 
di, che  bene  vi  si  bagnano  insieme" cento 
persone.  tC)  Buon.  Jicr.  3.  4-  4"  I^"re 
soffrir  conviensi  Diete,  vomiche  .  purghe, 
unii  ed  im|>iastri,  Sagni,  stufe,  fomeuti , 
incendi  e  tagli.    (I\'j 

g.  IH.  /  tT  Fomenta  ,  0  Suffumigio  . 
Tes.  rov.  P.  S.  19.  Fa  una  stufa,  quando 
vai  a  ditrmire,  di  laudano  e  olibano  messo 
in  sulla  brace.  E  cap.  22.  Anco  lo  tasso  bai*- 
basso  cotto  con  vino,  faltone  stufa,  ovver 
fomento,  ovvero  impiastro,  guarisce. 

STUFAlUOLO,c  STUFÀIOLO.  Mae- 
stro della  stufa  ,  Colui  che  stufa  .  Lat. 
alipilus ,  alipìlarius  .  Gr.  oo&iTTV./.i'^bv. 
Lasc.  Spir.  3.  4-  Questo  è  un  sopranno- 
me che  mi  pose  la  Biagia  dalle  Marme- 
rucole  ,  quando  io  slava  per  fattore  con 
gli  slufaìoli.  Cant.  Cam.  460.  tit.  Canto 
degli  slufaioli.  '"^  Ilut.  Adr.  Op.  mar.  2. 
23p.  Non  sentì  mai  piacere,  in  guisa  dell'a- 
sino dello  slutaiuolo,  che  sempre  porla  legne 
ec.   e  mai    non  partecipa  del  bagno.   (CJ 

3  STUFA BE.  Lavare  nella  stufaj  e  si 
usa  in  signific.  alt.  e  neutr.  pass.  Cant. 
Carn.  460.  L'  abito  che  portiamo  Con 
queste  masserizie  vi  dimostra.  Donne,  che 
lo  stufare  è  1'  arte  nostra. 

g.  E  Stufare,  fguratam.  ,  si  dice  per 
l  enìre  a  fastidio.  Lat.  taedio  ,  fastidio  , 
nauseile  esse.  Gr.  Bvz-jvstv. 

STUFATO.  Add.  da  Stufare. 

§.  I.  Per  Chiuso  a  similit.  di  stufa  . 
Bicett.  Fior.  i^z.  Melti  in  infusione  il 
le;.no  'santo)  neil'  acqua  calda  in  pentola 
di  terra  nuova  ec. ,  e  tienla  stufata  per 
spazio  d'  ore  ventiquattro. 

g.  II.  Stufato,  è  anche  aggiunto  di 
Carne,  0  altra  Vivanda  cotta  in  una  par- 
ticolnr  maniera  j  alla  r/unl  vivanda  cosi 
cotta  parimente  diciamo  Stufato.  *  Cari. 
iSvin.  ti.  Così  pian  pian  con  un  cucchiar 
di  bossolo  Gran  parte  a  sé  tirò  di  quell' 
intingoloj  indi  avventatosi  Di  ghiri  a  uno 
stufato,  e  di  coniglìoli ,  ec.  (B) 

!?  STUFATURA.  Pratica  delle  stufe. 
Esercizio  di  stufe  e  di  suffumigi.  Magai  . 
Leti.  Da  ultimo  datele  due  o  tre  buone 
stufature  di  sufiumigio  dì  balsamo  bianco, 
avvertendo  ec.   (A) 

*  STUFELAPE.  ;■.  A.  Fischiare, 
Sufolare.  Ott.  Com.  Inf  25.  437-  Intor- 
no alla  quale  trasmutazione  si  è  da  sape- 
re cbe  ccmunemenle  le  serpi  hanno  la 
lingua  forcellula,  e  pero  zufolano,  ovvero 
stufelano,  ovvero  sublano.  (C) 

*  STUFETTA.  Dini.  di  Stufa.  Lat. 
thermuliF.  Bemb.  lett.  i.  2.  8.  Dicemi 
che  io  aggiunga  questo  poco,  cioè  che  gli 
mandiate  le  altre  istorie  che  s'  hanno  a  di- 
pingere nella  vostra  stufetta  .£"1.  2.  II- 
La  stufetta  si  va  fornendo,  e  veramente 
sai'a  molto  bella.   (') 

STUFO,  ^dd.  Stufato,  Infastidito.  XiX. 
tadio,  nausea,  fastidio  afftctus.  Gr.  ^a- 
puvo'uiviv.  Malm.  Il-  4?-  Quasi  *'»  '^^- 
ver  Batislone  stufo,  Egcno  afironla  con 
un    punteruolo. 


1^28 


S  T  U 


STULTIZU.    J'ed.    STOLTIZIA. 

■J-  *  STULTO.  y.  /i.  Stolto.  iUm.  ani. 
Cerco  di  yt.  ^ngio/ìerì,  presto  /'  allacci 
198.  Che  troppo  umarc  fa  gli  uomini  stili- 
ti ;    Pero   non   voi   lenir  colai  usuta.    (1) 

STUMIA,  rSTUMMIA.  ^c/immrf.  tal. 
spuma,    despumatto.   Gr.  cufpói. 

§.  Stumia  di  ribaldi,  o  simili,  si  di- 
ce per  ingiuria  a  dinotare  ecresso  di  ri- 
balderia. Tac.  Dav.  Ann-  6.  Il3.  Ti- 
berio, dicendoli  stumic  de*  rilialdi  ^  co- 
mando a  O.  Ccstiu  senatore,  clic  quanto 
a  lai  ne  aveva  scritto  dicesse  al  Senato. 
fìuon.  Fier.  1.  3.  II.  La  slumìa  de'  ri- 
baldi veramente  Si  posson  dir  costoro. 
Hfa/m.  7.  91.  Andato,  dice,  u  slummia  di 
furfanti. 

STUMIARE,  e  STUMMIARE.  Toglier /a 
stumia.  I.at.  dftpnmare.  Gr.  arr«y  Ji'Csiv  . 
Alleg.  128.  Vedcsi  un  guatteraccio ,  che 
si  gratta  11  cui  rolla  manritta  ,  e  colla 
manca  Gira  lu  spicdc,  o  slumia  la  pignat- 
la.  Dav.  Colt.  160.  Quel  funere  che  la 
vinaccia  piglia  di  sopra  (slumtala,  se  tu 
sai  )  fa  pigliare  fuoco  al  vino,  i'.uon.  Fier. 
2.  2.  x6.  Or  dunque  chi?  si  pesti,  Si  stum- 
mii  e  si  rimesti. 

*  STUMIATO,  e  STUMMIATO.  Jd- 
diett.  da  Stumiare,  e  Stummiarc.  Ricelt. 
Fior.  l38.  Sciroppo  dì  l'rassu  di  Mcsuc. 
Recipe  maroldno  ce. ,  pcnniti,  mele  stum- 
miato,  er.  fB) 

STUMMIA.    T'ed.  STUMU. 
STUM:\nARE.    red.   STUMIARE. 

*  .STOLMIATO  .  f'ed.  STUMIA- 
TO.  (Hj 

STUOIA,  e  STOIA  Tessuto  o  di  giun- 
rhi ,  o  d* erha  sala,  0  di  canne  sjesse. 
Lai.  storea.  Gr.  ^TpCiii.'/..  Cr.  3.  IO.  I. 
In  su  lenzuoli,  o  stuoie  -A  so\e  fijagiitoli  J 
si  seccano.  Co/I.  SS.  Pad.  Ammonendoci 
di  giacere  in  su  ([uelle  medesime  stuoie  , 
dove  noi  sedevamo.  AiV.  .V.  Al  grido  di 
coloro  ch'egli  avca  fomanilalo  di  lormcn- 
larc  e  d'  uccidere  di  sotto  a  una  stuoia  . 
Jiocc  ì'it.  Pant.  258.  Quivi  trovarono 
una  stuoia  al  muro  confìtta.  Din.  Comp. 
1.  I<).  Essendo  l'uso  della  terra  a  simili 
raunate  i  cittadini  sedere  basso  in  su  stuo- 
ie di  giunchi ,  e  i  cavalieri  e  dottori  su 
alto  in  sulle  paochc-  Buon.  Fier.  2-  4- 
l5.  E  catene  e  chiavarde  per  le  stoie. 
:?  Jtfa/ni.  8.  18.  Più  giù  da  banda  un  ta- 
volin  si  ve<le,  Che  sui  trespoli  fa  li  ninna 
nanna,  E  fa  spalliera  al  muro,  ove  sì  vede 
Una  stuoia  di  giunchi  e  sottil   canna.  (Bj 

STUOLO.  Moltitudine  ,  ed  è  proprio 
di  tJrnte  arniaiaj  lìsercito.  Lai.  ererci- 
tus  ,  copia-  ,  classis .  Bui.  Inf,  28.  2. 
.Stuolo  e  mnltiludine  di  galee  ce.  Qui 
nuoDsi  per  la  moltitudine  di  tjucUe  ani- 
me che  erano  della  quarta  spetie.  Dani. 
Inf.  li.  Quali  Ales-iandro  io  quelle  parti 
calde  IJ'  India  vide  sovra  lo  suo  stuolo 
Fiamme  cadere.  !•'.  Par.  6.  Invcr  la  Spa- 
gna rivolse  lo  stuolo.  Poi  ver  Duraao. 
Bui.  ivi:  Stuolo  è  armata  di  galee  per 
ioare  ;  ma  qui  si  pone  impropriamente  |>er 
l'esercito  di  terra.  <i.  /'.  7.  37.  3.  Pas- 
sò il  detto  stuolo  sano  <■  salvo  con  loro 
navilio,  Tes.  fìr.  2.  28.  Gli  veniva  in- 
contro  con  sì  grande  stuolo  di  gente,  eh' 
egli  vide  apcrtamenlc  eh*  egli  non  poteva 
vincere.  *  Tas.*.  Ger.  3.  li-  Non  lungi 
scorte  l'n  Franco  stuolo  addur  rustiche 
prede.  A'  16.  Cede  lo  sluol  de*  Franchi  a 
poro  a  poco.   ^.Y^ 

§,  Per  simili  t.  vale  Moltitudine,  Gran 
quantità  di  checchessia.  Lat.  agmen,  mul- 
titudo.  Or.  ■nXri'^oi.  Petr.  son.  |3().  Tal 
d'armati  sospir  ronduce  stuolo  Questa  bel- 
la d'  Amor   nemica  e  mia. 

STUPEFARE.  F.mmere  di  stupore. 
Lai  stiiprfacere.  Or  i<(Tr)*>TT|tv.  j4mct. 
8^-  Prima  i  circustanli  turbò  con  paura  , 
u  apprc&in  gli  stupefece    con    maraTtglia  . 


S  T  U 

Dani.  Par.  l5  Poscia  rivolsi  alla  mia 
donna  il  viso ,  E  quinci  e  quindi  stupe- 
fallo fui. 

§.  I.  /rt  .figai/ic.  neutr.  pas*.  vale  Di- 
venire stupido,  F.mpiersi  di  stupore,  l^fa- 
ravigliarsi.  Lai.  stupescere ,  stupfjìeri, 
Gr.  ^/:T)ii'TT59rai.  Dani.  Trtr.  3i.  Veg- 
gendp  Roma,  e  1*  ardua  su*  opra.  Stupefa- 
ce'nsi.  /•>.  lac.  T.  Ì\.  32.  19.  Chiunche 
m'ode  mentovare,  Sì  si  deggia  stupefare. 

§.  II.  .Stupefare,  per  Intormentire,  Pri- 
var di  sentimento.  Lai.  slupejacere.  Gr. 
e'xTZf  f'zTtiv.  Kirett.  Fior.  Servono  ec.  a 
stupefare  il  senso  come  le  pillole  di  cino- 
glossa. 

STUPEFATTIVO.  Jdd.  Atto  a  stu- 
pefare. I  olg.  ìfrs.  Vo;;liono  cose  >tupe- 
fatlivc,  le  frc^'agioni   col  sale,  er. 

STUPEFATTO.  Add.  da  Stupefare.  Lai. 
stnprfactus.  Gr.  e/Tsrr/iT/juc V54.  Bocc. 
noi'.  100.  3l.  N'andarono  in  l'a  ,  dove  la 
figliuola  tutta  stupefatta,  queste  cose  sen- 
tendo, sedea.  G.  J'.  8  So-  7-  Quasi  stu- 
pefatto d'allegrezza  gli  sì  gitló  a' piedi , 
e  disse.  Coli.  SS.  pad  A  queste  co- 
se vedcn<loci  stupefatti  il  padre  santo,  ec. 
Tass.  Ger.  io.  52.  Riman  ciascuno  a  quel 
parlare,  a  quella  Orribil  Ciccia  muto  e  siu- 
p.;fatto. 

^  §.  Per  Intorpidito,  Insensato.  />. 
lac.  Cess.  2.  Ct  56.  Vide  uno  ('avaliere 
invecchiato  e  -^lupi-fallo  per  lo  freddo.  (Cj 

•f  STUPEFAZiri.NE.  .Stupidezza.  Lii. 
siupor,  stupidita*.  <".r.  T/Tr)»);!;-  fìocc. 
nov.  /jO.  ijj.  Pur  gli  rimase  nel  cerebro 
una  stupefazione,  la  quale  ec.  parecchi  di 
il  tenne  stordito.  Sen.  Ben.  ì'arch.  ^.  i3. 
A  Voi  f;iova,  o  Epicurei,  avvezzare  il  vo- 
stro corpicino  a  non  fare  mai  nulla  ec, 
e  seggendnvi  nascosi  sotto  alcuna  omiira  ce, 
dilettale  la  stupefazione  de-11  animi  vostri, 
che   si    muoiono   ili   mallana. 

STUPK  NOAM  ENTE.  Jvverhio.  Con 
istupore,  Marns-igliosamrnte.  Lat.  mirifi- 
ce.  Gr.  &auyy.57'Z^.  Uh-  cur.  malatt. 
La  decozione  dctlj  gramigna  suol  fare  slu- 
peudamenle  bene.  Vit.  Pitt.  5o  I  tra- 
vaj^Ii  del  qu.de  rappresento  col  pennello 
stupendamente. 

-STUPENDISSIMO.  Superlat.  di  Stu- 
pendo. Lai.  mirifìciis.  Gr.  SwvvaTiwTK- 
T'j;,  ^y.JiJiv.'ìTO  zvroc.  Cavale.  Pi.tcìpl. 
ypir.  Sempre  In  tua  mente  sia  indotta  e 
traila  a  considerare  le  mirabili  cose ,  anzi 
stupendissime  d'  Iddio.  Lave.  Pinz.  3.  lO- 
Afcadde,  che  facendo  segai  della  sua  vir- 
tù stupendissimi,  fu  i\i  quegli  levalo  dal- 
l' osteria,   e   menalo   a   casa   loro. 

t  ^'  STUPE.NDn  A',  buratto  di  Stu- 
pendo. Bellin.  Disc.  2.  2I.  Ma  volete  che 
io  vi  dica  come  vanno  queste  slupendil'aT 
(Min)  h'  337.  Pelle  slupendit'a  ne  avete 
vedute  pur  troppe,  ti') 

STUPENDO,  /tdd  Miracoloso.  Da  in- 
durre stup.^rv.  Grandissimo,  Lut.  admi- 
rnndus.  Gr.  &ayaa?ro;.  S.  /Igost.  C.  D. 
Mostrrrrbbono  alli  lor  sensi  cose  stupen- 
de. Ar.  Fur  32.  48.  Ella  la  mise  .  non 
però  sapendo  Che  fi»sse  del  \alor,  eh' era, 
stupendo  Miilm.  7.  10.  E  meiilre  rh'  ei 
balocca  In  cuocer  1*  uovj  e  il  cacio,  eh*  e 
stupendo  ,  Sente  \  coirsi  1*  acquolina  io 
lincea  (qui  vale  nliimo  ,  saporosissimo). 
arch.  Quest.  Alch.  .3o.  E  che  l'arte 
possa   far   di  golfo   e  d    argento   «ivo  i 


non   pc 
metalli, 


ella   di 


poro 


irgento 
zolfo 


bone  fa  rose  tanto  imrcddiili  e  tanto  stu- 
pende t  iC) 

*\  #  STUPIDACCIO  .  Peggiorat.  di 
Stupido.  <iuarin.  Idrvp.  I.  a.  Concludi, 
stupidaccio,   dal   primo  all'  ultimo,   su.    (A) 

h  STUPIDAMKNTE.  Avi-rrf:  Con  stu- 
pidità, In  modo  stupido.  Pnt.f.  Fior  i.  i 
6a.  Altri  e.  che  ammiri  (liipidamentp ,  o 
più  d*  altro  o  colali  splendori  aggrandi- 
sca   a   suo    senno   la     noliillk  ;    a    me     ba- 


S  T  t 

sti   solamente    accennare    siffiitte  grandei- 
ze-  fTC) 

STUPIDEZZA.  Astratto  di  Stupido 
Lat.  stupiditas,  stupor ,  tarditas.  Gr. 
i/Tlr.^c;.  *  Tolom.  J.ctt.  Uh.  5.  pag 
127.  (Giolito  1547  j  L'ignoranza,  U 
stupidezza,  la  malizia,  la  sceleratezza  ,  il 
peccato  guastano  ogni  bcllexu  dell'  anima 
nostra.  (B)  Segner.  Prrd.  1.  I.  Oh  ce- 
cità, oh  slupiderxa ,  oh  delirio,  oh  per- 
versila! E  niim.  3.  Oh  stupidezza  infi- 
nita!   oh    sUdlizia    immensa  I 

STUPlUlliE.  Dis-entre  incensava,  stu- 
pido. Lat.  hehesctre.  Gr.  a, u^l'jv effuse* 
Tac.  Dav.  Ann.  3.  78.  Nelle  gran  fac- 
cende   chi    si    risveglia,   chi  stupidisce. 

g.  Stupidire,  per  Stupire.  Lat.  stupe* 
scere,  stupefieri .  Cr.  eJtff>»;'TtSff2»a*  . 
Mor.  S.  Greg.  Nelli  giorni  suoi  stupidi- 
unno,  cioè  a  dire  temeranno  li  senai ,  e 
la  paura  assalirà  i  primi.  #  Vit.  S. 
Frane.  223.  Vedendo  il  beato  Francesco 
questa  cosa,  lutto  stupidi,  e  lo  cuore  suo 
si  riempiè  di  grande  allegrezza,  e  di  do- 
lore  mischiatamenle.  (F) 

STUPIDISSIMO.  Superi,  di  Stupido. 
Lat.  maxime  stupidus.  Gr.  xw^:>'t(xt04' 
Alleg.  i56.  I  quali  annaspando  a  cre- 
denza,  stupidissimi   trasecolano. 

STUPIDITA'.  Stupidezza.  Lai-  stupi* 
difas,  stupor.  Gr  e/7rÀr,^t;.  Ì,ih.  cur. 
malatt.  Divengono  stupidi,  e  la  loro  stu- 
pidità è  durabile.  *  Segner.  Crisi.  In- 
str.  3.  17.  16.  Il  dolore  del  petto,  di- 
cono ì  medici,  ove  sia  congiunto  colla 
snervatezza  e  stupidità  delle  membra  ,  è 
cattivo   segno.    (Ci 

STUPIDITO.  Add.  da  Stupidir*.  Lat. 
demirans,  stupens,  stupefactits.  Gr  ^a.ji.- 
^À'.'/^  .  Coli.  SS.  lad.  Alla  qual  cosa 
stupiditi  noi,  il  vecchio  disse.  Amm. 
Ant.  II.  i.  12.  Stupiditi  del  suo  par- 
lare ,  sanza  spargere  di  sangue,  le  rimi- 
sero nelle  guaine.  Mir.  Mad,  3f.  Per 
V  abbondanza  delle  lagrime  il  ronfessoro 
era   tutto  stupidito. 

STUPIDO.  Add.  Pieno  di  tlupore  , 
Attonito. hsil.  stupidus.  Gr.  fltTrf~>r,/T05. 
Pant.  Purg.  ^.  Ben  s'  avvide  il  poeta 
che  io  stava  Stupido  lutto.  E  a6.  Non 
altrimenti  stupido  si  turba  Lo  montana- 
ro, e  limirando  ammiila.  Quando  rozzo  e 
salvatico  s'inurba.  But.  ivi:  Stoj-ido  h 
r  uomo,  quando  li  sentirne  mi  non  fanno 
le   sue    operazioni. 

f  §.  Per  Intormentito ,  Senza  senso. 
pass.  247.  Santo  Bernardo  dire,  «he  'I 
membro  stupitili,  e  che  non  si  sente  ,  è 
più  di  lungi  dalla  salute.^  .Segner.  .Mann, 
seti.  6  2.  Ha  r  inlellelto.  che  è  il  pa- 
lalo dell'  anima  ,  istupidito,  se  non  1'  ba 
anche  forse  stupido.  '  C)  lied.  Ftp.  aat.  ^7- 
£  cosa  notissima  tra  gli  scrittori,  che  quel  pe- 
sce marino  chiamato  tremola  ec.  se  sia 
toccato  renda  intormentita  e  stupida  la 
mano,  ed  d  braccio  di  colui  che  lo  tiM-- 
ca.  (Br) 

STUPIRE  .  Stupefarsi  ,  Empiersi  di 
stupore.  Lat.  obstupescrre,  stupore  af^- 
ci  ,  stupere  ,  stuprscerr.  Gr.  l«T)»;'rTf- 
«&at.  ^  f  it.  S.  Gir.  laa.  Maraviglian- 
dosi di  si  gran  cosa  stupi  d'  ammirazio- 
ne, (f)  Da.tt.  par.  26.  Fec*  io  in  tan- 
to, in  quanto  ella  diceva.  Stupendo.  Pav. 
Colt.  162.  Tu  stu|>irai ,  quanto  ei  sarà 
di  colore  ,  sapore  e  bontà  peggior  di 
queir  altro. 

«  STUPITO.  Ad4t.  da  Stuptrej  Com- 
preso di  stupore,  iVrtrtt»  '/r''*'"'  '  •'•  ***• 
Pouiilil.  2(>3.  E  vrgpcndo^'  velate,  lui- 
li  stupiti  e  niaravioliosi,  disse  Sulpizio.  Ilenf- 
Ccll.  t  II.  2.  I(>.  Vctiult.mi  "  '"rate  istu  - 
pilo  delle  virtù  sue  ,  pen*o  "<»'  altra 
»ia.   (C) 

•f  STUPORE  Stato  dell' animo  di  co- 
lui che,    vedendo,  o   per   alcun  mudo  *en- 


STI) 

t„A.  coff  mararigliose  o  grandi  rMM 
n„<,si  muto.  lai.  slupor.stur«l„as.Gv 
L^So:.  Co,,,-  198.  La  stupore  e  «no 
,lor<rù..onlo  A-  anin.o  per  gran.I.  e  mara. 
tìbHo«  cose  veJere  o  u.l.re,  o  per  alcun 
modo  senlire.  V,,;,,.  P-r.  22  Oppresso 
di  stupore  aUa  m.a  S>mla  M'^ol"-  '«''«• 
l„lr.  tS.  Era  tao.a  n.lla  c.Ui  la  n,o  1.- 
tudine  di  quelli  che  d<  .1.  0  d.  no.  e 
morier.o.    che   un,,    stupore    era    a     uuir 

dire.  ro.o/.-.  ."'■''■  """••  I-"  1'"'  *■"" 
quella  misera  femmina  considerando,  per 
lo  grande  stupore  asgh'adò.e  cadde  morta. 
E  I  /Vr  Intormenlimotlo.  Lat.  stufar, 
tcrpor.  Pisi.  S.  C.ir  Conciossiacosaché 
r  anco^ce  e  miserie  dello  'nfermo  corpo . 
t  lo  slupor  venuto  ne' membri  si(;o.osi  tu 
conforti  colla  fclicuh.  *  r)mcl.  .S.  Gn-g. 
Tutto  il  corpo  inlirino  in  loro  e  rimase- 
ro in  suliito  stupore  e  slordmienlo.  /.i". 
c»r.  maiali.  Miracolosa  cosa  ce  lo  stupore 
e  lo  dolore  che  produce  la  torpedine  nel- 
la mano  di  colui  che  la  tocca.  (Bn 

*  §.  II.  J  .iliiporc,  posloatterliinlm. 
vale  Slupendamcnlc  Segner.  Fred.  Pai.  Ap. 
II.  a.  Comprovi)  tristo  a  stupore  ciò  clic 
è  stato  questa  mattina  il  tema  principale 
del  mio  discorso.   (CP) 

f  STUl'RARi:.  Commellere  stupro. 
*  Peir.  Vom.  ili.  pag.  18.  Colle  sue  so- 
felle  fC.  Cnlisula)  giacque,  le  quali  poi 
ali- esilio  dannò;  e  molte  altre  nol.ili  don- 
ne romane  stupro.   (H) 

•f  S  STDPBATORE.  Terhal.  masc 
Chi;  o  Clii  stupra.  Lat.  .<lupralor  Gr.  /ioi 
Y!JTn';.  Morg.  14.  9.  Malfnsso  ,  ladro  , 
stupratore  e  mccco,  Fornicator,  uom  picn 
d'  ogni  maliiia,  BuBian,  briccone,  e  sacri- 
leco  e  liecco. 

*  §.   E  per  siniilil.  dello  di     Chi    con 
i:iolen:a  ahu.!a  di  donne  anche  non   icrgi- 
tSeer.    Fior.   .V(or.    l.    l^-    Mostii'gl 
.  *>  ....  _„   Ali..,;. 


S  T  U 


S  T  U 


l4»9 


come  in  suo  aihitrio  o  ammaizare  AMioi- 
no  ec,  o  essere  morto  da  quello  ,  come 
stupratore  della  sua  moglie   .  (Ci 

•f  STUPRO.  Corrompimenlo  difergini- 
làj  ed  è  propriainenle  quando  si  toglie 
il  fiore  della  terginiinde  alla  vergine  ,  0 
al  ver"ine:  Pisterginamenlo  illecito,  flut. 
Stupro  e  corrompimento  di  verginità  . 
Crea:.  Mond.  I'.  N.  l  hi  commette  pec- 
calo con  vergine  ;  e  questo  si  chiama  stu- 
pro. Tass.  Aminl.  3.  I.  E  1  suo  Lei 
cinto.  Che  del  sen  virginal  fu  pria  custo- 
de, Di  quello  stupro  era   ministro,  ec. 

*  g.  Per  Adulterio,  .'•'egr.  Hor.  Stor. 
lib  1.  Filippo  Visconti  ec.  accusò  Beatri- 
ce sua  moglie  di  stupro,  e  la    fece   mori- 

f  *  STURA.  Lo  sturare;  ""de  Dar 
la  stura,  vale  Aprire,  .'•turare  un  ia.<o, 
un  luho ,  o  simile.  Bellin.  Disc.  I.  198. 
Il  fontaniere  gira  questa  o  quella  chiave 
ec,  e  da  la  stura  a  tutte  insieme,  se  tulle 
le  macchine  insieme  devono  operare,  e  più 
o  meno  le  gira,  ec.  f  ■!) 

•j.  :!!  g.  figuratam.  vale  Scinlacqun- 
mento.  Pellin.  Bucch.  124.  Quel  ch'egli 
spende  ogni  qualsisia  giorno  ec,  quella  e 
la  stura  ,  Lo  sciupinio ,  lo  scialo,  lo  sfar- 
xaccio  ,  ec.  I Ai 

S  STUBARE  .  Contrario  di  Turare 
I.al.  returart ,  reserare  ,  recludere  .  Or. 
■xvci'/'Av  .  Frane.  Saceh.  Op.  div.  121. 
Il  dito  che  chiamiamo  mignolo,  si  chiama 
auricularis  ,  perche  con  esso  si  stura  gli 
orecchi,  come  dee  fare  ogni  Cristiano  per 
udire  la  parola  di  Dio.  ì  it.  S.l.  Pad.  Si 
(ili  disse  che  sturasse  un  canal  d'  acqua 
che  v'  era,  e  innalBasse  1'  orto,  l.uig.  Pule. 
fìec.  21.  Reca  ,  sai  tu  quel  che  Vallerà 
ha  detto  ì  Cb'  io  l"  ho  sturata  e  rotta  la 
callaia . 

*  §.  I.  Sturar  gli  orecchi  a  uno,  vale 
Farlo  intender  liene,  Pirgli  il /ulto  suo 
I  .  ORECCHIO,  §   XXV  L  (l') 


#  S  II.  Si  usa  anche  neutr.  pass,  per 
lo  più' neir  imperativo  ,  e  vale  Intender 
l,ene.  ■■  Fr.  Oiord.  Prcd.S.  Or  vi  stu- 
rate  bene  gli  orecchi  •.    (C) 

STURATO.  Add.  da  Sturare.  Lat.  rc- 
turalus  ,  reserutus  ,  reclusus.  Gr.  «v.  .- 
■/&'.'•  Cr.  4.  41.  8.  E  '1  vaso  sturato 
il.fino  al  di  seguente  si  lasci,  e  sarà  chiaro 
„,.l  seguente  di  o  nel  teiio.  Buon,  fu-r 
3  4  II.  E  for.se  che  chi  beve  Oggi  a  tal 
conca,  che  sturata  versa.  Ne  potrebbe  una 
volta  poi  scoppiare. 

t  *  S.  E  figuratam.  per  Accorto,  l.asc. 
Ccn.  l.  nov:-i.  pag.  ;tì.  Fu  dunque  in 
Firenze  ec.  un  certo  N.ri  Chiaramontesi ,  | 
nobile  e  assai  beneslanle,  ma  sturalo  e  sa- 
gace quanto  alcuno  altro  uomo,  che  fosse 
allora  nella  nostra  cilt'a.   (B) 

:?  STUBBAMENTO  .  Lo  sturbare, 
Sturhanza,  Sturbo.  Lat.  perturbano, 
turbamentum  .  Gr.  ?x)'ll.:.  Pcmb  lelt. 
1.  5.  ji.  Ho  estimalo  ilie  le  cose  di  Ca- 
merino .ibbiano  recalo  alcuno  slurbamento 
alla  quiete  vostra.  (') 

STUI'.BAINZA.  /  .  --/.  Lo  .^turbare.  Lai. 
turbamentum  .  lurbatio  .  Gr.  ■:J.^l-/oi, 
0y)l«5.c.  Bim.  ani.  P.  .V.  Arrigo  Bai- 
dòna.<co.  Hanno  ben  che  fallire;  Ma  nullo 
lor  lalliie,  Ch'  aggia  pero  sturbanza. 

t  STUHBAHE.  Interrompere  ,  Impe- 
dire le  azioni,  o  i  di.segni  altrui.  Lai.  per- 
turbare, impedire.  Gr.  ^r(!Z)s"v,  is^^-^" 
^s.v.  riocc.  nov.  19.  l3.  S' ingegn^avano 
di  .sturbar  questo  fatto.  O.  /  .  7.  .>7-  ^ 
Fu  sturbala  la  della  impresa  ,  per  abbal_ 
tere  la  superbia  de' Franceschi,  il.  /  ■  :J. 
I  3.  L'  amico  suo,  che  sturbò  U  patricidio 
de'  grandi  cittadini  ec  ,  ebbe  per  mento 
condannagione  grande  pecuniale.  Alam. 
Colt.  4.  84.  Ora  fe  l'ora  miglmr,  che  non 
si  sturba  Da  quablic  opra  maggior. 

*  STUIIBATO.  Add.  da  Sturbare.  I  or- 
.sin.  Torraccb.  \\.  5o.  Diami  era  -Matteon 
tutto  festoso  ec.  Or  è  tutto  sturbato  alle 
odiose  Memorie  che  a  se  slesso  il  fanno 
esoso  C'/iii  per   Turbalo,.  ("V; 

t  STURBATORE.  l  erbai,   masc.  tlie, 

0  Chi  sturba.  1  al.  tnrhator,  perturhator. 
Gr.  Tf/..-'/./T/4.  ^V.  /  .  ;  6r>.  11  popolo  s. 
levò  a  romorc  e  a  furoic  contro  al  «-on- 
te ,  dicendo  cb'  egli  era  slurbatore  della 
pace  . 

STUPRO.  Lo  sturbare.  Disturbo,  Im- 
pedimento, Scompiglio.  \.3\._Uirbamentmn, 
lurbatio.  Gr.  Ta^vX"' '  «Z^«"^  ''•  ',  ' 
7.  58.  I.  Grande  sturbo  aveva  messo  nella 
sua  impresa.  E  q.  74-  1-  Ancora  n  ebbe 
sturbo  e  difetto  per  le  sello  che  nacquero 
grandissime-  M.  F.  9.  17-  ^"  •"  ''"'''° 
che  di  ciò  seguiva  alla  Ione  di  Roma  , 
vi  s'interpose.  "•.■  Car.  Fn.  12.  J'I-  E 
vi  prometto  e  giuro  ec.  che  guerra  o  lite 
o  sturbo  Alcun  altro  più  mai  non  gli  la- 

"sTiJRME^TO.    V.  STRUMENTO. 

STCTAHE.  r.  A.  A  Untare.  LM.extin- 
euere,  compe.icere,  cohihere,  comprimere. 
Gr.  ÌTliyji-i,  xaTaoT  =  X)si».  Filoc.  2.  29. 
Voi,  conio  savio,  prima  che  più  s'  accen- 
da il  fuoco,  providanienle  pensiate  di  slu- 
l,arlo-  Bim.  ani.  Inc.  1)9.  E  la  cui  vita 
a  più   a  più  si  sluta   In   pianto  ed  in   lan- 

1  "    'f  *   STI'ZIA.  r.  A.  A.tluzia  .  Sallust 
'    Catell.  30    Non  gli   mancava  di  saper  de- 


•f  *  STU7.7,1CAMENT0  Inizia- 
mento.  Irritamento.  Magai.  Leti,  scienl. 
pag.  S!>.  yucsto  conlinovalo  sluizicamcn- 
to  del  sensibde  ,  tanto  il  naso ,  quanto  il 
palato  ,    a    lungo    andare    fanno    piuttosto 

ce.  (Al 

J  STUZZICARE.  Frugacchiare  legger- 
mente con  alcuna  cosa  appuntata  s  e  si 
usa  anche  nel  neutr.  pass.  Lai.  levitej- 
tangere,  scabeTC,  .tcalpere.  Gr.  «/(SoQiycù; 
xvr,'0;iv.  Morg.  19.  87.  E' si  poteva  pur 
fare  altrimenti.  Che  sogghignare  e  stuiricar- 
si  i  denti,  /;no/i.  Fier.giorn.  5.  tir.  Non  stuz- 
zicate i  boti  di  cartone  Belli  ,  eh'  e'  son 
poi  dentro  spazzatura  .  Cani.  Cam.  2^'J. 
Trovasi  quabbe  bossol  disperato  ,  Che , 
per  ben  che  sia  srosso  e  stuzzicato  ec.  , 
Dinanzi  nulla  mai  non   [ar  che  getti. 

:;-  g.  I.  E  figuralam  .  ••  Buon.  Fier. 
4.  5.  18.  Ma"  i'  vi  consiglio  A  lacere  a- 
mendue,  ne  stuzzicare  Queste  vostre  ma- 
terie .. .  (B) 

i.:  g.  II.  Stuzzicare,  in  sìgnijic.  neutr., 
per  Essere  in  sul  punto.  Essere  per  ri.tolve- 
re  r  u.sò  llcm:  Celi.  Fit.  2.  SgS.  Il  duca 
pli  disse,  che  si  molleggiava,  e  che  mi 
voleva  per  se  :  di  modo  che  io  stuzzicai 
parecchi  volle  di  andarmi  con  Dio.  (C) 

gin  Per  Toccarsi,  Soffregarsi  insie- 
me, lai.  attreelari ,  africari.  Gr.  -055- 
t;i'(?€c!S-^i.  1>occ.  nov.  17.  TiO  Quasi  da 
iguale  appetito  tirali  ,  cominciatisi  a  stuz- 
z'irare  insieme  ce,  fecero  parentado. 

§.  IV.  Per  Islimolare,  Persuadere.  Lat. 
slimulare  ,  insligare  .  Cr  TZXJ^olJtiri  , 
EainiJTi'v.  Cion.  Moi-ell.  3o3.  Ddibera- 
rono  in  6ne  di  darsi  al  Duca,  perchè  erano 
mollo  stuzzicali.  I  arch.  Ereol.  25^.  Stuz- 
zicatemi pure  :  io  vi  ho  dello  che  uessuno 
mi  pare  atto  a  ciò 

(j.  V.  Per  Irritare,  Commuovere.  Fir. 
As.  1.33.  Malasazict'a  e  la  gran  copia  di 
quelle  ..lesti  licrbezzc  gi'a  aveano  entro 
al  petto  delle  due  sorelle  stuzzicato  il  ve- 
leno  della  rabbiosa  invidia.  Car.  leti.  2. 
61.  L'animo  mio  'e  di  non  volerla  pili 
seco  in  nessun  modo,  se  egli  nou  mi 
stuzzica  di  nuovo. 

§.  VI.  Stuzzicare  il  can  che  dorme,  le 
pecchie,  il  formicaio  ,  il  vespaio,  il  naso 
dell'  orso  quando  fuma  ,  e  altre  simili 
maniere  proverbiali,  vogliono  Irritare  chi^ 
ti  può  nuocere,  0  chi  e  adiralo,  o  chi  puì 
più  di  te.  Lai.  fumanlem  ursi  nasum  ten- 
tare ,  crabrones  irritare,  larch.  Ercol. 
81.  Quando  un  si  sta  ne'suoi  panni  sen- 
za dar  noia  a  persona,  e  un  altro  comin- 
cia per  qualche  cagione  a  morderlo  e  of- 
fenderlo di  parole,  se  colui  è  uomo  da  non 
si  lasciare  malmenare  e  bistrattare,  ma  per 
rendergli,  come  si  dice,  i  collcibni,  si  usa 


gli  ingegni  e  delle  stuzic.   (Fj 


STUZIO.  Lai.  brassica  ngrestis  .  Cr. 
6  112  1.  Lo  stuzlo  e  '1  cavolino  salvat.co 
sono  una  medesima  cosa. 

STUZZICADENTI.  Sottile  e  piccolju- 
.leello,  o  simile  strumento,  con  che  si  cava 
,1  cibo  rimaso  fra'  denti  .  Lai.  dent.scal- 
pium.  Gr.  o'òovTOviuf'?-  Gì'»'  00.  Cl.i 
porta  legalo  al  collo  lo  stuzzicadenti,  erra 
senza  fallo  .  Malm.  7.  56.  Dell'  ossa  pò, 
ne  fa  sluziiradcnli. 


ilire  :  egli  stuzzica  il  formicaio,  le  pecchie, 
o  si  veramente  il  vespaio,  che  i  Latini  di- 
cevano irritare  crabrones.  Lib.  Son.  27. 
Tu  stuzzichi  le  pecrhie  .  Allcg.  224.  Voi 
gli  presenterete,  pur  come  1"  altre,  questa 
ullima  lelterina,  dicendoli  che  e'non  isluz- 
zicbi  più  il  can  che  dorme.  *  Tac.  l-'av. 
Ann.  II.  l35.  Perche  stuzzicate  i  calabro- 
ni ?  CO  ^  , 

§.  VII.  Stuzzicarsi  i  denti, fguratam. 
vale  Mangiare.  Lat.  edere.  Gr.  €ij2i'-:>v. 
Buon.  Fier.  3.  3.  2.  Ma  sempre  il  vi- 
no in  tavola ,  ma  sempre  Da  stuzzicarsi  1 

denti.  . 

*  g.  VIII.  Stuzzicare  iferruzzi,  vaie 
Ingegnarsi  e  Adoprarsi  con  tulli  gli  .f°r^ 
zi  Lat.  omnes  nervos  intendere.  Gr.  TiTKi- 
«=«=-..  Bcd.  leti.  I.  l53.  E  per  confes- 
sarla altresì  giusta  ,  non  istiizzico  egli  . 
suoi  ferruzzi  per  tornarvi?   (  ) 

STUZZICATO  .   -•/*'•  *'   ■S'"-'^"" 
Lat.  irritatus,  stimulalus.  Gr.  -y.?»?";'- 
^,,-c     fìed.   Ins.  l65.  Stuzzicato  ed  irritato 
strideva  come  se  fosse  un  pipistrello. 

STUZZICATOIO  .   Strumento  appun- 


j43o 


S  T  U 


tato  iti /erro,  o  it*  altro,  per  uso  eli  stuz- 
zicare . 

f  STUZ2ICAT0RE  .  Verhal.  mate. 
Che,  0  Chi  stuzzica.  Lat.  ii-ritalor.  Gr. 
0  nv.p9^Jvuv.  Cron  "Morell.  277-  E  così 
li  guarflii  daj,'IÌ  sluziicaUiri,  che  vanno  sot- 
traendo per  iniliratlarc  il  cotnpagno. 

STUZZICORHCCIH.  Piccolo  strumento 
Hi  avorio  ,  o  d'  altra  materia  ,  col  quale 
si  nettano  gli  orecchi.  Lat-  auriscalpium. 
Gr.   6JT0/) jyi4- 

S  U 

SL'.  Preposizione ,  vale  Sopra  ■  Lai. 
super.  Gr.  Oiìp.  Da  osservare  e  che 
questa  particella  SU  si  unisce  ed  attacca 
talora  coll'articolo  seguente,  raddoppiane 
do/te  la  consonantej  e  se  incontra  alcuna 
vocale,  talora  si  scrive  e  pronunzia  SUR, 
aggiugnendovi.ii  la  U,  che  gli  antichi  diS' 
sera  nnclw  SOR  ,  forse  accorciato  da  So- 
pra. /'.  SUIl.tf  SOK  a' loro  luoghi.  /Jocc. 
/.  g.  g.  9-  Il  It*^  dopo  qucita  (canzone) 
suir  eilia  e  'n  s»  i  fiori  avendo  falli  molti 
doppieri  accendere,  ne  fece  più  altre  can- 
tare .  Peir.  son.  265.  Io  pensava  assai 
destro  esser  sull*  ale  (  cioè  ,  coli'  ale  ,  0 
ncir  ale  ). 

#  §.  I.  E  in  senso  morale.  Giov.  Geli. 
Vit,  Alf.  l3.  Piacque  uniTersalmenle  tanto 
a  ciascuno  che  appoggiatosi  e  sostentato  sul 
grande  amore  e  f.ivore  dei  suoi  cittadini  ec. 
usurpò  it  dominio  e  1'  imperio  di  Ferra- 
ra.  (C) 

'tf  2-  *'■  ^"*  ''"^'^  anche  Innanzi,  Da- 
vanti; onde  durare  su  l' Agnusdei,  vale 
Giurare  alla  presenza  dell' Agnusdei.  Ar. 
Fur.  28.  !\0.  Sicché,  per  dirlo,  e  non  far 
danno  a  lei,  Il  Re  fece  giurar  su  l'Agnus- 
det.  (C) 

f  3  §.  HI.  Su,  in  vece  di  Allato,  Vi- 
cino, Lat.  prope  ,  penes  ,  iuxta  ,  nd.  Gr. 
s'yyu^,  TTfo;,  cTii-  Dant.  Inf.  5.  Siede  la 
terra,  dove  nata  fui,  Sulla  marina  dove  '1 
Po  discende.  Tes.  AV.  3.  Ì\.  Dietro  verso 
Meztodic  sono  li  diserti  d'Etiopia  sul  ma- 
re Oceano,  e   '1  fiume   del  Tigro. 

•ì-  §.  [V.  Esser  sul  far  checchessia, 
vale  ICsser  vicino  a  far  checchessia.  Man- 
car poco  che  non  si  /accia  ,  0  avvenga 
checchessia.  <«  lìocc.  nov.  74-  l5.  Il  che 
i;li  era  si  gran  noia,  che  egli  ne  fu  sullo 
'mpazzare  »  .  (C) 

f  g.  V.  Su,  talora  denota  tempo,  e  vale 
Circa.  Lat.  sith.  Petr  sou.  176.  Sull'ora 
prima,  il  di  sesto  à'  Aprile,  Nel  hiln-rinto 
intrai ,  ne  veggio  ond'  esca  .  M-  f  ■  II- 
18.  La  sera,  su  'l  tramontare  del  Sole 
ec-  (  fece  dare  alla  terra  una  haltaglia  . 
'f  Chiahr.  ì  it.  [i-  Prese  moglie  su'  riu- 
quant' anni  della  sua  %ita.   (C) 

■f"  s-  §.  VI.  Su,  talora  denota  Fiducia. 
.^egner.  Mann.  Oli-  il.  3-  E  commendan- 
dogli, su  l' igiioraiiu  clic  in  lui  presuppo- 
ne ,  il  far  rose  olire  alle  sue  forte  cr.  lo 
tenta  di  presunzione.  (!') 

'Ct  §.  VII.  Su,  talora  vale  anche  Popò  . 
Hed.  ffitir.  28.  Perchè  a  berne  sul  po- 
pone Panili  proprio  sua  stagione. /O 

f  *  g.  Vili  Talora  vale  In.  Cavale. 
AU.  Apost.  161.  Non  essendo  più  sicuro  il 
navicare,  perchè  era  in  sul  verno,  ce.  Se' 
gner.  Mann.  IuììI.  a3.  l.  Qualor  tu  af- 
fermi arreslanduin  (  il  tempo  )  eh"  è  pre- 
sente, ti  scappa  suhilo  su  quell'  .ttlu  nic- 
ilcsimo  in  cui  h*  arietli,  e  gi!i  M  è  fatto 
pauato.  (F) 

*  ^'.  IX.  Dormire  tu  un  afiaiY  .  va' 
le  !\'on  Darsene  pernierò  j  e  Dormir  su 
di  uno  ,  vale  Fidi^t-sene  ciecamente,  i  ed. 
DORMIRE,  t  XIV,  e  XV.  (C) 

5  SU.  Avverh.  che  gli  antichi  disscm  an- 
che sur.  Contrario  di  Giù.  Pale  .S'opra ; 
e  st  congiugne  con  varie  preposizioni,  av- 
%erbii  ,  segnacasi  e  partieeÙe  ,  com'i  mo- 


s  u 

strano  gli  esempii.  Lat.  supra.  Gr-  avw- 
G.  V,  9.  q.  3.  Fallo  a  forma  d'una  ghir- 
landa d'  alloro,  ivi  su  chiavate  rio  he  pie- 
tre preziose,  tìocc.  g.  2-  p.  1.  Gh  uccelli  lU 
per  li  verdi  rami  cant.indi>  piacevoli  versi. 
F.  nov.  43.  8.  Per  non  essere  dalle  fiere 
divorato  la  nolte,  su  vi  montò.  Pant.  Par. 
2.  rhc  di  SU  prendutio,  e  di  sotto  fanno. 
Petr.  cap.  8.  Quando  ,  mirando  iulorno 
SU  per  r  erba.  Vidi  dall'  allm  parte  giun- 
ger quella  Che  trae  1*  uom  dal  scialerò  , 
e  'd  vita  il   serba. 

§.  I.  Su  ,  talora  vale  Ad  alto  ,  Xella 
parte  superiore.  Lat.  sursum  ,  superìus. 
Gr.  e;  rò  avw.  l'ant.  Piirg.  4-  Ed  egli 
a  me:  nessun  tuo  paiiso  caggia  ;  Pur  su 
al  monte  dietro  a  me  acquieta,  Finche  n 
appaia  alcuna  scorta  saggia.  F  l6.  E  di- 
manda se  ijuinci  si  va  sue  .  Bocc.  nov- 
12.  II.  Va*  su,  e  guarda  fuor  del  muro, 
appiè  di  questo  uscio  ,  chi  v'  e  .  F  nov. 
14.  II-  Ando  sotto  l'onde,  e  ritorno  su 
notando  .  E  nov.  61.  3.  Quando  amlasse 
o  tornasse  da  un  suo  luogo,  che  jlquanlo 
più  su  era  .  Pass.  67.  Orando  il  Padre 
santo  con  grande  fervore,  di  subilo  fu  le- 
vato e  rapito  in  ispirito.  e  vide  Gesù  Cri- 
sto su  neir  aria  in  quella  forma,  clie  verrà 
a  giudicare  il  mondo,  l'etr.  son.  281-  Spir- 
to già  invitto  alle  terrene  lultc.  Che  or 
su   dal  ciel   tanta  dolcezza   stille. 

*  §.  II.  Su,  o  Pi  su,  talora  denota  ante- 
riorità di  tempo,  e  vale  Addietro,  Innanzi. 
Lat.  supra.  •<  G.  /'.  12.  iG.  l5.  Tal  fine 
ebbe  della  sua  forz;ila  industria  di  trovare 
nuove  gabelle,  e  gli  altri  di  su  delti  delta 
loro  crudeltà  >«  .  f  O 

•f  '"?  %.  III.  Su,  e  Su  di  sopra  ,  peH 
pìelle  camere  di  sopra.  Cecch.  Assiuol. 
5.  4-  Dove  e  r  Creila  ?  Agn.  E  su  che 
cucie  .  La.tc.  Gelos.  3.  3.  Tosto  che  vi 
partiste,  io,  per  ubtiidirvi  ,  ne  andai  su- 
bito a  nascondere  il  lume  su  di  sopra.  (ì') 

't  *  §  IV.  Dicesi  anche  Su  da  alto, 
per  iSeW  appartamento  di  .topra  .  Fir. 
As.  127.  Prendendo  ognora  maggior  pia- 
cere della  bella  visla  ,  e  ora  una  cosa  e 
ora  r  altra  rivcggendo,  ella  se  ne  salse  su 
da  alto.  (F) 

t?  g.  V.  Su  ,  per  In  quello  ,  ec.  Fr. 
Ciord.  93.  Oh  come  è  questa  parola  di 
grande  dottrina!  e  come  belli  ammaestra- 
menti ci  ha  sul   (cioè,  in  essa).  (P) 

§.  VI.  Su,  si  congiugne  talora  in  una 
.fola  parola  con  IVI  ,  e  Jasscne  la  voce 
SUVI  0  SUVVI,eivi/e  Ivi  sopra.  Frane. 
Sacch.  nov.  64-  Mosse  la  scurcumedra  con 
Agnol  suvvi.  Car  hit.  2.  186.  Per  fi*(u- 
rar  questo  bisogna  fare  un  altare ,  e  suvi 
la  sua  statua.  JC  234»  Minerva  con  bi  jcu- 
do,  con  l'asta  ec. ,  con  una  celata  in  le- 
sta, suvi  l'uliva,  e  la  civetta  per  cimiero. 
Bern.  rim.  i.  io5.  Con  porri  e  schianzc, 
e  suvi  qii,d<:be  callo. 

*  §.  VII.  Pire  SII  ,  dicesi  delP  Offerir 
prezzo  di  cosa  che  altri  vende,  (etch. 
.*ttiav.  2  3.  So  io  sentirò  ragionar  di  ven- 
derla ila  Stiava),  io  vi  diro  su,  e  torrolU 
per  te-   (/^) 

§.  Vili.  Levar  su,  e  levarsi  su,  va' 
gliono  Surgenr  ,  iiizsarsi.  Lat  surgere  , 
cxsurgrre.  Gr.  àvi^TOt'vatt.  Rocc.  nov.  17. 
IO. Stimolò  tanto  quelle  che  vive  er«no,che 
su  lo  fece  levare.  Pant.  Inf.  1l\.  Cosi  le- 
vando me  tu  ver  la  cima  l>'  un  ronchio- 
ne,  avvitava  un*  ultra  scheggi'- 

*  5.  IX.  Metter  .in  ,  ha  varii  signi- 
ficati, di  che    F    METTi;u   SU.  (Ci 

§.  X.  lenir  su,  vale  Crercrre.  Pav. 
Colt.  172.  A  kcudirciuolo  è  agevolo  od- 
neslarc,  r  i  neati  vengoii  tu*  e  frultaou 
presto  . 

§.  XI.  ì'enir  su,  figurtitiUH.  vale  Sur- 
gfiY,  lit/evarsi.  Innalzarsi  a  onore  e  ri- 
putazione .  Lai.  inclarrseetr ,  surgriv  , 
incretcerr.  Gr.  iy<Jo/i/A»v  y*'vtiOiM.  /'.ci/. 


s  u 

Par.  16.  L*  oltracotata  schiatta,  che  »'io- 
drac.i  Dietro  a  chi  fugge  ec.  ,  Già  vcDia 
su,  ma  di  piccola  gente. 

SU.  Particella  esortativa,  corrisponden- 
te al  Lat.  age  ,  eia  ,  eia  age.  Gr.  xye.  . 
lìocc.  nov.  44'  II-  Su  tosto,  donna,  lie- 
vali  ,  e  vieni  a  vedere.  /:,'  nov.  82.  4-  ^ 
picchiando  1'  uscio  a  lei  ,  che  già  rispOD* 
deva,  dissero:  su,  madonna,  leTatevi  to- 
sto .  *  S.  Cater.  lett.  3.  Su  ,  a  dare  la 
vita  per  Cristo.  E  lett.  85.  Dunque  su  a 
comballcre  ,  carissimo   figliuolo.  //'; 

§.  Talora  si  uSa  raddoppiato  ,  ed  ha 
alquanto  più  di /orza.  Fr.  lac.  T.  2- 3o. 
78-  Su  su  andate,  e  non  tardale.  Finche 
qui  vi  ritrovate.  '^  Tass.  Cer.  i5.  47-  Su 
>u  gridaro  entrambi,  e  il  lur  viaggio  Ri- 
cominciar con  voglie  ardile  e  pronte.^/'; 

f  *  SCADERE.  /'.  L.  Consigliare, 
Esortare.  Lat.  suadere.  Ar.  Fur.  3.  IO. 
Dov*  egli  ,  vago  Di  soddisfare  a  lei  che 
gliel  suase  ,  Vìvo  corcossi  e  morto  vi  ri- 
mase ■  E  6^.  Quivi  r  audace  giovane  ri- 
mase Tutta  la  notte,  e  gran  nexzo  ne  spese 
A  parlar  con  Merlin  ,  che  le  suase  Ren- 
dersi tosto  al  suo  Ruggier  cortese.  Bemh. 
Stor.  lib.  2.  £  quelli  che  appo  lui  mollo 
poteano,  parte  la  guerra  suadendoli,  parte 
dissuadendogliele,  niente  ancora  deliberato 
avea.  Angui/1.  Mct.  3  I05.  Ma  tutto  quel 
che  le  siiade  e  parla.  Bende  la  donna  io- 
cauta  più  tospetta.  (M) 

SVXlìEWOLr.  Add.  Persuadtvole,  Auo 
a  persuadere.  Lat.  probabilis,  suasibHis. 
Gr.  -£tsav5^  M.  F.  2.  IO.  E  giunti  Ik, 
esposta  la  loro  ambasciala  c<m  molte  sua- 
devoli  ragioni,  ì  Pisani  ec.  dissero  di  ri- 
spondere all'Arcivescovo. 

SUADO.  V.  A.  Add.  Suade%'ole.  Dant. 
Par.  3i.  Vedeva  visi  a  carili  aua^ ,  D* 
altrui    lume  fregiali. 

SVAGAMENTO.  Lo  sxagarr  ,  Inter- 
rompimento  ,  Distrazione.  ^  Pros.  Fior. 
5.  21.  Parve  a  lui  che  più  lunghe  doves- 
sono  essere  le  occupasioni ,  acciocché  gli 
uomini  slessero  intenti,  e  da  ogni  svaga- 
mento lontani,  a' servigli  dell'anima.  (*) 
Imperf.  Firn.  Ji.  \.  T.  6.  23^.  Accioc- 
ché la  dimenticanza  delle  co^e  anteceden- 
ti, che  per  qualunque  minimo  svagamento 
ne  sopravviene  in  materie  si  malaceToli , 
non  ci  farcia  pregiudizio  all'  intelligenza 
di  quello  che  seguono  .  lìeilin.  LHsc.  2. 
l83.  Per  farvi  lermioarc  quinto  si  fisso  e 
sì  serio  discorso  in  uno  svagamento,  e  in  un 
laccolo  ì\a  carnevale.  (Fj 

*  SVAGANTE  .  Add.  Oie  svaga  nei 
senso  del  §.  Bart.  Fu.  Bellarm.lib.  l.cap. 
7-  Si  consigliarono  di  mandarlo  ad  inse- 
gnar lettere  di  umaoit'a  in  Firenze;  d  qual 
niiniìlero  ,  ancorché  sta  faticoso  ,  pure  è 
svagante,  e  da  non  dovervisi  logorare  io- 
lorno  il  più  bel  fioro  degli  spalili,  cornerà 
chie<lc  il  non  far  altro  che  sprcularr.  (CP^ 
SVAGARE.  Interrompere,  o  Pistorrr 
chi  opera  con  vaghezza  e  di  %'ogli.ì  .  Lat. 
interpellare,  interrumpere,  avertere,  avo- 
care. Gr.  l'vox^tìv,  aTfl/orrntw,  aT3T^f- 
Ttliv  .  aTxv<iv  Dant.  rim.  26.  Se  \«iU 
gli  occhi  mici  di  pianger  ^aghi  ec. ,  Per 
lei  ti  priego,  rhe  da  le  non  liig|tc.  Signor, 
che  tu  di  ijl  piacere  ««aghi.  Tac,  Dav- 
Ann.  11.  |33.  Ma  dal  trovar  le  ragioni 
e  accusatori  la  svagava  il  nuovo  amore  di 
Caio  Silio,  giovane  d  (nii  hello  di  Roma. 
Farch.  Frcol.  22*).  Metta  innanzi  male- 
ria  assai  per  isvagarc   i  giudici. 

S-  I.  Svagarsi,  neutr.  pass.,  w  dice 
del  .VoM  s'  applicare  di  continuo  a  f/ier- 
chessia,  ma  dn-erttrsi  in  altre  operazioni 
o  pensieri.  Lai.  avocare  animum  ,  remit- 
tere  Gr.  txuTftv  «vxtkw'civ  .  Mor.  S. 
f'n'g  9.  il-  Conviene  che  ella  HA  ral- 
lorniata  e  legala  da'  ntnii  della  disciplina 
di  Pio,  acciocché  essendo  e»w  libera,  ella 
non  «i  andasse  svaffaiido  per  li  destri. 


S  V  A 

g.  11.  Tnhia  anche  si  pmiiìe  per  fii- 
emisi,  /'rendere  alcun  .«//ino  "  -«''''':- 
so.  rallad.  Oinen.  ■}■  Come  giovani  pir- 
sone  si  vanno  volcnlicn  svagando  (  qui 
ISguratani..  n.irlandosi  dell'api)- 

t  *SVAGATlVO.//rf<'    Chehavirlu 


S  V  A 


S  V  A 


i43j 


Jl  svagare.  ISellin.    /Use. 


•he 
mai  non  riiluss"  ella  lU  lusiDgli.vole  e  sva- 
galivo,  di  conloito  e  di  liclio,  di  conlrnlei- 
u  e  di  jioiaJ  (i/ni  in  forza  di  susl.)  I.^'"') 
SVAGATO  .  -Idd.  da  Smagare.  l-il>- 
j4mor.  22.  Dopo  sonno  piccol  desiali,  slu- 
dianimo  di  conciar  li  cavalli  svagati  (cioè, 
che  erano  ili  vagando). 

t  *  SVAGO.  Svagamento,  rei/m.  J'isc. 
2.  7.  Sono  et.  (alenai  animali)  1  e 
seinpio  e  V  amore  delle  denteile  con  la 
schieUfHa  del  lor  candore,  lo  svago 
ed  il  sollievo  de'  pensierosi  con  1  ai- 
monia  dcMor  canti.  (\tin)  /mperj.  I  ■ 
TU',  n.  3.  T.  12.  l65.  Tulle  le  aiioni 
e  le  maniere  anche  più  decorose  ,  e  più 
«ravi,  come  s' allungan  troppo,  ne  alle- 
viano e  liramano  qualche  svago.  I /•  ) 

•+  *  SVAGOLARE.  Alt.  e  neiitr.  pass. 
Svagare  ,  Svariare  .  S.  Caler,  leti.  100. 
Sapete  che  frullo  nasce  per  Tandaic  Tore! 
Fratto  di  morte;  perocché  la  mente  se  ne 
svagola  ,  jiigliando  la  conversazione  degli 
uomini,  e  aliliandonando  quella  degli  An- 

gi'l'-  l-^l  ..         , 

*  SVAGOLATO  .   Add.   da  ivagola- 

re.  (Aj 

SV ALIARE.  J'.  A.  Variare,  him.  ant. 
li.  .V.  Fai.  Uberi.  l3o.  lo  guardo  inda 
r  erWtle  per  li  prati,  E  veggio  isvaliar  d. 
più  colori  Rose,  viole  e  Bori,  Perlavulu 
del  ciel ,  che  fuor  Ìì  lira. 

*  §.  J:  in  sigiiifc.  acuir,  pass-,  vale 
Mon  islar  fermo  nel  proposito.  Svariar- 
si. Cren.  ì  eli.  63.  Ma  mollo  si  svalio  per 
lo  grande  dUelto  prese  di  la,  e  sialo  che 
vi  tenne.  tCj 

SA  AL)  ATO.  J'.  A.  Add.  da  Svaliare  . 
§.   /'er    similil.     J'ariamenle    adorno  . 
Pass.  276.  Va,  donna  svaliata  e  leggiadra, 
quando  ti  diletti  d'  essere   guatala,  e   gio- 
vali d'  essere  pregiala,  e  tenuta  liella 
SVALIGIAUE.    Cavar  della  valigia. 
§.    Svaligiare  ,  dicesi  anche  dello   Spo- 
gliare altrui  violentemente  delle  cose  pro- 
prie. Lai.  expilare ,   depraedari.  Gr.   T.t- 
p.suKv.    Dav.   Scism.   Tip.   ^on  era  ancor 
Vanno,  ch'egli  avea  svaligialo  le  chiese. 
Cuicc.  Stor.  19.   ^ella  quale  terra  entrato 
di    notte    eolle    scale  ,  la  svaligio  .   Jli'on. 
Fier.  3.  3.  9.   Come  se  "1  fisco  slesso  Per 
omicidio  o  per  ribellione  L'  avesse  crudel- 
mente  svaligiata.  .Vn/m.  7.  6.  the  svali- 
giarli aflalto  le  Imsecchic  .    Ar.  iupp.   2. 
2.  Sareste   svaligiati  ,  ed  altre  ingiunc  E 
scorni  avreste. 

SVALIGIATO.  Ac/il.  'Il  Svaligiare. 
Lat.  expilatiis.  Gr.  -5;5i5u)»;05i;.  Tac. 
Pav.  Ann.  1.  i\.  Credutosi  poca  gente 
,•  svaligiata  ingliiouiie.  1'.  Stor.  3.  3lO. 
Belle  case  e  ne'  templi  svaligiati  per  pia- 
ecvoleiza  giUavan  fiaccole  .  lìuon.  l  ier. 
4.  4.  12  Poi  le  lascian  diserte  E  nude  e 
scapigliale  e  svaligiate.  /."  4-  5-  "■  ^'IBS"^*' 
un  ladro  Con  un  sul.l.io  in  ispalla,  svali- 
giala D"  un  drappicr  la  liottega. 

SVALOnlRE.  /"  //.  Perdere  il  valore. 
Lai.  dehilitari  .  Gv.  a.-.'ìn'i'i'-.'la.i.  .  l'ut. 
Dilunga  '1  fine,  al  qual  dee  con  deliher-i- 
xione  intendere  ,  e  svalorisce  ,  e  non  in- 
tende a  (juel  che  dee. 

SVALORITO,  r.  A.  Add.  da  Svalo- 
rire .  Lai.  enervis  .  Gr.  ii.ti'JfOi  .  Uh, 
Fred.  Era  in  quella  citt'a  un  popolo  sva- 
lorito, e  datosi  alle  lascivie. 

SVAMPARE.  Vscir fuori;  ma  dicesi 
propriamente  di  fuoco  ,  fiamma,  calere, 
vampa,  0  simili,  /lillam.  1.  7.  Mi  disse: 
fa  che  svampi  fuor  la  6amma.  E  5.  i.\. 
Vedrai    che    fuor    ne    svampa    la    calura  . 


#  Salvia.  Disc.  3.  21I.  Certi  corpi  sot- 
lili  in  tutte  le  cose  per  via  di  occulti 
meati  e  di  molecole  ,  insinuandosi  e  svaiii- 
iiiBdo  o  svaporando,  (y) 

rt  S  1  Per  /svanire,  jVon  aver  effetto. 
r,vj!'lior.  Horgh.  leti.  4.  4.  332.  Come 
queste  cose  si  mandano  per  la  lunga,  I.1- 
cilmcnle  svampano ,  e  si  risolvono  in  lu- 

nio.  (C)  ,    ,,  _^ 

Ss  S.  II.  /'.neulr.  pass.,  vale  Menar  vam- 
po: "menare  smanie,  /mpazzare.  Casligl. 
Corti".  2.  Il8-  Pi-io  1"""  '^'"=  q""°''" 
son  p°er  fare  qu.dche  impresa,  pailanlan. 
IO  e  saltano  ,  ni;  posson  star  leimi  .  pare 
che  in  quelle  tali  ™se  si  svampino;  e  ce. 
fanno  come  i  faniiuUi  ,  che  andando  .li 
none  ,  per  paura  cantano  ,  quasi  che  con 
quel  cantare  da  se  stessi  si  facciano  ani- 
mo. (TiS) 

*  SVAINEVOLE.  Add.  Alto  a  svanire . 
Bellin.  /n.<c.  11.  I  balsami  perpelualori , 
gì'  innumerahili  sali  ,  gli  svancvoh  spuMi, 
gli  ori,  gli  argenti.  fMin) 

SVAMMEiNl  O.  /  o  .svanire.  Fass.  ijg- 
La  fame  e  la  scie  lascia  poco  sognare,  o 
forse  mito  il  sonno  i;  sogno  di  svanimento 
o  di  mangiare  o  di  l.e.e  .  =S  Plut.  Adr 
0,1.  Mor.  1.  l8fi-  Diceva  Socrate  che  la 
morte  era  somigliante  a  profondissimo  son- 
no ec.  o  vero  ad  annullamento  e  svam- 
menlo    assoluto    dell'   anima    e    del    cor- 

''"sVANIBE.  L'  Fsalare  che  fanno  i  li- 
quori. 0  quelle  co.<e  che  evaporano  le  par- 
ti loro  più  .sonili,  onde  rimangono  senza 
sapore,  odore  ,  e  simili.  Lai.  evancscere, 
evanidum  fieri  .  Or.  tìi5c;Tvei  53^.  •  J™- 
Pisi,  the  l'odore  non  vada  via  e  sva- 
nisca .  ^ 

S.  I.  Per  similil.  Sparire ,  Cessare, 
Mancare.  *  Fior.  .V.  l-ranc.  2.  188. 
Onde  sul.itamenle  delle  quesle  parole, 
quel  fuoco  del  chiostro  isvaui  ,  e  il  lia- 
te  molto  se  ne  venne  a  Santo  France- 
sco.  (O  Cai.  Sisl.  4b.  Molle  di  I.1I1 
macchie  si  veggono  nascere  nel  metro 
del  disco  soLire,  e  molle  pannienle  dis- 
solversi e  svanire  ,  pur  lontane  dalla  cir- 
conferenza del  Sole. 

!■:  e  II  Ier  Diventar  vano.  A.  Agosl. 
r  '/J  2.  5.  Santa  la  quale  rZ-.'^^;  ogni 
ingegno  ,  quantunque  laudabile  e  nobile  , 
is,°inisce  per  superbia  ,  e  casca  e  manca 
(il  lai.  ha  vancscit).  (f  ) 

8  III  Per  .'Voi  riuscire.  Maini.  X).^ 
Ebbero  concetto  Scacciarne  il  Duca  ,  ma 
svani  I'  cflelto. 

g  IV.  /'ressa  gli  antichi  si  trova  usa- 
to per  mclaf  tanto  in  signìfic.  alt.  ,  che 
in  neulr.  pa.ss.  ^hha.s.sare  ,  (,-»«  anni- 
chilare, corrispondente  al  Lai.  exiiianire. 
Gr.  .:'/xòv5Ùv.  .Wor.  S  Greg.  Ma  se  me- 
desimo svani,  prendendo  ^«""' /'  '"'°- 
Pass  2-0.  Gesù  Cisto,  essendo  Iddio, 
svani  e  'annullo  sé  medesimo,  prendendo 
forma  di  servo,  ed  abilo  di. omo 

SVANITO.  .Idd.  da  Svanire  .  Puon^ 
Fier.  1.  2.  4.  1:  tuli,  gli  svanii.  ,  J  Ulti 
flalle.geiili  Di  mente  e  di  cervello,  i 
r  I  1  A  quelle  che,  svanite  ^i  ^''i;™''. 
V.iJecin(cn..e.Car.le,,.^.i^^.^^^l^ 
più  chiare  (immagini),  quali  più  fosche 
alcune  inleriolte.  alcune  contuse,  e  celle 
quasi  svanite  del  tutto. 

+  %-.  SVAMTOltK.  /erbai,  muse,  ine 

sviisce.  bJiiiii.  Pise.  •-,'.'-'' !„":";: 

s.di,  gì' infiniti  spinti   svan.tori.che    n    uo 
gran  teatro  i  vasell.,mi  riempiono.  iMin) 

«J-  *  SVANIZIO-NE.  /  oce  poco  usala. 
.Sparizione,  lo  svanire,  /felini.  J/ucch 
■Ai.  E  fecer  la  suddetta  svan.t.om  .  I.-l; 

SVANTAGGIO.  Conlrariodilantag- 
gio.  /nccmclo.  Hanno,  P'--S''f-'ll^f. 
incomniodum.  wopporliinHas.  Gr^?'«6'. 
a'/a.p.'«.  Segaer.  Fred,  proem.  Ma  torse 
qui  finiscono  gli  svantaggi  da  me  provai.. 


ami  ora  appunto  incominciano,  v  Snivin. 
/)isc.  2.  25o.  A  traverso  di  tulle  le  dif- 
ficoll'a  che  1'  ingombrassero,  e  di  lutti  gli 
svaiilag"!  e  di  tulle  le  fastidiose  circoslan. 
le,  dalle  quali  si  trovasse  slrelto  ed  intor- 
nialo, ec.  (B) 

*  SVANTAGGIOSAMENTE.  Avverb. 

Con   svantaggio.  (A) 

SVANTAGGIOSO.  Add.  Che  ha  .svan- 
taggio. Che  arreca  svantaggio.  Lai.  invp- 
porlunus  ,  ìniommodus  ,  adversus  .  Gr. 
a/aipoi.  >^>k€ì(:o4,  ì'vavTi'o..  7"<ic  Pav. 
Stor.  5.  368.  Cosi  era  il  luogo  di  guado 
non  sicuro,  e  svantaggioso  per  noi.  5c  Sal- 
via. Disc.  2.  272.  Non  vi  ha  stagione  , 
per  inconio<1a  e  svantaggiosa,  o  allannosa 
od   aspra  ch'ella  sia,    che  ec.  i /l , 

"t  '..  SVAPORABILE.  Adii,  /'apora- 
bile,  /salabile.  Magai,  pari.  I./e((.  23. 
Stimando  non  esservi  via  da  distinguere 
tra  l'anima  svaporabile  e  l'immortale,  che 
ec.   (Aj 

3  SVAPOP.AMKNTO  .  lo  svaporare. 
Lai.  evaporano.  Gr.  il'xrp.i.lp.ii.  Cr.  5. 
1.  19.  Anche  inipedimentiscc  che  lo  sva- 
poramento che  si  fa  dalle  parli  di  sotto 
non  pervenga  alle  radici  .  *  lied.  Coas. 
I.  78.  L'  acque  salmastre  quanto  più  a 
forza  di  fuoco^  o  di  sole  svaporano,  tan- 
to maggiormente  diventano  salmastre  ;  e 
continuando  lo  svaporamento,  finalmente 
ec.   (Pj 

:?  §.  Per  la  Materia  che  svapora,  F.sa- 
lazione.  ..  Cr.  4.  47.  5.  Lo  svaporamento 
dell'aceto  caldo  fa  prò  alla  malageviilczta 
dell'udire  ...  (Cj 

*  SVAPORANTE,  (he  svapora.  Pel- 
lin.  /h.sc.  2.  117,  Con  gli  esempi  de- 
gli spiriti  ed  altre  materie  svaporanti 
avete  di  più  nuovi  molivi  da  corroborare 
la  proposizione  dell'  insensibilità  delle  parti 
dell'  acqua.   I F) 

3  SVAPORARE  .  Mandar  fiora  i  va- 
pori. Pallad.  Jgosl.  8.  Se  nel  dello  luo- 
go farai  fuoco,  e  la  terra  svapon'a  fummo 
nebbioso  ,  purgando  (il  testo  lai.  ha  ru- 
elare).  Piion.  Pier.  5.  I.  1.  E  svapoiarc 
al  seren  qucU'  umore  Che  dal  vin  vi  s" 
accese . 

;;=  §.  1.  j:fìguratam.  u  Piton.  Tane. 
3.  2.  Non  posso  svaporar  la  fantasia,  S"  io 
non  mi  ficco  per  qualche  ragnaia  ...  (C) 

*  V.  II.  Per  Cavare  i  vapori.  Asciu- 
gare.^ l'allad.  37.  Fagli  stare  allo  scopc.-- 
to  cielo  per  di  dieci ,  sicché  il  Sole  gli 
svapori  bene.  (/  Jl^cr.  //ri.  /'clr.  2.  Sg. 
Le  fecce  che  saranno  gialligne,  si  butlino 
via  ,  e  si  svapori  quest'  acqua  in  orinali 
di  vetro.   fA'v 

§.  III.  /n  signìfic.  neulr.  si  dice  dell 
Uscir  l'nora  i  vapori,  /isolare.  Lat.  eva- 
porare. Gr.  :'|KT^i'rs^&ai.  Liv.  /Ice.  ?,. 
Alcuni  abbronzali  dallo  svaporar  del  luo- 
co  .  Cr.  q.  25.  2.  S'  incendono  a  mezzo 
la  fronte",  acciocché  gli  umori  freddi  ri- 
scaldati sieno  coslretli  a  svaporar  fuora  . 
/'av.  Colt.  161.  Kisogna,  subilo  p.giato  , 
imbottarlo,  spesso  travasarlo,  non  lasciarlo 
ne'  vasi  sturali  svaporare. 

*  §.  IV.  /•:  neulr.  pass.  Pcd  leti.  I. 
lOi  Tulli  i  moti  di  corpo  violenti  si  deb- 
bono sfuggire,  perché  in  questi  si  svapora 
mollo  umido  fuori  della  corporatura.  f/>; 
SVAPObATlSSlMO  .  Superi,  di  Sva- 
porato, lih.  Pred.  Hanno  il  cuore  svapo- 
ralissiroo  ,  e  di  nulla  atl.viti  nelle  cose 
(  atti  per  meta/,  j. 

SVAPORATO  .  Add.  da  Svaporare. 
Lat.  evoporalns.  Gr.  £jar^(<r.-J«;-  -"SS: 
„„,  csp  07.  Poiché  allr.menti  non  pu. 
d;«i  dfclìo    se    venga    qui»  i  ^.i-l- 

-°T'l:!i":rx;r::;;.:ioti:''"^:::. 

^CeltC/rer  l?.5.  Laddove  essendo  cotto 
il  fo, nello',  ni  svaporato,  non  avremmo 
mai  fonduto  dello  metallo  ,  se  ce. 


x432 


S  V   A 


S  \    A 


SUA 


svaporazione,  svaporamento.  Lat. 
evaporalo.  Gr.  i|aT/*i5jxo;.  Tratl.  segr. 
COS.  dona.  Il  che  avviene  dalle  svaporaxioni 
elevate  dMT  utero- 

SVAPORE,  svaporamento.  Lai.  evapo- 
ratio.  Gr.  t^'J.XjXi'itiÒi.  f'uon.  Fier.  l. 
2,  5.  Cb*  egli  uslUsc  Qua  fuor  con  quel 
&UO  gregge  Sempre  smarrito  allo  kvapor 
dell'uria. 

*  SVAPORO.  Svapore.  Imperf.  J'. 
Tusc.   lì.  l^.    T.   \.   119-   FasscDc  in  però 

più  frc<|ucnteniente  lo  evaporo  ,  ed  il  niij> 
vimenio   più   velore.  (F) 

t  SVARIAMENTO.Zo  svariare, Viter- 
sità,  7'nrietà.  Lat.  varictas,  diversità.'!.  Gr. 
ciaoSjSc/-  Amiti.  Ant,  2.  1.7.  Lacclcsiidle 
pruvidcnza  ha  (urtilo  i  nostri  petti  ed  ìu- 
^e^ni  di  molto  Ì!.vjriamento. 

g.  /Vr  l'arnelicamcnto.  Lai.  phrcnesis. 
Gr.  ©ftv»Ì7i5.  Oeclnm.  Quinti/.  C-  U  fu- 
rore suttcntroe  allo  svariameato  della 
mente. 

>:-  SVARIANTE.  Che  svaria.  Bart.  Star. 
Jt.  l.  2.  cap.  6.  Chi  fu  curio^o  di  riscon- 
trarne le  copie,  clic  a'  Padri  si  davano, 
col  &U0  medesimo  originale ,  non  trovo 
quelle  svariauti  da  questo,  nò  pur  d'una 
Icllera.  (Cf) 

SVAKIANZA,  r.  A.  J'arietà.  Lai.  va- 
rietas,  di%er.'iitas.  Gr.  ^iv.fopoi.  Amm. 
Ani.  6.  l\2.  ^ou  è  dilettevole  co&a ,  che 
non   ha  invarianza. 

I  SVARIARE.  Naitr.  e  neulr.  pass. 
Pt'on  istar  fermo  in  un  proposito,  ^indar 
vagando.  Lat.  vagari ,  in.ttahilem  esse. 
Gr.  a/«5;at,  :r-:^tyi'f  es&ki.  /Imm.  Ant. 
32.  1.  9.  L'  occliio  che  vanamente  si 
«varia ,  e  '1  piede  non  istallile,  sono  se- 
gni d'  uomo,  del  quale  non  si  dee  avere 
alcuna  huona  speranza.  Fir.  J.tic.  5.  2. 
Osserviamo  i  gestì  suoi  e  Ìl  suo  parlare, 
se   egli   svaiìa. 

K-  g.  l.  Detto  delia  mente.  Fior.  S. 
Frane  .  182.  Sentiremo  percuotere  la 
mente  ec.  di  diverse  tentazioni,  le  quali 
mettono  li  dcmonii  per  farci  isvariare  la 
mente,  acciocché  l'anima  non  abbia  di- 
letto  ce.   (cioè,  spaTj^crsi).    (f  ) 

§.  11.  /  cr  /  ariare.  Lat.  discrepare  , 
variare.  Gr.  oiap^^Sitv.  *  Seni.  Claustr. 
vag.  3.  Li  quali  o(fi";i  se  alcuna  persona 
li  cerca  Lene,  e  pensa  come  si  svaria  1' uno 
dall'altro  ec.  (  Cj  Macstruzz  .  i.  28.  L' 
Arcivescovo  non  ha  giurisdizione  ne'  suf- 
fraganei,  se  non  se  in  certi  casi.  Il  [trmiu 
si  è  quando  isvariassono  ne'  divini  tiflirìì 
dall'  usanza  della  Chiesa  metropolitana. 
Rim.  ant.  Dani.  3/aian.  Se  M  cuor  va 
dalla  penna  svariando.  Sagg.  nat.  csp.  7. 
La  quale  (pratica  J  insegna  ec.  a;.giu»ta- 
re  in  modo  la  dose  dell' ai-qua  arzente, 
che  non  is varino  (  t  termometri  )  srcgola- 
tamenti-   la  loro  operazione. 

*  §.  Iti.  F  per  Fs.ter  differente.  Lai. 
dissimilem  esse.  lìus.  82.  Il  mio  consiglio 
non  si  svaria  dalle   loro  voloutadi.  (Cf 

SVARIATAMKME.  Awerh.  Con  va- 
rietà,  Piversnmente.  Lat.  vavte^  diverse . 
Gr.  Sitffip'ti,.  Dicer.  ')iv.  Molti  s'  ac- 
cordavano al  suo  detto,  e  altri  al  dello  al- 
trui svariatamente.  Dant.  Conv.  117.  Con- 
viene ant  he  che  li  due  spaili,  the  sono 
mezzo  di-Ue  due  cilladi  inimagiiialc,  •-  '| 
Sole  del  mezzo  ,   vcggiano   il   Sole   svartala- 

meotc. 

$.  Per  Separatamente.  Lai.  seorsum. 
Gr.  ^u^i'^.  ì)iter.  Piv.  Chi  dicea  che  »i 
tenessero  in   prigione  svariatamente. 

SVARIATO,  .^dd  da  Svariare  ;  fa- 
riOf    I)iver.to.   Lat.   variiis,  instafn/is.   (ir. 

ivfj.tr^lio'ìoi.  G.  I.  11.63     5.    ^ola  . 

lettore,  isvariate  vicende  e  casi  che  I.1  la 
fortuna.  F  11.  96.  6.  Avcmo  fatto  sì  lun- 
i;o  conto  per  le  svariale  battaglie  e  rotte 
the  furo  tra  le  genti  Amm.  Ant.  7.  1. 
16     II   superbo  SI  diletta  dello  «variato au* 


dare   ;    V   iroso    sì    conosce      dall'  acceso 
isguardare. 

*  §.  I.  Per  Distinto,  Singolare.  Vit. 
S.  Gir.  2p.  Poco  fa  prò  per  essere  UTa 
nato  di  vestimenti  da' secolari ,  e  concor- 
darsi con  loro  d'  una  medesima  vita.  (J'J 

g.  II.  Svarialo  ,  vale  anche  talora  Di 
più  colori.  Pallad.  cap.  2!^.  Se  ad  alcu- 
na di  quelle  finestre  sospendi  colali  cenci 
o  cenciolini,  che  sìcno  di  panno  vermiglio 
e  isvarialo.  F  Marz.  27.  Se  avera  peli 
biscolori  ec.  nelle  nipitella  degli  occhi  ec. 
genera  figliuoli  svariati  di  colore.  ^V.  Jac 
Cess.  Di  vestimento  doralo,  e  di  mantello 
ammantati   svariato. 

^  2-  *"•  Svariato  dì  me/ile,  vale  Fuor 
tli  .d-,  Itimpaizato  Salvia.  Trif.  Coman- 
do che  fosbC  la  pub  ella  di  mente  svariala 
condotta   dentro   al   cupo   ^abioello.   (A) 

t  hVARIO-  Sust.  I  i/ferenza.  Varietà  . 
Lat.  discrimen,  errar  ,  discifpantia.  Gr. 
òtr/.^opXt  :rJav>i,  gy a'X/ia.  Sagg.  nat.  esp. 
18.  Non  abbiamo  creduto  che  quando  mai 
nel  novero  di  molte  vibrazioni  una  se  oe 
sfaltisra  ec,  arrivi  quel  piccolo  svario  a 
montar  mai  tanto  ,  quanlo  ec.  Gal.  Sist. 
176.  Un  sol  dito  in  conseguenza  sarà  lo 
svario  di  ciascun  tiro  occidentale. 

SVARIO.  Add.  Svariato,  l'allad.  Lugl. 
4-  Del  montone  bianco  si  può  crìare  a- 
gnello  svario  (qui  nel  signijtc.  del  §.11- 
di  SVARIATO  ). 

SVARIONE.  Petto  .spropositato.  Lat. 
allucinatio.  errar,  ineptia,  absurditas.  Gr. 
Triot'v/],  cjja'i^K,  avaf;i59Tt«,  dpikioi. 
Cant.  Cara.  i^^8  Saper  dovete  che  di  due 
ragioni  Passerotti  si  trova:  L' un' ha  le 
penne,  e  su  pe'  tolti  cova  ;  L'  altra  è  poi 
di  parole  e  di  svarioni  Detti  a  rovescio,  e 
senza  discrizìone.  iir.  Lue.  5.  3.  Oh  oh 
udite  che  svarioni  e' dicci  Car.  Alati.  IO. 
Qui  cadde  il  mastro  degli  svarioni. 

•j-  t?  SUASIBILE.  Add.  Ita  poteres- 
ser  persuaso.  Segner.  Pred.  Pai.  Ap.  l3. 
7.  Quella  (sapienza)  che,  per  contrario, 
non  solo  non  è  mai  suasibìle  da  veruno,  ma 
è  ec,  questa,  dico,  vien  da  Lucifero.  (A/ 

SUASIONE.  Jl  persuadere.  Lat.  snasio, 
Gr.  "Ecjuov»;.  iV.  /  .  1.  77.  Cim  queste 
suasioni  cercava  sturbare  la  detta  Ie-;a. 
Mor.  S.  Creg.  Con  maliziose  suasioni 
perturbano  le  vie  della  verità-  Maestruzz 
2.  33-  Sicché  quasi  dal  serpente  venga  la 
su<:gcstione,  e  alcuua  suasione.  A*  Ar. 
Fur.  q2.  26.  Ch'  .illor  mendace  suasiou 
s'immerge  Nel  mar  d'amore,  ov' è  a  mo- 
rir condotto.  (  Pe) 

t  SUaSIVO.  Add.  Persuasivo.  Lat. 
suasorius.  Gr.  TTStàavOi.  Ott.  Coni.  inf. 
10.  186.  Qui  con  parole  suasivc  {a  l'au- 
tore  una   sua   quiilione,  che  risulta  in  due. 

t  ^:  SL'ASO.  ;■.  L.  Add.  Per.tnaso. 
Ar.  Fur.  l^2  Io4-  Quasi  Rinaldo  di  ccr 
car  sua>o  Quei  che  poi  ritrovar  non  vur- 
na  forse.  Messa  la  mano  innanzi,  ce  (.il) 

f  *  §.  Suaso,  vale  anche  ./Itratlivo, 
Che  alletta.  Pant.  l  onv.  88.  Soave  e 
tanto  quanlo  Suaso,  cioè  abbellito,  dolce, 
piacente   e  ddelloso.   (Aj 

SUAVE.  Add.  Soave.  Lai.  .fuavis.  Cr. 
r'ò-Ji.  Fr.  iac.  7*.  3  ai.  l4-  Da  tulli  i 
cori  fotti  cirrondala.  Con  suave  voce  pre- 
sa V  sublimala  ^  I  asc.  nov .  voi.  3.  pag. 
1.    (  Milano    l8ir>>  A    mezzo   il   giorno   so- 


la 


verde 


niÌDUIiksima    ri  betta 


sUave  odore  di  miUc  diverse  maniere  di 
vaghi   fiori,   ec.   (tt) 

*  SUAVEMI-NTE.  Avv.  Soavemente. 
Cavale.  Fsp.  Simh.  l.  171.  Sapienza  non 
si  trtiova  nella  t«-rra  di  quelli  che  voglio- 
no  ^ìvere   sujxemente.    (/  J 

SCAVEZZA.  Soavez^a,  Soavi t.'i.  Lai. 
.luavitas.  Or.  zìo  j'rr,;.  Fr .  lac.  T.  3. 
27.  11.  O  anima  bcftta.  Cotanto  hai  gu- 
stata Della  sua  dolcezza.  Che  ti  era  »ua* 
vemza    ìufcrmitadc. 


SUAVISSIMO.  Superi,  di  Suavej  Soa' 
vissimo.   Lat.    suavissimiis.    Pit.   S.   Gir. 

38.  Ecco  rhe  io  passo  da  tenebre  a  locc, 
da  perìcolo  a  sicurtà  ec,  dj  fetore  a  odo- 
re  suavissìmo.   ^    Lasc.   nav.    voi.   3.  pag. 

39.  (  Mil.  i8l5)  La  donna,  ardentissi- 
mamente sospirando,  ruppe  Ìl  sdenzio  (  dì 
già  avendola  Amore  sottoposta  al  suavis- 
sìmo giogo  suo  )  ,  e  con  lai  note  la  lìn- 
gua   sciolse,    i/ì) 

SUA  VITA',  SUAVITADE,  e  SCAVI- 
TATE.  Soavità.  Lat.  siiavitas.  Gr.  1;  0 u- 
rr,;.  Fr.  Zac.  T.  2.  l8.  55.  O  suavità 
redolente  ,  Tanto  gaudio  dai  alla  mcnle, 
Che  ec.  F  5.  25.  6.  E  vi  s'  inselva  V 
uccelletto,  e  canta.  E  svcrn.ici  con  gran 
suavitate.  t'it.  S.  M.  Madd.  3o.  Pon- 
gonki  a  sedete  mcsser  Gesù  e  la  Madre, 
e  tanta  altra  gente  d'  intorno  a  loro  con 
riverenza,  e  con  dimeslicht>zza  »'  appres- 
sano alla  Madre,  e  davano  loro  grande 
suavitade.  l'it.  S,  Gir  36.  In  tutte  le 
cose  voi  medesimi  disponete,  come  mi- 
nistri di  Dio,  in  molta  paziciuia  ec,  io 
longanimità,   in   suavità- 

SUBALBIDO.  ;'.  A.  Add  Alquanto 
bianco  ,  Pianchiccio.  Lat.  siibaìbidus, 
Cr.  4-  4^'  9'  ^'  ^"'  umidità  è  meliti 
mata^  e  fassì  dì  colore  subalbido  ^  cioè 
sotto    bianco. 

SUEALTKRNANTE.  Che  ha  sotto  di 
se  subalterni.  J'aixh.  lei.  199.  Dell' ar- 
ti alcune  sono  suballernanti,  ovvero  prio- 
cipali  ce-,  che  danno  i  prìncipìi  deU^  al- 
tre, come   r  arimmetica   alla  musica. 

SUBALTERNARL  .  liendere  ,  o  Fare 
Siif'allerno. 

t  SUBALTERNaTIVO.  .^drf.  Che  può 
esser  snbalternato.  Ott.  Com.  Par.  39. 
641-  Altre  scienzie  sono  che  sono  sd- 
balternativc  da  un*  altra  scienza,  sì  come 
r  arte    della    cavalleria   dalla    civile. 

subali  LRNATO-  Add.  Che  è, o  può 
esser  subalterno.  Farch.  Lrz  201.  In 
un  certo  modo  la  medicina  è  subalterna- 
la aUa  filosofia.  *  J  iv.  I  it.  Galil.  87. 
Kbbe  ancora  perfetto  gusto  nelle  opere 
di  scultura,  e  architettura,  e  in  lulte  T 
arti  subalteinate    al    disegno,   it) 

SUBALTERNO.  Add.  Che  dipende  da 
un  altro  che  gli  contribuisce  o  pjrte  o  qua- 
lità principale  per  l' intera  sua  pellaio- 
ne.  *  Cocch.  Jìagn.  217.  Né  altro  che 
sintomi  di  questo  male  sono  quei  tanti 
mali  subalterni,  pa>seggicri  e  ricorrenti  , 
di   cardiJgia,    o    dolore    acuto,    ec.    (B) 

§.  ter  Subordinato,  a  Ministro  *e- 
condario  .  Salvia.  Disc.  a.  5l4.  Alcuni 
affari  comuni  e  quotidiani  spediti  tsdoo 
per  mezzo  de*  primi  ministri,  e  dei  loro 
subalterni.  ^-  Inslr.  t^anc.  63.  E  dove 
fossero  altri  Camarlinghi  subalterni,  siano 
i    suddetti  termini  di  tie    giorni  di    più.  fCy 

«  SUBASTARE.  /'.  L.  tendere  sotto 
r  asta  all'  incanto.  Lai.  subhastare,  hn' 
sta-  suhiicert  Itona  alicuius.  Cr.  ^^r.^jo- 
eity  TEt  c'vTa.  U  '  ocahol.  alla  vote 
TROMBA,  §.  IN.  Paldin.  Dee.  Quan- 
do si  subaslavano  ec.  pitture  e  disegni 
re.  egli  alla  prima  oflerta  nr  aliava  tanto 
il  prezzo  che  non  mai  sì  trovava  il  se- 
condo  oflrrrnte.    (Al 

«  SDBASTAZIONE  Termine  de'  Le- 
gisti. 1  endita  sotto  I*  asta  all'  incanto, 
instr.  Cane.  a3  Contenente  iìa/edetkl 
canctlliere  )  le  subastazioni ,  e  la  ronces- 
sitine    di   della    canova,    o   canore.   (C) 

C  SUD  AVVISARE.  Avvisar»  di  Sop- 
piatto.  .S'alvin.  Miis-  Sovente  in  pace  aa- 
rir  rs»a  ascose  1'  amorosa  sua  vita,  con  fur- 
tivi   senni   sulainsandolo    a    Leandro.  Tv^^ 

SUUOIA.  Specie  di  .rearpello  .ippun- 
tata,  che  .'crr\'e  per  lavorar  le  pietre .  ("ant. 
Cam.  168.  Questi  con  suUiic,  manovelle 
e  pali  Faranno  si  buon'opra,  (.ho  ogni 
^r4in  torre  mandcrao  sossopra.  L  ai^.  Dt 


SUB 

DOstro  melterem  5uU)i;i  e  martello.  Gal. 
Sist.  10^.  E  '1  It'rrore  era  tuh; ,  clic  più 
DOQ  si  karcljhe  aiililu  d*  aflruuUrlo  cuQ  le 
^ubLic  e  '1  nKiExui'lo. 

SUBBIARK.   Imorar  Colin    subbia. 

SUBBIATO.  Jdit.  da  SubUiarv.  Lat. 
smbactus.  Gr.  xaTSpyas^Et^.  *  ì'as.  Op. 
3.  364-  Dopo  loiiiinciù  una  statua  ili  Car- 
lo V.  iinperature,  quando  tornò  il;i  Tune- 
&Ì ,  e  quella  aliboxzala  v  sutiliiata  iu  alcu- 
ni luoghi,  rimase  ^ratlinata,  perchè  ec.  (Cj 
Buon.  J-'ier.  ^.  5.  7.  VoUa  volta  a  man 
ritta,  Di  là  h  lo  ipetlal  ,  qutH'  uom  sub- 
iMato  (  qui  ^^uratam  ). 

*  SUBBiKLLO.  Term.  de' Lanaiuoli . 
Cilindì-o,  sui  quale  si  avvolge  il  panno 
a   misura  che  vien   tessuto.  (.4) 

*  §.  Subbiello.  Termine  de'  Carrozzie' 
ri.  Pernio  c/te  gira  ne*  rotelloni  del  ca- 
lesse per  allungare  e  accorciare  i  cigno* 
ni.  (A) 

SUBBIETTA .  Dim.  di  Subbia.  Benxf. 
Celi.  Or^f.  \!\2.  1  miglior  ferri  da  sco- 
prire sono  alcuDo  aulibiettc  soUdÌ!>&ime. 

^  SUBBIETTARE.  SuggetLire.  L'den. 
A'is.  Che  sieoo  Elici  non  satirici  quelli 
che  nella  satira  vogliono  subbiettare  la 
commendauonc  delle  virtù  e  delle  perso- 
ne meritevoli,  ec.  (A) 

*  SL'BBIETTIVO,  e  SUBIETTIVO. 
.4dd.  ^strallo.  Consideralo  scparatanientej 
Esiraordinario,  Che  si  soggiugne ,  Eteroge- 
neo, Lat.  segregatus,  exlraordinarins,  etite- 
rogrneu.t,subievtii'us.  Salv.  inf.  scc.  l3  E 
il  dir  voi,  come  dite,  che  Vuna  e  l'altra,  cioè 
il  Ibadamcoto  e  la  'nvenzionc,  sono  parti, 
ma  subbiettive  ,  questa  del  poema  ,  quel 
della  fabbrica,  allramenti  nou  aflernia  eh' 
elle  &iaa  parti;  che,  secondo  che  parte 
d'  alcuna  casa  può  chiamarsi  tutta  la  ter- 
ra che  sotto  le  mura  di  essa  viene  a  di- 
stendersi fino  al  centro,  ec.  (PiS) 

*  g-  Per  Menowahile  ,  Che  si  puole 
adulterare.  S.  Jgost.  C.  P.  p.  12.  E  la 
amicizia  dice  eterna  ed  inclefettiliite  sia 
ivi,  e  qui  sia  caduca  e  subiettiva.  (Cj 

SUBBIETTO,  e  SLBIETTO  .  Sust. 
Suggello.  Lai.  subievlum,  materia.  Gr. 
ujjo/£i'jU£vov.  Put.  Zar.  2.  2.  Subietto  è 
quello  che  sottostà  alP  accideiUe  .  Petr. 
son.  277.  Vedi  ud'  altra  eh*  Amore  ob- 
hietto  scelse.  Subietto  in  me  Calliope  ed 
Euterpe.  Capr.  Poli.  2.  3l.  Pìcssuno  ac- 
cideute  può  slare  se  non  in  qualche  sub- 
bietto  che  lo  regga.  Pcrn.  Ori.  2.  l.  g. 
Porgete  voi  1'  orecchie  alla  mia  voce , 
Kinfe,  che  state  giù  nel  Itasso  fondo;  À 
lei  non  già,  che  è  bassa,  ma  al  suLbietlo 
Alto  sì,  che  supplisce  ogni  diletto-  Gas. 
leu.  61.  Ma  perche  Lucrezio  è  pure  un 
bello  e  prudente  poeta^  io  quel  subbiello 
falso,  che  egli  prese  ,  può  e  debb'  esser 
Vero  che  quel  proemio  sìa  congruo. 

SUBBIETTO  ,  1'  SUBIETTO.  Add. 
Suggello.  Lat.  subiectus.  Or.  jTsfoJijeo;. 
Pocc.  nov.  89.  3.  Chi  ha  bisogno  d'  es- 
ser aiutalo  e  governalo,  ogni  ragion  vuo- 
le, lui  dovere  essere  obbediente  e  sub- 
bietto  e  reverente  al  governator  suo.  Coli. 
SS.  Pad.  Come  i  giovani  apprendessero  a 
esser  subbielli  a  loro  per  esempli  dì  co- 
slumi.  Fr.  lac.  T.  5.  3.  1.  oh  libertà 
subietta  Ad  ogni  creatura  1 

t  SUBBIEZIONE  .  e  SUBIEZIOKE  . 
l  .  A.  Suggeztonc  .  Lat.  subiectio  .  Gr. 
w'jiOTay/,'.  Albert,  cap.  \.  Di  quanto  a- 
more  e  di  quanta  dilezione  la  mia  carità 
di  padre  ami  la  tua  subbiezione  di  figliuo- 
lo ,  appena  lo  li  potrei  diie  .  Coli.  SS. 
Pad.  Di  picciol  tempo,  ch'egli  vi  slette, 
diventò  ricco,  sì  del  bene  della  subbiezio- 
ne, come  della  scienzia  di  tutte  le  virludi 
insiememenle  ■  Put.  SigniBca  ec.  simula- 
tione,  e  vaotaniento,  e  sulibiezione  d'  uo- 
mini. *  J'it.  SS.  Pad.  2.  36o.  Conlento 
dello  stalo  di  viltà  e  di  subiezione,  come 
Vocabolario  T    il 


SUB 


1433 


desiderato  aveva  sempre.  (J)  Din.  Comp. 
Die.  Sé  ed  ogni  sua  possa  e  virlude  oftcra 
sotto  la  vostra  suliietione.  (Pi 

*  SUBBILIOSO  .  Add  Alquanto  hi- 
iioso.  Lat.  aliqiianlum  />iliosu.t.  Gr.  urro- 
);oitxo';  .  Ped.  Cons.  l.  122.  E  l'Eccel- 
lentissimo sig.  Presidente  d'  anni  60,  e  di 
un  temperamento  sanguigno  subbilioso  , 
di  fegato  caldissimo  ,  e  di  cervello  caldo 
e  umido.  (') 

SUBBILLARE.  SoUe^-are  a  far  chec- 
chessìa, Instigarc.  Lat.  subornare ,  insti- 
gnre.  Gr.  ^-xpo^jvnv.  l'ardi.  Mar.  l5. 
589.  ^on  resterebbe  di  subbillarla  tanto  , 
che  la  farebbe  condescenderc  per  ogni  mo- 
do alle  voglie  loro. 

*  SUBBILLOSO.  Jdd.  Sedizioso  . 
Ped.  (A) 

J  SUBBIO  .  Legno  rotondo  ,  sopra  'l 
quale  i  tessitori  av\-olgon  la  tela  ordita. 
Lat.  iugum.  Gr.  ^vyói-  Puon.  Fier.  l^. 
5.  7.  Fuggesi  un  ladro  Con  un  subbio  in 
ìspalla  ,  svaligiata  D'  un  drappier  la  bot- 
tega. 

*  §.  E  Jìguratam.  «Petr.  canz.  3q.  8. 
Che  pur  deliberando  ho  volto  al  siìbbio 
Gran  parte  omai  della  mia  tela  breve.  E 
cap.  10.  Poi  con  gran  subbio  e  con  mi- 
rabd  fuso  Vidi  tela  sotlil  tesser  Cilsip- 
po,..(  li) 

SUBBISSAMENTO.  Il  subbissare.  Lat. 
excidiuni.  Gr.  Kva5TK5i;.  Fior.  ì  irt.  A. 
M.  Nel  romor  del  subbissamento  la  donna 
di  Lotto  ec.  diventò  una  statua  di  marmo. 
'•^  Segner.  Parr.  Jnslr.  26.  2-  Giona  ec. 
non  si  doleva  della  morte  di  tutta  Winive 
sentenziata  al  subbissamento.  (C) 

fSUBEISSAHE,  e  SUBISSARE.  Man- 
dare precipitosamente  in  rovina,  Sprofon* 
dare.  Lai.  evertere.  Gr.  avatosìv.  Jilcr. 
S.  Greg.  Quelli  tre  Angioli,  che  venno- 
no  ad  Abram  ,  vennono  a  lui  nel  tempo 
del  meriggio  ;  e  quando  andarono  a  sub- 
bissar Soddoma,  dice  che  andaron  la  sera. 
Ovid.  Pist.  Deh  ,  Iddio ,  confondete  e 
subbissale  la  nave  ove  ella  viene  (la  stam- 
pa a  pag.  46  ha  sobissate) .  Fr.  lac.  T. 
à.  25.  37.  Haimi  messo  in  tal  corrotto, 
Che  m*  hai  morto  e  subissalo. 

§.  In  signijìc.  acuir,  vale  Rovinare  , 
Sprofondare  ,  Andare  in  precipizio  .  Lat. 
evcrti.  Gr.  xctTaST^ày i^àat.  G.  J  .  II. 
26.  I.  Quella  (villa)  con  tutte  le  case  e 
persone,  e  bestie  salvatiche  e  dimestiche , 
e  alberi  subissò,  e  assai  di  terreno  d'in- 
torno .  Fior.  Fin.  A.  M.  Essendo  Sod- 
doma subbissata  per  lo  pessimo  peccato 
de'  Soddoniili. 

SUBBISSO,  e  SUBISSO.  Rovina  gran- 
de.   Lai.   eversio  j    excidium  j   ruina.   Gr. 

3  §.  I.  per  Gran  maraviglia.  lilalm. 
2.  1.  Faceva  notte  e  di  tanta  orazione  E 
tante  carità  ,  eh'  era  un  subisso. 

#  g.  II.  Subisso ,  vale  anche  Gran 
quantità  .  t  J'arch.  Ercol.  325.  Pensa- 
le come  arebbe  conceduto  che  di  tutte 
le  lingue  italiane,  che  son  tante  eh'  è  un 
subbisso  ec,  se  ne  fosse  potuto  fare  una 
sola  "7  (K) 

*  SUBBOLLIRE.  Sboglientare ,  Sob- 
bollire; e  si  usa  in  signi fìc.  att.  e  neutr. 
Lai.  fervescere f  ebullire.  Gr.  ava6j;a^:iv, 
ava^ììv  .  Car.  leti.  I.  82.  Dalia  super- 
lluità  del  quale  (sangue),  e  dal  caldo  che 
subbolli  lutto  il  corpo  nel  trasportarlo  di 
quella  stagione,  deve  credere  che  ec.  Se- 
gner.  Fred.  6.  4-  Tanto  erano  mordaci 
que'  vermi ,  i  quali  gli  subbollivano  dalle 
viscere  (qui  per  similit.}.   {•) 

*  SUBCELESTE.  Sottoceleste ^  Che  è 
sotto  il  cielo  .  Ott.  (  om.  far.  28.  6o3. 
Dice  beato  Dionisio  ;  tre  sono  le  gerar- 
chie :  sopraceleste  ,  celeste  ,  subceleste  , 
si  come  la  Deità  consiste  in  tre  perso- 
ne. (Cj 


«  SUBCELESTIALE  .  Jdd.  Soggetto 
a  Ciclo  .  Fr.  Giord.  I03.  Nulla  virtù  ce- 
lestiale ha  signoria  o  potenzia  sopra  nulla 
vtdontà  o  arbitrio  umano  d'  uomo,  perocché 
dice  che  non  è  di  natura  subcelcsliale  ; 
non    hanno  a   fare   neenle  insieme.    (ì') 

^*  SUBCLAVIO.  /'.  SUCCLAVIO.  (À) 

*  SUBDOLO.  /'.  L.  Add.  Ingannevo- 
le j  Fraudolento.  Segr.  Fior.  cap.  4*  Oh 
mente  umana,  insaziabile,  altera.  Subdola 
e  varia,  e  sopra  ogni  altra  cosa  Maligna, 
inìqua,  impetuosa,  e  feral  fI\'S) 

*  Sl'BDUPLO.  Add  Terni,  de' Geome- 
tri. Sudduplo.  Calli.  Cali.  68.  Diminuite, 
o  cresciute  quanto  si  voglia  le  dette  super- 
ficie, sempre  con  subdupla  proporzione  sce- 
mano, o  crescono  i  loro  perimetri.  (NS) 
E  Leti.  1  tempi  de'  movimenti  fatti  per 
essi  hanno  la  proporzione  subdupla  di  quel- 
la che  hanno  le  loro  pendenze  coutraria- 
mente  prese.  (A) 

*  SUBENTRANTE.  Term.  de'  Medi- 
ci. Aggiunto  di  Febbre  j  e  dicesi  Quella 
che  sopraggiugne  prima  che  sia  fatto  il 
parossismo  della  precedente.  (A) 

SUBENTRARE.  Entrare  in  luogo  dt 
checchessia  .  Lat.  alterius  locum  occupa- 
re. Cai.  Gali.  227.  Nel  sommergersi  che 
fa  il  solido  tiralo  al  I^asso  dalla  propria  sua 
gravilade,  viene  discacciando  V  acqua  dal 
luogo  dove  egli  successivamente  subentra. 
^*  Salvia.  •Senqf.  lib.  1.  E  in  ciascuno  di 
essi  subentrando  la  considerazione  della 
vista  dell'  altro,  1'  amore  in  loro  venne  a 
rinfocolarsi.  Instr.  Cane.  4-  Devono  con- 
tinuare a  esercitar  le  loro  cariche  gli  ufi- 
ziali  vecchi  fino  a  che  subentrino  i  suc- 
cessori. (  Cj 

•f  K-  SUBENTRATO.  Jdd.  da  Suben- 
trare .  Magai,  part.  1.  lett.  22.  Anche 
dopo  subentrata  alla  prima  operazione  del 
caso ,  la  succedanea  amministrazione  di 
quella  sopravvegnenle  necessità  ec.   (.^J 

*  SUBIETTATO.  Jdd.  Suggellato  j 
ma  è  meno  usato  .  Pr.  Fior.  p.  i.  y. 
3.  Or.  7.  pag.  23o.  Per  questa  maniera 
adunque  di  parole  subbiettale  alla  musica 
(che  si  debbono  eleggere  ,  in  accordando 
parole  e  musica  ,  parole  opportunamente 
erudite,  e  non  curiose  e  vane)  molta  sai4 
la  congiunzione  che  la  musica  colle  lette- 
re si  vedrà  avere  (qui  piuttosto  per  ac- 
comodato.  Adattato).  (A'Sj 

*SUBIETTUDiNE.  E.  A.  Suggezione. 
Oli.  Com.  Purg.  6.  88.  Eravamo  sud- 
diti al  diavolo,  in  quanto  elli  ci  tentava  , 
e  per  la  subietludine  del  peccalo  eravamo 
costanti  in  verso  Dio.  iC) 

SUBIETTO.   /'.  SUBBIETTO. 

*  SUBIEZIONE  .  V.  SUBBIEZIO- 
NE. (C) 

SUBILLAMENTO  .  Eed.  SOBILLA- 
MENTO . 

SUBILLARE.    V.  SOBILLARE. 

SUBISSARE.    /'.  SUBBISSARE. 

t  '^'  SUBISSATIVO.^rfti.  Allo  a  su- 
bissare .  Magai.  Lett.  scienl.  pag.  2Q0. 
Di  quel  tuono  subissativo ,  istantaneo ,  di 
quando  il  fulmine  ha  dato  vicino.  (A) 

*  SUBISSATO.  Add.  da  Subissare. 
Filic.  Pim.  pag.  396.  (Son.  Qui  pur  fo- 
ste ec.)  Deh  sorgete  a  mostrar  l'alto  por- 
tento ,  Subissate  citladi  ;  e  sia  1'  orrendo 
Scheletro  vostro  ai  secoli  spavento.  (XS) 

SUBISSO.    /'.   SUBBISSO. 

SUBITAMENTE.  Avverb.  di  tempo, 
e  vale  Senza  indugio.  Immantenente,  In- 
contanente. Lat.  sul'ito,  continuo,  slatini, 
illico.  Gr.  £uBu5  ,  auTiza,  Tta-pruvri/oi. 
/ìocc.  nov.  42.  17.  Subitamente  colle  brac- 
cia aperte  gli  corse  al  collo.  Mor.  S.  Greg. 
Allora  suliilaroenle  e  presto  si  lamentano 
del  loro  falso  giudicio.  Pelr.  canz.  !^6.  1- 
E  i  soavi  sospiri  e  '1  dolce  stile  ec.  Volti 
subitamente  in  doglie  e  'n  pianti.  Odiar 
vita  mi  fanno.  Dani.  Par.  JO.  SÌ  scorge 
180 


«434  ^^^ 

Di  lene  in  meglio  »  suliiamcnle  .  f- 
"à/c  Spccch.  ir.  11  fuoco  .kU  amore, 
q„„a„b  multo  grande,  oon  M  può  es  m- 
guer  sul.ilumeDie.  Te..  Br  I.  •O,/';"- 
L  pu..le  aomauJare,  che  facea  Idd.o  am. 
eh-  egli  fareste  il  mondo,  e  eon.0  g  .  -renne 
.uLi.amenle  in  volonlade  <U  fare  lo  n.on- 
do.*  Cu,cc.  .V,or.  i233  Vemya  per 
taeitar    gli    allri  a  eomballerlo  .ul.tan.en- 

"'#  ii  Vale  taU-clla  All'impro^'^iso.  I  >t- 
SS.  ìad.  2.  362.  Ei  venendo  suliilamente 
una  notte  alla  mia  cella  ,  e  yoUndo  vedere 
quel  che  io  facessi,  ce.  e?-; 

trailo  .  Impr>,.vi.<amcnlc  .  Lai.  r'r"""  ■ 
Gt  iÙ(:^Jr„.  I>a,,l.  nm.  /|.  Che  Amorm 
a;,alV:ùi,i.anamen,e  Sicht  la  v.ta  quas. 
m- al.l.andona.  =.=  Cluahr  Oucrr.  l.ot.J. 
20.  E  de!  periglio  ella  s'accorse  appena  , 
I„  che  la  trasse  a  dcs,der.o  ardente  Ch 
dalla  vita  nostra  alma  e  serena  Uscio  1  a 
mante  suliitanamentc.  (H) 
Ti--   SDBlTANEAME^TE.  ^..ffc.  In 

"  ,à.  Essendovi  suhilo  accorf  d.  aver 
Troppo  subitaneamente  e    senra  nfless-one 

'"T^StBlTANElTA'.  Aslrallo  éi  Su- 
hilaaeo.  BdU,,.  Visc.  H-  Può  superare 
résbtenka  di  forze  a  dismisura  grand,  an- 
co in  Lanlanea  suhttane.ta  ,  non   che  m 

troSso  Lat.  repcnlinus  ,  suh.tancs 
P™"",^"  -r,.  p,7„  2  4lQ.  Prima  clic 
a  penfiero  mai  mi  venisse,  m.  mandmo 
A^  fd,l.i  morte  sul.itana.  lU,,!.  l'urg.  3 
l'v 'cl.cbi=  la  sul..tanu  fuga  B-perg^- 
rokr%er  la  campagna  A  l'ar-  <>•  L> 
more  prese  sul,il..na  ..latra.  l<p-  ' -•■ 
AW  05.  Ac.iuis.ane  spessamente  la  mur- 
Usulitaua  Lil:  M-  "  "-^  '"  ^'"'^'"'^'^ 
fui  "ano  colpo  .  Pass.  cjì.  O  per  snln.a- 
;,ea  morte,  o  per  non  aver  cop.a  dr  con- 

*■""'?■  .V..*it..'.eo,  .ale  anche  Che  opera 
,„  un  ^uhito,  <li  presente.  ••  l>r.  jts. 
'^.''."qusJo  nhaldoson  g,a  molt.  gtorm 
Z  n^  ha  sollecita,.»  eh- .0  gì.  venda  ve. 

Icno  suhitano..  .  U;  (.,.,„„  Frane. 
SUBÌ  VA^^A.  /  .  A  Snhtlcz.a.  l  rane. 
Sarh.  85.  7.  Con  lemperan.a  ".«"Fa- 
n,i  .he  suLilanra  pur  U  >''"-  J^/jX 
Amic.-ii.  llsctimento  '^.  '' Pfi  "'? '" 
^orle  la  suL.tania  del  morire  1.  tolse.  (I  > 

repenl.no.    foce  -sala  daW  ani.co  >olga 

rLalore  di   J..V.O,  per  esprunere    /  /  «j- 

suLitar...s  milcs,  Cr.  ^5""' ■«"",'.' ■,''°\'", 
.,.      /,^     V.  Mandassono  »ul..taton  per 

.mella  oste  fornire,  che    cosi  a,.pelUvano 
in   quello  il  suhito  aiuto. 

SUBITEZZA.   /(Jirrtdo  A   A"'"'»»  "" 
me  .  Lai.   cr/erila.  ,  inconsideranlia  .   <.r. 

ladetta  possa  esser  la  mia  suh.tei.a.  Me, 
SCrel  Ter  la  sua  sul,ite«a  spesse  volle 
consuma  le  nott.  nostre  V>an,m.  5.  SO. 
Al  .lualc  io  con  feinni.n.l  subiteua.  preso 
consigUo  al  mentire  ec.  ,  risposi  .  Amel. 
34  Tu  solamenlc  a  me  presenle  se.  a  co- 
noscere per  «uhitcwa  diffide. 

i?  .SIIUITISSIMAMENTE.  M.perl.  d, 
Suhitamenle .  Lai.  o.;r"'n'e  .  Gr.  rdx'- 
=T«  .?■  Acosl.  C.  I>.  Le  .,ual.  cose  tulle 
Mccon.e  vili  e  che  perirono  sul..l.ss.mamen- 

"  Ti   SUBITO  .   Jdd.   lmpro>>i.'o  ,   Ile- 

Pisi.  Veramente  .(uesU  d.m.iran.a  .he 
voi  fate,  n.m  b  .e  ""»'"",''"■  ^''^j,'.- 
.ccnde  .lai  suhit..  volere  J"  M-lm-  /'-> , 
no.     l\t     1«    I-er.l.!:  r  amor  d.  lu.  gii  o'I 


S  B  B 


SUB 


1 


cuor  di  lei  intiq-i-lif.  "»  »"'"",  ^^Z 
si  raccese.  Perr.'.»,..  235.  P" -b.la  par- 
t.nia  il  gran  dolore  Lasc.ato  ha  1  alma. 
Vani.  Inf.  .9.  All..r  eh'  .  '«'  ,^"  '■';. 
d.mando.  /•  21.  E  cu.  paura  *"^^''  '6» 
gl.arda.  E  Far.  ',.  E  'l»"", ";'''""'7 
ravaic  »r.  si  velar  di  suh.ta  d.s  anta  .  /- 
25  Dentro  al  wo  seno  D.  lucilo  ncen- 
fo  ...molava    un   lampo    Sob.lo  .  .pc»so 

't'!VlTs..lUaneo.lmpr...i.o. 
J}el.h.  Slor.  I.  8.  La  fortuna  è  «r.a , 
iDolleplice  ,  subita.  (T  ì  . 

?   e      II      ler   l'ronlo  .   «  Vani.   J  ar. 
,4.  Tanto  mi  parrer  subiU  e  accori.  E  l 
uno  e  V  allro  coro  a  dicere  ammc  ..10 
Franc.  Saeeh.  no..  179.  Ora  che  d.rem. 
dello  ingegno    della    mal.zia    femm.mna  ? 
Più  acuto  hanno  V  intelletto  ,   e    p.u   su- 
bito e  a  fare  e  a  dire  .1  ...ale.   f/  -   <■•■'"_ 
Slor.  4.   162.  Però  non  avendo  modo  (• 
„,in,slri  di   Cesare)  a  fare  scopertamente 
guerra  gagliarda,  e  che  partorisse  rmicdii 
sì  subiti,  volsero  1"  animo  ec.  (L/ 

HI.  S.ilnlo,   diciamo  anthe  d.   l  ". 
losto  s-  adira  .    Lai.  praceps,  iracundns. 

117.  3.  M.  Iacopo  GabnelU  d'  Agobb.o  , 
uomo  subito  e  crudele  »  ;»™'S."„/;";", 
Celos.    I.    5.    Il    mio  padrone  e  sub.lc  e 

;.  IV.  E.nforzad-a..eH,.'A'ac'. 
96.  E  quinci  poi  subila  sparve  nel  c..l 
tornando  ella  sua  luce    (U 

SUBITO.   A.^erh.   Sahilamenle  .  1.^}. 
sah.lo,  slal.m.  ill.co.  repente-  Gr.  O.'--^.. 

no..  44.  i.  lì  giovane  rispose  sub.lo  ec 
VantPar.  3  Subito  s.ceom' .0  d.  lor 
,„•  accorsi  ec,  Ver  veder  «'•/''•  '"f/^; 
gli  occhi  torsi,  leir.  can-  2^.  S.  >a -U 
bito  spar.re  ogni  altra  stella  .  ('■"T^ 
d-  Amar.  53.  Subilo  la  terra  s.  nch.use, 
e  la  tribulaiione  cessoc.  -r  '■'■  ^-  y 
Cali,.  2t,0.  S.  Giovan.u  sub.lo  come  tal. 
parole  u.fi  ,  si  vergogno,   (l  ) 

•..•  *  S  I  Per  T0.U0  che.  Appena.  1  .r. 
^..'314  Bacapricciossi  il  pent.l  Signore 
subito  udi  la  scellerata  ruba  der.a.  ì) 
Cnicc.  Slcr.  18.  36.  Che  sub.to  s.  f..s.se 
ritirato  al  primo  alloggiamento,  gì.  fosse- 
ro pagati  ducati  'essanlamUa.   (t/ 

*  C  11.  Snh.lo  .-nlnto,  così  rad.lopp.a- 
,0,  ha  forza  di  saperi.  ''•""/"'"''"'■ 
màmenL  Segner.  Pred.  l'ai.  ^P:'°J- 
Quand,.  nasce  un  disordine  tulio  .o..eme 
la  vera  regola  e  volar  sub.lo  sub.lo  ad 
.schiacciarlo.  (  TC)  ,     „,,„„ 

«  SUBITOSAMENTE.  A.^erh.  meno 
usalo  che  S.,hilnmenle,  Impro.i.samenle. 
Bemh     leu.  'A) 

*  SUBIUGARE  .  »•.  /-  A-??»-»""- • 
.Vo(,o„.e,/erc  .  Lai.  ....hingare  ,  ■""'F'"- " 
Gr.  J-(,TttTT5.v.  I  il.  -V  ';>"-'■«•.  ^" 
i  tutta  la  seltin.ana  cosi  aflr.g«eu.  .mi.  .  .a 
'  ripugnante  n.ia  carne  ^ub...sa^a_  l  .  ""- 
nett'nell.fol.  148  (Lione  .568j  -Sorte r- 
rete  voi  che  per  u.....in.  •"cnil.eei  uà, 
o  cilladin.  subiugata?  (P  )  .,„.;c. 

SUBIU.>TIVO.  (  o,....'.(..o,  ne  >ljn,l. 
caio  del  §.  Sai..  A..erl.  l.l.  li- ^^^'- 
b„  che  .Upen,le  da  lu.,  suole  ec  ....nda- 
re  al  subiunt.vo.  1-  appresso .■  la  regola 
.1,.l  romecAi,  .he  spinga  ognora  al  su - 
biunliso  il  suo  verbo,  noni  ..  ferma, 
che   lalor   ..on   s.  muli.  .,  ,  f,,, 

«  .SUBLAI-.E.  /  .  A.  .<:>Mnre-  <"'■ 
Cam.  Inf.  25.  43,.  Intorno  alla  .,  ale 
trasmutazione  si  i.  d.  sapore.  '.^  ""J^ 
ncmcntc  le  serpi  hanno  U  hngua  l..r- 
cZl.!,  e  pero  zufolano,  orv.ro  , tutelano. 

..vvcro  sublano.  (O  .  j     jm    Tolto 

«   SUBLATO    »     I.  edA    -*'7^ ''^'° 

C.nlc.   Ali    Aposl.  53.  lnum.llUo.uo 

o.ud.cio   è   sublalo.   iì' ) 

SUBLIMAMI  NTO.   //  suhlimare. 


J  SUBLIMAHE.  Far  suhlinie ,  Innal- 
zare, Aggrandire  .  Lai.  exlollere,  subli- 
mare. Gr.  ,a'.TS4.f.:e.v.  Serm.  S.  Bern^ 
Misero  uomo,  riconosci  una  volta  U  ino 
errore,  e  ripensa  la  tua  degniU,  e  qaanlo 
alla  divina  Matsli  se' tenuto ,  che  l  Ha 
sublimato  più  ch'altra  creatura.  ^'■■. '«'; 
77  l.  36.  Tua  profonda  bassezza  Si  »llo 
è  sublimata.  Vani.  l'or.  22  Che'n  Icrr» 
addusse  La  verili,  che  Unto  ci  subUrna. 

e  I  Sublimare,  diciamo  anche  il  Kaj- 
finare  per  distillazione.  Lai.  sublimare. 

*  P  n.  /■:  in  signifc.  neulr.  pass. 
„  Cai.  S,.<l.  44.  M^  «■»»  repogoanza  al- 
cuna nel  poter  credere  che  U  ■>>•'<";'»- 
ro  sia  elementare,  e  eh'  eUc  possano  su- 
blimarsi quanto  piace  loro--  (B) 

«  SUBLIMATISSIMO.  Superi,  di  Su- 
blimato, lac.  Sold.  Sai.  (.4) 

3  SUBLIMATO.   Add.  da  Sublimare 
Lat.  elalus,  suhl.motus.      G..    f  "="?•: 
,&-..■;.  «occ.  leti.  Pìn.  Boss.  273     Tol u 
dalla  cazzuola  e  dair  aratro,    e    sublimai, 
al  nostro  magistrato  magfiore. 

A  p  /;  liguralam.  .ale  Lodalo ,  l-ele- 
hrato^'..JÌi.on.  Fier.  3.  2.  M-  ^r^''^ 
cedenti,  e  sublimale  al  '"°''^'' "  '  <^L, 
*  SUBLIMATORIO.  Termine  de"  ini- 
mici. Taso  o  recipienle  in  cui  s.  raccol- 
gono le  parti  .alatili  esalale  dal  calore  del 

^""sUBLI  JIAZIONE.  //  sublimare.  *  Slor 
Fur.  1.  l3.  Successe  ancora  la  corona- 
.i„ne  e  deposir.one  di  .  .rio  G'««-  «^^ 
Germania  '  e  la  sublimatone  d.  Arnolfo 
da  noi  detta  su  nel  pr.nc.p.o.  '«-' 

+  e  Talora  e  termine  di  PislUlatio- 
J,  "e  .ale  r.af.namenlo.  Lai.  S.M- 
malia.  Oli.  Com.  Inf  29.  4^4  «-'.n.ae- 
slro  .1- alchimia  per  ignoranza  p.cca  .n  zu 
àlmazione,  o  inTalr.naz.onc,  o  in  fusso- 
ne.  Cr.  I.  4-  6.  La  snbl.maz.onc  e  d.- 
sl.lla.ionc  rctliBcal- acque  mal.age. 

*   SUBLIME,    fast.    Complesso    delle 

mento.  I-or.  long.  1  -"-  ",%.;.: 
(  ecilio  del  sublime  i.  .mperfello  .  Egli  e. 
parve,  come  tu  sai.  esser  d.  gran  luog. 
Fnferiorc  ali"  argomen.o.  E  appresso  :Jio. 
ostante  Cecilio  in  m.Ue  ^"""'"SZ 
d.  n.oslrarc  appunto  c.m.  a  eh.  Dol  «- 
pesse.  che  cosa  sia  .1  sublsme  IBI 
•^SUBLIME.  Add.  Alto  ,  Iccelso.  L«. 
.u.bl,mis.  Gr.  ^ST.-.«;.  P-"  ''«  .^._ 
,;osi  veloci  seguono  .  suo  v.m.,  Per»m. 
aliarsi  al  Punto  quanto  ponno.  E  poMOB 
quanto  a   veder  s..n   sublimi. 

*  s    1    Suhiime ,  e  anche  agginnlo  di 

L   e  Guelfo.  ip.i.  >»'•"■"*.  C^'™"*^'- 
frcd..  per  lor  duce  i  primi    fW) 

*  K  II.  Sublime,  e  anche  agpu'lod- 
co.,a  ìhe  sia  ,n  allo.  Ta>.  C.er.  .7-61 
Or  vorrai  tu  lunge  dal  alt.  "me  G»eer 
„..a.i    l.a   vali,  augel   .ubl.me-   (PI 

'  «  IH  PerlJe.alo,Kccellenle«ella^ 
cXùone.    Lai.    .'..blfi'-    «',".t.i«: 

noce  e   3.  r-  1    J^li"  f"""""  "  '  i 
bC.en.igUe    e    più    «ro    in.ene...^ 

lab.  22.  Welle  quali  >PI  en.  '  r*'"^"' 
eslreme  si  possono  da  fiu  subl.m.  inge- 
cui  fompri-iKlcrc. 

''  SUBLIMEMENTE.  A..erl..  Co,  «- 
blim.i:,.  Jltamenle.  L.l.  sublimiter.  Cr. 
Jc,nl«;.  Omel.  S.  Orrf.  Dn,«.  .  fl»- 
..'lli  sono  sublimemente  nce.ul.  .n  re- 
quie ».SVf..er  rrrrf  Ini.  V  J>-  '«; 
I.,„e  subl.memente  S.  Af""'"»  «•  '^' 
SUBLIMISSIMO.  -»"r^"-  *  «"'"f 
Lai  .mblimissimus.  Gr.  v;r)<T»TO<.  M- 
^,r  Cri..l.  instr.  3.  26.  |5.  Il  m.lnmo. 
„i„  i.  stato  .olleT,.o  Jlo  stato  suM.m^s,- 
mo  d.  .apramenlo.  .V«/.fn.  Pise.  I-  KO- 
Come  s.  vede  ne"  profeti  subl.mu.inu  J. 
lui  ioipirali- 


S   U  IS 

t  SUBLIMITÀ',  SCBLIMITADE,  e 
SUBLIMITATE.  astratto  di  Suhlime;  Al- 
texxa,  Oramh'iziij  lùici/ensa.  Lat.  su///i' 
mitas.  Gr.  ■S'^v^.  Ott.  Com.  l'nr.  33. 
721.  Coii  oyu' inlclletlo  creato  se  dr e  ac- 
cedere a  lauta  ^uMimilatlc  >  i{uanta  è  ve- 
tlcre  Iddio  per  es:»CDtj,  la  liUuguo  die  la 
•UvtDa  grazia  lo  disponga.  Mar.  S.  Itreg. 
I  quali  gunfiaui»  Del  loro  cuore  per  qual- 
che sublimità  terrena. 

*  §.  1.  Per  Sui'iime,  sust.  Cor.  Long. 
11.  65.  Da  qualunque  dell'  altre  6^ure 
amplificative,  iDglìcrai  come  da  un  corpo, 
r  anima,  poiché  multilo  indebolisce  e  sva- 
nisce r  opt-Tativo  di  quelle  non  conulio- 
rato  dalla  «ublìniilalc.  (Bj 

§.  II.  Per  Titolo  d'alcun  magistrato, 
o  Jt  se/uìto.  Cus.  lett.  ^g.  E  henchè  io 
creda  che  non  piaccia  a  Lor  Sublimità  che 
queste  aniiutc  kiano  loro  co&i  vicine,  non 
per   questo  ce. 

SUBLntO.  /  .  A.  Add.  Sublime.  Coli. 
Ah.  Isaac,  cap.  p.  Ma  appo  Dio  è  più 
sublima  1  anima,  che  '1  corpo. 

*  SUBLINGUALE.  Add.  Term.  degli 
Anatomici.  Afgiim'o  di  quelle  parti  che 
SI   trovano  sotto  la  lingua.    (A/ 

*  SUBLUNARE.  Add.  Su/lunare, 
Cosa  che  sia  dalla  Luna  in  giù.  Magai, 
pari.  I.  lett.  l5.  Cosi  Aristotile  disse,  il 
primo  ente  astratto  agire,  e  trasmutare  i 
sublunari  coli'  intervento  del  corpo  cele- 
ste tip'i  tn  JorZit  di  sust.j.  (I!) 

SUBODORARh.  Arrivare  e.tpertamen- 
te  alla  notizia  d"  alcuna  cosa.  Averne  sen- 
tore. Lat.  subolere,  prtrsenliscerc.  Sahin. 
Disc.  I.  Ì2I.  Scheriaiido  seriosamcntc  al 
suo  solito,  anche  nelle  tenebre  del  Gen- 
tilesimo ravviso  rlalone  e  qua.'^i  subodorò 
la  necessità  e  1*  uljitìi  insieme  della  con- 
fessione cristiana.  ^  t  ros.  l-'ior.  pari.  Z. 
%,-oL  I.  Cic.  png.  lit.  Abbiamo  le  in- 
telligenze qua  dentro,  e  ognuno  stordisce? 
Subodorasi  la  ribellione  ,  e  neuno  si  cor- 
regge, o  gasligasi?  ('A'> 

SCBOliDlN AMENTO.  Pipendenza  da 
superiore.  Lat.  subiectio.  Gr.  •j~ora'/V(. 
Salvin.  Disc.  2.  ^77.  Raddirizzamento  del- 
le opinioni,  moderamento  delle  passioni,  e 
sal>ordin.inienlo  a   Dio. 

•t  *  SUBORDINANTE.  Ad,l.  Che  su- 
bordina. Segner.  Incr,  1.  [\.  5.  k  questa 
mollitudine  di  motori  subordinati  neces- 
«arìamenle  ha  da  darsi  il  subordinante,  da 
cai  dipendano  tutti,  come  gli  strumenti 
dipendono  dall'  arteBce  (  qui  in  forza  di 
SUSI.).  (A) 

SUBORDINARE.  Costituir  dipendente 
da  alcun  superiore.  Salvia.  Disc.  2.  2^5. 
L*  amore  uguaglia,  non  subordina;  ì's 
prender  fidanza,  non  ammaestra  a  servi- 
re. ^  /mperf.  I  .  Tih.  D.  1.  'P.  11.91.  Im- 
perciocché a'  diletti .  a'  piaceri  .  al  poter 
più  degli  altri,  e  al  godimento  di  tutte 
quante  le  terrene  cose  gli  subordiniamo 
ec.  i  il  vivere,  la  sanità^,  fi-') 

't  *  SUBORDINATAMENTE.  Av- 
verb.  Con  suhordinazione.  Magai,  part. 
1.  lett.  1^.  Se  non  è  ne^li  uomini  qual- 
che altra  cosa,  che  ec.  faccia  operar  que- 
gli istcssi  organi  subordinatamente  alle  sue 
influenze,  ec.  (A) 

SUBORDINATO.  Addiett.  da  Suhor- 
dtnarej  Che  S£r\-e,  o  opera  in  checchessia, 
fitpendente  però  da  altro  superiore.  Lat. 
subditus.  Gr.  ij:roT£Tec-/,utvo4.  /!ut.  Purg. 
17.  I.  Queste  potenzie  sono  si  subordina- 
te, che  dell'una  si  viene  all'  altra.  *  J-'cl- 
lin.  Disc.  I.  l33.  La  cognizione  poi  a  me 
pare  che  presieda  a  tutti  questi  altri  per- 
sonagg^i  come  a  mmistri  inferiori  e  subor- 
dinali di  b-i.  fCj 

SUBORDINAZIONE.  //  subordinare j 
Dtpendenzii.  Lat.  sttbordinatio .  Gr.  ulkfl- 
Tay»i-  Salvia.  Disc.  i.  i63.  La  fortezza 
è  una  giusta  estmiaxiooc  de' perìcoli  e  de' 


SUD 

doveri  ec.,  una  giusta  e  perfetta  subordi- 
nazione della  parie  dell'  anima  ruvida  ce. 
alla  sovrauil'a  del  senno  e  della  ragio- 
ne. 

■f  SUBORNARE.  Imbecherare,  Persua- 
dere, 0  Instigare  di  nasco.m  ,  a  far  cosa 
inonesta.  Lat.  subornare.  Gr.  3«^a5jpetv. 
Petr.  Com.  ili.  Dopo  aI(]uanlo  tempo  il 
Papa  fu  accusato  da  certi  cberici  ec.  ,  i 
quali  subornando  falsi  tcstimonii ,  a  Teo- 
dorico re  gli  mandarono.  Car.  lett.  I. 
175.  M' avete  anco  subornato  con  pro- 
mettermene ricompensa.  •"?  Matt.  Franz, 
rini.  3.  80.  Che  più  ?  con  esse  (carote  ) 
iufinorchi  e  suborni  L'  umana  gente  ,  tu 
dubbia  speranza  ,  Con  dir  che  dopo  '1 
male  il  ben  ritorni.  iB)  Guiic.  Stor.  3. 
129.  Tanto  sono  dissìmili  i  modi  della 
milizia  presente  dalla  virtù  degli  antichi  , 
i  quali  non  cbe  subornassero  ì  percusso- 
ri, rivelavano  all'  inimico  se  alcuna  scel- 
leratezza si  trattava  contro  a  lui.   (L) 

g  SUBORNATO.  Add.  da  Suborna- 
re. Lat.  subornatus  ,  illectus  ,  pellectus. 
Gr.  £-i(X&ìt;.  *  Ouicc»  Stor.  l.  18.  p. 
60.  Essendo  riferito  da  certe  spie  {  o  ve- 
re o  subornate  che  fossero  )  le  trincee 
falle  in  Prato  dagl'  Im[>eriali  essere  più 
gagliarde  che  non  era  la  verità.  ^C^  f  ar- 
eh.  Ercol.  5fi.  Imbecherare  nella  lingua 
fiorentina  significa  quello  che  i  Latini  di- 
cevano subornare  ,  onde  ancora  si  dice 
subornalo.  Salvin.  Di.\c.  1.  339-  Accusa- 
to di  parricidio  da  un  tale  Erazio,  messo 
sa  e  subornato  da  Crisogono,  liberto  favo- 
rito di  Siila  il  dittatore. 

^  g.  Per  similit.  t  Bed.  son.  I  miei 
servi,  i  sensi  mici,  Subornati  da  Amore  , 
ognor  mi  danno  Nuovo  veleno»  .  (IS) 

-\'  SUBORNAZIONE.  Il  subornare. 
Pallav.  Stor.  Conc.  I.  Aj2.  Gli  rispose, 
non  dispiacergU  queste,  purché  si  vedes- 
sero sostenute  da  un  tal  decoro  che  to- 
gliesse ogni  mostra  o  di  ten-er  nella  cau- 
sa, o  d'  aspirare  a  suliornaziune.   (IS) 

^-  SUBSCAPOLAHE.  Agg.  di  musco- 
lo. Impcrf.  Anat.  I03.  Per  di  dietro  tre 
{muscoli,  r  infraspinalo,  il  subscapolare, 
e   il  muscolo   traverso   più  breve.   (C^ 

'^'  SUBSESQUITERZO.  Term.  di  Pro- 
porzione .  Minore  del  Sesquiterzo.  Cai. 
Cali.  232.  Imperocché  se  il  cilindro  o 
prisma  M,  men  grave  dell'acqua  v.  g.  in 
proporzione  subsesquiterza,  sar'a  posto  nel 
vaso  immerso,  ec.  (I\'Sj 

'A'  SUBSOLANO,  r.  L.  JS'ome  di  ven- 
to che  spira  da  Oriente  j  ed  è  lo  stesso 
che  Soltosolano.  Oli.  lom.  Purg.  2^.  l^5l. 
Ciascuno  di  questi  venti  ha  seco  due  col- 
laterali venti,  uno  dal  destro  lato  ,  uno 
dal  sinistro  ;  Subsolauo  dal  destro  ha  Vul- 
turno,  dal  sinistro  Euro.   (C) 

•■^'  SUBSTANZIALE.  Add.  Lo  sles.to 
cbe  Sustanziale.  I\im.  ant.  B.  M.  scr 
Bonag.  175.  Amor  non  è  che  un  suIj- 
slanziale.   (yS) 

V  SUBVENTANEO.  Aggiunto  di  Co- 
vo, e  vale  l  ano.,  Infecotulo ,  I\on  buono 
a  covarsi.  Lat.  b^ pvnemius.  Gr.  uniOvi'- 
{Xt-OV.  Pros.  Fior.  6.  175.  Qui  si  parla 
non  deir  uova  zeffirie  subventance,  ma  del- 
le gallate.   (•) 

bUCUGLIO.  /'.  A.  Confusione,  Scom- 
piglio. Lat.  susurrus  ,  susurratio,  Gr. 
\|(iru;t(;yoi.  G.  V.  li.  24.  l.  Subuglio 
e  mormorazione  nacque  in  Genova  tra* 
Guelfi  e'  Ghiliellini. 

•t  '^  SUBURBANO.  Add.  Prossimo 
alla  Cina.  Scrd.  Stor.  i.  5l.  Si  veggono 
molte  ville  subuibane  con  giardini  ben  col- 
ti. Salvin.  Pier.  Buon.  2.  1.  17.  I\arcc- 
tri,  luogo  suburbano  e  ameno  di  Firen- 
ze. (A, 

'^  §.  E  inforza  di  siist.  Luogo  su- 
burbano.  Bemb.  lett  2.  4-  2.  Sono  stato 
in    questo    vostro    piacevole    suburbauo  , 


SUB  1435 

concedutomi  dal  nostro  ce  ,  quindici  gior- 
ni  con    molto  piacer  mio.  (fi) 

't  ^=  SUBURBICAIUO.  Term.  degU 
Starici.  Diccvansi  Annonarie ,  IJrbicarie 
0  Suburbicarie  quelle  provincie  che  dove- 
vano pagare  un  tributo  di  frumento  al 
fisco  dell'  Imperio  llomano  per  la  vetto- 
vaglia  de'  soldati.   (A) 

•f  '.■  SUCCAVERNOSO.  Add.  Che  sta 
sotto  caverna.  Salvin.  Disc.  2.  435.  Lo 
spirito  nserrato  nelle  viscere  della  ter- 
ra, che  tutta  sotto  è  vota  e  minata  ec,  o, 
come  Aristotile  la  chiama  ,  hypantros  , 
cioè  succaverno.\a ,  cercando  a'ibrza  l'u- 
scita, essere  la  vera  cagione  del  terremo- 
to.  (A) 

SUCCEOANEO.  Add.  Che  succede,  o 
si  sostituisce  a  checchessia.  Lai.  succe- 
daneus.  Gr.  ùrco^oy'fl'Ao^.  IH.  Piti.  1. 
Cunsidcrando  come  l'inventare  sia  pros- 
simo e  quasi  succedaneo  di  quell'  ammi- 
randa e  incomprensibil  maniera  che  nel 
creare  usa  ad  ogni  momento  1'  Onnipo- 
ti-nza.  Salvia.  Di.ic.  2.  173.  Dove  la  na- 
tura dei  luoghi  è  stala  scarsa  o  infeconda 
di  vino .  hanno  ammendata  gli  uomini 
quella  ster.lit'a  coti  altri  sughi  e  di  pomi 
e  di  biade,  succedanei  del  vino. 

t  g.  Succedaneo,  si  dice  da'  Medici  di 
erbe,  droghe,  o  simili,  da  mettersi  ne' 
medicamenti  in  vece  di  altre  di  ugual  vir- 
tù, che  non  si  trovino  ,  o  non  si  abbiano 
f  ronte  .■  ed  in  questo  significato  si  usa 
per  lo  più  in  forza  di  sust.  A^  Ricett.  Fior. 
126.  Dichiarazione  de'  pesi  e  misure  ,  e 
de' succedanei.  (*)  K  127.  Quando  saran- 
no pojti  a  dirimpetto  a  UD  semplice  due 
o  tre  o  più  succedanei,  s'intenda  ec. 

SUCCEDENTE.  Che  succede.  Lat.  suc- 
ccdens.  Gr.  iiySex'^jizvOi-  G.  V.  9.  l32. 
1.  L'  Imperadore  a  sua  vita  area  fatto  Im- 
peradore  succedente  a  lui  Ìl  Bgliuolo  del 
suo  maggior  figliuolo ,  eh'  era  morto.  E 
12.  9.  2.  Fecelo  cavaliere,  e  farli  fare 
omaggio  a  lui  e  alla  moglie  a  tutti  ì  ba- 
roni del  regno,  siccome  succedente  Re  e 
Beina.  v  Salvin.  Annoi.  Mur.  2.  l44* 
^è  anche  tutte  le  parole  di  Cicerone  han- 
no seguito  i  secoli  succedenti  a  quelli.  (C) 

*t  -r  SUCCEDENZA  .  Ordine  succes- 
sivo, fìellin.  Disc.  II.  La  cosa  è  genera- 
le per  tutte  le  serie  di  parli  disposte  in 
succedenza.  (Min) 

SUCCEDERE.  Entrare  neW  altrui  luo- 
go ,  o  grado  ,  o  dignità.  Lat.  succedere  , 
in  alterius  locum  subrogari .  Gr.  oi%Sé- 
jfEsS'at.  Dant.  Inf  5-  Ella  è  Semiramis, 
di  cui  si  legge  Che  succedette  a  Nino,  e 
fu  sua  sposa.  G.  V.  11.  20.  5.  Diremo 
della  lezione  di  papa  Benedetto  ,  che  suc- 
cedette appresso  di  lui.  ^'  Pecor.  g.  l5. 
n.  2.  Al  quale  successe  Alderico  terzo  fra- 
tello .  porgli,  l  esc.  Fior.  474-  Dietro  a 
Rinieri  successe  Gottifredo.   (ì') 

g.  I.  Per  Seguitare ,  o  Venir  dopo. 
Lat.  subsequi,  succedere.  Gr.  àosTisàac. 
Dant.  Par.  6-  Perchè  onore  e  fama  gli 
succeda  .  E  32.  E  dal  settimo  grado  in 
giù  ,  siccome  Insino  ad  esso  ,  succedono 
Ebree  ,  Dirimendo  del  fior  tulle  le  chio- 
me .  /l'ore.  Introd.  17.  Il  che  ,  in  quelle 
che  ne  guarirono  ,  fu  forse  di  minore  o- 
neslà,  nel  tempo  che  succedette,  cagione. 
/:.  nov.  79.  3.  Alle  quali  come  gli  effetti 
succedano  ,  anche  veggiamo  tutto  giorno. 
Pass.  148.  Succedendo  V  un  pensiero  all' 
altro  ec,  forte  tenlazìone  commosse  il  cuor 
suo.  *  Cuicc.  Stnr.  l.  4l5.  A  queste  in- 
clinazioni comuni  cosi  a' fanti  come  a  ca- 
valli succederono  molti  disordini.  (L) 

5  g.  IL  Succedere,  per  ereditare.  Di- 
venire erede  ,  f'emrc  nella  eredità  .  Lat. 
succedere.  Gr.  oiaoiX-'^-^i  ns^iow^i'av 
rivo?.  Maestruzz.  1.  66.  Morendo  la  don- 
na ec.  ,  il  marito  succede  alla  moglie  ,  e 
guadagna  la  dola  .E    1     68.   Che  prò  è 


i436 


sue 


a*  Bgliuoli  essere  legìttimi  7  siirce^ono   in 
tutti  i  I>cDÌ  del  padre  e  della  mudre. 

^  ^.  III.  Prr  Scadere,  o  ì  enire  per 
eredità.  Il  <•.  f  .  II.  Il3.  5.  Che  i  Leni 
de'  lulx'IIi,  the  erario  in  romune,  fussono 
renduli  olle  vedove  e  a*pu[)illi,  a  cui  sue- 
cedeano  »».  J-'ranc.  Sncch.  nov.  l5.  Kon 
avea  alcun  erede,  né  a  cui  Icgillimamcn- 
te  succedesse  il  suo.  ^f.  f.  i.i).  Figliuolo 
del  Duca  Andreas,  e  della  Regina  Giuvan> 
Da  ,  a  cui  succedeva  il  reame,  fyj  yir. 
Fur.  46.  83.  Elena  nominata  era  costei 
Per  cui  lo  padi|;1ione  a  Proteo  diede;  Che 
poi  successe  in  man  de'  Tolomei  ,  Tanto 
che   Cleopatra   ne  Tu    erede.    ( flr) 

§.  IV.  Succedere,  per  ^frK-ertire .  Lat. 
accidere.  Gr.  «yuCat'vatv.  ^rt.  ì'ctr.  Pier. 
3.  58-  Lascia  clie  il  vetro  incorpori  la  pol- 
vere, clie  .suole  succedere  in  cinque  ovve- 
ro sei  ore  .  -f  Cuicc.  Star.  ly.  224-  Ma 
nel  tempo  medesimo  che  queste  cose  suc- 
cedevano ee.  gli  oratori  ve.  intimarono  ce. 
a  Cesare  la  lega  l'atta.  (C)  Scgtter.  f'red. 
Pai.  /fp.  I.  p.  Tuttavia  può  succedere  , 
che  talora  vi  sia  {qualciic  disordine) ,  ma 
non  si  conosca.  (TC) 

#  §.  V.  Succedere,  per  IsgorgarCf  Sca- 
turire. Ar.  l-\tr.  \!^.  50-  II  pianto,  come 
un  rivo  che  succede  Di  viva  vena  nel  Lei 
sen  cadea.  (^ì) 

*  g.  VI.  Per  Riuscire.  Lasc.  Celos. 
1.  5.  Ciullo,  avvertisci  a  quel  che  tu  fii 
che  ti  succeda.  (F)  Jr.  Fur.  3^-  4^-  ^ 
gli  succede  cosi  ht-n  qui-ll'  opra.  Che  più 
le  Arpie  non  torneran  di  sopra.  (M) 

SUCCKDEVOLE.  Jdd.  Succedente. 
Lat.  siiccedcn.f  t  suhscquens.  Gr.  eoETTO- 
juievo;.  Cr.  4-  i(\-  3.  Per  questa  tortura 
nasce  infra  la  legatura  succedevol  mate- 
ria, e  non  la  alcuna  oflesa  all'uve  nascen- 
ti.  Sagff,  nal.  vsp.  Il6.  L'aria  per  suc- 
cedcvoli  attrazioni  con  lelltis^imi  e  poco 
meno  che  insensilùli  acquisti  assottigliasi. 

SUCCEDEVOLMEME.  Jvverò.  Con 
succcdimcnto,  Succe.tsii'amentc.  Lat.  suc- 
cessive, dcinceps  ,  conset/iienter.  Gr.  £^^?. 
Guid.  G.  Per  ogni  tempo  che  venir  dee 
succcdevolmenle.  K  n/trove:  Li  loro  suc- 
cessori poi  succedevolmcDte  ec.  furouo 
agiati . 

SUCCEDIMENTO.  Successo.  Lat.  suc- 
cesjtus  ,^eventus  .  Gr.  to'  ouju.6av  .  fai. 
Mass.  E  di  non  poco  prospcrevol  succe- 
dimento  quello  che  ora  segue.  Guid.  G. 
Sanza  ilift-lto  larciano  i)  nuslro  oste  alt- 
l)ond;irf  di  xilluaglie  nei  nu.stri  continui 
succedimeuti  .  -'.'  Sannaz.  Arcad.  pr.  J. 
Alle  quali  io  prego  ({ualunque  Iddio  esau- 
disce le  voci  de'  dolorosi,  che  o  con  pre- 
sta morte  ,  o  con  prospero  succedimcnlo 
ponga  fine.  (C) 

f  SUCCEDITORE.  ì'erhal.  ma.-sc.  Che, 
o  Chi  succede,  Succr.t.\on'.  Lat.  succes.-cor. 
Gr.  òtaO^X»;  ■  l'oc.  Dav.  Ann.  2.  ^l. 
Per  avere  i  maggiori  miei  meritalo  succi;- 
ditori  (il  te.tto  lat.  ha  postero»).  ^4-85. 
Pensava  come  levar  via  i  6gliuoli  di  Ger- 
manico, certi  succeditori  (il  testo  lat.  ha: 
quortim  non  duhia  successili). 

SUCCEDITRICE.  ì'erhal.  fetnm.  Che 
succede  .  Fr.  Gtard.  Preti.  lì.  La  sua  so- 
rella fu  succedilrice  nelle  sue  ricchi'ue . 
Ar.  Fur.  l3.  6t).  Che  ti  dirò  della  itcond.i 
uuor.i,  Succedilrice  prossima   di  questa  7 

#  SUCCEOITUUO.  Add.  Che  rfcvr 
.tttccedere  .  l)av.  Scism .  6.  Dirliiarulla 
principessa  de'  Ilrrltoiii  Vuiilli,  grado  pro- 
prio liei   re  suctediliiro.  (Cj 

SUCCEDUTO.  Add.  da  Succedere.  M. 
/'.  4'  77-  Mantenendo  a*  nostri  Comuni 
di  Toscana  1' untici  Idiertìi,  a  loro  succe- 
duta dalla  civiltà  del  pupolo  romano  (cioè, 
venuta  dopo  )  .  Tac.  Dav .  Star.  3.  3l5. 
Vesiiutiano  <rl>lic  in  Egitto  avviso  del  suc- 
ceduto a  Cremona  (  qui  inforza  di  sust., 
cioc  di  ciò  che  ora  avvenuto) 


sue 

SUeCENERICCIO.  Soccenericcio,  Sue- 
cenerino .  Lai.  suhcinericius  ■  Gr.  tyxpxt- 
9t'a5.  flior.  S.  Greg.  Ad  HSraim  è  slato 
latto  uno  pane  succenericcio,  il  quale  non 
si  rivolge. 

SUCCENE«I>0  /'.  A.  Add.  Socce- 
nericcio, Cotto  .lotto  li  cenere.  Lai.  sub- 
cinericius.  Gr.  e*//cu»i«?.  Fr.  Giord.  Pred. 
S.  Avendo  un  giorno  li  suoi  frali  fallo  un 
pane  succenerioo. 

SUCCENTURIATO.  Add.  Terni,  ana- 
tomico.   Aggiunto  di  /iene.    Ced.   RE>E , 

t  3  SUCCESSIONE.  Seguito,  o  serie  di 
persone  o  di  cose  ,  che  succedono  l'  une 
alle  altre  senza  interruzione,  o  con  h/e- 
ce  interval/oj  II  succedere.  Lat.  succcs- 
sio.  Gr.  òiV.C0'/*ì.  Cr.  5-  2<).  3.  Cogliesi 
il  suo  frullo  (del  ginepro)  allorachè  dimo- 
stra per  succes.sione  colla  nerezza  ovvero 
rossezza  la  sua  maturitade.  Petr.  cap.  8. 
Bella  successione  infino  a  Marro.  Dant. 
Purg.  IO.  Non  attender  la  forma  del 
martire;  Pensa  la  sur-cession  (cioè,  il  suc- 
cesso ).  Gal.  Cali.  248  La  qual  aria  ce. 
senza  renitenza  si  srpar.i,  oc  contrasta  pun- 
to alla  successione  dell'  acqua  .  ^  Giov. 
Geli.  T'ii.  .'Ilf.  g.  Teniamo  per  certissi- 
mo sì  per  r  antichità  ,  e  si  per  la  felice 
fortuna  della  non  mai  intcrrotla  succes- 
sion  sua  che  ella  superi  e  avanzi  di  gran 
lunga  tulle  le  allrp  d'Italia.  (C) 

^  §.  I.  Successione,  dicesi  anche  il  Di- 
ritto di  succedere  al  godimento  di  heni 
che  uno  la.tcia  morendo.  ««  G.  ì' .  12.  62. 
2.  Avea  nel  reame  di  Francia  più  ragioni 
per  la  successione  della  reina  Isahella  sua 
madre  ».  Guìcc.  Stcr.  5.  <)7.  Era  egli  il 
più  prossimo  alla  successione  dell' Imperio 
Romano,  e  de'  reami  di  Spagna  con  tutte 
le  dcpeodenzc  loro.  (C) 

^  §.  II.  Per  Avvenimento  al  trono  . 
Guicc.  Star.  i.  3i3.  Furono  delti  tre  ora- 
lori  che  andassero  a  rallegrarsi  della  sua 
successione.    (I.) 

*t  '''  §•  *'l-  Succe.tsionc  ,  talora  vale 
Figliolanza.  Buon.  Tane.  4-  7-  S' io  tol- 
go moglie  su  gli  assegnamenti  D'aver  go- 
verno ,  o  di  >uccessÌone  ,  La  slare'  fresca 
la  propapazinne.  ///> 

SUCCESSA  AMENTE.  Awerh.  /.'un 
dopo  l'altro.  Lat.  successive,  ordinate. 
Gr.  e,^r,^,  ra/Tw;.  JJocc.  nov.  5.  6.  Qui- 
vi essendo  il  P>e  suctessivamcnic  di  molti 
messi  servito  ec,  sommo  piacere  avea.  F. 
g.  6.  y.  8.  Come  ne'  teatri  vecgiamo  d.illa 
lor  sommità  i  gradi  infìno  all'  infimo  ve- 
nire successivamcnle  ordinati .  Jlui.  ìuj. 
2.  Perocché  l'uno  trasfonde  la  p'amalica 
neir  altro  juccessivanienle.  /lem.  Ori  2. 
28.  60.  Da  questo  Vedrai  latti  la  slr.ida, 
e  gli  occhi  aprirli  Da  esser  successiva- 
mente il   resto. 

*  §.  Per  Quindi,  />i  poi.  Giiicr.  Star. 
2.  56.  Penetrato  Cristoforo  Culomito  più 
oltre,  e  dop<i  lui  Amerigo  Vcspucri  Fio- 
rentino ,  e  successivamente  molti  altri  , 
hanno  scoperte  altre   Iside.  (/,} 

SUCCESSIVt».  Add.  C/ie  va  per  suc- 
cessione, o  i'/ie  succede.  Frane.  Sacch. 
rim.  20.  Amor,  fortuna,  e  morte  succes- 
siva, E  di  moli'  allri  .  rhe  n'  è  il  mondo 
pregno.  Jìuon  ì'ier.  1.  i  |.  Trar  piacer 
nuo\o  ,  e  successivo  spasso.  /'.'  2-  a.  20. 
Queir  educaiioii  ria,  che  le  Limiglir  Tulle 
diserta  ,  e  poi  vien  riucrrssiva. 

g.  /n  Jorza  d' avverlt.  per  Successiva- 
mente .  /luon.  Fier.  ^.  /ntr.  Aect>crarla 
Ilo  ilabililo  a  lutti ,  e  successivo  Circo- 
lare. 

t  3  SUCCESSO  .  Sust.  //  sticrcttere  . 
Seguito.  Cavale.  Med.  cuor.  Continuo  suc- 
cesso di  prosperila  ì*  segno  dVternu  dan- 
nazione . 

f  *  5*  '■  ^''  Successo,  o  /n  suecef- 
so  di  tempo  .    posti  avverttialm.  va/p->no 


sue 

Coir  andar  del  tempo.  In  seguito.  Cavale. 
Esp.  Simh.  I.  i2y.  E  cosi  poi  per  suc- 
cesso dì  tempo  questo  error  venne  in  u- 
sanza.  K  di  sotto:  Sicché  poi  per  successo 
tli  tempo  rrescendo  questa  mal  usanza,  gli 
uomini  la  incominciarono  ad  adoiare  per 
Dio  e  la  statua  di  Pelo  ).  (F)  Segner. 
Crist.  instr.  \.  3|.  14.  Le  spine  deU'Islri- 
ce  da  principio  sono  come  peli,  ma  in  suc- 
cesso di  tempo  diventan  dure,  quasi  uno 
strale.  (C) 

f  §.  II.  Successo,  per  la  pia  vale  Av- 
venimento, Quello  che  succede  ad  Sino  di 
favorevole ,  o  contrario  allo  scopo  c/te  si 
era  prefisso  in  un  affare  ,  o  in  una  im- 
presa. Lat.  succexsus,  evcntus.  Gr.  a;io- 
^arvov  ,  ÙTio^r.ióatvov  ,  £x6ii7&'/i2vov  . 
/''ir.  Disc.  an.  3o.  Aspettando  con  gran- 
de ansietà  il  surcrsso  della  rosa  .  Cas. 
lett.  ip.  Perche  noi  ci  rendiamo  certi  che 
nella  prudenza  e  autorità  sua  sia  posto  il 
felice  successo  di  lutti  i  nostri  coosigli. 
^  Cuicc.  Stor.  16.  18.  Nella  quale  (guer- 
ra )  avendo  cattivo  successo  ,  si  sarebbe 
ridotto  in  grandissime  difiìcoltà.  (C) 

*  §.  IIL  /Vr  Caso,  Fvento  qualun- 
que .  M  /tuon.  Fàcr.  2-  4*  28.  La  più 
nuova  novella ,  Ìl  più  garbalo  Successo 
che  vu'  udiste  ".  Guicc.  Stor.  18.  55.  Ar- 
rivò ce.  per  entrare  in  Roma  la  sera  me- 
desima ,  ma  inteso  il  successo,  ù  ritirò  a 
Otricoli.  (C) 

Kr  g.  IV.  Successo,  per  Buon  succes- 
so. Profitto,  Vantaggio.  Cas.  lett.  79.  Ho 
più  caro  io  d'averlo  fatto  in  parie,  benché 
con  poco  successo  ,  che  io  non  ho  altra 
cosa,  che  io  abbia  mai  avuto.  (Cj 

*  SUCCESSO.  Add.  da  .'succederei 
Succeduto.  Segr.  Fior.  /V.  18.  E  a  quel- 
lo che  ha  meglio  saputo  usare  la  ^olpeè 
meglio  successo.  (C) 

t  SUCCESSORE.  I  erlfal.  majtc.  Che, 
o  Chi  succede.  Lai.  siiccessor.  Gr.  Ìiol- 
Soyò:.  Petr.  .lon.  23.  Il  succcssor  di  Car- 
lo,  che  la  chioma  Colla  corona  del  suo 
antico  adorna,  pant.  Inf.  2.  V*  siede  il 
succcssor  del  maggior  Piero.  E  /'ar.  27. 
Non  fu  nostra  inlenzion,  eh'  a  destra  mano 
De'  nostri  succcssor  parte  sedesse.  Borgh. 
ì  e.u  .  l'ior.  417-  Si  dicono  lutto  il  gior- 
no successori  (li  san  Pietro  tutti  1  romani 
Pontefici,  e  non  solamenle  Lino. 

§.  Per  Prede.  Lai.  hares.  Gr,  vltipo- 
vo'uoz  .  Bocc.  /ntr.  27.  Quante  famose 
ricchezze  si  videro  senta  succcssor  debito 
rimanere  1  *  Guìcc.  Stor.  3.  52.  Aveva 
ec.  condotto  di  nuovo  Carlo  Bastione  ec. 
co'  figliuoli  ec.  successori  deUa  graudeua 
paterna.  (/.) 

SUCCHIAMENTO.  Succiamenlo.  Lai. 
surtus.  Gr.  juy!:f]5i;.  But.  Purg.  14.  1. 
I>.d  quale  ax  iugamrnlo  che  fa  Io  cielo 
iteli'  acqua  marina  ,  cioè  dal  quale  suc- 
chiamento hanno  li  fiumi  ce.  ciò  che  va 
con  loro. 

SUCCHIARE.  Bucar  col imcchie/lo.  Lat. 
tert'hriire  .  Gr.  T^wTÓt»  •  Pat/oii.  Ott.  8, 
Se  l'aliterò  non  fa  allegro  il  suo  frutto  , 
succhisi  infiao  al  midollo  .  e  iiirttaTÌsi  a 
stretto  una  cavi|elia  d'ulivo  sahalico.  Cr, 
5.  8.  5.  Alriiiii  del  mese  di  Febbraio  suc- 
chiano il  pedale  dall.1  parte  di  sotto  con 
pertugio  torto  in  m<»lo,  che  non  trapasj.i. 
/■.II.  28.  3.  .Se  l'arbore  fa  frulli  vermi- 
nosi, succhisi  il  tronco  sopra  le  radici ,  e 
nel  foro  si  metta  conio  dì  quercia.  ^  Sal- 
vin.  /•'neid,  lih.  2-  K  succhiare,  E  lenlare 
del  venire  le  latebre.  (F) 

SUCCHIARE.  SuceiatT.  Lat.  sngere , 
e.rsugrrr.  Gr.  Sr/a^liv  ,  ^uXcìv.  *  But. 
l'urg.  n).  Li  volgari  dicono  che  le  stre- 
ghe sono  femmine  che  si  trasn>ulano  in 
li>rma  d'  animali  ,  e  succhiano  lo  sangue 
ai  fanciulli.  CT;  Sagg.  not.  e.tp.2(Xt.  Sur- 
ehiandosi  in  quello  scambio  lanla  acqua . 
Bed.    J'ip.    I    3l.  Anlicameole   si    erano 


S  V  e 


sue 


sue 


1437 


nomini  che  piwolali  facevano  il  mestiere 
di  lucchiare  le  altossiratc  morsure. 

+  ?  E/ìg<iral,<nl.  Frane,  /'«ri'.  27O. 
l5  Che  UQ  sol  u.im  U  potru  Succhiare. 
*  Sfgnrr.  Prr,l.  l3.  6.  Per  lasciar  ricca 
dolo  DOD  dubilasli  «li  succhiare  il  sangue 
de'  poveri,  ec.  f  jV; 

StCCUlF.LLAME^TO.  Il  mcchitlla- 
rr.  Fi^.Iìuon.  I.  2.  4.  E  'llor»'»S=- 
rao  dedito  a-  succhielli.  Succhiellando  so- 
verchio  ,  si  disperde  Ne"  suoi  succhiella- 
menti (qi'i  fiftumtam.). 

SUtXHIELLARE  .    Forart    ni    sue 

**"""  ■  ,^         .     »    f, 

8  1.  Per  mela/.  Buon.  fier.  1.  2-  !)• 
E  •!  loro  ingegno  dedito  a"  succhielli.  Sue- 
chidlando  soverchio,  si  disperde  ^e  suo. 
succliiellamen.i  .Et,.!.  «2.  P"o  6a  d. 
meslur  ec.  Appuntar  l.en  gli  orecchi  A 
succhiellar  per  lutto.  K  Tane.  5.  j .  Oli 
occhi  suoi  mi  succhiellano  e  m.  buche- 
rano .  .  ,.  j  / 
§.  II.  Sueehiellar  le  earte,  si  dice  del 
Guardarle  sfisHandole,  o  tirandole  su  a 
poco  a  poco.  *  Hahin.  Fier.  Buon.  1.  2. 
4.  Succhiellar  le  carie  nel  giuoco  ,  e  tl- 
rarh)  su  a  poco  a  poco  ,  come  fa  della 
rota ,  che  leva  a  poco  a  poco  U  succhiel- 

■f  §  111.  F.  fipiratam.  Malm.  7.  4^- 
In  quanto  a  lui"  gli  p"  'he  la  succhieUi, 
Per   terminare  il  giuoco  a"  paBerelli. 

SUCCUIELLETTO.  Pim.  di  Succhiel- 
lo. Lat.  tcreMlum.  Ci.  Tf  u-avsv.  Benv. 
Celi.  Ore/  Il 8.  Facciasi  poi  con  un  suc- 
chiellctlo  grosso  il  Imco. 

SUCCHIF.LLl.NAIO  .  Colui  ehe  fa,  o 
vende  i  sueehielli.  Lat.  lerebrarum  faher , 
vendilor.  Cani.  Carn.  2;5.  ("(•  Canto  de 
sncchiellinai . 

•f  *  SUlCHlELLINARE.  Succhiella- 
re I  arch.  .Mor.  l5.  690.  Mise  mano  a 
un  coltello  eh'  egli  aveva  per  sorte  con 
esso  seco ,  e  6ccatolo  nella  gola  al  Duca . 
andò  tanto  succliicUinando,  che  lo  scanno 
(cioè,  adoprò  il  ferro  a  guisa  che  si  fa  del 
succhiello  )    (J) 

SUCCHIELLINO  .  Piccai  succhiello  . 
Lat.  UreMlum.  Gr.  t.oj-»v5v.  Cant.  Cam. 
2-5.  Chi  vuol  da  noi  comprar  de  suc- 
chicUini,  ^oi  vendiam,  donne  .  1"  un  po- 
chi quattrini:  Noi  n'  al.l.iam  di  più  sorti  e 
piii  ragioni.  E  tulli  sodi  son,  diritli  e  buo- 
ni ;  Che  molli  vecchi  e  già  duri  panconi 
Halino  bucalo  i  nostri  succhicllini. 

SUCCHIELLO.  />"".  di  .•iucchio.  Lai. 
lerehra  ,  terebellum  .  Gr.  TfjV^tvov  .  te- 
=E-pov  .  Cr.  2.  23.  33.  Fori  la  pertica  , 
ovvero  bastoncello  verde  de' delli  legni, 
con  sottile  e  aguto  succhiello,  lor.  Med. 
Piene.  3.  Ed  in  quel  meizo  ha  il  naso 
unto  bello  .  Che  par  proprio  bucato  col 
succhiello.  Cor.  Matt.  2.  E  gii  1  Uccel- 
latolo e  A  sinaia  In  soccorso  gli  mandano 
i    succhielli. 

SUCCHIO.  Strumento  di  ferro  da  bu- 
care, fatto  a  file,  appuntato  dall'  un  de' 
capi,  e  dall'  altro  ha  un  manico  per  lo 
più  di  le^no.  Lat.  lerehra.  Gr.  TESJTfJOv. 
Pallad.  Mar:.  «O-  Hicoperto  il  tronco, 
conviensi  forare  V  ulivo  sterile  col  succhio. 
Pani.  Inf.  27  La  dove  soglion ,  fan  de' 
denti  succhio  (  qui  per  similit.  ).  Morg. 
18  l33.  E  succhi  d'ogni  falla,  e  gri- 
maldelli. Frane.  Sacch.  nof.  192.  Fece 
un  foro  con  un  succhio  in  quel  muro. 

SUCCHIO,  e  SUCCO.  Sii^o,  Umore  j 
ed  è  proprio  delle  piante,  te  quali  per 
ifirtù  di  quello  cominciano  a  muovere  , 
generando  le  fo^ie  e  i fiori.  Lat.  .lucciis.  Gr. 
Yuaoi.  Day.  Colt.  194.  Dove  passa- 
lo Gennaio  ec.  ,  escono  dalle  barbe  il  ca- 
lore e  l'umore,  gralissirao  succhio  degli 
alberi  che  se  ne  impregnano. 

•+  g.  I.  Onde  ìsser  in  succhio,  dicia. 
mo  degli  alberi,  o  delle  piante,  quando  l' 


umore  viene  alla  corteccia,  e  rendela  age- 
vole air  essere  slaccata  dal  legno.  Lat. 
inlumescere,  tumere.  Gr.  Of/àv.  Bui. 
Burg  25  1  Quando  la  vite  e  in  succhio  , 
punta  o  Ugliata  gocciola  ;  e  anco  per  se 
medesima,  quando  a  hae  troppo.  Burch 
2.  A6.  Kel  tempo  eh'  era  in  succhio  .1 
mellonaio.  Pav.  Colt.  172.  Spicca  le  labbra 
della  buccia  dall'osso,  che  essendo  in  suc- 
chio sarà  agevole.  Tac.  Pav.  Slor  4,  303. 
Hanno  di  più  palmeti  alti  e  vaghi  e  1  bai- 
samo  piccolo  arbore,  del  quale,  venuto  m 
succhio,  se  intacchi  un  ramo  con  lerro  , 
le  vene  ghiacciano  ;  con  isvena  d  un  sas- 
so, o  coccio,  versano  liquore  medicinale. 

§.  II.  Bssere  in  succhio,  o  simili,  fi- 
euralamente  e  in  modo  ha.iSO,  vale  Esse- 
Ve  in  concupiscenza.  Lit.  libidine  Jahora- 
re.  Gr.  «ofMiBia:;!»,  oaTUfoistv.  J  a- 
t„n:  5.  lo  son  già  nlornalo  mezzo  m  suc- 
chio, lor.  Mcd.  canz.  28.  5.  Poco  andò  il 
garaone  attorno.  Che  fu  ritornato  m  sue- 
chio.  .  , 

«  §  III.  Mettere  uno  in  succhio,  vale 
Fargli  venir  gran  voglia.  Il  Vocabolario 
alla    V.  FILÒ,  §.  XXIX.  iCì 

g  IV.  Succhio,  i"  anche  r  Umore  che 
si  trae  dall'  erbe,  da' frutti,  e  da  altre 
cose  .^premute.  Tes.  Bov.  V.  S.  35.  Da- 
gli a  bere  lo  succo  dell'  erba  cresciuta  per 
mezzo  d'una  pietra  forata.  Bui.  Inf.  32. 
I.  Come  lo  succhio  esce  della  cosa  umida 
e  premuta,  così   ec. 

SUCCIABEONE.  Voce  bassa.  Gran 
bevitore.  Buon.  Fier.  I.  3.  IO.  Tutte  le 
bolli  Andavano  in  un  di  a  g.imbe  levale 
In  preda  a  quei  moscioni,  In  preda  a  quei 
briccon,'  succiabeoni. 

*  SUCCIAMALATl.  Foce  bas!:a  che 
si  dice  in  dispi-egìo  a  persona  che  ha  qual- 
che mestiere,  co'n  cui  ricava  utile  dagli 
ammalati.  Buon.  Fier.  ty  2.  5.  Anche 
tu,  scroccatore  ,  spulcialelli  ;  Anche  tu. 
leslrigon,  succiamalali,  ec.  ,  Piattolon  da 
sepolcri,  esci  al  sereno.  (') 

SUCC 1 A  M  E  LE.^pecie  d'erba  detta  altri- 
menti Orobanche.  Lat.  oivbanche.  Gr.  0- 
po^xy/,t>.  Belline,  son.  253.  Stu  mangi 
assenzio,  o  vendi  succiameli. 

SUCCIA>IE-^TO.  Il  succiare.  Lat.  sii- 
ctus.  Gr. /<;:»;ii"  i"'-  Succia  tirando  a 
si;,  del  quale  succiamento  hanno  li  fiumi 
lu'lU,  non  pur  l'  Arno.  Bed.  1  ip.  1-  3l. 
Ancorché  dica  Eliano  che  a  quel  tale,  a- 
vanUchè  spirasse,  gli  marcirono  e  le  gen- 
give e  la  bocca,  con  tulio  ciò  questo  non 
è  argumenlo  suIBciente  per  provare  che 
fosse  effetlo  del  succiamenlo.  E  3'].  Fin- 
gendo ec.  la  medicina  del  veleno  per  lo 
succiamento  de"  loro  parli  latlanli. 

SUCCIASTE.  Che  succia.  LA.sugens, 
exsusens.  Gr.  ir;)a'iwv,  /ij^uv.  Cr.  6. 
1.  8.  Perchi?  son  dure,  non  succiami  gli 
umor  de'  luoghi .  imperò  non  tanto  ,  quan- 
to le  piante  ,  acquistano  proprietà  de  luo- 
ghi. .    , 

SUCCIARE.  Attrarre  a  se  I  umore 
e  '1  sugo.  Lai.  sugere  ,  exsugere.  Gr. 
S.iia^E.v.^JJj.'-'-  P-"'"'-  Ol'obr.  2.  Per 
la  sua  malizia  non  si  semina ,  perocché 
tutta  la  virtù  della  terra  si  succia.  Cr. 
Q  q8.  4  ^el!a  quale  aggiungono  lana 
pura,  la  quale  succiano  alcun  tempo,  ac 
ciocchi!  di  troppo  bere  non  s'  empiano. 
Bed  leu.  2.  172.  Chi  vorrà  negare  che 
gli  animali  nel!'  utero  della  madre  non 
si  nutriscano  per  bocca  7  Io  per  me  cre- 
do che  i  cignali  non  solo  possano  larlo, 
e  che  non  solo  possano  colà  dentro  Slic- 
eiare  la  pappa  smaltita,  ma  sto  per  dire 
che  potessero  masticare   e  rodere  checche 

"  §.  I.  Per  metaf.  Dant.  Inf.  19.  Chi  i 
colui.  Maestro,  che  si  cruccia  ec. ,  Diss 
io  ,  e  cui  più  rossa  fiamma  succia  7  Bui. 
ii'i.  .-   Cui   più  rossa  fiamma  succia,  cioè  I 


che  li  piedi  suoi  erano  arsi  da  più  rossa 
fiamma.  /?..«/..  Fier.  3.  I.  9;  J"'""'" 
Da  un  sommo  conlento.  Succio  Uà  me 
il  mio  gusto,   e  tra  medico    ec. 

§.  II.  i'nccirire,  e  Succiarsi  checches- 
sia, si  dice  per  .,imilit.  dell'  Appropriar- 
sene /•  i<(i/e  e  l'  avvantaggio.  Lai.  de- 
vorare.  Gr.  ««Tayaysiv.  *  Din.  Comp.  2. 
46.  O  voi  popolani,  che  desideravate  gli 
ulficii,  e  succiavate  gli  onori,  e  occupava- 
te i  palagi  de'  Rettori,  ove  fu  la  vostra  dife- 
sa? (  Vi  Farcii.  Star.  l5.  600.  Egli  con  pochi 
altri  a  governare,  e  popparsi ,  come  si  u- 
sava    di    dire,   e   succiarsi    lo   Stato.    Car. 


leu.    1.     Jl4-  Dicono    che   si    succeranno 
quella   Francia   come   un  uovo. 

#  g.  III.  .SHfcirtr  su  una  cosa  ad  uno  , 
vale  1  oglierglielit.  Cavargliela  di  sotto  con 
bel  modo  e  aslutnmcnte.  Leop.  rim.  8. 
Con  questo  inganno  al  corbo  pastricciano 
La  golpe  aslula  succiò  su  quel  cacio.  (C) 
K^  ^^.  IV.  Succiarsi  su  una  cosa,  vate 
Crederla  troppo  corrivamente.  Tenerla  per 
certa  senza  esaminarla  più  che  tanto. 
Beltin.  Pi.ic.  I.  l52  Io  che  sono  slato 
sempre  dolce  quanto  i  lupini  giulebbati 
con  r  acqua  forte,  me  la  son  succiata  su 
anch'  io  come  gli  altri,  come  bere  un  uo- 
vo. (C) 

§.  V.  Succiare,  è  anche  quel  Tirare  che  si 
fa  del  fiato  a  se,  ristrignendosi  in  si  stesso 
quando  opercolpo  0  per  altro  si  sente  grave 
dolore.  Lat.  in^rmi.tcere.  Gr.  -;:ii5TSyEtV. 
Morg.  7.  42.  Talché  Morgante  di  molte 
uova  succia  Per  le  ferite,  e  com'  orso  si 
cruccia.  CirifT.  Calv.  3.  gS.  E  pel  colpo 
che  ha  avuto  Col  baston  nella  man,  quel- 
la si  succia  ,  Dicendo  1'  orazion  della 
bertuccia.  Buon.  Fier.  2.  5.  7.  Duri  e 
tardi  si  rizzano  succiando.  Maledicendo  il 
caso  e  1  negromante.  £  5.  I.  3.  Succia, 
libaldone.  Cant.  Carn.  7.  Scontorcesi , 
e  fa  viso  di  bertuccia.  Che  1  suo  ne  va, 
straluna   gli  occhi  ,  e  succia. 

g.  VI.  Succiar  checchessia,  vale  Sog- 
giacervi ,  Sopportarlo,  benché  contro  vo- 
glia j  lolla  la  figura  da  cerio  atto  che 
naturalmente  si  fa  allora  che  offesa  di 
subito  la  mano  ,  si  accosta  alla  bocca  , 
quasi  per  mitigarne  col  succiamento  il 
dolore.  Malm.^Q.  54-  La  donna,  benché 
sentasi  far  male  ,  Senza  alterarsi,  in  burla 
se   la   succia. 

*  SUCCIATA.  L'  attraimento  che  si 
fa  d'  un  umore,  o  d'  altro  succiandolo  . 
Ilari.  Tens.  38.  Quanto  d'  aria  a  ogni 
succiata  si  veniva  estraendo  ec  ,  tanto 
r  argento  vivo  del  cannello  veniva  giù 
discendendo.   (BrJ 

SUCCIATO.    Add.    da    Succiare. 
■j-     SUCCIATORE.  /  erbai,    masc.  Che 
0   Chi    succia.   Buon.    Fier.  5.  4.   5.  Suc- 
cialor   delle   vene  Dell'  altrui  facoltà. 

•f  *  SUCCI  ATRICE.  ;  erbai,  fem.  di 
Succìatore.  Salvia.  Fier.  Buon^ 5.  t,.  5. 
Succialor  delle  vene  ec.  Mignatta  ,^  detta 
dal  calore,  quasi  Lat.  mini.i(u/n  ,  |3òi'ila, 
cioè  succiatrice.    (A) 

SUCCIDERE,?  SOCCIDERE  Taglia- 
re dalla  parte  di  sotto.  Lat._  succidere  , 
subsecare.  Gr.  Jno/OTiTSiv,  uT«T£'itv£i'<. 
J'allad.  Marz.  3.  Se  rinascono  le  felci, 
soccidilc  colla  falce.  *  Salvia.  Geor.  lib. 
I.  Ma  Cerer  rosseggiante  al  fitto  caldo 
Suecidesi   (Fj 

g.  Per  metaf.  Albert.  2.  12.  La  cu- 
pidità in  lutti  li  fatti  é  da  rimuovere  e 
da  fuggire,  e  con  fuoco  e  con  Icrro  da 
succidere.  *  S.  Bern.  Serm.  mis.  l5. 
Acciocché  ce.  il  signore  adiralo  non  co- 
mandi che  tu  sia  successo  (il  lesto  ha 
succidi,  quasi   dica    ti  sia    tagliato   tifilo 

"llcCIGSERE,  e  SUCCINGERE.  Le- 
gare  sotto  la  cintura  i  vestimenti  lunghi 
per  tenergli  alti  da  terra.  Lat.  succmge- 


1438 


sue 


re.  Mor.  S.  Creg.  21.  2.  Il  succingere 
i  luml>i  della  rame  si  è  rifreDare  la  lus- 
suria  dairaffetlu  suo  brutto;  ma  succin- 
gere i  lomlii  (Iella  mente  si  è  rifreaarla  da 
quei  cattivi  pensieri  ((lui  fieuratmn.j. 
'é  Chiaf'r.  riin.  pari.  3.  pag.  207.  f  l'en. 
1730).  A  que&ti  delti  dalle  man  di  Pietro 
Caddero  i  ft-Tri,  e  T  Angelo  soggiunse: 
Succin;^!  rattamente  il  fianco,  e  vesti  L' 
ignude  piante,  ec.  ilìj 

*?  g.  /C  Jipiirtit.  IHspor.ii  a  fare  una 
cosa,  flovc.  Fihstrat.  Sempre  son  succin- 
to A  far  non  sol  per  te  ciò  che  conviene; 
Ma  ogni  cosa  senza  esser  sospinto  O  da 
furia   "  da  priego.   (C/ 

*  SUCCINEKICCIO.  j4dJ.  Colto  sono 
la  cenere.  Filìr.  Jìtni.  pa^.  ^66.  fCanz. 
Sullo  ec.)  Sorgi,  (ad  Llia  fu  dello)  Sorgi 
e  di  questo  eletto  Succiijericcio  Pane  Pren- 
di su  su,  che  a  te  gran  via  rimane.  (SS) 

*  SUCCINGERE.  Fed.  SUCCIO.NE- 
RE.  (Bj 

SUtXI.XTAMEXTE.  .'U'ferb.  Con  bre- 
vità, Compi'ndiOiameiite.  Lai.  hre^'tter, 
succi/tele.  Mor-  S.  Greg;.  Co>i  più  succin- 
tamente dìi  diletto  a  quegli  vigilanti  ,  i 
quali,  quando  dormivano,  il  gallo  gli  sveg- 
ghió.  Morf^.  27.  20t)-  E  ragionaron  pur  suc- 
cintamcnU-  Della  battaglia,  e  d'ogni  loro 
efFcllo.  fir.  Hai'.  iSg.  Io  te  la  narrerò  più 
succintamente  che  io  potrò. 

t  ^  SUCCINTEZZA.  Qualità  di  ciò 
che  è  succinto,  breve  ^  e  dicesi  del  par- 
lare e  dello  scrii-ere.  fìelltn.  Disc.  2.  288. 
Spiegato  in  una  stringatissima  succintezza 
congiunta  con  una  limpidissima  intelligibi- 
lità,   (^fin) 

•f  *  SUCCINTISSIMAMENTE.  Su- 
peri, di  Sncciittamcntc.  Bald.n.  Vit.  Beni, 
pag.  3.  Quanlunqur  egli  1(7  Gli'-  Hernini) 
sia  viva  storia  a  se  slesso  oc  egli  si  vuol 
ncndimcno  ee.  ridirne  a'  posteri  alcuna  co- 
sa :  il  fbe  io  imprendo  a  fare  succiniissi- 
mamcnte,  uon  tanto  per  acquistar  fama^ 
ec.  (A) 

*  SUCCINTO.  Sitst, Compendio,  Sunto» 
Jiistrelto.  Pros.  Fior.  Pari.  i.  voi.  Z. Or. 
5.  pag.  L'io.  Perchè  del  loro  contenuto 
(delle  composizioni)  baviera  un  breve  suc- 
cinto ,  per  ridurlevi  alla  memoria.  (NS) 

SUCCINTO.  Àdd.  da  Succingere;  Cinto 
di  sotto.  Dani.  inf.  3l.  Ma  ci  tenca  suc- 
cinto Dinanzi  1'  altro,  e  dietro  il  braccio 
destro. 

§.  I.  Per  Corto,  0  Che  ha  la  veste 
corta  j  o  alzata  per  accorciarla.  Lai.  suc- 
cinctus,  adductus,  hrevis.  Gr.  j3okj(j;. 
^r.  Fi*r.  27.  52.  In  abito  succinto  era 
Marfisa,  Qual  si  conviene  a  donna  ed  a 
guerriera.  Alam.  To//.  2- 3'(.  Vien  tosto, 
vieni  a  nui  succinta  e  snella    Bern.     Ori. 

1.  8.  l5.  Serviano  a  lutto  pasto  ijuelle 
diinne  Succinte  a  mezza  gamba  in  bian- 
che  gonne. 

§.  II.  Succinto,  agf'iunto  a  Parlare  o 
a  Scrivere,  vale  Breve ,  Compendioso. 
Lat.  compe/idiorius,  hrevis  ,  succinctus. 
<ir.  ffyvTOUS».  Ar.  sat.  1.  Egli  disse  in 
parlar  breve  e  succinto  Chi  egli  era  ,  e 
che  venia  per  render  merlo  Dell'averli» 
si  bel  sempre  dipinto.  Salvia,  pros.   Tose. 

2.  107.  Giovami  di  farne  qui  come  in 
soprassalto  ec.  una  succinta  dìfensione  , 
"  "P'd"gia. 

S  U  ce  IO.  //  .iHCciarv,  Sticciamen  fo. 
Sorso.  Lat.  .luetus.  Gr.  ii-J^rf7ii.  Lih.  .ton. 
83.  Sol  Monsignor  ini  st  bere'  in  un  suc- 
cio. 

g.  ].  Succio,  dicesi  ancora  Quel  .rnngue 
che  viene  in  pelle,  e  ros.teggia  af;nistì  di  ro- 
saj  tiratovi  da  bacio,  o  sumle.  Lat.  .uictus. 
Gr.  /jLj^r]4i;. 

g.  II.  In  un  .cuccio,  posto  avverbialm.t 
vate  h\  un  attimo.  Lai.  in  ictu  ocuU.  n- 
ti'a  unius  verbi  moram.  Gr.  cv  <x.*xpiì. 
Morg    24.  ioa.  .Ma  rilurQalu  Tcrigi  in  un 


sue 

succio  Cui  torchio,  ognun  s*  allargavj  da- 
vaoli. 

3  SUCCIOLA.  Castagna  cotta  nell'oc- 
qua  colla  sua  scorza.  Lib.  son.  l3-^.  Fam- 
mel  bruciala,  eh'  io  nun  vo'  più  succiola. 
Morg.  23.  34.  Per  dare  al  Saracino  altro 
che  succiole.  Ciriff.  Cnlv.  1 .  35.  E  scuo- 
pre  i  bussoletti  e  la  mandragola,  E  spac- 
cia per  un  dattero  una  succiola  :  Pensa 
lu  la  corbezzola  per  fragola. 

iS  §.  I.  Andarsene  in  broda  di  succiole  , 
vale  Godere  assai  di  citerchessin.  Aver- 
ne pnrticolar  compi.icema;  modo  basso. 
«  Buon.  Tane.  5.  7.  Mi  struggo,  e  me 
ne  vo  in  broda  di  succiole  ».  ((■/ 

§.  II.  Uomo  da  succiole  o  simili,  si  dice 
in  modo  basso  di  Persona  ignorante,  de- 
bole, o  di  poca  stima.  Ma/m.  9.60.  Get- 
ta nel  muso  al  medico  da  succiole  L'  un- 
guento che  le  fa  veder  le  lucciole. 

SUCCISO,  ./dd.  da  Succidere.  ì  irg. 
Kneid.  M.  Siccome  il  porporino  fiore  , 
succido  dall'  aratro,  morendo  latiguisce. 
Dant.  rim.  [\^.  E  'n  sulla  nun  si  posa. 
Come  succisa  rosa.  Fiamm.  1.  3l.  E 
qual  succisa  rosa  negli  aperti  campi  fra 
le  verdi  frondi  sentendo  i  solari  rag^i  , 
rade  perdendo  il  suo  colore;  colai  semi- 
viva caddi     nelle  braccia   della  mia  serva- 

*  SUCCLAVIO. e  SUBCLAVIO.  AtUl. 
pre.to  talora  sustantivamente.  Che  è  sotto 
la  clavicola;  ed  è  termine  degli  Anato- 
mici. Bed.  Cons.  2.  78.  Il  sangue  ricc- 
ventlo  nelle  succlavie  un  sugo  uniforme  , 
si  andrà  ancor  esso  riducendo,  e  rimette- 
rà i  suoi  minimi  com|ionenlì  in  miglior 
tuono. {').Vegni'r,  Inired.  |.  7.6.  Vi  diranno 
come  ivi  il  chilo  ec.  per  lie  poc'  anzi  sco- 
pertesi alLi  vena  succlavia  sioislra  arrivi 
misto  filialmente  col  sangue  ,  mediante  la 
Vena  cava,  al  ventriglio  destro  del  cuo- 
re. (C)  Jmperf.  Anat.  lOO.  I  muscoli  del 
torace  propriamente  souo  sci  per  lato  po- 
sti sopra  gli  intercostali,  e  nascono  nel  to- 
race, due  dalla  parte  dinanzi^  che  sono  d 
muscolo  subclavio  ce.  F  appresso  :  Il 
muscolo  subclavio  ,  così  chiamato  perchè 
è  sotto  la  clavicola  ,  empie  lo  spazio,  che 
è  tra  la  clavicola  e  la  prima  costola.  E  278.  Il 
tronco  della  vena  cava  si  divide  alle  clavicole 
nun  in  quattro  rami,  ma  in  due  solamente 
dall'  uno  e  dall'  altro  lato,  i  qujli  rami  sub- 
clavi,  e  da  molti    assillari  si  dicono.  (Fj 

SUCCO.    Fcd.  SUCCHIO. 

•f  «  SUCCON  riNUATIVO.//(/rf.  y///o  rt 
prestare  succes.uva  continuazione.  Udcu. 
I\'is.  3.  26.  Dobbiamo  avvertire  di  ordi- 
narla (  la  favola  drammatica)  in  una  l'or- 
ma di  cose  tanto  ben  collcgate  e  succon- 
linualivc,  che  quivi  dove  sono  collocate  , 
iia  il  proprio   e  opportuno  luogo  loro.  (A) 

SUCCOSO.  Add.  Sugoso.  Lat.  succi 
plenus.  Gr.  ^fuittofl^.  Segner.  Maun.  .-tpr. 
22.  1 .  Contiene  in  se ,  come  iu  succoso 
compendio,  tutte  quelle  ragioni  che  han- 
no fona  di  reoilerci  più  conformi  al  vo- 
lere divino.  F  Giugn.  18  6.  Sono  aride, 
sono  arsiccc,  non  v'  è  tra  loro  una  stilla 
d'  umor  succoso  che  possa  fare  ni  fuoco 
una  minima  resistenza. 

StCCU.MBEKE.  /'.  L.  Soggiacere.  Lat. 
succumbere.  Gr.  u:T9xr«S'ja.  Sa/vin.  Pi- 
.w.  I.  XOO-  Non  succumbc  alle  miserie, 
ma  le  calca  nel    cuore  ,  e  le    sopraranza. 

*  §.  Per  /testar  i>erdenle  tiuicc.  Av- 
veri. (>7.  Sempre  che  pensi  venire  iu  con- 
correnza o  coinpar-iiionc  di  chi  o  più  pò- 
lente  *t  risprtialo,  più  suciumlic  d  più  de- 
bole non  ostante  che  la  ragione  o  V  one- 
stà, o  lu  gratitudine  ,  voloMe  il  cuotra- 
no.  (C) 

*  SUCCUHSALE.  Term. degli  Fnleua 
stici.    Chicta  la  quale  serve  in  vece  d'una 

l'arrocchia   che  è  troppo  di-rcotta.   (A) 

*  SUCCUTANEO.y*(/rf.  Termine  dcg'i  A- 
natomtcì.  Che  è  posto  sotto  la  cult.  Ìm/Kif 


sue 

Anat.  285.  Il  TAtjnt  (  della  vena  basilica) 
succutanco  al  tubercolo  interno  del  brac- 
cio, cioè  al  f;onfianienio  interno  del  gomi- 
to, ù  divide  in  ramo  anteriore  e  poste- 
riore. (F) 

SUeiDISSIMa  Superlat.  di  Suddo.Lai 
fa^dissimus,  .torttidissimus.  Gr.  puTia- 
poi-zoLTOi.  Frane.  Sacch.  nov.  98.  Peroc- 
ché quella  cappellina  era  sucidissima. 

•f  SUCIDO,  e  SUDICIO.  Add.  Im- 
brattato, Sporco.  Lai.  succidus,  sordidus, 
fadus,  immundits.  Gr.  ^'wTatpj^.  Dant. 
Inf.  8.  Ed  egli  3  me  :  su  per  le  suridc 
onde  Già  scorger  puoi  quello  che  s'  appet- 
ta. Se  *1  fummo  nel  pantan  nul  li  oa- 
scondc.  Amet.  6  Cacciatisi  dal  viso  i  sa* 
cidi  sudori  con  la  rozza  mano,  l'arida 
bocca  rinfresco  con  1*  umide  Crondi  delle 
verdi  piante.  Lab.  2^8.  Immagina  queste 
mie  parole  cosi  sucide,  e  così  stomacose 
a  udire,  essere  quel  beveraggio  amaro 
(  cioif,  disoneste,  e  che  rappresentano  brut- 
ture e  sporcizie  ) .  Car.  lett.  I.  21.  Si  mi- 
se a  negoziare  una  tregua  tra  la  sudicia 
e  lui  (  qui  dello  di  femmina  vile  e  diso- 
nesta ).  *  Bern.  rim.  i.  io5.  Non  credo 
che  si  trovi  al  mondo  fante  Più  orrida  , 
più  sudicia  e  squarquoia.  Meaz.  sai.  7. 
Ma  pur  son  gentiluomo,  e  porto  al  brac- 
cio Un  bel  maniglio  d*  oro  ;  e  tutto  il 
giorno  A  un  sudicio  lacchè  do  qualche 
impaccio.  (Bj 

g.  1.  .'Sudicio,  ogfii  più  comunemente  si 
dice  de* panni  lini,  e  opponst  a  Bianco; 
o  della  persona,  e  oppoasi  a  y'etto  e  Pu- 
lito, o  Che  fa  le  cose  nettamente  e  con 
pulizia.  Fir.  As.  |3:'>.  Pensa  da  per  te, 
come  quelle  puzzolenti  medicine  con  pan- 
ni sudici,  e  con  gì*  impiastri  fetenti  mi 
conciano  queste  mie  diltcale  mani.  Burch. 
2.  23.  Nel  letto  uvea  due  cam.cc  sucide. 
Ilicamate  di  macchie  di   cristei. 

g.  II.  Sudice  mazzate,  o  simili  ,  vaie 
Forti,  Sode,  e  Date  sc/iza  riguardo  e  di- 
screzione. Lat.  immanit.  Gr  /i.S'/a{,  9?o- 
Qpòi-  Ciriff".  Calv.  2.  .'Ì7.  E  ricevute  Da 
lui  avea  di  sudire  mazzate.  Buon.  Fier. 
4.  3.  7.  E  di  sudice  udimmo  andare  at- 
torno Mestolate,  e  intronar  gomiti  e  ooc- 
ca.  #  Bert.  iiiamp.  2l5.  Di  che  avevi 
paura?  delle  buste  ?  ad  ogni  modo  ooo  le 
potevi  scampare  ;  e  l*  avele  anche  tocche 
sudicie.  (Cj 

^  g.  111.  Lana  sudicia,  o  greggia  . 
Term.  rie' Lanaiuoli  ;  e  dicesì  (JueB»  che 
è  tale  quale  esce  dalle  Itestie  pccorme,  (A) 
^  g.  IV.  Sucido,  o  Sudicio.  Term.de' 
Piti,  Imbrattato,  Sporco.  (Quando  paHia  ■ 
mo  del  colore  delle  macchie  delle  pietre 
dure,  o  Simili  altre  cose,  per  simtiitiidiuM 
diciamo  Color  sucido,  o  sudicio ,  Un  co- 
lore qual  sia  più  o  men  chiaro ,  ima  af- 
fumicato, e  che  pende  al  nericcio  j  4  più 
propriamente.  Che  è  privo  di  quella  vi- 
vacità che  sogliono  avert'  tutti  i  cWon 
schietti,  ciascheduno  per  se  stesso.  Bai 
dm.    foc.    Dis.  (ti) 

SUeiDUME.  e   SUDICIUME.    Sporci- 
zia,   Loiiiura.  Lai.  sordes.  Gr.  av>]-  Dant. 
Purg.    1.    E   che   gli  laii  il   tuo,   Siccb' o- 
gni  sucidume  quindi  stinga.    Bocc.    g.  2. 
f.  3.   Usanza  e  delle  donne  di  lavarsi  la  te- 
sto, e    di  lor  via  ogni  |M>lvcrc,  ogni  suci- 
dume  .    /:'  nov.  60.    lu.  Scasa    riguardare 
ec.  a  un   suo  farsello  rotto  e    rappctuto  . 
e  intorno  al  cullo  e  sotto  le  diteUa  unat- 
tato  di  sucidiimr.    Buon.    Fier.   ^.    1.     Il 
Kran  d*  un  btdo  Circondali  indelebile  e  te- 
nace  Di  sudiciume  e  loto     Ma/m.  3     07. 
Piena  di  sudiciume  e  di  strambelli     Gran 
gente  mena  tpia  Palamidone- 
SUCO.    led.  SUGO. 
SUt.GSirA'.    ;>rf.  SUGOSITÀ. 
SUeO>0.    Fed.   SUGOSO. 
<t  SUD.    J'oce  olandese,  usata  da'  o»- 
t;ra^,  che  vale  MexzoiU.  t^uella  partt  dtl 


SUD 

mondo  che  è  opposta  al  Settenlrione.  j4c- 
cad.  Cr.  Mess.  Quella  verso  Ìl  Sui)  .  per 
1j  quale  cDlrarono  ^ì  Spagouoli ,  era  di 
olto  miglia,   (yl) 

SUDACCHIARE.    Dim.   di  Sudare. 

*  SUUAMIM.  Piccoli  iunioretti  che 
sogliono  nascet-e  nella  ente  ^  e  cagionare 
un  gran  prurito.  !-al.  piistula-j  *  sudami' 
na.  Gr.  i^pòìv.  Red.  Cons.  i.  280.  In 
oltre  se  ìl  mentovato  siero  sì  sparge  per 
\ì  cute  ,  nasroDo  quei  piccolissimi  tumo- 
retti  sudamini,  e  per  altro  nome  dal  vol- 
go chiamati  piHirelli.   (*) 

•f  *  SUDA^TE.  (he  è  molle  di  su- 
dore.  Che  suda.  S.  .ff;ost.  C  D.  6.  2^. 
La  onesta  matroua  coronava  ec.  y  stando 
a  vedere  tutta  la  moltitudine,  ove  era  pre- 
sente il  marito  rosso  e  sudante,  ce.  Car- 
En.  12.  566.  Di  nemici  Miscral)il  ruina 
e  strage  e  strazio  Or  ron  1"  armi  facendo, 
or  ro*  deslrìeri  ,  Che  sudanti ,  funtanli  e 
polverosi  ec.  Sah'tn.  lliad.  8-  733.  Stac- 
<\ir  dal  giogo  i  lor  cavai  sudanti,  E  col- 
le briglie  gli  Icgaro  appresso  I  suoi  coc- 
chi riascuDo.  (A) 

*t  *  §-  Sudante,  per  Che  costa  sudo- 
re^ Che  affatica,  fìcee,  Am.  Vis.  26.  Il 
drago  ancora  con  sudanti  pene  ,  Che  ec. 
fu   morto  da  tene.  (A) 

*  SUDAWTI.SSIMO.  Superiate  jlffati- 
eantìssimo.  Faticosissimo.  Salvin.  Vros. 
Tose.  I.  i<^5.  Appunto  ha  voluto  la  sorte 
che  alihiaao  incontrato  me  ec.  a  casa  uno 
di  questi  generosissimi  e  sudantissimi 
provveditori.   (*) 

5  SUOAKE.  JS'eutr.  Mandar  fuora  ti 
sudore.  Lat.  sudata ,  sudorem  emittere. 
Gr.  iopoZv.  Petr.  son.  33.  Sospira  e  su- 
da all'opera  Vulcano.  Hocc.  nov.  80.  10. 
Quivi,  poiché  di  sudare  furon  restati,  dal- 
le schiave  fuori  di  que'  Icozuoli  tratti,  ri- 
masono  ignudi  negli  altri. 

*  §.  1.  Sudare  i  capelli  ad  uno,  dice- 
si ad  aceennare  che  uno  dura  ^rave  fa- 
fica,  a  Bern.  Ori.  i.  ^.  3o-  Al  re  Gian- 
donio  sud.tDO  i  cai  elli  "  ■   f^') 

§.  II.  far  sudare  alcuno  senza  ai'er 
caldo  ,  Jiguratam.  \-ate  /fargli  da  fare  , 
Travagliarlo.  Lem.  Ori.  i.  [\.  84-  Won 
gli  parrà,  come  gli  altri,  Rinaldo,  E  lo  fa- 
rà sudar  senza  aver  caldo. 

§.  III.  Sudare,  -i  dice,  anche  del  Man- 
dar fuora  (fualiinque  umore.  Lat  sudare, 
exsudare.  Gr  icpo-jv.  Tes.  Br.  3.  7.  E 
se  ^1  vasello  suda  dentro,  o  tu  vi  truovi 
ghiotti  d'  acqua,  non  dottare  ,  che  quivi 
avrai  huono  pozzo.  Tìurch.  \.^\.  E  quan- 
do un  u»»vo  suda.  To' di  quell'acqua,  e 
fregatela  agli  occhi. 

*  §.  IV.  E  in  signifiC.  att.  "  Cuar.  Fa- 
st. Jìd.  5.  2.  Suda  sangue  la  Dea,  hema 
la  terra-  .  tC)  Toc.  /'av.  Cerm.  385.  In 
levante  sono  arbori  che  sudano  incensi  e 
balsamo.  '  TCj 

^  §•  V.  Sudare  una,o  più  camicie  ec. 
vale  Faticare  as.tai.  tìern.  rim.  I.  5. 
Pure  a  coprirlo  tutto  due  famigli  Suda- 
ron  tre  camiscie  ed  un  farsetto.  (V) 

t  SUDAIUO.  V.  L.  Sciugatoio.  Lai. 
sudarium.  Gr.  souoa^tov.  fa.is.  28.  Per 
le  multe  lagrime  che  piangendo  gittava  , 
portava  uno  sudario  in  seno,  col  quale  le 
rasciugava.  Hfed.  Jrh.  Cr.  44-  Lo  riipo- 
gliarono  un'  altra  volta  da  capo  ,  e  di  un 
vii  sudano  il  cinsero  intorno  ,  e  ricopri, 
ronlo  un  poco. 

§.  Per  Quel  panno  nel  quale  restò  ef- 
figiata /*  immagine  di  Cristo  ;  ed  in  que- 
sto senso  precisamente  si  usa  oggidì  que- 
sta voce.  Lat.  sudarium.  Gr.  5C*j6k'ci5v. 
G.  /'.  8.  36.  2.  Si  miL-itrava  in  san  Pie- 
ro la  santa  Veronica  del  Sudario  di  Cri- 
sto. A'  IO.  55.  6.  Il  santo  Sudario  di  Cri- 
sto f  uè  nascosto  per  uno  Calooaco  di  san 
Piero. 

•t  *  SIDATICCIO.  Add.  Alquanto  su- 


S   U   D 

dato,  Molliccio  di  sudore.  lìim.  hurl.  2. 
142.  Qualche  persona  sudaticcia  e  stanca, 
Che  io  quel  punto  la  rosta  non  avessi  . 
Coi  guanti  arrosta,  e  vento  noD  le  man- 
ca,  (^f) 

•f  *  SL'DATISSIMO.  Superi,  di  Su- 
dato. Min.  Maini,  pag.  108.  Tutto  una 
broda  di  sudore.  Ttillo  molle  dal  sudorej 
sudatissimo  per  la  fatica  del  viaggio  vio- 
lento.  (A) 

SUDATO.  Jdd  da  Sudare.  Lat.  su- 
dore madt'factus.  Gr.  lòpóÌTi  /aSry'/fJO^. 
fìocc.  nov.  60.  9.  Tutta  sudala ,  unta  e 
aflìiniata.  E  nov  73.  ig.  Calandrino  tutto 
sudalo,  rosso  e  afl.uinato  si  fece  alla  6ne- 
stra.  JS'alm.  1 .  49'  *■  he  può  ,  de'  soldi 
avendo  nella  cassa.  Pisciare  a  letto,  e  di- 
re :    Io  son   sudalo. 

g.  I.  Per  mctaf,  vale  Lavorato,  Fab- 
bricato, loliz.  st.  1.  93.  Sopra  i  crini 
D'  oro  e  di  gemme  uu  gran  palazzo  folce 
Sudato  già   ne'  cu  ilian  cammini. 

^  g.  II.  Sudalo  ,  pure  per  meta/,  di- 
cesi di  ogni  cosa  ,  dove  sia  impiegala 
grande  diligenza  e  fatica.  Lat.  laborio- 
sus,  Cat,  Fir.  rim.  dedìc.  Volentieri  leg- 
gi le  altrui  fatiche,  e  le  mie  massime, 
sebben  sono  inutilmente   sudate.   (J>) 

*r  g.  IH.  Per  Acquistalo  con  sudore  e 
fatica.  Pucell.  j4p.  v.  586.  Toriiansi  a 
casa,  e  de'  sudati  cibi  Kuirono  i  loro  af- 
fai icati  corpi.  fL'r) 

^^  SUDATORIO.  Susi.  Stufa,  Luogo 
Caldo  da  provocare  il  sudore.  Lat.  suda- 
toriunìj  vaporavium ,  laconicum.  Gr.  !«- 
/wvt/o'v,  otT.uiiTr/^tov.  Ped.  Cons.  I.  20i}. 
Questi  tali  incallimenti  non  possono  mai 
domai'si  ne  dai  decotti  sudorifici  ,  ne  da 
quanti  sudatoiii  sì  trovano  in  tutto  l'uni- 
verso mondo.   (*) 

^  §■  l  er  Bevanda,  o  Cibo  che  eccita  .fu- 
dore.  Magai,  f^perett.  l30-  A'ogliono  dun- 
que che  qtiesta  polpa,  preparata  con  va- 
rii  argomenti  ,  sia  un  sudatorio  infalliliiìe 
e  potentissimo,   (fì) 

'>  SUDATORIO.  Add.  Allo  a  provo- 
care il  sudciv^  Sudorifero.  Lat.  sudato* 
rius.  Or.  lOjSWTixs;.  lied.  Cons.  1.  204. 
Intendo  essere  d'  altronde  stali  proposti  ì 
decotti  sudori6ci,   e  le  stufe  sudatorie.  (*) 

SLDDECANO.  Titolo  di  dignit)  eccle- 
siastica, che  viene  dopo  il  Decano.  Lat. 
subdecnnus.  Borgh.  ì  esc.  Fior.  ^62.  A 
lui  vengono  dietro  1*  Arciprete  ec.,  e  il 
Decano,  e   Suddecano. 

SUDDE'ITO.  Add.  Sopraddetto.  Lai. 
pradictus.  Gr-  :rrosicr;u£yo;.  C  J'.  12. 
8.  6.  Per  volere  maggiori  salarii  di  loro 
lavorii  per  le  suddette  cagioni.  'I*  Red. 
leti.    Queste   suddclti?   acque  termali.     (JVJ 

SUDDIACONATO,  /crf.  SODDIACO- 
]NATO. 

SUDDIACO-NO.    /Vrf.  SODDIACONO. 

:".:  SUDDITEP.ELLO.  l  im.  di  Suddi- 
to. Allcgr.  168.  Dile  a  bocca  alle  Muse 
ec.  -,  elle  le  mi  paiono  un  bel  presso  , 
ch'io  non  l'ho  dello  lor  in  sul  moslac- 
cio,  a  tratiare  i  lor  poveri  suddilerelli  a 
questa  foggia    f  /'' 

^  SLDDITE/ZA.  Aslr.  di  Sudrti/o; 
Qualità  di  òuddilo.  Olt-  Com.  Jnf.  J7. 
3lO.  I  a  seconda  specie  pone  che  s'  usa 
in  quattro  modi  j  o  verso  parenti,  o  verso 
cittadini  ec.  o  verso  i  noslri  magiiiori  , 
alti  quali  siamo  obbligati  per  sudditcz- 
za.   (C, 

SUDDITO.  Quegli  che  e  .9otto  signo- 
ria di  Principi,  o  di  Repubbliche ,  o  di 
iSignori  j  1  as.vfillo.  Lat.  imperio  subt/i- 
tus.  Gr.  vf'/o'pViO-,-  Bocc.  nov.  16.  3. 
>'on  volendo  suddito  divenire  del  nimico 
del  suo  signore,  di  fuggire  s' apparecchia- 
va. E  nov.  100.  II.  E  similmenie  verso  i 
sudditi  del  marito  era  tanto  graziosa  e 
tanto  benigna,  che  niuu  ve  n'era,  che  più 
che  fé  non  l'amasse.   C.    J  .    9.     244-    '■ 


SUD 


1439 


Riformaro  la  terra  a  loro  signoria  in  par- 
ie Guelfa,  siccome  terra  loro  distrettuale, 
e  come  loro  sudditi. 

SUDDITO.  Add.  Sottoposto.  Dani.  Par. 
3l.  Tanto  che  veggi  seder  la  Regina,  Cui 
questo  regno  è  suddito  e  devoto.  *  ì  il. 
S.  Ciò.  Guaio.  285.  Che  colale  reveren- 
zla  fosse  fatta  a  costui,  il  quale  vide  sud- 
dito al  suo  timore.  (V^  Guicc.  Star.  18. 
37.  Andò  a  Borbone  ad  alloggiare  Ìl  se- 
stodecimo di  a  Santa  Sofia,  terra  della 
valle  di  Calcata  suddita  ai  Fiorentini.  E 
107.  Ordinò  (il  He)  che  per  tutta  Fran- 
cia lusserò  ritenuti  i  mercatanti  sudditi  a 
Cesare.  (Cj 

SUDDIVIDERE.  Dividere  di  nucvo  in 
più  parti  qitel'o  che  già  era  diviso  j  e 
dicesi  di  trattati,  dispute  ,  di.-rcorsi ,  li- 
nee, e  simili.  Lat.  snbdividere.  Gr.  -jTZc- 
òionpiì-j.  ir.  2.  23.  12.  Ma  questo  mo- 
do, e  '1  secondo  simigliantemente,  si  sud- 
divide in  più  modi.  i.al.  Sist.  196.  Sud- 
divi»b?ndo  la  F  A  in  mezzo  ,  la  parallela 
prodotta  dal  punto  della  divisione  sarà  la 
metà  della  F  G. 

i^  SUDDIVISIBILE.  Add.  Che  si  può 
suddividere.  Cai.  Piai.  mot.  loc.  698-  Ma 
perchè,  quanto  si  voglia  lo  spazio  *7a  bre- 
ve, è  egli  però  divisiliile  e  suddivisdiile 
sempre,   si  continueranno  ec.   (*) 

SUDDIVISIONE.  //  suddividere.  Gal. 
Sivt.  196.  Continuando  la  suddivisione  in 
infinito  ,  le  parallele  susseguenti  saranno 
sempre  la  mel'a  delle  prossime  precedenti. 
•'-  E  Piai.  mot.  loc.  535.  Se  noi  andre- 
mo seguitando  la  suddivisione  sino  che  si 
riduca  il  primo  solido  in  una  minuta  pol- 
vere, troveremo  la  gravità  ec.  (P,  Jmperf. 
Prov.  D.  3.  T.  3.  1^8.  Di  tutte  le  moH 
maggiori  dell'  universo  puossi  fare  divisio- 
ni e  suddivisioni  finche  agli  atomi  non 
giungano,  principii  di  tutte  le  cose  create 
da  Dio.   tFj 

•f  *  SUDDtPLO.  Add.  Term.di  Pro- 
porzione j  e  dicesi  quando  il  termine  minore 
e  la  mela  del  maggiore.  Lat.  subdiiplus- 
Cai.  Dia/,  mal.  loc.  5l3.  L'accrescimento 
della  superficie  è  sudduplo  dell'  allunga- 
mento ,  come  io  potrei  geometricamente 
dimostrarvi  .  E  614.  Come  la  superficie 
del  cilindro  A  B  alla  superficie  del  cilin- 
dro C  I>  ,  cosi  la  line;!  E  alla  A  F,  cioè 
alla  C  D,  ovvero  la  AB  ;illa  E.  che  è 
proporzione  suddupla  della  AB  alla  CD.  (*) 

•f  *  SUDICERIA.  Sudiciume,  Sordi- 
dezza .  Pros.  Fior.  pari.  4.  to/.  1.  pas- 
262.  Dovendosi  spiegare  in  quel  verso  la 
viltà  de*  piaceri  della  fortuna,  cioè  la  bas- 
sezza, la  povertà  ,  la  gretteria  ,  la  sudice- 
ria loro  ,  mi  pare  ec.  fAJ 

^-  §.  Sudiceria,  vale  anche  Azione  vile. 
Indegna.   (  Cj 

:^  SUDICIAMENTE.  Avverb.  In  modo 
sudicio.  {C} 

^'  §.  Per  Senza  di  scrizione ,  Senza  ri- 
guardo .  Bert.  Ciamp.  21 5.  Uno  scolar 
d'  Ippomaco  ,  maestro  de'  lotlalori ,  fu  da 
lui  sudiciamente  bastonalo  ,  perchè  e"  pia- 
ceva  troppo  al  popolo.   (Cj 

SUDICICCIO.  Add.  Alquanto  sudicio. 
Celi.  leu.  3.  lez-  4.  94.  Pare  che  egli 
alibiano  il  più  delle  volle  la  barba  unta  , 
come  si  vede  avere  spe>se  vulte  i  golosi, 
e  atra  e  sudicicciii  per  la  qualità  del  luo- 
go,  e  della  piova  brutta. 

SUDICIO,  r.  suciDO. 

SUDICIONE.  Accrescit.  di  Sudicio. 
Lat.  perquam  sordidus.  (Jr.  "x'vv  cuTta- 
pd;.  Menz.  sai.  5.  Quand'io  vedeva  que- 
sti  sudicioni. 

SUDICIOTTO.  Arcre.tcìi.  di  Sudicio. 
Car.  leu.  i.  Q.  Intendo  che  certe  di  que- 
ste sudicione   ballano. 

*  SUDICISSIMAMFNTE.  Avverh.  Su- 
peri, di  Sudiciamente  ;  In  modo  sudicis- 
simo .  Lat    scrd.dissime .   Pros    Fior.  3. 


SUD 


S  V  E 


S  V  E 


2.  l5>  278-  Aveva  io  preso  di  mira  cin- 
que o  sci  ,  e  rivedeva  loro  Icr  buccio  ,  e 
lavava  lurti  il  capo  sutUcissimamente  sentì 
ranno  e-  senza  sapone,  e  s«-nzu  risparmiar- 
gliene, e  gliele  tirava  giù  alla  paggio  (tjiii 
vale:  A  più  non  po.tso,  Alla  dirotta,  Al' 
la  disperata.  Lat.  ohnixe  ).  fASj 

SUDICIUMI-:.   /  .  SL'CIDUME. 

3  SUDOKE  .  Quell'umore  ch'esce  da 
dosso  agli  animali  per  soverchio  caldo,  o 
per  affanno,  o  fatica  ■  Lai.  sudar,  Gr. 
i^pc>>4.  lìocc.  no\'.  5l.  5.  A  madonna 
Oretta,  udendolo,  spesse  volte  veniva  un 
sudore,  e  uno  sfinimento  di  cuore,  come 
se  inferma  fossr-.  Lah.  7.  Mi  sopravven- 
ne un  sudor  freddo,  e  una  compassion  di 
me  stesso ,  rou  una  paura  mescolata  di 
noD  passare  di  malvagia  vita  a  piggiorc  . 
Dani.  Inf.  3.  Dello  spavento  La  mente  di 
sudore  ancor  mi  bagna.  lìcrn.  Ori.  i.  6. 
33.  Ma  ben  gli  fece  sì  doler  la  schiena  , 
E  per  lutto  sentir  tanlo  dolore,  Che  della 
morte  gli  venne  il  sudore. 

s?  g.  I.  Tornare  in  sudore,  vale  Ri- 
solversi in  sudore.  Sudare  assai.  Vit. 
SS.  Pad.  2.  357.  Tanto  s' airatirò ,  che 
tulio  tornò  in  suilore  ,  e  lutto  trango- 
sciava.    (  Ì^J 

#  §.  II.  Sudore,  per  similit. ,  dicesi 
anche  air  Umore  che  esce  dalla  scorza 
degli  alheri.  lìart.  Pov.  coni.  cap.  10. 
I  balsami  non  sono  sudori  d'  ogni  cor- 
teccia ;  perciò  come  cose  preziose  si  sti- 
mano. (  Hr) 

#  §.  III.  Sudore,  si  dice  anche  dell' 
Uscita  di  questo  umore.  lied.  Esp.  nat. 
54-  Una  dramma  della  sua  scorza,  o  gu- 
scio provoca  potenlenieule  il  sudore  a  co- 
loro, che  hanno  il   mal  Traiizcse.  (C) 

■f  §.  I  V.  Sudore,  /ifjuratam.  dicesi  della 
Fatica,  e  del  J'ensiero  che  altri  si  dà  per 
riuscire  in  una  cosa  .  *  «  Coli.  SS.  Pad. 
Acquistiamo  la  i>urilà  del  cuore,  non  per 
Olio  ne  per  sicurtà,  ma  per  continuo  su- 
dore, e  contrizion  di  spirito.  .S'.  Gir.  Pisi. 
Mentre  che  tra  le  spine  e  tra'  pruni  col 
corpo  chinalo,  con  sudori  si  cena  d'avere 
frutto»,  d'}  Agn.  /'and.  Mende  la  villa 
alle  sue  fatiche  ed  a'  suoi  meriti  ismisuralo 
frutto  ce.  per  un  ['icrolo  sudure  più  Itotti 
di  vino.  ylr.  Fur.  7.  55.  Direndo:  è  que- 
sto dunque  il  frullo  ch'io  Lungamente  atte- 
so ho  del  sudor  mio  ?  f /Ir)  .SVi/r.  Granch. 
1.  2.  Fortunit)  Mi  da  per  mio  sudore  ce. 
una  Mancia  ed  una  limosina  di  trenta  Fio- 
rin  per  marilar  la  IN.mna   mia  . 

SUIH)IU:TT0.  ])tm.  di  Sudore.  Lih. 
ciir.  malati.  Comparisce  un  sudorcllo  scar- 
so e  inutile. 

#  SUDORIFERO.  Add.  Che  provoca  il 
sudore.    Sudorifico.    Valli.tn.  I.  21.    {Min) 

SUDOIUFICO.  Add.  Che  vrovocn  il 
sudore.  Lat.  sudorificus.  (Ir.  0»aoopr;Tt- 
Mi.  Lih.  cur.  malati.  Quando  lo  sto- 
maco si  è  afilillo,  non  convc>ngonvi  me- 
dicamenti sudorifici.  E  appresso  .-  Quan- 
do Usano  i  medicamenti  sudorìGci ,  slic- 
no   io   una   camera  calda. 

SVECCHIARE,  l'or  via  le  cose  vec- 
chie. Tac.  Ì)av.  Ann.  l\.  8a.  Dicendo 
aver  gran  bisogno  gli  eserciti  d'  essere 
svecchiati   e    rifornili. 

^  §.  E  in  sipnific.  neutr.  pass,  va- 
ie Lasciar  d' esser  vecchio,  /lari.  uom. 
punì.  1.  8-  Ma  interi,  con  tutta  l' ani- 
ma in  corpo  ,  ringiovaoirelibono  svec- 
rhiandosi  ,  e  morendo  in  cstt  quel  <hc 
solo  e  corruttibile    e  mortale.   (l'Cf 

SVEGGHIAMKM'O  .  Svediamento  . 
Lat.  e.rcitafio,  vi}:i/atiì.  <ir.  ì/ip-Ji^.  S. 
Ag-  C  /'.  Lo  parole ,  che  jblium  pò. 
tte,  contendono  non  significare  morie  e 
risurrezione,  ma  sonno  ed  isvcgghiamen- 
to. 

t  3  SVECCHIARE.  Svegliare.  Lat. 
excHare.    Gr    c'/sijSStv-     J/or.   S     Crtg. 


3o.  7-  '  quali  ,  quando  dormivano  ,  il 
gallo  gli  svegghiò  col  più  luogo  e  gran 
canto. 

*  §.  £■  in  signijìc.  neulr.  pass. 
**  Seat.  Claustr.  435.  Se  le  lagrime  si 
muovono,  e  si  sTcgghiano  solameole  per 
aver  V  uomo  memoria,  e  desiderio  di  te. 
K  455.  Nella  lezione  si  svegghla  pauro- 
so, che  domila  nel  sonno  del  peccato  » 
(  in   (fuesti  esempii  Jiguralam.)  .  (C) 

SVEGLIA.  Susi.  Strumento  antico  da 
sonare  col  fiato,  del  quale  s'è  perduto 
r  uso.  Lih.  Astrai.  Ama  mollo  d'  udire 
voce  tli  stornieoto  che  suoni  con  boc- 
ca, siccome  è  Eulolo,  sveglia  e  tromba  . 
Sen.  l'i.il.  87.  Siccome  sono  corda,  sve- 
glia, e  qualunque  altro  strumento  è  ac- 
concio a  cant.ire.  Ciriff'.  Calv.  2.  i^. 
Tante  trombeltc  e  sveglie  e  cembanelle 
E  tandiuracci  e  naccheroni  e  corni  Si 
sonavaii,   che    ce. 

§.  I.  Sveglia,  per  lo  Sonatore  J' e.f- 
sa  sveglia.  G.  V.  II.  92.  3.  I  trom- 
badort  e  banditori  del  Comune,  che  sono 
i  banditori  sei,  e  tromliadori,  naccherino 
e    sveglia. 

%.  II.  Sveglia,  per  la  Squilla  liegli 
orivoli,  che  suona  a  tempo  determinato 
per  desiare.  /ìuoh.  Fier.  5.  5.  2.  Un 
orivolo  e  questo.  Che  sopra  ha  per  pin- 
nacolo  una    sveglia. 

^  §.  III.  Sveglia,  per  Suono  di  trom- 
ha,  0  di  tamburo  in  sul  mattino  per 
avvertire   che   1    soldati   si   levino.    (A) 

§.  IV.  Sveglia,  per  Sorta  di  Stru- 
mento da  tormentare  i  rei-  Lai.  equw 
leus.  Or.  i';r:r«^iov.  Buon.  Fier.  1.  4- 
6.  E  eh'  alla  sua  «juerela  Fune  non  dee- 
si,  o  sveglia  Stata  colta  la  notte  an- 
dandt>  a  veglia,  h'  3.  2.  2-  E  in  un  al- 
tro una  sveglia  Pur  senza  campanel-  F 
5.  2.  7.  Io  credo  che  se  sveglia,  od  al- 
tra tale  Macchina  da  tormenti,  Mi  fosse 
stala  sotlopo.\ta  a' fianchi ,  ce.  Jnjar.  sec. 
224.  Con  tanlo  sfinimento  dì  chi  1'  a- 
scolta,    che  poco  peggiore   è  la  sveglia. 

V  §.  V.  Onde  Èssere,  o  Stare  su  la 
sveglia,  vale  figuratamente  ,  Stare  in 
pena  ,  e  come  anche  dicesi  Slare  su  la 
corda.  Cecch.  ^logl.  5.  a.  Lasciami  an- 
dar via  che  e*  non  mi  trattcnessen  qui 
tre  oro  che  il  povero  Ridolfo  e  sulla 
sveglia.  (C) 

*  §.  VI.  E  in  proverbio  Chi  aspetta 
.Ita  sulla  sveglia  j  e  vale  Che  l' tispet* 
t'izione  è  .tempre  cosa  penosa.  Cecch. 
l*rov.  5;J.  Ricordati  Che  chi  asp'-Ma  sta, 
sai,  su  la   sveglia.  (C) 

SVEGLIAMENTO.  Svegghiamento ,  Lo 
.fvegliarx.  l.at.  cxcilatio  ,  evipilatio.  Gr. 
t-/tpati.  llut.  Inf.  3.  a.  Per  lo  AUo  a>I- 
dormcntamento,  e  pas».miento  de' fiumi  , 
ed    isvfgliamento    che    ebbe    poi    di    là. 

SVEGLIARE.  Destare,  Kompere  il 
sonno.  Lai.  ej  citare,  ejftergisci,  e.yper- 
gefacere.  Gr.  cyci'jSitv.  Pant.  Purg.  19 
Quel  mi  sveglio  cid  puzzo  che  u'  u>ci* 
va.  liocc.  nov.  i\^.  11.  Loro  non  sola- 
mente svegliarono,  ma  prestamente  seuza 
alcuna    pietà   presero    e   legarono. 

§.  I.  Svegliare,  per  metaf,  vale  Com* 
muovere  ,  Pendere  attento  e  operativo  . 
Lai.  excitarv.  Gr.  ì'/upnv-  Amm.  .-tnt. 
II.  i).  la.  Niuoa  cosa  coti  contra  le 
tentaziimi  inforza  1'  -inimo,  uiuiia  c\>»a  co- 
si isvrglia  ed  aiuta  1'  uomo,  come  lo 
studio  della  santa  Scriltuia.  Cuid.  <i. 
Sottt>  tanto  peccalo  da  loro  commesso 
conlra  b>ro  ^vegliarono  la  potenza  delle 
\oslre  fiirsr.  lUltam.  1.  32-  Or.i,  figliuo- 
lo, a  ragionar  mi  sveglio  Le  gran  bat- 
taglie. 

i>  $.  IL  Svegliare,  vale  anche  Avvi- 
sare, Scaltrire,  t'etr.  cap.  i.Urniathi 
'1  prova,  e  »iati  cosa  piana  Ann  iiiiir 
anni,  e   'nfio   ail  or  ti   sveglio.  '  Drj 


^  2-  III.  Pur  per  metaf .  e  in  sigtiific. 
neutr.  pass.,  vate  lìavvedersi.  iìocc.  lett. 
Andr.  Acc.  322.  Se  non  senti  che  tal  Lene 
sia  in  le  ,  svegliati  col  rossor  della  mcole, 
riprendendo  te  stessa  ,  che  segnata  del 
battesimo  cristiano,  d^  onestà  ,  di  pudici- 
zia, o  di  virtù,  t'  abbia  lascialo  sincere  da 
una    straniera.    {C) 

!?  §.  IV.  Svegliare  ,  parlandosi  di 
Strumenti  ,  vale  Cominciare  a  sonarti» 
March.  Lucr.  Itb.  2.  Che  la  soave  me- 
lodia si  forma  Da  musico  gentile  allor- 
ché sveglia  Con  dotta  man  1'  armoniose 
corde    Uì  canoro    strumento.     (Br) 

f  g.  V.  òvegliare  ,  in  sìgnific.  neutr. 
pass-,  lale  Destarsi.  Lat.  ejrpergisci  , 
expergefieri.  Gr.  «^u^vi'^s^&at,  atvi'/u* 
pi^baci.  Ilocc.  nov.  l\\.  10.  In  total  gui- 
sa dormendo  senza  svegliarsi,  sopravvenne 
il  giorno.  Petr.  son.  i83.  Così  mi  sveglio  a 
salutar  1*  aurora,  E  'l  Sol  eh'  è  seco.  Dant. 
Par.  3o.  Se  si  svegli  Molto  tardato  dal- 
l' usanza  tua.  But.  Purg.  19.  1.  Jn  que- 
sti sei  Icrnarii  lo  nostro  autore  finge  co- 
me ,  svegliato  ,  levato  lo  Sole  ,  sollecitalo 
da  Virgilio,  seguita  lui,  e  vanno  alla  mon- 
tala del  quinto  balzo.  ì'it.  SS.  Pad.  i.  Il5. 
K  di  po'  questa  e  molle  altre  cose,  che  vi- 
dero e  udirono  in  quella  visione,  si  sve- 
gliarono,  e  dissero  ai  frati   quella  visione. 

§.  VI.  E  per  metaf.  vate  Divenire 
attento  ,  Cominciare  ad  operare.  Petr. 
son.  248.  Or  cominciò  a  svegliarmi,  e 
veggio  eh'  ella  Per  lo  migliore  al  mio 
desir   contese. 

§.  VII.  Svegliare  il  Can  che  dorme. 
Vedi   CA.NE.    g.   XXXIV. 

g.  Vili.  Svegliare,  vate  anche  Ter- 
minare la    veglia. 

SVEGLIATEZZA.  Accortezza,  l'iva- 
cita.  Salvia.  Pros.  Tose.  l.  3j.  Delle 
quali  cose  la  città  nostra  £no  dagli  anti- 
chissimi (empi  è  stala  sempre,  per  la 
svegliatezza,  e  per  1'  acutezza  degl*  inge- 
gni   de*  suoi   ciliadini,   doviziosissima. 

SVEGLIATISSIMO.  Superi,  di  Sv^ 
gliato.  Ped.  lett.  2-  35.  Oggimai  è  ri- 
tornato nel  suo  pristino  slato  di  ottima 
salute,  crescendo  a  giornale  nella  vi- 
vacità di  uno  spirilo  svegliatissimo. 

SVEGLIATO.  ^<W.  da  Svegliare.  h»t. 
ejutatus,  CJperrectus,  expergrfactus.  Gr. 
Gc!*/sp3«i';.  Dant.  Purg.  9.  Non  altl> 
meiiti  Achille  si  riscosse,  Gli  occhi  sve- 
gliati rivolgendo  in  giro.  Lasc.  Gelos.^, 
4.  lo  ho  sveglialo  r  occhio  di  maniera^ 
che  sarebbe  uiipossiLile  eh'  io  potessi  più 
dormire    questa   notte. 

3  §.  L  Svegliato,  fipiratam.  vale  Che 
e  di  ingegno  vivo,  acuto  e  destro.  Lai. 
vifiit,  perspicax,  acutus^  diligens ,  atten- 
tus,  sollicitus.  Gr.  o^jòtp^rli,  lusJvi- 
T04.  Pera.  Ori.  a.  a.  3.  Ma  chi  go- 
verna particolarnienle,  E  della  vita  d'al- 
tri cura  tiene  ,  Dcbhe  essere  svegliato  o 
diligente. 

#  g.  II.  Per  to  più  r  aggiunto  d' inge^ 
gno,  o  simile.  «  Carì.  Fior.  32.  Siete  d'uo* 
apprensiva  molto  svegliata  w  (  qui  è  detto 
perironuì).  (C)  Penv.  Crii.  Or^.  110.  Co- 
mo di  svegliato  e  singoiar  giudicio  nell'  arie 
deU'Hrchitellura.  (ì')  .4ng.  Met.  l-  3l.  Fer 
le  ricchcue  i  già  sve|;liati  ingegni  Darsi 
ai  furti,   allo   forze,  ed  agli   inganni  .   (D) 

t  §.  III.  Per  Fficace ,  Attuo.  Bed. 
Oss.  an.  |3.  Le  vipere  di  fitto  verno 
consertano  sveglialo  e  polente  il  veleno. 
SVKGLIATOIO  ■  Cosa  alta  a  sve- 
gliare .  Buon.  Fier.  5.  1.  IO.  E  sian 
corde  e  catene  Sul  pigro  6anco  svcglia- 
toio   del  cuore. 

t  *  S\  EGLIATORE.  J'erhml.  nnue. 
Che,  o  Cht  sveglia.  Salvia.  Opp-  Caex. 
Con  testa  inghirlandata  di  fiori  ,  del  la- 
scivo sveg1iali<rr  di  carolellc  Bacco,  alme 
nutrici.    Magai.  Sidr.  Ma  se  scortese  Co- 


S  V  E 

mito  ivoglijlor  eoo  importune    Slrcllc  le 
|>ÌBÌ,i,  e  si  le  desta,  ve.  (A) 

SVEGLIEHE.  SVELLERE,  e  SVER- 
RE.  Che  in  alcune  vai  si  suppliscono  l* 
un  coli*  altro;  e  si  usano  tinche  nel  xen- 
ttm.  neutr.  pass.  Sradicata  ,  Stirp.ìre  .- 
«f  0  proprio  delle  piante^  e  dell  crf'<  che 
ii  spiccano  daila  terra.  Lat.  evellere , 
exsttrpare  Gr.  a';toTii>ìtv  ,  aTO/it^ayv. 
Petr.  son.  277.  Al  cailer  d*  una  puota 
rhc  sì  svelse  ,  Come  (|UcU3  che  leiTu,  o 
vento  slrrpe  Dttt't-  f^nrg.  1.  L*  umile 
pianta  cotjl  sì  rinacque  Suliitjnienlf  là 
onde  la  svelse  .  Cr,  5.  l.  I9.  Cooven- 
gonsi  adunque  dil>arl»are  (inerite)  e  sve- 
jtliere  con  tutte  le  radici.  ^5.  8.  2.  Sem- 
pre la  prossiniana  erba  dalloroo  si  svelga. 
-V/.im.  Colt.  ).  Il-  Quiudi  b  sveglia,  e 
dal  vi» in  più  presso  li  più  nodoso  tralcio 
in  vere  prenda  .  'J'ass.  Ger.  i3.  J.  Cosi 
crescasi,  ed  al»itante  alcuno  Dal  fero  Lo- 
iCii  niji  ramo  non  svelse,  v  Car.  hn.  3. 
\1\.  In  questa  iseUctta)  entrando,  Per  di 
Irondc  velare  i  sjiri  altari,  Mentre  de' suoi 
più  teneri  e  più  verdi  Arbusti  or  questo  or 
quel  diramo  e  svelgo,  ec.  (lì) 

%.  ler  meta/,  si  dice  d'  Ogni  cosa  che 
SI  spicchi  dal  suo  principio,  o  di  là  ov' 
eli'  e  radicata,  o  attaccata  .  Ljt.  eyelli  , 
egredt,  exirv.  Gr.  a7ro5^«5=«(,  5/6stc- 
vdtv,  sf'pxS'S»*-  ^"'»'-  ^'i/'  >2.  D'in- 
torno al  l'osso  vanno  a  mille  a  mille  Saet- 
tando quale  anima  si  svelle  Del  sangue 
più  cbc  sua  colpa  sortille.  jimet.  t)8.  Lon 
quell*  ardur  che  più  caldo  si  svelle  Del 
petto  mio,  insurgo  a  ringiatìarli.  "^  Inss. 
Ger.  16.  64.  Già  il  giun-o  .  e  '1  prendo, 
e  *1  cor  gli  svello  e  sparte  Le  membra  ap- 
pendo, ai  dispieiati  esempio,  f  l*) 

*  SVEGLIETTO.  Meglialoio  ,  Cosa 
atta  a  svegliare,  .-lll^gr.  l3l  Perchè  sic- 
come al  corligian  perletto  Bisogna  essere 
in  pie  sempre  a  buon'  ura.  Cosi  gli  è  ne- 
reuario  lo  sveglietto.  (I  ) 

3  SVEoHEVOLE.  Add.  Agevole  a 
svegliar.<i . 

*  SVEGLIME.NTO.  Lo  .stesso  che  Svel- 
timento .  Lat.  evulsio  .  Gr-  E/sTTai/iO^. 
Segn.  l.tir.  7.  353.  Altri  sono,  che  ven- 
gono da  malattia,  o  da  consuetudine,  cu- 
me  gli  sveghnienli  dcpeli,  e  il  mangiarsi 
l'ugna  .  e  i  carboni  e  la  terra.  (*) 

SVtGLlOWE.  Sveglia  grande.  Frane. 
Sacch.  nm.  i^-  Giù  trombe  e  trombel- 
lini,  Sveglioni  e  naccbermì.  ì'arch.  />- 
col.  19.  Prendono  maggior  diletto  del 
snono  d'  una  eoinamusa,  o  d'  uno  sve- 
glione .  che  di  quello  d'  un  liuto,  o  d' 
un  era* ic embolo.  Lor.  .ìfed.  Acne.  27. 
So  maneggiar  la  marra  ed  il  marrone,  E 
suono  la  staffetta  e  lo  sveglione  .  Morg. 
16.  25.  Corni,  tambur ,  cornamuse  e  sve- 
l^lioni ,  E  molt'  altri  stormenti  alla  nio- 
mca  . 

SVELARE.  Tor  via  il  velo  j  e  si  usa 
sempre  per  meta/,  in  signijic.  di  Pale- 
tare  e  di  Dichiarare  .  Lat-  explanare  , 
detegere  ,  revelare  ,  esplicare  ,  enodare . 
Gr.  aTToitalj'uTSiv.  Vant.  Pnrg.  3.  Che 
come  fa  non  vuol  che  a  noi  si  sveli  . 
f'iamm.  5.  44-  '^''  sarebbe  caro  che  tu 
ornai  gli  occhi  deUa  tua  mente,  dalle  tene- 
bre di  questo  iniquo  (iranno  occupati,  sve- 
lassi, e  loro  della  verità  rendessi  la  luce 
chiara  .  Boez.  I  arch.  2.  pi^s.  I.  Ella  , 
che  ancora  agli  altri  si  cuopie  ,  a  le  si 
e  svelata  tutta  (  qui  in  sigmjìc.  neutr. 
pass,  ). 

SVELATAME>TE  .  Avverò.  Scoper- 
tornente  ,  Manifestamente  .  Lat.  palam  , 
aperte  .  Gr.  Cp-stvefù^  .  Segnrr.  Mann, 
lìuemt'r.  25.  I.  .^e  6n  ora  agli  uomini 
fu  promessa,  fu  profetala ,  e  fu  adombra- 
ta sotto  varie  6gure,  oggi  finalmente  ella 
apparve  svelalamente  .  V  L  Sett.  Prmc. 
Jlluf  2  1-  Dove  disse  che  noi  vediamo 
/  oca'olario   T.  II. 


S   V   E 

svclalamoute.  ma  lo  vediamo  in  aenigtnu- 
le.  f  TCJ 

SVELATO.  Add.  da  Svelare.  Lai.  re- 
lectus ,  detectus.  Gr.  ffva/i/aivwYJi-'vo;. 
Red.  ì'ip.  1.  63.  lo  lodo  tutte  le  selle 
de'  filosofi,  ed  in  tulle  trovo  molle  cose 
che  svelata  ci  niostraun  la  verità,  v  Chiiihr. 
rim.  part.  3.  pag.  87.  (  f'en.  1730  )  A 
me  mostrossi  Euterpe  Quale  in  rima  di 
Pindo  apparir  suole  ec.  :  ella  mosti  ava  il 
seno  Quasi  svelato ,  e  delle  belle  gambe 
Il  purissimo  avorio  in  bei  coturni.  (Bj 

SVELENARE.  Tor  via  il  veleno.  Lai. 
venenum  iollere.  Gr.  ^a'^c^v/ov  àfxipitv. 
#  Bronz.  rim.  buri.  2,  258.  K  rosi  purga 
via  per  gli  emunlorii  Cuor,  fegato  e  cer- 
vello ,  e  gli  svelena  Più  che  ce.  (Bj 

§.  Jn  signijic.  neutr.  pass,  vale  Trarsi 
la  rabbia  e  la  stizza.  Lat.  iram  cvomere. 
Gr.  opy^v  s^ZfAsXv  .  Pecor.  g.  5.  nov. 
2.  Tolse  la  stecca,  con  che  egli  legava  le 
balle  ,  e  dagli  di  sotto  ,  da  lato  ,  per  lo 
capo  e  per  le  coste,  e  quivi  si  svelenava 
sopra  di  questo  mulo.  Frane.  Sacch.  nov. 
192.  La  donna  rispondeva  a  ritroso,  e  co- 
lui colle  battiture  si  svelenava  tanto,  che 
*1  romore  andava  per  la  contrada. 

SVELENIRE.    Contrario  d'Invelenire. 

*  SVELLATO.  Add.  JS'on  raccolto  in 
vello  ^  Pi  steso,  e  diccsi  de' capelli,  e  della 
barba,  f'as.  Op.  1.  I03.  Siano  i  suoi  ca- 
pelli e  la  barba  lavorati  con  una  certa  mor- 
bidezza ,  svellali  e  ricciuti ,  che  mostrino 
di  essere  sfilali.  (Cj  E  J  it.  Boiiarr.  Con 
l'altra  (  mano  )  si  tien  la  liarba  ,  la  quale 
nel  marmo  svellata  e  lunga  ,  è  coudolta 
di  surte  ec.  che  pare  impossibile  che  il 
ferro  sia  diventato  pennello.  (P) 

SVELLERE.    V,   SVEGLIERE. 

SVELLIMENTO.  Lo  svellere.  Lat.  e~ 
vulsio .  Gr.  s/^Tia^oo'i  .  Cr.  9.  i5-  2. 
Se  per  lo  svellimeulo  ,  ov\ero  scarna- 
inento  suo  s'  apra  vena  alcuna  ,  e  faccia 
sangue  ,  allora  incontanente  si  prenda  ,  e 
stretta  con  le  mani  con  filo  di  seta  stret- 
tamente si  leghi. 

SVtLTEZZA  .  Astratto  di  Svelto. 
Tratt.  segr.  cos.  dona.  Amano  sopra  ogni 
altra  cosa  la  sveltezza  della  persona .  IC 
appresso  :  Si  gloriano  della  propria  svel- 
tezza .  ■>  Imperf.  Tim.  D.  6.. 7'.  7.  35. 
>on  dobbiamo  noi  credere  ,  anche  natu- 
ralmente favellando  ,  che  se  gli  enti  in- 
corporei ci  sono,  ch'essi  abbiano  l'attività 
de'  moti  loro  di  più  vigore  e  di  più  svel- 
tezza che  i  corporei  non  hAUDot  ( F) 

't  •■•'  SVELTIRE.  Si  dice  dell*  Essere 
le  figure,  o  fabbriche  fatte  .fcnza  vizio,  e 
in  maniera  che  più  tosto  pendano  in  sot- 
ti/e e  lungo,  che  in  grosso  e  corto.  Bai- 
din.  Dee.  Fece  risplendere  in  propria  vir- 
tù ec-  singolarmente  nello  sveltire  e  ri.sol- 
vere  delle  attitudini,  particolarmente  degli 
ignudi.  E  f  oc.  Dis.  Per  una  certa  infe- 
licilà  del  gusto  suo  (  del  pittore )  nel  lare 
sveltire  le  parli  delle  figure  ,  e  dare  ad 
esso  moto  e  prontezza  ,  ec.  ( Aj 

SVELTO.  ..dd.  da  Sverre.  Lat.  evul- 
sus.  Gr.  E'/.5;r:X7^c('c.  Dial.  S.  O/e^.  Av- 
vedendosi r  ortolano  del  danno  predetto  , 
e  trovandosi  l'erbe  conculcate  e  svelte, 
ec.  l  nllad.  Liigl.  I.  Gli  alberi,  che  era- 
no svelti  ec-,  si  vogliono  aguale  ec.  scal- 
zare intorno.  *  Car.  En.  6.  36."^.  E  da 
ciascun  di  mezzo  le  due  corna  Di  setole 
maggiori  il  ciuffo  svelto,  Die  per  saggio 
primiero  al    santo    foro.    (Bj 

•f  §.  I.  Svelto,  vale  anche  Alquanto  più 
lungo  del  giusto  ,  ma  non  sì  che  sia 
sproporzionato  j  opposto  a  Tozzo;  e  ag- 
giunto a  persona  vale  ÌH  membra  .sciol- 
te ,  e  di  grandezza  proporzionata,  e  po- 
co aggravato  di  carne.  Lat.  agilis.  Gr. 
eiaf^o';.  Bim.  ant.  Poi  guarda  la  sua 
svelta  e  bianca  gola.  Commessa  ben  dalle 
spalle    e    dal   petto.   Fir.    Piai.    beli.  donn. 


S  V  E 


1441 


3pj)  Piace  la  persona  che  è  complessa, 
quando  eh'  ella  gclli  fuori  i  membri  svel- 
ti ,  e  destri.  E  appresso:  Porta  così  bene 
quella  sua  persona,  cosi  intera,  così  svelta, 
cosi  agile  ,  cosi  destra  :  oh  Dio ,  egli  è 
pure  un  pia» ere  a  vederla  camminare. 
Aìam.  Gir.  7.  i44-  Già  de'  miglior  ca- 
vai tanno  la  scelta  ,  Di  possente  perso- 
na, addritta  e  svelta.  Borgh.  Rip.  i53. 
Quando  occorreià  far  qualche  figura  ve- 
stita .  o  con  panni  attorno  ,  sarà  molto 
bene    tenerla    svelta. 

*  g.  II.  Svelto,  vale  anche  Lesto, 
Che  opera  con  prestezza  .  Buon,  Fier. 
4.  1.  10-  Non  sentite  voi  Lo  sgrigiolar 
dell'armi  e  la  favella  Rodomontesca?  cheti, 
lesti  ,  svelti.    fCj 

3  SVEMBRARE.  /'.  A.  Smembra- 
re. Lat.  dilacerare.  Gr.  oixa*r«p«TTs(v. 
f^etr.  Uom,  ili.  Partorii  costui  ,  e  del 
mio  latte  lo  nutricai,  ed  ora,  misera  me, 
r  ho  svembrato  ^'  Fr.  Giord.  iq6.  Era- 
no tagliati,  stracciati  e  isvembrati  per  la 
fede.   (F, 

SVEMBRATO.  F.  A.  Add.  da  Svem- 
brare.  Lat.  dilaceratus-  Gr.  Ota^~«czfti;. 
Petr.  Uom.  ili.  Presento  loro  la  metà  del 
figliuoKi   svembrato. 

SVENARE.  Tagliar  le  vene.  Lat.  ve- 
nas  amputare,  secare,  incidere.  Gr.  oVi- 
^oxop.il-i.  G.  V.  8.  35.  8.  Quando  han- 
no sete  ,  e  non  trovano  acqua  ,  svenano 
r  uno  di  loro  cavalli,  e  beoo>.i  d  sangue. 
Bocc.  nov.  S!^.  l4-  Lei  gridante  merce  e 
aiuto  svenarono.  Bern.  Ori.  2.  2li.  25. 
Urta  per  mezzo  alla  nemica  gente  ,  E 
quello    svena,    e   quelT  altro  scotenna. 

-I'  §.  I.  Svenare  il  sangue,  vale  Ca- 
varlo dalle  vene .  Buon.  Rim.  78.  Co- 
stei pur  si  delibra  Indomita  e  selvaggia 
ec.  E  'l  sangue  a  libra  a  libra  Mi  svena . 
e  sfibra .   (Cj 

^-  §.  IL  E  in  signific.  neutr.  pass. 
Tagliar.H  le  vene.  Imperf.  Prov.  IJ.  12. 
T.  4.  282.  Seneca  stesso  di  Nerone  pur 
degnissimo  precettore  cui  convenne  disfa- 
vorito svenarsi.  (C) 

§.  ni.  Per  similit.  Morg.  23.  47.  E 
svina  e  svena  di  botto  una  botte  (  cioè, 
spdla  ). 

'^  §.  IV.  Svenare,  dicono  gli  Ottonai, 
Argentieri  ec.  il  fare  la  pelle  più  mor- 
bida. F.  SVENATOIO.  (A) 

'A'  SVENATO.  Add.  da  Svenare.  Se- 
gner.  Mann.  Apr.  19.  6.  Se  pur  molto 
patirono  a  tal  effetto  ,  lapidali  ,  segati  , 
svenati,  chi  di  loro  pati  i  dolori  di  Cristo, 
che  portò  i  dolori  di  tulli?  E  Agost.  2^. 
2.  Prima  morire  bruciato,  stilettato,  sve- 
nato, che  mai  peccare,  j  Fj 

•^^  SVENATOIO.  Term.  degli  Argen- 
tieri, Ottonai ,  ec.  Specie  di  cesello  che 
Ja  la  pelle  più  morbida  ,  cioè  di  grana 
più   sottile  e  più  granila  .   (A } 

*  SVENATL'RA.  Term.  de^Ianaiuoli. 
Piccola  .faldatura  nel  taglio  delle  forbici 
dei  Cimatori  j  la  qual  cosa  accade-  più 
comunemente  ne'  coltelli  che  hanno  poco 
ferro  per  regger  i'  acciaio.  (A) 

*  SVELENARE .  Svelenare.  Chiabr. 
poem.  Ungi  queste  armi  d'  alcuna  erba, 
o  note  Mormora  sopra  lor,  che  sian  pos- 
senti A  svenenarle.  (A) 

-'.'  SVENEVOLAGGINE  .  Svenevolez- 
za ,  Sgraziataggine  .  Lat.  inconcinnitas  . 
Gr-  «:r-:i^o/a/i'«,  à'/xpiarìa..  Red.  lett. 
1.  348.  Egli  si  porto  con  tanto  mal  gar- 
bo  e  con  tanta  svenevolaggme,  che  sto- 
macò tutto  quanto  quel  notturno  conci- 
liabolo    f) 

SVENEVOLE.  Add.  Sgraziato,  Sgua- 
iato, Senza  grazia  ,  Stomachevole,  Mo- 
lesto ,  Disadatto  j  contrario  d'  Avvene- 
vole  .  Lat.  invenuslus  .  Gr.  avaTTaypo'- 
otTOS  ■  Burch.  I.  125.  Quanto  sieno 
svenevoli    I    caroli    e    le    rape    riscaldate . 

181 


,442 


S  V   E 


S  V  E 


Buon.  F.cr.  3.  1.  5.  E  quel  rhc  d  oro 
a  collo  cinge,  La  cola  aver  d.  una  sve- 
nevol  grue.  Il  4  -  9;  \  «'P"";  '"• 
nevolc  Entrerà  motteggiando.  Use.  la- 
rent.  prol.  Se  1'  una  e  rustica  e  svcne- 
»ole ,  e  r  altra  liligginosa  e  mal  fatta. 

•+  SVENEVOLEZZA.  Astrailo  di  .S.e- 
ntvolcs  Mancanza  di  garbo,  o  graz.a.  1^1- 
'invenuslas.  Gr.  a>0U3.a  .^"'c  L'" 
Pr  S.  Ap-  3l6.  Due  volle  e  suta  «per- 
chiata  la  pazienza  mia  daUa  .venevol«ra 
deUe  cose,  e  da  vane  promesse,  f  ron.  Mo- 
rdi 2',0.  Scaccia  paura  ,  limideua  ,  poi 
tionena  ,  avarizia  ,  menlecatlaggme  ,  sve 
nevolena  ,  ed  altre  simili. 

•+  i:.  SVENEVOLMENTE.  Avveri.  In 
modo  s.entvoU,  Con  isguaiataggine.  Lden. 
\is  3.  87.  Ma  di  queste  commedie  ne  so- 
no svenevolmenle  piene  tutte  le  rapsodie 
d'Omero.   (A) 

SVENEVOLONE.  Accrtsal.  d,  ii'enc 
yoU.  I-r.  no.:  8.  29*>-  Stringendo  San- 
tolo coUc  braccia  con  certe  amorevolcx.oc- 
ce  svcncvolonc ,  che  ce.  | 

*   SVENEVOmCClO.  Vim.  di  Si'cne- 

foU.  (Aj  .    .      c^„.- 

SVENIMESTO.  Lo  si'enirsi  ,  ■''.fini 
memo.  Lat.  animi  defeci,,  s .  Gr.  Ì6inO- 
S„aiK.  Tass.  Aminl.3.  2.  Igl.  re.sp.ra 
pufe  :  questo  fia  Un  breve  svenimento  . 
Buon.  fier.  5.  2.  5.  Tacendo  J  suo  s. 
6eto  svenimento  .  Sen.  Ben.  I  arcli.  3. 
6  Ciò  non  era  svenimento  del  Sole ,  ma 
congiungimento  di  due   pianeti  (  'l'"  P"' 

ecclisse  ).  _j.,„-  ,7 

SVENIRE,    fenirsi  meno.  Perdere  il 

senlim.jesi  usa  in  ■"P!Ìfi^- "''['•■  P"";; 
benché  lalora  colle  parcelle  Mi.  TI,  ee. 
non  c.<rresse.  Lat.  consumar,,  animo  de- 
ncere.  Or.  «TlUrT^.à».,  >^'^''S"^";;- 
led.  I-los.  21.  Bocc.  ,.o..  36.  M.Quan- 
,lo  -1  Bescio  ec.  u.li  questo,  lutto  svenne 
.  disse  ec.  Ilern.  Ori.  2.  18.  61.  ITe^ 
sene  il  cavalier  tanto  sconforto,  t^he  quasi 
svenne  ,  e  con  essa  piagneva  .  Norg.  2J. 
214.  K«aldo  quasi  per  le  risa  svenne  . 
Varch.  sur.  7.  176.  Si  disse  che  Niceo- 
lo  ,  sentendo  quel  remore  si  evenne  per 
la  paura.  *  Bnon.   Tane.   4.  7.  Ob.nic  ni. 

SVENTARE.  Svenlolare.  Lat.  anula- 
re. Gr.  Xixat?-:.v.  l'allad.  cap.  IQ.  Dice 
Coluni.lla,  elle  M  grano  non  si  vuole  sven- 
tare ni;  muovere,  peroccbfe  v  entrano  tra 
esso  allora  gli   animali  nocivi  a  lui. 

e  1  Per  mela/.  ISiion.  I ,tr.  2.  I.  iq- 
Mastri  di  volar  borse  Sventar  salvada- 
nai, E  far  rccer  scarselle  (  q,„  e  dello  i/i 

burla).  .    . 

g  IL  Svenlar  la  vena  ,  dicono  oggi  ■ 
Cerus,ci  al  Cainr  sangue  .  Lat.  venam 
laxare.  Gr.   fìt^o-oi^:^'- 

+  e  111.  h:  in  s,gnij,c.  neulr.  pass, 
per  Isciorinarsi  .  Bui.  Inf.  22.  1.  C"" 
faceano  quelli  peccatori ,  che  si  mostra- 
vano .olla  schiena  un  poco  foori  per  1- 
sventarsi .  ,       .  ,,, 

S  IV.  Svenlart  ,  si  due  anche  dell 
Impclire.  o  Kendcr  .ano  r  elìcilo  delle 
mine  per  me:u>  delle  conlrammme  ;  e 
si    «,,..   in    s,gnijic.    alt.    neulr.   e    neulr. 

'""s  V  /■'  per  simil,l.  ■<,  dice  di  ()ii<i- 
lunnue  'nego:,o  .  trattato  o  .lisegno  che 
si  guasti  .  o  non  abbui  effetto. 

SVENTATO.   Add.  da  Si-enlare. 

t  S.  Sventato.  M  adopera  eziandio  per 
Pr.vo  di  senno.  Senza  giu.lizw.  Lai.  im- 
prudcns.  levis.  ,nco„.„,ltus.  Gr.  «««Jo;- 
Alien  l57.  Se  noi  mancaiiinio  allatto  .11 
nursi,  cola'  ccrv diacci  .veniali  ,  -.•  nian- 
cheremmo  ancora  d'  un  estremo    diletto 

nenv     Crii.  '  "    '     ""^    ""  K"""""  '""' 
tato,  bravaccio  ,  soldato  del  signor  I..".o 

d.  Ce.i.   ■»   Mug''l-    I"l   J""     ^-'M     * 
questo  rispondo  quel  che  rupose   d   Duca 


di  Veimar  alla  corte  di  Francia  a  un  capo 
sventato.  IC)  ,1 

SVENTOLAMENTO  lo  sventolare  . 
Mail.  Franz.  r,m.  buri.  2.  186.  Pur  non 
fc  poco  che  1  suo  testamento  M.  faccia  ere- 
de di  tal  paramosche  ,  Qual  d'  ogn.  banda 
fa  sventolamento.  . 

SVENTOLANTE.  Che  sventola.  Aold. 
sai.  4.  E  faccia  pnioTa  ancor,  se  cola 
mano  Afferrar  può  lo  sventolante  cullo 
Di  lei  clie  fupge  .  *  Salvia.  Seno/.  /.'■• 
I  pag.  3.  Fioriva  la  sua  persona  in  leg- 
giadria di  falteae,  e  il  mollo  ornamen- 
fo  deir  assettatura  conferiva  alla  bellet- 
.a.  Cbioroa  bionda,  la  molla  discolia  la 
piccola  intrecciata  ,  aU'  aure  sventolante  , 

SVENTOLARE.   Fropriamente  Alutre 
in  allo,  spandendo  al  venloj  Agitare  chec- 
chessia in  aria  per  forza  di  vento.   Lat. 
ventilare,  ventilabro  purgare.  Gr.  /inf"- 
^e.v.   Cr.  3.   7.    IO.  Allacuiconservaiione 
molto  la  prò,  se  spesse    volle    si    ricerchi 
che  i  moolicelli  da  strano  calore  non  s.eno 
inletli,    la    qual  cosa    quando    avvenisse  , 
I  con  la  pala   si   rivolU  e  sventoli    pei    gra- 
nai .   li  5.    iq.   l5.   Se  non  vorrai  far  to- 
stamente l-ofio.  converri     che,  pittandole 
in  monlicelli  (l'ulive),  le  sventoli.    Hor. 
S.  Creg.  Quando  la  terra  sarà  svento  ala, 
ovvero  soffiata  dall'  Austro.   Bern.  Uri    I. 
4.  34.  Era  .1   Sol  chiaro  ,  e  V  aura  sven- 
tolava Le  bandiere  con  vista  mollo  grata. 
Ar.   Fur.   IO.  96.    E    1'  aura  sventolar  1 
aurate  chiome,   lìurch.   2.  40.  Ma  se  lor- 
tuua  la  mia  vela  sventola,  Mi  faro  la  mi- 
nestra  colla  pentola. 

t  S.  1.  /"  signific.  neulr.  dicesi  la- 
lora del  Muoversi  che  fa  la  cosa  esposta 
al  vento.  Lat  vento  moveri.  Gr.  «veytv- 
,-r'/i.  Bern  Ori.  2.  16.  25.  Dette  di  man, 
come  fu  giunto  ,  al  crine  ,  Che  sventola-  | 
va  bendo  nella  fronte.  TaC.  Vav.  Cerni. 
377.  1  mollo  ricchi  si  conoscono  al  vesti- 
ré,  non  di  roba  ec.,  ma  assettata,  che  mo- 
stra ogni  membro  (,l  lesto  lai.  ha:  veste 
non  Uuilanle).  ■•?  Ulalm.  I.  48-  Fan  per 
impresi,  in  un  Icniuol  che  sventola ,  Ln 
pappino  ramparne  ad  una  pentola,   (t) 

*  g.   11.   .Sventolare  ,  vale  anche   7 rar 
pela,  0  rulli.   Ia.<c.  Cen.  1.  "<>'■•   4'  l'"S- 
8q    Ritrovandosi  dunque  questi  tali  spesso 
ilisienic  a  desco   molle  ,   beendo  ,  e  man- 
giando ,  a  far   buona   cera  ,    avviene  ,  che 
quando  per  lo   troppo  tosto,  o  per  lo  so- 
veicliio     bere  e    mangiare  ,  per  le  pari,  di 
sopra    e  per  quelle  di  sotto  sema  rispetto 
alcuno   sventolare    si   sentono  ,    b.nno   un 
colai  proverbio,  o  ribobolo,  dicendo  sem- 
pre :    alla    barba    di    chi     non    ha    debi- 
to.  (C)  ,  ... 
SVENTRARE  .    Trarre  gì'  lulenori  di 
corpo  altrui  ;  che  anche  diciamo  Sbu.lel- 
lare.   Lat.  fjc(i(r™ir.  «ir.    iJl-TiCi^"''- 
/;oce.  nov.    43.    17     A"»    ^ne  da  loro  at- 
terralo e  strooato  fu,  e  subitamente  sven- 
irato.    G.    V.   12.  66.   7.  Solo  inlendeaiio 
a    sventrare  i  cavalli.    Buon.    Fier.    5      1 
8.  Che  spieiato  L»rne6ec  sventro  questo  e 
quel   nudo.                                                 , 

+  §.  I.  Per  Pas.<nre  coi  colpi  ,1  ."e/i- 
Ire  liccùlere  J  ed  oltre  all'  attiva  .<i  usa  an- 
che nella  signifc.  neulr. yass.  T.ir.  lav. 
Ann.  2.  3<1.  Ilimaso  al  buio  o»gimai 
della  morte,"  con  due  colpi  li  «venir.. 
S.   II.    I  iguratam.   per    Vangiarr  e  It- 

■     ir../,«    *•     12     lo  vo'  stasera  an- 
rr  assai.   Mann.   .      la     1 

eh-  io  far  le  mie  lotte  ,  Bench  10  stia  be- 
ne, sia  ripieno,  e  sventri  I  cioè,  quasi  scop- 
rii per    aver   troppo    mangialo  ) 

<•  SVENTRATA.  Susi.  Sivrparcata  . 
Mang,ata  a   cnpaprlle.  (.4) 

SVENTRATO  .Iddielt,  da  Sventrare 
l.at.  erenteralus.  f.r.  iflvCt/niSHv  He1 
Ins.  IO?  In  quella  guisa  appunto  .  che 
fanno  le   vipere   sventr..te 


SVE 

SVENTURA.     Conlrano    dt     Ventum. 
Lat.  inforlunium,  inforlunilas.   Or.  an- 
■ila..  Bocc.  nov.  3l.    IO.    Gismond»,   ebc 
ner  isventura  quel    di    fallo    aver.    T.ntf 
Guiscardo  ee.,  pianamenle  se  n   enUo  nel- 
la camera.  E  nov.  43.    12.  Di    sospirare  , 
ne  di  piagnere  U  sua  sventura    e    quella 
di   Pietro  ee.   non  ri6ni.   Peir.  .ron.  22». 
Via  men  d'ogni  sventura  altra  mi  duole. 
nani.   Purg.    ll[.  Virtù  rosi  per  nuniea  u 
fuga  Da  lutti,  come  biscu,  o  per  sventu- 
ra Del    luogo,  o    per    mal    uso.    S.    Cir. 
Pisi.  Appo  Dio  non  possiamo  esser    len- 
ti, se  non    siamo    combattuti   dalle   svcn- 

""'sVENTURATAMENTE.   Avverb.     Pi- 
savventuratamentc.  Lat.  infeliciter,  infor- 
tunau.  Gr.   aTvx«5    «"f^;    "■",•    "-.^^ 
Intendo    di  raccontarvi  quello  che    nnroa 
sventuratamente  ,  e  poi    ec.     assai    feUce- 
mente  ad  un  nostro  cittadino    avTemw . 
tì     ;■      12     76     2.    Furonvi    tvenloraU- 
mente  seon6tti  dal  Conte  di    Monferante. 
SVENTORATISSIMO.  Superi. di  Sven- 
turato.  Lat.  mfelicissimus,  infortunalissi- 
mus.    Gr.    T«)'/iwo.(>5TaT0i   •     lì^l""'- 
Quintil.   C.  Il    mio    beUissuoo    onieo    fi- 
gliuolo ec.  la  sventuratissuna  olirà  gU  u- 
sali  affitti  della  carilade  eommovea.    Fir- 
l.m.  5.   3.  Oh  sventurato  Ira  tutu  gli  al- 
tri  svenluratissimil 

■SVENTURATO.  Add.  Conlrano  ^  Av- 
venturato. .Sfortunato.  Lat.  inforliinatus  . 
infehx,  mìser.  Gr.  àriio?-  Hocc.  nov. 
43  8  Ando  adunque  questo  Pietro  sveo- 
Uirato  tutto  il  giorno  per  quesU  selva  gri- 
dando.  E  «oi'.  46.  12.  Gì  sTenturat. 
amanti,  amenduni  vergognandosi  forte,  sta- 
vano colle  teste  basse.  E  «.Oi'._  77;  fH- 
Oh  sventurata  I  che  si  diri  da  tuoi  Ira- 
telli?  Dani.  Purg.  12.  Come  AlmeoDC  a 
sua  madre  fé'  caro  Parer  lo  svenlarat" 
I  adornamento. 

SVENTUROSO.  Add.  Sventura^.  1-il. 
infortunalus.  injelij  ,  mi,er.  Gr.  fiSilo; 
/■■i/o:t(<.  O  alma  mia  tapina,  alma  smar- 
rita. Chi!  non  ù  fuggi  del  p.u  sventuroso 
'  Corpo  che  viva?  Iloez.  lareh.  I.  nm. 
I  Ohimè  sventuroso,  ohimè  lasso.  Quanto 
e  sorda  la  morte  a  ehi  la  chiama,  D  ogni 
ben  priv.i,  e  di  o^ni  speme  casso. 

SVENUTO.  Add.    da    Svenire;    e    si 
prende  anche  per  HeMe,  Fiacco,  l.^.  de- 

'feclus.  consternatiis.  'i'. ,i«'^,f "?«"«f 
i<-£T/ .!•//*€ 'o;.    Cron.    Morell.  336.   01- 
locenlo  vi  erano  da  combattere,  e  questi 
erano  si  svenuti,  che  non  poteano  per  la 
fame  tenere  d  ^.abstro    fermo    in    mano 
non  che  tirarlo    iro..l  nel  Usto  a  penna). 
Pass.  362.   La  parte  fantastica,  runanen- 
do  vota  ,  che  si    rovescia  indietro,   quella 
offuscata  e  quasi  ..ffogata,   e  questa  ••ola  e 
svenula,  riceve   fantasie   gravi  e  noiose  per 
r  affanno   dalla  parte  della  memoria.  *  •!. 
SS'    Pad    Per   questi  pensieri   era  cosi  sve- 
"nuto.  Stor.   Fur.   2.  43.    A    casa    non    si 
può  ire,  che   il  nimico  armalo  '•<  vieli,  w 
éumare  lo  proibirono,  ed  i  e.vaUi    .trae- 
chi  e  svenuti  ce  lo  niegano    .meramente. 
<sVERGIIF.Gr.lARE  .      Percuotere    con 
verghe.  Lat.    >-irg<s      cadere  ,   flagellare. 
Cr     f»3òi:ilv.   Uh.    I  ,agg.   Unnoeopiu 
,nnan«  si  v'  te  un.  valle,  dove  i\  nostro 
Signore  fu   sTcrgheggiato  eon  aspre    ver- 

*  t  SVERGINAMENTO  Lo  st-*rginarT 
Lat.  dnirginalio.  OH  Com  InJ  5  TO 
La  seconda  ^  stn.po,  che  i  inlic.lo  uver- 
tin.meulo  Pav  S,,sm  IO.  Coloro  che 
r  udivan  giurare,  non  p.iteano  manangliar- 
.i  a  baslania.  come  egli  ec.  credesse  dar 
ad  intendere  che  tra  lant.  adulterii  e  .ver- 
«inamenti  alloggiasse  cotale  scrupolo  f. 
rac.  Slor.  4.  ì»9.  Solo  cogli  svcrt.n.- 
ment.  e  adullerii  si  rooslf»v.  Bgliuol  del 
Principe 


S  V  E 

SVERGINARE.  Torrt  altrui  la  ^crgi- 
at(à  ,  Violare  le  i-ergini.  Lai-  itevirgina- 
rtf  virgìnitattni  soh'ere ,  adimere.  Gr. 
oiajto^sìv,  oiarse^&svsj'siv.  Jìav.  Scitm, 
ti.  Di  quiudici  anoì  si  lasciò  j^vergioare 
dal  coppiere.  J\  Tac.  Ann.  5.  109-  Di- 
cono eli  srrilturi  di  que*  tempi  ,  cho  dod 
ù  essendo  più  udito  dare  a  pulzella  il 
supplizio  de*  triumviri  ,  Io  tnacigoldo  col 
cappio  a  ciotola  la  sverginò. 

•■J-  §.  .Vi'crp/nar  checchessia,  per  simi* 
Ut.  si  dice  deli'  Incominciare  ad  usarlo  j 
e  si  usa  anche  nel  signìjic.  neutr.  pass- 
LoiC.  Streg.  4-  ^'  Qucito  spadone  e  sta- 
to per  isvcrginarsi.  J.ib.  Son.  78.  Piglia 
un  lupino  ignudo  a  pinco  ritto  ,  Che  ab- 
l>ia  sverginato  una  saliera. 

t  SVEROINATORE.  Ferhal.  masc. 
Che,  o  Chi  svergina.  Lat.  virginis  con' 
jtuprator.  Gì.  Sioi.nxp'èzvfJu-j  .  Dav. 
Scism.  63.  Quando  Ìl  He  prenderà  una 
moglie  per  vergine,  che  non  sia,  ne  al 
Re  si  manifestino  ella  e  gli  svcr^inatori  , 
si  puoiscaoD  tutti  di  maestà  offesa. 

*  SVERGOGNA.  Smacco,  Lo  svergO" 
gnare.  Lat.  contumelia,  dcdccus.  GT.ovi- 
t'SiUfUt.  ^  \jSpii.  Il  ì  ocabol.  alla  voce 
SMACCO.   (') 

SVERGOGNAMENTO  .  Sfacciatezza  . 
Lai.  impudentia.  Gr.  avat(r;fuvri'a.  Sal- 
lust.  lug.  H.  Per  lo  cui  svergognamento 
e  ardire  ec.  Albert,  cap.  10.  Dalle  sozze 
parole  ti  guarda,  perciocché  la  licenza  di 
se  nutrica  svergognamento.  S.  Agost.  C. 
D.  Esso  vi  riprenderebbe  da  questo  sver- 
gognamento. Tes.  Br.  7.  82.  Di  volontà 
nascono  cattive  allegrezze  ,  molte  parole  , 
vanti  di  parole  ec. ,  dismìsuranza  disone- 
stà, svergognamento. 

SVtRGOG^A>ZA.  /  .  A.  Svergogna- 
mento.  Lai.  impudentia.  Gr.  avaic^^jvTt'a. 
Esp.  Salm.  Molte  pertosse  vengono  a 
tanta  svergognanza  ,  e  a  tanta  audacia 
sTergognatd,  cbe  ce.  S.  Agost.  ('.  IJ.  Se 
nella  memoria  degli  uomini  rimanesse 
questa  svergognanza  si  nubile. 

SVERGOGNARE.  !  arv  altrui  vitupc- 
revolmente  %-ergogna.  Lai.  vitia  obìiciendo 
pudorem  incutere,  traducerc.  Gr.  ovsto'i- 
l^tiv.  linee,  nov.  26.  17.  Farmi  mille  an- 
ni, che  noi  siamo  al  lume,  che  io  li  pos- 
sa svergognare,  come  tu  se'  degno,  fass. 
38.  A  quel  cotale  il  Figliuolo  della  Ver- 
gine farà  vergogna,  ovvero  svergognerà  , 
quando  verrà  nella  maestà  sua  ec. 

§.  I.  J'er  Violare.  Cavale.  Frutt.  ling. 
Narra  anche  d*  un  gentiluomo  delle  con- 
trade di  Valeria,  cbe  tenne  a  battesimo 
una  giovane  in  Sabato  santo,  e  poi  la  not- 
te seguente  la  svergogno,  h'ern.  Ori.  i. 
I.   55.   Che  se*  venuto  qua,    com*  un  la- 


§.  IL  /«  signìjic.  neutr.  vale  Vergo- 
gnarsi. Lat.  pitdere.  Gr.  oiff^yv-o^^*'- 
Fav.  Fsop.  Allora  il  cavallo  tutto  sver- 
gognò. 

*  SVERGOGNATACCIO.  Avvilit.  di 
Svergognato.  Geli.  Err.  5-  1.  Tu  ne  re- 
sti vituperato  tu  e  la  casa  tua.  Ch.  Uh  , 
uh,  uh.  ^f.  F.  E  piange  ora  il  moccico- 
ne: ei  bisognava  pensarvi  prima,  sver- 
gognataccio.  flij  E  apprvsso  :  Ed  eriti  pro- 
messo d'  avere  il  migliore,  svergognatac- 
no  ch?  (Rr) 

•f  SVERGOGNATAMENTE.  Avver- 
bio. Senza  vergogna.  Sfacciatamente.  Lat. 
mtpudenter.  Gr.  avaiòù;.  Ifial.  S.  Gr. 
M.  3.  16.  Volendogli  far  perder  la  pro- 
va e  '1  proponimento  buono,  arditamente 
montò  in  sul  monte,  e  svergognatamente 
andò  alla  sua  spelonca.  Mor.  S.  Creg. 
Le  loro  male  opere  svergognate  fatte,  più 
svergognatamente,  difendemlale,  le  multi- 
plicano.  pass.  209.  Svergognatamente  di. 
iconendo,  traggono  ogni    uomo,  di    qua- 


S  V  E 

lunqiie  condizione  e  stato  &id  ,  rhe  trarre 
:>i  bi>ri. 

SVERGOGNATEZZA  .  Sfacciatezza. 
Lat.  impudentia.  Gr.  «vai7;<uvTiV..  l'a- 
ler.  Ma.ts.  Non  perchè  avesse  difetto  di 
peccati,  ma  perchè  abbondava  di  svergo- 
gnatezza. Vcclam.  Quinti/.  P.  Maraviglio- 
mi.  giudici,  di  questa  svergognatezza. 

"t  SVERGOGNATISSIMO.  Superi,  di 
Svergognato.  Lat.  impudeniissimus.  Gr. 
«vao^u^Toraro;.  S.  Agost.  C.  D.  2. 
27.  Questa  placazione  di  colali  Dii  ec  , 
svergoi^nalissima,  nequissima  e  immondis- 
sima ec,  levò.  E  5.  27.  Li  loro  detti  sie- 
no  tali,  che  si  debban  piuttosto  disputare, 
che  atterrare  ;  con  garrimcnlo  svergogna- 
tissimo,  e  quasi  reprensorio  ovvero  con  le- 
vità gioculatorie  ristringano  le  loro  parole 
di  truffe. 

SVERGOGNATO.  Add.  da  Svergo- 
gnarej  Sfacciato.  Lat.  impudens^  propu- 
diosus.  Gr.  avixia)^V'jroi,%vxt.S-/,i,.  Dant. 
Purg.  23.  Ma  se  le  svergognate  fosser 
certe  Dì  quel  che  '1  ciel  veloce  loro  am- 
raanna.  Già  per  urlare  avrian  le  bocche 
aperte.  lìoce.  nov.  23.  l(\.  \>di,  svergo- 
gnato j  odi  ciò  che  e' dice.  Amm.  Ani. 
2  5.  8.  2.  A' giovani  fa  più  svergognata  la 
loro  dislcmperanza.  Colì.  Ab.  Isaac,  cap. 
iS.La  perseveranziain  essi  vizii  ècosa  sver- 
gognata e  sozza.  Cani.  Cam.  io.  O  trom- 
bette svergognate.  Noi  v'  alibiam  si  ben 
tenute»  ec. 

"t  *  SVERGOGNOSAMENTE.  Av- 
verb.  Svergognatamente  .  Stor.  S.  Eug. 
384-  Egli  entrò  una  sera  quasi  di  notte 
isvergognosamente  nella  camera  della  Ma- 
donna mia.   (Ì'J 

SVERNAMENTO,  lo  svernare.  Lat. 
hiematio,  hU'ernalto.  Gr.  •/^iifi.oiiì'J-.  Tratt. 
gov.fam.  35.  Tu  adunque  la  debbi  me- 
nare a  considerar  la  varietà  dell'  erbe  ec, 
svernamenti  di  uccelli,  giocondità  de'  cie- 
li (  tjui  nel  signifc.  del  §.  IH.  di  SVEH- 
NARE  ). 

SVERNARE.  Dimorare  il  verno  in  al- 
cun luog.-ì.  Lai.  hiemarc ,  hiemem  pera- 
gere,  hibernare.  Gr.  Si'jy_t'.p.oÌ^tKv.  T'it. 
Plut.  Di  poi  eh'  ebbe  nrdiaata  la  GalUa, 
venne  a  svernare  a  Padova.  Car.  leti.  1. 
125.  Stiamo  iufra  due  :  o  di  tornare  a 
Roma,  o    di    svernar   qui. 

§.  I.  /n  signifc.  att.  vale  Tenere 
checchessia  in  alcun  luogo  nei  tempo  d' 
inverno.  Tac.  Dav.  Stor.  5.  37O.  Tor- 
nando per  nave  da  rivedere  il  campo  cbe 
si  faceva  a  Novesio  e  Boona,  per  isver- 
narvi  le  legioni,  senza  alcuna  ordinanza 
ne  sentinella,  accortisene  i  Germani,  gli 
tesero   insidie. 

§.  IL  Svernare,  per  Uscir  del  verno. 
Dant.  Par.  27.  Ma  prima  che  Gennaio 
tutto  sverni.  Per  la  centesma ,  eh' è  lag- 
giù negletta,  Ruggeran  si  questi  cerchi 
superni.  Che  ec 

§.  III.  Svernare,  parlandosi  degli  uc- 
celli ,  vale  Cantare ,  ed  e  propriamente 
■juel  cantare  che,  usciti  del  verno,  fanno 
a  primavera.  Guid.  G.  Colli  dolci  canti 
de'  versi  gli  usignoli  con  dolce  modo  sver- 
nano nel  mese  di  Maggio.  Poliz.  st.  i. 
17.  Udir  gli  augei  svernar  ,  rimbombar 
r  onde.  I>ant.  Par.  28.  Perpetualementc 
Osanna  sverna  Con  tre  melode  (  qui  per 
similit.).  *  Vr.  Inc.  T.  5.  25.  6-  E  vi 
s'  inselva  l'  uccelletto  e  canta,  E  sverna- 
ci con  j;ran  suavitade.   (£j 

•^i  SVERNATA.  Io  Svernare.  Bart. 
As.  p.  1-  /.  2.  §.  ult.  Già  cominciavano 
a  disarmare  e  disporsi  alla  svernata.     ( Pj 

SVERHE.    Ved.   SVEGLIERE. 

SVERTARE.  Votare  la  verta  arrove- 
sciandola. 

g.  Per  melaf.  vale  Dire  senza  riguar- 
do quel  eh'  e  occulto  ,  e  che  si  dovrebbe 
tacere.    Lat.    vulgare-    Gr.     ^(«jsTiui'^stv. 


S  V  E  1443 

Tac.  Dav.  Ann.  i.  26.  Inasprito  anch' e- 
gli  da  certe  poesie  senz'  autore,  che  sver- 
tavano  le  sue  crudeltà,  ec.  Salv-  Gmnch. 

3.  8.  Ed  è  possibile  Cbe  tu  abbi  però  co- 
sì svertata  Ogni  cosa  ?  ì'arck.  Ercol.  58. 
Di  coloro  i  quali  ce.  confessano  il  cacio, 
cioè  dicono  tutto  quanto  quello  cbe  han- 
no detto  e  fatto  ec,  s'  usano  questi  ver- 
bi :  svertare,   sborrare,   ec. 

S  VE  R  Z  A .  Minima  particella  di  legno 
spiccata  dal  suo  fusto,  o  d' altra  materia 
divisa  da  altra  maggior  porzione.  Lat. 
fragmen.  Gr.  /.>a7/i.a.  Tac.  Dav.  Stor. 
5.  365.  Hanno  di  più  palmr-ti  alti  e  va- 
ghi, e  '1  balsamo  piccolo  arbore,  del  qua- 
le venuto  in  succhio  se  iutacchi  un  ramo 
con  ferro,  le  vene  ghiacciano  ;  con  isverca 
d'un  sasso,  0  coccio,  versano  liquore  me- 
dicinale. 

g.  I.  Sverza,  si  dice  anche  una  Sorta 
di   vino  bianco  dolce  e  piccante. 

f  g.  IL  Sverza  ,  si  dice  anclie  una  Sor- 
ta di    cavolo  verdastro.  Buon.  Fier.   2.  3. 

4.  Lasciato  ho  '1  luogo  usato,  ov'  abbian 
spaccio  Sverze  e  finocchi  e  ravani  e  ca- 
rote. 

SVERZARE.  Fare  sverze,  riturar  con 
isverze. 

f  g.  In  signific.  neutr.  e  neutr.  pass, 
vale  Uscire ,  0  Spiccarsi  sverze,  Scheg~ 
giarsi.  Penv.  Celi.  Oref  70.  Perchè,  ^- 
Irimeuti  essendo,  si  sverzerebbe  la  stampa 
e  subito  sarebbe  guasta.  *  /t  appresso  : 
Essendo  ec.  quanto  si  può  bolso  (il ferro}, 
la  slampa  non  potrà  mai  sveizare.   (B) 

*t  SVERZATO.  Add.  da  Sverzare;  Al- 
quanto scheggiato.  Lue.  Mari.  rim.  buri. 
Sudicio,  vecchio,  e  sverzato  il  cerchiello 
(  l'  ctempio  non  è  tratto  da  Lue.  Mari., 
ma  da  S.  B.  Vedi  le  rime  buri,  al  voi. 
Z.pag    232.) 

i."  SVESCIARE.  Voce  bassa  ,  deriva- 
ta da  Vescia-  Ridire  tutto  ciò  che  si  sa, 
o  che  si  sospetta,  ancorché  si  debba  tener 
segre t^^.  (A) 

*  SVESCIATRICE.  Che  spetezza;  e 
figuratamente  Ciarliera,  Che  non  sa  te- 
nera il  segreto.  Lat.  loqua.v.  Gr.  )«/i5- 
rzp'A.  Salvia.  Disc.  2.  187.  Chiama  qui 
(le  femmine)  meravigliosamente  trombette, 
cioè  strepitose  e  stridule  cicalatrici  e  sve- 
sciatrici,  che  quando  sanno  una  minima 
cosa,  o  che  la  sospettino,  subito  la  buci- 
nano ,  e,  come  si  dice,  pigliano  la  trom- 
ba.  (•) 

-r  SVESPAIAHE.  Ton-e  i  vespai,  cioè 
gli  ornamenti  fatti  a  guisa  di  vespe.  Buon. 
Fier.  II.  4-  12.  Le  scatenan,  le  sborchia- 
no,  svcspaiano.    {*) 

3  SVESTIRE.  Spogliare  j  contrario  di 
Vestire.  Lat-  exuere.  Gr.  aTTa^Jstv-  Ar. 
Fur.  18.  l63-  Ne  tutta  notte  mai  1*  arme 
si  sveste. 

#(*./?  figìiratnm.  Deporre  checches- 
sìa, che  toglie  la  i-era  sembianza.  «  Dant. 
Par.  30-  Poi  come  gente  stata  sotto  lar- 
ve. Che  pare  altro  che  prima,  se  si  sve- 
ste La   sembianza  non  sua  ».  (B) 

*  SVETT  AMENTO.  Lo  svettare.  Bel- 
lin.  Disc.  2.  25.  Qual  si  sia  di  essi  chp 
voi  n'  apriste  (  de*  corpi  preparati  dall'  a- 
nafomia  f  trovereste  per  il  suo  svenamen- 
to ne'  tenerumi ,  il  suo  ilessibile  nelle 
giunture  ec.  (qui  nel  signific.  del  §.  di 
SVETTARE.)   (F) 

t  *  SVETTANTE.  Che  svetta.  Bel- 
ìin.  Disc.  I-  212.  Fu  un  vibrarsi  quasi  a 
tempo  di  suono  e  di  musici  l'acqua  da* 
suoi  canali  in  istrumenli  svettaoti,  quali  le 
lingue  di  quelli  uccelli  ,  quand'  essi  can- 
tano. (A)  lì  1  .  l83.  Intendeste  cam- 
minando per  la  via  delle  meccaniche 
facoltà  perchè  gli  istrumenti  sospendilori 
non  potettero  farsi  di  materia  dura,  ma 
svettante  a  foggia  di  molla  (  qui  nel  .H^ 
gmf  del  g.  di  SVETTARE).  (F) 


1^44  S   V   E 

SVETTARE.  U^-ar  la  vetta  DavCoU. 
169.  SveUalc  (le  marze),  s*  elle  son  lun- 
ghe. •?  Car.  Lon^,  So/,  pag.  80.  (  Fir . 
181 1)  Attesa  la  notte,  al  giardino  aoda- 
tone,  e  per  la  siepe  salitovi,  di  quanti  ve 
n'  erano  (de'  fori)  o  sveglieodoli ,  o  svet- 
tandoli er.,  quello  strazio  ne  fere,  che, 
per  lui  si  potè  maggiore.  (^) 

g.  Svettare,  si  dice  anche  il  Muoversi 
con  certo  tremolio,  come  /anno  gli  scudi- 
sci, le  vermene^  e  simili  cose,  che  agitate 
e  scosse  si  crollano  nella  vetta.  Lai  ver- 
ticem  agitare.   Gr.  ó.:f-pov  dw/uiìv. 

SVETTATO.  Add.  da  Svettare.  Dav. 
Colt.  193.  Più  di  tutte  l'altre  piante  ri- 
guardali (  i  pini  J  er.  ,  perchè  questi,  svet- 
tati una  volta,  non  vanno  più  su. 

#  SVEZZAKE.  Disvezzare,  Far  perde- 
re il  vezzo,  o  /'  usanza,  u  Bimh.  1.  50- 
O  Gaio  Erennio,  poiché  la  ventresca  Ti 
svezzo  dell'usar  la  rerhottana ,  Non  pea- 
»ar  che  la  zazzera  li  crebra  ».  t  Ai 

3  %.  I.  Svezzare,  per  Spoppare.  Lai. 
ablactare,  a  lacte  dimovere,  Gr.  oilZO'/v.- 
Ì«>:t*?£»v.  Cr.  Q.  77.  II.  Quando  i  por- 
relli  $ono  svezzati  djll,i  poppa,  se  '1  po- 
dere e  *1  luogo  il  dò,  si  suol  dar  loro  la  vi- 
naccia e  i  granelli  dell'  uve. 

§.  W.tn  signi/tc.  neutr.  pass,  vale  Tra- 
lasciar l'  uso  di  alcuna  cosa ,  l^imaner' 
sene  Lai.  desuescere,  desuefieri.  Gr.  a-€- 
£ri'^£533't.  Omel.  S.  Greg.  Già  non  ap- 
petisce r  interne  delizie,  perchè  lunga- 
mente s'  è  svi.'zzato  di  mangiarle.  .S".  fiern. 
Lctt.  Schiudi  anche  dagli  occhi  di  fuor 
quelle  cose,  le  quali  tu  ti  se' svezzato  di 
vedere- 

•f  J?  SWVETTO.  Surrogato,  Sostitui- 
to j  e /ti  detto  propriamente  dai  Jiomani  del 
Console  che  prendeva  il  luogo  dì  quello 
morto  prima  di  terminare  il  tempo  del 
suo  u/fìzio  .  Lai  .  sufìectus  .  liorgh. 
Fast.  Bvm.  /|63.  Quegli  altri  (Consoli) 
buffetti  (che  noi  diremmo  per  avventu- 
ra o  sostituiti,  o  Mirrogati  ).  F  4^4'  ^^^ 
era  ciò  con  intera  satìafazione  di  que' 
più  ambiziosi  e  vani ,  che  non  si  appa- 
gavano dall'  essere  de'  Sutìetti.  F  appres- 
.KO  :  Ve^gonsi  tuttavia  notati  ne'  Tasti  di 
pietra  talvolta  questi  Sufietti.  /:  469.  Per 
cagione  di  quei  Consoli  SulTetti,  che  in- 
torbidano   spesso  la    storia.  tV) 

■J-  SUFFKEKTE.  SUFFICIENTE,  erf 
all'  ant.  SLFFIZIEM'E.  Add.  lìastevo- 
/r.  Lat.  su//icicns.  Gr.  STTir/ciio;.  Dant. 
Par.  28-  Se  li  tuoi  diti  non  sono  a  tal 
nodo  Sufficienti,  non  è  maraviglia.  Mae- 
stniiz.  2.  27.  E  licito  di  lavorare  i  dì 
delle  leslr  ne'  lavorìi  delle  chiese ,  ovve- 
ro de' monasterii  ?  Credo  che  sia  licito, 
f  spezialmente  nel  lavorio  dei  mona- 
stcìii  poveri ,  i  quali  non  hanno  ren- 
dita a  sé  sulTìciente.  #  Guicr .  Star. 
18.  38.  Dove  entrarono  il  terzo  giorno 
d'  Aprile  lascialo  in  Imola  presidio  sutlì- 
cionte  a  difenderla.    (C) 

t  g.  ì'er  Alto.  C>'pace,  Ahile.  Lat.  a- 
ptus,  idoncus,  peritus.  Jìocc.  nov.  S^-  4- 
Non  perchè  egli  noi  runuscessc  bene  ad 
ogni  servigio  sufficiente,  ma  perciocché 
egli  giurava-  /-  /'(/.  Pant-  2o5.  Accioc- 
ché ad  altrui  jiiù  di  me  tuffi*  irnle  ,  e  più 
Ta)to  ,  alcun  luogo  si  latcìasse  di  dire  . 
Pani-  Pnr.  *J.  Che  più  largo  fu  Dio  a 
dar  sé  stesto.  In  far  Tuom  sufficiente  a 
rìlcvursi.  /'.'  l3.  Ei  fu  l'.e  che  chiese 
senno  ,  Arriocihè  Me  suffirirnle  fosse. 
Maestruzt  l.?8.  Quando  munr*-  il  Ve- 
«cuvo,  e  la  Chiesa  non  ha  sulfiticnli  rlie- 
rici.  "^  lìul.  l'urg.  II.  2.  E  pre^unziunc 
pigliare  a  sé  quel  che  è  d*  altrui,  come 
quando  V  uomo  si  tiene  lo  migliore  atti- 
lla che  ti  Iruovi,  et)  ararci  degli  altri  più 
lufficnnti  di  lui.  r//;  Fior.  //.  277.  Krlla 
quale  (cittì))  pose  la  molliludinr  drllc  diin- 
ne   con    tulli  li   vecchi  e    con  lutti  quelli. 


S  \}  ¥ 

che  non  cran  lieoe  sufficienti  all'  arme. 
Ar.  Fur.  21.  ?»9.  Un  medico  trovo  d'in- 
ganni pieno  ,  SuflGciente  ed  altri  a  tinnì 
uopo,  Che  sapea  m«-glio  uccider  di  vene- 
Do,  Che  risanar  gì'  infermi  di  silopo.  (C) 

•f  SUFFICIENTEMENTE,  ed  all'an- 
tica SVFF1ZIENTP3IENTE.  Avverh.Iia- 
stantemente ,  A  bastanza.  Con  su/fictenza. 
Lat.  su/ficienter  ,  satis.  Gr.  a'^/oJvTWi. 
Amm.  Ant.  II.  5.  5.  Allora  si  dice  su f- 
6cientemente  ,  quando  si  manifestano  le 
cose  secondo  la  proposta  materia.  Cr.  2. 
x5.  I.  E  adunque  prima  di  necessità  di 
aprir  la  terra  ,  imperciocché  altramcnie 
ne  riceve  i  semi  che  vi  si  gettano,  né 
quegli  che  ha  in  sé  sulficientemente  man- 
da fuori.  Jl/or.  S.  Creg.  Leti.  Quando 
egli  avrà  suf6cientcmente  pieno  il  campo 
dell'occorso  ammaestramento,  allora  ritor- 
ni al  luogo  del  primo  sermone.  Legg. 
Asc.  Crisi.  La  morte  di  Cristo  fue  prova- 
ta bene  e  sufEcientcmenle  nelli  tre  di  che 
stette  il  corpo   nel  sepnhro, 

't  *  SUFFICIENTEZZA.  Voce  poco 
usata.  Sn/firienza.  Salvili,  f/o/.  242  Dal- 
la sua  sulhcientezza,  e  dall'  essere  bastan- 
te e  contento  sé  medesimo,  altri  l'  Uno 
di  lui  considererà.  (A) 

•f  SUFFICIENTISSIMAMENTE,  ed 
all'antica  SUFFIZIENTlSSIMAME>TE. 
Superi,  di  Su//icientemeiile .  v  Su/fizien- 
temente.  Maestruzz.  2-  26.  Conciossiaco- 
saché r  olibedienzia  sia  massima  sopra  lut- 
ti i  boti,  per  d^^ni  boto  sufBcientìssima- 
nientc  ricompensa.  Capr.  fìott.  IO.  2l4- 
Avi-ndo  noi  letto  tante  volte  in^il•me  quel 
dìvinissimo  trattato  di  fra  Girolamo,  imi- 
lulato  da  lui  il  Trionfo  della  Fede,  dove 
è  da  lui  provato  tutto  quel  che  io  l*  ho 
detto      sufficientissimamente. 

SUFFIt:lENTISSIMO,  eSUFFIZIKN- 
TISSIMO.  Superi,  di  Sujjinenle  e  Su/- 
/ziente.  Filoc.  5.  93.  Certo  non  debita- 
mente avete  di  Keina  provveduto  ali*  a- 
moroso  popolo,  che  di  surficientìssimo  \\v 
aveva  l)is(ii;no.  S.  Agost.  C.  D.  Il  suffi- 
cicntissimu  ajipo  loro  uomo  Varrone  ,  di 
grandissima  auloritade,  facendo  dislinli  li- 
Iiri  ,  ec.  But.  Par.  10  2.  Fu  vaUnlissì- 
mo  e  suffiricnlissimo  uomo,  come  dimo- 
stra la   sua   opera. 

■•t  SLFFICI^:^^A,  ed  all'ont.  SL'F- 
FICIE.NZIA.  r  SUFFIZIENZA.  Astratto 
di  Su/ficiente.  Quanto  occorre  all'  uopo  , 
Bastevolezza.  Lat.  su/ficentia.  Gr.  i^avo- 
Tì):. 

"t  §.  ì.  Fer  A/iilità,  idoneità,  Capacitù. 
Lai.  peritia,  per/celio.  Gr.  K^uTCtsi of,  ?f- 
\u'(iiCti.  Cavale,  i'riitt,  Itng.  Nelle  quali 
cose  sola  consiste  la  no>lra  tutTicicnta  e 
perfezione  in  questo  numdo  e  ndl'  altro. 
Coli.  SS.  Pad  >on  the  noi  siamo  ido- 
nei a  pensare  alcuna  mia  <la  noi,  ma  la 
sufficienza  nostra  è  da  Dio,  Maestruzt.  i. 
38.  Per  lo  pane  s'  inlmde  liilla  la  >uf()- 
cìenzla  del  vivere.  /  orr.  /  /l.  Pani.  26.'». 
Perchè  forse  la  rullìi  ienta.  «he  a  tanta  ro- 
sa si  richiedrrrbbr.  non  ri  era.  ^'  t-iiicc. 
Star.  4.  68  I  rn  he  in  Leone  fu  di  gran 
lunga  più   sufficenza  che  Inmlà.  fi.) 

§.  II.  Per  Ahbondanta.  i.»\.  copia,  vis. 
Gr.  iJTTOZi'X.  I.iv.  M.  Grande  sulfirienza 
di  biada  n'  avea.  ^  Ir.  liiord  /'rrd 
3O0.  Il  corpo  glurifiralnhae  in  tè.  e  da  »è  «>- 
gne  sufficieniia.  e  o^ne  gloria,  e  oj^iie  gran- 
dezza, e  non  abl'isogna  di  nulla  creatura. //'v 
§.  III.  A  suj fu  tenta  ,  /tosto  ai  ver* 
hialm.    ì  ed.    A   StKKlClEN/A. 

SUFFIZIENTE.  Fcd .  SUFFICIEN- 
TE. 

SUFFIZ1ENTEMENTE.  Vrd .  SUF- 
FICIENTEMIM  E. 

SrFFIZII-:>TlS«IMAMFNTE  1  ed. 
S  L  I-  F I  (  :  1 1  >  1  I S S I  \l  A  M  K  .Xl  E . 

Sin- 17.11  .\TISSIMO  ì  eti.  SUPFI- 
CIE.NTISSIMO. 


S  U  F 

SUFFIZIENZA.  led.  SDFFICIEII- 
ZA. 

SUFFOCAMENTO.  Suffocaziotie,Soj- 
fogamento.  Lat.  suffocalio  Gr.  a?rrf:t*i- 
^15.  Tratt.  segr.  COS.  dona.  Valevole  con- 
tro lo  «ufforamento  della  matrice. 

S=  SUFFOCARE.  Lo  slesso  che  Soffo- 
care ,  o  Soffogare.  Capr.  Bott-  |.  I7. 
Violentemente  sufioeaodo  gh  spinti  TÌtali 
re. ,  son  cagione  della  morte  vostra  in- 
nanzi al  tempo.  (B) 

*  g.  Per  Allagare.  Cuicc.  Star.  l. 
38l.  E  dìfBdandosi  di  poter  coDdarre  per 
terra  1*  artiglieria  a  Cascina  perchè  dalle 
pioggie  erano  suffocale  le  strade,  rimbar- 
cò alla  foce  d*  Arno.  (L) 

*  SUFFOCATO.  Add.  da  Su(focare. 
Cavale.  Ali.  Apost.  93.  Si  aslenghino 
dalle  contaminazioni  di  simulacri ,  cn^t  i- 
doli,  e  dalla  fornirazinne  ,  e  da  animali 
sufTocati.    e   da   sangue.   (V) 

SUFFOCAZIONE  //  sujfocare.  Lat 
suffocatio.  Gr.  «TTSìrvi^i;.  Cr.  6.  8.  2- 
Contra  la  sufTocazione  per  funghì  deasi  lo 
sugo  suo  f  dell'  assenzio)  con  acelo  e 
acqua  calda,  fted.  Cons  .  I  .  91  .  DÌ 
qui  vengono  le  sufToraciooi ,  le  difficoltà 
di  respiro,  gli  affanni  angosciosi,  e  le  pal- 
pitazioni di  cuore. 

*  SUFFOLCERE.  So/folcerr,  Appog- 
giare. Lat.  su/fulcire.  Gr.  •JTZtpu'ònv.  Ar. 
Fur.  27.  84.  Quando  gli  narra  che  M  soi- 
til  ladrone  ,  Che  in  un  alto  pensier  1'  a- 
veva  colto.  La  sella  su  quattro  aste  gli 
suffolse,  E  di  sotto  il  deslrier  nudo  gli 
tolse.  (•) 

t  SUFFRAGANE0,SOFFBAGANEO  . 
eSUFFBAGANO.  Add.  usato  anche  in 
/orza  di  susl.  Pitesi  il  /  escavo  sottopo- 
sto  al  Metropolitano  j  ed  e  termine  de' 
Cnnonisli.  'Lai.' su/jTraganeus.  Jifaeslruzz. 
1.  28.  L'Arcivescovo  non  può  costrìnge- 
re alcuno  suddito  del  Vescovo  suffraganeo 
a  ricevere  le  commissioni  sue  ne'piatì*  F 
più  sotto  :  L'  Arcivescovo  jmò  visitare  la 
sua  provincia,  avvegnaché  suoi  sofTraganei 
non  sieno  negligenti,  ec.  Fi.  39.  Che 
iuridizione  hanno  i  Patriarchi ,  ovvero  i 
Primati,  ne'  sudditi  de'  loro  tulTraganei  ? 
^  Slor.  Fur.  _2.  34.  Salvamente  se  ne 
fuggì;  senza  che  altro  conto  se  ne  te- 
ne»se,  che  di  farlo  spubblicare,  e  di  farlo 
scomunicale  da  Enriro  successore  di  Fol- 
co, e  da  tulli  i  suoi  sufTiagani  (C)E'j. 
167.  Soth^pojele  allora  sei  Vescovadi  per 
sulTrapanei. 

SUFFHAGANTE..yi»^''"/r«"«>Lal.*/ii/- 
/raganeus.  G  /  .  2.  7.  4'  Occupava  Ir 
ragioni  del  Vescovado,  e  delle  sue  Chiese 
sulTraganli. 

SUFFRAGARE.  C.iwarr  Lai.  valere. 
Gr.  5yvavw»''^8«S«'  '>'• /*'"  56-  Wè  ti 
suffraga  Ìl  diic  :  io  l'ho  comprato.  ^ 
Srgner.  Pixd.  Pai.  Ap  4  5*''  I*ert: io  ri- 
mirale te  a  voi  suH'rai'hi  1'  andare  sola- 
mente per  via  di  grazia,  rom*  è  proprio 
de'prrtatoii  /  5.  IO.  Se  qualsivoglia  1- 
gnoranza  suffragasse  tanto  a  tcusarri  dal- 
le omi»sii>ni,  a  che  dunqoe  su  queste  er. 

<Tr, 

g.  Per  /scolpare.  Lat  opitulari.  Gr. 
j9or,S:i"v.  Buon.  tier.  4-  4*  i*-  ^  giura- 
mento ^nn  batti  a  sulTragarti,  né  ragione 
Vaglia,  rhe   li  disgravi. 

5?  MFFRaGATO.  Addielt.  dm  Smf- 
/ragiirr.  Magai.  Lelt.  E'  intanin .  sufTra* 
gaio  da  qnetla  buona  mlrniionr.  mi  tli- 
meiM  Iccilii  di  continuare  il  romroerrio 
ci»n   e»»M  lei.  fA) 

SUFFRA<;iO.  SotTorfO,  .^owmirmemlo. 
Lat,  auxifium.  tir.  ^5«ì;%ii*»,  9uvy,-/o^«- 
Cavale.  I  rutl.  ling.  La  salminha  è  ron- 
«olation  de' Insti,  cura  de'  dolenti,  sani- 
tà flrgl' infermi,  e  nmrdio  dell*  anima,  e 
>ulTra';io  d'ogni  miseria  ^  Segnrr  Pred. 
/W.   Ap.    .ì.  IO     Giairhè  quetti  (  dnnmnj 


S  U  F 

più  li   varranno  ad  avvantaggiarsi,    che  i 
&utVr.igi  tutti  a  lui  (Iati  fallii  s.)[iienirf.  (TCf 

§.  I.  Per  Jote,  nei  signi/ìc.  del  %■  ult. 
Lat.  jtujfrnv!iiim.  Gr.  i|»i(^a)0^.  ì'arch. 
Sior.  la.  4^  Trovaronsi  a  squittìnare , 
cìofe  a  rendere  la  civaia,  come  ilicevaiio 
essi,  rioè  la  fjva  o  '1  suJTrnyio  a  coloro  ì 
quali  nominati  andavano  a  partito.  Jiemb. 
Star.  I.  Q.  Queir  ;iDno  stesso  i  signori 
Dieci  ordinarono  die  i  sufTra^ii  aperta- 
mente non  si  dessero  ;  e  chi  altramente 
facesse,  per  ispazio  dì  due  anni  dar  suflra- 
gio  ed  essere  eletto  in  alcun  magistrato 
non  potesse  /{■  i.  12.  Era  stata  per  lo 
addietro  ìnGnn  a  quel  tempo  la  usaaca  di 
dare  il  sutTrayio  di  questa  maniera. 

*  §■  H.  Per  quel  hene  Spirituahjtitto  in 
soddisfazione  de'  defonti  .  Segner.  Crist. 
instr.  2.  20-  16.  Professava  un  aflelto  spe- 
ciale alle  anime  del  Purgatorio,  da  lui  so.  - 
porse  con  suffragi  frequenti.  H  20.  Ma 
che  sarelihc  poi  »e  taluno  ,  non  solo  non 
coDtrihuisce  loro  que*  suffragi,  che  ci  con- 
siglia la  carità  cristiana  ,  ma  ee.  (C) 

5  SUFFUMICAMENTO  .  Il  suffumi- 
care ,  jifiumicamenta  ,  Suffumigio  .  Lat. 
Auff'umìgnlio.  Gr.  yToS'uocaTi^.  VV.c.  Pov. 
P.  S.  cap.  5.  La  polvere  del  cubel)e,e  del 
macis  si  confettino  con  laudano ,  storace 
e  olibano  ,  e  facciasi  in  pomo  ,  il  quale 
tenga  speNso  al  na»o ,  e  facciane  sufiimii- 
camento  . 

SVFFUMICARE.  Spargere  di  fumo  . 
Lat.  suffumigare.  Gr.  u-^Suyia^atv.  Cr. 
4-  2Q.  1.  1  vasi,  ìonanzichè  vi  si  metta  il 
mosto  ,  con  acqua  salsa  pura,  e  con  ispu- 
gna  lavar  si  convengono  ,  e  con  incenso 
sufl'umirare.  Tcf.  Poi-.  P.  S.  cap.  5.  Aucu 
lo  suflumicare  col  vìdo,  nel  quale  sia  collo 
lo  rosmarino  ,  toglie  la  doglia  del  capo  . 
Paltad.  cap.  3j.  Alctmì  la  coccoveggia 
coir  ale  stese  sufTumirano  f  così  forse  er- 
ratamente l'antico  volgarizzatore  tradus- 
se il  I.at.  suffigitur  ). 

t  SUFFUMICAZIONE.  Il  suffumicare. 
Fumacchio.  Lat.  Sìi/fumigalio  ,  suflìtus  , 
.uiffìmentuw.  Gr.  u7T'5^u^«<'«7i;  .  uTro&w- 
fi.iv^lt.'x  .  Ott.  Com.  Inf.  20.  358.  Usano 
ad  essi  sacrifirii  di  sangue  umano,  sulfu- 
miraiioni .  e  per  questo  appaiono  e  dan- 
no responso,  ed  è  api  oliato  negromanzia. 
Formansi  immagini  da  diverse  materie  se- 
gnate con  carattere  e  inscrizioDÌ  con  di- 
verse aufiumicazionì  .  per  le  quali  li  de- 
moniì  danno  responso  .  ir.  6.  7.  2.  La 
iuffumirozìoD  di  lui  fatta  ,  i  mestrui  pro- 
voca 

SUFFUMIGARE.  Sufumicare.  Lat.  suf- 
fumigare. Gr.  j7ro&u,i*(a^=iv.  Picett.  Fior. 
25.  (ìuelle  f  canterelle ,  ec.  che  debbono 
servire  per  le  medicine  degli  uomini  ,  sì 
suffumighino  in  ogni  modo  ton  aceto. 

SUFFUMIGATO.  Jdd.  da  Suffumiga- 
re.  Te.<.  Pov.  />.  .V.  cap.  7.  Blatte  bi-sin- 
zie  suffumigate,  ovvero  bevute,  curan  Y 
epilentico .  ' 

SUFFUMIGIO.  Suffumicazione.  Lai. 
SìifTumigatiOy  su£fimentum.  Gr.  u-o^ut/t- 
«71;,  •J7ro&uuta//.«.  Cr.  3.  35.  !\.  Avicpn- 
na  dire,  che  se  se  ne  faià  sufiiimìgio  alle 
femmine  ,  quando  avranno  ijian  desiderio 
di  giacer  con  uomo,  gnarranno  .  Un  eli. 
Fior.  ii3.  Tutti  gli  altri  mediranieiili  ctn- 
posti  er.  sono  le  inliisioni  ce,  i  suHtinii- 
gii,  le  palle  odorale,  ec.  j4r.  Fur.  2.42. 
E  seppi  poi  come  i  demoni  indu.^tii.  Da 
^ufTllmigii  tratti  e  sacri  cinmi.  Tulio  d'ac- 
ciaio avean  cinto  il  bri  loco.  'J  ass  t  er, 
l'j,  4--  Tolga  Dio  rh"u>i  noie  o  snlTumì- 
gii ,   Per  ìsforzar  Cucilo  e  Flegelonic. 

SUFFUStONE.  Alterazione  drgli  umori 
dell'  occhio  ,  e  sf^ciaìmente  del  crislatli- 
no  ,  che  impedisce  il  i'cdere  .  I.at.  .luffU- 
sio  ,  catarrhacta.  Gr  /'j- nòe &,*.■:  r,^,  i  ih. 
Masc.  Alquanti  autori  di>sero:  se  ructhio 
lue  suflusiune,  o  alLugmc  ,  er.  /■  nrpres- 


S   U  F 

so:  La  suffusioue  degli  ocrhi ,  come  agli 
uomini,  così  alli  giumenti  impedisce  il  ^i- 
so.  Ped.  Cons.  1.  142.  INon  è  maraviglia 
alcuna,  che  ec.  si  lamenti  ora  di  qualche 
c.iligine  della  vista  ,  e  di  qualche  princi- 
pio di  suflusìonc.  A"  appresso.'  Non  è  ma- 
rnviglia  parimente  che  ciucsta  calìgine  0 
suffusione  per  ancora  non  cedano  a'  me- 
dicamenti .  y?  146.  Per  lor  via  le  ultime 
reliquie  della  caligine  e  suflusione  si  po- 
trebbe adoprarc  d  zucchero  candi  impalpa- 
bilmente polverizzato,  e  soffiato  a  digiuno 
nell'  occhio  siccome  ancora  1'  osso  di  sep- 
pia, le  fornente  falle  con  radice  di  centau- 
rea  maggiore  ,  ec. 

*  §■  Suffusione  .  Term.  de*  Medici  . 
Spargimento  d'  umori  tra  carne  e  pel- 
le  (J) 

*  SUFFUSO.  r.  L.  /ìdd.  Asperso, 
Imhagnnlo.  Lat.  suff'usus.  Gr.  'j7Zoèps.)^Ò- 
fj.tvoq.  .-ir.  Fur.  43.  179.  Poi  seguia  Or- 
lando ,  e  ad  or  ad  or  suSusi  Di  lagrime 
avca  gli  occhi  rossi  e  mesti.  (*) 

SUF0LAME^TO.  Il  snfolare.  Lat.  tin- 
nitus.  Gr.  zw&wvtcyo'i.  M.  Aldohr.  Vale 
a  gravezza  dell'  udire,  e  a  suono,  e  a  tutto 
sufolaniento. 

g.  E  Su/olamentOj  per  Mormorazione, 
Cicalamento  .  Lat.  susurratio  ,  .iusurnis. 
Gr.  ii(3upi7/jto'?.  Arrigh.  70.  Ì\on  curare 
i  sufolamenti  de' popoli. 

*  SUFOLANTE.  Che  sufola .  Ovid 
Pisi.  65.  lo  aveva  udite  orribdi  boci.  the 
lossono  pensava  sufolanli  spiriti  che  urlas- 
sono  j  ma  ec.  <  8) 

SUFOLARE.  Fischiare.  Lat.  sihilnre , 
sihilum  edere.  Gr.  tJUSiTTttv.  Dani.  Inf. 
22.  Per  un,  eh'  io  so,  ne  faro  venir  selle, 
tonando  sufolcrò,  come  è  oostr'uso.  F.  25. 
Si  fupge  sufolando  per  la  valle.  Bocc.  nov. 
79.  34.  Andra  facendo  per  la  piazza  di- 
nanzi da  voi  un  gran  sufolare .  Tes.  I.r. 
4.  !•  Morena  è  una  generazione  di  pesti, 
di  cui  li  pallori  dicono  che  elle  conceponu 
di  serpenti,  e  però  li  fanciulli  le  chiama- 
no sufolandc.  siccome  le  rerpi.  M.  /  .  8. 
3p.  Sufolando  ,  e  picchiando  le  panche  , 
quando  faccano  loro  diceria  {  qui  per  i- 
sdit'rno  j  nel  qual  .tcn.w  diciamo  Far  la 
fischiata).  Calai.  7.  il  dirugginare  i  dcnli, 
il  sutolare.  Io  stridere,  e  Io  stropicciar  jie- 
tre  aspre ,  ce. 

§.  I.  Sufolar  negli  orecchi,  vale  Dire 
altrui  il  suo  concetto  in  segreto.  Lat.  in 
aurem  insusurrore  .  Gr.  ='~  0 j?  e'tti'Li- 
3uri'^£(v.  /-«t/i.  279.  La  quale  ha  faccen- 
da soperchia  pur  di  far  molto  a  ques^a  e 
a  queir  altra  .  e  di  sufolare  ora  ad  una  , 
ora  ad  un'altra  nell' orecchie. 

g.  II.  Siijoltir  nesli  orecihi ,  vale  an- 
che Vire  segretamente  ad  altrui  cosa  che 
*l  metta  in  .vnspetlo  j  che  anche  diciamo 
Mettere  una  pulce  ne/C  orecchio. 

*  >UFOLl>.  Sufolaniento.  lior.  Ciri. 
cap.  IO.  S*  egli  {  il  basilisco  )  non  tro^  a 
altro  da  potere  alloscare,  sì  attosca  gli  al- 
bori [ure  con  uno  sufulo  che  fa.  Segner. 
Parr.  instr.  7.  1.  Fender  paghe  col  su- 
folo  quelle  pecore  che  non  sa  nutiicaie 
colle  vermene.  (J') 

SUGAIVTK.  Che  suga,  Succianle.  Lat. 
sugens,  ejsugcns.  Gr.  /jtu^'v.  £//iu^wv. 
■'•■  Salvia.  Ceor.  lih.  i.  E  di  quel  che  una 
eolla  di  stagnante  Umido  trac  dalla  sugante 
rena   tF) 

§  Carta  sugante,  diciamo  quella  carta 
che  per  mancanza  di  colla  non  re°ge,  ma 
inzuppa  e  succia  l'  uichio.itroj  onde  si  pò- 
ne  .mila  scrittura  Jalta  di  fresco,  accioc- 
ché non  si  scorili.  La(.  charta  ,  bibula, 
exsugens .  Gr.  yrr.f-o-i  -ì^o-zì-^-q'-ì  .  Pcd. 
(  ons.  1.  i55.  la  colatura  subito  sì  ricolì 
di  nuovo  per  carta  <uj;ante.  e  si  seibi  per 
1  Uso  dello  di  sopra,  facendo  I.1  composi- 
zione quante  volte  faià  di  bisogno.  =:■  La.sc. 
Guerr.  Mcslr.  si.    18.   Porla  ,    scambio   di 


SUO 


1445 


spada,  un  punleruobi.  Del  quale  ha  fatto 
intera  notonna,  A  forar  trippe;  e  dal  ca- 
po alle  piante  Armato  è  tutto  di  carta  su- 
gante.  (P) 

3  SUGARE.  Succiare.  Lat.  sugere , 
exsugere  .  Gr.  ;jiu?£ry,  ex/iU^st  v  .  Amet. 
96.  Benché  il  sangue  non  sughino,  ne  la 
virtù  scemino  di  quella  .  Ovid.  Metani. 
Strad.  Se  il  caldo  «lei  Sole  non  sugasse 
la  supeichia  umidità  ,  V  aire  si  corrompe- 
rebbe.  Sen.  Pi.it.  99.  Così  acconcìam  noi 
i  piccoli  fanciulli  ec,  e  diam  loro  la  pop- 
pa a  sugare.  Cr.   2.  3.  2.  Usano  le  piante 


ovvero  il  sugano  a  se,  spe- 


li nutrimento, 

zialmente  puro,  e  convencvule  e  simigliante 
a  loro.  :;:  /inceli.  Ap.  23!^.  Da  cui  rugia- 
da liquida  ec.  sugando  questo  animaletto 
ameno  Colora,  odora,  e  dà  sapore  al  me- 
ie.jCj 

''••  §.  1.  E fguratam.  u  Frane.  Sacch. 
rim.  II.  La  fonie,  che  dov'  entra  mai 
non  suga  Se  non  amor,  virtù  e  gentilez- 
za ».  (IS) 

^  §.  II.  Sugare,  in  signifìc.  neutr.  as- 
soluto .  Cresc.  5.  1.  23.  Conviensi  dun- 
que, s'egli  è  possibile,  che  proporzionai, 
mente  s' asciughi  il  luogo,  sì  che  le  piante 
non  sughino  olir' a  misura.  (I  } 

§.  III.  Oggi  Sugare,  si  dice  più  pro- 
priamente di  quella  carta  che  per  difetto 
di  colla  non  regge  allo  'nchiostro. 

SUGATTO.  '.yofl//o.  Menz.  sat.  4.  O 
Pasqui ,  le  tue  funi  e  i  tuoi  sugatti  Fan 
muacol  per  dio,  se  san  legare  Questi  bi- 
storti ,  ed  a  sghimbescio  fatti,  i.":  Pellin. 
Pise.  I.  8.  I  vincoli  poi  e  gli  ordigni,  che 
legano  e  fermano  osso  ad  osso  sono  vere 
iunirelle,   e   veri  sugatti.   ( h ) 

SUGGELLAME.NTO  .  Il  suggellare. 
Lat.  obsignatio,  sugillatio.  Gr.  /ara-jca- 
'/inf/òq  .  Valer.  Mass.  Acciocché  '1  con- 
tanjìnaniento  di  cotale  infamia  non  passi 
al   snggelhimento  della  gloria  di   Mario. 

SLGGLLLAIìE.  Segnare,  o  Improntare 
con  sug^elloj  e  prendevi  generalmente  per 
Serrar  lettere  con  cera,  o  altra  materia  te- 
gnente. Lai.  ob.tigntire  Gr.  /.u.7y.zspuyi' 
C£(V.  Filoc.  3.  190.  Falla  la  pistola,  Flo- 
rio la  chiuse  pianj;endo,  e  sugyellolla.  C. 
y.  9.  79.  3.  Aveali  lollo  il  suggello,  per- 
chè avca  suggellate  le  delle  lettere  senza 
sua  coscienza.  Pass.  78.  La  rinchiuse  in 
una  piccola  cella  ,  serrandola  di  fuori  ,  e 
suggellandola  coU'anello  suo  ec.,  che  indi 
non  uscisse  infino  a  tanto  ch'egli,  chela 
v'  avea  rinchiusa  .  non  1'  aprisse  .  Dani. 
Inf.  II.  E  però  lo  minor  giron  suggella 
Del  segno  suo  e  .*loddoma  e  Caorsa,  E 
chi  ,  spregiando  Dio  ,  col  cuor  favella. 

g.  1.  ler  Combaciare,  Turar  bene  j 
e  .fi  usa  tanto  nel  signijic.  alt.,  ile  nel 
neutr.  Lai.  occludere,  abiurare.  Gr.  za- 
Ta/)-::'£:iv  .  Paìlad.  Cenn.  l5.  Voglionsi 
quelli  orciuoli  di  sopra  da  bocca  chiudere 
e  5Ug.;cllare  .  ])av.  Colt.  l65.  .'^cotenna 
un  pezzo  di  carne  secca,  lasciandovi  tanto 
glasso  nel  mezzo  appiccalo  ,  che  a  guisa 
di  cocchiume  turi  la  bolle  ,  e  ù'  che  v' 
eniii  jUT  forza  ,  e  suggi.'lli. 

§.  li.  Suggellare,  per  Segnare  la  carne 
a'  malfattori  col  Jèrro  infocato.  Lat.  inu- 
ìvre  .  Gr.  ■tz^c-Tpi^zn'h'A  Ttvt  o^^tooi  , 
flut.  Frane.  Sacch.  rim.  69.  Scopare  e 
sugi;ellar.  mozzar  1"  orecchio  ,  La  legge 
li  dimostra  ,  e  falli  specchio .  Sen.  Ben. 
7  arch.  4-  37.  Faceste  quel  rapacissimo 
soldato  .  queir  ingralissìmo  oste,  quell'ava- 
rissimo  naufrago  suggellare.  Poez.  ì  arch. 
\.  i-ros.  4-  la  qual  cosa  risaputa,  il  Re. 
fece  bandire  ,  che  se  eglino  fra  tanti  dì 
non  si  fussero  da  Ravenna  parlili,  devcs- 
sero  prima  essere  sugi;cllali  ,  e  j'oi  scac< 
ciati  e  mandali  in  esilio.  Maini.  9.  11.  E 
per  fuggirne  a"  |  assi  la  gabilla  ,  Lo  bol- 
la, marchia,  e  Uilto  lo  suggella  ( tjui  per 
.iimilitj. 


,446  suo 

5.  HI.  Pfr  mtlitf.  Lai-  imfrimert ,  inu- 
rtre  .  Or.  tvTUTT'.rv  ,  if.i.axi^-t  .  Disc. 
Cale  33.  L'  uomo  forte  non  licnc  severo 
ronlo  il  quelle  |.ercosse  ohe  fanno  livido 
il  eorpo  nostro  ,  ma  solamente  d.  quelle 
cose  ehe  possono  alruna  macchia  noli  a- 
nimo  suggellare  .  Lasc.  Spir.  ^.  4-  «" 
mio  pari  rom'  egli  apre  la  bocca  ,  ognu- 
no  appunta ,  ognuno  suggella,  ognuno  ri- 
badisce .  ,, 

SUi.GKLLATO.    AM.  da   Suggellare. 
Lai.    ohsignalus  .   Or.  /».T-.«l?5='.7"=-:'«  ■ 
lìaal.    Inf.   3o.  Dov'  io  faUai  La  lega  sug- 
gellata del  Batista      V'Uoe.   3.    192.    Prese 
il  servo   la   suggellata    pistola  ,    e    quella  , 
con  istudioso    passo    pervenuto  a  Marmo- 
rina  nelle    reali   case,  presento  a  Bianco- 
Bore  occultamente  .    K  7-    ^96-   '"^    M"»  <• 
l.,epoltura]  da  armate  guardie  ,  e  suggel- 
lata, fu  guardata   <  col-,   chiusa  /.    M-    I  ■ 
8.  72.  Portarono  1  patti  giuraU  soscritU  e 
suggellati   per  li  caporali.     Omd.    O.    Oli 
ammonio   Antenor  ■  .  che   .1  detto  trattato 
celino   sotto    suggellalo    sileniio  f  qu,  per 
meta/.,  e  ^ale    segreto).    Cr.  9.  95.  l\-   1 
fori   debbono    esser   piccoli,    e    le  fessure 
dcU' alveario  otlimamente  suggellate,  llern. 
Ori.  2.  24.  60.  Che  r  un  peMO  in  sull  al- 
tro suggellato  Rimase  senza  muoversi  nien- 


te  eco!'  rombaciato,  unito  strettamente  m 

sieme).  ,    ,  «,  _ 

)!CSU&GELL\T0RE./  crbitl.masc.Uie, 
„  Chi  suggella.  SM.  l'ht.  l'olg.  21.  E  se 
no  lo  facesse  possa  essere  coslrello  d.  farU 
suggeUare  per  lo  dillo  suggellatore.  E  se 
alcuno  suggellatore  suggelleria  ee.  (Ci 

*  SUGOELLATURA.  Z.'<J-io"e  *'  sug- 
gellare. Sl„l.  P«t.  l-olg.  21.  Si  tolga  di 
ciascheduno  paio  tra  misuratura,  e  siig- 
Kellatura.e  racconciatura   denan  M  ■   f(V 

*  e.  Per  Impronta  ehe  s,  fa  col  sug. 
gello  .  Lasc.  Cen.  3.  no.'.  10  pag.  25». 
Se  fili  fece  incontro  ,  e  sema  riverenza  , 
anzi  con  mala  cera  gli  porse  la  lettera,  la 
quale  non  aveva  né  soprasrritla,  ne  sug- 
gellatura.   (lì)  . 

+  S  SUGGELLO  Strumeato  per  lo 
pia  di  metallo  ,  nel  quale  e  inca,'ala  la 
impronta  che  s'  ef.g.a  nella  materia  col- 
la quale  si  suegella.  Lai.  .<,gilh,m,s,gna- 

q5.  1.  Se  ne  portò  seco  il  suggello  dello 
Ercole  del  Comune.  E  H;  108  i-  ^"'■ 
landò  in  insegne  e  suggello  1  arme  di 
Francia  e  d'Inghilterra  dimezzata. 

+  S,  1.  .Suggello  ,  dircsi  anche  l  Im- 
pronta Jalla  col  .suggello,  nant  rar.  ». 
La  circular  natura,  ch'e  suggello  Alla  ce- 
ra mortai ,  fa  ben  su'  arte. 

*  §  II.  OndeI'ar.<i  .tuggello  di  alcuna 
«M,  vale  nimanerne  improntalo  ~  Dani 
Par  2  E'I  cicl,  rui  tanti  lumi  lanno  hel- 
lo. Della  mente  profonda,  che  lui  volvc  , 
l'rende  l'image,  e  fassenc  suggello  ".  f.V 
e  III  Per  Segno,  nani.  Inf-  '9  *• 
questo  6a  suggel  eh"  ogni  uomo  sganni  . 
/ìut.  iVi.-Fia  suggel,  cioè  segno,  che  ogni 
uomo  sganni,  cioè  che  credcMe  ehe  fuise 
sialo  altramente.  _ 

*  S.  IV.  r:  figuratam  .  -  Tlant.  I  ar 
,4.  Ma  chi  s-  avvede  che  i  viv,  suggel  1 
U'  ogni  bellezza  più  fanno  pili  suso  .  tlut. 
„.i,.  Chiama  li  pianeti  suggeUi  vivi  ».  1^1 
e  V  Per  Compimento  ,  Somma.  Lai. 
complemenlum  .  ..ummum  .  extrenium 
rac.  Va..  Ann.  3  6.,.  Anca.io  .•risco 
accuso  Cesio  Cordo  ,  viceconsolo  di  l.an- 
,lu  di  la.lroneccio  e  di  mae.ti  .  suggello 
allora  d'ogni  accusa.  F.  Ann.  4-  ;)7-  ^ 
,.ntro  la  discordia  nelle  .vvcr.iladi  ,  sug- 
gello di  tutti  .  mal.  *  Kiion.  l""'J>; 
l.Cec.'V.e  dello  rnChiesalOlo.  No.  (ec 
A  me  parmi  che  '1  fallo  .ncor  non  abbia  11 

SUO  suRK'^^*"'  '  '' ^  /    ; 

e    VI.   Suggello  di  conftisiont,  fole  la 

s4'rele:-a    alta  quale  è  tenuto  il  COnfit- 


SUG 

.core.  \.A.'sigillum.  Cr.  'f.^f/'V  ^.?" 
l5l  Si  dee  tenere  celato  quello  che  1  uo- 
mo riceve  in  segreto ,  e  sotto  suggello  ds 
confessione. 

J  SUGGERR.  Succiare.  Lat.  "'g'f'  • 
ersugere.  Or.  ^J%C;,  i'f^'-:f^\.  •^'"•.f  "^• 
30.  37  E  quc-l,  suggen.r,  dagli  umidi  rai 
Quel  dolce  pianto  e  quei  dolci  martiri  , 
ce.  Fir.  nini.  MI-  donn.  39.3.  Se  voi 
considererete  bene  la  natura  della  poppa, 
voi  troverete  che,  a.icorch'  elU  sia  di  quel- 
la uberli  e  al.bondanza  che  sa  ognuno  , 
non  ,.ero  ne  getta  il  lalte  in  bocca  da  per 
se,  ma  Insogna  suggerlo. 

*  «  /•;  figuratam.  per  Consumare. 
.  Petr.  Son.  2l8.  Cosi  gli  afflitti  e  stanchi 
spirti  miei  A  poco  a  poco  con.sumando 
sugge.    ras.  rim.son.  2.  Ch' .o  temo  non 

vita  arda  e  deprede.  (()  F-  son.  iS.  O 
fera  voglia,  che  ne  rodi  e  pasci,  E  suggi 
il  cor,  quasi  affamalo  verme  »  .  (.y 

SUGGERIRE.  Mettere  in  con.fiderazio- 
ne    Proporre.  Lai.  suggerere.  monere.  m 
mcmoriam   ro^ocare.   Gr.     j-^o^l^-^r.'.f.ti; 
i?.Segner.   Con/,  inslr.  cap.  6.  Suggerire- 
mo ugualmente  in  lutti  i  rimedii,  the  so- 
no almeno  i  più  ovvii,  e  i    pm    opportu- 
ni    (C)     K   altroi'e:    Prima  di   suggerir- 
1  vi'  come  dobbiate  maneggiare  quesf  arme. 
'       :;:  e     Per   Pare,  .Somministrare.  Guitc. 
Slor.    io.  62.   E  perciò  prima  as^a    favo- 
rito il  concilio  ,  e  suggerito    al    Pontefice 
materia  di    sdegnarsi  ,    acciocché   la    ci  la 
provocala  da  lui  ec.  fosse  quasi  necessita- 
la a  far  questa  deliberazione     (Ci  Segner. 
Pred    3l     5-   E  volete  che  non  ci  sugge- 
risca aiuti  bastevoli  ad    avvalorar  iJi  for- 

"^'•1  *  SUGGERITO.  Add.  da  Sugge- 
rire. Sali'in.  Buon.  Tane.  2.  g.  lero  hen 
mio.  Quel  vero  ,  aggiunto  a  hea  mio. 
quanta  forza  d'  affetto  ha  I  suggento  dal- 
l' anlecedenle  parola,  ce     (Al 

if  SUliOERITORE.  /  erbai,  masc.tlie 
0  Chi  suggerisce.  Imper/  Prov.  "■  V^_^ 
„<,.  E  Pitlagora  ,  e  Socrate  e  Platon, 
ec  si  recarono  a  credere  volare  per  tut- 
te le  regioni  deU'  aere  alcuni  spinti  ra- 
gionevoli, che  d.moni  e  capodemoni  no- 
minarimo,  i  .lual.  siccome  Di.  e  sugger^ 
tori  del  bene  e  del  male  ali  uman  gene- 
re  assistessero.    ( F) 

SUGGESTIONE.  Stimolo.  Tentatone. 
Jnsligazione.  Lai.  '  doliis.  ■'••gP^f-  ^J' 
»V)o;,«T«r^.  mestru:z.^  33.  La  sug- 
gestione  si  fa  per  la  memoria,  ovvero  pei 
sensi  del  corpo,  quando  veggumo  e  udia- 
mo alcuna  cosa,  odoriamo,  o  gusl.amo ,  o 
tocchiamo.  Mot.  S.  Greg.  Acciocché,  cs- 
s..ndo  aggravata  la  forza  del  dolore  ,  allo- 
ra ag.volmenle  vincesse  in  lu.  la  sugi,.- 
sl.one,  cioi  b.  'nganno  che  a  lu.  era  al- 
lo dal  nimico  ,  per  parlar  della  fc.nn,  uà. 
M  F  'i  38.  Provvide,  che  per  astuta  e 
dissimulata  sugResI.ono  gli  eoo.eo..  pro- 
cclere.  But.  l'u'-g-  8.  1.  Sumo  tenui 
in  do.  m.Hl.  :  o  .li  nesligcni.a  «•.•"/'' 
suggeslmne  ;•;  l8  l.  Benché  '  "O  l">- 
vii':,,.,  le  suggestioni  diabo  iche.  F  altro- 
■e  .■  Per  la  suggesUone  dd  demonio  ipcs- 


S   U  G 


un     trailo     di 


o  poi  vi  raggiano. 
*    SUGGESTIVAMENTE.     A.-^-erlao 


Con  suggestione.  In  maniera  .nigge •'"•' 
Lat.  .uihdote.  Or  Irriirflfluil'"^"- 
l,ol.  alta  voce  ARCATA.  S     '     (  >  .. 

SUGGESTIVO.  Aggiunto  ehe  si  da 
prr  lo  più  a  Jalerrogatorio.  o  l'•''^■•^^•■ 
jionc.  e  vale  Che  ingannevolmente  Ira' 
altrui  di  lioeea  ciò  che  non  avn-h'-e  Mi- 
lo l.sH.'.<uggeslivus.  Segner.  l  onj  i  • 
Oui  le  interr..gaiioni,  che  cliLsmans.  sug- 
gestive, quan.lo  sien  falle  «n  g....b.K^  e 
con  garbo,  n.in  si  disdicono^  #  ,„.Z«\ 
Pai  Ap.  11.  >0.  Sentendosi  (Pietro) 
domandar,  dai  ministri  regi,  con    termini 


suggestivi    ee.    rispose 

*  SUGGETTACCIO.  PeggioraUvo  dt 
Suggello;  Cattivo  suggello,  in  signifie.  * 
Persona.  Salvia.  F.urìp.  E  gnda,  ch«  di 
visu    io    son    monocola.    Ch'io    sono    un 

sueccllaccio,  una  carrucola.   (C)        

SUGOETTAME-NTE,  e  SOGGETTA- 
MENTE. Avverbio.  Con  suggezione.  Lat. 
servililer.  Gr.  Ò5uX.«w;.  Tes.  Br  I.  l6. 
Tennclo  suigettamente  Unto  ,  che  De- 
metrio ,  Bgliuolo  d,l  soprascritto  Deme- 
trio,  uccise  Alessandro.  #  S.  AgosL  C. 
n  1  2i.  Li  quali  IgiusU)  non  abbandona 
in  quella  umile  suggezione  quell'  Altmi- 
mo?  che  umilmente  e  suggelUraente  ven- 
ne per  loro  nel  mondo.   (V) 

.SUOGETTAMENTO,  e  SOGGETTA- 

MENTO.  //  "'P?"'""'-„„rrFTTARE 
SUGOETTARE,  e    SOGGETTAKe  . 

Far  suggello.   Lat.  suimcere.  m  diUontm 

redigere.  Gr.  515  o«"'»'  «^«/S"'    ««" 

*  §.  7!  neutr.  pass.  Segner.  Pred. 
Pai  Ap.  3.  2.  Merci!  che  se  i  popoli, 
nati  liberi  ,  si  andarono  a  poco  a  poco 
soggettando  d'accordo  ad  alcuni  e.p.  ec. 
si  suggellarono  sempre  con  questo  paUo . 

"^VGGlrrKTO,  e  SOGGETTATO 
.4dd.  da  .Suggellare,  e  Soggettare.  Lai- 
.,„b,eclus.  in  dilionem  redactus  Or^  «« 
-ao-wiwiti'v  *  netlm.  Disc.  3.  J?»-  «» 
.iva  Iddio  che  egli  non  volle  la  primoge- 
nita della  sua  mente  soggellala  ali  igno- 
minia ni;  pur  del  mondo,  «    <■«; 

SUCGETTATORE,  e      SOGGETTA- 

TORE.    r'ie  suggella.         „       .       ,.        . 

SUGGETTI.NACCIO.     PeggioraUvo  d, 

SuggelUno.   Zibald.   Andr.  Non  lo    a«-oI- 

10,  «noseendo  ehe    era    un    saggelUnac- 

""sUGGETTINO  .  Dim.  di  5"«fe<». 
Parlandosi  di  persona,  si  prende  per  irò- 
aia  in  mala  parte.  Fr  i.iord.  i>rrAfl. 
Si  prendono  a  fare  stima  grande  di  certi 
sURiiettini  scandaliziosi.  .    e  . 

SUGGETTISSIMO.  Superlat.  di  Sug- 
gello. Lai  -''''"'•"'"'"'■ /"r  x'^^Z 
"-tr>0,;.  Sega.  Star.  9.  f  ^.C»'  I^J^^ 
esempio  ammonita  ,  tutu  la  Fiandra  il- 
venne  incontinente   suggettissima  ad  ogni 

ef  SÙGCETTITUDINE.  I  A.  Sug- 
gezione. Pisi  S.  Ci>  369.M0rt.Scav.  .1 
corpo  suo,  e  recavalo  in  serv.tudme  e  «og- 
gelliludine  dello  spirilo.   1^1 

*  SUGGETTO,  e    SOGGETTO.     Susi 
Cosa  in  cui.o.<opra  cui  ne  sia  posta  alcun 
altra.    Cosa  che    ne    .sostenga    u»    alln-. 
.Valeria  sogiriacente.  Lat.   siiluectum     Gr. 
o'-to«t.'M<«v     Maeslriiu    '/*    vViriVa 
.0  mo,lo  si  può  considerare    a  carta  dalla 
parte   d.l  suggello,  in  che  ella  sta.  Pani. 
/"rg,   .7.  M^ai  non  pu,,  dalla  salute  Amor 
d.l  suo  suggello  v.ilg.r  V.,...    h   '•"'^   »^ 
Come    .•  colpi  dclli  caldi    rai  Della    neve 
rima»  nudo   '1  suggello,   fl..'.    "'••«"''» 
il  suggello  della  neve,  ci.*  lo  monte  o  la 
pietra,  in  suUa  quale  ella  e.  o  ita. 

e  1  Per  Valeria  di  cui  si  parli  e 
^iva  Argomento  o  Concetto  di  ecmpo- 
,ìsione.  Lai  argumentun,  .  matena  Gt. 
;,0-i«i!.  Petr.  con:.  18.  'E  ""•■;-" 
ragiona.  Tien  dal  suggello  un  aiolo  gen- 
tile. Fcan:.  46.4  *"•■  *"6"i"',!,  Z 
liassc  rime.  Tac.  Pav.  •*'"'■  ^  121.  Mo- 
slrò  il  luggetlo  d'  una  Iragclia  di  Scu- 
ro, i  cui- versi  i' a.l.t.avano  a  TiWno. 

e  II  Per  Suddito.  Che  Soggiace  air 
altrui  podestà.  Lai.  siihdilus  «'<"•-£»• 
(,,.1,11.  subiecl,,..  Gr.  *ttl{0J»'»=-  «•" 
no..  2.)  12  Di  che  1  suggett.  .1  conlen- 
taronomolto,  e  lei  ebl-ro  mollo  c.r..J'. 
07.  »3.  Csi  a.lun.|ue  operando,  SI  piglia- 
„;.  gì,  animi  de'  suggelli.  Slcr.    I  «r.    i 


S  U   G 


IJO.  Si  lece  iwm  fonlro  a  Coniacchio, 
e  per  fona  si  fé"  suggello. 

e  III  Per  Persona  ;  e  pigliasi  m  /mo- 
na e  in  callida  parie.  Ljt.  pfr.ro/in,  t'ir. 
Tac.  Da^.  Slor.  l.  s^^-  *'  '"'  "T" 
Pijoiie  Liiioiano.  l'iaicssepU  il  suggello  , 
o  «pintovi,  comi'  alcuni  vogliou,.,  ila  La- 
cone,  ec.  *  (or.  /.((.  Tornii.  1 1;).  Per 
non  dare  in  questo  scoglio  .  s.  gelleranno 
facilmente  a  fare  un  soggetto  f.  arnese  con 
che  h»  6accata  del  tutto  la  speranti  lo- 
ro. Calli,  leu-  Vom.  ili.  9-  Stanando  io 
che  siano  per  provvedere  la  corte,  e  lo 
studio  di  soggetti  simUi  ai    mancati ,    ec. 

ho  voluto  ec.  (C)  

SIGCETTO,  e  SOGGETTO.  Aàà. 
Suggellalo,  SuMilo,  Solloposlo.  Lai.  su- 
hiellus.  siMilus.  Gr.  u7tOTeTav,.Evo; , 
J^tr.xooi.  Ciiid.  C.  Voi  sapete,  o  carissi- 
mo mio  padre,  che  al  di  d  -Sg'  '"' '' 
r  Affrica  e  V  Europa  e  quasi  soggetta  alU 
Greci.  Pani.  Par.  8.  Se  mala  signoria, 
che  sempre  accuora  Li  popoh  soggetti, 
non  avesse  Mosso  Palermo  a  gridar:  mo- 
ra, mora.  Pass.  8l.  La  carne  sica  sog- 
aetta  allo  spirito,  e  la  sensualità  alla  ra- 
gione. Maeslruzz.  I.  5o.  La  penitenza 
non  ha  altra  materia,  se  non  se  essi  alti 
suggelli  a'  sensi,  i  quali  sono  in  luogo  del 
materiale  elemento. 

*  §.   Suggello,  talora  vale  Ihe    si    Ha 
ira  mano,  ed  e  aggiunlo  di  materia.  Lai. 
subìecla  materia.  SaUin.    Disc.    b.    li^. 
Sicché  si  vede  da  questi  esempli  e  da  al- 
tri moltissimi  su  questa  dala  ,    che  si  po- 
treld.ero  addmre,  che  una  voce  può  avere 
due  signiBcali  uno  più  generale   e    largo, 
!•  altro  più  parlicobre   e  stretto;  e  none 
giustiiia  dandole  quello,   negarle  quesl  al- 
ilo, ma  secondo  la    suggella    mateiia  ,   e 
secondo  le   verisimililudini  e  le  circoslan- 
te  che  r  accompagnano,  ora    riconoscervi 
r  impronta,  per  cosi  dire,  del   sigillo  pic- 
colo,   ora  del    grande;  cioè     o    della  più 
stretta,  o  della  più  larga  signiBcaiione.  lA; 
•f   SUCGEZIONE,  e   SOGGEZIONE. 
Mirano,    di   Suggello,  e   Soggetto,  in   si- 
gnificato  di   Suddito,  o  di   Soggetlalo.  l-o 
slàr   .icggello,    L-  esser  sotto    l'  altrui  po- 
destà. Lai.  subieclio,  ser\'ilus.  Gr.  ooui=i«. 
Oli.    Cam.    Purg.   2.   3o.    Imprima     con- 
Tiene    essere  umile,    sotloroeltersi   ad  ogni 
soggeiione     I  la    slampa   seguendo    il  MS. 
ha   suhiezione  ).    Pass.    279.     Ahliracdava 
i    paivoU  ,    e   poncvagli  in    esemplo    d   u- 
milti    e     di     soggeiione.    jV.    F.    4.     49- 
Trovato    che   i    Perugini    si   potevano  di- 
Ulierare   dalla    suggeuone    dello     Imperio 
ce,  s'unirò  insieme  co'  Saoesi.  Fr.  Ciord. 
Prtd.    D.    E    questo    per    la    suggezione 
sua.    S.     Ciò.    Crisost.    Se   ci    flagellano  , 
sostepnamo  e    sopportiamo  con  ogni    sug- 
gezione,   temendo  che  peggio    non   ci  lac  - 
ciano   I  qui  la  stampa  pag.   1 2.   legge  :  Se 
ci   flagellano    e    ingiuriano,    sostegnamo   e 
sopportiamo    con     ogni    sui.ieiione,    ce.  )  . 
Bim.   ani.    Frane,  degli  Àlbizzi    102.  Che 
quand'  uom   si    disprezza    Sotto  degno  si- 
gnore, Allor  si  fa  maggiore.   Che    se  si  sli- 
me  in   più    vii   suggezione. 

5r  g.  I.  ,S'«g^e2Ìo;iC ,  dicesi  anche  La 
rilenulezzM  che  il  rispetto,  o  la  stima,  o 
qualche  altra  causa  obbligano  d'  avere. 
Plul.  Jdr.  Op.  mor.  4.  i3i-  •  maschi 
senza  furor  d'  amore,  senza  lascivia,  senza 
prezzo,  travaglio  e  suggezione  compiano 
r  alto  della  generazione  .  (C;  Imperf. 
V.    Tih.    D.     3.    T.    12.    137.     Ne    pari- 

■      j_. : J' — ^ 


S   U  G 

•4.  *  SUGGIUGAKE.  y.  A.  e  Poe- 
tica. Soggiogare.  Pani.  Purg.  18.  Ma- 
ria  corse  con  fretta  alla  montagna  :  E  Ce- 
sare, per  suggiugaie  Ilerda ,  Punse  Mar- 
siglia, e  poi  corse  m  Upagna  (A)  Ir. 
Ciord  58.  Sempre  stare  in  l.atlaglia  ,  e 
vincere  ogne  resislenzia,  e  suggiugare  e 
non  essere  soperchialo  m  alcuna.  iJ; 
-/,.  Ii,r  33.  37.  Voi  come  volga  1  Ge- 
nov'esi  in   fuga,  FatUribeUi,    e   la     citta 


S  t   G 


1447 


suEgiuga.    (l'è) 
*  SUGHERA. 


mente  esser  si  dee  nemico  d' ogni  sog 
•'czione  oltre  il  convenevol  modo ,  e  del- 
la formalifa  delle  cirimonie.    1 F) 

*  S,  Il  .  Per  ftegola  ,  Sistema.  Red. 
Leti.  J24.  Continui  però  la  sua  regola 
di  vita,  ma  con  moderazione,  perchè  non 
v  bene  che  si  metta  a  una  strettissima 
suggezione.  (C) 


,.  -,^„.........    I  Cd.    SUGHERO.    (Ai 

't'sUGUERATO.  y^rfAV».  Pi  sughe- 
ra Fav.  Fsop.  y'e  si  vergogna  di  por- 
lare  calzari  e  pianelle  sugherate  I  questo 
sle.,.io  esempio  leggeri  nel  Vocabol.  alla 
voce   SUVEBATO).  j.        ;. 

•4-  i:  SUGHERETO.  Posco  di  sughe- 
ri. Fortig.  Picciard.  3.  20.  Deh  scifra- 
n,i  per  dio  questo  segreto,  Cli  io  non  so 
se  mi  sia  in  monte  o  in  piano.  In  una 
cella,   o   pur    'n    un    sughereto,    (yi) 

SUGHERO,  e  SUGHERA.    Albero  che 
fa   le   ghiande,    la    cui    corteccia    del   me- 
desimo nome    -e   leggierissima,   e  serve  a 
tenere     a   galla     checchessia,  e    ad    altri 
usi.  Lai.    suber.  Gr.  ,f,tUi.    }!org.20. 
12.    E  sopra    un  alto  sughero   impiccoUo, 
E   lasciai   quivi    appiccalo  pel  coMo.    Pav. 
Colt     iq6.    Dentro  (  nr/'<i    ragliala  )  poni 
varie   prante,    allori,  corbezzoli  oc,  sughe- 
re,   olmi,  ontani,    ec.  E   appresso:    Allo- 
ri,   querce,   sughere,   e   lecci   seminai,    m 
buon   divelli,    vengono   più  presto,   che  m 
altro  modo.   E  appresso  :    Gli   allori   ec.  , 
sugheri,  lentischi,   e    simili  ,   quando   non 
abbiano    il   pane,  si  contentano   delle   l.ar- 
le    con    assai  del    vecchio.  Sagg.  nat.  esp. 
12     Eeli   i;   un   tronco     di   cono   formalo 
di    sughero,   maini.    10.    l3.     E    pere    ha 
inteso    che   tu  lai    duello.    Un   rotellon  d. 
sughero    ti   manda. 

§       Sughera,  diciamo  anche    Una   spe- 
cie di  canlinetla  falla    di   sughera. 

ECGLIARUO.    V.    A.   Scbi/o  ,    Lordo. 
Lai.     canosus,     lulosiis  ,    sordidus.    C.r. 

no.:  60.  7  Egli  i  tardo,  sngliardo  e 
bugiardo.  Giiill.  leti-  R-  Vedrete  lu,  nel 
vestire  sngliardo  mollo,  e  neepte  curante. 
SUGNA.  Crasso  per  lo  più  di  porco, 
e  serve  per  medicine,  0  per  ugner  cuoi,  e 
simili  materie.  Lai.  aliingia  .  Gr.  o?JV- 
yi.,./.  «r.  6.  74.  2-  I  dimestichi  fg/fr/'A 
se  saranno  pesti  con  sugna  vecchia,  o  in 
olio  colli  ,  maturano  il  lieddo  apostema. 
E  9.  77.  l4-  L"  ^"r  -^"S"»  '■'"  !""'"> 
e  buona  per  ugnere  calzamenli,  e  con- 
servargli, e  in  molli  unguenti  da  cura- 
re inlermiladi.  Rim.  ani.  Ann  nel  drap- 
po suo  cardo,  e  non  sugna,  ior.  Uled. 
caiiz.   71    4-  Sa  di  bozzima   e  di  sugna. 

s'uGNACClA  .  Peggiorai,  di  Sugna. 
Lih.  San.  l3l.  È  piena  di  sognacela  e  di 
biluro  Da  fare  operazion  come  un  cristeo. 
SUGNACCIO.  Quella  parie  di  grasso 
che  e  intorno  agli  arnioni  degli  ammali. 
Mor.  S  Creg.  Dalli  fianchi  suoi  gli  pen- 
dono i  sugnacci  ec.  ,  e  da  quesl.  fianchi 
noi  possiamo  dire  eh'  e'  pendono  I.  sugnac- 
ci, perche  ec.  Ir.  Sacch.  nov.  l55.  Con 
,lue  baiali  dinanzi,  che  pareano  due  su- 
gnacci di  porco  aft'umicati. 

S;.  Per  Sugna.  L.it.  o.vr/nj/d.  Gr.  ofjy- 
■/15V.  Frane.  Sacch.  Op.  div.  91.  Gras- 
so ovvero  sugnaccio  d.  porco  Iresco  ec. 
libbre  due  ec.  Cola  il  sugnacco  del  por- 
co al  fuoco  con  la  pezza,  come  quando  ,1 
fai  per  mang.a.e.  h  appres.^o :  Fa  colare 
al  fuoco  il  sugnaccio  del  porco  scritto  di 
sopra.  Cr.  3  7.  12.  La  farina  del  grano 
mischiala  col  mele  sana  i  cossi  della  tac- 
ila ,  e  alle  mammelle  per  congelazione  del 
lalle  indurale,  con  sugnaccio  e  vino  cotta, 
la  durezza   mollifica- 

SUGPiOSO.    Add.    da    Sugna  ;    Che  ha 


sugna,  Crasso.  Mail.  Franz.  Rim.  buri. 
-  12.1.  E  con  perfetta  sua  divinila  11 
purpureo  Rossello  e  Grassellino,  Ed  il  su- 
enoso  Lencio  umetterà. 

3   SUGO.  SUCCO,  e  SUCO.  Lai.  sue- 
cus.  Gr.  xu^o?-   Cr.  2.  4.   I.    Egli  e  da 
sapere,  che  siccome  negli  animali,  cosi  c- 
ziandio  nelle  pianle  è  una  cosa    eh'  i;    in 
potenzia  a  ciascuna  parie  della    pianta  ,  e 
chiamasi  sugo,  ec.   Il  sugo  e    umore    per 
li  pori    della   radice    attratto    a     nutricare 
tutta  la  pianta,  il  quale  si  distribuisce  per 
le  parli  della  pianta  dalla  virtù  nutritiva. 
-.'  §.    I.   Sugo  ec.  dicest    singolarmente 
Quel  liquore  che  si  cava  dalla  carne,  dalle 
piante,   dalle  erbe  ec,  spremendole,  e  che 
conliene  ciò  che  hanno  di  più  sostanziale. 
..  Bocc.  nov.  85.   22.  Premendoli    tutto  , 
non  uscirebbe  tanto  sugo,  che  bastasse  ad 
una  salsa.    G.    T.   11.     63.    4.    In    quella 
contrada  ha  molta  erba  che  si  chiama  ci- 
cuta, donde  del  sugo  si  fa  veleno.    Pelr. 
canz.   36.  3.   Ed  ho  cerco  poi  '1  mondo  a 
parte  a  parte.  Se   versi,  o  pietre,  o  suc- 
co d'  eibe  nuove  Mi  rendessero  un  di  la 
mente  sciolta.   E  son.    45.    1.     col    terzo 
bevete  un  succo  d'erba.  Che  purghe    o- 
gui  pensier  che '1  cor  afflige  ".  (Ci 

%.  II.  Per  mela/.  Pani.  Inf.  32.  l'pre- 
nicrei  di  mio  coocello  il  suco  Più  piena- 
mente (qui  suco,  per  la  rima,  in  vece  di 
succo).  Car.  leu.  l.  61.  Usa  un  certo 
suo  modo  di  procedere,  che  questi  cervel- 
li, che  lambiccano  ogni  cosa,  riniegano  la 
pazienza  di  non  poter  Irar  sugo  del  suo 
{Cioè,  cavar  costrutto). 

g.  111.  Sugo  della  pentola,  dicesi  in  i- 
scherzo  per  Proda.  PalafT.  7.  Mia  con- 
sobrina  e  pur  vaga  del  sugo  Della  pentola, 
g.  IV.  Per  Letame.  Lat.  laelamen. 
Tes.  Pr.  3.  6.  Lo  granaio  del  signore  dee 
essere  in  quella  parte  medesima,  acciocché 
sia  lungi  da  sugo  e  da  tutti  umidori.  IH. 
SS.  l'ad.  Vedendolo  lavorare  la  terra,  e 
portar  lo  sugo.  /•-  altrove:  Obbediva  a  lui 
nella  cura  dell'orlo  in  portare  sughi,  e 
altri  lavorìi  vili.  Pav.  Colt.  l58.  Faran- 
no ile  villi,  aiulantele  questo  sugo,  una 
cosa  bella    di     uve. 

•f  :?  SUGOSAMENTE.  Avverb.  Con 
sugo.  In  modo  sugoso.  Segiier.  Pred.  28. 
3.  «on  men  sugosamente  che  brevemen- 
te descrisselo  S.    Cipriano.   lA) 

SUGOSISSIMO  .  SiiperL  di  Sugoso. 
Lat.  .tucri  plenissimus.  Gr.  i-/x^^'^~'-~''y- 
Lib.  cur.  maiali.  Fanno  quel  decotto  in 
acqua  di  fonte  con  erbe  sugosissime. 

SUGOSITÀ',  SUGOSITADE,  e  SUGO- 
SITATE.  Astrailo  di  Sugoso.  Cr.  II. 
17.  1.  lu  quello,  dove  e  poca  durezza  e 
molla  sugosità  ,  ottimamente  (  l'  innesta- 
mento) s'  appiglia. 

SUGOSO.  Add.  Pieno  di  sugo.  Lat. 
succosus,     succi  pleniis.    Gr.     yiM'^oior,^, 

TOJlJXU»'«.  '■'••  2-  '2-  5-  1^''  ■""■■'°  • 
quando  le  pianle  si  costringono  dalla  par- 
te di  fuori,  dalla  parte  d'  ciilro  si  Iruovan 
sugose  molto  più  che  nella  state.  Anici. 
24.  Che  gli  uberi  di  quelle  fan  sugosi  Di 
tanto  lalle,  eh'  i'  non  posso  avere  Vaso 
sì  grande,  iu  cui  tulio  si  posi- 

*  SUGUANTONE.  Spezie  di  panno. 
Ln.tc.  cen.  3.  nov.  10.  pag.  243.  E  fatto 
levare  il  Medico  ,  cosi  accennandolo  ,  gli 
fecero  vestire  una  camiciuula  di  suguan- 
tone  rosso,  e  cosi  un  paio  di  calzoni  alla 
marinaresca  del  medesimo  panno.  (C) 

SUGUMERA.  .Sicumera.  Pala//'.  2.  Deh 
non  ne  far  rosi  gran  sugumera.  TaC-  Pav. 
Perd.elon.  414.  Di  piii'emi  di  Cicerone 
aver  dello  lame  cose,  e  rooUe  .1  ho  la- 
sciale, delle  quali  sole  questi  cratori.  che 
si  dicono  antichi,  fanno  gran  sugumera 
(  Jl  testo  lai.  ha:  mirantur  alque  expn- 
munt  ).  _        „  , 

t  SVIAMENTO   lo  sviare.  Fsp.  Salm. 


>«8 


S  V  I 


L'  uomo  spnza  sviamento  perviene  e  saa- 
za  impcditin-nto  a  vita  eterna.  Ot(.  Cam. 
Purg.  i6.  287.  In  voi  è  tale  sviamento, 
rome  è  nel  nìondo.  Pass.  I^<).  Ditendo 
la  cagione  e  '1  processi»  del  suo  sviamen- 
to. Jioez.  l'arch.  5.  pros.  1.  E  da  du- 
l)itare  rlir  tu,  stanco  di  questi  .sviamenti  di 
andare  fuori  di  ^trad;l,  non  sii  bastevole 
a  fornire  il  vÌa{;fjio  diritto.  Cas.  lett.  j6. 
Ma  iu  mi  doglio  più  ,  che  io  dubito  eh' 
ella  non  si  tiri  dietro  lo  sviamenti*  dello 
studio. 

3  SVIARE.  Propriamente  Trarre  del- 
la via.  Deviare.  Lat  a  via  tìimovere.  Or. 
cinoTiiizziv. 

•^  ^.  I.  K  per  simiht.  Trar  tìella  dire- 
zione ,  della  linea,  o  simile.  «  Tass. 
lA'r.  19,  i;^.  Mentre  il  Latin  di  solten- 
trar  riteutii.  Sviando  il  ferro  che  si  vede 
opporre  » .  (N) 

3  g.  II.  /n  sentim.  figurato.  Pant.  Purg. 
16.  Però  se  M  mondo  proseulc  vi  svia  , 
In  voi  è  la  ragione.  Petr.  canz.  36.  3. 
Che  ratto  mi  vulge^ti  al  verde  bosco  ,  U- 
salo  di  sviarne  a  mezzo  'I  corso.  Frane. 
Sacch.  Op.  di\'.  iS?.  Tre  sono  le  cose  che 
ri  sviano  dal  servire  a  Dio  :  la  vana  li- 
beriate, la  profonda  cupiditate  ,  la  vile 
fragililate.  fiocz.  I  arch.  3.  pros.  3.  Cosi 
vi  sviano  <lal  medesimo,  e  vi  ritraggono 
molli  errori  dì  varie  maniere. 

g.  Ili-  /n  signific.  neiitr.e  netitr.  pass, 
vale  Uscir  di  via.  i'.'  «  C'r.  5.  I.  l3.  In 
colai  maniera  la  nociva  moltitudine  delle 
forniicbe  predelle,  impedita  dall'  usato  sa- 
lire dall'arbore,  si  svieiìi  per  forza  •>.  f'O 
Dani.  Piirg.  29  .  Ma  quel  (  carro  }  del 
Sol  sana  pover  con  elio,  Quel  del  Sol, 
che  sviando  fu    combusto. 

f  §.  IV.  /•'  st  usa  anche  frequente- 
mente in  sentimento  metaforico  e  figurato  . 
Lat.  a  rccta  via  recedere.  Gr.  sc^'Aixv.p- 
Toivscv  Tvì;  óòoj.  *  "  Nov.  ani.  12.  2. 
Meglio  è  tagliare,  che  sviare;  che  a  dolcezza 
di  suono  si  perdono  le  verludi-».  fl^'J  Pant. 
Par.  27.  Onde  si  svia  1' umana  famiglia. 
Tes.'  /ir.  7.  27.  t.uavdale  dunque  che 
'1  diletto  non  abliia  signoria  sopra  di  voi, 
che  fa  molto  sviare  1'  uomo  dì  virtude- 
Pass.  1^8.  Ella  si  sviò  in  lanto  ,  cb' 
ella  divento  comune  e  p.dcse  peccatrice. 
Cron.  Mordi.  270.  Ma  non  perseverare 
in  questo  ,  che  ti  svieresti  dalle  virtù. 
/fgn.  Pand.  68.  E  pare  loro  che  1  {;ar- 
zoni  meno  se  ne  sviino.  Tac.  J^av.  Ann. 
2.  4V  Tiberio  mandò  Druso  in  llliria 
per  milizia  apprendere  ,  e  per  iar^i  dalP 
esercito  amare  ;  slar  meglio  in  campo,  che 
a  sviarsi  ne'  piaceri  della  ciltìi.  Cas.  lett. 
67.  Tu  sai  quante  volte  li  ho  dello  che 
lo  sviarsi   b  la  più   facil   cosa. 

§.  V.  Sviar  la  bottega,  si  dice  del 
Perdere  gli  avventori.  Tttc.  Dav.  Perd. 
floq.  422.  La  ver(;ogna,  non  meno  che 
r  utile  ,  gli  stimolava  a  non  essere  nel  nu- 
mero de*  dientoli.  ma  degli  avvocati,  a  non 
isviare  la  bottega  aperta  da'  lor  maggiori 
(  qui  per  sìmilit  ). 

SVIATISSIMO.  Superlnt.  di  Sviato.  Uh. 
Pred.  Era  uomo  sviatissimo,  e  gran  nimico 
dei  buoni  religiosi. 

SVIATO,  .'idd.  da  Sviare  ;  ma  deno- 
ta propriamente  Cosa^  o  Persona  che  .ùa 
fuori  della  Iniona  i*t(i,  o  volta  a  mal J are. 
Lai.  dcvius,nrquam.penlitus.  ("ti.  a.^rTo; 


':tovr,poi  .  p-OX^Ti^Oi 


(Jrfi.   Dove  lu  ucl- 


*  e  usante  cortigiane  svialo,  se  persrveri, 
ti  troverai  ec.  Itant.  Par,  lo.  Adora  [ler 
color  che  sono  in  terra  ,  Tutti  sviati  ibe- 
tro  al  mulo  esemplo.  Pass.  Sf».  Di  quclb 


figliuolo  prodi}! 


>vialo,  che   riloriio    al 


padre,  ec.  A'  65.  l'ieio  ricevette  perdono 
Il  figliuolo  svialo  fu  ricevuto  a  misericor- 
dia, e  abhrucciatti  dal  padre.  /V.  Oionl 
pred.  S.  Quivi  vidi  gente  sviata  .  e  cor- 
rotta  ne' peccati,    fl/.    /•  8-  83.  S'   erano 


S  V  I 

ricolti  con  assai  genie  sviata,  e  atta  amai  (àie. 
Petr.  canz.  39.  6.  E  questo  ad  alla  voce 
anco  richiama  La  ragione  sviata  dietro  ai 
sensi.  Calat.  tjg.  Ma  le  pìù  persone  noi  fan- 
no, anzi  dirtro  all'  appetito  sviale,  e  senza 
contrasto  seguendolo,  ce. 

n;.  Per  Trasandato  ,  Ridotto  a  mai 
termine  Lai.  confusus^  inordmatus^  per- 
ditus.  Gr.  ijyz!;(j^ajv5;,  ara/TO;  ,  cc'at- 
psret';.  M.  V.  i-  5o.  Dandoci  alquanto 
tregua   le   novità  dello  svialo  regno. 

f  SVIATORE.  I  erhal.  masc.  Che,  o 
Chi  .tvia.  Fr.  Oiord.  Pred.  /t .  Fuggano 
l'amicizia  degli' scellerati  svialori.  ^  J.egg. 
B.  (Jmil.  ^i.  Lo  m-miro  invidioso  della 
nostra  salute  e  della  umana  generazione  , 
e  iivialore  d'ogni  bene,  accesesi  forlemculc 
d'ira.   (C) 

SVIGNARE.  Fuggire  con  prestezza  e 
nascosamente.  Voce  hassa.  Lat.  solnm 
vertere.  Gr.  jt/STavi'cra^àat.  Cecch.  In- 
cant.  2.  /^.  Oh  non  credere  Ch'  egU  svi- 
gnino. Malm.  II.  7.  Bel  bello  svigna, 
e  vanne  alla  rifrusla  D'un  luogo  da  sai- 
varsi   da  tal   mischia. 

^^  SVIGORIRE.  Far  perdere  il  vigore, 
l iitt.  /fdr.  Op.  mor.  2  288.  Fb  bene 
avvezzarsi  a  ber  due  o  Ire  volle  infra  il 
giorno  dell'  acqua  pura,  che  svigorisce  la 
forza  del  vino,  e  rende  famigliare  al  cor- 
po il  beveraggio   dell'  acqua.    (C/ 

*  SVIGORITO.  Jdd.  Spossato,  Sen- 
za vigore.  Lai.  debilitatus.  Gr.  a^Srsv/^^. 
Plut.  j4dr.  Op.  mor.  ^.  2ì!\.  Abbacinali 
e  svigiirili  non  hanno  più  forza  (i  raggi 
dell'  animai  di  penetrare  alla  contempla- 
zione de' Bui  delle  cose  iqui  figuratum.) . 
(Cj  Salvia.  Disc.  2.  ^99.  Il  vino  che  è 
stalo  alla  prova  de'  rigori  del  verno  ec,  , 
piglia  in  questo  mese  la  ((ualilìi',  come 
noi  diciamo  ,  di  settembrino,  cioè  di  svi- 
gorito   e   passato.    (') 

ìY-  SVILIMENTO.  I.o  svilire,  Avvili- 
mento, Spn'gio.  Lat.  ahiecfio,  conteniptus. 
Gr.  ■^yyit^uo';,  ny.zy.fpÓjfì'Hi.  Salvin. 
Disc.  3.  88-  Noi  diremmo  non  e  cosa, 
detto  in  segno  di  disistima  e  di  svilimento 
ec.  Cj  lìellin.  Disc.  \.  Il3.  I  quali  lu'.ti 
nomi  non  sono  poi  altro  in  sostanza  ,  che 
tante  studiate  maniere  ce,  quanto  al  si-'U* 
so  tulle  significanti  svilimento  e  scherno, 
ec.   (B) 

t  SVILIRE.  Avvilire.  Lai.  extcnuan-, 
deprimere.  Gr.  e/^«u)t^»iv.  Agn.  Pand 
6.^.  Voi  ora  ci  sviliste  mollo  il  danaio,  e 
secondo  che  diciavale,  niuna  cosa  sareb- 
be più  utile.  *  lieav.  Celi.  J'it.  a.  17.  Il 
dello  frate,  per  farmi  dire  il  mio  segreto,  mi 
sviliva.  (C)  /•"  258.  Prese  quell'  altro  lom- 
bardesco ispediente,  cercando  di  svilire  1' 
opere  mie. 

•f^SVILITIVAMENTE.  ^iverA.  Con 
isvitimento.  Per  dispregio.  Salvia.  lìtton. 
Pier.  ^.  a.  7.  Gli  serrati  hhricoli  ;  cioè 
libvicciuoli  ,  e  più  svililivamcntc  Idiereo- 
li.  (A) 

*  SVILITIVO.  Add.  Atto  a  svilire. 
Salvia.  Annoi.  Mar.  2.  l65.  La  quale 
(  patria  )  punto  non  e  offesa  da  simili  svi- 
lilive    maniere  di  procedere.   (Cj 

SVILITO.  Add.  da  Svilire.  Lai.  e.i  fi"- 
nuatus,  deprrssus.  <;r.  t'/yauìti-lii  . 
Salvia.  Disc.  2.  25o.  l'regio  è  delle  lel- 
Ivre  ,  die  quantumpie  in  alcuni  scuri  tem- 
pi non  guiderdonale,  uon  pregiate,  non 
accolte,  non  acrareuale,  non  ri>petlate.  ma 
piuttosto  sgra<lile  e  svilite,  sieiio  state  da 
alcuno  gentile  ctl  onoralo  spirilo  mai  trm* 
pre  collivule. 

•f  *  SVILLANEGGUMENTG.  L' n- 
zione  ttello  svillaneggiare.  Satvin.  Buon. 
Pier.  3.  I.  5.  L'omo  scopato:  cioè  fru- 
stalo dal  boia  ,  esposto  ce.  alle  lorsolale 
del  popolaccio,  e  a'ioro  svillaneggiamrnti. 
l/ilen.  \is.  1  l.  Rinaldo  e  Sacripanir  »Ì 
danno   drl    ladrone   pel   capo  ;  i  quali  s\il- 


S  \  1 

laneggiameoti,  se  non  ofTendono  per  ser- 
ie r  onestà  de*  costumi,  re   (A) 

'\  *  SVILLAXEGGIANTE.  Che  svU- 
Inneggia.  Sa/vin.  Alan-  Kptt.  l'jS,  Mao- 
i>ui-to  ti  pollerai  verso  il  maldiceote  e 
svillaneggiante.  (Ai 

SVILLANEGGIARE.  Dire  altrui  vUla- 
nia.  Lai.  conviciari,  contumeliam  dicert. 
(ir.  S^piluv.  Cavale.  Pungil.  Li  Farisei 
superbi  e  gli  altri  principi  rifiutava  e  sril* 
laDeggiava.  /  it.  SS.  Pad.  Recandosi  a 
vergogna,  che  in  loro  presenza  lo  Patriarca 
fosse  cosi  svillancggbtu.  Liv.  /.'ce.  3.  Tan- 
to gli  svillaneggiarono  li  niinici  orgoglio- 
samente, che  r  odio  di  fuori  vinse.  Mor. 
S.  Creg.  Più  si  studiano  di  riprendere  il 
male  con  isvillaueggiare,  che  di  confermar- 
gli    nel  bene. 

g.  In  signi fic  .  neutr  .  pass  .  vale 
Dirsi  leciprocamente  delle  viilaaie.  Din. 
Comp.  3.  80.  Ricominciato  l*  odio ,  io  uo 
consiglio  si  svillaneggiarono  di  parole  ,  le 
quali  ingrossarono  per  modo,  the  presero 
r  arme. 

SVILLANEGGIATO  Add.  da  Svil/a- 
neggiare.  Lai.  contitmeliis  ajjectus.  Gr. 
■J5pt55Ei'4-  Cavale.  Frutt.luig,  La  quale 
quantunque  cacciata  e  rifiuUla  e  svillaneg- 
giala, non  rcslò  d'  andargli  dietro. 

*  SVILLANEGGIATORE.  I  erbai. 
ma.fc.  Che,  0  Chi  svillaneggia.  Ingiuria- 
tare.  Lat,  conviciator  .  Gr.  ìoico^so;.  // 
i  ocal'ol.  alla  voce  CON VIZIATORE.  (•) 
SVILLPI'ARE.  iropriamente  lìavviare 
le  co.\e  avviluppate.  Ordinare,  Strigartj 
contrario  d'  Avviluppare;  e  si  usa  in  si- 
gnifìc.  att.  e  neutr.  pass.  Lat.  extricare. 
Gr.  i'^eiiTTSiv.  *  Morg.  23.  !\.  Ecco  , 
per  dio,  la  serpe,  cb'  io  sognai  Che  mi 
parca  s'avviluppassi  meco,  E  per  paura 
di  ciò  mi  destai:  Non  mi  parca  poterla 
sviluppare,  ce  .'r.  I.en.  3.  2.  La  roba 
fra  le  gambe  avvduppandosi ,  Che  gli  ca- 
dea  da  un  lato,  fu  per  metterlo  Tre  vol- 
te o  quattro  in  lena  :  al  fin  gettandola 
Con  ambedue  le  mani,  sviluppossene.  (Dì 
Segner.  Pt\d  2.  y.  Senza  aver  modo  o 
di  troncarsi  1  c-pJlli,    o    di    svilupparsc- 

gii.  (y) 

g.  I.  Per  similil.  vale  Molgere.  Lai. 
evolveix,  explicare.  Gr.  otvC'i'tTit».  ai»«- 
7rru7T£iv.  ìiocc.  nov.  60.  l5.  Soavemen- 
te iviluppando  il  zendado  ce.  ,  fuori  la 
cassetta  ne  trasse. 

§.  11.  Per  meta/,  vale  Lil^erart,  Di' 
strigare.  lìocc  nov.  97  7.  Accioccbk  io 
consolata  morendo,  mi  sviluppi  da  queste 
pene,  t.iv,  M.  Signori  cavalieri ,  soccorre- 
temi; e  svlluppossi  dalle  mani  de' Ultori. 
Civn.  Morvll.  238.  A  ritrarre  mercatan- 
lia,  a  venderla,  e  a  svdunparc  tulio  non 
fu  sansa  grande  sollecitudine  e  fatica.  E 
appresso:  E  pure  questo  ikUallìcu  e  ìsvi- 
luppo  dalla  maggiore  rosa  alla  più  meno- 
ma  bene   e  diligenlcnicnle. 

s?  SVILUPPATA.  Term.  ite'  Geome- 
tri. Sitecie  di  lìnea  cnr\-a,  per  cui  un' ai' 
tra  cur\-a  fuiò  essere  formata.  Alluni  di' 
cono    Fvoliita,  (A) 

SVILUPPATO.  Add.  dm  .Wwpnirr. 
Lal.ct /ri(.i/iijr.  Gr.  otTr.iìay  ai  VO». /?<hV. 
nov.  59-  6.  Prese  un  sali",  e  fussi  gitUlu 
dall' alita  parie;  e  svduppalo4Ì  da  loro, 
se  n'andò.  F  nov.  77.  3.  Da  ogni  altra 
sulleciluiliue  svilup^iala  re.,  SÌ  dava  buon 
tempo.  Vtttam.  |.  4.  Poiché  s^  ilup|4lu 
«la  ili  fui.  /■  1  11.  Si  n»i  piacque  Quan- 
do x\ji  lui  wiluppalo  fui.  .SV«  lien.l  arch. 
7.  9,  Io  per  me  non  voglio  legarmi  a  co- 
desio  peso  senta  |H»lermcne  sciorre ,  ui 
voglio  r  animo  mio  sviluppalo  in  culai  fec- 
cia abbassare. 

SVINARE.  C^var  il  mosto  dei  Uno. 
Dav.  Colt.  iCo.  Svina  e  iml>olu  un  po' 
giovane  ,  acciocché  nella  botte  alquanto 
^.rilli,  e  perciò  si  risenta  e  scluaiisca.  Poi- 


S  V  I 

rhè  svinato  è,  non  pigiar  più  la  vinaccia 
per  nioDle,  ma  favvi  sopra  un  1iuoDoucque« 
fello.  Tac.  Dav.  Ann.  11.  l'ò<^.  Mcs&alì- 
oa  ,  più  sfrenata  cbe  mai  ,  t'art-\a  in  casa 
le  maschere  ite*  veiKlemiiiiaturi  nel  liuono 
dell' autuuno,  pigiare,  svinare,  ec.  Morg, 
33.  47*  £  svina  e  svena  di  botto  una 
botte. 

SVINATO.  Jdd.  da  Svinare. 

•f  *  SVINATORE.  ì'erbaL  masc.  Co- 
fui  che  svina.  Cari.  Sv:n.  11.  Al  nominar 
rh'eì  fece  Iddìo  deftli  urli.  Tutti  quei  svi- 
oalori  Ebbero  per  le  risa  a  cader  mor- 
ti. (B/ 

SVINATURA.  Lo  svinare s  ed  anche 
il  tempo  dello  svinare.^  Cari  Svia.  10. 
Egli  è  pure  il  Lei  sollazzo  11  veder  si  dif- 
ferenti Masserizie  ed  i^trumenti  Cbe  per 
arte  e  per  natura  Seco  trae  la  svinatu- 
ra.  (B) 

*  SVI.NCERE.  Contrario  di  Vincere. 
Sega,  l  it.  Capp.  il  signore  Iacopo  tratto 
fuori  d  pugnale,  disse  in  gran  collera: 
questo  viuceià  il  partito  ,  se  non  lo  vin- 
cano le  fave.  Quando  Lorenzo  Berardì  an- 
datogli incontro  con  un  altro  pugnale  sfo- 
derato disse:  e  questo  sviuceià  d  parti- 
lo. (CP) 

SVINCIGLIARE.  Frustare  con  vinci- 
glio.  ir.  ine.  T.  I.  2.  10.  Se  non  già 
alla  scola,  giami  frustando  £  svincìgliando 
con  mio  lamentare. 

•f  *  SVI^COLARE.  Keutr.  pass.  Stac- 
carsi, SciogltiTSi.  Corsin.  Torracck.  8. 
5l.  Non  cosi  ben  si  svincola  la  pasta,  Se 
donzella  gentil  su  puUt'asse  l'er  farne  ba- 
stoncei  la  pigia  e  mena ,  Come  di  luì  si 
svincolò  la  schiena.   (^J 

SVISARE.  Guastare  il  viso.  Lat.  de- 
nasare.  Cr.  ^'ivoxeTTSc  v.  Bocc.  nov.  68- 
17.  Né  li  consiglierei  cbe  tu  fossi  tanto 
ardito,  che  tu  mano  iiddosso  mi  ponessi; 
che  alla  croce  di  Dio  io  ti  sviserei.  Lasc. 
Pinz.  3.  5.  Io  non  so  com'  io  mi  sia  te- 
nuta, eh'  iu  non  r  abbia  svisato.  ^  Jiusp. 
son,  5  Pare  un  santo  a  capriccio,  ce.  j 
Ma  poi  negli  intestini  Poggior  d*  un  ro- 
milaccio  passeggicre,  Cbe  svisi  co'  cazzot- 
ti UDO  slradìere.  (Bj 

SVISATO.  Jdd.  da  Svisare. 

§.  Fagiuoli  svisati,  si  dicono  quando  e 
levato  loro  l*  occhio.  Buon.  Fier.  3.  1.  5. 
Svisati,  Don   è  vero,  que*  fagiuoli  ? 

*  SMSCERAMENTO  .  L'atto  dello 
sviscerare,  di  cavar  il  cuore  j  Esenterà^ 
zione.  (.4) 

*  §.  Per  Dimostrazione  d' affetto  svi- 
.tcerat'>.  Uden.  Sis.  Con  qual  efficacia  , 
con  che  svisceramento  di  cuore  ec.  (A) 

SVISCERARE.  Cavar  le  viscere.  Lat. 
exenterarx.  Gr.  s'^svTijCt'^Etv.  Fior.  Jtal. 
Lo  sparviere,  poi  e'  ha  presa  la  colomba, 
la  sviscera  e  sbudella.  *  Car.  Fn.  12.  357- 
In  cotal  guisa  Fermati  i  patti,  e  1*  ostie  in 
mezzo  addotte  ec.  ,  Le  svenar,  le  smcm- 
biàr,  le  svisceraro.   (Bj 

f  §.  I.  £  in  signijic.  neutr.  e  neutr. 
pass*  Esp.  Salm.  L'api  ,  le  quali,  pun- 
gendo altrui,  da  loro  si  s\'ìscerano.  Cavale. 
Specch.  Cr.  cap.  38-  Cristo  ec.  si  svisce- 
ro, e  si  aperse  il  costato.  ^  Fsp.  J'ang. 
Il  ragouolo  ,  tessendo  tutta  la  sua  tela  , 
sviscera  e  votasi  dentro.  >B} 

*  §.  II.  Sviscerare, Jìguratam.  vale  Fn- 
trar  bene  addentro  nella  sostanza  di  cheC' 
chessia.  Art.  Vetr.  Ser.  2.  37.  E  neces- 
sario che  i  metalli  sieno  benissimo  calci- 
nati, assottigliati  ,  e  sviscerali  da  ottima 
acqua  forte,  f^') 

SVISCERATAMENTE.  Jwcrh.  Con 
isvisceratezza.  Lai.  medullìtus.  Gr.  otrro 
fXMiioù-  '-v  Pltit-  Adr.  Op.  mor.  2.  4^8. 
Avvenne  che  sempre  potè  molto  in  lui,  e 
fu  da  lui  amato  sì  svisceratamente,  eh'  a- 
mò  di  morire  per  gloria  di  ii  gran  fra- 
tello- (€}  Bellin.  Disc.  2  lo3.  Quei  gnau- 
Focabolario   Tom.U. 


S  V  I 

Icvoli  topicidi  animalini  sono  così  affeU 
tuosi  e  così  svisceratamente  cordiali  di 
noi  .   (Min) 

SVÌSCERATE7ZA.  Astratto  di  Svisce- 
rato, in  sentimento  di  Cordiale  j  e  vale 
Arìwre  cordiale,  eccessivo.  Lat.  dilecfio  , 
vehemens  amor.  Gr.  «yaTUfi.  lied.  leti. 
2.  17.  Son  sicuro  che  V.  S.  llluslriss. 
gradini  le  cortesi  svisceratezze  di  questo 
gran  cavaliere.  ^  Segner.  Sent.  Oraz.  35. 
il  che  mi  è  parso  una  finezza  di  amore 
singolare,  e  la  quale  mi  obbliga  a  corri- 
spoa<lere  a  Dio  con  altrettanta  sviscera- 
tezza d'affetto.    (TC) 

•f  *  SVISCERATISSIMAMENTE. 
Suptrlat.  di  Svisceratamente  .  Segner. 
Mann.  Cenn.  18.  1.  Quei  (diletti)  che 
da  Dio,  vengono  da  un  Signore  che  ci 
ama  ,  come  sue  creature  ,  svisceratissima- 
mente.  (A) 

SVISCERATISSIMO.  Superi,  di  Svi- 
scerato. Lat.  addictissimus,  summo  amo- 
re coniunctissmius.  Gr.  TT^coapiitaraTO^. 
Farch.  Stor.  ^.  92.  I  Sanesi  ec.  nondi- 
meno, per  lo  essere  stali  sempre  sviscera- 
tissimi  ,  per  dire  come  oggi  si  favella  , 
della  maestà  dell'  Imperadore  ec,  stavano 
in  sulle  luro  (  qui  nel  signiJìc.  del  g.  I. 
di  SVISCERATO).  *  Calil.  Leti.  uom. 
ili.  pag.  II.  ( Fir.  17/3)  La  qual  cosa 
ho  voluto  io  di  proprio  moto  ec.  comuni- 
care a  V.  A.  S.  ;  il  che  Id  supplico  a  ri- 
cevere in  buon  grado,  e  come  effetto  na- 
to da  uno  svisceratissimo  desiderio  di  ser- 
virla. (B) 

SVISCERATO.  Add.  da  Sviscerare. 
Lat.  exenteralus.   Gr-   t^iitspia^ei'i. 

g.  I.  Per  Appassionato,  Affezionato. 
Lat.  deperiens ,  devotus ,  flagrantissime 
amans.  Gr.  sTi^uacvo/ASvo^.  Tnc.  Dav. 
Ann.  4-  86.  Sviscerati  della  memoria  di 
Germanico  ,  a'  quali  pareva  veder  lui.  E 
Stor.  4"  343.  Quando  1'  ebbe  pien  di  spe- 
ranze e  di  vento,  gli  levò  le  forze,  man- 
dando in  guernigione  la  legion  settima  , 
sviscerata  di  lui.  Segn.  Stor.  I.  18.  La 
famiglia  de'Sal^i,  che  faceva  la  sviscerata 
del  popolo,  era  venuta  in  tanta  grandez- 
za, che  nelle  loro  case  i  micidiali,  gli  as- 
sassini ,  ed  ogni  sorta  di  facinorosi  stava- 
no sicuri.  Borgh.  Col.  milit.  436.  Il  qua- 
le si  mostra  per  tutto  svisceralo  partigia- 
no di  questa  fazione. 

§.  II.  Per  Eccessivo ,  Cordiale.  Fir. 
Disc,  an,  2^>  Nondimeno  lo  sviscerato 
amore  ch'io  porto  a  Sua  Altezza,  la  rive- 
renza eh'  io  debbo  al  trono  di  Sua  Mae- 
stà ec,  non  mi  consentono  Io  star  cheto. 

g.  III.  In  forza  di  sust.  per  Amico 
intrinseco.  Lat.  f'amiliaris  ,  intimus ,  ex 
intima  amicitia.  Gr.  5ixeio:C(To;,  auvv;- 
^e'^Taro?.  Tac.  Dav.  Ann.  2.  53.  In 
contrario  Doroizio  Celere,  suo  sviscerato  , 
disse  ec. 

*  SVISCERATORE  .  Fcrhal.  masc. 
Che  sviscera.  Lat.  eviscerator.  Gr.  0 
e'^EvTEf t^tjv.  Il  Vocabol.  alla  voce  EVI* 
SCERATORE.   (•) 

*  SVISTA.  Sbaglio.  Lai.  allucinano, 
error.  Gr.  /KTa^Xs'j'i?,  'Sfcc^p^v..  Il  T  o- 
cabol.  alla   voce   SCAPPUCCIO.    (') 

•f  SVITARE.  Scommetter  le  cosefer- 
mate  colla  vite.  *  Magai.  Leti.  Questo 
sigillo  si  s\ìta  in  tre  luoghi.  E  altrove  : 
La  vile,  che  è  nel  fondo  della  cassa,  può 
svitarsi  sempre  cbe  pare   e  piace.  (B) 

•f  g.  Fu  usato  ancora  per  Stornarlo 
invito  j  contrario  d' Invitare.  Frane.  Sac- 
eh.  nov.  23.  Tu  hai  la  scritta,  con  che 
tu  invitasti  quei  cittadini  a  desinar  meco; 
recatela  per  mano,  e  come  tu  gì' invitasti, 
va,  e  svitagli. 

t  SVITATO.  Add.  da  S%-itare.  Frane. 
Sacch.  nov.  23.  io  non  so  se  questa  fu 
maggiore  cattività,  che  quella  che  avreb- 
bon  fatto  gli  svitati,  quando  avessono  ava- 


S  V  I  iii49 

to  li  corpi  pieni  (qui  in  forza   di  sust.  e 
nel  signific.    del    g.  di  SVITARE). 

SVITÌCCHIARE.  Contrario  d' Avvitic- 
chiare. Distrigare  j  e  si  usa  in  .vignijica- 
to  alt.  e  neutr.  pass.  Lat.  avellere,  ex- 
tricare.  Gr.  «TtoaTràv,  a  ;ia)>aTT£iv.  Pa- 
taff.  2.  Tu  se*  incerato  :  che  non  ti  svi- 
ticcbi  T 

SVITUPERARE.  Vituperare.  Lat.  ti- 
tuperare,  elevare.  Lih.  cur.  malatt.  Non 
possono  con  ragione  svitiipcrare  quel  cat- 
tivo ministerio  ,  e  pure  lo  svituperano  fa- 
cilmente. 

SVIVACNATACCIO  .  /eggiorat.  di 
Svivagnato. 

§.  l'er  metaf.  vale  Disadorno,  Scompo- 
sto. Lat.  incomptus.  Gr.  u^.Ojx-^og.  Buon. 
Fier.  3.  2.  i5.  Bandiera  cbe  tu  sei,  Sciat- 
ta, svìvagnalaccia. 

SViVAC-NATO.  Add.  Senza  vivagno, 
^  Salvia.  Buon.  Fier.  2.  4-  ^8.  Sviva- 
gnato, cioè  s61accicato  ,  come  un  panno 
senza  vivagno  ,  che  è  il  vivo  che  rattiene 
le   fila.  (Bj 

§.  I.  l'er  metaf.  vale  Sciocco,  Sgan- 
gherato. Lat.  incptus.  Gr.  ot'py*,'^.  Buon. 
Fier.  2.  4'  18.  \'ogliou  parer  più  savie 
e  più  garbate,  E  nescon  più  scempie  e 
svivagnate. 

§.  II.  Bocca  svivagnata,  vale  Eccedente- 
mente larga. Lasc.  l'arent.  Prol.  Questa  i;.vi- 
vagnata  bocca,  brutti  denti,  e  picco!  ca- 
so. Alleg.  288.  Le  palpebic  hanno  quasi 
arrovesciate,  Gli  occhi  traversi,  e  ciglia  e 
cape'  neri  ,  E  denti  radi,  e  bocche  sviva- 
gnate. 

SVIZIARE.  Levare  il  vizio.  Lat.  i-i- 
tium  tollere.  Gr.  ìt.y:/.ìa.-i  àfcf.ipe\v.  Frane, 
L'arb.  ip5.  l4-  Volgiti  qui;  afiVena  ,  Se 
puoi,  cotal  notizia  :  Per  lei  aver,  da  tutto 
mal   ti   svizia. 

SULFUREO.  Add.  Di  qualità  di  sol- 
fo. Lat.  sulphureus-  Gr.  '^udS^^.  Lab. 
262.  Del  quale  ec.  spira  un  fumo  sulfu- 
reo sì  fetido  e  si  spiacevole,  cbe  tutta  la 
contrada  attorno  appuzzola  -  Amet.  70. 
Dietro  alle  spalle  i  non  conosciuti  anco- 
ra, tiepidi  e  dilettevoli  bagni  di  Baia  s'  a- 
veano  lasciati  ,  e  le  montagne  sulfuree. 
Tass.  Ger.  18.  83.  Wè  dal  sulfureo  sen 
fuochi  mai  tanti  II  cavernoso  Mongibel 
fuor  diede. 

•f  «  SULLEVARE.  V.  A.  Sollevare. 
Vii.  S.  Gio.  Gualb.  325.  Il  manipolo  e 
la  stola  e  le  loro  fimlirie  sullevando,  in 
là  e  in  qua  variamente  portavano.  (V) 
Fior  Ital.  129.  Noi  vogbamo  alcuno  af- 
flitto consolare,  e  lo  suo  dolore  sullevare. 
E  appresso  :  Li  amici  adunque  del  bea- 
lo lob  per  sullevare  lo  dolore  dell'  af- 
flitto si  brigarono  ec.  (C) 

•f  *  SULLOGARE.  .'Jfittare,  o  Ap- 
pigionare ad  un  altro  una  cosa  affittata 
per  se.  Sold.  sat.  4.  (Londra  17^7)  A 
certi  geometruzzi  ha  sullogali  (Aristoti- 
le}  Qualche  moto  lassù,  qualche  girella. 
Ove  si  son  con  laude  esercitati  (  qui  per 
similit. }.   (A) 

SULLUNARE.  Add.  Dicesi  ciascuna 
cosa  che  sia  dalla  Luna  ingiù.  Lat.  *  su- 
blunaris.  Gr.  uTrO(Js).y,vKio5.  Lib.  cur. 
malatt.  Ha  potestà  sopra  tutti  i  corpi  sul- 
lunari.  Varch.  lez.  1\12.6.  Della  materia 
prima  ec.  si  compongono  tutte  le  cose 
suUunari  di  questo  mondo  inferiore.  Gal. 
Sist.  38.  Per  persuaderci,  la  natura  dei  cor- 
pi sullunari  esser  generaliile  e  corruttibile- 

SULTANA.    Donna   del  Sultano. 

§.    E  Sultana,   I<ave  grossa   turchc.^ca. 

SlJLTAM^O.  Specie  di  moneta  tur- 
chesca.  *  Salvia.  Fier.  Btton.^  4'  ^  7- 
Dove  un  sultan  ben  scarso,  cioè  un  sul-^ 
tonino  j  moneta  d'oro  turchesca,  piena  di 
molli  arabeschi.  (Bj 

SULTANO.   Titolo  di  soi-rnnìtà    pres- 
so  i    Turchi.   Lat.   Sultanus. 
182 


ll{5o 


S  t  M 


§.  Per  lo  slesso  che  Sultanina.  Buon. 
Fier.  4.  a.  7.  E  sfromliuli  zecchini,  e 
doppie  snoccioli.  Dove  un  sulUiD  ben  scar- 
so era  soverchio. 

#  SUMMAIUO.  Aitd.  Sommario.  Cron. 
d*  Amarci.  122.  Parve  a  loro  questa  sum- 
maria  cosa,  e  vollono  che  il  Re  Io  man- 
dasse a  sapere-  (C) 

s;:  SUMMESSIONE.  V.  A.  Sommis- 
sione. Cronichcll.  2'](^.  Mandarono  tulli 
loro  commcssari  a  Pisa  a  fare  le  debite 
summessioui.  E  280.  Dopo  la  giunta  de- 
gli dtiilusci  itori  a  Firenze  furono  uditi  , 
e  i'alta  la  debita  summessione,  fu  di  poi 
L-lcltu    Gino   per    Capitano    di    Pisa.  (C) 

*  SUMMLMSTKAMENTO.  Summini- 
strazione.  Lai.  sitppcdilalio,  sitbministra- 
lio.  Gr.  TTO^i-j/io';.  Segner.  Crisi,  inslr. 
3.  2.  IO.  Egli  non  serba  in  tal  summi- 
nislrainento  Io  stile  usato  nella  sua  cu- 
ria  celeste.    {*) 

SUMMINISTnAltE..Vommi>M\f frrtre.  Lat. 
suppeditare,  snhminislrare.  Gr.  s/.TTopi- 
?£*v,  X^p^''/^'"^'  '"'"'■  ''""■  ^^-  ^^^  ^*' 
fummosa  di  quella  bettade  ,  Che  1*  amo- 
revol   Ciau   ti    sum ministra. 

•f  *  SUMMINISTHATIVO.  ^tld.  ^Ìl- 
io a  sttmministrare.  Sega.  Polii  lih.  i. 
cap.  5.  pag.  20-  (  T'en.  l55l  )  I-'  arto 
che  cava  il  ferro  delle  miniere  ,  è  sum- 
micistrativa    all'  arte   fabbrile.  {A} 

*  SUMMINISTRAZIONE.  Lo  stesso 
che  Somminislrazionc.  Sega.  lAic.  9. 
A66.  Siccome  egli  è  ancora  impossiliilo 
che  sieno  amici  coloro  che  nell'  utile  vo- 
gliono il  più,  e  ne'  carichi  e  nelle  sum- 
minislrazioni    vogliono   il  meno.   (*) 

*  SUMMITa'.  Sommità,  .Sommo. 'La\.. 
summum ,  fastigium.  Cortig.  Castigl.  1 . 
l52.  Chi  tende  alla  summita,  rare  volle 
interviene    che  non    passi   il   mezzo.  (ISSj 

*  SUMMO.  Sitst.  Sommo.  Dani.  ìnf. 
7.  Gente  che  sospira  E  fanno  pullular 
quest'  acqua  al  sumiiio.  ( P) 

*  SUMMO.  Add.  Sommo.  Lat.  sum- 
miis.  Ar.  Fur.  22.  2.  Per  questo  io  non 
oscuro  gli  onor  summì  D'  una  e  d'un*  al- 
tra ,  ch'abbia  il  cor  sincero.  (NS) 

'f  'è-  SUMMOHMOUAUE  .  Mormorar 
sotto  voce,  Sommormorare  ■  Sannaz.  Ar- 
cad.  Pros.  Il-  In  una  fissa  e  lunga  cogi- 
tazione vidi  (  Ergaslo  J  profondamente  oc- 
cupato ec.  ,  e  con  le  labbra  non  so  che 
fra  se  stesso  tacitameotc  summormoran- 
do.  (A) 

't  *  SUMMULTIPLICE,  e  SOTTO- 
MOLTIPLICE.  Acid.  Term.  de'  Geome- 
tri. ^Sumero  compreso  esaltamente  in  un 
maggiore  un  dato  numero  di  volte  .  /  iV. 
prop.  2.  Parte,  o  summulliplice,  cioè  sot- 
lomoltiplice,  si  dice  la  minore  di  due  gran- 
dezze omogenee,  terminate  e  disuguali,  che, 
muliplicata  più  volte,  misura  appunti»  la 
maggiore,  (yl) 

SUNTO  lììstretto  ,  Compendio.  Lai. 
.uimma,  epitome.  Gr.  titiTOjxr!.  Lib.  Son. 
128.  E  quando  e' fa  parlila,  Avvisa  sopra 
tutto ,  e  questo  è  '1  sunto  .  Ciriff'.  Cai*'. 
'.\.  89.  E  fatto  ch'ebbe  nella  pietra  Ìl  sun- 
to. Si  rivolse  piangendo  invcr  la  riva.  Gal. 
Sist.  287.  Voi  ec.  lo  vedrete  da  qucslo 
breve  sunto  ,  eh'  io  ho  fallo  ,  di  tulle  le 
combinazioni . 

*t  *  §■  Sunto,  per  Sugo  d'alcuna  .fo- 
itanza  ,  ICstratto  .  Segner.  Pred.  9.  3. 
Giungono  i  chimici  giurnulmeute  a  rav;). 
re  con  la  loro  arie  una  tal  suslania  ,  la 
qual  è  come  un  piccol  sunto  del  tutto.  /■." 
Mann.  Magg  8.  4-  Q""*  sunto  più  lam- 
biccalo, che  noi  pur  volgarmente  chiamia- 
mo ipirilo ,  ec,  (A) 

•f  #  SUNTUARIA.  Tcrm,  degli  Sto- 
rici romani.  Aggiunto  di  quella  sorta  di 
Iffige  prvs.to  i  liomani  ,  con  la  quale  si 
comandava  che  ne*  banchetti  e  nelle  cene 
non  si  eccedesse,  prr  la  spesa,  certa  .tom- 


SUN 

ma  di  moneta  .  Salvin.  Pros.  Tose.  1. 
12.  Oltraggio  che  fanno  ce.  i  miscredenti 
provveditori  alle  salubri  pragmatiche,  alle 
suntuarie  leggi.    (Ai 

SU.NTUOSAMENTE.  V.  SONTUOSA- 
MENTE. 

SUNTUOSISSIMAMENTE.    /'.    SON- 
TUOSI SSIMAMKNTE. 

SUNTUOSISSIMO.    /'.   SONTUOSIS- 
SIMO . 

SUNTUOSITA',  SUNTCOSITADE,  e 
SUNTUOSITATE.  V.  SONTUOSITÀ'. 
SUNTUOSO.   /'.  SONTUOSO. 
SUO     /Pronome  che  denota  proprietà,  0 
attenenza  ,  ed   ha  propriamente   relazione 
alla  terza  persona  del  singolare  di   tutti  i 
generi,  dicendosi  anche  talora,  in   vece  di 
Suoi,  e  Suo',  e  Sui.   Lat.  .titiis.  Gr-  0;, 
yj  ,  ov.   Bocc.  nov.  46.  5.  Comandò  che  ella 
fosse  messa  in  certe  case  bellissime  d'  un 
suo   giardino  .    Dani.    Ìnf.   2.    Da  quel    eie! 
e' ha  minor  1Ì  cerchi  sui.   K  Par.    1.    DA 
suo  lume  fa  il  cici  sempre    quieto  .   /::.'  2. 
Cosi  r  Inlelligcnzia   sua  bonlate  Multipli- 
cata   per   le  stelle  spiega.    Pctr.   son.    208. 
Quando  fia  chi  sua  pari   al  mondo  Irovc? 
*  Siilv.    Avveri.    1.    3.    2.    36-   Juo' per 
suoi  y   cosi  verbo  ,  come  nome  ,    ec.    Per- 
ciocché  potrebbe   scriversi  ce.  1  suo'ardori, 
i  suo' dolori j   tu  suo' ire,  tu  suo*  stare,  (f'j 
g.   I.  Suo,   talora  si  rijeri.sce  al  numero 
del  più  ,   invece  di  Loro  .   Bocc.  nov.   1^2. 
1^    Poiché    gli   arcieri    del    vostro    nimico 
avranno  il  suo  saetlamento  saettato.  Dant. 
Purg.  26.  Non  son  rimase  acerbe  ne  ma- 
ture   Le    membra   mie  di  la  ,  ma  son  qui 
meco  Col  sangue  suo,  e  colle  sue  giuntu- 
re .    IC  Par.    19.   Che    potran  dir  li  Persi 
a'  vostri   Regi,  Com'  e'  vedranno  quel  vo- 
lume aperto.  Nel  qual  si  scrivon  tutti  suoi 
dispregi?   /i  3i.  Vedeva  vbi  a  carila  sua- 
di.   D'altrui  lume    fregiali  e  del   suo  riso. 
Liv.   Dee.    3.    Alli   tribuni    parve   luogo  e 
tempo  d'  assalile  i  suo'  avversarli.    (V.   4- 
8.    a.    Non    cosi   agevolmente   tralignano  , 
ovvero    si  partono  dalla    sua  generazione, 
quelli  che  di  colai  luogo  si  colgono.  /:.'  5. 
12.   \t\.  L'acetose  e  acerbe  (mele)  gene- 
rano   fleniina   e    |  ulredini    e    febbri   per    la 
proprietà  del  suo  umore  e  della  .uà  cru- 
dità. ^  liut.    Inf.   3l.    I.  Elefanti  sono  in 
terra  grandissimi  animali  ec.,  e  delle  ossa 
sue  è  r  avolio.  {ì) 

§.  II.  So  ,  per  suo  ,  affìsso  ad  altre 
voci.  Dant.  ìnj.  29.  E  non  vidi  giammai 
menare  stregghia  A  ragazzo  aspett.iio  da 
signorso  .  lior.  Hai.  D.  Allora  fìltn  la 
suorsa  alla  Reina:  Vuoi  tu  ch'io  meni  tua 
sorella? 

•f  #  g.  III.  *$"/  disse  anticamente  an- 
che Sua,  per  Suoi  e  Sue  .  Salv-  Awert. 
1.  2.  10.  Sua  par-ole  v  tua  piedi  ec.  c- 
ziandici  nel  miglior  secolo,  non  che  nella 
favrllu,  all'Una  volta  trasconero  nelle  scrit- 
ture, t'runc .  Sitcrh.  nov.  2.  Vide  li  servi 
e  sudditi  sua  mollo  ordinati.  /')(.  .V.  do. 
Bai.  P.  iV.  235.  Vi  farà  salvi,  se  osserre- 
rete  li'  coniandamenla  sua.  (I') 

g.  IV.  ^uo,  d'una  sillaba,  in  vece  di 
Sua  ,  per  proprietà  di  linguaggio  e  per 
r  armonia.  O.  l\  12  8.  22.  >  mere  nel 
Leone  gradi  otto,  faccia  di  Saturno,  e  ron< 


Iradio  alla  suo  triplicità  .  Bocc.  nov.  29. 
28.  Lei  sempre  come  suo  sposa  e  moglie 
onorando,  l'amò.  ^  A"  g.  2.  n.  9.  Aven- 
do Elisa  ctd  suo  (così  net  lesto  Mannelli) 
compassionevole  novella  il  suo  dover  for- 
nito ec.  Kg-  9'  ".  9.  Tornato  a  casa  suo 
ec.  disse  ciò  cTir  da  Salamone  avuto  aven. 
Liv,  M.  E  qur'ftta  ì^  la  dìrrlana  opera  rho 
Enea  fece  che  alIor.«  finio  *uo  \ila.  I\  sot- 
to :  Più  avere  di  leugeretia ,  r  fare  a  .vun 
guisa,    /i'  altrove!  Gli  riri»rdavanu  le   suo' 

tiromes*t'.  Mirac.  Mad.  Udirete  vtdrntieri 
e  suo'mojsc.  Sen.  Pisi.  Ella  è  sì  gentile 
e  sì  nobile  per  nio  natura.  (I') 


SUO 

§.  V.  Suo,  coli' articolo ,  in /orsa  di 
sust. ,  vale  II  suo  avere  ,  La  sita  roba  . 
Bocc.  nov.  l'i.  39.  A  Perugia  lornossi  , 
avendo  Ìl  suo  investito  in  un  anello  .  E 
nov.  49'  3.  Il  suo  senza  alcun  ritegno 
spendeva  . 

*  §.  VI.  Suo,  vale  il  Proprio  suolo 
nelle  seguenti  manierej  Stare  in  sul  suo. 
Lavorare  il  suo,  e  simili,  y.  STARE.  (C) 
§.  VII.  E  nel  numero  del  più,  vale  I 
suo'  parenti  o  amici  ,  0  in  altra  manie- 
ra allenenti.  Lai.  sui  necessari!,  cives , 
conterranei, propinqui.  Gr.oi  t^toi  a'vay- 
/.«ìoi  ,  TToiitai  ,  o'asYwjiioi  ,  Tlfiooif- 
xovTSi  .  Bocc.  nov.  3.  O.  Vaghi  ciascooo 
d'essere  il  più  onorato  tra'  suoi.  E  nov. 
48.  fi'.  Vassenc  pregato  da' suoi  a  Chiassi. 
*  Tac.  Dav.  Germ.  ^'5.  Le  peccata  mi- 
nori puniscono  in  tanti  cavalli  o  bestiami: 
vanno  mezzi  al  comune  ,  e  mezzi  al  dao- 
neggiato  ,  o  a'  suoi.  (TC) 

g.  Vili.  A\-er  le  sue,  0  Toccar  le  sue, 
vale  Essere  aspramente  sgridato,  o  per- 
cosso .  Lat.  plagis  ajjici  .  Gr.  ~Ì*)*/as 
Ìa/i€av!i».  Bocc.  nov.  45.  8-  Se  ella  non 
istaià  cheta,  ella  polr'a  aver  delle  sue. 

*  §.  IX.  Dal  suo,  o  Dalla  sua,  vaglio- 
nò  Dal  parlilo,  o  Dalla  parte  di  colui  di 
cui  si  parla.  Varch.  Err.  Giov.  3|.  Egli 
pensò  subito,  per  esser  poi  raffermo  gon- 
faloniere ,  a  tirar  più  dal  sno  di  tutte  le 
parti  che  poteva.  Borgh.  Vesc.  Fior.  (\6q. 
L'  Imperadore  ec.  ed  alcuni  altri  dalla  sua 
ec.  tentano  di  divenire  assoluti  padro- 
ni. (C)  Dav.  Mism.  111.  Il  Duca  di  Not- 
tomberlanda  si  tenea  la  cosa  fatta,  perche 
la  nobiltà  avea  giurato;  il  popolo  gli  pa- 
rca dal  suo.   (f'j 

*  §.  X.  Dir  la  sua,  vale  Dir  la  sua  o- 
pinione.  I\'ov-  ani.  54-  7-  La  gente  era  ri- 
stucca (d'una  novità),  e  non  voleanu  più 
vedere  ,  e  molti  il  biaslcmmìavano ,  e  cia- 
scuno dicea  la  sua.  (J'j 

^  g.  XI.  Esserci  per  la  sua,  vale  Es- 
.terci  per  la  sua  parte,  A*'er  la  sua  parte 
d'  autorità,  potere,  o  simili.  Magai,  leti. 
1.  Il  freddo  non  e  per  avventura  cosi  dap- 
poco com'  altri  si  pensa  .  Anch'  egli  r'  è 
per  la  sua.  ((') 

§.  XII.  Far  delle  sue, signifea  Operare 
con  poca  ai'vedu  lezzo  ,  o  senta  prudenza  i 
sotlinlendendovisi  scioccherie,  del*olezze,  e 
simili ,  cioè  Far  delle  .tue  solite  sciocche- 
rìe ,  ec.   ì  .  FAR  SUO,  §. 

*  g  XIII.  Star  sulle  sue.  V.  STA- 
RE. (C) 

SUOCERA,  e  SUOCERO.  Padre,  e  Ma- 
dre della  moglie,  o  del  marito.  Lat.  socer, 
socrus .  Gr.  ?tsv&C4o'«  ,  mv&Cfa.  Dani 
Par.  16.  Sicché  non  piacque  ad  Uhcrtin 
Donato,  Che  'I  suocero  d  facesse  lor  pa- 
rente .  Bocc.  no%\  100  33.  Tolto  Gian- 
nucolo  dal  suo  lavorio  ,  come  suocero  il 
pose  in  islalo  .  Amm.  Ani.  35.  4-  '-  ^ 
un  altro  male  tra  suocera  e  nuora  ,  che 
una  lulia  l'altra.  Boez.  C.  S.  21  La 
compagnia  degli  onestissimi  amici,  il  suo- 
cero Simmaco  ec.  tlifcndono  noi  da  ogni 
sospizionc  di  tale  peccali).  Bemb  .Slor.  7. 
90.  Fu  eletto  dal  Senato  per  aml>aiciat«>- 
re  a  dolersi  con  Filippo  della  morte  della 
suocera . 

SVOGLIARE.  Contrario  d'Invogliare 
Tot  la  voglia.  Lat.  avocare,  remo\'ere  , 
dimovere  a  pi'oposito.  Gr.  «TtJ  t»ìì  y»o*- 
ui;;  oLTtOK'vt'v  .  Prtr.  canz.  id-  l-  Del 
mio  fermo  voler  gii  non  mi  ivoglia. 

g  Insignire,  neulr.  pass,  vale  Perder 
la  voglia.  Him.  ani  /'.  A"  Air  delle  /  t- 
gne.  Perdo  gioia  e  mi  svoglio,  (Quando  di 
sua  contezza  mi  rimcmbrc  .  ^  /  n*.  Leti- 
uom  ili.  2.  17.  Ma  dopo  quei  primi  an- 
ni vedendosi  i  giovani  interrotte  le  Iraìoni. 
se  ne  svogliarono.  (C) 

SVOGLIATAGGINE.  Astrailo  di  Si'o- 
glialo    Lai.  /aslidium.  nausea    Gr.  otv?' 


S  V  o 

pe^t'a  ,  vauTi'a  •  Segner,  Mann.  Genn. 
18.  i.  Se  gi'iin  tempo  mm  provi  diletto 
alcuno  licite  cose  &piriludli  ce  ,  nu  piut- 
tosto provi  una  svu^lijlag^inc  somma,  »ta 
bene  attento  ,  qualche  demonio  ti  pa&ce  . 
^  E  Increti.  2.  37.  4"  Donili'  il  dicadi- 
mcDto  dalla  pietli ,  se  non  dall'  esser:(i  a 
poco  a  poco  dismesso  di  frequentarlo,  sino 
al  concilio  dì  Trento,  che  deplorò  svoglìa- 
(aggine  si  noti\al  (C) 

*  SVOGLIATAMENTE  .  Jvverb. 
In  modo  svogliato  ,  Con  isvogliatezza  . 
Stgner.  Parr.  instr.  6.  I.  Al  popolo  po- 
co prenif  V  aicoltarc,  e  al  sacerdote  meno 
preme  il  discorrere:  onde  ,  se  mai  Io  fa  , 
io  fa  si  s%'ogliatamente  ,  che  non  alletta 
con  verun' arte  i  ritrosi.  (V) 

SVOGLIAI  ELLO.  Dim.  di  Svogliato; 
^alquanto  svogliato.  Lat.  nausea  affectusj 
percitus.  Gr.  vaurtwv.  AUeg.  212.  Per 
ìslrapauo  si  guatano  o  da  leziosi  svoglia- 
lelli  ,  e  donne  gravide,  ec. 

SVOGLIATEZZA.  Svogliataggine.  Lat. 
fasiidium f  nausea.  Gr.  ocvo^e^t'a,  vaun'a- 
Stgner.  Mann.  Agost.  22.  1.  Kon  altri- 
menti succede  Del  far  del  Lene,  massima- 
mente in  tempo  di  svogliatezza  .  Salvia. 
Pros.  Tose.  I.  ^23.  Donde  ni:ii  viene  in 
alcuni  una  sToglialeua  dei  discorsi ,  un  te- 
dio ,  una  ini^uicludiue ,  ec. 

SVOGLIATO.  Wrfrf.  da  Svog/iarej  Sen- 
za voglia  ;  e  dicesi  propriamente  del  man- 
giare, benché  ad  altre  cose  si  riferisca. 
Lat.  nausea  affèciiis.  Gr.  vxwzitùv.  Bocc. 
nov.  3g.  8-  Il  cuoco  mandò  il  manicaret- 
to ,  il  ijualc  egli  fece  porre  davanti  alla 
donna  ,  sé  mostrando  quella  sera  svoglia- 
to ,  e  lodògliele  motto  .  Fiamni.  4.  118. 
Solo  il  riguardarle  aveva  forza  d'invoglÌ.ir  f 
appetito  io  qualunque  più  fosse  stato  svo- 
gliato. Bemb.  Jsol.  2.  125.  Kè  lascia  di 
veder  la  sopposta  borea  ,  di  piccolo  spazio 
contenta,  con  due  rubinetti  vivi  e  dolci, 
aventi  fona  di  raccendere  desiderio  di  ba- 
ciargli in  qualunque  più  fosse  freddo  e  svo- 
gliato. Car.  lett.  l.  6.  Iddio  vi  guarisca  del- 
lo svogUuto  { qui  injorza  di  sust.  per  /svo- 
gliatezza). Ped.  Ditir.  37.  Son  bevande  da 
svogliati.  E  da  femmine  leziose 

SYOGLIATURA.  Svogliatezza.  Salvia. 
Pros.  Xosc.  2.  54-  Come  questo  disprez- 
zo, questa  svoglialura,  questa  nausea  pur 
troppo  comune  al  di  d'  oggi?  ♦  ^ccad. 
Cr.  Mess,  Ith.  4"  P"^-  541-  Banchetto  in 
<pielta  congiuntura  di  tutta  squisttezzj,  sa- 
crificate alla  necessità  le  svoglialuie  dell' 
appetito  .  (B)  Iros.  Fior.  Salvia.  Lett. 
4-  2*  276.  Questa  svogliatura,  questo  fa- 
stidio ,  questo  disprezzo  di  tutto  ciò  the 
non  e,  o  che  non  pare  perfetto,  ec.  è 
uno  scoramento  de"  giovani.  (C) 
SVOLAME.NTO.  Lo  svolare. 
•f  SVOLARE  .  folare.  Lai.  evolare  , 
volitare.  Gr.  a^titTao&ai.  Pallad.  Ott. 
l4-  Farina  d"  orzo,  che  svola  dal  mulino 
macinante . 

SVOLAZZAMENTO.  Lo  svolazzare. 
SVOLAZZANTE.  Che  svolazza.  Lat. 
volitans.  Gr.  apirtTay-svo;.  fìuon  Fier. 
*•  4-  '8.  De'  quali  svolazzanti  oggi  qui 
molti  ec.  Cercan  far  preda  ec.  ^-  impcrf. 
/.  Tib.  Proem.  T.  JI.  5.  Lasciamo  da 
un  lato  U  far  ricordanza  della  diversità  de' 
pesci  oc.  e  il  simile  degli  augeUetti  svolaz- 
zanti per  r  aria.  (F) 

g.  Svolazzante,  vale  anche  Che  sven- 
tola. Che  e  agitato  dal  vento.  Pass.  45. 
La  quale,  traendo  guai,  presa  per  li  svo- 
lazzanti capelli,  crudelmente  fedi  per  lo 
meno  del  petto  col  coltello  che  tenea  in 
mano. 

SVOLAZZARE  .  Propriamente  Volar 
piano  or  qua  e  or  là.  Cant.  Cam.  460. 
Or  poiché  un  przzo  in  queste  parti  e  in 
quelle  Svolazzando  siam  ili .  donne  belle, 
Vcrrem,  quando  a  vui  paia,  A  beccar  nel- 


S  V  o 

la  vostra  colombaia  (Parlano  pippioni ). 
Salvia.  Disc.  l.  14*)-  Si  finge  che  qursto 
fanciullo,  svolazzando  a  ^uo  piaceri',  capi- 
tasse un   di  iu  quei  boschetti  di  mirto. 

§.  1.  Svolazzare,  diciamo  anche  per  Di- 
batter l'  ale.  Lai.  volitare.  Gr.  avKTri'rs- 
5&ai.  Dant.  Inf.  34.  Kon  avean  penne , 
ma  di  vispislrellu  Era  lor  modo;  e  quelle 
svolazzava  Si ,  che  Ire  venti  si  movean  da 
elio.  Cant.  Cam.  Ì\l\Q.  Le  cornacchie  si 
calan  giù  di  fatto  ec. ,  Che  svolazzando  ven- 
goD  pronte  e  liete. 

g.  II.  Per  metaf.  vale  Vagare  or  qua, 
or  là.  Coli.  Ab.  Isaac.  Svolazzando  per 
tutte  queste  cose  a  modo  d'  una  cotalt* 
incomprensibile  e  rapacissima  fiamma. ^"^  Im- 
perf.  Prov.  D.  2.  T.  3.  71.  Kon  è  egli 
vero  che  in  questa  infinita  ampiezza  di 
latitudine  e  di  longitudine  ,  e  di  profon- 
dità svolazza  torma  infinita  d'  atomi  7  (Fj 
g.  111.  Per  similit.  vale  Fssere  agi- 
tato dai  vento .  Ped.  Ins.  78.  L'  altro 
filo  ,  vagante  or  qua  e  or  là ,  svolazza 
per  r  aria. 

SVOLAZZATORE  Che  svolazza. 
•f  '^^  SVOLAZZETTO.  Piccolo  panno, 
o  velo  Jinlo  dall'  artefice  in  atto  di  svo- 
lazzar per  l'  aria,  Baldin.  J'oc.  Dis.  in 
VERISIMILE.  Gli  abiti  ec,  siano  natu- 
rali ,  fuggendo  certa  odiosa  soprabbondan- 
za di  ricami,  fiocchi,  svolazzetti,  collane, 
ec.  (^> 

^'  SVOLAZZl'O.  Frequente  svolazza- 
mento .  Pollar.  Lez.  ylcc.  Il  moto  dell' 
aria  ,  che  si  fa  dalla  lingua  ec.  ,  o  dallo 
svolazzm  di  molti  insetti,  o  da'  cardini  di 
una  porta  ,  ec.  (jl) 

SVOLAZZO.  Svolazzamento,  Cosa  che 
svolazza.  Porgh.  Arm.  62.  Que'  forni- 
menti, o  svolazzi ,  0,  come  altiimenti  si 
chiamino,  che  pendono  dall'  elmo,  e  ador- 
nano e  ricuoprono  lo  scudo.  Car.  lett.  2. 
182.  Cosi  la  veste,  come  la  sopravveste j 
siano  scosse  dal  vento,  e  facciano  pieghe 
e  svolazzi. 

-^  g.  Svolazzo,  dicono  i  Maestri  da 
scrivere  i  caratteri  arti/ìziati,  che  .ti for- 
mano con  gran  tratti  di  penna  maestre- 
volmente condotti,  ed  ombreggiati  con  mae- 
stria. (j4) 

SVOLERE.  Contrario  di  Volere.  Pi- 
svolere  Lat-  nolle,  non  velie.  Gr.  ou*  Sì'- 
JiEtv-  Lab.  140.  Mobili  tutte  e  senza  alcu- 
na stabilità  sono  ,  in  un'  ora  vogliono  e 
isvogliono  uua  medesima  cosa  ben  mille 
volle. 

SVOLGERE.  Contrario  d'  Avvolgere. 
Lat.  evolvere,  explicare.  Gr.  s'^ìitTtetv. 
Alam.  Colt.  \.  4-  Con  poca  riga,  che  più 
in  alto  muova  ,  La  svolga  altronde,  ec. 

§.  I.  Per  metaf.  vale  Pimuovere  alcu- 
no dalla  sua  opinione.  Lat.  exorarc,  a 
proposito  ad  suam  scntentiam  traducere  y 
flectere.  Gr.  ì^uitrijziv.  Maestrusz.  i. 
59.  Dee  1'  uomo  isvolgere  la  moglie,  eh* 
ella  non  addoraaodi  il  debito  ?  Risponde 
san  Tommaso  :  noi  dee  fare  sanza  ragio- 
nevole cagione,  e  anche  allora  non  dee 
con  grande  importunità  isvolgerla,  per  gli 
pericoli  che  polrebbono  intervenire.  Bemb. 
pros.  1.  5.  O  voi  aveste  me  a  quello  di 
lei  credere  persuaso  ec.  ,  o  io  voi  svol- 
gere da  celesta  credenza  potessi.  J'arch. 
Ercol.  75.  D*  uno  il  quale  avea  delibera- 
to ce.  di  voler  fare  alcuna  impresa,  e  poi 
per  le  parole  e  alle  persuasioni  altrui  se  ne 
toc  giù,  cioè  se  ne  rimane,  e  lascia  di  far- 
la, che  i  Latini  chiamavano  de.\istere  ah 
incvpto,  si  dice  :  egli  è  stato  svolto  dal 
tale,  ec. 

g.  IL  Pur  per  metaf.  vale  talora  Svi- 
luppare, Spiegare  distesamente.  Lat.  e- 
disserere,  enodare.  Gr.  oi5^t='vo(t.  Boez. 
ì'arch.  4-  pros.  6.  AH*  ufizio  tuo  s'ap- 
partiene di  svolgere  e  narrare  le  cagioni 
delle  cose  nascose. 


S  V  o 


I45I 


-*•  §.  III.  E  in  signific.  ncutr.  pass. 
vale  Slogarsi.  Salvia.  Mann.  L'pit.  168. 
Talora  perdere  un  braccio,  svolgersi  un  pie- 
de, ingollar  molta  polvere  per  le  prese.  E 
17^.  Nel  passeggiare  siccome  tu  badi  di 
non  mtinlare  sopra  un  chiodo  ,  o  di  non 
isvolgrrli  im  piede,  così  bada  ec.   (I\'J 

SLDLO  Superficie  di  terreno,  o  d'al- 
tro, sopra  il  quale  si  cammina.  Lat.  SO- 
lum.  Gr.  -zioov  Dant.  taf.  17.  Di  qua 
di  là  ioccorren  colle  mani.  Quando  a' va- 
pori, e  quando  al  caldo  suolo.  £"34-  Non 
era  camminata  di  palagio  La'  v'  eravam,  ma 
naturai  burella,  Ch'  avea  mal  suolo,  e  di 
lume  disagio.  Bocc  g  6.  f.  9.  Poco  sole 
ec.  entrava  infino  al  suolo,  il  quale  era 
tutto  un  prato  d'  erba  minutissima. 

^-  g-  I.  Per  Terreno  assolutamente.  Se- 
gner.  Mann.  jég.  22.  3.  Won  basta  final- 
mente ne  spargere  il  seme  buono,  ne  spar- 
gerlo iu  suolo  buono  ec.  bisogna  inoltre 
difendere  il  seme  sparso  da  quegli  uccelli 
che  stanno  pronti  a  rapirselo.  (C) 

§.  IL  Suolo,  per  similitudine.  Lai.  so- 
lum,  aequor.  Gr.  TTitì't'ov,  Tria'ro^.  Dant. 
Purg.  2.  Per  li  grossi  vapor  Marte  rosseg- 
gia Giù  nel  Ponente  sovra  'Isuol  marino. 
^  E  Inf.  26.  Tutte  le  stelle  già  dell*  al- 
tro polo  Vedea  la  notte  j  e  *1  nostro  tan- 
to basso,  Che  non  surgeva  fuor  del  ma- 
rin  suolo.  (N)  Tass.  Ger.  \^.  34.  Tale 
ei  ne  vien  sovra  l'instabil  snolo  Di  que- 
ste   acque  non  gelide  e  non  dure.   (P) 

f  §.  III.  Suolo,  dicesi  anche  Quella 
parie  della  scarpa  ,  che  posa  in  terraj 
ma  nel  plurale  esce  sempre  in  A.  Lat. 
solum .  Gì.  ì^Lfioi;,.  Cr.  9.  ^.  2.  Altri 
(  buoi  )  sono  di  perfetta  elade  ,  i  quali 
propriamente  per  le  loro  forze  sono  da 
mettere  alla  fatica,  e  le  lor  cuoia  sono  ot- 
time per  far  suola  di  calzari.  Pataffi  g. 
Il  pie  nell'  o  non  gli  hai,  né  pur  le  suola. 
Fior.  S.  Frane.  ll^3.  Una  lesina,  colla 
quale  si  racconciava  le  suola.  Malm.  3. 
75.  Ma  quei  vie  più  si  studiano  a  fuggire, 
£  mostra  ognun  se  rotte  ha  in  pie  le 
suola. 

§.  IV.  Suolo,  pur  diciamo  a  quel  Di- 
steso, o  Piano  di  mercatanzie,  o  di  grasce, 
o  di  cose  simili ,  poste  ordinatamente  e 
distesamente  in  pari  l' una  sopra  l' altra. 
Lat.  solum.  Gr.  zéyo^.  Cr.  6.  98.  3.  In 
prima  si  lavino  ottimamente  (le  rape  J,  e 
appresso  s'  ordinino  nel  vaso  a  suolo,  e  iu 
ciascun  suolo  si  semini  sale  co*  semi  del 
finocchio  e  della  santoreggia.  Serd.  Stor. 
Ind.  16.  636.  In  questa  erano  stivale  le 
mercatanzie  a  suolo  a  suolo  infino  al  som- 
mo. 

^  §.  V.  Suolo,  trovasi  detto  ancìie  di 
Cose  sovrapposte  l'una  alP  altra  infor- 
ma larga  e  sottile  comechessia.  Fav.  Esop, 
01.  Venuti  ì  campioni  nel  campo,  cioè  il 
bifolco  con  grossa  mazza  ed  un  farsetto 
bene  a  otto  suoli,  pezza  sopra  pezza.  (?i) 
§.  VL  Suolo,  si  dice  anche  alla  pian- 
ta del  piede,  e  alla  parte  delV  unghia 
morta  delle  bestie  da  soma  e  da   traino. 

§.  VII.  Uscir  del  suolo,  vale  lo  stesso 
che  Uscir  del  seminato.  Impazzare.  Lat.  a 
via  aberrare.  Gr.  aoaactJTa vsiv  Tic? 
ÓÒoZ-  Buon.  Fier.  1.  4  8.  Per  questo 
strade  appunto  come  pazzi  Furiosi,  usciti 
affatto  fuor  del  suolo,  Assaltan  le  botteghe. 
SVOLTA.  Svoltamento,  Luogo  dove  si 
svolta.  Duua.  Fier.  4.  3.  6.  Non  vo  guar- 
darle iu  viso  vergognose,  Ch'io  non  l'ho 
riverite  in  quella  svolta.  E  /air.  5-  3.  E 
quel  eh'  aspetta  L'  impubere  alla  svolta- 
Lasc.  Parent.  6.  7.  Per  1'  uscio  di  die- 
tro m'  uscii  di  casa,  e  alla  svolta  del 
canto  appunto    ti    venni    a    riscontrare. 

*  g.  L  Svolta,  per  L'atto  di  .tvoltare. 
Vasar.  In  quella  .«volta  che  si  fece  andan- 
do verso  la  dogana.  (Ai 

^    §-    IL    Svolta,  diceti  dagP  Idraulici 


14^2 


s  V  o 


Una  Curva  in  una  ripa  o  sponda  di  un 
fiume,  ed  è  lo  stesso  che  Lunata.  I  i- 
vian.  Wel  principio  delle  mezze  luoe  o 
delle   svolte   ec.    si    fermeranno  i   sassi-  (jIJ 

#  §.  III.  Per  Serpeggiamento,  Tortuo- 
sità. Matt.  Frani,  rim.  buri.  Acque  ec.  Che 
coD  soave  mormunu  &ca  vanno  Irri^jando 
li  campi  in  strane  svolte.  (Br)  Calli,  lett. 
L*  acqua  ripercotcndo  nelle  svolte  del  ca- 
nale tortuoso  viene  ributtata  ec.  e  impedi- 
ta nel  suo    corso.    (À) 

SVOLTAMENTO.  Lo  svoltare.  Lai. 
ftexus.   Gr.  x5/juii|"5- 

SVOLTARE.  Contrario  rf"  Avvoltare. 
Svolgere.  Lai.  evolvere,  explicare.  Gr  e'^s- 

ÌITTSIV. 

§.  I.  Si  prende  talora  ancora  sempli- 
cemente per  Volgere,  o  Voltare.  Lat.y7e- 
cterty  deflecttre.  Gr.  rrsi'&eiv,  rrp&TCTrav. 
Buon.  Fier.  i.  [\.  6.  Ed  avaniaiido  In.p- 
po  in  fretta  il  passo ,  Nello  svoltar 
d'  un  canto  diinnu  d'  urto.  E  t\.  3. 
6,  Vuol  la  sorte  Ch'io  me  le  vegga  allo 
svoltar  d'  un  canto  Aver  per  ultra  via 
fattomi  un  ganghero.  J'iv.  Disc.  Am.  lA- 
Dopo  che  si  fosse  svoltato  a  seconda  a* 
Arno   il   detto  shocco  d'  Omljrone. 

§.  11.  Svoltare  altrui ,  vale  Indurlo  , 
Persuaderlo  a  checchessia.  Lai.  fìectere, 
suadere.  Gx.  Trei&stv.  Jìuon.  Tane.  \.  l\. 
Ed  è  impossibili  chi  dura  ad  amarle  ,  A 
qualche  po' di   amor    non  isvoUarte 

SVOLTATO.  Addiett.  da  Svoltare  j 
Svolto.    Lat-  flexus.  Gr.    ;re:T!i7asvo;. 

t  SVOLTATORE.  l'erbai,  masc.  Che, 
o  Chi  svolta.  Lai.  flexor.  Gr.  Ttporpo- 
Tir,  0  olì. 

SVOLTATURA.  Lo  svoltare.  Lat.  e- 
volutio.  Gr.  i^OiyiMÒi.  Viv.  Disc.  Arn. 
l4-  Come  dono  la  svoltatura  predetta  ul- 
timamente si  e  fatto  sul  modano  lascia* 
lo  dall'  architetto  Silvani. 

•f  *  SVOLTICCHIARE.  ^'eHt^.  pa.fs. 
Rimettersi  dal  torto  al  dritto,  e  dal  drit- 
to al  torlo.  Magni,  pari.  1.  lett.  8.  Collo 
stropiccciar  l'ambra,  v.  g.,  a  un  panno, 
que' peli  del  panno  acchiappano  l' estre- 
mità di  quei  61amenli  glutinosi  ec.  e  gli 
costringono  a   svollicchiarsi,  ce.  (A) 

SVOLTO.  Jddictt.  da  Svolgere;  Con- 
trario di  Avvolto.  Lat.  evolutus  ,  Jlexus, 
Gr.  oivrììr/p-ivo^. 

■f  §.  Ì.Per  meta/,  vale  Persuaso.  Lat.  e- 
xoratus.  Gr.  izm^p-ivoi  Ott.  Com. 
Par.  12.  283.  Questo  ordine  è  detto  de' 
predicalori  massimamente  ,  perchè  predi- 
cando l'evangelio  di  Cristo  alla  gente  cri- 
stiana che  già  vag  illava,  li  dubbii  confer- 
masse,   gli   svolli   inducesse    alla    fede. 

§.  IL  K  Svolto,  per  Slogato;  il  che  si  di- 
ce delle  giunture  delPossa.  Lat.  luxatus. Gr. 
i^^ìp^pupivoi-  Frane.  Sacch.  nov.  l56. 
tit.  Mcsscr  Dolcibenc  fa  ec.  tornare  una 
mano  a  una  fauriulla,  che  era  sconcia  e 
svolta,    nel   su»  luogo. 

•f  «t  SVOLTURA.  Svoltatura,  Conver- 
sione, Piegatura.  Salvin.  Fier.  Buon.  3. 
4-  Q.  E  '1  quinto  (atto  della  commedia) 
scioglieva  adatto  ;  che  però  si  domantb- 
va  catastrofe,  ovvero  conversione ,  e  svol- 
lura,  o  totale  diicioglimento.   (A) 

*  §•  Pf''  Stravottatura  ,  Slogamento  . 
Lasc.  cen.  |.  nov.  6.  pag.  l33.  Trovò  certa 
sua  scusa  dell'  essere  uscito  a  quella  foggia 
travestito,  e  così  della  rottura  del  ginoc- 
chio, e   dello   iivollura   del   piede.  (Cj 

SVOLVERE.  Svolgere;  ed  e  per  lo 
più  voce  poetica.  "LaX..  evolvere,  esplicare. 
Gr.  ^^sXiTTtiv.  *  Petr.  son.  32.  E  s'io 
mi   svoWo  dal  tenace  »i*co.  (B) 

§  Per  Bitranr,  e  Distorre.  Lat.  re- 
trahere,  dimovere,  avellere,  Gr.  «yag^^itv, 
aiTox(v€'v,  c'iroaTtàv.  Petr.  son.  ì^5.  Poi. 
ijuaiki  maggior  fona  indi  la  tTolva,  Convicn 
rh*   altra  via   segua. 

SUONO    Sensazione  che  si /a  nel/' udi- 


SUO 

to  dal  moto  tremolo  dell'  aria,  cagionato 
da  percossa,  strumento,  voce,  o  altra  si- 
mile cagione.  Lat.  sonus,  sonilus.  Gr. 
fSro'yyo;.  Dant.  Purg.  1.  Seguitando  *1 
mio  canto  con  quel  suono.  K  Par.  ji.  La 
trovò  sicura  Con  Amiclale  al  suon  della 
sua  voce.  F  20.  E  come  suono  al  collo 
della  cetra  Prende  sua  forma.  Petr.  canz. 
38-  6.  Ks»er  non  può  che  quell'  angelic' 
alma  Non  senta  'I  suon  dell' amorose  no- 
te. F  .fon.  i83.  Destami  al  suon  degli  a- 
morosi  Iialli.  fiocc.  nov.  SO-  12.  Parendo- 
gli che  di  quindi  venisse  il  suono  dello 
starnuto,  aperse  un  usciolo.  /::.*  nov.  6o. 
20-  Donommi  ec.  in  una  ampolletta  al- 
quanto del  suono  delle  campane  del  lem- 
pio  di  Salomone.  F  nov,  77.  l^-  Videro 
io  scolare  fare  su  per  la  neve  una  carola 
trita  al  suon  d'  un  batter  di  denti,  che 
egli  faceva  per  troppo  freddo.  Fnov.^']. 
12.  Le  quali  ^/7aro/e;  Minuccio  prestamen- 
te intono  di  un  suono  soave  e  pietoso. 
Fr.  Giord.  Fred.  S.  Gli  uomini  delle 
battaglie  si  u^ano  romorì  e  suonora.  Sagg. 
nal.  esp.  2l\\,  Il  suono,  accidente  nobi- 
lissimo dell'  aria,  osserva  un  tenore  rosi 
invarialiile  ne'  suoi  movimenti  ,  che  ec. 
Boez.  farch.  1.  pros.  4-  O  pure  sei 
(  come  dicono  i  Greci  per  proverbio)  qua- 
le e  1'  asino  al  suono  della  lira.  Cas.  lett. 
71.  Ella  segue  per  lo  più  le  buone  ope- 
re, come  d  suono  le  percosse  ,  e  come 
r  ombra  i  corpi.  Galat.  53.  Le  parole 
ec.  vogliono  essere  ec.  belle  in  quanto  al 
suono  e  al  signi6cato.  K  67.  L*  onestà 
de*  vocaboli  consiste  o  nel  suono,  e  nella 
voce  loro  ,  o  nel  loro  signÌ6cato. 

§ .  I .  /  igu  ratam.  Cron.  Mordi.  3 1 0 . 
Mundossi  a  Viuegia  Giovanni  di  Bicci  ,  il 
quale  pagò  centoquaranta  mila  6oi'ini  di 
primo  tratto;  lo  Imperadore  si  mosse  al 
suono,  e  venne  forse  con  quattromila  ca- 
valli. F  328.  Ne  profferimmo  tanti  (  da- 
nari) a  Ruccicaldo,  e  al  signor  di  Pisa 
ec,  che  dove  contra  di  noi  erano  inacer- 
biti, e'  si  cominciarono  a  arrendere,  e  a 
addolcire  come  il  mele,  e  stavano  a  udire  il 
suono  dr'molti  fiorini  molto  volentieri. ''•f//. 
Sport.  4-  5.  Ghirigoro,  che  m  ha  caccia- 
to di  casa  a  suon  di  bastonale.  Fir.  lue. 
5.  2.  Prima  lo  voleva  guarire  in  un  ba- 
leno, e  come  e'  senti  U  suono  del  paga- 
mento, e'  1*  ha  allungata  insino  a  quattro 
mesi.  Pav.  Scism.  78.  Ruppero  a  suo- 
no d'  archibusalc  la  nemica  ravallena- 

#  §.  II.  Suono  degli  orecchi,  dicefi  Ouel 
rombo,  o  zìijolamento  che  altri  taìora 
sente  agli  orecchi.  Lai.  aurium  sonilus.  Cr. 
4-  4^'  ^^  svaporamento  dell'  aceto  caldo 
fa  prò  alla  malagevolena  dell'  udire,  ed 
uguxialo  ,  e  risolve  il  suono  degli  o- 
recchi.   (l^'J 

§.  IIL  Per  lo  Strumento  che  si  suona. 
Lai.  instrumentnm  musicum.  Gr.  9Jtf  jO: 
paJìinov.  Bove.  g.  2.  /!  7.  Più  danze  si 
fecero,  e  >onarono  diversi  suoni. 

§.  IV.  Pk'r  lo  Sonare.  Bocc.  no*-,  ^t. 
10  Di  canto  divenne  maeslru,  e  di  suo- 
no. 

§.  V.  Per  le  Parole  e  Cantoni  che  si 
cantano  col  suono.  Lai-  cantilena,  melos. 
Uocc.  nov.  1)6.  12.  Cominrianmn  a  can- 
tare un  suono,  le  cui  parole  cominciano: 
Là  ov'  10  son  giunto.  Amore.  /■"  nof.  1)7. 
13.  Comincio  si  dolcemente  sonantlo  a 
cantar  questo  suono  ,  che  quanti  nella 
real  sala  n'erano,  parevano  uoniin  adom- 
brali. Fr.  ttìord.  Fred.  Avca  <  onipo*ln 
un  suono  scandolusn,  e  pieno  ili  profani- 
tà  r  ili  lascivia.  Tav.  Bit.  Udendovi  io- 
nare,  io  dico  che  voi  siete  mesirr  Trillano 
di  Cornovaglia,  per  cui  d  suono  fu  tro- 
valo da  prima  {cioè  le  parole  eh'  e'  can- 
tava). 

%.  VI.  Per  Fama,  fTrirfo.  Lai  rumor, 
/ama.  Cr-   f^'p^,     <•■    /'■  8.   89.    a    Mo- 


S  U  0 

*trando  di  scender  1*  Alpi,  e  di  venire  al- 
la città  di  Firenze  ,  dando  suono  che  gli 
dovea  esser  data  la  terra-  Car.  lett.  a. 
44-  '1  suono,  che  V.  S.  dice,  del  mio 
nome  non  so  come  le  sia  potuto  venire 
alle  orecchie,  tf  Tass.  Cer.  I.  26.  Per 
arquitiar  di  breve  suono  un  grido  Volgare 
Pallav.  Per/.  Crist.  1.  6.  Se  più  di  Itti 
s*  alza  alcun  favorevol  suono,  ciò  acirade 
là  dov*  egli  non  è.  (D) 

*  §.  VIL  Per  Modo  y  Forma,  Guisa 
Tass.  Ger.  12.  lOl.  Or  meotre  in  Ini 
volte  le  (urbe  sono,  Va  in  meoo  Argante 
e  parla  in  colai  suono.  (D) 

*  §.  Vili.  Per  Parola,  Concetto,  Foce, 
ec.  Frane.  Sacch.  nov.  52.  Sandro  usciva, 
dicendo  forte  :  non  possa  io  mai  aver  co- 
sa che  buona  mi  sia,  se  io  non  te  ne  pago; 
e  se  questa  presura  non  ti  costa  amara , 
Tosto  cui  suono  di  Sandro  (  secondando 
le  parole  e  la  voce  di  Sandro  )  andava 
volteggiando  verso  il  giovine,  e  die ea:  deb 
pagami,  ec.  (  $■'/ 

3  SUORA.  Sorella.  Lat.  soror.  Gr.  aJ«i- 
frj.  Dant.  Par.  23.  Che  Polinnia  con  le 
sue  suore  fero  Del  latte  lor  dolcissimo  più 
pingue.  G.  y.  IO.  7-  3-  Avea  ec.  per 
moglie  una  nipote  del  Re,  naia  di  sua 
suora.  Mor.  S-  Greg.  Con  questi  tre  fi- 
gliuoli ancora  muoiono  le  tre  luort,  ]\ov. 
ant.  80.  2.  L' ammenda  è,  che  ci  rendano 
nostra  suora  Eusiona.  *  Cavale.  3fed.  cuor. 
321.  Or  ecco  ,  suor  mia;  dunque  se  bai 
volere  D'  avere  Dio  nel  cuore  a  possedere 
Di  tale  umiltà  conviene  avere  II  fonda» 
mento.  F  323.  M'  odi,  suor  mìa,  cb'  è 
mio  tal  diviso  Per  ragione.  E  appresso: 
Di  buono  esemplo,  che  a  virtù  conduce. 
Tu  dunque  di  virtù,  suor  mia,  riluce,  ff  ) 

f  §.  I.  Suora,  per  Monaca  ;  e  si  usa 
anche  talora  come  aggiunto  a  nome  di 
Monaca.  Lai.  soror  sanctimonialis .  Gr 
aosJyii'  uovacrpia.  Pass.  i47-  ^**°  '"' 
tendo,  disse  la  suora,  se  più  specificata- 
menle  non  parlate,  fegg.  /t.  Umil.  lo. 
Se  a  le  piace,  o  crutiaoa ,  manda  del  luo 
alcuna  cosa  per  1*  amore  di  Dio  alle  mo- 
re rinchiuse.  F  45.  Vai  cercando  di  con- 
versare colle  suore  di  Monticelli  e  di  Bi- 
poli, ^lam.  Gir.  i.  I05.  Noi  siam  qui. 
gli  dirra.  per  divozione.  Come  son  l*  al- 
tre, clic  si  chiaman  suore.  Fir.  /tot'.  5. 
238  \  ide  correr  suor  Appdlagia  alla  sua 
cella  a  fuggire  la  tentazione. 

*  ^.  II.  Suora,  dicest  talora  in  se- 
gno d'  affetto  a  Donna  qualunque  Cri- 
stiana come  figliuola  dello  stesso  Dio  pel 
battesimo.  uDant.  Par.  2^.  O  «anta  suo- 
ra mia.  che  si  ne  pregbe  Devota,  per  lo 
luo  ardente  afletto  Da  quella  bella  spera 
mi  duleghe  (  è  S.  Pietro  che  parta  a 
Fealricej     fC) 

*  §.  SUORE,  r.  A.  Suora.  Ctn'alc . 
Pungil.  2o3.  Moriva  per  amor  di  Tamar 
sua  suore.  (  F) 

SUORSA.  /'.  A.  Sua  suora.  Lat.  so- 
ror sua.  Gr.  «otuToJ  aJiiy»:-  Fior.  /tal. 
D.  Allora  disse  la  suorsa  alla  Reina:  Vuoi 
tu  ch'in  li  meni  sua  sinellaT 

«  SUPERAUILE.  Add.  Che  può  supe- 
rarsi ;  contrario  di  Insuperabile.  Tom- 
celi.  /,«.  pag.  6.  Se  noi  potessimo  r»r- 
chiuderr  in  una  sola  tulle  le  virtù  e  tutta 
I  attività  delle  dicci  palle,  averemmo  una 
forza  di  mille  libbre  unite  insieme,  e  w- 
rebite  appunto  tale,  che  posandola  sopra 
quel  marmo  (  la  cui  resislenia  supponem- 
mo clic  fokir  superabile  da  mille  libbre  ) , 
esso   marmo   resterebbe   rollo.   (B) 

W  St'PERARlLITA'.  Qualità  A'  dò 
che  f  .superabile  .  Bellin  .  Dtse  .  2  - 
2.'>.^.  Con  unu  varia  superabilità  di  re- 
sistenza fino  AV  immenso  grado.  F  255. 
In  ogni  positura,  in  ogni  spaaio  ,  in  ogni 
superabdità   dt   retislenza     (Slin) 

!?  SlPERALTI*SIMO.  Snptrlat.  Of 


S  U  P 

tremotio  altissimo.  Soiif.  S.  J^ost.  112. 
Dio  onnipotenle,  sempre  laudjKilf,  e  glo- 
rioso, e  supcrt-'iallalo,  e  iUitcra!(i>sinio  ce. 
Sfi  oominjto.   '  C) 

SUPERAMENTO.  //  siiyerare.  Lai. 
Victoria. 

»  SUPERANTE.  Che  supera.  Lai.  jk- 
pemns.  Gr.  vtxtJv.  Demelr.  SegH.  23. 
L'  eroico  certo  ha  molto  del  pomposo  , 
non  gi^  accomodato  al  parlare  ,  ma  rim- 
liomLaote  ,  non  numeroso ,  ma  superante 
r  armonia  «Iella  prosa.    (*) 

SUPERARE,  l'incere.  Rimaner  supe- 
riort,  Sopra^anzare.  Lat.  superare,  vin- 
cere. Gr.  xpaTStv,  vt/av.  (i.  V.  Fu  si- 
gnore di  gran  potenza  e  valore,  e  superò 
tutti  i  signori.  *  Tass.  Cer.  1^.  l!\. 
Prenderà  maggior  forza  a  nuova  impresa: 
E  i  rinforzali  muri,  e  d'  Oriente  Supere- 
rà l'esercito  possente.  (B)  Gioì'.  Gel/. 
f'it.  Alf.  9.  Teniamo  per  certissimo  si 
per  r  antichità,  e  sì  per  la  felice  fortuna 
della  non  mai  interrotta  succession  sua, 
che  ella  superi  e  avanti  di  gran  lunga 
tutte  r  altre  d*  Italia.   (C) 

SUPERATO  .  Addiett.  da  Superare. 
Citar.  Fast.  fid.  \.  6.  O  fanciul  glorio- 
s*i.  Per  cui  «ìell'  Erimanto  Giace  la  fera 
superata  e  spenta.  *  Car.  En.  il.  Bo^- 
Woi  dopo  molti  Superati  pencoli  e  fati- 
che. Egregi  cittadini,  al  rampo  argivo  Nel- 
la Puglia  arrivammo.  (B) 

f  SUPERATORE.  TerW.  ma^c.  (TA?, 
o  Chi  supera.  *  ^fatt.  Palm.  Vit.  civ. 
pag.  94.  (  Mtl  1825)  Altro  modo  di  for- 
tcna  procede  dalla  consuetudine  e  dall' u- 
so  d'  avere  molto  vinto,  perocché  non  te- 
mono essere  superati  in  quello  che  molte 
Tolte  sono  stali  superatori-   (B) 

«  SUPERAZIONE.  Il  superare.  Su- 
peramento. Lat.  Victoria  ,  superatio.  Se' 
gner.  Fred.  Pai.  Jp.  10-  I-  Non  può 
ì*  ÌDìelice  rendersi  allo  slato  di  grazia,  sen- 
ta la  superaiione  d' infinite  difficultà.  (TCJ 

*  SUPERBA.  V.  A.  Superbia.  Tesorctt. 
Br.  21.  208.  Hai  mostrata  faccia  Cruc- 
ciata per  superba  E  la  parola  acerba  Ve- 
dendo altrui  fallare.  (C)  Morg.  t>.  38-  La 
lancia  abbassa  con  molta  superba.  (T  ) 

*  SUPERBACCIO. -^rcrejcKiVo  rfi  Su- 
perbo. Lat.  valde  superlms-  Gr.  xmipoy- 
xoi-  Segner.  Crist.  imtr.  3.  l5.  I^  Le 
andò  subito  a  dire  che  lo  scusasse,  se  non 
potea  più  curare  una  superbaccia,  che  sen- 
za prò  gli  area  messo  la  vita  a  sì  gran 
cimento.  (*) 

SUPERBAMENTE.  Avverò.  Con  super- 
bia.  Lat.  superbe,  arroganter  ,  contume- 
liose. Gr.  uTTEpoTtTt/w^,  ccla^ovixwi  , 
w^piffTixw^.  Fav.  Fsop.  /).  Si  superba- 
mente dalla  mosca  esser  viUaneggiata. 
Jtfbr.  S.  Creg.  Benché,  superbamente  vi- 
Tendo,  si  partano  da  Dìo.  Pass.  25.  To- 
gliendo loro  il  tempo,  che  superbamente 
usavano  contra  Dio.  *  Foliz.  stanz.  1- 
121.  Ivi  racquete  le  trionfanti  ale,  Super- 
bamente inver  la  madre  sale.   (E) 

t  §-  Per  Nobilmente,  Magnijicamente. 
Matt.  Franz,  rim.  buri.  2.  l6\.  Cammei, 
statue,  colossi,  e  parimente  Lassar  pien  di 
stupor  r  architellura.  Fabbricando  cosi  su- 
perbamente. 

SUPERBETTO  .  Alquanto  superbo. 
Jifenz.  rim,  i.  23i.  Io  mai  più  non  vo* 
btasmarti,  Ma  lodarti,  Benché  vano  e  su- 
perbello. 

f  SUPERBIA.  Lat  superbia,  arroga/i- 
tia,  Jastus.  Gr.  JTTfipiiyctviot.  aXw^ovìi'a, 
a*/*Ivopta.  S-  Ant.  Conjess.  Superbia  è 
appetito ,  ovvero  disiderio  disordinato  e 
perverso  di  propria  eccellenza.  E  altrove: 
Superbia  è  desiderio  disordinato  d'  eccel- 
lenza, ma  vanagloria  è  desiderio  della  ma- 
nifestazione di  quella  eccellenza  .  Albert, 
cap.  i8  Ed  è  la  superbia  un  desiderio  di 
tenersi  1'  uomo  se  medesimo   troppo  buo- 


orchi 
ella 


S  U  P 

no.  E  appresso  :  Ogni  superbia  è  comìn- 
ciamcnto  di  peccalo.  Ott.  Com.  Purg.  IO. 
l5o-  Superbia  non  è  altro,  che  uno  amo- 
re disordinato  d'  eccellenza  che  la  creatu- 
ra desidera.  Pass.  2o8.  È  adunque  super- 
bia ec.  uno  appetito  disordinato  ,  ovvero 
uno  amore  perverso  della  propria  eccel- 
lenzia.  E  247-  Conciossiacosaché  la  super- 
bia, come  dice  san  Gregorio  ,  sia  una  ce- 
chilà  della  mente.  lìut.  hif.  9.  Superbia, 
considerata  largamente,  è  non  volere  sot- 
tomettersi a  Dio.  /'.'  Par.  6.  2.  Superbia 
è  non  volere  soggiacere  al  comune  reggi- 
mento. Mor.  S.  Greg.  La  superbia  cosi 
si  genera  nella  mcnlo,  come  la  maglia  ne- 
gli occhi,  la  quale  tjnto  più  diminuisce  la 
vista,  quanto  più  distende  per  gli 
Cose.  S\  Bern.  La  superbia,  come 
nascimento  e  capo  di  tulli  i  peccati,  cosi 
è  rovina  di  tulle  le  virludi.  Giambon. 
Mis.  Uom.  90.  Quando  la  superbia  piglia 
r  uomo,  ogni  peccato  commette  j  e  quan- 
do si  parte  da  lui,  ogni  peccato  abban- 
dona. D'int.  Purg.  II.  E  non  purea  me 
danno  Superbia  fé',  che  lutti  i  miei  con- 
sorti Ha  ella  tratti  seco  nel  malanno.  E 
Par.  iq.  Li  si  vedrà  la  superbia  ,  eh'  as- 
seta. B^occ.  noe.  100.  l4-  Questa  risposta 
fu  molto  cara  a  Gualtieri,  conoscendo  co- 
stei non  essere  in  alcuna  superbia  levala. 
*  §.  Si  trova  anche  Superbie  nel  nu- 
mero del  più.  G.  /'.  lib.  12.  cap.  66. 
Talora  bene  e  sovente  fa  (Iddio)  che 
meno  gente  e  potenza  vìncono  li  grandi 
eserciti,  per  mostrare  la  sua  potenzia  ,  e 
abbassare  le  superbie  e  orgogli,  e  punire 
le  peccata  de'  Re.  Cavale.  Espos.  Simb. 
I.  352.  Disse  a  Daniele,  e  agli  compagni 
che  il  loro  Dio  non  li  poteva  aiutare,  e 
cadde  in  altre  superbie.   (P'J 

f  SUPERBIAMENTE.  /'.  A.  Avverb. 
Superliamente,  Con  superbia.  Lat.  super- 
be. Gr.  jTTijSxrf^aTTw;.  Guid.  G.  Antenore 
per  lo  traverso  con  viso  crespo,  che  colali 
parole  diceva,  superbiamente  rispose  ec. 
Ott.  Com.  In/.lO  595. Costoro  questo  amore 
di  madre  ricevendo  superbiamente,  e  non 
volendoli  ricevere  ,  si  partirono  dalla  co- 
munione della  Chiesa. 

SUPERBIARF.  l'.  A.  J'ed.  SUPER- 
BIRE. 

SUPERBIENTE.  V.  L.  Che s* insuper- 
bisce. Lat.  siiperbiens.  Gr.  aXa^ovfiUO/xE- 
vo;.  Amet.  ^Q-  Diedero  aperta  via  a'  su- 
perbieDti  giganti.  E  58-  Non  solamente  le 
mie  angosce,  ma  le  lue  forze  superbiente 
schernisce. 

§.  Per  metaf.  Abbondante  di  soverchio. 
Lat.  superbiens,  se  efferew:  ,  luxurians  , 
exultans.  Gr.  ay-'Uoy.svo;.  Cr  5.  1.7. 
Se  r  umore  superlnente  non  si  spanda  per 
lato,  ma  mandi  i  rami  in  allo,  si  dee  ri- 
cidere  in  quel  luogo,  dove  i  rami  più  con- 
venevolmente cresceranno. 

•f  t-  SUPERBIFICO.  Add.  Superbo, 
Superbioso.  Uden.  JSis.  4-  ^3  Nota  P  al- 
bagia superbiGca  di  essa  persona  quivi  na- 
turaìeggiata.    (.-Ij 

SUPERBIO.  /^.  A.  Add.  Superbo.  "LdX. 
superbus,  superbiens.  Gr.  «Xo^oiV.  a)a- 
?5v£U5/isvo;.  G.  /'.  8.  38.  3.  Colla  biz- 
zarra salvatichezza  nacque  il  superbio  sde- 
gno tra  loro.  E  cap.  i\S.  12.  Fu  alibat- 
tuta  e  cacciata  di  Firenze  la  ingrata  e  su- 
peri)ia  parte  Bianca.  Guitt.  lett.  19.  Toc- 
ca superbio  sovra  d'  umiltà,  che  paragone 
è  suo,  scovrirailo. 

SUPERBIOSAMENTE.  V.  A.  Avverb. 
Superbamente.  Lat.  arroganter,  superbe. 
Vit.  Plut.  Ma  egli  tornava  per  V  altra 
superbiosaraente  ,  sanza  riguardo.  Fior. 
Jtal.  P.  N.  E  con  lui  superbìosamente 
dispulato  ,  ec.  Fior.  S.  Frane,  cap.  t^. 
tit.  Frale  Elia  gli  rispose  superbìosamen- 
te .  Albert.  3.  195.  La  Iredecìma  cosasi 
:  è,  che  tu  non  parli  superbiosamente. 


S  U  P 


1453 


*   SUPERBtOSETTO.    Alquanto    su- 
perbioso. (B) 

SUPERBIOSO.    V.  A.    Add,    Che    ha 

superbia.  Altiero.  Lat.  superbus,  super- 
biens. Gr.  a)a!^w'v,  a)a(5ovsuo/xevoi.  Fi- 
st.  S.  Girol.  Non  mostrare  superbiosa  si- 
gnoria, ì'it.  Plitt.  Pigliaron  quattro  na'*» 
del  tiranno,  e  furon  superbiosi  per  la  vit- 
toria. Fior.  J'irt.  A.  M.  Dice  Aristotile: 
tutti  ì  vecchi  naturalmente  sono  super- 
biosi. 

SUPERBIRE,  e  SUPERBIARE.  Insu- 
perbire. "LaI.  fasta  ex tolli,  superbire.  Gr. 
uTTjCTiyaveJes&ai.  Pass.  208.  Superbire 
contra  Dio  si  è  trapassare  i  comandameo- 
ti  suoi,  peccando,  e  non  volere  esser  sog- 
getto a  Dio  per  obbedienza ,  e  gittare  da 
se  il  giogo  della  sua  signoria.  Dant.  Purg. 
la.  Or  superbite,  e  via  col  viso  altiero  , 
Figliuoli  d'  Eva,  e  non  chinale  il  volto  . 
But.  ivi:  Che  cosa  sia  superbìare ,  lo  di- 
mostra Io  vocabolo  :  superbire  è  sopra  gli 
altri  andare.  Dant.  Par.  29.  Principio  del 
cader  fu  il  maledetto  Superbir  di  colui  che 
tu  vedesti.  Mirac.  Mad.  Af.  L'  uomo  pri- 
maio,  quando  superbi,  cadde  del  Paradiso. 
Dittam.  i.  25.  Non  si  superbi  alcun  per 
aver  possa,  Che  qual  si  fida  in  questi  ben 
terreni.  Va  drieto  al  cieco,  e  cade  nella 
fossa.  Tass.  Ger.  7.  84-  Non  superbir 
però;  che  me  qui  vedi  Apparecchiato  a 
riprovar  tue  prove.  E  12.  58.  Ne  gode  e 
superbisce  :  oh  nostra  folle  Mente  ,  eh'  o- 
gni  aura  di  fortuna  estolle  I 

*  SUPERBISSIMAMENTE  .  Superi, 
di  Superbamente.  Guicc.  Star.  '] .  Ì2.Q. 
Seguitavano  molte  fanciulle  ec.  ,  tutte  or- 
nate superbissimamente  ec.  Sega.  Stor.  7. 
198.  La  casa  de'  Medici  gli  fu  data  per 
alloggiamento,  la  quale  adornata  superbis- 
simamente, e  gli  altri  maravigUosi  edifizii 
veduti  da  lui  gli  deltono  e  maraviglia  e 
piacere  (in  questi  esempii  per  nobilissi- 
mamente, splendidissimamente  ).    (B) 

SUPERBISSIMO.  Superlativo  di  Su- 
perbo. Guicc.  Stor.  14.  669.  Le  dispre- 
giavano con  superbissime  e  ìnsolentissìme 
parole.  But.  Purg.  II.  2.  Perchè  fu  su- 
perbissima  persona. 

§.  I.  Per  Grandissimo  e  ■Vobilissimo. 
Lat.  superbis simtts.  Gr.  uTspoy/OTOCTo;. 
Bocc.  Lett.  Fin.  Boss.  282.  Avendo  Car- 
tagine e  Numanzia  ,  superbissime  cittadi  , 
ed  il  romano  giogo  sprezzanti,  abbattute- 
§.  II.  Per  Flci^antissimo  ,  Bellissimo. 
Lat.  eleganlissimus  .  Gr.  xo/Aif's'TaTOS  ■ 
Salvin.  Disc.  I.  35l.  Secondo  che  ne 
cantò  nel  superbissimo  suo  Ditirambo  il 
gentilissimo  signor  Redi.  *  Red.  lett.  27. 
Tutte  le  opere  del  Silvio  in  un  grosso 
volume  in  quarto  con  un  ritratto  super- 
bissimo   di   esso    Silvio.    (C) 

SUPERBITO.    Add.    da   Superbire. 
SUPERBIUZZA.    Dim.     di     Superbia. 
Lib.    Son.    44'    Superbiuzzd^    venen  ,     di- 
spetto   ed    aschio. 

3  SUPERBO.  Add.  Che  ha  superbia. 
Lat.  superbus,  arrogans.  Gr.  uTtipnofX- 
4*94,  aix^w'v.  Pass.  107.  Superbo  è  co- 
lui il  quale  vuol  parere  sopra  quello  eh' 
egli  è.  Chi  vuol  salire  sopra  quello  eh' 
egli  è,  superbo  è.  Dant.  Par.  II.  Nella 
presenza  del  Soldan  superba  Predicò  Cri- 
sto. Fetr.  cani.  !^l.  5.  Ma  poiché  morte 
è  stata  si  superba ,  Che  spezzo  '1  nodo 
ond'  io  temea  scampare,  ec.  Bocc.  g-  O. 
p.  4-  La  Licisca,  che  atlempaletta  era ,  e 
anzi  superba  che  no  ec,  volutasi  verso 
lui  con   un  mal  viso,   disse. 

^  %.  \.  E  in  forza  di  sust.  -  Dant. 
Par.  19.  E  ciò  fa  certo  che  M  primo 
superbo.  Che  fu  la  somma  d'  ogni  crea- 
tura. Per  non  aspettar  lume,  cadde  acer- 
bo. Ut.  S.  Girol.  39.  Tu  aumilii^  il 
possente  e  '1  superbo  ricco,  ed  esalti  1'  u- 
raile.   Amm.    Ant     27.   I.  2.  La  glosa  so- 


"454 


s  tJ  p 


pra  quelb  parola  del  salmo  :  I  superbi 
iniquità  facevano  ,  tlice  :  brandissimo  pec- 
cato neir  uomo  !a  juperbia  è.  Frane. 
Sacch.  Op.  div.  112-  Il  superilo  non  vuo- 
le mai  vedere,  come  dire  la  gente  meo- 
canica,    ne    |iari,     ne    compagnone».    (S) 

^  %.\\.  Talora  chiude  in  si-  /'  idra  di  ^Z- 
to  e  di  Magnijico  in  un  tempo.  Petr,  Son. 
I06.  Gì'  idoli  suoi  saranno  in  terra  spar- 
ii, E  le  torri  superbe  al  ciel  nemiche.  Cor. 
TCn.  I.  38.  Vedrebbe  Le  suc  torri  super- 
be a  terra  sparse.  (C) 

•f  *  g.  III.  Per  Alto,  che  e  il  signi- 
ficato proprio.  Dant.  Purg.  ^.  Lo  som- 
mo er*  alto,  che  viocea  la  vista  ,  E  la 
costa  superba  più  assai  ,  Che  da  m«'zzo 
quadrante  a  centro  lista.  E  In/.  21,  L* 
omero  suo,  eh'  era  acuto  e  superbo,  Car- 
cava  un  percator  con  ambo  V  anche , 
(f^J  Car.  F.neid.  7.  968.  La  possente 
Atina,  Ardea  1'  antica,  Tivoli  il  superbo 
(cioè,  posto  in  altura).  (C)  Tass.  Ger. 
l5.  46-  Veggion  che  per  dirupi  e  fra 
mine  S*  ascende  alla  sua  cima  alta  ,  e 
superba.    (D) 

#  §.  IV.  Per  Altero.  Tass.  Bim.  Eroic. 
son.  1^.  Giace  il  Tcrato  qui,  che  in  rcal 
veste  Superbo,  od  in  servii  abito  avvolto. 
Nel  proprio  aspetto  ,  o  sotto  finto  volto  , 
Come  volle  sembrò  Davo,  o  Ticstc.  (/)) 

#  §.  V.  l't-r  /.'ravo,  J'a/ente.  fìellin. 
Disc.  I.  100.  Il  camaleonte  poi  è  il  più 
superbo  imberciatore  che  mai  si  potesse 
ritrovare  nel  mondo.  (C) 

#  §.  VI.  Superbo,  vale  anche  Eccellente 
nel  suo  genere.  Dant.  Par.  3o.  Non  che 
da  se  sian  queste  cose  acerbe  Ma  è  d  di- 
fetto dalla  parte  tua.  Che  oon  hai  viste 
ancor  tanto  superbe.    (C) 

g.  VII.  Per  i\obile.  Magnifico  ^  Pom- 
poso. Lat.  superhus,  nohilis,  magnificus. 
Gr.  fi.iyv.yonptny)^  .  Dant.  Inf.  1.  Voi- 
chè  M  superbo  lliun  Tu  combusto  .  Socz. 
Varch.  4-  rim.  2.  Se  a  quei,  che  ne'do- 
rati  Scanni  sopr*  alte  e  preziose  sedi  Di 
bisso  regio  e  di  porpora  ornati»  Splender 
superbi  vedi ,  ec. 

§.  Vili.  Superbo  muscolo,  si  dice  uno 
de*  muscoli  dell'  occhio,  che  serve  per  al- 
zarlo  verso  la  fronte  .  Salvia.  Di.fc.  i. 
33o-  Quei  che  governano  propriamente 
gli  occhi ,  sono  i  muscoli  che  sono  im- 
piantati neir  occhio,  de'  quali  V  uno  ti- 
ra allo  *nsù,  e  chiamasi  muscolo  superbo  , 
oc. 

#  §.  IX.  Superbo,  vale  anche  Aspro, 
Crudo  ,  Acerfto  .  Ar.  Fur.  19.  ^.  E  1* 
incontro  ai  destrier  fu  si  superbo ,  Che 
parimente  parve  da  una  falce  Delle  gam- 
he  esser  lor  tronco  ogni  nerbo.  E  26.  82. 
Le  lance  infìno  al  calce  si  Gaccaro,  A  quel 
superbo  scontro  ,  comò  vetro,  (Pe) 

SUPEHBO'E  .  Accrctcit.  di  Superbo  . 
ì^falt.  Franz-  nm.  buri.  2.  67.  lo  parlo 
sol  d*  ingrati  e  supcrboni. 

SUPEn BUZZO  .  Ihm.  di  Superilo  . 
Lib.  Pred.  Sono  Bgliuoli  superbuazi,  e 
ostinatelli  . 

#  SUPERCELESTE.  Add.  Che  i  so- 
pra il  cielo.  Oh.  Com.  Par.  8.  2ln.  La 
sua  provcdeniu  fa  essere  virtù  ,  rioc  in- 
fluenza in  questi  corpi  grandi  che  tu  ve- 
di ,  cioè  in  questi  corpi  supercelesti ,  che 
veramentr  sono  urandi.  (Cj 

SUPKnCllIAMENTO  .  Ved.  SOPER- 
CHIAMENTO. 

SUPERCIIIAMK  /  SOPERCIIIAN- 
TE. 

SUPERCHIANZA.  /'.  SOPERCIIIA.N- 
ZA. 

SUPERCIIIABE.    /'.    SOPERCHIARE. 

SUPERCHIATO.   /'.  SOPERCHIATO. 

supi:rchiatiiice.  r  soperchia- 

TRICK  . 

SUPERCHIERI'A.   f^.  soperchie- 

Rl'A. 


S  U  P 

SUPERCHIEVOLE.  V.  SOPEnCHIE- 
VOLE  . 

SUPERCHIEVOLMENTE.  /'.  SOPER- 
CHII-:VOLME.NrE. 

SUPEKCIIIO.  y.  SOPERCHIO. 

SUPERCILIO.  V.  L.  Sopracciglio.  Lat. 
supercilium.  Gr.  o^p'S^-  Fir.  Disc.  an.  7. 
La  filosofìa  apparisce  più  bella  con  man- 
sueto aspetto,  puro  e  semplice  abito,  che 
coir  orrido  supercilio  co|ierto  da  qualsivo- 
glia capitilo.  E  9.  Le  vt-nncr  veduti  quegli 
occhi  spaventali,  e  quel  supercilio  crudele. 
Tass.  Am.  |.  2.  <.hc  i  sciaurati  prono- 
stichi infelici  ,  Ch'  ei  vende  a*  malaccorti 
con  quel  grave  Suo  supercilio  ,  non  han 
mai  e  (Tetto. 

*  g.  Term.  Anat.  Agg-  di  processo . 
Imperf.  Anat.  160.  Il  processo  della  cavità 
(  dell' acce ttabolo  )  fc  cartilaginoso,  e  dicesi 
supercilio.   (  F) 

*  SUPEREDIFICARE.  Edificare  sopra. 
Magai.  I.clt.  Fondamenti  così  profondi  da 
potervi,  occorrendo,  superedificarvi  il  palaz- 
zo, ec.  (Aj 

•f  *  SUPEREMI.NENTE.  Jdd.  So- 
praeniinente,  So^- rem  inente.  Segn.  Polit. 
lib.  3.  cap.  9.  Ei  mando  bene  a  terra  con 
una  bacchetta  tutte  le  spighe  che  erano 
supereminenti ,  e  ridussele  tutte  al  pa- 
ri. (A}  Guicc.  Star.  2.  12.  Battè  con  im- 
peto grande  dalla  parte  del  porto  e  dalla 
parte  del  monte,  detlu  volgarmente  il  mon- 
te d'  Orlando,  congiunto  e  supereminente 
alla  città.  (L) 

SUPEREROGAZIONE-  Soprabbondan- 
za ,  Ciò  che  si  fa  oltre  al  proprio  dove- 
rv.  Lat.  *supererogatio .  Gr.  ittpiy<stta . 
Segner.  Mann.  Marz.  2.  3.  Se  tu  non  fai 
opere  di  supcrcrogiaione  ce,  sci  spedito. 
F.  num.  3.  >c  menu  tu  sei  robusto,  se  IÌ 
contenti  di  quelle  opere  di  supcrerogazio- 
nc  ,  che  fai.  E  nov.  11.  3.  Tali  hanno 
ad  essere  di  ragione  quell'opere  che  sono 
detto  (jui  di  misericordia;  hanno  ad  essere 
opere  di  soprabbondanza  e  di  supcreroga- 
zione. 

#  SUPEHESALTATO.  Add.  Grande- 
mente esaltato.  Salii.  S.  Agost.  112.  Tu 
certo  Dio  onnipotente  ,  sempre  laudabile, 
e  glorioso,  e  supcresallalo,  e  supcraltissi- 
mo  ec.  sei  nominalo.  (Cj 

#  SUPERESSEKZIALE.  Add.  Somma- 
mente essenziale.  S'olii.  S.  Agost.  n3.  Su- 
percsallato,  e  superaltissimo  e  supercssen- 
ziale  colli  santissimi  e  divinissimi  tuoi  ser- 
moni  sei   nominato.    (Cj 

'"?  SUPEHESSE.NZIALMENTE  .  Jv 
verb.  Oltre  il  modo  essenziale  .  Solil.  S. 
Agost.  ii3.  Super  essenzialmente  e  sopra 
ogni  intendimento  se'  conosciuto  d*  essere. 
/'.'  ll4*  Trinila  mìrabde  ec.  La  quale  su- 
percsscnzialmente  trapassi  ogni  sentimen- 
to. (C) 

*  SUPERFETAZIONE  .  Term.  de' 
Medici.  Concepimento  d'un  feto  nell' ute- 
ro ,  in  tempo  che  già  ve  n'  è  un  al- 
tro.  (Al 

SUPERFICIALE.  Add.  Che  è  metta 
superficie.  Lai.  *superjìciarius  ,  extimus. 
Lab.  82.  Come  prima  le  parti  ^upe^fi^iali 
andò  leccando  ,  cosi  poi  nelle  intriasicbe 
trap^usato  ,  più  vivo  divenne. 

f  §.  I.  Per  meta/,  si  dice  di  Cosa  che 
non  SI  profonda.  Esterno^  contrario  d'In- 
trinseco .  tUl.  Com.  Par.  4-  S^-  Anda- 
rono pure  alla  intrusione  suprriiriale  della 
lettera  . 

^.  IL  Superficiale  ,  è  anche  term.  ma- 
tematico ,  chiamandosi  alcune  figure  su- 
perficiali ,  a  differenza  liellc  solide  .  Gal. 
Sist.  ao4-  Tiene  Ir»  Ir  figure  solide  quel 
luog»  che  il  cerchio  Itrnc  tra  Ir  super* 
ficLili . 

#  SUPERFICIALISSIMO.  Superi,  di 
Superficiale  ■  Bettin.  Disc.  il.  Le  l'arli 
che  SI  staccano,  parte  >t>no  tupcrficialtssi- 


S  U   P 

me .  E  poco  dopo  .•  Che  in  essi  con  poca 
rottura  e  guastamentu  di  scarpelli  u  pof. 
sa  fare  un  superficialissimo  incavo,  e  noB 
più  largo  della  grossezza  della  sega.  (Min) 

5  SUPERFICIALITÀ.  Astratto  di  Su- 
perficiale.^ Itellm.  Disc.  2.  38i.  È  adun- 
que l'anatomia  scienza  di  tutti:  le  cote, 
perchè  tutte  esattamente  le  taglia  ,  cine 
ne  distacca  d'  insieme  tatti  i  componenti 
loro  ,  posti  o  nelle  più  na^osle  viscere , 
o  nelle  più  scoperte  superficialità  di  cia- 
scuno.  (  Fj 

^  $.  E  nel  signifc.  del  g.  L  di  Super- 
ficiale, m  Segner.  Mann.  Ciugn.  7.  |.  Lo 
vuol  fare  con  una  tale  superficialità  che 
gli  basti  ad  incannar  se  medesimo  •>.  fC) 

3  SUPERFICIALMENTE.  Avverb.  in 
superficie;  che  anche,  in  modo  bassc^  di- 
ciamo Pelle  pelle.  Lat  superficie  tenus , 
Gr.  «:Ti^0Ìi)5  .  Sul.  Le  cose  unte  ardo- 
no  superficialmente  tanto  ,  quanto  dura  1* 
untume. 

Sr  §.  E  per  metaf.  -  Mor.  S-  Greg. 
Queste  parole  superficialmente  si  discor- 
dano dalla  ragione.  Maestruzz.  3.  33.  4- 
Queste  cose  degl'  infami  cosi  snperficiaì- 
mente  dette ,  bastino  .  Fine.  Mari.  leti. 
36.  Ma  se  si  rorrà  vedere  superficialmen- 
te ,  parrà  ec.  ».  (Cj 

SUPERFICIE.  //  dì  fuori  di  ciascuna 
cosa.  Esp.  Salni.  Nascosta  sotto  la  superfi- 
cie della  terra. /'V^mm.  5.9.  I  paurosi  spiriti 
non  altrimenti  mi  cominciarono  per  ogni 
parte  a  tremare  ,  che  faccia  il  mare  dasollQ 
vento  disteso  nella  sua  superficie  minuta- 
mente .  Amet.  IO.  Siccome  la  fiamma  si 
suole  nella  superficie  delle  cose  unte  con 
subito  movimento  giltare  ec,  cosi  Aneto 
ec.  =9  Gal.  Sist.  70.  Dion  è  luogo  alcuno 
al  quale  non  arrivino  molliuimi  raggi  ri- 
flessi da  moltissime  superficieltc  sparse  per 
tutta  r  intera  superficie  del  corpo  scabro- 
so. (Cj 

§.  /  Geometri  dicono  la  Superficie  es- 
sere Ciò  che  ha  lunghessa  e  larghezza  , 
ma    non    altezza .   Lat.    tuperficiet .    Gr. 

SUPERFICIETTA  .  Dim.  di  Superfi- 
cie. Gal.  Sist.  70.  Non  è  luogo  alcuno, 
al  quale  non  arrivino  moltissimi  raggi  ri- 
flessi da  moltissime  superficiette  sparse 
per  tutta  1'  intera  superficie  del  corpo 
scabroso  . 

t  SUPERFLUAMENTE.  Awerb.  Con 
superfluità.  Di  soverchio,  Più  del  dot.'ere, 
o  del  bisogno  ,  o  della  convenienza.  Lai. 
immodice  ,  immodtrate  .  Gr-  :r£pi39if(  . 
Maestruzz-  2.  11.  1-  L'uomo,  avvegna- 
ché superfluamente  ami  le  riccheaic  ,  ec. 
Circ.  Geli.  7.  180.  Ha  fatto  (la  natura) 
che  voi  non  potete  mangiare  né  bere  più 
che  d  bisogno  vostro  .  ne  cosi  usare  an- 
cora supertluamente  rosa  alcuna  ,  donde 
abbia  a  nascere  il  male.  Gal.  Sist.  II7. 
La  particola  poi,  che  voi  dite  essere  stata 
lasciala  da  me  ,  ho  pinlloslo  sospetto  che 
sia   suprrfluamcnlr   aggiuDlA   da    voi. 

superfluità",  su  PER  FLUITA  DE, 
e  SUPERFLUITÀ!  E  Astratto  di  Su- 
perfluo j  Soprabf>ondama .  Lat.  rrditndan- 
tia  ,  superfluttas  .  Gr  Tri^i7SCt'«.  Bocc. 
Introd.  lu.  Il  guardarci  da  ogni  superflui- 
tà avesse  molto  a  così  fatto  accidente  re- 
sistere. Cr.  3.  16.  6.  Anche  se  ne  fa  im- 
piastri» (  dell'  orzo  )  eoo  mele  cotogne  e 
arrlo  sopra  le  gotte  de'  piedi,  r  ceua  il 
discorrimento  delle  superfluità  alle  giun- 
ture. Coli.  Ab.  Isaac,  IO.  Adunque  nella 
la  cella  tua  dalle  suprrfluitadi,  e  dalle  de- 
lizie. Srn  llen.  Farch.  7-  ij-  Mettimi  in- 
nanzi agli  occhi  le  sptiglie  di  tutte  le  gran- 
dezze e  superfluità.  Galat.  ^.  Per  la  qual 
cosa,  ubbidito  che  mti  abbiamo  all'usanza, 
tutto  il  rimanente  in  ciò  è  superfluità. 

SUPERFLUO.  Add.  Soperchio.  Lai  sm- 
per%acancus,  supenacuus-  Gì-  :Tipi98tfi. 


s  U  P 

Jiocc.  noi'.  i5.  l8.  RichicdenHo  il  natura* 
le  Uso  di  dover  diporre  il  superfluo  peso 
del  ventre  ,  dove  ciò  si  t"uc(.'s.sL'  domandò 
quel  rantiulla.  E  nof.  q8.  35.  Se  Gisippo 
ha  ben  Sofronia  maritjta.  l'andarsi  <lel  mo- 
do dolendo  e  di  lui  ,  è  una  stoltizia  su- 
perflua. Jifaestruzz.  2.  7.  3.  L'uno  modo 
si  è,  quando  1'  uomo  va  cercando  di  glo- 
ria per  superfluo  adornamento  de'  vesti- 
menti. Soder.  tWf.  f^o.  Giova  assai  1'  al- 
leggerirle f/e  viti)  di  pampani,  che  si  co- 
gnoscoDo  esser  superflui  e  inutili. 

*  SUPERFLUO  .  A^-verb.  Soperchia- 
mente,  Soperchievolmcnte ,  Superfluamen- 
te. Paint,  tìt.  civ-pa:;.  288.  (Mi/.  1826) 
Volendo  io  seguire,  il  Padre  santo  m"  in- 
terruppe dicendo  :  Tu  parli  mero  super- 
fluo y  e  ritardi  quello  che  ti  farà  conten- 
to. (B) 

•f  *  SUPERI  .  Dii  del  cie/o  ,  Numi 
de*  Gentift.  Car.  voi.  1.  lett.  232.  Secon- 
do me  ,  Plulo  non  arebhe  a  trovarsi  con 
i  Superi .  E  appresso  :  Per  questo  non 
farci  Fiutone  con  gli  altri  Superi  io  cie- 
lo. (Aj 

*  §■  E  per  J'iienti.  Poliz.  Fav.  OrJ. 
an.  Chi  più  chi  men  tra  superi  soggior- 
na^  Ognun  convien  che  cerchi  queste  slra- 
de.  (V) 

#  SUPERILLUSTRE.  Adtì.  Più  che  il- 
lustre. Ott.  Coni.  Purg.  IO.  l54-  Policrcto 
ec.  fu  sì  superiiluslre  di  quest'  arte  ,  che 
le  inmagini  non  parcano  intagli,  ma  pa- 
reano  quella  propria  persona,  o  cosa,  e  in 
quello  proprio  atto  ,  alla  cui  similitudine 
egli  r  avea  ritratta  e  più.  (C) 

#  SUPERINFONDEhE.  Infondere  so- 
pra. Lat.  supei'infundere.  Bocc.  Lett.  Pr. 
S-  Ap.  3o3-  Kon  altrimenti  tratta  ciascu- 
no ,  che  se  dal  cielo  a  lui  solo  sia  supe- 
rinfuso  lo  spirito ,  agli  altri  da^  bruti  ani- 
mali. (D 

•f  *  SUPERINFUSO.  Jdd.  T.  L.  Man- 
dato  ,  o  (''ersato  da  luogo  superiore.  So- 
pra infuso  .  Amet,  5.  Com'  Ìo  posso  co- 
mincio,  tua  vertute  Superiofusa  aspettan- 
do che  vegna  ,  ec.  (A)  Ott.  Com.  Par. 
29.  653.  Veggiono  Iddio  per  essenza  co- 
tanto ,  quanto  e  possibile  a  sua  natura  , 
ed  oltre  ,  per  la  grazia  a  loro  superinfu- 
sa.  (C) 

*  SUPERIORATO.  Ufficio,  e  Grado 
di  superiore.  Bart.  f'it.  Jiellarm.  lib.  2. 
cap.  2-  Aggiungeva  all'  esser  padre  di  tut- 
ti, r  essere  ancora  servo  dì  tutti;  eh'  è  il 
carattere  proprio  de'  superiorati  religiosi . 
E  appresso  :  Nel  trattamento  della  sua  per- 
sona fu  si  lungi  da  ogni  singolarità  ,  che 
dal  superiorato  non  prese  per  se  altra  li- 
cenia  ,  che  di  trattarsi  peggio  de*  suddi- 
ti- (CP) 

SUPERIORE.  Sust.  Principale,  Capo. 
Lat.  princeps.  Or.  r,-/oùp.VJO^.  Bocc.  nov. 
60.  16.  lo  fui  mandato  dal  mio  superio- 
re in  quelle  parti,  dove  apparisce  il  Sole. 
#  Maestruzz.  \.  32.  Rota  che  lo  inferio- 
re puote  lassare  la  penitenza  ingiunta  dal 
supcriore.  Giticc.  Avveri.  Il3.  Chi  desi- 
dera essere  amato  da"  superiori ,  bisogna 
mostrar  d'  aver  loro  rispetto  e  riverenza  , 
e  con  questa  esser  piuttosto  abbondante  , 
che  scarso.  (  C) 

3  SUPERlORE.^rfd.rAe  soprasta j  con- 
trario d' Inferiore.  Lat.  superior.  Gr.  avw- 
•Zipo^.  #  Segner.  Pred.  Pai.  Ap.  2.  12. 
Quando  le  acque  superiori  rimasero  tutte 
immote  più  che  cristallo  al  passar  dell'ar- 
ca ,  e  le  inferiori  ec.  (TC) 

#  §.  I.  Superiore,  si  dice  in  Geogra- 
fa la  Parte  d*  un  paese  più  vicina  alla 
sorgente  d'un  fiume,  o  la  più  lontana  al 
marej  che  anche  diresi  Alto.  Stor.  ICur. 
2.  32-  I  confini  della  quale  a  ponente  e- 
rano  l'Austria,  a  Tramontana  il  Danul>io, 
a  Levante  la  Misia  superiore.  Salvìn.  Se- 
nof,   !^.    91.    Bisognava    che    egli    camrai- 


S   C  P 

nando  per  1'  Egitto  supcriore  ,  venisse  in 
Etiopia.  (C) 

^  §.  II.  Corpi  superiori,  diconsi  dagli 
Astronomi  1  Pianeti  .  «  Poca.  Introd.  l^. 
La  quale  (  pe.^tilenza  )  per  operaxion  de' 
corpi  superiori,  0  per  le  nostre  inique  o- 
pere  ec,  nelle  partì  orientali  incominciata 
ec,  verso  l'Occidente  miserabilmente  s'era 
ampliata.  E  f'it.  Dant.  262.  Cppinìone  è 
degli  strolaghi  ,  e  di  molti  naturali  filo- 
sofi ,  per  la  virtù  ed  inOuenza  de'  corpi 
superiori,  gì'  inferiori  e  producersi  e  nu- 
tricarsi ».  (C) 

f  n!  g.  III.  Superiore,  vale  anche  Che 
e  al  di  sopra  di  un  altro  o  per  merito , 
o  per  dignità  ,  o  per  forza  ,  o  per  condi- 
zione, 0  simile.  /■'.  /.  J  it.  Giott.  Dopo 
lui  (Cimabue)  fu  Giotto  di  fama  illustris- 
simo, non  solo  agli  antichi  pittori  eguale, 
ma  d'arte,  e  d'ingegno  superiore,   (f'j 

^  g.  IV.  Essere  su pei'iore  a  checches' 
sìa,  o  situile,  vale  ^on  si  lasciar  domi- 
nare da  checchessia,  I\'on  curar  checches- 
sia .  Segner.  Pred.  Pai.  Ap.  II.  3.  Ma 
la  venerazione  non  si  conseguìsce  con  al- 
tro più  che  con  questo:  col  dimostrare  un 
antmo  superiore  ad  ogni  interesse.  (C) 

^  §.  V.  Superiore,  talora  figuralam.  va- 
le I  incitare  .  «  Sagg.  nat.  esp.  l5.  Ma 
restando  superiori  qae*  (  venti  j  che  soflìa- 
vano  da  Tramontana,  a  poco  a  poco  restò 
di  sudare,  e  in  poco  più  di  raezz'  ora  il  cri- 
stallo era  asciutto  ».  (N) 

*  §.  VI.  Superiore,  parlando  di  tem- 
po, come  Anni,  Mesi,  Giorni,  vale  Pas- 
sato, Andato,  Trascorso.  Poliz.  rim.  lett. 
203.  La  qual  cosa  se  ne'  prossimi  supe- 
riori  secoli  stala  non  fusse ,  non  sarebbe 
di  poi  la  dolorosa  perdita  di  tanti  e  sì  mi- 
rabili greci  e  latini  scrittori  con  nostro  gran- 
dissimo danno  intervenuta.  (C) 

SUPERIORITÀ',  SUPERIORITADE, 
e  SUPERIORITATE.  Astratto  di  Supe- 
riore. Lat.  dignitas,maieslas,  auctoritas. 
Gr.  a|twjuiof,  my-'iòv,  auSevrc'a.  Guicc. 
Stor.  ic).  122.  Nun  aver  voluto  satisfare 
a'giusti  priegbi  suoi,  di  restituire  a'  Ge- 
novesi la  solita  superioril'a  di  Savona  . 
#  Pros.  Eior.  Salviu.  lett.  ^.  1.  3l2. 
Ho  odiato  sempre  1'  aspettazione  di  parere 
ec,  un  virtuoso,  o  un  Signore  d'impor- 
tanza ,  sfuggendo  più  che  la  morte  ogni 
atto  dì  superioril'a.  (Cj  Segner.  Pred.  Pai, 
Ap.  3.  9.  Che  è  dare  ad  uno  quel  grado, 
quella  soprintendenza  ,  quella  superiorità 
ec.   di  cui  non  è  meritevole.   (TCj 

*  SUPERIORMENTE.  Awerb.In  supe- 
rior modo.  Dalla  parte  superiore.  Baldin. 
l'oc.  Vis.  in  TORACE.  (A) 

SUPERLATIVAMENTE.  Avverò.  In 
superlativo  grado.  Lai.  superlative  .  Gr . 
uTTìpàSTt/wi.  But.  Inf.  8.  Parlando  hy- 
perbolice  j  cioè  superlativamente.  7?  32.  2. 
Disselo  forsi  1'  autore,  parlando  superlati- 
vamente. Frane.  Sacrh.  nov.  207.  Peroc- 
ché *n  tutto  il  mondo  sono  due  luoghi 
superlativamente   notabili. 

t  SUPERLATIVO.  Add.  Più  superio- 
re di  tutti.  Il  più  sublime.  Lat.  egregius, 
eminentissimus  .  Gr.  i^&.i'psto:  ,  s^oy^ol- 
To:-Oi  .  Teol.  Misi.  Queste  cose  si  truo- 
vario  nel  superlativo  grado  nella  glorio- 
sa Vergine  Maria  tra  gli  altri  santi.  Ott, 
Com.  Inf.  II.  196.  Chi  offende  Iddio, 
creator  di  tutti  ,  offende  in  superlativo 
grado  ,  perocché  Dio  è  eccellentissimo  e 
perfettissimo  sopra  tutti  .  Ciriff.  Calv.  1. 
20.  E  porta  lui  ,  come  i  soldati  fanno  , 
Cornuto  a  quattro,  eh'  è  superlativo.  Bern. 
Ori.  I.  12.  IO.  Ne  per  crescer  finisce  o 
si  matura.  Che  non  ha  grado  amor  super- 
lativo . 

§.  Superlativo  ,  è  anche  term.  grama- 
ticale  ,  ed  e  aggiunto  dì  quel  nome  che 
denota  la  maggior  grandezza,  0  il  più  allo 
grado  di  qualsivoglia   proprietà^  al  qual 


S  U  P 


1455 


nome  superlativo  gli  antichi  aggiunsero 
talora  altre  particelle  accrescitive  ,  come 
Molto,  Assai,  e  simili.  Hed.  Annoi.  Di- 
tir.  208.  Fu  costume  de'  nostri  scrittori 
antichi  toscani  1'  aver  dato  sovente  I'  ac- 
crescimento a' superlativi.  2:209.  A"che 
i  Latini  aggiungono  particelle  accrescitive 
a'  superlativi.  /•;  lett.  1.  233.  Osservi, 
dico  ,  quella  particella  molto  appiccata  al 
superlativo  ,  e  sappia  che  questa  è  una 
delle  finezze  della  lingua  toscana  ,  usata 
dagli  antichi  maestri  a  cagione  di  mag- 
gior espressiva  .  J'arch.  Ercol.  167.  La 
lìngua  volgare  ha  ella  superlativi?/  .  Ra- 
gli ,  e  gli  usa  variamente  in  quel  modo  , 
che  l'accano  cosi  i  Greci  come  i  Latini  , 
perciocché  alcuna  volta  si  pone  il  super- 
lativo senza  nessuno  caso  dopo,  se  ec.  al- 
cuna volta  rolla  preposizione  tra  ec.  ,  al- 
cuna  volta  con   altra,  ec. 

■>  SUPERLAUDABILE.  Add.  Oltre- 
modo laudabile.  Solil.  S.  Agost.  I28.  Lu- 
me ammirabile  ,  lume  superlaudabile  ,  il 
quale  illumini  gli  occhi  degli  Angeli.   (C) 

SUPLilLAZiONE.  Astratto  di  Superla- 
/(l'o.Lat.  superlatio.  Gr.  j-nip^lZi^.  I  arch. 
Ercol.  167.  E  comparazione,  ma  non  può 
esser  superlazione. 

SUPERNALE.  Add.  Superiore,  Di  so- 
pra. Lat.  superior,  supernus.  Gr.  avw- 
T:po;,  0  «vw.  Teol.  Mist.  E  questo  atto 
divino  supernale  dì  necessit'a.  Sfor.  S, 
Greg.  Chiunque  è  cittadino  della  citt'a  su- 
pernale, non  lascia  la  bruttura  della  carne 
per  paura  della  pena  ,  ma  per  amor  della 
carità-  E  altrove  .•  Sono  stolti  e  ignobili 
coloro  che  ,  per  seguitare  il  loro  appetito, 
fuggono  d'  avere  la  supernale  sapienza 
d'  Iddio. 

t  SUPERKALMENTE.  Avverò.  Con 
potenza  supernale,  Con  forza  o  virtù  su- 
perna. Lat.  divinitus.  Gr.  cè'vw^sv.  Ott. 
Com.  Inf  7.  122.  Se  non  facesse  il  con- 
trario  miracolosamente  e  supernalmente 
la  infinita  potenza  d'  Iddìo. 

i^  SUPERNAMENTE.  Awerb.  Daluogo 
superno.  Imperf.  Tim.  /).  8.  T.  7.  2Q2. 
Dio  che  dispttne  suj  ernamcntc  tutte  le 
vicende  dell'universo  ec.    (F) 

*  SUPERNATURALE.  Add.  lo  ste.K.KO 
che  Soprannaturale,  ma  meno  usato.  Legg- 
Gio.  Batt.  22.  Ciò  fu  supernaturale  ri- 
cevimento, sanlificamento  nel  ventre,  e  dì 
dono  profetale  riempimento.  (N) 

SUPERNO.  Add,  Superiore,  Di  sopra. 
Lat.  supernus.  Gr.  0  avw.  Dant.  Par. 
3.  Se  disiassimo  esser  più  superne,  Foran 
discordi  li  nostri  desili  Dal  voler  di  colui 
che  qui  ne  cerne.  E  20.  E  quel  che  se- 
gue in  la  circonferenza,  Di  che  ragiono  , 
per  l'arco  superno.  Morte  indugiò  per  ve- 
ra penitenza.  Pctr.  son.  265.  Suoi  santi 
vestigii  Tutti  rivolti  alla  superna  strada 
Veggio.  Mor.  S.  Greg,  Le  mentì  de' fe- 
deli si  levano  a  contemplazione  delle  cose 
superne.  Coli.  SS.  Pad.  Essendo  inteso 
alle  superne  ed  incorporali  cose. 

'"?  SUPERO,  f.  !..  Add.  Supcriore, 
ed  è  aggiunto  di  mare.  Benib.  Stor,  I. 
HO.  Non  credete  voi  che  io  ancora  ec. 
agogni  ec.  il  mar  supero  e  infero  sotto  il 
nostro  domino  contenersi?  iN) 

*  SUPERPAliZIENTE.  Term.  degli  A- 
ritmetici  e  Geometri.  Dicesi,  Quella  parte 
che  manca,  perchè  un  numero,  o  una  gran- 
dezza sia  precisamente  misurata  da  un* 
altra.   (A) 

SUPERPURGAZIONE.  Soverchia  pur- 
gazione fatta  da  medicamento  violento. 
Lat-  super purgatio  .  Gr.  JTTjr/a'Sapci?- 
Bed.  Fip.  I.  l5.  5.  Abbiamo  osservato 
che  un  mezzo  grano  d'  ostia  unta  con  olio 
di  ricino  ha  fatto  ad  un  omiciattoli»  vo- 
miti, andate  di  corpo  ,  e  superpurgazioni 
angosciose  e  lerriliilì. 

SUPERSTIZIONE.    Curiosa  e  vana  oS' 


i<)56 


S  U  P 


sérvazione  d' aiigurii,  sortilegii  ,  o  simili 
cose  proibite  dalla  i-era  religione  j  Falsa 
e  vana  religione.  Lai.  super.itìlio.  Gr.  ^jt- 
5toxi/tOvt'a  .  Paxs.  35i.  li  nome  d'Id- 
dio ce.  sanza  niuna  osservanza  o  Tana  su- 
persUztunc  si  dee  invocare  in  ogni  neces- 
sità corporale  e  ipiritujle.  Pelr.  (Jom.  ili. 
Poich'  C-Ilo  venne  in  Affrica ,  apparìe  eh* 
«Ilo  era  dispregiatore  d'ogni  cosa  vana, 
rome  elio  era  delle  super&tizìoui  e  volga- 
ri opinioni-  Mor,  S.  (ireg.  Ove  sono  le 
superstizioni  de'  matematici,  ì  quali,  rag- 
guardando  il  corso  delle  slelle,  pongono 
ec.  Coli.  SS.  Pad.  S'  ella  «'  appartitene 
alla  superstizione  de'  Giudei.  Mae.itruzz. 
2.  l^.  Siniigliantetnente  alla  generazione 
della  superstizione  s'  appartiene  oj-ni  li- 
gatura,  e  tutti  i  rimedii ,  i  quali  eziandio 
la  scienza  de'  medici  vieta,  o  in  parole,  o 
in  cateratte  ,  ovvero  in  ciascheduna  cosa 
che  si  sospenda,  o  che  si  leghi,  o  sciolga. 

*t  *  §■  Figurai,  vale  Soverchia  scru- 
polostttt,  o  e.iattezza  in  checchessìa,  farch. 
Ercol.  187.  lo  per  me  vorrei  ec.  la  hri- 
glia,  non  le  pastoie  ;  il  digiuno,  non  la  fa- 
me; r  osservanza,  non  la  superstizione.  (Ai 

SUPERSTIZlOSAxME.NTE  .  Jvverb. 
Con  .iiiperstizione  .  Lai.  stiperstiliose. 
*  Plut.  y4dr.  Op.  mar.  2.  70.  E  male 
il  temere  Iddio  superstiziosamente.  fC)  lied. 
Fsp.  nat.  80.  Altri  più  supersliiiosamen- 
le  si  ristringono  a  dire  che  la  virtù  con- 
tro '1  mal  caduco  solamente  consìste  nel 
corno   destro   (della  gran  bestia). 

*  SUPERSTIZIOSISSIMO  .  Superi, 
di  Superstizioso.  Salvin.  Disc.  2.  320. 
Non  voglio  mancar  di  dire  quello  che  in 
Artemiduro  Del  giudicamcnto  de*  sogni  si 
legge  ,  autore  ,  come  lo  mostra  il  titolo  , 
vanissimn  e  superstiziosissimo.  (*) 

*  SUPERSTIZIOSITÀ'.  Qualità  di  ciò 
che  e  superstizioso.    Tass.    lUal    (A) 

5  SUPERSTIZIOSO.  Add.  Pieno  di 
superstizione.  Lat.  superstitiosus  .  Gr. 
^etsioai'jmcjv.  Lib.  Op.  div.  Andr.  109. 
Veggio  che  al  tutto  siete  superstiziosi  e 
vani,  e  avete  fra  voi  diverse  sette. 

*§.!.£■  inforza  di  sust.  **  Cavale. 
Pungil.  Contro  al  peccato  degl'indovini, 
e  incantatori  di  dimoniì,  e  dcUi  supersti- 
ziosi ".  (C^ 

f  g.  Il,  Superstizioso ,  si  dice  anche 
delle  Cose  derivanti  da  superstizione ,  o 
dove  vi  ha  superstizione  .  Pass.  338  . 
Questa  arie  magica  ,  e  superstiziosa 
e  dialiolica  scienzia  ,  s'  adopera  in  molti 
modi  e  a  molti  effetti  ,  secondo  ì  quali 
trae  diversi  nomi.  Maestruzi.  2.  l!^■  Que- 
sto sar^  indivinamento  inlicito  u  supersti- 
lioso.  /'il.  S.  Gir.  7.  Woi  eravamo  sic- 
come pecore  erranti,  e  senza  pastore,  per 
gli  errori  e  superstiziose  favole  seminate 
e  che  si  seminavano  per  molti  falsi  pro- 
feti   e   maestri   hugiardi. 

«  SUPERSUSTANZIALE.  Add.  So- 
prasu stanziale,  legg.  An.  34^.  L"  quar 
lo  è  Io  cielo  supersustaniialc.  F  di  sotto; 
Andò  fino  al  quarto  supersustaniiale,  cioè 
al  suo  padre.   (V) 

•f  #  SUPERVACANEO.  Add.  Super- 
fluo, Aon  necessario.  Salvia.  ìiuon.  Iier. 
4-  4*  '?■  P'"'*'  ("he  voglia  dire,  di  vani- 
ta, di  superlluità,  di  cose  supervacancc.  (Aj 

•f  *  SUPERVACANO.  Add.  Suf>er 
vacaneo.  f  ore  poco  usata.  Morg.  a".  17^. 
E  dice  alcun,  ma  par  supcnacaoo  ,  Ben- 
ché e*  sia  autor  «la  farne  stima  ,  Che  le 
montagne   diventorno   piano.  (1) 

't  #  .SUPERVACUO  Add.  Di  nessu- 
na utilità.  Cavale.  Discipt.  spir.  160. 
Pazzia  è  la  nostra  spenderlo  (il  tempo) 
in  coso  »anc  e  supervacue  (così  una  va- 
riante; il  testo  legge  luperQuc  ) ,  lastian. 
do  le    necessarie,   (f  } 

«  SUPEltUMEHALE.  Termine  degli 
jLcctesiasttci.   Specie  dt    abito    sacerdotale 


S  U  P 

del  sommo  Sacerdote  prtiso  gli  Ebrei  che 
gli  copriva  gli  omeri.  (A) 

*  SUPINAMENTE.  Avverh.  Con  po- 
situra supina.  Colla  pancia  all'  insù.  Lat. 
ventre  in  ctrlnm  verso.  Gr.  uTTt«^.  // 
f'ocabol.  alla  voce  SUPINO  ,  avverb.   {*) 

SUPI.NARE.  F.  A.  Seutr.  pass.  Ponti 
a  giacere  sulle  rene,  e  colla  pancia  all' 
insù.  Lat.  se  supiniim  locare ,  se  supt- 
nare.  Gr.  Ìv.\jtÓ^  jlfztcltn*-  Sen.  Pist. 
121.  Alcuni  animali  cui  dosso  duro,  se  si 
supinano  per  alruno  avvenimento,  non  s 
arrestano  di  menare    i  piedi  e  le  gambe  . 

V  §.  F  in  signific.  attivOj  vale  Al- 
tare orgogliosamente ,  e  in  atto  di  baldan- 
zoso la  faceta,  sicché  rimanga  presso  che 
supina  incontro  al  Cielo.  Ott.  Com.  Jnf. 
l4-  267.  O  uomo  furioso,  che  supini  la 
faccia  contro  a  Dio  tuo  creatore  e  dell'u- 
niverso, com*  è  che  non  si  spegne  in  te 
la    superbia  T   (Cj 

*  SUPINATORE.  Agg.  di  muscolo. 
Imperf  Anat.  Il3  Une  tmu.tcoli  J  supi- 
natori perchè  Io  volgono  (  il  braccio  )  per 
di   sopra   a   rovescio.    (Fj 

^  supinazioni;.  Term.  diitasca/ico. 
Chiamasi  Molo  di  supinazione  </fiW/o  ;jcr 
cui  si  volge  il  corpo,  o  dorso  della  mano 
verso  la   terra.   (A) 

SUPINO.  Sust.  Uno  dei  tempi  de' ver- 
bi. Lat.  supinum.  Varch.  Ercol.  \Q^. 
Manca  ancora  la  lingua  nostra  de 'supini, 
come  fanno  i  Greci  e  gli  Ebrei ,  ma  si 
serve  in  quello  scambio,  come  essi  fanno, 
degli  in6mli.  F  appresso  :  Cotesti  sono 
supini  io  um,  che  significano  azione;  ma 
che  dite  voi  di  quelli  che  finiscono  in  u, 
i  quali   significano   passione  7 

3  SUPINO.  Add.  Che  sta,  o  giace  col- 
la pancia  all'  insù,  o  in  sulle  rene.  Lat. 
supinus.  Gr.  jrTTifl^.  Dant.  tnf.  23.  E 
giù  dal  collo  della  ripa  dura  Supin  si  die- 
de alla  pendente  roccia.  liov.  ant.  lOO 
17.  In  quel  sogno  egli  giacca  supino,  ócn. 
l'ist.  La  testuggine,  quando  eli'  è  supina, 
non  sente  niun  dolore.  Pass.  362.  Gia- 
cendo la  persona  supina  in  sulle  reni,  in- 
tervengono rei  sogni  e  noiosi.  Malm.  g. 
24-  ^bi  boccon,  chi  per  banda,  e  chi  su- 
pino Giù  se   ne  viene. 

•f  g.  I.  Supino,  nel  .templìce  signifc. 
di  Rivolto  parallelamente  all'  insù.  «  Dant. 
Purg.  14.  Cosi  duo  spirli,  1'  uno  all'al- 
tro chini,  Ragionavan  di  me  ivi  a  man 
dritta  :  Poi  fer  li  visi,  per  dirmi,  supini  . 
Ar.  Fur.  i4-  69.  Con  le  man  giunte  ,  e 
gh  ocelli  al  del  supini.  Filic.  rim.  pag. 
649  (  Canz.  O  di  fiylio  et".  )  E  qual  sul- 
la supina  Faccia  dei  monti  estivo  raggio 
piove.  Tal  pìovca  in  le  1'  alla  belU  divi- 
na.  (.\Sj 

t  §•  "•  Ignoranza  supina  ,  vale  igno- 
ranza grandissima  ed  inescitsabile  in  co- 
sa  importante,  e  necessaria  a  .tapersi.LA. 
supinus  Gr.  pUìS\JyOi.  Maestruzs.  1.  l3. 
Potrà  il  Vesrovt>  con  lui  dispensare,  se  gi'a  la 
Ignoranza  non  sia  crassa  e  supina.  TT  2.  IO. 
5.  Ignoranza  crassa  e  supina  è  detta  per 
metafora  dell'  uomo  grasso  e  supino  ,  il 
quale  non  vede  eziandio  quelle  cose  che 
innanzi  gli  sono  ;  tosi  anche  cedui,  il 
quale  le  publilirhc  manifeste  cose  dice  se 
ign^irare,  al  quale  aitevulmente  non  è  cre- 
dulo. <«  Srgnrr.  Crist.  instr.  1.  3l.  3. 
Una  tale  ignoranza,  benché  supina  ,  non 
laM  ia  <Ii  venire  oggidì  iniilata  da  molti  . 
Pip  impr.  218.  Signori  no.  che  il  cre- 
dere i^nttrjnza  in  uomo  di  tanto  senno 
sarebbe   ignoranza  troppo  supina.   (Cj 

SUPINU.  Avverb.  Supinamente.  Lat. 
supine.  Gr.  ùnTt'Mf*  Dant.  Inf.  \!\.  Su- 
pin   giaceva    in    terra   alcuna   gente. 

I  SUPPA.  Zuppa  Lai.  panis  ex  iure, 
vel  vino.  Gr.  aipTOy  ^tttfn^,  r  otvu  djA- 
fi»ixai-*oi,  Dant.  purg  33.  Che  vendet- 
ta di  Dio  non  teme   suppc     £ut.   ivi  :   E 


S  U  P 

volgare  opiniooe  ec.»  che  se  alcuno  foue 
uccìso,  e  infra  li  nove  di  dal  dì  della  uc- 
cisione r  omicida  man;;i  suppa  di  vino  in 
sulla  sepoltura,  gli  offesi  non  ne  possano 
mai  far  vendella;  e  pero  quando  alcuno 
vi  fosse  morto,  «tanno  li  parenti  del  mor- 
to a  guardare  nove  di  la  sepoltura,  accioc- 
ché li  nimici  non  vi  vegnaoo  o  di  di  o 
di  notte  a  mangiarvi  suso  la  suppa  ;  e 
pero  dice  1'  autore,  che  la  vendetta  di  Dio 
non  ha  paura  d'  essere  impedita  per  sup- 
pe.  Fsp.  Pai.  S.  8.  Come  una  suppa  di 
vino,  piena  di  pan  caldo  ed  intinu  in  vi- 
no. Frane.  Sacch  nov.  98.  La  Benve- 
gnuda  avea  subito  fatta  la  suppa.  Virg. 
Fneid.  M.  Al  quale  la  Sibilla  venne  in- 
contro con  una  suppa  confetta  con  mele 
(  qui  impropriamente  in  Cambio  di  Schiac- 
ciata,  o  di   Panellino  )  . 

SUPPALLIDO.  /'.  L.  Add.  Pa/lidic- 
ciò.  Che  ha  del  pallido.  Lat.  subpaitidus. 
Or.  Jtwj;^;.  Cr.  4  4^'  9*  Sono  al- 
tri colori  intra  questi,  cioè  glauco  e  ro- 
seo, i  quali  sono  intra  *1  rosso  e  '1 
bianco  e  '1  pallido,  e  '1  suppallido,  i  quali 
sono     intra  l'  aureo    e  '1   citrino. 

*  SOPPEDANEO.  Tavolato  di  legno, 
su  cui  si  posano  i  piedi.  Cas.  Jmpr. 
Fuori  della  quale  si  posero  a  sedere  H. 
Arcivescovo  sul  faldistorio,  sopra  un  sup- 
pedaneo.   (A) 

SUPPEDIANO.    Ved.     SOPPIDIANO. 

SUPPELLETTILE.  Arnesi,  Masseri- 
zie. Lai  supellex,  Gr.  xaTai/tyi'.  Dav. 
Scism.  65.  Non  ancor  pieno  di  tanti  da- 
nari e  gioie  ee.  ,  e  tanta  suppellettile 
preziosa.  Cor.  letL  2  146.  Voler  pit- 
ture, sculture,  cose  tutte  di  nobil  dise- 
gno,   e   suppellettili   di    casa  preziose. 

g.  Per  metaf.  Lat,  supellex.  Gr.  «a- 
raffxguyi'.  Segr*  Fior.  Princ.  lett.  Non  ho 
trovato,  tra  la  mia  suppellettile ,  cosa  la 
quale  io  abbia  più  cara,  o  tanto  itimi  , 
quanto  la  cognizione  delle  azioni  degli 
uomini  grandi.  ^  Salvin.  Pi-os.  Tose. 
voi.  I.  pag.  472.  (  ì'en.  1734  )  Che  pre- 
ziosa suppellettile  di  cogniaioni  e  varie  . 
e  multiplici .  le  quali  fanno  apparire  )' uo- 
mo   maravi(;lioso,   ec.    iB) 

*  SUPPEIiIRE  .  Sopperire  .  Ambr. 
Furt.  I.  l.  Che  s*  ha  a  fare  ?  supperi- 
remo  col  tenerla  bene,  e  col  farle  vea- 
zi.  (A) 

*  SUPPLANTARE.  ;'.  L.  SoppioA' 
tar-e.  Mor.  S.  Creg.  2.  l6.  GiacoUx  si 
sforzò  di  supplaolare  con  la  uccisione  del- 
la carne  quel  Dio,  il  quale  il  popolo  geo* 
lite  certamente  vide  con  gli  occhi  deUa  fede 
(  Lai.  supplanlare  ,  dar  il  gamt>etto.).  (f'J 

*  SUPPLANTATORE.  ì'erbal.  masc. 
Colui  che  dà  il  gambetto  .  Mor.  S.  Greg. 
2.  16.  Giacobbe  è  interpretato  suppUnU- 
lorc.    fFy 

«  SUPPLEMENT0.5Mpp/imf/itó.  Seni. 
Stor.  i.  40.  Della  quarta  (  nave  j  ec,  so- 
lamente per  portare  le  veituvaiibe  per 
supplemento  dell'  altre,  fu  capiUno  Con- 
salvo, ec.  f/'j  Segner.  Pred.  Pai.  Ap. 
l3.  5.  La  lezìon  frequente  è  l'altro 
supplomeolu  alla  scirob*  debuie,  suggeri- 
to da  S.  Ambrogio  a  quaLivoglia  ELcde- 
siasiico   meno   dolio.   (TC) 

«  SUPPLENTE.  Che  supplisce.  Bémv. 
Celi.  I  it.  3.  221.  Con  tulle  le  diligen- 
ze che  piumelte  1'  arte,  hanno  vista  ,  e 
misurata  la  della  casa,  e  dato  di  poi  la 
loro  falla  slima  al  supplente  magistra- 
to. (C) 

SUPPLICA.  Memoriale,  o  Scrittura, 
per  la  quale  si  supplicano  1  superiori 
di  tfualche  grazia.  Lai.  libellus  aupplex, 
Gr.  Ci  >;ii».  Tac.  Dav.  Ann.  I.  l35. 
Fanno  scgrelam'-ute  una  supplica  in  no- 
me degfi   eserciti,    pregano  Io  imperadore. 


qu, 


andò    voleva  dar   loro   un    Genera- 


le, gli    desse  prima    le  trionfali. 


S  U  F 

*  §.  Pariar  per  supplica,  l'.  PAR- 
LARE,   §.    VII.    CO 

:?  SLPPLICABILE.  ^dd.  Degno  d' es- 
sere supplicato.  Sah-i/t.  Inn.  Orf.  Or 
Dea,  reioa  supplicabil  moltOj  A  te  lo  |)re- 
«0.  (A) 

*  SUPPLICANTE  .  Che  supplica . 
Lai.  supplex.  Gr.  ìrÌTta.  Car.  t.n.  12. 
l5ll.  Allor  gli  occhi  e  la  dc&lra  Alzao- 
do  in  atto  umilmcDte  rimesso  £  suppli- 
cante,  ec.   (B) 

*  §.  K  in  forza  di  siist.  Ar.  Fur.  IQ, 
l3.  In  questo  lueuo  un  cuvalier  vili»- 
no.  Avendo  al  suo  Signor  poco  rispetto. 
Feri  culi  una  lancia  sopra  niaoo  Al  sup- 
plicante il  delicato  petto.  ( B/  òegntr.  l  rist. 
instr.  3.  34-  8.  Come  sarebbe  possibile 
che  la  divina  piet^  non  si  piegasse  a  tante 
VOCI  concordi  di  supplicanti  T  (') 

SL'PPLICA>TEMENTE..-/iicr/..  *$■«;)- 
plichfsolmente.  Lat.  suppliciter.  Gr.  iJte- 
«tA»;.  Fr.  Ctord.  Fred.  /.*.  In  quelle  di- 
sgrazie supplicautemente  si  volgono  ali* 
aiuto  de'  »anti. 

3  SUPPLICARE.  Pregare  umilmente 
e  affettuosamente  o  a  i'oce,  e  per  iscrit- 
Utra-  Lat.  supplicare.  Gr.  t/.eTejìiv.  But. 
Supplicare  è  sotto  altrui  se  piegare,  sicché 
supplicare  è  con  umiltà  pregare.  G.  /  . 
10.  70.  3.  Fue  isposto  dinanzi  a  lui  ,  e 
supplicato  eh' egli  procedesse  sopra  al  detto 
Iacopo  di  Caorsa.  Dant.  Par.  i5-  Ben 
supplico  io  a  te,  vivo  topazio,  Che  questa 
gioia  preziosa  iugemmij  Perchè  mi  l'acci 
del  tuo  nume  sazio.  Cas.  ìctt.  5.  Suppli- 
co V.  M.  che  si  degni  di  udirlo  con  la 
sua  benigniti  solita. 

*  §.  1.  Supplicare  a  uno,  vale  lo  stesso 
che  Supplicar  uno,  «•  iV-  /  .  1.  29.  Fu  sup- 
plicato al  Papa  ,  che  nel  prossimo  futuro 
cinquantesimo  anno  la  Chiesa  rionuvel- 
lassc  generale  perdono  a  Roma  ".  Cuicc. 
Stor.  j.  l56-  Sup[iLco  al  padre  e  agli  al- 
tri cardinali,  che  ec.  gli  concedessero  la 
facoltà  di  lasciar  la  dignità,  e  l'abito.  Lai-, 
Scism.  00.  L'  altro  giorno  supplicarono 
alla  Reiua  e  Re,  che  per  loro  intercedes- 
sero a  ottener  perdonanza.   (Cj 

^  g.  II.  E  unito  alla  particella  A  pre- 
cedente all'' infinito.  Car.  lett.  52.  E  la 
supplico  a  prestargli  Tede.  Bed.  lett.  ^. 
Supplico  la  sua  ^ornma  bontà  a  gradire 
questo  riverente  ossequio,   f  C) 

^  g.  III.  E  colla  particeJla  DI.  Cuicc. 
Stor.  6-  203.  E  benché  i  fiorentini  ec. 
supplicassero  di  alcuna  dilazione,  perse- 
vero ostinatamente  nella  medesima  sen- 
tenza. Pros.  Fior.  Sahin.  lett.  !^.  2.  283. 
Avevano  sapplicato  il  Papa  di  poter  dir 
1*  ufizio  divmo  in  Greco.  (Cj 

^  g.  IV.  Supplicare  alcuna  cosa,  per 
Dimandarla.  Frane.  Sacch.  no\'.  35.  ///. 
Un  chericone  ec.  vuole  ec.  supplicare  di- 
nanzi a  papa  Bonifazio  un  benefizio.  (ì'j 

«  SUPPLICATO.  Sust.  Per  la  Cosa 
dimandata.  Pav.  Scism.  34-  (  Comin. 
1754  )  Ogni  falso  esposto  vizia  Ìl  suppli- 
calo (  parla  della  supplica  per  la  dispen- 
sa d'  Jmgo).  (Fj 

SUPPLICATO.  Jdd.  da  Supplicare. 
Buon.  Pier.  2.  3.  8-  De'  cavalier  cortesi 
Quai  certo  siete  voi,  desiderati,  Richiesti, 
supplicati^  Convengonsi  i  consìgli.  E  3-  4- 
l4>  Invitato,  pregato,  supplicato.  Violen- 
tato. 

*  §.  Per  Chiesto^  Invocato.  Guicc.  Stor. 
%.  396.  Aveva  con  ardentissimi  preghi 
supplicato  r  aiuto  suo  contro  al  Re  di 
Francia.  /Z> 

*SCPPLICATORE.  Verbal.masc.  Che, 
o  Chi  supplica,  Segr.  Fior.  lett.  1.  Il  quale 
abbiamo  fatto  nostro  suppUratore  a  quella 
e  a  lui  ogni  liberta  di  trattar  questa  cau- 
sa   conceduta.  (  C) 

SUPPLICATORIO.  Add.  Che  supplica. 
Atto  a  supplicare.  Lat.  supplicatorius. 
Vocabolario  T.  il. 


S  U  P 

Gr.  tx^oto;-  G.  /'.  12.  108.  3.  La  pre- 
sente orazione  ec.  si  divide  in  tre  parti: 
la  prima  è  racconiaiidaloiia  e  otVeriluria, 
la  seconda  narratoria  e  supplicatoria ,  ta 
teiTa  confutatoria. 

•f  *  SUPPLICATRICE.  Verbal.fem. 
Che  supplica.  Segner,  Incr.  X.  3.  5.  Posto 
al  tormento  tli  qualche  dolore  insolito  ec, 
vedrete  subito  come  il  contumace  si  vol- 
gerà ad  invocare  il  braccio  di  qualche 
Nume,  ec,  mostrando  al  pari  con  la  sua 
lingua  ,  o  supplicatrice  o  sacrilega^  che 
egli  errò  ec.  (A) 

SUPPLICAZIONE.  Il  sujtplicare ,  Pre- 
ce .  Lai.  supp/icatio.  Gr.  i/£5c'a.  Bocc. 
Jntrod.  5.  In  quella  non  valendo  alcun 
senno,  ne  umano  provvedimento  ec  ne 
ancora  umili  supplicazioni,  non  una  volta, 
ma  molte,  ec.  a  Dio  fatte  dalle  divote 
persone.  *  Imperf.  V.  Tib.  D.  3-  T".  12. 
l35.  Come  le  cose  sacre  più  venerazio- 
ne acquistano  ce.  esposte  talvolta  con 
luminosi  ornamenti  alle  supplicazioni  de' 
devoti.  (Fj 

f  g.  I.  Jn  vece  di  Scrittura,  per  la  quale 
supplichevolmente  si  chiede  alcuna  gra- 
zia a'  superiori  j  il  che  più  comunemen- 
te diciamo  Supplica  ,  o  Memoriale.  Lat. 
libellus  supplex.  Gr.  oa'vj^i?  .  Pecor. 
g.  3.  nov.  I.  Fecegli  segnare  tutte  le 
supplicazioni  sue.  Frane.  Sacch.  noi-.  35- 
Gli  fece  fare  una  supplicazione  per  im- 
petrare alcun  beneficio.  E  appresso  :  Lo 
Cardinale  trovò  la  supplicazione  ;  e  da- 
tagliele ^  il  menò  dinanzi  al  Papa.  E  ap- 
presso :  Come  il  Papa  ebbe  la  supplica- 
zione, la  lesse,  ec. 

•S  g .  j  I .  Supplicazione.  Term .  degli 
Storici  romani.  Preghiere  pubbliche  or- 
dinate dal  Senato  in  certe  occasioni  im. 
portanti,  acccompagnate  da  cerimonie  e 
riti  particolari.  Jn  questo  senso  non  s" 
usa  fuorché  nel  numero  del  più.  Bocc. 
C.  D.  Non  si  saprebbe  a  quale  delle  Dei- 
tà ordinare  i  sacrificii  debiti  e  le  suppli- 
cazioni. Adim.  Pind.  1  rami  dell'  oleastro 
si  usassero    nelle  supplicazioni.  (J) 

SUPPLICE.  Add.  Supplichevole.  Lat. 
supplex.  Gr.  l'xEcio;.  Ftr.  As.  iSp.  Pre- 
gato dalle  pietose  parole  della  suppUce  e 
afiànnata  tua  donna,  consentile  il  frutto 
de'  sirocchievoli  abbracciamenti.  E  15^. 
Soccorri  alla  passionata  anima  della  tua 
supplice  Psiche.  Tass.  Ger.  3.  II.  Traean 
supplici  e  mesti  alle  meschilc. 

SUPPLÌ  CEMEiNTE.  Avverb.  Supplì- 
chevolmente.  Lat.  suppliciter-  Gr.  txscri'w;. 
liamm.  1.  102.  Quanto  più  supplice- 
mente  posso,  la  vostra  pietà  invoco.  ''.' 
/.li'.  Pec.  4-  proem.  Il  quale  io  suppli- 
cemente  priego.  (Cj 

SUPPLICHEVOLE.^  Add.  Che  suppli- 
ca. Lat.  supplex.  Gr.  t/s'cio;.  Tass.  Ger. 
3.  25.  Vuol  eh'  ella  sappia  eh'  un  prigion 
suo  fere.  Già  inerme,  supplichevole  e  tre- 
mante. ','  Cuicc.  Stor.  4.  34.  Scrisse  ma- 
dama la  Reggente  ec.  a  Cesare  lettere 
supplichevoli  e  piene  di  compassione.  (L) 
Accad.  Cr.  Mess.  lib.  1.  png.  88.  Era 
egli  di  parere  che  in  quelle  formalità,  le 
quali  formano  il  carattere  di  superiore  , 
non  v  entri  mai  dispensa,  ne  che  si  deb- 
bano soffrire  inavvertenze  nel  rispetto  di 
chi  viene  supplichevole,  ec.  (B) 

^  §.  Detto  di  Processione.  Bemb.  Stor. 
10.  iSp.  Ordinarono  Ì  Padri,  che  suppli- 
chevoli procesb-ioni  si  facessero.   (  f  j 

•f  SUPPLICHEVOLMENTE,  e  SUP- 
PLICHEVOLEMENTE.^wier/..  Conmo- 
do supplichevole.  Con  supplicazione.  Lat- 
suppliciter.  Gr.  l'/e-jt'w;.  Fiamm.  1.57. 
lo  supplichevolmente  per  questo  vecchio 
petto  ec,  dal  quale  tu  prima  li  nutritivi 
alimenti  prendesti,  ti  prego  che  tu  me- 
desima t'  aiuti.  Serd.  Stor.  Ind.  16.  644 
Impetrasse  suppUchevolmeote  dal  sommo 


S  U  P 


I407 


Vicario  di  Cristo  nostro  Signore,  che  des- 
se li>r(i  autorità.  /■'  l6.  652.  Invocarono 
supplichevolmente  l'  aiuto  della  beata  Ver- 
gine. *  Bemb.  Stor.  9.  l36.  Suppliche- 
volemente  ne  addimandavano  perdono.  (  V ) 
Car.  in.  8.  2iy.  Pria  che  tu  m'  affidi, 
Poblu  ho  me  stesso  e  la  mia  vita  a  ri- 
schio, E  supplichevolmente  alla  tua  casa 
Ne    son  venuto.    (B) 

t  SUPPLICIO,  e  SUPPLIZIO.  Pe- 
na, Castigo  corporale  imposto  a'  maljat* 
tori  dalla  giustizia.  Lat.  suppltcium  , 
poena.  Gr.  rip-Oifia..  /,occ.  nov.  y6.  16. 
Qual  tradimento  si  commise  giammai  più 
degno  d"  eterno  supplicio,  che  saria  que- 
sto ?  G.  J'.  IO.  2^0.  2.  Cosi  dicea  ec.  e 
la  pena  e  'l  suppUcio  essere  imperfetti. 
Fir.  As.  76.  Avvegnaché  maggior  sup- 
plizio merita  il  mio  peccalo.  Circ.  Geli. 
3.  72.  Come  può  farsi  questo  ec,  se  uon 
con  pene  gravissime  e  con  suppHzi  tanto 
crudeli  per  ispavento  de'  malfattori  ?  Ar. 
Fur.  l'i.  3.  Bench'io  sia  certa,  dice,  « 
cavaliero,  Ch'  io  porterò  del  mio  parlar 
supplizio  PC,  Pur  son  disposta  non  ce- 
larti il  vero.  ^  I.or.  Med.  Beon.  3. 
l6o-  Ed  ha  apparalo  che '1  maggior  sup- 
plizio, Che  avesse  in  terra  il  nostro  S  j- 
vatore,    E    quando  ec.    (Bj 

g.  Supplicio  estremo,  vale  la  Morte. 
Lat.  extremnm  suppltcium.  Gr.  Es^sfTV] 
7ip.(tipix.  Amet.  64-  Quasi  dal  pessimo 
fiato  della  sua  bocca,  condotta  ad  estremo 
supplicio,    gì' impungo    silenzio. 

SUPPLIMENTO.  il  supplire.  Lat.  sup- 
plemenlum.  Gr.  Tì>y;';w/Jia.  Fiamm.  7.  60. 
Questo  uno  solo  e  ultimo  a  tutti  gli  al- 
tri dia  sup[jlimento.  Petr.  Uom,  ili.  E- 
rano  stati  dati  a'  cavalieri  per  supplemen- 
to   della   disciplina    dell'  armi. 

3  SUPPLIPiE.  Adempiere,  Sovvenire  al 
difetto.  Lat  supplere.  Gr.  ai>7^0jv.  Bocc. 
nov.  69.  5.  Ho  per  partito  preso  di  volere 
ec  che  il  nostro  Pirro  co'  suoi  abbraccia- 
menti gli  supplisca.  Filoc.  6.  181.  Io  con 
nuova  noia  supplirò  al  difetto.  Mor.  S. 
Greg.  3.  8-  Io  supplisco  nella  carne  mia 
a  quel  che  manca  delle  passioni  di  Cristo. 
But.  Purg.  9.  2.  La  fede  sua  supple  lo 
defetlo  del  sacerdote.  Agn.  Pand.  12.  Se 
siete  stati  in  cosa  alcuna  negrigenti ,  alla 
quale  possiate  per  allora  rimediare  ,  su- 
bito vi  supplite. 

sJ^  g.  I.  Supplire  ad  un  servigio ,  per 
Bastare  a  farlo.  Lasc.  Sibili.  2.  5.  Voi 
siete  tre,  due  serve  ec,  e  non  supplire- 
te  a  un   po'    di   cena?  (l'j 

-1=  g.  II.  Supplire  a  un' obbligazione,  o 
simile,  vale  Soddisfarla.  Guicc.  Stor.  7. 
3o7-  Dei  quali  (danari)  essendo  piuttosto 
dissipatore  che  spenditore  ninna  quantità 
bastava  a  sup|iltre  a'  bisogni  suoi.  E  18. 
77.  Scusandosi  i  Veneziani  ,  che  suppli- 
vano alla  loro  obbligazione  con  le  genti 
che   tenevano    nel   Ducato    di  Milano.  (  C) 

^  g.  III.  Per  Bastare,  Provvedere. 
Cuicc.  Stor.  2.  iSj.  Né  il  sussidio  pecu- 
niario che  gli  avea  promesso  la  dieta  era 
tale  che  potesse  supplire  a  una  minima 
parte  della  voragine  della  guerra.  (L) 

SUPPLIZIO,    l  ed.  SUPPLICIO. 

•f  ì:?  supponibile.  Add.  che  può 
supporsi.  Accad.  Cr.  Mess.  lib.  4-  p^g- 
435.  Quando  fosse  supponil)ile  in  Cor- 
te's  una  trasruraggioc  di  questa  sorta  ,  è 
indubitato    che   costoro  ec.  (A, 

SUPPORRE.  Presupporre.  Lat.  poncre, 
dare.  Gr.  vTiCTi'&SffSat.  S.Agost.  C  D. 
Suppon;;asi  però  che  luppiter  sia  a  modo 
loro  animo  di  questo  mondo.  ^  Bellin. 
Lett.  Uom.  Jll.l.  244  Parlo,  come  V.  A. 
conosce,  supponendo  che  debbano  conti- 
nuar quest'  anno  le  medesime  turbolenze 
dell'  anno  passato.  (C) 

§.  I.  Supporre,  per  Metter  sotto.  Tass. 
Ccr,  10-  26.  Altri  suppor  le  fiamme  ,  e 
l83 


1458 


s  u  P 


il  Tolgo  misto  D"  Arabi  e  Turchi  a  un 
foco  ardere  hi  viilo  .  -r  March.  Luir. 
6-  1  consanguinri  stessi  Puaeim  con  alte  e 
spaveotusL-  grida  Su  i  roghi  altrui.  Vi 
supponeaa  le   ani^nti  Faci.  (?*t 

"iè  §.  II.  Supporre,  vale  anche  Credere, 
Reputare.  Bert.  Giamp.  io4-  Se  non  che 
avendooe  discorso,  mi  suppongo  con  chi 
vi  dovette  caritativamente  avvertire  a  ne 
men  nominarlo,  voi  ora  ec.  avete  qui  vo- 
luto prender  quest*  occasione  di  nominar- 
lo per  baia.  (C)  Segner.  Sent.  Graz.  l8.  | 
Quando  ancora  quest'  uomo  fosse  tale  , 
quale  il  suppongono  quei,  che  laggiù  lo  ! 
maledicono,  non  conviene  a  te  maletiir- 
lo.  (TCj  _  ' 

§.  Ili-  Per  Porre  in  luogo  d'  altri. 
Scantinare.  Lai.  supponere.  Ar.  Snpp. 
prol.  Che  talora  i  fanciulli  si  suppongano 
A  nostra  etade,  e  per  addietro  siano  Sta- 
ti non  meno  più  vulli-  bupposili.  Oltre  che 
voi  r  aliliiatc  nelle  fabule  Veduto,  e  letto 
Dell*  antiche  istorie,  Forse  è  qui  alcuno 
che  in  cspcrienzia  L*  ha  avuto  ancor:  ma 
che  li  vecchi  siano  Similmente  dai  giova- 
ni su|iposiU,  Nuovo  e  strano  vi  dee  parer 
certissima-Mente  ;  e  pur  anco  Ì  vecchi  si 
suppongono.  *  Corsia.  Torracch.  i5.  l5. 
Già  si  pensò  ec.  Supporre  al  di  lei  parlo 
una  bambina.  (N) 

f  ::=  SUPPORTARE.  Lo  stesso  che  Sop- 
portare, ma  meno  usato.  Semb.  Star.  L.  57. 
Essi  non  sono  per  supportare  che  alcuno 
lievi  del  regno  suo  un  Re  loro  paren- 
te, (l'j 

1  SUPPOSITIVO.  Jdd.  Che  jti  suppo- 
ne, ì'arch.  Lez.  5.  Queste  sì  manifesta- 
no ec.  con  alcun  sillogismo  ippotelico,  cioè 
suppositivo. 

^  g.  J  ale  anche  Che  si  pospone,  Po* 
spositivo.  «  J'arch.  Ercol.  x65.  In  molte 
cose  sono  diversi  dagli  articoli  grecij  cosi 
prepositivi,   rome  suppositivi   »  .    (X) 

SUPPOSITIZIAMENTE.  Awerb.  In 
cambio.  Lat.  supposititìe.  Gr.  y7rOj5i»;'To;. 
Pecor.  g.  20.  nov.  l.  Son  ricorso  alla  co- 
mune legge,  la  quale  vuole  che  i  6gliuo- 
lì  sieno  Don  di  quelle  che  suppositiziamen- 
te gli  allevano,  ma  delle  madri  proprie. 

'f  ^.:  SUPPOSITIZIO.  Add.  Che  si 
suppone  j  ed  è  singolarmente  aggiunto 
dato  a  Parto  che  si  crede  di  un  padre, 
ed  è  di  un  altro.  St'gner.  Incr.  I.  25.  17. 
Attrìbui»coDO  essi  alle  stelle,  quel  parto 
Aupposilizio,   ciò  che  è  del  sole.  (A) 

■J-  SUI»POS1TO.  .-/(/(/.  Supposto.  Buon. 
Firr.  l.  2.  2.  Data  I.»  volta  taciti  a'  ri- 
medi Legittimi ,  provati ,  é  razionali.  Gli 
adultt^rini    accettano  ,  e  suppositi. 

SUPPOSITORIO.  Sust.  Cosa  da  por 
.tatto.  Supposta.  Lat.  suppositorium.  Gr. 
J:roTi9!JV.  Cr.  5.  a.  l3.  Anche  vale 
(  l*  olio  (ielle  mandorle)  a  provocare  i  me- 
atrui.  se  se  ne  farà  suppositorio  con  trifora 
magna.  K  6.  9.  2.  Dì  quella  e  d*olio  co- 
mune si   farcia  suppositorio. 

SUl'POSr/.IONE  .  !l  supporre,  Sup- 
posto.  Lat  hypothesis,  nrj;umt'ntum,  po~ 
.fitto.  Gr.  JTrossìii^.  /tut.  pp.  Si  richiede 
di  manifestar  tre  cose  principalmente,  cioè 
le  cagioni,  e  appresso  la  numinaiionc,  e 
poi  la  supposiiion  dell'  opera  f'arch. 
Lez.  5.  Questi'  si  chiamano  iupposìzinni, 
le  quali  si  concedono  nt-lle  scirnie,  »■  ma>- 
Mmamente  nelle  naturali,  che  ec,  non  pos- 
sono  avere  Ir  dimustraiionì  inatcìnatiche, 
rioè    ccrtbsime. 

SUPPOSTA.  }ffdicamento  solido,  fat- 
to rt  cuisa  di  randtlotlo,  che  si  mette /ter 
fa  parte  deretana  per  mucxrrv  gli  escre- 
menti. Lat.  suppositonum,  glans.  Gr- 
fioc>av9;.  Cr.  6.  91.  a.  Ma  se  uddivr- 
niatc  per  vitio  dell»  budella  di  sotto,  si 
farcia     supposta    delta     sua  polvere     f  del 

ftsdioh    Hed.    Annot.    Pitir.  20O.    Sicromr 
a  cura,  u  >uppost.i,   \ieu   chiamata  spera, 


S  U  P 

per  essere  un  volgolo;  cosi  po»$ono  es- 
sersi dette  spere  quei  fasci  legati  e  avvolti, 
che  si  gittano  in  mare  per  arrestare  e  rat- 
tenere  la   nave. 

SUPPOSTO.  Sust.  Supposixione,  Pre- 
supposizione, Il  presupposta.  Lii.positio. 
Gr.  ■jTs'àcsi^.  Sagg.  nat.  esp.  190.  Vuul 
esser  gran  cosa,  che  non  ne  dia  de'  bar- 
lumi, o  non  discopra  intorno  ad  essa  la 
faUilà  di  qualche  contrario  supposto.  # 
Impcrf.  r.  Tusr.  l).  16.  T.  2.  363.  Ma 
con  tal  supposto  mi  sembra  più  facile  a 
riov(>nÌre  qualche  cagione  dejfli  ìaBu»sÌ 
celesti  sopra  la  terra.  E  V.  Alh.  D.  3. 
T.  9.  107.  Io  avanzerò  il  mio  favellare 
con  questo  supposto,  o  vero,  o  falso  eh* 
egli  sia.  (F) 

'■•  g.  Per  Essere,  Individuo.  Segner. 
Mann.  Die.  3l.  2.  In  Cristo  una  tal  na- 
tura (divina)  ec.  sussiste  da  se  nella  per- 
sona di  lui.  come  in  un  supposto  umano 
insieme  e  divino.  Ne'  giusti  una  tal  na- 
tura ec.  gli  truova  già  sussistenti  nel  lo- 
ro supposto  compito  di  uomini  puri.  (E) 
SUPPOSTO.  Add.  da  Supporre.  Lat. 
suppositus,  positus-  Gr.  uTTSTtsit?.  Gal. 
Sist.  221.  Proposizione  anco  un'  altra  vol- 
ta da  voi  supposta  per  vera,  ma  non  di- 
mostrata. #  Segner.  Sett.  Princ.  Dichiar. 
Op.  Non  altro  sono  che  sette  principti 
falsi,  ma  supposti  dal  Direttor  come  in- 
dubitaU.   (TC) 

SUPPBESSIONE.  //  supprimere.  Lai. 
supprcssio.  Gr.  «TTo'xpu^f't;,  Guicc.  Stor. 
'9  795-  Furono  segretissimamente  ,  e  con 
suppre&sìone  de'  nomi  veri,  fatti  consi- 
gli ec. 

*  SOPPRIMERE,  r.  L.  Celare,  Oc- 
cultare .  Lat.  supprimere  ,  occulere  .  Gr. 
aTro/sj'rrTsiv.  Il  J'ocabol.  alla  E.  SUP- 
PBESSIONE. {•) 

*  SUPPURABILE.  Add.  Term.  de' Me- 
dici .  Atto  alla  suppurazione.  Del  Papa 
Cons.  Allora  le  parti  tumide  sono  in6am- 
mabili   e  suppurabili.  (A) 

*  SUPPURAME.NTO  .  Suppurazione  . 
Lat.  maturatio,  suppuratio.  Gr.  e/~-j»l- 
5t;  .  Red.  Cons.  2.  83.  Richiedmio  la 
manuale  operazione  ,  a  6nc  di  farne  1'  e- 
strazione  ,  prima  che  giungano  al  suppu- 
ramento.   (") 

*  SUPPURANTE.  Term.  de' Medi- 
ci. Digestivo,  Suppurativo,  Maturattvo. 
Cocch.  lìagn.  Il3.  S'intende  come,  ac- 
crescendo r  afflusso  e  il  moto  e  il  calore 
e  le  forze  vitali  ,  possano  queste  istirsse 
acque  internamente  servire  di  suppor.into 
e  maturante  medicamento,  o  almeno  ec.  (B) 

*  SUPPURARK.  Term.  de'Medici.  /V- 
nire  a  .ruppurazione  j  e  dicesi  di  tumori ,  o 
cose  simili.   fA) 

*  SUPPURATIVO.  Add.  Term  de' 
Medici .  Atto  a  promuovere  suppurazio- 
ne. (Ai 

9  SUPPURATO.  Add.  Ridotto  a  sup- 
purazione. Lat.  suppuralus .  Gr.  l/.Tuiì- 
o^St'v   //  Eocahcl.   alla    E.   VOMICX.    (') 

^  %■  E  tn  l'orba  di  sutt.  per  Marcia  . 
Buon.  Fier.  ^.  I.  I.  Abbiasi  cura  Di  mo- 
do si  che  chi  per  piaghe  immonde  Fetido 
laogue,  e  *l  suppurato  versa  Con  color  non 
si  mc»coli  ec.   {St 

?  SUPPURAZIONE  .  Maturazione  di 
tumore.  Lat.  maturatio  ,  suppuratto.  Gr. 
fXTv'rni;.  Rrd.  t^onx.  2.  60-  Fu  vorpreio 
m  prima  da  una  fiera  r  dolriili»kima  go- 
norrea di  diverko  r  brutto  cob»re,  e  poscia 
da  due  bulM'DÌ  ncll*  an^umagha  ,  ì  quali 
vennero  a  suppurazione.  E  178.  Si  è  ot- 
tenuti) fino  a  qui.  che  regilopc  a  ptM-n  a 
poi-o  ed  in»rn>il>ilni('nlc  è  svanito  senza 
venire  a  suppuraaione.  (*) 

*f  *  SUPPUTAHE.  Raecùrre  1  nume- 
ri ,  Sommare.  Magai,  part.  I.  Irtt.  10. 
Noi  jbliiaiutt  una  con  p«tca  pratìct  rr.  ,  e 
siamo  m  un'  ignoranza   cosi  profonda  ec 


S   C  P 

del    loro    modo    di    supputare    i    tempi  . 
ec.   ^A) 

*  SUPPUTAZIONE.  Calcolo,  Cam- 
puto  ,  Somma  .  Calti.  Sist.  2iL.  Fatta 
questa  ingegnosissima  e  esquisiti*sima  sup- 
putazione  dimostra  che  un  grave  cadente 
di  lassù  consumereblie  a>sai  più  di  tei 
giorni  p^r  arrivare  sino  al  centro  della 
terra  .  iS}  Mafial.  pari.  I.  lett.  12.  Ni 
gli  astronomi  nelle  nipputazioni,  oè  i  me- 
dici nelle  dottrine,  ne  i  politici  nelle  mas- 
sime si  trovano  d'  accordo  .  E  part.  2. 
lett.  8  Ora  vi  par  egli  che  la  durata  di 
circa  undici  secoli  in  questa  legge,  e  l'es- 
sersi ella  distesa,  come,  secondo  le  più  ag- 
giustate snpputazioni.  si  trova  euer  in  oggi, 
per  la  sesta  parte  del  mondo  conosciolo, 
sia  da  contarsi  ec.  fA) 

SUPREMAME!>iTE.  Awerb.  Somma- 
mente. Lat.  .fummopere ,  magnopere,  mi- 
rum  in  modum.  Gr.  jTrEpÉsiiy w;.  Cor. 
lett.  1.  l!\(ì.  Il  Reverendissimo  Gonzaga 
m'  ha  fatto  grazia  di  mandare  un*  altra 
sua  in  mia  raccomandazione,  la  quale  ra* 
è  slata  supremami-nlc  cara.  ^  E  lett.  To- 
rnii. 98.  Questo  sarà  de'supremi,  e  ne  le 
Saro  supremamente,  e  immortalmente  ob- 
bligato.  (C) 

f  SUPREMO.  Add.  Eminentissimo , 
Quello  che  e  il  più  alto ,  Quello  che  è 
sopra  ad  ogni  altro  nel  suo  genere,  o  nella, 
sua  specie.  Lai-  .tupremus.  Gr.  J^s'^Ta- 
Toz.  hard.  Par.  i3.  E  fosse  il  cielo  in  sua 
virtù  suprema.  A' 27.  E  tale  eclissi  credo  che 
*n  ciel  fue.  Quando  patì  la  suprema  Possan- 
za. Vetr.  canz.  t\2.  6.  Le  parti  supreme  era- 
no avvdlte  d'una  nebbia  oscura.  Bocc.  nov. 
c^.  .^6.  La  qual  mai  da  me  in  si  supre- 
mo  grado  non  fu  meritata. -'.=  ì'arch.  Star. 
q.  266  II  cappuccio  nel  fare  onore  ,  o 
riverenza  a  qualcuno  non  sì  cava  mai,  se 
non  al  supr*'mo  magistrato.  (C)  Ang.  Met. 
X.  81.  L'acqua  anco  il  giunge,  eì  si  sostien 
col  braccio  Al  più  supremo  ramo,  e  non 
gli  vale.  E  2.  t36.  Dal  più  supremo  ciel 
Febo  avca  vi>to  Tutti  il  caldo  fuggir  del 
mezzo  giorno.  (  H) 

•f  *  §.  I.  Supremo,  talora  vale  Ultt- 
moj  alta  latina,  fìocc.  Lett.  Fiamm.  pag. 
39.  (Parma  l!*Ol)  Questa  una  sola  cosa 
IM-r  supremo  dono  addimando  (questo  pare 
il  senso  ).   (Et 

f  <=  ^^  II.  /-'  ora  suprema,  vale  L'ora 
della  morte.  Tass.  Ger.  Conq.  18.  35. 
Talché  Arifon  fu  da  improvvisa  tema  Mos- 
so invano  a  fufigir  1*  ora  suprema.  ( P) 

tf  §.  111.  in  supremo  grado ,  modo  av ■ 
verf'iale ,  che  signifira  E^*tremamente  . 
Earch.  Stor.  9.  267.  Sono  ingrati  .  sono 
invidiosi,  sono  maligni,  e  malvagi  in  su- 
premo  grado.   (C) 

f  SUR.  Sor,  Su,  Sopra.  E  hom  si  po- 
ne se  non  innanzi  a  parola  primeipiantr 
da  vocale  .  Lat.  super .  Gr.  UTcp.  «»  - 
Cr.  IO-  33.  5.  La  cui  parte  di  snWo  sia 
sur  un  ba«Ionrello  piccolo.  Tesorett.  tir. 
Vidi  uno  sndaio  Sur  un  molello  baio  qut 
la  tlamfo  di  Etrense  182^.  cap.  2.  pof. 
14  ''fìri'  Invonlra»  uno  sfoUio  Sovr'  un 
muletto  baio),  t^av.  Colt.  16^.  MeUivi 
buona  parie  dr'  ra»pi  triti  lK>ne  e  battuti 
in   sur   un'  asse   col   coltrilo. 

^  SL'KA  .  Osso  della  gamf>a.  Imperf. 
Anat  182  L'  altro  osso  detto  fibula  ec 
chiamasi  an*  he  sura,  canna  minore,  e  focil 
minore.   (Eì 

5:  SURALE.  Adi.  Term.  degli  Amato 
mirt  .  Agì:iuHto  d'  una  delle  dtramaùcnt 
del  tronco  inferiore  della  i-cnrt  cava.  Im- 
perf. Anat.  o^\\.  Il  quinto  ramo  si  k  U 
vena  siiralc,  che  è  gran  vena,  e  divide»i 
in  due  mmi,  l'  uno  ekleriorr  minure,  Pal- 
Iru   interiore   maggiore.   (  F) 

USURCOLO.  /'  •/  Sortolo,  Marza.  O. 
4.  Il  7.  Poi»on*i  intomo  alla  viir  più  De- 
sti roDVcncvulmeotr    innestare  ,  0  otliina- 


SUR 

nicnlr  pcrvit-nc,  se  solamente  s'innesti  un 
MircoK)  nuovo,  rioè  marza.   (H) 

•f  V  SUHDKSOLIDO-  'let-m.  tlegli  an- 
tichi ///^ehristi .  la  quinta  podestà  del 
solido.  1  (f.  Tr.  Kesist.  z^\}.  ^el  ruiioi- 
de  culiicu  il  solido  A  11  C  .il  solido  D  B 
E  sta  come  il  >urdcsolido  A  C  al  »urdesu- 
lido  D  E  (init-ndendo-si ,  apjtri-s&o  yli  al- 
gebri>li  unlichi ,  per  surdKsolidi  le  quinte 
podestà  di  csie    linee).  lA) 

StRGENTE.  Che  surge.  Lat.  surgenSj 
nascens,  exoriens.  Gr.  etvarì'ìiwv,  tV^ut- 

flSVOi,    XaTKff>fl'7IT6»V.    ffoCC.    g.    5.    p.     1. 

Li  surj;enli  rugpi  per  tulio  il  nostro  emi- 
spcrìo  avean  fatto  rliiaio  .  V'.'  g.  8.  /'.  I. 
Apparivano  la  domenica  mattina  i  lagyi 
della  surj^cnie  Iure.  A*  J  it.  Jht/U.  227. 
Farevano  li  >uoi  occhi  due  ahliondanlis.si- 
me  rontanc  d'  acqua  surgcnlc.  Alani.  Colt. 
3.  48.  Ma  questo  adopre  alla  surgcnlc  au- 
rora . 

SURGERE,  <•  SORGERE.  Uscir  fuori. 
Levarsi,  l.al.  surgere.  Gr.  «viffTOtcSrat. 
Dani.  far.  IO.  ^cll'  ora  che  la  sposa  dì 
Dio  surpe  A  mattinar  lo  spo.NO,  perchè  1' 
ami  .  Bocc.  nOi,:  17.  6.  E  sur^iendo  già 
dalla  tempesta  cominciata  la  terza  notte 
ec,  sentirono  la  nave  sdiucire. 

§.  I.  Per  Sollevarsi.  Lat.  se  attollere. 
Gr.  e:raip55rai  .  Dant.  Zar.  9.  Si  leva 
un  colle  ,  e  Don  surge  moli*  alto  .  Tass. 
Cer,  i3.  2.  Sorge  non  lunge  alle  cristiane 
tende  Tra  solitane  valli  alla  loresla. 

§.  IL  Per  Iscaturire .  Lat.  scatere  j 
scaturirei  fluere.  Gr.  p/j^iiv.  Petr.  canz. 
3i.  4-  Surge  nel  Mezzogiorno  una  fontana, 
E  tien  nome  del  Sole  .  A  l\'i.  !\-  Chiara 
fontana  in  quel  medesmo  l)o,sco  Surgea 
d'un  sasio  .  Jant.  l  itrg.  28.  L'acqua, 
che  vedi,  non  surge  di  vena.  Borgh.  Hip. 
470.  Moisè,  percotendo  la  lerra,  fa  surger 
l  acqua. 

§.  III.  Ter  Salire.  Lat,  ascendere.  Gr. 
ay«€acv£iv.  petr.  so».  i3o.  E  tu  pur 
ria  di  poggio  in  poggio  sorgi  DÌ  giorno  in 
giorno.  Sagg.  nat.  esp.  22t>.  Accostandosi 
1'  anilira  già  stro6Data  e  calda  a  quel  iu- 
mo  che  sorge  da  una  candela  allora  !>pen- 
la,  questo  piega  subilo  alla  volta  dell'am- 
Itra  ■ 

§.  IV.  JW  Incominciare.  G.  J'.  11.  16. 
a.  Fornita  la  detta  lezione ,  surse  un  altro 
ufficio  di  maggior  heva. 

§.  V.  /er  JS'ascere ,  Derivare .  Lat. 
oriri  ,  provenire.  Gr.  i/f  i/s^Srai.  G.  V. 
7.  91.  5.  Che  ancora  ne  surge  materia  . 
Tes.  Br.  j).  4'  Mandarli  brevemente  la 
somma  di  tutto  :>uo  uBcio  a  schiarare  sì , 
che  nullo  errore  vi  potesse  surgere. 

*  §  VL  Efguratam.  M.  l'.  8-  62. 
Ingelosito  i  il  Comune  di  Firenze)  che  per 
loro  riotle  non  surgesse  allettamento  di  Si- 
gnore forestiere.  { C) 

§.  \ II.  Suìgere,  per  Fermarsi,  Pigliar 
porto  ,  Approdare.  Morg.  22.  jfig.  Snr- 
giam  pur  presto,  e  fuggiam  via  ,  fortuna. 
K  it.  160.  E  conforta  il  padron  tanto  e 
minaccia.  Che  surse  finalmente,  e  '1  ferro 
spaccia.  E st.  222.  E  rome  dentro  al  porlo 
surti  sono  ,  Rinaldo  dal  padron  fa  dipar- 
tita .  Ar.  Fur.  3o-  5.  E  perchè  sa  notar 
com'  una  lontra.  Entra  nel  fiume,  e  surge 
air  altra  liva.  *  Guicc.  Slor.  t.  5.  pag. 
2o3.  La  quale  (nave  )  surta  in  su  T  an- 
twri!,  e  dato  il  cavo  alla  fortezza  ,  già  co- 
minciava a   scaricare  le  vetlovaglie.  fV) 

t  *  SURO,  r  .  J.  Sicuro.  Lai.  tutus, 
securus.  Bell.  3fann.  60.  Kon  più  lusin- 
ghe ornai,  non  lieti  visi.  In  vista  che  al 
tornar  mi  rassicuri,  Kon  subili  sospir  son 
questi ,  e  suri ,  Non  alti  pien  di  frode  ,  o 
sguardi  6si.  fJSSj 

•f  SURRESSIONE,  e  SURREZIONE. 
Foci  meno  usate  che  Besurrezione .  Lat. 
resurreclio.  Gr.  avastaii^.  Ci.  S.  Gir. 
44-   Arele  guidardooe  alla  surressìone.  Ir. 


SUR 

/oc.  T.  3.  16.  22.  Ben  cinque  \  ohe  11  (li 
di  suirezione  Parve  ,  e  cinque  altre  sino 
air  Ascensione. 

§.  I.  Pasqua  di  Surrrssiotic  ,  si  ilice 
la  Solennità  celebrata  dalla  Chiesa  in 
memoria  della  resurrezione  di  Crtxto  . 
G.  ì  .  12.  8.  16.  Per  la  pa^qua  di  Sur- 
ressionc . 

•I^  §.  IL  Surrczionc,  vale  anche  Impelo 
inconsiderato.  Scgner.  ]\tann.  Genn.  l3.  2. 
In  due  modi  si  può  peccare:  per  disprezzo 
e  per  surreiione.  Chi  pecca  per  suirezione, 
cioè  per  inconsiderazione  o  per  impelo,  non 
pecca  si  graveaifiite  ,  ];  Seti.  17  .  2. 
Ella  sola  fra  lutti  i  santi  non  ebbe  mai 
minima  sorte  di  macchia  ,  non  intorltida- 
zione  di  mente  ,  non  ignoranza  ,  non  im- 
prudenza, non  ri^mguanza  ad  alcuna  sorte 
di  bene  ,  non  .'^uriczion  di  fantasmi  ,  non 
suggestione  di  fomile  (  lat.  subreptio  ,  da 
subrepere  ).  (J  j 

*  SURRETTIZIAMENTE.  Avverò. 
Term.  de'  Curiali  .  In  modo  surretti- 
zio.   (A) 

SURRETTIZIO  .  Add.  Aggiunto  di 
Scrittura  che  sia  falsa,  0  di  Grazia  che 
siasi  ingiustamente  ottenuta  ,  per  essere 
esposta  alcuna  cosa  non  vera.  Term.  te' 
gale.  Lat.  subreptiiius.  Gr.  "«pstCKXTOi. 
Serd.  Stor  Ind.  3.  112.  Sospettando  per 
alcuni  indizii,  che  la  patente  de'Portogbe- 
si ,  mostratagli  da'  marinali,  fosse  falsa  e 
surrettizia  .  Lav.  Scism.  23.  Che  dichia- 
rasse la  dispensa  di  Giulio  surrettizia  e 
nulla  . 

SUPREZIONE.  r.  SURRESSIONE. 
::-  SURROGAMENTO  .  Il  surrogare  . 
Segner.  J'arr.  instr.  8.  2.  Sicché  quando, 
a  cagione  del  loro  numero  ,  chiamiate  al- 
tri (figliuoli)  ad  esercitarli,  sieno  in  soc- 
corso, non  sieno  in  surrogamento,  sempre 
mal  tollerabile  a  un  padre  vero.  (ì  ) 

SURROGARE  .  Mettere  uno  in  luogo 
di  un  altro.  Lat.  siibrogare.  Gr.  Jourra- 
vat.  Ordin.  Pac.  Un  altro  al  detto  modo 
e  forma  si  debbe  surrogare  ed  eleggere  . 
Guicc.  Stor.  9.  Fu  ec.  surrogalo  in  luogo 
suo  Francesco  Carducci. 

3  SURROGATO.  Add.  da  Surroga- 
re. Lai.  sujfeclus.  Gr.  uTToxaTacraEjii';. 
Guicc.  Stor.  16.  806.  Borbone  surrogato 
anco  in  caso  della  sua  morie  veniva  a 
succedere . 

*  §.  £  in  forza  di  sust.  Colui  che  tie- 
ne le  veci  di  un  altro.  Segner.  l'arr.  instr. 
6.  2.  A  quale  bocca  fé'  Cristo  un  onor  sì 
grande  ,  di  non  la  distinguere  dalla  pro- 
pria? Lo  fece  alla  bocca  de' surrogati,  de' 
sussidiarli,  de'mercennai?  Lo  fece  alla  boc- 
ca unica  de' Pastori.  (B) 

'^  SURROGAZIONE.  Sostituzione,  Sur- 
rogamento.  Bemb.  (A) 

t  SURTO.  Add.  da  Surgere  j  Uscito 
fuora  .  Vant.  Purg.  21 .  Che  Cristo  ap- 
parve a'  due  cb''  erano  in  via  ,  Già  surto 
fuor  della  sepulcral  buca.  E  Par.  18-  E 
come  augelli  surti  di  riviera  ce.  Fanno  di 
se  or  tonda  or  lunga  schiera. 

t  g-  I.  Per  Fermo.  Dant.  Inf.  26.  lo 
stava  sovra  ""l  ponte  a  veder  surto  .  But. 
ivi:  Surto,  cioè  fermo,  come  si  dice  surta 
1'  àncora,  quando  è  fermala.  ^  Guicc.  Stor. 
t.  5.  p.  203.  La  quale  (nave)  ec.  surta 
in  sulle  àncore  ,  e  dato  il  cavo  alla  for- 
tezza già  cominciava  a  scariiarc  le  vello- 
vaglie.  (Fé)  Tass.  Ger.  i5.  il.  Poi  del 
porto  vedean  ne'  fondi  cavi  Surle  e  legate 
all'  àncore  le  navi.   (Pj 

■J-  §.  II.  Surto  di  collo  ,  parlandosi  di 
cavallo  ,  o  simile j  vale  Diritto,  Svelto  . 
/  1/.  Pitt.  94.  Fecelo  adunque  (il  cavai' 
lo)  alto  di  testa,   e   surto  di  collo. 

*  SUSCETTIBILE.  Add.  Capace  di 
attrarre  ,  e  in  se  ricevere  .  3Iagal . 
Lett .  Mi  sia  lecito  ec.  il  considerar 
1*    anima  per  suscettibile    di    piacere  e  di 


s  u  s 


1459 


f  ena  dependentcmenle  dal  molo.  Per  qual 
dr  [iloialiile  fatalità  saia  più  suscettibile  di 
qnr-sl'  inganno  l'uomo  ragionevole,  che  il 
biutalc?  /Ircad.  (Y,  ^'css.  Quel  posto, 
essendo  ferie  di  sua  natura  ,  si  rendeva 
più  suscftiibile  dogli  aiuti  dell'  arte  .  (A) 
*  SUSCETTIBILISSIMO.  .4dd.  Su. 
peri,  di  Su.vcvtt,htle  .  Magai,  lett.  La 
fiarchezza  dello  spirilo  umano,  suscettibi- 
lissimo di  ogni  più  tlclicala  impressione 
di  timore  e  di  speranza  ,  durerà  fatica  a 
difendersi  ec.  gli  spirili  un  po*delicati  son 
susceltdjilissimi  della  curiosità  e  della  pre- 
venzione. (Aj 

-::  SUSCETTIBILITÀ.  Q««//M  di  ciò 
che  e   suscettibile.  Hìa^al.   Lett.    (A) 

•f  i"  SUSCETTlVli.  Add.  Che  riCf 
ve.  Atto  a  ricevere.  Dant.  Conv.  ]85. 
Poi  quando  dire  cìie  solo  Iddio  all'ani- 
ma la  dona,  ragione  è  del  iusceltivo , 
cioè  del  suggello,  dove  questo  dono  di- 
vino discende  (  qui  inforza  di  sust.).  (•) 
*  SUSCETTORE .  Suscitatore.  Ca- 
vale. J-rult.  ling.  95.  Tu,  Iddio,  sei  il 
mio  susccllore,  Iddio  mio,  e  misericordia 
mia.  lì  )  S.  Agost.  C.  D.  17.  9.  Tu 
se' il  padre  mio ,  idolo  mio,  e  suscettore 
della    salute  mia.  ^A^ 

't  *  SUSCEZIONE.  /'.  L.  Bicevì- 
mento.  Lat.  su.tceptio,  receptio.  Gr.  k'vx- 
òi^ti,  à/coyj!.  •••  Beg.  Malr.  38.  Nola 
che  voto  solenne  si  chiama  quello  ,  che 
si  fa  per  suscczione,  o  recezione  d  alcun 
ordine  sacro.  Cj  Segn.  Polii.  7.  383. 
Ancora  la  suscezione  de  figliuoli  in  certi 
padri  verrà  quando  e'  sono  ec.  in  sul 
buono  della   età.   (') 

SUSCITAMENTO.  Il  suscitare. 
§  Per  metaf.  Lat.  ejcitatio,  motus. 
Gr.  i'yipctq,  /ivYinii.  HI.  V.  6.  61.  Al- 
lora s'  accorsone,  sanza  suscitamento  dì 
gucna,  quanto  guadagno  tornava  al  loro 
comune. 

f  SUSCITARE.  Di  morto  far  tornar 
vivo  ,  Bisuscilare  .  Lat.  suscitare,  a 
mortuis  e.ìcitare.  Gr.  lyn'peiv,  ava^w- 
yfsxv.  Tes.  Br.  2.  II.  Egli  predicò  in 
Acaia,  e  là  fu  egli  crocifisso,  quando  egli 
aveva  già  fatti  molti  miracoli  ,  come  e  di 
morti  suscitare,  e  d'altre  infermitadì  sa> 
nare.  Omcl.  S.  Ciò.  Cris.  248.  Suscita- 
va i  morti,  curava  i  lebbrosi,  e  cacciava 
le  dimonia-  Coli.  SS.  Pad.  Il  quale  susci- 
lòe  loro  il  Salvatore  ,  e  liberogli.  Dant. 
Par.  20.  Di  viva  speme,  che  mise  sua 
possa  Nei  priegbi  fatti  a  Dìo  per  susci- 
tarla. 

*  §.  I.  E  per  metaf.  Poliz.  rim.  lett. 
2o5.  Della  quale  (lingua)  non  pure  in 
quelli  due  primi  Dante  e  Petrarca  ,  ma  in 
questi  altri  ancora  ,  ì  quali  tu.  Signore  , 
hai  suscitati,  i  chiarissimi  esempli  non  ri- 
splendano. (C) 

\  ^  %.  IL  Suscitare  ,  in  signific. 
neuir.  vale  Tornare  in  vita,  Bisuscitare. 
Fit.  S.  Gir.  38.  E  nel  di  ultimo  del 
iudicio  debbo  della  terra  suscitare  ,  e  un' 
altra  volta  circondare  la  mia  anima  con 
questo  mio  corpo.  Stor.  Bari.  75.  Ti  di- 
co che  tutti  i  morti  susciteranno.  (F) 

-f"  3  §.  HI.  Suscitare,  fguratam.  per 
Eccitare  ,  l-'ar  levar  su  ,  Far  risen- 
tire .  Lai  .  exciiare  ,  suscitare  .  Gr. 
ì'yéi'f  iiv.  Coli.  Ab.  Isaac ,  cap.  37. 
Ogni  allegrezza,  la  cui  cagione  non  è  da 
virlude,  incontanente  suscita  movimento  di 
concupiscenzia  in  colui  che  la  truova. 
]\Ior.  S.  Greg.  Bene  diciamo  nel  testo 
nostro,  li  quali  sono  apparecchiati  a  su- 
scitare Leviatan.  Seal.  Claustr.  452.  Ditt 
ec.  alcuna  volta  suscita  li  figliuoli  d'A- 
IjTaam   delle  pietre,  ec. 

+  §.  IV.  E  in  signifc.  ncutr.  e  neutr.  pass. 
vale  Risvegliarsi,  Bisentirsi.  Bocc  nov. 
42.  16.  L'  amor  di  lui  ce.  divenne  maggio- 
re, e  la   morta  speranza   suscito.    3.'.   J  .    i. 


i46o 


s  u  s 


53.  tit.  Come  per  lievi  cagioni  su&ritò  no- 
Tilà  io     Romagna. 

#  §.  V.  Suscitare  il  seme  di  alcuno, 
o  ad  alcuno,  vale  Continuarne  la  discen^ 
denza,  la  razza.  <•  Da^'.  Scism.  5.  Giuda 
patriarca  comandò  a  Onan  suo  secondo- 
genito, che  sposasse  Tamar  ,  moglie  stata 
del  prìmo  defunto  senia  6gUuoli,  per  su* 
acitare  il  seme  al  fratel  suo».   (.\) 

f  SUSCITATO.  Jdd.  da  Suscitare, 
così  nel  proprio  ,  come  nel  Jigu rato.  Lal- 
excitatus,  commotus.  Gv.  eyej^si'?,  5U"/- 
KtvJi&si?.  Hocc.  Vit.  Dant.  223.  Per  co- 
stui la  morta  poesia  meritameotc  si  può 
dire  susatala.  Stor.  Eur.  i.  i.  Se  il 
terzo  Leune  pont*'6ce  ce. ,  desideroso  del 
ben  comune,  non  avesse  revocato,  o,  per 
meglio  dire,  su^xilato  'n  Ponente  Ìl  di- 
menticato titolo  dello  Imperio. 

t  SUSCITATORE.  Verbal.masc.  Che, 
o   Chi  suscita. 

§.  Per  meta/.  Lat.  excitator  .  Gr. 
Ò  s'yei'^wv.  Filuc.  5.  269.  Dunque  costui 
Don  è  cacciator  d'onore  ec. ,  ne  &uscita- 
tor  di  vizii,  ne  largitore  di  vane  solleci- 
tudini. ^  Ouicc.  Stor.  4-  '7-  E  le  pos- 
sedè (le  città)  in6no  a  rhe  Giulio  se- 
condo suscitatore  delle  ragioni  già  morte 
della  sedia  Apostolica  ce.  roppe  guerra  al 
Duca  Alfonso.  (L) 

SUSCITATRICE.  Verbal.Ji-mm.  Che 
_suscita.  Lai.  excitatrìT.  Gr.  ri  gyetpovjoc. 
/■"Hoc.  7.  143.  Tu,  non  conoscente,  se'  dt;' 
meriti  guaslatrice,  invocalrice  d'  ira^  e  su- 
scitatrice di  briga. 

•f  ::-  SUSCITAZIONE.  ^feno  usato 
che  lìisuscitazione.  Cavale.  Frutt.  ling. 
182-  Figura,  ad  esempio  di  ciò,  al^hiamo 
nella  suscit.izione  (  co.ù  legge  una  varian- 
te} il  testo  ha  rcsuscitazione  )  di  Lazza- 
ro.  (D 

•|  SUSINA.  Frutta  d'estate,  che  ha 
nocciolo,  e  pelle  liscia  e  sottile,  ed  è  pol- 
puta e  sugosa.  Enne  dì  varie  e  diverse 
specie,  le  quali  hanno  diversi  nomi  ,  se- 
condo i  diversi  lunghi.  Lat.  pninum.  Gr. 
ro^/up-fl^-^v.  Dant.  Par.  27.  Ma  la  piog- 
gia continua  converte  In  liozzacchioni  le 
«usine  vere.  òf.  j4ldohr.  Tiene  il  corpo 
l)cn  soluto  con  acqua  cotta  di  susine.  A- 
nict.  l5.  Ti  scrho  gelse,  mandorle  e  su- 
sine, Fravulc  e  Uozzarchioui  in  questo  lo- 
co. Cas.  lett.  74"  Non  lo  perder  dunque, 
e  non  ispendcre  in  ciriege  e  in  susine  , 
ne  in  feste  ed  amori  di  montagna  sì  Lel- 
I.1   e  sì  cara    occasione  e  ventura. 

•f  *  SUSINETTA.  Dimin.  di  Susina. 
Sa/vin.  Buon.  Ficr.  Jntr.  5.  3.  Prugno- 
li ec.  cosi  detti  ec.  o  perchè  colla  roton- 
dità loro  somigliano  le  susinettc  delle 
macchie.  (A) 

SUSINO.  Alhero  che  fa  la  susina,  hit. 
prunus.  Gr.  xo/.)(ujii»;Xoi.  Pallad.  IVovemb. 
7.  Il  susino,  ovvero  pruno,  si  semini  co' 
noccioli  nuU'  autunno  di  Novembre.  ^V. 
5.  21.  I.  Il  prugno,  oTvero  susino,  è  ar- 
bore noto,  jilant.  Colt.  5.  109.  Ove  a 
diletto  suo  verdeggc  il  pomo,  E  *1  cam- 
pestre susino.  Pav.  Colt.  i85.  Il  susino 
({eneralmeule  ama  luogo  grasso,  basso  , 
fresco,  umido  e  uggioso  ,  particolarnirnte 
e  fuor  di  modo  il  simiano  e  il  porcino  . 
Sodcr.  Colt.  ^.  Hanno  K-  vili  in  odio  i 
nocciuoli  e'  susini,  e  di  erbaggi  i  cavoli  ■ 
E  68-  Non  è  dubbio  ce.  essersi  veduto 
un  susino  vivere  sopra  un  olivo;  ma  »ono 
sconciature  e  abttrtivi  che  non  bastano  , 
ne  possono  bastar  più  che  tanto. 

SUSO.  Avverh.  Su.  Lai.  sursum.  Gr. 
aye  .  Dant.  In/.  33.  E  gli  .iltri  duo,  che 
M  canto  suso  appella.  K  Par.  a.  Beatrice 
in  suso,  ed  io  m  lei  guardava.  E"}.  Quan- 
to disubbidendo  inlese  ir  suso.  /locc.  nov. 
5o.  II.  Gittovvi  suso  un  panoarciu  d' un 
«•crune  che  lutto  aveva  il  di  votare  f^it, 
i'nst.  Chff  vi  fu     [Otto     nel     fieno    suso 


S  V  5 

T'it.  S.  M.  Madd.  35.  Levatevi  sum  ,  e 
siate  sani,  e  andatevi  a  procacciare  il  re- 
gno del  cielo.  Cronichett.  (C  Amar.  128. 
I  Fiorentini  disfecìono  a  Fiesole  alcuna 
fortezza,  che  rimasa  v*era  suso  Tass. 
Ger.  4.  36.  Risponde:  il  tuo  lodar  trop- 
p*  alto  sale,  N^  tanto  in  kuso  il  merlo  no- 
stro arriva. 

*  g.  I.  Suso,  particella  esortativa:  Su 
via.  Lai.  eia,  hem.  Vit.  S.  M.  Madd.  80. 
In  questo  giunse  san  Giovanni  evangeU- 
sta  con  gran  pianto  ,  e  disse  :  suso  ,  ao- 
diamgli  dietro^  e  moiamo  con  lui  (cioè  Ic- 
viamci  )  .    <  J'} 

^  §.  II.  È  anche  preposizione.  Gr.  S. 
Gir.  6l.  La  lucerna  che  T  uomo  tiene 
tolto  il  luminiere,  non  può  far  buon  lu- 
me; ma  la  mette  uomo  suso  lo  lumi- 
nieri,  che  faccia  lume  a  coloro  della  ma- 
gione. (P) 

SUSORNIARE.  V.  A.  Susurrare.  htàl. 
susurrare.  GT.^tòupt'^UV.  Mor.  S.  Crvg. 
Certamente  non  possiamo  dire  che  esso 
a|)erlamente  con  noi  parli,  ma  che  mor- 
mori, ovvero  susorni. 

SUSORNIONE.  Che  pia  comunemen- 
te diciamo  Sornione.  Si  dice  di  chi  tenga 
in  se  i  suoi  pensieri,  ne  si  lasci  intende- 
rej  e  pigliasi  in  mala   parte. 

SUSORNO.  y.  A.  Sufumicaiione, 
Suffumigio.  Lai.  sufHmentum.  Gr.  Syjui'- 
ace^.  M.  Aldobr.  La  cura  è,  che  sìa  pur- 
gala la  materia  della  cagione  con  ghiera 
pigra,  e  poi  riceva  susorno  di  queste  er- 
be, er.  Cr.  5.  49-  3.  Contro  la  frigidi- 
tà del  ccrebro  si  dia  la  sua  decozione  (del 
ramerino  )  in  vino,  e  Io  'nfermo  riceva 
il  susorno  col  capo  coperto.  Patajf'.  3. 
Ecco  susorno  di   questa    baldoria. 

g.  Susorno,  diciamo  anche  (Jn  forte 
colpo  che  si  dia  altrui  in  sul  capo. 
Morg.  7.  17.  Prima  pensò  d'  applicargli 
un  susorno  Al  capo,  e  dir  cb'  al  suo 
modo  zampogni.  E  19  6.  Morgante  un 
pran  susorno  gli  appiccòe  Col  gran  bat- 
taglio, e  '1   capo  gli   schiacciòe. 

SUSPENSIONE.  Sospensione.  Lat.  .w/- 
spensio.  Gr.  acyt'a.  Fior.  S.  Frane. 
184.  Che  *1  grado  della  contemplazione 
sia  ec.     suspcnsionc    di     mente    inebriala. 

§.  Per  Censura  ecclesiastica.  l.A.  su- 
spensio.  Gr.  àp/i'a.  Maestruzz.  2.  5i . 
In  qua*  cose  s'accordano  la  scomunirazio- 
ne    e   Io   'nierdetlo   e   la   suspensione? 

t  #  SUSPENSI  V AMENTE  .  Av%-erh.  In 
modo  suspensivo.  /foce.  C.  D.  3.  g.  E 
però  disse  lo  spirito  forse,  su^ensivameo- 
te  parlando.   (A) 

SUSPENSIVO.  Fed.   SOSPENSIVO. 

SUSPESO.   Sospeso.   Lai.   suspensus. 

§.  Per  Incor.to  nella  cen.uira  ecclesia- 
stica detta  Sospensione.  Lat.  suspensionis 
censura  damnatus-  Gr.  ttp'/Oi.  Maestruzz. 
I.  4^'  Santa  necessita  non  si  dee  rirrvr- 
re  (il  battesimo)  dall'eretico,  né  dallo 
scomunicato,  nt  ilal  suspeso. 

t  #  SUSPETTO.  Su.ft.  r.  A.  So- 
.tpelto.  Fr.  liarb.  205.  l3.  lo  ho  suspet- 
lo   Del   romper  la  dura     (ì') 

•f  *  SUSPEZIONE.  Suspizione ,  JV>. 
speziane.  Sospetto.  Serm.  S.  Agost.  38. 
Indi  viene  contumelia,  mormitraxione,  dv- 
traiionc,  «uspezione,  ingiuria.  E  58.  Non 
giudicando  il  peccuto  alimi  per  sola  suspe- 
zione.  Poce.  g.  4-  a.  6.  La  giovane  rar- 
cnnlandoglì  il  sogno  ec.,  o  la  smpnìone 
prcjfl    di    quello    ec.    (1/ 

SUSriCARE  .  Sospirare,  Sospettarv  . 
Lat.  .fuspicah.  tir.  urrovoiTy.  Itocc.  nov. 
36.  IO.  Suipiranilo,  e  non  tappirndo  rhr. 
più  che  r  uiato  spesse  volte  il  riftiurda^  a 
nel  voUo.  Jl/'ert.  cap.  33.  La  mente  dcl- 
r  uomo  aficvolnienle  suipica  e  crede  di 
■  lasruDo  quelle  roxr  che  sostiene.  Cas. 
Iftt.  2«>.  (he  non  avendo  1*  e  (Trito  sui», 
pulrebbr    far  su»picarc  le  pers«^nc  maligne. 


%V  S 

"^  %'  A  questo  verfto,  per  proprietà  di 
linguaggio,  si  dà  talora  il  IS'on,  o  PloH 
forse,  ammettendo  il  Che.  fìocc.  nov.  I<^. 
27.  Sicuran,  vedendol  ridere  sQspicò  non 
costui  in  alcuno  allo  V  avesse  raffigura- 
to. (V) 

*  SUSPINGERE  .  Sospignerr  .  To- 
lom.  (A) 

*  SUSPIRARE.  V.  A.  Sospirare.  Im- 
trod.  Virt.  6.  A  questo  domandameoto 
suspirando  in  prima  duramente  ,  dissi  : 
Maestra  delle  Virtudi,  a  voler  ec.   fC) 

SUSPIZIONE.  Sospezione,  Sospetto  . 
Lai.  suspicio.  Gr.  jio'voiv.  ffocc.  nov. 
27.  9.  Lo  innocente  per  faLa  snspizionc 
accusalo.  ^  j4r.  Fur.  32-  99.  Alla  don- 
na d'  Islanda,  che  non  sania  Molla  suspi* 
zion  stava  di  questo.  Il  signor  disse:  che 
serviam  l'usanza  Non  v' ha  ,  donna,  a  pa- 
rer se  non  onesto,  ffi)  E  46-  3o.  E  lei, 
che  dato  orecchie  abbia,  riprende,  A  taola 
iniqua  suspizione    e   stolta.   ( Pe) 

"t  *  SUSSECUTIVAMENTE.  Aw.  In 
modo  sussecutivo ,  Susseguentemente.  (J- 
den.  .\/>.  4-  4®-  Sì  potrebl>e  affermar  qui- 
vi esser  sussecutivamente  coUegate  insie- 
me la  ic.  !\'e  me  e  la  seguente,  diccodo- 
si   ec.    ^A) 

SUSSECUTIVO  .  Add.  SusMtpiente. 
Salvia.  Fros.  Tose.  I.  2o3.  Si  potrebbe 
render  l' uffìzio  senza  questa  sussecutiva 
solennità  della  cena.  ^  Ked.  Cons.  1 . 
208.  Il  giorno  sussecutivo  alla  medicina 
si  contenterà  dì  pigliare  ì  seguenti  scirop- 
pi.  fC) 

*f  *  SUSSECUTO.  Add.  Che  è  se- 
guito immediatamente.  Salvin.  Buon.  Pier 
3.  4-  9-  ^li  antichi  nostri  dtceano  netnte, 
come  ni-  mica  e  ni  mira,  franzese  antiro 
ni  mie,  cioè  ne  anche  una  mollica  di  pa- 
ne,  un  minuzzolo  ,  in  vece  del  susseculu 
pas  e  pntnt ,  apposto  dopo  il  verbo  alle 
nt^alive,  cioè  ec.  (A) 

SUSSEGUENTE.  Che  seguita  imman- 
tenente. Lat.  proximut,  subsequens.  Gr. 
zy/'JTVTO:,  e;:a/9)cu-tijv.  Pace.  g.  6 
f.  5.  Il  simigliantc  facemmo  del  kabalo 
susseguente.  Ouid.  G.  Tulle  l' altre  schie- 
re- susseguenti  assai  dispuuse  proveduta- 
mente. Ped.  Ins.  45.  Eldte  per  aderente 
in  gran  parte  ne*  susseguenli  tempi  il  gre- 
co compilatore  de' precetti  dell' agricoltu* 
ra. 

*  g.  .Vi  dice  anche  di  persone  che  sien*' 
sedute  P  una  dopo  P  altra.  Frane.  Sacch. 
nov.  145.  Il  quale  messer  Dolribene,  es- 
sendo susseguenti  a  lui  a  tavola  1Ì  due 
collaterali,   ec.    ' /'; 

SUSSEf;UtNTEMFNTE.-^»'S'erA..Vi*r. 
ces.riv,imente.  Ordinatamente.  I  at  grada- 
tim,  deinreps,  deinde.  Gr.  e?^;.  Guid. 
*.'.  P*»i  Pari,  e  poi  lo  re  Priamo,  e  poi 
sUssi'gurDiemenle  Enea».  Pant.  Conv.  lyj. 
Poi  susseguentemente  dice,  com' ella  va- 
Inra  e  accende  amore,  fìut.  Pelle  qaaU 
tratterà  sussegueulemenlr,  ovvero  sucrrs- 
sivanieate. 

SUSSEGUENZA.  Contrguenza  Lai 
consequentia.   Gr.   i.T3'9ÌoJ^*19i« 

t  *  S-  l^^f"  sitsseguenza.  porto  ax-t'er' 
bialm.  vale  Conseguentemente.  Ked.  Cons 
i.  78.  Quello  che  più  importa,  tutta  la 
massa  saofiuigna  rimarrà  poi  più  pregna 
e  più  carica  di  sale,  e  per  susseguenza  d 
sangue  sempre  più  imperver»erà.(*)  P lett 
I  104.  Tutti  i  moli  di  rorp«>  Ttolroli  si 
deldiiino  «fuggire,  perche  in  queiti  si  sva- 
pora moltii  umido  fuor  delta  o>r|M>ralur» . 
e  per  eonsegueUM  i  Ouidi  no>tri  nman- 
gono  più  ricchi  di  sale,  onde  per  tuisr- 
guenta  anco  l'urina  viene  a  farsi  più  m* 
lata    (1) 

*  SUSSEQUENTE.  I.0  stesso  che  Sus- 
seguente Mor  S.  (ireg.  3.  3  Adunque 
la  xirlù  susiequente  Iestì6ca  con  che  men- 
ti  Il  d*a    la     irnteniia    della    malediiionr. 


s  u  s 

Sah.  avveri.  1.  1.  14.  IWhr  ,,ure  _  nei 
,„..,„,,...  Uhn  e.. naU„e,e„H...>- 
ari  ricoDOScendo.  /.  I.  -i-  =— y 
^t.Mia  cht  fi.  tra  csw  («)  e  la  sujsc<,...n- 
ù7»rola.  E  1.  3.  2.  37.  Voc.  d>  .onu-, 
.manlanquc  se  ne  truo^.no,  che  nel  sin- 
«„lar  numero  al.l.-an  T  usc.la  in  r.  con  r 
Lnipia.  e  snssequon.e  a  vocale,  d  esser 
ironcilir^/r;  sostengono  comunemenlc.  (V 
<:al  Si't.  iq6.  Continuando  la  suddiM- 
.ione  in  infido.  1..  parallele  sussequenu 
saranno  sempre  la  meta  deUe  prossime 
precedenti.  (H)  Buon.  Fi^r.  2.  i.  .2  Ma 
„  celebrarne  U    detto    anteriore.   Perche 


s  c  s 


s  u  s 


1461 


il    sussequenle.    Frenai 


non  mi  scapi'ass».  ■*   - — -  ;      ...     ... 

la  lingua,  e  hcn  pli  orecchi  sciolsi.  () 

Slesso  che  S,.sseguen,en,en,e  lY^Con. 
88.  Poi  sussequenlemenle  duo  1  effetto  di 
questo  pensiero,  a  dare  ad  i-'f""'"^.!^  "" 
doIce..a.  (•)  Borph.fes.-  ^""■•567.  Al- 
cuni altri,  che  ci  furono  in  quesU  tempi, 
e  snssequentemenle  io  quel!  altro,  fi) 

«  SUSSI.  Giuoco  Janciulksco ,  clic  s. 
fa«r  lo  più  da-ragaz^'  poncn.Io  m  (erra 
Lrrillo  una  pie  Ir,. .  cu,  danno  ,1  nome 
di  Sussi,  sopra  la  quale  7;^"°"''  ''/'"■ 
„ar,  convenuto,  e  poscia  ""■"''"""'•■^  "f^ 
una  determinata  disianza.  ordtn„am,nle 
tirano  una  lastra  per  uno  in  I'"' J>^^■"•^ 
e  ehi  ci  coglie,  e  ne  fa  cadere  ,1  denaro, 
guadagna  quel  denaro  caduto  che  e  pm 
licino  alla  sua  lastra  .  e  quello  che  e 
pia  vicino  al  Sussi  vi  «,"P»7 /"?;"'/ 
f0.rl  fino  che  resUfnito.  lilin.  Malm  (A) 

<f  S.  Esser  il  sussi,  dicesi  proverlnalm. 
per  sign./care  Esser  quel  bersaglio  do- 
ve ognun  tira  .  cioè  sopra  ,1  qual  dcvon 
cad^    tutte  le  burle  e    tutte  le  m.achiO- 

nature.  tAì  _  ,    .         a 

*  SUSSIDENZA.  Posatura.  Lai-  sul>- 
..dentia.  Gr.  jTio'-Ta».;.  Ked.  leu.  1.47: 
(Sire  .1  sangue  ,  vi  si  scorge  ancora  di 
nuovo  una  certa  lorbideaa,  che  lascia  nel 
fondo  dell'orinale  una  sussidenza  o  depo- 
liuone  di  materia  grossa  hianch.ccia.  (  ) 
•f  *  §.  Susside.ìza  ,  dicesi  anche  da 
Medie,  Una  depo.<izion  d'umori  in  alcuna 
parte  del  corpo.che faccia  saccata  o  pro- 
duca ostruzione,  lied.  Con.<.  l.  15!^  Tal- 
volU  può  augumenlare,  e  rendere  pio  osli- 
naU  la  sussidenia  e  1'  ostruzione    (  ) 

*  SUSSIDIARE.  Dar  sussidio,  henv. 
Celi.  I  it.  3.  56.  lo  la  priego  che  le  piac- 
eia  di  sussidiarmi  di  trenta  ,  o  trentacin- 
nuc,  o  quaranta  SI  udi  il  mese.   (C) 

*  SUSSIDUKIAMENTE  .  Avverh  . 
Term.  de'  Legali  .  In  modo  sus.!Ìd,ano  , 
In  secondo  luogo  ,    Per    modo    di    sus.n- 

dio.  (Jt)  „,  .^, 

*  SUSSIDUBIO.  Add.  lerm.  de" Le- 
gali .  Ausiliario  ,  Appartenente  a  suss,- 
dio.  (A)  j, 

*  §.  E  in  fona  di  Susi.  Segner.  Pare, 
inslr.  6.  2.  A  quale  hotca  fé'  Cristo  un 
onor  si  grande  di  non  la  dislinguere  daUa 
propria  !  Lo  fece  alla  Locca  de'  surrogali, 
de'  sussidiarti,  deraercennai!  Lo  fece  aUa 
hocca  unica  de'  Pastori,   ti) 

+  SUSSIDIATORE.  ì  erbai.  masc.Che, 
o  eh,  dà  sussidio.  Lai.  adiutor,  auxilia- 
tor.  Gr.  ^oriSc/;,  ivvav^v""''-  ^■«'"■. 
fier  3.  5.  2.  E  scoperchiati  quei  sepolu 
vivi  .  Uscir  di  quella  lumha,  chi  per  ma- 
no D"  alcun  sussidiator,  chi  in  braccio  ad 
esso . 

J  SUSSIDIO.  Aiuto  nella  necessita.  Soc- 
corso .  Lat.  subsidium  .  Gr.  eTTi/oupi'ot  . 
Bocc.  Intr.  l3.  A  coloro  ec.  che  infer- 
mavano, niuno  altro  sussidio  rimase,  che 
o  la  canti  degli  amici,  e  di  questi  fur  pò- 
chi,  o  r  avarizia  de'  serventi .  il.  ì'- 
S.  10.  Il  maggiore  sussidio  che  avesso- 
no,  era  1'  asreslo  e  le  frutte  non  mature. 
»  La.K.  Guerr.  Moslr.  l\.  Umile  dunque 
a  voi  la  Musa  mia  Si  volge,  o  mostri  in- 


villi ed  immortali:  Date  sussidio  e  soccorso 
al  mio  canto.  (B) 

«  8  I.  Per  Entrata,  Rendila.  ..  (.. 
V  II  54  4-  Gli  levo  lullo  il  sussidio 
dèlie  decime    di    Cristianilk  a    lui  conce- 

dule  "  .   (C)  , 

*  §  Il  .•iu.t.tidio,  e  anche  lerm.  de  .Mi- 
litar, .'e  vale  Squadrone,  o  Corpo  di  ri- 
«•rvaj  e  talora  Kinforzo,  Soccorso.  Cor. 
In  l  8  V.  10.  Messapo,  Ufenle,  e  1 
empio'  de'  Celesti  Dispregiator  Mezenzio 
uscirò  in  prima.  Accolsero  i  sussidi,  armar 
eli  agresti  ec.   iM) 

•+  §  III.  Per  Susgestione.  e  Insttga- 
me,,to  ;  ma  in  questo  .<enso  è  voce  anti- 
ca .  Lat.  suggestio  ,  incitamenliim  .  Cr. 
,:«.<,>/.r.=i; .  <;.  V.  5.  38.  1.  Inconta- 
nenle,  per  sussidio  diabolico  preso  di  lei, 
la  promise  ed  isposò  a  moglie.  A  ».  3»-  I- 
Il  peccato  dell'  ingratiludine,  e  I  sussidio 
del  nimico  dell'  umana  generazione,  della 
della  grassezza  fece  parlorire  superbia  cor- 

ruzione  . 

SUSSIEGO.  Gravita,  Sosleniitezza  . 
Lat.  ernvilas  ,  superclium  .  Gr.  t!-:/*v9- 
T„i,uT£D»;f«v.V.  *  Beìlin  D,sc.  2 
103.  E  se  voi  fusle  più  degnevoli  che  voi 
non  siete,  e  non  giudicaste  disdicevole  al 
vostro  sussiego  il  far  le  baie.   iMin) 

SUSSISTENTE.  Che  sussiste,  .^nlvm. 
Disc.  I.  124.  Il  piacere  della  virili  è  sla- 
bile e  fermo  e  sussistente.  Segner.  Mann. 
Apr  1  I.  Guarda  quanto  tu  su  tenuto 
a  rendergli  grazie  d' una  instruzjone  si  co- 
piosa, si  soda  ,  si  sussistente.  =-  E  Pred. 
Pai.  Ap.  6.  IO.  Come  dunque  sperare 
nella  Chiesa  di  Cristo  tanla  union  d'ani- 
mi, più  ideale,  che  sussistente?  (TC) 

*  §  Per  Avente  un  essere  individuo  . 
Segner.  Mann.  Die.  3l.  2.  In  Cristo  una 
lai  natura  f  divina  )  e  forma  sustanziale  , 
la  qual  sussiste  da  si;  ,  ec.  Ne'  giusti  una 
t,il  natura  è  una  forma  accidentale,  la  quale 
gli  nuova  gi'a  sussislcnli  nel  loro  supposto 
di  uomini  puri.  (I  f 

*  SUSSISTENTISSIMO  .  Superi,  di 
Sus.u.!tentc .  Salvia.  Disc.  2.  164.  Come 
la  bonl'a  divina  attuala,  e  come  un  raggio 
di  quella  penetrante  prima  negli  angioli 
ec.  ,  e  finalmente  nella  materia  ,  e  una 
cosa  sussislenlissima  e  re,ile.  (  ) 

J  SUSSISTENZA  .  Attuale  esistenza  . 
Lat.  suhsistentia  .  Gr.  J;ia,»f  •;  .  Buon. 
Pier.  Inlr.  2.  3.  Ch'  a  tutte  l'impossibll 
stravaganze  Sussistenza   donate. 

*  §.  I.  Per  Essenza,  JSalura.  ••  Dani. 
Par.  33.  Nella  profonda  e  chiara  sussisten- 
za Dell'  allo  lume  parvemi  tre  giri  ...  (iSl 

*  §.  II.  Sussistenza,  per  Cielo  il  disse 
Dani.  Par.  l3.  Per  sua  bontale  il  suo  rag- 
giare aduna.  Quasi  specchiato  in  nove  sus- 
sistenze. (M) 

*  §.  III.  Sussistenza  ,  dicesi  anche  a 
Tulio  ciò  che  è  necessario  pel  sostenta- 
mento d-  una  persona.  Accad.  Cr.  Mess. 
Consiglio  di  guerra  per  la  direzione  del- 
le leve ,  e  per  la  sussistenza  degli  eserci- 
ti. CiV;  . 

SUSSISTERE.  Avere  attuale  esistenza. 
Lat.  cvistere.  *  Imperf  V.  Tusc.  D.  8. 
T.  I.  248.  Ma  queste  [le  cose  finite)  sen- 
za r  ente  infinito  non  potrebbon  essere,  ne 
sussistere  in  alcun  modo.  (F/ 

*  §.  I.  Per  Avere  un  essere  indivi, 
duo.  Segner.  Mann.  Die.  3l.  2  In  Cri- 
sto una  tal  natura  (  divina  )  è  forma  su- 
stanziale, la  qual  sussiste  da  sé  neUa  per- 
sona di  lui.  £31.  4.  La  bonl'a  divina  ec. 
si  come  fece  aver  1'  essere  a  tulle  le  cose 
creale  ec.  ,  pero  si  dice  che  in  lei  sussi- 
stano tulle.  (Vj 

§.  11.  Sussistere,  parlandosi  d,  ragion,, 
discorsi,  e  simili,  vale  Esser  valido.  Es- 
ser fondalo,  Reggere  al  martello.  *  Im- 
perf  V.  Tusc.  lI.S.  T.  I.  2.39.  Da  que- 
sto polele    argomentare   s'  e'   si  possa   in 


verun  conto  capire  con  1'  inleUello  finito 
come  sussista ,  e  come  stia  lo  infinito^_  E._ 
243.  Parimente  non  puù  sussistere  ch  e 
li  sia  una  materia  sola  infinita  ,  e  pero 
agibUe  in  se  medesima.  (F)  Segner.  Seti. 
Princ.  lllus.  5.  3.  Paragoni  pur  dunque 
il  direttore  la  calca  delle  dispute  ec.  alle 
tenebre  della  immaginazione  ce.;  il  para- 
gone non  sussiste.  (TC) 

SUSSOLANO  .  Uno  de"  quattro  venti 
principali  ,  che  spira  da  Oriente  .  Lat. 
subsolanus  .  Gr.  ay»l)iwTYl5.  Lib.  cur. 
malati  Quando  il  sussolano  soiRa,  allora 
cresce  la  bile. 

SUSTA  .  Corda  con  che  si  legano  le 
some.  Buon.  Pier.  2.  1.  l5.  Un  che  reca 
bacchelle  da  cavalli,  E  sovaltoli,  e  sferze, 
e  sproni,  e  pungoli,  E  funi,  e  morzi ,  e 
cavezzoni ,  e  suste. 

g.  Essere,  0  Mettere  in  susta,  vale  Es- 
sere, o  Mettere  in  moto,  in  agitazione,  o 
simili.  Lai.  cxagiinre,  incendere,  accen- 
dere. Gr.  o'nTcr;)!<TETv  .  Bern.  Ori.  I. 
24.  5.  Però  quei  due  Pagan  melleva  in 
susta.  E  2.  27.  5.  Eir  aran,  fate  conto, 
altro  pensiero  ec.  ,  E  si  provvederan  di 
preti  e  frali.  Ed  ecco  in  susta  i  vescovi  e 
gli    abati. 

SUSTANTE.  y.  A.  Dicesi  In  sustan- 
te,  e  vale  In  pie.  Ifov.  ani.  5l.  4.  Ap- 
presso il  fece  rizzare  in  sustanle  ,  e  gli 
cinse  una  bianca  cenlura. 

*  SUSTANTIFICAMENTE.  Avverh. 
In  modo  suslantifico.  Bed.  Cons.  2.  l3l. 
E  per  questa  cagione  io  gli  aveva  ordi- 
nalo a  siero,  a  fine  di  umettare  siislan- 
tificamente  ,  e  di  rinulrire    qualche    poco 

ce.      (1) 

*  SUSTANTIFICO  .  Add.  Siistanzta- 
lej  e  propriamente  Che  si  converte  in  .(»- 
stanza  propria  del  corpo.  Bed.  leti.  Trar 
fuori  del  corpo  1"  umidil'a  vitale  e  sustan- 
tifica  ,  che  i;  tanU)  necessaria  alla  conser- 
vazione della  sanità .  (A) 

SUSTANTIVAMENTE  ,  e  SOSTAN- 
TIVAMENTE .  Avverh.  A  maniera  di 
suslanlivo.  Lat.  .tiilistantive .  Gr.  iusia- 
STcxu;.  Farch.  lez.  247.  Venghiamo  o- 
mai  a  trattare  del  caldo  ,  preso   sustanli- 

vamenle . 
SUSTANTIVO, e  SOSTANTIVO.  Add. 

Che  ha  suslanza,  o  sussistenza.  Lat.  sub- 
stantivus.  Gr.  uTTap/Tiz!)':. 

§.  l.  Suslanlivo,  i  anche  term.  grama- 
ticale ,  e  dicesi  del  Verbo ,  o  del  .Xome 
Verbo  sustantivo  è  quello  che  significa 
sustanza  ,  o  sussistenza  ,  e  nel  quale  si 
risolve  ogni  altro  verbo.  Maestruzz.  I. 
52.  Pare-che  si  debba  dire  ,  che  quando 
questa  parola  voglio  si  congiugne  collo 
infinito  del  verbo  suslanlivo  ec.  ,  ovvero 
del  verbo  che  non  significa  allo  ,  ma  re- 
lazione ec.  ,  allora  per  questa  parola  1.0- 
glio  piulloslo  si  suole  isprimere  la  volontà 
che  seguila  ,   che  la  precedente. 

§.  II.  e:  IS'ome  sustantivo  ,  o  Suslan- 
livo assolutamente ,  si  dice  quello  che 
per  si  sussiste,  declinandosi  per  un  sol  ge- 
nere, il  cui  oppo.rìloì  detto  Addieltivo.  But. 
Inf.'ìì.  I.  Servio  pone  pure  alfea  addiel- 
tivo del  sustantivo  origine.  Frane.  Sacch. 
nov.  II.  Non  accordando  1'  aggettivo  col 
suslanlivo,  giunse  balbettando  a  uno  scu- 
ro passo  l'a  dove  dice  :  da  nohis  hodie  . 
Cari.  Fior.  72.  Non  ci  ha  '1  suslanlivo  , 
cui  possa  aggiugnersi.  E  73-  Non  e  e  su- 
stanavo  ,  a  cui  appoggiarsi.  E  appresso  . 
In  questo  il  ratto  non  è  avverbio  ,  ma 
addielUvo  ,  al  quale  U  sostantivo  nome 
passo  siccome  replicato  si  ^""l; '°""°f  : 
re.  Bed.  Annoi.  Ditir.  59.  Negli  esempi- 
suddetti  per  lo  più  drudo  e  nome  sustan- 
livo  :  ma  io  lo  trovo  ancora  in  forza  d. 
addieltivo  appresso  gli  scrillon  toscani  più 

■""•fj'  SUSTANZA  e  SOSTANZA,»./»/. 


i462 


s  u  s 


r  nnt.  SUSTANZIA  .  e  SOSTANZIA  . 
^1/(7  che  si  sosleniu  per  se  medesimo,  e 
dà  foiidanienlo  n  tulli  (fui-f;/i  accidenti 
che  non  si  possono  per  /or  medesimi  so- 
stenere j  e  st  prende  talvollu  per  JCssen- 
zia.  Quiddità  ,  e  simili.  Lui.  suhstanlin. 
Gr.  qjÙ'j^  j— a;?t5  ,  •Jrrd'JTK.^t;  .  Dant. 
Par.  2^.  l'VHe  è  suslanzia  «li  cosi'  spera- 
te, E  arcomptitn  delle  non  parventi.  Xov. 
ani.  8.  J-  Il  fumo  non  si  può  ritenere  , 
clic  torna  ail  aulinirnto,  e  non  ha  sostan- 
zia ni;  propriftacK'  rlie  si.i  ìitile  .  Pass. 
107.  Non  lasria  errare  in  quelle  eose  cLe 
sono  della  austanzia  delLi  fede.  ,1/.  /'.  2. 
3.  Questo  non  elilie  &u.tliinxia  alcuna  di 
verità  .  Tes.  lìr.  I.  I-^.  1.'  anima  non  e 
divina  sostanza,  ne  divina  natura,  e  non 
è  fatta  anzi  rhc  '1  suo  corpo ,  ma  a  quel- 
la ora  medesima  è  creata,  che  ella  è  messa 
dentro  dal  suo  corpo. 

'è  3,  I.  Siistanza  ,  ec.  si  dice  anche 
Quel/o  che  vi  ha  di  meglio ,  di  più  n«- 
iritivo  in  una  cosa.  «  Soder.  Coli.  23.  La 
TÌtc  ec.  è  Vaga  d'  aliliracciar  multo  paese, 
e  massimamente  in  allo;  e  quanto  più  va 
alta,  tanh»  più  frutto  gotta,  ma  di  sustan- 
za  più  del»oìe  e  minore.  A'  yS.  Si  fa  vino 
il'  assenzio  .  ili  rosmarino  e  di  salvia  ,  e 
tutte  queste  cose  si  seccano  nel  forno,  se 
non  altrove,  e  secche  si  spolverizzano,  e 
si  mettono  diperse  sopra  la  liottc  di  ven- 
demmia, avendo  iniljottalo  ver(;Ìne ,  per- 
chè bolla  con  esso,  e  allrayfja  a  se  quella 
sostanza  o  sapore  »  .  (C) 

§.  IL  Per  Facnitadi  ^  ^vere ,  Bendi' 
ta.  Lai  opes,fortttn££.  G.  I.  II.  91.  5. 
E  mala  provvetlenza  accrescere  l'entrata  del 
comune  della  sustanza  e  povertà  A-Vilta- 
tiini.  M.  J'.  6.  l3.  Presa  la  terra,  la  spo- 
gliarono d'ogni  sustanza .  ì'il.  SS.  Pad. 
1.  Z2.  Tornando  a  casa  ,  disperse  e  di- 
strihuelte,  o  vendendo,  o  donando  ai  Ti- 
cini e  ai  poveri ,  ogni  sua  sustanzia  ,  ri- 
scrhandone  una  pirciula  (juantitade  per  la 
sorella  .  f'il.  S.  Gir.  18.  Che  diremo  al 
presente  di  certi  non  pastori,  ma  itruggi- 
lori  in  consumare  le  sust.inric  ecclesiasti- 
che 7  Jfr  Scgner.  Pr-ed.  l'ai.  /ip.  2.  16. 
Pensò  a  cont'.accamhiarglieli  (i  henejìzii  ) 
eoa  la  metà  delle  sue  :.ostanzi:  novel- 
le.   (TC) 

■f  3  g.  IIL  Sustanza  ec.figiiratam.  per 
Quello  che  vi  ha  di  più  importante  in 
un  discorso^  o  sintilej  Somma,  Contenuto, 
Jiistretio  Lai.  sumrra.  Cr.  Xìy«7aiov. 
O.  f.  10.  6g.  2.  Confermò  le  infrascrit- 
te nuove  I''ggi  p»-'r  lui  nuovamente  fatte, 
la  sustanzia  in  hieve  delle  quali  è  questa. 
fìern.  Ori.  2.  17.  47-  L'  istorie  nostre, 
io  molle  parti  sparle  ,  Convicu  raccorre  , 
(•  farne  una  sustanza. 

§.  IV.  Per  Intelligenza,  Spirito  angeli' 
co  .  Dant.  Purg.  3o.  Ella  pur  ferma  io 
sulla  destra  coscia  17el  carro  stando  ,  alle 
sustaozie  pie  Volse  le  suo  parole  cosi  {k>- 
sci,-)  ec.  /hit.  ivi:  AUc  sustaoiic  pie,  cioè 
agli  Angioli. 

§.  V.  Per  lo  Spirilo  separato  dal  cor- 
po .  Dan:.  Par.  7.  Cosi  ,  volgendosi  alla 
nota  sua  ,  Fu  viso  .1  me  cantare  essa  .nu- 
stanza.  Pai.  ivi:  Essa  sustanza,  cioè  essa 
anima  di  Ciusliniano,  che  in'avea  iiurlato. 
Dani,  Par.  l5.  Come  saranno  a  giusti 
preghi  sorde  Quelle  suslnniie  clic  ,  per 
darmi  voglia  Ch*  io  le  pregassi ,  a  tacer 
fur  concorde?  /iut.  ivi:  Quelle  sustancie, 
cioh  quelle  hcate  anime. 

#  §.  VL  In  sustanza,  futsto  avverhialm. 
vale  Sommariamente  ,  In  ristretto  .  «.  .V. 
/'.  3.  5i).  ^clla  pace  in  suslaniia  si  co.i- 
trnne  ,  che  generale  e  perpetua  pace  sia 
Ira  l'Arcivescovo  di  Milano,  e  tutte  le  sue 
ntlj  ,  ec.  ».    fC) 

SUSTANZIALE,  e  SOSTAN/1X.LE  . 
j4dd.  fu  sustanzia  ,  Che  ha  sustanzia  ; 
t  talvolta  si  prende  per  Esstntiale.  L«l. 


5   U  S 

suhstantialis .  Gr.  oUffiWOTt'o'^  -  Pant. 
l'urg.  i8-  Ogni  forma  suslaozial,  che  sci- 
ta E  dj  materia,  ed  è  con  Iri  unita.  Spe- 
cifica vittutle  ha  in  sé  nillclla.  Co/I.  SS. 
Pad.  Cosi  ntedesimamenle  non  doldiianiu 
prendere  per  questo  spirilo  alcuna  cma  su- 
slanziale.  Maestrusz.  l.  |5.  Dicono  ijuasi 
tulli  i  dottori,  che  in  niun  modo  putite  es- 
ser»- Vescovo,  se  non  e  prete;  imperorchè  1* 
ordine  sacerdotale  è  (]ujsi  fondamento  su- 
stanziale  dell'  ordine  vesrovale  .  f'arch. 
l.rz.  l54>  Se  r  anima  è  la  forma  sostan- 
ziale dell'uomo,  e  gli  dà  Tessere  e  1' ope- 
razioni, o  no. 

5.  1.  J'nle  ancora  Importante  ^  Consi- 
derabile. ^Gutcì.  Stvr.  lih,  2.  cap.l.  E 
sono  cose,  che  per  non  essere  tanto  so- 
stanziali ,  si  difTeriscono  sirurumeotc  a  più 
comodo  tempo  (TC)  l'uon.  Cier.  2.  l^. 
10.  Coie  cun.«Ìderaliil,  cose  Imone  ,  Cose 
sustaniial  ?    C.   sustanzialiisiine. 

g.  IL  In  Jorza  di  sutt.  linon.  Fier.  2. 
^.  18.  Ad  un  signor  che,  saJdo  in  .sulle 
cose  Ami  *l  suslanzialc,  e  '1  vano  ahorra. 
SLSTANZIALISSIMO.  Superi. di  Su- 
stanziale.  Lai.  ad  rem  maxime  pcrtinens. 
Jiuon.  Fier.  2.  !\.  IO.  Cose  coosiderahil, 
cose  huone  ,  Cose  suslaozìal  7  (^.  sustanzia- 
lissime. 

SUSTANZIALITA' ,  SUSTANZIALI- 
TADE.  f  SL'STANZIALITATE;  e  SO- 
STAiN  ZI  ALITA',  SOSTANZI  ALITADE, 
f  SOSTAWZiALlTATK.  Jslrallo  di  Su- 
stanziale^  e  di  Sostunzi.ile.  'J'eol.  Mist.  A 
Dio  si  cunvien  dare  ec  la  soprassustan- 
ziale  scienza  della  ignoranza  e  della  su- 
stanzialil'a.  ^  Cuicc.  Stor.  16  106.  Cosa  più 
presto  di  cerimonia,  che  di  sostanziali- 
tà. (C)  Magai,  part.  I.  /c(f.  23.  L' im- 
malerialit'a  dunque  è  d  halsamo  che  pre- 
serva dalla  corruzione  la  sustanza;  non 
la  sustauzialit'a   lo  spirito.   fP) 

SUSTANZIALME>TE  ,  e  SOSTAN- 
ZIALMI  NTE.  Jvverb.  in  quanto  ap- 
partiene a/la  sustanza,  0  all'  es.tenza,  J:s' 
.u-nzia/mente.  Pass.  lOO.  L'  alto  della  con- 
fessione sustanzialniente  si  dimostra  in  ciò 
che  dicono  che  è  uno  manifestare  ed  a- 
jirire  colla  parola  quello  eh'  era  nascosto. 
F  334.  Non  puotc  adunque  il  Diavolo 
mutare  rea  cosa  in  altra  susI  anzi  al  men- 
te, trasformando  le  cose  ,  o  di  nuovo 
creandole,  eh'  e  propria  e  sola  virtù  d'Id- 
dio. Circ.  Geli.  *).  205.  Trasmutarsi  su- 
slanzialmentc  ,  e  diventare  un  altro,  sono 
pochi  che  lo  faccssono.  J'arch.  /rr.  387. 
Se  il  hello  e  Ìl  huono  sono  soslanxialm''ntr 
una  cosa  medesima  .  ec. 

t  SUSTANZIAHE,!-  SOSTA^ZIARE. 
^'eutro  passivo.  Hicevere  sostanzia.  Lai. 
suhstantiam  acciftere.  Gr.  o-jotav  fr^Ofiotp.- 
^avetv.  Olt.  Com.  Par.  ^.  521.  Però  che 
ella  e  cagione  che  quelle  cose  che  si  spe- 
rano nel  tempo  avvenire,  io  noi  sì  su- 
stanzino,  e  per  alcun  modo  fa  quelle  in 
noi   suSiarc. 

SUTSTASZIEVOLE,  e  SOSTA^Z:E- 
VOI.i:.  j4dd.  Pi  sostanza.  Che  ha  su- 
stanzia. Che  dà,  o  portai  sustanza.  Perni', 
pros.  1.  3o.  Molle  cose  recò  il  Calmela 
in  difesa  della  sua  nuova  lingua,  poco  su- 
staniievoli  nel  vero  ■  tf  Lasc.  Him.  2. 
73.  Chiamasi  zuppa,  e  nuo  si  può  Irovaie 
(lisa  più  sustauiicviile,  u  migliurr.   (C) 

f  ^.  1.  I  tr  I\utntivo.  Che  dà  nuiri- 
t'ieato.  Segr.  Fior.  Cliz.  ^.  2.  Io  cenerò 
jioclu-  cose,  ma  tutte  sustaoiirvu'.i. 

2-  IL  Per  Utile,  e  Profittevole.  Lai.  n(*- 
liSf/ructuosus.  Gr.  ;fjur,ai/Ao;,  ij/o^rs;. 
Frane.  Sacch.  /lot-.  22.  Forse  fu  più  ve- 
ra e  sustanzievole  picdica  questa  di  que- 
sto frnlicello,  che  non  son  quelle  dei  grao 
teologi.  lì.  Gio.  Celi.  lelt.  a5.  Siccome 
cose  necessarie  alla  nostra  salute,  e  dtmo 
sustanzievole. 

SUSTA.NZIOSISSiMO   Superi,  di  Su- 


S  U  S 

stanzioso.  LaL  succi  plenissimus  Gr.  yy- 
iwcs'^TotTOi-  ì.ih.  cur.  malatt.  Errano  nel 
nutrirsi  con  cdti  suslanziosissimì,  e  talvol* 
U  più  <he  sustaoziosissimi,  e  troppo  fre- 
quentcmenlc. 

t  SUSI  A.\ZIOSO,  f  SOSTAWZIOSO. 
/4dd.  Sustanzievole.  Lai.  utilts,  /rug^er. 
Cr.  yprizifiO;,  tj/.0ip~0i.  Fsp.  Pat.  ÌSosL 
12.  L'uomo  dire,  che  vivanda  è  siutao- 
ziosa,  quando  ella  ha  assai  di  sustanza  e 
di  nudrimenlo.  Soder.  Colt.  ià.  Quella 
terra  che  con  la  grassezza  ha  sustaDza  e 
leggerezza,  e  non  grave,  e  ancoraché  ella 
sia  di  sopra  dehìle,  se  dentro  è  grassa  e 
sustanziosa,  sarà  liuona. 

■f  ■■*.  Per  Sntrilivo,  Che  dà  nutrimen' 
to.  lied.  Leti.  2.  125-  I  hrodi  grossi  e 
suslanziosi ,  viscosi,  e  di  natura  dì  colla, 
non  sono  huoni    per  lei  . 

f  SUSTE>TAZI0>E.  Il sostentart.lM.. 
alimentum,  sustentatto.  Gr.  -pofr^.  Pace. 
nov.  2.  Q.  Avendo  alla  manij'esta  simonia 
proccureria  posto  nome,  e  alla  golosità  so- 
stcnlazione.  Guid.  G.  Se  la  vettovaglia 
non    manc^^se  per  loro  sustenlaziooe. 

SLSTITUlhl-:,  e  SOSTITtlhE.  .l/f*- 
tere  uno  in  luogo  suo,  o  d*  altrui.  Lat. 
substituerr,  in  .ilterius  loium  subrcgare. 
Gr.  sii  (Li)o\j  •zù.^i-é  xv.ht-s'oiv'Ai  tìvo. 
Bocc.  nov.  17.  34"  Perciiè  prestamente 
in  lor  l'renze  un  fratello  del  morto  Pren- 
ze  sustituendo.  lui  alla  vendetta  con  ogni 
lor  p«iterc  incitarono.  Frane.  Sacch.  nov. 
4.  All'  ahdte  parve  inill'  anni  di  sustiluire 
il  mugnaio  io  suo  luogo.  Tac.  Dav,  Stor. 
3.  3li.   Sostiluisre  Alfcno  Varo. 

§.  .Sostituire,  è  anche  termine  legale,  e 
vale  Instituire  il  secondo  erede.  XM.  sub' 
stituere.  Ut.  Jn5zaài9Tavai.  Bocc.  nov. 
49-  5.  Lei,  se  avvenisse  che  *1  Sgliuolo 
senza  crede  legittimo  morisse ,  suo  erede 
sustitui. 

SOSTITUITO,  e  SOSTITUITO.  j4dd. 
da  Sustiluire  ,  e  Sostituire. 

SOSTITUTO,  e  SOSTITUTO.  Susi. 
Chi  tiene  la  vece  altrui.  Lai.  subrogatus, 
vicarius,  substttutus.  Gr.  0  a»T*  a/ìou 
TETayuivo^.  fit.  Plut.  Voleva  che  i  ca- 
pitani polessono  ire  fuor  della  terra  coli' 
oste,  e  polessono  avere  l' onor  de"  Consoli, 
che  potessimo  venire  per  sustituti.  lìern. 
rim.  l.  58.  Che  paiou  &usl(luli  della  pe- 
ste. *  /  arch  .  Stor.  12.  ^Sì  ■  Sen- 
za lui,  o  suo  luogotcocnle,  o  suslilutu  non 
si  poteva  non  che  vincere  cosa  alcuna . 
proporre  partito  nessuno.  fCj 

SUSTITL'ZIONE  .  f'ed.  SOSTITU- 
ZIONE. 

•f  *  SUSUr.RAKTE.  Che  susurrv. 
Mormorante.  Saanat.  Arcad.  pros.  3.  Ki 
credo  ancora  che  le  susurraoli  api  vi 
fossero  andato  a  guastare  i  teneri  6ori.  E 
son.  (Liete,  >erdi,  fiorite  ce.)  Voi,  susur- 
ranti  e  liquidi  cristalli  ec. ,  Deh  state  a 
udir  ec.  Salvia.  Ina.  i)m.  (Sovverrt'mmì 
rr.  }.  Di  qua  tli  l'a  il  nero  Hutto  usciva 
Pe'  venti   A  terra  acuto  sUkUiranli.    (j4f 

SUSUnRAHE.  Mormorare ,  leggiermen- 
te romoregguire.  Lai-  susurratr,  murmu- 
rarr,  Gr.  «^i3u^t*5s*v.  /  ar\h.  FnoJ.  58. 
QurJli  che  favellano  piano,  e  <U  segreto 
l'uno  all'  altro  ec,  si  dicono  hithigUarr, • 
ancora,  ma  non  cosi  pruprianieotr  con 
verbi  latini  susurrare,  e  mormorare.  J/^^u. 
rim.  I.  63.  Porge  ddellu  il  susurrar  soa- 
ve Dell'  api  industri  per  fiorita  sjHtnda. 

!>  §.  I.  A"  col  quarto  caso  per  HtpC' 
irre.  Far  risonare.  Sannas  Àrcad.  pr. 
5.  E  questi  pini,  e  questi  crrri,  e  questi  pi*- 
lani,  che  d'  intorno  li  stanno  ,  mentir  ìl 
nitindo  sarà,  susurreranno  il  nome  tuo  (Ci 
'I  §  IL  Per  Dir  mate  d'  altrui.  Mor^ 
mcrurr,  nel  significato  del  §-  IH.  Lai  de 
alicuius  fama  tieirahetr.  Gì.  /Siòo^lìv, 
«ataJter><Tv.  (V.  Pist .  Qumt.  Per  ca- 
gione di  guadagnare  ooa    at    possa  tusiu- 


s  u  s 

l-arc  o  pispigliare  (  La  stampa  di  Fireit' 
rv  i8i5  rt  pa^.  9  le^r  :  Sìcno  gli  orcc 
chi  tuoi  tali,  rhf  quello  che  odono  si  cre- 
da per  lutti  averlo  udito  ;  non  stono  tali 
che  ìd  essi  6ttÌ2zian)etite  o  simulatamente 
per  cagiouf  dì  gujdugoo  non  si  puàsa  sus- 
surrare o  pispigliare  (>ifi  sus&urrare  con 
dui  iy/orse  per  errore  di  stampa.).  }Jae- 
struzs.  Z.  8.  5.  Siccome  alcuno  convi- 
siando  intende  dì  cacciare  a  terra  V  onore 
del  convizìalo,  e  detraendo  iscemare  la  fa- 
ma, e  susurrundo  togliere  1'  jmiciria  ;  co- 
sì iscbcrnendo  intende  che  colui  ,  che  è 
iscbemito,  si  vergogni. 

SUSURRATO.  ^ust.  V.  A.  il  sttsur- 
rare.  Lat.  susurrus.  Gr.  «|/i&yf»'J(Jo;. 
<''■■  9-  99  3.  Fanno  (le  pecchie)  dentro 
alla  casa  il  susurrato   più  grave. 

SUSURRATO-    JdJ.  da  Susurrare. 
t  SUSURRATORE.  l'erbai,  masc.  Che, 
o   Chi  su  surra, 

§.  Per  Mormoratore t  Detrattore  occul- 
to. Lat.  susurrator,  murmurator,  detra* 
ctor,  susurro.  Gr.  xarctÀaio;.  Cavale. 
Med.  Cuor.  Gli  uomini  susurraturi  e  mor- 
moratori son  maledetti  da  Dio,  perocché 
turbano  la  pace  di  molti  ;  e  san  Paolo  di- 
ce :  susurratori  e  detrallori  sono  odiosi  a 
Dio.  *  Magai,  part.  2,  lett.  5.  Oh  Dio! 
perchè  ha  egli  a  meritar  maiigior  fetle  il 
secondo  su-surratore,  che  *1  primo  ?  Di 
grazia,  non  mi  dite  che  '1  primo  è  un  dia- 
volo, ec.  (B) 

SDSURRAZIONE.  //  susurrare.  Lat. 
susurratio. 

i"  §■  Pf  Mormorazione.  Lai.  detraciio^ 
*  murmuratio.  Gr.  /Kra/aÀta.  S.  Ani. 
Conjèss.  Susurrazìone  è  quando  la  perso- 
na dice  mal  d'  alcuno ,  o  quello  che  p;ir 
male  ,  eh'  è  a  provocare  e  a  dispiacer  V 
uditore  inversi»  la  persona  di  chi  dice,  non 
essendo  presente.  Maestruzz.  2.  8.  l^.  Qual 
di  queste  cose  è  più  prave  ?  Risponde  san 
Tommaso  :  la  susurrazìone  è  più  grave. 
But.  Par.  6.  2.  Significa  ec.  susurrazioni, 
bugie,  falso  testimonio,  e  multe  altre  cose. 
X!  SUSURRl'O.  Susurro,  Mormiirio. 
Lat.  susurrus.  Gr.  <^t^\ipt>sfj.6^.  Sah-in. 
Pros.  Tote.  I.  5o8.  Kel  cesto,  o  trapun- 
to, o  cinto  di  Venere,  dove  erano  storiate 
le  avvenenze  e  le  grazie  tutte,  vi  era  tra 
r  altre  il  susurrio  ^  il  eicalamento,  pur 
troppo  da'  nostri  cicisl>ei  ec.  adoperato.  (*) 
J?  pae^.  ^83.  (edizione  di  J'enezia  \'j'ò!\). 
Che  se  roco  susurno  di  pìccoli  invidi(.>- 
ù  in  qualche  cieco  angolo  ec.  Corsia. 
Torracch.  i5.  5l-  Se  le  apri  sotto  una 
voragìn  nera.  Che  non  giov.mdo  a  lei  pò* 
co  ne  punto  Magico  susurno.  bella  e  giu- 
liva. Siccome  eir  era,  se  V  inghiotti  viva. 
Baldin.  Lett.  Quel  tumulto  e  quel  susur- 
no che  sarebbe  stato  nella  contrada  e  nel- 
la vicinanza  nel  l'arsi  per  la  sua  persona 
tal  funzione .  9fin.  Ma/m.  Bisbiglio  e 
pispiglio  ec.  viene  da  quel  susurno  che 
sentiamo  farsi  da  coloro  che  parlano  in 
segreto.  fLt) 

SUSCRRO.  il  susurrare.  Mormorio. 
Lat.  susurrus.  Gr.  ■iuà'tpicjjo;  .  Mor. 
ò.  Gre^.  Lo  mormorio,  o  veramente,  se- 
condo il  nostro  testo  parlando,  il  susurro 
dell'  occulte  parole,  non  è  altro,  se  non  il 
movimento  innanzi  al  parlare.  D.  (ito. 
Celi.  Non  ascollÌDo  li  suaurri  e  le  lusin- 
ghe di  queste  cose.  Hed.  Tip.  i  .  85. 
Come  se  udito  avesse  gli  orrendi  ,  ma 
per  mio  credere  inutili  e  bugiardi  susur- 
ri    de' Marsii    incantatori. 

StSURRO.NE.  Siisurralore,  Che  susur- 
ra.  t'arch.  F.rcol.  58-  Non  pertanto  sì  dice 
ancora  bisbiglione,  ma  in  quella  vece  si 
dice  susurrone. 

t  §.  l.  Per  Mormoratore,  Detrattore. 
Lai.  susurrator,  miirmurator,  detractor. 
Gr.  /arstj'aÀo;.  Maestruzz.  3..  8-  5.  Su- 
Mirroni  tono   detti  coloro  che  Ira  gli  ami- 


S  U  S 

ci  seminano  discordia.  Ca%'alc.  Pungil. 
Guardati  che  non  sii  chiamato  susurro- 
ne cioè  occulto  detrattore,  e  che  non  sii 
preso  al  laccio  della  tua  lingua  .  Pvtr. 
Lett.  P.  JS'  Il  tuo  Rfi  t'on  alto  animo 
gì'  iniqui  rapportatori,  e  susurroni  scacci 
da  se.  Morg.  22.  197.  Egli  ha  con  seco 
certi  susurronì.  Che  peusan  contro  a  me 
sempre   lacciuoli. 

*  §.  !L  Per  Ciance  ,  Ciuffole.  S.  Agost. 
C.  D  2.  6.  E  non  ci  si  vantino  di  non 
so  che  ciuffole  o  susurroni  sofGati  negli 
orecchi  di  pochissimi  (il  lat.  ha:  nesrio 
quos    susurros  eie).  (ì  ) 

•f*  SUTO.  /'.  A .  Add.  da  Essere, 
tronco  da  l-lssulo  ;  lo  stesso  che  Òtato, 
add.  Lat.  factus.  Gr.  7£vo/i£vo;.  liocc. 
noi'.  16.  27.  E  se  io  avessi  credulo  che 
conceduto  mi  dovesse  esser  suto .  lungo 
tempo  è  che  domandato  V  avrei.  .Sallitst. 
lug.  B.  La  sua  virtù  è  suta  grandissima 
e  dismisurata.  Legg.  B.  Umil.  ii3.  Ma 
ella  ritornò  a  letto,  acciocché  la  fante  non 
s'  avvedesse  0  accorgesse  di  quello  eh'  era 
suto.  G.  r.  8.  18.  I.  Il  detto  re  Giaco- 
mo si  scusò  dell'  impresa  che  don  Fede- 
rigo suo  fratello  avca  fatta  della  signoria 
di  Cicilia,  e  rome  non  era  sula  di  sua 
saputa,  ne  di  suo  consentimento.  ^'  Teseid. 
8.  II-  In  ver  di  cui  il  buon  Arcita  volse, 
Avendo  lui  appena  conosciuto.  Per  lo  gran 
polverio,  che  v'era  suto.  E  II.  IO-  Il  do- 
lor dentro  ìstrinse  con  virtute.  Per  dare 
esempio  a  chiunque  'l  vedea  Di  confortar- 
si delle  cose  sute.   (Bj 

*f  ^  SUTTE^DERE  ,  e  SOTTEN- 
DE HE.  Term.  de'  Geometri.  Tender  sot- 
to j  e  rficesi  particolarmente  dell'  azione 
della  corda  condotta  per  te  estr-emitù  del- 
l' arco,  la  quale  tien  teso,  o  sembra  te- 
ner le.fo  C  arco  stesso  conservandolo 
nella  sua  figura.  GaUl.  Operaz.  Astron. 
1^62  .  Investigare  quale  e  quanto  sia  1' 
angolo  a  cui  suttende  il  diametro  di 
qualsivoglia  stella.  E  Dif.  Capr.  191. 
E  questi,  prudenti  lettori,  sou  quelli, 
li  quali  non  avendo  («rima  che  ieri  1'  altro 
imparato  quanti  gradi  sottendono  agli  an- 
goli d'  un  triangolo,  hanno  ec    (Ai 

SUTTEKFUGIO  .  forma  da  .i/uggir 
checchessia  j  Scampo  ;  Modo  da  scampa- 
re ,  da  uscir  di  pericolo  ,  o  d*  impegno  . 
Lat.  suhterfugium  .  Gr.  jTr^zyu'/l' •  L>. 
Giord.  Prcd.  JN'ella  giustizia  umana  se  lo 
processo  sia  fatto  colie  necessarie  forma- 
lità, vi  può  essere  qualche  sulterfugio  di 
tempo  per  lo  reo  ;  ma  ec.  Bed.  i  ip.  i. 
6i.  ^'on  sapendo  trovare  altro  scampo  o 
suttcrtuLio.  ricorrono  alle  ravillazioni.  Gal. 
Sist.  88-  Conviochianio  1'  error  suo  con 
mezzi  che  non  ammettono  risposta,  o,  per 
cbr  meglio ,  sutterfugii. 

•f  V-  SUTTESA,  e  SL'BTESA.  Term. 
de*  Geometri.  Linea  retta  opposta  ad  un 
angolo  ,  che  si  prvsume  tirata  Jra  due 
estremtti't  dell'  arco  che  misura  quell'an- 
golo. Gali/  Operaz.  Astron.  ^63.  Per  lo 
noto  diametro  della  corda  avremo  1'  an- 
golo G  ,  e  per  conseguenza  la  sutlesa  ad 
esso,  cioè  il  diametro  del  t.ane  .  /:,  Lett 
voi.  3.  pag.  177.  Sicché  se,  v.  g.  ,  dal 
contatto  imo  si  tireranno  sino  alla  circon- 
ferenza le  sultese  di  l.  4*  IO.3o.ec.gr., 
il  mobile  .-^opra  tali  inclinazioni  e  lunghezze 
srenderà  ec.  (.4)  E  Sagg.  17.  Prima  ti- 
rata la  subtesa  A  B  all'  arco  dell'  orbe  ter- 
restre, fys) 

t  SUTTILE  .  r.  A.  Add.  Sottile  . 
•.'  Fr.  Giord.  Fred.  9.  Queste  quattro  dif- 
ferenzie  jono  scritte  ec.  in  quella  bella  e 
sutlile  arte  del  misurare  .  (L)  E  2.  Q5. 
Veggiamo  di  vapori  sultili  ;  il  loro  luogo 
è  molto  ad    alti,  t  C) 

8UTTRAKRE.  Sottrarre.  Boez.  G.  S. 
62.  Che  è  perchè  tu  non  lo  ronlessi.  con- 
ciossiachè  continuamente  il  più  forte  al  men 


S  U  T 


1463 


posssntc  contra  voglia  sulrraggaT  #  S.  Ciò. 
G risovi.  i56.  Le  stelle  ed  ogni  ornamento 
del  Cielo  suttrarran  Io  suo  lume.  (TC) 

suT^RA/IO^E.  r.  sottrazione. 

*  SUTURA.  Term.  degli  Anatomici. 
Quel/a  parte  ,  ove  sì  connettono  le  ossa 
del  cranio.  Serd.  Galeott.  Marz.  167.  Al- 
cune fiate  si  è  veduto  il  teschio  dell'  uo- 
mo senza  suture  ,  o  commettiture  ,  come 
che  la  più  parte  1*  abbia.   (C) 

*tSUVERATO,eSUGHERATO.  Add. 
Si  dice  di  scarpe,  panùifole,  e  pianelle  che 
abbiano  cortecce  di  suvero  tra  suolo  e  suo- 
lo  ,  e  di  qualunque  altra  cosa  dove  sia 
suvero .  Fav.  Fsop.  >è  si  vergogna  di 
portar  calzari  e  pianelle  suverate  (questo 
esempio  Icggesi  anche  alla  voce  SUGHE- 
RATO  )  .  Cr.  10.  36-  J.  Questa  rete  è 
molto  lunga,  e  assai  ampia  e  fitta,  avente 
corda  dall'  un  lato  piombata,  e  dall'  altro 
suverata . 

SUVERO.  Sughero.  Lat.  suber  .  Gr. 
pEÀ/j'^.  Cr.  5.  69  I.  Il  suvero  è  un  ar- 
bore che  fa  ghiande  più  serotini  che  la 
quercia,  la  cui  corteccia  è  grossa,  leggie- 
ri, e  ottima  per  pianelle. -I-  Car.  fin.  li. 
880.  Poiché  a  tutto  ebbe  pensato  ,  Con 
un  subito  avviso  entro  una  scorza  Di 
salvatico  suvero  rinchiuse  La  pargoletta 
figlia.   (B) 

SU\1.    J'ed.   SUVVI. 

SOVVERSIONE.  Sovversione,  Il  sov- 
vertire. Lat.  subversio.  Gr.  zaracTpwoi]'. 
Guicc.  Stor.  I.  37.  Ebbono  principio  mu- 
tazioni di  stati,  suvversioni  di  regni,  de- 
solazioni di   paesi. 

*  SUVVERTENTE.  Che  su wer te.  Se- 
dizioso .  Tratt.  gov.  fam.  Dividitori  di 
Dio,  dell'  anime  dissipatori  ,  fondatori  di 
sette,  suvvertenti  di  vere  e  sante  religio- 
ni. (Ai 

SUVVERTIRE.  Sovvertire. 

SUVVI,  e  SUVI.    I  ed.   SU,   §.    VI. 

SUZZACCHEHA.  Ossizzacchera .  Lat. 
oxysaccharum.  Gr.  o?U3«/"i;acov.  Frane, 
Sacch.  nov.  210.  Noi  ce  n'  avvedremo  a* 
medici  e  agli  sciroppi  e  alle  suzzacchere, 
che  sapete  quello  che  costano. 

§.  Figuratam.  si  dice  di  Cosa  che  re- 
chi altrui  noia,  o  dispiacere  .  f'ataff.  2. 
E  alla  buona  Guelfa  e'  fu  suzzacchera  . 
l'ardi.  Fj-coI.  55-  D'  uno  che  dica  male 
d'  un  altro,  quando  colui  non  è  presente, 
s'  usano  questi  verbi:  ec. ,  dargli  il  cardo, 
il  mattone  e  la  suzzacchera,  massimamen- 
te quando  se  gli  nuoce.  Lasc.  Gelos.  3. 
12.  (-)h  oh,  voi  non  sapete;  oh  questa  è 
la  suzzacchera!  Amhr.  Berti.  5.  8.  No 
no  ;  io  vo'  questa  suzzacchera  Lasciare  ad 
altri. 

SUZZAMENTO.   //  suzzare. 

SUZZANTE.    Che  suzza. 

SUZZARE,  hasciugare  a  poco  a  pocoj 
ed  usasi  nel  signific  alt.  e  neutr.  Lat 
paulaiim  tergere,  siccare.  Gr.  xara  [j.iì'.pov 

SUZZATO.   Add.  da  Suzzatv. 

SUZZATORE.    (he  suzza. 

SUZZO.  Add.  da  Suzzare.  Lat.  siccus, 
emunctus,  e.rilis.  Gr.  ^ipoi,  aTiOjUujfSrat'?, 
ie/To'?.  /  ett.  Colt.  80.  -mentii  dire  ad  un 
contadino  ec,  che  quel  tempo  era  stato  a 
proposito  per  1*  ulive,  perciochè  eli'  erano 
ingrossate,  dove  prima  pel  molto  secco  e- 
rano  troppe  suzze. 

§.  Per  metaf.  Fir.  rim.  buri.  5l.  Mon- 
na Maria,  s'  i' ho  enfialo  i  talloni.  In 
quello  scambio  1'  ho  suzzo  l"  ingegno  . 
V  Lib.  son.  82.  Noi  savamo  sì  suzzi,  a- 
ridi,  e  secchi.  Che  noi  non  siamo  ancor 
ben  ristagnati.  (N) 


■{■   T.   Decima  ottava  lettera  dell'  Alfa- 
beto  Italiano,  decima  quarta  delle  conso' 


i464  T 

nauti;  di  mono  simile  al  D,  e  molte  vo- 
ci sì  dicono  coli'  una ,  e  colV  altra,  come 
ETATE,  ETADE,  POTEUE,  PODERE, 
LITO,  LIDO.  Consente  dopo  di  si-  la  L, 
e  la  R,  col  perdere  alquanto  di  suono,  ma 
la  L  malagevolmente ,  perche  una  tal  con- 
giunzione non  è  suono  di  nostra  lingua, 
ne  si  adopera,  se  non  in  voci  ,  It  quali 
non  san  fatti^  interamente  nostrali,  come 
ATLETA,  ATLANTE  Colla  R  fa  mi- 
glior suono,  e  più  usitalo  tanto  nel  prin- 
cipio della  parala,  t/uanto  nel  mesio,  co- 
me TRAVE  ,  SCALTRO,  /iiceve  acanti 
di  sé  in  mezzo  della  parola  Ai  L,  la  >, 
la  R,  e  la  S.  come  ALTO.  PU-N'I  A,  OK- 
TO,  ASTA.  Jn  principio  didizione  ricf- 
ve  la  S,  comi-  STOHIA,  STUDIO,  e  si 
pronunzia  la  S  nei  primo  suono,  quale  è 
nella  voce  CASA,  come  nella  lettera  S 
al'biam  detto  Raddoppiasi  nel  mezzo  ttel la 
parola  egualmente  all'  altre  consonanti, 
come  ATTO,     l'ETTO,  ec. 

V  g.    Dalla  Jigura  del  T  du-ersi  Arte- 

Jici  danno  questo  nome  ad  alcune  parti 
delle  loro  opere,  il  T  della  molla  delle 
carrozze  è  quella  parte  da   piede,    che  la 

ferma  sullo  scannello.  Presso  de'  Coltel- 
linai il  T  t;  quella  vile  che  unisce  la  la- 
ma del  coltello  al  suo  manico,  senza  chio~ 
di.  (A) 

\ 

T  A 

*  TABACCAIO  .  renditor  di  tabac- 
co. (A) 

•f  ^'  TABACCHIERA.  Scatoletta  in 
cui  si  tiene  il  tabacco  da  naso.  Magai. 
Leti,  scient.  pag.  IO9.  Dite  ,  cavaliere  : 
e*  è  mai  caso  che  certa  gente  ÌDlinf;a  nelle 
nostre  taliacchicre,  e  che  suhitu  che  han- 
no tirato  su,  la  loro  (irima  parola  non  sia 
ec.  (A) 

#  TABACCHISTA.  Voce  poco  usata. 
Colui,  o  Colei  che  ha  per  uso  di  prender 
molto  tahacco  da  naso.    Magai.  Leti.   (A) 

TABACCO.  l'irha  che,  seccata  con  va- 
rie diligenze,  si  mastica ,  si  brucia  per 
prenderne  il  fumo,  e  si  riduce  in  polvere 
per  tirarla  su  per  lo  naso  s  è  di  tre 
spezie,  e  chiamasi  anche  lìrha  regina. 
Lat.  nicotiana.  Salvia.  Disc.  2.  5.  Quel- 
l'erba, che,  perchè  »la  un  Giovanni  Ni- 
col ec.  fu  la  prima  volta  portala  in  Fran- 
cia, e  alla  regina  madre  donata,  dai  Fran- 
tesi nicoziana,  e  della  regina  vien  delta 
ce.»  e  ddgl'  Italiani  similnienlo  tahacco  s' 
appella.  Red.  Cons.  1.  243.  Scrisse  di 
aver  messo  io  opera  ce.  U  tahacco  in  pol- 
vere. 

•f  TABALLO.  e  TIMBALLO.  Red. 
Annoi-  Ditir.  82.  Le  nacchere  sono 
altresì  due  slruinenti  di  rame  in  fog- 
gia di  due  glandi  penltde  ve&lite  di 
cuoio  ,  e  per  «li  sopra  ul-I  larj;"  del- 
la hocca  coperic  con  pelle  da  tamburo  ,  e 
si  suonano  con  due  hucchelle  hall*.-ndo 
con  esse  vicendevolmente  a  tempo  or  su- 
pra  r  unt»,  or  sopra  P  altro  di  tiuesti -.Iru- 
nieoti,  detti  poi  tahalli  e  prescnlemcnle 
Uraballi.  *  Rellin.  Disc.  2.  ipt).  Un  inci- 
to sole  sarà  parie  piano  e  parie  rotondo 
come  un  liiiiballo  alla  lurchcsca.   (Ff 

TABANO.  Dicrii  Lingua  lahana  d'  Uo- 
mo maligno,  e  maldiirnle.  l'arch.  F.rcol. 
92.  Questi  l.di  Illaidii  enti  si  chiamanti  a 
FircDK!  male  hn({uc ,  linguacce  ,  lingue 
fracidc,  lio^uo  serpcnline,  e  lingue  taha- 
no.  H  Suoc.  5.  1  ■  Dubito  non  abbiamo  a 
ire  in  vocq  di  lutto  Firensc  per  certe  Im- 
gue  tabanc,  che  ci  sono. 

TABARRACCIO.  Peggiorai,  di  Tabar- 
ro; Tabarro  catino.  Rern.  Ori.  2.  36. 
44'  ^1  prima  un  tabarraccio  h*  ha  cac- 
ciato. 

«  TABARRETTO.  Diminutivo  di  Ta- 
barro.  Car.  Long.  òof.  47-    TiUlo,    spo- 


T  A  D 

gliatosi  in  un  tempo  del  suo  tabarretto , 
si  mosse  a  correr  ec.  ignudo,  che  parve 
un  cerbiatto.  E  85.  Comandò  che  Dafni 
sonasse  ec,  promettendogli  che  gli  done- 
rebbe  un   tabarretto.  ed  un  capperone.  iB) 

TABARRO.  Quel  manto  che  gli  nomi 
ni  comunemente  portano  sopra  li  altri  ve- 
stimenlij  Mantello.  Lat.  pallium,  penula. 
Gr.  T;5i',5wv.  ZfofC.  nov.  72.  Il-  loti  la- 
scerò pegno  questo  mio  tabarro  di  sbia- 
valo,  ec.  Si,  cotesto  tabarro,  oh  che  vale 
egli  7  Frane.  Sacch.  nov.  l55.  E  con 
quello  ti  racconcerò  i  batoli  de*  vostri  ta- 
barri, flellinc.  san.  263.  Sema  ridersi  più 
del   mio   tabarro. 

TABARRONE.  Accrescitivo  di  Tabar- 
ro. Frane.  Sacch.  nov.  200.  Ella  è  cosa 
da  avere  ditello  a  vedere  ec.  ì  nuovi  gab- 
bani, i  nuovi  labarruni,  e  le  antiche  armi. 
/Sem  Ori.  2.  26.  !^6.  Che  dietro  gli  ve- 
niva a  jiasso  lento.  Inviluppalo  in  quel  suo 
tdbarrone. 

•f  ^  TABE.  /  Meda:  chiamano  con 
questo  nome  tutte  le  sorti  di  consunzioni 
generale  da  diverse  malattie  croniche  j 
quindi  Tabe  polmonare  dicesi  la  consun- 
zione per  malatlia  del  polmone;  Tabe  e- 
patica  quella  per  malatlia  del  fegato,  ec. 
Rucell.  Orest.  alt.  I.  vers.  122.  Oh  che 
veggio  1  elle  tono  leste  e  busti.  Che  di 
corrotta  tabe  e  sangue  negro  Gocciolan 
sopra  r  esecrabd  Icrra.  (M)  Cocch.  Due. 
acq.  Questa  ta)>e  si  trova  distintamente  » 
benché  in  breve,  descritta  da  Ippocrale. 
/:.*  fil.  Piti.  pag.  55.  (  ì'enezia  l'j(\'.\) 
La  tabe  o  corrullela  delle  glandulc  e  delle 
viscere  eoo  febbri  lente  e  abituali  ,  pur- 
ché ec.   (Ai 

TABEFATTO.  /'.  L.  Add.  Infradi- 
ciato. Lat.  labefactus.  Gr.  /iapavàei'4. 
Amet.  24  ■  M'i  le  lue  molle  tirano  il 
licore  Mescolato  con  limo,  e  labefaltc  Cor- 
rompon  l'  altre,  e  muoìon  con  dolore. 

t  sl-  §.  Per  insudicialo.  Teseid.  g.  18. 
Ma  poiché  Emilia,  tabefatto  il  viso  Di 
polvere,  di  sangue  e  di  sudore.  Vide  e 
sentì   che    '1    corpo   avie   diviso^   ce.   (Rj 

TABELLA,  òlrumenlo  di  suono  stre- 
pitoso, che  si  suona  la  settimana  santa 
in  vece  delle  campane.  Rurch.  1.  91.  Mon- 
te More!  di  fuor  tulio  fummava  Pel  gran 
romor,  che  facien  le  tabelle.  Rtion.  Tane. 
I.  I.  A  suon  di  legna?  che?  colle  tabel- 
le? 

§.  I .  Per  metafora,  vale  Oracchiatorr, 
Ciarlone.  Lai.  garrulus,  blatero.  Gr.  aO&- 
ÀÉS/o^.  Belline,  son.  268.  Convicn  eh'  un 
di  mi  frodi  una  bisaccia.  Per  non  e«ier 
più   giuoco  alle   tabelle. 

g.  II.  Sonar  le  tabelle  dietro  ad  alcu- 
no, vale  Dirne  male,  Sl»effarlo.  Lat.  ir- 
ridere. Gr.  '^Itjv.^U'i.  Car.  leti.  1.  17. 
Se  lornercle  in  qua  snasato.  Vi  soneremo 
le  tabelle  dietro.  Buon.  Fier.  3.  3.  12. 
Perpetue  le  tabelle  Fu*  sonar  del  suo  dir 
crude   e   'niporluni-, 

j-  *  §.  III.  Tabella,  ditesi  anche  una  Ta- 
voletta dipinta  che  s'appende  nelle  l'htese, 
od  altrove,  per  voto  di  grazia  ricevuta. 
Sannaz.  Arcad.l  gì.  13.  L'na  tabella  |H>se  per 
munuscobi  In  su  quel  pui  ;  se  vuoi  ve- 
derla   or   aliali.   lA) 

TABERNACOLETTO.  Dtm.  di  Tn- 
bernacolo.  Lai.  ttflicula.  Gr.  Oi^i'iiOv.  Fér. 
As.  87.  E 'mi  venne  vr«luto  attaccalo  a 
una  ctdonna  rr.  uu  tjieinacoletto ,  entro 
al  quale  eran  dipinte  in  caria  non  so  che 
Ggure. 

TABERNACOLINO  .    Tahernaeoietto 
Lat.  ttdicula.   Gr-    ot«i'o>oy.    Fr.     titord. 
Pted.    R.    Era   ninlln   divulii  d*  un  taberna- 
culino    della     Passione     dipinto    nella     via 
maestra. 

3  TADEnNACOLO  CappeUetia  nella 
quale  si  dipingano,  o  conservano  tmma^ 
gmi  di   Dio,   0  di   Santi  ;  e  si  dtct  dt  qua- 


T  A  B 

lunquó  altro  edifzio  fatto  a  quella  tomi* 
glianza.  Lat.  tabernaculum,  sacellum,  la* 
rarium.  Gr.  fi'oesriov.  Rocc.  nov.  73.3. 
Vedendolo  slare  attento  a  riguardar  le  di- 
pinture e  gl'inlagU  del  tJ>ernacolo.  fai. 
Mass.  Si  s' avvide  che  '1  tabernacolo  d 
si  viziò.  Agn.  I*and.  ^5.  Quando  iu  ebl» 
alla  donna  mia  consegnala  tutta  la  casa  « 
serratici  in  camera  ella  ed  Ìo,  e'  inginoc- 
chiammo al  taWrnacolo  di    nostra  Donna. 

•I-  %■  l.  Tabernacolo,  vale  anche  Tenda, 
o  Padiglione  ;  ed  in  questo  senso  non  si 
dice  propriamente  che  parlando  delle 
Tende ,  o  de'  Padiglioni  degli  Etfrri . 
«  Morg.  25.  21^.  E  dice:  questi  mì  paioa 
miracoli  ;  Facciam  qui  sci  ,  non  che  tre 
tabernacoli  "  .  (('j 

**■  %.  II.  Tabernacolo,  lem.  della  Sacra 
Scrittura,  Tenda,  sotto  alla  quale  si  ripo* 
nevai' Arca  dagli  israeliti  nel  deserto.  (B) 

*  §.  III.  Tabernacolo,  dtcesi  anche  ta- 
lora a  Quella  specie  dt  tempietto  nei  qua- 
le si  conserva  l'  Fucarislìa,  dello  più  co- 
munemente  Ciborio.    ì'as.    fu.   (Af 

*  §.  IV.  Per  melaf.  vale  Abitazio- 
ne. Relc.  Agg.  Pr.  Spir.  E  quello  ba- 
ciandolo disse:  Dio  che  sta  innaoti  a  me 
in  quest'  ora  |>er  separarmi  dal  tal>ernac(^ 
lo  di  questo  corpo  ec.  fCj 

t  $  TABERIMACULO.  lo  stesso  che 
Tabernacolo  ;  ma  meno  usato.  Star.  S- 
Fusi.  275.  Venite,  amici  miei,  e  intrate 
con  meco  nel  tabernaculo  mio»  e  mangia-' 
te  ec.  Allora  sì  gli  meno  nel  tabernaculo 
suo,  e  pose  loro  innanzi  di  ciò  cb'  egli 
aveva  ec.  (qui  vale   Cella/.  (V) 

TABI'.  Sorla  di  drappo.  J'arck.  Star. 
g.  265.  L'  abito  <le' Fiorentini,  passato  il 
dicioUesimo  anno,  è  la  state,  quando  van« 
no  per  la  città,  una  veste  o  di  saia,  o  di 
rascia  nera  ec,  soppannata  di  tafictt^.ed 
alcuna  volta  di  ermisino,  o  di  tabi.  Cani, 
Cam.  137.  Tabi,  bissi ,  rensc  e  sete.  Fra- 
sche, favole  e  novelle  Ci  hanno  vote  le 
scarselle.  Maini.  3.  3.  E  tatun.  che  si  spac- 
cia i  milioni»  Manda  al  presto  il  tabi  pe* 
panni   lani. 

't  9  TABIDO.  ;  .  L.  Add.  infetto  tk 
taire,  i'elr.  Leti.  Sinisc.  Fremeranno  i  lor 
denti  e  diventeranno  labidi  (  qui  fgu* 
rat.}.(C)  'f.Marchelt.  l.ucr.  lih.l^.  v.X&l. 
Tal  per  cieca  ferita  incerti  errando,  Ta- 
bidi  Unsi   a   poco  a  poco,  e  mancano.  (A) 

't*TABIFICO.  /.  L.  .-idd.  Atto  a 
struggere,  a  liquefare.  Marchett.  Lucr.lib. 
6.  i'.  1092.  Sccndon  le  bianche  nevi  ,  a  ciò 
costrette  Da'  lal>i6ci  rai  del  Sol,  che  cÌB- 
ge  II  tutto,  il  tutto  alluma,  ti  lutto  scal* 
aa.   (A) 

tf  §.  Vaie  anche  Che  apporta  corru- 
zione. Pestilente.  Ott.  Com.  Inf.  2l\. 
t\\%.  Qui  intrinluce  uno  di  questi  pecca- 
lori  ad  esser  trafitto  da  un  serpente,  che 
chiamato  s'  è  labifico,  il  quale  lome  mor- 
de r  uomo  »  immanlcocnte  il  consti- 
ma.    (Ci 

«  TABULARIO.  |.  t.  Archivio.  \^\. 
tabularium.  Borgh.  Orig.  I  ir.  2^3.  Es- 
sendo, già  tante  e  tante  centinaia  d'anni 
avanti,  spenti  i  libri  pubblici  dell*  archi- 
vio o  tabulario,  n,  comr  10  lo  veggo  da 
alcuni  chiamalo,  sacrario  romano,  ove  era- 
no minulissiniamenlr  notale  tulle  le  eoo- 
diiiuni    r    raf.ioni  di  queste    colonie.    I F) 

TACCA,  i'ropriamenle  Piccol  taglio. 
Mil.  M-  Poi.  Certi  atbiiri,  ne' quali  si 
fanno  certe  inlaccature  ,  e  per  quelle  lae- 
che  escono  gorciule.  P^av.  Colt.  |56.  Fa- 
raivi  quattro  dita  sotto  un  roltorio  di  tre,  u 
qualtru  lacche,  ond'  egli  sfoghi  e  si  slem- 
prri. 

%.  1  Tacca,  SI  dice  anche  Vnle$netào 
divido  per  lo  lungo  in  due  parti  j  sulle 
quali  a  riscontro  si  fanno  lertt  segni  pic- 
cvlt  per  memoria  ,  e  riprwa  dt  coloro  , 
che  danni',  e  lolgono  r^ba  a  crttkma,  cké 


Tic 

più  comunemente  diciamo  Tagìia  .  Lai. 
tessera .  Gr.  «jV^^^^»  •  *''''■  '^'^^  ^*''- 
Egli  non  hanno  lettere,  uè  scritturo,  ec.  : 
qUiioiK)  a  laif  1'  unti  ioli'  altro,  l'juno  lac- 
che ili  It'gno,  i-  r  uno  tiene  l.i  nielli,  e  1' 
altro  r  altra  metà  .  Quamlo  uno  dee  pa- 
gar la  moneta  ,  egli  b  ^aga  «  e  la&si  dar 
r  altra  metà  della  tacca. 

§.  II.  Tacca,  si  dice  anche  Quel  poco 
dt  mancamento  che  e  talvolta  nel  taglio 
del  coltello,  o  altro  ferro,  simile  alla  tac- 
ca della  tagffi.  Fir.  nov.  l\.  2.11.  Fattosi 
dar  dal  fratello  uà  certo  rasoiaccio  lutto 
pieno  di  taccile,  cui  quale  alcuna  volta  Ìl 
sabato  la  moglie  gli  faceva  la  barba  ,  lo 
mise  sul  cassone.  Henv.  Celi.  Ore/.  i3g. 
Si  fa  ai  delti  ferri  alcune  lacche  co' quali 
ii  sgrossa  1'  opera. 

§.  HI.  Tacca,  per  similit.  vale  Piccola 
macchia.  Lai.  macula.  Gr.  pùitoc,  .  Tes. 
Br.  5-  3.  Gli  uomini  anziani  dicono,  cLc 
{il  basilisco)  non  nuoce  a  chi  lo  vede  im- 
prima.  e  la  sua  yrandeua,  e' suo' piedi , 
e  le  lacche  bianche  sul  dosso,  e  la  cresta 
SODO  proprie  come  di  gallo  .  "^  Mil.  M. 
/\)/.  200.  Kgli  (il  rubino)  non  ha  uiuna 
tacca,  egli  è  vermiglio  come  fuoco  ,  ed  è 
di  si  grau  valuta  ,  che  non  si  potrebbe 
comprare.  (C) 

§.  IV.  Tacca,  per  meta/.,  vale  Vizio, 
3Iagagna  .  Lai.  lahes  ,  macula,  vitium  . 
Gr.  Ìu'/XT)  ,  p'j'tto;  -,  xa/OT>;i.  Lib.  Seni. 
Chi  biasinta  lo  schernitore  ,  fa  noia  a  se 
medesimo;  e  chi  biasima  lo  malvagio,  ac- 
quista delle  sue  tacche. 

g.  V.  Tacca,  diciamo  anche  per  Jsta- 
tura  ,  Qualità  ,  o  simili,  sì  d'  uomo  ,  sì 
d*  altro  animale  j  come  :  /iella  tacca  d' 
uomo  ,  Bella  tacca  di  cavallo  Lat.  Jor- 
nuL ,  statura.  Gr.  fiiyi^o^.  Ambr.  Co). 
a.  1.  Coni*  io  rapito  Alla  Corona,  v' aoc* 
chiai  una  giovane  Bella  mia  tacca.  Buon. 
Fier.  3.  4-  9-  E  d'una  slessa  lacca  ogni 
altro  arnese  ,  Mantel ,  berretta  ,  brache  e 
calte  avea  {  qui  per  similit-  J.  Malm.  q. 
I^.  E  suo  amico  ,  ed  è  pur  seco  adesso 
Salvo  Rosata,  un  uom  della  sua  tacca. 

g.  VI.  Stare  ,  o  Tenere  sotto  ìa  tacca 
del  zoccolo  ,  maniera  di  dire  ,  che  vale 
Stare,  o    Tenere  con  gran  soggezione. 

g.  VII.  /Ivere  alcuno  nella  tacca  del 
ioccolo,  vale  lo  stesso  che  Averlo  in  culo. 
Lib.  Son.  l^S.  Nella  tacca  del  zoccolo  io 
t*bo,  Gigi. 

•t  *  TACCAGNERI'A.  Grettezza,  Mi- 
seria ,  Spilorceria.  Corsia.  Torracck.  8. 
a3.  Ma  quando  son  nel  6or  di  giovinezza 
Sogliun  pur  esser  magni  e  liberali  ;  Ma 
forse  fece  lor  tener  tal  via  De'  padri  lor 
la  gran  taccagneria.  (A) 

•f  TACCAGNO.  Add.  Misero,  Avaro. 
Lai.  illiheralis,  sordidus.  Gr.  a7t£).ij0i 
pOi  ,  pUTtUpÒi  .  Tac.  Dav.  Ann.  2.  34- 
Con  genie  si  taccagna,  crudele  e  superba 
puos«'  egli  altro,  che  mantener  libertà ,  o 
morire  ?  l'ir.  Disc.  an.  92.  Partiamo  d' 
accordo  questo  tesoro,  ec.  a  cui  quel,  che 
aveva  del  taccagno  ,  rispose.  Buon.  Fier. 
Intr.  2.  7.  Tu  vorresti  eh*  ei  fosse.  Per 
quanl*  io  veggo,  un  furfante,  un  taccagno. 
Menz.  sat.  12.  Ma  veggo  che  non  preme 
a  ser  V'orano  ,  Che  il  popolo  lo  chiami 
OH  raugeo  ,  Va  vii  taccagno  ,  un  Àretin 
marrano . 

TACCAGNONE  .  Accre.^cit.  di  Tacca- 
gno .  Buon.  Fier.  3.  2.  i5.  E  pagar  lor 
la  fiera,  Taccagnon  che  tu  se*. 

*  TACCAMACCA  .  Resina  gialla- 
stra semitrasparente,  che  stilla  da  un 
albero  di  questo  nome  ,  la  quale,  premu- 
ta fra  le  dita  ,  getta  un  odor  piacevole  , 
ma  forte  ,  simile  allo  spigo  .  l  i  si  reca 
dal  Brasile  e  dalla  Cuiana,  e  si  adope- 
ra in  suffumiga  e  fregagioni  ,  come  cor- 
roborante ,  e  come  risolvente  nei  dolori 
estrtmi.  (A) 

Vocabolario   Tom. ti. 


TAC 

5  TACCATO  .  Add.  Fieno  dì  tacche  , 
Cioè  di  macchie  j  Screziato.  Lat.  maculi^ 
aspersus,  maculosus.  Gr.  /otTa'snzTo;  , 
C7HÌWT05.  Tes.  Fr.  5.  11  E  Tuie  lun- 
ghe infino  alla  terza  parie  della  coda  ,  e 
la  piuma  di  sotto  la  roda  sia  taccata  .  F 
cap.  57.  Un*  altra  maniera  di  lupi  sono  , 
che  si  chiamano  cervieri,  eh-  sono  laccati 
di  nero,  come  leonza.  Bocc.  nov.  77.  25. 
Lo  scolare,  che  ili  mal  pelo  avea  taccata 
la  coda  ,  disse  (  qui  è  detto  ,  in  maniera 
proverò.  ,  di  persona  che  ten^a  a  mente 
le  ingiurie  ,  e  perseveri  nel  desiderio  di 
vendicarsi  ). 

TACCHERELLA.  Dim.  di  Tacca. 
§.  Per  tnetaf.  vale  ì  izio  ,  o  Marchia 
di  costumi.  Lat.  labecula.  Gr.  /ii/i'oov. 
Bocc.  nov.  60.  7.  Scnzachè  egli  ha  alcune 
altre  taccberelle  con  queste,  che  si  laccion 
per  lo  migliore . 

•f  *  TACCHIA.  Bruciolo.  Soder.  Colt. 
93.  Volendo  farlo  con  le  tacchie  o  brucioli 
di  nocciuolo,  e  ancora  di  castagno,  ce.  (A) 
E  appresso:  Aggiungendovi  ancora  a  lor 
le  tacchie,  ras'perà  molto  piij.   (Br) 

•f  *  TACCHINO.  Animale  che  ha 
la  testa  rossa  e  cerulea  ,  e  sparsa 
di  alcuni  peli.  Alla  radice  del  naso  è  at- 
taccala una  Caruncola  carnosa  e  conica  ■ 
Al  petto  del  maschio  è  un  fascio  di  peli 
neri  e  duri.  Salvin.  Buon.  Fier.  2.  5.  7. 
In  Lombardia  i  polli  d'  India  si  chiama- 
no pitti,  cioè  dipinti;  altrimenti  tacchini, 
cioè  macchiati  ,  dal  franzese  tache  ,  cioè 
macchia.  (A) 

TACCIA.  Pecca,  Mancamento,  Colpa. 
Lat.  menda,  vitium,  culpa.  Gr.  TZ'V.ìrsp.'X.. 
Fav.  Esop.  Possiamo  intendere  per  la  ma- 
gione del  tiranno  ciascuna  taverna  ,  nella 
quale  hanno  luogo  i  giucatori  e*  cioncatori, 
e  uomini  di  mala  taccia  iqui  vale  di  mala 
fama,  di  cattivo  nome). 

TACCIARE  .  Dare  altrui  mal  nome  , 
Imputare.  Lat.  criminari,  insimulare.  Gr. 
«irtasà^ai .  Fr.  Giord.  Fred.  F.  Oziosi 
tacciano  subito  il  prossimo  di  questo  loro 
vizio.  Tratt.  segr.  cos.  donn.  Tacciava  il 
medico  di  poca  avvedutezza.  1  arch.  Er- 
col.  75.  Tacciare  alcuno  e  difettarlo,  è  non 
lo  accettare  per  uomo  da  bene,  ma  dargli 
nome  d'  alcuna  pecca,  o  mancamento. 

*  TACCIATO.  Add.  da  Tacciare,-  Tas- 
sato, Biasimato.  Lat.  notalus.  Gr-  ^-yo- 
}i-.'w^.  il  l'ocabol.  alla  voce  TASSATO, 
§■    (') 

TACCIO.  Diciamo  Fare  un  taccio,  e 
vale  Stagliare  ,  Finire  ,  Stralciare  .  Lai. 
crassius  (estimare  .  Gr.  TTa^u/WTà^ov 
Ti^àv .  Cecch.  Servig.  ^.  IO.  Veggiam 
di  fare  un  Uccio  seco  ,  e  darli  11  manco 
che  si  può. 

^  TACCO.  J'oce  sincopata  da  Taccone, 
e  vale  lo  slesso.  (A) 

T  §.  Tacco.  Term.  degli  Stampatori. 
Pezzuola  di  carta,  o  simile,  che  si  pone 
sul  timpano  per  rialzarlo  nelle  parti  di- 
fettose. lA) 

TACCOLA.  Uccello  loquace,  spezie  di 
cornacchia.  Lat.  coracias .  Gr.  xopoL/.i'tx.^. 
Fui.  Purg.  1.  1.  Le  figliuole  di  Pierio  , 
che  furono  mutate  in  piche ,  cioè  in  gaz- 
ze, ovvero  taccole,  imperocché  queste  due 
spezie  d'  uccelli  paiono  esser  d'  una  me- 
desima natura;  se  non  che  sono  diverse  in 
colori,  che  le  gazze  son  nere  e  bianche,  e  le 
taccole  son  tutte  nere. 

§.  Per  Tresca,  Giuoco.  Fir.  Disc.  an. 
5o.  E  come  questa  taccola  fusse  durala 
molli  giorni  ec,  e'  supplicò  un  dì  all'uc- 
cello, che  lo  menasse  a  veder  i  suoi  com- 
pagni .  E  Lue.  2.  2.  Be',  quanto  ha  a 
durar  questa  taccola,  viso  di  pazzo?  Lasc. 
Spir.  1.  3.  Quesla  taccola  duro  quasi  per 
insino  a  giorno  chiaro.  Dav.  Scism.  06. 
Trovandosi  utile  questa  taccola  ,  sempre  , 
mentre  visse,  peggiorò  la  moneta.  E  Camb. 


TAC 


1465 


100.  Non  da  altro  regolali  ,  che  dal  fare  in 
modo  .  <  he  la  taccola  possa  durare. 

TACCULARE.  Ciarlare.  Lat.  garrire, 
ohstrepere,  nugari.  Gr.  y).ua^2Ìv.  Alleg. 
96.  Per  voslro  avviso  adunque  io  voglio 
starmi  ce.  A  taccolare  al  fresco,  al  punte 
e  a'  marmi  .  #  I.eop.  rim.  32.  Ma  basta 
taccolar  una  mezr'  ora.  Tanto  eh'  e'  passi 
quel  primo  furore.  Come  fa  il  Batti,  se  V 
arte  lavora.  (C) 

g.  Taccolare  ,  si  dice  anche  per  Tre- 
scare, e  talora  per  Altercare,  Piatire.  Lat. 
contendere,  altercari.  Gr.  ìcC^tfj. 

f  TaCCOLATA.  Baiai  Cosa  da  nulla. 
Ciancia.  Lat.  garrulitas,  nugce.  Gr.  tf'},rj'x- 
pi'a.  T'arch.  Suoc.  ^  6-  Tu  mi  slai  a  rac- 
contare laccolate;  e  delle  cose  che  m'im- 
portano la  vita  ,  non  mi  di'  nulla. 

^  §■  Taccolata,  dicesi  anche  di  Fa^io- 
namento  lungo  di  cose  che  non  ben  con- 
vengono insieme.  J'arch.  Ercol.  88.  Quan- 
do alcuno  per  procedere  mescolatamente, 
e  alla  rinfusa,  ha  recitato  alcuna  orazione 
ec.  senza  capo  ,  e  senza  coda  ec.  s*  usa 
dire  a  coloro  che  ne  dimandano  :  ella  è 
stata  una  pappolata  ec.  una  trescata,  una 
taccolata.  o  tanlaferata.  (C) 

TACCOLATO.  Add.  da   Taccolare. 
*  TACCOLERI  A  .    Taccolata  ,    Ciar- 
la .    Cecch.    Prov.   QO.    Dicci  quel    che    « 
seguito  ,  e  non   far  tante  taccolerie.   (B) 

t  *  TACCOLEVOLE.  Add.  Che  tac- 
cola. Che  fa  chiasso.  Bellin.  Disc.  I. 
268.  Han  fatto  sempre  e  fanno  ancor  tut- 
tavia tante  e  si  belle  le  prove  de'  balli 
e  de'  canti  loro  quei  sì  moreltevol mente 
taccolevoli  e  si  squille  voi  mente  armonici 
bestiolini  a  grilli).  (Min) 

TACCOLINO.  Spezie  di  panno  rozzo, 
e  grossolano.  Lib.  l  iagg.  Ancora  v'  è  la 
casa  d'  Erode ,  nella  quale  fue  menato,  e 
fue  vestito  d*  un  aspro  taccolino  .  Tratt. 
gov.  fam.  Ove  bastasse  agnellino  o  tacco- 
lino,  se  fossono  lavoratori  o  pecorai,  per- 
chè tu  abbi  assai  danari,  non  gli  vestir  di 
panno  fine.  Cuitt.  leti.  F.  Il  suo  vestire 
era  fatto  di  povero  e  vile  taccolìno .  Pe- 
cor.  g.  7.  n.  i.  Fece  fare  una  roba  di 
taccolìno  alla  moglie  ,  salvo  che  la  parte 
di  dietro  era  di  sciamilo  foderata  d'ermel- 
lini .  Fed.  leti.  I.  38.  Che  veramente  il 
taccolìno  appresso  de'  nostri  antichi  fosse 
una  sorta  di  panno  ,  e  panno  vilissimo  , 
lo  ricavo  dalle  novelle  del  Pecorone  ma- 
nuscrìtle . 

g.  Taccolino,  diciamo  anche  oggi  di  Chi 
parla  assai,  e  senza  verun  fondamento.  Lat. 
garrulus.  Gr.  )v.\,^. 

TACCOLO.  Ti-esca,  Scherzo,  Tacco- 
la ,  nel  signific.  del  %.  '^  Bellin.  Disc.  1. 
178.  Non  vi  rinvenite  ancor  bene  se  pur 
sia  possibile,  e  pur  sia  vero  ch'io  v'abbia 
condotto  a  tanta  altezza  di  contemplazione 
per  la  via  di  quelle  scempialaggini  ,  e  di 
que'  taccoli ,  eh'  io  faceva  con  quest"  ossa 
spolpate  ec.  /'-2.  l83.  Per  fani  lermioa- 
re  questo  sì  fisso  e  si  serio  discorso  in  uno 
svagamento,  e  in  un  taccolo  da  carneva- 
le. (F) 

§.  Taccolo,  il  diciamo  anche  per  Cosa  no- 
iosa, o  imbrogliata. 

TACCONCINO.  Dim.  di  Taccone.  Lat. 
frustulum.  Gr  T£^a;^io*j  .  Buon.  Tane. 
l^.  p.  E  mi  avea  con  que'  dato  un  laccon- 
cino  Di  carnesecca,  eh'  a  costor  la  cossi  :qui 
per  similit.,  e  vale  un  pezzetto). 

TACCONE.  Pezzo  di  suolo  che  s' appic- 
ca alle  scarpe  rotte.  Cani.  Carn.  ^.  Con 
tomai,  e  tramezzato  Sol  d' un  pezzo,  e  non 
tacconi.  Buon.  Fier.  f\.  4-  19.  E  facea  di 
laccon  la  gelatina. 

*  §.  Battereil  taccone,  fguratam.  e  in 
modo  basso  ,  vale  Partirsi  in  fretta .  F- 
BATTERE,   §.  MI.  {Cj 

TACCUINO.   Kome  di  un  libro  simile 
air  Almanacco  ,  0    Lunario.     Dott.     lac. 
184 


\!i6e 


-r  A  e 


T  A  e 


T  A  C 


Dani.  A  voler  giudicare  ,  Si  conviene  a- 
dequiire  Imprima  il  Uiccuino»  Per  vedere 
ec.  Mcrg.  a5.  l34-  li  '1  tarcuin  remcaso 
Miaaciia  Ìl  ciel  di  quaUhe  caso  straoo  . 
Cant.  Cam.  l\!i.  Sicronie  aperlamente  s' 
è  dimu:itro>  K  la  ragion  del  (arcuino  ap- 
prova .  *  FU.  Vili.  f'it.  iiom.  ili.  pag. 
77.  Costui  (Paiolo,  <;eomctra  e  astrologo) 
di  tutti  questi  rlcl  tempo  nu&tro  fu  il  primo 
che  compose  lacruino  ,  e  di  futuri  avveni- 
menti compose  molli  annali.  (B) 

TACENTE.  Che  tace.  Lai.  tacens,  si- 
lenx.  Gr.  ctuT/]'««;.  Dani.  Par.  20-  Co- 
me '1  segno  del  mondo  e  de'  suoi  duci 
Wel  lieucdcllo  ro>tro  fu  tacente  .  Amm. 
Ant.  7.  3.  3.  Se  la  persona  e  tacente  » 
dico  che  quegli  è  savio.  Amel.  j)3.  Tutte 
le  rlonnc  aveano  parlato  ,  tacente  Lia  . 
Alani.  Colt.  2.  35.  Nella  tacente  notte 
alla  fredda  uinlira  Del  suo  ferro  fatai  ^en- 
ton  la  piaga. 

TACERE.  In  .tigniftc.  neutr.  e  neittr. 
pa.t.i.  vale  Star  cheto^  Non  parlare,  Re- 
.vtar  di  parlare.  Lat.  tacere  ,  silcre .  fir. 
er/Kv  ,  fliwTTàv  .  Dant.  Inf.  2.  Tacette 
allora,  e  poi  comincia'  io.  E  "j.  E  disse: 
taci,  maledetto  lupo.  E  Ptirg.  25.  Ancor 
digesto  scende  ov'  è  più  bello  Tacer,  che 
dire.  Bocc.  noK'.  4-  I-  Già  si  Iacea  Filo- 
mena, dalla  sua  novella  espedila.  /-  nov. 
18.  6-  Avendola  il  Conte  già  due  volle 
dimandaU  della  cagione,  per  che  fatto  V 
avesse  venire,  ed  ella  taciuto;  ultimamen- 
te, da  amor  sospinta  ec,  cosi  mi  comin- 
ciò a  dire  .  E  «ov.  g8.  32.  Io  mi  taccio 
per  vergogna  delle  mie  ricchezze  .  Petr. 
canz.  4-  3.  E  giammai  poi  la  mia  lingua 
non  tacque.  Mentre  potèo.  E  st.  5.  Ne  ta- 
cendo polca  di  sua  man  trarlo. 

g.  1.  Per  meta/.  Lat.  silere,  quiescerc. 
Gr.  5iyàv  ,  TraJso&ai  .  Petr.  .lon.  l3l. 
Or,  the  '*l  cielo  e  la  terra  e  '1  vento  tace  . 
Bocc.  g.  6.  J\  4-  !-•-'  leggi,  cosi  le  divine, 
«'•me  le  umane,  tacciono.  Dant.  Inf  i. 
Mi  ripiogcva  là  dove  *1  Sol  tace  .  Bui. 
ivi:  Cioè  nella  selva  detta  di  supra.  dove 
non  luce  lo  Sole,  e  però  dice  tace,  v  Frane. 
liarh.  207.  9.  In  me  latro  ^10  non  ho)  Co- 
nosceva d'  onore.  (P')  Pass.  Ger.  i3.  56. 
Nelle  spelonche  suo  leRìro  tace  .  E  l5.  43. 
Tacciono  sotto  i  mar  sicuri  in  pace.  (D) 

f  g.  II.  In  signiftc.  alt.  vale  Passar 
con  silenzio.  Tener  segreto.  Lat.  sìlentio 
involvere,  .iilentio  praterire,  silcre  Gr. 
•5cy«v.  liocc.  nov.  6.  1.  Ne  io  altresì  ta- 
cerò' un  morso  dato  da  un  valentuomo  se- 
colare ad  uno  avaro  religioso.  Petr.  son. 
18.  Vergognando  talor  eh' ancor  si  taccia. 
Donna,  per  me  vostra  hellczia  in  rima.  S. 
dio.  iirisost.  36.  Che  mi  gioverebbe  a 
tacer   le  parob-,  poiché  i  fatti  gridano  7 

*  §.  111.  Per  Par  tacere.  Fr.  (itorà. 
Pred.  Se  tu  mi  turerai  la  borea,  ch'io 
non  possa  parlare  con  voce  del  mio  cuo- 
re, non  la  potrai  lu  tacere,  e  giammai  del 
cuore  mio   non  trarrai  Cristo.  (Ilr) 

*  §.  IV.  IS'ota  costrutti.  Vit.  S.  Gir. 
63.  Al  certo  eh'  io  parlerò  ,  e  inm  lacero 
di  lodare  Girolamo  Santissimo.  Bocc.  g. 
3.  n.  3.  Ella  ha  in6no  a  qui  ec.  Uciulo 
di  ciò  che  fatto  hai.  (!'}Oant.  Vit.  nuov. 
p.  17.  Mi  pareudi  me  assai  aver  manite- 
slato,  avvegnaché  sempre  poi  tacessi  di 
dire  a  lei  (cioè  m'astenessi  di  dire).  (/Ir) 

*  g.  V.  E  colle  particelle  mi  tt  ci  ec. 
Gr.  S.  Gir.  53.  Sere,  dì'  a'  tuoi  disce- 
poli che  si  tart-iano  di  iropp.i  favellare. 
Horgh,  l'ir.  lih.  3lj).  Ma  di  questo,  cu- 
ine  di   non  mia  iin|iresa,    mi    laccio.     //  ) 

TACERE.  .Vomr.  Silenzio.  Lai,  silen- 
tium.  Gr.  cVfÀ-  ifytd.  Metani.  .S'Inid. 
Sauxa  compugmii  auiiò  per  li  inutuli  ta- 
ceri della  meiza   iiolle. 

*  TACEVOLi:.  vtf</</.  Tacilo.  Uh.  Sen. 
Virt*  20.  A   rnliii  t  he  parla  sia  tu  lacrvo- 

le   uditore.  (Cj 


TACIBILE.  Add.  Da  tacersi^  Da  non 
ne  parlare.  Lai.  ne/ariits.  Gr.  v.òpr,rOi. 
Cap.  Impr.  5.  Ciascuno  s'  astenga  dal  ta- 
cibile   peccato  carnate  e  d'  avollt-riu. 

TACIMENTO.  //  tacere.  Lai-  .*i/fn- 
tium,  taciturnitas.  Gr.  Ct'/rJ  .  Dtclam. 
Qiiintil.  C-  Il  quale  lacimento  e  segno 
d' ionoceozia.  Declam.  Quintil-  P.  Avel- 
lerò sarebbe  provalo  tacimenlo  del  padre. 
Ilut.  Par.  5.  3.  Puoser  silenzio,  cioè  la- 
cimento. 

3  TACITAMENTE.  Avveri».  Con  ta- 
citurnità. Chetamente,  Segretamente.  Lat. 
tacite,  ciani.  Gr.  fftwTTijiw;.  Jiocc.  nov. 
12.  10-  In  casa  di  lei  medesima  tacita- 
mente avea  fatto  fare  un  bagno,  E  nov. 
17.  42-  Tacitanienle  colla  sua  genie  nel- 
la terra  entralo  ,  molti  sopra  le  letta  ne 
prese.  ^  Maur.  rim.  buri.  I.  l6o-  Qual 
furia  è  questa  di  chiamar  la  morte  Cui 
ferro  ignudo ,  la  qual  senza  guida  Tacita- 
mente vi  viene   alle    porte  7  (H) 

•>'  %.  Per  In  modo  tai.'to,  Aon  detto  e 
sottinteso,  u  But.  Inf.  7.  Tacitamente 
rimprovera  a  Pluto  e  a  Satan,  che  furon 
cacciati  dal  cielo  per  1'  Angelo  S.  Miche- 
le. Maestnizz.  l.  65.  Siccome  la  moglie 
ha  tutti  i  beni  del  marito  tacitamente  ol>- 
bligdli  per  la  dota  sua .  e  cosi  è  data  al 
marito  per  le  cose  parafernali»  .   (O) 

*  TACITISSIMO.  Superlat.  di  Taci- 
to. Lat.  f/iiiettssìmus.  Gr.  fftw:ii)£o;.  // 
J'ocahol.  alla  voce  CHETO  §.  X.  ,  e 
OLIO  §.  IV.  {') 

5  TACITO.  Add.  Cheto,  Non  parlane 
te.  Lat.  tacitus.  Gr.  C(W7roi/Jicvo>.  Bocc. 
nov.  97.  12.  Parevano  uomini  adombrati, 
sì  lutti  stavan  taciti  e  sospesi  ad  ascolta- 
te. Dant.  Purg.  8.  V  vidi  qucll'  esercito 
gentile  Tacilo  poscia  riguardare  ìn  sue. 
Petr.  son.  16.  Tacilo  vo,  che  le  parole 
morte  Farian  pianger  la  gente.  Poez. 
Varch.  I,  pros.  l.  Mentre  che  tacilo  me- 
co medesimo  queste  cose  riandava  ce,  mi 
parve  che  sopra  il  capo  mi  fusse  una  don- 
na apparita. 

g.  I.  Tacito,  per  Non  detto.  Sottinteso. 
Lat.  tacitus.  Gr.  aiw7rw,usv05 .  Poccm 
Conci.  2.  Ad  alcune  cosette  ec,  quasi  a 
tacite  quistioni  mosse  ,  di  rispondere  in- 
tendo. 

*  §.  II.  Per  Occulto,  J\'a.tcoso.  Tnss. 
Ger.  12.  23.  Quivi  sovente  ella  s'  atterra, 
e  spiega  Le  sue  tacite  colpe,  e  piange  e 
prega.  (D) 

^  g.  III.  Per  Queto;  contrario  di  Hu' 
moroso,  u  lìocc.  nov.  27.  48-  'I  convito, 
che  tarilo  princìpio  avuto  avca ,  ebbe  so- 
noro fine  "  .  (C) 

*  TACITURNAMENTE.  Avv.  Con  ta- 
citurnità. Chetamente.  Bocc.  Fiamm.  l.  3. 
I  quali  con  lento  pa^o  e  lacituruamente 
lui  a  poco  a  poco  spingendo  fuori  <1)-l  mio 
cuore  s'ingegnavano  di  tornare  nel  loro 
primo  luogo.   (Pr) 

3  TACITUH.MTA' ,  TACITURNITA- 
DE,  e  TACITURNITATE.  lo  star  Che- 
to, Il  tencrr,  e  far  silensio.  Il  non  par- 
lare. Lat.  taciturnitas.  Gr.  l);iiiw3iV. 
liocc.  nov.  37.  4^-  ^'  laciturniia  stala 
per  lo  fresco  dolore  roppmenlalo  no'  ve- 
stimenti oscuri  de*  pai  enti  ili  Teilaldo. 
Mor.  S.  Grrft.  Vedendo  il  canto  «Iella 
preiticasionc  stare  in  sileniio,  roD  dolore  e 
tacilurnilà  si  mettono  a  piagnere. 

*  §.    Per   .Mntolrzza.    n /.**C^.    S.G.  It 


Si   II 


ndu 


pra  la  piaga 


della    lacilur- 


nilade,  cioè  che    li  tolse    la    polrnaa    del 
favellare*  .  (N) 

TACITUUNO.  Aid.  Che  tace ,  Che  sta 
cheto.  Lat.  tmtturnus.  Gr.  9ib):r*]f  C>'<. 
.4gn.  Pnnd.  \'i.  Matti,  »c  rrnlono  la  mo- 
glie oe'  falli  del  marito  etscre  più  lantiir- 
na,  che  eglino  medesimi,  fiuon.  Fier.  4- 
a.  1  Se  savie  o  'n  sulle  buie.  Taciturne 
o  loquaci. 


§.  Per  similit.  si  dice  a/uhe  di  Cosa 
che  nel  suo  moto  non  faccia  romore.  Lat- 
tacitu.t.  Gt.  itoiTiipc^  Ar.  Fur.  3a.  74- 
Quando  al  fio  sente  dopo  induge  tante  , 
('he  il  taetturuo  chiavislel  si  muova. 
^  tiuar.  Past,  fid.  2.  5.  Care  »L-)ve  bea- 
le, E  voi  solinghi  e  tacìturui  orrori,  DÌ 
riposo  e  di  pace  alberghi  veri  ,  Oh  quan- 
to volentieri  A  rivedervi  io  torno  I  (Iij 

TACIUTO.  Add.  da  Tacere;  Non  del' 
to.  Lai.  silentio  prtetermissus.  Gr.  itapa- 
ieìeiuus'voc. 

•f  «  TAFANARIO,  lece  hassa.  Il  se- 
dere. Il  culo,  La  parie  deretana,  che  an- 
che si  dice  II  preterito.  Salvia.  Fier- 
Puon.  3.  4"  3.  Chi  ha  perduto  ec. ,  cioè 
non  abbia  nulla  ,  si  gratti  ,  come  Jiassa- 
mente  si  dice,  it  cedere,  il  tafanario.  Cari. 
Svia.  23.  La  coreggia  strapposM,  e,  rotto 
il  nodo,  Ognun  resto  col  suo  randello  in 
pugno  ;  Ma  con  questo  divario  ,  Che  la 
Cberchina  se  '1  batte  nel  grugno  ,  E  il 
prete    il    suol    battè   col  tafanario.  (A) 

TAFANO.  Insetto  volatile,  simile  alla 
mosca,  ma  alquanto  più  lungo  .  Lai.  ta- 
baniis.  Gr.  fiìJttU,  Oi5T^O?.  lìoct.  nov. 
77-  55.  V  erano  mosche  e  tafani  ìn  gran- 
dissima quantità  abltoodati.  Vani.  Inf. 
17.  Quando  soo  morsi  O  da  pulci,  o  da 
mosche,  o  da  tafani-  IHor.  S.  <»reg.  Voi 
liAciate  il  tafano,  e  Iranghiottite  il  cam- 
mello. 

§.  Diciamo  in  ischerso:  All'alba  de*  ta- 
fani, che  vale  Tardi  ,  Intorno  al  mit- 
zo  dì,  perciocché  quelP  animaletto  no.i 
ronza,  se  non  e  alto  il  .toh.  Malm.  10- 
8.  Perche  ìl  nimico  all'  alita  de*  tafani 
Vuol   trucidare   in  singohir  battaglia- 

TAFFhHl'A.  Vaso  di  legno,  di  forma 
simile  al  bacino.  Lai.  patina.  Pallad. 
l'ehhr.  3l.  Altri  in  nuova  tafferia  ,  o 
testo  ,  tra  M  gesso  secco,  sparlila  1'  una 
dall'  altra,  le  serbano.  But.  Purg.  22.  2. 
E  dicesi  a  Satira,  che  era  una  tafferia  , 
ovvero  scodella  die  s'  oflcrìva  agi'  Iddei. 
Belline,  son.  280-  Ueh  rompi  di  tua 
man  la  tafferia.  .^«0/1.  Fier.  5.  4-  4* 
Veggo  Turchescbe  tafferie  di  drappi  e 
tele  Piene. 

•f  TAFFERUr.lA,  e  TAFFERUGLIO. 
Pi.K.ta,  (Juistione  di  molte  persone  in  con- 
futo. Lat.  lurf'ir  .  turbellie  ,  rixtr.  Gt. 
Tv.p'xyT,,  Ta^«X*o*®*'  «r*»*  ^'""'  ^^^' 
Ann.  i3.  170-  Nerone  per  le  vie,  taver- 
ne e  chiassi ,  travestito  da  schiavo  ,  con 
mala  gente  correva  le  cose  da  vendere, 
e  faceva  tafferugli  si  sconosciuto,  che  oe 
toccava  aneli*  egli ,  e  ne  porto  il  tììu 
segnato.  Morg.  26.  89.  E  se  si  fece  più 
d'  una  moroca  Giù  nclt'  Inferno,  e  taffe- 
ruglio e  tresca  /'*  27.  85.  E'  si  vedea 
cader  tante  cervella.  Che  le  cornacchie 
faran  taflerugìa.  larch.  Stor.  8-  198.  Si 
tn>vava,  benché  vccrhìo,  a  tafferugli  ,  io 
gimKhì  e  tresche  con  giovani.  Ctcch. 
Corr.  1.  4-  ^<*  scoprir  or  qursta  cosa 
sarebbe    Troppo    gran    tafferuglio. 

taffettà'.  Tela  di  stia  leggerissi- 
ma, e  arrt-ndci-ole.  Lat.  f^rnhì  ctnum.  Gr. 
^•u^j/ivov.  /  arch.  Stor.  5.  12I.  Era 
questa  bamUera  dì  taffrtl'a  mr^ta  ad  oro. 
Burch.  1-  a4-  Suro  di  taffettà  dì  carne- 
secca  (  ifui  tn  ischeno).  t'ar  leu.  I 
5l-  Farci  <|uclla  di  ceicstro  chiaro,  e  que- 
sto d'  un  velo,  ovvero  d*  un  taffetlà  scu- 
ro cangiarne.  #  Pia.  rim.  buri.  |.  211. 
O  rilegar  bÌM>gna  qualche  laccio  ce.  ,  O 
tirar  futira  e  sparpagliar  la  tocca  O  I 
laffclt^    pei    tagli  de'  cosciali,    ec.    fB) 

$.  T'tffèltà,  SI  dice  anche  Certfi  arnese 
fatto  delta  metle.finia  tela,  con  cui  talo- 
fit  le  femmine  si  cuoprono  il  capo^  e  le 
spalle.  Alleg.  57.  Chi  V  ha  regalala  d' 
un  paio  di  maniche  di  tela  vergata  d  o- 
rn  tal»o,  chi  d'  un  taQeltì  co'  dindcrli 
d'  orpello 


TAF 

•+  *  TAFFIABE.  Mangiar  Itne,  Fa 
„■  Ina  ccrpaccala.  SaMn  Fi<r.  l:„on. 
Inlr.    4.  Simonìe    à   pa.io   *'."«"•''(?: 

«IO  a«or»gu  in.  i  "'■."'"^""./'"J. ',  t 
Om«o  aclto  Tx'?»;,  r;;.e  "W  "™^/  ■" 
nella  mia  lra.l«iione  1  Lo  osalo  d.  dir 
l^/?i«  ,  dacché  in  bassa  maDiera  vale  1 
mangiare,  e  scote  dell' origin  g"">'=  ' 
taf,an  .  n.cUcre  io  cotlona  ,  seppellure 
Dt'l    ventre     (A) 

•+  «  TAFFIO.  Banchello  dcic  st  man- 
gia Une-  Sahin.  lUad.  Poiché,  o  vivo 
fu  -1  troverà.,  o  pur  T  uccise  Oreste  pr^ 
Tenendo,  tu  al  laffio  iuterve.rai.  t-  -<"" 
nat.  Firr.  /Juan.  Intr  A^*'"""''  ito 
„«,o  */  mono  ec.  .  da  Omero  dell^ 
ri,Oi.  cioè  Sfp<du.ra  ;  e  .0  nella  mia 
traluione  V  ho  osato  di  dir  «/Ao,. dac- 
ché m  bassa  maniera  vale  U  mangiare  . 
e   sente  deU- origin  greca.  M; 

TAGLIA.  ;/  ta^liart.  Lai.  cad.s.  Gr. 
Tou,!'.  fa„L  Oros.  >on  t  dunque  giusto, 
ma  giustissimo,  il  lagUamento  e  la  mor- 
talifa  di  coloro  che  non  gmstamcnte  .1 
maU,  e  la  taglia  seguitano,  ^"'rf;  ^■ 
Gr.nde  lue  T  alibatlimento  e  la  taglia , 
quinci  e  quindi  caggiono  li  ">""•  .^''■■ 
M.   Grande    uccUione  e  grande    taglia  ne 

+'"§.  I.    Taglia,   per  Imposizione,  Gra- 
tella.  Lat.   mActio,    Ktcligal.     Gr.    £,;:<- 
«=.   ,uu^elW.    a-    r.   9-232.    1.  La  ca- 
gióne    fu"  perchè  i     nobili    gì.    gravavan 
ttoppo    della   taglia   che    aveano    a    paga- 
re. 0<r.   Com      Inf.    7.    1.1.    Li    PJ-jr 
laici,   per  ragunaie    pecunia    con    d  verse 
generiìoni  di  taglie  e  di    gravamenti ,  a - 
foeano    U    suddito.    E  12.   2l3.    Sono   al- 
e,ii,  che   sotto   colore   d'  alcuna    signoria 
impongono   taglie   e    gravamenti.  -.-  òegr. 
Fior    Pr     21.    Acciocché    quello    non    si 
astenga  di  ornare    le  sue  possessioni   per 
tìnrorc   che    non    gli  sicno   tolte  ,   e  quel- 
!•  altro  di    aprire    un  traffico    P"^  r^ura 
delle    taglie.    fO    Por^.h.    ilon.    l55.   Le 
eondanolfioni,  o   vogliam   dire  con    voce 
più  propria  le   taglie  poste  alle   eituepo- 
polì  vinti,   ly)  ,  ,. 

§.   II.    Taglia,  oggi  più    comunemenle 
ti   dice  il  Prezzo  che  j'  impone  agi,  schia- 
vi,  o   simili,   per   riscattarsi;   ed  anche 
Quello   che  si   promette,   o   si  paga  a  chi 
mmazza   shanditi.o  ribelli.   Frane.  Sac- 
eh.    no.:   38.   Puosongli  ducaU    cinquanU 
di  taglia,  e  lasciaroolo   aUa  fede.     J  arch. 
Stor     2.    iq.    E  di  più  ,  che   J  sig.  Cam- 
maio    ec     dovesse    subitamente,  senia  pa- 
gar un  quattrino   d.    taglia,  esser  liberato. 
Salv    Cranch.   4.    I.    Fui  bandito   Di  que- 
sU  terra,  e  perseguitato  Con  grossissime 
taglie.    I.uon.   Fier.  3.    2.    18.   O  ci  met- 
ta la  taglia   Per  aver  fatto  un   tratto   un 
manichelto     A     un    Blosofuol    di  cappa   e 
spada.  Bern.    rim.   I.    33.  Si  manda    tu 
con  taglie   e  bandi   espressi. 

?.  III.  Taglia,  per  Lega,  ^il  f'C- 
du'i.  Gr.  onovòr.'.  G.  F.  6.  80.  1 .  (-h 
erano  allora  in  taglia  col  Comune  di  Fi- 
reme,  f  cap.  84.  2.  Vi  furono  ali  asse- 
dio le  masnade  de"  Tedeschi,  che  erano 
alla  Uglia  de'  GhibelUni  di  Toscana.  E 
7  14.  2.  Per  pagar  le  masnade  de' Te- 
deschi, che  erano  col  conte  Guido  capi- 
tano della   taglia. 

§.  IV.  Taglia,  per  la  Porzione  d, 
checchessia  che  1  collegati  contengono  di 
dare  nel  far  lega  insieme.  M-  V.  6.  4. 
Con  patto,  eh"  e'  Sanesi  vi  potessono  en- 
trare colla  loro  parte  della  taglia  de  ca- 
valieri. . 
+  3  S.  V.  Taglia,  per  Assisa,  Divi- 
sa, Livrea.  Bui.  Inf.  29.  2.  Tenendo 
famigli  vestiti  a  taglia  e  spendilon.  /  i(. 
SS.  Pad.  Avca  con  seco  donielU  e  don- 
iiUe.  tutti    vestiti  a  taglia. 

*    §.      VL      Taglia,   dicesi     anche     del 


T   A   G 


TAO 


1467 


3lo:lo,  0  Maniera  in  cui  e  fatto  un  ve- 
stito o  .umile.  -  Slor.  Jiolf  Li  soprad- 
detti cinquanta,  tulli  vestiti  ad  una  ta- 
glia, giunsero  a  Parigi.  Dani.  InJ.^. 
Igli  avcan  cappe  con  cappucci  bas=.  Di- 
na°n«  agli  occhi,  fatte  della  taglia  Che 
per   li  monaci    in  Cologna    lassi  »  .    tt 

S.   VII.    Taglia,    per  Arbitrio,    1  olon- 
,,;     Lat.    arhitriiim.   Gr.  -/v!,./!»:   ien.  1 1- 
I  su  Quando    tu  vuogli   morire,  questo   e 
in   tua  taglia.  ^  , 

8.  Vili.  Taglia,  per  Tacca,  nel  si- 
gnificalo del  %.  I.  Lat-  '"'"■"■  ^^■ 
ifuSoU..  lett.  Colt.  33.  Si  seghino 
questi  rami  in  que'  pe«i  che  ne  escono, 
i  quali  peni  cosi  spiccati  di  luosheaa 
tre  quarti  di  braccio  l'uno,  o  m  circa, 
egli  chiama  talee  :  la  qual  voce  s  e  mun- 
llnuta  nel  nostro  parlare,  ma  s  usa  oggi 
in  mostrare  altro  ;  che  gi'a  non  d  altron- 
de sono  nate  quelle  che,  nel  segnare  quel 
che  si  vende  a  tempo,  noi  chiamiamo  ta- 
glie. Bern.  Ori.  I.  7-  I»  K°°  "  "^" 
conto  d-  abbaco  o  di  taglia.  Ma  ognun  di 
contanti  vuol  pagare. 

i  e  IX.  Taglia,  per  ^ahlra,  (Jua- 
lilL  Mole,  Grandezza,  .Vi.<ura,  Statura. 
\  Tesoirtt.  Br.  II.  87.  Che  son  si  divi- 
sati ec.  Di  corpo  e  di  fanone.  D.  si  Ic- 
ra  ragione  E  di  si  strana  taglia,  rem. 
Ori.  2.  IO.  9-  Gigante  non  fu  mai  di 
miglior  taglia. 

1  X.  IJi  mezza  taglia,  vale  Tra  gran- 
de e  piccolo.  Lat.  mediocris  staturae. 
Cecch.  Miav.  2.  2.  Le  cameriere  con- 
vengono a'nobai,  E  non  a  noi,  chesiam 
di  meiia  taglia  f-;!/!  figuratam.,  e  valetx^ 
nobile  e  ignobile). 

e  XI  Taglia,  chiamiamo  anche  unoilru- 
menlo  meccanico,  composto  di  carrucole 
di  metallo,  per  muovere  pesi  grandi,  hit. 
irochlea.  Gr.  TpoyclUo-^.  Fr.  Cord.  ò. 
Pred  l  maestri,  che  vogliono  collare  ,  o 
riuare  un  gran  peso  ,  si  ordinano  molte 
taglie  e  molte  funi.  Buon.  Her.  2.  4^  15- 
Argani,  verricelli  e  taglie  e  conu.  Jienv. 
Celi  Oref.  123.  Avendo  posto  una  taglia 
a  una  Uave  del  palco,  e  messovi  dentro 
a  detto  canapo,  si  debbe  l'atle6ce  serwe 
di  un  argano  possente  a  sostenere  la  det- 
ta forma.  ... 
*  S  XII.  Taglia.  Term.  de"  Ceraiuoli. 
Strumento  da  tagliare  i  lucignoli  a  quel- 
la lunghetza  che  si  ricerca.  (A) 

*g  XUI.  Taglia.  Term.  del  Giuoco. 
Lo  alzare  le  carte  separandole  in  due  par- 
ti e  la  parte  che  si  e  così  separata.  (A) 
•+  ■•?  TAGLIABILE.  Add.  Aggiunto 
che  dicesi  di  quel  corpo  il  quale,  o  duro 
o  molle  che  sia,  si  divide  senza  che  si 
stritoli,  0  pur  vada  in  pezzi  0  minuzzo- 
li,  e  che  non  più  si  divide  di  quello  che 
'  dividalo  il  dividente.  Salvia.  Teocr.  idilì. 
32  Operosa  fatica,  e  dura  assai  ;  Poiché, 
per  prove  da  me  fatte,  eli"  era  >on  taglia- 
Li  da  ferro,  o  pietra  o   legno   Beltin.  l'isc. 

2  5.  E"li  é  pertanto  il  tagliar  perfetta- 
mente uno  staccar  di  sieme  col  taglio  tut- 
te le  cose  che  si  trovano  insiememente  at- 
taccate nelle  materie  tagliabUi,  ec.  E  ap- 
presso :  Verr-a  a  essere  1'  anatomia  un 
talmente  staccare  di  sieme  con  istrumenti 
da  taglio  i  componenti  d'  ogni  composto 
Usliai'ile,  ec.  (Al 

TAGLIABORSE.  Quegli  che  per  ru- 
bare taglia  altrui  la  borsa.  Lat.  manticu- 
larius,  crumeniseca.  Gr.  |SaXavri5rs^3;. 
Bocc.  nov.  II.  IO.  Avendo  udito  che  per 
U^Uaborse  era  stato  preso.  *  Plut.  Adr. 
Op  mor.  I.  34.  1  gran  tesori  e  palesi 
sono  il  bersaglio  de"  tagliaborse  e  de  ladri 
domestici  e  calunniatori.   (C) 

«t  TAGLIACA^TOSI.  Squarciane, 
Spaccamontagne  ,  Bravazzo.  Lat.  miles 
gtoriosus,  thraso.  Gr.  SfaJwv.  Cecch. 
Corr    I.   3      Cominciò    a     vagheggiar    la 


stessa  il  mio  Tagliacanloni.  Buon.  Ficr. 
4.  4.  12.  Di  rompicolli.  Di  tagliacantoni 
ec.  Tante  tante  avanie.  E  l\.  5.  2.  Siu'a 
sUmato  I  ni  Qualche  tagliacanton,  qualche 
sicario.  Malm.  II.  49  L'  armi  Papino 
ad  un  Fiandron  guadagna.  Che  fa  il  ta- 
gliacantont  e  lo  smillanta. 

*  TAGLUCEBCHIO.  Term.  de  Ma- 
tematici. Cna  delle  gambe  delle  sesie,  la 
quale  e  tagliente  ,  e  taglia  il  cerchio,  la 
carta,  o  simile,  su  di  cui  si    calca.   (A) 

*  TAC.LIADORE.  ì'.  A.  Taglieri. 
Frane.  Bach.  65.  18.  E  vo"  che  ancor 
gli  strani  Serva,  se  sono  a  tagliador  con 
seco.  (P') 

*    TAGLIAFERBO.  Dicesi    dai    Co- 
stnillori  una    Specie   di    scalpello  d'  ac- 
ciaio finissimo  per  tagliare  il  feri-o.  (A) 
TAGLUME.NTO.   //  tagliare.  Lat.  in- 
ci.510,  seclio.   Gr.  to;ì^'.  6'     f.  7.  22.  2. 
Di  lì  faceano  gìtiar  fuori,    mostrando  che 
fosse  del  tagliameuto  del  muro  del  castel- 
lo. Maeslruzz.  I.  85.  Puossi  contrarre  ma- 
trimonio con  quella  eh"  è  istretta,  ma  per 
tagliamenlo  si  può    fare    atta  ?    ec.    Dice 
Cgo,  che  non  crede,  se  non  se  quando  e 
i  fatto  a  tagliamenlo.  Arrigh.    63.   I   quali 
'  la  nobil  vita  gli  diede  disarmalo  al  tagba- 
mento.    (V.    2.   8.  4-  Conciossiecosachè  1 
uno  e  1'  altro  arbore  sia  dì  rara  suslanzia 
comunica  la  sua  virtù    all'    altro,    e  così 
delle   virtudì    mischiate  nel  luogo  del  ta- 
gliamenlo é  fallo  sugo  di  mescolale  virtu- 

di. 

S  Per  Uccisione.  l-3t.  caedes.  Gr.  fo- 
vo:.  G.  r.  I.  32.  3.  Sella  quale  ebbe 
gran  tagliamenlo  di  Romani.  M.  V.  4; 
12.  Pochi  di  appresso  U  tagliamenlo  de 
cittadini  di  Bologna. 

ir- 1  \l,\.\k^'Ì^.Clie taglia. Belhn.  Disc. 
2.  240.  Perchè  a  taglio  si  fa  perla  forza,  che 
il  Ugliante  fa  patire  alle  materie  tagliabili  ;  a- 
dunque  bisogner'a  che  tal  fona  passi  e  si  con- 
tinui dal  tagliarne  alla  materia  tagliabi- 
le. (F) 

.^^■S.Per  Tagliente,  Di  soltil  taglio. 
Atto  a  tagliare.  Alam.  Colt.  4.99.Piuli  sien 
per  potar  gli  acuU  ferri.  Il  lagliante 
pennato,  il  ronco  attorto .  ec.  (Fj  Bern. 
Ori.  I.  2.  7-  L"  elmo  aefalalo  a  quel  bran- 
do tagliarne  Ogni  possania    di    ferire    ha 

tolta.  (BJ  „         ,       j. 

*  TAGLIANTISSIMO  .  Superi  .  di 
Taglianle.  Bucell.  Prcs.  80.  Ma  gi'a  mi 
pare  di  accorgermi  che  voi  mi  vi  rivolta- 
te contro  le  armi  taglianlissimc.  (Bj 

*  TAGLIARE.  Sust.  Taglio.  Cavale. 
Specch.  pece.  6.  La  bellezza  della  femmi- 
na è  coltello  da  due  tagliari  f(/«i  A?'"''"-.' 

S  TAGLIARE.    Dividere,  Separare ,  o 
Far  più  parti  d"  una    quantità   continua 
con  istrumento  tagliente.  Lat.  incidere,  se- 
care, caedere.  Gr.  Ts';iv:tv.    Dani.    Par. 
16.  E  molte  volle    taglia    Più    e    meglio 
una,   che    le     cinque    spade.    Bocc.    nof. 
6g.   18.  Quando    Mcostralo    uiaDgiava,    1 
uno     gli     tagliava     innanzi    ,   e     1'  altro 
oli  dava  bere  Icio'e,    trinciava.).   E  num. 
lo    E  ad  un"  ora  te    e    me    vendica,  ta- 
gliandolo.  Maini,  l.   28.  E   col  brando  che 
taglia,  com'   ei  cuce    ec. ,  Vuol    Uucidare 
ognuno,  ognun  vuol"morto. 

§.  I.   Tagliare,  si  dice  anche  l'Opera- 
re del  .var(o,  allora  che  stacca  dalla  pez- 


za il    panno. 


.„   ..     ,.„ ,    -     sì   lo    divide     secondo  la 

forma,  onde  debbe  cucirsi.  Bocc.  nov.  ItX). 

,7.  E,  oltre  a  questo,  fece    lagbare    e  far 

più  robe  belle  e  ricche  al  dosso      d    una 

'  giovane.  Frane.  Bari,.  .^02.  l3.  Dal  sarto, 

che  tagliare  «on  vuol,  che    1  veggi»  ,     " 

"s     li      Onde   Tagliare  secondo  il  panno  , 

fiiiralameate,  vale  Adaltars,  al  bisogno 

S-   I"       Tagliare,    per    similit. ,    vale 

Separare,  Segregare.     Maeslruzz.    l.  4^ 


i468 


T  A  G 


Se  il  reo  minislro  è  taglialo  djlk  Chiesa 
e  ispartitn,  pecca  mortalmente,  >alvu  che 
in  caso  di   nL-cfisità. 

g.  IV.  Tagliare,  per  Finire.  Lat.  ab- 
scindere,  «ir.  d'JO/.o  nrtvt.  lìern.  Uri. 
3.  3.  6  5.  Ma  VI)'  qui  il  lor  tagliare  e  'I 
Toslro   affanno. 

•f-  g.  V.  'Fogliare,  o  Tagliare  a  pezzi,  o 
per  pezzi,  vale  C/cridere.  L,it.  caederc,  in- 
ter/Icere,  occidcrt',  ohtruncare,  truridare. 
liocc.  nov.  3^.  l(\-  Con  una  spaHa  in  ma- 
no or  questo  or  (juel  tagliamlo  de'  Sara- 
cini  crudclmeole  molti  n'  uccise.  IC  nov. 
8.^.  23.  Cominciò  umilmenle  a  pregai  la 
moglie  che  noa  gridasse,  s'ella  non  vo- 
leva eh'  egli  fdi.sc  tagliato  lutto  a  ['ezzi. 
5r  Fior,  ir  354- !••  padri  vedciinii  tagliare 
li  figli  dai  nemici,  e  non  li  poticno  dculio 
dalle  porte  recuvcrare.  ((')  Cron.  J'ell. 
146.  Messcr  Simone  tiiudice  ec.  i'uc  lutto 
tagliato  per  pezzi,  e  fattone  gran<le  islraiio. 
(Pc)  lìemb,  Slùr.  12.  175.  iJa*  suo  nemi< 
ci  ec.  fu  tagliato  per  pezzi.  ( l'J  Sen.  Ben. 
Varch,  5.  16.  Non  solo  dava  il  segno, 
ma  era  esso  il  segno  di  sliandire  tanii  cit- 
tadini, e  tanti  tagliarne  a  pezzi.  F  6-  3l. 
1  colonnelli  de'  soldati  furono  più  volte 
tagliati  a  pezzi. 

!*=§.  VI.  Tagliare  la  borsa,  vale  Hiiba- 
re  la  borsa.  «  Hocc.  nOi-,  li.  IO  Kgli  è 
i{ua  un  malvagio  uomo,  che  m' ha  tagliata 
la  Itorsa.  F  niim.  12.  Fatevi  a  ciascun,  che 
mi  accusa,  dire  (juando  e  dove  gli  tagliai 
la  horaa».  (M) 

^  g.  VII.  Tagliare  una  sentenza,  e 
.cimili,  vale  Riprovarla,  Incettarla,  Scar- 
tarla. Jìcnib.  Star.  I.  12.  Le  sentenze  di 
lutti  gli  alui  magistrati  proponevano  ad 
una  sola  di  ques.te  due  Quarantie  che  au- 
licamente erano  creale,  ed  ella  o  le  appro- 
hava  e  confermava,  ole  tagliava  e  rescin- 
dea.  (V) 

*  g .  V I  li .  Tagliar  la  detta,  vale  Cedere  al- 
trui la  pretension  de'  crediti,  col  perder- 
vi (fuafclic  cosa,    l  .    DETTA,  §.  IV.  (C) 

g.  IX.  Tagliare  fra  le  due  terre,  par- 
landosi d'  alberi,  o  di  piante,  si  dice  del 
Tagliare  al  piede  sotto  la  superfìcie  della 
terra.  Fr.  Giord.  Fred.  Non  basta  tagliare 
le  piante  e  l'altre  erlie  malefiche  tra  le 
due  terre  ;  Insogna  lolalmcntc  eradicarle, 
ec. 

g.  X.  Tagliare  il  ragionamento ,  e  si- 
mili, vogliono  Troncarlo  ,  0  Terminarlo 
prima  che  ne  sia  venuta  la  fine.  Lat.  ab- 
scindere.  Gr.  oLTtoy.ónretv.  Fir.  Trin.  3. 
1.  Tagliamo  il  ragionamento  :  allia  volta 
ci  rivedremo.  /•,'  Di.vc.  an.  70.  Venendo 
a  noia  al  Carpigna  così  discrete  ragioni  ec.  ta- 
gliandoli le  parole  disse.  Tar.  lìav.  /inn. 
l\.  lOi.  Oli  lk>  scantonava,  chi,  renduto  il 
laluto,  fuggiva  ,  chi  tagliava  i  ragiona- 
menti. 

•f  g.  XI.  Tagliar  le  parole  in  bocca.  I.al. 
loffiientem  interpellare,  ohloqui  alicui.  Gr. 
Ìvoy(\t't  TiVi.  /  arch.  Frcol.  80-  Alcuni 
usano  ec.  ;  tu  m' hai  rotlu  la  parola  in 
hocca,  e  alcuni  tagliata:  il  che  pare  pttit- 
luslo  convenire  a  cnloru  che  mozzano  alimi 
•  interrompono  il  favellare. 

g.  XII.  Tagliare  il  ritorno,  la  strada, 
o  simili,  vale  Impedire  la  via  del  ritorno, 
ce.  Lat.  reditum  praeclttdere.  Gr.  V33T0V 
xaTaxJiUiv.  Outcc.  Slor.  12.  56y.  Man- 
darono i  loro  rjvulli  e  i5  mila  lauti  te- 
deschi per  tagliar  loro  il  ritorno.  F  i;). 
120.  Olirà  '1  far  tagliar  loro  certi  passi, 
ricomincio  re.  F.  121.  Serviva  er.  a  ta- 
gliar la  strada  ,1  nemici.  ì.a.tc.  Celai.  3.  6. 
L'  altro,  vcggcodo  V  uscio  aperto,  mi  taglio 
la  strada,  l'ì  /V/is.  1.  6.  Poco  .liuto  a^pit- 
to  ,  perciocché  m' e  ^lato  taglialo  miglior 
via    iqui  Jiif tiratamente). 

g.  Xlli.  Tagliar  le  calUtO'l giublfone, 
maniera  proverbiale,  che  valilo  stesso  che 
^tvrmorare.      Lat.  Jamam    alicuius  prò- 


T  1  G 

scindere.  Gr.  xoizu.la.}tìv,  òtv.iJpti^ai. 
fiera.  Ori.  2.  25.  1.  Che  quel  che  me' 
di  voi  le  calze  taglia.  Colui  che  più  I*- 
sleiiiiuia  orrìbilmente.  Quegli  è  miglior  sol- 
dato  e  più  valente. 

§.  XIV.  Tagliare  le  legne  addos.10  a 
chicchessia,  vale  I\'iiocerli  con  cattivi  uf- 
fizii,  .^parlarne.  Lai.  obloqui,  obtrectare, 
alif/uem  lacerare,  laedcre.Gr.  /.y.7y->a>  !*v, 
Ota?u^S5&yi.    Frane.    Sacih.    nov.    106. 


Credi      tu 


appia 


chi     tu 


se*  7  e  non  li  misuri,  e  hiasinii  pur  me, 
e  taglimi  h-gne  addosso  7  Lasc.  linz.S. 
3.  Avendo  fallo  scalpore,  mi  sarci  taglia- 
lo le  legne  addosso,  e  datomi  ,  come  si 
dice,  della  scure  in  sul  pie.  Malm.  6-  69. 
Un  di  roloro  fu,  eh'  alla  pancaccia  Ta- 
glian   le   legne   addosso   alle   persone. 

*^  g.  XV.  Tagliare,  per  Offendere,  Svil- 
laaeggiare.  Cavale.  Pungil.  28-  Se  noi 
fos.'-inio  veri  figliuoli  di  Dio,  non  potrem- 
mo patire  di  udire  il  nostro  heiiigiio  pa- 
dre cosi  tutto  il  di  la^'iiarc  e  bestemmia- 
re. (I  ) 

g.  XVL  Avere  una  lingua  che  taglia  e 
fende.    1  ed.     LINGUA,  §.  VII. 

§.  WIL  Tagliare  ,  Jìguratam.  ,  per 
Giuntare,  Ingannare.  Lai.  fallere,  inter- 
cipere.  Gr.  s'^K-otTav.  /'arch.  Fri ol.  5^. 
Se  lo  fa  artatamente  per  ingannare  e  giun- 
tare chicchessia,  o  per  parer  bravo,  si  di- 
ce  frappare,  tagliare,   frastagliare. 

't  §■  XVIII.  Tagliare,  si  dice  anche 
de'  liquori,  quando  uno  si  mescola,  o  si 
tempera  con  l'  altro.  lied.  Anno(.  Zittir. 
l35.  Per  ringentilire  r  acutezza  di  esso  a- 
ceto  lo  tagliano  discretamente  con  acque 
di   fiori  stillate. 

g.  XIX.  Tagliar  le  capriole,  vale  lo 
stesso  che  Farle.  Malm.  7.  23.  E  vede 
all'  ondira  di  salcigne  fras»  he,  Fra  le  più 
brave  musiche  acquaiole.  Parte  di  loro  al 
suon  di  bergamasche  (Quinte  e  seste  ta- 
gliar le  capriuole. 

g.  XX.  Tagliaronsi  di  Maggio.  ì'arch. 
Frcol.  93.  Quando  alcuno,  dimandato  d' 
alcuna  cosa,  non  risponde  a  proposito,  si 
suol  dire  :  Albanese  messere.  Io  sto  co'  fra- 
ti, o  Tagliaronsi  di  Maggio  ;  o  veramente 
Amore  ha  nome  I'  oste,  l.asc.  l'inz.  2. 
1-  G.  Oli  quel  Trebbiano  e  sialo  deliralo! 
C.  A  proposito.  G.  E  quei  fegatelletti 
cabli  m'hanno  tocco  1'  ugola!  C  Taglia- 
ronsi  di    Maggio. 

g.  XXI.  Tagliare,  per  Mettere  la  ta- 
glia per  riscatto.  Taglieggiare.  Lai.  tVi- 
dictioncm  imponcre.  Gr.  oo'pov  sm^àX- 
>»iv.  G.  F.  10.  33.  2.  Luchino  e  Azzo 
gli  tagliò  in  260000  fiorini  d*  oro  per  lo- 
ro redenzioni 

^  g.  XX IL  F  in  .rignific.  neutr.  pass, 
vale  Imponx  a  .re  .\trs.<o  una  taglia  . 
Hart.  As.  lib.  6.  pag.  58o.  (/toma  l653) 
Perciò  coDsi;,lialosi  col  suo  timore,  prov- 
vide saviamente  al  bisogno,  e  collegosst 
co'  Porloghesi,  anzi  si  fere  loro  vassalb>, 
e  lagliossi  il)  cento  misure  annovali  di  ga- 
rofano  per   tributo,   ec.   (Ih 

*'.•  g  XXIII.  Tagliar  gran  colpi,  modo 
proverbiale  ,  the  vale  Fardo  spaccamonlt. 
Parlare  da  Bodomonte.  Ar.  Fur.  a3.  58. 
Chi  è  costui  che  sì  gran  colpi  taglia  T  Iti- 
spo,\e  un  che  parer  volle  più  fido:  Se 
di  cera  noi  fossimo  o  di  paglia,  E  di  foco 
egli,  a»sai  fora   quel   ^rido.   {M) 

—  g.  XXIV.  'Vagliare  a  mezzo  le  mi- 
nacce, il  parlare,  o  simili,  vale  Troncar* 
lo  prima  4  he  sia  finito.  Ar.  Fur.  |.  61. 
Quel  che  di  lui  non  slimo  già  che  vaglia 
Un    grano   meno,   e  ne  fa  paragone.    L'or- 


J>< 


ri.o    taglia.    (M) 


TAfiLIATA.  Tai;lhimento  LaC.  caedrs. 
Gr.  XOftr,.  Jliion.  Tane.  5.  5.  Oh  clic 
fagliala  Si  fa  quand'  una  qurrrc  e  rovi- 
nata I 

§.   L   At    Uccisione.    Lat.  rAcJr/.    Gr. 


TAO 

rofit'  ,  Bui.  Inf.  28.  I.  E  per«b«  m 
questo  luogo  fu  grande  tagliata  di  gente, 
però  ne  fa  menzione  1'  autore.  ^  Guid. 
G.  22.  I.  E  furi.>.tamenle  li  abbattè,  e  con 
grande  tagliala  gli  confuta.  F.  \\.  t\.  Per 
lo  cui  soccorso  si  cesso  la   tagliata ,  e  so- 

Ì>ravvenendo  l*  ombrosa  notte  ti  rìiDMe 
a  battaglia.  Fior.  /(.  354-  Per  questo 
si  comÌD<  IO  una  grandissima  tagliata  di 
gente.  (C^ 

g.  IL  Ver  I  spianamento  che  si  fa  tagliane 
do  coste  o  argini,  o  simili.  Lat.  incisio. 
Gr.  zoixifì  .  O.  F.  IO.  87.  2.  Facendo 
/are  fortezze  e  tagliate.  M.  F.  7.  76. 
Feciono  fare  una  tagliala,  che  comprendea 
i  passi  di  quello  Stale,  per  ispazìo  d'un 
miglio  e  mezzo  tra  due  poggi  ;  e  sopra 
la  tagliala  feciono  barre  di  grandi  e  grossi 
faggi  a  modo  di  steccato.  Car.  lelt.  I.  8. 
Si  disegnano  spianale,  tagliate,  magazzini, 
gran  cose  s'  imprendono.  *  Teseid.  1. 
/|8-  Con  viva  forza  givan  difendendo  Ta- 
gliate falle  avanti  ,  e  di  gran  sassi  I  balzi 
a   grosse  schiere    provvedendo.   (B) 

§.  IIL  Diciamo  Fare  una  tagliata,  per 
Minacciar  con  molte  parole  e  bravando  . 
Lat.  interminari,  increpare.  Gr.  €Tiri/Jw£v. 
Morg.  |5.  56.  Giurando  vendirar  sì  fatto 
tolto,  E  minacciava,  e  Iacea  gran  tagliata. 
Farch.  Frcol.  83.  Fare  una  hravata.o  taglia- 
ta, o  uno  spaventacchio  ,  o  un  sopravvento  , 
non  e  altrc^  che  minacciare  e  bravare;  d  che 
si  dice  ancora  squartare,  e  fare  una  squar- 
tata, 'f  Lasc.  Cen.  l.nov.  3.  Neri,  gongo- 
lando tra  si;,  faceva  loro  una  tagliala  e  uno 
squartamento  ec.  girando  intorno  con  quel- 
la roncola,  ma  guardando  sempre  a  corre 
dove  potesse  far  loro  assai  paura,  e  poco 
danno.  (H) 

^*  g-  IV.  l'agliata,  dicesi  dai  militari 
Un'  opera  di  difesa  fatta  d'  un  fosso  Con 
parapetto  o  senta,  a  fine  di  difendersi,  o 
di  ritardare  la  marcia  del  nemico.  Guicc 
Slor.  10.  10.  Si  ridusse  l'esercito  loro  verso 
Vicenza,  e  Ligoagu  in  luogo  forte,  e  quasi 
come  in  isola,  per  certe  acque,  e  per  al- 
cune tagliale  che  avevano  fatte.  fC) 

TAtaLIATELLI.  .^e/  numero  dei  più, 
si  dicono  alcune  Pa.tte  tagliate  in  piccoli 
pezzi,  che  comunemente  si  usano  per  far- 
ne minestre.  ^'  /lellin.  /lucch.  l3l.  Tulli 
a  un  mo"  fratelli.  Come  tulli  fratrlli  a  un 
modo  sono  1  cialdoni,  li  gnocchi  e  ì  ta- 
glialclli  Perchè  la  oaxion  lor  tutta  s'impa- 
sta D'  una  farina  .  e  son  tulli  una  pa- 
sta. (Bj  fiert.  Giamp.  l^O.  Che  ne  ave- 
te voi  fallo  7  Che  ve  ile  siete  servito  in 
minestra   per   tagliatclli  T    r  C; 

TAGLIATO.  Add.  da  Tagltart .  Lai 
incisus,  secatus .  Gr.  ^laTjutTjàsi';.  Bocc. 
nov.  68.  7.  Trovatosi  taglialo  lo  spago  dal 
dito,  ìnconlanonic  s'  accorse  che  '1  suo  in- 
ganno era  scoperto.  G.  I  .  I.  32.  3.  I  ta* 
gliali  e  fediti  ec.  SÌ  ridussero  ove  è  oggi 
la  città  di  Pistoia.  At.  F.  3.  70-  La  don- 
na rimase  vedova  di  due  mai  ili  taghati  a 
ghiado  in  piccolo  Iravaliramrnto  di  tem- 
po. Brrn.  tiri.  2-  2.3.  23.  *  avalli  r  fanti 
e  cavalier  tagliati  Subito  fernu  il  campo 
sanguinoso.  Malm.  6-  3o  Lui  mago,  pur 
tagliatole  a  suo  dosso  ,  Le  spedisci'  per  tuo 
traltenitore  . 

*  S-  I  /Vr  Castralo.  /  1/  S.  Fvgm 
37^-  Euiiurhì,  cioè  vergini  per  Torva  nel 
cor(M)  da  picculini  tagluli.  f  /  ; 

*t  §■  II.  Bea  tagliato  ,  parlandosi  di 
statura  ,  o  di  corpo  ,  vale  Hen  disposto  , 
Profwrzionato .  Lui.  iuxitr  formtr,  statu- 
ra .  Gr.  tujtAiytrn;  -  Mil.  M.  /W.  » 
picrobi  no  granile,  ma  è  di  mezzana  falla; 
egli  è  cADulo.  4I1  bella  maniera.  i>glièlrop|Mi 
ben  taglialo  di  tulle  le  membra. 

*t  *  §  III-  Fsser  tagliato  ad  una  tal 
misura,  vale  quanto  Fsser  così  fatto.  Di 
tal  naturale.  Ambr.  FurL  ^.  a.  lo  noM 
conosco  questo  Manu,  *  manco  il  suo  set- 


TAO 

YÌflore;  ma  qQando  li  conoscessi,  m'arei  fat- 
to questo  medesimo,  perche  Ìo  son  tagliato 
a  questa  misura.  (V) 

*  §.  IV.  Tagliato  sottOj  dicesi  da:*  Ci- 
matori a  quei  panno  che  t  cimato  assai  ra- 
so j  e  Tagliato  pulito^  quando  la  cimatura 
è  perfetta.   (A) 

■f  TAGLIATORE,  l'erbai,  masc  Che, 
o  Chi  taglia.  Lat.  incisor,  sector.  Gr.  t9- 
urj;.  Fitoc.  •).  322.  Allora  ella  e  Florio 
lerati  ,  e  venuti  a'  verdi  Itosibi  ,  e  rimi- 
rando lì  nuuvi  ta;^lutori,  ciò  che  Gloricia 
il  passato  giorno  le  avea  parlalo  ec  gli 
raccooló.  i'ctr,  Uom.  ili.  Alquanti  taglia- 
tori di  Icgoc,  li  quali  niente  temevano  di 
questo  . 

#  TAGLIATRICE.  Femm.  di  Taglia-^ 
tare.  Bellin.  Disc.  2.  laS-  L'  acqua  o  co' 
sali  in  corpo,  o  scoia ,  io  vi  dirò  cb'  ella 
diventa  tagliatrice  e  taglia  difatto  ec.  (F) 

5  TAGLIATURA  .  //  tagliare  ,  Divi- 
sione/atta dal  taglio.  Lat.  incisnra,  sec- 
tio .  Gr-  rojj.r' .  G.  V.  12.  8.  20.  Poco 
appresso  per  quella  tagliatura  dt-lla  lingua 
morì.  Cavale.  Med.  cuor.  Tanto  1"  uomo 
più  pazientemente  porta  la  tagliatura  del 
medico,  quanto  più  è  fracida  e  ria  quella 
parte  eh*  e'  taglia.  ^  Teseid.  il.  Z^.  Ta- 
gliato fuvvi  ancor  l'audace  al>etc,  E  '1  pin 
similemente,  il  qual  odore  Dà  di'lla  taglia- 
tura, coni'  sapete.  Ed  il  fragil  ec.  ( /ìj 

*  §.  L  Tagliatura  j  si  dice  anche  il 
Luogo  dove  una  cosa  è  stata  tagliata  . 
m  Ufir.  Mad.  M.  Dormì  ,  e  vide  una 
donna  bellissima  toccargli  colla  mano  la 
tagliatura  del  suo  piede  ».  Soder.  Colt. 
25.  Se  s'abbiano  a  trasportare  f  i  magliuoli) 
qualche  poco  di  spazio  da  lontano,  pongasi 
OD  panno  lino  molle ,  che  di  quando  in 
quando  si  rinmolli  in  sulla  tagliatura,  per- 
chè secondo  lo  spazio  lontano  si  rammor- 
bidisce .  (C) 

*  §.  II.  Tagliatura  ,  dicesi  anche  la. 
Sfaniera  ,  con    cui    una    cosa    si    taglia 

-  Cr.  2.  7*  7"  M'*glio  s'appicca  e  vive  il 
ramo  tagliato  per  lo  traverso  con  tagliatura 
alquanto  lunga  ,  che  quello  ch'c  tagliato 
per  lo  dirìlto  circxilarmenle  ,  cioè  a  ton- 
do ».  (Cj 

*  §.  Ili.  Tagliature j  diconsi  Quelle 
parti  che  si  levano  dalla  cosa  che  si  ta- 
glia, dette  altrimenti  Ritagli.  Soder.  Colt. 
Le  tagliature  de*  sarti,  pellicciai,  calzolai 
ec.  e  tutto  fa  più  operazione  alle  novelle 
▼Hi,  che  -ille  vecchie,  e  falle.  (Br) 

t  TAGLIEGGIARE.  Metter  taglie  al 
paese  conquistato  ,  imporgli  gravezze  d" 
ogni  maniera,  quasi  per  prezzo  di  riscat- 
to. Segr.  Fior.  Jrt.  guerr.  1.  i3.  Si  ra- 
gunarono  insieme  più  brìgate  ,  le  quali  si 
chiamarono  compagnie,  e  andavano  taglieg- 
giando le  terre  .  /  arch.  Stor.  io.  270. 
Ru]>ando  sempre  e  taglieggiando,  per  do- 
vunque passava,  quanto  poteva.  Tac.  Dav. 
Stor.  2.  285.  I  Vitelliani  alloggiati  a  di- 
screzione (>cr  le  terre  spogliavano^  rapivano, 
svergognavano ,  taglieggiavano  ,  vendevano 
con  ogni  avidezza  il  sagro   e  *I    profano  . 

f  §.  Taglieggiare  f  vale  anche  Metter 
taglie  ,  Imporre  il  prezzo  agli  schiavi  , 
banditi,  o  .timili.  Varch.  Stor.  io.  3o6. 
Kon  vollero  acconsentir  mai  dì  voler  fare 
a  baona  guerra  coi  giovani  Fiorentini,  in 
nome  perchè  dicevano  loro  esser  gcntiluo- 
mmì,  e  non  soldati  ;  ma  infatti  per  poter- 
gli, come  danarosi,  taglieggiare. 

*  TAGLIEGGIATO.  Add.  da  Ta- 
glieggiare. Pluf.  .-idr.  Op.  mor.  3.  284. 
Pericle  .  taglieggiati  i  Greci,  ornò  coi  de- 
nari che  ne  trasse,  i  templi,  e  la  fortezza 
d*  Atene.  (C) 

TAGLIENTE.  Add.  Di  sottil  taglio. 
Bene  ajftlato ,  Atto  a  tagliare.  Lat.  acu- 
tus.  Gr.  c^j^  .  Amet.  l\'ò.  Quella  che  il 
matto  Erisitone  violò  colla  tagliente  scure. 
£'  61.  Perocché  l'  uno  con  tagliente  uo- 


T  A  G 

gbione  ha  laniato  il  misero  popolo.  Filoe. 
I.  145.  Portava  nelle  sue  mani  una  ta- 
gliente accetta  .  Pallad.  cap.  6.  In  ogni 
opra  d' innestare  e  di  potare  e  di  ricidere 
usa  taglienti  e  duri  ferri  Tes.  Br.  5.  8. 
Dicono  molti,  rhe  quando  ella  (l'aquila) 
invecchia  ,  il  becco  le  cresce  tanto,  eh'  0* 
si  volge  in  giuso  ,  ce.  :  ella  vae  ad  una 
pietra,  e  tanto  ella  vi  percuote,  che  quel- 
lo eh'  è  cresciuto  si  parte  dall'  altro,  e  in 
tal  maniera  ,  che  torna  così  bello  e  così 
tagliente  come  egli  era  quando  era  giova- 
ne. ^  Alam.  Poes.  2.  176.  Tu  gloriosa  , 
e  d'alte  lodi  ornata,  Prendi  questo  mor- 
tai viaggio  estremo,  ?Ìon  da  nocente  infer- 
mit'a  distrutta,  Kè  percoss'  anco  da  taglienti 
spade  ;  Ma  ec.  (Bj  Gal.  Sist.  88.  Ferite 
da  una  parte  dal  Sole,  gettano  dall'oppo- 
sta ombre  negrissime,  terminate,  e  taglienti 
più  assai  dell'ombre  delle  nostre  |'^«i  per 
similit.   cioè,  acute). 

§.  I.  Per  metaf.  aggiunto  a  Lingua  , 
vale  Maledico,  Pungente.  Cron.  Veli.  37. 
Frate  Lambertuccio,  del  detto  Taddeo,  fu 
comunale  di  persona  ec  ,  discreto  ,  e  mollo 
cavalleresco,  molto  ardito,  e  buono  predi- 
catore con  lingua  laglienle. 

*  §.  IL  Tagliente,  dicesi  nelle  arti  del 
Disegno  di  QueUa  viziosa  maniera  nel  co- 
lorito, e  nelle  pieghe  ,  che  toglie  In  gra- 
dazion  de*  colori  ,  o  la  morbidezza  delle 
figure.  ì'asar.  Op.  Vit.  3.  io.  ^'è  si  può 
esprimere  leleggìadrissime  vivacità  che  fece 
neir  opere  sue  Antonio  da  Correggio,  sfi- 
lando i  suoi  capelli  con  un  modo  non  di 
quella  maniera  fine  che  facevano  gì'  innanzi 
a  lui,  che  era  difficile,  tagliente  e  secca, 
ma  d'una  piumosità  ec.  (C) 

TAGLIfc-NTEMENTE.  Avveri.  Con  ta- 
glio, J^i  taglio,  l'er  via  di  taglio. 

TAGLIENTISSIMAMENTE  .  Superi, 
di  Taglientemente. 

•f  g.  Per  Acuti.'! simamente,  ed  e  term. 
de'  Pittori.  Golii.  Macch.  Solar.  171. 
Dove  taglientissimamente  e  crudamente  , 
quanto  più  immaginar  si  possa,  i  lumi  con- 
terminano colle  ombre. 

TAGLIENTISSIMO  Superi,  di  Ta- 
gliente. Lat.  acutissimus.  Gr.  s^'JTatTO?. 
Cr.  2.  23.  27.  Sia  la  corteccia  levata  sot- 
tilmente con  laglienlissimo  scarpello  in  lai 
modo  ,  che  la  gemma  non  riceva  lesione. 
Dav.  Colt.  169.  Auzzale  e  scarnale  con  la- 
glientissimo  ferro. 

3  TAGLIERE,  e  TAGLIERQ.  Le- 
gno piano  ,  rifondo  a  foggia  di  piattel- 
lo ,  dove  si  tagliano  su  le  vivande.  Lat. 
quadra.  Gr.  "('vy^".  Cr.  5.  32.  i.  Se 
ne  fanno  (dell'  anedano)  convenevolmente 
taglieri  e  bossoli  ,  li  quali  radissime  volle 
fendono.  F  cap.  33-  L'acero  è  arbore  as- 
sai grande  .  il  quale  si  truova  Dell'  alpi  , 
ottimo  per  far  nappi  e  sciidelle.  e  taglieri, 
^orc.  nov.  ^9.  16.  E  questa  mattina  ar- 
rostilo r  avete  avuto  in  sul  laj^iiere.  Liv. 
M.  Del  rimanente  furono  falli  Ire  taglie- 
ri d'oro,  ne'  quali  lue  scritto  il  nome  di 
Cammillo  .  Bern.  Ori.  2.  18.  Sg.  Ma  e* 
di  lor  facea  certi  bocconi.  Che  sarian  troppi 
ad  ogni  gran  tagliero.  Morg.  18-  1()4-  '" 
ti  vorrei  per  mio  compagno  avere  Ad  ogni 
cosa  ,  eccetto  eh'  al  tagliere. 

•{■  §.  I.  Gli  antichi  l'  usarono  per  Piatto, 
o  piattello  assolutamente  .  Frane.  Barb. 
30-  7.  Foir  è  chi  prima  leva  Da  se  il  la- 
glier,  ancor  gli  altri  maugiando.  E  3o.  22. 
Ne  ben  dimora  sul  laglier  lo  sale. 

=S  §.  II-  L'  u.farono  altresì  al  plurale 
ad  accennare  le  Persone  che  intervengono 
al  pranzo,  dicendo  Convito  di  io,  20  ec. 
taglieri  in  luogo  di  IO,  20  ec.  convitati,  o 
quello  che  noi  diremmo  di  10,  20-  ec. posate. 
m  G.  f.  IO.  154.  3.  Fu  fallo  ordine,  che 
a  nullo  convito  si  potesse  fare  più  di  tre 
vivande,  e  a  nozze  avere  più  di  venti  la- 
glieii,  e  la  sposa  menar  seco  tei  donne  e 


t  A  G 


1469 


non  più  ;  e  a*  corredi  di  cavalieri  novelli 
più  di  cento  taglieri  di  tre  vivande  •».  (Cj 

t  g.  MI.  Essere,  o  Stare  a  tagliere 
Con  alcuno,  vale  Mangiai^  insieme.  Far 
vita  insieme,  l.^i.  convivere.  Gr.  su/zfitoùv. 
Olt.  Coni.  tnf.  27.  468-  Tirata  la  donna  in 
camera  dentro,  che  altri,  che  la  compagnia 
con  chi  ella  era  a  tagliere,  non  se  n'  ac- 
corse ,  ec.  Franr.  .*-acch.  nov.  IO7.  E  'l 
Volpe  essendo  a  tagliere  con  un  di  loro, 
recasi  innanzi  una  le^ticciuola,  e  comiuciala 
a  partire  .  /:  appresso  .•  Grande  scoslume 
è  ,  stando  3  un  tagliere  con  un  altro,  che 
uno  non  ha  tanta  temperanza  ,  che  si  possa 
poco  aspettare. 

*t  S-  'V-  f^sser  due  ghiotti  a  un  ta- 
gliere,  o  simili ,  si  dice  in  maniera  prò- 
verb.  dell*  Amare ,  e  Appetire  due  una 
medesima  cosa.  Lai.  duo  unum  apetunt 
palumbem .  Morg.  ^.  55.  Ma  parmi  que- 
sto assai  chiaro  vedere.  Che  noi  sarem  duo 
ehiotli  3  un  tagliere  .  Bern.  Ori.  1.  25. 
61.  Or  romper  mi  convieu  la  pazienza  , 
Ch'  ad  un  taglier  non  pon  due  ghiotti 
stare,  ec.  Burch.  1.  l^6-  Quando  due 
ghiotti  sono  a  un  tagliere,  Tu  vedrai  sem- 
pre per  esperienza  Affogar  lor  la  mosca 
nel  bicthiere. 

^'  g.  V.  Far  i  taglieri,  vale  Ordinare, 
Amministrare  .  Frane.  Sacch.  nOv.  228. 
Ogni  cosa  si  chiama  guadagno,  e  li  più  in 
questo  latino  trascorrono,  e  fannosi  la  mi- 
nestra come  a  loro  piace.  ^la  una  cosa  ci 
è  ,  che  colui  che  '!  tutto  vede  ,  fa  poi  li 
taglieri ,  e  taglia  come  a  Ini  pare  che  si 
convt-nga.  (1) 

t  TAGLIERETTO.  Dim.di  Tagliere. 
'.'  Benv.  Celi.  /  it.  I.  205-  Il  bottone  del 
piviale  ec.  si  fa  tondo  a  foggia  di  un  ta- 
gliere ,  e  grande  quanto  un  laglieretto  di 
un  lerzo  di  braccio-  (C  E  2.  l33.  La  qual 
cosa  io  feci  in  un  tondo  di  pietra  nera  , 
grande  quanto  un  laglieretto  da  tavola. 

TAGLIERO.    /  .   TAGLIERE. 

TAGLIERL'ZZO.  / /m.  di  Tagliere. 
Zihald.  S'  accostano  ingordamente  a  quel 
taglieruzzo  . 

•f  *  TAGLIETTINO  .  Dim.  di  Ta- 
glio j  Piccai  taglio  ,  Leggiera  incisione  . 
Fortìg.  Bicciartt.  l6.  85.  Sopra  del  tal- 
lone Le  danno  un  laglieltin  con  un  col- 
tello. E  postolo  ec.  E  20.  85.  Io  vo'che 
gli  facciamo  un  laglìettino  Un  palmo  buono 
sotto  r  ombilico  ;  Che  sebben  non  fec'  io 
mai  il  Norcino,  iVuUadimen  lo  servirò  da 
amico.  fA) 

TAGLIO.  Parte  tagliente  di  spada,  o 
strumento  simile  da  tagliare.  Lat.  acies. 
Gr.  c(.XfXTl.  I\'ov.  ant.  5l.  5.  Signore  ,  que- 
sta spada  ci  significa  sicurtà  contra  il  Dia- 
volo, e  contra  ogni  uomo  che  misfacesse  al 
dirillo.  Li  due  tagli  ci  significano  dirittura 
e  lealtà.  Filoc.  l.  1^7.  U  taglio  della  sua 
arme  era  perduto.  Gal.  Cali.  2.!\i.  Un  col- 
tello di  lafjlio  acuto  e  sottile  taglia  benissimo 
il  pane  e  '1  legno  ;  il  che  non  farà,  se  'l  ta- 
glio sarà  ottuso  ,  e  grosso. 

^  §.  I.  Taglio,  per  Guisa,  Sorte,  Fatta. 
Menz.  Costr.  Jnrg.  23l.  Ed  a  questa  re- 
gola ancora  vuol  richiamarsi  quando  di- 
ciamo, siccome,  cosìj  così,  e  non  altrimenti 
ec,  e  se  altri  ve  ne  ha  di  simil  taglio,  do- 
ve per  vaghezza,  o  per  neces^ilà  e  questa 
ed  altre  parli  dell'  orazione  si  raddoppia- 
no.  iC) 

g.  IL  Taglio  vivo,  e  Taglio  morto, 
vaglicno  Taglio  che  sia  acuto,  od  ottuso. 
Salvia.  Pros.  Tose.  1.  262.  Colla  saetta 
di  taglio  vivo,  ferrata  d'oro,  feri  Apollo; 
colla  saetta  di  taglio  morto,  ferrata  di  piom- 
bo ,  percosse  Dafne. 

g .  III.  Ferir  di  taglio ,  vale  Ferir 
colla  parte  tagliente.  Lat.  Ctrsim  ferire  . 
Gr.  7fxr!ÒT,y  nat'ìiv  .  ^ov.  ant.  92.  5. 
Fedì  il  nemico  a  due  mani  d'  uno  gran 
colpo  di  taglio. 


i470 


T   A  G 


t  §  .  IV .  Mftterc  al  taglio  del/a 
spada,  0  delle  spade ^  ed  anche  asso- 
lutam.  Mettere  al  taglio  ,  vale  quello 
che  oggi  più  comunemente  diciamo  Met' 
tere  ajìl  di  spada.  G.  1'.  io.  29.  5. 
Piccioli  e  grancìi  mistTo  al  taglio  delle 
spade.  liut.  Mettere  al  taglio  della  spada 
tutti  coloro  che  non  fossero  di  lor  setta  . 
*  S.  Agost.  C.  D.  3.  28.  Uds  (  cittù  J, 
come  meno  colpevole,  fu  comandato  cwere 
tutta  messa  a  t;igIio  .  (J'J  Frane.  Sacch. 
Jìatt.  I  ecch,  z.  àt).  Sopra  f]ur-I  corpo  cia- 
scuna giurando  Metterne  mille  al  taglio  del 
suo  brando.  fP} 

§.  V.  Taglio,  per  Tagliamenio .  Lat. 
cades.  Gr.  to/a/;'  .  S.  /4gost.  C.  D.  Con 
impeto  di  gran  taglio  e  uccisione  di  gente 
distrutta  . 

g.  VI.  Per  la  Cosa  stessa  tagliata. 
JPallad.  Man.  21.  Pìantaosi  colla  pianta 
del  6co ,  e  *1  terel)into,  ovvero  un  taglio  di 
lentisco . 

§.  VII.  Taglio,  diciamo  anche  la  Squar- 
cia tura  ,  eia  Ferita  che  si  fa  nel  tagliare. 
Lat.  incisura,  citsura.  Gr.  oi^yOTirl.  Dav. 
Colt.  172.  Falle  un  taglio  nella  buccia  ìn- 
sino  air  osso  circa  due  dita  per  Io  lungoj 
in  testa  del  taglio  fannele  un  altro  per  Io 
traverso ,  sicché  li  due  tagli  facciaoo  que- 
sta figura. 

#  g.  Vili.  Per  taglio, posto  awerliialm. 
vale  Ohbliquamcnte.  Salvia.  Georg,  lib.  L. 
Quattro  aggiungono  Feritoie  ,  che  dagli 
quattro  venti  Piglian  luce  per  (aglio.  (F) 

^  §.  IX.  Taglio  ,  parlandosi  di  vino, 
vale  lo  stesso  che  Punta.  Pini.  Jdr.  Op. 
Mor.  5.  2l5.  Qual  fallo  ronmielliamo  noi 
se  discacciando  e  dissipando  la  parte  del 
vino  infuriativa  e  torbida  con  alleggerirlo, 
e  non  conciarlo,  ne  levargli  il  taglio  ola 
punta,  come  dite  voi,  ve  lo  porj;iamo  pur- 
gato e  netto  come  dalla  ruggine  e  lordu- 
ra ?  (C) 

%.  X.  Taglio  ,  per  l'  zitto,  o  la  Ma- 
niera di  tagliare.  Fir  rim.  116.  EU"  ha 
un  taglio  mirabil  ne' calzoni  (quiin  equi- 
voco) . 

g.  XI.  Dare,  o  Vendere  a  taglio  ,  fa- 
vellando di  cose  da  mangiare,  vale  I  ca- 
dérne datone  prima  il  saggio,  o  Fenderne 
a  minuto  j  e  parlandosi  di  panni,  vale 
solamente  Fenderne  a  minuto.  Cant.  Carn. 
164.  Woì  ne  daremo  a  taglio,  e  n' tutti  i 
modi   Che   voi   volete. 

§.  XII.  Taglio,  per  Taglia.  Surch.  2. 
87.  Bene  auanipatu,  e  sia  di  mcxxo  taglio; 
Sia  avvcdulo,  e  ben  vada  iu  guiniaglio 
(qui  nel  signific.  del  §.  IX-  dt  TAGLIA). 

§.  XIII.  Taglio,  per  Occasione  ..Oppor- 
tunità. Lat.  occasio  ,  opportunitas.  Gr. 
àfO^iiri.  Pass.  101.  Di  clic  e  rome  il 
confessore  debba  domandare,  diremo  nel 
luogo  suo  più  oltre  ,  dove  meglio  ci  ca- 
dri  in  taglio.  Frane.  Sacch.  nov.  32.  Se 
io  avcrò  tempo,  io  ne  prc<lirhcró  Dome- 
nica mattina;  «  se  io  ntm  avessi  il  tem- 
po, uo  altro  dì,  che  mi  venga  a  taglio. 
Buon.  Tane.  4*9-  S*  p*  viene  il  taglio  , 
ì*  ci  farò  buon'  opra. 

§.  XIV.  Essere,  o  I\'on  esser  taglio  in 
checchessìa,  o  simili,  vale  Poterne  ,  o  non 
poterne  sortire  l'  effetto  che  si  desidera. 
Lat.  aptum  ,  vel  non  aptunt  esse.  Gr. 
et  va»,  r,  fijx  (ìvai  e  Tritino  110  v.  Finir. 
Cali'.  3.  ()\.  Si  (he  per  nessun  modo  io 
questo  panno  ^o^  ri  conosco  il  (aglio. 
Car.  Ictt.  I.  (>.'(.  Sebbene  io  ri  ho  vedu- 
to semprt-  pnco  buon  taglio.  Geli.  Sport. 
3.  4*  ^^  ''"'*'  '"'^  poco  parlare  e  ogni 
buon  taglio.  I.asc.  I  areni.  4-  IO.  Qui 
non  è  taglio  buono  ;  orsù,  qualroia  sar^. 
Atalni.  2.  48-  l'er  tutti  in  somma  sem- 
|iTc  vi  fu  taglio  Di  stajr  lieto  cosi  'n  Ilar- 
ità di  gatta. 

f  #  §.  XV.  /  enire  al  taglio  d'  una 
cosa,  valefìguratam    Homftcrla,  Farla  ces- 


T  A  G 

sare.  Segner.  Pred.  il.  9.  Avrebbe  vo- 
luto venir  subito  al  taglio  di  quella  pra- 
tica scellerata.  (P) 

%.  XVI.  Taglio,  per  metafora,  si  dice 
di  Proporzionata  statura,  o  disposizione 
del  corpo.  Salvia.  Disc.  I.  232.  Come 
vrdeìscro  una  femmina  di  bri  taglio  e  dì 
buona  presenza,  ogni  più  preziosa  cosa  po- 
nendo in  abbandono ,  fermano  in  quella 
il  suo  intcndimeoto.  *  E  Odiss.  l5l- 
Nel  taglio  non  v'  è  male  e'n  Ganchi  c'u 
polpe  Kd  in  ambo  le  braccia  per  di  so- 
pra. (K) 

*  TAGLIOLI.M.  Nel  numero  del  più, 
si  dicono  Alcune  fila  fatte  di  pasta,  che 
si  aitano  per  farne  minestre.  lieti.  Cons. 
1.  175.  E'  può  essere  o  una  pappa  bro- 
dettata, o  bollita,  o  stufala  ce. ,  o  una  mi- 
nestra di  tagliolini^   er.    {*) 

t  TAGLIO.NE,  e  TALIONE.  Contrap- 
passo. Lat.  tulio.  Gr.  or^oi^r/.  Ott.  Cam. 
Purg.  21.  383-  Taglione  è  similitudine  di 
vendetta;  e  colui  cosi  sia  punito  com'e- 
gli peccoè,  occhio  per  occhiti  ,  mano  per 
mano  ec.  S.  A^osi,  C.  D.  Il  danno,  la 
prigione,  le  battiture,  il  taglione,  la  ver- 
gogna, l'esilio.  Mac.ttruzz-  I.  5"^.  Voglien- 
do  il  marito  accusare  la  moglie  dell' avol- 
terio  a  pena  di  legge,  dee  iscrivere  e  ob- 
bligarsi a  pena  di  talione,  cioè  di  ricevere 
quello  che  vuole  fare  altrui,  se  egli  non 
prova  ce.  K  appresso  :  S*  egli  vuole  ac- 
cusare innanzi  al  giudice  ecclesiastico  a 
sparlimento  di  letto,  dee  iscrivere,  ed  io- 
ne tenuto  a  dare  il  libello  dell'  accusa , 
ma  non  si  dee  obbligare  a  pena  di  ta- 
lione. 

§.  Taglione,  vale  anche  Taglia ,  nel 
signific.  del  §.  1.  Stor.  Eur.  l\.  79.  Non 
potendo  persuadere  agli  abitatori  il  ricom- 
perarsi con  uno  taglione,  adiratisi  fuor  di 
modo,  proposero  non  partire  quindi  senza 
lo  esterminio  di  quella  terra- 

TAGLIUOLA.  Ordigno  di  ferro  yCon  che 
si  pigliano  gli  animali.  Lat.  pedica.  Gr. 
TZÌqtì.  Cr.  10.  32.  I.  Volpi  e  lupi  mas- 
simamente si  pigliano  con  la  tagliuola  di 
ferro,  che  intorno  a  se  hae  molti  rampoui 
aguzzati,  ed  eglino  hanno  intorno  ad  esse 
un  anello  pri'sso  al  luogo,  ove  annodati  si 
volgono,  al  quale  s'  annoda  un  pezzo  di 
carne,  e  ogni  cosa  s'  occulta,  fuor  che  la 
carne.  Mor.  S.  Greg.  Nascosa  e  in  tulio 
la  piedica,  ovvero  tagliuola  sua  sopra  la 
via. 

§.  Per  similit.  Frane.  Sacch.  nov.  177. 
E  qual  tiranno  h  che  possa  vivere  sicuro, 
e  guardisi  quantunque  sa,  che  il  più  deUu 
volle  non  >ia  colto  a  nuove  tagliuole,  e 
in  luogo  dove  1*  uomo  non  lo  penserebbe 
giammai  T  Pataff'.  7.  Veggendo  giunto  il 
prete  alla  tagliuola.  ^  Pucc.  Centil.  cant. 
27.  Kd  ordinò  che  quel  fosse  caccialo 
Co*  suoi  ceguari,  e  preso  alla  tagliuo- 
la.  Uh 

TAGLIUOLO.  Piccola  particella  ,  ma 
non  si  direhlte  forse  se  non  di  materia 
atta  a  tagliarsi.  Lai.  frustulum.  Gr. 
ztiÀV.'/_<ov-  Lasc.  Parent.  4-5.  Dipoisen- 
du  apparecchiato,  tanto  fece,  che  io  tolsi 
due  tagliuoli  d'  arista  fredda,  e  bevvi  un 
metto  bicchier  di  vin  bianco,  tf  Pip. 
Strav.  238.  Una  cucchiaiata  di  fragole  . 
due  tagliuoli  dì  fegato  bianco  ,  un  tordo, 
uno  slarnolto,  un   lantìu   di  Irprnnr.   (C) 

*  S-  I.  Tagliuolo.  Trrm.  de*  /lottai. 
Sorta  di  .ualpellello  ad  uso  di  cacciar  la 
stoppa,  o  stmtlc,  ne' luoghi  delle  ctiprug- 
gini,  ond'  esce  del  vino.    (,-f) 

»5*  ^'.  11.  Tagliuolo^  Term.  de*  Magna- 
ni, Scalpello  da  tagliare  il  ferro  a  cal- 
da. (J) 

TAi;LIVZ/AMFNTIÌ.   //  tagliuzzare. 

•f  TAr.LIU//.AI»E.   Minutamente    f.i- 

?  Ilare.    Lai.    minutim    concidert.    Gr.  it  { 
«TTTOTfltTa  iTTiKo'sTcìv    .^oder.  Cott.  75, 


T   A   G 

Alcuni  cavano,  pestala  che  sia  e  lagliuz- 
xala  1'  uva  posta  intera  co*  suoi  ^rapfoli 
nel  tino,  cosi  destrameole,  ma  non  affat- 
to ,  la  mel^  del  vino,  e  lu  pongoncj  io  una 
linocza,  ce. 

■"^  TAGLWZZKTO.  .4 dd.  da  Tagliuz- 
zarej  Tagliato  minutamente.  Lat.  minu- 
tim caesus.  Gr.  fiiir^tiiÒuf^O^.  Sud. 
Colt.  83.  Vedi  di  metter  interi  tulli  i 
grappoli  nel  lino,  spiccati  con  diligcnta 
della  vi^na,  e  subilo  accuratamente  posti 
e  pigiati  e  tagliuzzati  dopo  ventiquattro 
ore,   er.   (/Jj 

r  AL  AH  AhkCCO.  lied.  Ditir.  20.  E  dal 
poggio  vicino  accordi  e  suoni  Talahalacchi, 
tamburacci  e  corni.  /■.'  Annot.  86.  Tala- 
halacchi. slrumenio  da  sonare  in  euerra 
u-^alo  da' Mori.  /iem.  Ori.  3.  8.  3.  So- 
pra lasciai  (se  vi  ricorda)  quando  S*ndl  il 
romor  nel  campo  de*  Pagani,  Talahalac- 
chi e  timpani  sonando,  Islmmenli  di 
bromo  e  corni  strani. 

TALACIMA-NNO.  Colutche  appresso  t 
Samcini  di  sulle  torri  chiama  il  popolo 
al  tempio.  Ciriff".  Calv.  |.  24.  Tibaldo  u- 
diva  i  suoi  talacimanoi.  Che  gridavan  da 
certi  torracchioni,  Come  fanno  gli  allocchi, 
o  i  barbagianni.  /*.  2.  64-  (  on  istormcnti 
e  fuochi  e  balli  in  tresca,  Per  tutta  U  cil- 
t^  sono  in  galloria.  Cantando  in  sulle  lorrì 
alla  moresca  Molti  talacimaoni  per  vitto- 
ria f  Che  rosi  s'  usa  alla  saracinesca,  >è 
altrimenti  vi  si  suona  a  gloria ,  Perche 
non  ri  e  campane  e  non  vi  %'  usano  ,  E 
co' lalarimanui  il  suono  iscusano. 

TALAMO.  /  .  /..  letto  nuziale.  LaL 
Oialamus.  Gr.  Sstìta.p.o:.  Fr.  iac.  T.  6 
28.  3-  Quando  sente  lu  suo  sposo  Nel 
suo  talamo  passare,  Neil' amor  tutta  spro- 
fonda. Salvia.  Disc.  a.  378-  Come  novello 
sposo  che  dal  talamo  suo  esca  giocondo,  si  la 
vedere   allegro   spuntare   dall'  Oriente. 

^  %.  E  per  la  Camera  degli  Sposi. 
Salt-in.  Jliad.  Egli  scese  nel  luamo  odo- 
rato Di  cedro  e  in  alto  sofittato.  fji) 

*  TALARE.  Aggiunto  di  veste  lunga 
fino  al  tallone.  Mor.  S.  Greg.  \.  aO- Eb- 
be la  gonnella  talare  sino  al  tallone-  E 
che  altro  è  il  vestimento  talare  .  se  non 
r  opera  continuata  io6no   alla     fine  T  (I  ) 

*  TALARI.  Ac/  numero  del  più,  si 
dice  una  Sorta  di  calze  alate  che  si  attri- 
buivano a  Mercurio.  Lai.  talana.  Gr. 
Ta  :tioi>».  Car.  leti.  2.  l85.  Dal  lati, 
sinistro  dell'ovato  si  farii  Mercurio  nel 
mollo  ordinario,  col  suo  cappelletto  alato, 
co*  talari  a*  piedi,  col  caduceo  nella  sini- 
stra, con  la  borsa  nella  destra.    (*) 

*  TALCHÉ.  Av^fth.  riimanierachè  , 
Talmentech'c.  Lai-  iM  ut.  Cr .  cI^Tf. 
Porgh.  Pip.  262.  Talché  dal  piano  del- 
la terra  iosino  all'  altecia  del  carro  era 
alto  questo  edificio  l4o  piedi.  (C)  Buon 
Fier.  3.  3.  12.  Talché  >' io  fui  digiuno. 
Stomaco  e  ciò  ch'io  v*  ebbi  muto  loco.  /*.' 
apprts.to  :  Ed  ugni  sonno  tprlra.  Talché 
'mpossibil  sia  eh    uom  più  1'  rappicchi.  (*} 

'^  §.  Picesi  anche  .-t  talché,  fìorgh. 
Fast.  465.  Hanno  commessi  errori  infini- 
ti, j  talchi  non  si  liovrra  agetolmcnlr 
uno  anno  nel  medesimo  liliro,  che  si  ri- 
scontri con  gli  altri- f/^ 

*  TALCO.  Spezie  di  pietra»  che  ti 
divide  in  foglie  .totttlt  e  rilucenti.  Sagg 
nat.  rsp.  172.  Mentre  in  esso  pareva  che 
Tosterò  siale  messe  in  gran  copia  scagliuo- 
Ir  di  talco  sutlili»imanirnle  sminuiuto.  (') 

tf  ^.  E  anche  una  Sorta  di  materia 
diafana  artificiata,  formata  dt  .totuìitsi- 
me  foglie,  e  taglialnle.  Buon.  Fier.  3.  |. 
c).  Ma  rhiusa  la  lanlerna.  Ralto  il  im\n* 
giralo,  n»c  la  colsi.  (C  Imperf.  V.  Tu.tr 
l'  l3.  7'.  a.  221.  So  VOI  anderelc  p^». 
nendo  un  talco  od  un  rn^lallo  sopra  qual- 
che ritrailo,  cui  altra  pittura,  voi  vedrete 
addolcirti  vie  più  la    maniera   del    pittivr 


T  A  L 

chc  r  l.a  falU,  e  manco  secchi  e  risentiti 

i  ilintorni-  (F)  ,    v«#.. 

*  TALCOSO.  Jdd.  Term.  <fc  3fl('<- 
ralilU  Che  partecipa  della  .piatita  e  na- 
tura del  talco.   (A) 

TALE.  Relativo  A  qualità  .  «  P*'" '" 
pu.  corrispoade  a  Quale.  Lat.  lal.s.  Gr. 
?^Ì.«:t.'.  «occ.  no...  3».  8.  Non  sono 
le  mie  l)elK«e  da  lasciare  amare  ne  da 
tale,  nfe  da  .[uale  (  eoe.  ne  da  questo, 
ni  da  quello,  o  da  ognuno  )./•-  ?  3.  y. 
7.  Tale,  nual  tu  V  bai ,  colale  la  d.  .  /- 
L.  qi.  i  11  <l»ale  f  accidej,te)  fu  tale 
.  di  Vanta  forra,  che  in  lei  spense  ogn. 
«gno  di  via.  Kant.  Pnrg.  28.  Che  tene- 
van  bordone  aUe  sue  rime  Tal  ,  qual  d, 
ramo  in  ramo  si  raccoglie  Per  la  p.neta 
,n  sul  lilo  di  Chiassi,  Quand  Eol^S"™;- 
co  fuor  d.scioglie.  Pelr.  son.  9.  Onde  tal 
fratto  e  simUe  si  colga.  £  canz.  35.  Z). 
Ma  miracol  non  e,  da  tal  -s.  vuole. 

-^    fi     1       Tale        colla   corn.tponilcn.,a 
diWme:  Grad.   S.    Gir.    20.    Tal    per- 
dono troverk   ciascuno  inverso  D.o,   com 
egli   fari   agli  altri.  E  '^8-  Tale   grado   g  . 
sa  Dio,  come  lo    fa   padre  a   colu.  che  gì 
uccide  lo  suo  6ghuolo  dmatir.  a  Im.   (/ J 
*§.U.  Kel numero  del  ptuju  detto  J a 
e    Tai,  per   Tati.   Fr.   Giord.   Pred^  5.   E 
fecer  la'  palagi  e  ta'    roaravigbe    che  non 
si  potrebbe  dire.   Sah.  Ji^erl.    1.   ó.  2. 
37.    Questo    troncamento     aUe    parole  di 
scempia  consonante  convien    ne    più    ne 
meno,  dicendosi  tai  e  tó',  per  tali.  (I) 

S  III  Per  Taluno.  Vani.  InJ.  0.  t 
gii  di  qua  da  lei  discende  T  erta.  Passan- 
do per  li  cerchii  sema  scorta ,  Tal  ,  che 
per  lui  ne  6a    la  terra  aperta. 

S  IV.  Un  tale,  vale  lo  slesso  clie  Un 
certo.  Red.  Ictt.  2.  294.  Giorgio  Elmacino 
autore  arabo,  scrive  che  da  un  tal  medico 
fu  somministrato  ad  un  Principe  della 
schiatta    degli  Abassidi,  ce. 

•j.  :J  g  V.  /'.'  anche  assolutamente 
net  numero  del  pm  Tali,  per  Certi.  Cavale 
Pungil.  268  Fanno  cadere  eiiandio  tali 
uomini,  che  pareva  che  già  volassono  per 
aria  per  alta  conlemplasione.  Segiier.  Majin. 
Lii'l.  25.  3.  Da  tali  desiderii,  che  sorgo- 
no "involontari!,  non  a  tutti  i.-    dato  esser 

privo.  (Vi  ^.  .  . 

*  e  VI.  Tate,  talora  accenna  distri- 
buzione, e  vale  Taluno,  Chi,  Alcuno  ec 
e  si  replica  più  volte.  M.  I  .  103.  Ta  e 
venne  in  Ogura  del  Be  di  Franca,  tale 
del  Re  d' InghUterra,  e  cosi  degli  altri  re, 
duchi  e  signori.ro  ^ov.  ant.  61.  Con- 
venne che  disvestisse  de'  cavalieri  di  sua 
terra,  e  donasse  a"  cavalieri  di  corte  itali 
rifiutarono,  e  tali    acconsentirono,    (l') 

*§.VII.  Per  Alcuno,  senza  altra  cor- 
rispondenza. Frane,  .facch.  nov.  l4?  •-' 
loro  cani  abbaiavano  forte,  e  tde  piglia- 
va per  lo  lembo  or  l'uno,  or  1'  altro  .  fP) 
*  §.  Vili.  Tale,  aggiunto  a  Messere  o 
Madonna,  serve  in  luogo  del  nome  proprio. 
Frane.  Sacch.  nov.  179.  Si  volse  alla 
compagna,  e  disse  :  o  Madonna  tale,  guar- 
date  quanto  è  bello   questo  grano,  l  ì  I 

*  §.  IX.  Co.il  dicesi:  Il  tale  di  tale 
per  esprimere  il  nome  ed  il  casato  di  una 
persona  Farch.  Stor-  11.  344-  Chiun- 
que vuol  lamhurare  ec.  scrive  in  sur  una 
polizza  :  il  tale  di  tale  ha  commesso  il  ta- 
le eccesso.  (^J 

*  §.  X.  Tale,  talora  vale  Simile.  Segner. 
Mann.  Lugt.H.  X-  Perche  quando  anche  tu 
faccia  azioni  in  si;  per  altro  lodevoli,  come 
wno  digiunare,  disciplinarsi,  udir  messa, 
e  più  altre  tali,  ce.  (Vi 

*  §  M.  Un  tal  i/uale,  in  forza  d'add. 
vale  Un  certo.  Pros.  Fior.  Rellin.  Leu. 
L.  I.  273.  Cosi  io  non  so  se  non  appro- 
vare una  tal  quale  oscurità  di  dire.  :C) 

*  §.  XII.  Esser  de'  tali  e  de'  colali,  di- 
icsi  come  perischerno  di    chi    vuol  mit- 


T  A  L 


TAL 


1471 


lantart  nobiltà  d'antenati  Sen.  J  nrch. 
ben  3.  28.  Non  bisogna  che  tu  ti  lasci 
in-annare  da  coloro  i  qual.  dicono  :  10  so- 
no'de'tali  e  de'  colali.  <C) 

R  XIII.  Condur.ri  a  tale,  Giugnere  a 
,ale  o  ..imili,  vagliono  Condursi  a  tal 
termine,  e  denota  mi.^cria.  Lat.  eo.  I  etr^ 
canz.  3l.  I.  A  tal  son  giunto.  Amore  E 
son.  86.  Ivi  m- acqueto,  e  son  condotto  a 

"'s's  XIV.  Per  Così,  A  que.<ta  guisa. 
Pecorg.  16.  noL.l.  Ella  con  molte  lagrime 
eli  soggiunse:  loti  conosco;  tuo  desiderio  fe 
di  si-noreggiare  l'Italia:  or  tal  sia  ;  e  pò. 
t  Alameli.  2.  36.  E  mentre  egli  opra 
,J,  la  sua  famiglia  Con  ''"•1>1",'^»-''1<'  j 
K-  attorno  mande.  r  TJ  --Ir  Pur.  45.  4o.  Tal 
Bradamante  si  dolca  ,  che  tolto  Le  fosse 
slato  il  suo  Euggier  temea.  (1^) 

#  8  XV  £  colla  corrispondenza 
di  'come.'  Cavale.  Pungil.  260.  Co- 
me dice  il  proverbio:  «ale  menta  eh, 
tiene,  come  chi  scortica.  E  Espos^i.mb. 
1  l5o.  Questo  è  tale,  come  se  1  uomo 
riputasse  invidioso  chiunque  non  0  prodi- 
go e  dissoluto.  Kl.  22  Tal  sarebbe  al- 
!•  uomo  far  bene,  come  far  male      (  Ij 

if  O.XVI.  Tale,  in  forza  di  Questo  , 
Pi  questo  modo.  Cor.  En.-J.  l-??- IH-»" 
xio  lutto  F.  tutta  Italia  in  ogni  dubbio 
caso  Quindi  certezza,  aita  e  indrizzo  at- 
tende, E  l'  oracolo  è  tale  .   (Mi 

i?  S  XVII.  Tale  quale,  per  Comun- 
que a  modo  di  avveri,.  Borgh.  Orig.  Fir. 
•^02  Or  queste  tutte  considerazioni,  ag- 
giorna (tale  quale  ella  sia  per  dover  es- 
.er  presa)  quella  del  ViUani  ee.,  ni.  fan- 
no credere  che  ec.   lì  j 

■.f  %  svili.  7<i/e  e  late,  vale  Qiie.jto 
e  Quello.  Cavale.  Espos.  Simb.  I.  69. 
Si  promette  certe  quantità  di  pecunia  a 
chi  prima  saglie  in  sul  muro  e  in  su  tale 
e  tale  fortezza  della  terra  assediala-  E 
Pun-il.  288.  Stolta  cosa  e  dar  fede  a 
ceni" nomi  di  nio  ,  o  salmi ,  o  vangehi,  e 
dire  che  chi  gli  dice  aia  tale,  o  tale  co- 
sa.  (ì"l  ... 

^  XIX.  Tale,  in  forza  d  avverino,  va- 
le Vo  stesso  che  Talmente,  In  guisn.l.=.l. 
sic,  ita.  Gr.  ojrca  .  Bocc.  73.  16.  Io  gli 
darei  tale  di  questo  ciotto  nelle  calcagna, 
che  egli  si  ricorderebbe  forse  un  mese  di 
questa  beffa.  E  nov.  79.  27.  lo  fo  boto, 
che  io  mi  tengo  a  poco  che  10  non  ti  do 
tale  in  .sulla  testa,  che  U  naso  li  caschi 
nelle  calcagna.  Dant.  Inf  2.  E  donna  mi 
chiamo  cortese  e  bella.  Tal  che  di  coman- 
dare i-  la  richiesi.  E  Par.  3o.  E  d.  novel- 
la luce  mi  raccesi  Tale,  che  nulla  luce  e 
tanto  mera-  Che  gli  occhi  mie.  non  si 
losser  difesi.  Petr.  .lon.  l56.  Tal  eh  10 
incomincio  a  disperar  del  porto,  ilor 
Awlf  Borcutte  gli  di!;  tale  sulla  coppa  del 
capo,  che  roppe  l'elmo.  Gal.  Gali.  2.>I. 
Tal  che  la  medesima  lavuletla  ec.  non 
men  si  fermetebbe  a  mezzo  l"  acqua  ,  che 
circa  la  superficie. 

*    S     XX       In     tale    che,  avvcrlnalm. 
Talchi;   Snelli!.    Cuilt.   Lelt.  38   89.   Sa- 
lle  suso,  se  ti  piace;  in    tale,    che    scen- 
der dei  a  mio  volere,  non  a  torto  ripolrai 
(cioè:   talché    dei    scendere  a    mio    vale- 
re, né  potrai  di   nuovo    salire    a    mio    di- 
spetto) .  (1)  .        ,         ,  I 
:■,:     g.     XXI.      Più   'ale    che  tale,  vate 
Piuttosto  questo  che  quello.    Imperf     y. 
Tusc.   n.   14.    T.   2.    243.    Asseriva    Era- 
clito trattando  dell'  apparenze,  e  de  colon, 
ninna  cosa  essere  piii    tale    che  tale;    ma 
per  via  del  moto,  della  mistione,  e  della 
relazione  d'  una  cosa  all'  altra  farsi,  e  pa- 
rer tale  a  questo  ,  e  tale  a  qucU   altro,  (t) 
g     XXII-       Tal  .un  d' alcuno  ;  maniera 
pro've'rh.  che  vale  lo   v(e.«o  che  Suo  dan- 
no,   led.   DAN.NO.  §.  IH.   Fir.    Tri,,.  2. 
1.  Tal  ne  sia  di  lei-   Car.   leti.   I-    I-  Ma 


tal  sia  di  lui  ;  non  mancale  voi  dS  essere 
il  medesimo.  *  Segner.  f'red.  Pai.  Ap- 
Q  8.  Meritava  pertanto  la  donna  ingrata 
che  Cnsto  le  vultasse  irato^  le  spalle,  e  le 
dicesse:  tal  sia  eh  te.  (TCl 

TALEA.  /■.  L.  Ramo  d'alcuni  alberi 
tagliato  per  piantarlo.  Lat.  talea.  Or. 
3«)it'«.  Cr.  5.  8.  l.  Seminasi  nel  mese 
di  marzo  in  molli  modi,  cioi;  con  seme  , 
con  ramo  e  con  glaba,  cioè  talea.  E  cap. 
16.  1.  Piantasi  ( ,1  nespolo)  nel  mese  di 
Marzo,  o  di  Novembre  con  talee.  I  etl, 
Colt.  33.  Si  seghino  (|Uesli  rami  10  quei 
pezzi  che  ne  escono,  i  quali  pezzi  cosi 
spiccali  di  lunghezza  di  tre  quarti  di  brac- 
cio V  uno,  o  in  circa .  egli  chiama  talee  . 
la  qual  voce  s"  è  mantenuta  nel  nostro 
parlare,  ma  s'  usa  oggi  in  mostrare  altro, 
che  "i'a  non  d'  altronde  sono  nate  quelle, 
che  "nel  segnare  quel  che  si  vende  a  tem- 
po, noi  chiamiamo  taglie. 

"t  TALENTARE.   Andare  a  gusto,  a 
talento.  Lat.    a,-ridere.    Gr.^    Tipopùà-i. 
Guid.    G.  Conciofossecosaché  più  la  talen- 
tasse il  consentimento,  che    lo    sconsenti- 
mento   (  Il   Vocabolario  alle  voci    ATTA- 
LE>TAI1E    e    SCONSENTIME.NTO    ha 
nue.sta    stesso    esempio    con    variazioni  J. 
Poliz.   si.    I.  48.   Che  fuor  di  lei  nuli   al- 
tro a  lui  talenta  .  Ar.   Pur.   24    98.  Cosi 
fanciulli  o  femmine  spaventa  ec;  Me  non, 
cui  la  battaglia  più  talenta  D'ogni  nposo. 
a-  TALENTO.    J'oglia,    Disiderio,  y o- 
lonlà.   Lat.  voluntas,  cupidilas.   Gr.    =7:1- 
Sua.'a.  -Bocc.  nor     7.     10.     Primasso  ,  il 
quale  avea  talento    di    mangiare    ec.  ,    si 
trasse  di  seno  1'  un  de'  tre  pam.  E    nov. 
Q2    8    Niun    altro  talento    ho    maggiore, 
che  di   mangiare.  Frane.    Barh.    203.    I. 
Vienti  in  talento  Uno    oroameuto.    Dant. 
Inf.   2    Più  non  t' è  uopo  aprirmi  il    tuo 
talento.   E  5.   Intesi  eh'  a    cosi    fallo    tor- 
mento Eran    dannali  i    pecralor    carnali  , 
Che  la  ragion  sommeltono  al  talento,  les. 
Br    5.  6.   Quello    serpente,    quando    egli 
ha  talènto  di  lussuria,  mette  d  capo  nella 
bocca  della    femmina,    ond'  ella   1'  uccide. 
Tesorett.  Br.   18.    l63.   E    quivi   pianezza 
E  con  bel  piacimento  Le  disse  suo  talen- 
to. *  h'ov.  ant.  5l.    1.  E  venne  in  talen- 
to di  ricever  questo  grado,  sanza    mancar 
di  ninna  cosa,     ec.      (Vi     Salvia.    Senof. 
lib.    1.  Talento  avendo  1'  un  1'  altro  di  n- 
mirarsi.  rivoltandosi  e  soffermandosi ,  tro- 
vavano molti  prelesti    d' intrattenersi.  fO 
:;:  §.1-  Talento,  vale  anche  Mente.  Bim. 
Ant.  nani.   Maian.   7;.  Lo  qual  (  deside- 
rio amoroso  J   m'incora  eh'  io  deggia    al- 
legrare  Lo  core  e  lo  talento  a  ciascun   o- 
ra°  ID)   Calit.  Leti.    Uom.    111.    l^.    ì\,:- 
stando  per  non  breve  tempo    come    luori 
di  me  stesso,  non  ebbi  talento    di    dettar 
parole  degne    e    proporzionate    a  rendcrie 
le  dovute  grazie.  (Ci 

+  5  §.   II.   31al  talento,  vale  Rancore  , 
Sdcno  ,    Intenzione    rf'   o fendere.      Bocc. 
nov.   39.  6.  Fellone  e  pieno  di  mal  talento 
con  una  lancia  sopramano  gli  usci  addosso 
gridando:    ec.    Din.    Comp.  2.   29.    -Tanta 
paura  li  misono,  che  venne  luon    di    Pi- 
Itoia  per  la  via  d'  un   piccolo    fiumicello^,_ 
mostrando  contro  Pistoia  mal    talento.    E 
2    34.   Quelli  che  aveano  m;d  talento,  di- 
cevano che  la  caritevole  pace  era    trovata 
per  inganno.   Ti:<.   Br.  5.  41.   Quando  e- 
-li  fil  leone)  'e  più  crucciato    contro    al- 
l' uomo,  e  più  d'  ira  pieno  e  di    mal    ta- 
lento  contro  a  lui,  allora  gli  perdona  piut- 
tosto, se   egli   si  gitta  in  '""' ".[?  """,,' 
dimandargli  mercede.  E.<p.  l'at-  ^"''-J^' 
Tutte  le  volte   che  tu   di'  tuo  paternost  o 
dinanzi  a  Dio  che  vede  tuo    '^"""  •  '""<■ 
ira.  e  tutto  rancore,  e  tulio    mal    talento. 
1        "■   S     III     m  '""'  talento,    diccs,    eli,- 
licamente per  Pieno  di  mal  talento  ,  di  sde- 
gno,  o  Con  intea:^ione  di  offendere,  0  vendi- 


i472 


TAL 


carsi,  m  /4!am.  Gir.  3.  67-  Kc  quil'ardilo  Rr 
resU  coDtcnto,  Ma  si  surra  con  lui  di  mal 
talento.  Maini,  'j.  8i|.  Se  n"  esce  colle  man 
piene  di  vcnti^  Mu  dicci  volte  più  di  mal 
talento  »   .  (C) 

^  §■  'V.  Di  nifi/ìs.finio  talento  ,  vale 
lo  stesso  j  ma  ha  più  di  forza,  Varch. 
Slor.  lih.  4.  Erano  veriO  i  noluli  di  ma- 
Jissimo  lalt-nlo,  he  altro  ,  per  manomet- 
tergli, «spanavano  che  quello  che  avven- 
ne. (C) 

f  g.  V.  Mal  talento  d'alcuno  ,  posto 
CO.SÌ  avi  erbial mente  f  vale  lo  stesso  che 
Contro  voglia,  A  dispetto  d' aldino.  I.at. 
invito  aliquo.  E»p.  l'at.  JVost.  Se  egli  ti 
xcmiira  forte  cosa  e  prave  a  perdonare  luo 
mal  talento,  ec.  (  (/iii  la  stampa  alla  pag. 
^^-  ^*"/rff^  <]Uando  questo  spirilo  1'  hae  sì 
alluminato  cr.  allora  gli  fa  giltarc  del  cuore 
tulio  odio,  e  tutta  rancura,  e  tutto  perdo- 
nare suo  mal  talento,  se  cUi  n'  bac  pun- 
lo). 

*  §.  VI,  J)i  suo  talento,  posto  avver- 
hialm.  vale  Spontaneamente  .  Segner. 
Jtfann.  IS'ov.  4-  3.  U  conforto  suppone  che 
il  confortato  concorra  di  suo  talento  a  par- 
te dell'  o[iera.  (f'j 

f  §.  VII.  Talento,  e  anche  Somma  di 
danari  presso  gli  antichi,  e  vi  e  il  grande 
e  il  piccolo.  Lai.  talcntum.  Gr.  TotXavTOV. 
Pass.  2^.  Al  servo  vìie  nasrose  il  talento 
del  suo  signore,  perchè  non  guada|^no  con 
esso,  fu  tolto  il  talento.  A'  25.  Inlendesì 
per  lo  talento  commesso  al  servo,  col  qua - 
le  Iddio  vuole  che  si  guadagni  e  facciaci 
prò,  la  grafia,  il  conoscimento,  il  tempo, 
il  buon  Volere  die  Dio  da  all'  uomo.  Zi- 
hald.  Jndr.  6.  Domandandogli  un  povero 
UDO  talento,  dibse:  troppo  barebhe  darlo  a 
uno  suo  pari.  Ovid.  Pist.  21.  Con  queste 
rose    ti   dunavano   dieci   talenti   d'  oro. 

f  §.VIII.  Talento,  /ipuratam.  vale  anche 
Grazia,  Dono  della  natura,  Attitudine,  o 
Disposizione  natura/c  a  far  ijucsla,  0  quel' 
la  cosa,  Al'iliti'i,  Capacità,  f'.tp.  J'ang. 
Non  è  niuno  che  possa  dire  con  verità  : 
io  non  ho  ricevuto  da  Dio  verun  talento. 
5?  Maini.  3.  2C).  Ove  mostrar  volendo  il 
kuo  laleiilt»  Fece  un  discorso,  e  disse  co- 
se tali,  Che  er.  Segner.  Fred.  3.  I.  Essi 
osarono  far  insulto  a  persone  così  chiare 
per  liloli,  o  per  talenti,  come  io  vi  voglio 
concedere  faiiliinMile  che  voi  siete.  fO  li 
28.  l3.  MeriloUe  (le  vendette)  quand'e- 
gli (  Iddio  )  vi  doto  di  talenti  si  rìguarde- 
voHI  A*  Mann.  Ott.  i^-  3.  Ti  semlira  d* 
essere  sì  hcii  fornito  o  dì  maniere  ,  o  di 
ineriti,  o  di  talenti,  che  si  dcMia  a  te,  co- 
me le,  usar  più  rispello  ,  dì  quel  che  si 
usi  al  comuDi'  dell'  uman  genere,  ne*  fal- 
li  stessi   elle    Min   eoininesii   tla   le.    (.X) 

'f  i^  TALI'A.  Term.  de'  Mitologi. 
Quella  delle  nove  Muse,  che  presiede  al- 
la Commedia  e  alla  Poesia  lirica.  Chia- 
br.  rini.  pari.  |.  pag.^i).  (  Cervmia  1731) 
Per  qua!  I  agion  la  hi-ll.i  lancia  arresti  ì 
Ah  che  Calliope,  ah  che  Talli  non  san- 
no ce.  (A) 

TALIONE.  Ved.  TAGLIONE. 
TAM-IRK.  l'art  il  tallo  .  Lat.  ger- 
minare. Cr.  Ej«>/etv.  Dep.  Decani.  77, 
Un  bel  cesio  di  lattuga  si  dice  quando  si 
allarga  in  terra ,  e  fu  come  una  grossa 
pina  iti  fitglie  ;  ina  quando  si  innalta  per 
fare  il  seme  ,  si  dice  con  v«ice  ,  ctmie  si 
txcde,  cavata   da'  («teci  ;   tallire. 

TALLITO.  Add.  da  Tallire  Tir.  A-f. 
27».  Certe  lallugacce  lallile,  «he  era  co- 
me mangiare  scope.  Cant.  C-irn.  Oli-  7I. 
«Quando  la  nostra  è  hen  IbIIiIw  e  dura.  Se 
ne   slilla   un  liquore  rie*ro,  e  .li  lai  n.ilura. 


Che 


spe^n-' 


olle   itifirmitli   1'  aiilore 


TALLO.  La  nie.ixa  dell' erhc,  quando 
rogliono  .lemenzirr.  Lat.  thallus,  gennen 
Cr.  &«/)o;.  CV.  6.  lOl.  4-  ^  quel  me- 
«l«»iino  adopera  il  sugri  pestato,  e    i    suo 


TAL 

talli,  OTTero  cime  giovani  fritte  nell*  olio- 
Pallad.  Fehhr.  25.  Voglionsi  veliere  i  tal- 
li ancora  mezxì  secchi  col  seme,  e  poi  al 
Sole  seccargli.  Alam.  Ct^lt.  5.  I28.  D*  un 
picciul  sasso  Se  le  carchi  la  fronte,  e  ta- 
gli alquanto  Del  sormontante  tallo. 

§.  I.  Tallo, per  Marta  da  innestare,  o 
Bamuscello  da  trapiantare.  Cr.  5.  7.  2. 
Ottimamente  sì  piantano  co'  talli,  o  culle 
vette  ne*  lunghi  caldi  del  mese  di  Ottobre, 
e  dì  Novembre.  Pallad,  Man.  20.  Si  pon- 
gono i  talli,  c'wìc  piantoncelli,  in  terra  le- 
taniinata  e  lavorata,  sicchi:  caluno  capo  del 
(.allo  sia  imbiutato  dì  sterco.  !ìav,  Colt. 
198.  Poni,  trasponi  salvia,  ramerino  ,  ru- 
ta,  talli   di   vivuoli. 

§.  II.  Mettere,  o  Pimeltere  il  tallo,  Jì- 
guratantente  vale  liisorgere,  Hinvigorire. 
Tac.  Dav.  Ann.  l5.  210-  Nondimeno  T  a- 
dulazione  rimise  il  tallo.  Malm.  6.  l4- 
Perchè  il  vizio  ri6glia,  e  mette  il  tallo, 
g.  MI.  /iimetlere  un  tallo  sul  vecchio, 
si  dice  di  Chi  nella  vecchiaia  ripiglia  vi- 
gore. Cecch.  Spir.  1.  i.  La  sortaccia  Con- 
tro V  oppcninn  di  tulli  i  medici  Lo  fé' 
guarire,  e  rimettere  un  tallo  In  sul  vec- 
chio. Segr.  Tior.  Mandr.  5  6.  Voi,  ma- 
donna SoNtrata,  avete,  secondo  mi  pare  , 
messo  un  tallo  sul   vecchio. 

TALLONE.  Os.-to  del  piede,  posto  qua- 
si  come  base  sotto  gli  o,tsi  della  tibia. 
Lat.  talus.  Gr.  asTsayaXo^.  G.  ì'.  2. 
7-  2.  Aveano  ce.  le  calze  santa  peduli  , 
infino  a*  talloni  legale  con  coregge.  Petr. 
cauz.  (\2.  6-  Punta  poi  nel  uUon  d*  un 
picciol  angue  ec.  Lieta  si  dipartio.  Mor. 
S.  Greg.  Il  profeta  è  menato  per  1*  acque 
ìnfino  a'  talloni.  M.  Aldohr.  P.  A'.  3o. 
Ne'  piedi  sono  duo  vene  dì  sotto  i  tallo- 
ni dal  lato  di  fuori,  che  la  fisica  appella 
sciatiche.  Alam.  Colt.  2.54-  Sian  nervo- 
se le  gand>e  ce. ,  Corto  il  tallon,  che  non 
sì   pie-Ili   a   terra. 

TALMENTE.  Avverb.  Con  modo  tale. 
^  Segr.  Fior.  Pr.  16.  Talmente  che 
viene  a  usare  la  hberalità  a  tulli  quelli  , 
a  clii  non  toglie,  che  sono  infiniti,  e  mi- 
scria  a  tutti  coloro  a  chi  non  d*j,  che  so- 
no puebi  .  Ilorgh,  Hip.  263.  Da  tulle  le 
bande  si  apriva,  talmente  che  la  Dea  in- 
torno inturno  rimirar  si  polca,  e  non  a- 
vea  partt-  che  a  rimirarla  non  empiesse 
altiui  rii  maraviglia.  (C)  J'iv.  prop.  22 
Talmente  che  la  prima  (grandezza)  alla  se- 
conda abbia  maggior  pri>poruone  ,  che  la 
terza  alla  quarta.  A'  29.  Talmente  che  la 
rimanente  C  F  resti  ap|>unto  proporzionale 
alla  E.  Salvia.  Pros.  To.w.  l.  17.  Qxic-A? 
dote  del  scnuo  ce.  ella  aveva  falla  talmente 
sua,  che  lo  stesso  era  il  vedere  il  suo  mae- 
stoso insieme  ed  amabile  sembiante,  quan- 
tt>   la   prudenza   medesima. 

•f  «  TALMUDDE.c  TALMUDE.  Ti- 
tolo di  certo  libro  degli  I-J'ret,  che  ostenta 
dottrina  e  instriizionr,  e  che  e  pieno  di  mol- 
te favolose  e  false  esposizioni  tifila  Sacra 
Scrittura.  Segner.  fncr.  2.  a3.  6.  Gli  Ebrei 
ec.  nel  Talinudde,  da  lori>  tanto  stimalo,  che 
lo  pareggiano  ai  libri  dì  Mosè  ec,  vomitano 
contro  il  Signore  del  cielo  beslemmie  ulì . 
ec.  /■.'  appresso  :  Di  questo  empio  Talmud* 
de  si  puu  direche  ec.  ( ,4) 

't  *  TALMUDISTA.  Commentatore  , 
ovvero  Os.tervalon'  del  Talmuiie.  Tolom. 
lett.  ^  137.  Non  posso  adunque  racconciar 
le  parli,  quando  il  tutto  e  scomposto.  Ma  ciò 
non  vi  turbi,  perchè  non  s'impara  mai  altri- 
menti, <  he  col  far  da  principio  male,erol- 
r  avvezzarsi  a  poco  a  poco  a  far  Itene:  e  Dìo 
(secondo  i  Talmudisti),  prima  the  faretsr 
qiieit.t  mondo,  fere  molti  altri  niondije  per- 
che nmi  iilavaiiii  a  kuo  mtttlo,  li  guatiò.  /ted. 
tn.f.  S^.  Strabone  similmente,  t-d  i  Talmu- 
disti citati  da  PC,  no  ntivrraao  di  sette  ver- 
tebre, re  Segner.  Incr.  a.  2^,  la.  Non  so 
IO  io  qui  soggiunga  qucUu   che  ioicgUauo  ì 


TAL 

Talmudisti  .  E  appresso  :  Staliilisrono  ì 
Talmudisti,  che  se  un  reo  sia  condannato 
a  morte,  ec.  (A) 

TALORA.  Avverb  di  tempo,  che  vale 
Alle  volte,  .Hlcuna  volta.  Talvolta.  Lai. 
interdum.  Cr.  rfvt'oTC  Dani.  Par.  i.  Così 
da  questo  corso  si  diparte  Talor  la  creatura. 
Petr.  son.  i3.  Talor  m*  assale  in  meno  a* 
tristi  pianti  Un  dubbio.  lìocc.  nov.  1.32- 
Fra  se  talora  dicevano. 

TALOTTA.^tie/-*.  Talora.  Lat.  intera 
dum.  Gr.  evtOTS.  Fr.  Giord.  I*red.  S.  Uc- 
cide altrui  lalotla,  e  talotla  e  morto  egli.  E 
appresso:  Taglia  alcuno  membro,  talolla  la 
mano,  talolta  no  dito,  e  talolta  l'occhio. 
Coli.  SS.  Pad.  Laonde  i  frali  fanno  se- 
dili per  setlerc,  e  talotta  gli  tengono  per 
guanciale,  quando  dormono.  Dani.  /  ir. 
Niiov.  8.  Salvo  che  talotta  gli  suoi  occhi 
mi  parca  che  si  vidgestero  ad  un  fiume 
bello  e  corrente,  ec.  Cron.  l'eli,  47-  Abi- 
tò talotta  solo,  e  talotta  con  tutta  la  sua 
famiglia,  e  talotta  con  parte. 

•f»  TALPA, e  TALPE.  Term.  dt*  Sa- 
turalisti.  Animale  che  ha  il  capo  che  ter- 
mina  in  una  lunga  e  mobile  proboscide  j 
gli  occhi  assai  piccoli  j  in  luogo  degli 
orecchi  esterni  un  orlo  poco  rilevato  in- 
torno al  meato  uditorio  j  le  gamlte  na- 
scoste sotto  il  collo,  fa  sotto  terra  per 
lunghe  tane  the  es.to  si  scava.  ì'ive  di 
vermi.  Lai-  talpa.  Gr.  c::a/af,  a7Ta)«f - 
lìut.  Purg.    17.    I.  La  talpa  è  uno  anima- 


le  simile   allo  t< 


po, 


la  quale     vive  di  ter- 


ra, e  dicesi  non  mangiare  tanto  quanto 
r  t  bisogno,  per  paura  che  non  le  venga 
meno.  Fior.  ì'irt.  A.  M.  Puolesi  appro- 
priare lo  vizio  della  bugia  alla  lalpa ,  che 
non  ba  occhi,  e  va  sempre  sotterra;  e 
s*  ella  apparisce  all'  aria,  si  muore  incun* 
tanenle.  Ott.  Cvm,  tnf.  7.  lo5.  Neil*  A- 
pocalisse  ,  capitolo  nono,  è  scrìltu:  guai, 
guaì,  guaì  a  quelli  che  abitano  in  terra  ; 
lì  abitanti  in  terra  a  modo  di  talpe,  sono 
lì  avari.  Cr.  6.  3.  17.  Contro  a'  topi  e 
talpe  fa  prò  negli  orti  gatte,  o  mansuete 
e  dimestiche  doUnole.  Dant.  Purg.  17. 
Se  mai  nell'alpe  Ti  colse  nebbia,  per  la 
qual  vedessi  Non  altrimenti  che  per  pelle 
talpe.  Petr.  Frott.  Certo  non  pur  le  tal- 
pe nascon  cieche.  Alam.  Colt.  3-  37. 
Questa  chiude  il  terrcn  ,  questa  è  veneno 
Alta  notturna  talpa,  al  topo  ingordo.  Buon. 
Fier.  4-  a.  7.  Sott'acqua  pesciolio,  talpe 
sotterra   Non  si  celi,  ec. 

*  §■  Talpa.  Term.  de'  Mtuiiscaichi. 
J'ed.  TESTUDINE.   ^A) 

TALLWO  .  1.0  stesso  che  Alcuno  . 
$  Malm.  3.  3.  Era  in  quei  tempi  la , 
quando  i  geloni  ec,  E  talun  che  si  spac- 
cia t  milioni  ,  Manda  al  presto  il  tabi. 
cc.(B)  Segner.  Qiiares.  prol.  Ho  io  bensì 
prttruralo  nella  elocuzione  di  mettere  ogni 
studio,  come  ritrovo  che  vr  lo  pit>cru  uoa 
ordinario  un  Leone,  un  Girolamo,  un  Cri- 
sostomo, un  Cipriano,  e  lalun  altro  de' 
Padri.  Menz.  sat.  1.  Mi  domanda  lalun  , 
s*  io  studio  in  Marco,  re  F  4-  ^  forse 
v'  ha  laliin,  che,  mentre  ascolta.  Se  d*  a- 
tra  invidia,  o  di  «lisdegno  rode.  (ì) 

TALVOLTA.  Avveri.  .  Talora.  Lai. 
intenhim.  Gr.  Cvt'oTC.  Pocc.  nov.  i.  3. 
Avviene  forse  talvolta,  che  da  opinione 
ingannali,  re.  F  nov.  17.  36.  Come  usa- 
to era  laUolta  di  fare  Coli.  SS.  Pad 
Della  qual  lalv<dta  rravam  toccali  per  ten- 
lazion  del  nimico,  v  Jleav.  Celi  Fit.  1. 
255.  A  Denvcnulo  talvolta  potrete  dare 
qualche  cosa  Inuma.  iC)  lied.  leti.  2. 
382  Ha  non  poca  ragione  1'  eruditissimo 
>ifi,.  Erbelol  di  lame  stima,  e  di  non  ave- 
re a  vile  ili  comunicai'  talvolta  trco  )|li 
amenissimi  suoi  studii.  F  2<fO-  tonando 
sou  cosi  russi  e  maturi  sull*  aliterò  f  1  «^uf- 
lili  ) ,  ne  gocciola  talvolta  ec.  un  «.irti* 
dolce  liquore,  che  ti  rappiglia- 


TAL 

*  g.  I.  E  per  Tuttavia,  Nondimeno. 
JScnv.  Celi.  Vit.  a.  35.  SeMiene  io  vidi 
uà*  altra  guardia,  talvolta  quella  non  vol- 
se veder  me.  (C) 

«  §.  II.  Per  Forse.  Jìenv.  Celi.  Fit. 
1.  209.  P'atlo  suIjÌIo  uu  consiglio  di  me- 
dici, lo  medicarono  ,  non  si  risolvcado  a 
spiccargli  la  gaml>a  affatto,  che  talvolta  sa- 
rebbe campato.  K  298.  Mi  consigliava 
che  io  non  fossi  co:ȓ  turiobO  a  partirmi,  che 
talvolta  polria  essere,  che  il  male  non  l'un- 
si tanto  grande  quanto    e*  mi    parve.  fCj 

TAMANTO.  Jdd.  Tanto  grande.  Tan- 
to fatto.  Lat.  tam  magnus ,  tnntus.  Gr. 
TOffOUTO^.  Tdi'.  Kit.  Acciocché  taraanto 
disonore  sia  per  voi  ammendato.  Dtttant. 
6.  12.  Tamanta  invidia  per  questo  s'  ac- 
cese Nel  ctior  di  Saul,  che^  come  è  det- 
to, Più  volte  e  più  alla  sua  morte  attese. 
Cecch.  Esaft.  Cr.  4-  l-  1»  ''^'  <^^*^  '^^^ 
pigliamo  orsi  taniauti-  Buon.  Tane.  3.3. 
C.  Evvi  cipolla?  O.  Sì,  fa  tu»  taniantaj 
L'  ho   'nialata,  condita,  ed  bolla  infranta. 

TÀXIAKINDO.  Albero  di  grandezza 
simile  al  frassino,  che  nasce  neW  Arabia, 
felice,  e  nelle  Indie  orientali  e  occidenta- 
lif  donde  sono  a  noi  portati  per  uso  di 
medicina  1  suoi  frutti  simili  a"  baccelli  , 
detti  anch'  essi  Tamarindi.  Lat.  tamarin- 
dus.  M.  Aldobr,  Tiene  il  corpo  soluto 
con  acqua  cotta  di  susine»  e  di  cassia  fi- 
ttola, e  vivuole  e  manna  e  tamarindi.  Mil. 
31.  Poi.  Sì  gli  danno  a  bere  i  tamarindi 
coU' acqua  salsa,  por  farlo  andare  a  scila. 
f'olg.  Mvs.  Sono  i  tamarindi  certi  datte- 
ri agretti  e  acetosi,  e  sono  frutti  d'  una 
palma  salvalica  dell' Indie.  7'ej.  Pov.  P. 
S.  cap.  6.  Anco  la  medicina  di  tamarindi 
non  ha  pari.  Hicett.  Fior.  68.  Il  tama- 
rindo ec.  h  frullo  d'  un  albero  simde  di 
fatleua  al  carrubbio. 

TAMARISCO.  Tamerice.  Uh.  cur.  ma- 
lati- Il  vino  sia  stalo  tenuto  per  tre  ore 
prima  ìa  un  nappo  di  tamarisco  di  buon 
foodo  e  ben  coperto  ,  e  '1  coperchio  sia 
ancor  esso  di  legno  di  tamarisco.  Tes. 
Pov.  P.  S.  cap.  26.  Anco  mollo  giovano 
(  al  male  della  milza  j  le  foglie  di  tama- 
risco colto  iu  aceto,  e  postovi  sopra- 

*  TAMBASCIA'.  Sollazzo,  Tempone. 
T'arch.  Ercol.  65.  Credono  che  da  que- 
sto verbo,  e  non  dal  nome  borgo,  sia  det- 
ta l>«rgbinella,  cioè  fanciulla  che  vada  sber- 
lingacciando  ,  e  si  trovi  volentieri  a  goz- 
zoviglie e  a  lambascia.  E  285.  Noi  pro- 
uuniiamo  chermisi,  talTettà,  scangè,  tamba- 
scià,   ce.  (•) 

#  TAMBELLONACCIO  .  Peggiorai- 
di  TamMlone  nel  signific.  del  g.  Cecch. 
Prov.  32-  E  2^ic\ie  (  ì  tambelloni  )  sono 
ooia  materiale^  però  a  uno  spensierato  se 
gli  dice  per  simuitudìae  tambellone  e  tam- 
bellonarcio.  (C) 

TAMBELLONE.  Sor  la  di  mattone  gran- 
de, che  scn-e  principalmente  per  uso  d 
ammattonare  i  forni.  ^'  Cecch.  Prov.  3l. 
Tambelloni.  Questi  sono  una  sorla  d'  em- 
brici di  terra  colla  in  quadro,  grossi  tre 
dita,  lunghi  tre  quarti  di  braccio  e  larghi 
un  mezzo  braccio  ,  tondi  sul  taglio  più 
rorto,  che  servono  per  murargli  su'  mu- 
ricciuoli  da  sedere.  (  C} 

t  §.  Detto  altrui  per  ingiuria  e 
scherno  vale  Scimunito,  Dappoco.  Lasc. 
Streg.  3.  1.  Eh  eh,  lavaceci,  lambellooi, 
di  che  ridete  voi  ?  *  Cecch.  Prov.  32.  E 
perche  sono  (i  tambelloni)  cosa  materiale, 
però  a  uno  spensierato  se  gli  dice  per  simi- 
litudioc  tambellone  e  tambellonarcio.  f  Q 

TA.MBCRACCIO.  Peggiorai,  di  Tam- 
buro. 

§.  Per  Sorta  di  strumento  da  sonare. 
Ciriff.  CaU\  2.  ^8.  Tante  Irombclle,  sve- 
glie, e  cembanelle,  E  tamburacci,  e  nacche- 
reni,  e  corni  Si  sonavano,  ec.  Ped.  Annot. 
Ditir.  89-  Il  lamburacrio  è  un  grande  stru- 
Focabolario  T.  il. 


TAM 

meuto  da  suono  alla  moresca,  simile  di  fi- 
gura a  UDO  de' due  timballi  delta  cavalleria 
alemanna,  fatto  di  rame,  coperto  di  pelle  di 
tamburo,  e  si  suona  con  battervi  sopra  un 
pezzo  di  canapo  incatramato. 

3  TAMBUKAGIONE.//  tambitrare,Quc- 
rela,  nel  significato  del ^.  l'arch.  Stor.  4- 
77.  Pagare  per  ogni  volta  cinquanta  fiorini 
d'  oro  ec-,  scrìvere  e  fare  scrivere  in  sur  un 
libro  nuovo  ec.  tulle  le  accuse,  lamburagio- 
ni,  noliCcazioui,  ec.  E  78.  Tutti  i  so- 
praddetti niugistiali  erano  tenuti  sulto  la 
medesima  (iena  di   dovere  avere  fra   venti 


T  A  M 


1473 


■mi,  dal  dì  della  notizia,  giudicato  secon- 
do lelegfìi  e  statuti  del  Comune  di  Firenze 
ec.  ogni  e  qualunque  «luerela  o  tamburagio- 
ne   io  qualunque   modo  falla. 

^  §.  J'^  per  la  Ccirta  contenente  la  <jtie- 
rela  .  «  l'ardi.  Stor.  II.  3f^^.  Quando 
il  magistrato  apriva  il  tamburo  ec.  le  più 
volle  ardevano  e  stracciavano  tutte  le  poliz- 
ie e  taniburagioni»  .  (C) 

TAMBUHARE  .  Querelare  altrui  con 
mettere  quercia  contro  di  esso  nella  casset- 
ta detta  il  Tamburo,  l'arch.  Stor.  li. 
3.^4-  *-*'*  chiunque  vuol  tamburare,  cioè 
«ccusare  o  querelare  chi  che  sia  d*  alcun 
maleficio  ec-,  scrive  in  sur  una  polizza  :  il 
tal  ditale  ha  commesso  il  tal  eccesso. 

g.  I.  Per  Bastonare,  Percuotere.  Lat. 
cadere.  Gr.  tuttsìv-  Burch.  i.  26.  Tam- 
burarono  il  cui  di  Gramolazzo.  Hfalm.  II. 
26.  E  talor,  non  vedendo  ov"  essi  danno  , 
Si  lamburan  fra  lor  come  vitelli. 

*-J-  ì'r  §.  II.  Tamburare,  oggidì  è  voce 
usata  anche  ila'  Macellari,  i  quali  /quando 
hanno  ammazzato  un  vitello,  o  bue  ec.  ,  lo 
gonfiano,  ed  acciocché  il  vento  passando  da 
per  tutto  faccia  spiccare  la  pelle  dalla  car- 
ne, bastonano  la  heslia  con  alcune  mazze. 
Min.  Mahn.  pag.  5o4.  i>*  dice  tamburare, 
perchè  date  (  le  bastonale }  in  quelle  pelli  di 
bue  ec.  gonfie,  fanno  il  suono  simile  a  quel- 
le del  tamburo,  strumento  guerriero.  J-'ed. 
TAMBUSSAUE,  g.  (Jj 

TAMBURELLO.  Dim.  di  Tamburo. 
T'iagg.  Sin.  Ciascun  prete  di  ogni  popolo 
Va  la  notte  tre  vulle  con  Uno  tamburello 
Sonando.  Frane.  Sacch.  nm.  i\.  Giù  trom- 
be e  trombellini,  Sveglioui  e  naccherini 
Ver  li  nimici  torni  e  tamburelli.  Morg.  2. 
DO.  Nacchere  e  corni  e  trombe  e  tamburel  - 
li.  E  12.  36.  Sentiensi  tamburelli  e  zufolet- 
ti.  But.  /nf.  22.  I.  Prendono  cammino 
con  suoni  di  tamburelli,  di  corni,  di  nacca- 
ri. 

♦  TAMBrRETTO.  Tamburello,  Pic- 
colo tamburo.  Accad.  Cr.  Mess.  Per  il  suo- 
no non  v'erano  alti  i  strumenti,  che  due 
tamburelli  di  lej^no  concavo,  disuguali  nella 
grandezza,  e  nel  tuono  basso  e  soprano,  uni- 
ti e  accordati  non  senza  qualche  proporzio- 
ne. (A) 

*t ''■  §■  Tamburello,  per  Piccolo  sedile. 
Accad.  Cr.  Mess.  lib.  3.  pag.  334-  I-a  ta- 
vola del  Re  era  grande,  ma  liassa,  ed  egli 
sedeva  sopra  uu  semplice  taraburelto.  (A) 

TAMBURINO  .  Sonator  di  tamburo  . 
Lat.  tympanisles.,  lynipanotriba.  Gr.  ru,u.- 
TravtTTT;'^  ,  tu^TTsivotìi^t;;.  .V.  F.  II. 
89-  Mandarono  un  loro  trombettino  e  uno 
tamburino  in  sul  fosso  delle  mura.  Bern. 
Ori.  2.  28.  53.  Mentre  stanno  alla  festa  , 
un  tamburino  Dal  catafalco  si  getta  a  stra- 
mazzo. 

g.  I.  Far  come  ti  tamburino,  maniera 
proverbiale,  clic  vale  Tener  da  chi  vince. 

§.  II.  E  Tamburino,  diciamo  anche  a  Uo- 
mo finto,  doppio,  e  che  fa  l'amico  ad  amen- 
due  le  parli  contrarie.  Buon.  Pier.  l\.  2  7. 
Si  rivollan  frittate,  e  tamburini  Saltan  da 
qua  a  la,  scambiando  manto. 

S.  III.  Per  Tamburo  piccolo.  Beni.  Ori. 
2.  12.  35.  Sonavan  trombe  e  corni  e  tam- 
burini. >4r.  Fur.  10.  74  Dove  ne'  prati 
alla  cillk  vicini  Vide  adunati  uomini  d'  ar- 


me e  fanti,  Ch*  a  suon  di  trombe  e  a  suondi 
tamburini  Venian  parliti  a  belle  schiere 
avanti. 

g.  IV.  Sonare  il  tamburino  colle  dita  ^ 
vale  Batterle  su  checchessia,  come  si  suoi 
fare  sul  tamburo.  Galat.  l5.  Non  si  deono 
anco  tener  quei  modi  che  alcuni  usano,  cioè 
cantarsi  fra'  denti,  o  sonare  il  tamburino 
colle  dita.  Farch.  Ercol.  265.  Come  si  vede 
chiaramente  infino  quando  altri  suona  il 
tamburino  colle  dita. 

•f  *  TAMBURLANETTO.  Dim.  di 
Tamburlano.  Magai.  Leti,  scienl.  pag.  3A1. 
Teneva  a  stillarci  fìoii  sopr;i  uno  studiolo 
della  sua  camera  in  un  tamburlanetto  d'oro, 
a  lume  d'  acquarzente.  (Aj 

*t  '*'  TAMBURLANO.  Term.  da' Chi- 
mici, Distillatori,  ec.  Arnese  di  metallo 
per  uso  delle  distillazioni.  Magai.  Lett. 
scient.  pag.  83.  Una  campana  di  piomho 
duri  a  stillare  dieci  anni,  non  imparerìi  mai 
a  farmi  quelle  separazioni  ec.  che  mi  farà 
un  tamburlano.  £"Ze«.j^/n.  part.  \.  18. 
Tante  sono  1'  eSsenze  o  gli  spiiiti  che  esco- 
no da  un  tamburlano,  quante  sono  le  sorte 
dell'  erbe  o  de'  fiorì  che  vi  si  mettono  Bel- 
lin.  Bucch.  109.  E  là  quel  tamburlan  col 
suo  strumento,  Che  gli  rinfreschi  il  capo 
quando  ci  stUla,  E  li  quella  gran  turba  di 
pestelli,  ec.  (A) 

^§.  Tamburlano,  dicesi  anche  nell' uso 
un  Arnese  di  legno  afoggiadi  tamburo, per 
iscaldare  la  biancheria.   (A) 

f  TAMBURO.  Cassa  di  forma  cilindrica 
fatta  di  .-sottilissimo  legno,  i  due  fondi  della 
quale  sono  coperti  di  una  pelle  stesa,  e  su 
di  uno  si  batte  con  due  bacchette  di  punta 
tonda  per  farlo  sonare.  Lat.  tympanum. 
Gr.  rJu.~&vOv.  Dant.  Inf.22..  Quando  con 
trombe  e  quando  con  campane.  Con  tambu- 
ri e  con  cenni  di  castella.  Esp.  Salm.  Lau- 
dino il  nome  suo  nel  coro  ,  nel  tamburo  e 
nel  salterò,  e  dicano  ì  salmi  a  te. 

g.  I.  Tamburo,  diciamo  anche  ad  una 
specie  di  ì'aligia  Jatta  di  legname  a  uso 
di  forziere ,  e  coperta  di  cuoio.  Buon, 
Fier.  /ntrod.  2.  4-  Apri  e  riserra  Or  ras- 
se,  ora  tamburi.  E  2.  1.  i3.  Uno,  due, 
tre,  quattro  e  sei  Fra  tamburi  e  fra  va- 
lige. 

§.  II.  Tamburo,  per  similit.  J'arch. 
Stor.  II.  344-  Stavano  e  stanno  ancora 
in  alcune  delle  chiese  principali  ,  e  spe- 
cialmente in  santa  Maria  del  Fiore ,  certe 
cassette  di  legno  assai  ben  grandi,  serrale 
a  chiave,  appiccate  d"  intorno  alle  colon- 
ne, le  quali  cassette,  chiamate  tamburi  , 
hanno  dinanzi  il  nome  scritto  di  quello 
uCcio,  o  magistrato  a  cui  elle  servono,  e 
di  sojTa  un'apertura,  per  la  quale  si  può 
da  chi  vuole  mettervi  dentro,  ma  non  già 
messa  cavare,  alcuna  scrittura.  Ora  chiun- 
que vuol  tamburare,  cioè  accusare,  o  que- 
relare chicchessia  d'  alcun  maleficio  ec.  , 
scrive  in  sur  una  polizza  ;  il  tal  di  tale 
ha  commesso  U,  tale  eccesso  ,  ec.  ;  poi  l.i 
getta  segretamente  nel  tamburo  di  quel 
magistrato,  al  quale  s'  aspetta  ordinaria- 
mente la  cognizione  di  quel  delitto  ,  ec . 
Dittam.  2.  23.  Qui  non  temeva  la  gente 
comuna  Trovarsi  nel  tambur,  ne  d'  esser 
preso  Per  lo  bargello  sanza  colpa  alcuna. 
5?  Kov.  ant.  g.  2-  A  questo  tulli  s'accordaro- 
no, e  fatto  Lodovico  una  tamburazionc  la 
mandarono  nel  tamburo  della  detta  gabella- 
(N)  Sah-in.  Disc.  2.  74- Questo  tamburo  s' 
apriva  dall'  esecutore  degli  ordinamenti 
della  giustizia,  ufiziale  forestiere. 

^^.  m.  Tamburo,  dicono  gli  Architetti 
a  Quella  parte  d'  una  cupola  che  resta 
per  l'  appunto  sotto  il  principio  d'  una 
volta  fino  ai  piloni  degli  archi.  Baldin. 
Dee.  Non  dentro  la  cupola  per  non  rom- 
per le  legature  de'  mattoni,  non  dentro  il 
tamburo  per  essere  egli  sotto  il  conùcio- 
ne.  (Aj 

i85 


8.  IV.  Tamburo  ,  si  d,ce  anche  ,IM 
Spìzie  di  pesce.  Red.  Oss  an  166.  fie 
nostri  ^ari  pescasi ,  ancorché  a.  ra.lo  UQ 
certo  pesce  che  .la-pescato,.  L.vornc..  eh,  - 
masi  pesce  tan.l.uro,  ,1  quale  ec.  dal  Sal- 
"anoLnom.nalo  mola,  e  .lai  P.on.leleno 
fu  dello  oriraeoriscus  .  E  167.  Avca  lo 
squarcio  della  Locca  il  doppio  p.u  grande 
della  hocca  .li  questo  pesce  taml.uro. 

*  g  V.  Tamburo,  term.  degli  Ormo- 
Ini  ,  aiindro  composto  di  copetchio  .fa- 
scia e  fondo,  in  cui  i  cl.iu.<n  la  molla,  e 
.,u  cui  si  ri.'olge  la  catena  degli   onuol,  da 

""TAMBUSSAnF.  .    Darhus.te,  Percuo- 
itWm.   3.   35.  Ch- celi 


T  A  rr 


terc  .  Bastonare.  —  . 

stesso  ,  che  sa  d'  astrologia  ,  Vuol ,  prun.. 
che  '1  nemico  si  lamhussi ,  Veder  che  n 
cielo  sien  hcnigni  influssi. 

•t  *  e.  Tamhussare.  dicono  1  Macel- 
lari per  lo  .<l,-sso  che  Tamtmrare  .nel 
senso  del  §  IH.  Min-  >'al">-  P"?-  ^■\- 
Quaiid..  i  niaccUari  hanno  anuu.iKato  un 
vitello  o  l.uc  ec.  ,  l.asl,>nano  la  bestia  con 
alcune  n.a«e,  e  questo  si  dice  lamburare. 
n  lambiissare.  (A)  ~-i..i' 

tTAMEKlCE.  TAMERICE,  e  TAME- 
RIGIA.  Arbusto  con  lo  slelofornito  d,  molti 
rami  sottili  e  pieghe,  ol,  con  figlie  piccolis- 
sime  simili  a  quelle  del  cipresso.  Produce 
fiori  bianchicci .  e  la  sua  scorzasi  usa  in 
medicina  come  astringente.  ' fi^"f" «"■}■''• 
tamanscis.  myrica.  Cr.  5.  60.  1.  ^  la- 
.narisco,  dello  tamerige,  fe  arbore  .1  quale 
ba  foglie  sirene  e  solidi  ,  sempre  verd, . 
Pallad.  ^o^■.  8.  Di  .lucslo  mese  ali  en- 
trala r  api  fanno  il  mele  d,  fi""  '^f"""'; 
,.  d'altri  fioii  sal»at,ch.  (qui  inforza  d 
add.,  e  l'ale  di  tamerice).  Af-  ani.  22 
,  Av.-a  distesa  una  tovaglia  h,anch,>s,ma 
sull'  erba  veide  ,  ed  aveva  suso  un  lame- 
rice  con  vino,  e  suo  mangiare  mollo  po- 
lito (cioè,  un  vaso  di  lameccc). 

•t  *  TAMIGIAKE.  .Stacciare.  J\ir. 
Art.  letr.  7.  l3l.  Finito  di  sfumare  lui- 
in  il  zollo,  cosi  caldo  si  cavi  del  tegame, 
e  di  nuovo  si  pesti  e  tamigi  ben.ss.mo,  che 
pure  sari  in  polvi;re  ni-ra.  (.'/;  . 

•+  *  TAMIGIATO  .  Add.  da  lami- 
giare.  Tier.  Art.  l'elr.  ;.  1  Ifl  r,gl.a  acqua 
vite  di  prima  passala  ec,  pò,  meli,  once 
una  di  chermisi  polveril.ato  e  tam.giato  , 
come  ec.  (Ai  ... 

+  TAMPOCO.  Awerb.  Ancora,  di- 
meno, ni  pure,esiusa  sempre  con  la  ne- 
gatila innanzi  .  Lai.  nec  elian,      ne  qiii- 

con  tampoco  Neil'  aver  favorev.dela  M..>a. 
Cai  Sist.  lli-J.  Nt  i.>  lanipoco  ho  preteso 
dip.ovarla,  ma  s.do  di  mostrare  come  ..e. 
E  3.'>7.  Non  si  scorg.i.d.i  una  tale  (  ,"■'- 
iationc  )  ,  nb  lamp..co  un..  m,nore  ,.elle 
fi.se.  *  Chiabr.  HI.  6.  Egli  v.«e  non 
gii  bisognoso ,  ma  nb  tampoco  ahhondan- 
lissiino.  (C) 

TANA.  Stanzn  da  bestie,  Caverna.  I.M. 
luTtriim  ,  caverna.  Gr.  S7tvlX«iov.  Pani, 
laf.  24.  S..n  Vanni  Fu.  ci  Best,a,  e  FisLoa 
n,i  1..  X-gna  lana.  Cr.  10.  3^.  2.  Le  volp. 
nelle  lane  loro  si  prcndon.i  in  '|"eslo  mo- 
do. Cavale.  Uled.  cuor  Le  volp,  hanno  la- 
ne ,  e  gli  uccelli    nido. 

§.  I.  l'er  tossa,  lìnea.  Pallad.  S  ,n- 
frarider.-l.bon  le  vitiliosle  ,  racc.dl..  l'.,m..re 
,n  .lueslo  la,..' ,  se  inronlanente  non  si  r.em- 
niessouo  colla  terra. 

f  II.  Per  similit.  ìhit.  tnf.  33.  2  Il.em- 
pi.m  sotto  il  egli.,  l.mo  il  coppo,  clob  tut- 
ta la  tana   degli  occhi. 

TANACETO.  Sorla  d'  erba  odorosa  si- 
mile al  Malricale  .  della  allrimenti  .ita- 
nasia;edè  di  due  .<petle.  Lai.  laaaceltim, 
attanasia  . 

+  TANAGLIA.  Strumento  difcrnK 
composto  di  .ft..-  pe-zi  attaccati  insieme 
per    via     di    un    perno,    intorno  al  qua- 


le   si     aprono   ,    e     chiudono  ;    e    serve 
per  uso  di  strignere.  di  sconficcare,  o  di 
trarre  checchessia  con  violenza.  LA.  for- 
crps  .  Gr.  itufa'v  pa     /''cc  nov.  O9.  21. 
Messegli  le  tanagl.c  .n  b..cra  ec,  lu  dall 
■iltra  per  viva  fona  un  dente  Urato  luor.. 
Pataff-.  6.   Con  le   tanaglie    di    cerracch,.. 
venne.    //cr,i.     Uri.    1.    4    45-    Scontrasi 
con   Spinella  per  la  via,   E  T  afferra  qual 
.biodo  la  tanaglia.   E  2.   l5.   23.  Ch.  non 
fu  presto  a  staccar  le  tanaglie  ,  lo  dico  a 
sciorre  il  cavo,  ebbe  la  stretta.  Vav.  Uraz. 
Ceu.  delib.  148.   L'aggavigni,  e  cinga,  e 
1'  aggrappi ,  e  tenga  come  tanaglia. 

i    l.   PersimUil     lìant.    Inf    29   O'". 
clH-  colle  dita  li  dismaplie,  Commc.o  '1  duca 
I  mio  a  un  di  loro,  E  che  fai  d'  esse  talvolta 
tanaglie ,  ec. 

g?  II.  Levare,  0  Cavare  alcuna  cosa 
colle  tanaglie  ;  modo  proverh.  ,  che  vale 
Ottenere,  o  fare  alcuna  cosa  con  gran- 
dis.iimo  s/orzo  e  violenza.  Salv.  tiranch. 
a  5.  lo  „..n  ho  ancor  dietro  A  iiuesto  tuo 
ehiribUio  polulo  Cavarti  pur  di  b.>cca  una 
,,ar..la  Colle  tanaglie.   Ilern.    Ori.    l.    IO. 

2.  E  quand-  eli'  è  di  .luella  fina  e  buona  ,^ 
Colle  tanaglie  non  si  levena. 

§.  111.  Tanaglia,  per  metaf.  Din.  (omp. 

3.  56.  T.neasi  col  popolo  grasso  ,  pcroc- 
chb  erano  le  sue  tanaglie,  e  pigliavano  .1 
ferro  caldo  (cioè,  le  sue  Ione  ). 

fi.  IV.  Tanaglia,  per  lo  Tornitalo  del- 
r  attanagliare .  .M.  1'-  10.  33.  Sania  al- 
runo  l„rmenlo  c.nlessò  la  sua  ,mqu,lade, 
e  condannala  alla  tanaglia  ce,  fece  terr,b,le 
esempio  air  altre. 

#  §.  V.  Tanaglia,  dicesi  dai  Militari 
un-  Opera  alta  di  fortificazione  innanzi 
alla  cortina  che  si  distende  verso  la  cam- 
pagna con  due  punte  somiglianti  a  quelle 
d-  una  tanaglia  aperta.  Calli.  Mem.  leti, 
ined.  l.  32.  Questa  maniera  d,  forl.licare 
s.  domanda  forbice  o  tanaglia,  (ij 

*  S  VI.  Tanaglia  imbracaloia .  Lina 
sorta  di  tanaglia  così  detta  da'  EonJitor, 
di  metallo,  per  essere  fatta  in  forma  di  pò- 
tere  abbracciare  i  correggiitoli  .ne'  quali 
esso  metallo  si  fonde.  Jlaldtn.  (B) 

*  TANAGLIARE.  Tormentar  con  ta- 
naglie. Segner.  Mann.  Gemi.  3.  3.  S.  sen- 
tono ora  .lislogare  1'  ossa  ,  non  allrmienli 
che  se  fossero  su  un  rculeo,  or  arrotare, 
or  tanagliare,  or.  f/J 

TANAGLIETTA.  Pim.  di  Tanaglia; 
Piccola  tanaglia,  lolg.  .Mes.  Tirai.,  colle 
tanaglielle,  e  tagliai.,  loslo  colle  lorl..c...e 
rovenli  rasente  la  r...lire.  Jlenv.  Cri'  Oref 
11.  Tenendosi  dal  manico  con  certe  una- 
gliene  falle  a  fMlsta. 

•|  TANÈ.  Color  lionato  scuro  .  che  e 
color  mezzano  fra  il  ro.<.'0  e  il  nero  .ed 
e  proprio  del  gu.Kio  della  castagna,  tir. 
ìlìaì  beli.  dona.  ict\.  U  cb.r  bi..n.l«  e  un 
giallo  non  mollo  arcoio.  ni-  m..llo  chiaro, 
ma  .leclinanle  al  lane.  /•-'  4o3.  L  uso  co- 
lmine pare  che  abh.a  oticnulo  che  il  lane 
..seuro.  Ira  gli  altri  colori,  .itlenga  n.ll 
..e.bi..  il  prin...  grado.  I.ib.  Son.  Ix\.  Ve- 
slininii  di  lanb  in  un  cerio  fosso.  Ilorgh 
Hip.  242.  Il  lanb  b  color  menano  tra  il 
rosso  o  il  nero. 

TANFANARE.  Tartassare,  lac.  l'av. 
Poti  451.  Teocrito  ne' l>io>curi  dice  che 
Amilo  r.'  dei  Debrici  facendo  con  Polluce 
alle  pugna  col  cesi..  ,  le  b.  larlassavu  ,  lon- 
tanava ,  loml.ava  ,  conciava  male. 

TA>FO.  Il  Jelor  della  nnitì'a  Lai.  sl- 
lus  mephilis  .  Gr.  aiiwor,;  »T5fV«'- 
I  arch.  Star  6.  161.  Una  pesl.leni.oia 
infen.iili  re  eio  mirala  in  tulio  qnel 
campo  .  nel  quale  Ira  il  mal  governo  r 
il  lanlo  degli  allogg'amenli  liUli  umidi  , 
e  ripieni  d' eibe  .  erano  m..ili  Mnll.  e. 
Eir.  As.  2.5.1.  O  l«.  che  mi  hai  ven.lu- 
ta  quésta  bolle  .  eli'  b  m.illo  vecchia  ,  r 
por  lo  tanfo  che  vi  b  dcniro .  non  posio 


T   A  N 

vedere  se  e'  b  alcuno  luco  (qui  M*'^[ 
la  muffa  medesima).  Serd.  Stor.  1».  itig- 
li pestifero  puMo  della  sentina,  e  1  un- 
fo  e  'l  succidume  affligge  e  corrompe  1 
corpi . 

t  TANGENTE,  f'ic  tocca;  ed  e  pro- 
priamente Aggiunto  di  linea  retta  che  tac- 
chi una  curva  in  modo  che  non  giunga 
mai  entro  la  sua  circonferenza  .  ed  usast 
per  lo  più  snstantivamenle  .  Gal.  Siti. 
173.  I  tiri  ,  che  sono  aggiusUli  secondo 
la  delta  tangente  allo  scopo  orientale,  (  il 
quale  ,  mentre  la  palla  vien  por  la  lan- 
genle,  si  abbassa  )  doverthber  riuscir  alti, 
e  gli  orientali  bassi. 

TANGERE,  r  L.  Toccare.  Lai.  tan- 
gere. Gr.  à-:T£53»ai.  *  Sanazz.  Egl.  *> 
Quand'  io  appena  incominciava  a  tangorr 
Da  terra  i  primi  rami  ec.  Il  vecchio  pa- 
dre mio  ce.  Con  amiche  parole  »  se  chia- 
mavami.  E  12.  Mille  ne  son  che  qn.  «- 
dere  e  tangere  A  tua  posta  |Mtrai.  I C) 

%.  Efguratam.  Pani.  Inf  2.  Io  son 
fatta  da  Dio,  sua  merce,  tale.  Che  la  vo- 
stra miseria  non  mi  lange.  Frane.  Bari,. 
35  17.  Lo  quarto  molli  lange  ,  Ecceder 
troppo  suo  grado  in  veslire  .  Ci(M»..  3. 
22  Cosi  come  doniclla,  a  cui  1  uom  tan- 
te Parole  proverbiose,  lor.  ifed.  92.  6. 
lo  non  vo-  contar  la  trama  ;  Tangerei  1 
particolare  .  _ 

*  TANGEBOSO.  Add.  Vi  tallo  fine. 
Delicato,  Squisito,  e  vale  anche  Hensibi- 
le.  Sensitivo.  Seni.  Clauslr.  442.  Egli  b 
lanlo  langeroso  edilicalo,  che  non  puote 
sostenere  di  vedere  ,  nb  d'  udire  ,  ne  di 
sentire  alcuna  soiiura,  uè  alcuna  immon- 
dizia. (Ci  . 

TA^GHEBF.LLO.  Pim.  di  Tanghero, 
voce  bassa,  e  vale  fiUanello  alquanto  ru- 
stico e  grossolano. 

TANGHERO.  Persona  grossolana  e  rii- 
itica  '.  Bed.  Pitir.  12.  Quei  Lapponi  son 
pur  tangheri!  Son  pur  son,  nel  lor  bere ._ 
Solamente  nel  vedere  Mi  fariano  user  de 
gangheri.  E  Annoi.  46.  Tangheri  ,  vUIa- 
ni ,  lolichi ,  di  costumi  rotai ,  d,  natura  ro- 
vida  e  roixa;  opilelo  proprio,  m.  per  di- 
spreuo,  de'conladioi  |iil  salvaUcbi. 

TA.NGinlLE.  Add.  Che  si  può  lorcn- 
re  Che  cade  sotto  il  senso  del  tallo.  Lai. 
,,,,'i  langi  potesl.  Gr.  «STO,.  Dani.  Conv. 
I  j6.  Non  si  può  dire  che  sia  propriimenle 
visibile,  nb  pr.ipriamente  langd.dr  .  Cai. 
Sul  62  Sebbene  la  materia  celeste  non 
,,uó  esser  l..ccala,  prrchb  manca  delle  Un- 
gibdi  qualili  .  /""A.  le-..  258.  Non  SI 
|,u,.  trovare  atcuno  miglior  giadite  delle 
.lual.li  tangibili. 

TANGOCCIO.  Dieesi  di  Chi  per  so- 
verchia groisezza  apparisce  goffi.  Li». 
crassior  ,  ohesior  .  Gr.  T«Xu*"«?"  • 
larch.  Slor.  l5.  621.  Perchb  essendo 
I0..0II0  e  langoccio .  gli  rendcT.  un  p.. 
d'aria.  _ 

J.1  TANIE.  f  ocr  luissa,  e  fuor  iT  uso  ; 
Litanie.  Cavale.  Erult.  ling.  3.  L  uomo 
domanila  grazie  come  son..  le  lanio.  nelle 
quali  la  Chiosa  doman.la  cerio  grane  e  da 
ilio  e  da-  ..^anli.  (J'J  Alleg.  l37-  (Amsler- 
dam.  1754)  Del  vostro  prehl.alo  miisico- 
no  Chi  disse  lo  mi  («ian  le  lame.  Ch.  lo 
risposto  dopo  le  Irt.oni  Do'  morti ,  «  chi 
altro  pur  da  compagnie.  ((  ) 

«  S.  Tanie  .  vale  anche  Tanlafera  , 
Ciancia  e  simili.  Lase.  rim.  2.  .>5.  Ter- 
rebl...n  peccati  o  gran  paiz.o  .  A  lor  0- 
Kliu..li  .oetlcr,  l.allrnando.  N..mi  ch.  non 
aves.er  le  Tanie.  Bellm.  Pise.  |.  257. 
Dono  che  voi  .vesto  imparalo  cinquecen- 
lo  di  queste  lame  l.isogncrobbo  che  voi  *i 
faceste  da  capo  a  farvi  .n.ognaro  che  cosa 
significasse  ciascuna  di  loro.  (C) 

TANTAFERA.  Bagionamenlo  lungo  di 
ce.se  che  non  ben  convengano  insieme.  Lll 
fabula  sine  rapile    Gr.  pJSoi  ««if«'»« 


T  A  N 

Bevn.  rim.  l.  63.  Io  noQ  v*  accoppicrò 
come  le  pere  ,  E  come  1'  uova  fresche  e 
come  i  frjli  Kellc  mie  61aslrocche  e  (jd- 
taferc  t  ce.  Sai*'.  Sptit.  4-  4*  Q"*-'**^  ^*^' 
tafcra  non  diì  piace  punto,  e  non  mi  posso 
immaginare  ove  diavolo  ella  sia  per  l>at- 
tere.  Buon.  Tane.  i.  i.  riè  mi  star  più 
iu  per  le  tantafere- 

TAWTAFERATA.  Tanta/era.  Buon. 
Fitr.  1.  X.  2.  Kè  eh'  i  procuratori  m'Ìn- 
finùcchino  Con  lor  taotaferate  .  £  2.  4- 
12.  Quante  tantaferatc  e  quanti  agguin- 
dolil  *  Car.  pari.  3.  Utt.  g.  Ho^-vi  detto 
una  tanlal'eruta,  che  così  m'  è  stala  deltM, 
cioè  del  modo  dell*  eleggere  j  che  me  ne 
rapporto  ec.  (B) 

TANTINETTO.  Dim.  di  Tantino. 

§.  Un  tantinetto ,  posto  avverbialm. , 
vale  Alcun  poco,  Alquanto.  Salvin.  Pros. 
Tore.  I.  99.  Convenne  un  lantiuetlo  lo- 
darmi . 

t  TANTINO.  Sust.  Dim.  di  Tanto. 
Pmnome,  o  nome  relativo  riferente  quan- 
tità. Tac,  Dav.  Stor.  ^.  344-  Sia  lecho, 
anti  che  correre  tantino  di  rìschio ,  spro- 
fondare il  compagno.  Buon.  Fier.  4.  4-  2- 
Per  trarne  un  taulino  Di  sugo  più  di  salsa  . 

^  %•  I-  Un  tantino,  posto  avverbialm., 
vale  Alquanto ,  Alcun  poco  .  Segner . 
Mann.  Genn.  22-  3.  Sol  che  un  tantino 
rimuova  da  te  la  mano.  Buon.  Fier. 
3.  I-  9.  Lasciale  ec.  Le  scarpe  anzi  alla 
teglia  y  e  pian  pianissimo  Voi  innanzi  , 
sempre  più  un  tanlin  schiudendo  La  lan- 
terna a  mirare;  e  veggo  alfine  ec.  (l  ) 
Imperf.  Anat.  C.  i.  lo  volea  riposarmi 
un  tantino  ;  ma  che  volete  eh'  io  dira  ? 
llammi  ingannato  Ìl  sonno,  e  stato  sono 
mezxora  di  più.  (F) 

*  g.  IL  l'ale  anche  Pochissimo.  Red. 
leti.  \S.  Il  povero  Tozzi  poi  è  mancato 
un  tantino  che  non  sia  andato  in  prigio- 
ne. (CJ 

f  TANTINO.  Add.  Piccolissimo.  Gal. 
Sist.  363.  Perchè  tanto  remote ,  accioc- 
ché appariscano  Iantine  ,  e  niente  assclu- 
tamente  possano  operare  in  terra?  /V  364- 
L'  apparir  tantine  non  detrae  della  loro 
operazione.  ^  Salvin.  Jliad.  22.  638.  Or 
dunque  noi  Due  con  un  sol  destino  ne 
nascemmo  er.,  E  io  in  Telic  sotto  monte 
placo.  Selvosa,  in  la  magion  d'Eeiione, 
Che  mi  allevò  quand'  io  era  iantina,  ec.  (/J) 
Fortig.  Bicciard.  3.  23.  lo  questo  ben  sa- 
pca  ,  eh'  era  tantino  ,  E  il  numero  dicea 
delle  peccata.  Onde  il  maestro  davami  il 
laotino ,  Disse  Rinaldo,  er.  (Aj 

*  TANTINO  .  Avveri».  Pochissimo  . 
Salvin.  Odiss.  190.  E  avanti  della  nave 
a  negra  prua  Gillo,  e  fallì  tantin  che  non 
toccasse  La  punta  del  limone.  (C) 

TA>TO  .  ]\'ome  relativo  ,  o  Pronome 
che  il  dicano  i  Grammatici j  riferente  quan- 
titàj  che  se  riguardi  una  quantità  conti- 
nua  j  dinota  grandezza.  Lai.  tantus.  Gr. 
TOffO'jTO^.  Se  una  quantità  discreta,  di- 
segna moltitudine.  Lat.  tot.  Gr.  TOffOjT^t. 
Talora  si  usa  colla  corrispondenza  di 
Quanto  e  di  Che,  e  talora  senza.  Filoc. 
3.  101.  Tante  volle,  quant*  ella  nella  me- 
moria mi  viene  ,  tanto  questo  desio  più 
focoso  io  me  s'  accende  .  Bocc.  Pr.  2. 
NcUa  qual  noia  tanto  rifrìgerio  già  mi 
porsero  ì  piacevoli  ragionamenti  di  alcu- 
no amico  e  le  sue  laudevoli  consolazioni, 
che  ec.  F  nov.  79.  l4-  Il  maestro  ec. 
diede  tanta  fede  alle  parole  di  Bruno , 
quanta  si  saria  convenuta  a  qualunque 
venta  .  e  tu  tanto  desiderio  s*  accese  di 
volere  essere  in  questa  brigata  ricevuto  , 
quanto  di  qualunque  altra  cosa  più  disi- 
derahilc  si  potesse  essere  acceso .  Petr. 
son,  2*  Non  ebbe  tanto  ne  vigor  ne  spa- 
tio. Che  potesse  al  bisogno  prender  l' ar- 
me .  E  119.  Non  può  più  la  vertù  fragile  e 
■lanca  Tante  varietali  omaì  soffrire-  Dant. 


T  A  N 

Par.  2.  E  forse  in  tanto  ,  in  quanto  un 
quadrel  pòsa,  E  vola,  e  dalla  noce  si  di- 
schiava  ,  Giunto  mi  vidi  (  ciac  ,  iti  tanto 
tcm[io),  l'arch.  Stor.  11.  344-  Quando  il 
magistrato  apriva  il  tamburo,  «he  lo  apri- 
vano ogni  tanto  tempo,  ec.  (  cioè ,  ogni 
dctcrniioato  tempo). 

f  V  g.  I.  Tanto,  sì  trova  colla  parti- 
cella Sì  innanzi,  ed  equivale  a  Grande  . 
ì'it,  SS.  Pad.  2  269.  Lo  tempo  sì  tur- 
bò ,  e  venne  si  gran  piova,  e  fu  sì  tanta 
tempestade  per  tre  giorni,  che  non  si  potè 
sotterrare.   (  P'j 

§.  II.  Darne,  o  Toccarne  tante,  e  s* 
intende  Busse,  vale  Percuotere,  o  I\sser 
percosso.  Bocc.  nov.  32.  10-  Presomi  per 
la  cappa,  e  tiratomisi  a'  pie,  tante  mi  die, 
che  tulio  mi  ruppe.  F  num.  il.  Io  ci 
tornerò,  e  darottene  tante,  che  io  ti  farò 
tristo  per  tutto  'l  tempo  che  tu  ci  vive- 
rai.  Eern.  Ori.  2.  l3.  39.  Perchè  il  Re 
gliene  dava  ogni  di  tante. 

g.  ili-  Comprare,  o  Vender  tanto,  vale 
Comprare ,  e  Vendere  a  un  determinato 
prezzo.  Lat.  tanti.  Gr.  Ttsoi  rozojzOM. 

g.  IV.  Fsser  tanto,  vale  Esser  sufficien- 
te. Bastare.  Lai.  satis  esse.  *  Vit.  S.  M. 
Madd.  22.  Senta  mille  morti  ogni  ora;  e 
anco,  se  questo  non  bastasse,  insino  alta 
6ne  del  mondo,  non  sarebbe  tanto.  Dant. 
Par.  9.  Rivolta  s*  era  al  Sol  che  la  riem- 
pie »  Come  a  quel  ben  eh'  a  ogni  cosa  e 
tanto.  Tac.  Dav.  Ann.  3.  72.  Se  noi  guar- 
diamo ec.  con  che  nefanda  voce  Lutorio 
Prisco  ha  sporcato  la  sua  mente  e  gli  o- 
recchi  degli  uomini,  nfe  carcere,  ne  laccio, 
ne  servile  strazio  gli  è  tanto  (il  Lat.  ha 
suffecerini;.  Cecck.  Dot.  2.  5.  Bisognereb- 
be \i»  zecca  un  anno  ;  e  appena  che  la  fusse 
tanta  a'  nostri  imbrogli.  (J^) 

*  g.  V.  Tant'  alto,  si  usa  a  dinotare 
l'  altezza  d'  una  cosa  j  e  s*  accompagna 
sempre  con  un  atto  delle  mani  ,  che  ac- 
cenni l'altezza  che  si  vuol  dinotare.  Buon. 
Tane.  3.  3.  Vienne,  ch'io  non  arei  la  parte 
mia.  Gli  è  un  cavolon,  che  fummica  tant' 
allo.   (Cj 

3  §.  VI.  Tanto,  cclP  articolo  e  senza, 
in  forza  di  sust.,  per  /*  astratto  di  Tan- 
to, add.  Petr.  canz.  18.  6.  Quel  tanto  a 
me  non  più  del  viver  giova  .  Bocc.  nov. 
27.  16.  Nella  quale  ec.  tanto  di  piacevo- 
lezza gli  dimostraste,  che  se  egli  prima  v' 
amava,  in  ben  mdle  doppii  faceste  l'amor 
raddoppiare.  Dant.  Inf  l\.  E  'l  mio  mae- 
stro sorrise  di  tanto  (cio'c,  di  ciò). 

*  g.  VII.  Talora  serve  a  dinotare  la 
grossezza,  0  la  grandezza  di  alcuna  cosaj 
ed  in  questo  senso  s'  accompagna  sempre 
con  un  atto  delle  mani  ,  che  accenni  la 
grossezza,  0  grandezza  che  si  vuole  dino- 
tare. «  Malm.  7-  85.  E  spalancando  poi 
lanlo  di  gola,  L'rla,  bestemmia  il  ciel,  mi- 
naccia e  brava.  E  IO.  17.  Cosi  le  fa  in- 
goiar tanto  di  micca  .  E  st.  18.  Si  rin- 
galluzza  ,  e  fa  tanto  di  cuore  ».   (C) 

^  §.  VII!.  Talora  col  secondo  caso  dopo 
di  sé  trovasi  accordato  in  genere  femmi- 
nile, se  tale  sia  quel  genitivo.  Bocc.  Lab. 
Né  è  donna,  in  cui  tanta  dì  vanità  fosse, 
che  quella  di  colei,  di  cui  parliamo,  di  gran- 
dissima lunga  non  la  passasse.  (C) 

X  ''i  g.  IX.  Due  tanti.  Tre  tanti,  e  così 
degliallri,  vale  il  doppio  più, Tre  voltepiù, 
ec.  Vtt.  S.  Za/106. 3i2.Veggendo santo  Zano- 
bi  lo  slato  l'a  ove  egli  era  provenuto,  si  multi- 
pricò  duo  tanti  in  santità.  3/or.  S.  Creg.6-  I. 
Cercate  il  more  e  la  terra  ,  per  farvi  un 
discepolo;  e  quando  1'  avete  f-ilto,  lo  fate 
6gliuolo  dell"  inferno  duo  tanti  che  voi  non 
siete.  Vit.  S.  Gir.  HO.  Il  quale  era  di 
tanta  bellezza  e  chiarità,  che  a  suo  avviso 
avanzava  per  sette  tanti  ogni  bellezza  del 
Sole.  Fr.  Giord.  i52.  Noi  avemo  abun- 
danzìa  di  sapienzia  più  che  nou  ebbero  gli 
I  antichi  mille  milia  tanti  più.  (T'} 


T  A  N 


1^75 


#  §.  X.  E  variamente.  Alam.  Colt.  5. 
Il3.  Non  passe  il  sesto  pie,  sia  per  lun- 
ghezza Due  volte  il  lanlo,  e  dove  abbondi 
umore,  ce.   (V) 

t  *  g.  XI.  Trovasi  anche  Due  tanto. 
Cento  tanto,  Mille  tanto,  ec.  e  vale  Due 
volte  più.  Cento  volte  più.  Mille  voltepiù 
ec.  Cavale.  Fspos.  Simb.  I-  72.  Chi  ri- 
nunzia a  questi  beni  temporali  visibili,  ne 
riceve  in  quesia  vita  cento  tanto,  cioè  doni 
e  grazie  spirituali.  E  1.  146.  Promette  loro 
in  questa  vita  cento  tanto.  Fior.  S.  Frane. 
178.  Vedendo  egli  vendersi  la  sua  der- 
rata mille  tanto  pregio  più  che  uon  va- 
le, (f  J 

^  g.  XII.  Tanto,  talora  vale  Sì  efficace. 
Pallad.  37-E  dicesi  che  è  tanto  questo  rime- 
dio, che  né  gielo,  uè  animale  alcuno,  uè  neb- 
bia puote  nuocere  (il  testo  lat.  ha  :  cxxxmì 
vis  tanta  esse  perhibelur).   (V) 

^  %■  XIII.  Accattare,  Ton-e,  0  simili, 
a  tanto  per  cento  ,  o  a  un  tanto  l'  anno  , 
dicesi  dell'  Accattar  danaro  per  pagarne 
interesse  fermo  a  chi  lo  dà.  Giov.  Geli. 
T'it.  Alf.  92.  Accattò  oltre  a  questo  una 
somma  grandissima  di  danari  a  tanto  per 
cento.   J'.  TORRE.  (C) 

TANTO-  Avverb.  Dinota  Lunghezza  di 
tempo.  Grandezza  di  spazio.  Quantità  di 
cosa.  Si  adopera,  non  che  coi  verbi ,  ma 
pur  co*  nomi  d'  ogni  genere  e  numero  , 
anche  superlativi.  Se  ha  la  corrisponden- 
za delle  particelle  CHE  ,  QUANTO  ec.  , 
esprime  diversi  sentimenti,  come  In  gui- 
sa. Talmente ,  Dì  sì  fatta  maniera.  Si 
fattamente.  Lat.  tantum,  tam,  adeo,  ita, 
ita  ut.  Gr.  To'jov,  t55ojtov,  coctì.  Bocc. 
nov.  5.  3.  Quanto  tra'  cavalieri  era  d'ogni 
virtù  il  Marchese  famoso,  tanto  la  donna 
tra  tutte  l'altre  donne  del  mondo  era  bel- 
lissima. E  nov.  26.  l5-  Tanto  pregò  e  tanto 
scongiurò,  che  ella  vinta  con  luì  si  pace- 
fico.  E  ncv.  42.  8.  E  tanto  la  pregò,  che 
in  una  sua  capannetta  la  menò  .  E  nov- 
43.  2.  Amandola  ,  tanto  seppe  operare  , 
che  la  giovane  cominciò  non  meno  ad 
amar  lui,  che  egli  amasse  lei.  E  nov.  60. 
24.  Affermando  che  tanto,  quanto  essi  sce- 
mavano a  far  quelle  croci,  poi  ricresceva- 
no nella  cassetta-  E  nov.  96.  iq.  Tanto 
e  si  macerò  il  suo  6ero  appetito,  che  ec. 
libero  rimase  da  tal  passione-  E  nov.  97. 
i3.  Di  questo  fu  la  giovane  tanto  lieta  e 
tanlo  contenta  ,  che  ec,  Apparver  segni 
grandissimi  della  sua  sanità.  Filoc.  7.  454- 
Appresso  i  quali BiancoBore  ec.  veniva  tan- 
to bellissima,  che  ogni  comparazione  ci  sa- 
ria scarsa  .  Petr.  son.  87.  Le  trovo  nel 
pensier  tanto  tranquille,  Che  di  nuli' altro 
mi  rimembra  o  cale.  Dittam.  4-  IO.  Qui 
appresso  gli  Antropofagi  sì  stringono  ,  1 
quali  vivon  tanto  crudelissimi,  Che  d'usar 
carne  umana  non  s' infingono. 

V  g.  I.  Per  A  bastanza  .  Bocc.  g.  2. 
nov.  8.  Essendo  più  medici  richiesti,  ed 
avendo  un  segno  ed  altro  guardato  di  lui, 
e  non  potendo  la  sua  infermil'a  tanto  co- 
noscere, tutti  comunemente  si  disperavan 
della  sua  salute.  Stor.  Bari.  96-  >'on  si 
polria  tanto  della  grandezza  parlare  (parla 
d'un  prato  deliziosissimo ).  ( J'j 

^  g.  II.  Per  Nondimeno,  o  simile.  Ca- 
vale. Stoltiz.  260.  Non  sarai  più  forte  che 
Sansone,  più  santo  che  David,  ne  più  sa- 
vio che  Salomone;  e  tanto  questi  per  troppo 
assicurarsi  caderono  .  Segner.  Mann.  Die. 
16.  3.  Quando  ancora  tu  stìi  desto  ad  at- 
tendere il  tuo  Signore,  può  sembrare  a  te 
eh'  egli  tanto  verrà  nell"  ultima  ora  a  tro- 
varti in  guisa  di  ladro.  fV) 

*  §.  III.  Per  Altrettanto,  Egualmen- 
te. Benv.  Celi.  Oref.  106.  Se  non  si  aTes- 
sero  limoni,  piglisi  aceto  forte,  che  tanto 
monta.   (ì'} 

*  §.  IV.  Per  Almeno.  Borgh.  Ami. 
p^am.    53.   Sicché  io   questa    parte  tanto 


»456 


T   A  N 


uon  li  poisono  dir  f.vole,  ma  recacc  ùlo- 

"%''é  V  rer  Tante  fo/te.  Così  spaso. 
ni  ?  M.  Madd.  53.  Io  voglio  mnann 
morirò  mille  migliaia  di  volte ,  «  tanto 
potessi  risuscitare,  che  di  venire  a  questo 

nartil".   (1') 

'    .j.  ;;:  §.    VI.    Tanto  .  talora  si  accor- 
di nel  numerose  nel  genere  co'  nomi  che 
eli  K'eneono  dopo  anche  là  dove  secondo  il 
costruito  più  regolar.;  dovreU.e  porsi  co- 
me semplice  a.vcrb.  l,r.  S.   Gir.  5.  Quan- 
do  esimo  odono  questa  isrrittura ,  H  cre- 
dono tanto  rorle,  e  tanta  grande  isperania 
v'hanno,  che    alquante  6ate  M  muoiono.  1 
E  3Ì.  l'er  quello  flmco)  vi  potrel.l.e  tanta 
entrare  dell' acqua  .  che  ■'^'''^y    '"";; 
5arel.be  perduta.  Hocc.  p.  5.  '..  8.  L  tanto 
fu  la  paura  che  di  questo  le  nacque,  che 
ec     r  così  ha    il  testo   Mannell,  e  la  ed,z 
del  73.    Vedi   Peput.   lìecam.  r"f-   "    ) 
E  l    IO.  n.   7.  l.a  quale  r/is'-"»'"' """" 
contenta  rimase,  quanta  altra  donna  di  suo 
amante  fosse  giammai  r^"-"  ''  ''■^'"  '"""; 
nelli.e  qucllndel  7?.).   lìorgh    Or.g    l.r^ 
QQ    Tutti  (  /•  prenomi   de    Jtoinam  J  non 
iJfrivano  a  XX  ;    che    era  e  per    loro   co- 
modissimo  ,  e  in  sé  (essendo  tanU  pochi; 

aeevole.   (J  )  ,  j- 

*  §    VII.  Tanto,  colla corrispondcn:a<li 

Come.lit.  S.  Gir.  120.  Pico  ec.  che  pochi 
uè  Siene  sL-iti  ec,  per  cui  Iddio  ahhia  mo- 
strati e  fatti  tanti  miracoli,  e  si  nuovi,  co- 
me per  lui.  Sah:  /Iv.ert.  2.  2.  10.  Ma 
in  ciò  che  pertiene  al  senso,  tanto  monta: 
Lepido  è  stato  cagione  ce.  ,  come  se  (  le 
parole)  con  questo  ordine  fosser  tessute 
da  chi  le  parla:  lepido  il  ribaldo  ec.JI  ) 
*§.  Vili.  7ri/i(o,  colla  corrispondenza 
di  Che,  I-ale  Tanto  quanto,  omero  ó!  e  sì. 
Lat.  lequc  ac.  Lih.  c„r.  m«fa».  Dimora- 
no saluhrementc  in  quell'  aria  di  eoUina 
tanto  maschii,  che  femmine.  (I  ) 

rt  fi  IX  Tanto  ,  colla  corrispondenza 
di  Onàalo,  vale  Sì  e  sì,  Xì  come,  tted  leti. 
2.  196.  1  frutti  ce.  sono  sanissimi,  tanto  cru- 
di,  quanto  colli,  ffj 

«  e  S.  T<in(o,  ri.tpondendogti  In  mo- 
do che.  Petr.  Uom.  ili.  29-  Tanto  pianto  tu 
in  Roma  dopo  la  sua  morte,  in  modo  che 
ciascuno  piangeva.  ;V) 

+  *  e.  XI.  A'on  tanto,  colla  corri- 
.,pindcnza  di  Ma,  vale  Non  solo.  Cavale. 
Specoli.  Cr.  68.  Uol,l.ian.o  non  tanto  do- 
lerci de'  nostri  mali,  ma  della  passione  di 
Cristo,  i:  1()2-  Quando  d  domando  se 
doveva  perdonare  sette  volle,  rispose:  Non 
tanto  sette  volle  ,  ma  setlanla  volte  set- 
te    (V)  ,  jr. 

sj!  g.  XII.  E  per  ISon  solo  non  .  1  lor. 
S  /'rune.  1^7.  Ma  non  tanto  ritrovo  lei  , 
ma  non  trovò  persona,  /"ni'.  K'op-  I7I.  * 
.[uali,  non  tanto  che  li  sovvengano,  ma  con 
iichernimento  rispondono.  (I  ) 

*  §.  XIII.  Non  tanto,  vale  Non  solo  an- 
che colla  corrispondenza  di  IJuanto.  -  Cas. 
leu.  23.  Ballegromi  senta  fino  non  lauto 
per  r  esaltatione  di  casa  mia,  quanto  per 
Io  grandissimo  rnntenlo  che  ec.  ...   (I  J 

Ki  €  XIV.  r<l/l(o  come  ,  per  Secondo 
che,  l'er  quello  che.  Sto,:  Jlarl.  7.  Uno 
di  quelli  maestri  di  slorlomia  disse:  Tanto 
com'  io  posso  conoscere,  e  secondo  che  1 
arte  mia  dimostra  ,  lo  tuo  figliuolo  non  uri 
nel  tuo  regno,  ec.  fT; 

l>  fi.  XV.  Tanto  quanto,  vale  Quanto. 
Gr.  S.  Gir.  Assai  si  travagli:ino  luUora  di 
menare  gli  altri  al  nostro  .Signore,  e  tanto 
nuant'egli  possano,  a  salute  delle  loro  a- 
nimc.  1:26.  Tonto  quanto  tu  sepiu  umile 
in  tutte  le  tue  cose,  tanto  troverai  più  gra- 
,ia  in  verso  di  Dio.  li  appresso:  Tanto 
quanto  noi  ci  tegnamo  più  vdi  ,  t.<nto  ri 
ama  piii  Iddio.  A-  \i.  Tanto  quanto  1  a- 
nima  vale  piii  dello  corpo,  e  lauto  vagiro- 
no più  le  spirituali,  che  le  temvorali  fmi- 


T  A  N 

sericordie.  Nota  e  tanlo).  Soee.  g-  7-  "■ 
'■,  Tanto  quanto  la  se' più  sciocco  e  più 
Ì„.sliale,  cotanto  ne  diviene  la  gloria  mia 
minore.   (P')  ,..  ^  , 

+  *   fi.  XVI.  Tanto   troppo.  perSijal- 

talente.  In  modo  '""  ■^""■-  f' ,'";'^- 
2,1.  Molti  altri  sono,  che  tanto  troppo 
sentono  1'  avversili ,  che   si  disordinano  in 

dolore,   (yj  _  I      I  .,1 

fi.  XVII.  Tanto,  per  Tanto  che.  LM. 
adìo„t.Gr.J:z'..O.r.^2.  66.  6.  t  di 
sua  persona  fece  maraviglie  m  arme,  tanto 
fece  riliarre  gì'  Inghilesi  al  carruio. 

J  §.  XIII.     Tanto,  per  Solamente,  ma- 
niera Ialina.   Lai.    tantum.  Gr.   y.5vov  . 
Unni.  Par.   2.  Se  raro  o  denso  ciò  faces- 
ser  tanto.  Una  sola  viitu  sarehhe  in  lui  .. 
F   18    Tanto  poss'  io  di  quel  punto  ridi- 
re.   7-c<.  /Ir.  7-   4Ì    Eglino  sono  uoinini. 
non  per  opera,  ma  per  nome  tanto.  M„lm  X 
i6.    Non   ch'io   fugga  d  pericol  di  mor^ 
?e.  Perch'io   fo  huou  per   una  volta   t:.nto 
*  /lorfli.  (Mg.  tir.  300.  Rendono  la  vera 
.emlu.;n.aduna  croce;  '''J- 'l""'»'»"'" 
sono  differenti  daUe  auliche  (parla  delle 
chiese).  (I  )  ,       , 

if  e.  XIX.  Tanto  ,  talora  ha  Jor- 
za  diQi,e.<lo.  lìorgh.  Tose  ììì  ■  t 
tanto  sia  dello  di  questi  XII  popoli 
finché  da  sé  stessi  si  ressero.  J.  ^rm_ 
Fam.  54.  E  tanto  sia  detto  per  ora  dell 
arme  d'un  color  solo.  E  86.  «.isti  ora  a»er- 
ne  accennato  tamo.  I.Sl-  E  del  nome  LasU 
averne  detto  lauto.  f>'> 


T  A  S 


«fi.  XX.    Òi'c' l'i""', "ale  Quello,  Tut- 
to quello.    Borgh.    Fa.<t.    klÌ.    Credendo 


netto,    nurgii.    t -,y--  ,. 

che'  pur  troppo  sia  quel  lauto  che  se  ne 
dello  fin  qui  (  se  non  valesse  quel  solo).  1 1  ) 
*  e  XXI.  Questo  tanto,  vale  Questo, 
Tutto  questo.  .Ver.  S.  Oreg.  l.  20.  Que- 
sto tanlo  ee.  ahhiamo  detto  con  Ire  in- 
tendimenti.   d'I  , 

e  XXII.  r<i/iW  solamente,  vale  Sola- 
mente. L:,t.  tanlum.  Gr.  ^l>'»»v.  Hoce. 
nov.  98.  3o.  Essendo  contento  d  avervi 
tanto  solamente  ricordato  di  quelle  ,  ce. 
Liv.  il.  Kon  erano  rimasi  se  non  U  soc 
correvoli  lauto  solamente. 

*  §    XXUI.   Tanto,  talora  vale     Lnn 
.stessa  cosa.  Seguer.  Mann     Magg.   29.1 
Tre  heni  di  valore  tra  loro  cosi  unilornii.che 
non  puoi  dire  qual  nell' cstimaiion  del  se- 
colo sia  maggiore,  son  tutti  tanto.  (J) 

fi  XXIV.  Tanto,  vale  talvolta  Si  lun- 
go tempo.  Per  tanto  spazio  di  tempo. 
Lai.  laniJiu.  Gr.  TO«0:ov  x.^ovov,  t!oi;. 
l'elr.  canz.  7.  6.  Se  tanlo  viver  può  hen 
colto  lauro,  noce.  nov.  98.  4-  ^-o»-';- 
ro  aveva  né  hen  nb  riposo,  se  non  tanto 
Quanto  erano  insieme. 

e.  XX >.  yl  tanto,  vale  A  lai  termine 
Lai.  eo.   lìocc.    lalrod.    2.',.    Era    la    cosa 
pervenuta  a  tanlo.  che  uon    altramenti  si 
curava    degli  u.imini    .he    monvaiio  .  die 
ora  si  curereldie  di  capre. 

e  XXVI.  Da  tanto,  m  forza  d  aggiun- 
to, vale  Di  tanto  valore.  Docc.  nov  l3. 
j6  Fu  da  tanto,  e  tanto  seppe  fare,  che 
egli  paceficù  il  figliuolo  col  padre,  /ir. 
X<.  95.  Ma  non  fui  mai  da  tanlo.  eh  10 
potessi  dar  la  volta  tonda. 

fi  XXVII.  Di  tanto,  vale  lo  stato  che 
Tanto.  Sì  fattamente,  In  tal  guisa.  Lai. 
ita.  Gr.  o'twì.  Docc.  nov.  l5.  >9:  "■ 
lauto  l'amo  Iddio,  che  ninno  male  si  lece 
nella   caduta. 

§  XXMII  In  tanto,  vale  In  questo 
mentrr.  Lai.  i'Kerr...  Gr.  t»  rù  .u<7»«.i. 
l'etr.  canz.  3o.  5.  E  'u  unto  lagriniand.. 
sfogo  Di  dolorosa  nehhia  il  cor  condenso. 
ì  ed.   IMT.^NTO. 

«  fi  \MX.  l'ale  anche  In  tanlo 
tempo  lìanl.  Purg.  ^2■  Kunne  ricoperla 
E  {•  una  e  I'  allia  ruol...  e  I  Icim.  in 
tanto,  Che  più  tiene  un  lospir  la  Locca 
aperta     (f'} 


#  S-  XXX.  Né  tanto  ne  quanto,  av- 
verbio, vale  Ni  poco  ne  molto,  lolgariaa. 
Pisi.  Senec.  21.  Tulli  i  signori  ee.  sono  tor- 
nati in  ohliania,  e  non  sono  né  tanto  ne  qnan- 
lo  conosciuti,  y.  QUANTO,§.  ^  »•  f*^"-' 
e  XXXI.  Per  lauto,  avverb.  lercio. 
Lat.  proinde,  idcirco.  Gr.  iio'rttf ,  «i«  «»- 
-a.   yed.  PER.  S-  CCLXVIl. 

fi.  XXXII.  Talora  vale  Nondimeno, 
Tuttavia.  Lat.  nihilominus.  Gr.  /iSVTOiyt. 
Lab.  346.  A  questo  servigio  e  ad  ogni  al- 
tro molli,  ami  lutti  quanti,  che  di  U  n« 
sono,  sarehhono  stali  più  di  me  suHicienU 
ce  •  ma  per  tanto  a  me  tocco  la  voli.  , 
perché  la  cosa  ec.  in  parie  a  me  apparte- 
neva,   yed.   l'ER,  §.  CCLXVIII. 

e  XXXIll.  yon  per  tanto,  vale  eiondi- 
meno.  lat.  nihilominus.  Gr.  fiitTOiys- 
yed.  NON  PEllTANTO. 

o     XXXIV.     7'aii(o  ,  o  quanto,  dinota 
Qualche    poco.    Lai.    a/i,;ua/iru/i<m.    Gr. 
;:o>io,Tr,J.«,;.o..  Liv.  M.  E  quando  egli 
ventava  o  tanto,  o  quanto,  non  pur  «la- 
mente  la  polvere,  ma  la  eeoere  gh  fcnva 
ne'  vbaggi.    Peir.  cap    2.  Ed  ella  d  ere- 
de    E  tu,  se  tanlo,  o  quanto  d    amor  »«l- 
ti.'  F.  cap.  3.  Costei  non  é  chi    tanto  ,  o 
quanto  siringa.  Nmf   Fies.    l4o^,^«  O'^" 
mi   |UÒ  di  questo  niuno  alare.  Ne  confor- 
to  donarmi  tanto,  o  quanto.  Horgh.  Ung- 
/ir.   i3q.  Non  fu  naiione  si  fiera,  che  non 
sentisse  tanto  o  quanto  di  questa  dolceua 
.lei  cullo  divino,    /lem.   Ori.   I.  6.  6l.Se 
tanto,  o  quanto  accostar  mi  ti  posso.  Malm. 
o.  63.    Slimando  che    1'  indugio  tanto  ,  o 
■quanlo  Sia  sempre  hen  per  ogni  buon  n- 

'""fi  "kxXV.    Tant'  i  ,    pronunziato  come 
unn  sola  dizione,  vale  la  somma,  In  con- 
clusione.   Infatti.   Lai.    in    siimma.     i.^- 
ÌT.i   >c8v«!i»iou    Salv.  Spia.  a.    »-   Tao- 
l'  é,  non  mi  dite  a  me.  che  a  ogni  modo 
ella  non  sappia  un  poco  di  non  so  eoniM- 
dehhia    chiamarmela.     lìeilinc.    son.    ìStS- 
Tant' e.  poi  eh'  io  son  fatto    Calandnno. 
A  gran  pcricol    vo.chio  non  mi  sconci. 
Geli.  .V"-'-   ^     7-  Tai'l"  t,  i"  me  ne  vo- 
elio  andare  alle  mie  faccende,   tir.   Irta. 
3    r.   Tante,  io  per  me  la  vo  credere  a 
mio  modo.   Morg.  21.   l5o.    Tant   e.  che 
spesso  é  util  disperarsi,  E  fassi  per    ude- 
coo  di  gran  cose. 

*§  XXXVI.  Tanloé, significa  Tantova- 
le,  È  lo  stesso.  Segner.  Mann.  Apr.  b.  2. 
Tanto  t  sapiens  nelle  divine  Serillure  . 
quanto  é  .lir  iustus.  E  Nov.  i3.  a.  Ciei- 
la  frase  el.rea  tanto  é  moltissime  volte  dir 
vocaimntur,  quanlo   dir  erunl.   (V) 

*e  XXWIl.  Tanlo  e  a  dire,  o  simili. 
vale  lo  stesso.  Pass.  3.  Gesù  Ctuto  ec. 
disse:  Non  pure  selle  volte,  ma  wlUnU 
volle  fette  ce  ;  che  tanto  e  a  dire:  Imle 
volle  gli  penl.ina,  quante  pecca,  t  J2D. 
L'  nitro  modo,  che  si  pouono  cogooKcre 
i  peccati  .  si  é  ,  secomìo  che  e  sono  ce. 
nella  volontà  o  nel  cuore  ,  che  tanto  è  a 
.lire  (che  è  II  medesimo).  Piai.  .V  OJg 
a  8.  Vidi  sopra  a  me  lo  mantello  del- 
l' abate,  ed  esso  pareva  che  mi  traesse  del- 
l' acqua,  tanto  soleva  ciò  dire  (••'*' 
voleva  dire  ì .  che  per  gli  menu  del  S.n- 
ti  fosse  l'atto  questo   mirac.do.   (I) 

!»  e.  XXXVIII.  Tantoelungi,  vale  Ion- 
io mìnca.  r.  LUNGI.,  MANCARE./ 1< 
+  1»  8  XXXIX.  Tanto  fa  .  vale  t,  t> 
„...,...  l.alil.  Ihal.  Sist  Ito.  l'er  consegui- 
re il  medesimo  cfletlo  ad  ,.n.s.<cm.  tanto  la 
selasidaTcrra  si  muova. ccwando  tutto  u 
resto  dell' universo,  che  se,  restando  fer- 
ma la  leira  sola,  tulio  1' universo  si  muo- 
va d'un  istesso  molo.  (Il 

<ìi  e  XL.  Tanto  vale,  significa  lo 
stesso.' Salv.  Avveri.  ».  l.  l6.  Nomi  . 
avveibii.  i  quali  hanno  terminatone  e  g.  - 
nere  di  maschio  e  di  femmina  .  e  uolo 
\  jg\iono    ^y) 


t  AN 


ft  e     XI  l.   Ta-to,  stguUo   da  un  geni- 
.      ^        ,^  Mlora  ad  «ccennanr  grandi^- 

„;,„  più  volt,  ed  .mmasl.ato.  Ed   ha 
ciso  funi  tanlo  gros.c.  IW  ^ 

§■    *>-"■    '^   ,.         /.        ,„/   proporrlo- 
qMslo    ragguaglio,     Con    M<   f     /- 

rnrr/po:rra;."di,ue.o„e,o. 

pare  che  noi  abbiamo  a  ""s'-ore  lune  quel 
Fé  che  noi  vedrei    ne^eun^o  che   -.„ 

per  una  mia  non  m  saral.mo 

voi  ne  vegniale  insieme  con  loro   fU 

"i%      XLVIII.  r»/.«-'<-Ae,perWe„- 

Bio  )  neun  maschio  osava  di  entrare 
r  •  e  ancora  ,  se  alcuna  immagine 
Giorno  ci  avea,  da  era  cope^U  Un- 
^h' e' saTÌ6cii  sifaceano.  /  H- A  O.o.  aai 
fj  I\  ?  nciullo  Slava  .ulto  chelo  e  tran- 
^io  lanlo  che   la  madre  aveva  adoralo 

^:i^rert.^3ec.,bav.WaWiar.' 

il  riconobbe    R  IO''    02    4  ,-     j   r 

seppernueUe  che  a  ciò  badavano.  0.»d.  O. 
Adunque  lo  re  Agamennone  .an.os.o  scese 
in  terra,  e  andòe  al  tempio  d.  Diana.  E  al- 
irce  :  EgU,  fornendosi  dondnnque-  poteo  , 
untosto  Teine.  Bin,.  an,.  G,..»^97-  Tan- 
.oslo,aonnam^aCom-;ovo.,^ifu.d^.| 

w:tros;:iiw;to.Wr./i..4-^^8^ 

M.  chi  vive  a  speranza  muore  a  slento,  Bn 
.«tosto  di  Francia  .i.n  poserai  (  qu,  m/or- 

""4TAn,os,o  eh.,  .aUSubUccHe, 
Te  J che.  La.,  simul  ac.  -  Sen-  P,st.Cre- 
ii  tu  che  1-  altre  cose  piene  di  [racidumc  ec. 


T  A  N 

tan.os.o  che  l'hanno   gi.la.c   sulla  bracia 
"«TANTOSTO.  ^Iggiuntochesi  rf.i  1/ 

''— "'??t/'XT8/^t^- 
'■:r;r;„t  iofe  la'no  la  tos,a,  che  si 

ir^^rs'^rcond^-n'-daniuna 

marilato,  ec.(  )       „,^_      ,,      j    Juverb. 

+  *TANTO    TOSTO.    /.    .-J.  .«'K™- 

.,,'        .      /■,.    V  (;.r    20.  Tanto  tosto   co- 

^■:r,riT  vede  «'sslre^dlue  buone   opere. 

^'..'%\T,NAMENTE.  ^.l-ft.  /n  ".odo 
tapino  nuo„a.:  Pro.,  ig?-  Nt  lapinamen- 
u'Tovemavalasuavi.a,  maera  galante  e 

magoi6ro  insieme.  (£)  jr„„„ri- 

inrel.ce.Ua,Tnbolare.l..^..nr,usen.sde- 

^M-iro^r.VheVsali  sono  ani.  quatlor 

^'^'•;''7°.rv':^:pe;i::^:c"e^::n!:^ 

re:"etr'e  m  carF-.ua.  luogamenleanaata 


T  A  P 


»4?7 


son  tapinando.  V  -Wrf.  ->■  -'^-  -— 
r„rdi  Lituo  caro  Orlando. Che  va  pel  mon. 
dn  inciso  or  tapinando.    (  ar.  In.  II.  410 
ro'^^^i-    a^esLipoigit.  del   -ondo   «^P'- 
nando,   Con  nefandi  suppUcu  e  con  aUoei 
Morti  pagandoli  60,  ec.  (/I) 
iJ^o    .ale  Tribolarsi,  affliggersi  grande- 
'Z^aé:SaWin.  Disc.  ..  365.  Era  venula  pe 
'  ugnerlo  all'  usanza  del  paese  ,  e  imbalsamar 
lo;  e  si  noi  trovando,  si  tapinava.  I 

%  %.  II.  Valeanche  Dolersi.  Cccch.  Bis- 
,„„.%  7.  Ella  tosto  tosto  SI  raffa«on.,, 
semnre  piangendo  e  tapinandosi.  I^  )  ^<"-- 
iTnJ  Sof.  %.  Dopo  messo  un  gran  mug- 
^To:  piangelìilo,  e Upinandosi.or  sene  cor- 
reva al  faggio  dove  solevano  stare  assisi,  01  a 
spoe  calava  al  mare,  ft-/  ,. 

TAPINELLO.  Dim.di  Tapinoj  deschi- 
nello.  X-nl-iniselliis.  Gr.  Talt-:.v5?.  liocc^ 
1.57.  6.    solamente  le    donne  UpioeUe 

/•■  5  Vi.  36.  Or  ti  muta,  tapinello  ,  E>ci  d 
eslo  MÌngibeV,o.  a.irch.  ..  65.  Andandoa 
uccellare  una  stagione  ,  Di  ■"-»   "f  ."^    P 

U  tlla  pe1-c"i  faue  P-le,  vdloss.  a 
nuelbi  vecchia,  e  baciandole  le  mani,  disse  . 
T210.  Poscia  che  la  tapinella  si  fu  cruciala 
per  lungo  spazio  co'  pianti  e  co'  1-""=""  "' 
Sede  pur  Boalmenlc  luogo  al  gran  dolore 
tTart  r,ea.  rim.pag.  22.  ILi.orno^m) 
ò  tapinelle  mie  compagne  afflale,  Che  so 
1  "  rnLzion  meco  acquistate  Con  gli  usci 
chiusi  e  finestre  confitte,  ec.  (ti) 

*TAV1MTA'.   Bassezza,  y^t.  hiimili. 
,as.  Gr.  t«=iv<,'t.I5.  Ferf.  alla  .oce  VIL- 

'^*^  TAPINO.  Add.  Misero,  Infelice,  Tri 

baialo.  Lai.  mi'.cer,  inJelU.  Gr^  "-;';»';. 

r    l-los.  24.  Bocc.no,:  27.  22-  E  che  voi 

Mi  suo  esS?o  e  dell'  essere  andato  tapino 

per  lo  mondo  sette  anni  non  siate  cagione 
nnesto  non  si  può  negare,  tranc.  inceli. 
^o"m3.  Ed  egli  con  l'avanzo,  che  vera 
no  rimasi,  si  stelle  misero  e. apino^/^e- 
Ori  1  "i.  26.  Perché  principio  ardilo  e 
deba  fine  Fatto  ha  spesso  molte  anime  la- 

r'*'s     I.   E  in  forza    di    sust.    «Vant. 

Inf.   24.   nilorna  a  casa,  e  qua  e  la  si  la- 
'  gna.  Come  '1  lapin,    che    non   sa   che    s. 

^''tù-'plr  simili,.  ialeGreUo.Bas..o, 

Ordinano.  Lai.  '^•'"' ''"?f-'- 'IZof^^- 
Gr.  Ta:t£.vo;.C<ir/.r.or..45.  Il  primoCer 
,0;   e  'I  terzo  di  gretta  e  tapina  uscita. 


•1.  *  TAPPA,   luogo  per   mangiare  t 
■  A.r,;  „e' .■iVi""i.  Sahin.    lier.   liiion. 

d'  alimenti,  di  tappe,  cioè  'l'  '""6'"-    •?■ 
:,„■.,  per  mangiare  ne'  viaggi  dal  lai.  barb. 
fodruni,   alimcnlo.   lA) 
'    «   y.    rer  Gita,  o   liiposo  digita.  In,- 

perf  F.  Tib.  n.  A-  T-  "•  336-  '"Sa- 
dico d.  mandar  uno  di  buon  ora,  che  o 
aspetti  dove  le  strade  si  dividono,  e  ce  lo 
avvii  quassù,  e  cosi  ,  quando  non  si  di- 
sapprovi questo  pensiero  ,  fermeremo  le 
tappe    per  Zagarola.  f/J 

:;:  TAPPARE.  Serrare,   Chiudere.   (A) 
•  j.    *    8       li  in    .lignific.     neutr.    pass. 
FoJtig.    Uicciard.  I3.   37.    EUa    si    copre 
e  Lippa  Meglio  che  puote,  e    seco    s  ab- 
baruffa;  Ma  nelle  mani  de  giganti  incap- 
pa, E  s'  attacca  di  subito  una  zuffa,  ec.  (A) 
i:  TAPPATO.  Add.  da  Tappare.  (A 
«  S    Per  Coperto,  Imbacuccalo.  Magai. 
Lett    a  ha  dato  ad  intendere  essergli  s.a- 
to  picchialo  air  uscio  due  ore  avanti  gior- 
no da  una  donna  tappata.  (A) 

TAPPETO.  Spezie  di  panno  grosso  a 
opera  di  .'arii  colori,  e  con  pelo,  per  uso 
principalmente  di  coprir  lai-ole.  Lai.  (a- 
r,e<,  tapetiim  aiilaemiim.  Gr,  ^«.T.r,,.  ^ov. 
an.  18.  2.  11  siniscalco,  ovvero  tesonere 
prese  quelli  marchi,  e  mise    uno    tappeto 
In  una  sala,  e  versollivi  suso.    G.     ^.  7- 
IO.  2.  11  quale  (tesoro)  si  fece  venire  in- 
nanzi, e  porre  in  su'    tappeli.  Bocc.g.-]. 
p    V  Fatti  in  su  V  erba  tappel.  distendere, 
V  vi,  ini  al  lago  a  seder  postisi,  comando 
il   Re  ad  Emilia,  che    cominciasse,    /'er/.. 
Ori    3.   1.   20.   Ad   un  tappeto      vide  ar- 
1  mi  distese   Di  ciò  che  ad  un    l.^ogna  in- 
teramente. Belline,  scn.   279.    Per    sem- 
pre ti  diciam    leva  .1    tappeto    fcioe,  non 
'  CI  dar  mai  più  da  mangiare  ). 

«  I  lìicesi  proi-erbialmente  Lei'are,  o 
darsi  da  tappeto,  che  i-ale  Abbandonar 
la  impresa  che  s"  ha  Ira  mano  .  quando 
si  conosce  eh- ella  non  P"»  PT,'" Ln 
che  diciamo  anche  Torsene  giù. -Sah-  ip'"- 
2  3  E  quando  egli  avesse  altro  capriccio, 
mettalo  pur  da  parte  a  sua  V"^^^^^  ''t" 
Ivisenepur  da  tappeto  .l/.ta.  IO.  35. 
Quinoltre  gli  enno  stali  tulli  neto  Per  le- 
var questo   morbo  da  tappeto. 

fi     II.   Metter  .<,il  tappeto,  i-nle  Mettere 

in  trattato.  Cominciare  a    "■""r'-„fT 

porre.  Sah-in.  Pros.  Tose.  ..  Il3.  Quando 

le  cose  messe  sul  tappeto  non  s.    speiU  - 

sero  in  una  sessione,  repl  care    le  tornale 

qui  a  tavola,  fintantoché  le  materie     si  e- 

saurissero.  .      ,.        .  » 

S.  HI.  Pagar  .sul  tappeto,  s,     dice  del 

Pagar  per  .la  d,  corte. -LA    "''f^rZ 

toren,  solvere,     Plani-    ^falm-   6.  83^   So 

gi'a  che  qualche  debito  ha  Baldone,  E  eh 

e'   lo  vuol  pagare  in  sul  tappeto 

S  IV.  Slare  alla  finestra  col  tappeto, 
fi^iratamente  si  dice  dello  Starsi  cj.g'" 
e   .licurezza,   «spellando  l'  esito  di  chec- 

chessia.  ,       _  .      ,    ,,^„.„ 

TAPPEZZERIA.  Parameulo  da  slan.e. 

Lai.   peripetasma.  attalica,  P'-",""""""' 

l^"Q^tr:ul;=^:eS 


<ale   1    che    sergenti  ;    ec.    /...- 

^.   5    25.    Seta    e°  tappezzeria    E   aromati 
?eca^  di  Soria.  ^.^     ^^  .    g . 

■e    §.     i'  P^'^    ""■'  -1        ,       ■    ja   canto 

le    tele  della   commedia  ,    e    p"'^""' 

''"*  tITpKZIERE.   Artefce    di     tap- 
pZJi^Cocch.   S.     V.     V     Tappezziere 

■>V;'l%'STotrc1iilo  per  bolli. 


1478 


T  A  P 


conche^  truogoli,  ce.  Cari.  Svia.  10.  Qui 
punlcUi  e  qui  sedili ,  Scale  e  predelle  , 
Doccie  e  caooelle  j  Baraliage  e  sugheri  , 
Tappi  e  turaccioli  ,  Bicchieri  e  cioto- 
le, (/t) 

TAUA.  //  tarare.  Defalco  che  si  fa  a 
conti  quando  si  vogliono  saldare  j  e  per 
similU.  si  trasferisce  ad  altre  cose.  Burch. 
X.  57.  E  sol  per  la  gran  tara,  eh'  elle 
fauno,  Corrono  i  buoi,  e  M  carro  non  u 
muove.  Varch.  JCrcol.  7^.  Quamlo  ci  pa- 
re che  alcuno  ahhia  troppo  largheggialo 
di  parole,  e  detto  piti  di  quello  che  i;, 
tolemo  dire  :  bitogna  ihatterne,  o  tararne, 
cioè  farne  la  tara,  come  si  Ta  de*  conti 
degli  speziali.  Car.  lett.  i.  26.  Non  le 
posso  accettare  senza  rossore  e  senza  ta- 
ra. Buon.  Fier.  f^.  4-  Ì2.  K  che  noi  le 
facciam  quel  po'  di  tara,  Che  par  rhe  si 
richiegga  per  buon  uso  (  cioè,  crediamo 
meno  di  quel  che  vien  riferito).  Salvia, 
Disc.  l.  36l.  I  precetti  sono  buoni,  ma 
SODO  talvolta  come  le  speculazioni  matemati- 
che, le  quali  adatt.ite  alta  materia  patiscono 
le  lor  tare  (cioè,  eccezioni,   difficoltà j. 

•t  TARA  BARA.  Modo  di  dire  del 
volgOy  per  esprimere  Sottosopra,  A  far 
tutti  i  conti.  Varth.  Ercol.  252.  f.  Pas- 
sate dunque  a  raccontarmi  qua!  lingua  è 
più  copiosa  di  parole:  o  la  latina,  la  volgare. 
A'.  Ella  è  tara  bara.  C.  Che  vuol  dire  ta- 
ra bara  T  ce.  y.  Vuol  dire,  che  ella  è  ne 
fané  fa;  o  volete,  come  dice  il  Pataffio,  ne 
hai  ne  hai  ;  o  come  si  parla  ▼olgarmcnlc,  la 
ronfa  del  Vallerà,  ec.  lo  per  me  non  ci  so 
conoscere  troppo  vantaggio  ,  perciocché 
come  in  alcune  cose  siamo  vincenti,  co- 
sì in  alcune    altre    semo    perdenti. 

•f  TARABUSO.  Uccello  di  padule,che 
ha  il  becco  lungo,  aiizso, grosso  e  tagliente, 
il  collo  lunghissimo.  Il  romore  eh'  egli  fa 
col  becco  nel  metterlo  neW  acqua  e  così 
grande  ,  che  sembra  il  muggito  d'  un  toro. 
Lat.  ardea  steilarin.  fir.  s'^swoto;  asTS- 
pótt^.  Morg.  25.  4**-  iToTato  avea  per 
isralzargli  il  dente  Tutti  i  suoi  ferri  e 
poi  del  laraliUbO  L' artiglio,  e  non  avea 
fatto  nit^ntc.  ^  Hcd.  Uss.  an.  8.  Ilo  a- 
vuta  1*  occasione  bene  spesso  di  toccarlo 
con  mano,  e  particolarmente  ne'  grotti , 
ne'  tarabusi,  nelle  gante  bianche,  ec.  (fi) 

•f  #  TARADOKE.  Verme  piccolo  che 
rode  le  viti.  Cr.  {\.  x8.  l\.  Alcuna  volta 
DcUe  vigne  entrano  bruchi,  che  ogni  ver- 
dezza rodono,  e  vermini  verdi,  e  uziurri 
fiiccoli,  i  quali  taradori,  si  chiamano  a  Bo- 
ogna.  (A) 

*  TARANDO.  Term.  de* Naturalisti. 
Sorta  d'  animai  sabatico  de"  paesi  setten- 
trionali, grosso  quanto  un  bue,  peloso  co* 
me  un  orsOf  ed  armato  di  corna  pia  lun' 
gite  che  quelle  del  cen-o.  {/4) 

*  TARANTELLA.  Tarantola,  Bagno 
velenosissimo  della  Puglia.  Salvin-  Opp. 
Pese.  Saltare  pil  dolore,  come  fa  l'uomo 
morso  dalla  tarantella.  {,4} 

TARA.NTELLLO,  Pezio  di  qualità  in- 
Jcriore,  che  si  dà  da  alcuni  bottegai  a' 
compratori,  /lù  sì  direbbe  propnamenle 
se  non  di  commestibili.  Lat-  auctanum, 
mantissa.  Gr.  t7t<fttrp9V.^  Allegr.  281- 
Comportatemi,  prego,  quaii  un  magiiero 
tarantello  dietro  al  pctsu  della  r.irn<-  prin- 
cipale, (f)  liellin.  /iucch.  2\^.  K  qui 
|)er  tarantello,  Che  ancor  non  so  con  che 
tresca  di  più   Più  ri  rinseppi,  ce.  (  B) 

TARANTOLA.  Serpentello  simile  alta 
lucertola,  di  color  bianchiccio  ^  chiazzalo 
quasi  comedi  lentiggine,  ed  e  di  due  spe- 
cie.t.il.  stellio.  Gr.  */ale6*T»i;  Mil.  3f. 
Poi.  Se  vi  viene  alcuna  taraniolj,  che  re 
n'  ha  molte.  Fir.  Jm.  |55.  In  che  modo 
reitrigncrò  10  questa  laraotolaT  ("ant.  Carn. 
87.  Se  tarantola,  o  scorsone.  Donne  belle 
vi  pungessi,  Fatev*  ugner  luU'i  fessi  Di 
vostra  gentil  figura. 


T  A  n 

$  §.  Tarantola,  è  anche  una  Specie  di 
ragno  velenosissimo  della  Puglia,  onde 
son  delti  Tarantolati  coloro  c/te  sono  morsi 
da  questo  animaletto.  Hed.  Or.  Tose. 
La  tarantola  di  Puglia  e  una  spezie  di 
ragno,  e  non  vi  e  duttbiu  che  sia  cosi 
detto   dal   nome  dulia  città  di  Taranto.  (j4) 

TARANTOLATO.  Jdd.  Morso  dalla 
tarantola.  Bern.  Ori.  2.  17.  6.  Come  in 
Puglia  si  fa  contro  al  veleno  Di  quelle 
bestie  che  mordon  coloro  Che  Janoo  poi 
pazzie  da  spiritali,  E  chiamansi  in  vulgar 
tarantolati.  Sold.  sat.  3.  Vedesi  in  Puglia 
che  i  tarantolati.  Come  che  tutti  al  con- 
cento salubre  Commossi  al  saltellar  restin 
sanati.  Non  guariscon  però  tulli  al  lugu- 
bre O   al  contrario  suon. 

-.:  TARAN  TOLETTA.  Dim.  dt  Ta- 
rantolai  Piccola  tarantola.  lied.  Oss. 
anim.  1 20.  Non  avendo  dato  alcun  segno 
di  tiirantolismo,  fa  tener  per  fermo  che 
la  tarantoletta    non  fosse  velenosa.  (N) 

*  TARANTOLISMO.  3/rt/rt«ia  singo- 
lare, vera  od  immaginaria,  che  consiste 
in  una  smoderata  passione  per  saltare  e 
danzare,  e  che  si  dice  prodotta  dalla  mor- 
sicatura della  tarantola,  lied.  Oss.  an. 
I20-  Non  avendo  dato  alcun  segno  di 
tarantolismo,  fa  tenere  per  fermo  che  la 
tarantoletta  non  fosse  velenosa.  (N) 

TARARE.  ^'1  dice  del  Pidurre,  nel 
saldare  i  conti,  al  giusto  il  soverchio 
prezzo  domandalo  dall'  artefice,  o  diti 
venditore,  l'arch.  Ercol.  77.  Quando  ci 
pare  che  alcuno  abbia  troppo  largheggia- 
to di  parole,  e  detto  assai  più  di  quello 
che  è,  solemo  dire:  bisogna  sbatterne,  o 
tararne,  riuc  farne  la  tara,  come  si  fa  dei 
conti  degli  speziali  f  qui  per  similit.). 

§.  E  perche  i  conti  quasi  sempre  si 
tarano,  a  quel  che  j'  ode  dire  a'  millan- 
tatori, si  dice  proverbialmente  :  Tara  per 
uso.  Salv.  Grttnch.  1.  I.  Oimè,  Granelli^, 
appena  credo  io  Che  fusse  un  miglio  fuor 
di  porta.  Gr.  E  anche  Meno:  Ura  per 
uso. 

*  TARATANTARA.  Foce  finta  da  En- 
nio per  significare  il  clangor  delle  trom- 
be. Magai,  lett.  scient.  20.  pag.  268- 
Senia  conlare  in  questo  numero  il  decan- 
tato taratantara  d'  Ennio,  come  smacca- 
to,  arbitrario  contrafl'acimcnlo,  ec.  (C) 

TARATO.  Àdd.  da  Tarare.  Ricett. 
Fior.  Prov.  Di  poi  riveduti  e  tarati,  di- 
ventano in  verità  debitori.  E  appresso  : 
Ancorché  avcssono  1*  esecuzione  parala  , 
è  di  fatto  di  tali  conti   non   tarali. 

#  §.  Tarato,  Termine  araldico  j  a  si 
dice  fitlla  situazione  dell*  elmo,  o  cimiero 
dello  scudo,  f.-i) 

t  TARATORE.  Verlml.  ntasc.  Che,  o 
Chi  tara  .  Hirett.  Fior  .  Prov .  Li  ta- 
ratori di  Firenze  tarino  i  conti  della 
città  intra  sei  giorni.  E  altrove:  Non 
saranno  stale  (  le  mercamie  )  in  tal 
tempo  tarale  per  li  taratori  predetti. 

«TARCIIIATI-LLO.  lUm.  di  Tar- 
chiato .  Lat.  habilinr.  Gr.  uTtorraX''»- 
Luit;.  Pule.  Bec.  23.  La  Beca  mia  è  so- 
fia e  tarrhiatella,  Ch'  e'  le  riluce.  Dio  U 
salvi,  ì\  pelo.  (*) 

TAKCIIIATO.  j4dd.  Foce  bassa.  Di 
grosse  membra,  Fattircio.  Lat.  membrit 
crasrioriòus.  Gr.  :ix.y\t).bàrtBOi  .  /lorc. 
nov.  72.  4-  ^^^  pure  una  piacevole  e  frc^ 
sra  foresotsa,  brunatxa  ,  e  bra  tarchiata. 
Cron.  Fell.  Matteo  ec.  è  piccolo  r  tar- 
chiato della  persona  ,  e  trae  dal  padre. 
Lor.  Med.  JSenc.  36.  Eli*  e  gronoccìj  , 
tarchiata  e  giuba,  Frcscoccia  cgraua,  che 
si  fendcreb)»e. 

TARDAMENTE.  Avverb.  Con  tardità, 
Adagio,  Con  lentezza.  Lat.  tarde  ,  cun- 
ctanter.  Gr.  ^pxòita;.  fiut.  titf.  II.  E' 
ci  conviene  teenderr  tardaramle  ,  sì  che 
s'  ausi  lo  senso    dell'  odorato  al  tristo  fia- 


T  A  R 

lo.  Volg.  Mes .  L'  aloè  è  Del  novero  del- 
le medicine  che  purgano  tardamente  . 
$  Guicc.  Stor.  10-  122.  I  quali  (avvisi) 
per  le  difficullà  del  mare  pervenivano  tar- 
damente, f  Ci 

TARDAMENTO.  //  tardare,  Indugi». 
Lat.  tarditat,  cunctatio.  Gr-  fkpxòJTm  , 
o/v>i7i;.  M.  F.  7.  12.  La  piena  vittoria 
che  Iddio  V*  ha  apparecchiala,  non  vi  scam- 
pi per  tardamoDtu  de'  vostri  trallati.  Teg. 
Or.  6.  5i.  La  dilettazione  Don  è  movi- 
mento,  perocché  ciascuna  cosa  che  si  può 
muovere,  ha  tardameoto  e  affrettamenlo. 
TARDANTE.  Che  tarda.  Lat.  cunctaits, 
cunctator.  Gr.  ^pao  J; , '/JtsiìijT»;'^.  Liv. 
Dee.  3.  Che  se  egli  con  istanzia  tardasse 
contro  a'  tardanti  Nolani ,  che  la  plebe 
moverebbe  alcun  movimento.  4  Salvin . 
Eneid.  lib.  7.  Allora  la  regina  degli  Dei 
er.  Spinse  con  mano  le  tardanti  porte.  fF*^ 
TARDANTEMENTE  .  Avverb.  Con 
tardanza.  Lat.  cunctanter.  Gf.  ^p'xSita^. 
Lib.  cur.  malati.  Opera  senza  fallo,  ma 
però  sempre  tardaotcmenle  e  con  nausea. 
•f  TARDANZA.  //  tardare.  Lentezza. 
Lat.  tarditat.  Gr.  ^paiurr.^  ,  oxtti'Hi. 
Filoc.  5.  3o6.  L*  amor  della  donna  per 
sua  tardanza  aveva  perduto.  Amm.  Ant. 
3l.  3.  3.  E'  si  conviene  consigliare  con 
tardanza.  Dant.  rim.  22.  Però  con  tua  ra- 
gion piana  e  umile  Muovi,  novella  olia  , 
non  far  tardanza.  Gas.  lett.  i5.  Che  tol- 
ga via  ogni  sospesone  d'animo  e  ogni 
tardanza. 

TARDARE.  Indugiare,  TratUnersi  j  e 
si  usa  in  signific.  neutro  e  neutro  pass. 
Lat.  cunctari,  morat-i.Gr.  /isiÀttv,  o'/vCt  ». 
Post.  i5.  Ricordati  che  la  morte  ha  da 
venire,  e  non  tarda.  G.  F.  IO.  a5.  2- 
Lo  indugio  della  cavalcata  della  gente  del 
Duca  si  tardò.  Albert,  cap.  64-  Non  ti 
tardare  adunque  a  convertire  a  Domened- 
dio.  $  Slor.  Bari.  60.  Allora  Giosafalte 
non  si  poteo  pure  tardare,  che  avea  paura 
di  Tardan  suo  ministro,  (f)  Guicc.  Stor. 
4-  l56.  Perchè  per  le  diflRcullà  che  s'in- 
tendevano essere  nella  condotta  degli  Svic- 
zeri,  si  dubitava  che  la  venuta  loro  non 
tardasse  molli  giorni.  (L)  Cas.  lett.  25.  lo 
ho  lardato  a  rispondere  alla  lettera  di  T- 
E.    Illuslrtssima  de'  l5  di  questo. 

§.  I.  Talora  vale  Essere  ora  tardi  . 
M.  F.  3.  70.  Già  si  cominciava  a  tardare 
il  giorno. 

§.  II.  E  col  terso  caso  vale  Parer  tar- 
di j  e  si  II  ta  per  mostrar  gran  desiderio  ttt 
alcuna  cosa  aspettata.  Dant.  Inf.  ^.  Oh 
quanto  larda  a  mr  eh' altri  qui  giunga!  E 
21.  Allor  mi  volsi,  come  1'  uom  cui  larda 
Ui  veder  quel  che  gli  convìen  fii|[gire. 

$.  III.  in  signific  att.  vale  Ritardare , 
Intrattenere,  Tenere  indietro.  Lai.  retar- 
dare, delinei^,  lardare.  Gr.  OLVl'/_Hv,  ^ptl- 
iìJvtiv  .  Dant.  inf.  23.  Ma  lardavacli  '1 
carco  e  la  via  stretta.  G.  F.  12.  i3.  a. 
La  lardeua  del  re  Ruberto  er.  tardo  Un- 
10  il  soccorso  ,  che  in  quella  starna  don 
(•uiglwlmo  re.  venne  a  Messina  ^V.  6. 
22.9.  Avirenna  dire  che  la  sua  dceoaione 
(del  cavolo)  e  *l  seme  tardano  l'cbrielade. 
#  Ar.  Fur.  |3.  49-  ^  seguitò ,  narran- 
dole di  quello  Magico  error  che  gH  avea 
ordito  Atlante,  ec.  E  come  tarda  con  si- 
mile inganno  Le  donne  r  i  cavalier  rb< 
di  là  vanno.  Tass.  Ger.  I.  81.  Ma  pre- 
corsa é  la  fama,  apportatrice  De'  veraci  ro- 
mori  e  de'  bugiardi.  Ch'unito  è  il  campo 
vinnlor  felire.  Che  gt^  s*  è  mosso,  e  rbe 
non  è  rlii  *l  tarth.  fDr) 

TARDATO.  Ad'i.  da  Tard.tre .  Pttr. 
canz.  5.  3.  Onde  Del  petin  al  nuovo  Carlo 
spira  La  vendetta,  che  a  noi  tardala  nuoce. 
I*ant.  Par.  3o.  Se  si  svegli  Molto  tardalo 
dall'  usanta  sua. 

TARDETTO  .  Dim,  dt  Tardo  .  Lmt. 
tardimscttlus.   Gr.   ^^dotòJrcoe;.   Ftr.   As. 


T  J^  R 


T  A  n 


iW 


T  A  B 


I 


U.    1.    >01-   S«   Vico  d.icv.  alnu-o  dell. 
,l.,l.  t.rdctla  «.,  r  «'«"  ,        ;„,  ,0- 

TARDETTO.  -J"  Spa^JtEOOv  . 

/'ir.   ^-y-    "*'■  .      _  Ji  risa  ec,  >o  ri- 

«"^'"°''\"rilT,o°uderr:to  alloggia. 
„„,.,  -»°    ;'    j:,ti„.i  ladroni, 
memo  ec.  ir<   ""  .     .  7  f„/M:(i.  Lai. 

^TARDEZZA.  ^^-^^  -;^;:,,  J',,„.,. 

e  polendo  con  suo  o  ore  _^^__^^^„^,, 

Tes.  Br.  7.  SJ.  "  .  ift,ppo  molle 
che  .«a  andatura  non  ""  '^/P;  ,  „,. 
per  <-de«a  'l.e  -^-B^^i,,/,,, 
U.    «<.-.«.   Co'.v.  99^  ^  dodici  segni 

ai  !:.^:  irli  "--  -^  --• 

licaia  f  ora.  Dopo    l  J'^PJ     ,   ^j_^^,^,   „„,,. 

opporWno-  Lai.  ier  ■  quando  ,   < 

''•.■"Virin'anol  co^^nJiaidoà  ad  ac 
,„d.  dello  insanno  e       ^    ^,^  ^^  ^^_^,^,„ 

corgere  ,  ec.  I"'"^-  '  3  Ed  t  Cl>en  sai) 
di  sua  lerilale.  E  son.  2"_  j\  ;,„„,. 
Qu.ricercarsU.n.en.ps.oe'ai^j_,    f„^,, 

"■/.'•/7''r;,.!"cic^^;bencbè  fosse  .a,d. 

lardi.   Bill.  ""•   ^  ji<.e,  perche  lu 

lo  mio  nascere;  e  queslo  dice    1       ^^^^ 

'"'"r'^^TsCTo-codTesh.checo. 
re.   P«.«.   "*,.'''Peenalo,n,achel.op 
noscevahene  \^"l'\  penitenza,  disse 
pò  era  lardi  a  lornave      p.^^__^^  _^^__  ^^^ 

'"''i,  "ars- a  li  suoi  doni ,  non  gli 
saudisce  ,  careggia  ^^^  ^^    „„„ 

cx/rut::;urU^:^:x 

m,edeUac«saarnaaneh-de^.^^^^^^^_^ 
di  propria  '»■;  ""'"^^  ^  [,1,,,,  „  i„,ped,ta 
e  .ardi,  ^"""^"fj^.o  cammina  con  iu- 
//•irti-    corre  cou  iit»»**-"  ,.,.,,1, 

«„,  cAe  rf-  "'■,'.'""'. -^^'aa  Castel    Gui. 
^,  a%^:t;  d- J:  «ume  ec.  assa- 

dirimpetto  alla  Lo  lega  ■»■  ^^J'.'-g'g^.  Tol- 
-"-""-.Slrdrdue'-rrinra  lettura 
Uuna  sera  al  •»^'''  "^j^  „e ,  cavalcan- 
ec.,  sopra  J  P>"../'  ;;",f  ° /.>;.  Gioì.  43 

t^^r^t::^da«;^:stawo.a.n. 
tì."ir>:Trsi«|^^ 

^rrrÙi?rio^ni^armil 

"^  ^°"i\    Tardi,  vale  anche  Lentamen- 

,.-,  ^  poco  «/""ni    . alo,  trovò  nuovi 
E  ammaestrato  dal  D  "  o^, 

?!""•:«  Tn^  rendei  V  aspetto  all'  alte 
^':^ct   si   movieno   inconuo  a  no,  SI 


,ardi,  Che   foran   vinte   da   novelle   spo- 

"■  i^'i  VI  E  i"  for-'"  *  "''•'•  ^'i'-  *■ 
*  S-  *  '  ,.  ,,ucsto  r  ora  si  facevi 
''■  '"","'•  r^voc"  SSima  madre,  ve- 
r,'"hero7at;ardi.i-98  ^edi  .  he 
;■-■"  ^  LT-  vuoisi  tornare  a  casa.     1  ) 

d"""""- l",    '3    È  un- altra  maniera,  che 
-,^:.a\.ta.la,nale.ar^sm»m^tc 

fj,  camminato  tarfissmiameo^^^^ 

■•,*'>"'^^Tr     r^■WL^^"■-• 
:;;;r^.8.L:;gi.fss.mepl•omesseec., 

^^ti^S^'^TA^^A^^reXAR- 

,,a  vendetta;  ma  b.-Urd^^^_P__ 

P"-8"r"V   ne  iTi' invidia  sono  :  Upi- 
,,.   297.   L"!  ='P"'^^^^„„,e„ta  ,  oziositade, 

indugio     lai Jitadc  ,^,^„,„,  ,,„esta 

r,on  CI  d^-l.l  e  ^d^°^g    ^  ,„,a  la  matura 
;::^;l:i^Che-raUri.providen..iano. 

.„r.  mnM».  Sono  pm  sani  i  liu       i 
ticci ,  elle  .  lardivi.  ^__      ^    ,;. 

TARDO.   '^:'''-  .^.f  ;'j,„   Lai.  tardns. 

^I-o^à^^er-'conv^  esser    lardo. 
,,/.„.....  Simovea   tardo,  s.,^_^^^ 

Lr.a.o^-^rdo-rplro'',  H-.  aal  sonno 

iraUca.,cn,o  *   ';3;- /;-' ^^ra  Ira 
,2.   La   giovane,  ve     en  _^^_^  g^ 

r^mSu-rgi^s^^^T^;^"-- 

.^entiv-eranconoccM-a-^^o^^^. 

p,tr.   ^"•■'pjji,,  U  dolcissime  pa- 
vé sguardo  !>   accoi 
rolcE  V  alio  n'ansueto,  um   e  e^  ^^^ 

XAHDO^^--^/-'-^    spada  d. 
Gr.  òii  .    P""'-    -f^"^-    "  Né  tardo  . 

quassù    non   lag^ia   in   fr;  .-»^.,.,„  „,  ,.„,. 
Peir.  son.  3l.  A  ^e""  ^    ^^^ 

-';";r;rQu:re:c:l.en.abgio. 

gè.  E  son.   ^^^'^  ,^  a  natura,  a  me 

ria,  s'io  non  erro    Giand  ^^^^^^^    ^ 

sommo    ddetlo  ■J'^'"^^    ^Ima  real.  di- 

r:;;;^„r;-?mr---'°""""°' 

°l"JM:'*,P--..er6.W-n.r.AL 
^-"tVrENO     rirro/a  mo„eM,  -lei  pe.^o 

i^;„^^i-!-"^;  òn^^-'';^-o>- 
^^ss^u^  larga  in  liiogodiscuo^^i^ 
LLri^T,Srn:^oUe^.- 

pir-;:irs^x;::.""^-  con  u 


hiro  consigli  »"'■— ,;;'::ia';a:;a':(:ii 
''"'^TFire^"z:.^c.V'-7. 

poiiolu   ni  urtili*-.  t.rrhevcc- 

,^:,ié'la',:uefe^nseoveari,,co,i.ro 

-d-tT-r:TtrVrs^^:: 

r.'  ^..  i-  4.'98.  ESSI  per  contea 
Mi  ripignevano,  ammazzavano  ,  precip.la- 
^',no«u  targale,  lanciottatc,  sassi  e  cau- 

'°  TARGHETTA.  Dim.  di  Targa.  Frane. 
SaccTno..  .50.  In  ispigoere  e  r.pignere 
J/una  targhetta  costo   un  ^11^  r>r,„. 

g„  grande      -""/y; „,,,,,.  ..  ,24.  Qual 
^'^U^o^.^UonascirnitarraQu^^a 

ii:,einpùlur°n='P^>''"-'"^«°-"- 
^^t^s^r^nierlia^o   ^,>y-; 

/e  ,„c,.c»,.=,e   -'"'f  j.„rp„f  :<,./.3. 
.„„rfo  per  -"OS'n'o^    lac  ^^  ^^^.g,^, 

,,9.  Cesare   ^''^^f^  /X'  puliMicani,  6no 

"■•VARTsCA.r.FAnETAR.SCAn 
*  TAM.AUE.    Generare,  o   Produr  ta,  ■ 

tarlata,  non  nera   ne  scorte  CUI  ^   ^^  ^ 

r"-  rCvólta  ifv^ll.  nel  cdi  meno  Vengon 
IjeTt^tto  letri- travi,  corre  tra-hosch..= 

-;f%n;:t;-r- '--•".  Co. 

-f  2i.    /  e*    i        ^  avuto  a  pena 

quale,  per  -"  ^^/^^rnuovo  serVito- 
cn.ratura,  mi  par  *  ,'^^"  ,  de'  tarlali 
re  ,  ancoraché   sia   de    veccui,  .. 

■"rTABLATL'UA.ro/i-c^e,-,.  ro- 
dendo   e  fatta    dal   tarlo.    Bnldm  .    Foc. 
^TAULO.   Vernre  che  si  ricovera -elle. 
^*"    ,  .       ,  ,,     ipredo  .  caries.   Gr. 

gno,  e  lo  rode.  L^'-  "™°>    siccome  il 

tarlo  consuma  il  legno  ec,  ..  Ag. 

'nvidia  il  corpo  dell' uomo.  P''^l"l\X, 

L2^;r.r:tcr^r.... 
-n^i:;:^;-^^f-^"^-"- 

sendo  a  t"»'  fienoso  tarlo  7 

..ere   che  ''''"*"*/',  piane  lesioni  so- 
Ito.  4.   A   saldare   tutu,    e  1  ^.^.^  ^^^. 

pra  si  pougano  queste  H^"  '„„,ji„e  d. 

br:::r^u:::r^"^^-'^-"'''""' 

'^fU't%ro.cr!,.  diciamo  L'^r-or  del 


T  A  n 


T  A  R 


T  A  R 


tarlo,  di   Chiama  solo  per  suo  u  ti/e.  h^i. 
ut  lupus  agnfis  ,  ut  lupus  ovem. 

§.  III.  /1  vere  il  tarlo  con  alcuno,  vale 
Avent  rahhia  .  Lat.  alicui  irntum  esse  . 
Gr.  òp-/ì)^o»;  ^X-'*''  "'^'  ■  l^lalm.  lO-  a^- 
Ma  fd  pur  qudutu  sai  ,  eh*  i'  Lu  teco  U 
Urlo,  E  ti  vu',  se  tu  fossi  ia  grembo  a 
Carlo . 

TARMA  .  J'ermicciuolo  che  alla  ma- 
niera  del  tarlo  rode  diverse  cose.  Buon. 
Vier.  5.  5.  2.  Ove  sicuro  Schermo  aver 
pon  da'  tarli,  o  dalle  tarme  Gì' illu&tri  trevi 
e  le  pregiale  carte. 

^  %.  E  mela/:  hnperf.  Prov.  P.  i3. 
T.  i.  323.  Egli  è  un  vestimento  il  corpo 
che  1' anima  cinge  e  ricuoprcla  cui  giova 
talvolta  il  haltcrlof  che  le  tarme  nun  ro- 
dano delle  iiialf  inteniioni.  (Fj 

#  TARMATO.  Jdd.  /{oso  da  tarme. 
Lat.  terrdifu'  corrosus  .  Soder.  Colt.  55. 
Non  ogni  vile  è  liuuna  a  essere  annesta- 
ta ,  come  le  tarmate  ,  Imcate  e  rose.  (•) 
lied.  Op.  2.  83.  L'  osso  scorgeasi  tutto 
(guanto ,  per  cosi  dire  ,  lai  malo  e  trafora- 
t-j.  (Ni 

^  §.  Per  Pieno  di  butteri,  fìutterato  . 
Salvia,  Jnnot.  F.  lì.  5.  5.  2.  Uno  rhe 
sia  nel  viso  guasto  dai  butteri  ritiè  buchi 
rhe  lascia  la  trottula  nel  girare  con  la  sua 
punta  di  fcrru  sul  mallonatu,  a  Ruma  chia< 
mano  tarmato  ,  quasi  tarlato.  (S) 

TAROCCARE.  Voce  bassa.  Gridare. 
Adirarsi.  Lai-  ira  crcandescere.  Gr.  0;U- 
&j^ity,  'ii'j.Z'j-j.i.  Malm.  7.  16.  Non  ti 
so  dir  se  Meo  allur  tarocca  .  ^  Fortig. 
Ricciard.  t^.  81.  ^Ma  mentre  eh*  ci  falìca 
e  che  tarocca,  Ecco  che  piomba  ancor  so- 
pra di  lui  Un'  altra  rete  da  qucU*  altra 
rocca ,  oc.  (lì) 

!".-  g.  Taroccare,  dicesi  del  giuoco  delle 
minchiate,  quando  alcuno  non  ha  del  se- 
me delle  cartacce  dove  sono  ^gurati  da- 
nari, coppe,  spade  e  bastoni,  e  conviene 
che  risponda  alla  data  con  qualche  taroc- 
co.  (A) 

TAROCCHI.  Sorta  di  giuoco;  ed  an- 
che diconsi  TaroCihi  alcune  delle  carte  con 
che  si  giuoca.  Varch.  lìrcol.  88.  Dare  il 
suo  maggiore,  tolto  dal  giuoco  de' germini, 
u  vero  dei  tarocchi.  Malm.  i.  38.  Han  per 
insegna     il  diavcl  de' tarocchi. 

§.  Essere  come  il  matto  fra*  tarocchi, 
o  simili,  figuratam.  vale  lùttrar  per  tutto. 
Cecch.  Corr.  3.  6.  Io  era  tra  lor  (come 
Si  dice)  il  matto  ne'  tarocchi. 

t  *  TARI>AG.\UOLO.  Dim.  di  Tar- 
pano. Car.  Long.  So/.  Suppl.  Era  Dor- 
conc  un  total  tarpagnuoloiciframmettcnie, 
di  ])el  rosso  ,  di  persona  piccoletla,  e  di 
maniere  lutto  nel  praticar  curioso»  nel 
parlar  lu^ingliicro,  e  nel  pensicr  matignuz- 
to  ,  insomma  un  cattivo  besliuolo.    (Afin) 

Sr  TARPALO.  Persona  grossolana,  e 
rustica  j  Tanghero.  (Cf 

TARPARE  .  Propriamente  Spuntar  le 
penne  dell'ali  agli  uccelli;  e  per  similit. 
si  dice  anche  d'  altri  volatili  .  Lat.  aids 
ctrcumcidere  .  Gr.  ~T£Ca  Ti(3i/ó:tTiiv  . 
Salvia.  Pros.  To.tc.  1.  102.  Anacrvunle, 
uon  polendo  cavarsi  il  sonno  e  sognare 
con  agio  per  una  rondinella  garrula  e 
cianciusella  che  gU  rompeva  nella  le%ta  1' 
alto  sonno  ec.  ,  niinarria  di  prenderla  e 
di  tarparla  ,  traendule  le  penne  maestre  . 
Buon.  Ficr.  ^.  ^.  23.  Che  mastro  accor- 
to Sappia  tarpar  le  vespe  Moleste  al  fianco 
de' corner  spedili. 

§.  E  figuratam.  si  dice  dell'  Indebolire 
alcuno,  o  Togliergli  le  forze.  Morg.  22. 
23.  Che  'I  Icmpo  m'  ha  tarpato  in  modo 
l'ale,  Ch'  io  mi  comincio  arcor<lare  or  con 
lui.  F  lì-  70.  lo  vo'  che  '1  traditor  tarpiam 
discosto.  E  35.  l3a.  Se  non  che  corte  ab- 
liiam   tarpale  1*  ale. 

TARPATO.  Jdd.  da  Tarpare.  Lod. 
alarteli,  rim.   3.    E  rìmpenaalc  sodo  Le 


tarpai'  ale  al  signor  nostro ,  Amore  .  Po' 
liz.  st.  I.  6.  Ma  fin  ch*  all'  alla  impresa 
tremo  e  bramo,  E  son  tarpali  i  vanui  al 
mio  desio,  ce. 

TARPIG>A,  e  TARPINA  .  Specie  d' 
erba  detta  anche  Cuscuta.  Ved.  EPITI- 
MI O. 

TARSI'A  .  Lavoro  di  minuti  pezzuoli 
di  legname  di  più  colori  commessi  insie- 
me. Lai.  tessclla.  Gr.  eu^i/j/jiaTtOv.  Sov. 
ant.  io3.  2.  Il  dello  Manetlo  era  ed  è  an- 
cora uno  che  fa  le  tarsie  ,  e  stava  a  bot- 
tega sulla  piazza  di  san  Giovanni,  ed  era 
lenuto  buonissimo  maestro  di   dette  tarsie. 

f  §.  I.  JC  per  similit.  Bem.  rim.  i. 
Io5.  Pare  '1  suo  capo  la  cosmografia,  Piea 
d* isolette  d'azzurro  e  di  bianco,  Commesse 
dalla  tij^na  di  tarsia. 

-r  §.  II.  Tarsia,  trovasi  anche  in  senso 
di  Provvisione.  Cecch.  Incanì.  I.  I.  Acciò 
per  questo  mezzo  più  facile  Io  ne  cavassi 
una  tarsia  da  vivere  In  vecchiaia.  (Vj 

§.  III.  Tarsia,  dicesi  anche,  in  modo 
basso,  di    Persona  avara  e  spilorcia. 

•^  TARSIARE  .  Lo  stesso  che  Intar- 
siare. Salvia.  Odiss.  23.  a66.  Da  questo 
incominciando.  Il  letto  ne  polii,  fioche  fi- 
nii, Tarsiandol  con  oro  e  argento  e  avo- 
rio,  ec.   f/lj 

TARSO.  Marmo  duro  e  bianchissimo, 
che  in  Toscana  si  cava  appiè  della  Ve- 
rucola ,  a  Seravezza ,  e  altrove,  di  cui  t 
vetrai  si  sen'oiio  per  far  la  frìtta.  Art. 
J  etr.  Ner.  l.  2.  Il  tarso  adunque  è  una 
specie  di  marmo  duro  e  bianchissimo,  che 


in  Toscana  fa  a' 


della    Venirola  di  Pi- 


a  Seravezza,  u<l  a  Mus^a  di  Carrara, 
e  nel  fiume  Arno  sopra  e  sotto  di  Firen- 
le  ,  ed  io  altri  luoglii  aueora  ;  è  pietra 
assai  not4  e  conosciuta.  IC  appresso:  Que- 
sto tarso,  più  bello  e  bianco  che  sia  pos- 
sibile, si  pesti  minulamcnlc  in  polvere  in 
pile  di  pietra. 

-|-  V  §.  I.  Tarso,  chiamano  i  ^ìotomi- 
sti  la  parte  di  mezio  del  pieite  tra  il  cal- 
cagno e  le  dita,  lìellin.  Disc.  i.  l65.  Si 
dividono  le  sue  ossa  co.  in  falangi  de'di- 
li  ;  ma  le  prossime  a  queste  non  sì  chia- 
mano metacarpo  ,  ma  metatarso  ,  e  le  ri- 
manenti fino  al  calcagno  non  carpo  ,  ma 
tarso  .  (A)  linperf.  Jna(.  18J.  Gli  ossi 
del  piede  da  basso  si  dividono  in  Ire  partij 
in  tarso  ,  o  pedio  ,  in  metatarso  ,  ovvero 
metapediu,   e  in  diti.  (F) 

^  §11.  Tarso,  dicesi  ancora  l'orlo  e  con- 
torno dell'occhio,  fìaldin.  Voc.  Dis.  (A) 

TARTAGLIARE.  Balbettare.  h^X-  bal- 
butire. Gr.  rpxyii'Ziiv  .  J'^arih.  Fr^.il 
5o.  Di  coloro  i  quali  ptT  vizio  naturale, 
o  accidentale  non  possono  proferire  la  let- 
tera R  ec,  sì  dica  ce.  più  fiorentiuumeu- 
le  Irogliare,  n  barbugliare,  e  lii  più  tar- 
tagliare. Lib.  cur.  mal.rlt.  Se  tartagliano, 
taglia  loro  il  frenello  della  lingua.  /•;  ap- 
presso :  Dopo  che  avrai  tagliato  il  filetto 
della  lingua  a*  fauciuUi  che  tartagliano  , 
ec.  Buon.  Fier.  \.  3  9.  Qual  *i  dia  a 
creder  mutolo  ,  un  tartagli.  Malm.  5.  39. 
Ch'  ci  tartaglia  <■  scdingua  amhe  a  hac- 
rbelta.  *  /^T.  Med.  fteoti  3.  l63  E  lui 
rispo.-c  taitagliandn  in  modo.  Che  ìntcD- 
der  noi  potemmo  \\  seve  ed  io.  (H) 

TARTAGLIONE.  Che  tartaglia .  Lai, 
halbutitns.  Gt.  Tr«'J'''*?W'  Burch.  son. 
Mess.  Ansrim.  71.  lu  li  rispondo.  Bur- 
chie! tartaglione.  Che  tu  li  puoi  chiamare 
assai  infelice. 

*  TARTANA.  Trrm.  di  Marineria. 
Un  bastimento  da  carico  nel  Mediter- 
raneo ,  cfie  ha  un  solo  aliterò  a  calce- 
se, ett  una  vela  latina  simile  a  quella 
delle  galee,  gueniita  nello  stesso  modo,  con 
sartie  a  culonna  .  Ituon.  Fier.  2.  .\-  1.5. 
U>lo  poi  rh*  altri  legni  ancor  duo  visti  , 
Scafe  ,  tarlane  ,  suetlie  ,  liuti  ce.  Portan 
pur  roba  molla.  ('.V^ 


*  TARTANONE.  Term.  de' Pescatori. 
Rete  simile  alla  Sciaf'ica,  ma  più  Jìnc  e 
più  piccola,  che  si  tende  in  mare,  e  si  ti- 
ra a  braccia  da  due  parli  nella  barca,  e 
prende  picco/i  pesci.  (A) 

•f  TARTARA.  Sorta  di  torta  fatta  di 
pappa  ,  mandorle  e  zucchero  .  Tes.  Pov. 
P.  S.  cap.  59.  Fa'  tortethoe  a  modo  di 
tartare  ,  e  mettivi  mandorle  peste  .  Late, 
Sibili.  2.  5  Kcir  ultimo  duoi  migliacci 
bianchi  y  o  tartare  che  le  le  chiamino  co- 
sloro  . 

TARTAREO.  Add.  Infernale.  Lui.  tar- 
tareus.  Gr.  Taarapes;.  Petr.  son.  3o8. 
Che  col  pie  ruppe  le  tartaree  porle  .  .Sé- 
gner.  Mann.  Man.  21-  3-  La  grazia,  che 
fa  che  queir  anima  ,  la  quale  djanu  prò- 
dncea  frutti  tartarei ,  produca  frutti  dU 
vini . 

*  §.  Vale  anche  Di  tartaro;  e  si  usa 
dai  Medici  per  similit.  Red.  Cons.  I.  26. 
Le  glandule  del  mesenterio,  essendo  ripie' 
ne  di  materie  tartaree  e  mordaci ,  stagna. 
in  esse  la  linfa.  E  27.  Eli' è  un  fluido 
salsugginoso  fisso,  tartareo,  il  quale  non 
dalle  vene,  ma  bensì  dalle  arterie  e  depo- 
sto ne'  tendini»  ne'  ligamcnli,  enei  perio- 
stei  o  membrane,  che  vestono  i  capi  degli 
ossi.  (•) 

*  TARTARESCO.  Add.  Appartenente 
a  tartaro.  Infernale.  Salvin.  Inn.  Orf.  Ti- 
tani ec.  in  case  tartaresche  nel  profondo  del 
terreno  abitanti.   (A) 

*  TARTARETTO.  Sorta  di  vivanda, 
o  forse  Specie  di  tartara,  l-ros.  Fior.  (A) 

TARTARO.  Gromma.  Lat.  tartarus  . 
Gr.  ■zv.pxv.poi .  Cr.  6.  66.  I  Contr' alla 
rogna  prendasi  il  sugo  del  lapazio  acuto 
ec. ,  e  alla  colatura  si  giunga  |>olvere  dì 
tartaro  ,  cioè  gromma  dì  vino  e  di  fuli- 
ginc  .  Lib.  cur.  malatt.  Aggiugni  una 
mezza  oncia  di  tartaro .  Tes.  Pov.  P.  S- 
cap.  3.  L'  acelo  ,  nel  quale  sia  collo  e 
bollilo  il  tartaro  ,  ungendone  la  raschia» 
essendo  prima  ben  netta  ,  sana.  Capr. 
Bott.  5.  93.  Mi  ordino  non  so  che  ricet- 
ta ec.  ,  dove  infra  1  altre  cose  n*  entrava 
una  eh'  ei  chiamava  rob,  un'  altra  tartaro, 
un'altra  altea,  le  quali  mi  credetti  io  che 
bisognasse  mandare  )>cr  esse  in  queste  iso- 
le nuove,  e  poi  l'  una  era  sapa  ,  e  l'  altra 
gromma  di  bolle  ,  e  l*  altra  malva. 

^  §.  I.  Tartara  ,  per  similit.  ,  chia- 
mano I  Medici  quella  specie  di  gromma 
o  materia  calcinola  che  si  genera  nervosi 
del  corpo  animate  .  lied.  Cons.  Gruma  o 
tartaro  ne*  condotti.   (A) 

^  %.  11.  /  Dentisti  danno  anche  Ìl fiome 
di  Tartaro  al  calcinaccio  de*  denti.  (4) 

*  §.  111.  Tartaro,  secondo  1  Poeti,  è 
il  luogo  più  profondo  dell'  Inferno  ,  doi-e 
son  punite  le  anime  de'  dannati,  tmperj. 
Tini.  D.  l3.  T.  8  ^92.  ndla  maggiore 
e  più  ampia  voragine  favellando  er.  mo- 
slra  che  da  Omero  fu  chiamata  il  baratro 
profondo  sotto  terra  ,  e  da  multi  altri  poeti 
oomioata  tartaro.   fF) 

t  TARTARUGA.  Animale  anfbio  che 
ha  quattro  zampini  ,  e  cammina  lenta- 
mente. Sta  tutto  racchiuso  in  una  specie 
di  cassetta  ovale,  ossea,  la  cui  parte  su- 
periore è  di  forma  convessa,  durissima 
scagliosa,  ed  a  scacchi;  Testuggine.  Hett. 
Oss.  an.  1^1.  Sun  vissute  ancora  altre 
multe  tartarughe  terrestri  ,  alle  quali  ec. 
cavai  lutto  qtunlit  ì\  cervello.  /rif2.  >oa 
son  sole  le  tartarughe  terrestri  ad  aver  que- 
sta virtù  di  viver  lungamente  e  di  muo- 
versi di  luogo  ,  prive  lotatmenle  del  cer- 
vello ;  ma  rio  avvirite  ant  ora  alle  tarta- 
rughe di  acqua  dolce.  /'.'  1^3.  Tagliarono 
di  nello  la  testa  alle  tartarughe  .  e  face- 
I  vano  con  gran  mislerìo  stillar  subilo  lutto 
'  quel  loro  freddo  sangue  sulle  reni  drlla 
meilesìma  dama,  e  le  testuggini  poi  leoiA 
I  testa  continuarono  a  vìver  molti  giorni. 


T   A  R 

§.  Tartaruga,  si  dice  anche  certa  Jl/d- 
lerta  di  sostanza  ossea  ,  cavata  per  via 
di  fuoco  da' gusci  delle  testuggini,  che 
sen-e  per  fare  stipi,  stecche  di  i-cni,ig/i, 
e  simili  layori.  ■'?  Salwin.  Georg.  Uh.  3. 
NÒ  Liaraan  già  (gli  agricoltori  J  di  bella 
tartaruga  Intarliate  imposte ,  e  vo&tiincul.i 
D'or  ricamate.  (Fj 

TARTASSARE.  Malmenare,  Maltrat- 
tare. Lat.  consternere  ,  plagis  male  acci- 
pere,  vexarx,  lacerare,  tir.  xa/ojv,  «t'zi'- 
5«lV.  Tac.  Dav.  .tnn.  4-  89.  Tacf.irina- 
ta  adunque  sparge  l'ama  che  ì  Romani  da 
altre  oaxiooi  erano  taitassali.  JC  Pertt.  eloq. 
4l5.  Con  che  torrente  0  impeto  difend'  tyli 
lo  nostro  secolo  I  con  quanta  e  varia  co- 
pia ha  tartassato  gli  antichi  ?  E  Postili. 
451.  Teocrito  ne'  Dioscuri  dice  che  Amico 
re  de*  Bctrìci,  facendo  con  Polluce  .die  pu- 
gna col  cesto,  te  lo  tartassava,  lant'anava, 
sumbava  ,   conciava  male. 

TARTASSATO.  Jdd.  da  Tartassare. 
*  Salvin.  Iliad.  l^\  20.  Prese  la  forte 
lancia  in  ferro  agurza,  Fcrmossi  fuori  del- 
la tenda,  e  tosto  Rimirò  d  fatto  laido  ed 
isconcio  :  Quei  tartassati ,  e  quei  dietro  , 
menanti  1  Troiani  orgogliosi.  (/ì) 

TARTUFO  .  Piatita  di  figura  bernoc- 
coluta, senza  radice  e  senza  foglie.,  la  (piale 
sta  sempre  sotto  terra,  e  sonne.  di  due  spe- 
cie: altre  di  polpa  nera,  ed  altre  bianca. 
Lat.  tuber .  Pataffi.  9.  Tartufi  brrgaina- 
Jchi  e  pece  greca.  Belline,  son .  256.  Per 
che  cagion  son  caldi  si  i  tartufi.  Standosi 
nella  neve,  e  non  al  Sole.  Burch.  i.  io. 
Per  questo  le  testuggini  e  ì  taitufi  N'hanno 
posto  1*  assedio  alle  calcagne.  Rirclt.  Jior. 
17.  L*  aristologia,  detta  d.i' Greci  aristolo- 
chia,  fe  di  tre  spe7Je  ec  :  rotonda,  lunga 
e  clematite;  fra  le  quali  la  rotonda  è  og- 
gi notissima,  per  avere  ella  la  radice  lu- 
tonda  a  modo  di  rapa,  o  piuttosto  di  tar- 
tufo . 

§.  Tartufi  bianchi  ,  diciamo  ad  alcune 
Radiche  simili  a  quelle  delle  canne  ,  che 
si  mangiano  in  diverse  maniere  in  tem- 
po d'  inverno  ,  e  si  cavano  da  una  pian- 
ta detta  da'  Lat.  Aster  peiuanus  tuberosa 
radice  . 

•f  TARVA.  Sorta  d*  animale  quadru- 
pede mentovato  dal  Redi  nelle  sue  Espe- 
ricnze,  e  posto  in  ischiera  colle  J' igognc, 
co'  Guanachi,  e  co'  Pachi.  Red.  Esp.  nat. 
59.  Come  sono  le  pietre  ec.  che  nell'  In- 
die orientali  si  trovano  negli  stomaclii  de' 
inatti  mammoni  ec,  e  nelT  Indie  occiden- 
tali negli  stomachi  pur  delle  vigogne  , 
delle  larve,  de'  guanachi,  e  de'  pachi. 

TARUOLO-  Sorta  d'  infezione  che  vie- 
ne altrui  sulla   verga. 

f  3  TASCA.  Quel  sacchetto  attaccato  a 
calzoni,  o  altre  vesti  per  tenervi  dentro  ed 
aver  seco  le  cose  che  occorrono  tra  giorno. 
Lai.  pera.  Gr.  Tr;'pa.  Peir.  i'rott.  Rade 
volte  r  alchimia  empie  la  tasca.  Malm.  3. 
39.  Perchè  air  uno  ed  all'  altro  empie  la 
lasca ,  Acciò  gli  faccian  fede  eh'  egli  ha 
male. 

*  g  \.  Per  Borsa,  h  Dant.  Inf  17. 
Che  dal  collo  a  ciascun  peadea  una  ta- 
sca, Ch'  avca  certo  colore  e  certo  se- 
gno M  .    (C) 

*f  %.  II.  Tasca,  per  Sacca  simile  a 
.juella  dc'frati  mendicanti.  «  7'it.  S.  Gio. 
Rat.  E  così  stando,  e  Giuseppe  Iruova  la 
tasca  del  pane»  .  iC) 

*  g.  III.  K  per  Sacchetta.  «  Cr.  9. 
104-  3.  E  poi  quel  che  nelU  tasca  rima- 
ne, si  punga  a  fuoco  Icilio  tn  un  puiuo- 
li),   e  santa  bollire  si  scaldi  ••  .   (C) 

§.  IV.  Jvere  in  tasca,  figuratam.  in 
modo  basso,  i-ale  Odiare,  Disprezzare . 
Aon  curare  Salvia.  Pros.  Tose.  1.  lo3. 
?ÌoD  cura  il  più  fulgido  pianeta,  il  pianeta 
delle  fortune,  della  giustizia,  della  Ubera- 
lilk  e  de' dominii  ;  in  somma,  ha  intasca 
^Vocabolario   Tom.   il. 


T  A  S 

Giove.  V  Beri.  Ginmp.  182.  Sapendosi 
il  vostro  naturale  di  approvare  quo!  che 
gli  altri  condannano,  dii  mi  sentisse  esser 
lodato  da  voi,  penserebbe  subito,  che  tutti 
ra'  avessero  in  tasca.   (C) 

"^  §.  V.  Tasche,  chiamano  i  Lanaiuoli 
Certi  mancamenti  del  panno  nella  tessi- 
tura.  (A) 

TASCATA.  Tanta  materia,  quanta  ne 
capijice  in  una   tasca. 

TASCHKTTA.  /V/n.  di  Ta.fCaj  Sac- 
chetano.  Ir.  9.  104.  2.  Con  una  palella 
vi  manda  il  mele  e  la  cera,  il  quale  poi 
in  una  forte  taschctta  poni.  /'"  num.  3. 
Se  più  volte  s'  addoppii  la  tasrlietta.  tanto 
meglio  si  strignerà.  Morg.  8.  21.  Subito 
tolse  la   taschelta  e    '1  corno. 

TASCHETTt).  Sacchetto.  Lat.  saccu- 
lus.  Gr.  av.y.AiO'J-  I^ov  ant.  c^5.  2.  Allo- 
ra per  sentenza  d'Iddio  appaile  in  quella 
nave  un  grande  sciniione,  prese  il  taschet- 
lo  di  questa  moneta,  e  andonnc  in  cima 
dell'  albero.  l'r.  lac.  T.  6.  7.  7.  Tutta 
moneta  ria  Lassa  dentro  '1  taschelto. 

t  *  TASCOCCIA.  Tasca  alquanto 
grande  .  Car .  Long .  Sof.  28 .  Ecco- 
ti comparir  loro  avanti  un  vecchione , 
con  un  vestito  di  pelle  in  dosso,  con 
scarponi  di  corde  in  piedi,  e  con  una  ta- 
scoccia  a  lato  di  sacco  lutto  rattoppa- 
to. (Min) 

TASCONE.  Accrescit.  di  Tascaj  Ta- 
sca grande.  Malm.  12.  38.  Ellera  a  maz- 
zi, e   un  bel  tascon  di  ceci. 

TASO.  Tartaro.  Lat.  tarlarus.  Gr. 
T'/zT'xzo:,.  l.ib.  cur.  malati.  Il  taso  anco- 
ra della  bolle  del  vin  bianco  ec.  fae  lu- 
brico il  ventre. 

TASSA,  imposizione,  o  Composizione 
di  danari  da  pagarsi  al  comune.  Lat.  aes 
multatitium ,  pecunia  multatitia.  M-  1'. 
9.  17.  Avieno  fatta  la  *mpo>ta  a  tutti  i 
citladini  e  cortigiani,  la  quale  era  una  cer- 
ta tassa  in  nome  di  capo  censo  e  per  ca- 
sa e  per  famiglie  e  botteghe.  Cas.  lett. 
5l.  Lascin  pure  che  la  tassa  sia  fatta  dal- 
la corlesisslma  sua  natura.  Malm.  8-  9. 
D'  acconci,   tasse,   e  lastiicbi  di   strade. 

TASSAGIONE.  Tassazione,  il  tassa- 
re. Stat.  Mere.  A  volontà  e  secondo  la 
tassagion  del  detto  giudice. 

TASSAHE.  Propriamente  Ordinare  e 
Fermar  la  tas.ta.  l^-A.  constituere,  firma- 
re. Gr.  xaSrcjTa'vai.  C  /'.  8.  82.  5. 
Convenne  che  tutti  i  cittadini  ce.  pagas- 
sero una  imposta,  come  era  tassato.  Mae- 
striizz.  2.  56.  Allora  coloro  che  dierono 
la  cagione  (alla  cessazione  delle  cose  di- 
vine  )  s<ino  da  condennare,  e  anche  a  tut- 
ta l'altra  quantità  da  essere  tassata  a  essa 
chiesa,  nella  quale  si  cessò,  e  de'si  con- 
vertire nel  collivamento  divino.  Borgh. 
Orig.  Fir.  62.  Che  fu  ne' prioripii  dì  Fo- 
nia tassala  da  Servio  Tullio  per  la  mag- 
gior somma.  Car.  leti.  I.  ^6.  nestommi 
solamente  obbligato  alle  spese  che  s'  era- 
no falle  a  Fermo  nella  prima  istanza,  se- 
coudocliè  dal  Vicario  sarebbono  tassate. 

§.  I.  Tassare,  figuratam.,  vale  Stabi- 
lire, Fissare.  Pass.  108.  La  satisfazione 
simigliantemente  si  tassa  e  impone  nel 
giudicio  del  prete,  a  cui  si  fa  la  confes- 
sione. Scn.  Ben.  J'arch.  3.  6.  Ma  essen- 
do malagevole  il  tassare  una  cosa  incerta, 
e  dichiarare  qual  pena  si  convenisse  a  uno 
ingrato,  lo  condennammo  solamente  col- 
1'  odiarlo. 

^  g.  II.  Tassare,  vale  anche  Porre  , 
Dare  un  prezzo.  Segn,  Stor.  l5.  376. 
Mettev.i  il  prezzo  del  grano  a  lire  cinque 
lo  staio  ed  in  sulla  ricolta,  benché  il  Du- 
ca lo  tassasse  a  lire  Ire  e  soldi  dieci  Io 
staio.  Inslr.  Cane.  Zq.  Fu  determinalo 
che  nei  contado  di  Firenze  a  ciascun  ca- 
po di  beni  e  pezzo  di  terra  ec.  si  asse- 
gnasse e  tassasse  certa    valutazione ,  o  sti- 


T  A  S 


1^81 


ma  della  porzione  attenente  al  lavorato- 
re.  (C) 

§.  III.  Tassare  alcuno,  vale  imporgli 
la  tassa  dì  tanto,  0  quanto  debbe  paga- 
re.  Lai.  tarare.  M.  V.  7.  ly  Pagando 
alla  corte  cinque  per  cento  di  quello  die 
catuno  era  tassato  dagli  uficialì.  ^9.  no. 
AvcNSono  pagato  alla  camera  sua  quelli 
danari,  che  1  benefizio  era  tassato,  f?-  Se- 
gr.  Fior.  Art.  Cucrr.  Uh.  6.  E  però  ti 
conviene  averne  (delle  vittuaglie)  icm^Te 
in  munizione  coli'  esercito  per  un  mese, 
e  dipoi  tassare  gli  amici  che  te  ne  prov- 
veggano.   (C) 

g.  IV.  Tassare,  per  lo  stesso  che  Tac- 
ciare, Dar  taccia.  Lat.  taxare.  Gr.  /«tk- 
^!'y^ì<7&«i.  Stor.  Fur.  4-  85.  Sfogò  fi- 
nalmente lo  sdegno  suo,  avvegnaché  tri- 
stamente, e  da  csscrni-  sempre  tassalo. 
Tac.  Jìav.  Ann.  l3.  ifiS.  Tassali  furono 
alcuni,  che  facevano  il  grave,  di  essersi 
case  e  villo,  quasi  prede,  spartiti  in  tale 
stagione.  Borgh.  Tose.  357.  Bisognereb- 
be tassare  d' una  estrema  negligenza  1' uno 
e  r  altro  scrittore.  "^  Berlin,  rim.  3.  25:i. 
Ma  s*  io  non  lasso  alcun  particolare.  Vor- 
rei sapere  un  po'  con  qual  ragione  Questo 
sciocco  la  vuol  rimpolpettare.  (R) 

*  TASSATIVAME^TE.  Avverb.  Se- 
gnatamente e  con  mi.<!ura.  Precisamente, 
Spccifìcntamentc.  Baldin.  Dee.  Vasari  èc. 
dice  molto  chiaramente,  e  tassativamente 
afllMma,  che   Ugolino  ec.  (A) 

'^-  TASSATIVO.  Add.  Termine  de' 
Forensi.  Che  stabili.?ce.  Che  determina  in- 
variabilmente,   (.f) 

TASSATO.  Add.  da  Tassare.  Lat.  ta- 
xatus  ,  aestimatus.  Gr.  Tt/jtri&si';.  Sen. 
Dcclam.  Giustamente  addimandò  1q  tassa- 
ta provvisione. 

§.  Per  Tacciato.  Lat.  notatus.  Gr. 
•S^i'/o'iJ.i-JOi,.  Borgh.  Orig.  l'ir.  278.  Si 
trova  tassato  Mario  da  gravi  scrittori  co- 
me ambizioso  e  sedizioso. 

TASSAZIONE.  //  tassare.  Tassa.  M. 
F.  9.  no.  E  fatta  la  tassazione,  eblie  per 
nome  e  soprannome  lutti  li  secolari  ec.  , 
e  '1  beneficio  rispondea  alla  tassazione. 
Maestruzz.  2..  8.  6-  In  questo  modo  e 
punito,  secondo  il  giuramento  dell'  attore 
e  la  tassazione  del  giudice,  't^  Inslr.  Cane. 
/j5.  Si  stimino  come  se  si  dovessero  ven- 
dere e  comprare,  e  a  ciascuno  capo  di 
essi  si  assegni  un' arbitrata  tassazione,  re- 
golata dalle  suddctle  slime  la  quale  si 
chiama  l'estimo.   (C) 

TASSELLARE.  Fare,  ó  Metter  tassel- 
li.  Lat.   opus    tessellatum    conficere.    Gr. 

TASSELLFTTO.  Dim.  di  Tassello. 
Lat.  taxillus,  lesserula.  Benv.  Celi.  Oref. 
t^Q.  Lavorando  sopra  quel  tasscllctlo ,  o 
ancudinuzza  che  di  sopra  dicemmo. 

TASSELLINO.  Tasselletto.  I.at.  ta- 
.rillus,  lesserula.  Benv.  Celi.  Oref.  n. 
Si  mettono  sopr'  una  ruota  d'  acciaio  le- 
gati  in   certi   tassetlini  di    piombo  e  stagno. 

TASSELLO.  Pezzo  di  panno  attaccato 
di  fu  ora  sotto  'l  bavero  del  mantello  , 
foggia  oggidì  disusata.  Ricord.  Malesp. 
161.  E  passavano  la  maggior  parte  d'una 
gonnella  stretta,  e  di  grosso  scarlaltino  di 
Proino  e  di  Camo,  e  cinte  d*  uno  ischeg- 
giale  all'  antica,  e  uno  mantello  foderato 
di  vaio  col  tassello  di  sopra.  ^'  /  il.  Pitt. 
26.  In  qualunque  modo  ciò  sìa,  tassello 
vale  pezzo  quadrato,  o  che  tiri  a  detta  fi- 
gura di  qualunque  materia.  E  tale  per  av- 
ventura doveva  essere  il  tassello  che  po- 
nevano i  nostri  vecchi  sopra  il  mantel- 
lo. (B) 

g.  I.  Dicesi  anche  Tassello  a  Piccicl 
pezzo  di  pietra,  o  legno  ,  o  altre  simili 
materie,  che  si  commetta  in  luogo,  dovg 
sia  gunstamento,  o  rottura  per  risarcir- 
la j  e  talora  anche  per  ornamento,  0  vt- 


1482 


T  A  S 


ghtzia.  Lai.  Ussella  ■   *   yu.    Piti.    HO. 
Rimesci  i  palchi,  emenJò  1'  upcra  co'  tasiel- 

u.  (yj 

*t  '"^  §■  ''■  Tassello,  si  dice  ancora 
uno  Strumento  di  tutto  acciaio  Jinissimo, 
il  quale  serve  per  intagliarvi  dentro  i 
ritti  e' rovesci  delle  medaglie.  Benv.  Celi. 
Ore/.  71.  tit.  del  cnp.  8.  E  come  rifac- 
ciano i  tasselli  di  dette  medaglie.  K  'JÒ- 
Poi  avevano  i  loro  tasselli ,  cbè  cosi  &i 
domandavano  i  ferri  con  che  si  stampa- 
no le  dette  medaglie,  a  differenza  di  quel- 
li delle  monete  ,  che  pile  e  torselli  si  di- 
cono, ec.  7i  appresso  :  Questi  tasselli  si 
fanno  tutti  d'acciaio.   (l-'J 

*  TASSETTiNO.  Dimin.  di  Tas- 
setto.  Benv-  Celi.  Ore/.  ^6.  Tenendo  un 
tassellino  tondo  dinanzi,  sopra  il  quale  la- 
vorando di  mano  in  mano,  tiravo  l'oro 
ec.  (•)  E  Vit.  3.  293.  Tenevo  un  certo 
tassellino  tondo,  in  sul  quale  io  lavoravo, 
e  di  mano  in  mano  io  tiravo  1'  uro  del 
campo  con  un  piccolo  martellino.   (C} 

*  TASSETTO-  Tnsselktlo  che  serve 
da  ancudinuzza  e  per  varii  usi  agli  ore- 
fici. Benv.  Celi.  Óref.  6.  Si  pigli  il  suo 
pezzo  della  f%lia  con  panno  lino  bianco, 
cbc  sta  Detlissimo,  e  si  alihia  un  tassello, 
il  quale  sia  bene  arrotato,  ec.  E  l3.  Quan- 
do egli  si  stiaccia  col  martello  in  sul  las- 
sctto,  egli  penda  più  presto  nel  largo^  ebc 
altrimenti.  {*) 

*  §.  Tassetto  a  mano  ,  termine  de' 
Calderai,  Pezzo  di  ferro  traforato,  stiac- 
ciato da  un  capo ,  che  si  appoggia  in 
quella  parte  dove  si  vuol  bucare.   (A) 

TASSIA.  Lat.  thapsia.  Cr.  6.  125.  I. 
La  tassia  è  calda  e  secca  nel  terzo  grado, 
e  serbasi  per  tre  anni,  e  truovasi  in  Ara- 
bia, in  India  e  in  Calabria,  e  mettesi  nel- 
le vomiche  medicine,  e  sì  dee  caulamen- 
Iti  porre  ce.  La  tassia  è  erba  tuniranorum, 
imperocché  pesta  fa  en6ar  la  faccia  e  '1 
corpo,  come  se  fosse  lebbroso,  e  curasi, 
come  è  detto,  col  populcone  e  acelo,  e  col 
sugo  della  sempreviva.  M.  /ìldobr.  Reci- 
pe gitlaionc  arrostilo  nella  Icggbia  calda, 
tassia,  persice,  di  calauno  once  una. 

fTASSO-  Lo  stesso  che  ìSasso.  Lai.  ta- 
xus.  Gr.  5;mt)a|'.  Cr.Q.^S.  I.  1  frutti  sieno 
ec.  lercliinlo  ,  lentischio,  cederni  ,  tigli, 
leccio  minore  e  lassi,  /ilam-  Colt.  5.  108. 
£  di  mortai  liquor  produca  1'  erbe  O  le 
piante   crudei  cicute   e   tassi. 

■f  TASSO,  ^■inimale  quadrupede  che  si 
nasconde  sottetTa,  e  che  una  volta  sì 
credeva  ,  che  dormisse  assai  ,  sicco' 
me  i  ghiri  ,  e  simili,  e  ce  ne  sono  di 
due  spezie,  cioè  Tasso  porco,  e  Tasso  ca- 
ne,  e  '/  Tasso  porco  è  buono  a  mangia- 
re. Lat.  mclis.  Gr.  /Jis7(;.  jér.  Fur.  32 
12.  Oh  quante  volte  da  invidiar  le  diero 
E  gli  orsi,  e  i  giiiri,  e  i  sonnacchiosi  tas- 
sil  Alleg.  3lX.  Di  quei  compagni  un  rus- 
\»,  un  per  Upasso  BuTtmcbia ,  un  se  ne 
rìde,  un  ne  contende,  Uà  far  morir  di 
sonno  un  gliiri>,  n  un  lasso. 

t  TASSODAIIBASSO.  Pianta  lanutac 
romunissima  detta  allrimrnti  ì'erhasco  ■ 
e  ve  ne  ha  di  varie  spezie,  alcune  delle  quali 
sono  dette  comunemente  Cuaraguasrhi.  LaL 
Uiapsusbarhatus,%'eritascuni.  Gr.  y/ous^. 
Cr.  6.117.1.  Il  bagno  dell*  acqua  dL'lla  sua 
dccofione  (della  .fcah/iiosa)  e  del  lassobar- 
haiso  vale  contro  alla  lopixia.  E  cnp.  126. 
1.  Il  tassobarbasso  è  caldo  e  secco  ,  e  la 
rormcntacionc  fatta  d<rlla  sua  decozione  va- 
le contro  alle  morici.  Tes.  Pov.  P.  S. 
rap.  20-  Iteiii  cuoci  lo  tassobarbasso  in 
acqua,   e  fanne  fomoolo. 

TASTA.  Pìcciol  viluppetto  d'  alquan- 
te fila  di  tela  lina,  o  di  checchessia,  che 
si  mette  nelle  piaghe  per  tenerle  aperte  , 
affinchi:  si  purghino.  Lai-  turunda  ,  le- 
mniscus-  Gr.  [àotÓì.  M.  Aldobr.  P,  A- 
87.  Ancora  potete  prcoderv  una    tasta  di 


TAS 

cotone,  cioè  bambagia.  Malm.  |  60.  Con 
fasce,  pezze  e  tasto  accomodate  Per  farsi 
alle  ferite  le  chiarate.  E  10.  3.  E  senza 
pagar  taste,  o  chi  lo  medichi,  Dar  campo 
che  di  lui  sempre  si  predichi. 

t  §■  Eiguratam.  Incomodo  ,  Noia  , 
o  simile.  Amhr  .  Furt  .1.3.  Can- 
chero I  cotesla  e  una  gran  tasta.  Lasc. 
Sibili.  3.  5.  Spenderete  inloroo  a  duoi 
scudi  d'oro  ec.  M.  In  verità,  che  ella 
è  tasta  che  si   può  comportare. 

TASTAME.  Moltitudinedi  tasti.  Brtnz. 
rim.  buri.  2.  2^7.  La  musica  vi  tiene  il 
luogo  primo,  E  massime  di  corde  e  di  ta- 
stame. 

t  TASTAMENTO.  //  tartare.  Introd. 
fin.  302.  I  tastamcutì  vadano  dinanzi 
alla  tua  via. 

TASTARE.  EserciUtrt  il  senso  del  ta- 
sto. Toccare.  Lai.  palpare,  tangere.  Gr. 
t|/>^>aoàv.  Star,  jfiolf.  Il  fé'  disarmare  , 
e  tutto  'I  tastò,  se  egli  era  ferito  ,  o  per- 
corso. Amet.  63.  Colle  tremanti  mani  ta- 
sta li  vaghi  pomi  Dant.  Purg.  22-  Per 
quel  che  (^lio  lì  con  tcco  tasta.  Bui.  ivi  : 
Tasta,  cioè  cerca:   tastare  è  cercare. 

g.  Per  metaf.  vale  Tentare ,  Biconosce- 
re.  Intendere  per  bella  guisa-  Lat.  tentare, 
ejpforare.  Gr.  xaTseTCìpot»-  Cron.  3tor"ll. 
309.  Diliberossi  mandarvi  a  vedere,  e  senti- 
re, e  tastare  l'animo  e  la  possa.  DittA.-n.  3. 
23.  La  guida  mia  mi  tenta  ancor  eh'  io  *1  ta- 
sti, Per  udirlo  parlare.  Frane.  Barb.  2^6. 
7J\.  Per  cerlu,  eh'  appostando  Vanno,  e  ciò, 
e'  hai,  tastando.  Frane.  Sacch.  nov .  103.  Il 
cherico  avca  una  mazza,  e  andava  innanzi 
tarlando  Ìl  guado.  Fir.  Trin.  1-  2.  Alewan- 
dro  Amadori  ha  fatto  tastare  più  volte  così 
dalla  lun;i;a  se  voi  volete  la  sirocchia. 

't*  TASTATA.  Toccamento,  Tocca ùi, 
e  specialmente  di  strumenti  musicali  da  ta- 
sto. Magai. part.  i.  leti.  4-  Entrando  una 
mattina  di  festa  in  Santa  Maria  del  Fiore, 
sentì  er.  una  semplice  tastata  di  or;:ano  ,  e 
domandò  subilo:  chi  b  quel  gran  valentuo- 
mo che  suona?  Buommatt.  Tratt.  5.  cnp. 
1.  Sentcsi  talora  un  organista  toccar  due  ta- 
sti con  taot.i  velocita,  1*  un  dopo  1*  altro, 
eh'  e'  non  si  può  così  facilmente  discerne- 
re qual  de*  due  fosse  il  primo  :  onde  con 
ragione  (juclla  tastata  ha  meritalo  il  nome 
di  gruppo.   fj4j 

TASTATO.  Aitd.  da  Tastare.  Lat.  61- 
ctus,  attrcctaius  j  exploratus,  Gr.  ija/xi'- 
vo;,  Oofìfixdtii.  Bocc.  nov.  80.  33.  l'ri- 
mieramente  tastale  lo  botti,  che  si  crede- 
va che  piene  il' olio  fossero,  trovò  quelle 
esser  piene  d'acqua  marina  (cioè,  cei ta- 
te, guardale  ) . 

t  TASTATORE.  J'erfral.  masc.  Che,  o 
Chi  tasta. 

TASTATURA.  L'  Ordine  de'  tasti.  Sal- 
via. Pros.  Tose.  1.  208.  Il  loro  corpo 
(delle  cicale)  e  un  cor|K}  di  liuto  ec.  , 
una  siringa  culle  sue  divisioni,  una  tasta- 
tura. 

tf  §.  Tas  tatara, fu  detto  anche  a  Quella 
parti'  della  cetera,   violino,  e  simili,  nella 

Zuale  si  posano  le  dita  a  fine  di  pnnturre 
1  varietà  titi  suoni  e  dei  tuoni  .  Bart. 
Op.  1.  6.^1.  Alessandro  re.  comincio  a 
prrnilctc  lezioni  sopra  la  celerà,  ponendo 
le   dita  su  la  taslalura.  (P) 

«  TASTEGGIASTE.  Che  tasteggia.  (4) 
•f  «  TASTEt.GIARK.  Toccare  i  tasfid* 
uno  strumento  .  (ini-  Sagg.  3l.'Ì.  Quel  che 
fanno  molte  di  queste  (  corde  dell'  ar/te  l 
lo  fa  un.i  sola  nel  liuto  ,  menlre  che  col 
tasteggiare  si  cava  il  suono  ora  da  tutta, 
ora  da  una  parte,  di' è  1' islrsso  rbr  al- 
lungarla  e   ftcor«iarla.    (jt) 

9  TASTEGGIATO.  Jdd.  da  Tasteg. 
giarr.    Taglm.   lett.  (A) 

TASTETTA.  Pim  di  Tasta.  I.ib.  cu r. 
malati.  Metti  nella  cavità  una  tastella  di 
radice  del  tutumagltu  seccala  all' ombra. 


TAS 

't  *  TASTIERA  .  Parte  degli  stru- 
menti da  suono  ,  dove  sono  i  tasti  j  B*' 
gistro ,  Ordine  di  tasti.  Gal.  Dif.  Capr. 
211.  Erra  nel  tener  lo  strumento  ui  ma- 
no, appoggiandosi  le  corde  al  petto,  e  ap- 
plieando  la  man  destra  alla  tastiera.  (*) 

TASTO  .  Tatto.  Fr.  ìac,  T.  Da  cin- 
que partì  veggio  Che  la  m'  bai  assediato 
Audito,  viso  e  tasto. 

§.  I.  Andare  al  tasto,  o  col  tasto,  va* 
le  Ser\irsi  del  latto  in  vece  della  vista. 
Lat.  palpando  incedere.  Gr.  a^sayùvTa 
^xot'^etv.  Bern.  rim.  1.  33.  Cosi  riven- 
do voi  quieto  e  casto.  Andrete  rìtto  rìtlo 
in  Paradiso,  E  traverete  1'  uscio  aodando 
al  ta»to  .  Buon.  Fier.  I.  2.  3-  Sempre 
garagoltare  ,  e  ir  col  tasto. 

•f  §.  II.  Tasti,  st  dicono  anche  Quelle- 
gnetti  dell'  organo,  buoaaccordo,  e  simili 
strumenti  ,  che  si  toccano  per  sonare  ,  e 
Quegli  spartimenti  del  manico  della  cele- 
rà ,  o  del  liuto  ,  0  d'  altri  strame  ti  di 
quella  guisa  ,  dove  s"  aggravan  le  corde 
colla  mano  manca  .  OlL  Com.  inf.  16. 
297.  Ed  è  suono  di  tasti  ,  come  quello 
della  chitarra.  Lib.  Son.  l35.  Ma  fa,  Bec- 
ca ,  che  i  tasti  sien  di  casa-  Varch.  Er- 
col.  276.  Nel  sonare  il  liuto  la  mano  si- 
nistra ,  che  si  adopera  in  sul  manico  in 
toccando  i   tasti ,  cagiona  il  numero- 

S.  IH-  Toccare  un  tasto,  per  metaf, 
vale  Entrare  in  qualche  proposito  eoa 
brevità  e  destrezza.  Lai.  rem  caute  lan- 
gere.  Gr.  euiafiw;  aTtrtffàat.  Salv.  SptJu 
2  3.  Per  rìspondere  al  primo  tasto  che  ta 
toccasti.  Malm.  3.  ^9.  Avendone  più  vol- 
te torco  un  tasto,  E  sentendosi  dar  sem- 
pre cartacce. 

§.  IV.  Toccare  il  tasto  buone,  vale 
Entrare  nel  punto  principale,  o  nella  ma- 
teria che  più  aggrada  .  Salvia.  Disc.  2. 
204.  Quando  si  arriva  a  toccare,  come  si 
dice,  il  tasto  buono,  cioè  quel  soggetto  e 
quella  materia  di  ragionare  che  all'  ascol- 
tante più  aggrada  ,  dove  prima  era  e^ 
stato  qucio  e  composto  io  udire,  si  taglie 
allora  ,  non  io  come  ,  dall'  indifiereoia  , 
te.  Menz.  sai.  3  Dica  il  Meccoli  poi ,  s* 
io  tocco  un  tasto.  Che  sìa  de'buouL 

#  S-  ^-  Tasto,  talvolta  vale  Strumen- 
to da  tasti j  onde  Sonar  di  tasti  è  lo  stesso 
che  Sonare  tali  strumenti.  Baldìn.  Dee. 
Ebbe  varii  ornamenti:  canto  di  musica, 
sonò   ben   di   tasti.  (A/ 

^  §.  Vk  Tasto,  dieest  anche  ti  Saggio 
che  si  fa  per  riconoscere  qualche  dijetto 
in  una  fabbrica.  Baldin.  J)ec.  Erssi  avuto 

fier  bene  er.  il  fare  alcuni  tasti  ìotomo  al- 
e  pile  ec,  con  (he  eransi  scoperte  intorno 
alle  medesime  alcune  ravitadì.  (Af 

TASrOLINA.  Dim.  di  Tasta;  Tastel- 
la  .  J.ib.  cur.  malati.  Si  vagUoDO  di  certe 
tastolinc  fatte  di  giunco. 

TASTONE,  e  TASTONL  Avveri».  An- 
dar tastone,  o  a  tastone,  vale  Andar  bran- 
colando ,  al  tasto,  l'it.  Bari.  ai.  E  sì  fa 
egli  assai  quando  va  a  tastone,  e  sì  cade 
alcuna  volta  ìn  uno  fossato.  Salvia.  Disc. 
1.  261.  Ognuno  cr«de  d'  avere  dal  canto 
suo  la  vrril'a  ;  gli  uomini  la  vanno  al  baio 
come  a  tastoni,  cercando. 

§.  Per  metaf  vale  Far  checchessia  a 
caso,  o  a  %'anvera.  Lai.  temere.  Gr.  f'iJtjT- 
Bim.  ani.  Salvia.  Don.  1^1.  Grasia  gli  fé* 
la  divina  pntenca  ,  Senza  la  qual  ciasrun 
parla  a  tallone.  M.  /tldohr.  P.  A.  44* 
Santa  qtiettc  rose  guardare  ,  non  puule 
niuiio  diriltaniente  operare,  se  non  a  ta- 
stone, »icrome  al  giorno  d'  oggi  fanno  an- 
cora i  mah  agi  &kirbi. 

TATA  ,  e  TATO.  Foci  fanciullesche  . 
che  vogliono  Frattlh,  e  Sortila.  Lai.  fra- 
ter,  toror.  Gr.  «Ofi  f  o;,  «Vtif  »f-  Malm. 
3  66.  E  piangendo  diceva:  o  tato  mio. 
Se  tu  muori,  ec.  Buon.  Fier.  Imtr.  %.  5 
Che   'n  cura  m'  accettò  Itta  t  tutrice  .   E 


T  A  T 


2.   3.    12.  EUc  Ule  e  nutrici  L'eblcr  CI  e-   r 
sciato  amico  ,  e  fur  felici.  ,     c„ 

TATTAMELLA  .  /  a'Wi.  &co/.  52. 
Nel  mcilcsimo  Mellificalo  si  piglia  Ulta- 
rocUarc,  onile  nasce  latlamtUa  ,  ciuc  uno 
che  cicala  assai,  e  non  sa  che,  ne  i-erche. 
«  Itop.  r,m.  l3.  Questa  e  .Iella  liugia 
carnai  sorella.  Che  l"  una  e  1'  altra  scnU- 
rete  in  bocca  Di  qualche  [larasito  ,  o  tal- 

tamdla.  (C)  ^ 

TATTAMELLABE.  <  tarlare.  Lat.  ma- 
nittr  verbafundUare,  effulir,:.  Or.  •l/<'Xf 
Joytìv.  yarch.  Frcol.  52.  Nel  nie.lesinio 
ùcoificato  si  piglia  latlamellare,  onde  i.a- 
„e  taltaniella  ,  cioè  uno  che  cicala  assai , 
e  non  sa  che  ,  uè  (lerché. 

•+  TATTERA.  Tacca,  «ci  signi/ic.  ai 
Vizio,  Magagna.  *  Uop.  rim  l3.  Ma 
finalmente  io  vo'  con  un  carleUo  Scopiir 
certe  sue  lattere  segrete  .  Ch  a  suo  di- 
spetto   eli"  ha  dar  nel  largeUo     (l  ) 

+  *  e  l  Per  Incomoda,  Difetto  di  corpo. 
Car.  Utt.  ined.  2.  2O7.  lo  che  l'ho  (il  ca- 
tarro) quando  non  l'ha  niun  altro,  mi  trovo 
aver  questo  di  più  ,  il  che  accompagnato 
con  la  indisposiiion  degli  occhi ,  e  con  1 
altre  mie  tattere,  mi  scusi  se  non  le  scrivo 
di  mia  mano,  (fi)  7  , 

•+  §  li.  Per  Bagattella,  Minuzia,  Nac- 
chera, Cosa  di  poca  considerazione.  Ma/m 
10  3q.  Dell'  esser  folto  il  bosco,  e  d  al- 
tre taltere  ,  Che  gli  narra  costui  ,  saper 
non  cura  .  *  Car.  long,  iof  pag.  IO. 
(  Fir.  iSlIjEgli  (Dorcone)  aveva  frale 
sue  taltere  una  gran  pelle  d'  un  lupo  vec 
cbio,  il  quale  ec.  (B) 

*  §  111.  Tattera.si  dice  per  baia  II 
J-'ico  ,  malore  che  tiene  nel  sesso,  detto 
altrimenti  Cresta.  Gr.  ou/wjis.  f-  «"" 
,.oce  FICO,  §.  XI.  (•)  Min-  *'■''"'  P"?- 
482  TatUre,  per  scherio,  s  intende  una 
s,iecie  di  malore  che  viene  intorno  al  sesso 
per  crescenia  di  carne.  iBj 

*  TATTICA.  Terni,  dottrinale  e  mi- 
litare, ec.  V  arte  di  disporre  i  soldati  o 
le  naii  in  battaglia  ,  e   di  fare  le  cyolu- 

""  #'  TATTIVO  .  Add.  Del  tatto  .  Lat. 
tangenti  facilitate  pnrditus.  Gr  a7tTj«;. 
Segn.  Anim.  2.  92.  Come  quelle  nel  tat- 
lo  feriscono  il  senso  tatuvo  .  i  i-  129- 
Oueslo  tale  strumento  per  necessita  sarà, 
doT'  è  la  prima  radice  dello  strumento 
lalliTO  .  E  181.  Si  conchiude  che  il  sen- 
sorio tallivo  non  è  composto  di  terra,  ne 

ec.  (•) 

TATTO.  Tolcnza  .lensitna  esteriore, 
sparsa  per  lutto  'l  corpo,  per  la  quale 
J- apprende  la  qiialili  tangibile,  propria 
delle  cose  corporee.  Lai.  taclus.G^.afr. 
Esp  J'ang.  I  cinque  sentimenU  del  cor- 
po, ciò  sono:  vedere,  gustare  udire,  odo- 
rare e  tatto,  retr.  son.  .58.  Alcun  d 
acqua  e  di  fuoco  il  gusto  e  '1  tatto  Ae- 
quetan.  Dant.  Pi.rg  8.  Per  lei  assai  di 
lieve  si  comprende  Quanto  in  femmina 
fuoco  d'  amor  dura.  Se  1'  occhio  o  1  tat- 
to spesso  noi  raccende. 

t  TATUSA.  Animale  quadrupede  detto 
anche  Infingardo  dal  muoversi  che  fa  con 
estrema'lenteiza.  Serd.  Slor.  2.  62.  Le  ta- 
tuse  di  vUta  insolita .  di  grandciza  come 
porcellelli.  hanno  nella  pelle  alcune  scaglie, 
f  J  TAVERNA.  Osteria  da  persone 
,i7i.  Lat.  tabtrna  meritoria,  caupona.  Gr. 
TaSsfvsrov.  Bocc.  Introd.  li.  Ora  a  quel- 
la taverna,  ora  a  quel!"  allra  andando.  E 
noe.  I.  8.  Le  lavcinc  e  gli  allri  disone- 
sti luoghi  visitava  volentieri.  Liy-  Dee. 
3.  Allora  prese  Virginio  la  sua  figliuola  e 
la  balia  ;  trasscle  da  p.iitc  appresso  una  ta- 
verna eh'  era  quivi.  0.  I  II.  2.  21.  Più 
si  logora  oggi  in  un  popolo  di  Firenie  a 
taverne,  che  non  solcano  logorare  1  nostri 
asuchi  in  tutta  la  cill'a.  Tesorett.  Br.  l5. 
125    E  legno  grande  schema  Chi  dispen- 


T   A  V 

,le  in  taverna.  Bcrn.  Ori.  2.  l3.  2.  Per 
glori»  già  solea  la  gueira  farsi;  Taverna 
e  mercanzia  può  or  chiamarsi. 

*  §.  I.  Dicesi  in  modo  proverbiale:  In 
chiesa  co  Santi,  e  in  Imerna  co' gbiolto- 
ni,  per  esprimere  che  si  debbono  regola- 
re' le  nostre  azioni  col  dovuto  riguardo  al 
liio-o  nel  quale  siamo.  ..  Dani.  InJ.  22. 
Ma  nella  chiesa  Co"  sanU ,  e  in  taverna 
co  'fthiolloni  »  .   (C) 

I  *  §.  II.  Taverna,  pigliasi  anche  per 
Bottega  semplicemente.  Bocc.  l'ist.  Ir. 
SS.  Ap.  299A  modo  delle  mosche  con  aggi- 
rar continuo  ,  allorniando  vada  ora  le  ta- 
verne del  macello  ,  ora  quelle  del  vi- 
no. (Br) 

TAVERNAIO.  Quegli  che  tiene  taver- 
na; Ostej  e  gli  antichi  il  presero  anche 
per  Beccaio.  Lat.  caupo.  Gr.  fàltvioi. 
lib.  Moti.  Va  tavernaio,  dicendogli  uno, 
che  comperava  carne  da  lui,  pei  che  gli 
vendesse  meglio,  ec.  Frane.  Sacch.  nov. 
70.  11  pensier  sia  vostro,  che  volete  tor 
r  arie  a' tavernai  (parla  di  due  che  vole- 
vano da  loro  macellar  due  porci)  .  E 
nov.  102.  Sempre  vi  è  slato  un  tavernaio 
che  ba  taglialo  carne  ,  e  fra  1'  altre  buo- 
nissime vilelle  e  gran  porci.   Fr.   lac.  T. 

1.  3.  5.   Or  son  cosi  avvdato  Daunamer- 
cenaia,  Figlia  di  tavernaia.    Vii.  SS.  Pad.^ 

2.  225.  Fece  chiamate  lo  suo  fattore,  eh' 
era  sopra  gli  tavernai  ,  e    comandogli  ec. 

g.  I.  l'er  Freqiientatcr  di  taverne. 
Maeslruzl.  1.  24.  Se  sono  pubbbcamente 
tavernai  ,  e  tre  volte  ammoniti  non  se  ne 
rimangono,  ec. 

§.  II.  Una  ne  pensa  il  ghiotto,  e  l  al- 
lra il  tavernaio.    V.   GHIOTTO,  §.   VIL 

*  TAVERNELLA. Dim.  e  avvilii,  di  Ta- 
verna.Belc.  Vii.  ('o/om/).3o6.  E  cosi  cammi- 
nando giunsero  a  una  tavernella  molto  af- 
faticati.   (Ci 

f  TAVERNIERE.  Quegli chefrecjuenla  le 
taverne.  Lat    ganeo,helluo.  Gr.  «(JWT05  , 

-/a57/:i>afvo;-  .^'"''"-  ^"'-  ^''"^  ^°"' 
274.  Acciò  eh'  io  taccia,  per  meno  vergo- 
gna di  noi,  i  ghiottoni,  i  tavernieri,  i  put- 
tanieri, e  gli  allri  di  simile  lordura  diso- 
ncsti  uomini.  Pass.  l3l{.  Non  sia  ebna- 
co,  ne  taverniere,  non  giueatore,  ne  ma- 
snadiere. 

§.  I.  Taverniere,  per  Tavernaio.  Lai. 
caupo.  Gr.  «raTtnio;.  J  it.  SS.  Pad.  2. 
225.  Un  giorno  venendo  egli  a  briga  con 
un  taverniere  della  terra,  ec.  E  226.  In- 
cominciaronlo  ad  animarlo  e  provocarlo 
contro  a  quel  taverniere,  dicendo  che  trop- 
po gli  tornava  a  gran  disonore  the  il  suo 
nipote  fosse  villaneggialo  da  una  vile  per- 
sona .  E  appresso  :  Coniandogli  che  da 
quel  taverniere  ec.  non  togliesse  mai  ne 
galieUa,  ne  pigione.  Cuid.  G.  Quivi  li 
tavernieri,  quivi  gli  speziali.  Jnim.  Ani. 
23.  3.  II.  Quello  rhed  e' fa  al  canlodel 
secondo  gallo,  lo  prossimo  tavernieri  anzi 
di  sapr'a. 

§.  li.  Un  conto  fa  il  ghiotto,  e  un  al- 
tro il  taverniere  j  proverbio  (he  vale  lo 
stesso  che  Fare  il  conio  senza  l'  oste. 
Varch.  Slor.  l5.  60O.  Ma  come  dicono  1 
volgari  con  quel  proverbio  plebeo  :  Un 
conio  faceva  il  ghiotto,  e  un  altro    il    ta- 


T  A  U 


i483 


vci  uiei e. 

f  *  TAVLA.F.  ^.  Tavola.  Crad.  S. 
Gir.  var.  lez.  47.  Alla  lavla  dove  sono 
gli  Religiosi  poveri  mangia  Cristo  con  lo- 
ro. Guitl.  Leti.  25.  67.  Anima  venne  m 
corpo  come  tavla  lavata.  But.  Inf.  32. 
Apparecchiato  '1  convito  a  lavla  li  fece  uc. 
cidere  tulli  e  tre  (  I  edi  la  noia  325.  Cuilt. 
Lelt.  ).   (ì) 

•f  *  TAUMATURGO.  Operatore  di 
miracoli.  Segner.  Paaegir.  pag.  61O.  t  T  e- 
nezia  1723.  )  Mi  si  fanno  innanzi  i  Tau- 
maturghi o  co'  labili  da  lor  seccali,  o  co' 
monti  da  lor  mossi,  ec.  (A) 


*  TAUNA'.  Lavoro  che  si  fa  commet- 
tendo ne' metalli  inlagliali  argento  od  oro J 
ed  altrimenti  è  dello  Lavoro  alla  dama- 
schina, perchè  è  molto  usato  in  Damasco 
e  per  lutto  il  levante.  Baldin.  V'oc. 
Vis    (.4) 

TAVOLA.  Arnese  composto  d'una,  o 
di  più  assi  messe  in  piano,  che  si  regge 
sopra  uno,  o  pih  piedi,  e  serve  per  di- 
versi usi,  ma  principalmente  per  mensa. 
Lat.  mensa.  Gr.  TfaTre^ot.  Vit.  Crisi. 
Che  imbandigione  non  conosciuta  fue  por- 
lata  dinanzi  a  quella  tavola  t 

g.  I.  Essere  a  tavola,  Andare  a  tavo- 
la, e  simili,  vogliono  Essere,  o  Andare 
alla  mensa  per  cibarsi.  Bocc.  nov.  6.  7. 
Come  che  gli  altri,  che  alla  tavola  dello 
inquisitore  erano,  lutti  ridessono.  E  nov. 
l5.  17.  Ed  essendo  da  tavola  levati,  ec. 
E  nov.  29.  25.  Sentendo  le  donne  e'  ca- 
valieri nel  palagio  del  Conte  adunati  per 
dovere  andar  a  tavola,  ec.  Enov.!\l.  3o. 
Le  nuove  spose  ec.  gi'a  a  tavola  erano  per 
mangiare  assettate.  E  nov.  5o.  II.  Es- 
sendo noi  gi'a  posti  a  tavola  ,  Ercolano  e 
la  moglie  ed  io  e  noi  sentimmo  presso  di 
noi  starnutire.  E  num.  l5.  Senza  alcuna 
scusa  fare,  da  tavola  si  fuggi.  Guid  G 
Essendo  il  dello  Re  allora  a  tavola  ripie- 
na di  diverse  imbandigioni. 

§.  II.  Mettere,  0  Far  tavola,  vale  Far 
conviti.  Lat.  conviVnre.  Gr.  ev/wx""-"'- 
Bocc.  nov.  89.  8.  lo  sono  ricco  giovane, 
e  spendo  il  mio  in  metter  tavola,  e  ono- 
rare i  mici  cilladini.  Cron.  Morell.  29O. 
Fra  questo  tempo  i  Ciompi  non  restava- 
no di  far  male,  di  rubare  certi,  e  d"  arde- 
re per  le  vie,  e  ad  ogni  uscio  era  messo 
tavola.  Cecch.  Corr.  2.  7.  Anche  nel  cam- 
po È  necessaria  la  cucina,  e  massime  A 
chi  tien  grado,  e  fa  tavola  magna. 

§.  III.  Mettere  e  Levare  le  tavole,  va- 
le  Apparecchiare  e  Sparecchiare.  Pocc. 
g.  3.  /.  5.  Come  levate  furono  le  tavole, 
cosi  comandò  che  la  Lauretta  una  danza 
prendesse.  E  nov.  79.  IO.  E  maravigho- 
sa  cosa  a  vedere  ec.  le  tavole  messo  alla 
reale.  *  Segr.  Fior.  Ari.  guerr.  .1.  9. 
Ma  passati  i  convivali  piaceri,  e  levale  le 
tavole  ec.  giudicò  Cosimo  ec.  condursi 
nella  pili  segreta  ed  ombrosa  parte  del  sua 
giardino.  (C) 

g.  IV.  A  tavola  non  s' invecchia;  pro- 
verbio che  si  usa  per  dinotare  l'allegria 
delle  mense. 

#  g.  V.  Mettere  a  tavola  alcuno,  vale 
Introdurlo  a  mangiare.  Bocc.  g.  I.  n.  7. 
Il  siniscalco  ec.  comandò  che  1'  acqua  si 
desse  alle  mani;  e  data  l'acqua,  mise  o- 
on'  uomo  a  tavola  Ccioè,  fece  sedere  1  con- 
vitali )  .  E  g.  9-  n.  I.  Tulli,  secondo  il 
piacer  della  Reina,  gli  mise  il  siniscalco  a 
tavola.  (V) 

g.  VI.  Bagionar  de*  morti  a  tavola,  o 
Ricordar  i  morti  a  tavola  j  proverbio  che 
vale  :  Dire  cosa  non  proporzionala  al  tem- 
po e  al  luogo.  Far  cosa  impropria.  Lai. 
loco  et  tempori  non  consulere ,  non  prò- 
spicere.  Cecch.  Servig.  5.  12.  Costui  va 
ricordando  i  morti  a  tavola.  Ambr.  LoJ. 
3.  2.  Sicch'  e'  sarebbe  un  Irassinare  ,  e 
premere  Le  piaghe  vecchie,  e  ragionare  a 
tavola  De'  morti. 

g  VII.  La  tavola  e  una  mezza  colla; 
proverbio  che  vale,  che  Gli  uomini  so- 
praffalli dal  cibo  e  dal  vino  facilmente 
manifestano  la  verità  delle  cose.  Lat.  in 
vino  verilas.  Gr.  a/>lSsr«  o.vo«.  I^ed. 
Flos.  116.  Bed.  Annoi.  Ditir.  27.  La 
tavola  'e  una  mezza  colla.  Salvia.  lUsc  2. 
1,1.  Noi  nel  nostro  dellalo:  la  l.iyola  . 
una  mezza  colla;  eoe  ec.  :  la  tavola  per 
mezzo  del  vino  i;  un  dolce  si,  ma  squisi- 
to tormento  per  far  confessare,  e  per  apri- 
re il  nostro  interno. 

g.  Vili.    Tavola,  per  lo  Banco  de  ben- 


IW 


T  A  V 


ehieri»  Bocc.  nov.  73.  io.  Che  avrem  noi 
a  fare  altro,  se  oon  ce.  andare  alle  tavo- 
le dei  caniLiatori,  le  quali  sapete  che  stan- 
nu  icnipre  cariclit-  dì  grossi  e  di  Conni  ? 
M.  f.  II.  !Ì8.  /i(.  Come  in  Firenze  s' oc- 
dÌDÙ  lavula  per  lo  romune  per  servire  ì 
loldali.  Dep.  Decam.  proem.  6.  Avca  Ìl 
Dome  nella  ragiune  degli  Scali  della  tavo- 
la, che  così  allora  dirt-vano,  pi^jliaodo  la 
voce  da'  Latini  nel  puro  seolimeato  loro  , 
che  V  uso  comune  ogyi  dice  banco  e  ban- 
chiere quel  che  allora  diceano  tavoliere}  La 
qual  voce  non  intesa  nel  Novellino  ,  era 
sljta  mutata  in  cm-aliere.  Borgft.  Mon. 
l85.  Oudc-  ebbero  agevulmeatc  princìpio 
le  tavule  del  cambio  minuto,  e  a  beli'  'igio, 
e  ad  altro  6ne  conseguentemente  del  grosso; 
che  mi  piace  qui  per  ora  chiamare  co'no- 
stiì  vecchi,  che  presero  il  nome  puro  de' 
Latini,  tavola  e  tavoliere  quel  che  oggi  di- 
<-iamo    banco  e  hanchiere. 

§.  IX-  Tavola,  per  Asse,  o  Pezzo  d' 
asse  semplicemente.  Socc.  J/ttrod.  22. 
Fallo  venir  bare,  e  tali  furono,  che  per  di- 
fetto di  quelle  sopra  alcuna  tavola  ne  po- 
nieoo.  li  nov.  i5.  17  Egli  era  in  un  chias- 
«etto  stretto  ec,  sopra  due  travicelli  trai' 
una  casa  all'altra  posti,  alcune  tavole con- 
6tte  ec-,  delle  quali  Livole  (juella  che  con 
luì  cadde,  era  1' una.    - 

■J"  §.  X.  Tavola,  Jìguratam.  dicesi  an- 
che di  Ciò  che  scr\-e  d'aiuto,  di  scampo. 
Pass.  prol.  Questa  seconda  tavola  (  della 
penitenza  )  f  dove  è  lo  scampo  eia  salute 
della  maggior  parte  della  gente  umana,  ac- 
cortamente prese  ,  ce.  E  appresso  .■  Sten- 
diamo le  mani  u  prendere  questa  necessa- 
ria e   virtuosa  tavola  dtdla  penitenza. 

g.  XI.  Tavola,  per  Quadro  d'altare. 
M.  1' .  ^.  7.  Feriono  trarre  fuori  l'antica  fi- 
gura di  nostra  Donna  ^  dipinta  nella  tavola 
di  Santa  M;iria  in  Pruncta.  Frane,  ò'acch. 
nov.  121.  lo  quelli  triiipt  ^  che  mori  papa 
Urbano  Quinto,  una  tavola  essendo  di  lui 
posta  in  una  nobile  cliiesa  d'una  gran  città, 
vidi  a  quella  essere  posto  un  torchio  acceso 
di  due  lilibre.  liorgh.  Hip.  Il5.  Due  tavole 
ri  rimangono  in  Santa  Croce. 

V  §.  XII.  Per  Qualunque  sorta  di  qua- 
dro. Cortig.  Casttgl.  I.  87.  Potrt'i  dirvi  ec. 
come  tanto  pregiata  fosse  una  tavola  di  Pro- 
togene, che  ^;^5endo  Demetrio  a  campo  a 
Itodi,  e  possendo  ìntrar  deatro  appiccandole 
il  foco  dalla  banda,  dove  sapeva  che  era 
qu'dla  tavola,  per  nuu  abhrusciarla  resto  dì 
darle  la  battaglia,  e  cosi  non  prese  la  ter- 
ra. (SS) 

g.  XIII.  Tavola,  per  /spazio  quadro. 
Cr.  4  9-  4  ^*  quattro  ovvero  cinque  ge- 
nerazioni di  nobili  sermenti  porremo,  e  bi- 
sognerà massimamente  le  generaxioni  a 
tavole  disporre.  JC  cap.  1^.  1.  Sicché  una 
vite  sia  nel  mexxo  dì  questa  tavola,  e  1*  al- 
tre intorno  slanli. 

g.  XIV.  A'  Tavola,  Sorta  di  giuoco 
che  si  fa  sul  tavoliere.  Aoi'-  ant.  5.  1. 
Appresso  mangiare  qual  prese  a  gìucare  a 
ara  ,  e  qual  a  tavole,  o  a  scacchi,  o  ad  altri 
diversi  giuochi.  /Jucc.  g.  3.  p.  10-  Cbi  a 
giurare  a  scacchi,  e  chi  a  (avute,  mentre  gli 
altri  dormirono,  si  diede.  Frane.  Satth. 
nov.  l65.  Quando  gìucava  a  scacchi,  e  quan- 
do a  tavole. 

§.  XV.  Dare  a  due  tavole,  o  Dair  a  due 
tavole  a  un  tratto,  metafora  presa  dal 
giuoco  ili  sbaraglino,  vale  lo  stesso  che 
Fare  un  viaggio  e  due  servizii,  o  Pigliar 
due  colombi  a  una  fava.  Lai.  in  salta 
lino  capere  duos  apros  ,  duos  fuirieles 
eadem  fidelia  dealbare.  Malm.  5-  it{.  E 
;i  due  tavoli'  ilar  vorrebbe  a  un  ti.ilto. 
sjt  /Icrt.  tliamp.  <)(>,  A  voi  s'  appailirno 
di  mostrare  che  quod  ad ,  e  quo  (i</ signì- 
(ìrano  lo  stesso,  se  vedete  far  bene  \\  giuo< 
IO   e   dare    a   due   tavulc.  (C) 

%.  XVI.   Giuoco  di  pocht  tavole  ,    vale 


T  A  V 

Impresa  btvve  e  facile.  Fir.  Trin.  I.  2. 
Questo  è  un  giuoco  di  poche  tavole  a 
chiarirsene. 

g.  XVII.  Far  tavola,  vale  Tavolare  , 
Intavolare,  fiore,  nov.  20.  4-  P*""  '*  P"" 
ma  notte  incappò  una  volta  ,  per  consu- 
mare il  matrimonio,  a  toccarla,  e  dì  poco 
fallo  che  egli  di  qurir  una  non  (ere  ta- 
vola ( qui  Jigurntamtnle,  e  vale,  non  ar- 
rivò a  consumar  1'  allo  carnale  ) . 

*§.  XVIII.  Tavola,  nel  Giuoco  degli 
scacchi,  ditesi  propriamente  Quando  il 
He  è  per  sempre  scacco  ,  cio'e  che  è 
soggetto  ad  essere  incessantemente  tor- 
mentato dagli  scacchi,  senza  che  egli  ab- 
bia  con  che  coprirsi,  o  liberarsene  j  lo  che 
è  diverso  dallo    Stallo.     Fed.    STALLO  , 

§.  XIX.  Tavola  ritonda,  0  rotonda, 
era  un  Antico  ordine  di  cavallerìa  ,  che 
si  disse  anche  Tavola  vecchia,  a  tlistin- 
zione  dell'  istesso  Ordine  rinnovato ,  detto 
Tavola  nuova.  Tav.  Hit.  Scontrano  un 
antico  cavaliere,  lo  quale  era  stalo  della 
tavola  vicchia.  Morg.  18.  4-  '**  ^'^^"  ^*'^' 
tomila  in  uu  momento  Cavalicr  della  ta- 
vola   rotonda. 

§.  XX.  Onde  si  dice  Potere  andare,  o 
stare  a  tavola  ritonda,  di  checchessia  che 
abbia  in  si-  somma  eccellenza.  Bed.  Ditiv. 
28.  Ma  non  lice  ad  ogni  vino  Di  Fumi- 
no Slare  a  tavola  ritouda. 

3  §.  XXI.  Tavola,  per  Libro,  o  cosa  si- 
mile, ove  si  registrano  le  cose  pubbliche. 
Lat.  tabulae.  M.  V.  5.  74-  M'souo  in- 
nanzi a^  signori,  che  si  facesse  una  tavo- 
la, nella  (|Uale  si  scrìvessono  tulli  i  beai 
immobìli   della   città   e   del   contado. 

§.  XXII.  E  Tavole,  si  dicono  altresì 
Quelle  carte  aggiunte  a' libri,  nelle  qua- 
li sono  figure,  immagini  ec.  intagliate  in 
rame,   o  in  legno. 

§.  XXIII.  Tavole,  si  dicono  ancora 
Quelle  raccolte  di  termini  particolari  e  di 
numeri  determinati,  per  comodo  delle  pra- 
tiche delle  scienza  e  dell'  arti,  fatte  in 
forma  di  repertorio  ,  e  sono  di  diverse 
speciej  come  Tat'olc  astronomiche,  genea- 
logiche, ec.  Srrd.  Stor.  1.  il.  Con  ugua- 
le avvedimento  fecero  le  tavole  delle  de- 
clinazioni, delle  quali  oggi  si  servono  i 
marinari  a  trovare  la  Jalitudine  ce.  dei 
luoghi. 

g.  XXIV.  Tavola  delubri,  per  lo  stes- 
so che  Indice,  Repertorio.  Lat.  index.  Gr- 
cui>aj93;.  *  Salv.  Avvert.  1  3.  2.  29. 
Fu  introdotta  ec.  questa  usanza  della  ma- 
iuscola ec,  perchè  valesse  come  nei  ^• 
gni  e  rubrica  da  trovar  prestamente  le 
cose  più  nolabìli:  il  che  a' nostri  tem- 
pi, che  l'uso  delle  tavole  (rosi  oggi  le 
chiamano  ]  s'  e  cotanto  allarftalo,  gran  fai* 
lo  non  abbisogna.  fFi 

§.  XXV.  F  Tavola,  per  Quella  carta 
contenente  l' alfabeto,  sulla  quale  i  fan- 
ciulli imparano  a  leggere.  Lat.  tattella 
aftecedaria. 

4  §  XXVI.  Tavole  iltlla  legge  ,  di 
Mose,  de'dieii  comandamenti  ec.  tticonsi 
Le  tavole  di  pietra  sulle  quali  Mosè 
scrisse  sul  Monte  Sinai  le  teggt  detta- 
tegli da  Dio.  ..  Pass.  1(>5.  I)*'  dicci  co- 
mandiimcnli  delle  tavole  di  Mosè,  ec.  I  co- 
mandamenti della  prima  tavola  s'  apparlea- 
gono   all'ainoir   di   Dio»  .   t!\'j 

Ki  g.  XXVII  Tavole  delle  leggi,  dn-r- 
vansi  in  Poma  Quelle  sulle  quali  st  ol- 
pivasi  la  legge  *  he  era  stata  ammessa  , 
e  si  affif^geva  nella  pubblica  piazza  .  « 
Liv.  Dee.  3.  Già  era  passata  la  maggior 
parte  dell'anno,  e  le  due  tavole  delle  leg- 
gi era»  giunte  >*.  (C) 

*  g.  XWIII.  Tavola,  dicrsi  anche  un 
pezzo  di  marmo,  o  simile ,  jttgato  fter  lo 
più  bislungo  f  e  senza  t'Ctun  ornamento. 
Dorgh.   Orig     Fir.    187.    Vi  ti  vide  anro- 


t  A   V 

ra  pefxi  di  pavimento  intersiato  di  mar- 
mi e  di  pietre  mittie  segate  in  sottilissi- 
me tavole,  e  alcune  mura  delle  medesime 
tavolelle   incrojtalc.   (I  ) 

■f  g.  XXIX.  In  tavola,  0  Per  tavola,  si 
dicono  Le  gioie  di  superfìcie  piana,  affaccet- 
tate solamente  nel/'  estremità.  ^Benv.  Celi. 
Oref.  ti.  Si  riducano  a  quella  perfezione  t 
bellezza  che  si  veggono  iolaglìali,  in  tavola, 
a  faccette,  e  in  punta,  i  l)  F.  Fit.  2.  3\S. 
La  quale  (punta  di  diamante)  veraroeo- 
tc  non  faceva  bene  né  per  tavola,  nh  per 
punta.  (Cj 

t  TAVULACCIAIO.  Queglichefa  i  ta- 
volacci. Guid.  a.  Quivi  li  legnaiuoli  ec. ,  i 
quelli  acconciavano  li  cani  culle  ruote  voi-' 
genti,   quivi  li   tavolaeciaì. 

TAVOLACCLNO  Servo  de' magistrati. 
Lai.  accensus.  Gr.  oyjyts;.  Pataff".  (\.  fi 
in  Catalogna  i  buon  tavolaccini.  l'arch. 
Stor.  11.  363.  E  perchè  le  cose  andasso- 
no  per  l'ordine  loro,  v'erano  non  solo, 
oltre  i  ramarri  delle  compagnie ,  i  lavo- 
laccini  e  i  mazzieri  della  signorìa  ,  ma  i 
famìgli  de' signori  Otto.  Belline,  son.  27}. 
Più  che  un  tavolaccin,  mi  trovo  al  ver^e. 
Malm.  6.  108.  Tavolaccini,  Raccogliete 
pel   numero  .  e  le  fave  Pigliate  io  man. 

TAVOLACCIO.  Spezie  di  targa  di  le- 
gno. Lat.  parma.  Gr.  TTapy;.  liocc.  nov, 
l5.  3l.  Costoro  assetati,  posti  giù  lor  ta- 
volacci e  loro  armi  e  loro  gonnelle  ,  co- 
minciarono la  fune  a  tirare.  E  nov.  43- 
l4-  Poste  giù  lur  lance  e  lor  tavolacci  , 
ce.  Val.  Mass.  Prese  uo  tavolaccio,  che 
sì  portava  a  collo  a  cerio  costume  di  sa- 
crificio. lAb,  Astrai.  Si  dee  coprire  di 
cuoio,  con  che  si  cuoprooo  gli  scudi,  o  i 
tavtdacci. 

g.  Dicesi  Far  tavolaccio,  che  vale  Far 
grande  apparecchio.  Cecch.  E^all.  Cr.  2. 
2.  Il  padre,  eh' è  avveno  a  far  liaochetli 
E   tavolaccio,  se  la  terr^  J^. 

TAVOLARE.  Che  oggi  pili  comune' 
mente  diciamo  Intavolare  .  Far  tavola  , 
cioè  Pattare  il  giuoco  j  e  dicesi  degli 
.scacchi .  Fi/oc.  6.  87.  Mostrando  con  al- 
cuno alto  di  ciò  avvedersi ,  tavolo  quel 
giuoco . 

g.  Tavolare,  va/e  anche  Coprir  di  tavole - 

TAVOLATA  .  Vicesi  P  Aggregato  di 
quelle  genti  che  sono  alla  medesima  ta- 
vola per  mangiare  insieme  nelle  taverne, 
o  altrove  .  Malm.  2.  35.  Però  lasciami 
andar  ,  eh'  ìo  ho  faccenda,  Aveodo  sopra 
un'  altra   tavolata. 

TAVOLATO.  Sust.  Parete,  o  Pavi- 
mento di  tavole  ,  che  anche  diciamo  As- 
sito .  Lat.  tabulatum  Gr.  ootviVw^  . 
Bocc.  nov.  I.  32.  S'  eran  posti  appresso 
a  UD  tavolalo  ,  il  quale  la  camera  ,  dove 
ser  Ciappciletlo  giacca  ,  divideva  da  un* 
alila.  M.  I  .  9.  21.  Scese  nella  cappella, 
ed  arse  i  paramenti  e  *l  tavolalo  dcU'  al- 
tare maggiore  -  Fir.  As.  79-  Tutta  con- 
turbata salse  sopra  d*  un  certo  tavolato  , 
eh'  è  >ulla  più  alla  parte  della  c»,*«.  Serd. 
Stor.  2.  1)1.  I  tavolali  parte  distaccati  dalle 
loro  sedie  cjderono  m  acqua. 

TAXOLATO.  AdJ  da  Tavolare^  Co- 
perto di  tavole  ■  Lat.  contahulatus  .  Or. 
ctvavtòttifiiitoi.  Gutd.  G.  La  sua  coper* 
tura  era  tavolata  di  legni  rediini.  Cr.  5. 
19.  l4'  L'uliva,  che  fa  olio,  si  dee  ra- 
gunare  in  monliretlo  ,  e  nettarsi  per  cìa- 
siun  «Il  in  luogo  tavolalo-  O  Sttlvin.  Odis». 
166.  Nelle  Ikcn  tavolale  Da\i  entrando,  ^a• 
vigando  partir    (^) 

X»  ■\k\  OLKCt;  I A  r.E.  TCeutr.  pass.  Met- 
tere in  fatala  ;  %'P,rpoco  usata.  Demetr.  Fa/. 
.5l.  Il  parlar  freddo  è  quello  rhr  trascende  il 
srntimcnlo  del  nuo  concetto  ,  come  li> 
sfondato  lalice  non  »i  lavoleggia  ,  dello 
per  »ignt6car  che  'I  bicchiere  che  non  se 
ne  «etle  il  fondo  ,  non  sì  debbe  mettere 
in  tavola    (Cj 


t  X  V 


T  A.  V 


T  A  V 


i585 


TAVOLELLA.  Piccoh  Ugnella  ptr  uso 
di  giucre  a  la.o/c.  O:  5.  ;ì&  1  Del  »■" 
lt.no  (del  l-osso  )  si  fa  oHim.  pcUm.  ,  e 
cucchiai ,  6  manichi  di  cullcll.ni ,  e  >cac- 
chi,  o  tavolollc. 

§  Per  Tavoletta  inctrala  usala  dagli 
antichi  per  ...<o  di  scrivere,  o  di  disegna- 
re. Lai.  pusillaris,  pugillar.  Gr.  7r.v!<«. 
S\5<  .  £«(.  /'."■g.  32.  1.  Come  disefina 
lo  dii.inlotc  con  lo  >lilo  nelle  tavolelle  . 
Sen  Pisi.  87.  La  nostra  vivanda  e  ap- 
pùrecchiala  a  lutto  1"  ore  ,  ma  lutto  ciò 
non  è  sania  fichi  secchi  ,  o  santa  lo  ni.c 
tavolcUc  (  il  leslo  /al.  ha  puedlares  ).  i 
108.  Vero  e  ,  che  alcuni  se  ne  vengono 
con  loro  tavolelle  da  scrivere.  ^ 

TAVOLELLO.  iJonfO-  Buon.  ''"■•-• 
a.  8.  Ch'  io  mi  tolga  giammai  Dal  lavolcl , 
dov'  io  fui  canihialore.  ,  „      r 

§.  1.  Essere,  0  Slare  sul  la^oMlo,  Ji- 
guratan..  iule  Essere  in  pericolo.  Luon. 
Tane.  4.  6.  L'  onor  tuo  sta  teste  sul  la- 
volcUo .  „        ,  ,  1     „ 

§.  II.  E  Tavolello.per  Piccai  banco  rtoie 
lavorano  gli  orefici.  , 

TAVOLETTA  .  Picciola  tavola  .  Lai. 
labella.  Gr.  7!lva«V<ov  .  Fir.  As.  io. 
Trovailo,  che  M  si  era  apiiunto  allora  po- 
sto a  una  sua  piccola  tavolella  ,  e  voleva 
cominciare  a  cenare.  E  128  Le  venne 
veduto  lì  vicino  entro  ad  una  bella  e  ricca 
starna ,  falla  in  guisa  d'  una  luna  ,  appa- 
recchiata una  tavoletta. 

§  1.  ler  Quadro  piccolo  .  Bocc.  nov. 
l3.  19.  Davanti  a  una  tavoletta  ,  dove 
nostro  Signore  era  effigialo  ec.,  gli  si  fece 

sposare  .  ^  ^  .- 

§.  11.  Per  Tavolozza.  Cani.  Lara.  //. 
La  tavoletta  abliiamo  pe'  colori,  Per  poter- 
li acconciare.  ,-  .  1 
S  111.  Per  Tavolella,  nel  signijic.  del 
§.  Jmn,.  Ant.  9.  8.  28.  Aggiugne  Tul- 
lio ,  eh'  e"  luoghi  sono  come  tavolette  ,  o 
carte,  e  V  immagini  come  IcUere.  Annoi. 
J'ang.  Zaccaria  domandò  una  tavoletta,  e 
scrisse  Giovanni. 

*  g  IV.  Tavoletta,  diasi  anche  d  uno 
Strumento  che  serve  agli  architetti  per  le- 
var d,  pianta,  lialdin.  I  oc.  Vis.  (A/ 

+  «  §.  V.  Tavoletta  di  rame ,  dicesi 
,r  Cna  piccola  lamina  di  metallo  ad  uso 
d'incidervi  sopra.  Jlorgh.  Urig.  Fir.  27O. 
Se  ne  mostra  una  molto  anlua  tavoletta 
di  rame,  ritrovata  in  <|ue'  munii  6n  1  anno 
l507    piena  d"  una  Leila  notula.  (J  ì 

*  §  VI.  Tavolella,  dicesi  anche  Quella 
lastra  sulla  quale  i  fanciulli  imparano  a 
far  di  conto  .  Plut.  Adr.  Op.  mor.  2. 
203  l  loquaci  veramente  affliggono  gli  o- 
recchi  con  le  repeliiioni  in  guisa  di  .inelli 
che  scorhiano  le  tavolette  da  abbaco   (Li 

a-  #  §,  VII.  Tavoletta,  duesi  anche 
Quella  piccola  lastra  di  marmo,  o  simi- 
le, che  serve  per  far  pavimenti.  Jlorgh. 
(Jrig.  Fir.  188.  Si  è  scoperto  un  pavi- 
mento delle  medesinie  tavolette  di  marmi, 
e  di  mislii  segate.  E  2o!{.  .'ii  è  scoperto  un 
pavimento  di  bellissime  tavolelle  segate  d. 
marmi,  o  di  mislii-  (E) 

*  §.  Vili.  Tavoletta  .  Term.  de"  La- 
naiuoli. Quell'  a.sse,  su  cui  si  tira  la  pelle 
che  regge  i  dcnli  de'  cardi    (  4> 

t  TAVOLIERE,cTAVOLIEni,cTA- 
VOLIERO.  Tavoletta,  sopra  la  qnal  s: 
giuoca  a  tavole,  a  zara,  e  simili.  I.M.  al- 
veus,  alveolus,  fritillus.  Bocc.  Inlr.  56. 
E  hacd  ,  come  voi  vedete  ,  e  tavolieri  e 
scacchieri.  Oli.  Com.  Piirg.6.  ili-  Quan- 
do 11  giucalori  si  partono  dal  tavoliere , 
quegli  che  ha  perduto  rimane  solo,  e  di- 
ce fta  se  slesso  :  quaderno  e  asso  venne 
con  lara.  Arngh.  52.  Sono  come  lo  scher- 
nito giucalore  .  a  quale  il  tavoliere  ritie- 
ne Bern.  rim.  I.  IO.  O  si  reca  dinann 
un  tavolieri  .  *  Car.  leti.  ined.  3.  120. 
Mandate  il  lavoUero  e  lo  scacchiero,  per- 


chè il  vcnlo  ci  tiene  assediati  iu  casa,  e  ci 
bisogna  trattenere  con  qualche  cosa   (N) 

§.  I.  Avere  tutto  'l  suo  in  sul  tavo- 
liere j  maniera  che  vale  Avere  in  rischio 
le  sue  facoltà.  Lai.  omnia  uni  navi  cre- 
didisse .  ,  ,. 

§.  II.  Essere,  0  Restare  sul  tavoliere  , 
vale  Esser  nel  trattato. 

§  III.  Talora  vale  Essere  in  pencolo. 
Buon.  Pier.  3.  1.  5.  Gli  spiriti  miei  restar 
sul  tavoliere  .  ,      „       t- 

-f  TAVOLIERE.  Lo  slesso  che  Banchie- 
re J  ma  oggi  è  voccfuor  d'uso.  Lat.  mensa- 
rius.  Gr.  Tiia-iii'r'ii  ■  J""' ■  S  Oicg. 
22.  23.  A  le  coDveuia  raccomandare  1» 
mia  pecunia  al  tavoliere  ,  e ,  tornando  io, 
avrei  richiesto  quello  che  era  mio  con 
usura  .  Jep.  Pecam.  proem.  6.  Avea  il 
nome  nella  ragione  degli  Scali  della  ta- 
vola ,  che  cosi  allora  dicevano  ,  pigliando 
la  voce  da' Latini  nel  |'Uro  sentimento  lo- 
ro ,  che  1'  uso  comune  oggi  del  mercato 
dice  banco  e  banchiere  quel  che  allora 
diceano  tavoliere  i  la  qual  voce  non  in- 
tesa nel  >ovellino,  era  stala  mutala  in 
cavaliere  .  Borgh.  X'on.  l85.  Oude  eb- 
bero agevolmente  principio  le  tavole  del 
cambio  minuto,  ed  a  beli"  agio,  e  ad  altro 
fine  conseguentemente  del  grosso;  che  mi 
piare  qui  per  ora  chiamare  co'nojlri  vec- 
chi,  che  presero  il  nome  puro  de'Lalini, 
tavola  e  tavoliere  quel  che  oggi  diciamo 
banco  e  banchiere. 

TAVOLINA.  Pim.  di  Tavola.  P.orgh. 
Bip.  332.  Dipinse  fra  Filippo  nella  Pieve 
di  Prato  in  una  lavolina  sopra  alla  porta 
del  fianco  ec.  la  morte  di  san  Bernardo 
(qui  nel  signifc.  del  §.  XI.  di  TA\  OLA). 
i:-  J'as.  Op.  I  il.  2.  493.  Ed  in  S.  Agnesa 
(dipinse/  una  lavolina  assai  ben  lavorala. f(  ; 
^.  TAVOLIMETTO.  Pim.  di  Tavoli- 
no; Tavolinuccio  .  Magai.  Lelt.  Gli  ri- 
mando la  relazione  del  gran  cavallo  innal- 
zato al  Cristianissimo,  dopo  averla  fatta  go- 
dere ai  signori  del  tavolinetto.  (Aj 

TAVOLINO.  Pini,  di  Tavola.  Lai. 
tabella  .  Gr.  711  v-x/iòiov  .  Buon.  Fier. 
Inlr.  2.  5.  O  in  un  trailo  di  dado  Fer 
venir  sopra  un  picciol  tavolino  A  pascer 
cento  pecore  per  volta  .  £  2.  2.  4-  "<■" 
mi  vi  ritrovai  piii  di  sei  volle  A  simil  ta- 
volini .  £  2.  3.  IO.  Son  tulle  tavolin  , 
deschi  e  trabacche. 

*  §.  I.  Slare  a  tavolino,  vale  Studia- 
re, o  applicarsi  intorno  a  scritture.  .Va- 
sai, leti.  iSon  essendo  cosa  sperabile  da 
un  ragazzaccio  lo  stare  a  tavolino  l'ultime 
sere  di  carnovale.  (Aj 

^  %.  lì.  Al  tavolino,  posto  avverbialm. 
vale  Colla  probabilità  del  discorso  sola- 
mente, Teoricamcnlej  contrario  di  Prati- 
camente. Salvia.  Disc.  2.  219.  L'  errore 
di  Aristotile  nacque  dal  discorrere  delle 
cose  fisiche  metafisicamente,  e  colla  pro- 
baliilil'a  del  discorso  solamente  ,  e  come 
noi  diciamo,  al  tavolino  ;  non  colla  venia 
delle  esperienze-   (C) 

*  TAVOLINUCCIO.  Tavolinetto.  Ma- 
gai. Lctt.  Mangiare  sopra  un  tavolinuccio 
vicino  a  questo  fuoco  due  cucchiarate  di 
pappa.  (.-Ij 

TAVOLITO.  T'.  A.  Tavolalo.  Lat.  ta- 
bulaliim  .  Gr.  sxviou/AK  .  Eirg.  Eneid. 
M.  Turno  vi  Ccroe  il  fuoco,  dal  lato  della 
quale  abbruriue  d  tavolilo.  I  allad.  Eehhr. 
3o.  E  in  sul  tavolilo  ordinatamente  le  po- 
sano (le  mele ). 

TAVOLONE.  Tavola  grande.  Tac. 
Pav.  Star.  q.  SSp.  Avevano  i  BaUvi  riz- 
zalo una  torre  a  "due  solai,  la  quale  acco- 
stala alla  porla  Pretoria,  luogo  pianissimo, 
fu  co'  lavobni  e  tra\i  balluta. 

*  TAVOLO  ITO  Tavola  alquanto 
grande.  ìlnlm.  12.  33.  Spiegasi  prima 
sopra  un  tavolotto  L'n  abito  niavi  di  mez- 
zalana.  l') 


TAVOLOZZA.  Quella  sottile  assicella, 
sulla  quale  tengono  i  pittori  i  colori  nel- 
l'alto del  dipigncre.  ì  iv.  Irov.  S^.  Cui 
proporgli  que"  molti  e  variali  colori  posti 
in  confuso  sopra  una  tavolozza.  l,al.  Sist. 
102.  Il  pillole  dai  semplici  colori  diversi, 
sepaiatamente  posti  sopra  la  tavolozza,  va, 
con  l'accozzare  un  poco  di  questo,  e  un 
poco  di  quello  e  di  quell' altro,  figurando 
uomini  ,  piante  ,  fabbriche  ,  ce. 

3  TAVOLUCCIA.  Tavola  piccola.  Ta- 
voletta. Lat.  tabella.  Gr.  Triva/i  òto-;. 

V  g.  Per  Quadrello,  l'iccola  tavola  nel 
signijic.  del  %■  Xll.  "  ì'nrch.  Slor.  9,  269. 
Gli  uomini  della  quale  (compagnia  del  Tem- 

fio.,  dato  che  s'  L"  i!  comandamento  dei- 
anima  ad  alcuno  che  dee  esser  giusti- 
zialo ,  vanno  a  confortarlo  tulla  nulle  ,  e 
il  di  r  accompagnano  a  uso  di  batUili , 
colla  tavoluccia  in  mano ,  sempre  confor- 
tandolo .  E  IO.  330.  Gli  teneva  la  tavo- 
luccia dinanzi  agli  occhi  ...  '  Cj 

•f  *  TAUHINO.  .'dd.  Di  lauro.  Mar- 
cheti.  Liicr.  lib.  6.  V.  l509.  Si  congiun- 
ge insieme  Con  la  colla  di  loro  il  le- 
gno in  guisa  ec.  ,  Che  di  punto  allentar 
le  commessure  1  taurini  lacci  abbian  pos- 
sanza. (Ai 

*\  TAURO.  V.  E.  e  della  poesia.  Toro. 
Lai.  laiirus.lf  jjr.  Fur.  27.  Ili-  Come 
paitcndo  afflilo  lauro  suole  ,  Che  la  gio- 
venca al  viucitor  cesso  alibla  ,  Cercar  le 
selve  e  le  rive  pili  sole,  Lungi  dai  paschi, 
ec.  (M) 

§.  Per  Uno  de'  segni  del  zodiaco.  Lai. 
Taurus  .  Gr.  ifì'spio;  TKJfo;  ,  Liician. 
felr.  son.  9.  Quando  'l  pianeta,  che  di- 
slingue r  ore  ,  Ad  albergar  col  Tauro  si 
ritorna.  Dani.  Piirg.  25.  Ora  era  ,  onde 
'1  sahr  non  volea  storpio.  Che  '1  Sole  avea 
lo  cerchio  di  merigge  Lascialo  al  Tauro, 
e  la  nulle  allo  Scorpio. 

TAZZA.  Sortti  di  vaso  di  forma  piat- 
ta, col  piede  di  diverse^  maniere.  Lai.  pa- 
tera, col)  la.  Gr.  t.f^lòf,  M-\àti.  Frane. 
Sacch.nov.  221.  (i(.  A  messer  Ilario  Do- 
ria  ec.  è  tolta  una  lazza  d'argento  di  va- 
luta di  trenta  fiorini.  E  appresso  :  Chia- 
mò un  suo  famiglio,  e  fegli  dare  una  tazza 
che  passava  ben  tre  libbre  d'aigento.  ien. 
Ben.  J'arch.  J.  9.  Veggovi  tazze  di  por- 
cellana, come  se  nelle  soperchio  spese  sj 
consumasse  poco  ,  se  e'  non  bcessono  1' 
uno  .-iir  altro  in  tazze  preziosissime  e  pie- 
ne di  gemme  quel  vino,  che  poco  di  poi 
debbono  ributlaie.  Ar.  Pur.  29  22.  Gran 
tazze  e  pieni  fiaschi  ne  tracanna  .  Bern. 
Ori.  I.  1.  19.  E  scherza  oc  col  bicchiere, 
or  colla  tazza. 

§.  I.  E  per  siniilit.  si  dicono  Tazsc 
Quei  gran  vasi  rotondi  di  marmo  ,  o  di 
pietra",  che  servono  per  ricevere  l'  acque 
delle  fontane ,  che  salgono  m  allo. 

§.  II.  ,7  lazza,  si  dice  d'Una  maniera 
di  fonder  metalli.  Ilenv.  Celi.  Oref  82. 
Questo  'e  un  modo  facilissimo  e  perfettis- 
simo I  di  fondere  J  ,  del  quale  essendo  10 
slato  inventore,  siami  lecito  chiamarlo  e.:, 
fondere  a  lazza. 

TAZZETTA.  Dim.  di  Tazza.  Borgli 
Moli.  l58.  Rè  era  nelle  lor  case  se  non 
se  una  colai  lazzetta  ,  e  come  ciotola ,  <; 
una  piccola  saliera ,  che  adoperavano  ne 
privali  sacrifizii. 

TAZZETTA.  Sorta  di  fare  di  diverse 
spezie,  detto  altrimenti  IS  arriso.  I.M.  nar- 

cissii  i  .  .r  ir 

TAZZONE.  Accracit.  di  laz^a.  rir. 
As.  3o3.  Piglia  quel  tazzone  .  e  lavalo 
multo  bene.  E  appresso^  Bevvi  tulio  ... 
uno  sorso  quel  grandissimo  tazzone  d. 
vino.  Duci:  Pier.  1.  3.  6.  Che  quel  no- 
bil  tazzon  di  quel  razzese  M  andò  più  giù 
pel  sen  ,  che  per  la  gola  .  E  i.  II-'- 
Questo  gran  tazzon  di  vmo  Io  propmo  A  te. 
Dio  ,  fahro  degU  anni  *  Car.  En.  8.  273. 


i486 


T  A  Z 


D'  arrostiLe  caroi  De'  tori  ,  di  via  puro  , 
di  focacce  Craa  fratti  ,  gran  canestri  e 
gran  tuxoni  S*  andaro  a  lorno-  (U) 

T  E 

TE.  Coir  E  chiusa,  foce  di  tutti  i  Casi 
ohi iq Ili  del  pronome  primitivo  TU,  distia' 
ta  dai  segni  de'  casi,  o  dalle  preposizioni 
espresse,  o  sottintese  .  Lai.  titi,  tihi,  te  . 
£occ.  nov.  18.  2^.  Miuaa  cosa  è,  che  per 
contentamento  di  te  far  potessi  ec. ,  cbe 
io,  come  per  me  mcdciiraa,  non  la  faces- 
ti ■  E  noi-.  28.  22.  Tu  non  gli  puoi  né 
vedere  ne  udire,  se  non  come  essi  le.  J,ah. 
Q.  Mentre  tu  e>timi  altrui  in  te  crudel- 
mente adoperare,  tu  solo  se'  colui  che  ver- 
so te  incrudelisci .  Jì  293.  Ahi  cattivello 
a  te  ,  rome  t'  eran  quivi  colle  parole  graf- 
fiati gli  usalti!  Petr.  canz.  a^.  5.  Sgom- 
bra da  te  queste  dannose  some  .  E  canz, 
l\0.  8.  Non  fa  per  te  di  star  fra  gente 
allegra^  Vedova  sconsolata  in  veste  ne- 
gra. Dani.  In/.  i6-  Felice  te,  che  si  parli 
3  tua  posta. 

§.  I.  Te  ,  quando  seguita  il  pronome 
senta  altro  segno,  è  sempre  nel  terzo  ca- 
so. Bocc.  nov.  t\1'  17.  lo  medesima  te  'I 
son  venuta  a  signi£care. 

§.  II.  Te,  si  prepone  alle  particelle  LO  , 
LI,  GLI,  LA,  LE  ,  NE.  Che  quando 
si  volesse  posporre  ,  non  più  si  direbbe 
TE,  ma  TI.  K.  TI.  Socc.  nov.  23.  l5. 
Figliuola,  se  tu  di  queste  cose  ti  crucci , 
io  non  me  ne  maraviglio,  ne  te  ne  so  ri- 
pigliare. E  nov.  43.  12.  Vogliamtelo  aver 
detto  ,  acciocché  tu  poi ,  se  questo  avve- 
nisse ,  non  ti  yiosii  di  noi  rammaricare.  E 
nov.  69.  7.  Lusca  ,  io  non  posso  credere 
rhe  queste  parole  vengano  dalla  mia  don- 
na ,  e  perciò  guarda  quello  che  tu  parli  ; 
e  se  pure  da  lei  venissero,  non  credo  che 
con  r  animo  dir  te  le  faccia.  E  num.  21. 
E*  mi  pare  che  egli  stea  in  maniera,  cbe 
sema  alcun  maestro  io  medesima  te  'I 
trarrò  ottimamente.  E  nov.  85.  12.  Oh, 
disse  Bruno  ,  tu  le  la  griferai  .  Fi/oc.  2. 
Il  Re  mosso  a  pieth  di  lei  ,  cite  1'  amava 
come  6gliuol;i,  disse:  non  piagnere,  che 
non  te  gli  darò. 

§.  III.  Te,  quando  è  posto  avanti  alla 
particella  NE,  o  affissa,  o  non  a^ssa  al 
verbo  ,  e  lo  stesso  che  il  TI  che  accom- 
pagna il  verbo  ,  e  fallo  neulr.  pass.  ,  e 
talora  semplicemente  ha  forza  di  parli- 
rella  riempitiva.  Bocc.  nov.  58.  4-  Cesca, 
cbe  vuol  dire  questo  ,  che  ,  essendo  oggi 
festa  ,  tu  te  ne  se'  così  tosto  tornata  in 
casa  T 

f  TE-  Pronunziato  coli'  E  larga  ,  e 
coti'  apostrofe,  secondo  diligenti  gramma- 
tici ,  e  la  seconda  persona  elei  singolare 
dell'  imperativo  del  verbo  TENERE,  e  va- 
le Tieni-  Lat.  accipe.  Gr.  rei.  Bocc.  nov. 
62.  |3.  Te  questo  lume  ,  liuono  uomo  , 
r  guata  se  egli  è  nello  a  tuo  modo  .  E 
nov.  100.  l5.  Te,  fa  compiulamentf  quel- 
lo che  il  tuo  e  mio  signore  t'  ha  imposto. 
5*  Es.  Fav.  T.  Bice.  62.  Cane  ,  non  mi 
mordere,  e  non  mi  al)baiare  ;  e  te'  questo 
pane.  (C) 

$.  I.  Te,  si  congiugne  talora  rolla  NE, 
raddoppiandosi  la  N,  ed  allora  NE  ser\-e 
in  vece  del  secondo  caso.  Bocc.  nov.  76. 
I^.  Forse  con  alcuna  altra  cosa  gliele  fe- 
ce sputare  ;  Icone  un'  altra  (  cioè  ,  lo- 
gliene  ). 

§.  II.  TV  te,  così  raddoppiato  j  modo 
di  allettare  1  cani  .  Cin'-  Celi.  8  l83. 
Ma  che  vuol  da  me  questo  cani',  che  egli 
mi  fa  tante  carme  T  te  te>  Oh  quanto  è 
amico  o  fedele  all'  uomo  quesl'  animale  I 

§.   Ili.  TV  te,  è  anche   Sorta  di  giuoco 

fanciullesco.    Afalm.  fi.    35.    Altri   giuoci  a 

le   le   con   paglie   e   spilli,    t^    Miniicc.  ivi  .- 

TV  te,  ec.  E  un  giuoco  da  fanciulli,  che 


T  E 

si  fa  così.  Pigliano  due  spilli,  o  due  corte 
fila  di  paglia,  e  posandole  sopra  un  piano 
liscio,  vanno  spingendole  colle  dita  tanto, 
che  uno  di  detti  spilli  o  fili  caralcbi  l'al- 
tro ,  e  quello  che  resta  di  sopra  vince  j 
giuoco  rosi  detto  dal  TV  te,  doè  tagli  , 
togli.  (B) 

TE.  Arboscello  che  nasce  nel  Giappo- 
ne, nella  China  e  nel  Siam,  donde  a  noi 
vengono  le  foglie  accartocciate  ,  per  uso 
di  bere  il  loro  decotto  ,  che  parimente  si 
appella  Te.  Lat.  'the.  Bed.  Jnnot.  Di- 
ttr.  40.  Il  te  è  una  l>evaoda  usilatissima 
tra  le  persone  noliili  nella  China  e  nel 
Giappone  ,  e  quasi  in  tutte  le  parti  dell* 
Indie  orientali,  e  si  compone  col  tenere 
infusa  netr  acqua  liollentc  una  certa  erba 
chiamala  Te,  ovvero  Cia 

TEATRALE.  Add.  Di  teatro.  Da  tea- 
tro. Lat.  Oieatralis,  theatricus.  Gr.  rea- 
rpir.o'i.  Salvia.  Pros.  Tose.  I.  l55.  E 
chi  dìrelthe  che  la  canora  Melpomene  , 
f;uemita  d'  una  teatrale  tragica  rìmhom* 
haute  voce,  col  pianto  stesso  dilettando, 
movesse  e  ammaestrasse  7 

TEATRICO.  A'.  A.  Add.  Teatrale. 
Lat.  tJieatralis  ,  tJteatricus.  Gr.  &£KTpi- 
Ito';  .  S.  Jgost.  C.  D.  Non  vo'  dire  che 
quelle  cote  mistiche  poetiche  sicn  più 
brutte  che  queste  tcatrichc  .  E  altfove  : 
Quella  tcatrira  e  favolosa  teologia  discen- 
de da  questa  civile  ,  e  rispondcle  nelli 
versi  de*  poeti  ,  come  rimbalzasse  nello 
specchio  . 

*  TEATRINO.  Pim.  di  Teatro  j  e 
dicesi  per  lo  più  di  Piccolo  teatro  nelle 
case  particolari.  (A) 

•(■  TEATRO.  ÈdifìciOj  dove  si  rappre- 
sentano  opere  drammatiche  ,  o  si  danno 
spettacoli  .  Lai.  iheatrum  .  Gr.  HrsaT^Ov. 
Bocc.  g.  6.  f  p-  Le  piagge  delle  quaU 
montagneltc ,  cosi  digradando,  giù  verso 
'I  piano  discendevano,  come  ne'  teatri  veg- 
giamo  dalla  lor  sommit'a  i  gradi  infino 
air  infimo  venire  successivamente  ordi- 
nati ,  sempre  ristrignendo  il  cerchio  lo- 
ro. Petr.  son.  XO.  Qui  non  palaxxi,  non 
teatro  ,  o  loggia.  * 

#  §.  1.  Teatro  ,  per  simili f.  dicesi  di 
Qualunque  luogo  cospicuo  pubblico,  dove 
SI  fa  piena  mostra  di  qualche  cosa.  Meni, 
rìm.  i.  28.  E  di  Ncllun  1'  impero  Tea- 
tro fu  della  virtù  divina.  E  \-  ll5.  Fe- 
bo mi  prese  a  dir:  Queste,  che  or  vedi. 
Capanne  e  abbietti  arrt-di  Saran  teatro  delle 
Muse  un  giorno.  (yS)  Bari.  Tens.  Press. 
cap-  4-  Il  primo  trovatore  di  questa  og- 
gidi  tanto  celebrala  ispcrienta  rsser>'  «t.ilo 
VangcUìla  Tttrrirelli,  onor  di  Farnta  che 
gli  fu  patria,  e  di  Fircnte  clic  gli  [u  schoU 
e  teatro.  (D)  Tass.  Ger  12.  54.  Pegno 
di  un  chiaro  Sol,  degne  di  un  pieno  Teatro 
opre  sarien  sì  memorande,  f  Min) 

>?  §.  II.  Teatro  ,  fgiiralam.  vale  an- 
che  /apparato.  Spettacolo.  Menz.  rim.  1. 
l44-  Vfdrein  donna  reale  ,  e  a  Irt  d'  io- 
torno  Alteramente  adorno  Ampio  teatro  di 
trionfi  e  spoglie.  (KS) 

tf  %.  III.  Teatro,  vale  anche  Udtenut. 
Segner.  Fred.  Ma  prima  vi  confesso,  udi- 
tori ,  rlie  mi  d^  quaii  rossore  il  dovere 
agitare  un  tale  argomento  Ìo  questo  tea- 
tro.   (C) 

tf  §.  IV.  E  per  Certhio,  Corona,  ec. 
Menz.  rim.  I.  330.  Questa  remota  «  so- 
litaria valle.  Cui  d'  intorno  »U|terbe  ergon 
le  fronti ,  E  fan  teatro  delle  curve  spalle 
Vestiti   di   smeraldo   orridi   monti.    (SS) 

TEBKftTI.%0.  /'    TIDURTINO. 

3  TECCA.  Piccolissima  macchia ,  Un 
mimmo  che  di  cattivo.  Lat.  laltecula ,  men- 
da. Gr  xvjìt'Jigv  Sen.  I*ist.  Della  qual 
rosa  e'  non  bar  ne  viiio  ,  ne  terra.  Tes. 
Br.  3.  7.  Tu  la  metterai  in  un  vasello 
di  rame  ben  nello;  r  i'  rlla  genera  alcuna 
mala  tccca  infra  tre  di  ,  qucU*  acqua  non 


T  E  C 

è  buona.  E  %.  34-  Io  non  perdono  volen- 
tieri altrui  lo  misfatto,  di  cbe  io  non  sento 
nulla  tccca  di  me. 

^  §.  ,Vo/i  rtf  sapere,  o  Non  ne  inten- 
der  tecca  ,  dicesi  quando  d'  a/cuna  cosa 
non  se  ne  sa  niente.  -  Varch.  F.rcol.  ^. 
Quando  i  maestri  voglion  significare  che  ì 
fanciulli  non  se  le  sono  sapute,  e  non  ne 
hanno  detto  straccio  ,  usano  queste  voci  : 
boccata  ,  boccicata  ,  bocricune ,  cica  ,  calia  ■, 
gamba  ,  tecca  ,  ec.  ».  (C) 

TECCHIRE.  Attecchire.  Lzl.  provenire. 
Gr.  rr^9/o:TT£tv. 

TECCHITO  .  Add.  da  Tecchire  .  Pa- 
taff".  2.  Ed  è  nuovo  anigogo,  e  mal  lec- 
chilo ^noè,  cbe  ha  fatto  mala  pruova). 

TECCOLA.  Dim.  di  Tecca.  Lai.  labe- 
cula.  Gr.  x»)itòi3v. 

TECCOLINA  -  Dim.  di  Teccola  .  Lai. 
labecula.  Gr.  xi;>iòiOv.  Fr.  Giord.  Prtd. 
B.  Si  confessi  in  maniera  ,  cbe  non  ri- 
manga una  menoma  teccolioa  di  peccata 
da  dire. 

TECO.  Con  te.  Con  esto  te  ;  e  si  ac- 
compagna alcuna  volta  con  le  voci  STES- 
SO, e  MEDESIMO,  e  talora  anche  vi  si 
replica  la  preposizione  CON  in  amendue  1 
generi.  Lat-  tecum.  Gr.  fitroi  eoZ.  Bocc. 
nov.  80.  26-  Spero  d'  avere  ancora  assai 
di  buon  tempo  con  leco  .  E  nov.  83.  6. 
Egli  ti  dirà  incontanente  cbe  tu  avrai  a 
fare,  e  noi  ne  verrem  tcco.  /'-'  Amor.  Fis. 
21.  Insieme  me  ne  venni  tcco  istesso ,  E 
sai  cbe  '1  picriolino  mio  fratello  Uccisi . 
Fiamm.  X.  56.  Cerio  voler  noi  dei,  uh 
credo  che  'I  vogli,  se  savia  tcco  medesi- 
ma ti  consigli .  Petr.  son.  206.  E  con 
duro  pensier  tcco  vaneggio .  Dant  Inf. 
IO.  Mio  figlio  ov' e,  e  perchè  nonèteeoT 
Bim.  ant.  F.  B-  Con  leco  a  guerreggiar 
si  muove  Amore.  Ciriff.  Calv.  I.  3.  Or 
vo'  venir  con  leco ,  acciocch*  io  intenda. 

t  TECOMECO.  Posto  in  vece  di  susL., 
si  dice  di  Colui,  che  parlando  teco ,  dice 
male  del  tuo  avversano  ,  e  parlando  col 
tuo  avversario  dice  male  di  te  .  Lat. 
versutns  .  Gr.  «UoT/;o  JatiJo?  .  Cavale. 
Pungil.  216.  E  questi  tali  si  cbiam«no 
comunemente  tcconieco ,  che  non  ban. 
no  fermexta  in  sue  parole ,  sì  che  per 
seguente  generano  molti  scandoli.  l'arch. 
hrcol.  79.  D'  un  commettimale,  il  quale 
sotto  spcxie  d'  aroicisia  vada  ora  nferendo 
a  questi  c  ora  a  quelli,  si  dice;  egli  e  un 
tecomeco  .  Camp.  A-antell.  Fgli  ha  roda 
di  scorpio,  e  viso  umano,  Gran  tecome- 
co, simoniaco  e  ingordo.  Lupo  rapace  e 
di  lingua  e  di  roano,  l.ib.  Son.  10.  E*  si 
conosce  fra'tuoi  ailtaldoni  Vn  certo  hurias- 
so,  un  Irromeco.  J.asc.  madr.  8.  Credimi 
che  tu  se'  un  tecomeco. 

3  TEDA.  f.  L.  Fiaccola  che  usavano 
gli  antichi  nelle  solennità  nuùali  .  Lat- 
ttrda  .  Gr.  o«;  .  Amet.  37.  Ed  entrala 
colle  accese  tede  nella  camera  del  novello 
sposo  ec,  lieta  Ira  1'  altre  giovani  contonla 
mi  poteva  dire- 

^  %.  E  figuratam.  per  te  slesse  y'otze. 
m  Jmet.  4Ò.  La  qua'e  eui  pietosi  ad  uno 
armigero  di  Marte  congiunsero  con  do- 
lorose tede  in  malrimonio  ".  Ovid.  Pist. 
57.  L'onesta  leda  diede  le  a  me  ,  e  me 
a  le.  (C) 

TEDA  .  Spezie  di  pino  satvtHico  ,  del 
cui  legno  si  fanno  varii  lavori.  Lai  teda, 
tarda,  pinus  sylvestris  Gr.  c«Jio»-  Ber». 
Ori.  3.  7.  16  Ove  aveva  di  pianir  ugni 
maniera.  Lerci,  querce,  ed  altri  arbori  da 
ghiande.  Larice,  leda,  pino,  abeto  v*  era  ■ 

•f  «  TEDDEO,  e  TEOEO.  foce  po- 
co usata  .  Inno  della  Chiesa  ,  con  cui  si 
suole  ringraziare  iddio  de*  suoi  heneficii; 
ed  è  così  detto  dalle  parale  latine  Te  Peum, 
onde  cominci,!  .  .Morg.  37.  157-  E  dopo 
lunga  e  dolce  salmodia,  Ad  alla  voce  udir 
ranlar  Tedeo ,  ce.  Pticc.   Centit.  cani.  3. 


T  E  D 

E  poichi.-  a  Tdaeo  rirtcUo  il  .anto.  Il 
P.pa  fé-  -cnir  quivi  .1  «Itero  .  E  d«se  : 

''tEDIABE.  Te^re  a  tedio.  Inttrlenere 
noiondo,  l^oiare.  LdI.  lu-d.o  nfficere.  ,V. 
r  10.  lOO.  Ogni  uomo  che  1  udia,  te- 
diando face»  niaravieliire-  l^l^rg-  l?-  *7- 
E-  colpi  e  r  altre  cose  che  faca  Per  con 
tediar  chi  Ugge,  non  si  conta.  Cas.  UH- 
rer  DOD  tediar  V.  S.  lllnslriss.  con  lungo 

*  e.  Em  signific. '>ei,lr.  e  neuir  pnts. 
,.alc  Annoiarsi  tior.  S.  Iranc.  l5o.  E 
cosi  aspettando  per  grande  spa"0,  alquanti 
cominciarono  a  tediare  e  dire  che  pecorone 

è  costui?  (ì'ì  f    „,-» 

TEDIO.  !<oia  che  si  patisce  per  lo  pm 
nelr  aspettare  ,  Rincrescimento.  Lat.  (<r- 
dium  .molestia  .  Gr.  ^ujyofca  ,  av.y  . 
itacstru::.  2.  10.  1-  L'  acc.d.a  .mpo.  ta 
alcuno  tedio.  M-  /  ■  9-  S^'  ^"^  '^•".  7'- 
ture  e  Iravaglie  contlnove ,  sema  intro- 
messa delle  forestiere,  possono  ingenerare 
tedio.  Cabale.  Fruii.  Img.  Almeno  per 
tedio  si  vincano  face,  per  importunila). 
Petr.  cap.  3.  Vuoi  vedere  in  un  cuor  di- 
letto e  tedio  Dolce  ed  amarol  or  mira  il 
fero  Erode.  Bern.  Ori.  I.  4-  25.1'icnd. 
malinconia  tutto  e  di  tedio  ,  Sol  se  ne  sia  , 
ne  vuol  pur  eh'  altri  il  veda . 

§  I.  Tenere  a  tedio,  e  Stare  a  tedio, 
vaetiono  Tediare,  o  Esser  trattenuto  no- 
iosamente, ìlorg.  5.  8.  E  non  ha  ignuo, 
per  tenerla  più  a  tedio,  Ch'  a  corpo  a  cor- 
po con  lei  voglia  guerra.  E  11.  iS-  Si  di- 
partì sema  più  stare  a  tedio. 

-    ~     lì.    Venire  a   tedio  di  una   cosa  . 


T  E  G 


1  E   G 


,/i«7 


,.ale  Attediarsene .  S.   Caler,  leti.   Sg.   La 
mente  ne  viene  a  tedio  e  tristizia.  (ì  ì 

•+  «  TEDIOSAMENTE.  Ai'i'Crb.  Con 
tedio.  East.diosamente .  Stucche^'olmente. 
Uden.  !Sis.  3.  45.  Il  secondo  pecca  in  c- 
pisodcggiare  affettalamenle  sopra  le  delizie 
de'baci;  la  quale  incidenza  ingomlira  spes- 
so  tediosamente,  non  meno  che  impudica- 
mente, le  parli  ec.  (A) 

•+  *  TEDIOSITÀ'.  Bincrescevolezza . 
Stucchevolezza.  Uden.  Nis.  3.  38.  Ammon- 
lar  le  centinaia  de'  versi  ove  non  operano 
cosa  alcuna  ,  salv,.  la  tediosil'a  e  .1  disagio 
del  mal  rapitalo  lettore.  (A) 

TEDIOSO  .  Add.  Pi  tedio  ,  ?>oioso  . 
Rincresce.ole.  Lat.  molestus.  Gr  av.afOJ. 
J?occ  p.  2.  /.  3.  Giorni  per  le  vivande  ,  le 
quali  s'  usano  in  quegli  ,  alquanto  tediosi 
alle  più  genti.  Fiamm.  4.  101.  Poiché 
quelle  dante  essendomi  divenute  per  altro 
Jensier  tediose,  ec.  M.  V.  9.  5l.  Loro 
guerre  erano  inferme  e  tediose.  Cron.  Mo- 
rtll.  Tu  diverrai  tedioso  ,  ontoso  ,  e  ma- 
ninconico,  e  tristo.  *  Borgh.  Arm.  Pam. 
56.  E  tanti  altri,  che  sareUie  cosa  tediosa 
a  dire.  (F)  ,     ^, 

•+  *  §  Tedioso,  vale  anche  Che  si  te- 
dia. Che  s-  annoia.  I  il-  SS.  Pad.  2.  68. 
Era  mollo  grande  bevitore  ec.  dissoluto  e 
tedioso  delle  cose  divine.  (V) 

TEGAMATA.  Tanta  materia,  quanta 
entra  in  un  legame. 

§.  Per  Colpo  dato  con  tegame.  Lasc. 
rim.  madr.  3o.  L'  ha  tocco  più  picchiate. 
Panate  e  piattellale  e  tegamate,  Che  non 
ha  peli  addosso. 

TEGAME.  Vaso  di  terra  piatto  con 
orlo  alto,  per  uso  di  cuocer  vivande.  I  ed. 
Flos.  ìli.  Frane.  Sacch.  nov.  124.Aven. 
do  mandato  uno  tegame  con  uno  lombo 
e  con  arista  al  forno.  E  appresso  :  Que- 
sto tegame  è  carne  d'  altrui,  e  non  e  la 
nostra.  Slorg.  27.  56.  E  Boncisvalle  pa- 
reva un  tegame.  Dove  fosse  di  sangue 
un  gran  mortilo.  Buon.  Fier.  2.  1  17 
Accompagnate  da  una  gran  corte  D'  or- 
ciuoli  e  di  legami.  E  Tane.  ti.  1.  Ed  ha 
lascialo  andar  tulle  le  dame.  Perche  tu 
pigli  un  viso  di  tegame. 


TEGAMINO.  Dim.  di  Tegame.  Art. 
Vetr.  Pier.  7.  129.  Questa  polvere  d'oro 
si  mella  in  tegamino  di  lena  a  cabina- 
re   in   fornello,  tanto   che    venga    polvere 

rossa. 

TEGGHIA.  Vaso  di  rame  piano,  e  sta- 
enato  di  dentro,  dove  si  cuocono  torte  , 
migliacci,  e  simili  cose.  E  Tegglua  si 
chiama  un  Vaso  simile  di  terra,  o  di 
ferro,  con  che  si  copre  il  piatto,  o  il  te- 
game, e  anche  la  sle.<.<a  Tegghia;  la  qual 
leggina  infocala  rosola  le  vivande.  Lat. 
cfil,anus.  Gr.  zK^xvO;.  Dani.  Inf.  29. 
Io  vidi  due  sedere  a  sé  appoggiali.  Come 
a  scaldar  si  popgia  tegghia  a  tegghia.  fr 
6  19.  1.  Si  confelli  la  sua  polvere  (del- 
la bistorta)  con  albumi  d' uovo,  e  s; cuo- 
ca sopra  una  tegghia,  e  si  dia  allo  nfer- 
mo.  . 

§.  E  Tegghia  parimente  si  dice  un 
Arnese  di  rame  di  superficie  convessa, 
sostenuto  da  alcuni  piedi  dì  ferro,  sopra 
di  cui,  postovi  sotto  il  fuoco,  si  distendo- 
no i  collari,  e  simili. 

TEGGIIINA.  Dimin.  di  Tegghia.  Tes. 
Pov.  P.  S.  Empine  una  gallina,  e  cuc- 
cila in  una  leggbina. 

TEGGHIUZZA  .  Dim.  di  Tegglua  . 
Bocc.  nov.  5o.  14.  La  tegghiuzia,  sopra 
la  quale  sparlo  1'  avea  ec.,  10  la  misi  sot- 
to quella  scala. 

TEGLIA.  Tegghia.  Ì-M.  clibanus.  Gr. 
xiliavo;.  *  31.  Aldohr.  Recipe  gillaione 
arrostilo  nella  teglia  calda.  (B)  Buon.  Fier. 
2  1  l5.  E  lu  che  porti  Da  vasi  rispran- 
gare,'  e  teglie  fesse,  ec.  E  4.  4-  7-  f°- 
pra  '1  cappello  Messagli  una  gran  teglia, 
ov'  altri  in  capo  Gli  slia  a  mangiar  la 
torta  a  suo  beli'  agio.  Malm.  S-  20.  Te- 
glie e  padelle,  inutili  ornamenti.  Star  ap- 
piccate al  muro  per  gli  orecchi. 

TEGLIATA.  (Juanlila  di  roba  da  cuo- 
cersi in   una  volta  nella   teglia. 

TEGLIONE.  Teglia  grande.  Malm.  i. 
5l.  La  pala  nella  destra  tien  del  forno, 
NeUa  sinistra  un  bel  teglion  marmalo. 

3  TEGNENTE.  Lo  stesso  che  Tenente, 
cioè  Che  attacca.  Che  tiene  attaccato.  Che 
difficilmente  si  stacca.  Tenace.  Lai.  le- 
na.v.  Gr.  CiaSr,:..  Cr.  I.  II.  2.,  M"  *" 
la  terra  si  Iruova  più  soluta  ,  cioè  meno 
te"nente,  si  deono  i  fondamenti  pm  aden- 
tro cavare.  Amet.  45.  Con  loro  eongmnte 
con  tegnente  vinco.  Fir.  rim.  buri.  82.  Db 
che  bella  calcina.  Bianca  come  farina,  t 
più  tegnente  che  la  gelatina  1 

+  §  l.  E  figuralam.  per  Avaro,  Bi- 
tenuto  nello  spendere.  Lat.  parcus.  Gr. 
=  5i^w)!r,.  Agn.  Pand.  67.  Dicem.  uno 
'  mio  amico,  uomo  in  altre  cose  intero  e 
severo  ,  ma  nella  masserizia  forse  troppo 
tegnente,  che  ec.  E  appresso  .•  Ove  vi  do- 
vere' 10  insegnare  essere  liberali  e  cor- 
lesi   io  v'  insegno    essere  troppo    tegnen- 

S  li.  Tegnente,  per  Possedente.  Lat. 
lenens.  Gr.  ypxToTv.  ^me(.  89.  Oh  me- 
co tegnenti  le  case  superne  1 

TEGNENZA.  Astrailo  di  Tegnente; 
Tenacihi.  Cr.  3.  22.  3.  Congiugne  e  fa 
tenere  le  paste  di  quei  pam  che  cotti  non 
hanno  tegnenza,  ma  spezzansi  e  tiilansi. 

TEGOLA.  Tegolo.  Lat.  legula.  Irgii- 
lus,  Plaut.GT.  yip-y.pUi.Cr.li.  35.  2.  In 
mondo  vaso  si  ponga  con  salvia  avente 
nel  fondo  due  mazze,  ovvero  una  tegola 
netta.  Buon.  Tane.  4.  1.  E  le  faine  am- 
mazzinmi  1  pippioni,  E  del  tetto  mi  rom- 
pano  oj;ni  tegola. 

*  §  Tegola,  per  Mattone  si  trova  u- 
.,ato  dagli  antichi.  Vii.  SS.  Pad.  Ammonio 
avea  un  monasterio  muralo  intorno  di 
tegole  crude,  come  quivi  s'  usa.  (Aj 

*  TEGOLAIA.  Fornace  dove  si  fan- 
no le  lesole,  come  dicevasi  Mattonaia  quel- 
la  dote     si  fanno    1    mattoni   J    onde    in 


Firenze  v'  e   un   luogo  dello  ancora   og- 
gidì   Porgo  tegolaia.    Salvia,  Malm.  lA) 
TEGOLETTA,eTEGOLETTO.  dm. 
di    Tegola    e   di    Tegolo j    Picciol  tegolo. 
TEGOLINO.    I)im.   di    Tegolo. 
f  TEGOLO      Propriamente    Sorla  di 
lavoro  di  terra   cotta,  lungo  e  arcato,  che 
serve  per  coprire  sui  telti  le   congiuntu- 
re degli    embrici  ,    e    in     alcuni     luoghi 
i    Telti    stessi.    Lai.    legula.    Gr.     r.iptt- 
fio^.    Cr.  1.   7.    2.    La    casa,   o    piccola  o 
"lande  che  sia,  o  murala  ,  0  non  murata, 
sia  coperta    di   tegoli,  o   di  cannucce.  Sen. 
Pisi.  90.  Miselo   in  prima    a  cuocere  sot- 
to   la    cenere    calda,  poi  dopo  alcun   tem- 
po il    mise  in    uno  tegolo  caldissimo.  Val. 
Mass.    P.   S.    Tolse  tegoli  di  marmo. 

*  TEISMO.  Terni,  dottrinate  Dot- 
trina del    Teista.   (A)  ,        „  , 

u'  TEISTA.  Term.  dottrinale.  Colui 
che,  ammettendo  f  ciistenza  di  Pio,  ri- 
getta ogni  rivelazione,  ed  altro  non  rico- 
nosce circa  la  riviniti,  se  non  ciò  che  la 
filosofia  naturale  ne  .miopie.  Pallav. 
Per/.  Crisi.  1.  l3.  Si  rifiutan  ec.  1  puri 
teisti,  cioè  conoscitori  di  un  Dio  in  quanto 
egli  è  sol  autore,  e  governatore  della  na- 
tura. (P)  _,  .     . 

f  3  TE'LX.  lavoro  di  fila  tessute  insie- 
me i  e   si  prende  anche  per    Tutto  quello 
die  in  una  volta  si  mette  in  telaio  j  e  più 
'comunemente  s"   inleiidt    di    Quella   .fatta 
di  lino,  o  canapa.  Lai.  tela.  Gr.  uf  >I,  ^fOi- 
Pass    36o.  La  donna  buona    massaia   so- 
"na  lino,  e  '1  buon  filato,  e  la    tela  ordi- 
ta e  tessuta.    Poco.  nov.   23.  4.    Veggen- 
do  lui  ancora  con  tulle  le    sue    ricchezze 
da  niuna  altra  cosa  essere  più  avanti,  che 
da  saper  divisare  un  mescolato,  o    lare  or- 
dire una  tela,  ec.  Enov.  80.  29.  Li  cinque- 
cento, che  mi  rendesti,  incontanente  man- 
dai a    Napoli    a    investire    in     tele.    Pani. 
Inf.   17.   Ne  fur  lai  tele  per    Aragne    im- 
poste.   Petr.  cap.   10.  Poi   con  gran  subbio 
e  con  mirabil  fuso  Vidi    tela    solili  tesser 
Crisippo.  Buon.  Fier   5   5.  2.  Da  fondachi 
vi  s'  offre  il  dcippo  a  fiamme,  11  panno  ver- 
de, e  le  tele   d'  Olanda.   *   Bellin.  disc.  1. 
23q.  Aviam  determinato  esser  la  tela  un  in- 
lessimento  di  fila.   Ora  e'  bisogna  che  voi 
sappiate  che  questo  ìntes,simcnlo  51  fa  con 
disporre  per  lo  lungo  due    ordini   di  fila- 
menti che  si  chiama  ordito,    e    attraverso 
di  questi  due  ci  si    conduce  un  altro  filo 
che  si  chiama  il  ripieno.  CO 

S  §.  I.  Efi'guratam.  .<  Petr.  son.  32.  S 
Amore,  o  Morte  non  d'a  qualche  slroppio 
Alla  tela  novella  eh'  ora  ordisco.  Cavale. 
Fruii  ling.  La  tela  deUa  vita  tua  spesse  vol- 
le e  tagliata  per  morte  in  sul  telaio  ..  .  (C) 
8  11  Per  metafora.  Boez.  G.S.prol. 
La  nostra  cognizione,  velata  dalla  corpo- 
rea tela,  a  discerner  la  veriladc  de  sin- 
golari efl-elti  e  le  loro  cagioni  P"  seme- 
desima  i;  insofiicienle.  ^ov.  ani.  83.  J.  A 
dire  come  fu  temuto,  sarebbe  gran  tela 
(  cioè,  cosa  lunga).  Varch.  Slor  8.  I»?. 
Giano  fuggi,  come  si  dice,  la  tela,  e  lece 
vista  o  di  non  sapere,  o  d.  non  curar 
quello  eh'  aveva  di  lui  sparlalo  Lorenzo 
e  cioè  ,  le   insidie  ).  ,    „       .        „-, 

S  III.  Tela,  vale  altresì  Quadro,  Pil- 
tura.  *  Baldin.  toc.  Pis.  E  perche  di 
questo  panno  lino  o  canapino  si^  fanno 
i  quadri  per  dipignere,  perciò  fra  pittori 
si  piglia  bene  spesso  questa  voce  tela  ,.er 
lo   slesso  quadro.   (!S)  j.^.,.  r 

+  *  S  IV.  Tela  giiidiciaria,  dicesi  l 
Andamento  di  una  causa,  la  Formolo, 
prescritta  per  la  formazione  di  un  prò- 
Lso.  /^"-.'d.-.c.  »..  42>eprc  e  an- 
mavversioni,  ovvero  giustizie  de  rettori  gè- 
nerano  più  spavento  nelle  menti  de  po- 
poli che  quelle  che  si  fanno    secondo  la 

'''tIlAIETTO.'^Ì).".,,..*  Telaio;    Pie- 


i48S 


TEL 


col  telaio.  Ricett.  Fior.  92.  Le  cose  u- 
midc  ec.  si  passano  per  stamigna,  o  pan- 
ni tesi  sopra  un  tclaìctlo. 

TELAIO.  Striiìficnlo  di  legname,  nel 
quale  si  tesse  In  tela.  Lai.  textrinum.  Gr. 
isxO<Jf'y£7ov.  Cavale.  Fnttt.  Img.  La 
tela  della  vita  tua  spesse  vulte  è  tagliata 
per  mortf  in  sul  telaio.  Fir.  As.  \')\. 
Tu  troverai  certe  vecrhie  tessitrici,  le  qua- 
li ti  preglierannn  rlie  tu  sii  coalcnla  d' 
aiutar  loro  un  poco  a  tessere  una  tela  eh' 
elle  liunno  in  sul  tehiiti.  flurch.  %.  2.  Ed 
a  pena  son  posto  in  sul  descbetlo  ,  Chd 
mia  madre  si  leva  dal  telaio. 

§.  L  Telaio,  vale  unclie  Le^/infne  com- 
messo in  quadro,  0  in  altra  forma,  sul 
quale  si  tirano  le  tele  per  dipingervi  so- 
pra  .    T'ed.    il    J'ornl>ol.   del    Disegno. 

§.  II.  Telaio,  e  ancora  un  /-imese  di 
ferro,  o  di  leiino,  nel  qua/e  gli  stampa- 
tori  serrano  con  vili,  0  simili,  le  forme 
per  lo  più  nel  metterle  in    torchio. 

*  g.  III.  Telaio,  è  anche  termine  ge- 
nerale degli  /iflisti,  e  specialmente  de* 
Legnaiuoli ,  i  quali  così  chiamano  quat- 
tro pezzi  di  legname  commessi  in  quadro. 
Fasar.  Telaio  dille  impannate,  ve.  Quel 
semplice  telaio  di  Ic^^no,  che  prima  ser- 
viva per  coro  in   chicca.  (A) 

*  g.  IV.  Telaio  di  un  tavolino,  chia- 
mano i  Legnaiuoli  quella  parte  che  col- 
lega i  piedi,  e  su  cui  posa  il  piano.  (A) 

*  §■  V.  Telaio,  è  anche  tcrm.  usato 
dtì  varii  artefici  per  denotare  qualunque 
macchina  che  ahhia  qualche  similitudine 
ron  quello  da  tesser  la  tela.  Telaio  di  fer- 
ro da  far  calze  ,  «;d  altri  lavori  a  ma- 
1^1  ia  .  Telaio  de' legatori  di  lihri  per  cu- 
cire   insieme  i  quinterni.  (A) 

V  g.  VI.  Telaio,  chiamano  i  Parruc- 
chieri una  Macchinetta  composta  di  due 
ritti  imperniati  in  un'  asse  ad  uso  di  tes- 
sere i  capegli .   fA) 

*  g.  VII.  Telaio,  per  Ossatura  ove 
s'  attacca  che  che  sia.  imperf.  Anni.  i33. 
I  muscoli  non  s'  atlertelihero  con  fi'rmez- 
za  ,  se  gli  ossi  non  fahhrirasscro,  per  cosi 
dire,  un  telaio  dove  sodamente  attaccar- 
*i-  (F) 

•f  «  TI:L.\BETT0.  Dim.  di  Telaro, 
o  Telaio;  l'iccol  telaio,  liicett.  Fior.  '^l^. 
Le  cose  umide  ce.  si  paesano  per  istanii- 
gna,  o  panni  teiti  sopra  un  telaretto  (così 
legge  il  Focahol.  alla  »occ  STAMIGNA). 
fìaldin.  J'oc.  Dìs.  Di  queste  lettere  ce. 
»c  ne  formano  pagine,  telarelti,  e  forme 
della  grandezza  che  si  vuote  sia  il  foglio 
du  imprimere  ,  ec.   (A) 

*  TELAHO.io  stessoche  Telaio.  Ma- 
gai. Lett.  Le  facce  sono  quattro,  co'  te- 
lari  di  noce  d*  India,  e  le  colonnette  ,  i 
sostegni  ve.  di  canna  parimente  d'  India  ec 
ogni   telaro   è   da   sì-,    ec.    (Ai 

»  TELEGRAFICO.  Add.  Attenente  a 
telegrafo,  a  venuto  per  telegrafo.  (C) 

t  #  TELEtlHAFO.  Macchina  posta  in 
rima  alle  totTÌ,  o  in  altri  luoghi  elevali, 
lolla  quale  per  via  di  segni  convenuti  si 
può  dar  notitia  di  checchessia  a  coloro 
che  si  trovano  in  grandissima  lontanan- 
za. (A) 

TELERI'A.  Quantità  di  tele.  Cecch. 
Servig.  1.  /|.  E  ciò  fu,  che  morendo  L'  an- 
no trentotto  in  Bolof^na  un  mercante  di 
telerie,  ec.  /lufin.  Fier.  \.  ^.  8.  E  »i  tra- 
vestono Non  pur  «li  telerie:  ec.  F  l\.  2. 
^.   E  panni  e  telerie,   velami  e  tocche. 

TELESCOPIO.  Strumento  di  più  cri- 
stalli, coi  quale  si  vedono  le  cose  di  lon- 
tano j  che  più  comunemente  si  dice  Can- 
nocchiale. Gal.  Sagg.  3f)7  Quando  noi 
a1)Iiian)0  detto  che  il  telescupio  spoglia  le 
•Ielle  di  quello  irraggiamento,  alihiamo  vo- 
luto dire  ec  lìuon.  I  ier.  l\.  a.  7.  Te- 
ner vidi  in  niiuio  Liliri  o  romjKissi  e  le- 
Icscopii  0  squadre.  Red.   Lett.     Occh.     In 


TEL 

quella  guisa  appunto,  rhc  ce.  avvenne  al  • 
nostro  famosissimo  Galileo  Galilei,  il  quale  1 
avendo  udito  per  fama,  che  da  un  lai 
Fiammingo  fosse  stalo  inventato  quell'oc- 
chiale luoj;o,  che  con  greco  vocaholo  chia* 
mabi  telescopio,  ne  lavoro  uno  simile  con 
la  sola  dottrina  delle  relrazioiii,  senza  a- 
verlo  mai  veduto. 

TELETTA.   Dim.  di   Tela. 

g.  Teletta,  diciamo  anche  una  Sorta  di 
drappo  tessuto  per  lo  più  con  oro,  o  ar- 
gento. Serd.  Stor.  Intl.  i5.  6l!^.  La  sop- 
pannò di  dentro  di  dummasco,  e  di  fuo- 
ri la  copri  di  lelella  d'oro.  F  16.  65o. 
Si  aggiugncvano  doni  di  real  magnificeu- 
za ,  vesti  di  teletta  d'oro  e  d'  argento. 
E  lett.  Ind.  3.  8u6-  Erano  stati  porta- 
ti dall'India  alcuni  fornimenti  da  chie- 
sa con  una  pezza  di  teletta  d'oro,  f'arch. 
Stor.  II.  3,iQ.  Avevano  indosso  ciascuno 
una  casacca  di  raso  rosso,  colla  manica 
medeiimaniente  squartata  di  teletta  ;  ave- 
vano le  calze  di  raso  rosso  filettate  di  te- 
letta Lianca.  Fir.  As.  5o.  Vcdevansi  i 
letti  ricchissimi,  e  di  cedro  e  d'avorio  ri- 
splendenti, le  cui  cortine  parte  erano  di 
hrorrato  e  di  velluto,  alcune  altre  di  te- 
letta d'oro. 

•f  *  TELLINA.  Cenere  di  nicchi  In- 
vaivi marini.  Tagl.  Leti.  se.  Sostiene  che 
alcune  piante  siano  ermafrodite  ,  siccome 
asserisce  essere  fra  gli  animali  le  telline 
e  le  conchiglie.  (A) 

TELO.  Propriamente  Pezzo  di  tela, 
che  cucito  con  altri  somiglianti  compone 
vestito,  lenzuolo,  o  cosa  simile  j  ed  è  per 
lo  più  della  lunghezza  della  cosa  che  egli 
compone.  JJocc.  nov.  38-  9.  Dietro  a  teli 
di  trabacche,  che  tesi  v*  erano,  si  nasco- 
se. Frane.  Sacch.  rim.  ^7.  Fece  la  terra 
il  Re  dell'  universo  Si  grande  ,  e  M  mar, 
che  infra  lungo  telo  Può  solo  star  chi 
vuol,  senza  contesa  (qui  per  similit.  )  . 
Malm.  7.  34.  Mentre  in  quel  telo  Con- 
templa in  campo  liianro  ì  6or  vermigli 
(qui  sì  parla  di  tovagliolo }.  Farcii,  l.ez. 
2i4'  Non  coDohhc  un  telo  dipinto,  giudi- 
candolo vero,  e  comandando  che  .si  le- 
vasse per  poter  vedere  la  Ggura  (qui  va- 
le tela)  . 

TELO.  Pronunzialo  coli' E  larga.  F. 
L.  Sorta  d'arme  da  lanciare.  Lai.  telum . 
Or.  fìi'koi.  Dani.  Purg.  12.  Vedeva  Bria- 
rco  fitto  dal  telo  Celcstia!  giacer  (qui  per 
fulmine)  .  Rim.  ani.  C.uitt.  90  Ruppe 
l'aureo  telo,  Per  empier  del  Roman  le 
sante  voglie.  Tcseid.  1.  7.  Ciascuna  col 
suo  telo  De' masi  hi  suoi  gli  spirti  s«t.gni 
nosi  Caccio.  Ar.  Fur.  il.  22.  Ma  poco 
ci  giovò;  che  'I  nemico  empio  Dell' uma- 
na natura,  il  qual  del  telo  Fu  l' invcn- 
tor,  ec.  (  qui  Jìguratam  per  »rrhihuso). 
*  Red.  Son.  20.  Poi  di  morte  cadrà  quel 
ferreo  telo,  Forse  in  giorno  non  tuo,  che 
il  tutto  rompe;  Che  gioveran  tanti  trion- 
fi, e  pompe,  Se  fia,  meschino,  che  tu  per- 
da il  -CicIoT  (DJ 

*  ;;.  /'  per  metaf.  Ar.  Fur.  35.  l. 
Poi  che  uscì  da'  lui  To>tr"  occhi  il  telo 
Che    il   cor   mi  fisse.   (If) 

•f  *  TELONARIO.  Foce  poco  usata. 
Cabellierr.  Fit.  SS.  Pad.  a.  a3o.  cap. 
19.  tit.  Di  Pietro  lelonario,  cÌoJj  baochir- 
re,  che  diventò  ec.  F  a33.  Or  come  »i 
somiglia  questo  ischiavo  a  ntcsser  Piero 
lelonario?  /-;  appresso:  Quanto  più  lo 
guatavano  ,  tanto  più  si  certificavano  rhc 
Vfi}i  era  Piero  lelonario.  F  a34-  Vera- 
mente questi  è  mc«ser  Piero  lelonario.  fF) 

t  *  TELO.NIO  .  Ranco  de' gaMlieri 
Raldìn.  IW.  Aveva  rappresentalo  un  ga- 
belliere  sedente  al  suo  trlouio.  (.t) 

t  *  §.  Telonio  ,  dii-esi  anche  il  Ran- 
co del  canit'iatore,  e  per  similit.  di  (Qua- 
lunque banco  dove  si  stia  a  lavorare ..^egner. 
Mann,  Sttl.  38.   a.  Con  quella  risoUuio- 


T  E  L 

ne,  che  avevano  dimostrata  non  solo  un 
Giacomo  e  un  Giovanni  partitisi  dalle  re- 
ti, ma  un  Matteo  stesso  ipiccatosi  da  no 
telonio.   (Fj 

TEMA.  Pronunziato  coU' E  stretta. 
Susi,  da  Temere.  Timore,  Paura,  Te- 
menza. Lai.  timor.  Gr.  eóBoi-  Rocc.  In- 
trod.  21.  Mossi  non  meno  da  tema,  che 
la  corruzione  de'  morti  non  gli  offendes- 
se, che  da  carità.  F  nov.  17.  ^|,  Per  te- 
ma delle  reprensioni  d>-l  padre  ^  e  che  U 
donna  rubala  non  gli  fosse  lotta.  Xov. 
ant.  5g.  !^.  Per  tema  di  ciò,  che  era  av- 
venuto, che  non  avvenisse.  Dant.  Jnf.  2. 
Di  questa  tema  acciò  che  tu  li  solve. 
Dirotti  perch'i'  venni.  E  3.  Si  che  la  te- 
ma si  volge  in  desio.  Albert,  cap.  50-  La 
tema  di  Donieneddio  sia  procacciameolo 
tuo,  e  verratti  guadagno  senta  fatica,  per- 
ciocché la  tema  d'  Iddio  è  chiave  ad  ogni 
bene,  ed  et  condotto  ad  aver  parte  della 
gloria.  Ciamhon.  Mis.  (Jom.  Go.  Meglio 
e  un  poco  acquistalo  con  tema  di  Dio, 
che  non  sono  molte  riccbeue  guadagnale 
in  mal  modo. 

I  TEMA.  Pronunziato  colf  E  larga. 
Soggetto,  Argomento,  Materia  di  compo- 
nimento, di  ragionamento,  e  simili.  Lai. 
propositum,  argumentum.  fir.  òifix.  Pe- 
tr.  cap.  6.  Ma  per  non  seguir  più  si  lun- 
go tema.  Tempo  è  eh'  io  torni  al  mio 
primo  lavoro.  Dant.  Inf  t\.  Perocché  si 
mi  caccia  il  lungo  tema,  Che  molte  volte 
al  fallo  il  dir  vien  meno.  Bocc.  g.  6-  f- 
3.  lo  dubito  che  io  non  avessi  gran  pci- 
za  penato  a  trovar  tenia  da  ra;;ionare. 
Fior.  S.  Frane.  18  Per  tema  del  ser- 
mone propuose  quesie  parole.  Galat.  23. 
Non  si  dee  anco  pigliar  tema  mollo  sol- 
lite,  ne  troppo  squisito,  perciocché  con  fa- 
tica s'intende  da' più.  Malm.  2.  4?- Lbe 
quei  eh*  esce  di  tema  nel  rispondere  , 
Coiivien  che   'I  pegno  subito  depositi. 

§.  I.  Trovasi  anche,  ma  di  rado,  nel 
genere  femminino.  Rocc.g.  Q.f  4-  La  tema 
piacque  alla  lieta  brigata.  Dittam.  I.  l5.  E 
seguir  oltre  alla  mia  lunga  tema.  *  Fior.  S. 
Frane.  102  Cominciò  a  predicare  ,  propo- 
nendo per  tema  della  sua  predica,  ec.  E  so- 
pra questa  teina  ec.  predico  e'  divoUmenle  , 
ce.  ;/') 

g.  II.  Tema,  per  Radice,  Origine,  ter- 
mine gramaticalc.  Salvin.  Disc.  1.  222  E 
strano  veramente  il  carattere  ebraico  ec.  , 
r  aspra  e  gutturale  pronunzia  ,  il  ridurre  1 
verbi  al  suolrina,  o  principale  radice. 

*  g.  III.   Tema,  per  F..u'mpio,  Azione 

Sosta  innanzi,  fu  usato  dnlT  Ar.  fur. 
7.  54.  Ma  perché  avea  dinanzi  agUorrht 
il  tema  Del  suo  fralcl  che  n'  era  stato  nwr- 
to.  (Mi 

TEMENTE.  Che  teme.  Timido.  Lai. 
tiniens,  limidus.  Gr.  onis';.  f '.^cj-j».  O. 
F.  11.3.  i5.  Soggiacenti  a  unii  marosicr., 
Icmenii  il  pericolare.  Lih.  Amor.  Temente 
batlagliere  non  e  di  proditia  lotlaio-  Amet. 
19.  Actiorchc  »U  cader  non  sìa  temente.  /*' 
4"l  II  quale  in  parte  segreta  trovatosi  con 
lei.  r  uno  e  r  altro  lenienli,  con  voce  som- 
messa a*  loro  congìui;nimenli  invocarono 
Giunone.  *  Pucc.  Centil.  cant  18  Ma 
nondimrn,  rom*  uoin  sa*  io  e  ralente.  Ap- 
pello a  Carlo  schieralo  si  slava,  E  di  spro- 
nar ver  lui  era  temente.  (R) 

t  TEMI:N7,A.  Timoir  .  lai.  Umor. 
Gr.  j>o.?o^.  jVof.  ant.  82.  2.  Alquanto  cl>- 
Itcro  temenza,  ma  pur  se  li  pamrun  di- 
nanzi per  sapere  perché  fuggita,  i».  ì  ■  4- 
19.  2.  %!a  per  irmenta  di  motte  quasi  rome 
monaca  si  nutricala.  Pttr.  ean:.  i8-  2  Ohi 
se  questa  temenza  Non  temprasse  l'arsura 
«  he  m' incende.  F  son.  Il5.  Che  gran  te- 
menza gran  desire  aOVena.  Dant.  l*Mrg.S. 
l'ai  che  *l  tuo  suecrssor  lenirnia  n'  aggia. 
Foce.  nov.  <)7.  g.  itigli  che  a  morta  vcgno. 
Celando  per  lemcnsa  Ìl  mio  volere. 


T  E  M 

TEMEnARIAMEKTE  .  Jvi-erh.  Con 
temcriià.  Lat.  temere.  Gr.  iiari.  Liv.  Dee. 
3.  Vcocntlo  temerari  amen  te,  urlò  lì  cavullt. 
£  appresso  :  Essendo  temerariamente  il 
cavallo  mosso,  poteva  esser  conihjtluto  . 
^laestruzx.  1.  8o.  Il  padre  e  la  madre  non 
lemerariamente  giurano  il  matrimonia  de'G- 
gliuoti.  *  Segner.  Crisi,  instr.  1.28.  l.Chi 
giudica  temerariamente  il  suo  prossimo,  non 
altro  ad  un'  ora  la,  che  dannar  se  stesso.  f^<7^ 

TEMERARIO.  Troppo  ardito,  Jmpru- 
denle,  l neon. tider alo.  Lat.  temerarius.  Gr. 
a^o\iXoi.  Petr.cam.  5.  7.  Pon  mente  al 
temerario  ardir  di  Serse.  Ar.  Fur.  27.  121. 
Temerarie,  crudeli,  inique,  ingrate.  Per  pe- 
ttilcDua  eterna  al  mondo  nate.  ^  f  ir.  Di- 
jc.  an.  70.  Emmi  iotcrvenutu  come  alle 
mosche,  le  quali  ec.,  come  presuntuose  e 
temerarie  che  elle  sono,  sì  metton  nfj;li  oc- 
chi degli  uomini,  donde  son  bene  spesso 
cacciate  roD  perdita  della  vita,  (tì) 

■f  §.  I.  Giudicio  temerario,  dicesi 
Quello  che  la  nostra  mente  forma  senza 
ragione  sulla  vita  altrui.  S.  Ant.  ConJ'ess. 
Chiamasi  giudicio  temerario,  cioè  giudicar 
per  suspiiione  i  f;ilti  altrui.  ^  Segner.  Cri' 
St.  instr.  l.  28.  2.  Dissi  senza  ragione; 
perche  quando  grindizii  sono  violenti,  e  lo 
presuDcioni  sono  valide  a  giudicare  ,  si  cliia- 
ma  giudizio  prudente,  non  temerario.  (Cj 

#  g.  II.  Temerario,  talora  vale  Ca- 
suale, Fortuito.  Boez.  Varch.  !\.  5.  Egli 
non  e  maraviglia,  lìspose,  se  alcuna  cosa  , 
non  sappiendosi  la  ragion  dell'  ordine  suo, 
sì  crede  che  sta  temeraria  e  confusa.  £"5.  i. 
Se  alcuno  difBnisse  il  caso  essere  un  avve- 
nimento temerario  e  non  prodotto  da  con- 
catenazioni e  legame  alcuno  di  cagioni,  io 
allora  dico  per  fermo,  che  il  caso  veramente 
non  è  nulla  .  (L) 

TEMERE.  Aver  paura t  Essere  oppres- 
so da  timore.  Lat.  timere,  metuere.  Gr. 
^o^craSat.  Bocc.  nov.  11.  l3.  Temelter 
forte,  seco  dicendo.  F  nov.  92.  l^.  Mes- 
sere, voi  siete  in  parte  venuto  ,  dove,  dalla 
forra  di  Dio  in  fuori,  di  niente  ci  si  te- 
me per  noi.  Dant.  Inf.  3.  Alla  riva  mal- 
vagia. Ch'attende  ciascun  uom  che  Dio 
non  temt^.  Petr.  son.  3l.  Io  temo  si  de' 
he  gli  occhi  l'assalto  ec. ,  Ch'i' fuggo  lor, 
come  fanciul  la  verga.  E  son.  207.  Onde  '1 
cor  lasso  ancor  s*  allegra  e  teme.  Albert. 
cap.  5l.  Cotidianamente  sta  in  tormento 
du  sempre  teme. 

■f  *  §.  I.  Talora  si  costruisce  col  dati- 
vo alla  latina.  S.  Agost.  C.  D.  i.  3o.  Quel 
rostro  ec.  Scipione  ec.  temendo  a  voi  la 
miseria,  non  volea  che  si  distruggesse  Car- 
tagine- Bemb.  Stor.  2.  2l\.  I  piìi  savii 
ed  i  più  prudenti  ,  e  capitani  e  condot- 
tieri al  Re  ed  a  se  stessi  temeano,  e  più  gra- 
TÌssimo  caso  sopraslar  loro  estimavano.  E 
IO.  137.  A  se  stessi  temendo,  spesso  indietro 
si  rivolsero.  (P') 

^  §.  H.  E  in  signijic.  neulr.  pass.  M. 
ì^.  6.  l\S.  Gli  Ascolani,  temendosi  della 
campagna,  perchè  non  erano  ancora  in  ac- 
cordo col  legato  si  disposono  di  rendersi  a 
fare  la  volontà  del  legato.  £.'55.  Quelli  del- 
la città  poco  si  temeano.  E  8-  92.  E  comin- 
ciarsi i  collegati  a  temersi  de' signori  di  Mi- 
lano. (P') 

3  g.  III.  Temere,  per  Dubitare.  Lat.  du- 
bitare,  vertri.  Gr.  aTtoJtTv,  tì'Etote'vat. 
Bocc.  nov.  2\.'j.  Temette  di  non  dover\'i 
G&sere  ricevuto.  E  nov.  43.  4-  Temevano  d' 
esser  seguitali.  E  nov.  77.  12.  Credi  tu 
ch'io,  se  quel  ben  gli  volessi  che  tu  temi  , 
aofferissi  che  egli  stesse  laggiuso  ad  agghiac- 
ciare T 

*§.  IV.  Al  verbo  Temere,  per  proprietà 
di  linguaggio,  si  dà  il  Ao/j  ,  0  Non  forse 
ammettendo  il  Che.  «  l'etr.  son.  84.  Cb'  io 
temo  ,  lasso,  no  '1  soverchio  affanno  Di- 
strugga il  cor  -  .  fCj 

§.  V.  Per  Patire.   Cr.   Quell'  aibor*  ha 
Vocabolario  T.  IL 


T  E  M 

temuto.  Dav.  Colt  82.  Trapiantalo  alla  lu- 
na di  Ottobre  con  gran  pane  di  terra,  ac- 
ciocché egli  (  non  se  ne  avveggendo  quasi 
le  barbe  sue)  non  tema. 

§.  VI.  Per  Curare,  nel  sìgnifc.  del  g. 
Vili.  Cron.  J/ore//.  Nata  di  buon  uomo,  e 
cosi  conversata,  cioè  col  marito,  che  sia  stato, 
0  sia  uomo  che  tema  vergogna.  Pass.  37O. 
Potrebbe  essere  alcuna  cagione  dalla  parte 
dentro,  o  grande  letizia  di  cuore,  eh'  altri 
avesse,  o  aspettasse  d'  avere,  o  grande  ab- 
bondanza di  molto  sangue,  o  che  la  persona 
temesse  molto  il  dilelico.  E3']2.  Qualun- 
que di  quello  cagione  sia,  o  'l  vermine,  o  '1 
temere  il  diletico,  o  altro,  si  termina  a  quel 
sogno  Lor.  Med.  cani.  3l.4-  ^^^  ch'elle 
abbiano  il  parletico  ;  Quando  un  teme  il 
solletico  ,  Menan  più  che  Arrigo  bello. 

§.  VII.  ?ioit  temer  grattaticela  o  Non 
esser  uomo  che  tema  grattaticct,  vale  Non 
si  curare  così  d'  ogni  cosa,  e  star  tosto  , 
senza  muoversi  dal  suo  proposito  ,  per 
quanto  altri  si  dica,  0  faccia.  Fir.  nov.  5- 
240.  Come  quella  che  molto  bene  lo  cono- 
sceva, esapeva  che  egli  non  era  uomo  che 
temesse  graltalicci.  Alleg.  181.  Ricordatevi 
nella  vostra  malora  ,  che  e'  non  tenion 
grattaticci.  E  268.  Non  temon  più  le  Muse 
grattaticci.  Ma/m.  6.  lOl.  E  perchè  tu  non 
temi  grattaticelo,  Mentre  stima  non  lai  del- 
le bravate,  Quest'  altra  volta  le  saran  pec- 
ciatc. 

TEMERITÀ',  TEMERITADE,  e  TE- 
MERITATE.  Astratto  di  Temerario.  Ar- 
dir soverchio.  Impeto  violento  della  parte 
irragionevole,  senta  ordine,  0  ragion  della 
mente.  Lat.  temeritas.  Gì".  TTiOTicTSia,  to- 
^/jtT),  a|3ou>t'a.  Declam.  Quinti/.  C.  Cer- 
ca il  crudelissimo  vecchio  del  consentimen- 
to de' medici  trarre  la  scusa  della  sua  te- 
meritade.  Cavale.  Frutt.  ling.  Oh  profana 
temeritade,  oh  sonmia  pazzia,  lo  Dio  delJa 
verità  di  doppia  ignoranza  condennarel 
*  Car.  Fn.  6-  8^1  Vidivi  V  orgoglioso  Sal- 
moneo  Di  sua  temerità  pagare  il  Bo  ;  Che 
temerario  veramente  ec.  Cai,  Sist.  36^. 
Bisogna  che  voi  ec.  neghiate  ora  la  loia 
(  delle  stelle  )  operazione  ec,  o  sì  veramen- 
te ec.  confessiate  che  il  giudicar  nostro  cir- 
ca le  loro  grandezze  e  distanze  sia  una  vani- 
tà, per  non  dir  prosuniione  o  temerità.  (B) 

sì'  §.  I.  Temerità,  talora  vale  Caso.  Far- 
eh.  Boez.  ^.  p.  6.  Conciossiachè  nel  regno 
della  provvidenza  non  debba  cosa  nessuna 
potere  la  temerità.  E  5.  p.  1.  Qual  luogo 
può  (costringendo  Dio  tutte  quante  le  cose 
in  ordine  )  alla  temerità  rimanere  ?  (L) 

f  §.  II.  Onde  Con  temerità-,  posto  ai'- 
verbia/m.  va/e  ConfusamenlCj.  A  Caso,  Lai. 
temere.  But.  Imperocché  audrebbono  le  co- 
se senza  ordine  e  con  temerità. 

*  TEMIBILE.  Add.  Che  è  da  temer- 
si. (A) 

TEMIMENTO.  /•-  A.  Timore.  Lat.  ti- 
mor. Gr.  fó^oq.  Agn.  Pand.  28.  La  villa 
porge  utile  grande  e  onesto;  tutti  gli  altri 
csercizii  si  trovano  pieni  di  travagli,  di  pe- 
ricoli e  di  sospettij  di  danni,  pentimenti  e 
tcmimentt. 

TEMO.  Co/I'  E  larga.  V.  L.  e  poetica. 
Timone.  Lat.  temo.  Gr.  eyo'ixiov.  Dant. 
Purg.  22.  E  già  le  quattro  ancelle  eran  del 
giorno  Rimase  addietro, e  la  quinta  era  al 
temo.  E  32.  E  volto  al  temo,  eh'  egli  avea 
tirato,  Trasselo  al  pie  della  vedova  frasca. 
But.  ivi:  Al  temo,  cioè  al  timone  del  car- 
ro. Fr.  toc.  T.  1.4-4  ^'^  ■^a  barca  senza 
remo,  ^è  si  torce  senza  temo. 

•f  TEMOLO.  Termine  dei  Naturali- 
sti. Spezie  di  pesce  d'  acqua  dolce,  non 
molto  grosso  ,  di  scaglia  minuta,  che  tira 
all'  argentino,  la  cui  carne  ha  un  certo 
sapore  come  di  timo  Lat.  thjmallus, 
thjmalus.  Gr.  SJya>/a^  Pem.  Ori.  j. 
25.  12.  Temol  si  chiama  V  un  ,  1'  altro 
carpioa*. 


T  E  M 


1489 


TEMONE,  r.  A.  Timone.  Lat.  temo. 
Gr.  g'po).ztov-  Frane.  Barb.  269.  24.  Or 
torna  su,  e  poni  D*  arbore  e  di  temoni  Ve- 
le grandi  e  veloni.  /:."  276.  18.  L'  un  temon 
leva  suso,L'  altro  Icggìer  tien  giuso.  u-Car. 
P.n.  l.  I.  V.  192.  Venne  da  Borea  un'onda 
ce.  che  da  poppa  in  guisa  urtolla ,  Cbc'l 
temon  fuori  e  *1  temooier  ne  spinse.  (C) 

TEMONIERE,  e  TEMOMERO.  /'.  A. 
Timoniere.  Frane.  Barb.  257.  21.  Pedotte 
e  lemonieii. -r  Car.  En.  lib.  1.  v.  igx 
Venne  da  Borea  un'  onda  ec,  che  da  pop- 
pa in  guì^  urtolla  ,  Che  '1  temon  fuori  e  *1 
icmonier  ne  spinse.  (B) 

TENORE.  /'.  A.  Timore,  Tema.  Lai. 
timor.  Gr.  yt'^o;.  Amm.  Ant.  l^o.  7.  II. 
Questo  cotale  temere  è  coltello  messo  nel 
lato  mio. 

•f  '-^^  TEMORENTE.  J'.  A.  Timoroso. 
Bim.  ant.  Guitt.Q2.  E  per  scusato  in  cor- 
tesia m'  aggiate,  Che  sempre  sto  pensoso  e 
temorente.  (V) 

*t  TEMOROSAMENTE.  F.  A.  Av- 
verb.  Con  timore.  Lai.  timide.  Gr.  ao^t- 
pcti^.  G.  f  .  7.9.  7.  Tulli  temorosamente 
dissono  di  sì. 

TEMOROSISSIMO.  Superi,  di  Temo- 
roso.  Lai.  timidissimus.  Gr.  aoBtpoìzoLrOi. 
P\amm.  3.  66  Con  temorosissimo  caldo  si 
m'  in6ammava  1'  animo,  che  quasi  ad  atti 
rabbiosissimi  m' induceva. 

TEMOROSO  .  V.  A.  Add.  Pieno  di 
timore.  Timoroso.  Lat.  timidus,  pavidus. 
Gr.  o£tiC5  ,  foèìpo'i .  Col/.  SS.  Pad. 
Quando  con  temoroso  cuore  contemplia- 
mo la  sua  potenzia  ,  colla  quale  tutte  \m 
coae  governa,  tempera  e  regge.  Fiamm. 
1.  85.  Poste  con  umil  cuore  le  ginoc- 
chia in  terra,  cosi  temorosa  incominciai  . 
Petr.  cap.  7.  E  la  ùonte  e  la  voce  a  sa- 
lutarti Mossi,  or  temorosa  e  or  dolente  . 
Guid.  G.  E' non  vi  ebbe  intra  loro  tanto 
forte  ec,  che  e'  non  avesse  1"  animo  dul>- 
bievole  e  temoroso.  Bim.  ant.  Dant.  Ma- 
ian.  78.  Ch"  omo  eh'  ama  di  core  ,  e  te- 
moroso  .  E  appresso  :  Ver  la  mia  dorma 
son  sì  temoroso  ,  ec. 

§.  Per  Inducente  timore.  Spaventoso. 
Lat.  terribilis,  horrihilis.  Gr.  Ì/.tiXt,vìti- 
y-ói  ,  Sei[xa.}.iOi  .  Lib.  /  iagg.  Aperse  la 
sepoltura  ,  e  uscinne  un  corpo  bruito  t 
sozzo  e  temoroso,  il  quale  strangolò  il  detto 
giovane ,  e  la  città  e  '1  paese  innabissòe. 

TEMPACCIO.  Peggiorai,  di  Tempo j 
Cattivo  tempo.  Cron.  More/I.  282.  Piglia 
degli  otto  di  una  volta  a  tai  tempacci  una 
baiba  di  gengiovo  in  conserva  ,  e  bevi 
meazo  bicchiere  di  malvagia.  *  Lasc.  Cen. 
I.  nov.  5.  Guglielmo  ,  che  fate  voi  qui 
a  quest'  otta,  e  a  questo  tempaccio  stra- 
nol  (B) 

TEMPELLAMENTO.  V.  A.  il  tem- 
pel/are . 

§.  Per  metaf.  vale  Vaci/lamento,  Am- 
biguità.  Lat.  vacillatio  .  Gr.  TiOLpafopoi. 
il.  y.  3.  2.  Procacciò  con  ìsmisurati  doni 
nel  continuo  lempellameoto  del  Papa  per 
lo  suo  aiuto. 

TEMPELLARE  .  /'.  A.  Pianamente 
crollare.  Dimenare.  Morg.  27.  5o.  Tutto 
il  dì  tempellaron  le  campane,  Senza  saper 
chi  suoni  a  morto,  o  festa. 

§.  I.  Per  metaf.  va/e  Far  vacillare^  Te- 
nere ambiguo,  intra  due,  irresoluto.  Cron. 
More/l.  E  dall'  ;i!tro  lato  tempellava  la 
mente  l'ambizion  deUa  signoria. 

g.  II  In  signific.  neutr.  va/e  l  àci/lare , 
Stare  ambiguo  .  Lat.  vacillare  ,  titubare  . 
Gr.  Tiapapc'pcC&at,  aTTo^srv.  M.  F.3.  6, 
E  però  tempellavano  negli  animi  tra  '1  so- 
spetto e  la  paura. 

"•  g.  11 K  E  per  Battere,  Percuotere. 
Bronz.  rim.  buri.  2.  266.  E  tutto  di  con 
un  certo  suo  legno  TcmpeUa  in  sur  un 
ferro  ,  ne  giammai  D*  un  mìnimo  ripo«Q 
si  fa  degno.  (Bj 

187 


1/J90 


T  E  M 


TEMPELLATA.  Tempello.  Luig.  Pule. 
Ree.  22.  Se  tu  vuo'  b  più  lidia  tcmpcUata, 
Noi  verremo  a  sonarti  una  lirigata. 

TEMPELLO.  Suono  interrotto,  o  a  sten- 
to ,  di  rampane,  o  d'  altro  simnicnto.  Lai. 
tinnitiis  .  Gr.  ,9o/ji6o5  .  Tue.  Dav.  Perd. 
eloff.  /(i6.  Io  lorrci  anzi  l'impeto  di  Gracco 
e  la  maturcxza  di  Crasso  ,  che  i  ricci  di  Me- 
cenate e  i  tempelli  di  Gallioiic  (qui  ptr 
me  taf.  }. 

TEMPELLONE,  Uomo  grosso,  che  fac- 
cia il  goffo  j  ed  anche  si  dice  di  Chi  sta 
irresoluto  ,  non  conchiude  ,  e  si  lascia  so- 
pra ff^tr  da'  negozii. 

TEMPERA,  e  TEMPRA.  Consolidazio- 
ne artifiziale ,  Induramento  fatto  con  ar- 
tifizio j  e  dicesi  per  lo  più  del  ferro  che 
bollente  e  stato  tuffalo  in  acqua  ,  o  in 
altro  liquore  ,  per  consolidarlo,  f^it.  Plut. 
Area  una  corazza  di  ferro  con  pietre,  e  una 
spada  di  maravigliosa  tempera. 

§.  I.  Per  Qualiti'i,  Maniera.  Petr-  son. 
28.  E  fiumi  e  selve  sappian  di  che  tem- 
pre Sia  la  mia  vita.  K  canz.  l3.  2.  E  ten- 
de lacci  in  si  diverse  tempre  ,  ec.  Tioez. 
Varch.  5.  rim.  3.  Ma  non  può ,  chiusa 
in  questo  career  cieco  ,  Col  lume  oppre:^- 
so  e  Meco  Veder  la  mente  tulle  umane 
tempre.  •*•  Tass.  liim.  /tm.  Canz.  6.  Coiì 
solo  io  r  amassi,  Come  il  mio  vero  fuoco 
ogni  altro  eccede,  Che  non  temerei  sempre 

10  disusate  tempre.  (D) 

*  §.  II.  Tempre  celesti,  fu  detto  per  le 
Sfere  dall' Ang.  Mei.  1.  181.  the  posso 
altro  per  te  che  dolermi  io?  E  mentre  ro- 
tan  le  celesti  tempre  ,  Il  tristo  caso  tuo 
pianger  mai  sempre?  (D) 

g.  IH.  Per  Canto,  Consonanza.  Petr. 
canz.  l\.  4"  Ne  mai  in  sì  dolci ,  0  sì  soa- 
vi tempre  Risonar  seppi  gli  amorosi  guai. 
Dant.  Par.  10.  Cosi  vid'  io  la  gloriosa 
ruota  Muoversi,  e  render  voce  a  voce  in 
tempra  .  E  \l\.  E  come  giga  ed  arpa  in 
tempra  tesa  Di  molte  corde  faa  dolce 
tintinno  . 

§.  IV.  Tempera,  si  usa  anche  assolu- 
tam.  per   Disposizione.   Bncc.  g.  6.  f   18. 

11  Re  ,  che  in  Imona  tempera  era  ,  fatto 
chiamar  Tindaro  ,  gli  comandò  che  fuor 
traesse  la  sua  cornamusa  .  Frane.  SaccH. 
nov,  6.  Chi  s:ipessc  la  disposizione  de  si- 
gnori, quando  fosscmo  di  buona  tempera. 
Cecch.  Dot.  4-  7-  lo  non  sono  oggi  in 
tempera  Da  far  qui^tione  .  Car.  leti.  2. 
95.  Quanto  alla  burla,  io  non  son  punto 
in  questa  tempera. 

§.  V.  Tempera,  dicono  i  Pittori  Ogni 
liquore  ,  0  sia  colla  ,  o  chiara  d'  uovo  , 
con  che  liquefanno  i  colori  ;  onde  Dipi- 
gnerc  o  Lavorare  a  tempera  ,  vale  Dipi- 
gnerc  ce.  coi  colori  liquefatti  nella  sud- 
detta maniera  ,  senza  mc.scolan'i  olio  . 
l'arch.  Lez.  2i5.  Olirà  le  diverse  ma- 
niere e  modi  di  lavorare  e  colorire  in 
fresco,  a  olio,  a  lempera,  a  colla  e  a  guaz- 
ao  .  IJorgh.  Hip.  170.  Questa  (pittura  J 
in  tre  maniere  operando  si  manda  ad  ef- 
fetto ,  e  qu'isle  sona  lavorando  a  fresco  , 
a  tempcr.i,  ed  ultimamente  a  olio. 

§.  VL  Tempera  della  penna,  che  più 
comunemente  si  dice  Temperatura,  e  Quel 
taglio  che  se  te  fa  per  renderla  atta  allo 
scrivere  .  Dant.  ìnf.  2^.  Ma  poco  dura 
alla  sua  penna  tempra. 

TEMPLRAME.NTO.  Il  temperare.  Lai. 
temperamenlum  .  Or.  itt^Ànii  .  }tor.  S. 
Gn'g.  Per  singoiar  medicina  di  Dio,  e  per 
singolare  temperamento  di  dulurc. 

t  S-  '•  '''^'''  Governo,  Modo  di  regge- 
re ,  0  guidare.  Ott.  Cam.  In/'.  17.  322. 
Qui'gli  (lumandò  il  carro  del  padre  e  *1  tem- 
peramcnto  de'  cavalli.  #  /iart.  tip.  i.  8. 
Non  v*  è  sloa  ,  ne  ucradomia ,  né  |irripa* 
to  the  alla  curazion  de' costumi  e  al  I<unn 
lemperamcnfo  delle  repuMiliilte  delti  o  più 
iiQÌvcr»ali,  o  più  salutiferi  aforismi,  (lì) 


T  E  M 

§.  II.  Per  Misura.  Liv.  Dee.  3.  Ne  guar- 
dava spesa,  ne  temperamento,  purch'  elli  se 
li  potesse  far  olihiigati. 

S-  ni.  Per  Compenso  ,  Ripiego.  Dav. 
.'icism.  33.  Parendogli  aver  trovalo  certo 
temperamento  ,  lo  volle  al  Re  dire  .  Gal. 
Sist.  g^.  Potremmo  trovarci  questo,  o  al- 
tro temperamento  ,  che  supplisse  in  vece 
di  quelle  ,  come  accade  neU'  Egitto  dell' 
tnondaiione  del  Nilo.  E  379.  Non  vi  get- 
tate del  tutto  al  disperalo,  signor  Simpli- 
cio, che  forse  ci  e  ancora  qualche  lemije- 
ramento  perle  vostre-  difficullà. 

§.  IV.  Per  Mescolamento.  Fr.  Giord. 
Pred.  S.  Poi  vennero  a  tanto,  che  questa 
fanriuUa  )j  i\  manicava,  senza  altro  Icin- 
peramcnlo.  '."^  ylmm,  /Jnt.  !^0.  9.  7.  Mi- 
schiare »i  dee  dolcezza  con  giustizia,  e  di 
questi  due  si  dee  fare  un  temperamento 
{ qui  fìguratam.}.  (D) 

g.  V.  Per  Comliinamento,  o  .accoppia- 
mento di  qualità.  Lai  temperatura ,  tem- 
peramentum.  Gr.  /Cxsi^.  Tratt.  gov.fam. 
In  ogni  lor  cibo  erano  questi  due  Icmpera- 
mcnli,  solventi  ciascuna  indispo>izion  cor- 
porale. Cr.  2.  17.  1.  Quando  il  caldo  e '1 
secco  si  mischia  all'  umido  e  al  freddo,  si 
fa  un  lemperamcnto.  Tes.  Rr.  2.  33.  Sic- 
come il  temperamento,  che  accorda  la  di- 
versità di  essi  elementi,  fa  li  corpi  inge- 
nerare e  nascere  e  vivere,  così  il  distem- 
peramento di  loro  li, corrompe,  e  li  fa 
morire  .  *  Ang.  Met.  2.  1.52.  Le  parve 
fare  il  saggio  ancor  dell'  acque,  E  dentro 
il  piede  postovi ,  e  sentito  11  suo  tempe- 
ramento assai  le  piacque.   (D) 

§.  VI.  fC  per  Qttalitù  e  Stato  del  corpo, 
che  anche  diciamo  Complessione.  ^  Lif'. 
cur.  malati.  Mentre  hanno  ottenuto  dal- 
la natura  un  temperamento  calìdo  e  sec- 
co. (C> 

TEMPERANTE.  Che  tempera.  Lat.  tem- 
perans.  Gr.  ffcy/u^vwv.  Amet.  !\i.  Dian? 
gli  aspri  fuochi  temperante  Colle  sue  on- 
de, e  con  arco  protervo  Chi  la  volesse  of  ■ 
fc^nder  minacciante.  A' 74-  Nel  quale,  tem- 
perante Aptdlo  ì  veleni  freddi  <IÌ  scorpio- 
ne, sicura  e  sola  una  notte  dormiva. 

§.  Talora  vale  Che  ha  la  virtù  tlella 
temperanza.  Salvin.  Disc.  I.  123.  Il  tem- 
perante ,  ehc  ha  acquistato  1'  abito,  giunge 
nella  medesima  astinenza  a  godere. 

t  TEMPKRANZA.eflrtf/icfrt/or,!  pres- 
soi poeti  TEMPRANZA.  l'irtù  morale  per 
la  quale  P  uomo  tiene  in  freno  ogni  di- 
.vordinat't  appetito.  Lai.  temperuntia.  Gr. 
awppo5uvij  .  Ott.  Cam.  Par.  21.  477. 
Temperanza  è  ferma  e  moderala  signoria 
nelli  beni  contea  la  libidine  ,  e  gli  altri 
non  diritti  movimenti  dell'  animo.  P2  ap- 
presso :  Temperanza  è  signoreggiamento 
di  ragione  rontra  libidine  ,  e  gli  altri  im- 
portuni movimenti.  Tes.  Rr.  7.  23.  Tem- 
peranza è  quella  signoria  che  1'  uomo  ha 
rontra  )ii>suria  ,  e  contra  altri  movimenti 
die  sono  disavvcncvoti .  Alfwrt.  cap.  5.5. 
Temperanza  è  signoria  della  ragione  con- 
tro alla  libidine,  e  rontro  agli  altri  incre- 
scevoli  movimenti  .  .S.  Agost.  C.  D.  Co- 
perse r  contile  la  sua  Icmperania  con  bel 
motto  e  giucando. 

§.  I.  Temperanza,  per  Temperamento. 
Dant.  Purg.  3o.  Siccht  per  temperanza 
di  vapori  L*  occhio  lo  sostcnra  lunga  fia- 
ta. Roez.  l'arch.  4.  rim,  6.  Que>la  tom- 
pranza ,  ciò  che  spirar  suole  Vita  nel 
mondo ,  a  lunghi  giorni  o  brevi  Produce 
e  nodre  . 

g.  II.  Per  Modestia.  G.  V.  7.  27.  3. 
(*on  gran  temperania  e  Mvie  parole  riten- 
ne il  Ite. 

§.  III.  Per  Moderazione.  Mor.  S.  Gn'g. 
Almeno  per  la  tcntperansa  tirila  correzione 
ritornino  j  slato  di  salute. 

•|  TEMPERARE,  e  per  sincope  TEM- 
PRARE; per  lo  più  prejtQ  i  p^tt .   Dar 


TEM 

la  tempera  j  e  si  usa  anche  nei  neutr. 
pass  .  Lai.  temperare  .  Gr.  svyxt^va»  ■ 
Pallad.  l.ugl.  5.  Chi  facesse  bidenti  ec. 
di  ferro  all'arare,  e  cignessegU  (la  stam- 
pa di  Ferona  legge  più  correttamente  : 
di  ferro  da  cavare,  e  tignesseli  in  «angue 
di  becco,  e  quando  si  fabbricano,  li  vi  ec.)  di 
sangue  di  becco,  e  quando  fal>brìcaoo,gU 
vi  temperasse  entro ,  ec. 

g.  I.  Temperare, fìguratam.  Dant.  Ìnf. 
27.  Come  'I  bue  Cicìlìan  ,  che  mugghiò 
prima  Col  pianto  di  colai  (e  ciò  fu  dril- 
lo )  Che  r  avca  temperato  con  sua  lima  . 
But.  ivi  :  Che  l'avea  temperato  con  »u.i 
lima,  cioè  l'avea  fatto  con  suo  artifizio. 

g.  IL  Temperare ,  per  Concordare.  Lat. 
constituere, convenire,  pacisci  Gr.  4u^su- 
vsrv ,  oi5,ufl)o'/ EÌc^Kt,  cu^Sx/ìetv  sua- 
€o)a{a.  G.  /'.  9.  80.  4-  *^*>'"p  furono  in 
Pisa  ,  come  era  temperato  ,  la  detU  spia 
scoperse  al  Conte  e  agli  anziani  del  detto 
corriere . 

g.  III.  Temperare,  per  Correggere,  o 
Adeguare  ti  soverchio  di  checchessia  col- 
la forza  del  suo  contrario.  Coli.  SS.  Pad. 
In  tal  modo,  che  quello  spiritual  vino, 
che  rallegra  il  cuor  dell'  uomo  ,  non  sia- 
mo lasciati  bere  senza  temperarlo  con  essa. 
Dant.  Pnrg.  28.  Vago  già  di  cercar  den- 
tro e  d'  intomo  La  divina  foresta  spesu  e 
viva  ,  Oh'  agli  occhi  temperava  il  nuovo 
giorno,  lìut.  ivi:  Temperava  il  nuovo  gior» 
PO,  cioè  rendeva  temperato  lo  splendore  del 
nuovo  di  eh'  era  venato  .  3for.  S.  Greg. 
Temperando  la  bilancia  dall'  una  parte  e 
dall'altra, essa  santa  Scriltum  non  paia  grave 
a*  lettori  per  troppa  sottile  esaminaiìone  . 
Sen.  Rea.  Farih.  6.  23.  Quelle  cose  ec. 
che  temperano  egualmente  il  mondo ,  s* 
accendano  in  un  tratto  e  si  abbrucino . 
*  Ang.  Met.  i.  Due  fra  gli  estremi  (cer- 
chi i  e  il  mezzo  stanno  in  loco.  Che  son 
temprali     e  dal  freddo,  e  dal  fuoco.  (D) 

§.  IV.  Temperare,  per  Moderare,  Raf* 
frenare.  Lat.  temperare,  moderari.  Rocc. 
nov.  79.  i5.  A  gran  fatica  si  temperò  in 
riservarsi  di  richiederlo  che  essere  il  ri 
facesse.  E  nov.  94.  22.  Tempero  onesta- 
mente il  suo  fuoco  .  E  nov.  98.  7-  ***'^' 
frena  il  concupiscibile  appetito,  tempera  i 
disiderii  non  sani.  G.  /'.  II.  23.  a.  Fu 
giusto  per  temprare  la  soperchia  amhitio- 
ne  del  frate.  Coli.  SS.  Pad.  Quando  con 
temoroso  cuore  contempliamo  la  sua  po- 
tenza, colla  quale  tutte  le  rose  governa  , 
tempera  e  regge.  Dant.  ìnf.  ^.  In  quel- 
la parte  del  giovinetto  anno  ,  Che  '1  Sole 
i  crin  sotto  l'Aquario  tempra.  E  Par.  12. 
Quindi  m*  apparve  il  temperar  di  Giove 
Tra  'I  Padre  e  'I  Figlio.  Petr.  canz.  18. 
2.  Ohi  se  questa  lemeoza  Non  temprasse 
r  arsura  che  m' incende. 

*  §  V.  Per  Rappacificare,  Raumilia- 
re  .  Frane.  Sacch.  nov.  192.  Costui  ave» 
Uni'  ira  sopra  la  donna  .  che  quasi  dod 
si  sentia  :  se  non  che  Bunaniico  giunse, 
e  accostandosi  a  lui,  il  temperò  dicendo  : 
ce.  (l  ) 

§.  VI.  Temperare  ,  per  Unir  le  voci 
degli  strumenti  ,  e  accordargli  anche  co/ 
canto.  F.  P.  II.  lOI.  Giovanni  dell'A- 
gnello, che  con  Giovanni  dell'Aguto  avca 
temperata  la  celerà,  ec.  (  qui  figiiratam., 
e  vale  :  ct>l  quale  era  segretamente  d'ac- 
cordo ) .  petr.  canz.  38.  2.  Temprar  po- 
Icss'  io  in  sì  soavi  note  I  mici  sospiri,  eh' 
addtdrisson  l.aural  Iqui  per  similit.).  Boti. 
G.  S.  91.  Temperando  Ir  corde  a  suono 
agulo  Dello  strumento  .  Roea.  Farch.  3. 
rtm.  12.  Ivi  alle  curde  amate  Temperando 
i  dolci  omei.  Morg.  28.  47- K  P"  ^'***«  * 
per  Delfo,  e  pel  tuo  cinto.  Ti  prego  che  tu 
temperi  la  lira. 

§.  VII.  Temi*erar  la  penna,  dicesi  del- 
l' Acconciarla  all'  uso  di  scrutre  .  Fr. 
Sacth.  noe.   i63.  Comperò  non  una  ptn- 


T  E  M 

temperare  una  gran  Lrigala  Lene  un  Ji  . 
&/„.  r,m.  ..  67.  E  .uenlre  ,1  ferro  a 
temprarla  s'arruola  (a  p<n„.,).  -Ve,.«  . 
sat  3  Forse  che  nella  cuna  J  padre  ,  o 
r  ,TO  Fé  un  po'  di  roba  in  un  Icniprar  di 

'*s'"vill  Temperare,  per  Preparare, 
nellignific.  del  §.  I.  fiamm.  2.  I.  La 
nimica  fortuna  a  me  di  nascoso  tcmpera- 
Ta  i  suoi  veleni.  _  , 

S  IX.  Per  ytcscoìare,  Bimeslare.  I  al- 
uì.Cenn.  21.  Togl.  ec.  UU.re  di  mele  ot- 
timo, e  ogni  cosa  insieme  tempera. 

§.  X.  ì:  per  Regolare.  Segr  J-or.  Slor. 
3  r8.  Temperava  l'orinolo  d,  palaf.o  >n 
quei  tempo  che  Simone  si  tormentava  e 
che  i  ciltidini  si  ragunavano.  uno  ft.ccolo 
da  san  Friano.  ,     ,, 

TEMPERATAMENTE,   yh^erb.   Con 
temperamento,  iloderalamenle.   Lai.  mo- 
derate, umperanler.  Gr.  /*£-f'"^,  ="?(==- 
7».!.  Bocc    no,:    19-  7-  T'  far'^!'''''-"  '"■ 
p„    ,u«U   materia   più    temperatamente 
^UA  .  E  no..  89.  9.  Assa,    tempera  a- 
^^ntelo  incomincio    a   battere,    t   no.. 
^12.  Del  piacere    della  bella  giovane  , 
^vegnacbfe  più  teraperaUmente,  era  pre- 
!„.lrm./^go^'.   5.  Concedo  che  colla 
KraiiadiDio  ec.  la  Domenica  beviate  del 
vino  lemperatamenle  ,  e    sperialrnenle  gì  ] 
antichi  .     Ca.aìc.    Frult.    line-    L'^ano     . 
beni  del  mondo  temperatamente.  Jll,.rl 
rao     38.    Chi    temperatamente    dispone   U 
suo.  più  lungamente  durano  le  sue  pos- 

'"tEMPEBATISSIMAMENTE  .  Superi, 
d,  Temperalamenle.  Lai.  lemperaUssm'e 
Gr.  «w?povs,raTa  .  Ilocc.  Inlrod.  IO. 
Dilicatissimi  cibi  e  ottimi  vini  Icmpcra- 
tbsimamente  usando. 

TEMPERATISSIMO.  .S-u/ier/.  di  lim- 
reralo.  Lai.  lemperatissimus.  Gr.  auff-o- 
v--'jT«Ta  .  Coli.  SS.  Pad.  D  un  tempe- 
ralissùno  caldo  rattempeiiamo  il  l'ep-'l"  ";;- 
hitrio  della  nostra  volontà.  -.■  T  •'   Si.  Pad. 


T  E  li 


T  E  M 


»4y« 


trio  delia  oosua  .«w^.-.  -   -  , 

,.  ,6o.  Non  cercate  altro,  che  vilissimo 
«stimenlo  e  lempcratìssimo  cibo.  (/> 
Vrr.  Jrl.  Icir.  2.  42.  Se  U  di.,  fuoco 
'temperatissimo,  tanto  che  in  venUsuallro 
ore  svapori  tutta  l'acqua  forte;  avverlen- 
do  in  ultimo  non  dar  fuoco  gagliardo,  ma 
temperatissimo,  accio  gli  spini,  dell  acqua 
forte  non  svaporino  .  (Bj  Iwpcr/.  T,m. 
j)  ,3  T.  8  490.  In  6ne  lutto  la  tro- 
varsi lemperaUssimo  e  per  le  stagioni  e 
per  r  aure  che  vi  spirano.  (I) 

A  58  Fu  temperatissimo  in  ira  ,  coinc 
dice  Seneca  ec:  fu  grato,  giudicatore  di- 
Kieto,  veridico.  (C, 

+  TEMPERATIVO.  Add.  ^Uo  a  tem- 
pere .  Ott.  Cam.  Purg.  30.  5^9-  ^'o" 
llra  che  eli.  sia  velato  di  una  nuvoletta  , 
U  quale  hae  virlulc  tempcrativa .  Omel. 
S.   Crrg.  Il  morlino  i  di  virtù   lempera- 

livo.  .        .         - 

a.  TEMPERATO,  che  da'  poeti  per  sm- 
«K   si    usa   anche   TEMPRATO  .   Add. 
da,  verbi  Temperare,  e  Temprare,  m  tuli, 
i  lon,  signific.  Lai.    temperatus.  Gr.  ;is- 
-;io;,  z'rp-xTOi.  Socc.  noe.  77.  SI-  t 
se  con  culeslo  caldo  U    mescolerai  ,  senza 
fallo  il  Sole   sentirai   temperalo.    J:    I  il- 
Dani.  233.  Questo  recente  caso   U  faccia 
con  più  temperate  redini  correre  ne^  tuoi 
puceri.  j:  leu.  Fin.  Boss.  276.  L   am- 
lùion  degli  animi  non  temperali  Irovo  le 
riech«.c  .  Fiamm.   1.  70.  Sovra  '1  tirato 
uervo   adatta  le  sue    saette  da  noi  fabbri- 
cate  e  temperate  nelle  nostre  acque.  Psp. 
Pai    ISost.   38.   L'  uomo  dice    di   una  ra- 
dice    o  di  un'  erba  che  ella  i:  temperata, 
noando  ella   non  e  ni  troppo  fredda  ,  ne 
troppo    calda,  ni-  tropno   secca,  ne  troppo 
«nuda.    G     V    I-  5-  4    Q"""  l'^P"- 


te  ec.  è  del  tanto  la   pii  popolala  parte 
del  mondo,  perocché  tiene  al  freddo;  ed 
b  più  temperata  .    Vani.   Inf.   29.  Tranne 
lo  Stricca,    Che    seppe    far    le    temperate 
speso.  E  Purg.   l5.   K    l  signor  mi  parca 
benigno  e  mite  Risponder  lei  con  viso  lem- 
peraTo:  Che  farem  noi»  (cioè,  modesto). 
Maestruu.  Z.  3o.  9.  Chiunque    toglie  al- 
cuna cosa  del  mare,  ne   dee  avere  alcuna  , 
temperala  particella  .  S.   Agost.   C.  V.   Il 
povero  ec.  allegrisi  di  dolcissima  pace,  re- 
ligioso e  devoto    di    ,  ietade  ,    benigno  di 
mente,  sano  del  corpo,  temperalo  di  vita, 
casto  di   costumi  ,  e  sicuro    di    cosc.enia  . 
Bui.  Aggiugnendo    ancora    altre    suasioni 
da  muovere  ogni  modesto  e  temperato  a- 
nimo  .  Pelr.    son.  34.    Ch'  a  Giove  lolle 
soni' arme  di  mano.    Temprate  m  Mon- 
gibcllo  a  tulle  pruove.    ì  ine.   ilari    nm. 
l5.  Ma  voi  sotto  temprato  am.co  celo  Tor- 
naste fredda  e  cieca  d  primo  giorno   Che 
dieder  gli  occhi  il  lor  ufiuo  al  core.  Mern. 
Ori.  1.   12.  56.  E  questa  sia  d'un  piace- 
vol  veleno  Con  lai  industria  ed  arte  tem- 
perato ,  Che  '1   spirto   nosUo  a  un  punto 
venga  meno .  Bcd.  Esp.  nal.   l5.   Aveano 
la  lor  propria    pelle   temperaU  a  botta   di 
pistola  .    Borgh.    Bip.    l38.    Si  potranno 
leggermente  toccare  i  dimoro,  con  .ncliio- 
slro    dato    con   penna   temperala   sottile  . 
*  AUeg.  rim.  gS.  Con   una  pennuaa  di 
gaUo  vecchio,  a  ciò  temperata  sema  fesso 
in   lellcra    minutissima   scriveva    ec.    (Bt 
(  questi    ultimi    due   esempi   nel  signifc. 
del  %.  VII.  di  TEMPEIIARE). 

*  §.  E  coir  aliai.  Kelc.  1  il.  Colonib 
171.  Di  poi  essendosi  li  delti  poven  dal 
pianto  temperali  videro  il  loro  novello  pa- 
dre Francesco  in  tal  modo  nel  dolore  som- 
merso ,  che  ec.  (C>  ,      _, 

TEMPERATO.  A>>erb.  Temperala- 
menle. Lai.  temj.erate .  Gr.  fj-:Tficj;. 
Amm.  Ani.  2.  4.  5.  Dionisio  lir.iuuo  un 
tempo  bevendo  temperato  ,  inconlancnle 
cadde  in  tisica,  e  non  ne  potè  guarue  se 
non  tornando  ebbro. 

+  TEMPERAT010.  lo  slesso  che  lem- 
perinoj  ma  meno  usato.  Tao.  Da,:  Ann. 
5  lOg  Vitellio  ,  vedutosi  dar  lunghiere  , 
speranze  e  umori,  si  fece  dare  un  Irmpe- 
ratoio  ,  quasi  per  mettersi  a  scrivere  ,  e 
scalBlosi  leggermente  la  vena,  mor.  d  an- 

^'"t"'rEMPERATORE  .  lerhal.  masc  . 
Che  ,  o  Chi  tempera  ,  Moderatore  .  Lai. 
moderator,  icniperalor.  Gr.  òioinuTr,;. 

TEMPERATRICE.  I  erbai,  femm.  Llie 
tempera.  Lai  moderalrix .  Gr.  Jioi/.r.- 
Tpia  .  Coli.  Si.  Pad.  La  discrezione  e 
madre  e  guardiana  e  lempcralrice  di  tulle 
le  virludi  S.  Agost  C.  lì.  E  per  questo 
1  vogliono  che  queU'  opera  abb.a  per  lero- 
'  peralrice  la  mente. 

+  3  TEMPEBATCr.A.  Tempera,  Tem- 
peramento, Il  temperare.  Lai.  tempera- 
tura. Gr.  «pà^.?.  legC'-  Ferri  da  caluna 
leroperalura  a  fare  arme  .  Bcrn.  Uri.  2. 
4  ..6  Tosto  quel  brando  le  tolse  di  ma- 
no ,  Che  fu  per  darli  morte  fabbricato , 
eh'  era  l'alto  con  lai  temperatura,  Che  la- 
clia  incanti  ed  ogni  falatura. 

rt  e  I.  Temperatura  della  comples- 
sione, dicesi  la  Qiia/ilà  e  Stalo  del  corpo. 
u  Capr.  Boll.  1.  l5.  Guardali  dal  far  dis- 
ordini di  sorte,  che  quella  temperatura 
della  complessione,  dove  è  fondala  la  tua 
vita  ,  non  venga  ad  alterarsi  di  maniera,  e 
soffocare  gli  spirili  vitali,  eh'  io  sia  forzala 
partirmi  da  le  (in  altre  edizioni  si  legge 
temperanza).  Ore.  Celi.  1.  19-  Q""'" 
nasce  dalla  temperatura  della  romplessici- 
ne,  nella  qual  cosa  noi  vi  trapassiamo  di 
gran  lunga  ".  (J^J 

*  g.  11.  Temperatura  della  penna,  di- 
cesi  IJuel  taglio  che  se  le  fa  per  renderla 
alla  allo  scritere.  ..  Bui.  Inf.  i\.   1.  Poco 


dura  la  brinata,  come  dura  poco  la  tem- 
peratura della  penna  allo  scrittore,  quando 
scrive  con  essa  ".  {?, } 

•f  TEMPLRAZIONE.   lece  poco  usa- 
la .    Temperanza  .  Lai.   lemperanlia  .  Gr. 
nuffo'.i^fi .   l.ib.    Amor.  iio.  Molto   nu 
pare  dura  la  temperaiione    vostra  i   ma    a 
lama  e  tale  auloril'a  temo  di  conlradire. 
'       f  TEMPERIE.  Sialo  sensibile  dell'aria 
I  che  agisce  sui  nostri    organi  secondo  che 
I  è  freddo  ,  o  caldoj  secco  ,  o  umido .  Lai. 
lempcries.   Gr.  /.fòLcii.  ■■■  Sagg.  nal.  esp. 
222.  È  da  considerare  se  i  io  possa  nascer 
'  da  accidenti  estrinseci,  come  sarebbe  la  di- 
versa temperie  dell'  ari.i,  dell'  ago  più  rug- 
ginoso ,  ce.  (B) 

TEMPEF.INATA.    Colpo  dato  con  tem- 
perino . 

+  TEMPERINO.  Piccola  lama  di  accia- 
io posta  in  un  manico  d'  osso,  o  simile  ,  la 
quale  sene  per  lo  più  a  temperar  le  penne. 
*  Bcd.  1  ip.  26.  Ne  campo  una  volta  nno 
(piccione),  e  campò  forse,  perchè  quando 
con  la  punta  solliJissima  d'  un  temperino 
io  lo  ferii ,  percossi  una  vena  grandet- 
ta. (C)  Magai.  Leu.  scient.  pag.  140.  Se 
ec.  su  questo  medesimo  tavolino  io ,  la- 
sciata star  la  cotogna,  avessi  col  temperi- 
no comincialo  ec.  (B)  Bcllin.  Disc.  2.  79. 
I  rasoi,  i  temperini  tagliano  ciascuno  an- 
ch'essi. rT; 

TEMPESTA,  TEMPESTADE,  e  TEM- 
PESTATE. Ma  per  Io  più  si  usa  la  prima 
voce.  Commozione  impetuosa  dell'acque,  e 
principalmente  di  quelle  del  mare  agitato 
dalla  forza  de"  venti.  Lai.  (fmpcsl<..r,  pro- 
cella.  Gr.  yjipu^,  t'Ari.  Bocc.  nov.  17. 
8.  Quelle  tutte,  per  la  tempesta  del  mare 
e  per  la  paura  viole,  su  per  queUa  qu^i 
morte  giacevano  .  Petr.  canz.  21.  !\.  Se 
non  gliel  tolse  o  lempeslale  ,  o  scogli  . 
Dani.  Inf  5.  Che  mugghia,  come  fa  max 
perlempesla.  Boez.  G.  S.  2\.  Rettore  eter- 
no, costrigni  l'amare  Tempeste,  ec.  i  CÌ7. 
E  ra-gia  U  m.ire  con  IranquiUilade  Ispesse 
volti  sanza  muovere  onde.  Poi  si  rivolge  m 
dura  tempcstade. 

§.  I.   Tempesta,  fgiiralam.,  per  Impe- 
tuosa veemenza.  Lai    violenlia  .   Gr.  ^IB. 
Pani.    Inf.    21.    Con    quel   furore   e   con 
quella  tempesta,  Ch'  escono  .  cani  addos- 
so al  poverello  .*  ^r.   Fur.    I.61.  Saers- 
panle  ritorna  con  tempesta,  E  corronsi  a 
ferir    testa   per  tesU  .    (£>y    E   5.   82.   Ri- 
naldo  se  ne   va  Uà  gente  e   gente  ;  Fassi 
far  largo  il   buon  destrier  Baiardo  :  Chi  la 
tempesta  del  suo   venir  sente,  A  darli  via 
non  par  zoppo  né  lardo.  (Mj 
1       §.  II.  Tempesta,  per  melnf.  vale^AJan- 
no.  Travaglio,   Gran   turbazione.  *  Cuid. 
'  Ciad.   12.  2.    Io  non   posso   essere    senaa 
grande  tcmpeslade  d'ira.  fO    Petr.  canz. 
20.  4.  Cosi  nella  tempesta  Ch   1'  sostengo 
d'  Amor  gli  occhi  lucenti  Sono  il  mio  so- 
gno e  '1  mio  conforto  solo.  Poez.  t'arch. 
2.pros.  1.  Ma  perciocché  nessuno  muta- 
mento di  cose   subilo    non    avviene   senza 
una    qualche  ,  come    noi   diremmo  ,    tem- 
pesta d'  animo,  quinci  è  nato  che  lu  al- 
quanto U  sei  dalla  tua  consueta  tranquil- 
lità allontanalo. 

f  g.  III.  Tempesta,  vale  anche  tra- 
casso di  venti  e  di  tuoni,  /jurrasca.  Lal_. 
turbo.  Gr.  yàiata..  Tes.  Br.  2.  3-,.  L 
altro  principije  (vento)  di  verso  Mcziod. 
si  è  caldo  e  umido,  e  spesso  fa  folgori  e 
temiesle  .  e  da  ciascuna  parte  d'  mtorno 
lui  ha  venti  caldi,  che  tulli  fanno  spe«o 
lem,  està  in  terra.  G.  7.  12.  3l.  4-  Fu 
in  Firenze  disordinala  lempesla  di  venU  . 
tuoni  e  baleni  molto  spavenlevoli. 

t  g.  IV.  Tempesta,  vale  anche  L.ra 
g„LLLal.  g'Wo.  Cr.  4  18.  5.  La 
tempesta  ancora  spesse  volte  la  vigna  con- 

suina  in  luU*»- 

#  e.   V.  Per  Fracatto,   homore  tfum^ 


i492 


T  E  M 


lunqtte.  Dia/.  S.  Creg.  l-  3.  e.  ^.  E  mai 
aon  ri  lornó  più  (il  liiavo/o)  a  far  le  co- 
te ,  e  le  tcinpcstadi  rhc  vi  faceva  .  (f^J 
■^gn.  Pantl,  Quello  che  più  diletta  (abi- 
tando aìla  Villa  )  fugj;unsi  gli  strepiti  ,  i 
tumulti  ,  e  la  tempesta  della  città  ,  della 
piazza ,  del  Tolgo,  (/ir) 

§.  VI.  In  modo  proverò,  diciamo  A 
tal  otta  giugnesse  la  tempesta ,  a  Chi 
arriva  per  mangiare  ,  quando  gli  altri 
hanno  quasi  finito  ;  e  vale ,  che  Colui 
non  pregiudica  a'  convitati  ,  siccome  non 
pregiudica  la  tempesta  dopo  la  ricolta . 
Lat.  sero  post  tempus  venis. 

\  §.  VII.  E'  s'  intende  acqua  ,  e  non 
tempesta,  o  assoliitam.  ,4cqua,  e  non  tem- 
pri taj  modi  proverbiali,  che  valgono  che 
ì\/on  si  dee  cercare  in  veruna  cosa  l'  ec- 
cesso, che  e  sempre  biasimevole.  Lai.  mo- 
dus optimus  omnium.  Gr.  juir^ov  TT'y'vrwv 
^ÌXriìzov.  Cas.  rim.  buri.  1.7.  Ma  pur 
ei  sMnteude  acqua,  e  non  tempesla.  ^  Se* 
gner.  Pred.  Pai.  j4p.  IO.  2.  L'ypplicaziù- 
ne  al  negozio  e  lodevolissima:  ma  tanta  è 
troppa.  Acqua  e  non  lempcita,  usiam  di- 
re. (TC) 

TEMPESTANTE.  Che  e  in  tempesta. 
Che  soffre  tempesta  .  Lat.  procella  labo- 
rans.  G.  J'.  li.  3.  l5.  Or  non  è  questa 
terra  qua»  una  gran  nave  portante  uumini 
tempestanti  T 

TKMPESTANZA  .  T.  A.  Tempesta  . 
Lat.  tempestas  .  Gr.  ;f  stjuw'v  .  liim.  ant. 
P.  N.  Jic  h'nz.  Dotto  marino  fugge  tcm- 
pcstanza,  E  attende  clietanza.  Fr.  lac.  T. 
5.  I.  2.  Nave  sanza  noccLiero  Rompe  in 
Icmpestania . 

TEMPESTARE,  alenar  tempesta.  Es- 
tere in  tempesta.  Lat.  eteri,  turbari,  com- 
moveri,  ventis  ngitari.  Gr.  3tv.TV.p6ÌTTZ- 
cOk»,  JtaTaXìJssOat.  Lih.  Pred.  Il  mare 
ti  rominriò  fortemente  a  tnriiarr  e  a  tem- 
pestare.  /  olg.  Mor.  S.  Greg.  Il  mare  è 
commosso  a  tempestar  contro  essi.  -^  Amm. 
Ant.  37.  t\.  7.  Non  credere  ora  a  questo  ri- 
poso: in  uno  momento  tempesta  il  mare; 
e  in  quello  medesimo  di,  ove  le  navi  avea- 
no  giurato,  sono  annegate.  Sali.  Ciug.  170. 
Quando  il  mare  e  grosso  e  comincia  a  tem- 
pestare di  venti.  (V) 

§.  I.  Tempestare  ,  Jiguratam.  ,  vale 
Star  coli'  animo  travagliato  .  Scn.  Pist. 
Son  da  riprender  quegli  che  sempre  tem- 
pestano, e  angosciano  in  f;»IÌca  e  in  pen- 
siero. Cuid.  O.  Per  la  qual  cosa  non  pa- 
tendo il  fervor  di  amore»  con  angoscioso 
desiderio  tempesta. 

*  §.  II.  E neutr.  pass.  Affannarsi,  Tra- 
vagliarsi. /■>.  (Uord.  Pred.  2.  3oo.  Quan- 
to posso  io  vivere?  cotanto:  quanto  mi  lii- 
togna  a  rolanio  |>er  anno?  perche  dun- 
que si  liussa,  e  si  tempesta  in  acquistare 
più?  (N) 

'I*  §.  III.  F.  per  Agitarsi,  Conturbar- 
si. Jìus.  32^.  l'erehè  ec.  Io  Tostro  animo 
tanto  si  tempesta  ?  (C) 

*t  §•  ^V.  Tempestare ,  vale  anche  ta- 
lora Imperversare  .  ^^  Fr.  (Uord.  27. 
Questi  sono  coloro  che  tem|H'itano  ,  e  so- 
pra i  quali  le  fortune  e  le  temp<-ste  ven- 
gono ,  (Fj  Sen.  Pist.  t)5.  E  s'egli  ode 
romorc  o  suono  d'  arme,  1'  uon>o  noi  può 
tenere  ,  e  romisce  ,  e  salta  ,  e  lenipcsla  . 
Frane.  Sacch.  nov.  160.  Il  qual  mulo  , 
sentendosi  liezzirjre  «{uel  luogo  di  rlie  più 
sono  schifi  re,  cominciò  l  trarre  e  a  tem- 
jieslare  si  diversaincnle  ,  che  re.  /;'  rim. 
a.  Qual  gonfia,  e  «piai  tempe^la  con  ìslri- 
na,  Qualgitla  la  berretta,  e  \ienra  ressa. 
Morg.  10.  3.  E  mentre  che  il  cavai  furia 
e  tempesta,  ce.  Stor.  Fur.  6.  13^.  Ma  il 
Conte  ce.  temporeggiava  il  più  che  e'po- 
leva  ,  tempestando  pero  tutto  giorno  ,  e 
facendo  mille  molestie  alle  citse  di  Gìm-I- 
litrlo . 

^  §•   V.   Tempestar*  ad  uno  ti  pan  nel 


T  E  M 

forno,  vale  Pericolargli  anche  le  cose  ti- 
cure.   F.  FORNO,  §.  Vili.  (C) 

§.  VI.  Tempestare ,  figuratam.  in  att. 
signijìc.  vale  Conturbare  ,  Inquietare  , 
Metter  sossopra  .  Lat.  perturbare  .  Gr. 
oiaTvpaTTCtv  .  Cavale.  Frutt.  ling.  O 
perchè  pessimo  ladrone  ri  tempesti  il  ma- 
re PC.  ,  per  quello  che  tu  tempesti  tutto 
il  mondo,  cioè  per  più  avere.  Guid.  O. 
Il  quale  perciò  sono  tempestato  con  molta 
angoscia  .  Tratt.  gov.  fam.  .Se  in  questo 
atto  il  sonno  fugge  ,  godi  col  dilello  ,  se 
veramente  ti  tempestasse,  perchè  poco  dor- 
mito avessi.  Frane.  Sacch.  nov.  70-  I  porri 
andarono  in  cucina,  ed  in  quella  tempe- 
starono ci'j  che  v'  era  .  Ambr.  Furt.  3. 
9.  Chi  tempesta  questa  porta?  (qui  vale: 
ehi  liatle  furiosamente  questa  porla,? 

§.  VII.  Tempestare  ,  pure  in  signifìc. 
att.,  vale  Instigare ,  Importunare  .  Lat. 
ciere ,  urgere,  sollicitare  .  Gr.  e:T£iy£iv. 
Liv.  Dee.  1.  La  disleal  femmina  pungea 
e  attizzava  il  marito,  e  non  Gnava  di  tem- 
pestarlo .  /■"  lÀv.  M.  Fosse  suta  tempe- 
stata e  inizzata.  Farch.  Frcol.  7  5.  Su- 
hillare  è  tanto  dire  ,  e  tanto  per  tulli  i 
Versi  e  con  tutti  i  modi  pregarlo,  che  egli 
a  viva  forza,  «{uasi  a  suo  marcio  dispetto, 
prometta  di  fare  lutto  quello  che  colui,  il 
quale  lo  siibtila,  gli  chiede;  il  che  si  dice 
ancora  serpentare  e  tcmpe.<.tare  ,  quando 
colui  non  lo'  lascia  vivere  ,  ne  teucre  i 
piedi  in  teiTa  ;  il  rhc  i  Lalini  dicevano 
propriamente   sollicitare, 

*  §.  Vili.  Eper  similit.  Cor.  En.  II. 
8.^8.  E  tra  le  selve  Asrosa  una  pianura,  con 
ridotti  Acconci  a  ritirarsi,  ed  opportuni  A 
spingersi  o  dal  destro  o  dal  sinistro  Lato,  che 
si  rincontri  oche  s'aspetti  Nemica  gente, 
o  pur  che  di  gran  sassi  5i  tempesti  di  so- 
pra, (/f) 

t  *  g.  IX.  Tempestare  una  cosa  di 
checchessia,  vale  Spargerla  di  checches.ua. 
Segner.  Pancg.  di  tutti  i  Santi.  Fahhriraro- 
no  molli  dei  principi  supeihiisimi  mausolei, 
dove  riporre  le  ceneri  de' loro  riveriti  ante- 
nati, e  spesso  ancora  gli  smallarono  d'  01  o  , 
e  gli  tenipcjtaron  di  gioie.  (Min) 

*  TEMPESTATO.  Sust.  V.  A.  Tem- 
pesta. Fr.  lac.  T.  3.  24-  •^4-  ^^  f^ome  è  in 
porlo  la  nave,  Quando  è  fuor  del  tempesta- 
to. rF; 

TEMPESTATO.  Add.  da  Tempestare. 
*  lìartol.  liicr.  Sav.  lih.  \.  cap.  I.  Il  mare 
Atlantico,  tempestato  dai  venti  ce.,  avvenu- 
tosi nello  stretto  di  Giliillcrra,  colà  uve  1' 
Africa  e  1'  Europa  s'  a&rontano,  quivi  endo 
si  caccia.  (Jì) 

*t  §.  L  E  Jiguratam.  Travagliato,  Mal- 
trattato, (ì.  /'.  6.  20.  I.  Papa  Gregorio, 
vcppendo  la  Chiesa  d"  Iddio  così  tempesta- 
ta djFederi>;o  irnperadore,  ordino  di  fare  a 
Roma  concilio  generale. 

't  §■  II-  /'.  per  Travaglioso.  Duon. 
Fier.  2.  /|.  ().  Tolto  a'  frangenti  Di  que- 
sta nostra  tempestata  vita. 

g.  III.  F  Tempestato,  l' usiam» per  Tìiliot- 
tato,  Iticamato.  hai.  gemmis  dtstinctus,  ri- 
gens.  Gr.  ìt'Sot;  :t8Toi>riJ^j'vo^  .  t'etrh. 
Esalt.  Cr.  I.  i.  Nel  meuo  d'una  farcia  del- 
la sala  E  un  tribunal  tempestati»  «li  gioir. 
Ituon.  Fier.  3.  a.  17.  Fregiale,  agglier^ma- 
te,  tempestale  (parla  d'  insegne).  À.  5.5.  3. 
E  tempestate  di  liisaniì  d'oro.  Ped.  Oss.  an. 
3.  Appariva  di  color  chiaro  di  ruggine,  lutto 
tempestalo  va;;amriite  di  marrhir  nere, 

t  TEMPESTIVO,  r.  /..  Add.  (oppor- 
tuno. Che  fa,  o  si  fa  a  stio  tempo.  Lat. 
tempestivus.  Gr.  votipio^.  Ituon.  Fier.  ^. 
4-  16.  eh'  io  non  so  s'io  me  gli  ho  risposto 
cosa  Utile  e  lenipestivn.  E  5.  I.  8.  Tutte  le 
piante  han,  TeiMlor.lo  cime,  Rivolte  inver- 
so '1  rici,  qual  sì  su  sole,  Piaggia,  monte,  o 
giavtliii  che  le  nutrichi  :  E  spieean  tempe- 
stive egual  la  gloria,  Non  tralignante  da 
nativi  semi. 


T  E  M 

t  TEMPESTOSAMENTE.  Avverh.  In 
modo  tempestoso.  Con  tempesta.  Lat.  prò* 
cello!se.  Gr.  &ueÀiwow5.  Ovid.  Pist.  173. 
Parmi  che  quanto  io  sono  più  soUicito  ék 
riguardare  il  mare,  se  egli  si  rabhonaccia, 
che  egli  piue  tempestosamenlt  ondeggi . 
Arrifih.  48.  Ora  Aqudone,  tempestosamcB* 
te  spirando,  tutti  gli  discaccia. 

%■  Per  Impetuosamente  ,  A  gutta  tO 
tempesta.  Lat.  impetuose.  Gr.  ^tatwf-  Fl- 
loc.  I.  ()3.  Veggcndogli  sì  tempestosamente 
Tenire,  divenne  siccome  timida  cerva  di- 
nanzi al  leone  diviene,  t?  Car.  Long.  Sof. 
lib.  1.  Neil'  ultimo  cottosi  IcmpeslosameD- 
te  si  seoutraro,  che  ali*  uno  di  essi  un  corno 
si  svelse.  (lir) 

TEMPESTOSISSIMO  .  Superlat.  di 
Tempestoso,  dell.  leti,  i.lez.  i.  110.  Cam- 
minano propriamente  con  quel  sospetto  e 
con  quel  timore  che  fa  una  nave  ce.  in  un 
mare  tempestosissimo  e  pericolosissimo. 

TEMPESTOSO.  Add.  Che  porta  tem- 
pesta. Che  èin  tempesta.  Agitato  da  gran 
tempesta  Lat.  tempesluosus  ,  proce/losus. 
Gr.  àtìXri-,  S?uci>wo);?.  Jlocc.  nov.  4'- 
17.  Sursc  un  tempo  fierissimo  e  tempestoso. 
Amet.  48.  Ed  il  tempestoso  Danubio  cre- 
scente per  le  risolute  nevi.  Peir.  son.  Il8- 
Non  d'  atra  e  tempestosa  coda  marina  Fug- 
gio  in  porto  giammai  stanco  nocchiero,  Co- 
m' io.  ('avalc.  Frutt.  ling.  Il  cuor  dell'em- 
pio è  come  mar  tempestoso,  il  quale  mai 
non  può  posare. 

§.  1.  Figuratam.  vale  Conturbato , Agita- 
to, Commosso.  Guid.  G.  Avvegnadiochè  1* 
animo  mio  pertanto  spesse  volte  sia  tempe- 
stoso, nondimeno  con  maggior  tempestade 
è  travagliato  di  ciò,  che  tu  desti  alla  morte 
Patroclo.  *  Petr.  cant.  ^l.  3.  Era  possente 
Cantando  d'  acquetar  gli  sdegni  e  1'  ire.  Di 
serenar  la  tempeitosa  mente.  E  sgombrar  d' 
ogni  nebbia  oscura  e  vile.  (S)  Frane.  Sac- 
ch. nov.  14  Parca  una  casa  cheta  e  riposata, 
eht:  prima  parca  tempestosa  e  iDdemoniata 
(per  lerisse  tra  figliuolo  e  matrigna  ).  (ì') 

^t^  §.  II.  Per  lmpetuo.to.  Fremente.  Car. 
En.  lib.  2.  O  tempestoso  e  rapido  torrente 
Che  dal  monte  precipiti,  e  le  selve  Ne  me- 
ni, e  i  colti  e  le  ricolle  e  i  campi.  Buon. 
Fier.  1.  5.  II.  Non  si  creda  nessuna  esser 
sicura  Dagli  assalii  sbrigliati  e  tempesto- 
si. (Br) 

*  TEMPETTO.  Breve  tempo.  Pucr. 
Centil.  cant.  2  E  per  fare  allo  'mperio  pifi 
dispetto,  Tolilc  fece  Fiesole  disfare.  Ed  a- 
bitolla  co*  suoi  un  tempetlo.  (B) 

3  TEMPIA.  Parte  della  faccia,  posta 
tra  r  occhio  e  l'orecchio.  Lat.  temput.  Gr. 

^$-  I-  Talora  nef  numero  del  più  ti  pi' 
glia  figuratam.  per  Tuttala  testa,  m  Bocc. 
Fit.  Dant.  25t.  Li  quali  degni  si  fanno  di 
doversene  ornare  le  tempie.  Dant.  Inf.  % 
Serpentelli  e  ceraste  avean  per  crine,  Onda 
le  fiere  tempie  erano  avvinte  ••  .    ^.V^ 

'J^  §.  II.  Talora  si  piglia  anche  pei  f*- 
pelli.  n  Petr.  son.  175.  Non  s'accorge  Del 
fiorir  queste  innaoii  tempo  tempie.  Lah. 
101.  Sclrtempie  già  bianche  e  la  caoutA 
barba  non  m' ingannano,  re  >■  .  E  altro- 
ve :  Quantunque  di  nere  candide  sico  di- 
venute le  tempie  tue.  (fìri 

t  <t  TEMPIALE.  Tempia. \^t.  temput. 
Gr.  npoTUfó;.  (^ar.  lett.  1.  16.  Dìresi  eh* 
e*  era  un  tratto  certo  Tempione,  che  si  tro- 
vava un  paio  di  si  gran  leiiipiali.  che  facen- 
do alle  pugna  con  chiunque  si  foue  ec. 
(  non  )  si  poteva  mai  tanto  riparare  ,  eh* 
ogni  pugno  non  lo  investisse  nelle  tem- 
pie   {•) 

TEMPIERE.  Soprastante  alla  custodia 
delle  tempie.  F  Tempieri,  nel  numero  del 
ptù,  s' intendono  i  Cavalieri  tf  una  religio- 
ne, ovrero  miliiia,  co.ù  detta  dalla  custodia 
che  aveano  del  tempio  in  Terra  santa.  Lat. 
templarius.  G.  ì  .  6.  18.  3.  Lo  'mpcrador* 


T  EM 

b'  «dò  in  Acri/e  loIlc  ihh'O  il  tempio  .1' 
Acri  >•  tempieri  F  m.m  3.  Lo  mperaJore 
Y  assenti,  per  ai>pelto  e  mala  volontà  eh  a- 
T»  co'  tempieri.  ... 

TEMPIEKELLO.Cim.  r/i  Tempio-  Lai. 
o-Acu/n,  sacclhm.  Gr.  •'spiv  o.x.oiov.  ;?. 
^p.  e.  D.  Nonlotennono  degno  d  un  pic- 
colo tempìerello. 

f  TEMPIETTO.  Vim.  di  Tempio-  Lat. 
tanlUm.  Gr.  l'sfdv  o.».'ò;ov.  /'cK.  ^o/i. 
ai.  Marco  Tullio  in  una  lettera  parlando 
d-  un  orto  che  e^li  aveva  aUe  m  A»  d.  com- 
prare per  farvi  un  sepolcro,  o  pm  presto  un 
tempietto  alla  6gliuola,  dice  che  sapcv^a  che 
»•  era  dentro  una  selva  nol.de.  norgh  U- 
rie.  Fir.  26;.  L-  accompagno  con  una  cap- 
pèlla, o  tempietto  cousecrato  secondo  que 
riti.  £300.  Vi  fu  aggiunto  un  tempietto 
d-  esso  Augusto.  Brnv.  Celi.  J  .1.  2.  255. 
Avevo  fatto  un  tempietto  di  ordine  lomco 
soltdissimaniente  lavorato. 

TEMPIO.  Propriamente  edifcio  sacro 
dedicato  a  Dio,  0  a' Santi;  ma  si  disse  an- 
cora di  qinlli  de' Cent./i.h^l    icmpìum.  Or. 

Up6i  ««»';.  D""'.  '"/■  'O-  T»'''  ""'l""  "^^ 
far  nel  nostro  tempio,  lìut  E  tempio  luogo 
di  contemplatione  .  ovvero  ampio  letto. 
fit.  SS.  Pad.  I.  78.  Pervenne  a  Pelusiaun 
fiiorno,  che  quelli  della  terra,  che  erano  Sa- 
racini,  faceano  la  festa  del  loro  idolo,  ed  era- 
no tutti  congregali  nel  tempio  di  \  enere. 
T<i^.r.  Cer.  16.  5;.  O  cieli ,  o  Dei,  perche 
soffrir  questi  empii.  Fulminar  poi  le  torri  e 
i  vostri  tempii?  , 

*  §  E  Tempio,  fu  dello  anche  del 
Cielo.  Tass.  Ccr.  8  44-  Essi  del  Ciel 
nel  luminoso  tempio  Hao  corona  immortai 
del  vincer  loro.  E  18.  :3.  O  quante  belle 
Luci  il  tempio  celeste  in  se  raguna!  E  nm 
Eroic.  Son.  18.  E  gli  errori  del  Sole  e  1 
ceni  giri  ni  questo,  che  si  volge  a  noi  d  in- 
torno. Tempio  etemo  immortai,  fanciullo 
ammiri.  { D)  _,         ,- 

*  §.  II.  Per  albergo,  Jsilo.  Tass.  Cer. 
16.  64.  Che  la  più  meco  il  pianto  J  Altre 
arme,  allr'artelo  non  ho  dunque?  Ah  se- 
guirò pur  r  empio  :  Ké  1'  abisso  per  lui  ri- 
posU  parte  Né  H  Cicl  sarà    per  lui   sicuro 

tempio,  (n)  ,-      r. 

*  §.  Ili.  E  figvratam.  Bocc.  I  il.  Uant. 
3.  Solone,  il  cui  petto  un  umano  tempio  di 
divina  sapienia  fu  reputalo  ec.  era  ec.  spes- 
se volte  usato  di  dire  ec.  Àr.  Fur.  46.  9. 
Anna  Uella,  gentil,  cortese  e  saggia.  Di  ca- 
sUtà,  di  fede,  e  d'  amor  tempio.  CO,  Pros. 
Fior.  5.  120.  Cosi  si  profana  r  anima  no- 
stra, che  è  a  tempio  sagrosaoto  dell' Allis- 
limo,  e  non  che  il  sacri6carvi  il  timiama 
odoroso  del  cordialissimo  amore  ec.  (C) 

TEJtPiONE.  Colpo  dltocon  mano  nella 
tempia,  0  intorno  ad  essa,  fluon.  Fier.  I. 
intr.  ili  lasciò  andar  un  si  fatto  lempione  , 
Ch'  incominciai  a  girar  come  un  palèo.  E 
appresso  .-  Ch'  ammonita  da  lei  pna  co 
tempioni  A  torleti  d'  appresso,  ec.  Salvm. 
Disc.  2.  187.  Dalle  parti  che  si  feriscono 
col  colpo  della  mano,  sortirono  questi  colpi 
Tarli  nomi,  come  quei  che  si  danno  alle 
tempi';,  tempioni;  ce. 

|.  Per  Como  stolido  e  sciocco.  Lat. 
stolidus.  Gr.  avó»lTl>5.  7.i*.  Son.  5l. 
Uaodar  fuor  quel  lempion  della  riheca. 

*  TEMPISSIMO  .  r.  TEMPO,  §. 
LSIX.  (.4) 

TEMPLO  TeTTipw.Lat.  templum.  Gr. 
Upó-l,  irnxlìi.  Dani.  Par.  18.  Sicché  un' 
altra  fiaU  omai  s'  adiri  Del  comperare  e 
vender  dentro  al  tempio.  E  28.  In  que- 
sto miro  ed  angelico  tempio.  Lah.  168. 
A  te  t  appartiene  ec.  più  d' usare  1  so- 
litarii  luoghi  ,  che  le  moltitudini  de'tem- 
pli.  Frane.  Sacch.  nov.  212.  Sallo  egli 
medesimo  ec.  chi  sono,  o  da  che  sono  li 
più  che  hanno  a  governo  li  suoi  templi. 
+  TEMPO.  La  durata  delle  cose  indi- 
cala da  certi    periodi    o  misure,  e  singo- 


T  E  M 

larmente  dal  movimento  e  dalla  rivolu- 
zione apparente  del  sole.  Lat.  lempus.  Or. 
WOVOi.  Dani.  Com:  146.  Il  tempo  se- 
condo che  dire  Aristotile  nel  quarto  della 
Fisica  è  numero  di  movimento,  secondo 
prima  e  poi.  Jlut.  Purg.  24  1.  Tempo 
non  é  altro  che  lo  spailo  nel  quale  que- 
ste rcvoluiioni  si  fanno,  e  questo  spMio 
produce  Iddio  dal  suo  essere  eterno.  Ca- 
lale. Fruii,  ling.  Il  lenipo  e  un  bene: 
che  tanto  n'ha  il  povero,  quanto  U  ric- 
co. Capr.  Boll.  9.  191.  Il  tempoec_non 
e  altro  che  una  misura  ,  colla  quale  si 
misurano  tutti  1  moti  .he  fanno  le  cose 
corporee,  in  quel  modo  che  fai  tu  con 
quel  braccio,  che  tu  bai  giù  in  bottega, 
tulle  le  lun.heiie.  *  F.t.  SS.  Pad.  2. 
384.  Predicò  a  quella  gente  barbara  ccrli 
tempi.  Ca.alc.  /Iti.  ^posl.  l33.  Non  e 
ancora  grande  tempo,  che  concitasti  e  la- 
cesti  tumulto.    (Fj  ^ 

•  S  I  Tempo,  per  Eia.  Lat.  atas.  Or. 
/),z.K  *  "Pelr.  son.  202.  L'altre,  di 
niaggior  tempo  ,  o  di  fortuna  Trarsi  in 
disparte  comandò  con  roano,  h.'p.  J^al. 
\ost  17.  Queste  persone,  che  sono  due, 
una  giovane  ,  e  1'  altra  'e  di  più  tempo .. . 
T,n.  rtil  E  quando  fu  nel  tempo  di  quin- 
dici anni  si  lo  fé'  cavaliere  .  E  appresso: 
Essendo  il  fanciullo  Lancillotto  di  tempo  di 
quindici  anni.  (Cj  JH.  SS.  Pad.  l.  69.  Re- 
putandosi a  dispetto  che  un  garzone  di  si 
poco  tempo  ec.  stesse  in  quel  deserto.  L. 
iqq.  Lo  santissimo  Arsisio ,  lo  quale  era 
d'un  tempo  con  s»nt' Antonio.  Hocc.g. 
ani.  Acca  più  6gl.uoli  ,  de  quali  tre 
n'  erano  femmine,  ed  erano  di  tempo 
maggiori   che  gli    altri.  (Fj 

i°  S  II.  Onde  cogli  aggiunti  ìlio,  tuo, 
suo  ec.  vale  molte  volle  Contemporaneo , 
Coetaneo,  u  Bocc.  nov.  38.  3.  Con  una 
fanciulla  del  tempo  suo ,  BgUuola  di  un 
sarto,  si  dimestico  n  .  (Cj 

3  §.  III.  Tempo,  per  Fin  avanzata,  e 
tendente  alla  vecrliiezza.  Pctr.son.  11^  E 
se  '1  tempo  è  contrario  ai  be  desiri,  non 
fia  eh-  almen  non  giunga  al  mio  dolore 
Alcun  s..ccorso  di  lardi  sospiri.  Piov. 
nnt.  85.  2.  M.  G.  da  Cornio  ,  un  di  es- 
sendo in  una  cavalcata,  perchè  era  giudi- 
ce e  di  tempo,  come  maravigliandosi,  do- 
mandato come  CIÒ  era,  disse  che  1  fece 
ree  potere  consigliare  sopra  guerra,  o  ca- 
talcata.  M.  F.  IO.  70-  La  quale  era  d. 
tempo,  e  vedova  di  due  manti,  iift.  ^- 
mor  5.  Non  potei  contradire  alla  divina 
essenria,  che  il  nascimento  mio  contro  a 
suo  provvedimento  indugiasse,  o  più  tar- 
di mi  menasse  a  luce,  e  perciò  non  e  mia 
colpa  se  tanto  sono  in  tempo,  -e  Seri, 
leti.  Ind.  696.  Mi  fu  comandato  ch  10 
abitassi  in  Funai  insieme  col  P.  Cosimo 
Torris  ec.  che  gi'a  era  molto  aggravato 
dal   tempo.  (C) 

*  S    IV     Uomo  di  tempo,  vale  Altem- 
«>■  .       —   11       :_C •II:,...!..    t\ 


T  r.  M 


■  to' 


vato.   Aov.  nnt.  i\ 


4.    DaUa    ìnfaDlilUade  si 


vaio.   i^Qv.  ""*■  •\-    '- .    . 

cominciò  a  farlo  nodrire  da  savu  uomini 
di  tempo.  E  ivi  :  Era  stalo  con  savu,  con 
uomini  di  tempo,  lungi  da  ogm  fanciul- 
lezza. (Mini 

§  V.  Tempo  ,  .vi  prende  talora  per 
Un  determinato  punto  del  corso  del  gior- 
no, della  vita  umana,  e  simili  Bocc.  nov. 
18  16.  Io  la  mariterò  a  quel  tempo  che 
convenev.dc  sari,,  lìanl.  Inf.  1.  L' ora  del 
tempo  e  la  dolce  stagione. 

J  §  VI.  Tempo,  .'i  prende  anche  per 
Jspazio  preciso,  particolare  e  determinalo 
di  alcuni  anni,  mesi,  ec.  Bocc.  nov.  12. 
2.  Era  adunque  al  tempo  del  marchese 
Azzo  da  Ferrara  un  mercatante.  Petr. 
Cam.  27.  3.  Tempo  verr'a  ancor  forse  , 
Ch'aU- usalo  soggiorno  Torni  la  fera  bel- 
la e  mansueta.  E  38.  3.  Quante  lagrime, 
lasso,  e  quanti  versi  Ho  gi'a  sparli  al  mio 
.     ^     ir     ,      /.n     1    In    ni-u-n  tpmno  SI 


fece  buona  cittadcsecondo  il  tempod  allora 
Dani.  Purg.  23.  Tempo  fuluro  m  e  g.a  nel 
c.spetto.  Cui  non  sar'a  quesl'  ora  molto  au- 
lica -.^Borsh.  Orig.  Fir.  69.  Par  che  lo 
mostri  chiarissimo  quella  pietra  antica  ec. 
che  chiaramente  è  nei  tempi  dei  Vespa- 
siani. (V)  I  ardi.  Stor.  6.  142.  Chmn- 
que  pagava  la  sua  parte  dell'  imposizione 
a"  debiti  tempi  ec.  si  doveva  mandar  cre- 
ditore di  quella  somma  dagli  uficiali  del 
monte.  {C 

if  §.  VII.  Tempo,  per  Durata.  Fr. 
Ciord.  3l5.  Vedete  pazzia  .Ielle  genti  , 
che  per  queste  cose  cosi  vdi  e  di  poco 
tempo  ce.  lutto  di  combattono.  (Vj  Bocc. 
Fiamm.  III'.  4  O  bellezza,  dubbioso  be- 
ne de'  mortali  ,  dono  di  picciolo  tem- 
po.   (Brj  ,      f 

:?  g.  Vili.  Tempo,  vale  anche  Spazio, 
Intervallo  di  tempo.  G.  r.  1  39  I.  Ove  di- 
moro per  tempo  di  dieci  anni  al  conquisi.,  di 
Francia  ed  Inghdlerra  e  d'  Alemagna.  (C) 
Cuicc.  Stor.  2.  362.  Pagando  i  Vene- 
ziani ec.  ,  ma  in  tempi  lunghi ,  quantit'a 
grandissima  di  danari.  (I.) 

:>  §.  IX.  Tempo,  vale  anche  Dilazio- 
ne. Inslr.  Cane.  19.  Di  più  cascono  in 
pena  cosi  quelli  che  facessero,  come  quelli 
che  ricevessero   il  tempo.   (C) 

*  g.  X.  Tempo  ,  e  per  lo  più  nel 
numero  del  più  ,  vale  anche  pres.!o  i  le- 
gisti il  Tempo  determinato  a  pagare  .? 
riscuotere  :  onde  Pagare  ,  Soddisfare  a 
tempi,  vale  Pagare,  Soddisfare  al  tempo^ 
stahilito.  I  ine.  Mari.  27.  Voi  dite  ch  e 
privilegiati  sopra  V  entrale  del  principe  non 
son  pagaU  né  soddisfatti  a'  tempi,  h  ap- 
pre.!.!o  .■  Restano  in  potere  degli  eram, 
per  pagargli  loro  a'  tempi  che  sono  obbh- 
gati.\Bem.  Celi.  Ut.  3.  l45-  Se  U  det- 
to conduttore  trapassi  le  due  paghe  del 
detto  pagamento  alli  tempi  convenienU, 
sia  in  arbitrio  ec.  il  ripigliarsi  il  detto  Po- 
dere. Sen.  Ben.  Varch.  1.  li-  Nessuno 
scrive  al  giornale  i  benefizi  che  egli  da, 
né,  come  tanno  gli  avari,  li  richiede  su- 
bito venuto  il  tempo,  e  se  ne  richiama.  E 
4.  39.  I  danari,  ancorché  siano  mal  pre- 
stali  et  a  chi  noi  merita,  si  possono  ri- 
scuotere, e  d'  uno  che  ci  sia  debitore,  ce 
ne  possiamo,  venuto  i  tempo,    richiama- 

re.  rO  ,       ... 

*  §.  SI.  Tempo,  si  dice  altresì  dei 
secoli,  delle  varie  età,  ri.^pello  alla  cro- 
nologia. M.  V.  proem.  1.  Esammando 
nell'animo  mio  la  vostra  esortazione,  ce. 
di  mettere  opera  a  scrivere  le  stone  e  le 
novità,  che  a'  nostri  tempi  avvennero, 
pensai  ec.  Farch.  Frr.  Oiov.  23.  Il  Gio- 
vio  non  solo  non  osserva  i  tempi,  ma  li 
confonde  quasi  tutti.  (C) 

*  §.  XII.  Tempo,  per  Stato  dell  aria. 
Condizione  dell'  atmosfera.  Bocc.  g.  5.n. 
1.  Con  essa  /notte)  surse  un  tempo  Se- 
rissimo e  tempestoso.  K/i.  7.  Avanzavano 
neUo  andare  la  madre  di  lei  e  1  altre 
compagne  assai,  forse  non  meno  da  amor 
sospinti  ,  che  da  paura  di  tempo  f  s'era 
levato  un  malvagio  tempo).  (1  )  Tav. 
Bit.  E  a  quel  punto  il  tempo  era  bello 
e  chiaro.  Alam.  Colt.  I.  4-  Ma  perche 
il  tempo  allor  piovoso  e  molle  Pur  il  tutto 
compir  forse  conlende  ,  Basti  il  principio 
dar.  (C)  Cuicc.  Stor.  2.  l^t^.  Erano  per 
sorte  quella  vernala  i  tempi  freddissimi,  (l.) 
Segr.Fior.  As.  cap.  8.  Ogni  animai  tra 
noi  nasce  vestito.  Che  '1  dilende  dal  fred- 
do tempo  e  crudo  ,  Sotto  ogni  cielo  per 
qualunque  lito  .  (TC)  Buon.  Fier  4.  ^. 
5.  Color  che  di  quei  feltri  fer  1.-  °"  »• 
Caveranno    dal    tempo     Catuvo  uld    gua- 

'Tg    xnl.    Tempo,  si  dice  anche  re!,. 

tivatnenle  allo  Stalo  in  cui  sono    le   co'' 

rispetto  al  governo  d'un    paese,  al  mod„ 

r  Xi:..    .  ^..f.ire  d"  una  Beriona, 


tempo 


G.  V 


versi  Ho  gi'a  sparti  al  mio      "'f ^^^'f,;    : i„f,Hc,d'  una  persone. 
l.  42.   I.  In  poco  tempo  si  I  del  vivere  jeticc,  o,  j 


^w^ 


T  E  M 


'•  G.  J'.  10.  122.  4-  ^'  trovai  o6riale 
ron  altri  a  queslo  amaro  Icmpo  n.  Dani, 
ìnf.  5.  NcssuD  iiiaggiiir  diilurc  Che  ri- 
cordarti «Irl  tempo  (Vlire  Kclla  miscrìj. 
St^r.  Vii^r.  l'r.  cnp.  25.  Pai  a  Giulio  ce. 
Irovò  IjqIo  i  tempi  e  le  cose  ronformi  a 
quel  5Ui>  modo  di  procedere,  cbe  sempre 
torti   felice  fine,  (t) 

s?  §.  XIV.  Tempo,  vale  anche  Circostarf 
ta  di  cose  e  di  fatti,  f  it.  S.  Ciò.  fìat.  2^'). 
Tornarono  costoro  (che  erano  anduti  alla 
corte  d' Erode  per  vedere  di  riavere  la  testa 
di  S-  Ciò,  Jiattista  ) ,  e  dissono  a^li  al- 
tri :  Vedete  che  non  La  luogo  di  potere 
avere  quota  testa  a  (]uesli  tempi  (perchè 
la  corte  era  tutta  turbata  per  la  subita 
morte  d'  l:rodiade  }  .   (1) 

^  §.  XV.  Tempo  felice^  vale  Fclirità, 
Prosperità.  Frane.  Saccfi.  nov.  222.  We' 
tempi  rhc  messer  Kgidio,  Cardinale  di 
Spagna,  con  felice  tempo  dominava,  ce.  (f'J 
*  g.  XVI.  Tempo,  dicesi  da' Gram- 
matici Le  vane  inflessioni  che  ne*  verbi 
denotano  il  Tempo  al  quale  si  riferisce 
l'azione,  o  lo  stato  di  etti  si  parla.  (C) 
§.  XVII.  Tempo,  per  Opportunità  , 
Occasione,  Jgio,  Comodo.  Lat.  opportu- 
nitas,  cccasio.  Gr.  àfopy-n.  Liv.  Dee.  3. 
Alli  iriliuoi  parve  tempo  e  luogo  d'  as- 
salire i  suo'  avversarii.  f'ctr.  son.  2.  Com' 
uom  eh*  a  nuocer  luogo  e  tempo  aspet- 
ta. Bocc.  nov.  l6.  22.  Come  prima  chLc 
tempo,  questo  racconti)  a  Currado.  E  nov. 
27.  3o-  Parve  allora  a  Tedaldo  tempo  di 
palesarsi.  Tac  Dav.  ylnn.  6.  126.  A  fu- 
ria chiamò  aiuti  di  Scizia,  e  senza  dar 
tempo  a*  nimici  a  pensare,  ne  a^jli  amici 
a  pentire,  corse  via  cosi  lordo,  per  muo- 
vere nel  volgo  rancura.  Àr.  Fttr.  10.  Bg. 
Perche  d'  ogni  lardar,  che  fallo  avesNc, 
Tempo  di  giunger  dato  avria  ad  Alcina  , 
Che  venia  dietro,  ed  era  omai  vicina.  E 
25.  6.  Che  ad  or  ad  or  in  aiodo  gli  af- 
frettava ,  Che  nessun  tempo  d*  indugiar 
le  dava.  •?  Car  Fn.  6.  66.  Ora  è  1'  tem- 
po ,  dis&e  La  vergine  ;  dì ,  dì ,  chiedi  tue 
sorti.  (Cj 

§.  XVIIl.  Tempo,  per  lo  Mestruo  delle 
donne.  Lat.  mensìs,  menstrutim.  Gr.  za- 
Ta/jiv5'vi5/.  Tes.  Pov.  P.  S.  cap.  'j.  Una 
mezza  libbra  del  sangue  del  tempo  delle 
donne  seccato  e  spolverizxato,  è  cosa  ot- 
tima. E  cap.  28-  Togli  vino  di  -cocitura 
di  rigamo;  bevuto,  fa  venire  il  tempo  al- 
le donne.  E  appresso  :  Uem  la  farina  di 
nigella  confetta  con  mele,  sottoposta,  fa  ve- 
utre  il  tempo  con  vivdenzia,  ma  è  cosa  pe- 
ricolosa. I  arch.  Lez.  5i6.  Come  si  può 
vedere  negli  specchi,  dove  si  siano  spcc- 
cLijte  donne ,  o  vecchie  che  abbiano  il 
tempo  loro. 

§.  XIX.  Tempo  degli  orivolì,  .«  dice 
Quella  parte  die  ne  regola  con  eguali  vi- 
hrazioni  il  tnoviniento.  Cai.  Sift.  l\^'J. 
In  questo  fatto  accade  giusto  quel  rhc  av- 
viene nel  tempo  dell'  orivnlo,  rappresen- 
tandoci la  Luna  quel  piombo  clic  s*  attac- 
ra  or  più  lontano  dal  centro  per  far  le 
vibrazioni  dell'  asta  nten  frequenti,  e  ura 
più   vicino  per  farle  più  spfrssc. 

g.  XX.  Tempo,  nella  À/iisica  ,  si  di- 
ce la  Misura  del  moto  delle  voci  e  de'stio- 
ni  per  lunghi,  o  brevi  intervallli,  per  mo- 
derare il  ritmo,  second.ir  la  battuta,  e 
regolar  la  velocità,  o  le  tartlanze  e  le 
pause  j  onde  andare  a  tempo  ,  Andare  a 
battuta,  ec.  ì'arch.  I.ez.  583.  (Quando 
uno  o  non  balla,  o  noD  raiila,  o  non  suo- 
na n  tempo,  cioè  non  cuserva  la  battuta, 
rd  rsru  fuori  della  misura,  noi  diciamo  rhe 
egli  non  va  a  tempo  ;  e  ciò  non  senta  r.i- 
gione,  e  verità,  perchè  il  numero  con*!- 
stc  nella  proportiouc  de*  moti  locali,  e  il 
tempo  non  è  altro  chela  mìfura  del  mo- 
to, come  dichiarammo  nella  Ictiuue  del 
tvinpo. 


T  E  -VI 

*  §.  XXI.  Tempo,  fu  detto  non  so- 
lo della  musica,  ma  anche  della  poesia. 
Ott.  Com.  Inf  IO.  178.  Amcndue  parlarono 
in  rime,  canzooi,  e  altre  specie  di  dire 
con  misure  di  piedi  ,  e  di  tempi  sillaba- 
ti- (C) 

%.  XXIL  Tempo,  per  /stagione.  Lat. 
tempus.  Cr.  u>py..  Socc.  g.  3.  /j.  3.  Essen- 
do ogni  cosa  piena  di  que*  fiori  che  con- 
cedeva il  tempo.  f'I  nov.  7g.  II.  Ed  ol* 
tr'  a  questo  le  molle  e  varie  vivande , 
secondochè  ciascun  disidera ,  che  recate 
ci  sono  davanti  ciascheduna  a  suo  tempo. 
j4met.  62-  III  Acaia  ec.  surge  un  mon- 
te, appiè  del  quale  corre  un  picciolo  fiu- 
me, ne'  tempi  estivi  poverissimo  d*  onde. 
Quist.  Filos.  C.  S.  Fa,  per  ben  vivere, 
mutazion    di  cìIjì   in  diverse  tempora. 

§.  XXI li.  Primo  tempo  ,  0  Giovane 
tempo,  vale  la  Primavera.  Lat.  primttnt 
ver.  Gr.  (J^a  vsa.  Jmet.  i3.  Ella  le  sue 
arme  racronce  a  tal  guerra  utili^  veggea- 
do  il  giovane  tempo,  cerca  le  selve.  G. 
/'.  7.  g3.  (\.  Facesse  disarmare,  e  ȏ  e 
sua  gente  riposare  infino  al  primo  tem- 
po. ^  M.  /'.  4-  22.  Egli  provvederebbe 
del  luogo  dove  dovessono  tornare  al  primo 
tempo.  (C) 

'"■-  §.  XXIV.  Tempo  nuovo,  vale  lo  stes- 
so. Sen.  Pist.  23.  Il  freddo  che  doveva 
essere  d'  inverno,  è  prolungato  infino  al 
tempo  nuovo  ,  quando  e'  si  dovea  tem- 
perare. JBorgh.  Fir  disf.  278.  Veggia- 
mo  in  questi  tempi  i  corsari  d'  Affrica  o- 
gni  anno  a  tempo  nuovo  mettersi  ia  cor- 
so  a  roba  dì  lutto  uomo.  (F)  Alam.  Colt, 
lib.  I .  In  guisa  di  pastor  eh'  al  nuovo  tem- 
po Faccia  zampognc.    (Jir) 

g.  XXV.  Tempo  nero  ,  si  dice  allora 
che  l'aria  oscuratasi  mostra  vicine  prò- 
cellej  e  si  usa  così  nel  proprio,  come  nel 
metaforico.  Tac.  J)av.  Ann.  II.  iBg. 
Dicono  che  Vczio  Valente  per  capriccio 
inarpirò  sopra  un  alto  arbore,  e  domanda- 
lo che  vedesse,  rispose  :  venire  di  vciso 
Oslio  un   tempo   nero. 

g.  XXVI.  Tempo  di  palla ,  0  Tempo, 
assolutamente  ,  parlandosi  del  giuoco  del- 
la palla,  del  pallone,  o  simili,  s'  intende 
Quello  spazio  di  tempo  che  impiega  la 
palla  ec.  nel  percuotere,  o  ribaltare,  o  fa- 
re altro  simile  effetto.  Pise.  Cale.  ^.  Sia- 
le sapr'j  pigliare  una  palla,  o  rimetterla  , 
o  ben  darle  colui  che  non  avrà  gran  tempo 
di  palla  (cioè,  che  non  saprìi  Kiudicatne  il 
tempo).  /-.'  27.  E  dal  suo  buon  tempo. 
Senza  pericolo  dì  fallo,  là,  onde  vennero, 
si  rimettano. 

g.  XXVII.  Avanzar  tempo,  vale  Anti- 
cipare, Sollecitarsi.  Ambr.  Cof  3.  3.  Mi 
piace;  avanziam  tempo. 

§.  XXVIII.  A  vere,  e  Parsi  buon  tempo 
o  M  tempo,  vapliono  Far  tampone.  Sla- 
re allegramente.  Far  buona  cera.  Sguai- 
nare. Lai-  indulgere  genio,  facere  animo 
suo  volupe,  animo  obscifuiiim  sumere , 
Plaut.  Gr.  Toa?  rlSovUi^  ifiiva.t.  Pace, 
nov.  20.  ai.  Lavorarono,  e  buon  tempo  si 
diedono.  E  nov.  35.  3.  Avendo  insieme 
a^sai  di  buon  tempo  e  tli  piacere.  Enov. 
43.  i8.  \y  intorno  al  quale  trovò  pastori 
che  mangiavano  e  davansibuon  tempti.  E 
nov.  'j().  5.    Comincio  ad   avere  di    lui  it 

Siù  bel  tempo  del  moudo.  Jioez  Fareh. 
.  pros.  2.  Moltissimi  poi  sono  coloro,  i 
3uali  misurano  il  fruito  del  bene  col  go- 
ere  e  darsi  liuon  tempo, 
*  S-  XXIX.  In  questo  .ten.to dicesi fors* 
anco  Parsi  tempo,  e  Trarsi  tempo.  ì'it.  S.  %f . 
Madd.  3.  Diede  sé  mnlrsima  ad  unj  Mia  di- 
spi'rala.per  non  voler  morire  didolore,  e  per 
darsi  vita  r  tempo.  /',"  appresso:  Conim- 
ela la  Maddalena  a  darsi  vita  v  tempo,  r 
antlare  alloroo  alle  feste,  ce.  /*.'  l\.  1  pa- 
renti suiii,  (he  r  amavano  mollo  ,  nano 
multo  liuti  ,  eh*  ella  si  desso  vita  e  lem- 


T  E  M 

pò.  i:  6.  E  pare  cbe  gli  gìOTÌ  di  trarsi 
vita  e  tempo  con  lei  insieme  (ma  forst 
non  direbbesi  se  non  coli*  accompagntt- 
mento  di  vita  ).   (Fj 

g.  XXX.  Corre  il  tempo,  e  simili, 
vagliano  Prendere  la  congiuntura.  Pant. 
Inf.  22.  Lo  Navarrese  ben  suo  tempo  col- 
se. Pern.  Ori.  i.  21.  22.  Nel  menar  le 
itercossc  aspre  e  diverse  Rinaldo,  che  aspet- 
tava, il   tempo  ha  colto. 

g.  XXXI.  Dare  il  Umpo ,  vale  Fis- 
sare, Stabilire  il  tempo.  Lat.  temporis 
modum  staiuere,  temperare. 

g.  XXXIl.  Dar  tempo ,  vale  Indugia- 
re. Lat.  cunctari.  Gr.  /jl^Ì^Eìv.  Tac.  Dav. 
Ann,  11.  l3l.  Caccia  Golarie  sprovve- 
duto e  spaventato,  piglia,  senza  dar  tem- 
po gli  Slati  vicini. 

g.  XXXIll.  Sondar  tempo  al  tempo,  vale 
procedere  con  soverchia  fretta  in  qualche 
operazione.  Malm.  IQ.  27.  Senza  dar  tem- 
po al  tempo,  o  pigliar  sosta.  Insacca  nel 
salon  là  dove  è  il  ballo. 

§.  XXXIV.  Dare,  o  Vendere  pe' Um- 
pi,  vagliono  I\'on  vendere  a  contanti,  ma 
per  ricevere  il  prezzo  solamente  al  tempo, 

0  ai  tempi  accoratati.  Lai.  statis  anni  tem- 
poribus dare,  aut  solvere.  Gr.  TETflty^C- 
voi;  yvAfoX:,  ctoovat,  r,  aTTori'stv. 

g.  XXXV.  Es.tere  a  Umpo  a  far  chec- 
chessia, vale  Esservi  ancor  tempo,  pri- 
ma che  passi  la  congiuntura  del  farlo. 
Cas.  leti.  67  Che  ancora  se*  tu  a  tempo 
di  farti  dotto  con  facilità. 

§.  XXXVI.  Essere  buon  tempo^  vale 
Es.iere  un  pezzo.  Esser  già  forso  molto 
tempo.  Pocc.  nov,  ^2.  18.  Fgli  è  buon 
tempo,  che  io  intesi  che  tu  perduta  eri. 

§.  XXXVII.  Fare  buon  tempo,  che  st 
dice  anche  Far  tempone,  vale  Stare  in 
allegria.  Sguazzare.  Cecch,  Spir.  5.  5.  E 
venitene  via  tutti.  Che  e'  si  faccia  buon 
tempo  in  tante  nozze.  Cant.  Cam.  63. 
Far  buon  tempo  e  trionfare  Tutti  noi  di- 
sposti siamo.  Car.  lett.  I.  9.  Raccoman- 
datene r  uno  air  altro,  e  lutti  insieme  fa- 
te  buon   tenipo. 

g.  XXXVIII.  Fare  buon  Umpo,  vale  Kf- 
ser  buona  stagione.  Essere  il  cielo  sereno. 
Lat.  bonam  tempestatem  esse  ,  seu  fai- 
stere.   Gr.  xaio'v  x^o^^^  ervKi. 

g.  XXXIX.  Far  cattivo  tempo,  vale  il 
contrario.  Lat.  malam  tempestatem  esse 
Gr.  xaxov  xpóvov    eiv«i. 

g.  XL.  Far  tempo,  vale  Conceder  tem- 
po. Concedere  dilazione.  Lai.  tempus  con- 
CTitere  .  Gr.  ffoy^u^Stv  jortpsv.  Cecch. 
Dot.  2.  5.  Insino  in  quella  somma,  eh' 
e'  vorrebbe.  La  prometterò  io,  eh'  e'  me 
ne  faccia  Un  po'  di  tempo  .  *  Instr. 
Cane.  i5.  Sovvenga  ai  medesimi  cancel- 
lieri, e  ne  avvertano  i  loro  ufiziali ,  che 
non  si  può  far  tempo  alh  debitori  de'  ci>- 
munì,  popoli  e  luoghi,  uè  possono  tali  de- 
bitori ricerraroe  o  accetlarlo  santa  liceiua 
del  Magistrato.   (C) 

g.  XLI.  Metter  tempo  m  una  cosa  , 
vale  Consuman-e/o,  Impiegarvelo.  Pass. 
II.   Molto  tempo  si  mette  nelle  medicine 

g.  XLII.  Ao«'«c(rcr  temfto  in  mezzo,  va- 
le (}j>erare  senza  dilazione  di  tempo,  senza 
indugio.  Lai.  non  interni  1  tleir.  Jjocc.  Ftl 
Dant.  228.  Santa  mettere  guari  di  tempo 
in  niezio,  al  ragionamento  segui  1  elTelto, 
e  fu  s)Huati>.  E  2.1^.  Seiiu  metter  tem- 
po in  mezzo,  raccolse  ,  e  ordinatamente  , 
come  poste  erano  stale, recito  quelle.  Ftr. 

1  As.  9^.  Volevano  adunque  i  ladroni  er.  . 
I  per  nou  mrller  tempo  in  meno,  levarmi 
I  la  soma  d*  addosso.  E  175.  >oo  messe 
1  tempo  in  mezzo  ;  Psiche  ec.  se  n'  «Dirò 
I  nella  se);nata  strada  (f^i  stampali  hanno 
!  /«er  errK>rr  sdegnata).  E  Trin.  |.  2  Vo- 
;  glio  andare  via  adesso,  rhè  non  e  da  met- 
I  ter  tempo   in   tnczao. 

I       >>  g.   XLIU.   Optrartt  0  Jdoptrmn  U 


T  E  M 

Non  per  pass.re,  ma  fc.   u.Jn.cnte  ado- 

fi    XLIV.   Pfisar  tempo,  vale    Mila. 
««.  ,  Fuegir  r  ozio,   impiegare,  o  Con- 

S.aTP>'3eiv  Zfdvov.    £occ    Conci.   10.  A 

BcnvenC.o  pas«Uvi  tempo  l.c.amcntequ- 
chc  giorno,  e  conloiuiev.. Icore,  e  al- 
tcndeU-  a  far  buona  cera.  ((-) 

K  XLVI.  /■.•r^c«  .'  tempo,  vaU  òtar- 
„,%   Consumari   U  tempo  m    vano-  Lat- 

non  sai  a  quai.li  ''i  i=  ""  '''^S;''-  , 

§.  XLVll.  P-g/'or  (e»,po,  l'or  <™p», 
e  ìmil,,  si  Juono  dell'  7,../,-g.-.«  ,.cr 
prf/irfcr  pii  P'Of'-m  conei»"C"-a.  ..mf(. 
r  -erocche  il  piagnere  accompagna.»  non 
?ieva.l  cadali,  né  gli  si  può  per. oda 
Rio  lor  tempo,  ylhm.  Cir  23.  b2.  Ma 
Tammo  gli  corse  Di  dar  dok.  parole  ,  e 

um'po  torri  P"  "-si-";  f  '',?''r"?' 
lere  esporre,    lediin    TOGLIERE  ,1   §■ 

akuna  cosa,  vale  Pigliarsce  giuoco,  tren- 
éersene  piacer..  Lat.  voluptatem  capere 
Gr  TS>n£i:a'-  iSofC.  nov.  8j.  io.  ij 
miglior 'tempo  del  mondo   prendendo  de 

'"f^:t^X;ciarsi,onassettarsi  U 
J,»"^,'»/;  Rasserenarsi,  W  <o^^Wo>r. 

J,,<,3«a<.  .Eoe.:,  nov.  4?-    7-  »    "•"'.P"' 


T  E  M 


T  E  M 


1495 


non  si  racconciò  prima 


che  essi  ec. 


i  do- 


lo   piii"« 

Ter  segretamente  V  un  deU'  alUo  aver  p.a- 

"'it:"i:::fi:t:po,vaiecr.sc. 

r.f  Avanzarsi  .^^:-,,^^:'^r  .^l 
adolescere. Gì.  av;^'^'»»'-  ^"' 
„o^.  205.  Quanto  più  verna  ■»  '""P"' 
meno  sapea  ii*.  .-""■"■.  ko.  A  me  che 
oggimai  vegno  in  tempo,  amore  pare  cosa 
inutUe  e  da  schilare.  1 

§  LI.  Chi  ha  tempo,  ha  vita,  manica 
pi^verbiale,  colla  quale  si  accenna  cheto 
'umpo  si  pui  mutar  sorte.  Dep.  Decam. 
85.  E  pare  che  accenni  il  proverbio  commie. 
ehi  scampa  di  un  punto  scampa  di  cento, 
ovver  queU- altro:  chi  ha  tempo,  ha  vita. 

e.  Lll.  Chi  tempo  ha,  e  tempo  aspella, 
le^poperdej  ovvero  •■  Chi  ha  tempo  non 
espetti  U-mpo,  e  simili  ;  proverbii  che  SI 
usano  per  dinotare  Kon  doversi  lasciar 
passare  l'occasione.  Malm.  7°lJ-^!^ 
per  chi  ha  tempo,  e  tempo  aspetta.  ■<■  lir- 
Lue.  3.  3.  E'  mi  starebbe  molto  bene  a 
fc,  che  chi  tempo  ha  e  tempo  aspetta  , 
tempo  perde,  {^j 

§.  LUI.  Tempo,  e  nongrazia,  maniera 
di  chiedere  dilazione,  e  non  assoluzione 
dtir  affart  di  che  si  parla. 

§.  LIV.  Tempo  viene,  chi  può  aspet- 
tarlo, o  simili;  modo  proverbiale  che  va- 
le, che  Colla  pazien^  si  consepiisce  /'  in- 
tente. Cant.  Curn.  59.  Riesce  mcgUo  chi 
suo  tempo  aspetta. 

§.  LV.  Anzi  tempo  ,  0  Innanzi  tem- 
po, vagliano  Innanzi  il  tempo  dovuto.  Lai. 
ante  lempus,  immature.  Gr.  n.-o  r-J.i,zo-j. 
aWflMJ.  Peir.  caiiz.  !fi.  4.  Onde  s' i'  non 
son  giunto  Ami  tempo  da  morte  acerba  e 
dora,  Pietà  celeste  ha  cura  Di  mia  salute 
Doo  questo  tiranno.  Dani.  Jnf.  3l.  Eiyi 
ve,  e  lunga  vita  ancora  aspetta.  Se  -n 
nanii  tempo  gialla  a  se  noi  chiama. 


§.  LVl.  yi  tempo,  e  A' tempi  .  posti 
avverhialm.,  vogliono  Ad  ora  opportuna , 
41  tempo  debito.  Lat.  m.i(iirr,  ■'■  tempo- 
're,  opportune.  Gr.  sv  xxc,.-ù,  iMtAifUi. 
Jlocc  nov.  5l.  2.  Per  larvi  vedere  quan- 
lo  abbiano  in  se  di  bellezza  (  1  molli  J  a 
tempi  detti  .  Sant.  Par.  8.  Per  suo  si- 
gnore a  tempo  m'  aspettava  .  lac  Uav. 
Ann  2.  35.  Esso  a  tempo  andrebbe  a  soc- 
correrlo .  Cas.  leti.  26.  Che  non  è  proce- 
duta da  altro,  che  dal  ^oler  lare  10  quest 
ufficio  più  a  suo  tempo. 

S  L\U.  A  tempo,  e  A'  tempi,  voglio- 
no anche  Per  alcun  tempo.  Per  qualche 
spazio  preci.^0  di  tempo  j  contrario  di 
S^empre.  Lat.  ad  tempus,  alìquando.  Gr. 
T.n-s..  Cr.  pr.  2.  Avvegnaché  la  lor  for- 
tuna a  tempo  pala  prosperevole  ,  in  fine 
pur  manca  e  perisce .  G.  ^ .  I-  20.  2. 
Non  dee  niuno  porre  lede  né  speranza  in 
M-noria  mondana,  che  e  data  a  tempi, 
st°condo  la  disposizione  di  Dio,  e  secondo 
i  mcr.li  e  pecciti  delle  genti. 

g.  LVlll.  Al  tempo.  Al  suo  tempo,  e 
ìlei  tempo,  posti  assolutam.  ,  vagliono 
Al  tempo  dovuto  e  prefsso  .  Jlocc.  nov. 
2Q  23  La  donna  ingravido  in  due  li- 
gliuoli  maschi,  come  il  parto  al  suo  tem- 
po venuto  fece  manileslo  .  Jf.  nov.  100. 
12.  Al  tempo  partorì  una  l'anciulla.  Pelr. 
can-  -0  2.  Or  m"  abbandona  al  tempo  , 
e  si  dilegua.  E  45.  6.  Che  morte  al  tempo 
è  non  duol,  ma  relugio.  SI.  T.  9.  110- 
Convenne  che  cosi  latto  fosse,  perche  il  vol- 
le, e  nel  tempo.  i<i^c.  /  ar.  prò/.  Al  tempo 
una  sua  figUuola  legittima  e  sola  gli  diede 
per  moglie. 

g  LIX.  A  tempo  e  luogo,  e  A  tuo- 
•ro  e  tempo,  vagliono  In  congiuntura  pro- 
pria, Quando  il  luogo  e  il  tempo  lo  per- 
menano.  Lat.  opportune,  tempore.  Pocc. 
nov.  98.  21.  l'oi  a  luogo  e  a  tempo  ma- 
nifesteremo il  l'atto  .  Filoc.  3.  210.  Spe- 
rando che  a  luogo  e  a  tempo  gì"  Iddu  ri- 
muteranno consiglio  .  pianini.  1.  8b.  Di 
me  sia  siccome  li  piace,  e,  come  promet- 
ti, a  luogo  e  a  tempo  merita  la  mia  fede, 
acciocché  io  di  te  tra  l'altre  lodandomi,  cre- 
sca il  numero  de'  tuoi  sudditi  senza  fine, 
f'r.  1.  |3.  7.  Ancora  le  cose  che  s'  ap- 
partengono alla  sementa ,  si  deono  a  loro 
luogo  e  tempo  apparecchiare  .  ylr.  Pur. 
\  25.  ;q.  E  eh'  era  certo  ,  che  maggior 
del  vanto  Faria  veder  l' effetto  a  tempo  e 

A    loco.  , 

'  §.  LS.  A  miglior  tempo  ,  vale  Pm 
a  buon'ora.  Lat.  Icmpesliviiis ,  opportii- 
nius  .  Gv.  /jiàJXsv  ev  zxiiW  .  Pelr.  son. 
67.  Poiché  mia  speme  è  lunga  a  venir 
troppo,  E  della  vita  il  trapassar  si  corto , 
Vorreimi  a  miglior  tempo  esser  accorto  , 
Per  fuggir  dietro  più  che  di  galoppo. 

§.  LXl.  A  mal  tempo  ,  o  Ha  mal 
tempo ,  si  dice  di  Cosa  cattiva  .  Car. 
lelt.  1.  18.  Questo  oste  è  peggio  che  da 
mal  tempo. 

S.  LXll.  A  tempo  a  moglie,  maniera 
bassa,  vale  ÌSel  caso  di  prender  moglie, 
dicendosi  :  Gli  ho  dato  danari  a  tempo 
a  moglie;  cioè  per  riavergli  quando  pren- 
derà moglie. 

*  g.  LXIIL  Ad  un  gran  tempo,  va- 
le Per  lungo  spazio  di  tempo  .  Pace.  g. 
8.  n.  4.  Senza  che  poi  ad  uno  gran  lem- 
10  egli  non  poteva  mal  andare  [ler  via  , 
che  egli  non  fosse  da'  fanciulli  mostralo  a 
dito.  (F)  ,  ,     o 

*  §.  LXI"V.  A  tempo  che,  vale  Quan- 
do, ISel  tempo  che.  l'it.  SS.  Pad.  2.  18. 
E  a  tempo  che  l'uomo  è  tentato  e  tribolato, 
dee  dire  così  :  ce.  iJj 

*  g.  LXV.  Certo  tempo  ,  posto  av- 
verhialm. ,  Vale  Per  alcun  tempo  .  J  it. 
SS.  Pad.  1.  l35.  Dentro  alla  quale  (spe- 
lonca) certo  tempo  si  riposo  e  stette,  (f  J 

§.    LXVl,   Di  gran   Uni  pò  ,  e  simili. 


:.\: 


vagliano  Vn  pezzo  fa  .  Lat.  iampridem  . 
multo  ab  hinc  tempore.  Or.  7t!>!/«i.  .Bocc. 
nov.  27.  6.  t'n  lor  fratello  ,  che  di  gran 
tcmio  non  e'  era  stato  ce,  fu  ucciso. 

*  g.  LXV  II.  Pi  picciol  tempo,  vale  Po- 
co innanzi  ,  Teste  .  Frane.  Sacch.  nov. 
219.  Tra  quello  lino  trovò  e  vide  av- 
volte certe  serpicclle,  nate  di  picciol  tem- 
po.   (V) 

:?  §.  LXVIIl.  Picesi  anche  Di  picciol 
tempo  in  qua  .  f'it.  S.  Eufros.  t^^>•] ■  E 
venlinove  anni  che  io  non  l'  ho  veduta  , 
se  non  di  picciol  tempo  in  qu'a.  (P) 

g.  LXIX.  Di  notte  tempo,  vale  Piel 
corso  della  notte.  Lat.  nocdi.  Gr.  ttjy.rdi. 
Pass.  23o.  Venendo  di  notle  tempo  alla 
cella  di  costui,  cominciossi  a  rammaricare 
dolorosamente  della  sua  sventura. 

;;:  g.  LXX.  Di  prossimo  tempo  ,  va- 
le In  breve  ,  tjuanto  prima  .  Vit.  S. 
pyanc.  212.  Va  in  pace  ,  e  di  prossimo 
tempo  aspetta  consolazione  da  questo  tuo 
marito,   f  V) 

§.  LXXI.  Tj'  ogni  tempo,  vale  Sempre. 
Lat.  sempcr.  Gr.  Kii'-  Petr.  canz.ìl.  6. 
tosi  gli  occhi  miei  piangon  d'  ogni  tem- 
po ,  Jla  più  nel  tempo  che  Madonna 
vidi . 

•f  5?  §.  LXSII.  Fra  questi  tempi  , 
vale  Allora  .  Vit.  S.  Ciò.  Balt.  236.  E 
fra  questi  tempi  tcio'e  quei  tempi  de' quali 
era  detto  di  sopra)  i  discepoli  di  Giovan- 
ni vedendo  ce,  cominciarono  a  mormo- 
rai-e.  (  ì  J 

g.  LXXIII.  Giù  tempo,  vale  In  tempo 
già  decorso.  Un  pezzo  fa.  Lat.  multo  ab 
hinc  tempore,  olini,  iampridem.  Gr.  TTK- 
/at  .  -Voi.  ani.  5^.  1.  Fu  gi'a  tempo  in 
Koma,  che  ncuna  donna  s'osava  di  rima- 
ritare . 

g.  LXX  IV  Gran  tempo,  è  lo  slesso  che 
Per  lungo  tempo  ,  Per  grande  spazio  di 
t'mpo  .  Pelr.  son.  1.  Sìa  ben  veggi"  or  , 
siccome  al  popol  tutto  Favola  fui  gran 
tempo. 

§.  LXXV.  In  tempo,  posto  avverhialm. 
vale  A  tempo.  Opportunamente.  Lat.  op- 
portune. Gr.  euzaif  w:  .  Bemb.  pros.  3. 
198.  Ed  è  in  tempo  delle'prose.  p:  Mor. 
I.  8.  Non  sempre  si  possono  i  consigli  del 
nemico  prevedere  ,  non  sempre  altri  può 
in  tempo  essere  apparecchiato. 

§.  LXXVl.  In  processo  di  tempo,  vale 
JS'el  trascorrer  del  tempo  ,  Col  tempo . 
Lat.  procedente  tempore,  Cels.  Amet.  02. 
In  processo  di  tempo  mostrandogli  io  co- 
me le  viti ,  gli  olmi  ec.  erano  contenti 
delle  loro  fiondi,  ce.  E  72.  L'a  dove  1  loro 
discendenti  per  la  loro  virtù  ,  avanzante 
sempre  chi  segue  lei,  in  processo  di  tem- 
po ebbero  grandissimo  stato  ed  in  ricchezze 
e  in  uficii  e  in  uomini. 

*  g.  LXXVII.  Jn  questo  tempo,  vale 
In  questo  mezzo.  Lat.  inlerea.  lep.  Dee. 
61.  Noi  per  altre  parole  diremo  in  questo 
mezzo;  e  più  pienamente  in  questo  mez- 
zo tempo;  o  pur  semplicemente  in  questo 
tempo.  (V)  .  . 

't  :S  §.  LXXVIII.  In  su  questi  tempi, 
vale  Allora.  Ut.  S.  Ciò.  Balt.  236.  In 
su  questi  tempi  f  cioè,  in  que'  tempi  de 
quali  era  detto  di  sopra)  messer  Giesu 
predicava  ,    e    cominciò    a    fare    miraco- 

*  S.  LXXIX.  Ogni  (empo,  vale  Sem- 
pre. Culti,  lelt.  9.  26.  Benevolissima  re- 
Verenzia  ec.  ,  ogni  grazia  rendere  dovete 
lui  ogni  tempo.  (J  ; 

.  *  g.  LXXX.  Per  altro  tempo,  vale  In 
allro  tempo.  ìli.  S.  Ciò.  <""■»■  3o4' 
Anche  per  altro  tempo  uno  cavaliere  ec. 
aveva  una  grande  mfermita.  (Il 

e    LXXXl.  /■"■  a  tempo,  valeler  al- 

^  V  .,    t,.mi,re  .  Lat.    ad  lem- 

cun  tempo,   r^on    Minpri.s- 

,6.  Levato  per  a  tempo   dal  servino  del 


1^96 


T  E  M 


lignor  Prinripp  di  SaU'rno.  S*  Salvùn.  Disc. 
2.  4^7-  Colui  dio  i".-'  tt-mpi  principe  sie- 
de dcU'accadcniia,  «:  Apatista  sopra  gli  altri 
[>er  la  figura  dell*  erci-llenza  vien  detto.   (C) 

§.  L\XXn.  Per  tempissimo^  superi,  di 
per  tempOf  A  hnonissim'  ora.  Lat.  siim- 
mo  mane.  Gr.  tt^w'i  .  Bocc.  not-.  ^3.  3. 
Pietro  una  mattioa  per  terapLssimo  leva- 
tosi  ,  con  lei  insieme  nionlu  a  cavallo  . 
Varch.  Star.  3.  ^0-  Mosso  per  tempissi- 
mo tutto  il  campo. 

§.  LXXXm.  Per  tempo,  vaie  A  buon' 
ora.  Lat.  primo  mane  .  Gr.  TTpOi  .  Bocc. 
nov.  63.  9-  V.  quivi  anelasse  la  mattina 
per  tempo  .  /V/r.  cnnz.  3g.  2.  Cbe  duli- 
hioso  e  il  lardar  ,  rome  tu  sai ,  E  il  co- 
minciar non  fia  per  triiipa  ornai.  /'Vr.  ,is. 
211-  Menatomi  la  mattina  per  tempo  per 
la  solita  strada,  a  quel  monte  per  una  so- 
ma di  Ic-gne  ec. 

#  §.  LXXXIV.  Per  tempo,  vale  anche 
SollecttamC'itc ,  Prestamente.  Petr.  son. 
173.  Perclie  non  venne  Ella  più  lardi , 
ovver  io  più  per  tempo  ?  Ang.  met.  2. 
28-  Questo  non  sarà  già  cosi  per  tem- 
pe.  (DJ 

3?  §.  LXXXV.  Per  tempo,  vaie  andie 
Coli' andar  dei  tempo.  Cas.  Canz.  1.  3. 
Età  cangiando  ,  ogni  valore  Cosi  smarrito 
ha '1  core.  Coni' erba  sua  virtù  per  tempo 
perde.  (FP) 

*  §.  LXXXVI.  Più  tempo  passato,  pò- 
sto  av\-ert>ialm.,  vale  Mollo  prima.  Mol- 
to innanzi,  l'it.  S.  I^omitii.  2'j5.  Domi- 
lilla  ec.  rispose:  A  Dio  fosse  piaciuto  che 
già  più  tempo  pas.sato  questa  dottrina  di 
Dio  (  (kila  verginità  }  alli  miei  orecchi 
fosse  venuta  ;  imperocché  giammai  non 
avrei  pres»»   sposo.    (P) 

g.  LXXXVII.  poro  tempo  appresso,  vaie 
Poco  dopo.  Amet.  83.  Essendo  Corito  bel- 
lissimo monte,  il  (]ualc  i[ui  a  noi  di  sopra 
vedete,  di  poco  tempo  appresso  lo  'ngan- 
110  di  Europa  altitato  da  Atlante  figliuolo 
di  Giapirlo. 

§.  LXXXVIII.  Tempo  fu,  vaie  Per  V 
addietro.  Già,  Nel  tempo  passato  .  Lai. 
olim  .  Gr.  TraJat.  Pass.  39.  Costoro  so- 
no, i  quali ,  tempo  fu  ,  avemmo  a  vile  • 
iu  dispregio.  Car.  Lelt.  1.  7.  Tempo  fu» 
rji*  io  credetti  Don  avere  mai  più  a  capi- 
lare  in  paese  abitato. 

g.  LXXXIX.  Tempo  per  tempo,  vale  Di 
tempo  in  tempo  ,  Secondo  la  stagione  , 
Successivamente.  Lat.  statis  temporibus. 
ì\t.  T£T«V/Ji^vot5  x«ipoì>.  Circ.  Geli.  4 
105.  Voi,  che  lo  sapete,  vi  vedete  sempre 
la  morte  iunanii,  e  contate  l'ore  a  una  a 
una  ,  e  auJate  pensando  sempre  di  quel 
die  vi  bisognerà  tempo  per  tempo.  Disc. 
Cale.  6.  Questa  vostra  città  ,  tenendo  le 
medesime  vie  che  tennero  i  Romani,  non 
ha  mancato  giammai  insino  a  qui  d'occu- 
pare la  gioventù  in  eserciaii  nobiIÌ4>imi 
tempo  per  tempo.  Itorglt.  i'oi.  Lat.  ^l3. 
Ma  conseguentemente  se  ne  couduccsiero 
ancora  tempo  pr-r  tempo. 

tF  g.  XC.  Tutto  a  un  tempo  ,  o 
Tutto  in  un  tempo  ,  vale  Tutto  ad  un 
tratto.  Ar.  Fur.  ^^.  ^5.  Astolfo  tutto  a 
un  tempo,  che  era  quivi.  Che  questo  Or- 
lando fosse  ebbe  |ialeic.  ( P)  Segner.  Mann. 
Sett.  26.  3.  Non  si  partire  da  te  forte  tutto 
in  un  tempo,  (f) 

g.  XCl.  Un  tempo  ,  posto  avvrr- 
bialm. ,  vale  Per  qualifte  spaiio  di  tem- 
po ,  per  qualche  tempo.  Lai.  aliquando  , 
atiquandiu  .  Gr.  ITT*  Xf^vov  ,  l'rtt'  Ti  va 
y^ùòiO-i  ■  Bocc.  nov.  27.  2*  La  donna  a- 
vendo  di  se  a  Tedaldo  eompiaciuto  un 
t^mpo,  del  tutto  si  tolse  dal  volergli  più 
Oìmpiaccre.  E  nov.  <)I.  2.  Freso  per  par- 
liti) di  vitlere  un  tempo  essere  appresso 
mi  Alfonso  re  d*  Ispagna.  I\'lr.  canz.  35. 
^.  Felice  agnello  alta  pcDosa  mandra  Mi 
{pacqui  uu  tiMitpo. 


T  E  M 

g.  XCII.  Per  Già.  Petr.  son.  300. 
Fu  forse  un  tempo  dolce  cosa  amore. 

^  §.  xeni.  Un  tempo,  vale  antiie  Una 
volta,  p'it.  SS.  Pad.  I.  l35.  Un  altro 
tempo  venne  ad  un  monastero.  ì'tt.  S. 
Frane.  181.  Udo  tempo  addivenne  nella 
mente  al  B.  Francesco  ce.  d'  udire  alcu- 
00  dolce  suono.  (F) 

g.  XCIV.  In  proverh.:  il  tempo  ven- 
de merce  .  Ved.  TEMPORALE  sust. , 
g.  III. 

TZMVO^iE.  Jccrescit.  di  Tempo. 

g.  I.  Figuratam.  si  prende  per  AHegria, 
Gioia,  Festa,  Passatempo,  e  simili.  Car. 
iett.  I.  1^.  Credete  anco  cbe  uoi  vi  deb- 
biamo avere  invidia?  e  di  che  7  di  cotesto 
vostro  tetnpone  T 

g.  IL  Onde  diciamo  Far  tempone.  Dar- 
si  tempone ,  0  Aver  tempone,  die  vaglio- 
no  Darsi  buon  tempo,  >tare  in  aHegria, 
Sguazzare.  Lat  genio  induigere.  Gr.  f^ti- 
v«i  ToT ;  Ttoovixìi.  l  arch.  Frcol.  6^.  At- 
tendere con  ghiotlornie  e  leccornie,  senta 
darsi  una  briga,  o  un  pensiero  al  moodu, 
a  godere  e  trionfare,  il  che  oggi  si  chiama 
far  tempoDe.  Cecch.  Donz.  5.  3.  Pensia- 
mo a  far  tempone  allegramente.  E  Esait. 
Cr.  ^.  ^.  Disposto  di  cavar  sol  dello  slato 
Vitto  e  vestito  per  lui  e  pe'suoi,  E  la  co- 
modità  del  far  tempone.  /:.'  Dot.  3.  3<Si 
dette  a  spendere  Quel  poco  ch'egli  aveva, 
e  far  tempone.  Lasc.  madr.  g.  E  di  santa 
ragione  Con  appetito  poi  mangiare  e  bere, 
Altendendt»  a  goder  0  far  Icmponc.  Malm. 
3.  70.  A  ballare,  cantare,  e  far  tempone. 
Buon.  Fier.  3.  3.  2.  Se  voi  sapeste,  com- 
pagni, il  tempone  Che  questo  carnoval  uoi 
vi  ci  demmo,  ec.  Car.  leti.  1.  7.  Non  vi 
basta  il  tempone  che  ora  dovete  avere  sema 
noi ,  che  ancora  da  noi  volete  esser  trai- 
tenuti. 

*  TEMPORA.  Coir  aggiunto  di  Quat- 
tro. Si  dice  Quattro  tempora,  per  sì^nijìc. 
ié  digiune  di  tre  giorni,  che  si  fr.nno  nei- 
le  quattro  stagioni  dell'  anno,  una  volta 
per  istagionc.  F.  QUATTRO  TEMPO- 
RA. (Aj 

TEMPORALACCIO.  Peggiorat.di  Tem- 
porale. Cecch.  Esalt.  Cr.  2.  2.  Oh  noi  siam 
oggi  l'ur  in  un  in.il  temporalaccio. 

f  3  TEMPOHALE.  F.  A.  Susi.  Tem- 
po. Lat.  tempus.  Gt.  ^(Covo;.  Dant.  Conv. 
x52.  Tutto  questo  fu  in  uno  temporale  , 
che  Davit  nacque  ,  p  nacque  Roma.  Lih, 
Op.  div.  Andr.  l3o.  Vcdca  morire  la  po- 
vera gente  di  fame,  per  li  forti  temporali 
che  sono  passali  per  questa  città.  Tes.  Br. 
6.  20.  Esser  savio  in  prudcnaa  »i  rw'-' 
avere  per  longo  conoscimento  di  molle 
cose  particolari  ,  lo  quali  non  st  possono 
avere  te  non  longo  temporale. 

•f  g.  \.  Temporalt,  per  Istagione.  V. 
A.  Lai.  tempus.  (ir.  tupv..  Zifiald.  Andr. 
81.  Siccome  vcdemo  nr'' quattro  tempora- 
li dell'anno,  come  primavera,  state,  au- 
tunno •  verno.  ^  Buon.  Tane.  2.  5.  E' 
si  fa  poco  iu  questo  temporale.  Non  scu- 
do r  annual  di  piovitura.   tC) 

*  §.  IL  Per  Ft'ì.  Gr.  S.  Gir.  Gg. 
Bene  sa  l'uomo  ferniamrnle,  che  in  qua 
dirielo  sono  slati  fanciulli  ,  0  vecchi,  e 
uomini,  e  femmine  di  lutto  temporale. ^/'^ 

*  §.  III.  Temporale,  si  due  anche  dei- 
io  Stato  deli' aria.  Buon.  Tane.  2  5. 
Gli  è  vero  i  tcm[»orali  vanno  strani.    (C) 

g.  IV.  temporale,  fxr  Tempesta.  Sai- 
rin.  Pise.  1.  ^9  Per  volere  ipie^art  on 
grande  e  scuro  temporale.  >>  l)av.  Tac. 
Fit.  AgcH'.  22.  Non  avendo  animo  <|' at- 
taccar queir  esercito,  liench}»  malconcio 
dal  temporale  {  Il  lat.  ha:  »ar»  ii  Irmpe- 
statibiH  conllictatum  )  .  ^/'^  Pros.  Fior.  ^. 
1.  2<>8.  Venne  un  temporale  cosi  fiero  , 
4  he   fini   di   guastar  Ir   strade  già  rotte.  (Cj 

*  S-  ^-  '^''  Opportunità,  Occasione. 
M  Cron.  Mordi.  Ma  secondo  il  temporale 


T  E  M 

e  la  condizioD  delle  cose  si  vuole  sa|>er« 
pigliar  partilo*.  (CJ  Buon.  Tane.  3.  3. 
Ma  in  fatti  allorcb' e*  viene  1  temporale. 
Il  fare  M  fatto  suo  non  è  mai  male.  (Pf) 
—  g.  VI.  Per  Giurisdizione  secolare. 
Pecor.  g.  17.  n.  2.  Abbattè  (  Costantino) 
tutti  i  tempii  de*  Pagani,  e  hfennò  la 
Chiesa  in  sua  libertà ,  e  die  il  temperala 
dello  Imperio  alla  Chiesa  sotto  censo  ,  • 
se  n'  andò  in  Costantiuopoli.  (Brj 

•é  g.  VII.  A  temporale,  posto  avi'er- 
bialm.  vaie  Opportunamente,  A  tempo 
debito.  Lat.  tempestive.  ••  Fegez.  Tutte 
l'altre  cose  a  lemporal  si  possono  alare; 
ma  L  vivanda  e  l' annona  nella  occeuiU- 
dc  non  ha  rimedio  »•  .  Bim.  Ant.  Buonag. 
Urbic.  da  Lucca.  I.  ^29.  Amore  ha  io 
se  'ncrescenze  divisate  E  temperate  io 
grado  ne  la  fanno  Ed  agh  amanli  a  tem- 
poral  ion  date.  (C) 

*  g.  Vili.  Dicesi  anche  A  suo  tem- 
porale, e  vaie  lo  stesso.  «  Fai.  Mass.  La 
quale  couosciuta,  a  suo  temporale  perrea- 
ne  alli  successori  d'Enea-  .  (C) 

§.  IX.  Diciamo  in  proverbio:  Tempo- 
rale vende  merce  j  e  vaie  ,  eh'  E'  bisogna 
valersi  dell'  occasione,  che  porge  il  tem- 
po, nel  vendere  ben  la  mercanzia. 

•f  ^  g.  X.  //  temporale  darà  consiglio, 
maniera  proverbiale  die  importa  Col  tem- 
po si  troverà  miglior  partito.  Cecch.  DoU 
4-  2.  Il  temporale  vi  darà  consiglio  :  per 
ora,  polendo  ,  adagiatevi  ìn  casa  vostra.  (F) 
TEMPORALE.  Add.  Caduco,  Monda- 
no. Lai.  temporalis.  Gr.  XKi'^iOi.  Bocc. 
nov.  ^t .  2.  >cU' isola  di  Cipri  fu  uno  no- 
bilissimo uomo  ce,  di  tutte  le  temporali 
cose  ricchissimo.  Mor.  S.  Greg.  i.  6.  Pri- 
ma descrive  le  riccheue  della  mente  ,  ajH 
presso  l'abbondanze  temporali.  Frane. 
Sacch.  rim»  36.  Che  gli  omeri  guasti  Dalli 
ben  lemporal  non  han  podere. 

g.  I.  Temporale,  per  Secolarej  opposi» 
a  Spirituale.  Lat.  projanus.  Gr.  àviipo^. 
G.  y.  12.  5l.  Kscomunicò,  eprivò  d'ogni 
heoeficio  spirituale  e  temporale  chiunquo 
avesse  operalo  ce.  Maestruiz.  \.  27.  Cb« 
dee  fare  ìl  Vescovo,  che  in  alcuno  luogo  ha 
temporale  giuridiaione.  Frane.  Barh.  285. 
19.  Anco  alle  temporali  {  cose  )  Aggia  co* 
tanti  e  tali,  Chente  è  la  possa  tua  E  U 
Lis(>gna  sua. 

g.  II.  Per  Durevole  a  tempo  j  contra- 
rio di  Perpetuo.  Lat.  temporarius.  Gr. 
::poiKaLtpoi.  Dant.  Purg.  27.  E  diue  : 
il  lem[H>ral  fuoco  e  l' eterno  Veduto  bai  , 
figlio  ? 

g.  111.  Temperale,  vaie  anche  Di  dem- 
po.  But.  Purg.  17.  1.  Or  questo  è  ec.  av- 
verbio temporale ,  cioè  ora.  ^  Beg.  matr. 
17.  La  seconda  regola  principale  che  Io 
per.^one  coniugate  debbono  osservare  oell* 
atto  matrimoniale  si  chiama  temporale.  (C) 
TEMPORALEMIìNTE.  /'.  TEMPO- 
RALMENTE. 

TEMPOHALITA',  TEMPORALITA- 
DE,  e  TE.MPORALITATE.  Astratto  di 
Temporale  ;  contrario  J*  Eternità.  LaL 
temporaltias.  Gr.  ts'  xji'jiov.  .Ver.  S. 
Greg.  Pigliando  l'ombra  della  no>lra  lempt^ 
rahlà,  mise  id  doi  il  lume  della  sua  etrmiU. 
t  g.  Per  Affetto  alle  cose  mondane,  o 
temporali.  LaL  tenif^oralium  rerum  stu- 
dium.  Ott.  Com.  /*wrjf,  1.  i5.  Quegli  cbe 
hae  a  fare  tale  viaggio,  conviene  essera 
yciollo  da  n^ni  rigulctu  e  temporalità,  W 
quale  aliliia  sua  radice  io  concupiscivo  ap- 
pelito. 

TEMPORALMENTE,?  TE*n»ORALE- 
MENTE.  Avveri».  A  tempo,  Non  eterna- 
mente. Lai.  temporalifer.  Gr.  ;^/}ovixù{. 
Pass.  7.  Puniscesi  di  peccato  temporale- 
niente,  /i"  8.  Volea  temporalraenle  fare  giu- 
stizia di  s^.  S.  Ag.  C.  l>.  Li  rei  nondimeno 
ec.  sono  temporalmente  llagellalt.  |H>stocb* 
noD  sjeao  clernaliucntc  puniti. 


T  E  M 

#  g.  I.  Per  in  senso  temporale,  moit' 
dano.  Fai'.  Esop.  II.  TL-mporalracnle  s' in- 
tcDiie  per  la  ranocchia  il  lalìu  mercatante^ 
ce.  (  così  l'usa  spesso  t/iieslo  autore). ( f  J 

§.  II.  per  Mondanamente  j  contrario  di 
Spiritualmente.  Lat.  profane. Or.  ^idriXoì^- 
J.ab.  i66.  Che  temporalmcDtc  è  tenuta  più 
che  niun'  altra  eccellente.  ^Jaes^ruzz.  i. 
6g.  Ma  questo  cotale  non  sar^  legittimato  , 
quantochè  agli  atti  secolari,  se  non  se  nelle 
terre  che  temporalmente  ^ono  sotto  il  Papa. 
G.  V.  12.  3.  22.  Eziandio  rilucono  tempo- 
ralmente ad  esemplo  del  mutamento  ile' 
buoni.  Mor.  S.  Creg.  E  però  questo  co- 
tale dolor  semina,  e  dolor  rìrogUe,  quan- 
do per  tali  per\ersitadi  cresce  temporal- 
mente. 

3  TEMPORANEO.  Jdd.  Temporale, 
Chee  a  tempo,  Son  perpetuo^  Lat.  tempo- 
rarius.  Gr.  npó'sxa.tpoi.  Lor.  Med.  Com. 
l6l.  La  pace  è  una  perpetua  quiete  tem- 
poranea. 

#  §.  Frutto  temporaneo,  fu  detto  anti' 
camente  per  Primaticcio^  contrario  di 
Serotino.  t^Dant.  Conv-  i47- Dice  santo 
Iacopo  apostolo  nella  sua  pistola  al  quinto 
capitolo  :  ecco  ,  lo  agricola  aspetta  lo  prezio- 
MJ  Irutto  della  terra,  pazientemente  soste- 
nendo, infinochè  riceva  lo  temporaneo  e  lo 
serotino  «  .   (I\') 

TEMPOREGGIAMENTO  .  //  tempo- 
JVffgiarc.  Lat.  procrastinatio.  Gr.  ava^o- 
Xr,.  Tratt.  scgr.  cos  dotta.  Si  governano 
con  savio  temporeggiamento  nell  applìca- 
tione  del  rimedio. 

t  5  TEMPOREGGIARE.  Secondare  il 
tempo.  Governarsi  secondo  l' opportuni- 
tà j  che  anche  prover'jtalmente  si  dice 
navigare  secondo  il  vento  j  e  si  usa  in 
signi/ìc.  neutr.  e  neutr.  pass.  Lat.  lem' 
pori  i.iservire.  Gr.  3ìpv.7iZjtt'J  tov  xai- 
fóv.  Lab.  227.  Secondo  i  mutamenti  de* 
tempi  sanno  temporeggiare.  Bett.  Tuli. 
Tempo  è  da  vendere,  e  tempo  è  da  com- 
perare; tempo  è  da  fuggirete  tempo  è  da 
incalxare  ;  savio  è  l'  uomo  che  sa  bene 
temporeggiare.  Segr.  Fior.  Cliz.  I.  l. 
Addio;  temporeggiati  il  meglio  puoi  :  e  se 
vuoi  cosa  alcuna,  parla. 

#  §.  I.  E  in  signijic.  att.  Temporeggia- 
re alcuno,  vale  Secondarlo  ,  Seguitarti  il 
suo  parere,  o  volontà,  a  Lasc.  Spir.  3.2. 
Non  fe  meglio,  che  temporeggiargli,  e  an- 
dar loro  a'  versi  "  .  (Cj 

§.  II.  Temporeggiare,  in  signtfic.  neu- 
tr. e  neutr.  pass,  vale  anche  indugiare  ■ 
Lat.  cunctart.  Gr.  /i-'À>£tv.  Stor.  Lur. 
6.  l34-  Ma  il  Conte,  che  molto  più  si 
valeva  dell'  astuzia,  che  delle  forze,  senza 
voler  venire  alle  mani,  temporeggiava  il  più 
cJie  e' poteva.  Guicc.  Stor.  3.  122.  Si  fer- 
mò a  Monlefuscoli  ,  per  temporeggiarsi  , 
aenia  tentare  la  fortuna,  v  h  lib.  12.  pag. 
II.  Però  il  Re  ec.  pensava  alla  difesa  di 
Abeville  e  Amiens  ec.  ed  a  resistere  che 
non  passassero  quella  riviera  ;  e  così  an- 
darsi temporeggiando  insino  che  la  stagione 
fredda  sopravvenisse.   (C) 

^%.  111.  E  in  signijìc.  attivo  vale  Becare 
ad  indugio.  Segr.  Fior.  disc.  1.  87.  Qua- 
lunque Volta  ce.  si  ricordava  (la  legge 
agraria  }  andava  sottosopra  quella  città  , 
e  i  uoliili  con  pazienza  ed  industria  la  tem- 
poreggiavano. (Cj 

TEMPRA,   r.  TEMPERA. 

TEMPRANZA.    T'.  TEMPERANZA. 

TEMPRARE.    7.   TEMPERARE. 

TE.MPRATO.    /  .   TEMPERATO. 

*  TEMPBE.  Tempra.  Alam.  Colt.  i. 
a/t.  La  folta  schiera  Si  spiega  in  quadro  , 
«  'n  minacciosa  tempre  Volge  al  nemico  il 
volto.  (Vi 

TEMUTO.  Adii,  da  Temere.  Buon. 
Fier.  5.4  6  Andrio,  per  quant*  io  scor- 
go, sì  temuto  ,  E  Diceo  tanto  amato,  lu- 
cerne uniti.  Insieme  amati,  egualmente 
Vocabolario   Tom.   ii. 


T  E  N 

temuti ,    Vi    sgraveran    di    qualsisia    gran 
pondo. 

TENACE.  Add.  ì'i.tCoso ,  Tegnente. 
Che  agevolmente  s'attacca  e  ritiene.  Lat. 
tenax,  VÌ.1C0SUS.  Gr.  i*|wVio;.  y^isy^pói- 
Pani.  in/.  21.  Quale  nell' arzanà  de' Vi- 
niaiaoi  Bolle  r  inverno  la  tenace  pece-  Pe- 
Ir.  san.  32.  E  s'io  mi  >volvo  dal  tenace 
visco.  Cr.  1.  II.  I.  E  se  si  troverrà  so- 
da e  tenace  argilla,  basterà  che  si  deputi 
ai  fondamenti  la  quinta,  o  la  sesta  parte 
dell'  altezza  di  quello  che  sopra  terra  si 
dee  muiare.  Tes.  Br.  3.  2.  Il  mare  mor- 
to ce.  è  tutto,  come  il  buturo,  tenace. 

j-  g.  I.  Per  similit.  vale  Che  ritiene  lun- 
gamente, o  Jortemenlej  ed  in  questo  senso 
suol  essere  aggiunto  di  memoria.  Amm. 
Ani.  Q.  8.  7.  Molto  è  più  tenace  la  memoria 
dì  quelle  cose  che  s'  apparano  nella  prima- 
ticcia età.  Pass.  2^.  ì  beni  naturali  dell' 
anima  sodo:  ec,  la  tenace  e  salda  memoria, 
coir  altre  potenzie  intellettuali,  le  quali  son 
pur  neir  animo.  Petr.  son.  128.  Oh  tenace 
memoria  I  oh  fero  ardore  ! 

g.  II.  Per  istabile.  Fermo.  Lai.  con- 
slans.  Gr.  ol[Xl7Ct.7ttiCTOi.  Albert,  cnp. 
6f^.  Non  ti  dà  la  natura  del  luogo  che  tu 
vivi  dirittamente,  arni  lo  ti  dà  la  mente  di- 
screta e  lo  tenace  proponimento.  ^  Car. 
En.  1.6.  Come  il  traea  l' insuperabil  forza 
Del  cielo,  e  di  Giunon  l'ira  tenace.  (FP) 

*  g.  Ili.  Per  Fedele.  T'it.  S.  Gir.  7. 
Girolamo  fu  ammaestralo  di  tre  lingue,  la 
cui  inlerpelrazìone  è  posta  innanzi  a  tutte 
r  altre,  perocché  ella  è  più  tenace  della  pa- 
rola, e  più  chiara  che  il  ragguardamento. 
(C) 

f  §.  IV.  Tenace,  per  metaf,  vale  A- 
varo  ,  Spilorcio  .  Lai.  tena.v  ,  avarus  . 
Gr.  piiow>o'^  .  Albert.  58.  Scevola  ,  tu 
se'  tenace  a  tutti,  e  ninno  a  le,  e  secchi 
i  beni  altrui,  e  niuno  secca  i  tuoi.  Agn. 
Pand.  67.  Aiutandovi  essere  non  liberali  , 
non  larghi,  ma  tenaci  e  stretti-  Ott.  Com. 
Inf.  9.  i5o.  Le  ricchezze  mondane  non  fan- 
no r  uomo  essere  liberale,  ma  tenace. 

t  TENACEMENTE.  Avverb.  in  modo 
tenace.  Con  tenacità.  Lat.  tenaciter.  Gr. 
7>t3;^pw;.  Introd.  J  irt.  E  perciò  hanno 
preso  la  fede  pagana  molto  tenacemente. 
Outd.  G.  E  quantunque  persone  per  fortu- 
na navigandovi  capitavano,  erano  sì  tenace- 
mente presi,  che  mai  più  non  isperavano  di 
partire.  Amm.  Ant.  16.  3.  ^.  Conciossiaco- 
saché ec.  questi  (beni)  tosto  si  dimentichi- 
no, le  ingiurie  tenacemente  stiano  nella 
memoria.  ^  Tass  Ger.  7.  q8.  E  par  senza 
governo  in  mar  turbato.  Rotte  vele  ed  an- 
tenne, eccelsa  nave.  Che  pur  contesto  aven- 
do ogni  suo  lato  Tenacemente  di  robusta 
trave,  ec.  iBj  Introd.  l'irt.  36o-  Hanno 
presa  la  fede  pagana  molto  tenacemente  , 
e  vorrebbe  prima  catuno  di  loro  morire,  che 
la  fede  pagana  perdesse.  (C) 

TENACISSIMAMENTE.  Superlat.  di 
Tenacemente.  Bed.  Fsp.  nat.  [^.  Si  appic- 
cavano a  quella  teoacissimamentc  a  guisa  di 
piccole  coppelle. 

TENACISSIMO.  Superi,  di  Tenace. 
Lat.  tenacissimus .  Gr.  y>  15^(^0*70.705. 
Fr.  Giord.  Pred.  R.  Tenacissimi  d'  ogni 
loro  eretica  opinione.  Cecch.  ine.  5.  3. 
Eccovi  questi  trenta  ducati  d'oro, cavati 
dalla  tenacissima  borsa  dì  Baldo  vostro  pa- 
dre. Ar.  Cass.  5.  3.  E  diasi  li  guasto  a 
questo  vecchio  tenacissimo. 

TENACITÀ',  TENACITADE,  e  TE- 
^KC\TkT^.  Astratto  di  Tenace,  il  rite- 
nere, Fiscosità.  Lat.  tenacitas.  Gr.  y/i- 
axp<^~^-i-  Cr.  5.  9.  2.  E  generalmente  si  fa 
di  quello  tutte  quelle  cose.  le  quali  richieg- 
gono durezza  e  tenacità  di  U-gno. 

g.  Per  metaf.  vale  Avarizia.  Lat.  tena- 
citas,avaritia.Gr.  ip.i,fpo\o'jl<yi,  siiapyu- 
^l'a.  /  it.  SS.  Pad.  Due  generazioni  so* 
no  di  fame  :  1'  una  si  è  difetto  di  sapienzia , 


T  E  N 


1497 


e  d^  intendere  la  parola  di  Dio,  e  non  em- 
pierla ;  r  altra  d'  avarixia  e  tenacità.  Mor. 
S.  Greg.  Volendo  fare  onesta  masserizia, 
noi  caggiamo  in  peccato  di  tenacitade-  O- 
mel.  S.  Greg.  Ma  ripresolo  del  delicato 
mangiare,  e  di  superbia  e  di  tenacità. 

TENASMONE.  F.  A.  Tenesmo.  Tes. 
Pov.  P.  S.  ttitiene  la  soccorrenxa,  e  sana 
lo  tenasniODe. 

t  TENCIONAMENTO.  /'.  A.  il  ten- 
cionare.  h^t.  concertatio.  Gr.  ayaivis/xo';. 
Fai.  Mass.  Egli  3Lver 3  intanto  pacificati 
gli  scordevoli  tencionamenti 

fTENCIONAKE.  f.A.  Tenzonare:  e 
si  usa  in  signijicato  neutr.  e  neutr.  pass. y 
Lat.  concertare,  contendere.  Gr.  luvayw- 
vi'^iffàai.  Lib.  Mott.  E  cominciarono  a 
tencionare  dì  tornare,  non  accordandosene 
r  uno.  Gr.  S.  Gir.  Il  servo  d' Iddio  non 
dee  unque  tencionare  agh  altri.  Liv.  3/.  Ne 
voi  non  rionale,  e  non  tencionate  di  questa 
cosa.  E  appresso  :  Fu  fatto  edile  curale,  e 
fieramente  si  tencionò  centra  i  gentiluomini. 
E  di  sotto  :  I  scoi  compagni  se  ne  tencio- 
nan  con  lui.  E  altrove  :  I  cittadini  e  gli  a- 
mici  tencionavano  infra  loro.  Amm.  Ant. 
G.  177.  Troppo  tencionando,  si  perde  la  ve- 
rità. 

TENCIONATO.  Add.  da  Tencionare. 
Amet.  88.  I  vostri  efifetti  mostrino  chi  più 
possiede  della  tencionala  quistione. 

t  TENCIONATORE  .  Ferhal.  masc- 
Che,o  Chi  tenciona.  Albert,  cap.  10-  Non  si 
converta  in  amisUde  di  malto  ec  ,  o  di  ten- 
cionalore,  o  di  adiroso.  Z/^rt/rf.  Andr.  118. 
Si  è  sciocco,  pauroso  e  tencionatore.  Liv. 
Dee.  3.  Eglino  eleggeranno  i  più  riottosi,  e 
i  maggiori  tencionalori  di  tutti. 

t  TENCIOIVE.  /'.  A.  Tenzone.  Lat. 
lis,  iurgium,  dissidium.  Gr.  £pt?.  Bocc. 
nov.  98.  22.  Dopo  lunga  tencione  ve  '1 
pur  mandò.  Coli.  Ab.  Isaac,  38.  E  con 
tencione  si  sforzavano  di  menarlo  nelle  lo- 
ro case.  Zibald.  Andr.  36.  Ove  sarà  su- 
perbia, ivi  saia  tencione. 

TENDA.  Tela  che  si  distende  in  aria 
e  allo  scoperto  per  ripararsi  dal  sole,  dal- 
l'aria,  o  dalla  pioggia.  E  generalmente 
Tela  che  si  distende  per  coprire,  o  parar 
checchessia.  Lat.  velarium.  Tes.  Br.  1. 
20.  Quella  Cubabel,  e  coloro  che  di  loro 
uscirò,  fece  primamente  tende  e  logge  per 
loro  riposare. 

§.  I-  Levar  le  tende,  si  dice  del  Par- 
tirsi  gli  eserciti  dal  luogo  ov'  erano  at- 
tendati. Lat.  castra  movere,  vasa  collige- 
re.  Gr.  ì'^otva^fwpsrv  xrrJ  cr^aTiav,  a'va- 

5Z£Ja^itV. 

g.  II.  Tenda,  si  dice  anche  ne^  teatri 
Quella  tela,  che  distesa  dinanzi  al  palco, 
cuopre  le  scene,  Jinche  non  si  dia  comin- 
ciamento  alla  commedia.  Lat.  srparium. 
Gr.  ■TZup'.'Ki-z'yL'zp.oc..  Maini.  1.  39.  Che  qual 
tenda  calando  alte  calcagna.  Scopri  scena 
di  bosco  e  di  campagna.  ^  Pallav.  PerJ\ 
Crist.  I.  ^.  Finche  il  recitante  piagne  le 
Énle  sue  sciagure  sul  palco  ,  il  teatro  si 
avvisa  per  poco  che  elle  non  sìan  ritrat- 
ti ma  originali  ;  ed  accompagna  le  altrui 
simulate  lagrime  con  le  sue  vere;  ma  ca- 
lata la  tenda,  repente  si  discerne  le  falsi- 
tà,  e  s'  eslingue  la  compassione.  (D) 

f  §.  III.  Tende,  per  li  Padiglioni  de- 
gli eserciti.  Lat.  tentoria.  Gr.  c/>jvw^«- 
Ta.  Liv.  M.  Fidandosi  del  discordio  de' 
Romani,  gli  assalirò  alle  tende.  Guid.  G. 
Lo  re  Peleo  comandò  che  lasone,  e  Er- 
cole, e  gli  altri  re  e  maggiori  del  suo  ci- 
ste venissero  alla  tenda  sua.  E  altrove.- 
Li  Greci,  traboccando  in  gran  fretta,  si  rac- 
coglievano per  fuga  alle  loro  tende.  Ovid. 
Pist.  20.  Profferendo  a  te  di  raccompa- 
gnarmi  infiuo  alle  sue  tende.  Bocc  Leti. 
Pin.  Boss.  273.  Gaio  Mario  col  padre  cre- 
sciuto dietro  agli  eserciti  facendo  i  piati- 
li, a*  quali  si  legano  le  tende,  soggiogai  t 
188 


»^98 


T  E  N 


^ifTrira,  catenato  ae  menò  a  noma  Giu- 
gurta.  M.  /'.  6.  54.  L'uomo  e 'I  cavallo 
in  sul  campo  a  scoperto  ciclo  fanno  uo 
letto  santa  altra  tenda.  *  Cor.  Ea.  2.  53- 
Qui  s'  accampava  Achille,  e  qui  de'  Do- 
lopi   Eran   le   tende.    (FI*) 

%.  IV.  Levar  te  tende,  Ji^uratam.,  vate 
Terminar  checchessia,  /iem.  Ort.  1.  IO- 
2y.  Forse  eh'  iu  vi  farò  levar  le  tende  , 
Gente  sol  da  dormire  e  da  |jer  buona. 

g.  V.  /4l  levar  delle  tende  ,  posto  av- 
verbiattn. ,  t'ate  Al  fin  del  fatto.  Alt' ut- 
ttmo.  Lat.  tandem,  postremo.  Gv.  ts'^o?  , 
Z'snpov  .  Pataff'.  g.  Al  levar  delle  tende 
parve  afflitta.  AJorg.  2Ì.  l.  Non  mi  lasciar 
perir  presso  alla  foce ,  Poiché  noi  siamo  al 
levar  delle  tende. 

*f  *  TENDALE.  Tenda  grandissima, 
che  serve  a  coprire  galere.  Chiabr.  Fir. 
5.  49-  L*  ampio  tcodal,  che  sopra  lei  &i 
^tcnde,  Ha  di  seta  gentil  vario  colore.  Ove 
Ira  spume  altrui  dipinta  appare,  ce.  (Af 

VTENDAROLA.  Dim.  di  Tenda.  Buon. 
Fier.  3.  I.  7.  E  'n  quella  galtitia  ,  Che 
quella  tendarola  ticn  coperta,  Uo  mostro 
vivo  v'è.  (*) 

TENDENTE  .  Che  tende  .  Viv.  Disc. 
Arn.  28-  Rimettendomi  a  ciò  che  in  ap- 
partato discorso  ne  diedi  scritto  ali*  A.  V. 
S.  moli'  anni  sono,  con  altro  tendente  a 
facilitar  lo  scarico  d'  Arno  a  prò  della  città 
di  Pi>a,  e  delle  campagne  ad  essa  adiacenti. 
liicctt.  Fior.  26.  O^gi  si  usa  la  cina  detta 
volgarmente  impietrita,  di  colore  tendente 
al  higio  oscuro. 

*  TENDENZA.  Propensione.  Lat.  prò- 
pensio.  Gr.  e'— ipcOTT/;'.  Salvin.  Pros.  Tose. 

I.  170.  Ancora  la  tensione  e  la  tendenza  del- 
r  animo  dell'  oggetto  dell'  amato  studio  e 
de' diletti  ce  è  vatanza.  {*) 

TENDERE.  Distendere  in  signifc.  d'Al- 
largare, 0  Spiegare.  Lat.  espandere,  esten- 
dere ,  cxpUcare.  Gr.  s/'eTKvvuvKi.  /  e- 
gez.  Sopra  le  quali  si  tendano  pezze  di  ri- 
liccio, le  quali  rifrenano  il  furor  delle  saette. 
Nov.  ant.  IO.  3.  il  padre  fece  tendere  uno 
ricco  padiglione.  /'..  96.  I.  Vno  mercatan- 
te, che  recava  bcrrclle,  so  gli  Lagnarono; 
«■  avendole  tese,  sì  vi  apparirò  molte  scim- 
mie ,  e  ratuna  se  ne   mise   una   in   capo  . 

I  iagg.  Mont.  Sin.  ^3.  Poiché  gli  aveva 
lavali ,  gli  portava  a  tendere  in  un  orto 
quasi  a  una  gittata  di  mano,  e  quivi  gli  ten- 
dea  sopra ■ 

3  g.  I.  Tender  reti,  lacci,  trappole,  e  si- 
mili, si  dicono  dell'  Acconciare  colali  cose 
per  uso  d'  acchiappare  animali,  o  simili, 
e  figuratam.  vagliano  Insidiare^  che  an- 
che diciamo    Tendere  insìdie.    Cr.    10.  I7. 

II.  Due  reti  assai  lunghe  e  alte  ec,  che 
Volgarmente  >i  rhianiiino  pareti,  e  tcndonsi 
ili  prati,  ed  in  vicj  ed  iu  campi,  e  presso 
ad  acque,  ec.  Bocc.  nov.  l5.  20.  Avendo 
<|ucllo  ,  a  che  ella  er.  aveva  teso  Ìl  lac- 
ciuolo .  E  nov.  77.  46.  Mille  lacciuoli  , 
col  mostrar  d*  amarti,  t'  aveva  lesi  intorno 
a' piedi.  IC  nov.  C)2.  [\.  Ghino  dì  Tarco , 
sentendo  la  sua  venula,  tese  le  reti.  I^etr. 
son.  48.  Sicché  avendo  li>  reti  indarno  tese, 

II  mio  duro  avversario  se  ne  scorni.  Jìant. 
tnf.  3o.  Grido:  tendiam  le  reti,  siedi*  io 
pigli  La  liones^a  e  i  lioncini  al  varco.  Fir. 
As.  208.  Kglì  non  vi  andò  guati,  che  len- 
dcndomi  ima  maggior  trappola,  egli  mi  vi 
fece  cadere  denliu  senta  darmi  ad  a.^sapo- 
rarc  il  cacio.  Gal.  Sist.  86.  Quegli ,  che 
tendono  le  pareti  al  comune,  si  iranno  anco 
fare   autori  di-ll*  intenzioni  d'altri. 

^f  §.  ìl.  l'aloni  si  usa  itssofiitam.  ,  e 
vale  lo  Slesso.  «  l'ram-.  Bnrh.  lai.  6. 
Ognun  che  tende  non  piglia  .  ma  spes>o 
Chi  tigda  più  trova  ;  Dormendo  ,  rado  »i 
fa  liuon.i  prova  ".  Ar.  Fur.  1.1.  33  Ecco 
jugrl  novo  .  A  cui  non  te.ti ,  e  nella  rete 
il  trovo.  fBr) 

§.    III.    Tendere  .  per    Aver  la  mira  . 


T  E  N 

Essere  diretto  .  Lat.  tendere  .  Gr.  e»T!i'- 
v  =  7£rac.  Frane.  liarb.  129.  10.  Non  dee 
alcun  sol  tendere  a  dannare  Quel  ch'aude 
tutto.  Gatat.  65-  Que^tì  modi,  e  multi  al- 
tri a  questi  somiglianti,  che  |end<ino  ad  im- 
pedir la  voglia  e  V  appetito  altrui  ce,  sono 
spiacevoli,  l-'ir.  Di.fc.  an.  110-  Se  la  leg- 
gerezza in  ogni  uomirciatto  e  l>ia>imevole> 
che  dol>1iÌam<i  dire  di  quella  d'  un  FrÌH' 
cipe  ,  del  quale  ogni  atto  ed  ogni  opera- 
zione tende  o  al  danno  ,  o  ali*  utile  dello 
universale? 

*  g.  IV.  Per  Intendere,  Avere  inten- 
zione. Cr.  S-  (tir.  .3q.  Voi,  che  non  avete 
moglie,  e  tuttora  la  tendete  avere,  guar- 
date ec.  (l  ) 

g.  V.  Tender  l'arco,  vale  Caricarlo. 
Lat.  arciim  tendere  .  Gr.  to'^ov  ivtci'v!- 
5ziai .  Amm.  Ant  20.  I.  a.  A  studio  si 
stende  t' arco  ,  acciocché  nel  suo  tempo 
utilmente  si  tenda.  Petr.  canz.  t\l.  7-  In- 
darno tendi  r  arco,  a  voto  scocchi. 

g.  VI.  Tender  r  ano  dell' intelletto  , 
figuratam.  vale  ì'olgere  il  jìcnsiero.  Ap- 
plicar V  animo  j  tolto  dall'  affissar  V  oc- 
chio ,  che  si  fa  in  mirando  ove  si  vuol 
trarre^  che  anche  diremmo  Porre,  o  (or- 
re  la  mira,  fìocc.  nov.  97.  23.  Alla  qual 
cosa  oggi  pochi ,  o  niuno  ha  Y  arco  teso 
dello  'ntelletto. 

§.  VII.  Tender  gli  orecfhi ,  gli  occhi, 
e  simili,  vagliano  Stare  attento  coli' udi- 
to, o  colla  vista.  V.'A.  arrigere  aiirts,  oru- 
los  intendere.  Gr.  e  ira  vai  ra  wt«,  tei- 
vgaà^Ki  TOÌ  0p.fJ.u7a..  Buon.  iter.  2.  4 
20.  Stiam  poco,  e  intanto  tendiam  ben  1' 
orecchio . 

g.  Vili.  Tendere,  per  lo  stesso  che  Ti- 
rare, Accostarsi.  Lai.  vergere.  Gr.  <5uv- 
TSi'vifv  TZpÓi  Tt  .  Fir.  Diat.  beli.  donn. 
375.  Furono  plasmate  adunque  d'una  ma- 
teria che  tendesse  al  molle,  ma  non  fusse 
languida  ,  sicché  al  riposo  non  desse  im- 
paccio . 

^  g.  IX.  Tendere ,  dicesi  anche  ,  con 
maniera  latina,  di  luogo  che  tien  d'  alto 
in  basso  e  per  convento .  Ott.  Com.  Inf. 
I.  Il  colte  tende  al  cielo,  ed  è  luogo  sa- 
lulire;  la  valle  tende  alle  parti  inlime  e 
basse.  (Jìr) 

*  g.  X.  Tendere ,  parlandosi  di  aer- 
citi  per  Fs.<cre  ,  o  Stare  attendato  .  Ar. 
Fur.  3o.  l5  Verso  Levante  andò  corren- 
do in  fretta,  Fin  che  trovo  dove  tendea  sul 
bto  Di  nera  gente  esercito  infmitu.  (FP/ 

TENDKTTA.  Pim.  di  Tenda.  ISemh. 
Stor.  ^.  57.  Chiamati  1  provveditori  e  i  ca- 
pitani sotto  1.1  tendetta  sacra  ,  gì'  ìnliodus- 
sero  nella  città  f  tjui  per  baldacchino  ). 

*  TENDINA.  Dim.  di  Tenda  ;  e  dicesi 
spezialmente  di   Quella  specie  di  velo  che 

fermato  in  alto  delle  fineslir,  d  gli  spor- 
trlli  delle  carozz  ,  e  simili,  si  tira  giù 
per  riparar.(i  dal  s  le,  o  dall'  aria.  (A) 
TENDINE.  Term.  anatomico.  Parte 
del  muscolo  che  biancheggia  ,  e  forma  /* 
estremità  del  medesimo  .  Lat.  tendo  .  Gr. 
TevEu'v.  ì.ib.  cur.  malatt.  Fortifica  a  (pie- 
sta  unzione  le  fibre  ile*  nuuroh  e  de*  ten- 
dini. Salvia.  lise.  I.  ^1.  Galeno  re.  non 
trovò  migliore  similitudine  ,  colla  quale 
spiegasse  il  muoversi  de*  lendini,  e  *l  pron- 
to slungarsi  e  raccorciarsi  de"  niu>coli,  che 
quella  «Ielle  macchine,  che  con  ucrnlli  fili 
appicralivi  fanno  varii  giuochi  e  movimen- 
ti. *>  Jmpcrf.  Anat.  77.  I  lendini  na>coiio 
dal  seme  nel  coiiiinciamenlo  della  gcnr- 
ratiiine  e  ^ono  ionie  corde  che  pigliano  ti 
muscolo  d,il  principio  al  fine  fia  b*  quali 
SI  viene  poi  a  metter  la  carne  potlalaM 
dal  sangue  ec.  e  chiaman>i  lenilini  imper- 
ciocrhc  giusttk  come  la  corda  netl*  arco  si 
leodi>no,  e  ciò  più  o  meno  secondo  che  fa 
di  inolini  per  lo  mi»lo  di  ewi.  (F) 

'>  g.  Tendine,  trovasi  anche  in  genere 
femminile.  Imperf.  Anat    8.^.  La  coinp<»- 


T  E  W 

sizione  sostanziale  de'  muscoli  è  in  Mmnu 
la  carne,  Q  nervo,  il  legamento,  e  U  teo- 
dine.   CO 

*  TENDINEO.  Add.  Term.  de  Me* 
dici.  Appartenente  a  tendine.  Cocch.  ht%. 
Orlo  quasi  tendineo  di  questa  ovale  aper- 
tura (  del  cuore  j  è  attaccata  in  giro , 
ec.   (Af 

*  TE>DINETTO.  Dim.  di  Tendine. 
Jiart.  Simh.  1.  i5.  Alle  l>ocrbe  de'  ven- 
tricelli  del  cuore  vita  lendinetli,  come  a- 
nella,   che  gli  orlano,  fi) 

*  TENDINOSO.  Add.  Di  tendine. 
Attenente  a  tendine ,  Pieno  di  tendini  . 
Lai.  *tendinosus.  Bed.  Oss.  an.  C|0.  Con 
espansioni  lendinose  si  attaccano  intorno 
intorno  al  petto  ed  al  dorso  .  E  l'^!\.  Si 
veggono  in  essa  vescica  due  corpi  rossi 
quasi  semiritondi ,  i  quali  con  le  loro  e- 
stremità  lendinose  vanno  a  formare  le  due 
tuniche  proprie  dell*  vescica.  (*) 

I  TENDITORE.  ì  erbai,  masc.  Che, 
o  Chi  tende.  Ftloc.  ^.  IL  Io  medesimo 
fui  il  tenditor  de'  lacci ,  oc*  quali  son  ca- 
duto. 

't  *  TENDONE  .  Acrreseit.  di  Ten- 
daj  e  dicesi  per  lo  più  di  quella  de*  tea- 
tri. Carl.Svin.  18.  Mirando  che  appariva 
Al  tirar  del  tentlone  ignota  scena  D'  ampia 
campagna  orribilmente  amena.  (A) 

^  J^.  Trnd^ne,  dicesi  anchf  dagli  dia- 
tomici in  srnto  di  Tendine  .  Dellin. 
Di,tc.  I.  254.  Ci  varremo  d'un  altro  no- 
me usato  anch'esso  ec.  e  questo  è  la  voce 
di  tendini  o  di  tendoni,  e  perciò  saper  do- 
vete cbc  i  tendini  o  i  tendoni  de^muscoli 
Don  son  altro  che  le  lor  testate  d'argentn 
con  le  quali  s'  attengono  agli  ossi.  (C) 

TENEBRA.  Scurità,  liuto.  Mancanza 
di  luce;  e  si  usa  più  comunemente  nel  nu- 
mero  del  più.  Lat.  tenebrar  ,  caligo  .  Gr. 
a/Ó70^  .  OLX^'^i  •  S.  Agost  .  C.  D.  Non 
sono  altro  le  tenebre  di  qualunque  luo- 
ghi, se  non  acre  senta  luce.  E  altrove: 
Dove  non  è  la  luce,  i?  necessario  che  sien 
le  tenebre.  Tes.  Br.  1.  IO-  La  nalura  dr- 
gli  Angeli,  che  non  trapassano  la  volontà 
di  Dio,  è  chiamata  chiaretta  ;  e  la  natura 
<li  coloro  che  trapassano,  ^  apjiollata  teor- 
bra  .  E  pero  dice  U  Bibbia,  che  al  prin- 
cipio fu  divisa  la  chiarezza  dalle  tenebre  ; 
cioè  a  dire,  che  Dio  creò  tutti  gli  Angioli, 
e  de'  buoni  fece  la  chiarezza  ,  e  de'  rei  le 
tenebre  .  />.  Giord  Prcd.  S.  Or  questa 
bene  è  gran  cecliitade  e  somma  tenebra  .  E 
Prcd.  D  S|»esse  volte  avviene  che  1'  uo- 
mo,  disiderando  d'aver  lume  di  graua  di 
Dio  spirituale,  e  uscir  di  tenebra  di  pre- 
calo,  si  rimane  ed  è  impedito  per  lo  grido 
delle  genti  .  Dant.  Inf.  3.  Nelle  tenebre 
eterne  in  caldo  0  'n  gielo.  E  Pnrg.  7.  Non 
pi-rò  ,  che  altra  cosa  desse  briga  ,  Che  la 
i)r>lliirna  Icnebra  ad  ir  suso  .  Itoce.  no*-. 
77-  3i.  Veggcndo  lei  colla  bianchetsa  drl 
suo  corpo  vincer  le  tenebre  della  noUe  . 
(oli.  SS-  Pad.  Di  noli»  cercando  per  1* 
DM  urc  tenebre  .  Pass.  38-  Quando  Iddio 
iMuiiiinerli  le  rose  nascose,  e  fatle  in  le- 
nebre  e  al  buio. 

g.  I.  Tenebra,  per  metof. ,  vale  /- 
gnoranza.  Peir.  canz  l\.  6.  E  rio  sepp*  io 
da  p*)ì  Lunga  stagion  di  tenebra  vestito 
*  liorgh.  ttng.  Fir  La  cagione  gii  del- 
la, che  gli  >rr)tlori  che  noi  alibiamo  He' 
paesi  r  di*  |Hipoli.  e  delle  rillà  di  que' tem- 
pi, non  piiiljiio  elle  «Ielle  princi|ka1i,  ci  d'a 
queste  laute  lenebre,  e  confusioor  ne' par- 
ticolari .  ff!r)  Segner.  Mann.  Aprii,  la 
I,  Avendo  rui  {Hirtatn  un  tal  amore  allr 
Imrbre  ,  ne  segue  per  ecnscguenza  che 
abbiano  portato  amore  anche  a  quei  per- 
rati  di  volonl'a  .  1  quali  vanno  congiunti 
con   tali   lenebre.   (C) 

#  5.  II.  Estrrt  panra  da  tenebre,  vale 
ì'ssrrr  di.rgrasintissimo  .  t'.  E*»SFrK 
PANCA    DA   TENEBRE.  fA} 


T  E  N 

TENEBRARE.   Babbitiare,  Fare  sciir-o. 

TEKEBRATO  .    Jdd.    ila    Tenebrata:  . 

Vant.  Purg.  i6.  Buio  ti'  Int'cino,  e  di  notle 

privata  D*  ogni  pianeta,  sutto  puvt'r  ciclu, 

Quanto  esser  può,  Jì  duvuI  tenoI>rata. 

TEJNEBRI'A.  /'.  A.  Tenebra.  Lai.  te- 
nebra. Gr.  0*6x0 i  ,  oix^'Ji-  fr.  Giord, 
Prtd.  S,  Quelli  cbe  nou  ci  Ten^uuo  ri- 
majfgODO  in  molta  tenebria.  Tcs.  Pov.  P. 
S.  cap.  S.  llcm  zucchero  fregato  in  su  una 
pietra  da  arrotare  roQ  \ÌDo  bianco  dram* 
mo  tre  ,  e  di  quello  vino  messo  nell'  oc- 
chio toglie  la  matrhiu  e  la  tenebria.  Ir. 
Jac.  T.  5.  35.  22.  Disfà  o^ni  tenebria  L' 
alta  luce  del  Messia  .  E  6.  29.  5.  Che 
par  tutta  si  disfaccia  L'  alma  mia  per  te- 
nebria . 

§.  Per  meta/.  \ale  Oscurità,  Ignoran- 
za .  Pass.  io4-  Acciocché  conveilisse  il 
mondo  a  via  di  verità  dall'  errore  e  dalla 
tenebria  del  peccato,  stette  dieci  anni,  che 
non  bevve  vino. 

t  TENEBRORE.  /'.  J.  Tenebra.  Lat. 
tenebra-.  Gr.  5xoto;  .  <x.y^y<Ji.  Ott.  Com. 
Inf.  29.499-  Questa  decima  bolgia  ha  lutti 
li  sensi:  noia  alla  veduta,  tenebrore,  ec. 
Fr.  lac.  T.  In  te  sento  riposo  veramen- 
te, Ma  non  perfettamente,  Perch'  io  sono 
in  quello  tenebrore. 

TENEBROSISSIMO.  Superi,  d'i  Tene- 
broso .  Lat.  tenebrosissìmus  ,  obscurissi- 
mus .  Gr.  j/.oT£ivoTaTO;  .  Boez-  J  arcb. 
2.  pros.  2.  Al  cielo  e  lecito  di  cavar  fuori 
bellissimi  giorni,  e  questi  stessi  nasconde- 
re con  notti  tenebrosissime. 

t  TENEBROSITÀ',  TENEBROSITA- 
DE,eTENEBROSlTATE.  Tenebra.  Lat. 
tenebra.  Gr.  gaozoì  ,  ax^-A-  Ott.  Com. 
Par.  a,  ^i.  Li  quali  lumi  e  nella  quali- 
lade  ,  cioè  in  chiarezza  e  lenebrositadc  ,  e 
nella  quantitade,  cioè  grandezza,  si  posso- 
no considerare  esser  diverse  figure. 

g.  I.  Per  Bufera,  o  Tempesta  di  venti. 
Cr.  8.  I.  6.  Sia  chiuso  dalla  parte  con- 
traria per  la  tenebrosità  e  pestilenza  de' 
veoli  che  quindi  soffi.^no  |(/  testo  lat.  ha 
lurhulenliam  ). 

§.  II.  Per  Offuscamento  dì  vista,  o  di 
mente.  J'olg.  Mes.  Tosto  avrà  scotomia  , 
o  vertigine,  cioè  cotale  tenebrosità  ed  av- 
volgimento, come  se  il  mondo  s"  aggirasse 
intorno  intorno. 

3  TENEBROSO.  Jdd.  Pieno  di  tenebre^ 
Buio,  Oscuro.  Lat.  fenebrosus.  Gr.  c/o- 
rstvo'i.  ISov.ant.  l3.  1.  Il  Re  lo  fece  no- 
Iricare  e  guardare  in  tenebrose  spelonche. 
Petr.  son.  17.  E  non  so  fare  schermi  Di 
luoghi  tenebrosi,  o  d'  ore  tarde.  Filoc  i. 
29.  Giove  da  se  il  divise,  e  in  sua  parte 
a  lui  e  a*  suo'  seguaci  diede  i  tenebrosi  re- 
gni di  Dite.  Dant.  Inf.  6.  Grandine  gros- 
sa,  e  acqua  tinta  e  neve  Per  1'  aer  tene- 
broso si  riversa . 

V  §.  1.  Ttnebroso,  detto  di  11^  occhio  , 
vale  Cile  ci  vede  poco.  "  Tes.  Br.  5.  I. 
Le  nature  de'  serpenti  son  tali,  che  quan- 
do egli  invecchia,  li  suoi  occhi  diventano 
(urbìdi  e  tenebrosi".  (C) 

§.  11.  Tenebroso ,  per  metaf,valc  Tur- 
f^ato ,  Torbido,  Confuso.  3/.  l'.  10.  25. 
Stando  per  questo  i  governatori  e  ì  citta- 
dmi  di  Fireoic  nel  tenebroso  sospeltu  . 
Lib.  Amor.  2.  Il  vero  amadore  di  nessu- 
na avarixia  può  esser  tenebroso  .  {V.  !^. 
48.  2.  il  vino  ce.  r  oppilaziou  del  fegato 
beva,  e  apre  la  tenebrosa  fummosità ,  e 
la  trislizia  generata  dal  cuore  scaccia,  e  i 
membri  di  lutto  '1  corpo  fortifica  .  fìocc. 
J'it.  Pant.  18.  Oh  nienti  cieche  ,  oh  te- 
nebrosi intelletti  ,  oh  argomenti  vani  di 
molti  mortali! 

TENENTE  .  Che  tiene  .  Lat.  tenens  . 
Gr.  Jt;«TWv  .  Bore.  nov.  q5.  i5.  Nelle 
sue  mani  tenente  la  preda.  Amct.  26.  £ 
già  di  ciò,  che  nella  loro  stanza  dovesse- 
ro operare,  tenenti  trattato.  E  44-  Apollo, 


T  E  31 

tenente  del  cielo  quella  parte  che  ora  tra- 
scorre ,   più  ì  lavori  abbelliva. 

%■  Per  Tenace.  Lat.  te/tax.  Gr.  7X1- 
ay^pd^.  Tes.  Br.  i.  16.  La  memoria  è  sì 
tenente,  che  se  alcuna  cosa  si  leva  dinanzi 
del  corpo,  ella  serra  in  se  la  similitudine  di 
quella  cotal  co.<.a. 

TENERAMENTE.  Avverb.  Con  tene- 
rezza. Affettuosamente.  Lat.  care,  aman- 
ter.  Gr.  yiii;tw4.  Bocc.  nov.  16.  8.  Quelli 
teneramente  prese,  e  al  petto  gli  si  pose. 
E  num.  32.  Lei  nelle  braccia  ricevuta  , 
lagriinando  ,  teneramente  baciò  .  E  nov. 
19.  36.  Teneramente,  siccome  suo  mari- 
to ,  abbracci.indolo  .  E  nov.  1^2.  18.  Te- 
neramente lagrimando  1'  altbracciò  .  Tes. 
Br.  4-  I.  Quando  la  madre  gU  vede  na- 
ti ,  ella  gli  va  guardando  molto  dolce- 
mente e  molto  teneramente  .  Circ.  Geli. 
5.  x32-  Ma  la  natura  ec.  ha  posti  in  loro 
(  ne' figliuoli  )  una  certa  inclinazione  d' 
amore  verso  delle  madxi,  che  e'  pare  che 
la  maggior  parte  amino  più  teneramente 
quelle,  che  non  fanno  i  padri. 

§.  Per  Debolmente,  Con  poca  stabilità. 
Cron.  Marcii.  289.  Per  allora  si  quieto 
in  parte  ,  come  che  teneramente  stavano 
le  cose. 

TENERE.  Ferbo  che,  usato  in  varie 
maniere,  si  adatta  a  diverse  signifìcanze, 
e  forma  molte  locuzioni,  la  più  parte  delle 
quali,  a  maggior  comodità  rff'  lettori  ,  si 
trarrà  fuori  col  solito  ordine  dell'  alfa- 
beto. 

t  TENERE.  Impedire  con  mano,  o 
con  altro  checchessia  ,  che  e'  non  possa 
muoversi,  0  cadere,  0  fuggire,  o  trascor- 
rere. Lat.  tenere.  Gr.  ÌtzÌ'j^uv.  Bocc.  nov. 
69.  21.  Tenuto  fermamente  dall'  una,  fu 
dall'  altra  per  viva  forza  un  dente  tirato 
fuori.  E  nov.  75.  7.  Maso  dall'  un  lato  , 
e  Ribi  dall'altro  pur  tenendolo. 

§.  I.  Per  Impedire  assolulam  .  But. 
Purg.  9.  I.  Lo  malo  amore  delle  cose 
mondane,  che  ci  tiene  la  iutrata  della  pe- 
nìlenzia  .  s^s  Dant.  Inf.  7.  Non  ti  neccia 
La  tua  paura  ;  cb'e,  poder  eh*  egli  abbia  , 
Non  li  terrà  {altri  buoni  te.sti  leggono  lorràj 
lo  scender  questa  roccia.   {  ì'j 

^  g.  II.  Per  Impedire  opponendosi  j 
Parare  nel  signi fìc.  del  %.  VII.  Capr.  Bott. 
8-  Sai  come  avviene  dello  invidiare  come 
d'  una  casa  la  quale  per  esser  troppo  alta 
tiene  il  lume  alla  tua.   (IVj 

g.  MI.  Tenere,  per  Pigliare,  Prendere  j 
ma  non  si  usa  se  non  imperativamente  . 
Lat.  accipere.  Gr.  7r|C05).K/i.6Kv£(V.  Aof. 
ant.  94-  ^-  Rendete  il  danaio  mio,  e  te- 
nete la  medaglia  vostra.  Bocc.  nov.  7I-  7. 
Madonna,  tenete  questi  denari,  e  daretegli 
a  vostro  marito  ,  quando  sarà  tornato  .  E 
nov.  76.  l4-  Tenne  un'altra,  e  presa  la 
seconda  ,  gliele  mise  in  bocca. 

g.  IV.  Tenere,  ptr  Arrivare,  o  Esser 
giunto.  Lat.  tenere,  pervenire.  Gr.  ^ir'xziv, 
/■Jmet.  6.  Disceso  alle  piagge  ,  teneva  il 
piacevole  piano.  E  68.  Per  cui  spero  te- 
ner la  somma  altezza  -  ^'  Dant.  Inf.  21. 
Così  di  ponte  in  ponte  ec  Venimmo , 
e  tenevamo  'l  colmo  ,  quando  Ristemmo 
ec.  (V) 

\  %■  V.  Tener.-,  vale  anche  Possedere, 
Avere  in  sua  podestà.  Lat.  tenere,  possidere. 
Gr.  /j3«7£Ìv.  Petr.  canz.  l^.  I.  Che  tien  di 
me  quel  d'  entro,  ed  io  la  scorza.  Bocc.  nov. 
29.  IO-  Voi  mi  potete  torre  quant'io  ten- 
go, e  donarmi,  siccome  vostr' uomo,  a  chi 
vi  piace  .  E  nov.  85.  20.  Quanto  tempo 
ho  io  desiderato  d'  averti,  e  di  poterti  te- 
nere a  mio  senno!  ec.  Può  egli  esser  vero 
che  io  ti  tenga?  E  nov.  100-  21.  Ne  mai, 
come  donatolmi,  mio  il  feci,  o  tenni.  G. 
t  -  4-  36.  1.  Monte  di  croce  si  tenea  per 
loro,  e  guerreggiava.  J  it.  SS.  Pad.  I.  23. 
Eziandio  pur  voghamo  tenere  queste  ric- 
chezze mondane.  ^   Teseid.  4    ^7.  Onde 


T  E  N 


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se  quelle  pene,  che  '1  tcnieno.  Non  miti- 
gasse d'  Emilia  il  vedere.  In  breve  tempo 
assai  r  ucciderieno.  (P) 

§.  VI.  Tenere,  vate  anche  Abitare. 
Lat.  colere,  incolere,  Bocc.  nov.  3l.  6. 
Era  in  una  delle  camere  terrene ,  la  quale 
la  donna  teneva  . 

*  §.  VII.  Tenere,  v  al  it  anche  Occupa- 
re, Ingombrare.  Eav.  Esop.  X28.  Nel  quale 
(chiasserello)  un  asino  carico  d'  una  gran- 
dissima soma  di  legne  teneva  la  via  ec> 
Deh ,  asino  ribaldo  !  si  che  tu  mi  chiudi 
la  via,  e  logli  il  mio  spedito  andare.  (V) 

§.  Vili.  Tenere,  ptr  U-*:are,  Osservare. 
Lat.  uti,adliibere.GT.  Xr'^'''^'^^'  Bocc.  nov. 
35.  11.  Noi  ci  siamo  accorti  che  ella  ogni 
dì  tiene  la  culai  maniera.  E  nov.  77.  23. 
Ma  il  modo  che  ella  abbia  a  tenere  in- 
torno a  ciò,  attendo  di  dire  a  lei.  G.  V. 
6.  60.  I.  I  Pisani  terrebbero  il  peso  di 
Firenze  ,  e  la  misura  de*  panni ,  e  una  le- 
ga di  moneta  (così  nel  testo  Dav.  ).  E*]. 
9.  2.  Non  tenne  V  ordine  della  battaglia. 
F.  7'.  II.  82.  Adunque  sì  tenne  questo 
ordine.  T'it.  Bari.  1^5.  Poiché  questo  co- 
mandamento è  così  antico,  perchè  noi  tie- 
ne dunque  lutto  il  mondo  ?  E  appresso  : 
Molle  genti  il  tengono,  ed  hanno  tenuto. 
E  appresso  :  Nostro  Signore  ci  comandò 
per  li  suoi  Profeti  e  per  li  suoi  Apostoli, 
che  noi  legniamo  la  sua  legge;  e  se  noi  non 
la  legniamo  ,  non  rimane  perciò  eh'  ella 
non  sia  buona.  l'it.  SS.  Pad.  1.  2^.È  dun- 
que da  tenere  continuo  e  fervente  lo  rigore 
della  penitenza. 

*  g.  IX.  Tenere,  talora  vale  Trattare; 
ma  in  questo  senso  e  sempre  accampa'- 
guato  dagli  avverbiì  bene  o  male,  o  altra 
cosa  simile ,  che  indichi  la  qualità  del 
trattamento  .  Fir.  Lue.  1.  2.  E  che  li 
manca  ?  E'  ti  dorerebbe  [lur  bastare  che 
ti  tengo  come  una  regina.  (Cj 

f  3  §.  X.  Tenere,  per  Mantenere ,  Con- 
servare. Lst.  .tervare.  Gr.  (?iaow'?€tv,  yu- 
iaTTitv.  I\'ov.  ant.  stamp.  ant.  7.  I  regni 
non  si  tengono  per  parole  ,  ma  per  prodezza 
e  per  franchezza.  Frane,  lìarb.  48.  II-  Di- 
cem'  alcuno:  io  spargo  Li  don  ,  per  mia 
liberiate  tenere  ,  Non  per  altrui  piacere  . 
*  Car.  lett.  ined.  3.  149-  La  prego  a 
dargli  intera  fede  ,  e  a  tener  quella  pro- 
tezione alle  cose  mie,  che  io  mi  prometto 
dall'  allezione  che  mi  porla.   (C) 

^'  §.  XL  Tenere,  in  sìgnifc.  neutr.  si 
dice  dei  colori  che  mantengono  il  fiore  e 
la  vivezza  loroj  ed  usasi  per  lo  più  con 
la  negativa  innanzi,  ed  allora  equivale  a 
Smontare,  a  Buon.  Tane.  I.  4-  Ma  il  co- 
lor fu  a  guazzo,  che  non  tiene  >»  .  (C) 

■f  3  §.  XII.  Tenere  di  checchessia, 
vale  Aver  sapore,  odore,  o  altra  qualità 
di  checchessia.  Lai.  sapere,  olere  .  Gr. 
;(ujui'^ìr.v,  o^itv.  Dant.  Inf  l5.  E  tiene 
ancor  del  monte  e  del  macigno  .  Bocc. 
nov.  61.  2.  Perciocché  tenendo  egli  del 
semplice,  era  molto  spesso  fatto  capitano 
de'  Laudesi.  Cron.  Morell.  219.  Tengono 
(i  colli)  parte  di  salvatico  e  parte  dì  do- 
mestico. Burch.  2.  47-  Beo  d'  un  vino  a 
pasto,  che  par  colla ,  E  tien  di  muffa  ,  f 
sa  di  riscaldalo. 

5»=  §.  XIII.  Per  Avere  in  s'è.  Conte- 
nere .  u  Cr.  i.  4-  l4'  1*'  acque  che  ten- 
gon  ferro,  risolvono,  cioè  distruggono,  la 
grossezza  della  milza,  ec;  quelle  che  ten- 
gono rame  ,  sono  utili  alla  corruzione  della 
complessione  ».   (C) 

*  g.  XIV.  Tenere  alcuno  in  checches- 
sìa, vale  Essergli  cagione  di  checchessia. 
P'arch.  Stor.  5.  120-  Non  si  potrebbe  dire 
agevolmente  quanto  si  commovessero  gli 
animi  dei  cittadini,  cominciando  a  temere 
ec.  non  divenisse  ec.  ricco  e  reputato  , 
sicché  egli  tenesse  la  città  in  contìnu.i 
spesa.  (C) 

g.  XV.  Tenere,  per  Bitenere,  Ricettare. 


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T  E  H 


T  E  W 


Lat.  recipere.  Gr.  ffvKiay.Éavei».  Amet. 
43.  Cipri,  di  molte  città  ricchissima,  tenne 
il  padre  mio ,  non  di  sangue  ne  d*  animo 
popolesco,  ma  di  mestiero. 

g.  XVI.  Tenere,  per  Occupare^  Disteri' 
der.ù.  G.  V  7.  14  4-  Tenca  la  detta 
cavalleria  da  porta  san  Piero  infino  a  san 
Firenze  .  E  IO.  l55.  3.  La  qual  bastila 
teneva  più  di  sei  miglia  nel  piano.  #  Petr. 
XJom.  Cu.  179.  E  r  Aquitania  una  parte 
della  Gallia,  la  quale,  secondo  la  descri- 
rione  degli  antichi  ,  tiene  dal  fiume  Ga- 
lunna  per  insino  a'  monti  Pirenei ,  ed  a 
quella  parte  dell'  Oceano  ,  la  quale  è  in- 
verso Ispa^^na;  ed  è  volta  tra  l'occaso  del 
Sole  e  'I  Settentrione.  Fr.  Giord.  Fred. 
32.').  Scogli  son  detti  sassi  grandi  ,  o  colali 
nionlicelli  rbe  sono  in  mare,  che  tengono 
insino  di  sopra,  e  scuopransi.  li  282.  Fu 
figurala  altresì  nella  scala  che  vide  lacoli, 
ce.  la  quale  lenca  dal  Cielo  alla  lerra.  (V) 
Teseid-  p.  8.  Sotto  al  qual  (destriero) 
cadde  il  già  contento  Arcìta  ,  E  'I  forte  ar- 
cione gli  premette  Ìl  petto,  E  si  glicl  ruppe, 
ched  una  ferita  Tutto  teneva  il  corpo  giovi- 
netto. Che  ec.  (B) 

3  g.  XVII.  Tenere,  per  Ritenertj  con- 
trarlo  di  Versare.  /ìmm.  /4nt.  9-  7-  8-  Le 
piccole  vasclla,  le  quali  non  tengono,  avve- 
gnaché ricevano  ahhondevoi mente,  non  s 
•■nqiiono  ,  come  si  vede  del  vaglio  ;  e  le 
vasella  grandi,  s' elle  tengono,  avvegna- 
ché non  ricevano  cosi  alihondevolmente,  a 
I>oco  a  poco  s'  empiono,  liern.  Ori.  2.  12. 
5.  Perdonatemi ,  donne  ,  in  questo  caso  , 
Parlo  del  tener  vostro  solamente  .  liuon. 
Fier.  2.  4-  28.  Quel  tuo  involto  bianco, 
Che  tu  ti  se'  creduto  Mctlcre  in  (jUcUa 
manica  ,  Usciune  per  di  sotto  ;  ella  non 
tenne,  Come  tu  ti  credesti.  Alenz.  sai.  4- 
O  pur  provar  se  qualche  pozzo  tiene.  Car. 
leti.  1.  72.  Arcmnio  tutti  certe  memorio- 
ne  grandi  ,  le  (juali  arcbbono  pìÙ  buchi  , 
più  ripostigli,  e  più  succcrebbono  e  più  ter- 
rebbono    che   le   spugne  . 

•':•  g.  XVIII.  Tenere,  vale  anche  Com- 
prenderr.  Contenere  in  un  certo  spazio,  in 
una  certa  estensione  .  •■  Car.  lift.  I.  72. 
A  guisa  delle  vesciche ,  le  quali ,  quanto 
più  sono  tramenate,  più  s'  empiono  e  più 
tengono  .»  .  (C) 

3  §.  XIX.  Tenere, per  Trattenere,  lìi- 
tenere.  Lat.  cohihere.  Gr.  errc'j(£iv  .  J'it. 
SS.  Pad.  X.  69.  E  volgendo  llarione  la 
faccia  ,  e  volendo  fuggire  ,  quella  ardita- 
mente il  tenne,  e  disse  :  perchè  volgi  la 
taccia?  perclie  fuggi? 

*^  §.  XX.  Tenere,  vale  anchr  Fare  stare. 
Far  dimorare.  "  Pctr.  canz.  43.  2.  L'altra 
mi  tii^n  quaggiù  centra  mia  voglia»  .   (C) 

\''?  g.  XXI.  J^on  lo  terrebbe  il  cielo.,  o 
.■itmilt,  maniera  proverb.  che  si  usa  a  de- 
notare In  risoluta  volontà  di  qualcuno  di 
fare  ijuahhe  cosa.  Sepr.  Fior.  j4s.  I.  E 
giunto  in  !.ulla  testa  della  via.  Lascio  ire 
li  luanlello  in  terra,  e  disse  :  Qui  non  mi 
terrà  Cristo  ,  e  corse  via  .  /'.'  appresso  .* 
Non  lo  terrebbe  il  ciel  che  non  ragghias- 
si. r'/'O 

'^  %.  XXII.  Tenere,  vale  anche  in- 
trattenere ,  Tenere  a  bada.  j4r.  Ftir.  3. 
40.  Io  tarerò,  per  non  tenerti  troppo.  Co- 
me al  bel  regno  aggiugneran  Faenia.  '  M) 

#  g.  XXMl.  Tenere,  parlandosi  d' al- 
Iteri,  vale  Allefjarv.  »  f'allad.  Marz.  18 
.Se  r  albero  non  tiene  i  Gurì,  niiscliìa  ori- 
na vccrliia  per  igual  misura  con  acqua  e 
tre  volle  l'  anno  infondi  le  radici  .  (Cj 

#  §.  XXl\.  Tenere ,  vale  anche  ì\efìa- 
re  ,  Ricusar  di  dart  una  cosa  .  ì  it.  S. 
Frane.  i55.  Allora  si  pose  in  cuore  e 
promise  lì  Dio  che  gtantniai ,  mentri*  che 
l'are  lo  potesse  non  vietert'bbc  limosina  e 
non  la  terrebbe  a  nullo  che  per  {'.iniure  dì 
Dio  gliele  dimandaikse,  ( l') 

(   *  5.    XXV.    Tenere,  per  Serbar  jf- 


P'Cto,  A'o/i  manifestare  quello  che  si  sa. 
Lasc.  Gigant.  st.  5o.  Quella  spiaecia  intan- 
to della  Fama,  Che  non  tien  punto  punto 
ed  è  si  gr.mde  A  Giove  vola  ,  e  tutta 
questa  trama  *»li  dice,  (/{r) 

§  XXVI.  7'enere,  per  yi vere  e/acacia. 
Falere.  Lat.  valere.  Gr.  oyva-s&at  . 
*  Bocc.  Test.  3.  Intendo  che  quello  che 
costoro  ec.  faranno  intorno  ai  fatti  de' 
detti  miei  nepotì  vaglia  e  tenga,  ne  possa 
essere  per  gli  altri  rivocato  o  annullato  o 
permutalo  .  (C)  /Jorgh.  Col.  Milit.  4^2. 
Come  viziose  (le  leggi}  si  dovcsser  lulle  gii- 
tare  a  terra  ec.  e  per  ciò  non  tener  nulla.  E 
Arm,  Fam.  16.  Se  sempre  si  fosse  gover- 
nato il  mondo  p  in  tutte  le  cose  a  un  modo, 
terrebbe  1'  argomento,  che  il  costume  no- 
stro ,  e  quel  degli  antichi  fosse  il  medesi- 
mo. (V)  E  Orig.  Ftr.  87.  La  forza  che 
colui  faceva  sopra  questa  voce,  se  non  aves- 
se altro  appoggio  ,  lerrcbbc  poco  .  Bcrn  . 
Ori.  I.  27.  3.  Won  vede  che  qucll*  obbligo 
sol  tiene,  Ch*  è  fatto  a  buono  effetto  e  per 
far  bene. 

t  3  g.  XXVII.  Tenere,  vai,'  anche  Sti- 
mare, Giudicare,  Reputare ,  Far  conto. 
Credere,  Esser  d' opinione .  Lat.  habere, 
ej  estimare,  censore.  Gr.  vo/xi'^£iy  .  /Jocc. 
nov.  16.  28.  Currado  avendo  costui  udi- 
to ,  si  maraviglio  ,  e  di  grande  animo  il 
tenne.  E  nov.  94.  l4-  Gli  altri  tutti,  che 
alle  tavole  erano  ec.  ,  tutti  insieme  disse- 
ro,  se  tener  quello  che  da  IVicccdurcio 
era  stato  risposto  .  /fmet.  52.  E  come  Da- 
fne ,  sempre  portante  le  verdi  foglie  ,  era 
tenuta  bella  .  Nov.  ant.  5.  2.  Quando 
alcuna  questione  nasceva  intra  ì  giuca- 
lori  ,  questi  diffiniva  le  sentenze  ,  e  cia- 
scuno lenca  suo  giudicio  per  diritta  sen- 
tenza per  farli  onore  .  E  nov.  23.  3. 
Fuc  tenuto  ,  che  a  colui  che  avea  detto 
che  poteva  dare  e  torre  come  li  piacea  , 
donasse  robe  e  palafreno,  come  a  giullare. 
Tesorett.  lir.  i5.  125.  E  tengo  grande 
schema  Chi  dispcnde  in  taverna  .  Cron. 
Morell.  317.  Di  poi  si  rubellù  messere 
Otto  ec,  e  tennesi  toccasse  danari  da'Vi- 
niziani  .  Fir.  nov.  1.  177.  Non  conlenti 
a'valorosi  fatti  de'  lor  passati,  ne  lenendo 
le  opere  altrui  per  veri  ornamenti.  Galat. 
38.  Ma  chi  va  alquanto  più  oltra  di  quello 
che  egli  è  tenuto,  pare  che  doni  del  sui>, 
ed  e  amalo  e  tenuto  magnifico.  Sen.  lìen . 
J'arch.  4-  21-  Alcuna  volta  eziandio  que- 
gli e  grato,  il  quale  è  in  concello  d"  in- 
grato, perchè  1' oppcnionc  degli  uomini, 
che  mille  interpreta  le  menti  altrui,  l'ha 
fatto  tenere  per  tale  . 

*  g.  XXVIII.  (>/!*/<■  Tenere  alcuno  per 
checchessia,  vale  Ricono.fcer'o,  Averlo  per 
checchessia  ,  «  !\'ov.  ant.  slanip.  ant.  7. 
Se  tu  dirai  loro  dolci  parole  ,  pani  che 
tu  abbi  paura  del  popolo  ;  onde  essi»  li 
soggi(igherà ,  e  non  li  torri  per  signo- 
re »  .  (C) 

*  §.  XXIX.  Dictsi  in  provrrtiio:  Chi 
è  reo,  e  buono  è  tenuto,  /'uò  Jìm-  il  ma- 
le y  e  non  è  creduto  j  e  vale  Che  di  chi 
gode  buona  cpinione  non  si  crrde  mai,  o 
pensa  malf  .  «  Jlocc.  no^'.  3a.  3.  Chi  è 
reo,  e  buono  è  tenuto,  può  fjie  il  male, 
e  non  e  credulo  •» .  (C) 

g.  XXX.  Tenere,  per  Adunare.  Lat. 
haberi.  Gr.  ouva*/8i&«i.  Tac.  Dav.  .-tnn. 
a.  4>-  Venne  dunque  in  senato,  che  ti 
tenne  in  palagio,  con  quallro  figliuoli  alla 
porla . 

g.  XX  M.  Tenere,  p'r  Andare,  Incam- 
minarsi. Lai.  progredì ,  Iter  arrifH-rr.  Gr. 
TZpoà'/tiV,  ÒcOTTOitìe'ittl.  Fll.  SS.  l'ad. 
I.  .5.  Parlando  come  |>otea .  nnti  lingurl- 
tando  conflisanw'iile  ,  moslroe  ad  Antonio 
la  via,  onde  dovea  li-nere.  Frane.  Saah. 
nov.  LH.  Uscio  di  Kirenie,  e  tenne  verso 
Bologna.  *  /ìant.  taf.  18.  H  poeta  Tenne 
a  sÌDistrn;  ed  io  dietro  mi  moui.  (Br/ 


§.  XXXII.    Tenert ,  si  dice  della  pa' 

aia  ,  della  colla  ,  e  simili   cose  riscotw  € 
tenaci . 

g.  XXXIII.  /n  maniera  proverò.  Temtr 
la  pania.   V.  PANIA,  g.  III. 

t  «  §.  XXXIV.  Tenere  ,  fguratam.  di- 
cesi dello  Star  unito  ,  d'  accordo  una  ,  O 
più  persone  con  altre .  Fr.  Ciofd.  x49< 
I  rei  sono  tutti  scuscìti  e  sdruciti,  e  dod 
tiene  l'  uno  coli*  altro  .  E  appresso  :  Ma 
il  ninferno  è  debilissimo,  che  un  solo  noa 
vi  n' ha  che  si  voglia  bene,  o  che  teoga  i* 
uno  coir  altro.  (  Fj 

§.  XXXV.  Tenere,  parlandosi  di  don- 
ne, o  giovani,  si  prende  sempre  in  cattiva 
parte,  e  vale  Fargli  stare  a  sua  posta, 
o  requisizione,  per  giacersi  con  esso  loro. 
Bocc.  nov.  20.  8.  A  Paganino,  Tedendola 
cosi  bella,  pareva  star  bene;  e  noD  aTen- 
do  moglie,  si  pensò  di  sempre  tenersi  co- 
stei .  E  Com.  Dant.  Quando  *l  figliuolo 
fu  grande  e  bello  ,  ella  se  lo  teneva  ,  ed 
ebbe  a  fare  con  lui. 

t  *§.  XXXVI.  Tenere,  parlandosi  di 
leggi,  precetti,  costituzioni, e  simili,  vale 
Obbedire,  Non  trasgredire,  ( )s fervore  . 
Gr.  S.  Gir.  \0.  Chi  Dio  ama,  e  non  tie- 
ne li  suoi  comandamenti,  menzogneri  è  (il 
Lat.  dice:  et  mandata  eius  non  custodii). 
/'>' l3.  Intanto  come  più  ama  uomo  Iddio, 
e  più  tiene  li  suoi  comandamenti  ;  e  in- 
tanto, come  l'uomo  meno  l'ama,  meno 
li  tiene  .  E  56.  S*  egli  tiene  i  comanda- 
menti di  Dio  ,  santa  fallo  è  come  Aog^ 
lo.    (l) 

!r  §.  XXXVII.  Tenere,  vale  anche  Por- 
re, lare  sture  in  un  luogo.  Red.  Annoi, 
Vitir.  io.  Il  Te  è  una  bevanda  usitatissi- 
ma  tra  le  persone  nobili  nella  China  e  nel 
Giappone  ,  e  quasi  in  lulle  le  parti  dell' 
Indie  oiÌ4-nlali  ,  e  si  rompone  col  tenere 
infusa  nell'acqua  bollente  una  certa  erl»a 
chiamata  Te.  (C) 

T-  g.  XXXVIII.  Tenere,  vale  anche  Fa- 
lere, ^er%'ire  a  checchessia.  Cr.  5.  IO-  6. 
Le  nespole  ec.  provocano  1'  orina,  e  ten- 
gono più  a  uso  di  medicina  ,  che  a  cibo, 
perchè  poco  nutriscono  ,  e  generano  nu- 
trimento grosso.  (C) 

t  *  g.  XXXIX.  Tenere,  vale  anche 
Ossen'are ,  Adempire .  Bntn.  Etic.  34- 
(Lione  i568j  Perciocché  non  i  possi- 
l>ile  che  le  regole  universali  si  terna- 
no e  si  servino  in  tulle  le  cose,  le  quali 
non  sono  universali.  (F) 

*  S-  ^L.  Tenere ,  parlandosi  di 
religione ,  vale  Professare .  Pass.  376. 
Cosi  faceva  nel  Ponente,  dove  noi  abitia- 
mo, in  tulio  il  romano  impero,  in  mentrc 
»  he  tenne  il  Paganesimo.  (Ff 

•f  «  §.  XLL  Tenere,  vateanche  Attenere, 
tmportarej  ma  in  questo  .tenso  »■  /■'.  A 
l)ep.  Decam.  ai.  Fra*  molti  significati  che 
ha  questo  verbo  Tenere,  secondo  eh'  egli 
è  diversamente  |>oslo  o  accompagnato,  que- 
sto per  avventura  è  uno  ;  per  essere  a  cuo- 
re una  cosa  ,  ed  importare  a  qualcuno  , 
ed  averla  per  sua.  Il  rbe  pienameolc  si 
dice  oggi  attenere:  non  quanflo  e"valc  at- 
tendere od  ossrr\'are  ci>.fn  prt^messa  ,  ma 
avere  interesse,  o  esser  congiunto,  o  stret- 
tamente obbligato.  E  appresso  :  Non  do- 
veri parere  strano  che  sia  detto  tenere 
per  atlennr ,  quando  tanti  altri  se  ne 
vrdr'a  usali  in  que'  tempi  nella  medeiimii 
maniera,    ft  i 

§.  XLII.  Tenere,  neutr,  pass,  pimorare. 
Star.  Fur.  l.  28  Diflìdalosi  dì  ugni  altra  co- 
sa, si  ritirò  Della  fetidissima  sua  Verona, 
con  animo  di  tenersi  dentro  di  quella  si- 
no che  venisse  maggior  fortuna.  ^  Ang. 
Met.  l5.  5.  È  ben  che  arcenne  Parte  di 
quel  che  udì,  che  il  le  si  saggi»,  E  dove 
allor  Pitagora  si  tenne.  (P) 

g.  XLlll.  Tenere,  neutr.  paxsiì'o,  asso- 
lutam.  detto,  valt   Avere  stima  e  riputa. 


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i5oi 


sione  di  si:  Sen.  Ben.  Varch.  2.  26.  Il 
troppo  tenersi,  vizio  comune  a  tutti  gli  uo- 
inÌDÌ,  di  stimare  troppo  se  nietltiiimu  e  le 
cose  sue.  E  5.  'j.  Tanto  si  riprende  uno 
adulatore,  che  seconda  le  paride  d'  altrui, 
presto  di  lodare  ancora  le  cose  che  meri- 
tano biasimo,  quanto  uno  che  si  compia- 
ce in  se  medesimo,  e  si  tiene,  e,  per  dir 
cosi,  è  adulatore  dì  se  stesso. 

»  §.  XLIV.  Tenersi^  per  Fidarsi^  Con- 
tentarsi,  col  dativo.  Dani.  Inf.  Q.  Volgiti 
indietro  ,  e  lieo  Io  viso  chiuso,  ec.  Cosi 
disse  il  maestro;  ed  egli  stessi  Mi  volse, 
e  non  sì  tenne  alle  mie  mani,  Che  con  le 
sue  ancor  non  mi  chiudessi.  (ì') 

f  §.  XLV.  Tenersi,  per  Ritenersi,  A- 
stenersi.  Contenersi.  Jìocc.  nov.  79.  29. 
Va,  tienti  oggimai  tu  di  non  far  cÌo  rh'  e* 
vuole.  E  nov.  83.  9.  Avcvan  sì  gran  vo- 
glia di  ridere,  che  scoppiavano  ec. ,  ma 
pur  se  ne  tenevano.  E  nov.  ^^.  16.  Kon 
potendosene  tenere,  la  domandò  se  Bo- 
lognese fosse,  o  forestiera.  Amet.  lOO.  E 
di  lui  invidioso  palesare  ,  Talvolta  fu,  mi 
volli,  poi  mi  tenni ,  Temendo  condizton 
non  peggiorare.  ?»ov.  ant.  99.  6.  Per  po- 
co mi  tengo,  che  io  non  vi  faccia  un  gran- 
de male.  Ovid.  Pist.  A  pena  mi  tengo  eh' 
io  non  mi  getto  in  mare  (la  stampa  a  pag. 
16.  ha:  ritegno  ).  K  altro\-e:  A  pena  mi 
tenni ,  che  io  colli  capelli  sparti,  come  io 
era  ,  non  gridassi  ec.  (  la  stampa  a  pag. 
117.  ha:  m'attenni).  Car.  leti.  I.  5.  lo 
mi  tenea  di  scrivervi,  per  temenza  d'es- 
servi molesto. 

^  §.  XLVI.  Per  Astenersi;  e  con  nome, 
in  luogo  tV  infinito  .  1  it.  S.  Gir.  67. 
Io  ce,  per  grande  allegrezza  ,  di  lagrime 
non  mi  potei  tenere  (  cioè  di  lagrima- 
re  ) .  (Fj 

§.  XLVII.  Tenersi  ,  per  Appigliarsi , 
Attenersi.  Tes.  Br.  8.  12.  L'ordine  del 
parlare  aitificiale  non  si  tiene  al  gran 
cammino,  anzi  ne  va  per  sentieri  e  per 
dìrizzamento,  che  '1  mena  più  avaccianieo- 
te  là  ov'  egli  vuole  andare.  Nov.  ant. 
stamp.  ant.  7.  5-  Lo  stoltissimo  Rohoam 
si  tenne  al  giovane  consiglio. 

§.  XLVllI.  Tenersi,  per  Jncrescere,  Ca- 
lere. Lat.  miserere.  Gt.  iXnZv.  Bocc.  nov. 
II.  l3.  E  ogni  cosa  per  ordine  dettagli, 
con  loro  insieme  il  pregò  che  de'  fatti  di 
Martellino  gli  tenesse. 

§.  XLIX.  Tenersi,  per  Attenersi,  Sta- 
re attaccato.  Lat.  adharere.  Gr.  TTson/ó)- 
laffSac.  Cr.  5.  ^8.  io.  Quando  segui- 
terà quasi  a  far  filo  (lo  zucchero),  se  lo 
toccherai  col  dito,  o  che  pendente  si  ten- 
ga alla  mestola,  sar'a  cotto.  Frane.  Barh. 
9^-  Z.  Or  ci  convien  tener  meglio  agli 
arcioni- 

^  §.  L.  Per  Perserverare .  Segner. 
Mann.  Agost.  10.  2.  Ricordati  di  quegli 
ali»  che  già  facesti  una  volta,  ed  in  essi 
tienti.  (V) 

*  g.  LI.  Per  Sostenersi,  Esser  fon- 
dato. Segner.  Mann.  Magg.  i.  2.  I  qua- 
li (Apostoli )  doveano  essere  come  dodi- 
ci pietre  fondamentali ,  su  cui  si  tenesse 
la  Chiesa.  (V) 

§.  LII.  Tenersi,  per  l'attenersi ,  Ar- 
restarsi. Dant.  Inf.  22.  Alichin  non  si 
tenne,  e  di  rintoppo  Agli  altri,  disse  a 
Itti.  Bocc.  nov.  li.  6.  Di  Firenze  usciti , 
non  sì  tennero,  sì  furono  in  Inghilterra  . 
Nov.  ant.  35.  8.  Il  Re  gli  chiamò,  e  que', 
quando  il  videro,  tennersi. 

g.  LUI.  Tenersi  a  martello,  vale  Reg- 
gere a  marte/lo  :  e  dicesi  de*  meta/li,  che 
non  ischiantano  sotto  la  percossa  del  mar- 
tello j  e  per  metaf.  vale  Non  si  lasciare 
svolgere.  Non  si  piegare  j  che  anche  si 
dice  talora  Tenersi  semplicemente.  Lat. 
non  flecti.  Gr.  o'ux  cWecw.  Bocc.  nov.  7^. 
7.  lo  mi  son  forte  maravigliato,  come  voi 
vi  siete  tanto  tenuta.  E  appresso  :  Se  le 


femmine  fossero  d*  aricnto»  elle  non  var- 
rehbon  danaio,  perchè  niuna  se  ne  ter- 
rebbe a  martello.  Borgh.  Orig.  J-'ir.  83. 
Il  più  gagliardo  (verisimile),  se  alcuno  ci 
è  che  potesse  tenersi  punto  al  martello, 
sarà  quello  del  quale  appresso  si  ragionerà. 

^  §.  LIV.  Tenersi  a  una  cosa  ,  vale 
Contentarsene,  Averne  a  bastanza.  Stor. 
Bari.  82.  Ancora  non  si  tengono  solo  a 
questo  (  di  adorare  gì*  Idoli  )  ,  anzi  ado- 
rano r  uno  un  bue,  1*  altro  un  porco  , 
ec.  (J) 

"f  "^  %'  LV.  Tenersi  buono ,  o  in 
buono,  vale  Godere.  Fir.  nov.  l\.  png. 
l83.  Or  non  domandate  se  don  Caprone 
si  tenne  in  buono  di  si  fatta  richiesta.  (  Fj 
Cas.  lett.  Guali.  273.  Se  Ìo  me  ne  so- 
no tenuto  buono  o  no  ,  lo  lasciò  pensare 
a  voi.   (C) 

^  g.  LVI.  Tenersi  cerio,  vale  Aver  per 
certo.  Credere  con  sicurezza.  Cron.  Mo- 
rdi. 36l.  Tennesi  certo  che  i  Veneziani 
avessono  morto  il  padre.  (C) 

g.  LVII.  Tenersi  di  patti <,  vale  Conten- 
tnrsi.hat.  acqutescere.  Gr.  ap/sTcSat.  Tac. 
Dav.  Stor.  /J.  3^9.  Ammazzando  i  Legati 
soli  delle  legioni,  gli  altri  di  già  col|ievo- 
li,  per  la  speranza  del  perdono,  se  ne  ter- 
rebber  di  patti. 

t  g.  LVIII.  Tenenti  d*una  cosa,  vale  Dar- 
sene vanto.  Gloriarsene.  Lat.  gloriari,  se 
iactare.  f  it.  Crist.  D.  Quando  dee  pen- 
sare di  Dio,  e  quegli  ordina,  e  pensa  nel 
cuor  suo  ,  come  possa  fare  bello  lavorio  ; 
e  quando  T  ha  fatto,  e  si  se  ne  tiene. 
Sen.  Ben.  J'arch.  6.  3o.  Demarato  Lace- 
demonio  disse  che  quella  stessa  moltitu- 
dine (onde  egli  tanto  si  teneva  e  gloria- 
va) disordinata  e  grave  a  se  stessa,  do- 
veva essere  temuta  da  chi  la  menava,  per- 
ciocché ella  non  aveva  forze,  ma  peso. 

^  g.  LIX.  Tenersi  in  grazia  una 
cosa,  vale  Compiacersene,  Reputarsela  a 
grazia.  Fr.  Ciord.  61.  Come  si  tien  bea- 
ta la  femmina,  che  è  in  grazia  del  marito 
suo  ec.  molto  il  si  tengono  in  grande  gra- 
zia le  donne.  (F) 

*  g.  LX.  Tenersi  in  onore  checches- 
sia, vale  Recarsi,  Reputarsi  ad  onore  chec- 
chessia. Fr.  Giord.  o\.  Siccome  vedete  del 
cavaliere,  che  nella  battaglia  per  Io  suo 
Te  ricevette  una  fedita  nel  volto  ,  noi  si 
tiene  in  vergogna,  ma  in  onore,  ec.  (F) 

§.  LXI.  Tenersi  in  se ,  vale  Reggersi 
sopra  se  stesso. 

§.  LXII.  Tenersi  insieme,  o  in  se, 
vale  Stare  unito,  collegato.  Lat-  cohcere- 
re.  Gr.  5Uve;i;i5Sai.  Cr.  2.  i5.  5.  JNel 
tempo,  nel  quale  un  poco  la  terra  è  ba- 
gnata, e  non  ha  tanto  d'  umore  ,  che  le 
sue  parti  in  se  si  tegnano.  G.  1'.  6.  Sj. 
2.  Erano  in  selle  per  le  dette  parti,  e  te- 
nevansi  insieme  .  Mor.  S.  Greg.  Elle  s' 
accosteranno  l'una  all'altra,  e  tenendosi 
insieme  non  si  divideranno.  Tes.  Br.  2. 
35.  Altresi  sono  gli  altri  elementi,  che  si 
lenpono  insieme  in  questa  maniera. 

^*  g.  LXI  II.  Tenersi  in  verge gna  chec- 
chessìa ,  vale  Recarsi,  Reputarsi  a  ver- 
gogna checchessia.  Fr.  Giord.  84.  Sicco- 
me vedete  del  cavaliere  ,  che  nella  bal- 
t.iglia  per  lo  suo  Re  ricevette  una  fedita 
nel  volto,  noi  si  tiene  in  vergogna,  ma  in 
onore,  ec.  (F) 

*  g.  LXIV.  Tenersi  la  co  sa  fatta,  vale 
Crederla  fatta.  Dav.  Scism,  85  II  Duca 
di  Diortomberlanda  si  tenea  la  cosa  fatta, 
perchè  la  nobiltà  avca  giurato.  (C) 

g.  LXV.  Tenersi  le  piazze,  le  fortez- 
ze, e  simili,  vale  Non  arrendersi.  Non 
cedere.  Resistere  agli  assalti,  o  agli  as- 
sedti.  G.  F.  6.  36.  2.  Ter  lungo  e  for- 
te assedio,  e  fallimento  di  viltuaglia,  non 
potendosi  più  tenere,  fecero  que'd'  entro 
consiglio  di  patteggiare.  E  7.  l33.  2.  I 
Gaetani  si  tennero  francamente,  e    man- 


daro  per  soccorso  al  re  Carlo.  Cron.  Mo- 
rdi. 223.  Assai  fortezze  sofficienli  a  te- 
nersi da  tutto  il  mondo.  ii3oo.  Per  mol- 
ti di  e  scitinune  fece  combattere  Gover- 
no, il  quale  si  tenne  bene  ;  e  se  si  per- 
dea,  convenia  al  sij,'nore  perdere  la  ter- 
ra, così  si  tenea.  Bemb.  Stor.  l^.  ^9.  La 
rocca  di  Marala,  tuttavia  nella  sommità 
del  monte  posta,  per  essere  di  difendilo- 
ri  ben  fornita,  si  tenne.  Tac.  Dav.  Ann. 
l3.  175.  Artassata  fu  arsa  e  spianata,  per- 
chè tenere  non  poteasi  per  lo  suo  gran 
cerchio  senza  gran  genie  (  il  testo  lat.  ha: 
nec  teneri  sine  valido  praesidìo). 

*  g-  LXVl.  Tenersi  onorato  di  una 
cosa,  vale  Recarsela  ad  onore.  Alani. 
lett.  Farch.  Rìngraziovi  poi  sommamente 
non  quanto  io  debbo,  ma  quanto  posso, 
dell'  onore,  e  favor  fatto  al  mio  Girone  ; 
di  che  mi  tengo  tanto  onorato,  quanto  vi 
mostrerà  U  presente  sonetto.   (C) 

'■•  g.  LXVIl.  Tenersi  per  alcuno,  vale 
Seguire  le  parti  d*  alcuno  .  Lett.  Feder. 
li.  Imp.  nella  Tav.  Barb.  alla  voce  PU- 
RA .  La  città  di  Piagenza,  che  si  teneva 
per  noi,  trasse  allo  spergiuro  de'  Milane- 
si. (FJ  G.  7'.  10.  209.  Messer  Azzo  di 
Melano  avendo  trattato  d'aver  la  città  di 
Chermooa  ,  che  si  teneva  per  la  Chie- 
sa ec.   (Ni 

g.  LXVIIJ.  Tenersi  savio,  hello,  d' 
assai,  e  simili,  vagliono  Riputarsi  ,  Sti- 
marsi tale.  Bore.  nov.  61 .  3.  Altri  così 
fatti  uficietti  aveva  assai  sovente  ,  di  che 
egli  da  molto  più  si  teneva.  E  nov.  98. 
39.  Più  che  gì'  Iddìi,  o  che  gli  altri  uo- 
mini, savii  tenendovi.  -.-  Fior.  II.  35o.  Se 
tu  sei  cosi  valente,  come  tu  ti  tieni,  dis- 
monta di  cavallo  e  facciamo  insieme  tu 
ed  io  a  piede,  e  conoscerai  che  di  noiduoi 
n'  anderà  onorato.  (Cj 

^  §.  LXIX.  Tenersi  suW  ali  ,  vale  Es- 
sere indifferente.  Ces.  Fit.  Gon:;.  118.  E 
fu  allora  quando  egli  propose  di  non  ri- 
spondere mai  ne  si  ne  nò ,  ma  tenersi 
sempre  in  bilico,  o  (come  dicono)  sull'a- 
li; cioè  indifferente  a  ogni  cosa,  senza  pe- 
cuhar  affetto  più  qua  che  là.    (C) 

g.  LXX.  Tenersi  sulle  gambe ,  vale 
Reggersi  in  pie.  Lat.  suis  viribus  inniti. 
(  r.  9.  23.  2.  Per  le  quali  cose  indebo- 
lisce lì  cavallo,  in  tanto  che  appena  si  può 
sulle  gambe  tenere. 

TEMERE  A  BADA.  Trattenere  e  Ri- 
tardare alcuno  dal  suo  pensiero,  e  dalla 
sua  impresa.  Lat.  remora  ri  ,  re  tardare  , 
detinere.  Gr.  trii'xitv.  Petr.  cap.  8.  Che 
con  arte  Annil>alle  a  bada  tenne.  M.  F. 
5.  69.  Cominciaronvi  r  assalto,  per  tenere 
i  nimici  a  bada.  Sen.  Ben.  Farch.  7.  i. 
Xon  ti  terrò  con  verso  lungo  ,  e  dubhii 
Discorsi,  e  varii  aggiramenti  a  bada. 

TENERE  A  BATTESIMO.  Esser  com- 
pare. Lat.  tenere.  G.  F.  9.  171.  i.  A- 
vea  tenuto  a  battesimo  d  detto  Re.  Geli. 
Sport.  I.  2.  Per  averla  tenuta  a  battesi- 
mo,   e'  vuol  sapere  quando  Ìo  la  marito  . 

*  TENERE  A  BEFFE.  Farsi  beffe  , 
Non  curare.  S.  Cater.  lett.  12.  Guardale 
quanto  avete  cara  la  vita,  che  non  ci 
commettiate  negligenzia,  ne  tenete  a  bef- 
fe le  operazioni  dello  Spirito  Santo.    (J) 

TENERE  A  BOCCA  APERTA.  Ca- 
gionare in  altrui  maraviglia  ,  desiderio  , 
curiosità,  espettazione. 

TENERE  A  CALCOLO.  Dare  altrui 
debito  0  credito  rispettivamente  secondo 
il  calcolo. 

TENERE  A  CASO.  Governare ,  o  Am- 
min  istrare  senza  considerazione  o  inav 
vertentemente. 

*  TENERE  A  CAVOLI-  Fed.  TE- 
NERE  A   CKUSCA.  (B) 

TENERE  A  CENA.  Far  restare  altrui 
con   sé  a   cena.   Dar  cena. 

*  TENERE  A  CIANCIA.    Tenere   al- 


T  E  > 


T  E  N 


T  E  N 


trai  sospeso  con  belle  parole,  T(on  veni- 
re  alla  conclusione.  Ar.  Fur.  l\\.  ^Q.  Ne 
Bradamaote  più  Icrreblie  a  ciaDcia,  E  ver- 
ria  a  Eoe  onesto  de'  suo'  amori.  (Br) 

TENERE  A  COLEZIO.NE.  Dar  cole- 
zione.  Fare  ad  altri  colezione,  imbandir- 
gli da  coletionc. 

TENERE  A  COMUNE.  Possedere  in 
comune.  Circ.  Geli.  3.  8o.  Tenendo  a 
comune,  e  lasciandosi  governare  da  uno  di 
loro. 

TENERE  A  CONTO.  Hegistrarne  il 
conto  per  riceverne  il  dovuto  pagamento. 
Lat.  rationibus  adscribere.  Gr.  s/ysocj-si», 
/oyi'^sTàat. 

^  TENERE  A  C^ESX'SW.  Figuratam. 
Tenere  a  bada,  l.asc.rim.  2.  78.  Così  per 
non  tenerti  troppo  a  creiima  ce.  Vorrei  che 
t'osse  ogni  giorno  quaresima.  (C) 

*  TENERE  A  CRUSCA  E  A  CAVO- 
LI. Tenere  a  stecchetto  ,  Trattar  male. 
Cecch.  Esalt.  Cr.  4-  6.  Se  il  vecchio  Ti 
vede  cosi  in  cimberli,  e' ti  tiene  Otto  di 
interi  interi  a  crusca  e  a    cavoh.  (*) 

TENERE  A  CUORE.  Aver  passione. 
Premere^  Applicare.  Lat.  cordi  habere . 
Gr.  intfiz^ù'ìsat. 

*  TENERE  AD  AGIO-  Trattar  be- 
ne. Seri,  l'ist.  i!\.  lo  non  vi  nego  che 
non  si  delilia  tenere  ad  agio  {U  corpo)  ; 
ma  non  si  dee  servire,   (l  ) 

#  TENERE  AD  ALBERGO.  Alberga- 
re.  Bocc.  g.  t).  n.  10.  Sempre  alla  sua 
casa  uè  '1  menava,  e  quivi  il  teneva  seco 
ad  albergo,  (y; 

•f  *  TENERE  ADDIETRO.  Parlan- 
dosi di  piante,  vale  ftingagliardirle  te- 
nendole basse.  Dav.  Colt.  172.  (  C'omin. 
1754}  Vanga  a  fun<Io  ,  e  pota  corto,  te- 
ncnaola  (la  vite)  addietro  ,  massimamente 
in  poggio.  7i  173.  Per  tenere  addietro 
una  vite,  meglio  non  ci  ha  che  ce,  e  si 
riduce  coita  e  gagliarda,  (f) 

#  TE.NERE  ADDOSSO  ALCUNA  CO- 
SA  r.   ADDOSSO.  §.  VM.   (C) 

TENERE  A  DESINARE.  Far  che  al- 
tri desini  seco.  Convitarlo,  Dargli  desi- 
nare . 

TENERE  A  DETTA.  Operar  che  al- 
tri se  ne  stia  al  detto  e  all'opinion  tua. 

TEMERE  A  DIETA,  lìietare.  Sommi- 
nistrare il  Cibo  scarsamente  e  a  stento. 
Lat.  victum  extenuare,  ciborum  abstinen- 
tiam  prtescribere.  Gr.  oi«i't«v  STTiTei- 
>ety.  Lib.  son.  Xl4-  Ma  lo  Dìo  de*  pa- 
stori il  tiene  a  dieta. 

§.  Per  stmilit.  vale  Somministrare  scar- 
samente checchessia,  ti.  /'.  11.  ili.  5. 
Al  Re  d*  loghiherra  fallia  moneta,  che  i 
suoi  uficialì  di  1^  il  ne  lenienu  a  dieta  e 
scarso. 

TENERE  A  DISAGIO.  Fare  stare  al- 
trui con  iscomodo.  Farlo  aspettare.  Lai. 
cutn  inconimodo  detinere  ,  incommodare. 
GT.oi'S\J[i.fOpbti  Ì7t(X^^^-  ^*""'  !*'■"'■  pf^/' 
Ma  lasciamo  andar  questo,  per  non  vi  te- 
nere  più  a  dis.igio. 

TENERE  A  DISCRIZIONE.  Avere  in 
suo  arbitrio  e  dominio,  regolato  dalla  con- 
venienza e  dìscriztone. 

TENERE  A  DONDOLO.  Tratteneir, 
Fare  altrui  perder  tempo.  Lai.  detinere  , 
morari.  Gr.  itt^x'*^-  «viriti'- 

TENERE  A  DORMIRE.  Dar  comodità 
di  dormire. 

TENERE  A  DO/ZINA.  Tenere  altrui 
in  casa,  ricevendo  da  esso  ti  pattuito  pa- 
gamento. Lat.   convictum  locare,  (ìr.  9uu- 

TENERE  A  FONDO.  Far  che  la  co- 
sa tenuta  non  venga  a  galla,  ma  stia  a 
fondo  . 

TENERE  A  FRENO.  Hafrenare.  Lai. 
ì-ef regnare ,cohibert,Ox.  i:nxt*v.  (i.  /'. 
8.  73.  2.  PiTorch' rra  molto  foile  ,  ed  in 
una  runlrada  che  tenea  molto  a  freno  gli 


Aretini.  Sen.  Ben.  Varch.  5.  7-  Più  age- 
vole cosa  è  tenere  a  freno  le  genti  barbare 
ec,  che  noa  è  raffrenar  l'animo  suo  me- 
desimo. Alam.  Colt.  3.  5q.  Che  *I  som- 
mo Giove  Tenga  per  qualche  di  le  piogge 
a  freno. 

TENERE  A  GALLA.  Far  galleggiare s 
e  in  signific.  neutr.  pass.  Stare  a  galla. 
Sagg.  nat.  esp.  io.  Queste,  per  l'aria  che 
hanno  in  se,  dovcrannu  tenersi  a  galla  in 
suU'  acqua. 

TENERE  A  GIUOCO.  Dispr^zzare  , 
JVon  far  conto.  Lat.  posthabere.  Gr.  oii- 
yupù-*.  liim.  ant.  Cin.  5o.  Così  degg'io 
tener  la  morte  a  giuoco.  Dacché  mi  vien 
da  cosi  allo  loco  .  Capr.  /Jott.  10-  I99- 
Noi  altri  vecchi  non  siamo  solamente  sti- 
mati poco,  ma  siamo  quasi  sbeffati  e  leouti 
a  giuoco  da  (ignunti. 

TENERE  A  GUADAGNO.  TrafHcare 
danaro  ,  o  simili  case ,  in  modo  da  trarne 
guadagno  ,  0  dafan'i  utile. 

TENERE  AL  BUIO.  Lo  stesso  che  Te- 
nere allo  scuro.  Efiguratam.  Far  che  altri 
non  abbia  lume  o  cognizione  di  quello  di 
che  si  discorre. 

TENERE  A  LIVELLO.  Possedere  con 
titolo  di  livello  ,  Avere  in  enfiteusi ,  Avere 
a  livello. 

TENERE  ALLA  GRANDE.  Tenere  al- 
trui informa  cfie  mostri  grandezza.  Trat- 
tar con  magnificenza.  Lat.  laute  suscipere, 
tractare.  Gr.  iauT^w;  vToìì'/ecwai. 

TENERE  ALL'ARIA.  Tenere  in  luogo 
scoperto  ,  o  esposto  all'  aria. 

TENERE  ALLA  VIA.  Tenere  a  ordine. 
Avere  in  punto.  Lat.  m  promptu  habere. 
Gr.  r:p6ytipo-i  ?;feiv. 

TENERE  ALL'ERTA.  Jolgersi  verso 
l*  erta.  Incamminarsi  verso  l'erta.  Avan- 
zarsi all'  erta. 

g.  Tenere  un  cocomero  all'  erta  j  che 
per  lo  più  si  usa  colla  negativa  ,  ^on 
tenere  un  cocomero  all'  erta  ,  vale  Aon 
saper  tenere  segreto  _;  modo  basso  .  Lat. 
secreti  incapacem  esse.  Gr.  a~ó^;»;TO> 
a~o/aj:TT£tv  OJ  òy^a53»i  .  Malm.  !^. 
4".  Non  sa  tenere  un  cocomero  all'erta- 
TENERE  ALL'  OMBRA.  Collocare  in 
parte  ,  dove  sia  ombra. 

TENERE  ALL'UMIDO.  Collocare  in 
luof^o  umido  ,  donde  possa  ritrarsi  umi* 
dita  . 

TENERE  ALL'  USCIO  .  IS'on  ammet- 
tere in    casa. 

TENERE  A  LOGGIA.  Tenere  a  ba- 
da. Tenere  a  disagio  f  e  'l  più  dell'  colte 
s*  intende  iiuasi  con  beffe  ■  Lai.  morari  , 
detinere,  distinere.  Gr.  xar^j;*'^'  ^^oìtoì- 
^«iv  ,  nocpxztiviiv  .  farch.  Frcol.  S^. 
Dicesi  anrora  tenere  a  loggia,  gabbarsi  d' 
alcuno  .  lìern.  Ori.  I.  19.  12.  A  loggia 
m'  ha  costui  tre  di  tenuto  .  Cecch.  Dot. 
1.   I.   Ti  ghignanu  in  bocca  ,  Poi  ti  ten- 


gono 


loi! 


#  TENERE  AL  PUNTO-  Provare, 
Rorgh.  Col.  Lat.  ^o!^.  Ancora,  clic  ciò 
!ki  allegava  ce-  fusie  %ero,  e  tenesse  noa> 
dimeno  al  punto  ,  di  che  era  la  disputa  , 
ec.   (fi 

TENERE  AL  SOLE.  Collocare  in  par- 
te ,  dove  batta  il  Sole  .  Soder.  Colt.  pO. 
Quello  che  si  scola  da  per  slt  ,  lascialo 
bollire  ne'  vasi ,  dove  si  scola  ,  per  qua- 
ranta di  al  Sole  si  tiene  ,  e  apprcksu  s*  im- 
botta . 

TENERE  AL  TRATTATO.  Unirsi  al 
trattato  ,  Concorrete  a  qualche  trattato  . 
\.A\.  favere  alicuius  partibus  tei  lonsiliis. 
Gr.  «yjUTOaTTiiv  tiv».  <i.  T.  8.  63  3. 
Disseti  rulr  assento  di  alcuni  Cartlinalt  ch<* 
trneano  al   trattalo. 

TENERE  AL  VENTO.  Collocarr  in 
parte  ,  Oi-e  tiri   ti  \tnto. 

TENhRE  A  MANO.  Aver  manesca,  o 
pronto  per  l'  uso 


TENERE  A  MEMORIA  ,  0  IN  ME* 
MORIA.  Tenere  a  mente.  Lat.  memoria 
tenere.  Gr.  )r«T«;(ei;  t^  p-tr'.^,  Amm. 
Ant.  Q.  7.  I.  Poco  gioverebbe  apparare  , 
se  uomo  non  si  brigasse  di  tenere  a  me- 
moria. E  9-  8.  36.  Li  versi  ciascuno  lieae 
meglio  a  memona.  *  Belc.  Vit.  Colomb. 
320-  Sai  che  il  morto  non  ha  memoria  , 
e  così  tu  non  voglio  che  tenga  nella  me- 
moria se  non  i  comandamenti,  e  i  consigli 
di  Cristo.  (C)  Ar.  riegr.  prol.  Alcun  vo- 
cabolo Passando  udi  a  Bologna,  dov'  è  I- 
studio,  Il  qual  gli  piacque  ,  e  lo  tenne  a 
memoria  .  Segner.  Pred.  2.  10.  Pero  te- 
nete quanto  abbiamo  detto  a  memoria , 
Gucb'  iu  mi  riposi. 

TENERE  A  MENTE.  Ricordarsi, 
Conservar  la  memoria  .  Lat.  mente  tene- 
re. Gr.  •S-:tou.vrì'siti%v .  Bocc.  nov.  90.  9. 
Guata  ben  com'  io  faro  ,  e  che  tu  lenghi 
bene  a  mente  com'  io  dirò  .  .-ìmm.  Ant. 
9.  8.  l5.  Metrodoro  filosofo  per  cootinuo 
adoperamento  si  recò  a  tale  memoria,  che 
parlando  molti  insieme,  tenea  a  mente  cìo 
che  detto  aveano  di  parola  a  parola.  Frane. 
SaCch.  nov.  187.  Se  alcuno  uomo  di  corte 
fu  vendicativo,  e  tenesse  a  mente,  fu  mes- 
ser  Dolcibeue  .  /  arch.  Suoc.  3.  I.  lo  ti 
protesto,  tienlo  a  ntenle,  e  legatelo  al  dito. 
Bern.  Ori.  1.  19.  38.  Uccisel  Ferrai»,  s' 
a  mente  avete ,  Quel  eh'  io  bo  detto,  te- 
nulo  e  tenete. 

^  TENERE  AMICIZIA,  o  AMISTÀ' 
CON  ALCUNO.  Essere  amico  d*  alcuno. 
Belc.  J  it.  Colomb.  88.  11  quale  Vescovo 
tanto  s'innamorò  del  bealo  Giovanni,  e 
de'  compagni,  che  sempre  tenne  con  lon.> 
fraternalc  amicizia  ,  e  dimestichena  .  E 
pi.  E  tanto  adopero  die  non  che  infra  le 
dette  famiglie  si  levasse  via  1*  odio  ,  ma 
tennero  poi  amicizia  insieme-  (C)  Bemb- 
Stor.  I.  3.  Questi  avea  lungamente  col 
nostro  senato  ambia  tenuto.  (  Pej 

^   §■    E  figuratam.   3/att.    Frani,  rtm. 
buri.  Tiene  aiiùrÌKÌa  con  1'  ambisionc.  (BrJ 
TENERE  A  MODO.   Consen'are  eoa 
diligenza . 

TENERE  A  MOSTRA.  Collocare  al- 
cuna cosa  in  luogo,  dove  possa  essere  ve- 
duta ,  per  allettarne  i  compratori ,  e  in- 
durne tiesiderio. 

#  TENERE  A  NIENTE.  Avere  in  non 
cale.  Stor.  Bari.  16.  Tutte  le  gioiose  cose 
di  questo  secolo  sì  dispregiara,  e  teneva  a 
niente.  (E) 

TENERE  A  ORDINE.  Avere  in  pronto, 
in  assetto  ,  preparato. 

TENERE  A  PANE  E  ACQUA.  Ao/t 
somministrare  altro  cibo  ,  ne  bevamdti  , 
se  non  di  pane  e  d*  acqua  .  Fr,  Gierd. 
Pred.  B.  Lo  tenevano  in  prigione  a  pane 
e  acqua. 

TENERE  A  PARAGONE,  Sottoporre 
al  paragone,  per  provarne  la  bontà,  bel- 
lezza ,  o  simili. 

TENERE  A  PAROLE.  Allungar  le  pa- 
role per  tenere  altrui  sospeso,  ,\on  venire 
alla  conclusione  ■  Lat.  sermone  alnfuem 
tenere,  Ovid.  Bore.  «os'.  77.  ^6.  A  cut  lo 
scolare,  che  a  diletto  la  leoeta  a  parolr , 
rispose  . 

TENERE  A  PARTE.  Avere  separata- 
mente ,  o  in  luogo  separato. 

TENERE  A  PETTO  Allattart.  Lat. 
lac tare.  Gr.  yxìont^tXv. 

§.  Figuratam  i-ale  Fare  stare  in  ton» 
traddit  torio. 

TENERE  A   PIGIONE-   Abilmn  cAsn, 
o  simili  ,  I  i>/i  pagarne    in    rtcompensm  la 
I  pigione. 

TENERE  A  PIUOLO  Fare  aspettare. 
Buon.  Fier.  a.  4*  4'  ^**'^  ^*  tenete  più  qui 
a  pinolo . 

TENERE  A  POSTA.  Avei^  per  alcun 
determinato  fine 

§.  Tenere  a  posta  d'  alcuno,  vai*  Man- 


T  E  S 


Untrt  a  sua  rrq.Mzionr.  Socc.  no.  76. 
.6.  Tu  avevi  quinci  su  una  s.ov.nelta 
che  lu  tenevi  a  tua  posta.  A  «0...  »J^(|. 
Ve  ne  menò  una  che  avea  nome  la  Nic- 
colosa .  la  quale  un  lri.t«,cho  era  chia- 
mato .1  Mangione,  a  sua  posta  lenendo  a 
io  una  casa  a  lamaiaoli ,  preslava  a  vet- 

"^«TENERE  A  J'HEZZODNA  COSA, 
o  DNA  PERSONA.  h«rne  holtego,  torne 
traffco.  Plul.  Jdr.  Op.  mor.  3.  479.  "■> 
altro  venuto  in  Alene,  e  veduto  1  cittadini 
vender  salumi  e  carne,  ed  altri  appallar  le 
gabelle,  e  altri  tenere  a  preHo  le  merclnci 
ec.  tornò  alla  patria   (C) 

TENERE   A    PROVA.    Soltoporre  alla 
prova  ,  al  cimenlo ,  al  paragone. 

TENERE  A  QUARTIERE.  Pare  .  quar- 
titri.   Alloggiare  la  soldatesca. 

TENERE  A  REGOLA,  l ar  che  altri 
stia  eoa  regola,  non  esca  A  regola- 

TENERE  A  RITROSO.  1  o  stesso  che 
Tenere  al  contrario. 

TENERE  A  SALARIO  ■  Avere  altra, 
a" suoi  sen-igi  'on  istipendio. 

TENERE  A  SCl'OLA.  Insegnare,  Ad- 
dottrinare .  ,  ,      -r 

*  TENERE  A  SE.  Tener  segreto,  Te- 
nere .n  se.  Car.  lelt.  ined.  I.  40-  Tenete 
questa  parte  a  voi  e  provvedete  destra- 
mente il  Insogno.  E  2.  217-  l""  1  ^" 
di  Dio  tenete  a  voi  queste  cose.  (J\l 

TENERE  A  SEDERE.  Fare  stare  al- 
trui a  sederej  e  figuralam.  vale  Tenere, n 
ozio,  J\on  impiegare. 

TE-iERE  A  SEGNO.  lieprimere,  lare 
che  altri  non  esca  de"  termini  della  conve- 
nienza ,  del  rispetto,  o  della  ol,hed,e,j-.a  . 
Lai.  contente  aUquem  hahcre,  l'iaut  Asm. 
Menz.  sat.  8.  Se  non  che  gì  occhi  stra- 
lunò il  padrone,  E  tenne  queU.  scimuniti  a 
segno.  %Alam.  Colt.  5.  109.  L  aspra  rosa 
del  can,  V  adunco  rogo.  Che  son  più  da 
pregiar,  quando  gli  avrai  Ben  contesti  Ira 
ior,  terranno  al  segno  li  furor  d  AquJou 
non  pur  le  gregge,  ff  )  , 

TENERE  A  SIEPE.  Figuratam.  vale 
Fare  stare  a  segno  .  Lat.  intra  cancellos 
cohihere.  Gr  e'v  z(ù  025vTi  x XJ '.■/.■-■■■' ■ 
Frane.  Sacch.  nov.  12^.  La  qual  cosa  m 
tutta  la  vita  sua  ni  avea  fatto  ,  ne  avea 
trovato  chi  a  tavola  il  tenesse  a  siepe 

TENERE  A  SINOACATO.  Hivedere  , 
conti  .  Mhac.  .««.  l55.  E-  ci  e  venuto 
un  gufo  di  Cuccagna,  Che  tiene  a  sinda- 
cato i  quarteruoli.  Capr.  Uott.G.  116.  01. 
questo  mi  par  bene  un  voler  proprio  tenere 
Iddio  a  sindacato. 

•t  *  TENERE  A  SOSPETTO  Pu- 
ntare .  Fr.  Zac.  Ces.'.  3.  3.  82.  Impero 
che  per  sua  hellena  dava  molla  sollicilu- 
dine  agli  occhi  delle  femmine,  et  egli  sen- 
tendo che  per  questo  era  tenuto  a  sospetto 
da' loro  parenti,  ec.  iC)  /lorgh.  Orig.  Fir. 
237.  Quantunque  in  questo  luogo,  come 
dice  a  Poliziano  ,  si  sia  duliitato  di  scor- 
rciione  per  la  varicll  che  vi  si  vede  in  al- 
cune; in  Florentia  nondimeno  non  se  n  e 
veduta  mai  alcuna,  onde  sia  slato  o  possa 
esser  tenuto  a  sospetto,  fi') 

TENERE  A   SPERANZA  .   Par  luogo 
di  speranza.  Dare  .speranza.  Fare  sperare  . 
TENERE  ASSEMBLEA.  Adunare  as- 
semblea per  consultare,  o  ri.wlvere  sopra 
checchessia . 

TENERE  A  STECCHETTO  .  Fare 
start  altrui  col  poco,  magramente,  e  con 
iscarsità  di  vitto,  di  danaro  ,  0  d'  altro. 
Varch.  Suoc.  2.  3.  ^on  mi  piacciono 
quei  padri  che  vogliono  vederla  sottil- 
mente fil  6I0  coi  figliuoli,  e  tenerli  sem- 
pre a  stecchetto  Malm.  2.  22.  Che  il 
Duca  per  la  sua  spilorceria  Ognor  vie  più 
lenevalo  a  stecchetto. 

*  TENERE  A  STRETTA  Tenere  a 
disagio  ,  Fare  sottili  spe.ìe  .  Sali.    Ciug. 


T  E  N 

181.  E  non  terrò  loro  a  slretla,  e  me  in 
abbondanta.  (V) 

TENERE  A  TEDIO  .  Tediare  ,  Fare 
a.<peltare  con  tedio  o  disagio.  Lai.  taglio 
a/ficerr.  Gr.  «OT/.a.'siv  ri-i%.Jmhr  Cof. 
l  a  Son  certo  eh'  egli  mi  terrebbe  a 
tedio  Un-  ora  o  più  ,  com"  10  so  eh  e  1 
suo  solito.  Morg.  5.  8.  E  non  ha  ignun 
per  tenerla  più  a  tedio. 

*  TENERE  ATTORNO  .  Mantenere  , 
^■on  dcpoire.  Segntr.  Mann.  Lugl.  7. 
Questi  sono  coloro,  i  quali  hanno  a  durar 
fatica  ;  diro  quei  che  ,  intricati  nella  ini- 
qua consuetudine  ,  si  tengono  ancora  at- 
torno le  male  pratiche,  o  sono  oppressi  da 
gravi  restituzioni  di  riputatione  ,  di  roba, 
di  cose  tali,  f  1') 

TENERE  A  VEGLIA.  Avere  appresso 
di .«  nell'  ore  della  veglia. 

f  TENERE  A  VILE.  Disprezzare  Lai. 
parvi  facere,  prò  vili  hahere.  Gr  oiiyw- 
pav.  F.sp.  Pai.  j\ost.  23.  Umiltà  e  quel- 
la virtù  che  fa  1'  uomo  se  medesimo  spre- 
-iare  ,  e  tenere  a  vile  quando  elli  si  co- 
nosce veracememc.  Dani.  Conv.  53.  Si  a 
se"UÌtatrice  di  viziose  ddeltaz.oni ,  ne  e 
quali  riceve  tanto  inganno,  che  per  quelle 
ogni  cosa  tiene  a  vile  J'inc.  ^lart.  rim. 
5l.  E  gir  cantando,  e  ringraziando  Amore, 
Per  VOI  la  liberta  lenendo  a  vUe. 

*  TENERE  A  VITA.  Conservare  in  vita. 
Moral.  S.  Greg.  2.  l5.  Coniechfe  T  interna 
mano  nella  prescienza  tenesse  a  vita  il  loro 
spirito,  nientedimeno  il  Umore  carnale  tolse 
loro  la  vita  della  fede.  (1) 

*  TENERE  A  UNA  COSA  .  Inclinare 
a  quella'.  Pendere  a  quella,  o  Sentirne 
qualità.  G.  V.  1.  5.  4.  Perocché  tiene  al 
freddo,  ed  è  più  temperata  (l'  f-uropa).  (I  ) 
TENERE  AVVERTITO.  l'arche  altri 
.Ila  avvertito.  Avvertirlo.  Lat.  monere . 
certioremfacere.  Gr.  /A^.vysiv. 

TENERE  AVVISATO.  Avvisare,  Dar 
le  notizie  opportune.  Lat.  certiorem  face- 
re.  Gr.  òJ=:v  T.f6i  -i^-J.-  *  Car  lett. 
Tornii.  72.  Delle  rose  di  qui  so  che  V. 
E.  è  tenuta  bene  avvisata,  e  cosi  deUe  al- 
tre nuove  del  mondo.  ((  ) 

TENERE  BANDITO  .  Allontanar  con 
bando,  F.iiliare,  Tener  fuori  ,  o  lonta- 
no del  proprio  paese.  Lat.  relegare.  Gr. 

*  TENERE  BASSO  ALCUNO  .  Im- 
pedirlo che  arrivi  a"  suoi  disegni  .  Segr. 
Fior  Pr  li.  A  tener  addietro  1  Vini- 
ziani  bisognava  r  unione  di  tutti  gli  altri , 
come  fu  nella  difesa  di  Ferrara;  e  a  tener 
basso  il  Papa    si    servivano  de   Baroni    di 

Roma.  fC>  .  t     jT 

*  §  E  Tener  basso,  vale  anche  figu- 
ratam' impedire  che  altri  venga  in  istato, 
che  s' innalzi.  Varch.  Stor.  2.  7-  Tenen- 
dolo basso,  e  povero  sempre,  non  lo  lascio 
mai  sorgere.  (CJ 

TENERE  BENE.  Governar  con  ablicn- 
danza.  Custodire  diligentemente.  Fare  al- 
trui  buon  trattamento.  =?  Cronichett.  d" 
Amar.  109.  Tenne  Roma  bene  ,  e  tulle 
le  Provincie  si  contentarono  di  lui  .  (1.^1 
Fir  As  20i.  Gli  stalloni  di  quella  man- 
dria ,  che  per  esser  ben  tenuti  e  ben  pa- 
sciuti ,  e  non  durare  fatica  alcuna  ,  erano 
gogliardi  e  terribili ,  ec. 

*  P.  Tenere  bene  sua  vita,  vale  Con- 
dursi" lodatamente.  CronichcH.  d-  .4mar. 
109.  A  suo  tempo  non  ebbe  guerra  iTiloi; 
morì  con  buona  fama;  tenne  bene  sua  vi- 

■"  *  TENERE  BORDONE.  V.  BORDO- 
NE ,?.  VI.  e  Vili,  t  O 

TENERE  BOTTEGA.  Far  bottega. 
Mercanteggiare  alla  bottega,  Esercitar  la 
propria  arte  nella  bottega. 

*  TENERE  BRONCIO  AD  ALCUNO. 
Fs.tere  adiralo  con  alcuno.  1  BRONCIO, 
fi    li    (Ci 


T  E   N 


i5o3 


TENERE  CALDO.  Diciamo  per  io  più 
di  que'  Vestimenti  che  ritengono  econ.fer- 
vano   il  caldo. 

g.  Tenersi  caldo,  vale  I\'on  si  lasciare 
ofreiider  dal  freddo.  .Bore.  nof.  83.  8.  Val- 
lene,  e  di'  a  Calandrino,  che  egli  si  ten- 
ga ben  caldo. 

*  TENERE  CAMERA.  Tenere  compa- 
gnia, Accompagnarsi,  Praticare  ,  Stare 
insieme.  Pant.  rim.  canz.  6.  Che  il  buon 
col  buon  sempre  camera  tiene.  (I\  S) 

TENERE  CAMMINO  .  Camminare  , 
Viaggiare,  Incamminarsi  Lai.  iter  face- 
re,  pergere.  Gr.  ooo-zoiit-i. 

TENERE  CAMPO.  Campeggiare.  Lat. 
castra  haberc,  in  castrii  es-ie.  Gr.  CTpx- 
To;i.:o5'j'-:iv.  G.  /  .  8.  58.  5.  L'  oste  del 
l'.e  venne  in  tanti  difetti  di  villuaglia  e 
d'altro,  che  non  poterò  più  tener  cam- 
po. E  cap.  ;8.  7.  Sentendo  che  '1  Re  con 
sua  schiera  tenea  campo,  tornarono  a  die- 
tro. 

^*  g.  Tener  campo,  vale  anche  Tener 
fronte,  Avaazarsi  contro  il  nemico  in  cam- 
po aperto.  Car.  En.  9.  1082.  Giunto  agli 
animi  infesti  il  sangue  sparso  ,  S'  accreb- 
ber  l'ire;  e  de' Troiani  intanto  Tale  un 
numero  altronde  vi  concorse.  Che  pren- 
der zuffa  e  tener  campo  osaro.  (M) 

TENER  CARO.  Avere  in  pregio.  Trat- 
tar bene.  Lat.  chariim  hahcre.  Gr.  ay7.- 
r^v.l.  F-occ.  nov.  5o.  20.  E  liella  cara  , 
come  si  dee  tener  moglie.  Petr.  canz.  2g. 
5.  Tien  caro  altrui  chi  tien  se  cosi  vile. 
Cas.  Uf.  com.  122.  Ma  certo  non  è  cosa 
veruna  da  far  più  agevole,  che  amare  e 
tenere  grandemente  cari  coloro,  della  cui 
graia  famigliaril'a  sentiamo  diletto. 

f  *  TENERE  CASTITÀ'.  Viver  ca- 
stamente ,  Conservare  la  castità.  Belc. 
Vii.  Colomb.  28.  Insieme  con  lui  si  pro- 
posero, e  deliberarono  fermamente  insin<i 
alla  morte  caslil'a  tenere.  (C} 

TENERE  CBLATO.  nascondere.  Lat. 
occultare,  in  occulto  hahere,  Gr.  a—o- 
xpjTlTctv.  Bocc.  nov.  12.  18.  Pregandolo 
che  questo  tenesse  celato.  Pass.  IDI.  So- 
pra tulle  le  cose  attenda  il  confessoro  di 
tener  segrete  e  celote  le  cose  che  egli  fi- 
de in  confessione.  Fir.  As.  164.  A  cagio- 
ne, che  se  alcuno  fraudolenlemente  la  te- 
nesse celata  ,  e'  non  abbia  cagione  di  di- 
fendersi con  dire:  io  non  la  conosceva. 

TENERE  CERTO.  J ver  certezza.  Lai. 
prò  certo  hahere.  Gr.  vj  òiòzv/.i.  Ar. 
Cass.  I.  3.  Pur  vo' creder  e  tener  certo 
che  li  uostri  amanti  non  ci  abbiano  a  la- 
sciar giugisere  a  tanta  miseria.  Ceech.  E- 
salt.  Cr.  5.  10.  Tien  cerio  ,  o  sommo 
Principe  invillissimo,  Oh'  ogni  nostro  va- 
lor ec. 

TENERE  CHETO.  Chetare,  Far  che 
altri  taccia.  Ar.  sat  I.  Se  gi'a  '1  timor 
non  vi  tenesse  cheti. 

TENERE  CHIUSO.  Fare  star  chiii.io. 
Lai.  chiusiim  tenere.  Gr.  Xszisiiasvov 
*X--iv  l'etr.  son.  26.  Giunse  nel  cor,  non 
per  r  usata  via.  Che  '1  sonno  tenea  chiu- 
sa, e  '1  dolor  molle. 

TE>ERE  COMPAGNIA.  Accompagaa- 
re.  Lat.  comitari,  sociari.  Gr.  a<JJCl.'.o).oil- 
3-;ìv,  ouvxv£/a;siv.  Bocc.  nov.  19.36. 
Fattile  venire  onorevolissimi  vestimenti 
femminili,  e  donne  che  compagnia  le  te- 
nessero. E  nov.  49.  10.  Non  avendo  a 
cui  farle  tener  coinpognia  ad  altrui,  disse: 
madonna  .  poiché  altri  non  e"  e  ,  questa 
buona  donna  ,  moglie  di  questo  lavorato- 
re, vi  terr'a  compagnia. 
■  TENERE  CON  ALCUNO.  E.sser  dalla 
sua  parte  ,  della  sua  opinione,  e  siiml,  j 
e  si  usa  anche  in  signijic.  neutr.  pass. 
Lai.  ab  aliquo  stare,  cum  aliqao  facere. 
ri.rtes  aliciiius  .<ectari  Gr.  ^-:Ta  rivo; 
Jva..  Ovid.  Pi.<i  Or  ella  nondimeno  Uen 
teco  forse  più  che  ella  non  deverebbe.  G. 


l5o^ 


T  E  N 


y.  2.  19.  3.  I  Fiesolani  sempre  si  ten- 
nero co'  Goti,  e  poi  co'  Longobardi.  Bocc. 
noi'.  i3,  8.  Tutta  l'isola  si  divise,  e  chi 
tenca  culi'  uno,  e  chi  coli*  altro.  Cron. 
J^oreli.  25 1.  Sempre  tenne  co' buoni  uo- 
mini antichi  dì  Firenze,  Guelfi,  e  leali  al 
comune.  Din.  Comp.  2.  5o.  Vannaccio 
Bonconti  Pisano  tenea  per  mont-la  eoo 
parte  Nera,  e  però  da  lui  niuno  aiuto  cb- 
Lono,  o  favore,  f'it.  SS.  Pad.  I.  ^g.  Al- 
quanti Arriani  andavano  dicendo  come  An- 
tonio teneva  con  loro,  ed  era  di  quella 
setta. 

TENERE  CONCISTORO  .  Termine 
proprio  della  Corte  Pontificia,  adunare 
il  concistoro.  Adunarsi  i  Cardinali  da- 
vanti al  Papa  per  affari  di  somma  im- 
portanza. O.  /'.  II.  47-  '■  Essendo  per 
papa  Benedetto  tenuti  più  concestori  con 
suoi  Cardioidi  ec,  sopra  l'opinione  di  pa- 
pa Giovanni  della  visione  dell*  anime  bea- 
te. 

*  TENERE  CONCLUSIONE.  SosU- 
nere  pubblicamente  una  proposizione  di  fi- 
losofia, o  teologia,  Menz.  sat.  1.  Per  log- 
ce  e  sale  e  per  le  stanze  tutte  Vi  tien 
conclusion  qual  baccelliere  Ogni  vii  loqua- 
cissimo Margulte.  (Cj 

TENERE  CONSÌGLIO.  Consigliarsi, 
Adunare  i  consiglieri  per  consultar  so- 
pra checcliessia.  G.  /'.  8.  35.  5.  Cassa- 
no, contristato  di  ciò,  tenne  consiglio  co' 
iuoi  savii.  L  IO.  160.  l.  Preso  Monte- 
catini in  Firenze  n'  ebbe  gran  questione  ^  e 
più  cousigli  se  ne  tennero  di  disfarlo  al 
lutto,  o  di  lasciarlo  in  piede.  ['Hoc.  2. 
3oy.  Coniiiiciossi  per  la  cort«  un  gran 
mormorio,  poiché  '1  Re  fu  partito  dal  con- 
siglio, che  tenuto  avca,  del  fallo  che  di- 
fca  aver  fatto  Biancofiore.  Noi',  ani.  21. 
1.  La  polcstade  ne  tenne  consiglio. 

:Js  §.  /i  Tenere  il  consiglio  d'  alcuno , 
vale  Far  quello  che  egli  consiglia.  Fior. 
Ital.  5q.  Ma  odi  le  mie  parole,  e  tieni  lo 
mio  consiglio,  e  lo  sifjnore  sarà  teco.  (C) 
TENERE  CONSOLATO.  Con.^olare  , 
Fare  star  quièto  chi  per  altro  e  trava- 
gliato. 

TENERE  CONTENTO  Contentare. 
•f  §.  Tenersi  contento,  o  per  conten- 
to ,  i'aie  Reputarsi  contento.  Bocc.  «oi-. 
68.  22.  Ii>  non  mi  terrei  mai  ne  con- 
tenta ne  appagata  ,  se  io  noi  levassi  di 
terra.  *  Borgh.  Tose.  352.  Quando  si 
aiTecatio  cose  probabili,  e  per  ragionevo- 
li riscontri  verisimili,  se  ne  può  tenere 
ugni  discreto  lettore  per  contento.  (V) 

TENERE  CONTO.  Avere  riguardo  , 
Fare  stima.  Far  caso.  Lai.  rationem  ha- 
hcre,  ciiram  gcrere.  Gr.  )o'yo»,  fi  '.Tlip-t- 
>5tav  «'x*'  Tivo'?.  Bocc.  nov.  77.  II. 
Non  ci  si  tien  conto  de' compari.  Ore. 
GelL  IO.  232.  Dove  tu,  essendo  filosofo 
fc,  non  terrai  conto  alcuno  dei  piaceri  del 
rorpo.  Stor.  Fnr.  1  .  22.  Il  He  vidi-  il 
tutto,  e  non  mostrò  di  leuernr  conto,  ò'tvi. 
Uen.  Varch  7.  18.  Debbo  tenere  più 
conto  e  far  maggiore  stima  de!  debito  di 
che  sono  obbligato  alla  spezie  umana,  che 
di  quello  di  che  a  un  solo  tenuto  som». 
Segn.  Star.  9.  24^'  ^**"  8^'  restarono  al- 
tri nimici  ec,  che  i  suoi  figliuoli,  da  te- 
nerne   conto. 

§.  I.  Tener  conto  di  checchessia  ,  vate 
liisparmiarlo.  Averne  cura  .  Cron.  Mo- 
reti.  S^2.  Il  provvedimento  della  speia  e 
di  tutte  cote  opportune  fu  commesso  e 
detto  Gualberto ,  avendone  cs^o  u  tener 
coni»»  #  Car.  ì.ett.  Tornii.  3.  Dopo  la 
rovina  di  Cartagine  si  sono  ridotti  al 
porto  di  Tunisi  a  tener  conto  del  sa- 
le.  (C) 

§.  II.  Tener  conto,  vale  anche  Pren- 
ile.r  memoria,  o  ricordo.  Bed.  lett.  2.  ^■ 
Tenga  V.  S.  «  onto  di  quello  che  spen- 
de 


T  E  N 

§.  III.  Tener  conto,  vale  anche  Os' 
servare,  Beflettere ,  Ahhadart.  LaL  cu- 
rare, prospicere.  Gr.  «TTi/isJ^ec^&ai.  Se- 
gn.  Stor.  6.  161.  Era  ancora  incolpalo 
di  non  tener  molto  conto  in  che  modo 
guadagnassono  la  roba  gli  agenti  suoi- 

TENERE  CORTE.  Far  tavola.  Lat. 
convivium  agere.  Gr.  £j«x«ì^'^«*'  ^''*'- 
ant.  5.  I.  Tenne  una  grande  corte  e 
festa,  dove  furono  tutti  i  gentili  uomini 
del  paese.  Bocc.  nov.  l3.  4-  Comincia- 
rono a  spendere,  tenendo  grandissima  fa- 
miglia, e  molti  e  buoni  cavalli,  e  cani  e 
uccelli,  e  continuamente  corte.  Ar.  Fur. 
16.  l5.  Che  là  dentro  dovea  splendida 
corte   Tenere   il  ricco   Re  della   Sona. 

§.  I.  Tener  corte  bandita,  vale  Far 
tavola  puhblica.  Lih.  Op.  div-  A.  I18.  E 
uscito  della  via  di  Dìo,  e  tiene  corte 
bandita  d'amore  e  di  cavalli  e  dì  bufib- 
ni   e  giucolari   (  qui  fìguratam.  ) . 

%.  II.  Tener  corÌc,  vale  anche  Far  tri- 
bunale. Amministrar  giustizia.  Bim.  ant. 
Giiid.  Cavale.  62.  Li  mici  folli  occhi  ec. 
Fur  quei  che  di  voi,  donna,  m' accusa- 
ro  Nel  fiero  loco,  ove  tien  corte  Amore, 
t  *  TENERE  CORTO  ALCUNO  . 
Dargli  poco  da  spendere.  Dati  Lepid.  83. 
Un  giovane  ricco,  ma  tenuto  corto  Aa\ 
padre,  aveva  bisogno   di  danari-    (Min) 

^  §.  Tener  corto  ha  anche  altri  signi- 
ficati di  che   Fedi  CORTO.   (C) 

TENERE  CREDENZA.  Son  manife- 
stare. Tener  segreto,  Son  ridire  quello 
che  è  stato  detto  in  confidenza.  Lai.  cela- 
re, clam  habere.  Gr.  a-5X|3i/:ir£<  v.  liocc. 
nov.  21.  10.  Se  io  credessi  che  tu  mi 
tenessi  credenta,  io  li  direi  un  pensiero 
che  io  ho  avuto  più  volte.  E  nov.  79. 
23.  Ove  voi  mi  promettiate  ce.  di  te- 
nerlomi  credenza.  A'ov.  ant,  64-  2.  La 
madre,  che  gli  avea  promesso  di  tenere 
credenza,  il  nianifesto  ad  uu*  altra  donna, 
e  quella   a    un'  altra. 

TENERE  DA  ALCUNO.  iVeg-wir /a  .jh-i 
fortuna.  Correr  la  sua  sorte.  Seguitare 
il  suo  partito.  Lat.  partes  alicuius  seda- 
re, prò  aliquo  stare.  Tac.  Dav.  Stor. 
I.  252.  S'  elessero  i  prefetti  del  Preto- 
rio a  lor  modo,  cioè  Plozio  Firmio  gii 
soldalello,  allora  capo  di  scolte,  e  quan- 
do GaU)a  era  in  pie,  tenne  da  Ottone. 
*  Gioì-.  Geli.  Vit.  Alf  126.  Col  qual 
felice  successo  di  cose  avevano  gli  Spa- 
gnuoli  spoglialo  di  lutto  lo  stalo  della 
Discaia  Giovanni  Re  di  Napoli,  che  te- 
neva  da*  Francesi.  (C) 

g.  Tenere  da  alcuno  checchessia,  valt 
Averlo  ottenuto  da  quello.  Riconoscerlo 
da  quello.  Petr.  canz.  5.  5.  E  che  'I  no- 
bile ingegno,  che  dal  cielo  Per  grazia  tien 
deir  inimorlale  Apollo,  E  1'  eloqucnzìa 
sua  virtù  qui  mostri.  G.  /'.  5.  2.  i.  Ri- 
conoscendosi fedele  di  salita  Chiesa,  e  che 
r  ìsola    di    Cicilia  tenea   da   lui. 

TE.NERE  DA  BANDA.  Allontanare  , 
.Xon  permettere  che  ah  una  cosa  si  accosti. 

TE.NEIlE  D'ACCORDO-  Operare  che 
st  stia  in  couconita  ,  Promuovere  In  quie- 
te e  la  pace. 

*  TENERE  DALLA  SUA,  MIA.  TUA. 
ec.  Seguire  la  parte ,  o  opinione  sua  , 
mia,  tua.  ec.  Borffh.  l'esc.  Fior.  482. 
Armata  mano  scacciò,  e  pencguì  acrrlm- 
mente  lutti  i  vescovi,  ed  altri  religiosi, 
che    non  tennero  dalla  sua.  fCj 

TENERE  DA  PARTE,  Tener  lontano, 
o  in  luogo  srpariito.  Lai.  arcere.  remo- 
vere. Gr.   aTTS^Wf*  **"■ 

TENERK  DKNTRO  Fare  star  den- 
tilo ,    Avrix  nell'I  parte  interna. 

TENERE  DICERIA  Tener  parlamene 
to  ,  Ragionare.  Lat.  tractarr,  .termonem 
habere,  loqui.  Or.  noiiiJ&att  ^0^0-*.  .Vof. 
ant.  54.  13  La  gente  di  Rtmia  e  d*  al- 
tronde  ne  tcimcro    grande  diceria 


T  E  N 

TENERE  DIETA.  Adunar  la  dietm 
per  consultare  ,  o  risolvere  sopra  ckec» 
chetsia. 

TENERE  DIETRO.  Seguitare.  Lat-  Je- 
qui.  Gr.  axo/ouasrv.  yov.  ant.  53.  I- 
Quelli  gli  tenne  dietro  per  lo  preso. 
Fit.  SS.  Pad.  lacontanentc  si  levò  sa- 
no, e  tenne  dietro  al  padre,  e  gionselo. 
Pass.  72.  Gli  tenne  celitamtale  dietro, 
e  salulollo.  Dant.  Jnf.  i-  Allor  si  mos- 
se, ed  io  gli  leoni  dietro.  Frane.  Sacch. 
nov.  159-  VoUosi  dietro  alla  cavalla,  ver- 
so santa  Maria  Maggiore  le  tenne  dietro 
furioso,  com'  è  d'  usanza  degli  stalloni. 

§.  Tener  dietro  a  uno,  vale  Osservare 
i  suoi  andamenti.  *  Cecch.  Mogi.  l.  1. 
Di  modo  ho  guidata  la  cosa,  che,  ancor- 
ché ci  sia  stato  chi  m'abbia  tenuto  die- 
tro, non  si  è  però  accorto  niuno  di  cosa 
veruna,  (f)  E  5.  9.  Dubitando  che  IÌ 
suoi.  Che  mi  tenevan  dietro ,  non  mi 
dcssuno ,  O  mi  facesson  dar  da*  lor  ca- 
gnotti   La  stretta. 

*  TENERE  DI  FERMO.  Lo  stento 
che  Tenere  per  fermo.  S.  CaUr.  lett.  ^l. 
Sicché  sperate,  e  tenete  di  fermo  che  la 
divina   grazia    ve  li    ha   perdonati.   (ì') 

TE.NERE  DIGIUNO  -  Fare  stare  al* 
trui  senza   mangiare. 

TENERE  DI  MANO.  Lo  stesso  che 
Tener  mano. 

TE.NER  DIMESTICHEZZA.  Ejrtren- 
mico ,  Praticare,  Conversare  ,  Avere  a- 
micizia.  Lat-  cum  aliquo  consuetudìnem 
habere.  *  Belc.  fit.  G>/om//.  88- U  qual 
vescovo  tanto  s'  innamorò  del  beato  Gto- 
vanni,  e  dei  compagni  ,  che  sempre  leo- 
ne con  loro  fralernale  amicizia ,  e  dime- 
stichezza. (C)  Segr.  Fior.  Mandr.  I.  I 
E  perch'  egli  è  piacevole  uomo ,  mcsser 
Nicia  tiene  con  lui  una  stretu  dimesti- 
chezza. 

TENERE  DI  MEZZO  ,  i-  TENERSI 
DI  MEZZO,  pson  inclinare  piti  a  una 
parte,   che   all'  altra  j    Esser    neutrale- 

TENERE  DIRITTO  ,  o  DRITTO. 
Collocare,  o  Fare  star  checchessia  per 
diritto.  Boez.  G.  S»  iG-  Uà  potuto  tener 
dritta  la  faccia- 

§.  Vale  anche  Andare  a  diritto.  Lai 
recta  pergere.  Gr.  £u&jav  ^aòi'tjci». 

*  TENERE  DIRITTURA  COLLE  BI- 
LANCE. Amministrare  la  piustizia.  L»l 
ius  dicere.  Cronichett.  d'  Amar.  |8*  Ma 
disse  andate  a  Paris  ,  che  tiene  dirittura 
colle  bilancie,  ed  egli  la  deterruinerì.  fC) 
TENERE  DISTESO.  Fart  che  alcu- 
na   cosa    stia   distesa. 

TENERE  DUBBIO.  Fare  stare  altrui 
dubbioso.  Lat.  suspensnm  tenere. 

TENERE  DURO.  Stare  ne/I'  opiniom 
primiera.  Mantenersi  costante  nel  suo 
proposito. 

§.  I.  Tener  duro,  il  diciamo  anche  del 
Fare  ogni  sforzo  per  sostener  checchessia 
Tac.  Dav.  Stor.  3.  319.  I  sold«ti  priva- 
ti tennero  tlum  per  VilclHo.  Cecch.  Dot. 
3.   2.   Mj   perch' io  t«>uni  duro,  E  mostrai 


lil 


pò. 


*l  viso    ve  ,   E'  le    danno 

§.  11.  Tener  duro,  vale  anche  .Von  ri- 
l'clane,  o  manifestare  alcuna  cosa  a  ehi 
le  ne  doniantla.  Tenerla  segreta.  Lat-  se- 
crctunt  celare.  Gr.  ocTOpprrow  ftTtoitcd- 
TTTIty.  Maini.  IO-  9.  Ma  tutto  questo  fin* 
gè  ,  e  in  sé  tien  duro  ;  Fa  farcia  tosta,  r 
va  con    lieta  fronte. 

TENERE  FAMIGLIA.  Spesar  gente  di 
ser\'izio  .  Um.  fantiliam  nlere  .  Gr  otxoi' 
TJ«pjtT».  Bocc.  nov  l3.  5.  Tenendo  gran- 
dissima   faniiglta,    e    molti    e  buoni  cavalli- 

TENERE  FANTASIA  Esser  sopr^ 
j^nsiciv,  Aver  f  animo  turbato,  o  a/te- 
rato.  Bern.  Ori.  1.  23.  3?.  Rolla  la  lan- 
cia. Chiahon  va  via.  Che  1  »uo  cavai  te- 
nevA  fantasia  (qui  per  ttmihtudine f 
TENERE  FAVELLA     Restar  .U  par^ 


T  E  N 


T   E   N 


T  E  N 


i5o5 


lare  ad  alcuno  per  isdegno.  Lai.  colloquio 
intrrdicere.  Bocc.  nov.  72.  l5.  La  Eclco- 
lore  vcnae  in  licrczio  tol  icre,  e  lenncgli 
favella  ìdBdo  u  veoilt-mniia.  l'.ern..  Ori.  l. 
18.  25.  Perche  &i  iliie  eh'  e*  lenea  favella 
AU'eccel&o  signor  di  Moutalliano. 

TENERE  FEDE.  Credere,  Jicr  opi- 
nione. Lai.  opinari.  Gr.  ijo^a^iiv. 

>?  §.  Tener  Jc de  ,  vale  anche  Mante* 
neriot  Osservarla.  «  Pclr.  san.  80.  Las- 
sol  ben  so  che  dulorose  prede  Di  noi  fa 
quella  eh'  a  iiulT  uom  perdona ,  E  che  ra- 
pidamente n' alalia  n  don  a  II  mondo,  e  pic- 
ciol  ti-nipo  no  ticn  fede  »   .   (Cj 

TENLHE  FEKMO.  ì\oh  muo%-ere.  Far 
die  alcuna  cosa  non  si  muova.  Aniel.  80. 
Aineto  ce.  gli  occhi,  gli  orecchi  e  la  mente 
ad  UD*  ora  al  vi^u,  alle  p:irolc  ed  agli  a- 
niori  della  >infj  teneva  fornii.  Dnnt. 
hif.  6.  NoD  avea  membro  che  lenesae  fer- 
mo. 

*  TENEnE  FIGURA  .  Esser  figura  . 
Fr.  Giord.  2^3.  Questa  donna  (  Jaele  ) 
significa  priocìpalmenle  la  donna  nostra  , 
ce.  In  appresso  tiene  figur.i  di  calUQ  dì 
noi.  (Fj 

TENERE  FORTE  .  Ritenere  tenace- 
mente. Bocc.  nov.  67.  12.  l'resa  la  sua 
roano  con  amenduue  le  sue  ,  e  lenendol 
forte,  ec. 

§.  Figuralam.  vale  lo  stesso  che  Te- 
ner duro  j  Far  checchessìa  di  forza,  con 
vigore  j  l'sscr  costante  j  I\'oit  mutarsi. 
Amm.  j4nt.  12.  12.  4-  Lo  riposo  del  mo- 
nasterio  ,  lo  quale  io  avendo  n<.)D  tenni  for- 
te, perdendolo  ho  cognosciuto  come  stret- 
tamente era  da  tenere,  lì^nig.  2I.  77.  Or- 
lando ,  benché  ugnuno  abbia  paura.  Ed 
Ulivieri  e  gli  altri  tcnien   forte. 

TENERE  FRESCO.  Contrario  di  Te- 
ner caldo.  Mantener  fresco. 

TENERE  FRONIE.  Affrontarsi,  Far 
fronte.   Farsi  incontro.    Opporsi. 

§.  Tener  fronte,  o  Tener  fronte  sco- 
perta, vale  Aver  buona  fama  ,  IK'on  aver 
di  che  vergognarsi.  Dant.  Inf.  27.  Se  '1  no- 
me tuo  nel  mondo  tcgna  fronte.  But.  ivi: 
Tegoa  fronte,  cioè  abbia  fama- 

TENERE  FUOKA.  Fscludcre,  Operare 
che  altri  non   entri. 

TE-NERE  GIÙ'.  Abbassare,  Inchina- 
re verso  la  parte  inferiore  .  Lat.  demit- 
le  re  . 

TENERE  GIUOCO.  Dar  comodità  di 
giucarc . 

'  *  TENERE  GIUSTIZIA.  Amministrare 
la  giustizia,  l'av.  Fsop.  Test.  Bice.  22.  Fe- 
cìono  loro  signore  ra^.;uylia,  perchè  franco 
uccello  e  valente,  da  tenere  u  tutti  ragione 
e  giustizia.  ( P)  Lasc.  Cen.  i.  nov.  5.  Por- 
tala dal  furore  se  ne  andò,  che  era  quasi 
sera  ,  dentro  a  uno  Magistrato  ,  che  giu- 
stizia teneva  ,  cumc  nella  città  nostra  gli 
OUo  di  guardia  ,  ve.   (lì) 

TENERE  GRADO.  Aver  dignità.  Amhr. 
Furt.  4-  7-  A  questo  modo  fanno  gli  uo- 
mini che  teogon  grado  ì  Cccch.  Corr.  2. 
7.  Anche  nel  campo  È  necessaria  la  cu- 
cina ,  e  massime  A  chi  tien  grado  ,  e  fa 
tavola  magna. 

§.  i'iguratam.  vale  Gradire,  Bestar  te- 
nuto e  ohhligato  d*  alcuna  cosa. 

TENERE  GUAl^DATO.  Assicurare, 
Citsiodire  .  #  Car.  lett.  tned.  3.  263.  Io 
mi  stava  riposato  e  sicuro  ec.  parendomi 
che  la  pace  universale,  e  la  protezione  del- 
l' imperio  ec.  e  il  mìo  non  tìar  noia  ne 
ragione  ad  altri  di  nuocermi  mi  tenessero 
guardjlo  abbastanza;  quando  mi  trovo  es- 
sere  slato  ce.    spoglialo,    f^i) 

IENE  RE  IL  CALDO  .  Vicesi  di  vi- 
vande, o  d'  altre  materie,  nelle  quali  duri 
itssai  1/  calore. 

TENERE    IL    CAMMINO  .   Batter  la 
strada.    Lai.   iter  face  re.  Gr.  Troosj'sS^xc 
zK'*  v.  Bocc.  nov.  8ȓ.  6    Uscendo  d' 
Focabolario  T.  il. 


Antioccia  con  un  altro  giovane  chiamato 
losefo  ,  il  quale  quel  medesimo  cammin 
teneva  ,  che  faceva  esso. 

§.  Tenere  il  cammin  dritto,  vale  An- 
dar per  la  via  retta  ,  I\'on  uscire  della 
strada  diritta,  o  più  praticata.  Lat.  rccta 
via  progredì.  G.  ì'.  7.  7.  2.  Non  tenne 
il  cammino  diritto  da  Cupova. 

TENERE  IL  CAMPANELLO.  Si  dice 
di  Chi  nella  conversazione  cicala  per  tutti 
gli  altri  j  detto  perchè  neW  udienza  de' 
magistrati  quegli  che  è  Proposto  tiene  il 
campanello  in  mano,  e  dà  le  ri.tfioste  per 
tutti.  Lat.  architiv  crepitaculum  .  ìcd. 
l'Ios.  27t).  Malm.  7.  5o.  Brunetto  ,  che 
teneva  il  campanello  ,  Dice  chi  sia  ,  e  di 
che  casa  egli  esce. 

TENERE  IL  CAMPO.  Campeggiare. 
Lai.  castra  haberc.  Gr.  otCktoti; j£u£iv. 
§.  E  figuratam.  vale  Fsser  superiore. 
Lat.  primas  tenere.  Gr.  TrpùJTsJàiv.  Dant. 
Purg.  II.  Credette  Cimabue  nella  pittura 
Tener  lo  cam[)0,  ed  ora  ha  Giotto  il  gri- 
do, Sicché  la  fama  di  colui  oscura.  ^>  Fa- 
sar.  l'it.  Baff'.  Vrb.  Fece  conoscere  che 
egli  voleva  fra  coloro  che  toccavano  Ì  pen- 
nelli tenere  il  campo  senza  contrasto.  (  J'rj 

TENERE  IL  CAPO  ALTO.  Figura- 
tam. vale  Aver  haldanza,  Esser  fastoso. 
TENERE  IL  CERVELLO  A  BOTTE- 
GA. Badare  con  tutta  applicazione  a  quel 
che  sia  d'  uopo  .  Lat.  rem  stimma  cura 
agere.   Gr.   cJTcìuoa'^stv  mpi  ti. 

TENEHE  IL  CÒLLO  TORTO  ,  o  A 
VITE.  Stare  in  positura  umile  e  devota. 
Malm.  2.  9.  Tenendo  gli  occhi  in  mol- 
le, e  il  collo  a  vite,  E  le  nocca  col  petto 
sempre  in   lite. 

TENERE  IL  CONTO.  Conteggiare, 
Scrivere  i  conti.  Lat.  rationcs  pittare, 
siibducere.   Gr.   )oyo-i   Lfi~^'i-'*- 

§.  I.  Tenere  il  conto  aperto,  vale  ?^on 
saldare  il  conto. 

§.  1!.  E  figuratam.  vale  Seguitare  a 
far  checchessia  lungamente  e  continova- 
mente  . 

§.  III.  Tenere  il  conto  per  bilancio  , 
dicono  i  mercanti  quando  non  iscrivono 
un  defiitoiv,  eli'  e'  non  lo  impostino  anche 
creditore  delle  somme  pagate  .  Lut.  codi- 
cem  dati  et  accepti  habere  .  Segr.  Fior. 
Mandr .  4-  I-  La  fortuna  e  la  natura 
tiene  il  conio  per  bilancio  (  qui  per  si- 
mili t.  ). 

TENERE  IL  FERMO.  Non  far  varia- 
zione alcuna,  Non  mutarsi.  Tac.  Vav. 
Stor.  3.  ^^21.  I  soldati  ti  tengono  il  fer- 
mo, t'avanza  il  favor  del  po[ioIo  (il  testo 
lat.  ha:  perstare  mì\hem).  Sagg.  nat.  csp. 
2.7.!\.  Rimossa  di  quivi  ogui  sorta  di  ferro, 
ci  tennero  sempre  Ìl  fermo. 

TENERE  IL  FILO.  Proceder  con  or- 
dine . 

g.  Tenere  il  filo  appiccato  ,  vale  Non 
rompere  la  pratica,  o  il  trattalo  di  chec- 
chessia ,  benché  se  ne  intermetta  il  discor- 
so. Cecch.  Dot.  3.  I.  Pure  i' gli  ho  dello 
che  tenga  Questo  Glo  appiccato. 

'Y-  TENERE  IL  GONFALONE.  Figa 
ratam.  per  Aver  preminenza  .  Lat.  pra^- 
stare.  I  it.  S.  Domitil.  280-  Mosterrotti 
che  la  virginità  hae  scm[ire  tenuto  il  gon- 
falone. (}  } 

TE^ERE  IL  LUME.  Figuratam.  vale 
Intervenire  in  alcun  maneggio  .venza  aver- 
vi utile  ,  o  faccenda  ,  ma  solo  per  servi- 
gio allruij  che  anche  diciamo  Servir  per 
lucerniere,  lardi.  Stor.  12.  4^*^  '° 
somma,  non  facevano  altro  che  stare,  co- 
me si  dice  ,  a  vedere  il  giuoco  ,  o  tenere 
il    lume  . 

TENERE  IL  LUOGO.  Occupare  alcun 
posto  .  Lat.  locnm  habere  ,  oblinere  .  Gr. 
y^ùpoi-v  ;j(£iv,  £7T;;{ì:v  .  Bocc.  nov.  27. 
34.  Se  n'andò  alla  signoria,  e  in  segreto 
.1  un  cavaliere,  che  quella  lenea,  disse  co- 


sì :  Signor  mio,  ciascun  dee  volentieri  fa- 
ticarsi in  far  che  la  veritb  delle  cose  si 
conosca,  e  massimamente  coloro  che  ten- 
gono il  luogo  che  voi  tenete. 

§.  Tenere  il  luogo  d'  alcuno,  vale  Es- 
sere in  luogo  di  quello.  Lat.  vices  gerere 
alicuius .  Serm.  S.  Ag.  I.  Colui  che 
Iddio  vi  darà  per  vostro  capo,  ubbiditelo 
con  grande  reverenza  ,  perocché  tiene  in 
voi  il  luogo  di  Cristo. 

TENERE  IL  MERCATO  .  Adunar 
gente  e  mcrcatanzie  ad  effetto  di  compra- 
re e  vendere. 


'-?  TENERE  IL  MEZZO.  Stare  egual- 
mente lontano  dagli  estremi.  J'.  MEZ- 
ZO, g.  XL.  (Nj 

^  TENERE  IL  PARLARE.  Lo  stesso 
che  Sospendere  le  parole.  Chetarsi.  Ar. 
Fur.  18.  174-  Cosi  diss'  egli  ;  e  tosto  il 
parlar  tenne.  Ed  entrò  dove  il  dotto  Alfeo 
dormia.  (Mj 

K'  TENERE  IL  PASSO  .  Impedire  l' 
entrata.  Fior.  It.  355.  Acca  giunse  a  Tur- 
no in  quella  selva  ,  dove  essi  era  in  a- 
guato  ad  Enea  per  tenerli  lo  passo  ,  che 
non  venisse  alle  mure.  /  ".  PASSO,  §. 
XXVIII.  (C) 

K'  TENERE  IL  PATTO  lo  stesso 
che  Stare  al  patto,  Dlantenere  la  data  pa- 
rola.  Dant.  Inf.  21.  Si  ch'io  temetti  non 
tenesser  patto.  Ar.  Fur.  2().  18.  .Ma  poi 
pensò  di  non  tenere  il  patto.  (M) 

'?  TENERE  IL  PENilERE  AD  UNO. 
Pensare  ad  uno.  Bocc.  g.  7.  n.  7.  S'ac- 
cese in  tanto  disiderio  di  doverla  vede- 
re, che  ad  altro  non  poteva  tenere  il  suo 
pensiero  (cioè,  non  poteva  pensar  ad  al- 
Uo).   (D 

*  TENERE  IL  PIANTO.  Frenarlo, 
Reprimerlo.  J'.  PIANTO,  g.  IX.  (IS) 

TENERE  IL  PIEDE,  fermarsi.  Lat. 
sislere  gradiim  .  Dant.  Inf.  23.  E  un  , 
che  'ntese  la  parola  Tosca,  Dirietro  a  noi 
gridò  :  tenete  i  piedi ,  Voi  che  correte  sì 
per  r  aura  fosca. 

g.  \.  Tenere  il  piede  nel  sepolcro j  vale 
Esser  vicino  alla  morte  .  Lat.  cum  Ly- 
bithina  congredi.  Gr.  TtjSÒ^  ravxrov  sy- 
yi'Csiv  .  Albert,  cap.  I.  S'  io  tenessi  lo 
piede  nel  sepolcro  ,  ancora  vorrò  appren- 
dere . 

§.  II.  Tenere  il  piede  mentre  che  altri 
scortica  ,  f gara  tam.  vale  Dar  mano,  o 
Porgere  aiuto  all'  opera.  Lai.  alieni  ope- 
ri manus  dare  ,  collaborare.  Gr.  <s\>iJ.-o- 
vsìv.  Cecch.  /ne.  2.  4-  ^^'  l'^'  *'*''  tenere 
un  piede  mentre  eh'  io  lo  scortico. 

§.  III.  Tenere  il  piede  in  due  staffe  , 
vale  Incamminarsi  per  più  e  diverse  stra- 
de ,  Attendere  a  due  fini  diversi.  Tener 
trattalo  doppio  .  Lat.  diversas  spes  spec- 
tare  .  J'arch.  Ercol.  32.  Per  giucara  al 
sicuro ,  avea  tenuto  il  pie  in  due  staflFe. 
•f-  E  Err.  Giov.  12.  È  dubbio,  anzi  si 
crede  per  molti  eh'  egli  tenesse  il  pie  in 
due  staffe.  iCj 

§.  IV.  JSon  poter  tenere  i  piedi,  o  Non 
poter  tenere  i  piedi  in  terra  ,  o  simili  , 
vagliono  Sdrucciolare,  Accennar  di  cade- 
re. Malm.  4-  67-  Là  dove  non  si  può  te- 
nere i  piedi,  ?<Ia  bisogna  che  Tuom  vada 
carponi.  1  arch.  Ercol.  73.  Quando  colui 
non  lo  lascia  vivere,  ne  tenere  i  piedi  in 
terra  (qui  figuratam.). 

*  TENERE  IL  PONTEFICATO  ,  e 
PONTIFICATO.  Fsser  Pontefice.  Petr. 
Uom.  ili.  34.  Anacleto  ce.  tenne  il  Pon- 
le6cato  anni  nove,  e  mesi  due,  e  dì  dieci. 
£35.  Evaristo  ec.  tenne  il  Ponteficato  anni 
dicci,  ec.  E  37-  Alessandro  ec.  tenne  il 
PonliBcato  anni  olio  ^  ec.  iJ  ) 

Jli  TENERE  IL  PRIMATO.  Dicesi  di 
Chi  soprasta  a  tutti  gli  altri  in  checche.c 
sia.  y.  PRIMATO.  (N) 

t  TENERE   IL  SACCO  .   Aiutare  al- 
trui a  rubare,  o  a  far  male  j  che  anche 
189 


lSo6 


T  E  S 


T  E  N 


ti  dice  Tener  mano  ,  o  Tener  di  mano  . 
Lat.  tradere  operas  mtUtias  .  Ott.  Cam. 
Inf.  26.  ^52.  Diomedes  per  lo  più  tenne 
il  sacco,  e  colui  furòe.  Geli.  Sport.  2.  1. 
Io  dubito  che  costui  non  sia  aochegli  un 
tristo,  e  tengagli  il  sacco.  Varch  Slor. 
Tenevano  il  sacro  a  chi  rullava  .  Cecch. 
Donz.  3-  2.  Avendo  in  casa  chi  Ci  tenga 
il  sacro.  Buon.  Fier.  l^.  X.  6.  La  Serva  a 
me  discreta  tiene  il  sacco. 

§.  Onde  in  proverbio  ;  Tanto  ne  va  a 
rhì  ruba,  che  a  chi  tiene  il  sacco,  o  si- 
miti; e  vale,  che  Della  stessa  pena  son 
degni  i  complici  e  i  delinijuenli  .  Lat.  a- 
gentes  et  consenticnies  pari  poena  puniun- 
lur.  Frane.  IJarh.  l35.  6.  Tant'  e  chi  lieo, 
quanto  chi  empie  il  sacco. 

TENERE  IL  SEGGIO,  /legnare.  Do- 
minare. Lat.  imperare.  Gr.a>Z'ìv  'Z""- 
Petr.  son.  110.  Amor,  che  nel  pensier 
mio  vive  e  regna  ,  E  '1  suo  seggio  mag- 
gior nel  mio   cuor  tiene. 

TENERE  IL  SEGRETO  .  ,Von  mani- 
festare le  cose  occulte  ,  o  confidate  ._  Lai. 
promisso  secreto  stare.  Gr.  !Ì.itòpfr,-:oi 
Tr^ptXt  .  Maeslrnzz.  2.  32.  3.  Tenere  il 
segreto  e  di  ragione  naturale. 

TENERE  IL  TENORE.  Tenere  il  fer- 
mo, o  Secondare  altrui  nel  parlare,  o  ne" 
moti.  Malm.  6.  35.  E  tutti  quanti  in  quei 
IraslulU  immersi  Si  tengono  il  tcnor,  si 
vanno  a'  versi  . 

TENERE  IL  VISO  BASSO.  Jfarecofffi 
faccia  inchinala  per  umiltà  ,  o  vergogna  . 
noce.  nov.  28.  12.  La  donna  teneva  il  viso 
liasso,  ne  sapeva  rome  ocj;arlo. 

TENERE  IN  APPRENSIONE.  Fare  che 
altri  stia  con  timore,  o  con  sospetto. 

t  TENERE  IN  ARIA.  Tenere  sospeso  in 
aria.  Tener  sollevato  da  terra.  Ovid.  Pist. 
86.  Levandoli  in  sul  petto  Anteo  ec.,  tanto 
il  tenesti  in  aria,  che  1"  uccidesti. 

TENERE  IN  1)\ND0.  Fare  stare  in  esi- 
lio ,  .Sbandire. 

TENERE  IN  BIL.\NCIO.  Bilanciare, 
Equilibrare  . 

TENERE  IN  BILICO.  Tenere  le  co.<e 
bilicale  informa,  che  agevolmeaU  si  muo- 
vano .  .,  , 

*  TENERE  IN  BRIGA  .  Molestare  . 
Fr.  lac.  Cess.  2.  1.  l3.  fl.  Con  una  galea 
lenea  in  hriga  lutto  il  mare.  (C/ 

TENERE  IN  BRIGLIA.  Figuratam. 
vale  lìeggere  ,  Governare  .  *  t'ir.  lelt. 
Tomit.  l5l.  Con  tulio  cii)  è  necessario 
che  sia  tenulo  in  briglia  .  e  credo  ancora 
che  le  minacce  di  rimandarle  m  qua  non 
faranno  poco.  (C)  Malm.  9.  20.  Ond'  ella 
spesso,  che  lo  tiene  in  lirigUa  ,  Lo  tira  su 
con  qualche  bella  cappa. 

*  TENERE  IN  CAPITALE.  Stimare. 
3lìl.  M.  Poi.  16.  Sappiale,  che  poi  si  grande 
teine  furo  fidale  a  costoro  di  menare  a 
loro  signori  a  lunga  parie,  eh"  eglino  era- 
no  bene  amali,  e   tenuti  in  gran  capila- 

''■  '^'  „  „ 

TENERE   IN  CAPO  .    Portare  II  capo 

topeitocon  cappello,  o  simili.  Lai.  operto 

capile  incedere. 

g.  Tenere  altrui  le  mani  in  capo  .  I  . 
TÈNERE  LE  MANI. 

TENERE  IN  CARCERE  .  Trattenere 
alcuno  carceralo  ,  o  prigioniero  .  Lai.  in 
vinciilisiletincre.  Gr.lv  Sl^fioli  ««T'.zt'v- 
Cas.  MI.  /i5.  Vuol  tenere  Flaminio  m 
carcere  ed  in  miseria. 

TENERE  IN  CERVELLO.  Costrigne- 
re  a  non  uscir  de'  termini  dovuti.  Tac. 
Dav.  Ann.  l5.  2O9.  Gii  si  mandava  lo- 
r.i,  olire  al  Pretore  ce. ,  visitatori  che  ec 
tenevano  i  popoli  in  cervello.  /■-'  /  il.  /tgr. 
3<)3.  Ni  per  prosperili  invanilo,  quella 
appellava  impresa,  o  «illotia,  ma  aver  te- 
nuti   i   vinti  in  cervello. 

if     TENERE    IN    CIELO.     Tenere  in 


,  p.   p.     eanz. 
rilucenti  ec.  ) 
cor,  fate 


beato.   Cin.  da  Pisi.    Bim 

(  Quando    Amor    gli   occhi 

Or  se  pietà  si  serra  Nel    vostro 

che   ognor   contempre     II  bel  guardo,  che 

in  eie!    mi  terra   sempre.  (Mi 

I  TENERE  IN  COLLO.  Sostenere 
alcuno  avvinghiandolo  colle  braccia,  e  ac- 
costandoselo al  petto.  Lai.  in  sinu  tene- 
re. Gt.  i' nilr-a  pipiti.  FU-  Crisi.  D. 
Tienlo  un  poro  in  collo,  almcn  tanto,  che 
giungala  madre  (il  Lai.  sallem  quousqiie 
veniat   mater  }  . 

%.  I.  Tenere  in  collo,  l'usiamo  anche 
per  impedire  lo  sfogamento,  per  lo  più  , 
dcir  acque.  Tac.  Vav.  Slor.  1.  275.  Por- 
to Lene  danno  presente,  e  spavento  di  fu- 
turo, il  suliilo  allagamento  del  Tevere, 
che  aitato  a  dismisura  rovinò  il  ponte  Su- 
blicio,  e  per  quella  materia  tenendo  in 
collo,  cavalcò  non  pure  i  luoghi  bassi  e 
piani  della  città,  ma  i  non  più  allagati. 
<Vo/i.  Fell.  82.  Per  la  qoal  cosa  ( la pe- 
.tcaia)  tenendo  mollo  in  collo,  sempre 
guastava  dimollo  terreno  de"  Fucecohiesi, 
e  di  que'  di  Valdinicvole.  Fiv.  Disc.  Arn. 
20.  Trovai  che  la  prima  pescaia  colle  sue 
sole  tavole  teneva  allora  Ombronc  in  rol- 
lo inlorno  a  braccia  uno  e  un   quarto. 

g.  II.  Tenere  in  collo,  si  dice  anche 
per  Impedire,  assola tam.  Fir.  nov.  ^. 
232.  Avvegnaché,  per  essere  la  serratura 
tulta  scassinala,  il  boncinello  tenesse  in 
modo  in  collo,  che  il  coperchio  non  si  ac- 
costasse alle  sponde  del  cassone  a  un  mci- 
zo  dito. 

§.  III.    Tenere  in  collo,  per    Trattene- 
re, o   .Sospendere    checchessìa.    M.      ''.   P- 
l5.   II  valenVc   cavaliere  ce.  formo  franra- 
ad  animo  di    far- 
ollo  il  pro- 


menlc  suo  processi 

ne  giustiiia,  sania  tenere  in  e- 

cesso. 

g.  IV.  Tenere  in  collo,  figuratamente, 
larch.  Ercol.  lo3.  Quando  alcuno  non 
dice  lutto  quello  ebc  egli  vorrebbe,  o  do- 
vercbbe  dire,  si  dire:  egli  lienc  in  collo. 
TENERE  IN  COLLORA.  Dare  altrui 
cagione  di  continuar  nell'  ira. 

TENERE  IN  COMUNE.  Possedere  in 
comune. 

TENERE   IN   CONCORDIA.   Coopera- 
re che  altri  stieno  concordi    e    d'accordo. 
TENERE  IN   CONTRASTO.  Dar  ma- 
teria di  contrasti,  di  disunioni,  di    dispa- 
reri. 

TENERE  IN  CUORE.  Aver  nell' ani- 
mo, in  pensiero.  Lat.  menu  agitare.  Gr. 
ev  vw^ytiv. 

TÈNERE  IN  DEPOSITO.  Avere  ap- 
presso di  se  con  titolo  di  deposilo  per  re- 
stituire a  ehi  si  debba.  Ar.  Cass.  2.  1. 
^on  sai  tu,  come  io,  che  quella  cassa  ec. 
è  d"  Arislando,  che  mio  padre  la  tiene  in 
deposito? 

TENERE  INDIETRO.  Allontanare  , 
yon  lasciare  accostare. 

§.  Figuratam.  vale  Impedire  ad  alcuno 
il  .tuo  avanlamenlo.  *  «Vir.  leti.  Tornii. 
108.  Se  non  che  Monsig.  <li  Pola  Oli  tiene 
indietro  con  imlujiiar  ili  rimanilarnii  la  co- 
pia. (C,  Segner.  Mann  Fe''br.  12.  1.  Ar- 
diresti tu  d"  arrivare  fino  a  vantarli  d  aver 
tenuto  indietro  quell'  eiiiolo  ancora  per  vie 
non  giuste? 

*  TENERE  IN  DIMORA.  Minar  per 
la  lunga.  Lai.  inorai  neclere.  Pecor  g.  ao. 
n.  2.  E  cosi  non  sari  bisogno  lenrr  la  rosa 
iu  dimora,  i  I  j 

TENERE  I.N  DISCORDI*.  Contrario 
di  Tenere  In  concordia^  Par  materia  di 
discordia  . 

TENERE  IN  DOZZINA  rru<Mrc  rfo;- 
zinalmente . 

TENERE  IN  Dl'BBIO  .  .Ven  manife- 
stare la  cosa  ,  ma  far  ,ht  altri  ne  stia 
sospeso  e  dubbioso.  I\lr.  cap    •)     Tenner 


IN     CIELO-      tenere  in      sospeso  e  awt'ivjv.   *,...   »"|-^/- 
grande  lelisia  j    Bender     inoli"  anni  in  dubbio  il  mio  desirc. 


T  E  N 

TENERE  IN  ERRORE.  Far  che  altri 
stia  in  errore  ,  o  s' inganni. 

TENERE  IN  ESERCIZIO  .  Eiercila- 
re.  Dare  occasione  d'  esercitarsi,  o  d'ope- 
rare. 

TENERE  IS  ESILIO  Lo  stesso  che  Te- 
nere in  bando.  Impedire  il  ritorno  alla 
patria . 

TENERE  IN  FEDE.  Mantenere  altrui 
in  fede,  Constn-arlo  nella  opinione  e  ne' 
pensieri  che  si  vorrebbero. 

TENERE  IN  FILA  .  Conservar  chec- 
chessia nella  fila  e  riga  diritta. 

TENERE  IN  FORSE.  Dar  maUria  di 
stare  in  dubbio  ,  Porgere  occasione  di  star 
dubbioso, 

TENERE  IN  FRENO  .  Lo  eletto  che 
Tenere  a  freno  .  Lat.  cohibere  .  Gr.  tTli- 
ZSiv.  Segr.  Fior,  decenn.  2.  Intanto  papa 
Giulio,  più  tenere  Non  potendo  il  feroce 
animo  in  freno ,  Al  vento  diede  le  sacre 
bandiere. 

«  TENERE  IN  GIUOCO  E  BEFFA. 
lìemb.  Stor.  8-  78.  Acciò  che  voi  mede- 
simi non  gilliale  quelle  cose  che  vostre 
sono ,  e  spontaneamente  io  giuoco  e  in 
befla  da  veruni  uomini  tenere  non  vi  fac- 
ciale, (l  j 

TENERE  IN  GOGNA.  Fare  stare  in 
gogna;  e  figuratam.  Schernire.  Lat.  lu- 
dibrio exponere.  Gr.  xara^iist Jià».  Lor. 
Med.  canz.  72.  3.  Non  si  vuole  un  ama- 
dore  Sempre  mai  tenere  io  gogna. 

TENERE  IN  GRASSO,  yudrir  lau- 
tamente. Pera.  rim.  I.  88.  Voi  sete  quel 
famoso  Pritaneo  ,  Dove  teneva  in  grasso 
i  suoi  baroni  II  popol  che  discese  da  Te- 
seo . 

TENERE  IN  GUARDIA.  Avere  in  cu- 
stodia. Custodire,  Cuardare. 

«  TENERE  IN  LUNGA.  Tenere  a  ba- 
da, Far  aspettare.  Ar.  Fur.  3l.  18.  Ri* 
naldo  mollo  non  lo  tenne  in  lunga ,  E 
disse:   La  battaglia  li  prometto.   iMj 

TENERE  IN  MACERO  .  Tenere  nell' 
acqua  checchessia  ad  effetto  di  macerar- 
lo .  Dep.  Decam.  72.  Si  dice  tenere  in 
macero  ,  come  del  lino  ,  della  canapa  e 
de"]upini,  e  di  allre  rose  tali  si  usa  tull>> 
giorno . 

TENERE  IN  MANO.  Avere  in  ma- 
no J  e  figuratam.  Avere  appresto  di  sé, 
in  sicuro  .  Lat.  habere  apud  te  .  Gr.  Cv 
X!ip^'  ^X^^'*-  ^occ.  nov.  t\l\.  11.  Tua  fi- 
gliuola i;  siala  si  vaga  dell'  usignuolo,  che 
ella  1"  ha  preso,  e  tìeolosi  in  mano.  Dani, 
rim.  1.  Allegro  mi  sembrava  Amor,  lenen- 
do Mio  core  in  mano. 

TENERE  IN  MOLLE.  Tener  eota  to- 
lida  immersa  in  alcun  liquido.  Red.  Etp. 
nat.  ^.  Affermavano  que'  buoni  Padri,  es- 
ser necessario  lavarle  col  lalle  monto  di 
fresco,  ed   in  quello  lencrle  in  molle. 

*  TENERE  IN  OFFICIO.  Fare  che 
altri  non  esca  del  tenore,  e  modo  dovuto. 
Lai.  in  officio  conlinere  Cor.  leti  To- 
rnii. 83.  lo  so  quanto  vi  porla  rispetto  , 
e  vi  prego  a  tenerlo  in  officio  .  prote- 
standoli ancora  della  disgratia  vostra  ,  e 
mia.    iC) 

TENERE  IN  OPERA.  Tenere  oceupm- 
lo,  o  in  faccende.  Lai  curam  alicui  de- 
mandare .  Gr.  «"-:iTfCT«iv  T'  Ti»t'.  Ar 
Cass.  1.  a.  Mi  mandano  ora  •  trovalo 
Filoslrato  ,  acciocché  mi  tenga  in  onera  . 
ni.,  ritornale  mi  lasti,  finche  non  abliiaiio 
essi  il  lor  disegno  foinilo. 

TENERE  IN  ORAZIONE  .  Operare 
che  altri  stia  orando  ,  che  faccia  ora- 
zione . 

TENERE  IN  ORDINANZA.  Disporre 
e  Conservare  nell' ordinanza. 

TENERE  IN  ORECCHI.  Dar  materia 
che  altri  stia  con  attenzione. 

TENERE  IN  PACE  Porner  materia 
di   unione  ,  di  concordia  ,   di   pace  ;    /  re- 


T  E  N 

muover  ìa  pace .  Cron.  Morell.  222-  A 
tulle  queste  caslcUa  &Ù  un  Potesl^  citta- 
dinu  ili  >'ircnic,  il  quale  ce  tiene  in  jiacc 
i  suoi  sottoposti. 

*  TEWERli  IN  PALAZZO.  Tenere  a 
loggia  t  7'enere  a  linda  j  e  per  io  più  s' 
intende  tjuasi  con  beffe  .  Lat.  dtsiinerc  . 
Cr.  7i«^«TC*v£tv.  Eemb.  iett.z.  lO-  120. 
Bo  diliberato  pregar  vostre  Signorie  a  non 
Toler  Uiar  meco,  il  quale  non  cerco  altro 
che  giustizia ,  ne  son  persona  da  tene- 
re in  palazzo  ,  quello  che  forse  dovcrcste 
usar  con  un  liligioso^  che  volesse  torvi  del 
vostro.   (*) 

TENERE  IN  PAROLE  .  dilungar  le 
parole  per  tener  altrui  sospeso^  Non  ve- 
nire alla  conclusione  .  Lat.  sermone  ali- 
quem  tenere ,  0\id.  Bocc.  now  5o.  4- 
Acciocché  io  non  ti  tenga  più  in  parole, 
ti  dico  ec.  Vit.  SS.  Pad.  j.  6l.  Veden- 
do li  frati  che  egli  s'  aflrettava  di  tornare 
al  suo  romitorio,  iogegnavansi  di  tenerlo 
in  parole,  e  di  ritardarlo  da  quell*  andata. 
sjs  Fior.  It.y]5.  Tcnnelo  in  parole  iu6no 
a  tanto  eh*  ehbe  fatta  la  cittadc.  (C) 

*  TENERE  IN  PASTURA.  /  .  PASTU- 
RA, §.  VI.  (•) 

TENERE  IN  PEGNO.  Jscre  appresso 
di  se  con  titolo-di  pe^no. 

TENERE  IN  PENDENTE.  Fare  che 
alcuna  cosa  rimanga  sospesa ,  o  dubbia , 
o  indecisa.  Lat.  sitb  indice  litem  haherc. 
Albert,  cap.  29.  L'  amistade  dell'  amico 
duhilato  tiella  in  pendente  .  K  appresso  : 
Delli  dubhii  non  diffinire,  ma  tieni  la  scn* 
lenza  tua  in  pendente.  M.  V.  7-  85.  Dis- 
simulò il  fallo,  e  lennclo  in  pcDdcntc. 

TENERE  IN  PENSIERO,  /are  r/ien/- 
tri  stia  coli'  animo  sospeso.  *r  Fardi. 
Stor.  12.  470.  Per  lo  che  postoli  mag- 
gior odio  lo  tenne  sempre  in  pensieri.  (C) 
TENERE  IN  PETTO.  Occultare  al- 
cuna cosa,  per  pubblicarla  a  suo  tempo . 
Tac,  Dav.  Ann.  3.  63.  Ogni  altri  per 
futuro  Principe  s' intonava,  sperava,  vene- 
rava, che  costui,  che  la  fortuna  teneva  in 
petto  {il  testo  lat.  ha:  fortuna  in  occul- 
to tcnehal  ) . 

*  §-  Per  Passar  sotto  silenzio  .  Lai. 
silcntio  involgere.  Ar.  Fur.  l3.  65.  De 
r  altre  lacerò;  che  come  ho  dello  Lungo 
sarebbe  a  ragionar  di  lanle  ec.  Le  Bìau- 
i-hcj  le  Lucrezia  io  terrò  in  pctlo.  (Br) 

TENERE  IN  PIE.  Beggere,  Conscr^'a- 
re,  Mantenere  in  islalo,  in  essere.  Lat. 
conservare.  Gr.  fftu'uìiv.  G.  F-  l\.  5.  4* 
Facendo  i  Fiorentini  della  citta  loro  pia- 
cere  di  disfarla,  o  tenerla  in  piede. 

TENEltE  IN  1  O.NTE.  lo  stesso  ilio 
Tenere  dubbioso j  e  Tenere  in  pendente, 
Aort  dar  risposta  risoluta.  Cecch.  Mogi. 
2.  2.  Quant*  ho  io  A  tener  quella  cosa  in 
ponte?  Segr.  Fior.  Clìz-  l.  i.  Ha  tenuto 
la  cosa  in  ponte  più  settimane.  Ulalm.  2. 
24.  Acciocché  più  tener  non  T  abbia  in 
ponte. 

TENERE  IN  POSSESSO.  Conservar 
nel  possesso,  l'nr  che  altri  possegga. 

*  TENERE  IN  PT-EGIO.  Pregiare, 
Apprezzare.  Segner.  Pred.  5.  I.  NuUa  la 
ragion  delle  genti  tenendo  in  pregio.  (Jìr) 
TENERE  IN  PRIGIONE.  Biletiere  in 
carcere.  Lat.  in  vinculis  habere.  Gr.  ev 
cisp-oi^  xa-i'/^tv.  c.  F.  (\.  26.  3.  Poi 
•vendo  tenuto  in  prigione  alquanto  il  del- 
io Papa  e  i  Cardinali  j  fu  accoido  da  lui 
al  Papa. 

TENERE  IN  PROTEZIONE.  Proteg^ 
gcre.  Lat.  lucri,  prolegere.  Gr.  lipotz- 
Tao&ai,  c,«.jvstv.  Cas.  leti.  6.  Pregando 
nostro  Signore  Dìo  che  la  consoli,  e  ten- 
ga  in  sua  .vanlissima  proiezione. 

i'.'  TE>ERE  IN  RAGIONE  E  IN 
GIUSTIZIA.  Far  che  altri  stia  in  do- 
vere e  operi  rettamente  ec.  Fs.  Fav.  T. 
Pier.   5*.   Volevano    Re    che    loro    sigao- 


T  E  N 

reggiasse,  e  tcncsselc  in  paura  e  in  giu- 
stizia. E  5g.  Una  volta  furono  li  ranoc- 
chi insieme,  e  andarsene  al  DisliDalo  ,  e 
domandargli  Signore,  lo  quale  gli  tenesse 
in  giustizia.  E']5.  Disse  loro  che  doves- 
sono  trovare  un  altro  Signore,  del  <|uale 
cileno  si  contentassono,  e  che  le  tenesse 
in  buona  ragione   e  giustizia.  (C) 

TENERE  IN  REPUTAZIONE.  Soste- 
ner checchessia^  acciocché  sia  avuto  in 
riputazione,  0   in   istima. 

*  TENERE  IN  RIGUARDO.  Custo- 
dire,   Guardare.  Lasc.     Ceri.     1.    nov.    2. 


T  E  N 


i5o7 


r  ultima  coppia  tenne  La  briglia  più  ,  ne  . 

quando  gli  altri ,  venne.  (Mj 

^  §.  E  fìgiiratam.  vale  Tener  eh'  e' 
non  si  trascorra  .  Cas.  rim.  buri.  1.  l3. 
E  però  clii  battezza  le  persone  Dovecebbe 
tener  la  briglia  in  mano ,  ec,  (Bj 

TENERE  LA  FORTUNA  PEL  CIUF- 
FETTO.  Aver  gran  fortuna.  Aver  buo- 
na sorte.  Lat.  prospera  fortuna  uti.  Gr. 

TENERE    LA    MANO  .    Propriamente 

Prendere  la  mano  di  colui  che  impara  a 

scrivere ,  o  simili,  per  ammaestrarlo  nel 

Fecero  intendere  al  padre ^  quanto     fosse  ì  muoverla  per  l'effetto  suddetto.  Lat.  mu- 


da tenerlo  in  riguardo,  e  non  gli  lasciar 
pigliar  pratica.  (C)^ 

TENERE  IN  SE.  Lo  ste.iso  che  Te- 
ner segreto.  Tes.  Br.  Tieni  in  le  ciò  rlie 
tu  odi,    più  volentieri  che   tu    non    parli. 

*t  TENERE  IN  SERBO.  Custodire 
alcuna  cosa  altrui  con  patto  di  restituir- 
la, 0  alcuna  cosa  propria  per  farne  uso 
quando  che  sia. 

TENERE  IN  SICURO.  Avere  assicu- 
rato. 

TENERE  IN  SPERANZA.  Lo  stesso 
che  Tenere  a  speranza  ,  Fare  sperare. 
^  Bed.  Lett.  Questi  per  ora  non  ha  avu- 
to ne  l'inclusiva  ne  1'  esclusiva  ,  ancor- 
ché sia  tenuto  in  buone  speranze.   (C) 

TENERE  IN  STIMA.  Stimare,  Ap- 
prezzare. Lat.  magni  Jacere.    Gr.   jus'/w- 

*  TENERE  IN  SULLA  MOSTRA.  F. 
TENERE  SULLA  MOSTRA,  (fi) 

*  TENERE  IN  TEMPO.  Tenere  a 
bada.  Lat.  distinere.  Gr.  ava^a^/e-jSat. 
Bcmb.  lett.  2.  10-  121.  Fatemi  voi  giu- 
stizia, che  io  ve  ne  priego  ,  e  non  tenete 
in  tempo  me,  se  desiderate  che  Dio  non 
tenga  in  tempo  voi  del  maggior  Lene  e 
del  maggior  desiderio  vostro.   (•} 

TENERE  IN  TII^IORE.  Far  che  altri 
stia  con    timore.   Intimorirlo. 

TENERE  IN  TRANQUILLO.  Fare 
che  altri  stia  in  tranquillità.  Tranquil- 
lare^ nel  signi fic.  del  g.  I.  M.  F.  IO. 
2-'(.  Secondo  le  offerte  clic  gli  erano  fal- 
le, dava  e  toglieva  parole  ,  e  lenca  in 
tranquillo. 

TENERE  IN  TRAVAGLIO.  Dar  ca- 
gione che  altri  stia  travagliato  ,  Trava- 
gliarlo. 

TENERE  IN  TUONO.  Figuratamen' 
te  Fare  che  altri  non  esca  del  tenore  e 
modo  dovuto.  Lat.  in  officio  continere.  Gr. 

*  TENERE  IN  VERDORE.  Conser- 
vare verde  .»  Fsp.  J'at.  J\'ost.  3.  Innaf- 
fialo della  fontana  ec.  e  lo  tiene  in  vcrdore 
e  in  vita  ».  (Fj 

*  TENERE  IN  VILLA  ALCUNO  . 
Farvelo  stare  .  Cecch.  Sliav.  3.  6.  Ecco 
a  chi  in  malora  io  fui  data  con  si  falla 
dotai  acciocché  mi  tenesse  in  villa  a  sten- 
tare ,  ed  egli  si  sieste  a  dar  buon  tempo 
con  le  sciagurate  .  E  appresso  .•  Che  mi 
può' lu  far  peggio,  che  leneimi  in  villa, 
e  qua  giù  empierti  la  casa  di  sciagura- 
te?  (FJ 

f  TENERE  IN  VITA.  Conservar  vi- 
vo .  Esp.  Pat.  JSosl.  3.  Innaffialo  della 
fontana  ec.  e  lo  tiene  in  verdore  e  in 
vita  .  Petr.  son.  191.  E  *1  cor  sollrag- 
ge  A  quel  dolce  pensicr  ,  che  'n  vita  il 
lene  . 

TENERE  IN  ZUCCA  .  Tenere  il  capo 
coperto  .  Lat.  tectitni  caput  habere  ■  Gr. 
y.i/.uÀulxpiiyr,j  xe^-airr;  s^-''^  ■  ^'(""^  ■ 
sai.  7.  Sgorbia  ,  se  nel  parlarli  io  ten- 
go in  zucca ,  Di  tirannico  sdegno  e  d' 
ira  acceso  II  tuo  sguardo  superbo  mi  pi- 
lucca. 

^  TENERE  LA  BRIGLIA  .  /"  senso 
proprio  vale  Andar  adagio,  /Indar  lento 
cavalcando.  Ar.  Fur.  27.  l5.  Ma  chi  guidò 


num  alicuius  manu  supenniposita  regere , 
Quintil. 

§.  I.  E  figuratam.  vale  Ammaestrare, 
Cooperare,  Aiutare.  '^  Segr.  Fior.  Framm. 
Stor.  Fu  fallo  chiaro  die  M.  Antonio  Ma- 
nelli  ec.  avca  tenuto  le  mani  a  metter  den- 
tro Gostanza.  (TC) 

§.  II.  Tenere  le  mani  a  se ,  vale  Non 
impiegarle  a  pregiudizio  ,  0  aggravio  al- 
trui. Lai.  mnnus  abòtinere,  continere-  Gr. 
KTT-:'x£'J^*''  'ivo;.  Eir.  Trin.  2.  6.  Oh  lien* 
le  mani  a  le,  prosuniuoso  ,  improntacelo. 
Bern.  Ori.  2.  19.  ^&.  Turpino  in  questo 
lo  chiama  insensato;  Ma  basta,  e' lien  le 
mani  a  se  ,  e  cammina. 

^  g.  ili.  Tener  le  mani  addosso  ad 
uno,  vale  Averne  cura.  Custodirlo.  Car. 
lett.  Tomit.  83.  Io  desidero  che  li  leniate 
le  mani  addosso  ,  perchè  talvolta  suol  far 
di  gran  carriere,  e  se  non  e  rimesso  tra- 
scorre volentieri.   (C) 

§.  IV.  Tenere  la  mano,  o  le  mani  a 
cintola  ,  e  Tenersi  le  mani  a  cintola  ,  o 
simili  ,  vogliono  Non  esercitarle  ,  Starsi 
ozioso.  Non  operare  j  e  talora  anche  Non 
si  risentire.  Lai.  otio  indulgere,  desidem 
esse.  Gr.  6/vzi-J-  Bocc.  nov.  20.  2.  S'im- 
maginano che  le  donne  a  casa  rimase  si 
tengano  le  mani  a  cintola.  Pern.  Ori.  2- 
3o.  45-  Or  chi  sarà  quel  Iraditor  villano, 
Che  così  far  vedendo  al  suo  signore.  Alla 
cinturasi  tenga  la  mano?  Buon.  Ficr.  4- 
4.  2.  E  non  m'  hai  viso  D'  aver  sempre  a 
tenerti  A  cintola  le  mani. 

§.  V.  Tener  la  mano  j  e  le  mani  in 
capo  ad  alcuno,  vale  Averne  cura.  Pro- 
teggerlo, Custodirlo,  onde  per  troppa  li- 
bertà, 0  per  soverchia  ignoranza  non  cada 
in  errore.  Lat.  peccaìv  non  sinere,  custo- 
dire, tueri.  Gr.  i^v.jxcf.pTclvziv  ojx  sàv, 
uTTcpacTttCstv  .  Cavale.  Med.  cuor.  Se 
Iddio  non  mi  tiene  la  mano  in  capo,  co- 
sì caderò  io,  come  egli.  Tac.  Dav.  Stor. 
4.  35i.  Teniate  a'  soldati  le  mani  in  capo, 
che  non  fallino.  Lasc.  Gehs.  4-  l3.  Uh, 
uh  ,  che  san  Brandano  ci  tenga  in  capo 
la  mano  .  Cas.  Lett.  82.  Nostro  Signore 
vi  tenga  le  mani  in  capo. 

i\'  TENERE  LA  MIRA.  Figuratam. 
Aver  la  mente  volta  a  checchessia.  Salv. 
Cranch.  2.  2.  Dove  domine  Tienlamira 
costui?  (Cj 

TENERE  LA  MULA.  Figuratam.  va- 
le Accompagnare  alcuno  tanto  che  faccia 
qualche  faccenda  .  Buon.  Pier.  l\.  1.  z. 
Ne  eh'  anch'  io  pur  la  mula  Non  tenga  a 
le  ,  siccome  a  me  tu  fai. 

TENERE  L' ANIMA  CO' DENTI.  ìj- 
ser  cagionoso  ,  Esser  in  pericolo  di  pre- 
sta morte  .  Lat.  a-grotare  .  Gr.  -^ociìv  - 
Lor.  Med.  canz.  71.  5.  Non  lien  V  ani- 
mo coi  denli,  Ch'un  non  ne  ha  per  me- 
dicina. Lasc.  Pinz.  1.  6.  Benché  egli  non 
sia  troppo  vecchio,  lien  1'  anima  coi  denli. 
Malm.  6.  24.  Ond'  è  ridotlo  per  lo  mal 
governo  Si  sUullo,  eh'  e'  tien  1'  anima  co' 
denti . 

*  TENERE  LA  PACE,  ^/rt/ifc/icre.  Os- 
servare la  pace.  Fior.  S.  Frane.  4o.  Al- 
lora santo  Francesco  rcpele  qui  :  Frale 
Lupo,  d.ippoicbé  li  piare  di  fare  e  di  te- 
nere  questa  pace,  io  li  prometto  ec  (F) 


i5o8 


T  E  N 


T  E  N 


T  E  N 


*  TENERE  LA  PARTE  D*  ALCUNO. 

Seguire  la /azione  d'alcuno,  (iiov'.  Geli. 
Vit.  Alf.  Il'j5.  I  Tt-'clcst-lii  perseguitarono 
con  gran  guerra  Roherto  Sed^miu  nella 
città  ili  Liegia,  che  teneva  la  parte  Frac- 
tese.  (C) 

TENERE  LA  POSTA.  Term.  di  giuo- 
co. Acconsentire  di  giucare  la  somma  con- 
venuta,  Giucarla. 

%■  I.  l'^iguratam.  vale  Acconsentire^  Ac- 
cettar l' invilo  di  checchessia. 

§.  II.  Tener  la  posta,  vale  anche  Te- 
ner cavalli  e  calessi  per  dare  a  prezzo 
a*  viandanti  che  viaggiano  per  cambia- 
tura . 

TE.NERE  L*  ARCO  TESO.  Figuratam. 
vale  Star  pronto  ,  Esser  preparato  per 
alcun  determinato  fine. 

TENERE  L'ARIA.  Impedire  che  l'a- 
ria non  penetri^  Pararla  che  non  passi, 
chi:    non  offenda . 

TENERE  LA  SIONOP-l'A.  /leggerla. 
Amministrarla  .  Lat.  administrare  .  Or. 
(Jtotxeìv  .  iiocc.  nov.  17.  3.  Se  n'  andò 
alla  .signoria,  e  in  segreto  a  un  cavalicr  , 
rhc  quella  lenea ,  (iis.sc. 

TE^EUE  LA  STAFFA.  Far  forza  alla 
staffa,  acciocclti  non  giri  la  sella ,  quando 
alcuno  sale  a  cavallo  .  Lor.  Med.  cnnz. 
Il5.  6-  La  mi  tenne  la  staffa,  E  io  montai 
in  arcione . 

TENERE  LA  WK.  Lo  stesso  che  Tener 
via.  Ar.  Far.  IO.  Il3.  Non  più  tenne  la 
via,  rome  propose. 

§.  Figura tam.  vale  Tener  modo.  Frane. 
Sacch.  nov.  228.  Monsignore  ,  io  di  pri- 
miera tcnca  la  via  cbc  ora  volete  che  iu 
legna,  e  a  voi  piacque  che  quella  più  io 
non  se^t.issi. 

TENERE  LEGATO.  Fare  che  alcuna 
cosa  stia  legata  j  e  fìguratam.  Aver  sal- 
damente unito.  IJoez.  J  arch.  3,  prov.  2. 
E  me  vorrà  la  cupidigia  degli  uomini  , 
la  quaU'  mai  non  si  empie ,  tener  lega- 
ta alla  costanza  ,  e  farmi  es^cre  stallile  e 
ferma? 

TENERE  LE  RISA.  Non  ridere,  RaJ. 
frenare  il  riso.  Lat.  risui  temperare.  Fir. 
Disc.  an.  105.  Il  padrone  del  ferro,  uden- 
do cosi  sconcio  miracolo,  appena  potè  te- 
nere le  risa  .  Tac.  Vav.  Ann.  lo.  iG3. 
Ma  rjuando  egli  entrò  nella  sapienza,  nel- 
la  provedcnza,  neuno  tenne  le  risa. 

TENERE  LIBRO,  o  LIBRI.  Scrivere 
i  conti  al  lihro.  Cron.  Veli.  6^.  Avea  una 
buona  testa ,  e  molto  affaticante  e  bene 
esperto  mercatante,  e  teneu  molto  bene  un 
libro  .  Galat.  ^0.  Ci  i;  un*  altra  maniera 
di  cirim'iniose  persone  ,  le  quali  di  ciò 
fanno  arte  e  mercataniia,  e  tengonne  libro 
e  ragione  f  qui  per  similit.  ). 

#  TENERE  LI  COMANDAMENTI  . 
Osservare  i  comandamenti  .  Gr.  S.  Gir. 
6o.  Non  hanno  tenuto  gli  comandamenti 
delli  rjuattru  Vangtlisli.  (F) 

TE.NERE  L'lMl»ElllO.  Imperare.  Lat. 
imperare.  Gr.  xara/u^itJsc/ .  ffoez.  G. 
S.  3.  In  quel  tempo  teneva  lo  'mpcrio  d' 
Orimi»'  Zenone.  #  iVgr.  Fior.  Pr.  li).  Ve- 
gnamo  ad  Alessandro,  il  quale  fu  di  lanla 
boiitj  ,  che  tra  V  altre  lodi  che  gli  sono 
atti  iliuitc,  h  che  in  i[tialtordici  anni ,  che 
tenne  l'imperio,  non  fu  mai  morlu  da  lui 
nessuno  ingiudicato.    (^) 

3  TENERE  L*  LWITO  .  Accettare  l' 
invito  .  Lai.  conditionem  accipere .  Gr. 
Ttpfi»;  %Ìfk^xti'i  jfw^sJv  .  Docc.  nov.  27. 
43.  Gr  invitò,  ed  citi  liberamente  ce. 
tennero  lo  *nvito.  /■'  nov.  oq.  (i.  S'avvi- 
de clic  questo  cavaliere  avea  dulut.itu  che 
essi  non  avesser  tenuto  lo  *nviio. 

*?  g.  I.  Tener  l'invito,  e  anche  term. 
del  giuoco,  e  vale  lo  stesso  che  Tener  la 
posta,  li  Mnlm.  8.  75.  Lo  'nvito  tiene  e 
regge  n  ugni  posta  .  E  y.  34-  Ritiransi  , 
a  nini  tengon  più  lo  'nvito  w.  (X) 


§.  II.  Tenere  l' invito  del  diciatto  ,  si 
dice  di  Chi  cicala  assai  .  ì'arch.  Ercol. 
95.  Di  simili  f;racchioni  si  dice  ancora  : 
e' terrebbe  l'invilo  del  diciotto. 

TENERE  L'OCCHIO  A  CHECCIIES- 
SIA.  Badarvi  attentamente.  Considerar- 
lo, Averne  cura.  Lat.  invigilare,  sedulam 
curam  agere.  Gr.  7r_:off/y.f rspstv.  ^f.  V. 
r).  lf>.  .Semplici  e  idioti,  che  solo  tengono 
gli  occhi  alle  cose  che  sono  loro  davanti. 
Anthr.  Cof.  4-  >5.  Voglioci  Tenere  gli 
occhi,  o  anco  bene  intendere  ec.  Ar.  /.en. 
5.  I.  Tien*  r  occhio,  che  se  là  passassero 
Le  carra ,  in  un  momento  pos*i  corrervi. 
Sfgr.  Fior.  Chz.  3.  7.  Ticnvi  su  gli  oc- 
chi, Pirro,  cb*  e'  non  v"  amlasse  nulli  in 
cjppf-ruccia  ;  e'  ci  è  chi  sa  giucar  di  ba- 
gattelle . 

§.  I.  Tener  l'occhio  teso,  vale  Stare 
in  attenzione,  Badarej  che  anche  si  dice 
Star  coli'  occhio  teso. 

§.  11.  Tener  /'  occhio  ,  o  gli  occhi  a- 
perti ,  vale  Usar  vigilanza  e  attenzione  . 
lìern.  Ori.  i.  20.  28.  Il  ravalier,  di  lui 
molto  più  esperto.  Voltava  intorno,  e  le- 
nea  l'occhio  aperto.  E  2.  6.  2G.  Sirdiè, 
rVamo  mio  caro  ,  intendi  bene  ,  Tenere 
aperti  gli  orchi  ti  conviene. 

§.  III.  Tenere  gli  orrlii  addosso  altrui, 
vale  Avergli  cura  ,  Badarvi ,  Osservare 
i  suoi  andamenti  .  Ar.  Cass.  1.  3.  Poi- 
ché *I  vecchio  levatomi  E  d'appresso,  e 
tener  gli  occhi  continua-Mente  nou  mi  po- 
trà addosso, 

§.  IV.  Tenere  gli  occhi  bassi,  vale 
J'olgerlt  a  terra  per  timore  ,  umiltà  ,  o 
simili.  Amct.  57.  Gli  occhi  lenendo  bas- 
si, quante  volle  gli  aliava,  tante  gli  aspetti 
di  tutti  vcdiM  mutare. 

•■*  §•  V.  Tener  gli  occhi  a  terra,  vale 
Guardare  in  terra  .  Segner.  /*red.  Pai. 
Ap.  10.  8.  Tien  (  il  leone  )  pli  occhi  a 
tcira  per  non  vedere  gli  spiedi  dei  cac- 
ciatori. (TCJ 

§.  VI.  Tener  l'occhio  alla  penna,  o  al 
pennello  ,  vale  Star  canto  ,  Guardarsi  , 
Badare  attentamente.  Lat.  sedalo  incum- 
bere.  Gr-  TZifpoirtsixi-JOii  OTto-Jov'^nv  . 
Ciriff'.  Cali'.  I.'  8.  E  pel  mar  di  Lio.n  poi 
volteggiando.  Ci  bisognò  tener  l'occhio  al 
pennello  .  E  l.  22.  Mi  non  pensar  che 
Maldui'co  di  Ramina  N  in  lenl^s^c  ancor  ci 
rocchio  al  pennello.  L  2.  47-  Bisognava 
tener  P  occliio  al  penni'Ua,  Perche  e*  me- 
nava certi  colpi  a  sghendio. 

'\'  TENERE  L'OCHE  IN  PASTURA. 
/'.   OCA.  S     I.  (•) 

•f  *  TENERE  LOGGIA  DE'FATTI 
D'ALCUNO.  Sindacare  puhhlicamente  le 
azioni  d'alcuno.  Alleg.  121.  Che  là  si 
tien  pancaccia  ,  e  si  tien  loggia  De'  fatti 
d*  altri  ,  e  qucll'  i;  più  valente  ,  Che  nel 
dir  mal  d'ognun  si  sbranca  e  sfoggia.  (l'J 
TENERE  LONTANO  .  Allontanare  , 
Proibire  che  altri  non  si  accosti.  Segner. 
Pred.  3,  2.  Bisogna  periler  le  ricreaxionì 
con  tenersi  lontano  da  tulle  quelle  adu- 
iKìntc  dov*egIi  pratica. 

TINERE  L'  ORICCIIIO,  o  GLI  O- 
RECCIII  AD  ALCUNA  C0^\.  Baiarvi , 
Starvi  attiralo  Lat.  aures  d.tre  fc'  prabcre. 
Gr.  wVa  Ttv.pCx*^'*  '  /-ah.  Ho.  Con  tanto 
piacere  di  me,  che  uHc  loro  parola  Icnra 
gli  orecchi ,  eh*!  dir  non  potrei. 

TENERE  L*  USCIO  ,  o  .timili  .  tmpe. 
dire  ,  o  Ficlarf  altrui  /'  ingresso  .  Bocc. 
nov.  65.  31  E  quale  uscio  ti  fu  mai  iu 
cAi^    (uà    tenuto T 

*?  TENERE  MAESTÀ'.  Starf  in  .utt 
grave  .  Dav,  Fit.  Agric.  38<).  In  consi- 
glio o  magitlralo  era  grave  re.  ;  altrove 
noli   tene\a  maestà,    (f) 

TENERE  MALE.  Contntrio  d,  Tener 
hene  ;  Trascurare  ,  ,Voh  custodire  colla 
dettila  Cura  e  diligenza. 

TENERE    MANIERA  .     Lo  stesso  the 


Tener  modo.  hit.  modum  tenere.  Gr.  ftt* 
Tpia'Csiv  .  Bocc.  nov.  16.  36  Le  cagioni 
gli  mostrò  ,  perchè  quella  maniera ,  che 
fatta  avea  ,  tenuta  avesse-  ^  E  g.  I.  n. 
4-  Pensò  di  volere  tenere  io  ciò  altra  ma- 
niera (cioè,  fare  altrimonti.  Lat.  alilcr  se 
gererc).  (F) 

*!  TENERE  MANO,  0  DI  MANO. 
Aiutare  a  fare  ;  e  s'intende  per  lo  pia 
in  pregiudizio  del  terzo:  il  che  si  dice  anche 
Ten-  re  il  sacco  .  Lat.  opem  jerre  .  Gr. 
^on^iiv.  Bocc.  nov.  85.  17.  E  con  loro 
insieme  teneva  mano  a  beffarlo  .  G.  F. 
II.  79.  I.  A  queste  discordie  tenieno  roa- 
no i  Baruni  del  regno  .  CeccH.  Stiav.  5. 
5.  Cosi  si  fiacchi  il  collo  ,  come  ella  Lo 
sa,  e  ci  ha  tenuto  mano. 

*  TENERE  MATRIMONIO.  Fiver 
moglie  e  marito  insieme ,  non  serx'ando 
castità  .  Vit.  SS.  Pad.  2.  2f>8.  Faremo 
credere  ec.  che  tegnamo  malrimonio  ec, 
e  nientedimeno  Cristo  ci  vedrà  ec.  por- 
tarci amore,  come  siroccbia  e  fratello.  (V) 
TENERE  .MEMORIA.  Avere  a  memo- 
ria,  incordarsi.  Lat.  reminlsci ,  non  oh' 
livitci  Gr.  «vK^i^v/'l'j/e^&at.  Cas.  tett. 
5.  La  ringrazii  umilmente  della  memoria 
che  le  piace  tener  di  me  .  Ar.  Fiir.  36. 
^.  Che  se  già  r  avea  udito  da  fanciulla 
Or  ne   tenca  poca  memoria,  o  nulla. 

TENERE  MENTE.  Attentamente  ri- 
guardare. Badare.  Lat.  attente  prospice- 
re  .  Gr.  rzif-ovTtip.ivoii  rzpoyotìfticti , 
Bocc.  nov  DI.  5.  Tenesse  mente  in  una 
vigna,  la  quale  .dlato  alla  casa  di  lei  era. 
Amet.53.  £  tutte  insieme  tenendole  menle, 
non  conosce  a  quale  apponga  alcuna  rosa. 
Frane.  Sacih.  nov.  I78.  Noi  ci  abbiamo 
questa  nostra  usanza  di  queste  gorgiere  , 
o  doccioni  da  cesso  cbc  vogliamo  dire , 
nei  quali  tegnamo  la  gola  si  incannata  , 
che  noi  non  ci  possianm  tenere  meote  a' 
piedi .  ^ 

•5  g.  I.  Per  Pen.tare,  Por  menle.  Pass. 
355.  Non  h  al  tutto  da  negare  che  oc' 
sogni  si  possa  tener  menle.  (V) 

V  g.  II.  Tener  mente  alle  mani,  me- 
taforicamente vale  Tener  gli  occhi  addoi- 
•co.  Fil.  I  ili.  II.  73.  Determinarono  li 
fo>sc  tenuto  mente  pile  mani,  «ì  che  non 
gli   venisse   fatto.   (ì') 

TENERE  MERCATO.  Trattar  di  ccm- 
perare,  o  di  vendere.  Lat.  mercatum  age- 
re. Gr.  ìultiptJtz^OLi.  Bocc.  nov.  l5.  2. 
Assai  ne  gli  piacquero,  e  di  più,  e  pìù 
mercato  tenne.  /.'  nov.  83.  3-  Con  quanti 
sensali  aveva  io  Fircnic  cr.  teneva  mer- 
cato. 

TENERE  MODO.  Adoperar  mezzo. 
Adoperare.  Lat.  modiim  tenere.  Gr.  fit- 
TJia^iiv.  Bocc.  nov.  21.  6.  Comiociu 
Masetto  a  pensare  che  modo  dovesse  te- 
nere. E  nov.  23.  5.  Avendo  seco  peota- 
tu  che  modo  tener  «lovessi*  ,  se  n'  andò  a 
convenevole  ora  .lUa  chioa.  Crcnuhett 
d'  Ami:r.  252.  Ragionalo  i«q>ra  le  1  hie»te 
quanto  accadeva,  e  voluto  da  lui  sapere 
che  modo  terrebbe  a  darci  la  possessione 
bbera  di  l'i%a.  Cas.  leti.  Ij).  Avendo  lo- 
dato ec.  il  nobii  modo  ce.  che  aveva  te- 
nuto uè*  suoi  ragionamenti  con  f  Illustris- 
sima Signoru  di  Venezia. 

§.  Tenere  a  modo,  volt  Constrs-nrt  ccn 
diligenza. 

TENERE  MORTO.  Parlandosi  di  da- 
naro,  o  simile,  vale  ^S'on  lo  trafficare  , 
J\'oa  rilramr  utile.  .Segner.  Mann.  Gin- 
gn.  2.  3.  Il  loro  ddelto  era  qui  non  s<>Im 
arricchire,  ma  tesoreggiare  insaiiabilinenlc 
ec.,  Icncodo  morto  nelle  casse  il  danaro. 
*  fìiion.  Fier.  2.  4-  •'  "^  "  ""*•  IcDcr 
i  tuoi  danar  più  morti.  fC) 

*  §.  7frtfr.fi  morto,  vale  Rimatttt 
vinto  e  confuso.  Es.  Fav.  T.  Bice.  77 
Lo  lupo  si  tenne  morto,  e  non  seppe  rb« 
si  dire.   (C) 


T  E  N 


TKNERE  NASCOSO.  Cehrc.  ^.<con. 
*«.  L.l.a-A.re.Gr.  c^T.'fi^TTe.v.i/occ. 
Conci.  IO.  Esse,  per  non  logannare  al- 
cun, persona,  tnue  n.lla  ..,.„.e  portan 
Lgnal^o  nU.U«  che  esse  .  .n,™  .lai  loro 
„.L  nascoso  tengono.  I.  "°''-.  '«V^"; 
Madonna,  ninna  allra  cosa  m.  v.  ha  fatto 
tenere   il  mio  amor  nascoso,  ec. 

TENERE  OBBLIGO.  Fssere  obhliga- 
to  *'  ;  me.  .Mari.  leti,  t  he  voi  ne  g.t- 
tiate  la  colpa  nella  signora  principessa  . 
olire  che  mi  pare  uBi.io  non  giuslo.  ne 
degno  degli  oLUi.lii,  die  tone.e   a  quella 

signora,  non  potete  essere  credu  o  da  me. 
che  conosco  la  honta  di  lei.   (tj 

TENERE  OFEKA  Operare,  Far  diU- 
Bcnza.  Lai.  sludcre.opfrnrì.  Gr.  «ttouok- 

^"tENERE  OPINIONE.  Avere  opinione, 
Creden,  Slimare.  Lai.  cpinnri.  Or.  lOfU- 
iZ  i  helc.  ìit.  Colon,!,.  64.  Io  len- 
ìò  questa  opinione,  che  le  yirtudi  sono 
ianeale,    perche  i  mancalo    .1    parlare  di 

Dio.   (Ci  .         ,      .7.^ 

*  S  \el  anni  senso  dices,  anche  te- 
nere ìer'opinione.  Belc.  Ut.  Colo.nb.  294. 
Girolamo  teneva  per  opinione  che  per  la 
olbedicnta  d'  Andrea  Dio  avesse  manda- 
to  quel    vino.   ftV 

TENEl-.E  ORDl.NE.  Q«n.<i  lo  stes.o 
che  Tener  modo.  *  rocc.  g.  I.  n.  i. 
Tenne  siniigliante  ordine  ne  suordiscen- 
denli,  e  cosi  lece,  come  fallo  avea  U 
suo  predecessore.  fV)  ,,       , 

R  ;  ale  anche  Procarare  che  allr,  slia 
in  ordinanza.  G.  V.  g.  IO.  3..  Non  te- 
nendo ordine  di  schiere  ec,  s  afironla- 
ro  co'  oiniici. 

TE.NERE  OSTERl'A.  Far  l  osteria. 
Esercitare   l'arte   dell' oste. 

^  «  TENERE  PASCACCIA  DE  fat- 
ti' D'  ALCUNO.  Sindacare  puhbltcamcn- 
,e  le  n-Joni  d'alcuno.  Alteg.  121-  Che 
Ih  si  lieo  pancaccia.  e  si  tien  loggia  De 
fatU  d-  altri ,  e  queir  e  più  valente  ,  Che 
nel  dir  mal    d'  ognun  si  sbraca ,  e  sfog- 

^' TE-NERE  PARLAMENTO.  Trnttnre, 
Parlare,  Kagionare  ,l' oleina  cosa.  Lai. 
tractare,  lo,,,.i,  consaltare.  ^'J'P'/;'/^- 

ani'  '  A-  Li  baroni  e  cavalieri  ne  ten- 
nero grande  parlamento,  e  lutla  la  cor- 
te  sonava    della  dispensagione   di   questo 

"'%  Varch.  Ercol.  5o.  Dieesi  ancora  le- 
„er    parlamento,  cioè  favellare    a    ddun- 

6" 


T  E  N 

*   TENER   PER     COSTANTISSIMO. 

Jxer  percertissi,no.  Segner.  Mann.  Die. 
5    3.    Tieni  per  costantissimo   che   1'  ot- 

"tENERE  PER  FEDE.  Credere  per  fede. 
Lat  fide  tenere.  Gr.  ziareilsiv.  Dani. 
Par.'  2.  Li  si    vedrà  ciò  che  tenem  per 

^'  «t  TENERE  PER  FERMO  ,  0  PER 
LO  FERMO.  Avere  per  certo.  Credere 
certamente.  Lai.  Pro  compcrlo  hahcc. 
Gr.  «Vp.^w?  :'<òsv«i.  *  Ir.  Ciord.  l.en. 
83.  Sono  sapiiutissimi  ed  ammaestrali,  e 
tulio  di  apparano,  ma  non  cose  natura- 
li questo  tieni  lu  per  lo  fermo,  r/'ej /'OCC. 
noi'  26  5.  Si  per  fermo  da  tulli  si  te- 
I  neva,  che.  non  eh'  altri,  ec.  Din.  Comp. 
2  il.  Tenete  per  fermo,  che  se  il  no- 
Siro  Signore  non  ha  cuore  di  vendicare 
il  mislallo  a  vostro  modo  ,  fateci  levare 
la    testa. 


T  E  N 


i5o9 


F,r.    .ts.   ()9-    Per   1»    'F^'  eai^ 


TENERE  PARTE.  Aver  parte,  Pnr- 
lecìpa're.  o  simili.  *  Fav.  Esop.  112. 
Lo  giudice  messere  scim.o  era  favorev^,- 
le     perchè  teneva    parie    a  suoi  furti    (l  ) 

TENERE  PATTO.  Osservare  ,1  pal- 
le Mantener  la  promessa.  Lai.  prom,s- 
.,is  stare.  Gr.  T'V;  ^'JO'^f.l'St'i  ^-•-- 
Jjiv.  Dant.  Inf.  21.  Sicch  10  lemelU  non 
tenesser    patto. 

TENERE  PEGNO.    Essere  assicuralo 

"TElfERE  PER  ALCUNO.    Esser  dalla 
sua  parte.    Seguir  la  sua  fortuna,  Aiu- 

""tENEBE  per    ARIA.    Tenere  sospeso 

in    aria.  , 

g.    Figuratam.    vale  Tenere  irresoluto, 

dubbioso.  

TENERE  PER   CERTO.    Credere  con 

eeruzza.  .     ^     , 

8  Tener  per  certissimo,  m'e  (  rertc- 
«  >on  erandissima,  0  indubitata  certez- 
za. Ambr.  Co/,  prol.  Cosa  graUss.ma 
GU  sari  fatta  ,  che  tien  per  certissimo 
Ch'imparerà    da  loro.  „,  .,^,,„r, 

TENER  PER  CONTO  D  ALCUNO. 
Ave,^  checchessia  per  conteggiarlo  con 
esso  lui 


.    .'.'.    ^;f- '    ., 

noi  deliberammo  che  costui  fosse  il  pri- 
mo fedito  ,  tenendo  per  fermo  che  ,  ap- 
piccando la  baltagbacon  un  solo,  noi 
non    avremmo  diflìcollà. 

:;:  TENERE  PER  INDUBITATO.  A- 
vcr  per  certo.  Seizner.  Mann.  Apr.  21. 
3  Tieni  per  indubilalo,  che  tal  è  sem- 
pre  il   nostro  corpo,  se  veggasi  far  carei- 

"'/ TENERE  PER   INFALLIBILE.  A- 

ver  per  certo.  Sesner.  Mann.  Agost.  10. 
5.  ^Ia  se  pui>  farlo,  tieni  dunque  per  in- 
flUiliile    che    lo    fava.    iF) 

TENERE  PER  ISTIMA.  Avere  ap- 
presso di  s'è  alcuna  cosa  per  Jarne  buo- 
na,  e   renderne   la    stima    pattuita. 

TENERE  PER  NlENTli.  Pisprezzare. 
Lat  pnrvipcndcre,  spernere.  Gr.  oUyu- 
p-r^.  Albert.  2.  1.  Tenendo  per  mente 
la  ricchezza   degli  avversarii,    ec. 

TENERE  PER  SICURO.  Avere  certa 
opinione.    Tener  per    certo. 

•+   *   TENERE  PEI!  UNA  VIA.  Andar 
per   quella.      Cavale.       Specch.    Cr.     111. 
I  Chi  ha  tenuto   per   allra    via,   e    male  ca- 
'   iiilato.    (l'I 

TENERE    PIEDE.     Aver  piede,  Lsser 

ben   piantato. 

:■.:  S  2ener  pie  terra,  vale  Toccar 
terra  lasc.  Gelos.  4.  12.  Mi  disse  per 
parte  vostra,  che  tosto  andassi  cosli  ec, 
E  con  lama  furia,  vedete,  che  non  mi 
lasciava  tener  pie  terra;  tanto  che  a  la- 
tica  ebbi  agio  di  tor  questo  fazzolet- 
to.   (I  ) 

TENERE  PORTA.  Aon  lasciar  passa- 
re Frane.  Sacch.  nov.  2-  Comandando 
a  tutti  gli  altri,  che  quando  ser  Hazzco 
volesse  venire  a  lui,  giammai  porla  non 
oli  fosse  tenuta  ='.=  6'ioo.  Geli.  Ilt..'llj. 
iql  Promclleva  non  solamente  dar  quel- 
la lerra  al  Papa,  ma  ammazzare  ancora 
scelleralaraenlc  di  sua  mano  Alfonso  al 
quale  non  gli  era  mai  lenulo  porta.  (CJ 
*  TENERE  PORTIERA.  Impedire 
l'entrata.  Segner.  laneg.  di  tutti  i  Sali- 
li Riuovò  sempre  tal  adito  nella  reg- 
gia, che   non   gli    era    ma.    tenuta    porlie- 

"V'VeNERE  POSTA  FERMA.  Avere 
dimora  slabile.  F.  POSTA,  g.XVIILfO 

TENERE  PRATICA.  Praticare,  I rat- 
lare.  Lat.  agere.  Gr.  cuvo'.«T.5i^;'V  /*£- 
Ti  -IVO?.  Conichelt.  d'Amar.  253.  l,on 
Gabbriello  teneva  pratica  papa  Benedet- 
to d-  andare  a  stare  a  Pisa.  Dav.  Scism. 
42.  A  lui  né  suoi  agenti  niuno  scrives- 
se,   ne   tenesse  pratica. 

TENERE    PRESSO.   Aver   vicino.  Lat. 


bere.  Gr.  !.  St-^p.oU  ?X"'  '=•  ''  '°- 
7  o.  In  quello  castello  fu  lenulo  corle- 
seniente  prigione.  Segner.  Fred.  2.  b. 
Tenne  Faraone  lungamente  prigioni  in 
fondo  di  torre  due  suoi  prima  amatissi- 
mi famigliari.  „„,  »,  ^,1. 
*  TENERE  PROTEZIONE  D  ALCU- 
NO, l'rotetigere  alcuno.  Bed.  leti.  0-|. 
Spero  ec.  che  la  houli  di  VS  quando 
alle  volte  si  troverà  in  Siena  abbia  a  te- 
ner prolezione  del  mio  nipote  e  favorir- 
lo. fC)  - 

TENERE  PULITO.  rii.!(orfire,  o  ton- 
servarc  eoa  In  Ila  pulitezza.  Segr.  Fior. 
Mandr.  5.  1.  Mutai  un  velo  ad  una 
Madonna  che  fa  miracoli.  Quante  volte 
ho  io  dello  a  questi  frali,  che  la  tenga- 
no pulita?  e  si  maravigliano  poi,  se  la 
divozione    manca. 

TENERK  RAGIONAMENTO.  Fagio- 
nare.  Ilocc.  nov.  21.  l5.  Prima  tenne- 
ro rasionamenlo  insieme  di  doverle  accu- 
sare *  Con.  Morell.  36l.  Nondimeno 
a  tulli  i  priorati  seguenti  se  ne  tenne 
ragionamento.  (C)  iti 

S  E  Tener  ragionamento,  vale  imi- 
tare. Praticare,  Negoziare.  Cronichelt. 
d'  Amar.  254.  Il  Signore  di  Padova  ec, 
vedute  le  novità  di  Pisa,  e  1  ragiona- 
menti che  si  tenevano,  ruppe  il  ragiona- 
mento dell'accordo.  o.rin 
TENERE  RAGIONE,  o  LA  RAGIO- 
NE. Amministrar  giustizia.  Lai.  ins  di- 
cere.  Bocc.  nov.  -,5.  Ut-  Tre  giovani 
trageon  le  brache  ad  un  gmd.ce  Marchi- 
giano in  Firenze  ,  menlrechè  egU  essen- 
do  al  banco  teneva  ragione.  G.  f  .  IO- 
I.  3.  Albergò  nel  palagio  del  Comune 
di  costa  alla  Badia  ove  solca  slare  la 
Podestà,  e  si  lenea  r.igione.  E  li-  1- t- 
Al  palagio  del  Comune,  ove  isla  la  Po- 
dcslV  sali  nella  corte  di  sotto,  dove  si 
Itene   la  ragione,  braccia  sei. 

:■;  §  1  Tener  ragione  ad  uno,  vate 
Fargli' ragione,  giustizia  ;  che  dicesi  an- 
che Far  diritto  ad  alcuno.  Flt.  S.  Lu- 
een  383.  Signore,  tiemm.  ragione,  pcroc- 
fh'io  sono  stala  presso  che  viluperata 
da    un     giovane,    ec.     FU.   SS.     Pad.   ■>.. 


246.    Gli   si  gillò  a"  p 


iiedi,  e 


disse  :  Tiem- 


habere.    Cr.   i-fl'ii'-X-'- 


prone    iiaiKrr.    k,,.   -//"-a.-  ;         . 

S     Tenere  presso   di   se.  vale    Avere  m 
suo  dominio,   in  sua  balia,  sotlo   la  sua 

""tenere  prigione,  oPRECIONE. 

Tìilenere    in    carcert.    Lat.    m   "rrcrc  ha- 


m.  ragione.  Padre,  e  fammi  gmstizia  del 
mio   genero,    (l) 

8  II  Tener  ragione,  per  Tener  con- 
to Bocc.  nov.  70.^1.  Va,  sciocco,  non 
dubitare,  che  di  qua  non  si  tiene  ragio- 
ne    alcuna   delle    comari. 

R  III  Tener  ragione  ,  vale  ancne 
Scrivere  i  conti  al  libro.  1.^1.  in  ralio- 
nes  con/erre.  Gr.  £^.y.o».f  eiv ,  Ì-O'/^C,-- 
tjJKi.  Gfl/n(.  40.  Di  ciò  fanno  arte  e 
mercalanzia,    e    tengonne  libro    e  ragione. 

TENEllE    REGOLA.     Osservar    rego- 

"  :■-■  TENERE  RIDERE.  Secondare  ri- 
dendo il' ridere  degli  altri.  Frane.  Sac- 
ch nov  64  Tulli  quelli  dattorno  scop- 
piavano delle  risa:  Agnolo  non  tenea  ri- 
dere, perocché  si  Senna  dare  .  maggior 
colpi   del    mondo   negli  arcioni.    (U 

l  S.  iYon  lener  ridere,  vale  ?.on  pò- 
ter  rìdere.  Frane.  Sacch.  nov.  160.  In- 
torno intorno  per  le  botteghe  era  ulta 
a  eente  fuggila  ,  e  la  maggior  p^tte  ri- 
do a'L  a'  tavernai  non  tenea  nde„ 
(pecchi  erano  siali  danneggiati  .  Cbe^ 
tramenìi  si  direbbe,  soggiungono  i  Drp^ 
Decam.  a  questo  passo,  non  gli  sen 
.'a    cuore,  o  avea  Coglia,  «pensiero  di  ri- 

■^"tInER^  RITTO,  f»--    e/,e  -/<--. ^'t.. 

"tenere    SANO.     Consertare    m   sa- 

^  ""tenere  SCOPERTO.  ISon   coprire, 
r:,,.  che  altri   non  cuopra. 
^r TENERE  SECO.  Far  dimorar,  ap. 


l5io 


T  E  N 


presso  dt  se.  Avere  unito  con  s'è  .  Lat. 
secum  tenere,  retinere.  Gr.  XKTÌx--t/. 
Bocc.  nov.  l6.  II.  OiTeiendolc  ec.  tlise- 
co  tenerla  in  ([ul-Uo  onoro ,  die  sua  so- 
rella. 0\'uì.  Piai.  ()0.  Questo  mio  sangue 
sparto  nella  mia  camicìj  tiene  seco  le  for- 
te d'  amore.  Serm.  S.  Agost.  10-  Bealo 
colui  che  seco  ti  tiene. 

TENERE  SEGRETO.  T<on  parlare  , 
fion  discorrere ,  Aon  ridire  ad  alcuno. 
Bocc.  nov.  28-  9-  Turche  a  voi  dea  il 
cuore  di  segreto  tenere  ciò  rhe  io  vi  ra- 
gionerò, l^ass.  l5i.  Sopra  tutte  le  cose 
attenda  il  confcASore  di  tenere  segrete  e 
celate  le  cose  eh'  egli  ode  in  confessione. 
Cecch.  Inc.  2.  3.  Ma  tenetemi  Segreto  ciò 
ch'io  vi  dirò,  lardi.  Ureo!.  252.  Se  voi 
non  favellale  altrimcnle,  io  il  vi  terrò  se- 
greto, ancoracliè  non  mi  ponghiate  cre- 
denza. 

§.  Tener  segreti  i  handij  vale  Sascon' 
dere  le  cose  pubbliche.  Lat.  silentio  pre- 
mere nu(v  in  ore  omnium  sunt.  Gr.  p'fi~<JL 
ùi;  tÀndppurx  /pjTrrsiv.  Fir.  Tnn.  2. 
3.  Tu  mi  lien  Iiene  più  pura  ch'io  non 
credeva;  tu  vorrai  tenere  a  mano  a  ma- 
no segreti  i  bandi . 

TENERE  SERVITÙ*,  .^/fer^ert/i  al  suo 
servizio. 

§.    Tener  sen'iln  con  alcuno,    vale    A- 
ver  conoscenza^  0  familiarità  con  es.to  lui. 
TENERE    SICURO.     Avere     openione 
certa.   Stare  sicuro. 

TF-NERE  SlGNORl'A.  f^ssere signore. 
Possedere  signoria.  ^  lìocc.  nov.  27.  ^!\. 
Se  n'andò  alla  Signoria,  e  in  segreto  ad 
un  cavaliere ,  che  quella  tenea  >  disse 
ec.    (V) 

TENERE  SILENZIO.  Tacere. 'Lai.  .ù- 
Icrc  ,  tacere.  Gr.  sc/xv,  ijiwttkv.  Coli. 
Ah.  Isaac  ,  8.  La  discrezione  dimostra 
allo  intelletto  dell'anima,  che  tenga  si- 
lenzio. Gr.  S.  Gir.  20.  Lu  ventesimo  gra- 
do di  questa  santa  scala  si  è  tenere  silen- 
zio. /'-  appresso  :  Tale  può  tenere  sden- 
xio  dalla  nona  per  infino  a  vespro. 

#  §.  Tenere  silenzio  ad  uno,  vale  Non 
favellare    ad    uno  .     ì'il.   S.    Gir.   5g.  lo 

.<iono  ammutolato,  e  tengo  silenzio  a  tutti 
loro.  (C) 

#  TENERE  SINGOLARITÀ'.  Esser, 
o  Rendersi  singolare.  Beh.  J'it.  Colomh. 
67.  Quando  glien*  era  posta  innanzi,  per 
non  tenere  singolarità,  si  fingeva  prender- 
ne come  gli  altri.  (C) 

TENERE  SODO.  Lo  stesso  che  Te- 
ucre duro. 

TENERE  SOLDATI.  Aver  milisia  ^ 
Slare  armato.  Stipendiar  soldati. 

:'^  TENERE  SOMIGLIANZA.  Aver 
somiglianza  .  Car.  Long.  Sof.  3.  Una 
folta  maccliia  di  pruni  d'  cllcra  e  di  vi- 
lucchi in  modo  da  ogni  hatida  avvinchiata 
e  tessuta,  che  d'  una  deserta  capanna  te- 
jieva  somiglianza.   (M) 

TENERE  SOPRA.  Avere  in  luogo  su- 
pcriore. Tener  dalla  parte  superiorej  con- 
trario di    Tener  .totlo  . 

§.  Tener  sopra  di  sé,  vale  Avere  per 
suo  conto  ,  a  suo  conto  ,  a  posta  sua. 

TENERE  SOSPESO  .  Sollevare  da 
terra  . 

§.  Figuratam.  vale  Fare  stare  in  duh- 
hio,  o  in  attenzione.  Lat.  suspensum  ha- 
here.  Gr.  cv  ot:to^oi;  ifpi^rtìv  Ttv«.  /hrc. 
nov.  I.  28.  Puichli  ter  Ciappelletto,  pia- 
gnendo, eblir  un  grandissimo  pruo  tenuto 
il  frate  così  sospeso  ,  egli  gitlo  un  gran 
tospiro.  Pani.  Par.  20.  Per  Don  tenermi 
in  ammirar  sospeso. 

TENERE  SOSPETTO.  Sospettare, 
F.sser  .sospettoso  .  Lai.  suspicarì  .  Gr. 
U7to:rTCJCtV  .  Fr.  Gìord.  Pred.  /?.  Te- 
nendo sospetto  eh*  egli  volesse  ingannar- 
la. /*.'  appresso:  Non  in  vano  avea  tenuto 
botpcito  di  lui. 


T  E   5 


TENERE  SOTTO.    Tener  nella  parU 


inferiore . 

§.  I.  Tenere  sotto,  vale  anche  Depri- 
mere, Abbassare.  Cecch.  Stiav.  ^.  3.  E* 
si  par  ben  ,  eh'  e'  non  chiamaron  uoi ,  E 
che  e'  vollon  tenerci  sotto  sotto  .  Salvìn. 
Disc.  I.  ^25.  Il  quale  (Burro)  di  con- 
certo con  Seneca  cospirava  a  tener  sotto, 
come  si  dice  ,  Nerone  ,  e  a  governare  la 
sua  gioventù. 

^  g.  II.  Tener  sotto  chiave,  vale  Te- 
ner celato,  segreto.  Car.  lett.  ined.  I. 
259.  Questa  pratica  per  V  amor  di  Dio 
tenetela  sotto  chiave  ,  che  cosi  domanda 
chi  ve  la  fa  intendere;  perche  risapendosi. 
egli  perderebbe  la  credenza,  e  voi  sareste 
mali!  avvisati.  (C) 

%.  in.  Tener  sotto  di  sé,  vale  Avere 
in  sua  potestà  ,  o  in  suo  dominio ,  CirC. 
Geli.  5.  i35.  Niente  di  manco  ci  tenete 
sempre  sotto  di  voi. 

§.  IV.  Tener  sotto  i  piedi,  vale  Depri- 
mere, Calcare  s  e  figuratam.  Dominare. 
Boez.  G.  S-  16.  Qualunque  sia  con  l'a- 
nimo composto,  Tien  sotto  i  piedi  il  su- 
perbo  fato. 

*  TENERE  SPERANZA  .  Sperare  . 
Ott.  Com.  Inf.  4.  46-  Poi  tennero  (li  Gre- 
ci }  continova  speranza  di  vincere  .  Car. 
Itti.  Pam.  j.  35.  E  tengo  speranza  con- 
forme a  quella  di  VS.  Reverendi»,  che  le 
cose  debbano  pigliar  qualche  buon  aspet- 
to. F  52.  Lo  riceva  per  un  segno  di  buona 
disposizione  di  sua  .vantit'a  verso  di  lei,  e 
ne  tenga  maggiore  speranza  nelle  occor- 
renze da  venire.  (Cj 

TENERE  STILE.  Costumare,  Aver 
modo  di  procedere  .  Lat.  soletv,  .lolitum 
tsse .  Cron.  Mordi.  261.  Tenendo  que- 
sto stile,  non  potrai  essere  di  troppo  in- 
gannato .  I£  282.  Tenendo  questo  o  mi- 
gliore stile  ,  tu  verrai  a  purgare  lo  sto- 
maco ovvero  il  corpo  tutto  per  modo , 
che  la  corruzione  ilelF  aria  non  troverà 
materia  da  appiccarci. 

TENEHE  STRADA,  f.o  slesso  che 
Tener  via  .  Lai.  iter  tenere  ,  l'irg.  Ar. 
Pur.  1.  3l.  Altra  ventura  al  buon  Ri- 
naldo accade,  Che  da  costui  tcaca  diver- 
se strade  . 

TENERE  STRETTO.  Serrare,  o  Fare 
che  altri  stia  serrato  .  Dant.  Purg.  19. 
Cosi  giustizia  qui  sUctli  ne  tiene ,  No' 
piedi  e  nelle  man  legati  e  presi .  F  25. 
Per  questo  loco  Si  vuol  tenere  agli  occhi 
stretto  il  freno. 

§.  I.  Tenere  stivtto,  vale  anche  Stri- 
gnere  colle  mani.  Bocc.  nov.  3l.  26.  Ri- 
volta sopra  la  coppa,  la  quale  stretta  te- 
neva ,  il  cuor  riguardando,  disse. 

§.  II.  Tenere  stretto,  vale  altresì  Te- 
nere accosto  .  Bocc.  nov.  ^3.  5.  Tenen- 
dogli lì  sproni  stretti  al  corpo  ce,  il  ron- 
zino ce.  ne  la  portava. 

§.  III.  Tenere  stirilo,  vale  anche  Fs' 
je/r  assegnato,  ICsser  soverchiamente  cco^ 
nomo . 

§.  IV.  Tenere  stretta  la  Itorsa,  vale  lo 
stesso,  fiocc.  nov.  8.  3.  In  onorare  altrui 
teneva  la  borsa  stretta. 

g.  V.  Tenere  stretto  alcuno  ,  vale  an- 
che Guartiario  con  diligenza.  Averne  gran 
cura.  Lat.  sollicite  .tertare.  Gr.  -rxupOLTr,- 
pùi.  liocc.  nov.  65.  ^.  Tanta  guardia  ne 
prrndea  ,  o  si  stretta  la  tenra  ,  che  (orso 
ce.  Cron.  Morell .  17.  Tcnnclo  il  pa- 
dre molto  stretto  ,  perocché  era  molto  di- 
verso . 

TENERE  SU.  Sollevare,  Innnlzart  j 
contrario  di  Tener  giù  .  Lat.  e.itollere  , 
attollere.  Gr.  i:ttt(p%iv. 

TI  NERE  SULLA  FUNE,  SULLA 
CORDA  ,  e  simili.  Tener  sospe.iO,  ì^arr 
altrui  pena  Cali'  indugio  ■  Lai.  spe  tor- 
quere  ,  suspensum  tenere  .  Sen  .  tìen  . 
f'aixh.   ].    1.  Fgli   erra    sr    alcnuo   spera 


T  E  N 

colui  doTerlo  o  aiutare ,  o  amare ,  o  ri- 
munerare ,  cui  egli  ha  stancato  col  pro- 
mettergli d'oggi  io  domane,  e  tenuto  in 
sulla  fune  col  farlo  aspettare  di  di  in  di 
lungamente.  J'arch.  Suoc.  3.  6.  Su,  che 
e*  èT  di'  su;  spacciatene  per  1'  amor  di 
Dio  ,  e  non  mi  far  tanto  storiare  :  tu  mi 
tieni  in  sulla  fune.  Buon.  Pier.  2.  4-  ^8. 
Il  voglio  un  po'  tenere  in  sulla  corda.  }faim. 
12.  4?-  Dite,  non  ci  tenete  suUa  corda. 
TENERE  SULLA  GRUCCIA.  Tenere 
sospeso.  Lat.  aliquem  suspensum  deline- 
re  .  Gr.  a-i3£T»j;i!vov  «Kte^eiv  tivk  • 
Fir.  nov.  8.  299.  Tenutigli  un  pczio  sul- 
la gruccia,  disse  loro.  F  Trin.  3.  2. 
Guarda  chi  m'  ha  tenuto  in  sulla  gruccia. 

§.  Talora  vale  anche  Uccellare  .  Lat- 
illudere  alieni .  Gr.  EjrevTpuyàv  Tìvc  - 
Parch.  Ercol.  5^.  Dicesi  ancora  tenere  a 
loggia  ,  gabbarsi  d*  alcuno  ce.  ,  mandare 
ali*  uccellatoio  ,  e  medesimamente  tenere 
alcuno  sulla  gruccia,  dalle  civette,  le  quali 
in  sulle  gruccie  si  tengono, 

TENERE  SULLA  MOSTRA,  0  IN 
SULLA  MOSTRA.  Lo  stesso  che  Tene- 
re a  mostra.  Lat.  prò  exemplo  ostendere. 
Buon.  Pier.  I.  3.  a.  Vedrete  uno  spe- 
ziai ,  che  'n    sulla    mostra    Tico   bea  co- 


perto 


di  dij 


ipro. 


TENERE  TERRA  TERRA.  Fare  sta- 
re al  basso.  Non  lasciar  surgere. 

TENERE  TRA  DUE.  Tener  sospeso,  o 
in  dubbio.  Lat.  in  utramque  partem  ver- 
sare. Petr.  son,  1)9.  Ma  pur,  come  suol 
far,  tra  due  mi  tiene. 

TENERE  TRANQUILLO.  Tranquil- 
lare, Far  che  sia   tranquillità. 

TENERE  TRATTATO.  Aver  pratica, 
intelligenza.  G.  1'.  8-  63.  1.  Favorava  i 
Fiamminghi  suoi  rubelli,  e  tenea  trattato 
col  re  Alberto  d'  Alamagna  .  Bocc.  nov. 
17.  43.  Avea  tenuto  trattato  con  Basano 
re  di  Cappaducia  v  P.  g.  l\.  n.  4-  Con 
lei  certi  trattati  tenendo  ,  da  doversi ,  se 
la  fortuna  conceduto  1'  avesse  ,  vedere  e 
toccare,   (l) 

*  TENERE  VELENO.  F.sser  i-eleno- 
so.  Pr.  Giord.  287.  E'  si  trovao  ben  le- 
gni amari,  e  che  legnun  veleno,  ec.  Onde 
i  legni  tegnon  veleno;  come  si  dice  del 
nasso  ,  di  che  si  fanno  le  balestre  ,  che  ■ 
legno  velenoso.   (P) 

TENERE  VIA.  Tener  cammino.  An- 
dar per  via.  Camminare.  Lat.  incedere, 
ire.  Gr.  ^aoV?t«v.  Ar.  Pur.  l!^.  88.  Do- 
manda  a  costei  l'Angelo,  che  via  Debba 
teaer,  sicché  *1  sUcotio  trove. 

3  g.  I.  Tener  via  ,  vale  Prendere  i 
mezzi  necessarii,  0  adattati.  Tener  modo. 
lìocc.  nov.  3o.  6.  Cominciò  ec.  a  pensar 
ctie  via  e  die  mudo  egli  «lovessc  cun  lei 
tenere.  F  uov.  89.  6.  A  Salamone  andava 
per  aver  consìglio  da  lui ,  che  via  tener 
dovesse  con  una  sua  moglie,  più  che  altra 
femmina  ritrosa  e  perversa. 

^  g.  II.  Tener  mala  via,  vale  Andar 
fuori  ddla  buona  strada  .  «  Dant.  inf. 
17.  Gridando  il  padre  a  lui  :  mala  via 
tieni  m  .   (H) 

#  §.  III.  F  metaf.  vale  Viver  male. 
Cavate.  Vungil.  iGo-  Tu  terrai  malaria, 
e  farai  mala  6nc.  (ì)  Fr.  Giord.  Pred. 
Vcdià  r  uomo  t  figliuoli  suoi  tener  mala 
%ia,  e   dar»i    ai   prerati,   (llr) 

TENERE  VIRTÙ' DI  CIIECCUESSI  A. 
.ivcfx  sirth,  o  Partecipare  ddlr  qualità 
di  essa.  Cr.  8.  6.  3.  La  qual  cvt\^  fatta, 
r  uva  (he  nascerà,  Irrrìi  la  virtù  di  quella 
rosa  che  Ga  messa  in  essa. 

TENERE  VITA.  Vivere.  Lat.  vi^-ere. 
Gr.  /Stou*  -  G.  V.  IO.  7.  I.  Tegncndo 
\ìta  ili  aTullerio  ed  in  lussuiia.  ^  Pelr. 
Vom,  ili.  pag.  12.  (  Pmegia  l5a7)  Lu- 
rio  Quinto  ce,  ndutlu  a  |K>%cilà,  abito 
olirà  'I  Tevere,  lenendo  vita  priverà  •  eli 
villano,  {fìj 


T  E  M 


R  1.  r^,»r  ImOM  vila.  v„lv  Vivcrt 
san,.n..nU.  e  secondo  i  P"CC,U  n.or^J.-^ 
Zibald.  Ji-dr.  Non  tenevano  ol..monle 
buon»  vita,  ma  »ncora  cscnM.br.ss.ma 
Tyu  SS.  yad.  2.  166.  In  veli,  alate 
Pea.co,  buona,  e  vera  t  .luesU  v.la,  che 
tu  tieni,  e  la  tua  doltima.  ,t; 

§.  II.    Tener  callWn  vila  ,  y«le  •'  •""' 
contrario.  .. 

§.  111.  Tener  gran  ..(«,  T*'m«  '  '» 
cJalleresca.  e  sinùli.  .ogUono  JraUnrj. 
con  magnificenza  ,  alla  grande.  Lat.  ma 
gniJicAifere.  Din.  Con.p.  Aven.lo  n.u  a- 

fo  e  cresciuto  .1  r-1»»»  •  '  "  ""' [  «"" 
vita.£occ.„o...5.i.   2.  V.ta  cavali  rcsca 

tenendo,  continuamente  m  cani  ed  m  uc- 
celli 5'  è  dilettato.  j  j  .), 
*  TEfiEliE  VIVO,  rarlandosi  d,  d.. 
naro.  .-ale  Farlo  fra  Ilare  .  Ben,:  (e// 
ru  ì  6.  .\  me  basta  che  quc.  danan  vo. 
me  U  lenghiate  vivi,  e  mi  guadagnmo  qual- 

'•■rTENERE.  Acme  s,.s,.  Quella  parte 
dJla  cosa,  per  la  quale  ella  si  tiene  -n 
manoj  Manico  j  ma  e  ì  .  A .  Lai.  ma- 
rt.ium.Gr.^«S.-.r<,.-  /.■.'.  Prende  a 
.nada  per  la  punta,  e  rendcla  al  cavaliere 
per  lo  tenere  ./».r(.  cap.  A-  Y,,  """ 
spesso  unta  non  prende  lo  tener  della  spa- 

\  C  I  Tenere,  vale  anche  Territorio, 
Dlmìnioj  ed  è  pure  V.  A.l.f  'errilo- 
rium.^.  Ott.  Com.  Inf.  25.  42.7- /«" 
suo  ridotto  in  una  caverna  m  su  >1  •o""'- 
di  monte  aventino  ,  tra  la  manna  e  Pallan- 
tea,  che  e  oggi  ""ma- .'/ ,1  , 

\  S.  II.  Tenere,  figuratam.  ^nle  anche 
Potestà,  Potere;  ed  i  pure  1  A.  R<m. 
ant.P.  .V.  Re  tnto.ì..  i;3.D.slretlom  ha  1 
amore  in  suo  tenere,  Ch' co  non  posso  pen- 
sare Altro,  che  bene  amar  queUa  che 
avanza  Le  altre  di  savere.  Him.  ani.  Vani. 
Ma,aa.  r2.  Poi  lo  dimanda  lo  gentd  parlare 
Della  eiolosa  che  m"  'ave  iu  tenere  ii 
'8.  E  la  spietata  ,  che  m"  avea  n  tenere,  1 
Più  non  mi  donerà  dolor  doglioso.  | 

TENERELLO.  Dim.  di  Tenero,  l-it. 
tenellus  .  Gr.  «Tl/li;  •  Alam.  Col.  b. 
120.  Sé  il  tenere!  suo  germe  sveglia  ai- 
fallo  Dalle  radici  fuor. 

+  58  1.  Tenerello  ,fgiiralam.  fa  e 
n  poca  età.  Guid.  G.  2.  3.  Quale  ardi- 
re t'indusse,  che  tu  coDsenlissi  d  fianco 
della  lenerella  pulcella  essere  allato  dello 
strano  uomo?  l'ir.  Pise.  an.  79  Tutta- 
via loroava  a  far  1'  uova  in  queUa  coluiii- 
haia  ,  dove  mille  volle  V  erano  stati  tulli 
e  mangiali  1  6gliuuli  ancor  tencrelli. 

*  e.  II.  E  inforza  di  sust.  »  Jass. 
Aminl.  2.  I.  Che  vuoi  tu  far  di  questi 
tenereUi ,  Che  di  molle  lanugme  Borite 
Hanno  appena  le  guanrie  »!  (Cj  | 

*  TENERETO  .  liamo  tenero  di  una 
pianta  .  7/and.  ani.  Legargli  con  tene- 
reti  di  castagni ,  qucrciuoli ,  o  altro  le- 
gname. (A)  , 

TENERETTO.  Tenerello  .1.^^.  tenel- 
lus Gr.  «rraX»;  ■  Cr.  9.  68.  3.  Allora 
che  a  rominciamenlo  della  rugia.ia  la  lau- 
dabile per  sua  suavila  la  tenerclta  gt.inii- 
eoa.  ^lam.  Colt.  2.  ^9  Né  caldo  o  g.e  o 
Al  tenerello  figlio  oltraggio  taccia,  fforg/i. 
Col.  milil.  1\22.  Sebbene  ec.  e  si  mostri 
alcuna  toIu  un  po'  tenerello.  non  pertanto 
non  e  ,  dico,  da  dispregiare  (qui  nel  s,- 
gnific.  del  §    IX.  rf.  TENERO). 

t  J  TENEREZZA  .  Qualità  di  co  che 
e  tenero  J  contrario  di  Purezza.  L='-  '^- 
neritudo,  tenerilas.  Gr.  asaio-rn;.  Pnl- 
lad.  Gena.  17.  Credesi  che  quella  cenere 
proccuri  tenerezza. 

*  S  I  Tenerezza,  pigliasi  anche  per 
reboLza  .  ..  Coli.  Ah.  Isaac,  cap  20. 
La  delta  ■.irtude  fa  come  la  madre  che  in- 
segna andare  al  fanciullo,  la  quale  s.  di- 
lunga da  lui,  e  poi   chiama    il  figliuolo; 


T  E  N 

e  quando  egli  vegnendo  comincia  a  tre- 
,„a,e  per  la  tenerezza  de  piedi,  ed  e  m 
sul  caflcrc,  la  madre  corre  ,   e   portalo  in 

braccio". fO  ,     «-      /      -   ,"■« 

g.  II.  Per  mela/,  .ale  Piccola,  0  Co- 
lane età  .  IU.  S.  Mnrgh.  l^l.  O  vana 
fanciuUa,  abbi  misericordia  della  lua  tene- 
rezza; consenù  a  me  ,  o  adora  .  mie  Id- 
dìi. Cren.  Mordi.  2bfi-  Avendo  dall  altra 
parte   rispetto  alla  tenerezza  del  giovane. 

S  n\  E  figuratam.  .ale  /lffello,lom- 
passione.  Amore.  L.-.I.  ajeclus  ,  miseri- 
cordia.  Boec.  noe.  17-  'A-  Da  quello  a- 
more  e  da  quella  tenerezza  ,  che  10  a  lui 
tenuta  son  di  portare.  moss.r  ec.  ,  m.  U 
feci  palese  .  E  no..  98.  47-  Tania  fu  a 
tenerezza  che  nel  cuor  gli  «"■>=?"  '^ 
innocenza  di  questi  due.  /a//«d.  A  cam- 
po tuo  non  soprappor  ma.  coltivatore  a 
te  congiunto  di  parentado,  o  tenerezza  d 
amislade.  /  .(.  i'^-.  Pud.  I.61.  Lequ.^U 
parole  quelli  udendo  ,  commciarono_^  tulli 
con  mirabile  tenerezza  a  piagnere.  -.-  òc- 
gner.  Seni.  Oraz.  8.  Ed  ho  avuto  m  ero 
eran  chiarezza  di  cognizione  congiunta  a 
ienerczza  ed  a  lagrime  ancora  p-u  deU  usa- 

S  IV.  Pur  figura lam.  per  Cura,  l,e- 
lo  Hoec.  no..  77.  Sg.  In  lui  t'ingegna 
di  mclter  tenerezza  del  tuo  onore. 

*  8  V.  Tenerezza  di  moeenzn.  leim. 
dei  Pittori.  Dicesi  di  un  tal  piaceeole  pie- 
gamento delle  parti  del  corpo  nelle  giun- 
ture delle  membra,  non  facendole  rilte  e 
intirizzite  se  non  do.e  richiede  il  caso  , 
come  nelle  gambe  che  reggono  il  corpo  , 
le  quali  hanno  a  star  ritte  a  guisa  di  co- 
lonne :  il  torso  parimente  non  islia  diritto 
.  ,  „;,.d/..  i.inin  o  nitan 
ma  gin  sempre  ,  e  pug 


T  E  N 


iSlI 


;/ii  tanto  o  quan 
lo,  se  già  nin  ricercas.<e  il  contrario  al- 
tro pià    principal   obbligo.  Baldin.    Toc. 

Dis.  (Bl  ^  I    , 

TENER  IN  O  .  Dim.  di  Tenero.  Lai. 
tenellus,  mollicellus  .  Gr.  a.1ty.)oi  .  i-"; 
lae  T  3.  5.  6.  E  'n  questa  carne  tu  l 
umiliasti,  Crucifiggendo  quel  corpo  lene- 
rino.  ;•>.  As.  147.  Godeva  a  vedere  Ira 
le  più  grosse  penne  alcune  lenerme  piume 
ballare  al  suono  d'una  dolce  aura  che  vi 
spirava  .  Bern.  Ori.  2.  8.  iS-  Orlando 
dalla  porla  s'  allontana  ,  E  mentre  calca 
r  erba  Icnerina  ,  Vide  posto  nel  mezzo 
una  fontana  Di  perle  adorna  ,  e  d  ogni 
pietra  fina.  Ceech.  Esali.  Cr.  4.  7-  E  1"" 
piccion  ben  colli  e  lenerini,  l  h  avean  1 
ossa  di  zucchero. 

TENERISSIMAMENTE    .     Superi,    di 

Teneramente. 

§.  Per  AP'ettaosissimamente.  Piocc.no.. 
26.  25.  Voltata  la  sua  durezza  in  dolce 
amore  verso  Ricciardo  ,  tenerissimamente 
da  quel  siorno  innanzi  l'amo.  ìli.  tnst. 
E  pero  la  raccomando  loro  tenerissima- 
mente. E  1  il.  Crisi.  V.  Allora  quella 
rallegrandosi,  e  gi'a  tutta  piena  di  letizia , 
e  accesa  dello  Spirito  Santo,  si  levo  su, 
e  tenerissimamente  l'abbracciò. 

TENERISSDIO.     Superi,    di     Tenero 

Lai.  tenerriinus.   Gr.  a;tKlwT«TO;.  Guid. 

fi     Mia  si  stiacciava  colle  sue    unghie  la 

sua  tenerissima  faccia  frìoè,  delicatissima, 

'{lìovanissinia)  . 

P       I-igiiratam  .    ,er    Affl-Huosissimo  . 
Bocc.   noe.   3l.   26.   Ho  verso  me    Uovalo 
tenerissimo  del  mio  padre  1'  amore.  -.=  Bor- 
gh.   Col.  Lat.  385.  Paillglano  e  tenerissi- 
mo de' Siciliani.   (V)  .      ..       t    . 
TENERITA'.    FA.  Tenentudine.  l.^t. 
teneritudo.    Gr.    «-y.)or>i  =  .    -"'■    Aldobr. 
P     V    162    Questo  medesimo  opera  U  su- 
„o'  suo  (della    ruta),  solo    bevuto,  e    e 
lenerifa  sue  frille  nell'olio,  e  soprapposle 
leioe.  le  sue  lenere  punte,  o    ciocche). 
:J   Fr.   Ouilt.  leti.   39.  89.   Ve  la   tener- 
li lua,  u- meglio  pelea  commettere  le  mie 
imposte,  (f  J 


•1  TEKERITUDINF..  /'.  A.  Tenercz- 
-a  Lai.  teneriliido.  Cr.  -iltaX^T»?.  Cr. 
A  II  10.  Conciossiacosaché  in  muno  mo- 
do paia  approvar  la  ragion  naturale  per  la 
molla  leneriludine  della  gemma. 

TENERO.  AdJ.  Pi  poca  durezza,  Llie 
acconsente  al  tatto.  Che  tende  al  liquido. 
Che  agc.olmenle  si  comprime  0  cede.  LM. 
tener,  mollis.  Gr.  tipr.t,  a-«)2?-  '«'''■■ 
canz.  28.  4-  Qnalor  tenera  neve  per  li 
colli  Dal  Sol  percossa  veggio  di  lontano, 
f  *  g.  1.  Tenero,  aggiunto  a  nube,  va- 
le Tenue,  Che  ha  pochi  vapori.  Dani. 
Par.  12.  Come  si  volgon  per  tenera  nu- 
be Du'  archi  paralleli  e  concolori  ,  Quan- 
do Giunone  a  sua  ancella  iube.  (P ) 

■'.'  6.  II.  Tenero  ,  aggiunto  di  Cova  . 
vale  il  contrario  di  Sodo.  Lasc.  rini.  2. 
72.  Le  tenere  (uova)  son  poi  scipite  e 
g.ello:  L'affogale  e  da  ber  son  da  min- 
chione. (C)  ^     .,      .. 

S.  III.  Tenero,  per  mctaf  f>ovello , 
Giovane,  Di  poca  età.  Bocc.  nov.  4.  10. 
Avendo  forse  riguardo  al  grave  peso  del- 
la sua  dignilk,  e  alla  tenera  eia  della  gio- 
vine. Pelr.  canz.  II.  5.  Le  donne  lagri- 
mose,  e  '1  vulgo  inerme  Della  tenera  e- 
late  J'it.  S.  Margh.  l36.  Molto  mi  con- 
liislo ,  quando  da  cosi  piccola  e  tenera 
pulcella  sono  vinto. 

g  IV  Pur  per  metafora  vale  Delica- 
to. Lai.  mollis,  delicatus.  Gr.  ,zalax0  5  , 
-pu-j=.(,'c.  Bocc.  nov.  18.  8.  Le  quali 
(forze  d-  Jmore)  sono  di  tanta  potenza, 
che  i  fortissimi  uomini,  non  che  le  tenere 
donne,  hanno  gii  molle  volle  vinti,  e  vin- 
cono lutto  il  giorno.  Pass.  10.  Diccano 
che  non  potrebbe  sostenere  1'  asprezza  del- 
l' ordine,  conciossiacosaché  fosse  molto  te- 
nero, e  morbidamente  allevalo,  lavale. 
Specch.  Cr.  Comincia  un  poco  a  dolersi 
-  dispiacersi,    ed    esser    meno    tenero.    /•- 


Med.  cuor.  Il  (Olente  in  ciò  ha  peggio 
che  l'uomo  di  bassa  mano,  che  esi  te- 
nero per  la  superbia  ,  che  se  ogni  cosa 
non  hae  a  suo  modo,  si  gli  e  grande  cre- 
pacuore. Ar.  Cas.<.  I.  3.  Cbi  crederla 
che  qui,  dove  é  si  splendida  Corte,  ove 
sono  si  salanti  giovani.  Non  si  dovesse  a 
due  fanciulle  tenere  Più  che  lalle  trovar 
mille  recapili  ?  . 

J  §.  V.  /Incora  per  metnf.  vale  AffU- 
tiioso.  Lat.  benevoliis.  Gc.i^piMi.fiocc.^ 
nov.  l5.  8.  Esso  maravigliandosi  di  cosi 
lenere  carezze,  lutto  stupefallo  rispose.  J: 
niim.  l3.  Veggendo  le  tenere  lagnme  , 
gli  abbracciali,  e  fli  onesti  baci ,  ebbe  ciò, 
che  ella  diceva,  più  che  per  vero.  Boez. 
G  S  Ci  Perchè  essendo  nel  glorioso  fio- 
re Di  me  felice  e  di  mia  giovanezza.  Non 
obliate  del  tenero  amore  ce. 

?  VI  Per  Zeloso,  Curante.  Lat.  sin- 
diosiis,  sollicilus.  Gr.  ■j-r.^-ji'xUj.i-'  ..Bocc. 
nov.  6.  I.  Comeché  mollo  s  ingegnasse 
di  parere  santo  e  tenero  amatore  della  cri- 
stiana fede...  urj  Conci.  .2.  Da  buon  ze- 
lo movendosi,  lenere  sono  della  mia  la- 
ma. Croii.  Morell.  276.  Acquistalo  che 
avrai  gli  amici,  sarai  savio  con  loro  e  co 
parenti,  con  quelli  però  che  t  amano  e  l. 
Lrvon;  e  sono  teneri  dello  stalo  tuo. 
Stor.  Aiolf  La  novella  ne  audo  a  ma- 
donna Isabella,  come  il  Re  si  armava,  ed 

ella  corre,  tenera  del  fratello. 

g.  VII.  PC.   ree„.WC,,e...e,^ 

5i:srr„:;iJ;o^,tnouch;era^.rop. 

e       1       1,0  il  vivere  e  dimorare  con  esso 
fragili,  che  il  vivere  e  i„„,acciarsi 

loro  ninna  altra  cosa  e,    che    u  , 

fra   tanti  ='^»'"*""V''„'"c/ie  dà    gelosia. 
e    vili     Per   Geloso,   cni   u"    5 
g.   vili,    it,  queste    cose 

-.'^u^.\l^^-h-^^' 
sospetto,  quanto  la  certezza 


l5X2 


T   E  N 


T  E  N 


T  E  5 


Amhr.  Cof.  I.  3.  I  casi  degli  stati  sì  son 
teneri;  Pistoo  ,  liisogna  f^irar  largo  acan- 
ti,  E  Don   si     fidar    troppo.    •,•     C'ar.     lett. 

2.  123.  Considerando  «juanlo  le  rose  del- 
le donne  siano  tenere,  e  come  s' hanno 
a  governare  per  rìipetto  de'  parenti.    (D) 

g.  IX.  Figttratam.  per  ]\on  con/èrma- 
io.  Non  assodato,  JVon  istahilito.  Lat.  in- 
Jìrmus,  dehilis.  G.  /'.  9.  8o-  3.  Essendo, 
come  è  detto  dinanzi ,  rinnovalo  lo  stato 
in  Firenze  per  la  signoria  del  Conte  di 
Batlifulle  (  ed  era  ancora  molto  tenero  }  , 
r.  avendo  la  guerra  di  Pisa  e  Lucca^  non 
erano  in  sicuro  slato  M.  V.  3.  ^o-  H 
Ite  vedendo  ancora  il  reame  tenero  sotto 
la  sua  signoria,  e  il  l'rovenzale  baldanzo- 
so, temeva  di  muovergli  guerra.  /•'(>.    Triti. 

3.  3.  Dove  le  cose  son  tenere  ,  ogni  mi- 
nima cosa  è  assai. 

§.  X.  K  Tenero,  come  Uomo  tenero, 
vale  talora  Credulo,  Debole ,  Dolce  di 
sale. 

§.  XI.  Tenero  di  calcaf^na,  dicesi  di  Chi 
-ti  lascia  Jacilmente  svolgere.  Salv.  Gran- 
eh.  I.  2.  Credi  pure  ce,  Cbe  noi  siam 
quasi  tutte  quante  un  poco  Tcacrc  di  cal- 
cagna. 

§.  XII.  Tenero  di  checchessia,  vale 
Fresco,  0  Nuovo  di  quella  cosa.  Cirijf. 
Calv.  4-  128.  La  qual,  siccome  tenera  di 
parto.   Faceva  ogni  mattina  il    sonnellino. 

■J-  '.•  §.  XIII.  Tenero,  in  forza  di  .*«- 
si.  parlandosi  di  cose,  vale  Quel  clic  è 
molle,  flessil'ile  ,  cedevole,  o  simile.  Cr. 
Ci.  1-  il.  Il  tenero  dellr  vette  si  purghi 
diljgenlcmentr  da'  vermicelli  con  lo  stro- 
])Ìcciare  e  strignere  delle  mani  e  delle  di- 
la.  (rj 

u-  S-  XIV.  F  parlandosi  di  persona  , 
vale  Fanciullo,  (Giovanetto.  Ì)av.  Vit.  A- 
^ic.  387.  Ritrasselo  da-IÌ  errori  giovani- 
li ce.  l'aver  avuto,  mollo  tenero,  per  sua 
stanza  e  srunla  Marsdia  (  Il  lat.  ha  par- 
vulus  )  .  (V) 

TE.NEUONE  .  /iccrcscit.  di  Tenero, 
r>av.  Colt.  172.  Facendo  lor  messe  ( i 
nesti  )  in  poclii  di  calosce  e  tenerone,  che 
si  fiaccano    per   ogni   poco. 

TENEnOIlE.  /'.  ^.  Tenerezza.  Lat. 
teneritudo.  Gr  arrai^r*;;.  ^/.  Aldohr. 
Per  lo  tenerorc  de' membri,  che  volentie- 
ri si  piegano  e  dirompono. 

TENEnUCClO.  T>tm.  di  Tenero.  Lat. 
lencllus.  Gr.  oiint-lo'^.  Tratt.  f(ov.  fam. 
Quella  teneruccia  mente  si  riempiè  del 
inondo-  *  l\ed.  lett.  2.  I77.  Il  lampre- 
dotto  del  daino  è  vie  più  (;entde  ,  tene- 
luccio  e  saporoso  di  quello  di  qualsivoglia 
altra  hotiac.ia.  [lì) 

TENERUME.  Sostanza  bianca  e  pie- 
ghevole, la  quale  sposto  e  unita  all'è- 
.itremitn  degli  ossi.  Lat.  cartilago.  Gr. 
VÓvòpOi-  Mor.  S.  Greg.  Il  suo  tenerume 
e  quasi  piastre  di  ferro  ;  il  tenerume  ha 
forza  d'osso,  niii  non  ha  fortezza  dell'os- 
so, e  per  tanto  il  tenerume  sut>  è  assomi- 
glialo alle  piastre  di  ferro.  1/.  Afdoftr.  P. 
l\.  8(1.  Ella  gli  fece  (gli  orecchi  I  di  te- 
nerume; che  s'ella  gli  avesse  latti  di  pu- 
ra carne,  si  non  potiehhero  lungamente 
avere  rilenula  la  loro  forma.  Ai''.  Son. 
91.  Che  cavava  il  midollo  d'  un  harlotto. 
Ovvero  il  tenerume,  a  dir  più  retto  ^f^»i 
fguratam.  )  . 

§ .  Per  le  Pipite  tenere  dfgli  allteri. 
t'r.  6.  68-  I-  Si  prenda  il  tenerume  del 
lentischio,  e  si  faccia  hollire  infìnrh}?  sia 
consumato  1'  ardo.  J^aol.  Oros.  Essendo 
(Tcsciuta  per  tutta  Alfrica  smisurata  mol- 
titudine di  grilli,  e  non  solamenlr  ogni 
speranza  di  hiada ,  ma  tutte  l'erhe  con 
jMile  delle  radici,  e  le  foglie  degli  ulheri 
col  tenerume  do'  rami  avessero  consuma- 
lo, ma  le  cortecce,  e  aridi  legni  avessero 
rosi. 

TENERUZZO.   Lo  stesso  che  Teneruc- 


ciò.  Lat.  lenellus.  Gr.  arrai^j.  Vit.  Cri- 
si. Oggi  sparse  il  sangue  suo  preziosissi- 
mo, e  fu  tagliata  la  carne  sua    tencruzza. 

TENESMO.  Struggimento  continuo  d' 
andare  del  corpo,  accompagnato  da  usci  ■ 
ta  di  poca  muccosità  tinta  di  sangue.  Lat. 
tenesmus.  Gr.  TSivesuo's.  l'olg.  Mes.  Il 
tenesmo  è  cagionato  dalla  ulcerazione  del- 
lo sfintere,  o  da  qualche  materia  che  pu- 
gne, onde  nasce  uno  frequente  e  vano  de- 
siderio d'  andare  a  sella. 

•f  •?  TEMA.  Sorta  di  verme,  che  ha 
il  corpo  schiacciato  ,  e  composto  di  arti' 
coli  insinuati  l'uno  nel/' altro  j  /iella  te- 
sta ha  quattro  boccucce ,  ed  un  doppio 
giro    di    uncini.   (A) 

*t  ''*"  §■  Specie  di  pesce,  di  corpo  as- 
sai compresso,  lungo  da  due  a  tre  piedi. 
Lat.  tccnia  Gr.  tai'vtot.  Hed.  Oss.  an.  12. 
L'ho  ben  veduto  molte  volte  ec.  Del  pe- 
sce rondine,  nel  delfino  ec,  nella  tenia  , 
ec.  {•) 

TEMERE.  Fu.<ito  della  balestra.  ì'ed. 
B.\LESTRA.  '•?  Lasc.  Cigant.  si.  l5.  E 
sopra  un  gran  tcnicr  questo  metteva-  i lìr) 
TEMMENTO.  Il  tenere.  Sostegno.  G. 
ì'.  ì'it.  Maom.  La  della  arca  col  suo 
corpo  sia  sospesa  in  aria  senza  nullo  altro 
tenìmento. 

•f  g.  I-  Per  Territorio  ,  Tenuta,  ri- 
stretto. Liv.  M.  I  Romani  gli  condanna- 
ro  in  una  parte  di  loro  tenimenlo.  Sen. 
Pisi.  j)0.  Stenda  i  suoi  lenimenti  in  di- 
verse contrade,  dicendo  tulio  essere  di  sua 
possessione  (il  testo  Aif. /i^i  rura  )  .  ^  Te- 
jseid.  I.  IO-  Regnando  dunque  animosa 
costei,  Alle  sue  donne  fé  comandamento, 
Cbe  Greci,  o  Traci,  o  Sarmati,  o  Sabei  , 
Uomini  in  somma  nel  suo  lenimento  >'on 
lasciassono  entrar,  ec.   (S/ 

§.  IL  Per  0''bligo.  Lat-  ohligatio.  Gr. 
ETi'Ji^t^.  M.  V.  3.  106.  Se  la  compera 
era  licita,  senza  lenimento  di  restituzione. 
Pass  5.  Si  dice  penitcìizia  ,  quasi  pcrntv 
tentio  ,  cioè  tenimenlo  di  pena  ,  per  la 
quale  si  puniscono  i  mali  che  altri  ha 
fatto. 

■\i  TEMTOIO.  Manico,  Tenere,  sust. 
Salvin.  llìad.  In  timone  ben  liscio  il  po- 
ser  giuso  JVel  primo  pezzo  ,  e  al  tcnitoìo 
Miser    l'anello.  (A) 

t  TENITORE.  Ferbal.  mnsc.  Che.  o 
Chi  tiene.  Lat.  teiiens.  Gr-  rpxziÌ-i.  Lib. 
Astrol.  Parleremo  d*  un*  altra  figura  ,  la 
quale  si  dice  in  Latino  lenens  habenns  j 
in  Castellano  ci  tcncdor  de  tas  rendas  j 
in  Fiorentino  il  lenitor  della  redina.  Guid. 
G.  Imperocché  corrotta  a  guisa  di  putta- 
na la  tiene   il  suo  tenitore. 

TENITORO,  e  TEMTORIO.  Con- 
tenuto di  dominio  e  di  giurisdizione.  Di- 
stretto. La",  territorinm.  Gr.  ol/pOi,  XU- 
pi'ov.  G.  /'.  II.  89.  3.  Il  castello  di  Po- 
scia e  quello  di  Buggiano,  e  loro  tenilo- 
rii.  M.  /'.  7.  2'|.  Acciocché  non  t*  alTati- 
chi  tenendo  sopra  il  Milanese,  Piagenli- 
no,  ovvero  Parmigiano  tenilorìo.  A' 1 1  .'\- 
La  quale  è  posta  a  otto  miglia  presso  a 
Tortona ,  e  più  altre  castella  e  ville  del 
tenilorio  di  Pavia.  Frane.  Sacch.  Op.  div. 
.'>5.  Noi  abbiamo  famosa  città  con  bellis- 
simo tenilorio.  /-.'  nov.  228.  E'  fu  già  uno 
Duca  di  Borgogna  ,  Ìl  quale  si  dispose  , 
come  spesso  s'  usa,  andare  per  gran  par- 
te del  suo  tenilorio.  '^  3/.  liin,  rim.  buri. 
1.  197.  S'io  però,  che  mi  sto  qua  giù 
nel  piano,  E  inai  non  esco  del  mio  leni- 
toro.  Venissi  costassi! ,  parriu  pur  strano,  (fì) 
Ar.  Fur.  20  q.  I  cavalier  doiiiaiidano  ■ 
Guidone  Com'  lia  sì  pochi  matclii  il  tu* 
nitori».   (FP) 

•f  *  TE.MTURA.  Tenimento  ,  Soste- 
gno. Salvia,  f'ier.  lìuon.  |,  f^.  .^.  Scallo 
si  dice  della  molla  ,  quando  ella  scatta  , 
cioè  scappa  dalla  sua  lemtura  e  prcisto- 
nc-  'Aj 


•j-  TENORE,  frf  all'ani.  TINORE  . 
Suggello,  Contenuto,  ììreve  somma.  Lat. 
argttmentitm,  summa.  Gr.  TTSeiOX'ì*  C* 
f.  9-  3^9-  I.  Ci^truccio  gli  mandò  let- 
tere, dicendo  il  tinore-  Ovid.  Pisi.  2O7. 
Acciocché  ella  sappia  heoe  Ìl  tenore  àA 
fallo,  raccontale  le  parole.  #  Mor.  S. 
Greg.  lett.  Che,  secondo  che  dimostra  3 
tenore  di  questa  pistola  ,  io  non  fuggo  il 
vizio  del  mctacismo,  DC  la  coofusione  del 
barbarismo.  (C) 

f  g.  I-  Per  Formay  Maniera,  Lat  te- 
nor.  Gr.  Tf  o'tto;,  fjy^^p.v..  Ott.  Com.  Inf. 
^.  55.  Elli  dimoròe  in  quello  medesimo 
tenore  di  volto  nelle  prosperiladì ,  che  nel- 
le avversitadi.  l.iv.  M.  Cinque  constilali , 
li  quali  egli  tulli  arca  menati  per  un  ti- 
nore. Oniel.  S.  Gio.  Grisost.  264-  Non 
cesserò  spessamente  ricordare  il  teoore 
della  mia  [iromissione. 

^'  %.  II.  Per  Senso,  Concetto.  Vìi.  S. 
Dorot.  i32.  Allora  Saprizio,  non  posseo- 
dolo  vincere ,  si  diede  contra  Hi  lui  la 
sentenzia  in  questo  tenore.  (F)  Bus. 
l83.  Le  lettere  legge,  che  ìd  questo  te- 
nore parlavano.  /',"  appresso:  Messere  An- 
tonio risponde  in  questo  tenore.  (C) 

*f^  g.  111.  Tenore,  va'e  pure  alcuna  vol- 
ta il  Contesto,  I'  Andamento  del  discorso. 
Ar.  Fur.  27.  57.  Gradasso  non  udì  tutto 
il  tenore.  Che  disse  :  >on  ro'darta  a  te, 
né  altrui;  Tanto  oro,  tanto  affanno,  e  tan- 
ta gente  Ci  ho  speso,  che  é  ben  mia  de- 
bitamente. (.M) 

*  g.  IV.  Per  Sotizia,  Contezza.  Bocc. 
JS'ìnf.  Fies.  st.  93.  Il  corpo  suo  ancor  vi 
sta  nascoso,  Che  mai  non  se  ne  teppe  al- 
cun  tenore,  t/ìr} 

X?  g.  V.  Tenore,  vale  anche  Direzio- 
ne, I  ia.  Car.  Fn.  IO-  520.  Alcanor  suo 
fratello  nel  cadere,  Mentre  le  braccia  al 
tergo  gli  puntella,  L'asta  nel  trapassare  il 
suo  tenore  Continuando,  insanguinata  e 
elida  La  destra  gli  trafisse.  (C) 

g.  VI.  l'er  Concerto,  Armonia.  Lat- 
concentus.  Gr.  5U^ywvi'a.  Petr.  cani.  ^2. 
[\.  Me  pastori  appressasan  ,  né  bifolchi  , 
Sia  ^infe  e  Muse,  a  quel  tenor  cantan- 
do. Cani.  Cam.  A9.  Rare  cose  en  nel 
mondo,  per  le  quali  Non  sìa  misura  ma- 
sica  e  tenori. 

g.  VII.  Fare  il  tenore,  vate  Accordar* 
si  neir  armonia  ,  Ks-sere  in  concerto.  A- 
lam.  Colt.  1.  8.  Ove  il  tristo  lupino  ,  u 
l'umil  veccia  Fero  a' venti  tenor  coi  sec- 
chi rami  (  qui  /ìguralam.  )  .  $  Car,  Long. 
Sof.  rag.  1 .  Queste  f  acque  ì  per  le  scheg- 
giose cadute  romoreggiando,  e  quelle  f* au- 
re y  per  i  fronzuti  pini  fisclùando,  facen- 
dosi r  une  all'altre  tenore,  »*  uniscono 
instememente  in  una  dilcltevolc  conto* 
nanza.  (FP) 

"t  §•  ^"'1*-  Tenere  il  tenore,  %ate  Te- 
nere il  fermo,  o  .fecondare  altrui  nel  par- 
lare ,  o  ne' motti,  l^fafm.  6.  35.  E  tulli 
quanti,  in  quei  trastulli  immersi.  Si  ten- 
gono  il  tenor.  sì  vanno  a'  versi. 

3  §.  IX.  Tenore,  si  dice  anche  Una 
delle  quattro  parli  della  musica,  eh' è 
tra  *l  Contralto  e  'l  Passo.  Lib.  Son.  85- 
Ma  e'  non  si  accorda  ìl  canto  col  tenore. 
^  S  ^  F  Jiguratam.  *•  Frane.  Saecfi. 
nov.  225.  Di  che  r  a^ino  per  lo  cardo 
scontorcendosi  e  saltando,  nell'  andare  fa* 
era  sonare  Ìl  cembalo,  e  alcun'  ora  con  lo 
ipetcKare  li  facea   il   tenore»,    fi'') 

^-  g.  M.  Tenore,  dicesi  anche  la  /Vr- 
sona  che  canta  in  vocr  di  tenore.  Belila , 
Ihsc.  I.  199.  Suona  lutto  il  coro  de^lì 
strumenti  iutieme,  e  dei  mutici,  sentite: 
eccovi  due  soprani  ad  un  tratto,  reco  che 
si  sente  solo  il  lia\so,  ecco  il  tenore  •  il 
,   basso  insirnie     (C) 

^  TKNSA.  Sorta  di  carro  sacro,  se- 
cando gli  antichi  tlentili,  destinato  al  Cul- 
lo degli  Dei.  Lat    thenta.  Boss.  Sì-et.  Ftt. 


T  E  N 

Ces.  Permise  (Cesare)  ec.  d' avere  nella 
curia  ec.  uua  settia  (.1*  oro;  e  d"  avanti  al 
Tribunale,  e  nella  pompa  solenne  dei 
giuochi  Circensi,  la  tensa  e  il  ferculo  ;  e 
che  ìd  suo  onore  fossero    edificati  tempii. 

(IP) 

TENSIONE.  Disttndimento  violento  e 
sforzato  di  checchessia^  benché  si  dica  più 
propriamente  de' nervi.  Cr.  I.  5.  8.  Av- 
viene a  lutti  loro  asma,  tensione,  cioè  di- 
stendimento di  nervi  ed  epilessia.  ^  Sal- 
via. Pros.  Tose.  I.  170.  Ancora  la  ten- 
sione e  la  tcntlenta  dell'animo  nell'og- 
getto dell'  amato  studio,  e  de'  diletti  e  fa- 
voriti cscrcisii,  fe  vacauia.  (B) 

TENTA.  Sottilp  instrumento,  col  qua- 
le il  cerusico  conosce  la  profondità  della 
ferita.  Lat.  specillum.  Cunt.  Cam.  60. 
Bassi  una  tenta,  eh' è  un  terzo  lunga, 
Spuntata,  acciocché  dentro  non  lo  punga. 
£  appresso:  Che  si  potria  d'  altra  cosa 
imbrattare  La  tenta  ,  e  Cassi  male  al  po- 
veretto. *  Red.  lett.  I.  no.  Dico  a  V. 
S.,  che  nel  fondo  della  cavità  interna  del- 
l' utero,  non  sono  se  non  due  soli  forami 
aperti,  per  li  quali  si  possa  introdurre  uno 
itile,  o  una  tenta-   (T'J 

§.  Per  sintilit.  wi/e  Tenlalii-o.  J'arck. 
Stor.  1!^.  l  quali  dubitando  ancor  essi 
che  questa  non  fusse  una  tenta,  ec. 

*  TENTABILE.  Jdd.  Che  si  può  ten- 
tare. Che  si  può  provare.  Magai.  Lclt.  (A) 

*  TENTAGIONK.  /'.  .4.  Tentazione. 
Vit.  SS.  Pad.  1.  238.  Quasi  obumbran- 
doglisi  il  cuore  ,  non  si  curava  di  questa 
infermità  e  tentagionc  medicare.  (J'j 

TENTAMENTO.  Tentazione.  Lat.  ten- 
tatio.  Gr.  TTSi^aT/Jo'^.  Amm.  Ani.  25. 
10.  3.  Tentamenti  sono  de'  cherici  Io  spes- 
so andare  a  femmine.  M.  /'.  I.  76.  Ma 
invano  s*  affaticava  con  questi  tentamenti. 

*  §.  Per  Tenlatiio.  Bemh.  Stor.  3. 
^1.  Conciossia  cosa  che  da  quella  una 
(rocca)  tutte  le  pruove  e  tentamenti  ma- 
rittimi de'  Pisani  ce  grandemente  s'  im- 
pedivano. E  5.  6x.  Couosccmlo  la  fortuna 
essere  a  tutte  -le  voglie  e  tentamenti  dei 
nostri  avversaria  ed  inimica,  (f^j 

TENTANTE.  Che  tenta.  Lat.  tenians 
Or.  TTSiCa^wv.  /.//».  Am.  SÌ  truova  con 
femmina  non  conoscente  ,  o  con  meretii- 
ee  ,  a  tempo  dì  tentante  lussuria.  Amet. 
85.  Onde  io  più  volte  stalo  presso  alle 
sordide  mani ,  tentanti  ogni  cespuglio  , 
spesse  fiate  m' immaginai  co'  miei  mem- 
liri  compiere  la  sua  rabbiosa  fame. 

TENTARE  .  Far  prova  »  Cimentare  > 
Sperimentare}  e  si  usa  in  signiftc.  att.  e 
neutr.  Lat.  tentare,  experiri ,  periculum 
facere  .  Gr.  itiipK-J  .  /iocc.  nov.  l5.  36. 
Tentò  più  volte  e  col  capo  e  colle  spalle, 
se  alzare  potesse  il  coperchio.  E  nov.  lo. 
28.  Si  dispose  a  voler  teotare,  come  quel- 
lo potesse  osservare,  il  che  promesso  avca. 
E  nov.  38.  12.  Prese  consiglio  di  volere 
in  altrui  persona  tentar  quello  che  il  ma- 
rito dicesse  dì  farne-  E  nov~  69.  6.  Du- 
bitò non  la  donna  ciò  facesse  dirgli  per 
tentarlo.  E  nov.  g5.  5.  Pur  seco  propose 
di  voler  tentare  quantunque  fare  se  ne 
potesse  .  E  nov.  99.  48.  Tempo  parve  a 
messev  Torcilo  di  volerla  tentare  ,  se  di 
lui  si  ricordasse  .  Petr*  son.  20!\.  Tenta 
S*^  forse  ancor  tempo  sarebbe  Da  scemar 
nostro  duol,  che  infin  qui  crebbe.  Alam. 
air.  17.  3l.  Io  pensai  ben;  ma  creder 
non  polea  Ch'  ei  volesse  tentar  sì  gran 
periglio  .  *  Cuicc.  Sfor.  4  85.  E  oggi 
uscito  di  prigione  temerà  ancora  delle  ar- 
mi vostre  ;  né  avrà  più  ardire  di  tentare 
la  vostra  fortuna.  (L) 

3  §.  l.  Tentare,  per  Toccar  leggier- 
mente alcuna  cosa  tastandola  ,  per  chia- 
rirsi di  qualche  dubbio  che  s'  abbia  in- 
torno ad  essa  .  Vant.  Inf.  24.  Ma  tenta 
pria  s'  è  tal,  eh'  ella  li  reggia.  Bocc  nov. 
Vocabolario  Tom.  II. 


TEN 

17.  9.  E  or  r  una  e  or  l'altra,  dopo  mollo 
chiamare  ,  tentando  ,  poche  ve  ne  trovò , 
che  avessero   senlimenlo. 

§.  11.  Per  Toccar  leggiermente ,  0  per 
Far  volgere  altrui  a  .*è,  0  per  Avvertir- 
lo, quasi  con  cenno,  di  checchessìa.  Lat. 
fodicare.  Gr.  vuTTStv.  Bocc.  nov.  38.  12- 
Stesa  oltre  la  mano>  acciocché  si  sveglias- 
se ,  il  cominciò  a  tentare  ;  e  toccandolo  , 
il  trovò  come  ghiaccio  freddo.  Dant.  Inf. 
12.  Poi  mi  tentò  ,  e  disse  :  quegli  è  Nesso, 
Che  morì  per  la  bella  D  ianira  .  E  27. 
Quando  '1  mio  Duca  mi  tentò  di  costa. 

§.  111.  Per  Toccare,  o  Biconoscer  col- 
la tenta  .  Cant.  Cani.  4''^4'  ^*^'  l^""''  ^''' 
biamo,  e  di  quante  ragioni  Si  possa  ado- 
perare, ec.  Questi  son  per  tentare,  Quest' 
altri  a  trapanar. 

f  'ì*  g.  IV.  Tentar  le  corde  di  un  in- 
strumento  da  suono,  vale  Sonarlo.  Poliz. 
st.  1.  69.  E  posta  giù  dagli  omer  la  fa- 
retra ,  Tenta  le  corde  di  tua  bella  ce- 
tra. (Br) 

^  §.  V.  Tentare  il  guado,  fguratam. 
vale  Esplorare  con  diligenza  ed  accor- 
tezza r  animo  altrui.  "  Amet.  12.  Volle 
con  pietose  parole  ec.  tentare  il  nuovo 
guado  ■>.  (C) 

t  *  §.  VI.  Tentare  il  fumé,  0  simi- 
le  ,  vale  Riconoscerne  la  profondità*  Ar. 
Far.  i.  25.  Con  un  gran  ramo  d'albero 
rimondo  ,  Di  che  avea  fallo  una  pertica 
lunga  ,  Tenta  il  fiume  e  ricerca  sino  al 
fondo.   (Br) 

f  §.  VII.  Per  Importunare.  Bocc.  nov. 
4l-  12.  Più  volte  fece  tentare  Cipseo  pa- 
dre d'  Efigenia,  che  lei  per  moglie  gli  do- 
vesse dare. 

f  3  g.  Vili.  Per  Instigare  al  male, 
ai  peccato  .  Lat.  tentare  ,  instigat^  .  Gr. 
eirtztVTsrv,  Trasop/jiKv.  Pass.  58.  Il  dia- 
volo lascia  di  tentare  coloro  i  quali  egli 
pacificamente  possiede  .  Coli.  Ab.  Isaac. 
Ogni  uomo  che  nnn  è  tentalo  ,  non  è 
provato.  ìli,  SS  Pad.  l.  1^  Intenden- 
do lo  nimico  dell'  umana  generazione  in 
Antonio  tante  vìrtudi,  e  tanta  fama  e  glo- 
ria, brigava  molto,  tentandolo,  di  ritrarnelo 
da  quello  santo  proponimento,  v  Scgner. 
Mann.  Giugn.  l5.  2.  Il  diavolo  non  ha 
da  tentar  costoro  se  non  a  una  cosa  sola, 
a  togliere  quel  danaro  di  mal  guadagno  . 
A  ritenerlo  egli  non  bada  tentarli,  (l'} 

V  g-  IX.  E  fguratam.  Cercar  di  co- 
noscere V  animo  altrui  per  bella  guisa  j 
Tastare.  Fior.  It.  3oo.  Per  questa  fidan- 
za non  ti  volsi  tastare  ne  tentare  ne  per 
legati  ne  per  ambasciatori,  ma  io  in  per- 
sona volsi  venire.  (Cj 

^'  §.  X.  Tentare  uno  di  superbia  ,  o 
simile  ,  vale  Insegarlo  a  divenir  super- 
bo, o  simile.  Fr.  Giord.  Gen.  220.  Ebbe 
il  diavolo  tanta  superbia  che  tento  Cristo; 
che  '1  tentò  di  superbia,  e  di  vanagloria, 
d'infedeltà  e  di  gola.  E  221.  Tentollo  d' 
idolatria.   ( Pe) 

•'.-  §.  XI.  Teninre  P  animo,  vale  Cer- 
car per  bel  modo  di  scoprire  il  pensiero  , 
o  la  volontà  di  alcuno.  J^.  AMMO  ,  §. 
LVUl.  (C) 

*  g.  XII.  Tentare,  vale  anche  Allet 
tare.  Cercar  di  corrompere  la  fede  altrui. 
u  Tac.  Dav.  Stor.  4-  34o.  Tentando  con 
ambasciate  e  promesse  le  legioni  nella  fe- 
de ".  (?•')  E  Ann.  lib.  3.  cap.  l^2.  Floro 
seguitando  l'  impresa,  tentò  una  banda  di 
cavalli  Treviri  ec.  Pochi  ne  corruppe  , 
gli  altri  stettero  in  fede  (il  lat.  Ita  pelli- 
cere).  (E) 

*  §.  XIII.  Per  Esaminare.  Dant.  Par. 
i!\.  Tenta  costui  de'  punti  lievi  e  gravi  , 
Come  ti  piace,  inturno  della  fede.  Per  la 
qua!  tu  su  per  lo  mare  andavi.  (E) 

si*  g.  XIV.  //  tentar  non  nuoce  ,  ma- 
niera proverò,  che  si  dice  per  incoraggiar 
altri ,  o  se  stc-iso  a  veder  modo  di  otte 


TEN 


i5i3 


nere ,  0  riu.tcire  in  checchessia.  Fir.  Trin. 
3.  5.  Andate  via  :  il  tentar  non  nuoce  ; 
se  non  ,  penseremo  a  qualche  altra  co- 
sa.  (C) 

*  TENTARE.  iVomc.  Tentazione.  Vit. 
SS.  Pad.  I.  26.  La  loro  malizia  è  partita 
divisamente;  che  alcuni  sono  sopra '1  ten- 
tare d'un  vizio,  ed  alcuni  d'un  altro,  ed 
alquanti  ce.    (V) 

•f  *  TENTATIVAMENTE.  Avverò. 
A  modo  di  tentativo  ,  Suggestivamente  . 
Car.  part.  3.  lett.  l^.  Il  che  penso  farà, 
o  daddovero  o  tentativamente  che  se  '1 
faccia.  (A)  E  lett.  ined.  2.  68.  L'ho  vo- 
luto far  tentativamente  come  da  me,  per- 
chè so  che  non  ha  per  bene  che  mostriate 
in  modo  alcuno  di  aspirare  a  questa  gi- 
ta.  (S) 

f  TENTATIVO.  Sust.  Azione,  me- 
diante la  quale  si  tenta,  si  fa  prova  di 
riuscire  in  checchessia.  Lat.  conatus.  Gr. 
'nitptfL.  Segner.  Mann.  Magg.  17.  2  Ogni 
tentativo  che  il  misero  mai  facesse,  a  fine 
di  recarsi  seco  neir  altro  mondo  punto  di 
ciò  che  qui  gode,  sarebbe  inutde.  E  Ot- 
tob.  i3.  I-  Se  non  giunse  ad  arrecargli 
tali  danni  con  1*  effetto  riuscito  vano  ,  si 
studiò  almeno  e  s' ingegnò  di  arrecarglieli 
col  tentativo.  *  Bcllin.  lett.  fjom.  ili.  i. 
246.  Del  resto  vìverò  ec.  poco  curando 
gli  altrui  tentativi  contro  il  dovere  quan- 
do ho  dalla  mia  la  ragione  patrocinata  e 
mantenuta  da  chi  comanda.  (C) 

3  TENTATO.  Add.  da  Tentare.  Bocc. 
g.  5.  f.  2.  l'voglio  che  domane  ec.  infra 
questi  termini  si  ragioni,  cioè  di  chi  con 
alcuno  leggiadro  motto  tentato  si  riscotes- 
se.  -^  Guicc.  Stor.  3.  98.  Cosa  di  grande 
artifizio,  e  invenzione  {  il  puntone  }  j  ma 
che  tentata,  come  fanno  spesso  simili  mac- 
chine, non  succedette  (cioèj  posta  in  ope- 
ra ).  (L) 

'r  g.  l.  Per  Incitato  al  male  .  "  Mor. 
S.  Greg.  1 1 .  25.  Puossi  ancora  questo 
testo  intendere  in  altro  modo,  se  non  vo- 
gliamo che  r  uomo  tentalo  dica  cosi  »»    (IV) 

■f  §.  II.  Esser  tentato  d'alcuna  cosa, 
vale  Averne  grandissima  voglia ,  Essere 
in  procinto  di  farla-  Bocc  nov.  ^.  4-  E 
tutto  fu  tentalo  di  farsi  aprire  .  *  Bern. 
lett  IO.  La  voleva  pur  con  esso  me  ,  e 
pure  diceva;  tanto  che  io  fui  tutto  tentato 
di  dargli  quel  che  andava  cercando.  (C) 

*  g  III  Tentato,  inforza  di  sust. 
per  Prova  ,  Cimento  .  Tuli.  Amie.  44- 
Questa  si  è  usanza  de'  dottori  Grechi,  che 
sia  loro  proposto  il  tentato,  de)  quale  su- 
bitamenle  disputino.    (C) 

t  TENTATORE,  l'erbai,  masc.  Che, 
0  Chi  tenta.  Lat.  tentator.  Gr.  TTEtpajTi;'^. 
Filoc.  5.  5l.  Io  non  assalitor  de'lor  regni, 
né  tentatore  della  loro  potenzia,  ma  fede- 
lissimo e  divoto  servidore  di  tulli.  Pass. 
62.  L' una  si  è,  se  noi  consideriamo  la 
debilitade  del  nimico  tentatore. 

g.  Per  lo  Diavolo.  Lat.  diabolits .  Gr. 
^la'So)©^.  Vit.  Crisi.  D.  Incontanente 
venne  lo  tentatore  ,  cioè  il  diavolo  ,  per 
voler  sapere  s*  egli  era  figliuol  di  Dio  . 
Cavale.  Med.  cuor.  Lo  tentator  ri  fu;  ma 
che  elli  non  mi  vincesse  ,  tu  m'  aiutasti  . 
Lo  tentator  non  ci  fu  ;  e  eh'  elli  non  ci 
venisse  ,  tu  lo  vietasti.  Venne  lo  tentator 
tenebroso  in  ispezie  di  buono  Angelo;  ma 
eh'  elli  non  m' ingannasse  ,  tu  m*  allumi- 
nasti eh'  io  il  conoscessi.  Venne  lo  tenta- 
tore ,  e  ferimmi  '1  cuore  ;  ma  eh*  io  non 
potessi  mettere  in  opera  il  peccato,  tu  m 
impedisti,  togliendomi  '1  tempo  e  '1  luo- 
go e  l'opportunità  del  mal  fare-  Mor.  S. 
Greg.  I.  3.  Appresso  è  dato  nelle  mani 
del  tentatore.  E  altrove  :  Nella  quale  li- 
cenzia il  disiderio  del  tentatore  ha  ef- 
fetto . 

TENTATRICE  .    l'erba/,  femm.    Che 
tenta  .  Scgner.    Mann.    Ottob.    26.   2.   Il 
190 


I5i4 


T  E  N 


prtnfo  studio  dee  da  te  porsi  in  difriidcrti 
dalla  carne,  percioccbfc  queita  è  una  len- 
tatrirc  intestina,  che  non  si  diparte  da  te 
ne  pure  un  niomi^nto. 

TE.NTAZIONCELLA.  Dim.  di  Tenta- 
zione. Tratt.  segr.  cos.  dona.  AHlilte  dal- 
la sete,  sofirono  continue  iL-iitaziuncclla  di 
hcrc.  K  appresso:  Tali  tentazionccllc  non 
si  lasciano  vincere  giammai ,  se  non  con 
legrelezia  grande. 

TENTAZIONE.  Il  tentare  ^  Pniova  , 
Cimento.  Lai.  tentalio  ,  Gr.  ^tstpotff/^o's  . 
M.  7'-  5.  12.  Manifesto  fu  a  tulli  eh*  e' 
parlava  daddovero,  e  non  per  alcuna  ten- 
tazione . 

§.  Pvr  istigazione  diabolica. But.  Ptirg. 
8.  1  Tcntatioue  è  quando  lo  dimonio 
cerca  in  che  pccralo  i'j;li  possa  far  calie- 
re r  lionui,  e  quando  c(^lÌ  ha  preso  cspe* 
rienza  dell*  uomo,  e  vede  th'  egli  è  meno 
forte  a  contenersi  in  un  peccato  che  in  un 
altro,  ed  egli  gli  da  ec.  Coli.  SS.  Pad. 
Della  quale  talvolta  eravamo  toccati  per 
tentazione  drl  nimico,  stando  noi  nelle  nu- 
slrc  celle.  G.  /'.  12.  3.  IO.  Non  ci  la- 
scia tentare  olirà  alla  nostra  po&sa  ,  ma 
rolla  tentazione  fa  frutto.  ì'it.  SS.  Pad. 
1.  34'  Se  fos>e  tentazione  di  nimico  ,  in- 
cnntanentc  6a  sconfitto  ,  vedendovi  cosi 
sicuri  e  arditi. 

TENTELLAHE.  K.  J.  Tinlinnif-e,  Bi- 
.\onarc,  Scn.  Prov.  Questa  Loce  e  tra  1' 
altre  magniBche  cose  del  nostro  Deme- 
Irio^  e  ancora  suona  e  tcnlelta  ne' miei 
orecchi   (il  testo  latino  ha  vilirare). 

'JENTEiNNA.  Diciamo  Stare  in  ten- 
tenne  di  Cosa  che  tentenni ,  barcolli ,  stia 
male  in  piedi,  o  aicenni  di  cadere.  Lai. 
vacillare.  Gr.  ■nv.pv.fì placai.  l''ir.  .4s. 
\g.  Il  letto,  che  da  se  medesimo,  per  es- 
ser picciolo,  e  un  i>iì>  manco,  stava  in  tcn- 
tcnne  ce,  cascò   per   terra. 

TENTENNAMENTO.     //    tentennare. 

TENTENNANTE.  Che  tentenna.  /Jaon. 
f'icr  .  3.  l\.  2.  Che  'nsi< me  andando  a 
maua  tentennanti  Si  dolgono  ec. 

TENTENNARE.  Dimenare j  e  sì  usa 
in  signijìc.  att.  e  nentr.  Lat.  agitare, 
commovere.  Gr.  cr'vaiei'siv.  Patnfl'.  8.  Sec- 
caggine era  ali*  uscio  a  tentennare.  Buon. 
J'ier.  4-  2.  7.  E  rientrare  ,  e  tentennar 
di  teste.  Malm.  5.  Si.  HaLhiosa  il  rapo 
verso  il  cicl  tentenna.  Menz.  Sat.  8.  S'  è 
messo  a  tentennar  presso  un  altare. 

g.  Diriamo  Tentennare,  o  Tentennar- 
la, per  l'acillare.  Titubare  ,  o  Aon  an- 
dar risoluto,  0  di  buone  gambe,  a  far 
checchessia  i  che  diremmo  anche ,  ma  in 
modo  più  basso,  Ninnarla  ,  o  Dimenarsi 
nel  manico.  I,at.  titubare,  nutnrc.  J  ariii. 
ìù-col.  55.  Ogni  volla  che  ad  alcuno  pa- 
re aver  ricevuto  picciolo  premio  d' alcuna 
sua  fatica,  o  non  vorreldie  fare  alcuna  co- 
sa ,  o  dubita  se  la  vuol  fare  o  no  ,  mo- 
strando che  egli  la  farclihe  ,  se  maggior 
prezzo  dato,  o  prome.s>o  gli  fosse,  si  ili- 
ce :  e'  uicdiia,  e"  j>igola,  e*  miagola  ,  e'  la 
li-Ila,  e'  tfiitcnna.  /'ir.  rim.  Inni.  128. 
Pel  vo.'.tro  tentennar,  per  vostro  amore , 
Il  tempo  si  divide  tn  metto  e  'n  quarti. 
Tac,  Dav.  Ann.  12.  l^^-  ^i  furono  di 
quelli  che,  prtitestando,  se  Cesare  la  trn- 
(ennasse,  d'  andare  a  fargliele  far  per  for- 
la.  usciron  eh  senato  con  furia.  JC  Stor. 
1.    248.    I    Germ.ini  ec.  la  lenleunaronn. 

TENTENNATA  .  Tentennamento  j  e 
vale  anche  Picchiata,  Colpo.  Lat.  ictus. 
Gr.  TrXfi'/rl.  Fir.  /Is.  l8.>.  Ne  resi o  mai 
cun  un  haston  pica  di  nodi,  eh'  egli  a\r:\ 
tra  mano  ,  di  darmi  all'  usalo  di  klrane 
tentennate,  .\forg.  17.  lOl.  Diede  ad  Or> 
landò  nna  gran  tentennala.  I  asc,  Pinz. 
4-  13-  E,  non  conoscendo  .  polrehhf*  darvi 
({ualrlie  lentenn.ita,  die  voi  non  sareste 
ntai  pili  hiiono. 

TENTENNATO.    Jdd.  da  Tentennare. 


TEN 

TENTENNATORE.  Che  fa  tentenna- 
re ,  o   Che  tentenna. 

*  TENTENNELLA  .  Term.  de'  Mu- 
gnai. Quella  parte  della  ruota  del  muli- 
no,  che  muove  la  macine.  (A) 

4t  §.  Diconsi  anche  Tentennelle  r/nelle 
pCottole  che  tengono  con  corde  certi  pezzi 
di  ferro  ,  i  quali  ,  quando  non  v'  e  più 
grano  nella  tramoggia,  cadono  ^  ed  avver- 
tono il  mugnaio.  (A) 

TENTENNINO.  Uno  di  qne' nomi  , 
co*  quali  dal  volgo  s*  appella  il  Diavolo. 
Pataff'.  6-  E  M  diavol  tentennino  al  buio 
arriccia.  Mor-g.  ij).  71.  Cb'  eia  per  cerio 
il  diavol  lenlennino.  Malm.  3.  6cf.  Costei 
è  quella  strega  maliarda,  Che  manda  i  ca- 
vallucci a  tentennino.  Car.  leti.  2.  {^i.  I 
tentennini  non  desistevano  però  di  doman- 
dare quando  si  risponderehLc  (qui  per  si- 
mili t.  f. 

TENTENNI'O.  Tentennamento,  Il  ten- 
tennare. Menz.  sai.  2.  Perch"  io  m'  accor- 
go a  un  certo  tenlenuio  ,  Che  gli  orec- 
chioni air  asino  stropiccio. 

:?  TE^TE^NO.  Tentennamento.  Car. 
Long.  Sof.  rag.  4-  '1  pancione  ch'era  ub- 
briaco, e  per  ogni  poco  di  tentenno  bar- 
collava, ce.  si  trovò  per  terra  rovescio.  (FP) 

^  2.  Andare  a  tentenno,  dicono  1  cal- 
ciatori quando  la  sera  di  notte  buia  si 
va  alla  caccia  delV  allodole  con  la  /an- 
terna  da  frugnolo,  con  una  specie  di  rete 
situata  in  un  cenhio  col  manico  lungo, 
per  coprire  le  allodole  che  sono  in  terra. 
Bed.  Voc.  Ar   (A) 

•f  *  1  ENTENNONACriO.  Peggiorai, 
di  Tentennone.  Magai,  i.clt.  fam.  2.  .'li. 
(Fir.  176;))  Andate  a  farvi  mugnere,  Icu- 
tennonaccio  che  siete,  salvo  il  rispetto  do- 
vuto ec.  (A) 

TENTENNONE.  Si  dice,  in  modo  bas- 
so ,  di  Colui  che  è  nelle  sue  operazioni 
irresoluto,  riso/vC  adagio,  e  conclude  po- 
co. Lat.  cunctalor.  Gr.  /jlsX).*!?/,"^.  Buon. 
Fier.  Jntr.  l^.  Ac<ieca  le  persone  ,  Fa  *I 
sordo  ,  il  goflb  ,  il  dormi ,  il  tentennone  . 
E  ^.  I.  7.  Ch'uscir  dianzi  sgritlandu  e 
minacciando  Que*  tentennoni  della  serena- 
la .  J.*^  Magai.  Lett.  fnm.  z.  H^l.  (  Fir. 
lydt))  Ilo  letta,  niella,  e  sempre  con  dir 
nel  mio  me:  gran  tculeouone  che  è  Ìl  sig. 
Francesco  ,  ec.  (B) 

'I^  §.  Andar  tentenno/»  tentennone,  vale 
Andar  tentone.  /'.  TENTONE.  Allegr. 
254.  In  vedendo  qualcuno  andarsene  ten* 
lennon  tentennone  per  la  sua  via  con  le 
mani  .<ipenzidoni,  ce.  (l'J 

TENTONE,*  TENTONI.  Avverf>. 
Diciamo  Andare  tentone,  o  a  tentone,  e 
vale  AndatT  adagio  e  leggieri,  quasi  ta- 
stando co'  piedi  il  sudo  ,  o  facend-ssi  la 
strada  collo  stendere  le  braccia  innanzi  j 
il  che  si  fa  per  lo  buio,  o  per  non  es.ter 
sentito.  Lat.  pedetentim.  Gt.  ày'òf.v.  Boec. 
nov.  86.  8.  A  tentone  dirilUmrnle  al  h-llu, 
dove  il  mai  ilo  <loriiiÌva  ,  se  n'  andò.  Ar. 
Fur.  28.  6a.  \  iene  ali*  uscio,  lo  spìgne  , 
e  quel  gli  cede  ;  Entra  pian  piano  ,  e  va 
tcnlun  col  picdf .  I  a.u\  Pinz.  f^.  3.  An- 
davi culle  mani  innanti  a  questo  motlo 
tentoni,  come  coloro  che  fanno  a  nielli  1* 
uovo  . 

g.  IW  metaf.  Frane.  Sacch.  nov.  3. 
Sospettando  Parcittadinn  che  quella  ridia  non 
fosse  lerpe  o  badalirhio  che  ìl  mordesse, 
a  tentone  la  ricevette  f  cioè  ,  con  riguar- 
do ).  Cas.  Vf.  com.  ^3.  E  da  slahilirc  e 
conrhiuitei'c  quale  sia  quella  rosa,  la  quale 
in  questa  lugione  d'  amiciiia  il  piimo  luo^o 
tiene,  acciorrliP,  non  la  sapcnuo.  a  tenli'iii 
non  andiamo  (cioè  ,  con  intertrtta  ,  con  ir- 
resoluiione). 

f  1  TENUE.  V.  !..  Add.  Che  ha  te- 
nuità. Sottile.   Lai.  tennis.   Gr.   ^i)o(. 

*!*  §■  1.  Tenne  ,  è  anche  aggiunta  che 
gli    Anatomisti  danno  a  tre  parti  dell'  In- 


TEN 

testino.  Il  VocaboL  alla  V.  DIGIUNO. 
§.  III.  (C) 

*  §  II.  Tenue,  vale  anche  figuratam. 
Di  poco  momento.  -  Salvia.  Disc.  I.  300> 
Con  volonterosa  prontetza  m*  esercito,  in- 
citando, per  quanto  io  posso,  col  tenue  sì, 
ma  assiduo  esempio  raÌo  migliori  e  più  dotti 
a  far  lo  stesso,  .fr^/ier.  .l/a/t/i.  Marz.  26.  a. 
Siano  pure  ignobili  le  opere  che  ale  spetta- 
no, sian  triviali,  sian  tenui;  non  dubitare:  ba- 
steranno a  santificarti,  purché  sian  falle  con 
quella  perfezione  maggiore  che  lor  eonvien- 
ii  ...  (C) 

^  g.  III.  Fale  anche  Scarso  di  guada' 
gno .  u  Salvia.  Disc.  1.  192.  L'arte  de' 
quali  (  legisti  )  nel  colmo  e  nel  vigore 
della  repubblica  era  tenue  e  rislrcltissi- 
ma   ».  fC) 

*  §.  IV.  Tenue,  dicesi  anche  de/la 
Pronunzia  di  certe  lettere,  ed  è  contrario 
di  Bozzo,  u  Fir.  Disc.  lett.  3ll.  Z  tenue 
e  Z  rozzo  w.  (Cf 

t  TENUEMENTE.  Avverb.  In  modo 
tenue.  Lai-  tenuiler.  Gr.  Istitw^.  farch. 
lìrcol.  238.  Nessuna  delle  sue  parole  ha 
larghezza,  e  conseguentemente  non  s'  aspi- 
ra, cioè  si  proferisce  tenuemente. 

TENUISSIMO.  Superi,  di  Tenue.  Amet. 
22-  Vede  sorgere  in  giro  non  d' altro  co- 
lore ,  che  le  tenebre  ,  due  lenuissiroe  ci- 
glia .  Fiv.  Disc.  .ira.  3o.  Con  che  spe- 
sa convenisse  operare,  la  quale  a  propor- 
zione del  benefizio  grandissimo  io  stimo 
lenuissima . 

TENUITÀ',  TENUITADE.  e  TENUI- 
TATE.  /  .  A.  Astratto  di  Tenuej  Scar- 
sità, Leggerezza,  Sottigliezza.  Lat.  lenui- 
tas.  Gr.  ÀcnTOTT]^.  Cr.  2.  l3.  i3.  Spesse 
Tolte  passano  e  si  mutano  in  altra  spctie, 
per  la  tenuità  del  cibo  e  del  letame.  *  /m- 
perf.  Tim.  D.  6.  T.  7.  55,  L'anima  dell* 
universo,  o  la  nostra  ec.  awci^na  che  senza 
corpo  j>cr  la  sua  tenuità  non  abbia  urto 
ne  colpo  per  muovere  le  cose  esteriori  , 
ce.  fFj  Segner.  Sent.  Graz.  8.  Difficil- 
niente  sopj<osta  Timperfezionc  e  la  tenuità 
del  mio  spirilo  ,  potrei  mantenere  quel 
porti  (li  divozione  ce.  (TC) 

t  TE:NUTA.  Godimento^  o  Facoltà  at- 
tuale di  go<iere  di  un  bem-:  Possesso.  G 
/'.  12.  57.  I.  Essendo  per  rettori  del  no- 
stro Comune  messo  in  tenuta  e  possessione 
di  certi  beni.  lìocc.  nov.  45.  7-  Con  eerli 
compagni  armati  a  dovere  mirare  in  tenuta 
atidu.  .1/  /  .  I.  6«).  Il  Ulive  a  cammino, 
e  mandollo  a  pigliare  la  tenuta  di  Bolo- 
gna .  P'sp.  l'ai.  yost.  .3o-  Il  leame  del 
Ciclo  e  loro  non  solamente  per  promessa, 
ma  per  tenuta  rertana.  Frane.  Sacch.  no*'. 
11. 8-  Io  piglierò  la  tenuta  doman  dt  sera 
a  buon'  olla  . 

§.  I.  Piciamo  in  proverbio:  Chi  è  In 
tenuta  ,  Dio  t'  aiuta  j  f*er  dinotare  ,  che 
Chi  è  in  possesso  è  di  miglior  condizione. 
I.at.  meliar  est  conditio  possidentis.  l'ed. 
Flos.  228.  Cecch.  F.talt.  Cr.  |.  3.  Clii  è 
in  tenuta,  il  licl  t'aiuta.  4  F  Assiuot. 
5.  3.  F'si  son  serrati  dentro.  Am.  E*  si 
sono  avveduti  eh'  i'  son  tornalo;  e*  non 
varrà  loro:  picchia  ce.  Cia.  Intuito  cbì  è 
in  tenuta  ,  Dìo  1'  aiuta.  (  f  > 

tS  11-  Tenuta,  per  Circuito  di  paese, 
o  dì  terreno  che  si  /possegga.  Possessione, 
hai.  fundus.  Cr.  jfw^si'ov,  à'/còi-  G.  9'. 
^.  5.  4-  Altri  se  n  andarono  ad  abitare 
per  lo  contado  uiloino,  dove  aveano  loro 
pi-ocessioni  V  tenute.  (ìtt.  Com.  Inf  aj. 
464.  E  sotto  questa  pr4>ntcssa  entrasse 
raulameiite  nelle  lor  tenute  .  M.  ì'-  a. 
42.  Facea  grandi  e  belli  fiuti  di  l>eslia- 
me,  iraeudo  i  buoi  delle  Irnutr  murale  e 
guardate.  Pittam.  I.  a3.  SeuMintatrè  cìllà 
rnn  più  tenute  Prese. 

t  3  g.  III.  Tenuta,  ti  Capite,  Con-- 
tenere e  Hicevere  in  tè  ,  Capacità  .  Off. 
Com.  Par  3.  5o   Siccome  esemplifica  san. 


T  E  N 


T  E  N 


T  E  0 


i5i5 


to  Àgofitiuo  dellì  vasi  dififereDli  in  tcnulj, 
e  iutli  pieni»  ec.  *  Jìiion.  Ficr.  3.  i.  3. 
Un  buco  bicchier  di  CoriO  che  ralloppij 
E  sia  di  tal  leouta  ,  Che  l'amor  eh'  egli 
ha  'a  seD  v*  affoghi  dentro,  ììarcbbe  fatto 
suo.  (N) 

#  g.  IV.  Effguratam.  »  Pass.  266. 
Fa  crescere  1'  umilia,  la  quale  crescendo, 
sempre  diventa  più  capace  e  di  maggior 
Cenata  a  ricevere  più  della  grazia  n.  (C) 

*  §■  V.  £■  pur  /ìgttratam.  per  ottun- 
dine d'intendere."  liut.  Par.  a.  I.  Di- 
ricto  alla  capacita  e  tenuta  del  mio  inge- 
gno ».  (C) 

*  g.  VI.  Ttnuta,  per  Pesce.  1'.  SCA- 
RAFAGGIO, g.  (J) 

*  TE>OTARIO.  Term.de* Legali.  Co- 
lui che  è  in  tenuta.  (A) 

TENOTELLA.  Dim.  di  Tenutaria  si- 
gnijic.  di  Possessione.  Lat.  pan-us /un' 
dus  .  Or.  oìypiSiO'J  •  ^^-  ^  ■  io.  83-  E 
questi  in  diversi  luoghi  e  tempi  tolsono 
certe  teoutelle  del  distretto  del  Comune 
di  Fìrence. 

TENUTO-  Add.da  Tenere.  Bocc.  g. 
\.  f.  1.  Se  io  ho  ben  riguardato  oggi  alle 
maniere  da  Pampinea  tenute. 

§.  I.  Per  Giudicato,  Biputato  .  Lat. 
habitus  .  Gr.  vo/ji(?5£t;  .  Frane,  parò. 
3oi.  l3.  E  se  tu  se' con  egli.  Non  segui- 
tar tu  quegli  In  correre  a  follia  ,  Che  poi 
tenuto  'n  sia. 

§.  II.  Per  Obbligato.  Lat.  devinclus . 
Gr.  JiOftjms'voi  .  JS'ov.  ant.  7.  5.  Il  mer- 
catante non  m'  insegnò  neente  ,  non  gli 
era  neente  tenuto-  Bocc.  Conci,  li.  A 
queste  son  io  tenuto  di  render  conto.  Cro' 
nickett.  d*  Amar.  lo^-  Ogni  Cristiano  e 
tenuto  di  fare  bene  a' suoi.  J'it.  SS.  Pad. 
1.  24-  Siamo  tenuti  di  servire  a  colui  che 
ci  creò  .  Cron.  More/I.  262.  Siamo  tutti 
tenuti  a  quel  deposito  ,  e  ciascuno  in  tut- 
to .  E  203.  Assegna  quelle  f  masserizie  ) 
si  appartengono  a  lei  ,  e  che  ancora  sia 
tenuta  d'assegnare  ragione.  Bemb.  Stor. 
6.  86.  Gli  disse,  nessuna  cosa  essere  ,  di 
cui  egli  alla  repubblica  tenuto  non  fosse. 

*  g.  111.  In  proverb.  Chi  fa  quello 
che  sOj  non  è  tenuto  a  far  più  j  e  vale 
Che  ninno  è  obbligato  a  far  più  di  quel- 
lo che  porta  la  sua  capacita  ,  o  le  sue 
forse.  Fir.  Lue.  lic.  Chi  fa  quello  che  sa, 

non  è  tenuto  a  far  più.  (C) 

TENZA.  r.  A.  Tenzone.  Lai.  conten- 
tio.  Gr.  £j3t;.  C.  /  .  8.  67.  I.  Ciò  assenti 
lo  Re  di  Francia  per  la  teoza  rh'  egli  avea 
colla  Chiesa  .  F  10.  86.  2.  Per  la  lenza 
che  aveano  della  della  guardia  colla  gente 
de!  Duca.  Bim.  ant.  P.  S.  Pier.  T'ign. 
Novella  canzon  ,  prega  Quella  che  senza 
lenza  Tutl'or  s'agenxa  di  gentil   costume. 

TENZIO.XABE.   V.  TEISZONARE. 

TENZIONE.   r.  TE.NZONE. 

*  TENZONA.  Tenzone.  Bemb.  Pros. 
1 .  20.  E  medesimamente  quadre/lo  voce 
provenzale,  ed  onta  ,  e  prode,  e  talento  , 
e  tenzona,  e  gaio,  ed  isnello,  ec.  (V) 

*  TENZONANTE.  Che  tenzona.  Pluf. 
Adr.  Op.  mor.  3.  269.  Alessandro  me- 
desimo accusando  un  giorno  Efeslione  ten- 
zonante con  Cratero,  disse.  fC) 

t  TENZONARE,  e  (T/iftVvT/7(.  TENZIO- 
NARE.  Disputare,  Combattere,  Contra- 
stare, Quistionare  di  paro/e.  Lat.  concer- 
tare ,  pugnare.  Gr.  E.pi%nv,  /Ji«;(573«t. 
Tes.  Br.  1.  5.  La  prima  è  dialettica,  la 
quale  e'  insegna  lenzionare,  rontendere  e 
disputare  Timo  conlro  1'  altro.  Dant.  Inf. 
8.  Che  sì  e  no  nel  capo  mi  tenzona.  ì'arch. 
Ercol.  76.  Altercare,  onde  nacque  alter- 
cazione,  è  verbo  de*  Latini,  i  quali  dicono 
ancora  altercari  in  voce  deponente  ,  in 
vece  del  quale  i  Toscani  hanno  tenziona- 
re  ,  ovvero  tenzonare  ,  cioè  rissare  ,  con- 
tendere e  combattere  ,  cÌoc  quistionare  di 
parole. 


TENZONATO  .  Add.  jlu  Tenzona- 
re. Lat.  dispntatus  .  Gr.  oiy-Js/s'^uivo;  . 
^  Bocc.  Amet.  I  vostri  cflelli  nio.slriun 
chi  più  possedè  della  tenzonata  questio- 
ne. (W 

•f  *  TENZONATORE.  VerbaL  masc. 
Disputatore,  Combattitore.  Uden.  Ais.  5, 
2.  Avrò  cuore  tanto  sicuro  ec,  che  io  vo- 
glia essere  pure  spettatore,  non  che  tenzo- 
natore  in  questo  perigliosissimo  agone.  fA) 

•f  TENZONE,  ed  «//' (in/.  TENZIO- 
NE.  Contrasto,  Qiiìstione,  Combattimen- 
to, e  per  lo  più  di  paro/e.  Lai.  concerta- 
tio.  Gr.  spii.  G.  V.  6.  3.  2.  Cominciossi 
por  così  vii  cosa,  come  per  la  tenzone  d' 
un  picciolo  cagnuolo.  Bocc.  nov.  i5.  37* 
Pur  dopo  lunga  tenzone  un  prete  disse  . 
Dant.  Inf.  6-  Ed  egli  a  me:  dopo  lunga 
tenzone  Verranno  al  sangue.  ì'etr.  canz. 
5.  5.  In  nulla  sua  teozone  Fur  mai  ca- 
gion  sì  belle. 

*  TEOCRATICO.  Term.  didascalico. 
Appartenente  a  Teocrazìa,  f.-l) 

f  ^TEOCRAZI'A.  Temi,  didascalico. 
Governo  nel  quale  il  Principe  impera  as- 
solutani.  a  nome  di  Dio.  (A) 

TEODl'A.  Canto  in  lode  di  Dio.  Dant. 
Par.  25.  Sperino  in  te,  nella  sua  teodia, 
Dice,  color  che  sanno  il  nome  tuo. 

TEOLOGALE.  Add.  Vi  teologia.  Lat. 
tìieolognlis.  Gr.  &=o3lo*/ixo;. 

t  §■  T  irtù  teologali,  si  dicono  Quelle 
che  hanno  principalmente  per  oggetto  Id- 
dio, che  sono  la  Fede,  la  Speranza,  e  la 
Carità,  j^lbert.  cap.  [^.  E  anche  un'  altra 


fede,  la  quale  è  virtù  teologale,  e  questa 
si  piacque  a  Dio  ,  che  '1  nostro  Signor 
Gesù  Crislo  niuno  uomo  sanava,  se  io  lui 
ferma  fede  non  trovasse  (così  negli  stam- 
patìj  ma  neW  ottimo  testo  a  penna  dell' 
Accademia  si  legge:  la  fede  si  piacque  a 
Dio).  *  Segner.  Bisp.  Quiet.  2-  6.  Stia 
esercitando  j>iù  atti,  ma  di  virtù  puramente 
ordinate  a  Dio,  quali  sono  le  teologali  di 
fede  ,  di  speranza  ,  e  di  carila.  (TCj 

t  TEOLOGANTE.  Che  attende  alla  teo- 
logia. Bocc.  fit.  Dant.  54-  Il  quale  af- 
ferma ,  se  aver  trovati  i  poeti  essere  siali 
li  primi  teologanti,  (l'  ediz.  del  1723  ha  : 
teologizzanti  ). 

*  TEOLOGARE.  Parlare,  Tener  ra- 
gionamento sopra  Dio  .  Plut.  Adr.  Op. 
mor.  5.  8.  Platone  ancora  nel  suo  con- 
vito dispulando  del  fine  dell*  uomo  e  del 
primo  bene  ,  anzi  per  dir  più  vero  teolo- 
gando ,  non  allunga  le  prove  e  dimostra- 
zioni. fC) 

TEOLOGASTRO  .  Teologo  di  poca 
scienza  .  Pai\  Scism.  d2.  Quanti  dotto- 
ricchi  e  teologastri  potè  ,  coniperò. 

-r-  TEOLOGRESSA.  Fcm.  di  Teologo. 
Sah'in.  Disc.  3.  9.  Una  Diotima  fu  pure 
la  teologhessa  nel  convito  di  Platone  .  E 
5.5.  Non  mancano  gli  esempi  ec  di  Dio- 
tima teologhessa,  introdotta  da  Platone  nel 
convito  a  parlare  d'  amore  divinissimamen- 
te. E  pros.  Tose.  I  44-  '^  ragionamento 
che  fa  Diotima  ec.  filosofa  e  teologhessa 
ce.  mostra  chiaramente  che  1'  uomo  non 
dee    in   una   creatura   coli'  amore   fermar- 

si.  n 

•f  TEOLOGI'A  .  Scienza  intorno  gli 
attributi  della  Divinità  .  Lat.  tkeologia  . 
Gr.  &£5)c7ta  But.  Purg.  i8-  i.  La  ra- 
gione umana  non  apprende  se  non  le  cose 
sensibili,  e  le  'ntellettuali  secondo  le  sen- 
sibili; ma  la  teologia  insegna  le  spirituali, 
che  s'  apprendono  per  fede,  e  non  per  ra- 
gione. Bocc.  J'it.  Dant.  234-  Se  n'  andò 
a  Parigi,  e  quivi  lutto  si  diede  allo  studio 
e  della  filosofia  e  della  teologia. 

t  TEOLOf;lCAMENTE.  Avverb.  Se- 
condo teologia.  Lat.  theologicc-  Gr.  Sì3- 
io'/izolj^.  Olf.  Cam.  Par.  3o.  63i.  Infino 
a  questo  punto  ho  io  non  prccisamenle 
trattato,  teologicamente,  del  Cielo.  Vanh. 


Lez.  Il5.  Sant*  Agostino  ec.  ,  favellando 
teologicamente  de* giganti,  e  donde  nac- 
quero, dice  ec. 

•f  •"?  TEOLOGICARE.  Scrivere.  Par- 
lare, Disputare  teologicamente.  Uden. 
Nis.  ^.  33.  Quanto  all'  ordinanza  de'  sup- 
plicii  assegnali  nell'  inferno  dai  poeti  ec. 
io  non  voglio  leologicarci  sopra.  (A) 

TEOLOGICO.  Add.  Di  teologia,  Tet>- 
logale.  Lai.  *lheologìcus.  Gr.  3EO/oyixoc. 
Pass.  294-  I  l»eni  acquistati  dell*  anima 
sono  le  virtù  teologiche  e  le  divine.  But. 
Purg.  7.  I.  Fede,  speranza,  e  carità,  che 
sono  virtù  teologiche.  E  9.  2.  Questa  è 
sentenzia  teologica.  E  altrove  :  Ogni  vir- 
tù teologica  e  cardinale  hae  in  fondamen- 
to la  fede.  Frane.  Sacch.  rim.  Zi.  Nelle 
tre  teologiche  fu  fino ,  Vivendo  ognora 
colle  cardinali  (parla  delle  virtù). 

*  TEOLOGIZZANTE.  Che  teologiz- 
za .  Bocc.  Vit.  Dant.  25o.  Ma  credasi 
ad  Aristotile ,  degnissimo  testimonio  ad 
ogni  gran  cosa  ,  il  quale  afferma,  se  aver 
trovato  li  poeti  essere  stali  li  primi  teo- 
logizzanti.  (T'~) 

TEOLOGIZZARE.  Scrivere,  o  Parla- 
re teologicamente.  Lat.  theologice  loqui , 
scribere.  Gr.  ^to)oyt~-i.  Salvin.  Disc  i- 
239.  Da  tutte  queste  maniere  e  vie,  per 
cosi  dire,  di  teologizzare,  come  da  varie 
corde,  una  bella  e  nobile  armonia  ne  ri- 
sulta. 

TEOLOGO  .  Professore  di  teologìa, 
Lat.  theologus.  Gr.  '-s-.ùìó'/o:,.  But.  Purg. 
16.  I.  Aggiunge  la  vera  sentenzia  de' teo- 
logi. F.  altrove:  Furon  gran  teologi,  e 
spirìtualissimi  uomini.  Eocz.  G.  S.  fi.  Ni- 
comaco  arismetrico,  Euclide  geometro,  so- 
no uditi  Romani;  Pialo  teologo,  Aristotile 
logico    ec,    dispulano  .    Fir.    Dial.    beli. 


dona.  ZS'j.  Io  affermo,  non  di  mio  capo, 
ma  di  sentenzia  non  solamente  de' savii 
naturali,  ma  di  alcuni  teologij  che  la  vo- 
stra bellezza  è  un'  arra  delle  cose  celesti, 
una  immagine  e  un  simulacro  de' beni  del 
Paradiso. 

*  TEOLOICO.  r.  A.  Add.  Teologi- 
co. Com.  Dant.  Inf  27.  E  così  vinse  il 
Demonio  per  ragione  teoloica  e  loie  a,  che 
frate   Guido  era  suo.  (]') 

*  TEOMETRICO.  Add.  Aggiunto  di 
libro,  figura,  0  simile,  con  che  son  dise- 
gnate le  opere  di  Dio.  Bartol.  Bicr.  Cosi 
vedute  le  opere  di  Dio,  elle  son  linee  e 
figure,  per  così  dire,  teomelriche.  (A) 

t  TEOREMA.  Termine  perla  più  de* 
geometri.  Proposizione  d'  una  verità  spe- 
culativa che  si  può  dimostrare. 'Lil.  theo- 
rema.  Gr.  '^t<jlpT,p.%.  J' ardi.  Lez.  pitt. 
Come  mi  avverti  Ìl  gran  filosofo  Marcan- 
tonio Zimarra  ne'  suoi  dottissimi  teoremi. 
Gal.  Gali.  228.  Il  che  dichiarato  e  sup- 
posto ,  vengo  a  dimostrare  la  verit'a  di 
quanto  ho  accennato,  formando  il  seguen- 
te teorema. 

^  g.  yota  desinenza  plurale.  Ott.  Com. 
Inf  4-  66.  Questi  passò  gli  altri  in  Geo- 
metria, e  compose  le  teoremate  di  geome- 
tria.  (C) 

f  *  TEORETICO.  Add.  Appartenen- 
te a  teorica.  Salvin.  Disc.  I.  234-  Alcu- 
na a  distinzione  dì  questa  teologia,  che  è 
pratica,  e  regolatrice  di  nostre  azioni  ,  si 
chiama  teologìa  speculativa  ,  o  teoreti- 
ca. (A) 

TEORICA.  Scienza  speculativa^  che  da 
regola  alla  Pratica,  e  rende  ragione  delle 
operazioni.  Lai.  contemplano,  specnlatio. 
Gr.  ^soìplot.  Tes.  Br.  i.  i-  Ciò  app.ir- 
ticoe  alla  prima  scienza  della  filosofia,  cioè 
teorica.  E  cap.  3.  Delle  cose  che  1' uomo 
dee  fare,  e  che  no,  secondo  teorica.  La 
prima  si  è  teorica,  ed  è  quella  propria 
scienza,  che  a  noi  insegna  la  prima  qui- 
slione  di  sapere  e  di  conoscere  la  natura 
delle  cose  celestiali  e  terrene.  Teol.  3fist. 


x5i6 


T  E  O 


TER 


TER 


Imprima  si  cooTÌene  aver  la  pratica,  che 
la  teorica.  *  J'iv.  ì  it.  Galil.  74.  Dell' 
anno  dunque  i6i5.  in  circa  {  trovandosi 
il  Sig.  Galileo  d'aver  conseguito  quanto 
in  teorica,  e  in  pratica  si  richiedeva  per 
la  sua  parte  all'  efictiuazìonc  di  così  nobi- 
le impresa)  conferì  il  tutto  al  Screnissi- 
mo   Gran   Duca   Cosimo  suo  Signore.  (C) 

§.  Teorica,  e  anche  termine  astrono- 
mico, che  vaie  Ipotesi  degli  astronomi  per 
rappresentare  i  moti  de*  corpi  celesti ,  e 
salvare  le  hro  apparenze.  Gal.  Sist.  ^^g. 
Come  poi  ciascun  pianeta  si  governi  nel 
suo  rivolgimento  particolare,  e  come  stia 
precisamente  1u  slrutlura  dell*  orliesuo^cbe 
e  quella  cbe  vul;^armentc  si  chiama  la  sua 
teorica,  non  possiamo  noi  per  ancora  in- 
duliitalumfiite  risolvere. 

;:=  TEORICAMENTE.  ^it-erA.  Pervia 
di  teorica.  J  iv.  Itesist.  Sol.  201.  Per  il- 
lustrar teoricamente  la  materia.  ^C) 

•f  TEORICO.  Sust.  Colui  chehateo. 
rica.  Lat.  thcoricus.  Gr.  &£wci/o;.  Teol . 
Mist.  Così  il  pratico,  come  il  teorico,  usa 
gli  u6cii  dello  intelletto. 

•f  TEOIUCO.  j4dd.  Di  teorica,  Jp- 
partenen te  a  teorica.  lìut-  Purg.  t\.  i . 
La  ragione  ba  due  parti:  ec.  ;  la  supe- 
riore è  teorica^  che  traffica  colle  cose  ce- 
lesti;  ce. 

TEPEKARE.  ì\  L.  lìiscaìdare.  Lat. 
tepefacere.  Gr.  x^t^'^stv-  Amet.  Bp.  Ma 
puicbc  io  col  proprio  caldo  della  mia  ma- 
no il  petto  l'reddissimo  tepefecì ,  manile- 
htamente  sentii  li  smarriti  spiriti  ritornare. 

TEPEKATTO.  A.  L.  Jdd.  da  Tcpe- 
farc  Lai.  tcpefactus.  Gr.  y).iv-iói.  *  Kuc. 
v4p  a47-  Il  tepcfullo  umor  ìoUendo  on- 
deggia. (V) 

TEPERE.  V.  L.  Esser  tiepido.  I.at. 
tepere.  Gr.  ;()iapov  st  vai.  Dant.  Par.  2g. 
ly  amor  la  dolcezza  Diversamente  in  esse 
ferve  e  tepe. 

::■•  TEPIDAMENTE.  Lo  stesso  die 
Tiepidamente.  Chiahr.  Poem.  Ed  ecco  di- 
sgorgò con  larga  vena  Un  vermiglio  ru- 
s«el  dal  collo  cburno  Tepidamcnte  ,  e  le 
gelate  membra  Si  riposaro  in  su  la  secca 
arena.   {A) 

*f  V  g.  ir  fìguratam.  Pigramente , 
freddamente.  Segr.  f'ior.  Princ.  6.  Quel- 
li altri  difendono  tepidamente  in  modo  , 
che  insieme  con  loro  si  periclila.  (A) 
Chìcc.  Stor.  lib.  17.  Procedevano  le  altre 
cose  di   Lombardia  lepidamente.  (Er) 

'f  ::=  'JEPIDETTO.  Lo  stesso  che 
Ticpidclto.  Snlvin.  Teocr.  idill.  32.  L'al- 
tro poneva  i  cari  figli  sotto  Le  care  ma- 
dri, e  gli  invitava  intanto  A  bere  il  dol- 
ce e   tepidello  latte.   (.4) 

TEPIDEZZA.  ì'cd.  TIEPIDEZZA. 
t  *  TEPIDITA*,  TUPIDITADE,  e 
'I  i;plDITATE.  Lo  stesso  che  Tupidit,) , 
et  .  Olt.  Com.  Ptirg.  17.  2(^7.  Le  specie 
d'  invidia  sono:  lepiditade,  mollezza,  son- 
nolenta, utiositadc,  indugio,  tarditadc  f  t/i/i 
nietaf.  per  pigritia).  (*) 

TEPIDO.    I  ed.   TIEPIDO. 

TEPIFICARE.  l'ar  tiepido.  Lat.  tvpc- 
fncvre,  Gr.  )£^*^*  veiv.  Cr.  2.  23.  6.  Poi- 
thè  sarti  tratta  (l'acqua),  kia  in  alcun 
luogo  posta,  o  *1  Sole  l' abbia  lepiBcata 
e  conolla. 

TEPORE.  Tiepidilà.  Lat.  U-por,  tepi- 
dita^.  Gr .  jfiiflttori;;.  J'arch  Lez.  l3. 
Quel  lepore  etereo,  cagionato  non  tanto 
dal  moto  del  cielo,  quanto  dal  lume.  /'.' 
267.  Una  virtù  spiritulc,  la  qu.dr  alcuni 
rhìamano  calor  celeste,  ed  alcuni  tepore 
etereo, 

•f  >>  TERAPEUTICA.  Term.de' Me* 
dici.  Quella  parte  della  Medicina ,  che 
tratta  della  cura  delle  malattie,  e  de'mcs- 
ri  per  guarii  le,  o  mitigarle.   (A) 

TERCinO.  V.  A  Add.  Zotico,  Sai- 
i-lìtico.   Bozzo;  aggiunto  propriamente  di 


contadino.  Frane.  Sacch.  rim.  68.  Meglio 
saria  a  star  tra  le  marmotte,  O  tra  le  zol- 
le sempre    come   lerchio. 

*Ì  4  TEREBEWTI.NA.  Lo  stesso  che 
Trementina.  Red.  Cons.  pag-  l63.  ( ediz. 
Class.)  Ardirci  di  non  commendare  l'uso 
della  terebentina  mescolata  con  le  spezie 
di  diagratite    fredtio,    cr.   (A) 

TEREBENTINATO.  Term.  de' Medi- 
ci. Aggiunto  dato  a  rimedio  che  abbia 
qualche  porzione  di   trementina. 

TEREBINTO  .  Spezie  d'  albero,  dal 
pedale  e  da' rami  del  quale  stilla  un  li- 
quore dello  Trcmenlma.  Lai.  teref>inthus. 
Gr.  ripiAi^^'ii.  Cr.  9.  q8-  1.  I  fruiti  sie- 
no  ec.  roveri,  bossi,  terebinto,  Icnliscbio, 
ccderni,  tigli,  leccio  minore,  e  i  lassi  e  i 
pini  si  lievin  via  Pallad.  cap.  38.  Fiori 
d'  alberi  salvaticbì  non  s*  osi  tenere  loro 
vicino,  cbe  sono  nocivi,  cioè  rerro,  tiglio, 
lentischio,  terebinto,  e  somiglianti- 

*  g.  Terebinto  di  Orio  ,  termine  de' 
Farmacisti,  chiamasi  nelle  speziente  la 
Trementina  vera.   (A) 

*  TERGEMINO.  F.  L.  Add.  Tripli- 
ce. Sannaz.  Arcad.  pr.  io.  Ma  convo- 
cando la  lergemina  Ecate  ce  (cioè  che 
ha  tre  nomi:  Luna  in  cielo.  Diana  in 
terra,  e  Proserpina  nell'  infimo }.  {!') 
March.  Lucr.  lib.  5.  E  com*  può  esser 
mai  eh*  una  Chimera,  Leon  pria  ,  quindi 
capra,  alfin  serpente.  Dal  lergcmino  corpo 
unqua  spirasse  Fuoco  e  fiamma  per  boc- 
ca. <y) 

TERGERE.  F.  L.  Pipulirt.  Lat.  ter- 
gere. Gt.  Cfj.òpyvjf'x.i.  Petr.  san.  Il^- O 
riise  sparse  in  dolce  falda  Di  viva  ne\f  , 
in  ch'io  mi  specchio  e  tergo.  /  it.  fili. 
57.  Leviamoci  dinanzi  agli  occhi  le  neb- 
bie, e  lerghiaino  gli  umori.  ■'•*  Car.  Fn. 
10.  l3li.  Di  sua  mano  L'alta,  il  so< 
sliene,  il  lergc,  e  della  gora  Del  suo  san- 
gue  lo   traggo,  ove    rovescio   ce.   (/l) 

*  TERGIDUTTOnE  .  Wfe.fi  (JuclC 
ujfuiah  che  chiude  la  fila,  quandi  nel  far 
della  fi-onte  spalle,  egli  viene  ad  essere  la 
guida,  il  capo  del  drappello  della  compagnia. 
Segr.  Fior.  Art.  giierr.  2.  Due  ceniurio- 
ni  stieno  nella  fronte  ,  due  dietro  alle 
spalle  ,  i  quali  fact  iano  1'  ufiìcio  di  quelli 
che  gli  antiibi  cbiatiiavano  tergiduUoii.  E 
lib.  3.  Degli  Ire  conne^ta^iU  ne  mene- 
rei un  nella  lesta,  e  l' jltro  nel  mezzo, 
il  tei^o  neir  ultima  fila ,  il  quale  facesse 
r  ufHcio  del  lergidutlore  ,  che  così  chia- 
mavano gli  antiLhi  quello  che  era  pre- 
posto olle   spalle   dell'  esercito,   fyj 

*  TERGIVERSARE  .  Schermirsi  , 
Sfuggire.  Lai.  terqiversari.  Gr.  vùJTi'^ftv. 
Scgner.  Mann.  .'pril.  26.  2.  Si  finge  fai* 
lila  (la  carne)  ec.  tergiversando  sotto  no- 
velli pretesti.  (C)  F  I^'oventhr.  ^.  1.  i^UAn- 
ti  pur  SODO,  die  ce.  fanno  come  quel 
ladro  .  il  quale  allora  trionfa  ,  quando  , 
benché  collo  talora  col  furio  in  mano,  sa 
tuttavia  ec.  tergiversare,  che  la  eorlo  Io 
lascia  libero,  e  va  in  sua  vece  a  fermare 
chi  non    v'ha   colpa  T  (*) 

«  TERGIVERSAZIONE.  Sfitf:gimen. 
to.  Scusa.  Lat.  tctgiversatio.  Gr.  vwTt- 
aiio;.  Segncr.  Mann.  Maf;g.  Cf.  2.  tibc  ter- 
giversazioni brulti»sime  ton  le  tur  ?  /•' 
l'red.  8.  6.  Che  tante  Irrgivcriazioni?  che 
tante    dbsimulaxionì   7    die  lanle     limitli- 

tiro 

*  TEIIGIVEISO.  AJd.  Alieno,  Che 
tergiversa.  Che  ffips^'  ^■*-  "^'^f*"^»  «• 
versus.  Gr.  arrosT^OfOf  .  Puon.  Fier 
3.  3.  9  Kè  tendesti  la  mente  A  studio, 
a  disciplina,  od  arie  alcuna.  Sempre  osti- 
nato, sempre  Tergiverso  r  liiroso  al  to. 
ler   mio.    (') 

TERGO.  La  parte  deretana  dell'uo- 
mo, opposta  al  petto;  rorso.  Lai.  ter- 
gum,  dorsum.  Gr.  vcaro;.  Dani.  Purg. 
2')-    K    chi    ò  quella   turba   Che  ti   ne   va 


direlro  a'  vostri  terghi  ?  Ar.  Fur.  18. 
119.  Poiché  SI  vide  a  lutti  dare  il  tar- 
go. Vincitrice   venia    verso   l' albergo. 

g.  I.  A  tergo,  o  Da  tergo,  patti  av* 
verbialm.,  vogliono  A  dietro.  Dì  dietro. 
Lat.  retro,  retrorsum.  Gr.  a.^.  Petr, 
cap.  9.  Ma  chi  fé  l'opra,  gli  venia  da 
tergo.  Tac.  Dav.  Stor.  i.  267.  Il  Le- 
vante e  Ponente,  con  loro  forze  a  tergOi 
se  avessero  avuto  altri  capi,  erano  mate- 
ria da  guerreggiare  un  gran  pezzo.  Fir, 
rim.  29.  Quando  la  bianca  mano  Que- 
sta mìa  fida  scoria  Mi  porge,  accio  non 
le    rimanga  a  tergo. 

*  £.  li.  Tergo,,  si  usa  anche  per  lo 
Parso  di  animali  bruti.  Tass.  Cer.  17, 
28-  E  smisuralo  a  un  elefante  il  tergo 
Preme  cosi,  come  si  suol  desinerò.  Car. 
Fn.  lib.  5.  V.  127.  Indi  strisciando  (ti 
serpe)  fra  gli  altari  e  i  vasi.  Le  TÌvan- 
de  lambendo,  in  dolce  guisa  Con  le  ce- 
rulee sue  squamose  terga  Sen  ciò  divia- 
colaudo,    e   quasi   ec.  (M) 

TERl*.  Sorta  di  moneta  napoletana, 
og^i  più  comunemente  detta  Tari.  G.  V. 
7.  IO.  1.  Trovo  il  tesoro  di  Manfredi  quasi 
tulio  in  oro  di  terì  spezzato. 

TERIACA.  Lo  stesso  che  Triaca.  Lat. 
theriaca .  Gr.  &/ipia/»j  .  Cr.  5.  li.  3. 
Universalmente  (fa  corteccia  dell'alloro) 
e  li  riaca  a  tutti  i  veleni  bevuta  .  E  cap. 
l4-  8.  La  corteccia  del  moro  è  teriaca 
del  iusquiamo.  Picett.  Fior.  106.  Teriaca 
d*  Andromaco  vecchio  ,  secondo  Galeno  . 
Capr.  Jìott.  4*  72.  lo  ti  dico,  che  lo  aprir 
degli  occhi,  che  ha  fatto  agli  uomini  que- 
sta Accadi  mia,  e  per  esscie  la  teriaca  loro 
(  qui  figura  tanr.}. 

*  TERIACALE.  Add.  Term.  de'  Me- 
dici .  Che  ha  la  virtù  della  teriaca  , 
Che  è  composto  di  teriaca.  Ped.  Lett.  ined. 
(  Giorn.  Arcad.  Sovemb.  1819).  Le  farà 
più  utile  una  gìarra  di  acqua  pura  ,  che 
({uanlc  acque  leriacali  sono  nell*  universo 
mondo,  (fi) 

*  TERMA.  Bagno.  Pros.  Fior.  pari. 
4-  i'o/.  2-  pag.  101-  Andar  punendo  in- 
nanzi ì  nomi  dei  luoghi  della  cillìt,  come 
hanno  fallo  degli  altri;  come  verhigrazia 
di  Terma  ,  e  i  bistondi  di  alcune  strade , 
che  si  dicono  esser  vestigii  di  teatri  e  d* 
anGtealri.   fiXS) 

*  TERMALE.  Add.  Pi  terme,  AtU- 
nente  a  terme  .  Red.  lett.  I.  53-  Son  di 
parere  ce.  che  queste  suddette  acque  ter- 
mali prt>ducauo  gli  stessi  ciTelli,  ec.  (*) 

TERME.  /'.  L.  Pagni.  lat.  thermn  . 
Gr.  ^i^pr,.  Rorgh.  Ong.  Fir.  i3o-  De- 
gli acquidotli  e  terme  poca  fatica  ci  sari 
a  moslrare  ch'elle  ci  fossero.  F  l3l.  Do- 
vendo fra  l'altre  cose  somministrare  l'ac- 
que a  (]ue'  bagni  pubblici,  delti  eoo  voce 
greca  ,  donde  a  principio  elle  venocTu , 
terme,  che  .incora  ritiene  1'  antico  nome. 

*  TERMI.NABILE.  Add  Che  st  può 
lermina/T,  o  Che  ha  termine.  Roez.  l^^. 
E  dunque  la  Flcrnìlade  pussri^ionc  lulla 
insieme  e  perfetta  dì  non  lerminalule  vi- 
ta. ^'  appresso  :  Quel  che  di  non  termi- 
nabile vita  tutta  pienezza  l'arinicuie  com- 
prende ,  ec.  F.  1^6.  Altro  e  menar  vita 
non  terminabile  ec.  ,  altro  ^  esser  pari- 
mente abbracciala  la  prescnia  di  noQ  ter* 
minaliìle  vita.  Set^n.  Antm.  3-  aOl.  Que- 
sto apparisce  verhigrazia  aell'  aria  la  quale 
per  te  stessa  e>>endo  lerniinabile,  ni>n  può 
in  alcuna  sua  parte  terminata  aver  molu 
proprio.  ("1  Imperf.  F.  Tusc.  D.  8-  7*. 
1.  23i.  Abbiam  provalo  di  s(q>ra  che  non 
sì  possan  dare  due  infiniti  ,  alirimenii  1* 
uno  sarei Jie  terminabile  do\c  cominciasse 
l'altro.  (F) 

tt  TEHMI.NADII.ITA'.  Qualità  di  C4Ò 
che  è  terminabile  .  Rellin.  Vite.  IX  D" 
una  numerabilità  senzanumero,  d*una  let- 
miiiatiililj  tenta  termine.  (Min) 


TER 


TERMINALE.  Aid.  Pi  Icrnwu-,  T.r- 
m,„«,.V0.  Paol.  Oros.  La  Un.  .1.  C.r.a- 
Rine,6cc«li  i  paU  lernunali  .  u-  la  .liso- 
gnavlno,  !..  notte  à^'  lui>i  "onhu.  e  morsi 
•  rosi  fuo>"  liovol". 

TERMlNAMliNTO.  //  terminare. 
TERMINANTE.  l'I'f  hrmi/w.  Liit.  Irr- 
minans.Ci-  épO^^^^-Cr-  ='•  ?*■  5-  »"' 
profondo  .iella  terra  s.  l.ra  ('  "'l"" '<: 
S,cscola.i  Leno,  e  digc.I.sce  .al  cado  .lei 
luogo  torn.inante.  =S  BMn.  Ihsc  l.  258. 
Geni  osso  ec.  l.a  .1  suo  museolo  determi- 
nato, che  e  veramente  o  tutto  in  un  ruo- 
tolo  unito  insieme  e  terminante  in  un  sol 
tendine,  o  è  oc.  (O  .  , 

+  TER-MINARE  .  Porre  f.Tmi/i.  ,  col 
contrassegni,  o  con/ini  tra  /'  ..napossts- 
sione  e  f  nltr,,.  Lat.  lermmnre.  Gr.  Sfc- 
P'i-,  M  !'■  8.  95.  renile  semo  cnliatl 
fn  ragionamenti  .fi  con6ni,  diremo  de  con- 
fini tra  a  nostro  Comune  e  quello  di  lio- 
losna  ce.  ,  i  .|uali  furono  tcnuinal.  [.or 
niesser  Mderighi  da  Siena,  ail.ii.;o  ijitra 
i  detti  Comuni  Oi'l-  Pi^l-  »;H-  ■=■  ^ 
,,iil  n..l.iU.  contrada  (  f  Jsm  )  .Uè  su.  la 
quale  per  la  sua  f  randella  a  pena  51  puole 

terminare  .  ,     r-.   ■       -,    .     r 

§  1  l'er  similit.  vale  Finire.  Lat.  _/i- 
nem  imvoncrc  .  Gr.  T£).o;  STI.T.Ssv»»  . 
Pass.  2.  Delle  quali  cose  con  del.ilo  .u- 
dine  nostro  trattato  proseguendo,  soffi- 
oientemente  si  terminerà  la  .lollnna  della 
vera  penitenza,  «occ.  /nirod.  2.  Siccome 
la  estremiti  dolf  allegiezza  il  dolore  oc- 
cupa ,  cosi  le  miserie  da  sopravvcgnente 
letizia  s.mo  terminate.  E  no...  3;.  IL  O 
felici  animo,  alle  qu.di  in  un  medesimo  di 
addivenne  U  fervente  am..re  e  la  moil.il 
vita  terminare  .  Vant.  Par.  8.  Ove  ogni 
Ijco   si  termina  e  s'  inizia. 

*  g.  11.  rer  niflìnire.  Spiegare.  Frane. 
Sacch.  no.'.  4.  Le  quattro  cose  terminerò 
in  forma,  ch'io  credo  farlo  contento  (era- 
no qiiallro  dimande  simili  a  indovinel- 
li)- f'V  D.     , 

*  8.   111.   Per  Determinare,  Hisolvere. 

Urh.  II.  Ma  alla  6nc  accorgendosi  ogni 
sua  fatica  esser  ciò  in  vano  operala  ,  più 
volte  terminò  in  se  slcss..  incrudelire  . 
Crcniehell.  221.  E  quando  fummo  quivi 
vonnono  a  nostra  chiamala  de  Celletrani, 
ed  altri  in  via  S.  G-illo  ,  e  qmvi  si  ter- 
minò che  domani  in  su  l'ora  di  terza  si 
levasse  U  romore.  (C)  Perni.,  itor.  /,.  5^. 
GU  ambasciatori  risposero  che  scrivciel.l.o- 
no  di  ciò  al  Senato  ;  e  quello  che  il  Se- 
nato  terminasse,  rinonzierchbono  .  f  (  J 
Morg.  1.  Jg.  Poi  *>  P^'^'  pof'^'o  ''*'  '"" 
rore,  E  terminò  passare  in  Pagania.  (P) 

#  e  IV.  Per  Cireoscrìvere ,  Piestrin- 
eere.  Mor.  S.  Creg  2.  3.  Sono  circo- 
scrilli  ,  cioè  deputati,  o  terminati  ad  ope- 
rare in  alcun  luogo.  (1) 

§  V.  Insignifc.  neiitr.  vale  Aver  ter- 
mine e  fine,  [ion  si  stender  più  avanti. 
Dani.  Inf.    I-    Li    ove    terminava  qneUa 

g  VI  Per  Morire.  Bocc.  noi'.  01.  »• 
Come  se  inferma  fosse ,  e  fosse  stala  per 
terminare . 

*  §,  VII.  E  Terminare  i  suo)  di  ,  0 
simile  ,  vale  pure  Morire  .  Cuicc.  Slor. 
Iib.  6.  pag.  135.  Ciascuno  presupponeva 
dovere    in  hrcvissimo  tempo   terminare  1 

suoi  di.  (C)  .         ,     r, 

TEBMINATAMENTE.  ylvverh.  Deler- 
minatamente.  Precisamente.  *  Pace.  Cen- 
Ul  cant.  3l  E  cornandogli  che  tutto  il 
dannaggio  •:he  ricevuto  avea  la  sua  gen- 
le  Restituisse  ee.,  E  pagasse  il  trihulo  di 
Guascogna  Fra  certo  tempo  terminata- 
mente.  IB)  lìemh.  pros.  3.  108.  n  ma- 
uicrache  dire  si  può  terminataroente  cosi 
larch.  Frcol.  269.  Il  verso  ee.  ha  tanti 
piedi,  e  tali  Icrminalaroentc  e  con  tale  or- 
dine posti. 


TER 

TERMINATEZZA.  rermiimmento ,  L 
mitazione.  Lat.  limes.  Gr.  opoi.  i.ilvi, 


TER 


i5t7 


Cito  I  377'  Con.isccmlo  i'dilclli  dilla 
materia  delle  cose  oc,  la  ficvolczxa  e  ter- 
minalezza  dell'  umano  intendimento. 

TERMINATISSIMO.  inperl.  di  Ter- 
minalo  .  Cai.  Sist.  128.  Per  non  essere 
il  molo  retto  di  sua  natura  eterno  ,  ma 
termÌDatissimo,non  può  naturalmente  com- 
petere alla  terra  .  E  3o6.  Le  altezze  me- 
lidiaoc  della  stella  sono  più  agevoli  da 
osservarsi ,  come  quelle  che  sono  tornu- 
nalissimc,  e  concedono  qualche  spazio  al- 
l' osservatore  di  poterle  continuale. 

TERMINATIVO.  Jdd.  Clic  da  termi- 
ne. Biit.  Pnrg.  7.  I.  L'orizzonte  e  cir- 
colo tcriuiuativo  della  nostra  vista,  /l  al- 
trove :  Orizzonte  :  (lUCsU.  è  lo  cerchio  ter- 
minativo dell,,  nostra  vista,  mezzo  tra  uno 
einisperio  e  1'  altro. 

5  TERMINATO,  .^dd.  da  Terminare. 
Jmel.  22.  Ldiera  lascia  la  candida  Ironie 
mirare  ad  Ameto,  il  quale  nella  sommità 
ile-li  aurei  crini  con  nero  nastro  ponente 
.rll'una,  e  agli  altri  dovuto  confine  ter- 
minata  conosce,  /^org/i.  Pip-  228.  I  Ire 
clementi  ancora,  che  seguono  sollo  1  cicli, 
rome  cori.i  semplici  e  trasparenti,  non 
terminali,  non  hanno  veramente  colore. 

*  §.    Terminalo  ,  da    Terminare  ,  nel 
sianific.  di  Velermiiiare.  «  Hcn.  Pisi.  l5 
Fa  un  segn.ae  terminalo  a  te  medesimo, 
,hc  non  poss.i  passare  benché  lu  volessi  .. 
Ar.  Far.  38.  7G.  Per  dare  al  giorno  ter 
minato,  e  all'  ora  Cb'  era  prefissa  alla  bat- 
taglia,  .■.-ipo  oc.  (M,   7.-/,5.  64.  La  no  te 
che  andò  innanzi  al  terminato   Giorno  dea 
liitli'lia      Ruggiero  ebbe  Sinnle  a  quella 
ohe  s°uole  il  dannato  Aver,  che  la  mattina 
morir  debbo.  (Pcj 

+  TF.RMINATORE.  Colai  che  pone  ter- 
mini. Porgli.  Orig.  Fir.  58.  Non  son  gi'a 
sicuro  che  questi  lusserò  i  primilermina- 
lori  della  prima  condotta  della  colonia. 

t  8  /'.!•  Colili  che  termina,  che  finisce. 
Lat.Lilor.  Gr.  t,>'?t^v  .  Petr.  Uom.  ili. 
Con  somma  confidenza  dimandarono  lui  ter- 
minatore  di  si  gran  cosa  .  S.  ^gost.  l  ■  IJ. 
Scipione,  mirabile  e  preclaro  termmatore 
di  Iiuella  crudele  e  mortale  secon.la  guer- 
ra affricana  .  F  appres.10  .-  Nel  cominca- 
mento  1'  iniziatore,  e  nel  fine  il  teim.na- 

'"WtERMINATRICE.  Ferbal.  fem.  di 
Terminalorc.  Segn.  Ànim.  I.  II.  E  olia 
stata  anco.a  rettamente  chiamata  orizzou- 
te.  quasi  teiminalrice  delle  due  nature  so- 

praddeUe.    (')  •  ,,  .     _. 

TliRMlN  AZIONE.  Termine,  Il  termi- 
nare. Lai.  terminano  , /inis.  Gr.  T-:>04  . 
larch.  Stor.  Aspellaudosi  da  tulli  la  ter- 
minazione dell'  aflare  in  qucU' anno,  =.=  /  "  - 
lav.  Pei-r.  Crisi.  1.  li-  Al  che  prima  della 
terminazi.me  non  si  agevolmente,  ne  s.  ei- 
mamcnle  aviebbo  prestala  credenza.  (D) 
lied.  lett.  2.  186.  Si  lavora  fortemen- 
te  intorno  alla  terminazione  totale  della 
stampa  del  Vocabolalio.  (IS) 

if  9  Per  U.Kita,  Cadenza.  Saìv.  Jv- 
verl  2  I.  l6'  Del  '"'""''  'l"»"'"  ""  "■ 
scita,  cui  dicono  Terminazione,  oc.  Ivi: 
Terminazione  ,  o  diciamole  Uscita  10  O  , 
i,  molto  propria  del  primo  sesso  h  ap- 
presso:  Nomi  e  Avverbu  ,  .  quali  hanno 
(erminazione  in  genere  di  m..scbio  ,.  d. 
femmina,  e  tanto  vagliono  ec.  E  rf- .ro(/o  .■ 
i;,  ha  ni.ndimanco  .U  questi  nomi  chi  mo- 
stra .he  comune  abbia  1'  una  e  1  altra  ler- 

mioazione.  (I  )  e....,».,/.; 

TERMl.NE.  Parte  estrema  ,0  itreniila 
costituita,  0  stalàlila  d'alcuna  cosa,  Confi- 
no. Lai.  terminus.  Gr.  ^ipaf.  Pant.  Inf. 
q.  Che  Italia  chiude,  e  i  suo'  lermmi  bagna. 
F  Par  2.  Esser  conviene  un  termine  ,  da 
onde  Lo  suo  contrario  più  passar  non  Lisci. 
Bocc.  nov.  3'(.  3  Ne  solamente  dentro  a  ter-  1 


mini  di  Cicilia  stette  la  sua  fama  racchiusa, 
,„  i  ,'c  in  Barberia  era  ehiarissima.  F  nov. 
.,8  5l  Ila  costei  fuor  degli  estremi  ter- 
mini della  terra  in  esilio  perpetuo  relega- 
ta. >*  Stor.  F.ur.  3.  55.  I  termini,  o  confini 
suoi  sono  la  Sassonia  .piaoto  alla  luna ,  e 
quanto  al  resto  1'  onda  manna.  ((; 

S.  I.  Termine, per  Contrassegno  di  con- 
fine.  «  Pari.  Op.  mor.  I.  274'  ?"  >'  ™' 
sponde  Er.ole  piantò  i  termini  delle  sue 
fatiche,  e  i  bu,.iii  antichi  U  Non  pm  oltre 
della  natura.  (V)  ■    .      r 

*  §  II.  Onde  Passare  i  termini  ,  fi- 
giiratam.  vale  Uscir  del  convenevole ,  Non. 
ìstare  nel  dovere.  Tac.  Vav.  Ann.  3.  66. 
Ma  essi  per  agonia  di  loro  stiegue  passa- 
vano i  termini,  e  rapivano  la  citta,  1  Ita- 
lia ,  e  CIÒ  che  era  de'  ciltadini.  fC; 

+  R  HI  /■;  V.fCir  de'  termini,  Jigiira- 
Jn.vale  Partirsi  dal  gii.-^to  'L^"' /'";- 
venienlc.  Tac.  Pav.  Ann.  3.  68.  Se  la 
donna  esco  de'  termini  ,  questo  e  (  chia- 
miamola  porlo  nome  suo)  dappocaggine  del 

marito.  ^      ,.  ■  /i„ 

s  IV.  Termine,  per  Condizione,  (Jr- 
dine  prefi.<so.  Lai.  finis,  terminus  Gr. 
rO05,  7t£>y.v  Bocc.  nov.  14.  2^  A  qua- 
lunque della  proposta  materia  da  quinci 
innanzi  noveller'a,  converr'a  che  infra  que- 
sti termini  dica.  F  nov.  89.  5.  IropfO 
Inori  de-  termini  posti  loro  si  lasciano  an- 
dare .  Fiamm.  5.  25.  Oltre  ad  ogni  ter- 
mine di  ragione  t'  ho  amato 

R  V.  Termine,  per  Fine,  Termina- 
.ione.  Bocc.  nov.  25.  18.  Gli  ultimi  ter- 
mini conobber  d'  amore.  E  nov.  i^-  ^'-  '■ 
cosi  .1  suo  disavventurato  amore  ebbe  ter- 
mine.  ,1/.  K.  7-  2-  ^  «i"  pi^"l"'=  ^'  T""" 
termine  a  quello- lignaggio.  Pclr.  cap.  t>. 
E  di  tua  vita  il  termine  nnn  sai. 

S  V!  Termine,  per  Fine,  o  InUnzione 
chT altri  si  prefigga  ,  od  Oggetto  a  che  s' 
indirizzi  nell-  operare.  Pocc.  1  it.  Dani. 
233  Acciocchb  siccome  in  termine  hssu  , 
lasciando  le  transitorie  "^f' ,"^''"  " ';;.■;" 
mi  ogni  nostra  speranza,  lab.  bo.  In  lei, 
siccome  in   termine    fisso  ,    avesti    sempre 

ferma  speranza.  .         ,„„„„ 

S  VII.  Termine ,  per  Ispazio  di  tempo. 
Cr.'s.  Gir.  28.  Quando  egli  ha  digiunato 
un  termine,  tanto  che  la  pelle  gU  sia  av- 
vizzala.edegli  va,  e  cerca  un  "gulo  per- 
lu-io  e  snello  ce,  e  poi  valica  oltre.  Z?o«. 
nov.  l5.  22.  Se  pur  son  cosi  latti  1  paren- 
tadi  di  Cicilia  ,  che  in  si  picciol  lermme 
si  dimentichino  .  F  nov.  99.  23.  «Questa 
è  la  cagion,  per  la  quale  10  questo  lermi- 
ne,  e  non  maggiore,  li  domando.  -  Amm. 
Ani  16  2.  8.  Più  onesto  e  negare  la  cosa, 
che  dare  lunghi  termini;  perocché  meno  e 
ingannalo  colui,  a  cui  tosto  e  negato.  ( D) 
Pucell.  Ap.  V.  641.  Sebbene  ban  picciol 
termine  di  vita.  (Ilr)  ,^      ,  „ 

*  S  Vili  !■:  posto  assolutam.  I  r.  lac. 
Cess  ì  8  Il4-  nomando  in  prestanza 
dieci'  milia  hvre  ,  termine  tre  di  r  "«e- , 
nello  spazio  di  He  di;  ed  e    modo  coniu- 

"U's    Ix.   rcrminc,  per  Tempo  prefs- 

so^.  Ly.  dies  dieta.  Ov.  ■è.p.ip^.  :^<^^2,. 
Bocc.  nov.  33.  II.  Aspellarono  il  cimi- 
ne dato  .  /•:  n.v.  98  5.  Appressandosi  .1 
termine  .Ielle  future  nozze.  O».  fo'"-  l"J- 
,111.  In  vendere  a  termine,  eh'  e  spezie 
^' usura.  G.  F.  9.  '56.  2.  Di  ciò  dicevo 
lermine  a' frati ,  che  a  questo  -.rticolo  d^- 
libeialamente  rispoudessono .  ."-  '  ■  ^ 
K'i      Venne   a    composizione    di   dare    al  a 

'•'TrVnZ:    per    Grado,    Stato 

^'  T,  ..  \    K  niun  convenevol 

'-"'■"■„tirsci':vac;ntmoslare.Enoi.. 
r'i"  M  ni  lo  cose  erano  in  questi 
Marchese  e  Stecchi  ec.  lemellcr 
leimiui  ,  ^'"^"\.  s,^„do  adunque  in 
forte.  F  nov.  9».    2J.    -"'lau"  1 


i5i8 


TER 


TER 


quesli  termini  il  maritaggio  di  Sofronia  e 
di  Tito  ,  Pulilio  suo  padre  di  questa  vita 
passò.  Se^n.  Star.  j).  2:^8.  Altura  i  signari 
Veneziani  ,  essendo  astretti  da  una  gran 
fame  ce,,  si  condussero  in  cattivi  termini. 
#  /ìorph.  J'esc.  Fior.  629.  Questi  dispose 
dell'  uGzio,  e  quegli  scomunicò,  6nrhc  gli 
ridusse  agli  anticbi  termini  (cioc,  al  giu' 
sto  stato  antico).  (ì^) 

#  §.  XI.  Per  Maniera  iti  trattare.  Se- 
gnar. Mann.  Gena.  8.  [\.  Oh  che  Iirutlo 
termine  è  questo  a  un  Signore  sì  grande  I 
]^  IO-  I.  Gunsiilera  il  lirutto  termine  che 
giornalmente  usano  tanti  con  Dio.  /:,'  Lugl. 
7.  2.  Dovrelilic  egli  aspettare  che  tu  per 
termine  almeno  di  civiltà  gli  uscissi  in- 
contro ad  accoglierlo  in  su  la  strada  (f) 
^'  §.  XII.  Termine,  dicesi  anche  a  Pa- 
rola e  Locuzione  particolare  di  scienze  ed 
arti.  Cnr.  leti.  2.  !\1.  E  massimamente 
dello  avvertenze  della  grammatica,  le  quali 
sono  necessarie  per  non  errar  ne"  termi- 
ni .  Segr.  Fior.  7V.  i5.  E  questo  è  che 
alcuno  è  tenuto  liberale  ,  alcuno  misero  , 
usando  un  termine  Toscano  (perchè  avaro 
in  nostra  lingua  e  ancor  colui  che  per  ra- 
pina desidera  d'  avere,  e  misero  chiamia- 
mo quello  che  troppo  si  aslienc  dall'usa- 
re  il  suo),  l'iiit.  Adr.  Op.  mor.  i-  134- 
E  necessario  ec.  il  sapere  che  cosa  inten- 
dono quando  nominano  Anima  e  Destino; 
e  se  sono  termini  presi  in  una  o  più  si- 
gniBcazioni  da  essi ,  comò  molti  altri .  E 
l36.  Prendendosi  adunque  in  doppio  signi- 
ficato molti  termini  ,  bisogna  sapere  e  ri- 
cordarsi, clic  con  la  voce  Giove  intendia- 
mo ora  Iddio,  or  la  Fortuna,  e  sj>csso  il 
destino.  (C)  Segncr.  Mann.  Genn.  3o.  3. 
l'arló  non  solo  con  termine  enunciativo  , 
ina  imperativo  .  /'.'  Fehhr.  8.  I.  Non  si 
dice  sis  ciim  metu  ,  ma  noli  esse  sine 
meta  ,  che  è  un  termine  più  rimesso  .  E 
Apr.  3.  .T.  Dice  reccsscrntis  ,  che  è  un 
termine  di  chi  si  parte  avvedutamente.  E 
27.  5.  Questa  gloria  di  dire  agli  uomini 
con  termini  cosi  espressi:  Diligile  ec.,  fu 
riserbata  tutta  intera  a  Gesù.  (  I^)  E  Hìsp. 
Qtiict.  7.  6.  Ogni  arte  ,  secondo  che  in- 
segna il  cardinale  Sforza  Pallavicino,  ha  i 
suoi  termini  proprii.  (TC) 

§.  XIII.  Termini f  presso  a' Laici  sono 
gli  Estremi  della  proposizione,  corrispon- 
denti  pr'Csso  a'  Cramatìci  a'  nomi  sustan* 
tii'i  e  addiettivij  e  generalmente  sotto  que- 
sta voce  si  comprendono  tutte  le  parole 
proprie  e  particolari ,  appartenenti  a  scien- 
ze ,  o  (II/  arti  ec.  ,  che  perciò  si  dicono 
Termini  di  esse.  Salw  Avvert.  1.  3.  pr. 
IS'ol  qual  trattato  i  nomi  e  i  termini  de* 
Latini  grammatici  useremo  quasi  sempre, 
poiché  oramai  dimestichi  son  divenuti  in 
l-uisa  del  parlar  nostro,  che  ec. 

%.  XIV.  Termini,  nell'  Architettura,  si 
dicono  Una  spezie  di  statue  di  mezzo  bu- 
sto, che  finiscono  a  foggia  di  pilastri, 
/'ed.  il  f^ocahol.  del  Disegno  .  Borgh . 
Hip.  507.  Con  un  fregio  di  fanciulli  e 
ti-nimine  a  uso  di  termini.  Car.  Ictt.  2. 
I.  I  piedistalli  rb«t  sostengono  i  tcrmì- 
ui.  ò'alvin.  Disc.  1.  25.  Lo  stesso  Er- 
mes unito  con  Alena,  cioè  Pallade ,  dic- 
ale il  nome  ali*  Ermatene,  cioè  sorta  di 
termini  ,  o  staine  di  mezzo  busto  ,  che 
per  ornamento  del  sui>  studiuulo  di  villa 
e  lìlireria  ron  lantn  Nolb-citudine  si  fa 
provvedere  Cicerone  dal  suo  amico  e  con- 
fidente Attico. 

#  g.  XV.  Termine  di  febbre  ,  dice* 
(■dfi  dai  Medici  per  Accessione.  /Jr</. 
Lclt.  Questa  r<-bbre  e  intermillenle  ,  e 
non  ha  ilolur  di  lesta,  e  ne  ha  f;iìi  a- 
vuti  sei  termini;  e  domani  dee  aver  la 
Aettima accessione.  lìenv.  Cellin.  f'it.  Quivi 
ini  prese  un  pìccid  lermìne  di  febbre,  la 
quale     noti    impedi    punto     il      mio    viag- 


V  TEHMINETTO.  Pim.  di  Termi- 
ne, o  Statua  per  ornamento  d'  archi- 
tettura. I^asar.  Nicchio  con  lerminetli.  (A) 

*  TERMINO  .  r.  A.  Termine  ,  Fi- 
ne, Confine.  Ott.  Com.  Par.  1.  2.  Idtlio 
è  ultimo  6ne  di  tutti  i  fini ,  il  quale  per 
se  è  creato ,  ed  i  tutto,  oltre  al  quale 
nullo  termino.  (C)  *\  Sannaz.  Arcad.  pros. 
12.  Finalmente  sempre  si  arriva  ad  un 
termino,  ne  più  in  là  che  alla  morte  si 
puote  andare.   (A) 

f  TEUMOMETRO.  Strumento  fatto  d' 
un  sottilissimo  tubo  di  vetro,  ripieno  ili 
spirito  di  i'ino,  0  di  mercurio  ,  per  uso 
di  misurare  il  caldo  e  il  frtddo.  Lat. 
thermometrum.  Gr.  ^ipnófisrpoii.  Saqg. 
nat.  esp.  2.  Serve  questo  (strumento), 
siccome  gli  altri,  per  conoscere  le  muta- 
zioni del  caldo  e  del  freddo  dell'  aria  ,  e 
diccsi  comunemente  termometro.  E  4- 
Con  un  simile  imbuto  adunque  si  potrà 
finir  d'empiere  il  termometro.  fC  appres- 
so :  Allora  si  serra  la  bocca  del  cannello 
ec.  colla  fiamma,  ed  e  fatto  il  termome- 
tro. 

*  TERMALE  .  Term.  di  Marineria. 
Fune  con  cui,  quando  si  spiega  la  ve/a, 
si  .sostiene,  acciochè  non  cada  in  acqua. 
Fr.  l'arh.  258.  17.  Quinal  porla  e  tcr- 
nalc,  Senale  e  quadcrnale.  (f^} 

TERNARIO,*  TERN\nO.  Aggiunto 
di  numero,  e  vale  raccolto  di  tre  cose  in- 
sieme. Lat.  numeriis  ternariiis.  Gr.  r^ta;. 
Dant.  Par.  28.  L*  altro  tcrnaro,  che  co- 
si germoglia  In  questa  primavera  sem- 
piterna. •"?  Segner-  Mann.  Apr.  6.  I-  La 
pienezza  della  giustizia  ha  tre  parli,  giac- 
ché nel  numero  ternario  consìste  la  per- 
fezione. (E) 

§.  I.  Ternarii,  si  dicono  anche  i  Ver- 
si toscani  in  terza  rima.  liuon.  Fier.  5. 
4.  3.  Maggior  reca  a'  poemi  Dignità,  che 
i  ternarii  far  non  ponno.  /.or.  Med.  Com. 
J2I.  Confesso,  il  ternario  essere  più  allo 
e  grande  stile,  u'  ««  f'arch.  Lcs.  643-  Que- 
sta maniera  di  versi,  chiamati  ora  tcrrct- 
ti,  ora  ternarii,  e  quando  terzine  ec  ,  si 
dicono  volgarmente  terze  rime  •»  .  (yj 

t  3  §•  f'-  P^f"  Quella  parte  di  sonet- 
to c/ie  e  compresa  in  tre  versi ,  detta  al- 
trimenti Terzetto,  o  Terzina.  Farc/t.  Lez. 
162.  Nel  primo  quadernario  e  nel  secon- 
do, e  ne'  due  ternarii,  le  quali  tre  parli 
dichiareremo   ad  una    ad    una. 

TERNO.  Punto  de'  dadi,  quando  am- 
bedue scuoprono  tre  punti.  liut.  /*urg. 
6.  1.  Sette  ha  tre  paril'a ,  cioè  tern^i  tJ 
asso,  cinque    ed  amhassi,  duino  e  Ire. 

#  §.  Temo,  nel  gioco  de/  Lotto,  e  la 
Combinazione  di  tre  numeri.  Fortig.  Rie- 
ciard.  Ambi  parecchi  ce. ,  ma  pochi  ter- 
ni. (A) 

•f  3  TERRA.  Co/  nome  di  terix  si 
cìiiamano  quelle  sostanze  che  formano  /a 
base  di  tutte  /e  pietre.  Alcune  di  queste 
sostante  entrano  anche  nella  composizione 
dei  corpi  organizzati.  Tes.  /ir.  i.3o.  La 
terra  a  fredda  e  secca,  Taerc  e  caldo  e  u- 
mido. 

•f  §.  I.  Terra,  per  to  Pianeta  da  noi 
abitato.  Petr.  canz.  3.  1.  A  qualunque 
animale  albrr^  in  terra  ce.  Tempo  da 
travagliare  è  quanto  è  '1  giorno.  E  son. 
4.  Venendo  in  terra  a  illuminar  le  carie. 
A"  10.  Levan  di  lerra  id  riel  nostro  in- 
telletto. Semi.  S.  Agosl.  4-  A  voi  non  ti 
conviene  possedere  nulla  in  lerri-  Cr.  .V. 
Gir.  2.  In  quella  via  è  posto  una  hrlla 
iscala.  che  è  iliriiiata  <lalla  terra  al  ctrlo. 
§.  II.  l'erra,  per  /.ido.  lìocc.  nov.  17. 
IO  Vrggendo  hi  nave  ìn  terra  percos»a, 
Sen.  Hen.  Farch.  7.  25.  Lui.  che  dal 
mare  era  gittato  n  terra,  RnrroKi,  e,  atol- 
ta I   del  mio  regno   n  parie    11   posi. 

§.  III.  Terra,  Iter  lo  Terreno  che  si 
coltiva.   Cr.  2    aS    5.  La  Icrra  dolce,  la 


quale  abbonda  nel  caldo  dissolvente  e  Del- 
l' umido  vaporante  ,  spesiaracDlc  si  lieTA 
in  colli  ed  in  monti  ;  e  la  terra  di  molta 
salsuggine  s*  abbassa  giuso.  //oes.  G.  S. 
l3.  E  chi  la  primavera  verzicante  Tem- 
peri sì,  che  i  fiorclli  novelli  La  terra  a- 
domaa  eoo  allegre  piante.  Soder.  Co/t. 
4.  La  terra  grave,  che  non  si  può  vinc^ 
re  ruD  alcuna  sorte  di  lavoro,  e  la  leggie- 
re, che  non  si  tenga  insieme,  sono  con- 
trarie. E  5.  ti'e  e  maraviglia  io  tanta  fre- 
quenza di  massi  e  penuria  di  terre. 

•f  §.  IV.  Terra,  per  Suolo.  Bocc. 
nov.  77.  34.  Fu  quasi  per  gittarsi  della 
torre  in  terra.  Petr.  son.  i3.  Poi  ripen- 
sando al  dolce  ben  eh*  io  lasso.  Al  cam- 
min  lungo  ed  al  mio  viver  corto,  Fermo 
le  piante  sbigottito  e  smorto,  E  gli  occhi 
in  terra  lagrimandu  abbasso.  Cron.  Mo- 
rdi. 280.  Multi  se  ne  gitlavano  ne*  poi- 
zi,  a  terra  dalle  finestre,  e  in  Arno. 

§.  V.  Terra,  per  Solaio  de/  luogo  dove 
si  sta,  bcnc/ie  talora  non  sia  di  terra . 
Bocc.  nov.  4t'  ^4'  '  Rodiani,  giltando  in 
terra  l'  armi,  quasi  ad  una  voce  lutti  si 
confessarono  prigioni  (erano  in  nave)  . 
g.  VI.  /'tana  terra,  si  dice  il  Piano, 
0  la  Superficie  della  terra.  Tav.  Bit. 
Traggonsi  a  fedire  arditamente  di  tal  for- 
za ce,  che  amendue  i  cavalieri  andarono 
in  piana  terra.  Fir.  As.  172.  Se  ne  an- 
dò da  una  altissima  torre,  per  volersi  di 
quivi  gittare  in  piana  terra.  Bern.  OH. 
2.  2.  21.  lo  piana  terra  a*  pie  se  lo  diste- 
se. Che  par\-e  stramazzata  una  civetta. 
lied.  Ins.  77.  Può  esser  parimente,  che 
volendo  ( i  ragni)  tendere  il  filo  da  un  al- 
bero all'  altro,  1*  attacchino  prima  ad  un 
ramo,  e  poscia  giù  per  quel  filo  si  calino 
in  piana  terra. 

§.  VII.  Terra,  per  Luogo,  Provincia, 
Paese,  Regione.  Lai.  locus  ,  regio.  Gr. 
^(Jpff..  l'ctr.  canz.  20.  3.  Questo  e  quel- 
r  altro  rivo  Non  convien  eh'  l' trapasse,  e 
terra  mute.  IC  cap.  6.  Poi  vidi  iil  padre 
nostro,  a  cui  fu  detto  Ch*  uscisse  dì  sua 
terra.  Bocc.  nov.  17.  38.  Che  giìi  alle 
terre  del  Duca  s'avvicinava.  Tes.  /ir.  I. 
26.  Il  re  Nino  tenne  io  sua  signoria  tut- 
ta la  terra  d'  Asia  ,  e  gran  parte  d'  In- 
dia. 

§.  Vili.  Terra,  per  Città ,  o  Caste/ 
murato.  Lai.  ur/is,  oppidum.  Gr.  Ttó^t^, 
xùiuTt  Bocc.  nov.  Ho.  I-  E  una  usanta  in 
lulle  le  terre  marine.  E  nov.  jji-  4"  ^ 
ima  sua  possessione,  forse  tre  miglia  alla 
terra  vicina  ,  essendosi  ce.  andata  a  sta- 
re. M.  /'.  <)•  27.  Standosi  diniestiramen- 
Ic  co'  cittadini  per  la  terra  in  pace  e  in 
sollazzo.  Cronichett.  d'  Amar.  224-  B> 
conlinoTo  si  farea  solenne  guardia  per  la 
lerra  di  di  e  di  notte.  *  Teseid.  6.  S?.  E 
cosi  cttglì  amici  se  ne  venne  lofino  in  ter- 
ra in  alto  baldanzoso,  E  di  lese»  al  pa- 
lagio esso  ritenne  II  cavai  Gero,  re.  fB) 
Guicc.  .Ktor.  3.  26- Entrali  (  gli  Spagnuo» 
/i  )  senza  opposizione  dentro  «la  più  par- 
li comincìarv>no  a  correre  per  U  terra.  (L) 
*  §.  IX.  /nfra  terr.i,  o  Fra  terra,  e  si- 
mi/i,  è  aggiunto  di  Que/le  città ,  terre,  par- 
SI,  e  simi/i,  che  risiedono  /ontano  da/  ma- 
re j  ed  è  contrario  di  Marittimo.  Serd. 
.fior.  /nd.  6.  216.  Ciascuna  (  proviitcia  ) 
h.i  la  sua  mclropoli,  sei  sono  le  marittime, 
e    le   altre   infra    terra-    (C) 

f  §.  X.  Terra,  figuratam.  per  g/i  A- 
bitatori  del/e  terre.  G.  F.  6.  73-  ».  Fu 
richrsto  di  pace;  la  quale,  raunate  le  ter- 
re, onde  era  il  ronlaslo,  si  fermo  con  ma- 
trimonio Ira  loro.  Tesorelt.  Br.  2.  17 
Che  giìi  non  può  scampare  Terra  rolla  di 
palle.  Cronichett.  d'  Amar.  23o-  Per  gli 
umniunìli  il  marleiU  si  dorrà  levare  la 
terra  a    romore. 

g.   XI.    Terraferma,    si    dire    {ìue/la 
terra  che  non  e  circondata     dal  mmrvj  coh 


TER 

iriìfio  d'  Isola.  Lai.  contitu'ns.  Cr.  rr^rsi- 
054.  O.  y.  I.  IO.  I.  La  quale  provincia 
di  Frigia  ai  è  di  là  «lalla  Grecia,  passate 
l'Isole  d' Arcipelago  ili  leirj  ferma.  E 
cap.  17-  2.  Il  dello  Antinoro  ai  partì  di 
li,  e  venne  ad  abitare  ia  terra  ferma,  ove 
è  oggi  Padova.  Tnc  Bit.  Passa  per  l'al- 
to mare  ec,  siccliè  ella  si  trova  con  co- 
storo io  terra  ferma.  Dittam.  4-  l5.  Tro- 
vammo Olaoda,  Ch^  è  terra  ferma,  e  par 
eh*  isola  sia. 

§.  XII.  Terra  ^  per  ì'ia^  o  I  ia^gio , 
fatto  per  terra.  Lai.  iter,  via.  Gr-  oòo^- 
FU.  CrLft.  È  Iroppo  malagevole  al  fan- 
ciullo andare  cotanta  terra  a  piedi. 

§.  XIII.  Terra  cotta,  vale  Quella  che 
è  cotta  nella  fornace,  sendo  stata  concia 
avanti  per  questo  effetto.  Jmel.  ^g.  Gli 
spezzati  monti,  e  la  terra  cotta  con  lavo- 
ralo bitume  raggiunti,  pììi  sicure  tolsero 
via  r  uso  dcU^  ombre  de'  pini.  E  56.  La 
quale  (età),  tenuta  allora  pessima,  non 
fu  rea  come  quella  che  usiamo  ,  perve- 
nuti dal  ferro  alla  terra  colta.  Fir.  Bag. 
l35.  Tutti  se  ne  vennero  sopra  un  pra- 
tello,  che  è  tulio  di  muricciuoli  dì  terra 
cotta  attornialo. 

§.  XIV.  Terra  terra,  posto  avvcrhialm. 
Dep.  Decani.  32.  Fra  i  molli  effelli  e 
proprietà  del  replicare  la  medesima  voce 
due  volte,  questa  è  una,  moslrar  la  cosa 
vicina  ,  o  non  si  discoslar  troppo  ;  e  cosi  si 
dice  una  pianta  starsi,  o  un  uccello  volar 
terra  terra,  quando  non  mollo  si  alzano 
verso  il  cielo,  uia  si  stanno  bassi  bassi  vi- 
cini a  terra  :  onde  poi  la  iraportiamo  alle 
azioni  umane,  dicendo  una  persona  starsi 
terra  terra,  che  attende  a'  fatti  suoi,  senza 
entrare  in  grandi  imprese,  o  impiegarsi  ìn 
faccende  d'  importanza.  Lih.  son.  11:^.  Ec- 
co a  te  up  poeta  ,  Che  ne  vien  lena  ter- 
ra incoronato  D'  un  cerio  alloro  uscito  d' 
un  bucato.  #  Car.  Et-  4-  38g.  >"'  andò 
l'aure  secando.  In  quella  guisa  clie  ma- 
rino augello  ,  D*  un'  alla  ripa  a  nuova 
pesca  inteso.  Terra  terra  sen  va  tra  rive 
e  scogli  Umilmente  volando.  {£) 

§.  XV.  Terra  terra,  come  la  porcel- 
lana, vale  lo  stesso  j  e  fi^uratam.  si  di- 
ce di  chi  è  in  f/asso  stato,  e  non  si  può 
avanzare.  Lat.  circa  niontit  radices  ver- 
sori,   ì  ed.  il  g.  di  PORCELLA-NA. 

g.  XVI.  j4  terra  cavolini  ,  modo  bas- 
so, dinotante  la  necessità    di    abbassarsi. 

§,  XVII.  Andare  per  le  terre  ^  modo 
basso,  vale   Cascare, 

§.  XVIII.  Jndar  per  terra,  o  in  terra, 
vale  lo  stesso  .  Lai.  cadere  ,  sterni  , 
concidere.  Gr.  £14  -/Jìv  :rt::r£iv.  Bem. 
Ori.  1.  6  11.  Il  Conte  per  quel  colpo 
andò  per  terra.  E  2.  20.  22.  Ognun  che 
giugno  o  d'urto,  o  della  spada.  Non  v' è 
rimedio  eh'  in  terra  non  vada. 

§.  XIX.  Talora  vale  Perire,  Manca- 
re, Finire.  Dant.  rim.  38.  E  tocca  a  tal 
eh'  è  morto,  e  va  per  terra. 

§.  XX.  Andar  per  terra  ,  vale  talora 
Camminar  per  terra,  a  distinzione  del 
Camminar  per  actfua  .  Lat.  terrestri  iti- 
nere progredì.  Gr.  TTì^f"  &'òot~oozi->  . 
Bern.  Ori.  1.  16.  2.  Chi  va  per  mar  , 
chi  per  terra,  chi  l>rava,  Chi  fa  '1  ricco  , 
chi   ')  hello,  ce. 

§.  XXI.  Andar  per  terra,  vale  an- 
che Andare  toccando  con  tutta  la  vita,  o 
almeno  altre  parti,  che  1  piedi,  la  terra. 
Lat.  repere,  reptare.  Gr.  £cni?£iv.  Coli. 
Ab.  Isaac,  cap.  l5.  Ma  ancora  andando 
col  corpo  per  terra,  e  ancora  non  potendo 
volare. 

§.  XXU.  Andare  in  terra,  vale  anche 
lenire  al  basso,  /avvilirsi.  Lat.  cadere, 
dilabi.  Gr.  "t'ttTStv.  Fr.  Ciord.  Pred. 
B.  Onde  fu  violo  da'  nimici,  e  la  poten- 
za e  la  ricchezza  del  suo  reame  andò  io 
terra. 


TER 

g  XXIII.  Baciar  la  terra,  in  gergo ^ 
vale  Bere  al  boccale.  Lasc.  Celos.  5.  I. 
In  verit'a,  che  quel  baciar  la  terra  è  una 
ghiotta  cosa,  cioè  por  bocca  all'  orciolo. 

•f  §.  XXIV.  Cadere  a  terra ,  figura' 
tam.  vale  Mancare,  Perire,  lenir  meno. 
Lai.  deficere.  Gr.  >£i:roSfu/j;srv  .  Petr. 
canz.  34-  6-  Vinca  il  ver  dunque,  e  si  ri- 
manga in  sella,  E  vinta  a  terra  caggia  la 
bugia. 

*  g.  XXV.  Cadere  in  terra,  fìguratam. 
vale  Aon  avere  effetto.  Cavale.  Med.  cuor. 
60.  Le  quali  maladizioni  non  caggiono  in 
terra,   (f) 

*  g.  XXVI.  Dare  a  terra,  è  lo  .vtes- 
so  che  Mandare  a  terra.  Mettere  a  ter- 
ra, così  nel  proprio,  come  nel  figurato. 
S.  Cater.  lett.  28.  Dico,  carissimo  fratel- 
lo, che  questo  tale  non  dura,  ma  ogni 
piccolo  vcnlo  il  dà  a  terra.  E  leti.  ^O. 
Ogni  piccolo  vento  o  piova  che  venga,  el 
dà  a  terra,   i  f  J 

§.  XXVII.  Dare  in  terra,  vale  Urtar 
navigando  nella  terra  j  e  anche  Appro- 
dare. Lai.  appellere.  Gr.  Tr^sooSà'/Zaiv- 
Fir.  As.  194-  ^^^  come  prima  egli  die 
in  terra  al  porlo  di  Durazzo,  ec. 

g.  XXVIII.  Dare  in  terra,  vale  anche 
Percuotere  in  terra.  Lai-  tcrram  pulsa- 
re. Amet.  84'  In  terra  dando  del  destro 
piede,  e  la  terra  cavando,  ec. 

§.  XXIX.  Dar  del  culo  in  terra,  mo- 
do basso,  vale  Fallire.  Lat.  decotfuere. 
Gr.  yptoi/OTzilv. 

•f  §.  XXX.  Dare  come  in  terra  ,  va- 
le Percuotere  senza  discrezione.  Lai.  gra- 
viter  verberare,  pulsare.  Gr.  t^fJ-^i  /la- 
STiyoOv.  Bern.  Ori.  1.  20.  35.  Al  giu- 
gner  suo  si  rinfresca  la  guerra,  AdzÌ  se 
ne  comincia  un' allra  nuova:  Il  giovanet- 
to dava   come  in   terra,  ec 

g.  XXXI.  Gettare,  o  Spargere  a  fer- 
ra, vale  Abbattere,  Bovìnare.  Lat.  solo 
aquare,diruere,  evertere.  Gr.  /.«TZ^a/- 
/£tv,  /aTKij/aTtritv.  Dant.  Inf.  27.  Fin 
or  l'  assulvu;  e  tu  m'  insegni  fare,  Sic- 
come Peneslrino  in  terra  getti.  ì  arch. 
Stor.  2.  26.  S'  erano,  con  Ìn6nito  di- 
spiacere e  rammarico  di  chiunque  ciò  vi- 
de, quasi  tulle  le  torri  ce.  rovinale ,  e 
gittate  a  terra.  Cas.  son.  35.  Per  cui 
l'Europa  armossi, -e  guerra  feo ,  Ed  alto 
imperio  antico  a    terra    sparse. 

à*.  XXXII.  levar  di  terra,  vale  Uc- 
cidere. Lai.  e  medio  tollere.  Gr.  a  j^avi- 
ilstv.  Bocc.  nov.  68.  22.  Io  non  rai 
terrei  mai  ne  contenta,  ne  appagata^  se 
io   noi  levassi   di    (erra. 

=:*  g.  XXXlII.  Mandare  a  (erra,  vale 
Abbattere.  Benib.  Stor.  7.  91.  Gli  arne- 
si via  portatine,  e  la  rocca  a  terra  man- 
dala ,  lasciarono  V  isola  all'  importuno 
ne.   (T-) 

*  g.  XXXIV.  Mettere  a  terra  ,  in 
terra,  o  per  tcrrn ,  vale  Atterrare.  Scn. 
Pisi.  8.  Fortuna  non  può  mettere  a  ter- 
ra coloro  che  fanno  questo,  benché  ella 
gli  batta  e  percuota  .  l'it.  S.  Margh. 
l35.  Allora  beata  Margherita  prese  il 
Demonio,  e  misclo  in  terra,  e  [losegli  il 
piede  in  sul  collo,  e  dissegU  ;  ec.  I  ass. 
04.  Sempre  ebbe  vittoria  in  lorniamenli 
ec,  mettendo  per  terra  chiunque  tocca- 
va. (J'J  Bert.  Giainp.  2O9.  Non  si  pre- 
sume the  voi  venghiale  a  chiederli  pietà 
quando  vi  dale  ad  inlendeic  d'  averlo 
messo    in  lerra.    (C) 

§.  XXXV.  I^on  aver  terra  ftrma , 
si  dice  di  Chi  e  raminco.  Lat.  incertis 
vagari  sedibus  Gr.  «/a^àat.  Malm.  7. 
96.  E  bench'  al  mondo  io  sia  ,  come  gli 
Ebrei,  Che  non  han  lerra  ferma,  o  patria 
alcuna,    ec. 

S-  XXXVI.  IS'on  dare  ne. in  ciclo  ne 
in  terra,  vale  A'o/i  operare  n  propcsitoj 
I  sser  astratto  ,  0  fuori  di   se  j  Avvilup- 


TER 


i5i9 


parsi  nelle  operazioni,  e  niuna  condurne 
a  buon  f  ne.  Lai.  netfue  calum,  nequc 
tcrram  attingere.  Gr.  OJ'ts  y^i,  OJTE 
o'ufav9u  ocTirisàai,  Lue. 

g.  XXXVII.  Tion  esser  terra,  o  terre-* 
no  da  por  vigne,  si  dice  di  Persona  so* 
da,  e  da  non  lasciarsi  indurre  a  far  l* 
altrui  voglie,  o  concorrere  negli  altrui 
sentimenti  così  di  leggieri,  e  senza  mol- 
ta ragione  j  e  si  dice  anche  di  Persona 
da  farne    poco   capitale. 

f  §.  XXXVIII.  Pigliare,  0  Prender  terra, 
termine  marinaresco,  dicesi  dell'  Appro- 
dare lilla  lerra,  accostandovi  il  navilio 
per  isbarcare.  Lat.  ad  litus  appellere , 
ad  aliquem  locum  navim  appellere.  Gr- 
àfo^c'^s^&ai  ct'^  it^sva.  Bocc.  nov.^l. 
21.  Si  sforzarono  di  dovere  in  essa  pi- 
gliar terra,  se  si  potesse.  Tesorctt.  Br, 
II.  89-  Or  prende  lerra,  or  lassa,  Or 
monta,  or  dibassa.  Cuid.  G.  Lo  re  Ulis- 
se col  suo  navilio  prese  terra.  Amet.  82. 
In  Trinacria,  forse  da  necessità  sospinto., 
preso  terra  ec,  frettolosi  il  mare  ricerca- 
rono. 

^  g.  XXXIX.  Porre  in  terra,  vale  At- 
terrare. Bern.  Ori.  i.  9.  42-  Ma  quel 
ch'è  poco  pratico  di  guerra.  Fu  da  Or- 
lando   tosto  posto  in  terra.  (Cj 

V  g,  XL.  Bestare  in  terra,  vale  fìgura- 
tam. Pestare  addietro,  IS'on  intervenire  a 
checchessia.  Bern.  Ori.  1.  25.  37.  Onde 
domane  a  questa  nuova  guerra  O  egli  o 
noi  convieu   che  resti  in  terra.   (Cj 

'\'  g.  XLI.  Bivocare  a  terra.  V.  TER- 
RA. (C) 

'?  g.  XLII.  Scoprir  terra  ,  figura  tam. 
vale  Certificarsi,  Prender  notizia.  Buon. 
J-'ier,  2.  4-  ^7-  Abbiam  scoperto  terra 
Coir  aura  della  nostra  cortesia.  (C) 

g.  XLIII.  Smontare,  o  Dismontare  in 
terra,  termine  marinaresco  vale  Sbarcare. 
Bern.  Ori.  2.  I-  54-  Che  come  disnionla- 
re  in  terra  vuoi ,  Tutti  i  Cristiani  stanno  al 
lito  armati 

g.  XLIV.  Tagliare,  0  Bicidere  fra  le 
due  ttrre ,  o  tra  terra  e  terra,  vale  Ta- 
gliare i  frutti,  o  simili,  sotto  la  prima  co- 
perta della  t<rra,  affinchè  rimettano.  Fr. 
Ciord.  Pred.  ISon  basta  tagliare  le  piante 
e  r  altre  erbe  malefiche  tra  le  due  terre; 
bisogna  totalmente  eradicarle.  Pallad. 
Marz.  8.  Poi  si  ricida  tra  terra  e  terra. 
Bed.  Cons.  1.  294-  decisa  (la  palma) 
tra  le  due  terre,    di    nuovo    rigcrmoglia. 

*  g.  XLV.  Tener  pie  terra.  /  .  TE- 
NERE PIEDE,  g.   (l'j 

t  TERRACCIA  .  Pcggiorat.  di  Terra 
nel  signifìc.  del  %.  IH.  Viagg.  Sin.  12. 
In  Alessandria  ha  due  monti  fatti  per  forza 
d'  ogni  lerraccia  ,  d'  ogni  letame  e  spaz- 
zatura. Car.  leti.  I.  Ii5.  Sono  stalo  asse- 
diato in  quella  lerraccia  12  giorni.  E  Ij6. 
Sono  questa  sera  in  una  ferraccia  ,  son 
solo,  non  ho  che  fare,  l'umor  m'assassi- 
na I  in  questi  due  esempi  e  peggiorativi* 
di   Terra,  nel  significato  del  §-  Vili.). 

TERHACCIO-  /.  A-  Quella  parte 
della  botte,  per  dove  si  sfonda,  oggi  detta 
Mezzule.  Pat.iff.  7.  Dà  per  terraccio,  ed 
esce   per  cocchiume. 

TERR  ACREPOLO.  Spezie  di  piccola  ci- 
cerbita, the  nasce  per  le  muraglie  anti- 
che, e  si  mangia  in  insalata.  Lai.  terra- 
crepulas,  sonchus  levis angttstifolius.  Dav. 
Colt.  198.  Di  Febbraio  semina  cavoli  ec 
serbaslr'ellj,  lerracrepoli,  lalluga.  ce  /: 
altrove  .■  Tra  1  erbe  più  comunali  1  ler- 
racrepoli. 

TERRAFINAftE.  F.  A-  Esiliare.  Lat. 
ia  exilium  niiticrc .  Gr.  £/,3x»eiy  ,  yy- 
yacijEtv.  Cuid.  O.  Deliberarono  li  Tro- 
iani con  solenne  consiglio,  che  Antenore 
io  perpetuo  fosse  lerrafinato  di  Troia.  7>. 
lac.  T.  7.  5.  3.  Sottomesso  alla  ragione 
L  oco  r  ha  Icrrafinalo. 


l520 


TER 


TER 


TERRAFINE,  e  TERRAFINO.  T'.  À. 
Esilio,  Confino.  Lai.  exiliitm.  Gr.  yuyvf. 
Guid.  G.  Ma  altro  pensarono,  che  e'  fun- 
sero i  6gliiioU  Av\  Ri',  (he  venisicro  a  pi- 
gliare li  (ietti  due  regii  ambaseiadori  ,  e 
ciò  era  Ulisse  e  Diomede,  per  li  terrafiai 
Al  AnBnriaco-  E  altrove:  Per  adempiere 
li  terragni  che  »  Greci  gli  aveaa  coman- 
dato. 

*  TERRAGLIO.  Terrazzo,  Specola  a' 
stronomica.  Gal.  Gali.  Lctt.  Nella  casa  , 
che  ho  presa,  ho  un  lerraglio  eminente  , 
e  che  sruopre  il  rido  da  tutte  le  parli,  e 
vi  avrò  gran  comodila  di  continuare  le 
osservazioni.  (Miti) 

^  §.  Terraglie ,  è  anche  termine  di  for- 
tificazione, e  vale  Terrapieno.  Gali/.  Tratt. 
Fort.  62.  Quoto  pomenio,  come  ho  det- 
to, contiene  il  terraglio,  la  sua  salita,  e  la 
strada  tra  il  lerraj;lio  e  1'  ahitato.  Il  ter- 
raglio  è  roiia  cliiaru,  che  quanto  più  sarà 
larj;o,  tanto  più  sarà  gagliardo  per  resi- 
stere alla  haltena.  (C) 

TERRAGNO,  y/rfrf.  Che  e  in  sulla  pia- 
na terra,  o  ratto  in  terra,  o  Che  s'al- 
za poco  da  terra.  Dint.  Pur^.  12.  So- 
vra a' sepolti  le  lonilie  terragne  Portaa 
segnato  quel  <  h'  egli  era  pria.  Sul.  ivi  .- 
Le  tornile  terragne,  cioè  li  avelli,  che  so- 
no in  piana  terra  colle  lapide  di  sopra. 

g.  Mulino  terragno.  Dani.  Inf.  23.  Non 
corse  mai  sì  lOito  acqua  per  doccia  A  vol- 
ger ruota  di  niulin  terragno.  But.  ivi  : 
Lo  mulino  terragno  è  quello  che  ha  la 
ruota  piccolina  sotto ,  come  lo  mulino 
Francesco  1'  hae  grande  e  da  lato,  e  ha  bi- 
sogno di  più  acqua  che  '1  Francesco  ,  e 
però  conviene  che  la  sua  doccia  abbia 
maggior  corso. 

TERRAGNOLO.  Jdd.  f'icino  a  ter- 
ra. Terragno.  #  Fr.  Giord.  Prcd.  125. 
Ma  i  superbi,  i  mari  terragnoli  (l'autore 
aveva  paragonato  gli  umili  ammari  alti), 
pieni  di  scogli  e  di  sassi  e  di  colli,  ogne 
nave  ci  si  spezza.  'I')  l.ih.  cur.  malntt. 
Come  costumano  naturalmente  tutte  le 
piante  terragnole,  che  serpeggiano,  e  non 
sbalzano  da  terra.  Fticett.  Fior.  38.  L*eu- 
forbio  è  un  sugo  che  distilla  da  una  pian- 
ta simile  a  una  ferula,  ce.  :  è  pianta  ter- 
ragnola, e  secondo  Dioscoride  se  ne  tro- 
va di  due  ragioni.  j4lleg.  289.  Son  le  ca- 
se terragnole  e  sotterra  La  maggior  parte. 
*  TERRAIUOLO.  Aggiunto  d'  una 
sorta  di  piccione.  Benv.  Celi.  J'it.  2.  49- 
Benvenuto ,  perchè  e*  non  si  paressi  tal 
rosa,  tirò  a  un   colombo  terraiuolo.  (C) 

TERUAIMENARE  .  Fare  terrapieni. 
Lai.  aggercs  entruere,  aggirare.  Gr.  aw- 
pi^Jl\■^.  liuon.  Fier.  \.  3.  l\.  E  non  ad 
altro  buoni,  Fuor  che  a  riempier  fosse  , 
Terrapienar  bastioni,  si*  Galil.  Tratt.  Fort, 
pag.  35.  Dovendo.si  terrapicnar  la  mura- 
glia, la  terra  che  si  cava  dalla  fossa  può 
servire  per  terrapieno.   ^^V^ 

TERRAPIENATO.  ^dd.  da  Terrapie- 
narcj  ItipiCno,  o  Fatto  a  guisa  di  terra- 
pieno. Lat.  aggeratus.  fttton.  Fier.  ^.  2. 
7.  Saldi,  senza   piegar,  tcrrapicnali. 

•f  TERRAPIENO.  Termine  de'  Mili- 
tari. Una  elevazione  di  terra  rivestita  or- 
dinariamente di  mattoni  o  dt  piota,  sul- 
la  quale  sì  dispongono  le  artiglierie  e  gli 
uomini  armati  per  difesa  della  fortezza. 
Lai.  agger.  Gr.  jfwjuia.  Guicc.  Stor.  An- 
rora  che  fosic  battuto  il  muro ,  restava 
troppa  altezza  del   terrapieno. 

t  TERRATICO.  Quel  che  si  riscuote 
dal r  affitto  della  terra,  //ut.  Inf.  17.  1. 
E  qui  occorre  uno  dubbio,  cioè  se  'I  ler- 
ratico  ,  o  r  affitto  che  si  ricovo  della  ter- 
ra, è   usura. 

TERRATO.  /'.  J.  Sust.  Biparofatto 
di  terra.  M.  V.  6.  55.  Francamente  »i 
mostrarono  apparecchiati  alla  difesa,  e  con- 
tro a*  trabocchi  avevano  fatti  lerrali,  e  aU 


tri  utili  ripari.  J'it.  Plut.  Ma  in  pochi  di 
il  suo  figliuolo  s*  adirò,  e  cadde  a*ia  sul 
terralo,  e  mori.  *  Guicc.  .Stor.  li.  160. 
Cominciò  a  battere  con  due  cannoni  il 
muro  a  quella  vicino  ;  eletto  questo  luo- 
go, perchè  al  muro  era  congiunto  un  fer- 
rato alto  ,  dal  quale  si  poteva  facilmente 
salire  alla  rottura  del  muro  di  sopra  che 
si  batteva.   (C) 

t  §.  Per  Ilaltuto,  Solaio.  Oli.  Com. 
Inf.  17.  Poi  dovendo  uscire  dello  terralo 
della  detta  torre  ,  e  prendere  il  cammin 
per  r  aere,  ec.  (così  ha  il  codice,  sehhe- 
ne  la  stampa  pag.  324-  Iff^g"  ■'  serrato). 
TERRAZZANO.  IS'atio,  o  Aiutatore  di 
terra  murata,  0  castello.  Lat.  incoia.  Gr. 
ivotxoi-  Guid*  G.  Salirono  al  castello,  lo 
quale  trovarono  colle  porle  aperte  per  ri- 
cevere li  fuggitivi  terrazzani.  G.  /'.  S-  5l. 
3.  Gli  altri  terrazzani  rimascr  fedeli  de* 
Lucchesi.  F  9.  280.  I.  I  terrazzani  del 
castello  di  Carmi^'tiano  ce.  si  renderono 
di  lor  propria  volontà  al  Comune  di  Fi- 
renze. Morg.  Q.  40-  Grand' onor  fanno 
tutti  i  terrazzani  A  quel  che  crcdon  Fie- 
ramonte  sia.  E  22.  109.  I  terrazzan  tra 
lor  son  consigliati ,  £  poi  facean  questa 
conclusione. 

§.  Per  Paesano,  o  Che  è  dei  medesi- 
mo paese.  Galat.  2-  Conviene  che  altri 
si  avvezzi  a  salutare  e  favellare  ce,  e  di- 
mostrarsi con  ognuno  quasi  terrazzano  e 
conoscente.  Dav.  ^fon■  119-  Un  gran 
maestro  di  sapienza  ordinò  ce.  che  la  re- 
pubblica a  chi  di  fuori  con  forestiera  mo- 
neta venisse  non  la  togliesse ,  ma  giusta- 
mente la  ^li  pagasse  a  terrazzana- 

TERRAZZINO.  Piccai  terrazzo.^  J'it. 
Pitt.  10".  Pergula  presso  gli  antichi  era 
quasi  un  terrazzino,  poggiuolt>,  loggetla  , 
ringhiera  o  galleria,  che  sporgeva  in  fuo- 
ri. (C)  lìenv.  Celi.  J'it.  1.  383.  Mi 
feci  portare  in  nel  palazzo  de' Medici,  su 
dove   è  il  terrazzino.  (C) 

TERRAZZO.  Parte  alta  della  casa, 
scoperta,  o  aperta  da  una,  o  più  partì  . 
Lat.  solarium.  Gr.  yjico/st^tvo?-  C'r.  Q. 
8o-  4'  Conciossiacosaché  fosse  in  un  luo- 
go che  si  chiama  /fger  laurentanum,  nel 
quale  era  un  luogo  con  un  alto  terrazzo 
ovvero  triclmio.  Frane.  Sacc/i.  Op.  div. 
64-  Hannomi  lasciale  casolari  e  terrazzi  , 
e  cjuclli  ben  forniti  dell*  arse  e  rotte  co- 
perte, ì  ardi.  Stor.  a.  261.  Hanno  tulli 
gli  ornamenti  e  tutte  le  comodità  che  pos- 
sono avere  le  case,  come  terrazzi,  logge, 
stalle,  corti,  anditi,  ricelli,  ce  Malm.  10. 
IQ-  E  gii  dell'  aria  i  campi  azzurri  «cor- 
re Quel  che  i  bucali  in  su  i  terrazzi  a- 
sciuga. 

TERRAZZONE.  Accrescitivo  di  Ter- 
razzo)    Terrazzo  grande. 

t TERREMOTO, e  TERREMUOTO. 
Scotimento  della  terra  più  o  men  violen- 
to, cagionato  da  fuochi  sotterranei,  o  al- 
tri  vapori,  che  vegliano  sprifiianarsij  Tre- 
muota .  Lat.  terra^motus  .  Gr.  9ei7,uo'>  • 
M.  /''■  IO.  65.  tit.  Di  gr.mdi  lerrcnuioli 
che  furono  in  Puglia.  Fir.  Disc,  rt/i.t)l. 
ConciossìacoNacbè  tutta  notte  io  sia  >l.ita 
in  tanto  travaglio  tra  tanti  tuoni,  tra  t.inli 
baleni  «  tra  tanti  terremoti  ce. ,  che  non 
pareva  se  non  eh*  e*  r«>tsc  venuto  fiaimoo* 
do. 

§.  Per  me  taf.  Dant.  rim.  4-  Nel  cuor 
mio  s*  inroiiiìuria  un  (errrmolo. 

«  TERRE.NALE.  Àdd.  Terretlro.  Lai. 
terrestris.  Pros.  Fior.  4-  3.  18  Quoto 
legno  (l'aloè)  si  trova  in  una  delle  pro- 
vincie  della  China,  viene  a  seconda  di  un 
fiume,  tutto  consumato  da*kas>i;  ma  dorè 
e*  fa,  ne\»uno  finn  a  tjui  che  vi  sia  italo 
è  conosciuto;  dicono  lìi,  che  viene  dal  para* 
di*'»  terreiiale.  '  ^St 

TERRENAMENTE.  Àvverh.  Secondo 
il  mondo.  Lai.  terrtne  .   Gr.   yi;rxckJ«    S 


Agost.    C.   D.  Allora  iatendoao  terreoa- 
mente . 

•f  *  TERRENELLO.  Dim.  di  Ter- 
reno coltivahilej  e  per  avvilimento  Terreno 
magro.  Lat  terrula,  agetlus.  Gr.  '/iji^toy. 
Bed.  Ins.  5.  Fu  dottrina  d' Archelao  sco- 
lare d*  Anassagora  ,  che  non  ogni  terre- 
nello  magro  ed  arenoso,  non  ogni  morto 
sabbione  fosse  il  caso.  (*) 

*  TERRENEZZA.  Qualità  di  ciò  c/te 
è  terreno.  Ott.  Com.  Purg.  ig.  343.  Co- 
loro che  ora  piangono ,  in  futuro  si  coo- 
soleranno  per  vedere  Iddio:  eoo  l'acqua 
delle  lagrime  perfettamente  sì  caccia  la  ter- 
re nezza.  (C) 

■J-  3  TERRENO.  Sust.  La  terra  c/te 
si  coltiva  perchè  dia  frutto  .  Lai.  agtr , 
terrenum  Gr.  ay^^;  ,  y^.  Dant.  Purg. 
3o.  Ma  tanto  più  maligno  e  più  Silvestro 
Si  {à  '1  terren  col  mal  seme  e  non  collo  , 
Quant*  egli  ha  più  di  buon  vigor  terre- 
stro.  Bacc.  nov.  60.  3.  Conciossiccosachè 
quel  terreno  produca  cipolle  famose .  Cr. 
2.  16.  7-  I  troppo  magri  e  maninconici  ter- 
reni per  la  secchezza  non  sono  alle  biade 
convenevoli.  Serd.  Stor.  ij.  545.  Andasse 
cercando  terreni  sodi  e  incolti,  tanto  lon- 
tani ,  tanto  diflìcdi  .  Soder.  Colt.  4-  Non 
vorria  anche  (  la  vite  )  terreno  uè  troppo 
caldo  ,  ne  troppo  freddo. 

g.  I.   Terreno  ,  figura tam.  Bocc.   nov. 

7.  7.  Avvenne  che  ,  trovando  Tingoccio 
nelle  possessioni  della  comare  il  terreo  dol- 
ce ,  tanto  Vangò  e  tanto  lavorò  ,  che  una 
infermità  ne  gli  sopravvenne.   E  nov.  3a- 

8.  E  parendogli  terreno  da'  ferri  suoi,  di 
lei  sutiitaniente  ed  ollremodo  s'  innamo- 
rò. Alleg.  237.  Ogni  sacciulcllo  ,  dov'  ci 
trova  il  terren  tenero  ,  vuol  fare  del  let- 
teratone  al  buio. 

5^  g.  II.  Terreno  ,  si  dice  anche  ad 
Uno  spazio  di  terra  considerato  o  sotto 
r  a.tpetto  che  vi  si  fa,  o  può  fare  gual- 
che fahhrica,  0  sotto  /'  aspetto  di  qua/che 
azione  che  ivi  accade.  «  Guid.  G.  Abbia- 
mo con  braccio  forte  occopati  li  terreni 
del  regno  suo  .  Boez-  J'arc/t.  2.  rim.  4- 
E  questa  viene  ,  Mancandole  d  terreno  , 
A  piegar  tutta,  e  venir  tosto  menu  >*.  (C) 

§.  111.  Mancare  il  terreno  sotto  i  piedi, 
che  ancìie  si  dice  Mancare  il  terreno  as- 
solutam. ,  vale  Mancare  tutto  il  più  ne- 
cessario j  e  si  dice  d'Uomo  avaro,  che  di 
ciò  sempre  teme  ■  Geli.  Sport-  5.  3.  Chi 
sta  con  vedove,  che  sempre  hanno  paura 
che  non  manchi  loro  il  terreno  sotto  i  pie- 
di ,  come  al  presente  sto  ìo  ,  può  dir  dì  star 
nello  *nfcroo. 

g.  IV.  /',■'  non  è  terreno  da  fyorci  vi- 
gnaj  cioè  IS'on  si  può  far  fondamento,  o 
porre  speranza.  Fir.  Lue.  4-  I-  Lasciami 
andare  a  vedere  s'  Ìo  trovo  da  sbocconcella- 
re in  qualche  lato,  che  qui  per  oggi  non  h 
terreno  da  porci  vigna.  Morg.  18.  II7.  Ve- 
drai che  la  mia  schiatta  non  traligna,  E  rb* 
io  non  sim  lerren  da  porci  vigna. 

§.  V.  Terreno  ,  per  Territorio.  Lat.  ter- 
rttorium.  Gr.  ot'y fio;,  jfwcóv.  Maestrtisz. 
2.  at)  4'  ^-  anche  >e  fu»e  fatto  alcuno  mici- 
dio  in  sul  suo  terreno,  puotc  lomineUrre  ad 
alcuno,  che  in  ispezulila  dt  questo  mìcidio 
e'  cerchi  la  verità,  e  seguiti  la  giustisia. 
Frane.  Sacch.  nov.  132.  Fece  legge,  che 
per  tulio  suo  terreno  fosse  pena  l'avere  e 
la  persona  a  qualunche  facesse  dudi. 

§.  VI-  Terreno,  diciamo  tinihea  Tut' 
to  l'  appartamen  lo  nhitahle  della  casa  , 
che  è  più  vicino  alla  terra  ,  o  che  po- 
sa in  sulla  terra  .  Fir,  Trin.  prol.  E 
tornale  V  anno  in  terreno  a  Iiuon'  otta  . 
Malm.  12.  3|.  Del  manto  e  d'altri  ad- 
dobbi si  dispoglia  ,  E  comincia  a  girarlo 
dal  terreno. 

§  VII.  Terreno,  si  dice  anche  U  Stan* 
»a  prima  della  casa,  che  si  tiVi'a  giù  ra» 
sente  la  terra  ,  presto  atta  porta.    Late. 


TER 


TER 


TER 


l52I 


Cehs.  I.  1.  ÀTvcrtisci  a  levare  il  lume 
di  terreno,  acciocché  «Iella  via,  penetran- 
do pe'  fessi ,  tu  non  fussi  veduta.  K  op- 
presso :  Stalli  cosi  per  lo  terreno  spas- 
»eggiaodo  al  Imio ,  tanto  che  tu  oda  il  cen- 
no. Tac.  Dm\  j4nn.  2.  Sp.  Intanto  soldati 
gli  accercbÙDO  la  rasa,  giù  io  terreno  l'anno 
romhaiio,  perchè  gli  oda  e  vegga  (il  te- 
sto  iat.  ha  :  in  vestibulo  )  .  f'ir.  noi--  3. 
aai.  Mostrando  d'esser  dilaniata ,  in  ter- 
reno lasciatolo  ,  se  o*  andò  all' Agnoletta. 

t  5  TERBENO.  Jthl.  Che  appartiene 
alla  terra,  o  viene  dalla  terra,  o  ha  qua- 
lità della  terraj  Terrestre.  Lat.  terrentts. 
Gr.  yr.Vvoi  .  l'etr.  canz.  5.  C  Volando 
al  ciel  colla  terrena  soma,  l'  son.  25.  Che 
*1  duro  e  greve  Terreno  Incarco  ,  come 
fresca  neve,  Si  va  struggendo.  Coli.  SS. 
Pad.  Vedete  adunque,  che  non  è  terreno 
ne  piccolo  il  dono  della  discretione.  Jìoez. 
G.  S.  2.  Pasce  sol  ciLo  terreno.  ^  Sali'in. 
Odits.  i44-  Quando  il  biondo  Radainan- 
te  Condussero  a  veder  Tizio  terreno  Fi- 
glio. iPe) 

*  §.  I.  Paradiso  terreno,  dicesi  il  Luo- 
go dove  Iddio  colloi'ò  Adamo  ed  Fin  dopo 
di  averli  creati,  il  che  piti  comunemente  si 
dice  Paradiso  terrestre.  «  Tcs.  lìr.  i.  20. 
Poiché  Dio  clil)c  caccialo  Adam  di  Paradiso 
terreno,  ingenero  egli  in  Eva  sua  moglie 
Cairn.  £"3.  I.  Infino  al  mare  Oceano,  e  a! 
Paradiso  Terreno  ».  (C) 

fg.  II.  Stanza,  camera,  0  simile,  terrena, 
dicesi  Quella  che  i-  nel  piano  della  casa  più 
vicino  a  terra  .  Bocc.  Introd.  54-  Entrati 
in  una  sala  terrena  ,  quivi  le  tavole  messe 
▼idero.  Pnllad.  Olt.  I7.  Ma  meglio  ecc. 
metterlo  in  terrena  cella  e  fredda.  Alleg. 
145.  Non  altrimenli  che  posate  in  camera 
terrena  ,  sollo  la  sfogatissima  volta  dilla 
luna,  o  come  i  legnami  intarlano,  o  come 
le  pelli  intignano.  Lasc.  Celos.  I.  3.  Essi 
giltato  in  sul  letto  di  camera  terrena  cosi 
vestilo . 

t  TERREO.  Add.  Che  appartiene  alla 
terra  ,  o  viene  dalla  terra  ,  o  ha  qualità 
di  terra.  Lat.  terrenus.  Gr. '/^Kw'^^;-  Z/- 
bald.  Andr.  80.  Quando  la  Luna  è  in  Tau- 
ro ,  è  segno  fermo  di  mezzodì ,  freddo  e 
secco,  malinconico  e  terreo  (^  masculino  . 
Bicett.  Fior.  12.  Quelli  (sughi)  che  si 
serbano  secchi,  purgati  prima  dalle  fecce 
terree,  si  seccano  al  sole.  Cai.  Gali.  2^0. 
Se  sieno  terrei,  o  aeiei  a  predomìnio  (l'e- 
bano, e  V  alieto),  chi  ce  lo  manlfesleiìiT 
TERRESTITA*.  I.  TERRESTKIXA'. 
TERRESTO.  /'.  TERRESTRE, 
t  3  TEBRESTHE,  e  anticam.  TEB- 
RESTRO  .  e  TERRESTO.  AdJ.  Di  ter- 
ra ,  Che  ha  qualità  di  terra  ,  Terreno. 
Lai.  terrestris.  Gr.  ì-:ily-.ioz.  Fetr.  son. 
9.  Gravido  fa  di  se  il  terrestre  umore  . 
E  S5.  Ma'!  sovrastar  nella  prigicn  lerre- 
»tra  Cagion  m'  è,  lassol  d'in6niti  mali."  E 
266.  Chiuse  '1  mio  lume,  e  '1  suo  career 
terrestro .  Fant.  Purg.  ?0.  Quant'  c-lì 
ha  più  di  buon  vigor  terrestro.  Tes.  Fr. 
3.  5.  Quando  questo  addiviene  all'  acqua, 
iX  mostra  ch'ella  non  abbia  in  s"e  cosa  ter- 
reslra  .  ^  Tass.  Icz.  son,  Cas-  E  ne'  con* 
celti  la  magnificenza  se  di  alcuna  gran- 
de e  illustre  battiglia  navale  o  terrestre 
ec.  si  ragiona  .  (Ì'P)  Stor.  Eur.  2.  ~\5. 
E'  non  hanno  più  di  noi  altri  se  non  quella 
matta  be&Ualil'a  ce  che  di  cavalieri  barcaioli 
e   di  terresti  gli  ha  fatti  acquatici.  (CJ 

*  §.  Faradiso  terrestre,  e  anticam.  ter- 
reste, dicesi  il  Luogo  dove  Dio  collocò  A- 
damo  ed  Fva  dopo  d'  averli  creali.  •■  G. 
f.  I.  3.  1.  Cominciando  dal  mare  Ocea- 
no ,  e  Paradiso  terrcsto.  Fui.  Purg  3l. 
2.  lonanti  che  potesse  salire  a  vedere  lo 
Paradiso  terrcsto  prima,  e  poi  lo  celeste  n.(C} 
TERRESTREITA'.  Terrestrità.  Art. 
Fetr.  Ner.  i.  I  Si  lasci  stare  il  ranno  per 
due  giorni,  e  di  nuovo  dando  in  fondo  nX- 
Vocabolario  T.  II. 


tra  terrcslreita,  la  rannata  vien  più  chiara,  e 
lìmpida,  e  questo  si  reitiTÌ  tre  volte,  che  così 
s'  avranno  le  rannate  limpidissime,  e  sca- 
riche da  ogni  terrcslreita. 

f  TERKESTRITA',  TERRESTRITA- 
DE,  TLBRESTRITATE;  e  TEltUESTI- 
TA' ,  ec.  Qualità  di  ciò  che  è  Terrestre. 
Fallad.  cap.  l^.  Dee  esser  lieve  ,  e  nulla 
avere  in  se  terrestilate.  Cr.  t.  4-  7-  Sono 
acque  costrette  ,  e  che  lungo  tempo  rice- 
vono tcrreslritadi .  F  2.  6.  I.  La  materia 
della  fo-Iia  in  tulle  le  piante  è  V  umore 
acquoso  alquanto  mutato  e  mescolato,  non 
ben  digesto,  e  purgato  dalla  fercia  della 
terreslrit'a  .  E  cap.  l'S.  5.  Il  corpo  della 
pianta  ha  bisogno  di  t.d  cibo  ,  che  sia  iudu- 


abilc ,  e  seccabile 


pei 


la 


terrestrità. 
fTERRETTA.  r>im.  di  Terra  in  si- 
gnijic  di  Città,  o  Caslelloj  Piccola  terra. 
Lat.  oppidum,  oppidulum.  Gr.  TToii'x'^*^'''' 
Bcmh.  Stor.  io.  1^5.  Il  Contarino  sotlo- 
proveditore,  ed.  Alessandro  Bigolino,  per- 
duta la  speranza  di  poter  quella  lerrelta 
ritenere,  trattone  i  soccorsi  ,  a  Padova  se 
n'andarono.  ^  Bcmb.  Stor.  8.  n3.  La 
rocca,  e  due  altre  lerreltc  di  quella  con- 
trada, al  Duca  rendesse.  E  I18.  Castel- 
franco, nella  qual  terretta  prima  era  il  Mo- 
ro, a  ^Tassimiliano  si  diede.  (J') 

*T  §■  Terretta  ,  o  Terra  di  cava ,  e 
anche  una  specie  di  terra,  con  che  si /.in- 
no vasi  dt  credenza  ,  che  mescolata  con 
carbone  macinalo  serve  a'  pittori  per  fare 
i  campi ,  e  per  dipignere  i  chiaro-scuri , 
e  anche  per  far  mestiche ,  e  per  darla 
temperata  con  colla  sopra  le  tele ,  ove 
dcvonsi  dipignere  archi  trionfali,  prospet- 
tive, ec.  Borgh.  Hip.  173.  Chi  volesse  so- 
pra le  mura  dipignere  di  chiaro  oscuro  , 
bisogna  che  faccia  il  campo  di  terretta  , 
e  l'oi  tre  colori  ec.  :I-  /  as.  Op.  J'it  2. 
485.  Fu  [rimo  ancora  a  dar  luce  alle  grot- 
tesche che  somigline)  l'  antiche,  e  le  mise 
in  opera  di  terretta  e  colorite  in  fregi  con 
più  disegno  e  grazia  che  gì'  innanzi  a  lui 
fallo  non  avevano.  {C} 

't  TERRIBILE.  F.  A.  Susi.  Turibo- 
lo. Lat.  *thuribulum  Gr.  '^•sp.ioiTr.pio-i  ■ 
Antiot.  Fang.  Rei  quale  è  il  lerriblle  del- 
l'oro ,  e  r  arca  del  Testamento  .  Frane. 
Sacch.  nov.  35.  Il  cherico  udendo  questo 
nome  cosi  tenibile,  e  non  sapendo  che  ri- 
spondere, gjiardava  il  Cardinale,  il  quale 
menava  il  braccio,  ccmc  quando  si  da  lo  'n- 
ccnso  col  terribile. 

TERRIBILE.  Add.  Che  apporta  ter- 
rore. Lat.  ternbìlis.  Gr.  yoÉs^c'^.  Foce, 
nov.  87.  8.  Ed  ecco  vicino  a  lei  uscir  d' 
una  macchia  folta  un  lupo  grande,  e  ter- 
ribile. G.  F.  2.  3.  2.  t\l  detto  Tolde  ap- 
parve in  visione,  dormendo,  più  volle  un' 
ombra  con  un  viso  terribile  e  spaventoso, 
minacciandolo  -  Fani.  Inf.  Z^.  E  vìdivi 
entro  terribile  stipa  Di  serpenti  .  letr. 
canz.  34.  3.  S' i'  1  dissi,  unqua  non  veg- 
gian  gli  occhi  mì<'i  ec.  Kè  donna,  ne  don- 
zella ,  Ma  terril'ìl  procella-  Maestruzz.  2. 
29.  5.  La  fine  di  tutte  le  cose  terribili  è 
la  morte,  l'it.  SS.  Pad.  1.  47  Vide  una 
forma  d'  un  uomo  terribile. 

V  §.  Terribile,  vale  anche  3faravi* 
glioso.  Straordinario  nel  suo  genere.  Bed. 
leti.  I.  372-  Ai  saranno  bene  le  salire  di 
Benedetto  ISIenzìni ,  che  sono  terribili.  E 
374-  Si  ^  usurpata  una  terrìbile  e  dispo- 
tica autoril'a.  (C) 

'A'  TERRIBILEZZA.  Qualità  di  ciò  che 
è  terribile.  Sega.  Demelr.  tì.  Cosi  l'ira- 
condia e  la  terriljilczza  del  favellare  diventa 
per  la  lunghezza  snervata.  (C) 

TERRIBILISSIMO.  Superi,  di  Terri- 
bile. Fr.  Giord.  Fred.  B.  Non  sì  spaven- 
tano al  nome  delle  terribilissime  fiamme 
deir  Inferno.  Trait .  segr.  cos.  donn. 
Ancorché  afflìtte  da  terribilissimi  dolori. 
Borgh.   Fir.  disf.  27O.   Con  Agilulfo,  che 


poco  innanzi  al  suo  pontificato  era  nel  re- 
gno successo  al  terribilissimo  Autarì.  Buon. 
Fier.  5.  3.  6.  E  poi  terribilissima  ci  sferza. 
E  5.  4-  3-  Terribilissim'  ombre,  Ferocis- 
sime belve. 

TEUniBILITA' ,  TERRIBILITADE. 
e  TERRIBILI  lATE.  Astratto  di  Terri- 
bile .  Lib.  Op.  div.  Ed  io  vedendo  una 
terrdiilil'j  di  pene,  dimandai  ce.  Car.  lett.  a. 
81.  Ma  per  la  terribilità  sua  sì  farà  largo 
da  se.  ^  l'as.  Op.  Fit.  2.  121.  Hanno 
r  animo  pieno  di  tanta  grandezza  ,  ed  il 
cuore  di  sì  smisurata  ternbilil'a,  che  se  non 
cominciano  cose  dìifiiili  e  quasi  impossi- 
bili ec.  mai  non  danno  requie  alla  vita 
loro  .  Farcii.  Stor.  2.  22.  I  quali  nella 
lor  lingua  il  Gran  Diavolo  ,  per  la  sua 
incomparabil  furia  e  terribilità  ,  lo  chia- 
mavano.  (Cj 

TERRIBILMENTE.  Avveri).  Con  ter- 
ribilt:à.  Lat.  *terribiliter.  Gr.  cJooiow§. 
Dani.  Inf  3l.  Dopo  la  dolorosa  rolla, 
quando  Carlo  Magno  perde  la  santa  ge- 
sta. Non  sonò  si  terrìbilmente  Orlando. 
Pass.  233-  In  più  altri  luoghi  della  Scrit- 
tura terribilmente  gli  minaccia  Iddìo  ,  a 
dare  ad  intendere  in  quanto  odio  egli  ab- 
bia la  superbia. 

'•'  §■  Talora  vale  Eccessivamente ,  E- 
stremamente.  J'as.  Op.  ì  it.  3.  36.  ive- 
va  veduto  Giorgione  alcune  cose  di  mano 
di  Leonardo  mollo  fumeggiate,  e  cacciale, 
come  si  è  detto,  terribilmente  di  scuro.  (C) 
TERRICCIO.  Concio  macero,  e  me- 
scolato con  terra  .  Dav.  Colt.  x58.  Bar- 
batelle anfora  a  capogatto  puoi  fai  e,  pi- 
gliando della  vite,  che  vuoi  far  razza,  un 
tralcio  ,  facendolo  ìnsino  al  ceppo  passare 
per  lo  fondo  d'  un  [laniere,  e  quello  em- 
pier di  buon  terriccio,  nel  quale  ei  barberà. 
£181.  Si  semina  d'Ottobre  il  nocciol  suo 
(del  pesco)  in  terreno  umido  e  caldo,  duo 
puntate  divelto  con  molto  terriccio. 

TERRICCIUOLA.  Vim.  di  Terra,  in 
signifc.  di  Castello,  o  Cillà.  Lat.  oppi- 
dulum. Gr.  7ro>t'xv(Sv.  .V.  F.  io.  85- 
Addi  28  furono  in  Valdera  ,  e  certe  ter- 
rìcciuole  l'obbedirono.  Frane.  Sacch.  nov. 
127.  Con  questo  si  regge  cosi  bene,  come 
lerricciuola  d*  Italia. 

J»"  g.  E  in  signifc.  di  Terreno  coltivati- 
vo.  Alleg.  211.  M' è  venuto  in  taglio  di, 
mutando  il  logorator  del  mio  ,  riallogar 
certe  malandatissime  terricciuole  ,  le  quali 
ec.  (F) 

i\'  TERRICURVO.  ^f/^.  (^urvato  verso 
terra.  Menz.  sai.  4-  ^'^  voi,  cervelli  ler- 
ricurvi  e  corti,  Alla  parie  del  ciel  chiara 
e  suprema  Chi  mai  vi  rende  ad  innalzarvi 
accorti?  (ì) 

TERRIERE.  J'.  A.  Terrazzano,  Della 
ten-i!.  Lat.  incola,  oppidanus.  Gr.  rroic'- 
ZYti.  M.  F.  I.  87.  Cavalcando  per  lo  Pa- 
triarcato, da  certi  terrieri  suo' suddiii  ec. 
fu  nel  cammino  assalito .  Cti  .i.  C.  Gli 
abitatori  e  terrieri  di  questo  castello  con 
armala  mano,  e  con  istrabocchevol  corso 
pervennero  al  lito.  Frane.  Sacch.  nm.  GA* 
E  di  lor  terre  poca  guardia  fanno.  Perche 
a'  terrieri  tal  signoria  piace.  >*'egr.  Fior. 
Stor.  8.  206.  Quelli  terrieri,  disperali  del 
soccorso,  si  dicrono. 

•f  *  TERRIFICO.  Add.  Che  atterri- 
sce  ,  Che  cagiona  terrore.  Terribile.  Se- 
gner.  Crisi,  instr.  3.  4-  7*  -^^  arriva  a  te- 
nere la  lingua  a  freno  per  quel  breve  lem- 
po  che  assiste  al  sacrifizio  lerriC*^o  della 
messa,  pare  ec.  E  ìncr.  2.  21.  8.  La  e- 
rcsia  gareggia  col  coccodrillo  ,  il  qual* 
non  ba  termine  fisso  alla  sua  statura  ler- 
rifira.   (A) 

''t-   TERRIGENO-  Add.  IVato,  o  Gene- 
ralo   dalla   terra.    Salvia.    Opp.    Cacc.    O 
sia  uscita  da  pietra  questa  lazza  Dannosa, 
o  sien  lcrrigÌDÌ,c  da  terra  Spuntino,  fjj 
^   TERRIGNO  .  Add.    Fella  ttrra  .  « 
191 


xStz 


T    E    H 


T  E  n 


TER 


rfic  abita  sotterra  .  Salviti.  Opp.  Cacc- 
Vie  accora  delle  ulpc  le  terrigne  Rax- 
zc  y  che  mangiaD  erbe  j  e  cieche  sono  , 
ec.  (J) 

t  TERRITORIO,  e  antìcam.  TERRI- 
TORO.  Contenuto  tìi  dominio  e  di  giit- 
risdizionej  Distretto.  Lai.  terrttorium.  Gr. 
M'/-o.;.xw;i'oy.  Stat.  ^ferc.  Hanno  rigrctso 
contro  il  popnlu,  e  uomini,  e  persone  del 
popolo,  nel  territorio  del  quale  ce-  fatte 
ii  trovassero.  S-  Ant.  Conjes.t.  I  signori 
&e  conoscono  in  lur  territorio  farsi  que- 
ste rose,  e  non  puniscono ,  peccano  mor- 
talmente. Macstnizs.  2.  ?4-  '•  Puotc  il 
Prelato  iscomunicare  fuori  del  suo  terri- 
torio ?  (fini  per  Diocesi  J  .  Alam.  Gir. 
9.  /|6.  Al  qua!  miir  altri  cavalieri  erianli 
Tenuti  son  del  territorio  nostro.  Bern. 
Ori.  1.  g,  i'|6.  E  iieró  sempre  per  quel 
tcrrìtoro  Cbiamossi  il  cavalier  dal  scudo 
d*  oro. 

TERRORE.  Spavento,  e  Paura  gran- 
de. Lat.  terror.  Gr.  fó^o:-  Mor.  S.  Greg. 
Nientedimeno  in  tutte  queste  cose  stette 
quella  mente  santa  senza  terrore,  e  quel- 
1.1  citt^  forte  sanza  commozione.  P,occ.  g, 
6. _/!  5.  La  quale  (onestà),  non  che  ra- 
gionamenti sollazzevoli,  ma  il  terrore  del- 
la morte  non  credo  rhe  potesse  smagare. 
ì/tirstruzz.  2.  3o.  5.  La  qual  cosa  è  or- 
ilinata  così  a  terrore  degli  altri.  Da%-. 
Scism.  ^2.  A  terrore  degli  altri  citò  il 
liarone  Dacrcs,  cattolico  e  potente. 

t  TERRO.S0.  Attd.  Misto,  o  Imbrat- 
tato di  terra.  Lat.  terrosus.  f'ett.  Colt. 
71.  Fermandosi  quivi  quel)' acqua  torbida 
•:  terrosa.  ^  Benv.  Celi.  Ore/.  i4-  Quan- 
do egli  (il  mastice)  cade  dall' albero,  per 
Io  più  è  raccolto  terroso,  e  imbrattalo  d' 
altre  materie.  f/'>  Car.  Long.  So/,  rag. 
2.  Così  vecchi  come  erano  ce.  con  le  m.ì- 
ni  terrose,  e  coi  rupi  rabbuffati,  ma  d'a- 
spetto ce.  rispetlcvole.  (TPj 

*  TER.SAMENTE.  Ai-icrb.  Con  ter- 
sezza.  Pulitamente.   (Jj 

•f  *  TERSEZZA.  Forbitezza,  ]Siti- 
tìezza.  Pulitezza.  Pallav.  Tralt.  Stil.  cap. 
20.  Dobbiamo  prima  investigare  in  che 
consista  quella  tersezza  che  negli  stili  è 
nominala  eleganza,  ve.   (A) 

s;:  TERSIONE.  L'azione  del  tergerej 
Travatura.  Frane.  Parb.  Pegg.  donn.  388. 
El  lino  per  molte  tcrsioni  viene  a  can- 
dore; e  r  anima  per  Iribulazioni.  {C) 

TERSISSIMO.  Superi,  di  Ter.to.  Lat. 
nttidissimus,  emaculaiissimus.  Gr.  y^p.- 
~pOT«TOr.  Srgner.  Mann.  Novemb.  12.  2. 
Qual'  è  nello  specchio  la  disposiiiune  più 
proìbima  a  venir  tutto  investilo  del  Sol 
predente  Tèi'  essere  gì^  tersissirao  da  o- 
gni  macchia. 

TERSO  Add.  da  Tergere  s  Senta  mac- 
</iia.  Inetto,  Pulito.  \.2t.  nitidus,  tersus. 
Or.  \vp.TZp'J^t  x^y^l'o';.  Pant.  Par.  3. 
Qu.di  per  vetri  trasparenti  e  tersi  ec.  Tor- 
n.iri  do' nostri  visi  le  postille.  Petr.  son. 
127.  Tessendo  un  cerchio  all'oro  terso, 
e  crespo. 

t  l*  §.  I.  Terso,  trattandosi  di  stile,  o 
simile,  dinota  La  proprietà  delle  voti,  e  la 
regolarità  de'costrutli  j  ed  equivale  a  l'or- 
bito, /'legante.  Menz.  Poet.lib.  i.  l'en  h^ 
il  vivere  eterno  a  qurl  si  debbe  Slil  puro 
e  terso  che  per  lui  fioriva-  f  Pj  Salvin. 
disc.  2.  337.  E  quasi  sparse  gioie,  dentio 
a  un  terso  stile  r  grave,  quasi  io  Gnu  or.i, 
Irgurle.   ^.V; 

t  *  §.  il.  Aggiunto  di  scrittore,  va- 
le Che  u.ta  molta  proprietà  ne'^  vocaboli , 
t  regolarità  ne'  costruiti  Segner.  Prvd. 
Pnf.  Ilo  io  bensì  prnrnrat'»  nella  eloruiinne 
di  mettere  ogni  min  »ludio,  come  lilruvn 
che  1m  posero  non  ordinario  un  Leone,  un 
Ciiulaino  cf.  e  l.dun  «Uro  de' Padri  fra 
noi  più  tersi.   (Pr) 

tj  TERZA.  Susi.  Vna  delle  ore  cano- 


ntthej  che  si  canta,  0  si  recita  nel  terzo 
luogo.  ♦  Vit.  S.  Frane.  208.  Dicendo 
lui  terza  una  volta,  sì  gli  venne  in  me- 
moria quello  vasello,  e  imbrigu  un  poco 
la  mente  sua.   (V) 

f  §.  I.  Per  lo  Tempo  in  che  FAla  si 
canta,  o  si  suona,  j/occ.  introd.  5ì.  Co- 
me terra  suona,  ciascun  qui  sia.  E  nov. 
16.  7.  Già  l'ora  della  terza  valicjla-  Cr. 
4>  22.  4-  ^^  ''  ^^^  '*  colgano  dopo  ter- 
za, quando  la  rugiada  e  risoluta ,  e  che 
Paria  sia  calda  e  chiara,  Ìl  vino  sarà  più 
poderoso,  e  miglior  da  durare.  Dani.  rim. 
z!\.  Pigliandole  anzi  terza.  Con  esie  pas- 
serei vespro  e  le  squille,  lìern.  Ori.  2. 
26.  32.  >è  maitioa  ,  ne  sera,  a  leria  o 
nooa.  Lascia  che  pur  dal  Sole  io  sia  vc« 
duta. 

'è  g.  II.  Mezza  terza,  e  la  metà  dello 
spazio  tra  il  levar  del  sole  e  terza,  «l'occ. 
nov.  43.  l6.  Perche  entrati  io  via,  in  sul- 
la mezza  terza  vi  giunsero  u  .  F  g.  3. 
proem.  Avanti  che  mezza  terza  fosse,  ad 
un  bellissimo,  e  ricco  palagio  ec.  gli  ebbe 
condotti.  Dunt  Inf.  34-  E  giìi  ti  solo  a 
mezza  terza  riedc.  Pallad.  Genn.  26.  Nel- 
r  ora  prima  del  die,  cioè  ijuando  la  mat- 
tina apparisce  V  occhio  del  sole  al  monte, 
farà  lutig.i  l'ombra  dell'uomo  ventinove 
[.iedi.  Kclla  seconda,  cioè  nella  mezza  ter- 
za, diriannuve.   (t  ) 

TEllZAMENTE  .  Avverò.  ;Ye/  terzo 
luogo.  Lai.  terlio,  lertio  loco.  Gr.  r^tiffol^. 
Vant.  Conv.  65.  Terzamcote ,  perocché 
l'operazione  della  virtù  per  se  decessero 
acquistatrice  d'amici.  S.  Agost.  C-  D.  Pri- 
mamente percuotono  il  soglìare  colla  scu- 
re, e  poi  col  pestello,  e  terzaLaentc  lo  spaz- 
zano colle   scope. 

TERZANA.  Febbre  che  viene  un  di  sì, 
e  un  no.  Lat.  tertiana.  Gr.  Tptryìo;- 
M.  y.  7.  47-  Videsi  la  state  singulare  e 
grandissimo  caldo  ,  e  lungamente  secco  e 
sereno,  e  molte  terzane  nell'arie  gri'v»i". 
Tes.  lir.  2.  32.  Quelle  che  sono  per 
collera  ,  sono  meno  rie  ,  siccome  sono  le 
tersane  }  perciò  è  bene  che  li  flemmatici 
usino  di  verno  cose  calde  e  secche.  Poez. 
f'arch.  3.  pros.  8-  Quello,  iiualunque  sia, 
che  voi  con  tanta  meraviglia  guardate  , 
potere  per  un  raldicciuolo  d'  una  febbre 
terzana  dbsolvcrsi.  Red  Cons.  2.  53. 
Tutti  son  d'  accordo  ,  che  i  mali  vagaoli 
sieno  terzane,  delle  quali  altro  lon  conti- 
nue, ed  altre  sono  iotermiltenli  ,  r  che  le 
intermittenti  per  lo  più  sono  le  terzane 
semplici. 

§.  Terzana  doppia,  si  dice  Quella  /ri- 
bre  che  viene  ogni  giorno,  ma  the  ha  i 
parossismi  alternamente  simili.  Tìemb. 
leti.  I.  3lf>.  Quanto  al  mio  male,  egli  è 
stato  una  fi-bbre  terzana  doppia  assai  vee- 
mente. Ped.  Cons.  2.  53.  Le  intermit* 
tenti  per  lo  più  sono  le  terxane  «empiici, 
ancori  he  queste  ec.  soglìano,  di  semplici, 
falsi  doppie. 

TERZANA".  1\  A.  Arsenale.  Lai.  na- 
vale. Gr.  vJùi'v.  Put.  Inf.  21.  I.  Telli- 
na è  luogo  di  navilii,  dove  si  serb.ino  r 
dove  si  fannia  (•■  /  .  t)  281.  I.  Ordinò 
ec.  che  in  Nap'Ji  dovessero  uccidere  il  re 
Roberto  e  *t  Dura,  e  meitcr  fuoco  nella 
teraana,  ov'erail  navilio. 

«  TERZANACCIA.  Peggiora t.  di  Ter- 
zana,  ped.  (4) 

>>  TI  RZANEI  1.A  .  Febbre  teit<tna. 
Chiabr.  Pìt.  5.  Non  mai  stolto  iu  Irllo 
per  infermila  salvti  due  volte  jur  cidpa 
Ai  tlue  fcblirr  lerzanellr  ,  ne  ria»runa  dì 
loro  (rjpassò   selle   pjrrotismi.    (C) 

t  *  S-  l-  ferzanella  ,  i  ambe  Una 
specie  di  fiori,  (''ir.  Long.  Scf.  58.  Tro- 
vuriino  lielle  viole  mammole  .  de'  nar* 
ciiii,  delle  lerzanelle  ,  e  d'ogni  »urta 
fiori.  (Min)  /*■  77.  Gli  nrlifirii>ii  (fiori) 
orano   conio    lo    rose,  i  giartnli  ,   i  gigli; 


i  natii  come  le  viole,  i  oarcissi,  e  le  ter- 
uoelle.  fC) 

*  g.  II.  Terzanella,  è  anche  Term.  delP 
Arte  di  seta,  e  vale   .^c/a  soda,  ossia  SeUt 

falla  di  doppi! .  (A) 

TERZARE.  Termine  d'  Agricoltura s  fi 
vale  Arare  la  terza  volta.  Lai.  Urtiare. 
Gr.  TptTO-v.  Cr.  2-  20.  2.  Del  mcM  di 
Settembre  s*  arerà  la  teiza  volta  il  grasso 
campo,  e  quello,  il  quale  avrà  per  u«u  di 
tener  l'umore,  avvignarbè  nell' umù^o  an- 
no si  possa  tcrzarc  innanzi.  Pallad.  Sei' 
lemb.  1.  Di  questo  mese  i  campi  re.  si 
vogliono  la  lei  za  volta  aguale  arare,  ed 
anche  il  campo  grasso,  avvegnaché  1'  an- 
no che  corre  omoroso  si  poua  aocbe  ler- 
aarc. 

TERZARUOLO.    F.    TERZERCOLO- 

TERZAVOLO  ,  e  TERZAVO.  Padre 
dei  bisavolo.  Lat.  abavus-  Gr.  oi«~aT- 
Tio;.  Fr.  Ciord.  f'red.  S.  Ora  e*  non  ci 
ba  oggi  nullo  che  sappia  chi  si  (oste  stio 
quiniavoln,  appena  il  terzavolo,  ani^  appe- 
na il  bisavolo.  Put.  Poiché  ha  mostrato 
gran  congratulazione  al   suo  terzavo. 

TERZERIA.  Una  delle  Urzt  parti  di 
cosa  che  si  numeri  per  tempi  ,  o  stmiÙ. 
*  Jnstr.  Cane.  71.  .Ma  l'  altre  eccezioni 
non  s'attendono,  e  si  rimettano  all'ulti- 
ma terzeria.  F  73-  Ma  non  potranno  già 
fare  astringere  alcuno  a  levare  e  pagare 
il  sjle  destinato,  o  assegnato  rome  sopra  , 
se  non  un  mese  avauli  la  fine  di  eiasru- 
oa  terzeria.  (C> 

TERZEltUULA.  Spesie  di  misura  di 
%'ino.  M.  Aldobr.  eletti  io  una  teraenio- 
la  di  vin  cotto,  e  fa  bollire,  l  rane.  Sac. 
eh.  nov.  176.  Essendo  mesciuto  una  ter- 
zeruol.1,  ed  avendo  ciascuno  i  bicchieri  in 
mano,  ec. 

TERZERUOLO,  e  TERZARUOLO. 
Pant.  Inf  21.  Chi  lerzeruolo  ed  artimon 
rintoppa.  Put.  ivi:  Atlimono  è  la  mag- 
{;ior  vela  che  abbia  la  nave  ,  (eiTcruolo  e 
la  minore;  im|>erocchè  la  nave  porla  Ire 
vele  :  una  grande,  che  si  chiama  arlinio- 
ne;  una  mezzana,  che  si  chiama  la  mez- 
zana; e  un'  altra  minore,  che  si  chiama 
lerzeruolo.  Frane.  Parh.  aSp.  26-  Vele 
grandi  e  veleni,  Teizaiuoli.  e  parpaglio- 
ni, 

g.  I.  Far  lerzeruolo,  ji  dice  delC  Ac- 
conciare le  altre  vele  maggiori  all'allea' 
sa  e  forma   del  lerzeruolo. 

§.  11.  Te'zeriiolo,  dic'amo  anche  a  Una 
spezie  d' itrihibuso  corto. 

*  TERZETTA.  Sorta  diarmedafuo- 
co  simile  alla  pistola,  ma  alfjuanto  pin 
piccola.  Ped  l'sp.  nat  Nel  fondo  della 
canna  d'una  lerzelta  d*  giusla  misura 
mritcva  por  hi  soli  gr.>ni  di  poh  ere.  (*) 

TERZETTO,  (ompfniwento  in  Urza 
rima  j  ed  anche  (Jue/lu  parte  di  capilo- 
lo,  sonetto,  o  altra  poesiiì,  che  è  comipre» 
sa  in  tre  versi.  Ternario,  Terzina,  rar- 
eh.  Les.  6.|3.  Questa  maniera  di  ver»! , 
chiauMli  ora  trisi-lli.  ora  Icrnafii,  o  quan- 
do terzine,  i  quali  non  sono  jliro  «  he  Ver- 
si d'  undici  silUlio  rintanali,  onde  sì  di- 
cono vulgarmeotc  terme  rime.  /  aie.  rim. 
Udito  ,  udilc  un  |>o' questo  toiTcttot  O 
lutti  quanti  toi,  rhe  ctwnpooele ,  Noq  fa- 
te nulla  mai,  che  vi  »ia  dello.  Se  poco 
onore  aver  non  ne  vulrlr.  Ped.  Tip-  I. 
36.  Ouervìjnio  soveutcmente  i  primi  (|Ua- 
4lrin.)iii,  e  talsoUa  d  primo  lenrilu  d*  una 
U-tiilura,  noli  rome  qui'lla  dil  Petrarca, 
o  degli  altri  migliori  poeti.  Salvia.  Pros. 
Tose.  I.  2jil.  So  la  tenio.',  o  lenrllo  si 
considrr.isse  da  per  se  solo,  (omr  un  mem- 
bro rriiso  da  tulio  il  rupo  Jcl  sonet- 
to ,  eserciterebbe  1'  oliliiczione  lutla  sua 
forta. 

*  TERZETTO.  Componimento  musi- 
cale da  cantarsi  a  tre  voci,  o  dtf  sonarsi 
.1  tre  islrumenti.  (C) 


TER 

TERZINA.   Componimento  in   (crr.i  ri- 
ma,- ed  anche   Qi-elln    parie  .li  cnpitoto , 
sonetto ,  0  altra  poesia,    che  e    compresa 
m   tre  versi.    Ternario,   Tcr-.eUo.    1  nrch. 
Lei.  643.  QucslD  maniera  di  veni,  cliia- 
maù  ora  Icrxclti,  ora  lernarii ,  e    quando 
tctiinc,  i  quali  no»  sono  altro    che    versi 
A-  undici  sillabe  rinleriali,  onde  si  dicono 
volgarnienle    leiic    rime.     XaUin.     l'ros. 
Tose.   1.   291.    Se  la  leriina,  o  lenello  si 
considerasse  da  per  se  solo,  come  un  mcm- 
l>ro  reciso  da  ludo  il  corpo  del    sonetto  ,  I 
eserciterebbe  1'  obbiciione   tutta  sua  lenza. 
TEEZI^O.    Vaso  da   tener    liquidi  ,  e 
tiene  la   terza  parte  d' un  fiasco. 

t  TERZO,  iiust.  Una  delle  tre  parti 
del  tutto,  l.at.  trrtia  pars.  Gr.  -sirov 
^ifOi.  M  r.  9.  107.  Questa  pest.leni.a 
ricominciò  del  mese  di  Mapgio  ui  Fi.in- 
dra,  che  di  largo  U  terto  de-cittadm.,  e 
olirà  morirono,  /locc.  non.  77.  H-  buc- 
ala non  i  stala  lunga  per  lo  terto,  cbe  [u 
la  sua.  Da,'.  Camh.  100.  Un  terzo  per 
eenlo  per  provvisione.  Malm.  6.  109.  D' 
nuovo  attorno  il  bossolo  si  manda  Da  vm- 
cersi  il  parlilo  pe'  due   terzi. 

§.  1.  Terzo,  si  dice  anche  Una  squa- 
dra di  soldati,  composta  d'  un  certo  de- 
terminato numero.  Malm.  1.  3?.  Bieco 
de'  Crepi,  duca  d'  Orbalello,  Mena  il  suo 
terzo,  e' ha  il  veder  nel  latto.  ^ 

§.  II.  Terzo,  i  ale  talora  Uno  de  par- 
ticolari che  compongono  alcuna  universi- 
là,  o  moltitudine.  Sen.  Ben.  ì  arch.  4. 
28.  Erano  alcune  cose,  le  quali  non  pote- 
vano toccare  al  terzo  ed  al  quarto,  se  non 
si  davano  a  tutti. 

TERZO.  Xome  numerai-'  ordinativo  , 
che  seguita  dopo  il  secondo.  Lai.  tcrtius. 
Gr.  «ito;,  l'occ.  nov.  11.  3.  L  uno 
era  chiamalo  Stecchi,  1'  altro  Martellino  e 
il  terzo  Marchese.  E  iiov.  14.  14.  Dale- 
slralo  daUa  fortuna  due  velie,  dubitando 
della  terza,  pensò  convenirli  molla  caute- 
la avere.  /-.  nov.  97.  8.  Avanlichi:  passi 
a  terzo  giorno,  ti  credo  recar  novelle  chr 
sommamente  ti  saran  care,  l'elr.  son.  2^ 
S'  ella  riman  ira  '1  terzo  lume  e  Marte 
Fia  la  vista  del  Sole  scolorita. 

§  I.  Tenere  una  terza  parte,  vate  òta- 
re  infra  due.  Mantenersi  neutrale  tra  due 
partiti.  Boec.  Ut.  Dani.  232.  Veggendo 
.he  per  sé  medesimo  non  poteva  una  ter- 


T  E  fi. 


T  E  S 


l523 


con   qu 


iella   s'  acco- 


M  parte    tenere    ce    .  . 

.10,  nella  quale  ec.  era  più  d.  ragione. 
§.  II.  Terza  p.rsona,  si  dice  (Juella 
che  s'  interpone  tra  le  due  parli  che 
trattano  J  ine.  Mari.  leti.  23.  li  non 
farla,  o  il  farla  tardi  ,  o  per  tei-za  per- 
sona,  cresce   il  sospetto    m  sua  Maestà. 

§  III.  /n  manirra  provarli.  Maini.  0. 
23.  I  due  contrarli  fan  che  il  Icrzo  goda 
lini,  inler  duos  liliganles  tertius  gaudel)  . 

*  TERZO,  //il-.  T.rzamenle,  Inter- 
io  luogo.  Lai.  ("do,  t,rlio  loco.  Cai. 
Sagg.  28.  Tera,  resta  ancor  manchevo- 
le la  scusa  del  Sarsi,  perchè  ec.  E  iQ- 
Secondo,  doveva  mostrar  che  la  medesi- 
ma applicazione  non  era  un  tor  via  le 
nuvole  ec.  terzo,  eh'  ei  non  era  un  ser- 
virsi d'  un  paio  d'  occhiali  da  naso  or- 
dinarli.  lySi 

TERZODECIMO  .  Kome  numerale  , 
comprendente  tre  oltre  la  decina.  Pani. 
Vii.  JVuov.  35.  Ed  ella  fu  dei  Cristiani 
del  tenodecimo  centinaio.  Giiicc.  *(or. 
4.  196.  1  capiuni  il  lerxodecimo  di  d" 
A«oslo   posono  il   campo   alla    rocca. 

*  TKRZOOEINITO.  Figliuolo  nato  im- 
mediatamente dopo  il  .secondi:genito.  Se- 
„„,r.  Mann.  OH  l8.  4-  N"'  "°°  '"™ 
ne  pure  serondigenili ,  ne  lerzt,  ne  quar- 
ti, né  quinligeniti-   (IT) 

*  TEHZONE  .  T.rm.  de'  Mercanti 
Sortn  di  grossa  tela  per  u.'O  d'  invol- 
ger   le   balte.    (^1 


•+    TI  RZUOLO.  Nome   che    si  dà   al 
macino   di  alcuni  uccelli   di  preda,  e  ciò, 
ucondo   alcuni,  per  essere  il    terzo   mi- 
nore d.  Ila  femmina  ,  ovvero  perche  de 
tre   che   per   lo    più    nascono  in    una     ni- 
diata ,    questo   i   minore  ,   e    l'  i.lKmo   a 
nascere.    Cr.    IO.   9.    I-    Tutti   questi  fal- 
coni  son    femmine,    e    i  lor     maschi     son 
chiamali   lerzuoli  ;  e  son   detli    terzuoli  , 
imperciocché   tre    per    nidio    ne    nascono 
insieme,  due   femmine    e  '1   maschio,   e 
1  però  tcrzuolo   e    chiamato.   Tes.    Br.  i   9. 
1  i    minori    (  astori  J  sono  a   guisa    di  ler- 
zuolo    ed   e    prode    e  maniero,   e  bene  vo- 
lonteroso di    beccare  ,   ed  è    leggici  1    da 
uccella,  e.   Eiloc.  5.    64.   M'  era   diviso  ve- 
dcr  dalle  guaste    mura   ec.  uscire  un  ter- 
zuolo,  e    coli    forte   volo    aggiugncrsi    agli 
altri.   Lor.   Med.   .«f.  96.  Kou    teme  la  pci^- 
nice  che    '1    terzuolo  La   stringa  ,    come  il 
ferro    suol    tanaglia. 

e  Tcrzuolo  ,  è  anche  Una  spezie  di 
vela.  Cirif.  Calv.  I.  6.  Di  poi  'n  un 
tratto  si  mise  AquUone,  E  comincio  a  sof- 
fiar ,  tal  che  fu  forza  Col  teizuolo  alla  fin 
caricar  1'  orza. 

TESA,  l'erbai,  da  Tendere;  Il  tendere. 
Lat.  tensio.  Gr.  ^6mi.  Vani.  Vurg.  3l. 
Come  balestro  frange ,  quando  scocca  Da 
troppa  tesa  la  sua  corda  e  1'  arco.  V  Sal- 
via. Odiss.  441.  Nò  troppo  tempo  più  vi 
riUaele  DaUa  lesa  dell'arco,  (le) 

g.  1.  'l'esa ,  diciamo  anche  a  Luogo  ac- 
concio per  tendervi  le  reti. 

g  11.  Te.fa  ,  diciamo  a  Quella  parte  ilei 
cappello  ,  che  .ri  stende  in  fuori  sotto  al 
cucuzzolo  .  *  Sold.  sai.  5.  Dell'  islesso 
color,  ove  'e  rivolta  La  tesa  del  cappel,  po- 
ne una  rosa.  Un'  altra  al  petto,  ec.  (Bl 

*f  TESAUHEGGIARE.  J  A.  Tesau- 
rizzare. Lat.  ihesaurizare ,  ihcsauros  con- 
gerere.  Gr.  Srioyupi'Ceiv.  l'.uitt.  Iclt.  34. 
the  tesauregsi  di  tesauro  con  te  porlevole  . 
;".  POIITEVILE. 

*t  TESATJRERIA.  l'.  A.  Tesoreria, 
■f  Bcnv.  Celi.  I  il  3.  67.  La  propna  sup- 
plica ec.  è  in  tesaureria  insieme  col  m^indalo 
se"nato,  e  spedilo  da  sua  eccellenza.   (C) 

°t  TESAURIEKE,  e  TESAUKIERO  . 
I'.  A.  Tesoriere  .  Lai.  thesauri  cnstos  , 
prirjeclus  a-rarii.  Gr.  zv/J-i-J-i.  l'r.  CiorJ. 
Fred.  S.  La  quale  era  tcsauricra  del  suo 
Fi"liuolo.  nellinc.  son.  I-JÌ.  Memento 
mei  che  e'  è  il  Ic.-auiiere  ;  Galeazzo  tu 
intendi.  :;=  Borgh.  lese.  Fior.  388.  Quel 
che  oggi  si  direbbe   depositario  ,  o  tesau 

rierc.  (f) 

*  TESAURIZZAiSTE.  Che  tesaurizza. 
Oli.  Com.  Par.  22.  496.  S.  l'iero,  primo 
Papa  cominciò  senza  oro;  li  successori  sono 
tesaurizzanti  in  Terra.  fO 

TESAURIZZARE.  Ammassare,  Accu- 
mular (coro  .  Lai.  ihesauros  colligere  , 
thesauros  congerere  .  Cr.  Sriuaufi  Jeiv  . 
G.    V.   11.    20.   3.  Il  vostro  tesoro  sia  in 


§.  Ter  metaf  Baunala,  o  Conserva  di 
nualsisia  cosa  di  pregio  .  Maestruzi.  1. 
36.  Kclla  Chiesa  e  il  tesauro  de'  menti  cosi 
della  Chiesa,  come  di  Cristo;  del  qual  te- 
sauro  il  Prelato  ne  ha  le  chiavi. 

TESCHIO.  La  parie  superiore  della 
testa  s  Cranio  .  Lai.  cranium  .  Gr.  xp«- 
viov.  C.  F.  IO.  17».  I.  Levarono  alquanto 
del  suo  teschio  del  capo.  Dani.  Inf  32. 
Non  aluimenti  Tideo  si  rose  Le  tempie  a 
Menalippo  per  disdegno,  Che  quei  faceva 
il  teschio,  e  1'  altre  cose  .  E  33.  Riprese  il 
teschio  misero  co'  denti. 

g.  Per  lo  Capo  spiccato  dal  bu.^to.  "Lìl- 
caput.  Gr.  zsjaXv;'.  Bocc.  nov.  61.  3.  Egli 
vedrebbe  un  teschio  d'  asino  in  su  un  palo. 
Peir.  cap.  3.  Tornar  soletta  Con  una  aneli- 
la ,  e  con  r  orvibil  teschio. 

•-;:  TESCHIONE.  Acer,  di  Teschio.  Car. 
/ipol.  196.  Per  cominciar  questa  cura  la- 
sciatevi pigliar  prima  per  le  orecchie,  alzate 
questo  vostro  leschione,  guardale  ora  come 
stanno  le  cose.  (  C)  .1 

*  TESI  Asserzione  di  verità  che  ri- 
chiede indi  d'  essere  dimostrala  .  Segner. 
Quares.  prcl.  Lasciando  pure  a  chi  vuo- 
le sfogar  1'  ingegno  in  procmii  dispar.i- 
lissimi ,  in  tracce  non  usale ,  in  tesi  non 

utili.  (Vi 

f  S  TESO.  Add.  da  Tenderej  Spiega- 
lo, Disleso.  Lat.  extensus.  Gr.  Ezia^ei;, 
opro'?.  Ovid.  Pisi.  93.  Mi  parve  vedere 
le  vele  tese  al  trabocchevole  vento  chiamato 


Noto.  Fir.    As.  201.   Volli  per  la  mia  par- 


cielo  ,  e  non  tesaurizzate  in  terra  .  Coli 
SS  Pad.  iNon  vogliate  tesaurizzare  tesoro 
interra.  Fr.  Ine.  T.  2.  20.  23.  D'ogni  ben 
si  t'  ha  spoglialo  ec.  Tesaurizzi  il  tuo  mer- 
cato In  tua  propria  utililade. 

g.  Per  metaf.  Cavale.  Friilt.  ling.  ì. 
pero  si  tesaurizzano  ira  nel  giorno  del  giu- 
sto giudicio  òi  Dio. 

TESAURIZZATO.  Add.  da  Tesauriz- 
zare. Cnid.  C.  Li  ricelli  de' vostri  mag- 
giori dal  fondo  rovesciaro  ,  e  le  tesauriz- 
zate ricchezze  de'  nostri  maggiori  dispuo- 
sero  a  preda 

•f  TESAURO.  V.  A.  e  della  poesia  . 
Tesoro.  Lat.  thesaurns  .  Gr.  Sriiaufo;. 
l'etr.  canz.  5.  6.  Tu  e'  hai,  per  arricchir 
d'  un  bel  tesauro  ,  Volte  1'  antiche  e  le 
moderne  carte  .  G.  V.  II.  3.  19.  Non 
1  erano  auro  ne  argento  da  provare  nella 
fornace  del  fuoco  ,  né  da  ripone  nel  le- 
I  sauro  del  sommo  Re. 


IIOIO.  r  II  .    /T.i.    .<."*.     . 1-—  --  1 

te  far  segno  di  non  esser  manco  di  loro, 
C  tesi  gli  orecchi ,  e  gonfiato  il  naso  ,  rag- 
ghiai quanto  mai  della  gola  mi  usciva. 

f  §.  I,  Per  Diritto.  Lai.  rectus.  Tes. 
Br.  5.  37.  Cuculo  è  uno  uccello  di  colore 
e  di  grandezza  di  simiglianza  allo  sparviere, 
salvo  che  è  più  lungo  ,  ed  ha  il  becco  le- 
so. Cr.  Cf.  7.  I.  Il  ventre  lungo,  el  an- 
che lunghe  ,   e   lese  . 

*  §.  II.  Per  BUIO  .  ••  Frane,  iacch. 
nov.  I.'>9  II  vostro  cavallo  ne  va  dietro  a 
una  cav.illa  col  mazzafrusto  leso  •>  .  fC; 
g.  IH.  Arco  leso,  0  .Vaella  tesa,  si  di- 
cono Quando  sono  in  punto  per  iscocca- 
re.  Cuid.  G.  Pari  coli' arco  teso  il  fedio. 
Lìisc.  Cale.  12.  Tutte  le  zuffe,  non  al- 
Irimenli  che  un  arco  stando  gran  tem- 
po leso,  si  snervano  e  si  fiaccano.  Buon. 
Fier.  5  1.  10.  Sicché  all' alla  saetta.  Te- 
sa in  mie  colpe  tetre.  Da  Dio  mercè  m 
impetre. 

g.    IV.    Orecchio,  0    Ocehio   teso,   si 
dicono  quando  si  tengono  intenti  per  udi- 
re, o  per  vedere.   T-oez.   lardi.  3.  pros. 
I     Ingordo  di   udire,  e  pieno  di  stupore 
slava  con  gli  orecchi  tesi ,  ed  a  bocca  a- 
pcrla  per  ascoltarla  .  lasc.    Gelos.    3.    i. 
Sta'  con  1'  occhio    leso  ,    acciocché    se  del 
tuo  aluto  meslier  ci  facesse,  ce  ne  possi  ac- 
conciamente soccorrere.  ^ 
V.   Andar    col   petto    teso  ,    vaie 
Portar    alto    il  petto  ,   Andar  pettoruto  . 
«  Semi.  S.  Agosl.  Aprile  li  sepolcri  voi, 
ricchi  e  giovani,  che  andate  col  petto  te- 
so-.  (Cj 

§.  VI.  Slar  coir  arco  teso,  fguralam. 
vale  rodare.  Attendere,  Usar  diligenza. 
F.  STARE  COLL'APCO   TESO. 

:;:  g.   VII.   Tenere  l'arco  teso,  figura- 
lam.  vale    Slar  pronto,  Fs.<er  preparai^ 
per  alcun  detcrminato  fne.   I  .  TESERt 
I  L'  ARCO  TESO.  fAl 

if  TESORARÈ.  Tesoreggiare,  lesau- 
reggiare.  Tesorizzare.  Arricchir  d.  teso- 
ro  Zenou.  Pi.,t.  II.  O  voi  che  avete  1 
intelletto  pronto  A  voler  lescirar  la  vostra 
mevUe  (cui  figuratam.).   (l) 

«TRSORÈ.  V.  .4.  Tesoro^  Bini,  ant.^ 
F  B.  Moni.  Jndr.  canz.  36.  Ora  vo 
dico  discerner  lo  vero  ,  Come  tesore  e 
dell'  uom  corona.   (V) 

TESOREGGIARE  .    Tesorizzare     Lat. 


l534 


T  E  S 


thesauros  colligere  ,  vet  congertre .  Gr. 
&*]sauj;i'^Etv  .  Scgfier.  Mann.  Ciiign.  2. 
3.  il  loro  <liK-tIu  rra  f|ui  non  solo  atTÌc- 
cbire,  ma  l('M>rcg<^ijrc  insjzuhilnii-Dtc  ce, 
tenendo  morto  nelle  casse  il  danaro  .  ^'  /■, 
Pred.  Pai.  j4p.  8.  l\.  Che  vogliamo  noi 
credere?  (bc  coloro  i  quali  lasriarono  tan- 
to di  beni  alla  Cbìr&a  ,  Io  lasriusscrn  con 
tal  animo  ,  che  i  suoi  Ministri  potessero 
spendere  e  spandere  a  piacer  loro  ec.  o 
veramente  tesoreg^^iare  a  beneficio  dc'po- 
tteri  ?  (  TC) 

TESO'  EHI'A  .  Luogo  dote  si  tiene  il 
tesoro.  Lat.  aToriitm  .  Cr.  Tv^LtXo-i-  G. 
7'.  IO.  l6^.  2.  Fecegli  dare  una  camera 
sotto  la  sua  tesoreria,  e  libri  da  studiare. 
Din.  Camp.  2.  5i^.  Huppono  la  s:igrestia 
e  tesoreria  del  Papa,  e  tolsougU  multo  te- 
soro .  '\'  Toc.  Dm^.  yfnn.  z.  ^l-  Quasi 
iconficcar  la  tesoreria,  la  quale  se  noi  vo- 
teremo per  vanita ,  V  avremo  a  riempiere 
per  ingiustizie.  (/\'J 

g.  /Vr  amministrazione  dei  tesoro  . 
ì  it.  Pltit.  Facea  1'  uGcio  della  tesoreria 
molto  bene.  *  Tac.  /'ni'.  /  (/.  /igr.  388. 
Tra  la  tesoreria  lasciata  ,  e  *1  tribunato 
della  plebe  preso  e  tenuto  un  anno,  nien- 
te operò  e  il  Lat.  ha  :  inlcr  quacsluram 
eie.  ^  (V) 

*  TESOnETTO  .  Vim.  di  Tesoro  . 
Tass.  lett.  322.  Vorrei  che  nel  medesimo 
modo  se  ne  ricordasse,  quando  è  nelle  ca- 
mere del  suo  tcsoretto.  (J  ) 

t  ','  TESOBEZZARE  .  Tesorizzare. 
Dav .  Lez.  Mon .  |i5.  Per  non  potersi 
tante  cose  ri|>orrc  e  serbare  quanto  oro  si 
tesorezza.  (JK) 

t  TESORIERE,  e  TESOUlErO.  3//- 
nistro,  e  Custode  del  tesoro.  Lat.  thcsau- 
ri  cuslosj  tril'tinus  nrarins.  Gr.  tk/juc.?. 
lìocc.  l/tlr.  52.  Voglio  che  di  noi  !.ia  spen- 
diture  e  tesoriere.  Lah.  i86.  Perchè  cosi 
tosto  iV  alcuna  quantità  dì  danari  ,  cb'  io 
aveva  ,  mia  te>uriera  e  guardiana  non  la 
Jcci.  JVov.  ant.  2.t\.  2  Fece  chiamare  suo 
tesoriere,  e  <lisse.  Cap.  /mpr.  Anime  te- 
soriere della  divina  grazia  .  /  ine.  Mart. 
lett.  27.  Lasserò  rispondere  in  mio  luogo 
al  tesoriere  del  Principe.  *  Frane,  Saceh. 
now  222.  Udita  la  risposta  del  tesoriere  , 
s'  avvisò  aver  teso  nello  spaniate  (così  ne' 
Mss.  lo  stampato  ha:  spianato).  {(^)  Ini- 
per/.  Tim.  D.  x3.  T.  8.  474.  Delle  cui 
vite  e  tesoriera  la  madre  natura  per  com- 
partirle di  mano  in  niauo  alle  nascenti  co- 
.e.  d') 

TESORIZZARE.  Ammassar  tesori  j 
Ptiporre  nel  tesoro.  Crescer  ricchezza.  Lat- 
thcsauroscongerere,  vcl  colligere.  Gr.  Ssr,- 
sauciVciV.  G.  /*.  1I.()8.  3.  Intcndesl  solo 
a  tesorixtare,  senza  vol-rlo  spendere  al  ser- 
vigio della  Cristianità. 

t  3  TESORO,  Quantità  d'oro,  0  d' 
oriento  coniato,  o  di  gioie,  e  cose  simili 
preziose.  Lat.  thesaurus.  Gr.  3t]c«j^o$. 
/ioec.  nov.  3.  3.  Avendo  in  diverse  guerre 
<■  in  grantlisvimc  sue  magnificenze  speso 
lutto  il  sito  tesoro  .  lù  no*',  il.  20.  Con 
grandissima  parte  de' tesori  del  Re  d'In- 
ghilterra mio  padre.  7'es.  A'r.  8.  .^.\.  l'cn- 
kavaoo  Io  comune  tesoro  rubare  .  Giard. 
Cons.  Mnn  ò  cosa  sicura,  ma  stolta,  pi>rrc 
lu  tesoro  in  quel  luogo  ,  che  a  tua  po.Ma 
nul  pos5Ì  ritrarre  a  le  (  la  stampa  piig. 
iy4-  /'^ff'  alquanto  diversamente,.  Jiern. 
Ori.  X.  23.  2-  Cosi  poireslf,  al  mio  parere  , 
«trotto  Tenere  in  cassa  no  tcioro  di  tassi 
i  tfui  per  similit.  ), 

#  §.  I.  lesero,  vate  anche  Erario  puh- 
blico.  u  Lift.  Vicer.  Il  loro  avere  sia  pub- 
blicalo ,  e  mesiLO  in  tesoro  m.  (J\') 

f  §.  IL  Per  meta/,  vale  Raunata  ,  o 
Conserva  di  tfualsisia  cosa  di  pregio . 
Jfant.  Ptir.  1.  (,*uanl'  io  del  re^no  santo 
Nella  mia  niente  potei  far  tesoro  Saik 
ura  uiulcrÌK  del  mio  cauto.   Cas.  lett.  71. 


T  E  S 

ScoprìraoDo  i  maravigliou  tesori  della  loro 
scienza.  ^  Tass.  Cer.  i3.  59.  E  il  picciol 
Siloc,  che  puro  e  mondo  (jflrìa  cortese  a' 
flambi  il  suo  tesoro,  Ur  di  tepide  linfe  a 
pena  il  fondo  Arido  copre  e  dà  scarso  risto- 
ro (cioè  le  sue  acque).  (D) 

*  S-  III.  Per  Scrigno,  jfrca,  dove  si 
tiene  l  oro  .  Segner.  Mann.  Pie,  l5.  3. 
L'  avaro  ha  il  suo  tesoro,  cioè  ba  quell'arca, 
in  cui  tien  difeso  sì  ben  sulto  cbia\i  altissi- 
me lutto  r  oro  da  se  adunato,  (f'j 

•^  §.  iV.  lesero,  lo  diciamo  anche  a 
Persona  grandemente  amata,  jlmore,  nel 
senso  del ,';.  Xll.  ec.  Bell.  Man.  80-  O  cic- 
lo, o  rnuvìiiimii,  onde  procede  Virtù  che 
reggi-  chi  mia  vita  ba  in  mano.  Siavi  rac- 
cumandato  il  mio  Tesoro,  (li)  / etr.  son. 
28].  Qual  fcio  pianeta  Ne  'uvìdiò  insie- 
me ,  o  mio  ni'bil  tesoro  T  Cas.  Cnnz.  3. 
6.  O  mio  nubii  tf-suro  Troppo  innanzi  tra- 
scorre La  lingua,  e  quel  ih'  io  non  detto 
ragione.  (II') 

V  TESSENTE.  Che  tesse.  C»r.  j4po- 
Icg.  png.  205.  D<>[H)  questi  seguila\a  una 
schiera  d'  uomini  lutli  venerabili  ,  tut- 
ti togati  ,  lutti  coronati ,  o  tessenti  coro- 
ne. (Li) 

t  :;:  TKSSERA.  V.  /..  Pezzetto  di  legno, 
panno,  marmo,  o  simile,  per  lo  più  qua- 
drato da  ornar  checehessiaj  i  he  noi  ditem- 
mo  Tassello.  Lai.  tessera.  /  1/.  Pttt.  2^. 
Che  opera,  o  che  tessera  intcssuta  poteva 
ìd  cs3a  spiccare,  che  in  un  mede^i^lu  tem- 
po moìttras.se  il  nenie  di  Zeusi,  ed  osten- 
tasse ricchezza?  Ji  26.  Non  sarebLc  strano 
conretto  il  dubitare  ec.  che  in  questi  tas.selli 
e  tessere  portas>e  Zcusi  tessuto  o  ricamalo 
il  suo  nome,  f  }') 

t  ^"  §•  I-  Tesscic  di  liheralitii,  dicevonsi 
dai  Pomani  Quelle  tavolette  che  si  distri- 
buivano al  popolo  perche  andasse  a  rice- 
vere  quello  the  gli  si  voleva  donare,  e  che 
in  esse  era  inscritto.  Porgli*  Mon.  20I. 
Ci  figuravano  ec.  la  Liberalità  con  la  tesse- 
ra ,  la  Giustizia  con  le  bilance.  (Pj 

■j"  -^  g.  IL  Tessere  ospitali,  dicevanti  dai 
Pomani  Quelle  tavolette  di  legno  che  ser* 
vivano  di  testimonianza  dell'  amicizia  che 
insieme  contraevano  persone  di  diversi  pae- 
si, ed  erano  tagliate  in  due  pezzi,  perchè 
i  due  ospiti  ne  serbassero  uno  per  eia* 
scheduno ,  per  potersi  in  processo  di  tem- 
po ,  con/rontandolc  ,  ricono.u'ersi.  Porgli. 
Pese.  Fior.  493.  Cosa  simile  a  quc*  sim- 
boli u  tessere  dagli  antichi  delle  Ospita- 
li. <P') 

•f  *  §.  III.  Tessera,  è  anche  Una  Ta- 
voletta che  seri-iva  negli  esertiti  remani 
di  contras.tegno  per  distinguere  i  soldati  d' 
una  medesimi^  parte,  o  per  far  lo  ronda, 
ed  essere  dalle  guardie  riconosciuto.  Ser^ 
viva  altresì  per  l'  ordine  militaiv  della 
sera  ,  o  qualunque  altro  straordinario  , 
che  si  scrive*  a  sopra  queste  tavoleli.'  ,  e 
si  portava  dai  tesserarti  ai  corpi  di  guar^ 
dia  ed  ai  quartieri .  Porgli,  jirm.  l-airt. 
II.  E  quanto  al  dar  questi  segni  della 
giornata  per  via  d'  una  lesserà  segreU  , 
aueur  si  soleva  ,  ed  a  suud  di  tiombe  , 
ec.  (ì  } 

t  "^  £■  IV.  Tes.tera,  fguratam.  vale 
Segno,  Contrassegno.  Segner.  Mann.  j4pr. 
27.  3.  E  non  ha  data  egli  a*  Cristiani  |  cr 
tessera  prepria  Iure  l'amor  recipr<Hu?  (*) 

TESSERANDOLO.  Tessitore.  Lat.  /.- 
xtor.  Gr.  C^Uvxr.i.  G.  I  .  9.  3oj*.  I.  Ne 
fece  cacciare  tutti  i  caporali  de*  tessei  an> 
doli,  e  folluni.  M.  f.  j).  .H8.  Ur'  quali  si 
feciono  capo  fultoni  e  tesserandoli.  /;  ap- 
presso: Di  Iure  fecinno  tre  capi,  uno  Ir** 
seraudulo,  e  uno  carpentiere,  e  uno  cai- 
zolnio  . 

*  TESSERAR  IO.  7'»7o/o  del  grado  di 
quel  .toldiito  che  nelle  legioni  r-omane  ri- 
ceveva il  .tegno  detto  tlai  t'omani  Tessera, 
ì  rget,  Tetscraiii   son  quelli  che  .^onovc- 


T  E  < 

raoo  inoanci  alle  iosegoe ,  però  cesi  d*- 
minali ,  perchè  per  loro  opera  e  rirtiuiU 
r  operamcnlo  cresce  oe' campi.  (N) 

TESSERE,  t'al'bricare  ,  e  Cemporrm 
la  tela.  Lat.  texere.  Gr.  u^ai'vei».  J/or. 
S.  Greg.  Essi  ruppono  1'  uova  degli  aspi- 
di ,  e  tesserono  le  tele  de'  ragnuli.  Frane. 
Sacch.  nov.  5o.  Cosi  per  lutto  si  lagUaoo, 
e  stampano  i  panni,  che  con  gran  fatica 
sono  tessuti.  J.ab.  5l.  Non  è  |>aono  ma- 
nualmenle  lessulo.  anzi  è  un  fuoco  dalla 
divina  arte  composto.  l'etr.  son.  140. 
^)Uwnto  al  mondo  si  lesse,  opra  d*  aragna. 
I:  son.  l65.  L'  auro  eh*  Amor  di  sua  man 
fila  e  ìciye.  *.'  Fir.  As.  174-  Tu  troverai 
ecric  vecfhie  tessitrici,  le  quali  ti  preghe- 
ranno  che  tu  sii  conlenta  di  aiutar  loro  a 
tessere  una  tela  che  elle  hanno  io  sul  le- 
laio.  (?s) 

§.  I.  /Vr  similit.  si  dice  del  Comporr* 
checchessia  a  guisa  d'un  tessuto.  ììt. 
SS.  Pad.  1.  39.  Lavorando  Aolooio  *  * 
teNScndo  una  sportella,  senile  tirare  la  ìn- 
trerrialura.  della  quale  facea  la  sportella. 
/:  €^.  Lavorava  tessendo  iporlellc.  A  x 
16.  Insegnò  loro  lesserc  funi.  /  olg.  Pat, 
Si  tessono  insieme  vene  sottili ,  le  quali , 
quando  la  vergine  si  corrompe  ,  cioè  si 
spuirella ,  si  rompono.  Salvia.  Disc.  I. 
(«8.  Quei  buoni  monaci  aveano  per  co- 
slume  di  trattenersi  ìu  tessere  sporte  , 
io  fare  stuoie,  e  io  altri  simili  lavori  di 
mano. 

t  3  §■  IL  Pff  meta/,  vale  Comporre, 
Compilare.  Poec.  g.  4.  p-  16.  Perchè  que- 
ste cose  tessendo,  ne  dal  niente  Parnaso, 
né  dalle  Muse  non  m*  alloolanu.  #  Porgh. 
Ohg.  Fir.  •j.Wct-  Mi  vo  finalmente  risol- 
vendo in  qur.ta  sentenza,  che  quest'ope- 
ra ce.  fiisse  !  ìuttosto  oidi'a  o  imbastita 
che  noi  voglia  11  dire,  che  iotcramcote  tes- 
suta. (C) 

''■  §.  in.  J)et:o  del  discorso,  non  solo 
vale  Compone,  ma  anche  Cominciare. 
Ott.  Com.  Inf.  4-  48-  De' quali  ire  no- 
minatamente con  iene  dire  in  questa  chio- 
sa, e  un    poco   conviene   tessere   d'  avan- 

"■  '^^ 

*^  g.  IV.  F  Jiguratam.  per  Unire,  (  on- 
giungere,  m  Poez.  G.  S.  ii4-  Conviensi 
un  pochette  questa  Tolontade  rafTrenare 
eoo  indugio,  infino  eh'  io  tesso  insieme  le 
ragioni  .  Poez.  ì'arch.  !\.  prcs.  6.  Biso- 
gna de  tu  diflerìsca  un  poco  e  proluo- 
gin  questo  diletto,  mentrcebè  io  aooo- 
do  insieme  e  tesso  per  uidioe  colali  ragio- 
ni ...  (Ct 

A'  §.  V.  Per  Macthinare.  Lai.  moliri. 
M  Alam.  Gir.  22.  7^.  Ogni  uomo,  ogni 
donzella  intenta  bada  A  tesser  tradimenti,  a 
rondlir  male  ».  (C) 

§.  VL  In  proverb.  Pcllinc.  son.  102- 
Ma  r  uomo  ordisce,  e  la  fortuna  tesse  (é 
vale,  che  I  disegni  dell'  uomo  hanno  bi- 
sogno dell'  aiuto  della  Jorfuna  ). 

«  TESSIMENTO.  Tes.<utura .  Pellim. 
Disc,  chi  mi  mostra  gì*  i>tiunienti  delle 
sue  arti  per  rendur  la  niatrtia  del  lessi- 
nienlo.   (A) 

*  g.  /■;  figuratam.  Imperf.  /'.  7*li«r. 
D.  14.  T.  3.  284.  È  da  notare  che  la  lue* 
sparsa  per  1'  aria,  e  altro  mesto  è  uo  \t\- 
simenlo  d'  innumeraltili  raggi  di  qua,  dì 
1^  ,  di  sopra ,  r  di  solfo  ,  diseorreoti .  £* 
Tim.  D.  I.  7*.  6.  ja.  Il  cui  miracolo- 
so tes>iiTienlo  (  dell' uiiis'er so  )  scorge  Leu 
r  oerhiu  delle  menti  umane  eh'  e*  e*  è  j 
pf.  (F) 

t  TESSITORE.    ì'erl^al.  mate.    Che, 

0  i  hi  tesse  Lai.  textor .  Gr.  uf  Kyti;f  ■ 
(>.  /  .  8.  54-  3.  Questo  Piero  era  tesst- 
l>'r  di  panni.   Giaml>on.   Mis.    Uo*n.    lOI- 

1  di  nti^lri  loslameiitc  trapassano,  e  sia- 
mo orditi  e  tessuti  e  la|.lialì,  come  fa 
il  leisilor  della  tela  .  Puon.  Fier.  4-  ^• 
7.  Che  Tarii  fili  sotlcnvaou  ce.  Io  quiUa 


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T  E  S 


T  E  S 


i5jS 


gaU,  Che  •!  tessilor  Uà  1   r^»'"'    '   '""' 

'"teVsITRICE.  Vcrbaì.frn,.  Che  Usst 
Lai.  texirix.  Gr.  u'f«vT/=i«.  ^rn;;/..  7^1. 
Con  fragile  tela  la  uwiliue  rogna  lo«e  . 
B»«.  "«.■•  79-  >3.  Or  cho  menar  d,  cai- 
cole  ,  e  di  lirar  le  .asse  a  se,  per  lare  .1 
nanna  serralo,  facrian  le  u-ssilric.,  lascerò 
IO  pensar  pure  a  voi  Fir.  Js.  I7J;  »■= 
•Terai  gran  fallo  camminalo,  posciacbe  sa- 
r.i  smontala  del  picciol  legno,  che  lu  tro- 
Ttrai  cerle  vecchie  lessilr.c.  ,  le  >iuali  ti 
pregherà.:  DO  che  fi  sii  coolenla  d,  a.ular 
Foro  un  poco  a  tessere  una  tela  eh  eli 
hanno  in  sul   telaio. 

+  TESSnUltA  ,  /'  irsserc,  o  la  foJ" 
(,„>,M.  Lai.  lcxl«r„.  Gr.  Jf  «a,^a.  ie??- 
S.  B.  y  A  modo  d'una  bellissima  e  arlih- 
ciosa  tessitura.  e    ,    T  •> 

§  I  rrr  similil.  Cr.  li-  13.  i-  i-e 
cortecce  nelle  piante  sono  siccome  il  cuore 
negU  animali,  il  quale  non  ò  generato  per 
tessil-ra  e  ordioamento  di  vene,  ma  per 
umor  di  vene  mandalo  alla  supeiBcie. 

§.  II.  Per  mctcf.  /1A'  .V-  Creg.  Per 
lo  l.nteo  del  lenzuolo  si  figura  la  soll.l 
tessitura  della  santa  ptcdiciionc  .  -•  1  "■ 
lem.  le».  3.  1.  Questa  lesilura  di  parole 
i  più  netta  ,  più  spedita  ,  e  più  corrente 
di  queir  allra.   (X) 

TESSUTO.  Susi.  Cosa  inUssula.  Lai. 
texi„ra.  Gr.  ryasfia.  Quad.  Coni.  Fu- 
rono per  una  rete  e  intrecciatolo  di  perle, 
e  per  un  tessuto  d"  arienlo ,  e  [cr  una 
ghirlanduua  ,  e  per  un  fnraicnno  eh  e 
comperò  per  la  moglie  d'  Andrea  suo  fi- 
gliuolo .  SaMa.  Disc.  I.  BjS.  Formano 
come  un  tessuto  di  strade  cieche,  ed  uno 
innenarral.ile  laberinin  (qui  P"'  .'""''"J- 
TESSUTO.  JdJ.  da  Tessere,  l-at.  (e- 
x(>i.r.  Or.  jfa-ijiisvo?.  Mor.  S.  Creg.S. 
So  Non  ti  menerai  vestimento  tessuto  di 
lana,  o  di  lino,  ^gi  /'"'"'■  /jo.  Nel  qua- 
le luogo  lo  induslrioso  animale  osserva 
sua  sedia  e  mansione  ,  e  quivi  dimora  , 
tessuto,  ed  ordinalo  il  suo  lavoro.  Pemb. 
Asol.  2.  q!\.  Come  fu  ali"  antica  Penelope 
agevole  lo  stessere  la  poco  innami  lessu- 

'•  ''^'»-  .  j  <,. 

TESTA  .  Capo,  Tutta  la  parte  dell 
animale  dal  cello  in  su.  Lai.  eapnt.  Cr. 
xsyotJir:.  Bocc.  Intr.  5l.  ^e  fece  una  ghir- 
landa onorevole  e  apparente,  la  quale  mes- 
sale sopra  la  lesta  ,  fu  p.i  ec.  manifesto 
segno  a  ciascuno  allro  della  real  signoria 
E  nc^-.  l5.  2l\.  A  quella  boce  levala  la 
testa,  vide  uno,  il  quale  ce.  T.  noi:  3g. 
6.  I  suoi  famigliari  ec.  ,  voltale  le  teste 
de"  cavalli ,  quanto  più  polcrono  si  fug- 
girono verso  il  castello  del  lor  signore  . 
Petr.  canz.  20.  4.  Con'e  a  forra  di  venli 
Stanco  nocchier  di  notte  alia  la  lesta.  Dani. 
Jnf.  1.  Questi  parca  che  contra  me  vcnesse 
Colla  testa  alla,  ec. 

§.  I.  Testa,  si  prende  anche  per  la  Par- 
ie anteriore  del  capo,  dagli  occhi  in  su; 
Fronte. 

J  §.  Il  Testa,  per  Persona;  che  an- 
che si  disse  Testa  d'  uomo  .  31.  F.  8. 
l3.  -Misono  la  gabella  al  vino  ,  e  un"  altra 
più  grave  di  6orini  uno  per  testa  d'  uomo  . 

*  §.  HI.  Talora  vi  si  premette  la  ne- 
gatila, e  vale  Alcuno.  ..  Eocc.  noe.  99. 
32  Nelle  secche  di  Batbcria  la  percosse, 
né  ne  scampò  testa  .  Hojgh.  Fir.  disf. 
258.  Gli  6ni  di  rompere  con  tanta  loro 
strage,  che  e'  non  ne  campò  (  come  si  di- 
ce )  lesta  che  non  fnsse  o  morto,  o  pri- 
gione ".  Ciriff.  CaU:  2.  6\.  Di  cinque- 
mila non  ne  campò  testa.  (CJ 

#  §  IV.  Testa,  vale  anche  Uomo  in 
genere'.  Segner.  Fred.  Pai.  Jp-  IO.  l3. 
Tolga  Dio  che  veruno  ecclesiaslico  goda 
mai  d'  incontrarsi  in  leste  gagliarde  per 
un  tal  6ne  ,  perchi;  si  vegga  ehi  sappia 
coxzar  più.  (C) 


*  g.  V.  Per  testa,  vale  per  Ciascun 
uomo.  Lai.  per  singulos  hommes.  Plut. 
Adr.  Op.  mor.  3.  23.  Arei  desiderio  ec. 
che  queslo  ragionamento  si  compartisse  Ira 
la  compagnia  ,  come  si  fa  del  vino  ,  eoe 
non  ai  più  ricchi  e  nubili  solamente,  ma 
fosse  distribuito  egualmente  un  tanto  per 

testa.  (C)  ,     ^..       ,.      , 

*  g.  VL  Testa,  vale  anche  P  ita.  h  ardi. 
r.rr  Ciov.  60.  Mablesla  sapea  mollo  be- 
ne, che  se  si  fosse  condono  a  s.ds  amento 
e  avuto  vetloria,  eia  per  niellervi  la  testa, 
e  forse  innami  che  si  combattesse  .  C<  ) 
Ar.  Far.  8  53.  Nò  per  iscusa  o  per  picla 
la  testa  Le  perdono.  iFl') 

%:  g.  VII.  Testa,  per  Capellatura.  Foni. 
Pur».  8.  Ben  discerneva  in  lor  la  testa 
bionda,  Ma  nelle  facrie  1'  occhio  si  smarria  . 
Ar.  Fur.  19. 38.  Assai  più  larpa  piaga  e  più 
profonda  Iv'el  cor  seni!  da  non  veduto  strale 
Che  da'  befli  occhi  e  dalla  lesta  bion- 
da Di  Mcdoio  avvento  1'  arcier  eh"  ha  V 
ale.   :J;r) 

g.  Vili.  Testa  coronata,  lo  stesso  che 
V.C.  Dern.  Ori.  I.  I.  17-  '"■  »  man  de- 
stra e  sinistra  ordinale  Furou  le  mense 
con  gran  discrezione,  Nella  prima  le  teste 
coronale,  Un  Inglese  ,  un  Lombardo  ,  ed 
un  Erettore. 

^.  P.  IX.  Testa  di  becco  ,  0  simile  ; 
modo  di  ingiuria.  Menz.  sai.  3.  Dunque 
a  CulTulion  testa  di  becco  Apprestale  o 
schiavacci  al  Ponte  a  mare,  In  luogo  del- 
la toga  un  vii  giulecco.  E  ivi.-  E  che  sa 
egli  mo,  tesla  di  p;,zzo.  Se  tu  sei  dotto, 
o  se  lu  sei  dottore?  if) 

*  §.  X.  Te.tta  ,  talora  si  piglia  per 
V  Imposizione  che  si  paga  da  ciascuna 
persona  compresa  nella  legge  delle  impo- 
sizioni. Inslr.  Cane.  l\.  lulendonsi  abili 
a'  dell!  ufizii  ciascuno  che  abita  in  quel 
luogo  in  el'a  da  anni  22  in  su  non  sendo 
liberi  delle  leste  .  E  5.  Chi  non  ha  beni 
proprii  debbe  pagare  la  mel'a  della  deci- 
mina,  che  ha  sopra  i  beni  che  lavora,  o  so- 
pra la  lesta    (C) 

g.  SI.  Testa,  per  Intelletto,  Inge- 
gno. Lai.  iudicium,  ingenium.  Gr.  -/vwjiri, 
s'uyut'a.  3/.  7  $  *)5.  Era  nonio  al  suo  tem- 
po riputato  astuto,  e  di  buona  tesla.  *  Sal- 
vin.  Fise.  3.  7.  Del  resto  possedere  esse 
da  per  se  spU-ito  ,  e  talento  ,  e  lesta  ec. 
da  governare  non  che  una  casa,  una  cit- 

•■•"■   CA'^  „ 

^  g.  XII.  Per  Immaginazione,  Pen- 
siero. Lai.  mens  ,  animus.  7  arch.  Slcr 
l5.  6o3.  Al  duca  Alessandro,  il  quale  era 
di  "ran  cuore,  e  d' animo  libero,  non  an- 
dava per  la  tesla  ee.  questa  neutralil'a  . 
Bcrt.  Giamp.  21 7.  E  cosi  voi  che  pre- 
tendete di  scriver  bene  vi  sarete  messo  in 
testa  di  usar  solamente  voci  e  locuzioni  che 
sieno  degli  antichi.  (Cj 

•'.'  §.  Xlll.  Avere  in  testa,  vale  'tvere 
in  pensiero.  Salvia.  Seno/.  3.  62.  Poiché 
quinci,  Ipoloo  aveva  in  lesta  di  ra.  coglie- 
re giovani  nel  fior  dell'  et'a  e  formarne  di 
nuovo  una  compagnia  di  ladroni.   (C) 

*  ».  XIV  Cavare  il  ruzzo  di  tesla 
di  checchessia  ad  uno,  vale  Fare  che  uno 
la.ici  il  pen.iiero,  o  la  voglia  di  checches- 
sia. Malm.  2.  43.  E  cosi  a  tulli  con  suo 
vanto  e  fama  Cavò  di  lesta  il  ruizo  della 
d:ma.  fC) 

§.  XV.  Testa  balzana,  .'l  dire  di  l'er- 
sona  stravagante  ,  0  strana  .  M  1  ■  5. 
;i).  O  che  il  Vicario  ,  che  era  lesta  bai- 
lana  ec.  ,  per  soverchia  baldanza  ce.  fa- 
cesse da  se  cose  sconco  Cfo.!Ì  l'i  "/''""  buon 
testo  a  penna;  lo  stampato  A/l:  lesta  Luc- 
chese). 

§.  XVI.  Di  .'ua  testa,  posto  avverhialm., 
vale  Giusta  il  proprio  intendimento.  Sen- 
za altrui  aiuto,  o  consiglio.  II.  P .  10. 
ai.  Dicdcgll  rene  scritture  di  sua  tesla 
compilale  .    r<ir.   Pav.   Dial    peni.   eloq. 


ioS.  Io  non  ardirei  rispondere  di  mia  le- 
sta a  sì  grave  quistione.  Ilorgh.  Fir.disf. 
;8q.  Non  'e  da  credere  che  scrivesse  que- 


arliculare  <li  sua  tesla. 


XVII.  Tesla  lesta,  0  Tesla  per  le- 
sta ,  posto  avverbialm.,  lo  stesso  che  A 
.mio  a  solo.  Malm.  2.  53.  Perche  a  roder 
toglieva  un  osso  duro,Jtenlre  non  lo  chiap- 
passe testa  testa.  Ar.  Fur.  I.  61.  Sacri- 
pante rilorna  con  tempesta,  E  corronsi  a 
ferir  testa  per  tesla. 

g.  XVlll.  Testa,  diciamo  anche  all' E- 
slremilà  della  lunghezza  di  qualunque  si 
voglia  cosa,  come  Tesla  del  f.onle,  della 
camera,  della  tavola,  della  tela,  e  simili. 
Frane.  Sacch.  rim.  53  Era  da  Hubaconte 
sulla  tesla  Luis  de'  Mozzi  ,  e  Sandro  da 
Quarala.  lise.  Cale.  22.  Quando  la  palla 
in  una  delle  leste  dello  sleccalo  condona 
fosse.  Borgh.  Pip.  2l6.  Con  due  bastoni 
ec,  unii  nelle  lesle  con  olio  di  lin  seme, 
vi  varimenando  la  detta  pasta  per  lo  ran- 
no. :;=  Fani.  Inf.  17-  Cosi  ancor  su  per 
la  strema  lesla  Di  quel  sellimo  cerchio 
lutto  solo  Andai,  ove  scdea  la  gente  me- 
sta .  (ì')  Segr.  /'wr.  ^i.  1.  E  giunto 
in  sulla  lesla  della  via  Lasciò  ire  il  man- 
tello in  terra,  e  disse  ec.fC; 

V  g.  XIX.  Testa,  dicesi  anche  da' 
Militari  all'  Unione  di  motti  soldati  rac- 
colti in  un  luogo  per  opporsi  alt  inimico, 
o  per  combatterlo ,  ed  in  questo  senso  si 
accompagna  sempre  col  verbo  Fare,  o  Bi- 
fore .  ■•^Stor.  Fur.  I.  10  Avvegnaché 
Suemlialdo  si  sforzasse  con  ogni  industria 
di  rifare  lesta,  ora  fermando,  ora  garren- 
do, ora  nominatamente  chiamando  chi  ei 
vedeva  ».  Cuicc.  Slcr.  17. _  l53.  Dalla 
rocca  entrò  subilo  nella  Cill'a  ,  e  si  con- 
dusse in6no  in  sulla  piazza,  in  sulla  quale 
la  "ente  menala  da  Malalcsta  e  il  rinfie- 
sramenlo  che  era  venuto  poi,  aveva  fallo 
la  sua  lesta.  E  I9.  l83.  Ma  nel  regno  di 
Napoli  didiilando  gì'  Imperiali  che  la  ri- 
bellione dell'  Aquila,  e  della  Malricc  e  la 
lesta  latta  in  Puglia  non  partorissero  cosa 
di  maggiore  momento,  dchberarono  di  vol- 
tare alla  espugnazione  di  quei  luoghi  le 
genti  che  avevano.  ^C) 

I  3  g.  XX.  Onde  Far  testa,  vale  Fer- 
I -arsi  per  contrastare  al  nimico.  Opporsi, 
Bcsislere,  Difendersi.  Lai.  vires  opponere. 
Gr.  auS.'oTKoSa.  .  M.  F.  io.  59.  Ben- 
ché il  subilo  caso  gli  smarrisse  ,  presono 
ardire  ,  e  fecicno  lesta  ,  ordinandosi  alla 
battaglia  in  fretta.  F  cap.  67.  Colui  che 
morto  lo  avea  ,  con  suoi  parenti  e  amici 
fece  lesta  .  Frane.  Bari.  265.  2.  Faccia 
nave  in  tempesta  ,  E  in  allo  mar  sua  te- 
sla. Stor.  Far.  6.  124.  Né  restarono  mai 
di  fuggire  ,  non  che  e"  cercassono  di  far 
lesla,  se  non  dentro  le  terre  loro.  *  /Ir. 
Fur.  33  41.  E  fa  da' monti,  a  guisa  di 
tempesta,  Sceudere  in  fretta  una  Tedesca 
rabbia.  Ch'ogni  Francese,  senza  mai  far 
lesta  ,  Di  qua  da  1'  Alpe  par  che  cacciai' 
abbia   (Te) 

+  g.  XXI.  /Indar  eolla  lesta  alla  ,  o 
levata.  Aver  la  lesla  alla,  e  simili ,  va- 
gliono  Crocedcr  con  fasto.  Inni.  Far.  g. 
Tal  signoreggia  e  va  colla  lesla  alla,  Che 
gi'a  per  lui  carpir  si  fa  la  ragna.  Oli.  Cam. 
Ini.  8.  1 33.  E  di  queslo  riputare  nasco 
arroranzia.  la  quale  va  colla  lesla  levata, 
e  XXil  Fidarsi  in  testa,  vale  Osti- 
narsi. Cecch.  Mogi.  1.  1.  Che  mio  padre 
s'  è  6110  nella  lesla  Di  darmi  moglie. 

S  XXIII.  Fs.icr  testa,  di  lesta,  0  di 
,iia  testa,  vale  Fs.<ere  oslinato,  caparbio. 
Lai.  cervicosiim  es.,e,  dura:  '"■"';.■' "i'' 

,.  Conos^en/o  il  suo  fratello  per  più  le- 
sta ,  che  savio  .  Farch.  Stor.  9  227.  O 
per  le  ragioni  ullimamenle  raccontate^,  o 
pure  perché  e'  fosse  d.  sua  testa .  -r  E 
Suoe    5.  3.  Benché  Guallieri  e  d.  »ua  le- 


1^26 


T  E  S 


T  E  S 


T  E  S 


sta  t  e  pare  il  Dormi  a  cbì  non  lo  couo- 
5ce.  Cecch.  Pro*'.  4^*  ^**"  '"^<*  '"^i  sen- 
tito dir  così  ,  ma  \u-nv.  ,  egli  è  di  quella 
cornatura,  ciac  di  qui-lla  natura,  e  si  |ii- 
glia  in  mala  parte,  cioè  quando  è  uno  dì 
sua  lesta  e  capone.  (Cj 

*  g.  XXIV.  Mettersi  a  scesa  di  testa 
a  checchessia ,  vale  Impegnarvisi  ostina- 
tament£.  lìert.  Giamp.  223.  Siccome  egli 
usandole  ha  mostrata  la  sua  perizia  ,  così 
voi  nel  passarglifDf-  quando  vi  siete  messo 
a  scesa  di  testa  a  volergli  ritrovare  quel 
che  non  b  degli  Antichi  ,  avete  mostrato 
la  vostra  ignorami.  (Cj 

§.  XXV.  figliar  checchessia  per  iscr sa 
ili  testa  j  vale  tmpegnarvisi  ostinatamen- 
te, Melterfi  ogni  forza  ,  studio,  applica- 
zione ,  o  diligenza  i>er  conseguirne  l'in- 
tento.  Lat.  lotis  virilms  inniti ,  omnibus 
nervis  intendere.  Gr.  otarei'vis^xi.  Car. 
lelt.  2.  59.  Gli  sarcltlie  haslalo  ancora  far 
lo  prime  opposizioni ,  senza  pigliare  per 
iscesa  di  testa  a  mandare  ogni  di  fuori 
un  suo  trattato  contra  le  cose  mie. 

§.  XXVI.  l'are  alimi  romore  in  tcstUj 
vale  lo  stesso  che  Hrnynrlo  .  lìocc.  nov. 
79.  27.  Di  che  BulTalinacco  si  mostrò 
molto  turbato  ,  e  fece  a  Bruno  aa  gran 
romore  in   testa. 

§.  XXVII.  Gridare  in  testa  altrui,  va- 
le Importunamente  garrir/o  .  l'it.  Crist, 
Gridandogli  addosso  ed  in  testa,  e  lie:>lem- 
mianditlo,  e  facendogli  ogni  disonore. 

§.  XXVIII.  Gridare  a  testa,  vale  Gri- 
dare ad  alta  voce  .  Lai .  voci/erari  .  Gr. 
fiodi  .  linon.  Tane.  2.  6.  Povera  a  me  ! 
e'  mi  griderà  a  testa.  Cecclt.  Corr.  1.  [^, 
Che  cosa  è  stata,  che  tu  gridi  a  testa,  Bc- 
stia  incantata? 

g.  XXIX.  Torre ,  0  Rompere  la  testa 
altrui  j  dicesi  dell'  Infastidire  altrui  con 
soverchio  strepito  ,  o  con  importunità  . 
Lat.  ohtundere  .  Gr.  Tl'xpi'jO'/A-Xy  rivi. 
Fir.  Lue-  2.  1.  Deh  di  grazia  non  mi 
torre  la  testa  ,  se  tu  non  vuoi  che  io  li 
spelli  il  capo.  liern.  rim.  i.  ij^.  No;i  vo' 
rh'  ella  mi  rompa  più  la  testa. 

§.  XXX.  y\'o/i  aver  più  lesta,  vale  i,j- 
scre  shalordito  ,  0  smemorato  per  troppo 
affaticare  il  capo. 

§.  XXXI.  Darsi  su  per  la  testa,  vale 
J'cnire  alle  mani.  Varch.  Stor.  4.  p3.  I 
Sanesi  alla  fine  di  Luglio  fecero  novità,  e 
si  diedero  (per  usar  le  parole  d*  oggi)  so 
per  la  testa. 

§.  XXXII.  Dare  in  testa  ,  o  liomper  la 
lesta  ad  alcuno  ,  vagliano  rcrcuoterc  nella 
testa.  liern.  Ori.  I.  18.  47-  "up|>»  la  lo»la 
ad  un  maestro  mio.  Che  pure  intorno  mi 
stava  a  cianciare. 

§.  XXXIII.  Testa  di  vetro  non/accia  ai 
sassi,  o  simili s  pi-overh.  signi fic.  ,  che  JVon 
bisogna  mettersi  a  rìschio  evidente.  Cecch. 
Stiav.  I.  4-  (^lii  1>^  lesta  di  vetro  non  vada 
:i  lialtaglia  Di  sa»i. 

*  §.  XXXIV.  Mettere  alla  testa,  vale 
Preporre  come  capo.  Segner.  l'red.  7.4.  Mi- 
ke alla  testa  le  due  schiave,  Baia  e  /rifa.  (  Cj 
§.  XXXV.  Sahare  in  festa  pensieri , 
prilli ,  0  simili  ,  vale  I  enire  in  mente  , 
Cadere  in  pensiero  .  Cecch.  Stiav.  4  5. 
Oh  ve*  che  grillo  gli  b  saltalo  in  tcilal 

g.  XXXVI.  jVo/i  ja/wr  dove  un  s'ab- 
bia la  tetta.  Ville  .Vo/i  esser  buono  a  nulla. 
Maìm.  3  4^'  ^'^•*  pprdiè,  i*  io  mi  parto, 
non  li  resta  Un  uoni  clic  sappia  duv'rgli  ha 
la   tcMa. 

'?  TESTA,  Vaso  di  terra  evita  .  Lai. 
lesta.  S.  Agosl.  C  D.  I.  3.  t^mHo  udo- 
re, del  quale  la  nuova  lesta  v  inzuppala, 
«:on&crva  lungo  tempo  (Quo  soitu-1  est  ini- 
liuta  reccnt ,  servuliit  udorcm  Testa  Aiu  ; 
cn.vì  dice  il  Poeta,  di  cut  è  traduiione  il  te- 
sto  Citato).  (V) 

^  §.  /Vr  l'tizo  di  vaso  rotto  di  ter' 
m  cotta  .  Lai.  testa.  Palimi,    Genn.     \!\. 


Si  tagli  liefcmenle,  cioè  fenda,  un  poco  di 
garzuolo  dentro,  e  con  una  ghìova,  ovvero 
testa  ^cioc  pezzo  di  vaso  di  terra  rotto),  si 
prema  e  calchi.  (1) 

•\'  TESTABILE.  Term.  de' Legali.  Che 
può  entrare  in  ragione  di  testamento.  (A) 
•f  TESTACCIA.  l'eggiorat.  di  Testa. 
Àr.  Lea.  3.  |.  Se  ben  non  nacqui  fra'  Geli, 
né  in  Siria,  Non  ho  'n  questa  testacei^  anch' 
io  malizia  ? 

TESTACCIO.  Lavoro  di  frammenti  di 
terra  cotta.  I.al.  opus  testaceum  ,  Plin, 
Pallnd.  cap.  3q.  Fa  sopra  loro  un  palco  di 
smalto  ,  o  di  testacelo  .  lì  appresso  :  Le 
cjmere  de'  bagni  sono  più  forti  di  maci- 
gno, e  chi  vuote  fare  dì  testacei. 

f  ^'  TESTACEO.  Aggiunto  chf  si 
dà  ai  Pesci  molli,  quando  essi  sono  muni- 
ti esteriormente  di  una  Conchiglia  j  e  si 
usa  anche  siistanlivamente.  Lat.  testa- 
cea s.  Gr.  0*5 rf a'/ ivo;.  Salvin.  Disc.  2. 
186.  Propriamente  sono  certe  ostriche, 
o  genere  di  testacei,  che  hanno  il  gu- 
scio o  nicchio  a  foggia  di  Cornelio.  (') 
TESTAMENTAIU:.  Testare,  Far  te- 
stamento. Lai.  teslamentum  condere.  Fr. 
Giord.  Pred.  H.  La  luibazìonc  che  pruo- 
vano  allora  quando  testamentano.  J'I  ap- 
presso :  Passano  da  questa  vita  nell'at- 
to del   irst.inientarc. 

TES'l  AMKNTAKIO  .  Add.  Lasciato 
per  testamento  .  Lai.  testamentaria s. 
Gr.  ìvcioi?3r,/o;.  But.  Par.  6.  a.  Come 
erede  testamentario,  prese  lo  'raperìo  ,  e 
comballcUc  contra  Marcantouio,  che  vo- 
lea  usurpare  lo  imperio.  Cuid.  G.  Con 
animo  testamentario  li  fu  mio  crede.  Cron. 
Morell.  Tutori  teslamentarìi  dì  Bernar- 
do, Bjrlolommeo  e  Gualberto.  Alleg.  lo5. 
E  vero  e  legittimo  tutor  testamentario 
ec.  ,  curator  eletto  eziandio  de'  mondani 
pupilli. 

t  TESTAMENTO.  Atto  autentico,  col 
quale  l' uomo  manifesta  la  sua  ultima 
volontà,  e  si  costituisce  /'  erede.  Lat.  te- 
slamentum. Gr.  (JiK&r/x*).  G.  J\  3.  l5fi. 
3.  E  non  potesse  essere  a  nulla  csecu- 
ziouc  di  testamento .  Bocc.  nov.  32-  ti. 
Quasi  d'  ogni  testamento,  che  vi  si  faceva, 
era  fedel  commessario.  Pass.  12.  Si  faccia 
ciò  che  si  dee  fare  del  confessare,  del  re- 
stituire,  di  far  testamento.  Fir.  Lue.  2.  2- 
Eh  pover  uomo ,  ti  so  dire  che  tu  stai 
fresco;  tu   non    puoi   far   testamento. 

g.  Per  la  Scrittura  sacra.  Lai.  i>i- 
strumentum,  saccr  coilex.  Gr.  Stia  */^a- 
ov)'.  Hant.  Par.  5.  Avete  il  vecchio  e 
1  nuovo  Testamento.  But.  ivi:  Cioè  la 
Bibbia,  nella  quale  è  lo  vecchio  Testa- 
mento e  lo  nuovo ,  li  quali  sì  chiama- 
no Testamenti  per  similitudine  ,  impe- 
rocchb  siccome  lo  padre  della  famiglia 
lassa  nel  testamento  quello  che  vuole  che 
osservino  gli  ere<li  suoi,  se  vogliano  1'  e- 
rcdil'a  sua;  cosi  Dio  Padre  fece  b>  vec- 
chio Testamento,  nel  quale  fu  la  legge 
della  Scrittura  a' figliuoli  suoi,  e  lo  nuo- 
vo 1  estamento  lece  alli  ('ristianì  ,  nt'l 
qualo  e  la  legge  della  grazia,  cioè  evan- 
gelica, ec.  l'ass,  l85.  Che  gli  AposUdi 
predetti  e  gli  altri  av.inzassono  lutti  gli 
altri  Santi  «lei  vecihio  Teslanimlo  e  del 
nuovo  e  in  grazia  e  in  gloria,  non  ò  mia 
sentenzia,   ma   di    santo    Agostino. 

«  TESTAUDO.  Add.  Testereccio.  Se* 
gner.  Prtd.  8-  4-  Eti  solennonionlc  tac- 
ciata  rome   testarda.  (F) 

I  TE-STAHE.  Manifestare  ;vr  via  di 
testamento  quello  che  si  vuole  che  sin  fat- 
to, dopo  la  propria  morte,  di  tutti,  o  d'una 
parte  de'  propri i  averi.  Lai.  testari  ,  te- 
stamentutn  facirr,  testamrntum  condere. 
Vant.  Inf.  3o.  Testando,  r  dando  al  Ir* 
stainrnlo  norma.  HI.  /'.  10.  100.  Sania 
diipune  ultiimenlr  dr*  suoi  falli  ,  di- 
cendo,   clic     nienic     avca    di    suo    da  le* 


stare  ce.  ,  rendè  1*  anima  a  Dio-  Cron. 
Morell.  234.  Teslo  circa  a  fiorini  qualp 
tromiU.  E  240  Testò  Ìl  valsente  di  Bo- 
riai ventimila.  E  254-  Che  noi,  ovve* 
ro  i  nostri  manovaldi  si  trassono  di  mt- 
no  in  pochi  anni  fiorini  cinquemila,  di 
ventimila   ne    testò. 

^f  TESTATA.  Cima  della  parte  w 
periore  di  Cosa  solida;  CapOf  Punta,  E- 
stremità  .  Dellin.  Disc.  i.  i63.  Tut- 
ta la  mole  degl'ischii,  del  pube,  e  de- 
gl*  ilii  sta  attaccata  alla  parie  posleiiore 
di  se,  alle  testale  dell'  osso  sacro  quasi 
con  un  sostegno  fuor  del  suo  giro.  (C} 
Baldtn.  Voc.  Dis.  in  CURRO  .  Usa- 
no anche  (gli  Architetti j  r-Aeni  éi  cur- 
ri cerchiali  di  ferro  nelle  testate  ,  facen- 
do  ec.  i.4) 

*  §.  I  JC  figurai.  Bellin.  Disc.  1.  235. 
1  muscoli  non  son  altro  che  fitetlì  dì 
porpora  con  le  testate  d'argento.  lù  ap- 
presso. Oh  bel  maniglio  ,  oh  bel  ferm*- 
glio,  un  filetto  dì  porpora  con  le  testa- 
te d'  argento.  E  238.  Ogni  filo  di  mu- 
scolo considerato  da  se  è  un'  ìslessa  tela 
col  suo  ordito,  col  suo  ripieno,  e  co'  suoi 
vivagni  allu  testate  più  sudi  della  tela  di 
mezzo.   (F) 

^-  %.  11.  Testala,  Termine  de"  Getta* 
lori.  Il  piano  della  Campana,  da  cui  pen- 
de il  battaglio.   (A) 

*  TESTATICO.  Imposta  del  Princi- 
pe sopra  le  teste  de'  sudditi.  (A) 

*  TESTATORE.  I  erbai,  masc.  Che, 
0  Chi  fa  testamento.  Lat.  testator.  Gr. 
oiaTtr^'y  SVO-;  .  lemm.  Test.  34.  An- 
cora il  detto  testatore  volle,  dispose  e  co- 
mandò che  per  rimedio  ec.  (C)  Saivin. 
Disc.  3.  140.  In  somma,  il  testatore  fa 
un  fidccommisso  di  l>ella  vij»ta,  che  com- 
prende ec.  E  148.  I  testamenti,  intesa  la 
volont'a  del  testatore,  si  di»teuduno  da* le- 
gali» come  fu  questo  della  felice  memo- 
ria ec.  (*) 

*  TESTATBICE.  Ferhal.  femm  di 
Testatore.  lìemb.  leti  1.  7.  07.  Deside- 
rava ec.  che  questi  fiorini  mille  e  Irecon* 
lo  ce.  potessero  dispensarsi  alla  susteota- 
zìonc  e  vita  di  queste  due  nipoti,  «  ni- 
poti parimente  della  lestalrìre.  E  ajtpres- 
so  :  A  sostentamento  delle  quali  più  si 
conviene  che  vada  il  lascialo  adpias  con- 
sas,  che  sono  nipoti  della  testalrìre  ,  <.he 
a  quello  ce.  {*) 

'A'  TESTAZIO.NE  .  /'.  .Y.  Attesta- 
sione.  Cavale.  Espos.  Simb.  |  43.  lo  cbhi 
tcslazìonc  maggiore  che  Giovanni.   (J'^) 

•f  TESTE.  Avvtì-Ì».  ili  tempo  patsato. 
Poco  avanti.  Lai.  niiper,  dudum.  Gr 
Spri.  Iloce.  nov.  80.  16.  Io  ho  testé  ri- 
cevute Icllere  di  Messina.  /.'  nov.  85.  6. 
lo  me  lì'  avvidi  testò.  Amet.  12.  A  cui 
ignoranlcnicntc  avea  pur  leste  V  anima 
data.  Sen.  Pen.  f'arxh.  4  11.  I  quali  so- 
no pur  teslè  arrivali  ne*  nostri  porli.  E.  7 
6.  In  tulle  queste  cose,  che  io  ho  pur  le- 
ste raccontale,  r  uno  e  1*  altro  è  padrone 
d'una  medesima  cosa.  Tac.  l^av.  Amn- 
4'  ina.  Che  costui  uiorlo  gran  tempo  di 
lame,  o  leste  di  questa  arte  ariiccUilo,  e 
scialacquante  la  seguitasse.  n<>n  fu  mira- 
colo. f'ar\h.  /'.'rio/.  287.  lo  mi  ricorilo 
che  'I  Vellulello  nel  x\  canto  del  Pur- 
gatorio, quando  egli  s|Mine  qursl' avvrrruu 
lombardo  ifsa,  cioè    fr/fr ,  il  i|uale    testé 

Sii  paro  pìggìore  e  pìÙ  goflo  che  issa , 
ice:  ce. 
f  §.  L  Teslè,  è  anche  av%-trtùo  di  tem- 
po presente,  e  vale  Ora,  In  questo  pun- 
to. Lai.  modo.  Docc.  nov.  85.  l8-  A  me 
conviene  antlaro  leste  a  Firciiic.  Dani. 
Inf.  6.  Colla  forra  dì  tal  che  leale  piag- 
gia. '(<  /ir.  Trin.  prvl  Se  voi  volete 
delle  fcvtc.  delle  livree,  delle  canzone,  del- 
le commedie  teste  di  carnovale,  ^uada- 
gttalrle  tutto  1'  ann»  con  gli  sguardi.   ;Cj 


T  E   S 

#  §.  11.  Teslèfè  anche  avvcrb .  iti  ttm- 
pò  futuro,  e  vale  />i  qui  a  poco,  t'riìnc, 
Sacch.  nov.  l47-  K' '■'  *-•  li»  r>"  hfWà  uo- 
vclla  che  voi  udUtf  mai  :  the  '1  tale  [nu- 
derà teste  qui,  clic  \iciir  djl  luogo  suo  , 
ed   lias&i  iiiciie  le  lujilie  d'uova.  ^/J 

TESTERECCiO.  JtUI.  Ostinato,  Di 
Sita  opinione.  Di  sua  testa,  Caparhio . 
Lat.  *ceì-yicosus,  Gr.  «uSra'o»;?.  Guid.  G. 
Per  piccola  e  vana  cagione  con  leslercc- 
cia  superbia  s'  avveulaioDO  nella  no.stra 
città.  E  altrove:  Kou  per  tanto  a' vostri 
Dii  è  graxiosa  e  accellevoi  quella  polen- 
la^  la  quale  non  tien  superbia^  e  non  co- 
nosce i  vizii  della  tcstcrvccia  orgoglianzj. 
Varch.  Stor.  6.  l6l.  Essendo  eglidi  na- 
tura leslerecrio  E  Sen.  J^en.  3-  37- 
In  questo  solo  fui  pertinace  e  testereccio, 
dì  non  Volermi  la&ciar  %in<'crc  di  cortesia. 
Cecclì.  Dot.  5.  2.  Sarà  Come  dibatter  1' 
acqua  nel  mortaio;  Gli  h  troppo  tjsteicc- 
cio. 

t  1  TESTESO.  j4nerb.  di  tempo 
passato,  poco  J'a  j  Lo  sfesso  che  Testé. 
Lat.  m/per,  duiiuìu.  Gr-  a^rc.  IJocc.nov. 
69.  17.  Tu  non  sentivi  quel  che  io,  quan- 
do tu  mi  tiravi  tcstcso  i  capelli.  Lant. 
Purg.  ZI.  Disse  :  perche  la  l'accia  tua  te- 
steso  Un  lampeggiar  d' un  riso  dimostroni- 
mi  7 

t  §•  1-  Testeso,  è  anche  aiverh.  di 
tempo  presente,  e  vale  Ora ,  in  questo 
punto.  Lat.  modo.  Dani.  Par.  ig.  E  quel 
che  mi  convicu  rìtrar  tesleso,  Won  poito 
voce  mai»  ne  scrisse  inchiostro,  /liberi. 
cap.  63.  Adopera  adunque  per  V  altro  se- 
colo, siccome  tu  dovessi  morir  testeso. 

*  S*  !'■  Testeso,  è  anche  avverò,  di 
tempo  futuro,  e  vale  Fra  poco.  m£occ. 
nov.  S^-  7-  fgli  dee  venire  qui  testeso 
uno  che  ha  pegno  Ìl  mio  farsetto»,    (l) 

TESTICCIUOLA.  Pim.  di  Testaj  ma 
si  dice  propriumente  di  quella  d'agnello 
e  di  capretto,  quando  e  staccata.  Lai.  «- 
gai  caput.  Frane.  Sacch.  nov.  IO7.  tit. 
Volpe  degli  Alloviti  ,  essendo  a  tagliere 
eoo  uno,  taglia  lestìcciuole  di  cavretlo.  F 
appresso  :  Il  Volpe ,  cvvcndo  a  tagliere 
con  un  di  loro,  rerasi  innanzi  una  te&tic- 
ciuola,  e  cominciala  a  partire.  Fir.  nov. 
8.  2g6.  E  le  testirciuole  nfrilte  coli'  uo- 
va. Maini.  IO-  52.  Che  'n  due  parli  di- 
visela di  netto ,  Ct-m*  una  testicciuula  di 
capretto.  s 

*  TESTICOLAKE.  Specie  d'uva.  So- 
der.  Colt.  iiQ.  La  galletta  bianca,  addo- 
mandata  dagli  antichi  testicolaie,  (i  buo- 
na) per  la  &uttìl  sua  buccia,  debcala  car- 
ne, e  gentilissimo  sapore,  f*) 

•f  TESTICOLO,  e  TKSTICULO  . 
Parte  genitale  dell'  anima/c  maschio  ,  do- 
ve si  fabbrica  il  semej  Coglione.  Lat.  te- 
sticulus,  testis.  Gr.  opx*^-  Filoc.  5.  i65. 
Ag^iunsevì  pietre  cercale  ncU"  estremo  O- 
nente ,  e  brina  rarcolia  le  passate  notti, 
insieme  con  carne  d' inlaniale  streghe,  e 
di  testicoli  di  lupo.  Frane.  Sacc/i.  nov.  25. 
Messer  Dtilribene ,  avendo  fatto  trarre  le 
strabule  al  prete,  lo  fece  solire  su  la  bol- 
li.' a  cavalcioni,  e  li  sacri  testicoli  fece 
metteje  per  lo  pertugio  del  cocchiume. 

§.  1.  t'er  Salirio.  Cr.  ^.  106.  1.  I 
suoi  testicoli  (  del  salinone,  ossia  appio 
salfatico  j  confetti  con  mele,  provocano  il 
coito.  Jiicett.  Fior.  62.  Il  >atirio  appresso 
gli  Arabi  e  nome  comune  a  tutte  le  sor- 
te de'  testicoli. 

g.  II.  Testicolo  di  cane,  che  anche  si 
dice  Testiculocanis ,  Spezie  di  satino.  Lai. 
orchis,  r)nosorchis.  Gr.  opx^^,  /Mvò^  op- 
^15.  (V.  6.  128  1.  Il  leslirtdo  del  cane 
è  un*  altra  spezie  dì  satìrion  ,  ed  è  nelle 
foglie  e  nel  gambo  simigliante  a*  testicoli 
deUa  volpe,  e  la  sua  radice  è  di  due  no- 
di, perocché  ha  uno  tondo  di  sopra,  e  un 
altro  di  sotto ,  e  1*  uno  è  molle  ,  e    T  al- 


T  E  S 

tru  h  duio  e  pieno,  e  in  quello  e  super- 
flua umidità. 

§.  III.  Testicolo  di  volpe,  o  golpe j  che 
anche  si  dice  Testiculovulpis ,  Spezie  di 
satirio  Lat.  sa t-^  riti m  tn^olium.  Gr.  sa- 
T'jptov  Tptfijy/OV.  Cr.  6.  127.  U  te.sti- 
culo  Tulpìs  è  butno  e  dolce  al  gutto,  e 
preso  col  vino  dà  talento  d'usar  con  fem- 
mina, e  dà  a  ciò  aiutorio;  ed  è  caldo  e 
umido,  ed  e  spezie  di  satirion  .  Picett. 
Fior.  62.  Intendendo  per  teslicidi  di  gol- 
pe quelli  che  appresso  i  Greci  si  chiama- 
no propriamente  salyrii,  che  hanno  la  ra- 
dice grossa  come  una  mela  y  di  fuori  ros- 
sa, e  dì  dentro  bianca. 

^  §.  IV.  Testicolo  ,  diresi  ,  in  modo 
basso,  od  Uomo  gaglioffo  e  balordo  .  (Cj 
TESTIERA,  ijuèlla  parte  della  briglia, 
dove  è  attaccato  il  portamorso  della  ban- 
da destra,  e  passa  sopra  la  testa  del  ca- 
vallo, e  arriva  dalla  banda  manca,  dove 
termina  Colla  sguancia.  Mor^  11.  3l. 
L'na  grillaiida  avea  nella  le.sticra.  Ed  una 
in  sulla  groppa  del  cavallo.  Cant.  (ara. 
i6.  Cuffie  abbiam  di  più  maniere  ;  Chi  ne 
vuol  dia  danar  su;  A  bcnd(>ni  ed  a  testie- 
re, Pur  le  tonde  s"  usan  più.  -e  lioss.  Svet. 
i'it.  j4ug.  Usava  donare  a'  suoi  soldati  te- 
stiere, ed  altri  abbigliamenti  di  caval- 
lo. (FP) 

•1*  §.  E  per  Una  sorta  d~' ornamento 
donnesco,  che  si  porta  in  testa.  Stat.  Sunt. 
l'ist.  12-  Che  niuna  donna  si  vesta  ,  o 
polli  ec.  abun  vestire,  cappuccio,  o  cap- 
pcltina>  ghirlanda,  o  testiera,  nella  quale 
ec.  (Cj 

TESTIFICA>'TE.  Che  testifica.  Lai. 
testijtcans.  Gr.  fiypTVpói'J.  Bocc.  nov.  8g. 
3.  Cose  tutte  testificanti,  noi  avere  dell'  al- 
trui governo  bisogno.  Serd.  Stor.  Jnd.3. 
Xo8.  Lasciò  nel  lito  una  colonna  col  ti- 
tolo testificante  la  >ua   venuta. 

J  EST^FI(:A^ZA.  J.J.  Testificazio- 
ne. Lat.  testificatio.  Gr.  vstprupt'a.  JBocc. 
Lett.  Ir.  S  Jp.  3ii.  io  bo  udito,  e  cre- 
dulo, lui  avere  con  viso  e  parole  ed  ani- 
mo immobile  uno  giovane  figliuolo  d'  ot- 
tima lestificanza  perduto.  Fr.  Zac.  T.  A- 
12.  11.  ^e  farà  lestificanza  11  suo  Ange- 
lo guardiano.  E  12.  Aogel  viene  incon- 
la  nenie  A  far  sua  testificanza. 

lESTIFIC.\r;E  .  lar  testimonianza. 
Lai.  testificare,  testinionium  dicere.  Gr. 
jua^STUstt  i/.  fjccc.  nov.  96.  l5.  Testifi- 
cando per  quello  quanta  àia  la  fede  ch'e- 
gli ha  in  voi.  Mor.  S.  Creg.  La  virtù 
sussogueutemente  testifica  am  che  mente 
si  dà  la  sentenzia  della  maladizione.  Mae- 
sfriiis.  2.  32.  3.  ^e  già  non  giura  ,  che 
non  imparò  le  cose  testificare.  ^  Farcii. 
Stor.  5.  104.  S"  ingegna  di  giustificare  la 
cau>a  sua  con  molte  e  diverse  ragioni , 
testificando  nondimeno  ìl  tulio  essere  sta- 
to latto  ee.  senza  la  saputa  dì  lui.  (  C) 
Cuicc.  Stor.  3.  39.  i'rescute  tutto  il  Con- 
cilio testifico  non  avere  mai  Cesare  ac- 
consentito al  Concilio  Fisano.   (L) 

TESTIFICATIVO.  .-ìdd.  ( he  testifica, 
^tto  a  testificare.  Cap.  Impr.  prol.  E 
prima  si  porranno  molte  cose  ec.  per  pro- 
lago d'  eisi  ordinamenti  testificativi  del   sin- 


T  E  S 


1627 


gulare  privilegio,  ec. 

^  TESTIFICATO.  Jdd.  da  Testificare. 
^*  JScmh.  Stor.  5.  Sp.  Ma  nel  vero  mol- 
li così  credettero,  e  lusciaronlo  teslifirato 
ad  altrui.    (J'j 

t  lESTIFICATORE  .  T'crbal.  wasc. 
Che,  0  Chi  testifica.  Lat.  testificotor.  Gr. 
,ooLfTUp,  S.  Jgost.  C.  D.  Testificano  es- 
sere autori  0  lestìficatori  di  vita  scellera- 
ta. 

TESTIFICAZIONE.  Il  lestifcnre.  Te- 
stimonianza. Lai.  testificatio ,  testimonium. 
Gr.  p.v.p^'jpi'x.  ^'aestruzz.  2.  21.  Il  bo- 
lo è  una  testificazione  di  spontanea  pro- 
musìonc,  la  quale  fare  si  dee  di    Dio  ,  e 


di  quelle  cose  che  di  Dio  sono.  Serd. 
Stor.  2.  74-  E*  accusatore,  confuso  da  que- 
sta teslìficazìone  tanto  tbiara,  e  tanto  mi- 
racolosa, quasi  muto  si  tacque. 

TESTIMUNA^ZA  .  /  ed.  TESTIMO- 
NIANZA. 

TESTIMONARE.  Fed.  TESTIMO- 
ISIAHE. 

TESTIMONE.  Fed.  TESTIMONIO. 
TESTIMONIA.  F.  J.  Testimonian- 
za. Lat.  testimonium.  Gr.  p.v.ptvpi.ai.  Lib. 
Op.  div.  l'rincìpalmente  rende  testimo- 
nia, e  buona  fama  di  tulta  la  gente.  Ca- 
vale.  Med.  cuor.  Lì  falsi  testimonìì  comu- 
nemente sono  scomunicali,  e  per  certo  so- 
no tenuti  ad  ogni  dauno  che  riceve  il 
prossimo  per  la  falsa  testimonia.  E  ap- 
presso .•  Sentendosi  grande  allegrezza  del- 
la buona  sua  pazienzia,  e  una  testimonia 
di  buona  coscienzia  dentro.  ^Imct.  47.  Se 
la  vista  di  esse  ec.  non  mi  fosse  veridica 
lestìnionia,  T  audito  non  vi  darebbe  fede. 
/  ìt.  SS.  Pad.  I-  4"  '"  segno  e  testimo- 
nia della  qiial  cosa  Paolo  vi  trovò  ancu  - 
dini  e  martelli  da  quel  mestiere.  E  l5. 
La  tua  iscurìtà  e  laidezza,  e  si  T  etade 
inferma  ec.,  sono  segno  e  testimonia  della 
tua  impotenza. 

'•■  §■  Tenere  la  testimonia  ,  vale  Fare 
da  testimone.  Es.  Fav.  7\  Rice.  iS.  E 
disse  il  cane,  se  voi  mi  vorrete  tenere  la 
testimonia  contro  alla  pecora  ce.  si  parti- 
remo poi  per  terzo.   (Cj 

TESTIMONIALE.  Jdd  Di  testimo- 
nianza. Che  fa  testimonianza.  Fit.  Plut. 
Serrava  gli  orecchi  colle  mani  ,  e  impac- 
ciava, che  non  si  leggesse  quella  scrittu- 
ra testimoniale. 

TESTIMONIANTE.  Che  fa  testimc- 
nianza.  Lat.  testans.  Gr.  iiv-pzipóiv.  S. 
jigost.  C.  D.  La  divinità  della  sua  veri- 
tà, e  la  verità  della  divinità,  e  li  testìmo- 
nianti  segni  delli  miracoli. 

TESllMO.MANZA,  chegli  antichi  dis- 
sero anche  TESTIMON'ANZA.  Propria- 
mente Il  deporre  che  si  fa  appo 'l  giudi- 
ce d'aver  veduto,  o  udito  quello  di  che 
uno  è  interrogato.  Lat.  testimonium.  Gr. 
p&.p't^jpiv..  Bocc.  nov.  I.  6.  Testimonian- 
ze false  con  sommo  diletto  diceva,  riche- 
sto,  e  non  richeslo.  .Miteslruzz-  2.  6.  2. 
Questo  colale  diventa  infame,  ed  è  cac- 
cialo dalla  testimonanza  ,  e  non  puolc  es- 
ser testimonio.  E  2.  32.  3.  Inferma  la  te- 
stimonianza per  la  discordia  de"  testimo- 
nii  ?  Risponde  san  Tommaso  :  la  discordia 
de'  teslìmonii  ec.  toglie  1'  efficacia  della  te- 
stimonanza. 

g.  Per  similit.  si  dice  d' ogni  Fede , 
0  Segno  che  si  faccia  appo  chicchessia  , 
che  la  cosa  è  così.  Bocc,  nov.  2.  2.  Ne 
deono  dare  e  colle  opere  ,  e  colle  parole 
vera  testimonianza.  E  g-  2.  p.  i.  Gli  uc- 
celli su  per  li  verdi  rami  cantando  piace- 
voli versi,  ne  davano  agli  orecchi  testi- 
monianza. E  nov.  57.  3.  Aveudo,  al  fallo 
della  donna  provare,  assai  convenevole  te- 
stimonianza ec   ,  la  fece  richiedere.    Coli. 


SS.  Pad.  Recandogli  all'opere,  calle  te- 
stimonianze degli  Apostoli.  Dant.  Inf.  32. 
Tra  lur  testimonianza  si  procaccia.  Cas, 
leti.  IQ.  Il  valuroso  mio  lUuNtrissimoMon- 
sig.  d'  Àvanzone  ed  esso  Monsìg.  di  Man- 
na le  potranno  far  sempre  verace  testimo- 
nianza. J'it.  SS.  Pad.  I.  6.  Sccondochè 
dì  ciò  quasi  tutto  il  mondo  può  rendere 
testimonianza.  E  l\&.  5econdnchè  per  del- 
lo e  testimonianza  di  provalissinii  monaci 
si  può  manifestare. 

t  3  lESTIJMOMAPE,  cAf  .?//rt/i<tV/ii 
dissero  anche  TESTISIONARÈ.  IS'eulr. 
Far  testimonianza.  Far  fede.  Lat.  tetla- 
■  F,  testimonium  perhibere.  Gr.  fi'V.p-ZMptTy. 
Bocc.  nov.  98.  37.  Siccome  esa.»  medesi- 
ma pyo  con  vcriià  testimoniare.  3Iaestruzz. 
I.  56.  Tulli  coloro  che  sono  ricevuti    d« 


i528 


T  E    S 


T  £  S 


T  E  S 


accusare»  si  ricevono  a  testimoniare-  E  2. 
6.  2.  In  questo  mezzo,  come  infame,  non 
può  testimonjre.  E  2.  32-  3.  Tolimo* 
iiaodo  non  dee  T  uomo  afiermarc  per  cer- 
to quello  (il  tlie  e*  non  è  certo.  Dtttam. 
I-  21.  Onde  il  suo  c;impo  il  te&timona  a 
Doi.  Exp.  Pat.  liosl.  8.  Tutte  le  creatu- 
re lodano  Dio,  e  testimoniano  come  Dio 
e  buono.  Coli.  SS.  Pad.  ('oucio^^iacosa- 
chè  quel  vasello  eletto  testimoDÌi  dì  se , 
eh'  aveva  bisogno  di  ragionare  co^  suoi 
compagni  App<i5toIÌ.  •.•  (iuicc.  Stor.  3. 
112.  Percliè  nella  guerra,  come  3  oga'ora 
testimoniava  la  esperieuza,  molle  vullc  ac- 
cadeva che  il  valore  degli  uomini  era  sof- 
focato dalla  potestà  troppo  graude  della 
fortuna.  (L) 

"^  %.  \.  Testimoniare,  in  sìgnijìc.  alt. 
«  Jmet.  83.  Per  le  tue  eccellenti  vitto- 
rie, le  (jujli  ancora  le  sparlc  membra  de' 
giganti  tealinmniaiio  io  Kb'gia  »  .  (Il)  S. 
Ag.  C.  J).  22.  9.  ((/.  Tulli  li  miracoli 
fatti  per  li  martiri  nel  nt)me  di  Cristo, 
testimoniano  la  fede  per  l.t  quale  essi  mar- 
tiri credetlooo  in  Cristo,   (f  ) 

§.  II.  Testimoniare , per  Affermare  con 
giiiraminto.  Lat.  iiirarc.  Gr.  0_a">j2tv. 
Oiiid.  G.  In  veritadtì  per  li  nastri  Dei 
leitimoni.imo,  che  nostra  intenzione  ec. 

TESTIMONIATO.  .4dd.  da  Testimo- 
niarej  Proi'ato  con  testimonianza.  Salvin. 
Pros.  Tose.  1.  !^^'J.  Bontà  e  onesta,  che 
virtù  sono  interne  dcir  animo  ,  a  signifi- 
care la  cortesia,  e  V  amorevolezza  con  se- 
gni esterni  lesLimonìala,  nel  franzesc  dol- 
ile idioma  si  stesero. 

3  TESTI.VIOSIO,  e  TESTIMONE. 
Quegli  che  fa,  o  può  Jan'  testimonianza, 
Quegli  die  è  presente  ad  alcuna  cosa. 
I.at.  tcslis.  Gr.  p.'y.pTxjp.  Bocc.  Inirod. 
19.  Assai  n*  erano  di  quelli  che  di  questa 
vita  senta  tesliniouio  trapassavano.  E  num. 

32.  Noi  dimoriamo  r|ui,  al  parer  mio,  non 
altramenti  che  se  essere  volessimo  ,  o  do- 
vessimo testimone  di  quanti  corpi  morti  ci 
lieno  alla  sepoltura  recati.  7^  nov.  77. 
5o.  Tu  ora  ne  puoi  per  pruova  esser  ve- 
rissima testimonia.  E  noi'.  91.  7*  Q"^"" 
tunque  io  vi  creda  senza  testimonio.  Pe- 
tr.  Cam.  18.  3.  O  teslimon  della  mia 
grave  vita. 

*  §.  1.  Detto  di  femmina.  Vit.  S. 
Eugcn.  383.  La  quale  è  testimonio  di 
quello    che   io    dico,    (l) 

§.  II.  Per  Testimonianza.  Lat.  testi- 
monium.  G.  f.  9.  i35.  5.  Contuttoché 
le  sue  nobili  opere,  las'  ìatcci  in  istrìt- 
ture,  facciano  di  lui  vero  testimonio.  E 
10.  l.'|9.  5.  A  questo  cose  io  posso  ren- 
dere testimonio.  Filoc.  5.  319.  Che  dun- 
que più  manifesto  testimonio  vogliam 
che  questo  ,  che  sia  più  jlbgrerxa  od 
vedere,     che    nel    pensare  ?     All'eri,    cap. 

33.  E  >i  è  mestiere  eh'  egli  abbia  buon 
testimonio  da  coloro  che  fuori  .ono.  Dant. 
Jnf.  l8.  E  se  di  ciò  vuoi  fed  o  testimo- 
nio. Recati  a  mente  il  nostro  avaro  seno. 

TESTINA,  e  TESTINO.  Ihm.diTe- 
staj  Piccola  ttsta.  Car.  Icfl  a.  162.  !«> 
non  ho  so  non  una  testa  del  Salviati,  e 
un    picciolo   testino    del    Bronxìoo. 

t  '^  §■  Testino,  pressagli  Stampatori,  t 
Some  che  si  dà  a  due  diversi  caratteri  , 
detti  Testino  maggiore  e  minore ,  prece' 
duti  dal  Garanione,  e  seguiti  dalla  Som- 
pariglia.  (  .4) 

TESTÒ.  ì'aso  dt  terra  cotta,  dove  si 
pongon  le  piante.  Lat.  vas,  testa.  Gr- 
xipUfXOi.  liocc.  nOi-.  3.'».  9.  Poi  prese  un 
grande  e  un  bel  tcAlo  di  questi,  ne' quali 
fi  pianta  la  persa  u  il  bassilicu  ,  v  «lenirò 
la  vi  mise.  E  itum.  10.  E  per  usanxa  a- 
vej  preso  di  sedersi  sempre  a  <|iie»lu  te- 
tto virina  Lifi.  Son.  72.  Cena'nii  un  in- 
lalata  in  casa  mia,  DÌ  mia  mao  colta  a' 
l«ili  a  filo  a  filo. 


§.  I.  Per  similit.  Dant.  Par.  27.  E 
come  '1  tempo  tenga  in  colai  lesto  Le  sue 
radici. 

§ .  II.  Per  Quella  stoviglia  di  terra  cot' 
ta,  rotonda,  e  alquanto  lupa,  colla  qua- 
le si  cuoprc  la  pentola.  Lat.  testus.  Lib. 
ciir.  malatt.  Metti  queste  cose  io  una  pen- 
tola, e  cuoprila  col  suo  testo,  e  Ìa  che  il 
testo  serri  ec.  la  bocca  della  pentola.  Pi- 
cett.  Fior.  82.  Cuopresi  la  pentola  con  un 
testo  furato,  acciocché  si  possa  compren- 
dere, per  lo  fummo  che  ciré  dal  testo, 
quand'elle  son  cotte   (le  rondini )  . 

§.  III.  Per  Sorta  di  stoviglia  di  terra 
cotta,  piana  a  guisa  di  tagliere,  per  uso 
di  cuocervi  sopra  alcuna  cosa.  Lai.  te- 
stéim.  Cr.  3.  7.  16  Migliore  è  quel  ■ /Ja- 
ne^ eh*  è  collo  nel  forno,  imperocché  lut- 
to egualmente  si  cuoce}  ma  quello  eh' è 
cotto  iu  testi,  è  pigjjiore.  E  5.  18.  2.  E 
Sullo  essa  si  «Ice  mettere  o  pietre  u  lesto, 
secondo  Palladio.  Pallad.  Eebhr.  3l.  Al- 
tri io  nuova  tafferia,  o  testo,  Ira  U  gesso 
.«lecco,  spartita  V  una  dalP  altra,  le  serba- 
no. Fr.  Giord.  Pred.  S.  Ecco  eh' io  v' ho 
dato  lutto  M  mio  sangue,  e  iu  sono  rima- 
so  as(  iutlo  come  un  lesto,  e  come  un  mat- 
tone colto  alla  fornace.  Hett.  Tuli.  Di 
palrimouio  non  m'  è  rimuso  un  tcsto^  do- 
ve del  fuoco  potessi  recare. 

TESTO.  Componimento  principale  ,  o 
Particella  di  esso  j  a  differenza  delle  chiù- 
se,  o  altri  cementi  che  vi  fossero  fatti  so- 
pra.  Lat.  codex,  contextus.  Or.  jit^Xoi. 
Dant.  Purg.  6.  l' cominciai  :  E*  par  che 
tu  mi  nieghi,  O  luce  mìa,  espresso  in  aU 
cun  testo.  Che  decreto  del  Ciclo  orazion 
pieghi.  E  i'onv.  i34-  Dove  sono  da  ve- 
dere tre  rose,  che  in  questo  testo  sono  loc- 
cate.  Sen.  Vcclam.  Egli  e  testo  di  legge, 
che  non  si  debba  lasciare  il  debito  e  prez- 
zo presente,  per  quello  eh'  e  a  venire.  M. 
/'.  9.  1.  Chi  volesse  questo  lesto  chiosa- 
re, a  suo  modo  e  piacere  lo  si  chiosi,  che 
dire  non  potrà  tanto  male,  che  assai  peg- 
gio non  sia.  'r  Dav.  Ictt.  1\&S.  Quando 
lascio  il  lesto  ordinario,  piglio  delle  corre- 
zioni di  più  valentissimi  uomini  quella  che 
per  ora  mi  piace  più.   (C) 

g.  I.  Far  testo,  vale  Avere  autorità  da 
poter  servire  di  regola,  o  di  legge.  Sal- 
via. Disc.  2.  343.  E  troppa  vanità  il  vo- 
ler far  testo,  senza  ammcllerc  altri  che 
quelle  medesime  con  felicità  specularono. 
E  Pros.  Tose.  1.  579.  Beato  chi  può  in- 
ventare e  far  testo  j  questi  sono  da  ripor- 
re  tra   gì' ingcj^ni  di  prima  sfera. 

*  g.  II.  Testo, parlandosi  di  lavoro  leltC' 
rario  vale  Tessitura.  F-  ì'ill.  ì  it.  Col. 
l4-  Nel  lesto  della  prosa  ha  già  acquista- 
ta tanta  dignità,  che  meritamente  si  può 
nominare   scimmia  di  Cicerone.  (FP) 

^  §.  HI.  Testo,  o  Testo  a  penna,  di- 
resi un  Libro  manoscritto  ,  e  per  lo  più 
di  quelli  che  fanno  autorità  in  fatto  di 
lingua.  Ped.  Ins.  38.  Avendo  confrontalo 
quel  passo  con  molli  amichi  lesti  a  pen* 


Pitt.   a3.   E  così  parimenli  è  nel 
ponna   della    Vaticana.  tC) 


J 

testo 

*  g.  IV.  Testo  dt  lingua  ,  dictsi  co- 
munemente QueJ  libro  a  stampa,  o  ma- 
noscritto che  in  fatto  di  lingua  fa  auto- 
rità. (C) 

*  §.  V.  Testo  ,  dicesi  dagli  Stampa- 
tori, un  Carattere  di  mezzo  tra  il  Paran- 
gone  e  il  Silvio.  (^4) 

3>  g.  VI.  E  Testo  d'  Aldo,  dicesi  pure 
dagli  stampatori  un  Certo  carattere  tondo 
o  Corsivo  di  mediocre  grantkiza.dt  cut  Al- 
do Manuzio  il  vecchiofu  inventore.  Menr. 
Sat.  [\.  K,  quel  che  »*»ai  gli  Scritti  orna 
ed  aiuta,  Pcmelevi  per  lemma  in  testo  d' 
Aldo  :  Bella  clic  piscia,  e  Bella  ancor  che 
fiuta     (C) 

«  1  KS  I  i>  Add.  da  Testerei  Tessu- 
to,   ì'oct  «issai  propna  dellm  poesim.  Ptir. 


canz.  l\2.  6.  Ed  avca  m  dosso  sì  caodida 
gonna,  SÌ  testa,  eh'  oro  e  neve  parea  ia> 
sieme.  Bell.  Min.  i3.  Ordito  era  di  per- 
le, e  testo  d'oro  11  crudel  laccio,  e  di 
tanl*  arte  adorno,  A  tal,  che  Aragoc  trop- 
po avrebbe  scorno,  Dove  natura  é  vinta 
dal  lavoro.  Tass.  Oer.  18.  81.  Urtò  la 
trave  immensa,  e  cosi  dure  Nella  torre 
addoppiò  le  sue  percosse.  Che  le  beo  te- 
ste  io  lei  salde  giunture  Lentaodo  aperse» 
e  la  respinse  e  scosse.  (NS* 

+  TESTOLINA.  Dim.  di  Testa;  Pic- 
cola testa.  Penv.  Celi.  S'it.  i.  268.  Faceva 
quattro  testoline  di  liocorno  con  sempli- 
cissima invenzione.  E  Oref.  6^.  Inlagliaodo 
colla  medesima  diligenza,  che  s*  intagliarono 
le  lesloline,  le  lettere  del  detto  alfabeto. 
*  TESTONA.  Acer,  di  Testa;  Testa 
grande.  Car.  Com.  27.  Cerroni  locigno- 
lali  come  d'oro,  in  quella  lesiona  bella 
come  di    Dio.  ( FP) 

TE^ONCINO./'/m.  di  Testone.  Malm. 
8.  7^.  Ovver  sì  metta  fuor  in  sol  LaSet- 
to   Un  tesloneino  ,  e  sìa  guerra  finita. 

•f  TESTONE.  Spezie  dt  moneta  d' ar- 
gento di  valuta  di  tre  giulii.  Puon.  Fier, 
!\.  5.  3.  Il  ranno  mio  a  te  pelerà  '1  capo. 
Come  pelalo  V  avea  quel  testone  Che  to- 
so tu  mi  desti.  E  i\.  5.  8.  O  miei  testoo 
di  Cosmo  e  Ferdinando  ,  Specchi  sereni 
miei,  ec.  Malm.  8.  3.  Che  1' un  di  loro 
al  più  vale  un  testone.  Menz.  sat.  a.  So- 
lo pert'hè  aducchiò  ccrii  testoni. 

TESTONE.  Accrescit.  di  Testa  j  Te- 
sta grande.  Car.  leti.  i.  87.  Vi  priego  per 
parte  degli  amici  a  tener  fiù  conio,  che 
non  fate,  d'uo  testone,  qu^le  è  il  vostro. 
^  %.  Testone,  dicesi  anche  d'  Uomo  di 
testa  dura,  difficile  a  imparare,  o  inten- 
dere. (C) 

TESTORE.  Tessitore  Lat.  textor.  Gr. 
usa'vm;.  Tratt.  gov.  firn.  Come  testo- 
ri,  laoaiuuti,  camhiatori,     etaiuolì,  ce. 

g.  Figuratamente  per  Compositore.  Pe- 
tr.  son.  22.  Al  l'uon  testor  degli  amorosi 
detti  Rendette  onor. 

TESTUALE.  Add.  Del  tetto,  in  si- 
gnijìc.  di  Scrittura,  Che  è  secondo  il  te- 
sto. Lat.  *textualit.  Esp.  Salm.  Questa 
esposizione  e  più  testuale,  e  accostasi  più 
a  sporrc  il  testo.  E  appresso  :  Questa  k 
la  sposizion  testuale  e  siorievole.  Puf,  lo- 
oanxi  eh'  io  venga  all'  esposizion  testuale 
e  alle  sue  allegorie  ,  ovvero  moralìU.  K 
Infx.  2.  Ma  sarebbe  qui  un  dubbio  testuale . 
E  Purg.  16.  I-  Qui  si  può  muovere  uoo 
dubbio  teslu.ib'.  E  20.  2.  Ora  è  da  vede- 
re  lo  testo   colla   esposizion   trslualc. 

#  TESTUDINE.  Lo  stesio  che  Testug- 
gine. Sannaz.  Arcad.  pros,  O.  Ponendoli 
sovra  la  lìngua  uno  occhio  <1i  Indiana  le- 
studine  ni-lla  quintadecima  luna.  (') 

K'  §.  I.  Per  una  Sorta  di  tumore  eh» 
nasce  per  lo  più  nella  trstn.  Lat.  tetta, 
'testudo.  Gr.  xc>vv>].  Cr.  9.  12  I.  Di 
tulle  le  superfluità  della  carne  ,  le  quali 
nascono  intra  1  «uoio  e  la  carne,  che  vul- 
gai mente  si  Lbiaman  gangole,  Icstudioi ,  o 
scrofole,  dico  ce.  j*} 

tf  §.  II.  Testudine,  per  (Jn  antica  or- 
dinanza di  soldati  che  si  nst-pavano  ìa> 
sieme  coprendosi  cogli  scudi .  Lai.  testu- 
do. Cr.  cvvrtisntapòi.  Serd.  Stor.  |.  SO- 
Falla  una  levtudiue,  o  paKesata,  sì  ruo- 
pTooo  di  maniera  tutti  sullo  lo  scudo,  che 
non  vi  resta  .druno  luogo  di  ferirgli.  (F) 

•f  P  §.  Ili  Te  studine  .  T>rm.  dell' 
anti,a  milisia.  ^facchtna  di  Ugno,  posta 
sulle  ruote,  dalla  ifuale  f  ariete,  a  modo 
del  capo  delle  testuggini,  ora  traeva  fuori 
il  capo t  ora  lo  ritirai  a  per  uscir  fuori  dt 
nuo%'o,  e  fare  imfteto  contro  le  mura  at' 
.tediate  per  fare  la  breccia  .  Tac.  Dav. 
Ann.  i3.  174.  Fece  dell' esercito  quattro 
parti  :  una  ^otlo  U  testudìni  a  tappai  U 
trincva,  ce-  (*) 


T  E  S 

*  S-  IV.  TestmUne,  o  Talpa.  Term.  dei 
3faniscalchi .  InJ'erntHà  del  cavallo  ,  così 
detta  percfit  prodotta  dn  un  tumore  ,  il 
quale  scava  e  produce  molte  stniiosilà  dal 
principio  della  Jr onte  sino  alla  cervice  del 
cavallo.  (A) 

*  TESTUDO.  Voce  della  Poesia,  tolta 
dai  Lat.  tesludu.  Testuggine.  Morg.  26. 
7^.  Egli  aveva  una  scoglia  ili  testudo  Que* 
sto  ghiottone  adattala  a  suo  modo,  E  porta 
queUa  al  petto  per  iscudo.  f.l/; 

•f  TESTUGGINE  .  Jiumal  terrestre 
ed  acquatico ,  che  ha  quattro  piedi  ,  e 
cammina  lentamente  ,  ed  è  tutto  coperto 
d*  una  durissima  scaglia  o  coccia,  da  al- 
cuni detto  Tartaruga ,  ed  anche  JJotta 
scudellaia  .  Lai.  testudo  .  Gr.  yzXcuvr)  . 
Sen.  Pist.  La  testuggine  ,  quando  eli'  è 
supina,  non  seule  niun  doloie.  Tes.  J'ov. 
J^,  S.  cap.  \.  Lo  sangue  della  testuggine 
terrena  unto  genera  capelli.  Tes.  I>r,  8. 
l/|.  D'un  uomo  pigio  Ìo  diiò:  questo  è 
una  testuggine.  Jlarn.  Colt.  5.  137.  Chi 
porta  intorno  La  tesluggin  palustre  al  riel 
&upioa.  Jmbr.  Cof.  1\.  l'ò.  Ma  questi  sou 
più  tardii  che  testuggini. 

§.  ì.  Per  similtt.  vale  la  tolta,  0  'l 
Cielo  della  stanza.  Lat.  testudo ,  forni x^ 
camera.  Gr.  So/o^.  Amct .  l\\.  I  luogLi 
atrii  de*  gl'ai!  p^^gi»  con  tonda  testuggine 
di  pietra  coperti. 

••f  §.  II.  h  parimente  per  similU.  si 
dice  un*  antica  ordinanza  di  soldati  che 
si  costipavano  insieme  coprendosi  cogli 
scudi .  Lat.  testudo  .  Tac.  I-av.  Star.  3. 
30Q.  Allora  messesi  le  larghe  in  rapo  , 
(alto  serrata  testuggine  ,  vanno  sotto  le 
mura  .  A"  appresso  :  Vedendo  i  Vitelliaoi 
non  poter  reggere  a  tanta  serra  ,  e  fuori 
della  testuggine  ciò  che  di  sopra  picnibava 
aballare,  diedono  al  nianganone  la  piala  . 

*  g.  III.  Tfstupgine  .  Macchina  mili- 
tare .  /.  TEST  UDÌ  M;  ,  g.  IH.  Iceez. 
rag.  l5y.  (  l'ir.  l8l5  )  Il  gallo  è  detto 
per  lettera  testuggine,  a  similitudine  del- 
la verace  testuggine  ,  peicliè  secondocbè 
quella  or  mette  fuori  il  capo,  ur  lo  ritrae 
dentro  ,  cosi  il  di6ciu  ec.  Ar.  Fur.  ^O. 
18.  Coperti  da  testuggini  e  da  galli.  Con 
arieti  e  lor  altri  inslrumenti,  A  forar  toni, 
e  porte  rompere  alti  ,  Tosto  sì  fero  alla 
citta  vicini;  >è  trovaro  sprovvisti  i  Sara- 
cini.  (I^i) 

*f  §■  *^-  Testuggine ,  T^rm.  astrolo- 
gico, riome  di  costellazione  dell'  emis/tro 
settentrionale.  Lat.  h  ra,  Jìdicula,  vultur 
cadens  .  Gr-  >uìk  ,  yOv^.  Lib.  /^slrol. 
Parleremo  dell'altra  6gura ,  alla  quale  si 
dice  in  Latino  testudo  ,  e  in  Castellano 
galapago ,  e  in  Tioreutino  tesiuggine. 

*  TESTL'GGINO>E.  Jccr.  di  Testug- 
gine. Lai  ingens  testudo.  Pros.  l'ior.  ^. 
3.  126.  Entrando  nella  Zona  calda  in  12 
e  ]5  gradi,  si  cominciano  a  tiovare  certi 
testugginoni  >ljardellali.  (I\Sj 

TESTURA.  Tessitura,  Il  tessuto.  Lai. 
texlum,  textura.  Gr.  ts  uj-kvtuv.  Sr  y/r. 
Tur.  17.  8a.  Il  F^e  di  iiuliilissìma  testura 
La  sopravveste  all'  armi  aggiunse,  ec.  (Mf 

*  §.  I.  K  per  simtht.  i'iut.  Adr.  Op. 
mor.  4-  160.  Se  vegpouo  (le  rondini,  la 
testura  (del  nido  )  aver  nie;ìtieri  di  mate- 
ria piccaliva ,  volando  alla  palude  vici- 
oa  o  al  mare  ,  vi  dtguazzan  dentro  V  alio 
ec.  (C) 

••J-  §.  11.  Testura j  figuratam.  per  Or- 
dine, Pisposizione  delle  parti  dì  qualche 
componimento.  Oal.  Sist.  25l.  Molte  co- 
se sareljlK>no  da  dirsi  e  da  considerarsi 
intorno  alla  testura  di  questo  argomento. 
èiens.  sai.  4"  Quindi  è,  che  il  volgo  chia- 
ma Toxza  e  oscura  Ogni  più  saggia  e  glo- 
riosa penna.  Le  frasi,  i  versi,  ì  ritmi,  e 
la  testura. 

*  TETA>0.  Term.  de'  Medici.  Una 
malattia  gravissima  ,  nella  quale  tutti  o 

Vocabolario   Tom.  il. 


T  E  T 

una  gran  parte  de'  muscoli  si  contraggo- 

no  spasmodicamente,  e  tali  rimangono  per 
lutto  il  tempo  della  maini tia.   ( /] ) 

•"r-  TETRACORDO.  Term.  de^  Musici. 
Strumento  antico  musicale  di  quattro  cor- 
de. (J) 

•f  TETRAFARMACO.  ì'.  C.  Term. 
medico.  I\'omf  generico  neW  antica  medi- 
cina di  nudicameuto  coniposlo  di  quattro 
ingredienti  ,  e  comprende  lattovarii  ,  im- 
piastri ,  unguenti  ,  ec.  Lat.  tetrapharma- 
cum  .  Gr.  TàTf!/ca,;/x«)(t>;  -  J  ib.  Muse. 
Lo  curano  col  tetrafarmaco.  Lib.  cur.  ma- 
lati. A  questo  male  è  molto  giovevole  il 
tetrafarmaco  . 

*;:  TETRAGOMCO.  T.  C  Jdd.  Ap- 
partenente a  tetragono.  Gal.  Camp.  Ceom. 
25.  Sono  queste  linee  letragoniche  così  del- 
le dal  loro  uso  principale,  the  è  di  qua- 
drare tutte  le  super6cie  regolari-  P'  Di/, 
l'apn  2o5.  l'a.vsa  nei  due  capitoli  ec.  alli 
usi  della  linea  quadratrice  ,  detta  da  me 
tetragonica.   (f'j 

TETRAGONO.  /'.  G.  Add.  Bettan- 
golo  equilatero  quadrato.  Lat.  quadratum, 
Gr.  rETpa'ywvov. 

2-  1.  Talora  si  prende  per  Piguj'a  so- 
lida cubica,  usata  per  simbolo  di  Jortez- 
za  d'animo,  (ostanza  ,  so^erenza  ,  e  si- 
mili j  e  in  questo  signijic.  e  usato  anche 
in  J orza  di  add.  Dant.  Par.  17.  Avvc- 
gnacir  io  mi  senta  Ben  tetragono  ai  colpi 
di  ventura.  Tac.  Pav.  òtor.  4-  33l.  Per 
governare  la  repubblica  ben  tetragono  a" 
colpi  di  ventura  (il  testo  lat.  ha:  firmior 
adversus  fortuita).  £  Oraz.  Cos.  /.  iS'J. 
Oh  animo  forte,  e  tetragono  a' colpi  delia 
fortuna,  e  del  mondo! 

^  §.  II.  Presso  gli  Astronomi  ,  vale 
Unione  di  qualità  pianeti  esistenti  a  un 
tempo  istesso  in  una  delle  mansioni  cele- 
sti. Serd.  Calcoli.  Marz.  3;4'  *il»  sguar- 
di o  aspetti  de*  jiianeli  adunque  sono  quat- 
tro a  uoveio;  il  liigono,  1'  esagono,  il  te- 
tragono, e  l'opi'oslo.  (C> 

'\'  TETRAoliAM.MATO.  ì'.  G.  Qua- 
drilillero.  ÌSome  composto  di  quattro  let- 
terej  e  si  dice  spezialmente  dell'  ineJJ'iJnle 
nome  di  Pio.  Lat.  letragrammaton  .  Gr. 
TET/rayra'jut^aTOv.  Salvia.  Disc.  2.  525. 
Le  sette  vocali  de' Greci  talora  v' intaglia- 
vano variamente  rimescolate  ,  che  allude- 
vano al  nome  ineffabile  lelragramniato  , 
ovvero  di  quattro  lettere  presso  gli  Ebrei. 
7i  Pros.    Tose.   i.   jGi-   Testimonio  ne  sia 

10  stesso  nome  di  Giove,  che  dall'ineffa- 
bile tctragramniato  lehova  si  vede  esser 
formato.  {*) 

■'.■  TLTr.AlT.  Quella  pianticella  che  an- 
che dicesi  Prba  giudaica.    Cr.  6-    124-  I- 

11  tetrail,  cioè  1'  eiba  giudaica,  è  calda  e 
secca  nel  terzo  grado.  (*) 

*t  -^  lETRAMETHO.  .Vorrà  di  verso 
che  consta  di  quattro  piedi.  Lat.  telrame- 
ter.  Cr.ztzpo^iJirpo:.  Car.  Reti.  Arisi. 
221.  Come  si  vede  per  li  %orsi  tetrametri  , 
r  andar  de'  quali  ,  perciocché  son  falli  di 
trochei,  è  cumc  a  sdruccioli.  (C)  Salvia. 
Disc.  2.  38^.  Della  quale  non  hanno  e- 
sempio  i  Greci ,  i  quali  ec.  o  il  tetrame- 
tro usarono  ,  ovvero  trocaico  ottonario  di 
otto  piedi.   ("} 

•f  *  TETRARCA  .  V.  G.  Chi  co- 
manda alla  quarta  parte  del  Pegno  . 
Menz.  sai.  2.  Or  di  qu*sl'  aiti  a  mante- 
ner r  impero  Servissi  il  gran  Tonante;  e 
non  fu  esarca  ,  Kon  fu  tetrarca  ,  ma  ser- 
bollo  intero.  (A) 

•f  TETRAhCATO.  Governo  e  Pomi- 
nio  del  Tetrarca.  Scgner.  Fred.  Pai.  /ip. 
1-  l3.  Osservassero  tulle  le  circostanze  di 
luogo,  di  tempo,  di  teliarcali  ec.  che  se- 
condo i  delti  profetici  dovevano  concorrere 
alla  venula  di  lui.  (TC) 

*  TETRARCHIA.  Governo  del  regno, 
diviso  in  quattro  parti.  Cuarin.  (A) 


T  E  T 


i52y 


•f  *•  TETRASTICO.  Poesia  di  quat- 
tro versi.  Salvia.  Pier.  Buon.  3.  4-  2.  È 
da  notare  il  bel  lelr.istico  lat.  al  giuoco  del 
maglio  nella  città  di  Malta  ,  dove  sono  e- 
sortati  i  cavalieri  a  questo  nobil  giuoco  . 
Magai.  Leti.  Citarvi  la  chiusa  del  vostro 
galantissimo  lelraslico.  (A) 

*  TETRICITA'  .  Stato  e  Qualità  di 
ciò  che  è  tetro.  Segner.  Miser.  Tal  giu- 
stizia non  voleva  insegnare  egli  come  fan- 
no alcuni,  con  tedio,  con  lelricità ,  con 
isvogliataf^gine.  (Aj 

t  TETRO.  Add.  Che  ha  poco  lume. 
Oscuro.  Lat.  obscurus  ,  ater  ,  teter.  Gr. 
cxoTCtva;  .  Dant.  in[.  7.  Così  tornavan 
per  lo  cerchio  tetro.  P,  Par.  2.  Or  dirai 
tu  eh'  el  si  dimostra  tetro  Quivi  lo  rag- 
gio. Petr.  cap.  4-  Rimirando,  er'  Ìo  fatto 
al  Sol  di  neve,  Tanti  spirli  e  sì  chiari  in 
career  tetro. 

f  g.  I.  Per  Di  colore  tendente  al  nero. 
Alam.  Gir.  5.  l45.  Si  ligiace  Girone,  e 
poi  sospira,  Per  la  bocca  versando  sangue 
tetro . 

'•■  §.  H.  Per  Spaventoso,  Orribile ,  Mi- 
serando. Ang.  mei.  1.  86.  Che  dovea  fare 
in  voi  vista  si  tetra,  Se  or  da  chi  non  la 
vide,  il  pianto  impetra?,  2?j 

K'  g.  HI.  P  me  taf.  dello  del  puzzo  . 
Car,  En.  3.  383.  Con  dire  voci  e  spa- 
ventoso rombo  Ne  si  fan  sopra  le  bramo- 
se Arpie,  E  con  gli  uili  e  con  1'  ali  e  con 
gli  uguooi,  Col  tetro,  osceno,  abbomine- 
vol  [juzzo  IVe  sgominar  le  mense  ,  ne  ra- 
pirò ec.  P  6.  2QI.  Giunser  dove  d'Aver- 
no  era  la  bocca,  E  il  tetro  alito  suo  schi- 
vando ,  in  alto  Ratte  1'  ali  spiegaro  .  (M) 
Pucell.  Ap.  236.  Ma  non  voglion  senlir 
fiato  che  s|ùri  D'  impudico  vapor  ,  ne  d* 
odor  tetro  D'agli,  porri,  scalogni,  o  d'al- 
tro agrume.  (V) 

TETTA  .  Pronunzialo  colP  E  chiusa  . 
Poppa  ,  Mammella.  Lai.  mamma  ,  uber. 
Gr.  TiT^O-  Petr.  Uom.  ili.  Traendo  colli 
labbri  il  latte  dalle  tette  della  detta  6era, 
insioo  che  furono  trovati  da  Faustolo  pa- 
store .  Vit  ■  llut.  Cosi,  come  le  tette, 
quando  il  fauciullino  le  mugne.  Dittam.  l. 
17.  Gli  fcr  sentire  il  mei  delle  sue  lette. 

t  TETTARE  .  Poppare.  Lat.  lac  vel 
ubera  sugere .  Gr.  òr,).!/.Cziy  .  OH-  Com. 
Par.  23-  517.  Così  verso  lui  steodeano  le 
braccia,  come  fanno  li  piccioli  lattanti  ver- 
so la  madre,  quando  dimostrao  1'  afiezion 
loro  del  tettare. 

TETTARELLO.  Dim.  di  Tello.  Dut. 
Inf.  \(\  \.  Spingendo  T  uno  l'altro  sotto 
un  tellarello  che  era  sopra  la  porta  del 
palazzo. 

u'  TETTINO.  Voce  dell'  uso.  Dtm.  di 
Tettoj  e  dicesi  propriamente  di  varie  co- 
se che  servono  a  coprir  checchessia  ,  a 
guisa  di  picciol  tetto.  (A) 

t  3  TETTO.  Coperto  delle  fabbriche. 
I\'el  plurale  fa  cosi  Tetti,  come  Tetta,  e 
anticamente  anche  Tettora  .  Lai.  teclum. 
Gr.  a--'-/ri  .  Pocc.  nov.  27.  8.  Vide  una 
giovane  assai  bella  tener  questo  lume  ,  e 
verso  lei  venir  tre  uomini  ,  che  del  tetto 
quivi  eran  discesi  .  Dant.  Purg.  10.  Co- 
me per  sostentar  solaio,  o  telto  Per  men- 
sola talvolta  una  figura  Si  vede  giungerle 
ginocchia  al  petto.  G.  7'.  II.  Q.  2-  Fug- 
gendo le  genti  di  casa  in  casa,  e  di  tello 
in  tetto.  E  li.  ii3.  3.  Cadde  io  Firenze 
e  dintorno  una  gragnuola  grossa  e  spessa, 
che  coperse  le  tettora  .  Poez.  O.  S.  60. 
Se  ella,  volando  in  sull'alto  telto,  Vcdrk 
del  bosco  r  ombra  graziosa,  Avr'a  ogni  esca 
e  cibo  in  vii  dispetto.  *  Salv.  Avveri.  3. 
1.  18.  E  di  quelli  (eterocliti  )  v'  ha  an- 
cora, a' quali  l' una  e  l'altra  forma  è  co- 
mune :  il  tetto  ,  le  tetta  ,  le  tettora  j  il 
tino,  le  fina,  le  ttnora,  e  molti  di  questa 
sorte.  (V) 

*  §.  I.  Dicesi  in  proverò.  :  E  meglio 
193 


i53o 


T   E  T 


cadere,  o  cascare  daUe  finestre  che  dal 
Ulto;  e  ^ale  che  "',/"'  "•"'■''  '"'^ 
eleggere  il  minore  .    V.  FI>ESTRA  .   %■ 

"'g  [['  A  ietto,  vale  All' ultimo  piano 
della  casa,  se,^  altro  palco,  che, lutto. 
Alice-  3n-  A  tello,  e  corta  e  sltelU  era  la 
>lan^.  Belline,  son.  276.  lo  dormo  .0  una 
cameraccia  a  letto  ,  CU'  UD  pcUegrm  non 
Ti  slarclhc  io  dono. 

§    III    Non  credere  da!  letto  ut  su.Ji- 
mratam.  si  due   del  Son    aver  credenza 

delle  cose   soprannaturaU  ;    modo  basso  . 

Capr.   Jìolt.    2.    a6.    Con  tutto    che    «^. 

moslrassopo  di  non  creder  mollo  dal  Ul- 

lo  in  su.  ,      ^      ti 

«  e  IV  Tello  .  dicesi  anche  Quella 
lastra,'o  s.mile ,  sulla  quale  U  hallUore 
percuote  la  palla  affine  di  mandarla  ali 
avversario,  llaldin.  lice.  Vorre  Aero  >p.- 
aacre  la  palla  tanlo  in  su ,  che  ella  pa»as- 
Tc  questa  panca,  che  i:  qui  poco  dopo  -1 
paliouolaiu,  o  Ulto,  che  dir  vogUamo.  Il) 

8  V.  rialzar  la  palla  snlV  altrui  Ul- 
to, maniera  provcrb.  larch.LrcolSo. 
Alcun.,  quando  vogliono  «Bn.ficarc  che  m 
.ia  detto  male  d'.-.lcuno,  sogliono  dire, 
e' s- è  letto  in  sul  suo  l.hro;  o  la  palla  e 
haliata  in  sul  suo  tetto.  Cant.  Cam.  Olt. 
26.  Come  vegRion  venire  o  passar  uno  , 
I,a  halia  in  sul  suo  tetto. 

*§.  VI.  Tetto,  pguralam.  vale  anche 
Albergo,  Casa,  u  Jmm.  Ani.  2.  «>•  "• 
Or  ragRuarda  questa  moltiludme,  alla  quale 
..ppenfhastanoletettora  di  """- ••■/'''■';■ 
tiri  3.  I.  68.  Ui  bianchi  torchi,  al  lue 
do  splendore  Poi  s'  andare  a   P°"'    "j^Sl' 

ampli  tetti  .  (C,  Ar.  Tur.  12.  9-.  »"''  ° 
>monla,  e  fulminando  passa  nove  pm  dentro 

,1  ),el  tetto  si  alloggia.  Segaer.  Fred.  ^.  i- 
Ver  la  fame  non  lasciò  Kutl.  ancor  ella  . 
letti  paterni ,  e  non  andossene  più  d  una 
volta  pe-  campi ,  povera  vedovella  a  rac- 
<  or  le  spiche  7  (l!r) 

*  «  VII  Torre  il  tetto  ,  modo  pro- 
verò per  Terminare  afalto.  Impcrf.Anal. 
M.  Ma  s-  ha  egli  a  credere  che  gì  mge- 
cni  degli  uomini  s.eno  tanto  in  dcclina- 
z^ione.eh-e-sisiaposto  il  '"'^lo  •  "T^ 
volgarmente  si  dice,  allo  scoprimento  della 
verità,  e  di  nuove  sciente?  ^r; 

*  S  Vili.  Tetto  morto.  Term.  degli 
irchitetli.  Quella  copertura  della  fabbri- 
ca .  .lopra  la  quale  i:  fabbricato  un  ter- 
razzo  .<copcrto.  Fas.,i  questa  per  riguar- 
do dell-  acqua  piovana,  la  quale  cadendo 
sopra  il  terrazzo,  se  per  fortuna  pene- 
trasse il  di  lui  pavimento,  non  vada  per 
r  attiv  stanze  sottoposte  ,  ma  esca  nella 
strada  per  me-M  del  tetto  morto  .  Hat- 
dm.   Voc.    Dis.  iBt 

TETTOIA.     Tello  fatto    l«    luogo    a- 

''"tettola.  Dim.  di   Tetta;  Mamniel- 
hnn.  Lai.  mamilla.  Gr.  Tiràiov. 

*8  1  l- per  Tetta  asiolutamente.t  rane. 
Ilarh  lìegg.  dona.  3n.  Disscm.  una  mac- 
ella donna,  che  quando  ella  il  dovea  aver 
maschio,  uvea  l.uon  colore  nel  viso  e 
chiaro  .angue  per  lutto  ,  e  la  tettola  de- 
stra più  dura  e  |iii  grossa.    <<^> 

K  II.  Per  .■.imilil.  Bargiglione,  nel  signi- 
fi,  del  S  Lai.  verruciila.  Cr.  9.  76.  2.  Colui 
che  vuole  ordinare  e  far  greggia  delle  ca- 
„rc  ,  conviene  nel  suo  eleggere  consideri 
prima  l'eladi  ce.  Nella  lor  forma  si  dee  gu..r- 
dare  ce.  che  al.l.iano  sotto  '1  minto  due 
leltole  pendenti  ,  perclii;  queste  colali  sono 
i.iii  fondi  e  fiutluoic. 

•+  TETTUCCIO.  Dim.  di  letto;  I  ic- 
roh  letto  Sen.  Trov.  La  piova  o  con 
fronde  o  con  tclturcio  difcnd.ino  (  il  le- 
sto lai.  ha  culmus  )  .Vi'.'  Oraj.ch^a. 
2  E  quivi  inerpicando  »u  per  quello  Me- 
larancio ,  salire  in  sul  tettuccio  Della  «o- 
vlra  anticamera. 


TEL' 

•t  *  TEURGI'A.  Stregheria.  Magia  j  e 
ndoprasi  anche  a  buon  fine.  S.  ^gost.  L. 
lì  10.  8.  Gli  altri,  li  quali  deputano  alla 
teurgia,  vogliono  esser  leouli  buoni  e  lau- 
dabili, conciossiacosaché  ec.  (A) 

tf  TEDliGICA.  Sust.    Lo    stesso  che 
Teurgia  .   S.    Agost.     C.    D.    IO.   9     ^"^  , 
polc  negare    che    essa  teurgica ,  la  quale 
commenda    come    congiungitrice    con    gli 
Angeli  e  con  Dio,  s"  aopera  ec.  I^A) 

:°  TEURGICO.  Susi.  Lo  stesso  die 
Teurgo.  S.  Agosl.  C.  D.  »0-  ^^  Duse 
cerio  altri  Angeli  essere  quelli  che,  discen- 
dendo, agli  uomini  teurgici  qua  giù  aunun- 
liano  le  cose  divine  ,  ec.  I^S) 

*  TEURGICO.  Add.  Attenente  a  leur- 
gia.  o  Teurgica.  S.  Agost.  C.l>.  IO  9- 
Per  questo  si  può  intender  quali  dica  che 
siano  le  visioni  fatte  con  le  teurgiche  con- 
secrazioni,  ec.  (IVS) 

if  TEURGO.  Sust.  Colui  che  adopera 
la  teurgia .  S.  Agosl.  C.  D.  10.  10.  Se 
nondimeno  al  buono  teurgo  mancarono  e 
sacre  ,  per  le  quali  purgasse  prima  quel- 
li Dii,  che  invocava  purgatori  dell  anima, 
ce.  (SS) 


TI.  Particella  che  serve  per  esprimere 
il  terzo .  o    il  quarto    caso    del   pronome 
TU,  e  s'alliioga  davanti  al  verlio,  o  s  af- 
fige  ad  eiso  .  siccome  MI  ,   SI  ,  CI  ,    VI. 
Bocc.  nov.  42.     IO.    Goslania,  10  li  me- 
nerò in  casa    d"  una  honUsima  donna  sa- 
racina.   li  nov.  43.  12.  Ma  lulUvia  U  vo- 
gliam  ricordare,  che  per  queste  contraile 
ec.   vanno  di  male  brigale    assai  .   h  nov. 
77.   38.   Ed  étti  grave  il  costassù    ignu.la 
dimorare  .    li  num.    52.   Insegnamegh  ,  e 
io  andero    per    essi ,  e  farolU  di  costassù 
scendere.  Pant.    Par.  2.  Fa  che  dopo    1 
dosso  Ti  slea  un  lume  che  i  tre  specchi 
accenda.  Petr.  son.    12.   Da  lei  U  vico   1 
amoroso  pensiero.  Che,  mentre  il  segui, 
al  sommo    Ben  t"  invia       Tit-   Si.    lad- 
1.   l5.  Oggimai  non  li  temo,  h  iS.  Che 
vuoi  tu  ,  Antonio  mio ,  che  io  ti  taccia! 

§.  1.  Talvolta  ha  forza  di  faie  ,1  ver- 
bo di  signific.  neutr.  pass.  Bocc.  nov.  1». 
16  Se  tu  "ti  contenti  di  lasciare  appresso 
di  me  questa  tua  figUolella  ec,  io  la  pren- 
derò volentieri. 

S  II.  Talora  è  particella  riempitiva  . 
po.,tn  per  vaghezza  .  e  per  proprietà  ,li 
linguaggio.  Bocc.  nov.  21.  U.  lo  non  so, 
se  tu  t'  hai  posto  menle  ,  come  nei  sia- 
mo tenute  strette.  li  nov.  43.  11.  Che  tu 
con  noi  li  rimanga  per  questa  sera ,  n    e 

caro.  »/    CI 

g    III.  Ti,  SI  pr  pone  alle  particelle  si, 
CI  ,  e  si  pospone    a    MI  ,   SI  .    VI  ;  come 
pure  si  positene  alle  parlicelle  IL  .  LO , 
LI.  GLI,  LA,  LE.    noce.  nov.   ab.   I». 
lo  non  so  a  che  io  mi  tengo  che  10  non 
ti  ficco  le  mani  negli  occhi,  e  Iraggogliti. 
/■;  noi'.    45.    14.    Acciocché  10   per   quesU) 
dono  possa  dire   d"  avere  ritenuto  in   vita 
il  mio  figliuolo,  e  per  quello  averloli  sem- 
pre obblig.it"  .    t:  nov.    6-,.    6.    Abbi    per 
cerio  che  tu  non  ci  tornerai   mai,  inhno 
a  tai.lo    che    io    di    questa  cosa  ee.  te  n 
avrò  fatto  quello  onoro  che  li  si  convie- 
ne .    I:  num.    8.    Dio  .1  li  perdom:  faial 
riporre  .luesla  mia    rocca  ,    che    10    lascio 
qui.    /.  nov.   73.   19.  Mai.  frate,  il  <<'a«"l 
ti  ci  reca;  ogni  gente    ha    già  desinalo 
quando  tu   torni  •  desinare      I:    "ov^    70. 
II.F.irò  itanolle  insieme  con  BuBalmar. 
co  la  •n.anlaiioue  .opra  le  galle,  e  reclK«- 
roUcU  domallina  a  casa.    /;  nov.  77-  M*- 
Se  io  vendicar  mi  volessi,  riguardando  a 
che  partito  tu  ponesti  1'  anima  ima.  la  tua 
vita  non   mi   b..,lcrebbe  l..gllcndolali  ,  ne 
cento    altre  alla    tua    siniiglianti  .   h  nov. 
80.   l.'l    S.iUh»illo    mio    dolce ,    10    mi   li 


T    1 

raccomando  .  E  nov.  gS.  8.  Niono  é  in 
questa  contrada ,  che  megho  di  me  cote- 
sto ti  sappia  mo.trarc,  e  perciò  ,  quando 
li  piaccia,  io  vi  ti  menerò. 

*  TIALISMO  .   io  stesso   che   lltli- 

smo.  (Bl  .  , 

•+  *  TIARA.  Sorta  di  ornameMlo  aei 
capo  sacerdotale  e  reale  presso  gli  «"lli- 
clu  Cernili.  Car.  T.n.  7  36? .  ««"0  re- 
gno  in  test»  ,  Quando  era  in  soglio  ,  .1 
gran  Priamo  avea:  Questo  e  lo  sceltro, 
quesU  è  la  tiara ,  Sacro  suo  portamen- 
to. I.l)  Salvia,  hneid.  I,b.  7.  Questo  por- 
lava  Priamo  allor  quando  Ragion  teneva  a 
popoli  chiamali:  Scellra  e  tiara.  (F) 

t  *  S  O'gi  si  dice  di  Queir  ornamento 
a  Ire  coroni  che  m  certe  cerimonk  porta 
in  caiio  il  Sommo  fonufice  Domano  in 
segno  della  sua  dignità  .  Uenz.  nm.  I. 
l3-  E  d"  olivo  di  pa.e  Torno  non  men 
che  di  Uara  avvinto  II  Vicario  di  Cristo 
Sold.  sai.  7.  eh-  io  temo  eh  .Ha  debba 
ancora  Un  g»rno  gareggiar  eoo  la_  nani 
Che    porla   quel   che    m    VaUcan  .   •*>- 

ra.  (SS}  ,     -, 

^  *  TIBIA,  r.  L.  Lo  slesso  cU  Stin- 
co'. Bell,n.  Vi.,c.  I.  i65.  Sotto  A  ginoc- 
rbio  quel  due  ossi ,  che  seguono  in  eop- 
pia ec.  sono  gli  ossi  delle  gambe ,  ed  d 
piii  grosso  si  chiama  sUnco  o  ubia,  il  più 
solide   fibula.  (^J 

s.  *  g.  Tibia  .  e  anche  uno  Strumen- 
to 'da  fiato  ,  usalo  nelle  antiche  commedie, 
ferie  lo  stesso  che  Plauto.  Car.  leti.  2.  l32 
Con  assai  bella  graiia  porta  in  ciascuna  ma- 
no una  tibia,  o  un  flauto  che  voghamo  dire. 
/■  Ko  /.  8.  i-  I03(>.  Quinci  de  SaUi  ec. 
scolpito  Vavea  le  tresche  e  i  cantici  e  1 
irii-udii ,  Ed  essi  tutti  o  coi  lor  hocchi  in 
testa,  O  con  gli  ancdi,  o  con  le  lib.e  in  ma- 
no. lAj  Plut.  Adr.  t)p.  mor.  1.  3.  Uannc 
i  musici,  oltre  1' altic  una  maniera  di  so- 
nare  la  Ubia,  che  nominano  Ippothons  , 
usata  da  essi  per  risvegliare  1  appeUlo  di 
Venere  ne' cavalli-   iC) 

*  TIBIALE.    Term.  degli  Anatomici 
Aggiunto  dato  a  due  muscoli  della  favi- 

ha.  (A)  .  „ 

*  TIBIABE.   BatUrr  il  grano  colle  ca- 
valle. Trebbiare.  Serd.  Prov.  (A) 

TIBUBTISO.e  TEBEBTINO.  Pttl'a 
viva,  di  bianchezza  simile  al  marmo,  ma 
spugnosa  ,  che  oggi  più  comunemente  si 
dice  Travertino  .  Lai.  lap>s  tiburtmus  . 
Tes  Br.  3.  6.  La  calcina  sia  di  pietre 
bianche  e  dure  ,  o  rosse  .  o  tiburliD.  ,  o 
pungenti  .  o  almeno  canute  .  o  aUa  hne 
nere,  che  sono  peggiori.  Cr.  l.  »'■  "l- 
Quanto  alla  calcina  ,  dico  che  si  dehhe 
fare  di  duro  sasso ,  e  oianco  Uburtino ,  o 
colombino  d.  fiume .  Pallad.  ctp.  IO.  L. 
calcina  farai  di  sasso  bianco  duro,  ovvero 
di  teliertino.  , 

TICCHIO.  Capriccio,  Ghinbau.  fo- 
ce bassa  .  Malm.  9.  56.  Al  fin  gli  tocca 
il  ticchio  Di  lor  del  sale,  e  ve  te  spolve- 

riaaa .  .,    ,        \t 

•f  TIELISMO.  Term  de  hledic  Ma- 
lattia, per  la  ,,i,ale  la  .oliva  si  separa  ,n 
maggior  quantità  di  quella  che  si  suol  sepa- 
rare naturalmente.  Lai.  pi}  altsmus,  pi}  e- 
lismus  .  Cr.  TtTi/fxiiou«  .  Trj€ii»).«i 
l.ib.  cur.  malati.  Si  lamentano  d  un  Ur- 
liinio  salato  e  amaro  .  Prati,  srfr.  cos 
dona  Nel  tempo  de' fiori  son  sorprese  dal 
tlelismo  .  . 

TIE.NTAMMENTE.  Susi.  I  oce  busa, 
che  .<i  i..<n  l'I  ischeiia  per  dinotar  Colpo 
che  altrui  s,  dia,  quasi  ad  oggetto  ,r  in- 
durlo a  tenere  a  mente  chnchessia  .  Al- 
lec.  ,im.  12  11  grillo  per  paura  Si  chela, 
e  '1  componente  .  Forse  per  non  toccar, 
un   ticntammenle  .  ec. 

TIKPIDAMENTE.  i<.''»^-    l«"   "'f^' 

Xi-  Per  melaf.  .  alt  Pigramente,  PrfI- 


T  I  E 


T  I  E 


T   1  G 


i53i 


rfamwft  L..I.  pigre  .  Gr.  oVvwv  .  Ecce. 
>ioi-  23.  17.  Assai  lic'piilamciitc  negava  ,  se 
aver  mandata  la  borsa.  Ou.  Con,.  Purg. 
17.  3o6.  O  per  poco  ,  0  ticpuiamenle  a- 
marla . 

TIEPIDARE.  Ditenir  tiepido.  Lai.  m- 
leiKscen:  Or.  xltaivs'&a'-  Socler.  Coli. 
Jl5.  Si  schiuma  in  bollendo  con  diligen- 
ti ,  e  scemalo  il  quinto  ,  si  pouc  a  Uepi- 

"«TIEPIDETTO  ,  e  TEPIDETTO  . 
Vint.  di  Tiepido,  e  Tepido.  SaUin.  Upp- 
Cacc.  Ed  e  bagnala  sotto  alle  niaromelle 
Di  caldo  sangue  e  liopidctto  latte.  (/)) 

TIEPIDKZZA  ,  e  TEPIDEZZA  J- 
slrntto  di  Tiepido.  *  Segncr.  Mann- 
Jgosl.  3l.  I.  Due  ragioni  vi  sono  di 
liopideHa:  L' una  i  nel  passar  che  lan  le 
cose  dal  freddo  al  caldo  ;  1'  altra  e  nel 
tornare  dal  caldo  al  freddo.  (J  J 

t  §  I.  Efsw"'""'-  p"'  P'gr'''"  '  '•' 

Freddezza.  Lai.  pigritic  Gr.  Xxvnt!.;. 
Dant.  Purg.  18.  O  gente,  in  cui  fervore 
acuto  adesso  Ricompie  forse  negligenza  e 
'ndugio  Da  voi  per  tiepidewa  in  ben  far 
messo  .  Lab.  18;.  La  qual  t.ep.de^a  il 
vestimento  ,  che  vermiglio  mi  vedi  ec.  , 
riscalda.  Car.  kit.  2.  II.  Per  voi  mede- 
sima potete  esser  certa  che  ciò  non  può 
venire  da  lepideua   d'  affeiione. 

fi.  n.  Per  Peritanza  ,  Timidità  .  Lai 
timidilas.  Gr.  S-ziUa..  Bocc.  noi'.  98.  49- 
Prima  della  sua  tiepidezza  e  diffidenzia  ri- 
presolo ,  gli  fece  niaravigliosa  festa. 

*  g.  111.  Tiepidezza,  i-ale  anche  Man- 
canza dt  passione  neW  operare  .  i'cgner. 
Mann.  Agosl.  3l.  3.  Percbfe  se  con  la 
tua  tiepidezza  tu  li  disponi  ad  uscir  dal 
seno  di  Dio  qual  maraviglia  sarà  che  Dio 
non  aspetti  che  tu  n'  esca  da  te,  ma  che 
ornai  ti  vomiti.  (C) 

TIEPIDISSIMO  .  Superi,  di  Tiepido  . 
Lai.  tepidissimus.  Gr.  ^iiKfWTKTO;. 

g    Per  metaf.  eale  Lentissimo,  Deho- 
lissimo.    filoe.   3.  225.  Amor  diviene  tie- 
pidissimo ,  come  gli  sguardi  cessano.  Coli. 
SS.  Pad  Dall'  altra  parte,  che  guastassono  ^ 
questo  tiepidissimo  stato. 

TIEPIDITA'  ,  e  TIEPIDITADE  ,  e 
TIEPIDITATE  .  Jstratlo  di  Tiepido  j 
Tiepidezza 

i-  §.  1.  Per  mela/,  ^-ale  Pigrizia,  Len- 
ti zza  .  Lai.  pigrilia  .  Gr.  ?/tJiisii  .  Jn'r. 
Viri.  294.  Ticpiditi  e  una  pigrizia  d'  a- 
nimo,  per  la  quale  1'  uomo  è  neghittoso. 
Cai'<l/f.  Piscipl.  spir.  Cosi  abbiamo  ve- 
duto che  '1  primo  vizio  ec.  si  e  tiepidita, 
la  quale  non  è  altro  che  piccolo  amore 
del  vero  bene.  E  Prutl.  ling.  Questa  Ico- 
tezta  e  tiepidita  comunemente  viene  da  dis- 
>,rdinato  amore  che  questi  tali  pongono 
ne'  6gliuoli.  E  Ned.  cuor.  Questa  negli- 
genza, e  liepidilà  non  ha  buona  scusa. 

f  *  §.  II.  l'ale  anche  Mancanza  di  pas- 
sione   nell' operare  ,    Disappassionatezza 
Segncr.   Mann.   Jgost.  3l.   2.  Che  ti  pen- 
si, che  la  licpidil'a  sia  mai  stato  di  consi 
stenza?  l'inganni  molto,  il } 

TIEPIDO,  e  TEPIDO.  Add.  Che  e  di 
caldezza  temperata.  Tra  caldo  e  freddo 
Lai.  tepidus.  Gr.  Y)ia.p6z.  Bocc.  g-  3./. 
4.  Anzi  non  facendo  il  Sol  gi'a  tiepido  al- 
cuna noia,  a  seguire  i  cavrioli  e  i  coni- 
gli ec.  si  dierono.  Petr.  san.  44'  Easso I 
le  nevi  sicn  tiepide  e  nigre  ce.  ,  Prima 
ch'i' trovi  in  ciò  pace,  né  tregua.  E  son. 
284.  L'  ultimo,  lasso  1  de'  miei  giorni  al 
legri  ec  Cium' era,  e  fatto  '1  cor  lepid. 
neTC.  Cr.  6.  6.  I.  Ogni  stalo  del  cicl  so 
sljcne  r  anice  J,  ma  pii)  del  tiepido  si  ral 
legra 

g.  I.  Per  mela/,  tale  Pigro,  Lento,  Ve- 
bole.  Leggieri.  Lai.  piger,  lelitus.  Lab. 
187.  Pili  tiepido  che  l'usalo  divenuto  . 
seguiva  il  suo  volere.  Pass.  85.  Piasce  da 
li  tiepido  e  difettoso  amore,  che  non  ag- 


"uaglia  la  misura  della  gravezza  del  pec- 
cato .1/.  /'.  H.  '8.  Pur  mosso  dal  gn- 
do,  strinse  la  terra  prima  con  battaglia 
tiepida.  , 

*  g.  II.  Tiepido,  in  termine  di  du'ozione 
dicesi  di  Chi  coltiva  Dio  con  poco/eno- 
re.  Segner.  Mann.  Ag.  3l.  I.  Caldi  r -so- 
no ;  quei  che  abbracciatolo  vi  allendono 
come  i  giusti,  con  gran  fervore  :  Lepidi 
quei  che  vi  attendono  si  ,  ma  rimessa- 
mente. (Ci 

if  TIERA  Accozzamento.  Lai.  ronjor- 
tium.  /■'<■.  Darb.  19.  2.  Sembri  te  non 
.schifar  lor  tiera.  E  S!^.  1.  Se  tu  armeg- 
cerai,  Bigorderai,  o  correrai  aUeia.  (  (Jitm- 
di  una  lier.  di  pane  s,  dicono  due  fili  di 
pane  congiunti  insieme,  che  si  chiama 
Piccia,  rorrrrc  a  tiera,  signifca^  Corre- 
re in  fila,  con   buon  ordine.)  (J  J 

•t  TI  EOLO.  Strido,  Strillo  j  l'oce  bas- 
sa. I  arch.  Ercol.  61.  Strillare,  il  che  si 
dice  ancora  mettere  urU  o  urla,  stridi,  o 
strida,  strilli  e  tifoli,  ce. 

•f  t-  TIFONE.  Specie  di  temporale 
che  consiste  in  un  vento  vorticoso  che  gira 
con  rapidità  impetuosa  in  tutte  le  direzioni, 
cdi  accompagnalo  soventedagrandinejPro- 
cella.  Lai.  lypho  .  Gr.  TUywv.  Segner. 
Mann.  Ollob'r.  ll\.  I.  Non  v'  e  spavento  pa- 
ra"onabile  a  queUo  de'  naviganti,  1  quali  m 
mexzo  all'Oceano  assaltati  d' ogni  intorno 
da  turbini  e  da  tifoni,  veggono  ec.  E  Jred. 
6  3  Tien  assoìdaU  Dio  tanti  Imhini , 
tanti  flutti  ,  tante  voragini ,  tanU  scogli, 
tanti  mostri,  tanti  tifoni.  (') 

*  TIFOMCO.  Add.  Spetlnnle  a  li/o- 
nc.  Salvia.  Opp.  Pese.  E  lungo  i  lidi  an- 
cor le  rosse  ripe  Rosseggian  dalla  sanie 
de'  tumulti  Tifonici.  (A) 

TIGLIA.  Castagna.  Si  trova  pero  usa- 
la comunemente  nel  numero  del  più,  est 
dice  propriamenic  delle  castagne  colle.  Jn- 
lap:  4.  D'  un  grosso  marlignon   le    calde 

"^TIGLIATA.    Piglia  J  e  si  adopera,  co- 
me la  voce  antecedente,    nel    numero    del 

^'"t  TIGLIO  .  Albero  assai  grande  , 
che  ha  le  /rondi  simili  a  quelle  del  noc- 
ciuolo,  e  produce  frulli  tondi  e  piccoli  , 
ma  non  buoni  a  mangiare,  ed  ,1  suo  le- 
gno è  ottimo  per  gì'  intagli.  LM.  Iilia. 
Gr  o0.u/5«.  lallad.  cap.  38.  Fiori  d  al- 
beri salvatichi  non  s'  osi  di  tenere  loro  a 
vicino  ,  che  sono  notivi,  cioè  cerro,  tiglio, 
lentisco  e  terebinto,  e  simigliami.  Cr.  I. 
II.  6.  L'uno  e  l'altro  salcio,  e  1  tiglio, 
sono  necessarii  alle  sculture  ed  intagli. 
Alam.  Colt.  4.  83.  Uà  vestir  torma  in  se 
per  dotta  mano  D'  onorato  scultor  d  uo- 
mini e  Dei,  Pili  di  tutti  è  richiesto  il  s,-d- 
cio  e  '1  tiglio.  .  , 

*  e  ferro  senta  tiglio,  termine  de 
Magnani,  e  simili,  dicesi  quello  che  e 
Ironcativo  per  tulli  i  versi.  (A) 

TIGLIO.  Si  dicono  Quelle  vcnf,  ovvc- 
.ufila,  che  sono  le  parli  pili  dure  del 
legname,  o  d'altre  materie.  Cani.  Cam. 
loi.  Castagni  e  Echi  esser  sogUon  perlet- 
li,  C'han  dolce  tiglio,  e  ciò  che  vuoi  ne 
fai.  E  458.  Chi  vuol  ben  far  quesf  arte, 
industria  e  'ngegno.  Donne  ,  aver  gli  con- 
viene, E  saper  mollo  bene  II  tiglio  e  1 
verso  conoscer  del  legno,  nav.  Colt.  194- 
11  buono  abeto  vuole  ec.  avere  il  tiglio 
6tto,  dritto,  incerato. 

TIGLIOSO.  Add.  Che  ha  tiglio.  (  r. 
5.  27.  4.  Il  legno  del  sorbo  è  sodo,  e  non 
tiglioso,  ma  agevolmente  frangibile 

§.    Tiglioso,  trattandosi    di    carnaggi, 

■ale  Duro  j    contrario  di    Frollo.    Buon. 

Tane.    I.   1.  Eh,  quando  l'appetito  a  un 

aguzza.  Non  vale   a  dir  che  la    carne    è 

tigliosa. 

J  TIGNA.  Ulcere  sulla  cotenna  del  c.i- 
;>o,  onrfe  esce  viscosa  marcia  ,    cagionala 


da  umore  acre  e  corrosivo.  Lai.  achores. 

Gì.  àxi^fli-  ^""^  ""'■•  ^''  ^'  ^°'d 
grado  ha  chi  tigna  pettina.  Tes.  Pov.  P. 
S.  cap.  3.  Alla  tigna ,  poni  sopra  tutto  il 
capo  elleboro  bianco  con  sugna.  Belline, 
son.  l38.  Avera  mosche  assai  per  la  sua 
tigna.  Se  va  scoprendo  in  quella  valle  il 
capo. 

§.  1.   Per  mela/,  vale  Angoscia,  i\oia. 

Fastidio.  Dant.   In/.   l5.  Se  avessi    avuto 

di  tal  tigna  brama. 

g,   II.     Grattar    la    Ugna,  per    mela/.  , 

vate   Offendere,  Far  male,  per  lo  più  con 

liatlilurc,   o  percosse.   Lai.  offendere,  la- 


uainn"  '  .    "   ^..  ........ -.L"  ' 

dere.  Gr.  ^3;a':^Telv,  ^apjveiv.  Pani.  In/, 
22.  Io  direi  anche;  ma  i' temo  ch'elio 
Non  s'  apparecchi  a  grattarmi  la  tigna. 
Maini.  II.  II.  Che  dovendo  a  Baldon 
grattar  la  tigna. 

g.  III.  Tigna,  in  modo  basso,  si  dice 
di  Persona  avara.  Lai.  sordidus.  Gr. 
puTtoiséi,  nji.ixpoydyoi. 

TIGTSAMICA.   Erba  che  nasce  in  luo- 
ghi sterili,  di  color  bianco  e  di  grave  o- 
dorè,  la  quale  produce /ori  gialli  a  rap- 
pe    Lat.    elichrysiim    angustissimo  folio, 
pataff.  5.  La  tigna  con  lignamica  mi  sbnc- 
chio:    Con.   Morell.   220.  Vedi  grandi  sco- 
perti, adorni  di  oloriBche  erbe  ,  serpUlo , 
sermoUino  ,  lignamica    e   ginepri,    liicett. 
\  Fior    37     '1  vero    I  epitimo  )    si    conosce 
daUe'  fòglie  piccole  del  timo,  le  quali  so- 
no portate  insieme  con    l'epitimo,    come 
SI  portano  ancora  queUe  del  timbra,  e  del- 
la ticnamica. 

e    II     L'er  mela/  si  dice  d'  Uomo  nva- 
ro    Lai.  sordidus.  Gr.  cuTtapo'i,  oyixpo- 

if  TIGNARE.  Intignare.  (C) 
*  TIGNATO.  .4dd.  da  Intignare; 
Roso  dalle  tignole.  Car.  Apol.  19I.  Guar- 
dale poi  che  crusca  'e  questa;  se  vi  scor- 
sele altro  che  gusci  schietti  di  certi  po- 
chi granelli,  e  quesù  marci,  t.gnaU,  e  bu- 

"  TIGNERE,  e  TINGERE.  Dar  colore. 
Colorare,  Far  pigliar  colore j  e  si  usa 
anche  nel  signi/ic.  neuir,  e  neulr.  pass. 
'  Lat.  Ungere,  inficere.  Gr.  ^«"rsiv,  yc«,- 
a«TTciv.  Pani.  /n/.  5.  Noi,  che^tignem- 
mo  il  mondo  di  sanguigno.  E  ;>,•■/-" 
medesma  lingua  pria  mi  morse,  S,  che  m. 
tinse  1'  una  e  l'  altra  guancia  (cioè,  mi 
fece  arrossire).  Pallad.  Apr.  11.  Tignia- 
mo un  poco  le  reni  all'  ape  quando  bee. 
Calai.  71.  La  tenera  eli,  siccome  pura  ,  . 
più  agevolmente  si  tigne  d' ogni  colore 

S.  Per  meta/  Frane.  Sacch.  rim.  48. 
E  chi  cerca  valore,  in  quel  si  tinge.  .-Jm- 
br.  Bern.  L  4.  E  serrarlo  benissimo  A 
chiave  ;  e  s'  egli  scappa  poi,  tignimi,  t 
Cor.  Il  8  S' io  non  me  ne  vaglio,  tigni- 
mi (•>''  '/"""'  *"■'  "'"'P'  '  ""''°  "  """' 
niera  d'  imprecazione  ).  ,       _..        „ 

t?  TIGNOLA.  Lo  slesso  che  Tignito- 
la.  Buon.  Ficr.  4.  5.  6.  Ma  '1  Terenzio 
Restò  in  mano  al  libraio,  che  gh  voleva 
Rimpastar  l' Eunuco,  quasi  affatto  Roso- 
dalle  tignole,  oggi  sporcato,  r^^ 

3  TIGNOSO.  Add.  In/elto  di  Ugna. 
Lat.  achoribus  laborans.  ISov.  ani.  50.  2. 
Pieli'arsi  a'  capelli  ;  lo  passcggiere  gli  puose 
la  mano  in  capo;  quegli  era  lignoso. 
Petr  Froll.  Poich'  agli  uomini  scarsi  So- 
vente innamorarsi  par  gran  cosa  D  una 
vecchia  tignosa. 

*  5  \  In /orza  di  susl.  -Bocc.no. 
5o.   23.  Non  mi  pongo  con  ragazzi,  ne  con 

sia,  che    il    Ognoso  ''et  capello,  dicesiin 
próverb.  nd  accennare  che  se  ne  ha  grnn- 

Lsimo  bisogno.  " '"--f-t  Gualtieri 
ho  masgior  bisogno  di  trovar  Gualtieri 
che  non  ha  il  tignoso    del    capeUo      Car. 


leu.  1     4 


i5.  Avendo  piil  bisogno 


di 


x532 


T  I  G 


T  I   G 


T   I   M 


che  U  tignoso,  come  &i  suul  dire,  del  ca- 
pello ..  .  (C) 

^  g.  HI.  Tignoso,  e  anche  aggiunto  che 
si  dà  a  cosa  per  denotarne  fa  poca  stima 
che  se  ne  fa.  l'urch.  Siioc.  I.  4-  Dun- 
que cento  scuili  tignosi  hanno  ,i  esser  ca- 
gione che  quelli!  povera  fi;;liuola  ce.  ca- 
piti male,  e  che  io  non  ali1)Ìa  ad  oscrc 
mai  più  contento  alla  viUmial   (Cj 

5?  §.  iV.  Per  similit.  Car.  Apol.  199. 
Vi  voglio  adesso  fare  un  poco  di  sapona- 
ta per  la  forfora,  che  v*  avete  di  quc:>ta 
vostra  tignosa  grammatica.  (C) 

§.  V.  In  proverh.  Cavale.  Fritti,  ling. 
Secondo  quel  provcrhìo,  iXic  si  dice  che  la 
madre  pietosa  fa  il  figliuolo  tignoso  (e 
vale,  che  spesso  nuoce  la  soverchia  dol- 
cezza. Lat.  familiaris  dominus  Jatitum 
niitrit  servititi  } . 

'r  §.  V(.  Tignoso  ,  vale  anche  Che  si 
picca  delle  cose,  ed  halle  per  male.  Bern. 
Lett.  IO-  V.  il  tignoso  entrò  in  collera,  e 
cominciò  a  dire  :  Io  me  n*  andrò  j  io  non 
ci  voglio  stare.  (C) 

TIGNOSUZZO  .  Dim.  dì  Tignoso. 
Lih.  San.  \oS.  Miindanii  in  campo  un  po' 
quel  tìgnosuzzo  .  •!*  ì'nrch.  ICiCol.  q6. 
Questi  tali  foramclli  e  lignosuzzi,  che  vo- 
gliono contrapporsi  u  ognuno,  si  chiama- 
no sor  saccenti,  ser  sacciuti,  ce,   (fì) 

TIGNUOLA.  Piccolo  vermicello ,  che 
rode  per  lo  più  i  panni  Inni,  della  ijital 
rosura  si  alimentn,  e  si  forma  la  casa  , 
che  e  un  cannellino  il  quale  si  strascina 
dietro  in  ffiiella  stessa  guisa  ,  che  fanno 
del  loro  guscio  le  chiocciole,  Lat.  tinca  , 
hlalta.  Gr.  cr!^,  ^p-Z-ji^.  Fior.  Viri.  A. 
%T.  Siccome  Ìl  tarlo  ronsumii  il  legno  ,  e 
la  lignuola  il  panno  ,  cioè  le  ve.stimenta  ; 
cosi  consuma  la  'nvidia  il  corpo  dell'  uo- 
mo. Frane.  Sacch.  t)p.  div.  l'orlatemi 
odio,  come  tignuola  a  panno,  Anim.  /ini. 
25.  IO.  2.  Siccome  dalle  vfilinicnla  |.ro - 
celle  tignuola,  cosi  dalla  femmina  la  ini- 
quità dell'uomo.  .S'.  /tgost.  C.  D.  Que- 
ste veste  Sono  senza  lignuola  (cioè,  sen- 
za roditura  di  tignuola). 

§.  Tignuola,  è  anche  un  J'eriniccllo 
rhc  si  nutrisce  nel  grano,  e  lo  vota.  Cr. 
.3.  2.  2.  Culuniella  comanda  che  '1  gl'ano 
non  si  rimeni,  perocché  più  si  mescolano 
le  tignuole,  o  altri  animigli  rhe  l'alihiano 
a  on'cndere.  Coli.  SS.  Pad.  Là  ove  la  rug- 
gine e  la  tignuola  il  rode,  e  là  dove  i  la- 
tlronl  imlìolano.  Maini.  6.  5t),  Come  sareh- 
hc  a  dir  tonrliii  e  tignuole,  Punteruoli,  mo- 
sriiin,  tarli  e  farfalle. 
TIGRA.  ;.  TIGHE. 
TIGRANE.  Acgi'inlo  di  una  spezie  di 
rolomho.  Cr.  Q.  88.  1.  Di  quelli  ( colombi  ) 
che  vi  si  mettono,  migliori  sono  i  sas- 
saiuuli,  e  dop^  quegli  .sono  i  tigrani,  cosi 
rlalla  gente  per  Io  color  delle  penne  chia- 
mali. 

tT(GRE,  cAt"  gli  antichi  dissero  anche 
TIGRA,e  TIGRÒ.  Animai  quadrupede  , 
il  più  feroce,  e  crudele  di  tutti  glt  animali, 
/ti  cui  pelle  è  picchiettata  di  vnrii  colori. 
Lat.  tigris.  Gr.  ti' /pi,',  f.ah.  ri.*».  Le  tigli, 
i  lioni,  i  serpenti  hanno  più  d'umanità  adi- 
rati, che  non  hanno  le  femmine,  /lini.  ani. 
Dani.  ,l/ai(i/i  86.  Siccome  ligra  per  mirar 
.\i  prende.  Ovid.  Pisi.  l!\.  Uarro ,  Iddio 
del  vino,  e  siede  allamirnte  in  sulle  rjrr;i 
menato  dagl' incapolrali  tigri.  T"**,*.  Pr.  .*). 
Ci.  Quando  il  tigro  vedi-  negli  specchi  la 
sua  immagine,  crede  che  egli  sia  il  suo  fi- 
gliuolo. Sannaz.  Arcad.egt.  2.  E  cerco  un 
tigre  umiliar  piangendo.  Pcrn.Orl.  I.  1. 
a6.  Ha  fare  innamurare  un  tigre,  un  sasso. 
Aforg.  27.  74.  Non  fur  tanto  crudel  mai  li- 
pri  ìrcani.  l'ine.  Mnrt.  rim.  32.  Sicché 
ogni  tigre  rcnderelthe  umano. 

•f  «  TI<;UETTO.  ficcoirt  tigre.  Ti- 
grino.  Tigrotto.  Segner.  Incr.  I.  l.'|.  5.  Lu 
tigre,  tanto  cfTernla  oc,    è   nondimeno  si 


smaniante  ancor  ella  de'  suoi  tigretti,   che 
una  volta  fu  veduta  ce.  ^./^^ 

'.'  TIGRI\0.  Tigretto.  Salvia.  Opp. 
Cacc.  Alhirrliè  là  per  le  foreste  i  la- 
tranti tigrini  di  naicosto  dirnhan  cacciato, 
ri.    (A) 

*  TIGRO.  Lo  stesso  che  Tigre,  e 
propriamente  il  Maschio  della  tigre.  Sal- 
viti. Opp.  Cacc.  II  non  vedersi  cosi  facil- 
mente il  tigro,  perchè  fugge  alla  vista  dei 
cacciatori  e  sparisce  ,  la  tigre  si  ha  dato 
luogo  alla  favola,  che  tra  loro  non  ci  siano 
maiihi.  (.4) 

•:•  TIGKOTTO.  Tigretto.  Salvia.  Opp. 
Cacc.  A  corsa  ruggc  (il  tigro)  quando  ve- 
drà i  cacciatori;  e  quella  segue  i  tigrotti, 
e  nel  suo  ruor  dolente  nelle  reti  a<idiril- 
tura  dà.    (A) 

'.'  TIGUItlO.  r.  TUGURIO.  (*) 
TIMBALLO.  /'.  TABALLO. 
•fTIMBKA.eTIMBRO.  Sorta  di  piccola 
erba  odorosa  simile  alla  santoreggia.  Lat. 
thymhra.  Gr.  ^■Jfj.Qpx.  Piteli.  Fior.  3y. 
Quello  .epitimo)  che  comunemente  già  si 
usava  ,  era  I'  cpitimhra  ,  per  nascere  egli 
sopra  la  limhra,  tenuta  già  per  il  lÌm!iro 
(il  Vocahol.  alla  voce  EPl  TIMBKA  legge: 
tenuta  già  per  Ìl  timo).  -?  E  ivi:  Il  vero 
(  epitimo  )  si  conosce  dalle  foglie  piccole 
del  timo,  le  quali  sono  portate  insieme  con 
l'epitimo,  come  ->i  portano  ancora  quelle 
del  timhra,  e  della  lignamica.  (fi) 

*f  •'?  TIMELICA.  Quella  pianta,  dalla 
quale  raccogliesi  quel  celebre  .teme  medi- 
cinale ,  che  chiamasi  tirano  gnidio  .  Pi- 
celi. Fior.  47-  Il  mezrereon  degli  Arahi, 
o  la  timelea  rulla  rameica  (che  ancora  sotto 
il  nome  di  niezzcreon  si  comprende),  sono 
oggi  amendue   conosciute.    (*) 

^  TLMIAMA.  /'.  G.  Profumo.  Lat. 
thymiama.  Gr.  ?u/M'«y.a.  Segner.  Pred. 
34.  l3.  Come  a  Dio  terreno  gli  avea  e 
scannate  vittime,  e  sagrifìcati  timiami.  ÌC 
Crisi,  instr.  3.  3o.  19-  Figuratevi  <  iie  il 
Sole  fo^se  dotato  d'  intendimento  ce.  ,  e 
che  però  mirando  egli  dall'  alto  ce.  ap- 
prestarsi i  turiliili,  accendersi  i  timiami,  li 
fosse  studiato  di  apparire  ec.  Pros.  Fior. 
5.  12(4.  Cosi  si  profana  V  anima  nostra, 
che  e  il  tempio  sagrosanto  dell'  Altissimo, 
e  non  die  il  sacrificarvi  il  timiama  odoroso 
del  cordialissimo  amore,  ec.  (") 

V  TIMICO.  Aggiunto  dato  ad  alcune 
diramazioni  del  tronco  ascendente  della  ve- 
na cava,  le  quali  nutriscono  il  timo.  Pai- 
din,    l'or.    Dis.    (yi) 

TIMIDAMENTE.  Avverh.  Con  timi, 
dita.  Lat.  timide.  Gr.  yofijjSw;  .  Pelr. 
Uom.  ili.  Bene  eh'  elio  fosNC  audacissima, 
con  pochi  e  (imidamcnte  assali  Tihcriada. 
Filoc.  4.  53.  Vedendolo  turlialo  si  mara- 
vigliò, e  timidamente  così  gli  disse.  Car. 
leti.  2.  222.  Non  la  richiederci  cosi  timi- 
damente, rome  fo. 

TIMIDETTl).  Jdd.  Dim.  di  Timido. 
Dani.  Ptirg.  3.  Come  le  pecorelle  escon 
del  chiuso  Ad  una  .  a  due  ,  a  Ire  ,  e  l' 
altre  ìtanno  Timidi-tte,  atterrando  l' nc- 
«liio  e  '1  muso.  Amrt.  23.  Pasronsi  quivi 
limidetle  e  mite  ,  K  servan  lor  grassezza 
di  tal  forma,  Che  non  curan  del  lupo  le 
ferite  .  .-tgn.  Pand.  S^.  Ella  era  puro  da 
prima  timidelta  nel  comandare. 

TlMlUi:7//.A.  Astratto  di  Timido.  Lat. 
limidttas.  Gr.  p^'g^;.  //"/.  Furg.  2.1.  I. 
Iiidure  una  simililiidine  della  sua  volontà 
e  della  limideua.  F  appresso:  Prima  \o- 
Ica  domandare,  uni  Itiiiìdezza  mi  rileuci. 
/■'  altrove  :  Qui  tlimnstra  1'  autore  Ielle- 
ralmrnle  ,  che  I'  ardire  e  la  timidezza  si 
dimostra  nella  fronte  ,  imperocché  lo  le* 
vare  significa  ardire,  e  lu  calare  paura,  e 
cosi  la  vergogna  ,  e  la  sfacciatczia-  Car. 
lelt.  I  176.  Per  una  rcrt*  sua  naturai 
tiniidezij  sì  li^tolvu  piuttosto  a  patire,  che 
mostrarsi  importuno. 


TIMIDISSIMAMENTE.  Superi,  di  Ti' 
midamente . 

TIMIDISSIMO.  Superi,  di  Timido. 
Lat.  timidissimus .  Gr-  ^cSs^suratof - 
Sen.  Ben.  P'arch.  7.  26.  L'audacia  degli 
uomini  timidissimi  ec. 

TIMIDITÀ',  TiMIDITADE,  e  TIMI- 
DITATE.  Timidezza,  Timore.  Lat.  timi' 
ditas  ,  timor.  Gr.  ssSg;  .  ('ire.  Cieli.  6. 
l44-  Troverai  molti  che  chiamano  I*  ira 
fortezza  ec. ,  la  timidità  dtligcnzia.  Dant. 
Conv.  91.  Io  conosco  chiaramente,  che  la 
timidità  ed  il  poco  animo  suo  non  gli  la- 
scia conoscere  il  vero.  F.  l8l-  La  prima 
si  chiama  fortezza,  la  quale  è  arme  e  freno 
a  moderare  1'  audacia  e  la  timidità  nostra 
nelle  cose  che  sono  correzione  della  no- 
stra vita-  Fir.  Disc.  an.  65.  Te  ne  po- 
trai chiarire  da  le  stesso  per  molti  segni, 
come  è  una  insolita  timidità,  un  tremar  di 
voce ,  ec. 

TIMIDO.  Add.  Che  teme  agevolmente 
e  per  poco.  Lat.  tiniidus,  pavtdus,  meti- 
culosiis.  Gr.  ysSìj»?';,  òt>X6it  ct7o)iioi. 
Bocc.  nov.  89.  3.  Ci  ha  fatte  ne'rorpi  di- 
licale  e  tiiorhide,  negli  animi  timide  e  pau- 
rose. Petr.  cap.  3.  Timida,  ardita  vita  de- 
gli amanti. 

g.  I.  Per  Oppresso  da  Umore,  Impau- 
rito .  Bocc.  nov.  17.  II.  Trovò  la  gentil 
giovane  ec.  sotto  il  Lecco  della  proda  del- 
la nave  tutta  timida  star  nascosa.  E  nov. 
43.  II.  Tutto  timido  divenuto,  e  quasi 
non  avendo  pc!o  addosso  ,  che  arricciato 
non  fosse  .  h'  nov.  82.  l3.  La  giovane 
vergognosa  e  timida  ,  siccome  colpevole  , 
non  sapeva  che  si  rispondere.  Amel.  5o. 
Io  non  Usala  di  così  fatte  hoci ,  tìmida  , 
duhitando  di  peggio,  cominciai  a  tremare 
come  il  mohilc  giunco  mosso  dalle  soavi 
aure  .  Dant-  Inf.  17.  Allor  fu'  io  più  ti> 
niido  allo  scoscio,  Pcrocch*  i' vidi  fuochi, 
e  sentii  pianti  .  Ovid.  Pisi.  9.  La  qual 
cosa  poiché  pervenne  a'  miei  timidi  orec- 
chi, il  mio  petto  è  stato  sanza  anima. 

§  II.  Per  Formidabile,  Che  impone 
timore.  Amet.  71.  Tutto  il  cerchio  ripie- 
no di  popolo  possente,  e  timido  a  tutto  il 
mondo  . 

TIMO. Lat.  thymus, lA_imMm.Gr.9u.uo/. 
Cr.  6.  129.  I.  Il  timo  è  un'  erha  molto  o- 
dorifera  ,  il  cui  Gore  è  epìtimo  appellato, 
ed  è  questo   fiore  medicinale,  pcrocch*  egli 


^irtn  di 


purg 


ar  la  malinconia  e  la  flem- 


ma ,  e  pero  vale  conti  o  alla  quartana  . 
e  1'  altre  malinconiche  infermità.  ì'aler. 
Mass.  Il  quale  h  ornato  e  fiorito  dì  fior 
di  timo  .  Iticett.  Fior.  69.  Il  timo ,  se- 
condo Dioscoride  ,  %  pianta  sermentosa  ; 
fa  le  foglie  piccole,  strette  ^  appuntate  ,  • 
folle. 

*  §.  Timo  .  Term.  degli  Anatomici  . 
Corpo  glanduloso,  o  Gianduia  conglome. 
rata  ,  situala  nel  davanti  alla  parte  su- 
periore della  cavità  del  petto  immediata, 
mente  sotto  lo  sterno  .  Cocch.  /.«.  La 
gianduia  limo  spesse  volte  è  sì  scemata  , 
che  si  cerca  in  vano  dai  dissettori  .  tB) 
Imperf.  Anat.  280.  K  una  memhrana  (il 
mediastino  )  che  tramezza  li  polmoni  e  si 
pa«sa  vicino  al  tiniu,  cioì;  alla  gangola  sotto 
il  collo.  (Fi 

TIMOLOGI'A.  V.  A.  Etimologia.  Ut. 
etymologia  ,  vertd  notati».  Gr.  irufioì^^' 
yt'at  .  Fior.  /tal.  D.  Isidoro  nell' oliavo 
hhro  delL   tiniologia. 

t  TI.MONK.  Quel  priso  di  legno  /un. 
go  e  mobile  fìssalo  nella  ruota  di  poppa 
di  una  nave,  che  scrive  a  guidarla  e  reg. 
perla.  Lai.  guf»ernactilum  ,  clavus  navis. 
Gr.  :ti;^xAiov  .  Frane.  Sacch.  Op.  div. 
91.  Timone  e  quello  che  serve,  sicché  la 
nave  non  percuota,  nb  vada  in  luogo  pc- 
riculoio.  /tocr.  nov.  l^2.  5.  Fece  vela  ,  e 
giltò  via  i  remi  e  il  timone.  F  ì'it.  Dant. 
220.  Alle  quali  cose  qual  fine  scrhi  il  giù* 


T  I  M 


T   l   M 


T  I  M 


i533 


dici©  (1*  IdJio,  coloro  il  vi'ggiono,  the  il 
timune  governano  di  questa  nave-  Inatti. 
Pitrg.  3o.  Quat  timoa  gira  per  venire  a 
porto  . 

§.  I.  Timone  ,  si  dice  anche  Quel  /c- 
gno  del  carro ,  o  simili ,  al  quale  x*  ap- 
piccati  le  t>estie  che  l'hanno  a  tirare. 
Lai.  temo.  Gr.  pyjj.ói  .  Cr.  3.  7.  8.  Dal 
dosso  di  quel  medesimo  carro  due  Itrcvis- 
simi  limoDÌ  si  fìcrhiuo.  litit.  Purg.  3a.  i. 
Lo  limone  di  questo  cario  è  la  croce  di 
Cristo,  la  quale  egli  portò  net  suo  corpo; 
sicché  Lene  figura  1'  autore  ,  che  egli  ti- 
rasse col  suo  collo  lo  limone.  E  appres' 
so  :  E  così  tirò  lo  timone,  che  lira  tutto 
lo  carro  . 

§.  II.  Timone,  per  meta/.,  vale  Gui- 
da .  jélam.  Gir,  8.  54-  ^forir  vogP  io  , 
poiché  perduto  ho  quella  Che  fu  del  vi- 
ver mio  timoue  e  stella. 

t  *  TIMONEGGIARE  Hegolare,  Con- 
dur  Ipene  il  timoncj  e  Jìguratani .  Gover- 
nare  .  Scgr.  fior.  Disc.  lìi/orm.  3z5.  E 
sono  c«rto  che  in  poco  tempo,  mediante 
1' autorità  di  Vostra  Sanlilà,  che  timoneg- 
gerebbe lutto,  che  questo  stalo  presente 
si  converlirehbe  in  modo  in  quello,  e  quello 
in  questo,  che  diventerebbe  una  medesima 
cosa  .  (Min) 

t  TIMOMERE,  e  TIMOMEP.O.  Co- 
lui che  governa  il  timone.  Lat.  gubernn- 
tor.  Gr.  xuSsjv»;?*;'--  .  Mcnz.  sat.  E  die 
di  cavalier  1*  insegna  A  uu  mascalzone,  a 
UQ  tìmoQier  di  barca.  ^  />' art.  /ts.  pari.  j. 
lib.  1.  g.  V.  Postosi  egli  medesimo  al  go- 
verno delle  navi ,  fece  il  timoniero  ed  il 
piloto.  (Pj 

TIMONISTA.  Quegli  che  governa  nel- 
la nave  il  timoue  .  Lat.  gubemator  .  Gr. 
KìjQetwr,TAC.  Morg.  28-  26.  Ch' e' mi  bi- 
sogna scambiar  timonista. 

TIMORATO.  Jdd.  Di  buona  coscien- 
zOy  Che  ienie  iddio.  Lat.  timoratus,  pius, 
religiosus  .  Cr.  euseS/;';  .  Lih.  Op.  dtv. 
Uomini  timorati  e  giusti  seppellirono  Stc- 
lano,  e  l'cciono  grande  pianto.  Fr.  lac.  T. 
2.  3i.  ^2.  Colui  che  è  timorato  ,  Dio  '1 
guarda  dal  peccato. 

*  TIMORAZIO^E.  V.  A.  Timore.  Beg. 
Matr.  6.  La  prima  cosa  ,  la  quale  e  te- 
nuta la  moglicra  al  suo  marito  si  chiama 
timorazione  ;  cioè  che  tu  ce.  debbi  stare 
sempre  in  paura ,  e  in  gelosia  di  uon 
fare  alcnna  cosa,  che  dispiaccia  al  tuo  ma- 
rito. fC)  I 

3  TI.MORE  .  Perturhazìon  d'  animo  ,  ! 
cagionata  da  immaginazione  di  futuro  ma- 
le. Lai.  timor  ,  metus.  Gr.  ^c'6s; .  J^ut. 
Inf.  p.  I.  Onde  qui  è  da  notare,  che  ti- 
more procede  da  vilfa  dì  cuore,  o  dispe- 
rante d'  avere  la  cosa  desiderala  ,  o  spe- 
rante d'  avere  la  cosa  odiata  .  Cctr.  cap. 
5.  Timor  d'  infamia,  e  sol  desio  d'onore. 
Maestruzz.  2.  10.  3.  Il  timore  è  pecca- 
to ,  secondo  che  egli  è  disordinato  ,  cioè 
fugge  di  fare  quello,  che  non  è.  secondo 
la  ragione,  da  fuggire.  /'//.  SS.  Pad.  i. 
32.  Dopo  il  timore  sentiamo  nel  cuore 
sicurtà ,  e  gaudio. 

*  §.  I.  Timor  servile  j  dicesi  dai  Teo- 
logi Quello  ,  che  nasce  dalla  sola  paura 
del  castigo  .  «  pass.  80.  Questo  dolore 
debbia  procedere,  e  nascere  non  da  servii 
timore  di  tormento,  o  di  pena,  ma  dall' 
amore  della  cahlade  che  s'  ha  a  Dio  ».  (C) 

*  §.  II.  Timor  Jiliale,  dicesi  dai  Teo- 
logi Quello,  che  nasce  dall'  amore,  e  dal 
rispetto.  (C) 

TIMOROSAMENTE.  Jwerb.  Con  ti. 
more  .  Lat.  pavide  .  Gr.  oo6e5w;  .  Cit. 
Crisi.  D.  Vergognosamente  ,  e  timorosa- 
mente si  riveste,  come  fosse  un  uomo  ce. 
Calai.  3o-  Timorosamente  mostrano  di  di- 
re loro  openioni  sopra  qualsisia  proposta. 

t  Ti.MOROSO.  Jdd.  Timorato.  Mcr. 
S    Greg.    I.   6.    Queir  uomo  era  semplice. 


e  diritto,  e  timoroso  d"  Iddio.  Maestruzz. 
2.  l\l.  Se  egli  è  uomo  tale,  che  si  creda, 
che  sia  timoroso  ec.  ,  posso  credere  ,  che 
sia  assoluto.  Fsp.  Pat.  Nost.  Fae  il  cuo- 
re umile,  e  timoroso  (qui  la  stampa  alla 
pag.  3l.  legge  temoro.to). 

|.  I.  Per  Timido,  fsp.  Pat.  Kost.  Que- 
sto pubblicano  »i  sentìa  molto  peccatore  , 
e  però  egli  stava  tutto  timoroso  .  ìS  Se- 
gner.  Seni .  Graz.  6.  Quale  scioccheiza 
ec.  è  stata  la  mia  ec.  essere  sì  timoroso, 
sì  diffidente?  (TCj 

^  §.  II.  l'cr  Che  porta  timore.  Fr. 
Giord.  38.  Quella  del  peccatore  è  vìa  lun- 
ga ,  ed  è  grave,  e  malagevole,  e  timoro- 
sa .  (P')  Guicc.  Stor.  2.  423.  La  venuta 
dei  quali  faceva  mollo  più  timorosa  ,  che 
essendu  i  soldati  Franzesi  divenuti  più  li- 
cenziosi che  il  solito,  cumìnciuva  a  essere 
ai  popoli  non  mediocremente  grave  l' im- 
perio loro.   (I.i 

t-  TIMORUCCIO.  Dim.  di  Timore. 
Lat.  parvus  timor  .  Gr.  fitxcòi  cjfio;  . 
Segner.  Crisi,  instr,  3.  10-  l4-  E  pure 
alle  volle,  per  timorucci  minori  ancora  di 
questi,  non  si  vergognano  alcuni  di  met- 
tere il  Signore  dentro  una  stalla.  (') 

::=  TIMPA^ELLO.  Te rm.  degli  Stam- 
patori. Quel  telaio  che  s"  incastra  nel  tim- 
pano.   (J) 

•f  '?  TIMPANETTO.  Dim.  di  Tim- 
pano. Accad.  Cr.  iMess.  lib.  3.  png.  2^3. 
I  viva,  e  le  acclamazioni  andarono  alle  stel- 
le, aggiunto  alle  grida  del  popolo  tutto  il 
frastuono  de*  loro  limpanelU,  de'loro  flauti, 
e  de'lur  nicchi  niaiini.  (A) 

*t  -:•  TIMl'AMSTRIA.  ;'.  A.  Fem- 
mina che  suona  il  timpano  .  Cavale.  £"- 
spos .  Simb .  2.  l84-  Salmeggiavano  in 
mezzo  alle  giovanette  tim[>anislrie  ,  ec . 
Per  le  giovanette  timpanistrie  s*  intendo- 
no r  anime  divole.  (ì) 

TIMPAMTE.  Specie  d'idropisia,  al- 
trimenti della  Idropisìa  vfntosa.  Lat.  tjm' 
pauiO's.  Gr.  ru^u.~avt  t-zj;.  Lib.  ctir.  ma- 
lati. L*  anice,  rompendo  i  flati,  giova  alla 
timpanite-  Tratt.  segr.  cos.  donn.  Si  la- 
mentano quasi  ciime  se  patissero  di  tim- 
panite. Buon,  f'ier.  3.  I.  5.  Dette  In  una 
timpanite,  th"  è  poi  cresciuta  affatto  In 
una  rnnGrmala   idropisia. 

t  TIMPAMTiCO.  Add.  Di  timpanite. 
Che  patisce  di  timpanite.  Lib.  cur.  ma- 
lati. In  quella  guisa,  nella  quale  si  gnn- 
63  e  risona  il  ventre  de'  timpanitici  (qui 
in  forza    di  siist.). 

•f  *  TIMHAMTIDE.  Specie  d' idro- 
pisia, delta  anche  Timpanite.  Red.  Cons. 
1.  280.  Insinuandosi  questa  flatuosità  nel 
concavo  del  ventre  inferiore,  produce  1' 
idropisia  timnanilide.    (*) 

TI:MPAN0.  Strumento  di  suono  stre- 
pitoso, risultante  da  percosse  date  ad 
una  pelle  secca,  fortemente  tirala  sopra 
all'  orlo  d'  un  vaso  di  figura  circo/are 
concavo.  Lat.  tympanum.  Gr.  TUW.~av2v. 
Buon.  lier.  2  4-  7-  O  di  concerto  Di 
trombe  ,  e  di  chiarinej  £  cennamelle  e 
timpani,    e   di   pive. 

g.  I.  Timpano,  e  anche  uno  Strumen- 
to militare  come  il  tamburo,  e  si  suona 
a  Cavallo  j  che  anche  si  dice  Timballo  , 
Tahallo,  e  IS'acchera.'.'  Ar.  Fur.  16.  .^6. 
L'  allo  rumor  de  le  sonore  trombe.  Di 
timpani  e  di  barbari  slrunienli  .  (FP) 
Bcrn.  Ori.  3.  8.  3.  Sopra  lasciai,  se  vi 
ricorda  ,  quando  S'  udì  il  romor  nel 
campo  de'  Pagani,  Talabalacchi  e  timpani 
sonando  ,  Instrumentì  di  bronzo,  e  corni 
strani.  (C) 

%.  II.  Timpano  dell'orecchio,  e  una 
Membrana  interiore  del  medesimo,  stru- 
mento principale  dell'  udito.  Gal.  Sagg. 
387  I  suoni  allora  son  fallì  ec.  quando 
un  frequente  Iremor  dell*  aria  ec.  muove 
certa    cartilagine   di  certo   timpano    che  è 


nel  nostro  orecchio.  F  Piai.  i.w/o(.  543. 
Consonanti  ec.  saranno  quelle  coppie  di 
suoni  I  he  verranno  a  percuotere  con  qual- 
che  ordine  sopra  il  timpano. 

§.  III.  Timpano,  si  dice  anche  una 
Macchina  in  forma  di  ruota,  per  tirar 
su  acqua   e  muover  pesi. 

§  -  iV  .  Timpano  ,  si  dice  altresì  la 
Faccia  dell'  astrolabio^  nella  quale  sono 
i  cerchii  della  sjera,  e  che  è  coperta  dalla 
rete,  in   cui  sono   segnale  le  stelle. 

§.  V.  Timpano,  per  Mezzule.  Bui. 
Inf  28.  I.  !Mai  botte  non  fu  sì  forala  per 
perdere    timpano,    o  lulla. 

*t  S-  ^^-  Timpano,  Term.  degli  Ar- 
chiictli ,  dal  Greco  TJ,a:iy.vov  ,  che  si' 
gnijica  Tamburo  j  ed  èia  parte  del  fon- 
do  de* frontespizi i,  che  risponde  al  vivo 
del  fregio.  Questa  parte  è  triangolare , 
e  posa  su  la  cornice  dell'  intavolalo,  ed 
e  ricoperta  da  due  altre  cornici  in  pendio 
ì'ed.   FROiNTISPIZIO. 

*t  §■  ^^'-  Timpano,  si  dice  anche 
Quella  parie  del  carro  del  torchio  della 
stampa,  coperta  di  cartapecora,  sopra  la 
quale  stanno  appuntati  i  fogli  da  impri- 
mersi, dislesi  su  buoni  feltri  ,  e  serrati 
da  un  telaio  di  lama  di  ferro,  dettò  la 
Fraschetta. 

't  §■  VIII.  Timpano,  e  anche  una  Spe- 
zie di  tormento,  ed  e  quello  in  cui  il 
Condannato  è  batlulo  colle  verghe f  no  all' 
Il Itimo    respiro . 

*-:-  TIMULTO.  r.  A.  Lo  slesso  che 
Tumulto.  Vit.  SS.  Pad.  1.  3g.  Ispesse 
fiate  sentìo  grandi  timulti  ,  e  strepiti,  e 
voci,  rome  di  gente  che  passasse  a  suo- 
no   d'arme,    e    di  cavalli.   (') 

TL\A.  Piccol  Imo.  Fr.  Gtord.  Fred. 
S  .  Perocché  '1  sangue  non  è  unito  col 
corpo  ,  anzi  sta  nel  corpo  ,  come  io  una 
tina.  Soder.  Colt.  ^3.  E'  sedili  delle  bot- 
ti, e  tine  sono  ancora  da  potersi  muta- 
ve,    e  acconciare    a  suo    modo. 

TINACCIO.  /'.  A.  Tino.  LM.  labrum^ 
vas  vinarium.  Gr.  oiiosopcv.  Cr.  4>  44* 
7.  Allora  ottimamente  si  lavi,  e  nell'ul- 
timo si  risciacqui  con  acqua  calda  bene 
insalata,  ed  in  questo  modo  si  curano  ì 
tinacci. 

TINAIA-  Luogo,  o  Stanza  ove  si  tea- 
gono  le  tina.  Soder.  Colt.  72.  L'  accomo- 
dar la  tinaia  a  questo  modo  dee  esser  fat- 
to da  coloro  che  raccolgono  grandissima 
quantità  di  vino.  E  73.  Le  tinaie,  e  le 
cantine  stanno  meglio  più  pulite  e  più 
accomodate  con  volta  di  sopra ,  che  al- 
tramente. 

•f  TINCA  .  Term.  de*  Naturalisti  . 
Sorta  di  pesce  che  ha  due  fili  o  cir- 
ri,  le  squame  minute,  il  corpo  muco- 
so,  e  la  coda  intera.  Cr.  Q.  81.  2. 
Ma  se  sarà  di  lago,  ovvero  di  stagno, 
che  sia  lotosa,   meglio  sarà  per   quelle  tin- 


che, le 


ali. 


a  modo    di  porco,    si    dilet- 


tano del  fango  Bern.  Ori.  1.  4-  49*  ^ 
chi  la  testa,  a  chi  il  braccio  ha  tagliato; 
Chi  fende  ,  come  tinca ,  per  la  schiena. 
E  2.  24  5S.  E  lo  parli  in  due  pezzi  in 
mezzo  appunto.  Comesi  partina  tinca  o 
gallina. 

TICCHETTA.   Dim.  di    Tinca. 

'.-  TI>"CIOISARE.  P.  A.  Tenzonare. 
Gr.  S.  Gir.  jg.  San  Paolo  disse  ,  che  '1 
servo  di  Dio  non  dee  mai  tincionare  con 
gli  altri,  anzi    de'  essere  buono  e    umile. 

m 

*  TINCOLISA.  Dim.  di  Tinca.  Serd. 
Proi:  (ÀI 

•f  TINCOSE.  Postema  ncW  angui- 
naia ,  cagionata  da  mal  venereo,  fìern. 
rim.  3.  3lIV.  Voi,  macslri  colali.  Medici 
da  guarir  Ugna  e  tincoui,  fiele  un  bran- 
co di  ladri  e  di  caslroni.  Hel/inc.  san. 
3 16.   Da  medico  il  vorrei,  non  da    lineo- 


i534 


T  I  N 


TINELLA.  Tinello.  Ltb.  cur.  malati. 
Piglia  una  graa  quantità  di  uve  ^alvali- 
rhc  acerbe,  e  mcUilc  in  una  lincila  di 
legno.  Lif'.  Moti.  Un  fantlullo  accusalo 
d'  aveif  sforzata  una  fanciulla,  per  consi- 
glio della  madre  stelle  un  pezzo  in  una 
lineila  d' acqua  fredda. 

TINELLO.  Dim.  di  Tino.  *  Morg.  I. 
60.  E  posegli  in    ispalla  un    gran     linci- 

lo  e/'; 

5  §.  \.  Tinello,  si  dice  anche  II  luogo 
dove  mangiano  i  cortigiani  nelle  corti  de' 
principi  f  e  i  Jamigliari  nelle  case  depri- 
vati. 

^  §.  II.  E  per  l*  Arnese t  dove  i  sud- 
detti mangiano.  «  M.  V.  3.  43-  I  »Uoi 
oslicrì  tenne  alla  reale,  con  apparecchia- 
niealo  di  nolnlì  vivande  ,  con  grande 
tinello  di  cavalieri  ».  frane.  lìarb.  259. 
19.  Porai  per  me'  passare  ,  Più  vivande 
portare.  Galline  e  caponcelli  Gielladtuc  in 
tinelli.  (C) 

*  §.  III.  Per  Vitto;  onde  Dare,  o  Far 
tinello^  vale  Dare  il  vitto  a'  famigliari. 
Allear.  107.  (Amst.  175^)  Mu  se  il  vo- 
mirò signor  non  fa  lincilo,  Tre  paocUini 
avrele,  e  due  mezzette  Di  vino  il  giorno» 
e  la  meta  rbiarcUu.   (C) 

!?  §.  IV.  Per  Desinare^  Pranzo.  «  Ar. 
sat.  3.  La  maggior  cura,  che  sul  cor  gli 
calchi,  È  che  Fiammetta  slia  lontana,  e 
spesso  Causi,  che  l'ora  del  linei  gli  vai- 
chi...   (Cj 

f  •'?  %.  V.  Fare  tinello,  vale  Mangia- 
re. Dati  Lepid.  16.  Si  fece  una  mattina 
di  ImoQ*  ora  lineilo,  per  istar  fuori  tutto 
il  giorno.  (3fin) 

TINGERE,   r.   TIGKERE. 

*  TiriNULO.  /'.  L.  Squillante,  lìiso- 
nante.  Lat.  tinnulus-  Gr.  ^oa^tizi^.  Sal- 
via. Pros.  Tose.  2.  5o.  Per  non  far  ve- 
dere sfacciatamente,  o  piuttosto  udire  la 
toro  tinnula  apparenza,   (*) 

f  TI>'0.  Vaso  grande  di  legname^  nel 
quale  si  pigia  l'  u\Ut  per  fare  il  vino.  Nel 
numero  del  più  fa  Tini,  e  Tina,  ed  an- 
ticamente anche  Tinora.  Lat.  labrum,  vas 
vinariunt.  Gr.  oCvofópo'J.  Cr.  1.  l3.  3. 
Proccuri  i  vaselli  del  vino  ,  e  le  lina ,  e 
gli  altri  vaselli,  se  sono  assai,  o  pochi.  E 
4-  24-  ^-  Messe  r  uve  nel  lino,  inconta- 
nente co'  piedi  premere  si  convengono  da 
coloro  i  quali  sono  ordinali  a  ciò.  Alam. 
Colt.  58.  Indi  agli  altri  strumenti,  ai  vasi, 
ai  Udì,  Che  alla  vendemmia  sua  dovuti 
suno.  Non  racn  cura  convien,  che  a  quelle 
isicsse. 

§.  I.  Per  Tinozza.  M.  Aldohr.  lì  V. 
(Quegli  che  vorr'a  sua  sanità  guardare,  e 
sarb  sano,  e  si  vorrà  bagnare  in  tslufa,o 
in  tino,  ce.  E  P.  iV.  19  Lo  bagnare  in 
acqua  dolce,  fatto  in  islufe,  o  in  tiuora. 

g.  11.  Per  Vaso  da  conservare  il  vino. 
1  end.  Cri.it.  Andr.l.  Venne  meno  d  vi- 
no, ed  egli  fece  empiere  le  linora  d*  a- 
equa. 

^  §.  III.  Tino,  dicono  1  Tintori  a  Que' 
vasi,  in  cui  ripongono  il  bagno  con  cui 
tingono  i  panni.   (Af 

TLNOHE     V.  TENORE. 

TINOZZA.  Vaso  di  legno,  o  di  rame 
a  uso  di  porre  sotto  le  fina,  o  di  bagnar- 
.ti.  Soder.  Colt.  75.  Alcuni  cavano  ce.  la 
metà  del  vino,  e  lo  pongono  in  una  ti- 
nozza. E  76.  Di  poi  vi  rimettano  dentro 
quella  mela  della  tinozza  con  bigonriuoli. 
iC  79.  La  cavciai  (l'  acfpta)  la  sera  del 
mercoledì,  depositandola  cosi  awiuala  iu 
una  tinozza,  a  Gu  che  esali.  Menz.  sajt- <^- 
Come  se  dessi,  vcrbigrazia ,  un  lufTu  In 
una  d'alob  piena  tinozza. 

TINTA.  Materia  colla  qual  w  li),'/ir- 
l.ib.  Aitrof.  Affermalo  in  quella  apritura 
<-ol  conio,  e  fae  nella  tavola  secondo  cer- 
rhio  con  tinta,  cioè  inchiostro  Sen.  Hen. 
Vatxh    7     9.   Ne'  quali  quella    >tPA»a  va- 


T  I  .V 

rietà  e  verità  che  piace,  è  in  modo  con 
diverse  conce  e  tinte  distinta  e  colorala, 
che  paiono  animali  veri.  Afalnt.  7.  44*  ^j 
se  ne  incontra  mai  di  quella  tinta.  Vuol 
poi  chiarirsi  a' eli' e  vera,  u  6ola  f  qui 
assolutam.  per   Colore,  o   Colorito  ). 

%.  I.  Tinta,  SI  dice  anche  la  Bottega 
e  *l  Luogo  dove  si  esercita  C  arte  del 
tignere.  Frane.  Sacch.  nov.  I04-  Avea 
accattalo  un  cavallaccio  di  quelli  della  tin- 
ta di  Dorg'  Ogaissanli.  E  appresso.-  Non 
ristelle  mai  il  cavallo,  che  giunse  alla  tin- 
ta, dov'  era  il  suo  albergo.  Varch.  Stor. 
10.  276.  Con  queslo  ancora,  che  i  tiratoi 
e'  purghi  e  le  linte  non  si  potessono  alie- 
nare per  gli  uflìciali  di  dette  vendite. 
Borgh.  lìip.  55i.  In  Vinegia  a<lunque  na- 
cque già  di  un  Balista  Robusti,  cilladino 
di  quella  cìllà,  il  quale  faceva  arte  di  la- 
na ed  una  tinta,  Iacopo  Robusti. 

^  §.  II.  Tinta  ,  vale  anche  Tintura. 
Benv.  Celi.  Orcf  Gioia  che  per  soverchia 
solligliezza  non  possa  reggere  alla  tinta.  (A) 

*  g.  III.  Tutta,  e  anche  una  Specie  di 
stucco  colorato,  che  si  usava  mettere  nel 
castone,  in  Cui  legavasi  il  diamante.  Benv. 
Celi.  Vit.  1.  401.  Gaio  innanzi  a  tutti 
cominciò  a  parlare,  e  disse  :  salvisi  la 
tinta  di  Migliano,  e  a  quella  ec.  tu  farai 
di   berretta.  (C) 

*  §.  IV.  Tinta,  Jiguratam.  si  usa  an- 
che per  Superficiale  notizia  ,  0  perizia  di 
checchessia.  (Cj 

TINTILANO,  e  TINTILLANO.  Spezie 
di  panno  fine.  Bocc.  fiov.  63.  6.  Non  di  lin- 
lillani,  ne  d*  altri  panni  gentili,  ma  di  lana 
grossa  fatti  ec.  si  vesUsiero.  Cron.  Veli.  18. 
Il  detto  Bernardo  sempre  di  bene  in  me- 
glio ha  perseveralo;  e  lasciando  la  botte- 
ga, il  dello  Iacopo  1'  ha  falla  poi  del  suo 
capo  con  Salvestco,  e  oggi  la  fanno  di 
tinlilani,  e  sono  per  far  bene  i  fatti  loro. 

TINTIN.  Voce  fatta  per  esprimere  il 
suono  del  canipanuzzo.  Lat.  tinnitus.  Gr. 
xwowviiuio';  .  Danf.  Par.  10.  Che  1*  una 
parte  e  P  altra  lira  ed  urge,  Tinlìn  sonau- 
do  con  sì  dolce  nota,  ec. 

*  TINTINNABOLO  ,  e  TI.NTLNNA- 
BULO  .  V.  L.  Campanello  .  Belc.  Agg. 
Pr.  Spir.  Ma  un  dì  per  disposizione  di  Dìo 
circa  r  ora  sesta  il  vecchio  sonò  il  tinlin- 
nabolo  secondo  la  sua  consuetudine.  E 
appresso  :  Il  vecchio  di  cerio  dimenticato 
che  avesse  sonato  il  lintinnabolo  per  vo- 
lontà  dì   Dio   lasciò   aperto  1*  uscio.   (Cj 

TINTINNANTE.  Che  tintinna.  Lat. 
tintinnans.  Gr.  /(uowvi'^wv.  Filoc.  6. 
328.  Co*  cavalli  tulli  rbouautì  di  tintin- 
nanti sonagh  armeggiando,  onorevulmente 
la  festa  esalto.  Amct.  5l.  Quivi  sonali 
i  tamburi,  e  i  rauchi  comi,  e  i  lintìnoan- 
lì  bacini   in  segno  de*  suoi  trionfi. 

TINTINNARE.  Tintinnire. 

TINTINM'O.  //  tuitinnire.  Tintinno. 
*  Salvia,  pros.  Tose.  l.  S\S.  Molli 
dei  moderni  quasi  han  ridotto  a  legge  d* 
oliava,  che  si  canta,  il  sonetto  ,  che  si 
legge,  con  comporre  i  quadcrnarìi  a  cop- 
pieltc  e  distici,  e  cliiudendo  nel  verso  il 
sentìmenlo,  per  farne  sentire  il  tintinnio 
della  rima  più   -vello  e  pìù  spiccalo.  (DJ 

TINTINNIRE.  Hisonare.  Lai.  tintin- 
nare. Gr.  xwowyi'^civ.  Ar.  Fur.  7.  19. 
Faceano  inlorno  V  aria  linlinnire  D'  ar- 
monia dolce,  e  di  concenti  buoni . 

3  TINTINNO.  Suono.  Lai  Unnttus. 
Gr.  X0l^c*ivi7/i0v  Dani.  Par.  14.  E  co- 
me giga  ed  arpa  in  leinpra*te>a  Dì  mol- 
le corde  fan  dolce  tinlìono.  /■  i/»h  .  7.  3o. 
L'  una  froniJa  nell'altra  ferendo,  e  di 
tutte  dulce  tintinnii  rendendo. 

#  §  /Vr  lìomore.  •>  Tav.  Rit  Egli 
u<lironii  un  tintinno  di  mulino,  r  allora 
vanno  in  quella  parte  -,  ^.Vy 

•f  TINTO.  Susi.  Tintura.  Lat  tin- 
ctus.   Or    f^oty*;'    Bim    ant     P    ,V.    Buo. 


T  I  N 

nag.  Urb.  canz.  (Ben  mieredeaec)  Ch« 
tutte  gioie  dì  beliate  ha  violo.  Siccome 
grana  avanza  ogni  altro  tinto. 

t  3  TINTO.  Add.  da  Tignere.  Lai. 
tincUts.  Gr.  fictftti.  Petr.  cani.  5.  7.  E 
tinto  in  rosso  il  mar  dì  Salamina.  Esp. 
Pai.  Nost.  8.  Noi  siamo  non  solamente  u- 
vati,  ma  netti,  e  tìnti  ìn  grana. 

§.  I.  Tint'i,  vale  anche  Imbrattato , 
tonto.  M  Dant.  Inf  9.  Ove  in  un  tem- 
po vidi  dritte  ratto  Tre  furie  ìnfernal  dì 
sangue  tinte.  Petr.  son.  29.  Neil'  attrai 
sangue  già  bagnato  e  tinto.  J'arch.  Lez. 
43o.  Sì  possono  chiamare  piuttosto  tinti 
o  imbrattati  di  loto,  che  composti,  o  me- 
scolati- .    (C) 

§.  11.  Tinto,  fìguratam.,  vale  Oscuro, 
Nero.  Dant.  Inf.  3.  S' aggira  Sempre  in 
queir  aria  senza  tempo  tìnta.  But.  ivi  : 
O  vogliamo  intendere  tìnto  senta  tempo, 
che  r  aire  era  nero  senza  tempo,  che  ne 
fosse    cagione. 

§.  Ili.  Tinto,  pur  fìguratam. ,  si  dice 
di   Chi  abbia  alcuna  superficiale  notista , 

0  perizia  di  checchessia.  ♦  Varch.  Ercol. 
69.  Persona  Unta  di  lellere.  (FP)  Salvin. 
JJisc.  1.  l83.  E  chi  è  alcun  poco  tinto 
nello  studio  delle  leggi,  sa  ciò  eh'  io  d:co. 

§.  IV.  Tinto, il  diciamo  anche  figura- 
tamente per  Cambiato  di  colore  a  cagio- 
ne d' ira.  Bocc  nov.  88.  7.  Tulio  tinto 
nel  viso,  dicendo  :  che  arrubinatemi  e  che 
zanzeri  souquestiT  Fir.  .-/j.i  56.  Tutta  infu- 
riala, tutta  tinta,  tutta  in  coLlora  se  n* 
uscì  fuori.  Ciriff.  Calv.  3.  74-  Come  Ir- 
lacon  la  vide  cosi  tinta.  Comìncio  a  darle 
del  buon  per  la  pace.  Tac.  Pav.  Ann.  I. 
6.  Gallo,  vedulol  tinto,  replico  ec.  (U  te- 
sto lat.  ha:  vultu  ufTensioocm  conseclave- 
rat  )  .  E  Sto/.  3.  3l2.  Veggon  Vìlellio 
tìnto  bene  da  poter  dare  a  Bleso  lo  scareu 
(il  testo  lat.  ria  asperatum  )  .  Malm.  11. 
43.  Tutto  lioto  ne  va  Puccio  Lamoni  Stoc- 
cheggiando nel  mezzo  della  zuffa. 

f  TINTORE.  Susi.  Colui  che  esercita 
l'arte  del  tignere.  Lai.  infeclor.  Gr.  )5ot- 
p£J;.  C  J.  11.  1.  5.  Ruppe  il  muro  dtl 
Comune  di  sopra  al  corso  de*  tintori. /.jA. 
cur.  malatt.  Usa  la  polvere  di  quel  seme 
che  i  tintori  appellano  grana  paradisi 
Volg.  Mes.  Immergono  nel  sugo  drllr 
mele  la  seta  tìnia  nella  grana  da'  Untori. 
Lib.  son.  71.  Dove  i  tìnlorì  irnhottan  U 
vinaccia- 

*  §.  ^  i/i  forza  d'  add.  Puon  Fier. 
à.  2-  3.  Zingana,  quella  seta  Che  1  Don- 
dola timor  posta  avea  al  sole.  Chi  la  le- 
vò d'in  sulla  canna ?f£y 

*  TINTORIA.  L'  oleina  e  V  artt  de* 
tintori.  Acead.  Cr.  Mess.  (A) 

if  TINTORIO.  Aiid.  Spettante  a  tinto- 
re. PiiCtt.  Fior.  (A) 

•f  *  TINTURA.  V  azione  ilei  tingetr 
checchessia.  Benv  Celi.  Ore/:  Il  Papa,  co- 
me  cauto,  commesse  che  due  gioiellieri  si 
trovassero  alla  mia  Unlora.  (At 

t  §.  I.  Tintura,  dictsi  anche  la  Mmtertm 
che ser\e  a  lignerr j   Tinta. 

f  §.  Il .  Tintura^  dicesi  anche  il  Cohr 
della  cosa  tinta.  Lai.  tinctus.  Gr.  |3«if  *;'. 
Tes.  Br.  4  4'  Quando  r  uomo  gli  taglia 
ìotorno,  egli  nairono  lagrime,  di  che  I*  uo- 
mo tigne  le  poqwre  di  diversi  colori,  e  quel- 
la tintura  è  delle  sue  carni.  Mor.  S.  <>reg. 
Nou  avendo  essa  gli  adornamenti  della  eUw 
quenza,  noi  pi'ssiamo  dire  eh'  ella  sia  *icco< 
me  lo  ve&timenlo  saoza  tintura. 

*  §.  111.  Tintura,  dieesi  anche  da' chi- 
mici, e  da' farmaceutici  II  colore  d'un  mi- 
nerale, 0  d'  un  estratto  per  via  dt  qualche 
liquore.  Sitici;,  nnt.  rrp  238.  Ciò  fallo  si  la- 
sci posare  peri»  spazio  d'un' ora,  che  v\ 
•vera  una  tintura  di  rose  vivameole  accesa. 

1  ed  olire  modo  bella.  {C} 

*  g.  I V.  Tintura,  vale  ancht  DissotuMie- 
'  ne  d' una  sostanza  colorata  in  un  liquido 


T   I   S 


ra  di  rose.  fCì  ^ 

+  B    V     Tintura,  si  ii.«i   M'"'-''  /g""" 

leaLsin  sÌhi„.  Pise  l-  2.9.  Come 
UDO  .vcva  ,uJchc  linluva  cU  Greco,  .ubilo 
il  eritema  in  Iradullore, 

+  l§  VI.  i:jìgi<rat.im.per  /mpresjiù- 
ut  Usciata  nell-onwu,  dalla  huona„  catti- 
la educazione.  Ca.'l,gl.  Cortig.  hi:  \-  W- 
m.(  Giolito  l56'\l  P""""  esser  possa,  le 
levargli  (  a  Dione  1  .,uella  linlura  della  t.- 
rannide,  della  quale  tanto  tempo  già  era 
macchiato,  ce.  (U)  „ 

+  #?  VII.  i:  pnrjiguratam  pei  t.asa. 

Segner".  Ired.  5.  9.  Noi ,'»  «•^'■"■""  I'" 
istoria  evangelica,  per  verità  eterna,  e  se  vo. 
ei  aveste  agsinnta,  che  non  sapp.amo  qual- 
che tintura  del  vostro,  tal  Ma  d.  vo,.  (I  I 

TIORBA.  Strumento  musicale  .umile  al 
Liuto  ,  <*•  intenzione  non  mollo  antica 
*  Segner.  lacred.  2.  18.  1.  Ha  come  .1 
caso  può  accordare  tante  circostanze  ec.  se 
egli  non  è  né  pur  al.Uc  ad  accordare  una 
tiorba  stonante.  'ÌN; 

*  TIPO  .    Idea,   Ksempio ,  Lsempla- 

"  i    TIPOGBAFI'A      Term.  delle  Arti. 
].•  arte  della  stampa.  (A) 

*  TIPOGRAFICO.  Term.delte  Arti. 
Apparleneate  a  tipografia,  l A) 

*  TIPOGRAFO  .  Tcrm.  delle  Arti. 
Stampatore,  Impressore.  (A) 

riPOK^.  l'oce  bassa  l'alare,  I  igore. 
Tac.  nav.  Perd.  eloq.  412.  Avete  letto 
lettere  di  Calvo  e  di  Bruto  a  Cicerone,  al 
quale  si  vede  che  parve  Calvo  di  poco  san- 
gue e  tipore.  _  „      . 

B.  l.  Per  Qualità:  Tac.  Da^:  Perd. 
eloq.  4l3.  Non  legge  la  difesa  di  Decio  San- 
nite, né  di  Bruto  del  re  Deiolaro.ne  gì.  altri 
di  slmil  nerbo  e  tipore  ,  se  non  chi  anche 
ammira  i  versi  loro  messi  nelle  librerie. 

?.11.  Per  Tiepidezza.  Lat.  (epor.  Gr. 
■iXiupizrr..  Sen.  Ben.  farci,.   4.  23.  Egli 


T    I    R 

0  sonili  coir  inchiostro,   che  si  pone   Ira 

''"tiramento,  n  Urare.  *  Lcgg.  B. 
Vmil  74  La  propria  cintola  molto  loite 
con  poco  tiramento  delle  sue  mani  ruppe 
incontanente.  /V.,(.   AAr.Op-  mar.   2.    ID. 

1  Uramenaeglispasim.de  norv.  ec,  con 
più  forra  si  ritirano  allora  che  tu  corri   aUa 

vendetta.    11^}  „  .         i-     „   ,/ 

8    PerloStraxolgerc.o  Stiracchiate  il 

senso  delle  scrilture  con  sottigliezza.  Lat. 
,mfr,./o.  Gr.  ava(rrf!Of>/;.i?«'.  In/.J).  2. 
E  questo  cagionava  lo  tiramento  dell  ora- 
rione  tronca,  forse  a  pigglor  sentenzia,  che 
nuclla  che  Vergdio  aveva  intesa. 

*    TlRANr«ACC10.  Peggiorai,    di    li- 
ranno.  Bemh.  (A) 

^TlnANNANZI.  Acme  di  grado  m 
compagnia  di  caccia,  come  forse  Araldo  0 
Alfiere  nella  milizia,  l'ai.  Di.if  Cacc-  pag 
35  Mandarono  i  Piacevoli  ec.  a  spiare  .1 
luoco  :  stabilirono  i  Tirannanzi ,  ordinarono 
i  Lasci,  ec.  E  pag.  36.  Ed  alli  Tirannanzi 
diedero  il  bastone  del  comando,  h  pag.  ÌJ- 
Comparse  anche  egli  in  campo,  venendo  la 
l-ucina  la  notte  con  molla  diligenza,  per 
esercitare  1"  ofSzio  di  Tirannanzi.  (JiJ 

TIRANNARE.    J'.     A.     Tiranneggiare. 

Lt    tyrannidcmexerccre.   Gr.  TOfKVVElv. 

G    ì'  IO.  105.  l.Per  volere  esser  signori  e 

i  tirannaie.  /..ft.f«r.    maiali.  Altri   malori, 

che  tirannano  e  tormentano  lo  corpo  dell  \ìo- 

\  tao  (  qui  figuralam.j.  ,     .      ,      „ 

TIRA-N.NATO.    r.    A.  Add.  da    Tiran- 


T  1  r. 


i535 


non  i  dubbio  eé.  che  dall'  efficace  tipore  e 
nenetrevole  della  Luna  si  sparga  ed  lonaBi 
la  malurexia  delle  biade.  ; 

§  111.  Diciamo:  .Vo/i  avr  sapore  ne  li- 
pore,  di  Cosa  che  non  abbia  veruna  buona 
qualità;  modo  basso. 

TIRA.  Cara,  CoiUroversia  ,  Distensio- 
ne  .  lat.  rixa,  lis,  coatenlio.  Gr.  5.;i;.  C- 
r  -  58  2  Durò  la  tira  e  vacazione  pm 
di  cinque  mesi.  .1/.  /  .  3.  103.  Tra  i  Cardi- 
oiliebbe  divisioni  e  tire  di  coloro  che  aves- 
sono  la  legazione  per  venire  con  lui,  e  per 
le  delle  tire  ec.  si  rimase  la  commessione 
de' legati.  . 

«.  l.  Onde  Fare  a  tira  tira  ,  che  si  dice 
del  i\'o/i  convenire,  per  voler  l' una  parte  e 
r  altra  tulli  i  vantaggi.  *  <  ari.  Svin.  23. 
Bietolone  all'  incontro  a  tutta  forza  S.  dime- 
na e  si  sforza  Per  mantenersi  possessor  del- 
l' asta;  E  mentre  ognun  di  lor  pugna  e  con- 
trasta Con  veleno  e  con  ira  ,  Si  pougon  am- 
lio  a  fare  a  tira  tira.  (P) 

*  g.  II.  Tira.  Salvia.  Annoi.  Upp- 
Pese.  4.  358.  Le  tire  de' bambini,  quando 
per  la  soprabbondania  del  pianto  vengono 
quasi  affogali  e  tirano  in  lungo  la  rcsp.r.izio- 
ne,  e  raccolgono  il  6ato  dopo  un  considera- 
bil  tempo  ,  diciamo  :  quel  bambino  ha  pre- 
>o  una  tira,  cioè  una  tirata  di  6ato  soppres- 

#  TIRAFONDI.  Term.  de-  Bollai  e 
marinai.  Islrumenlo  consislenle  in  unfer- 
ro  lungo  a  vile  tagliente,  che  termina  in  un 
occhio,  del  quale  si  servono  per  mettere  e 
levare  dal  luogo  i/ondi  delle  botti.fA! 

•f  *  TIRALINEE,  rermine  degli  Ar- 
ckitetli  .  Strumento  d'  acciaio  con  due 
punte  sottilissime  ,  le  quali  col  mezzo  di 
una  piccola  vile  si  allargano,  o  .«  .strin- 
gono   per    uso  d,  tirar  linee  più   grosse 


+  3  TIBANNEGGlARE,e  TIRANNIZ- 
ZARE.  Neutr  .  Tirannicamente,  e  ingiu- 
slanienle  dominare.  Usar  tirannia.  Lai. 
t^rannidem  exerccre.  Gr.  ■zuy.i.l-itK-l.  l^. 
r  IO  17"^  2.  Perocché  il  detto  capitano 
tiranneggiava  in  Fiienze  con  certi  grandi. 
17  ;'  10.67.  Ilqualeconlungae  compo- 
rta diceria,  volendo  tiranneggiare  li  anima- 
va a  mantenere  loro  libertà  e  franchigia. 
J'il.  Pilli.  Dicendo,  che  la  'ntenzione  di 
Dione  era  di  tirannizzarc. 

«  F.  E  in  attivo  signifcalo.  ••  Alam. 
Cir  l5.  84.  Tiranneggiando  qm  questi 
con6ni ..  .  (IS)  Val.  Disf  Cacc.  pag.  6.  I 
quali  nelle  prosperiti  e  nelle  vittorie  fatti 
.ilquanlo  incoienti  ,  cominciarono  a  tiran- 
uec-iare  al'  inferiori.   (Bj 

TIRASNEGGIATO,  e  TIRASMZZA- 
TO.  Idd.  da  Tiraaneggiare,  e  Tiranniz- 
zarc. Segner.  Mann.  yovenib.2-j.  !\.  Dovrà 
giudicare  altresì  le  sentenze  ingiuste  ,  per 
tener  ragione  ai  danneggiati ,  ai  depressi,  ai 
tiranneggiati.  _. 

TIRAINKELLO.  Dim.di  Tiranno;  li- 
ranno  di  picciolo  potere.  C.  V  12.  27.  I. 
Per  abbattere  1  Tarlati  d  Arezzo  e  ogni  U- 
rannello  d'intorno.  .1/.  /'.  10.  61.  L  ani- 
mo insaziabile  del  tiranno,  che  sempre  e 
con  desiderio  di  sottometterei  popoli  liberi, 
e  eli  altri  tirannelli,  che  sono  minori.  Vav. 
Scism.  64.  1  molt.  suoi  Urannelli  strug- 
gendola, parve  a'  popoli,  per  vivere  in  pa- 
ce d'ubbidire  a  uno.  *  Pucc.  Centi!., 
cani.  18.  Ed  un  messer  Provenzan  de  I 
Salvioi  Di  Siena,  quasi  come  un  tirannel- 
lo.  Perocché  lutto  andava  per  sue  mani, 

ec.  tBj  -     —.  T    , 

TIRANJvERrA.  7.  A.  Tirannia  Lai. 
lyrannis.  Gr.  TO  =  v.v.';.  Pover.  Avved. 
Sii:  Non  si  teneva  né  ragione  ne  giustizia, 
attendevasi  a  tirannena,  e  usu.pamenti_ 

TIRANNESCAMENTE.  Avverb.  1 1- 
rannicamente.  Lat.  lyrannice,  crudeliler. 
Gr.  Tjtxnw.ù:,  a-p-ui.  C.  I  .  12.  4/. 
I.  La  quale  i  Viuiziani  ten.eno,  per  loiza 
e  potenzia  eh'  avieno  per  mare,  tiranne- 
sc'mente.  P.icord.  Malesp.  l32.  Veggen- 
do  che  la  forza  dello  'mperadorc  era  cosi 
grande,  che  quasi  tutta  Italia  l.iannesca- 
menle  signoreggiava.  Din.  Camp  3.  b^. 
Non  ardivano  a  lamenlarsi   di    coloro  che 


messo  ve  l'aveano,  perche  tirannescamen- 
te teneant.  il  reggimento.  .  ,  , 
t  TIRANNESCO.  Add.  Tirannico. l-nt 
hrannieus.  Gr.  z-Jyy'n^ci-  G.  I  .  10. 
i5  1  Per  soperchii  ricevuti  della  sua  ti- 
rannesca signoria.  Bui.  Inf  28.  I.  Tutta 
la  soggiogo,  e  tcnncla  con  tirannesco  mo- 
do pS  anni.  Frane.  .Sacch.  rim.  36.  Le 
terre  tue  su  quel  di  Piagenza  Vendesti  a 
tirannesca  signoria.  Onici.  S.  Ciò.  Gri- 
sost.  23l.  Come  una  fiera  e  crudele  ti- 
ranna i  cuori  di  tutti  possiede,  e  con  ti- 
rannesca signoria  li  vince  ed  abbatte. 

TlRANNl'A.  Dominio  usurpato  violcn- 
lemenlc,  0  temilo  ingiustamente.  Lai.  ly- 
rannis. Gr.  TU.=»vvi';,  T'Jfavvi'a.  Dani. 
Inf.  12.  Ove  la  tirannia  convien  che  ge- 
ma E  27.  Tra  tirannia  si  vive  e  stato 
franco.  *  r<ti'../c.  Espos.  Simb.  2.  4.  Nel- 
le  terre  che  si  reggono  a  tirannia  si  fan- 
no tulio  di  molte  rivollure.  il) 

%  Per  Azioni,  Maniere,  e  Costumi 
di^tiranno.  G.  T.  2.  5.  3.  Il  contastava  . 
di  suoi  difetti,  e  tirannie.  Maestruzz.  2. 
36.  Il  terzo  si  è  quando  il  cherico,  dispre- 
giando r  abito,  porta  1'  arme  ;  ed  essendo 
ammonito  tre  volte,  non  si  corregge  ec, 
i  eziandio  che  nou  sia  ammonito,  s  egli 
studia  in  tirannia  (cioì:  ,  se  attende  a  far 

I  violenze  ) .  ^         ,       f 

TIRANNICAMENTE  .  Avverb.  Con 
modo  tirnnnico  .  Lat.  tyrannice  .  Gr. 
r\j-.y.->-n/.ùi.  ni.  Pilli.  Congregaronsi 
contro  a  Dione,  dicendo  :  egli  fa  male  ti- 
rannicamente. *  Pelr.  Uom.  ili.  109.  Non 
molto  tempo  dopo  Basilisco  ec.  prese  ti- 
rannicamenle  l' imperio  ,  e  caccio  Zenone 
in   Isauria,  donde  egli  eia  nato.   (B) 

*  TIRANNICIDA.  Ucciditore  del  ti- 
ranno. Lat.  lyrannicida.  Gr.  TUiKVVOzro- 
vo;.  J  arch.  Stor.  l5.  6o3.  Molti  ec.  com- 
posero e  volgarmente  e  latinamente  molti 
versi  ec.  in  lode  e  commendazione  del 
tirannicida.  I Cj  Salvia.  Pros.  Tose.  I. 
3l6.  L'oratore  accusante  s'erge  in  tnran- 
nicida.  {*)  . 

t  TIRANNICO.  Add.  Di  tiranno  ,  A 
maniera  di  tiranno.  Crudele,  Atroce.  Lat. 
lyrannicus.  Gr.  Tuf a'-nzo?.  C.  P.  II. 
121.  1.  Corressono  il  loro  errore  del  suo 
tirannico  uficio.  Olt.  Con.  Jnf.  12.  2l3. 
Questa  maleiia  è  intorno  a  gente  tu-anm- 
ca.  E  appresso  :  E  da  notare,  come  la  ti- 
rannica signoria  e  pestilenziosa  e  malva- 
gia. Cren.  Morell.  221.  Colla  loro  buona 
sollecitudine  si  trovarono  a  cacciare  1  ti- 
rannici tbaldini  Ghibellini.  Alam.  Coli. 
I  8.  Componga  in  giro  A' seminati  cam- 
pi orrende  faci  Di  tirannico  uccel,  di  fera 
e  d'  uomo. 

3  TIRANNIDE  Lo  slesso  che  liraii- 
nia.  Lat.  tyranids.  Gr.  Topavji';.  *  Se- 
ga Peti.  'Arisi.  3o.  In  due  modi  si  si- 
gnoreggia: nell'uno,  secondo  un  ordine 
cerio  ec. ,  e  questo  é  il  regno  :  nell  altro 
che  non  v'  e  modo  determinato  e  che  a 
nulla  è  sottoposto,  e  questo  si  chiama  ti- 
rannide. fFP.  lir.  As.  191  Nonsareb- 
bono  pochi  coloro,  li  quali  da  una  pove- 
ra e  servii  vita  partendosi ,  venissero  alla 
lor  setta,  la  quale  era  simile  ad  una  po- 
tente tirannide.  Salvia  Disc .  l  4=6  La 
natura  della  tirannide  e  tale,  che  fa  oblia- 
re i  piò  stretti  vincoli  di  sangue,  d  ami- 
cizia,  di   carit'a.  , 

i?  e  Si  dice  anche  dun  Governo  le- 
gillimn,  ma  che  u.<a  maniere  "';''"'"''"■ 
liusle  e  crudeli.  ..  I  arch.  Lez.  iOH. 
%uei,ó  avvenire  massimamente  appresso 
lì  nazioni  barbare,  e  dove  reg..ano  le  11- 

"  TÌRrNNlS.    r.     A.  Add.     J^rann^ 

Lai.  '."■""""";•,'■/  ,7o  Re  di  ciò  si 
rra::g;rn::^.'fe„do:  che  cosa  ti- 
rannia  è  bellore  di  donna 


i536 


T  I  R 


T  I  R 


T  I  R 


TIRANMZZARE  .  V.  TIRANNEG- 
GIARE. 

TIKANNIZZATO  .  V.  TIRANNEG- 
GIATO. 

t  TIRANNO.  Propriamente  Quegli  che 
usurpa  con  i-iolema  e  ingiustizia  alcun 
principato  s  ed  anche  Signore  ingiunto  e 
Crudele,  e  amatore  solamente  dell*  util 
proprio.  Lat.  tyrannus.  Gr.  rupavvos- 
I-'ior.  J'irt.  A.  M.  I  tiranni  amano  Ìl 
lur  pruprio  l>rnc,  e  lo  Re  ami  il  1>ca  cu* 
mune.  M.  V.  3.  88.  Pulendosi  catuiiu 
dolete  con  ragione  iu  ^è  della  corrotta 
fede  ec. ,  mercutauzia  de*  tiranni.  Ontel. 
S.  Gio.  Oriso.vt.  23i.  Come  una  fiera  e 
crudele  tiranna  Ì  cuori  di  tutti  possiede  , 
e  con  tiranncacu  &ignuria  li  vinte  ed  ali- 
l>altc  .  •'••  "  Dani.  ìnf.  27.  Homagna  tua 
non  è  e  nou  hi  mai  Santa  guerra  ne' cuor 
de' suoi  tiranni  »».  (M) 

g.  1.  Per  similtt.  s:  dice  di  Pertona 
crudele  e  ingiusta  .  Peir.  canz-  l\S.  l\- 
riel^  cclesto  ha  cura  Dì  mìa  salute,  non 
(jucslo  tiranno.  Che  del  mio  duul  si  pasce, 
e  del  mio  danno.  Lati.  179-  ("orsa  la  casa 
mia  per  sua  ,  ed  in  quella  fiera  tiranna 
divenula  .  Montcm.  mndr.  2.  Sempre  di- 
nanzi Amor  mi  rappresenta  Quel  sacro  , 
onesto,  e  graziuìo  ;Jlero  Viso  gentil  della 
tiranna  mia. 

3  §■  "■  Trovasi  anche  preso  in  buona 
parte  per  lo  stesso  v/ic  Signore.  C  /'. 
10-  87.  6.  Questo  Casliuccìu  fuc  un  va- 
loroso e  magnanimo  tiranuo. 

*  g.  III.  E  in  forza  d'add.  Tass.  Cer. 
Ci.  55.  Serhandu  sempre  al  giudicare  in- 
villo Dalle   tiranne   passioni   il   core.  ( P) 

s;:  TII'.ANTE.  òust,  Term.  degli  Ar- 
chitetti .  Pezzo  di  legname  ,  che  serve  a 
tener  saldi  i  puntoni  del  cavalletto  di  un 
tetto,  e  chiamasi  anche  Prima  corda.  (A ) 

TIKANTi:  .  lite  tira.  Lat.  trnhens  . 
Or.  li/(tì-i.  Amet.  [\<^.  Costui  generò  Ce- 
l'ore  ,  la  <|Uale  ,  a^^iunli  i  carri  suoi  a' 
colli  de'  tiranti  serpenti  ec.  »  di&corsc  Ìl 
mondo  . 

=^  §.  I.  Tirante  j  vale  anche  Che  ten- 
de. Che  s'  indrizza.  Salvia.  Pros.  Tose. 
l.  17.  È  più  tosto  a.stu2Ìa  che  senno  ec, 
tirante  tutta  all'  utile  del  potente,  che 
■  un  improprio  nume  Ragione  di  stato  sì 
appella.  (•) 

^  II.  Carne  tirante,  si  dice  di  Carne 
dura,  e  tigliosa.  Malm.  6-  l\^.  Crudo  è 
il  carnaggio,  e  si  tirante  e  duro,  Che  non 
viene  a  punlare  i  piedi  al  muro. 

§.  111.  Onde  diciamo  in  modoproverb. 
Carne  tirante  Ja  buon  /ante j  e  vale,  che 
J  cibi  grossi  e  non  delicati  Janna /a  com- 
plessione altrui  più   robusta, 

#  §.  IV.  Tirante,  figuralam.  per  Osti- 
nato, Pertinace.  Ciard.  Cons.  181.  Alcu- 
na volta  la  crudell'a  e  chiamata  giuslizia,  e 
la  ne({1ìgenza  *.'  cliiatiiala  pìeiìi  e  dolcezxa; 
ed  cssei  e  tirante,  e  duro  ù  chiamato  co- 
Alante,   cioè   virtuosa   fern^cua.    (C) 

TIRAUB,  e  TRAUHK  .  c/ii!  tn  alcune 
delle  sue  voci  si  supplisce ,  o  si  confonde 
con  quelle  degli  antichi  verbi  THAEHK, 
e  TRAOGERE  .  I  erbi  che  si  adoperano 
mescolatamente  nelle  lor  significanze,  ben- 
ché forse  in  alcuna  maniera  particolarr 
si  adoperi  più  propriamente  an:t  l'  uno 
che  l' altro  .  A  distinzione  di  che  le  ma- 
niere accennate  col  vert>o  THAIIRE  sono 
per  avventura  proprie  sue,  laddove  l'al- 
tre concepite  colla  voce  TIRAHE,  sempre 
che  quivi  in  contrario  non  s'  eiprima  , 
sono  appresso  di  noi  comuni  ed  all'  un 
verbo  ed  alt'  altro  ,  come  mostrano  gli 
esempli , 

§.  I.  Tirare,  per  ("ondurre  con  forza, 
o  Muoveie  alcuna  cosa  verso  se  con  vio- 
lenza .  Lat.  trahere  .  Gr.  c>x((V  .  liocc. 
fioi'.  l5.  3o.  Come  lavalo  foksr,  crollasse 
la  fuucj  ed  essi  U  lirerehhcr  «uso.  p.  nov 


17.  33.  Per  lo  capestro  tirò  fuori  Ciurla- 
ci, e  andavasclo  tirando  dietro.  A'  nov. 
43.  l6-  Il  roDxino  ec.  ,  tirala  la  lesta  , 
ruppe  le  cavezzine  .  /i  nov.  81.  i3.  Pre- 
se Alessandro  pe^  piedi,  e  luì  fuor  ne  tirò. 
i\'or.  ant.  lOO.  12.  La  moglie  tiro  a  sé 
la  mano.  Pit.  SS.  Pad.  i.  72.  Per  forza 
lo  tirarono  al  monastero  d*  llarione  sì  in- 
traversato con  questi  legami.  Poez.  G.  S. 
l5.  E  me  gridando  e  cuntraslaudo,  sicco- 
me in  parie  di  preda  tirassono  ,  la  vesta 
ec.  squarciarono-  fìoez.  farcii,  i.  pros. 
3.  E  me  ,  che  gridava  e  non  voleva  an- 
darne ,  tirando  ])er  forza  come  lur  preda, 
mi  stracciarono  la  vesta.  4S>/i.  i?ir/i.  f'arch. 
5.  23.  Questi  tali  bonno  hisogoo  d*  esser 
tirati  e  punti. 

3  §.  II.  E  per  metaf.  Petr.  cani.  6. 
I.  Seco  mi  tira  si  ,  eh'  io  non  sostegno 
Alcun  giogo  nicn  grave  .  iJant.  Inf  6. 
Ed  io  a  lei;  T  angoscia  che  tu  hai,  Forse 
ti  tira  fuor  della  mia  mente  .  iSocc.  nov. 
32.  1.  Aveva  la  novella  dalla  Fiammella 
I  accontala  le  lagrime  più  vtdte  tirate  io- 
fino   in   su   gli  occhi   alle   sue   compagne. 

§.  III.  Tirare,  per  Istra.tcicare.  Petr. 
son.  1^.  Indi  traendo  poi  1'  antico  fianco 
ce.  ,  Qu.mto  più  può  col  huon  voler  s* 
aita  .  Tass.  Cer.  I<).  28.  Trar  molto  Ìl 
dehil  fianco  oltra  non  puolc ,  E  quanto 
più  si  sforza,  più  s'aflanna. 

§.  IV.  Tirare,  per  Jtimuovere  da  sé  in 
un  subito  checchessia  con  forza  iti  trac- 
ciò,  a  fine,  per  lo  più,  di  colpire j  Sca- 
gliare, Gettare.  Ar.  l\tr.  3^  81.  E  fer- 
ro, e  fuoco,  e  sassi  di  gran  pondo  liiar 
con  tanta  e  sì  fiera  tempesta  ,  Che  mai 
non  cblic  il  mar  simile  .(  questa. 

§.  V.  Tirare,  per  Allettare,  indurre. 
Lat.  allicere  ,  inducere  .  Gr.  i^0./\jtn  . 
cVayés^ai.  iiocc.  nov.  12.  2.  A  raccon- 
tarsi mi  lira  una  novella  .  l'I  g.  ^.  p.  J). 
Malagevulmeule  le  cose  del  mondo  a  se 
il  dovrehhono  trarre  .  /'-"  proem.  7.  De' 
quali  modi  ciascuno  ha  fona  di  trarre  o 
in  tutto,  o  in  paite  l'animo  a  se.  L  nov. 
80.  5.  Questi  colati  meicalanti  s'ingegna- 
no d'  adescare,  e  di  trarre  nel  loro  amore, 
e  gi'a  molli  ve  n'hanno  tratti.  P^ nov.  t)8. 
IQ.  Tirandolo  dall'una  parte  amore,  e  d* 
altra  i  conforti  di  Gisippo  sospigneitdolo  . 
Petr.  canz.  i!\.  I.  Perche  quel  che  mi 
trasse  ad  amar  prima,  Altrui  colpa  mi  te- 
glia .  Peni.  Ori.  a.  I.  18-  Ma  la  natura 
lur  benigna  e  buona  Tirava  ad  ubbidirgli 
ogni  persona. 

§.  VI.  Tirare,  per  Attrarre.  Lai.  tra- 
here ,  ad  se  trahere.  Gr.  t^-fHt,  ~pOt 
s'aurov  imeiv.  l'ranc.  Saccli.  nov.  3. 
Come  la  calamita  lira  il  ferro  .  cosi  colla 
sua  virtù  tira  ciascuno  con  desideiio  a  ve- 
der la  sua  dignità.  ^  Pant.  Par.  28.  Que- 
sti ordini  di  su  lutti  rimirano  E  di  giù  vin- 
con  si,  clic  verso  Dio  Tutti  tirali  sono,  e 
tulli  titano.  ^AV 

s?  §.  VII.  Tirare,  per  Crrnre.  Tass. 
Lez.  Son,  Cas.  I9L  Uà  quc>t.i  npposi- 
siune  Sì  dichiara  la  erandexta  del  Crea- 
tore, che  dall'uno  all' altro  si  grande  e- 
stremo  fu  pi>tenle  di  tirare  il  mondo.  (Cj 
§.  Vili.  Tirare,  per  Distendetr,  Con- 
durre, Costruire.  Lat.  ducere,  producere. 
Or.  tirnv,  :rap«)x«iv.  Tae.  Pav.  Ann. 
II.  l35.  Per  non  tenere  in  olio  i  solda- 
ti ,  liru  dalla  Mo>a  al  Reno  un  fosso  dì 
venlìlrii  miglia  ,  ihe  riirvrksr  ì  rrlUlssì 
dell'  Oceano.  Pern.  rim.  1.  18.  Or  le  sue 
laudi  sono  un  rdifiiio  ,  (ho  chi  lo  %uul 
tirali-  infino  al  tetto  ,  Avrà  (accenda  i>iù 
rh*  a  dir  1'  ufitiu.  K>  UmÌcc.  Ator.  2.  88- 
Ove  i  Pisaui  ce.  av«*iino,  mrulrc  »i  bai- 
{•u^a,  tirato  un  riparo  cod  un  fosso  innau- 

•i.  (I.) 

^',  IX.  Tirare,  per  ì  incere,  Term.  del 
giuoco 

g.    X.      Tirate,  ptr    Ottenere    a  suo 


modo  j  Spuntare,  f 'incere  ,  Conseguire, 
Cecch.  Ùonz.  3.  2.  Hai  troppa  maggio- 
ranxa  ,  E  io  le  a*  ho  lasciale  tirar  troppe. 

*  §.  XI.  Tirare,  dicesi  anche  de' 
Muri ,  e  vale  Voltare  ,  f'olgere .  Lai. 
vertere.  Cuicc.  Stor.  4-  161.  E  nel  tem- 
po medesimo  faceva  due  trincee  in  so  la 
piazza  del  castello,  una  che  tirava  a  mano 
destra  verso  il  Po  ec.  l'altra  ec.  (L) 

^  §.  XII.  Tirare,  pure  parlandosi  di 
muri,  vale  anche  Stendersi  ,  e  continua- 
re  .  C'ron.  Strin.  lo3.  In  somma  tutte 
le  case  sodo  braccia  LWI.  in  sulla  piaz- 
za ,  traendo  sino  alla  piazzuola  di  Cam- 
pidoglio .  ìiorgh,  Orig.  Tir.  292.  Da 
questa  (porta)  tiravano  le  mura  a  diritto 
(  come  e'  dicono  }  per  la  gran  ruga  da 
Santa  Maria  in  Campo  fino,  come  io  cre- 
do, al  principio  della  via  che  oggi  Ta  alla 
Nunziata.  L'  2^.  Di  qui  tirava  drillo  (il 
recinto  della  città  j  fino  al  prÌDcipio  della 
via  del  Garbo  .   (PJ 

g.  XIII.  Tirare,  vale  talora  Vedere, 
Esercitare  il  senso  della  vistai  modo  basso, 

g.  XIV.  Tirare  ,  per  Aver  la  mira, 
Piguardarc ,  Tendere,  Indirizzarsi,  in- 
clinare. Lat-  tendere,  fHirtinere.  Gr.  T«- 
vEtv  .  /ìocc.  Introd.  10-  E  tutti  quasi  ad 
un  fine  tiravano  assai  crudele.  Lab.  |33. 
Tulli  i  pensieri  delle  femmine  ,  tutto  lo 
studio  ,  tulle  r  opere  a  oiuna  altra  cosa 
Urano,  se  non  a  rubare,  a  signoreggiare, 
e  ad  ingannar  gli  uomini. 

%.  W .  Tirare  j  diciamo  il  sangue 
tira  ,  del  Itisvegliarsi  alcuna  inclinazio- 
ne, o  altro  sentimento  da  naturai  simpa- 
tia ,  somiglianza  ,  o  congiunzione  di  san- 
gue .  Malm.  8.  3o.  Aniurchè  tutte  (le 
donne),  perche  il  ceivel  gira.  Le  girelle 
vorrun  ,  che  *1  sangue  lira. 

*  §.  XVI.  Dicesi  anche  mei  senso  me- 
desimo :  I.e  carni  tirano.  Segr .  Fior. 
Mandr.  3.  3.  Diietc  due  mesi  ogni  lu- 
Ded>  la  messa  dei  morti  per  1'  aoima 
del  mio  marito  ,  ed  ancora  che  foue 
un  om.iccit.,  pure  le  carni  tirano  ;  io  dod 
posso  far  rh*  io  noD  mi  risenta  ,  quaodo 
io  me  ne  ricordo.   (TC) 

§.  XVII.  Tirare ,  parlandosi  di  ven- 
to, vale  Spirare.  Lat.  flare.  Gr.  yyffòtv. 
Itocc.  nov.  ^2.  6.  Essendo  quel  vento  , 
che  traeva,  tramontana  ec,  ad  una  piag* 
già  vicina  ad  una  città  chiamata  Susa  ne 
la  portò.  Ciach.  Malesp.  2a5.  E  traiM 
la  notte  uno  grandissimo  vento  .  Cr.  1. 
3-  4-  I  quali  (  venti  occi'/entali  )  se  «of- 
GerauDo  ,  ovvero  trarranno  in  fine  della 
nulle  e  nel  comiuciamenlo  del  di.  Ter* 
ranno  dall'aere,  nel  quale  il  Sole  nieoke 
averà  opetato.  /iellinc.  rim.  Pero  quando 
trae  vento ,  Non  esco  punto  fuora  alle 
campague  .  Pcd.  lett.  a.  92.  Siamo  ali* 
Amlirogiana,  dove  tira  e  tirerai  io  elemo 
il  solito  vento. 

3  §.  XVIII.  Tirare,  parlandoti  d'ar- 
co, di  balestra,  d' archibuso ,  e  simili, 
vale  Scoccare  ,  o  Scaricare .  IJant.  Inf, 
12.  Ditcl  costinci  j  se  nou  l'arco  tiro. 
Petr.  son.  36.  E  che  avete  \\\  schermi 
sempre  accorti  Cootra  1'  «reo  il'Ainurtche 
indarno  tira.  4  Cuicc.  Stor.  3.  &>.  E  di 
quivi  condoiii>i  a  Marghrta  in  >ulle  actfuc 
salse,  tirarono,  acciocché  fosse  piii  chiara 
la  meninria  di  questa  c>|>ediuone  con  dir- 
ci peni  di  artiglieria  grossa  verso  Vene- 
zia, ti.) 

^  %.  XIX.  Tirar  d'archibuso,  o  simili, 
tale  lo  stesso,  m  ienv.  (eli.  Oref  21- 
Kssendoiiù  io  Ìo  giuvaociaa  ddetlalu  di  li- 
rare  d' archihuso  ».  tC) 

*  §.  XX.  Tirare,  vaia  mncita  Ar^ 
rivar  col  tiro.  Cuicc.  Stor.  1.  379-  Ac- 
quislala  Staiiipace  ,  Pagolo  \ì  fece  tirare 
in  allo  alcuni  falconetti  e  passavulanli ,  i 
i|uali  tiravano  per  tutta  Pisn,  ma  nou  oi- 
lvudc\auo  I  ripari-  (L) 


T  I  R 


T  I  K 


T  I  R 


153; 


§.  XXI.  Tirare,  parlandosi  di  muh, 
cavaiiif  e  simiiij  va/c  Tirar  calcia  Seat' 
ckeg^are.  Lat.  calcitrare,  Gx.  'iix.r^-i.Xtii. 
Piov.  ant.  QI.  3.  Il  mulo  trasse,  e  dièyli 
un  calcio  nel  capo  lale  ,  che  1*  uccise  . 
Frane.  Sacch.  nov.  l6o.  Il  qujl  mulo 
sentendosi  beziicarc  quel  luogo  ,  di  che 
più  SODO  schifi  ec,  comincio  ìi  trarre  e  a 
tempestare  si  diversamente,  che  ec.  Btrn. 
rim.  I.  ^.  Dà  una  volta  tonda  La  mula, 
e  Ti  xoppicando  e  traendo.  C<is.  lete.  02. 
Persuada  loro,  ch«;  chi  ha  delle  bestie  as- 
sai per  casa,  come  son  costretto  d'aver  io, 
coQvicn  per  sorte  averne  di  quelle  che 
mordono  e  traggono. 

#  §,  XXII.  Tirare,  parlandosi  di  detti, 
o  d'azioni,  vale  Interpretare,  Pigliare  in 
buona j  o  mala  parte  j  ma  in  questo  senso 
si  accompagna  sempre  con  voci  che  ne  indi- 
chino la  parte  buona,  o  cattiva  .  Dani, 
ìnj.  9.  Ma  nondimen  paura  il  suo  dir 
dicnne,  Perch*  io  traeva  la  parola  tronca 
Forse  a  peggior  scntenia  eh'  e'  non  tenne. 
CuiCc.  Stor.  18.  19.  Il  qual  procedere 
(  sospetto  mollo  al  Pontefice  )  chi  voleva 
tirare  a  miglior  senso,  arguiva  che  le  pra- 
tiche sue  degli  accordi  erano  causa  del  suo 
procedere  con  questa  sospensione.  fCj 

§.  XSIII.  Tirare,  parlandosi  di  tem- 
pò,  vale  Mandare  m  lungo,  allungare. 
Bocc.  nov.  100.  32.  U  sollauo  e  '1  fe- 
steggiare multiplicarono ,  e  in  più  giorni 
tirarono  ^CiOt;,ieccr  durare  più  giorni). 
§.  XXIV.  Tirare,  parlandosi  di  misu- 
re,  o  di  spazio,  vale  Distendersi ,  Ab- 
bracciare spazio,  Allungarsi.  Bern.  Ori. 
1.  i3  23.  Turpin  lo  scrive,  io  l'ho  per 
cosa  certa,  Tirava  dieci  braccia  ogni  ala 
aperta.  Amhr.  Furt.  2.  7.  Togline  tre 
pexze  ;  credo  che  queste  saranno  d' avan- 
so.  3/.  Quanto  posson  tirar  l'una?  Z. 
Quarantacinque,  u  cinquanta  braccia  alla 
nmura  nostra. 

§.  XXV.  Tirare ,  parlandosi  d**  alcun 
lavorio,  vale  Condurlo  a  perfezione.  Fab- 
bricarlo. Sagg.  nat.  esp.  19.Ì.  Giudican* 
dosi  poco  men  che  impossibile  il  trovare 
un  cannel  di  vetro  (che  finalmente  non  è 
tirato  con  altra  regola,  che  col  soffio  del- 
l' artefice  )  cosi  perfettamente  cilìndrico, 
che  tanto,  o  quanto  non  abbia  delle  disu- 
guaglianze. *  Bcnv.  Celi.  Ore/.  83.  tit.  del 
cap.  12.  Del  modo  di  tirar  vasellami  d* 
oro  e  d'' argento  (lavorare).  Ang.  Mei. 
1.  31.  Non  era  nato  ancora  il  ferro  duro 
Tiralo  a  fuoco  in  forma  che  offendesse.  (J)} 

*  g.  XXVI.  Tirare,  parlandosi  di 
metalli,  vale  Distendergli  col  martello,  o 
Fargli  passar  per  la  trajìla.  Benv.  Celi. 
Oref.  !^6.  Tenendo  un  tassellino  tendo 
dinanxi,  sopra  il  quale  lavorando  di  ma- 
no in  mano  tirava  1*  oro  del  campo  con 
un  piccol  martellino.  (ÌS')  Car.  En.lib.-j. 
Annestar  maglie,  rinlerzar  corazze,  E  per 
fregiar  più  nobile  armatura  Tirar  lame 
d'acciar,  fila  d'  argento.  March.  Lucr.  lih. 
5.  Col  batterlo,  limarlo  ed  arrotarlo,  Ti- 
rarlo in  punte  acute.  (Br) 

*  §.  XXVII.  Tirar  di  martello,  neW 
arte  dell'  orificeria  ,  vale  Far  lavori  col 
martello.  Benv.  Celi.  Oref.  37.  Av"\-egna- 
chè  Qoi  dicessimo  che  in  Parigi  ec.  con 
più  pratica  e  maggior  sicurezza  si  tirasse 
di  martello,  ec.    {V) 

%.  XXVIII.  Tirare,  parlandosi  di  can- 
ne d' archtbuso,  o  simili,  vale  Ridurre 
la  loro  superficie  a  convenevole  ^gura  e 
pulimento. 

g.  XXIX.  Tirare,  parlandosi  de*  vi- 
nt,  vale  Chiarire,  nel  signifìc.  del  §.  I. 
Soder.  Colt.  q3.  Questi  trucioli  ec  han 
p ri  età  ai 


no  propri 


tirare  il  vino  e  rischiarar- 


lo,  ec  E  lO^-  I  gessi  e  le  calcine  vive 
ec.  si  danno  a*  vini  deboli  per  rinfrancar- 
gli, o  a'  torbidi  per  ischtarirgli^  o  a'  grassi 
per  tirargli,  o  a'  grossi  per  assotligliargli. 
J'ocal>olario  T    II. 


$  g.  XXX.    Tirare  ,  parlandosi   pure  , 
del  vino,  vale  anche  Cavarlo  dalla  botte. 
Spillarlo.   Morg.     18.    162.    Vorrei  prima 
che  i  lumi    sieno  spenti,  Che    tu    traessi 
ancora  un  po' di  vino.  (C) 

g.  XXXI.  Tirare,  parlandosi  di  stam- 
pa, vale  Stampare,  Imprimere, 

§.  XXXIl.  Tirare,  parlandosi  di  con- 
tratti, vale  Procurare  di  vantaggiarsi  nel 
prezzo  il  più  che  si  puòj  che  anche  di- 
ciamo  Stiracchiare. 

g.  XXXIH.  Tirare,  vale  talora  Mori- 
re. Lor.  Med.  canz.  44'  ^  Chi  ha  'Ico- 
re innamorato  Venga  avale  a  far  lamento 
Di  quel  bel  gìglio,  che  è  spento.  Della 
Ncncia,  e'  ha  tuato. 

f  *  g.  XXXI V.  Tirare,  talora  vale 
Bere,  Tirare  a  se  succiando  un  liquido. 
Pccor.  g.  9.  n.  I.  Lo  porse  (il Jiasco) 
al  compagno,  e  disse:  tira,  che  tu  non 
beesti  mai  meglio.  (ì) 

*  g.  XXXV.  Tirare,  talora  vale  Ten- 
dere, Accostarsi  ad  una  data  figura  ,  o 
somiglianza.  Sagg.  nat.  esp.  78-  Le  quali 
(gocciole  dell'  argento  vivo)  o  schizzino  o 
piovano  per  lo  mezzo  dell'  aiia ,  o  posino 
sopra  un  corpo  asciutto,  tirano  sempre  al 
rotondo.  (C) 

f  ^  g.  XXXVI.  Tirare,  parlandosi  di 
bilance,  o  simile,  vale  Segnare,  Indicare 
il  peso.  Sagg.  nat.  esp.  146.  E  pesata 
r  acqua  ec.  trovammo  con  bilancia  che  ti- 
rava a  1/4^  ^'  grano,  il  peso  di  quella 
al    peso    di    questa    slare     come     25     a 

28  1/19.  (yj 

^  g.  XXXVII.  Tirare,  parlandosi  di 
pitture,  0  simili,  vale  Bicavare,  Ritrar- 
re. Benv.  Celi.  ri7.  3.  3l8.  Gli  altri  che 
hanno  f.U(o  ,  e  fanno  professione  dì  Ar- 
chitetto ,  tirano  le  opere  loro  da  un  pic- 
col disegno  fallo  in  carta.  (C) 

*  g.  XXXVUI.  Tirare  a  dote,  o  alla 
dote,  dicesi  di  chi  nell'  accasarsi  ha  più 
in  considerazione  la  dote  che  la  persona 
che  dee  sposare.  Leop.  rim.  62.  NobU 
secondo  la  mia  condizione.  Gli  è  pur  do- 
ver, che  s'  lo  non  tiro  a  dote,  Ch'  io  spac- 
ci almanco  un  po' d' opinione.   (Cj 

§.  XXXIX.  Tirare  a  fne,  vale  Com- 
pire.  Finire,  Terminare.  Lat.  complt-re , 
Jìnire,  ad  Jìnem  perducere.  Petr.  canz.  l8- 
3.  Via  corta  e  spedita  Trarrebbe  a  fin 
quest*  aspra  pena  e  dura.  Cas.  lett.  16. 
Sua  Maestà  Cristianissima  perseveri  nella 
sua  gloriosa  impresa,  e  tirarla  a  fine  ,  ad 
esaltazione  di  Santa  Chiesa. 

^  g.  XL.  Tirare  a  fondo,  fguratam. 
vale  Avvilire,  Deprimere.  Bucell.  Dial. 
71.  Perchè  galleggiar  la  malizia?  e  si  su- 
blimar l'ignoranza,  e  la  saggezza  tirare  a 
fondo?  (TC) 

g.    XLI.    Tirare  al  buono,  vale  Esser 
ben  composto.   Pigliare    in  buona  parte. 
g.  XLII.    Tirare    al    buono,    o  al  cat- 
tivo,   vale    Pendere    nella   bontà,    o  nella 
malvagità.    Aver    (/nella   per  suo  fine. 

V  g.  XLIII.  l'irare  alcuno  a  parla- 
mento, vale  Farlo  venire  a  parlamento. 
Guicc.  Stor.  18.  39.  Il  marchese  (  an- 
corché il  Duca  di  Urbino  tiratolo  a  par- 
lamento a  Castel  S.  Piero  cercasse  d'in- 
terporre o  diificoltà.  o  dilazione)  fu  pron- 
to a  passare  le  Alpi.  (C) 

^  g.  XLIV.  Tirare  alla  mente,  vale 
Tornare  innanzi ,  Far  sovvenire.  Ces. 
Pros.  264-  t'n  luogo  di  Dante,  mi  tira 
alla  mente  il  verbo  Bispondere.  (C) 

§.  XLV-  Tirare  al  peggio  ,  vale  In- 
terpetrar  le  cose  malvagiamente  ,  Esser 
d'animo  maligno.  Tac.  Dav.  I  quali  al 
peggio  tirava  e  serbava  (  il  testo  lat.  ha: 
in  crimen  detorqucns  ).  '^-  E  Stor.  2.  i84- 
E  tenendo  i  Senatori  per  nimìci  d'  Olo- 
ne ,  osservavano  le  parole,  atti,  e  volti, 
tirandogli  al  peggio.  (C) 

^  S-   XLVl.    Tirare  a  morte    uno,  va- 


le Farlo  morire,  o  Esser  cagione  che  muo* 
ia.  Guicc.  stor.  17.  a32.  Ma,  tirando  i 
fati  Giovanni  a  presta  morte  ìn  Lombar- 
dia, aveva  per  consiglio  del  luogotenente 
ec.  differito  a  chiamarlo.  (C) 

g.  XLVII.  Tirare  a  pochi,  vaie  Con' 
tentarsi  di  poco.  Pigliare  il  poco;  tratta 
la  metaf  dagli  uccellatori.  Bocc-  nov.  80. 
24.  Parendole  aver  tirato  a  pochi ,  pensò 
dì  restituirgli  i  cinquecento  ,  per  poterv 
avere  la  maggior  parte  de'  cinquemila  . 
Lib.  Son.  20.  E  pur  per  ora  lira  a  que- 
sti [lochi,  E   dì'  ciò  che  tu  vuoi. 

*'?  g.  XLVIII.  Tirare  a  pulimento  una 
pietra,  un  metallo,  un  pezzo  di  legno,  o  si- 
mile, vale  Lustrarlo.  V.  PULIMENTO- 
g.  II.   i^) 

§._  XLIX.  Tirare  a  riva,  vale  Con- 
durre  a  riva  j  e  per  metaf.  vale  Cow 
durre  alfine.  Petr.  canz.  3l.  2.  Che,  in 
carne  essendo,  veggio  trarmi  a  riva. 

§.  L.  Tirare  ,  o  Trarre  a  se  ,  rife- 
rito a  Dio,  vale  Permettere  che  altri  muoia. 
Mandare  la  morte.  Lat.  rapere.  Gr.  oip- 
"k'^siv.  Bern.  rim.  1.  l^l.  E  tiri  a  se 
Ire  delle  tue  bambine. 

^  g.  LI.  Tirare  a  se,  vale  Aver  mag- 
gior riguardo  al  proprio  interesse  che 
all'  altrui  .  Frane.  Sacch.  nov.  221. 
L'  ambasciadore  ,  non  istante  al  danno  e 
alla  beffa,  se  ne  rise  ,  dicendo  che  per 
certo  in  Firenze  dovea  avere  di  sottili  uo- 
mini  da  saper    tirare    a    loro.  (V) 

g.  LII-  Tirare  a  se  la  porta ,  P  •tscto. 
o  simili,  vale  Serrare  per  di  fuori.  Fir. 
As.  3o6.  Tiralo  a  lor  1'  uscio,  ne  lasciarono 
Ubera  comodità. 

g.  LUI.  Tirare  a  segno,  vale  Ti- 
rare per  colpire.  Bern.  Ori.  I.  19.  i- 
Forse  chi  t' insegnò  di  trarre  a  segno  Con 
quel  tu' arco,  a  non  volere  errare,  Ti  dis- 
se che  la  vera  maestria  Era  dar  nella  te- 
sta tuttavia.  E  3.  8.  5-  Certi  strumenti 
da  tirare   a  segno. 

g,  LIV.  Tirare  af  suo'  colombi  j  fi- 
gttratam.  vale  Far  cosa  che  ridondi  in 
proprio  pregiudizio  ,  Pregiudicare  a  st 
stesso.  Geli.  Sport.  2.  6.  Be'  se  costei 
se  n*  è  avveduta  ,  padrone  ,  voi  averete 
tratto  a' colombi  vostri.  Cecch.  Inc.  1.  2. 
Oh  voi  siete  pur  semplice  A  creder  che  ■ 
lo  Stramba,  perdonatemi.  Voglia  trarre 
a' colombi  suoi  1  Buon.  Fier .  2.  2.  IO. 
Oimè  1  mira,  mira  Quel  patzercl  ,  eh'  a' 
suoi   colombi  lira. 

f  g.  LV.  Tirare  a  terra  un  lavo, 
ro,  vale  Demolirlo,  e  per  metaf.  Svilir- 
lo j  e  Tirare  a  terra,figuratam.  parlan- 
dosi di  popolo,  vale  Distruggerlo  ,  Farla 
morire.  *  M.  V.  IO.  4^-  E  (la  pesti- 
lenza )  tirò  a  terra  il  popolo  quasi  affat- 
to. (F) 

g.  LVI.  Tirare  a  un  colore,  vale  Ap- 
prossimarsi a  quello  .  Lat.  in  colorem 
aliquem  vergere.  Gr.  ÌTiì  '/pùpv.  ti  Bpi- 
5£iv.  3/.  /.  3.  74- L^^'^''^'^'^°^'  dietro  un 
vapor  renerognolo,  traendo  allo  stagneo. 
^  g.  LVII.  Tirare  avanti,  o  innan- 
zi, vale  proseguire.  Continuare  un  di- 
scorso ,  o  una  operazione.  Bellin.  Disc. 
I.  238.  Io  se  vi  contentaste  vorrei  dire 
che  la  tela  è  un  inlessimenlo  di  fila:  vi  par 
egli  che  sia  ben  detto?  Tiriamo  dunque 
avanti.  (C)  Scgner.  Fred.  Pai.  Ap.  9.  12- 
Chi  però  scorge  sì  deboli  tuttavia  le  di- 
sposizioni nel  cuor  de'  suoi  penitenti,  non 
si  disamini  j  tiri  innanzi,  tolleri,  tempo- 
regg..  ITO 

g.  LVIII.  Tirare  colpi,  e  simtlt  ,  va- 
glìono  Ferire,  Percuota-e,  Colpire.  ^  Ar. 
rur.  10.  102.  Ruggicr  giù  cala,  e  spessi 
colpi  tira.   (C) 

g.  LIX.    Tirare  costrutto,    vale   Bica- 
vare  utile  ,  Approfttarsi.   Bern.    Ori.  '2. 
3.  22.  Dopo  molta  fatica  e  molto  stento  Non 
ho  potuto  trarne  altro  costrutto. 
193 


t538 


T  1  n 


T  1  R 


#  g.  LX.  Tirar  dalla  parte  mia, 
sua,  ce.  vale  Condurre  alcuno  dalla  par- 
te mia,  sua  ec.  Giov.  Geli.  ì'it.  Alf.  xSg. 
Giu(lic3Q(lo  clic  ntissuD  potc:>&e  loro  impe- 
dire la  vittoria,  che  c^li  speravano,  se  e' 
l'Otevanu  tirar   dalla  parte  loro  il  papa.  ^C> 

§.  LXI.  Tirare  dalla  sua,  vale  Gua- 
dagnarc  alcuno  per  la  sua  opinione.  Con- 
darlo  nella  sua  fazione,  lialla  sua  parte. 

^  g.LXII  'Tirar  dal  suo,  vale  lo  stesso 
che  Tirar  dalla  sua.  t'ardi,  h'rr.  Gioi'.Sl. 
Egli  pcn^ò  suljito,  per  esser  poi  raHermo 
gon  fa  lo  UIC  re,  a  tirar  più  dal  suu  di  tutte 
le  parli  che    poteva.   (Cj 

g.  LXUI.  Tirare  danari,  vale  i?i- 
scuoter    danari.     Aver  soldo. 

§.  LXIV.  Tirar  da  parte  ,  da  banda, 
da  lato  ,  in  disparte  ,  e  simili  ,  vagliano 
Allontanare  ,  Discostar  dagli  altri .  Lat. 
seducere  ab  aliis,  seiungere.  Gr.  "^upi^ivi. 
Jìocc.  nov.  l5.  5.  E^ta,  tiratolo  da  parte , 
disse  . 

f  §.  LXV.  E  in  signific.  neutr ,  e 
neutr.  pass,  vale  Allontanarsi,  Di.icostar- 
.ii  dagli  altri.  "-l!  Vit  .  SS.  Pad.  2. 
172.  E  ijUflla  subito  uLliidii-ndola  si  tirò 
in  disparte,  infinocliè  quelli  frati  furono 
possati.  (Cj  Petr.  son.  201.  L'  altre  , 
maggior  di  tempo,  o  di  fortuna.  Trarsi 
in  disparte  rumando  con  mano.  foce. /iov. 
26.  7.  Tirati  adunque  da  una  parte,  che 
da  altri  uditi  non  l'ossero,  Ricciardo  co- 
minciò cosi  a  dire.  Dant.  Inf.  ^.  Tracm- 
nioci  cosi  dair  un  de' cauli.  Malm.  G.  3(). 
Tiralo  colla  strega  il  Re  da  bantla  Le  da 
la  ben  venuta. 

g.  LXVI.  Tirare  da  uno ,  vale  So- 
migliarlo.  Cron.  ì  eli.  25.  Gino  fu  anche 
di  comune  statura,  ma  più  savio  di  Gbc- 
rarduccio,  grande  parlature  ;  anche  Iracvu- 
uu  dalla  madre,  h'  j32.  Matteo,  B^Uuolo 
dulia  detta  monna  lìariola,  e  di  Francesco 
è  piccolo  e  tarchiato  della  persona,  e  trae 
dal   padre. 

*'.•  g.  LXVII.  Tirare  da  uno,  vale  an- 
che Aderire  alla  parte,  o  fazione  d'  uno. 
Din.  Comp.  lih.  i.  Erano  ben  veduti  ce. 
r  molti    cittadini  tirarono  da  loro.   (P) 

§.  LXVIII.  Tirar  de*  calci  al  vento, 
vale  Kssere  impiccato.  Lat.  suspendio  vi- 
tam  finire.    Gr.   ù'JZV.y'/ì'J^v.t. 

g.  LXIX.  Tirar  diciotto  con  tre  da- 
di, dicesi  del  fìiuscire  in  alcun  negozio 
con  ogni  vantaggio  possibile.  Malm.  <). 
s.  L^  gli  uomin  si  disfanno,  e  chi  ne 
scampa   Ila  tirato  diciollo  con  tre  dadi. 

g.  LXX.  Tirare  di  dadi,  vale  Git- 
tarli  con  mano  ad  oggetto  di  giuocarc. 
Buon.  Fier.  3.  I.  q.  Poi  traggo  il  dado 
r  Vince  Per  la  parte  del  si  la  mia  licenza. 

g.  LXXI.  Jn  maniera  proverbiale  di- 
ciamo :  Il  dado  e  tratto  }  che  vale  :  Il 
negozio  e  spacciato,  L'  affare  è  fatto,  il 
negozio  e  terminato,  sicché  non  può  stor- 
nare .  Lat.  iacta  est  alea.  Gr .  kxìSoì 
tppl7tT0C.t. 

g.  LXXII.  Tirare  pel  dado,  tolta  la 
similitudine  dal  giuoco  dello  sbaraglino, 
vale  Cominciare  allora,  0  in  tfuel  punto. 
Fir.  Trin.  I.  2.  E  ora,  di'  Ìo  pensava 
questi  dì  riposarmi,  e'  si  trae  pel  dudu. 
Malm.  12.  DI.  Adesso  ^  tribuUia  al  mag- 
gior grado  ;  E  s'  allor  pianse,  or  qui  lira 
pel  dado. 

§.  LXX  111.  Tirare  un  gran  dado,  va- 
le Avere  una  gran  fortuna,  o  Scampare 
da  un  gran  pericolo.  Lai.  Vtneris  la- 
ctunt  Jace/x.  Buon.  Fier.  \.  5.  3.  No* 
uhbiam  trailo  un  gtau  dado ,  Scampala 
una  gran   furia. 

::=  §.  LXXIV.  Tirare  di  dietro.  Dep. 
Decani.  i^O.  Or  qui  ci  par  a  otta  a  nlla 
un  che  ci  tiri  di  tlictru  (  ci  tiri  per  la 
veste)  ,   r  ci  dica  ec.  (f',t 

§.  LXXV.  Tirar  di  mira,  figuratam. 
vale  !  edere.  Lat.  pnfipicere. 


g .  L  X  X  V I .  Onde  Tirare  poco,  o  molto 
di  mira,  vale  Aver  buona,  0  cattiva  vi- 
sta. Lai.  parum  vel  multitm  prospicere. 
%.  LXXVII.  Tirare  di  pratica,  f^arch. 
Krcol.  80.  Tirar  di  pratica  si  dice  di 
coloro  \  quali,  ancorchi;  non  sappiano  una 
qualche  cosa,  ne  favellano  nondimeno  co- 
sì risolutamente,  come  se  ne  fossono  mae- 
stri ,  o  1*  avessero  fatta  co*  piedi  ;  e  tli- 
mandaiì  di  qualche  altra ,  rupondono  \ 
senza  punto  pensarvi,  o  si,  o  00,  come 
vien   lor    bene. 

g.  LXXVIII.  Tirare  di  spada,  e  Tirare 
assolutamente,  vale  Giucar  di  scherma  j 
rhe  si  dice  anche  Giucar  di  spada.  ^  Ar. 
Far.  ^o.  81.  Per  questo  mai  di  punta  non 
gli  trasse,  E  di  taglio  rarissimo  feria.  (.Min) 
-1^  g.  LXXIX.  Tirare  di  spadone.  Salvia. 
Fier.  liuon.  3-  3.  9.  Quando  in  una  casa, 
o  slanza  non  v'  è  niente,  si  dice  :  vi  si 
può  tirar  di  spadone,  il  quale  si  maneg- 
gia a  due  mani,  (y) 

§.  LXXX.  Tirare  d'  una  parte  e  d' 
altra,  figuratam.  vale  Avere  diversi  sen- 
timenti, ftagionar  variamente  d'  alcuna 
cosa,  liocc.  g.  10-  f  1.  La  novella  di 
Dioneo  era  finita  ,  e  assai  le  donne,  chi 
d^  una  parte  e  chi  d*  altra  tirando  ce,  q* 
avcan  favellalo. 

^  %.  LXXXI.  Tirar  fuori  la  somma, 
tcrm.  de'  Computistij  vale  Scriverla  in 
numeri  arabici  sul  margine  al  di  fuori 
della  scrittura  andante.  Instr.  Cane.  37- 
Descriva  i  pndcrai  cnn  esprimere  nella 
parlila  i  nomi  di  quelli  che  servono  at- 
tualmente, come  sopra,  al  podere  che  la- 
vorano; e  tiri  fuori  la  somma  della  loro 
decimina.   (C) 

§.  LXXXil.  Tirare  fuori  la  spada  , 
coltello,  o  simili,  vapliono  Impugnare  la 
spada ,  o  il  coltello,  cavandogli  dalla 
guaina.  Lat.  educcre.  Or.  s^a/eiv.  Bocc. 
nov.  [^\.  3l.  Cimone  e  Lisimaco  e  li>r 
compagni,  tirate  le  spade  fuori  ce,  verio 
le  scale  se  ne  vennero.  K  nov.  6G-  7. 
Tirato  fuori  il  collello,  lutto  infucato  net 
viso  ec. ,  come  la  donna  gì' impose,  così 
fece.  Stor.  Aiolf.  Allora  furi)n  triiUe  più 
di  cento  spade,  e  Mirahello  tratta  la  sua, 
ec.  AW.  ant.  I9.  (\.  Allora  il  figliuolo 
trasse  la  spada  del  fodero.  Tass.  Ger. 
JO-  27.  Sospirò  dal  profondo,  e  *1  ferro 
trasse.  Malm.  g.  3g.  Se  mai  vengono  a 
quel  tirarla  fuore  ,  Credete  che  e*  lo  fan 
mal  volentieri. 

§.  LXXXIII.  Tirar  giù,  vale  Abbassa- 
rv.  Lat.  deprimere,  demiilere.  Gr.  x«t«- 
«J.t'veiv. 

*  §.  LXXXIV.  Fole  anche  Pattar  giù. 
Demolire.  Guicc.  Stor.  ^.  j6.^.  Fu  anche 
dal  canto  del  castello  tirata  giù  una  parte 
del   cavaliere.  (L) 

g.  LXXXV.  Tirar  giù, figuratam.  va- 
le Bestemmiare  ,  e  Giurare,  /lem.  Ori. 
l.  22.  !i5.  lo  giù  tirava  Tutti  i  Maroni 
e  tulli   1  Trivigìanti. 

§.  L\XX\I.  Tirar  fiiù  tabu  flit,  figu- 
ratam. vale  Dispregiare  la  %-ergogna,  l'or 
da  banda  il  rispetto  ,  Non  aver  conside- 
ra tio  ne. 

g.  LXXXVIi.  Tirarla  giù  ad  altrui,  vaie 
Ingannarlo,  Fraudarlo ,  e  anche  Dirnema/e. 
§.  LXXXVIII.  Tirar  giù  un  lavoro,  vale 
Strapazzarlo  ,   Abborracciar/o. 

§.  LXXXIX.  Tirar-e  gli  orectbi,  figura- 
tam. vale  Hiprendere  ,  Ammoniie  .  I.al. 
aurem  veliere.  Gr.  cu;  offàv.  /  arch.  I  r- 
col.  80.  l'irarr  gli  orccrlii  a  uno,  significa 
riprenderlo,  o  ammonirlo,  cavalo  da' La- 
tini ,  che  dimano  vflletx  aurem.  Sen. 
Ben.  I  arch.  5.  7.  lo  tirerò  rorecchìc,  e 
riprenderò  me  mcilesinio  .  Jtern.  rim.  |. 
65.  l'rovai  un  li.itlo  u  tciivrr  elegante, 
ec  Ma  me).MT  tlintio  mi  tiro  gli  orecchi,  E 
disse  :  Ueriiia  fa  pur  dell*  aiigtldlc. 
'       g.  XC  2'irart  ti  collo  aglt  uccelli,  ftolli. 


e  simili,  nule  Uccidergli.  Lat.  necare,  oc- 
cidere.  Gr.  avat^sTv.  Bocc.  nov.  ^q.  xi. 
Sema  più  pensare,  liralogti  il  collo,  ad  li- 
na sua  f.iQtìcclla  il  fé  prestamente  pelato 
ed  acconcio  mettere  in  uno  scbidoae,  ed 
arrostir  diligentemente.  Lib.  Son.  69.  Ti- 
ra* le  il  cullo ,  ed  era  in  dì  di  cavoli. 

*  5.  XCI.  Tirar  il  collo  alle  viti, 
vale  Fatarle  più  lunghe  del  dovere.  Fed. 
COLLO,  g.  Vili.  (Fj) 

g  XCII.  Tirare  in  arcata  ,  figura- 
tam. si  dice  del  Dir  checchessia  senta 
averne  fondamento  di  notizia,  farcii  . 
Frcol.  80.  Peggio  di  coloro,  i  quali  ti- 
rano in  arcala  colla  lio^^a.  ^  Cas.  Lett. 
Giialt.  192.  Non  ne  fate  capital  nessuno 
di  quel  che  M.  Bouavvcniura  ha  detto  a 
M.  Ercole,  perchì:  trae  io  arcata  e  DÙsura 
a    occhio.  (D) 

g.  xeni.  Tirare  in  casa,  vale  Con- 
durre ad  abitare  nella  propria  casa.  Salv. 
Grandi.  1.  1.  Eli*  e  sua  figliastra,  e  tì- 
ruhscla  In  casa  in  fine  quando  toUe  que- 
sta Seconda  donna,  di  chi  cH*  è  figliuola. 
t  g.  XCIV.  Tirare  indietro,  vale  Bi^ 
tirare,  o  Far  volgere  indietro  j  e  si  usa 
anche  in  signific.  neutr.  pass,  Ovid.  Pist. 
1A6.  Certo  per  me  non  riceverai  tu  suo- 
cero crudele,  per  lo  cui  peccato  Ìl  Sole 
tiri  indietro  li  cavalli  del  suo  lume.  $  Bocc. 
i:iora.  5.  nov.  8.  Non  solamente  gli  fece 
indietro  tirare,  ma  tulli  gli  spaventò,  e 
riempii;  di  maraviglia  (  questa  e  proprie- 
V'i  del  verbo  FAItK  in  simili  costrutti  , 
che  senza  la  partitella  Si  fa  valer  come 
neutro  passivi  anche  gli  attivi).  (V) 

f  g.  XCV.  li  in  signific.  neutr.  e 
nciitr.  pass,  e  anche  senza  la  particella 
Indietro,  vale  llttirarsi.  Scostarsi.  Lai.  rc- 
trocedfir.  Gr.  «  va^a^e»!*-  'ruDant.  Purg. 
7.  Sordel  si  trasse, e  disse,  voi  chi  siete  "Tft*^ 
Bocc.  nov.  96.  12.  E  questtt  fallo,  al- 
quanto indietro  tiratesi ,  cominciarono  a 
cantare.  Bem.  Ori.  1.  ao.  10.  Tirossi 
addietro  più  dì  qu^itlro  braccia.  Sen.  fìen. 
J'arcli.  5.  a.  Il  quale  ha  bene  potuto  il 
^uo  nemico  ammauare,  ma  farlo  tirare  un 
passo  addietro  non  gi'a. 

g.  XCVI.  Tirarsene  indietro.  h9\.  ab 
incrpto  recedere.  Gr.  «va^aCnv.  Vorch. 
F.rcol.  55.  Ogni  volta  che  ad  alcuno  pa- 
re aver  ricevuto  piccolo  premio  d'  alcuna 
sua  fatica,  o  non  vorrebbe  fare  «Irunaco- 
sa,  o  dubita  se  la  vuol  fare,  o  do,  mo- 
slrando  che  egli  la  -farebbe  ,  »c  maggior 
prezio  dato,  o  promesso  gli  fosse,  si  dice: 
ec.  ,  e' se  ne  lira  indietro,  e*  la  pensa. 

g.  XCVIl.  Tirar  r  acqua  al  suo  muli- 
no, vale  Aver  mapfiior  riguardo  al  pro- 
prio interesse  ,  che  all'  altrui .  Lai.  ad 
suam  utilitatem  referre .  Frane.  Sacrh. 
Op.  div.  5q.  lo  avrei  Iroppu  a  scrivere  , 
se  io  voles.'>ì  dire  in  quante  luogora  que- 
sto così  l:illo  eriore  è  divti1g.ito,  sol  |>er 
tirare  acqua  a  suu  mulino  .  Belline,  son. 
23.  Se  ognun  al  suo  niultn  ogni  acqua  lira  . 
g.  XCVIII.  Tirare  la  corda ,  vale  Aprir' 
la  porta.  Dar  I'  adito  in  casa,  intenden- 
dosi comunemente  di  quella  corda  che  , 
alzando  il  .lalisccndo  ,  apre  T  uscio  della 
rasa.  Belline,  son  266.  S'egli  e  picchialo 
r  uscio  ,  a  dirlo  a  voi,  Ella  non  tirereblM 
pur  la  corda .  Fir.  Lue.  3.  3.  lo  dirò 
mille  lienì  di  voi  alla  sicnora,  e  lirerovxi 
la  corda  >cmpreniaì,  sebbene  ella  fosse  ac- 
compagnala .  Buon.  Ficr.  3.  2-  l5.  Ella 
parve  una  fante,  Che,  guardato  citi  k.  Si 
(  bini  a  Irar  la  ci<rda. 

g.  XCIX.  Tirar  l'  aiuolo,  figuratam, 
vale  Adescare  ,  Allettnir  ,  o  Ingannare 
allettando,  lab.  277.  Ma  non  vorrei  che 
tu  credessi  per  udire  divino  tificio,  o  per 
adorare  v'entrasse,  ma  per  tirar  V  aiiioln. 

g.  C.  Tirar  t  aiuolo  ,  vale  anche 
J\'on  pei-itere  alcuna  occasione  di  gua- 
dagno ,  bench'i:   di    minima    imp*;rtaAUt, 


T  I  n 


T  I  n 


T  I  n 


1539 


rrnne.  Sacch.  ne:  f;3  Q.ni.Jo  era  on- 
valiere,  e  quando  medico,  0  quando  giu- 
dice, e  quando  uomo  di  corte;  e  quando 
liarallieri,  come  meglio  i-edesse  da  arare 
r  aiuolo.  Jl/orr-  l8.  1^5.  Dove  lu  v=". '<> 
.empre  qualche  cosa,  CU'  io  tirerei  1  aiuolo 
B  una  cliiosa. 

g.  CI.  Tirar  l'  aiuolo  ,  >l(e  «"• 
tht  Morirti  modo  basso.  .V^/m.  9.  27. 
E  gli  facean  tirar  presto  1'  aiuolo  O  col 
ferirlo,  o  col  tirarlo   a  basso. 

fi.  CU.  Tirar  la  paga,  vale  Jfi- 
scuourt  il  salano,  o  la  provvisione,  hil. 
trahere  slipendium.  Giusi.  Gr.  ,ui53o?o- 

^"fi.Clll.     Tirar   le    calze,    ole  cuoia, 

„L  bassi,  '"'?'"'"°.;"°'-'«j'r''  i.^Dei 
1  3  E'  s-  aspettav.1  il  tirar  delle  calie  Del 
vecchio,  /luon.  Ficr.  I.  3.3.  L  arte  e 
i  del  tirarcisi  le  cuoia  Facilissimamente. 
Malm.  4.  20.  Perocchi:  mi  couvien  tirar 
le  cuoia  Per  gir  con  esse  a  rincalzare  A 
pino.  E  8.  38.  Che  •!  poveraccio  v.  tiro 
le  cuoia.  E  9.  64.  A  lei  s'  aspella  .1  far- 
mi trar  le  cuoia. 

*   e   CIV.  Tirare  le  calze,  0  Tirar  su  le 

eahclduno,  vale  ^f-'"'  '.".'"fi * 
bocca  i  s«oi  segreli.  V.  CALZA,    §.XV. 

(Ci 

«.  CV.    Tirare    saapie ,    vale    Segna- 
re, nel  signific.  del%.y\.  Lib.  Masc.Ge 
nerale  cura  e  trarre  sangue,    se    ragione 
volmente  li  medici  lo  traggono.  V:  appre. 
M-   Li  vecchi  savii  medici  dissero    che 
ninno  animale   si  dee  trar  sangue,  se  non 
per  necessit-a.   *   Scgr.  Fior.  As.    l-    Ed 
ci  "li  fé  cento  profumi  al  naso,  Trassegli 
sangue  della  testa,  e   poi  Gli    parve  aver 
il  correr  dissuaso,  f  TC) 

fi    evi.     Tirar    sangue   da   un  sa.sso 
o  dalla  rapa,  vale  Far  cosa  impossibile 
Alam.  Gir.  18.   134-  Voi  5I.    so^igiunge, 
che   sarebbe  vano.  Più  che    1  voler    tirar 
sangue  da  un  sasso.  Ogni  soccorso. 

R  CVII.  Tirar  sollo ,  vale  ieguila 
re  Continuare.  Lat.  ab  istituto  non  re 
cedere.  Gr.  e>i-:i'  t-ó  ^e^^^P'-'-^ 
Malm.  7.  16.  Di  nuovo  appicca  al  suo 
cannel  la  bocca,  E  lascia  brontolare,  e  tira 

sotto.  ,       ji 

e  CVIII.  Tirare  su,  vale  AUare  . 
Lat'  atlollerc.  *  Din.  Comp.  Uh-  l-  Vno 
di  loro,  che  avea  nome  Pietro  Manzuoli, 
il  fé"  un'  altra  volta  tirar  su  (  parla  <l, 
uno  che  era  collato  ) .  (Pi 

e  CIX  .  Tirar  su  ,  Jtgiiratam .  il 
diciamo  del  Far  dire  con  astuzia  ad  al- 
trui quel  eh- e- non  vorrebbe  j  che  anche 
si  dice  Scalzare;  e  Cavare  i  calcclUl  e  , 
talora  vale  Mettere  uno,  o  Mantenerlo  in 
su  qualche  umore,  larch.  Ercol.  79. 
Tor  su ,  o  tirar  su  alcuno ,  il  che  si  dice 
ancora  levare  a  cavallo,  è  dire  cose  ridi- 
cole  e  impossibili,  e  volere  darg  .eie  a 
credere,  per  trarne  piacere  e  talvollauti- 
le  Mail.  Franz,  rim.  buri.  2.  123.  Man- 
giare alla  turchesca  in  furia  e  'n  posta  , 
Abborracciarsi  seni'  altro  bicchiere  ,  E  ti- 
rar su  qualcuno  a  bella  posta. 

§.  C\.  Tirar  su  ,  vale  anche  Al- 
levare, Kutrire.  Lat  educare.  Gr.  TfS- 
osiK.  Salvia.  Disc.  1.  298.  Or  di  questi 
(  peniieri  I  alcuni  dobbiamo  rigettare,  co- 
me abortivi  e  illegittimi,  altri  allevare  e 
tirar  su,  come  naturali  e  legittimi. 

•f  §.  CXI.  Tirar  .iu  ,  vale  anche 
Promuovere  alcuno  a  qualche  grado,  o 
ammaestrarlo  in  qualche  arte,  o  scien- 
za. Tac.  Dav.  Ann.  2.  47.  Con  donare, 
praticare,  tirar  su  infimi  fantaccini  ,  cas- 
sar vecchi  capitani,  ec.  *  £  M-  I99. 
Ma  tu  hai  secondo  i  tempi  ,  con  la  ra- 
gione, consigli,  e  precetti  tirato  su  la  mia 
fanciullezia,  e  poi  la  gioventù.   (C) 

e       CXII.     Tirare    innanzi  ,     vale      lo 
stesso.    Lai.    promovere,    provehere.    Gr 


■XSixyUI.  Cron.  Morcll.  267.  i'c  pure  e* 
si'  riinimcnla,  ed  è  si  saputo ,  che  per  sé 
medesimo  si  voglia  tirare  innanii,  poco  gli 
giova.  Maitn.  I.  52.  Kè  quivi  essendo 
men  tirato  innanii.  Posò  la  spada  ,  e  ri- 
pigliò la  toga.  =?  J-arch.  Slor.  5.  109. 
Mi  godeva  l'animo  di  vedere  essere  da 
questa  repubblica  riconosciuti  e  tirali  in- 
nanii  coloro  che  di  lei  avevano  in  ogni 
tempo  bene  meritato.  (C/  MenZ.  .fai.  9. 
Il  dottorale  anello  Ei  porta  almeno  in  di- 
to, e  piiote  anch'  esso  Tirare  innanii 
qualche  mignoncello.   (V) 

i?  fi.  CXIII  Tirare  uno  nella  tua 
sentenza,  0  simile,  vale  V.ecarlo  ad  es- 
sere del  tuo  parere,  o  simile.  Guicc.Stor. 
18.  95.  Kè  mancava  il  Pontefice  a  se 
medésimo  ;  perchè  tirò  nella  sentenza  sua 
Girolamo  Morone.  (Ci 

*  §.  CXIV.  IS'on  Tirare,  0  ISon  pò. 
ter  tirare  un  peto  ,  vale  In  modo  basso 
Konfare,  o  Non  poter  fare  cosa  alcuna. 
V.  PETO,  §.   IL  (Ci 

§.  CXV.  Tirar  via,  vale  Allontanar 
da  s'è  con  forza  e  violenza. 

§.  CXVl.  Tirar  via,  vale  anche  Muo- 
vere alcuna  cosa  ver.to  di  se  con  violen- 
za. Boec.  nov.  87.  3.  Lei  gridante  aiuto 
si  sforzava  di  tirar  via. 

f  *  §.  CXVn.  /  <i/e  anche  Cavare,^ 
levare.  Bocc.  g.  2.  n.  5.  Costoro  che  d 
altra  parte  erano,  siccome  lui ,  malignosi, 
dicendo  pur,  che  ben  cercasse  ,  preso  tem- 
po, tiraron  via  il  puntello  ,  che  il  coper 
chio  dell'  arca  sostenea.   (Ci 

CXVIII.  E  in  signijìc.  neutr.  vale 
Andar  via.  Partirsi,  l'ir.  /  .<c.  5.  6.  Co 
stui  è  collo  fradicio  ;  Tira  via,  va  a  dor 
mi  poltrone. 

3   §.  CXIX.  Tirare,  in  signific.  neutr., 
ale   Incamminarsi  ,    Inviarsi  ,    .andare  . 
Lat.  iter  capere  ,  proficisci .    Gr.    TT^p 
sSkc.   Slor.  Jioìf.   La  sera  vegnente  dor- 
Badia  di  S.   Maccario,  e  la  mattina 
tirò  verso  la  cill'a  di  Parigi  .    Slor.   Pi<t 
38    Quando    quelli  dell'  oste  sentirono  la 
partila  di  quelli  d'  entro  .   alcuni    di   loro 
trassero  dirielro;  ma  pcr>h'  erano  già  trop- 
no  dilungali,  non  gli  poterono  giugnerc. 
Alam.   Gir.  22.   162.   Rimontato  a  cava 
tira  al  più  breve  Sentier  ,  che   porta  alla 
funebre  valle  . 

§.  CXX.  Tirarsi  .  per  Accostarsi  . 
Lat.  accedere.  Gr.  ttsoj^mvsiv.  Tes.  Br. 
2.  43.  Come  il  Soli  si  lira  più  verso  1 
Meazodi,  e  si  dilunga  da  noi,  tanto  ave- 
mo  noi  più  grande  freddo,  e  più  grande 
notte.  Telr.  cap.  2.  Trassin.i  a  que  tre 
spirti,  che  rislrelti  Er.ino  per  seguire  al- 
tro cammino.  *  lianl.  Purg.  6.  Pur  V.r- 
gUio  si  trasse  a  lei,  pregando  Che  ne  mo- 
strasse la  miglior  salila.  (Ci 

*  g.  CXXI.  Per  lìitirarsi  ,  Ricove- 
rarsi. Celi.  Frr.  2.  I.  Eccoti  quella  don- 
na ec.  tirali  in  casa,  che  ella  nel  vederli 
meco  non  pigliasse  qualche  sospetto.  (Ci 
g.  CXXll.  Tirarsi  addosso,  vate  Ad- 
dossarsi, Procacciarsi,  Acquistarsi.  Lat. 
acnuirere,  lucrari.  Gr.  zspoVvsiv.  Sen. 
Ben.  Farch.  4.  12.  Mi  tiro  addosso  Io- 
dio d'una  setta  che  può  assai.  Segner. 
Fred.  3.  I.  Venite  a  tirarvi  addosso  un 
cumulo  di  sciagure  inimmaginabili. 

§.  CXXlll.  Tirarsi  dietro  alcuna  cosa, 
lìguratam.  vale  Esserne  causa,  o  origine. 
Lat.  causare.  Cas.  leti.  76.  Io  mi  doglio 
più,  che  io  dubito  eh'  ella  non  si  tiri  die- 
tro lo  sviamento  dallo  studio. 

g.  CXX IV.  Tirarsi  dietro  uno,  vale 
Farlo  suo  seguace.  Segr.  Fior.  f'r.  4 
E  poterono  dipoi  anche  quelli  comballen 
do  tra  loro,  ciascuno  tirarsi  dietro  parli 
di  quelle  provincie,  secondo  Tautoiil'a  vi 
aveva  preso  dentro.  (C)  Segner.  Fred 
Pai.  Ap.  10.  4.  E  cosi  (la  tribù  di  Giu- 
da )  spintasi  innanzi  animosamente,  si  tiro 


subito  dietro  se  1'  altre    men    risolute  ,  al 
temuto  valico.  (TC) 

*  §.  CXXV.  Tirarsi  il  cappuccio  su 
gli  occhi  ,  vale  Procedere  .senza  vcrun 
rispello  .  Lat.  nullius  ralionem  hahere . 
Gr.  ixnòfiòz  tJtifisXsiKv  'x^'"-  .''"'■ 
leti.  I.  392.  Sono  slati  necessitati  i  no- 
stri rigidissimi  censori  di  allacciarsi  il  va- 
io, e  tirarsi  11  cappuccio  su  gli  occhi  per 
non  la  perdonare  a  persona.  {') 

*  §.  CXXVI  Tirarsi  indietro,  vale 
Farsi  indietro  ,  Tornare  indietro  .  Vit. 
SS.  Pad.  I.  171.  Corse  fuori  scalza  e  in 
trecce  ec.  e  volevalo  abbracciare,  ma  egli 
si  tirò  indrleto.    (Ci 

*+  §■   3   CXXVII.  Tirarsi    innanzi  ,  o 
avanti,  0    Tirarsi  assolutamente,    voglio- 
no   Farsi    avanti,     lenire    innanzi.  Lat. 
procedere.   ■?   Dant.   Inf.  21.     Innanzi  che 
l'uncin  vostro  mi    pigli.    Traggasi    avanti 
l'un    di  voi    che    m'oda.     /■:    Purg.    28. 
Deh,  bella  donna    ec.    Vegnati    voglia    di 
trarreti  avanti  ec.  Tanto    ch'io   possa  in- 
tender che  tu  canti.   (Ci    Ta.<s.     Cer.    2. 
88.    Kè   '1  celò  gi'a  ,  ma  con    enfiate   lab- 
bia Si  trasse   avanti  al    Capitano  ,  e  disse. 
*§    CXXVIII.    Trarre,  per  Rivolgere, 
Convertire.  FU-  SS.  Pad.     2.   l65.   Allora 
era   tanta  la  carit'a  ,    che   ciascuno  si  sfor- 
tava  di  trarre  il   prossimo  suo  a  Dio.  (C) 
if  g.CXXlX.  jTrnrre,  Inlora  vale  Reputa- 
re,  Recare.   Bemb.  pros.  2.  5o.  A   quesU 
termini  giugnere  ancora  niuno  s'  è  vedu- 
il  che    senza   dubbio    a    vergogna  del 
nostro  secolo  si  trarr'a.    (Ci 

*  g.  CXXX.  Trarre,  vale  anche  Ten- 
dere. I  il.  S.  Gir.  4.  61.  Non  e  vero  a- 
more  quello  il  quale  trae  solo  al  proprio 
suo  utde.  (F) 

g.   CXXXI.    Trarre,  per  Ritrarre,  la- 
vare ,   Ricevere.  Lat.   obtiiiere  ,  consequi. 
Gr.   iayxavEiv.    Bocc.  nov.  36.  6.  Non 
potendo  trarne  altra  risposta  ,  alla  madre 
il  dissero  .   E  nov.  61 .  3.  Li  quali ,  per- 
ciocché   qual   calze  e  qual   cappa  e  quale 
scapolare  ne  traevano,  spesso  gì'  "'S'=S°'- 
vano  di  buone  orazioni.   E  nov.  74.  5.  II 
Proposto  ,  per    quella    volta    non    potendo 
trar  da  lei  altro,   non  lece  ,  come  sbigot- 
tito ,  o  vinto  al  primo  colpo.   E  nov.   79. 
A.  S'  avvisò  che  d'  alcuna  altra  parte  non 
sapula  dagli  uomini    dovesser   trarre   pro- 
filli  grandissimi  .    E  num.    6.  Né   di   no- 
stra arte  ,  né   d'  altro    frullo  ,  che  noi  d 
alcune    possessioni   traiamo ,    avremmo  da 
poter  pagar  pur  1'  acqua  che  noi  logoria- 
mo. E  nov.  85.   14.  Traevano  de  fatti  di 
Calandrino  il  maggior  piacere  del  mondo. 
Albert.   2.   .^O.   Con  l'  aiuto  di    Dio  trag- 
.■eremone  ulilit'a.  Vit    SS.    Pad.  1.  I.  Ac- 
ciocché  non   solamente  i  liltcrati  ,  ma  e- 
ziandio    li    secolari    e    sanza    gramalica  lo 
possano  intendere  ,    e    trarne    ulilitade   e 
conforto  .    E   l3.    Le  virludi  di    ciascuno 
considerando  ec,  si  studiava  di  guadagna- 
re ,  e  di  trarre  mele  spirituale. 

g.  CXXXII  Trarre, per  Eslrarre,  Ca- 
var fuori  del  territorio ,  o  confine,  o  di 
qunlsisia  luogo.  Lat.  e.rportare.  Gc  y.- 
aipziv.  M.  r.  3.  57.  Erano  mfamati  d 
Lvcre  venduta  la  traila  ,  e  lascialo  Irarre 
il  grano  della  loro  maremma.  Vani.  Inf. 
1.  E  trarròtli  di  qui  per  luogo  eterno,  h 
4.  Trasseci  1'  ombra  del  primo  parente  . 
D  'Abel  suo  figlio  ,  e  quella  di  Noè. 

g.  CXXXI  li.  Trarre, per  Cavare  sempli- 
cemente .  Lat.  exlrahere  .  Gr.  j|siX£>'J  ■ 
Bore.  nov.  81.  9  O  se  essi  mi  caccias. 
sero  gli  occhi,  o  mi  traessero  .  denti  ec. 
ache  sare'io?  Pallad.  ^ov.  19  81.  Po. 
riposata  la  morchia  per  trema  di  ,  trai  1 
olio  purificato  di   sopra,  e  riponi  in  va.. 

di  vetro  ^  ... 

e  ex  XX IV  Trarre,  per  Cavare  di  dos- 
.,0  noce.  nov.  l5.  .8.  Si  spogliò  in  far- 
setto,  e  irassesi  i  panni  di  gamba,  t  nov. 


i54o 


T   I   B 


j5.  5.  Io  voglio  che  noi  gli  traiamo  quelle 
brache. 

§.  CXXXV.  Trarre,  per  Cavar  senti- 
mento da  a/runa  scrittura  ,  o  simile  . 
Bocc.  nov-  88.  8.  Tutto  in  iè  medesimo 
si  rodca  ,  dod  poteudu  dalle  parole  dette 
dal  haratlierc  cosa  del  mondo  trarre. 

*§.  CXXXVI.  Trarre,  per  Profittare, 
Imparare.  Jmm.  Ant.  3.  3.  10.  Platooe,  e 
Aristotile,  eT  altra  grande  moltitudine  de' 
iavij ,  più  trasse  de'  costumi  di  Socrate  , 
che  delle  sue  parole.   (V) 

§.  CXXXVU.  Trarre^  per  Deviare,  Di- 
storre. Lat.  dimovere,  tìocc.  g.  4-  p-  8. 
Acciocché  esse  da  così  fallo  servìgio  noi 
traessero . 

g.  CXXXVIII.  Trarre,  per  Eccettuare  . 
Lat.  excipere.  Gr.  «latpsìv  .  Dani.  Inf. 
2Q.  Tranne  lo  Striccu  ,  Che  seppe  far  le 
temperate  spese.  Nov.  ani.  3^.  2.  Voi, 
signore,  ne  melto,  ne  traggo,  t'r.  (iiord. 
Prcd.  S.  Prese  l«te  quelle  miserie  che 
hanno  gli  altri  garzoni ,  trattone  peccalo. 
Tass.  Ccr.  i-  /JS.  Vico  p<»i  Tancredi,  e 
non  è  alcun  fra  tanti  (Tranne  Rinaldo)  o 
feritor  maggiore  ,  O  più  bel  di  maniere ,  o 
di  sembianti- 

§.CXXXIX.7r(irr^,per/:(7'cr(ire. /?occ. 
nov.  3.  2.  Il  senno  di  grandissimi  pericoli 
trae  il  savio.  Petr.  son.  lO:^-  Ne  mi  vuol 
vivo,  né  mi  trae  d' impaccio  (quijigura- 
tam.,  evale:  non  mi  trae  di  vita).  Cron. 
l'eli.  7,(\  Fu  fatta  badessa,  e  oggi  è,  ac- 
crescendo il  dello  monistero,  e  Iracnditlo 
di  molli  debiti ,  ne*  quali  era.  =v  Cavale. 
Alt.  Apost.  5o.  Come  dello  è  ,  trassene 
il  popolo  suo  dalla  servitù  di  Faraone , 
facendo  molli  segni  e  maraviglie  nell'  E- 
gitto.  (C) 

§.  CXL,  Trarre,  per  Promuovere, 
Condurre  a  f;radi  e  dignità.  Lat.  promo- 
vere ,  provcherc  .  Gr.  apoaysiv  .  fiocc. 
nov.  93.  ().  Nò  mai  ad  altro  ,  che  tu  mi 
vegghi,  mi  trasse.  Dant.  Par.  16.  E  già 
erano  traili  Alle  curuU-  Sliii  e  Arrigucci. 

§.  CXLI.  Trarre,  terni,  de'  Mercan- 
ti ,  vale  Pigliare  una  somma  di  danari 
in  un  luogo,  e  fargli  pagare  in  un  altro. 
Dav.  Camh.  102.  l'cr  dare  a  cambio  a  se 
medesimo  ec  j  e  in  quanto  e  datore  ,  ri- 
metler  per  suo  conto  ;  e  in  quanto  i.'  pi- 
glialure,  trarre  per  un  aUro.  [•'.  103.  Sa- 
rà meglio  ch^  Ìo  gli  conti  a  me  ,  e  faccia 
conto  d'  esser  pigliatore  e  datore  ,  e  così 
rmictta  per  me  ,  e  tragga  per  G  io  me- 
desimo . 

:^  §.  CXL  ti.  Trarre  ,  parlandosi  di 
'  urne  ,  fu  detto  nel  senso  d'  Incarnarsi  . 
Ir.  Giord.  77.  Incontanente  che  la  don- 
na nostra  disse  ecce  ancilta  domini  in- 
contaaeDte  trasse  Iddio  carne  di  lei.  (V) 
^  g,  CXLIII.  Trarre,  parlandosi  di 
i  'urta,  o  simile,  vale  Scrivere,  Distende- 
te .  Cron.  Strin.  106.  Quando  il  palagio 
nnstro  ec.  fu  disfatto  ,  fecero  trarre  quei 
da  casa  una  caria  come  il  muro  del  det- 
to palagio  era  serrato  lungo  \*  detta  lor- 
r^     (V) 

g.CXLIV.  Trarre,  per  Adattarsi ,  Se- 
i:uitare  I'  inclinazione.  Bocc.  nov.  47-  ^■ 
Traendo  più  alla  natura  di  luì,  che  all' 
.irridente,  romiuriò  ad   esser  costumato. 

§.  CXLV.  Trarre  ,  ver  Accorrei^  , 
Cuucorrere.  Bocc.  nov  85.  23.  Quaii  al 
lomor  venendo,  coli  trassero.  I\'ov.  ant. 
<)0-  I.  Vide  entrare  uno  topo  per  la  G- 
nesl rolla,  che  trasse  all'odore.  G.  /  .  6 
8  il  quali  vi  irastono  a  vedere  con 
gran  divotione  .  Lih.  Moti.  Riprendeva 
messer  Vieri  de'  Cerchi  d'  uno  romurn  , 
j|  quale  non  era  tratto  dù  uomo  di  rasa 
jU.-)  .  M  f  3.  107.  Molti  snidali  chr  a- 
veano  contniule  Ir  lun»  ferme  ,  santa  vo- 
lere più  soldo  ,  traevano  a  fra  Monri-alr  . 
/itit  Inf.  3l.  1.  È  suono  rho  si  fa  nelle 
|cl%c  dai  cacciatori  ,  perchè   li   cani  trag- 


T  I   R 

gano  al  suono.  Frane.  Sacch.  nov.  iS^- 
ttt.  Uno  piovano  giucando  a  scacchi,  vin- 
cendo il  compagno,  suona  a  martello,  per 
mostrare  a  chi  trae  ,  come  ha  dalo  scac- 
comatto ;  e  quando  gli  arde  la  casa,  nin- 
no vi  trac  .  *  M  Din.  Comp.  2.  39.  Tras- 
sonvi  i  soldati ,  che  non  erano  corrotti 
ce,  i  quali  stando  armati  al  palagio,  era- 
no da  alquanti  seguiti  ;  altri  cittadini  an- 
cora vi  trassono  a  pie  e  a  cavallo,  amici, 
e  alcuni  nimici  .  Dant.  Par.  5.  Come  in 
peschiera  eh'  è  tranquilla,  e  pura  Traggo- 
no i  pesci  a  ciò  che  vien  di  fuori  «».  (Cf 

g.  CXLVL  Trarsi,  vale  lo  stesso.  Bocc. 
nov.  46.  22.  Gli  uomini  tutti  a  riguardar 
la  giovane  si  traevano. 

•,•  §.  CXLVII.  Trarre  a  capo,  vale 
Condurre  a  fine.  l'r.  Giord.  83.  Que- 
sto dire  consumato  s'  intende  quando  so- 
no compiute  e  tratte  a  capo  opere  gran- 
dissime. E  198.  Avemo  tratto  a  capo  il 
trattato  della  fede  ec  .,  ed  anche  avemo 
compiuto  di    dire,   ec.   (1^) 

*  2.  CXLVIH.  Trarre  a  correzione ,  vale 
Correggere ,  Ridurre  al  dovere.  Fr.  Zac. 
Cess.  I.  3.  5.  Disegnandoli  ec.  i  costu- 
mi, che  il  re  dee  avere  ce,  si  il  trasse  a 
correzione.  fC) 

*  g.  CXLIX.  Tran  e  ad  ago,  vale  La- 
vorar d"  ago,  o  Ricamare.  Frane.  Barh. 
21.  4*  Po'  dirai  col  »artore  Del  trar  ad 
ago,    e  lavorar  il'inlagli.  (l') 

^  g.  CL.  Trarre  addietro,  figiira- 
tam.  vale  Hender  vano.  intr.  I  irt.  pog. 
&ù.  (  Fir.  1810.  )  Ben  ti  converrà  esser 
ingegnoso,  che  *1  possi  ingannare,  o  trar- 
re addietro  i  suoi  propouiraenli  (  di 
Dio  ).   (V) 

^  %■  GLI.  Trarre  addosso  ad  uno  , 
vale  Andargli  sopra  ,  Assalirlo  .  Fav. 
F.sop.  190.  Francamente  alto  la  maii.n.  e 
menò  un  gran  colpo  al  cavaliere  ,  e  diì-gli 
nel  gombilo  ritto  ;  per  lo  qual  colpo  gli 
cadde  la  lancia,  e  hallo  scavallato  ;  e  poi 
gli  trasse  addosso,  ferendolo  per  la  testa 
e  per  le  gambe.  (V) 

*  §.  CLII.  Trarre  a  dietro  per  Ri- 
vocare.  Cavale.  Pungil.  112.  Poiché  l'in- 
famia è  sparsa  fra  molte  persone,  così  ma- 
le si  può  trarre  a  drielo ,  come  l'acqua 
che  è  caduta  in   terra,  (f^) 

'.'  §.  CLIII  .  Trarre  a  effetto,  per 
Recare  ad  effetto.  Effettuare .  Segncr. 
Pred.  3.  5.  Di  nuovo  agitato  da  interne 
furie,  trasse  a  eflctto  l'orribile  fellonia.  f/''> 

g.  CLIV.  Trarre  ami/assi  infondo. 
Farcii.  Ercol.  90.  Si  dico  ec.  de'merca- 
tanlì,  quando  hanno  trailo  amhassi  in  fon- 
do ,  cioè  quando  sono  fallili. 

=!*  g.  cLv.  Trarre  a  perdizione ,  vale  Es- 
ser cagione  che  altri  si  danni.  Bocc.  Conci. 
Sono  stali  assai  che  quello  (scritture)  per- 
versamente inlendondo,  se  è  altrui  a  per- 
dizione lianno  trailo.   fC) 

*  g.  CLVI.  Trarre  a  profondo,  vale 
Rovinare.  Fr.  Zac.  Cess.  4-  >•  1*0.  Per 
mancamento  de*  savi  le  ciltadi  sono  traile 
al   profondo.  (<^) 

*  g.  CLVII.  Trarre  a  *è  .  vale  Gua- 
dagnare. Frane.  Sacc/i.  /kh-.  117.  Avendo 
avuto  quella  utilità  che  gli  uomini  di  cor- 
te ec.  possono  avere,  e  più  nulla  spt^ran- 
du,  penso  di  ec.  partirsi  ce.  Il  signore 
veggendo  che  costui  si  volta  partire,  per- 
che non  vedea  ila  potere  più  trarre  a  sé, 
ec.    (F) 

*  g.  CLVIII  Trarre  a  lè,  per  Ap- 
plicare, Appropriare  a  se  un  detto  ,  o 
simile.  Fit.  SS.  Pad  i.  la.  Trasse  a 
se  stesso  cotale  romandamcnto  (  I' eM»e 
per  fatto  a  sir  ) ,  (F) 

§.    CLIX.     Trartr  a  sorte,  o  per  sorte; 
che    anche    si    dice    Trarre     assolulam.  , 
vale  t'Urggere  alcuno  ,  o    Determinar  chec* 
chessia  per  mezzo  di  pMuze  estratte.  Lai 
sorte     legere   ,    sortin       Gr.     «)t)^o^v  . 


T  I  n 

#  Frane.  Sacch.  nov.  lil-  Quasi  pres- 
so all'  uscita  del  suo  obcio  gli  Teooe 
una  questione  innanzi  ,  e  già  era  sialo 
tratto  uno  Podestà  successore  a  lai,  ec. 
Cron.  Strin.  128.  A*  dì  28  d'  Agosto  l477 
fui  tratto  Gonfalonieri  di  Compagnia  dd 
Gonfalone  Drago  Santo  Giovanni.  Toc. 
Fit.  Agr.  388.  Fa  tratto  tesoriere  in  Asia 
quando  Salvio  Tiziano  viceconsolo  ec.fi/ 
lat.  ha:  sors  dedìt  provincàam  ec).  (F) 
E  Dav.  Ann.  i4-  190.  Anche  quando  d'un 
esercito  rigliacco  e'si  trae  per  sorte  de'  dieci 
l'uno  a  morir  di  bastone,  n'escono  de'valen- 
li.  Fir.  As.  96-  Dove  ogni  notte  alcuni  del 
numero  di  que*  ladroni  tratti  per  sorte  in 
guisa  di  sentinelle,  facevan  buona  guar* 
dia.  A'  97.  E  tratto  per  sorte  chi  avesso 
a  servire,  mangiarono  così  alla  carlona.  £ 
nov.  7.  261.  N'è  prima  fu  tratto  il  buon 
uomo  (d^  Consoli  dell'  arte)  ,  che  ec.  fe- 
ce intendere  questo  suo  bolo  al  confes- 
sore. 

*  g.  CLX.  Trarre,  talora  vale  anche 
Eleggere  per  via  di  fave .  Cronichett, 
223.  E  se  caso  avvenisse,  che  fosse  tratto 
a  niuno  ufficio,  che  gli  fusse  dalo  divieto 
6no  a  detto  tempo  ,  e  fusse  nondimenu 
rimesso  a  quel  t.de  ufficio,  a  che  ei  fosse 
stalo  tratto  .  E  224-  Del  detto  mese  di 
giugno  si  trassono  i  priori  nuovi ,  e  par- 
ve che  per  quella  tratta  tutta  la  cilU  si 
rallegrasse.  (C) 

*  g.  CLXI.  Trarre  dal  latino,  o  si- 
mile, vale  Tradurre  dal  latino,  o  simile, 
in  italiano.  Salv.  .tvvert.  1.  12.  Il  vol- 
garizzamento e'  è  della  terza  Deca,  ma  per 
nostra  credenza  fu  tratto  dal  Latino.  (F) 

*  CLXII.  Trarre  d,il  mondo,  vale  Uc- 
cidere, Ammazzare.  Lai.  vitam  adimere. 
Car.  Leti.  Tomit.  l\.  Se  voi  slavate  tre 
ore  più  in  Roma,  senza  manco  niuno,  vi 
volea  trar  da  questo  mondo.  (C) 

g.  CLXIIl.  Trarre  del  capo,  vale  Ca- 
var dei  capo,  del  pensiero.  Cron.  Moreti. 
E  quivi  volendo  ,  e  non  potendo  Iranni 
del  capo  r  immagine  del  mio  6gliuolu 
(  qui  neutr.  pass.  ). 

*  g.  CLXIV.  Trarre  del  sepolcro,  va- 
le Rendere  immortale.  Petr.  cap,  6.  Vi- 
di dall'altra  parte  giunger  quella  Che  trae 
r  uom  del  sepolcro,  e  in  vita  il  serba.  Ar 
Fur.  3y.  16.  Qucst' una  ha  non  per  sé 
falla  immortale  Col  dolce  std  di  che  d 
miglior  non  odo  ;  Ma  può  qualunque  dt 
cui  parli  o  scriva  Trar  del  sepolcro  e  fal- 
che eterno  viva.   (Hf) 

g.  CLXV.  Trarre  di  bando,  vale  Sban- 
dire, cioè  Rimettere,  o  .-Issolvere  lo  sb*m- 
dito.  G.  F.  Q.  176.  I.  lì  quale  Comuno 
promise  loro  di  trarli  d'  ogni  bando. 

g.  CLXVL  Trarre  di  mano,  volt  Ot- 
vare  delle  forze  altrui  .  Bocc.  nov.  ^. 
l8.  Colla  mia  sollicitudìne  e  opera  delie 
mani  la  trassi  alla  morte  .  l'etr.  cani.  4- 
5.  Nfc  tacendo  pntea  di  sua  man  Irarlo  ,  0 
dar  soccorso  alle  virtuli  afOille. 

g.  CLXVII.  Trarre  dimora,  o  dtmo- 
ranta  ,  vale  Dimorare.  1  at.  moram  tra- 
here .  Gr.  ava6o)f;v  T'HiTàati.  Amet. 
40  Si  dispose  ■  seguire  con  somma  sol- 
lecitudine Giunone  ,  e  re  ne'  servigii  di 
lei  ec.  trasse  sua  dimoranaa-  E  ^i-  ^fellc 
oscure  nolti  triste  dimoranzc  traeva  pian- 
gendo . 

g.  CLXVIII.  Triimr  d'inganno,  vah 
Sftannare.  Bocc.  nov.  26  21  Dililierò  di 
palo«arsi  ,  e  di  trarla  dello  'nganao  ,  nel 
quale  era. 

«  S  CLX IX.  Trar  di  tj mistione  alcu- 
no ,  vale  Impor  termine  alla  quistiona 
di  lui  .  Bocc.  g.  IO.  n.  6.  poiché  il  Re 
alquanto  dispulare  ebbe  conceduto  ,  alla 
Kiammella  guardando  ,  c«imandu  che  no- 
vallando  traesse  lor  ili  quisitone  (cioè,  fa- 
cesse ii-rminar  la  loro  quislionc).  (F) 

§     CLXX     Trar    di  se.  0   simili,   raU 


T   I   K 


t  1  n 


T  I  K 


i54i 


Far  u,c,r  d,  «.  «  L«l:  &;.  M.  .i  m' 
aYM  ed  il  dolor  sostenuto,  o  la  r™"  di 
■me  trailo,  che  cosi,  come  mai  stalo  non 
ti  foisi,  d'  esserci  stato  mi  ncorcia»a.  V  La- 
sale  Vcd.  cuor.  24fi.  L'an.ma  veramen- 
te fc  più  quivi  ove  ama  ,  che  nel  corpo  , 
perocché  T  forte  amore  la  trae  di  se  ,  e 
uniscela  all'amato,  (l) 

«  CLXXl.  Trarre  di  stano,  vale  t.a- 
,.art  di  senno  ,  Fare  impazzare.  Lai.  ad 
,asa,nam  rtdiprc  Gr.  «'?  I^'^'^J  l^''' 
i.Jv.iv  .  Bocc.  no.:  66.  I.  Moli,  sono, 
U  quali  semplicemente  parlando  dicono  che 
amore  trae  altrui  del  senno. 

8  CLXXU  Trarre  di  ulta,  vale  Ucci- 
dcfe.  Ammazzare.  \.^X.  cnccare ,  ..u,m 
adimcrc.  Gr.  XTSi'.scv  Peir.  canz.  38.  4. 
Né  a  pianger  mio,  ne  1  prcsh.  pon  lar 
Laura  Trarre  0  di  vita,  o  d.  mart.r  quest 

*'fi.     CLXXIII.     Trarre   d-   uno,  va 
U     Cavar     ulilili    da  checchessia  .    .Sen. 
Pisi    19    Quesl"  lusinga'""  e    piacentien 
ec.   U  seguivano,  non  per  amore  di    le  , 
ma  per  trarre  di  te.  (Fj 

#  S.  CLXXl  V.  Trarre  esempio  d"  uno, 
vate  Imitarlo  nelle  sue  azioni.  IH-  SS. 
Pad  1  17-  Volendo  dunque  Antonio 
trarr'e  esemplo  di  Santo  Elia  e  reputando 
ec.  partissi  dal  primo  abitacolo,  (l) 

*  S  CLXXV.  Trarre  fuora,  vale  tc- 
cetluare.  Ar.  Pur.  20.  /jl.  E  quando 
ogni  altra  cosi  fosse  ancora  ,  Me  sola  di 
tant' altre  io  vo' trar  fuora.  (M) 

«  S.  CLXXV!  Trarre  fuori,  parlando- 
si  di  Voci  ,  vale  Porle  in  ordine  alfabe- 
tico ,  Registrarle  .  Salvia.  Annoi.  .Mur. 
1  287.  Che  poi  sia  stalo  trailo  fuoryo- 
Asmo,  e  sofisma,  ciò  non  fu  forza.  (1\) 

*S  CLXXVII.  Trar  fuori,  talora  vale 
anche  Inventare.  Dant.  Purg.  24.  Ma  di 
s'  io  veggio  qui  colui  che  fuore  Trasse  le 
nuove  rime.  iBr) 

§  CLXXVIM.  Trarre  piai, Lamentarsi. 

\.M.  connueri  .  Gr.  ^E>ys<!3="  ■  -"•  ''■ 
IO  33.  E  levato  il  pianlo,  traendo  guai , 
incominciò  a  gridare.  Petr.  son  Ì2.  L 
aspetto  sacro  della  terra  vostra  Mi  fa  del 
mal  passalo  Iragger  guai .  E  canz.  8.  o. 
Tal  eh-  io  non  penso  udir  cosa  giammai. 
Che  mi  conforte  ad  altro,  eh'  a  trar  guai 
fìern.  rim.  1.  7^  lo  attendo  a  Irar  guai 
,  cenùoaia  ,  E  fammegU  tirare    una   lan- 

'  S  CLXXIX.  Trarre  il  filo  della  cami- 
cia] modo  proverh.,  e  dicesi  deW  Indur 
chicchessia  al  suo  desiderio .  Bocc.  nov. 
85.  19.  Tu  m'  hai  colla  piacevoleiaa  tua 
tratto  il  6I0  della  camicia. 

"!.  CLXXX.  Trarre  il  sottile  del  sot- 
tile, vaie  Maneggiare  con  industria  le  cose 
piccole,  a  fine  di  ricavarne  utilità,  o  van- 
taeeio.  Lai.  parcere ,  comparcere  .  Gr. 
ost'òs^aai  Cron.  Morell.  2\G.  Era  sa- 
iuta  nella  masserizia  della  casa  ,  e  non 
con  punto  di  avariiia  ,  o  di  miseria  ,  ma 
traeva  il  sottile  del  sottile. 

§.  CLXXXl.  Trarre  in  volgare,  vale 
l'olgarizzare  .  Lai.  in  vernaculam  lin- 
gua'm  vertere.  Gr.  si;  'l-i-/.àztoi  yJwj- 
joiv  u£T«y?a!:Eiv  .  Declam.  Qiiinlil.  P. 
Libri  bellissimi  e  utilissimi  da  gramatica 
hanno  trailo  in  volgare. 

§.  CLXXXll.  Trarre  la  bambagia  del 
farsetto  ;  maniera  proverbiale  .  che  vale 
Snerbare  ,  Indebolire;  e  s'  intende  pro- 
priamente per  cagione  dell'atto  carnale. 
Bocc.  nov.  3o.  12.  Si  la  bambagia  del 
farsetto  tratto  gli  avea,  che  egli  a  tal  ora 
sentiva  freddo  .  che  un  altro  sarebbe  su- 
dato .  .  ,  ,  , 
§  CLXXXIIl.  Trarre /a /ime, /artif,  e 

simili,  vagliono  Sfamare ,  Dissetare  .  ec. 
Alam.  Colt.  5.  106  A  trar  1' csUva  sete 
ai  Bori  e  1'  erbe. 

S     CLXXXIV     Trarre    lagrime,  vale 


Piagnere,     Lagrimare.     Lai     fere.     Gr. 

§.  CLXXXV.   Trarre  la  seta,  vale  Ca- 
taria seta  da' bozzoli. 

*  C  CLXXXVL  TrarlasorU,  vale  Ei- 
mettersi  all' arbitrio  della  sorte.  Borgh. 
OriQ  Fir  3l.rinchfenou  SI  mette  in  chia- 
ro quando,  da  cui,  e  a  cui  fu  ed.6cala  Fio- 
renia  ,  sarebbe  mettersi  aUa  ventura,  e  co- 
me si  dice,  un  trar  la  sorte,  voler  risol- 
vere, ec.  (Ci  . 
+  S  CLXXXVU.  Trarre  la  vita  ,  vale 
Menare  la  vita,  I  ivere.  Lai.  vitam  age- 
re.  Gr.  tòt  ^lov  Jia-piS=tv.  Ott.  Com. 
Par.  I.  21.  Glauco  pescatore  a  lenza  e  a 
reti ,  per  trarre  sua  vita,  andava  pescando 
su  per  li  lidi  del  mare. 

§  CLXXXVIII.  Trarre  le  notti, i giorni 
ec.  ',  vale  Passare  le  notti  ,  i  giorni  ec. 
Lai.  dies,  noctesqiie  trnduccre.  Amel.  74. 
iNclla  mia  camera  le  paurose  notti  traeva 
nel  freddo  Ictlo.  Tass.  Ger.  7.  l3.  Cosi, 
agli  amici  Boschi  tornando,  ho  tratto  1  di 

felici  . 

:;:  8  CLXXXIX.  Trarre  nel  segno,  meta- 
foric.  Frane.  Sacch.  nov.  l^Q-  H  Vescovo 
di  Parigi  mono;  di  che  pensando  e  gli 
elellori,  e  la  comunit'a  di  nuovo  Vescovo, 
tulli  traevano  nel  segno  con  le  voci  a 
questo  Abate,  per  lo  più  santo  uomo  che 
fosse  in  Francia  (lutti  s'  accordavano 
nella  scelta  di  lui).    (V) 

§.  CXC.  Trarre  patto  ,  vale  Conve- 
nire Paltovire.  Lai.  paci  sci  ,  convenire. 
Gr.  5J;U*u»sTv  .  M.  V  2.  12.  Sanza 
consigUo  de'  suoi  castellani,  a  suo  vantaggio 
trasse  patto  ,  e  rendè  il  casleUo  a'  nimici. 
§  CXCl.  Trarre  sospiri,  vale  So- 
spirare ;  e  talora  anche  Far  sospirare  . 
Petr.  son.  269  Ma  per  me,  lasso!  tor- 
nano i  più  gravi  Sospiri,  che  dal  cor  pro- 
fondo tragge  QueUa  eh'  al  ciel  se  ne  porto 
le  chiavi. 

*  §  CXCll.  Trarre  un  saggio,  vale 
Fare  una  prova,  un  tentativo.  Cor.  Fn. 
II  8oi.  Lascia  me  col  mio  stuolo  assa- 
lir prima  La  troiana  oste,  e  che  primiera 
io  tragga  Di  qnesU  pugna  e  de'  tuoi  ri- 
schi un  saggio.   (M>  .       y     ,. 

§.  CXClll.  Trarsi,  vale  anche  Appli- 
carsi, Attendere,  noce.  nov.  67.  2.  E  per- 
ché egli  alla  nobilt'a  del  padre,  e  non  alla 
mercatanzia  si  traesse,  non  1'  aveva  il  padre 
voluto  roeltere  ad  alcun  fondaco. 

*  §.  CXCIV.  Trarsi  ,  figuratam.  per 
Tendere.  «  Cron.  Morell.  235.  Ma  la  na- 
tura, per  se  medesima  gentile,  si  trae  sem- 
pre aÙa  virtù  >•.  (N) 

§  CXCV.  Trarsi,  per  Ritenersi,  Aste- 
nersi, il  disse  Dani.  Inf.  3.  ln6noal6u. 
me  di  parlar  mi  trassi. 

*  g.  CXCVl.  Trarsi  di  testa  ,  0  di 
capo ,  vale  Cavarsi  il  cappello  in  segno 
di  riverenza,  o  per  salutare  altrui.  ì  areh. 
rim.  buri.  Deverebbe  ciascun  quando  li 
vede  Trarsi  di  testa  ,  e  farti  un  beli'  in- 
chino. Matt.  Franz,  rim.  buri.  Che  strana 
foggia  è  quella  che  baiala  Trarsi  di  capo 
come  arriva  il  lumel  ( Br) 

*  §.  CXCVIl.  Trarsi  d'  obbligo,  vale 
.S-Jebilarsi  .  Ar.  Fur  46.  12.  (he  non 
r.inl  parmi,  Ch'  io  possa  mai  di  tanto  ob- 
bligo trarmi.  (C) 

*  g.  CXCVIl  I.  Trarsi  fuori  di  qualche 
male  ,  vale  Liberarsene  .  Ar.  Far.  46. 
3o.  Che  pochi  mali  al  mondo  son  si  pra- 
vi Che  1'  uomo  trar  non  se  ne  possa  fuo- 
re. (Br) 

«  §.  CXCIX.  Trarsi  gli  occhi  ,  vale 
Cavarsegti  .  Fior.  S.  Frane.  l85.  Se  tu 
vuoi  ben  vedere  ,  traiti  gli  occhi  ,  e  sia 
cieco;  e  se  tu  vuogli  bene  udire,  diventa 
sordo    (parla    della    santa    cautela    ,<piri- 

'"«'§.  ce.    Trarsi    vita.    F.     TEMPO, 
g.   XXI!.   (F) 


*  g.  CCI.  Trarsi  la  voglia  ,  vale 
Cavarsela,  Sodisfarla.  Matt.  Franz,  rim. 
buri.  Parte  vi  fa  di  sua  somma  bontà  , 
Tal  che  possiate  trarvene  la  voglia.  (Hr) 
TIRARE,  nome.  Corda,  o  simil  co.ta, 
con  cui  si  tira.  Cecch.  F.ialt.  Cr.  1  I. 
In  sur  un  piede  Di  berilli  dall  altra  ban- 
da ha  fermo  Un  gallo  d'  oro,  qual  per  via 
di  certi  Tirali  balle  l'ali. 

TIRATA  .  Feritale  .  Il  tirare  .  Fior. 
Ital.  D.  Le  falci  fanno  peggio  da  tirala  , 
che  da  percossa 

g.  I.  L'  usiamo  anche  per  Continua- 
-ione  ,  0  Lunghezza  continuata  di  ehee- 
cliessia.  Pera:  Uri.  2.  9.  44.  Era  la  stra- 
da una  buona  tirata  Un  miglio ,  e  più  , 
sin  eh'  al  petron  s'  arriva.  Oal.  Sist.  5j. 
Vi  se  ne  scorgono  alcune  tirate  e  conli- 
nuazioni  lunghe  di  centinaia  di  miglia.  E 
02.  Intorno  alle  macchie  sono  grandissl- 
me  tirale  di  montagne  .  *  Pros.  tior. 
Bellin.  leti.  b,.  1.  278-  E  qui  finisco  , 
perché  veramenle  ho  le  rene  rotte,  e  non 
credo  d'  avere  scrino  mai  tanto  in  vila 
mia  in  una  tirala.  (C) 

i:  8  II.  Tirata  di  penna,  dicesi  per 
accennare  una  Scrittura  fatta  presto  e 
<enza  tulle  le  debile  consiilerazioni  .  t.a- 
hl.  Leti.  Uom.  III.  1.  7'-  "  l"»'"^  <  "r 
mandamento),  quando  della  mano  e  del- 
la vista  mia  gi'a  potessi  servirmi  ,  torse 
in  una   sola  tirata  di    penna  avrei  esegui- 

°   *  §     III.    Tirata  ,  detto  di  malattia 
Cecch.  noi.  4.  2.  E'  se  ne  prese  tanto  de 
lore,  che  e'  se  ne  pose  nel  Ietto,  e  n  ebbe 
una  tirala  di  più  che  tre  mesi.  (IJ 

f  IV  Per  Beuta,  modo  basso.  Matm. 
6.^49  È  falle  due  tirale  da  Tedesco,  La 
tazza'liutta  via  subilo  in  terra. 

*  TIRATELLA.  Dim.  di  Tirala.  (A) 

*  TIRATESTA.  7'crm.  de' Chirurgi. 
Strumento  chirurgico  ad  uso  dì  estrarre 
la   te.'Ha    di   un    bambino    merlo   net  par- 

'"/*  TIRATEZZA.  Lo  stalo  di  ciò  che 
■e  leso,  o  tirato  con  forza.  Bellin.  Pise. 
I  228  Non  e'  è  ce  bischeri  ne  ponticelli 
che  faecian  queste  diETerenze  di  tiratezza 
in  questi  strumenti.  (A)  E  232.  La 
vela  starebbe  sempre  nel  medesimo  gon- 
6amento,  o  nella  medesima  liratezza  se  in 
lei  battesse  qualsivoglia  altro  corpo  ,  che 
avesse    le    medesime    condizioni    del    ven- 

TIRATO.  Add.  da  Tirare,  in  lutti  i 
.,uoi  signifie.  Bocc.  nov.  6.  3.  Gli  suo. 
poderi  erano  grandi,  e  ben  tirala  la  borsa 
f  cioè,  piena ,  onde  non  facea  grinze),  t. 
nov.  17  16.  Dalla  piacevolezza  del  beve- 
raggio mata,  più  ne  prese,  che  alla  sua 
onest'a  non  sarebbe  richiesto  r™e,  allet- 
tata )  .  *  /?  g.  8  n.  5.  Il  quale  Uratos. 
in  una  camera  scrisse  in  su  quella  carta 
certe  sue  frasche  (  cioi  ,  r.l.ialos.  ).  (If 
lab.  258.  Alle  gote  dalle  bianche  bende 
tirale  risponde  la  vcntr.iia  (cioè,  distese. 
contrario  di  grinzose,  0  lente).  Irane. 
Sacch.  nov.  80.  tu.  Tiralo  pe  panni,  mo- 
slra  agli  uditori  nuova  ragione  di  quello 
(cioè,  fatto  accostare  prendendolo  pe  pan- 
ni). Dav.  Colt.  160.  Taglia  1  raspi  bene, 
acciocch'e  n'  esca  un  certo  umore  asprigno 
e  rodente,  che  U  vino  fa  tirato  e  risenti- 
to (cioè,  chiaro,  limpido).  /•-  Tae.  Da.. 
Ann.  l3.  164.  Mostrerebbe  se  egli  s.  ser- 
ve  d'  uomini  da  bene  ,  o  no  ,  se  d.  capi- 
tano valoroso  senza  invidia,  o  «'"to 
ner  ricchezza  e  favori.  F  Stor.  i-  ^'^- 
'mo1.7  centurioni  e  soldati  fra,,  innanzi 
da  Vitellio,  a  malincorpo  ">"'"»"  ''"°- 
ripe    (  in    questi    due    esempi    vnte   pro- 

"'%'V'  !  Ben  tirato,  parlandosi  d'  ope- 
ra d'ingegno,  vale  Ben  lavorato .  fatto 
bene.  Red    leti.  110.  Bello  e   .1    sonetto, 


\^2 


T  I  n 


ben  tirato,  e  condono  al  Bne  con  leggia- 
dria, ed  il  puDiicro  è  nuovo.  (C) 

g.  II.  Stare  in  ntl  tirato.    V.  STARE. 

V  §.  III.  Venir  tirato  ,  vale  quanto 
Venir  difilato.  Ceccft.  Corr.  5.  9.  E*  ne 
vengono  Via  tirati  per  aver  la  moglie. f^^ 

*  TIR.\T0IA10.  Term.  de'  Lanaiuo- 
li.  Colui  che  stende    i  panni  al    tiratoio. 

TIRATOIO.  Luogo  dovesi  distendono 
i  panni  di  lana.  *  Fr.  Giord.  33.  Andan- 
do io,  disse  fiate  Giordano,  a  uno  tiratoio 
trovai  panai,  eh*  cran  loro  tratte  le  1>udclla 
fc/o<' stirali).  (V)  f  arch.  Stor.  io.  276.  C<ìn 
questo  ancora,  che  i  tiratoi  e'  purghi  e  le 
tinte  non  sì  potessono  alienare  per  gli 
uTfìciali  di  dette   vendite. 

*  §.  Tiratoio  ,  Dicesi  anche  Ciò 
che  sm-c  a  tirare  1  detti  panni.  Piicc. 
rim.  nel  Ceniti.  f'oL  i^. pdg-.  291 .  Quan- 
do tu  mi  radi  tanto  peni,  Che  di  ntauin- 
conia  Ira  man  ti  muoio,  E  par  che  tu  mi 
metta  al  tiratoio ,  Tanto  piegar  mi  fai 
drielo  le  reni  (parla  al  barbiere),  (li) 

f  TIRATORE.  Verbal.  masc.  Che,  o 
Chi  tira.  Lat.  ductor.  Gr.  a'yuyo's.  /"i- 
ìoc.  5.  66.  Lo  mirifico  tiralor  del  carro 
di  GiunonCj  e  ima  calandra,  e  un  picchio. 
Lib.  ^strol.  Fae  un  cannun  ritorto  tale, 
come  quello  che  la  gente  chiama  il  tira- 
lor deli'  acqua. 

§.  I.  Per  Torcoliere.  Car.  leti.  2.  83. 
Di  già  si  è  fatta  la  provvisione  d*  assai 
huoni  caratteri,  ed  è  venuto  il  tiratore  a 
questo  cfTclto. 

^  g.  11.  Tiratore j  chiamano  i  Mari- 
nai una  l'ifcola  fuw,  che  sen-e  per  xo* 
spendere  0  tirar  giù  la  barca  ,  o  trozza 
de'  pennoni  di  mastra  e  trinchetto  nel 
ghindargli  o  amnintnargli,  per  impedire 
che  non  s' attacchino  alle  trinche  di  detti 
alberi.  (A) 

*  TIKATURA.  //  azione  del  tirare, 
dell'  imprimere.  (C) 

*  TIRCHIEIU'A.  A\'arizia,  Spilorce- 
ria. (A) 

t  *  TIRCHIO.  Add.  Avaro,  Spilor- 
cio. Lasc.  cen.  I.  nov.  6.  png.  125.  Non 
ti  vergogni  lu,  villan   tirchio?  (A) 

TIRELLA.  Fune,  0  Striscia  di  cuoio, 
o  altro,  con  che  si  tirano  carrozze,  o  Ji- 
mili.  ^f  Salvia.  Om./acc.  2o5.  E  nel  tem- 
po che  il  vecchio  del  destriero  Lo  tirelle 
tagliava,  andato  suso    Colla    cultella,    ec. 

(  »/<«; 

TIRIACA.  r.  //.  Triaca.  Lai.  theria- 
ca.  Gr.  br,piax/,.  Ros.  l'it.  F.  P.  cap. 
19.  Il  quale  desiderio  per  iofrenarlo  ci 
ha  Iddio  dato  Ituona  liriaca  ,  come  e  il 
pensiero  di-Ua  morte  (  (fui  Jìguratamcn- 
le), 

TIRITERA.  Stravagante  lunghezza  di 
ragionamento  i  Voce  bassa.  Lat.  sermo- 
nis  circuìtio.  Gr.  ;Tept09o)9yi'a.  Varch. 
Krcol .  323.  Questa  e  una  lunga  tiritera. 
Allcg.  217.  Ma  venutagli  a  noia  questa 
ricadiosa  tiritera  ce.  fece  ce.  un  solenne 
politxolto. 

f  3  TIRO.  //  azione  del  tirare  colle 
armi  da  fuoco  in  un  luogo  determinatoj 
ed  anche  il  Colpo  che  sì  fa  tirando.  Lat. 
teli  iactus.  Gr.  i/>:3oii"='-  Co/  Sist.  lao. 
Ma  1'  esperienta  nittstra,  i  tiri  essere  c- 
guali  ;  adunque  1'  artiglieria  sta  immutulr. 
/i  appresso;  Mai  non  si  correlihe  nel  se- 
gno rhe  altri  avesse  tolto  di  mira  ,  ma 
sempre  sarehliero  i  tiri  costieri  verso  Pu- 
nente. #  /^'  17^.  Ma  rredclo  voi  rhe  si 
trovasse  homhardirr  cosi  praliro  rhe  to- 
gliesse a  dar  nel  liertagliu  r)gni  liro7  (w/irr. 
Stor.  17.  36.  Il  secondo  tiro  percosse  e 
roppc  una  gamha  alquanto  sopra  il  ginoc- 
chio a  Giovanni  de'   Medici.   (C) 

#  §.  I.  Tiro,  si  dice  anche  la  Linea 
secondo  la  quale  si  tira  ;  e  si  usa  sin- 
golarmente parlando    del   Cannone.    iialU. 


T  I   R 

Tfttt.  Fort.  33.  Il  medesimo  ancora  si 
deve  considerar  rispetto  al  piano  della 
campagna ,  dimandando  tiro  di  striscio 
quello  che  la  va  radendo,  e  di  f  eco  quel- 
lo che  venendo  da  allo  la  percuote  in  uo 
sol  punto.  (C) 

*  g.  II.  Tiro,  dicesi  anche  la  Distan- 
za, 0  Spazio  che  è  dal  luogo  d'onde  si  ti- 
ra, al  luogo  dove  si  arriva  tirando;  ed  in 
questo  .tento  dicesi  cosi  delle  armi  da  fuoco, 
come  d'altro.  -  Cuicc.  Stor.  9.  Accosta- 
ronsi  le  armate  1' una  all' altra  sopra  Por- 
to Venere  quanto  pativa  il  liro  delle  ar- 
tiglierie ".  /'.  19. 189.  Accostatosi  con  una 
trincea  al  diritto  di>lla  hatlena,  e  fatta  uà* 
altra  trincea  al  diritto  degli  alloggiameoli 
Spagnuuli,  lontana  al  fosso  un  tiro  di  ma- 
no, ec.  vi  piantò  su  l'artiglieria.  (C) 

■\  §.  III.  Onde  I  ssere  a  tiro  di  moschet- 
to, o  simili,  diresi  dell'  l'ssere  dentro  al- 
lo .-^azio,  dove  arriva  ti  tiro  del  moschet- 
to, o  simili. 

§.  IV.  Fssere  a  tiro,  assolutamente, di- 
cesi  per  mctaf.  dell'  Fssere  vicino  alla 
conclusione,  o  al  termine  di  checchessia. 
§.  V.  Tiro  ,  Sorta  di  malattia  d''  ca- 
valJi.  Lib.  Ma.tc.  Quando  i  cavalli  han- 
no il  male  del  tiro,  voglionnc  esser  curali 
con  maniera  differente.  F  appresso:  A' 
cavalli  che  hanno  Ìl  tiro^  da*  a  mangiare 
la  vcrminaca. 

§,  VI-  Tiro  a  due,  a  quattro,  o  asci 
si  dice  di  Carrozza,  o  simili,  tirata  da 
due,  da  quattro,  o  da  sei  cavallij  e  anche 
de  ^Cavalli  medesimi  uniti  insieme  per 
tirarla. 

g.  VII.  Tiro,  si  usa  talora  per  Offesa, 
Giaria,  o  fìefja  fatta  altrui  insidio.ta- 
mente.  Puon.  l'ier.  2.  5.  5.  Un  hcll'  u- 
mor,  che  per  fare  un  liei  tiro  Dichiarò 
ec.  Malm.  9.  56.  E  di  quel  tiro  stiaccia 
come  un  picchio. 

TIRO.  Spezie  di  serpe,  T'ipera.  Lat. 
thiro.  Guitl.  lett.  20.  Coslum'  è  di  sag- 
gio uomo  non  trarre  di  arnia  vcneno,  ma 
di  liro  triaca.  3/.  Aldohr.  P.  .Y.  IO9.  As- 
somiglialo alla  natura  dei  serpenti,  che  si 
appellano  tiri,  de'  quali  ^i  fa  1'  otriaci.  Ar. 
Fur.  l3.  32.  Da  muovere  a  pictadc  a- 
spidi  e  tiri.  Morg.  \!\.  82.  E  '1  tir  eh*  a- 
vea  lo  '  ncantalore  scorto,  Acciocché  le 
parole  sue  non  oda  Aveva  V  un  orecchio 
in  terra  porlo,  E  1*  altro  s*  ha  turato  col- 
la  coda. 

*  TIRO.  Porpora.  Lat.  tyrium.  Te- 
sorett.  Br.  il.  o^-  Sono  in  quello  giro 
Balsamo,  e  amhra,  e  tiro.  E  lo  pepe,  e 
lo  legno  Aloè,  eh' è  si     degno  ce.   (C) 

t  TIROCINIO.  1'.  L.  Studio  che  uno 
fa  per  apprendere  qualche  arte,  o  profes- 
sione j  I\ovizinto.  .^'alvin.  Disc.  2.  .^08.  Vo- 
leano  quei  valenti  governatori  di  città  e 
datori  di  leggi,  che  i  sollaui  ancora  e  1' 
allegrie  ilei  popolo  fossero  frulluose,  e  il 
valore  militare,  da  impiegarli  seriamente 
nelle  occasioni,  avesse  anco  tra'giuochi  un 
dilettevole  tirocinio. 

*  TIROIDE.  Term.  d,gti  Anatom. 
Cartilagine  che  forma  quella  prominenza 
chiamata    l'omo  d'  .■4damo    (.4) 

*  TIROIOIDÈO.  Term.  degli  Anató' 
mici.  Appartenente  alla  laringe.  (A) 

«  TIHO.NK.  V.  L.  Pnypriamente  Sol- 
dato levato  di  fre.xco.  Lal.r>ro.  Gr.  vfOi- 
Sper.  Sper.  Apol.  part.  1.  Negli  rscrciti 
de'  Rumani  la  Icgiour  de*  lironi  non  era 
meno  ordinata  ,  ne  di  più  frale  comples- 
sione che  fusse  qui-IU  de"  veterani,  (t'/*) 

*t  §■  '''*'■  similit.  A'oi'fsio  In  generale. 
Morg.  27.  37.  Il  qual  nuovo  lirnn  questa 
volta  erra  ,  Peroecb*  egli  era  un  sempli- 
cetto agnello  Con  un  tiravo  leoo,  eh'  ognu- 
no atterra  . 

*  TIRSO.  Asta  attorcigliata  di  pam- 
pani,  e  di  frondl  di  eìlera.  Lat.  thyrsu.<. 
Gr.   &i/pio;.    polis,  slam    ì     1 1  a.' I.' ar- 


TIR 

dite  Ninfe  1*  asioel  suo  pavido  Pongon  col 
tirso  ed  ei  colle  man  tumide  Ai  trio  »* 
appiglia.  Car.  lett.  2.  l'jS.  Nella  sloùlra. 
tiene  un  corno  di  dovizia,  e  nella  deUra 
un  tirso  vestito  lutto  di  froodi  e  di  ghir- 
lande- E  23^.  E  Bacco  col  tirso  rinvolto 
d*  cllere  e  di  pampini.  Segner.  Vred.  27.  6, 
Antigono,  signor  de*  Macedoni,  voleva  che, 
come  a  Bacco,  gli  fosse  sempre  recato  di- 
nanzi un  tirso  vestilo  dì  verdi  pampaoi  . 
Salvia.  Pros.  Tose.  i.  162.  Nella  stessa 
guisa  che  Bacco  co*  suol  pampinosi  e  ede- 
race»  tirsi  (  le  punte  fcritricl  dell'  aste  fa- 
sciando col  verde  della  raaDsoetudine  )  la 
natura  d'  Iddio  dimostra.  (') 

"f  TISANA.  V-  L.  Bevanda  d'orto 
cotto  in  acqua  ,  0  vino  fatto  con  orso  , 
Birra.  Lai.  ptisana.  Gr.  jiTtfffl^vii .  Al- 
bert, cap.  Il-  Se  tu  triterai  lo  matto  nel 
mortaio  ,  siccome  si  trita  V  orzo  e  la  li- 
sana  col  pestello ,  non  si  parte  da  lui  la 
m altezza  . 

TISICA.  F.  A.  Ttsicfiexza.L3t.phthi- 
sis.  Gr.  oStsi;.  Amm.  Ant.  2.  4-  5-  Dio- 
nisio tiranno  ,  un  tempo  hcvendo  tempe- 
rato, incontanente  cadde  in  lisica,  e  dod 
potè  guarire  se  non  tornando  ehhro  coma 
solca  essere  di  prima. 

TISICHEZZA,  infermità  di  polmoni 
ulcerati,  che  cagiona  tossa,  e  fa  sputar 
marcia  .  Lai.  phthisis  .  Gr.  yài'ffi;  .  Sen. 
Pisi.  Il  corpo  de'  quali  e  in  grassezza,  e 
r  anima  è  in  magrezza,  è  in  tisichezza. 

t  TISICO.  Sust.  Tisichezza.  Lai.  phthi- 
sis .  Gr.  o&i'?i^-  M.  Aldohr.  Se  alcuno 
sentisse  di  tisico,  liolla  i  fior  del  ramerino 
col  latte  di  capra.  Sold.snt.  3.  Gl'infermi, 
che  più  adentro  che  \\  polmone  Haano  il 
tisico,  ond'  e  1*  anima  infetta  (la  stampa 
legge  la  plisi).  Dav.  Man.  1 16.  Standosi 
nel  capo  e  ne'  grandi  oppibla,  lo  stalo  ne 
cadrà  in  atrofia.  Idropisia,  diahctlca,  tisi- 
co, o  NÌmil  m.ile  (qui  figuratam).  *  Cuicc 
Avveri.  76  Come  ancora  avviene  ad  uno 
che  muore  d'  etico,  o  di  tisico,  che  la  stu 
vita  sempre  si  prolunpa  olirà  T  opinione 
che  hanno  avuto  i  medici.  (C) 

3  TISICO.  Add.  infetto  di  tisichezza. 
hH.  phthisi  lalH)rans.  Gr  ySi5i/05.  Cron. 
Morell.  Tu  non  arai  figliuoli  se  non  a  step- 
to,  lu  l'arai  femmine,  tu  gli  arai  tisici, 
e  mai  non  parrà  che  vadano  innanzi.  iJh. 
cur.  maiali.  Perciò  vale  a  quelli  che  sono 
tisirhi ,  etichi,  e  magri,  ihlt.im.  5  l5. 
Che  per  vederlo  un  san  verrehhe  tisico  . 
Circ.  Geli.  6.  1^4  ^  "  "°°  troverai  mai 
nessuno  ,  che  in  quc'  (  mah  )  del  corpo 
chiami  mai  la  felihre  sanità  ,  oè  V  esser 
tisico  liuona  valetudine. 

sS  §.  I.  /,■  in  forza  di  sust.  -  Cr.  5. 
48.  5.  In  quel  medesimo  modo  si  (*  il  mele 
violalo,  e  vale  a*  tisichi  che  hanno  Ichhrc, 
dato  con  r  acqua  tiepida  m.  (C) 

g.  II.  Per  mela/.  Frane.  Saech.  nov. 
l44-  r>cl  centro  di  quella  luna  tisica  e  nera 
si  vede  uscire  uno  heodone  liianco  ,  che 
parca  uno  husecrhio. 

TISICUCCIO.  Tiscuzso.  Frane.  Sacch. 
rim.  26.  E  tu  se*  lisicucna ,  Che  ti  criepi  la 
huccia. 

TISICUME.  Tisica,  Tisichetxa.  Ltt. 
phthisis  .  Gr.  f  ài'stc  .  Lih.  cur.  malati. 
Questi  sono  i  rimedii  che  giovano  al  listr 
cume.  F  appresso  :  Chi  Irnic  di  avere  a 
patire  di  li>icume  .  uii  il  Ulte  di  Tacca  . 
E  allroi'e  :  Coloro  che  hanno  gomito  il 
sangue  ,  pizzicano  di  lisicume. 

g.  Ter  mel.if.  Ta< .  D,u  .  Perd.  eloif. 
!\\'S.  A  qualunque  altri  della  medesima 
infermeria  quesl*  osu  e  questo  liucume 
piacesse  . 

TISICUZZO.    Dim.  di  Titéeo. 
g    Per  similiL  vale  Di  poche foru^  Di 
poco  spirito  .    liocc.  «<»»■.    aO-    20.    Si   tisi- 
cuzzo  e  triilaniuol  mi  parete. 

<t  TITILLAMENTO     SolleUcarmen^  , 


T  l  T 


^jCo.io'^  .u  od.  esser  gii  v.cno  1  am.co 
^.  ti  semi  tosto  svegliare  .i.  te  un  l.l.l- 
lamento  di  iM''}o  ,  el.e  li  spinge  »  cor- 
rcrcli ''"'o'>"'».(')  ,ij„, 

•+  *  TITII-LARE.  >.«i("ir  blanila  e 

„olle  commozione  in  P"--'»,  """f  "."°;," 
,  nm««  rfe/  oor;.o  «mmaU  .  M-rch,'- 
lucr.  I.  846.  E  sol  prestai  (g{' ,'""•'''"' 
freden-a  a\uei  cone.t.i  Cl,e  l.,.llan  1  o- 
rccchie,  e  con  sonora  E  soave  armoma  1.- 

sciati  sono,  f./^)  _.   .,,  .„ 

•+  *  TITILLAZIONE.  Titiltamento. 
Sera.  CaUot.  Mar-..  169..  E  de' avvertire 
che  il  seme  del  n.ascl,io  e  pm  caldo  ibe 
quello  della  femmina,  onde  nasce  più  per. 
fetta  lilina.i0De,  e  toccamento,  e  q"^*'  sol- 
leticamento. fCM-"'-  lnal.mol.loc.^^. 
Oneste  tre  (pulsazioni)  con  tanto  mter- 
^au"  di  tempo,  quanto  è  la  me.i  d.  quello 
che  -e  tra  ciascuna  coppa  e  le  solitane 
dell'acuta,  fa  una  titillazione  ed  un  sol- 
letico tale  sopra  la  cartilagine  del  l.mpa- 
no,  ec.  Cocci,.  Boga.  Questa  materia  SI 
rende  sensibile  alla  sorgente  per  <,uellu 
gentile  tilillaiionc  dell'  odoralo.  M) 

TITIMAOLIO,  e  TITIMAI.O.  Pian- 
ta,  la  quale,  in  qualsi^-oglia  parie  tnta- 
gliata,  gctla  lane  ,  e  sonne  molle  specie. 
Lai.  tithymalus.  Gr.  -:,ìl^a'^)o;.  Cr.g. 
QQ.  li.  Dopo  i  freddi  digiuni  del  verno  i 
Smagli,  i  fiori  amari  dell' olmo,  che  pri- 
ma nascono,  desiderosamente  .appetiscono. 
Tes  Pof.  P.  S.  cap.  6.  Anco  la  radice 
del  litimaglio  agresto  ,  collo  con  assenzio 
ec  della  suslanzia  sua  lanne  impiastro  . 
Bicett.  Fior.  37.  L'  esula  si  chiama  da 
Greci  titimalo  ec.  l'cr  1'  esula  maggiore 
s'intende  la  piliusa  di  Dioscoride  ec,  per 
r  esula  minore  il  titimalo  ciparissa.  /^  92. 
Da'  lilimali  si  trac  I  il  su^o  )  ,  cogliendo 
r  erba  nel  tempo  della  vendemmia. 

3  TITOLARE.  Inlitoinre.  I.M.  litnlo 
insianire,  inscrihcre.  Gr.  T.'r>ov  ! -<•/.=  -.<- 
=  P.v.  G.  r.  7.  43- 5.  U  dello  Papa  fu- re- 
Jorio  Decimo  j  cominciò  a  fondare  la  chiesa 
di  san  Gregorio  olir'  Arno,  e  per  lo  suo 
nome  così  la  titolo. 

*  §  I.  Einsignifc.  neutr.pass.  ..  V. 
r.  8.  3o.  Sicché  mai  per  innanzi  ne  1 
Doge  né '1  comune  se  ne  titolasse  ..  OV; 
Sper.  Graz.  Fu  il  primo  che  Bc  di  Fran- 
cia si  titolasse.  II.) 

*  fi.  II.  Coir  ly.  lìorgh.  1  esc.  lior. 
355.  Par  che  voglia  che  l'antica  Catte- 
drale fusse  titolala  in  San  Salvadorc  ffioe, 
avesse  il  titolo  di  S.   Salvadore).   Il') 

TITOLARE.  /liM.  Che  ha  litolo,  l  he 
appartiene  a  titolo.  S=  Jìorgh.  l'ir.  disf. 
282.  Questo  uso  de"  Vescovi  titolari  ec. 
non  era  allora.  (I  ) 

*  §.  I.  Per  Che  ha  il  titolo  e  non  la  so- 
stanza ,  0  il  posse.<so  della  cosa  .  Cas. 
Orai.  leg.  Se  lo  inllierio  non  le  ha  il  ti- 
tolo della  libertà  tollo  e  cancellalo  ,  egli 
le  ha  ben  fallo,  e  fa  pagare,  per  lo  suo  va- 
no e  lilolar  riscatto,  lanla  e  si  grossa  som- 
ma, che  egli  se  ne  può  tener  per  conten- 
to. (fP) 

*  §  11.  Titolare,  in  forza  di  sust. 
dicesi  II  Santo  a  cui  è  dedicata  una  Chic 
sa,  un  henejìcio,  o  simile,  f  Ci 

•f  *  TITOLARIO.  l.il'ro  de'  titoli  , 
che  ser\'e  di  regola  come  usare  i  titoli  . 
Magai.  Lea.  seleni  pag.  259.  A  studiare 
i  titolarli  di  tutte  le  Segreterie  d'Europa, 
in  tulle  vi  sar'a  una  lettera  più  popolala 
dell'  altre  .  E  pag.  260.  Ho  trovalo  che 
questa  (Cj  ,  nel  mio  tilolario  ancora  ,  su- 
pera ,  dal  B  in  poi  ,  tulle  1'  altre.  (A) 

TITOLATO.  Add.  da  Titolare.  Lai. 
fi(«/o  insignitus,  appcllatus.Cr.  -ftsayo- 
peU5>-:«9;.  M  f  9-  94-  "  m^fS'or  fra- 
tello del  Re,  titolato  Impcradore  di  Coslan- 
linopoli,  SI  tramnieltca  di  fare  concordia  Uà 


T   1   T 

loro.  Zihald.  Andr.  \!^2■  Non  fu  solo  uno 
titolato  Ercole,  ma  molli,  siccome  1  liomani 
nomarono  i  Cesari  (  cioè,  appellalo  chia- 
mato )  .  *  Pecor.  g.  17-  n.  2.  \  ave,'^ 
un  picciolo  oratorio,  titolato  col  nome  d. 
S.  Pietro,  (fj  , 

e  Titolato  ,  in  forza  di  sust.  ^  lo'e 
Personaggio  che  ha  titolo  di  signoria  o 
,/,  dignità.  Segner.  Crist.  instr.  i.  4.  8. 
Un  certo  titolalo  ,  comparso  aUa  corte  <^i 
Carlo  Quinto  con  una  pompa  supcriore  di 
molto  alla  sua  condizione  ,  benché  onore- 
vole ,  dicea  di  esser  venuto  per  veder  1 
Impcradore.  „       „  ,.      - 

•f  :'.=  TITOLEGGIABE  .  Dare  altrui 
i  titoli  che  gli  appartengono.  Allegr-  rm. 
p.  167.  r  Am.-t.  1-54  )  L'  Abuso  e  latto 
Imperatore,  Al  qual,  s'io  non  m  inganno, 
s'  appartiene  Tiloleggiar  secondo  il  proprio 

umore.    <Al  ,  ,  «- 

TITOLO.   Dignità,   Grado,  o  J^ome 

che  significhi  '"'■  '■<'^'-  !-»'■  ''1"';"'  ■'" 
gnilas.  Gr.  aC'»-  l^""-  '""'•  ^^-  'i'  *™" 
pre  rifiutando  d'  esser  chiamato  maestro, 
il  nual  litolo  ,  rifiutalo  da  lui  ,  tanto  più 
in  Ini  risplendeva  .  Lab.  31^.  Quanti  so- 
no  i  signori,  li  quali,  se  io  per  li  loro  ti- 
toli le  li  nominassi,  in  tuo  danno  le  ne 
vanaglorieresti.  C.  /  .  8.  42.  2.  Gli  die- 
de  titolo  di  Paciaro  in  Toscana.  MI  .  f- 
60.  Uomini  che  non  sapicno  quello  eh 
e'  titoli  de'  giudici  portassono  ,  e  a  loro 
non  se  ne  aspettava  alcuna  "sa. 

?:  §  1.  Titolo,  si  dice  anche  delle  (Jua- 
lificazioni  che  si  danno  agli  uomini  ad  ac 
cennare  certe  relazioni.  Gioì.  Geli.  Ut. 
Alf.  12.  Fu  cognominato  universalmente 
pacificatore  e  chiamalo  onor  della  patria  , 
col  qual  titolo  furon  battuti  in  Ferrara 
que'  ducali  d'  oro ,  che  si  veggono  ancora 
in.sioo  a  di  nostri.  fC;  ,     j.  ^    , 

*  g.  11.  Titolo,  si  dice  anche  di  (erte 
qualificazioni  che  si  danno  per  onore.  F. 
TnOLO.NE.  fC 

+  :S  g.  III.  Titolo,  si  dice  anche  par- 
lando dì  alcune  Chiese  di  fioma,  o  de-suoi 
dintorni,  il  cui  nome  viene  assunto  dal 
Cardinali.  Beni:  Celi.  Oref  58.  INel  qua- 
le  (  suggello  I  intagliai  1'  Ascensione  di 
nostra  Donna  con  dodici  Aposloli;  i\  qua- 
le era  il  litolo  di  dello  Cardinale.  (I) 

+  §.  IV.  Titolo,  si  dicono  anche  le 
Parole  che  si  pongono  nel  Jrontespizio  di 
un  tihro,  per  farne  conoscere  In  materia, 
e  per  lo  più  anche  I'  autore  che  l'ha  coni- 
posta;  Iscrizione.  Lat.  inscriptio,  tilulns. 
Gr.  iiiiyfy.fr:,  rM.oi.  Bocc.  g.  'j,.  p.  2. 
Il  che  .issai  manifesto  può  apparire  a  chi 

11     .-  ----,^J...     t^^ti'ila    Tinv 


t  l  T 


1543 


le  presenti  novellelte  riguarda,  le  quali  non 
solamente  in  fiorenlin  volgare  e  m  prosa 
sciillc  per  me  sono,  e  senza  titolo,  ma 
ancora  in  ist.Io  umilissimo  (  I  edi  .sopra 
questo  luogo  la  prima  annotazione  de,  De- 
pulntiì.-f'SaU'in.  Annot.  Buon.  Pier .  2. 
4  3  Titoli  curiosi  ricercali  e  bizzarri  di 
barzellelle  o  commedine.  Questi  titoli  ap- 
peUlosid.  libri  ec.  Minio  gli  burla  garba- 
tamente, (ri'j 

:^  fi.  V.  Per  Inscrizione,  Memoria. 
Bemh.  pros.  1.  li-  Mostranvisi  a' riguar- 
danti in  ogni  parte  e  in  ogni  via  titoli  di 
vilisMme  persone  in  pietre  senza  ninna  di- 
piit-a  scritti.  iVl  Poliz.  rim.  lelt.  2o3. 
Nessun  alleo  litolo  sollo  la  sua  slalua  u 
intaglialo  ,  se  non  quest'  uno  ,  the  dello 
insb'me  ridurre  il  glorioso  omerico  poema 
lui  primo  fusse  stalo  autore  .  7f.r.  /'<"■■ 
Ann.  2.  36.  Cesare  chiamo,  e  lodo  1  vin- 
citori .  e  rizzò  un  trofeo  d'  armi  con  su- 
perbo titolo.  (C)  ierd.  Stor.  3.  108.  La- 
scio nel  lito  una  colonna  col  titolo  testi- 
ficante la  sua  venula.  (1^1 

f  fi.    "VI.   Per   Denominazione  .    Vant. 

Inf.  33.  Breve  pertugio  dentro  dalla  mu- 

da.  La  qual  per  me  ha'l  tilol  della  fame 

1  ce.  ,  M'  ave»  mostrato  per  lo  suo  forame 


Piò  lune  gi'a ,  ec.  *  P.orgh.  Orig.  Tir. 
l5l  A>ea  in  concetto  di  fargli  (a  Mar- 
te ì  un  tempio   sotto  il  titolo  di  Vincilo- 

re.  ff^l 

§.  VII.  Per  Cognome.  Bocc.  Vii.  Dant. 
223.  Il  valore  di  costui  fu  cagione  a  quel- 
li, che  discesero  di  lui,  di  lasciare  il  titolo 
degli  Elisei,  e  di  cognominarsi  AUighieri. 

■■»  §.  Vili.  Ti(o/o,  per  Intitolazione, 
Dedicazione  d'  un'  opera  .  Bocc  ■  Lelt. 
Co:  Altai-illa.  Veggendoti  a' tempi  nostri 
per  molli  tuoi  splendidi  ed  onorali  fatti 
chiaro  esemplo  d'  anlichil'a  ,  come  a  tuo 
splendor  benemerito  ho  voluto  aggiugner- 
vi  il  donodcllilolodi  questa  operetta,  giu- 
dicando ec.   1 1' ) 

g.  IX.  Per  ì'anlo.  Fama.  Lat.  laus , 
gloria,  fama.  Gr.  £-aiv05,  òo'la,  ^riiir',. 
Lab.  214.  Siccome  quella  che  di  tulle  a- 
vrebbc  volulo  il  lilolo.  Pelr.  cap.  I.  Poi 
vien  colei  e'  ha  '1  tilol  d'  esser  bella. 

§  X.  l'er  Ragione  ,  Diritto;  termine 
legale.  Lat.  i.i.r.  Bocc.  no,:  94.  19-  Que- 
sta donna  meritamente  è  mia,  ne  alcuno 
con  giuslo  titolo  me  la  può  raddomanda- 
re.  E  niim.  21.  Giuslo  titolo  parendogh 
avere  in  ciò  che  la  Iracutaggine  altrui  a- 
veva  gillalo  via.  *  Pros.  Fior.  Borgh. 
leti.  4.  4.  249.  Essendovi  mescolato  tan- 
to del  loro  ce.  le  possono  fare  con  giustis- 
simo lilolo.  (C)  Segner.  Mann.  Marz. 
10.  5.  È  vero  the  su  essa  I  corona)  non  hai 
finora  quel  lilolo  che  si  chiama  titolo  in 
re,  ma  vi  hai  ben  quello  che  si  nomina  ad 
rem.  (I  ) 

S.  XI.  Ser  Pretesto,  Colore ,  Motivo  . 
Lai',  color,  prirleitus.  Gr.  -/.p'^u-t).,  Ttpi- 
£,c<5i;.  Bocc.  noi:  li.  IO.  ^on  parendo 
loro  avere  alcuno  altro  più  giusto  titolo  a 
fargli  dar  la  mala  ventura.  E  no.'.  33.  lo. 
Vendute  alcune  possessioni,  le  quali  ave- 
vano ,  sotto  titolo  di  voler  con  denari 
andar  niercalando.  C.  I  .!{■  5.  3.  Entra- 
rono in  Fiesole  sollo  titolo  di  vedere  la 
della  festa  .  Frane.  Sacch.  noi:  210.  E 
son  pur  de'  tali,  che  sono  gentdissima  ta- 
nii"lia;  e'  pare  che  per  lale  lilolo  e'si  con- 
,cCga  loro  usare  qualunche  vila  più  laida 
sia.  S=  /  arch.  Stor.  5.  105  Pretendeva  il 
He  d'  Inghilterra,  sotto  onoralo  titolo,  noe 
pur  di  volere  anch'  egli,  ma  di  dovere  ec. 
soccorrer  Itoma,  e  il  Papa.   (Ct 

g.  MI.  ri(o/o,  si  dice  il  Benefizio  ,  0 
il  Patrimonio  che  dee  avere  il  cherico  per 
esser  ammesso  agli  ordini  sacri.  Lai.  (1- 
tulus  .  Maestriiz'z.  I.  10.  Si  dee  lar  lo 
scrulinio  per  1'  Arcidiacono  ,  e  isaminare 
coloro  ,  che  si  debbono  ordin.ire  ,  della 
vita  ,  della  gcneraziotie  ,  del  paese  ,  dell' 
etadc,  del  titolo  al  quale  egli  s  ordi- 
na, ec. 

:?  §.  XIII.  Titolo,  si  dice  anche  par- 
lando di  benefica  ecclesiastici  ,  per  desi- 
'  -nare  il  Santo  in  cui  sono  intitolati,  l  ine. 
'Mari.  leti.  18.  M.  Lione  Strozzi  sotlo  la 
prioria  sua  di  t  apua  ha  un  beneficio  o  ac- 
comandila qui  in  Salerno  ,  sotto  il  titolo 
di  S.   Giovanni.  (Ci 

fi    XIV     litolo,  diciamo  anche  a  tluel 

punto  the  .<i  pone  sopra  la  letle,-a   I.  Alf. 

Po'Z.  rim.   E  dirci  ancor,  perche  il  titolo 

all'i,  E  non   all'  allre  lettere  si  pone. 

*    ?     XV.   Efgiiratani.    Buon.  Iier. 

1     '2'  lo  vo'  toccar  col  dito  Esser  bene 


informilo  Restar  capacitalo  D'  ogni  fallo 
e  ragion  lai  eh'  un  accento,  Un  titolo  A 
un  i  non  mi  s'  occulti   (Cj  ,     1 

*  e  XVI.  Titolo,  dicesi  anche  di  Li- 
neetta', Accento,  o  "''ror"'''-'lZ"'"A' 
si  ponga  sulle  lettere  .  Vep.  Pecam  ^. 
Co^e  che  ciò  d-bba  -»"  .-;='';^'"  /  ^ 
dimenticanza  di  far  quel  ti  "lo  sopra  la 
parola,  col  qual  sogliono  supplire  per  que- 
sia  lellera     fi  )  .      ,.   «r  ,. 

.+  :;=  TITOLONE.  Acerttcìt.  di  Tito- 
lo; Titolo  grande,  e  motto  onorevole.  M- 


1544 


T  I  T 


legr.  pag.  2lS.  (j4ms leni,  l'^ 5^)  Per  non 
vi  dare  i  Utolunì  a  macca,  Solameote  di- 
rovvi  :    Al   mio   Signore   ec.   (A) 

TITUBAJ^TE.  Che  titnha  .  Lat.  titu- 
hans.  Gr.  ^ajsafiSo/Aiva;.  Amet.  78.  E 
con  mormorio  titubante  ne  porgeva  mi- 
nacce .  E  88-  Davanti  al  qu^e  (  Giove  ) 
ciascuno  per  iè  porte  efficaci  ragioni ,  li- 
lubantc  il  (;iudÌcio  nella  mente  del  giudi- 
cante ,  a  quelle  niuna  cosa  disse. 

f  *  TlTUBAItE.  PropriamenU  Facit- 
lare.  Non  istar  fermo.  Lat.  titubare^  <iu- 
f'itare.  Gr.  T:apay!p£7sai,aVopaTv.  Car. 
En.  4.  G81.  Come  annosa  e  valida  Quer- 
cia, che  sia  nell'  alpi  esposta  a  Borea,  S^ 
or  dall'  uno,  or  dall'  altro  de'  suoi  turltini 
È  combattuta,  si  scontorce  e  tituba-  (M) 

f  §.  Ma  per  lo  più  si  usa  Jìgnratam. 
e  vale  Stare  ambigHO ,  IK'on  si  risolvere. 
Stare  fra  due.  Zibald.  Titubarono  grandc- 
menlf  prima  che  si  mettessero  all'  opera. 
Tac.  lìav  Ann.  l5.  221.  V'ebbe  cbi  con- 
sigliò risone,  che  mentre  era  ascoltato  Mi- 
lico,  e  titubava  Sccvino,  andasse  in  cam- 
po ,  o  salisse  in  ringhiera  a  tentare  il  favor 
de' soldati  e  del  popolo.  Gal.  Sist.  47- 
Questo  non  lo  die'  egli  resulutamente  ,  e 
sema  punlu  titubare  ?  E  120-  Che  peccato, 
rhc  r  arliglicne  non  fussero  al  tempo  d' 
Aristotile!  avrebbe  ben  egli  con  esse  espu- 
gnata 1'  ignoranza  ,  e  parlato  senza  punto 
titul>are  delle  cose  del  mondo. 

3  TITCBAZIONE.  //  titubare.  Lat. 
hasttatio,  tiluhatio.  Gr.  dizopìv..  l'arclt. 
Lcz.  548.  Stante  il  molo  dato  dagli  astro- 
logi air  ottava  sfera  ,  rhiamalg  da  loro  il 
moto  dell'  accesso  e  del  recesso  ,  ovvero 
della  litubazione.  ♦  /  iV.  lit.  Calli. 'jQ. 
Avendo  ce.  avvertito  col  telescopio  un  nuo- 
vo molo  o  litubazione  nel  corpo  lunare  per 
uiczio  delle  sue  marcbie.  (Cj 

V  §.  EJÌf^uratani.  Perplessità.  *t  Zibald. 
Fu  osservala  questa  loro  paurosa  tituba- 
tione".fC>  Guicc.  Star.  4-  123.  Ma  non 
perciò  vi  andò  secondo  riferiva  Pietro  da 
I*esero  ,  senza  qualche  titubatioDe  e  per- 
plessità .  (Lj 

TIZZO.  Tizzone.  Dant  Purg.  25.  Se 
1' ammenlassi,  come  Meleagro  Si  consumò 
al  consumar  d'  un  tizzo. 

#  g.  Dare  il  tizzo  ,  vale  ftguratam. 
Itic/tiedere  or  questo  ^  or  quello,  che  ti 
presti  danari  con  animo  di  non  glie  li 
rtnderc  j  il  che  più  comunemente  dicesi 
Frecciare.  Cecch.  Esali.  Cr.  2.  2.  E  eh' 
IO  non  abbia  a  dar  la  freccia  ,  e  '1  lizzo 
tigni  di  al  suocero.   (C) 

•f  *  TIZZO.NAIO.  Term.de' Vetrai. 
Quel  luogo,  d' onde  .<'  introduron  le  legna, 
r  si  dà  ti  fuoco  alle  fornaci  da  vetro.  AVr. 
Art.  Ectr.  I.  20.  lo  li  mettevo  f  i  pez- 
zetti d' orpello  )  nel  tizionaio  della  forna- 
ce dalla  banda  dove  si  sbracia  ,  e  li  la- 
sciavo slare  per  quattro  giorni  a  fuoco 
grande,  ec.  /•'  21.  Io  h*  mettevo  (il 
lantcrtllo  )  nel  litzonaio  della  fornace  a 
i.aleinare  per  ventiquattro  «ire-  (A) 

TIZZO.NCELIO  .  Vini,  di  Tizzone; 
Tizzone  piccolo.  Er.  t'.iord.  Ired.It.Te- 
iifva  in  mano  un  tìuonccDo  di  quercia 
mezzo   acceso. 

TIZZONCINO.  Tizzoncello  .  Uh.  S'on. 
31 .  Non  posso  fare,  quando  fai  lor  chio- 
ka ,  Cartoccio ,  linoncio  non  ine  ne  m- 
( rcsca . 

TIZZONE.  Pezzo  di  un  legno  abbru- 
nato da  un  lato.  Lar.  litio,  toiris.  Gr. 
òctlii-  l'iv.  M.  Con  questi  mL-driimi  tiz- 
loai  giltare  il  fuoco  urlla  città  de'  nemi- 
ci. Eit.  Plut.  Arrappo  un  liizune  di  fuo- 
co, e  vcnnescnc  alli  suoi.  .I/or.  .V.  iireg. 
Or  non  è  questo  tizzone  stato  tratto  del 
luoro?  liern.  tfrl.  I.  4-  ■^-  '^'''•*  |»'"  '  1'' 
un  lizzon  .  quand*  egli  h  spento 


T  L 


T  L 


t  TLASPI.  Term.  botanico.  Pianta 
della  famiglia  delle  crocifere  che  fa  nelle 
terre  umide,  e  sahbionosej  ed  enne  di  va- 
rie specie.  Lat.  Utlaspi  .  Or.  &/a'5:rc5  . 
Bicett.  Fior.  69.  Il  tlaspi ,  secondo  Dio- 
scoride  ,  e  un'  erbetta  piccola  ,  con  foglie 
lunghe  un  dito,  volte  verso  la  terra,  fesse 
in  punta  ,  e  grosselte. 

T  O 

♦  TO'.  Voce  accorciala  da  Togli,  o 
Toglie.  Dep.  Decam.  113.  Con  la  qual 
voce  si  to'  via  quella  pura  e  natia  dolcez- 
za. (V) 

V  TO,  o  TOH.  Interiezione  dinotante 
meraviglia .  Lat.  papa .  Gr.  Ttaffou' . 
Buon.  Tane.  5.  3.  Toh ,  e*  è  la  Cosa 
seco  1  /:.'  Fier.  1.  4-  ^-  '^^^  sguar- 
do altiero  I  toh  sfrontata  fronte  I  E  l\.  S- 
l6.  Anzi  unguento  da  imbrogli  e  da  gi- 
randole ;  Confusione  ,  lohl  confusione. 
Red.  iett.  1.  140.  Oh  lo!  io  voglio  em- 
pierla con  un'altra  osservazione.  (")  E 
60.  (  Fir.  1825  )  Venga  il  ravcUo  quan- 
do si  scrìve  mai  una  veri  lai  oh  tot  u  va* 
ad  aver  furia  a  scrivere  .  (C) 

*f  *  §■  '■  ^°' *  castrami  questa  ,  si 
dice,  in  modo  basso ,  quando  si  fanno  le 
fiche  a  qualchcduno  .  Lai.  medium  oslen- 
dere  ungucm.  Varch.  Ercol.  lOO.  Posto 
il  dito  grosso  tra  1*  Ìndice  e  quello  del 
mezzo,  chiusi  e  ristretti  insieme  quegli  al- 
tri ,  e  disleso  il  braccio  verso  colui  ,  gli 
fa  ce.  una  castagna,  soggiugnendo  spesse 
volle:  to',  castrami  questa.  (*) 

♦  §.  II.  To'  qua  ,  e  da' qua  s  si  dice 
in  maniera  provcrb.  quando  »{'  tratta  con 
persone  di  poca  fede.  Salvin.  Disc.  3.  l35. 
Noi  sogliamo  dire  ,  quando  abbiamo  che 
fare  con  certi  smemorati  e  di  nulla  fcdv: 
To'  qua,eda'qua:  Ji  p.'/.  SióO\J,  f.'xÀ  Xxp.- 
HfX.il  ,  per  non  avere  a  piatire  con  loro  , 
pesa,  e  paga.  {*) 

♦  g.  III.  To*suj  modo  di  dire  ironi' 
co,  e  vale:  Questo  è  il  guadagno  che  hai 
fatto.  Cecch.  Doni.  2.  2.  O  lo' su,  po- 
vero Lapo,  In  tua  vecchiaia  avvezzati  a 
parlare  Per  :>upplica,  e  per  punta  di  forchel- 
la.  (C)  Menz.  sat.  11.  D'  intorno  bai  cento 
furbi  e  farinelli.  Che  a  un  girar  d'occhio 
ti  squadernan  tutto  ec.  To' su,  che  questo 
è  il  primo  tuo  costruito.  (Ej 

TOCCA  .  pronunziala  co/I'  O  largo  . 
Specie  di  drappo  di  seta  ,  e  d'  oro ,  o  d' 
argento.  Tes.  Br  8-  58.  Egli  dice  che  la 
tocca  sanguinosa  ,  che  tu  porti  ,  è  segno 
che  tu  fosti  alla  niislca}  e  tu  di'  che  que- 
sto è  Icggier  segno,  che  la  tocca  s.mgui- 
nosa  puu  esser  *egno  chi:  tu  se*  sangui- 
nalo. -1=  7/1/1.  rim.  buri.  l.  211.  O  rilegar 
bisogna  quab'hi-  laccio  er.  ,  U  tir-ir  fuora 
e  sparpagliar  la  tocca  O  'I  laflctli  pel  ta- 
glio de'  cosciali  .  (PJ  Buon.  Firr.  4-  a. 
7.  E  panni  e  telerie,  velami  e  tocche.  /•,* 
5.  4  6.  E  questi  cinti  D*  una  gonfiala 
tocca  a'  venti  sparsa. 

«  TOCCABILE.  Add.  Che  è  foggetto 
allatto.  Tangibile.  Plut.  Adr.  (tp.  m<t. 
3.  2l4'  Credo  che  ce.  di  fu«K-o  e  di  terra, 
primi  necessari  elementi  fu  generato  lutto 
il  mondo  ,  accio  fu»sc  visibile  e  loccaliì- 
le  .  (C)  Imperf.  V.  Alh.  Ih  2.  T.  p.  5l. 
Mer«  urio  TriinegiNto  Filosofo  colui  clic  tra 
emidi  seppe  me'  d'ogni  altro  dare  i  propri 
attriliuli  air  Esseota  Ihvina  ,  non  seppe 
definire  Iddio  per  altra  maniera  rhc  per 
negazioni  ,  rÌo^  a  dite  ,  cb'  e'  non  h  toc- 
cabile ,  non    vikiliilc  re.   f /V 

TOCCALAPIS.  Sorta  di  matitatoio  che 
trrvc  per  disegnare  ,  o  per  iscrivere  fter 
mezzo  d'una  punta  di  lapis  piombino 

't  TOCCAMEISTO.  //  toccatr.  Lai. 
taclut    Gr     »ffì.  Bore.  nov.   il    3    Qua- 


TOC 

si  tutti  dovessero  dal  toccamento  di  que- 
sto corpo  diveoir  sani.  Amm.  Ani.  3o. 
6.  12-  Siccome  certe  infermità  al  tocca- 
mento del  corpo  s'  appiccano,  così  1'  ani- 
mo appicca  i  suoi  mali  a  chi  a  lui  s'  ap- 
pressa. Albert,  cap.  io.  Li  primi  movi- 
mcnti,  li  quali  nascono  dalli  cinque  ftco- 
st,  cioè  dal  viso,  dall'  udito,  dall'  odor^ 
lo,  dal  gusto,  dal  toccamento,  in  noi  dod 
sono,  ma  da  Domeneddiu.  yiaestruzz,  %. 
3l.  1.  E  peccato  mortale  ne' hasci,  o  loc- 
camenli,  o  cola'coseT  Risponde  san  Tom- 
maso: Il  Lascio  e  abbracciamento  e  tocca- 
mento, secondo  la  sua  ragione,  non  nomino 
peccalo  morule,  ec. /='r.  Giord.  Prtd.  D, 
Disfassi  la  purità  in  più  modi  :  1' uno  modo 
è  per  toccamento,  1'  altro  per  mescolamen- 
to. But.  Lo  spirilo  non  può  muover  toccan- 
do, perchè  non  ha  toccamento,  cb' è  noa 
delle  virtù  sensitive.  Cr.  U.  19.  1-  U  loro 
granello  ^  dr//' ui-e^  sia  dalla  luce  traspa- 
rente e  risplendienlc  e  *l  loccameolo  eoo 
morbida  giocondità  catl'jso. 

*  TOCCANTE.  Che  tocca,  Chemuove, 
Che  sprime.  Che  appartiene,  o  spetta.  Bar- 
gh.  Hip.  3lO.  UUimamenle  essendogli  sta- 
to dato  a  fare  sopra  la  porta  dì  San  Tom- 
maso in  Mercato  Vecchio  l'islcsso  santo  . 
luccanle  la  piaga  del  costato  di  Gesù  Cristo 
ec.  (C)  Sa/vin.  Pros.  Tose.  I.  4-  I  moder- 
ni componimenti  ponno  essere  bene  più 
sul'limi  in  parte  e  più  adorni,  ma  non  già 
ce  più  torranli.  /::.'  178.  Quantunque  l'  ar- 
gunicnto  tosse  tenero,  toccante,  lascivu,  affé 
alTè,  che  ec.  /:  269.  E  di  quelle  descrìxioni 
maravigtiose  e  vive  e  toccanti.  E  Disc.  1. 
307.  Coir  alu  cima  toccante  il  cielo,  aere 
lieto  e  puro  e  luminoso  si  gode.  E  3^7.  BCi 
giova  di  por  qui  le  sue  stesse  parole,  come 
mollo  ri>olulÌvc,  e  luccanli  il  presente  pro- 
blema. (•) 

TOCCARE.  Sust.  Toccamento.  Tratt, 
gov,fnm  1  motteggi  ssen  morti,  i  toccari 
uccisi. 

TOCCARE.  Accostaix  l' un  corpo  ai' 
l'altro,  sicché  l'  estremità  ,  o  le  superfi- 
cie si  congtungano.  Lai.  tangere.  Gr. 
anrisà-at.  Botc.  nov.  |3.  17.  Postagli  la 
mano  sopra  il  petto,  lu 'ncomiociu  a  to^:- 
care.  Ptt/'.  canz.  B-  8.  Non  la  toccar;  ma 
riverente  a' piedi  Le  di'  cb*  io  sarò  b 
tosto  eh'  io  possa. 

t^  g.  I.  A"  informa  di  neutr.  pass  Dani 
Par.  27  Si  come  di  vapor  gelati  fiocca 
In  giuso  r  jer  nostro,  quando  il  corno 
Della  capra  del  ciel  col  Sol  si  Iucca  ^c^ix 
si  congiugne  )  .  (1') 

♦  §.  Il-  Toccare,  parlandosi  di  Stru- 
menti da  suono,  vale  Sonare.  Oit  Com. 
Purg.  10-  David  toccava  gli  organi,  i- 
saltava  con  tutte  le  forte  dinanii  al  Si- 
gnore Car.  Long.  Sof.  lib.  2.  Cosi  sono 
quando  a  lamento  ,  quando  a  lu^nghe  e 
quando  a  raccolta,  si  nucstrcvnlnitute  toc- 
candola (la  sampogna)  che  Fileta  mara- 
vigliandosi, si  levò  SUS4.I,  e  baciatolo  in  do* 
no  la  gli  diede.  (fIr)  Bemb.  Aso/.lib.  1. 
Un  bellissinso  liuto  che  cun  una  mano  te- 
neva al  petto  recandosi  ,  v  assai  maestre- 
volmente toccandolo  ce.  (yj  f'arch.  Er- 
col. Tot  care  piuttosto  mitZJnaineDte  un 
violone,  che  perfettamente  starahillarr  il 
rtbcchtno.     Cf 

^   §.   III.   E  'letto  del  seftno  che  dà  lo 

strumento.    Ciò.   Celi.  Iett.   i3.   E  vcgnrD- 

do  la   siTa  ec,  coirne   la  campana  tocco  il 

vespro ,     U    fanciullo     rendè    l*  anima    a 

I  Dio.  fVj 

I  <t  §.  IV.  Toccare  ,  parlamditst  di 
Anni,  vale  Giugner^.  Him.  Buri.  a.  8 
;  La  ranciuUctta  che  non  tocca  ancora  Gli 
I  utio  a  nov*  anni  al  futarcl  s' adalla.  fSl 
I  §  V  To*>are  ,  fier  me  taf  »  n  atee 
anche  di  to.»^  ineor/toree ,  e  vale  Htuot^- 
I  re,  /nettare.  Inspirare ,  Sttmolart.  Lai. 
'   tenlair,  pn-rtentaiv.    Cr.  THia'Jtiy   Dmnt. 


TOC 

P(tr.  p.  In  sulla  Terra  sant.i ,  Che  poco  ' 
tocca  al  Papa  la  memoria.  Jìocc.  nov  28. 
6.  Questo  ragionamento  con  gran  piareie 
toccò  r  aoimu  dell'  abate.  K  nov.  3'].  4- 
Mon  sema  gran  dili-lto,  ne  in  vano  (la 
fama)  gli  orecchi  del  Gerbino  avca  toc- 
chi. E  Vtt.  Dnnt.  244-  Qual^ita  è  tanto 
umilei  che  dalla  dolcexza  della  gloria  non 
aia  tocca  f  ^met.  58.  Queste  oraiioui  toc- 
carono il  ciclo,  l'tor.  S-  l'ranC.  cap.  2- 
CoDsideraDdo  divotamente  le  parole  che 
dicea,  file  toccato  e  ispirato  dallo  Spirito 
Santo  a  mutare  la  vita  sua. 

§.  VI.  Toccare,  /ìgiiratam.  per  Car- 
nalmtntr  conoscere.  Lat.  rem  hahere.  Gr. 
yivcùffxstv.  Bocc.  nov.  2^.  7.  Da  toccare 
la  propria  tua  moglie  ti  conviene  astene- 
re. Pass.  l47-  Klla  v' era  entrata  fantlul- 
la  di  selle  anni,  e  mai  uomo  non  Tavca 
tocca.  Aot".  rt/if.  stamp.  ant.  5\.  i.  Es- 
sendo io  letto,  volendola  toccare,  l'  ami- 
ca ooD  si  lasciava,  dicendo:  molte  impro- 
nie^se  m'avete  fatte,  e  non  me  ne  atte- 
nete oeeDte. 

g.  VII.  Toccare, per  Torre,  Levar  vìa. 
Lai.  adimere,  au/crrc.  Gr.  a^ooe'j^Eiv  , 
apsccpcìv.  Bocc.  nov.  i5.  32.  Sema  al- 
cuna cosa  toccare,  quindi  deliberò  di  par- 
tirsi. E  nov.  8o-  32.  Acciocché  ninna  co- 
sa gli  potesse  esser  tocca.  E  nov.  92.  5. 
I  cavalli  e  tutto  l'arnese  messo  in  salvo, 
senza  alcuna  cosa  toccarne. 

g.  Vili.  Toccare,  per  Donneggiare,  Of- 
fendere, Provocare.  T'it.  S'<.  l'ad.  I.  28. 
loh  ec.  non  potè  toccare  uè  in  avere  ne 
in  persona  se  non  poi  che  ebbe  da  Dio 
la  licenzia;  e  non  solamente  l(jb  tribola- 
re, ma  eziandio  ne' porci  non  poterono  in* 
trare  seosa  licenzia  di  Cri>lo  ec.  Se  dun- 
que li  porci  non  possono  toccare  se  non 
di  licenzia  di  Cristo,  (juanto maggiormen- 
te non  toccheranno  V  uomo  ?  E  77.  Po- 
nea  di  ciò  esemplo  di  Gìub,  che  iunanzi- 
chè  il  Diavolo  toccasse  lui  in  persona , 
loccòe  e  tolsegli  tutte  le  cose  sue.  /  ine. 
Mari.  Utt.  70-  the  se  '1  Tasso  mi  va 
toccando  per  queste  vie,  che  io  adoprerò 
la  penna  sin  che  io  posso. 

§.  IX.  Toccare,  per  Denunziare  a* 
debitori  li  termine  perentorio  assegnato 
loro  dal  giudice.  Cani.  Carn.  67.  Ogni 
altr'  arte  cì  par  strana  ,  Fuorché  que^ta 
del  toccare.  E  appresso.'  PuossÌ  a  gitto 
di  costoro  Otto  e  dieci  il  dì  toccare. 

§.  X.  Toccnre  ,  diciamo  all'  Incitare 
che  fa  l'uccellatore  il  tordo,  perch' egli 
schiamazzi  j  e  si  dice  anche  generalmen- 
te dello  Zimbellare.  Dttv.  Colt.  197.  Dove 
r  uccellatore  stia  a  vedere  origlijre  e  lue- 
care  meglio,  che  non  farebbe  sotto  la  ca- 
panna. 

•f  g.  XI.  Toccare,  parlandosi  di  be- 
stie,  vale  Sollecitarle  peri  olendole.  Lat.  in- 
Stigare.  I  it.  S.  Ciò.  L'at.  2l5.  Giovanni 
sapeva  troppo  bene  la  via  ,  e  andava  in- 
nanzi toccando  1'  asinelio.  Lib.  7  ìngg. 
Caricano  questi  traini,  e  poi  toccano  le 
bestie,  cioè  i  cavalli  e  le  vacche,  verso  il 
monte  alla  largura.  Durch-  1.  32.  Toc- 
cando lor  le  bestie  con  un  subbio.  Lor. 
Jtfed.  J\'enc.  l5.  Koi  ce  n'  andremo  insie- 
nac  alle  poggiuole.  Insieme  toccheremo  le 
hesliuole.  Bern.  Ori.  1.  16.  58.  E  come 
disperalo  il  cavai  tocca,  Che  gli  bisogna 
o  vincere,  o  morire. 

^  S-  XII.  Toccare  ,  per  Cammina' 
re.  Salvia.  Eneid.  lih.  6-  Tocca  quegli  alle 
navi,  ed  ai  compagni  Portasi.  (È) 

#  §.  XI II.  Toccare,  vale  anche  Pare 
spinta  comechè  sia  .  Star.  Bari .  q5.  E 
quando  lo  vento  ^M  toccava  quelli  alliu- 
scelli  ce.  ,  le  fronde  di  quelli  albori  face- 
vano  molto    dileltcvole  suono,    (f) 

^    §.    XIV.    Dicesi  anche  del    Percuote' 
re,    I  ihrar  colpi,  frane.  Sacch.  nov.  l38- 
Booanno    croscia    un*  altra    buona    piatto- 
yocabolario  Tom.  11. 


TOC 

nata:  Viva  Bonanno.  Ancora  noi  disse  1' /a 
moglie ) .'  onde  Bonanno  tocca  la  terza. 
Eir.  .'s.  21 4-  E  chiamaiuloli  ladri  ce. 
e  toccando  lor  tuttavia  di  buone  pugna, 
dicevano  che  traessero  ec.  (  Ej 

^-  §.  XV.  Toccare,  vale  anche  Avere,  In- 
contrare j  e  dicesi  di  cosa  dannosa  0  spia- 
cevole. Tac.  Pav.  Jnn.lib.  2.  Intanto  Vi- 
tellio  ce.  da  Giunio  Lupo  toccò  un'ac- 
cusa di  maest'a   danneg^ata    fl\') 

§.  XVI.  Toccare,  per  Appartenere,  ./- 
spettarsi.  Lat.  perlinere,  a  Itinere.  Gr. 
'KfOQ'^AZi*.  Bocc.  nov.  IO.  4*  Qu<?sta  ul- 
tima novella  di  quelle  d'  oggi,  la  quale 
a  me  tocca  di  dover  dire,  voglio  che  ve 
ne  renda  ammaestrale.  /:'  nov.  67.  6- 
Le  leggi  deono  esser  comuni,  e  fatte  con 
consentimento  di  coloro  a  cui  toccano. 
Cuid.  G.  Avvegnadio  che  tutte  queste 
cose  mi  tocchino  strettamente,  nondime- 
no e  voi  lutti  toccano  comunemente,  e 
quello  che  tocca  ad  ogni  uomo,  da  cia- 
scuno si  dee  approvare.  Malm.  i-  17.  E 
passandola  sempre  in  piagnistei.  Pigra  si 
sia,  come  non  tocchi  a  lei.  ^  Pliit.  Àdr. 
Op.  Mar.  I.  384.  Le  malattie,  i  debiti, 
le  differenze  con  la  moglie  sono  più  na- 
scose a  colui  che  toccano,  che  al  nimi- 
co.  (CJ 

g.  XVII.  Toccare  alcuna  cosa  ad  uno, 
si  dice  Quando  quegli  I'  ottiene,  o  In 
conseguiscc.  Lat.  obtingere,  sorte  obveni- 
nire,  confingere.  Gr.  7y^_5c.ivàiv.  Bocc. 
nov.  i5.  28.  In  parte  ti  toccher'a  il  va- 
lore di  troppo  più,  che  perduto  non  hai. 
E  nov.  16.  l3.  Toccò  per  avventura 
tra  r  altre  cose  in  sorte  ad  un  messcr 
Guasparrin  d'  Oria  la  balia  di  madama 
Beritola.  E  nov.  20.  6.  ISon  senza  ma- 
linconia della  donna,  a  cui  forse  una  volta 
ne  toccava  il  mese.  Poez.  T'ardi.  3. 
pros.  4-  Quinci  è  che  noi  ci  sdegniamo 
di  vederli  f  i  magistrati ,  molte  volte  toc- 
care  ad   uomini  niquitosissimi. 

•\-  g.  XAIII.  Toccare ,  vale  anche  Im- 
portare, /  sscre  d'  interesse.  G.  l  ."J  60. 
Era  impresa  che  molto  toccava  alla  Chie- 
sa. (Pj 

g.  XIX.  Diciamo  in  proverbio:  Men- 
tre l'uomo  ha  denti  in  bocca,  non  sa 
quello  che  gli  tocca,  0  similij  e  vagUo- 
no,  che  Aiuno  si  può  promettere  di  sua 
ventura  finche  vive.  Lat.  ntmo  beatus 
Ante  diein  dici,  suprcmaqite  fu  nei  a  de- 
het.  Cecili.  Mogi.  2.  4'  '"  mentre  che 
Tu  hai  denti  in  boera,  tu  non  puoi  sa- 
pere   Quel    che    ti    s'  ha  a    toccire. 

•'•'  §  XX.  Toccare ,  parlandosi  di 
Tasse,  o  simili,  va/e  Dover  pagare.  In- 
str.  Cane.  ^l.  Questo  f  podere  J  per  esem- 
plo avrà  di  deciniina  in  tulio  lire  due,  e 
sai'a  lavoralo  da  Ire  famiglie,  alte  quali 
toccher'a  sol.  x3.  4*  ^ì  declmina  per  cia- 
scuna. f(^J 

•>'  §.  XXI.  Toccare,  parlando.»  dì 
Anvi,  vale  Approdare.  Cuicc.  Sior.  2. 
55.  P-'avigazione  certamente  maravigliosa 
ec.  percLè  passala  la  linea  equinoziale 
non  banno  più  per  guida  la  trunionlana 
e  rimangono  privati  dell'uso  della  cala- 
mita, uè  potendo  per  tanto  cammino  toc- 
caie  se  non  a  tene  non  conosciute  ec. 
nondimeno  la  6niscono.  E  3oi.  Toccò 
1'  una  e  T  altra  (armata^  ali*  Isola  deir 
Elba.    (L) 

§.  XXII .  Toccare ,  per  Discorrere 
brevemente  e  super/ìcialnicnle  ,  Accenna- 
re.  Lat.  attingere.  Gr.  à'f  a-TilSat.  Dant. 
taf  6.  Toccando  un  poco  la  vita  futu- 
ra. E  7.  Questa  fortuna  ,  di  che  tu  mi 
tocche,  Che  è?  Cuid.  G.  Della  cui  sta- 
tura assai  brievemente  di  sopra  alquanto 
loccanmio.  C.  1.5.  icj.  2.  Toccando  in 
brieve  le  cose  più  notabili.  Pass.  J02. 
Qui  basti  quello  che  è  tocco  leggier- 
mente, f  er  dare  ad    intendere  che  cosa  è 


TOC 


1545 


confessione.  Poez.  Earch.  4-  pros.  4- 
Per  toccare  brevemente  e  strignere  in 
picciol  fascio  alcune  poche  cose,  che  può 
la  ragione  umana,  delia  profonda  Divi- 
nila, i?  Lasc.  rim.  2.  10.  Ma  quando 
poi  della  carne  si  tocca  ,  So  dir  che  non 
bisognan  stranguglioni.  Tanto  la  bella  e 
buona    roba     Bocca.     (C) 

f  *  g.  XXI 1 1  Toccare,  per  ManifestarCt 
Diro.  iit.  SS.  Pad.  I.  238.  Udendo  che 
ella,  come  illuminata  da  Dio,  gli  toccava 
Ja  verit'a,  si  gli  rivelò  e  aperse  le  tenta- 
zioni del   cuor   suo.   (JS'J 

g.  XXIV.  Toccare  bomba  ,  figuratam. 
vale  Arrivare  in  alcun  luogo  determina- 
to, e  subito  partirsi^  modo  basso.  Pataff. 
3.  E  tocca  bomba,  e  va  chicchirillando  - 
Malm.  2.  32.  Florian  nella  cittade  Entrò 
per  rinfrescarsi,  e  toccar  bomba. 

f  3  g.  XXV.  Toccare  con  mano  >  fgu- 
ratam.  vale  Certificarsi ,  Chiarirsi  di 
checchessia  con  dimostrazione  sicurissima. 
Lat.  compertum  habere,  prò  certo  habe- 
re.  Fir.  Trin.  2.  3.  Prima  bisogna  toc- 
carlo con  mano, e  poi  crederlo.  E  5.  7. 
Vedrete,  e  toccherete  con  mano,  che  voi 
non  sognate,  e  faretclo  toccare  a  lei. 
Pemb.  Asol.  1.  Ma  che  vo  io  argomen- 
tando di  cosa  che  si  tocca  con  mano  ? 
Ar.  Snpp.  2.  I.  Ma  so  che  nuocere  Non 
mi  può  questo  suo  parlar,  trovandolo  E 
toccandol  con  n:an  tulio  verissimo.  Tac. 
Dav.  Ann.  l!^.  201.  Kcrtine  bandi  che 
Ottavia  corruppe  il  prefetto  per  avcie  1' 
armala  dal  suo  ec,  e  che  tutto  avea 
toccato   con    mano. 

g.  XXVI.  Toccare  danari,  vale  Pice- 
vere.  Pigliar  danari  ,  per  lo  più  i-e/i- 
dendo  la  sua  mercanzia.  Er.  lac.  T.  3. 
25.  25.  Tener  voglio  la  via.  Non  vo* 
aver  sacco  ne  pera,  Nèdu  nullo  di  mia 
schiera  Vo*danaro  sia  toccalo.  Celi.  Sport. 
3.  4-  Oh  e'  non  toccan  danari.  A.  Oh 
e' len^on  chi  gli  tocca  per  loro,  che  è  Ìl 
medesimo;  anche  mio  padre  teneva  in 
bottega  un  cassiere  che  non  toccava  da- 
nari, e  pur  non   era  frate. 

g.  XXVII.  Toccare  danari,  0  stipen- 
dioj  termine  militare ,  che  vale  Ricever 
danari  per  andare  alla  guerra.  Lat.  sti' 
pendia  sub  alìquo  facere.  Gr.  p-ti^ofO- 
pe.ìv.  Cron.  3Iorell.  317.  E  tennesi  toc- 
casse danari  da' Venixiani.  Ar.  Eur.  il. 
25.  E  in  spalla  un  sco[>pio,  o  arcohugio 
prendi.  Che  senza,  io  so,  non  toccherai 
stipcndii.  Cecch.  Esali.  Cr.  2.  I.  Dalla 
bestialira  di  nostro  padre  Vinto ,  tocco 
dan.iri,  e  andò  via.  E  2  8.  Chi  vuol 
toccar  danar  per  alla  volta  Di  Persia  . 
venga   adesso   adesso    in  piazza. 

f  g.  XXVIII,  Toccare  delle  busse,  0 
simili,  che  anche  si  dice  Toccarne  assolu- 
tam.,  vagliano  Esser  battuto.  Lat.  plagis 
affici,  percuti.  Gr.  ai/i'^s-iàai  :'.*  Morg. 
I9.  ^3.  L'na  percossa  toccò  si  villana  Che 
parve  una  civetta  slromazzata.  l'urch.  2. 
74.  Rosei,  tu  toccherai  di  molle  cionte. 
Malm  IO.  36.  Ch'  e' non  1'  ha  a  briga 
tocche  (le  busse)  che  T  ha  scosse.  (A) 
Beri.  Ciamp.  2l5.  Ad  ogni  modo  non  le 
potevi  scampare;  e  1'  avete  anche  tocche 
sudicie  (le  busse).  (C) 

^'  ^.  XXIX.  Toccar  di  sprone,  si  suol 
dire  in  senso  equivoco  ed  o.iccno.  Ar.  Eur. 
28.  43-  Così  dicendo,  e  al  bucolin  venu- 
to. Gli  dimostrò  il  bruttissimo  omìcciuolo. 
Che  la  giumenta  alimi  sotto  si  tiene  , 
Tocca  di  sproni,  e  fa  giocar  di  schiene.  (*) 

g.  XXX.  Toccar  dispruni,  vale  Spro- 
nare.  Lat.  calcaribus  incitare.  Gr.  TTpos- 
6a')>ev  Ta  /i'vT^a.  Malm.  2.  36.  Tocca 
di  sproni,   e  vanne,  e    giunge    in    piazza. 

-;■  g.  XXXL  Toccar  ferite,  vale  Bice- 
verle.  Benv.  Celi.  Eit.  I.  225.  Quel 
Berlino  toccò  certe  ferite  d'importanza, 
le  quali  lo  batterono  per  terra.   (Cj 

194 


i546 


TOC 


§.  XXXII.  Toccare  fondo ,  o  ti  fondo  d' 
alcuna  cosa,  /ifjuratamenle  l'ale  Saperla 
bene  e  per  fondamento.  Chiarirsene.  Lat. 
4C0pum  attinge,  e,  rem  acu  tangere.  Gr. 
«*o~ou  Tu/Z"^2tv.  Lib.  Son.  5l.  Sic- 
cbè  lo  di'  eh'  io  bo  già  tocco  il  fondo  . 
Car.  let(.  2.  99-  Avanti  che  io  risponda 
a  V.  S.  ,  ho  voluto  toccar  fondo  di  quel 
rh'  ella  mi  scrive.  Buon.  Fier.  i^.  a.  7. 
A  quei  che  insegnan  scrivere  in  due 
fjiorcii,  Lcf^gere  iu  uno  e  mezzo,  m'  ac- 
contai (  Minrfaion  eh*  io  fui  ) ,  e  nel  toc- 
carne   'I    fondo,    Birbe  eran    tulle,    ec. 

••'  §.  XXX ni.  Toccare  il  braccio,  lo  stes- 
to che  Toccare  il  polso,  fiele.  Fit.  Colomh. 
27  ì.  E  uno  ile'fratclli  toccandogli  il  brac- 
cio, con  letizia  disse  ;  e  non  ha  più  feb- 
bre. (C) 

•t§  XXXIV  .  Toccar  il  del  col  dito,  che 
anche  si  dice  assolulam.  Toccare  il  cie- 
lo, figuratamente  vaie  Fsser  felice.  Aver 
tutti  i  suoi  contenti.  Lat.  ca-lum  digito 
attingere,  sublimi  ferire  sidrra  vertice . 
Gr.  oM^avoj  otTiTeaàat.  fioez.  I  arch.  2. 
pros.  il.  Ai  quali  parrebbe  di  toccare  il 
eiel  coi  dito,  se  una  minima  parte  de'  ri- 
masugli ed  avanzaticci  della  tua  fortuna 
toccasse  loro.  Morf;.  22.  JC)2.  L'  Arpali- 
sla  toccava  il  ciel  col  dito.  Maìm.  7.  47- 
A  lui  parve  toccare  il  ciel  cui  dilo.  ^  ì.or. 
Med.  canz.  ^.  16.  A  le  par  toccare  il 
cielo.  Quando  un  po'  mi  gufi,  o  gabbi.  (lì} 

§.  XXXV.  Toccare  il  cocchio,  che  an- 
fhe  si  dice  as.iolutam.  Toccare,  modo  has- 
so,  I-ale  Camminare,  o  Seguitare  il  cam- 
mino, liuon.  l'icr.  l\.  4"  7-  ''oia  il  piede 
Fuor  degli  inciampi,  e  tocca.  Malia.  I. 
l\\.  Oh  via,  dis:i'  ella,  locr^i  innanzi  il  coc- 
chio. A'  6.  l8.  Kd  essa  nllura  abbassa  il 
capo,  e  tocca. 

§.  XXXVl.  Toccare  il  cuore,  che  anche 
si  dice  assolìtfam.  Toccare,  vale  Far  gran 
pf^o,  o  Soninianieiite  piacere,  o  dilettare. 
Lat.  mira  voluptate  perfiinderc,  arridere. 
Gr.  òeivw;  tsìtsìv,  ìuf^ctivn-j.  Petr. 
canz-  8.  5.  Ne  cosa  è  die  mi  tocchi,  O 
sentir  mi  si  faccia  cosi  addentro.  Sen. 
licn.  J'arch.  I.  II.  Devcmo  cominciare 
«(alle  cose  necessarie ,  perche  altramente 
tocca  il  cuore  e  si  fa  sentire  nell'  animo 
una  cosa  che  dia  la  vita,  che  una  ctie  la 
faccia  o  più  bella,  o  più  abbondL'Vole. 
ftuon.  Tane.  1.  1.  Quelle  parole  m'  han- 
no tocco  *1  cuore.  Malm.  I.  6.  Il  vin  di 
Biotzi,  un  pane  e  una  cipolla  Talur  per 
UQo  scherzo  tocca  il  cuore. 

§.  XXXVII.  Toccare  il  cuore,  vale  an- 
che Convincere,  Compungere ,  Convertire. 
Lai.  commovere,  convincere,  ^compungere. 
Gr.  xaT«vjTT2iv,  jj'ttjiv-  d-cch.  ICsalt. 
Cr.  4.  4-  Tocchigli  '1  ruote  Din  sirtb' 
c*  conosca  La  veiità,  che  '1  può  far  più 
beato.  *  Belc.  I  il.  Colomb.  26.  K  iu 
questo  fisso  pensiero,  il  grazioso  Dio  gli 
toccò  il  cuore  in  modo  che  cominciò  a  di- 
sprcuarc  le  cose  di  questo  mondo.   (C^ 

.•C.  XXWIII.  F.  Toccar  il  cuore,  talora 
vale  Muoverà  a  compassione  Ovid.  Pist. 
Mu  se  per  avventura  le  mie  parole  ti  toc- 
cheranno il  cuore,   ce. 

g.  XXXIX.  Toccare  il  polso,  vale  Hi- 
conoscere  il  polso,  ad  effetto  di  argomen- 
tarne la  qualità  delle  forze,  o  della  feh- 
bre.  Sen.  Jicn.  ì  arch.  6.  17  Laonde  a 
un  medico,  il  quale  odo  fa  altro  che  loc- 
ruimi  il  polio,  e  mi  pone  nel  numero  di 
f-uluro  che  egli  guarda,  e  passa  ec,  non 
debbo   io  di   più   cosa  nessuna 

§.  XL.  Toccare  il  polso  al  licne  ,  o 
al  mantocco  .  f'arch.  ICrcol.  j)l.  Quan- 
do l'ingerivano  nelle  faccentle,  ed  etano 
favoriti  dallo  stato  ce,  si  direano  toccare 
il  polso  al  lione,  ovvero  marzocco. 

';•  g.  XLI  Toccare  il  polso  ad  uno, 
figuratam.  vale  Ta.ttarh,  Indagare  come 
la  penta  su  iUeechessia     C*ir    iett.    incd. 


TOC 

2-  63.  lersera  ebbe  Tornonc  un  cornerò 
di  Venezia  ec.  e  oggi  e  ito  di  nuovo  al 
Papa  a  toccargli  il  polso.   (Pe) 

S-  XLU.  Toccare  il  tamburo,  o  Toc- 
car la  cassa,  vale  Sonare  ti  tamburo  per 
uso  di  guerra  j  ma  si  prende  anche  per 
Arruolar  soldati.  Malm.  I.  25.  Ond' e- 
gli,  entrato  in  fregola  sì  fatta.  Fere  toc- 
car tamburo  a  spada  tratta-  F  3.  56.  Fa 
intanto  nel  caitel  toccar  la  cassa,  E  inal- 
berar   la   'nsegna  del    carroccio. 

*  g.  XLI  II.  Toccare  il  tasto,  vale  Dar 
nel  segno  ragionando.  Lat.  rem  acu  tan- 
gere. Varch.  F.rcol.  87.  Dare  in  brocco, 
cioè  nel  segno,  ovvero  berzaglin  ,  ragio- 
nando, è  apporti,  e  trovare  le  congentu- 
rc,  o  toccare  ti  tasto,  o  pigliare  il  nerbo 
della  cosa.   {*) 

g.  XLIV.  Toccare  il  ticchio,  vale  lenir 
voglia;  maniera  bass.t.  Malm.  p.  56. 
Al  Gn  gli  tocca  il  ticchio  Di  tor  del  sa- 
le,   e  ve  Io  rpolvcrixza. 

^  %.  XLV.  Toccare  in  somma  alcu- 
na cosa  ,  vale  Parlarne,  o  Scriverne  con 
gran  brevità,  .tommariamente.  Fr.  Ciord. 
Gen.  200.  Insomma  sono  diece  le  pene 
de' dannali  abbreviandole,  delle  quali  pene 
non  diro;  perocché  se  ne  voirebbono  fare 
più  di  vt-ntidua  buone  prediche  ,  ma  loc- 
clierolle  pure  in  somma.  (PeJ 

*  g.  XLVI.  7ofCrtr  la  bizzarria,  va- 
le Venir  desiderio,  o  volontà.  Heav.  Celi 
Vit.  2.  265.  Una  volta  che  gli  fusse  toc- 
co la  bizzarria,  più  volentieri  si  saiebbc 
partito   da   voi.   iC) 

g.  XLV  11.  Toccare  la  corda,  vate  Es- 
ser  tormentato  col  tormento  della  corda. 
Malm.  3.  33.  Seguì,  eh*  un  ufizìal  suo  fa- 
vorito  cr.   Toccò  la   corda. 

-.'  §.  XLVIM.  Toccar  la  fantasia  ad 
uno,  vale  Fntrargli  in  capo.  Cecch.  As- 
siuol.  5.  2.  il  vecchio  nella  corte  sempre 
fece  r  assiuolo  (  il  verso  dell'  assiuolo  ) 
non  so  io  che  diavolo  di  fantasia  gli  s'era 
tocca,  fi  ) 

§.  XLIX.  Toccare  lafregola,  vale  ì'e- 
nire  ardenti ssimo  desiderio,  0  voglia.  Celi. 
.Sport.  3.  3.  Hgli  è  teste  lor  tocco  la  fre- 
gola di  fare   uoa  commedia. 

•J"  §.  L.  Toccare  la  mano  ,  vale  Salu- 
tare affettuosamente  pigliando  altrui  per 
la  mano,  liern.  Ori.  I.  14  57-  Un  gran 
baciare,  un  gran  toccar  di  mani  Si  ter 
di   poi   che   s'  ebber  conosciulo. 

§.  LI.  Toccare  la  mano  ,  si  dire  an- 
che de/C  Impalmarsi  gli  spo.u.  Malm.  2. 
44-  Sceso  di  sedia  poi  rulla  figliuoìn.  Olì 
fece  allor  allor  toccar  la  mano. 

*  g.  LII.  Toccar  la  volta  ad  aicw 
no  ,  dicesi  Quando  nell'  operazioni  al- 
ternative .*■"  aspetta  ad  uno  l'operare  ì  . 
VOLTA.   (S) 

%.  LUI.  Toccare  le  scritture,  vale 
Corromperle  ,  Adulterarle.  Lai.  vitiare  , 
corrumpere,  adulterare.  Gr.  xi|9  jfjM-jti v. 
/'m.  Comp.  i.  18.  E  dubitando  il  no- 
taio degli  alti  ave.1  prestati  ,  guardo  se 
erano  tocchi;  trovò  il  raso  fatto,  e  accu- 
zolli. 

*  §.  LIV.  Toccar  le  .tur,  vale  Fssere 
aspramente  sgridato,  o  percos.fo.  /'.  SOO, 
§    Vili.   fCj 

§.  LV.  Toccar  l'  ugola  ,  /gara- 
tamente  vale  Stusaicar  l'appetito,  itiive- 
gliar  desid''rin  rf*  alcuna  cosa.  Farch.  Fr- 
eni. 157.  Voi  mi  airele  torcalo  l'ugola: 
deh  .  le  ne  sapete  più,  raccontatemeoo 
degli  altri. 

^V  L\  L  Toccar  l'ugola,  vale  an- 
che Piacere  esttvmamente.  I  asc  Pin:.  a. 
1.  E  quei  fegatcllclli  caldi  m' hanno  luccu 
r  ugola. 

g.  LVII.  .\'on  tocenr  ì'  ugola ,  si  éice  di 
/fucile  cose  ,  delle  quali  st  è  mangiato 
scarsamente ,  e  non  a  sazietà.  Salv.  tiran- 
eh.   i     a.   .Sentendo  che    quel    lor    bere  a 


TOC 

zinzmi  Moo  toccava  tur  1'  ugola,  e  non  era 
Altro  che  uno  accendere  lor  più  La  actc, 
vollon  mutar  verso  Malm.  7.  la.  Dieci 
pan  d'ulto  e  un  giulio  di  formaggio  Non 
gli  loccaron  V  ugola. 

#  §.  LVIll.  Tot  cor  Tumore,  vale  Entra- 
re, o  Mettersi  in  apprensione.  Benv.  Celi. 
Vii.  2.  230-  liomincialou  a  appressare  più 
inverso  la  sera,  sopra  il  mezzo  giorno,  mi 
toccò  r  umore  ,  e  comincia  a  pensare  a 
quelle  parole,  che  con  finta  semplicità  mi 
aveva   detto  quello  ìsciagurato.   {C} 

g.  LIX.  Toccare  sul  vivo,  o  nel  vivo, 
vale  Offendere  nella  parte  più  delicata  0 
sensibile;  e Jiguralam.  si  dice  dell'Ar- 
recare altrui  grandissimo  dispiacere  con 
parole,  o  motti  pungenti,  Tac.  Dav.  Ann. 
l5.  2CK^.  .Via  quel  che  toccò  nel  vivo  il 
Senato  fu  una  paroki,  che  Ìl  fare  ringra- 
ziare, o  no  i  Viceconsoli,  ebe-turnavan  di 
Candia,  stava  a  loi .  E  224-  Spesso  Ìl 
mottr;;gÌ3va  con  facezie  ornare,  ette,  quan- 
do toccan  nel  vivo ,  si  conBccauo  nella 
memoria. 

■>'  g.  LX.  Toccare  una  mentirai  ,  vale 
Essere  accusato  di  menzogna  .  F.  M£M- 
1  ITA,  §.   IL  rv> 

g.  I.XL  Toccare  una  parola  tteila 
fine.  I  arch.  Ereol.  94*  T)'  uno  che  fa- 
vella favella^  e  favellando  favellando  con 
lunghi  circuiti  di  parole  aggira  se  e  al- 
trui senza  venire  a  ca|>o  di  conchiusionc 
nessuna,  si  dice:  e' mena  '1  can  per  l'aia 
ec.  ;  e  a  questi  colali  si  suol  dire  :  egli 
e  bene  spedirla  ec.,  toccare  una  parola 
della   fine,    ec. 

•^  g.  LXII.  A'on  gli  st  può  toccare 
il  naso,  dicevi  figiiratam.  di  ^hi  per  o- 
gni  minima  cosa  che  gli  sia  folta  se  ne 
riseate,  e  adirn.ti.    F.    NASO,    g.   W.  (C) 

§.  LXIII.  IS'on  toccare  il  cui  la  cami- 
cia, vale  lo  stes.to.  Bocc.  mov.  3a.  l5. 
Alberto  si  parti,  ed  ella  rimase  facendo  si 
gran  gallona,  che  non  le  toccava  il  cui  la 
camicia. 

g.  LXIV.  Son  toccar  terra,  si  dice  di 
Chi  ha  grande  allegrezsa,  o  prova  qual- 
che gran  piacere  in  alcuna  cosa.  Lat.  ab- 
rini gaudio.  Gr.  a.asxiprotv.  Malm.  "^ 
44-  Ei,  che  non  tocca  per  letiaia  terra  . 
Entra  nel  borgo,  e  in  gabbia  ti  riserra. 

*  TOCCATA.  Sust.  L'azione  del  toc- 
care; Toccamento.  Ìl  FocaMario  itila  1  . 
TOCCATLNA.  (S) 

3^  g.  I.  t)i  toccata  ,  posto  aweròtalm- 
vale  Avendo  toccato.  Pros.  Fior.  Borgk. 
Iett.  4  4'  '^-  Questo  vi  posso  io  dire  • 
di   veduta,  e   di  toccala.    (C) 

f  §.  II.  Toccata,  e  anche  Some  di 
sonata,  f>er  lo  più  di  cimbalo,  che  serve 
come  per  preludio  ad  altre  sonate ,  o  per 
far  .rentitr  qualche  bizzarria  armonica. 
*  Magai.  Iett.  iri>/if.  VÌ  siete  voi  mai  tro- 
valo a  udire  una  toccala  di  lasli.  e  avervi 
ratfiguralo  quello  rhe  aveva  in  aoìmo  il 
sonatore?  (lìr,  tmprrf.  Tim.  lì.  io.  T. 
8.  l6a.  (*li  alti  inlellrituali  e  di  ragione, 
siccome  que'  del  scuso  e  della  vt-^clasione 
sono  tutte  toccale  dell'  armonia  dell*  ani- 
me appresa  perfettamente  del  conlr«|ipun- 
lista   eterno  t  qui  figuratam.  )  .   ( F) 

TOCCATILA." /^im.  di  Toccata;  Pte- 
colo  toccameuto.  Malm.  17].  Rianto  in 
pit  con  gran  prosopopea.  Ed  una  tocca- 
lina   di   cappello,   ve. 

TOCt-ATIVO.  Add.  Atto  a  toccare. 
Che  ha  forta  ,  o  possibilità  di  toccare 
y.ihald  .  Andr.  1 13.  Li  sentimenti  del 
toccare  sono  propriamente  questi  per  vir- 
tù  toccativa  e   palp^liva.    ec. 

TOCCATO.  Sust.  Tatto.  I^t.  tactiis . 
Fr.  tac.  T.  I.  l3.  l3.  Ma  nel  quinto  . 
eh'  è   '1   toccato.    Il    nemico  c'k  saltalo 

•f  TOClATO  .4dd.  da  Tmratx  . 
P.tnt.  Purg.  %i.  E  la  parola  tua  sopra 
toccata   Si  comonava    a'  nuovi    preiltcanli. 


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i54: 


B  Par.  1.  U  quale  è  fino.  Al  quJc  e  fal- 
la la  toccata  norma.  H«l-  l'ut-  •■  '''■ 
Pone  la  aicbiaraiiooe  dello  amore  toccalo 
nel  nrecedcnl*  caolo  (  questi  eiemp,  sono 
utl  significalo  M  §.  V.  A  TOCCAUE). 
*  §.  Pi:r  Tentato.  Coli.  Jb.  Isaac. 
JO7.  Se  fosii  toccalo  di  ridere  ,  non  si 
Tegciano  li  denti  tuoi.  (F) 

t  TOCCATOLE.  I  erbai,  masc.  Che, 
0  Chi  tocca.  Bocc.  Introd.  8.  U  toccare 
i  panni  ec.  pareva  seco  quella  colale  in- 
fermiti nel  loccalor  trasportare.  Coli.  Ab. 
Isaac.  Fallo  solamente  un  loccalore  e  as- 
laggiatore  delli  spirituali  sentimenti . 

§.  Tocca tore ,  diciamo  anche  a  un  Uh- 
nisiro  della  corte  del  ci,'ile,  il  qw''  *■ 
n„n:,a  a-  debitori  il  termme  perentorio. 
CmI.  Cara.  63.  ('/.  Canto  do'  loccalor.. 
Lasc.  Streg.  5.  1.  Avendo  a  praUcar  sem- 
pre con  bini,  messi,  loccalor.  notai  ,  ec. 
Matm.  6.  44-  Sembrano  a  solo  a  sol  due 
toccatorì.  . 

S=  §.  Toccatore  di  sampogna,  0  simile, 
vale  Sonatoir.  Car.  Long.  So/,  lib.  2.  Si 
vanlaTano  chi  d'  essere  U  primo  cantore, 
chi  a  primo  loccalor  di  sampogna  che 
fosse  da  Pane  in  fuori    1  Cj 

TOCCHETTO.  Ciiazzetlo  di  pesce, 
Manicart'lo ,  Condimento  di  vivanda  ta- 
gliata in  pezzetti.  Iranc.  Sacch.  aov.ìi^. 
LevaU  questa  vivanda,  vennono  sardelle 
in  tocchello.  lìern.  rim.  1.  23.  Provar  vi 
possa  chi  non  v'  ha  provali.  Come  vo.  s.e- 
le  in  ogni  modo  buoni.  Caldi  .  Iredd.,  .n 
tocchello,  e  marinali  (parla  dei  ghioztij. 
Belline,  son.  27O.  Fecion  fuggir  1  anguil- 
le d'un  tocchello.  Morg.  18.  27.  Ma  le 
rose  sotta,  vo'  che  tu  creda,  Cons.slon 
nelle  torte  e  ne' tocchelti.  7!  27.  99-^"^- 
chc  nel  sangue  si  stoico  e  gambelta,  Che 
pareva  un  tocchello  di  lamprede.         _ 

TOCCO  Tatto.  Lai.  lacliis.  Or.  af.. 
Tallad.  Sellemb.  17.  Quelle  che  hanno 
r  acino  lucido  e  chiaro,  o  lo  tocco  cal- 
loso, o  eoo  daetto.  , 

e  I.  Tocco,  per  lo  Colpo  che  da  la 
campanella  nelf  i,.<cio,  o  il  battaglio 
nella  campana  ;  e  si  prende  anchr  per  un 
Piccai  numero  di  delti  tocchi  separali  per 
breve  intervallo  dagli  altri.  M.  '■  >"• 
64.  Avendo  ordinalo  col  campanaio  della 
torre,  che  per  ogni  uomo  .he  venisse  a 
cavallo  desse  un  tocco.  lìiirch.  I.  3.  E  di 
compieU  il  primo,  e  a  seno  tocco.  Buon. 
Fier.  2.  I.  1.  E  r  uscio  li  picchio  con 
tanti  tocchi. 

*  §.  11.  Per  Suono.  Car.  Long.  -W- 
hb.  a.  Purché  un  sol  tocco  sentissi  della 
sampogna  di  Dafni.  (C) 

§.  HI.  Tocco,  si  dice  anche  un  t ii- 
scellello,  col  quale  i  fanciulli  in  leggen- 
do toccano  le  letlere.  Lai.  slilus,  radiiis. 
Gr.  »TUÀ»;.  Lasc.  ìlostr.  23.  Ha  per  ispa- 
da  un  tocco  grosso  in  mano.  Di  quegli 
cb*  ammattàr  già  san  Casciano. 

§.  IV.    Tocco,  si  dice  anche  cerio  At- 
to giudiziario,    col  quale    si    denunzia  m 
Firenze  a' cittadini  il  termine  perentorio, 
prima  di  rilasciar  contro  di  loro  la  f"'"'' 
ra  per  debito  civile.    Buon.    Tane.  4-    t>. 
I  he  tra  richieste,  bulUllini  e  tocchi  Alla 
£n  nelle  Slmcbe  mimerrebbe.  Cani.  Carri. 
67.   Chi  non  è  impronto  e  'mporluno,  Ké 
i  suoi  tocchi  ben  comparte,  Toccher'a  po- 
chi. .  . 
§.  V.  Fare  allocco,  vale  federe  adii 
tocchi  in  sorte  alcuna  cosa,  il  che  si    fa 
alzandosi  da  ciascuno  uno,    o  più  diti  a 
suo  talento,  e  facendo  cader    la    sorte  in 
quello  in  cui   termina  la    contazione,    se- 
condo   il    numero  dei  diti    alzali.    Buon. 
Tane.  4.   9.    E'  facevan  al  tocco    ec.    Per 
thi  avea  a  morir  prima  di  loro. 

TOCCO  ro//'0  largo.  Sorta  di  ber- 
retta. Srgr.  Fior.  Ll.z.  1.  3.  Tu  haico- 
lesto   gabbano  che  ti  cade  di  dosso,  bai  il 


tocco  polveroso.  Farch.  Stor.  9.  2j8. 
.Nella  nual  citt'a  entrò  a  or.  22  con  un 
'saio  in  dosso  ec.  ,  e  colla  berrella  in  te- 
sta a  uso  di  tocco,  di  veUuto  nero.  E  2t)b. 
La  nollc,  nella  quale  si  costuma  .0  F.- 
ren.e  andar  fuori  assai,  s.  usano  .n  capo 
tocchi,  e  in  dosso  cappe.  3Talm.  b.  62. 
Levato  U  tocco  e  sollevate  l  anche,  AUor 
quel  diavol  "n  un  medesmo  trailo  Un  ca- 
pitombol  fa  sopr'alle   panche. 

§.   Tocco,  per  Pezzo,  come  Tocco  di  ca- 
cio, di  carne,  e  simili. 

TOCCO  .  Jdd.  Toccato.  SI.  I  ■  «O. 
100.  Tocco  da  divina  spiraiioue,  quasi  con- 
sapevole di  sua  morie  ,  ec.  Tac.  Dav. 
Stor  1  239.  La  Dacia  r.nomale  e  toc- 
che sconfitte,  ec.  =;=  A  mei.  58.  Esli  non  a- 
veva  appena  finitala  sua  oraiione ,  che  la 
sanu  Dea,  tocca  dai  prieghi  suo.,  d.ede  ope- 
ra  alle  parole,  e  con  luce  ,  mai  da  me  sim.le 
non  veduta,  scese  sopra  i  sno.  aliar.. /O 
Salvia.  Fros.  Tose.  1.  9.  Tocch.  da 
rispcllo  ec,  non  oseremo  di  mellere 
avanti  sentimento  o  parola  che  non  s. 
conlacesse  a  lor  finissimo  gusto.   (B) 

-.;•-  TOE.  Specie  di  lupo  velocissimo 
nel  saltare,  ma  di  corpo  pia  lungo  e 
che  ha  le  gambe  più  corte.  Salvia.  (Aj 
TOGA.  Sorla  d'  abito  lungo,  usalo 
dagli  antichi  Romani.  Lai.  fogo.  tir. 
Tn'Ssvva.  Tac.  Dav.  Ann.  4.  8».  ^el 
principio  di  quest' anno  D. uso  d.  Gerina- 
nico  prese  la  toga  v.rae.  L  Slor.  l.  25o. 
E  quella  sola  guardia  di  palagio,  che  e 
in  loca,  non  difende  mica  Galba,  ma  lo 
ci  serba.  F  Slor.  3.  322.  Essere  stalo 
sempre  in  toga,  e  un  senatore,  come  gli 

g  Oggi  Toga,  vale  queir  Abito  lungo 
che  si  usa  da' Dottori  nelle  Università, 
dagli  0/fiziali  ne-  Tribunali,  e  da'  Che- 
rici.  Inllam.  1.  29.  Vero  ì: ,  che  ap- 
presso pensando  com'  io  Mi  nmisi  la  toga, 
mi  conforto.  Malm.  1.  52.  Poso  la  spa- 
da,  e  ripiglio  la  toga,  .l/oi  sai.  I.  E 
perchè  a  me  non  domandar  piuttosto  ie 
ho  converso  la  toga  in  santambarco  7  E 
3.  Almen  Curculion  di  Ioga  cinto  Hi- 
splende  ,  e  in  quel  velluto  sigoonjc  M 
par    vedervi  Ippocrale  dipinto. 

TOGALE  .  Add.  l;i  toga.  Apparte- 
nente a  Ioga.  Gal.  cap.  log  3.  lS3.  La 
logal   gravil'a   non  lo    com(.orla. 

TOGATO.   Add.   J  esilio  di  loga.haU 
togatus.   Gr.  rr.Sfi-jOfópo^.    C.    f^  ■   12. 
4.  3.   Anlicamcnlc  d    loro  vestire  ed  abi- 
to   tra  a   più   bello,  nobde  e  onesto  che  di 
nuli'  alUa  nationc,  a  modo  di  togali    Ro- 
mani. Amet.  pr.  Alcuni  le   candidale  vii - 
torio,  e  chi  le  paci  togate,  e   tali  gì.  amo 
rosi  avvcDimenti  d"  ud.re  si  dacllano  C(;ij 
per  metaf  )  .   Buon.  Fier.   2.  4.  18.  Col- 
le  formule   lor  lalinizzanl.   Delle  genU   da 
calledra    e  togate.    *  Bue.    Ap.    219.   Co- 
me denlr'ai  navai  della  gran  terra.  Frale 
lacune  del    mar    d'Adria   [.osta,   Serban  la 
pece  la  togata  gente,  ec.    (C) 

*  T0GL1E^TE.  Che  toglie.  Che  to- 
glieva. Oli.  Com.  Jnf.  l3.  241.  Arpie  so- 
no tre;  r  una  ba  nome  y//ope  ,  assaben- 
le  r  altrui  ;  la  seconda  Occipele,  cioè  to- 
stamente toglierne,  la  lena  Celeiio,  cioè 
nera.  E  Purg.  28.  5o5.  Qui  introduce 
questa  donna  parlante,  e  lo,;lienle  via  una 
suspiiione   dell'animo    dell'autore.    (Cj 

J    TOGLIERE,   TORRE,    e    TOLLE- 
FE.    L'  ultimo   dei    quali    non   si    usa   se 
non  se  in  alcune  voci.  Pigliare,  Prendere. 
Lai.    capere,    accipere.    Gr.     >!»fifaviiv. 
Bocc.    iiov.    34.    14.  Togli;  noi  la   udia- 
mo  qual    no»   possiamo,    h  nov.    32.  o.  Il 
famigliare  ,  forse    sdegnalo    ec.  ,  tolse   un 
gran    Basco.   E  nov.    72.    14.    Togli    quel 
i  mortaio,  e  riportalo  alla  Belcolore.  Enum. 
\  l5.  Dimipie  loi   tu  ricordania  al  sere?    E 
'  nov.   62.   11.   lo   noi    lorrei,  se  io    noi  ve- 


dessi prima  netto.  E  nov  79.  31  .  Sie 
r„re  infermo,  se  tu  sai,  che  ma.  d.  mu> 
mestiere  io  non  li  torro  un  denaio. 

§,  1.  Per  metaf.  Dani.  Inf.  »  Per 
duo  Eammellc  che  vedemmo  porre,  E  un 
altra  da  lungi  render  cenno.  Tanto  eh 
appena  a  polca  1'  occhio  torre.  Bui.  ivi.- 
Torre,  cioè  scorgere. 

*  §.  11.  Togliere,  per  Acceltart.  t«"- 
Esali.  Cr.  3.  2.  lo  non  credelti  mai  Ad 
Erasto  forchctle,  né  li  lobi  Malle»ador  ; 
so  dir ,  sarebbe  stalo  Più  debole  la  fra- 
sca   che   a   pisello.  (C, 

f  §.    IlL    Togliere,  e  Tor  via  ,  per  Le- 
vare,   Levar   via  s   e    si   usa    in    signific. 
alt.    e    neiilr.  pass.  Lai.    adimerc,    aufer- 
re.  Gr.  a>5c.pirv.  Bocc.   nov.   17    >2.  " 
quale    preslamenle  fattone  giù  torre  la  don- 
ne   ec,   con  esse  n'  andò  ad    un  suo    ca- 
steUo.    E   nov.  18.   9.  Non  solamente  non 
m'  ha  a  debito  conoscimento  tolto   neUo 
eleggere  1'  amante,  ma  me  n'ha  mollo  u. 
ciò   prestato.   E  num.    29.    Vo.   dalla   po- 
vertà di  mio  padre  logbendomi,  come  h- 
gliuola   cresciuta   m'  avete.  Enov.   20-  l.\. 
Piena  di  stiaia  gliele  tolsi  di  mano.  E  nov_ 
81.   5.  Cosi  questa  seccaggine  lorro  via.  e. 
nov.  o5.  5.  Conoscesse,  per    muua    altra 
cosa  ciò  essere  dalla  donna  addomaudato 
se    non    per  torlo  dalla  sua    iperauia.   E 
num.   l3.   Avendo  a  negromanle    dopo  il 
ler.o  di  lollo  via  a  suo    SJ^» '^!?°  "' '  ' 
comando  a  Dio.   E  nov.  96    18.    Si    per 
torre    a  se  materia  d  opera,  vdmenle  alcu- 
na  cosa,  si  per  premiare  d  cavaliere,  i-rfr. 
son     4     Tolse   Giovanni  dalla  relè,  e  Pie- 
ro.   Omcl.   S.   Ciò.   Griscst.  22I.Lav.rlu 
della  pazienza  di  coloro  che  sostengono   e 
ingiurie,  non  lolle  via  d  peccato  d.  quelh 
che  con  mal  animo  fecero  ingiuria  a  pros- 
sUui  loro.  Bui.  Purg.  26.  2.    Oppimone 
è  sentenzia  dubbiosa  e  non  certa,    mgan- 
nata  dal  parere  ,  e  malagevole  s.  può  tol- 
lero      quando    è    fermala    nella    mente. 
Bern.    Ori.   2.   .6.4    E^  un    certo    pro- 
verbio cosi  fallo  Dice,  che  1  danno  toglie 
anche  d  cervello.  ,  ,      ^  j„ 

*  §  IV  Torre,  vale  anche  (  avaii  aa 
un  luògo,  Eslrarre  .  Ar.  Fur.  19.  49- 
Altr.  attende  alle  Uombe  e  a  lor  di  nave 
L'  acque  importune,  e  d  mar  nel  mar  ri- 

""j'e     V.    Torre,  per  Biibare,  Usurpa- 
re, Bapire,  Levare  ad  alcuno  quello  che 
possedeva,  h^l.furari,  rapere.  Gr.  «pTta- 
£...,     Ao.'    ani.   5.   1.  Questo    Duca  non 
iogUeva  ad   alcuno,  ma  pur  del  suo  pro- 
prio donava  largbissimamcnle.    E  nov.  g. 
2    Tu  mi  loUi  a  mio  talsamenle.    Bocc. 
nov.  16.  21.  11  re  Piero  di  baona  ec.  1 
isola  di  Cicdia  ribello,  e   tolse  al  re  Car- 
lo. £  nov.  20.   18.  Mai   ben    non    seni., 
posciachè  lu  tolta  mi  fosti.   Enov.  77-^0. 
^on  mi  voler  lor  quello  che  tu  poscia,  vo- 
sbendo,  render  non  mi  potresti,  eoe  1  o- 
nor  mio  :  che  se  io  tolsi  a  te  l'  esser  con 
meco  quella  notte,  io  Oi,n.  ora,  eh.;  a  gra- 
do ti  6a,  te  ne    posso    render    molle  per 
queUa  una.  E  -io.'.  9»    ^6.   lo  non  venn. 
come  rallore,    a    torle    la    sua    v.rg.n.la. 
Amet.  8.  t  he  toltale  la  sua    v.rg.mlale  . 
Non  valendole  prieghi  ne  difese  M  inge- 
nerò.    1.1.  SS.    Pad.   I.    69      l"    °°i'"^ 
si  mossone  per  venire  a  lui,  e  per  torre- 
oli,  se  avesse  alcuna  cosa. 
"   *     €     VI.   Togliere,  vale  anche     J ro- 
vare.Dant.   Inf   18.  Come  i   Roman  per 

V  esercito  mollo  L'  anno  del  S'»!''"  ^  »" 
per  lo  ponte  Hanno  a  passar  la  gene  mo- 
do tolto;  Che  dall'  un  lato  ec.    (^ 

e.  MI.  Tosliere.  per  Liberare.  Bocc. 
J  8t.  ,5.  Lodando  Iddio,  che  dallm- 
paecio  di  costoro  tolta  r  avea.  D.„<^«/- 
2    Toglieva  gli  animai,  che  sono  in  ter- 

I  ra.  Dalle  fatiche  loro. 

I      V  Vili.  Togliere,  per  Impedire.  Amet. 


1548 


TOC 


29.  Egli  con  iuterna  rura  U  cantliJa  go- 
la e  il  dirilto  (-!>llo,  v  (tei  petto  e  (te|,r.  o- 
meri  qucUa  [Mrte,  che  il  vestir  nmi  gli 
toglie  ec. ,  rimira  lunga  fiuta.  =!*  Jiocc.  g. 
3.  n.  2.  Il  s'Jo  basso  &talu  non  gli  avea 
tolto,  che  efjli  n<m  couosrr»se.  questo  JUt* 
amore  esser  luur  d'  o^iii  lunvenieuxa.  /'etr. 
canz.  7^-  -^-  MjJuniia  (IisaÌ.  già  ^ran  tem- 
po in  voi  Posi  '1  mio  amor,  eh'  io  &cnto 
or  si  'fifìammalo;  Ond'  a  rae  in  ([ueito 
stalo  Altro  volere  e  disvoler  ni'  e  tolto. 
K  son.  25g.  Quanta  invìdia  ti  porlo,  ava- 
ra terra  (^h'  uMiracci  'juclla,  cui  veder  m* 
è  tolto  I  /■/';  Sef:r.  V  t.  Cap.  Fort.  So- 
pra un  palazzo  da  o^.\.  parie  aperto  Re- 
gnar si  velie,  et!  a  verun  non  toglie  L* 
entrar  in  c)utl,  ma  è  1' uscir  incerto.  fT'CV 

§.  IX.  'Tu'^liere,  per  Distogliere.  Lat. 
nvcrlere,  rcit'Oi-cre.  Gr.aTOr-sTriiv.  Jiocc. 
Introd.  29.  Li  nomi  delle  quali  io  in  pro- 
pria forma  racconterei,  se  giusta  cagione 
da  dirlo  non  mi  togliesse. 

§.  X.  Torre,  per  /ntraprendt're.  lìern. 
rim.  l.  Sa.  ^o^  so,  maestro  Pier  ,  quel 
che  ti  pare  Di  i]uest.i  nu'iva  mia  manm* 
conia,  Ch'  iu  ho  tolto  Aristotele  a  lodare. 
5?  Ctc'h.  Dixsint.  4-  6-  Questo  sciocco  del- 
lo Sfavilla  ha  tolto  u  volere  vincer  d'a- 
stuzia le  vol|'i.  //'J 

§.  XI.  Togliere,  per  Contentarsi.  Lat. 
rotttenttim  esse,  acquiescere.  Or.  ffr-:'p"/Etv, 
ayaTT^v.  Dant.  rim.  32.  Che  mi  torrei 
dormire  in  pietra  Tutto  'I  mio  tempo  ,  e 
gir  pascendo  1'  erlia,Sol  per  vcdeie  u  suoi 
panni  fann'  ombra.  •>'  /'etr.  son.  255.  To- 
gliendo anzi  per  lei  sempre  trar  guai  , 
Clic  cantar  per  qualunque,  e  di  tal  pi^ga 
Morir  contenta,  e  viver  in  tal  nodo.  ( ì 'j 
Cas.  Canz.  2.  Ben  torrei  Senza  mirar  la 
rrud.i  mìa  consorte  ,  Girmen  per  via  con 
!.•!.  (FPj 

'fi  §.  XII.  per  Prender  norma  e  regola. 
Dant.  l'iirg.  2<).  Ed  or  parevan  dalla  bian- 
ca tratte  (parla  d'un  bailo  di  donne  ff- 
stile  a  varìi  colori)  (ir  dalla  rossa,  e  dal 
canto  di  questa  L'  altie  loglican  V  anda- 
re e  tardu  e  ratte  (anda\-ano  o  tarde  o 
ratte,  a  norma  del  canto  della  rossa).  ( f^) 

'è  g.  XIII.  Togliere,  per  jéccogliere,  IH- 
revcre.  ^fr.  Far,  l^.  6:^.  Sia  vero  o  Éalso 
che  Ginevra  tolto  S"  abbia  il  suo  amante, 
io  non  riguardo  a  questo.  /','  5.  6.  Cre- 
dendo, amando,  uoD  cossai  che  tolto  L'cb* 
hi  nel  Ietto.  (lir)  h  28.  l5.  Ed  il  pa- 
dre di  lei,  che  io  casa  il  tolse,  Tornando 
infermo ,  ec.  (M) 

*  g.  XIV.  Togliere  t  p**'*  Troncare, 
Iteridere.  .ir.  f'iir.  36.  56.  E  s*  avca  al- 
tr'  arme,  che  quelle  d'  Etlorre  ,  Gli  polca 
il  fiflro    colpo   il  braccio  torre,   (^f| 

*  §.  XV.  Togliere,  per  Intendere. 
Segner.  Mann.  j4g.  6.  3.  In  due  sensi 
puoi  togliere  queste  parole  dette  dal  Padre: 
u  a  ligoificare,  ev.  1  f-'j 

*  §.  XVI.  Torre,  diresi  anche  del 
Hiceverc  una  data  somma  in  sodi.vfasione 
d'una  cosa.  Frane.  Sacc/i.  nov.  211. 
Mii  perchè  voi  mi  parete  gentil  uomini  , 
io  vi  torrò  fiorini  cinque  dcir  una  'pallot- 
tola) .     (I  ) 

*  S-  XVII.  Togli,  a  modo  d'  interiezw 
ne,  come  a  dire  fé'  I,  I  edi  ma.  I.asc. 
Gelos.  3.  II.  Per  lo  corpo  di  .  .  .  Mnc. 
Deh  odi  voce  I  te  noQ  la  pare  uscita  del 
Limbo:  togli  t  ci  brava  anche  (così  spes- 
so   ne'  comici  ),  (}') 

g.  XVIII.  Tolga  Iddio,  vale  Xon 
piaccia  a  Dio,  pton  voglia  iddio.  Lat. 
omen  aiijhrat  Deus.  Gr.  fir)  '/(voiro  . 
Hotc.  nOi-.  (j3.  ttt.  Tolga  Iddio  che  cosi 
rara  cosa,  come  la  voitra  vita  e,  n<in  che 
in  da  voi  dividendola  la  prrnd.i  ,  ma  pur 
la  desideri.  A' /toc.  08  IO  Tolga  via  Id- 
dio chu  mai  colei,  la  quale  egli,  tircoiiie 
1  più  degno  ,  ha  a  te  donata  ,  che  io  d^ 
lu  la   riceva  per  mia.    E  Lett.  l'in-  Hoss. 


T  0  G 

278.  Tolga  Iddio  che  voi  io  sì  fatta  estre- 
iiiilà  venuto  siale. 

*  §.  XIX.  ;Vo/i  si  può  torre  die  re, 
talora  vale  Non  si  può  negare  che  ec. 
I.asc.  Sif'ill.  2.  4-  Won  si  può  torre  che 
il  lesso  non  sia  sano.  (  F) 

§.  XX.  Torre  a  credenza  ,  vale  Pi- 
gliar  sulla  fede  con  pigarea  tempo.  S-'n. 
Ilcn.  Carch.  7.  21.  Un  cerio  della  setta 
e  ordine  di  Pillagora  aveva  tolto  a  cre- 
denza da  un  calzolaio  uo  paio  di  borzac- 
chini. 

•f  S-  XXI.  Torre  a  ftto,  a  noh , 
a  pÌ:;ione,  o  simili,  vogliono  Prendere  a 
usare  alcuna  cosa  con  pagare  una  deter- 
minala mercede  .  Pocc.  nnv.  60.  8  Egli 
in  ogni  luogo  vuol  pigliar  moglie  ,  e  tor 
casa  a  pigione.  Sen.  Ben.  I  ardi.  7.  cap. 
5.  lo  ho  tolto  da  le  una  casa  a  pigione: 
in  questo  rato  alcuna  cova  è  tua,  e  alcu- 
na mìa.  F  appresso:  S'  io  lorro  dj  le  un 
cocchio  a  nolo,  lu  ar.ii  l>ene6zio  da  me, 
ec.  j  se  io,  rhe  lu  io  sul  tuo  carro  si'gga  , 
conceduto  t'  arò,  ec.  /J7.  6.  Egli  può  pi- 
gliare doni,  e  essere  obbligato  cooipcrarc, 
e  torre  a  5llo. 

f  g.  \Xl[.  Torre  a  interesse,  vale 
Prendere  per  pagarn»'  interesse  Jcrmo  . 
Cecch.  Dot.  3.  I.  lo  non  posso  maurarc 
ec.  di  metterci  spalla  Con  dugenlo  ,  tre- 
cento e  ([uattroceiito  Ducati ,  e  gli  torrò 
anco  a  interesse.  S'io  nou  gli  aro. 

§.  XXXIIl.  Torre  a  un  tanto  V  anno, 
vale  lo  stesso. 

^-  §.  XXIV.  Togliere  alcuna  cosa 
dallo  esempio  operando  e  lavorando,  vale 
Imitarla  ,  Copiarla  ottimamente-  ■  ^r. 
L-'n.  2.  I.  Si  ben  cuce  e  ricama  ,  quan- 
to giovane  Che  sia  in  Ferrara  ;  non  i;  sì 
difficile  Punto,  eh'  ella  non  tolga  dall'e- 
sempio. (T) 

g.  XXV.  Torre  altrui  del  capo  dee* 
chessia,  vale  Farlo  ricredente  da  una  falsa 
opinione,  0  da  un  vano  sospetto,  /ir.  (  ass. 
1.  j'i-  Le  voglio  questo  dubbio  Tor  del  ca- 
po a  ogni  modo,  che  s'  immagina  Ch*  io 
le  dia  ciance. 

*  §.  XXVI.  Torre  animo,  per  Avvili- 
re, Scoraggiare.  Cecch.  Dissim.  \.  \.  Lo 
allieva  salvatilo,  solitario  e  raalcrcalo  ce. 
sgridandolo  e  togliendogli  animo-  (f) 

*  §.  XXVII.  Torre  a  pettinare  un  ric- 
cio ,  maniera  proverb.  che  importa  hn* 
prendere  a  far  cosa  impossìbile.  /'.  PET- 
TINARE ,  §.   IX.    fC) 

*  §  X  X  V I  n  Torre  a  prova,  vale  Torre 
alcuna  casa  sotto  condizione  di  farne  In 
prova  per  poi  accettarla  o  no  secondo  che 
riuscirà,    r.  PBOVA.   g.    XVI.   (C) 

*  g.  XXIX.  Togliere  a  rjdere  un  osso 
duro,  vale  Pigliare  a  fare  una  cosn  dif- 
ficile,   ì      OSSO,  g.    XVII.  iC) 

•I'  g.  XXX-  Torre  aiione,  vale  ìtichie- 
dcre  di  giustizia.  T.  AZIONE.  §.  VI.  (M 

§.  XXXI.  Torre  cavalli  a  i-ettura,  o  si- 
mili, vale  Pigliar  cavalli  a  prezzo  per  far 
viaggio.  Lat.  etfiium  conducere.  Gr.  i  TT- 
nsv  ^tiàoÙT^ai.  fJocc.  nov.  86-  3.  Tolti 
una  sera  al  tardi  due  ronzini  a  vettura 
ec.  ,  di  Firenie  uscirono. 

*  P.  XXXII.  Toglier  comiato,  vale  ac- 
comiatarsi. Mit.  .1/.  Poi.  3.  1  oUoiio  com- 
miato dal  Signore,  e  moDlaroDO  a  cavallo, 
e  prejono  loro  TÌa[!gÌo.  ( lìr) 

g.  XXXIIl.  Torre  dal  mondo,  al  mon- 
do, o  del  mondo,  e  Tor  di  terra,  vogliono 
Privar  di  vita.  Lat.  e  medio  lollere.  Gr. 
«pavi^ctv,  «TiOJtTCt'viiv.  lioec.  ncv.  .'^7. 
12.  Acciocché  una  medesima  ora  togliesse 
di  terra  ì  «lue  amanti  ed  il  lor  figliuolo, 
/''  nov.  97.  l5.  In  buona  Te  danno  fa- 
rebbe, che  ancora  fosse  lolla  al  mondo  si 
bella  cosa.  Lab  .  7.  Mero  immaginai  ili 
coslrigoerla  a  tornii  ilei  mondo.  Jiut  Inf. 
33  2.  Perche  noti  siete  voi  dal  mondo 
spersi;  rio^  tolti  via  del  mondo.  .4r.  Fur. 


TOC 

I^.  l3.  Fu  d'  Ulishooa  il  Re  (  tolto  dal 
mondo  Larbiu  )  Teisira ,  di  Larbio  pa- 
reole . 

$.  XXXIV.  Torre  del  tratta  ,  o  della 
mano,  vale  ICsser  prima  dell'  altro  a  chec- 
dirssia  j  die  anche  si  dice  Fincer  della 
mano .  Lat.  antevertere .  J  arch.  F.rcot. 
320.  Chi  può  dubitare  che  ella  nel  mede- 
simo pregio  sjrebbe,  e  il  medesimo  grido 
avreblic,  che  la  lioreutìna?  la  quale,  se  noo 
d'  altro,  r  ha  almeno  tolto  loro  del  tratto, 
o,  a  vostro  modo  ,  della  mano  7 

tf  §.  X\XV.  Togliere  dentro,  per  in- 
trodurre. Ar.  Fur.  21.  38.  Venia  al  ca- 
rtello, e  per  iiasrosc  porte  Lo  togliea  den- 
tro r  ìufedcl  consorte  .  /-.'  st.  l\6.  E  fatto 
un  segno  ,  di  rh'  io  I'  ho  avvertito,  lo  1* 
Lo  a  tor  dentro  che  non  sìa  sentito.  (Sff 

g.  XXXVI.  Torre  di  bocca,  o  Togliere 
la  parola  di  bocca  .  Fardi.  Frcol.  80. 
Qiundo  alrunu  aveva  in  animo  ,  e  poco 
meno  che  aperte  le  labbra  per  dover  di- 
re alcuna  cosa  ,  e  un  altro  la  dice  prima 
di  lui,  cotale  atto  si  chiama  furar  le  mos- 
se,  o  veramente  rompere  l'uovo  in  bocca, 
rìuc  torre  dì  bocca;  il  che  i  Latini  dice- 
v.nno  antevertere,  e  u'cuni  usano:  non  tu 
III*  hai  furato  le  mosse  ,  o  tu  me  1'  hai 
tolto  di  bocca  ,  ma  tu  me  1'  hai  vinta 
del  tratto. 

*  3.  XXXVII.  Torre  di  hoeea  ad  uno 
un  concetto,  o  simile,  vale  I  alersi  d" 
un  concetto,  o  simile,  manifestato  da  uno. 
Segner.  Fred.  8.  !\.  >è  crediate  questi  es- 
ser termini  mìei  ;  gli  ho  tolti  di  bocca  ad 
un  S.  Giovanni  Grisostomo.  (F) 

%.  XXXVIII.  Torre  di  vita.  Torlo  per- 
.tona,  e  simili,  vagliano  ammazzare.  Uc- 
cìdere. Lat.  e  medio  lollvre,  necare,  mor- 
trm  inferre.  Gr.  asavi^siv,  à~oxTeiveiv. 
liocr.  introd.  27.  Oltre  a  cculoroila  crea- 
ture umane  si  crede  per  certo  ec.  essere 
siiti  l'i  vita  tolti,  lì  nov.  1.  l3.  Non  so- 
lamrtile  1'  avere  ci  ruberanno,  ma  forse  ci 
torranno,  olir'  a  ciò,  le  persone. 

-;:  g  XXXIX.  To«liere  errore  ,  vale 
Prendere  errore,  F.rrare.  /'.  ERKORE. 
g.   Vili.  (C) 

V  g.  XL.  Torre  fatica ,  vale  Scemar 
fatica.  Bocc.  g.  3.  n.  4.  Peosoui  M  egli 
potesse  per  tor  fatica  a  fra  Puccio,  di  vo- 
lerla supplire.  (  C) 

§.  XLI.  Terre  fede  a  uno  ,  vale  Ft- 
miioverlo  dalla  credenza,  lìoec  nov.  23. 
17.  Tiepidamente  negava  ce.  ,  acciocché 
al  frale   non   togliesse   fede   di   ciò  . 

'J'g.  XLII.  t  ale  anche  Snrditare,  Pen- 
der incredibile.  Dant.  Inf.  l3.  Però  ri- 
guarda Ih-uc,  e  sì  vedrai  Cose  che  torneo 
fede  al  mio  scimone.   {F) 

§.  XLIII.  7orre  gita  ,  vate  Bi^par' 
miare  il  viaggio,  o  la  gita.  Fir.  Tria.  3. 
3.  Clii  h  questa  che  vìen  dì  quaT  eli'  h 
la  Purella  per  dio:  ella  m*  ha  tolto  gita. 

*  g.  XLIV.  Toglier  gh  oc,  hi ,  vale  im- 
pedire P  uso  della  vista,  t^ant.  Purg.  |5. 
Kd  creo  a  poro  a  poco  un  fummo  farti 
Verso  di  noi,  come  la  nolte  oscuro,  ec. 
Questo  ne  tolse  gli  oerhi  e  l'aer  pu- 
ro. '/'; 

*  §.  XLV.  Torre  gli  orecchi,  o  le 
orecchie,  vale  Fentre  a  noia  ed  cicaimre. 
Hfatt.  Franz,  rtm.  buri,  lo  la  vo' pur  lo- 
dando alla  sicura.  Né  m' accorgo  eh*  io  t* 
ho  tolto  r  orecchie  Con  questa  lunga  mia 
manitjitura.  /'..'  altroit  :  lo  sod  forcalo 
Torvi  gli  orecchi  almanco  un  quarto  d' 
ora.  (Itr) 

§.  XLVI.  Torre  il  capo  »  0  la  testa 
a  chicchessia  .vale  importunarlo.  Infa- 
stidirlo con  importunila  .  Lai.  caput  ob- 
tiinderr  .  Gr.  :t3(pi'*o;(l«! »  rivi  .  Fir. 
lue  a.  1.  Deh  di  grazia  non  mi  torre 
la  lesta,  se  tu  non  vuoi  eh'  io  li  spezzi  il 
capo.  F.  4  6.  C  he  casa  o  non  casa  .  che 
CI  avete    v>ramai   tolto    il    capo?    tC    ÌJimI. 


t    Ó   ó 


T  0  G 


T  0  G 


»*49 


*,//.  don,,.  349.  Perdonalcm.,  .  .0  m  l- 
!^,c»i  coiai  vul.»  il  "P«  col  a.manaarv^ 

ìinJr..   Superar.,    (h.nhr.   run     Qu.v. 

Delle  »oc  piume.,  e  tulio  .1  l.ocro  ha  gial- 
lo, E  toglie  in  aria  aJ  og...  augiUo  .1  vao- 

If  S  XLVII 1.  Torre  impresto,  o  in  pre- 
sto. ?a/f  .eccitare,  l'rfn.lcre  inprfslan- 
z,  mtl.  Franz,  rin..  hurl.  To,,  n"-'^''. 
altra  WMia  io  I-esto  lolla  S,  vede  .uvy 
uu  qualche  n,....heralo  .  Car.  r,n..  In.rl. 
E  s>uo.a  in  .u    la   fe.le  ,  elogile  impre- 

""rt'^e  XLIX.  Torre  infili»  „nn  persona, 
o  una  cosa,  .ale  Pigliare  """  l"'''""-' 
una  cosa  in  cambio  d'  un'  altra.   1  ■   FAL- 

^'e'    L   ""  Torre  in   moltcfpo  .  vale   ^on 
istlmare.    Visprez.nre       /Urn.    r.m.     1 
QO.   Si  posson  lor  tutte    V  altre    in    mo  - 
Uggio;  A  quoto  mal  non  e  speranta  al- 

™  s'  LI  Torre  in  pace  ,  t-ah  Soppor- 
tai. Lai.  pali  ,  snpcrre  .  Or.  u-ou5- 
vei,.  Frane.  Barb.  ^\.  II.  E  tu  quella 
pii  folle  Esser  in  lorla,  polche  vuole,  m 

''"1'  LII.  Torre  insino  al  cielo  con 
lode  vale  Lodare  eccessivamente  ,  Innal- 
zare con  encomii.  Lai.  tollere  ad  calum. 
Gr.  €:r«.o;.v  5.5  'ò'  o-..:avov  .  /.o«. 
noi..  o5.  1.  Era  gi'a  stato  messer  Gentde 
con  somme  lodo  tolto  inBno  al  cielo. 

*  S  LUI.  Torre  in  urto  alcuno,  va- 
le Contrariarlo ,  lenir  seco  in  contro- 
versia.    J'.  UliTO,  §■   ■  O 

*  ^  LIV  Tor  la  mano  da  uno,  va- 
le  laìciard- assisterlo.    V.    MAINO,    §. 

CCSLI.   (Ct  ,       T>  . 

8  LV.  Torre  la  mira  ,  vale  ITcn- 
derla  mira.  Mirare.  B.rn.  Ori.  1.  6. 
3r   Par  che  sia  stalo  un'  ora  a  tiT  la  mira. 

e  LVl  Torre  di  mira,  vale  I' isles- 
«.  Ar.  Far.  9.  3l.  Dal  Iraditoi  fu  in 
niewo  gli  occhi  collo.  Che  1  avea  di  lon- 
lan  dì  mira  tolto. 

e  LVll  Torre  di  mira  alcuna  co- 
sa .'  /guralam  .    vale    Prefgscrsela    per 

fine .  .,  I  y. 

*§  LVUL  Toglier  la  sella,  per  Isca- 
valcare,  Gittar'fì'u  dalla  sella  Ar. 
Fur.  19.  q5.  A  mille  cavalieri  .."a  sua 
vita  Al  primo  incontro  avei  la  sella  tona 
Marfisa,  ed  ella  mai  non  n'  era  uscita,  E 
n'uscì  (come  udite)  a  questa  volta.  f."| 

*  §.  LIX.  Torre  la  <■■•'<•  ■  '"'';  '^'' 
cidm.  Am.  Cron.  120.  Poi  se  n  andò 
Santo  Martino ,  e  prolestogli  (a  ,V.«si- 
mmo)  che  s'egli  comLattesse  con  'Teo- 
do»io,  Teodoiio  lo  vincerelihe  e  lorrehbe- 

gli  la  vita.  tC)  ,     I-  , 

S  LX  Torre  la  volta,  vale  Latra- 
re innanzi  ,  Preoccupare  nelle  operazioni 
alternatile  il  luogo  altrui;  che  anche  di- 
ciamo Furar  le  mosse  .  l-:il.  '"P"-""- 
antcverure.  Gr.  u:!£(;S:<lvsiv.  Pass-ìl^b. 
Fanno  lanlo ,  che  basta ,  di  male  ,  sicché 
me  ne  lolgon  la  volta. 

g.  LXl.  Torre  la  valla  alle  cicale  . 
Varch.  Ercol.  gS.  Pi  simili  gracchioni  si 
dice  ancora  ;  e'  lerrehhe  1"  invito  del  di- 
ciollo,  o  egli  sccchereUie  una  pescaia,  o 
e'  ne  torrebhe  la  volta  alle  cicale. 

*  §.  LXII.  Toglier  /'  onore,  i<i(. 
Privar  dell'  onore.  Disonorare j  e  parlan- 
dosi di  donna  ,  ì'iolare  .  Ang.  ilei.  2. 
144.  Ma  trattosi  egli  le  mentile  spoglie 
ec.   r  onor  suo  le  toglie.  tCi 

§  LXIll.  Torre  moglie,  0  donna,  lorre 
per  moglie,  e  Torre  marito,  vogliono  Am- 
mogliarsi, Maritarsi.  Lai.  uxorem  voi 
virum  ducere,  nuhere.  Gr.  ■/'-'.'"-'.'  1""- 
nov.  100.  5.  Affermaidovi.  che  coi  che  10 
mi  tolga,  se  da  voi  non    6a    come  donna 


onorata,  voi  proverete  ec.  I.  num.  6    Voi 
sapete  quello    che    voi    mi    promelleste  , 
ciife  d'esser  conlenli,  e    d'onorar,   come 
dolina  ,  qualuuque  quella  fosse  che  .0  lo- 
"^Z:  ì-ron.    Morell.    255.    «elitra  d. 
.or  moglie  e  dì  volere  6gliuoli  .    h  256. 
Sii  contento  a  questo,  avere    qY"",  "  " 
richiede,  secondo  te  e  secondo    la    donna 
togli.    Maestri,:.     .     ,9.    Uno    medesimo 
Riudiiio  t  siccome  di    colui    che    ins.en  e 
avea  più  mogli ,  in.peroccV  egli  e  tenuto 
di  lorre  quella  che    avea    cacciala,    se    si 
vuole  convertire,  e  cacciare  le  altre.  .e^,r. 
7-Vor    tliz.   I.  3.    Veianienle  io  non  aveva  j 
il  capo  a  tor  donna;  ma  poichi;  tu  e  ma- 
donna volete,  io  voglio  ancora  10.   I.cra.  1 
Ori.  2.  27.  2    L'  oro  b  quel  che  marito 
e   donna  toglie.  Non  .1  giudmo  ne  la   ele- 
lione,  Jla  r  avarizia  marcia  e  1  ambizione. 
IWch.  Mogi.  5.  9.  Quivi  tolsi   per  don- 
na  la  sorella  Qui  di  messere  Alberto 

e  LXIV.  'lorre  su.  1  ardi.  irto/.  11)3. 
Tor  su,  o  tirar  su  alcuno,  il  che  si  dice 
ancora  levare  a  cavallo,  fe  dir  cose  ridico- 
le e  impossibili,  e  volere  dargliele  a  cre- 
dere per  trarne  piacere,  e  talvolta  uUle. 
•X  V'  LSV  Torre  su  alcuno,  vate 
ancL^ingannàrlo  ,  Farlo  fare.  Farci,  . 
Frcol.  24S.  Guardate  a  non  esser  tolto 
so,  che  io  non  credo  mai  che  1  dotti  e 
giudiziosi  uomini  siano,  non  diro  per  lar- 
vi buono,  ma  per  comportarvi  questo. 

§.  LXVL  Torre  tempo,  vale  Far  per- 
dere altrui  il  tempo  opportuno,  0  l'j"-'"- 
sione  di  fare  alcuna  cosa.  Filoc.  0.  20. 
La  nemica  fortuna  assai  ci  ha  tolto  di 
tempo  ;  or  che  contra  la  forza  di  lei  qui 
Siam  nervenuti,  non  ce  ne  togliamo  noi 
medesimi.  Jr.  Fur.  Sg-  4^.  Stese  le  ma- 
ni, e  abbracciar  lo  volle,  E  insieme  do- 
mandar percbfe  venia  ;  Ma  di  poterlo  far 
tempo  gli  lolle  II  campo,  che  in  disordi- 
ne fuggia. 

*  g.  LXVII.  Tor  tempo,  vale  an- 
che Indugiar.-  per  prendere  pm  propria 
congiuntura,  l  .  TbMPO,  §.  XLVII.  f  L) 
5?  g.  LXVIII.  Togliere  un  bacio  aduno, 
per  Var'lielo  il  disse  il  -  Bocc.  nov.  94. 
5.  Ora,  che  difender  non  li  potrai,  convien 
per  certo  che  cosi  morta,  tome  tu  se  ,  10 
alcun   bacio  ti  tolga  ».  iCl 

+  '.'  €.  LXIN.  Torre  un  boccone,  0  simi- 
li, vale  Mangiar  poco,  e  per  lo  più  in  fr.  i- 
la.  Veli.  Frr.  ì.  3.  No'iie  ancor  10  a 
tor  quattro  bocconi  ,  benchi;  10  ti  so  dire 
eh'  io  ho  a  capo  ad  altro  che  a  mangia- 
re.  fBr)  .         .     . 

e  LXX.  Torre  uno  di  se  medesimo, 
vale  Cavarlo  di  senno.  Lai.  stuporcm  in- 
ducere ,  a  mente  deducere.  Gr.  E/.7r)-;-Tnv. 
Fianim.  1.  49.  U  disio,  quasi  ogni  mimmo 
sentimento  occupando,  mi  toglieva  di  me 
medesima.  , 

*  §.  LXXl.  Torre  via.  per  meta/, 
vale  Perdere.  Bocc.  FU.  Dnnt.  235. 
Abitò  adunque  Dante  in  Pavenna,  tolta 
via  oijni  speranza  di  ritornare  mai  io  P  i- 
renze' (comecché  tolto  non  fosse  il  disio) 
pi'i  anni  sotto  la  prolezione  del  grazioso 
Signore.  (Ci 

■:..  S.  LXXII.  Torre  via, per  listru^- 
eerc.  Fis/nre.  Dani.  In/.  10.  Ma  fu  .0 
'sol  col'a,  dove  sofferto  Fu  per  ciascun  di 
lo.re  via  Fiorenza  ,  Colui  che  la  diles.  a 
viso  aperto.  fBr;  611W0".  Beli.  b^j.  Sci- 
pione Numanzia  tolse  via  ,  Scipione  Car- 
tagine disfece.  (F'P/  ^  , 

§  LXXIII.  Torsi,  o  Torsi  giù  da  chec- 
chessia ,  vale  Desistere  da  alcuna  cosa  , 
Abbandonarla.  Tur.  Vav.  Ann.  1^.  I90. 
Sforzò  ancora  Tiridate  ec.  a  ntir.irsi  ,  e 
torsi  giù  dall'  impresa.  F  ìtor  i.  JIO. 
Vitellio  dall'  impresa  non  rìusc.bile  si  tol- 
se giù  per  vergogna.  Ambr.  Bern.  i.  9- 
Ma  non  pensi  che  io  me  ne  Voglia  tor 
giù.   Cai.   Sist.   129.    Quanto  duntme    al 


poter  sostenere ,  che  il  movimento  ec.< 
loglielevenc  giù  del  tutto.  ••.•  (.roo  Oel. 
J  ti  //.'/  l38  Tuttavolla  e  non  si  tolse 
anche  per  questo  dal  tentare  ce.  di  ricom- 
icrarc  ec.  le   sue  città.  (Cj 

:■:  §  LXXIV.  'l'orsi  ad  uno,  vale  /tu- 
bandonarlo.  Cessar  d'esser  suo,  e  dicesi 
degli  amanti.  «  Hocc.  nov.  27.  17.  Qual 
cagione  vi  dovea  poter  muovere  a  lorgli- 
viii  così  rigidamente  -ì  (C) 

§.   LXXV.    Torii    d'   adilosso    nlcuno , 

vale  lo  stesso.   Bocc    nov.   81.    17.   Con 

recisa    risposta  ec.  se  gli  tolse  daddosso  . 

*  /•;  ".  10   n.  .1    Con  una  nuova  e  al  suo 

j  piudicl..  impossil.a  domanda  si  pensò  di  vo- 

I  lerlosi  torre  daddosso.  (1  ) 

\       e   LW^  I.  To^/ier.S(  d'  alcuna  persona, 

in  seniimenlo  osceno,  vale  U.!are  carnai- 

'  mente.  Lai.  rem  ciim  aliquo  ìiaber,:   I  if. 

rlut.   La   qual  cosa  si  farea    per  amor* 

Servilia  madre  di  Bruto,  che  Cesare  se  ne 

loelieva,  quando  eia  giovane. 

*  §  LXXVII.  Torsi  dall  altrui  pa- 
rere ,  vale  Allontanarsi  dall'  altrui  opi- 
nione ,  Peii.<are  diversamente,  ec.  Ar. 
Sai.  3.   So  ben  che  dal  parer  dei  più  mi 

tolgo.  (M)  ,  , 

S    LXXVin.  Togliersi  dal  pianto,  vale 

Cessare  di  piangere.  ÌSov.  ani.  7O.  3.  Non 

li  scusare,  loti  dal  pianto;  se    1  tuo  Egliuo- 

1  lo  'e  morto  ,  altro  non  può  essere. 

■Al  <^  LXXIX.  Tor.t;  da  un  luogo,  0  da 
'  una  persona,  vale  Air/,r...  m- .  Car.  Fn. 
lib.  XI.  V.  520.  E  s'allrapa.le  Cercano 
e.l  altre  genti  (  se  pur  ponno  Torsi  da 
noi),  ce  (M,  Tass.  Amint.  1.2.  Indi 
si  tolse ,  e  più  non  voUe  &e  vedermi  ne 
udirmi.  { TC} 

:;:  S  LSXX.  Torsi  di  colpa,  per  tJis- 
colparsi.  Ar.  Fur.  33.  86.  E  perche  tor 
di  colpa  si  vorrebbe.  Giura  pel  lume  che  da 
lume  al  sole,  Che  di  questo  imputato  esser 
non  debbe.  (Vj 

9  LXXXI  Torsi  dinanzi  ad  altrui  , 
vale  Levarsi  dal  suo  co.^petlo.  Ilern.Orl. 
1.  5.37.  Così  detto,  dinanzi  se  gli  tolse; 
I  n  Jin  voltar  di  ciglio  fu  sparito. 

+  e:  LXXXII  Torsi  dinanzi ,  0  davanti 
alcuno,  vale  Fare  in  modo  che  non  coin- 
parisca  piti  davanti.  Mandarlo  via,  iVon 
uè  voler  saper  nulla.  Ar.  Fur.  3!i.  Sg. 
Cercand'  io  pur  di  lorlomi  davanU. 

•41  S:.  LXXXIII.  Torsi  fame,  o  sete  vale 
Cavarsi  Infame,  ec.  Ir.  t  iord.  48.  Co- 
me  se  tu  bei  o  mangi,  loU  ,(.  '01,  I,  10- 
sln  sete  o  fame,  ma  non  per  sempre,  no. 
Fior.  i'.  Frane.  55.  E  in  quel  tempo  mai 
non  si  tolse  fame  alla  mensa  ,  ec.  òen. 
Pisi  18.  Avea  ordinalo  alquanti  di,  ne 
quali  e'  mangiava  si  poco,  che  appena  si 
togliea  la  fame.  ■  F;  Cronichell.  d'Amar. 
275.  Molti  per  mangiate  con  troppa  rab- 
hia  ,  e  non  si  credendo  mai  torre  lame  , 
se  ne  morirono.  (Ci 

if  §.  LXXXIV.  Torsi  innanzi,  per 
Mandar,.,  .Spingere  innanzi  a  se.  Ar.  I  nr 
32  64.  Che  lasciar  le  campagne  a  un  pa- 
stor  vede.  Che  s'avea  la  sua  gregge  innanzi 

lolla.  ìM)  ,,  r'„,. 

*  S    LXXXV.  Torsi  sangue,  vale  I  al- 

.    r     r    lih    1.  E  la  mo- 
si  cavar  sangue.  O.    1  ■  m  ■   -=• 
rio    avendosi   tolto    sangue    d.   suo   brac- 

"°*V''lXXXVI.  Torsi  una  satolla  di 
checchessia,  vale  Mangiar  di  chec'''"'''' 
in  gran  quantità  .  Pocc.  «oi.  73' ^•'° 
vi  verrei  una  volta  con  esso  >^'^°  f  "^l"^ 
veder  fare  .1  tomo  a  quei  maccheroni, 
tormene  una  satolla.  rO^_  „„.  vergogna 
dalvìso.   val'e   Cavarsi,   levarsi  un-in- 


/amia.   Bocc.  g-  4- 


5.    Dilli  CIO  di  que- 


r  osa  e      d^p^isarsene    tacitamente  ed 
^Bnge^si  ec.  in6no  a  tanto  che  tempo  ve- 
ni>s°%el  qnaleessiec.  questa   vergogna 
avanl    che  più  andasse  innan«,  SI  poles- 


i55o 


T  O  G 


T  O  L 


T  0  L 


scro  lorrc  dal  viso.  Petr.  canz.  Sg.  5.  Si- 
gaor  miuf  che  nun  (oijU  Oniai  dal  volto  mìo 
questa  vergogna?  (f  ) 

*  §.  LXXXVIII.  Torsi  una  voglia  ^ 
vale  Cavarsi  una  voglia,  l'ecor.  g.  Q.  n. 
1.  DÌmc  alla  madre  :  Or  re  ne  toglie- 
te bene  U  voglia  j  e  spenò  qaesU  vilel- 
la.  (Fj 

%:  §.  LXXXIX.  Torsi  un  corri  corri 
ti'  accordo  ,  vale  yjccettar  per  Jorttma  il 
potersi  fuggire  .  Cecch.  l'rov.  71.  Simìl 
gente  han  sempre  cento  Di  queste  lac- 
cberelle  ,  e  ti  turrcbberu  Uu  corri  corri 
d'  accordo.  (C) 

TUGLIMENTO.  Il  torre,  ilubamen- 
to  j  furto.  Lat.  ahlatìo.  Gr.  «yat'c-ESi;, 
K5ap:Tay;j:o;.  Maestruzz.  2.  3o.  I.  Fur- 
to è  togliiUL-nto  dL-lta  cosa  altrui  mobile  e 
corporale  .  /i"  appresso  :  E  questo  è  da 
'nlcndcrt;  quando  la  volontà  del  ladro  è 
tale,  ch'ella  sottrarrebbe  maggiori  cose, 
ovvero  quando  per  Io  logliaieulo  della  pic- 
cola cosa  il  signor  della  cosa  se  ne  grava. 
Jiut.  liif.  y.  2  Superbia  ec.  si  è  ec.  in 
troppa  esalaiiun  di  voci,  o  ìa  rompimen- 
to, o  in  di^giugulmcoto,  o  loglimcnlo  di 
punii.  *  iallav.  Sttl.  82.  Il  nome  dì  torre 
V  di  I  ubare  agli  autori  ,  in  quanto  è  dì- 
verso  dall'  imitare  ,  e  fondato  in  questa 
special  simigliaoza  cui  vero  toglimcalo,  e 
rubamcntu  ,  che  ec.  (FPj 

f  TOGLITORE.  V erbai,  ma.tc.  Che, 
o  Chi  togli f  .  l'ut.  A(r^.  27.  2.  Toglitore 
della  bcuedizioo  paterna  al  fratello,  .'irrigh. 
71.  Il  datore  toglitore  somiglia  il  gambero 
ritogliendo  . 

'":-  TOH  TOH  .  Interiezione  dinotante 
maraviglia    Jìuon.  l'icr.  e  Tane.  (A) 

*  TOLDA.  Term.  di  Marineria.  Ta- 
volato che  forma  il  piano  d'  un  basti' 
mento  ,  sul  quale  è  piantata  la  batte' 
ria  ,  come  sopra  un  i  piattaforma,  0  cas- 

*  §.  È  anche  una  Specie  di  cassa,  o  piat- 
ta/orma, che  e  nella  sentina,  in  cui  il  mu- 
nizioniere  fa  le  sue  misure  per  la  bevanda 
dell'  equipaggio.  (A) 

TOLLEIUBILE.  Add.  Comportabile, 
Comportevole,  Da  esser  sofferto-  l.at.  to- 
Urabilis.  Gr.  Ùjc/.tqì-  Lab.  127.  E  for- 
te saria  tollerabile  ,  se  questi  due  o  tre 
avanzassero  i  mariti  ,  o  fusser  alnien  lor 
pari.  Vit.  SS.  /'ad.  l'ìù  luìlerabde  ci  pa- 
reva a  sostener  l' ira  di  quella  bestia,  che 
i|uclla  degli  uomini.  Cas.  lett.  Ci"].  So  be- 
ne, che  chi  mi  vuol  pur  lodare,  conviene 
l'he  dica  le  bugie;  ma  io  desidero  ch'elle 
kicno  almeno  tulleiabìli  .  v  Giov.  Celi. 
/  tt.  Alf.  l38.  TuttavuUa  e"  non  si  tolse 
anche  per  questo  dal  tentare  ce-  di  ri- 
(  ompcrarc  con  alcuni  patti  tollerabili  ce. 
le  suo  città.  (C)  Buon.  Fier.  intr.  5. 
3.  Non  dico  quello  Interesse  amorevol  , 
mio  rompagno  t'iacevoi,  toUerabil,  giusto, 
onesto ,  ec.  (lì) 

TOLLlilUBlLMENTE  .  Avvet^>.  Con 
tolleranza.  In  maniera  comportabile,  Lat. 
lolerabiliter.  Gì.  ocvS/TÙ;.  Cose.  S.  Itera. 
l'iù  tollera'.>dniente  pule  agli  uoniiiii  il  ra- 
ne puitolcnte,  che  non  la  t'anima  petra- 
Inre  a  Dio  .  S.  JfiOst.  C  D.  \*tn  lolle- 
rabilmente  faresti  gli  lUvini  ouori  a  quello 
Scipione,  the  non  adoreresti  quoti  colali 
Jddii  . 

TOLLEKANTE.  Che  tollera.  Lai.  to- 
lerans,  pnttcns.  Or.  TTGÀyrìa?.  *?  Tass. 
tier  1.  61.  Sun  quattro  mila,  e  bene  ar- 
mali t  e  bene  liislrulti  ,  uii  al  disagio  ,  e 
loUeranli.  (Vj  Hai.  Sist.  3t.  Co.<.i  tulle- 
raoti  verto  ■  cervi  ,  e  impasieuii  contro 
ai  cavalli  .  /;  l65.  La  nn\iU  delle  rose 
rhr  sento,  mi  fa  cuiiosu,  non  <lte  tullo- 
ranle   di  ascoltare. 

t  TOLLtnANZA  .  Il  tollerare.  Lai. 
tolrrantia  .  Gr.  a'vo^l'  .  Fior.  Jtal.  lì. 
Colla  virtù  della  tolleranza  la  vincea-   Ott. 


Com.  Par.  i5.  344-  I*one  m.ignanimita> 
de,  Sdaoza,  sicurladc ,  magnificenza,  co- 
stanza, toJlcraDza  e  fermeMa.  /fuon.  Fier. 
4-  4-  2-  Sulla  lor  toUeraiua  Se  n'andava- 
no SVfUi . 

TOLLERARE.  Comportare  con  pazie/i' 
xa  e  franchezza  ,  Sopportxtre  .  Lat.  to/c- 
rare  ,  patienter  ferre  .  Gr.  av»'xs5&a*  1 
ftfiitv.  Bocc.  I.ctt.  l'tn.  Ross.  280.  Af- 
fermerò ec,  che  dove  buona  e  valorosa 
donna  non  sia ,  essere  mollo  più  grave 
nelle  felicità  che  nelle  miserie  a  Uillerare. 
Sen.  Ben,  l'arch.  7.  26.  Tu  domandi  ec. 
con  che  animo  si  debbiano  lotlerarc  gì* 
ingrati.  *  Segner.  Seni.  Oraz .  36.  Jn 
due  cose  consiste  1'  amarena  di  questo 
calice,  m  tollerar  disprezzi,  e  in  patire 
dolori.   (TC) 

•r  g.  Tollerare ,  vale  anche  Regge- 
re ,  Sostenere  .  Cuicc.  Stor.  3.  I05.  Né 
si  dubita  che  1'  aver  tolleralo  l'assedio  da 
cinquanta  giorni  fu  cosa  mollo  salutifera 
al  Re  di  Francia.   (/.) 

TOLLEKATO.  Jdd.  da  Tollerare. 

t  TOLLERATORE-  Verbal.  masc. 
Che,  o  Chi  tollera.  Buon.  Fier.  5.  3. 
8.  Il  buon  Dicco  Tollerator,  tollcralore 
Andrio  . 

TOLLERE.  /  .  TOGLIERE. 

TOLLERO.  Moneta  nostrale  d'argen- 
to, di  valuta  di  lire  sei  ,  ossia  di  nove 
giutii  .  Menz.  sat.  5-  Vedi  che  picchia 
il  petto,  e  dà  l'incenso  Con  quella  man 
che  ì  tolleri  stropiccia,  v  Salvia.  /Innot. 
Fier.  Buon.  Introd.  5.  i.  h  'l  suono  a- 
cufo  dell'  argento,  ec.  Or  che  non  m  sente 
più  sulle  tavole  il  rovistìo  de'  tolleri,  ma 
il  sordo  suono  de' ruspi,  i  giuochi  vanno 
più  taciti.  (B) 

TOLLETTA.  /'.  //.  'folletto,  l^ant. 
Jnf.  II.  Nel  prossimo  si  danno,  e  nel 
suo  avere,  Ruine,  inccndii,  e  toilette  dan 
nose  . 

TOLLETTO.  J  .  A.  Verbal .  da  Tor- 
re j  Tolto  ,  Rapito  .  Ne  si  usa  tal  voce 
che  coli'  aggiunto  di  MAL  .  Lat.  male 
partum  ,  latrocinium,  furtitm.  Gr.  yw- 
pi'ov  ,  x>£y/ia  .  Albert,  cap.  6.  Non  a- 
speltare  che  lì  tuo'  figliuoli  od  altri  per 
te  facciano  limosino  ,  o  rendano  lo  mal 
tolletto.  Fr.  Giord  Fred.  D-  Allora  sono 
le  ricchezze  accattate  con  peccato,  quando 
sono  accattate  per  usura  ,  o  per  furto,  o 
per  rapina,  o  per  mal  tolletto  ,  o  per  altri 
mali  modi.  Dant.  Par.  5.  Di  mal  tolletto 
Tuoi  far  bmn  lavoro.  Fr.  Zac.  T.  l\.  21. 
1.  Figli,  nepotì  e  frali.  Rendete  it  mal 
lolletlo.  /:,'  altrove:  Se  1"  un  fa  suoi  sot- 
tratti ,  Che  nullo  se  n"  addia.  Tutta  mone- 
ta ria  Lascia  nel  suo  sacchetto;  La  liDona 
in  mal   loUcllo  Se  ne  rapisce  Amore. 

*  lOLO.  /'.  6.  Cupolelta.  Salvin. 
Odiss.  473-  Cavando  fuor  le  serve  dal  pa- 
lazzo Ben  piantalo,  tra  il  tolo  o  cupolelta, 
E  la  gentil  chiusura  della  corte.  (PeJ 

TOLO.MMEA  .  Nome  del  cerchio  dove 
Dante  colloca  i  traditori f  detto,  secondo 
alcuni,  da  Tolonimeo  principe  degli  I  brei, 
che  uccise  per  tradimento  il  suocero,  e 
due  suoi  cognati  .  Dant.  Inf.  3.3.  (  otal 
vantaggio  lia  questa  Ttdummca,  Clio  spes- 
se volte  r  anima  ci  cade  ,  ee. 

t  TOLTA.  Toelimento,  ti  torre.  Lai. 
ablatio  .  Gr.  a90»ci'<t;  ,  ai.^ot.:^v/fxoi  . 
Introd.  ì'irt.  2g6.  Lailronrrcio  e  una  pa- 
leso tolta  altrui  contro  la  vuloiilà  drl  Si- 
giioie  .  M.  f  .  a.  .^a.  Il  Papa  medesimo 
avoa  già  la  ingiuria  fatta  a  santa  Chiesa 
per  r  Arcivescovo  della  tolta  di  Bologna 
temperala  . 

§.  1.  fìiciaiHO  :  ftuona,  e  mala  tolta,  per 
Buona,  e  mala  iompera. 

§.  11.  /'  .".ter  tolta  di  alcuno  ,  si  dice  dell' 
ÌCsser  suo  aderente ,  o  amico.  Tac.  Dav. 
Ann.  16.  23a.  Si  ricordo  che  Silia  .  donna 
conosriuld  come   moglie   d*  un    senatore  ,  e 


«uà  tolta  in  ogni  sporcizia,  era  latta  di  Pe- 
tronio (  il  testo  lat.  ha  :  ipsi  ad  omnem  li- 
bidinem  adsrita  ). 

*  TOLTO.  Add.  da  Toglure,  Tollere, 
e  Torre.  Fr.  Barb.  7^.  7  Un  altro  vizio 
tolti  Fa  li  ben  ta^gì  adivenire  spesso.  E 
ÌQ2.  19.  Cosi  li  pana  molto,  Se  al  tall9 
non  se'  loUo.  E  216.  20-  l'er  tutti  que- 
sii,  ed  altri  che  son  molli,  Pauan  li  saggi 
e  i  stolli,  Né  perciò  vedi  lor  da  vita  tolti  (im 
questi  tre  passi  l'  Ubaldini  nella  Tav.  al- 
la voce  TOLTO  dice  che  la  voce  TOLTO 
vale  astratto,  goffo,  non  accortq ,  guati 
tolto  da  se.  Ma  potrebbe  darsi  anche„  tan- 
to più  che  tolto  e  contrapposto  a  saggio, 
che  ti  Barberini  avesse  detto  tolto  colf  O 
stretto,  in  vece  di  stollo;  come  veliere  in 
vece  di  svellere,  chifaro  in  vece  di  schifare, 
e  simili,  (f'j 

'>•  lOLU'.  Nome  di  una  pianta  ame- 
ricana, da  cui  stilla  un  baJsamo  più  Con- 
sistente degli  altri  balsami  ,  che  ci  vien 
recato  in  zuccliette  da  Cariogena,  il  drap- 
po inglese,  che  si  adopera  per  le  ferite,  e 
spalmato  di  questo  balsamo.  (A) 

*  TOLUTA.NO.  Del  Tolù,  ed  e  aggiutt- 
to  di  Balsamo.  Red.  Cons.  talsamo  tolu- 
lano.  (Aj 

TOMAIO.  La  parte  di  sopra  della  scar- 
pa. Lat.  obstragiilum.  Gr.  ^ToCfia-  Serd. 
Stor.  a.  221.  Vestono  calze  fatte  eoo  mae- 
strevole artifizio,  e  stivaletti  molto  gentili, 
o  scarpe  cui  tomaio  di  seta  .  F  12.  4^5. 
Usano  scarpette  e  pianelle  senza  tomaio  . 
o  guigge  a  guisa  di  sandali. 

TUMARE.  Cadere,  o  Andare  a  capo 
ali*  ingiù  ,  alzando  t  piedi  all'  aria.  Lat. 
precipitare  ,  in  prteceps  ruere  .  Gr.  /a- 
raftii/Avi^siv.  Liv.  M-  I  Romani  venie- 
no  a  slascio  in  giù  correndo,  e  percoleano 
a'  Galli,  ed  cUi  tornavano  l'un  sopra  l'al- 
Lro  .  Morg.  27.  23a.  £  non  si  vide  mai 
più  «pade  a  Roma  Addosso  a  qualche  to- 
ro, quando  in  caccia  Isciolto  giù  dal  plau- 
stro quel  toma  ,  Quando  si  fa  la  festa  di 
Testacela . 

S-  L  Per  similit.  Dant.  Inf  16.  Ma 
Gno  al  centro  pria  convien  eh'  1  tomi  lC4oè, 
scenda  ).  F  32.  Nò  ti  dirò  eh  io  sia  «  né 
moslrcrolti.  Se  mille  fiale  in  sul  rapo  mi 
tomi  (  cioè ,  ritorni  a  pormi  le  mani  in 
capo  )  .  Ar.  Fur.  ig.  ^8-  Sul  mare  in* 
tanto,  e  spesso  al  ciel  vicino,  L*  afllitto  e 
conquassato  Wgno  toma. 

^'  $.  11.  Tornare,  dicesi  anche  delle  be- 
stie che  si  iiittano  in  terra  colle  gamba 
all'  aria  in  segno  d'allegrezza.  Bart.  Ben. 
Rim.  4'  Se  gli  azzoppassi  'I  mio  caro  asi- 
nelio. Che  salta  e  raglia  e  d'allegrezza  to- 
ma ,  Sperando  aveiti,  Tina  mia,  per  so- 
ma. (N) 

«  TOMASELLA.  Specie  di  polpeitm , 
o  altra  simile  sorta  di  vivanda  .  Pros. 
Fior.  (A) 

TOMBA.  Sepoltura  ,  Arca  da  seppel- 
lire. Lai.  sepulcrum  ,  caverna  ,  arca  s«- 
pulcralis  .  Gr.  r  j^6tf(  ■  reir.  son.  \&\. 
Giunto  Alessandro  alU  famosa  tomba  Del 
fiero  Achille,  sospirando  di»»r.  F  cap.  3. 
Avoa  color  d'  uom  tratto  d*  una  tumba  . 
Dant.  inf  6.  Ciascun  riirovtrà  la  liisla 
tomba  .  E  9.  Più  che  non  cicdi  son  lo 
lombo  rarchc.  G.  /  ■  5.  I.  6.  I  <)UalÌ  ti- 
rano nella  ciiià  di  Uelaoo  in  Ire  lumb* 
cavato  ili  pioHerito. 

S-  I.  /-Vr  simtlit.  Frane.  Sacth.  ncv. 
190.  Anilu  verso  la  fecciosa  loinlta  per 
IrariT  il  popolo  iudaico  ilrila  conserva . 
Sfgr.  Fior.  .\tor.  6.  149  DcqUt)  alle  sue 
rase  io  una  tomba  falla  y>cr  ruosei  var* 
fiumenlv  si  oaaroso  (qui  vale  Buca  da 
grano  ). 

S  II.  Per  Corte,  o  Casa  dt  villa.  Lai. 
villa,  casa.  Gr.  xaÀu'S».  ir.  |.  6.  |.  In 
rho  maoiora  sono  da  far  le  corti,  unrvaro 
le  toniliF   nella  villa,  per  ragion   deU*abi> 


TOM 

IMion  del  signoic  e  de' l.vor..lor. ,  «  /i 
'Z  .3.  Delle  .omI.e  .he  s.  ,.o«oa  » 
:;U  alberi  .,.,fi.iosu„,e..,c  •"^«'^"'^l 
coni.  5i  rberU  al  Ul.i"  ""«vo  .  D  /'.  1" 
phL^mo  Un-po  di  n..,l.e  -  B--'"  P- 
„.s>ioui  e  ville,  e  loml-e,  e  ca.uUa  coni 

ProL^nza.  Dani.  Inf.  IJ):  «.^«.vamo 
Jla  sccoud.  tomba  MoDUli  .leH-'-B'- 
ìd  quella  parie  Cbc  appunlo  sopra   1  me.» 

*  TOMBOLA.  Sorta  di  p."""  <:'''  " 
fa  con  carUlU  .li  q,..nà,ci  m.mer.  ,.rf^< 
dair  uno  al  acanto  .  e  nel  qnale  .l'ice 
'^L:H^.a   ia    cartella      i  C'.t    nnn.ert 

sono  i  prim,  ad  essere  estratti,  (ylj 
TOMBOLARE  .   Cadere   col   capo  al 

belando  pur  diauzi  v.d,  il  fondo.  /  .^  ^■'■ 
102.  Ve6Bendolo.M>euioloD.  ed  immoto  er, 
J°„rcpf,?..uaed.uaspe,.a.a.pmtaellad 

fece  tombolare  a  ca,  o  di  sotto  .  /.  2Ji. 
Ad  ogni  passo  che  no,  lacevamo,  toiidio- 
lavanio  eosi  be'  cimbottoli  ,  cb  egli  era 
Ulvolta  da  ndere  .  Tac.  Va..  Ann.z. 
35.  Alcuni  con  laida  foga  lualberat.  s  ap- 
piattarono tra-  rami  ,  che  scoscendendosi  . 
o  boltonati  per  giuoco  lombolavan  gm.  e 
storpiavansi  f./  testo  lai.  ha:  prorutae 
■irborcs  adflixere  ).  ,        ic   ^-k  „i 

e  1  Per  similit.  Fir.  As.  l36.  Rem. 
p„r-a  mai  esser  donna  ,  uè  viver  certamen- 
te .  insino  a  tanto  ch'io  non  la  fo  lombo  • 
lar   giù  «la  tanta  feliciti. 

*  R  II  /■  in  sigaific.  alt.  Lasc.  tea. 
I  noJ.  IO-  Nello  scender  la  scala,  come 
volle  la  sua  disavventura  ,  loc.umpando 
ec.  ,  la  tombolo  tutta  quanta.  (I  )  ^l'eg- 
3l5  Perch'  io  non  abbia,  tombolando  un 
balio.  Poi  rotolato  m  qualche  [ossatelo. 
Malm.  II  45.  Lo  spinge  luor.  a  toml.o- 
lar  la  scala    f-VJ 

3  TOMBOLATA.  //  tombolare. 
S:  e     iJicesi  anche  per  Sorta  di  ballo. 
.  Ualm     II.  45     the   sapendo  eh'  e.  fa 
la  contadina  ,   Vuol    eh'  ei    faccia    pero  la 

tombolala  ".  (1^)  _, 

•+  *  TOMBOLE!  TO.  /Idd.  Tar- 
chiato, Crasso  e  tondo  „  foggia  di  tombolo. 
Kellm.  Bucch.  168.  E  ve,..i  gli  tenean 
quallro  paggetti,  Tulli  dell   Arno,  e  tutti 

lombolctti.   (A)  .      ^     .    r- 

TOMBOLO.  Capilomlolo.  Cant.  Lara. 
Oli  34  11  (onibol  schiavonesco  e  falico- 
.0  Donne,  si  ben  facciamo.  Che  senza 
alcun  riposo  Tre  volle  e  quattro  già  fatto 
r  abbiamo. 

S  I  Onde  in  proverb.  diciamo.-  lo  non 
ne  farei  un  tombolo  in  sull'  erba  ;  che 
«/e  lo  stesso  .  che  Kon  ne  ^.oliere,  la 
mano  so^pra  .  Lai.  ne  mannm  c,titdem 

verterem .  l      r<  ..t^ 

+  8  11.  Tombolo,  si  dice  anche  Certo 
strumento  corto  e  rotondo  sul  quale  si  Jan 
labori  di  trine,  o  simili. 

J  TOMO.    Pronunzialo  coli'  O  stretto. 
Il  tornare.   Lai.   casus,   mina.   Gr.    ItTCo- 
,.c.    Boec.  no..  ,3.  6.  Vi  vorrei  una  volta 
con  esso  teco  pur  per  veder  fare  d  tomo 
a  quei  1  laccheroni ,  e  tormcue  una   satol- 
la      Frane.    Sacch.    nov.    l52.    E    brie- 
vemente   e'  faceva    un    tomo    quasi    come 
una   persona    (parla  d'un   asino).    Ar. 
Fur.  45.   1     Tanto  più   tosto   hai  da  ve- 
dergli i  piedi,  OV  ora  ha  '1  capo  ,  e  far 
cadendo  il  tomo,    r.ern.    Ori.  I.  3.  2.\.  Di 
dietro,  dico,  andrà  da  valentuomo.  Tanto 
che  gli  faran  fare  un  bel  tomo  .   ]:  i    4 
27.   Cn  tomo  fé  ,  ma  salto  presto  in   pie- 
de,  Che  non  fu  visto  mai  salto  s.  mito. 
*  .SWi„..   Om.facc.    ,44    E  nella  polve 
un  tomo  Di'e  sopra  la  collottola  e  le  spal- 
le. (Slm)  .  ,  ,„ 
=;=    §.    /,.  pro.erb     Son   ne  /arci   un  10- 


T   O  M 


T  O  N 


i5Sl 


mo  in  sulla  paglia  ,  .he  vai.  lo  slesso 
che  Kon  miteni  la  mano  soszopra.  l\on 
ne  farei  un  tombolo  in  sulf  erba  ...  la- 
t„ir.  2.  non  ne  farei  un  tomo  in  sulla  pa- 

ì         td 

*  TOMO  Col  primo  O  aperto,  trall.in- 
dosi  di  lihri,  .ale  lane,  o  Jolunie.  Lai 
tomus.  Gr.  T6;ul05.  -B"<"'-  ^ 'f-  •''  ^:  '*>.• 
Fitto  In  qualche  libier.a  vorr.  mangiarsi. 
Divorarsi,  inghiottirsi  tomi  interi.  L  J.  S. 
2  In  quel  tomo  più  alto  si  ragiona  Del 
maggio. domo.  *  S.-gncr.  l-i..p.  Qui'-t.  b. 
5  Cosi  lungamente  dimostra  ec.  >l  j'ua- 
rcz  nel   lomo  secondo  i/e  religione.  I J  IJ 

+  TONOLTO.  y.  A.  Iiimullo.  Lai. 
tiimultus  .  Gr.  SifvSo?  .  Te.^orcll.  Ir. 
Che  un'  ora  cresce  molto.  E  la  grande  to- 
mollo  (qui  la  stampa  di  I  ir.  1824.  tnp. 
II.  pas.  Sq.  legge-  tumolto  ). 
TONACA.  /  .TOMCA. 
TONACELLA.  Tonicclla .  Ir.  Cioid. 
Fred.  R.  Ofleii  all'  altare  una  bianca  lo- 
nacella  .  Menz.  .^al.  9.  O  almen  data  gli 
avrian  la  tonacella.  Rè  mostrerebbe  1  su- 
dici ginocchi ,  ec.  ^  . 

*  §.  Tonacella  ,  dicesi  più  propria- 
mente il  Paramento  del  suddiacono,  ed 
;.  simile  alla  Palmali.a  ,  se  non  che  Ila 
le  maniche  più  larghe  Cis.  Impr .  I 
due  Canonici  assistenti  ,  avendo  indos- 
sate tonacene  dello  stesso  colore  ,  fu  dal 
prelato  incensato  tre  volle  .1  santo  taber- 
nacolo.  (A) 

TONACIIINO.    Pira,   di   Tonaca,   l.at. 

tnnicula.  Gr.  Z'-™'"'""'-  '"''"^;  ■"";  ^■ 
Pur  sotto  il  tonachin  fia  che  s  appial- 
te  Ciò  che  lor  grava  e  1'  uno  e  1  allro 
lombo  . 

TONAMENTO.  Il  tonare. 
•f  g.  Per  similil.  Ziliald.  Andr.  120. 
Tonamcnlo,  0  lucinamento  negli  orecchi, 
ovvero  chiudimento  nelle  nare  (il  I  oca- 
boi,  alle  cori  BL'CINAMERTO  ,  CHIU- 
DIMENTO  ,  e  NAllE  cita  questo  esem- 
pio come  trailo  da  iP  Aldobr.).  £  121. 
Tonamenlo  e  rugghiamelo  di  vento  ,  e 
fumosil'a  d'  esso  montare  alla  testa. 

"  TONANTE.  Che  tuona.  Che  ful- 
mina. Tass.  Ger.  17.  lì-  Apelle  forse  o 
Fidia  in  tal  sembiante  Giove  formo  ,  ma 
Giove  allor  tonante.  (I')  Hi  P-''-  ^■ 
Fidia  non  vedde  Giove,  e  pur  lo  fece  In- 
nante. (.-IJ 

*  e.  I.  E  figuratam.  Heg.  Malr.  19. 
E  questo  lo  mette  il  tonante  dottoie  Am- 
brosio santo.  (Ci  Segr.  Fior.  .^s.2.  Per- 
chè con  voce  tonanle  ed  arguta  Alcun  d. 
loro  spesso  o  raglia,  o  ride.  Se  vede  cosa 
che  gli  piaccia,  o  fiuta.  (T(  ) 

*  §.  II.  Poh-ere  tonanle.  I  .  1  Ul-Vt- 
RE  ,  §.  V.  (C; 

TONARE  Lo  strepitar  che  Janno  le 
nugole,  tal.  tonare.  Gr.  fifo-i-.à-'.  Tcs. 
Br  2.  37.  Li  forti  percotimenti  de  venti 
"listringono  e  cacciano  si  fortemente  eh' 
egli  passano  la  nuvola,  e  fa  tonare  e  balena- 
re  e  cade  giù  di  tal  forza,  per  gli  grandi 
venti  che  la  cacciano,  che  alcuna  cosa  non 
ha  contra  lei    fortezza. 

%\.ln  signific.  alt.  Far  tonare.  Man- 
dar  tuoni.  Pani.  Inf  3l.  Gli  or, ibil,  gi- 
ganti, cui  minaccia  Giove  del  culo  ancora 
quando  tuona.  Pclr.  son.  20.  Se  1  ono- 
rata fronde,  che  prescrive  L'ira  del  cel , 
quando  il  gran  Giove  tuona,  ec 

?  II  l'er  simili l.  .ale  Komorcggiare, 
Strepitare.  *  Tass.  Ger.  IL  78.  Tuona 
per  r  aria  la  nodosa  trave.  (Pi 

•J-  ;;;  TONAI  OHE  l'erbai,  ma.ic.  Ihe 
tuona.  Che  ronwreggia  come  il  tuono.  Ze- 
no,.. Pisi.  12.  Giove  il  gran  tonatole  .Sede- 
va con  la  sua  squadra  regale.  /•  "l-  Quan- 
do veduto  dal  gran  tonatole.  Apollo,  disse 
Giove,  chi  è  queslo?  l C,  ChM.r.  rim 
pari.  I.  pag.  .-81.  (Qacm.  1730  Porse 
de'  bronzi  ascolto  L'  alto  rimbombo  orren- 


do. Tu  mi  rimembri  in  volto  Su  Flegra  to- 
nalor  Giove  tiemendo.   lAl 

:S  TO.NATBICK.  /■'e"'"'- *  Tonalore  . 
Sahin.  Ina.  Orf  Nubi  lonalrici ,  focose, 
allo  frementi.  (A) 

TONCHIARE  .   Fssere  offeso   da    lon- 

TORCHIATO  .  Add.  Offeso  .lai  ton- 
chio ■ 

TONCHIO.  Gorgoglione.  Lai.  curcu- 
Ho.  Gr.  Tctu'l.  ^ralm.  6.  Sp.  Come  sa- 
rebbe a  dir  loochii  e  lignuole.  Punteruoli, 
moscion  ,  tarli  e  farfalle.  »  .'■'ah-in.  Ceor. 
Iib.  I.  E  il  tonchio  A  un  gran  monte  di 
grano  dà  il  sacco.  (F/ 

TONCHIOSO.  /Idd.  Che  ha  tonchii . 
Buon.  Ficr.  5.  4.  5.  E  lo  spillo  in  un 
nugolo  fumoso  Fu  visto  uscir  da  quell 
atra  cloaca  Brutto,  nero,  tonchioso  (qui 
per  siniilit.  ). 

TONDAMENTO    /'  tondare. 
g.    Per    Tondati.ra  ,    Tosamento.   But. 
far.    3.    I.   Cura  d'acconciare   li    corpi, 
londamento  di  capelli. 

TONDARE.  Far  tornio.  l.al.  rolundare. 
Gr.  ouaipoùv,  (iTpJ'/V'j)^.''- 

J  §  I.  Per  Fondere,  To.iare;  e  si  usa 
in  signijic.  alt.  e  neulr.  pass.  Lai.  tende- 
re .  Gr.  xeipscv  .  Mor.  S.  Greg.  2.  25. 
Ora  adunque  tondarsi  il  capo  non  e  al- 
tro ,  se  non  tagliar  dalla  nostra  mente 
ogni  soperchio  pensiero.  F  appresso:  Ini- 
perlanto,  udile  1'  avversitadi,  noi  non  pos- 
siamo dire  che  ella  si  tonda  il  capo.  fr. 
lac.  T.  3.  27.  7.  f  oich'  egli  t'  ha  fondata , 
Vii  tonaca  t'  ammanta. 

:?  g.  11.  Tondare,  si  dice  anche  del 
Tagliare  che  fanno  i  legatori  di  libri  le 
estremità  delle  carte  per  recarle  tutte  a 
un  pari  .  «  Hiion.  Pier.  3.  2.  9.  E  nel 
tondarlo  avverti  Di  noi  punto  intacca- 
re -.  IC)  ,  ^  .  ,. 
f  J  §.  III.  Toniinre ,  parlandosi  rft 
piante  ,  .ale  Tagliarne  i  lami  insino  in 
sul  tronco  .  Pallad.  Febbr.  l5.  La  vite 
novella  ec.  non  si  vuole  tutta  tondare 
(qui  la  slampa  legge:   londere). 

V  g.  IV.  /'.'  per  similil.  parlandosi  di 
persone,  .-ale  Tagliare  il  capo.  ..  Morg. 
2-.  66 .  Che  combatteva  come  dispera- 
to';  E  pota  e  tonda  e  scapezzava  e  stral- 
cia ...  (C) 

t-  %.  V.  Tondare,  dicen  da  Corallai 
all'operazione  che  Ja  il  londatore  per  al- 
tondare  il  corallo  chinnato.   (A. 

'\  i:-  TONDARELLO.  Aggiunto  di  Pi- 
no di  .<apore  Ira  l'abboccato  e  C  asciullo. 
l-ortig.  Picc.  23.  62  Di  vini  non  vi  par- 
lo ;  v'  eran  luti:  :  Dolci,  abboccali,  tonda- 
relli,   asciutti.  (  t) 

*  TONDATO.  Add.  da    Tondare.  (A) 
'\    *  g.    Per     Tosato.     Sai. in.     Jliad. 

20.  57.  Con  lor  sen  già  Vulcano  ec.  Ed 
in  sua  compagnia  Febo  con  chioma  Non 
tondata,  e    Diana   cacciatrice,  ec.   lA) 

*  TONDATor.E.  Tenn.  de' Corallai. 
Colui  che    l,.nd,i   il    corallo  chianalo^    (Al 

TONDATUTiA.  Tonditura,  o  Cièche 
si  le.a  in  toiidiindo.  Lai.  prces gmen, 
resegmen.  Gr.  o'i:c/M;>p.'y.  Fir.  As.  7». 
riceva  d-  andar  ricogliendo  le  tondalure 
de'capell.  de'povcri  giovani.  Art.  I  clr..\er. 
2  44  In  boccetta  di  vetro  in  libbre  una 
d'  acqua  forte  potente  solvetti  once  qu.il- 
tro  d'argento  fine  fogliato,  cioè  touda- 
tuia  dell' ar.;;ento  in  foglia. 

*  TONDEGGIAMENTO.  //  tondeg- 
giare j  P.olondilà.  lìaldin.  Dee.  Vera  ap- 
parisce una  mezzina  di  rame,  "''!=  -'  Pf 
'suo  tondeggiamento,  si  pel  co  lodo  gab- 
ba eli    occhi  de' riguardami,   fw; 

i  TONDEGGIANTE.    Che  'o'feg''' 
Che  pende    alla  f,;:„ra  tonda     I  '-/"'■ 
è8.  Io    non    dubito    punto    che    tutti   tre 
questi  seri»,  r;   narl.no  de' din.oio. .  il  fa- 
Je  i  quali  .ondeggianti  e  sfamati    sempi. 


j552 


T  O  N 


nella  pittura  è  stata  lode  grandissima-  (V) 
TOKUEGGIAHE.  Vendere  alla  fgitra 
tonda  j  e  sì  usa  in  signijic.  att.  e  neiitr. 
pass.  Red.  Ins.  52.  Per  di  sotto  londeg- 
giano,  son  convciì,c  e  rigate  per  lo  lungo. 
£  Oss.  an.  6.  Wc'l  destro  fegato,  che  tro- 
vai esser  maggiore  del  siobtro  ,  tondeg* 
giavaoo   cinque  rilevale  vescichette. 

TONDECGIATO  .  ^dd.  da  Tondeg- 
giare,  l'arch.  Lez.  2l8.  Selihene  il  pit- 
tore non  fa  la  ['ersona  tonda,  fa  ijuei  mu- 
scoli  e  memliri  tondeggiati  di  sorte  ,  che 
ec.  Cai.  Sist.  204-  Dentro  al  tjuale  si 
vada  rivolgeudo  rjsualrneale  qualsivoglia 
solido  ;issji  grossamente  londeggiato.  ' 

'f  ^-  TO.NDELLIxNO.  Dim.  di  Ton- 
do;  Glohctlo.  rSellin.  Cimi,  fìucch.  5-  E 
que'bt.-' londellini  fatti  a' biscanti  degli  oc- 
chi, rhe  sono    ne' visi,  ec.    (.4) 

?:•  TONDENTE.  Che  tonde.  Plut.  Adr. 
Op  mor.  ^.  36^.  Colui  che  ristringe  la 
moglie  e  la  riduce  al  poco  ec.  rassembra 
i  tondcnti  le  cavalle,  che  poi  le  guidano 
al  fiumt-  e  lago  ove  voggendo  lor  forma 
per  la  mozzatura  de'  crini  laida  e  sozza 
dìsiiiottano  r  alterigia  e  si  lasciano  monta- 
re dagli  a-^ini .  (C) 

TO>DEl:E.  Tosarej  e  si  usa  in  sì- 
gnijìc.  alt.  e  ni'utr.  pass.  Lat  tendere. 
Gr.  rii'pifj  .  Cavale  Pungil.  Era  come 
uno  agnello  mansueto,  il  quale  è  portato 
alla  vittima,  e  tace  quando  è  tunduto. 
Jìocc.  nov.  22.  tit.  Il  tondino  lutti  gli  al- 
tri tonde,  e  così  campa  dalla  malaventu- 
ra. Cr.  9.  70.  I.  Del  mese  d'Aprile  ne* 
luoghi  caldi  bi  tondino  le  pecore,  e  i  se- 
rotini agnelli  si  segnino.  Maestruzz.  l-  2.!\. 
I  conversi  ancora  si  tondone  per  la  re- 
uunziaziune  delle  cose  temporali,  ma  non 
f>i  radono,  pcnliè  non  s'occupano  ne*  di- 
vini misterii.  Fav.  Ksop.  Non  si  ardiva- 
no di  andare  a  tondersi,  e  a  radersi  la  in- 
canutita barba,  -i^  /'//.  SS.  Pad.  2.  386. 
Tondessile  trecce,  e  niisesi  un  vestimento 
del  marito,  (yj  Da\'.  Scism.  l\2..  Si  fece 
tondere,   e   galante   vesti. 

•^  g.  Tondere,  dice.ti  anche  del  Taglia- 
re i  rami  superflui  alle  piante.  /'.  TO- 
SAHE,  §.   III.   ]C) 

•.-  TONDERELLO.  Jdd.  Pitondetio. 
lUm.  buri.  2.  207.  Quel  bel  mcniino 
auzzo  e  tonderello.  Che  me  '1  par  mille 
volle  aver  veduto,  (/l) 

TONDETTO.  Su.ft.  Dim.  di  Tondo, 
sust.  lìorgh.  Mo-i.  161.  Un  colai  pìccolo 
tondello  d'ariento  nel  mezzo  del  bacino, 
e  nel  coperchio  dr-lla  mesciroba. 

TONDETTO.  Add.  Pim.  di  Tondo. 
J^ifj.  J'iagg.  Abunì  chiari  come  il  cristal- 
lo, e  sono  un  poro  più  timdetti  che  gli 
altri,  e  hanno  grande  virtù. 

TO.M>l-.Z7.A.  Astratto  di  Tondo.  Lai. 
rotunditits  .  Gr.  aT^oy/uJoT*);  .  Dott. 
Jac,  Pant.  25.  In  tutte  le  sustanze  D' in- 
finite abbondanze.  Di  moto  e  di  tondezza, 
Di  luce,  e  di  fatteiza.  A'  2fi.  E  la  tondez- 
za e  l'arco.  Che  ci  fa  1' ocrhu»  ,  varco. 
Varch.  I.rz.  1.^8.  Essendoci  la  forma  , 
cioè  la  toDtIczza  e  la  materia  ,  cioè  il  le- 
gno. 

TONDINO.  ìììcianio  comunemente  a 
Quel  piatto  che  si  tiene  davanti  nel  man- 
giare a   tat-ola. 

•f  §.  I.  Tondino,  si  dire  anche  per  .Veni' 
hretto  tf  ar.hitrllura  negli  ornimenti,  the 
e  un  cilindro  di  pncol  diametro,  detto  an- 
che  /islragalo,  /iottaccino.  Lat.  trochihis, 
ì'itruw  Gr.  Tj;o;(t)o';. 

t^  %.  II.  Tondino,  ditesi  anchea  una  Pic- 
cola tavoletta  ih  figura  tonda  ,  o  ovata. 
JJaldin.  /Vr.  Quattordici  pìrcolis»imi  ora- 
li e  tondini  contenenti  falli  di  Gesù  Cri- 
»lo    fJj 

TO.^DITUnA.  Il  fondere.  Tomura. 
§       I.      l'er     Tondatura  ,    Ìl  paregt^iare, 

V  adeguiKre.  Lat.  exa<juatio.  Gr.  ('^l'aw- 


T  o  r« 

S15.  Fiamm.  7.  66.  Kon  li  sia  a  cura  d' 
alcuno  ornamento  ec.  avere,  cioè  di  nobili 
coverte  di  colorì  Tarii  tinir  e  ornate,  o  dì 
pulita  tonditura,  o  di  leggiadri  niinii,  o  di 
gran  titoli-  Frane.  Jìarf'.  160  7.  Allo 
sparvier  lo  becco  non  si  rade,  &Li  tondi- 
ture rade  Fanno  grand'  unghie,  m  lana  gli 
cade. 

g.  II.  Per  Quello  che  in  tondando  si 
lieva.   Lat.    prcesegmina ,  resegmtna.    Gr. 

•f  TO.NDO.  Sust.  Spera,  Cloho,  Cir- 
colo, Circonferenza.  Lai.  sphaera,  circu- 
lus.  Gr.  if'xi'p'jc.  Pani.  Conv.  Il5.  Pia- 
ione  ce.  scrisse  ec.  che  la  terra  col  mare 
era  ben  il  mezzo  di  lutto,  ma  che  *1  suo 
tondo  tutto  si  f;irava  attorno  al  suo  cen- 
tro ,  scfjueodo  il  primo  movimento  del 
cielo.  Dant.  Par.  i3.  E  vedrai  il  tuo  cre- 
dere e  *l  mio  dire  Nel  vero  farsi  come 
centro  in  tondo  Amm.  Ani.  l^.  5.  6-  Nel 
tondo  non  può  trovare  ogni  uomo  lo  mez- 
zo, se  non  quegli  che  oe  ha  la  scienza. 
Pelr.  cap.  IO-  Erodoto  ,  di  greca  istoria 
padre.  Vidi,  e  dipinto  il  nobil  geometra 
Di  triangoli,  tondi,  e  forme  quadre.  IVov 
ant.  28.  2.  Matto  e  colui  eh' è  si  ardito, 
che  la  mente  mette  di   fuor  del  tondo. 

§.  I.  Tondo,  diciamo  anche  a  un  Certo 
arnese  piano  e  ritondo,  per  lo  più  di  sta- 
gno, per  uso  di  tenervi  sopra  i  bicchieri 
e  il  Jiasco  in  sulla  tavola,  e  corrisponde 
forse  a  quello  che  ila  Petronio  fu  detto 
in  Lai-  circulus  incitega.  Maini.  7.  li. 
Lasciato  il  fiasco  voto  sopra  'l  tondo,  Vol- 
tossi  a  dicci  pan  da  Veo  provvisti.  ♦  Puon. 
Fier.  3.  1.  IO.  Vedi,  apparalo,  su  pc' 
tondi,  Di  lazze  e  di  bicchieri.  (J\'j 

g.  II.  Tondo,  per  Colpo  dato  a  tondo, 
0  in  giro.  Morg.  7.  54-  Punte,  rovesci, 
tondi,  stramazzoni.  /:  27.  y^-  E  trasse  un 
tondo  di  maestro  vecchio,  Che  'Icapo  por- 
tò via  sopra  l'orecchio.  Ctrijf.  Calv.  2. 
62.  E,  rolla  r  asta,  trasse  il  brando  pre- 
sto, E  sciorinòe  infra  i  uimici  un  tondo. 
^  §.  Ili.  Per  Fiaggio  fatto  in  giro. 
Ar.  lur.  IO-  70-  Or  veder  si  dispose  al- 
tra campagna,  (.he  quella  dove  i  venti 
Eolo  instiga  ,  E  6nir  tutto  '1  cominciato 
tondo.  Per  aver  ,  come  *1  sol,  giralo  il 
mondo,   (fìr) 

TONDO.  Add.  Di  figura  circtilare,  0 
sferica^  Che  pende  nel  rotondo.  Lat.  ro- 
tundus.  Gr.  5r|CO'/yJ)o;.  Ilocc.  nov.  l3. 
1-.  Trovò  due  poppcUinc  tonde,  e  sode, 
e  dilicale.  A'  nov.  yo.  9.  Toccandole  il 
petto,  e  trovandolo  sodo,  e  tondo.  Punt. 
ìnf.  \\.  Ed  egli  a  me;  tu  sai  che  *l  luo- 
go ì;  tondo. 

g.  1.  Tondo,  per  Semplice,  Grossolano. 
Pocc.  nov.  23-  5.  Quantunque  fosse  ton 
do  e  grosso  uomo,  nondimeno  ce.  avca 
di  v.ileulissimo  frate  fama,  fìellinc.  son. 
l5l.  E  s'io  son  grosso  e  tondo.  Dite  quel 
che  vi  pare-  Galat.  ^O.  I  luiinglrirri  mo- 
strano aperto  seguo  di  slimare  che  «.«dui, 
cui  essi  carezzano,  sia  vano  ed  arrogante, 
e,  oltre  a  ciò,  tondo,  e  ili  grossa  |>asla. 
I.asc.  Spir.  2.  3-  Son  eglino  però  uomi- 
ni sì  tondi  e  si  materiali,  come  dicono  A- 
mcrigo  e  Giulio?  Mahu.  5.  1.  Un  altro 
è  poi  si  tondo  e  sì  miinhione,  Che  se  le 
beve   tulle,  e   a  ognun  d^  fede. 

^  §-  II-  Tondo,  e  anche  aggiunto  che 
si  dà  a  una  qualità  di  pane  sopranne. 
ì  .  PANE.  S    W.tCi 

«  g.  111.  Fsser  pia  tondo  delP  O  di 
Ciotto,  difesi  d'  un  t'orno  sciocco.  Cecc/i. 
Assillai.  3.  5.  Tu  set  più  tondo  dcll'O 
di    Gioito.    Oedi  lu  ec.    (F) 

S-  IV.  Tondo  di  pelo,  vale  lo  stesso. 
Salv.  Granch.  a.  5-  lla'mi  lu  per  coiìinn 
do  Di  pelo,  rb' io  li  voglia  imbarcare 
Sema  biscotto  T 

^.  V.  Tondo,  aggiunto  a  Moneta,  vale 
Che  è  senta  rotti,  Cht  non  i  ne  più,  ne 


T  0  W 

meno  j  che  oggi,  in  modo  basso,  per  mag- 
giore energia  più  comunemente  si  dice 
Tondo  tondo.  Patajf.  5.  Per  le  Ire  Ltt* 
tonde  lien  carriera. 

*  §.  VI.  Detto  di  Aumero.  Sorgh. 
Jiton.  236.  E  quando  pure  aveMer  volalo 
che  quel  numero,  che  noi  per  laogbissi- 
mo  uso  chiamiamo  tondo,  del  XX  ,  prr 
comodità  de' conti  corrispondesse  alla  mo- 
neta dell'oro,  se  l'avessero  anche  ballo- 
ta a  quel  peso,  lo  potevano  ageTolmente 
fare.  (  Fj 

*  g.  VII.  Carattere  tondo,  diceji  Quel- 
lo che  e  meno  atto  alla  velocità  dello  scri- 
vere, a  differenza  del  corsivo.  (C) 

V  g.  Vili.  li  Carattere  tondo  ,  dicono 
eli  Stampatori  Quello  che  non  ha  pen- 
denza, a  differenza  del  corsivo.  (Cf 

§.  IX.  Tondo,  per  Isolato,  bi  rilievo. 
Che  non  e  unito,  o  attaccato  ad  altra 
cosa.  Borgh.  liip.  320.  Un  sepolcro  di 
marmo,  dove  si  veggono  tre  Egure  tonde  , 
che  colla  testa  sostengono  la  cassa. 

§.  X.  Sputar  tondo,  vale  Stare  in  sul 
grande.  Ostentar  gravità.  Lat.  maximoj 
spiritus  haliere.  Or.  ^S'/atipovcIv.  Fr. 
Jac.  T.  1-4-  12.  Chi  sì  specchia  in  bel 
parere.  Spula  tondo  e  va  leggiere-  J'ar- 
eh.  Ercol.  yi.  £  di  questi  tali  si  suol  di- 
fe,  ora  eh'  ei  gon6ano,  e  ora  che  egli  spu- 
lano tondo.  Lib.  Son.  5l.  A  cui  tu  inse- 
gni così  spular  tondo.  Puon.  Fier.  3.  4- 
IO.  Tra  se  parlando  ,  arricciando  le  lab- 
bra. Spulando  tondo. 

3  TO.NDUTO.  Add.  da  Tonderej  To- 
sato. Lat.  tonsus.  Or.  /.oLpu'i.  Bocc.  nov. 
19.  24.  I  capegli  tondutosi,  e  trasforma- 
tasi tutta  in  forma  d'un  marinaro,  verso 
il  mare  se  ne  venne.  /;'  lett.  Pin.  Boss. 
281.  Tondutasi  i  capelli  e  S[<rczzala  la  sua 
bellezza ,  in  abito  d' uomo  sempre  il  se- 
guilo. jMacstrtiz::.  1.  a4-  1^  cherico  ha  a 
portare  ].i  rasura  ìn  raodo  di  corona,  e 
tonduti  i  capelli  di  sotto.  Put.  Così  era- 
no tutti  li  protlighi  ,  rolli  capelli  tonduti 
a  modo  delli  ronversi  de'  fiati.  Amet.  48. 
Il  sangue  di  l'irò  non  era  ancora  cono- 
sciuto né  caro  per  dare  colorirle  lane  clie 
per  sé  medesime  radevano  delle  non  ton- 
dule  pecore.  Cr.  0.  70.  1  -  Le  tondule  pe- 
core aiuterai  io  questo  modo.  ^  Menx 
sat.  g.  £  nel  londuto  iucamiciato  Clero 
Ben  veder  puoi  chi  con  bcirclta  a  spicchi 
Gi'a  siede  all'altrui  desco,  e  squaita  il  ae- 
ro. (PJ 

*  g.  F  in  forza  di  Susi.  •  Pocc.  nov. 
22.  tit.  Il  londuto  tutti  gli  altri  ton- 
de n  .    (A) 

*  TONELLATA  .  /'.  TO^.NELLA- 
TA.  fAj 

TO'NFANO-  Picettacoio  d'acqua  ne' 
fiumi,  ove  ella  è  più  profonda.  Lat.  gur- 
ges.  Gr.  oi'vt;.  Lib.  Masc.  Si  tenga  il  ca- 
vallo a  notare  per  un*  ora  in  un  tonfano 
d'acqua  chiara.  F  appresso  :  Quando  il 
cavallo  sar'a  uscito  drl  tonfano.  Buon 
Fier.  2.  2-  10.  Chine  Slralnicrhevoli  , 
tonfaui,  paludi.  E  Tane,  inlerm.  3.  L  ìn 
quel  tonfano  Lag^^iù  godono  e     trionfano. 

g.  Per  I  aso  da  tvrr,  di  vasta  tenuta, 
ec.  Ped.  Piiir.  45.  In  quel  vi-tto  che  chia- 
masi il  tonfano.  Scherza»  le  Graz. e  e  vi 
trionfano.  F  appresso  :  Colmane  Ìl  ton- 
fano, e  porgdu  a  me. 

TONFO  i  attuta,  ed  anche  il  Bcmwv 
che  sì  fa  in  cascando.  Jac.  Pav.  Slor. 
a.  275.  Gli  avvcrsarii  all' incontro  rov«> 
sciano  loro  addosso  condotti  massi ,  rbe 
con  gran  lon6  sfrarellano,  cooBccano,  am- 
maccano.  F  Oraz.  Gen.  dflth.  i5o.  Noi 
I  sentiremmo  sopra  di  alcuni  di  loro  alcuna 
di  queste  ponderose  macchine  dar  un  ton- 
fo lerrdiile,  e  fra);ellarlo.  Ct  AWrf.  sai.  tì. 
Noli  *l  periglio,  e  vegga  a'  flutti  foofi  in 
preil.i  la  mia  barca  or  gir  in  cielo.  Oi  ne- 
gli abissi  dar  gli  ultimi  tonfi.  (Bj 


T  O  N 

*  TONFOLARE.  Cascare  con  rumo- 
re. Far  remore  in  cascando.  Palajf'.  g. 
Se  pi):;ae,  ood  nidligna  tUDfulaodo.     (*) 

TOKICA,  e  TONACA,  t  està  /unga 
usata  dagli  antichi.  Lai.  tunica.  Gr.  X^^' 
Twv.  yit.  S.  Ciò.  Bat.  Quegli  alzava  la 
tonica  à"  intorno,  e  coglie  6ori,  e  latto  se 
n*  empie.  Cascale.  Pungil.  Che  a  chi  ci 
toglie  la  tonaca,  lasciamo  eziandio  il  man- 
teUo,  prima  che  ci  pogniamo  a  contender 
con  lui.  Maestrutz.  2.  9.  9.  Dice  il  Van- 
gelio  :  a  chi  tuuI  Icco  in  giudirìo  conten- 
dere, e  torre  la  Ionica  tua,  lasciagli  il 
mantello.  Fr.  Sacch.  rim.  16.  Tristo  a 
colui  che  con  costor  s' incronica,  S' e*  non 
empie  lor  man  sollo  la  tonica. 

§-  1.  Oggi  propriamente  diciamo  Toni- 
ca Quella  che  usano  i  Religiosi  claustra- 
li. Coli.  Ab.  Isaac.  Quando  possiamo 
stare  di  due  toniche  tra  per  lo  dì  e  per 
la  notte  ,  non  dobbiamo  volerne  tre.  Vit. 
SS.  Pad.  1.  II.  Prese  la  tonaca  sua,  la 
quale  in  modo  di  sporte  egli  medesimo  s' 
avea  tessuta  di  palme.  E  appresso  :  Per 
reverenza  del  suo  padre  Paolo  quella  to- 
cica  portava  pure  le  Pasque,  e'  di  molto 
solenni.  E  91.  Scrisse  quasi  un  testa- 
menlo^  lasciandogli  lutte  le  sue  riccfaez- 
te,  cioè  lo  libro  de'  Vangeli,  e  una  toni- 
ca di  sacco,  e  una  cocolla. 

*  §.  II.  Tonaca,  dicesi  anche  Quella 
vesta  lunga  che  portano  i  cherici,  e  sin- 
golarmente i  Preti  quando  dicono  mes- 
sa.  (C) 

§.  III.  Per  mela/.  Frane.  Sacch.  rim. 
l4'  D' ogni  opera  perversa  tu  se'  tonica 
(cioè,  ricoprimento  ,  e  ricetto).  Benv. 
Celi.  Oref.  121.  Tantoché  la  tonaca  del- 
la statua  si  vegga  ben  cotta  (qui  persi- 
milit.t  e  vale:  la  terra  cotta  che  ricuopre 
la  statua  )  . 

*  §-  IV.  Tonica,  per  Membrana.  Lat. 
tunica  .  Gr.  Xi-zo^v  ■  But.  Par.  26.  Di 
gonna  ìn  gonna,  cioè  di  tonica  in  tonica- 
Dìcono  i  naturalisti,  che  1'  occhio  è  com- 
posto di  più  sode  tuniche,  come  foglie.  (') 

Sr  §.  V.  Tonaca,  dicesi  Quella  terra, 
che  si  soprappone  alla  cera  dei  modelli , 
per  farne  la  forma.  Benv.  Celi,  l  it.  2. 
4l3.  Fatto  che  io  ebbi  la  sua  tonica  di 
terra  (che  tcnica  si  domanda  in  nell'ar- 
te) ec.  cominciai  con  lente  fuoco  a  trarne 
la  cera.  (C) 

TONICELLA.  Dim.  di  Tonica.  Bocc. 
nov.  63.  10.  Era  ec .  spogliato,  cioè  sen- 
ta cappa  e  senza  scapolare  ,  ìn  tonicella. 

§.  Tonicella,  si  dice  più  propriamente 
al  Paramento  del  diacono,  e  suddiacono. 
Lat.  dalmatica.  Ar.  sat.  3.  Io  ne  pianeta 
mai ,  ne  touicella ,  Kè  chierca  vo'  .  Serd. 
lett.  l.  707  Due  Portoghesi  con  le  torce, 
e  uno  in  tonicella,  che  portava  la  croce  . 

TONICO,  y.  A.  Intonaco.  Lat.  alba- 
rium  opus  .  Gr.  xovi'«/ia  .  Pallad.  cap. 
14.  E  '1  tonico  delle  pareli  farai  in  que- 
sto modo ,  che  colla  cazzuola  fregherai 
spesse  volte  ec. 

*f  TONNARA.  Luogo  dove  stanno,  o 
si  conservano  tonni  j  ed  anche  Seno  di 
mare,  ove  sono  di.tposti  gli  attrezzi  e  le 
reti  per  pescare  i  tonni.  G.  V.  9.  82.  2. 
Tutti  i  giardini  e  vigne  intorno  alla  città 
guastò  ,  e  le  tonnare  del  porto  .  E  cap. 
l58>  \.  E  poi  guastarono  le  tonnare  di 
Palermo . 

*  TONNAROTTO.  Term.  de'  Pesca- 
tori, yome  de'  Marmai  impiegati  alla  pe- 
sca del  tonno.  (A) 

*  TONNEGGIARE.  Term.  di  Marine- 
ria. Tirarsi  verso  un  punto  per  mezzo  d* 
un  cavo  dato  in  terra  ,  o  attaccato  ad  un* 
àncora.  (A) 

•f  *  TONNELLATA,  o  TONELLA- 
TA.    Term.  di   Marineria  ■  Sorta  di  peso 
valutalo   da  due  mila  libbre  di   sedici  on- 
ce ,  che  corrisponde  a   tremila   libbre   co- 
ì'ocabolario   T    ti. 


T  O  N 

tnuni  da  dodici  once,  ovv'cro  a  venti  saC' 
ca  di  grano  di  misura  toscana ,  e  con 
questa  misura  si  determina  la  portata 
delle  navi  .  Onde  dicesi  che  La  tal  nave 
è  di  cento  tooncllale,  per  dire  Che  il  suo 
carico  è  di  trecento  mila  libbre  di  peso  . 
Accad.  Cr.  Mess.  Itb.  1.  pag.  Z^.  Ordi- 
nò che  si  desse  subilo  carena  ai  quattro 
vascelli,  ec:  se  ne  messero  insieme  dieci 
di  ottanta  600  in  cento  tonnellate  .  Ma- 
gai. Lett.  scient.  pag.  H2.  La  prudenza 
v'  è  a  libbre  ,  il  disinteresse  a  cantàra  ,  e  la 
pietà  quasi  sempre  a  tonellate.  (  .4 ) 

TONNINA.  Salume  fatto  della  schiena 
del  pesce  tonno.  G.  V.  8.  54-  6.  E  là  giu- 
gnendo,  erano,  come  tonnina,  in  pezzi  ta- 
gliali e  morti  .  Frane.  Sacch.  nov.  l45. 
Mangiando  col  Procesta  un  di  di  quare- 
sima col  cavolo  e  colla  tonnina  .  ÌUtrch. 
2-  19.  Disse  il  dottor:  non  sai  tu  ch'ier- 
mattina  Tu  vi  cocesti  dentro  la  tonnina? 
Lor.  Med .  canz.  7I.  5.  I  luccianti  ha 
quasi  spenti.  Tutti  orlati  di  tonnina  iqui 
per  similit.  ;.  Buon.  Fier.  I.  4-  IO.  Ho 
dato  a  rinvoltar  tonnina  e  lardo. 

f  TONNO  .  Pesce  di  mare  grande  e 
tondo  a  guisa  di  fuso,  di  due  fino  a  quat- 
tro piedi  di  lunghezza,  di  color  grigiccio 
con  testa  piccola  e  bocca  larga.  Se  ne  fa 
abbondante  pesca  nel  mediterraneo  j  e  la 
sua  carne  è  squisitissima  al  gusto,  e  fre- 
sca e  salata.  Lat.  thjnnits,  thunnus.  Gr. 
^^■jvvs;.  G,  I  .  9.  82.2.  Vennero  ìn  que- 
ste marine  grande  abbondanza  di  tonni  . 
Bern.  Ori.  2.  l3.  5cf.  Quivi  eran  tonni, 
quivi  eran  del6ui  ,  D'  ombrine  e  pesci 
spade  una  gran  schiera  .  Bed.  Oss.  an. 
196.  Un  tonno  ben  netto  dagl'  interiori  , 
e  pesante  trecennovanta  libbre  ,  passava 
di  poco  un  ottavo  di  oncia  di  cervello;  ed 
un  altro  tonno  di  trecenquarantadue  lib- 
bre, pur  netto  ancor  esso  da  tutte  le  vì- 
scere ,  non  arrivava  col  peso  del  cervello 
a  quell'  ottavo   dell'  oncia. 

f  *  TONSILLE,  rerm.  de' iVofomij/i. 
Sono  due  ghiandole  mucose,  delle  quali 
ne  sta  una  per  ciaschedun  lato  dietro  i 
due  archi  del  velo  penduto  palatino  ,  le 
quali  per  mezzo  di  alcuni  piccoli  canali 
escretori  spargono  un  umore  mucilaggi- 
noso.  (A) 

t  TONSURA  .  Tosatura  .  *  Sannaz. 
san.  (E  questo  il  legno  ec.  )  Vedi  il  Pa- 
stor,  che  va  per  le  sue  gregge.  Come  agnel 
mansueto,  alla  tonsura.  (B) 

§.  \.  Tonsura  ,  dicesi  comunemente 
quell'  Atto  preparatorio  agli  Ordini  mi- 
nori  ,  che  anche  si  dice  Prima  tonsura  , 
ed  è  II  tondere  che  fa  la  prima  volta  il 
Prelato  i  capelli  a  coloro  che  intendono 
di  divenir  cherici,  e  passare  agli  Ordini 
sacri.  Lat.  prima  tonsura.  Maestruzz.  I. 
12.  Nota  che  da*  sette  anni  ìnsino  a*  do- 
dici si  può  pigliare  la  prima  tons'Jra  e  gli 
Ordini  minori.  E  I.  24-  Acciocché  alcu- 
no sia  vero  cherico,  non  basta  che  sìa  let- 
terato, se  non  ha  alcuno  ordine  chericile, 
o  almeno  la  prima  tonsura  da  colui  che 
dar  la  può  .  £  2.  6-  2.  Puossi  lasciare 
la  prima  tonsura  ,  ec.  ?  Avvegnaché  per 
antichi  decreti  paia  proibito  ,  oggi  si  può 
lasciare  . 

t  §-  II-  Tonsura,  dicesi  anche  la  Ra- 
sura rotonda  che  si  fanno  gli  ecclesiastici 
in  sul  cocuzzolo  del  capo,  che  altrimenti 
dicesi  Cherica.  Lat.  tonsura.  Gr.  aovsvÌ. 
Maestruzz.  2.  6-  2.  L'  apostasia  dall'  or- 
dine del  cherìcato  si  fa  in  molti  modi  ;  ìn 
prima  in  lasciare  la  tonsura ,  o  la  corona ,  o 
r  abito  cherìcale  ,  ec. 

TONSURARE.  Dare  la  prima  tonsu- 
ra .  Lat.  clericali  tonsura  initiare  .  Fr. 
Giord.  Pred.  R.  Per  potere  esser  cheri- 
co è  d"  uopo  che  sia  tonsurato  di  prima 
tonsura  ,  e  per  tanto  si  faccia  tonsurare 
dal  Prelato. 


T  0  N 


1553 


TONSURATO  .  Add.  da  Tonsurare  . 
Fr.  Giord.  Pred.  R.  Per  potere  esser 
cherico  è  d'  uopo  che  sia  tonsurato  di 
prima  tonsura  .  tr  FU.  }  ili.  l'it.  uom, 
ili.  pag.  61.  Questi  (Arrigo  da  Settimel- 
lo) ec. ,  fallo  cherico  tonsuralo,  pei  suoi 
meriti  ottenne  la  pieve  di  Calenzano,  Le- 
ne6cio  assai  ricco  ,  ec.  (£j 

*  §.  E  in  forza  di  sust.  Segner.  Parr. 
instr .  Vescovi  ec.  che  pongono  la  lor 
gloria  in  aver  numero  grande  dì  tonsu- 
rali.  (.4) 

^  TO'O.  Specie  di  lupo,  così  detto  da- 
gli antichi ,  il  quale  non  è  altro  che  il  Lin- 
ce,  o  Lupo  cerviere.  Salvia.  Opp.  Caco. 
Sovente  i  lupi  co'  sanguigni  pardi  E  pante- 
re congiungonsi  nel  letto,  Oude  i  toì,  rana 
di  robusto  pelo.  (A) 

•f  *  TOPACCIO.  Accresca,  di  Topo. 
Fortìg.  Cap.  (  Liborio  ,  il  caldo  mi  ra- 
sciuga in  modo  ,  ec.  )  E  serpi  e  falchi  e 
topacci  affamali  Faran  di  tutti  voi  strage 
sì  fera  ,  ec.  (A) 

TOPAIA,  yido  de'  Topi.  Soder.  Colt. 
49.  È  cosa  molto  lodata  mandar  i  porci 
a  ruffolar  nelle  vigne  ec,  che  giova  a  dis- 
radicar la  gramigna  e  cattive  barbe,  e  dis- 
far le  topaie  col  ṇfolo  ,  e*  nidi  de'  nocenti 
animali . 

§.  Per  similit.  si  dice  di  Case  antiche, 
0  che  Steno  in  pessimo  stato.  Buon.  Fier. 
4-  4-  2.  Ed  ho  spesso  veduto  Di  belle  case 
fuori,  esser  poi  dentro  Topaie,  e  palchi 
pendoli . 

•S  TOPAIO.  Add.  Di  topo,  o  Da  topo. 
Salvia.  _Vjc.  Tosto  predati  luffansi  in  topa- 
ie Buche.  (A) 

f  TOPAZIO.  Lat.  topatius.  Gr.  ro-izoi- 
?io;.  Ott.  Com.  Par.  i5.  353.  Topazio 
è  una  gemma  intra  l'altre  maggiore,  e 
sonne  di  due  ragioni:  T  una  hae  color  d* 
auro  purissimo;  1'  altra  hae  color  di  pu- 
rissimo aere,  ed  è  si  perspicacissimo,  che 
riceve  ìn  se  la  chiarezza  di  tutte  I'  altre 
gemme  :  dicesi  che  a  colui  che  la  porta 
non  può  nuocer  nimico  .  Mor.  S.  Greg. 
Lo  topazio  è  pietra  preziosa.  Esp.  Salm. 
Nota  che  topazio  è  pietra  preziosa,  che  si 
truova  neir  isola  chiamata  Topazio,  nella 
provincia  detta  Ebaride.  Petr.  canz.  7.  7. 
L'  auro  e  Ì  topazii  al  Sol  sopra  la  neve 
Vincon  le  bionde  chiome  presso  agli  oc- 
chi . 

g.  E  per  similit.  Dani.  Par.  i5.  Ben 
supplico  io  a  te,  vivo  topazio.  Che  questa 
gioia  preziosa  ingemmi ,  Perchè  mi  facci 
del  tuo  nome  sazio.  Bui.  ivi:  A  te,  vivo 
topazio;  cioè  a  te ,  beato  spirito,  che  ri- 
splendi più  che  uno   topazio. 

•f  *  TOPESCO.  Add.  Voce  scherze- 
vole. Di  topo.  Copp.  Canz.  Gatt.  2.  3l. 
Chi  or  dalle  notturne  m'  assicura  Tope- 
sche insidie  ?  o  chi  sopra  il  mio  piede 
ec.  (A) 

*  TOPICA  .  Parte  della  dialettica  . 
Arte  che  insegna  la  maniera  di  trovare 
gli  argumenti .  Lat-  topica  .  Gr.  TOTtxv;'. 
Salvia.  Disc.  I.  356.  Quella  parte  di  essa 
dialettica,  che  dalle  sedi  degli  argumenti, 
e  da'  luoghi  donde  si  cavano  le  ragioni 
probabili,  locale  ovvero  topica  s' addiman- 
da ,  molto  alla  bella  rellorica  contribui- 
sce. C) 

*  TOPICO.  Jdd.  Attenente  alla  To- 
pica. Gal.  Sagg.  3o6.  Questo  non  mi  par 
buon  luogo  topico  per  persuader  la  nobiltà 
di  tale  strumento.  (ySj  l  arch  Ercol. 
52.  Aprir  le  labbra,  e  sciogliere  la  lingua, 
e  rompere  il  silenzio  ,  sono  locuzioni  to- 
piche cavale  dal  luogo  de*  conseguenti,  o 
piuttosto  dagli  antecedenli,  perchè  ec.  (B) 
E  Quest,  Alch  46-  Ella  non  è  ragione 
dimostrativa  ,  ma  topica  e  probabile  sola- 
mente.  fC} 

*t   *    §■    Topico.    Term.   de"  Chirurgi. 
Epiteto  de'  rimedii  esterni,  che  si  appli- 
195 


l5S4 


TOP 


'catto  sulle  parti  ammalate.  Segner.  Parroc. 
instr.  Q.  I.  E  un  rimedio  tuptco,  cbc  ha 
più  fona  .  (/Il  Impcrf.  Anat.  i^^.  Egli 
e  necc&sariu  a*  mcdiri  che  sappiano  per  1' 
appunto  le  luru  origini  e  distinzioni  (de' 
nervi  )  acciurrhè  ìnteudano  a  qual  parte 
(iella  .%piaa  b*  aliltiano  ad  applicare  i  me 
(licanienlì  topici  ,  o  vero  locali  ,  quando 
resta  nflV'so  il  moto,  o  l'osso.  (F) 

TOPINAIA.    Topaia,  nel  sif^aific.  del  §. 

*  TOIMNARA.  r.  j4.  Talpa;  forse 
detta  così  per  essere  simile  al  topo.  Fior, 
f'irt.  cap.  22.  tit.  Della  bugia  appropiata 
alla  topìnara.  (NS) 

TOIMNO.  Add.  Simile  al  color  di  to- 
pò.  Cr.  Q.  58.  I.  L' a&ino  dee  essere  ec. 
di  strette  e  forti  membra  ,  e  dì  color  dc> 
ro,  ovvero  topino  ,  o  rosso. 

V  g.  Topino,  ed  anche  Topo,  chiamasi 
irt  Toscana  una  Specie  d'  ulivo  sativo  con 
foglie  piccole  ,  strette  ,  nascenti  a  muc- 
chi. (J) 

t  TOPO  .  Piccolo  Quadrupede  deUo 
altrimenti  Sorcio  ,  a  cui  il  gatto  fa  con- 
tinua guerra;  ed  enne  di  più  sorte.  Lat. 
mut  Gc.  fxZ^.  IS'ov.ant.  90.  I.  Poco  stante 
vide  entrare  uno  topo  per  la  finestrella  , 
che  trasse  all'  odore.  Rocc.  nov.  7j).  16.  In 
una  sim  loggclta  gli  avca  dipinta  la  batta- 
glia de'  topi  e  dello  gatte.  Dant.  Inf.  23. 
Dov'  ei  parlò  della  rana  e  del  topo.  Pataff. 
8-  O  topo  ,  o  vispistrel  noi  pur  saremo . 
Alani.  Colt.  2.  37.  Questa  e  vcncno  Alla 
notturna  talpa,  al   topo  ingordo. 

§.  I.  E* e*  e  più  trappole  che  topi,  ma- 
niera proverò,  che  vale  ,  che  Le  insidie 
1:  gì'  inganni  sono  più  che  le  persone  da 
insidutre  .  Lor.  Mcd.  canz.  1.  2.  Questo 
mondo  è  pien  d'  inganni,  Son  [mÙ  trappole 
che  topi.  Fir.  Lue.  2.  1.  Padrone,  guar- 
datevi da  queste  cortigiane,  ch'eli' hanno 
più  trappole  che  topi  .  E  2.  3.  Alla  fé  , 
Bello  ,  che  tu  non  s(kgnavi  ,  quando  tu 
dicesti  che  ci  era  più  trappole  che  topi. 

§.  II.  Quando  la  gatta  non  è  in  paese , 
t  topi  ballano.  F.  GATTO,"  §■  XIX. 

§.  III.  Par  l'  orma  ti*  topi.  F.  OR- 
MA» §.   XII.  e  Dare  orma. 

*  §.  IV.  Arrivare  dove  i  topi  rodono 
il  ferro,  in  maniera  proverbiale  j  si  dice 
di  Luogo  in  cui  si  /anno  cose  sopramma- 
no e  quasi  impossibili.  Fir.  Disc.  an.  io5. 
Gli  auticbi,  quando  e"  volevano  con  un 
loro  proverbio  mostrare  che  tu  fussi  arri- 
vato in  luogo  dove  si  facc.s>cio  cose  so- 
prammano e  qua^i  impossibili  ec.  ,  usava- 
no dire  :  tu  se'  arrivato  dove  i  topi  rodo- 
no il  ferro.   {*) 

*  §.  V.  Topo  di  Faraone  j  lo  stesso 
che  Icneumone  .  Lat.  ichneumon  .  Gr. 
i'X'''«u/*wv .  /'.  alla  voce  IGNEUMO- 
NE    (•) 

*  §.  VI.  Topo  ragno.  Topo  di  color 
rossiccio  scuro,  cangiante  in  bigio  e  ne- 
roj  la  sua  coda  e  lunga  la  metà  del  suo 
corpo,  ed  è  coperta  di  corto  pelo.  Lai. 
-orex  araneus.   (A) 

*  §.  VII.  Pesce  topo.  Pesce  così  det- 
to.per  la  sua  somiglianza  col  topo  terre- 
stre, e  specialmente  nella  bocca  e  ne'den- 
li-  Egli  e  corto  e  .ichiticciato  j  la  sua  pel- 
le è  durissima,  e  del  color  della  rena.  Uà 
sulla  schiena  due  piccoli  .ipnntoni  ,  uno 
più  lungo  dell'  altro,  che  s'alia  e  s'ab- 
bassa come  una  molletta.  Salvia,  (fpp- 
Pe.\c.  Pesco  topo,  pesce  di  pelle  durissi- 
ma, p  arditissimo.  {A} 

"^  S-  Vili.  Topo,  chiamasi  anche  Uno 
Strumento  di  ferro,  tietto  altrimenti  Ori- 
salcio,  col  quaie  si  vanno  rodendo  i  ve- 
tri per  ridurrli  ai  tlesttnati  contorni,  vo- 
lendone comporre  figure  nelle  finestre  ve- 
triate.   lìaldin     toc.    Dii    f/l, 

•?  jj  IX.  Topo,  chiamasi  dagli  Agri- 
coltoci  tojscani  Quella  specie  ff  ulivo  che 
anche  V  detto  Topino   ì     TOPICO,  §. /'^> 


TOP 

•f  *  TOPOGRAFI'A.  Descrizione  esat- 
ta d'un  luogo,  d'un  pacte  particolare  j 
ed  è  diverso  da  Geografa,  la  quale  è  de- 
scrizione generale  della  Terra,  d'un  Re- 
gno, o  d'  una  Provincia.  Rim.  bari.  2. 
l38.  Pure  a  Ferrara  ce  n*  andammo  a 
cena;  Della  qual  le  faltcxtc  io  non  dirò. 
Per   non   peccar   m  Ib   topografia.   -A) 

«  TOPOGKXKICO.  Add  Apparte- 
nente a   topoorafta.   (.4) 

TOPOLI.NO.  Dim.  di  Topo.  Lai.  mu- 
scnlus.  Gr.  p.jtK.^i^.  lìurch.  2.  5a.  Ei 
crederà  che  sia  un  topolino.  Arrìgh.  58. 
Tu  formica  piccola,  topolino  ce.,  che  mi 
farai  T  Morg.  18.  l56.  lo  fo  per  caso  co- 
mpii topolino:  Vedrai  s'io  so  ritrovare 
ogni  cosa.  Fir.  As.  56-  Che  non  ti  parti 
tu,  brutta  bcatirciuola  7  eh  ratti  a  riporre 
co'  topolini  simili  a  te,  se  lu  non  vuoi 
sperinicntar  l<r  mie  forxc  adesso  adesso. 

^  TOl'OTESI'A-  Termine  geografico. 
Posizione  di  un  luogo,  i'ar,  Apol,  87.  E 
lor  concesso  (ai  poeti)  non  solo  di  de- 
scrivere I  lochi  grossamente,  ma  fingerli 
di  nuovo,  e  mclternc  uno  in  iscamliìo  di 
un  allro,  servendosi  della  topotcsia  talvol- 
ta   in   luogo  della   topografia.   (  U) 

TOPPA.  Sorta  di  serratura  fatta  di 
piastra  di  ferro,  con  ingegni  corrispon- 
denti .1  quelli  della  chiave,  la  quale  per 
aprire,  e  serrare,  si  volge  fra  quelli  or- 
digni. Lat.  sera.  Gr.  x/ei^sov.  Dant. 
Purg.  p.  Quandunque  1'  una  d'  cste  chia- 
vi falla.  Che  non  si  volga  dritta  per  la 
toppa.  Frane.  Sacch.  nov.  IjS.  L'a  dove 
era  un  uscctto  serrato  ce.  dentro  con 
chiavistello  ,  e  loppa  serrala  a  chiave. 
I.ih.  J  iagg.  Le  loppe  e  le  chiavi  delle 
camere  pur  son  d'  oro.  licllinc.  son.  a. 
Le  chiavi  si  smarriron  per  le  toppe. 
Bern.  Ori.  2.  9.  28.  V.  poi  ognun  ,  e* 
ha  seco  la  ventura.  Apre  bene  ogni  lop- 
pa e    serratura. 

g.  I.  Toppa,  diciamo  anche  a  Pezzuo- 
lo  di  panno,  o  simili,  che  si  cuce  in 
sulla  rottura  del  vestimento.  Malm.  12. 
•So.  Di  certe  loppe,  scampoli,  e  soppanni 
Torsi  d*  impaccio  volle. 

^  §.  II.  Toppa  ,  si  dice  amhe  di 
Qualunque  risarcimento  fatto  a  cosa  u- 
snta.  Buon.  Fier.  ^.  i.  li.  Dalle  cui 
teste  assise  eran  duo  fiaschi  Vestiti  di 
tabacco  e  non  di  sala.  Si  eran  neri  ,  e 
tutti   sdruci   e    toppe.    (C) 

§.  111.  Toppa,  è  anche  termine  del 
giuoco  della  Zara,  col  quale  da  chi  ti- 
ra I  dadi  si  accetta  l' invito  fattogli,  a! 
quale  invilo  si  dice  .Massa.  ^  liuon.  Fier. 
3.  ^.  3.  Chi  ma^sa  T  .  .  .  Toppa  e  ten- 
go .    ...    Sold.  E  anche    ai  dadi?   (M) 

^  §.  IV.  Toppa,  si  dice  da'  Sarti  a 
Quella  parte  che  e  unita  ai  due  davanti, 
e  s'  affibbia  alla  .terra  per  coprir  lo 
sparato   de' calzoni.  ( -l) 

^  S-  V.  Toppa  ,  in  termine  di  Pit- 
tura, vale  Ritocco,  l  asar.  Si  vede  orila 
fine  del  lavoro,  o  col  tempo,  le  toppe  , 
le  macchie,  1  rimessi,  ed  i  colon  sonrap- 
posli.   (A) 

TOPPALLACCHIAVE.  Facitor  dit^- 
pe  e  di  chiavi.  Magnano.  Lai.  falfcr 
ferrarius,  clavtum  fat*er.  (ir.  •  *\kkÌo- 
TtOio;  ■  Salv.  Grandi.  5-  t\.  Mon- 
na Costuosa  mi  manda  per  uno  Toppal- 
laccliiavc,  eh'  e' non  ci  sarebbe  Oidìue  di 
potiT  aprir  quell'  uscio    Allrimcnti- 

TOPI'ABK.  Termine  del  giuoco  della 
Zara.  /  .  TOPPA.  §.  Ili  Hm^n.  Fier. 
3.  ^.  (^.  Che  avendo  il  datlu  l»a1talore 
amico.  Tal  topparc  a  tal  paio  li  nega- 
sic,   C'Ite   VOI    |H>tea    far    d'  or. 

*  TOPPE TTO.  Dim.  di  Top/>o  ; 
Pezzetto  di  pedale  gros.to  di  qualche  albero 
.ilterrato.  Raldin.  Foc.  Vis.  i/t  TURCO - 
LETTO.  (A) 

TOPPO.   Petto  di  pedal  grosso  di  qua- 


TOP 

lunque  albero  atterrato  ,  solamente  rici- 
so  j  e  si  dice  anche  di  Qualunque  pez- 
zo di  legno  grosso  e  informe.  Frane. 
Sacch.  nov.  2i8.  >e  voi  mcttrte  il  fan- 
ciullo'su  un  toppo,  come  dice,  ben  sa- 
pete   cb'  egli  crescere. 

*  §-  /'-  per  Quel  pezzo  di  Ugno  che 
sostiene  l'  incudine,  l'  arcolaio,  e  simili. 
Salvia.  ()m.  face.  5*^.  .Mise  nel  Coppo 
una  ben  grossa  ancudine  ,  E  con  ntn 
prese   un  robusto    martello.    (Min) 

t  *  TOPPONE.  Pvi  pcMii  di  tela  cu- 
citi insieme  l'  un  sopra  l'altro  che  si  met- 
tono sotto  f  malati,  ed  ì  bambini,  affin- 
chè facendosi  sotto  i  loro  bisogni  non  deli- 
bano  tlanneggiare  le   materasse,  (yj 

•f  *  TORACE.  Quella  parte  del  corpo 
contenente  il  cuore,  1  polmoni,  e  che,  circo- 
scritta anteriormente  dallo  sterno,  lateral- 
mente dalle  coste,  di  stende  si  dalle  clavicole 
.Kino  al  diaframma.  Red.  Cons.  i.  56.  Quindi 
per  la  contrazione  della  propaggine  nervosa 
ec.  nascono  i  dolori  negli  ipocondri  \  quindi 
nel  torace  per  la  contrazione  de'  nervi.  (I') 
Salvin.  Iliad.  5.  28^-  Uno  strai  gli  drinai, 
e  lo  colpii  Dal  destro  omer  pel  casso  del  to- 
race. (A) 

*  TORACICO.  Add.  Termine  degli  A- 
natomici.  Appartenente  al  torace.  Imperf. 
Anat.  261.  Verso  il  diafiagmate  scappa- 
no o  dal  reccltacolo,  o  dalle  glaodolc,  altri 
rami  di  vene  lattee  delle  toraciche,  ec.  E 
262.  Esso  chilo  si  viene  preparando ,  accioc- 
ché preparato  se  ne  p.is>i  alle  vene  lattee  to- 
raciche. A*  26.5.  Il  Bartolioo  dunque  mostra 
d' aver  veduto  manifestamente  per  vene 
lattee  toraciche  portarsi  il  chilo  ec.  (F) 

TOKBA,  e  TORBIDA.  Ah//.  La  Corren- 
te de'  fìumiiatorhidata  dalle  piogge.  Fif. 
Disc.  Ara.  l3.  Avenilo  rosi  sdegnato  di 
questi  le  torbide  ec,  quelle  pianure  si  son 
rimaste  nella  loro  antica  bassecza. 

*  TORBIDACCIO  /'•  TORBIDIC- 
CIO.  f/i) 

TORBIDAMENTE.  Avveri».  Con  torbi- 
dezza. 

%.  I^r  metaf  vale  Confusamente,  Con 
mente  turbata.  S.  Agost.  C  D  Si  muovo- 
no torbidamente,  e  disordinatamente  a  quel- 
le cose  che  la  sapienza  vieta. 

TORBIDARE.  Intorbidare.  Lat.  turba- 
re. Gr.  yu/otv.  *  Ifoez.  28.  E  se  Ostro,  lr«»- 
vando  il  mar  giocondo ,  Torbidi  1'  onda 
ce.  fi) 

5  TORBIDATO.  Add.  da  Torbidare. 
Lat.  turbatus.  Gr.  rSTxpsiy.it^vo;. 

*  g.  Per  Annuvolato,  Oscurato,  Tur- 
hato.  m  I  irg.  Eneid.  .M.  Allora  i  cicli  (orbi- 
dati  diedono  copiosamente  acqua  -  .  (!^  t 

*  TORBIDETTO.  Dtm.  di  TorUdo; 
Torbidiccio.  (Rj 

TORBIDEZZA.  Astratto  di  Torbido. 
Lai.  tnrbalio.  Gr.  ràpOi^ti.  Prtr.  (Jom.  ili. 
Non  e>sendo  alcuna  cosa  chiara  sansa  torlo- 
desza. 

f  Jì.  Per  melaf  Olt.  Cam.  Inf.  6.  97 
Per  rispetto  di  quella  oscuriladce  lorbidcau 
della  morte.  Car-  lett.  t.  170.  Comuceodo 
dall' interpretazione  delle  parole  vostre  il 
senso  che  date  alle  mii* ,  m*  ha  confermato 
della  toibidrtsa  dell*  animo  voslru  verso  di 
me. 

t  1  TORBIDICCIO  .  Add.  AlqumnU* 
torttido.  Segr.  Fior.  Mandr.  2.  5.  O^Uo 
qua '/'orf/tii/e^  (Mi  t|uesto  segno  mostra  de- 
bilit'a  di  rene.  A .  >.'  mi  pur  torbidiccio  ; 
(dueediz.  di  Giunti,  dette  della  testina  . 
rtiiella  di  Londra  ì-;H-J,edi  Fila.telfa  1796. 
/ejr^/io  lorbidaccio)  «pur  1' ba  faUu  ora 
ora. 

*  §.  I.  F  per  similit.  diirti  ilelle  pfrle. 
pietre,  e  simili,  e  \-ale  t'he  tira,  o  r»ie/  co- 
lore alquanto  torf'ido,  non  candido.  -  1  ne. 
Dav.  III.  Agr.  3<)0.  Queir  Oceano  gene- 
ra perle,  ma  torbidicre  e  livide  (  il  tetta  lat. 
ha  uilifu^ca  ellivenlia).  iitiv.  Celi.  Ort/. 


T  O  R 


T  O  R 


T  O  K 


l555 


|33.  NoUa  Francia  presso  a  PariBi*'  "l'»" 
una  sona d.  piCra, la  qna\o  i d.  . olor  l,.a.uo 
rea  non  dcUa  bianchoiia  .1,1  marmo,  ami  e 
un  liianco  loiliidiccio  <•  ■   (C) 

•+  §    li.  r:  /if;iirnl<im.  tirilo  di  pai-ole.  o 

yoU,  Jspro.  Ptlr.  Uom.  ili.  D.eJe  torbi- 
dissima risposta  a'  pietosi  ammacslramcnti. 
+  fi  111-  Torhiiliccio,  si  ilice  anche Ji- 
guralam.  di  Persona  ali/uanlo  alterata 
per  ira.  apprensione,  od  altro.  Lai.  com- 
molus.  Gr.  luvmvr.rsi';. 

TORBIDISSIMO,  .'•iipcrl-  di  Torbido 
*  Jmcl.  12.  Vede  gli  rivi  per  adielro 
chiari  ce.   ora  torbidissimi.  (l^J  ,. 

*  TORBIDO.  i""«'.  Tempesta.  1  iirui- 
„e.  Segner.  Frrd.  Pai.  Jp-  6.  2.  Epp"" 
nelpiùbcUo  dilantapaccsi  levo  H"'"  "" 
torbido  cosi  nero,  che  di  repente  ebbe  da 
mandarla  (la  Chiesa J  in  conquasso  (qm 
ficitratam.'.    (TCj 

TORBIDO  .  JM.  Che  ha  in  se  m 
schiama  cliegll  toglie  la  chiareizne  la  Imi- 
pidezzaj  contrario  di  Chiaro;  ed  e  proprio 
de'  liquori.  Lai.  tiirl'idus.  Gr.  Sais^s;- 
C  r.  11.  26.  1.  Torbida  come  acquadi  la- 
vatura dicenerc.  Dani.  Inf.  9.  E  gii  venia 
su  per  le  torbide  onde  Un  Iracasso  d  un 
suon  pien  di  spavento.  Cr.l.^.l^-l-  acqua 
torbida  genera  pietra  e  oppibiiionc.  ioA/ . 
Colt.  104.  Le  cenerate,  gli  aUumi,  gli  lold 
i  gessi  e  le  calcine  ec.  si  danno  a'  vini  de- 
boli per  rinfrancargli  ,  o  a'  torbidi  per 
ischiarirgìi.  .  . 

g.  1.  Prrmetaf.  l'ale  Conturbato.  Jspro, 
Brusco.  Petr.  cap.  /(.  Dentro  confusion  tor- 
bida,  e  mischia  Di  doglie  certe  e  d  alle- 
greae  incerte.  F.  6.  Poi  col  cigUo  men  tor- 
bido e  men  fosco  Disse  .  /?«(  La  cagio- 
ne che  '1  mosse,  credo  che  sia  questa,  che  la  1 
commedia  ha  torbido  principio  e  lieto  bue. 
jlmet.SQ  Da' caldi  fijli  del  loibido  Noto 
(  cioè,  che  fa  torbida  1"  aria  )  . 

*  §  II.  Torbido,  inforza  di  sust.  e  nel 
numero  del  più.  vale  Principiidi  rivolu-.io- 
ne,  di  sommossa.  1  ..-.  teli.  Uom.  ili.  2.  7. 
In  occasione  dei  torbidi  che  insorsero  qm 
in  Toscana  fui  mandalo  coli  ingegnere  Bac- 
cio Del  Bianco  a  forUficarc  vani  passi  intor- 
no ai  confini.  (C)  -,  ,  .  x  .,1 
*  TOBBO  .  Susi.  Turbine  .  Lai. 
turbo.  Alam.  Colt.  2.  38.  Grandini  e  piog- 
"ie  e  tempestosi  torbi.  (1) 

TORBO.  Add  Torbido.  Lai.    turbidus. 
Gr.  aa-Ae^ov  Tes.  Kr.  5    1.  Le  nature  de 
serpenti  son  tali,  che  quando  elli  invecchia, 
li  suoi  occhi  diventano  torbi  e  tenebrosi  , 
perch-ecgli  sono  coperti,  ed  eli.  si    1  conosce 
bene.  Alberi.  2.  l^^■  La  fede  pugnaUice  sot- 
to dubbiosa  sorte  di  guerra,  torba,  e  con  a- 
spro    volto,  è  la  prima  a  venire   in    campo 
Jlam.  Gir.  l.  9.  Quando  torbo  e  cruccioso 
r  Euro  spira,  Non  mena  tal  romor,  furia  e 
tempesta  II  mar  d' Ionia  ,  come  questi  fan- 
no.  line.  Mari.  rmi.  ^O.  E"  nii  fu  1  torbo 
chiar,  fosco    il   sereno.  Onde  1     alma   andò 
cieca  al  suo  marine  I  qui  inforza  d,  Susi). 
TORCERE  .    Ca.are    checchessia  della 
sua  dirilte-^a.  Piegare;  contrario  d,  Dir,: 
s«re.  Lai.  flectere.    Gr.    ita/lTITiiv.    Dani 
Inf.  17.  Nel  vano  tutta  sua  coda  guiizava  , 
Torcendo  in  su  la  venenosa  forca. 

8  I.  iVr  metaf.  Dani.  Puig.  8.  Che.p 
che  '1  capo  reo  lo  mondo  torca.  Sola  va  det- 
ta e  'Imal  cammin  dispregia.  K  ''"'•■M-  ^'= 
fa  come  natura  face  in  fuoco.  Se  mille  volte 
violenia  il  tor«a  f  qui  lorxa  ./.  leced,  torca, 

per  la  rima  )  ■  n .     , 

S  II  Torcere,  per  ì  oliere.  Rivolgere, 
o  Far  volgere.  Dani.  Par.  2.  Giunto  mi 
vidiove  minJ.il  cosa  Mi  torse  1  visoa  se. 
Pclr  son.  10.  eh'  ancor  non  torse  dal  vero 
.  „mmino  L' ira  di  Giove  per  ventosa  pi..g- 
sia.  F  l5.  Ch'io  veggio  al  dipartir  gì 
.tti  soavi  Torcer  da  me  le  mie  fata  .  slel- 
1"  Boez     ìarch.  '^.  rim.  3     Le  vele    già 


del  <aE"io  duco  Ulisse,  E  le  navi  per  ma- 
re errando  scorse.  All'  isola  Emo    torse. 

0  ,11.  Torcere,  in  signific.  nculr. 
pass.,  per  Follarsi.  lìocc.  nov.  l5.  26. 
ì,isid;r'oso  di  volgersi  al  mare  per  lavarsi 
si  torse  a  man  sinistra.  •<•  O.  I  .  '"';  1. 
cao  5  E  poi  si  torce  verso  Seltenlr.one 
il  mare  detto    Seno    Adriatico  ,    chiamato 

og-l  Golfo   di   Venezia.   (1  )    Onice,   itor 

2    263.   11  quale   (fiume),  nato   da.  mo..t. 

deHa  Magna,  come  b  condotto  al  piano,  s. 

torce  in    su    la    mano    sinistra    rasente  1 

monti.  (L)  ^       ,  ■   /-,. 

5    IV    Per  Isloirerti,  Scontorcersi.  1  • . 
Q    18    I.   Se  la  doglia  sar'a  per  supernm- 
ti  d'umori,  0  di  sangue,  la  qual  cosa  si 
conosce,  perocché  si  torce,  e  1  suoi    b..n- 
hi  si  muovono  saoia  alcuno  enfiamento. 

S  V.  Toi-cere  la  scia  ,  0  simili,  vale  ] 
Avvolgere  le  fila  addoppiale.  Lat  for- 
tiere. Gr.  ,v'=-f  =1-  Lib.  Hepub.  L  arte 
del  lanificio  contiene  tessere,  cucire,  tor- 
cere, ec.  Ovid.  Pisi.  40.  Q"-^  -''^ 
quando  tu  fili,  e  torci  lo  stame  colle  due 
dita,  le  forti  mani  hanno  rotte  le  fusa? 
■■:  S  VI  Diasi  che  una  camma,  o  si- 
mile SI  torcerebbe ,  allorché  e  molle  in 
guisa  che  se  ne  spremerebbe  il  sudore . 
Cecch.  Dot.  3.  4.  Cavasi  una  camicia,  che 
per  lo  ben  di  me  si  sarebbe  torta.  (I  J 

-  8  VII  Tort-ere  il  piede  da  un  luo- 
go, vaie  lasciare  un  luogo.  Allontanar, 
lene.  Tass.  Cer.  10  66.  Cosi  in  voci  in- 
terrotte irata  freme,  E  torce  1  pie  daUa 
deserta  riva.   (.\ì 

*  Vili  Torcere  la  via,  vale  Piegarsi 
per  un-  altra  via.  Fior.  S.  Frane  69. 
Se  avvenia  alcuna  volta  che  frate  Elia  an- 
dasse inverso  di  lui,  egli  lorcea  la  via,  e 

1  andava  dall' altra  parte,  ff-; 
S.  IS.     Torcere   il    grifo.     Torcere  ,1 

muso.   Torcere  il  viso,  e  .umili  "''"'"■«' 
accennano   Gesti,  e    Atti  di  chi   fa    dello 
schifo,  dello  sdegnoso  ,  del    ritroso.    Lat. 
\uaso  su.,pcn,lere.  Gr.  ^uKTr;f=.:=iv.  Dan 
1  l„r.   3l.   l'ero  ti  china  ,  e  non    torcer    lo 
I  grifo.  Bocc.  nov.  58.  3.   Si  forte  le    veni- 
va del    cencio,  che    altro    che    torcere  .1 
muso  non  facea.   Petr.  son.  49.  Torcendo 
il  viso  a'  preghi  onesti  e  degni.    /  ■(.  <."- 
si    D.  Mostravale  la  faccia  turbata,  e  tor- 
cevale     gli     occhi,    dubitando    non  avesse 
commesso  avolterio .    Calai.    18.    A    qual. 
ninna  cosa  piace  giammai,  se  non    quello 
che  essi  hanno    divisato  ;  a    tutte    1   altre 
torcono  il  grifo. 

g  X  Torcer  le  scritture,  vale  itia- 
foleer  loro  il  sen.so  Bocc.  Conci.  7.  Chi 
vorr'a  da  quelle  malvagio  consiglio,  o  mal 
va"ia  operaiion  trarre,  elle  noi  v.eteran 
no  ad  alcuno,  se  forse  in  se  1'  hanno  ,  ■ 
torte  e  tirale  Beno  ad  averlo.  .       , 

:*:  e    XI     Von  torcere  un  pelo    ad    al- 
cuno, vaie' IS'on  gli  far  torto,  o  dispince-  | 
re  alcuno  ne  in  detti ,  ni    in  fatti,    t  ed.  1 
PELO,  §.   XXXllI.  (C)  \ 

ir  §.  XII.  Torcere,  dicesi  anche  Mi  j 
Vincere  V  altrui  ostinata  volontà.  Cas.  ^ 
canz.  4.  3.  Un  cor  piegando  di  p.elate  , 
avaro,  Vegghiai  le  notti  gelide  e  serene,  ] 
E  talor  fu  eh'  io  '1  torsi,  f /•  P> 

TORCETTO.  Dim.  di  Torcia;  Xor- 
chiello.  Lat.  faculum,  •  inlortitium.  Gr. 
Jaòcov.  Menz.  sai.  10.  Questa  il  .orlo- 
re  ed  il  tormento  è  questo.  Che  fia  che 
lo  spaventi,  e  pii.  l'accori  Del  torcetto,  e 
del  palco   atro  e  funesto. 

TORCHI  ACCIO.      Peggiorai,  di     lor- 

chio.    Vii.   Penv.    Celi.    3ll.    Costoro    mi 

poruvano  via  con  un  torchiacelo    acceso. 

TORCHIETTO.  Dim.  di  Torchio. 1.^1. 

raculum,  •inlortitium.  Gr.  òv.òiov.    Pace. 

nov.  74.    l3.   Preso    un    torrhielto    acceso 

,  in  mano,  e  messosi  innanti  ce,  si  d.r.izo 

verso  la  camera,   f  nov.  80.   11.   Lascialo 

I  un    torebietto    acceso    nella    camera,  ec 


Frane.  Sacch.   Op.  div.  128.  Accendi  uno 
torchietto,  e  questo  fa  figura  di  Cristo 

TORCHIO.     Candela    grande,    0    Ini 
candele  avvolte  insieme;   Doppiere,    Tor- 
cia. Lat.  Oinale.    Gr.   S'Aci.  Bocc.  g-    1. 
/.  8.  Fatti  i  torchi    accendere  ,    comando 
che  ciascuno  ec.  s'  andasse  a  riposare.    E 
nov.  CK).    10.   Al    lume    di    torchio    molli 
de'  più  nobili  cittadini  fece  al  convito  in- 
vitare. Sen.    Pisi.   Assai  son    presso    della 
morte  quelli  che  vivono  a  torchi  e  a  ceri 
e  a  faccellinc.  Frane.  Sacch.  Op.  div.  j8. 
Aveva  dinanii    acceso    un    torchio  di    due 
libbre,  e    '1    Crocifisso,  che  non    gli    era 
molto    di  lungi,    avea  una    vii  candeluiia 
d'un  danaio.    Bern.     Ori.   3.    1.    68.     Di 
1  bianchi  torchi  al    lucido  splendore    Poi  s 
andaro  a  posar  negli  ampli  tetti.   -Ir.  Fur. 
23    46    Dopo  non  molto  la  bara  funebre 
Giunse  a  splendor  di  torchi  e  di    facelle. 
1        g     I     Torchio,  'e    anche    Strumento  da 
stampare    e  da    premere.    Lat.    praeliml. 
Gr.  i-nvoi.   Buon.    Fier.   3.   2   9.  Ed  a  me 
meni    'n    torchio  quell'  esame    Dell   uom 
da  bene.    Cari.    Fior.   l5o    .Ne  potrete  ve- 
dcre  una  impennata  d'inchiostro,  o  due, 
in  un'  opera  d'  un  fiorentino  autore ,  che 
tosto   fia  sotto   '1  torchio.  ,,,,,, 

S     11     Torchio,  fu  detto  anche  lo  Slret- 

1  (Pio  in' cui  si  pongono  i  li'jri  per  poter- 
,li  londare.  Buon.  Fier.  4.  5.  6._  -Non 
Ivorrei  che  'n  volcrmel  risarcire,  E  n  n- 
[  metterlo  in  torchio.  Mei  rilosasse  in  gui- 
sa Che  le  postille  n'  andasscr  disperse  , 
I  LÙcubrale  da  me  con  tanto  studio. 

*  TOnCHlONE.  Accrescit.  di  lor- 
cHo.  Bern.  Ori.  3.  2.  34.  Di  sotto  a  lui 
pur  d'oro  era  il  torchlone  Con  vent.sei 
fermagli  d'una  slampa.  (N) 

5  TORCIA.  Torchio.  l.M.funale_,  m- 
tortitium.  Gr.  Ò-Aii-  G.  F.  H  .^l  7- 
Messer  Piero  raccolta  sua  genie,  inhno  a 
notte  trombando,  dimorò  colle  torce  acce- 
I  se  sul  campo.  Buon.  Fier.  Intr.  4.  Ad 
alcuno  ho  la  torcia  Accesa  prima,  il  0.  3. 
8.  Sotto  la  Iure  di  gran  l'uste  e  torce. 
Lasc.  Celos.  5.  IO  Giulio,  va  T.a  ratto  , 
'  non  accender  torcia  alInmcnU. 

St  8  Torcia  a  vento,  dicesi  Una  tor- 
cia gro.^sa  fatta  per  lo  pm  dj  fesinache 
serve  a  far  lume  la  notte,  ed  e  cosi  detta 
pecchi  resi.ite  al  vento.  «  Malm.  3.  29. 
Sale  in  bigoncia  con  due  torce  a  vento, 
Acciò  lo  legga  ognun  prò  Ir.bunali .. .  r  6; 
TORCIARE.  r.  A.  Attorcere.  Legare 
stretto.  Lat  contorquere.  Gr.  OTCiyj'V. 
G  J  8.  78  3.  Tutto  torciaro  e  carica- 
ro  con  lóro  arnesi  e  villuaglia  in  su  le 
loro  carra  (  così  gli  stampati;  ne  testi 
migliori  e  pili  antichi  ,  come  e  il  testo 
Davanzali  e  Salvini,  si  legge  .-    tornaro- 

""•V  *  TORCIC0LLARE.3e«'r.'^"'''.r 

col  collo  storio  ,  come  fanno  1  bacchetto- 
ni Menz.  sai.  1.  E  se  chi  un  tempo  fea 
da  Ermafrodito,  Or  fa  da  llarione  e  lor- 
.  cicolla.  Sul  ciuffo  alla  fortuna  e  già  sali- 
'  to  lìu'p.  son.  10.  Pero,  lorcicoll andò , 
!  per  le  vie  Labbreggia  salmi  ,  e  schiaccia 
I  avemmarie,  Ch'  e'    pare    un    Graiianaceio 

convertilo.  (AJ  ,, 

\  +  TORCICOLLO  .  Sorta  d'  uccello 
della  grossezza  d'  un' Allodola,  cosi  detto 
dal  tòrcere  che  fa  la  testa  in    dietro  alle 

^\  "1  Talora  vale  lo  sle.'SO  che  fìac- 
chettone.  Alleg.  178  S' i' non  son  torci- 
óllo  o  slropiccione,  Adunque  .0  sono  un 
brande  scapigliato.  *  Min.  Malm.  pag 
^è\Ve.  slnlnfzza  s'intendono  cer.ior- 
cico  li  che  stanno  tutto  il  giorno  davanti 
Cleoni,  ^"  santo,  perche  si 

a  una    immagine    d    un     san.    ,  1 
creda  che  essi  facciano  orarione.   im 

Ve  II  Torcicollo,  dicesi  anche  da, 
Medici  il  reumatismo  di  alcuno  de,  mu- 
scoli del  collo,  pel    quale    non    possiamo 


'  I 


i556 


T  O  R 


TOH 


T  0  n 


muovere  senza  doloi-e  e  liberamente  la  te- 
sta. (B) 

*  TORCIEKE.  Candelliere  a  cui  si 
sovrappone  la  torcia  .  Hip.  Strav.  %\&. 
Dudici  altre  torcie  di&triliuitc  lungo  il  mu- 
ro su  gran  torcieri  d'  argento.  ( ìi) 

TORCIFECClO.eTOKClFECClOLO. 
Strumento  di  panno  lino,  col  quale  si 
preme  la  feccia .  Lib.  cur.  malatt.  Questa 
inatoiia  si  passi  per  lorcifeccìolo  ben  6llo. 
Ricetl.  Fior.  llg.  Sopra  al  pane  si  inette 
un  torcifcctio  sottile,  che  stilli  quel  suyo. 
BuTch.  I.  IO.  Così  nel  gocciolar  de'  lor- 
rifeccìoli  L'odor  degli  a^Ii  colti  e  pctron- 
ciaui  Fanno  piacere  al  l'apa  i  ficlii  [^ec- 
rioli.  Matt.  Franz,  rim.  buri.  2.  l8S.  lo, 
perchè  di  vendemmia  i  torcifecci  Son  più 
puliti,  che  non  son  ben  spesso  Colai  len- 
zuola ce,  mi  son  messo  À.  velar  1*  occhio 
al   huon  tli  più  trombette. 

TOHCIGLIARE.  Frequentativo  d' At- 
torcere j  attorcigliare.  Lat.  torquere  , 
contorquere.  Gr.  grasfiiv.  Lib.  ì'iagg. 
In  quel  paese  v' è  una  forlexza  molto  an- 
tica, la  quale  è  quasi  nascosta  tra  diversi 
arbori  clic  vi  son  nati  ,  e  torcigliatisi  in- 
sieme (cioè,  avviticchiati ,  e  avvolticchia- 
ti )  . 

TOUCIMANNO-  Turcimanno.  Belline, 
.son.  209.  Con  voi  bisogncrcci  il  torci- 
mauno.  Sah-in.  Disc.  1.  212-  Sarà  il 
medesimo  dunque  1*  intendere  altri  favel- 
lare nel  proprio  linguaggio,  oppure  l'in- 
tenderlo per  via  d'  interprete,  o  di  torci- 
raanno!  Malm.  6.  3l.  E  perchè  Martinai- 
za  v'è  novizia,  E  non  intende  il  gracidar 
eh'  e' fanno,  L'  interprete  fa  egli  ,  e  'I 
torcimanno. 

TORCIMENTO.  Tortuosità.  7^vgez.ì\ 
rircuìto  del  muro  gli  antichi  dìrilto  non 
vollero  menare,  acciocché  alle  percosse  de' 
holcioni  acconcio  non  fosse  ,  ma  con  tor- 
cimento fecero  ì  fondamenti  delle  mura. 
M.  /'.  8  74  Dov*  era  la  via  ec.  erta  a 
maraviglia,  inviluppala  dì  pietre  e  di  tor- 
cimenti  (cioè,   di   svolte). 

TOECtTOIO.  Strumento  f  o  Ordigno 
lol  quale  si  torce  la  seta. 

f  §.  Per  /strettoio.  Lat.  torcular.  Gr. 
>^v9?.  Seal.  ClausU:  !\22..  Premela,  ru- 
^umando  assai,  siccome  se  la  mettesse  ai 
torcitoio.  E  appresso:  La  rompe  e  ma- 
stica e  ruguma  tanto,  premendola  nel  tor- 
citoio deU.1  meditaitione  ,  che  ella  si  leva 
più  in  allo  ( qui  figurat.). 

TOr.CITOUE.    Quegli  che  torce. 

TORCITURA.  L'Atto,  e  il  Modo  del 
torcere. 

TORCOLARE.  Strettoioj  che  anche  il 
diciamo  Torchio  ,  e  Torcalo.  Lat.  torcu- 
lar. Gr.  Xfìvói.  Annot.  Vang.  Le  tue  ve- 
stimenta  sono  come  di  coloro  clic  pigiano 
nel  torcolare. 

'.'  TORCOLETTO.  Dim.  di  Torcalo; 
Piccolo  strettoio,  0  torcalo,  Baldin.  l'oc, 
Pu.  (B) 

*  §.  Torcoletto.  Macchinetta  composta 
di  due  toppetli  di  legno  bene  squadrati , 
infilzati  da  due  regoli,  con  una  site  di  le- 
gno nel  mezzo,  la  quale  ha  il  manico  che 
guida  e  regge  tutta  la  macchina  ,  e  per 
di  sotto  un  ferro  tagliente:  serx-e  alli- 
brai per  tagliare  e  pareggiare  le  carte  de* 
libri,    lialdin.    foc.    Dis.    (B) 

«  TORCOLIERE  .  Quegli  che  lavora 
nel  torchio  della  stampa  ;  Tiratóre.  Lai. 
lorcutarius.  Gr.  ìijvxt'o;.  //  l'ocabol.  al- 
la   y.    TIRATORE.  §.   I.  {') 

TORCOLO.  Torcolare,  Strettoio.  Lai. 
torcular,  praclum.  Gr.  iir]v5';.  iUcett. 
Fior.  2C1.  Metti  in  va»o  di  vetro  di  ilrct- 
ta  bocca  ben  turaln  por  ulto  giorni,  e  da' 
un  liolloic,  e  cola)  noi  la  ipremiamo  col 
torcolo.  Ar  Lea.  3.  7  Quanti  lorcoli  son 
per  la  vendemmia,  >on  gli  polrcbbcr  f4r 
un  vero  esprimere. 


g.  l.  Per  Torchio,  nel  signijìc.  del  §. 
I.  Lat.  praelum.  Gr.  >»)>5^  Tif.  Pttt. 
25.  Mentre  appunto  questa  mia  opera  sta 
per  entrare  sotto  il  torcolo.  Car.  lett.  2. 
97.  Quanto  ai  Castelvetro  ,  io  gli  sono 
addosso  con  la  batteria,  avendolo  già  sotto 
al  torcolo  della  stampa. 

*  §.  11.  Torcolo  da  rame.  Strumento 
di  Ugnarne,  che  strigne  il  rame  intaglia' 
to  sopra  la  carta;  acciò  vi  lasci  l'  im- 
pressione, per  mezzo  di  due  rulli,  curri, 
o  cilindri,  posti  per  lo  piano  nel  mezzo 
delle  due  coree  di  esso  torcolo.  Baldin. 
l'oc.    Dii.   (fi) 

TORDAIO.  Serbatoio  da  tordi.  Lat. 
*turdiirium.  Gr.  ^ay^fix pOftXov.  Cr.  Q. 
()3.  3.  Quando  bisogno  è  che  di  questi  si 
prendano,  dal  tordaio  &i  traggono. 

TORDELLA.  Uccello  della  spezie  dr' 
tordi,  ma  un  poco  maggiore.  Morg.  i4. 
58.  Poi  la  tordclIa>  e  *l  frusone  ,  e  '1  fa- 
nello. 

t  TORDO.  Uccello  di  grandezza  me- 
diafra  7  piccione  e  V  allodola,  col  becco 
diritto  e  convesso,  le  penne  di  color  bigio 
scuro,  e  'l  petto  bianchiccio  asperso  di 
macchiette  nericce.  La  sua  carne  è  d'  ot- 
timo sapore,  ed  enne  di  più  specir.  Lat. 
titrdus.  Gr.  n*/).^-  Lab.  lyi.  I  tordi 
grassi,  le  tortore,  le  luppe  lombarde,  ec. 
Frane.  Sacch.  nov,  l3o.  Avendo  quallro 
bellissimi  tordi,  e  volendogli  arrostire  a 
suo  modo,  avea  detto  a  una  sua  fantircUa 
gli  recasse  a  un  fuoco  che  era  in  sala  . 
Morg.  14.  58.  Il  marin  tordo,  il  bottac- 
cio e  'l  sassello.  Sannaz.  Arcad.  pros.  8. 
Con  bastoni,  e  con  pietre  di  passo  in  passo 
battendo  le  macchie,  verso  quella  parie, 
ove  la  rrle  stava,  i  tordi,  le  merule,  e  gli 
altri  uccelli  sgridavamo.  ì'arch.  Ercol.  62. 
Pigolare  de'  pulcini,  cantare  de' galli,  e 
trulilare  dei  tordi. 

§.  I.  In  proverb:  Meglio  e  fringuel- 
lo, o  pincione  in  mano,  che  tordo  infra- 
sca, o  simili;  e  significa,  che  Assai  più 
vale  una  cosa  piccola,  ma  posseduta,  che 
una  grandi",  o  migliore  ^  la  qual  non  s' 
abbia,  ma  solamente  si  speri  ;  che  anche 
in  modo  più  basso  diciamo  :  È  meglio  un 
asino  oggi,  che  un  barbero  a  San  Gio- 
vanni. Lai.  praesentem  mulge  ;  quid  fu- 
gientem  inscqueris  ?  Gr.  t/ìv  TTaiSOUja» 
Kfi.iX-/i,  Ti^oj  jJEu'yovTX  0'.u/£i;,  Teo- 
cr.  yed.  Flos.  261.  Belline,  son.  166. 
Meglio  t"  fringuello  in  man,  che  in  fra- 
sca tordo.  !■  rane.  Sacch.  nov,  li)8.  Io 
avea  trovato  cento  Borini,  e  volevane  an- 
che cento;  il  maestro  mio  mi  dicea  sem- 
pre :  egli  è  meglio  pincione  in  mano, 
che  tordo  in  frasca.  E  nov.  322.  E  '1 
Cardinale  ui  rimase  senta  il  pincione  per 
volere    il    tordo    della   frasca. 

t  §•  IL  Tordo,  diciamo  anche  figura- 
tam.  ad  Uomo  semplice,  o  balordo.  Lat. 
fungus .  Gr.  /jlj/i]{  .  Buon.  Fier,  Intr. 
4-  Così  spesso  ad  un  lordo  contadino  (si 
vende)  O  per  saia,  o  per  rascia  il  perpi- 
gnano .  Malm,  6.  56-  Ove  de*  tordi  ca- 
la e  de'  merlotti  Alla  ritrosa  quanlilà  in- 
finita . 

#  g.  III.  Schiacciare  il  capo  al  tor- 
do,  vale  figuratam.  Fare  il  colpo.  Cecch. 
Stiav.  4-  2.  Tuo  patire,  Bugondo  d'anda- 
re alla  messa,  aodo  via,  e  stiaccio  il  capo 
al  tordo:  duolti  di  lui.  (I  ) 

*  S-  IV-  Fare,  o  simile,  che  il  tordo 
non  dia  dietro,  modo  proverfi.  significante 
Aon  SI  lasciar  scappar  l'occasione.  Cecch. 
Dot.  3.  1.  Io  ho  detto  a  Guido  (he  e' 
tenga  su  le  mani  ,  che  questo  lordo  non 
dia  dielro  :  che  e'  non  ne  dà  de*  siffatti 
o^iii  di  nella  ragna,  (fi 

TORELLO  Dim.  di  Toro;  Tor.i  gio- 
vane .  i'it  fì.irl.  6  Tutti  appartavano 
({raodi  maniere  di  sacrifiriì,  l*  uno  torelli, 
0  gli  altri  montoni.    E  3t).   Aurora  ti  dich' 


io,  disse  Giusafia  ,  che  tu  sagrificfai  uno 
torello,  od  una  bestia.  Cuar.  Fast,  fd. 
I.  4'  Sacreremo  tu  il  capro  a  Pane  ,  ed 
io  Ad  Ercole  Ìl  torello.  E  appresso:  Sce- 
gli tosto  un  torello.  Di  quanti  n'abbia  la  fe- 
conda raandra.  Il  più  morbido  e  bello. 

TORICCIA.  Capra  giovane.  Lab.  3S8, 
La  quale  di  larghi  e  spessi  solchi  verga- 
ta ,  come  sono  le  loiicce  ,  pare   uo  tacco 

volo  . 

*  TORINO.  Add.  Di  toro.  Salviti, 
lliad.  Deifobo  il  broccbicr  torino  leone 
Lungi  da  se.  E  altrove:  D*  edera  cinto, 
di  torina  vista  Martiale  (qui  e  detto  di 
Bacco).  E  Inn.  Orf.  Furioso  Bacco,  di 
torine  corna  Lcreo.  (Af  E  Geor.  lib.  /j. 
Tutti  sotto  La  magna  terra  discorrenti  fiu- 
mi Rimirava  diversi  ec.  E  con  lorin  sem- 
biante oralo  Le  doppie  corna  Erìdano 
ce.  (F) 

TORLO,  r.  TUORLO- 
a  TORMA.  Tarma,  Truppa  di  persone. 
Lat.  tarma,  Gr.  cTi'y»].  Liv.  M.  Quell' 
Aulo  vide  ,  che  le  torme  de'  Romani  an- 
davano cancellando  e  rinculando  .  Dant. 
Inf.  16-  Quando  tre  ombre  insieme  si 
partirò.  Correndo ,  d'  una  torma  che  pas- 
sava Sotto  la  pioggia  .  Amet.  24-  Sic- 
come i  paslor  Siculi ,  da'  quali  Esempio 
prende  ogni  ben  retta  torma  .  Frane. 
Sacch.  rim.  6.  Fin  ch'ella  apparve  fra  1* 
umana  torma  .  Pass.  348.  Dicono  che  le 
donne  della  torma,  che  guidano  1'  al  Ire , 
sono  Erodia  ,  che  fece  uccidere  san  Gio- 
vanni Ualista.  e  la  Diana  antica  Dea  de' 
Greci.  Alani,  t.ir.  \^  71.  Voi  siete  stan- 
chi,  ed  io  mi  sento  in  forma  Da  cacciar 
tosto  indietro  una  tal   torma. 

Jj!  g.  Per  Branco ,  0  Moltitudine  di 
animali  .  «  Dant.  inf  3o.  Sostenne  Per 
guadagnar  la  donna  della  torma  ,  Falsifi- 
care iu  se  Buoso  Donati.  Ott.  Com.  Inf. 
3o.  520  Per  guadagnare  la  cavalla,  eh*  è 
donna  dell'  armento  ;  e  chi  dice  che  fu 
una  mula,  eh' è  donna  e  guidalrice  della 
torma  de'  muli  veiturcggianti.  Alam,  Colt, 
lib.  2.  Le  feroci  cavalle  in  lunghe  torme. 
Car.  En,  lib.  8.  Al  calpestar  della  fcr- 
rata  torma  (  de' cavalli  ).  E  lib.  11.  Qual 
a  se  spaventala  esce  d'  un  bosco  Torma 
di  rauchi  augelli.  E  Long.  Sof  lib.  1.  La 
disarmcnto  d  olio  (sacche)  delle  migliori 
di  tutta  la  .sua  torma-  f  Hr»  Poliz.  Stani. 
1-  19.  Or  delle  pecorelle  il  mxxo  mastro 
Si  vede  alla  sua  torma  «prir  la  sbarra.  (  P) 

*f  TOUME.NTAGIO>E.  /'■  A.  Tor- 
mento. Lat.  tormentum,  cruciatus,  dolor. 
Gr.  a)L'/r,^btv  .  Lib.  cur,  malati.  Grandi 
sono  le  tormenlagiooi  che  cagiona  lo  male 
della  pietra. 

•f  TORMENTAMENTO.  /'•  A-  Tor- 
menlagione  .  Lat.  tormentum,  cruciatus. 
Gr.  «Jyr.owv.  Sen.  I*rov.  Miseria  fc  tor- 
mcntamento  di  vtrlù  (qui  il  te<tO  lat.  ha 
occasio  ). 

«  TORMENTA.NTE  .  Che  tormenta  . 
S.  Agost.  C.  D.  ai.  26.  Pcnwcbè  quello 
che  non  ha  amato  senta  amore  allarcian- 
le  ,  non  («"rde  senta  dolore  tormeulan- 
te.  /iVi 

TORMENTARE.  Dar  tormenti.  Lai 
frMCi.inr,  torquere.  Gr.  a»i»v.  O.  ì  .  10. 
87-  7.  Assai  fu  crudele  in  far  morire  r 
tormentare  uomini .  Pass.  63.  Dcmooìo 
stollo,  perrhè  tormenti  tu  que>U  fanciulla 
innocente  T  Frane.  Sacch.  nov.  Ij5.  Quelli 
che  avcano  la  ragione,  e  domandavano  le 
cose  onf>le  ,  furono  lormenlali  .  e  perde- 
rono  la  questione,  fif.  SS.  Pad.  1.  ài. 
Un  gentiluomo  de'  baroni  dello  Imperano* 
re,  fikcndo  vessato  e  torm<'nlato  da  uno 
crudrlift>inio  demi>oio  rr.,  venne  ad  Anto- 
nio, e  pregollo  ec.  E  ^^.  La  mia  figliuola  e 
lormenlata  da  erudelissimr  demonia.  /  il. 
>■  .ìfargh.  i33.  Gli  carncfin  fortemente 
lornicDlaxano  santa  Margherita. 


T  O  R 

8  I.  Per  Affligg'rt.  Tra^^tglinr  l' a- 
,.1.  La..  nPgere,  •'■'■'-"'■' ^^"'f^o 
fila   meL'    no.le  noo    r.6..u  !..  dono,  .1. 

credo  «««re  io  mu^s'ovc  allegrerà  ed 
eli.  muove  cose,  donde  mollo  m.  contur- 
lae.orn,enU.  /'<"'  '"/•  '»•  C- ">■ 'o- 
menla  più  che  questo  letto  .  --  '  ■';  ■^• 
"In,/,   loo.  Perchtsop,oda.e,glonoso 

Girolamo,  lormenl.to  d.  pene  cos.  dar  - 

simeTC.-,<,./.".  3.  '»■  l--;  "■°.'«^» i/M- 
a' amariluJmi  tante  tormenta  noi.  (  /  ;  /" 
,rod.  Vir,.  .4.  E  allor  dee  pensare  che 
Dio  rami,  ,ulndo  di  Ir.luUuou.  da  D.o 
t  visitato  e  tormentalo.  (C)  ,.,,„^ 

S.  II.  />r  /«/««.re  .  Lai.  'f^'-^J 

molest„m  esse.  Gr.  svox^''",-  ^'-  .'^.-  "■ 
L  Tormentava  le  strade,  e- cammm.,  e 

tulio '1  paese  d"  intorno. 

8  III.  /«  signijic.  neutr.  per  Affl'g- 
eersi,  Jffhnnarsi.  Sfre  ,n  tormento  . 
ZuanJo  cngi.  decrucar.  Gr  oo«.- 
u,rv.  Him.  J.   P-   r<-    Ou,U.   the  men. 


T  O  R 


T  o  n 


i55r 


rre  io  desiava.  Ver  fe  '  V°/  7  ,.^o  E 
dUiando.  *  Belc.  VH-  Cohmb  2W.  E 
volendo  Dio  arr.cchire  il  suo  servo  d,  grazie 
spirituali  per  me»o  dell' inlerm,  a  corpo- 
rale, permise  venirgli  grande  mal.-  d.  C.m 
co,  intanto  cbe  di  e  ootle  tormentava.  I  C) 
/r.  tur.  45.  21.  O  se  dAmon  la  valo- 
rosa e  beUa  Figlia  ,  o  se  la  magna.uma 
MarBsa  Avesse  avuto  di  Rugg.er  novel- 
U  ,  Che  -n   prigion  tormentasse  a  questa 

8.  IV.  In  signific.  "eutr.  pass,  vale  Par. 
si,om,enti,  J/fligg'rsi.  y^^-  ''  r™'"' 
re,  se  cruciare.Gr.  EMTOv  r./iUre''*-;',- 
Pass.  8.  Quando  era  domandato  perche 
cosi  crudelmente  si  tormentava,  r.spondea, 
che  se  egli  avessono  veduto  qucUo  che 
vide  eeli ,  farebbono  il  somigliante. 

*  e  V.  Tormentare,  diie.ti  anche  Ji- 
guratam.  parlandosi  delle  piante.  Creso. 
lib.Ii.  cap.  9.  E  U  capo  del  sermento, 
quando  si  pone,  non  è  da  torcere,  ne  da 

lonnentarlo.  (T;  .  , 

*  e  VI  Tormentare,  dicesi  pur  Jigii- 
ratam'.  anche  delle  varie  azioni  che  dee 
sostenere  il  grano  pr.ma  •''.^•'"".'■f""'. 
Bellm.  Pisci  93.ChemaidimolUplicita 
di  lavori  son  quelli  con  i  quali  e  neces- 
sano  tormentare  il  grano  prima  che  no. 
ce  ne  possiamo  servire  in  torma  di  pane 
che  ci  conservi  ?  (Ci  , 

•t  *  TORMESTATISSIMO.  Superi, 
di  Tormentato  .  Sannaz.  leti.  pag.  4^7 
(Cornino  1723)  Sono  stato  un  poco  lardo 
a  risponderle  ,  non  per  negligeniia  vera- 
mente .  ma  per  la  indisposizione  del  tor- 
meolatUsimo  stomaco  ec.  ,  che  a  pena  mi 
lascia  respirare.  (A)  .     ~  , 

TORMENTATO.  Add.  da  Tormenta- 
re. Lai.  cruciatus,  lortus.  Gr.  ■szpefi'-^i, 
àxsavuSs.-;  .  Vani.  In/.  6.  Nuovi  tor- 
menti e  nuovi  tormentali  Mi  veggio  in- 
lorno.  Cuid.  C.  9.  Istando  Medea  ne  a 
sua  camera  sola,  assalila  e  tormentata  dalU 
6amma  d'amore.  Guar.  Past.  fid.  i.  8. 
Oh  più  d'  ogni  infernale  Anima  tormentala 
Tormentato  Mirlillol 

+  TORMENTATORE  .  l'erbai,  masc. 
Che  ,  o  Chi  tormenta.  Lai.  (orlor  .  Gr. 
xoXaSTrU.  Amm.Ant.  21.  3.8.  Non  la- 
scerai mai  la  crudclli,  essendo  compagno 
del  lormenlalore  .  E  29.  1.  6.  Tanti  ha 
lo  'nvidioso  tormentatori  di  giusta  pena  , 
quanti  lo  'nvidiato  ha  lodatori  .  /  il.  S. 
j/argA.  Allora  dice  che  questi  tormenla- 
lori  tormentavano  lo  corpo  suo  .  Annoi. 
Vang.  DieUo  a' tormentatori ,  che  '1  lor- 

menlassono.  ,.    ,    ,    .r         ,- 

TORMENTATRICE  J  erbai,  fem  di 
Tormenlalc-e  l>b.  cur.  malati.  Affililo 
da  nausea  grande,  tormentatrice  dello  sto- 
maro  .  *  Sesner      Fred.     Pai.   Ap.  2.   2. 


Ella  (la  minila)  fu  la  maggiore  lormen- 
lalrice  del  Redentore.  (TC) 

TORMENTILLA.   Sorta  di  piccola  er- 
ba   che  ha  la  radice  bernoccoluta,  lejrondi 
s,m,n  a  quelle  del  cm,,ueJolio  ,  e  1  far, 
gialli  di    quattro    sole  foghe.    Lai.    lor- 
menUlla.    Tes.  Pov.  S.  cap.  47.  Anco  er- 
ba di  tormentiUa.  o  '1  succo ,  o  la  radico 
sua  .  o  polvere  bevuta  .    caccia    ogni    ve- 
leno. „  .      n     „ 
5   TORMENTO  .    Propriamente  fcna 
aWilliva  del  corpo,  che  si  d.t  a'  rei.  Lai. 
cri,cw(«.t,  supplicmm,  p.inn.  Gr.  Ti/iupia. 
Bocc.  nov.  77.  60.  Che  più  doveva  10  aspet- 
tar da  le  .  o  da  alcuno  altro  ,  se  10  tulio   1 
tuo  parentado  sotto   crudelissimi  tormenti 
avessi  ucciMl    Dani.   In/.  5.    Intesi  che  a 
cosi  fallo  tormento  Eran  dannati  1  pecca- 
lor  carnali.  M.    V-   7-    l3-  *"'  P"»'""'.» 
essere  molto  certi,  che  dando  loro  le  rem, 
ci  faranno    morire  a  gran   tormento  .    /  .(. 
y    Margh.    l32.  Per  questo  tormento  sal- 
ver'a  1'  anima  mia,  che   godcr'a  con  lui  vita 
eterna  .   E   147.   EgU   non  cerchena  ,  Co 
consiglieri  eh'  egli   avna  ,   Di  farle  durare 
lormenlo   Con  qualch' altro   martoriamen- 
to     E   149.    Questo   Olibrio    malvagio  ec. 
ha  fallo  comaudanienlo  Di  farmi  mettere 
al  tormento  .    E   l5o.    Abbie   mercede   d. 
te  slessa  ,  Di  questo  tormento  ,    dove    se 

messa  .  T     »     e. 

*  J.  I.  Tormento,  dicesi  anche  lo  Stru- 
mento che  serve  a  tormentare  .  «  Sera. 
Ori  1  l3.  5l.  Fece  subilo  il  Re  quivi 
venire  Un  tormento  crudele  ,  aspro  e  vU- 
lano».  (C) 

3  S  II  Per  Islrumento  atto  a  pungere. 
iib.  Op.  div.  A.  66.  Avevano  le  code  si- 
miglianti  a  code  di  scarpion. ,  e  tormenti 
aguli  erano  nelle  code  loro. 

f  §.  111.  Tormento ,  ftguratam.  va- 
le anche  Passione  d'  animo  ,  Alf'^'O"'  • 
Travaglio.  Lai.  a/Pictio ,  a/jlictatio  .  Gr. 
xa/01,.;,  :t«So;-  Bocc.nov.  48.  9.  Per 
lo  peccalo  della  sua  crudella  ,  e  deUa  le- 
tizia avuta  de'  miei  tormenti  ec.  ,  e  dan- 
nata alle  pene  del  ninferuo.  Petr.  son.  II. 
.Se  la  mia  vita  dall' aspro  tormento  Si  può 
lauto  schermire  ec.  .,,.;, 

*  8.  IV.  Tormento  .  Temi,  de  Mi'H. 
\ome  generico  di  macchine  militari  anti- 
che da  scaiiliar  pietre,  palle,  o  altro.  Lai. 
tormentum^  bellicum  .  l'egez.  pag.  167. 
IPir  l8l.5)  Il  balestro  con  funi  di  nervi 
si  tende  ec,  l'onagro  ec.  manda  le  pie- 
tre ec.  Di  queste  due  generazioni  d.  tor- 
menti neuna  altra  generazione  più  lorte 
si  trova.  Ar.  Pur  40.  20.  E  con  from- 
be  e  con  archi  facea  d'  alto,  E  con  vani 
tormenti  estrema  guerra.  Pass.  Cer.  13. 
2-  E  di  tormenti  bellici  ha  munite  Le 
ro'cche  sue  quesla  novella  Dite.  Ang.  Slet. 
I,.  1-7.  Da'  fuochi  e  dai  tormenti  La 
battuta  cortina  a  terra  cade.  (M) 

:S  S  V  Tormento  ,  si  prende  ancHe 
per  Archibuso  dall'  Ar.  Pur.  9.  88.;4on 
volse  porre  ad  altra  cosa  mano  ,  Fra  tante  e 
tante  guadagnate  spoglie  ,  Se  non  a  quel 
tormento  eh'  abbiam  dello  Ch'  al  fulmine 
assomiglia  in  ogni  effetto.  IT  J 

TORMENTOSAME.NTE.  Avverh.  Con 
tormenti.   Fr.    Giord.   Fred   R.   I   buon, 
quando  si  trovavano  cosi  lormenlosamente 

"tormentosissimamente,  .fuperl. 

1  ,/,  Tormentosamente.  Pr.  Giord.  Pred.  li. 

I  santi  martiri  erano  tormentosissimanienle 

esaminati .  „         .    i-  t- 

TORMENTOSISSIMO.  Superl.di  Tor- 
n,enlo.<o.  Salvia.  Visc.  I.  l44-  Senza  com- 
parazione alcuna  tormentosissima  mi  sem- 
bra  quella  passione. 

f  TORMENTOSO.  ^dJ  Che  apporta 
tormento  Lai.  molestus  Gr.  tt.-iiv.fOi  . 
Med.  Arb.  Cr.  24.  Fatiche,  e  lassezze,  e 
fami,  e  seti  tormentose,  e  crudeh    -.-  Se 


sner.  Pred.  Pai.  Ap-  7- 9-  ""  ;l"""".""^ 
iuconlro  f,;c'co,i(r^.<(i;  dagli  scribi  ec.  in- 
veleniti contro  di  lui  per  le  cure  che  egli 
del  continuo  operava,  quanto  più  insolite, 
tanto  più  tormentose  al  loro  livore.  (IL) 

+  §  Per  l'iena  di  tormento.  Amm.  Ani. 
37.  3.  6.  K-sa  medesima,  difesa  dalla  gran- 
de ventura,  <!  tormentosa  e  soUicila.  Petr. 
canz.  26.  5.  Onde  '1  cor  lasso  riede  Col 
tormentoso  fianco  A  partir  teco  1  lor  pen- 
sier  nascosti  .  Lod.  Mari.  4.  /  irg.  E  la 
mortai  saetta  Dal  tormentoso  fianco  non 
M  svelle.  Alam.  Gir.  8.  7.  S'accordo  1 
altro,  e  quel  le  sue  dogliose  Cure  gli  narra 
tormentoso  in  allo. 

TORMENTl'ZZO.  Dim.  di  Tormento, 
lìenib.  As.  I.  55.  Vaghe  d  alcuno  lormcn- 
tuizo  de' loro  amanti. 

TORNAGUSTO.  Cosa  che  faccia  torna- 
re il  gusto  ,  o  la  voglia  di  mangiare  .  Lai. 
^ula  irritamentiim.  *  /..*•  dir.  malati. 
Si  può  dar  loro  un  gentile  zimino  per  tor- 
nagusto .  (Ni  Cecch.  St.av.  3.  I.  La  parrà 
doFce  a  me,  che  ho  bisogno  Di  tornagusti  e 
di  ristoro  .  Salvia.  Pros.  Tose.  1.  106. 
Delle  cicale  ec.  erano  tanto  devoti  gli  uo- 
mini anticamente ,  che  le  mangiavano  per 
tornagusto  . 

«  TUUN  AIO.  Colui  che  lavora  al  torno. 
Maestro  di  torno.  Bim.  buri.  2.  234.  E  so- 
pra tulio  sia  fallo  fil  pestello:  al  tornalo  Di 
legname  tagliato  a  buona  luna,  Che  non  in- 

"'tÓrNALETTO  .   Parte  del  cortinag- 
gio ,  con  che  da  piede  si  fascia  e  adorna 

il  letto.  ,  T    .       , 

TORNAMENTO.  //  tornare.  Lai.  re- 
diliis.  Gr.  avK«/.ic.l.  Lih.  Jstrol.  Vuol 
dire  tornamenlo  ,  perche  quando  ques  a 
mansione  saglie  sotto  1.  raggi  del  Sole,  la 
mattina  ritornasi  il  Sole. 

TORNANTE.  Che  torna.  Lzl.  redien.. 
Gr  a^iavscvo.usvt!;.  Amet.  56.  Adunque 
a  nonrornanre  iempo  adoperalo,  acciocché 

s7ra'fu^re:"no      allrin.ent,cl..'onde 
non  mai  tornanti  alle  loro  lonlr  (S) 

TORNARE,  la  signific.  neutr.  vale  In- 
camminarsi, e  Prender  la  via  ver.jo.l  luo- 
™  ,  onde  altri  prima  s'  era  partito  Lai. 
redire.  Gr.  a:tav  =  f  X^'^»'-  ■»""■  "?  '^  '°' 
„■(.  Ed  egli  sconosculo  ,  tornando  di  Sco- 
zia,  lo  truova  in  buono  sialo,  hnov.  1,0 
7.  Esso  non  ardiva  a  tornare  adlietro.  fc 
Lm.  8.  A  tal  ora  tornando  addietro,  che 
eéù  si  credeva  innanzi  andare  i  no..  86. 
,3  Torna  qua  ,  che  Dio  ti  dea  la  mala 
none  .  Dani  lar.  2.  Tornate  a  riveder 
U  v"slri  liti.  E  appresso:  Cos.  come  color 
torna  per  vetro,  L»,  l"^'  .^'"'^  "/^ 
piombo  nasconde  (cioè,  si  "1="=  );^,,7^; 
can-  3  I  Qual  torna  a  casa  ,  e  qual  s 
can...  j.    i.   Y"  ,yA     Torna    tu 

annida  in   selva  .    E    son.    2U^■    * 
in  li  ,  eh'  io  d'  esser  sol  m'  appago.  Bui. 
Puro   8.  2.  Tornarono  addrielo  per  vede- 
re se^a  vedessono.  *  Cavale.  Alt.  Apost. 
1,3    Accomiatandosi  da  lo«,   promise  di 

tornare  da  loro.  (l'I 

■     -     l.    E  neutr.    pass.    ■•   Bocc     nov. 
5;.    Disidera  di  tornarsi   al   padre    ■ 


n      Ò7.    Uisioera  i>i  ."■ •  ,, 

;  ,(  .y  Gir.  6  E  non  trovandone  nulla, 
tornaronsi  a  casa,  e  riferirono  a  Girolamo 
°'''t\'^t.  'Tornare,  per  Biscontrarsi, 
Jeri/carsi.  Stor.  Bari.  7..  ^0-=  ""^'  j 
prof^i  profelizzarono  tutti  ^^XZ 
Figliuolo  d'Iddio,  e  come  '"' '  "^J-";^. 
fez^e  tornarono  verso  il  nostro  S^'^»  «^ 
su  Cristo  (Lai.  convenerunt  in  CI  risi 
e  com-  egli  discese  in  <""-J^JZk,  rf, 

+  *§;;o,tTw*e .-  .--./-- 

cosa,  e  vale  Ci' arsi    .  Mirabil- 

.0  ad  un  «"'■■' ^J^-'J^i  Ciascun  dal 
mente  ^PP""' ."  "j,,  ,3„„  :  Che  dalle 
memo  al  principi"  del 


i558 


T  O  R 


TOH 


T  O  R 


reni  era  tornato  il  vollo  ,  £J  iaclictro  vcuir 
li  cuuvcnia.  (V) 

t  3  S*  'V-  P^^  indursi  j  Risolversi . 
J-'ior.  ì'irt.  A.  M.  Tuttf:  !ii  per^oue  fu- 
rono falle  di  irrra;  in  terra  lorneranoo  . 
g.  V.  Tornar,',  per  Ripigliare,  o  liicu- 
perare  le  cose  già  tralasciate ,  o  perdute 
Lat.  redire  j  repetere .  Gr.  Kvaiy.;(8£rv  . 
J'etr.  son.  21.  K  se,  loruanHo  all' amo- 
rosa vita,  Per  farvi  al  liei  desio  volger  le 
spalle.  Trovaste  per  la  via  fossati  e  pog- 
gi ,  ec.  Bocc.  nov.  8-  5.  Ma  tornaodo  a 
(io  che  romincidlo  avea  ec.  ,  diro  .  J'it. 
SS.  Pad.  I.  3l.  M.i  toiniamo  anche  a 
narrare  <!eir  insidie  delle  demonia. 

'f  §•  VI.  Tornare,  per  Essere  di  nuo- 
vo ciò  che  si  fu  innanzi.  Bocc.  nov.  QS. 
22.  Bavvedili  oggimai,  e  torna  uomo,  co- 
me tu  esser  solevi.  F.canz.Q.  Ancor  porto 
fidanza  Di  tornar  hclla,  qual  fu  mia  usan- 
za .  Circ.  Geli.  5  119.  Non  hai  saputo 
rimediare  a  uno  de'  [irìncipali  difetti  che 
arrechi  seco  1"  essere  donna,  eh  ?  Cer.  E 
quale  è  questo?  (Jl-  La  voglia  di  cicalare, 
che  può  in  te  tanto,  che  tu  non  desideri 
di  tornar  donna ,  ma  solamente  di  riavere 
il  favellare ,  ce. 

*t  C  ^  "■  Tornare,  per  Risultare  , 
Hidondnrc.  Bocc.  nov.  33.  2.  Ogni  vizio 
può  in  grandissima  noia  tornar  di  colui, 
«he  l'usa.  Cat-alc.  f'rutt.  ling.  Pognamo, 
(h'egli  di  ciò  non  aldiisogni;  pure  gli 
torna  a  grande  onore,  clie  noi  riconoscen- 
do, ec.  lìittam.  I.  16.  Spesso  avvien  eh* 
Uomo  e  turhatu  DÌ  cosa,  e  piange  perchè 
gli  è  fonlraria  ,  E  poi  gli  lurna  in  gran- 
dezza e  stalo  (l'cdiz.  di  ì'enez  1^20  leg- 
ge :  Ma  vedi  ,  spesso  avvien  eh'  uomo  è 
turhato  Da  rusa  ,  e  piange  perche  gli  b 
contrara  ,  Che  poi  gli  torna  in  grandezza 
V  liuon  stato.  Siniilemcnte  a  costui  parve 
amara  La  sua   presura  ,  ce.  ). 

§,  Vili.  Tornare,  pe.r  ftiusdre,  DivC' 
iiire  .  Jiocc.  nov.  l\\.  7.  Cominciò  a  du- 
bitare, non  quel  suo  (;uardar  così  fiso  mo- 
vesse la  sua  ruslicit'a  ad  alcuna  cosa,  che 
vergogna  le  potesse  tornare.  Car.  lett.  I. 
1^0.  Tornandole  comodo  a  valersi  delle 
vettovaglie  che  vi  sono .  ^'  Tass.  Gcr. 
l3-  20.  Non  rimirar  le  nere  ombre  si  to- 
sto Che  lor  si  scosse  e  tornò  ghiaccio  il 
core.  (D) 

^  §.  IX.  Tornare,  per  ìiivolgere,  P'ol- 
tare.  Tcsoretl.  Br.  12.  C)5.  E  facendomi 
iinore  Disse  :  fi'  di  Latino  Guarda  che  '1 
gran  cammino  Non  torni  està  semmana 
(cioè  guarda  che  tu  non  volti  il  cammi- 
no, non  torni  indietro  in  questa  settima' 
na).  fCj 

*  !i.  X.  Per  Bi.toher.fi.  f'it.  SS.  Pad. 
2.  357.  Tanto  s'alTaticò,  che  tutto  tornò 
in  sudore,  e  tutto  trangosciava.  ff-^} 

s>  §.  XI.  Per  lo  Mutarsi  che  fa  una 
cosa  in  un'  altra.  /■>•.  Giord.  3o6.  Quan- 
do voi  ve<tcte  una  ditale  nuvulella  in  aria, 
e  a  mano  a  mano  non  v*  è,  .si  è,  che  si 
disfa,  e  torna  in  aria,  ce,  Disfeccsi  il  Se- 
gnore  a  ({Uesto    modo ,    che    il    suo    cor 


tornasse    in  ^Krc  ?    f'it.    SS.    Pad.     1 
'li.  Se 
oijzione  ,  e  la  paura  turncr'a  in  atlr^rcz> 


pò  tor; 
M.  Se 


Sentirete  una  grande  sicurladc  e  con- 


ta, (f)  Stor.  Pari.  j>.  Tutta  ralli'f;rezij 
eli'  egli  avca  ,  si  gli  fu  tornata  in  grande 
Irisliiia.  (FP) 

'fi  §.  XII.  Per  Diventare,  Essere  con- 
vertito .  ì  it.  SS.  Pad.  1.  a^.  Conside- 
rando r  esemplo  della  moglie  <li  Lotto  , 
che  (ornò  in  islatua  di  tale  ,  pcrorrhi; 
rr.    (f) 

*  g.  XIII.  Per  Cadere,  ì'enire.  Stor. 
Ilari.  2fÌ.  K  tornarono  in  taj«  errore,  clic 
non  ki  trova  chi  intendesse  in  Dio  ,  né 
chi  lui  adt>rasse.  (}' ) 

g.  XIV.  Tornare,  per  Restare,  iitnta- 
nere.  Essere.  Lat.  esse,  xe  hnltere.  Gal. 
Sist.  a()a.  Con  questa  simile  indagine  tro- 


vo dall'  osservazioni  del  Camerario,  e  del 
Munosio  ,  la  stella  tornar  situata  in  una 
simil  lontananza. 

§.  XV.  Tornare  ,  parlandosi  di  mi- 
sure, vale  Star  hcne,  Piscontrai'e.  =*  Cas. 
rim.  hurl.  22.  O  fortunata  voi  ,  che  la 
natura  Fé  con  le  seste  ,  e  le  bilance  in 
mano ,  Cosi  tornate  a  peso  t  a  misura 
(qui  figuratam. }.  (C) 

•?  %.  XVL  Tornare,  per  Riuscire  j  e 
dicesi  delle  misure  e  de' pesi  ,  o  simili. 
Frane.  Sacch.  nov.  gz.  Quanilo  mcttea  il 
panno  sulla  canna,  lasciava  mezzo  braccio 
della  canna  a  drieto,  e  quando  più  :  si  che 
ogni  quattro  braccia  (ornavano  al  buon 
uomo  forse  tre  e  mezzo.  E  nppres.to:  Ri- 
misuralo (il  panno)  ,  e  non  Io  truova 
più,  ec:  mi  ser^  stato  furato.  E  va  al  ri 
tagliatore,  e  va  di  qua  e  va  di  là  ;  1*  uno 
gli  dicea  :  questi  panni  Gorentini  non  tor- 
nano nulla  all'acqua;  ce.  E  appresso: 
La  ca[)pa  di  cielo  (di  color  di  cielo  }  tor- 
nò, che  non  arebhc  coperto  un  ciel  d'  un 
piccol  forno  (tanto  era  calata).  E  nOv- 
199.  Dice  a  Bozzolo,  che  la  farina  gli 
tornava  quando  meno  il  quarto,  e  quando 
il  terzo;  che  ciò  più  non  polca  sotferirc. 
Se  non  lo  ri>toraste.  E  apptxsso  :  Addi- 
venne come  del  buon  cotto,  che  a  mezzo 
torna.  E  appresso  .-  Chiama  la  fante  ,  e 
dice  :  abburatta,  e  misura  com'  ella  (  la 
farina  )  è  tornata.  La  fante  ce.  Iruova  le 
sei  slaia  di  grano  esser  tornate  quattro  di 
farina.  (E) 

g.  XVIl.  Toraaiv,  parlandosi  di  con- 
ti ,  vale  IVon  esservi  errore  nel  calculo  . 
Lai.  rationem  convenire.  ■'*•  lìorgh.  Fast. 
ij^ij.  Afferma  aver  veduto  negli  Atti  pub- 
blici di  Roma  l'anno  dì  C.  Pompcio  iJallu 
e  di  Q.  Venanio,  cioè  ab  U,  C.  DCCCL, 
segnato  colla  Olimpiade  CCVII.,  che  tor- 
na appunto  conforme  al  conto  nostro.  (1"^) 
Imperf  r.  Tusc.  D.  8.  T.  1.  2^3.  Ne  un- 
che  questo  torna  in  verun  conto,  essen- 
do che  all'  infinito  si  darebbe  la  mutazione 
di  luogo  ec.  ( F) 

g.  XVIII.  Tornare,  o  Tornare  a  stare, 
0  simili,  vogliono  ì'enire  ad  abitare  ,  o 
j4ndiir<'  a  stare,  o  ad  abitare.  Bocc.  nov. 
x5.  11.  Il  quale  per  amor  di  mia  madre  e 
di  me  tornò  a  stare  in  Palermo.  Salv.  Av- 
veri. 1.  2.  20.  Sogliono  i  nostri  esser  mot- 
teggiati comunemente  del  dir  persona  per 
niuno,  tornare  per  venire  a  stare,  o  an- 
dare  a  stare  ce. ,  e  nondimeno  tutti  si 
leggono  nelle  Giornate  senza  sospetto  di 
scorrezione.  E  appresso:  Cosi  si  dice  og- 
gi :  egli  è  tornato  in  via  Maggio  j  e'  si 
torna  col  fratello. 

•j-  #  §.  XIX-  Per  Albergare,  o  Di- 
morare all'albergo.  Rocc.  g.  1.  n.  7.  A- 
Vendo  ( Rergamino)  seco  portate  tre  belle 
e  ricche  robe  ec,  volendo  il  suo  oste  es- 
ser pagato,  primieramente  gli  diede  l'uua; 
ed  appresso,  soprastan<lo  ancora  molto  più, 
convenne,  se  più  volle  col  suo  otte  tor- 
nare ,  gli  desse  la  seconda  .  Cavale,  Att. 
Apost  (}"].  Manda  dunque  in  locppe  ,  e 
fa  venire  Simone  ce. ,  lo  quale  torna  in 
rasa  di  Simone  coiaio  (il  lat.  ha:  hospi- 
tatur).  (E)  Belc.  l'it.  Colontb.  58-  Quan- 
do Giovanni  co*  suoi  fnilelli  aad.ivjno  a 
Monteccbiello,  il  più  delle  volle  tornava- 
no in  casa  sua  .  Frane.  Sacch.  nov. 
l85.  Uscendo  la  mattina  dell*  albergo  do' 
Muccì ,  ove  tornava,  andava  in  Urto  S. 
Michele.  Cecch.  Ihsstm.  |.  1.  M*  appar- 
tai ila  lui  tornandomi  in  i)uc>la  caia  col 
mio  Alessandro.  tC) 

*  §■  XX  T*>rnare ,  f*er  Hicadere , 
nel  senso  del  g.  Vili.  Ar.  Fur.  6-  l5.  La 
Duchea  il'  Albania ,  eh'  al  Ile  torn.iva 
Da  poi  rhe  Polincsso  ebbe  la  morte  ,  In 
miglior  tempo  di^cader  non  puoir,  Putchii 
la  dona  alla  sua  figlia  in  dote.  (\t) 

#  g.    XXI.    Tornare ,    per     Higermo' 


gliare.  Ripullulare.  Ar.  Fur.  5.  a3.  FaUo 
il  pensìer,  Dalinda  mia,  niì  dice  (Chis  coti 
son  nomata  )  ,  saper  dei  Che  ,  come  suol 
tornar  dalla  radice  Arbor  che  troncoè^al- 
Iro  Tolte  e  sci,  Cosi  ce.  (Mj 

g .  XXII.  Tornare  a  bomba.  Vté. 
BOMBA,  g.   V. 

*  g.  XXIII.  Tornare  agli  orecchi, 
vale  Risapere.  Car.  lett.  i.  I07.  Se  ne  fe- 
cero tra  li  suoi  più  stretti  molti  ragiona- 
menti e  varii ,  i  quali  tulli  mi  sono  tor- 
nati agli  orecchi.  (C) 

*  g.  XXIV.  TofTtare  a  grond*uopo,  va/e 
Tornar  molto  conto.  Risultare  in  grande 
vantaggio,  ('ar.  En.  lib.  8.  i".  18.  E  gli 
s'impone  Che  soccorso  gli  cbiegga,  e  che 
gli  esponga  Quanto  ciò  dell'Italia  e  del  tuo 
stato  Torni  a  grand' uopo,  (.yf) 

#  §.  XXV.  Tornare  al  cuore,  va/e  Rav- 
vedersi ec.  }'.  CL'ORR.  g.  CUI.  (C) 

t  *  §-  XXV 1.  Tornar  al  dovere, 
vale  Ravvedersi.  Vtt.  S.  Gio.  Gualb.  288. 
Alla  perfine  tornato  al  dovere,  molte  volte 
benedisse  il  figliuolo.  (V) 

g.  XXVII.  Tornare  alla  memoria,  Tor- 
nar  nella  mente  ,  e  simili ,  vagliano  Ri- 
cordarsi,  Sovvenire  ,  nel  signific.  del  §. 
IV.  Rocc.  nov.  81.  8  or  incomiociù  a 
tornare  a  mente  chi  costui  era  stato*  e  le 
cose  che  gi<i  aveva  udite  dire  rhe  di  Dotte 
erano  intervenute  .  E  nov.  99.  28.  Per 
lo  quale  atto  al  Saladino  torno  alla  men- 
te messcr  Torello.  '^  Borgh.  Tose.  3l4 
Questo  dice  T.  Livio  in  più  d'  un  luo- 
go; ma,  quanto  ora  mi  torna  a  memoria, 
più  largamente,  che  altrove^  nel  quinto  li- 
bro. (I  ) 

♦  g.  XXVIII.  Tornare  alla  menda, 
vale  Ammendarsi ,  Riconoscersi,  Ravve- 
dersi.  Sen.  Peci.  218.  Se  la  tua  figliuola 
t'  ofTesc  ,  ella  tornò  alla  menda  .  /:.'  ap- 
presso: Tornando  alla  menda  perdonare- 
DO  loro.    (l^J 

^  g.  XXIX.  Tornare  al/a  mente,  ro/e 
Ritornare  in  se.  Riaversi  da  uno  smai'^ 
rimento.  Tesorxtt.  Brun.  3.  l8.  Ma  tor- 
nando alla  mente.  Mi  volsi,  e  posi  nienli.- 
Intorno  alla  montagna.  iB) 

g.  XXX.  Tornare  alle  medesime,  va- 
le Riducersi  di  /iworo  al  mal  Jart.  Lai 
redire  ad  vomitum.  Gr.   8({  !/ì£TOvI*«- 

UTOÌyy'jiv,   Eschin. 

g.  XXXI.  Tornare  a  mano,  vale  ì'e- 
nire da  mano. 

^  g.  XXXll.  Tornar  a  niente  ,  o  ni 
niente,  vale  Annichilarsi,  Annullarti  , 
/  enir  meno  .  Ciwalc.  Med.  cuor.  58.  Per 
la  concontia  le  piccole  cose  crescono,  ■■ 
per  la  discordia  le  grandi  tornaDO  a  nien- 
te .  (V)  Rocc.  Itt.  Dant.  a3l.  Po»r 
Dante  ogni  suo  ingegno,  ogni  arte,  ugni 
studio  ,  mostrando  a'  cittadini  più  savi  . 
come  le  gran  co»e  per  la  discordia  in  brie^f 
tempo  tornano  al  niente.  ■  Sulvin.  dtse,  1. 
393.  Se  un  cuore  di  vera  forieua  |uernilo 
lo  resiste ,  la  sua  fierezza  fallisce,  e  torna 
a   niente  >.  (C> 

#  §,    XXXUI.    romane  al  ntfnte,  vale 
anche  Impo\-erirr  ,    Diventar   mistrahi/e 
Rarh.    Hegg.    Dona.   a6.    C  ha   figliuole  di 
Baroni,  i  cui   padri   lornali  sono  al  nien- 
te.  (R) 

*>  g.  XXXIV.  Tornare  a  pace  con  al- 
cuno, vale  /tappaci/icarsi  con  a/ctino.  Ca- 
vale. Med.  cuor.  gq.  Per  la  paticnu  11 
ripacifica  il  Principe;  e  pero  chi  %uol  toi- 
nar  a  pare  con  Dio.  a  questa  nrurra.  E 
Frutt.  ling.  386.  Confessando  it  |»eccalo  , 
torniamo   a    pare  ed  a  grana  con  Dio.  (E) 

*  g.  XXXV.  Tornare  a  pe*xaio,  vale 
Etssere  imputato  a  j^eecato  Fior.  Il 
253.  Prego  rhe  mi  sia  licito  ,  e  non  mi 
tornì  a  peccato  di  svelare,  e  manifeuarr 
li  secreti  enosigli  e  11  secreti  fatti  dc'Gre- 
ei.  (Cj 


•1   O  R 
•-  8   \\\Vl.  Toruart  al  pacalo,  i-ale 

«§.XX\>l'    '  „or.  ,70.  E    COSI 

L„ebbono  giovani,  p.>..or^»o^P-';';^-'^ 
«,  e  muoiono  bene.  i^''<"^-.?-  »°  „,„che- 
si,;,il  pene  era  .lanna.al  -"'""  j,"^' "^"f^. 
se  U-Vec  ,so  non  tornava  a  penitene,  f/ ; 
ì'il     sT   Pad.   a.   32.  Poi  «"^n^"-'"  "  P'- 

calori  tornando  a  pen.lonza  .le  loro  pec 
cali,  si  confessarono.  (IJ        ^    ^    ,-,       y 

#  g.  XXXVIII;     Tornare    a    se  ■ 
TORNARK   liN   SÉ-  '''^ 

aè    XXXIX.    Tornare  a' saoUcrmm,. 

UmcnltoBnicosalorner-aasuo.  icrn,.- 

„Ji!;  .«'e  ro.v,.r  <-o„,o,3M<erA«-e. 
r  ^ n  llell  88.  Se  della  morie  di  co- 
l^„;t:rnalrndru.il..!.acos,ui,enue..o 

fe  Un  o  reo  e  mendico  e  avaro,  a  neuno 
°u"o"  che  a  costui,  poteva  .lucslom.cra>o 

tornare  a  utilità.  {B)  ,        l„     ,i..s- 

*  8.  XH.    Tornare    a.'anli,    lo    sus 
„  cAe   ror„.re  alla  menie.  i'^;"""'/- 
Peir.  .«».  23l.  Tornam,  avant.,  ^    alcun 
3Jlce  mai  Ebbe  '1  cor  «'-'-..l  P°' ^"^^^  ; 
altra  parte   Vegsio  al  m>o  navgar  turbai. 

''TXi^'l  Tornar  henc,  che  anche  sili- 
ce assoìatam.  Tornare,  .ale  Essere J' 
piacer.,  0  M  comodo,  od- ut,le.Y,"^^ 
Jirre,  condacere.   Sen.   Bea.  l  a,ch    4.  24^ 

Col»;,  i  nu^i-  'o-"  8""  •  I'".';''"  '  "' 

loro    bene    cosi,    non    son    grat.    se    non 
quando  e  quanto  torna    ben    loro.    I.    I\- 
^    Ma  tornava  bene  in  ul.Uta    comune 
.h.  il  mare  fosse  aperto    -ipc,le.^^^^^^^^ 
tìcare  da  ognuno,    lir.   Vial.    "e"- 
367.   Sonci  molte  altre  misuro,  le  quali  ce 
noi  le  lasceremo  .V  dipinlon,  1  quali  con 
una  pennellala  p.i.,  e  """  ">'^"'«    '\  P": 
sono  "^allungare  ed  accodare  ,    come  torna 
lor  bene.    Ore.    GM.    9  .  "6.    Ma  e  s, 
vede  anche  poi,  quando  e' v.  torna  bene, 

'"rxtlII.'rorMr  Une.  si  dice  anche  d. 
festimento  che  stia  acconciamente  m  dos- 


T  O  R 


T  O  R 


1553 


''°*  8    XLIV.    Tornar   colle    trombe    nel 
sacco, \'ale    Tornare  da    "''"'"';"''";;:' 
senza  profitto.    V.    SACCO,  §.  XXU      t; 
8    XLV.    Tornar  conto,  ialcE>seruU 
le,  comodo,  o  simili.   Lai.    intcrej<e,ex- 
perire.  Gr.   5J.a?=>ii''.  ^'"'"*=;''-.;;,  ,f ' 
Cr.   Mann.    iehh.  26.    1.    Qual    dubb.o 
adunque,  che  per  nessun  altro  acquisto  ec. 
ti  può  tornar  conto  un  minimo  pres'um- 
ùo  spirituale?  ec.   E  num.  2.    Considera, 
che  se  non  ti  torna  conio  recare    ali  ani- 
ma tua  un  minimo   presiudiiio  ,  ec.    (  /  I 
*  <•   XLVl.  Tor-iar  da  fare  checchessia, 
.ale  ^Tornare  da    aver  fatto    checchess.a 
allora  allora.  Sah:    Granch.  3.  9.  lo  tor- 
nava da  udire  un  ricorso  della  mercalauiia. 
tVccA.    Dot.    4.    1.    Tornando   adesso    da 
portar   la   lettera   k   casa  Bindo  .  rC;  J'ir. 
Asia.   li3.   Altri   paesani  lo  videro   lerse- 
ra,  tornando  da  cibarsi,  andare    qua  no- 
tando per  questo  fiume  vicino.  (!■) 

*  e  XLVII.  Tornare  il  medesimo,  va- 
le Essere  lo  ste.«o.  Borgh.  Orig.  rir. 
6.  Ma  comunque  la  cosa  si  creda  o  pigli, 
tornerk  a  questo  nostro  proposito  il  me- 
desimo, e  la  cosa  di  quelle  storie  s.  Irò- 
veri  pur  tale.  'O 

+  *  8.  XLVIII.  Tornare  in  aknno,  par 
tando.,7di  pene,   vale   lUcadere  sopra   al 


amo.  Fav.  Bsop.   io.  La  pena  del  tradi- 
mento tornò  in  ogni  Irad.lore.  ({■) 

*  8  XLIX.  Tornare  m  bene,  vai,,  lo 
stessi  che  Tornare  bene.  Esser  ut.le  . 
'^:i:.Med.  cor.  27.  conciossiacosaché 
molto  frutto  se  ne  possa  liane  (dall  es 
Tr  W.«.-,V>-oi,  gU  torna  p.u  m  bene  che 

'T%'L'\'rnare  in  capo,    vale  .figu- 
rai,  liicadere  addosso.  Venir  ^opraj'or- 
It    3o4.  In  questa  citlU  regno  molli    a. 
ó[uno  re  molto  crudele  (la  qualcrudel- 

la  li  possa  .incora  tornare    in    capo) 
ha   nome  Slcssenzio.  (C) 

5      LI.     Toninre    in     cervello,    dicest 
del  Ricapcrar  l'uso    della   ragione      Lai. 

resipi.<cere.  Gr.  «■^=<^'■f"^  ''fV^i  e 
larch  2.  li.  Ami  di  te  avrà  da  dolersi,  e 
con  ran  ragione,  quando  sari  tornato  in 
:vaio,qua?,dogl.'ar'apasssatoqueUurorc^ 
■.:c  e.  Lll.  Tornare  ia  consuetudine 
una  cosa,  vale  Tornarla  in  "^».  /;';'^  ". 
urla  in  corso.  M.  V.  7-  9^-  ^^^ ''J'': 
se  messa  in  pratica,  e  tornila  m  consue- 
tud^ie,  era  g'rau  beneficio  delle    amme    e 

^''riln.%ornare  indielro.  parlandosi 
diìollc  .  0  simili  malori,  vale  .Von  venire 
innanzi,  yon  far  capo. 

+     8      LIV.     Tornare    indietro,  o  ad- 
dietro.  parlandosi    di   negozi,  figuratam. 
Tale    /on    avere  efiitlo.  l-^i- irrimm  fieri 
Gr   5.*/u53V  TzouXiS-Xi.  noce.  nov.  9».  2I_.  , 
Kon  poiendo  indietro    lornave       converrà  1 
per  fo.^a  che  sien  contenti.    F.loc.  I.    194- 
Questo   mi  mosse  a  far  quel    che    orama. 
non  può  tornare  addietro. 

•i  :;:  8  LV.  Tornare  indietro ,  par- 
landosi di'  vite,  vale  Propagginarla  sol- 
icrrandola  tutta  per  ringiovanirla  .Iresc^ 
i  12.  3.  Se  ji'a  la  vile  non  ama  d.  e  ser 
nnnovelluta,  o.ver  loniata  indietro.   C/  ; 

8  LVI.  Tornare  in  grazia  rf'  alcuno, 
o  %n  alcuno,  vale  Riconciliarsi  con  isso 
lui.  Riacquistare  la  -"  ''"'""^"^''p^f 
amicizia.  Cas.  Instr.  Card.  Caraff.  9.P>^^ 
parere  bevanda  troppo  amara  il  lorn  re 
-      grazia  col  nemico,  rimettendo  1  ingiù 

ria  riceviitii.  i^ 

-A   S     LVll.    Tornar  in  memoria,  vale 
Ricoriarsi.  Reno.  Celi.  Race.  9.    (  I  ". 
,828.)     Al     «'o     l-og"    -"^    ragioneremo 
quanto  ne  tornerà  in  memoria.  'I 
'   R.   LVUI.   Toraare    in  se,  e  a  se,  Kote 
r.uuperare  il  discorso,  lo  'niellelto;   Ri- 
cupjrare   i    sen.,i     .narrili;    iJ'-'"'";- 
L.at.  ad  se  redire.  Gr.  av-.<?;ev=cv.  Pass. 
58.   Santo  Antonio  tornando  in  se  ,  tulio 
confortato,  cognobbe  la  P--""    ^ "^lio 
i„  quella  luce.    Pelr.canz.  3o.   \^°J^^^ 
a  me  torno  ,  trovo   il   petto    moUe    De   a 
niclale     Le--.  Asc.    Crisi.    S.    B.    Cr  sto 
r  arti  da'n^ii,   e  audoe  in    cielo,   accioe- 
chi  torniamo  a  noi,  tornando  al  cuor  no- 
,ro,  e  troviamo  lui.  ^mc/.  53.  Onde  alla 
voce  di  quella  in  sfe  tornato  ,  s.  riscosse  , 
non  aUramenli  che    Achille  facesse  ,    sve 
"liandosi,  trasportato  ne' ouov  regni  della 
sua  madie.  .  .  , 

if  8.  LIX.  Tornare  in  se,  o  a  st,  ,aie 
nnchì  Ravvedersi.  TU.  -SS.  ''"'•^IJl 
ripensando  questo  ortolano  con  molla  a 
mirilndine  questo  fatto,  '<"■■">/  f"^  ""^^=- 
Simo.  E  96.  Le  q-^li  cose  udendo  e  con^ 
siderando  quel  monaco,  torno  a  se  ,  e  fu 
molto  compunto.  '•  >9^- ?.<"-"i">' °  '°;^- 
'  prese  a  fare  penilenzia.  (V,  Irall.  viri 
Lor  2.  Cosi  come  1'  uno  barbieri  rade  la 
barba  all'  altro,  cosi  V  uno  malvagio  fa  ven- 
àeua  dell-  al.ro,  perciò,  frate  mio,  .orna  a 
le    niedcsimo.   iC)  _ 

*  S  LX  Tornare  in  vila ,  vate  «1- 
susciìa,..  ..  Bocc.  nov.  28^  26.  Padre  mio 
le  vostre  orazioni  ec.  m"  hanno  delle  pene 
del  Purgatorio  tratto,  e  tornato  m  vi- 
ta -.  (Cj 


■••  -•  LXI  Tornar  .topra  ad  alcuno, 
,,er  limare  ad  assalirlo.  Car_  En.  5. 
651.  Risurse,  e  più  spedito  e  più  fe'««  J-^. 
Tonio  sopra  a  Darete,  e  por  lo  campo  Tulo 
a  fona  di  colpi  orrendi  e  spessi  Lo  mise  in 

volta.  (Mi  ,  „_^ 

8  LXll.  Tornare  sopra  alcuno,  o  lor- 
nai-e  in  capo  ad  alcuno,  vogliono  lenire 
addosso  ad  alcuno.  Venire  sopra  d,  colli. 
il  danno,  Incorgliene  male.  Lai.  m  caput 
vertere.  Bocc.  nov.  IO.  4.  Quello  rossore 
che  in  altrui  ha  creduto  giltarc,  sopra  se 
l-  ha  sentito  tornare.  Toc.  Dav.  Star.  3. 
2-3  Ebbe  a  rovinar  la  Corsica  la  teme- 
riti  di  Decimo  Pacarlo  proccuralore,  che 
oer  odio  d'  Ottone  voleva  pure  con  le  lor- 
L  de- Corsi  dare  a  Vilellio  aiuto  10  tanta 

macchina  di  guerra,  "-i-o'^'vTnrnò  m 
ne  gli  fosse    riuscito,    ma    gli    tomo    m 

'"*  e  LXIII.  Tornar  vero  vale  Verifi- 
carsi Cronichelt.  d-Am.  l3.  Risene  e  fu 
molto  allegro  e  disse,  poichi.  questi  era 
Re   de-  fanciulli,  fia  tornato  vero  .1  sogno 

mio.  (Ci  .      .^       ,, 

1  <^  LXIV.  Tornare,  m  signific.  alt.  per 
RU-oìdu'rrc,  Rimellerc  .  Lai.  redi.cere. 
reporlare.  Gr.  -.vàysi..  Bocc.  «oi- ,  l3. 
„■;  Ogni  danno  ristora  ,  tornandogh  lu 
buono'slato./-;.o...28.  23.  Tacitamene 

il  lornarono  nell'  avello.  E  "'»••  '°° "^ 
Trovandola  paziente,  pm  cara  'be  "'ai  m 
easa  tornalahsi,  i  suoi  Bgliuoli  S"»'"'  !'■,"><'- 
stra.  Aniel.  55.  Ricordai,  che  come  fiumi 
trascorrenti  acque  ne  portano   a    mare 

eon  conlinovo  corso,  ne  mai  m  su  a  le  fon 
le  tornano,  cosi  Tore  .  giorn.,  ;  S'»';'"  k'' 
anni  e  eli  anni  la  giovane  eia.  -.-  ar- 
F,?r  33  63.  Il  dolce  sonno  mi  promise 
pae  Ma  l'amaro  vepgiar  mi  torna  .n 
^  F  IS     7Q    Poi,  Suite    le  nozze  , 

frcTior.^iif;-/'/'»'"-.'"- "'/•--"■- 

p,';,  ":?.      Gir.     36l.    La    quale    (moglie. 
ito»»;  sai    che  ei  torno    .n^>;'-J- 

sale.  Il)  Pel'-  canz.  fe  ^  '  f  ^f^^T 
benedetta.  Che  -1  l-ianto  d  Eva  m  al 
leciezza  torni  .  Ar.  Far.  2».  ig-  A 
f  strano  spettacolo  Giocondo  B.issere- 
^a  la  fronte  'e  gli  occhi  e  'l  viso,  E  quale 
in  nome,  divento  giocondo  D  effetto  an 
cora,  e  torno  il  pianto  in  riso.  Lasc.  <■,",. 
io  ti  giuro  e  promelto  ec.  Toruarl.  d.  P.u- 
'  •icello  una  pozzanghera.   (Mi 

•l  *  S.  LXVL  E  per  Mutare  una 
cosa  in  un- altra.  Vii-  SS.  Pad.  L 
ALa  necessiti  tornò  in  volontà  e  inco- 
andandosi  a  ddettare  dello  stato  dell  e- 
Temo  ec.  ,  ebbe  trovata  una  bella  spelon- 
cT  ec  k  I.  16.  Lo  lungo  stud.o  della 
volontaria  servitudina  la  consuetudine  avea 
tornata  in  natura.  (T ) 

8  LXVII.  Tornare  alla  memoria, 
vali  Fare  che  allri  si  ricordi.  Lai.  ad- 
monere,  in  memoriam  revocare  ,.nm- 
mor.am  redigere  .  Gr.  «''•■'.•"•"' V"-^,! 
Rocc.  nev.  I5.  1.  Le  piare  da  Landol 
fotrova.eec.  m'hanno  .Ala  memori     tur- 

nata  una  novella.  -.nov.  77-  3^^  ^;' 
nella  mente  tornandosi  chi  egli  eia  ec  , 
"ile  nel  suo  proponlmeu.o  lermo.  E  no.. 
86  ,.  11  nonie  della  Niccolosa,  an.ata  a 
Calandrino,  m'ha  nella  memoria  tornala 
„n.  nuvella   d'  uu'  altra    Niccolosa  .    Mn. 

Pen.Varch.  7-  ^5-  F-S»  »  ^'■''"''."CoU 
a-  avanzo  pian'amente  .  e  con  amicheVoU 
,.role  tornargliele  u.^a^icn,e.^^^,,_,, 

-  e     LXIN     Tornare  indielro  una  cosa. 

f%nrcl^e'..na  cosa  non  abbia  e  fello . 
vale   Far  die  una  ^^^  ^^^^_ 

o  compimento.    Fior    ''•^9*'  ,„|„j 

1  re    delle  minacce  di  Turno 


i56o 


T  O  R 


TOH 


T  0  R 


tornare  iadìctro  quello  che  tu  hai  comìa- 
ciato.  (Cj 

§.  LXX.  J'ale  anche  Jnntillare.  Amet. 
39.  Ma  perciucrhè  quello  rhc  uno  Iddìo 
dispone,  r  aitrr)  nul  (orna  addietro,  come 
io   posso,   il   koQ'ero    nulrontenta . 

^  §.  LXXI.  I  ale  anche  Hihuttarc,  Di- 
negare. Teseid.  7.  126.  Ei  non  sapreUie, 
posto  che  *1  volesse.  Tornar  indietro,  Leila 
donna  e  cara  ,  Cosa  che  la  tua  bocca  gli 
chiedesse.  ( /ì) 

*  §.  LXXII.  Tornar  passo,  per  Dare 
addietro  ,  i4m'lrarsi  d'  un  passo.  Ar. 
Pur.  27.  66.  Va  indietro  !u;  vavvi  pur  tu  ; 
uè  passo  Pero  tornando  ,  gridan  tutta- 
▼Ja.  (M) 

t  TORNASOLE.  Lo  stesso  che  Gira- 
sole. Lat.  heliolropium,  kcliotropium  tri- 
coccunt.  Gr.  r,'ì.io-p'Ì'J<.Oi.  Din.  Comp. 
Die.  A  f^uisa  di  (jucl  tornasole  che  sem- 
pre le  sue  foglie  gira  u  guisa  della  ruota 
della  solare   virlii. 

§.  Tornasole,  si  dice  anche  una  Tin- 
tura, o  in  pasta,  o  incorporata  in  alcune 
pezzette  di  seta,  che  serve  a  tingere  \a- 
rii  liquori  per  iscoprir  l' acido  che  in 
loro  si  troi'a.  Quella  che  viene  di  Co- 
stantinopoli e  f'itta  di  cocciniglia  ,  e  di 
alcuni  actdij  quella  che  viene  d'  Olanda, 
o  di  Lione  è  fatta  dt'  frutti  della  pian- 
ta, detta  anch'essa  Tornasole,  0  Gira- 
sole. 

TORNATA.  //  tornare.  Il  ritornare  , 
Bitomo.  Lai.  reditus ,  reditio.  Gr.  ava- 
xo/ii(?/)'.  /tocc.  nov.  4-  6.  Statli  piana- 
mente infina  alla  mia  tornata.  Enov.gQ. 
46.  Ognun  pregò  <  ho  di  questa  sua  tor- 
nala con  ahua  non  parlasse.  JJep.  Decani. 
<)7.  Noi  crediamo  rhc  sia  qui  la  finita  , 
come  la  tornata^  t'  andata,  la  passala. 
Sen.  Ben.  i'arch.  6  36.  Che  male  t'ho 
io  fatto,  che  tu  mi  disìderi  una  tornala 
assai  peggiore  che  1' uscita? 

ff  §.  1.  Esser  di  buona  tornata,  vale 
Tornar  prato  da  luogo  ove  uno  è  ito  . 
Fir.  As.  l!\\.  Fa' che  lu  sii  di  hnoua 
tornala,  perciocché  egli  in*  è  uecessario 
fra  picciul  tempo  riliovarnii  nel  teatro  con 
gli  ahri   Iddii.  (Pe) 

f  §.  IL  Tornata  di  casa,  dicesi  V  A* 
hitazionc.  f  lagg.  Sin.  18.  Pagammo  in 
Alessandria  al  Consolo  che  ritiene  i  pel- 
legrini, ducati  uno  per  testa,  dandoci  so- 
lamente la  tornata  della  rasa  senza  darci 
letta,  o  niun'  altra  cosa.  E  19.  Volle  da 
noi  (lucati  quattro  per  testa  senza  darci  o 
Icllu  o  altra  cosa  che  sìa  al  mondo,  se 
non  la  tornala  della  casa.  t'ir.  Lue.  2. 
4.  Ter  vedere  se  io  me  ne  poles»i  gua- 
dagnare una  tornata  di  casa. 

§.  in.  Tornata,  chiamò  l' ultima  Stro- 
fé,  o  l'  Apostrofe  alla  Canzone,  Dani. 
Conv.  (.)3.  Ullimanjenle  ce.  io  mi  rivolgo 
rolla  faccia  Av\  mio  sermone?  alla  canzone 
medesima,  e  a  quella  parlo.  E  acrìocrhì; 
questa  parte  più  pienamente  sia  intesa  , 
dico,  che  generalmente  si  chiama  in  cia- 
scuna cannone  torn.ita,  perocdiè  li  dici- 
tori <  he  prima  usarono  di  l.nla,  reiinn 
quella  perchè  ,  canuta  la  canzone  ,  con 
certa  parte  del  canto  ad  essa  si  rìlornas- 
.Nc.  Ma  io  rade  volte  a  quella  inleozione 
la  feci  ;  e  acriorcliè  altri  se  n'  accorgesse, 
rade  volte  la  poti  vuW  ordine  della  can- 
zone, quanto  e  at  numero  che  alla  nota  e 
necessario  ;  ma  fecìla  quamlo  alcuna  cosa 
in  adornamento  dilla  canzone  era  meslic- 
ro  a  dire  fuori  «Iella  .tua  senlenta.  /.'  30<). 
La  quale  per  tornata  di  questa  ranione 
falla  fuc. 

g.  IV.  Tornata,  si  prende  anche  per 
Adunanza  d'  Accademie,  di  Magistrati  , 
di  Compagnie,  e  simili-  Tac.  l'av.  Ann. 
J.  39.  Lu  seguente  tornata  Quinto  Atcrio 
e  Ottavio  Prontoiie  ec.  mollo  dissero  ilei 
disonc>^;>    spendere    ilclla    cilti    fi7    testo 


lat.  ha:  proiimo  senatiis  die).  E  l\ti. 
Ma  r  altra  tornata  pregò  il  Senato  da 
parte  dì  lei  ancora  ,  che  di  parole  dette 
contra  leì  niunu  fosse  reo.  E  Accus.  l!\\. 
Trenta  tornate  e  più  ncU*  accademia  doo 
è  capitato. 

TORNATO.  Add.  da  Tornare.  Lai- 
reversus.  Amet.  56.  Ma  pognamo  che  tu 
divenghi  vecchia,  che  diverrai  ;  pensi  lu, 
che  le  guance  ora  distese,  divenute  allora 
rugose  e  pallide,  dove  ora  di  Lellissimo 
colore  sono  lucenti  ,  e  gli  aurei  capelli 
tornali  ìn  liianchi  ,  truoviuo  chi  a  queste 
cose  gì' invili  T  cerio  no.  '^  Cavale.  Med. 
cuor.  299.  Ben  doht)iamo  credere  che  *l 
buono  Iddìo  gli  noslri  corpi ,  quantunque 
tornati  in  terra,  potrà  e  vorrà  riformare, 
e  althellire  sommamcQtc.   (f^) 

*  S.  1.  Per  Cangiato.  Dant.  Purg. 
14.  Oh  Romagnuoli  tornali  inbastardii  (y) 

§.  IL  Tu  sii  il  ben  tornato,  o  similij 
Modo  di  salutare  chi  torna  €li  lontano. 
Bocc.  nov.  27.  32.  Tedaldo  mio  dolce, 
tu  sii  il  ben  lornato.  E  nov.  99.  ^S.  Fi- 
gliuol  mìo,  tu  sii  il  ben  tornato.  Cecch. 
Corr.  3.  7.  Capitano,  Voi  siale  il  ben 
tornalo. 

•S  2.  111.  Dare  il  Iten  tornato  ,  vale 
Ballegrarsi  con  altrui  del  suo  felice  ri- 
torno .  r.  DARE  IL  BEN  TORNA- 
TO   (Cj 

*  TORNATORA.  Misura  di  terra  e- 
quivalente  a  staiora.  M.  /'.  7.  81.  E 
per  tornatura  di  terra  soldi  20  di  bolo- 
gnini  r  anno  sopra  V  altre  gabelle.   (Cj 

#  TOHNAVIKA.  Term.  dt  Marineria. 
Cavo  piano  ,  le  cui  atremità  sono  ini- 
piombate  insieme,  il  quale  avvolto  all'  ar- 
gano scorre  in  coverta  lungo  i  due  lati 
del  vascello,  e  serve  a  salpar  l'  àncora  , 
legando  ad  esso  la  gomena  con  salmastre 
e  paterne.   (A) 

TORNEAMENTO.  l'ed.  TOUNIA- 
ME.NTO. 

f  TORNEARE  .  ?ieutr.  Far  tornei. 
iVoi'.  ant.  57,  I.  Il  Re  di  Francia  aveva 
difeso,  sotto  pena  del  cuore  e  dell'avere, 
che  niuno  torneasse.  Toc.  Dnv.  Ann.  2. 
32.  Rifece  r  altare,  e  con  le  legioni  die- 
tro  per  onoranza  del  padre  vi  torneò. 

f  3  §.  L  E  in  signiftc.  neutr.  pass, 
senza  la  sì  espressa  ,  vale  Muoversi 
in  giro.  Dant.  Par.  \!x.  Li  santi  cerchi 
mostrar  nuova  gioia  Nel  torneare,  e  nella 
mira  nota- 

-'.-  §.  II.  E  in  signijìc.  alt.  vale  Far 
Muovere  in  giro.  **  Tes.  Br.  2.  38.  An- 
cora di  sopra  a  quello  aere  è  il  firma- 
mento, che  tuttavia  tornea,  e  gira  lo  mon- 
do con  tulle  stelle  da  Oriente  iu  Occi- 
dente -. .   (Ci 

§.  HI.  Per  Circondare,  Lat.  circumda- 
re  ,  sepire.  tir.  Tepcxux)oyv  .  Albert. 
Clip.  2.  La  mente,  che  non  è  torneata  da 
nmro  di  .%ìIenzìo,  s.irà  saettala  dal  nimico 
da  tutte  parti.  Liv.  M.  Mi>e  1*  assedio  al- 
la cilt)i,  e  la  lorncó  d'  ingegni  e  berte- 
sche. 

TORNÈO.  Torniamento.  Lat.  *  decur- 
sia  lutiicra.  Bocc.  nov.  18.  3l.  Né  in  tor- 
nei, ne  in  giostre,  ne  ìn  qualunque  altro 
atto  d'  armo  ,  niuno  era  nel  paese,  rha 
quello  v.de>se  clic  egli-  Diltant.  2-  3.  E 
f(tan  tornei,  e  una  e  altra  giostra  Far  si 
vi'dea   con    giuochi   nuovi,   e   %trani. 

§.  Per  Giro.  Tes.  Br.  a,  43.  La  Tìa 
del  Side  e  'I  suo  ctirso  è  d'andare  cia- 
scun di  da  Oriente  in  Occidente  per  lu 
suo  cerchio  intorno  alta  terra  in  lai  ma- 
niera, ch'egli  fae  intra  notte  e  giorno  uno 
torneo. 

TORNE.SE.  Spezie  di  moneta.  IVov.  nnt. 
II.  1-  .*^prndo  più,  che  io  non  ho  d'en- 
trata, dugenlo  libbre  di  lornesi  lo  mese. 
Frane.  tSacch.  rim.  58.  neniilandidi  mrn 
che  due  loruesi.    C'/v/i     />//.   l3.  Lascio  a 


mio  padre  libbre  50O0  da  fiorini  ,    ovvero 
di    tornesi. 

TORMAIO  .  Torniero.  Cani.  Cam. 
X04-  Belle  donne,  noi  siam  lutti  toroiai, 
Siam  buon  maestri  e  lavoriamo  assai. 
Buon.  Fier.  3.  4-  8.  Ecco  venir  legnami, 
ecco  un  torniaio. 

TORNIAME.\TO,  e  TORNEAMEN- 
TO.  Lat.  •  decursio  hidtcra.  Dant.  Inf. 
22.  £  vidi  gir  gualdane.  Ferir  toroea- 
menti,  e  correr  giostra.  liut.  ivi  :  Tornea- 
menti  si  facevano,  quando  si  conveniano 
volonterosamente  li  cavalieri  a  combattere 
dentro  da  uno  palancalo  per  acquistare 
l'onore;  nel  quale  torneamento  1*  uno  fe- 
risce r  altro  a  fine  di  morte ,  se  non  si 
chiama  vinto  ec.  Giostra  ec.  è  quando  1* 
uno  cavaliere  corre  cootra  l'  altro  coU*  a- 
ste  broccate  col  ferro  di  ire  punte,  dove 
noQ  si  cerca  vittoria  se  non  dello  scaval- 
lare, e  in  questo  è  dìATerente  dal  tornea- 
mcDto,  dove  si  combatte  a  fine  di  morte. 
G.  V.  5.  35.  4-  Cavalieri  tutti  vecchi,  e 
addurati  in  battaglia  e  'n  toruiameoti.  E 
9.  174-  t.  CombattcaDo  a  riprese,  a  modo 
di  torneamento.  Bocc.  nov.  o^.  2-  In  co- 
stume aveaa  d*  andar  sempre  a  ogni  tor- 
niamento ,  o  giostra.  ?iov.  ani,  57.  2. 
Pregandolo  per  amore,  che  accattasse  pa- 
rola dal  Re,  che  un  solo  torneamento  si 
facesse  con  sua  licenzia.  .1/<iejfrnss.  2.  II. 
6.  Per  questo  l*  uomo  diTcnta  ÌDchiuevule 
a' vixii  delle  lascivanie,  ovvero  di  crudel- 
tà, per  quelle  cose  che  sono  rappresenta- 
te, come  s*  e  nel  lomiameato.  E  2.  l\2. 
L'ottavo  è  in  coloro  a' quali  è  negata  la 
ecclesiastica  sepoltura ,  come  s'  è  a  coloro 
che  muoiono  nel  torneamento,  imperoc- 
ché non  e  seppellito  nel  eimitcrio,  esian- 
dio  che  si  penta,  siccome  si  ilirh  nel  ca- 
pitolo del  torneamento.  *  Tass.  Ger.  5. 
25.  E  qui  insieme  in  turneamcnti  e  in  lotte 
Rcndon  le  membra  vigorose  e  dotte.  (B) 
§.  Per  Ctrcondamento,  Circonferenza  , 
Giro.  Lat.  cìrcuitus.  Gr.  X'J«>W3t?.  Tes. 
/ir.  2.  35.  Questa  è  la  ragione,  per  che 
la  terra,  eh'  è  '1  più  grande  elemento  ,  e 
la  più  salda  suslanza,  è  assisa  nel  miluogo 
di  tutti  i  cerchii.  e  dì  tutti  i  torniameuti, 
cioè  il  fondo  de'  cieli ,  e  debili  elementi  . 
Albert,  cap.  2.  Siccome  citlade  aperta,  e 
senza  torneamento  di  mura;  cosi  V  uomo, 
lo  quale  non  puotc  nel  parlare  coiUigoere 
lo  spirito  suo. 

TORNI  ARE.  Latorare  a  tornio.  Lat* 
tornare.  Gr.  TopviJtiv  .  Lib.  Astro/.  Si 
pongano  li  due  capì  del  tornio  nelli  due 
punti  che  trassero,  e  fermisi  molto  dirit- 
tamente in  modo  ,  eh'  e'  sia  al  turniare 
quello  che  sopra  della  ruota  si  fece  in 
prima.  E  altrove:  E' bisogna  che  '1  lor 
niero  che  la  fac,  sia  bene  usalo  di  lumia- 
re.  ì  arch.  Les.  22^.  Direbbero  che  uno 
giovane  di  pati  ingegno  ,  e  di  pari  eser- 
citazione neir  una  arte  e  nell'  altra  ,  n- 
Irarrebbe  meglio  una  pittura,  che  non  ter- 
niarehhe  ima  statua,  l'ani.  Cmrn.  237-  Noi 
gli  sappiani  da  noi  tutti  toniiare. 

*  TORMARE.  /  .  A.  Intorniare.  Pisi. 
S.  Gir.  36ì  Tutti  siamo  circondati  e  lor- 
niati  di  multe  schiere  di  crudelissimi  ne- 
mici .  fT)  Car.  Long.  Sof.  /ih.  i.  Tor- 
niandolo  prima  che  la  subita  paura  lo  la- 
sciasse riksare,  lo  curoinriaruoo  a  mordere 
di  buoni   denti.   (ìirj 

*  TOUMELLO.  Tornèo.  Torneamen- 
to. S.  Cai.  Lilt.  (A) 

t  TOliNIEHO  .  Colui  che  lavora  ai 
tornio  ,  ^/aextro  di  tornio;  che  oggi  pi» 
comunemente  diciamo  Torninéo  .  Lio,  A- 
strol.  E'  bitugna^che  'l  tornìcro  ,  che  la 
fac  ,  sia  bene  usalo  di  tuiniarc ,  che  sia 
buon  macklru  . 

«  TORNIME.NTO.  //  lornirt.  Imperf. 
Prov.  />.  3.  T.  3.  168.  F  similmente  ve- 
dcrc  (si  può)  come  (ti  caso)  senta  argo- 


T  0  R 

meati  lu  entro  ,  e  seau  maestranic  visì- 
bili, qucU*  a  perfetto  toroinicDlo  di  cilin* 
Jri  cuoduce  (parla  delie  goccioli;  d'acqua 
ih€  formano  i  cristalli  nelle  ca\-crne).  {F} 
TORNIO.  Ordigno,  sul  quale  si  fanno 
diversi  lavorii  di  figura  rotonda,  o  che 
tendono  a  quella,  sì  di  legno,  sì  d*  osso, 
sì  di  metallo  .  Lai.  tornus  .  Gr.  to',-v5;. 
7'H.  Pluf.  Alessandro  fu  sottile  nell'  arte 
del  tornio,  e  Dell*  arte  d*  intagliare  .  Lib. 
Astrol.  Sì  si  dee  far  quello  legno ,  il  più 
ritoDtlo  che  far  si  puote,  ec.  £  da  poi  si 
dee  mettere  al  tornio  in  questo  modo  . 
Frane.  Sacch.  rim.  2.  Le  loro  orecchie, 
che  forate  a  tornii  Son  per  metter  lor 
cerchia . 

TORNIRE  .  Torniare  .  Lat.  tornare  . 
Cr.  TO^Eu'etv .  Buon.  Fier.  2.  4-  3o. 
Diavoli  v'  eran  forse  in  guarnigione  ec. 
A  gettar  nelle  forme  ciiimonie  ,  Compli- 
menti tornir  (qui  per  similit.  ).  E  3.  4* 
8.  Impotenti  a  ricever  buona  forma.  Dif- 
ficili a  tornire. 

TORNITO.  Jdd.  da  Tornire.  *  Maini. 
8.  36.  Una  sfera  bellissima  si  vede  ,  Cb* 
è  sopra  a  un  ben  tornito  piedistallo.  (I>) 
Salvìn.  Pros.  Tose.  1.  l\2.S.  Un  impensato 
accidente  ,  e  non  mai  in  simigliauti  casi 
da  me  provato  ,  seguimmi  ,  di  avermi  la 
sorte  presentato  un  tal  sonetto  ,  così  ben 
tornito,  e  così  ben  fatto,  che  io  da  dirci 
centra  non  trovo  {  qui  per  metaf). 

TORNITORE.  Torniero.  TU.  Piti. 
148.  Apelle  tornitore  Mirleano  presso  A- 
leneo  ,  libro  li.  *  Bellin.  Pise.  i.  16. 
Così  fa  fona  e  scorre  co'  suoi  ferri  al 
contatto  de'  suoi  lavori  il  tornitore  nel 
contornargli.  (F) 

TORNO.  Tornio.  Bemb.  Star.  i.  12. 
Si  portavano  intorno  due  bossoli  falli  a 
torno  a*  gentiluomini  che  per  le  panche  se- 
devano del  gran  consiglio.  *  «  Ar.  F'tir. 
19.  6.  L*  infelice  s'  aggira  come  un  lor. 
no  ,  E  quanto  può  sì  tien  da  lor  difeso  . 
£  29.  22.  Fece  il  buon  vino  ,  eh'  andò 
spesso  inlorno,  Girar  il  capo  a  tulli  come 
un  torno.  £"  4l- 9^- O""  *^*^"  Frontiu  glie 
al  fianco,  or  gli  è  davaute  Cou  quel  Fron- 
tÌD  che  gira  come  un  torno  ».  (N) 

§.  I.  Torno,  per  Giro.  Lai.  ambitus, 
circuitus.  Or.  "Spi'Saio^,  yjpoi.  Zibald. 
Andr.  92.  Quanclo  state  in  un  luogo  ,  sì 
e'  verrà  in  un  altro  per  la  ragione  del  torno 
del  Sole. 

§.  II.  Torno  ,  è  anche  Strumento  da 
strigacrc  ,  Strettoio  .  Lat.  torcular  .  Gr. 
Ìtjvs;.  Pallad.  cap.  20.  Facciansi  tomi, 
e  strettoi  da  spriemere ,  secondo  cb'  è  usan- 
aa  nel  paese. 

§.  Ili.  Torno,  è  pure  Strumento  da 
Caricar  balestre,  e  simili  armi  da  trarre. 
Frane.  Sacch.  nof.  112.  Sta  con  la  bot- 
tega piena  dì  orci  invetriati  e  di  tornì  da 
balestra,  e  tiravi  su  le  gambe  atlràtle. 

§.  IV.  Torno,  dicono  anche  i  Tintori 
di  lana  a  un  Legno  lungo  ,  e  ritondo  il 
quale  nello  avvolgervi,  e  svolgerne  i  pan- 
ni gira.   5 

*  TORNO  .  Fu  usato  per  Eitorno  . 
Jìrun.  Tesorett.  pag.  l\Q.  (Tonno  1760) 
Ogni  ora  mi  parca  Maggior,  che  lutto  il 
giorno;  Sì  eh'  io  non  volsi  torno,  Anzi  m' 
inginocchiava,  E  mercè  le  chiamava  (l'ediz. 
di  Fir.  1824  **  P"^-  47  ^^g?^'  Anzi  m'in- 
ginocchiai, E  mercè  le  chiamai  ec,  spie- 
gando torno  per  cammino,  viaggio).  (B) 

*  TORNO.  Jdd.  Tornato.  S tur.  Bari. 
39.  Fu  disperalo  dì  luì  (del  suo  amico)  , 
e  di  suo  aiuto  che  credeva  avere;  e  torno 
da  lui ,  aiidussene  al  serundo  amico.  (J') 

TORNO.  Jvverb.  Lo  stesso  che  Intor- 
no, Circaj  ma  si  usa  solamente  inforza 
di  nome,  ponendoglisi  avanti  IN  QUEL, 
o  NEL-  Lai.  Ctrctter  ,  circa.  Cr.  Tripi. 
Bocc.  nov.  45.  12.  D'età  di  due  anni,  o 
io  quel  torno.  C.  f  .  8.  89.  i.  Trovarsi 
J'ocaboUrio  Tom.  IL 


T  0  R 

nel  torno  di  tremila  cavalieri .  M.  p'.  8. 
74-  Vi  vennono  in  numero  d'  ottanta  ,  o 
in  quel  torno. 

♦  §.  i.  7/1  quel  torno,  si  dice  anche 
della  misura.  Cresc.  lih.  l^.  cap.  II.  Si 
commetta  nella  fessura  l'i/ ramo;  e  leghisi, 
e  terra  creta  intorno  posta,  con  una  pez- 
zuola di  sopra  ,  si  cuopra  ,  e  per  quattro 
dita,  ovvero  in  quel  torno ,  la  madre  dì  so- 
pra innestala,  sia  fessa.  (Ì'J 

g.  II.  Torno  torno  ,  così  replicato  , 
vale  Circolarmente,  In  giro.  Intorno  in- 
torno .  Lat.  circumquaque .  Serd.  Stor. 
6.  219.  Lungo  le  mura  ec.  vi  resta  tor- 
no torno  tanto  spazio  libero,  che  vi  pos- 
sono andare  al  pari  sei  uomini  a  cavallo. 

f  TORO.  Propriamente  il  maschio  del- 
le bestie  vaccine  non  castrato.  Lat.  tau- 
rus.  Gr.  xajpo;.  Dant.  Inf.  12.  Qual  è 
quel  toro  che  si  slaccia  in  quella  C*  ha 
ricevuto  già  '1  colpo  mortale.  E  Par.  16. 
E  cieco  loro  più  avaccio  cade  Che  cieco 
agnello.  G.  /'.  6.  4o-  3.  Il  primo  fu  il 
campo  azzurro,  e  'l  carroccio  giallo;  il  se- 
condo il  campo  giallo  ,  e  un  toro  nero  . 
Pass.  240.  Il  parlo  è  parlo  mostruoso  , 
quando  non  è  secondo  sua  natura,  come 
se  una  donna  partorisse  uno  toro. 

§,  I.  Toro,  e  anche  A'ome  di  Costella- 
zione celeste.  Lat.  Taurus .  Alam.  Colt. 
4-  So.  E  in  fronte  al  Toro  Di  tempesta, 
e  di  giel  ci  fanno  segno. 

*  §.  II.  Toro.  Term.  degli  Architetti, 
ec.  Membro  che  anche  per  la  sua  tondez- 
za è  detto  Bastone,  Tondino,  e  Astragalo. 
Egli  è  rotondo,  informa  di  grosso  anel- 
lo ,  e  ponesi  nelle  basi  ■  Baldin.  l'oc. 
Vis.  (A) 

TORO.  r.  i.  Letto.  Lat.  thorus  . 
Amct.  Ò1.  Quinci  si  fugge  quella  che  del 
male  Del  padre  nacque  nell'onde  salate, 
Restando  sol  nel  toro  geniale. 

*  TOFOSO.  V.  L.  Add.  Ben  com- 
plesso,'  Robusto,  Tass.  Am.  2.  1.  Que- 
ste mie  spalle  larghe  ,  e  queste  braccia 
Torose  e  nerborute  ,  e  questo  petto  Seioso, 
ec.  (FJ  Car.  Apol.  pag.  3o.  (  Fiotto 
i558  )  Non  ci  sono  (nel  Petrarca)  que- 
sti aggiunti ,  acerbetta  ,  ondosa  ,  torosa 
ec.  ,  e  nondimeno  son  pure  intromesse 
nelle  scritture  ,  quali  dal  Casa  ,  quali 
ce.  (M) 

t  3  TORPEDINE.  Sorta  di  pesce  del- 
la grandezza  della  raia  ,  con  pelle  liscia 
e  denti  acuti  j  così  detto  dalla  speciale 
sua  facoltà  di  dare  una  scossa  elettrica 
alla  mano  e  al  braccio  di  chi  lo  tocca  , 
intorpidendola.  Lat.  torpedo .  Gr.  -joipAy). 
Lib.  cur.  malati.  ^liracolosa  cosa  èe  lo 
stupore,  e  lo  dolore  che  produce  la  tor- 
pedine nella  mano  di  colui  che  la  tocca  . 
^  Bed.  Esp.  nat.  4?-  E  cosa  notissima 
tra  gli  scrittori  ,  che  quel  pesce  marino 
chiamalo  tremola,  torpedine  ,  ovvero  tor- 
piglia,  se  sia  toccalo,  rende  intormentita 
e  stupida  la  mano  ed  il  braccio  di  colui 
che  lo  tocca.  (B) 

^  %■  Torpedine ,  fguratam.  vale  Tor- 
pore, Pigrizia,  u  Buon.  Fier.  intr.  2.  1. 
In  preda  al  morso  Delle  vostre  torpedini 
portato  M*  avete.  E  4-  4*  ^4*  ^^^  inseu- 
sata  torpedine  addormenti  ».  (Bj 

TOHPENTE.  ?'.  Z.  Che  torpe  ,  Che 
ha  torpore  .  Lat.  torpens  .  Gr.  va^xcHv  . 
Dant.  Par.  29.  Ne  prima  quasi  torpente 
sì  giacque.  Liw  Dee.  3.  Il  quale  non  po- 
teva esser  lungo,  siccome  torpente  Anni- 
bale, ne  il  suo  campo  senza  duca  lasciato 
assalire. 

TORPERE  .  l'.  L.  Rimanere  intiriz- 
zito. Essere  impedito  di  moto,  Ballrap- 
pare  .  Lat.  torpere  .  Gr.  vccJ/KV  .  Petr. 
son.  289.  Di  che  pensando,  ancor  m'  ag- 
ghiaccio e  torpo.  Bemb.  rim.  89.  Ognor 
eh*  io  le  son  lunge.  Morte  m'assale;  ood* 
io  m'  agghiaccio  e  lorpo  .  Bern.    Ori.  \. 


T  0  Ji 


l56i 


14.  25.  Vengo  bianco,  signore,  agghiaccio 
e  torpo.  l'iion.  Fier.  2.  5.  3.  A' Greci  II 
favellar  non  torpe  infra  le  labbra  (qui  per 
similit. }. 

*  §.  £■  me  taf  Tass.  Ger.  x5.  44-  Quivi 
fra  cibi  ed  ozit  e  scherzi  e  fole  Torpe  il 
campion  della  cristiana  Fede.  (B) 

*  TORPIDEZZA.  Torpore.  Lat.  tor- 
por.  Gr.  va'^/wii?  .  Bed.  Esp.  nat.  5l- 
Crede  Ulisse  Aldovrando,  che  il  fiele  im- 
piastrato in  qualche  membro  del  nostro 
corpo  v'  introduca  il  tremito  e  la  torpi- 
dezza. {•) 

•f  *  TORPIDO.  Add  Torpente,  Che 
torpe  j  e  fguratam.  Pigro,  Lento.  Sal- 
via. Buon.  Fier.  4.  4-  ^-  La  parte  tor- 
pida è  come  addormentata  ,  cioè  per  qual- 
che pìccolo  tempo  morta.  (A) 

*  TORPIGLIA.  Torpedine.  Lai. /or;;e- 
do.  Gr.  vv'py.T).  Bed.  Esp.  nat.  47.  È  cosa 
notissima  tra  gli  scrittori,  che  quel  pesce 
marino  chiamato  tremola,  torpedine,  ovve- 
ro lorpiglia ,  se  sia  toccato,  renda  intor- 
mentila e  stupida  la  mano.  (*) 

TORrORE.  Intirizzamento  ,  Impedi- 
mento di  moto.  Lat.  torpor.  Gr.  va'c/i)  , 
Mà.pAOìzii.  But.  Par.  4-  2-  Quine  si  ve- 
slìa  de!  torpore  e  pigrezza,  perdendo  della 
sua  agilità. 

t  §.  I.  Per  metaf.  vale  Tardità,  Pi- 
grizia .  But.  Torpore  contro  alli  coman- 
damenti ,  e  diffidenze .  ^S'.  Jnt.  Confess. 
Le  fighe  deir  accidia  son  sei,  ec.:  malizia, 
rancore  ,  disperazione  »  torpore,  ovvero  pi- 
grizia ,  ec. 

g.  li.  Torpore,  per  similit.,  vale  StU' 
pidità.  Ottusità.  Sen.  Ben.  J'arth.  7.  26. 
Aggiugni  a  queste  cose  il  torpore  della 
mente  e  la  vecchiezza.  Buon.  Fier.  5.  1. 
5.  Non  fu  possente  a  rivocarli  in  seno  Da 
sì  fiero  torpor  l'  alma  prostrata. 

*  TORQUE.  F.  L.  Collana.  Ott.  Com. 
Par.  6.  l3i.  Mallio  Torquato  acquistò  U 
torque  dell"  oro.  (C) 

TORRACCHIONE.  Torrione  antico,  e 
che  minaccia  rovina.  Ciriff".  Calv.  l.  zA. 
Tibaldo  udiva  i  suoi  talacimanni,  Che  gri- 
davan  da  certi  torracchioni ,  Come  fanno 
gli  allocchi,  0  i  barbagianni. 

TORRACCIA  .  Torre  guasta  ,  e  scas- 
sinata .  Cavale.  Frutt.  ling.  E  cosi  san 
Piero,  orando  in  su  ima  torraccia,  fu  ra- 
pilo .  Cron.  Morell.  A  santo  Andrea  tol- 
sono  due  fanciulle  da  marito  ec,  che  erano 
ridotte  in  una  torraccia,  che  si  perde  con 
guatarla.  *  Lue.  Mari.  rim.  buri.  2.  269. 
Sopra  certe  torracce  e  mura  rotte  Qui  pres- 
so ,  ho  gufi,  civette,  assiuoli.  Bestie,  o, 
eh'  io  '1  penso ,  dal  diavol  condotte.  (B) 

*  TOFRACCIO  .  Lo  stesso  che  Tor- 
roccia.  Ditiam.  5.  2^.  E  poi  che  in  quella 
parte  giunti  senio  ,  Non  è  sì  allo  il  tor- 
raccio  a  Cremona,  Come  ec.   (P) 

TORRAIUOLO.  Aggiunto  di  una  spe- 
zie di  piccione.  Bed.  Oss.  an.  16.  Il  gior- 
no seguente  ec.  feci  mordere  Ire  piccioni 
torraiuolì  e  un  galletto. 

TORRAZZO.  Torraccia.  Buon.  Fier. 
4>  4-  ^-  L'  franchi  da'  nembi  Stemmo  a 
veder  cader  torrazzi  e  pini .  v  Car.  En. 
2.  4d9'  Allor  dal  sonno  mi  riscuoto  ,  e 
salgo  Subitamente  d'  un  torrazzo  in  ci- 
ma. (FP) 

TORRE.    /'.  TOGLIERE. 

TORRE.  ColP  O  stretto.  Edificio  emi- 
nente ,  per  lo  più  quadrangolare ,  assai 
pili  a/to  che  largo,  fatto  comunemente  per 
propugnacolo  j  e  per  fortezza  delle  terre. 
Lat-  turris.  Gr.  ~-jpyoc,.  Bocc.  nov.  77. 
33.  Cominciò  a  volere  smontare  della  tor- 
re .  F.  num.  34-  E  vinta  cadde  sopra  "1 
battuto  della  torre.  Dant.  Inf  7.  Venim- 
mo appiè  d'  una  torre  al  dassezzo-  Croni- 
chett.  d'Amar.  267.  Vidersi  le  insegne 
del  Duca  dì  Borgogna  esser  sute  poste  in 
sulle  torri  di  Pi^a  .  Alam.  Gir  23.  66- 
196 


1562 


T  o  n 


T  O  R 


r  0  n 


Voi  'l  conoscete,  che  'n  ferrata  porta  Chiù- 
io  *l   leoete  d'  una  torre  al  foiitlo. 

f  #  §.  I.  Torre  ,  dicesi  anche  Una 
macchina  fatta  di  U^no  in  forma  di  tor- 
rCy  che  gli  antichi  adattavano  sulla  schie- 
na degli  rUefanti  destinati  a  combatte- 
re^ e  dove  ponevano  un  quattro  o  cinque 
soldati.  Buon.  Fier.  4-  2.  7.  Quant' ore  è 
per  voler  giumenta  tale  A  trarla  fuor  di 
I>arca  Colle  stanghe  e  con  gli  argani  ,  e 
stregghiarla,  Vestirla  e  caricarla  d'una  tor- 
re  (parla  del  liofante )  .  (S) 

*  §.  II.  Torre  a  tre  canti  fu  dettala 
Forca  dal  Cecch.  Mogi.  4.  10.  Che  ve- 
der ti  possa  io  alla  torre  a  tre  canti  fare 
UQ  salto  e  restar  per  V  aria  a  metto,  f^j 

TORREGGIANTE  .  Che  torreggia. 
Tass.  C.er.  16.  5-  L'impelo  è  tanto,  oo- 
dc  quei  vanno  e  questi  Co' legai  torreg- 
gianti  ad  incontrarsi. 

t  5  TOUREGGIARE.  ^eutr.  Innal- 
zarsi, o  Stare  in  somiglianza  di  torre. 
Lat.  start:  instar  turris-  Dittam.  3.  6. 
Andando,  noi  vedemmo  in  piccol  ccnhio 
Torreggiar  Lucca  a  guisa  d'un  boschet- 
to. *  Car.  Kn.  3-  1036.  Si  movea  (Po- 
lifemo)  con  essa  (gregge)  insieme,  E 
torreggiando  in  verso  la  marina  Per  V  u- 
sato  scntier  se  ne  calava.  (Br)  Segner. 
Prnd.  Pai.  Ap.  3.  l3.  Più  giù  che  SI  va- 
da a  mettere  il  fondamento ,  potrà  la  fab- 
lirica  torreggiare  più  su.  (TC) 

*  g.  I.  Efiguratam.  Per  Tìssert  supe- 
riore. Puon.  Fivr.  4-  2.  7.  Visi'  ho  ec, 
falilirithe  molte  Ruma  imitar  quando  più 
bella  e  grande  Al  mondo  torreggiò  donna 
del  mondo.  (N) 

*  g.  IL  In  signijic.  alt.  per  Cingere 
a  somiglianza  di  torri.  Far  parere  cinto 
di  torri.  "  Vant.  Inf.  3l.  Perocché  come  in 
su  la  cerchia  tonda  Montercggion  di  tor- 
ri si  corona,  Cosi  la  pruda  ,  the  '1  poizo 
circonda,  Torreggiavan  di  mezza  la  per- 
sona Gli  orribili  giganti,  cui  minaccia 
Giove  del  ciclo  ancora  quando  tuona.  (M) 

*  TOI'.REKTACCIO.  Peggiorai,  di 
Torrente.  Lat.  turbidus  vel  immanis  tor- 
rens  Gr.  òoXspòi,  »7  £ J/Ji!yì3»)-  X-'M»p- 
óo^.  Segner.  Crisi,  inslr.  i.  3o.  9.  La 
bugia,  a  guisa  di  un  torbido  torrentaccio, 
è  cresciuta  a  modo,  che,  rotto  ogni  argi- 
ne, inonda  ec.   (*) 

3  TORRENTE.  Lai.  torrens.  Gr.  x**'- 
fxotppoi.  JCsp.  Saint.  Torrente  si  è  un 
fiume,  il  quale  subitameute,  e  impetuosa- 
mente cresce,  e  manca  ^  e  scema,  peroc- 
ché non  viene  da  vene  d'acqua  viva,  ma 
ila  acqua  piovana.  Dani.  Par.  12.  Quasi 
torrente  eh'  alla  vena  preme.  Lib.  Mnc- 
cab.  M.  Quando  Giuda  s*  appresser^e  al 
torrente  colla  sua  oAc. 

*  §.  L  Torrente,  dicesi  anche  la  Cor- 
rente dei  marosi.  /Ir.  Fur.  i().  52.  Ed 
è  eoo  lui  si  rapido  il  torrenic  Dell'  agi- 
tilo mar  the  in  fretta  cala,  Clie  porta  il 
legDO  più  velocrmrnte.  Che  pi-llegrin  fai- 
con  mai  facesse  ala.  (M) 

•f  *  §.  11.  Torrente,  figìiratam.  si  di' 
re  di  alcune  cose  per  riguardo  alla  loro 
quantità,  o  al  loro  impelo.  -  l'etr.  cnp. 
12.  Oh  felice  colui  che  Uova  il  guado  Di 
questo  alpcslro  e  rapido  ti>rrenleB  (qui 
per  Corso  dell'umana  vHa)l  (iS)  l'ass. 
tier.  10.  5o.  io  che  spani  di  sangue  am- 
pio torrente.  Filic.  son.  Che  giù  da  V  al- 
pi non  vedrei  torrenti  Scender  d'  arma- 
li    (Br) 

*  §.  Ili.  /•:  in  forza  di  .4dd.,  vale 
BapidOj  Impetuoso  a  guisa  di  torrente. 
Car.  Fn  l.  IO.  i-.  557-  D' altra  parte  ovf 
cipido  e  torrente  Avrà  il  liunie  travolti 
arbori  e  sassi  ce.  ("•li  Arcadi  cavalieri  a 
\ìih  smontare.   (Hf) 

•f  «  TORRENTELLO.  P/m.rfi  Tor- 
rente Magai,  f.ctt.  .vcirnl.  f*ag.  121.  E 
il  monte  aitai  allo  e  ampio,  e  di  falde  cosi 


doviziose,  che  nelle  facce,  dalle  quali  rimane 
isolato,  e  rigirato  da'pro|>rii  scoli  in  due-  tor- 
rentelli,  si  vedono  te.  Accad.  Cr.  Mesi. 
Ufi.  5.  pag.  624  Stavano  i  Messicani  di  là 
da  un  gran  fosso  ,  o  spaccatura  di  terreno 
ec.  ,  per  la  quale  scorreva  un  torrentello 
formato  dall'acque  della  montagna,  ec.  (Ai 

TORRETTA.  iJim.  di  Torrej  Torricel- 
la  Lat.  turricula.  Gr.  irj.eyt's/Oi-  Fr. 
Giord.  Prvd.  lì.  Si  salvò  in  una  piccola  , 
ma  ben  difesa  torretta. 

•f  *TORniARK.  Munire  di  torri.  Or- 
nare di  torri.  Sali-in.  Odisi.  II.  339.  *^'*' 
tir  le  fondamenU  Di  Tebe  dalle  sette  porte; 
e  quella  Torriaro,  che  non  potcan  storrata 
Abitar  r  ampia  Tebe,    ancorché   forte.   (Aj 

n  TOUR  IDOLO.  Turibolo.  Segner. 
Pred.  2  6  F.gli  il  primo  cominciò  subito  a 
saccheggiare  Ai  mano  propria  1*  aliare  ,  a 
spogliare  le  mura,  a  volar  le  cri-denzc  ,  a 
torre  i  lorrtliuli.  ad  involar  gK  idoletli.    (ì'} 

TOliHICl  lUOLA  .  Dtm.  di  Torrej 
Torricella.  LaLtur-ricuia.  Gr.  TTusy  t'sjto?. 
Cuid.  (i.  Nella  sommitade  della  qual  lancia 
pareva  che  fosse  uoii  torricciuula  tutta  arli- 
nciosamenle  composta  di  pesci  (qui  per 
similit.  )  . 

TORRICELLA.  TVrrjVciMo/a.Lal.  tur- 
ricula. Gr.  7*opyts/o^.  Bocc.  nov.  77  .  aS. 
Lo  sciilare,  rjie  ottimamente  sapeva  e  Ìl  luo- 
go della  donna,  e  la  torricella  ce,  disse.  G. 
/'•  10.  86.  1.  Era  fortissima  di  mura,  con 
ispesse  torricclle  e  bertesche.  Feget.  Quan- 
do la  torre  al  muro  il  giugne,  subitamente 
la  torrici-lla,  che  dentro  hanno  futta,  su  la  ti- 
rano con  luui.  ^  Giov.  Geli.  FU.  Alf. 
154.  Era  luogo  la  ripa  di  qua  una  toiricclla 
con  una  piccola  ba^tielta.  (C) 

TORKICELLACt;iA.  Peggiorai,  di  Tor- 
riceìla.  Fit.  S.  Ani.  Poscia»!  ricoverava  in 
quella  sua  torricellacria. 

t  5  TORRIDO.  Add.  Che  abbrucia. 
Ardente.  ♦  Marciteti.  Lucr.  lib.  Ci.  v.  1812. 
Cui  non  vion  manco  L'  anima  t  Cui  d'  allo 
spavento  oppresse  Non  s  '  agghiacci.in  le 
membra,  allor  che  d'ampia  Torrida  nube  Ìl 


foli 


gor  piomba 


>Ìdi  Sc' 


I  per 


r  alto 


ciel  murmuri  orrendi?  (fi)  Salvia.  I^eor. 
lib.  I.  Delle  quali  (zone)  Una  pel  sfol- 
gorante sole  sempre  Rovente  ,  e  sempre 
torrida   dal   fuoco.   (Fj 

^  g.  7,ona  torrida,  dicesi  la  Porzione 
della  terra,  0  del  cielo,  che  resta  tra  i  due 
tropici,  n/'ajj.  354.  Bene  scrivono  i  filoso- 
fi, che  in  certa  (larte,  cioè  inverso  'I  merig- 
gio, presso  alla  torrida  zona,  sono  m^^lag^e 
«li  calamita  che  trae  a  se  le  carni  unta- 
ne» .  (Cj  Cor.  Fn.  7.  332.  Chi  sì  lui.g.  e 
posto  Da  noi  ec,  che  dal  foco  Della  torrida 
zona  sia  diviso  Dalla  no»lra  notizia  f  (l!) 

TORRIKRE.  Abitator  della  iorir.  Ve- 
Ir.  son.  106  Gl'idoli  suoi  saranno  in  terra 
sparsi,  E  le  torri  supeibc  al  etcì  nemiche,  E 
i  suo'  torrierdi  fuor,  come  dentr'  ,  arsi.  Fit. 
S.  Ant.  L'n  vecchio  torrirre,  che  abitava  in 
una  tornicriaccia  m  riva  del  Nilo. 

t  TOKItIGIANO.  Guardia  della  torre  , 
Sentinella.  I  al.  turtis  ctislos.  <ir.  Ttupye- 
9v>a(.  Ott.  Com.  Inf.  8.  i3.'|.  Poirclibcsi 
dire  che  'l  segno  è  fallo  dalli  torrigiani  a 
guisa  che  si  fa  qui  ndle  terre  di  guai  dia, 
che  quando  si  scote  che  '1  nemico  ravjKhi, 
o  faccia  appnrecdiiamenlo  di  cavalcare  di 
notle  ec.  fj  srgno  di  fuoco  ce. 

TORRIO>Ci:i.LO.  rim.di  Torrione. 
Cuicc,  Stor.  8.  386.  Aveiiilit  per  lutto  ca- 
se malte,  clorrioncelh  pieni  d' ailiglieria. 

*  TORRIONCINO.  lìim.di  Torrionej 
Piccola  torre,  o  Cosa  falla  a  guisa  di  pic- 
cola torre.   (A) 

TORRIONE.  Acrr.  di  Torre j  Tom- 
grande.  M.  /'.  j).  5.  Fece  prendere  il  tor- 
I ione  che  dava  entrata  alla  rocca.  liiccrd. 
Malcsp.  cap.  27.  Èvvi  un  Itirrione  grotto  di 
niur.i,  che  .incora  oggi  si  vede.  ììern.  Ori. 
1-  l3.  l\\.  E  le  porte  sud  fatte  eoo  ragione. 


Han  tutte  ìl  baluardo,  o'I  torrione.  Ei.  i5. 
5o.  E  già  pareva  al  traditor  ladrone  Veder 
la  rocca  d'  intorno  tagliata,  K  rovinato  il 
maschio  e '1  temone.  Malm.  11.  24.  Ed  a 
foggia  d'  ariete,  o  montone  Tiranla  addie- 
tro, e  dannole  1'  andata  Verso  qnel  torrion 
cheli  dislese  Col  sipiÙM>tte  Ìo  bocca  del 
Franxese  (qui  per  similil.  parla  d'  un  gi- 
gante ) . 

^  TORRITO.  Add.  Munito,  o  Cinto  di 
torri.  Lat.  Itirritiis.  Car.  JCn.  7,  Cj/SQ-  Cin- 
que grosse  città  con  mille  incudi  A  fabbri- 
care, a  risarcir  si  danno  D'  ogni  sorte  armi: 
La  possente  Atina  ,  Ardea  V  antica,  Tivoli  il 
superbo,  E  Cru^tumerio,  e  la  torrita  Anten- 
na. (Bj  F  Leti.  2.  177.  llcapo  solograndc 
della  Dea  con  bella  acconciatura  ,  ailrato, 
torrilo  (qui  per  similtt.)  .  (Cf 

f  *  TORRONE.  Accrescil.  di  Torre. 
J'as.  Op.  I  it.  4-  602.  Dipinse  il  medesimo 
al  tempo  di  Paolo  IV.  in  palazzo  del  Papa 
alcune  stanze  a  fresco,  dove  stava  Ìl  Cardinal 
Caraffa,  nel  torrone  sopra  la  guardia  de' 
Lanzi.  C.V; 

•f  *  TORRONE.  Confezione  di  man- 
dorle, mele  ed  albume  ridotta  a  candidezza 
e  a  sodissima  consistenza;  Mandorlato . 
Salvia.  Fier.  Buon.  ^.  5.  25.  Mele  di  Spa- 
gna, che  è  bianco,  e  si  mclte  in  quella  con- 
fezione falla  di  mandorle,  che  per  la  forte 
presa  che  fa  col  mele  si  domanda  torrone, 
e  di  cui   ne  vengono  le  scatole.  f*^> 

TORRUCCIACCIA  .  Piccola, e  cattiva 
torre.  ì'it.  S.  Ant.  L'n  vecchio  lorriere , 
che  abitava  in  una  torrucciaccia  io  riva  del 
Nilo. 

f  TORSACCIO.  Peggiorai,  di  Torso. 
Benv.  Celi.  fit.  2.  891 .  Le  due  gambe  ec. 
non  si  conosce  io  che  mudo  elle  sieno  ap- 
piccate a  quel  torsaccio. 

TORSELLO.  Balletta,  Balla  piccola. 
G.  V.  7.  i3.  5.  Il  campo  rosso,  con  una  a- 
guglia  d'oro  in  su  uno  torsello  bianco 
t^ìuad.  Coni.  E  dee  dare  di  |3  d'Aprile 
3o5  per  recalura  d'un  suo  fardello,  che 
venne  co'  nostri  torselli  di  Francia. 

3  §.  I.  Torsello,  per  similtt,  chiamano 
le  donne  un  cerio  l'iccolissimo  guancialino 
di  panno,  o  di  drappo,  nel  quale  consen-ano 
gli  aghi  e  gli  spiltelti,ficcando%'egli  dentro 
per  la  punta.  L»t.  aciarium.  Ltb.  Son.  81 
Chi  fargliene  incantar  da  un  gallone,  E  chi 
torsello  ad  agora  e  spillrKi.  Cecch.  Pot.  \. 
2.  E  tu  non  conti  quanti  Torselli,  nastri  e 
cordelline  e  cuflie  Ne  cavi  1*  anno. 

*  §.  II.  Torsello,  dicesi  anche  una 
Quantità  di  tela  avvolta  insieme  e  Jatto- 
ne  un  volume  a  guisa  di  cono,  detto  al- 
trimenlt  liuololo  .  -  Hurch.  1.  ^.  Ceni' 
once  d'oro,  e  un  torsel  di  panno ,  £  duo 
balftire  colla  mente  greca  Islctlon  in  pri- 
gion  presso  a  un  anno '*  .   (l') 

§.  111.  Torsello, SI  dice  anche  il  Cento, 0 
Vunsone  con  che  s' improntan  le  monete. 
Benv.  Celi.  Orrf.S',.  Per  mostrare  il  mo<lo 
che  io  tenni,  e  che  sidebbe  tenere  in  far  le 
■lampe  d(  Ile  delle  monete,  dico  che  si  dee 
pigliare  due  ferri,  sopra  1  quali  si  stampa  la 
moneta,  1' uno  de*  quali  t  chiamato  pila,  e 
l'altro  lorsello,  ec.  L'  altra  parte,  detto  tor- 
sello, è  rinqur  dita  alto,  ec.  F  appresso  : 
Fannosi  quetti  due  ferri,  cioi  la  pila  e  1  tor- 
sello, di  lerro  trhielto.  fuorché  le  leste  di 
essi,  soprale  quali  sidebbe  appiccare  per  la 
grosseua  di  un  dito  dt  finissimo  acciaio.  K 
73.  AdidVtenia  di  quelli  ferri  >  delle  mo- 
nde. «  he  pile,  e  torselli  si  dicono. 

TOR.'^IONF.  Avvolgimento,  Intiri^sa- 
mento.  (V.  6.  24-  '•  *'  *'*"'  '^^'^^  *"*  deco- 
zione (  del  cornino  )  ec.  mitiga  il  dolor*  ,  • 
torsione  delle  budella. 

TORSO,  e  TOR.SOLO.  Fusto  iTalcuma 
pianta,  .wlamente  nella  sommità  i-estito  di 
foglie,  o  di  fiori;  e  più  comunemente  si  di- 
ce de' cai-oli.  Lai.  ih^rsus.  Gr.  ò-jpzoi  G. 
/*.  7.  7.  3.  Coovcnòech*  Tiveuero  dicaTO- 


T   O  R 

li,  e' lor  cavagli  di  torsi.  iVW.  nnt.  5^.  7. 
lo  credo  che  ci  scii  oggi  dato  del  faogo  e 
de' torsi,  impprocchb  queslo  cavallo  pule. 
Buon.  Ficr.  2.  I.  l?-  Ho  falla  ima  grau 
prova  A  salvar  queste  tempie  e  queslo  uaso 
Da' torsi  e  dagli  orciuo' iti  per  aria. 

§.  I.  Torso,  diciamo  a  Ciò  che  rimane 
della  frutta,  come  di  pera,  mela,  e  simi- 
li, dopo  averne  levata  intorno  intorno  la 
polna.  Palliìd.  Oiltando  via  i  cuoi  delle 
mele  cotogne,  e  giltando  il  torso,  mÌDur- 
la  trito.  Bcrn.  rini.  i.  6.  Era  un  torso  di 
pera  divcutalo. 

5  g.  II.  Torso,  per  similit.,  diciamo  a 
Statua,  a  cui  manchino  capo,  braccia,  e 
gambe.  Buon.  Iter.  i.  3.  2.  Oh  quanti 
torsi,  e  quante  Gambe  e  braccia  diserte  , 
e  teste  rotici  Malm.  6.  52.  Sui  dadi  i 
torsi,  nobili  sculture  ec.,  Rislaurali  sodo  e 
risarciti.  Borgh.  Bip.  20.  Nella  prima, 
oltre  a  mille  teste,  braccia  ,  gambe,  lorsi 
ec.,  si  veggono  la  notte,  l'aurora,  e  l'a- 
tre 6gure  di  Michelaguolo.  E  Orig.  Fir. 
188.  Una  testa,  un  torso  di  statua  trova- 
la a  Roma,  si  è  veduta  a'  dì  nostri  ven- 
dersi a  preui  grandissimi. 

sS  S.  III.  Torso,  dicesi  anche  la  Par- 
te dell'  nomo  dal  collo  alla  cintura.  Lai. 
truncus.  «  Morg.  5.  39.  Un  occhio  avca 
nel  petto  a  meno  il  torso  w  .  (JS^J  Car. 
Long.  Sof.  lib.  4  Avea  ec.  le  gambe 
svelte  e  ben  dintornale,  il  torso  gentilesco 
e  morbidamente  ciccioso.  ^^rJ  Sahùn.  L- 
ncid.  lib.  a.  Giace  gran  torso  al  lido  svello 
il  capo  Dal  busto  e  senza  nome.  (F) 

•f  *  TORSOLATA.  Colpo  dato  altrui 
con  un  torsolo  che  se  gli  lanci.  Salvia. 
Buon.  Fier.  3.  1.  5.  Uomo  scopato,  trioe 
frustato  dal  boia  ,  esposto  alle  torsolale 
del  popolaccio,  e  a'  loro  svillaneggiamen- 
Ù.(JJ 

TORTA.  Pronunziata  coli'  O  stretto. 
Spezie  di  i-ivanda  composta  di  varie  cose 
battute  e  mescolate  insieme,  che  si  cuoce 
in  tegghia,  0  in  tegame.  Lat.  pulmentum. 
Gr.  a'sroxsca;.  Bocc.  Conci.  8.  Chi  ha 
a  dir  paternostri,  o  fare  il  migliaccio,  o 
la  torta  a)  suo  divolo,  lascde  stare.  JSov. 
ant.  78.  2.  Tolse  il  signor  molli  danari 
d*  oro,  e  fece  metrergli  m  una  torta.  Mor^. 
18.  H6.  E  credo  nella  torta  e  nel  tortel- 
lo :  L'  una  è  la  madre,  e  l'altro  il  suo 
figliuolo.  Bern.  Ori.  2.  4  66.  Pur  le  vi- 
vande, e  fra  T  altre  una  torta.  Fumano. 
E  3.  7.  5l.  Sopra  la  quale  erano  appa- 
recchiate Vivande  preziose  di  ogni  sorte  , 
Tutte  dal  cuoco  frauzese  ordinate,  Sapor, 
pasticci,  lessi,  arrosti  e  torte. 

§.  Òlangiar  la  torta  in  capo  ad  alcu- 
no, si  dice  in  modo  basso  dt  Chi  e  più 
alto  dì  statura  j  e  Jìgtiratam.  dell'  Jvere 
il  genio  superiore  ad  alcuno^  Soverchiar- 
lo. Lat.  aliquein  sibi  subiicere  imperio  , 
aut  vi.  Gr.  ^iy'^-:(;=rat.  Buon.  Fier.  l\. 
4.  7-  Ov' altri  in  capo  Gli  stia  a  mangiar 
la   torta  a  suo  beli'  agio. 

*  TORTA.  Pronunziata  coli'  O  largo. 
Torcimento,  o  Strada  non  diritta-  Fr. 
Oiord.  Pred.  9.  Se  lu  se'  essalo  peccatore, 
e  torni  a  penitenzia,  sì  fai  una  grande 
torta.  (F) 

TORTAMENTE  .  Jvverb.  Contrario 
dt  Dirittamente  .  Lai.  obliqtte.  Gr.  ;rÌK- 
yi'w;  .  Cr.  4-  l^-  6.  SÌ  tagli  la  vile, 
che  dee  innestarsi,  tortamente  inGno  alla 
midolla,  ovvero  presso  a  quella.  Pant. 
Conv.  Ii6.  Dico  adunque  che  '1  cielo  del 
Sole  si  rivolge  da  Occidente  in  Oriente, 
non  dirittamente  centra  lo  movimento 
diurno,  ciue  del  dì  e  della  notte,  ma  tor- 
tamente centra  quello. 

f  §■  Per  meta/,  vate  In  senso  bieco,  o 
stravolto.  Lat.  oblique.  Ott.  Com.  Par. 
29.  641-  the  con  non  poco  sdegno  si  com- 
porta, quando  la  scrittura  d*  Iddio  è  pos- 
posta, e  intesa  tortamente. 


T  O  R 

*  TORTELLAIO.  Colui  che  fa  e  vende 

tortelli.  (A) 

TOr.TELLETTA.  Torta  piccola.  M. 
Jldobr.  Se  gli  faccia  lorlelUtte  di  pane  e 
di  zucchero  in  maniera  di  datteri. 

TORTELLINA.  l>im.  dt  Torta.  Tes. 
Pov.  P.  S.  cap.  5q.  Fa' toilfllme  a  modo 
di  tartare  ,  e  mettivi  mandorle  peste. 

TORTELLO.  J'ivanda  della  stessa  tua- 
teria  che  la  torta,  ma  in  pezzi  più  pic- 
coli. Morg.  18.  116.  E  credo  nella  torta 
e  nel  tortello:  L'  una  è  la  madre,  e  V  altro 
il  suo   figliuolo. 

*  TOliTETTA.  Dim.di  Tortaj  Tor- 
tel/etla  .  Pros.  Fior.  6.  122.  Veggi^mo 
mandare  uua  bellissima  e  gran  torta  di 
pinocchiato  ,  e  per  adornare  e  arricchire 
il  dono  sopr'  essa  mettere  alcune  torlette 
piccole  di  marzapane.  (*) 

TORTEVOLMEKTE.  F.  A.  Awerb. 
Con  torto  ,  Ingiustamente  .  Lat.  ininste  . 
Gr.  aoV/.w^.  O.  V.  il.  34-  I-  I  Sauesi 
gli  aveano  tolto  Grosseto  tortevolmente  ad 
inganno . 

TORTEZZA.  Astratto  di  Tortoj  Pie- 
gatura ,  Obliquità.  Lat.  obliquitas.  Fav. 
Esop.  Del  quule  non  poteva  per  tortezza 
del  becco  assaggiare.  Cr.  2.  8.  10-  L'u- 
more più  lungamenle  dimora  in  colai  mo- 
do, si  per  la  tortezza  ,  e  sì  ancora  per  la 
sodezza.  Cuid.  G.  Per  la  tortezza  del  so- 
praddetto signifero  cerchio  del  zodiaco . 
#  Cnr.  Apol.  198.  Dalla  tortezza  delle 
sue  linee,  e  dai  risalti  di  certi  suoi  angoli 
sbiechi  ec.  ritrassi  che  ec.   (FP) 

V  TORTICCHIARE.  Avvolger.^  per 
vie  torte.  Andar  per  traverso,  o  tortuo- 
samente. Allegr.  81.  Non  potendo  correr 
la  posta  per  la  medesima  via  di  quelli , 
zoppicone,  torticchiar  balzellando  s'  afiati- 
cano  per  un  qualche  Uagetto.  (J  } 

TORTIGLIONE.  La  parte  torta  degli 
alberi ,  e  simili. 

g.  Inforza  d' avverb.  per  Tortuosa- 
mente. Lai.  tortuose.  Gr.  d/iy/xKTWOw;. 
Zibald.  Andr.  i!\\.  Ogni  fiume  va  torli- 
glion" ,  come  serpe. 

f  TORTIGLIOSO-  Add.  Torto  in  di- 
ver.ic  parti.  Lat.  tortuosus.  Gr.  £  Àf/^a- 
Tw'0^5.  Ott.  Com.  Inf.  16.  3o5.  Siccome 
la  cor<Ia  è  noderosa  e  torligliosa,  così  è  la 
fraudolenza . 

TORTINO.  Vim.  di  Torta.  Car.  lett. 
1.  98.  Cicalato  ch'avete  alquanto  con  lui, 
ed  ordinatogli  la  vostra  cenetta  solenne  , 
non  senza  il  tortino,  gli  dite  non  so  che 
neir  orecchio. 

TORTIRE.  Torcere,  Deviare.  Lat.  de- 
fleciere.  Gr.  a7ro/)t'vstv.  Pant.  Conv.  l58. 
Il  cammino  che  altri  sanza  scorta  ha  sa- 
puto tenere,  questi  scorto  erra,  e  torlisce 
per  pruni  e  per  le  rovine  ,  ed  alla  parte 
dove  dee  non  va. 

§.  Per  Cacare,  lat.  egerere ,  cacare. 
Gr.  X-T-^'''-  Po^°6-  2-  A  gambe  alzate  il 
vidi  che  lorliva  (modo  basso,  e  in  gergo). 
TORTISSIMO.  Superi,  di  Torto. 
§.  Per  metaf.  vale  Ingiustissimo,  Mal- 
vagissimo. Lai.  nequissimus.  Gr.  ttovt;- 
p'Jrvro^.  Fr.  Giord.  Pred.  S.  Le  nostre 
opere  ,  dinanzi  a  lui  di  verità  ,  elle  sono 
tortissime  ed  impure. 

TORTITUDINE.  Astratto  di  Torto. 
Lat.  obliquitas.  Gr.  )o^o'zr.^. 

g.  Per  metaf  vale  Ingiustizia  ,  Mal- 
vagità .  Lat.  iniustitia  ,  improbitas  .  Gr. 
atfi/i'a,  Tsvrjpt'a.  Dia/.  S.  Oreg.  M.  2. 
3.  La  tortitudine  delli  quali  offendeva 
nella  norma  delia  sua  dirittura  in  correg- 
gerli . 

TORTO.  Sust.  Ingiustizia,  Ingiuria, 
Avania.  Lat.  iniuria,  iniustitia.  Gr.  jfi^i?, 
a^ix'a-  Tes.  Br.  \.  18.  Si  convenne, 
che  per  esaltar  giustizia  ,  e  mortificare  il 
torto,  fossero  istahiliti  in  terra  re  e  signori. 
fi  7.  52.  Chi  la  torto  a  uno,  minaccia  più 


TOR 


1563 


persone,  e  fa  paura  a  molte  genti.  Dant. 
Inf  19.  Da  lui  saprai  di  se  e  dc'auoi  torti. 
E  27.  Gli  diise  :  noi  portar,  non  mi  far 
torto.  Pctr.  canz.'5.  I.  Ove  piangiamo  il 
nostro  e  l'altrui  torlo.  Ecanz.  I9.  4-  Torlo 
mi  face  il  vi-lu  E  la  man,  che  sì  spesso  s'  at- 
traversa. I\  ov.  ant.  9.  2.  Io  non  ti  fo  torto  ; 
e  s' io  lo  ti  fo  ,  sianne  dinanzi  alla  signoria. 
Sen.  Ben.  l'ardi,  i.  4-  Essendo  le  Gra- 
zie figliuole  di  Giove  ,  non  dcvemo  pen- 
sare di  far  piccolo  peccalo  ,  e  offendere 
poco  gì"  Iddii,  se  faremo  torto  a  cosi  bel- 
le fanciulle.  Malm.  4-  3.  Lamentasi,  e  gli 
pare  ostico  e  amaro  ,  Perciò  riceve  torto 
dalla  gente. 

§.  I.  Torto,  per  Ingiusta  pretensione  s 
contrario  di  Bagione.  G.  V.  6  aS.  7.  E 
perchè  molti  fecero  quistione  ,  chi  avesse 
il  torlo  della  discordia  ec,  il  torlo  fu  del- 
lo 'mperadore.  Bim.  ant.  Cin.  25.  i:d  ho 
ragion,  se  non  vincesse  il  torto.  Cas.  lett. 
28-  La  Ulta  ragione  ec.  è  vinta  dalla  frau- 
do e  dal  torto  di  chi  m' ha  per  modi  poco 
legittimi  e  leali  spogliato  del  mio  tant'an- 
ni  Ar.  P'ur.  21.  7.  Se  coniliatli  per  lei, 
rimarrai  morto;  Che  cosi  avviene  a  chi  s^ 
appiglia  al  torto. 

g.  II.  Avere  il  torto  ,  vale  J\'on  aver 
ragione,  Aon  volere,  o  Aon  fare  il  giu- 
sto ,  Esser  dalla  parte  dell'  ingiustizia  . 
Frane.  Sacch-  nov.  i[\.  Gli  vicini,  uden- 
do la  ragione  allegata  per  Alberto,  dissono, 
il  padre  aver  Ìl  torlo.  Lib.  Son.  66.  Non 
ho  però  sì  sudice  le  tempie,  Che  chi  non 
me  lo  dà  ,  non  abbia  il  torlo  .  Morg.  j. 
33.  Ma  Cristo  i  suoi  non  suole  abliando- 
nare ,  Massime  Orlando,  eh'  egli  avrebbe 
il  torto  .  Belline,  son.  280.  Stu  mi  la- 
sciassi in  Arno  e  'n  sulle  secche.  Avresti 
inver  più  eh'  un  balestro  il  torto  .  Bern. 
Ori.  1.  4-  3.  Non  so  chi  s'abliia  il  torto, 
o  chi  M  diritto. 

2.  III.  Dare  il  torto,  vale  Giudicare 
in  disfavore.  Lat.  damnare.  Gr.  xaraxpi'- 
Vstv.  Ar.  Fitr.  27.  109.  Se  non  che  il  re 
Agramante  diede  torlo  A  Rodomonte,  che 
non  può  chiamare  Più  Mandricardo  per 
quella  querela. 

TORTO.  Add.  Piegato  j  contrario  di 
Diritto.  Lat.  distortus.  Gr.  ^tàirpofo^. 
Bocc.  nov.  88.  2.  Con  una  zazzerina  bion- 
da, e  I  er  punto  senza  un  sol  capello  torlo 
avervi  .  Dant.  Inf.  12.  I*  vidi  uu'  ampia 
fossa  ,  in  arco  torta  .  Pass.  23.  Il  legno 
vecchio  e  torto  più  tosto  si  rompe,  o  arde, 
che  non  si  dirizza  ,  o  piega. 

n*  g.  1.  Linea  torta,  dicesi  da  Geo- 
metri Quella  linea  che  fa  più  giravolte  j 
ed  è  opposto  di  Diritta.  Parck.  Lez.  104- 
Le  lince  diritte  si  sono  piegate  in  curve  e 
torte.  fCj 

^'  g.  II.  Torto,  aggiunto  di  persona  , 
vale  Storio,  Mal  conformato.  Alam,  Gir. 
6.  28.  Eli*  aveva  anni  più  che  la  Cumana 
Grinza,  torta,  riarsa,  nera  e  strana.  (]\'j 

g.  III.  Per  metaf.  vale  Irragionevole, 
Indiretto,  Sregolato.  Bocc.  nov.  10.  9.  Da 
torto  appetito  tirate,  il  capo  f  del  porro  } 
vi  tenete  in  mano  ,  e  manicate  le  frondi. 
Dant.  Inf  3o.  Forsennata  latrò  siccome 
cane.  Tanto  dolor  le  fé' la  mente  torta  - 
Pine.  Mort.  rim.  9.  E  non  più  dietro  a' 
miei  desir  vaneggio  ,  Ma  il  torto  pie  tra 
vie  terrene  e  incerte  Rivolgo  or  ben  per 
più  sicure  ed  erte.  Per  appagar  tutto  quel 
mal  eh' io  deggio.  Boez.  Parch.  4-  pros. 
4.  Ne  voglio  ora  intendere  (come  potrebbe 
credere  ciascuno)  che  i  rei  e  torti  costu- 
mi 5'  jromendino  mediante  la  punizione. 
'  §.  IV.  Parola  torta,  vale  Ingiuriosa. 
Lai.  convitium  _,  contumelia.  Gr.  jèpt^ 
Frane.  Sacch.  nov.  l4-  Mio  padre,  che 
ebbe  a  fare  cotanto  tempo  con  mia  madre, 
e  mai  non  gli  dissi  una  parola  torta  .  ed 
ora  perchè  mi  ha  trovato  giacer  con  la 
moglie  ec  mi  ^oiole  uccidere.  Fir.   Bag. 


i564 


T  O  R 


t  0  R 


148.  fo  credo  certamente  i  he  fra  noi  due 
sarelilje  stalo  odio  e  contenzione,  che  6no 
a  qtie&t'  ora,  la  Iddio  grazia,  non  e  stata 
una  torta  parola. 

^'  $•  V.  Torto,  vaie  anche  Torme/i^ 
tato.  Guid.  G.  8.  1.  Quando  Agamen- 
none  vide  il  suo  ("rateilo  Menelao  essere 
torlo  da  tanto  dolore  .  Ca.t.  canz.  3.  2. 
Ne'  tormenti  Onde  quesl'  alma  in  tanta 
pena  è  torta,  Quasi  giudice  pio  mi  ricon- 
forta.   (FP) 

§.  VI,  Torto,  in  forza  rfi  avverò., 
vate  Tortamente.  Lat.  oblique.  Gr.  :rÌ5t- 
ytw?.  Petr.  san.  20t>.  Che  spesso  occhio 
hen  san  fa  veder  torto  Dant.  Purg.  18. 
Se  dritto,  o  torlo  va,  non  e  suo  merlo. 

§.  VII.  ^  torto  j  posto  awerbialm .  , 
vale  Ingiustamente ,  Senza  ragione.  Lat. 
iniurioj  inique,  immerito.  Gr.  ò\i/.  e't/j. 
TW5  ,  avali'wj.  Uocc.  nov.  3i.  22.  Chi 
d  commendò  mai  tanto  ,  quanto  tu  com- 
mendavi ce,  e  certo  non  a  torto.  E  nov. 
ili-  2.  Le  quali  molli,  sema  saper  che  si 
dicano,  dannano  e  vituperano  a  gran  tor- 
lo. G.  V.  6-  25.  5.  Villanamente  e  a  torto 
infamò  papa  Gregorio  IX.  e'  suoi  Cardi- 
nali .  Pett-.  son.  44-  Che  m'  hanno  con- 
giurato a  torto  incontra  -  Din.  Comp.  i. 
25.  I  Pistoiesi  mal  contenti  vivcano  in 
gran  timore  ec,  e  da' rettori  erano  spes- 
so condannati,  e  male  trallali  a  diritto,  e 
a  torto.  Vinc.  Mart.  rim.  io.  Perchè  pur 
sempre  indarno  accusi  e  a  torto  Del  mal 
da  le  bramato  ,  o  cielo ,  o  stella  T 

'*■  %.  Vili.  Onde  il  proverh.  Pie  a  tor- 
to ,  ne  a  ragione  JVon  tt  lasciar  mettere 
in  prigione,  usato  per  denotare  che  IS'on 
dee  l'  uomo  fidarsi  troppo  della  propria 
innocenza  ,  ov'  ella  possa  essere  messa  in 
dubbio.  (C) 

TORTOLA,  TORTORA,  e  TORTO- 
HE.   Uccello  molto  simile  al  colombo,  ma 
assai  più  piccolo  ,   e  per  lo  più  di  penna 
bigia.  Lat.  turtur.  Gr    rpoyoJv.  Tes.  Br, 
5.   34.    Tortola  è  un    uccello  di  grun  ca- 
stitade,  che  dimora  nei  jjuchi  degli  arbori, 
(^  volentieri  dimorano  di  lungi  da  genti,  e 
quando  le  penne  le  son  cadute  ,  fje  cin- 
que buchi,  e  fae  il  nido  de*  suoi  figliuoli, 
e  questo  nido  murano,  e  fasciano  d'una 
erba  che  ha  nome  sacchict.    Amet.    i5.  E 
di  tortole    ho    preso   una    nidata  ,  Le  più 
belle  del  mondo,  piccolinc.  Cr.  g.  92.  i. 
Per  le  tortole  si  dee   fare  il  luogo    gran- 
de, se  multiludine  nodrir  ne  vorrai.  Frane. 
Saccli.    Op.  div.  91.   Tortola  è  un  uccello 
che  mai  non  fa  fallo  a  suo  compagno  ;  e 
se  r  uno  di  loro  muore,  V  altro  serva  ca- 
stità ,  e  non  s'  accompagna  .    Fr.    Ciord. 
Pred.   P.  Gli  uccelli   mondi  sono  colom- 
bi ,  tortori  ,  polli ,  starne  ,  tordi  ,  e  colali 
uccelli.  E  appresso:  In  capo  di  quaranta 
dì,  quando  venne  al  (empio,  oOrrse  due 
tortori,  eh'  era  1'  offerta  de'  mcoipossenti. 
ì'it.   Crisi.  Quegli  che  erano  poveri,  uf- 
lerivano  due  colombi,  ovvero  lortorc.  #  /4r. 
Len.   2-   3.  Cerco  per  le  ircccole.  Indi  in- 
nanzi al  ciisicllo,  e   a'  pizzicagnoli  Vo  di- 
mandando, s'hanno  quaglie  o  tortore,  i'^?; 
Tais.     Am.     \.    \.   Slimi  dunque  nemico 
Il  tortore  alla  fida  tortorcllat  (N) 

t  TORTOLELLA,eTORTORELLA 
ihm.  di  Tortola  ,  e  di  Tortora,  ma  per 
lo  più  si  usa  in  senso  veazeggialivo.  Lat. 
turtur.  Gr.  Touy  Jv.  Alam.  titr.  io.  134. 
Quai  tortorclir,  rhe  di  Tolo  in  volo  Van 
seguendo  d  .jniorc  i  dolci  avvisi,  fine. 
Mart.  rim.  33.  Ma  in  secco  ramo  ,  e  d' 
"gni  fronde  nudo.  Sento  in  mc^lu  cordo- 
glio  umile  e  pio  La  tortorclla  alle  mio 
fiamme  scudo.  Tass  Am.  \.  1.  Stimi 
•lunque  nemico  11  tortore  alla  fida  torto- 
rella?  Morg.  14  5o.  Quivi  è  la  tortorclla 
j  primavera. 

TOHTOI.ETTA,  e  TOBTORETTA 
Orni   ,1,   Tortola,   r  Ai    Tortora     I.al    tur- 


TOH 


Itir.  Gr.  rpvjùv.  Lor.  Vrd.  canz^  43.  2. 
Che  savamu  due  compjgni;  Toilolfilc  io- 
Jierac  all'  cica,  Quando  Amor  tese  ^ue  ra- 
gne .  /;■  56.  3.  Voi  larele  gli  sparvieri  , 
Elle  son  le  lortolelle.  IStrn.  Ori.  2.  l8. 
00.  Tremale  il  cor  com'una  tortorctla  (.he 
mena  moria  alibia  un  uccellatore  Tolu  di 
piede  a  sparviere  ,  o  astore. 

t  *  TOKTOLI.VO  .  Piccola  tortola  . 
Cìriff.  Colt:  I  26.  Talvolta  i  tortolin  del 
oidio  tratti  Portava  a  consolar  1'  afllitle  e 
sole  Talvolta  i  paneruuol  eh' celi  ha  fai- 
I'.  (A'i 

*  TORTONE  .  Jccrescit.  rfi  Torta  . 
Pros.  Fior.  6.  126.  Fece  fare  un  gran 
mangiamento,  il  quale  non  fu  altro,  che 
un  grandissimo  tortone,  dove  ti  sfamarono 
tutti  ec    (•) 

*  TOKTO.NE.  aggiunto  di  f,co  duro, 
immaturo  .  Iranc.  Saccli.  nov.  1 18.  Se 
nulle  Echi  avesse  (il  fante)  mangiato  con 
quella  lagrima,  a  ciascun  dicca;  non  pian- 
ger ,  non  ti  mangcri  messere  j  e  mani- 
eavaselo  elli.  Nel  canestro  mellea  6chi  tor. 
toni ,  o  con  la  bocca  aperta  .  che  a|.pena  gli 
averchhono  mangiati  i  porci,  (l'i 
TORTORA.  /  .  TORTOLA. 
TORTOItE.  /  .  TORTOLA. 
•f  TORTORE,  y.  I .  Ministro  di  giù. 
clizia,  che  a'  pretesi  rei  data  la  tortura. 
Lat.  /or(or.  Gr.  ^ajx-yisTifs.  Menz.  sai. 
IO.  QuFsU  il  tortore  ,  ed  il  tormento  è 
questo,  Che  6a  che  Io  spaventi,  e  più  I' 
accori  Del  torcetto,  e  del  palco  atro  e 
funesto  . 

TORTORELLA.  /  .  TORTOLELLA. 

TORTORETTA.  r.   TORTOLETTA 

TORTOSO.  r.  J.  Add.  Ingiusto.  Lai. 

ncquam,  innistus.   Gr.   r.o-'nfòi,   v.iUo^. 

Dani.  rim.  2.  Convenesi  ch'io  dica  Lo  tuo 

fallir  d'ogni  torlo  torloso. 

TORTUOSAMENTE.  Jwerh .  Con 
torluosità.  Lat.  obliquo,  intorto  tramite, 
l'elcursu.  Gr.  ^/ayieo;.  Jii.  Disc.  ylrn. 
6^.  Siccome  d'  ogni  altro  torrente,  o  6u- 
me  che  vada  torluosamcule  vagando  per 
un  piano. 

TORTUOSITÀ',  TORTUOSITADE 
e  TORTL'OSITATE  .  Astratto  di  Tor- 
tuoso. Lat.  obliquitas  .  Gr.  7T>ay  io'r»i  ;  . 
Cr.  2.  24.  4  •  quali  nodi  tengono  1'  u- 
mido  nelle  loro  lortuositadi  e  pori  trasver- 
sali inSno  a  tanto  che  si  maturi  ,  e  per- 
venga a  soave  sapore.  Teol.  Misi.  \a  quello 
andamento  dirittamente  e  senxa  tortuosi- 
tade*i  lieva  suso.  Fir.  Dial.  MI.  dona. 
374.  Hanno  (gli  orecchi  )  quelle  rivollu- 
re  e  quelle  tortuosità,  acciocché  la  voce  , 
compresa  per  la  diUicultà  della  via  ,  non 
se  ne  pos.sa  rilornare  indietro. 

3  TOllTUOSO.  Add.  Pieno  di  torci- 
menti ,  Torlo.  Lai  lortuosus.  Gr.  tjiy. 
fir-TÙÒtli  ■  Fir.  Dial.  MI.  dona.  376. 
Servono  eiiandio  quelle  vie  tortuose  ,  e 
come  cavemelte  scavate,  acciocchir  il  suo. 
no  della  voce  entro  vi  cresca. 

"e  5  Per  Che  si  muot'e  torcendosi  . 
«  Mar.  S.  Greg.  Servendone  la  mano 
sua  ,  fu  cacciato  fuori  lo  serpente  tortuo- 
so .  Cuid.  t:.  Lo  convertio  io  animale 
bruto,  ciò  fue  in  serpente  tortuoso».  (Bi  ' 

t  TORTURA.  Astratto  di  Torto;  Stalo 
di  ciò  che  è  torlo.  Lai.  tarsio,  lortut.  Gr. 
or/cyo;.  Cr.  4.  14.  3.  Per  questa  tortura 
nasce  intra  I.1  legatura  la  succedeval  mate- 
ria, e  non  fa  alcuna  offeia  all'uve  nascenti. 
Pani.  Purg.  a5  E  gii  venule,  all'  ultima 
tortura  S'  era  per  noi  (cioi-,  al  luogo  che 
torceva).  .I/or.  S.  Crg.  Saper  ib.l.l.iamo, 
rhe  per  la  tortura  del  serpente  »'  intende 
ec.  Fr  C.ierd  /Ve,/.  /}.  Perocché  per  la 
tortura  fae  più  lunga  vii. 

§.  I.  Tortura  ,  per  mela/. ,  vale  Mal- 
vagita,  Ingiustizia  Lat.  nequilia,  impro- 
l'itas  Cr.  ;uo;^5iisi'»  ,  rtiiTtùtx  Fr 
Oiord    Pred    S    I  6l«>oE  di  clir  ammae- 


strano, se  non  di  tortura  ?  tfor.  S.  Crrg. 
Allori  trovando  quel  distretto  giudicio,  di- 
naia  dentro  da  sé  ogni  tortura  di  ine  ope- 
razioni . 

T  o-  ".  Tortura,  diciamo  anche  per 
Tormento,  cioè  Pena  afflittiva,  che  si  Java 
altrui  per  fargli  confessare  i  misfatti.  Lat. 
crucialus  .  Gr.  ^dutiio;  .  Fir.  Ai.  7». 
Aranti  che  Toi,  spettabili  rittadioi,  ponif 
le  alla  tortura  il  distrullore  de'  miei  cari 
figliuoli,  lasciatemi  discoprire  i  lor  morti 
corpi  .  K  295.  L'  ebbero  per  indizio  luf- 
ficienle  da  metterlo  >lla  tortura  .  Amhr. 
Flirt.  5.  6.  Spero  che  per  le  torture  si 
troverà  il  vero  a  punto. 

*  TORTURARE.  Par  la  tortura.  Por- 
re  alla  tortura  j  e /guralam.  vale  Cru- 
ciare ,   Angariare.   (A  > 

*  TOHVAMENTE.  Ivverb.  Con  oc- 
chic  torvo ,  Orrendamente  .  Car.  En.  g. 
1241.  E  qual  fiero  leone.  Che  dalla  mol- 
titudine e  dall'  armi  Si  vede  oppresso  ,  Ira 
fiereiia  e  tema  Torvamente  mirando  ,  ai 
rilira  ec.   (/Jj 

TOR  VITA'.  Astratto  di  Torto.  Lai. 
lorvilas.  Gr.  i:TpiÉUtr,i  .  Salvia.  Disc. 
1.  410.  Questa  piena  di  senno  t  di  man- 
suetudine, quella  spirante  upretu  e  tor- 
vità . 

TORVO.  AM.  Fiere,  Orrihile,  Bur. 
oeroj  ed  è  aggiunto  che  più  propriamente 
SI  da  agli  ocrAi.Lal.  tonus.  Cr.ày*f<7L::d(. 
Amet.  7.  Con  fatica  a' cani,  a  quali  con 
lusinghe  ,  a  quali  con  occhi  torvi  e  con 
voce  sonora  ,  mazze  mostrando  ,  pose  si- 
lenzio. Alam.  Colt.  1  2.  E  minaccioso  e 
torvo  II  barbuto  guardun  degli  orti  ameni 
.>on  resti  indietro.  .Maini.  6.  I9.  Sta  in- 
dietro, grida  a  lei  con  torva  fronte.  Che 
qua  non  passa  mai  anima  viva 

t  TORZIO.NE.  r.  A.  Slorsione.  C. 
r  .  6.  25.  6.  Facendo  forze  e  lorzioni  alle 
sacre  persone.  F  IO.  38.  2.  Con  gran  do- 
lore e  torzioni  de'  Pisani. 

§■  Per  Tiramento  con  dolore.  Lai.  tor- 
tura ,  dislractio  .  Gr.  o'iainajjuc'j  .  Cr. 
9.  23.  I.  Questa  infermili  ec.  si  fa  nel 
ventre  del  cavallo.  la  quale  induce  lor- 
zioni ,  e  fa  rogghiamcnlo  nelle  budella 
Zibald.  Andr.  121.  .Medicina  contea  a  do- 
lore e  a  torzione  di  stomaco. 

*  TURZONCEl.LO  .  rum.  ed  avvili- 
tivo  di  Torzone  .  Magai.  Leti.  Coocetlo 
Iris  ialissimo,  che  si  sente  dire  a  ogni  lor- 
zoncello  che  metta  insieme  quattro  parole 
da  predicare  alle  femminucce,  f  1) 

TORZONE  foie  bassa  .  Frale  ser- 
vente . 

TOSA.  Foce  lombarda.  Fanciulla.  Lai 
puella  .  Gr.  xozn  .  Bocc  g.  3.  /  7.  Ed 
rblievi  di  quegli  che  intender  Tollono  ilU 
MeIjDese,  che  fosse  meglio  un  buon  por- 
co ,  che  una  bella  tosa. 

*  TOSAMENTO.  Tosatura.  Lai.  ro<i- 
sura.  Gr.  ro'jpa  .  Il  locato/,  alla  voce 
TONDAMENTd  ,  §.  (•) 

t  TOSARE,  fagliar  la  lana  alle  pe- 
'ore  ,  e  i  capelli  e  i  peli  agli  uomini  ,  e 
simili;  ed  usasi  anche  in  signi/ic.  neutr. 
pass.  Lai.  tondere,  detonsare.  Or.  misiiv, 
aro-n>tiy  .  Te,  He.  i.  9.  Come  U  si- 
gnore lice  guardare  il  suo*po<lere  ec.,  e 
ricogliere  e  guardar  sue  biade,  e  tosar  le 
sue  pecore,  e  lo  latte  e  formaggio,  e  no- 
drire  pole<lri  .li  cavalli  .  Buon.  Fier.  3. 
i  V^  '*'*'  ^'"'  b''  uomini  entrar  nelle  lor 
lorbici  ,  E  tosargli  a  lur  posta  come  pe- 
core .  Ilorgh.  Arm.  102  Forbice,  stru- 
mento che  a  losare  s'adopera.  O  Fior.  Ilal. 
Ili  Alcuna  volta  si  tosavano  i  capelli  e  la 
barba.  (Ci  Salvia  lliad.  a3  186.  In  metto 
ne  |>ortavano  I  compagni  l'atruclo;  e  co'  ca. 
pegli  Tutto  'I  morto  copriano,  che  losan. 
dosi  Giiiavao  sopra.   (B) 

S-   I     Ver  similil    vale  Ritandare,   Ta- 
gliare suir  estremità  in  giro  ugualmentt. 


losi  il  capo, 
disse. 


T  0  S 

Lai.  londere.  Gr.  x£<>!>v.  Sah'.  Crirnch. 
2  5  Ma  come  le  monete  spesse  volle  Si 
falsano  e  si  losano  ec,  Cosi  avv.en  degli 
uomini.  Scgncr.  Mann.  /VW.r.  :.8.  1.  Cor- 
re  ben  ella  qual  monda  d.  peso  ma  non 
b  tale;  i  scarsa  e  scema:  i  figU  dejjli  uo- 
mini r  hon  tosala.  ,  j  ;  t, 
*  e  11  Tosare,  dicest  anche  del  i  a- 
f tiare  che  fanno  le  bestie  co' denti  l'erba, 
od  altra  yerzura  per  mangiari  .  A.arc/i. 
Lncr.  hb.  2.  Le  pecore  lanute  a  rf"'  '""' 
Van  bramose  tosando  ■  lieti  paschi.  (i<r; 
*  §.  HI.  Tosare,  dircbbesi  anche  de 
libri.   V.  RITOSARE.  (V) 

TOSATO.  Add.  da  Tosare.  Lat.  lon- 
Gr.  x«fr6i.  Ulor.  S.  «rcg.  Tos,i- 
giltò  in  lerra,  e  adoro,  e 
Stòr  Ftir.6.  l5l.  Dove  tosatoli  il 
capo ,  e  vesUlolo  monaco  a  suo  dispetto , 
lo  lasciarono  ,  ma  guardato,  con  gli  altri 
frali  a  seguitare  la  filosofia  ,  come  nell  isola 
SI  coslon..,va.  Gal.  Si.,!.  33l.  Non  basta 
la  virtù  del  telescopio  a  radergli  il  crine  , 
sicch'  egli  apparisca  tutto  tosato. 

+  *  TOSATORE.  T  erbai,  masc.  (he, 
o  Chi  tosa.  Band.  ani.  Procedere  contro 
agli  tosalori  ed  inccllalori  di  sunili  mone- 

TOSATURA  .  //  tosare,  e  la  Materia 
che  si  Ida  nel  tosare  .  .'ìah'in.  Disc.  2. 
482.  Questi  nuovi  [ternani  ,  al  contrario 
degli  antichi,  che  stettero  più  di  400  anni 
senta  barbieri  ,  mostravano  colla  tosatura 
r  esser  Romani. 

•f-S  TOSCANAMENTE.  Aiverb.  ^el 
modo  usato  dai  Toscani,  Alla  Toscana. 
SaU:  A,Mrt.  I.  3.  2  7.  Pronuniia,  che 
da  chi  scrive  toscanamente  si  dovrà  tor 
per  esemplo.  Vemb.  fros.  1.  32.  Non 
sanno  essi  ragionar  toscanamente,  (fj 
Varch.  Ercol.  77.  Quelli  i  (piali,  avendo 
udito  alcuna  cosa,  vi  pensano  di  poi  so- 
pra  ,  e  la  riandauo  colla  mente  ,  si  dico- 
no toscanamente  ,  ma  con  verbo  Iali- 
no ,  ruminare ,  e  fiorentinamente  rtigu- 
mare.  (A) 

*  TOSCANESIMO  ,  e  TOSCANE- 
SMO  .  //  l'orlare,  o  Si-ri^ere  toscano  . 
Car.  lett.  1.  53.  Simili  altri  vostri  mo- 
di di  parlare  ce.,  in  bocca  di  questa  don- 
na potete  immaginare  se  son  altro  che 
Toseanesmi.  (C)  Red.  lett.  I.  146.  Circa 
il  toscanesimo  puro  ,  e  non  affettato  ec.  , 
ci  sarebbe  da  fare  qualche  dolce  amore- 
Tolc  brevissima  osservazione.  E  l!\^.  Ne' 
primi  tempi  del  più  rozzo  toscanesimo  di- 
cevasi  e  scrivevasi  feyole  ,  fievolezza  , 
ec.  (•) 

•f    *    TOSCANISMO 
Salvia.  Disc.  2.  209. 
polire  la  nostra  ling 

ine  o  macchia  s'  apprese 


Toscanesimo. 

Onde  si  trascurò  di 

a  ,  e  in  essa   alcuna 

di  latinismo, 

,   di  poco  emendato  loscanismo.  lAì 

•f  *  TOSCANITÀ  .  Parlar  regolato 
di  lingua  toscana.  J'arch.  Ercol.  279.  Il 
suo  siile  è  più  tosto  puro  ,  e  servante  la 
toscanil'a,  cioè  le  regole  della  lingua,  che 
numeroso  e  piacevole.  E  280.  Voi  dovete 
sapere,  che  come  anticamente  la  latinità, 
che  oggi  la  toscanità  schifa  anzi  biasimo, 
che  consegua  lode ,  ec.   (A) 

«  TOSCANIZZARE  .  Afellare  il  to- 
scanesimo, o  Render  toscano  un  vocabolo. 
Salvia.  Buon.  Tane.  I.  1.  Gio.  Villani, 
e  altri  antichi ,  dalla  voce  pubblico  ,  per 
metatesi  ec.  fecero  ,  più  toscanizzandolo  , 
piuvico  j  come  plebano  ,  piovano  ,  ec.  E 
Disc.  2.  504.  Non  mi  son  riguardato  ben 
due  volle  ec.  d'impiegare  altresì  quel  lom- 
liardesimo  ,  da  Danle,  per  cosi  dire  ,  lo- 
scanizxato.   (A)  , 

■(•  *  TOSCANO  Add.  Dicesi  del  più 
nano,  e  del  più  solido  de' cinque  ordini 
d"  Architettura.  Baldin.  /oc.  /)«.  Or- 
dine toscano.  Uno  de'  cinque  Ordini  d'  Ar- 
chitettura ,  più  nano    e    di  maggior  gros- 


t  0  S 

sezza    degli    altri    Ordini  ,  e  più  semplice 
nelle  modanature,  ec.  (A) 

•f  TOSCO.  Tossico.  Foce  oggi  usata 
wlo  dai  poeti.  Lat.  to.ricum.  Gr.  roji/ov. 
Pan.  248.  U  rimedio  1'  i:  nocimenlu  ,  e 
la  medicina  diventa  losco.  Dant  Jnf.  li. 
Non  pomi  v'  eran  ,  ma  stecchi  con  tosco. 
l'etr  son.  191.  Il  rider  doglia  ,  il  cdio 
assenzio  e  tosco  ;  La  notte  alianno  ,  e  1 
ciel  seren  m'  è  fosco.  Alam.  Colt.  1.  30. 
Ivi,  senza  temer  cicuta  e  losco  Di  chi 
cerchi  il  tuo  regno,  o  '1  tuo  tesoro.  Cac- 
ciar la    fame. 

*  §.  Tosco,  per  meta/.  Dani.  I  urg. 
25.  Al  bosco  Corse  Diana  ,  ed  tlice  cac- 
cionne.  Che  di  Venere  avea  sentilo  '1  to- 
sco, ./r.  /'"'■■  42-  52.  Cosi  sperando  torsi 
dalle  spalle  Quel  brutto  abomiuoso,  orri- 
do tosco  (parla  del  mostro  che  mise  in 
tanto  travaglio   Hinaldo  ).  (Pr) 

TOSCO,  .'tdd.  Avvelenato,  Attossicato. 
Lai.  veneno  mfectus.  Gr.  i'>  So)o;.  Burch. 

1.  34.  11  freddo  scorpio  colla  losca  coda. 
Salvia.  Disc.  2.  72  Tosca  coda,  cioè  che 
attosca;  il  che  sogliamo  dire  de'  grandi  odo- 
ri, che  caricano  la  testa. 

TOSETTA.  Dm.  di  Tosa.  Morg.  27. 
243.  Le  donne  e  le  tosette  scapigliate  Cor- 
revan  tutte,  come  cosa  pazza. 

*  TOSETTO.  Term.  degli  Agricoltori 
to.tcaiii.  Grano  di  due  specie,  cioè  bianco 
e  ros.!o  ,  che  è  una  varietà  del  Gentile , 
detto  altrove  ToscUo,  i/uo.H  dicasi  Tosa- 
to, ed  in  alcuni  luoghi  anche  Zucco,  dall' 
es.fere  senza  reste.  (A) 

3  TOSO.  Add.  da  Tosarci  Tondulo. 
Lat.   tonsus.   Gr.  xy.f,-o;.   Buon.   Pier.  t^. 

2.  7.  Benché  lacero  e  pesto,  e  toso,  e 
raso.  E  4.  5.  3.  Come  pelato  l'avea  quel 
testone  ,  Che  toso  tu  mi  desti.  Gal.  Sist. 
33o.  Talché  i  dischi  loro  si  veggono  tosi  e 

terminati  .  r»       .o-   fi 

:;:  §.  E  inforza  di  siist.  «  PataJJ.  0. 
Tu  non  riguardi  mai  raso,  ne  toso.  Lib. 
Amor.  18.  Questo  sanno  i  losi  e  i  rasi  , 
che  ne  gentilezza  di  sangue,  né  molla  bel- 
lezza è  quella  che  mette  nell'  animo  saetta 
d'amore  ».  fAJ 

TOSOLARE.  1'.  A.  Tosare.  Lai.  ton- 
dere,  delonsare.  Gr.  Z5<',;£iv,  aiTO/£if  Eiv. 
fu.  Crisi.  I).  Rivelo  a  una  sua  divola, 
che  gli  furo  losolati  i  capelli,  e  pelatala 
barba,  ec.  E  certo,  ch'egli  fosse  tosolato 
non  saprei  provare. 

•■.■  §.  Per  l'arsi  tosare.  Fav.  Esop.  i. 
T.  H.  Fu  mestiere  che  essa  si  tosolasse  e 
vendesse  la  lana  per  rendere  U  pane.  (P) 
•f  *  TOSOLATO  .  Add.  da  Tosala- 
re;  Tosato.  Vii.  S.  Repar.  336.  Allora 
Decio  la  fece  tosolare  ,  e  cosi  tosolala  la 
fece  menare  nella  piazza  della  città,  (li 

'\  TOSONE.  Qi<e/  segno  che  portano 
al  collo  i  cavalieri  di  santo  Andrea,  on- 
de I'  Ordine  slesso  di  tal  cavalleria  si 
dice  del  Tosone,  o  del  Toson  d'oro.  Tac. 
Pav.  Post.  451.  I  doni  piccoli  dei  prin- 
cipi grandi  ,  come  questi ,  e  oggi  Rosa  , 
Tosone,  Gerretliera  ,  e  simili  son  grandi 
onori  e  favori.  Borgh.  Arm.  100.  Nou  pare 
a  me  questa  di  quella  sorte  ce 
nino  da  principe,  o  signore, 
favore ,  o  contrassegno ,  qual  è  il  Tosone, 
il  san  Michele  ,  £C. 

f  g.  I.  7o'0/i  d'oro,  o  dell'oro,  di- 
cesi  il  l'elio  dell'  ArieU  che  trasporlo 
nella  Colchide  Frisso  ed  Elle,  e  che  Gia- 
sone andò  a  conquistare.  Ovid.  Pisi.  ^9. 
Giansone  nipote  del  re  Pelleo  di  Tessa- 
glia ,  quando  andava  a  conquistare  il  to- 
son dell-  oro  ,  ec.  E  5o.  Tu  vincesti  il 
serpente  guardalore  del  tosone  dell'  oro  . 
7?orj;/i.  Orig.  Fir.  22.  Alcuni  valorosi 
giovani  greci  ec.  feciono  1'  impresa  del 
toson   d'  oro.  , 

§.  II.  Tosone,  si  dice  anche  di  Chi  e 
tosalo,  0   ha   tondulo  i  capelli.   Lat.    vir 


t   Ò 


1565 


dclonSHS.CT.à-^np  /.v.ptói.  /ìellinc.son. 
167.  Voi,  che  i  vostri  capelli  or  Vi  ta- 
gliale ,  Che  di  vecchi  tornate  bei  tosoni 
(  qui  vale  giovani,  garzoni). 

•f  TOSSA  ,  e  TOSSE  .  Espirazione 
veemente,  sonala  ed  interrotta,  per  lo  più. 
cagionata  da  irritazione  fatta  nei  nervi 
de' polmoni.  Lai.  tussis.  Gt.  ^rX.  Frane. 
Aacch.  rim.  17.  Canti  il  suo  verso  ogni 
altro  che  ci  fosse,  E  forte  tossa  chi  aves- 
se tosse  .  Palina.  Lugl  6.  Questo  vino 
contrasta  alla  tossa  ,  purga  il  ventre  ,  ri- 
solve la  llemma  .  7"/g.  A.ies.  Siioppo  di 
marrobbio,  di  miracolosa  utililà,  coU'  aiuto 
di  Dio  ,  alla  tosse  Ucmnialica,  ec.  Coli. 
Ab.  Isaac,  cap.  5o.  Se  li  venisse  la  tossa, 
sedendo  te  a  mensa ,  volgi  la  faccia  tua 
addietro,  e  cosi  tossi.  Red.  Cons.  1.  241. 
Queste  stesse  particelle  pur  biliose  ,  me- 
scolate con  essi  lluidi  ec,  son  quelle  che 
ora  in  un  luogo,  ora  in  un  altro  con  locande 
incostanza  e  variazione  producono  i  dolori 
della  testa,  e  colle  medesime  punture  ne' 
canali  della  respirazione  producono  quella 
tosse  che  talora  è  affatto  secca  ,  e  talora 
col  gettito  di  un  poco  di  (lemma  caloro- 
sa ,  che  la  mattina  per  lo  più  si  la  sen- 
tire . 

^'.  In  proverbio  ."  Amor  ne  tossa  non  si 
può  celare.  Jed.  Flos.  l56.  Frane.  Sac- 
eh.  nov.  16.  Ben  dice  il  proverbio ,  che 
r  amore  e  la  tossa  non  si  può  celar  mai. 
Morg.  4  88.  E  disse:  vero  è  pur,  che  1' 
uom  non  possa  Celar  per  certo  1*  amor  e 
la  tossa. 

ns  TOSSERELLA.  Dim.  di  Tosse.  Lai. 
tussicula.  Gr.  ,5>]-//ìc*'tiov.  Red.  kit.  2. 
193.  Solo  si  lamenta  V.  S.  Illustriss.  di 
una  poca  di  losserella  che  di  quando  in 
ijuando  si  esaspera-  (*;  Inipcrf  Anat. 
207.  E  però  nettandosi  troppo  addentro 
le  orecchie  si  eccita  una  losserella  sec- 
ca. (F) 

TOSSICABE.  Dar  il  tossico.  Attossi- 
care, Avvelenare.  Lai.  dare  toxicum.  C»r. 
'^■jpo.a./.ij-.ii.  1  il.  Plut.  Scrisse  ad  Ales- 
sandro, che 


Fil 


egli  si    dovesse    guardare    da 


ppo. 


che  egli 


che  si  do. 
come  suo 


non  lo  tossicasse 
TÙSSICAtO.  Add.  da  Tossicare.  Lat. 
veneno  infectns.  Gr.  ìo^o'toi.  Morg.  24. 
35.  Ma  egli  aveva  a  ogni  piaga  unguento, 
E   "1   colle!  lossicato  sempre  al  fianco. 

TOSSICO.  l'eleno  perfido  sopra  tutti  i 
veleni,  benché  oggi  diciamo  Tossico  a  o- 
gni  veleno.  Lat.  toxicum.  Gr.  TO|i/OV. 
Tes.  Br .  1.  27  Alla  fine  mori  di  tossi- 
co, come  è  detto  di  sopra.  Fir.  Rag.  70. 
1  primi  favori,  de'  quali  sogliono  essere 
più  dolci  che  mele,  ma  poi  molto  più  a- 
mari  che  l'assenzio,  e  più  che  il  tossico 
velenosi.  Sen.  Ben.  Farcii.  5.  l3.  Cosi 
è  ingrato  colui  il  quale  inganna  la  spe- 
ranza d'un  uomo  da  bene,  come  è  vene- 
fico; ovvero  avvelenatore,  colui  il  quale  , 
credendolo  tossico  ,  dà  bere  ad  uno  del 
trebbiano.  Fir.  As.  321.  Colui  d  quale 
con  pestifero  tossico  fini  cosi  lietamente  i 
lodevoli  giorni. 

f  TOSSICOSO.  Add.  ì  elenoso.  Lai. 
'veneno.<us.  Gr.  .'0|5i)'lo;.  Oli.  Com.  Inf. 
l3.  237.  Entrali  in  un  bosco,  dove  nou 
avia  né  foglia  verde,  non  rami  schietti, 
nodorosi,  non  frutti,  ma  spine  lossi- 
Bed.  Fip.  54.  E  se  vi  fosse 
cuno  che  pur  volesse  che  le  code  viperi- 
ne fossero  tossicose  ec.  dite  pure  a  co- 
stui ec.  CO  ,  ,  ,.  . 
TO3SI.MENT0.  H  tossire.  Lai.  <«s- 
sis.  Gr.  ic.-f.  Lib.  cur.  malati.  Dal  lun- 
notturno  tossimento,  onde  non  posso- 
mollo  alTalicali 
•f  TOSs 
menza  e  con  suono 
polmone,  o  volonlariameiilc 
CIÒ  che  irrita  i  nervi  di  que.<to  viscere, 
necessariamente  per  effitlo  della    materia 


ma 
cose. 


1- 


S» 


Giacere,   vengoDO 

RE.    Mandar  fuori    con    i-ee- 

terrotto    /'  aria  dal 
per    cacciare 


i566 


T  O    S 


T  O  S 


T  O  S 


irritanU  .  Lai.  •  Utssirt  ,  excreare.  Gr. 
^flTTsiv,  e»t7rry'!iv.  i<i6.  253.  Se  tu  ec. 
veduta  r  avessi  ce.  coli'  ocrbìata  livida 
tossire,  e  sputar  farfalloui ,  io  non  temo 
punto,  che  ce.  Mnestruzz.  1.  Z(3.  Se  io- 
terpoDcssc  una  parola  cbe  non  corrompes- 
se  la  forma,  siccome  io  dicessi  in  nomine 
Patris  omnipotentiSf  ovvero  tossissi^  ovve- 
ro interponessi  alcuno  silenzio ,  è  battesi- 
mo? Dant.  Par.  16.  Ridendo  parve  quel- 
la che  lossìo.  /'r.  Sacch.  rim.  X7>  Canti 
il  suo  verso  ogni  altro  che  ci  fosse,  E 
forte  tossa  chi  avesse  tosse.  E  no^'.  178. 
In  quelli  di  iofreddarono  sì  della  gola,  che 
noa  faceano  altro  che  tossire.  Bern.  Ori. 
2-  2.  9-  La  bcllj  aurorj  s'  apprcseala , 
Fuggila  dal  suo  vecchio,  il  cui  tossire,  Il 
cui  russar  non  la    lascia  dormire. 

*  TOSSOLINA.  Diminut.  di  Tosse j 
Tosstrtlla.  Geli.  ICrr.  3.  I.  Quel  Unto 
stropicciarmi  co'  panDicelli  caldi  m*  balc- 
vato  via  quella  tossolina  che  io  avevo 
stainaoi.  (i'J 

t  TOSTAMENTE.  j4vverb.  Presta- 
mentc^  Subitamente ,  Velocemente.  Lai. 
ccleriter,  cito.  Gr.  ta/u,  ta^^jù*;-  Tes. 
I>r.  I.  9.  Perciò  non  ha  ia  loro  nul- 
la fermezza,  cht  lutti  i  tempi  si  muovono 
tostamente,  e  lievemente.  iJant.  InJ,  23. 
Quando  i'  dissi:  Maestro,  se  non  celi  Te 
e  me  tostamcnle,  i'  ho  pavento  Di  Male* 
branche.  £ocf.  nov.  46.  I^.  Io  veggio  che 
io  debbo,  e  tostamente  ,  morire  .  Tesorett. 
Br.  i5.  121.  Cbe  donar  tostamente  E  donar 
doppiamente.  *  Car.  lìn.  l.  57O.  Poscia 
fuggi  di  qua,  fuggi,  le  disse.  Tostamente 
e  lontano.  (FP) 

TOSTANAMENTE.  1'.  A.  Awerb. 
Tostamente.  Lif>.  Amor.  La  porta  del  pa- 
lagio tustaoamentc  fu  aperta.  Frane.  Barb. 
l5j.  8.  Quando  '1  vede  bramoso  Di  ser- 
vir se,  tostanamentc  il  veste  Con  quelle 
donne  cbe  si  vanno  oneste.  Tac.  Dav. 
Ann.  i5.  204-  Se  ne  levasse  toslanamcn- 
te,  o  r  aspellasse  come  nimico.  *  Teseid. 
9.  l3.  Subitamente  Arcita  disarmalo  Fu, 
e  il  pallido  viso  pianamente  Con  acqua 
fresca  gli  fu  si  l^ignato,  Ch'  egli  si  lisea- 
li  tostanamentc.   (Bj 

TOSTA.NEZZA.  P'.  A.  Astratto  di  To- 
stano j  Prontezza,  Prestezza  ,  /  elocità. 
Lai.   ceteritas,  alacritas.    Gr.    •^T-XJ'Ai  , 

TOSTANISSIMAMENTE.  V.  A.  Su- 
peri, di  Tostanamente.  Lat.  celerhme  , 
citissime.  Gr.  Tot/taTa.  Sen.  Pist.  B.  V. 
Per  lo  quale  noi  corriamo  toslani»ima- 
nieotc. 

TOSTANISSIMO.  V.  A.  Superi,  di 
Tostano.  Lat.  celerrimus,  citissimus.  Gr. 
Ta^i^TOj-  Tratt.  segr.  cos.  dona.  Vor- 
rebbonu  più  che  tostanissima  la  guarigio- 
ne. 

t  3  TOSTANO.  /  .  A.  Add.  Presto, 
Subito,  P'elocc.  Lat.  celer,  %-ehx.  Gr. 
taxy'i-  Ott.  Cam.  Par.  i.  12.  Quegli  la 
lusmga  e  conforta  a  più  leno  correre  ; 
ijuclla  non  si  fida,  ma  fugge  con  tostano 
passo.  Frane.  Sacch.  rim.  33.  E  perchè 
sono  di  vario  sapore,  E  al  bene  e  al  mal 
d*  altrui  tostane  .  Fegez.  Quciti  rotali 
ii  sceglievano  uomini  tostani  e  b'ggiert  , 
e  bene  ammaestrati  a  battaglia  .  Din. 
Comp.  3.  OO-  Tarde  sono  le  profl'erle  del 
Re,  e  troppo  tostana  è  la  venula  di  mcs- 
*er  Giovanni.  Col/.  SS.  Pad.  Pcrotchi  , 
come  r  animo  loro  e  tostano  a  prniare  , 
rosi  e  corrente  a  compiere  I'  assoluta  su- 
stania.  G.  V.  8.  55.  l\.  Mandarono  in 
Francia  per  soccorso  tostano.  Cr.  9.  8- 
3.  Il  cavallo  rke  tiene  il  tronco  tirila  ro- 
da slrclLimentc  intra  le  cosce,  è  forte  e 
soflcrcntc,  secondo  la  maggior  parte  ,  ma 
uon  b  tostano.  Dant.  rim.  5-  Ingi'goali  , 
te  puoi,  d'  esser  palese  Solo  con  donna  , 
u  con  uomo  cortese,  Che  tt  mcrranno  per 


la  via  tostana  (cioè,  per  la  più  breve,  per 
la  più  corta,  che  si  passa  più  presto). 
*  Salyin.  Eneid.  lib.  2.  Appena  questo 
detto  aveva  il  vecchio.  Che  con  lostan 
fracasso  da    sinistra  Tonò.  ( F) 

*f  %.  E  in  forza  d'  avverb.  w  Frane. 
Sacch.  rim.  Tostan  ciascun  mio  senso  fa 
gire ,  onde  donna  sentì  tra  spine  e  verdi 
(ronde».   (Cj 

TOSTA.NZA.  r.  A.  Astratto  di  To- 
sto. Velocità,  prestezza.  Lat.  celerilas  ^ 
velocitas.  Gr.  Ta;fJT»;'».  w'/yT'i^.  Guid. 
G.  Conducerti  nella  mia  patria,  nella  qua- 
le io  posso,  ogni  sostanza  m'  è  dimorantj. 
Teot.  Afist.  La  parte  di  sopra,  cbe  si  le- 
va con  maravigliosa  tostanxa  de'  movi- 
menti. 

=?  TOSTARE,  lo  stesso  che  Abbru- 
stolire, e  dicesi  propriamente  de/  caffè.  (N) 

♦  TOSTATURA.  L' azione  de/  tostare j 
ed  anche  l'  Effetto  di  q uè st'  azione,  lied. 
leti.  io3.  Io  lo  confesso,  sono  un  negli- 
gentonaccio,  anzi  un  negìigeotonacciaccio, 
mentre  non  le  ho  mai  scritto  cosa  alcuna 
a  conto  della  tostatura  del  caffè  .  E  ap- 
presso :  Intanto  sappia  che  la  tostatura  e 
ottima.  (C) 

*  TOSTEVOLMENTE.  T.  A.  Av- 
verb. Tostamente.  Tuli.  Am.  ^O.  Il  qua- 
le disse,  r  anime  degli  uomini  es»ere  di- 
vine, e  quand' elleno  si  partono  dal  corpo 
essere  loro  apparecchiato  il  ritornare  ìn  1 
Ciclo,  cioè  a  ciascuno  ottimo  e  giustissi- 
mo  lostevolmente   e   speditamente.  (  i') 

•f  *  TOSTEXZA  .  /  .  A.  Toslnnza. 
I  it.  S.  Eufrag.  108.  Allora  Eufragia 
con  molta  tostcìza  si  preparò  ad  empiere 
il  comandamento.  (I)  Tuli.  Pai/ad. 
3fagg.  ^l.  Questo  mese  sono  da  fare  i 
mattoni  di  terra  bianca  ,  o  creta,  o  terra 
rossa  ;  perocché  quegli  che  si  fanno  la 
state  per  la  tostezza  del  caldo  di  fuori  si 
seccano,  drento  rimangono  omorosi,  la 
qual  cosa  sar<i  crepatura  (  Fa  slampa 
cap.  12.  legge  diversamente,  e  non  ha  la 
voce  tostezza  )  .  (C) 

TOSTISSIMAMENTE  .  Super/at.  di 
Tostamente.  Lat.  ocyssime.  Gr  w/ jTKra. 
Teo/.  Mist.  Tostissimamente  in  molle  co- 
se saranno  liberali,  e  ben  disposti. 

TOSTISSIMO.  Super/,  di  Tosto.  l.»{. 
velocissimus.  Gr.  Ta^usTO?-  Fiamm.  5. 
35.  O  sommo  Giove,  contro  a  me  giusta- 
mente adiralo,  tuona  ,  e  con  tostissima 
mano  in  me  le  tue  saette  distendi  . 
#  Bemb.  Stor.  1.  191.  Dubitar  non  pò- 
teano  eh'  egli  a  tutti  gì'  incomodi  dare  to- 
stissimo riparo  non  potesse.  ^.Y^ 

TOSTISSIMO  .  Avverb.  Super/,  di 
Tosto,  Tostissimamente.  Lai-  ccjssime. 
Gr.  wxuTara.  Sen.  list.  99.  Ragguarda 
la  brevità  dello  spazio,  per  lo  quale  noi 
corriamo  così  tosliuimo.  Varch,  Frxo/. 
168.  Va'  tosto  tosto,  o  pian  piano  ,  cio« 
tostissimo,  o  pianissimamente. 

TOSTO.  Add.  I  resto ,  le/oce.  Subi- 
to. Lai.  ve/ox,  celrr.  Gr.  T«X*'»-  Frane. 
Barb.  252.  10-  Cavalca  tosto  in  piano  , 
Soave  nel  montano.  Dant.  /nf.  2.  Consu- 
mai la  'mprcsa.  Che  fu  nel  cominciar  co- 
tanto tosta.  /:.'  12.  Mal  fu  la  \oglìa  tua 
sempre  si  tosta.  E  l'urg.  6.  Quella  ne 
insognerà  la  via  più  tosta  (  cioè  ,  più  cor- 
la  ,   cbe  si  possa  più  speditamente). 

§.  Tosto,  si  prende  anco  per  Ostinalo^ 
.y'rontato.  Ardito}  onde  diciamo  Farjac- 
età  tosta,  che  vale  Essere  s/nauìlo,  art/i- 
to, senza  vergogna.  Lat.  perfrictae  J'ron- 
tis  esse.  Gr.  avotioxwvT« v.  Malm.  IO. 
9.  La  faccia  tosta,  e  va  con  lieta  fronte  , 
Sperando   ngnor   che   venga   un    arcidcote. 

TOSTO.  Avverb.  Prestamente,  Con 
ve/ocitàf  Subito.  Lat.  ittico,  subito,  cito, 
Gr.  tu3u;,  fforpwuTi'jroi  Bocc.  nov.  85. 
11.  Chi  avrebbe  saputo,  altri  che  io,  far 
coti  tutto  innamorare  una  coti  fatta  don- 


na, come  è  costei?  E  num.  l5.  Deh  sì  , 
per  l'amor  di  Dio,  facciasi  tosto.  Petr, 
cani.  7.  7.  Che  menar  gli  anni  miei  iì 
tosto  a  riva.  Cava/c.  Frutt.  lìng.  Le  eo- 
se  tosto  date  e  trovate  par  che  l*  non 
non  le  reputi  care.  Amm.  Ant.  16.  3. 
Ut.  Di  dare  allegramente  e  tosto. 

■f  §.  I.  Tosto  tosto,  così  raddoppiato, 
aggiugne forza.  Sca/.  C/austr.  l^i"] .  A  poco 
a  poco  si  parte  da  lei  (dall'anima)  lo  spo- 
so cotanto  desiderato,  e  vassene  tosto  to- 
sto, e  di  subito  le  sottrae  se  medesimo . 
Ambr.  Furt.  I.  3.  State  di  buona  voglia, 
che  io  son  certo  di  servirvi  ad  ogni  mo- 
do, e  tosto  tosto.  Burch.  i.  7.  Che  ben 
se  n'  avvedrebbon  tosto  tosto. 

§.  11.  Tosto,  talora  st  accompagna  con 
altri  avverbii.  Bocc.  nov.  23.  25.  Molto 
tosto  ve  ne  è  giunto  il  messo.  E  nov.  33. 
3.  Il  fuoco  di  sua  natura  più  tosto  nelle 
leggieri  e  morbide  cose  s'apprende,  che 
nelle  dure  e  più  gravanti.  Filoc.  3.  S^. 
Le  nuove  piaghe  con  meno  pericolo  ,  e 
meglio  che  le  antiche,  si  curino,  e  più  to- 
sto. Fior.  S.  Frane.  7.  Il  più  tosto,  che 
polca,  si  spacciava  da  lui,  e  partìvasì. 

§.  Ih.  Tosto  che,  va/e  Subito  che.  Lzl. 
ut,  ubi,  siniut  ac.  Gr.  CLfiSLy  oifisazt. 
Vani.  Purg.  18.  Tosto  che  dal  piacere  in 
atto  è  desto.  E  Conv.  119.  Certi  corpi, 
per  molta  chiarità  di  diafano  avere  in  %k 
mista,  tosto  cbe  *1  Sole  gli  vede  ,  diven- 
tano tanto  luminosi,  che  ec.  £' 1 56.  Cia- 
scuno animale,  tosto  eh'  è  nato  ,  è  quasi 
da  natura  dirixxato  nel  debito  fine  ,  che 
fngge  dolore,  e  domanda  allegrezza.  Petr. 
cani.  8.  8.  Le  di*  eh'  io  sarò  Ik,  tetto 
ch'io  possa,  ce. 

§.  IV.  Tosto  come,  vale  lo  stesso.  Lat. 
ubi,  simul  ac.  Gr.  «ju-a,  a/xaTi-  Dant. 
Conv.  196.  Siccome,  nato  tosto  lo  figlio, 
alla  tetta  della  madre  si  prende  ;  così,  to- 
sto come  alcuno  lume  d' animo  in  etso  ap- 
pare, si  dee  volgere  alla  correzione  del 
padre,  e  '1  padre  lui  amm.iestrare.  E  Par. 
28.  Onde  si  tosto  come  gli  occhi  aperte 
In    ijuesto  cìel,  di  sé  medesmo  rìse- 

TOTALE.  Add.  intero}  benché  non  st 
usi  in  tutti  i  .tentimrnli  ,  e  in  tutte  /e 
maniere  di  questa  voce.  Lat.  totus,  *  to- 
talis.  Gr.  óio;.  /ir.  Tnn.  3.  3.  Fate 
che  l'amor  non  v' acciechi  di  sorte,  che 
voi  non  conosciate  la  totale  mina  vostra. 
E  Dial.  Ae//.  donn  ^II.  Chi  non  ha  il 
naso  nella  totale  perfezione,  è  impossibile 
che  apparisca  bella  in  profGlo. 

TOTALISSIMO.  Superi,  di  Totale. 
Segner.  Mann,  l.ugl.  12.  l3.  La  cessa- 
zione da  guardi  tali  vuol  euer  lotaU&si- 
ma. 

TOTALITÀ'.  L'  Integrità  dT  unm  cesa, 
Lat.  integritas.  Jnfar.  sec.  127.  Sicché, 
diremo  cosi  ,  la  totalità  si  determini  oon 
d'  un  corpo  da  ogni  altro  corpo  spiccato 
in  tutto,  ma  d'  un  membro  intero  dì  un 
corpo.  Gal.  Sist  2.  In  quote  tre  sole 
(dimensioni)  si  termini  l'integrità,  e,  per 
così   dire,  la  totalità. 

TOTALMENTE,  .-/lirr*.  Interamen- 
fe,  Aff'atto,  In  tuil^^  e  per  tutto.  Lat.  o- 
mnino  ,  prorsus  .  Gr.  ?/mì,  ?;3tvTc3iw{. 
#  Fr.  Giord.  Fred.  Non  basta  tagliare  le 
piante  e  1'  altre  erlw*  malefiche  tra  le  due 
terre  :  bisogna  totalmente  eradicarle.  (B) 
Ar.  Fur.  6.  a.  Avea  creduto  il  mìscr 
Polìnesso  Totalmente  il  delillo  suo  copri- 
re. Circ.  Gè//.  5.  l30-  Mentre  che  sono 
fiiccoli,  e  di  noia  grandi>»ima  ec.,  voi  gli 
asciate  totalmente  sotto  la  cura  nostra. 
Fir.  Disc.  /vtt.  3l6,  Si  fc  accorto  pure  di 
certe  sillabe,  che  non  si  pninuDuano  ne 
totalmente  aperte,  né  totalmrnie  chiuse. 

•f  TOTANO.  Sorta  di  pescej  /o  stessa 
che   l.o/ligine,    l^a/amaio,   nel  senso  de/ ^. 


I.  Lat.  /olifo.  (ir.  riudif.  lied.  Oss.  mn, 
170.  In  tutti  quegli  parinieole  delle    lol- 


TOT 

liRmi.  che  per  allro  nome  .la   noi  Tosca- 

orco,  son  chia.«U  loUn,    -..-    //.-(.^rfr 

Xe  totano,  o  calamaio  r-ccolo  o  sogno 
Si  ..an  lon.po.taJ  iC)  I-'orlig-  H->-c,nrd. 
2.  68  Binal.lo  ce.  Foce  i  conti  ,  che  me- 
glio  era  partire.  Ciac,  h- è  un  catuvo  sta- 
re a  dente  asciutto,  Quan.lo  si  vo.lon  gì 
altri  assaporire  Totani  o  sfoglio  Inlle  nel- 
lo strutto,  ec.  IB)  ,.  r  „i  a 
TOTAMAGLIO.    Tiliinaglio.   \M.    li 

,!,i„,„l,.s.  Gr.  T.3u>«i=5-  P""'"'-  .">'■ 
38.  Kon  sia  presso  al  luogo  la  ove  s.  fac- 
cia favellio  a.  persone,  ne  la  ove  s.eno 
queste  erl.e,  eoe  totomagl.o,  el.luo  ec 
K  Mar:.  l8.  Ami  che  germogli,  s  unga  il 
tronco  di  sugo  di  totom.iglio. 

TUTTO.    ;Vrf.   MOTTO,  §•  VII. 

3  TOVAGLIA.  P~rimo  lino  hhiico,  per 
lo  pia  tessuto  a  opere,  per  uso  d' appa- 
reechiar  la  me,na.  Lai.  ""'';"'•■;  y': 
e:r.rpan£;io;.  Bocc.  Inlrod.  54-  tntrad 
in  una  sala  terrena,  qu.vi  le  tavole  messe 
videro  con  tovaglie  l.ianch.ssime.  £  iw'- 
pag.  I.  Due  tovaglie  menale  di  lunghei- 
la  braccia  sei  1' una.  Aoi'-  ""'■  ^2.  I. 
Avea  distesa  una  tovaglia  hunchissima 
suU'crha  verde.  i?e'vi.  Ori.  I.  8.  U- Una 
tovaglia  l.ianca,  che  tenea  ,  Dette  min 
mano  ad  una  di  coloro. 

*  §  /•;  Toi-aglia ,  dkesi  anche  Quel 
panno  lino  bianco  die  scr.'C  per  coprire 
la  mensa  dell' altare.  ,./ìern.  rim.  l.  III. 
Non  che  tovagha,  e"  non  v'e  pure  alta- 
re»» .  fC)  ,.  ^ 
TOVAOLIACCIA.  reggiorat.  di  J  o- 
-    ■                -fi.  Un  turcasso 


vaglia.   Beni.   Ori.    I.   7.   l4-    -        ,.       . 
leuoa  dal  lato  manco.  Ed  una  tovagliaccia 
agli  occhi  avanti. 

TOVAGLIETTA.  Tovagliuola.  Lat. 
m,inp„/a.  Gr.  ^iKfK  oSovr..  lienih.  leti. 
l.  160.  Olire  lo  medaglie,  ho  avule  le 
due  belle  tovaglie,  e  le  dodici  tovagl.ctle. 
*  Segr.  Fior.  As.  cop.  4  ■  E  dello  que- 
sto una  sua  tovagl.ella  Apparecchio  su  un 
certo  desco  al  l'uoro.  (iV'J 

*  TOVAGLIOLA.  lo  slesso  che  lo- 
.■agliuola.  l'isl.  S.  Oirol.  409.  Se  v.  e 
alcuna  tovagl.ola  ec.  che  gli  1  laccia  ,  lo- 
dala, lì')  t'alai.  12.  Conciano  in  guisa 
le  tovagliolo,  che  le  peno  degli  agiamcnli 
sono  più  nelle.  Con  le  quali  lovagl.ole 
anco  molto  spesso  non  si  vergognano  di 
rasciugare  il  sudore,  ec.  (  Cosi  l'edizio- 
ne di   Cru.tca.  ed  altre  ottime).  (/SI 

TOVAGLIOLINO.  PiLColn  lovagliuola, 
che  a  men.ia  legnam  dinanzi  per  ncl- 
lareì  le  mani  e  la  bocca.  Lat.  mappa. 
Gr.  oSÓvn.  l'ir.  As.  A'i-  »'f  '"""°- 
ora  ciò  che  era  su  per  le  tavole  e  su  per 
la  credonia,  bicchieri,  guaslade  ,  saliere  , 
coltelli,  vasi ,  tovaglie  ,  tovagliolim  ,  ec. 
Slalm.  7.  3l.  Neir  affettare  il  pan  ta- 
gliossi  un  dito,  Sicch'egl- insanguino  il 
lovagliolino.  Lasc.  Silnll.  »■••?/  '"" 
vare  le  tovaglie  e    i    lovagliobni    di   ron- 

sa .  L    T» 

*  TOVAGLIOLO.  Lo  ste.<so  che  To- 

.■agliuoh.    ìed.  alla  voce  TELO.   (B) 

*  T0VAGL10^E.  Accrescitivo  di  To- 
vaglia.  Band.  ant.  (A) 

S  TOVAGLIUOLA.  Vim.  di  Tovaglia; 
t  si  prende  anche  per  Tovagtiolino.  Lat. 
mappula.  Gr.  (*.«pa  o^ovri.  Bocc.  Te- 
H  pag.  l.  Duo  tovagliuole  convenevoli. 
E  nov.  92.  6.  Allora  in  una  tovagliuola 
bianchissima  gli  portò  due  fette  di  patio 
arrostito.  Pisi.  S.  Gir.  Se  egli  v.  vede 
alcuna  tovagliuola,  o  guanciali.,  o  alcuna 
gioia  che  gli  piaccia.  ••»  Calai,  u.  Dee 
adunque  r  uomo  costumato  guardarsi  di 
non  ugntrsi  le  dita  si,  che  la  tovagliuola 
ne  rimanga  inibrallala.  (S) 

*  8  Tovagliuola,  per  Asciugatoio, 
fu.  S.  3».  Madd.  3.  41.  E  inconlanenle 


T  0  V 

I.  aiterò  si  levò,  e  tolse  1' acqua,  e  la  Mad- 
dalena la  tovagliuola,   (l'I 

•f  *  TOVAGLIUOLO.  Tovagliolino, 
ed  anche  Salvietta  più  lunga  che  larga 
per  uso  di  asciugarsi  le  mani,  e  simili. 
Segner.  Crisi,  inslr.  2.  l3.  12.  Apparec- 
chiava la  tavola,  piegava  i  tovagliuoh  la- 
vava 1  bicchieri,  oc.  E  3.  24-  A;  «'  '"" 
da  tavola,  si  cinse  di  un  tovagliuolo  ,  e 
versando    dell'  acqua    dentro  un    catino  , 

T07.ZETT0.    Vi"',     di    Tozzo.    Lai. 
fri,.<liili,m.   Gr.   TSiua'x'OV.  li'-,  ciir.    ma- 
lati. Molli  nel  vino    uu  toiielto    di  pane 
arrostilo.  o     .     j- 

§.  Tozzetlo,  si  dice  anche  una  Sorta  di 
acuto  corto,  e  grosso.  , 

TOZZO,  .'usi.  rezzo  per  lo  pia  di 
pane.  Lai. /.•«/.."..  Gì.  ■nte'.'opp.«..Pa. 
tali:  3.  Levai  la  quaglia,  0  1  lozio  lane 
porla.  li  6.  E  gì'  incruscali  tozzi  son  fe- 
ri-ni  lib.  Son.  l3.  Ed  un  tozzo  unlo  li 
morrebbe  un  mese.  Liiig.  lulc.  l:ec.  20. 
Almanco,  come  alcan,  mi  dessi  un  tozzo. 
Buon.  Tane.  3.  11.  E  '1  mio  amor  vada 
altrove  a  accattar  tozzi.  Valni.  I.  »0.  Va 
tozzo  mendicava  all'  accatlolica.  /■-  »■  20- 
Che  eia  d'un  tozzo  aveva  carestia.  ■.-  l-ar. 
pari  l.  leti.  12.  Ci  lieno  con  un  cerio 
acquerello,  e  con  celli  tozzi  di  pane  iole- 
rigiio,  che  par  che  siamo  veramente  schia- 
vi conBoali  a  cavare  il  metallo,   (I!) 

t  :?  g.  Tozzo,  per  Sorla  il'  arme  an- 
tica di  cui  non  si  conosce  più  la  forma. 
I  arch.  Mor.  12.  472.  Gli  uoniim  non 
ardivano  di  tenere  in  casa,  non  che  gor- 
bie, o  tozzi,  o  capaguli  oc.,  ma  no  anco- 
ra bastoni,  o  mazze  appuntale.   (  ) 

TOZZO.  Add.  Agt:ianlo  di  Cosa  clie 
abbia  grossezza  e  larghezza  soverchia  , 
rispetto  alla   sua  altezza, 

*  TOZZOLAllE.  Al'""--  Cercar  tozzi, 
Mendicare.  Fortig.  Bice.  E  con  U  mulo 
che  porla  il  pan  santo.  Mi  lan  limosinan- 
do i  cercatori  Tozzolare  alle  porte    do  si- 

guori     l'Ai  _ 

TOZZOTTO  .  Accrescil.  di  lazzo, 
add  1  arch.  Star.  l5.  621.  forche  essen- 
do tozzollo  e  langoccio,  gli  rendeva  un 
po'  d'  aria. 


TUA 


l567 


+  3  TRA  .  rreposizione  di  luogo,  che 
vale  lo  stesso  che  Fra,  Infra.  In  Ira  j  e 
significa  In  mezzo,  o  quasi  in  mezzo  d 
uno  'spazio,  che  divida  due,  0  più  perso- 
ne, 0  cose  .  Lat.  Inter.  *  Dani.  Inf.  l^. 
Vidi  il  maestro  di  color  che  sanno  Se.ler 
tra  filosofica  famiglia.  E  l'iirg.  24.  Dim- 
mi ,  s-  10  veggio  da  notar  persona  Ira 
questa  gente,  che  si  mi  riguarda.  Ir.  &ac- 
ch.  nov.  108.  Aveva  il  dello  M.  Gu- 
glielmo un  catello,  che  mai  non  si  parti- 
va da  lui  ,  od  essendo  tra  lui  e  tra  prio- 
ri, semi  1'  odoro  della  carne  salala.  (C) 
retr.  canz.  14.  l-  Tra  le  chiome  dell 
or  nascose  il  laccio.  Al  qua!  mi  strinse. 
Amore.  Pav.  Colt.  igS.  Il  buono  abeto 
vuole  ec.  ,  esser  subilo  che  e  in  lerra 
sbucciato  e  concio,  perciocché  ec.  gli  viene 
ira  la  buccia  e  '1  legno  un  certo  minuto 
inlailaniento  . 

:!•  g.  1.  E  fgiirntam.  ••  Peir.  son.  i2. 
Tra  lo  stil  de'  moderni  e  '1  sermon  pri- 
sco.» .CO 

«  §.  II.  Tra,  talora  .^erve  ad  accen- 
nare lo  Spazio  compreso  fra  due  termi- 
ni che  si  nominano.  ••  lìocc.  nov.  22.  b. 
La  quale  !  sala  )  in  mezzo  era  tra  la  ca- 
mora  del  Re  e  quella  della  Ueina  ».  .  Pelr. 
canz.  5.  3.  Chiunque,  alboiga  Ira  Caro- 
na  el  monle  E  tra  M  Bodaiio  e '1  Ueno 
e  r  ondo    salse  L'  insegne    Cristianissime 


accompagna,   (Ci  ,  i     j 

if   f.  III.   Tra,  si  usa  anche  parlando  1 


de"ìi  anelli,  delle  passioni  ec.  in  che  al- 
tri si  trova  .  ..  Bocc.  Introd.  2.  Quasi 
sempre  tra'  sospiri  e  tra  le  lagrime,  leg- 
gendo, dolibialc  trapassare  ».  .  (CI 

§.  IV.  Tra,  talora  vale  Per  mezzo. 
IM.  inlcr.  Gr.  /i5T!<?J.  Bocc.  noi».  29. 
26.  S.dila  in  sulla  sala.  Ita  uomo  e  uo- 
mo là  se  n'  andò.  /','  nov.  38.  l5.  Tra 
donna  e  donna  nicltendosi  ,  non  ristette 
prima  che  al  corpo  fu  pervenuta,  f  «oc . 
7.  85.  Tra  fronda  e  (ronda  graziosa  luce 
vi  trapassava. 

*  §.  V.  Talora  vi  si  premette  la  par- 
ticella /'i,  ed  cifuivale  a  Mezzo  .  J  il.  S. 
Frane,  igo.  Frate  Mosca  va'  alla  tua  via; 
che  lu  non  so'  ancora  uscito  della  tua  ca- 
sa, né  di  ira'  parenti  tuoi.  (E)  .Vior.  Tob. 
n.  (  riconto  1799)  Onde  conciossiacosa- 
ch'  olla  avesse  toUo  uno  cavretlo  di  tra 
le  capre,  e  avossolo  recalo  a  casa  ec.  (C) 
+  *  g  VI.  Di  tra,  vale  anche  la  mez- 
zo a.  ^ov.  ant.  Sg.  Si  le  si  solvi;  il  cuore 
di  ira  si  gran  gioia  ,  che  in  poca  d  ora 
cadde  moria.   (ì) 

f  §.  VII.  Tra,  vale  Nel  numero  di. 
Lat.  Inter.  Dani.  Inf  2.  lo  ero  tra  co- 
lor che  son  sospesi.  *  Fr.  Ciord.  l'red. 
B.  E"li  ora  tra  gli  uomini  foraoso.  Bui. 
taf.  26.  Tra  le  quali  v'  era  una  che  si 
chiamava  Deidamia.  Varch.  Slor.  IO.  3lO. 
E  ira  quegli  Avcrano  di  Piero  Pelimi.  (C  ) 
•\.  g.VIll.  Andare  tra  ijiie' più,  0  tra' 
più,  vale   H'orirej  modo  basso.    V.  AN- 

DAiiE,  e  Pili',  §.  XXIII.  rc; 

*  g.  IX.  E  Mandare  tra'  più,  vale  Far 
morire.    I  .  V\V' ,  g.  XXIU.   (C) 

:;:  §.  X.  Tra,  vale  anche  Appresso  , 
J\'el  concetto  di.  Segner.  Iiicr.2.  5.  II.  Tra 
noi  <>  rimasta  una  fama  simile,  e  fama  si 
invitta,  oc.  che  non  può  avere  sua  fonte 
fuorché    nel    vero.   (C) 

f  §.  XI.  Tra,  Inlora  vale  l'iella  con- 
versazione. In  compagnia,  Con.hM.cum. 
Gr.  sj'v,  ps-zU.  Bocc.  nov.  IO.  i-  Fan- 
nosi  a  erodere  che  da  puril'a  d'  animo  pro- 
coda il  non  saper  tra  le  donne  e  co'  va- 
lentuomini favellare. 

:;:  g.  MI.  Tra,  talora  accenna  Com- 
pagnia, e  vale  Unilamcnte,  Insieme.  Tirane. 
Saceh.  nov.  22.  Cominciarono  tra  loro  a 
sorridere ,  e  tiratisi  da  parlo  disse  1  uno 
all'altro:  vuo'  lu  predicar  tu!  Alam. 
Colt.  1.  29.  Dall' arbor  proprio,  e  date 
stesso  insello.  Tra  la  casta  consorte  e  1 
cari  figli  Quasi  in  ogni  slagion  goderse  1 
frulli.     CO 

*  g.  XIII.  Tra,  talora  acrenna  òcam- 
bievolezza,  Beiiprocità.  G.  ''■  8.  1.  I;  Si 
erano  i  ciltadini  tra  loro  invidiosi.   (C) 

*  §.  XIV.  Tra,  talora  serve  ad  accen- 
nare l'  unione,  odisuiiione,  la  somiglian- 
za, o  dissimiglianza  ec.  che  è  fra  due  0 
più  persone,  o  cose.  Bocc.  nov.  98.  7. 
Per  la  intera  amicizia,  la  quale  e  tra  te 
e    Gisippo.   (O 

*  g.  XV.  Tra,  si  pone  talora  ad  ac- 
cennare Paragone  e  confronto.  ì  il.  SO- 
nofr.  Chi  è  piò  (orlo  nel  servizio  di  Dio 
tra  no,  e  quelli  che  stanno  nel  disello  ? 
Fior.  II.  cap.  .14  Pon  mente  quale  lan- 
cia Ì!  miglioro  tra  la  lua  e  la  mia  (  L  e- 
diz.  Bolog.  legge  :  o  la  Ina,  o  la  miaj. 
Alam.  Coli.  1.  28.  So  non  spegni  la  la- 
me ,  e  toi  la  sete  Con  vasi  antichi  ,  m 
cui  dubbioso  sembri  Tra  bellezza  0  valor 
che   vada  innante.  (C)  . 

3  g.  XVI.  Tra,  in  vece  dell  avverti. 
Parie.  Lai.  partim.  Gr.  /ara'  fl^o;.  '•"«• 
inlrod.  27.  Tra  perla  forza  della  pesli^ra 
infermil'a,  e  per  l'esser  niobi  ... le.  n.  mal 

serviti,  o  abbandonali  ne  lor  bi5"gn|  «■  » 
oltre  a  cen,„onlia  crealuro  7;»"=  ^'  "5] 
,lc  corto  denlro  alle  mura  .Iella  ci  ,a  d. 
rUnze  essere  stali  di  vita  l.^lu.  A  "- 
21.  5.  Tra  per  l' una  cosa  e  per  1  altra 
in  non  vi  volli  star  più.    E  nov.    4  '■   »■ 


1568 


TRA 


TRA 


TRA 


Tra  per  lo  gridare  ,  e  per  lo  piagnere  , 
e  per  la  paura,  e  per  lu  lungo  digiuao 
era  sì  viato,  che  più  avanti  nun  puleva. 
O.  y.  8.  Ì6.  I-  Fere  ravalieri  selle  Ira' 
suoi  6gliuoIi  e  suoi  nepoli.  E  II-  87.  l- 
Si  Irovarono  a  ricevere  dal  He  ec,  tra  di 
capitale  e  provvisioni  ec,  più  di  ceoloUaa- 
taiiiila  di  marchi  di  slerlini.  M  V-  \-  80- 
Più  di  dugento,  tra  dell'una  setta  e  dell' 
altra  ,  se  ne  trovarono  morti  di  ferro. 
V  §.  XVII.  Tra  f  si  usa  talora  par- 
landò  di  Ciò  che  partecipa  di  due  cose  , 
che  tiene  dell'  una  e  deli'  altra  .  J'arch. 
Star.  7.  l84-  Alcune  holliiine  infocate  tra 
nere  e  rosse  con  certi  raxzettj  lividi,  che 
si  chiamavano  carboni.   (C) 

5  §.  XVIII.  Tra,  in  vece  rf'  /»i.  Lai.  in. 
Pass.  ijS-  Non  creda  la  persona  che  la 
confesisione  non  sia  intera,  pereti'  ella  sì 
confessi  tra  più  volte  e  in  diver:>i  tempi 
ad  uno  medesimo  confessore  per  legitti- 
ma cagione. 

t?  g.  XIX.  Tra  una  volta  e  V  altra  , 
posto  avverhinlm.  vale  lapin  volte,  u/ìocc- 
nov.  80.  l5.  Da  lei  tra  una  volta  e  l'al- 
tra aveva  avuto  quello  che  valeva  ben 
trenta  fioiin   d'oro»  .   (Cj 

§.  XX.  Tra  ,  per  Compreso,  o  Com- 
putato. Lai.  cum.  Gr.  'jJv.  fiocc.  nov. 
80  34-  E  in  brieve,  tra  ciò  che  v'era  , 
non  valeva  oltre  a  dugento  fiorini.  -^  Fr. 
Giord.  l36.  Qui  si  mostra  la  vdtj  de' 
pescatori  ,  che  tra  tutti  non  v.igliono  un 
lombrico  ,  un  fil  di  letame  .  (1)  IJant. 
Purg.  2().  Non  eran  cento  tra' suo' pas- 
si, e  i  miei  Quando  le  ripe  igualmcnte 
dier  volta  Per  modo  che  a  levante  mi 
rendei.  G.  /•'.  7.  i3o.  8.  Furonue  morti 
più  di  mille  settecento  Ira  cavallieri  e 
pedoni ,  e  presine  più  di  due  mila.  Tac. 
Dav.  Ann.  1.  23.  Quarant'  anni  alla 
guerra  aveva  Cecina  tra  ubbidito  e  co- 
mandato.  (C) 

^  §.  XXI.  Tra,  SI  trova  anche  Se- 
gttito  dal  nominativo  dt  persona.  Frane. 
Sacch.  nOti.  83.  Il  meglio  the  vi  sia  è  di- 
rizzarle (  le  scarpette  J  :  e  tra  egli  e  il 
Toso  ebbono  che  fare  anzi  che  l'avessono 
dirizzate  .  (f)  Cron.  Morell.  286.  Fé  le 
più  aspre  cose  the  mai  si  vedesse  ,  e  Ira 
egli  e  pochi  altri  ,  e  quei  balestrieri  so- 
stennono  tanto,  che  tulio  il  campo  si  ar- 
mò.   iPe) 

#  §.  XXII.  Tra,  talora  invece  di  ac- 
cennare unione  di  più  cose  ,  si  adopera 
con  nome  collettivo  che  equivale  a  più 
cose.  Fr.  Giortl.  i36.  Qualunque  fu  la 
minore  pena,  o  fatira,  che  sostenne  (Cri- 
sto), si  era  sufficiente,  e  più  pesava,  che 
Ira  tutta  la  pena  de'  dannali  (  cioè  ,  che 
tutte   le  pene   insieme).   (ì') 

^'  g.  XXIII.  Tra,  talora  è  ridondan- 
te. Fr.  tiiord.  ì'rcd.  1^5.  Più  l'amo  Id- 
dio queir  umanità  (di  Cristo)  che  tra  tutte 
le  creature  di  ciclo  e  di  terra.   (Cj 

g.  XXIV.  Tra,  per  Oltre.  Lai  praeter. 
r.r.  Ttirìv.  /foce.  nov.  1.  <).  Avendo  tra 
gli  altri  a  fare  con  Dorgognoni  ,  uomini 
pieni  d'  inganni.  ^  Pass.  36o-  E  ,  Ira  1' 
allrc  cose ,  che  fanno  fare  rei  sugni  e 
oscuri,  sì  e  lo  'ntemperalo,  e  disordinato 
Uio  della  lus.'kuria.  (C) 

§,  XXV.  Tra,  per  O,  congiunzione  dis- 
giuntiva. Lai.  aut.  Guid.  G.  Quale  do- 
vesse avere  il  palladio  ,  tra  Telamone  ,  o 
Ulisse.  Sov.  ant.  64-  2.  Li  Romani  ten- 
nero consif^lio,  quale  era  lo  meglio,  tra  rlie 
gli  Uomini  aveftsiTO  due  mogli,  o  li-  fem- 
mine <lue  mariti,  acciocthè  la  gente  mul- 
tiplirassc.  F  nov.  58.  4*  Signmi,  <iuale  e 
meglio,  tra  una  cosa,  o  dueT  Tes.  //r.  8. 
55.  Se  vostra  vicina  avr.\jc  maggior  teso- 
ro di  voi,  qual  vorreste  voi  innanzi  ,  tra 
il  suo,  o  il  vostro  f  Maestruti.  3.  17. 
Quale  è  maggiore  obbligagioue,  tra  '1  bo* 
lUr  o  '1  giuramento  7 


'f-  %.  XXVI.  F..teguilo  dalla  particel- 
la E  in  luogo  della  particella  O.  Fit.  S. 
Onofr.  \\\.  Chi  è  più  l'urte  nel  servizio 
di  Dio  tra  noi ,  e  quegli  che  stanno  nel 
deserto?  (V) 

"^  %.  XXVII.  Tra,  alcuna  volta  mostra 
Incertitudine  ,  Perplessità  .  ■»  Bocc.  nov. 
48-  12.  Il  quale,  avendo  queste  cose  ve- 
dute, gran  pezza  stette  tra  pietoso  e  pau- 
roso, (yj  Dant.  Purg.  2^.  La  mia  sorella, 
che  tra  bella  e  buona  Non  so  qual  fosse 
più  ,     trionfa    liela  ee.    (Fj 

§.  XXVIII.  Essere  tra'l  siel  no, va- 
le Es.ser  duhhio,  o  incerto.  Amet.  Se  me- 
desimo mira,  quasi  dubbio»  tra  *1  si  e  *1 
no,  d'  acquistarla. 

*  §.  W\\.  Tener  tra  due,  vale  Tener 
dubbioso,  sopeso,    V.   DUE.   %.   Ili.   (C) 

*  §.  XXX.  Tra  le  due  terre.  0  Tra  ter- 
ra e  terra,  vale  Sotto  la  prima  coperta 
della  terra.    V.   TERRA,  §.   XLIV.   (C) 

5?  §.  XXXI.  Tra  queste  cose,  posto  av- 
verbialmente, vale  Fra  tanto.  Lai.  inte- 
rea.  Bemb.  Stor.  l.  Tra  queste  cose  M. 
Giovanni  Renlivoglio  bolognese,  che  que- 
sta terra  re^-geva,  per  veder  la  città,  e  sa- 
lutare il  Principe  e  gli  altri  signori  »  a 
Venezia  ne  venne.  (Fj 

V  5.  XXXII.  Dtcesi  anche  Tra  questo. 
Bemb.  Stor.  2.  l8.  Il  re  Carlo  tra  que- 
sto essendo  in  Asie ,  ed  avendo  mutato 
opcnione,  chiamò  a  se  da  Genova  Monsi- 
gnor d'  Orlicns.  (Fj 

*  g.  XXXIII.  Tra  me.  Tra  sé,  e  si- 
mili, valgono  Meco,  Seco,  Dentro  di  me. 
Dentro  di  se,  e  simili.  Fiamm.  l.  4  E 
sforzandomi  poi  di  dare  alla  mente  ripo- 
so ,  con  gli  occhi  chiusi  ,  allettando  gli 
umidi  sonni  ,  tra  me  medesima  in  colai 
guisa  gli  richiamava  .    (N) 

*  §.  XXXIV.  Tra  via,  vale  Per  la  via, 
o  Mentre  che  si  e  pervia,  l'ctr.  san.  61. 
r  temo  forte  di  mancar  tra  via,  E  di  cader 
in  man  del  mio  nemico.  (C) 

•f  :;:  §.  XXXV.  Essere  una  cosa  tra 
due,  vale  Averla  qui  due  soli.  Aoi».  ant. 
82.  Si  r  uccideremo  ,  e  poi  mangeremo 
quanto  vorremo  ,  e  saia  poi  tra  noi  due 
tutto  questo  grande  avere.   (E) 

TUAANTICO.  /'.  A.  Add.  Molto  anti- 
co. Lat.  pcrantiifuus.  Gr.  TToiuem'i-  Liv. 
M.  Ma  in  cose  sì  Iraanlichc  si  basta  di 
tener  vere  le  cose  che  sembran  vere. 

TRAAVARO.  /'.  A.  Add.  Molto  ava- 
ro. Lat.  sordidus  ,  valde  avarus.  Gr. 
puiotpòi,  :ro).u  yi>ap'/u^o;.  Sen.  Pist. 
Quando  il  traavaro  ode  questi  versi,  egli 
se  ne  rallegra, 

TRABACCA.  Spezie  di  padiglione  pro- 
priamente da  guerra.  Tenda.  Lat.  tento- 
rium  ,  Gr.  oxfl'vw/jLat  .  G.  F.  9.  3oi.  3. 
Ed  ebbono  Ì  Fiorenliui  in  loro  oste  ben 
ottocento  ,  o  più  trabarche  .  Bocc.  nov. 
38.  7.  Trovò  la  sua  Salvctlra  maritata  a 
un  buon  giovane,  che  faceva  le  trabacche. 
E  nov.  48.  5.  E  quivi  falli  venir  padi- 
glioni e  trabacche ,  disse  a  coloro  che  ac- 
compagnalo r  aveano,  che  star  si  voleva. 
#  Car.  En.  9.  5o4-  Rannele  assaisc  ,  Il 
superbo  HaDuelr,  che  per  sorte  Entro  una 
sua  trabacca  avanti  a  lui  lo  su'  tapelì  a 
grand'  agio  dormia.   (B) 

§.  /'."  per  simtltt.  Frane.  Sacck.  rim. 
26.  Sicrh}^  con  lai  trabacche  L'alta  pianel- 
la e  *1  calcagnin  si  cuopra. 

TRAUACCIIETTA  .  Pint.  dì  Trabac- 
ca. Lat  tentoriolum .  Gr.  exi]vb>/iartov. 
Tir;//'.  Calv.  1.  6.  E  sollo  un  «Ilo  rover 
ce  ne  andammo  Con  una  trabacchella  ap- 
parrrrbi.ita  ■ 

TltABALDARE,  e  TRIBALDAlti:.  F 
A.  Trafugare.  G.  F.").  l3o  8  Furonnc 
molti  più  di  mille  selteccnto  tra  cavalieri 
e  pedoni,  e  presine  più  di  duriiiila,  onde 
molli  no  furono  Irabablali  .  /'.'  12-  36.  I 
Disscsi  con  più  di  cento  mila  Gorioi  d'oro 


contanti ,  eh*  egli  avea  guadagnati  ovvero 
tribaldali  al  suo  ufficio  .  /''.  F.  11.  97. 
Perchè,  presa  la  speranza  della  delta  pro- 
messa ,  gran  quantità  di  ricchi ,  e  buoni  pri- 
gioni li  soldati  (rabaldarono. 

TRABALDERI'A  .  F.  A.  Jl  trabalda- 
re.  Cron.  FeJl.  l!^6.  Fue  tulio  UgUalo 
per  pezzi,  e  fattone  grande  istrazio,  come 
di  cane,  per  le  mate  cose  isconce  ch'avea 
fatte  ,  e  per  le  Irabaldene.  ^  Cronichett. 
157.  Prescrlo  (  Monjiorito  }  %  primi  colla 
famiglia  loro  per  certe  trabalderie,  e  cose 
isconce  ec.  e  molti  Fiorentini  ne  furono 
condannali  per  le  Irabaldeiie.  (C) 

•t  *  TRABALLANTE.  Che  traballa. 
Barcollante  .  Fortig.  Bicciard.  28.  8a. 
Che  quando  avrà  bevuto  bene  II  Grasso, 
e  che  Tedrallo  tra]>allanle  ,  E  che  sbadi- 
glia ,  e  il  sonno  a  lui  sen  viene  ,  Cenno 
ci  dia  ce.  (A) 

TRABALLARE.  V  Ondeggiare  che  fu 
chi  non  può  sostenersi  in  piede  per  de- 
bolezza ,  o  per  altra  cagione  j  Balenare , 
Barcollare,  Tentennare,  E  dicesi  delle  cose 
eziandio  che  mal  posano  ,  e  non  istann» 
ferme  su'  sostegni  loro.  Lat.  vacillare, 
titubare.  Gr.  'Jixpot.fipioìxi.  Fir.  As. 
282.  Il  soldato  ce.  ,  traballando  ad  ogni 
passo  ,  appena  sostenendosi  sopra  dì  uo 
suo  bastone  ec. ,  se  ne  venne  così  piana- 
mente alla  città.  Morg.  6.  38.  E  appic- 
colii una  nespola  acerba,  Tanto  che  tutto 
pel  corpo  traballa  .  Buon.  Fier.  3-  4-  9- 
Reggersi  e  traballar  sonnifcrosi.  Malm.  ty, 
39.  Che  voglia  a  Malmantil,  eh' ornai  tra- 
balla. Far  grazia  anch'  ci  di  dare  un  po' 
di  spalla  (qui  figuratam. }. 

^  %.l  Traballare,  vale  anche  Ballare  a 
doppio,  finché  ne  abhiam  voglia  ,  o  simi* 
li.  Cecch.  Assiuol.  3.  6.  Poiché  m*  avete 
fatto  sonare,  fate  eh'  io  balli.  J'er.  E  che 
voi  traballerete  farò,  non  dubitate  (  qui  i 
ballo  equivoco,  perche  la  donna  promette 
al  vecchio  di  fargli  godere  la  dama  con 
questo  TRABALLARE,  che  si  può  anche 
prendere  in  sinistra  parte  J.  (Fj 

#  %.  II.  Traballare, in  sigaific.  alt.  vat^ 
Scuotere,  Agitare,  Far  traballare.  Lssc. 
J\'an.  2.  34-  Che  nell'  aria  V  aggira,  e  la 
traballa  11  vento  ,  come  penna  asciutta  e 
lieve.  (Br) 

•f  *  TRABALLIO.  7/ moto  di  CIÒ  cAe 
traballa;  Barcollamento .  Bellin.  Bucck. 
171.  Ond'ci  vien,  coir  andare  a  trabalho, 
A  intaccaccbiare  un  pò*  la  gravità  ;  Ansi 
eh'  ei  va  talor  tanto  a  pendio.  Che  a  gam- 
be air  aria  per  andare  ci  sta.  (A) 

^  TRABALZARE.  Tn^tandare  da  un 
luogo  a  un  altro.  Pecor.  g.  12.  nov.  2. 
1  Pisani  si  scusavano  che  la  delta  merca- 
tanzia  era  stala  trabalzata,  e  non  dava  loro 
il  cuore  di  poterla  trovare.  (B) 

g.  I.  Traballare  ,  per  Mandare  chec- 
chessia  in  qua  e  in  là  con  ischerno  e 
strapazzo;  Strabalzare.  Lib.  son.  Il3. 
Che  del  cocchiume  Uscir  mi  vuol ,  per 
trabalzare  un  prelr.  Cant.  Carn.  39.  ^oÌ 
sappiam  pur  rh*  a  voi  anche  ne  giova  Di 
questo  trabalzare  (qui  in  sentimento  equi- 
voco  ,  nel  signific.  di   TrafntliO  ). 

#  g.  11.  trahalsmrt,  neutr.  Ouel  sal- 
iare che  fa  una  cosa  cadendo  giù,  e  per- 
colendo  in  quello  che  incontra  .  Fior.  S. 
Fraine.  5l.  E  l'Agnolo  che  menava  que- 
sto frate  si  lo  sospinse,  e  gilluUo  giuso  per 
questa  ripa  (  dirupo  )  j  Ìl  quale  irabal- 
lando,  e  percotendo  di  scoglio  io  scoglio. 
ec.   (FJ 

TRABALZATO.  Add.  da  Trahalmre. 
Salvia.  Pise.  2-  l3o.  Po[tolu  certamente 
vario,  nero,  inslalule  ,  leggieri,  mostruoso 
e  vano,  e  in  tulle  le  più  pazze  forme  can- 
giabile al  pari  delle  nuvole  da*  venti  io  qua 
e  in  là  trabalzale. 

TRABALZO.  Sorla  à' usura  e  di  gmo' 
dagno  illecito     Farch.  rim.  buri    i.  ò^. 


TRA 

Busta  s'  e'  foMOD  più  dc\  pepe  cari  ,  Cli' 
e*  sarebbe  da  far  IraliuUi  e  scroftlii  Per 
istar  a  peducci  co' pie  pali.  Coni,  i'arn. 
38.  Soccorrete  i  sensali  ,  necessitati  a  far 
Irabalu  e  scrocchi.  K  77.  Ihi  vuol  spesso 
dare  spaccio  A  trabalzi  0  barallare,  Venga 
via  fuora  al  buiaccio.  Senza  ìtar  troppo  a 
pensare . 

#  TRABASSO.  ;-'.  ,4.  Jil-erh.  Più  che 
basso,  Jiassissimo.  OuUt.  rim.  i.  63.  O 
perchè  tanto  al)bassare ,  £  farle  di  maggio 
minore?  Venuto  se' tanto  Ir  abasso  ,  Solo 
montando  noi  \aìso\  {C) 

*  THAJJASTARE.  Più  che  bastare. 
Ces.  Veli.  Dani.  3.  498.  Basta  e  tiaba- 
sla;  e  mille  grazio  a  tutti  e  tre  voi.  fCy 

*  TRABATTEhE.  Battere,  Percuotere 
insieme  due  cose.  Salvia.  I/in.  Or/.  Au- 
reli col  trabalter  de'  metalli  Rumor  facen- 
ti- (^J 

^  §.  Per  andare.  Camminare  in  gran- 
dissima fretta.  Tesorett.  Br,  19.  181  . 
Così  lanza  paura  Mi  trassi  yxii  avanti  E 
trovai  qnallro  fanti  Che  andavan  Irabat* 
tendo.  (C) 

TRABEATO  .  T'.  A-  Add.  Mollo  bea- 
to .  Lai.  tertfue  quaterque  hentus  .  Sen. 
Pist.  Vergilio  chiama  trabeati  quegli  che 
moriano  a  Troia  la  grande  combattendo. 

TRABELLU.  V.  A-  Add.  Molto  hello. 
X.ZÌ.  perpulcher.  Gt.^-zip^^v.^0^.  Sen.  Pist. 
Seguili  le  imbelle  e  tranobili  cose.  *  Ces. 
Pros.  203.  E  IrabcUo  è  pure  quc&t'  altro 
del  Boccaccio.  (Cj 

TRABEJ^E.  /'.  A.  Avverb.  Molto  be- 
ne .  Lai.  perhelle  .  Gr.  :rayxa)w^  .  Sen. 
Pist.  E  perciò  gli  dee  1'  uomo  far  rimem- 
branza delle  cose  trabene  conosciute.  ^  Ces. 
Pros.  23l.  Dico  io  ben  cosi,  o  Pedcrra- 
oiT  Ped.  Bene  e  irabcne.  (Cj 

#  TKABERE.  Bere  .imodatamente.  Sal- 
via. Teogn.  Chi  tralice  ,  fa  vergogna  al 
primier  senno,  (/f) 

TRABICCOLO.  Arnese  composto  d'al- 
cuni legni  curvati,  che  si  mette  sopra  *l 
fuoco,  per  porvi  su  panni  a  scaldare. 

§.  I.  Dicesi  anche  Trabiccolo  ogni  mac- 
china stiavagaate,  partitolannente  di  le- 
gno. 

*  §.  11.  Epermetaf.  RucelL  Dìal.  74. 
Qual  colpa  ci  ha  il  provvedere  eterno,  se 
noi  quelli  semo  ,  che  alle  proprie  cadute 
ci  alziamo  i  trabìccoli?   (Mini 

TRABOCCAMENTO.   //  traboccare. 

§.  I.  Per  metaf  vale  Roviaa ,  Disfa- 
cimento .  Lat.  clades  ,  ruina  ,  excidiiim  . 
Gr.  ?is3po;.  3/.  /  .  a.  35.  Abbatte  e  ro- 
vina $e  medesimo  con  debito  e  degno  tra- 
boccamento. Declam.  (htintil.  C.  Taglie- 
rotti  qualunque  nodi  tu  slrignerai ,  ogni 
traboccamento  ti  rlvocheròe. 

#  §.  II.  Traboccamento,  chiamano  gli 
Oriuolai  quel  difetto  degli  orinoli  di  ta- 
sca ,  che  ha  luogo  quando  i  circoli  de- 
scritti dal  tempo  sono  troppo  estesi  ,  di 
maniera  che  ,  portando  le  palette  dell' 
asta  troppo  lontano  ,  la  serpentina  non 
può  comunicar  loro  il  suo  movimen- 
to. (Al 

TRABOCCANTE.  Che  trabocca,  Lat. 
exuberans,  superfluens  .  Gr.  £-j3iìJvùIv  . 
Bocc.  nov.  63.  5.  Di  greco  e  d'altri  vini 
preziosissimi  traboccanti.  Teol.  Mist.  Mi- 
tura  buona  e  Iralioccante  e  dicrollala  da- 
ranno del  vostro.  />.  Giord.  Pred.  S.  20. 
L*  odio  di  Dio  e  grandissimo  ,  eh*  egli  t' 
ha  ;  il  peccato  tuo  è  traboccante  .  £"  al- 
trove :  Sempre  le  misure  d'  Iddìo  sono 
colme  e  traboccanti. 

§.  Traboccante  ,  il  diciamo  al  Fiorin 
dell'oro,  e  ad  altre  monete,  quando  vo- 
gliamo dire  che  sieno  di  bonissimo  peso. 
Malm.  12.  54-  Intanto  cro&ciar  sentesi  un 
gran  riso.  E,  quel  che  è  peggio,  poi  so- 
nar, ma  forte  ,  Bastonale  di  peso  traboc- 
«.acti  (qui  per  similit.  in  ischerzo).  v  Sc- 
A  ocabolario  T.  il. 


TRA 

gncr,  Sent.  Oraz-  ip.  Non  iì  vuole  in  qua- 
lunque moneta;  ma  in  moneta  mollo  elclta 
e  molto  tralioccaiile.    iTC) 

TRABOCCANTEMENTE.  Avverb.  Con 
trabocco.  Precipitosamente.  Lat.  pracipi. 
tanter  .  Gr.  tt/pottetws  .  Coli.  SS.  Pad. 
Il  quale  traboccantemente  sì  conduce  a' 
peccali. 

TRABOCCANTISSIMO.  Superi. di  Tra- 
boccante. Salvia.  Disc.  3.  90.  Non  s'  al- 
teri senza  urgentissime  e  traboccantissime, 
ed   evidentissime  ragioni. 

TRABOCCARE,  ì'ersnr  fuori  per  la 
bocca  j  lo  che  avviene  di  vasi,  misure,  o 
altre  cose  simili  ,  quando  san  piene  di 
superfluo.  Lat.  efflitere  ,  redundare  .  Gr. 
fi/^E'et».  Dant.  inf  6.  Ed  egli  a  me:  la 
tua  citili,  eh' è  piena  D' invidia  sì,  che  già 
trabocca  il  sacco,  Seco  mi  tenne  in  la  vita 
serena.  Buon-  Fier.  2.  3.  7.  Quando  al 
.''crtembre  riccrchiato  Ìl  lìuo  ,  11  vuol  far 
traboccar  .  Cant.  Cara.  Il3.  Se  la  tra- 
moggia non  è  stretta  io  bocca.  Non  si  fa 
macinato  che  buon  sia;  Getta  in  un  trat- 
to, e  subito  trabocca,  £  ciò  che  tu  vì  metti 
butti  via. 

g.  I.  Per  similit.  Petr.  son.  66.  Onde 
convien  che  eterne  Lagrime  per  la  piaga 
il  cuor  trabocchi.  E  canz.  35.  7.  Che  di 
dolce  veleno  Ìl  cuor  trabocchi. 

§.  U.  Traboccare,  figuratam.  per  So- 
prabbondare. Lai.  esuberare.  Gr.  suà))- 
vsrv  .  Petr.  canz.  8.  5.  Corro  spesso  e 
rientro  Col'a  donde  più  largo  il  duol  tra- 
bocchi. Cap.  Impr.  8.  La  limosina  quanto 
è  accetta  a  Dio,  tutte  le  scritture  ne  tra- 
boccano ,  e  le  esperienze  il  Icslimonano  . 
Bocz.  ì'arch.  4-  pros.  6.  Avviene  ancora 
spesse  volte,  che  il  governo  delle  cose  si 
dia  a'  buoni,  pei  che  la  malvagità  de' cat- 
tivi ,  quando  è  tanto  cresciuta  che  traboc- 
ca ,  si  rinluzzi. 

§.  III.  Traboccare,  il  diciamo  anche 
per  l*  Uscire  i  fiumi,  o  simili,  del  letto 
loro  per  la  soperchia  acqua,  v  Dìal.  S. 
Greg.  3-  9.  Il  fiume  del  Serchio  ,  il 
quale  correa  presso  alle  mura  della  pre- 
detta citt'a,  spesse  volle  crescendo  traboc- 
cava ,  e  spargevasi  per  lì  campi  d'  intor- 
no .  £"3.  10-  Il  fiume  del  Po  era  tra- 
boccato, e  entrato  negli  campi  del  Vescova- 
do ,  e  tutta  la  contrada  e  le  ville  guastava. 
l'it.  SS.  Pad.  X.  33.  Annunziavanmi  quan- 
do doveva  traboccare  il  Nilo  y  ed  io  me  ne 
facea  beffe.  (V) 

3  §.  IV.  Traboccare,  in  signific.  att., 
vale  Gettare.  Lat.  ejjundere.  Gr.  e*x;[-'ìcv. 
Tav.  Bit.  Ordinarono  trabocchi  ,  manga- 
nelle, spingarde,  e  traboccavano  nella  città 
fuoco  con  zolfo.  C.  /  .  9.  94.  3.  E  così 
dinioraro  le  dette  osti  in  guerra  stretta  dì 
badalucchi,  e  di  traboccarsi  e  di  saettarsi 
tutta  la  detta  stale. 

*  §.  V.  Traboccare  una  città,  un  ca- 
stello ,  o  simile ,  vale  Offendere  eoa  ma- 
terie scagliate  con  trabocchi,  o  con  somi- 
glianti stromenti  da  guerra  una  città  ec. 
ttG.  /'.  9.  94-  1.  Gravi  battaglie  cootiuua- 
mcnte  davano  alla  cittade  ,  traboccandola 
con  più  dificii  >».  E  9.  116.  I.  Gli  usciti  di 
Genova  assediarono  Noli,  traboccandola  e 
combattendola  per  più  volte  aspramente.  (B) 

#  §.  VI.  Traboccare,  nello  stesso  si- 
gnific,  usasi  anche  assolutam,  «  M.  V. 
2.  20.  Dando  opera  i  capitani  a  far  fare 
dificii  da  traboccare  nella  terra  ».  {B) 

§.  VII.  Traboccare  ,  per  Precipitare  , 
Gittar  giù,  Scagli^rej  e  in  signifc.  neutr. 
Cadere  precipitosamente .  Lat.  pracipita- 
re.  Gr.  zara/^yjuvi'^-iv.  Pass.  5o.  I  ho 
veduto  il  segno  del  fuoco  di  Mongìbello, 
che  r  aspetta  per  riceverlo  .  e  traboccarlo 
allo  'nferno  .  Guid.  G.  Li  Greci  traboc- 
cando in  gran  fretta,  si  raccoglievano  per 
fuggire  alle  lur  tende.  E  altrove:  Peota- 
silea  traboccò  morta  alla  terra.  G-   A  ■  9 


TRA 


i569 


91.  1.  FuroD  giudicati  a  morte,  e  traboc- 
cali  di  fuori.  Alam.  Gir.  12.  77,  Guarda 
nel  monte  or  a  sinistra,  or  destra.  Se 
cosa  v'  ha  per  traboccarlo  destra,  ^l:  Bemb. 
Stor.  i.  6.  Rinforzandogli  addosso  la  calca 
de*  Tedeschi,  egli  traboccò  con  un  drap- 
pello de*  suoi  nel  fiume.  (Fj  Chiabr.  rim. 
part.  3.  pag.  255.  (Cerem.  I73o  )  Ed  il 
corpo  gentil,  fjiio  di  gielo.  Giù  traboccò 
sulla  sprezzala  polve.  (B) 

§.  Vili.  Efguratam.  Tav. Dicer. Quan- 
do la  predetta  malvagia  sentenza  fu  Irahoc- 
cala  (cioè,  fu  data  precipliosamenle,  e  sema 
considerazione  ). 

*  §.  I\.  Traboccare  il  sacco.  V.  SAC- 
CO, §.  XXI.  (•) 

'?  %.  X.  Traboccare ,  dicono  gli  Orino* 
lai  del  Xon  combinarsi  recìprocamente  le 
ruote  della  serpentina  per  traboccamen- 
to. (A) 

TRABOCCATO.  Add.  da  Traboccare. 
Guid.  C.  Ma  quando  Ettore  il  vide  tra- 
boccato mcilo  itendersi  alla  terra  (cioè, 
gìtlato  giù  ì  M.  F.  9.  87.  Loro  stato 
sovente  si  muove  con  vogliosa  e  Iraboc- 
cala  leggerezza  (cioè,  precipitosa,  furiosa). 
Morg.  2.5.  73.  E  r  acque  vidon  traboc- 
cate ,  e  sparse  Fuor  della  fonte  (  qui  nel 
signìfic.  del%.  m.  di  TRABOCCARE). 

TRABOCCHELLO.  Trabocchetto.  Stor. 
Aiolf.  Passava  sicuro  sopra  il  trabocchello, 
e  quelli  che  aveva  lo  'ngegno  in  punto  lo  fé 
svolgere  ,  e  cadde  Bosolino  nel  fondo  del 
traboccbello  . 

TRABOCCHETTO.  Luogo  fabbricato 
con  insidie  ,  dentro  al  quale  si  precipita 
a  inganno.   Lat.  decipula,  decipulum.  Gr. 

^oàu-,-0,- ,  :ra/i'5  .   Buon.   Fier.  1.  4-  6. 

Avverti  a  quella  porta  che  sotterra  Pel 
fondo  della  torre  presta  '1  passo  Per  ire 
al  trabocchetto.  E  appresso  :  Le  guardie 
corrotte,  Ch'  al  trabocchetto  stanno. 

§.  I.  Figuratam.  per  Jnsidie.  Lat.  in- 
sidia-.  Gr.  XvtSp'x.  Tac.  Dav.  Tendendo 
trabocchetti  a'  più  chiari. 

g.  II.  Trabocchetto  ,  è  anche  dim.  di 
Trabocco:  Strumento  da  g  i  tiare .  Lib. 
Astr.  O  chi  'l  volesse  più  immaginare  , 
parrebbe  a  modo  di  carro  ,  o  di  traboc- 
chetto con  pertica.  Slor  Aiolf.  Fece  driz- 
zare due  trabocchetti  da  gittar  pietre. 

t  TRABOCCHEVOLE.  j4dd.  Che  ec- 
cede fuor  di  misura.  Smisurato.  1,^1.  im- 
measus.  Gr.  •j-rtipjxzrpoi;.  Ovìd.  Pist.  q3. 
Mi  parve  vedere  le  vele  tese  al  trabocche- 
vole vento  chiamato  Noto.  Salvia.  Disc. 
1.  398.  Divenuto  a  un  tratto  per  la  tra- 
bocchevole e  cieca  libidine  nimico  e  tra- 
ditore . 

§.  Per  Precipitoso,  Avverso.  Lai.  ad- 
versus.  M.  /  ■  7.  I.  Acciocché  per  le  loro 
mine  e  pe'  loro  trabocchevoli  casi  si  ri- 
conoscano ,  correggano  e  ammendioo. 

TRABOCCHEVOLMENTE  .  Avverb. 
Precipitosameate  ,  Con  furia  .  Lat.  prcK- 
Cipilanter  .  Gr.  TT^orETùIv  .  Petr.  Uom. 
ili.  Fa  grandi  principii  traboccbeTolmente. 
e  non  mostra  il  fine.  Amor,  f  is.  21.  Or 
min  adunque  questo  empio  accidente  Qua- 
lunque è  quel  che  vuol  legge  ad  Amore 
Impor  per  forza  traboccbevolmcnte. 

TRABOCCO.  //  traboccare,  Trabocca- 
meafo  .  Lat.  mina,  lapsus.  Gr.  TrTWiia, 
óyidr,fj.a  .  Fir.  As.  172.  Allora  parve 
bene  a  Psiche  eh'  ei  fosse  venuto  l'ultimi' 
trabocco  delle  sue  rovine ,  e  che  a  viso 
scoperto  eir  era  mandata  alla  beccheria  . 
Farrh.  Slor.  3.  4?*  Stando  le  cos  di 
Firenze  tutte  in  bilico  ,  era  di  grandissi- 
mo momento  a  poter  dar  loro  con  ogni 
poco  di  trabocco  ,  in  qualunque  parte  si 
volgesse,  il  tracollo.  *  Bellin.  Disc.  |. 
l65.  Per  ritenere  la  ruina.  e  il  trabocco 
con  queir  .nitro  artifizio  che  si  dirà  ,  vi 
ha  posto  Iddio  un  altr*  osto  per  la  parie 
d'  avanti.  \Cj 

197 


i5:o 


TRA 


t  n  A 


TRA 


j.  I.  Per  Luof»o  dove  si  corra  risico  di 
traboccare.  Cor.  Ult.  I.  70.  Non  possiamo 
uscir  fuori ,  che  non  diamo  in  un  moDte 
che  sta  per  caderci  Ìd  capo ,  o  in  certi 
trabocchi  ,   che    ci    strappano  le    budella  . 

*  %.  II.  Per  meta/.  Danno,  Disfaci- 
mento, Sterminio.  Giov.  Geli.  Vit  A{f- 
l65.  La  fortuna  medesima  ,  che  apparec- 
chiava a  Roma  la  rovina  e  il  trabocco  , 
levò  di  maniera  la  fede  dell*  accordo  che 
non  molto  dopo  Borbone  cc-  se  n'  andò 
per  la  diritta  a  Roma-    (C) 

t  §.  III.  l'rabocco,  è  anche  Una  mac- 
china murale  de*  primi  tempi  della  milizia 
italiana,  che  serviva  per  iscagliar  sassi 
d'  enorme  peso  e  fuochi  lavorati  nelle 
ritta  assediate.  Tav.  Hit.  Ordinarono  tra- 
bocchi e  mang-inclle,  e  spingarde  ,  e  tra- 
boccavano nella  città  fuoco  con  zolfo.  Scn. 
Pist.  82.  Finalmente  fu  mortu  con  pietre 
di  trabocchi  (il  testo  lat.  ha:  saxum  mo- 
lare). M,  V,  6.  21.  Rìmò  lral)occhi,  e  maa- 
gancHc  che  tribolavano  il  castello  .  Mae- 
■itruzz.  2.  2Q.  2.  S'  egli  conforto  che  'I 
trabocco  gittasse  ,  ovvero  il  balestro.  O- 
riff'.  Calv.  I.  i^.  Ed  or  farea  far  mangaui, 
or  trabocchi . 

*  §.  IV.  A  trabocco,  posto  avverbialm. 
vale  In  modo  che  traboc(hi.  Beri,  diamp. 
l']!\  Ricolmar  di  prcgiudixii  non  vale  sem- 
plicemente apportare,  recar  pregiudìzii , 
come  voi  dite;  ma  signi6ca  recar  pregiu- 
dìzii con  soprabbondanza  ,  e  non  empier 
sulameotc  la  misura ,  ma  empierla  a  tra- 
bocco .  (C} 

*  TRABOCCONE.  Avv.  Precipitosa- 
mente, Furiosamentt',  .-/  guisa  di  chi  tra' 
hocca.  fìern.  Ori  2.  44-  Perchè  sperava 
gettarlo  a  grand' agio  In  terra  traboccone 
a  cajio  chino.   (Br) 

TRABONDARE.  /'.  A.  Soprabbonda- 
re. Lat.  exuberare  .  Gr.  eJSiiverv  .  Sen. 
Pist.  E  tanto  traliooda,  che  una  bocc  non 
gli  manca. 

*  TRABUCCAKE.  V.  A.  Traboccare. 
Stor.  l'tst.  80.  Egli  lacca  spesse  volte 
combatter  il  castello,  facealo  trabuccare. 
Eappresso:  Messcr  Ramando  stava  a  oste  a 
A^intcfalconc,  e  tanto  lo  fece  combattere, 
e  trabuccare,  che  ec.  arrenderono  lo  ca- 
stello. (P) 

tf  %.  l'I  in  signifc.  neutr.  pass.  Cet- 
tarsi  giù.  Precipitarsi.  S.  Agost.  C.  D. 
1 .  22.  Avendo  letto  il  libro  di  Platone  della 
immortalila  delP  anima,  trabuccossi  a  ter- 
ra d'un  muro,  e  così  di  questa  vita  trapas- 
so  a  quella,  la  quale  credeva  migliore,  if^') 

t  *  TRABUCCO.  /'.  J.  Traljocco. 
Bim.  ant.  \.  21.  Gridando  mollo  forte 
Un  trabucco  rizzòe  Che  mi  die  nuove  sor- 
te (questa  poesia  sì  legge  anche  in  l'r. 
lac.  Tod.  7.  6.  5.  con  diversa  lezione  , 
cioè,  trabocco).  (P^ 

t  TRABUONO,  r.  A.Add.PiU  che 
buono.  Lai.  opttmus.  Gr.  flù'i'STOi.  lì- 
*p.  Pai.  Sost.  I.  Elli  dunoe  il  suo  tra- 
buono 6gliuulo  ad  essere  giudicato  a  mor- 
ie e  a  tormento.  Guitt-  lett.  46-  Lo  an- 
dare in  romeaggio  èc  trabuono .  ma  non 
mica  per  curiositattc. 

TRACANNARE,  lìer  fuor  di  misura  , 
e  avidamente.  Lai.  mero  .*e  ingurgitare. 
Gr.  x«T9iv5Ja^at.  Morg.  |C).  fi2.  Mor- 
gautr,  tu  non  bei,  anzi  tracanni.  Ar.  Pur. 
20.  32  E  liprciidmdo  il  rilo  Saracino, 
Gran  tazze  e  pieni  fiaschi  uc  tracanna. 
K  sat.  2.  E  'I  vin  fumoso  a  me  vie  più 
interdetto,  Che  'I  losco  ;  quivi  a  invili  »i 
tracanna,  E  sacrilegio  e  non  ber  molto  e 
^rbictlo.  Tac.  Dav.  Ann.  4-  Si  '1  Cec- 
chin per  tale  inganno  |j  prese  ^/j  tazza), 
f  porse  al  6^IÌuiilu,  ti  quale,  cnmc  giova- 
ne, la  tracanno.  Sen.  Ben.  Varch.  I.  IO. 
Verrà  un  di,  che  gli  ubbriachi  saranno  in 
summ.i  riputazione,  e  V  aver  tracannato  di 
molto   vino   ì.irà   viriti   grjndìi^inu 


t  TRACANNATO  Add.  da  Tracan- 
nare. Lai.  largiter  haustus.  Gr.  ~o))a 
w  o^tts'vo;  .  fìmel.  S.  GÌo.  Grtsost.  a36. 
Nel  corpo  de'  quali  per  lo  Iracaonalo  Ti- 
no l'anima  è  morta. 

t  TRACANNATORE.  FerbaL  masc. 
6he,  0  Chi  tracanna.  Frane.  Sacch.  nov. 
167.  Se  prima  era  bevitore  ,  diventò  tra- 
canoatore.  Buon.  Fier.  5.  4*  ^-  I^^Hc 
borse  sicario,  Tracannator  del  sangue  ((jui 
per  similit.  f  . 

TRACAPELLO.  Spezie  d'erba,  l'ed. 
T'pitimo. 

*  TRACARCO.  Add.  Stracarico,  Sfol- 
to carico.  Voce  poetica.  Bim.  ant.  (•uilt. 
49  (  l  etti  le  note  228.  e  1^21.  C.uitt. 
Lett.  )  La  tambra  d' aogostia  è  tracar- 
ca.  (T) 

TRACARO.  V.  A.  Add.  Molto  caro. 
Lat.  carissimus .  Gr.  TraoeetJs'sraTO^  . 
Sen.  Pist.  101.  E  perciò,  tracaro  :tmiro 
mio  Lucilio,  studiati  di  vivere,  /-'altrove: 
E  cosi  è,  trjcaro  amico  mio  Lucilio;  già 
la  mia    etadc  ec. 

TRACATTIVO.  F.  A  Add  Molto 
cattivo.  Lai.  periniquits.  Gr.  7Cau~0v»i- 
(S55.  ì'it.  Bari.  7.  Avvenne  sì  Iracallivo 
cb*  ancora  ne  doverebbe  tutto  il  rooodo 
piagnere. 

TRACCHEGGIARE.  Temporeggiare  j 
Modo  basso. 

TRACCIA.  Propriamente  Pedata,  e 
Orma  di  fiere,  e  'l  Cammino  che  fanno 
le  fiere,  o  chi  le  segue.  Lat.  vestigium. 
Gr.  T/vo;.  *  Ar.  Pur.  17.  3l.  (orren- 
do viene,  e  'I  muso  a  guisa  porta  Che  '1 
bracco  suol  quando  entra  in  su  la  trac- 
cia. (C)  lition.  Pier.  l.  \.  6-  Le  varie 
tracce  Rìcercan  varii  i  bracchi,  e  i  caccia- 
tori. 

§.  I.  Per  similit.  vale  Segno,  Contras- 
segno. Liv.  M.  Le  tracce  d' altr"  uomo 
son  nel  tuo  ledo.  /:"  appresso  :  Egli  me- 
desimo  vide   le   fresche   tracce   del    danno. 

3  §■  11.  Pur  per  similit.  vale  Cam- 
mino, Fiaggio.  l'ctr.  son.  l45.  Onde  'I 
vago  desir  perde  la  traccia.  Dant.  Par. 
8.  Onde  la  traccia  vostra  h  fuor  di  stra- 
da. 

§.  III.  Per  Truppa  che  vada  in  fila  , 
e  l' un  dietro  all'  altro.  Lat.  ctrtus.  Gr. 
cuvouTi'a.  Dant.  Inf.  12.  E  tra  'I  piò 
della  ripa  ed  essa  in  traccia  Correan  cen- 
tauri nrmatidi  saette.  ^'«  /':i5. Ritorna  in- 
dietro, e  lascia  andar  la  tracria  •• .  (^)  E 
18.  Da)  vecchio  ponte  guardavam  la  trac- 
cia Che  venia  verso  noi  dall'  altra  bau* 
da.  But.  ii.'i.-<Dal  vecchio  ponte,  in  sul 
quale  eravamo  già  montali,  guardava  w 
Dante  la  traccia,  cioè  la  brigata  e  molti- 
tudine grande  che  venia   verso  noi. 

g.  IV.  Per  Trattato,  Trattamento  , 
Pratica  di  negozio,  ii.  /'.  io.  21 3.  3. 
Parlilost  il  re  Giovanni  dì  corte  ,  se  n  ' 
andò  in  Franrìa,  per  seguire  la  tr.iccia.  E 
12.  3.  3.  Sentendola  traccia  del  Duca,  e 
il  suo  mal  consiglio  ,  e  non  srnlenilo>i 
forti,  ec.  Pranc.  Sacch.  rim.  3-  Con  vi- 
ziali modi  V  ci.n  lor  traccia,  S'ell.  han 
pietà,  da  lor  la  fan  partire. 

§.  V-  Traccia  della  polvere ,  si  dice 
Quella  porzione  di  polvere  che  dal  luogo, 
donde  s'appiccia  il  fuoco,  ti  distende  fin 
presso  ai  mastii,  e  ad  altri  strumenti  da 
fuoco,  per  itrnrirarli. 

§.  VI.  Andare  in  tracttn.  /'.  ANDA- 
RE. 

TRAC*:iAMENTO.   //  Imcriare. 

§.  Per  Macchinamento.  Lat.  machina- 
tio.  Gr.  ftriy^oije.ft.^.  Liv.  /Ve .  3.  tìi>*' e- 
g)i:  distruggereste  voi  U  rrpubMira  per 
lo  tracciamento  e  per  la  guida  di  Pub- 
blio ? 

TRACCIARE  .  Seguitart  la  tmccia. 
Lat.  indagare ,  i-estigare.  Cr.  i^iuvotv- 
ìfcr-g     22     1.1.1      Ognun    vuol    questa   le- 


pre, ognun  la  traccia-  Buon.  Tane.  4- 
I.  lo  sono  aodalo  a  caccia  per  un  pUno, 
E  tracciando  la  lepre  ho   perso  il  bracco. 

^.l.  Per  me  taf.  vale  MaiJimare,  Tene- 
re trattato.  Lat-  molin.  Gr.  pri^a.-tàt- 
da*.  Liv  M.  Già  erano  due  anni  era  tur* 
baia,  e  andava  tracciando  nuovi  consigli. 
Sen  .  Fist.  Queste  facciamo,  e  queste  co- 
se tracciamo,  f.'ro/i.  Morell.  327.  In  que- 
sti tempi  ec.  per  lo  Comune  di  Fireoxe  ii 
tracciava  di  aver  Pisa,  e  di  poterla  guer- 
reggiare. Stor.  Eur.  6.  l52.  Parendogli 
forse  poco  il  tracciar  la  morte  di  un  solo, 
si  dispose  a  farla  di  terzo. 

I  §.  II.  Per  simiit.^  Segner.  Mann, 
y'ov.  i4-  1'  Esser  deriso,  insuluto  ,  ca- 
lunniato, insidiato,  traccialo  a  morte  per 
qual  cagione?  (F) 

f  *  TRACCIATORE.  Feròa/.  masc. 
Che,  0  Oli  traccia;  Hintracciatore.  Sal- 
via. Opp.  Cacc.  Che  a' cacciatori  kileozio 
è  usato  assai,  e  spesialniciUe  a'  tnccialo- 
n.   {AJ 

*  TRACHÈA.  F.  G.  A  sperar  ter  ia.h^. 
aspera  arteria,  *  trachea.  Gr.  TJxjfjtac 
otpTT]pia.  Bed.  Oss.  an.  \.  Due  erano  le 
trarhce,  o  canne  de' polmoni.  (")  Imperf. 
Anat.  145.  Il  sito  (delle  cartUagiat  j  è 
vario,  come  nelle  palpebre.  Del  naso,  nel- 
r  orecchio,  nella  larmge  ,  nella  trachea 
ec,   (F) 

TRACHIARO.  /'  .4.  Add.  Motta 
chiaro.  Lai.  pellucidus.  Gr.  Oiayavi;'?. 
Sen.  f'ist.  Non  è  tracbiaro  e  lucente  , 
ma  egli  e  puro  e  nello.  3f  Salvia,  inn. 
Om.  585.  O,  degli  uomiui,  Ancbise  ,  io 
terra  nati,  Trachiaro  e  glorioso  Sovra  tut- 
ti. ^v; 

•f  *  TRACOCENTE.  Add.  Più  cht 
cocente,  Cocentissimo.  Salvia.  Jliad.  o, 
715.  Quando  ad  alcun  venia  La  tracocen- 
te e  fervorosa  bile.  Regalabili  egli  erano, 
e  con  molli  Aggiustabili,  ec.  (Aj 

TRACODARDO  /'  A.  Add.  Molto 
codardo  .  Lai.  ignavissimus  .  Gr.  pa.'^j- 
ywTStTfli-  Liv.  M.  Voi  siete,  diu  egli , 
sconBlti   da   Irarodardi   oimici. 

#  TRACOITATO.  F.  A.  Add.  Lo 
stes.to  che  Tracotato.  Cavale.  Med.  cuor. 
123.  La  prosperità  e  la  sanità  fa  uscire 
l'uomo  di  senno  e  diventare  tracollato. 
Pist.  S.  Gir.  406.  Non  vado  come  tra- 
eoitata  sopra  me ,  e  più  che  coavenga  al 
mio  stalo.  Guitt.  Ult.  28.  78.  M' ha 
sovente  e  forte  offesa  mio  tracoitato  co- 
re. (F)  E  rim.  2.  121.  O  iracoitala.  e 
forsennata    gente.    fC) 

TRACOLLA.  Striscia  per  lo  più  dt 
CUOIO,  che  girando  di  sulla  spaila  sotto 
all'opposto  braccio,  sen'c  comunesmtats 
p-r  uso  di  sostener  la  spada,  o  simi/e. 
lai.    balteus.    Gr.    ^vs^r^p. 

TRACOLLAMENTO  .  //  tracollare. 
Tracollo  ■  Lat.  lapsus,  ruina.  Gr.  oii- 
t^Ttpu,  TT&Tjot.  Lth.  cur.  malatt.  Quan- 
do SI  avvicina  il  tracollamentu  del  mtìe 
(qui  Jiguratam.  )  . 

TRACOLLARE  Lasciare  andar  giù 
ti  capo  per  sonno,  o  simile  actttétntej  » 
OJiche  Minacciar  dt  cadere  j  «  talora  an* 
che  Cadere.  Lai.  caput  demittere  ,  colla- 
bi. Gr.  «csaìc'y  xotàd'vat.  I  ardi.  Stor. 
12.  4Ì7-  Essendo  egli,  mentre  suooife- 
rava,  tracollalo  delta  seggiola,  nella  qu*> 
le  sedeva,  battè  della  memoria  io  terra . 
e  morì.  *  Segner.  .Mann.  Ag.  |5.  4- 
Ti  fanno  tracollare  in  un  precipiaio  U 
più  spaventevole  di  tutti.  (Ij  Belila 
Di.rc.  I.  i5o.  Non  ci  è  mai  slato  verso 
che  lo  scheletro  voglia  star  mai  ritto , 
ma  sempre  si  lipiega  nelle  sue  parti  , 
trarotla  e  capolcva,  e  bjitte  giù.  E  l58> 
Questo  non  succede  ec.  perchè  lutta 
tracolla,  tutta   m  piega,  tutta  trabocca.  (Cj 

§.  I.  E  per  similtl.  Hicrsi  per  lo  stesso 
che    Traballare     Lai      fiutare  ,    titubata 


I 


T  K  A 

Gr.  r.oLp^^fipicì'^'-  Tac.  Po'.-  Sior.  i. 
j63.  Tracoll«do  i  cavali,  per  lo  peso 
deiili  uomini  d'  arme. 

*  fi  11.  i.'  P'-r  melaf.  Il  mancar  d 
enuiUùrio  delle  hlanae .  Imperf.  Pro.'. 
lì.  II.  r.  4.  199-  l-J"  "  pareggiano 
queUe  bilancie,  che  qua  ci  sembrano  o  - 
uc  ad  ogni  giunto  peso  di  mer.li,  o  d. 
demeriti  tracollare  a  caso.   IFI 

•+  TRACOLLATO.  Add.  da  Traco- 
lare. Introd.  I  irn  Col  gombito  m  sulle 
«nocchia,  colla  mano  alla  gota,  e  mono 
àbro  di  sonno,  IracoUalo  ec.  r  y""'" 
«empio  non  è  Imito  dall'  Inlr.  I  tri-  , 
ma  dalle  /■<..•.  Esop.  ledi  la  cd.z.one 
di  Padova  i8ll  a  pag.  I08  ,  che  leg- 
ge: Il  Leone  stava  su  uno  gr.mde  sac- 
cone ec.  scinto,  col  gomito  iu  sul  gmoc 
chio,  e  la  mano  alla  gota,  e  merjo  ebro 
di  sonno,  tracollato).  Buon.  1-er.  i  4- 
1,.  L.  stadera  cred' io  della  Dogana, 
Che  uacollata  fa  tremar  le  case  (cioè, 
traballata,  tentennata)  . 

5  TRACOLLO.  /'  tracollare.  Caduta, 
Bovina.  Tratt.gov.  /hm.  Piglialo  peroc- 
ch'é  divino,  e  scntira'lo  salire  d.  grado 
in  grado  tanto,  che  non  solo  darà  Ira- 
collo  aUa  sinistra  al  tutto  dilungala  da 
pensier  terreno,  ec.    jVfl/m.    i-  72 


ocni    pensici    Lciicuu,  . —    •  — 

Chi  di  un  urton,  qnell'  altro    da  un  tra 

collo.  „.  -        r.. 

*  S.  L  E  figuratam.  Disgrazia,  1  e- 
ricolo^Malm.  8.  3.  La  notte,  disse  e 
un  vaso  di  Pandora,  Che  versa  aBronti, 
risichi  e    tracolli"  .   (>J  ,      r\     ? 

*  e  II.  Tracollo,  dicesi  anche  Quel- 
r  allo  che  fa  la  bilancia  ncll'  abbassar- 
si dalla  parte  dove  il  peso  e  maggiore i 
cade  figurai.  Dare  il  tracollo  alla  bi- 
lancia. 0  Dare  il  tracollo  assolutamen- 
te, dicesi  di  Quello  che  nelle  cose  ugual- 
mente  pendenti  e  dubbie  cagiona  risolu- 
tione.  «  Stor.  Eur.  6.  l3l.  Ed  erano 
tuttavoUa  si  bilanciale  le  Ione  loro,  che 
ogni  poco  di    augumento   era   bastante  a 

dare   il    tracullo»  .  (Cj  .,      ,  ., 

S     III      Dare  il  tracollo    alla  bilancia. 

Jed.   DARE    IL    TRACOLLO,  §. 

+  *  TRACOLPiBE  .  Colpir  bene. 
Salin.  Odiss.  6  69.  Una  batta- 
glia battagliare  Presso  le  preste  navi,  e 
Tracolpiansi  Coli'  aste  acute  di  temprati 
rami  (qui    informa  neutr.  pass.  )■    I^J 

TRACOSFORTARE.  1-  A.  Confor- 
tarsi, Consolarsi.    Lat.    se  consolari.   Gr. 

una  schiera  e  nell'  altra  si  Iraconforta- 
vano,  secondo     la    stagione    f  qui   neutr. 

''"«' TBACOSTESTO.  /Idd.  Mollo  con- 
tento. Salv.  avveri.  2.  l.  ^■  Direbbesi 
stracontento,  strapagato,  .<tradolore,  stra- 
<apere,  e  strafare  ciò  che  Irafare,  Ira- 
sapere,  tradolore,  trapagato,  e  traconten- 
to ne'  liliri  si  Iruova  scritto  de'  più  vec- 
chi   autori.  (I  ) 

TBACO-NVENEVOLE  J.^.^dd. 
Molto  convenevole.  Lat.  admodum  decens. 
Gr.  no»a  tzpiltu^.  Sen.  Pisi.  Tuttavia 
iraconvcnevole  non  mi  pare  quello  clie 
TulUo  usa  ch'egli  appella  cavillaiiom. 
TRACORDARE.  1  ■  A.  CrandemenU 
concordare.  Lai.  maxime  concordem  esse. 
Gr.  navraTtaacv  ijio-iiwpottJ!.i^.  Liv. 
il.  Varavigliositnente  si  Iracordavano  ,  e 
si  mostravano  di  buon'  aria  a  tutte  ma- 
niere   di   gente   C(;iii  iicrilr.  pass). 

TRACORBENTE.  Che  tracorre.  Lat 
cxcurrens.  Or.  •Urpt-AU-.  Bemb.  ,?(or. 
I  7.  I  pouU  da'  quali  le  isole  dcUa 
citt'a  dall'  acqua  Iracorrente  separale  si 
congiugnevano,  furono  iocouiinciaU,  es- 
sendo prima  di  legno,  a  farsi  di  pietra 
istriana  a   spese  del   pubblico. 

+    TRACOBREKE.    ISeutr    I     A    Cor- 
rere  assai.    Correr  forte.    Lai.    exciirre- 


IRA 

re.  Or.  iXTpi'xS'"-  ''"'"'•  <^"'- .  •'°;  *; 
12  Non  vedi  tu  che  tulli  gli  ammali,  si 
tosto  come  a  nuocere    si  levano,   Iracor- 

rono ?  r,.  /. 

ir.  ^  \  E  figuratam.  per  Disfarsi, 
DissXer.ù.  Rovinare.  Sali  Giug.  89. 
Per  concordia  le  cose  piccole  crescono  ; 
per  discordia  le  grandissUne  tracorrono 
e  vengono    meno  (  il  lat.  ha  :    dilabun- 

+  e  11.  E  insignire,  alt.  vale  Tra- 
passale, Trascorrere.  Lat.  praelergredi. 
Gr.  ,af«Tp£'x-:.v.  Frane.  Ba.h.  l5b. 
16.   Peggior  son   quei    che    tracorron    li 

""^i"' TRACORSO.  Add.  da  Tracorrere} 
Trapassato.  Lai.  praeleritus.  Or.  p.t^i- 
U-ylioi,.  Bemb.  leu.  1.  1.  A-.  "^  .""" 
vaio  sopra  l'usanza  degli  alili  anni  la 
terra  per  la  lunga  serenil'a  d-  '!''"'■',"- 
corsi  mesi  ec.  gi'a  tutta  verde.  (  )  /•-  fros. 
3  160.  E  questo  uso  di  congiugnere 
una  voce  del  verbo  avere  con  un  altra 
di  quel  verbo  con  cui  si  forma  il  sen- 
timento non  solamente  in  ciò,  ma  anco- 
ra nel  tracorso  tempo,  di  cui  s  e  già 
dello,   ha   luogo.  (J'j 

*  TRACOKTESE.  T  .  A.  Add.  Mollo 
cortese.  Lsp.  Pai.  Aost  II.  U  ci  la- 
sciò a  suo  comialo  prendere  il  tracorle- 
se   lesù    Cristo,  e    il  tralargo.  |AJ  , 

:'.!    TRACOTANTE  .     Add.     l'ieno     di 
tracotanza.    Insolente.   Segner.  l'rcd.  [a     1 
Jp     12      12.    Come   farebbe   quel  Cornilo 
tricotanle,  U  qual   volesse    tratiare  da  ga- 
leotlo    il    figliuolo  stesso    del    Re.     (ILI 
TRACOTANZA.    Insolenza,    arrogan- 
za,   Pro.mnzione.   Lat.  arroganlia,  super, 
bla,    insolenlia,  audacia.  Or.   K^«;Kv!ia, 
Spa«;.    Dani.    Inf    8.    Questa    lor    tra- 
colanza    non   m' e   nuova,    i.    t-Onv.    iJy. 
Il   quale  contrario  irrevercnia,   ovvero  tra- 
cotanza,   dicere  in    nostro    volgare   si  può. 
Liv     V     Contaslare  alla  lor    liacolanza  e 
alla' lor    foiba.     G.     T.  9.    284.    3.  Mon- 
to  in     tanta    audacia   e  tracotanza,  che   l 
uBcio   del   Priorato  avea   per    niente. 

TRACOTARE.  /.  A.  Lui.  I ar.  10 
1.  Tracotare  è  errare  nel  quoto  ;  quota- 
re è  poner  la  cosa  nel  suo  ordine  ,  e 
però  iracotato,  cioè  disordinalo  nella  e- 
stimazione   che    fa    di  se.       ,    ,     ^      _. 

TRACOTATO.  /  .  A.  Add.  da  Ira 
colare;  Insolente,  Arrogante,  Prosontiio 
so  Che  si  tiene  da  mollo  più  eh  e  non 
e  '  Lat.  arrogans,  insolens,  superlms. 
Gr.  aiociTw'v,  apatjJ;.  C.  ;  .  6.  79.  b- 
Per  lo  'p"l'"l"  superbo  e  tracolato  si 
vinse  il  peggiore.  /(,m.a«(.t,«jH.  100. 
Ouest'  e  '1  suo  nome  dritto.  Che  lo  savtr 
Si  lolle  ,  E  mi  fa  tutto  folle.  Smarrito , 
e  tracciato  malamente.  Tac.  Dav.  iter. 
2  2Q0.  Non  si  può  credere  quanto  ei 
divenne  superbo  e  Iracotato  (  il  testo  lai. 
ha  .-  quantum    superbiae,  socordiaeve  ado- 

+  *  TRACOTTO.  Add.  Più  che  col- 
lo  Stracotto.  Salvin.  Buon.  Pier.  I.  4. 
6.  Biscotto,  pane  non  due  volle  cotto  , 
ma   discotto,   tracollo.    (A)  ,,,,,, 

TRACnUCCIOSO.  r.  A.  Add.  Mol- 
to cruccioso.  Lat.  valile  indignalus.  Gr. 
,f6òpx  iu»x:p="»M^  ^'"-  ''■"'  " 
maestro  tracruccioso  disputa  che  1  uomo 
non    si   dee   crucciare. 

TRACURAGGINE.  Trascuraggine.  Lai. 
incuria.    Gr.   «'//s'Uia. 

J  TRACURANZA.  lo  slesso  che  Ira- 
scuranza.  Lat.  incuria.  Gr.  d^iUi'.A_ 
Tac.  Dav.  Ann.  3.  67.  Moli»  strade  d 
Italia  eran  rotte,  e  non  abilevoli,  per  mi- 
sleanza  de'  conducenti  ,  e  tracuranza  dei 
magistrali.  E  Ann.  II.  l33.  Ora  noii  si 
stimare  per  la  comune  tracuranza  dell  ar- 


T  R  A 


157I 


ti  nobib!  e  per  attendersi  alle  supcrstizio 
'  ni  forestiere.  E  Ann.   16.  232.  Come  agli 


altri  r  industria,  a  lui  dava  nome  la    tra- 
curanza. 

•f  *  TRACURO.  Sorla  di  pesce  clic 
anche  dicesi  Codaspro.  Salvia.  Opp.^  Pt- 
sc.  3.  3li|.  Ed  il  larimo  prese  e  de  tra- 
curi O  co"daspri  le  genli.  lA) 

TRACUTAGGINE.  Tra.tcuraggine.l-ìt. 
negligentia,  incuria.  Gr.  K/ii^dX.  /ìocc. 
nov.  94.  21.  Giusto  titolo  parendogli  ave- 
re in  ciò  che  la  tracutaggine  altrui  ave- 
va gitlato  via.  Tac.  Dav.  Ann.  4'  97-  ' 
nemici,  veduta  lor  traculaggine,  fanno  due 
schiere,  per  assalire  una  i  sacchcggianti  . 
e  r  altra  il  campo  romano. 

TRACUTAMENTO.  rrocii (ungine. Lai. 
negligentia,  incuria.  Gr.  a^O.Eia.  Kim. 
on'l.  /'.  iV.  Ragione  è,  che  deggiate  pati- 
re Li  gran  Iracutamenti  che  usali  Avete 
lungo  tempo  a  consentire. 

TRACDTATO.   Add.  Negligente,  Tra- 
scuralo.   Lai.    negligens.     Gr.     a.p.ù'.~ 
Com.   Dant.   E    UacuUlo  colui    che    tutta 
sua  onoranza  e    sUlo  di    pregio    si    getta 
dopo  le  spalle. 

*  TRADERE.  r.  i.  Insegnare,  tr. 
Barb.   20.   21.  Onde  di  lor   ti  trado.   (/  . 

*  TRADIABOLICO.  ì'.  A.  Lo  stesso 
che  Diabolico  j  ma  ha  più  di  forza.  Leni. 
Specch.  Uman.  Scrivendo  tra  essi  d  altre 
sconcissime  cose  ec.  ,  e  altre  vituperose  , 
diverse,  e  tradiaboliche  opere  perpetrate 
per  lo  comune  di   Siena,  t  Cj 

1  TRADIGIONE.  Tradimento.  Lat./jro- 
^  ditio.  Gr.  Tiooo'oai'a.  Adi',  ani.  5l.  7- 
Egli  non  dee  essere  in  luogo,  dove  lalso 
oiudicamento  sia  dato,  né  tradigione  par- 
lata. E  nov.  60.  2.  Sorpresero  questo  lor 
signore  a  Iradigione  sconciamente  C.  l 
q  3l2  1.  Il  conte  Alberto  da  Mangone 
fu  morto  a  ghiado  per  tradigione.  Tes. 
Br  8.  5o.  Quest'  uomo  la  omicidio,  que- 
st'  altro  fa  ladroneccio  ,  e  quest'  altro  fa 
iradigione.  Alam.  Gir.  4.  24.  Ond  .od. 
voi  pavento.  Che  non  v'  attcndan  la  per 
la  foresta,  E  quache  tradigiou  vi  sia  mo- 

'''tRADIMENTICATO.  y.  A.  Add  In- 
teramente dimenticato.  Lat.  oWi.'io".  da- 
lus.  Gr.  tvi  \r'rzri  Ttir.f  Mosti i-  Liv.  .1/. 
La  cosa  pe'r  lo  lungo  tempo  era  tradi- 
menticala. 

TRADIMENTO.  //  tradire.  Lai.  prò. 
dillo.  Gr.  -^poSozlu.  Eoa:  nov.  96.  16. 
Qual  tradimento  si  commise  giammai  più 
degno  d'eterno  supplicio?  Peir.  Uom. 
ili.  La  potenzia  del  traditore  coperse  la 
infamia  del  tradimento.  G.  T  .  I-  l4-  ' 
La  citt'a  di  Troia  per  tradimento  fu  presa 
da' Greci.  '.-  Alam.  Gir.  22.  76.  Ogni 
uomo,  o-ni  donzella  inteola  bada  A  tes- 
ser tradimenti,  a  condor  male.   (B) 

§.  I.  Pare  checchessia  a  tradimento  , 
^vale  Farlo  contro  a  ragione,  con  ingan- 
"no,  maliziosamente,  a   torto. 

§  II  Mangiare  il  pane  a  tradimento, 
diciamo  del  Mangiarlo,  e  non  lo  guada- 
'  gnare.  Buon.  Pier.  I.  5.  3.  Puoegb  es- 
sere Che  vo' abbiale  a  mangiare  a  tradi- 
mento Si  fattamente  il  pane,  e  si  1  sala- 
rio Sguazzar  bricconeggiando?  Lasc.rim 
Ma  se  vi  par  eh'  10  scrocchi,  Mangiando 
il  voslro  pane  a  tradimento,  ec. 

TRADIRE.  Usar/laude  cantra  colui 
che  si  fida.  Lat.  prodere.  Gr.  AUTX^fO- 
SiSitii.  Bui.  Ciascuno  che  usa  fraude 
contra  colui  che  si  fida,  si  chiama  tradi- 
re. Dani.  Inf  33.  Aveva  voce  D  aver 
tradita  te  delle  castella.  E  appresso  ._Sap- 
pi,  che  tosto  che  1'  anima  trade  ,  Come 
fec'io,  il  corpo  suo  l'i  tolto  Da  un   Di- 

monio  r  ciò;-,  tradisce)  .  ■»"';,.",';,  .l;^"'- 
matrade,^ioèsid^n.imad.^e,otra. 

d.mcnlo.  !..  '  .  9-  »y/-  ■  ,,,;.>■  !■_ 
ui,  e  si  rubello  da  loro  per  Uattal..  -e  Fr. 
làc  Ccss.  2.  2.  25.  Per  concup.scenza 
di  pecclo  carnale   Iradette  la    terra    sua 


i572 


TRA 


(C)  Vit.  SS.  Pad.  2.  336.  Giuda  «seo- 
do  in  gloria  e  io  onore  di  apostolato  per 
Cristo  M  "I  (radale.   (ì') 

*  g.  I.  Tradire  una  città,  un  castel- 
lo ad  alcuno,  i'ale  Consegnarglielo  per 
tradimento,  a.  l'.  Q.  2*7.  Cercò  trattalo 
con  certi  della  citta  di  Lodi,  che  gli  do- 
Tessero  tradire  la  terra,  e  doverne  avere 
odo  mila  6orini  d'  oro.  (B)  Sa//.  Ciug. 
117.  Che  dunque  giudichi  tQ  T  Che  iia- 
no  puniti  coloro  i  qnali  al  nemico  tradi- 
rono loro  patria?  K  118.  Ora  e  al  nimi- 
co crudelissimo  tradita  1'  autorità  del  Se- 
nato e  tradito  il  vostro  imperio.  (1)  Se- 
gn.  Star.  Itb.  2.  Ferono  levare  un  rumo- 
re che  '1  gonfaloniere  voleva  tradire  al 
Papa  la  lilierià  (di   Firenze).   (FPj 

*  g.  II.  Tradire  una  persona  ad  uno, 
vale  Consegnargliela,  Dargliela  in  mano 
per  tradimento.  Sallnst.  Ciug.  211.  Egli 
era  usato  dì  molto  volgere  nel  suo  ani- 
mo,  se  Gìugurla  a'I.omani,  ovvero  Siila 
a  lai  dovesse  tradire.  (CP) 

*  §.  III.  Tradire  uno  a  morte, vale 
farlo    morire     a     tradi/uento.   Med.    .-frb. 

Cr.  ^o.  Avvegnaché  ce .  non  si  com- 
movesse coDtra  V  amoroso  Gesù  ragione- 
volemcnte,  né  per  telo  di  giustizia  a  tra- 
dirlo  a  morte-   (Cj 

TRADIRITTO.  /'.  //.  j4dd.  Dirittis- 
simo. Lat.  directissimus.  Or.  p.d'ii'STo: 
€'j  &u?.  Sen.  Pisi.  Alcune  cose  che  sono 
tradiritte,  se  alcuou  le  mette  in  acqua 
chiara,   e*  pare  ch'elle  sien  torte. 

TRADISPRFGEVOLE.  T.  A.  /fdd. 
Molto  Apregevole.  Sen.  Pisi.  La  cosa  che 
ciascuno  uomo  tradispregevole  e  tralordo 
puote  avere,  non  è  huona. 

TRADITEVOLE  .  /  .  //.  Add.  Da 
traditore.  Dì  traditore.  La*,  proditonus. 
Or.  ^poòortriii.  Quid.  G.  Immaginando 
nel  suo  cuore  li  Iraditevoli  ingunni  d'An- 
tenore e  di  Enea. 

t  IRADITEVOLMESTE.  f.A.Jy 
t  cri.  Da  traditore.  Con  tradimento.  Ouid. 
C  26.  4-  Or  non  diede  Achille  tradite- 
vulmenle  a  morte  Ettore  il  fortissimu,  al 
quale  in  prodezza  nullo  Tue ,  ne  saràe  si- 
mìgliante  ? 

TRADITO  .  Add.  da  Tradire.  Lat. 
proditus.  Gr.  T^cojo&a'^.  G.  V.  9.  l63. 
3.  Il  Legato  e  mcsscr  Ramondo  si  tenne- 
ro traditi. 

*TRADlTORA.  Traditrice.  Tac.  Dav. 
Ann.  1^.  190.  Sapendo  la  voltabile  gen- 
ie che  ella  e,  a' pericoli  tarda,  vedendo  il 
bello, traditora.  (V)  Car.  pari.  1.  lett.  100. 
Le  traditore  satino  d'esser  tenute  le  più 
belle  di  Roma,  e  ciascuna  ha  ,  come  sa- 
pete, la  sua  fazione  di  quelli  che  1*  ama- 
no- Cani.  Citrn.  II-  Or  cosi  vuol  ella 
andare,  RibaKlelIc,  traditore  ?  C.^)  Salvin. 
Seno/.  5.  109-  O  bellezza  traditora  I  O  in- 
felici sembiante  I  perchè  mi  durate  per 
travagliarmi  ì  (C) 

^■r  §.  E  in  senso  generico  vale  bricco- 
na, Malvagia,  lìtnv.  Celi.  J'it.  I.  374. 
Disperatamente  batlonava  quella  serva  , 
dicendo:  oiniè,  traditora,  che  lume  l'hai 
morto  I  Lasc.  Cen.  1.  nov.  3.  Una  lingua 
aveva  la  più  traditora  di  Firenie.  fC) 

TRADITOMACCIO.  Peggiorai. di  Tra- 
ditore. Lasc  PinS.  4'  8-  Ahi  tradilorjc- 
riii  !  tu  non  vuoi  aspettare  il  cappello?  A' 
Spir.  2.  5.  Questi  sono  1  ra-M  mici,  Ira- 
diloraccia  ;  ni*  innamori,  e  poi  te  ne  vai. 
Jìuon.  Tane.  2  7-  Traditoraccia,  che  mi 
giunga  il  boia,  S*  ora  non  ti  rigiuogo  a 
questo  stretto. 

•f  TRADITORE,  l'erba/,  masc  Che, 
o  Chi  tradisce.  Lai.  proditor.  Gr.  Tipo- 
co'tij;  Pocc.  nov.  l6.  a6.  Ni  desiderio 
di  danari,  ne  altra  cagione  alcuna  mi  fe- 
re mai  alla  tua  Ttta  nò  alle  tue  cose  in- 
sidie, come  traditor,  porre.  Dani.  Purg. 
30    Cui  traditore  e  ladro  e  patricida  Fe- 


T  R   A 

ce  la  voglia  sua  dell*  oro  ghiotta.  F  rim. 
16.  lo  maledico  il  di,  che  io  vidi  in  pria 
La  luce  de'  vostri  occhi  traditori.  Pttr. 
cnuz.  .39.  3.  Fastidila  e  Utsa  Se*  di  quel 
frfUo  dtjre  fuggitivo  ,  Che  *1  mondo  Ira- 
ditnr   può  dare  altrui. 

TRADITORELLO.  Dim,  di  Tradito- 
re. Circ.  Ce/I.  1.  i5.  Io  vo' che  tu  mi 
prometta,  che  mentre  ch'io  m'apro,  co- 
me tu  vedi,  per  favellare  teco ,  di  slare 
avvertito  che  ntiU  venisse  alcuno  di  que- 
sti traditorelli ,  di  questi  granrhi  marini, 
e  gillassemi  un  sassolino  ira  l'un  nicchio 
e  l'altro. 

TRADITORESCAMENTE  .  Avveri. 
Da  traditore.  Alla  traditora.  /Jorgh.  l'ir. 
Jt.ff.  262.  Fangli  da  Totila  Iraditoresra- 
mente  ammazzare. 

TRADITORESCO.  Add.  Di  tradito- 
re. Lai.  proditorius.  Gr.  TTJSOtTfO;.  i.ib. 
Son.  lOD.  La  tua  fisonomia  traditoresca, 
L*  esser  bistorto,  e  le  gambe  a  sghimbe- 
ci.  Danno  nt>iitia  del  tuo  mal  pen^ie^e. 
'  TRADITRICE  .  J'erfial.  fenim.  Cita 
tradisce.  Lat.  'proditrix.  Gr.  "^scicsT- 
ix  .  C.  y.  12.  HI.  4-  Sposata  quella 
rea  femmina  adultera,  e  traditrice  del  suo 
signore  e  marito.  Mor.  S.  Grtg.  Eleggo- 
no per  lor  parte,  quasi  come  sommo  be- 
ne, le  cose  visibili  e  fufigilive  ,  le  quali, 
come  traditrici,  dilettan  l'occhio.  Tav. 
Pit.  Traditrtre ,  in  che  maniera  ha'  tu 
morto  lo  mio  figliuolo  ?  fUm.  ant.  Pier, 
figa.  112.  Traditrice  ventura.  Perchè  mi 
ci  men.utì?  E  Mess.  Guest.  137.  E  già 
non  son  si  nato  fra  gU  Almidi  ,  Ch'io 
pensi  mai  di  trovarla  umatrice  Quella  eh' 
è  stula  di  me  traditrice.  Pera.  Ori.  2.  26. 
3o.  A  Bursia  fui  menata  in  Natòlia  Dal- 
la fortuna  traditrice  mia. 

TRADIZIo>E.  r.  L.  3femoria  cava- 
ta non  da  scrittura,  ma  da  racconto  de 
vccchij  onde  si  dice  Avere  ,  o  Sopere  per 
tradizione.  Lai.  traditiu.  Gr.  e  cKy/AK- 
Mahn.  8-  32.  Legni  li  quali  esse  ban  per 
tradizione,  Che  fur  fatti  del  giuggiol  di 
Nerone. 

§.  Tradizioni  divine,  apostoliche,  eccle- 
siastiche ec.  sono  presso  a'  Teologi  i  ta- 
cri  dogmi  non  scritti,  conservati  da*  Pa- 
dri della  Chiesa,  ed  uniti  a*  precetti  re- 
gistrati nelle  divine  Scritture,  per  regola 
della  fede  e  de'  costumi,  i  arch.  Star.  la. 
465.  Confermando  le  tradizioni  de'  Padri, 
e  le  dctcrminaiioni  de'  Concilii. 

tTRADOLCE.  f.  A.  Add.  Mollodolce. 
Lai  dulcissimus.  Gr.  ■/)u/jT0tTO;.  t  uitt. 
leti.  1.  Signore  nostro  ,  che  per  troppo 
tradolce  amore,  che  portò  a  noi  e  porla  ^ 
di  morte  noi  liheranao,  sostenne  morte. 
JC  25.  Se  gustare  poteste,  amie»  iradolre 
mio,  con  sano  vero  palato,  che  gioia  dol- 
ce, chiara  e  cara  rende  virtù  ,  ce.  Psp. 
Pat.  JVost.  3.  Or  ragguardate  la  grande 
cortesia  del  nostro  Iradolcc  maestro. 

THADOLCIATO.  f.  A.  .4dd.  Tra- 
dolce. Lat.  dulcissimus  Gr  yijjc-jTaTO,. 
/■>-  lac.  T.  3.  16  17.  l'erocchè  non  1* 
avean  riconosciuto.  Che  fosse  il  lor  mae- 
stro tradolciato.  /:.'  5.  36-  23.  Quando  e- 
gli  era  picculino,  Tradolciato  e  buon  bam- 
bino. 

•f  TRADOLORE.  /'.  A.  Dolore  gran- 
dissimo. Salv.  /I%verl.  a.  I.  4  Direbbe- 
si  stracontento  ,  strapagato  ,  strado/ore  , 
strasnpere  e  strafare  ,  ciò  che  tttijarr  , 
trasapere,  tradolorr,  trapagato  e  tracon- 
tento ne' libri  si  Iruova  tcrìllu  de*  più  vec- 
chi autori    ft  } 

TRADOTTO.  Add  da  Tradurre;  Tra- 
sportato. *  Pass.  iBo.  l'rcfjlu  drlU  tisiata 
natura,  dal  principio  della  naiura  original- 
mente tradotto  e  derivato.  ì\  186.  \  Uiu 
della  corrotta  natura,  tradullo  per  la  se- 
minale geneiatioDc  {  ciò*  coniUDÌ<  alo  )    '  ì  } 

t    §■    Per    f'o/gansmto  .    Morg      ly. 


TRA 

l52.  E  fu  uovato  in  lingua  persiana  , 
Tradotto  poi  *n  arabica  e  'n  caldea  ,  Poi 
fu  recato  in  lin(;ua  soriana  {cioè,  trasla- 
tato  ;  lat  vcrMis  )  .  t?  J'arrh.  Quest.  Al- 
eh.  3a.  lo  certamente  l'ho  tradotte  di 
parola  a  parola,  e  recitate  fcdelissiniam en- 
te, e  volentieri.   (C) 

TRADUCITORE.    Traduttore. 

t  TRADURRE.  Propriamente  Trasporr 
tare  da  un  luogo  ad  un  altro  checches- 
sia }  e  Jiguratam.  Trasferire  checches' 
sia  d*  uno  in  altro  soggetto.  Lat.  tradu- 
cere. Gr.  /zerayciv.  Pass.  i83.  Quello 
cotale  non  avrebbe  il  peccalo  originale  , 
il  quale  ,  come  detto  è  di  sopra,  si  tran- 
sfonde  e  traduce  col  seme,  di  che  il  pa- 
dre genera  il  Sgliuolo-  Agn.  Pand.  08. 
A  noi  pare  ec,  che  p^r  non  rispondere  a 
quello  che  da  voi  aspettiamo,  voi  rivol- 
giate il  ragionar  vostro  della  masserizia, 
e  traducetelo  in  coutrarìa  parte,  dicendo 
della  liberalit'a. 

g.  Oggi  Tradurre ,  si  dice  anche  per 
J'olgarizzare ,  o  Traslatart.  Lat.  *^rte- 
re.  Gt.  ntTKfpdZn*.  I  arch.  JSrcol.  2Q2. 
Si  duole  a  cielo,  che  ec.  si  ritrovino  mol- 
ti, I  quali  non  cessino  di  tradurre  le  cose 
latine  nella  lor  lingua.  K  appresso:  I 
Latini  non  traducevjno  dal  greco!  /'. 
Traducevano.  ('.  E  Cicerone  stesso  non 
tradusse  le  orazioni  di  Demostene  e  d'E- 
schine?  /.  Tradusse.  Cas.  lett.  69.  Ab- 
bi Terenzio  e  %  irgiliu  in  mano  ec.  :  biso- 
gna farseli  familiari  ec,  recitarli,  tradur- 
li, iinpsirargli  a  iiK-ntc.  Salvin.  Disc.  l. 
178-  Piafquerai  sempre,  e  maraviglioso 
mi  parve  qutl  dello  d*  Augusto  impera- 
dure  :  e~\j^i  p^pxcittt^  ;  che  comunemeo* 
te   si  traduce  :  festina  lente. 

t  TRADUTTORE  .  Colui  che  tradu- 
ce,  che  d*  una  lingua  trasporta  nel- 
V  altra  alcun  componimento  .  Varch. 
Ercol.  25o  Dico  che  la  giuria  prima  è 
de'  componitori,  non  de' traduttori.  Sai» 
via  Disc.  I.  319.  Come  uno  aveva  qual- 
che tintura  di  greco,  subilo  si  erigeva  in 
traduttore. 

TRADLZI0>E.  //  Trasportamento  d' 
una  lingua  in  altra  j  e  anche  l'  Opera 
così  trasportata.  Lat.  versio  ,  interpreta- 
tio.  Gt.  fiizàfca^ii.^  Tolom.lett.  l-  IO. 
Li  quali  (  Alamanni  e  Martelli  }  di  poi 
sono  slati  da  più  altri  ingegni  nella  Ira- 
duzion  di  variì  lìltri  imitali .  (B)  Salvm. 
Disc.  1.  219  Leggevano  il  testo  ebraico. 
e  poi  la  traduzione  de'  Settanta,  e  poi  al- 
tre traduzioni  dall'  ebreo  nel  greco .  £,' 
223.  Ita  posto  questo  argine  la  Chieia 
alla  inondazione  degli  eretici,  che  sempre 
con  nuove  e  con  nuuvc  traduzioni  ardi- 
scono di  scappar  fuori. 

TRAE>  IL.  Clu-  irne,  o  tira  a  sé.  Lai. 
attraheus.  Gr.  (^s')xMv.  ^V.  3.  22.  IX 
Fuggente  alle  calde  interiora  della  terra 
lo  naturai  calure  dell'  arbore  ,  e  traente 
con    esso    seco  1'  umore   e  lo   spailo   della 

{>iaata.  L  4'  36.  I.  Alcuni,  traenti  i  venti 
torcali,  assaggiano  i  vini  (cioè,  soflìonti). 
*  Tass.  Lez.  son.  Cas.  192  Questa  %o- 
ce  traesti  importa  movinicntu  e  nella  per- 
sona traente,  e  nella  cosa  tratta.  (Cj 

$  THAE.NZA.  astratto  di  Trmenl*  . 
Pelila.  Disc.  2.  17.  Ed  io  che  Gn  prima 
del  finir  della  mia  adolescenza  ebbi  r  alta 
ventura  di  seguire  la  dolce  Iraenza  delle 
tue  voci  (  dell'  Anatomìa }  che  tidi  mai 
Della  sua  reggia  immortale  ì  (  F)  F  3&^. 
Ed  oh  fuggite,  fuggite  l'orribil  mostro, 
che  ha  nella  favella  1'  incanì»  .  e  1*  insi- 
die ila  le  pjfule,  pertlic  chi  segue  la  dolce 
traenza  delle  sue  voci  ne  va  perduto  per 
sempre  .    ( /t/ 

:?TRAERE     f    Tl^SnE.  (Aj 
I   9   TRAFALLARE.   /.   A.  Trasgrr 
dire  gravemente    Or-    .V.    Gir.   3.    Kon    sai 
tu  che  tu  lacchi,  e  Irafalli  la  legge?  (/; 


TRA 

^on     sai    tu    che  lu  pccch.  ,  e  Ir.laU.  la 

''■°f  TrUfARE  .    Far  più  che   „»„    con- 

.,™«.n(e«(o,  ^ir-pog..'".  .«r»rf»/orr,  .lr«. 
Lere  e   .»ra>r.  ,   co   che    tra/are    ec 
«•  libn   si  uuova   scr.llo   ae"  pm  vecchi 

'TrAFELAMENTO.   //  irafilarc.   L^at. 

TzXrie.i.  Z,lmld.  Andr.  l'er  la  mulcs  a  e 
lunsi  agilaxione   s.  eraoo  ndoU.  m    Ira- 

TRAFELARE.  rroprmmfnle  lang'" 
re,  Massarsi.  e  quasi  Venir  mene  per 
s..er.hiafa,.e.,.  e  cMe.V.Ueons<erua 

Ti  viribus  dejkere.  Gr.  itlzUr--.^^'-^^  ■ 
V'  """"■'  r'  ,/  ,(,  «o.  6.  Non  si  Jio- 
exxaavsiv.   O.  /  ■   io.  oy.  "  ■ 

tcano  per  istanchczia  .lei  caso,  che  a^ean 
fallo  ,  rcgge.e  ,  n>a  molli  ne  Ualclarcno  . 
j!>a:e.  facch.  Op.  AV.  112.  Non  haoDO 
però  alcuno  relnscrio  ,  se  noa  come  se 
uno  portasse  uno  gran.liss.rao  P"°.  "^  ''^^" 
felasscvi  sotto,  e  sudasse.  /  i(  •>'"■•  "";. 
Dato  bere  a  quel  monaco  che  trafelava  d. 
sete,  senpeUiron  «luell'  altro.  L  appresso: 
Pognamo  che  non  ci  potessono  B'"5n"« 
né  uccidere;  pure  e.  condussono  lU  sul 
irafelare  per  lo  molto  correre.  Cren.  I  tH 
I05.  Rolli  e  sconfini  si  misono  m  luga  , 
di  che  molli  ne  luron  presi,  molli  ne  trale- 
hrono,  molli  n'affogarono  in  Arno.  CeaVi- 
Corr.  2.  2.  Vienne,  che  e'  t.  vuole,  e  m 
ha  mandalo  Trafelando  .  lUorg.  26.  l/|2. 
Kinaldo  tanti  a  Astarot  ne  manda  ,  Cbed 
egli  è  tutto  tracciato  e  stanco,  ^ac  ^'""■■ 
Ann.  2.  34.  Su  le  mura  trafelando  ,  per 
nomi  chiamando,  e  promellendo,  avea  co- 
minciato a  sollevare. 

+  TRAFELATO.  AM.  da  Tra/elare  . 
Lai.  viribus  deslilulus,  ccnslernatus.  In- 
irod.  Viri.  343.  Morta  e  trafelala  la  mag- 
gior parte  della  sua  gente.  Fir.  Tnn.prc- 
Sono  arrivalo  or  ora  tutto  Iralelato.  J  arch. 
Ertel.  33o.  Don  Silvano  RaMi  ec.  tutto 
tiafdato  comparse  quivi ,  e  cosi  Uamba- 
«cialo  disse  ,  che  ec.  ^        i  „  ., 

*  TRAFELONE.  AOannone-  (  ar  Long. 
So/.  q5.  Menatogli  la  sua  Cloe  davaul.  , 
e  raccontogli  con  grande  angoscia  ,  come 
un  trafelone  che  egli  era,  tuli,  gh  avvisi 
di  quella  impresa  ,  gli  stratlagemm.  che 
avea  fatti  ec.   gU  ne  pi  esento,  ft; 

TBAFERlKE.eTRAFlERERE.  f  .  A. 
Ferire,  Percuotere.  Lat.  ferire,  percu- 
lere.  Gr.  Ws.v,  tÙtitsiv.  Ta^.  lui.  1-^ 
cavalli  e  i  cavalieri  si  trafierono  di  scndi 
e  di  petti  e  di  visaggio  tanto  fieramente, 
che  amenduni  andarono  alla  terra.  -•  itil 
^in.  OdiSS.  16.  383.  Maggior  cosa  a  me 
ancora  in  mente  pose  Saturnio,  che  a  sor- 
U  avvinaixati  ,  E  piantando  discordia  tra 
noi  ,    Voi    non  vi  Irafetiatc  e  svergogniate 

«  TRAFERMISSIMO.  .Wr/.  A  Tra- 
fermo .  Sai..  A^'^ert.  1.  3.  4-  A  Esso 
punto  feimo  .  pii  e  men  fermo  può  es- 
tere in  quattro  gradi ,  cioè  fermo  ,  Iraler- 
mo  ,  e  fermissimo,  e  Irafermissimo,  ec.  11 
trafermissimo  richiede  il  capoverso,  r'  ) 

#  TBAFERMO  .  AdJ.  Mollo  fermo  . 
Ja/v.  Avoerl.  l.  3.  l^.  A  Esso  punto  fer- 
mo più  o  men  fermo  può  essere  m  quat- 
tro gradi,  cioè  fermo,  Uafeimo  ,  e  fer- 
missimo .  e  traferuiissimo  ,  ec  Appresso 
al  fermo  non  seguirà  maiuscola,  al  tra- 

fermo  si.  (ì  1  .,  ,      y 

t  TRAFESSO.  Add.  Mollo  fesso,  o 
irèsso  Lai.  fissus  Gr.  ÒIESX"/'-,^''?  ■ 
f:r  Med.  cL.  .18.  4-  Oh  '^e  buon 
brodo  fan  le  fave  lesse  1  ec.  E  cotte  in  sul 
niatlel  paiun  irafesse. 
■^t  TRAFFICANTE.  Che  Ir»#«^Lat. 
nelotìator.  Gr.  :tf  ayMaTS.'v  Da..  Carni 


TRA 


TRA 


1573 


lOi    Risultante  dal  molto  commercio  e  In- 
liecciamenlo   de'  trafficanti  (  qui  inforza 

di    SUSt.j.  ,  ,  r'  ,    _ 

TRAFFICARE.  ;\ego=i<ire,  Lscrcilar 
la  mercalura.  e  'l  Iratfico.  LM.  nrpocia- 
n.  Gr.  noKvr-^TÉojaSai.  M.  f  .  b.  1». 
La  qual  ^osa  gravò  tanto  li  mercaoU,  che 
abbandonarono  in  gran  parie  il  «ame ,  e 
'1  trafficare  in  quello  .  £occ.  no.'.  J».  O. 
Dove  gran  parie  dcUa  tua  nccheiM  ve- 
drai  come  si  traffica.  Mor.  S.  Crfg.  Ar- 
ricchiti di  virludi,  son  condotti  a  liafficar 
la  mercataniia  della  fede,  'f  CcaU.  Oonz. 
I  I.  Comprai  quella  casa,  Dov  10  abito 
adesso,  e  He  podeii.  Che  mi  son  riusciti 
mollo  buoni  ;  E  mi  vo  trafficando  (  come 
voi  Sapete  )  i  miei  danar  su  le  faccende 
Piaueltamenle,  ec.  [Di 

§  I.  ler  Maneggiare,  Aver  Cura,  la- 
vale Fruii.  Img.  Nientrdimec.o  per  ca- 
gione di  trafficare  della  pecunia  ,  perche 
era  dispensalore  del  Signore,  cadde  51  lai- 
damenle,  che  per  pecunia  tradì  Cristo. 

:■.:  §  11.  Pir  Tratiare,  Maneggiare. 
Lat.  iraclarc.  Fior.  It.  296.  Le  sue  ma- 
ni r  di  Camilla  )  non  erano  use  a  IraUr- 
care  né  fuso  nb  rocca,  ma  solamente  ca- 
valli ed  armi.  (C)  ,  ,  • 
J-  :J  g.  in.  Trafficare,  tale  anche  .i- 
doperarsi  per  conchiudere  e  tiratv  a  fine 
qualche  negozio.  Trattare.  Borgh.  Orig- 
Fir.  3ul.  Si  sa  per  certo  che  elle  si  ta- 
cevano dentro  nelle  citi  e  in  luoghi  co- 
modi e  da  potere  facilmente  convenire  il 
popolo,  e  massimamente  ai  cattivi  tempi  a 
liafficar  lor  faccende  e  passeggiare  e  trai 
tenersi.   (1)  ^ 

g.  IV.  Ter  Toccare,  Stazzonare.  Lai. 
conlrectare.  Gr.  /aSaltisoSai.  l  il-  SS. 
Pad  Levossi  suso,  e  incominciavalo  ad 
abbracciare  e  baciare,  e  a  trafficare  impu- 
dicamente, come  fanno  le  male  femmme . 
/;„(.  Purg.  21.  2.  Non  mi  appensavaora 
che  lu  eri  ombra  ec.  ,  volendo  trallare  e 
trafficare  1' ombre.  Zi  28.  1.  Ella  trafficava 
colle  sue  mani  molti  fiori. 

TRAFFICATO.  Add.  da  Trafficare. 
Buon.  Fier.  2.  I.  IL  Nt  si  puolc  avan- 
zar sema  il  vantaggio,  Ch"  ì:  una  quintes- 
senza delk  cose,  Che  qua  e  l'a  s'emugne, 
trafficate  . 

f  TRAFFICATORE.  r  erbai,  masc. 
Che,  o  Chi  traffica.  Lat.  /le.odVKor.  Gr. 
Itpo^yiAo^tzJi.  tr.  Ciord.  Pred.  R.  Vor- 
rei ascoltanti  divoli,  e  numerosi  i  Iralhca- 
tori  più  opulenti. 

3    TRAFFICO  .    //  trafficare.  Lat.  iif- 

gociiim  .  Gr.  TTf K'/f^''  ■  ^o"'  "°''-  ^'  j, 
Leabssimo  e  diritto,  e  di  g"n  traffico  d 
opera  di  drapperia.  G.  /  .  8- 68.  5.  Que- 
sto traffico  del  grano  fu  coli  altre  una  delle 
cacioni  di  voler  rivedere  le  ragioni  de}  C''- 
mune.  M.  J.ll  10.  "  traffico  de  Fio- 
rentiDi  fu  levato  da  Pisa.  Pass.  060.  Dalla 
pane  di  fuori  son  cagioni  di  sogni  1  arti, 
gli  oficii,  i  lavorii,  ed  ogni  mestiero  e  tral- 
fico,  cbe  si  fa  del  continuo  con  isludio  e 
eon  sollecitudine  .  ■•;=  Segner.  Pred  Pai. 
Ap  6  12  Guai  a  quello  ardito  noleggia- 
tore, che  ricettandole  (quelle  merci)  vo- 
lesse quindi  farne  alcun  traffico  a  par- 
te I  (C)  .     „  , 

*  S  Traffico,  vale  anche  11  luogo  dove 
,<,  tra/fica.  .^ Malm.  I.  82.  Tosto  che  v 
ebbe  lillo  il  capo ,  volle  Che  ognun  ser- 
rasse il  traffico    e  '1  negozio  ■•  ■  (  Cj 

•f  TRAFIERE.  /  .  A.  Pugnale  acu- 
tissimo, del  quale  andavano  armali  i  ca- 
valieri, per  valersene  contro  l'avversano 
venendo  alle  strette  con  esso.  Lat.  pugio. 
Gr.  J,<--.'5i!!»-  Morg.  8.  72.  La  lancia  di 
Ciressc  aveva  in  mano.  La  spada  allato,  e 
cintosi  un  trafiere.  F  8.  85.  Rispose  aMat- 
tafoUe  Berliughiere  :  Io  ti  darò  col  brando  e 

col  Irafiere.  ^ 

TRAFIERERE    r  TRAFEBIRE. 


TRAFIGGENTE.  Che  trafigge.  Lat. 
vulnerans,  confodiens .  tir.  TiTfWJZWV. 
Tac.  Dav.  Oerm.  Ìt!\.  Pollano  aste  oggi 
piccole  ,  con  poco  e  snello  fono  ,  ma  si 
Irafiggenli  e  destre  ,  che  con  esse  com- 
ballono  presso  e  lontano  ,  secondo  il  bi- 
sogno . 

3  TRAFIGGERE.  Trapassar  da  un 
canto  all'  altro,  ferendo  e  pugnendo;  e  si 
prende  anche  per  Ferire  semplicemente  . 
Lai.  transfigere,  transverberare,  transfo- 
dere. Gr.  ^i:>ajvsiv  ,  <Jia:T£ip-'V.  Vani. 
Inf.  24.  S'  avvento  un  serpente ,  che  'l 
trafisse  L'a  dove  il  collo  alle  spalle  s'  an- 
noda .  Vittam.  I.  27.  Prese  ad  ingegno 
e  per  forza  Cartago  ,  Poi  1'  arse  tutta  ,  e 
qui  finio  la  guerra  ,  Che  Irafillo  m'  avea 
d'  altro  ,  che  d'  ago. 

-.;:  §.  I.  E  per  similit.  •>  Pelr.  son. 
89.     Qui    co'  begli    occhi    mi     trafisse    il 

core.i.rO 

g.  11.  Per  meta/,  vale  Pugnere,  0  Af- 
fliggere con  modi  spiacevoli  e  detti  mor- 
daci,  o  con  cosa  che  arrechi  noia  e  dis- 
gusto. Lat.  dicteriis  eie.  mordere.  Bocc. 
nov.  78.  I.  Mi  pare  che  alquanto  trafitto 
v'  abbia  la  severil'a  dell'  oB'cso  scolare.  E 
nov.  100.  3o.  E  perciò,  per  prova  pigliar- 
ne, in  quanti  modi  lu  sai,  li  punsi  e  tra- 
fissi. Frane.  Sacch.  nov.  20S.  Il  Papa  u- 
dendo  costui ,  e  sentendosi  trafiggere  ec  , 
diede  sorridendo  certe  scuse. 

*  §.  III.  Trafiggere,  vale  anche  To- 
-liere  il  vigore.  Mortificare.  Soder.  Colt. 
Affinché  non  sieno  trafitte  dall'  eccessivo 
caldo  le  lor  radici.   (BrJ 

TRAFIGGIMKNTO.  Trafiggitura, 
Traplta.  Lat.  vulnus,  transfixio.  Gr. 
TSaoUK  .  Lib.  Pred.  Si  trovarono  espo- 
sti al  irafiggimeulo  dei  denti  velenosi  di 
quella  serpe .  -    ,    , 

*  TRAFIGGITOBE.  ì-erbal.  masc. 
Che,  o  Chi  trafigge.  (Ni 

*  TRAFIGGITRICE.  Che  trafigge,  f  . 
il   Vocabol.  in   CORALE,   §.    H     (!SS) 

t  TRAFIGGITURA.  La  Ferita  che  si 
fa  nel  trafiggere.  Lat.  vulnus,  plaga.  Gr. 
T(:(xo>a,"7r>«y»i'.  Oli.  Com. /,/.  24.  4ib. 
Idra  è  un  serpente  d'  .icqua,  dal  quale  li 
lediti  enfiano;  del  quale  alcuni  dicono  che 
questa  trafiggitura  ha  nome  Boam,  peroc- 
ché si  medica  col  6mc  del  bue. 

+  TRAFILA.  Strumento  che  e  come 
una  grossa  pala  di  ferro  ,  piena  di  fori 
di  diverse  grandezze  ,  pe'  quali  si  fanno 
passare  l  metalli,  per  ridargli  in  filo,  ed 
a  maggior  sotligliczza.  Segner.  Crisi.  1/1- 
str  3.  20.  l3.  Quelle  austerità  ,  di  cui 
tanto  temono  i  delicati,  servono  al  viver 
nostro,  come  le  angustie  della  trafila  ali 
argento  per  allungarlo  .  ■•'.=  Bari .  Ricr. 
Sav.  Iib.  1.  cap.  12.  Quel  gambo  (del 
tulipano)  Uscio,  erto,  sottile.  Le  trafile 
noi  lirerebbon  più  eguale  ;  se  non  cbe  nel 
salile  assottiglia  con  garbo.  fBJ 

:S  TRAFILARE.  Terni,  de' Filatori  d 
oro,  ec.  Passar  i  metalli  per  la  trafi- 
la. (A)  „     . 

*  TRAFISSO.  Add.  da  Trafiggere; 
■PraAlto.  Ar.  tur.  t(i.  Sp.  Fu  tal  lisposla 
un  venenalo  telo.  Di  che  me  ne  senta 
r  alma  trafissa.   (V) 

TRAFITTA.  Puntura,  lenta  .  i-M. 
i.,r,7.  Gr.  rpao>a.rr.6.64.3l-l.n.o 
dice  che  le  sui  cipoUe  :del  giglio),  colle 
col  vino,  sanano  le  trafitte  de'serpenti,  o 
la  malizia  e    1  velen  de'  funghi. 

S.  I.  Per  metaf  vale  Grave  dolore,  o 
„/|,„o„e.F,»mm.  7-  76- Dall' una  parie 

amore,  e  dall'altra  gelosia  con   v^  le  Ixa 
fine  io   contiuova  battaglia  tenuero  il  do 

^'""t  t^^'Per  Motto  pungente  Fian^'''^- 
Fir  Disc,  leti-  3o6.  Della  di  lei  tutela, 
nascer'a  la   difensione   della  nostra  patna  , 

•  e    'onore  dell'  allabeto  latino,  e  a  me  p<H 


l574  TRA 

vero  padre  di  quella  uoii  sarà  ogai  tr^- 
6lla  mortale.  (CJ 

-•?  TRAFITTIVO.  j-Édd.  Che  trafigge. 
Lai.  conjotliens.  Gr.  TtT^o/o/wv.  //  /'o- 
cubo/.  alla  voci  GRAVE,  §.  XV.  (') 

TRAFITTO.  Àdd.  da  Trafiggere.  Lat. 
tranxfossu.i  ,  transvi-rheratus  .  Gr.  t^w- 
Sei;.  />rt/i/-  //{/;  25.  Lo  tra6lto  il  miro, 
ma  nulla  disje.  E  Purg.  28.  Non  credo 
cbe  splendesse  taatu  lume  Sullo  le  ciglia 
a  Venere,  traGlta  Dal  6glio  fuor  di  tultu 
iun  coilunie.  Hocc.  nov.  9.  ((/.  Il  Re  di 
Cipri  ,  da  una  donna  di  Gua&cogua  tra- 
fitlo,  di  <altivu,  Valoroso  diviene  (qui  nel 
iignijic.  dfl  g.  II.  di  trafìggere  ). 

ThAFITTUKA.  Puntura,  Trafiggitw 
ra  .  Lat.  vulnus  ,  plaga  .  Gr.  TpaujLX  , 
TiX-ny/,.  fìocc.  nov.  77.  Sj.  Il  Sol  di  so- 
pra ,  e  il  fervore  dui  Iialtuto  di  sollo  ,  e 
li-  traGtture  delle  mi;sclie  e  de'  tafani  ec. 
r  avean  concia.   •?  Segner.    Crisi,    instr. 

1.  .^0.  2.  Prima  contutlociò  di  venire  alle 
trafitture  convien  premettere,  te.  (/l) 

*  TRAFLUE.'STE  .  .4dd.  l'inente  m 
mezzo.  Gttid.  <i.  2.  2.  E  molli  fiumi  eoo 
coolinui  cursi  traflueotiquelia  pianura  ba- 
gnavano. fCj 

TRAFOGLIO.  Trifoglio.  liicord.  Ma- 
lesp.  i35.  Quasi  come  uno  (rafoglìu  a  mo- 
do d'  uno  piccolo    arbore  .    lì.    /■'.  6.    64- 

2.  Quelli  (  fiorini  )  che  quivi  furono  co- 
niati ,  cbbono  tra'  pie  del  san  Gievanni 
quasi  coni'  uno  trafugliu  ,  a  guisa  d'  uà 
piccolo  albero. 

fTKAFOGLIOSO.  Jdd.  Pia  che  pieno 
di  foglie  .  Dani.  Conv.  xS'J .  Oh  come  è 
grande  la  mia  impresa  in  questa  canzone, 
a  volere  oniai  cosi  trafoglioso  campo  sar- 
chiare! (Il  Vocahol.  reca  questo  medesi- 
mo esempio  anche  alla   f   foglioso). 

TRAFOMARE.  Forar  da  una  handa 
all'  altra  ,  fuor  fnora  .  Lai.  tcrchrare  . 
Gr.  Tp\/7:dv.  '.>  fJi'nw.  Celi.  Oref.  2;).  E 
ciò  fatto  SI  potrà  cominciare  a  traforare 
alcuna  di  quelle  rosette  che  saranno  nel 
compartimento  dell'  opera  .  (Cj  Salvin. 
Odiss.  8.  661).  In  Ire  partilo  lor  piacque 
il  consiglio  :  O  '1  cavo  legno  traforar  col 
ferro,  O  da  rupi  gìttar  ce   (/,'J 

*  g.  I.  Per  Trapassare  forando.  "  Dat'. 
Colt.  ifjj.  Cigni  di  siepe  fonda  e  serrala 
r  uccellare,  perchè  i  tordi  impaniali  non 
la  traforino  >».  (^) 

f  3  §.  II.  Traforare,  fguratam.  Tra- 
\-alicare.  J'edi  l'esempio  ò\  Agost.  C  D. 
m   TRAFOUATO. 

*  §.  III.  Traforare,  per  Incavarci  ed 
r  quel  che  fanno  gli  scultori  intorno  a' 
muscoli  e  panni  delle  figure,  o  più  o  me" 
no  incavandoli,  secondo  /'  altezza  del  luogo 
nel  quale  dehbono  essere  collocate.  lialdin. 
Voc.    Dis.    r.    TRAFOItATO.  §.  (Jj 

TRAFORATO,  .-idd.  da  Traforare.  S. 
^gost.  e.  D.  Trascorra  tutta  Gallia  ,  e 
traforate  1'  Alpi  con  si  gran  circuito,  ce. 
(cioè,  trapassale,  travalicate).  lìuon.  Fier. 
S.  5.  6.  E  u  quell'altra  col  drappo  mavi 
cadente  djlle  spalle  traforalo  (noè,  bu- 
rlicrato  ) .  Tac.  Dav.  Ann.  \.  4-  Qncstc 
lustre  faceva  per  aver  fama  d'essrre  stalo 
all'imperio  della  rcpubblit  a  eletto,  e  pre- 
gato, e  non  traforatoli  per  lusinghe  di  mo- 
glie, e  |ier  barbogia  adotione  (4fui  fìgura- 
tiim.  Il  testo  lat.  ha.-  inrepsisse  ). 

^  §•  Traforato,  dicono  gli  Scultori  a' 
sottoquadri  così  profondamente  incavali  , 
che  sembrano  quasi  spiccar  le  cose  dal 
marmo.  Vasar.  Panni  e  mani  traforate 
con  arte  e  eoo  graiia.  Lavorar  panni  tra- 
forati, condotti  tanto  soiiilnit-nlc  e  si  na- 
turali, che  ec.  ha  ciiin|>ali)  n«J  ni.irtiit>  Ij 
grosseiia  che  il  naturale  fj  nelle  jiirghe 
e  in  su*  lembi  nella  fine  de*  vivagni  del 
jianno.    (A) 

TRAFORELLEniA.  V  TRAFUREL- 
]  ERI'A. 


TRA 

TRAFORELLI.NO.  T.  TRAFUREL- 
LINO. 

TRAFORELLO.   V.  TRAFURELLO. 

TRAFORERI'A.  Trafurrlleria.  f'arch. 
F.rcol.  77.  1  quali  (cr  fare  star  forte  il  ter- 
10,  e  'I  quarto  colle  barene  ,  baratterie  , 
trufferie,  trappolerie,  traforcrie  e  giuntene 
loro,  vogliono  o  vendere  gatta  io  sacco  ,  o 
cacciare  un  porro  altrui. 

TRAFORETTO.  Dim.di  Traforo. Henv. 
Celi.  Oref.  29.  Quando  alcuni  traforelli 
messi  con  disegno  a*  loro  luoghi  si  veg- 
gono ne'  lavori  di  filo ,  sono  giudicati 
mollo  belli  dagl*  intendenti. 

t  TRAFOItO-  //  traforarci  e  V  Foro 
fatto  nel  traforare.  Fir.  rim.  {^(\.  Questi 
merli  da  man  ,  questi  trafori  Fece  pur 
ella.  ^=  L'env.  Celi.  Oref.  27.  Chi  in  e>Ja 
si  vuole  esercitare  bisogna  che  abbia  lu- 
me non  piccolo  di  disegno  per  i  fogliami 
e  trafori  che  in  essa  intervengono  .  (Cj 
E 2y.  Poiché  io  sono  venuto  con  propo- 
sito a  ragionare  della  vagheua  de'  trafori 
nell'opere  di  filo,  ec. 

f  g.  Traforo  ,  figuratam.  vale  Nascon- 
diglio ,  lituscita  ,  Luogo  per  trafugarsi. 
Malm.  12.  32.  Ed  ella  se  uè  va  sicura 
e  franca  ,  Sapendo  ogni  traforo  a  mena 
dito. 

TRAFREDDISSIMC  Superi,  di  Tra- 
freddo  .  Lat.  perquam  frigidissimus  .  Gr- 
W5  j/u/csTaro;  .  Fr.  t>iord.  Fred.  /{. 
Correva  un  verno  trafreddissimo  ,  e  più 
che  trafreddis-simo. 

TRAFREDDO.  ì'.  A.  Jdd.  Molto 
freddo.  Lai  prtrfrigidus.  Gr.  \/7t^p^\JXr^Ì- 
l'allad.  (Ht.  5.  Se  v'  è  il  verno  molto  tra- 
freddo ,  poguasi  un  poro  di  colombina  al 
fiiè  di  catuna.  Tes.  Jir.  5.  7.  Il  suo  vc- 
eno  egli  è  più  trafreddo  che  tutti  gli  al- 
tri veleni,  eh'  egli  nuoce  a  molle  cose  ^cost 
ne'  migliori  lesti  a  penna  j  lo  stampalo  per 
errore  ha  trafrillivo). 

•f  i"?  TRAFUGAMENTO.  //  ti-afi,ga- 
re.  Trasportamento  nascosto.  L'den.  ^is. 
3.  20  Secca  e  frivola  invenzione  aìlresi 
pare  il  trafugamento  di  Lavinia  per  le  sel- 
ve fatto   da   sua   madre,  cr.    (j4j 

TRAFUGARE  .  Trasportare  nascosa- 
mente. Lat.  clam  esportare.  Gr.  ).oìòpo(. 
t/.fifuv.  Cuid.  G.  Temendo  lo  re  Tat- 
libio  della  morte  d'  Oreste,  insino  allora 
il  Irafugòe  .  Dant.  Purg.  c\.  Quando  la 
madre  da  Chirone  a  Srhìtu  Trafugò  lui  , 
dormendo  in  le  sue  braccia.  Farcii.  Slor. 
12.  449-  Neir  ultimo  se  gli  offerse  di  met- 
tersi a  rischio  della  viia  per  trafugarlo,  e 
campargli  la  morte.  #  Stor.  Fiir.  4-  81. 
Lodovico  figbuol  di  Carlo  ce.  fu  da  Elgina 
sua  madre  con  più  prestezza  che  ella  potè, 
trafugato  nella  Inghilterra.  (Cj 

§.  In  ^ignific.  neutr.  pass,  vale  Fug- 
gire, o  Sottrarsi  nascosamente.  '^  Trso- 
rett.  Jìr.  ic).  192.  Ma  O\idio  per  arte  Mi 
diede  maestria,  Si  ch'io  trovai  la  vìa  Ond' 
io  mi  trafugai,  (osi  l'alpe  passai,  ec,  f//; 
Oiov.  t'.tll.  FU.  Alf  124.  Quindi  poi 
trafugandosi  per  quel  di  Roma,  di  castello 
in  castello,  stando  sicuramrnle  celalo  ,  lo 
licevetlc  il  sisoor  Prospero  Colonna.  {Ci 
lìuon.  Fter.  5.  I.  3.  Vìstol  poi  salire  Un 
palco  a  lr.irugarsi  fra  la  calca. 

TRAFUGGIRE.  /'  J.  Fuggire.  Lat. 
fugcri\  Gr.  f)l  j'yiiy.  Mor.  S.  C'rrg.  8.  21. 
IV'on  siamo  sufficienti  ■  conoscer  chiaramen- 
te quel  che  sempre  in  questa  vita  ci  dimo- 
stra sotto  alcun  velameuto,  e  irafuftgeodo. 
"l*  Teseid.  2  70  Qual  ivi,  quale  altrove 
trafuggiro.  Altri  ne'  cmvì  monti  si  apput- 
laro  i  Ed  in  tal  guisa  con  grave  dolore 
Ciairun  fuggiva  innanzi  al  cacciatore.  fF) 

TRAFt'GGITORE.  Soldato  fuggitivo  . 
La!,  transfuga  .  Gr.  Ttfòvf^^  .  l'edam. 
Quintil.  I'.  Il  Irafuggilure  da  cliiuderc  h 
nelle   tenebre 

«  TRAFURARE    Huhatr,  Furare.  Im- 


T  R  A 

per/.  V.  Thsc.  D,  1.  T.  I.  35.  Nulla  un- 

mettere  per  vero  se  non  quel  ch'ejce  da 
loro  ,  o  sì  pure  dove  trafuraodolo  altrui 
eh*  e' non  paia  lor  fatto  possan  farsene  eui 
gli  autori.  (F) 

TRAFURELLERIA , e  TRAFOREL- 
LERl'A.  Inganno  ,  Tranello.  Fir.  Trin. 
3.  2.  Tu  se*  causa  colle  tue  traforellerie 
di  far  che  io  non  abbia  l'attento  mio. 

TRAFURELLINO,  e  TRAFORELLI- 
NO.  Dim.  di  Trafurello  ,  e  Traforello  . 
Lai.  nequam  ,  furcifer  .  Gr.  toviì^&j  . 
Bern.  Ori.  2.  3o.  ^0.  Quel  ghiotto  di 
Brunel  traforellino. 

TRAFURELLO,  e  TRAFORELLO. 
Ladroncello;  e  anche  Sottile  ingannatore, 
Raggiratore  .  Lat  furunculus  .  Or.  x/o- 
TTsJj  .  tf  Cecch.  Prov-  l\\.  Trafurello  fe 
proprio  quegli  che  per  frode  o  inganno 
cerca  di  far  danno  a  chi  che  sia  ,  ed  è 
quasi  come  giuntatore  :  solo  vi  è  questa 
differenxa  che  giuntatore  è  ingannare  a 
viso  scoperto  ,  e  trafurello  ,  giuntar  con 
astuzia,  frode,  inganno,  e  tn  cose  di  non 
grande  importanza;  che  allrìmeiitc  sareb- 
be baro,  mariuolo,  o  barattiere.  (C.  Fir. 
Trin.  3.  2.  Ecco  qua  qucst'  altro  trafo- 
rello. Lìuon.  Fier.  5.  5.  6.  O  diaToli ,  o 
folletti ,  o  trafurelli,  O  spiriti  tranelli. 

TRAFUSOLA  .  e  TRAFUSOLO.  Pic- 
cola matassa  di  seta,  che  1  setaiuoli  met- 
tono alle  laviglie  per  nettarla,  e  per  rav* 
viaria  . 

g.  Per  l'  Osso  della  gamba,  detto  più 
comunemente  Fucile.  Fir.  Dial.  beli.  dona. 
424.  Cogli  stinchi  non  al  tutto  ignodi  dì 
carne,  onde  si  veggiauo  i  trafusoL. 

TRAGEDIA.  J^oema  rappresentativo, 
che  è  Imitazione  di  azione  grande  ,  fatta 
da  personaggi  illustri  con  parlar  grave. 
Lat.  Irngadia.  Gr.  T/:ay  wci 9C. /?»/.  Purg. 
22.  2.  Tragedia  è  canto  in  sublimo  stilo, 
e  tratta  de' principi,  ed  ha  felice  princi- 
pio ed  infelice  fine.  Pant.  Inf  20.  Euri- 
pilo  ebbe  nome,  e  cosi  *l  canta  L'alia  mìa 
Tragedia  in  alcun  loco  .  Lìut.  ivi  .•  Dice 
Virgilio,  che  la  sua  Eneide  è  alta  irapC- 
dia  .  Qucato  finge  Dante  per  dimostrare 
che  iu  allo  stilo  e  fatta,  e  che  ai  dee  chiama- 
re tragedia ,  perchè  tratta  de"  fatti  de'  prin- 
cipi, e  incomincia  dalle  cose  liete,  e  finisce 
nelle  triste  e  avverse.  Galat.  25.  Per  lai 
cagione  egli  affermava  essere  state  da  prin- 
cipio trovale  le  dolorose  favole  ,  che  si 
cbiamaron  tragedie  ,  acciocché  raccontate 
uè'  teatri ,  come  in  quel  tempo  si  costu* 
m.-iva  di  fare  »  tirassero  le  lacrime  agli 
occhi  di  coloro  che  avevano  dì  ciò  me- 
si iere  . 

§.  I.  Tragfdia  ,  si  dice  anche  fi  aura- 
tam.  per  /fccidente  violento,  e  deplorabile, 
liern.  Ori.  \.  x3.  54-  Legge  Rinaldo  U 
tragedia  dura,  E  molto  pianto  dagli  occhi 
gli  cade.  %=  Guicc.  Stor.  2.  HO.  Succe- 
dette r  anno  medesimo  alla  tragedia  co- 
minciala innanzi  a  Fcirara  nuovo  e  grave 
accidente.  (1.)  Malm.  6.  57-  (hi,  per  la 
pizzicata  che  proiluce  11  luogo  ,  fa  trage- 
die in  sul  cappotto  (  qui  figuratam  cioè, 
ammazia  ). 

*>  %.  II.  Far  tragedie  aduno^jner  Fmt  gli 
piagnistei,  querele,  o  simili,  Cecch.  Dis- 
sim .  |.  1.  Non  fina  m.ti  di  gridarmi  d' 
attorno,  e  farmi  mille  tragedie,  con  dirmi 
eh'  io  l'avvezzo  male,  ce.  (ì'f 

O  TRAGEDIANTE.  Ccmponiior  di 
tragedie.  Tac.  Pnv.  Jnn  Itb.  \5.  pag. 
363  (Parigi  1760)  Andava  attorno  di 
Subrìo  questo  molto:  Levarne  un  chitar- 
rista, e  porvi  un  tragediante,  non  ìicemar 
vergogna.     Il) 

^  TRAGEDIEGGIARE  Far  ptafni- 
stei.  Pluf.  .-tdr.  tip.  mor.  4.  4l5  Si  fc" 
la  donna  Iragedieggiando  quanto  potè  |>er 
confermare  la  credenta  della  morie  del 
inarilo    rC) 


TUA 


TRA 


T  n  A 


1575 


•+  *  TRAGEDIUCCU.  Ticcola,  0  Brc- 
«  W-d.a.  .V-'V'"'":  '■'■'?  "5.  p.- 

ccdiuccie,  dice  Salirò,  essere  d.  Fll.sco  E- 
Binesc,  scolare  ai  Diogene.  1.4) 

usala  Comporre  IragtMe.  Uden.  liis.  ì. 
So  Quale  irragioDevol  ragione  ci  vieleri 
poler  eiiand.o  sopra  santissime  persone 
traeedijMreT  {^j 

TBAGEDO  .   Susi.   Componitor  <h  Ira- 
gfdia.   Lai.    trag<rd„s.    Gr.    •i=»V."°<'5  . 

Da„t.  Par.  30.  Da  questo  p;.sso  vinto  m. 
concedo  Pm,  che  gian.m.ii  da  punto  d.  suo 
tema  Sopralo  fosse  comico,  o  Iragedo.  B,.l. 

P„rg.  22.  2.  Ed  io,  cofc  Virgilio,  che  sono 

'"^*^S-   In  for--"  -*■  "■'''•  '  "'<■  '°  ""T 
Bocc.  Con,.  Dani.  Fu  chiamato  Marco  An- 
ne» Seneca,  e  fu  poeta  tragcdo.  percioc- 
ché egli  scrisse  queUe  tragedie,  ec.  (Al 

*  TBAGEDO.  Jdd.  Ih  tragedia.  Tra- 
g,co;  opposto  a  Comico.  Bocc.  (om.  In/. 
A  chi  riguarda  Io  stilo  eroico  d  Omero  o  di 
Virgilio,  o  il  tragedo  di  Seneca  poeta,  o  .1 
comico  di  Plauto,  f/ll 

•t  «  TBAGEMATO.  Term.  de  Me- 
dici. Confelturt  ,  Friid^  conjetlate  Lai 
scilamenta  ,  bcllana  .  Gr.  T/jay.faTJ  . 
Buon.  Fier.  1.  2.  3.  E  gargarismi  e  fo- 
menti e  tragemati.  M;     ,^„  ,  ^n-x»llF 

•+  TKAGETTARE.eTRiGlTTARt 

In  signif,c.  nmtr.  pass,  vali  Passare  ol- 
tre. Lat.  transire.  Gr.  iiST«6a'»5''-  òai- 
lust  lag.  R.  Tutti  armali  e  disarmali  a 
calca  si  tragittavano. 

§.  In  a°l.  s.gnifìc.  .a/e  Celiare  m  qua 
e  in  là  sconciamente.  Scuotere j  che  an- 
che diciamo  Scaeliare,  o  Dil'allere.  LH 
iactare,  exculere.  Gr.  fp'iZTaCe''-  ■•'"""■ 
Ant.  9.  fi.  l4.  S-  io  disputassi ,  10  non 
percolerei  lo  piede  ,  ne  Iragilterei  la  ma- 
no ,  ne  alzerei  la  noce.  /'  3o.  1-  !*•  '  , 
lori  trageltano  le  corna  in  voto  ,  e  spar- 
gono la  rena  co'  piedi.  Bnon.  Fier.  ^■^^■ 
18.  Ogni  revolution  tor  via  ,  levare  ec.  iNa- 
sconder,  irageltare.  _„irlTTA- 

TBAGETTATOBE  ,  e  TRAGITIA 
TORE.  Ciiicator  di  mano,  Bagatlellteiv. 
Sen.  Pist.  Questi  so6>mi  ingannano  I  uo- 
mo sema  danno,  siccome  fanno  1  l.osscletli, 
e  le  palone  .  e  gli  altri  slrunleoU  de  trava- 
gliatori, e  de' trageltatori. 

TBAGETTO  ,  e  TRAGITTO  Pro- 
priamente Piccol  sentiero  non  frequenta- 
to !  che  anche  diremmo  Traversa  ,  ed  e 
per  abbreviare  ,1  cammino.  Lat.  Irames. 
Gr.  raSoi .  Stor.  /Iiolf.  AUora  con  più 
ira  il  seguitava,  togliendoli  per  molli  Ira- 
getli  il  vantaggio.  Tac.  Vav.  Ann.  2.l\'r 
Quindi  navigando  a  fretta  per  le  Ciclade 
e  per  Iragelti  di  mare,  raggiunse  in  Rodi 
Germanico  lil  testo  lat  ha:  per  Cvcladas 
et  compendia  maris).  E  Stor.  i.  3l2.  ^e 
mancò  chi  consigliarlo  d'  andar  co"  suoi  più 
fidali  per  iragetti  ,  scansata  Ravenna,  a 
Oslilia  e  Cremona.  Malm.  1.  70.  Ma  vada 
alla  spenata  e  pe'  tragetti.  E,  senta  pensar 
alno  ,  ivi  r  aspetti. 

§.  I.  Per  Trapassnmento  ,  Trapasso  , 
Luogo  onde  si  trapassa  .  Dani.  Inf.  19- 
Sin  men  portò  sovra  "I  colmo  dell'  arco  , 
Che  del  quarto  al  quint'  argine  e  tra- 
getlo . 

t  §.  II.  Far  tragetto,  e  più  comune- 
mente Far  tragulo  ,  vale  Trapassare  . 
Ott.  Cam.  Purg.  2.  27.  Di  cotanto  tem- 
po, che  lu  se'  morto,  e  pure  lesteso  vieni 
a  fare  questo  Uagelto.  Dani.  Inf.  34-  Da 
sera  a  mane  ha  fallo  il  Sol  tragitto. 

t  *  TRAGGEBE  .  Lo  stesso  che  Ti- 
rare, Traere,  e  Trarre.  V.  TIRARE  . 
Jit.SS.  Pad.  1  97  Potevamo  Iraggcre 
molto  frutto  .  Gr.  S.  Gir.  53.  Lasso  lo 
sua  caldaia  ,  che  aveva  porUla  al  poiio 
per  iraggere  dell'  acqua  .   Cavale.  E.<po< 


<;iml,  I  283.  E  cosi  me  ec.  piò  e  piò 
volle  dalla  bocca  e  dalla  forta  del  Diavolo 
liaggesli.  i:  287.  Traggendolo  della  col- 
pa ,   e  recandolo  a  grana,   r'; 

+  TRAGGITORE.  ìerbal.  masc.  Che. 
0  Chi  tragsc  Che.  0  Chi  tira.  Lai.  lac,,- 
Intor.  Gf«x<,.7r.«.,'«-  Peir.  Uom.  ,11. 
Arcieri    di   Creti  ,    e   traggilor.    di   rom- 

''°*' TRAGHETTANTE.  Che  Iraghetla  . 
.Ulvìn.  Opp.  Cacc.  La  razia  de  veloci 
cervi  ec.  ,  traghettante  6unii ,  testa  alta  , 
ringue  nelle  spalle  ,  ec.  (.1) 

X  TRAGHETTARE  .  Passate  da  un 
luogo  ad  un  altro.  Lat.  transire.  Gt. ^l- 
Talai'vj.v.  Cas.  lelt.  72.  A  messere  Ste- 
fano ,  occupatissimo  in  leggere  ,  e  in  tia- 
gheltar  r  alpe  .  raccomando  Grillo  d  un 
poco  di  grammatica. 

-^  S  I  ale  anche  Traportare,  Con- 
durre da  un  luogo  a  un  altro.  Lai.  trans- 
mitterc  .  deducere  .  Gr.  zaf  «Tri^Tie.v  . 
/aT«/5.v.  Bern.  Ori.  1.  9.  7-)-  Q"""  ' 
acqua  incantata  si  passava  Sopra  ad  un 
ponte  ch'ai  giardin  traghetta.  Buon.  Fier. 
3.  5.  5.  E,  lavorando  sotto.  Di  cappa  in 
cappa  traghettava  il  furto. 

y TRAGHETTATO.  Jdd.  da  Traghet- 
tare. Tac.  Pav.  Vii.  Àgr.  SgO-  La  cera 
bronzina,  e  U  pelo  ricciuto  de-S.lur.  posti 
dirimpetto  a  Spagna  ,  mostra  essere  anti- 
chi Iberi  traghettativi,  e  accasativisi.  foy 

•+  if  TRAGHETTATORE.  1  c-bal. 
masc.  Che,  o  Chi  traghetta.  Salvia.  Tcocr. 
IdUl.  17.  Innanzi  ch'ella  Venisse  ali  on- 
da negra,  e  a  quell'  orrendo  Traghettalor 
dell'  ombre  slanche  e  lasse,  ec.  (^11^ 
Fneid.  lib.  6.  Quel  traghettatore  E  (a- 
ron.  quei  che  navigan,  sepolti,  (i) 

*  TR^i.HETTO.  Tragetto,  iegner. 
Con/,  instr.  cap.  ^.  Non  essendovi  altro 
d.  metto  dal  giuramento  superBuo  allo 
srellenito,  come  santo  Agostino  considero, 
che  un  breve  trathctlo.  (ì)  Buon.  Tane. 
2.  7.  I'  me  ne  voglio  andar  per  un  tra- 
thclto  .(B)  ^  „ 

*  «.  E  fgiiralam.  Tass.  Cer.  17^ 
32  ciida  un  Armcn  la  squadra,  'li""' 
tragitto  Al  Paganesmo  nell' el'a  noveUate 
dalla  vera  fede.   (D)  ,      -,       / 

TRAGICAMENTE.   Avverb.   Con  Jine 

tragico.  Lat.  t,-agice.  Gr.  ;tf «•/""'■  ,"•■ 
Ciord.  Pred.  R.  La  soziura  di  quell  a- 
moie  termino  tragicamente.  1 

+  TRAGICO.  Jdd.  Di  tragedia,  Ap- 
partenente alla  tragedia,  Pro,.r,o  della 
tiagedia.  Lat.  tragicus.  Gr.  -pcf/Y-o-- 
Ar.  Far.  32.  3;.  Qual  crudeltà,  qual  tra- 
dimento rio  Unqua  s'  udì  per  tragiche 
querele.  Che  non  trovi  minor,  se  pensar 
mai  Al  mio  merlo  o  al  tuo  debito  vor- 
rai? Buon.  Iier.  4.  I.  1-  Mi  serva  d  in- 
termedio pastorale,  Non  di  macchina  tra- 
gica appo  '1  giorno.  *  Salv.  .Ivverl.  1. 
2.  6  Non  polendosi  aver  cerleiaa  del  gra- 
do delle  parole  ,  né  discerner  le  nobili 
dalle  basse  ec. ,  farem  parlare  il  Re  con 
vocaboli  da  fantesca,  e  tessercm  comme- 
dia con  tragico  linguaggio  ,  e  parimente 
allo  incontro,  fi) 

f  ".  I.  Tragico,  inforza  di  SUSI,  per 
Compo.':itor  di    tragedie.    Lat.     tiagadiis. 

Gr.  Tsa-ywoo--  '  ■"■'*•  ''""'■  ^^°'  '*°'' 
potei  'avere  .  e  consegnentemenle  leggere 
•quelle  (tragedie)  del  Giraldo,  d  quale  ha 
grido  d'  essere  ottimo  tragico.  .Salvia. 
Disc.  I.  401.  Lurreiia  ec.  e  fatta  due  da 
un  gravissimo  e  nobUissimo  tragico  dei 
nostri   tempi:   .Va  qui  veggio  la  fama  ec. 

+  '^.  II.  Tragico,  figiiratam.  vale  in- 
nesto,   Doloroso,   Mesto. 

=?  TBAGICOMEDIA,  e  TRAGICOM- 
MEDIA. Poema  rappresentativo ,  misto 
di  tragedia  e  commedia;  Commedia  tragi- 
ca. Lai  tragicomaedia.  Salvia.  Pros.  To- 
se    I     109     .Ne  segui   appunto  quello    che 


accadde  alla  voce  (raglcoco">e'''".che  vcn- 
ne  a  dirsi,  per  maggior  comodila  di  pro- 
lirirla,  tragiconiedia,  e  alla  vore  i((e/o/a- 
l,ia.  rhe  venne  a  dirsi  P"  simil  cagione 
Idolatria.  [')  F.  Di.<c.  7.  388.  Per  1  .- 
ùoniiiieno  molle  volte  che  da  privati,  e 
per  terminare  (alcune  tragedie)  in  lieto 
fiue  hanno  della  commedia  ,  e  si  potreb- 
bero dira  con  mostruoso  nome  tragicom- 
media. (P) 

•f  *  TRAGICOMICO.  Compositore  di 
tragìcomedie.  Uden.  Kis.  3.  5l.  Gli  esem- 
pi de'  tragicomici  Blosofanti,  essendo  irra- 
gionevoli, terminano  lutti  in  conclusioni 
false.   'A! 

i?  TRAGICOMMEDIA,  l.  TBAGI- 
COMEDIA. (B) 

TRAGIOGABE.  Salvia.  Disc.  2.  46». 
11  tirare,  come  si  dice,  uno  in  qua  e  l'al- 
tro in  l'a,  che  i  Greci  ec.  liagiogare  ap- 
pellarono, un  tal  giogo  per  sé  stesso  dol- 
ce ed  amabile,  rende  aspro  ,  odioso ,  im- 
portabile. T,  ,       L 

•f  •-?  TRAGIOVANTE.  Add.  Pm  che 

giovante,  Ciovevolissinw  .  Salvia.  Ina. 
Om.  (Canta,  o  Musa,  a  Mercurio  inno 
ec  )  lo  alno  li  dirò,  di  Maia  figlio  Tra- 
gloriosa, e  dell'  Egioco  Giove,  Tra  gli  Dei 
nume  iragiovantcebuono.   (Al 

TRAGITTARE.     ì  ed.    TRAGETTA- 

""tBAGITTATORE  Fed.  TRAGET- 
TATORE. 

TRAGITTO.    Fed.   TR.^GETTO. 

:,':  TBAGIUSTO.  Ad,l.  Stolto  giusto 
Tran,  l'irt.  Card.  Umile ,  tragiusto  , 
snello,  quando  virlò  di  ubidicnta  della 
volont'a  di  Dio   e   del  suo    prelato    il  por- 

•f  ■':•  TBAGLOBIOSO.  Add.  Più  che 
glorioso.  Glorioso  olirà  misura.  Gloria- 
'sissimo.  Salvia.  Jan.  Om.  (  Canta,  o  Mu- 
sa, a  Mercurio  inno  ce.)  Io  altro  I'  di- 
ro, di  Maia  figlio  Tragloricsa  ,  e  dell  E- 
gioco  Giove,  Tra  gli  fei  nume  tragio- 
vanle  e  buono.  I.  Itiad.  3.  433.  Giove 
traglorioso  e  sovraggrande  ec.  ,  Qual  delle 
due  nazioni  il  primicr  fia.  Che  ollraggiera 
la  lega  e  i  giuramenti,  Vcrsinsi  in  terra 
ec.  (.'I) 

TRAGRASDE.  F.  A.  Add.  PiU  che 
"rande  Lat.  pracgrandis,  maximus.  Gr. 
"pi-lir.-coi  Liv.  3/.  La  preda  lue  tragran- 
de. *  .Ve/1.  Pisi.  Chi  a  sapienza  è  perve- 
nuto, è  giunto  al  suo  fine,  non  Iralungo, 
ma  Iragiande.  (B) 

3  TRAGUARDARE.  Guardare  alcuna 
cosa  per  mez^o  del  traguardo.  Gal.  Sist^ 
36-  Se  traguardando  la  summita  del 
trinchetto  si  fusse  incontrato  una  slolla 
fissa  ad  esser  nella  medesima  dirittura 
*  fi  JT  per  similil.  »  lluon.  Pier.  4. 
2  7  Traguardar  di  sottecco  ,  e  spiatori 
Di  ciò  eh'  altri  o  disegni,  o  metta  in 
opra  «  .  (B) 

TbAG€ARDO.  Regolo  con  due  mire, 
per  le  quali  passa  il  raggio  visivo  negl, 
slriimeali  astronomici,  negli  ottici,  nella 
livella,  e    simile.    Lat.  dioplra.    Gr^  010- 


T.z,-y.  lìiion.  Fier.  4.  3.  8.  lo  gli  ho  ve- 
duti un  po'  per  un  traguardo.  Gal.  òisl. 
368.  Voi  non  credete  gi'a  che  1  traguar- 
do non  battesse  a  quel  punto  della  sfera 
stellala,  che  risponde  alla  dintlura  della 
sommit'a  del  Irinchclto? 

«  TRAIETTARE.  Traghettare.  Tra- 
passare.  I  aUcare.  Car.  Fa.  lib.  6.  .-. 
484.  A  lor  non  fe  concesso  Traietlar  que- 
ste  ripe  e  questo  fiume,  fé  pria  ec.  A 
V.  549.  Non  sepolto  adunque  L  acque  d. 
Stige  e  la  seveta  foce  Traietlar  dell  Eu- 
menidi   presumi?   (B) 

*  TRA  IETTO.  Tragelto.  (ar.  long. 
Sor  q\.  Di.aote  guidandoli  per  traietli 
e  smotzLlure  di  strade,  attraversando  loro 
innanzi    tanto,    che    appunto    nel     metter 


i576 


TRA 


la  faDciulla   ia   casa  li   vennero  a   rincoo- 
irare.   (CJ 

•f  *  TRAIKZIONE.  Sorta  di  fif^ura 
gramaticale  .  Lai.  trnnsiertìo.  Gr.  ùjlip- 
^«TOv.  Sah-in.  Pros.  Tose.  l.  284-  H 
che  iià  un  altro  effetto  ec.  j  di  levare  an- 
co quella  traiezione  ,  o  iperbato,  o  saito 
lrO|»pa   grande.    (*) 

TRAIMENTO.  //  tirare.  Teot.  Misi. 
Solamente  col  portamento  dell'amore  e 
col  solo  traimento  1'  anima  è  levata  «  por- 
tata sopra  se  medesima  quante  volle  ella 
vuole. 

TRAINANTE.  Cfie  traina.  Cap.  Im- 
pr.  prol.  Fare  muovere  giovenchi  trai- 
nanti di  quelle  ordinate  pietre  d'  io  su  il 
dclto  monte. 

TRAINAIlE.  Tirare  il  traino^  Stra- 
scinar per  terra.  Lat.  trahere ,  rapiare. 
Gr.  ijjp&iv,  ii/eiv.  Lih.  IJicer.  Le  no- 
stre corpora  e  le  nostre  nicmlira  sarchbo- 
no  vilmente  trainale.  K'  lUcord.  Ma/csp. 
196.  Ititurnò  nella  chiesa,  e  prese  Arrigo 
pi>r  gli  capelli,  e  così  morto  il  trainò  fuo- 
ri della  chiesa.  ( /ij  Jìtton.  Fier.  3.  2.  9. 
O   traino  formaggio,  o    snn    liliraio. 

TRAILO.  Che  alle  volle  si  dice  e  si 
scrive  coir  accento  sulla  penultima.  Quel 
peso  che  tirano  in  una  volta  gli  animali 
che  trainano.  I  ardi.  Stor.  l^-  Sog.  Si 
deliberò,  che  d' ogni  traino  di  legname 
che  si  conducesse  alla  città  ce,  si  pagas- 
se una  certa  lassa  allo  spedale  dì  Sauta 
Maria  Nuov;i. 

§.  1.  Per  Treggia,  o  Strumento,  sopra 
cui  si  traina-  Lat.  trofia.  Gr.  s/xr^^pov. 
J.tb*  J'iagg.  Hanno  fatti  traini  tessuti, 
rome  canestri,  e  altre  masserizie,  e  lega- 
no ì  cavalli,  e  le  dette  vacche  alli  detti 
traini.  /V  altrove  :  Caricano  questi  traini, 
e  poi  toccano  le  bestie,  cioè  ì  cavalli  e  le 
vacche,    verso  'l  monte  alla   largura. 

g.  II.  /'er  r  Atto  del  trainare.  ì'arch. 
Stor.  9.  220-  Purché  i  collegati  f;li  pa- 
gassouo  ve.  mezza  la  spesa  1  lie  nel  trai- 
no e  nella  munizione  deU*  artiglierie  far 
hi  dovrà. 

§  III.  Per  Impaccio  j  e  si  dice  sola- 
mente di  gente,  di  salmeria  che  altri  si 
conduce  dietro  in  viaggio;  Treno.  Tac. 
J)av.  Ann.  3.  67.  Allora  Severo  Cecina 
disse  per  sentenza,  che  in  reggimento  non 
t'andasse  con  traino  di  moglie.  /?  l5 
2I().  Entrava  nc'ba^ni,  e  mangiava,  la- 
nciato il  suo  gran  traino  di  guardia  e  cor- 
te. E  Stor.  2.  2o5.  Sessautamila  arma- 
ti lo  seguitavano,  licenziosissimi  ec,  scn- 
xa  il  gran  traino  de*  legali  e  cortigiani  non 
ulti  M  u1>bi<hre,  ancorché  con  somma  &e- 
veiilk  retti  (il  testo  lat.  ha:  comitatus 
inhabilis  ad  paronduni  )  .  Malm.  12.  22. 
Ed  eglino  con  tutto  quel  traino  ce.  Sì 
mossero    dì  subito  in   cammino. 

t  S-  IV.  I*er  siniilit.  vale  Strascico. 
Frane.  Sncch.  iiov.  178  iNoii  si  finirel>lic 
mal  di  dire  delle  donne,  i^uardantlo  ullu 
sminuì  ato  traino  ile' piedi ,  e  andantlo  sino 
ul  capo.^*""  Pr.  Giord.  t'red.  284-  Ora  in- 
comincia fra  Giordano  con  grandi  grida  a 
riprendere  le  donne  co'  traini  :  e  gli  uo- 
mini che  non  digiunano.   (CPi 

§.  V.  t'er  l'eso  semplicemente.  Frane. 
Sacch.  rini.  26-  Ver  tirar  con  lì  piedi  un 
gran    traino. 

♦  g.  VI.  Traino,  figuratam.  vale  An- 
damento GuìfC.  Avvert.  l33.  Chi  rego- 
la il  traino  del  vìver  suo  non  in  altro 
che  in  sulla  ikprrauzu  di  avere  ad  essere 
crjiide  cui  popolo  ,  \ìA  poco  ^tiidiiio  , 
perchè  apporsi  h  piuttosto  ventura  che 
senno.  (C) 

*  §.  VII.  Traino.  Termine  de'  Ca- 
vallerizzi. Andatura  del  cavallo  j  ed  è 
quella  che  è  tra  l'  amf'io  e  'l  nalopfM  , 
che  anche  dicesi  Andar  d'  anchetta  e  spal- 
letta.  (A) 


TRA 

*  S-  Vili.  Traino,  nell'uso,  per  Fo- 
dero di  legname.  (A) 

'c  §.  IX.  Traino,  per  Misura  di  le- 
gname, e  simili.  (A) 

*  TRAIRE.  V.  A.  Tradire.  Cuitt. 
Him.  1.  221.  Torto  è  certo  eh'  bai  face 
D*  entrar  dove  giustizia  Dì  giustizia  fa- 
vella, E  a  ciò,  che  Irait*  bai  essa  t*  ap- 
pella.   fC) 

tf  TRAITO.  y.  A.  Traditore.  J'it. 
S.  9/argh.  i53.  Fel,  ladro ,  trailo,  sì  pre- 
se a  dire.  Che  venisti  per  me  tradire. 
(f'J  Cuitt.  ftim.  2.  5.  O  felloneschi,  o 
traiti ,  o  foraennalt,  O  nemiri  provali  Di 
noi  stcìsi    più  che    d'altri  mortati-   (C) 

i  TRAITORE.  f'erhal.  masc.  Che,  0 
(hi  tnie  Scn.  Hen.  larch.  2.  3l.  Se 
uno  traiiore  d'a  in  quel  segno,  dove  egli 
aveva  posta  la  mira,  egli  ha  fatto  l'  ufi- 
zio   del  buono   arciere. 

t  TRALAIDISSIMO  .  T.  A.  Laido 
in  estremo  grado  .  Lai-  sordidissimus. 
Gr  p'uTap'jj'raTo;.  Albert,  cap.  21.  La 
lussuria  è  laida  in  ogui  elade,  ma  in  vec- 
chiezza   è   tralaidissìma. 

*  TRALARGO.  /'.  A.  Add.  Mollo 
largo.  Esp.  Fai.  .Vojf.  II.  Il  ci  lasciò 
a  suo  comialo  prendere  il  tracortese  le- 
sucrislo,  e  il  tralargo.    (?») 

TRALASCIAME.VTO.  //  tralasciare  . 
Lai.  omis.tio.  Gr.  :T3tp«)sr|i;.  Sen.  Pi- 
si.  Paura  delta  morte,  doglia  della  perso- 
na, e  tralasriamcnlu  de'  dilelli.  #  Plul. 
Adr.  Op.  mor.  2.  3^^.  Non  meno  turba 
e  contrista  il  Iralasciamcnlo  dell'  opere 
belle,  che  il  facimcuto  delle  disonorate 
ed  infami.  (C) 

•'.'  TRALASCIANTE.  Che  tralascia. 
Lat.  omillcns.  Gr.  7ra37./CiTtuv.  lìemb. 
leti.  2.  9.  Ili-  Non  rimarrò  dì  dirti,  che 
non  vogli  mancare  a  le  stesso  j  del  qual 
maacanienlo  nessuno  può  maggiore  esse- 
re, ne  che  più  danno  rechi  al  iralascìan- 
te.    (•) 

TRALASCIARE.  Lasciare.  Lat-  omitte- 
re.  ì'arch.  Mor.  li^.  Ancorché  non  trala- 
sciasse i  piaceri  ne  della  caccia,  ne  dc'bal- 
li,  ec. 

TRALASCIATO.  Add.  da  Tralasciare. 
Lat.  pracU'rmissus,  omissus.  Gr.  TTxpa* 
)et'To/x;v05.  Lasc.  Spir.  Ictt.  Ripigliate  i 
tralasciali  studiì    delle  buone  lettere  . 

't  *  TRALATARE.  /'.  A.  Traspor- 
tare. Sor^h.  f  esc.  Fior.  5<)6.  Sì  tralatò 
il  corpo  del  glorioso  san  Zauobì  nel  luogo 
dove  egli  e  ora.  (f) 

fTRALATATO.  f'.A.Add.da  Tralata- 
rej  Tmtporlato.  Lat.  Iranslalus.  Gr.  /ji»T9t- 
rotu^^l'i-  Coli.  SS.  l'ad.  Andando,  co* 
me  Enoc,  con  Dio,  e  tralatalo  da  uni.ina 
conversazione  e  costumi,  non  sia  trovato 
nella  presento  v;inita  del  secolo- 

*  g.  Per  Tradotto.  Salv.  Avveri.  I- 
2-  12.  Kue  Iralatato  in  nostro  volgare  la- 
tino  per    mevser    Bono    Giamboni-   ff) 

:;:  TRALATIZU)  .  Add.  da  Tralata- 
re.  fìorgìi.  Orig.  Fir.  <)8.  ChiamaViin  que- 
ste ta' parli,  nelle  leggi  e  negli  editti,  tra- 
latixie  ;  eh*  e  a  dire,  copiate  «la  un  altro  , 
e  trapurtate  di  peso  in  quello,  senza  mu- 
tazione   alcuna.   ( I  ) 

TRALA7-I0.NE.  Traslazione.  Lai.  trans- 
latio  .  Gr.  /ACrot^^a-  G.  /  .  12.  101. 
I.  Questi  fu  quello  Re,  di  cui  facemmo 
menzione  addietro  nel  rapitolo  dello  Ira- 
laii'tni  del  detto    reame   dì    Tunisi. 

J?  g.  Per  TraduBione.  Salv.  Avveri. 
|.  2.  12.  L'autor  di  colai  tralazione  . 
a  inulte  voci  e  inamert-  tutte  singolari  e 
natie,  non  par  da  crederlo  altro  (he  Kìo- 
rrnlino.  E  d*  rotto, •  Traluìon*  di  Van- 
geli. (F) 

O   TUALCE.     Lo  stesso    die     Trai,  io. 

Pallad.    Fehfir.    (j.      Il     trabe     p^nipjnaio 

na^ce    nel    duro    dilla     vite,    (l  i      F.      16. 

I  Mcrgo  SI  liburna,  quaudu    d  Iralcc   a  ino- 


T  R  A 

do  d' arco  si  lascia  sopra  terra,  e  l'  altra 
parte  dì  quello  iralce  si  sotterra  .  (*) 
Fr.  Giord.  Pred.  1-  88  lo  sono  la  Ti- 
1e,  e  voi  siete  ì  tralci  :  ogni  Iralce  che 
farà  in  me  fratto,  il  mio  padre  ec.  si  lo 
purgherà  ed  avranne  cura  acciocché  fac- 
cia  più   frutto.  (C) 

*  TRALCERELLO.  Dim  di  Trtdee. 
Pallad.  Fehhr.  ^.  Ella  empierà  due  Ual- 
ccrellì  da   alcuna   sua   parte.  (F) 

*  TRALCIATO.  Add.  Pieno  di  tral- 
ci. Bocc.  Am.  I  is.  Via  Iralciata  f  cioc  , 
ìmped  la  da' tralci).  (Aj 

TRALCIO.  Pamo  di  vite,  mentre  egli 
e  verde  in  sulla  vitej  e  si  dice  anche  di 
altre  erbe  e  alberi  .  Lat.  palmes .  Gr . 
xi^/ia  .  Cr.  ^.  18.  3.  Alcuna  volta  il 
freddo  non  l'uccide  tutta  (la  vite),  ma 
solaroealc  ì  nuovi  tralci,  che  per  tenerezza 
del  legno  e  grandezza  della  midolla  difen- 
dere non  si  possono.  Sen.  Pist.  Prendea 
il  tralcio  del  ceppo  della  vigna  vecchia,  e 
metlealo  sotterra.  CoU.  SS.  Pad.  Siccome 
il  tralcio  non  può  far  frullo  da  se  mede* 
Simo,  se  non  è  congiunto  colla  vite  ;  cosi 
£a  di  voi ,  se  non  istarcte  in  me  .  Amet. 
88.  Non  atlramenli  cambiandosi,  che  le  tele 
delle  6gliuolc  del  re  Mineo  in  tralci  con 
pampani  per  lo  peccato  commesso  del  di- 
spregiato Bacco. 

g.  Per  .umilit.  si  dice  /*  Ombilico  dei 
feto  ,  i  i-asi  del  quale  ,  coperti  da  una 
membrana  ,  s'  estendono  per  buon  tratto 
fuori  del  ventre  di  esso  feto  in  forma  di 
cordone,  o  di  tralcio. 

TRALCIUZZO.  Dim.  di  Tralcio.  Dai: 
Colt.  \S!{.  L'altro  (tralcio)  che  segue, 
cogli  per  magliuolo  ,  se  egli  è  vegnente  ; 
e  senza  rìmelUticci  d'  altri  tralciuzzi  su  per 
gli  occhi. 

«  TRALEGGIERE.  Add.  Più  che  leg- 
giere ,  Leggierissimo  .  Sen  Pist.  Pogna^ 
mo  che  '1  savio  sia  trasnello  e  lr;deggie- 
re.    (P) 

*f  TRALICCIO.  Sorta  di  tela  molto 
rada  e  lucente.  ^  Salvin.  lliad.  23.  lOlA. 
Come  quando  Dì  bella  doooa  al  petto  euh 
è  il  tralìccio ,  Che  assai  beo  colle  mani  ella 
dtìlende  ec.  (fi) 

#  §.  Dicesi  anche  d'  una  Crossa  tela  da 
far  sacchi ,  e  simili.  (A) 

•f  *  TRALICE  .  Foce  usata  avverb. 
In  tralice,  e  vale  A  schiancio,  ]\'on  per 
diritto ,  Obliquamente  .  Beilin.  Disc.  \. 
245.  S'b-an  da  fare  ì  muscoli  anco  di  pca- 
zi  <li  tela  e  di  tela  tagliala  ora  |>er  Ìl  suo 
filo  a  diritto  senza  intaccar  nb  pur  uno,  ora 
d'  altri  pezzi  tagliali  djlla  tela  in  tralice. 
/  .  IN  TRALICE.  f(V 

«  TRALIGNAMENTO.  Il  tralignare, 
Straligaamento.  Lai.  degeneralio.  Gr.  l'jt- 
TpoTtr,.  Salvia,  l'ros.  Tose.  I.  l\0^.  Mate- 
matico presso  i  Greci,  non  quel  che  presso 
i  Latini  con  vergognoso  Iralignamenlu  v^l- 
se  astrologo  g  i  udì  ciarlo .  o  artefice  di  na- 
lìvitadi.  ma  dottrioalo.  F  5yO.  Fanno  «r. 
del  lr.ilìgnjniento  dall' anli<-u  valore  gli  uo- 
mini  sospettare.  (*) 

TRALIGNANTE.  Che  traligna.  Lat. 
degeneranx .  Gr-  <(rT«:r»'~Tft*v  «To  toJ 
•/{tOiti.  Filoc.  2.  117.  Come  valoroso  ca- 
valiere ,  non  tralignante  da*  suoi  antichi. 
Coli.  Ab.  Isaac.  Se  farcia  indegni  ec.  di 
cotanta  adozione  ,  e  che  ne  privi  ,  rome 
tralignaulì ,  del  retaggio  palei  naie.  Buon. 
Fier.  5.  I.  8-  Non  tralìgnanli  da'  nativi 
semi . 

<"  g.  Per  simitit.  si  dice  ambe  delle 
piante  the  irnhastanUscono.  Pallad.  cap. 
^.  Allo  scegliere  del  rampo  e  del  silo  si 
,  vuole  porrr  mente,  che  per  callìvanu  del 
lavoratore  e  pigrezza  non  sia  viziala  U 
terra  ,      e    produca     tralignaoli    arbuscel- 

li  (Iti 

TKALICNAnE.  PefTittnrt  ,  h.sitrr  . 
\  o  Divttitar  dis/imite  <t'  grnìton.  L*l.  tit. 


TRA. 


I' 


lirrt.  cap 


vouc.  G.  r.  10.  27-  '•  •=■  •;";'  '"""" 

che  non  »olcs^e  Ir.l.fnare  e  del  nome,  e 
del  tolo  d.  frale  Alberigo.  Dani.  Purg. 
l4 .  Sicuro  È  .1  nome  tuo  ,  dacché  p.u 
nons-aspelU  Ih.  far  lo  po»a  Iralinnan- 
do.  oscuro.  Oeid.  l'ut.  38.  Oeh  come 
traligni  tu  1  in  prima  l'osti  ""■"".»"  '= 
linciuUo.  «  l'ros.  lior.  1.  3.  .63.  A  eh. 
voelia  sfuggir  la  nota  dell  essere,  trai.- 
gnando,  tenuto  indegno  de  suoi  maggio- 

*  §  I.  £  col  terzo  caso.  /Ir.  Fur.  10. 
l5o.  Sia  quel  che  vuol,  non  potrS.  alcun 
biasmarme  Che  mai  l.aligm  ««a  progen.e 

""s  '\\  Per  simiìit.  si  dice  at,che  delle 
Piante  che  imbastardiscono.  Palimi  cap. 
6  Ne-  luoghi  umidi  tralignano  ,..utt..sta  . 
semi,  che  ne- secchi.  tV.  5.  12-  7-  An- 
che inTecch.a  mollo  tosto  questo  arl.ore 
(U  melo),  e  nella  sua  TecchleM»  incalti- 
Tisce .  e  traligna. 

J  TRALIG.NATO.  Jdd.  da  Traligna- 
re  Bemb.  rim.  102.  Ahi  sccol  durol  ah. 
tralignato  semel  *  Cas.  t'raz-  leg  2S. 
Oh  infelice  ,  oh  sfortunata  ,  oh  traLsua- 
ta,   oh  veramente    ebbra  e  sonnaccb.osa 

""*'§.  Per  similit.  Imbastardito,  dello 
delle  piante.  -  Cani.  Carn.  ife-  ""'" 
popon  serpati  ,  Bianchi  e  vermigli  e.  ha 
d-  ogni  ragione  .  E  lu,chi  ,  e  tralignai. , 
Sottosopra  hanno  buona  cond.z.oue  ...  i;.»y 
*TRAL1G>0.  Jdd.  Sincope  di  Ira- 
Ugnato  j  Degenere.  Tac.  Va,:  ^nn.  12. 
l5q.  11  contrario  fecero  i  B.ganlm.  ec. 
quando  avemmo  guerra  col  He  de  Ma- 
cedoni,  che  ne  fu  eletto  F.l.ppastro,  co- 
me traligno.  (iS) 

'+  *  TRALl.NEATO.  Jdd.  Uscito  di 
linea.  Tralignato.  Sal.in.  fier.  /iuon. 
j  4  2.  Oh  mondo  tralignato  !  eoe  Irall- 
ne.7to  ,  degeneralo  dalla  linea,  e  sene  de 
suoi  passali .  (^J 

TRALOUllO  .  r.  A.  Add.  Lordissi- 
mo .  Lai.  i'ilissimns  .  Gr.  KT./xOTaTo;  . 
ó'en  Pisi  L"  uomo  dee  meglio  amare 
iralòrda  e  travillana  morte  ,  che  tranello 

"  TR°AHJCENTE  .  Che  traliice.  *  P'i- 
celi.  Orest.  alt.  5.  E  1'  ampie  e  IraluceuU 
onde  marine.  (P)  „ 

e  I  ler  Molto  lucente.  Lai.  pellu- 
„ns.  Gr.  o.ayav/;  .  G„id.  C.  Spaven- 
tevoli baleni ,  iralucenli  di  repentini,  non 

veri  fuochi.  ,-       /-    T-       ., 

*  S.  11.   Efgiiratam.    ili.  S.  Iranc. 
t-2    La  beatissima  di  Dio  Ch.ara  ec.  fue 
la  primiera   pianta  di  queste   verg.n.  ec.  , 
iralucente  come  stella  chiarissima,  ec.  (i*; 
TRALBCERE.  Hisplendere ,  Rilucere. 
Trasmetter  la  luce  .   come  fanno  i  corpi 
diafani  ,  o  quasi    diafani  ;    e  si  riferisce 
tanto  ad  essi  corpi,  quanto  alla  luce  me- 
desima.  Lai.   splendere  .  lucere  ,    mterlu. 
cere,  translucere.  Gr.  5T./6-:iv,  OiaiTU- 
ee.v.     Cr.    g.    86.  5.  A  sperarle  .que^e 
(uoi'aì  che  tralucono  son  vane;  quelle  che 
non  tralucono  son  piene  .   lelr.   son.  J^. 
Poiché    vostro    volere    in    me    nsplende  . 
Come  raggio  di  Sol  traluce  in  vetro,  i^oi'. 
ani.   82.    l-    Come   e' giunse  alla  grolla. 
si  la  vide  in  certo  luogo  mollo  Iralucere, 
imperciocché  vi  avca    mollo    oro  .   C.    /  . 
12     108.     l.    Nfl    cospetto    del    quale    la 
Luna  non  risprende  ,  le  stelle  non  Iralu- 
cono,  e  immonde  sono  fcioe,  rendono  lu- 
ce appannala  e  abbacinala). 

e  Tralucere,  per  metaf.  Dani.  Purg. 
li  Ma  dacché  Dio  in  te  vuol  che  Iralu- 
ca  Tanta  sua  graiia  ,  non  li  sarò  scarso . 
£  Par  5.  Son  è  se  non  di  quella  alcun 
^esUgio  Mal  conosciuto,  che  quivi  Iraluce 
Bui  ifi:  Traluce,  cioè  trapassa  con  fai 
la  loce,  imperocché  pare  quel  che  non  e. 
Vocabolario  T.  ti. 


TRA 

Pelr  canz.  IQ.  1-  Q"""  visibilmente  il 
cor  Iralucc.  ì.  son.  Il5.  Paventosa  spe- 
,„e  Dell'  alma  .  che  traluce  come  un  ve- 
tro    Talor  sua  dolce  vista  rasserena.  .-Il- 


TRA 


1S77 


50     Mal  si  fa  que 


:1    che  si  fa  a 


fede  della  ventura,  perciocché  la  ventura 
iraluce  a  guisa  di  veUo  ,  e  quando  ella  ri- 
splcnde,  si  si  spezia.  ,    .   „,. 

3  TRALU.NARE.  Stralunai  e.  i.-i\..  ocu- 
los  circunnoUere  .  circumducere  ,  distor- 
,„ere.Gr.  Ju.o'xTa  J.a,Tp£fl.v.  IranC. 
Sacci.,  no,-.  84.  Va  Iralun.mdo  quan  unche 
lu<uogli;  se  tu  ti  vuogll  andare  al  letto, 
si  li  va;  e  se  no  .  va  per  casa ,  come  le  gal- 
le ,  quanto  li  piace. 

*  S  I.  /'"■  Maraiigliarsi  ,  0  simile  . 
..  Frane.  Sacci,,  noe.  120.  Tutta  Firen- 
le  il  giorno  seguente  andarono  a  vedere 
,1  detto  monimenlo;  chi  tralunava  di  qua, 
e  chi  di  la  ...  /.  199-  "  mugua-o  col  Iru- 
eatu.o  percoteva  \  acqua,  cou  diversi  alti 
Inalando  la  gatta  ;  Notino  smemoralmo 
fraUinava.  1:  206.  E  quelli  dice  :  ha  u 
il  famelico  ì  La  doDna  risponde:  farneti- 
cato avrai  lu .  Farinello  stava  come  Ira- 
lunalo.  Dice  la  donna;  Iraluna  bene,  che 
tu  hai  bene  di  che.  f/  ; 

8  11  ler  Astrologare.  Frane,  iaccn. 
no?  l5l  yuell'  «^l"!  ■''=""'°  iralunando, 
stando  la  noltc  su'  tetti  ,  come  le  galle  , 
hanno  tanto  gli  occhi  al  cielo  ,  che  per- 
dono la  terra  ,  essendo  sempre  poveri  in 

canna.  ^     , 

TRALUNATO  Jdd.  da  Tralunare. 
t  %.Per  Quasi  ba.iito,  cioè  Prifo  di  sen- 
timento. Lai.  consti-rnatus.  Gr.  xaT«-lK- 
-yei'4.  Frane.  Sacch.  «oc.  78.  Tanto  che 
óer  lo  pensare  e  la  vecchiezza  stelle  buon 
pezzo,  che  parca  tralunato.  E  noi:  l5l.  E 
quegli  pensa  ,  e  guata  come  uno  traluna- 
10.  /;'  rim.  47-  Mostravasi  la  Luna  a  Ira- 
lunalifni/i   inforza  di   Susi.). 

TRALUiNuO.  /■.  A.  Add.  Assai  lun- 
go. Lai.  pralongus.  Gr.  o':tE/:/")'"l;-  *"■ 
Pisi.  Chi  a  sapienza  e  pervenuto,  e  giun- 
to al  suo  fine  ,  non  Iralungo  ,  ma  tra- 
erande. 

TRAMA.  Le  fila  da  riempier  la  tela  di 
seta.  Lai.  trama,  subtegmen.  Gr.  fpo/.r,. 
Pani.  Par.  17.  Poiché  tacendo  si  mostro 
spedila  L'  anima  santa  di  metter  la  trama 
lu  quella  tela  eh'  io  le  porsi  ordita.  Buf- 
ivi.- Trama  é  la  tessitura  della  tela,  che 
si  tesse  nell'  orditura,  e  compie  la  tela. 

§.  1.  Per  metaf.  insegno.  Maneggio 
occulto  ,  o  ingannevole  .  Fr.  lac.  7 .  J. 
6  q.  L'  uom  e"  ha  prosperilate  ,  Truova 
"rande  amistate  ;  Se  viene  in  tempestate, 
Rompesegli  la  trama.  Lib.  Amor.Mpre- 
-o  che  ingiuria  dal  vostro  giudicio  con 
Trame  non  proceda.  Bern.  Ori.  2.  12- 
63  Parse  questa  ad  Orlando  strana  tra- 
ma .  Malm.  II.  5.  Questa  è  trama  di 
qualche    tradimento 


liuv...... 

IL  Per  metaf.  in  senso  buono 


f  g.  1».  .ti'    f.'^...j.  ...  

Ar.  Fur.  21-  3l.  Ma  quando  mi  compia- 
ci,  io  farò  trama  Di  racquistarti  e  liber- 
tade  e  fama.  (B) 

•f  TRAMAGLIO  .  Foggia  di  rete  da 
pescare  e  da  uccellare,  la  quale  e  com- 
porta di  tre  teli  di  rete  sovrapposti  l'uno 
ali-  nitro  .  Pataf.  10.  Gi'a  col  tramaglio 
vi  prese  tre  moglie  .  Fr.  lac.  T.  2.  12. 
3q.  Stassi  allaccialo  e  preso.  Come  in  tra- 
maglio leso  Incauto ,  afflitto  uccello. 

TRAMALVAGIO.  /  -  A.  Add.  Mollo 
malvagio.  Lai.  nequissimus.  Gr.  TTovripo- 
TKTO;  /.IO.  -W.  Per  la  rimembranza  de 
iramaìvagii  esempli  della  guerra  proccia- 
namente  passata. 

f    *    TRAMANDAMENTO  .     //    tra- 
mandare.    Bellin.    Disc.     2.     l63.     In    o- 
gni   nascimento    si    far'a  come  un  passag- 
I  gio,  un  tragetlo,  un  tramandamento  del- 
I  r  essere  della  cosa  che  fa  nascere  in  quella 
'  che  nasce.  £  poco  dopo:  L'essere  del  chi 


dee  nascere  contenuto  in  qualche  maniera 
nel  chi  fa  nascere,  il  tramandamento  che 
di  lui  fa  il  chi  fa  nascere  e  il  chi  dee  na- 
scere. (Min) 

♦-t  *  TRAMANDASTE.  Che  traman- 
da Cor.  Long.  sez.  Sg.  Crediamo  noi 
che  la  composilura,  essendo  una  certa  ar- 
monia di  parole  ec.  moventi  mille  idee 
ec,  ed  nnilamente  col  misto  e  colla  mol- 
lipUcilà  de'suoni  tra  di  loro,  tramandante 
r  affetto  ,  che  é  nel  dicitore ,  negli  animi 

ce-  <A  ,    . 

*  TRAMANDARE-   Trasmettere.  Lai. 
(r<i/ism,((cre.  Gr.  o\a7IJ>-:t£iv.  Red.  Cons. 
1   224.  Fa  di  meslieie  proccurar  che  il  fe- 
gato     come   gianduia  separatoria  ,   separi 
perfettamente  la  bile  dal  sangue  ,  e  la  tra- 
mandi in   quantit'a  suffic.cnle  alla  volta  de- 
gì'  intestini.  (")  Segner.    l'arroc.   inslr.   5. 
1     Questa  legge  tramando  egli  sopra  ogni 
altra  a'  discepoli,  obbligandoli  a  camminar 
su  le  sue  pedale  nell'  eseguo  la      (F)   Sal- 
via. Disc.   2-   20.  Le  quali  tulle  faccende 
d.  bocca  in  bocca  da  padre  a  figliuolo  po- 
trebbero essere  tramandale;  poiché  1  uso 
dello  scrivere  ec.  (*;  Imperf    '  -   T-'^e. 
D     16.    T.     2.     358.    Degli    influssi,  che 
variamente    tramandar    sogliono  più  V  u- 
no  aspetto    che  1'  aluo  ,  e  più  queUo  che 
queU-    altro     pianeta.     Bellm.     Disc.    X. 
i64     Non    é    altro   un    fiume  che  un  a- 
cqua     scorrente  per    ogni    più    basso  ,    a 
cui  ella  si  porli  e  pervenga,  e  vi  si  porta 
e  pervienvi  perché  la  sorgente  la  vi  traman- 
da ,  e  perché  la  conUeo  fornita  del  suo  na- 
turai peso.  (F) 

rt  8  I  Per  Mandare  semplicemente. 
Segner.'  Parroc.  instr.  8.  2.  Gli  hanno  a 
poco  a  poco  poi  tramandati  in  oimenticanza 
fra  i  libri  inutili.   (1  J 

«S    n.  E  neutr.  pass.  Bellin.   Disc.  2. 
l65.  Una  sorgente  ec  ,  da  cui  l'acqua  con- 
tenuta si   parta  e  si  traporli   -=    •""""^' 
verso   il  basso  -   E  appressa  :    E  1    acqua 
'  da  lei  si  parte  ,   e  si  tramanda    verso  .1 

'^rTRAMANDATO.  Add.  da  Traman- 
dare .  Eellin.  Disc.  2.  349.  Tu  sei  pur 
1  queir  Alchimia  da  essi  negli  annali  delle 
'  tue  glorie  con  si  splendida  pompa  di  ti- 
toli e  di  attributi  tramandata  alla  memo- 
ria de'  posteri,  ec.  (B) 

*  TRAMANDATORE-  I  erbai,  masc. 
Che  o  Chi  tramanda.  Bellin.  Disc.  11. 
Oh  uomo,  solo  fecondo  dentro  sé  stesso, 
e  fuor  di  sé  stesso  Iramandalore  di  tutti  lo- 
ro 1  (Min)  .       ... 

TRAMARAVIGLIOSO  -  V.   A.  Add. 

Molto  maraviglioso.  Lat.  val.le  mirabilis. 
Gr-  J-.^SaupcsTÓs  .  Tes.  fr  Proem. 
Vidi  Fdosofia  in  sembianza  di  donna  in 
tal  modo  ed  abito,  e  di  si  tramaravigko- 
sa    possanza ,   ec-    {così  i  migliori    testi  a 

''^"'tramare  .    Riempier   la    tela    colla 

trama  . 

s  Per  metaf.  vale  Far  trattati  e  pra- 
tiche. Cron.  Mcrelt.  335.  Intra  questo 
lempo  si  stette  a  campo  a  ■*  ico  ,  si  tra- 
mava di  continuo  in  Pisa  e  nelle  castel- 
la ma  tulio  era  nulla.  I  arch.  Stor.  10. 
3lQ  Perché  egli  avea  tramato  per  mezzo 
del  protonotario  Caracciolo  questa  pratica 

j  ■„,  Àr  Far  I.  5l.  Ma  alcuna 
medesima  .    ^r.   1  ur.    1.  .t» 

fizione,  alcuno  inganno  Di  tenerlo  in  spe- 
ranza ordisce  e  trama- 

TBAMAZZARE.  Stramazzare.  Lai. 
consternari  .  Gr.  x«Ta6a//£^S:="  ■^" 
Pist.  Non  gittarsene  fuori  subilamenle  . 
siccome  tramazzando  e  caggendo  .  Ir. 
Ciord.  S.  Fred.  Qui  pare  che  ogn  gen- 
te  tramazzi,  e  p,ii  ne  vanno  a  ninferno- 
Fr!  7„c-  r.  2.  32.  61.  E  picciola  bestiuola 
Fa  destrier  Iraniazzare.  ^     r     ^  . 

TRAMAZZO      Tumulto.   Confusione, 
Trambusto.  Lai.  tumultus  .  turba     Gr. 
J98 


1578 


TRA 


TOto^X"'*  TUffir]  .  r^ov.  ant.  62.  6.  Fé' 
«elitre  cavalli  e  tomieri;  vallcUi  vcgaono 
e  T;inno  di  giù  e  tli  su  ;  chi  |)orla  Ireoi , 
chi  selle  ;  lo  luniatxo  era  grande.  Pass. 
368  -  Si  sogneranno  cose  rimescolate  e 
confuse  santa  ninno  ordine,  o  più  insie- 
me, <i  r  una  dopo  l'altra,  e  tali  tramazzi, 
che  il  sognatore  medesimo  nun  sapra  rac- 
contare . 

§.  Per  Trama,  nel  signifc.  dei  §.  I. 
Frane,  òacch.  nov,  206.  Trovando  Clo- 
dio  ,  disse  come  la  sua  donna  pareu  the 
sapesse  il  Iraniazzn   di  (]uclla   notte. 

I  TUAMIlA>ClAMI-.WTO.  //  tramha- 
SCiare.'Lk.l.aiiffor.  «ir  a9«uovi'a.  Mid.Àrh. 
Cr.  33.  QuaiUo  ell-i  fu  l'ansietà  e  '1  trjm- 
Lasciamento  in  quell'  ora  nello  spirito  del 
Figliuol  di  I»io  iw-dentore  ? 

THAMBASCI AUE.  /essere  appresto  ila 
amhascia.  Lai.  angore  opprimi.  Gr.  0  -  5- 
&u/*w;  e^eiv.  Patajf.  ^.  Della  scal>l>iosa 
trambasciando  parrbio  .  I-'r.  Jac.  T.  6. 
34.  2.  ?iè  partorisco  ,  trambascio  ,  o  do- 
loro. 

g.  Pt^  meta/,  Omei.  Orip.  Vedere  cbe 
tutta  si  distrug)^e  e  trambascia  di  disidcrio 
di  vedervi. 

THAMIIASCIATO.  /tdd.  ila  Traniha- 
sciare  .  Frane  .  Sncch  .  no\*  .  28.  Oimè 
trista,  eh'  io  sono  tutta  tramliasciala  -  F 
noy.  53-  In  (|ue<ilo  1'  altro  compagno  giun- 
se alla  piazxj  trambasciato  gridaudo.  Lib. 
Son.  33.  .Stimo  sii  trambasciato  e  bene- 
merto  Per  tanl'  opera  degna.  Vorch.  Ir- 
col.  33^.  Don  Silvano  Uazzi  ec.  ttitln  tra- 
felato comparse  (juivi,  e  così  trambasciata 
disse:  ce. 

*  TRAMBEDUE.  Tramenduc  :  ma  è 
poco  usato,  t'ir.  As.  ^\.  Le  beffe  e  le 
scuìf  por  all(>:.i  furono  grandi  da  tram* 
bedue  le  parli.  {C} 

TRAMBUSTA.  //  tramhu stare ,  Tram- 
busto. Lat.  tumii/tuSf  tuiha.  Gr.  Ta/JK^^s;, 
Tu^£»j-  Star.  /Un.  .Montali/.  Mentre  cbe 
era  questa  Irandmsta. 

TRAMBUSTAKE  .  Pimtiovcre  le  cose 
Con/bndendo/f,  e  disordinando/e.  ^-  Soder. 
Colt.  Quando  il  vino  ec.  non  e  ben  chiaro 
o  fatto,  non  riceve  danno  didrcs>erc  tiam- 
bu.<>tato.  K  altrove:  Farai  yiortarc  quel  va- 
sello così  pieno  ,  senza  più  trambustarlo  , 
nella  volta.  ( l< ) 

TUAMBUSTI'O.  Il  trambustare s  Tram- 
busta . 

TRAMBUSTO.  //  tromba. ^tare  j  Tra- 
vaglio y  Sollevazione  t  Disturbo.  Lat.  /«- 
niultus,  turba.  Gr.  ra^ax^i-  Tac.  Dav. 
Ann.  4-  98.  Essendo  la  casa  del  Prìncipe 
in  trambusto  per  ordire  ad  Agrippina  la 
morte  (il  testo  lat.  ha:  eommota  Princi- 
pis  domo),  farcii.  Slor.  il.  ^ii.  Men- 
Irecliè  Firenze  era  in  incredibile  trambu- 
sto e  travaglio,  s'  cblie  lingua  rbc  '1  Prin- 
cipe s'  era  parlilo  dal  campo,  fìuon.  l'icr. 
3.  \.  2-  Correr  al  rumore  di  questo  e  qutl 
trambusto  .  E  3.  5.  2-  Avvezzo  alle  bur- 
rasche ed  a'  trambusti  .  Ma/m .  5-  2Ì. 
Mentre  ella  scrivea.  Gettava  gocciolon  ai 
questa  posta.  Per  lo  trambusto  grande  cb' 
olla  ba  avuto. 

1  TRAMENARE.  Menare,  Trattare. 
Lat.  versare,  pertractarc.  Gr.  cip^oiiv, 
xa^KTTTsaàat .  Car.  lett.  1.  72.  Sono  a 
guisa  delle  vesciche,  le  quali,  quanto  più 
sono  trameoatc ,  più  s'  empiono  e  più  ten- 
gono . 

#  S-  Figuratam.  Manrggiare  ,  Trat 
tare  un  ni'gotio  ,  o  simile  y  ma  v  modo 
contadinesco.  ».  lìuon  ■  Tane.  l\.  p.  Or  di- 
mi  tu  licenza  rh*  io  trameni  Questa  facccn* 
da,  quando  sia  a  proposilo  »?  (H) 

THAMENDUE,  TMAMENDUI.e  TRA- 
MEXDU.XL  Intramendue  ,  Tutti  e  due, 
I.'  uno  e  l'altro.  Lat.  ambo  ,  utertfue  . 
Gr.  ajULfi&t,  u/jLj3OTij90t  .  Fir.  Disc.  an. 
5i.    Tramenduui    caddero    In    terra  ;   ma 


TRA 

percliè  il  gambero  rimase  di  sopra,  e*oon 
si  iecr^  mal  \  eruno.  /;."  62.  Venula  l'ora, 
che  la  bella  giovane  dormiva  ,  tramendui 
d'  accordo  andarono  alla  volta  sua.  A'  As. 
220-  Grondj\a  la  schiuma  da  tramendue  le 
guance.  Ar.  Fur.  18.  18;.  Fu  il  morto  ' 
Kc  su  gli  omeri  sospeso  I>i  tr.inicodue ,  tra  | 
lor  pattando  il  p«  *o  .  /.  \S  94  Troppo 
sarà  ,  »'  io  voj^lio  ir  rimembrando  Ciò  eh' 
al  partir   da   traniendue  fu  dello.  1 

s;*   TRAME^COLAME.NTO.    //  trame-  1 
scolare.    Impfrf.    /'.    Tusc.   D.    \l\.    T.   2.   ■ 
272.   Plt   i'hi.iriiii)cnc  ne  ho  falla  1' espe-  , 
rieiiza   facendo  di  essi   colori  primi  sopra- 
dflti   diverse    misliche    sur    una    tavolozza 
da   pilhtri  ,   e   vedutine   nascere   e   il    veidc 
e   il    paon-izzu   e   il   rancio  ,   e    pui    col    Ira- 
mcsroljiiirnto    di    questi,   secondo    le    vailC 
dt'se  permisi  hiale  insieme,  gli  altri  di  mezzo 
far>ene   di  mano  in  mano.  (Ft  1 

t   TRAME.SCOLAKE  .   Confonder  me-  \ 
scolando.   Lat.   inlermi.fcen .   Gr.    :T«p';^- 
p.iyj'jvv\.   l  iv.   M.   >ulb>  conosca  né  sé  ,  . 
ne  i  suo"  antirlii ,  che  avvcrrac,  se  i  ma-  ! 
lilaggi  sì  tramescolano.  ^'  Imperf.  /  .  Tusc. 
O.    11.    T .   2      III.     Que*  raggi    liimìni>si 
ec.   hanno   perduta   la   luce,    imbraltandu^i, 
e  tramescolandosi    cogli    alomi  del  mulio- 
ne.  (Fj 

*  TRAME-COLATO.  Add.  da  Tra- 
me.tcolare .  Imperf.  f-'.Tusc.  D.  IO.  T.  2. 
62.  Il  fuoco  elenienlare  sta  nella  compo- 
sizion  delle  legna  tramescolato  con  gli 
altri  elementi.  /',  />.  II.  T.  2.  92.  I  cii^li 
non  essere  tlilicrentì  Ira  loro  ,  ma  esier 
tutt'  aria  ,  e  tutta  luce  più  o  meno  tra- 
mescolata .  /','  O.  12-  T.  2.  I^8.  Se  gli 
spirili  vitali  in  cs-^o  (cuore)  sono  del  lutto 
nudi  0  spogliati  d'  altra  materia,  ansi  tra- 
mescolati sono  di  sangue  ec.  fi') 

f  '••  §.  Tramescolalo,  vale  anche  Posto 
in  mezzo  .  Salvia,  l'ros.  Tose.  2.  101. 
IVtl  nostro  caso  1'  S  tramescolata  tra  l'al- 
tre lettere,  non  fa  sentire  il  sibilo  schiet- 
to ,  ma  ec.  (*) 

TRAMESSA.  //  tramettere. 

§.  /Vr  Digressione,  Fpi<odìo  Lat.  di- 
gressio.  Gr.  E/rporr*]'.  M.  /'.  11.  17.  Con- 
tinuando nostro  trattato  della  guerra  tra  i 
Fiorentini  e  ì  Pisani  eoo  poca  tramessa  di 
cose  forestiere. 

*  TliAMESSIONE.  Tramessa.  lìemb. 
Pros.  ?..  71.  In  più  versi  interi  ed  in  più 
rotti  finiscono  ,  senta  tramessione  d'  altra 
rima,  (f) 

T  R  AM  ESSO.  Fivanda  che  si  mette  tra 
r  un  servito,  e  l'altro.  Lat.  'intromis- 
sum.  l .  il  Du  -  Fresne  .  Com.  Inf  20. 
Faceva  recar  la  vivanda,  una  parte  della 
promessa  del  Re  di  Francia,  una  palle 
del  Re  d'Inghilterra,  li  tramessi  di  Cici- 
lia ,  lo  pane  d*  un  signore,  e  'I  vin  d'un 
allro  ,  coi  li  confetti  ,  e  queste  imbandi- 
gioni dava  alla  sua  brigata. 

TRA.MESSO  .  Add.  d.i  Tramettere  . 
Red.  Annoi,  Ditir.  I18.  Queslf  colali  co- 
se ,  come  certi  petzì  d'anticaglie  ne*  nostri 
edifìcìi  tramesse  ce,  danno  grazia. 

TllAMHSTARE  .  Confonder  mescolane 
do,  /iivo/tare,  /ìovistare.  Lat.  invertere. 
Gr.  tf.'STpi^n'j.  Pallad.  cap.  6.  La  terra 
che  si  tramesta  <!'  intorno  agli  alberi  e  al- 
le viti,  si  TUol  tramutare.  Frane.  Sacch. 
nov.  161.  L'  uova  schiacciando  e  trame- 
stando, cominciò  a  pigliare  i  pennelli. 

§.  Per  metaf.  vale  lo  stesso  .  Iranc. 
Sacch.  nov.  11^.  Trame«lava  i  versi  suoi, 
smoizit  andò  ,  e  appiccando. 

TRAMESTIO.  Il  tramestar*.  Frane. 
Sacch.  nov.  lOI.  Sentendo  la  (cria  il  Ira- 
mestio  f  ed  essendo  siala  in  ascolto  ,  di- 
ce: ce. 

.  t  TRAMETTERE,  e  TRAMMETTE- 
RE  .  Metterr  una  cosa  tra  due  altre  . 
/  arvh.  Frrol.  269.  Il  Iramcltcre  numeri 
poetici ,  cio^    versi ,  ne'  numeri  oratortì  , 


TRA 

cioè  nelle  prose,  è  riputalo  vizioso.  ^«/^A. 
Arni.  fam.  39.  Dove  Irametteodo,  ed  M- 
coppiandu  attamente  gli  chiari  e  gli  scwi  , 
spiccano  tanto  bene. 

3  5.  L  per  Introdurre  ,  Metter  dentri. 
Lat.  inlromittere.  Gr.  £iso^/E3^at. 

^  §.  11.  Tramettere  per  alcuno,  vmf€ 
Mandare  a  chiamare  ahuno.  *  A'ov.  ant. 
3.  3.  Albira  fu  Irammesso  per  lo  cavaliere, 
cbe  adili>nìJiid.iva  il  dono  >.  Stor.  liarl. 
3.  Allora  tr;imike  tulli  lì  suoi  servi  «e. 
per   i{uello    barone.    (Pf 

%.  111.  ler  Mandare.  Lat.  Iransmit- 
tere.  Gr.  ciaT  i'w-»iv .  /\'ov.  ant.  61.  6. 
Allora  egli  scrisse  a  un  suo  amico  secreto, 
che  ')  di  del  tt>i  iii-ameuto  li  trammettesse 
arme  e  ra«alb>  >ecrelMmente.  t>ittant.  2. 
l5.  il  qu.tl  di<-iassi-il' aiiui  tcunc  L' impe- 
pcrio,  e  <  lir  più  leggi  alliui  tramite. 

*  §.  IV.  Per  Ira/astiare,  }htter  da 
parte,  tentb.  Iros.  \.  6-  M'increicc  che 
essendo  e^t  nella  Ialina  lingua  gi'a  avvci- 
zo,  egli  Ij  lr;«ld>ci  e  tramctla  1  osi  spesso, 
come  e.  Il  fa.  per  inscrivere  vulgarmcnle . 
F  I.  56.  Ilo  del  tutto  Iramessa  la  Icaione 
delle  ullramoiilane  cose.  (T ) 

3.  V.  In  .fi-.inifc.  neutr.  pass,  va/e  Fn- 
trare  e  Metti  r.si  di  mezzo.  Jister  media- 
tote.  Lat.  s    inlerponere.  Gr.  òitp);c3àai. 

0.  y.  12.  I03.  3.  Trametlersi  di  pare  ira 
loro  ,  come  cari  amici  .  M.  $',  9.  9^.  Il 
maggior  fraU-llo  del  Re  ,  titolato  Impera- 
doic  di  Co»taiiìiiitipo1i,  si  tiamettea  di  fare 
concordia  tra  loro. 

§.  \  I.  /Vr  Impacciarsi,  /ngerirsi.  Lat. 
curare.  Gr.  S'Ti/jLj/uffàai.  M.  l'.  7.  87. 
Il  rapa  fece  armar  Vignone,  e  afforzare  s 
guardale  la  citlà,  e  d*  alUu  non  si  tramì- 
se.  .'•'rt/t*.  {.ranch.  I.  2.  Tu  mi  fai  mara- 
vigliare A  dir  che  '1  Granchio  si  trametta 
egli  In  queste  vostre  pralìrhe.  *  Saltust. 
i'at.  69.  Mon  si  Iramellea  d'  aver  ricchrt> 
zc  a  prova  del  ricco,  né  d*  occulte  malisic 
e  opere  cogli  o|'cr.ilori  loro.   tCj 

1  K  A  .\l  L  /.  Z  A .   Tramezzo. 

'•:••  TRAMEZZADILE.  Add.  Che  siptià 
tramezzare .    Imperf.    P.    Tu.tc.    P.  6.    2*. 

1.  172.  S'  ella  e  tuli'  una  materia  indi- 
visìbile, da  nuli'  altra  trameualulc  e  con- 
tinua ,  non  ci  può  nascere  vera  o  reale 
niuna  differenza  di  quantità.  (F) 

TKAMtZZAME.NTO  .  //  trame ssarr  , 
/nterntettimento  .  Lat.  interpositio  .  Gr. 
Trapivà«7t;.  Sen.  Pist.  Se  eli' i  lunga, 
eli'  hae  alcuno  tramezzameuto,  ed  haL'  spa- 
lio dì  ricrearsi,  M.  ì'.  9.  3l.  Faremo 
punto  qui  alle  nostre  fortune,  per  segui- 
re delle  straniere  quante  n'  avvenne  ne* 
tranirzzameoti  di  quoti  tempi  (  cioè  ,  in 
questi  tempi  dì  meito  ) .  V  A' 9.  98.  E 
qui  faremo  pìccolo  Iramcszamento  d'  al- 
cune cose  occorse  fuori  della  presente  ma- 
teria ,  aerioccliè  1'  animo  e  lo  'olellello 
faticalo  ec  abbia  per  nuovo  cibo  ricrea- 
zione, (/ì) 

TRAMEZZARE.  Entrari,  e  Essere 
tra  l'  una  cosa  e  l'  altra  .  Lat.  tnterpO' 
nere.  Gr.  TttstvTidivoti  .  M.  F.  a.  5;). 
Trovandole  serrale  e  bene  in  concio,  non 
lo  invotironu  ,  e  non  s*  afferrarono  con 
loro  ,  o  per  codardia  ,  0  per  maestria  di 
traniezxare  l*  altre  galee  de'  Genovesi.  E 
5.  2.  Molli  cavalieri  armali  tramenaroan 
tra  la  sua  persona  e  della  donna  .  Cren. 
MorrJl.  33j.  Credo,  Irameimasse  fra  Dino 
e  lui  ab  una  ddtr  fcmmiue. 

§.  I.  Per  /nl<rporrf  ,  Metter  tramtM' 
10.  Maestruzs-  l.  .(3.  Se  li  trametzassooo 
certe  parole,  che  togliessono  la  'otenuooe 
del  batlezaanto  re.,  non  sarebl>e  ballesmo, 
per(hì>  poi  compiesse  le  persone  delU  Tri- 
nità. *  Puf.  Purg.  12.  a.  Foga  b  aoda- 
nienlo  senza  rallenersi,  e  operamento  tenu 
tramezzare  liposo.  (?il 

*  §11.  /Vr  Passar*  in  imezso.  Cuict. 
Stor.  2.   l65.  Baiocco  ec.  h  a  rìnconlro  di 


TUA 


Boverè  in  sulla  strad.  J.nlta  a  mano  dc- 
sUa  da  andart-  da  Trento  m  Ilalu  ,  Ira- 
„,cx.anda  quello  e  «»>--•■  ''^  '  "".'f' 
m„o  iioUlra,  .1   6unu-  dell  Ad.ce.  (L) 

e  III.  /Vr  /„;.rm,((.n.-  .  Lai.  mler. 
milùrc.  Gr.  OiaXec'si.v  .  Cr.  9.  91.  i. 
Cucito  fe  quasi  tullu  r  anno,  e  sulanicnle 
Uamenano  da  mexxo  Dicembre  a  nurto 
Mano  ,  e  fauno  due  pippion.  per  volta  , 
i  quali  insieme  crescono,  e  hanno  le  lor 
ione  ,  quando  le  madri   pailoriscouo  gU 

**'§.  IV.  Prr  Spartnt.  Di^iJ're.  Fr- 
GioJ.  134.  Cosi  intervenne  .n  Crulo,  che 
Uame«ando  questa  .olla  tra  no.  e  D.o.egl. 

ne  fu  morto.  (I  J  . 

»  S  V  /i  in  senlim.  neutr.  e  neulr. 
pass  yoU  Mettersi  per  mediatore.  Ir. 
Ciord.  134.  Or  queste  sono  le  buone  pa. 
ci,  le  paci  ..cure;  e  queste  sono  quelle, 
„,e  «  iranieiaa  Cristo,  f/  )  E  l34  Osnen- 
di  i  lacerdol.  offerauo  a  Dio  saer.Bc..  pur 
per  tramenare  ,  e  racconciare  tra  Dio ,  e 

y  uomo.  (CPj 

TRAMEZZATO.  Jdd.  da  7  ramfZZKre. 
Lat.  inlernositiis.  Gr.  :i../(:£vTi3£^!V5i  . 
Cr^n.  Mcrell.  352.  E  allora  tramena  o 
.  modo  che  un  «ciò  ,  vid.  una  donzella 
Liancbissima.  i:<-mm.  5.  i\-  Tae.tanre.,- 
le  piangendo  ,  ricominciai  la  tramezzata 
angoscia,  dicendo:  ec.  1  eoe,  intermessa). 
Jjion.  Ficr.  3.  2.  17.  O  squartate,  o  divi- 
se ,  o  tramezzate.  .     ,    , 

+  TRAMl-.ZZATORE.  I  erba!.  n,asc. 
Che,  o  CI,,  tramezza,  M,dialore.  >!'=■ 
j„„o.  Lat.  -.r4.(er.  Gr.  o'.arnvr,;.  ^«'.of- 
fan'.  Tramezzatore  del  nuovo  Testamen- 
to .  °i{im.  a„i.   P.  .^■  *•■■'"<*•  "-='■•  '^^ 

bene  aggia  Amore  ,  Che  fu  tramezzatore  . 
#  Fr.  0,ord.  134.  Se  Cristo  non  e  e  per 
tramexzalore,  ogne  pace,  che  tu  fai,  e  una 
beffa,  napprrsso:  Interverrà  alcun  otta 
che  '1  tramezzatore  fa.a  la  pace  pur  dall 
una  parte  ,  cioi;  dal  lato  suo  ;  ina  interverrà 
che  r  avversaria  parte  non  tara  pace.  (/IJ 

•+  TRAMEZZATBICE.  /  erbai,  femm. 
Mediatrice.  Sahereg  pag.  68.  f  Livorno 
1799  )  I-a  1"-''=  ^  iramezzauice  tra  noi  e  1 
uiudice  di  tutti.  ,., 

*■  +  TRAMEZZO,  e  TRAMEZZA.   6.» 
che  tra  l' una   cosa    e  l'altra  e  posto  d, 
mezzo  per  dividere,  o  scompartire.  0  a,- 
stinguerc.  Lat.  q..od     est  inter  ,„ed.um. 
Gr.   «-.«OT^u».   'atrod.    I  ,rt.  ÌIQ-   f  =  ° 
andarono  allo    steccalo,  lo  quale  era  ti a- 
mezio  dell-  oste,  e  lecionlo  tutto  rovinare 
e  cadere  .    Cr.  5.    Sg.  2.    Delle   canne    si 
fanno  i  pali  e   le  pertiche    nelle    vigne  e 
stuoie,  delle  quali  i  poveri  fanno  Iraiiiez- 
zi    nelle   lor    case,    iu.on.   t ,er.   3.   i.    12. 
Ha  per  tramezzo  un  luur  soprammattone. 
Geli.   Sport.    5.    I.    Entrai   in   chiesa  per 
quella   porla  che  i  fra  '1  tramezzo  ,  e  la 
cappella  maggiore.  1     ■  r^l 

K  I  Tramezza,  chiamano  anche  1  Cal- 
zolai „„a  .Striscia  d,  colo  eh'  e"  ccono 
tra  7  saolo  e  7  (omii.o  .Iella  scarpa. 

#  8  II  Tramezzo,  per  Intermissione 
di  tempo.  ìlalm.  il.  21.  Senza  tramezzo 
alcun,  senza  respiro.  Ne  diedero  un  car- 
niccio di  quei  buoni.  (Bj  ^ 

*  TRAMEZZUOLO.  Term.  de  Scar- 
pellini.  Il  primo  filare,  legato  il  quale  si 
arrita  al  sereno.  (A) 

*  TRAMISCUIANZA.  Mcschiamento  , 
Mistianza.  Lat.  permixiio.  Gr.  o"ia>i?i5. 
fied.  leu.  2.  44-  Quando  sono  quasi  mar- 
cie spirano  odore  gratissimo ,  e  quasi  si- 
mile alla  rosa  ,  con  qualche^  iramischianza 
di  «hiaggiuolo  e  di  enula.  (*) 

TRAJUSCHIABE.  Jl/i.«c/ii<ine.  Lat.  in- 
urmiscere.  Gr.  TTKpE^ai/vJvai  .  ì- olg. 
Ues.  Altresì  avviene  delle  quattro  com- 
plessioni, quando  si  tramischiano  in  alcuna 
creatura,  che  ciascuna  seguisce  la  natura 
ie\  Via  lUmento 


T  n  A 

TRAMISCHIATO.  Jdd.  da  Trami- 
schiare .  Lai.  inlermixtus  .  Gr.  TZtiptp.- 
liiyS'i'?.  I>l'-  """■  '""'■■"•  Ordinano  1 
Ldicamenli  tramischiati  col  correttivo  . 
Sahi,,  insc.  1.  24^-  '■>  '1"-^^'^  '■"'i'"''^': 
za  vi  sar'a  tramischiato  qualche  loto  di 
mala  eosuutione.  , 

•+  :5  TRAMISERABILE.  Add.  P,u 
che  miserabile  ,    Miserabilissimo.   AaUm 


TRA 


1579 


ctie  luiseraune  ,    >•'... -- 

Odi.is.  4.  445.  Pero  ora  alle  lue  j;.noc- 
chia  veSgo,  Se  di  quello  vuoi  dir  1  acer- 
ba morte  ec.  Che  la  madre  le  lui  trami- 

serabde.  (A)  t    .       . 

TRAMITE  .  r.  i.  Senliere  Lai.  se- 
mita ,  trames.  Gr.  T^.'S  =  ^  .  M-  Aldohr. 
Kon  d.svuno  dal  diritto  '"""^'Lf''-  '•■  "' 
aione.  ■:■  drsin.  Torracch.  3.  35.  Or  tu 
,„i  mena  In  caso  tal  per  tramite  ond  10 
vada  Prudentemente  ad  adoptar  la  spada. 
Z^4  18  Ed  ecco  la  ,  dove  la  diitla  strada 
Da  un  tramile  trasverso  i  intersecata.Arriva 
un  cavalier  ,  ce.  (11/ 

*  e  Tramite,  fu  usalo  anche  per  1  ral- 
cio  .  Ciambon.  Mis.  Uom.  I26.  lo  sono 
la  v,le,  e  voi  siete  i  tramili,  e  qual  Ira- 
mite  sarà  sanza  frullo,  sarà  sceveralo  dalla 
vile  ,  e  saia  messo  nel  fuoco  ed  arso  (?i<i 
figuratali,.  ).   I  (')  ..    _ 

TRAMITKLLO.  Dim.  d.  Tramite. 
Bemb.  Asol.  3.  184.  Per  entro  passando, 
non  ristelti  prima,  si  m'ebbe  in  uno  aperto 
non  mollo  grande  il  poco  parcvole  trami- 

tello  portalo.  ,,,t.t.     ' 

TRAMMETTERE.    ìed.    TKAMET- 

•f  TRAMOGGIA  .  Quella  cassetta 
quadrangolare  in  forma  d'  agiiglia  ,  che 
/■  anomoda  capovolta  sopra  la  macne  , 
0  sopra  iljrullone  d  onde  esce  il  grano  0 
la  biada  che  s'  ha  a  macinare  .  o  la  farina 
che  si  i-uol  abburattare.  Iranc.  òaccli  . 
nof.  iqq.  Gli  comando  che  con  esso  an- 
dasse a  mulino,  e  mai  non  si  partisse  ne 
dalla  macina,  nij  dalla  tramoggia,  che  a- 
vcsse  a  casa  ritornato  la  farina,  h  appres- 
so: Messo  il  grano  nella  tramoggia,  e  co- 
mincialo a  macinare,  ec.  Cii-.l.  Larn.  113. 
Se  la  tramoggia  non  i  slrella  m  bocca  , 
Non  si  fa  macinato  che  buon  sia.  _ 

+  TRAMOLLICCIO.  V.  A.  Add.  Più 
che  molliccio.  Sen.  I',sl.  Sono  ingrassale 
di  fango,  e  hanno  la  carne  cosi  tramoUic 
eia  e  limosa  ,  che  nocciono  al  corpo. 

TRAMO-^TAME^TO  .   Il  faniontare. 
Lai.   occasus.   Gr     i.ciu./.    Biit.    l'urg. 
3o.    I.   Lo  quale  Settentrione,  ne  Occaso, 
cioè  tramonlamento,  mai  seppe,  ne  Olio, 
cioè  x,e  nascimento,  imperocché  tale  cielo 
non  ha  rivoluzione  ,   e   cosi   tale    ScUen- 
irione   non  ha  nascimento,  ne  tramonla- 
mento .  ,     .     ì       . 
TRAMONTANA,  lento  principale  set- 
tentrionale, altrimenti  dello  Korea,  Aqui- 
lone .  Bofaio  ,    leniai'olo  .   Lat .   agallo, 
boreas  .  Gr.   Sopiui  .   Bocc.    no,'.  42.  0. 
Essendo  quel  vento,  che  traeva,   tramon- 
tana ec.  ,  ad    una    piaggia   vicina    ad    una 
citta   chiamata  Susa  ne  la  porlo  .   A  nov. 
QQ    32.    Si    levò    una    tramontana    perico- 
losa ,  che  nelle  secche  di  Barberia  la  per- 

'^"Ti.  Tramontana,  per  lo   Polo  Artico. 

BÒcc.  g.  6.  f.  9.  Q'"''!'^  '=  1"=''  ^  "■■" 
di  tranionlana  guardava  ,  tutte  erano  d. 
boschetti  ec.  E  no.:  77.  32.  La  donna 
montata  in  sulla  lorre  ,  e  a  tramontana 
rivolta  ,  comincio  a  dire  le  parole  datele 
dallo  scolare.  G.  J'.  IO.  86.  5.  Tennero 
a  man  dritta  verso  tramontana. 

§  II.  Tramontana,  e  anche  aggiunto 
di  quella  .Stella  che  e  più  .■icina  al  Polo 
Artico  1  ed  anche  la  Stella  medesima  . 
Burch.  l.  25.  La  stella  tramontana  e 
suta   folle  A  porsi  in   luogo    da   morir    di 

sido  ■ 

*  §.  III.   Tramontana,  figuratimi,  per 


Iscorta.  Guida.  Pros.  Fior.  Borgh.  leti. 
4  4  aio.  Con  questa  tramontana  siamo 
Camminati  ,  e  ci  pare  essere  ass...  sicu- 
ri.ro  li-P'-r/-  T.m.  I>.  12.  T.  8.  4oO. 
Tal  sussidio  della  Grazia  divina  dovea  va- 
ler loro  per  traraonlana  a  tirarsi  di  1  aggio 
io  raggio  allo  splendore  della  verilaec.  (I-J 

*  §.  IV.  Onde  Perdere  la  tramonta- 
na, ditesi  famigliarmente  d,  Chi  s,  con- 
turba in  un  modo  che  non  sa  più  quello 
eh'  et  si  faccia,  o  si  dica.  (A) 

i?  §.  V.  //  tramontana  ,  vale  Valla 
parte,  o  I  crso  la  parte  di  tramontana. 
Sagg.  nat.  e.cp.  l6y.  Ui  p"i  o  a  Tramon- 
tana, o  a  mezzo  giorno,  o  a  kv.inle,  o  a 
ponente,  che  lo  slesso  assorl.meuto  di  vasi 
nella  stessa  notte  sia  stalo  posto,  da  per 
tulio  si  sono  osservate  le  medosime  stra- 

1  vaganze.    iC^-)  „       .       ,     j- 

TRAMO^TANACC10  .  Peggiorai,  di 
!  Tramontano.  Lasc.  Celos.  3.  11.  Questo 
'  Uamontanacrio  gli  ha  latto  villania. 

*  TRA-MO.NTANATA.  Term.  di  Ma- 
rineria. Bufferà  tempestosa  di  vento  set- 
tenlrionnle.    lA)  ,     rr 

•+  TIlAMONTANO.  Lo  stesso  che  I  ra- 
montana.  Lat.  boreas.  aquile.  Gc.  f:opi«.i. 
Dav.  ro/(.  l63.  Conservansiivinidi  pog- 
gio e  i  vini  di  piano  diversamente.  Questi 
di  piano  per  li  portici  al  tramontano;  quelli 
ec  F  l8j.  tiran  fatica  durerai  al  coprirle 
1  (•  le  piante  di  limoni  /  con  paglia  ,  stuoie 
e  lilame  accolto,  si  che  tu  le  scampi  dal 
tramontano  e  dal  freddo  che  le  uccide. 

*  TBAMO.VTANO  .  Add.  Oltramon- 
tano, l'ecor.  g.  9.  n.  2.  Siate  valorosi, 
gagliardi  a  spegnere  l'orgoglio  e  1  auda- 
cia di  questi  Gallici  tramontani,  che  sono 
venuti  per  la  loro  superbia  in6no  nelle  no- 
stre parti  per  volerci  divorare.  (A) 

i..  §.  E  in  fòrza  di  SUSI.  Borgh.  Fir. 
lib.  323.  A  niun  patto  aiebbe  voluto  m 
queste  parli  Tramontani.  (ì  ) 

TRAMO.NTA.NTE.  Che  tramonta.  Lat. 
occidens  .  Gr.  ZKTKÒuaiv  .  iii'.  Bcc.  3. 
Il  cadimento  ancor  della  neve  ,  tramon- 
tante gi'a  la  steUa  ,  a  grandissima  paura 
ageiuose. 

t  3   TRAMONTARE  .  ^eutr.   il  na. 
scendersi  del  Sole  e  della   Luna,  e  drogai 
allra  stella  .  o  pianeta,  sotto  /'  orizzonte. 
Lat.   occidem  ,  ad  occasum    tenikre  .    Gr. 
,.=<r'^fJe.»  .   G.    r.   9.    198.    2-   Q»"?'  '" 
sul  tramontar  del  Sole,    t  it-  .SS.  lad.  Lo 
Sole  incomincio  a  tramontare  innanzi  che 
glugnessimo  ec.  In6oo  che  giunti  non  furn- 
nio,  il   Sole  non  tramonto,  letr.   canz.  i. 
5.   Innanzi    1'  alba    Puommi  arricchir    del 
tramontar  del   Sole.    Kinf   F'es     3?.    Ma 
poi  veggcndo  che  gi'a  tutto  iì  Sole  Era  tra- 
monto ,  ec.  0 
*  §.  I-:  neutr.  pass.  ••  Petr.  canz.lOi. 
5.   Se  '1  Sol  levarsi  sguardo.  Sento  il  lu- 
me apparir  che  m'  innamora:  Se  tramon- 
larsi  .-J  tardo  Parmel  veder  quando  si  volge 
altrove.  Lassando  tenebroso  onde  si  muo- 
ve. (C)                               „         ,-    1    ,    i( 
TRAMONTO,    r.  A.   Susi.  1  erbai.  Il 
tramontare.   Lat.   occasus.   Cr.    '"JC/tr,. 
Petr.    Uom.   ili.    Dalla   quarta  ora    del  d. 
per  iuBno  al  tramonto  del  Sole.  ■.•  "  Ovid. 
Pnt.   126.  Se  il  Sole  ene  tramonto  ,  o  se 
egli  ene  sopra  la  terra ,  la  notte    e  il  die 
mi  reca  dof;lia  »  .(C) 

TRAMO.NTO.  Add.  Tramontato,  ral- 
lad.  .Seltemb.  l3.  Nasce  tramonlo  il  Sole  . 
E  Ottobr.  12.  Tramonto  ■'  ■'J"''-' •  ''"' 
queste  tre  stala  d'  acqua  al  pcd-'le- 

TRAMORTIGIONE.  T.  A.  Tramor- 
timenlo.  Lat.  animi  detiquium.  Gr.  U.lTO- 
Soui'a.  ìit.  Ces.  Le  donne  volean  levar 
Cornelia  di  tramortigione .  -«-'*•  ^"'^"■»- 
late  L'odore  del  vino  giova  aUe  Iramor- 

"TbAMORTIMENTO.   ;/  tramortir.. 
Lai.  animi  deliqiiium.  sjncopt.  Or.   /ti- 


i58o 


TRA 


TRI 


TRA 


rro^i^/jiicc ,  CM-jroTZfi-  Cr.  5.  l\S.  7.  Vale 
ft/ zucchero  rosato)  contro  '1  vomito  col- 
lerico ,  contro  il  tra  morti  mento  ,  e  coatro 
la  rordiaca,  cioè  passion  del  cuore.  E  6. 
16  I.  ConLra  '1  tramortimcDto  e  coatra 
U  cordiaca  si  dia  la  sua  decoiione  (  del 
bassilico)  con  acqua  rosata.  But.  Inf.  6. 
1.  Quando  la  mia  mente  fu  ritornata,  eh' 
era  assorta  per  lo  tramortimcoto. 

TRAMOHTIRE.  J'enir  meno.  Smarri- 
re gli  spiriti.  Lat.  syncope  lahorartf  ani' 
mi  deliquitim  pati  ,  Itnqui  animo  .  Gr. 
Ì£iTOày'/i'v.  Dant,  rim.  3.  Lo  viso  mo- 
stra lo  rolur  del  cuore,  Cli*  è  Iramurten- 
do  dovurxjue  s'  appoia  .  Hiit.  Fa  compa- 
razione dal  tramorliic  al  morire,  dal  quale 
non  liJ  dilTereoza,  se  non  che  '1  tramor- 
tire dui  a  il  teinjto,  e  '1  morire  dura  sem- 
pre, che  mai  n'tii  si  ritorna.  (V.  6.  128. 
I.  Ha  natura  i  il  fiore  del  timo  >  di  f-ir 
tramortire,  e  inducere  angustia  de'  mem- 
bri d'  entro .  i}vid.  Pist.  93.  Io  divenni 
allora  più  gelala  che  '1  gliiari:ÌQ  ,  e  tra- 
mortendo divenni  mezza  morta-  Bera.  Ori. 
1.  3.  67.  Se  ferire  >ol  posso  ,  almeno  il 
farò  tramorliie. 

*\*  THAMOUTITO.  Add.da  Tramor- 
tire .  Lat.  animi  ilcliqitium  passus .  Gr. 
Ì5t7r5&i»;miÌ!i«5  ■  Bocc.  nov.  16.  6.  Tra- 
mortita ,  il  marito  e'  6gliuoli  chiamando  , 
cadde  in  sul  lilo  .  Dant.  Ptirg.  33.  La 
tramortila  sua  virtù  ravviva  .  Ovid.  Pist. 
Giaci  in  terra  stramazzata  e  tramortila  (que- 
sto  esempio  non  è  trailo  dalle  Pistole  d' 
Ovidio,  avvisa  il  Kigoli,  e  noi  l'ahhiamo 
rinvenuto  nelle  Favole  d' Issopo,  (ed  alle 
Favole  d'  ììsopo  l*  attribuirono  gli  acca- 
demici nelle  prime  tre  impressioni  )  png. 
Òl\.  (  Padova  181I  )  così:  quando  liei  i 
dolcissimi  vini  ,  bei  con  essi  il  6ele  dell' 
amara  morte  ;  e  se  I'  alia  avventata  della 
ventosa  rosta  li  caccia  ,  o  sei  vinta  per 
morie  ,  o^  giaci  in  terra  stramazzata  e  tra- 
mortita. F  la  formica  che  parla  alla  mo- 
sca). Tes.  I!r.  5.  l\\.  Per  lo  gran  dulore 
che  i  leoni  hanno  al  nascimento  ,  nascon 
quasi  lutti  isgomnntali  ,  eh'  elli  giacciono 
Ire  di  quasi  come  Iramorliti,  siccome  elli 
non  avessero  vita  .  Varch.  Star.  7.  176. 
Si  disse  che  Niccolò  ,  sentendo  quel  ro- 
niDre,  si  svenne  per  la  paura,  e  così  tra- 
niorlito  fu  portato  nella  sua  camera. 

>!=  THAMPOLAKK  .  Camminare  su  i 
trampoli  ,  e  per  simiiit.  Camminar  con 
piede  mal  fermo,  ed  incerto.  Benv.  Celi, 
Fit.  3.  /i38.  Questi  dipingendo  hanno 
adoperala  la  lucerna  detta  :  e  dopo  loro 
la  pittura  piangi*  essersi  spenta  ,  e  così 
cieca  trampolando  vive,  (C) 

f  TRAMPOLI.  Due  bastoni  lunghi, 
nel  mezzo  di  ciascun  de'  quali  e  confìtto 
un  legnelto ,  sul  quale  chi  gli  adopera 
posa  il  pirdej  e  sentono  per  passare  ac- 
fjiia  ,  0  Janghi  ,  senza  immollarsi,  o  in- 
fangarsi. Lui.  gralltf.  fiurch.  \.  9.  Che 
i  trampoli  pialivan  «on  gli  slecchi.  /ìellinc. 
son.  280.  Cader  possa  de*  trampoli  uno 
Sporto  .  7'ac.  Dav.  l'osi.  /|'|0.  I  piaceri 
tono  monti  di  diaccio,  dove  ì  giovani  cor- 
rono alla  china  ,  a^ffiungovi  in  trampoli  , 
Alalm  .  II.  22.  Avellilo  seco  (Condotti, 
coni'  ei   suole,  un  par   di  trampoli. 

t  ^  §•  Slare  tn  trampoli  ,  figuratam . 
vale  Essere  incerto,  duhhioso.  Fr.  Giord. 
205.  In  questo  fallarono  molli  savii  ,  e 
ktcllcru  in  trampoli  ,  che  Iddio  fosse  ,  o 
no,  ec.  Sicché  stavano  intra  due,  che  Id- 
dio fosse  ,  o  no  (la  stampa  ha  trampoli  , 
ma  forse  per  errore  ).  (V) 

*  TRAMUGGIIUUE.  ^fugghinre  or- 
ìthilmenle.  Salvin.  Trif.  K  la  terra  tlalle 
I  uole  di  bromo  caricati  lerrìbilmeutr  tra- 
mu^ghiavA.    ( .i) 

TIUMUTA  .  Tramutamento  .  Lai.  vi- 
cissitudo,  permuiatio.  Cr.  0Lii0t6rÌ.  Dav. 
Colt.  171.  E  quivi  appiccati  gli  anDcilu- 


vano,  sema  dar  loro  tanti  marlorìi,  o  tra 
mute,  come  noi  facciamo. 

TRAMUTAGIONE.  r.  TRAMUTA- 
ZIO.\E  . 

t  TRAMUTAME.NIO.  //  tramutare. 
Mutazione.  Lat.  permutano.  Gr.  Upoitfl. 
Oh.  Com.  Inf.  20.  359.  Chi  con  iramu- 
tamenli  di  vasi  in  vasi  d*  arqua,  e  di  get- 
tarvi uova.  Annot .  l'ang.  Appo  *1  quale 
non  è  tramutamenlo  ,  ne  ombramcnlo  di  1 
vicenda  .  s?  Pros.  Fior.  \.  3.  120-  Che  , 
se  pure  alle  volle  ec.  fa  qualche  piaga  di 
qualche  luogo  medicata  da  Pier  Vettori , 
si  il  fece  egli  ec.  con  tanto  leggier  Ira- 
niulamentn  della  scrittura  ce.    iTC) 

*  XRAMUT\.%ZA.    Tramu fazione.  Lat. 
mulatio  .    (Ir.   [XtT'x&o)>/i  .     p'ed.   alle    va-  j 
ci   TKAMUTAZIO.NE,  e  TRASMUTAI-  t 
ZA.  (•)  I 

3  TRAMUTARE.  3futar  da  luogo  a 
luogo  ,  Far  cambiar  luogo  .  Lat.  tran' 
smiitare,  permutare.  Gr.  ^ira/iocTTStv.  I 
Bocc.  nov.  8o.  32.  Acciocché  niuna  cosa 
gli  potesse  esser  tocca ,  o  tramutala  ,  o 
scambiata  . 

*  §.  I.  Tramutare,  vale  anche  TraS' 
fondere  .    Segner.    Mann.    Du'htaraz.   <)p. 

Chi  non  sa  pero  «he  se  quesle  (nutrici) 
non  faan  copioso  il  proprio  soslentamcnlu 
difHcilmenle  lo  possono  ancora  tramutare 
in  altrui  I  (y) 

•f  §.  II.  Tramutare,  vale  anche  Far 
mutare  stato.    Dant.    Par.    17.   Per  lui  fia 

tramutala  molla  gente  ,  Caniljiaudo  con- 
dizion  - 

^*  §.  III.  Tramutare,  parlandosi  di  li- 
quori,  vale   Far  passare  di  vaso  in  vaso. 

Travasare.  «  Cr.  1^.  35.  I.  Quando  si 
tramuta  il  vino  a  Luna  piena ,  divcala 
accio  n.  JCJ 

*  §.  IV.  Ai  signific.  neutr.  pass.  Pas- 
sare, 0  /indarc  da  un  luogo  ad  un  altro. 
M  Ang.  Pand.  22.  La  prima  sarebbe  ave- 
re bene  ordinala  e  disposta  tutta  la  casa, 
ove  io  potessi  starmi  a  ogni  n>Ìo  dt-stro 
bene  agiato  ,  sanza  avermi  a  tranmlare  j 
tr(qipo  è  dannoso,  e  di  grande  spesa,  <li- 
sagio  e  molestia  il  tr^miularsi  di  luogo  a 
luogo  •».  (C 

t  3  §.  V.  Per  Mutare ,  Convertire  , 
Trasformare  una  cosa  in  un*  altra»  Lat. 
vertere.  Gr.  y eTK).)ar£iv.  Bocc.  nov.  ^8. 
17.  Avendo  r  odio  in  amore  tramutato  , 
ec.  Buon.  Fier.  ^.  ^.  i.'j.  Camaleonti  tra- 
mutar colore. 

*^  §.  VI.  Tramutare,  dicesi  anche  del 
Bimetlere,  o  Destinare  in  un  dato  giorno 
quello  che  si  doveva  fare  in  un  date  al- 
tro, u  Dav.  Accus.  \t\l.  In  altri  |;ioroi 
ha  tramutato  molte  tornale  ordinane  del 
giovedì   ».   (Ci 

TRAMUTATO  Add.  da  Tramu- 
tare. Lai.  permutatus,  versus,  /lui.  Purg. 
32.  2.  Transformato,  cioì'  tramutato.  F  put 
sotto  :  Cioè  alla  corte  cosi  trasformata  ,  e 
traniutatj  di  carro  in  mostro.  Borgh.  Hip. 
66.  IVon  minore  eslimo  che  la  rerliiuo  le 
insegne  tramutate  da  quello  che  h  il  co« 
slume  di  vedersi. 

TRAMUTATOLE.  l'erbai,  masc.  Che 
tramuta  . 

THAMUTA/IO.NE,  e  TRAMUTAGIO- 
NE.  Tramutanta  .  Lat.  mutatio  ,  fransi' 
tus,  Lih.  cur.  malatf.  Non  di  rado  avven- 
gono le  tramutagioni  da  un  m.ile  nello 
altro  ,  la  tramutagione  della  doglia  nella 
colira  ce.  *;.  / '.  il.  67.  2.  Segno  ili  mor- 
te di  granili  Re  e  signitri,  o  tramutagioni 
di  regni,  o  di  genti  .  ff  J*ros,  f'tor.  Borgh. 
leti.  !^.  ^.  65.  Ancorchlt  io  abbia  ce.  «rei 
nondimeno  caro  ec.  vedere  in  clic  modo 
questa  tranintaiioDC  potesse,  v  non  potesse 
verisimilmeiite   passare.    (C) 

«  TRAMUTEVt>LMBNTE  .  M^sfrb. 
Mutevolmente,  Con  tramutazione.  Bcmh. 
Pros.  3.  205<  Questa  voce  Per  mezzo  ti 


dice  toscanamente  ancora  cosi:  Ptr  mei, 
troncamente  e  tramutevolmenlc  piglundotì, 
come  udite-  (  Fj 

THANARE.  Trainare,  levatane  la  I, 
secondo  l'uso  antico,  come  in  Alare  per 
Aiutare  ,  Compagna  per  Compagnia  ,  e 
simili  j  Strascicare  .  Lai.  trahere ,  Gr. 
ojpitv.  G.  y.  10.  7.  6-  Fu  tranato  col- 
le sue  armi  in  dosso,  e  poi  impiccalo.  M. 
y.  9.  I08.  Gli  sbanditi  furono  tranati  e 
appesi  vilmente.  Ltv.  M.  Li  servi  che  te- 
deano  sopra  i  muli,  tranarano  per  terra  ra- 
mi fo^liuli. 

§  I.  Per  me  taf.  Dant.  Par.  10.  Or  le 
tu  r  occhio  della  mente  trani  Di  luce  in  lu- 
ce dietro  alle  mie  lode,  ec. 

'?  §.  II.  Trana,  usato  alt' imperativo, 
V  voce  con  cui  si  dà  segno  al  corso.  Sen. 
Ben.  yarch.  2.  25.  Come  quegli  che  fanno 
a  correre  ,  debbono  stare  alle  mosse  iafiao 
che  si  dica:  trana.  (*) 

■f  §.  111.  Serve  ancora  per  inculcare  prC' 
stezza  nel  far  qualche  cosa  j  e  vale  lo  stes- 
so che  Sbrigati,  Spediscili.  Lat.  age,  prO' 
pera.  Gr.  ays,  ffTTEuce.  Fir.  Lue.  I.  4* 
Cammina,  vien  giù  alla  signora;  presto, 
Irana;  oh  ve'  cuoro  freddo!  *  Malm.  12. 
/{S.  Cosi  alla  donna  dice:  Ovvia,  su,  Iraoa, 
llispondi  presto,  cavaci  di  pene.  (*) 

TltANELLARE.  Ingannare  maliziosa' 
mente  ,  e  con  tranelli  ,  Usar  tranellerie. 
Lat.  dolo  decipere.  Amhr.  Furt.  5.  6.  E 
quello  che  ha  rubellato  e  traoellala  la  mia 
lanciulla  ,  che  solo  tenevo  per  rendere  al 
padre. 

THANELLERI'A.  Tranello.  Lai.  dolus» 
fraus  ,  prastigia'  .  Gr.  36^0^  ,  t/x'^I  • 
Cecrh.  Dissim.n.  ^. Che  tranellerie  lon  que- 
ste? Seiaijurali,  Icvalemivi  dinanzi.  ^  Sai» 
vin.  Fier.  Buon.  5.  5.  6.  Uà  tranello,  cioè 
macchina  coperta,  si  h  derivata  Iranellena, 
cioè  frode  astutamente  condotta.  (JV) 

TRANELLO.  Inganno  malignamente, 
e astutamenlefahhrtcatoj  Trama,  Traccia. 
Lai.  dolus,  techna  ,  offiicia.  Gr.  ÒÒÌO^,  TC- 
X^fiy  Joiojppoiuvy;.  Cton.  Òlorell.  a65.  Si- 
mili tranelli  e  molli  altri  si  usano  per  gtu- 
gncre  il  compagno.  E  276.  k  Firenze  ha 
gente  viziata  e  in  cattiviti,  e  co'  vixii  t'ap- 
portano male,  e  soltraggonli  per  nuove  vie 
e  tranelli.  F  356.  Si  maravigliava  noi  a- 
vcssimo  gelosia  di  lui,  e  che  così  «lesidc- 
rava  il  nostro  buono  stato  quanto  il  suo, 
e  molle  altre  zacchere  e  busbaccheric,  bu- 
gie, traneUi  e  falsila,  sotto  le  quai  pensò 
giugncrri,  e  vennegli  presso  che  fatto.  G. 
y.  8.  80.  II.  Non  sappiendu  la  parte  di 
papa  Uonilazto  lo  inganno  e  '1  tranello  . 
M.  y.  3.  100.  Aveva  sconcio  il  loro  tra- 
nello per  quella  cavalcala.  Fir.  Trin.  5. 
à.  Vedete  quel  rhe  aveva  fallo  quel  ribaldo 
del  Golpe  co' suo' tranelli  I  * /'moi  Fier. 
5.  5.  6.  Irta  questo  io  mi  fu  a  creder  che  fu 
un  giuoco.  Un  iraucllo,  un  lavoro  Di  quel 
malvagio  tristo,  ec.  (B) 

*  §.  (/.tasi  anche  in  forza  rf*  add.  Buon. 
Fier.  5.  5.  6.  O  diavoli ,  o  folletti .  tra- 
furelli,  O  spiriti  tranelli  (cioè,  ingannalo, 
ri).  (Il) 

't  «  TRANERO.  Add.  Assai  nero. 
J.ucan.  72.  Cesare  sedi'a  sopra  uno  forte 
destrieri ,  ec:  egli  uvea  il  pelo  traoero  e 
sorrìcinlo  (  Forse  sorricino  ,  di  color  di 
sorrice,  o  sorrtce,  F.  la  nota  ^11.  OuHl. 
lett.).  (F) 

THANETTO.  /'-  A.  Adii.  IVetUssi' 
mo  ,  Lat.  splendidissimus  .  Gr.  \%p.Tt^- 
raroi  .  Sm.  Pist.  L'  uomo  dee  meglio 
amare  Irulorda  e  travillan*  morte,  che  ira- 
netto  servaggio  (qui  per  meUtf,  ciO€,oTm 
rcvolissimo  ). 

t  TRANGIIIOTTIMENTO.  il  IrmM' 
ghioltire.  Med.  Arh.  Cr.  73.  Gli  condan» 
nrr'j  e  disporr'a  nella  carne  r  uell'  anima 
al  trangliiotlimento  e  al  devoramento  del- 
le fiamme  eternali  (qui  per  metaf). 


TRA 

TRANCHIOTTIRE.  Trang'igiarr ,  In- 
ghMIir.  <,.i^U.mente.  Lat  ,;/..<.«  ./.-.o- 
rarr.  Gr.  x«Ta7t.ve.v  ,  v^^,''»  <■■  '■ 
l  i     ^    lu    Fu  sommerso  oil  maro,  e  trao- 


T  B   i 


TRA 


i58i 


ghiollilo  .lai  pesce.    <>.   9. 


94 


■thioUitu  iiaj  pesti      V.      ^.  ^-i     -  '11 

core  e  le  caprellc  del.l.ono  esser  nmole  dal 
luORO  dell- api  ec,  e  ancora  le  vacche,  ac- 
ciocrh'e  la  rugiada  non  IraDgh.oUiscano,  e 
allcrrino  r  erl>c  nascenti. 

e  1.  l'tr  siwilit-  hai- exsorbere .  Gr. 
sxoossrv  .  Lai..  261.  Siccome  in  C.cJ.a 
la  "sedia  e  la  Cariddi  si  dice  che  fanno 
che  r  una  Irangh.ollisce  le  nav.  ,  e  1  al- 
tra  le  gin.,  luori.  Serd.  Stor.  5.  199.  I-a 
terra  è  asriulla  e  spugnosa  a  guisa  di  po- 
mice ,  sicchi,  mm  solamente  succia  .n  un 
momento  le  p.ofge  che  cadono  dal  ciclo,.,,, 
tranghioltisce  ancora  le  acque  che  scendono 

da'  monti .  „       _ 

8.  II.  Per  mtuf.  Sen.  Pisi.  Puose  men- 
te aUa  sua  mano,  che  ardea  nel  fuoco  del 
suo  nimico,  e  Iranghiolliva  la  pena  .noe, 
costantissimamenle  soflcna).  V  /;«.•■  t^sop. 
a3.  Per  questo  lupo  possiamo  intendere» 
tiranni,  che  rodono  e  tcanghioUiscono  le 
fatiche  de"  piceolini,  r(;        ...     ,      7.„„ 
THAKGHIOTTITO.  Add.  da    Tran- 
ghiotlire.   Lat.  elultt,.s,  devoralu!.  Mrd. 
Star.   16.  628.   Fra  lanli  mail  non  si  rap- 
presentava  il   minore  ,  che  o    vivi  e   veg- 
«enti  essere  dall'  onde  tran^hioHiti,  o  piu  - 
tosto   percuotere  ne'  ciechi  guadi   e   ne   e 
secche.  Tac.  Dai:  ^an.  2.  3?    Parte  delle 
navi  far  Iranghiotlite  ,  le  p,u  ddeguate  in 

lontane  isole.  .     . 

3  TKANGOSCIARE.  Ricmfirsi  di  an- 
eoscia,  Tramimsciare.  Lat.  angi,  angore 
opprimi.  Omel.  Orig.  O  anima  mia,  co- 
me tu  se-  irangosciata  ,  e  non  sai  che  l. 
prenderei  Hi.  SS.  Pad.  Quasi  tulio  stu- 
pefatto, trangosciando  e  sudando  non  po- 
teva altro  dire.  *  Fr.  lac.  7 .  5.  36.  I. 
Amore  mio  Gesù,  perche  mi  struggi? 
Votli  io  chiedendo,  e  tu  dame  pur  liiggi; 
Spesso  ti  chiamo  ,  e  pur  ancor  tu  indug- 
gi  ;  D-  amor  languisco  ,  cosi  trangoscian- 
do. (D)  „ 

*  R.  Trangosciar  di  sangue,  per  on- 
dar sangue  per  la  grande  angoscia  il  dis 
«  il  «  Cabale.  Frali,  ling.  Come  Cristo 
orando  trangosciò  di  sangue  ».  (l"^) 

TR.\NGO.-iCIATO  .  /Idd.  da  1  rango 
,ciare  .  *  Med.  Jrb.  Cr.  44.  E  poiché 
ivi  fu  giunto  tutto  ansio,  e  trangoscialo , 
non  gli  fu  dato  pur  un  poco  di  sosta.  Ca- 
^ak  Speccli.  Cr.  100.  Ed  essendo  tran- 
goscialo d'  angoscia,  e  fatica  non  el.bi  letto 

nì!  riposo.  (O  S"''"'-  ri'""-  ^-  ^'^-  f  P' 
pena  egli  trangoscialo  vi  giugne,  che  altra 
fatica  ad  altra  fatica  s'  annoda. 

TRANGL'GIAME.NTO.  Il  trangugiare. 
Lat.  devoratio. 

TRA>GUGIARE.   Ingordamenle  e  con 
gran  furia   inghiottire  j  e  talora  sempli- 
cemente  Inghiottire.  Lat.  glftire,  decora- 
re, luhircinari.  Gr-   /.%-:!>.-p<f/li-i,  p?''- 
¥Si?;iv  ,  avaSiW5X=iv.    Vant.    Inf.  io. 
La  corata  pareva  ,  e  '1  tristo   sacco  ,  Che 
merda  fa  di  quel  che  si  trangugia.   Bai.  . 
ivi:  Trangugiare  è  mandare  giuso.  Bocc. 
nov.  5o.   II.  Mollo  tosto  Tavele  voi  tran-  ] 
gugiala  questa  cena.   Mor.  S.  Greg.  Quel- 
la cosa  che  si  bce,  tanto  più  tosto  si  tran- 
gugia ,  quanto   eli'  ha    manco   mcstier  d' 
esser  masticata   *  Car.  En.  3.  685.  Scilla 
dentro  alle  sue  huic  caverne  Staisene  in- 
sidiando ;  e  con  le  bocche  De'  suoi  mostri 
voraci,  che  distese    Tien    mai  sempre  ed 
aperte  ,  i  naviganti  Entro  al  suo   speco   a 
se  tragge  e  trangugia.  iM) 

e.  \.  Trangugiare  altrui  ,  figitralnm. 
vate  Sopraffarlo  ,  Ingoiarlo.  Pav.  Scism. 
65.  Non  osservando  i  Re  seguenti  le  con- 
diiioni,  e  i  popoli  trangugiandosi. 

g.  11.  Trangugiare,  per  mela/.,  l'ale 
flora  Sopportare,  Soffrire.  Cas.  Vf.  Com. 


no.  Poich'e  la  povert'a  t'  <;  in  odio  tanto 
"ce  trangugiarlasi  conviene,  e  quello  che 
ammendare  non  si  può,  con  buon  animo 

soft'erire .  _  . 

-  S  Ili  Per  heprimere.  Tenere  dea- 
tro di  sé.  Ar.  Far.  28.  4|-  I^"  f  S"' 
dar,  fu  per  non  stare  al  patto;  Ma  orza 
i;  che  la  bocca  al6n  si  luri  ,  E  che  1  ira 
trangugi  amara  ed  aera  ,  Poiché  giurato 
avea  su  1' ostia  sacra.  (M) 

TRANGUGIATO  .  Add.  da  Trangu- 
giare. SaU-m.  Disc.  I.  17-  Voi  msidiosa 
Speranza  trangugiata  in  un  pomo,  attossi- 
cando i  nostri  primi  padri,  apporto  loro 

quella  ruina.  „    ,    . 

t  TRANGUGIATORE.  Ferbal.  masc. 
Che,  o  Chi  trangugia.  Lat.  vorator.hel- 
luo.  Gr.  /y-TaDayn,-,  :io).>,fa.yoi.  Bocc. 
Leti.  Pr.  S.  Ap-  294.  Se  io  sono  di  ve- 
tro al  giudizio  tuo,  io  non  sono  uomo  go- 
loso,  ne  irangugialore,  ai  ancora  per  troppa 
mollezza  eflcmniinato- 

*  TRANGUGIATORIO  .  ^dd.  T  oce 
dello  stile  burlesco.  Atto,  o  Disposto  a 
trangugiare.  Red.  leti.  V  appetito  v,  si  e 
convertilo  in  fame,  e  la  fame  lu  una  ghiot- 
tissima ingordigiaccia  traogugialoria.  MJ 

JS  TRANNE.  Imperatilo  deU-erbo  I  rar- 
re,  a  cui  e  aggiunta  la  particella  ne  usato 
in  forza  di  preposizione;  e  vale  hccetto. 
Salvo.  Lai.  pra:ler.  Dani.  Inf.  29.  Tran- 
ne lo  Stricca,  Che  seppe  far  le  temperale 
spese.  E  appresso:  Y.  Untine  la  brigata  m 
che  disperse  Caccia  d'  Asciano  la  vigna  e 
la  fronda.  Tass.  Ger.  1.  45.  -V'cn  poi 
Tancredi,  e  non  è  alcun  fra  tanti  (Tran- 
ne Rinaldo  )  ,  0  ferilor  magi;iore  ,  O  più 
bel  di  maniere ,  o  di  sembianti,  (l  ) 

TRANOBILF,  A'.  -■/.  Add._  Nobilissi- 
mo. Lat.  nobilissimus  .  Gr.  e'jyz-Jtira.- 
TO-  .  Pi/end.  l'ac.  O  Luigi  travalenle  e 
tranobile  ,  Imperador  de'  Romani .  .^en. 
Pist.   SeguiU   le    trabellc    e    le    tranobili 

cose  .  ,  ..    j. 

*  TRASQUILLACCIO  .  Accresci!,  di 

Tranquillo.  Bed.  lett.  I.  197-  Q""'» 
bene  si  i  una  dolce,  saporita  ,  sbracata  e 
tranquillaccia  in6ngardaggine.    (  ) 

TUANQUILLAMENXE.  Avverb.  Con 
tranquilliti  .  Lat.  tranquille  Gr.  -/airi- 
■,iii.S.  Ago.it.  C.  D.  Mirabdmente  stette 
in  Egitto  145  anni  tranquillamenle.  bemb. 
Stor.  1.  8.  Piuttosto  volesse  nella  patria 
e  tra'  suoi  quello  che  le  avanzava  di  tem- 
po sicuramente  e  tranquillamente  passale. 
TRANQUILLAMENTO  .  Il  tranquil- 
lare. Dimora,  Indugio.  Lai.  mora,  pro- 
crastinatio.  Gr.  pilU'.n,  a.l-x'ioir,.  ì  al 
Mass.  Per  questo  tale  IraDqudlaroento  di 
consiglio  rende  ec. 

*  TR-\NQU1LLANTE.  Che  tranquil- 
la .  Salvia.  Opp.  rese.  Sei  vento  ogaor 
si  guardi  ,  Che  spiri  mite  ,  tranquillante 
a  mare  ,  Morbido  lievemente  raggiran- 
te .  (A) 

TRANQl'ILL.iRE.  Pender  quieto,  e 
tranquillo  ,  Abbonacciare  ,  Sedare  .  Lat. 
tranquillare,  tranqiiillum  reddere  .  Gr. 
vaJirvoav  .  Guid.  C.  Veramente  10  volli 
tranquillar  la  mia  vita  solto  silenzio  di 
male,  e  non  volli  tempestare  con  romori 
'  di  battaglie  .  Cas.  san.  21.  E  pria  tran- 
quille Mio  corso,  o  '1  turbi,  e  pur  d  or- 
goglio s'armi.  *  -Tm/  '''"■  69-  Tallio 
il  diletto  r  avea  tranqudlato.  Di  Menso  a 
cercando  ,  e  poi  di  quelle  Ninfe  che  nella 
valle  avea  trovato,  ec.  (fi) 

i»  %  ì  E  Jìguralam.  per  Calmare  . 
Tass.  Bim.  Eroic.  son.  44.  Chi  può 
temprar.  Consalvo,  il  gran  disdegno  Che 
per  alla  cagion  si  muove  e  desta,  E  Ivan- 
quillar  il  verno  ,  e  la  tempesta  De  mie. 
pensieri ,  e  dell'  affetto  indegno  J  (D) 

§.  II.  Per  mela/,  vale  Tenere  a  bada, 
o  a  trastullo  ,  dando  parole  .  Lat.  /alsn 
speprodiicere.  Gr.  zEvaTs  siit'"  =s.=..i''.'- 


■;eu  .    .Vo/oc/.  M.    r.  2.   20.   Imponendo 
loro  ,  che  della  volonl'a  dello   Arcivescovo 
non  si  rompessono,  ma  tranquiUassono  U 
fallo.    Frane.  Sacch.  nov.  32.  Era  molto 
tarda  1'  ora ,  pcrocch'e  era  passata  terza,  e 
ciò  avea  fallo  in  pruova,  per  tranqudlare 
la  gente.    7ni-.    Vav.    Ann.  6.   I17.   Cos. 
si  serpenlav.i  ,  tranquillava  ,  alla  ragion  s. 
gridava.    ;'»r<7i.    /.irò/.    77.    Quelli   che 
sanno   trattenere  con   parole  coloro  di  cui 
essi  sono  debitori  ,  e  gli  mandano  per  la 
lunga  d'  oggi  in  dimane  ,  promettendo  di 
'  volergli  pagare  e    soddisfare  di  giorno  in 
giorno,  perchè  non  si  richiamino  di  loro, 
e  vadansene  alla  ragione,  si  dicono  saper 
tranquillare  i  lor  creditori.  *  Car.  Fn.  6. 
127Q.    Eccone    un      solo    Massimo    vera- 
mente, che  con  arte  Terr'a  il  nemico  tran- 
quillando a  bada.   {0} 

'  111.  E  in  signi/ic.  neutr.  e  neutr . 
pass,  vale  Soggiornare  ,  dandosi  piacere 
e  buoa  tempo  ;  Riposarsi  .  Lat.  gemo  in- 
dulgere. Gr.  Èy.ivai  Taf;  r,oomii.!\ov- 
ani.  97.  I.  Lo  menò  a  un  suo  bellissi- 
mo luogo ,  e  l'a  iranqudlarono  per  quin- 
dici di.  Dani.  Par.  9.  Or  sappi  che  la 
entro  si  tranqudla  Baab.  Bui.  ivi:  Si  tran- 
quilla ,  cioÌ!  si  riposa.  Diltam.  1-  I.  Si 
vedean  tranquillar  ne'  suoi  splendori,  -r 
Pier.  Buon.  4.  3.  11.  Goda  il  Podestà 
pure  ,  e  si  tranquilli  Colla  consorte  sua 
questo  e  mille  altri  Giorni  beato  eh  el 
suo  merlo  d  chiede.   (C) 

TRANQUILLATO.  Add.  da  Tranquil- 
lare. Lai.  pacatus.  Bemb.  Stor.  1-  •;. 
Quietata  adunque  e  tranquillata  l'isola, 
la  Reina  con  1'  autorità  della  Repubblica 
avea  dopo  la  morte  del  manto  qmndici 
anni  pacificamente  governalo  quel  regno. 
Buon.  F,er.  3.  2.  12.  Appo  la  nostra , 
comechb  leggieri,  Contesa,  eh  e  del  tulio 
tranqudlala. 

TRA.NQUILLISSIMAMFNTE.  Siiper- 
lat    di    Tranquillamente.    Lai.     tranquil- 
lissime.   Buon.    Fier.   5.    5.    I.    L"    F'"» 
negozia  TranquiUissimiimeule.    f   Segner. 
Inrr.    I.    19    2-  Il   Sole  non    si    altera  ne 
per   nebbia  di  monti  ec. ,  ma  segue  di  qua- 
lunque tempo  il  suo    corso    ti  anquiUissi- 
mamenle  su  le  lor  cime.  (B) 
'       TRANQUILLISSIMO. .fi'/'er/.  A  rrun- 
,7i<l7/o.   Lai.    trar.quillissimus.  Fr.  Giord. 
Fred    B.   In  quell'ora  il  mare  si  mostra- 
va tranquillissimo.  Tralt.segr.  cos.  dona. 
Vivono  in  pace,  e   nel  cuore    tranqudlis- 
sime.     Gal.    Sagg-    329-    Si    figuri    V.   S. 
lUustiiss.   d'  esser  lungo  la  manna  in  tem- 
po   che     ella    sia    tranquilUss.ma.     Buon. 
Fier    l.  2.  4.   Che  nuolan  n' un  golfo  Di 
pazzia  tranquillissimo.   E  4-  4-  '8-  E  ser- 
peggiar pel    piano    Tranqmllis.-.mo    .1  no 
tra  eli  arboscelli. 

TRANQUILLITÀ',  TRANQUILLITA- 
DE  e  TRANQUILLITATE.  //.tfrnrtórf. 
Tranquillo  j  Bonaccia.  Lat.  Iranquillitas. 
Gr.  vaJvi'v»:.  Annoi.  Vang.  Immantenen- 
te ce<sò  la  fortuna,  e  fu  latta  grande  tran- 

quilUit'a.  Fr.  lac.  T.  5- ?-.,7- Vv"n ' 
quiU.tale  star  fornito.  ZTS.  04.  25.  Nulla 
infesta  più  mia  menle,  Vivone  in  Iranquil- 
litade.  *  sur.  Tob.  pag.-  li-  (Livorno 
17QQ.  )  Dopo  la  tempesta  fa.  la  tranqui  - 
I  lilS,  e  dopo  le  lagrime  e  1'  pianto  dalai- 

lecrczza.  (B)  ^.         j,- 

\    Per  meta/   vale  Quiete,  Giocondità 

B„.c.«a...   38.   .0.   Inbeneeintranquil 

lil'a  con  lui  mi  dimoro.  Lab.  ISJ.  1  •■«  " 
tranquillit'a  mi  credea  avere  in  ""  ^'="- 
ta.  Cavale.  Fruii,  ling-  Al  tempo  del  an 
poscia  non  ode  Iddio  il  prego  di  colu  1 
quale  in  tempo  di  tranqu.llna  non  obbe- 
disce h  suoi  comandamenti  *  Maur.  r.m 
I  ,49.  Per  te  quel  Dio  del  sonno  glo- 
rioso ec.  Il  qual  scendendo  giù  da  1  alte 
porte  Reca  tranquilliti, -Iute  e  vita.  Sot- 
to soave  immagine  d.  morte.  (B) 


1582 


TRA 


TRA 


TRA 


TRANQUILLO.  Sitxt.  TranquìlUtà  , 
Stalo  trantfuilh.  Lat.  tranquillitas.  Gr, 
•/aW vij.  ù.  y.  2.  II.  I  ■  Tornato  io 
Fraocia,  si  riposò  in  alcuno  tranquillo  la 
Chiesa  e  Roma.  VI  8.  i.  1  .  Pt-r  soper- 
chio tranquillo  ec.  si  erano  i  cittadiai  tra 
loro  invidiosi  e  insuperbiti.  .1/.  V.  2.  38. 
In  questo  tranquillo  il  Ke  mandò  il  grande 
siniscalco  nella  Marra.  *  Taxs.  Ger.  7. 
10.  Me  cura  o  voglia  ambixiusa  o  avara 
Mai  nel  tranquillo  del  mio  petto  alberga. 
Bucell.  Ap.  y.  522-  Ove  si  fanno  e  si 
disfanno  oga'  ora  Sereno  e  nube  e  bel 
Iranquillu    e    vento.   < fir) 

§.  Tenere  in  tranquillo  ,  vale  Tran* 
(juillare,  nel  significato  del  g.  I.  W.  /'. 
10.  2^.  Secondo  \c  offerte  che  gli  erano 
fatte^  dava  e  toglieva  parole,  e  lenea  tn 
tranquillo. 

THA.Ni^UILLO.  Add.  Quieto  ,  Fer- 
mOf  in  bonaccia.  Lat.  tranquillus.  Bocc. 
nov.  l^-  l3.  Fattasi  alquanto  per  lo  ma- 
re, che  gi'a  era  tran(|uillo  ec,  il  tirò  in 
lerra.  JJant.  Par.  3.  Quali  per  vetri  tra- 
spareuti  e  Icr&i,  Owcr  per  acque  nitide 
e  tranquillL-  oc.,  Tornan  de*  nostri  risi 
le  postillf.  /'rtr.  soit.  20.  Cercate  dun- 
que fonte  più    tranquillo. 

§.  1.  Per  metaf.  vale  JUnip.io ,  Pia- 
cevolc  t  Gioioso.  I.1I.  tranquillus,  mitis, 
benignus.  Gv.  1771155.  Oant.  Purg.  33. 
E  eoo  tranquillo  aspetto  :  Vìcu  più  tosto 
Mi   di^sc;. 

^  g.  II.  E  figuratane  Quieto-  Scgr. 
fior.  As.  5.  La  virtù  fa  le  ragion  Irau- 
quille.    <TC) 

•f  *  TRANSALPINO.  Add.  Che  abita 
di  là  diillc  ilpi  .  ticnih.  Star.  7.  q8.  Per- 
ciocché a  farla  (la  triegua  l  con  collega- 
ti transalj>iiii  in  nessun  modo  persuadere 
•i  lasciarono.  (  .-t) 

#TKANSANIMAZlONI-:.rrflrtfmf>»M- 
tione  dell'  anima.  SnUin.  Disc.  2.  S^- 
Or  sia  quanto  si  voglia  strana  quir»ta  tra- 
smigrazKinr,  che  am  lic  coni^tranie  nuovi 
Tocaboli  metcmpticosi  ec.  ,  cioè  transani- 
mazione ec,   vien   della.  (*) 

#  TRANSATTO.  Abbandono  di  do- 
minio ,  liiniintia  di  porsciso.  Vit.  SS. 
Pad.  I.  1^.').  Le  quali  p.in>lc  qurgli  u- 
dendo,  subiljnicnlp  tjM-iando  ogni  cosa  iu 
transatto,  sania  altrimenti  ordinare  sua  fa- 
miglia, andoKli  dii  tro    all'  eremo.   (T) 

»?  §.  ì'alc  anche  Transazione ,  nel 
senso  del  g.  llorgh.  Ftr.  lib.  326.  Ave- 
re udito  e  creduto  che  quello  Imperado- 
re  avesse  per  (jucstn  medi-sima  via  fatto 
transatto  o  niercalo,  o  come  si  debba  dire, 
della  Roma(;na    ed   altre    terre.    (  f'J 

TRAN.SAZIO.NK.  Artifizio  rcttorico  , 
con  cui  si  piìssn  e/fgnnlemente  da  una 
cosa  a  un'  altra.  Lat.  transitio.  iiut. 
Purg.  I.  Kd  fc  qui  uno  colore  rellorico, 
che  si  chiama   Iransaiioue. 

§.  l'I  termine  legale  ,  vale  Trattato  , 
Composizione,  Putto  ec.  fatto  tra  le  par- 
ti, per  isfuggir  lite  ,  o  per  terminarla 
dC  accordo.  Lai.  trnnsactio.  Segner.  ("risi, 
instr.  3.  ^.  |.  Dove  polrtsc  egli  confer- 
mare in  persona  propria  tutu-  le  transa- 
■ioDÌ,  e  tulli  i  trattali  rlie  surredt'sjero 
vicendevolmi-nlu  tra  noi  e  il  suo  raro  Pa- 
dre ceiosie. 

TRANSCEMJERE.  /'.TRASCENDE- 
RE. 

«  TRANSCItlVEHE.  Copiare  un  li- 
bro, o  altra  scrittura.  l'etr.  Uom.  ili. 
l^S'  Venne  a  Ituma  pn-gando  il  Papa  , 
ebo  gli  faceste  avere  e'  libri  morali  di  Gre- 
gorio per  transrrivrrgli.  ^/'^ 

TRANSEGNA.  /'.  A.  Sopra^.xextn.'Liì.. 
e/ilamys.  Gr.  ;()lajuiu;.  .Mov.  ant.  60.  ^ 
Dooògli  un  ricco  destriere  colla  transrgna 
coverta.  Ut.  y.  <).  2J.  Con  ricrhf  e  rea- 
li  transrgnr    e    armadurc. 

TRANSFERIRE.    V.  TnASFEUlHE. 


TRANSFIGURAMENTO  .  Transfìgu- 
razione.  Lai  tranijiguratio.  Vant.  Vit. 
I\'uov.  l{^.  Proposi  di  dire  parole,  nelle 
quali,  parlando  a  lei*  iigni6cassi  la  ca- 
gione del    mio    trans6gurameoto. 

't  *  TRANSFIGUkaKE.  roce  poco 
usata.  Trasfigurare.  Sali'.  Avvert.  I.  2- 
12.  Ma  egli  le  transfigura  (le  parole)  as- 
sai spesso,  e  alla  nostra  foggia  le  trave- 
slisce,   (y) 

*  §.  £  in  in  signijìc.  neutr.  pass.  Vit. 
SS.  Pad.  1.28-  Spesse  volle  si  iraosfigu- 
rano  in  diverse  forme.   (1) 

•f  *  THA.NSFIGURATO.  Add.  da 
Tran  sfigurare,  f  it.  SS.  Pad.  l.  26.  Do- 
po qucAlo  incominciano  a  dire  le  cose 
future,  cziandiu  vere,  apparendo  traosS- 
gurati   in   Angioli   buoni.  (*) 

THANSFIGURAZIO.NK.  Trasfigura- 
liane.  Lat.  tratrifiguratio.  Dant.  yn. 
Nuov.  1^.  V  dico  the  molle  di  queste 
donne,  accorgendosi  della  mia  tran:>6gu- 
razionc  ,  s'  incuminriaruno  a  maravigliare. 
/iui.  Purg.  32.  I.  Quali  si  levarono  li 
tre  ApokluU  ec.  dalla  trauìfiguraziouc  che 
vidono  di  lesu  Cristo  in  sul  monte  Ta- 
bor. 

*  TRANSFISSO.  r.  X.  Add.  Tra- 
esse, Trafitto.   Hled.   Arb.  Cr.  ^5.  Aperto 

egli  tutto,  e  trans6t»o  cou  quegli  aspri  e 
duri  chiavelli,  h'  l{6.  Chi  udirà  la  mia  o- 
razionc,  e  darammi  ec.  cb'  io  per  tuo 
dolce   amore   sta   tutto   tran>Gssa  ì  (Cj 

TRAN>FOiNDEliE.  /.  L.  rotare  d' 
un  vaso  in  un  altro.  Lat.  transfundere. 
Gr.  /israjfseiv. 

§.  per  metaf.  vale  Far  passare  df  li- 
no in  altro  soggetto  alcuna  cosa.  Declam. 
Qiiintil.  (*  Il  ricum|>cral*'rr  fu  modo  ecj 
spirando,  1'  anima  nt-l  mio  petto  transfu- 
sc.  Pass.  l83.  Quello  culaie  non  avreb- 
be il  peccalo  orif-inale,  il  quale,  come  e 
detto  di  sopra,  si  transfonde  e  traduce  col 
seme,    di   che   il   padre   genera   il    figliuolo. 

TRA.NSFOHMAME.NTO.  Tra.lfornia- 
mento.  Lat.  transformalio,  in  aliam  for- 
mam  coiwersio.  Iiut  Purg.  32.  2.  Chi 
vuol  vedere  lo  transformamenlo,  metta  lo 
peccalo  contrario  al  sacramento. 

TUANSFOItMAKE.  Trasformare.  Lat. 
transformare.  Gr.  ptr^p-op^o-jt.  Mae- 
struzs.  1.  34.  Per  cagione  di  percf-rina- 
atonc  possono  i  chcrici  1*  abito  transtor- 
mare. 

TRA.NSFORMATO.  Jdd.  da  Tran- 
sformare. Lai.  tranxformatus.  Bui.  Purg. 
32.  2.  Vide  la  santa  Lbioa,  cioè  la  Corte 
di  Roma,  transfvtrmata,  e  di  spirituale  d.- 
vcnlata  carnale.  4  Itocc.  nov.  18.  37.  Ol- 
tremtdu  era  Iransformato  da  quello  che 
esser  soleva,  sì  come  colui  che  vecchio  e 
canuto    V  baibuto   era.   (V) 

TRAN  SFORMA/IONE  Tra.fformatio- 
ne.  Lat.  Iransformatio.  Gr.  ucr>x/>o^7(i>>9(;. 
But.  Purg.  33.  3.  Ora  uobbiamo  vedere 
che  figurino  le  sette  teste  0  le  dìece  cor- 
na, e  la  loro  transformaaione.  E  appres- 
so :  Per  moilrare  niegUo  la  loro  traosfor- 
mastonc. 

TRANSFUGARE  Trasfugare.  Amet. 
69.  lo  non  ilubilrru  di  transfuf;arla  per 
lutto    il   mondo  ,    se   fia   di  bisogno. 

>>  TKANSFUSO.  Add.  da  Trasfonde- 
re. Lat.  transfusuf.  Gr.  /ilTKXudli'{. 
Salvia.  Pise  3.  l6o.  Oh  quanto  bene 
questo  ultimo  passo  di  Plinio  &*  adatta 
ec.  al  fallo  del  primo  ut>mo  ,  nella  sua 
miserabile  diirendrnta  insirin*  colle  pene 
al   gran    fallo   dovute   transfuso  I   (*) 

•f  TRANS(;hKS^IONE.  Traxgressio. 
ne.  Lat.  noxiì,  piitcìilum.  Gr.  ai  ti  e,  Tis^a- 
^%9H.  Maestrusz.  3-  1".  La  cui  iransgres- 
>iime  contiene  solamente  sreverrosa  (  ti 
ì'ocaf>olario  alla  voce  SHEVEBENZA  leg- 
ge trasgresiione  ) 

TRA.NSIRF.  f  i    passale   \.»\.  tram- 


ire .  Gr.  /iSTa^ou'vftv.  Fr.  lae.  T.  L. 
7.  7.  Cbe  nessun  ci  può  traosire»  Che  U 
veste  abbia  spiacente. 

g.  Per  Passare  tdC altra  vita.  Morirti 
che  anche  si  disse  Transir  lo  Spirito» 
Lat.  ohire,  mori.  Gr.  «■:oJv»f9K8tv.  Lib, 
<)p.  div.  3u.  Alzo  la  mente  e  gli  occhi  t 
M  cuore  e  le  mani  a  Dio,  e  transi  lo  gi- 
rilo. f'i7.  Plut.  Ma  uno  de'  capitani  di 
Eumeoio,  il  quale  aveva  nome  Golas  ,  lo 
conobbe  dal  cavallo,  e  guardatalo,  e  già 
si  transiva  (qui  a  maniera  di  neutro  pas» 
sivo  j. 

*  TRANSITIVAMENTE.  Term,  de* 
Gramatici.  in   moda   transitivo.  (A) 

•f  *  TRANSITIVO.  Add.  Term.  de* 
Cramatici  j  e  tlicesi  di  Qne'  verbi  ,  i 
quali  esprimono  un'  azione  che  pas' 
sa  da  persona  a  persona,  o  da  cosa  a  co^ 
sa  j  e  dislinguonsi  in  attivi,  e  passivi. 
Lat.  transilitus.  Gr.  /j sra^^aTi/c'^.  tye- 
gner.  Alnnn.  J^igl-  I7.  2.  Higlia  dunque 
queste  parole  in  quello  de'  due  ^eosi  che 
più  ti  piace,  o  in  senso,  come  dicono,  io- 
transitivo   ec,  o   in   senso   tranaitivo.   {') 

t?  g.  /•."  per  Transuntivo.  tiocc.  Cam. 
Dant.  \.  3.  La  forma  ,  o  vero  il  modo 
del  trattare  e  poetico,  filtivov  discrittÌTOy  e 
digressivo  e  transitivo.  (C) 

TRA.NSITO.  il  Iransire,  Pasaamento, 
Passaggio.  Lat.  transitus.  Gr.  oia/39r?t{. 
Dani.  Par.  26-  Come  la  fronde,  che  lici- 
te la  cima  Nel  transito  del  vento,  e  poi 
si  leva.  Per  la  propria  virtù,  che  la  sa- 
blima.  Fir.  As.  \ì\.  Vedendo  così  per 
transito  quello  abbattÌm'-nto.  Gal.  Sist. 
338-  Si  fecero  a  mia  richiesta  osservaaio- 
ni  di  tutto  il  transito  di  quella  (macchia 
solare  J. 

t  3  §.  I.  Per  l*  Atto  del  morire.  L^l. 
obitus.  Gr.  Tiisurn*.  J/erf.  Arb.  Cr.  5l. 
La  cui  morte  dà  vita  a*  morii,  e  nel  cui 
transito  piange  il  cielo.  *  He/c,  Vit.  Co- 
lomb.  189  Alquaulo  dopo  il  transito  del 
beato    Giovanni.  (  C) 

^  §.  IL  Transito,  vale  aitc-'te  Pittura 
rappresentante  il  transito.  ■  Borgh.  Rip. 
509.  Nella  Trinit'a  ec  k  di  mano  di  Tad- 
deo  il   transito  della  Madonna  ••  .  (C) 

§.  IH.  Stare,  o  Essere  in  transito,  %-a- 
le  Essere  in  sul  monte.  Lat.  animam  a- 
gere  .  Sen.  Declam.  Visitai  il  mio  figliuo- 
lo, che  stava  in  transito,  ed  era  per  mo- 
rire, ('eccfi.  .V/iiP.  1.  I.  Quando  io  giu»> 
si  di  Levante,  Neri  Era  malato,  e  si  pub 
dire  io  transito. 

ÌF  $.  ly.  A  lutto  transito,  parlandosi 
di  battaglia  o  duelli,  vale  Emo  all'  ulti- 
mo sangue,  A  guerra  finita.  Cecck.  l^rov. 
Ss-  Son  trovatomi  Nelle  prime  fauooì,ed 
a  comball  rrr  Nove  volte  in  steccato  a 
lutto  transito.  fCj 

^  ^.  V.  P-r  transito,  vale  Di  passag- 
gio. Borgh.  lese.  Fior,  ^/i-  '**-''^  aprire 
uo  po'  meglio,  così  per  lrao>ito,  quel  che 
il  nostro  Villani  asciutlamenle  accen- 
na, (y^  Fir.  As.  l4-  \  eden  do  cosi  per 
transito  queiroliliattimenlo./'.  PER  TRAM- 
SnO.  (t) 

TRANSITORIAMCNTE.   Avi-erb.    Per 

transito  ,      Per    passo.     Lat  .    obiter.     Gr. 

Tapty-/w{.  Seal,  S.    Agost.  La   qual  qui- 

stiooe     noi    transitoriamente     rirordaadu , 

!   nel    terso   di    questa  opera  lasciammo  non 

assiduta. 
I        TRANSITORIO.    Add    Che    ha    fine, 
,    Che  passa.   Che  vien   meno.  Lai.  caducus, 
I  'iransitorius.   Gr.    itTcisi/«0{  ,    CjVktk- 
>  frTOiTOf.    Bocc.    HO*:  1 .  s.  Le  cose  tempo* 
'  rali    tulle    sono  lran>itorie.     Tes.    Br.  7. 
9.    Tulle    le     cose   che    lu    hai    Irausilorie. 
non     le    rredere     grandi,     l'avalc.    Erutt. 
Itng.    Or   cosi    potrcm     «lire     degli    onori  . 
e   d*  oji*iii    altro     Wd    mondano  .   cbe    non 
son  da  domandare   ne  da  disidrrair,    pe- 
rocché  soQ    vani     e    lraiuitiHÌi.     Al^rl 


T  R  i 


TRA 


iS83 


tav.«y  E  «•■■'"'  "  fi'"'-''' •  /'"^  '""^ 
le  coic  mo«d»n.  san  tr.ns.lonc  .■  cade 
,oll.  *  l'ucc.  Cen..l  c.,,.t.  26  Approsso 
a  lui  t"  il-rtiMÌ  fi"l  'l"'"»»  l«l:-'  "■ 
;„rioDe'S.-.vcl\i  da  lU.„>a  che  v.vo.lc 
Due   anni;  e  come  ognuno   e  IranMtor.o, 

"""TBANSLAKCEATO./Zd.'.  r™p««-  | 

Udalandn.M^d.Arh.    O  .  6.    C«ù  con- 

«Ito  in  croce:   C.e>a  lon>lancealo.   H)       \ 

TKA]N^LATA^E.  Trn.<laU,n.l.M.con-  1 

«-■/e-v,  .■c.l.rc.   Gc.  ^ST'/ffaie...  7«. 

Br  I  17-  l'ii'"  '•='*"  """""■  "■■'"••'^  "• 
„flopoiinlil.rod.S,.l,.nlal.BBea,do. 

dici  tavolo.  -  AIO'--  Toh.  proci,  paf.  2. 
f7.,Vor«<.  ,;99  )  Ci  r,|;nmlono  eh  M,re., 
e  dicono  noiaverc  l\,ll...o  «miro  la  loro 
Icgpe  in   avere  tran>l..t..U-  quolc  cose  d 

ebreo  in  Ialino.  (Bì 

TBANSI.ATATd.^rfJ    di  Tran.^lala- 

rt;   Trn.<lnlalo.  Lai.  >ersus,  comersus  . 

Gr.  ui-v-Vpv.''^-^''  _  y        , 

TRA^SLATIVAMENTE  .  A^verb. 
Tr^slnlil-amentc  .  Lai.  tran^laliln.m  ,n 
n.c.l,.,n.  C.r  ^..T«VC,^.x«;.  I  arci.  Uz. 
5oq.  <:ome  quando  d.ciamu:  va  d.  la 
dai  liliri,  in  aluo  scniimento  ,  cbe  quan- 
do si  dice  !  di  li    <1-  Arno ,  cioè  Iranslali- 

vamenle .  ^      ,  .       /^       i„ 

*  TFANSI.ATO.  Tra.<lalo.  Cabale. 
Speccl:  Cr.  120.  roicbb  Cristo  l'  ha  trat- 
to della  polestà  del  Diavolo  tu  se,  Iran- 
.lato  nel  lume  e  nel  rcsnod,  U.o.  /ìen,h. 
Plot  3.  217.  Translalo,  che  disse  il  Pe- 
trarca, è  Ialinamente,  non    toscanamente 

detto.  (J')  ^       ,  e, 

*  T«A^SLAZ10NE.   Tra.<!az,onc.  Se- 

gn.  Flic.  Gli  animali  l.iuli  non  son  del- 
ti ni  intcmpcranli  ni^  incontuienli  i  e  se 
e-  son  delli,  son  detti  per  Irauslaiione 
(qui  per  liaslalo,  in  signijicalo  di  Ji- 
mira  rrllorica  ).   (B)  ,     .     _-     , 

•+  *  TIIANSLUCIDO.  //■'<'.  Traluci- 
do  .  Snnnaz.  Arcad.  pros.  8.  Kon  altri- 
menti cbe  se  di  purissimo  cristallo  stalo 
fosse,  i  secreti  del  translucido  tondo  ma- 
nifestava. F  pros.  12.  Il  suolo  per  terra 
lutto  coverto  .li  una  minuta  e  spessa  ver- 
dura,  con  bellissimi  setgi  da  ogni  parte  , 
e  colonne  di  Iranslucido  vetro,  ec.  (A) 

*  TRANSMAKINO.  Termine  degli  an- 
liehi  Geografi.  Che  è  di  là  dnl  mnre. 
Ptlr.  Uom.  ili.  <)5.  Fece  ancora  che  nes- 
suno cberieo  traosmarino  fussi  ricevuto  , 
se  non  con  una  lettera  di  mano    del  suo 

Vescovo.  I/i)  ..  ;       „ 

*  TnANSMUTABE.  Miilnr  di  luogo  . 
Ptlr.  Uom.  ili.  191.  Transmulo  .inche  il 
corpo  di  san  Gregorio ,  ordinando  al  ser- 
vigio monaci.  (ì  )  .     «, 

■  *  THANSMUTATO.  Add.  da  Trans- 
miliare;  Cangialo.  Ilorc.  noe.  18.  35.  Per- 
chi;  del  tutto  della  forma,  della  quale  esser 
solea    vegRenilosi  Iransmutato,  er.  (V ) 

if  THA.^SPAnA.^^)  .  Colui  che  ahila 
di  là  dal  Pò  ,  rrn^padano.  Peir.  Uom. 
ili.  180.  Lasciatovi  parte  dell'  esercilo,  lui 
col  resto  si  volto  a'  Transpadani.    (ì  ) 

tf  TRANSPORTARE.  Trasportare, 
Trasferire  .  PeIr.  Uom.  ili.  188.  L'  ossa 
di  san  Vito  martire  furono  da  Parigi  in  un 
monastorio  in  Sansopna  Iransporlate.  CO 
Sega.  Polii,  lib.  I.  cap.  6.  E'  non  e  ,  a 
dir  il  vero  ,  agevole  a  transportarsi  qua- 
lunche  cosa  che  e  necess.iria  alla  vita:  per- 
ciò fu  fermo  un  patto  infra  gli  uomini  di 
dare  e  di  ricevere  una  tal  cosa,  la  quale 
essendo  utile,  fusse  alta  ad  essere  agevol- 
mente transportata  per  i  bisogni  del  vive- 
re. O 

*  TKANSrORTO.  Il  trasporlare.  In- 
slr  Cane.  80.  Descrivano  sempre  in  cia- 
scuna di  delle  poste  con  chiareua  e  di- 
sliniione  il  giorno,  mese  e  anno  nel  quale 
si  farà  tale  trasporto.  (C)  ,,       ,      „ 

TRANSRICCHIMENTO  .    ì' ■    A.    Il 


-d.  Fred  n.  ini 
pensano  ad  alleo,  I 
icchimenlo  .    Lih. 


tran.<r!ccl,irc  .    Fr.    Cord.    Fred 
tutte  le  loro  alieni  non  f 
cbe  ad  un   sicuro   Iransric 

Pred.   Dopo  il  desidc.alo  e  sospiralo  Iran- 
sricchimeuto  viene  la  morie. 

TRANSItllClllRE.  /'.  /'.   ,Smorffr(i(<t- 

menle  arricchire.   Lat.  i-alde  locnplelari  . 

Gr.  ■J3£p:i)i»'-'4"a«'  ■    *<"■'"■  '""■■    '^^■ 
3     Mentre    che    di    Iransriccbirc   cercava-  1 
"no  ec.,  eo'  suoi  compagni  fu  preso  e  ru- 
balo .  ■      / 

TRANSVEDERE.  /'.  //.  Insannar.ii  nel  | 
vedere  j  che  oggi  più  coniunenicile  dicia-  < 
mo    Trai'ulcre.  Lat.   .■i,>«    dccipi  ,  alluci- 
nari.  C.r.  TffaSU'jTsiv  .  l'occ.  noi',  bg.  I 
28    Perrbè   di  certo  la  magagna  di  questo 
iransvedeic  dee  procedere  dal  pero. 

*  TI  AiN.--Vl-.H.-iALMlNTt.  Avi-erb. 
Trasvermlmenle  .  I^al.  Dif.  Capr.  20J. 
Tale  divisione  è  totalmente  superflua,  pò- 
lendosi  ec.  conseguir  1'  istesso  col  mezio 
delle  linee  arilmelichc,  accomodando  Iran- 
sversalmcnte  il  diametro  del  dato  cerchio, 

"transumanare,   r.  trasuma- 
nare. „         j,,      ; 

*  TRANSUNTARE.  Teim.  de'I.egali. 
Far  transumo  di  contrailo,  leslannnlo , 
e  .umili  scntinrc  .  Band,  ani-  Nou  può 
iransuntare  ,  copiare,  o   mostrar  teslamen- 


TR  aonestamente.  ;  .  a.  Awerl,. 
Mollo  onestamente.  Lat.  honeslis.time.  Gr. 
xaUnTX.  .Vf/i.  l'isl.  Va  raendo,  ov« 
C..1Ì  viva  traoneslamente,  e  non  trasicura- 

"'"tÌÌapACIFICO.  r.  A.  Add.  Molto 
pacifico  .  Lai.  laide  paeificus  .  Gr.  Xia» 
s.fflvi/oU.  .Vivi.  list.  Nel  m.^wo  dell, 
cose  chele  e  Uupaci6<he  rampolla  il  ro- 
more  e  la  paura. 

:;:  TRAPACATO   Add.  Più  che  pagato. 

.\alf.  .•/iHiT(.   2.   I.  4    Uireblicsi  slracon- 

tcnlo  ,   strapagalo   ce.    ciò    che    Irapagato 

I  e   Iraconlenlo  ne"  libri  si  truova  scritto  de' 


più 


veci 


hi  autori.  (I  } 


iransuiii.li e  ,  ..u^.....-,  -   —      ^ 

li.  Le  scritture  pubbliche  de  nolari  moi 

li    iransunlale    e    pubblicate,  o  solloscril- 

'°':?  TRANSUNTIVAMENTE.  Anerh. 
Term.  Jlelt.  Per  lrnpa.<.<o.  Oli.  Coni. 
Par.  1.  6.  Nel  XXX.  (canto)  transun- 
tivamenle  palla  di  lutto  il  paradiso,  figu- 
randolo a  modo  d'  uno  fiume.   ((  ) 

?,:  TlìANMJINTIVO.  Add.  Atto  a  Irans- 
unzionc.  Che  apre  .strada  da  una  co.ta  ali 
altra  .  Bui.  pr.  l.o  modo  del  Irallare  e 
poetico,  fittivo,  desnillivo,  digressivo,. 
Iransuntivo,  e  ancora  difGmlivo  e  divisi- 
vo.  (AJ  Oli.  Cam.  lurg.  24,  l\52.  Voi 
ve  ne  andate  strclli  dielro  al  dittatore  , 
cioè  a  colui  che  il  dire  suo  adorna  con 
colori  relorichi  e  transumivi.  (C) 

:'.:  TRANSUNTO  .  Estratto  di  un  di- 
scorso ,  di  una  scritlurn  .  /land.  ani.  1 
notari  ec.  dispongono  de"  biro  roghi  ec.  , 
facendone  copie  o  Iransunti.  lAj 

•f  :;:  TRANSUNZIO.NE.  Trapasso;  ed 
i  sorla  difgura  reltorica,  che  da  una  in 
altra  cosa  apre  come  strada  .  Lai.  Iran- 
.lumplio.  Gr.  ,i£TaXn.|<.4  ■  Bui.  Inf.  ii. 
Muda  chiama  Y  aulore  quella  lorre,  o  lorsi 
percbi;  cosi  era  chiamala,  perchè  vi  si  le- 
nessono  T  aqmlc  del  t  omune  a  mudare, 
o  per  iransunzionc,  che  vi  fu  rmchmso  il 
Conte  e  li  Bgliuoli ,  come  gli  uccelli  nella 
muda.  (•) 

TRANSUSTANZIARE.  1  ■  L.  ISentr. 
pass.  ,  Trasustanzinre  .  Lat.  '  '™«"'''- 
slanliare.  Gr.  p.l-.ct.'JlOLXO^-l  ■  P >or.  i- 
Frane,  cap.  33.  Vedca  che  Cristo  non 
colrava  nell'  ostia  ,  ovvero  ,  che  1  ostia 
non   si   iransuslanaiava   nel   corpo  di  Cri- 

'  °*  8.    E  in  signific.  alt.  Segner.  Pan: 

instr.  cap.  ik-  Di"  ^»'°  P»"  •'''"  '°j".1 
onnipotenza  transuslaniiare  il  pane  ed  il 
vino    nel  corpo  e  nel   sangue  del  Reden- 

lore,  (I  ) 
TRANSUSTANZIAZIONE.  7'.  LTcrm. 

pronao  per  esprimere  nel  Sagramenlo  del- 
l' Altare  il  trasmulamento  del  pane  e  del 
IMO  nel  santissimo  Corpo  di  nostro  Si- 
gnore. Lat.   'transiihstanliatio.  Gr.  ;j.-:Ta- 

,T(J.X£'W"?-*-P°"'»'-  ■^^■""■-  '"'""■■  ^-  ^9^' 
Per  opera  della  consacrazione  si  fa  conver- 
sione di  luna  la  suslania  del  pane  nella  su- 
stauza  del  corpo  ,  e  di  lolla  la  sostanza 
del  vino  nella  suslanza  del  sangue  di  Cri- 
sto, la  qual  conversione  convenevolmente  e 
propriamente  è  chiamata  transustanziazione 
dalla  Chiesa  cattolica.  (Pe) 


TRAPANARi;.  l'orare  col  trapano. 
Lat.  tciehrare.  Gr.  Tpu-àv.  Cani.  Carn. 
434.  Questi  son  per  Icnlarc  ,  Quest'altri 
a  trapanar  ,  questi  a  ilar  fuoco  Usiamo  , 
ec  linon.  Pier.  1.  Intr.  Noi  eh'  .abbiam 
tutto  trapanato  il  dosso  ,  Scommesso  le 
giunture.  /;  4.  2.  I.  Trapam  loro  1  den- 
ti,  E  le  faccia   invecchiare  (  qui  per  si- 

milil.  )■  .  r„ 

*  TRAPANATO.   Add.  da    Trapanare. 

Il    Vocahcl.   alla    I  .   FUNGO.    0^) 

*    IRAPANATORE.    ì  erhal.   masc . 
Che    0   Chi  trapana,    (  hr,  a  Chi  fora.  (A) 
S:    TRAPA.NAZIONE.    Term.  de'  Chi- 
rurgi.   Operatone  del  trapano  per  l'Olar 
qualche  materia  morbosaforniala  nel  cra- 
nio, f.-l)  ,       ,, 
TRAPANO  .   Strumento  con  punta    a 
acciaio  ,    col    quale   si  fora    -l  ferro  .   la 
pietra,  e  simili.  Lai.  lerelira  .   Gr.   rpu- 
Tt'/..9v  .   Uh.    Astrai.  E  fac    uno   trapalici 
che    sia    tanto    grosso  ,    come  il  foro  ilelli 
poli  che  avevi  forato  innanzi.  Cani.  Cara. 
Al3    Tra  l'altre   m.isserizie  tejniam   care 
Le  lime  e  i  grimaldegli.  Né  si  può  senza 
fare  ,  Cosi  tanaglie  ,  trapani  e  sucrhiegli. 
1  mrg.    l8.   l33.   E  trapani,  e  paletti,  e  li- 
I  me   sorde.    Mnlm.    4.   lì-  E  I.  denti  ap- 
piccando a  quel  legname.  Come  se  n  boc- 
'  L  avessero  un  Irap'ano  ,  Presto  presto  vi 
fecero  un  forame.   E  6.   46-  P"*"  "^"^ 
vi  son  come  trap'ani.  •-•.=  ^hnncc.   ni:    Im- 
pano.  Specie  di  succhiello,  o  foratoio  atto 
a  bucar  pietre  ,  ferro  ,  ed  ogni   altra  ma- 
teria, per  dura  che  sia,  e  s   adopra  facen- 
dolo girare  con   una  corda.  (Hi 

+  %  %.  Trapano  ,  dicesi  da'  Chirurgi 
un  Instnimenlo  in  forma  di  sega  roton- 
da .limile  ad  un  .succhiello  ;  che  sert'e  a 
trapanar  le  ossa  ,  e  specialmente  quello 
del  cranio.   (P) 

•+  TBAPASSAB1LE.  ^rfd.  ^"'"'''•<'- 
pas.iare;  Contrario  di  Durei-ole.  Lai. 
tran.<ilorius  .  Gr.  soKK-a-TWTO?  .  Ptt. 
Bari.  3l.  Dunque  lascerestu  le  cose  Ira- 
passabili  per  le  dmaboli.e  le  tenabre  r<?». 
forte  va  letto  tenebre  )  per  la  lumiera  ? 
E  36.  Pero  ti  priego  che  tu  lasci  que- 
ste  cose  trapassaluli  per  amore  del  no- 
Siro  Signore. 

t  TRAPASSAMENTO.  Il  trapas.rare- 
Lat.  tran.<itiis.  Gr.  ;iS7«Sa7.;.  Fihc.  4. 
174  Ove  a  tulli  gU  esempli  detti  di  so- 
pra mancasse  per  lungo  trapassamento  d. 
tempo  degna  lede.  Mrd.  A.h.  Cr.  3o.  In 
tanto  trapassamento  d'  ardor  di  mente. 

S  I  Per  Morte  .  Lat.  o/'i(".r,  transt- 
lu.<'.Ge.  T=JeUT»i'.  /..*.  mc'r  Avemo 
fermato  per  sa.amento,  the  1  detto  Cur- 
rado appresso  il  trapassamento  della  vita 
del  suo  padic  terremo  a  signore  e  mpe- 
radore.  Dani.  Conv.  77.  Appresso  lo  tra- 
passamento di  quella  Beatrice  beata,  che 
live  m  cielo  cogli  Angioli ,  e  m  tciTa  colla 

niia  anima.  rj^„.,„ 

+  S  II  Per  Tra.sgredimenlo,  trna- 
ricazfone  ,  Trasgressione  .  Lat.  pravari. 
calio,  nansgressio.  Gr.  uaf  a°'."-  -f/"" 
Ani  1,0.  7  3.  Acciocché  per  li  subii,  tra- 
passam^nl,  di  parlare  e  di  opere,  quasi  per 
Lsi  contrastanti,  sia  rolla.  J>/or.  S.  Creg 


1584 


TUA 


Net  piede  si  figura  il  trapassamenlo  dell' 
operaziuoe  ,  e  ocl  capu  sì  figura  questo 
mondo .  Tesoretl.  Br.  6.  !\0.  Per  quel 
Irapassamcnlu  Mantenente  fu  miso  Fuori 
del  Parudiìu  .  Coli.  SS.  Pud.  Il  peccato 
che  quejjli  cetumise  per  trapas&amento  del 
comandamento  d'Iddio,  non  dehlie  vera- 
mente ec.  Giiitt.  lett.  25.  Mij^liure  slimo 
la  condizione  umana  poi  lo  tra|iaìsanieato 
del  primo  nuslro  parente  .  f^arch.  Lcz. 
3o7-  L'  eccesso  ,  ovvero  trapassamento  , 
non  può  essere  ordìoariamcntc  più  d'  un 
bolo  . 

THAPASSANIE.  Che  trapassa.  Lab. 
353.  Fece  una  ^  i a  luminosa  e-  chiara,  non 
trapassante  il  luogo  dove  nui  sav^iiiu. 

t  ^.-  §■  I.  /'('/•  Trasparente.  t)tt.  Cam. 
Par.  3.  54-  Postilla  è  quella  imaginc  no- 
stra, che  ci  ili  rappresenta  in  acqua  o  in 
ispecchio,  o  altro  corpo  trapassante,  o  vuo- 
gli  l'imaginc  ce.  {Sj 

#  g.  IL  /Vr  Caduco,  Transitorio.  Ini' 
per/,  prov.  n.  II.  T.  4.  253.  Delle  quali 
tulle  cose  trapassanti  ed  incrrte  ,  vane  e 
senza  regola  l'enne  sono  le  vie.  ( t') 

IKAI'ASSAUE.  ycutr.  Passare  oltre. 
Passare  avanti.  Lat.  transirc.  Gr.  /xara- 
^ai'vjiv.  liocc.nov.  18.  12.  Prestamente 
trapassò  in  lnj;hilterra.  Dant.  Inf.  3.  Ch' 
io  sap[>ia  quali  sono  ,  e  qual  costume  Le 
la  parer  di  trapassar  si  pronte.  K  Par.  2. 
S'egli  e,    (-he  questo  raro  non  trapassi. 

§.  I.  Per  passare.  Lai.  transire ,  iter 
peragere,  perdere.  Gr.  jUL-irafiat  viiv,  Oto- 
^gj'iiv.  Star.  lùir.  6.  IJO-  Arricchiscono 
or  questa  or  quella  delle  proviacic  ,  dov' 
e'  trapassano. 

*1"  '•'  %■  *^-  ^^''  •f'""/»'-  Bocc.  p.  2.  n. 
2.  D'  una  cosa  in  altra,  cocne  ne'  ragiona- 
menti avviene  ,  trapassando  ,  caddero  in 
sul  ragionare  delle  orazioni  che  gli  uo- 
mini fanno  a  Dio  .  Segner.  Mann.  j^pr. 
10.  4-  <v*"*^**^  "^  trapassare  a  materia  as- 
sai diUeieule.  (l'J 

t?  g.  IIL  Per  penetrare.  Bore.  g.  I. 
n.  I.  Mon  polendo  1'  acume  dell'  occhio 
mortale  nel  segreto  della  divina  mente 
trapassare  in  alcun  modo,  (f) 

\  •!-  §,  IV.  Trapassare,  parlandosi  di 
tempo ,  vale  Scorrere ,  Terminare  scor- 
rendo. Bove.  g.  7.  n.  7.  Avanti  che  que- 
sta  notte   che   viene   tutta   trapassi.  (I  j 

§.  V.  Per  Morire,  Passar  di  questa 
vita  .  Lat.  obi  re  t  mori.  Gr.  TJisuTav  , 
3v/i'5*t£iv  .  fìocc.  Introd.  34.  E  parmi  , 
dovunque  io  vado  ,  o  dimoro  ,  per  (|uella 
1'  omlire  di  coloro  che  sctno  trapassati  ve- 
dere, lì  now  l'J.  48-  Il  quale  non  islettc 
guari  che  trapasso.  l>ep.  Decam .  123. 
Trapassare  da  se  solo  importa  morire  , 
preso  per  avventura  in  que*  tempi,  con 
molte  altre  delle  voci  già  di  sopra  alle- 
gate, da'  Franceschi,  che  trespasiCi  chia- 
mano i  morti,  chiamati  ancora  da  questo 
nostro  tiapassali,  che  noi  per  l'ordinario 
diciamo  i  passati. 

#  §.  VI.  Trapassare  di  questa  vita  , 
vale  lo  stesso  .  Bocc.  g.  7.  n.  10-  Una 
inrcrmitli  ec.  dopo  ulf{uauli  dì  si  1'  a^^gra- 
vò  forte  ,  che  non  putendola  sostenere  , 
trapassò  di  questa  vita,  f  f) 

g.  VII.  l'er  Finire,  Cessare.  Lat.  de- 
sinere  ,  cessare.  Gr.  aTToi»)''/»!^  ,  TiaJi- 
t^cti.  Tes.  lìr.  1.  21.  Quando  il  dduvio 
fu  trapaNsalo,  e  la  terra  fu  srtipcrta  ,  »ii> 
chii  ciascuno  atitniale  poteva  andare  ove 
egli  voleva,  allora  cominrio  la  seconda  età 
del  secolo.  Albert,  cap.  63.  l'utte  le  coso 
trapassano,  se  non  se  amare  Idtiio. 

V  §.  Vili.  Trapassare,  talora  si  usa 
anche  attivamente  in  signijìc.  di  Pass.tr 
oltre.  Mar.  S.  Creg.  7.  il.  I  miri  iVa- 
tclli  mi  hanno  trapassalo,  cioè  a  dire  .d>- 
liandonato  ;  sucome  la  il  turrcnle,  cioè  il 
fiume,  il  t|uale  pas*a  per  la  valle.  ( f) 
Segner.  Pixd.  Pai.  Ap.  3.  l3.  V  i  mai 


TRA 

chi  strepiti  contro  dì  un  architetto  ,  ove 
questi  dice  ,  che  se  si  vuole  alzare  un 
palazzo  nohilc  ,  conviene  andare  con  la 
zappa  licn  giù  fino  alle  latrine?  Anzi  se  si 
trapassino   tanto   meglio.   iTC) 

5?  §.  IX.  l'er  Trafiggere,  Passare  da 
banda  a  banda.  Lai  conjlgrre.  Sali.  Ca- 
teli.  77.  Poiché  Catellina  vide  li  »uoÌ  male 
andati,  e  se  con  pochi  esser  rimaso  ce, 
misesi  in  fra  la  grande  moltitudine  dei  oi- 
mici  ,  e  quivi  comltattendo  fu  trapassato 
(ti  lat.  ha:  confoditur).  {1} 

^  §.  X.  K  figuralam.  Fior.  S.  Frane. 
53.  Parcano  le  tue  parole  celestiali  a  modo 
rhe  saette  acute  ,  le  quali  trapassavano  si 
il  cuore  di  coloro,  ec.  ( l^ ) 

g.  XI.  Per  Sormontare  ,  Sopravanza- 
re, Superare.  Lat.  superare ,  superexcei- 
lere  .  Gr.  uVìS^fixiviiw  ,  rr«ptyi*v!9&«i . 
Pocc.  nov.  8.  2.  Di  gran  lunga  trapassa- 
va  la  ricchezza  d'  ogni  altro  ricchissimo 
cittadino.  /:.'  nov.  ^l.  2.  M  quale  di  gran- 
dezza ,  e  di  bellezza  di  corpo  tutti  gli  al- 
tri giovani  trapassava  .  /:.'  nov.  ^3.  6. 
Quaudo  aggiugncro  io  alla  liheralità  delle 
gran  cose  di  ?latan ,  non  che  io  il  tra- 
passi T 

§.  XII.  Per  Trasgredire.  Lat.  tran- 
sgredi.  Gr.  Txp«eaiv!(V.  J'it.  Plut.Mz 
quando  la  legge  sarà  fatta,  chi  la  trapas- 
serà, cunvenevolc  cosa  sarà  eh'  e*  sia  pu- 
nito .  Tes.  Br.  1.  IO.  La  natura  degli 
Angioli,  che  non  trapa>sano  la  volontà  d' 
Iddio,  è  chiamala  chiarezza;  e  la  natura 
di  coloro  che  la  trapa>sjuo  ,  e  appellata 
tenebria,  l'etr.  son.  ii5.  Quando  '1  vo- 
ler, che  con  duo  sproni  ardenti  E  con  un 
duro  fren  mi  mena  e  regge.  Trapassa  ad 
ora  ad  or  V  usata  le^ge.  Maestrnzz.  2.  6. 
2.  Quando  alcuno  trapassa  volontariamente 
il  coniaudameuto ,  siccome  fece  Adamo  ed 
Eva. 

*  §.  XIII.  Per  Trascorrere ,  Andar 
oltre  il  convenevole,  Fccederc  .  Car.  lett- 
1.  9(.  (  edis.  Aid.  j  L'umanità,  con  che 
mi  s'  oQTcrisce,  mi  pare  che  trapassi  i  ter- 
mini. (IV) 

§.  XIV.  Per  Tralasciare.  Lat.  omit- 
tere,  pralerire.  Gr.  xaTaXetVstv,  uTTec- 
j3ki'v£iv.  Conv,  1^&.  E  qui  non  e  da  tra- 
passare con  secco  pie,  secondo  ciò  che  si 
dice  ,  in  tempo  aspettare,  /'etr.  canz.  4- 
5.  Onde  più  cose  nella  mente  scritte  Vo 
trapassando . 

*  g.  XV.  E  variamente.  Bocc.  g.  3. 
n.  3.  Ancora  vivono  di  quegli,  che  per 
questo  sì  caricarebltcro  di  sileguo,  dove  di 
ciò  sarcldtc  con  risa  da  trapassare  (simile 
l'aNsarsi  d'una  cosa  )■  (f) 

g.  XVI.  Trapas.tare  il  tempo ,  il  gior^ 
no,  e  simili,  vale  Consumarlo ,  /.asciar 
eh' e^  passi.  Frane.  Sacch.  nov.  3a.  MoD 
voglio  trapassare  questa  maltina  ,  eh'  10 
non  vi  dica  ciò  rhe  io  v*  ho  promesso  . 
♦  /foce.  Introd.  58.  Novellando  ec.  questa 
calda  parte  «lei  giorno  trapasseremo.  (/') 

TIIAI'ASSATO.  Add.  da  Trapassarti 
Passalo,  Preterito.  Lai.  praeteritus,  Gr. 
otyó}i.tvoi  ,  fboi'd^.  Bocc.  nov.  17.  26. 
Avendo  a' trapassati  mali  alcun  rispelto  la 
donna  ,  V  parendole  assai  hcne  stare  ec.  , 
le  suo  hellczzc  fiorirono.  ^  Chìabr.  rim. 
part.  3.  pag.  178.  (tierem.  17-30)  E  pen- 
sando ui  cammin  su  quel  dolore  Gravo 
cotanto,  che  a  moiir  1'  invita,  E  sul  Imi 
trapassalo  ,  onde  godca  Dianzi  in  Uizan- 
■io  ,  ce.  '  /l) 

3  §.  I.  l'er  Morto,  Passato  aW  altra 
vita.  Lai.  deftinctus.  C,f.tìiX'i}if<tOi^  x«- 
TOtx^'.ucvoi  .  Alam.  i,ir.  12.  1.17.  Prega 
per  I'  alme  quivi  trapassate,  lìern.  t)rl,  l. 
It}.  20.  li  poiché  finalmrnlr  gli  ba  trova- 
to 11  VISO  freddo  e  lolla  la  prisuna.  Onde 
il  giudica  in  lutto   trapassalo,  «e. 

^  ^.  il.  Per  Tratf redito  .  S.  Agost. 
C.   D.  l3.   al.  riiuuu  vieta  cbe  s'intenda 


TRA 

per  lo  paradiso  la  vita  delli  beati  ec. ,  it 
legno  della  vita  essa  sapienza  madre  dà 
tutti  li  beni,  ed  il  legno  della  scienza  del 
bene  e  del  male  la  esperienza  del  trapassa- 
to comandamento.  (^S) 

*  g.  111.  l'er  Convertito.  Segner.  Fred, 
Pai.  Ap.  7.  6.  Malo  lagrimevolc  in  vero, 
perchè  sì  ha  quivi  da  conti  astare  con  1* 
abito  vizioso  ,  trapassalo  quasi  in  natu- 
ra. (TC) 

*  §,  IV.  E  in /orsa  di  sust.  vaie  {To- 
mo morto  j  ma  in  questo  senso  si  usa 
sempre  nel  numero  del  più.  «  Vep.  De- 
Cam.  123.  Trapassare  da  sé  solo  importa 
morire,  preso  per  avventura  in  quei  tem- 
pi ,  con  molte  altre  delle  voci  già  di  so- 
pra allegate,  da'  Franceschi,  che  trespaS' 
sei  chiamano  ì  morti,  chiamati  ancora  da 
questo  nostro  trapassati  ,  che  noi  per  1* 
ordinario  diciamo  i  passati.  Bocc.  Introd. 
21.  .Mosse  non  meno  da  tema  ,  che  la 
corruzione  de'  morti  non  gli  ofiendesse  , 
che  da  carità  la  quale  avessono  a*  tra- 
passati •».  (C) 

TitAPASSATORE.  Che  trapassa. 
§.  Per  Trasgressore  .  Mar.  S.  Oreg. 
Per  la  qual  cosa  si  possono  degnamente 
nominar  frati  e  trapassatori.  F  appresso: 
Come  tu  farai  fornicazione  e  ucciderai  , 
nientedimeno  tu  se'  fatto  trapassator  della 
legge.  Maestruzs.  2.  3o.  X.  Furto  è  to- 
glimenlo  della  cosa  altrui  ec,  imperocché 
sanza  esso  non  è  furto  ;  eaiandio  che  vi 
sia  la  volontà,  ovvero  parola,  nondimeno 
per  la  sola  volontà  sarà  trapassaiore  d'un 
altro  comandamento.  F  2.  3o.  3.  Ma, 
largamente  pigliando,  è  detto  alcuno  com- 
mettere sacrilegio  ,  siccome  il  trapassatore 
della  ragione  pubblica  ,  la  «juale  cviuiste 
ne*  sacri  sacerdoti  e  magistrali. 

TRAI'ASSEVOLE.  /.  A.  Add.  Atto 
a  trapassare ,  Penetrabile.  Lat.  penetra* 
bilis.  Gr.  oiyn^spo;-  Coli.  SS.  Pad.  Vi- 
va e  la  parola  d'  Iddio,  ed  efficace,  e  più 
trapassevole,  cbe  ogni  coltello  aguto.  Al- 
Itert,  cap.  65.  Or  chi  puote  aver  in  que- 
sta vita  alcuna  cosa  durabile  ,  conciossia- 
cosaché tulle  le  cose  sien  Irapassevoh  ? 
(cioè  ,  transitorie). 

TKAPASSO.  //  trapassare,  e 'l  Luo' 
go  onde  si  trapassa.  Lat.  transitus.  Gr. 
Oiafiasij.  O.  /  .  6.  32.  l.  Per  Io  buono 
sito  e  trapasso  ,  il  quale  era  in  sul  cam- 
mino di  Pisa.  F  6.  73.  2.  Al  trapasso  d' 
nna  riviera  più  di  quatlordiciintla  sì  diss* 
n'annegarono.  M.  /'.  8.  73.  In  quelli 
luoghi,  donde  dovea  essere  loro  trapasso. 
Dant.  Par.  i^.  Sì  inoven  lumi,  scintil- 
lando forte  Nel  rongiungersi  insieme  e  nel 
trapasso.  Tes.  Br.  3  4-  ^*  Spagna  é  il 
.  trapasso  in  Libia. 

^  §.  I.    Per   Passaggio,    Tragitto.    Dit- 
I  tam.  5.    ().     Ma    voi  chi  siete  che   parete 
lasso  ,  E    che    avete   loquela    italiana  ,    £ 
chi    vi    mosse  a  far  dì  qua  trapaisoT  |  Cy 

§.    II.   Per  Term.   rettorico.  Lai.  trans- 
gressio ,    egres.tio.   Gr.  ptto!tx9ii.    Tes. 
Br.    8.    63.    Noi   troviamo    che   Ermagora 
I  nel  suo  libro  dice  ,  eh*  ìuaanzi  alla  con- 
clusione   SI    dee    mrlterv     lt>    trapasso    ce  . 
Voi    avele    ben    udittt    indielio  ,    che    tra- 
■  passo   si    é  quando    il    parlatore    esce   un 
poco  di  sua  materia  propria,  e  trapassa  a 
1  un'  altra  per  lodare  se  o  sua  parte,  e  bia- 
simare  suo   avvrr>ano  e    sua   patte  ,  o  per 
'  cagione  dì  confermare,  non  per  argumen- 
I  to,  ma  per  accrescere  la  cosa  ec.  Ut  que* 
j  sto    trapasso    dice    Tullio ,    che    non    dee 
'  essere  per   sìmigliauza   del   ruuio ,   aott   é 
\  sottomesso  agli   argunienti  delle  parti  del 
!  conto  . 

#  §.  111.  Trapasso  ,  pure  ttrnt.  de' 
Beton  !  il  pas.tare  d'  uno  ternano  ,  o 
quaternario  nell'  altro.  T-iss.  Lei.  son. 
Cas.  175.  Quando  abbiano  imitato  nel 
caso  la  dtflìcùllà   delle    dcsmcuic  ,    ce.  il 


TRA 

trapasso  i'  uno  io  un  Jtro   quaKrnaiio  , 
ce.  a  kasunta  par  loro  avtr  latto.  r(  ; 

e  IV  Trapasso,  diciamo  anche  a  una 
Maniera  dell'  andatura  del  cayallo.  Bcrn. 
Ori  1  4.  64.  Perchè  quella  GiraUa  or- 
renda e  fiera   Via  ne  lo  porta,  e  va  si  di 


renna  e  uci*    '  ■-  —  •-  »--.:.        ,  ,   ^„ 
trapano,  Che  giugne  al  pad.glion  del  re 

Gradasso.  ,         

TBAPELABE.  Propriamente  e  lo  icap- 
rare  i7  liquore  ,  o  simili .  dal  .njo  che 
lo  contiene,  uscendo  per  sottilissima  Jes- 
sura.  Lat.  effluire,  permanare .  Pass. 
iqi.  Siccome  interviene  ,  .e  a  cuno  va- 
sdUo  pieno  d-  alcuno  liquore  al.bia  alcuno 
foro  ,  per  lo  quale  esca,  o  trapeli  di  que- 
sto  cotale  liquore,  tanto  quanto  n  esce, 
scema  della  plenitudine  del  vasello.  l'ai-  | 
lad.  ilagg.  11.  E  questo  s  incorporerà  , 
con  quello,  e  diventerà  uno  corpo,  e  non 
Uapeleri  mai  di  lui  alcuno  umore  r>a,.t. 
Pure.  3o.  Siccome  neve  tra  le  vive  liav. 
Per  lo  dosso  d'  Italia  si  congela  ec.  Poi 
Uquefalta  in  st  stess.i  trapela  (cioè,  pene- 
tra 0  distilla  ). 

€.  I.  Fieuralam.  per  Usare  0  las- 
sale nascosamente,  o  msensihi  mente  . 
Kemb  pros.  1.  12.  Olirà  che  ne  l.bn  au- 
rora si  sarebbe  ella,  come  che  sia,  trape- 
lata, e  passata  infino  a  noi.  Demetr..Sesn. 
76.  Partoriranno  la  medesima  leggiadria, 
la  qual  trapela  quasi  nascosamente  da  quel- 
la soavità. 

#  g.  II.  Trapelare,  pur  Jiguratam. 
detto  anche  delle  persone.  Disc.  Cale-  Per 
r  impaccio  di  qualche  nimico  innanii,  che 
tuttavia  trapela ,  e  loro  al  collo  ovvero  ad 
un  braccio  s'avventa.  (^) 

*  §.  111.  In  signifc.  att.  i'ale  Com- 
prendere anche  da  minimi  indizii.  Disco- 
prire anche  leggiermente.  Cor.  Long.  sez. 
17.  Appunto  sembra  che  allora  ottima  sia 
la  figura,  quando  non  si  trapela  quest  1- 
•tesso  ,  eh'  ella  sia  figura.  (XS) 

TBAPENSABE.  f.  A.  Pensare  atten- 
tissimamente .  Lat.  seduto  cogitare.  Gr. 
^£0  =  .VT.!a2.w;  (xa=.Tàv.  fr  lac.  T. 
6  Y2  I  E  vo  trapensando  ,  Chiamando 
e  gridando.  E  6.  ^2-  9-  Jion  trovo  posa, 
perdo  il  coraggio.  Cosi  smemorato  \o  tra- 

pensando.  r..   »•    j 

*  TR^PERFETTO  .  -Idd.  Bi  la  da 
perfetto.  Salvia.  Buon.  Tane.  3.  1.  Stra. 
fne  significa   traperfetto,  di  la  da  perjcl- 

'"«TRAPEZIO,  e  TBAPEZZIO.  Term. 
de-  Geometri .  Kome  generico  di  fgura 
rettilinea  di  quattro  lati  ineguali  e  non 
paralleli  ,  0  di  cui  almeno  due  lat,  op- 
posti essendo  eguali  non  .sono  pa)  allei,  , 
o  essendo  paralleli  non  sono  egual,._  ial- 
,in.  Fier.  Buon.  3.  3.  I.  Trapezio  e  una 
figura  piana  geometrica,  quadrilatera,  due 
lati  della  quale  sono  paralleli,  T5a:r-:^iijv, 
quasi  tavolino  ,  piccola  mensa  :  ed  e  no- 
me adattato  ad  uno  studiarne  di  geome- 
tri a.  (N)  ,     _, 

*  TFAPEZZO.  Lo  stesso  che  Ira- 
pezlio.  fìnldin.  loc.  Dis.  'A) 

TRAPIANTARE.  Trasp,antarr.  Cr.  ». 
20.  4.  Ne'  temperali  ncU'  uno  e  nell'  al- 
tro tempo  il  pero  acconciamente  si  pianta 
e  si  trapianta.  7,ihnld.  Andr.  40.  La  pian- 
ta che  spesse  volte  si  trapianta  e  rimuta 
da  un  luogo  ad  un  altro,  non  può  pren- 
dere fona  né  vigore  .  Lor.  Med.  canz. 
j6.  1.  Donne,  il  pin  ,  com'  egli  è  nato. 
Si  vorrebbe  trapiantare. 

TRAPIANTATO  Add.  da  Trapianta- 
re .  Red.  Annot.  Pitir.  42.  Le  viti  tra- 
piantate in  paesi  differenti  producono  al- 
tresì il  vino  differente. 

§.  I.  Per  metaf.  Buon.  Fier.  2.4  Io- 
Che  dalle  precederne  Pur  legUtime  e  de- 
bile tra  i  grandi  ,  Trapiantate  nel  volgo 
fatte  ciance.  Vanno  colle  bilance  Pesando 
dell'onore  gli  escrementi. 

Vocabolario  Tom,  li. 


TRA 

fi.  II.   Per  Propagginato  ,  nel  signi/c. 
del  S    Lai.  defossus  ,  impactus.  Gr.  xa- 

Taoxaeei';.  i^myui-  '.ut.  L'  assassm,, 
e  comunemcote  dannalo  in  ogni  luogo  del 
mondo    a    tal   pena  ,    cioè    trapiantato  in 

'"tRAPICCOLO.  V  A.  Add.  Piccolis- 
simo. Lii:  HI.  Vogliono  avere  le  grandi 
cose  in  tal  modo,  eh'  egli  non  sieno  di 
niente  lenuU  ,  altresì  come  s'  elle  fossero 
trapiccole.  Sen.  Pist  Trapiccola  e  la  co- 
sa ;  della  quale  gli  uomini  si  tcncionano 
e  si  combattono  si  IrasoUiritamenle 

TRAPORRE.  Trasporre,  I  rappor- 
re.  Lai  interponerc  Gr.  a«f ^VTiSc  vai. 
J'arch.  F-rcol  aoq.  Se  io  per  la  Iretta  , 
i  o  per  lo  fastidio  n'  avessi  o  lasciali,  o  Ira- 
posti  .  F.  283.  Il  Iraporre  i  versi  interi 
nelle  prose  è  cosa  mollo  laidissima. 

*  S  I  /■■  figuratam.  vale  E.iporre  , 
Manijestare.  iarch.  Le:.  680.  Noi  non 
saremo    tanto   più   tosto  folU    che  preson- 


TRA 


i585 


aat  va»»v      !»-•■»'.'      I  -1 

tuosi  che  osiamo  di  traporre  il  g 
noslro  fra  tanti  e  cosi  grandi  autori.  r(; 
S:  §  II.  Ver  Interporre.  Bemli.  itor. 
1  ql.  Quelli  che  alcuna  cosa  grande  e 
faUcosa  da'  magistrali  impetrar  desidera- 
vano, il  favore  degli  ambasciatori  e  delli 
Re  e  de'  Papi  a  ciò  usavano  e  traponeva- 
no.  (1) 

TRAPORTAMENTO  .  //  traportare  . 
Lat.  transportalio,  translatio.  Gr.  p-it'x.- 
aopU.  Borgh.  Pese.  Fior.  354.  Ci  da- 
rebbe indizio,  che  assai  bene  antico  lusso 
questo  trapottamenlo  del  seggio. 

f  *  S  1.  Traportamento ,  d,ces,  an- 
che fguratam.  Cessione  d'  un  diritto  che 
uno  ha  su  qualche  cosa  .  Borgh.  1  esc. 
Fior.  5o8.  Parlo  ec.  delle  sincere  e  lea- 
li  donazioni  ,  e   veri    trapotlamenti  delle 

ragioni.   (V)  ,  i. 

*  §.  II.  Traportamento  ,  %'ale  anche 
Traslato,  Metafora.  Dep.  Decani.  72.  Cosi 
si  mostra  o  che  1'  una  lingua  impari  dal- 
1'  altra,  che  è  facil  cosa,  o  che  la  natura 
fomun  madre  insegni  all'  uno  e  all'  altra 
che  non  è  difficile  quando  cola'  traporta- 
menli  delle  cose  del  corpo,  e  quelle  del- 
l' animo  sieno  i  medesimi  io  più  d  una 
lingua  .  F  78.  fi  può  vedere  ec.  come 
con  altissimo  Iraportamenlo  aiutando  lo 
iolellello  de' lettori,  esprimesse  facilmen- 
te il  concello  suo  quel  gran  poeta.   (I) 

3  TRAPORTARE.  Trasportare.  Lai. 
transfcrre  ,  tran.tportare  .  Gr.  j/=Taye- 
pi,;.-f  Alam.  Colt.  3.  74.  Perchè,  scor- 
rendo ,  poi  di  giorno  io  giorno  L  umor 
del  verno  lo  trapolle    addentro.  (V) 

g.  I.  Per  Portare  .  Lai.  afferre  .  De- 
clam.  Quinlil.  C.  Traporla  qua  il  corpo, 
e  sopra  quelle  fedile  poni  tulle  le  colpe. 
#  §.  11.  Traportare,  parlandos,  d,  di- 
ritti, vale  Cedere,  Trasferire  a  qualcuno 
le  ragioni  che  uno  ha  sopra  una  cosa  . 
.<  C„id.  G.  lo  vi  dono  ogni  ragione  che 
io  v' hoe  ,  Iraportandola  in  lui  "    fCj 

*  g.  III.  Trapanare  ,  si  dice  anche 
delle  Parole  che  da  un  signific.  si  por- 
tano ad  un  altro.  Borgh  Orig.  Fir.  173. 
Ora  è  da  percuotere,  dice  questo  Poeta 
liberamente  il  pie  in  lerra,  cioè  da  saltare 
e  ballare  ,  onde  fu  poi  la  voce  tripudio  , 
e  tripudiare,  traportala  da'  Romani  a  fe- 
sta ,  ed  allegrezza.  I C) 

5  TRAPORTATO  .  Add.  da  Trapor- 
lare  .  Lat.  elatus  ,  ahiatus  ,  provectus  . 
Gr.  à^r,.!.ìtU..  Mor.  S.  Creg.  9.  2.  Per 
tanto  avendo  dello  de'  monti  traportati  , 
odi  come  segue.  Stor.  Eur.  6.  I^S.  Spin- 
se alla  china  il  suo  soslenlacolo,  o  vogha- 
mo dirlo  carretto,  dallo  impetuoso  sdruc- 
ciolo del  quale  traporlalo  tra  massi  e  balzi 
precipitosi  ec.,  non  si  perse  mai  punto  d 
animo  .  «#      ^ 

*  §■  E  figuratam.  «  Calat.  64.    Co- 
storo Iraportati  da  un  certo  impelo  scor- 


rono, lor.  Med.  cani.  12S.  2.  Sospiran- 
do   spesso   canto  ,   Traportato    dall    amo- 

"*  TRAPORTATOBE.  Terhal.  mate. 
Che,  0  Chi  traporta.  Bellin.  .<on.  (Duce, 
possente  Dirce  ce.  )  Ed  ecco  oltre  passar 
veggiol  repente  Per  1'  alto  a  volo  u  1 
monto  si  rompea  ,  Che  quel  Iraportatore 
impeto  ardente  Sicur  sovra  il  gran  rischio 
il  sospingea.  (  Bj  ,  , 

TRAPOSSENTE  .   F.   A.   Add.  Mollo 
possente.  Li>:  M.  Fu  si  irapossente ,  che 
Arunte  non  si  potè  di  lui  vendicare.  *  *"'; 
i-in.   Iliad.  7.  421.  Un  bue  loro  immolo  d 
uomini    il   rege   Agamennone  ec.    Al    Ira- 
possente  figlio  di  Saturno.    fB) 
I      TRAPOSTO,  .idd.  da  Traporre;  Frap- 
'  posto.  Lat.  interpositus .  Gr.   :iKfefi61»l- 
I  Se.'?  .   Cai.   Sist.  162.  La  distanza  trapo- 
'  sta  si  troverà  esser  di  braccia  quattrocento. 
I  E  354.    Con  r  appressarmi  e  slonlaoarmi 
'  da  essa  corda ,  traposla  tra  me  e  la  stella . 
*  §.    Per   Traspicmtato  .   Alam.    Colt. 
I.  16.  Cresce  U  duro  nocciuol  traposto  in 
pianta,  La  palma  invitta,  e  con  mille  altri 
insieme  L'alto  frassino  ancor,  ec.  (P)  Serd. 
Stor.      I.      5l.    Questi     (  giardir.i)     sono 
ec.  chiusi  con    rami   piegai,  d'  alberi  che 
quivi  sono  nati  e  traposli.  (C  P) 

*  TBAPPABE.  Lo  slesso  che  Attrap- 
pare.  Trappolare.  Brun.  Favol.  I.  2^^. 
E  r  amico  di  ferro  Mai  non  dice:  disserro, 
Infin  che  può  trappare  .  fC) 

TRAPPOLA.   Propriamente  arnese  da 
prender  topi,  benché  si  trasferisca  ad  ogni 
cosa  atta  a  prendere  insidiosamente  qua- 
tunque  animale.  Lat.  decipula,  muscipula. 
Gr.  U.VCÌ-/PK.   Cr.    IO.   35.  1.   1   topi  si  pi- 
gliano e  uccidono  in  molti  modi;  uno  modo 
è  con  gatte  dimestiche,  che  si  tengono  in 
casa;  l'altro  modo  è  con  trappole,  che  si 
fanno    di  piccol   legno   cavato  ,   nel   quale 
cade  un  allro  legno  piccolo  grave,  e  tiensi 
I  sospeso   con   un   piccolo  fuscello,  sotto    1 
quale  si  pone  un  poco  di  cotenna  di  por- 
co .  Sen.   Fisi.   Senta  fallo  è   da  dottare 
che  io  non   prenda  la  parola   alla  trappo- 
la ,  o   che  '1   mio  libro   non  manuchi   J 
I  cacio.   Mor.   S.    Creg.   14.  6.  La  trappola 
I  si  chiama  in  latino  decipula,  che  tanto  e 
'  a  d're,  quanto  cosa  ingannese.  Celi.  .Sport. 
3.    I.   Questo  è  il  cacio  per    farmi    enlrar 
nella   trappola.    Morg.   2.  21.   O  qualche 
Saracin  molto  malvagio  Vorr'a.  che  qual- 
che trappola    ci   scocchi  ,    Per   pigliarci   al 
boccon,  come  i  ranocchi.   Ciriff.    Cali-,   l^. 
l35     II  sorco   vecchio  ha  l'uggita  la  trap- 
pola.  Ped.    Vip.   I.    19.  «è   so  che  orcio- 
letti   di   vino    nascosti   tra    le    siepi    sieno 
trappole    proponionalissime    per   pigliarle 

(  le   vipere  J. 

§.  I.  Trappola,  figuratam.  per  Insidia, 
Trama  ,  Traccia  .  Lat.  decipula  ,  dolus  . 
Gr.  Trayi;  ,  S6loi  .  Pass.  274.  Dovun- 
que si  rivolge,  truova  sdruccioli  e  trappo- 
le. Ore.  Celi.  E  ora  vien  ghignando  alla 
volta  mia  ;  qualche  trappola  ha  ei  lesa  . 
Buon  F,er.  Introd.  5.  3.  E  le  trappole 
accolsi  de'  notai  .  Malm.  2.  74.  E  quasi 
un  rischio  tal  fosse  una  lappola  ,  Volesti 
andarvi,  e  desti  nella  trappola,  lasc.  Ba- 
reni. 4.  6.  Presi  questo  giorno  a  posta  . 
che  io  sapeva  eh'  ella  andava  a  starsi  col- 
la madre,  per  condurvi  più  coloratamcnle 
la  trappola. 

§.  II.  Far  trappole  ,  fguralam.  vate 
Ordire  inganni.  Cecch.  Spir.  5.  q.  Stia- 
mo ad  udire  In  quello  che  e  vai  più  .  o 
nel  far  trappole  ,  O  in  coprirle. 

S.  III.  Trappola,  si  dice  anche  a  una 
Sorta  di  rete  da  pigliar  pesce.  Lan  . 
Cam.  Oli.  38.  Qualunque  colla  trappola 
disegna  Trappolar  avannotti  e  pescateli.. 
S'affanna  tulio  '1  di,  ec.  Buon.  Fier.  3. 
3  8  La  trappola  provai,  provai  più  gab- 
bie. Provai  le  vangaiuole,  ec;  Ma  la  Irao- 
199 


i586 


T  R  i 


T  R  i 


poi.  m.i  ec.  Fammi  di  dii.er.i«o,  E  dell.  I 

pMca  mia  mi  Uovo  fuori.  

■^g  IV.  .W«»g.V.«  ■'  "'"''  nella  rappo. 
l,J,n.n..ra  /ro^erb..  che  .ale  fc^J- 
«un  Mulo  m  luogo  o^e  non  può  fuggir 
si  il  gasLgo.  L>1.  caliJum  prandmm  co- 
LJe.  Lsc.  P.nz.5.S  Dunque  06^, 
,rà  mapgiato  il  cacio  nclU  trappola .  f^- 
CACIO  ,  §.  VI. 

*  g  V  .Badar  lanto  al  cacio,  che  la 
trappola  scocchi,  yale  Star  tanto  in  un 
pJ-Lolo,  allettato  da  qualche  ?•««"'''''• 
il  pericolo  sopramenga  .    V-  CAUlu,  a- 

e  VI  il"  e"  i  più  trappole,  che  topi  ; 
ciS  Più  insidie,  che  da  insidiare.  Lor. 
Med.  cani.  I.  2.  Questo  moudo  e  p.cn  d 
iuganni;  .Son  più  trappole,  che  top.,  tir. 
lIc  a  I.  Padrone,  guardatevi  da  que- 
ste cortigiane,  che  eli' hanno  pm  trappo- 
tc!  che  topi-  K  2.  3.  Alla  re.  Belio  che 
tu  non  sognavi,  quando  tu  dice.U  che  ci 
ira  più  liappolc ,  che  topi.  .   .     ,     . 

6  VII.  Trappole  da  quattrini;  frase 
dinotante  Cose  che  stieno  in  mostra  per 
rendersi ,  vaghe  aW  occhio  ,  e  di  mima 

"  Tk"ìPPOLABE.  Pescare,o  Pigliarecol- 
la  trappola.  Cani.  Cara.  Oli.  38.  Qualun- 
que rolla  trappola  disegna  Trappolar  avan- 
notli  e  pesratelli,  S"  allanna  tulio  1  di,  ce. 
e.  Per  meta/,  vale  Ingannare  con  al- 
cuna  apparenza,  o  dimostraziondi  bene. 
Lai.  decipere.  Gr.  "Jlana-rav.  Cro-i.  ilo- 
rcll.  2C5  In  molli  modi  s.  trappola  il 
danaio  (cioi,  si  sottrae  o  si  «'"^'"•""j 
,.on  insidio  ) .  Cant.  Cara.  Oli.  38.  Chi 
più  s' ingegna  Trappolare  altri,  pm  piglia 
Ile'  granchi.  Hiion.  fier.  1.  4  6.  Son  ver- 
higraria  quelli  Che  non  prestMia,  e  trap- 
polar di  mano ,  Ma  ce.  „     ,    , 

+  TRAl'POLATORE.  rerliat.  masc. 
Che,  0  (Vii  trappola,  Ingannatore,  Giun- 
tatore. Lai.  deceplor.  Gr.  aT5iT!«v  . 

TRAPPOLEKIA.  //  trappolare  .L^t- 
decipere.  fallere.   Gr.  t';«rTaT«v.    f-nrcA. 

Ercol.  77-  1  1">'  r"'/'"  ^'f  'T  } 
tono  e  il  quarto  culle  I.arene,  l.aratlerie, 
UulTerie,  trappolerie,  Iraforerie  e  giuntene 
loro  vogliono  o  vendere  gatta  in  sacco,  o 
cacciare  un  porro  altrui. 

TBAPPOLETTA.  Dim.  di  Trappola. 
Cinir.  Calv.  1.  35.  E  certa  Irappuletla 
danno  ordinala  Da  pigliar  due  rigogol.  ad 

un  fico.  ,  .    _      T  ^t 

TRAPPOLIERE  .    Trappolatore  .Lai. 

deceptor.  Gr.  cTiarVÒ;.  -•'?'■•  ''"^f'f^ 
Soleva  r  amico  mio  a  questi  cbied.tori  e 
irapiiolieri  prima  ri.pondere ,  che  ec. 

Vf  TRAPPOLINO  .  Personaggio  ridi- 
colo  da  commedia  ,  arlecchino  .  Magai. 
Leu.  Cominciai  a  dir  tra  me  stesso  ,  co- 
me dice  Trappolino,  quando  gì  danno  ad 

intendere  eh-  ei  sa  parlar  turche^o.  (A) 

*  J  TRAPPORIlE.  Irapporre,  l  orrt 
uni  cosa  fra  due  altre.  )--\!"'"-P'"'''^^ 

quellV""'"J^'">"""''"""^°"'"'' 
quali  li  comhalloo,  Ir.ipponcino. 

#  fi.  K  in  signific.  neutr.  pass  e  Ji- 
giiralm.  vale  Entrar  "■"•««''" '7'- 
,„>,  rome  mediatore.  .-  Kernh.  ^W.  1. 
Stimando  rbe  a  me  non  dovesse  volger 
r-  animo,  ni  dare  diro  carico  di  Irappor- 
mi    tra   quote  contese  »  .  {ti 

TRAPHENDERE.  Prendere.  L.t.  |«- 
ml^,acc,pere.  Gr.  >«^««/"-,f '"J,; 

?he  ne  basii  o,.  per  esempio  Tolda  e  A 
lila .  ne-  quali  tanti  scrillon  d.    JOO  .inm 
!„  qua  hanno  errato  ,  traprendendo  1   un 

""";:u'r;^REsr.^.«.  .^^7'-^7*«, 
<;,■,./  e.  Il  figliuolo  di  TMlco  che  cosi 
vide  traproso  Achille.  ruri«o.'.ddr«.oc 

contea  Ettore 


TR.\PO.NTARE.  Lavorar  di  trapunto. 
Ar  tur.  46  8o.  Eran  degli  anni  appres- 
so che  duom.lia  ,  Che  fu  quel  ricco  pl- 
diglion  Uapunlo.  Salvia,  l'ros.  Tose.  I.  | 
275.  lo  mi  credo  che  .1  poeta  tulio  ciu  . 
che  nel  cesto  ovvero  amoroso  cinto  di  Ve- 
nere  trapuntato  era,   abbia  veduto. 

TRAPU.NTATO.    Add.  da  1  raf untare. 
Buon.    /■Ver.  3.   2.  l5.   E  quella  e"  ha  quel 
busto    verdegaio   In  maniche  di  lusso  Ira-  | 
puntale.   <=   Salvia,    lliad.   3.    5^T .    i.   io  , 
slroiiava  il  trapuntalo  cuoio,  Sotto  la  de- 
lirala gola  stretto.  (Zi)  1 

TKAPilNTO.  Susi.  Lavoro  fatta  Con 
punta  daga.  Spf.ie  di  ricamo  .  Pelr 
son  l68.  Mia  ventura  ed  Amor  m  avean 
si  adorno  D-  un  bello  aurato  e  serico  Ira- 
punto.  Salv.  Grandi.  I.  2.  Fior  di  seta, 
Mani,  cuori  e  trapunti.  Alam.  Gir. fj. 
5.  Li  non  erano  i  panni  f  ostro  o  d  oro 
Non  di  Persi  trapunti ,  o  d  Inde  lele ,  Ma 
di  ferro  e  d'  acciaro  era  d  lavoro. 

TRAPUNTO.  Add.  Slemiato  ,  Smun- 
to. Punto.  Lai.  macilenlus.  Gr.  i'-^'^i- 
nani  Pur'  21.  E  quella  faccia  Di  la  da 
Cpiù  "hélilre  tra'punta.  Ebbe  la  .anta 
Chiesa  in  le  sue  braccia. 

S  Per  Lavorato  a  trapunto.  Ar.  tur. 
22    63.  Oh-  avea  di  fiori  il  bel  vestir  tra- 

^""t  *  TRARKVERENDO  .  Add  Più 
che  reverendo  ,  Reverendissimo  .  ialvin. 
Iliad.  II.  83.  Io  sono  Dea  ,  e  nata  onde 
sei  tu  ;  E  me  Irarevcrcnda  ingencroe  Sa- 
turno (qui  e  detto  di  Giunone).  (A) 

TRARIcbo  .  y.  A.  Add.  liucliissi- 
mo.  Lai.  ditissimui.  Gr.  aXo.jliwTOiTOi 
Liv.  .1/.  Citta  traricca,  e  possente  d  arme 

e  d'  uomini.  „     .    „  ,       -     « 

TRAIUPAMENTO.  f  A.  Il  Iraripare. 
Lat.  praedpUium.  Gr.  aTOx;!»l;*vov. 

R  l'er  metaf  Cose.  S.  lìern.  Con  que- 
sti  cosi  fatti  conforlamenli  si  può  tenere 
n  cuore  sfrenato,  A  quale  corre  in  preci- 
pizio e  traripamento.  i'.  Agosl.  C-  l>.  -Non 
credo  che  nessuno  possa  impw.re  insie- 
me a  si  grande  Iranpamenlo  di  furiosissi- 
ma  impielade  e  infedelitade. 

*  TRARIPASTE.  CVie  traripa .  o  pre- 
cipita. S.  Agosl.  C.  n.  19.  2I  Misera- 
biìle  e  la  patria  degli  uomini,  e  per  que- 
sto  in  loro  è  traripanlc    il    fatale   perico- 

'"■/tRARIPARE.  V.  a.  Precipitar  da 
ripa  ;  e  talora  anche  Precipitare  .  asso- 
lulam.  Lai.  praecipilare  Gr.  «>•  ^•'.=''?";- 
Oi-,.  l-av.  l-sop.  Giugnendo  a  una  grande 
S.;i.a,  mossesi  a  corsa  e  balestra,  ed  i,.si 
iraripalo.  fr.  lac.  T  Ispesse  volto  la  gui- 
da in  fossato  ,  F.  falla  traripare.  -  lìar. 
yu  Koslh.  2.  8.  Viagg.an.lo  10  nella  ma 
cartona,  co' cavali,  a  tuUa  ^""V'i.  un 
si  stravolse,  e  trarqw  g.u  dall  orlo  di  un 
balio  d'otto  cubiti.  (<■/';  .,„.„. 

\.\.rermel.ifS.lgost.C.n.T«ito 

che  si  triripi  nello  smisurato  pelago  delle 
scclleraleiie  e  ncll'  al.bominaiione  dell  ini- 
quita,le.#  E  2  18.  N,.n  ..  p-o  a  poco 
ma  come  fiume  corrente  furono  trar.pali 
negli  vi,.i  .  E  cap.  I9.  No»  '  poco  a 
poco  .    ma   come   fiume  corrente   si  trari- 

parono.  fO  ...   i 

«  Il  Per  Passare  da  una  ripa  ali  al- 
tra.' Lab.  17»  Per  q"'"  «cale  a.l  essa  .1 
salga,  e  per  quali  bai"  si  Iraripi  alle  p«ti 
contrarie  .  _  , 

»  TRAROSSO.  Jdd.  Molto  rosso.  Sal- 
via. Arai   Trarosse  nubi.  (Al 

TRAROTTO  y.  A.  Add  InUrrotlo, 
Mo:k.  Lat.  manciis  Gr.  n^Mi  fra. 
Pist.  Alcuna  volta  piaciuero  alla  gente  le 
.rnteniie  ardite  e  m.riivigl.o.e.  alcuna  voi- 
la  le  Irar.itle  e  sospeceiose. 

TUAR07.7.0.    k    A.   Add.    Molto  ro:- 
10.   L.t.  valde  riidis.  Or.   l.Ka  «Sll,«; 
Sta.   Pist    E  chi  può  nrjare    che  alcune 


TRA 

cose  .pessamenlc  comandale  non  Umuo- 
vano  ancora  gli  trasciocchi ,  e  traro» .  « 
crossi  d' intelletto  ? 

TRAKKE.  y.  TIRARE. 
•>■  TRARUPARE.  T  A  Precipitm 
da  rupe  ,  e  semplicemente  Precipitare 
Lat.  praecipilare.  Gr.  /.5tT«//>r,,a»i5!i»  • 
noce  yit.  Pani.  248.  Seguitiamo  le  Tu- 
tù .  che  in  Eliseo  ci  meneranno  ;  e  i  vi- 
lli fuggiamo,  che  in  Dite  ci  faranno  Ul- 

1  '"^TBARUPATO  .  y.  A.  Adi.  da  Tror 
rapare;  Scosceso.  Pira  di  «■■"TOM.  . 
dirupi.  Lat  praeriiplas.  Gr  ««J^'/^- 
avo;.  Liv.  Dei.  3.  mira  luoghi  tolU  tra- 
Tupati,  e  cascanti  in  una  s alle. 

•+  *  TRAROPO.  1.0  slesso  che  Dirupo. 
Poi.  Com.  Inf  2.  180.  Barrato  e  trarupo 
di  luogo  alpigno  e  salvatico.  (A) 

TRASALIUE.  ;'.  A.  iluover.1  prtci- 
pilosamenU,  ed  a  salti,  senza  alcuna  n- 
Lia.  Lat.  subsiiltare.  Tcs.  Br.  2.  40- 
Che  -1  fermamenlo  corre  tra  di  e  none  da 
Oriente  in  Occidente  una  fiata  ii  ratu- 
menle  e  si  forte,  che  'l  suo  peso  e  la  sua 
Kiandena  lo  farebbero  tulio  IrasJ.re  ,  se 
non  fossero  li  sette  pianeti  che  corrono 
contro  al  fermamenlo   temperatamente. 

*  TRASALTARE.  Saltar  grandemen- 
te. Lat.  exullare.  Gr.  È/-r,òav  Salvia. 
Pro,.  Tose.  1.  509.  *-""'""°"Ì;" 
(il  cavallo),  piglia  voga,  trasalì,  e  raUe- 
erasi.  C)  E  lUad.  23.  47  «•  ^""'^  " 
lerseguendo  tu  alla  meta  Passerai  innan- 
zi .non  è  alcun  che  poi  Trasaltando  l. 
ciunea  o  ti  trapassi.  (H) 
^  *  TRASAMARE.  Amare  accesamente. 
Lai  deperire.  Gr.  eV.;aai  v'-53»^  -•"  • 
Salvia  Pros.  Tose.  ..  266.  L"  altro  con 
quella  servili  cercando  di  mercarsi  ddel- 
?o.  traiamando  molle  volte,  non  e  namalo 

a  un  pexto.  (  )  ,  ,  

TRASANDAMESTO.  Il  Irasandare. 

I   TRASANDARE.    Trapassar*  molto 

avanti  ;   Trascorrere     Lat.  praeUrtrtdi. 

Gr.  a!T«6ai'!'v.   ^ov.  <■»(.  35.   2.  An- 

danrlo  dietro  a  una  gran  cerbia.  era    an^ 

1  trasandato,  che  era  "maso  tutto  solo  ..oja 

neana    compagnia.    -Vor.   S.    Gref^    SoU" 

'   un  telo  di  diriltura  fa  trasandar   la  men- 

lein  lurbaiione.    Dani.   Conv.   .78    Sono 

molti  di   si  lieve   fantasia,  che  ..  luti"  '"•• 

loro  ragioni  Irasvanno.  e  antiche  slUog..- 

lino  hanno  chiuso.  ,„_,•-; 

5    I.   Prr  metaf  vale  Uscir  de  termini 

convenevoli  ,   Ecceder  /'  onesto^   IM.  ho- 

neslalis  limina  praelergredi  .   Gr.  J>   '0- 

Nondini.-no  con  buono  provved.men  o  e 
con  sollecitudine  grande  visse  regola  .- 
mente,  e  s.n.a  Irasandare  sopperì  a  tolto 
de' bisogni  della  comun.li  della  famiglia. 
/••  25ti.  Usa  temperatamente  eoo  lei  ,  e 
non  ti  lasciar  punto  trasand.re;  e  »e  vuoi 
poter  far  questo,  ti  conviene  ammaestra- 
re  lei,  che  non  .i  dimestichi  lropp>.  teco. 
come  che  se  ella  vede  tu  voglia  trasanda- 
re.  ella  t.  fugga  din.nù  (  cos  ne  lesti  a 
penna;  lo  stampalo  in  questo  luogo  e  man- 
Tante  ,  .  nocc.nov  41  12.  Quanlunque 
ec.  siccome  i  giovani  amanti  nu.llo  spes- 
so fanno.  Ira.andas.e.  Calai  71.  E  nostra 
cattiviti,  e  non  suo  difetl...  se  noi  tras.n- 
diamo  nella  vita  e  ne'  costumi. 

*  e  II.  Trasandare  ,  per  Pimaneril 
,  pa.sar  senta  effetto.  Ctceh.  Dot.  I.  »■ 
Ili  lasciato  tr..an.lar  la  cos.  qu.llro  o  ir. 
giorni  ;  ma  io  vi  prometto  che  .t«.Ii 
che  sia  sera  io  goenc  parlerò  ,  e  vi  r.g- 

'"tn°:',n'att.signiJle.v.leTr,.eur,- 
re,  Pismeltere.  L.t.  curam  m(«v«m«. 
Gr.  a'..)ir.  Frane.  SacJ,.  Op  *. 
121  N..ti  ciascheduno  comune,  che  come 
cominci.  •  dare  Uba  .  cominci,  a  sotto- 
mettete  1.  su.  liberfa  ,  e  da  .lucila  per  1. 


TUA 

irasandare  U  più  licllc  volle  sì  viene  a  li- 
raonia.  E  noi'.  189.  Spesse  volte  uno  lia- 
saodarc  acconcia  una  cosa  ,  che  tulio  il 
seguire  dell'  ordine  ,  che  lu  mai ,  non  1' 
acconcerebbe . 

*  §.  IV.  /'.'  fer  Superare.  <•  Coli.  S.^'. 
Pad.  Dopo  colarne  falicbc  e  villudi,  per 
le  quali  egli  avca  Irasandulo  lutti  i  mo- 
naci abitanti  nel  dello  luogo  ».  Cron.  Mo- 
re/1. 263.  Tutte  altre  cose  paragona  co- 
gli anni  pajsati  dia  ricolta  dell'  anno,  co- 
me hanno  trasandalo  gli  altri  tuoi  poderi 
quelli  del  vicino.   (i'J 

*  §.  V.  Per  Sopravanzare.  Cron.  Ho- 
rell.  263.  Avendo  prima  veduto  diligente- 
mente ,  quella  dei  logorare  ,  e  se  li  tra- 
sauda  di*  i' sono  ingannalo,  e  tien\i  mente, 
e  mettici  rimedio.  (Cj 

TRASANDATO.  JM-  <la  Trasandare. 
Cron.  Slorelt.  256.  Appresso  togli  fanciul- 
la ec.  che  ella  abbia  poco  tempo ,  cioè 
non  sia  punto  Irai^andata. 

§.  Per  Trascurato,  Abbandonato.  Lai. 
neglectus.  Or.  o'iiyM/!>l35i'?.  /Mi'.  Co". 
157.  Per  riavere  una  vigna  trasondata,  po- 
tala subito  fatta  la  Luna  di  Gennaio. 
Buon.  Fier.  5.  3.  I.  E  le  cose  leggier 
di  qucsla  sorte  Vedute  ho  farsi  gravi,  tra- 
sandate. i'.iAì/l.  Pros.  Tvsr.  1.  36.  11 
santo  e  >cnerabil  nome  di  filosolo  ec.  ad 
uomo  trasecolato,  trasandato ,  rozio  ec. 
fino  dagli  antichi  tempi  attribuisse. 

TRASAPiDATURA.  Trasandamenlo  . 
Lai.  lapsus,  incuria.  Gr.  GfUifJ.^,  «yì- 
Ì£ia.  Lib.  Pred.  Si  mise  ad  avvertirlo 
della  sua  trasandalura  nella  vita  peccami- 
nosa. 

•f  *  TBASAPEnE.  ,y<ipere  a  soprah. 
hondanza.  Sali:  Afi'Crt.  2.  1.  4-  Uireb- 
hesi  ce.  slrasapere  e  slrajare  eio  che  (rn- 
fare  e  trasaperc  ce.  ne'  libri  si  truova 
scrìtto  de' più  vecchi  autori,  (l  } 

TKASATTAKE.  Impadronirsi,  zip- 
propriarsi.  Lai.  sibi  arrogari,poliri.  iir. 
KCXTtTv,  «raT-i'tliai.  6.  /  .  4-  ^-  4- 
Son  volle  altro  che  Parigini  piccioli ,  co- 
me dìcca  la  carta,  e  nou  potendogli  Irò 
vare  a  termine,  sì  trasatto  la  Normandia 
e  rccolla  a  sua  suggeiìone. 

TRASAVIO.  /'■  J.Add.  Molto  savio. 
Lai  sapientiisimus.  Gr.  ssytu'tKTO?.  Tes. 
Pr.  8.  65.  Altresì  può  egli  essere  mo- 
ilrato  per  ragioni  di  loro  antichi,  o  di 
nostro  signore,  o  della  citl'a ,  o  della  gen- 
ie, o  di  irasavii  uomini,  o  del  senato,  o 
dèi  popolo,  o  dì  quelli  che  fecero  la  Icg- 


"  •+  *  TRASBONO.  /'.  A.  yl<><'-  -^-f- 
sai  buono.  Ouitt.  leu.  40.  gS.  Vostro 
bone,  che  non  bono  sapea  voi,  savera  voi 
irasbono  tornando,  (l'i 

TBASCAPJNARE.  Svolgere  il  fio  da 
un  cannone,  e  avvolgerlo  in  sur  un  al- 
tro. Ceccti.  Servig.  2.  4.  Che  ierser»  al 
lardi  io  ne  comprai  Un  po',  che  si  tra- 
scanna. 

TBASCEGLIEBE  ,  e  TRASCEKRE. 
Sccliere.  Lai.  seligere.  Gr.  t/.-oU-/-u-i. 
Tes.  pr.  8.  64.  La  general  dottrina  di 
tutte  maniere  di  ricontare  si  è,  che  cia- 
scuno di  tuoi  areomenti  tu  sappi  Irasce- 
gliere,  e  prendere  quello  che  più  vale,  e 
rieonlrarlo  al  più  breve  che  lu  puoi.  (>. 
5.  12.  6.  Se  per  ispessewa  de'  frutti  si 
caricassero  troppo  ì  rami,  sì  se  ne  deono 
del  mese  di  Giugno  e  di  Luglio  Irascer- 
re  tutti  i  viziosi.  Pir.  As.  167.  Le  qua- 
li (formiche!,  giunte  al  desideralo  monte, 
con  ogni  maggior  presidia  attesero  a  tra- 
scegliere quei  semi  1'  uno  dall'  altro. 

TBASCEGLIMENTO.  Trascclta.  Lai. 
delectus.  Salvia,  l'ros.  Tose.  1.  5.  La 
purità  e  la  proprìct'a,  il  Irasceglimento  del- 
le voci  si  studia  ,  acciocch'c  possano  ser- 
vire di  strumenti  e  d"  armi  alla  bella  e 
alla  grande  eloquenza. 


TRA 

TRASCELTA.  Susi.  Il  IrascegUerc. 
Lai.  dflcclus.  Gr.  s'/)oy»!'.  Liti.  Pred.  R. 
Si  faccia  diligente  Irascelta  dì  sei  buoni 
religiosi. 

TRASCELTO.  Add.  da  Trascegliere. 
Lai.  delectus.  Gì.  iti  iitói- Salvia.  Disc. 
1.  1.  Egli  è  proprio  de'  savìì  uomini,  e 
dalla  volgare  turba  Irascelti  ,  il  parlar 
tardi. 

TRASCENDENTALE.  Add.  Termine 
melafsico  universalissimo,  die  conviene 
a  tutte  te  cose  j  e  si  dice  cosi  perclie  tra- 
scende lutti  i  prcdicanienli.  Salvia.  Disc. 
1.  266.  Si  puote  ella  considerare  tome 
un  essere  trascendentale,  e  diffuso  in 
mite  quante  1'  arti  e  scienze.  A.  2.  44?- 
A  voler  che  1'  odio  duri  e  passi,  per  dir 
così,  in  natura  ,  e  d'  uopo  che  faccia  lega 
e  s'  accompagni  coli' amore,  passione  uni- 
versalissinia,  e,  lasciatemi  dire,  trascenden- 
tale. 

:;:  TRASCENDENTALMENTE.  Avv. 
In  modo  tra.iccndentale.  Ces.Eetl.  Vani. 
3.  565.  La  pittura  del  viso  bellissimo  di 
Beatrice  a  questo  ultimo  confine  ci  parr'a 
falla  tanlo  Irascendentalmenle  bellissima, 
da  fai  vi  parer  per  poco  nulla  quanto  ne 
udiste  fin  qua.   (C) 

TRASCENDENTE.  Che  trascende.  Lai. 
excedens.  Gr.  uTrspai/ttav.  l'r.  Ciord . 
Pred.  R.  S'  invogliano  di  cose  trascen- 
denti il  dovere  e  1'  onest'a.  Put.  Purg. 
29,  I.  Sì  falla  materia  ec.  è  alla,  e  trascen- 
dente la  ragione  umana.  Snlvin.  Disc.  l. 
162.  Questa  virtù  universale  ,  e  trascen- 
denle  per  tulli  i  generi  di  virtù  ec,  si  è 
la  giustizia,  n  236.  L'  arricchite  di  lumi 
e  di  cognizioni  alla  sua  capacit'a  superiori, 
e  trascendenti  la  sua  portala. 

•f  *  §.  Geometria  trascendente,  dicesi 
quella  che  si  serve  dell'  injìnito  ne'  suoi 
calcoli,  ed  ili  questo  significalo  si  dice  an- 
che delle  curve  la  cui  natura  si  determi- 
na con   una  equazione  li-a.-fcendenle.  (A) 

*  TRASCE^DENTISS1M0.  Superi. 
di  Trasiendente.  Segncr.  Parroc.  instr. 
<-.  2.  Il  fine  del  dicitori  sani  all'incontro 
e  persuader  tutte  cose  trasccndentissime , 
come  sono  le  massime  della  Fede.  (^) 

•-)■  *  TRASCENDENZA  .  Eccedenza. 
Magai,  pari.  l.  leti.  20.  Questo  modo  dì 
volere  i  così  lerrUiile,  e  insieme  cosi  fuor 
d'  ordine,  che  delle  volle  arriva  colla  tra- 
scendenza della  sua  impetuosil'a  a  scon- 
quassare gli  organi  nei  quali  e  co'  quali 
ecli  si  esercita.   (A} 

«  TBASCENDERE, e  TBANSCEN- 
DERE.  Trapassare  ascendendo  .  Dant. 
Par.  1.  Gi'a  contento  rcquievi  Di  glande 
ammirazion  ;  ma  ora  ammiro  Cora'  io  tra- 
scenda questi  corpi  lievi.  (M) 

§ .  I .  Per  Sopravanzare,  Superare,  Ecce- 
dere. Lat.  superare,  eccedere.  Gr.   uTtefJ- 
I    _  n-_*     i-r   r.      r^ì,,ì 


TRA 


158- 


aipt 


:vl  ,    ^pti'/eiv.    Dant.    Inf.   7.     Colui 


lo  cui  saver  lutto  trascende.  Fece  li  cieli 
Esp.  Salm.  È  cosa  maravigliosa  quella 
che  pasce  e  trascende  il  suo  intendi- 
inenlo.  Tes.  Pr.  11.  Siccome  1'  oro  tian- 
scende  tutte  maniere  di  metalli  ,  cosi  la 
scienza  di  ben  parlare,  o  dì  governare  la 
gente  che  1'  uomo  ha  sotto  dì  se,  è  più 
nobile  che  nulla  altra  scienza  del  mondo. 
:?  /Jellin.  Disc.  I.  l38.  Trascendi  quelle 
misure  nel  tuo  cdiarti  e  1'  esenli  da  quel- 
le le"gi  del  tuo  mantenimento  che  Iddio 
diede  a  me  In  custodia.  Segner.  Paneg. 
486.  Essendo  poi  bilanciato  quello,  che 
Ira  pane ,  e  companatico  consumava  in 
qualunque  pasto,  fu  ritrovato  (cosa  novis- 
sima a  udirsi)  che  mai  non  trascendeva 
il  peso  d'  un'  oncia.   (Cj 

*  g.    II.    Per  Salire,    Passare.     lìocc. 
Com.    Inf.   Cominciò  tacitamente  ne'  cuo- 
ri d'  alcuni  ad   entrare  la  maledizione,   e 
I  quinci   il  desiderio  di     trascendere    a  più 
'  esquisita  vita.  (P) 


*  TRASCENDIMENTO.  //  soveixhia- 
re.  Bocc.    Comm.   taf.   (A) 

TRASCERI'.E.   /'.    TBASCEGLIEBE. 

•f  *  TRASCINARE.  .Strascinari.  Fav. 
Esop.  167.  Vdendo  la  vipra  cosi  parlare 
la  lima,  fu  molto  insuperbita,  e  vennela 
trascinando  per  la  casa  fco.vì  legge  l'ediz. 
di  Fir.  1778;  <7iie//(i  di  l'adova  j8ll 
a  pag.  119  ha:  vennela  tirando).  (V) 
Maini.  10.  37.  Tutti  gli  animali  eh'  ei 
raccatta  Ciutlando  lì  trascina  liviritta.  (N) 

*  §.  Trascinar  la  vita,  vale  Menar 
la  vita,  Eii'cre.  Segner.  Seni.  Graz.  23. 
IMi  son  ito  sostentando  all'  odor  del  pane, 
ed  ho  trascinato  meschinamente  la  vi- 
tu.    (TC) 

-':-  TIìASCINATO.  Strascinato.  Segner. 
Pred.  5.  Q.  Se  dovessero  essere  trascina- 
ti air  Inquisizione  tutti  coloro  che  tengo- 
no il  giudizio  per  una  favola,  ec.  (F) 

TRAtiClOCCO.  /'.  -^  Jdtf-  Molto 
sciocco.  Lat.  insipientior.  Gr.lìt/.v  jj.oi pòi. 
Scn.  Fisi.  Chi  può  negare  che  alcune  co- 
se spessamente  comandate  non  ismuovano 
ancora  i  trasciocchi  e  trarozzi? 

#  TRASCOLARE,  l'rapelare.  Lat.  per- 
manart:  Gr.  yuTV-fp^'ii-v.  lìctl.  lett.  \. 
^17.  Qiitl  liquorelto  che  vi  trascula  ne- 
cessariamente dalle  minutissime  glandule. 
è  troppo  acuto  e  mordente.   (*) 

TUASCOLORARE.  T.  A.  Mutar  co- 
hrSy  Caml'iarsi  di  colore.  Lat.  colorem 
immutare.  Gr.  Xpf^JJV-  /ieTa»aTTeiv. 
Dant. Par,  27.  Quando  io  udi' :  se  io  mi 
Ira.scoloro,  Non  li  maravigliar;  che,  dicen- 
d*  io    Vedrai  trascolorar  tutti  costoro. 

^^  TRASCORPORAZIONE.  Trasmi- 
grazione dell'anima  in  un  altro  corpo j 
Transanimazione.  Sahin.  Pise.  2.  S\- 
Sia  quanto  sì  voglia  strana  questa  trasmi- 
graziune,  che  anche  con  istrani  e  nuovi 
vocaboli  metempsicosi  e  metensomatosi  j 
cioè  iransanimazione  »  e  trascorporazione, 
o  rincorporamento,  vien  delta  ;  ella  sarà 
tale,  ec.  (*) 

TRASCORRENTE.  Che  trascorre.  Lat. 
vngus,  fluxus.  Gr.  olfXpoJioi,  p'-.\j'sri- 
/o';.  Sen.  Pisi.  Il  parlar  de' quali  è  bre- 
ve e  confuso,  e  non  è  riposato  ,  uè  Ira- 
6corrente.  Albert,  cap.  5o.  Sappi  che  la 
ventura  è  trascorrente,  e  a  suo  mal  gra- 
do non  può  esser  tenuta.  =!•  Jnict.  99.  E 
ì  gal  uccelli  tacendo,  infra  li  folti  rami 
presi  i  loro  ospizii,  davano  largo  luogo  a' 
pipistrelli  già  per  la  caliginosa  aire  tra- 
scorrenti .  (/') 

t  TRASCORRENTEMENTE.  A^-verb. 
Vi  passaggio.    Trascorrendo.   S.     Agost.    ■ 
C.   D.   Alcuna  tal  cosa,  qual  è    posta  nel 
libro  de' Re,  e  quasi  trascorrenlemente  si 
piglia  di   Salomone. 

TRASCORRERE.  Scorrrere avanti,  Ve- 
locemente scorrere.  Lat.  evagari,  trnnscur- 
rere.  Gr.  TTCfe/^ai'vetv.  Pelr.  canz.  17. 
A.  Già,  s'  i*  trascorro  il  ciel  di  cerchio  in 
cerchio,  Nessun  pianeta  a  piangermi  con- 
danna. Dant.  Inf.  25.  Mentre  che  sì  par- 
lava, ed  ci  trascorse.  E  3i.  Tu  trascorri 
Per  le  tenebre  troppo  dalla  lungi.  £ /^«r- 
l5.  Nou  si  partì  la  gemma  dal  suo  na- 
stro. Ma  per  la  lista  radiai  trascorse. 

*  g.  1.  Tra.fCorrcre ,  talora  vale  anche 
Andare,  Trasferirsi  con  veìocità.  GuiCC. 
Stor.  17.  239.  Seguitò  poi  il  cammino 
suo  il  Viceré,  ma  travagliato  dalla  fortuna, 
sparsa  1'  armata  sua,  una  parte  ce.  tra- 
scorse in  Sicilia,  donde  poi  si  ridusse  a 
Gaeta.   (C) 

§.  II.  Trascorrere,  fguratam-  ,  fate 
Lasciarsi  andare.  Portarsi  con  impeto  ol- 
tre ai  termini  convcn'-voli.  Pocc.  nov.  1». 
q  A  divenire  innamorala  mi  sono  lascia- 
fa  trascorrere.  E  nov.  33.  1^.  In  tanto 
furor  trascorse,  che  rivoltato  1  amore,  il 
quale  a  Restagnonc  portava,  in  acerbo  odio 
ec,  s'avvisò  ec    Cron.   Uloreìl.    272.  Se 


iseit 


TRA. 


T  A  A 


TRA 


aoD  puoi  largamente  fare  queste  cose^  non 
le  fare  ;  se  puoi,  e  cb'  elle  non  ti  sviino 
da  bottega,  Tulle  ;  ma  sii  bcD  savio  ,  sen- 
<)o  cose  che  alcuna  volta  fanno  trascorre- 
re  t  giovani  a  cose  vituperose.  G.  /'.  10. 
l54-  1-  Essendo  le  dunne  di  Firenie  mol- 
to trascorse  in  soperchi  ornamenti  ec. , 
lue  sopra  ciò  provveduto.  Frane.  Sacch. 
nov.  i37-  L'  oGciale  nuovo  fa  sì  bene  il 
suo  oGcio,  che  le  donne  non  trascorrono 
mai  nelle  portature.  Ma/m.  7.  87.  Ma  do- 
ve col  cervel  son  io  trascorso? 

-f  ^r  §.  III.  Trascorrere j  si  dice  anche 
delle  voci,  o  simili,  e  vale  Passare,  Scor- 
rere. Salv.  Avveri  l.  2.  IO.  Onde  si  ge- 
nera il  vezzo,  che  sposso,  non  accorgen- 
dosene,   trascorre  nt-llc  scritture.  {!') 

%.  IV.  In  signijìc.  alt.  Trascorrere  un 
liliro  ,  o  cosa  simile,  vale  Leggerlo  su- 
perficialmente, e  con  velocità  j  che  dicia- 
mo anche  Dare  una  scorsa,  fljor.  S.  Oreg. 
Ma  io  ti  prie;^o,  che,  trascorrendo  lu  i 
detti  di  quL-sta  opera,  lu  non  dimandi  le 
foglie  delle  parole  . 

*t  '''  §•  V.  Trascorrere  lina  cosa  t  del- 
la quale  si  scrive,  vale  Trattarne  supcr- 
Jicialmente ,  con  prestezza.  Mor.  S.  Oreg. 
5.  20.  Disj>utijrao  un  poco  piii  sultilnieo- 
tc  quanto  abbiamo  di  sopra  trascorso  de- 
gli  eretici  .    (D 

§.  VI.  Trascorrere  un  paese  ,  0  si- 
miiij  vale  Andare  attorno  per  esso.  Agn, 
/'and.  26.  Vorrei  lutto  insieme,  o  ciascu* 
na  parte  bene  vicina,  per  potere  spesso 
tutti  trascorrergli  e  passeggiargli  0  a  caval- 
lo, u  a  pie. 

§.  VII.  Trascorrere,  per  Trapassare  . 
Aniet.  C>1\.  Io  non  lra>corsi  la  l'Uciile  età 
»tìusa,  uè  tutta  la  diedi  solamente  alia 
conocchia.  *  Fiautm.  5.  37.  l'.gli  nel  se- 
no d'  un'  altra  giovane  lieto  trascorre  il 
luggevoli--   tempo.    (S) 

f  §.  Vili.  Per  Tralasciare.  Lai.  o- 
niincrc.  Cr.  /araÀji'iTatv.  Ovid.  Pisi. 
i5().  E  trascorrendo  di  dire  come  Giove 
lue  bisavolo  ce. 

TRASCOllREVOLE.  Add.  Che  ira- 
s>:orre,  e  passa  velocemente,  'Transitorio. 
l''av.  Ksop.  Non  hanno  rispetto  di  fornir- 
si degl*  amici  nel  tiascorrevolc  slato  del 
mondo.  ^  Jìemb.  Asol.  2.  101.  Kon  per 
tutto  ciò  si  pente,  o  donne,  nò  si  ritiene 
in  parte  alcuna  »  raffrenando  la  trascorre- 
vtile  fullij  <lc*  suoi  ragionamenti  Pcrotti- 
110  ;  anzi  ec.   (IÌJ 

*  THASCOItREVOLMENTE.  Avveri. 
Trascorsivamente,  Di  passaggio.  Lat.  o- 
Inler.  Or.  7iapipyùì<;.  Bemh.  leit.  2.  IO. 
X21.  Mon  giudico  che  !<ia  ben  tatto  che 
egli  lasci  nel  numero  di  molte  belle  cose 
«he  vi  sono,  ancor  quoUc  che  ogni  fan- 
i:iullo  cono-iri.-  ed  intende;  le  quali  io  co- 
iti trascorrevulmi-nte  segnate  ho  con  un 
picciol  punto  ilinanzi.  (*) 

t  THASCOltHIMENTO.  //  trascorre- 
re. Lat.  transcursus.  Gr.  ptruòpoprl. 
/'noi.  Orus.  Di  (jueslo  cose  non  temendo, 
jici'  trascurrimeiilo  di  cavaliuri  a  casa  fuc 
morto.  Ulor.  S.  Cn'g.  Il  legno  sta  appres- 
ku  il  irascorrimentu  dell'acque,  quando  il 
nojtio  Creatore  ce.  Ott,  Com  /*nrg.  21). 
5l2.  Di-srrivc  uno  trascorrimcnlo  di  lume, 
poi   una  dobezia  di  canto. 

TltASCOHUITOKK.      Che    trascorre. 

TnASCOKHIThICE.  l'erbai.  Jem.  di 
Trascorritore.  Lai.  labtlis,  noxia.  Cr. 
n«/;a^acvou5K.  Scgner.  Crisi.  1.9.  8.  Af- 
finchè apprendesse  ancor  ella,  quant' era 
maggiore  di  quel,  che  si  figurava,  la  col- 
pa della  sua  lingua  Irascorritrice. 

t  IHASCOUSIVAME.NTK.  Avvrrb. 
/>i  passaggio,  /H  cor.ta.  Trascorrendo. 
.V  Agost.  ('.  />.  l'ostu  f he  brevcnitu- 
le  e  traicorsivanii'Ute  iiioklrass<^  Cristo  es- 
sere Dio,  ec.  :;«  /'allav.  ì'erf.  Crist.  l.  (j. 
Jl   più  di  quei  numi  trovandoìi  da  noi  li,t* 


scorsivamentc  in  un  angolo  d'  istoria,  ap- 
pena veduti  ci  svaniscono  dalla  mente   (/JJ 

•f  'fi  TRASCOliSIVO.  Add.  Atto  a 
trascorrere.  (Jden.  Ni.*.  l{.  20.  Il  secon- 
do e  Q  quarto  (libro)  »i  p>Sìono  appella- 
re tempcratusimi  di  principii  trascorsi- 
vi. (A) 

TRASCORSO.  Sust.  Errore.  Lai.  er- 
ror ,  lapsus.  Cr.  ffsa'lua.  *  Sa/v.  Av- 
veri, i.  3.  2.  a.  Nel  7J  e  nel  nostro  si 
legge  e  d'  altri  ,  nell'  uno  e  1'  altro  per 
trascorso  di  slampa.  /:.'  1.  3.  2.  6-  L'a- 
vere scritto  il  Mann,  per  trascorso  di 
penna.  I:  \.  I.  9.  Trascorso  di  memoria 
dell'  autore  stesso  sarà  stato  per  avventu- 
ra, r' ; 

^  §.  I  Per  Trascorrimento,  Corso  ve- 
loce. Sdrucciolamento.  Salv.  Avveri,  i.  3. 
1.  7.  Comporta  la  natura  del  nostro  ver- 
so ec,  quasi  per  entro  il  suo  corpo  ,  il 
trascorso  delle  vocali  .  /'-  appresso  :  Ma 
ciò  che  del  trascorso  delle  vocali  del  no- 
stro verso  abbiam  detto  ,  luttavi:i  si  vuol 
prenderlo  con  certe  regole.  (  f'j 

■••  §.  II.  /Vr  Corso  ,  Decorso  .  Salv. 
Avveri.  1.  2.  t6.  S'usa  dalla  plebe  nel 
trascorso  del  ra>;ionare.  (V} 

TRASCORSO.  Add.  da  Trascorrere, 
/.asc.  Panni,  prol.  Ma  per  nemica  for- 
tuna trascorso  ,  poi  delle  nelle  mani  de* 
corsali . 

*  TRASCOTATAMENTE  .  Avverò. 
Superbamente ,  Con  tracotanza  .  Cavale. 
Specch.  pece.  12.  Parlando  trascotatamea- 
te  ,  e  minacciando  ,  e  villaneggiando  altrui 
in  molti  modi.  (C) 

TRASCOTATO  .  V.  A.  Add.  Traco- 
lato. Lat.  superhus  ,  arrogans  ,  insolens. 
Gr.  JT'^vjjsKvo';,  a>a?ù>v.  G.  /'.  6.67. 
4-  Il  dello  popolo  di  Firenze  ec.  in  molte 
cose  fu  multo  trascolalo.  /:  II.  l\i.).  6.  E- 
rano  i  più  Irascolati  due  fratelli  Alberto  e 
Mastino  ,  felli  e  dileggiati  ,  con  ogni  più 
abominevole  vizio ,  die  tossono  in  tutta 
Italia  .  M.  V.  3.  77,  II  Conte  infocando 
contro  ai  sudditi  la  sua  trascotata  super- 
bia ,  fece  dicretu,  che  chi  non  pagasse  , 
fosse  bandito. 

TRASCRITTO.  Add.  da  Tra.icrncre. 
Lat.  exscriptus  ,  transcnptits .  Gr.  ano- 
■/r/puuixi^Oi  .  Cai.  Cali.  235.  Tal  dot- 
trina a'  Archimede  vista,  trascritta  eil  esa- 
minala dal  sig.  Francesco  Buonamico,  et. 

*  TltASCRITlORE  .  C/ie  trascrive. 
Copista.   (A} 

TRASCRIVERE.  Copiare  scritture. 
Lat  e.tscribere  .  Gr.  ujioy^a^stv  .  Sai- 
vin.  Disc.  i.  265.  Da' Digesti  molte  cose 
attinNcrn,  e  talvolta  le  intere  leggi  ne  tra- 
scrìssero i  compilatori  dei  cani>ai. 

TRASCUUAGGl.NE.  il  trascurare .  Ne- 
gligenza. Lat.  ncgligentia.  Gr.  «uscita  . 
Jiocc.  nov.  16.  3a.  .Se  medesimo  della  sua 
preterita  Irascuraggine  biasimando,  lei  nel- 
le braccia  riievula  ,  la^^rimandu  ,  Icnera- 
nieote  bario.  (  ron.  Morell.  2  »6.  La  na- 
tura, per  sé  medesima  gentile,  si  trae  sem- 
pre alla  virtù,  e  quello  che  pei  traicuraggi- 
ne  indugia,  non  perde,  ma  in  poco  tempo 
il  racquieta.  *  Peeor.  g.  2.Ì.  ".  2.  Venen- 
dogli alle  mani  quel  lucrhieri  col  veleno 
mescoKito.  il  quale  |)er  Irascuraggine  s'era 
ili  queir  armario  senza  serrarlo  lasciato  , 
tutto  se  '1  bevi  ,  ed  infra  poco  cascò  10 
terra  onie  morto.  (//) 

TRASCURANTE.  C/ic  trascura.  Lai. 
negligens.  Gr.  aycln;.  Lib.  Pred.  I  tra- 
scuranti  ne  taranno  puniti  sercramcnte. 

TRAiiCURANXA  Tratcuragfiine.  Lai. 
"f^gltgffttia  ,  incuria.  Gr.  ajui>Cta.  3/wr. 
S.  (ireg.  4  37.  Appresso,  senta  vergo- 
gna, o  confusione  di  ih  medesimo,  viene 
1'  uomo  in  trascuranta  di  manìleslare  il 
suo    peci  alo. 

TRASCURARE.  U^ar  Irauuraggifie  , 
0  negligeva,    Trasandatr,  Mttttfc  in  non 


cale.  Lat-  nihtU  facere.  Gr.  XEf  t  ou  j«vdf 
noteìssai.  Mor.  S.  Creg.  l.  6-  Per  S»- 
lomone  si  dice:  chi  teme  Dio,  niente  tra- 
scura. A'  1-  IO.  Molti  sono,  che  trascurano 
la  vita  loro,  i?  Segner.  Seti.  Prmc.  illuj. 
6.  i.  Trascura  afialto  il  pro6llo  di  se  m^ 
desimo.  (  TCj 

*  TRASCURATACCIO.  Peggiorai,  éi 
Trascurato.  Ar.  Cass.  4-  6.  Ahi  las»o  I 
cb'  io  ho  lascialo  il  Trappola  io  casa  eoa 
li  panni  del  mio  vecchio  indosso  ,  e  non 
mi  son  ricordato  ec.  Fui.  Ah  trascuratac* 
ciò!  va  subito,  e  fallo  hascoodere,  che  non 
lo  veda  Crisobolo  almeno.  (Itf 

TRASCURATAGGINE  .  Trascuraggi- 
ne.  Lat.  ncgligentia,  incuria.  Cr.  aìfiiXiiOL. 
/■'r.  Giord.  Pred.  Jl.  Non  si  rendono  ìa 
colpa  delle  trascurataggini  commesse.  Lib. 
cur.  malati.  Le  trascurataggini  del  medico 
sono  dannosissime.  Cecch.  Oissim.  prol. 
Alcuni  di  essi  esercitando  sopra  di  loro 
una  tirannia  più  che  di  Fallari,  alcuni  al- 
tri una  trascurataggine  e  licenzia  più  che 
di  Saidanapalo.  Jiotg/i.  Orig.  Fir.  67.  La 
\iene  a  replicare  più  volte,  e  conse<)ueD- 
lementc  ad  assicurare,  che  non  vi  è  corso 
errore  di  penna  ,  o  altra  trascurataggine  . 
/  ett  Co/i.  67.  Posti  che  eglino  sono,  e 
cresciuti  oramai  in  modo,  che  fanno  graa 
frutto,  sebbene  egli  sopportano,  come  n* 
è  detto  ,  per  lungo  tempo  ogni  trascura- 
taggine e  mal  trattamento,  non  è  per  que< 
sto  che  ,  custoditi  bene  e  vetzrggiati,  essi 
non  rendano  merito  delle  fatiche  prese 
loro  intorno. 

*  TRASCURATAMENTE.  Avverò, 
Negligentemente.  Lai.  incuriose.  Gr.  oc/tc- 
XiTt^.  Segner.  Crisi,  instr.  i.  5.  7.  Non 
conviene  ,  dice  ,  considerar  queste  cose 
transitoriamente  e  trascuratamente  ,  ma 
con  un  profondo  timore.  (*)  f'asar.  Op. 
Vii.  2.  3.  Tutto  quello  in  somma  che 
sagacemente  o  trascuratamente  con  pru- 
denza o  con  pietà  o  con  magoaDÌmit& 
banco  in  esse  operato.  ((^J 

TRASCURATEZZA.  Trascuraggftit , 
Lat.  incuria.  Gr.  a/xe>S(X.  Segner.  Mann. 
Febhr.  II.  2.  Che  guadagno  è  il  tuo,  se 
tu  non  ti  guardi  da*  peccati  veniali  ec.  , 
dalle  iuvidietlc  ,  dalle  continue  trascura- 
tezze che  usi  nella  vita  spirituale  ì  v  K 
Sent.  Orai.  8.  Correrei  a  grandissimo  ri- 
sico di  cadere  in  una  tale  trascurates- 
«a.  (TCj 

TRASCURATISSLMO.  Superl.ilj  Tra^ 
seurato.  Lat.  incuriostsstmus.  Gr.  'x^cttit- 
TiOToVaroi;  .  Sorgh  .  f  e.H.  Fior.  ^OO- 
Prssimamente  scritta  da  notai  ignoraolis- 
simi ,  e  che  è  il  peggio  ed  è  loro  propìj 
culpa  ,  trascuralissimi. 

TRASCURATO.  Add.  da  Trascurare. 
Lai.  negligrns  ,  incurtosus.  Gr.  ot  uiJlq  ;. 
Cavale  Med.  cuor.  Noi  voggiamo  comu- 
nemente ,  che  la  prosperila  e  sanità  fa 
uscir  V  uomo  di  senno*  e  diventar  Ira- 
sturato,  sHilit  ni>n  pare  che  e' conosca 
lu  stato  suo.  Calai.  l3.  I  noltili  serxido- 
n,  i  quali  SI  csercilano  nel  servigio  della 
tavola  ,  non  si  deooo  per  alcuna  eondi- 
lione  grattare  Ìl  capo,  né  aluove  ec,  ne 
pure  f^rne  sembiante,  sictume  alcuni  ira- 
scurati  famigliari  fanno  .  Star.  Fur.  6. 
125  Percosse  con  tanta  fuiia  ne'  trascu- 
rati nemici  suoi  ,  cb'  e'  noti  ebbero  tem- 
po alcuno  ,  non  dico  a  nicltcrsi  io  ordi- 
nania  ,  ma  a  prendere  ,  uou  che  altro,  V 
armi  .  ì'etl,  l'oli.  'yS.  il  che  non  inler- 
verrà  m.ii,  se  non  a  un  molto  trascurato 
coni  ad  ino. 

*t  S-  '*''''  f**  stes.r0  che  l'racotato . 
Lat.  arrogans  ,  inso/ejis  ■  Gr.  J~c^c^a> 
vn; ,  a>a^&«v.  /ioet,  nov.  j\.  5.  Ma  u- 
laiido  la  <tua  trascurata  proutetaa ,  la  sol- 
htito  multe  %olic.  taf'.  6.  Ora  della  mia 
bestiatil'a  dolendomi  ,  ora  della  crudeltà 
trascurata  di  colei  ce.   Fratte    Sacch   nor. 


TRA 

ni.  D.  questo  freno  è  lufrenaU  la  loro 
"«rural.  e  d.»olu.»  l.JJun.u  (  Ho  per 
firmò .  d,c.  .1  MonU  ,  che  ,n  ,,.,1,  e  ,re 
»;,  tivmvi  Qui  "àJotU  trascuialo  sia  le- 
tnTZreL.  e  che. ,..^l'fa  leggere 
lr«cuUlo.  K  UMCUUU  prò  mena  /.«««o 
di  fatto  le  pitt  corrette  editi  om  del  Veca- 
merone  nel  luogo  citato  J. 

*  TBASCURATOliE.  f  erbai,  masc. 
Che  trascura.  Segner.  Pred.  Pai  A,..  5. 
4  Che  se  ciò  avverasi  ioEno  Dell»  perso- 
;.  d-un  ser«  Lasso,  Uascuvalorc  d.  un 
UalEco  mercantile  i  che  sarà  ec.   (1  U 

TltASCUTAGGlNE.  J.  A.  ^egligea- 
u,  ,   Trascurataggine,   Stracciirataggme. 

trod.  ^.  Accoccl.b  no,  per  .schifiltà  o 
per  irascntaggiue  non  cadessimo  m  cpid- 
lo  ,  eh  che  no.  peravventura  per  alcuna 
maniera,  volendo  ,  potremmo  scampare 
«i7e;,.  Decam.  129.  Vo.^o,,o.oicvc  d.- 
screti  lettori  quanto  sia  nein.ca  alle  buo- 
ne lettere  la  trascutaggme  d.  quesU  Uh, 

"tBASCUTANZA.  ;  .   a.  Trascuran.a. 
Lai.  negligenlia.  Olearia.   Gr    a.aiis.a 

Him.  a^t.  P.  A-  -"'""'"  ''"  ^'"'  \  , 
oeni  Jtra  inlendanza  Esser  vog  10  lonla- 
„o  ,  E  farmene  selvaggio  ,  Averla  in  tra- 
sculanxa.  Agn.  Pand.  5r  ^e  so  quale  s. 
iia  alle  famiglie  più  dannoso ,  che  la  Ira- 
scutania  de'  padri  delle  famiglie- 

TKàSCDTAlO.  t-A.  Add.  Trascu- 
rato .  Bocc.  no..  52.  tu.  Fa  ravvedere 
«esser  Ceri  Spina  cV  una  sua  trascutata 
domanda.  E  nL:  60.  ?■  Trascutato,  sme- 
morato  e  scostumato. 

TRASECOLARE  .  Oìtrcmodo  maravi- 
gliarsi. Stupirsi.  Lat.  cchemenler  mira- 
ri.  Gr.  CjI£fSa«^a?="-  Hurch.  i.  4,2; 
E  la  gallina  diventò  testuggine,  Llic  le 
trasecolare  o^ni  profeta.  (  111^  t  "'' •  ^■ 
85.  Or  questo  ripensando,  .0  mi  Uaseco- 
lo,  eh'  ella  sia  Unto  rigida  e  voltabiie. 
Jllee.  l56.  Bastimi  adunque  dire,  cbc 
non  la  trovano  a  se' filar  d'emine,  co- 
loro i  quali,  annaspando  a  credenza  slu- 
pid.ssimi  trasecolano.  Ambr.  Furi.  a.  I| 
lo  slraliil.0,  trasecolo,  e  spanto  aBalto. 

•t  S.  In.  sign.fic.  alt.  per  I  orre  in 
confLlie.  Car.'lell.  1.  68.  Questa  e 
una  gran  cosa,  messer  Lorenzo,  che  .0  non 
Jibia  nuova  ne  di  Monsignor,  ne  d.  vo., 
né  di  cotesto  vostro  mondo;  da  che  la  Ui- 
sgralia  e  la  cattiva  elezion  m.a  m.  trase- 
colo nella  smarrigione  di  qucst   allio. 

TRASECOLATO  .  Add.  da  Traseco- 
lare. Beni.  rim.  1.  ^l\  Ognun  m.  guata 
per  trasecolalo,  E  dice  eh'  .'  sto  male,  e 
eh-  .0  vo  via.  Fir.  nov.  203.  Lavinia,  du- 
bitando quasi  eh'  ella  non  fusse  dessa,  la 
comincio  a  guardar  fiso,  come  trasecolata. 
Buon.  Fier.  4.  2.  7.  E  stetti  a  riguardar 
trasecolato  Le  vipere  e  le  serpi.  Malm. 
6.  36.  La  donna  resta  li  trasecolata. 

*  TRASEN>0  .  V.  A.  brandissimo 
senno.  Sai..  Ac.erl.  2.  1.  !\.  Dicevano 
trabello  ,  trasenno  ,  trmorrere  in  senti- 
mento di  bellissimo,  di  grandissimo  sen- 
no, e  di  correre  tclocissimamente.  (rj 

'•+  *  TRASE.NTIBE  .  /ngaiinarsi  nel 
sentire,  iegner.  Imr.  2.  1.  18.  Se  l'aere 
interno  non  posa  ,  1'  orecchio  non  ode  a 
modo,  o  non  sento  quel  suono  che  e  nel- 
1'  ambiente  prossimo,  o  trasente  quel  che 
non   v"  è.  (A) 

*  TRASFERIBILE.  Add.  Che  può  tra- 
sferirsi ,  Trasportabile.  Vagai.  Lett.  (A) 

•j.  :>  TRASFERlME^TO.  Traslazio- 
ne ^Trasporuimeiilo.  Tolom.  leti.  4.  l56. 
Se'mai  pensale  di  farmi  cosa  grata,  se  vo- 
lete con  nuovo  benefiiio  obbligarmi,  fate 
si  che  M.  Antonio  consenta  al  trasferi- 
mento di  qucta    piccola  pensione.  (A) 

TRASFERIRE,  e  TRA^SFER1RE  . 
rr^porlnre.  Lai.  transjerrc.  Gr.  /iSTSt- 


T   R  A 


oipe.v  .  Bocc.  Vis.  l3.  E  via  di  quindi 
di  quel  trasferendo  ec.  Apprestato  toina- 
va  qui  correndo.  Agn.  land.  %.  Prov- 
%  edesse  che  le  cose  fani.gliari  non  si  tran- 
sferissono  male.  Bim.  ani.  Guill.  90.  Essi 
da  me  altrove  trasferita  Con  sue  belleize 
rilucenti  e  conte. 

*  §  I.  Trasferire  ,  si  dice  altresì 
parlando  dell-  autorità,  del  potere,  e  simi- 
li, allorchi:  da  una  persona  ec.  viene  a 
passare  ad  un'alfa.  Ator  tur.  i.  Ì2- 
Conoscendosi  dall'  altra  banda  assai  mani- 
restaiuente  che  dovendosi  traslerue  lo  im- 
I  peno  dalla  nobilissmia  e  illustrissima  stirpe 
j  di  Callo  Magno  ad  un'  altra  famiglia  nuo- 
va ne  nasceranno  mutazioni  e  innovazioni 
mollo  maggiori.   iC) 

f  S  11.  E  in  signifc.  neutr.  pass.  An- 
dare, Condursi.  Lat.  se  conferre.  *  Belo. 
I  il  E'  cap.  l5.  Dopo  queste  cose  ap- 
prossim'andosi  la  quaresima,  desiderava  frate 
lE-idio  di  trasferirsi  ad  alcun  luogo  limolo. 
O^iov.  celi.  III.  Alf  83.  Lasciata  la  cu- 
ra di  queUa  terra  al  Cardinale  Al.dosio  suo 
Legato,  si  trasferì  a  Ravenna  per  ritornar- 
sene poi  di  quivi,  per  la  via  di  Rimini  , 
a  Roma.  (Ci  Stor.  Eur.  5.  II7-  E  per 
questo  delibero  che  ,  trasferendoti  sotto 
qualche  colore  nella  Marca  di  Camerino , 
co'  danari  eh'  io  ti  darò  ,  sollievi  e  cor- 
rompa segretamente  gli  animi  di  quegli 
uomini  dalla  divozione  d'  Anscario. 

•f  *  TRASFERITO.  Add.  da  Tra- 
sferire. Bed.  leti.  2.  27.  Non  mi  estendo 
di  vantaggio,  eh'e  appunto  questa  sera  strac- 
chissimo torno  di  Arezzo  ,  colà  traslentoml 
a  servir  mia  madre.  (Aj 

*  TRAsFUiL'RAMENTO  ,  che  anche 
scrivesi  TRANSFiGUlUMEKTO.  Tras- 
figurazione ,  Tran.<formamento  .  Salvia. 
Annoi.  Pier.  Buon.  5.  2.  1.  Questo  g.uo- 
co  geografico  delle  mutazioni  e  de  Irast- 
guiamenti  de'  nomi  propru  de'  luoghi,  e 
utile  a  sapersi  ec.  (."^J 

+  TRASFIGURARE  .  Far  mutare 
effisie,  o  figura.  Lai.  transfgiirare.  Gr. 
].:-.:^=yr,Ì^-.r.,'-<.t  .  Bocc.  nov.  20.  12. 
Forse  che  la  malinconia  ,  e  il  lungo  do- 
lore che  io  ho  .ivulo  ec.  m'  ha  Ji  tra- 
sfigurato, ch'ella  non  mi  riconosce.  -.•  Pelr. 
Uom.  ili.  Si  sforzò  di  trasfigurare  un  suo 
servo  ec.  in  femmina  facendogli  tagliare  1 
granelli,  (l'i 

\%.  E  in  signifc.  neutr.  e  neutr.  pass, 
vale  Mutare  effigie,  o  fgura  ,  Trasjor- 
marsi  .  Bocc.  nov.  32.  16.  Con  sue  Ira- 
sche  the  portate  avea,  in  Agnolo  si  tra- 
sfiguro. Cavale.  I  rutt.  hng.  Salendo  Cri- 
sto nel  monte  a  orare  ,  trasfiguro  ,  e  ri- 
splendelle  la  faccia  sua  come  sole-  /  ass. 
23o.  Il  diavolo  si  trasfigurò  in  abito  e  in 
fi-ura  d'  una  femmina  giovane. 

TRASFIGURATO.  Add.  da  Trasfgu- 
rarej  Che  ha  mutato  fgura.  Pelr.  canz.^ 
i  3.  Qual  mi  Ice'  io,  quando  primier  ra 
accorsi  DeUa  trasfigurata  mia  persona. 
.Bocc.  no...  20.  l5  Come  può  questo  es- 
sere? son  io  cosi  trasfiguralo?  Slor.  tur. 
7.  l56.  Solo,  a  piede,  e  trasfigurato  ,  si 
condusse  nella  Svevia  *  Morg.  27.  i5j. 
tosi  tutto  serafico,  al  ciel  fisso.  Una  cosa 
parca  trasfigmala.  (B)  Segner.  Mann.  Vtt. 
1.  1.  Rimiro  la  gloria  di  Cristo  nostro  Si- 
!,nore  trasfiguralo.  (  /  ; 

t  TRASFIGURAZIONF.  .  Il  trasfgu- 
rarsi.  Lat.  transfigiiralio.  Gr.  p.l-.'J.ii.'jp- 
fusi;.  Lib.  Ired.  La  seconda  lu  ,  che 
risplendetle  nella  sua  trasfigurazione,  ò. 
Ciò.  Griso.tt.  l5l.  Come  l'insegna  a  pen- 
sare dell'  eterna  sua  gloria  per  similitudine 
di  quella  della  trasfigurazione  ,  e  per  al- 
tre belle  similitudini . 

f  TRASFONDI  RE.  Infondere  da  un 
vaso  in  un  altro  ;  e  pguratam.  Trasfe- 
rire d'  uno  in  un  altro  soggetto  UH. 
Com.    Par.  7.  190    Ora   mi   di'  ,  perché 


TUA  «589 

questo  fallo  si  trasfonde  nell'  acqua ,  nel 
fuoco  ,  neir  aere  ,  nella  terra ,  ed  in  loro 
misture?  Bui.  Inf.  2.  Perché  l'uno  tra- 
sfonde la  gramatica  nell'  altro  successiva- 
iiu-tite  . 

S-.  TRASFONDIBILE.  Add.  Che  può 
tia.sfondersi  .  Lai.  7111  tra.fundi  potest. 
Pros.  lior.  6.  72.  Altro  di  vero,  sicco- 
me io  ciedo,  non  importavano,  che  la 
luce  trasfondibile  di  virili  negli  animi 
vostri.  (•) 

*  TRASFORMABILE.  Add.  Che  può 
essere  trasformato.  Tìcllin.  Disc.  II.  Quel 
tutto  lucido  e  tutto  fumi,  tutto  peso  e  tut- 
to moto  ,  r  impaslatore  de'  metalli,  il  tra- 
sformabil  mercurio.  (Min) 

TRASFORMAMENTO.  //  Ira.tfirma- 
re.  Cavale  .  Fruii,  ling.  Quasi  uno  ri- 
solvimento di  cuore,  e  tiasformamcnlo  in 
Dio.  But.  Per  Io  irasformamenlo  del  car- 
ro ,  e  del  rubamenlo  della  pianta  detta  di 
sopra . 

TRASFORMAKZA  .  /  .  A.  Trasfor- 
mazione .  Lai.  transformatio  .  Gr.  fisra- 
^o'^yw5i5.  Fr.  lac.  T.  5.  ?2.  4.  Quanti 
non  sono  accinli  Di  far  la  Irasformanza  A 
buona  concordanza  Della  verace  crucci  E 
7.  1.  8.  Questa  e  tal  Irasformanza  Per- 
dendo e  possedendo. 

TRASFORMARE.  Cangiare  in  altra 
forma.  Far  mutar  /orma,  0  figura,  l-at. 
transformare.  Gr.  p-t-auopfoOìl  .  Bocc. 
nov.  16  17  Tanto  1'  età  l'  uno  e  l'altro 
da  quello  che  esser  solcano  ,  quando  ul- 
timamente si  videro,  gli  avea  Uasformali. 
pelr.  canz.  4.  2.  E  i  duo  mi  Irasformaro 
in  quel  eh'  i'  sono. 

:?  §.  1.  Trasformare  in  volgare,  per 
Tradurre.  Bocc.  Com.  Plani.  Se  alcuno 
n'  è  che  alcuno  libro  voglia  vedere,  e  esso 
sia  in  latino,  lanlosto  il  fanno  trasforma- 
re iu  volgare.  (A} 

^  §.  II.  Tra.-formare ,  in  signific. 
neutr.  pass,  vale  Mutar  forma.  Pelr. canz.  . 
3.6.  E  non  si  trasformasse  in  verde  selva. 
E  4.  8.  Ed  in  un  cervio  solitario  e  vago  D. 
selva  in  selva  ratio  mi  trasformo.  Fr.  lac. 
T  6.  16.  16.  Che  iu  te  si  possa  lutto  tra- 
sformare .  *  6e//.  Circ.  Lea.  dedic.  In 
potesl'a  dell'  uomo  è  stalo  liberamente  po- 
sto il  potersi  elegger  quel  modo  ,  nel 
quale  più  gli  piace  vivere;  e  questi,  co- 
me un  nuovo  Prometeo  ,  trasformarsi  m 
tutto  quello  che  egli  vuole,  ec.  (Bj  Se- 
ga r.  Mann.  Oli.  li-  3.  Si  trasforma  d 
uomo  in  un   Augiolo  luminoso.  (V) 

:?  g.  III.  Trasformarsi  di  sua  per- 
sona ,  vali  lo  slesso  .  Otl.  Com.  Inf.  4. 
5o.  Dicesi  che  seppe  tutte  le  lingue  ,  e 
molto    si    sapea   bene    trasformare    di    sua 

persona.  (O  .    .      , 

«1  !-.:  TRASFORMATIVO.  Add.  Allo 
a  trasformare.  Eden.  Xis.  3.  l3l.  Io  am- 
miro assai  Ovidio  ,  il  quale  ,  come  com. 
pilatore  di  tutte  le  favole  trasformalivc  , 
necessitato  a  cantare  ec.   (Ai 

TRASFORMATO  .  Acid,  da  Trasfor- 
mare. Lai.  convci:<us.  Gr.  ji.l-<Apoj,fo>- 
&£.•;  .  Fr.  lac.  T.  6.  16.  33.  FammiU 
stare,  Amor,  sempre  .l'ubracciato ,  Con  te- 
co  trasformato  ,  E  'n  vera  cantate  E  n 
somma  ventate  Di  traslormato  amore. 
Dani.  Purg.  32.  Trasformale  cosi  I  di- 
ficio  santo.  Mise  fuor  teste. 

•+•  *  TRASFORMATORE,  l  erbai 
masc.  Che  ,  o  Chi  Ira.fcrma  Bellin- 
Disc.  2.  29.  Ciascuno  di  essi  (bachi)  .1 
suo  filo  ,  o  alno  non  meo  maraviglioso 
artifizio  con  cm  fabbrica  il  suo  bozzolo,  in 
CUI  si  chiude  e  vi  diventa  farfalla,  e  far- 
falla  n'esce,  e  larlalla  seminatrice  d,  ba- 
co, e  baco  fabbricator  di  bozzolo  e  boz- 
zo o  tri^focmatore  d.  baco  .n  farfal  a 
ec  (A)  E  294.  Vi  faro  diventare  rasfor- 
n'aton  d,  ma7miin  statue  ,  fond.lor.  d, 
bromi  ec.  {J'J 


i590 


TRA 


*  THASFORMATRICE.  Verbaf.  fem. 
Che  trasforma.  Betlìn.  Disc.  3.  55.  For- 
merò le  viscere  sue  ,  k"  quali  perciò  sa- 
ranno anch'  esse  Ji  quella  potenza  Ira- 
sformatricc  fornite.  (F/ 

TRASFORMAZIONE.  Mutnmento  di 
forma  ,  o  figura  j  li  trasformare  .  Lai. 
Iransformatio  .  Gr.  fj.iTV.fJ.ÓpfWJi^  .  Fr. 
Zac.  T.  7.  I.  34.  Tu  ìjevi,  e  se*  Levala 
In  trasformazione.  Pass.  333.  I  libri  de' 
poeti  sono  pieni  di  colali  Ira^formaKioui  . 
J?ut.  Inf.  25.  2.  In  questi  sei  tcrnarii  1* 
autor  nostro  compie  di  narrare  la  detta 
trasformazione  .  ^  Pros.  Fior.  |.  3.  i56. 
Egli  togliendo  via  al  Decamerone  del 
Boccaccio  ogni  liarl>aru  e  postìccia  tra- 
sformazione ec.  ce  d'  ha  fatto  grazioso  e 
nohii   presente.   (  TC) 

s!:  TRASFlìEDDO.  7''.  A.  Mollo  fred- 
do. Paiiad.  Ott.  5.  Se  v'  h  '\\  verno  molto 
tra&freddo,  pongasi  un  poco  dì  colombina 
al  pie.  (y) 

TRASFUGARE.  Trafugare.  Lah.  27O. 
Prima  avendo  delle  mie  cose  occultamente 
assai  trasfugate,  ce.  /Jmet.  proem.  Un'al- 
tra volta  cui  concupiscevole  cuore  trasfu- 
gano Klena. 

*  TR\SFUMARE.  liisolversi  infumo. 
Jmpt'r/.  7  .  'l'use.  D.  12.  T.  2.  I<)I.  Que- 
gli (  spiriti  animali  )  cb'  escono  da'  pori , 
cosi  dottili  sono,  e  di  cotal  finezza,  e  così 
sparsi  e  disuniti  trasfum.ino,  che  di  suhito 
»i  disperdono  ec.  lì  />.  i^-  T.  2.  280. 
Mei  medesimo  modo  dell'acqua,  la  quale 
trasfuma  da   una  caldaia  ce.  (Fj 

•f  TRASFUSIONE  .  Infondimento  d' 
uno  in  altro  vaso  ^  Travasaniento  .  3/(7- 
gal.  Lftt.  scicnt.  pa^.  160.  Con  dislen- 
dervisi  sopra  il  meglio  che  poteva  ec.  , 
applicando  bocca  a  hurca  ec. ,  quasi  pre- 
tendesse col  veicolo  del  calore  di  volergli 
mettere  in  corpo  della  propria  vita  per 
trasfusione.  (/Ì) 

"t  'f  TRASFUSO.  Add.  da  Trafon- 
dere.  Tass.  Cer.  i5.  66.  E  se  di  tal  dol- 
cezza entro  trasfusa  Parte  penetra ,  onde 
il  desio  germoglia.  Tosto  ragion,  nell'ar- 
mi sue  rinchiusa  ,  Sterpa  e  nseca  le  na- 
scenti voglie,  ec.  Salvia.  Disc.  2.  Ipi^.  La 
bellezza,  raggio  di  Dio  trasfuso  ne'  corpi^ 
del  più  bel  sentimento  è  l'oggetto.  (Aj 

*  g.  E  fguratam.  f-'ilic.  rtm.  pag. 
553.  (  Son.  Dal  core  ce.  )  Restiam  poi 
sempre  inegaalmente  eguali  ,  Voi  io  me 
trasfuso,  io  crocifìsso  in   voi.  f!\'S) 

TRASGRANDE.  T.  A.  Add.  Tra- 
grande. Lat.  prafgrandis ,  inimanis.  Gr. 
•JT8/>//£ya; .  TTs^ijtt»;/^;  .  FiV.  S.  do. 
Bat.  Anzi  mi  convema  stare  di  lungi  per 
lo  trasgrandi-  fervore  della  sua  caritade  . 
E  altrove:  Allora  tutti  s'inginocchiarono 
per  la  trascurando  allegrezza. 

TRASGREDl.MENTO  .  //  Trasgredi- 
re. Lai.  transgressio  ,  pracvaricatio.  Gr. 
TK^OeSaii;.  *  Sah:  Avvert.  I.  2.  IO. 
Certi  trasgrrdimenti  di  cose  gramalicali , 
che  nel  parlar  pensato  non  s*  ammetteva- 
no .  Segner.  Mann.  A7arz.  l^.  2.  Consi- 
dera in  che  consiste  questo  Irasgredimmto 
di  limili  (questo  passar  di  là  dai  limiti, 
oltrepassar  i  /imiti)  «ì  nell'Angelo,  sì  in 
Adamo     (parla  della  superhia).    il  ) 

TRASGREDIRE  .  U.icir  de'  comanda- 
menti,  o  ttk-  commessioiie  ,  Non  uhhidirr. 
Lat.  tran f predi ,  praevaricari.  Gr.  Ta^a- 
Sat'vriv.  I),al.  S.  Grrg.  2.  i^- Ali»  quali 
lo  pietoso  padre  perdonò  quella  colpa  ,  e 
d  allora  innanzi  si  guanlaroim  di  trasgre- 
dire in  ma  assenzia.  "^  /inceli,  lelt.  l\.  Es- 
sendo accademie»  della  Crusca  non  posso 
trasgredire  le  sue  leggi.   (C) 

*  §.  /Vr  /eccedere,  Oltrepassare  i  li- 
miti ordinarti,  o  convenevoli  di  checifies- 
sta  .  Magai,  lett.  Ma  io  conosco  d'  aver 
trasgredito  di  troppo  i  termini  di  una  let- 
tera. (Aj 


TRA 

TRASGREDITO.  Add.  da  Trasgre^ 
dire.  Fr.  Zar.  T.  3.  I.  4-  A"-"  gente  già 
dannala  Per  la  trasgredita  legge. 

t  TRASGHEUITOftE.  terital,  masc. 
C/tCj  o  C/ti  trasgredisce.  Lat.  transgres- 
sor  .  Gr.  TTa^SxSaTii?  .  Segner.  Mann. 
J'Ugl.  29.  I.  Gli  altri  precelti  ec.  sono 
di  lor  genere  più  servili  ,  perchè  si  pos- 
sono adempiere  per  puro  timore  di  quel 
supplizio   che  è  imposto  a'  travgreditori. 

*  TRASGRESSIONCELLA  .  f^iccola 
trasgressione  .  Segner.  Seni.  Oraz.  l5. 
Ciò  accade  quando  sotto  pretesto  di  ca- 
riti 1'  uomo  ec.  si  accomoda  a  diverse  tra- 
sgressioncelle.   fTCj 

TRASGRESSIONE.  //  trasgredire,  Dis- 
uhhidienza  .  Lat.  transgressio ,  praevari- 
catio  .  Gr.  TTa^aSact;  .  /*ass.  2^1.  Per 
le  diece  corna  (  intendendo  )  il  Irapassa- 
mento  e  la  trasgressione  de'  dieci  coman- 
damenti della  ]*-'gg^  ■  Imperò  d'  ogni 
peccato  e  trasgressione  e  cagione  e  prin- 
cipio la  superbia .  Mor.  S.  Hreg.  Della 
quale  noi  fummo  percossi  al  tempo  della 
nostra  trasgressione.  Cavale.  Frutt.  ling. 
Dove  si  dice  che  1'  Angelo  riprese  il  po- 
polo d'  Iddio  di  certa  trasgresMone.  ^^  Se- 
gner. Pred.  Pai.  Ap.  5.  8.  Le  ommissio- 
ni  non  sono  violamento  di  precetti  nega- 
tivi, come  le  trasgressioni;  sono  violamen- 
to di  afiermalivi.  (C) 

*  §.  I.  /*rr  Travalicamento,  il  Passar 
di  là  dai  tertnini.  Cavale.  Specc/i.  Or.  l^Q. 
Ricordati  della  mia  trasgressione,  della  mia 
povertà  e  del  mio  assenzio,  cioè  della  mia 
amaritudine  .  E  chiama  trasgressione  T  a- 
more  ferventissimo  che  ci  mostrò  in  croce, 
il  quale  trapassa  ogni  altro  amore.  (7') 

§.  II.  t*er  Digressione.  I.at.  digressio. 
Gr.  ir.rpo-nrl.  Bocc.  T^it.  //ant.  2!\\.  Mi 
piace  qui  di  fare  alcuna  Ira-'igressione,  nella 
quale   io   questo   alquanto  dirbìarì. 

I  TRASGRESSORE.  7  erbai,  masc. 
Che  f  o  Chi  trasgredisce ,  Trasgreditore. 
Lat.  trnnsgressor.  Gr.  TTcc^KoaTìl?.  Pass. 
377.  E  trasgressore  del  volo,  per  lo  quale 
s'obbligò,  ed  altri  per  lui,  a  rinuDziun-  al 
diavolo^  e  a  tulle  Ic^ue  vane  e  false  pom- 
pe. Fsp.  Salm.  Gli  osservatori  d'essi  sono 
elernalmcnle  premiati,  e  i  trasgressori  pu- 
niti .  Cavale.  Med.  cuor.  Pure  ,  chi  n'  è 
cagione  in  veruno  modo  è  tenuto  di  ren- 
der ragione  a  Dio ,  come  trasgressore  del 
suo  comandamento. 

TRASr.  K  A.  Così,  Tanto.  Lat.  Wf, 
adeo  ,  tam.  Gr.  totoùtov  ,  w^tc  .  Tiov. 
ant.  5q.  3.  Si  se  le  solve  il  suo  cuore  di 
Irasi  gran  gioia,  che  in  poca  d'ora  cadde 
morta.  7it.  liarl.  48.  Quando  la  fossa  fu 
aperta  ,  si  n*  uscì  uno  trast  grande  odore 
e  si  dolce  ,  che  tulli  quelli  che  là  erano 
ne  furono  ripieni. 

•f  TRASICURAMENTE  .  W  A.  Av- 
verbi Molto  sicuramente.  Lai.  tntissime. 
Sen.  Pìst.  Va  caendo,  ove  egli  viva  trao- 
ncslamenlc  e  trasiruramentr  (  i/  P'ocabol. 
alla  voce  TRAONESTAMENTE  legge:  e 
non  trasiruramcnle  ). 

*  TRASLATAMENTE  .  Avverh.  In 
modo  traslato,  /'er  traslato.  Pros.  Fior. 
Salvia,  lett.  ^.  i.  264.  Sicché  anche  in 
questo  modo  considerando  la  cosa  ,  modo 
anch'  esso  verissimo,  resta  saldo  il  sonet- 
to .  e  ben  posto  ;  ma  traslatamente  il  ba- 
gliore e  be.i  posto.  (Ci 

*  TRASLATAMENTO  //  traslatore. 
Traduzione.  Lat.  versio.  Gr.  ^trajJtìx* 
fft;.  Pros.  Fior.  l.  3.  KX)  Il  qual  Ialino 
(raslatamenlo  con  piccolissima  mutazione 
avea  dappoi  alcuno  pubbl  irata  per  cosa 
sua.  (*)  /•'  )|3.  Alla  quale  opera  re.  non 
avendo  posta  1'  ultima  mano,  il  medesimo 
n'  ha  dis|M>)lo  ,  che  del  traslatamento  d* 
Ipparro.    (  TC) 

TRASLATARE,  Trasportare  di  luogo 
a  luogo   Lat.   tramferre.  Cr.  //iTocf  t',- l'v 


TRA 

C.  r.  i.  57.  5.  Fece  traslatare  il  corp* 
del  bealo  santo  Minialo  .  E  cap.  61.  I. 
Lo  'mperio  de'  Romani  si  Iraslaiu  di  Ro- 
ma in  Grecia  per  Gottantino.  Dittam.  3* 
4.  Virgilio  Manlovan ,  le  cui  ossa  Fnr 
traslalatc  a  più  nobile  ospizio  .  Ca%'a/e. 
Frutt.  ling.  Per  le  quali  cose  volle  Iddio 
mostrare,  che  quel  luogo  era  traslatato  di 
puzza  e  di  tenebre  a  slato  di  santità  e  di 
lume  (  cioè  ,  trasmutalo  ),  ♦  Tass.  Cer. 
l3.  23.  Io  credo  ec.  che  in  quelle  piant* 
Abbia  la  reggia  sua  Plulon  trasLla.  /:i4- 
4-  l'areali  esser  traslato  in  un  sereno.  E 
17.   2-   Qui  Iraslato  il  gran  seggio.  (Dj 

'r  g.  I.  Traslatare  ,  dicesi  anche  del 
Trasportare  una  parola  da  un  signifìc. 
ad  un  altro.  Sega.  Demetr.  41.  Bisogna 
traslalar  dalle  cose  grandi  alle  piccine  ,  e 
non  e  converso.  (Cj 

§.  II.  Per  Ridurre  le  scritlnre e  t  com- 
ponimenti d'una  lingua  in  un^ altra j  che 
oggi  si  dice  anche  Tradurre .  Lat.  t'er- 
gere. Gr.  uzrK^p9:^itv.  Reti.  Tuli.  Sten- 
dette  suo  ingegno  a  traslalar  di  greco  io 
latino,  /'ass.  3l4-  La  quale  egli  f.V.  Gi- 
rolamo )  ce.  meglio  e  piò  fedelmente  e 
più  veracemente  traslato,  inter|ieirò,  ìspo- 
&c  e  comenlò  ,  che  niuno  altro  Dottore 
greco,  o  Ialino. 

*  §.  IH.  Traslatare,  dicesi  dagli  Arit- 
metici per  fìidnrrc  i  rotti  di  ffHa/tinque 
specie  ad  altra  denominatone  più  nota  e 
determinata  ,  qualora  il  rotto  o  frazione 
che  si  vuole  ridurre  contiene  altra  fra' 
zione  di  essa  frazione,  e  non  si  può  ado- 
perar la  regola  dello  schisare.   (A) 

TRASLATAIO.  Add.  da  Traslatarr 
Lat.  translaliis^  immutatus.  Gr.  fiiTxxo- 
fttcìlti.  Fr.  Zac.  T.  5.  20.  4*  Oh  com' 
è  grande  stupore  Di  veder  vii  creatura 
Traslatala  j>cr  amore  Io  sialo  di  somma 
alluia  1  />/>.  Decam.  proem.  6.  Ci  giova 
addurre  per  esempio  V  epistole  morali  di 
Seneca,  traslalate  in  questa  nostra  lingua 
avanti  1'  anno  l325  con  voci  molto  pure, 
e  naturali  di  quella  eia  (cioè,  tradotte). 

t  TRASLATATORE  .  /erbai,  masc. 
Che,  o  Chi  traslata.  Traduttore.  Lat. 
interpres ,  versar.  Gr.  tpi^r,-»vJi^  /Afra- 
p^saariis-  tib.  Astro/,  Io  traslatatore  di 
questo  libro  cosi  la  porròe  in  suo  luogo, 
come  sta  qui. 

*  TRASLATAZIONE.  Traslatamen- 
to, Traduzioae  .  Pros.  Fior.  i.  3.  lOO. 
Perciò  egli  la  predetta  seconda  volta,  rhe 
con  espressa  traslataaionc  diede  quel  li- 
bro alle  stampe  ce.  ,  si  mise  proBlisttmo 
alla  difesa.    (*) 

TRASLATIVAMENTE.  Av%trh.  Con 
traslazione.  Lat.  translato  modo.  Gr.  ud- 
TOL^opt/di.  *  Tass.  /  ez.  son.  CaS.  ipi 
Però  si  può  dire  che  non  sia  usata  qui 
nel  suo  proprio  significato,  Irastalivamen- 
te.  (Cj 

TRASLATO.  Sust.  Metafora.  Lai.  me- 
taphora  .  Salvia,  /itsc .  1.  35a.  Chiama 
Dante  con  ele|[aole  traslato  quei,  per  rosi 
dire,  della  nobiltà  nuova  lazzi  soH*i ,  che 
tanto  è  a  dire,  quanto  acidi. 

3  TRASLATO.  Adi  Trasfrrito.  Lai 
translatus  .  Gr.  ^  ira/ouijàci'^  .  /)ant. 
Par.  14.  E  vidimi  tra^ljto  Sol  con  mu 
donna  a  più  alta  salute.  4  Mor.  S.  Greg, 
4>  36.  Fuor,  il  quale  fu  tale  che  fu  lr«- 
slato  ad  an<lare  col  Segnare,   ff) 

*S-  '*■'■  Metaforico,  m  I  arch.  Lez.  IO. 
Quella  significazione  t  metafurìca,  ovvero 
Iraslala  -       (S) 

TRASLATORE.  7Vn//flMMrc.  LaU  i/i- 
/er;»nrj',  irrjror.  Gr.  cp^iivi-j{,  fxtrafpm.- 
9Tr,;.  I>ant  Conv.  loo.  La  sna  senleou 
non  si  truova  cotale  noli'  una  traslaiione 
come  neir  jlira  ,  e  credo  che  fn*.»e  1'  er- 
rore de'  traslatori  .  I\sp  .  Salm  .  Que- 
sto verso  non  è  nel  salterò  degli  Ebrei  . 
ne  ancora   nella   tratloiion    di  GeroDunn , 


T   IX   A 


l5c|l 


^'"^"""signiBcó   ce.   molt. 

llcexx.  P"  .ccìaente      c.oe  Uè 

"°"  rr„e""e    he  ToToa  p.rub  ci  ,,.- 

o  1^  movenic  luUc.  l.  ytp°t-  ^.  , 

;l:.e7n/or.  .1  :;^'' ,'^^  "tT'^J^'. 

i^VreidcUrtlU  insi""e  ricevute     non 
UasU-niamo  dalla  natura  dogi,  uom.m. 
La      Ln.n.nrinus.    Gr.   v,-E?Sa)a>. K-v 

co  che  3i  conviene  allo  stomaco  scorso  , 
Tfa   colore    trasn,arino  .    e    non    genera 

'"*  Ssmesso.  J^<i-  •'«  r"-'/",- 

7';  «iic    3    35.   Imprendendo  colle 

o1u:™*on,ane  naion,  bollale  noI.de  e  vir- 
:!?:"  onorata  gara,  perpetu.amo  m  no. 
il  bel  relasaio,  e  cresciamolo  ,  trasmesso 
ri  1'-  nòstri  maggiori  ,  d'  -^ornare  ogm 
Tecolo  d'  una  felice  raccolta  ^   -6;8-^° 

^anooaUresi',n.erav,5liaqu.s.  altra  do- 

t..    AAV  essere  oscuri  assai.  (  i  W 

TRiSMETTERE.     Tr«.'fonJere.     Cr. 
Meglio  sari  con  solchi,  m.pcroc- 


tao.o  strano  da  far  rarca,,..cciare    nn.o 

.ellctto,  anche  assu.  "K-"7;'"j;"; 
f,  caso  che  Pittagora  ec.  (J)  mip^rj. 
%„T  n  ,3.  T.  8.  ^35.  A  lar  la  duvu- 
u"ifle^sione  a'  sentimeut.    l-Uon.c    nu 

S;"r'ìch:-Id.a'\ras.nigra.ol.e  dell'ani. 
"".+  *  TRASMODAMENTO.    Eccesso, 

damonto  elocutorio^  debilita  e  ammorta  la 

^"-'TlflsMODANzÀ.  Tr<ismodamen(o. 

ì'dcn    Ms.   3.   'A-   l'I-   Virgilio  in    Enea, 

Omero  in  Ach.Ue  censurati  per  trasmo- 

'^t"  AsMonfuE.  r.  .^.  f/-> '''•"'<'■ 

do    di  redola,    rf.    ".isurn.    Lat.    n,odum 

r„„7   Par.   3o.  lla'^bclleMa    eh  >o    vd, 
sUrasmodaNonpur  d.  l'a    da    no.  ;    ma 
certo  io  credo  Che  solo  il  suo  Fattortul. 


CAI 


"  solcbi,    siccome  gli    spatu 


ÌD     lullO 

rattinau'uasm'éuon  l'"">7;„.,,_  gr. 
^  S.  I.  Per  bendare.  Lat.  m.Uere.  <^r. 
,-a-!.v  *  *■«"•■'-•  l""""-  '^"T-  "■ 
r*^»  non  sei  qualcuno  di  que,  most.. 
:,/:„  la  terra  tVr  trasmette  Lue.fero.n 

t"sTo::nr-'>S-='''-°''"T'' 

la  tratiinella  cosii  *»••'•  "•"■' 

*S  Ti  Ver  rra^porlarcV^ff'..-;-  i""""- 
/^',r.  3  Percbfe  richiede  un'attenta 
^„';i.SioL,%ctati  di  trasmetterla    a.  1  /.e 

*"*'°TRASMETT1T0RE,  JcrLal.  n.asc 
Che,  o   Chi  tr.smcitc.  Lat.   ''■""^"'""^ 
D„ve°a°:rS'voci  e  delle  parole  mes. 
saggiere  delV  animo  essere  r.cettacolo  .n- 
sicme  e  trasmettitore.   (") 

*  TRASMIGRAME>TO  .   /'    f"-" 

^'Trasmigrare,  r.  l.  Passar  da 

un  luO'O  all'  alf-o.  Lat.  Iransm.grare.  Gr. 

^,'rno  'talv'olta  .^or.;  più  vivi  do,e  tras- 
L;^5.no    che  dove  nascono.  (B) 

■"TrasmÌgraxio.ne.  «-.  i.  y'  l-m.- 

„„n  Lai.  lr«M'>"g™l<o.  Gr.  ,u.TO.«- 
Z-  Tcs.Br.  I.  2%.  Ciò  fu  appresso  alla 
U.smi«rax.one  d,  Babl.dlon.a  ^6^  »■»■ 
óm"/  1  Greff.  Colui  adunque  e  duno- 
^,"toneUa.r«n>igr.«ooe,d.,ualeenun. 


u'ìa  sodaVóV,/..,..  Z^"c--   2    ;<>•  L=  1" 
'La  molto  rende  d.  maraviglia,  co,ueuo- 

uTi^i  cosi  addo.tr.natiedingegnos..nn.a- 
,"e,ia  si  alta  ed  impor.ante.avessero  a  tr  - 
smodare,  e  a  trascura,  s..  •-  ^  'f ";.""' ' 
,  .fi6  Ma  tu,  reltoncando  alla  iinlusa. 
Vedi  cU-  esci    dal    rigo,     e    che    trasmo- 

■'^'^TRASMODATAMEISTE.  M-.erb 
Inmcdo  trasmodato.  Sahin.  Annoi.  1/«r. 
,276.  Quantunque  ben.ss.mo  condotto 
e'  caricato   trasmodatamenle  su    quel    del 

"'trTsmodato.  /-.^.^"■'•f  ^'•'■ 

.„,o,;,„e.  Lat.  ,mmorf.c«..,.m-o.'-«^- 
or.  af*-i(^  „;„„,o  nerpcluo    s.eno  ca- 

;:::;^:dai-^aS;XuiT  229.  Questo  è 

Iffetto  troppo  trasmodato,  e  l.berta  d.  d.- 

'%77"trasmodatore    rvw. 

„Jc.  chc.o  Chi  ''■"'";'''"' ft'^^'JJdl 
op--"-'';;f"'-::rÌ'';3  ifvirif- 

n^/  modo.    U(Ì^"-   ^'•*-    •^'    '         ;      , 
duce  ne-tvasmodatori  di  esso   talvol  a  ope- 
razioni di  orroie  e  d.  emp.ela.  (A) 

*  ÌrASMO^TABE.     .Sopra.^-nn.arc. 

O».   Com.    Furg.    IO.   I58.  Conc.os.a  eo- 

hc  quell.    che    portavano    1'  area    del 

Signore?  trasmontassiuo  se.  pass.,  sacr.6- 

r-iva    il  bue.  e  il  montone.  (^ì 
"tRASmÓhTIRE.    V.A.    lra,,u,rt.re^ 
Lat    Imnni  animo.   Gr.  ).-:.:tM^u..  v.  ./ r. 

re    Ì4    7-    l-    1'""'"    ""    "       ' 

Ed'io  irasmorlisco  Per  le  gran  P"e. 

TRASMUTABILE.   Add,    Alto  a     tra- 

n  „/    I  nr   5   Trasmutabde  son 
smnlarsi.   Dani    lar.  a.  l  ^^^     ^^^^^ 

tutte  KU.se.    Li.   2.    JJ 


.uelle  cose,   le  cui  sustanz.e  son    Irasmi^ 
E    molto  s-  aiuta  per  .rie   (la  nau.ra) 
:tcr  eoltivamento,  accciocchi.  ,n   megl.o 
A'x   nr"EÌo  si  irasmuli. 

T-RASMUTAGIONE.  rr».n,.""-°«- 
Lat  'transmutalio.  Gr.  ;z£TK«'.<<r',-  .W. 
7  3  106.  Avendo  al  cont.nuo  uno  nola.o, 
che  faceva  carta  delle    trasnautag.on.    con 

""tTRlsM-TA-^E^^TO.   H    <rasmn.^ 

Onde  V  alch.mia  verace  non  credo,   Per- 

ch-  è  formata  d,  trasmutamento.  OU-Jorn^ 

Inf    24    4o8.  Quest.  pun.sce  1   autore  con 

l[:{pe;;^.  e*  bestie,  nelle  quabstfamutano, 


e  ma.  non  si  partono  .la  tale  trasmuta- 
mento.  Vani.  Con..  98.  D.ce  Albumas- 
Tr  "hera.cendimento  di  -lucst.  vapor, 
.igniOca  mo.le  de'  regi,  e  trasmutamenlo 

'"'  TUASMUTANZA.  r.  A.  Tramutanza 
lat.  mii(»(;<..  Gr.yST«5T»!"5 .  B""' 
Con,'  l'6.  Da  lui  alli  modem,  non  s. 
può  t.ovare  per  quella  ragione  alcuna  Ira- 

sn.utanja.  „        ,  i  ,, 

TRASMUTARE.  Trasformare.  Lai. 
trans/ormare,  converlerc.  Gr.  ^ET«,U0/5- 
-ojv  Cr.  2.  23  IO.  Questo  .nnesta- 
mento  si  chiama  tagliatura,  ovvero  lagl.a- 
re,  il  quale  non  muta  la  p.anU  .n  altra 
speiic ,  ovvero  gcneraiione  ,  ma  falla  d. 
salvatica  in  dimestica  trasmutare. 

>  S  I  Per  Cambiare,  Mutare,  Blazer- 
„rl,  nel sign,Jica,o  del  §.  U.  Lat.  traasmu- 

18     Ad  un  altro  n.e  la  trasn.utero  d.  be- 
Òe' in  meglio,  il.   V-  3.  106.  (.he  Reto 
fossla  camno  poterli  vendere    e  trasmu- 
°e %-'•    A"-J-8.   Non    eredo    che    a 
sua  madre  più  n."  ami,  Posc.ache  trasmu- 
''''jì'TT)::mulare  uno,. ale    Farlo 
paJsare  da  un  luogo  ad  un  f ^^   "  f  "': 
l„r.   l5.    Colui    potè,    che    dal    Servo  de 
si;  i   FU    trasmitato    d'  Arno    .n  Bacch.- 
„l,one  Ove  lascio  li  mal  proles.  nervi.  (C) 
'   T§    UU   E  in  s.gnific.    neutr.    pass 
Passìr  da  un  luogo  ad  un  altro     Bocc. 
i    Tn    2.  A    Viuegia,  d'  ogn.  bruttura 
^Hctitrice      si    trasmuto.    Vani.  Inf.     29 
culi  sovra    1  ve..tre,  e  qual  sovra  le  spal- 
Tl-uu  deli-altro  giacca,  e  qual  carpone 
S,  trasmutava  per  lo  tr.slo  calle.  fF; 

-  S  IV  Trasmutare,  vale  anche  Tra- 
durre da  una  l.ngua  in  un]  altra.  Dani 
cZt  64.  Questa  i,  la  cag.one  perche  . 
^er"  del  Salterò  sono  sanza  dolcezza  d. 
mus  ea  e  d'  a.mon.a  ;  che  ess.  furono  tra- 
Z.:t.d-EbreoinGreco,e    d.    Greco 

'""it^s' Trasmutarsi  d- una    cosa   in 
,c\-aÌe    ras.'are  da  far    checchess.a    ad 
;  ..         „:,,     18   T    ra^.onerei  volen- 

""Td.  Quello  che  fosse  daffare,  se  noi 
'  ."eslr  trasn,u.arc,  di  queUo  che  nor 
siamo  costumati  di  lar  sempre,  .n  lare 
grande  apparecchiamento  d.  v.vaude,  ee. 

'^■^=  TRASMUTATO.  Add.  da  Tra.^mu- 
tare:  Trasformato.  Uh.  Amor.  E  ,n  la 
.ir  amanza  si  mostra  trasmutato,  f/  ; 
'^"T,  TRASMUTATORE.  VerbaLmasc. 
Che  ,  o   Cln   trasmuta.  Lai.    immutator. 

%",'•  TbITmUTAZIONE     II    'rasmu- 
,  +  ,V.»,^o™«=,o,.e.  Lat.  •,-.».-..--.<'. 

^•Ì;;;°^odrdi;ra;mu,az.oned.  molte 

ar  ciasclKo,  il  quale  si  sper.menta  .n  s.  fat- 
e  cose    ».;.<•   Co.e .    1^5.    Lltunamen te 

olle    e  credersi  che  m.racolosamente  los 
°e  accaduta   si  gran  trasmu.az.one. 
•-  s     Per    Traduzione.  •■  Dani.    con. 

sica   e    d    armon.a  ,  cne                      rrero 

,  .;  ,1'  Ebreo   in  Greco,  e    d.    Greco 

smulat.  d    turco  irasmutaz.one 

in  Lat  no;    e    nella  pt...ia    lra^ 

ra:T^:i!^"^F'-^'!±.'^l^^e 


pag.  16.  E  ■l'""'».-"    'jV^^jChesanza 
Ttitrageaallicos.u,...dcdled„nn_^,^^^_^^_^_^_^^ 

Sui  Hr"A*nòn  voler  da   lor    ira. 

snaturare.  (Bl 


l592 


TRA 


TftASNÀTURATO.  T.  A.  Add.  Che 
e  fuor  dell'uso  naturale.  Lai.  extra  «• 
sum  naturae.  G.  J'^.  JO-  10.  X.  Lo  qua- 
le ornamento  ce,  pcrctiè  era  disonesto  e 
trasnaturalu,  avcauo  tolto  alle  dette  don- 
ne. Borgh.  Arni.  6i.  Uammi  fatto  venire 
questo  pensiero  il  vedere  que&ti  animali 
non  solamente  o  russi^  o  auurrì,  o  bian- 
chì, e  d'  oro  trasnaturati,  ma  ec. 

TRASNELLAMENTE.  V.  A.  Ai'verb. 
3Io/to  snellamente.  Lat.  a^illime.  Sen. 
Pisi.  Elle  corrono  trasncllamunte  e  ratto. 

TRASNELLO.  /'.  .'ì .  Add.  Mollo  snel- 
h.  Lai.  agillimus.  Sen.  Pist.  Pognamo 
che    '1  savio  sia   Irasnello   e  traleggiere. 

*  TRASOAVE.  /'.  A.  Molto  soa- 
ve. Guitt.  lett.  3.  17.  Dunque  soave  e 
dolce,  traitolre  e  li  asoave,  (f) 

TRASOGNAMENTO.  //  trasognare. 
Guitt.  Ictt.  li.  Credete  che  mi  trovava 
in  un   strano   irnsognamenlo. 

•f  TRASOGNALE.  Andar  vagando 
colia  mente,  t/iinsi  Farneticare.  ISinf. 
Fies.  38^.  Con  gli  occhi  lia^si  e  timidi 
trasogna  (//ediz.  del  1778.  alla  stanza 
383  legge  :  E  non  veggendo  (Mensola  ) 
che  nlJgare  il  possa,  Con  gli  occhi  bassi 
timida  trasogna).  Frane.  Saccli.  nov-  21. 
Cavalcando  e  trasognando  pervcnnonu  a 
tersa  all'  albergo,  dove  doveano  desinare. 
A'  nov.  206.  Andossenc  al  mulino  tutto 
tristo,  trasognando,  sanza  avere  mangiato 
dell'  uova. 

TRASOGNATO.  Add.  da  Trasognare. 
tStupido,  Insensato,  quasi  Che  sogni.  Lat. 
stupidus.  fiore,  nov.  68.  18.  Arriguccio 
stava  come  trasognato,  e  voleva  pur  dire. 
F  nov.  69.  25.  lo  credo  che  voi  ni"  ab- 
biate per  ismenniralo  o  per  trasognato. 
Frane.  Sacch.  nov.  1^^.  Quelli  che  '1 
credeano,  stavano  trasognati.  Morg.  iq. 
83.  Margutte  slava  cume  trasognato. 

TRASOLLICITAMKNTE.  y.  A.  Av- 
verò. Sollecitissimamente.  Lat.  vehemen- 
tìssime.  Sen.  Pist.  Trapiccola  è  la  cosa, 
della  quale  gli  uomini  si  tcncionano  e  si 
combattono  sì  trasollicitamcnle. 

TRASORDINARE.  Disordinare,  U.iCir 
dell*  ordine  dovuto.  Lat.  modnm  excedere. 
Gr.  to'  p-irpov  urrep^aiviiv. 

«  TRASORDINARIAMENTE.  Avverò. 
In  modo  trasordinario.  Cren.  Stria.  Q'j. 
Scriverò  de' fatti  di  mia  casa  ce.  ,  comin- 
ciando trasordinai'iamcnte  ni'gli  anni  i3i2. 
ab  iacarnazionc.  f^  lOO.  Abbiamo  dislin- 
(o  personalmente  ;  ora  distingueremo  so- 
pra altre  rose  trasordinariamentc.   (f) 

TRASOROINAHIO  .  Add.  Che  e.icc 
dell'  ordinario.  Straordinario.  Lat.  extra- 
ordinanus.  Cron.  Morell.  aS^-  Questa 
spesa  fu  nel  niortoro ,  ne' lasci ,  che  fu- 
rono assai  nella  dota  di  nostra  madre,  e 
ÌD  multe  .^pe^e  trasordinaric  (  così  né*  te- 
sti a  penna ,  .tchhene  lo  stant^ato  ha  : 
straordinarie  ). 

TRASORDINATAMENTE.  Avverò.  Di- 
j/ordinatamentc.  Lai.  immndiie  .  Frane  . 
SaCch.  nov.  176.  Ancora  si  polrcbbono 
contare  delle  vituperose^  che  hanno  segui- 
to coloro  che  trasordinatamentc  hanno  u- 
sato  l'uso  del   vino. 

TRAS0UI>1NAT0.  Add.  d.x  Trasordi- 
nare. 

TRASORDINE.  //  trasordinm-e.  Dis- 
ordine .  Cecch.  Dot  1.  3.  Guardatevi  più 
tosto  Da  certe  spese  e  da  certi  Irasordini, 
Che  sono,  0  Voi  '1  capete,  quei  che  danno 
Il  luiFo  a  chi  le  fa  (qm  nel  .ugmfu.  del  §. 
].  di  DISORDINE). 

TRASORIKRK.  rcTorir/r.  Lai.  thesau- 
rarius-  r.r.  à») aotupo^uÌLaf  .  lìoce.  nov. 
80.  22.  Era  <|uivi  in  quc'  tempi  nostro 
compar  Pietro  dello  Canigiano  .  trai^orier 
di  Madama  la  'mperulrictr  di  Coitautìno- 
poli  .  Dep.  Decam.  no.  QueHo  che  in 
ijuesU   medesima    novella  si  leggf   traso- 


TRA 

riere ,  non  è  cosi  passato  per  errore,  ne 
dia  noia  se  altrove  e'  dice  pur  ,  secondo 
il  comune  uso  ,  tesoriere  ,  the  e  quesU 
loquela  allora  propria  del  regno  ove  si  ra- 
giona, che  era  in  mano  de'  Franceschi  e 
Provenzali . 

*  TRASPADANO.  Term.  de*  Geografi. 
Transpadano.  (A) 

t  «  TRASPALLARE.  Neutr.  pass. 
Più  che  spallarsi ,  Rompersi  le  spalle  . 
Fav.  Ksop.  173.  Giugnendo  (il  òesttuo- 
lo )  a  una  gran  balza,  mossesi  a  corsa,  e 
giù  per  essa  si  fu  Iraspallato.  (f'') 

f  TRASPARENTE.  Che  tra.tpare.  Lat. 
pellucidus  .  Gr.  Jcafav/;'^  .  Vant.  Par. 
3.  Quali  per  vetri  trasparenti  e  tersi  ec. 
Tornau  de'nostri  visi  le  postille.  Ott.  Com. 
Inf.  7.  116.  Lo  nono  ^rie/o^  e  quello  che 
Don  e  sensibile  ec.  ,  lo  quale  molti  chia- 
mano cri.stallino,  cioè  diafano,  ovvero  tut- 
to trasparente.  Conv.  87-  L'  altro  cielo  è 
diafano,  cioè  trasparente.  Cr.  t\.  ig.  l.  Il 
loro  granello  sia  dalla  luce  trasparente  e 
ri^plendienle,  e  'I  toccamcnto  con  morbi- 
da giocondità  calloso  .  Rem.  Ori.  2.  8. 
t\\.  Va  altro  muro  lo  spazio  partiva  Di 
pietre  trasparenti  tanto  e  belle.  Che  '1  fe- 
lice giardin  si  specchia  in  quelle. 

#  TRASPARENTISSIMO.  Superi,  dì 
Trasparente,  lied.  Oss.  an.  17O.  Dall'a- 
pertura scappa  fuori  spontaneamente  un 
canale  trasparcntissimo,  dentro  al  quale  si 
scorge  un  corpicciuolo  lungo,  serpeggiante 
e  bianco.  (*) 

TRASPARENZA,  e  TRASPARENZA. 
Astratto  di  Trasparente.  Diafanità.  Lii. 
pelluciditas  .  Gr.  Jcotyavsia  .  Cr.  2.  4- 
3.  In  molte  piante  ,  quando  il  calor  re- 
spira ,  rimane  molto  umido  terrestre  vi- 
scoso ,  e  lurido  per  molla  diafanità  ,  cioè 
trasparenza  .  Porgh.  Pip.  278.  La  quale 
rulla  sua  Iraspareniia  e  vÌìIÙ  destava  i 
morti  colori.  *  Tass.  Lez.  son.  Cas.  192. 
Queste  si  considerano  nella  trasparenza 
deir  aria.   (C) 

TRASl'ARERE,  e  TRASPARIRE.  Lo 
apparire  che  fa  alla  vista  lo  splendore  , 
o  altra  cosa  visihile  ,  penetrando  per  lo 
corpo  diafano.  Lat.  translucere.  Gr.  Oi«- 
pai'vstv.  Dant.  Inf.  34-  E  trasparean , 
come  festuca  in  vetro  .  E  Par.  2.  Se  *1 
priiuu  fosse  ,  fora  manifesto  Nulf  eclissi 
del  Sol ,  per  Irasparore  Lo  lume  ,  come 
in  altro  raro  ingesto  .  Amet.  66.  Cosi  in 
essa  trasparevano  Ì  nostri  corpi,  come  in 
vetro  traspare  il  fesluco. 

*t  §■  ^''^  Tralucere.  Pern.  rim.  \. 
109  Quella  che  per  soperchio  digiunare 
Tra  r  anime  celesti  bencdelle ,  Ctime  un 
corpo  diafano,  traspare,  I*er  grazia  sin^u- 
lare  Al  suo  padrone  il  di  di  Befania  An- 
nunziò il  malan  die  Pio  gli  dia. 

TRASPIANTAMENTO.  Il  traspianta 
re.  Cr.  G.  2.  12.  Il  tra%pianlamento  si  fa 
quasi  di  tulle  erbe,  Iraltone  spinuri  ec.  in 
ognitempo,  nel  quale  le  piante  alquanto 
saranno    rresciule. 

TRASPIANTARE.  Cavar  la  pianta  d' 
un  luogo  ,  e  piantarla  in  un  altro  .  Lat. 
transfenx.  Gr.  fttroifisuv.  Pallad.  Cenn. 
l^.  Del  mese  di  Gennaio  è  da  seminar  lat- 
tuga ,  ovvero  di  Oirenibre  ,  sicch'  ella  si 
tra>pianli  poi  di  Febbraio  -  (V.  a  2.  2. 
Questo  proprianieule  non  piantare,  ma  tra- 
spiantare  s'appelKi.  All>erl.  cap.  6\-  Non 
può  crescere  la  pianU  che  si  pur  traspianla 

1  ili  luogo  in  luogo. 

I  §.    Per  meta/.    Gtiar.    PaxI.  ftd.    prol. 

;  Che  inNoliio  valor,  che  virtù  nuova  Vegg' 

I  io  di  Iraspiantar  popoli  e  terre? 

I  *  THASPIANTATO  -  Add.  da  Tra- 
spiantare. Lai.  translatus.  Gr.  uitkjto- 
i/(9àli';  I  it.  S.  Gir.  6).  Eicti  il  piglio 
del    campo  ,  r  la    belbi    rosa    della    tiuale 

'  P^re  il  grande  oitore,  tra^piantata  dell  orlo 
della  Chiesa  nel  giardino  di  Dio.  (FJ 


TRA 

*  TRASPIRABILE  .  Add.  Term.  de* 
Medici .  Che  può  venir  fuori  per  via  di 
traspirazione.  (A) 

t  ^  TRASPIRANTE.  Che  traspira, 
lìellin.  Disc.  1.  63.  E  perocché,  per  quest* 
isicssa  causa  che  ella  era  insensibile,  par- 
Te  loro  di  doverla  giudicare  sottile,  agile, 
penetrante,  volatile  come  è  lo  spirito  del 
vino  ,  ed  altri  somigliinti  corpi ,  che  noi 
chiamiamo  spiriti  e  traspiranti.  (A) 

•f  TRASPIRARE.  Mandar fuora  per 
evaporazione  sottilissime  particellej  e  di- 
cesi  particolarmente  de*  corpi  degli  ani- 
mali. Lat.  iranspirare  ,  perspirare  .  Sal- 
via. Disc.  2.  379.  Or  qual  cosa  mai  dà 
r  ailito  libero  al  traspirare,  e  tiene  spat. 
zaie  e  belle  le  vìe,  per  cui  traspirasi,  >e 
non  la  fatica  ,  1*  agitazione  ,  il  lavoro  ,  Ìl 
sudore  T 

§.  Per  similit.  si  dice  di  Cosa  occulta 
che  cominci  a  farsi  manifesta. 

•f  *  TRASPIRATO.  Add.  da  Tra- 
spirare. Magai,  part.  1 .  lett.  5.  Così  in 
sentenza  degli  autori  medesimi  ec.  l'istes- 
so  spirito  umano,  imbattendosi  io  certi  mi- 
nutissimi animali  che  s*  ingenerano  nel 
corpo  umano  ,  opera  e  discorre  da  ver- 
me ,  e  traspirato  dalle  tuniche  di  quegli, 
e  riassorbito  nella  propria  massa  univer- 
sale ,  er.  (A) 

't  TRASPIRAZIONE.  1/  tra<ptrare  . 
hai.  perspiratto,  transpiratio  .  Gr.  Ji«- 
nvsri.  Salvia.  Disc.  I.  i38.  Gli  umidi  e 
fluidi  alimenti  ec.  le  particelle  dell'umi- 
do ,  che  per  forza  di  focosa  traspirazione 
si  ncrdcrono,  abbondantemente  ristorano  . 
^  Bellin.  Disc.  1.  62.  Piacque  loro  (al 
Santorio  ec.)  chiamare  quelle  sei  libre  di 
materia  insensibile  ,  che  ogni  giorno  da 
noi  vanne  del  corpo  fuori  ,  traspirazione 
ìn)ensil>ile.  Fd  ivi:  Seppero  dunque  quei 
felici  ritrovatori  della  traspirazione*ÌDseD- 
sibilc  eh*  essa  ci  era,  e  eh'  ella  era  di  sei 
bhbre  ogni  di.  fF) 

t  TRASPONERE  ,  e  TRASPORRE . 
Traspiantare.  Lai.  transferre.  Gr.  /XSTSC- 
fipnv  .  Cr.  2.  2.  2.  Tulli  da  un  luogo 
ad  altro  si  trasportano  ,  ovvero  traspon- 
gono .  E  2.  22.  8.  Quando  la  pianta  di- 
mestica ,  ovvero  salvatica ,  si  traspone,  la 
parte  volta  al  meriggio  si  segni  con  se- 
gnale rosso,  o  in  altro  modo.  Fett.  Colt. 
qS.  Nel  quinto  inno  ,  che  queste  pianto 
si  cavano  per  trasporre  ,  e  alcuna  volta 
prima  ,  ce.  ne  trarrà  quel  tanto  che  egli 
avrà  speso  nel  fare  il  divelto. 

S-  L  Per  metaf.  Traporlart .  Lat. 
transferre.  Gr.  pna.fiptiit.  Coli.  SS. 
pad.  Andò  Enoc  con  Dio,  e  non  si  tro- 
vava ,  perocché  il  Signor  lo  traspose  .  E 
r  Appostolo  dice:  Per  la  fede  è  trasposto 
Enoc  ,  acciocché  non  vedesse  la  morte  . 
#  Amm.  Ant.  327.  (  ediz.  Prrscia  )  Le 
quali  scritture  furono  cominciale  da  lui  in 
Parigi;  credendo  noi  eh'  ci  le  compiesse 
coli  dove  era  sialo  lrj>posto  per  lo  Capi- 
tolo. (D) 

tf  g.  fi.  Per  Generare,  Tramandare, 
fìenv.  Celi.  ì'it.  2.  ^78  Qui  giace  Brrnar- 
don,  asin,  porcacriu.  Spia,  ladro,  sensale, 
in  cui  rìpONe  Pandora  i  mag^^ior  mali;  e* 
poi  traspose  Di  lui  quel  pecoron.  Mastro 
Buacrio.    (C) 

§.  IH.  Per  r ariane  l'ordine.  Mu- 
tar dt  luogo.  Lai.  invertert .  Gr.  xktoc- 
<STp%fuv  . 

*  S  IV.  Tra.fporsi  da  un  .Signore  in 
altro,  vale  Mutar  Signore,  l'as tare  sotto 
la  Signoria  d'  un  altro.  Pus.  29.  Pogna- 
mo che  sìa  u»anza  della  maggior  parte 
degli  uomini ,  che  sono  soggiogati  da  Si- 
gnori o  tla  tiranni,  di  volere  trasporsi  d' 
un   Signore  in  altro.   (Cj 

TRASPONIMENTO.  il  trasporre,  f'a- 
riaùone  d'  ordine  ,  Mutazione  di  luogo  . 
Lai    transposittis  t  tr  an  sposi  tio  .   Gr.  jus- 


TRA 

ra'ìesi»-  ilaesimiz.  I.  l^ì-  Se  si  facesse 
trjspoDimeulo  ilelle  parole,  tanto  clie  mu- 
lassouo  lo  "ntelletto  ce.  ,  non  è  Ijaltcr- 
lalo  . 

TRASPOnRE.  r.  TRASPOSERE. 
#  TRASPORTABILE.  Add.  Che  può 
trasportarsi  .  Sull'ili-  Disc,  3.  l49-  Ella 
sì  dee  inlcnder  sempre  non  in  altro  lin- 
guaggio ,  che  in  quello  de'  legali  ,  che  1' 
banuu  fatta  a  posta  acconcissimaineotc  , 
per  signi6care  ogni  materia  trasportabile, 
opposta  allo  stabile.   (*) 

TRASPORTAME.NTO  .  /'  trasporta- 
rt.  Lat.  Irans/alìo.  Gr.  /it-afOly..  I.ib. 
cur.  mal.UI,  La  sena  e  "1  rabarbcao  ci 
vengono  ogni  anno  col  trasportamento 
dell'  altre  mercaniie.  Cai.  Sist.  367.  Per 
esser  cotal  trasporlaniento  comune  a  voi, 
e  a  tutte  le  cose  terrestri. 

§.  Per  Trasposizione.  Lai.  transposi- 
Ho  .  Gr.  /iSràS:5i;  •  Car.  leu.  I.  167. 
Solo  vi  desidero  che  se  ne  lievino  certi 
Irasportamenti  di  parole,  e  certi  verbi  po- 
sti nel  fine. 

S  TRASPORTARE  .  Portare  da  un 
luogo  a  un  altro,  Far  mutar  /uogoj  die 
diciamo  anche  Trasferire.  Lai.  trans/er- 
re, transportart.  Gr.  itz.-:-J^'-pt-'',  u-.t'X.- 
xOjUi^siv  .  Cuid.  C.  L"  Angiolo  appa- 
litte  nel  sonno  a  Giuseppe,  che  egli  tra- 
sportasse il  fanciullo  iu  Egitto.  Albert, 
cap.  24.  Neuna  fatica  ricusano  le  mani 
che  all'  arme  si  trasportano  dall'  aratolo  . 
*  Car.  Kn.  11.  323.  In  altra  parte  I 
miseri  Latini  ai  corpi  loro  Fer  cataste  in- 
finite .  Altri  sotterra  Ne  sepp^ 
alle  ville  intorno 
trasporlaro.  IB) 

3  fi.  I.  Per  Portare 
ducere,  firre.  Gr.  k/£ij,  f  . 
noi'.  16.  5-  Per  forza  di  vento  il  legno 
che  a  Napoli  andar  dovea,  fu  trasportato 
all'  isola  di  Ponzo.  E  liilr.  32.  Veggiamo 
corpi  molti,  o  infermi  trasportarsi  dattorno. 
:?  §.  II-  Trasportare  se  medesimo  , 
,ale  Condursi.  Lat.  con/erre  se.  Bocc. 
g.  5.  a.  8.  Comandato  a  tutta  la  famiglia 
che  solo  li  lasciassero  per  più  poter  pen- 
sare a  suo  piacere  ,  piede  innanzi  pie  se 
medesimo  trasportò  pensando  infino  alla 
pìgncta.  (CJ  .   ,.       .  ■ 

*  g.  111.  Trasportare,  .«  dice  dai  com- 
putisti del  Portare  da  un  luogo  ad  uno 
altro  una  partita  trasentendola  .  Inslr. 
Cane.  5o.  Stiano  molto  vigilanti  ec.  per 
iscoprire  le  fraudi  di  quei  particolari  ,  1 
<iuali  ec.  avessero  tentato,  o  tentassero  di 
■   loro    beni   alle    poste  di 


■Uiro  ;  altri 
Ed  altri  alla  città   ne 

Condurre  .  Lat. 
noce. 


far    trasportare 

persone  privilegiate.  (Cj 

*+  *  §■  'V-  2*rasportar€  d'una  lin- 
gua i/1  un'  altra  ,  tale  Ridurre  le  scrit- 
ture e  i  componimenti  d"  una  lingua  in 
un'  altra  ,  Traslatore  ,  Tradurre  .  Lat. 
vertere.  Gr.  ^5TKypa?ei'  .  Car.  lett.  2. 
24.  Tutti  quelli  che  ne  trattano,  o  gli  tra- 
sportano nello  lingua  intesa  da  voi,  vi  pos- 
sono giovare.  ('J 

■f  §.  V.  Trasportare,  parlandosi  di  di- 
ritti, tale  figuratam.  Cedere.  37.  V.  9. 
^.  Dee  lo  Re  di  Francia  e  suo  primo- 
genito renunziare  e  trasportare  e  cedere 
ogni  loro  ragione  . 

*  §.  VI.  Trasportare,  dicfsi  anche 
d'  imperio,  o  simile,  che  d'uno  passa  in 
un  altro.  »  Bocc.  iiof.  18.  2.  Essendo  lo 
'mperio  di  Roma  da'  Franceschi  ne'  Te- 
deschi   trasportato  »  .  (CJ 

*  g.  VII.  Trasportar  uno  a  checches- 
sia, fate  Esser  ad  uno  cagione  di  chec- 
chessia. >■  Petr-  son-  6.  l'mi  rimango  in 
signoria  di  lui ,  Che  mal  mio  grado  a 
morte  mi   trasporta  »•  .  tC) 

§.  Vili    Trasportare, per  meta/.  IfAmm. 
Ant.  25.  3.   5.  Le  bestie  a  niun'allra  cosa 
tendono,  se  non  se  alla  corporale  diletta- 
tone ,  ed  in  quella  sono  trasportate    con 
yocaòotario  T.  II. 


TRA 

ogni  loro  impeto  .  (CP)  IJocc.  noe.  46- 
l5.  Tu  ti  lasci  agi'  impeti  dell'  ira  tra- 
sportare .  Capr.  Bolt.  IO  208.  Tu  ve- 
drai pochissime  cilt'a  che  si  mantengant» , 
s'  elle  non  sono  amministrate  da'  vecchi 
ec,  perchè  i  giovani  son  molto  trasportali 
dalie  voghe.  Cas.  leti.  29.  Supplico  V.  E. 
che  mi  perdoni,  se  la  passione  che  io  ho 
nella  causa  contro  Paulo  Serragli  mi  tra- 
sporta più  del  conveniente. 

*  g.  IX.  l'er  Trapassare  .  Pecor-  g. 
18.  «.  2.  La  sua  vita  iii6no  alla  morte 
in  castità  trasportò  (e  così  il  J'ill.  nello 
stesso  racconto  della    Co.    Matelda}.  ff  J 

TRASPORTATO.  Add-  da  Trasporta- 
re. Lat.  Iransìatus-  Gr.  jutTaKO.unSjt'j. 
Amm.  Ant.  G.  198.  Arbore  trasportato 
sovente  nou  prende  vita.  Cuor-  Past.Jtd. 
prol.  Ma  chi  mi  fa  veder  dopo  tant' anni 
Qui  trasportala,  dove  Scende  la  Dora  in 
Po,  r  Arrada  terra?  *  Cai-.  Fn.  12.  10o3. 
Turno  ec.  Già  sremo  di  vigore,  e  traspor- 
tato Da'  suoi  cavalli  ,  che  ritrosi  e  stanchi 
Ognor  più  se  n'  andavano  e  lontani ,  In  se 
confuso  e  dubbio  se  ne  stava.  (B) 

•f  *  TRASPORTATORE  .  l'erbai, 
masc  Che,  0  Chi  trasporta-  Bellin.  Disc. 
3.  qo.  Vi  fate  perciò  osservatori  ec.  ,  e 
spiànatori  e  scavatori  di  monti,  per  trarne 
l'oro  e  i  metalli  e  le  gemme  più  preziose 
de' più  chiusi  e  ruvidi  sassi,  e  trasporta- 
tori di  merci,  e  affrontatori  di  barbare  na- 
zioni ,  ec.  (Aj 

TRASPORTAZIOKE  .  Il  trasportare. 
Lat.  translalio.  Gr.  iil-.y.^ozù.  Guid.  G. 
Pianse  li  corpi  de'  suoi  fedeli  ,  e  la  me- 
moria de'  prigioni,  e  la  trasportazion  loro, 
e  r  assenzia  della  sua  Elena  .  Gal.  Sist. 
232.  Quello  che  comincia  da  divino  mi- 
racolo ,  o  da  operazione  angelica  ,  qual  è 
la  trasportazione  d'  una  palla  d'  artiglieria 
nel  concavo  della  luna.  /;  246.  Per  1'  a- 
gltazion  della  nave  la  trasportazion  del 
telescopio  in  alto  o  a  basso  ,  a  destra  o 
a  sinistra,  non  può  importar  gran  numero 
di  braccia. 

TRASPORTO  .  Susi.  Trasportazione. 
Lat.  translalio.  Gr.  filTafozti.  *  Bellin. 
Disc.  I.  134.  Per  l'uso  dello  sceglimento 
del  cibo  nostro,  e  del  trasporto  di  esso  dal 
di  fuori  al  di  dentro  di  noi  fu  necessario 
quanto  ci  è  di  sentimenti.  (Ci 

*  g.  I.  Trasporlo,  dicesi  anche  il  tra- 
sportare trascrivi  ndo  una  partila  da  un 
luogo  ad  un  altro.  Instr.  Cane.  l\^.  Jfa 
questi  defalchi  ,  si  come  qualunque  tra- 
sporto ec.  non  si  passeranno  già  mai  sen- 
za la  licenza  espressa.  (Ci 

%.  11.  Figuratam.  M.  V.  g.  98.  Deb- 
bono rinunciare  al  reame  di  Francia  ec  , 
e  farne  trasporto,  cedizione  e  lasciamento 
per  fede  e  saramento  solennemente. 

f  g.  III.  Trasporlo,  per  Agitazione,  0 
Commozione  rf'  animo  ,  da  Trasportare  , 
nel  signific.  mela/,  del  §.  Vili.  Salfin. 
Disc.  1.  347.  Quando  un  simil  trasporto 
di  crudel  desiderio  contro  all'  amata  ec. 
venga  in  capo  dell'  amante  ,  è  una  cosa 
ordinaria  . 

*  TRASPORTO.  Add.  Trasportato. 
Fr.  Giord.  217.  Ancora  non  so  se  ne  fal- 
lai alcuno  (  de'  nomi  )  ,  ovvero  se  alcuno 
n'  è  trasporto  in  altro  membro  ,  che  nel 
suo  proprio.  (J') 

*  TRASPOSIZIONCELLA  .  Dim.  di 
Trasposizione.  Saltin.  Pros.  Tose.  2.  141- 
Tanto  è  lontano  adunque  che  in  questa  pic- 
cola trasposizioncella  non  vi  sia  ec.  (t/uel 
leggiadro  artifizio  di  parole  che  richiede 
la  poesia  ,  che  ec.}  (*) 

TRASPOSIZIONE  .  Trasponimento  . 
Lat.  transpositio  .  Gr.  u£T«-:5i5  -    Cai. 


TRA 


iSgS 


pST 


Sist.  32.  Non  ho  per  impossibde  che  pos- 
sa seguire  per  una  semplice  trasposizione 
di  parti  senza  corrompere,  o  generar  nulla 
di  nuovo. 


TRASPOSTO.  Add.  da  Trasporre j 
Traspiantato.  Lat.  transpositus,  Iransìa- 
tus .  Gr.  ^uiTaxo^ursi^  .  Cr.  2.  22.  8. 
Quando  la  pianta  dimestica  ovvero  salva- 
tica  si  traspone,  la  parte  volta  al  meriggio 
si  segni  con  segnale  rosso,  o  in  altro  modo, 
acciocch'e  trasposta  sia  volta  e  incontra  po- 
sta a'  medesimi  cardini  del  ciclo ,  a'  quali 
dinanzi  era  stata. 

*  TRASRlCCniRE.  Jìender  traricco. 
Lai.  difiliis  quam  maxime  augere  .  Gr. 
v~cp7rXojTi'?£iv  .  Segner.  Preti.  l3.  I. 
Dove  sono  coloro  i  quali,  per  ansia  d'in- 
grandir la  famiglia  u  di  trasricchirla  ,  si 
vagliono  non  solo  di  mezzi  onesti  e  di  sol- 
lecitudini non  viziose  ,  ma  ce.  (•) 

*  TRASSALTAIIE.  i\>i/(r.  pass.  As- 
saltarsi fieeitdefolmente.  Sah-in.  lliad.  Sì 
Troiani  ed  Achivi,  trassallandosi,  battean- 

si.  (A) 

f  3  TRASSINARE.  Trattare ,  Aicrper 
le  mani  ,  Maneggiare.  Lai.  tractare.  Gr. 
u£Ta3(-'P'^'''''-  Of'd.  Pisi.  6.  Forse  che 
tu  ragioni  Tla  mia  moglie  è  m.olto  rusti- 
ca ,  e  non  fa  altro  cbe  trassinare  lana  . 
Zìi.  T'iagg.  Ardite  e  gagliarde  al  trassi- 
nare e  al  brandir  V  armi .  Cose.  S.  Bern. 
Essendo  così  perverso  nell"  opere  ,  cosi 
bruito  in  parole,  e  cosi  immondo  dì  cuo- 
re, vo  all'  altare,  e  non  temo  di  trassina- 
re e  di  toccare  il  Corpo  di  Cristo  colle 
mie  mani.  Lib.  son.  120.  Qucst  "e  un  tras- 
sìnarti  pelle  pelle  .  C<in(.  Cam.  36.  Rari 
us'ar  trassinar  già  gli  scoppietti.  Ti  37.  Chi 
non  sa  1'  arte  ,  lasci  il  Irassinargli. 

g.  I.  Trassinare,  figuratam.  Toc.  Dav. 
Posi.  427.  Lodovico  ;Martelli  nella  sua  let- 
tera al  cardinal  F.idolfi,  ove  egli  delle  ag- 
giunte letlere  alla  lingua  italiana  trassina 
male  il  Trissino ,  non  consente  che  ec. 

t-  g.  II.  Trassinare  ,  t-ale  anche 
Maltrattare.  -  Cron.  Morell.  266.  Egli  è 
necessario  che  si  sappia  il  valsente  suo  (del 
pupillo),  perché  è  Irassinalo  e  rivolto  da 
più  genti».  (Cj 

f  *  g.  III.  Per  Praticare,  Usare.  Fr. 
Giord.  Fred.  9I.  Cosi  degli  usurai  ,  eh" 
hanno  Irassinata  1'  usura  ,  quando  si  tro- 
va r  uno  coir  .litro  ,  or  dì  che  ragiona- 
no? (f) 

•f  *  g.  IV.  Trassinar  le  piaghe  tec- 
chie,  dicesi  in  proverb.  del  Far  cosa  non 
convenefole,  e  jìior  di  luogo.  Lat.  tracta- 
re. Ambr.  Co/.  3.  2.  E'  sarebbe  un  tras- 
sinare e  premere  Le  piaghe  vecchie  ,  e 
ragionar  a  tavola  De' morti,  f/; 

TRASSINATO.  Add.  da  Trassinare. 
Lat.  deiriliis.  Gr.  xaTaTevi/i^sV!-?.  Cant. 
Carn.  16.  Ogni  dì  sì  straccia  e  sdruce  Una 
cosa  trassinata. 

'J['  *  TRASTO  .  La  parte  di  mezzo 
della  barca  ,  dove  stanno  seduti  i  pa.rseg- 
gieri.  (A) 

*  g.  Saltar  di  Iraslo  in  sentina,  tale 
iV'on  islare  in  proposilo  ,  U.scir  di  tema. 
Serd.   Prof.  (A) 

"t  TRASTORNARE.  V.  A.  Frastor- 
nare. Lib.  Astrai.  Poni  il  grado,  che  tu 
vuogli  trastomare,  sopra  1'  armilla  dell' o- 
rizzone  ,  e  qual  grado  accadrae  sopra  1' 
orizzone  ,  esso  sar'ae  il  grado  che  volevi 
sapere  - 

•f  TRASTORXATO  .  r.  A.  Add.  da 
Trastornare  .  Lib.  Astrai.  E  scriverai 
sopra  la  prima  di  loro  :  ombra  tesa;  e  so- 
pra r  altra:  ombra  trastornata  (altrot-e  la 
chiama  linea  conversa,  cioè,  ritornala). 

*  TRASTRAVATO  .  Aggiunto  di  ca- 
t-allo  balzano  .  lied.  lett.  1.  7.  Balzano 
trastratato  si  dice  quando  il  bianco  e  nel 
piede  anteriore  destro,  e  nel  piede  post«- 
riore  sinistro.  (*)  .ri. 

^:   TRASTULLA.   Aggiunto  di   f.rba  , 
e  dicesi  figuratam.  per  Panzane,   Pastoc- 
chie .  Buon.    Ficr.    Che    questi   e    un    di 
quelli  Che,  per  lasciarsi  imbeccar  alle  da- 
200 


i5<f-t 


TRA 


„,eDifiord>rl,alra.ul\aec.,Sogl.onr,. 

dursi  a  morirli  di  fame.  (J)  

TRASTULLARE.   TraMnere  aìtru,  con 

Imperlo  p,u  «-•.'/-'-''j/'t; 

Lai.  Mcctare.  tir.  tsjjttcv.  /..^.  ."■  E> 
.endo  co.lun,alo  qu»to  mac.lro  d.  .non  ,  e 

ZL  da  1..10  Fattore,  VuUnl.er  torna  a 
ciò  elio  la  trastulla. 

+  S.  I.  In  signifiC.  nenlr.  pas,.  e  neutr. 
assoLam.  .ale  Ì'«.«are  '' , '"'V '«f 'f 
cere.  Spassarci,  ''ren^"y;"%'Z,e 
Lat.  obleclari.  l'elr.  canz.  ly.  4.  VolgUe 
il  lume  ,  in  eui  Amor  m  trastulla  .  Mn 
PiH.  Volere  audare  trastullando  ora  qua, 
ora  11 ,  viene  da  infermo  coraggio.  Boce. 
Ti  Y  4-  Chi  a  un  diletto,  e  .hiadun 
furo  si  diede:  le  donne  a  far  ghirlande, 

e  a  tiastuUarsi  ec.;  e  dopo  la  cena  al  mo- 
doL.oeanUnao,el.alla,idositrasul 

larono.  Lah.  ^83.  A  guisa  di  una  l,,...."'^ 
letta  lasciva,  eoo  ceri,  animale  .  cb  in 
casa  tiene,  si  trastulla,  -e  /■-  '''•'•'""'• 
225  Servile  le  primo  mense  d.  co  ehe 
la  sua  piceola  eli  poteva  operare  puerd- 
menle  si  diede  eogU  allr.  a  Iras  ulla  e.  f & 
Tìl  S.  Frane.  l54.  E  benché  volentieri 
trastullasse  co'  giovani  della  sua  elade  , 
non  pero  si  dilettava  ee.  {t  )  Boc-..  33. 
Ouesla  (cnpMàj  i  nostra  fona  e  natu- 
rai potestale;  eon  questo  gmoco  continuo 
trastulliamo.    (Bj 

•-  t,'  11  /•'  <ii((o  <ìi  eose  inanimale  ■ 
Ponz^Slanz/l.  92.  Ma  1' arl.or  che  gii 
unto  a,l  Ercol  piacque.  Co  plalan  s.  tra- 
.mila  in  meizo  all'acque,  l /IrJ 

e  111  Traslullarc,  per  Giacere  car- 
nalmente .  Lat.  coire  ,  rem  hahere  .  Gr. 
a-ja^i/vuriSa..  Bocc.  no„.  4.  10.  I  er 
lunTo  spalio  eon  lei  s.  Iraslullo  .  I:  no... 
21  16  Col  mutolo  s'  andavano  a  traslu  ■ 
lare.  Frane.  Saccli.  no,..  190.  Forse  qual- 
che altra  volta  si  trastullo  con  la  Oiudea. 
Tac.  Da...  Ann.  l5.  226.  F..rse  perche 
C.  Cesare,  che  randagio  era,  con  sua  ma- 
dre si  trastullò. 

■•:  §  IV  Trastullare  ili  parole  ,  l'ale 
Tenere  a  bada  con  parole.  Lor.  ;Verf. 
Ball.  1-  Di  parole  mi  trastulla;  Altro 
ouella  non  può  fare.  (M) 

TIIASTIJLLATO  .  AM.  Ja  Trastiil- 
l,ire.  Lat.  ohicctatus  ,  ohlectatiomlms  de- 
linitus.  Or.  iuy?av%ei4.  ^t 0 rg.  25.  296 
Si  diparliron,  IraslulLiti  un  pe.to.  -■'.al- 
,.in.  Inn.  Om.  (Canta,  o  Musa,  a  Mer- 
curio inno  ee.)  E  facUmente  P"'/"" ''•- 
licato  E  tenore  maniere  ,  Iraslullala,  l'aria 

""^+  TBASTULLATORE.  l'erhal.  masc. 
Che      0   Chi    tr.i.<liilla  .   -f    /'""•   ''V-    i". 

,r.  oenle,  se  'ntenda  t:he  sia  tra  loro  al- 
cun trastullalore  ,  S-  un  altro  il  caccia  , 
donde  r  altro  oUenda  ,  oc.  (Bl 

*  TKASTULLETTO.  />""■  *  Tm- 
stililo.  Fr.  Cloni.  Pred.  l  "■  Q"';;" 
non  è  altro  che  Lene,  o  colai,  trastullelti, 
1  ciuali  non  sono  peccai,  a  f-"'-/' "„    , 

+  TnASTULLEVOLi:  .  .-><*./  /''  Ira- 
Duilio,  Che  apporta  trastullo.  LAiiirim- 
diis.  Or.  TI«7rvo«.  Ott.  (om.  InJ.  20. 
365  love  lasciò  le  gravi  cure,  prese  tr»- 
>liille»oli  giuochi  con  lunone  sua  moglie, 
e  le  disse  ,  oc. 

TUAS  TULLO  .  Piacer  che  si  prende 
nel  irasliillarsi  ,  Inlerteniimiilo  ,  l'a.'sa- 
tempo,  Scherzo.  Lai.  ohieclatio.  loluptai. 
Gr.  fliovfl  .  /'ore.  no.',  l?-  -'i'-  1-""R»;, 
mente  trastullo  dell,  fortuna  ,ra  siala.  /. 
noi.  77.  4.'>.  Va«hoiia  e  trastullo  e  d.- 
letto  b  .Iella  giovan....a.  Ilanl.  furg.U. 
Del  hcii  richiesto  .d  vero  0  al  Iraslullo  . 
l'ttr.  sap.   4.    Compagni  i'  allo   injegn" 


TRA 

e  da  trastullo  .  Frane.  Sacch.  noi'.  1^5 
Pensando  ancora  a  chi  gì.  la  fere  ,0  da 
prenderne  ancora  un  poco  di  Iraslullo. 

T11ASVA-.MIE.  Travasare.  Lai.  elii- 
Iri.ire.  Gr.  a'.Ta/yi'^siv  .  <>■  4-  ^7- 
Messo  il  v.n'^nel  vaso,  dopo  alcun  tempo 
da  travasare  i  m  altro  vaso  pianamente. 
lil>.  cur.  malati.  Quando  questo  liquore 
av.a  posalo  per  tre  giorni,  si  trasvasi  gen- 
tiliiicnte.  „ 

TIIVSVASATO.   Add.  da  Trasvasare. 
\^M.   'elutriatus  ,  difusiis. 

*   TISA.SUDAMK.NTO.    Risiidamento  , 
Il  tr.isudare.   Lat.   'Irauidalio.   Gr.   o.ot- 
Tuilniii.   ned.    Con.<.   2.  3.   Concorro  ec. 
che  questa    nohd    signora  ce.    sia  in  oggi 
idr,.nica  asctica  per  cagione  di  un  IrasU- 
dameolo  o    gemitio    di    s.eri    nella    cavila 
dcir  addomine.    /•;  126.    Forse  ancora  .n 
.,>o    venire    medio  vi  slagna   .jualche    a- 
cquosili,  scolatavi  o  per  trasudamento,  o 
,,c,   gemitio,  o  forse  anche  per  rottura  di 
qualche    vaso    linfatico  .   C)     Bart.    /«"  • 
,'v....      I.     14.     23o.  Corrono  tulio  d  cor- 
po, e  con  losensibd.  Irasudamenl.  il  riem- 


piono   (Ci  .   w    ,     ,-; 

TRASUUARE.  Sudare  assai.  Lai.  v"«- 
de  sudare.  Gr.  \U'  CiSpoZ:-  Sen.  list. 
V  uomo  non  si  Iravagl.a  ,  ne  affat.ca,  ne 
trasuda,  so  non  per  le  cose  soperchievoU 
e  oltrageiosc.  ,      ,„         #  _- 

g.  Per  metaf.  vale  anche  T rape  are  . 
*  ìagg.  nat.  esp.  204.  Ad  ogni  co  pò  si 
vodea  trasudare  per  tutti  i  por.  •  el  me- 
tallo a  guisa  di  argento  vivo  ,  1  q»a  » 
ec.  (Ih  Sahin.  f.oor.  Uh.  I.  E  1  ■■""''"^ 
umor  fuor  ne  trasudi.  fF) 

if  TllASUUAZIONE.  Trasudamento. 
Del  Papa  Cons.  Non  sembra  probabile 
che  U  descritto  sputo  cruento  proceda  da 
una  semplice  Irasudatione.  (.i) 

i}  THASVKRDKKATO.  Add.  Ilinver- 
heralo  ,  Tramesso  per  via  di  riverbero  . 
Segner.  Mann.  Aprii,  icj.  5.  E  qui  con- 
sidererai  ec.  quanta  in  se  stessa  sia  la  sua 
sanl.t-a ,  eh"  h  lo  splen.lore  Irasverberalo 
negli  Angeli.  (") 

TRASVERSALE.  Add.  Che  va  per  tra- 
verso. Lai.  (r(in,(ier.>7ir..<.r.  Gr.  nXx/'f  '  • 
Cr.  2.  24.  4.  I  quali  nodi  tengono  l  u- 
mldo  nelle  loro  torluos.ladi  e  por.  tia- 
sversal.  inf.no  a  lauto  che  si  maturi  .  e 
pervenga  a  soave  sapore,  lied.  Uss.  an. 
3l.  k  tutto  fallo  a  pieg-dine  Irasversal.  e.l 
increspate  ,  acc.occhò  possa  allungarsi  e 
scorci'rsi  secon<lo  i  moli  dell  an.male  . 
dal.  Sisl.  1  l2.  Ual  qual  con.poslo  ne  11- 
sullerebhe,  che  M  salso  dcscrivereboe  uoo 
più  quella  semplice  linea  retta  0  perpen- 
dic.dare,  ma  una  trasversale,  e  forse  non 
retta  .  .  .   „ 

§.  I.  Trasversali,  si  dicono  Inlti  1  I  a- 
reati  che,  dal  medesimo  stipile  derivati, 
non  sono  nella  diritta  linea.  _ 

8.  II.  fidecomniisto  trasversale,  SI  di- 
ce Quello  che  è  ordinalo  da  fiersona  Ira- 
sversate.  . 

§.  III.  l'endetta  trasversale,  si  dice 
Quella  che  non  è  fatta  a  dirittura  sulla 
persona  offendente ,  e  per  quella  late  of- 
fesa .  .LI 
TRASVERSALMENTE.  .(l'ierA.  In 
maniera    trasver.a  .    Obliquamente.   Lai 


TRA 

tcrsecata  ,  Arriva  un  caTalier  con  scudo 

'%'.  Per  metaf.  vate  Perverso ,  Malva. 
«io.  Lat  nequam,  improhus.  Gr.  7to»fl- 
L-;  ,  o,):3.1P01  .  ."<"•■  S-  ^■r'g-  P"  >5 
pecore  pigliamo  noi  gli  uomini  innocenti; 
per  li  cammelli  quelli  che  trapassano  le 
periecuiioni  degli  uomini  trasversi,  e  c»- 
richi  di  grandi  pesi  d.  vi.ii. 

TRASVIAKE.  Traviare,  Cavare  d,  stra- 
da, o  dalla  diritta  strada.  Lat.J"*'|"««- 
Gr  ^ttsty»"-  Ilo^-'-ov-i-  5^^'°/; 
nando  a  ciò  che  comincuto  avea,  da  che 
giusto  sdegno  un  poco  m'  ha  Ir.svul. 
piò  eh-  io  non  erodelli  ,  d.co  ec.  I.  nov. 
L.  5.  Il  famigliare,  "S>°"'"*''  "'  «'J' 
i^uomini  di  diverse  cose,  per  eerU  .U.de 
eli   Irasvio.  _  .__     ,^. 

g.  1.  Figiiratam.  per  Fare  "«'"  'f"': 
I-ordine,  o  dalle  lepgi  del  giusto  e  dell 
onesto.  Lab.  Ì7.  H  lalso  r""".r'' "' 
duche  coso,  il  quale  più  sav.o,  eh  .0  non 
sono.  Ria  trasv.o  m<dle  volte. 

«  e  11.  In  .i.gnific.  neutr.  pass.  Uscu- 
di  via.  Ilari.  IH.  Ilellarm.  lib.  xcap.  ». 
Le  strade  sfon.lale  non  si  potevano  usare 
ec.  e  co.iveniva  Irasv.arsi  e  dar  lungh.sii- 
me  volle  per  indov.oare  ral.ballersi  al  men 
pericolo  di  profondare.  (Cl>) 

#  TRASVIATO.    Add.  da    Trasviare. 


oWi,;..r.  Cr.  Tt>av.'w4  '■■"'•  '•••II-  '^O' 
l'r.ivaudo  noi  lutto  H  K>"rno ,  che  mo  lo 
più  spe.l.ta..ieule  moviamo  con  vel..- 
citi  una  mano  e  uno  lavola  tia.ver.al- 
menlc  in  <|Uell>  (aria),  che  in  questa  (a- 
equa  }. 

TRASVERSO.  MdJ.  Che  attraversa  , 
Obliquo.  Lai.  /ni<it.Tr,....>.  o'.liquus.  Gr. 
IzUm  l.iv.  Ilec.  3.  Il  Homo  più  cor- 
rcnlr  con  trasverso  corso  ramo  .  .logli 
ali,,  ripe  Ha  i  .al.ga.lri  >>  (or..».  7...- 
raech.  4.  18.  Kd  ecco,  li  .love  1.  dr.l- 
la  slroda   l)a   .in    Irainilt    Uavcrio   t    in- 


>f  inAsvi'***^-  " —  - 
^inf.  Fìes.  53.  Cosi  salendo  suso  verso 
iì  monte  ,  Trasvialo  d'  Amore  e  da  pen- 
sieri. Alta  lenendo  sempre  la  sua  Iron- 
te  ,  ec.  /.  69.  E  pò.  d.  segmlarle  ra- 
sviato  ,  Solver  saper  di  Mensola  noveUe , 

"trasumanare,  e  TRANSUMANA- 
BE  .  I'as.<are  dall'  iimaaita  a  grado  di 
natura  più  alta.  Lai.  humanam  naturam 
immutare.  Gr.  «vàpeaTtivr.v  yu,..  ^E- 
TwJarre.v.  Dani.  /'«r.  1.  Trasumanar 
significar  per  verba  Non  si  poria  .  «u  . 
i^i:  Trasimanare  ee. ,  eio.  passar  dal- 
r  umanifa  a  p.ù  allo  grado  ,  ehe  non 
può  esser  se  non  Iddio.  A.  W'""-';'' 
esemplo  dalo  dimostra  che  transumanare 
b  montare  dall'  umanil'a  alla  divinila  ì. 
app,es.,o:  Li  santi  uomini,  che  sono  nel 
m.mdo,  si  transumanano  per  g'"».  "^• 
do  in  vita  contemplativa. 

TRASUMANATO.  Add.  da   Trasuma- 

""trasvolare,  lelocissimamente  vo- 
lare. Lai.  citissime  avotare .  Gr.  uKspi- 
nT«5&».  .  *  ''"..'.r.  rim.  pari  3.  pag. 
cÀ.  (Cerrm.  173o  )  Ardclo  febbre  nelle 
«ne  ,  e  rende   l  forti  vanni  a   tras.ol.re 

infermi.  (R) 

8  l.  Per  metaf.  Coli.  Ah.  Isaac,  cap. 
3l  Con  laudab.le  eccesso  di  mente  tra- 
svola  il  cuore  a  Dio ,  e  gr.da  :  1  anima 
mia  è  assetala  a   D.o  ,  fonte  viva. 

§  II.  Per  Trapassar  volando  .  Ul. 
transiolare  .  Gr.  ^itaTtiri^a».  .  Pont 
Par.  32.  PorUla  nelle  meni,  sanie.  Crea- 
te a  trasvol.r  per  quella  alletta.  Peclam. 
Quiiilil  C.  Io  ho  cosi  spatloso  canip.- 
cello  ,  ehe  quell'  api  truvol.rlo  non  pos- 
sono . 

§  III.  ftr  similll.  vale  Trapa.tsart  , 
o  Trapassare  prestamente.  Pani.  Cmv. 
1-8  1)1  quella  concluiione  vanno  Inisvo- 
landò  nelV  allra,  e  pare  lor..  »»">!•"""'• 
melile  argomeulare  .  /•■'••■_  5-  3->4.  " 
tempo ,  .he  vola  con  inf.lld.ih  fune  ,  gli 
p.rri  che  Irasv.di  .  scemando  a  ciascun 
giorno  delle  dovute  ore  grandissima  qu»n- 

"  THASVOLATO.  Add.  da  Trasvolart. 
Salvia.  Pise.  2.  378  I  sotlo,K.sli  clementi 
col  conlinuo  lluire  e  muoverli  non  veg- 
ciamo  noi  vivi  manlener.i  e  sempiterni, 
le  iraivolale.  o  .lepo.le  parli  pur  mllavia 
rifacendo  e  ristorando  » 

+  THASVOLGKRE     Slravolgtrf,   «■• 
volgere  ;  e  olti-e  alf  nllivo  si  usa  anche 


T  R  *• 
-««■e    Lai.  convertert 
in  signific.  "'""i/"//,    per  lo  »"»  P»" 

Tac.  !>«.■•  ^'■".''p;j„Y  Senato,  che 

ZJflV.  Jciim.   50-  Nel  s»6  ^  Cattolici 

«risU.  "  l"'"'""'"-.  Cristo  si  trasuslan- 
„gUooo  che  J  ';-{;."^')\f"  '"fichi;  Zoio- 
,ii;  i  Luterani,  eh  e  J    P  ^^.^,.^, 

glio,  eh- ei  si  significh.,  1-*1M 

sii  U  virtù.  .,,,_r,  Àdd.  <l,i  Tia 
i„itóM««  ,■    rromuMlo  ,.„, 

*  TRA   TASI"-   •"      „,.j„    tuiirc- 

In,oU  tutte  le   6-''  ^  ^  kva.e  (/.  «- 
come  spagnuolc.  r.  t-'/-  j;  i„imki 

„g/,>ri.  J  si  voltarono  >  er  o   feU  ^^^^. 

.Josulundo    tra    umo  Jo-  .on  g^^  _^^ 
Capiuni  se  fosso  da   passar 
desima  ,1  fiume  per  "PP^'^'j.^^^,,  U  „- 

,  TRATTA.  '-'',';''■''';,„:;„,;.  r».. 

/ì,(.  Fermasi  d.  "■""/"",;;  legami, 
gran  tratta,  che  "PP«  '"1^;  ],  ^,,„.„r  ..«o 
*   *  §.  1.  Traila,  vale  an.he  II 

éa  uì  luogo.   i-»--f"^;;;,f'^Ce/her^o 

».  I.a  tratta  che    fece   Ercule  a. 

dello  Inferno  ..fi;  ■      pietanza. 

Lat.  laclus.   Gr.  ?""■■.       ,^u  pietra  in 

Lat.    mclHJ  .    Gf  •  l"*"'        _  ,-,.,j  d'arco 
M.  Si  videro  forse  per  una  tratta  a 

vicini  alla  nave.  lenifica  l' 

s,„  d,  «irorre.   J".,;-,/;„,',a,  e  lasciato 
ramali  d"  aver  venduta  la  >^="  "^ 

uarre  U  grano  della  loro  mare  _      1 

§.  VI.   Traila     per  lo  Trarr       ^^^^^_ 

o  ,.m.7..  *"'  '■o"^'  "^•'JB'"     ,„„_  L„. 

fordi-i.  Gr.  /yiirO'V.   i^     „-,a,o  la  tratta. 
Vresodiloro  'ospel.o,  f"  ->a«o  _.^ 

E  325.  Questo  si  vede  per   le  e 

fatte  in  certi  SO-f^""";-    ,,„    „  ,i  traila 
§.  VII.    Onde   Per  'rf'".  "  '  ^^^ 

**  I  -  ;«      fafliono  lo  stesso  «.ft 

Per  sorte.  Lat.  JOrle.   Gr.  «/«f  "       ;, 
^  .*         «    /.^    Germanico  ei'Uc  w  g" 

fe:;o1":itr^™ìre^\vun,ueaoas 

—:.v"'^"re;:Efn:::;mand;. 

'%^V"nlTralla..ale  anche   Eie 

*  S     *'"■      .      .;  ^a((a.   Crontchett. 
..ione  falla  per  ..a  à-^am^^ 

^^.  Del  detto  mese  ^^^'^         ,„,Ua 

-t;a^;xu°r%£,i:k. 

„f^.P;^:'y'V'^raUafu....ar- 


TRA 


TRA 


iSgS 


rrdf^io-^»;  "■»"■»'' "•'"'"" 


"■"^Tlu;a       -I'■B"-•^'^'■■"" 
:::;';.■"mii«XoChemortetantan-avesse 

+  S;  p"rc/.e/.d.>'« '■''■"'''""" 

„.,/,,..."«  P^'^^fJ^      ,-,   c„™"«me«le 

;:4:^£:d,f^eXJ:uedeUehuo., 

§■      .     I   Trarre    o  Cavare  danaro  dal  i 

f^'saS"r.s^-ore'jtu'Usad.A.e 
l-^i^r^rrr:ua%sian.-,,eil.Va. 

/m<o;  nella  tratta  >  .'*'"^.  "  '     ,J!rJ 

rr ''«J^^  P»^'.'  N-'r"n  ut  molt  duro 
^ftrattÌi^:e  acconcio  fornimenti  /-.P^ 

come  più  e  '''\^''Z^,l"'oJ.  Gali.  ^37 
ro  e  lucente  e  '""^'"'f- Jl".  Pesperien- 
Chivorr-a  vederne  P".''""''°'ta  nle%  che 
„  in  qualche  alua  »»'<=■■- 'fg'lt^SFir. 

rc^'i?'^'^art::.;/t>n.;.e 
trrT-u--„-i^rrà"o.tue: 

,  tulle  "^'^l°^^Wf'\u..e  V  orecchie. 
;;tLrd:.cttra.lah.le  e  benigno  russe 

"^;;A¥Tl^U^Ma^^e.^.r^^ 

,„Me.  G«.;.  *"'X;„i,l  a   noi   Irattahi- 

i,7e,  Arrendevo  ez:a.  -.- Jl"?'"'  ^  _^„i 

p„„..  l33.  Dipiu,.ntrod"rY,al°;^  j 

fé:  di  rocchetti  e  di  luote  1  i  tes  _ 

g„zia  di  movimenti  ec   ,  1  -te         ^.^^ 
llita.di    parli.."-    ^,fi„ad.  rinvenire 
2.  60;    y.  è  -n^»-"^,  "'™::„„  coeren« 
perchè  r  acqua  ec.  ne  d.  ^^^^_ 

diviene  ncUe  sue  parti,  ne  n. 

^.olezza.  Loalita.  ^"^■.J"".  ;,/or.   S 

ludo.  Gr.  ^fOOTtii,  "f^JfA^'neziaèdet. 

Impre   trat.ahil.fa  ne^  costun. 

Trattabilmente^  ^-_;_.^^ 

„,orfo  "■«'."■''*■  i-;;,,.' e.  Z?.  GliAnge- 
c,i)cfOV,TW;.  J.  ^^  ^.:,ii,ilniente  e  tratta- 
fi,  qukndo  apparvono  ;-*'"^^°,^  „„,ili  . 

^■'r:^'^;i'TAG10'^E"  C-.  ..  ira,. 

#TRAiia^»"  frallamen 

,„„,  0  rori^rsi  con  alcuno  ^^^^^^^ 

,0.  Bocc.Lell.  Pr.  ■^^/P^u^^iagtiine  di 
Iddio  ,  che  almeno  una    deue  lag 


Pesare  concedine  al  morto  Pompeo,  aves- 
?  f  '  Veliche  esso  vedeva  queUo  ,  che 
'=  ^'"V  '^!'  forse  che  atei  io  creduto 
;„*';t' della  td^natraltagione,  essere 
S'^;ouceduta,  e  più  lunga-ente   ma- 

"''ÌS^l^^O-.'T^^Ualo.na^o 

.        Tti.eorso.   Lat.  Jermo  ,  tracia- 
namento  ,  Vncorso.   »-  .^ 

';;:.%::^;t="n:;pS:^-^eue 

fhe  ha  avut^pesse  volte  .rat.amen.o« 

t^°-;  rSmen^aa';;m^-;an^to. 
■„;.  della  Luna.  Calai  .  li.  Potrai  ec. 
:;:rge  e    quale    sia   la    luce  de"  piacevoli 

^•rt'^.t=ò:^-^"-=-'^ 

.r      ^'  li    ^56     Dopo    molti   tratlamenU 

Tg     trc^sa1e„se  ne  furono  senza  alcuna 
Agenu  ,^       .     Francia  ritornati.  fC; 

"°/'Tl'    P  "  J/"  c/..n—  L^<-  -"-'"■ 

?■      rrTrVKvr.ua.   Esord.  Rom.  Fue 

nnlio.  Gr. /ir./.K"'  fervenlis- 

Simo  studio  di  binano. 

,.  Della    congiuratone  ,    cioè    de^   tra 

Lento  e  del  Iradimenlo  di  Catihna 

conterò.  (IS)  trallare ,  o  di 

§.  ,u.  Per  /'""'»"*''„""■.  i6.  36. 

P-'""'"S„frv.ft"t.amento    fatto 

Vergognando»    del  ^^^^^  maltrattalo 

del  garzone  ("'J-^.,,,,  D,sc.  3.  l8.  Agi. 
e  strapazzato),  -e  •»"""',  „^3„liaaza  delle 
„aU  fa  di  ■"";■"'"."• 'T modestia  e  11 
leggi  e  la  »'"'";';°°„^„\to  e  gentile.  rW 
trallamento  fj"";- """Ì"';''  ,1  Sotto  un 
■'f  "^  mhiaute  d  "pecclre'ec.ledca  chia- 
tale  sembiante  u.  ^  _,,„_„nto  cosi  cru- 
tr^Ve":  l^-n       "  co::enisse.  <TC) 

i..uno.mio_^aisUsotr^a..an.e^^^^^     l3.  Io 

•J"  "^'^'„'  sùlo^smi    dialettici    e  sillogismi 
ferrlt  li  traCli  deUe  cose  che  hanno 

'  'tuAtÌ^ARE.  Mane,s,ares  e  siusa^n 

ancUenelneulr.pa^^^-'^.^^,, 

u5TaX5'p^5.'"  ■  „-^  „c„nce  e  trattate  da' 
Crudeli  armi  erano  ="°°^=        „  ;,„  ,„i. 

'"^'rVn;-TVcoiroi  quali  ec. 

te).  ^''■".'"'Tua' Croce,  e  deUa  Vergine 
la  immagine  della  t-"»'^  ^„eren- 

Maria,  e  d;?!'  •'''"f.^^^'J'^.u' ortica  ec.  , 
"  trattando      le    gitano        ^^^^^^    ^^^^. 

sono    riprovati  ,_^e   deuii  ^_^    g    ^^.^^^ 

mente  P™'"  :.  ":    ,'„i„     a  mira.L'ammi- 

'th^;no  trattari- armi  omic^-^;^^^. 

§.   l.    Tratiare,  per  '*"':"1   ■      5,^ai. 

cai.  Lai.  ^°';'«.^"-'-'-:„?^ano"'l"  membra, 

i''*\^»e^%rso"ec'fas:i^-"-f 

^rnfp^rikin^aho"-^--''''"- 

«^^t'ì'^^tTvr^cTTh; 

ofiMie.  Z)<i"'-  ""^^■.,  ■  i-io.  Trattando 
dnttef /•""'■;  «""  '  ihènonsimu- 
V  aere  coU'  eterne  pen«Y„r.  Fa.  1.637. 
tan  come  mortai  peu .  Trattando 

Essi  (cigni,  con  6'»  •»■=  Mostralo  han 
1' aria  col  canl«,  col  pia  ^^,^^^ 

d- allegria  segno,  e  j^^^  anche  dell.. 

rJchT.tCrP.nad.Oenn.^.^.^ 


urrà 


iSge 


TRA 


terra  che  Del  comiDciamcDto  si  tratta  e 
Uiora  lotosa  ,  dicfsi  che  in  tulio  1'  anno 
non  si  può  lavorare,  ne  trattare,   (f^ì 

'■•'  §■  IV.  Per  Esercitare.  Tass.  Cer. 
I.  39.  L'uno,  e  l'altro  di  lor  che  ne' di- 
vini Uffici  gii  trattò  pio  mìoislero  Sotto  1' 
elmo  premendo  i  lunghi  crini  Esercita  del- 
1  arme  or  l'uso  sera.  (/}J 

§■  V.  Trattare  ,  per  Ragionare  ,  Di- 
scorrere. Lat.  agore,  tractare ,  percurrm. 
Gr  7r/j«y^:<T£j£»=rai,  «".aJa/iSavn, , 
ya^TOysrv.  Pant.  Inf.  I.  Ma  per  Irat- 
tar  del  ben  eh  ivi  Uovai,  Dirò  dell'  altre 
cose  ,  eh'  i'  v'  ho  scorte  .  Petr.  cani  li 
4-  E  tra  gli  .Ilari  ,  e  tra  le  staine  ignu- 
de  Ogn  impresa  crudel  par  che  si  Iratti 
noce.  Introd.  Ifl.  Avien  gii  piò  panico, 
larmentc  Ira  se  comincialo  a  li  aliar  del 
modo.  Pass.  27.  Di  questo  parleremo 
più  distesamente,  quando  traile, cnio  della 
contriiione.  Cas.  leu.  5.  Di  quello  che  si 
e  trallato  e  slalòlilo  qui  con  .Monsignor 
a  Avanionc  suo  aml.asciadore.  Va/m  12 
39.  Perchè  si  traila  che  vi  lòsse  un  ,ci.ó 
Di  perle  che,  seUjen  pendeano  in  nero 
Eran  si  grosse,  che  si  sparse  voce  Che' 
elle  eran  poco  manco  d'una  noce. 

§.  VI.  Trattare,  per  Praticare,  0  A- 
doperarsi  per  conchinderr,  e  tirare  a  fine 
qualclie  negozio.  Mettersi  di  mezzo.  IJocc 
noi:  8.  4.  Soleva  esser  il  lor  mestiere  e 
consumarsi  la  lor  fatica  in  Iralur  paci  ec 
"trattar  malrimonii,  parentadi  e  amistà  ! 

do  dalla  Chiesa  a'  figliuoli  del  capitano  di 
Melano  .  «  Ciiicc.  Stor.  17.  a^A  p^^ 
Irallar  queste  cose  ec.  offeriva  ilVéncra- 
le  tregua  per  olio  o  dicci  mesi.  (Q 

*  §.  VII.  In  questo  senso  si  usa  an- 
'he  in  signìfic.  nciilr.  Ciiicc.  Slor  1  3ii 
Avendosi  dall'  una  e  dall'  altra  ncpubhlica 
a  Irallar  delle  coso  di  Pisa.  (L) 

§.  Vili.  Trattare  alcun  libro,  o  scrii- 
tura  ,l-„lcun„  cosa,  vale  Esser  ,,uella 
tal  co.,a  I  argomento  e  soggetto  di  esso 
Mro  o  scri^tlura.  Aov.  uni.  tit.  Questo 
lil.ro  tratta  d  alquanti  fiori  di  parlare  di 
l.elle  cortesie  ,  ec.  ffiircli.  i.  is  Dis'nu 
tavan  con  ira  nel  Digesto,  Dove  traila  de' 
zoccoli  sconfitti. 

S  §.   IX.    Trattare  alcuno  bene,  o  ma- 
le, o  simili,  vale  Portarsi    seco  amore- 
volmente, o  villanamente.  0  simili.  Lat 
tene,  vel  male  accipere.  Gr.  tZ  ilycìiaLi 
■'.  yrnoir.ziv'.vj.  JBocc.  nov.  5o    21    io 
vorrei  innanti  andar  cogli  stracci  indosso 
e  scalM  ,  ed  esser   Iicn  trattai»  da  te  nel 
letto,  che  aver  tutte  queste  cose,  trallan- 
■tomi  come  lu  mi  tratti .   E  nov.  6q.   1 1 
Trattiamo  adunque  loro  e  le  lor  eoìc,  co^ 
me  essi  noi  e  le  nostre  (raltano  .   (;  '  /' 
12.   j8.   I.   Fu  all'assedio  di  Firenie     e 
Iraltocci  come  suoi  nemici  e  ribelli     l'ètr 
<on.  89.  Sennuccio,  i'  vo'  che  «ppi  in  guai 
maniera  Trattalo  sono.  «  Onice    Stor.  li 
M.  E  che  perciò  il   He  Irattandolo  sem.! 
pre  con  onori  convenienti  ai  He,  sia  con- 
dotto se  non  si  può   in    Ispagn. ,  almeno 
in   ^apoli.  (t) 

=>  C-  'i-  E  in  signìfic.  neutr.pass.  «  Ca- 
vale. Iriitt.  ling.  Però  fugga  gli  „„„ri  e 
lo  laudi  e  la  gloria  vana,  e  allligg,.i  e  Irai- 
tisi  come  peccatore  ».  f.Xj 

■<  S-  "'■  '-'  pure  in  signijic.  neutr 
pass,  per  Governarsi,  rivere.  Portarsi . 
Segner^  rred  20.  li.  Non  ,i  verg,.g„a 
ni  il  Turco  d.  usar  da  Turco,  nò  il  Ciu- 
dco  di  far  da  Giudeo  ,  ne  il  Gemile  di 
vivere  d»  Gentile:  solo  il  Cristiano  io  ri. 
iruovo  ,  che  si  vergogna  .li  irollarsi  da 
Cristiano.  E  poco  dopo .-  Taluno,  il  qua- 
le per  le  Mgaglie  avvelenale  de'  Ilari,.,! 
non  SI  rimarrebbe  di  trattarti  publdic 
mente  da  oltinio  Cristiano,  se  oe  ritrarr! 
pe  motteggianirnli,  ec.  (CPj 

*   §     MI.     Trallart  uno.  per   Porgli 


TRA 


TRA 


da  mangiare,  e  bere.  Aulrirlo.  Salvia. 
Odiss  101.  Or  io  Lo  eareaai.e  lo  Uat- 
tai  j  dissi  D'  iromortal  farlo.  (.\j 

» 7"  A'  \"''  ''  '"  ''e"'M  <"•""■  pass. 
Zihald.  A„,lr.  Avea  poro  buon  nome, 
perche  s.  trattava  con  modi  avari,  e  eret- 
tissimi,  i  C)  ° 

*  S-  XIV  Trattare ,  per  Trafficare  . 
.Stor.  Ilari.  Jg.  che  il  tesoro  del  suo  Si- 
gnore non  avca  trattato  ni;  dispensalo  co- 
me  doveva,  (l'j 

*  §■  XV.  /„  proverb.  Chi  tratta  male 
un  ,,uattrino  fidar  non  gì,  si  debhe  un 
fiorino,    l.   QUATTI1I.no,  !'.   Il    ICl 

TRATTATA  /'.  A.  Sust.  Tratta- 
mento. Ir.  lac.  T.  I.  6.  6.  .S„,pi.ion  ha 
in  core  ,  Che  conlra  lo  suo  onore  Faccia 
male  irallate  Iqui  ,,er  Macchinazione). 

t  TKATTATKLLO.  lim.  di  Tratta- 
lo.  Lat.  opusculiim.  Gr.  jronittariov  V 
Aat.  Confess.  D'  alcune  farò  pur  men 
none  nel  principio  della  seconda  parte  di 
questo  liaUatello  Uocc.  Coni,  j'ant.  8. 
Gli  delle  predelle  cose  scrissi  in  sua  lau- 
de un  trattaullo.  farcb.  Ercol.  282.  Delle 
rime  CI  sarebbe  che  dire  assai,  ed  io  se- 
dro  di  ritrovare  un  trallatello  che  io  ne 
leci  già  a  peli.ione  del  mio  carissimo  e 
vertuosissimo  messer  Balista  Alamanni 
oggi  vescovo  di  Macoue  .  /.'orgli.  Or,,- 
tir.  5^.  Fra  questi  è  un  Iraltalcllo  pur  del 
medesimo  Frontino ,  coroentato  da  queUo 
Agennio .  ^ 

*  THATTATI.no.  Dim.  di  Trattato, 
l'at.  in  leti.  ined.  d' alcun,  accad /.  60 
t   parlieolarmcnie   si  seole    che    appresso 

§:'s^;^".?f  ;r""""=  ■""^^'^'^" 

TRATTATO.  Sust.  Discor.,0  compi- 
lato e  messo  ,n  iscrittiira.  Lat.  tractati.s. 
<-r.  ^px;p.,.Tiia.  I>„ss.  Prol.  Pensai  di 
compor,  e  ordinare  certo  e  speiial  trai- 
lalo  della  penileniia.  Capr.  lìott.  10  21  < 
Avendo  noi  Ietto  tante  volle  insieme  quel 
divinissimo  trallato  di  Fra  Girolamo 

t  g  I.  Per  l-ratica.  Negoziazione.  /!occ. 
nov.  17.  43  Aveva  tenuto  IralMlo  con  Ra- 
sano re  di  Cappadocia  .  /■  nov.  08.  20 
Dopo  lungo  trattato  de'  miei  parati  e  di 
quei  d,  Solronia,  essa  e  divenuta  mia  spo- 
"■  -e  (.Ilice.  .Stor.  a.  329.  Proposesi  il 
di  seguente  nuove  c.mdiiioni  ec.  le  quali 
s.  disturbarono  per  varie  difficulli,  di  ma- 
niera che  Ciamonle  disperato  di  potere 
..re  p.u,  o  c„lle  armi,  o  per  i  Iralta- 
11  della  pace  fiullo  alcuno  ee.  ritornò  il 
giorno  medesimo  a  Castel  franco,  (l.) 

t  §■  II.  Per  Congiura,  Macchinazio- 
ne, rrama.  Lat.  macliinatio.  techna  Gr 
.«uza.fl^K,  Tix^r,.  <;.  /  .  6.  -„  3  p/ 
scopersono  il  dello  trallalo ,  e  apersono 
oro  e  delle  lettere  .  E  y  295.  3.  Vo- 
endo  o  ingannare  ee.  ,  non  .i  compito  il 
irallato.  Pocc.  nov.  16.20.  Il  re  Piero 
d.  Rnona  per  trallato  d,  messer  Gian  di 
Procid.  I  „„  a  .1,  Cicilia  ribello.  *  f,,,/re 
Stor.  1.  2^4.  Ma  Don  Federigo  ee.  a,„: 
tane  noli.,,  entratovi  .ubilo  fece  prigioni 
d  Vescovo,  e  certi  Jlri  consci,  Jel  irai- 
[aio.  ( i,j 

§•  III.  Trattalo  dopp,o ,  vale  Tratta- 
lo simulato  .  finto  ,  ingannevole.  Eranc 
.WcA.  nov.  223.  /...  Lo  conte  Ioanni  d. 
Barbiano  fa  al  ^larcl.c.e  ,  che  tiene  Ferrara 

""ir.'il        '''■'"■'"•  """"•  '"'•'""  ''"l'Ilo! 
TRATTATO.   Add.  da   Tratt.ire.^L, 

^i',"/  1';; /"«z'if '«ac'i .  ti.  I.  i„ 

,;..■'  "  ''"■n'^'''^'"  trattato  per  lo  Comune 
di  firenje  d  avere  la  ..^n,,,,.  di  Luce, 
per  invidia  clladina  rimase.  E  con.  16', 
Mandarono  1' Antipapa  preso  .  Vig„„„',. 
eori  certi  ordini  e  palli  tr„|„,i  '  |„^_, 
amba.cadori  col  Papa  .  Ca,.  leti  r  I^ 
commeuione.  che  io  gli  ho  dato,  d.  ine- 
rire al  Re  Cristianissimo  molle  c,.,e  trit- 
iate e  >lali,|ite 


t  TRATTATORE,  rerhal.  mate.  Che. 
o  Ih,  tratta ,  Clie,  o  Chi  pratica,  tles- 
zano.  <;.  /  .  9.  295  3.  Per  eerti  tralU- 
tori  fiorenlmi  ec.  non  si  corapièo  il  tratuto. 
'  C">nichett.  d-  Amar.  Essendo  cosi,  un 
Romano,  eh'  avea  nome  Lepido  ,  ti  fece 
Iraltalore  da  Antonio  ad  Ottaviano,  e  fece 
ami.>la  e  riconciliaiione  tra  loro.  Ilus.  3a 
Fra  quali  fu  messer  Gianni  di  ProcìU  il 
pruno  traltatore.  (C) 

t  S-  I-  £■  Tratlatore,per  Macchinato- 
re. Lai.  machinaUr.  Oli.  Com.  Inf.  19 
35o  Costui  fallo  papa  fuc  corrono  pjr 
pecunia  ,  della  quale  elli  era  vago  ,  da 
messer  Gian  di  Procida ,  tratutore  della 
riliellione  di  Cicilia. 

§.  II.  Per  Interfietre,  Che  spiega.  Lat 
inlerpres.  Gr.  ifu.r,;lj;  Mor.  S.  Crtg 
leti.  Il  traltat..re  della  santa  Scrittura  dee 
essere  a  guisa  d,  fiume. 

*  g.  III.  Trottatore,  vale  anche.  Che 
o  Chi  discute.  Che  o  Ch,  ragiona  sopra 
alcuna  cosa.  Bari.  Op.  mor.  1.  56g.  Un 
lacoodissimo  traltatore  di  questo  medetìmo 
argomento  ec.  (I)j  l'allav.  Sul.  77.  A 
fin  d,  conoscere  quali  sien  que'  eoncelli 
che  non  disdicono  a"  Irattatori  delle  seien- 
•e  e  delle  arti.   (EPj 

THATTAZIOMi.  Il  trattare.  Declam 
Qiiinlil.  C.  La  donna  accusa  il  manto  di 
mala  Iratla.ione  (cioè,  d'esser  maltratta- 
la  1  .  norgh.  Orig.  tir.  IO.  Dubitando 
non  la  minuta  e  particolare  Iratlaiione  re- 
chi troppo  di  noia  a  quelli  che  più  sanno. 

TRATTEGGIAMENTO.  //  tratteg- 
giare . 

t  *  §.  Tratleggiamenlo  di  penna, 
v'ile  Ghirigoro.  Rabesco  .  Intrecciamento 
di  linee  fatto  a  capriccio  per  abbreviatu- 
ra, o  per  ornamento.  Salvia.  Pier.  Buon. 
1.  1.  2.  Viene  a  tacciarsi  I.  maniera  di 
quei  notai  ,  che  riempiono  i  contralti  di 
parole  ec.  ,  e  le  ripetono  più  volle  ,  seri- 
vendole  con  abbreviature  di  lunghi  Iral- 
leggianienti  di  penna.  (Aj 

TRATTEtìGIAIlE  .  Far  tratti  .ufo- 
rIi  .  0  simili .  Lat.  lineas  ducere .  Gr. 
V/.a,ou,;.y  a-/{,v.  Jlfatt.  J'ranz.  rim.  buri. 
2;  "43.  E  la  vernata  qualche  abbrividato 
l  on  e,»i  Iratleggiando  il  foglio  inchiostra. 
■••  S  '  Tratteggiare .  vale  anche  Di- 
pingere, ed  unir  le  tinte  a  forza  di  trai- 
li. Ualdin.  Dee.  lo  so  ,hc  il  pillor»  non 
trallepgia  ne  punteggia  i  suoi  freschi  per 
ostenljii.ine,  ma  per  necessiti  I  (A) 

S-  Il  E  in  forza  di  sust.  per  Trailo 
nelsipnifie.  del  J.  XIV.  Tac.  Dav.  l'osi. 
^28.  Maraviglia  ó  bene  che  quest'oso  ec. 
•hbia  aceellalo  molte  lettere  da'maesUidi 
scrivere  stranamente  variale  per  ghirikii- 
toso  tratteggiare. 

't  *  S-  III  Tratteg-fiart.  vale  anche 
Motteggiare,  da  Tratto  ,n  senso  di  Mot- 
lo  ;  e  in  questo  senso  si  usa  così  alliiv, 
<ome  neutr.  Sega.  Ette.  4  209.  Ma 
quegli  che  tralteggi.no  cou  garbo  ,  ,on 
detti  urbani  e  faceti.  E  Pidit.  5.  j86. 
Euripide  gli  voleva  male,  per. he  egli  |'j! 
veva  traltegji.ito  non  s..  che  nel  mal  putì,, 
del  fiato.  (•)  E  Slor.  6.  161.  Filippo  io- 
gegnoio  mollo,  ed  allo  per  natura  a  Irai- 
teggiare,  aveva  in  eonsuetu.lioe  .li  sbeffa- 
re  in  simil  modo  la  leligione  /'/„,.  Adr. 
Up.  mor  5.  57.  Questa  maniera  di  tr.l- 
teggiare  con  lodi  scoperte  e  simulale  più 
piing.  il  rmire  «legli  ascoltanti  perchl  han- 
no grasia  più  acuta,  laiche  1  lodali  non  li 
opp.ngono  ni-  restano  malcntenli.  fC) 

TRATTEGGIATO.  .4dd.  da  Traileg- 
foee.  Cai.  Sisl  166.  A.rebbe  potuto  ca- 
var dal  muto  ,1,  qu,lla  un'intera  storia  di 
molle  figure  perfellamenle  .linlornale  ,  e 
tratteggiate  per  mille  e  mille  versi.  Porgh. 
Hip.  377.  In  libro  ee.  di  animali  lùuarri 
tralleggi.l,  di  penna,  e  rond.-tli  con  gran- 
'li'.ima  diligenia 


TRA 
*  TRATTEGGIATURA      Temi. 


TRA 


T  ti  A 


1597 


Lttt. 


li   tratteggiare  , 
pitt.  3.  117  •_  Oh 


de' 

nott.  I 

trai-  I 


Trtiltc^gio  .    fì> 
con  che  l)cll< 
teggiature  ipcniu-Ui  naturali  siiingtvano  l* 
aria  iu  là,  ilistoslamlola  rfa'(>iiliitti  !  (B) 

f  :?  TRATTEGGINO-  Oim.di  Trat- 
teggio; Piccoh  tratteggùiniento.  iialdin. 
Voc.  Dis.  l5l.  Cosi  con  (juc'  iratlcggini. 
levalo  il  bianco  e  scoperto  ,  rimane  una 
pittura  o  disegno  ec.  (.4) 

*  TRATTEGGIO  .  Term,  dell  Arti 
del  Disegno  .  linee  tirate  a  traverso  ad 
altre  linee  .  Daldin.  l'oc.  Dis.  Adornati 
di  traUej;gi  apparteneali   al    vero   scnllo- 

TKATTENERE.  Tenere  a  bada  .^  Lat. 
detinerf,  morari.  Or.  aTTiZ-'^'  «'••■-X^^''* 
#  Car.  leti.  ined.  3.  120.  Intanto  Irallc- 
nclelo.  che  mi  curo  d'averlo  qua,  come 
egli  s'offerisce.  (C) 

f  *  §.  I.  Trattenere,  vale  anche  Di- 
vertire con  cose  piacevoli  .  Pep.  Decani. 
16.  Corte  ec.  importava  quelle  feste  che 
per  cagitmc  di  nozie  ec.  fj«evano  signori, 
cavalieri  e  gentiluomini ,  con  mellcr  tavola 
solennemente,  e  l'cstrggiare  i  convitali,  e 
di 


questo    il 
Si    dccni 


con  doni  e  con  ogni  maniera  di  cortesie 
trattenere  i  forestieri,  f  J  J  Car.  tett.  I. 
7.  Non  vi  basta  il  Icmpone  che  ora  dovete 
avere  sema  noi,  che  ancora  da  noi  volete 
essere  trattenuti?  (Cj 

*  g.  II.  Trattenere  la  pratica,  vale  Te- 
ner vìvo  ti  trattato.  Cecch.  Jssiiiol.  I. 
2.  Madonna  Aofrosina  trattenga  la  pra- 
tica del  vecchio  ,  dandogli  buona  speran- 
za. (C) 

*  §.  III.  Trattenere  alcuno,  dicesi  dei 
Sovrani  che  slifcndiano  a  titolo  d'  onore 
persone  ragguardevoli.  Benv.  (eli*  r  it. 
2.  3oi.  Il  qu.il  Signore  stava  al  soldo 
del  Re,  e  trattenuto  dal  Conte  Galeotto 
della  Mirandola.  Red.  Vip-  I-  ?■  ^  ?«  =* 
nosti:  giorni  non  vivono  gli  Aristolili,  so- 
no  pero  sempre  stali  liatlcnuli  nella  To- 
scana corte  soggetti  ragguardevoli  e  insi- 
gni. (C) 

*  §.  IV.  Trattenere,  in  signìf e.  neutr. 
pass,  vale  Stare,  Dimorai-e.  lied.  lett.  1. 
372.  Il  poverello  si  tratteneva,  in  Roma 
al  servino  della  Regina  Crblina  di  Sve- 
«ia.  (Cj 

f  *  g.  Y.  Talora  vale  Occuparsi.  Se- 
gner.  Mann.  Die.  3l-  i.  Tu  trattienli  qui 
in  ponderare  questa  bella  unione,  ec.  (l  ) 
*  g.  VI.  /.'  per  Occuparsi  per  sem- 
plice divertimento  ,  e  per  non  tediarsi  . 
Car.  lett.  ined.  3.  120.  Mandate  il  tavo- 
Hero  e  lo  scacchiere,  perchè  il  vento  ci 
tiene  assediati  in  casa  ,  e  ci  bisogna  trat- 
tenere con  qualche  cosa.  (C) 

f  TRATTi;NIMENTO  .  Cosa  che  o 
vedendola  ,  o  udendola  ,  o  operandola  ti 
trattiene  j  Passatempo  .  Lai.  occupntio  . 
Gr.  òivTpi^Tt  .  Fr.  Ciord.  Pred.  R.  Si 
occupano  in  trattenimenti  poco  civili.  Car. 
lett  1.  125.  Bisogna  dunque  eh' io  le  di- 
ca che  io  son  negligente  in  questo  genere 
di  scrivere  per  trallinimenlo-  ^-  /'."/■  Adr. 
Op.  mar.  4.  l35.  Tutto  quello  che  per 
ischeno  o  trattenimento  alleila  gli  uomini 
air  apprendere  ,  ed  esercitarsi  i  bruii  an- 
corché sìa  contra  la  disposiiione  del  cor- 
po loro  ,  imparano  con  agevolerà.  Pros. 
Fior.  I.  3.  73.  Laonde  egli  con  que- 
sta sua  dulce  maniera  ec.  di  ogni  onesla 
brigata  era  il  traltenimenlo ,  e  la  gio- 
ia. (TC) 

*  g.  I.  E  per  Indugio.  Car.  Lett. 
Tarn.  3.  IO9.  Ma  crederò  bene  che  con 
lulta  1*  intensione  che  si  da  all'  imbascia- 
lore  di  capitolar  col  Re ,  che  non  sia 
per  causar  altro  effetto,  che  Irallenimen- 
10.  (^fln) 

#  §.  II.  Per  Provvisione,  Salario. 
Benv.  Celi.  J'it.  2.  333.  Al  Bandinello 
ki  dà  dugento  scudi  per  suo  trattenimen- 


to ,  sicché  se  tu  ti  coutenti  di 

tuo    salario    è   fallo.    F.    3.    56 

di    soccorrermi    di    qualche    traltrniniento 

per  sostegno  della  mia  miseralil  vita.  ! Cj 

TRATTENITORE.  Che  trattiene  j  e 
particolarmente  si  dice  di  Persona  depu- 
tata a  servire  un  amba  sci  adore ,  o  altro 
personaggio  distinto .  Lat.  comes  oficio- 
rum  causa.  Gr.  9epa-:uTt/o'^  'j.A6'to-j- 
So5  .  Dav.  Scism.  Sj,  \  tuiie  j  Londia 
con  120  cavalli  ,  secondo  sua  dignil'a  ,  e 
con  un  cav.diere  datogli  per  guardia  e  spia, 
in  vista  di  trallenitore.  £:  70.  Oltre  a  cer- 
ti giovani  Irallenilori  ,  e  due  pedagoghi  . 
Malm.  6.  3o.  Lui  mago  ,  pur  tagliatole 
A  suo  dosso ,  Le  spedisce  per  suo  trat- 
tenitore . 

*  TRATTENITRICE  .  F erbai,  fem. 
Che  trattiene ,  Che  apporta  passatem- 
po. Salvia.  Pros.  Tose.  I.  I97.  Quando 
io  r  avessi  voluta  fare  di  proposito  col  suo 
esordio,  colla  sua  proposizione  ,  colle  sue 
prove  ce.  ,  non  sarebbe  slata  cicalata  trat- 
Icnilrice,  ma  orazione  noiatrice.  (') 

•vi  TRATTEMJTO.  Jdd.  da  Trattene- 
re, y.  alla  voce  RITENUTO.  (A) 

^  §.  Trattenuto,  è  anche  aggiunto  d' 
Uomo  che  sta  al  servizio  d'  un  Principe  ,  e 
dal  quale  riceve  uno  stipendio  ,  senza  pre- 
stare un  servizio  attivo.  Red.  lett.  i. 
372.  Il  poveretto  si  tratteneva  in  Roma 
al  servizio  della  Regina  Cristina  di  Sve- 
zia, con  nome  ,  e  provvisione  di  lillerato 
trattenuto  .  Pros-  Fior.  Salvia,  lett.  ^. 
1.  287  Egli  è  gentiluomo  trattenuto  di 
iua  Altezza  Reale ,  e  consigliere  di  sta- 
lo. (C) 

TRATTEVOLE.  Add.  Trattabile, 
Piacevole.  Lat.  tractabilis.  Gr.  -jJ/^^Ky/r 
TO;.  Tes.  Br.  6.  2l\.  L'  uomo  che  è  Irat- 
tevole  al  suo  compagno  come  si  conviene, 
e  uul  conlrisla  con  sozza  cera,  e  non  com- 
muove altrui  a  sozzi  giuorhi,  ec.  Coli.  SS- 
Pad.  Il  disideiio  del  mal  guadagnare  ,  i 
falsi  testimonii ,  le  forze,  non  esser  trat- 
levolc  ,  e  la  rapina. 

TRATTO,  //tirare.  Tirata.  l.a\.  ine- 
tus.  Gr.  ^oXrl.  Bocc.  nov.  27.  18.  Quale 
col  giacchio  il  pescatore  d'  occupare  nel 
6ume  molli  pesci  ad  un  trailo  ec.  ,  così 
costoro  con  le  Brabiie  ampissime  ec.  molte 
altre  sciocche  femmine  ed  uomini  d*  avvi- 
lupparvi sotto  s'  ingegnano,  fìuoa.  Fier. 
intr.  2.  5.  O  in  uu  tratto  di  dado  Per 
venir  sopra  un  picciol  tavolino  A  pascer 
cento  pecore  per  volta. 

%-  g.  I.  Tratto  d'  arco,  di  mano  ,  o 
simile  ,  dicesi  Uno  spazio  lungo  quanto 
andrebbe  un  proietto  tirato  coli'  arco  , 
colla  mano,  o  simili.  Pros.  Fior.  i.  3. 
l35.  Essendo  ella  come  sapete,  un  tratto 
d'  arco  ,  fuor  della  via  maestra.  J'.  MA- 
NO, §.  CCXLII.  (C) 

g.  II.  Tratto  della  bilancia  j  diciamo 
Dare  il  tratto  alla  bilancia ,  e  vale  Far 
che  la  bilancia  pieghi  da  una  parte.  Sal- 
via.  Disc.  I.  i8o-  Perchè,  dopo  aver  bi- 
lanciale da  una  parte  e  dall'  altra  le  ra- 
gioni ,  non  si  dà  il  tratto  verso  quella 
parte  ,  nella  quale  pare  che  preponde- 
rino? 

•f  g.  III.  E  Jìguratam.  vale  Dar  ca- 
gione  ad  alcuaa  operazione.  Far  risolve- 
re alcuno  che  stia  incerto,  o  dubbioso  in 
fare  alcuna  cosa  .  Lat.  moi'ere  ,  promo- 
vere.  Gr.  TT^oayiiv.  Fit.  Pitt.  proem.  E 
mentre  ancor  pendeva  dubbioso  ec,  diede 
(  come  si  dice  )  il  tratto  alla  bilancia  ce. 
il  parere  e  il  consenso,  anzi  1'  esortazione 
di  Giovanni    Cappellano. 

'':•  g.  IV.  Tratto  Jìguratam.  per  Com- 
pimento .  Tesorett.  Br.  7.  57.  Chi  bene 
incoinenza  Audito  ho  per  sentenza  Ched 
ha  ben  meuo  fatto  Ma  guardi  poi  il  trat- 
to. (C) 

t§     V.  Tratto  di  corda;  Sorta  di  pena 


che  si  dava  ai  r.l  col  lasciar  scorrere  sen- 
punto    di    ritegno    quello    che  e  legato 


alla  fune.  Galat.  61.  Non  ti  avverrà  mai 
di  dire:  ben  vegna  messer  Agostino,  a  tale 
il. e  ara  nome  Agnolo  ec,  che  sono  a  chi 
lì  ascolta  tratti  di  corda  (qui  Jìguratam.). 
IJern.  rim.  \.  28.  Non  aspettò  giammai 
tratto  di  cord.i. 

g.  VI.  Tratto,  per  Distanza,  Spasio. 
Lai  tractus.  Gr.  òiÙflTr.tiK.  Dant.  Piirg. 
29.  Poco  più  oltre  sette  alberi  d'oro  Fal- 
sava ucl  parere  il  lungu  tratto  .  lù  Par. 
2Q.  leronimo  vi  scrisse  lungo  ti  atto  De' 
secoli  degli  Angeli  creati,  Anzi  che  1'  al- 
tro mondo  fosso  fallo  .  Guid.  G.  Quello 
scampoletto  del  Sole  del  die,  che  era  in 
mezzo  tra  la  luce  e  le  tenebre  ,  certissi- 
mamente pareva  a  lei  che  avesse  tratto  di 
due  di.  .-ir.  l'ur.  I7.  120.  E  lungo  trat- 
to di  lonlan  scopriva  1  larghi  campi  e  le 
diverse  strade. 

§.  VII.  Tratto,  per  Maniera.  Lai 
modus,  mos.  Gr.  zpÓTZOi,  i^o;.  •!'  Frane. 
Barh.  179.  3.  Poi  fa  ragion  eh'  el  non 
saccia  i  suoi  tratti  Se  non  come  sai  tue 
Le  contenenze  sue-  E  238.  7.  Che  soglion 
serbar  questi  Di  maggior  tratti  agresti.  (C) 
Imperf.  l  .  Tif'.  Proem.  T.  11.  23.  La 
leggiadria  e  la  beltà  dell'  animo  ,  che  ci 
dà  negli  occhi  con  1'  avvenenza  de' costa- 
mi, e  del  tratto,  e  delle  araaliili  maniere, 
di  rado  si  conserva  senza  una  buona  e 
sana  mente  ec.  E  D.  2.  T.  li.  246.  An- 
che ne'  superiori  fanno  amirabil  vedere  si- 
mili atti  virtuosi,  come  non  escono  di  mi- 
sura ,  i  quali  consistono  in  form;dità  di 
buone  creanze,  e  in  parole  affabili,  e  nel- 
la piacevolezza  delle  maniere  e  de!  trat- 
to .  (F)  Segncr  Sent.  Graz.  7.  Egli  è 
tutto  bellezza,  lutto  amabilità,  tutto  dispo- 
slezza  ec  ;  ha  un  tratto  che  lega  i  cuori,  un 
parlare  che  rapisce  gli  animi.  (TCj  Salvin. 
Pros.  Tose.  1 .  16.  Non  voglio  qui  la  sua  ec- 
cellente beltà  ec.  ,  la  leggiadria  del  por- 
tamento ,  e  la  convenevolezza  e  decenza 
del -suo  tratto  rammentarvi-  E  21.  Da 
questa  sua  fondata  umUtà  ne  veniva  la 
clemenza  ec  ,  la  piacevolezza  del  trailo, 
r  incanto  delle  maniere. 

g.  VIH.  Onde  Esseiv  persona  di  bel 
tratto,  o  simili  f  vale  Esser  persona  di 
nobili  maniere. 

g.  IX.  Tratto,  per  Atto  fraudolente , 
Astuzia  ,  che  oggi  diremmo  anche  Tiro. 
Lat.  astutia  ,  f'raus  .  Gr.  Travsupyi'a  , 
r-ic-òo-sj-ifi  ■  Fr.  Ciord.  pred.  Avveden- 
dosi del  tratto  ,  non  ne  voUcr  far  culla. 
Frane.  Sacch.  nov.  2l3.  Non  fu  netto 
il  tratto  cbe  volle  fare  Cecco  degli  Ar- 
dalaffi  ,  come  furono  netti  gli  tratti  del 
Gonnella  .  Morg.  2!\.  96.  Questo  è  di 
Malagigi,  e  de'suoi  tratti-  v  Salvin.  Disc^ 
Per  un  tratto  politico,  persuase  al  senato 
di  ec.   (C) 

*  g.  X.  Significa  anche  il  Trattare  e 
il  Conversare.  Segner.  Mann.  Giugn.  27. 
1.  Il  conversare  è  un  tratto  di  tanto  in 
tanto:  il  convivere  è  un  Ualto  continua- 
to.  (Fj 

^:  §.  XI.  Tratto,  per  Ritrovamento, 
Ingegno.  Lasc.  Celos.  2.  5.  Come  fui 
fuor  di  camera,  tirai  a  me  l'  uscio,  e  poi 
pian  piano  vi  messi  il  chiavistello  in  mo- 
do, che  senza  av\cdersene  è  rimasto  ser- 
rato, ec    Pier.   Bel  tratto!   (F) 

'.'  g.  SU.  Bel  tratto^  vale  anche  Op- 
portunità ,  Puon  destro.  Cecch.  Dot.  4. 
6.  Egli  è  meglio  perdere  un  amico,  che 
un  bel  tratto.  (J'J  Car.  lelt.  ined.  3.  I^^. 
Qual  tranquilla  pace  potrà  mai  esser  Ira 
questi  Prindpi,  che  mi  possa  tanto  quie- 
tare, che  se  io  vedrò  un  bel  ^tratto  di  ri- 
cuperare il  mio,  non  lo  facci.     A^ 

■  g,  XIII.  Tratto,  per  Motto,  o  Detto 
arguto.  Lat.  dicteriuni  .  Gr.  «&>/A/Aa . 
Scn.  Pisi.  Il  quale  sempre  parlava  a  Ual- 


i598 


TRA 


ti.  Lib.  San.  20.  E  suol  io  versi  usar  chi 
è  gentile  Qualche  trailo  sottile  .  Bem. 
Ori.  2.  21.  ^l.  Si  suulc  ia  SpagDa  ud 
certo  detto  usare  (  Certo  cbe  gli  iipa- 
gDUoli  haa  di  bei  tratti),  Cb'  ua  servigio 
Val  più  ,  che  s*  abbia  a  fare.  Che  cento 
mila  milioo  de'  fdlti.  Car.  Leti.  3.  191. 
Giudiziose  e  ingegnose  mi  sod  parse  am- 
bedue queste  compuaizìoDÌ ,  e  con  alcuni 
tratti  multo    spiritosi. 

*f  §.  XIV.  Tratto,  per  Quet  segno 
che  si  fa  in  fregando,  o  strisciando.  Lat. 
tractus.  Gr.  ous/xf^;.  fit.  SS.  l'ad.  Ve- 
demmo per  la  rena  le  vestigia  del  tratto 
d*  un  dragone  sì  grande  ,  che  ,  secondo 
che  si  niuslrava  \>et  Io  suo  tratto  nella 
rena ,  era  bene  cumc  una  grande  trave, 
ec-:  volevano  pur  seguitar  lu  dragone  do- 
po le  vcsligie  del  suo  tratto.  Jìuon.  Fter. 
1.  Inlrod.  Un  sol  trailo  dì  penna  e  poca 
rarta  ec.  pu<pte  in  un*  ora  Grandemente 
arricchire  .  da/.  Sist.  166.  Che  poi  del 
moto  lunghissimo  della  penna  non  restì 
altro  vestigio,  che  quei  traiti  begnati  sul- 
la carta  ,  la  cagione  ne  è  1'  essere  sla- 
to ce. 

5r  §.  XV.  /Vr  Quel  segno  che  si  fa 
collo  stile  ,  o  col  penntllo .  Pani.  Purg.^ 
12.  Qual  di  peunel  fu  maestro  e  di  sii- 
le  ,  Che  ritraesse  1'  ombre  e  i  tratti,  eh* 
ivi  Mirar  farieno  uno  ingegno  sottile!  Ae- 
gner.  Mann.  Dtc.  29  1.  Chi  ha  innanzi 
I*  originale ,  non  ha  più  bisogno  d'  in- 
terrogare il  maestro  ,  per  udir  come  ha 
da  regolarsi  ne*  tratti  del  suo  pennel- 
lo. (V) 

#  §.  XVI.  Tratto,  per  Tempo  oppor- 
tuno. Congiuntura.  «  Fit.  S.  Ciò.  iJatt. 
235.  E  Salilo  Giovanni,  come  valente  ca- 
valiere e  l'rencipc  di  Dio,  non  lasciava 
tratto  a  fare  e  a  dire  di  tutto  ciò  che 
Iddio  voleva.    (C) 

S  §.  XVII.  Tratto,  per  Fiata,  Volta. 
Lat.  vicis,  tempus.  Gr.  a/ioifir' ,  xaipo's. 
Bocc.  nov.  5o.  IO.  In  cosa  che  far  po- 
tesse intorno  a  ciò  ,  sempre  del  marito 
temendo ,  non  ne  lasciava  a  far  tratto 
(cioè,  ogni  volta  che  le  si  presentava  1' 
occasione).  Ar.  Fur.  1.  2.  Dirò  d'Orlando 
in  un  medesmo  tratto  Cosa  non  della  in  prò* 
sa  mai ,  ne  in  rima.  A'  4-  ^^-  Po*"  così 
scoprirlo  al  primo  trailo  ,  Senza  tenere  i 
cavalier  più  a  bada  .  E  29.  63.  Ma  gran 
ventura  1*  aiutò  a  quel  tratto  .  E  sai.  3. 
Quanto  ben  disse  il  mulattier  quel  trailo. 
Che  ,  tornando  dal  bosco  ,  ebbe  la  sera 
Nuova,  che  il  suo  padron  Papa  era  fatto. 
E  Cass.  4  9-  Ho  fa»o  >1  debito  Mio  un 
tratto:  tuo  sia  il  danno,  se  t'impiccano. 
Bern.  Ori.  i.  27.  24-  Ma  non  vuoi  ben 
contar  cum'  andò  il  fatto.  Perche  lu  pur 
fuggisti  il  primo    tratto  . 

§.  XVllI.  Innanzi  tratto,  posto  at-ver- 
hia/m.  j  vale  Per  tempo,  Anticipatamene 
te.  Precedentemente,  Primieramente ,  La 
prima  cotn.  Lat.  ante,  ante  rem  confec- 
tam.  Gr.  !p.:tpov^t*.  Bocc.  nov.  27.  17. 
Queste  cose  si  volean  pensare  innanzi 
tratto;  e  se  credevate  dovervene  comedi 
mal  far,  pentcrc,  non  farle.  Ar.  iur.  32. 
74.  Ma  innanzi  trailo  gli  levo  la  strada  , 
Che  non  poli?  fuggir  verso  il  cutello  .  /  . 
INMAN/I  THATTO. 

9.  XiX.  Di  primo  tratto  ,  posta  av- 
verbialm;  vale  Sul  principio.  Da  princi- 
pio, Sulutamente.  Lat.  primum,  primo. 
Or.  fu3v5,ajTiV«,T0tX«w».  Crvn.  Morell. 
3  IO.  Pagò  renloquarauta  inda  fiuriai  di  pri- 
mo tratto. 

§.  XX.  In  un  tratto,  e  Ad  un  tratto, 
posti  avverltialm . ,  vogliono  In  un  suhito. 
Di  .tuhito.  Lai.  statim,  illieo.  Gr.  cu3u> 
auT*'/a.  lìocc.  nov.  80.  a3.  'l'ioppi  da- 
nari ad  un  tratto  bai  kpen  in  dolntudinc. 
Bern.  rini-  \.  54-  Come  falcitn  eh' a  far 
la  preda  intende,  Che  gira  un    pozzo  su- 


T  R  A 

speso  io  su  r  ali.  Poi  di  cielo  io  un  trat- 
to a  terra  scende. 

3  %.  XXI.  Dare  i  tratti.  Alerei  trat- 
ti. Tirare  i  tratti,  e  simili,  si  dicono 
dell'  Essere  all'  estremo  della  sua  vita. 
Lai.  animam  agert,  antmam  efftare.  Gr. 
tinux'}.*.  *  /  /(.  S.  M,  Madd.  87.  La  ma- 
dre e  tuUe  r  altre  stetlono  chete  e  in  si- 
lenzio, mentrechè  messer  Giesù  faceva  t 
tratti,  e  passava  di  questa  vita.  (V)  Ltb. 
Op.  div.  Andr.  \?,Q.  Venendo  dentro  alla 
cella,  dove  giacca  lo  santo  romito,  trovol- 
lo  che  avea  i  tratti  della  morte.  Fir.jis. 
67.  E' mi  venne  veduto  ec.  giacerne  a* 
suoi  piedi  ire  tutti  imbrodolati  di  saogue, 
che  ancor  davano  i  tratti.  Lasc.  Madr. 
43.  Dopo  mangiare  un  di  quello  meschi- 
no ce.  Innanzi  alla  sua  donna  Cominciò 
a  tremare,  E  gli  orrbi  a  stralunare.  Come 
fanno  color  the  danno  ì  tratti-  l.asc.  Pinz. 
4.  4-  ^S''  ^  (}'*'  presso  a  dare  1  tratti,  e 
vi   si  raccomanda. 

*  §.  XXil.  Efiguru'am.  m  Dav.  Me. 
145.  Bramo  eh'  ella  (  I'  Accademia),  che 
nelle  sue  mani  dava  i  tratti  e  boccheggiava, 
nelle  mie  basuse»  spirasse  e  intrafatto  pe- 
risse »» .  \C) 

*  §.  XXIII.  Dare  l'ultimo  tratto, 
vale  Morire»  Alleg.  223.  Dice  che  fu  in 
Valdimarina  un  tr.itto  Un  pover  uom  ma- 
ialo di  maniera,  Cb'  era  quasi  per  dar  1* 
ultimo   trailo.   (F) 

g.  XXIV.  j\on  ne  poter  levar  tratto, 
vale  Aon  poter  vincerne  posta,  /testar- 
ne al  disotto.  Stor.  ,\erh.  Strad.  Con 
questi  Cristiani  noi  non  oc  possiamo  le- 
var tratto. 

g.  XXV.  Vincerla  del  tratto,  è  lo  stet- 
so  che  Vincerla  della  mano,  f  .  MANO, 
§.  COL.  Lat.  anlevertere.  Gr.  fhoC'^HV. 
Varch.  Ercol.  80.  Quando  alcuno  aveva 
in  animo,  e  poco  meno  che  apeile  le  lab- 
bra per  dover  dire  alcuna  cosa,  e  un  al- 
tro la  dice  prima  di  lui,  cotale  atto  si 
chiama  furar  le  mo>se«  o  veramente  rom- 
per r  uovo  in  bocca,  ec.  ;  e  alcuni  usano, 
non:  tu  m'hai  furato  le  mosse,  e  tu  me 
r  bai  tolto  di  bocca,  ma  lu  me  1'  hai  vio- 
la del   trailo. 

§.  XXVI.  Pigliar  il  tratto,  vale  Pi- 
gliar il  tempo.  Bern.  Ori.  a.  3o.  3.  La 
chiosa  a  tutti  questi  testi  ha  fatto  Rinal- 
do quando  addosso  andò  a  colui.  Paren- 
dogli che  fussc  alto  da  maggio  Pigliare  il 
tratto  innanzi  e  1'  avvantaggio. 

TRATTO.  Add  da  Trarre.  Òtor.  S. 
Greg.  6-  6.  L*  acqua  della  terra  ,  tratta 
dalla  1  adice  della  vite  ,  dentro  nell'uva 
diventa  vino  (cioc  atlralta).  Vant.  Purg. 
29-  E  vidi  le  Baninirllc  andare  avanle  , 
Lasciandi.!  dietro  a  sh  l'acr  dipinto,  Edi 
traiti  pennelli  avea  (  i  migliori  testi  leg* 
gono  aveanoavieii)  sembiante,  ^nic/.  83. 
Achemeiiide,  trailo  da' fati,  al  figliuolo  d' 
Anchisc  cercò  commiato  (cioè,  guidalo, 
condoli©). 

*  §.  Per  Sottratto,  Petratto.  CiamU. 
Or.  Lìng.  Fior.  23.  Per  il  che  traili  i 
700  anni ,  che  voi  dite  dai  due  mila  qnat- 
Irocenlo  otto,  resteranno  1738,  che  è  l'an- 
no seceolo  oltanladuesimo  della  vita  di 
Noe.  (C) 

3?  TRA'TTONE.  Avverò.  Eccetto,  Sal- 
vo. Fr.  Ciord.  aa^i-  In  lui  (PioJ  prrfrl- 
lameole  sono  lulle  le  cnalure,  trattone  i 
difelli  ,  ce.  Eleggine  il  buono  ,  e  quello 
da'  a  Din.  (Vj  t'r.  6.  2.  13.  Il  Iraspian- 
tami'iilo  si  f.i  quasi  di  (utie  erbe,  trattone 
spin.ui  rv.  in  ogni  tempo,  nel  quale  le 
piante  alquanto  saranno  cresciute.  (C) 

TRATTO  TRATTO.  Avveri:  Di  pun- 
to in  punto  ,  Pi  momento  in  momento  . 
Lat  .  identidem  ,  Icnge  frrquenter  .  Gr. 
«yài;  xai  ajàu  ,  &»;*«>«■  A'occ.  nov. 
81.  11.  Parevagli  tratto  trailo  che  Scan- 
oadio    SI    dovesse    levar    ritto  ,     e    quivi 


TRA 

scaooar  lui  .  Calat.  26.  Male  fanno  an- 
cora quelli  che  tratto  Iratlo  si  pongono 
a  recitare  i  sogni  loro  .  E  3l.  Perocché 
tratto  tratto  soo  rinculali  a  guisa  di  ron- 
zino che  aombri. 

•f  *  TRATTORE.  Verbal.masc.  Che, 
o  Chi  trae.  Tiratore,  Traggitore,  Trat- 
tore. Salvia.  Odiss.  21-  234-  Certo  te  sì 
fallo  Non  genero  la  veneranda  madre,  A 
essere  tratlor  d'  arco  e  di  frecce.   (Aj 

*f'  *  $.  Trattore  da  seta,  dicesi  Co- 
lui die  dai  bozzoli  fa  trarre  il  filo  ,  e 
metterlo  in  matasse.  Magai.  Lett.  sctent. 
pog.  2l4'  Opinione  che  corre  in  Firenze 
tra  i  nostri  trailori  di  seta  ce,  che  1'  o- 
vatta  non  sia  altro  che  quella  rimondatura 
di  bozzoli,  ec.  (A) 

3  1 RATTOSO  .  Add.  Di  bel  tratto. 
Manieroso . 

*  g.  I.  Vale  anche  Che  e  pieno  di 
tratti,  in  senso  di  Motti,  o  Detti  arguti. 
m  I  arch.  Stor.  12-  4^-  ^'^  grazioso,  af- 
fabile e  cortese  molto,  arguto  nel  favellare, 
Iralloso  nel  rispondere ,  prudente  nello 
scrivere  ».  (Cj  Segn.  Mor.  |3.  334.  Q"** 
sto  fatto  del  Duca  inteso  io  Roma  da  Don 
Diego  di  Meuduzza.  che  si  riputava  trai- 
toso  e  di  gran  giudizio,  disse:  Il  Duca 
certo  ha  fallo  un  trailo  da  gran  cavaliero, 
ma  non  già  da  Fidclfo  dell'  Imperado- 
re.  (FPj 

•}•  ^S.  II.  Trattoso,  dicesi  anche  dei  di- 
scorsi.  Dep.  Decam  .  II9.  Che  se  non 
sono  tali  ragionamenti  Irallosi ,  arguti ,  e 
pieni  di  molti  ,  non    vagliooo.  (Vj 

TRATTURA.  /'.  A.  H  trarre.  Il  ti- 
rare. Fr.  lac.  T.  4-  10.  i3.  Caggionli  i 
denti  senza  irattura  (cioè,  senza  esser  ca- 
vati ,  o  sradicati). 

*   TRATTUZZO  .    Dim.   di    Tratto 
Bemh.  lett.  3.    IO.    132.    Io  ne  ho  segnati 
alcuni  con   un  traltuzto  di  calamo,  ed  al- 
tri non  ho  segnati.  (*) 

TRAVAGLIA.  /'.  A.  Travaglio.  Lai. 
molestia,  afflictio,  anxieta< .  Gr.  a'vta  • 
A'o»'.  ant.  09.  1.  Ercole  fu  uomo  fortis- 
simo oltre  li  altri  uomini  ,  e  aveva  una 
sua  moglie,  la  quale  gli  dava  multa  tra- 
vaglia. M.  /'.  8.  8o.  Tornando  alle  Ira- 
vaglie  del  reame  di  Francia.  Dant,  Inf.  7. 
Ahi  giustuia  di  Dio,  tante  chi  stipa  Nuo- 
ve travaglte  e  peue,  quante  i*  viddi?  /firn. 
ant.  Dant.  Matan.  06.  E  della  mia  Ira- 
Taglia  Terragi;io  esto  savere. 

t  TRAVAGLIAMENTO.  //  travagliare. 
Lat.  molestia,  afflictio.  Gr.  avt'a.  Guid. 
G.proem.  La  pura  e  semplice  verità  del- 
la delta  stona  vario  in  diversi  Iravaglia- 
roenli.  Zibald.  Andr.  ^\l^.  Siccome  l'an- 
no è  distinto  in  quattro  maniere  ec,  cosi 
i  corpi  noslrì  si  mutano  in  questi  trava- 
gliamenti  de'  tempi  .  Coli.  Ab.  Isaac  , 
cap.  32-  Appara  il  Iravagliamrnio  e  cam- 
biamento della  lua  natura,  e  le  lue  opere 
non  naturali  .  ^  Ciov.  Celi.  $  it.  Aif. 
208.  Cercano  ec.  di  lutto  il  faticoso  tra- 
vagUamenlo  del  vivere  che  la  memoria 
del  nome  loro  ec.  si  distenda  e  allunghi, 
il  più  che  sia  pouibde ,  tra  color  che 
verranno.   (C 

•f  TRAVAr.LIANTE.   Che  travaglia. 
Operante  ,  Affaticante  .    Lai-  lahoriosus 
Gr.    xot^xTfSjco;  -   Sen.    Pist.  36l.   Tanto 
è  più  mollile  e  travagliaute,  quanto  egli  ^ 
più  vigoroso. 

TRAVAGLIARE.  Dar  travaglio,  Af- 
fl't^^re.  Lat.  molestia  af^cerv,  divexarr. 
Gr.  xar/ojv  .  J>nnt.  Purg.  31.  La  sete 
naturai ,  che  mai  non  saaia  ec. ,  Mi  tra- 
vagliava. #  Alam.  rtm.  1.  354-  Nt  si  mra 
al  compir  1'  empio  disegno  Travagliar  V 
alma  sì ,  che  d*  ogni  posa  Sé  stesso  face 
in  mille  aOTanni  indegno  .  (ff/  Segner. 
Sent.  t^raz.  2.  Sono  sialo  in  questo  di 
travaglialo  assai  d'una  leolaaìooe.  (TC) 
4  §.  1.   £"  astolutam.  vale   Essere   la 


quali  n.vigavauo  a  larMl  M  'J 
..f-  Era  uaa  lesse  r"-l">-"-;',^ 
r^ULlo,  .  vi  travagliasse  qmeo  e  pa- 
ciBcmenle  ciò  eh"  e'  voleva^  -.  ^  '^J'^ 
I  385  Quclo  oggi  spenae  sags.anicn 
'ii  l^i,  Che  col  "^o  travagliar  ..avagl- 
flmo.d,;.  Cercarrau  T  ulil  suo  dcbU  alt.u. 

"'"°*V*111.    r.r   Fatica.   K"""-    ^P- 

^U, ravallia,  Fra  1-al.re  piante,  un  frass- 
J<s      v^le  impacciarsi.   lninsars,,ln- 

'Questi  regno    anni...,-»  poco  s>t  a 
V.gli6  de-fatt.  '<■'"-    ,,.tJ;./W 

che  SI  trescUino  ,  si   trava,iia 

,/*  c|.,W.  ^r.^f  ,or.  Sior.  a80.  Me.- 
f/réh^  r=  Romagna  le  cose  secondo  que- 
ire  cne  IH  f    ,;.,„„   non  stettero 

sto  ordine  si  tra^  a^iia%  au  . 
eorenliniquielilraloio    f(c; 

.^.  §    VII.   Trai'agliare ,  m    sigm/,c. 


TRA 

(«.■«?/.o-   Lat.    /../.o™,,-,- .   </"ri(er.    Or. 

TlUVA<;Ll.\rlS.SlMO  .    Snptrl .    .1, 
Tra.-aglinto  .  Lat.   a.unmosissin.us  .   Gr. 

^,glK>ti»imo,  e  si  stesse  talvolta  senrapa. 

— ■ 'nar:rai;r^o^: -- 


TRA 


iSgg 


neiilr.  e   ">""•■   P"*'- 


■a/e    anc/ie    ^/Ti 


neiilr.  e   neuir.   ,...^--,    ■■■■-         ,,,„_• 

zicaiii,  r^   fT-isùnìxi..  ITIOJOK- 

«««r„  .(.«».;«■  ^'-T^yf-^-^,  M,  tra 
f  ;iiVl'  d,  riirarre  e  "trovare  di  più  au 
.ili  e  diversi  libri  e  croniche  e  au,o 
le  ceste  e  Tatti  de' F.orenlini.  E  /i  S  I 
ÌjZo  spessamente  s,  "avagliavano  . 
FiorenUni  di  conquistarla.  /-IO  O  i 
fsànesi  mandarono  anil.asnadon  a  1  isa  a 
Cstruccio.edimandrglichenonsitra 

variasse  contro  a  loro.  Li"-  M'  •  "  ,„ 
cólo  ravagliare  come  soleva  ;  poro  do- 
rresti l"re%nalche  riguardo  alla  mia  vec 

limale  alberga  interra  ec.l  emenda 
iravaiiliare  è  quanto  e  '1  giorno  .  -.  ^/r. 
Fur  1  n-  Or  mentre  V  un  con  V  altro 
f^  trav^-lu,  bisogna  al  palafreu  ec.  (D 
C„r  /e«.  2.  356.  E  V.  S.  se  ne  potrà 
servire  senta  alcun  riservo,  per.  he  non  co- 
noscé  riputazione,  e  tanto  ha  bene  quanto 
"ravaglia  .  Chiahr.  Ut-  9.  Vedendo  che 
era  qu-lione  intorno  alla  favola  e  in  or- 
no al  verseggiare,  egli  si  travaglio  di  dare 

esempio  a  ^gind.care-rO„^^^„„^,.,,. 
Gir.  55.  Tutti  debbono  travagliare  della 
salute  desìi  uomini.   iJ  ì 

.;  R.  ?X.  Tra.agliarù.  r^r  «'"'"."- 
larJi,  Alterarsi.  Palh,!.  .V-.,^;.  23.  ^on 
SI  travagliano  per  mutamento  d  altrui  aria. 
Dant-  Par.  33.  Non  perchè  più  eh  un 
^mplice  sembiante  Fos>e  nel  vivo  lume 
,h'  io  mirava.  Ma  per  la  vista,  che  s  av. 
valorava  In  me  .  guardando  ,  una  sola 
parvenu  .  Mutandom'  io  ,  a  me  s.  tra- 
vag  ia<  a  .^  ^^  ^^^^  travaglia  ,  dicono  i 
ihriaai  'quand'  e  grandemente  agitato  ' 
'  Un  v«.rcW/o  travaglia,  quando  difficil- 
mente può  solcare.  lAì 
TRAVAGLIATAMENTE.  Avveri.  Con 


mini  tr-ivaglialivi  ,  ec.    (  .'   La'-    '"•  ■"= 

""tRaIaC^IATO.  ^d.l.  da  Travasi"- 
re:  Pieno  d,  tramaglio.  Oppresso  da  tra - 
vagl.o.    .-tJPlt..    Lat.    nfflutns  ,  anxius. 

laf  34  E  s- io  divenni  allora  travagliato, 
La  «ente  grossa  il  pensi,  l'elr.  canz.  II. 
5    e"  ine,"  haticeUi.  cibici  e  1  bianchi, 

Con   1-  altre  schiere  travagliate  e    ..erme. 
Gridano:  O  signor  nostro     ^'^^'^'^^J;, 
r    Q.  IQO.  3.  Trovando  la  gente  d.  mes 
'e     Mar?o  sparta  e  travagliata,  gli  misero  | 
;  isconettaW,  affaticita).   ta.c.  r,m 

rome  r  oro  nel  l'uoco  travagliato  ,  Cosi 
aelhllor  mani  b  sempre  uscito  Se  te  vol- 
te più  netto  e  più  l'Urgato  fcioe,  agitalo, 
""VTTen,po  travagliato,  dicesi  Quel 
tempo  che  dà  travaglio,  nel  quale  acca- 
dono sollevazioni  ,  disord,m  .  ^""•■ff;^ 
ni  Air.  30.  Giudicando  per  molte  e 
molte  cagioni  ,  eh- ei  non  Josse  bene  in 
modo  alcuno,  in  cosi  travagliato  e  turbu- 
lento  tempo  ,  che   la  persona   sua    uscisse 

■"-TtR^'ÌgIiATOBE.    7Vr/,„/.  .111.C. 

Che.  o    Chi   travaglia. 

S    Per   ÌSagallelliere  .  Lat.  pra:.^tipa- 
to^Gc.   a-/u>Tr,5.   Sen.   Pi.l.   Questi  so- 
fismi ingannano  Y  uomo  sen.a  danno    sic- 
/■  -1  .  =„loifl   e  le  nalottole,  e 

come  tanno  1  ho^soletti  e  le  | ..  . 

dui  stiunienti  de'  travagliatori  e  de 
t-ragettatori.  Ir.  C.iord.  ?-'■  ^^  ,<=»";.!  è 
di  mille  volte  fanno  colali  t^X^S'^lr ,', / 
cotaU  magi.  Amm.  .4nt.  L'i.  3.  5.  Ilt.a- 
va»l ialore^  perocché  non  promette  se  non 
d-  in-annar'e  ,  gli  "omini  diligentemente 
mirano,  e  solliciti^simamente  0"""°°. 

*   TRAVAGLI ATIUCE.    Jcrhal./em. 

di    Travagliatore.    Plnt.    .4dr.    Op.  n.or. 

,0,    Rimossero  la  travagliatrice  opimo- 

ne  circa  gV  Iddii ,  pe.cbb  nonché  altro, 

non  la  ruevetlcro.  (tj 

V  TRAVAGLIO.    Queir  ordigno  com- 

posi  di    travi.    -M"-''^  '■  -""'Xt*' 
^„c»o.o  le  hesfe /ast.d.ose  r'^^'"^;  1 
per  medicarle  .  o  ferrarle  .    Cinti-    <  ""^ 
r  67.  E-  ti  parrh  forse  esser  nel  travaglio 
De-  buoi  en.fato  ,  e  'o  pastoie  condo    o 
Morg.  l8.-  143.  Ch'  io  so  domar  le  bestie 

•"^'ÀwAGL.O.  Per/nr^^ione,  3/<,/e- 
,„„,  Sollecitudine.  Affanno.  Lai.  mole- 
'ua  armeno,  anxietas.  Or.  avi«.  Nov. 
ant'm-  2.  Ora  avendone  egli  a  poco  a 
"00  perduto  lo  bere  ,  lo  mangiare  e  lo 
dormire,  e  solTerendo  tanto  di  pena  e  di 
t"Z"\t^,cbc  egli  non  aspettava  se  non 
U  morie  penso  "di  mandare  "oa  lettela  a 
madonna  Isotta.  *  C.iov.  Geli.  T  ,t.  AIJ 
■?Q  Nienledimanco  i  Viniziam  erano  m  que. 
st^o  Tempo  io  un  pensiero  e  in  un  Irava- 
"lio  traudissimo.  (C) 

",  "§.  I.  Travaglio,  per  Affaticamento 
intorno  all'  operare  .  Lat.  l^^'  % 
Trovo:.  *  fir.  Disc.  an.  88.  Amici  1  di- 
liàccr  eh-  io  piglio  del  non  profiUevol 
^vaglio  che  voi" vi  prendete  per  accen- 
der  questo  fuoco,  mi  ha  mosso  a  venirvi 
adirle,  che    voi    gittate    va    ■'  J^'o  " 

tempo.  /O  Cns.  ""^  '"«•,''"',  "."u  t 
pigrizia  ha  operato  ,  perocché  questa  e 
deUe  serve  citta  compagna  ,  ma  la   virtù 


e  il  travaglio,  che  sono  delle  nobili  e 
reali  repubbliche  satelliti  e  ministri,  (t  ) 
sS  S  11.  l'ivere,  lampare,  o  simili, 
sul  travaglio,  vale  Vivere,  Campare,  o 
simili,  con  quello  che  si  guadagna  avo- 
rand...  ..  Malm.  7.  5.  Omai  serra  gli  or- 
d.nghi  e  le  ciabatte  Chiunque  lavora  e  vive 
in  sul  travaglio  ".  (Cj 

■i-  §.  111.  Travaglio,  dicesi  anche  U 
lavoro  stes-to  fitto,  oda  farsi.  Car.  Un. 
1.  68.Ì.  Mira  il  travaglio,  mira  la  frequeli- 
tia  E  le  porte  e  le  vie  piene  di  strepi- 
lo .  (N)  Kucell.  Ap.  23!i.  Tulle  hanno 
un  sol  travaglio,  un  sol  riposo.  (C)  I  iv- 
DÌ.1C.    .-Ira.  Mantenere  i  travagli   di  terra 

-^9  IV  Per  Cosa  difficile,  malage- 
vole, "stor.  Tiarl.  y8.  Or  non  fe  travaglio 
a  credere,  eh'  uoro  mortale  possa  fare  Id- 

dìo?    (  ì' ì  .     .  I    ut  I 

*  g  V  Travaglio  ,  dicesi  del  Male 
che  altri  ila  in  alcuna  parie  del  corpo  . 
e  ,in-olarme,itE  nello  stomaco.  Bed  cons. 
,  16  Si  e  aumentata  notalulmente  la  bile 
nel  suo  corpo,  onde  prova  piesenlemenle 
grandissimi   Iravagh   nello  stomaco.  (^) 

TRAVAGLIOSISSIMO.  Superi .  di 
Travaglioso.  .Salvia.  Disc.  I.  80.  La  la- 
cilili  del  vizio  giunge  ad  essere  col  tempo 
un  affare  travagliosissimo. 

TRAVAGLIOSO.   Add.    Che  ha.  0  da 
travaglio  .    Travagliatore  .  Lai    cerumno- 
sus.  Gr.  i^ìiic  ■-?  Ciov.   celi.  I  .t.  Alf. 
l58.    Successe  a  Leone    con  un  conclave 
assai   travaglioso  e  perturbalo    Adriano   d 
Olanda.  fO    Car.   Fa.  2.  486.   Cerca   lo- 
ro   altre   terre  ergi  altre  mura-.  Che  dopo 
luneo  e  travaglioso  esigilo,  L  ergerai  più 
d'  Iroia  altere  e  grandi.  (CP)  Buon.  Fier. 
5     I     5    Se  '1    travaglioso    mio    pensiero 
Non  fa  smagarmi  a  giudicar    men    retto 
E  5.    5.     6.    Che    s'  oggi  travagliosa  \o. 
provata  l'avete.  Ragion    b    che    tranqui  la 
:  \    dilettosa    Voi    la    godiate  pure.   Salvia 
Disc     1     144.  S'  io  considero  la  passione 
dell' amoreTquanto  ella  è  travagliosa,  quan- 

to  terribile!  -. 

:;:  TRAVAGLIUCCIO.  75m..  dt  Tra- 
vaglio .  Lat.  levis  molestia  .  Bed.  Cons 
I  i«6  È  impossibile  che  anco  per  1  av- 
venire  ella  di  quando  in  quando  non  ab- 
hia  a  sentire  qualche  comportabile  trava- 
oliiirrio   dì   tliverse  sorte.    (  ) 

°    Ti'avAiE.nTE.  V.   A.   Add.  Molto 

valente.    Lat.   egrcgius  .   Gv  E|a.p-:TI>;. 

Dif.    Fac.   U   Luigi  iravalente,  e  tranobile 

Imperador  de' Romani. 

TRAVALICAMENTO.  Il  travalicare.  . 
MI  2  35  In  4""'°  travalicamento 
dei  tempo  delle  due  armate  ci  occorre 
'a  colare  altre  cose.  /T  3.  ;0.  La  don. 
na  rimase  vedova  di  due  manU  laglia- 
U   a   ghiado    in   piccolo   traval.camenlo    di 

'"71'  Per  melaf  vale  Trasgredimento, 
Jnl.«rvan-.a.  Lai.  ''■«";'y"%?'i;^,^-;. 
5-yS»  =  i5.  Med.  Ari,.  Cr.  49.  Ed  ini  .er 
^il  abbi  in  memoria  questo  '"o  'ravalica- 
mento  e  peccato.  Olt.  Com.  P"'?  ^2- 
p„°oilnome,n,adel.ravalicameu.ose- 

'"*  TRAVALICASTE.  Che  travalica,,, 
,ra„a«a.  OH-  Com.  Pu'g.  12.  216.  Ellafu 
priC  travalicante  il  ^^^"^7^ 
Sin     voi,  re  essere  simde  a  Dio.   (C) 
^    \    TRAVALICARE  .    /  alicare   oltre  , 

TilpLarej    e.ù    '■'"  ^'^-  "'  P/ZZ' 
com^  al  figurato.  l..^./ransmea'trans^ 

''•«-■■     G;-   /^'-^"f  ;„'=:,•  modo,  ch'ella 
correndo  fortemente  in  j^^  "'"     ;  3. 

travalica  monti  ■=  •" ''■  ^f  .....^lurudo, 
IVunragionanu-no  in   .  ^^__^_^     ^^^ 

PAV-Gr'lddU    erano    usali  di   parlar  per 
Shocca  d;^'innoeemi,  non  parlare  per 


e 


i6oo 


TRA 


1*  cSelto,  che  per  la  sua  doltriaa  possono 
alcuna  cosa  travalicare. 

§.  Per  Trasgredire  .  Lai.  transgredi  . 
Gr.  :ra^5co«i'vJiv  .  ^'-  algosi.  C.  D.  Al- 
lora fu  dtlto  :  se  travalicherete  il  cuman- 
damcBlo,  morirete  ;  ora  dice:  se  ricuserei 
te  la  morte,  il  comandamento  Iravalicfae- 
rete. 

TRAVALICATO  .  AdJ.  da  Travaìi- 
care . 

t  TRAVALICATOBE.  T'eròaì.  masc. 
Che,  o  Chi  travalica.  Che,  o  Chi  passa 
oltre.  Filoc.  7-  366.  Il  cui  6gliuulo  Nino 
era  »tJto  primo  travalicalor  de'  [atrimo- 
oidli  termiui ,  cuti  mano  armala  soggìo- 
f,'ando5Ì  r  Orirnlc. 

*  TRAVANTAGGUTO  .  Add.  P,ù 
che  vantaggiato.  Cs-  Jivft.  Dant  1.285. 
Questa  è  una  delle  vive  »  e  travantaggiale 
metafore,  che  voi  diceste  di  sopra.  (C) 

'f  TUAVARCAHE.  Travalicare.  Rim. 
ant.  Jìcll.  Man.  l58.  Onde  procedon  le 
malizie  Ijofe  ,  Che  i  tuoi  comuadameoti 
ognun  Ira  varca  .  frane.  Sacch.  /Jalt. 
Vecch.  2.  l5.  E  dice:  o  Giove,  tua  ra- 
gion travarra  In  fare  altrui  gran  torlo  , 
ed  hai  fMlito.  rP) 

TRAVASAME.NTO.  y/  travasare.  Lai. 
elutrìatio,  trans/usiO.  Gr.  /AiTay/t^/to';. 
Lib.  Citr.  malati.  Prendi  cura  che  nel  dì 
del  travasamcnlo  non  liri  vento  scirocco  . 

*  §.  Per  nutaf.  Taf.  Pav.  Stor.  Itb. 
2..  pag.  47-  ( Tarigi  1760)  Ordiva  la  for- 
tuna in  diversa  parte  del  mondo  princi- 
pi! e  cagioni  d'  altro  Iravasamento  dell' 
Imperio,  variamente  alla  Repuhiilica  lieto 
o  atroce.  (B) 

TRAVASARE  .  Par  passare  il  liquo- 
re  ,  o  altra  cosa  ,  di  vaso  in  vaso .  Lai. 
eliitriare .   Gr.   ^iTKy  yi'^eiv  .    Cr.  4.   35. 

1.  Convii-nsi  il  vino  tr.ivasare  aventi  set- 
tentrionali, e  Don  meridionali.  Buon.  Pier. 

2.  4-   II*  Le  merci  ii  Irava^tn,  si  traspor- 
tino. 

§.  l.  Per  mela/.  Dani.  Par.  21-  Quand' 
io  fu*  chiesto  e  tratto  a  quel  cappello  Che 
pur  di  male  in  pegK''^  si  travasa.  **-  Z*rnon. 
Pisi.  35.  Questa  si  e  la  riluccutc  casa  DÌ 
tutti  quei,  che  vedi  qui  con  lei.  Che  mor- 
te nuovamente  li  travasa  (cioè,  gli  collo- 
ca in  altro  luogo).  (C)  Dav.  Canio.  X02. 
E  da  lui,  ritenutosi  un  terzo  per  provvi- 
sione, son  travasali  in  E. 

V  §.  II.  Travasare f  vale  anche  Tra- 
sportare le  robe  da  un  luogo  all'  altro  . 
Car.  JCn.  f\.  ^,  Tutti  insieme  scioglien- 
do, travasando,  E  spingendosi  in  alto,  in 
Un  momento  Lasciaro  il  lilo.  Segr.  fior. 
Mandr.  1.  2  DÌ  poi  avere  a  travasare 
moglie,  fante,  niasserìxie,  la  non  niì  qua- 
dra.  (MJ 

TRAVASATO  .  /fdd.  da  Travasare. 
Lai.  elutriatus  ,  transfusus.  Gr.  fitrxy- 
Vi9&ei'v  Salvin.  Di.sc.  I.  212.  Come  un 
liquore  travasato  perde  di  suo  sapore,  una 
pianta  trapìanlala  in  slraniv>  suolo  non  fa 
prode  ;  così  ì  scnliinenti  .svelti  ,  per  rosi 
dire,  dal  huoa  terreno  ce,  iutristi^cono  . 
Segner.  Mann.  Dicemfi  xi.  1.  Fu  diluì 
rome  di  un  lìno.  nobile  si,  generoso,  ga- 
gliardo ,  ma   non  travasalo. 

*  §■  /'  figuralam.  Pep.  Dream.  73. 
l'assali  (i  libri  più  antichi)  per  manco 
roani  e  men  travasali,  portano  minor  pe- 
rìcolo di  ciierc  siali  ronlaniitiali  o  dalla  ne- 
glìgcnzia   o   dalle   voglie   de*  copiatori,   (l) 

'f  TRAVATA.  Unione  di  travi  conge- 
gnate insieme  per  ripone  ,  o  per  rrggrre 
gagliardamente  checche  .tia.  #  Stor.  .\arb. 
In  lungo  di  navilii  con  molli  fnilrri ,  1  he 
sono  travaio  di  legnami  congiunti  insie- 
me. Tac.  Dav.  Ann.  13.  l58  Fcccsi  di 
Iravale  un  cerchio  ,  acciò  non  potessero 
fuggire,  agiato  da  poterviȓ  rin|tiraTr,  ma- 
neggiare ,  vtigaro  e  romhaltcre.  ( ?>')  C$uicc. 
Stor.  12.606.  Accostatoli  con  gatti  e  ira- 


TRA 

vate  al  fosso  e  alla  muraglia  della  fortex- 
za ,  attendeva  a  far  la  mina. 

*  TRAVATO.  Aggiunto  di  cavallo  bal- 
zano. Red.  lett.  |.  7.  Balzano  travato  ii 
dice  quando  A  hianro  è  nel  pte<le  dinanzi 
e  nel  piede  di  dietro  dalla  stessa  handa.  (*) 

«  TRAVATURA.  Gli  ordini  delle  travi 
nelle  impalcature.  Baldin.  /oc.  iJis.  (A) 
Bart.  Ricr.  Sav.  l.  I.  i^-  23|.  E  final- 
mente ec.  ducente  e  più  ossa  ,  che  sono 
la  travatura,  che  lieva  su  alto ,  in  castel- 
la, figura,  e  tostien  lutto  il  corpo.   (C) 

•f  *  TRAUCCIDEIIE.  In  forma  di 
neittr.  pass.  Uccidersi  t  Ammazzarsi  gli 
uni  cogli  altri.  Salvia.  J/tad.  li.  4"7- 
Cola  i  destrieri  addirizziamo  e  '1  cocchio. 
Dove  massimamente  cavalieri  E  fanti  mala 
briga  in  tra  lor  messa,  Trauccidonsi,  e  cla- 
mor sorge  infocato.   (Aj 

•f  TIlAUDIRE.  Ingannarsi  nell'udire. 
Udire  una  cosa  per  un'  altra  .  Lai.  per- 
peram  aitdire  .  Gr.  IZxpc/JKoJt.tv  ■  l'ass. 
Amint.  I.  2.  Quivi  altilan  le  maghe,  che 
incantando  Fan  travedere  e  traudir  cia- 
scuno .  Salvia.  Disc.  2.  x34-  1  pìccoli 
moli  sembrano  grandi  nel  sonno  ,  che  fa 
Iraudire  e  travedere  maravigliosamente. 

TllAVE  .  Legno  grosso  e  lungo  ,  che 
s*  adatta  negli  edijìcii  per  reggere  i  pal- 
chi e  i  tetti.  Lai.  trabs,  trahes.  Loft.  16. 
Tanto  t'  è  per  lei  prendergli  ,  quanto  se 
per  una  delle  lue  travi  della  camera  gli 
prendessi.  Tes.  Br.  3.  fi.  Tutte  le  travi 
e  gli  arcali  del  tuo  dìfirio  sia  taglialo  di 
Novembre,  o  almeno  ìufino  a  Natale,  in 
tal  maniera,  che  ne  c»ca  lutto  V  umidore 
che  e  nelle  vene  del  legno.  Frane.  Barb. 
235.  12.  Da  quel  che  va  si  grave.  Che 
par  che  porli  un  Irave.  Pani.  Purg.  3o. 
Siccome  neve  tra  le  vive  travi  Per  lo  dosso 
d'  Italia  si  congela  (qui  per  P  Albero  dì 
che  si  cava  la  trave  J. 

§.  1.  Dicesi  in  proverh.:  Ogni  brusco- 
lo ,  0  altro  che  sia  piccolissimo  ,  parere 
una  trave  j  e  vale  Stimar  per  grandi  le 
cose  piccole.  Cron.  Morell.  Non  lì  darai 
piacere  ne  in  detti  ne  in  falli,  e  parr'a  che 
ogni  cosa  li  sia  una  trave  .  ì'arch.  Let. 
298.  Se  e  adirato  ,  o  altramente  dì  mal 
talento  ,  piglia  agevolmente  ogni  occasio- 
ne ,  ed  ogni  bruscolo,  come  volgarmente 
si  dice,  gli  pare  una  trave. 

^  g.  II.  Pure  in  proverb.  Più  debole 
il  puntello  che  la  trave,  e  dicesi  quando 
chi  aiuta  è  più  debole  dell'  aiutato  .  P. 
PUNTELLO.  §.  VI.  (yj 

g.  III.  Dar  la  trave.  Varch.  Ercof. 
56.  Usansì  ancora,  in  vere  d*  adulare,  so- 
lare, o  dar  la  soia,  e  co>i  dar  1' allodola  . 
dar  caccabaldola,  moine,  roselline,  la  qua- 
dra,  la   trave. 

TRAVECCHIEZZA.  V.  A.  Decrepità, 
Ultima  vecchiezza.  Lai.  seniiim,  senectiis. 
Gr.  '/ripai  ■  Sm.  Pi.it.  26.  Altro  nome 
mi  convieue  trovare  alla  mia  cl^,  e  ancora 
al  corpo  si  ron\  iene  altro  vocabolo,  e  que- 
sto si  e  non  solameote  veediiezi.!,  ma  Ira- 
Tcerhieua.  P  4o-  Dall'  una  parte  ha  l'at- 
to fanriullczia,  dall'altra  giovanezza,  dall' 
altra  un  Irjpasso  da  giovanezza  ■  vecchiet- 
za,   p   dall' atira   ha   fallo   Iratccchirzia. 

*  TRAVEDENTE.  Che  travede.  Sal- 
vin. Pios.  Tose.  I.  .^8;).  Il  no>tro.  delle 
lettere  amante  ,  non  faceva  altro  che  di- 
scoprire il  vero,  e  Irar  fuora,  e  mostrarlo 
a  guisa  d'  amante  si,  ma  non  travedente, 
non  int^annaln.   (*) 

TRAVEDERE.  Ingannarti  nel  vederr, 
Vedere  una  cosa  per  un'altra.  Lat.  ca- 
ligare, aìlticimiri.  Gr.  7SX.pt t^i~tiv.  Pìr. 
nov.  2-  204-  Oh!  rome  pu"  riserr  avvc' 
nulo  questo  T  io  ho  paura  di  non  trave- 
dere, l'ass.  .'tmint.  |.  a.  Quivi  abìtan  Ir 
maghe  ,  rhr  mrantanilo  Fan  travedere  r 
trauilir  ri.isrunu.  »>  .Vender.  Seti.  /Vmr. 
Dichiar.   Op.  E  perchè  mai  noi  può  fare 


TRA 

con  ragioni  Tcre  ec.  si  affatica  di  farlo 
con  apparenti  ,  come  fa  chi  fa  travede- 
re- (TCj 

*  §.  Travedere,  vale  anche  Prendere  er- 
rore. Ingannarsi  nel  far  checchessìa.  Dep. 
Decam.  72.  In  quettc  voci,  dove  ha  qual- 
che simiglianza,  strana  co»a  a  vedere  come 
ci  traveggano  spesso  alcuni  forestieri.  (V } 
P,ed.  lett.  2.  2i.  (  Fir.  1779  )  Ho  infin 
dubitalo  dentro  di  me  medesimo,  che  qnel- 
r  amore  ,  ch'io  porlo  a  V.  R.  non  mi  fa- 
cesse travedere.   (C) 

*  TRAVEDEVOLE.  Add.  Atto  a  far 
travedere,  /fellin.  Disc.  2.  io.  Né  il  mio 
ragionare  magnifico  è  uno  sfurso  fanlasiu- 
so  di  colori  oratorii,  ìnganDevoImente  con- 
doni con  un  magistero  di  dipintura  più  tra- 
vcdevol  che  vero,  come  ce.  (Bj 

*  TRAVEDIMENTO.  Abbagliamento, 
Abbaglio.  Lai.  allucinatio.  Gr.  Tiztpvit'lt- 
'^t;.  Segner.  }fann.  Agost.  l!^.  3.  A  cre- 
dere un  lai  viaggio  che  si  richiede  ?  ce. 
Giudicare  con  quei  principiì  di  fede,  che 
soli  al  mondo  non  sono  mai  solloposli  a 
travedìmcnlo  .  (')  Bellin.  Pise.  2.  238. 
Badate  un  pu'l>cne  se  questi  son  vani  tra- 
vcdimenlì  d'incanti,  o  sodezze  palpabili 
di  veril'a.   ( F) 

TRAVEDUTO.  Adti.  da    Travedere. 

f  TRAVEGGOLE,  e  TRAVVEGCO- 
LE.  Sust.  pi.  ed  e  Quel  sottilissimo  appan- 
namento nella  luce  degli  occhi,  per  cui  gli 
oggetti  si  veggono  alterati,  e  spesso  /'  un 
per  /*  altroj  onde  Aver  le  travveggole , 
si  dice  di  Chi  in  vedendo  piglia  una  co- 
sa per  un'  altra,  o  travede.  Lab.  l^^. 
Tu  menti  per  la  gola,  tu  bai  le  Iraveg- 
gole.  Frane.  Sacch.  nov.  12O.  Nella  fine 
dissono  che  '1  tianditore  aveva  aruto  le 
traveggole.  Lasc.  Sibili.  5.  II.  Quando 
10  gliene  dissi,  egli  mi  uccellava  ,e  diceva 
che  io  aveva  le  Iravveggolc.  E  Spir.  4- 
3.  Costui  sospettoso  gli  jtare  aver  veduto 
le  meraviglie  ,  come  egli  avesse  le  trav- 
vepgole. 

§.  Far  venire  le  traveggole,  vale  Far 
travedere.  Cecch.  Incanì.  3.  2.  Questo  i 
un  inrantesimo,  1  he  fa  Tcnìre  agli  occhi 
le  traveggole. 

TRAVERSA.  Legno  messo  a  traverso 
per  impedire,  0  per  riparare.  Lat.  asser 
transversus.  G.  /'.  12.  gS.  2.  Abbarrato 
per  mare  e  di  fuori  con  pali  e  trarersc 
di  legname. 

§.  L  E  per  sìmilit.  si  dice  di  Qualun^ 
qiie  altra  cosa  che  si  ponga  a  trai'erso. 
*  Borgh.  Arm.  Fam.  4-  Volendo  cia- 
scuno la  propria  insegna,  e*  fu  forza  d'al- 
largarsi in  più  colori,  e  que'  medesimi  ìn 
diversi  mudi  formare:  a  doghe,  a  sbarre, 
a  Irarersc  ,  a  onde  ,  a  scacchi.  (1') 

§.  II.  Traversa,  per  lo  Spaziò  che  at- 
traversa-  Lai.  of>liqiiita.t,  spatìum  tran- 
sversum.  Gr.  /sJo'tt;;,  "ìayiorr,;.  JTjor. 
Fur.  5.  lo4-  La  forma  sua  (  della  Boe- 
mia}  e  quasi  tonda,  e  con  tanta  traversa, 
quanta  può  camminare  ìn  tre  di  uno  a 
pie,  che  non  p<irtì  se  non  >è  stesso. 

§.  MI.  Traversa, per  tfcorriatoiaj  Stra- 
da non  principale  ,  che  abbrrt-ia  il  Cam- 
mino j  Trageito.  Lai.  semita  iransversm. 
Gt.   ri   n/a/t5rf- 

§.  IV.  Trtuersa,  per  yfanro%'escto.\.9^. 
ictus.  Gr.  ttXt;'/»;*.  Morg.  7.  54'  E  man- 
dritti; traverse  con  fendenti. 

f  §.  V.  Alta  traverta  ,  pesto  avver- 
bialm.  ,  vale  lo  stes.to  che  .4  tra%'erso  . 
Lai.  transversim  ,  in  lrans%ersum  .  Gr. 
izivyibii.  Tesorttt.  fìr.  a.  17.  Perdei  il 
gran  cammino,  E  tenni  alla  traversa  D'uoa 
selva  diversa. 

§.  VI.  F  figiiratam.  va!e  Con  isde- 
gno.  Stranamente,  Rabbiosamente.  Frane 
Sacch  nov.  22().  Rispondendo  nuovamen- 
te e  alla  traversa  spesse  volle  a  mrsser 
Aldighicri. 


TRA 

*  §.  VII.  Traversa,  dicono  i  militari 
Una  massa  di  terra,  o  Un  muro  di  forma 
quadrilunga  ,  che  si  alza  di  disianza  in 
distanza,  lungo  i  lati  della  strada  coper- 
ta per  solfarla  dall'  essere  imboccala  dal- 
l'artiglierie  nemiche;  e  generalmente  Ogni 
opera  della  stessa  fgura,  che  si  costrui- 
sce in  questa,  o  quella  parte  del  recinto 
per  lo  stesso  fine.  Calil.  Tralt.  fort.  42. 
Servono  (i  cavalieri)  eccellentemente  per 
traversa  al  battere  per  cortina,  e  fanno 
bonissimo  6anco  alla  cortina  per  di  den- 
tro. F.  48.  Nello  slesso  tempo  si  sbasserà 
il  fondo  ,  per  tutto  quello  spailo  che  re- 
iteri tra  r  uno  e  1"  altro  di  questi  argini 
di  balle  o  fascine)  e  s'  ajierà  la  traversa, 
•  sari  ricoperta  più  sicura.    (Cj 

TRAVERSA  .  Avversil'a  j  che  più  co- 
munemente fu  detto  Traver>i*J  modo  an- 
tico. Lai.  res  ad\erstr,  infirtunium.  Gr. 
*viiTux>5>«Ta.  G.  r.  11.  iBg.  6.  Tan- 
te furono  le  traverse  e  dififalte  della  no- 
«tra  oste .  Bocc.  Leti.  Pia.  /ìoss.  279. 
Ori  non  50  io  se  voi  siete  del  numero 
di  coloro  che  si  dolgono  più  nella  vec- 
cbieiia  alcuna  traversa  avvenirgli,  che  se 
nella  giovìnezxa  avvenisse.  ^  Lar.  lett. 
xned.  a  332.  Lo  stato  del  conclave  è 
questo  :  Carpi  e  Putco  sono  in  carriera  , 
ina  non  possono  giugnere,  ed  hanno  delle 
traverse  pure  assai.  (^ì 

TRAVER.SALE.  Add.  Trasversale.  Lat. 
transversalis.   Gr.  rrJa'yio;.    ff-  3.  7.6. 
E  le  lolle  si  rompano  ,  e 
mondino  ,    così  i   diritti    minori 
traversali  solchi  maggiori   pe 


TRA 


TRA 


i6ot 


e  i  solchi    si   rì- 


come  1 
le  inferiori 
parti  de' campi  impressi,  liiion.  Tane.  1. 
3.  Sol  signor  di  quattro  loUe  Traversai 
Edecommesso  (qui  nel  signifc.  del  §.  II. 
di  TRASVERSALE). 

TR.ÌVERSALMENTE.  Avverb.  A  tra- 
verso .  Lat.  transversim  .  Gr.  ^riayiw?  . 
Cai.  Cali.  25».  Traversalmente  le  muo- 
va per  tanto  spatio  ,  quanto  è  la  mela 
della  sua  grosseua.  E  Sist.  ^27.  Nei  ma- 
ri che  traversalmente  si  distendono  verso 
i  poli  ec. ,  non  resta  cagione  di  Qussi  e 
riflussi . 

TRAVERSAMENTO.  //  traversare. 
't  §•  Traversamenlo,  per  Vivisamen- 
10  di  traverse  .  Lib.  J'iagg.  Di  sopra  al 
muramento  e  sopra  le  scalee  v'  e  certo 
traversamenlo,  ovvero  ordinamento  accon- 
cio con  bello  e  6nissimo  marmo,  dove  ha 
a  stare  lo  'mperadore  a  vedere  fil  l  oca- 
hol.  alla  voce  SCALEA  legge:  sopra  alle 
scalee  ec,  dove  ha  da  slare  lo  imperado- 
re  a  sedere  ). 

TRAVERSARE  .  Passare  a  traverso  , 
Attraversare.  Lat  transverso  cedere.  Gr. 
nXayiui  StoSsuti-j  ■  Bocc.  nov.  18.  16. 
Limosinando  traversò  V  isola.  E  nov.  99. 
7.  Non  vi  sia  grave  1'  avere  alquanto  la 
via  traversala  ,  per  un  poco  men  disagio 
•vere.  Vani.  Purg.  5  Appiè  del  Casen- 
tino Traversa  un'  acqua  e'  ha  nome  l'Ar- 
cbiano  . 

*  §.  1.  Per  Stendere  per  traverso  . 
Frane.  Sacch.  nov.  II9.  Si  coricarono  a 
dormire  nella  detta  pai;lia;  e  traversando 
le  gambe,  e  intraversando  V  una  sopra  1* 
altra  ec,  uno  guarda  fra  le  dette  gambe, 
e   videle  cosi  infrascate.  (F) 

f  #  §.  11.  Traversar  la  via  ad  uno, 
vale  Impedirgli  che  passi  ponendosi  a  tra- 
verso della  via.  Fav.  Fsop.  129.  Appena 
mi  tengo  eh'  io  non  li  dia  la  mala  ven- 
tura per  avermi  traversata  la  via.   (V) 

ir  g.  111.  Traversarsi  con  alcuno,  va- 
le Impacciarsi,  Aver  che  fare  con  alcuno. 
Lasc.  Arzigog.  4-  7-  Levamelo  dinanzi  , 
eh'  io  non  mi  voglio  più  traversar  se- 
co, f.v; 

TRAVERSARIA.  Spezie  di  rete  da  pe- 
scare; Beiza.  Ir.  10  36    3.   Anche  si  pf 


aliano  fi  pescij  ne'  6umi,  e  in  tutte  spaziose 
Vocabolario  T.  il. 


aeque  con  rete,  la  quale  alcuni  chiamano 
traversaria  ,  che  è  composta  di  tre  reti  , 
che  le  due  son  grosse  e  rade  ,  e  quella 
del  meno  sottile  e  6tla  ,  ed  ha  nell'  un 
lato  piombo,  e  nell'  altro  suverij  e  se  sia 
mollo  lunga,  abbia  alcune  iucche  secche, 
acciocch'e   Mia  diritta  ncU'  acqua. 

TRAVERSATO.  Add.  da  Traversare. 
Frane.  Sacch.  nov.  5o.  Le  calie  non  ba- 
sta si  portino  una  d'  un  colore  e  1'  altra 
d'  un  altro,  ma  una  calza  sola  dimezzata, 
e  traversala  di  Ire,  o  quattro  colori  (ciac, 
fatto  a  liste  ).  Cr.  g.  8.  I.  Il  miglior  ca- 
vallo che  sia,  è  quello  il  cui  volto  è  am- 
pio ,  e  il  cui  vedere  è  a  lunga  e  acuto  , 
ed  i;  ben  traversato  (  cioè  ,  grosso  ,  ben 
ossuto,  bene   unito,  atticciato  ). 

t  TRA  VERSTA  .  Term.  marineresco  . 
Furia  di  vento,  che  agitando  grandemen- 
te le  acque  del  mare,  impedisce  il  corso 
della  nave.  Serd.  Star.  2.  70.  Una  delle 
sei  navi  da  carico,  assalita  da  una  traver- 
sia, diede  in  una  ieici.Ar.  Fur.  19.  5l. 
Maestro  e  traversia  più  non  molesta,  E  ti- 
ranno del  mar  Libeccio  resta.  Ked.  Di- 
tir.  42.  Veggio  rotti  e  remi  e  sarte,  E 
s'  inturian  tuttavia  Venti  e  mare  in  tra- 
versia. 

TRAVERSIA.  Disavventura,  Disgra- 
zia .  Lat.  infortunium  .  Gr.  Ju5TU);>a. 
Ilellinc.  son.  2^0.  Farò  il  buono  ,  il  di- 
screto, il  giusto,  il  netto.  Per  fargli  uscir 
poi  qualche  traversia.  Car.  lett.  2.  157. 
Ma  per  le  traversie  che  corron  di  que- 
sti tempi  ec.  gli  è  parso  impetrare  da  N. 
S.  ec. 

*  TRAVERSINO.  Term.  de"  Costrut- 
tori e  Marinai  .  Pezzo  di  legno  posto  a 
traverso  di  alcune  parti  delle  navi.  (A) 

f  TRAVERSO.  Siist.  V  estensione  di 
un  corpo  considerato  nella  sita  larghezza. 
Cuicc.  Slor.  l3.  633.  La  natura  ha  fallo 
un  fossato  dirupato  ,  che  piglia  tutto  il 
traverso  d'  un  piano  infino  al  monte  . 
v  Ces.  Nov.  272.  Ora  parvi  piccola  cosa 
trema  braccia?  quella  coda  terrebbe  tutto 
il  traverso  di  questa  chiesa.  {t'J 

§.  Traverso,  per  Colpo  dato  a  traver- 
so. Manrovescio.  Lat.  ictus.  Gr.  Tty.fiyr'. 
Bern.  Ori.  1.  20.  32.  Sta  cheto,  e  mena 
un  traverso,  o  fendente,  E  ciò  che  trova 
manda  in    sul    sentiero  . 

t  TRAVERSO.  Add.  Obliquo,  Non  di- 
ritto .  Lat.  transversus  ,  obliquus  .  Gr. 
rt)a/io«  ,  Jofo':.  Pallad.  Marz.  II.  Son 
da  seminare  i  cardi  crescente  la  luna,  ec. 
guardando  che  i  semi  non  si  seminino  sot- 
tovolti, o  traversi,  imperocché  crescereb- 
bero e'  cardi  debili  e  non  ripiegati.  Filoc, 

2.  4o3.  E  se  'I  colpo  fosse  stato  traverso, 
siccome  fu  diritto,  opinion  fu  di  lutti,  che 
tagliata  gli  avrebbe  la  testa.   Buon.   Fier. 

3.  3.  2.  Traverso  scorridor  ,  che  non  sa 
dove  Lo  guidi  il  caso. 

!ls  g.  I .  Traverso ,  accenna  anche  I' 
estension  di  un  corpo  considerato  nella 
sua  larghezza.  Bellin.  Disc.  1.  l63.  Si 
riducano  di  larghezza  intorno  a  due  dita 
traverse.   iC) 

g.  II.  Traverso,  per  Traversato  di  li- 
ste. G.  V.  IO.  154.  2.  Niuna  donna  non 
potesse  portare  ec.  nullo  vestimento  inta- 
gliato, ne  dipinto  ec,  ne  nullo  addogato, 
ne  traverso. 

f  §.  III.  Traverso  ,  fgiiratam.  per 
Avverso  .  Lat.  adversus  .  Gr.  evavTt'fl?. 
Bocc.  Lett.  Pia  Boss.  279.  Niuno  vec- 
chio è  ec.  ,  il  quale  per  varie  avversità 
non  abbia  pianto  molte  volte  ,  molte  do- 
lutosi ,  molte  la  morte  desiderata  ;  nelle 
quali  cose  essendo  indurato,  e  callo  aven- 
do fallo  ,  con  molla  meno  fatica  le  rose 
traverse  vegnenti  riceve  e  porta  ,  che  i 
giovani  non  farieno  .  Filoc.  4.  \'/5-  E 
certo  in  alcuno  amore  i  fati  non  furono 
mai  tanto  traversi  ,   quanto   nel  mio  sono 


slati.  *  Red.  lett.  66.  Il  serenissimo  Gran- 
duca avendo  inteso  il  caso  traverso  delle 
ottocento  pezze,  o  leoni  che  non  sono  stati 
pagati  a  V.   S.  ce.  ha  risoluto  ec.   (C) 

§.  IV.  Per  Aspro,  e  Incomportabile  . 
Cavale.  Med.  spir.  Innanzi  che  gli  rice- 
vessono  a  professione  ,  gli  provavano  con 
molle  ingiurie  ,  e  obbedienze  traverse  ,  e 
fuor  di  modo,  ec.  Fr.  lac.  'T.  3.  18.  II. 
Padre,  do*  vuoi  ch'io  vada?  Fino  a  quel 
popol  d'India  sì  traverso? 

f  5  §.  V.  ..4  traverso  ,  posto  avver- 
bialm.  vale  Per  parte.  Per  fianco.  Obli- 
quamente. Bern.  Ori.  I.  17.  3o.  Perchè 
Rinaldo  il  tagliò  per  un  verso.  Che  i  Geo- 
metri  chiamano  a  traverso. 

:?  §.  VI.  A  traverso  ,  vale  anche  Da 
una  parte  all'  altra,  considerata  la  cosa 
per  lo  verso  della  larghezza.  Bocc.  nov. 
77.  64.  Presi  i  travicelli  della  scala,  la 
cominciò  a  drizzare,  come  star  dovea,  e  a 
legarvi  con  ritorte  i  bastoni  a  traverso.  (C) 

*  g.  VII.  A  traverso,  si  usa  anche  a 
modo  di  prep.  e  vale  lo  stesso  .  F.  A 
TRAVERSO,  g    V.  (C) 

*  §.  Vili.  Andare,  0  Dare  a  traver- 
so ,  dicesi  di  nave  che  faccia  naufragio  . 
r.  A  TRAVERSO,  §.  111.  (O 

*  g.  15.  Andare  a  traverso  ,  figura- 
tam.  dicesi  di  negozio,  0  di  persona,  che 
abbia  esilo  infelice  ,  che  finisca  male . 
Morg.  14.  1.  Padre  del  cielo  ec  Non  mi 
lasciar  perduto  ire  a  traverso.  Mentre  eh' 
ancora  è  pronta  la  mia  voglia.  (Cj 

^  g.  X.  Dare  a  traverso  ad  uno,  vale 
fguratam.  Oppcrsegli,  Dire  il  contrario 
di  quel  che  egli  dice.  J.a.ic.  Cen.  1.  nov. 
4.  91.  Niuno  ardiva  di  dirgli  cosa  ninna 
alla  scoperta  ,  benché  mille  bottoni  aves- 
sero sputato  ,  e  mille  volte  datogli  a  tra- 
verso.   (Cj 

*  g.  XI.  Guardare  a  traverso,  dicesi 
di  Chi  ha  gli  occhi  scompagnati,  per  cui 
guarda  obliquamente.  "  Maini.  I.  39. 
Dietro  al  Duca,  che  ognun  guarda  a  tra- 
verso ,  Vanno  canUndo  1'  aria  di  Scappi- 
no »  .  (C) 

*  g.  XII.  E  fguratam.  vale  Guardar 
con  mal  occhio  ,  in  modo  indicante  ira, 
collera  .  o  simili  .    V.    GUARDARE  ,   §. 

XII  (C) 

*  g.  XIII.  Pigliare  a  traverso ,  fgu- 
ratam. vale  Pigliare  in  mala  parte  ,  in 
senso  contrario.  (C) 

sl=  g.  XIV.  Di  traverso  ,  posto  avver- 
bialm.  vale  Dalla  banda  trasversale.  Tra- 
sversalmente. J\  DI  TRAVERSO.  (CJ 

*  g.  XV.  Talora  vale  anche  Pa  una 
parte  all'  altra  considerata  la  cosa  per 
lo  verso  della  larghezza  .  ■■  Pant.  Inf. 
3o.  Con  tutto  eh'  ella  volge  undici  mi- 
glia ,  E  men  d'  un  mezzo  di  traverso  non 
ci  ha  ...   (C) 

*  §.  XVI.  Da  traverso,  posto  avver- 
bialm.  vale  Obliquamente .  »  Pelr.  cap. 
6.  Così  rispose;  ed  ecco  da  traverso  Piena 
di  morti  tolta  la  campagna  ...  (Cj 


*  g.  XVII.  Biguarilare  qualcuno  da 
traverso  ,  fguratam.  vale  Guardarlo  in 
modo  indicante  ira  ,  collera  ,  o  simili . 
..  Alam.  Gir.  17.  4o  Ma  il  possente  guer- 
rier  tosto  s'  arresta  ,  E  'I  riguarda  cruc- 
cioso da  traverso  ».   (Cj 

•y  g.  XVIll.  In  traverso,  posto  avver- 
bialm.  vale  Obliquamente.  Piceli.  Fior. 
47.  Il  meu  ec.  ha  le  radici  sottili,  e  spar- 
se, alcune  in  traverso,  ed  alcune  in  pro- 
fondo.  (C) 

*  §.  XIX.    Vale  anche   Pa  una  parte 


air  altra  considerata  la  cosa  per 


lo 


so  della  larghezza  .  Dittam.  6.  3.  Questo 
braccio  di  mar  stretto  in  traverso.  Lungo 
infra  terra  vien  da  mezzogiorno.  (C) 

*    g.   XX.   Per  traverso,  posto  avver- 
bialni.  vale   Obliquamente  .   "   Cr.  2     17. 
3.    Se   la    terra   é   poco    abbondevole   per 
201 


i6o2 


TRA 


WBOre  ,  dlrua  lempcr^medlo   riceve  ,    im-  | 
porocchè  ii  cava    eoa    foiwtì    per    Uaver- 
4l>  ».   (Cj 

''.'  §.  XXI.  Ta/ora  vale  anche  Per  lo 
verso  della  larghezza  iteUa  cosa.  Cr.  g. 
37.  2.  lacuDljueiile  culaie  ii>gros:>dmeulo 
così  per  Io  lungo,  cotnc  per  traverso,  ac* 
cuuciamente  i^  iacaocì.  ( Cj 

3?  g.  XXII.  IC  Jìguratam.  vale  In  una 
maniera  insidiosa  ,  contraria  alla  probi- 
tà, alla  stncerttà,  alla  rettitudine,  u  Mae- 
struzz.  2. 8.  3-  Il  dclrallorc  fa  questo  in  due 
tDodi:  alcuna  volta  per  «Jiritio,  alcuna  volta 
per  ol)li<iuo,  e  per  traverso.  l*er  dirillo  la 
questo  in  quallru  modi,  ec;  ma  per  olili- 
quo  ,  ovver  per  traverso  ,  si  fa  in  due 
modi  ».  Varcli.  Kvr.  Giov.  l\j.  E  di  tut- 
to fu  ragione  l' ordiiiatnenlo  della  mktixia, 
tanto  tt-nipu  e  sì  grandemctitc  da  tutti  Ì 
vecchi  l)i.iìiinato  ,  e  vietala,  e  poi  conce- 
duta al  6ne  non  dirìltaniente,  ma  per  tra- 
verso.  (C) 

\  V  TltAVERSO.  Àx-vcrb.  Traversai- 
mente.  Alain,  Colt.  5.  112.  Di  fonte  o  di 
ruscel  chiare  acque  e  dolci  Per  gli  erliosi 
seotier  corrin  vicine,  Ove  in  mezzo  di  loc 
Iravcrso  giaccia   Pietra  o  tronco,  f/^ 

'.'  TKAVEUàO.Mì.  Siist.  Accrescit.  di 
Traverso  f  nel  signijic.  di  M'inrovescio. 
Bardi .  E  vuol  tirargli  ud  traversone  al 
collo.  (Aj 

#  §.  Traversone.  Terni,  de'  Carrai, 
Carrozzieri ,  ec.  lirosso  pezzo  di  legno  , 
che  rfgQC  le  stanghe  per    traverso.  (Aj 

TRAVEIISO.NE.  Avverò.  A  traverso. 
Per  traverso.  Lai.  i'i  transversunt  .  Gr. 
JlAayi'wi-  Nov.  ant.  60.  2.  E  cosi  arma- 
lo ,  come  clli  era  ,  lo  misero  traversone 
sopra  d'  uno  ronzino. 

•"?  '^.  In  traversone,  vale  lo  stesso  che 
Traver.iQnc.  lienv.  Celi.  l'it.  3.  l^\5.  Ti- 
landosi  in  punta  di  pie  in  traversone  gran- 
ohiesramcnte   -li  fece  riverenza.  (Cj 

TRAVERTINO.  Tiburtino.  I.at.  lapis 
trihurtintts.  •'.'  Baldin.  1  oc.  Dis.  Il  tra* 
vertino  di  Tivoli  b  di  grana  ruspa  ,  e  di 
rolor  hiaoco.  f,7>  Impcrf.  l'ini.  D.  l^.  T. 
8-  383.  Allora  fuori  che  nella  grandezza, 
ihe  differeuia  fareste  voi  da  esso  (mondo) 
a  una  palla  di  travertino?  ;  !•') 

•f  *  TRAVESTIMENTO.  //  trave- 
stirsi. Cecch.  Ass.  5.  4-  Andate  a  far  le 
haie  e*  travestimenti  a  casa  le  sciagurate, 
non  a  casa  gli  uomini  dahbenc.   (Aj 

TRAVESTIRE,  t'estire  alcunodcgli  al- 
trui panni,  perche  non  sia  conosciutoj  e 
si  usa  in  signijlc.  alt.  e  neutr.  pass.  Lai. 
vestem  mentiri  ,  vel  mutare.  Or.  t^v 
ìs^/Ttoc  àX'X^OJtJii^xi.  Fir.  Trin.  ^.  2. 
Ma  dove  andremo  noi  a  travestirci,  che 
uo' non  siamo  veduti? 

s>  §.  I.  Efigtinttam.  Salv.  Awert.  1. 
2.  12.  Ma  egli  le  trasfigura  (le  parole  ) 
assai  spesso,  e  alla  nualia  foggia  quasi  le 
travcsliscc-  ($') 

2-  U.  Travestirsi,  diciamo  anche  allo 
Immasch'rarsi  .  Lat.  personam  indutre  . 
Or.  ^yq/xa  jTTO/^Siviiàai  .  Buon,  l-'ier. 
I.  A.  o.  £  si  travestono  Non  pur  di  te- 
lerie, non  pur  di  quoia,  Ma  d'ogni  lavo- 
rio, d'ogni  materia  ài  fanau  invoglia  ma- 
sclicre  fantattirlie. 

5  TRAVESTITO  Add.da  Travestire. 
Lat.  vestem  mcntitus,  persona/n  indiitus. 
Gr.  T*Jv  iz^r,-'x  xlx^o>'>oo'ucv9;.  fìocc. 
nov.  28.  16.  Travcitito  de'  panni  di  l'c- 
rondo  ec.  v'audo.  lìern.  (hi.  2.  |5.  5o. 
Era  nel  rc^no  del  re  Carlomano  Venuto 
ascosamcDlc  e  travestilo  A  cercar  quella, 
onde  '1  core   ha  ferito. 

*••  §.  I.  iCin forza  di  sust.»  l'ir.  Trin. 
4.  7  Che  travestito  h  questo  scnxa  ma- 
schera? /■,"  appresso:  O  iravoslìto  ,  come 
avete   vo'  nome  >«  ?  (S)      " 

f  §  li.  Jn  proverb.  l  travestiti  si  co- 
noti;onQ    al    cavar   della    maschera  y    che 


TRA 

vale,  che   Alla  fine  ti  scuoprono  gfi   1*0- 
niini  /randolenti. 

TRAVETTA  .  Dim.  di  Trave.  Lat. 
trahicula  .  Gr.  oV/t.;  .  ■'^'egr.  i-'tor.  Art. 
gucrr.  7.  l5l.  lo  ho  vedute  di  queste  sa- 
racinesche, che  voi  dite,  fatte  nella  Ma- 
gna di  travetto  in  forma  d'  una  gralicola 
di  ferro  ,  e  queste  nottre  kODo  fatte  di 
panconi,   tulle   massicce. 

-i-  TRAVIAMENTO  II  traviare.  Svia- 
mento. Lii.  aberr.itio.  Gr.  «  ~9~/0C  J»J74;. 
Scgner.  Crist.  instr.  3.  32.  2.  Se  v*  iu  • 
tervicne  di  natura  qualche  colpa  ,  non  è 
jlla  più  che  ce.  qualche  leggiero  Ira- 
viaincoto  dal  sentiero  dititlo  della  ragio- 
ne.   (•) 

TRAVIARE.  Cavar  di  via  ,  Allonta- 
nare. Lat.  removere,  a  recto  tramite  de- 
dttcere  .  Gr.  aT«/!iv  t^ì  oÒoj  .  G.  /'. 
10.  7.  7.  Inconlanenle  da  f;uales  il  travia- 
rono per  hocchi  di  lungi  hene  trenta  mi- 
glia. Dant.  Pnrg.  5.  Qual  fona,  o  qual 
ventura  Ti  travio  sì  fuor  di  Campaldino? 
Petr.  soa.  a^i^-  ^'•'  '*  cieco  amore  e  la 
mia  sorda  mente  Mi  traviavaa  sì,  ch'an- 
dar per  viva  Forza  mi  convt.*nia  dove  morte 
era.  l'arch.  i^-z.  4yt.  K.irendo  una  tr.isla- 
zionc  da' viandanti,  (|Ujndo  sono  stati  gui- 
dati fuori  della  strada  diritta,  dice  :  ce.  O 
dolor,  perchè  mi  meni,  per  qual  cagione 
mi  conduci  e  mi  travìi  7 

§.  I.  In  signific.  nentr.  vale  Uscir  di 
via.  Lai.  aberrare.  Gr.  a~9~i^avà5Ì?flti. 
ììuon.  Fier.  3.  2.  9.  O  frodolenli  In  farti 
traviar  gU  assaltatori  ^loo  ti  sian,  ce.  Ar. 
Fiir.  24-  2.  Gli  è  come  una  gran  selva, 
ove  la  via  Conviene  a  forza  a  chi  vi  va 
fallire:  Chi  giù,  chi  &u  ,  chi  qua,  chi  la 
travia  . 

§.  II.  Per  mclaf.  vale  Uscir  di  propo- 
sito ,  Saltar  di  palo  in  fra\ca  .  Lai.  dt 
calcaria  in  carbonariam .  Sen,  Pist.  lo 
ho  forviato  e  travialo  ,  e  sono  entrato  ia 
una  favola  . 

t  TRAVIATO. -^rf</.  rfrt  Traviare j  ed 
usasi  così  nel  proprio,  come  mi  figura- 
to .  Lai.  devitts  ,  errans  .  Gr.  aS*r05  • 
Petr.  son.  6.  Sì  traviato  è  'I  folle  mio 
desio  A  seguitar  costei.  Cas.  son.  2.  Cb' 
a  me  per  voi,  dìsleal  fatto  e  grave.  Esa- 
nima traviata  opprime  e  punge .  Bern. 
Ori.  2.  9.  49-  Ma  dal  signor  di  lutto  'I 
mondo,  Amore,  Aveva  si  la  cicca  mente 
offesa,  Si  traviato  il  fulle  suo  disio  ,  Che 
non  sì  ricordava  por  d'  Iddio.  Buon.  Pier. 
4-  3.  4-  Or  per  terre,  or  per  mare  Tra- 
viato e  smarrito .  *  Borgh.  Orig.  Fir. 
l32.  Non  ci  eia  ancora  mtrodotla  quella 
maniera,  che  di  Grecia  ci  fu  portata  ne' 
tempi  più  bassi,  e  più  traviati  da'coslumi 
antichi.  (/') 

t  TRAVIATORE,  l'erbai,  mate.  Che, 
o  Chi  travia,  ed  anche  Che,  o  Chi  esce 
di  via  .  Buon.  Pier.  ^.  ^.  2^.  E  gli  ri- 
chiami spesso  Traviatori  incauti  a  miglior 
metro  . 

■-;:  TiìAVICELLA.  Pim.  di  Trave.  I  tt. 
S.  Gir.  3  Aveva  appiccala  alla  (ravicella 
sopra  al  suo  letlicriuolo  una  funicella.  (*) 
Pallad.  t).  ConGct'hinsene  due  ordini  con 
ispessì  a^uli   su    le    tiavicellc.   f  l'j 

TRAVICELLI».  Don.  di  Trave.  Lat. 
tigtllus  ,  tigillum  .  Gr.  òottctov  .  llocc. 
nov.  l5.  19.  La  quale  f'Mi-o/.i^  dalla  eoo- 
trapposta  parte  sronrilla  dal  Iravicrllo,  cou 
lui  insieme  se  n*  andò  quindi  giuto.  I\  nov. 
77.64.  Presi  i  travicelli  della  scala,  la  co- 
mincio a  drizzar,  come  star  d>>vca.  .Meas. 
sat.  \.  O  boia,  un'  giorno  il  rana|mlr  ad- 
doppia, Ed  appicca  costoro  a  un  ItavicoUo 
De'  traditori  della  patria  in  coppia. 

THAVILLANO.  /'.  A.  Add  I  illnnis- 
Simo.  Lai.  iliirixsimin  K\i.  o/Xr.^'^a  rxr»,. 
^>/i.  Ptst.  L'uomo  dctt  meglio  anuic  ira- 
lorda  e  Iravillioa  morte,  che  tiaoctlo  lei- 
vaglio . 


TRA 

t  TRAVINTO  .   /'.  A.  Add.   Più  the 

vìnto,  I  into  t  e  rivinto.  Lai.  victus.  Gr. 
:r!_;il9toi  v(/r,&e  ;  .  iUnd .  G.  3.  a.  1 
quali  ,  quasi  «"omc  travinti ,  ubbidienti  al 
suo  aibitrio  ,  non  ardiscono  di  levare  la 
baltaglierescbe  teste. 

f?  THAVISAMENTO  .  //  travitan  , 
L'  tntmajcherare.  Lat.  personae  adiectio. 
Pros.  Fior.  6.  23.  Da  que»to  iravisameQ- 
lo,  che  viene  a  dire  inutamcnlo  di  viso  ec, 
ma&cbcre  sì  dicoa  le  moschvie.  (*) 

*  3-  F per  meta/.  Salv.  Avvtrt.  X  X.  4* 
Sono  tutti  di  Ialina  schiatta  (tj ut'  compa- 
rativi di  cui  parla  t ,  e  quindi  paissaLi  a 
noi  Con  poco  travisamento.  (V) 

TRAVISARE.  Travestire,  immasche- 
rare j  e  si  usa  in  signific.  att.  e  neutr. 
pass.  Lat.  personam  adii*ere  ,  larva  in- 
duere .  Gr.  t^03w:T5»  ùrrao  Jltv  .  Siov. 
ant.  84-  '•  Incontanente  ve  n'ebbe  Unti, 
che  maraviglia  f u  ;  e  ciò  fu,  perchè  molli 
che  non  erano  bisognosi  si  travisaru  ,  e 
audarouvi .  Buon.  I  ler.  4  I-  7-  CredoQ 
far  lor  paura  e  dìscacciotli,  Sendosi  in  que- 
>ta  guisa  travisali. 

§.  F  in  signific.  att.  tale  Ingannare, 
.Mostrare  una  cosa  per  un'  altra  .  Lai. 
dciipere ,  fraiidari.  i,r,  s'^aTrarav-  Ao*-. 
ant.  46.  I-  Con  beiti  sembianti  fece  si, 
che  del  parto  la  donna  non  lo  potè  tra- 
visare . 

TRAVISATO.  Add.  da  Travisare, 
Morg.  i3.  4l-  Marsilio  guarda  questi  com- 
pagnoni ,  Disse  :  voi  siete  cosi  travisali  . 
fiiion.  Ficr.  3.  5.  4*  Senza  veder  trescar 
Cerere  e  Uacco  .Nelle  persone  di  quei  tra- 
visati. F  !\.  4-  l^-  Lhe,  sparsi  per  la  fiera 
travisati ,  Fanno  di  mali  strani. 

TUA  VISO-  //  travisare.  Maschera. 
Lat.  persona.  Gr.  TOs'ffwTOv,  rzpo'sy^vip.v.. 
Buon.  Firr.  4-  X-  7-  !>'  »]uel  carcame  In 
dispoglia  il  petto ,  E  del  bruito  traviso  il 
viso  e  gli  occhi  Dis^^ombra. 

*  TR  AVITO.  /  .  ./.  Steccato,  luogo 
t-ircondato  e  chiuso  di  travi.  Cuitt.  leti. 
39.  88.  Guardando  in  nell*  a&prissiroo  tra- 
vilo, u*  son  or  cimlieUalo.  iirun.  Ltic.  5. 
Simigliante  cosa  è  di  colui  che  sta  Del  tra- 
vilo a  combattere,  (f) 

't  ::•  TRAVOLARE.  /  olare  trameno. 
Polare  al  di  là  .  Salvia.  Jliad.  5.  149. 
Ferillo,  e  1  giun>c  dalla  destra  spalla  ce, 
E  travtiluone  l'amara  saetta,  E  trapatsono* 
dall'opposta  banda,  E  s*  imliratlo  di  san- 
gue la  corazza.  (Aj 

t  3  TRAVOLGERE,*  TRAVOLVE- 
RE.  t  olger  sozzopra,  e  per  altro  verso. 
Lat.  invertere.  Gr.  /aTairsi'^ic»  .  Ftp. 
l'ut.  Sost.  Le  cose  umane  pervertisce  ,1/ 
maldicente  t  e  istorua  e  travolge  (qui  la 
stampa  alla  pag.  26.  Ugge  coi  Testo  bi- 
storua;  e  l>ì>torna  ha  pure  ti  S'ocafutla- 
rio  a  questa  voce  citando  TraU.  Umil.). 
Lab.  307.  Furoniì  si  gli  occhi  corp^irali 
nella  testa  travulti  .  che  tu  non  vvdrsti 
lei  esser  vctrhta  ,  e  già  stomachevole  • 
Uiii.itj  a  riguardare  .  /'d/i/.  la/  20.  Mi- 
rabilmente apparve  esser  travolto  Ciascun 
dal  mento  al  priucipio  del  cosso  .  Petr. 
son.  227.  Mi  tiene  a  fieno,  e  mi  travolve 
e  gita.  ^  ('.ir.  Fn.  IJ.  179  Dammi  rhr 
'I  profumalo  ec.  taiaetino  Gli  scompigli 
una  volta  ,  0  oella  polve  Lo  travolga  a 
Del   sangue,    (fi) 

1?  §.  /:.■  neutr.  pass.  ■  Dami.  /«/".  20. 
Forse  per  foiu  già  dì  parlosia  Si  travol- 
se cosi  altua  del  tutto  ••.  (l\J  Cor.  Fm. 
2.  773.  Tale  uu  colubro  ce-.  Quando, 
deposto  il  suo  lUMilo  spoglio,  Riogiovc- 
uilo  ,  alteramcnlo  al  sole  Lubrico  si  tra- 
volve ,  ec.   tBj 

«  TRAVOLTAMENTE.  Avverò.  Strm- 
M'iianuiiic,  itii'camente.  1  al.  oblique.  Gt 
ni«/iwi  //  Focakol.  ttUm  voct  BIECA- 
MENTE. (') 

TUA  VOLTALE.    Tr«vol$tr*.  LaL  m- 


TRA 

^erl.rc.  Gr.  xara^r/^.^ye.».  »"»"■  F'^^    , 
4.  A.   l5.  ln«n.i.s»'«i""  ^■""'   ''••'''  "'"" 
occupale  Le  conJ.tion  Iravolun  di-gli  >1- 
felli  e  I7">  fiS'iri'Iam.  )■  _         ,       . 

TRAVOLTO.  -yJJ.  rfo  rrnro/jer. . 
L.l.  i/!..»-.».!.  Or.  «aTSarpayfi.vo;.  K/inf- 
Pur?.  33.  Dorme  lo  •ng.'gi.o  tuo,  se  noD 
i>U„f.  Ver  s,.gular  cagiuoe  c.er  ecceh. 
Lei  unlo,  e  si  IravuU»  nella  c.ma.  hocc. 
„..■.  11.  7.  Ver  re«ere  com  Iravollo , 
oaandu  vi  fu  mcDalu  .  non  1' .via  cono- 
?ciulo.  Cr.  l.  5.  2-  La  Pi-l»  ;"""j» 
che  dice  l'ialon.',  b  Mmiglianlc  alla  li„uia 
d-  un  uomo  IraTollo,  ciui:  clic  al.l.ia  il  ca- 
po di  sono  .  Iranc.  S«rch.  Op-  ■>"■  *• 
Crislo  fu  .1  più  Lello  e  •!  meglio  proror- 
.ionalo  corpo  che  mai  fosse  ,  e  non  cl.he 
gli  occhi  l'avoli,,  né  spavenUU.  />c/»".. 
OHinlil.  (•■  1  coli,  vedovi  .1.  lavor.,lori,  e 
neun.  «>lle  Iravolle  coli' aralro. 

TRAVOLVEKE.    1.  Tl'AVOLCERE. 
TRAVVEGGOI.E.    /•   TKANEGCO- 

LE 

TUE.  Nome  numerale,  che  segnila  "••■ 
meJ.atamenle  al  .lue.  senza  disl.uz.cne  d 
alc^n  genere.  Lai.  ('«■  Gr.  -f-^i""";^ 
no.:  16.  16.  Alla  6..e,  forse  dopo  Ire,  o 
quallro  anni  appresso  la  parli!..  '•'"»",• 
pervenne  in  Lunig.ana  .  J>anl.  '<"■.■  ^• 
Tre  specchi  prenderai,  e  due  rimuo».  Da 

le.  P.lr.   son    =4-  «•"'""'  f""  T  '""' 
men  bella.   Cas.  leti.  27-  D.d  q"ale  sono 


TRA 

r  arie  fa  suo  slrumenlo  del  caldo  ,  eh"  l 
nalurale  qual.lade.  Bocc.  no...  72.  8.  Co- 
mii.cio  a  licitar  stmcnla  di  ravolini ,  che 
il  m.irilo  avea  poco  innunii  lrcM„al..  IHal 
S.    Ci 


TRA 


i6o3 


rp.    il/.   Avendo  egli  on 


sialo  lenuto  a  hada  e  slraz.alo  p.esso  a  lui 
t.  i  tribunali  di  quesla   cilla  presso  a  Ire 

anni .  ,. 

8  l.  Tre  lanli.o  Tre  eotauti ,  ,'ag/,ono 
Tre  ielle  ri"-  O.  1.  12.  76.  2.  Iiaa- 
caroenle  vennono  conila  il  «e  d.  Scozia 
e  sua  osle,  che  erano  Ire  colauli  d.  loro. 
Ilemb.  pros.  3.  199.  lo  avea  ire  colaot. 
genli  di  lui ,  cioè  ire  volle  più  gente    d. 

#  §.  IL   Perehè  le  lìuc  non  fan  le  Ire. 

r.  DUE.  (Ci  , 

TREAGIO.  Voce  usala  m  i.scherzo,  e 
contrapposta  a  Duag.o  .  per  '><">fZ" 
una  maggior  finezza  di  panno,  dal  Boce. 
»0..  7»  ...  lo  voglio  che  lu  sappi  eh 
eeli  è  di  duagio  ioBiio  in  Ircagio,  ed  hacci 
di  quegli  nel  popc-lo  nostro  ,  che  .1  leQ- 
con  di  quallragio. 

•+ TREBBIA,  ftrumento  da  trehhiarc. 
Lati  Ir,Ai-/<.  .  Gr.  tc.€o).«v  .  Fr.  Giord 
Fred  n.  Le  triliulaiioni  sono  irelilue  a 
Iddio  a  trebbiar  le  genli,  accioecbè  s.  sce- 
vri la  paglia  dal  grano  ,  cioè  il  peccalo 
dall'  anima  (qui  fgurnlam.  ). 

*  TREBBIAISA.  Specie  d'  uva.   I  ea. 
TREBBIANO.  (') 

TBEBBIANO.    Spezie  di  vin   bianco  pei 
lo  più   dolce,  ed  anche  V  ma   d,  eh    e    s, 
faj  la   quale   è    altresì  della    Trehb.ana 
Lai     •.in./m    Irrhulanum.    Cr.  I\.   I\.   '■{■  ^^ 
un-  allra  maniera  d'  uva,  la  quale  Irebb.a- 
na  fc  della,  ed  fe  bianca,  col  granello  n- 
loodo,  piccolo,  molli  grappoli  avente  (qui 
inforza    di   aM.  ) .    Frane  .    Sacch      no... 
176    Nel  principio   del   mondo  fu  delibe- 
ralo   che    Scoiaio  beessc   questo   bicchiere 
d.  trebb.ano.   Bellmc.   san.   .Sg.  Dirami: 
eAi  è  buon  greco  ;  Ind.otlalo  per  le,  che 
io"  vo-  trebbiano.  Che  non  ha  tanto  lumo, 
ed  è  più  sano.    Crif.   Cah.  3.   87.  Po. 
le  vasella  dell'  oppio  fracassa  ,  Che  pare- 
van  Irebbian  di  san  Giovanni.   I  urch.  2. 
6    ^on  ver.niglio  ,  o  trebbiano  ,  Ma  cuo- 
eitura  par  di  marron  lessi,  E  non  si  versa 
mai  nei  bicchier  fessi     ,So</er.   Cdl.   .o5. 
Per  mantenere  il  trebbiano,  ed  .1  v.n  b.an- 
co  d'  ogni    sorte  ec.  ,  piglia  un  pezzo  d. 
carnesecca  ,  ec.    Malm.    8.    .7-    »   P^"'"' 
delle  sorlie  ed   il  trebbiano. 

TREBBIARE.  Xi  dice  pfopriamenle  del 
Sature  ,1  grano,  le  biade,  e  .,imili.  sul- 
l'aia. Lai.  rri/;.r,ire.  Gr.  a/oav.  Vani 
Conv    .63    Nel  trebbiale  il  formcnto,  che 


aia    àlquanla'  b.ada  ,  eh'  egU  avea  segala  , 
per  Itebbiarla.  ,     r,    j    r, 

«    l.   l'er  metaf  Fr.   G.orrf.   Pred.  lì.  , 
Le  tribolazioni  sono  trebbie  di  Dio  a  Ireb- 
biar  le  genti ,  acciocché  si  scevri  la  paglia 
dal  grano,  eio'e  il  percalo  dall'  anima. 

§  11.  l'  usiamo  anihe  per  Tritare  . 
Lai.  <crerf,  minulalim  concidere.  Gr.  T pi- 
^5,v.  Dai'.Coll.  .57.  Trebbia  i  sermenu, 
e  Ijsriavegli.  „     ,,  .  ,    , 

TREBISIATO.  i4dd.  da  Trebbiart.  Lai. 
triliiraliis.  Gr.  a)cwV  svca.  O;.  6.  23.  I. 
1  suo'  semi  (della  cipolla.  lrebbi,ili  durano 
un  anno  solamente,  ma  s.ispeM  ift  gusci 
si  conservano  per  Ire  anni  sanza  lesK.ne. 

TREKBIATURA  .  U  trebbiare.  Lai. 
trilura  Gr.  a'>o'r,;.;.  Borgh.  Orig.  b ir. 
1-3.  Ha  quesla  voce  tripudio,  che  iinpor- 
la  reni.olcre  m  terra,  voleva  costui  che 
i  nostri  cavassero  trebbiare  e  trebbiatura 
per  battere  i  grani  e  le  biade  ,  quando 
si  fa  propriamente  con  cavalli  e  altre  bc- 

"e.  Per  meta/,  fr.  Ciord.  Pred.  77.  A 
COSI0.0  fa  bisogno  di  poca  Irebbialura,  che 
si  mondano  con  poca  Ir.bolaz.one. 

TREBBIO.  Canio,  e  Crocicchio,  dove 
fanno  capo  tre  strade.  Lat.  (r.Vii<m.  Gr. 
-c.•<.òo^  Paol.  Oros.  Cosi  vecch.  hanno 
oggi  istando  ad  agio  in  su  i  Irebb..,  come 
nelle  caslcUa  e  negli  osli  angosc.avano  gli 
uomini  allolla.  /•'ir.  yis.  184.  No.  arr.. 
vamnio  a  un  cerio  trebbio,  dove  ella,  U- 
l-ando  il  m.o  capestro  ,  faceva  ogni  cosa 
per  vollarmi  alla  man   destra. 

g.  Trebbio,  vale  anche  Trattenimento, 
Trastullo  ,  Spasso  ;  sopra  del  qual  si- 
gmfic.  vedi  il  Borgh.  Orig.  Fir.  172, 
173.  Lat.  oblectamentiim.  Gr.  "s U-ir- po-t 
pern.  rim.  1.  5^.  Eran  ben  da  propor  da 
chi  s'  intende  Di  compagnie  e  di  trebbi  . 
Cecch.  Spir.  5.  2.  Se  la  lorluna  ha  vo- 
luto oggi  il  trebbio  Del  fallo  mio  , 
tulle  le  trappole  Sono  scoccate  a  un  tratto 
per  giucnerm.. 

TREDELLIAKA  ,  o  TREBELLIAM- 
CA.    Term.  legale,   la  quarta  parte  che 
all'  erede  è  permesso  di  ritenersi  nel  re- 
stituire ftdeconimissi    universali  .    Cion. 
Veli.   23.   O  pure,  dove  valesse  lil  testa- 
mento), dovea  avere  la  mel'a,  cioè  il  terzo 
per   la   legillima  ,  e  .1  quarto    per  la  Irc- 
bellianica  .   E   .Si).   I>on  dilraendo  la  tre 
bellianira  a' poveri.    K  appresso:  Ne  tocco 
da  fiorini   l5o  a  Boccaccio,  1'  avanzo   per 
la    legillima  e  per    la   IrebcUianica  .    Celi. 
Sport.   3.    1.  \  edi,  non  m'  andar  poi  in-^ 
cargugliando    con    consigli    di    notai  ,  eh 
eli"  abbia  ad  aver  la  legittima  e  la  Irebel- 
liana  . 

g.  Figuratam  .  Varcit  .  hrcol  ■  'zi  ■  . 
Quando  ci  pare  che  alcuno  abbia  troppo  j 
larshcpgialo  di  parole  ,  e  dello  assai  p.u 
di  'quello  che  è  ,  solemo  dire  :  bisogna 
sbatterne,  o  tararne  ec.  ;  e  talvolta  si  dice 
fare  la  trebellianica,  ec.  :  il  verbo  generale 
e  difalcare .  \ 

*  TBEBDCCO  .  Macchina  da  guerra 
per  iscaricaie  dentro  le  mura  della  cilla 
pietica  alno.  Slot.  Pisi.  Inv.  25.  Due 
raviglie  di  ferro  da  Irebucco  ec.  sono  nel- 
la sacrislia  de'  ceri.   (Cj 

TREBITO.  F  .4.  Tributo.  Lat.  tri- 
bulum.  Gr.  ^ópai.  Sen.  Pist.  96.  l' non 
pagherò  niuno  trchuto  contro  a  mio  vo- 
lere, ronciossiacosarhè  tulle  le  cose  ,  per 
le  quali  noi  ci  dogliamo  e  dubitiamo,  so- 
no li  ebuto  di  vita.  Di  questo  Irebulo  non 
avere  speranza  giammai  d'esser  franco, 
né  libero. 

TRECCA.   Bivendugliola  che  vende  .  0 


traffica  frutte ,  legumi,   erbe,  e  simili. 
Lai.  mulier  exculenla   vendens  .   Gr.  ««'- 
;ni)n4  .    Bocc.    nov.    76.    6.    >  .   posso    da- 
re per  testimonia    la   trecca    mia    dallato  . 
Frane.   Sactli.  nov.   17.  Passando  una  fo- 
rese,  o  trecca   con  un   paniere  di  ciriege 
in  capo  ,  il  detto  paniere   cadde  .    6.    V- 
11.  91.  4.  La  gabella  delle  Ireeche  e  Lec- 
coni fior.ni  450  d'  oro.  Belline,  son.  280. 
Ne    troverei    credenza    intra    le    trecche  . 
I  arch.  Frcol.  291.  Par  loio  peravventu- 
ra  cosa   strana   e    non   comportevole   1'  a- 
vere  a  favellare  ec.  con  quella  stessa  lin- 
gua ,  COI.   la   quale  faviU.ino  i  liecconiei 
pizzicagnoli.  C.    I    trecconi  e  i  pizzicagnoli 
in  Grecia  non  favellavano  giecamente?  V. 
Favellavano,  e  le  tieccbe  ancora,  poiché 
una   rivendugliola  alla  pronunzia  sola  co- 
nobbe Icoba.slo  non   essere  Aleniese. 
■1  HECCAl  E.    Far  l'  arie  del  treccone. 
§.   I  er  lueliij.  vale  Ingannare.  Lai.  de- 
cipcre  ,  alieni  imponere  .   Gr.  E^y.-wTav. 
Bini.  ant.  P.   A.   Ouill.  E  maggiormenle 
ornato  e  prode  fallo.  Chi  me'  sa  di  baratto, 
Treccando  e  gabbando  ad  ogni  mano. 

TRECCHERl'A.  Arte  del  treccone.  Il 
treccare . 

g.  I.  Figuratam.  per  Inganno.  Lat. 
inip,>slura.  Gr.  E?«7r«TZl  .  Liv.  M.  Co- 
mandale che  r  uomo  scuopra  vostre  trcc- 
cbene.  /•:  <i/(roir  .•  La  dignil'a  de'  tribuni 
é  sagrosanla,  e  questo  non  è  altro  che  ba- 
ratteria e  trccrheria.  ''fPim.  ant.  lac.  Pu- 
gliesi .  1.  234.  Di  voi  dina  Giacomino, 
Che  vostra  usanza  sia  spessamente  Che 
s'  infinga  d'  amare  ,  Pei  pare  a  noi  Irec- 
chcria  parvente.  Donna,   mercè  non  fare 

g.  II.  Per  Congiura.  Fazione.  Liv.  -1/. 
Li  Consoli  per  loro  treccherie  assaliscono  1 
novelli  tribuni. 

TRECCIllliRO.  Add.  Appartenente  a 
trecca  .  0  a   treccone. 

§  Per  metaf.  vale  Ingannatore  .  Lai. 
(raudolenUis,  fallai.  Gr.  a7rKTVl)<)4,  00- 
Ufii.  Bim.  ant.  P.  N.  lionardo  del  Cua- 
lacca.  Se  Io  scritto  non  roenle ,  Da  fem- 
mina irecchiera  Si  fu  Merlin  denso. 

J  TRECCIA.  ^;  («ce  a   Tulio  quel  eh 
è    intrecciato    insieme  ,    ma    .spezialmente 
a'  Capelli  di  donna  .   Lai.   coma  ,  capilla- 
nientiim.  Gr.   Sf.'S-    />"••   «"-•  «•    >•  ^^ 
d'or  capelli  in  bionda  Ireccia  attorse.   £. 
canz    8    6.   Le  trecce  d'or,  che  devrien 
fare  il   Sole  D'  invidia  molla  ir  pieno  ec. 
Mi  son  lolle.    G.    T.   10.   IO.    ..  Si  rende 
alle  dette  donne  un  loro  spiacevole  e  dis- 
onesto   ornamento  di  trecce  grosse  di  seta 
gialla  e  bianca,  le  quali  portavano  in  Ino- 
I  °o  di  trecce  di  capelli.  Bocc.  nov.  89.  I3- 
Presala  per  le  trecce,  la  si  gitto  a'  piedi. 
lab.    206.    ravvoltisi    i  capelli  al    capo  , 
sopr'  essi  non  so  che    viluppo  di  seta  ,  il 
quale    essa    chiamava  trecce,  si   poneva 
Tes    Br.   1.  3o.   Sappiale  eh'  elle  (le  A- 
mazzoniì  portano   trecce  dietro  mollo  gran- 
di   fr.  5.  IO.  .3.  E  poi  si  mettono  in  re- 
sta ,  ovvero  treccia  (  i  fichi    secchi  )  ,  ed 
anche  si  lasciano    al   sole  due,  o  tre  di  . 
Pallad.    Febbr.   24.   Si  fanno  le  siepi  ec. 
1  mettendo  il  seme  delle  spine  in  trecce,  o 
funi  di  paglia.  ,   „     » 

§.  1.  Figuratam.  Red.  Vilir.  .3.  Mann. 
1  dal  ciel   sulle  lue  trecce  piova,  \'igna  gen- 
I  til    che  qucst'  ambrosia  inlondi. 
'       '+  :?   S     11     In   treccia,  o  trecce,    vali 
Senza  inilla  in  capo  ,  e  dicesi  di  donna. 
Vii.   SS.    Pad.   2.    .7.-  Corse  fuori   scal- 
za, e  in  trecce,  com'  ella  si  stava  in  casa 
disonestamente.   (P)  ■■  Alam.    f'"_;  "J^' 
Una  donzella  ch'ivi  piange  '"  ^""''."' 
scinta,  in  treccia,  e  nuda   ambe  le  pian- 

'"  "t  «^TRECCIARE.  Ridurre  a  treeeia, 
Intlcciare.  Sannaz.  Arcod.  egl.2.  Cos. 
vuol  mia  ventura  ,  ovver  mio  faUo  ,  Uh. 


i6o) 


TRA 


\Q  sempre  coglicodo  Di  piaggia  in  piaggia 
fiori  e  frciclie  erbetle  ,  Trccciaado  ghir- 
laodcUc.  (J) 

•f  *  TRECCIATO.  /fJ'l.  da  Treccia- 
re. Salvin.  I/iaJ.  23-  SgS  Che  i  caTai  di 
tond*  unghia  per  la  via  la  ali.  un  modo  oua 
si  rintoppasscro,  E  i  coccbii  ben  trecciati 
ribaltassero,  ec.  (jàj 

TBECCIERA.  Ornamento  per  le  trec- 
ce .  Lih.  Amor.  67.  L'amaoxa  può  rice- 
vere licitamcDle  disc  ri  minale  ,  Ireccicra  , 
ghirlanda  d'oro,  o  d'argento,  affibbiature, 
o  cinture.  G.  ì'.  IO.  \%\.  2.  Che  aiuoa 
doana  non  potesse  portare  aiuna  corona 
ec. ,  ne  rete,  ne  trcccicra  di  nulla  spezie 
(cosi  il  Testo  Davanz.  ). 

-'?  TKECCIUOLA.  Dim.  di  Trec- 
cia. (Al 

TRECCOLA.  Tt-ecca.  Ar.  l.en.  2.  3. 
Cerco  per  le  treccole,  Indi  innanzi  al  ca- 
stello ,  e  a*  pizzicagnoli  Vo  dimandando  , 
s*  hanno  quaglie,  o  tortore. 

*  TRECCOLARE.  Ciarlare,  Berlin- 
gare j  voce  derivata  dalle  Treccole ,  che 
per  lo  più  sono  ciarliere.  (A) 

5  TRECCOME.  HivenduRholo  di  frut- 
te, legumi ,  erhe ,  e  simili.  Lat.  esculen* 
torum  propala.  C.  V.  \l.  91.  4- La  ga- 
bella delle  Irccrhc  e  trecconi  fiorini  ^So 
d'  oro.  Geli.  Sport.  4-  4-  ^  questo  si  e, 
che  e'  non  vi  e  se  non  trecconi  e  riven- 
duglioli. Varch.  Ercol.  291.  Par  loro  pc- 
ravvcntura  cosa  strana  e  non  comporte* 
volc  r  avere  a  favellare  ec.  con  quella 
stessa  lingua,  con  la  quale  favellano  ì  trec- 
coni e  i  pizzicagnoli.  C.  I  trecconi  e  i  piz- 
zicagnoli in  Grecia  non  favellavano  greca- 
mente?  f^.  Favellavano,  e  le  trecche  an- 
cora ,  poiché  una  rivendugliula  alla  pro- 
nunzia sola  conobbe  Teofra&to  non  essere 
Ateniese  .  Malm.  3.  58.  Co'  pescatori  al 
Mula  ora  s'  accorda  Dommco,  treccon  de' 
ghiozzi  e  delle  lasche. 

^  %.  Treccone  ,  per  Bottega  da  trec- 
cone ^  ma  non  s'  userebbe  che  col  verbo 
Aprire  ,  thl  tjnale  è  proprietà  ,  e  vedine 
il  §.  XXIV.  «  Geli.  Sport.  4.  2.  Io  vo- 
glio a  ogni  modo  vedere  se  e'  mi  vuol 
prestare  dieci  ducati  ,  per  aprirò  anch' 
io  un  poco  di  treccone  in  mercato  vec- 
chio ...  (Cj 

TRECENTESIMO  .  Nome  numerale 
ordinativo  di  trecento.  Lai.  irecentesimus. 
Gr.  r;ia/05io5ro;.  Bocc.  Vit.  Dant.  222. 
In  cotal  maniera  oltre  al  trPccDtesimo  an- 
no si  crede  che  dimorasse. 

TRECENTO.  Nome  numerale.  Tre 
volte  cento  .  Lai,  trecenti  .  Gr.  Tpcwxo- 
sidi  ■  ]\'ov.  ant.  9.  1.  Un  borghese  di 
Bali  andò  in  romcaggio  ,  e  lasciò  trecento 
bisaoli  a  un  suo  amico  con  queste  con- 
dizioni e  patti  .  Serd.  Stor.  o.  229.  Di 
quei  trecento  scelgono  novanta  i  migliori. 

TREDECIMO.  l'.  A.  Add.  Tredice- 
simo. Gr.  S.  Gir.  71.  Lo  tredecimo  gra- 
da avere  il  timore  di  Dio  .  #  Bocc.  g. 
10.  n.  3.  E  così  successivamente  insino 
alla  duodecima  e  la  tredecima  volta  tor- 
nala.   disse  Mitridancs  :  ec.  (f) 

TREDICESIMO  .  Add.  Nome  nime- 
rate  che  signtjica  Ìl  terze  sopra  il  deci- 
mo. Lat.  tertiusdecimus.  Or.  zpi'SKenòg- 
xetTO;.  *  Pros.  Fior.  3.  l36.  Papa  Grego- 
rio  tredicesimo  ec.  il  Fiorentino  Concilio 
Greco  avcndt>  fallo  stampare}  due  soli  vo- 
lumi ne  mandò  qua.  (*) 

*f  TREDICI.  Nome  numerale,  e  vale 
Tre  sopra  il  dieci  .  Lai.  tredecim  .  Gr. 
òt/.'XTplti  .  Frane.  Sacch.  nov.  192.  La 
donna    per    paura    non    st  levò  a   vegliare 

E  iti    d*  un    anno  ec.  ,  io  fuor   che    da   ivi 
on  a  tredici  mesi ,  essendoti  la  cosa  quasi 
dimentirata  ,  rb' ella  riromiociò. 
TKEFOGLIU.  /'.  TRIFOGLIO. 
•j-   TREFOLO.   Filo  attorto,  del  quale 
preso  a  più   doppit   si  compone  la  fune  . 


TRA 

Vege*.  Bombola  e  quella  che  è  fatta  di 
liuo  a  tre  trefoli ,  e  gitt-iou  le  pietre  ri- 
lùode,  rotandola  sopra  *1  capo  una  volta, 
e  queste  son  dette  migliori. 

TREGE.ND.l.  Nome  inventato  da  per- 
sone semplici  per  dinotare  altiina  Favo- 
losa brigata  che  vada  di  notte  attorno 
con  lumi  accesi.  Lat.  larva.  Gr.  p.^fifj.^- 
Àjittix.  Pass.  347-  E  qual  dice  che  vede 
morti,  e  favella  con  loro,  e  che  va  di  notte 
in  tregenda  con  le  streghe  .  /-"  348.  Cosi 
si  truova  che  i  deiiiooii,  nreodendu  la  si- 
militudine d*  uomini  e  cO  femmine  che 
sono  vivi,  e  di  cavagli  e  di  somieri,  van- 
no di  notte  in  ischiera  per  certe  contrade, 
dove  veduti  dalle  genti,  credono  che  sicno 
quelle  persone,  la  cui  similitudine  mostra- 
vano ;  e  questa  in  alcun  paese  si  chiama 
tregenda  .  J^  appresso  .-  Ben  si  truov^uo 
alcune  persone  ,  e  spezialmente  femmine, 
che  dicono  di  lor  mcdoime,  ch'elle  van- 
no di  notte  in  brigala  con  questa  cotale 
tregenda.  Pala^".  9.  Benché  stanotte  sen- 
tii la  tregenda.  Morg.  18.  Il/-  E  ApoUin 
debb*  essere  il  farnetico,  E  Trivigante  for- 
se la  tregenda.  Luìg.  Pule.  Bec.  10.  Che 
noi  scontrammo  Unti  lumicini  ,  Che  mai 
vedesti  più  nuova  faccenda;  Ognun  bruco, 
eh*  eir  era  la  tregenda. 

3  TREGCÈA.  Confetti  di  varie  guise. 
Lat.  bcllaria,  collutliea,  l'iaut.  Gr.  rpayrl- 
/lara.  Cron.  Morell.  282.  Piglia  un  garo- 
fano, o  un  poco  di  cinnamomo,  o  UQ  cuc- 
chiaio di  Ircggca  ,  o  quattro  derrate  di 
zjHerano.  Buon.  Fier.  4-  2.  6.  Animaliu 
da  rape  e  da  trcggèa.  Mens.  snt.  i.  Pe- 
rocché la  Ireggèa  or  (a  singhiozzo- 

§.  l.  in  proverh.,  Gittar  la  treggia 
a*  porci f  o  simili  ,  vale  Dare  il  buono  a 
chi  non  lo  stima,  e  non  lo  conosce.  Lat. 
proiicere  margaritas  an  te  porcos  .  Fir. 
Lue.  4-  3.  Egli  e  come  dare  la  treggca 
a*  polli. 

V  §.  II.  Pure  in  proverb.  j  Conoscere 
la  ttrggéa  dalla  gragnuola,  vale  Distin- 
guer bene  ,  o  Avere  esatta  notizia  delle 
cose.  Lai.  non  ignorare  quid  disteni  etra 
lupinis.  "  Bitrch.  I.  32.  Sicché  si  trovon 
poche  Persone  che  ec.  Cunoscan  la  Ireg- 
gèa dalla  gragnuola  ».  (Ci 

TREGGIA.  Arnese,  il  quale  si  stra- 
scica da'  buoi,  fatto  per  uso  di  trainare. 
Lai.  Iraha,  veha.  Gr.  tì/.T,ipO-i.  Mtl.  M. 
Poi.  Fanno  ordinar  tregge  senza  ruote  , 
che  le  ruote  non  vi  potrebtwno  andare , 
perocché  elle  si  Gccbercbbon  tutte  nel  fan- 
go .  Frane.  Sacch.  nm.  55.  Comuoi ,  e 
chi  gli  regge  ,  Son  su  tregge  ravvolti  . 
Ma/m.  8.  30.  Perciò  colei  ebbe  la  voglia 
strana  Della  grandezza  dell'  aver  la  treg- 
gia (qui  fìguratam.  e  in  ischerzo  per  Car- 
rozza ). 

*  TREGGIATA.  Tutto  ciò  che  stra- 
scica in  una  volta  la  tregt-ia.  (A) 

•f  *r  %.  Trtgginta,  si  dice  anche  una 
Compagnia  di  persone  che  va  in  treggia . 
Salvin.  Fier.  Buon.  4-  2.  6.  Ma  qui  treg- 
gea  fa  equivoco  colla  trtfgea,  e  trtggiata, 
compagnia  che  va  in  carrutfta  ,  come  di- 
cono scherzando,   di   campagna,  ec.   (A) 

t  TREGGIATORE.  CWui  che  guida 
la  tiYggta.  Buon.  Fier.  3.  5.  5.  Treggia- 
lor  varchi  e  rivarchila  ,  Disaduggi  ,  im- 
pingui  e  sarchila  . 

«  TREt;CIONE.  Accrescit.  di  Treg- 
gia ;  Treggia  grande  .  Baldtn.  l>ec.  In- 
ventò celti  trrggioni  atti  a  conlrnere  r 
traspoitare  colla  do^  uta  cautela  i  corpi 
morti.  (A) 

TREGUA  ,  e  THIEGUA  .  Sospensione 
d'  arme  ,  Convenzione  tra  due  parti  ni- 
miche  di  non  offendersi  reciprocamente . 
Lat.  indiiciiT.  Gr.  v.v'ìX^ì-  G.  /'.  7.  l44 
3.  Venivano  in  Acri  sotto  sicurtà  della 
trirgua  .  Cronichett.  d'  Amar.  89.  l'ro- 
raiMDo    di    dare    MartUia   per  quel  modo 


TRA 

che  piaceste  a  Cesare,  e  fcciono  triegna. 
#  Nov.  ant.  24.  3.  Questo  Saladino  al 
tempo  del  suo  toldaoatico  ordinò  una  tre- 
gua tra  lui  e'  Ciiiliani  icos't  legge  U  Vo- 
cahol.  alla  voce  SOLDA. NATILO).  Morg. 
\S.  56.  E  minacciava  ,  e  facea  gran  ta- 
gliata. Comunque  fosse  la  tregua  ipirata. 
Tass.  Ger.  2.  78.  Ora  ,  se  in  tale  stato 
ancor  rifiuti  Col  gran  Ile  dell*  Egitto  e 
pace  e  tregua  (  Diasi  licenza  al  ver),  1* 
altre  virtuti  Questo  consiglio  tuo  non  be- 
ne adegua,  f/fj 

*  §.  I.  Per  Patto  semplicemente.  Te- 
sorett.  Br.  6.  39.  Lo  sesto  di  fo  Iole,  Che 
f«>ce  ogni  animale,  E  fece  Adamo  ed  Eva 
Che  poi  ruppe  la  tregua  Del  tuo  coman- 
damcDto.  (Ci 

%.  II.  Per  stmilit.  vale  Biposo,  inter- 
missione di  travaglio,  o  simili.  Pttr.  canj. 
3.  2.  Non  ho  mai  triegua  di  sospir  col  so- 
le. Dant.  Inf.  7.  Le  sue  pcrmutozion  non 
hanno  triegue.  ^  K  Purg.  14.  Come  da 
lei  r  udir  nostro  ebbe  tregua,  Ed  ecco  1* 
altra  con  sì  gran  fracasso  ,  Che  ec.  (B) 
Tass.  Ger.  1.  70-  Toglie,  aSVettando  il 
suo  partir,  congedo  :  E  tregua  fa  cu'  suoi 
pensier   Goffiedo.  (Dj 

g.  111.  In  proverb.  Tra  pace  e  triegua 
guai  a  chi  la  Ueva  ,  o  rilievo  j  e  vale  , 
che  A  chi  ne  tocca  vicino  alla  pace,  ella 
va  male  ,  forse  perche  non  ha  tempo  di 
rivalersi,  M-  F.  3.  62.  Tra  la  pace  e  la 
triegua  guai  a  chi  la  Leva. 

V  3-  IV.  J\'on  voler  né  pace  ne  tregua, 
significa  Voler  continuar  pertinacemente 
nell'ira.    /'.   PACE.  §.   XXXll.    (C) 

TREMANTE.  Che  trema.  Lai.  tremens. 
Gr.  rpsuwv.  Bocc.  nov.  66.  9.  Trovò 
per  ventura  questa  cometa  aperta,  e  tutto 
tremante  disse  .  l^ant.  Inf.  5.  La  boc- 
ea  mi  bacio  tutto  tremante  .  Petr.  cmnx. 
19.  5.  Cerio  il  fin  de'  miei  pianti  ec.  Vico 
da' begli  occhiai  fio  dolce  tremanti.  Tass. 
Ger.  7.  1.  Né  più  governa  il  freo  la  man 
tremante  . 

*f*  TREMARE.  PropnamenUlo  Scuo- 
tersi e  il  Dibattersi  delle  membra  >  cagio- 
nato da  soverchio  freddo,  o  da  paura,  o 
da  meraviglia,  per  grande  amore,  o  gran- 
de speranza,  o  altre  simili  forti  affezioni 
dell'  animo.  Lat.  ti-emere,  tremiscere,  tre- 
more eoncitti .  Gr.  rzifinv  ■  Bocc.  nev. 
12.  7.  Tremando,  e  battendo  i  denti, 
cominciò  a  riguardare  te  dattorno  alcuno 
ricetto  si  vedeste.  F  no*'.  79.  4>-  1'  mae- 
stro, siccome  quegli  che  tutto  tremava  di 
paura,  non  sapeva  che  farsi.  F  num.  46. 
Ne  disse  il  messo  nostro,  che  voi  trema- 
vate come  verga  .  F  nov.  70.  IO.  Cb« 
hai  tu  più  ,  chr  gli  altri  che  qui  tono  , 
che' triemi  stando  nel  fuoco?  Dant.  Inf. 
I.  Aiutami  da  lei,  famoso  sai^gio.  Ch'ella 
mi  fa  tremar  le  vene  e  i  polsi.  Lih.  Masc. 
Quando  questi  cavalli  vanno,  tremano  lut- 
to il  corpo,  r  hanno  paura  della  loro  per- 
sona, cioè  della  loro  umbra  (cioè,  trema- 
no con  tutto  il  corpo).  Ovid.  Pitt.  85. 
Ogni  uomo  dire,  che  per  {«aura  della  for- 
za della  nuova  donna  triemi ,  e  cadile  a' 
piedi,  quand'  ella  ti  minaccia-  Pt  tr.  canz. 
10-  I-  Talché  mi  fece,  i>r  quand' egli  ar- 
de il  cielo  Tutto  tremar  d'  un  amore»* 
gielo .  $  /'.'  son,  aao.  Tremando  or  di 
paura  ,  or   di    speranza  .    Sannaz.    Arcad. 

firos.  7.  Quantunque  nel  Irllicriuolo  del- 
a  mia  cameretta  molle  cote  nella  memo- 
ria mi  proponessi  di  dirle,  nientedimeno, 
quando  in  sua  presenza  era,  impallidiva, 
tremava.  di\eni%a  mutolo.  (Bj  Afa/m.  ^. 
58.  Tremano  giusto  come  giunco  al  vento. 
0  §.  I.  Tremare,  vale  anche  l'acil- 
lare  ,  ("rollare  .  iìant.  Par.  a3.  Ma  chi 
peniasse  il  ponderoso  tema  ,  E  1'  omero 
mortai  che  s«-  ne  rarra  ,  Noi  hiaimcrebht 
se   soli'  esso  trema.  (Nj 

t  5   S-    I'     /"■  ^••*''  f  •"  p*i*ra.  Lat. 


IRE 

expo'l'cerf,  limare.  Gr.  «';'>/""^«'' 
x«aie.-«s.v-  Oli-  lon,.  InJ.  .2.  «9. 
Sion  i  d.  pareggiare  U,  l.rann.a  d  Ale.- 
_.  i  .1  ,i:.;.l..ii.i  e  ali  anele  u 
(le  lue 


TRE 


TUE 


i6o3 


Sandro   Giudea   ..I    d.Mdel.u   e    ali   >,p 
Alessandro  Maredon.co  ec,  del  qua 
„o,a   paura    nel    Levante      che   .,uolI.  ad 
roncole  ne  ireniarono.   Pctr.  canz.  b.   2. 
Fa  tremar  BaLilouia  ,  e  s(ar  pensosa. 

C  III  Ter  iimilil-  vai'  Sciiolersi,  /le'- 
tarsi  alquanto.  Lai.  «'"..(..  Gr.  cc^è.- 
;,3a..  W«"<./"/   3.  F.ni.oque^lolabma 

«mpacna  Tren>0  si  IWte.  che  dello  spa- 
,enlo  La  menle  di  sudore  ancor  in.  l-agna. 
E  4.  Non  avea  pianto,  ma  che  d.  sospm 
Che  r  aura  eterna  facevan  tremare  L.  ap- 
presso :  Per  altra  via  m.  mena  .  sav.o 
Duca,  Fuor  deUa  queta  ncll  aura  che  tre- 
ma.  Viltam.  2.  1.  the  par  che  Ir.em.  tutta 

la  foresta.  .     ., 

*  8.  IV.  Tremare,  m  signific.  alt., 
per  Temere  grandemente.  Sea.  Pro^.  425. 
Intervengono  queste  cose  le  quali  aUiia- 
mo  in  orrore  ,  e  Iremianle  .  (I  )  »  te"- 
canz  II.  3.  L'antiche  mura,  eh  ancor 
teme  ed  ama  E  trem.,  .1  mondo  ,  quando 
si  rimembra  Del  tempo  andato  ..  .  <  as. 
fiim.  canz.  1.  I.  Ed  a  quell  armi,  eh  ,0 
pavento  e  tremo,  Ddla  mia  vita  aBidi  al- 
Jnen  l'estremo.  Ch.ahr.  pari.  I.  can~.  29. 
Tal  nel  più  fier  periglio  Tremare  il  gran 
Roman  1'  armi  di  Francia  .  E  canz.  -jb. 
Bettor  superno.  Cui  trema  il  mondo.  Lui 
r  alto  Olimpo  adora.  (M) 

*  g.  V.    Tremare  a  verga,  a  verga,  f  . 

VERGA,  §.  VI.  (•)  >        ,    , 

*  TREMARELLA.  Vicesi  Aver  la  tre- 
marella, e  vale  1  ivere  con  paura.  Aver 
timore  che  non  succeda  qualche  cosa  pe- 
ricolosa, r.ed.  f'oc.  Ar.  ec.  (A) 

TREMEBONDO  /  •  i-  Add.  Treman- 
te, Tremolante,  Tremoloso.  Lai.  trcme- 
bundus ,  ireniens.  Gr.  ipop.<iSr,i.  Ir. 
Ciord.  Fred.  R.  Stanno  tvemehondi  nel 
timore  del  nimico  ihe  s'  avvicina  .  Ir- 
lac.  T.  2.  12.  23.  Il  ricco  tremebondo 
Ne  vive  in  gran  langura. 

*  TREMEFATTO  .  Spaventalo  ,  At- 
territo .  yu.  SS.  Pad.  l.  23;.  E  sendo 
cosi  in  questa  visione  tiemefatlo,  parve  a 
lui  eh'  nn  Angiolo  gli  apparisse  .  (')  Ca- 
vale. Att.  Apost.  101.  Fece  veniie  lo 
lume,  ed  entrando  dentro,  e  trovandogli 
tutti,  mollo  di  ciò  tremclatlo,  s'  ingi- 
nocchiò a  Paulo  e  Sila  ,  ec.  (J  ) 

*TBEMENDAME^TE.  Avverò.  Ter- 
ribilmente, Con  maniera  tremenda.  Lat. 
lemhiliter.  Gr.  ^oSsfw;.  Segner.  Fred. 
20.  5.  Sentite  dunque  coni'  io  tremenda- 
mente di  questo  passo  mi  voglio  contro 
di    voi.   (•) 

*  TREMENDISSIMO.  Superi,  di  Tre- 
mendo. Segner.  Fred.  3.  6.  Si  dir'a  sem- 
pre dalle  persone  più  sai;ge  ,  che  luste 
per  ventura  un  politico  tremendissimo.  E 
Mann.  Ottobr.  24.  3.  Sono  due  tremen- 
dissimi precipizii,  uno  a'  qiusti.  1'  altro  a' 
peccatori.  (*)  Salvia.  Iliad.  1 5.  55.  Sap- 
pia ciò  or  la  Terra  e  l'  ampio  cielo  ,  ec. 
(  Che  grandissimo  giuro  e  tremendissimo 
B  a'  beati  Iddii)   er.    iB) 

TREMENDO  .  Add.  Che  apporta  tre- 
more ,  Terribile .  Lat.  tremcndus  .  Gr. 
ofKTo;.  Dav.  Oraz.  Cos.  I.  l3l.  A' 
quali  era  tremendo  per  lo  suo  molto  co- 
noscere e  molto  amar  la  giusliiia  .  Segner. 
Mann.  Marz.  3.  2.  Se  al6n  si  muove  a 
punirti,  non  è  per  imp-:'.o;  è  per  ragione 
pur  troppo  somma  che  n'ha,  e  però  giu- 
dica tu  se  sar'a  tremendo  .  *  Menz.  sat. 
l>.  Col  fulmine  tremendo  Mando  in  peixi 
di  Flegra  la  montagna,  E  '1  baratro  a'  Gi- 
ganti aperse  orrendo.   (lì) 

TREMENTINA.  Liquore  viscoso  ,  ra- 
gioso.  untuoso,  chiaro  e  trasparente,  che 
e  naturalmente  ,  e  per  incisione  esce  d.il_ 
terebinto  ,  dal  larice ,  dal  pino  ,  e  dall 


nheto.  Lat.  terebinthina.  Gr.  Tif^.vSi»»]. 
Lih.  I  iagg.  Vi  è  una  ragione  di  tremen- 
tine che  le  vendono  in  iscaml.io  di  balsa- 
mo perocché  vi  mettono  dentro  un  poco 
di  balsamo.  Fr.  lac.  T.  Giammai  non  si 
spicca.  Ma  sempremai  s'appicca.  Siccome 

.■  /■..    f\     Kt\     1     Prendasi  ben 

trementina,    t  r.   9.    M"-    '■   riru   a 

greeo,  trementina  ,  squilla  ,  seme  di  lino  , 
e  le  radici  del  malvavischio  in  egual  mi- 
sura .  *  Red.  Cons.  2.  C.  Avanti  la  be- 
vuta (del  le)  ottima  cosa  ed  oppoitunis- 
sima  sarebbe  se  la  signora  immediat.imeolc 
inghiottisse  due  pilloline  di  dodici  B'ani  1 
una  di  trementina  Veneziana.  (^) 

*  TREMI' STli.  V.  !..  Ogni  specie  di 
biada  che  nello  .spazio  di  Ire  mesi  viene 
a  maliiritn.  Pallad.  Ichhr.  3.  D.  questo 
mese  i;  da  seminale  ogni  generatone  d. 
tremeste ,  ciofe  ogni  biada  che  viene  m 
ispaiio  di  He  mesi,  (i  ) 

+  TREMILA.  Aome  numerale  che  con- 
tiene tre  migliaia  .  Lat.  triamilia.  Din. 
Comp.  1.  25.  Messer  Ugo  Tornaquinci 
podest'a  di  simili  condannazioni  ne  trasse 
fiorini  tremila. 

t  TREMILIA.  V.  A.  Lo  stesso  che 
Tremila.  Bocc.  nov.  80.  29.  Aspettone 
di  Ponente  tanta  (mercatanzia),  che  var- 
r'a  oltre  a  Ireroilia  Ifiorini). 

*  TREMISCERE  .  ì'oce  del  lutto  la- 
tina. Tremare.  Lai.  tremerc,  tremisceie. 
Sannaz.  Arcad.  Egl.  8.  O  folgori,  che 
fate  il  ciel  tremiscere.  (JSS) 

;;:  TREMISSE.  Sorta  di  moneta  anti- 
ca, nt.  SS.  Pad.  2.  264.  E  cosi  questo 
fremisse  d'  argento,  che  m'  e  rimaso,  v^o- 
elio  e  comando  che  si  dia  a' poveri.  (  l' ) 
TREMITO,  e  TRIEMITO.  H  trema- 
re ,  Paura.  Lai.  (remor  .  Gr.  TpOfio;. 
Bocc.  nov.  12.  10.  Senti  il  pianto  e  i 
tremito  che  Rinaldo  faceva.  Pass.  2J0. 
E  '1  freddo  gcande ,  d  quale  dimostrava 
con  continuo  tremito  ,  1'  affliggea.  Frane. 
Sacch.  nov.  225.  Feciono  alquanto  lliogo 
a  Golfo ,  che  avea  quasi  il  triennio  della 
molle.  Tac.  Dav.  Ann.  6.  114.  A' Padri 
ne  venne  tricmilo.  *  /'oliz.  slaiiz.  1.  l\l. 
Ah  qnal  divenne  1  ah  come  al  giov.m(tto 
Corse  il  gran  loco  in  tulle  le  midolle  I 
Che  tremito  gli  scosse  il  cor  nel  pcllol  (B) 
Malm.  II.  2.  eh' io  gi'a  mi  sento,  mentre 
ne  favello.  Il  tremilo  venir  della  quartana. 

*  §.  Tremiti,  chiamansi  da'  Pescatori 
alcune  reti  col  tramaglio  ,  colle  quali  si 
circondano  i  pesci,  e  vi  restano  come  in- 
cassati. (A)  . 

«TREMO.  /'.  A.  Tremore.  Cicerch. 
Pass.  si.  219.  Giovanni  gli  Sguardava 
con  gran  tremo;  Poi  disse.   (Cj 

*  TREMOLA.  Torpiglia.  Red.  Esp. 
nat.  47.  È  cosa  notissima  tra  gli  scrit- 
tori, che  quel  pesce  marino  chiamalo  tre- 
mola, torpedine  ,  ovvero  torpiglia  ,  se  sia 
toccalo  ,  renda  intormentita  e  stupida  la 
mano.   (') 

^-  TREMOLANTE  .  Sust.  lo  .slesso 
che  Orpello.  Art.  I  elr.  Ker.  1.  20.  L 
orpello  ,  altiimenli  dello  tremolante  ec.  , 
e  rame  che  dalla  zelamina  vien  tinlo  in 
colore  simile  all'  oro.  E  appresso  :  Vi- 
glisi  1'  orpello,  allrimenli  dello  tremolan- 
te,  ec.  (B) 

TREMOLANTE.  Che  tremola.  Lai. 
Iremens  ,  Ircmulus .  Gr.  ■zfop.ùàni.  if. 
I'.  3.  .37.  A'  nostri  orecchi  pervenne  uno 
tonitruo  grandissimo,  sleso,  tremolante,  il 
quale  tenne  sospesi  gli  orecchi  lungamen- 
te. Ar.  Far.  8.  71-  Qoal  d'  acqua  chiara 
il  tremolante  lume  ,  Dal  Sol  percossa  ,  o 
da  notturni  rai.  !>Talm.  2.  3o.  Cosi  nuo- 
ve canzoni  ognor  cantando  Con  una  voce 
tremolante  io   quilio  ,  ec. 

*  §.  Parole  tremolanti  ,  diconsi  Quel- 
le ,  che  si  profferiscono  con  voce  tremo- 
lante. Belc.  Vii.  Colomb.  282.  E  con  pa- 
role ticmolauti  •  paurose  il  prego.  fO 


TREMOLARE,  e  TREMULARE.  Si 

dice  del  Muoversi  checchessia  rf'  un  moto 
simile  al  tremare  degli  animali.  Lai.  tre- 
mere,  andare  ,  fuctuare  .  Gr.  Tf  £f»£.v  . 
Vant.  Purg.  1.  Di  lontano  Conobbi  d  tre- 
molar della  marina,  y.  12.  Bianco   vestita. 


lliifiai     ,11-iiJ     ■..«"•. -. 

e  nella  faccia  quale  Par  tremolando  mattu- 
tina stella.  F.  lar.  ■>..  tosi  liniaso  le  nello 
'utcllelto.  Voglio  informar  di  luce  si  viva- 
ce. Che  ti  tremolei'a  nel  suo  aspetto.  Biit. 
ivi!  Lo  iremulare  della  luce  nell'aspetto 
di  Dante  non  e  altro,  che  1'  accendere  1" 
amore  inverso  la  veiilìl,  che  è  luce  d'in- 
lellelto.  Cuid.  G.  Si  potente  d  percosse 
sopra  il  capo  nell'  elmo  ,  che  Ettore  per 
necessilade  tremolando,  appena  si  ritenne 
fermo  nella  sella.  Tass.  Amint.  3.  I.  Che 
come  suole  tremolare  il  latte  Ne'  giuochi, 
si  parean  morbide  e  bianche.  I  arch.  Lez. 
554.  1  pianeti  più  vicini  alla  Terra,  seb- 
bene 6ammeggiano,  non  però  srintdlano, 
cioè  non  fanno  quel  tremolale  che  i  Latini 
chiamano  micare. 

•f  ;;:  TREMOLl'O.  Il  tremolare.  Tre- 
more. Lat.  tremar.  Gr.  Tfo/wi.  Salvia. 
Tane.  Buon.  2.  5.  E  a  sentir  trillar  ec. 
Trillo,  tremolio  di  voce  o  di  suono.  For- 
lig.  Ricciard.  12.  86.  In  vederla  mi  vie- 
ne il  tremolio  ;  Più  volenlieri  colla  morte 
armeggio  ,  Che  con  costei  ,  che  ce.  lA) 
Sagg.  nat.  esp.  lll^  Appena  fallo  il  voto 
parve  priva  (la  farfalla)  di  movimento, 
scorgendosi  a  gran  fatica  un  tremolio  lan- 
guidissimo nelle  sue  ali.  (C) 

TREMOLO,  e  TREMULO.  Add.  Tre- 
molante .  Lat.  trcmulus.  Gr.  rpoa/if  05 . 
lir.  As.  3oH.  Or  coir  uno,  or  coli  altro 
liquore  quasi  tulio  mi  stropicciò  ;  ma  con 
molla  più  diligenza  il  tremulo  naso  e  le 
pendule  labbra  volle  che  partecipi  fussero 
di  quelli  odori.  Red.  Son.  Come,  o  donna 
gentil,  sembra  odorato  Del  vostro  seno  il 
tremulo  candore.  *  Car.  Fa.  8.  38.  Cosi 
di  chiaro  umor  pieno  un  gran  vaso.  Dal 
Sol  percosso,  un  tremolo  splendore  Vibra 
ondeggiando,  e  rinfrangendo  ce.  (B)  Rip. 
Impr.  224.  Pareva  eh'  io  gridassi  con  vo- 
ce tremola  fascine  fascine.  (C) 

5  TREMOLOSO.  Add.  Che  tremola. 
Arrigh.  59.  Non  meno  la  nobile  aquila 
teme  le  tremolose  cicale. 

*  §.  E  in  forza  di  sust.  «  Cr.  6.  22. 
10.  Il  cavolo  conforta  i  nervi,^  onde  vale 
a'  paralitici  e  a'  Iremolosi  »».   (C) 

TREMORE.  Tremilo.  Lai.  tremar.  Gr. 
rp6uoi  .  Filoc.  1.  14.  La  qual  si  tosto 
come  io  ebbi  veduta,  il  cuore  incomincio  . 
si  forte  a  tremare,  che  quasi  quel  tremore 
mi  rispondeva  per  li  menomi  polsi  smisu- 
ratamente. 0.  5.  17.  6.  Anche  conforla 
il  cuore,  e  rinnicve  d  suo  tremore. 

§.  Per  Sospetto,  Timore,  Paura.  Lai. 
pavor  ,  tremar.  Gr.  3k>€o5  ,  T^o'^o,  . 
A/or.  S.  Greg.  Per  li  dubbii  che  sono  in 
lui,  sempre  sìa  in  tremore  di  questo  du- 
bitare .  G.  /■.  9-  219-  2-  '-^  """  K 
arme,  e  in  gran  tremore  Pass.  37-  Con 
grande  Paura  e  tremore  aspettando  di  es- 
Ter  siudicato  ,  volse  1'  occhio  ,  e  vide  la 
madre  sua  ,  eh'  era  morta  pm  tempo  di- 
nanzi .  ■-;:  Tescid.  5.  2  Pensa  poi  dopo 
cheArcila  si  siaDilrguoto  del  mondo  per 
tremore  Dell'  aspra  morte  che  Teseo  di- 
cea  Di  fargli  far  ,  se  giunger  lo  polca.  E 
7  106.  E  nella  faccia  gela  per  tremo- 
re ,  Premendo  i  teli  per  forza  sudanti  , 
ec.  (B) 

TREMOROSO.  AJd.  Pieno  di  tremo- 
re ,  Tremante  ,  Pauroso  .  Lai.  Iremens  . 
Gr.  rpép-o,..  Bui.  Inf  'V  fi  "r^ 
ec.  cosi  tremoroso  ,  vedendo  la  fiera.  Tac. 
Vav.  Ann.  16.  228.  Allendeva,  tremoroso 
mostrandosi,  la  sentenza. 

TREMOTO. /      TREMUOTO. 
t  TREMULA  .    Spezie    iV  albero  ,   ch.i 
cresce  per  lo  più  lungo  le  rive  di' fumi. 


iM 


TRE 


TRE 


(ietto  anche  Alberella,  le  foglie  del  qua- 
le sono  tremolanti  ad  o^ni  hgf^ierissima 
aura  che  spiri  .  Lai.  populus  tremula  , 
poputus  libica.  Cr  2.  8.  I.  Taj^liati  1 
predclli  arltori ,  vi  crescono  sopra  ì  loro 
repni  arbori  che  &i  chiamano  tremule,  e 
arbori  che  si  chiamano  mirici. 

TnrcMULARt:.  V.  thi;molare. 

TREMULO.    /  .   TREMOLO. 

TREMUOTO  ,  e  TREMOTO.  Scoli- 
mento  della  terra.  Lai  terra motu s .  Gr. 
■/>ì;  ffen/jL«5.  0.  V.  6.  3o-  i.  Avvenne 
in  Bor^o^na  ce,  che  per  diversi  Imiìuori 
ferie  niunlagnc  si  dipjiliroiio.    ÌC  9.   2y8. 

I,  Venne  in  Fireiiie  un  graiitlisiimo  Irc- 
niuoto,  e  durò  [oro.  Pant.  Inf.  12.  O  per 
trcniuolo,  u  per  soitegna  manco. 

g.  ]ìar  le  moss:  a'  trcmuoti.  Lai.  sum- 
mtim  ius  ext'nrre.  (Ir.  /.vpifJU'J.  J'arch. 
i'.rcol.  88.  Dar  le  niosse  a' Ircniuolì  >i  di- 
re di  coloro,  senza  bi  parola  e  ordine  de' 
quali  non  si  comincia  a  melter  mano,  non 
<  he  spedire  cn^a  aKuna;  il  «he  si  dice  anche 
dar  l'orma  a'lO|'i,  ed  esser  colui  che  deb- 
Ijc  dar  fuoco  alla  girandola.  Huon.  l  ter. 
Intr.  2.  I-  Che,  (  lune  dir  si  suoltu  Dalo 
.ilio  e   ba-sso   le    mosse   a' Ireiiiuuli.    Malm. 

II.  /il.  Quando  le  mosse  dar  fece  a' tre- 
moli . 

TBE«0.    Traino. 

g.  1.  Per  Seguito,  EfjtiipfJt:pìo.  -^  Ma- 
pai,  leu.  Uom.  ili.  I.  J52y.  Egli  all'in- 
contro ce.  corre  il  mondo  con  uo  uobi- 
lissimo  treno.  *  C) 

f  §.  II.  IC  figura tam.  Red.  rìm.  Gii 
parnii  che  del  cuor  la  rocca  assa-lia;  Già 
muover  senio  de' desili  il  treno.  -'.'•  Sai- 
\in.  l'ros.  Tose.  1.  l5.  Accompagnata  da 
tulio   il   bel   treno   dì   sue   viiin.    (J'J 

•^  §.  IIL  Trrno  ,  per  Lamentazione , 
Deplorazione.  Al.  /titim.  Leti.  Ho  stima- 
to mio  debilo  il  presentar  questa  Ode^o 
Treni  clic  dir  &i  |'05^ano  .  Salvin.  Fier. 
Jiuon.  Treni,  o  Lamentationi  di  Gere- 
mia.  (A) 

TRENTA  .  riome  numerale ,  cìie  con- 
tiene tre  decine.  Lai  triginta.  Gr.  r^ia- 
X5VTK  .  lìocc.  no\'.  80.  l5.  Aveva  avuto 
quello  clic  valeva  ben  trenta  fìorin  d'oro. 
Frane,  flnrh.  227.  9.  IClate  è  di  Ircnt' 
anni,  Ed  ha   verdi  suoi  panni. 

#  §.  Per  Trifjesimo.  Gr.  S.  Gir.  69. 
Lo  trenta  grado  di  questa  saota  scala,  si 
è  perseverare  nel  bene.  (1') 

•f  '^'  TRE.NTACIWQUESIMO  .  Add. 
Nome  numerale  ordinati\'0  .  Lai.  trigesi- 
mus  ffuintns.  Or.  rptu/oiTOy  Si^TTr"?  . 
Dant.  Conv.  19^.  Si  può  com|>rendere 
per  qurUo  quasi,  che  »1  Ireolacinquesimo 
anno  di  Cristo  era  il  colmo  della  sua  età. 
lied.  feti.  I.  82.  Ricordo  dunquo  a  V. 
S.  lllustriss .  ,  che  la  signora  Marchesa 
si  trova  neir  etk  sua  del  Ucnlacinqucsimu 
ADDO.    (*) 

#  TRENTADUE.  Kome  numerale  con- 
tenente tre  deeuic  ,  e  due  unità  .  Salì'. 
Avveri,  l.  '.^.  I.  ò.  Dico  rlie  Ircnladuc 
almeno  te  voci  sono  delle  Icllcrc  che  ci 
ai  lasciano  sentire.  (f^J 

'^  §•  /•-'  pcf  Trentaduetimo.  Olt.  Com. 
Jnf.  7.  10^  Al  capitolo  Irentadue  di- 
ce.  (C) 

#  TRENTADUESIMO.  JSomt  nume- 
rale ordinativo,  che  toinprende  due  unità 
sopra  tre  decine.  Satv.  Avvert.  2.  I.  18. 
Daale  nel  trentaduesimo  «lei  Purgatorio  , 
ce.   fJ'j 

TRENTAMILA.  Aomr  numera/e,  che 
l'ontietie  tren ta  migliaia  .  Aforg.  1 8.  /| 2. 
Trentamda  tiieiio  qui't  Mariotlo,  Onde  al 
Soldan  fu  questo  mollo  caro,  h'  27.  76. 
Che  11'  urrisoii   ipnd   di   ben  Ire  iilanida. 

§.  tu  forza  di  siist.  per  lo  stesso  che 
Tregenda.  Lai.  turba  maxima  ,  vis  mu- 
wima.  Gr.  Tro^juTTo^L'oi.  Morg.  5.  {\!\.  Disse 
niooldo:    ooQ   (omer ,   Dodooc  ^  So  fusai 


Lea  la  morte,  o  *l  trentamila,  Laicial  vc' 
nire  a  me  questo  ghiottone. 

•|  *  THE.^TA^CA.^^A.  ì'orrfuord' 
uso.  Larva  immaginaria  ,  dalle  balie  in- 
ventata per  far  paura  a'  bambini^  Tren- 
tavecchia  ,  Befana  .  Lai.  larva  ,  multer 
h»rrenda  .  Gr.  p.'ìpp.'-'. .  Malm.  5.  61.  A 
starvi  solo  egli  ha  paura,  Che  non  Io  porli 
via  la  trcntaocanna.  (*) 

*  TRENTAQUATTRESIMO.  Add. 
Nome  numerale  ordinativo  .  Lat.  trigesi' 
mus  quartus.  Gr.  TSt%*0'.-òs  TfT«jiT#i. 
Dant.  i'onv,  l83.  Munvemi  questa  ragio- 
ne, che  otliniamcnlc  njturalu  fue  il  ooslro 
Salvatore  Cristo,  Ìl  ijuale  volle  morire  nel 
trcolaqualtrcsimo  anno  della  sua  eiad*,-;  che 
non  era  convenevole  la  divinità  stare  in 
cosi    dicrrsrione.   ('} 

^-  TREN  lATRLESIMO.  Add.  Nome 
i  numerale  ordinativo  di  Trentatre.  LaL 
trigesimus  terliiis  .  Gr.  TCia/37T0;  r^t. 
TC;  .  ì'arcb.  i'.rcol.  33l.  l'oi  dpsccn<le 
all'  individuo  per  le  ragioni  delle  di  so- 
pra lungameDie ,  e  nel  trenlatrccsirao  fa 
dire  ce.  (•)  .Wi-.  Avvert.  2.  I.  18.  Dan- 
te nel  trenlatreoimo  dello  'nfcrnn,  ec.  /'.' 
2.  2.  2.  I^-  Seneca  ,  pistola  Ircnlatreesi- 
ma  ,  ce.   .'/^ 

TRENTA  VECCHIA.  Nome  vano,  detto 
per  far  paura  <?'  bambini,  come  Jiiliorsa, 
Orco,  e  simili.  Lai.  torva,  ternculamen- 
tum.  Gr.  ^o^jwoÌl  j<(!iov,  yo'C/iTpsv.  Tratt. 
gov.fam.  Narrare  bugiarde  favole,  far  pau- 
ra con  trcnlavecchie.  l'alaff'.  6.  Per  befa- 
nia smjccllai  di  risa  ,  l'erehè  la  Irenta- 
vccchia  parve  cìulla  .  livrn.  rim.  1.  I05. 
Convien  eh'  io  mi  distempre  A  dir  che 
uscissi  di  man  de*  f.imigli,  E  che  la  Iren- 
tavccchia  ora  mì  pigli.  Jiellinc.  san.  2^5. 
L' allri«r  da  me  lo  volle  un  contadino. 
Per  far  le  Ircntavcccliic  di  senteola  (cioè, 
gli   spauracrlii  ). 

TRENTESIMO-  Nome  numerale  ordi- 
nativo  di  trenta  .  Lai.  trigesimus .  Gr. 
T^i«/'5TS*^.  (r.  p.  83.  2.  Il  Itenlcsimo 
giorno  i  maturi  polli  idei  fagiano)  nasco- 
no al  lume,  cioè  escono  dell'  uovo,  f'nnt. 
Conv.  20q.  In  questo  trcnlc^iiiio  e  ultimo 
capìtolo  della  teiza  parte  principale  Lric- 
vcmenle  è  da  ragionare. 

^.  /i  trentesimo,  si  dice  anche  di  /?i- 
to  crr/isiastico  di  celebrazione  di  Ulessc  e 
di   UScio  pei  morti.    F.  TRIGESIMO,  §. 

*  TRENTINA.  Nome  numerale,  che 
comprende  tre  decine  .  Accad,  Cr,  Mess. 
Comandò  che  lo  secondassero  ee.  ad  una 
lientina  di  Spagnuoli  a  suo  modo.  (A) 

:::  TKENl  U.MìSIMO.  Idd.  Nome  uv 
merale  ordinativo  di  trentuno,  Lat.  trige- 
simus  primiis.  Olt.  Com.  Par.  18.  4'5. 
Il  quale  (  Orlando)  per  la  fede  fu  morto 
in  ìspiignii  dalli  Suraciiii  ce.  come  è  scritto 
Del   detto   Ireiitunesimi)  capitolo.   (Nj 

j         TREPIDANTE.    /.   /..    (he  trepida. 

.   Lat.   trepidans .    Gr.    tOC^wv.    /'/r.    As. 

'  286.   Il  sonno  interrotto*  i  tormenLiti  so- 

'   spiri  ,   r    il    trepidante    polso ,    feldirota    la 

I  mostravano  in  o^ni  elicilo  .  Alam.  Gir. 
16.  lUO.  De'  venti  appar  la  Irepidanle 
scoria.  >^  i.  Colt.   4.    102.    Ej;li    stesso    albi 

'  fìn  cruccioso  prendo  La  trepidante  ime- 
gna  ,   e    'n   voci   piene   Di   dispetto   ec.   (li) 

I        t  TREPIDARE.   /'.   /..    .4 ver  paura  , 

I  Temere,  l*aventart.  Lat.  trepidare,  pa* 
veiT  ,  timore  confuti.  <ir.  T^lpliy.  .I/or. 
«y.    Girg.    Alcuna  volta  vuloiilariamrnlc  si 

'  melle  nella  schiera  dei  nemici  arni.ili  ,  e 
alcuna  vtdta,  quasi  trepidando,  si  nascon- 
de .  Fior.  Ital.  lì.  29.  MoisÌT ,  eleggen- 
dolo Lidio  a  governar  lo  popolo  tuo,  tre- 
pido e  triiiille  .  *  Huon.  i'ier.  \.  \.  \. 
Non  fia  ahnn  di  noi  che  trepidi,  {t') 
TREPIDAZIONE.    ì' .  L.   Il  Irrpidan-. 

j  Lai.  Inpidalto.  Gr.  •zp'ìiso^  ■  Maeslru::, 
I.  89.  La  |>aura  è  una  Ircpidaaiono  di 
raente  di  pmeDto  ,  o  di  futuro  pericolo  . 


Cuice.  Star.  i4>  671.  Forse  nella  trepida* 
zionc  della  riiià  sperando  avere  qualchs 
occasione  di  entrarvi  deotro. 

*  TREPIDEZZA.  Trepidazione,  Trt~ 
pidità .  Segner.  ìfnan.  Seti.  Q  2.  La  6- 
dut-ia  di  aver  ricuperata  la  ^r»iia  di  Dio  , 
jtcìduta  per  il  jsecralo,  tempre  è  iotorlù- 
data  da  multo  di  Ut-jiidcua.  (f)  Pmilav. 
Star.  ione.  i.  5.  2.  Ne  mai  parlarono  con 
trepidezza.   fC) 

*  TREPIDITI.  Trepidazione.  S.  Cat. 
Leti.  3.  O  se  [mr  le  corregge  ,  corregge 
con  tanta  freddezza  e  Ircpidtl'a  di  cuore , 
che  n-m  fa  covelle.  (V) 

ThEl'IDo.  /'.  L.  Add.  Ttmoroso  . 
Lai  .  trepidai  .  Cr.  i-JxpouOf  .  Cavttlc , 
Hfed.  cuor.  Lo  Diavolo,  permettendolo  Id- 
dio ,  prurcura  di  far  l'uomo  infermare, 
per  farlo  diventare  impaziente  e  pusilla- 
nimo,  e  trepido.  ^  far.  Fn.  II.  127^. 
Le  sue  compagne  Le  fur  trepide  intorno; 
e  già  che  morta  Cadea  ,  la  sottenlaro  , 
ec.  (/f)  Puc.  Ap.  223.  Allor  concorroo 
trepide  ,  e  ciascnns  Si  mostra  nelle  Iwlle 
armi  lucenti.   fC/ 

*t  *  g-  /*"■  Tremolante,  dello  di  cosa 
inanimala  .  Ar.  Fur.  9.  7.  Nella  sia* 
ginn  che  la  frondosa  vesta  Vede  levarti  e 
discitprir  le  menihre  Trepida  pianta  fin  che 
nuda  rcNla .  (Min)  K  17.  72.  Or  comin- 
ciando i  trepidi  ruscelli  A  iriorre  il  fred- 
do  ghiaccio   in   tiepide  onde.    (A) 

TRLPPELLO.  /'.  A.  Drappello.  Frane. 
Parb.  69.  7.  Ed  è  maniera  mala  Far  ra- 
gunanza  ,  o  Ireppelli  i  serventi  (qui  per 
simili!.  ) .  E  219.  l\.  Guardar  in  arme,  in 
schiere  ed  in  Ircppelìi,  Ed  alli  onesti  e  helli 
Armeggiatori  a  giostralur  con  quelli. 

f  TREPPIEDE,  e  TREPPIF.  .  Stru- 
mento triangolare  di  ferro  con  Ire  piedi, 
per  u.to  per  lo  più  di  cucina.  Lai.  tri- 
pes.  Gr.  T^iTsu;.  /'ecc.  nov.  96.  7.  A- 
veva  sopra  la  spalla  sinistra  una  padella  . 
e  soUo  quel  braccio  medesimo  un  fatcello 
di  Icpne  ,  e  nella  mano  un  lieppirde  .  K 
num.  8.  l'osta  la  padella  sopra  "1  Ireppiè, 
e  dell'  olio  messovi,  cominciò  ad  aspetta- 
re che  le  giovani  gli  geltasier  del  pese*-. 
Duixh.  1.  22.  E  Gcrapigra,  e  un  Ireppiè 
d*  acciaio  . 

*  TREPPIEDI,  lo  stesso  che  Trep^ 
piede  .  Hip.  Jmpr.  222.  Vi  messe  di  più 
il  treppiedi.    ((') 

ì^  TREREME  .  SoHa  di  galea  .  LaL 
triremis.  Gr.  rptrìpiìs»  Bemb.  leti.  1  3- 
45.  Dove  dite  le  due  galee  esser  venule 
quasi  per  infino  alla  presenza  del  principe 
di  pari  corso,  ed  alle  solte  la  treicme  aver 
pascala  la  cinquereme  d'alcun  poco  spaaio. 
F  appresso:  Egli  allora  in  un  punto  pas- 
sò la  Irerrmc.   (•) 

*f  TRESCA.  Dicevasi  aniicamenle  d' 
una  spciie  di  ballo  saltereccio,  il  quale  si 
faceva  di  mani  e  di  piedi  j  e  da  que.fto 
ahbiamo  oggi  Trescone  e  Trescare.  LaL 
tripudium .  Gr.  "/OZllv.  .  Dani.  Inf.  lA, 
Santa  riposo  mai  era  la  tresca  Delle  mi- 
sere mani  (  qui  f>er  similil.  I.  But.  ivi  : 
Tresca  »i  chiama  un  hallo  sallereccio,  do- 
ve sia  grande  e  vclo<'e  mo\imenlo  ;  e  a 
denotare  lo  vel<«re  movimento  delle  mani 
di  quelle  nii\ere  anime  a  scuotersi  1*  ar- 
sura ,  lo  chiama  tresca  .  ^  llocc.  Com. 
Dant.  a.  261.  E  la  tresca  una  maniera  di 
ballare  ,  la  quale  si  fa  di  mani  e  di  pie- 
di. (C) 

<s  §.  L  Onde  Andare  a  tre~sca  ,  dicet$ 
per  simt/it.  della  Nave,  che  f*er  difetto  dt 
zavorra,  o  altro  peto,  va  traballando.  F. 
ANDARE.   (Ct 

JJ.  IL  Figiiraiam.  per  Compugnta,  Com* 
versatione  di  piacere  ,  o  di  scherto.  Lai 
ctrtut.  Gr.  uuy0J9\a.  /V/r.  cap  p  Poi 
vidi  Cleopatra,  o  riascnn'  arsa  D'  indegno 
ft»ro  ;  e  Vidi  in  quella  tresca  ZeuoUia ,  del 
tuo   onore   assai   più  acaria      Fr.    Ctord. 


T  n  E 


PrrJ.  r.  Lau<l.l.il»Mn.a  cos.i  e  1  ""«"" 
d.  ,u«t.  tresche.  /""'..  .W.r.  ».!<)«■ 
Che  «olenlior.  f;.rc»a  strav..,.,  e  s.  Uuvu- 
,.>„chè  ^cc.hio,  a  uHc.UKl.  .n  s.mo- 
chi  e  iresvhc  co.,  g.ov.n.  .  Ur.p.  (  "^  ■ 
2  6i.  CoD  bl.omculi  e  lilocli.  e  l.a  1.  .0 
irescl,  Per  luUa  la  cilla  sodo  ...  galUTu.. 
bU:  Uri.  3.  6.  .0.  M.o.rc  che  uà 
.„iral.ros'»:.a|isl...  Ea.,.heDan.lo    e 

.ntrale  in  tre.ca  Con  c..ca  '""'^  ;';"* 
sua  r-miglia  ,  Coo  larghe  .  lance  arn.aU 
alla  moresca  (q«i  •""■>  P""  "^""'•'-  '' °'^; 
Jfrrf.  *>"'■■  3.  l53.  l'iaee  molto  a  cosi... 
la  mal«ag.a  .  E  rilro.arsi  in  gori.v.sl.a  e 
■a  Uesca?  Mal-.  10.  2».  A,  VU..to  era  se- 
guilo in  sul  festino  .  Come  '•""'•■•■"'^  '" 
fresche  di  tal  sorle.  the  due  d.  que.  che 
fanno  da  .e.l.ino  S'  eran  (.or  donne  d.- 
sEdali  a  morie.  r  ,    „„ 

e    111.  Per  Affort  imhr^gli'lo.  Intrigo. 
F,r.  L..C.   1.  2.  N"i    »'■'-">»   com.nca  o 
una  Leila   tresca  in  vcr.ta      (  or.    MI.   1  ■ 
46.   Quando  procurava  |.er  1   esecunone 
fhuon  fanliuo  mi  fece  non  so  che  tresca 

'TZ'!'-rcrB.g..u".,Jl^^=^col.  o 
Arnce  d.  poco  prezzo.  Lai.  lr,c»e  Cr 
=  )iuai;'c<.  //"/'"•  12  'O  Ciascuno  ha  .1 
Lo  fardel  di  quelle  tresche  Che  p.gl.ars. 
ha   pollilo  r'ù  n.anesche. 

sTlRESCAMEMO.  ;/  trescare  Tre- 
scata. Car.  long.  So/.  P"S-Jj.<^'': 
l8ll)  Quando  fu  lemi.o  che  Dal»,  se  n 
andasse;  cmpiulofli  la  tasca  d.  ,.ane  ec 
con  gridar,  e  con  Irescamcnl.  lacchevol. 
commiato  gli  dierono .  ec.'B/ 

•+  *  TliESCAME.  a-c  tresca.  Sal- 
.■in  Od-ss.  23.  19V  Ora  la  loro  Gr.n 
magione  .lai  ,.iè  gemeva  ...lo.ao  U  uunun 
irescanti  e  di  l.en  c.le  donne.  iJ) 

T.-.ESCAllE  .  lar  la  tresca  ,  /.aliare 
la  tresca.  Lai.  tcpadiare,  choreas  age- 
re.  Gr.  T.'.-.^yopt>.^' .  ^^^i^^''-  -■  ^'': 
Un.  Pisci.  2-Ì5.  Son  |.ii.  Baiamene  da 
dame  menlr'  elle  trescano,  che  sei.ela  da 
uomaccioni,  qual  side  voi,  menU   essi  .pe- 

colano.  (C)  ,.  ,_    ,  ,.. 

8     1     Per  Fallare   semplicemente.  Lai. 

saltare.  Cr.  0>X5:»r«..  J^'"'-  P"'''l 
Lì  precclesa  al  benedetto  vaso  Tres.ando 
Jaalo  Tumde  .Salmista.  I^o,:  an(.  9?.  !(. 
L'  altro  era  di  n.eraana  statura  ,  e  aveva 
arm.  niù  ul.li  ,  che  di  glande  apparenta  . 
e  non  cantava,  nétres.aia  ne  l.raml.va 
sue  armi.  IraaC.  Saccll.  ria,.  69.  E  .  gran 
ladroo  Bngon  A,  non  vede.e,  Ma  Irescan 
per  la  corte  a  più  potere. 

CU  1:  Trescare  ,  per  Maneggiare. 
Mar.  S.  r.reg.  Lcggian.o  noi,  che  trescan- 
do lerohoa,  e  spartendo  la  paglia,  ec.  r r. 
lac  T.  4.  23.  10  Che  .  calzar  s  hanno 
mangiali.  Con  che  il  lolo  avean  trescalo  . 
*  /fellin.  Disc.  I.  l55.  lo  non  g.nd.ca. 
d.sdiceTole  air  anal..mica  maeslà  a  trescar 
come  ...'  avele  veduto  fare  con  1  ossa  de 

morti.  fO  ,  , 

"+  §.  111.  Per  l.tclicrzare  la.scnamenle. 
Lai.  /nrfere,  lusitart.  Gr.  -v.lls.v.  / Wr. 
««.  105.  Di  vin  serva,  di  lem  e  di  vi- 
vande. In  cui  lussuria  fa  1'  ullima  prova. 
Per  le  camere  lue  fanciulli  e  vecchi  Vanno 
Irescando ,  ec.  , 

J.  IV.  Per  Trafficare,  Operare,  f  arci,. 
Star.  IO.  279.  E  sema  sapere  lice  spesso 
quello  che  è'  si  treschino  ,  si  lrava(.l.ano 
mollo  in  tutte  le  bisog.ie  de"  secolari. 

"+  *  TRESCATA  .  Cicalala  ,  I  liiac- 
ihierala.  Varch.  Krccl.  88.  Quando  al- 
cuno, per  procedere  mescolalamenle  e  alla 
rinfusa  ,  ha  recitalo  alcuna  orai.,  ne  ec. 
sema  capo  e  sen.a  coda  ec,  s'usa  dire  a 
coloro  che  ne  dimandano:  ella  e  stala  una 
pappolata  ce,  ovvero  chiacchiera  ec,  una 
trescata  ,  una  laccolata  .  ce.  (Ai 

TBESCIIERELLA  .  Pim.  di  Tresca  . 
Ualm.  10.  12    11  Kc  dell'  infernal  d.avo- 


TRE 

leria  Con  queste  trcscherclle  a  te  rai.ivia. 
a  Jlellin.  lìiicch.  36.  E  con  queste  cian- 
fruscaglie E  cou  queste  t.es.he.elle  Le 
smanile  sentinelle  .Mie  trastulla  (.«  questi 
esempi  nel  signific.  del  %.  ult.  di  IRE 
SCA).  )C) 


T  R  1 


1607 


TliESCONE.  Spezie  di  l'alio.  Lai.  tri- 


nuditi m  .    tir.    A-. ',,•     ,,       •        , 

Oiord.  rre,t.  K.  lo..  1  allegria  che 
consuma  nc'tresconi  carnevalesch..  A.."". 
Il  4.  Quaud  ii.f.a  da.ne  e  caval.er.  er- 
rami Cir  al  trescone  in  palano  erano 
iulenli,  ec.  Me.iz.  sai.  6.  L'a  nel  l.escon 
de'  diavoli  V  è  chi  per  essa  ha  Leu  ga- 
gliardi i   Banchi. 

•!-  :;=  1RE>ETTE.  Tei-m.  de'Ciuoca- 
lori  .Specie  di  cii/oco  di  carte,  die  si  fa 
in  quattro.  Alcun,  dicono  Tressctli.  I  or- 
lig.  li,ccia,.d.  12.  46.  E  quando  .n  casa 
si  son  litiral..  Ora  da  questa,  or  da  quel- 
la signoia  Co.leicmeole  sodo  v.iilali ,  E 
irallenut.  all'  ombre,  a  larocch.n.,  A  pri- 
miera, alreselle.  a  l.iontini.  lAl 

•+  *  TKESriDO  .  Trespolo  .  lass. 
■Im  I.  2.  I  Uespidi,  le  tavole  e  le  pan- 
■  he  ce.  ,  E  gli  arnesi  di  camera  e  di  sa- 
la ,  Man  tulli  bngua  e  voce  ,  e  pailan 
sempre.  (.-Il 

TRESPOLO.  Arnese  di  tre  piedi,  uno 
dall'  un  capo,  e  due  dall'  altro,  sopra  'l 
quale  si  posano  le  mense  .  Lai.  trapezo- 
,l.o,lis.  (.r.  zf^ZZ'-io-fllfOi.  nera.  rim. 
1.  lo3.  tome  dir  la  stadera,  Un  arcolaio, 
un  trespolo,  un  paniere.  Un  predellu.o  , 
un  Basco,  un  lurcrnieie.  belline,  son.  2S1. 
I  trespoli  imp.iravano  a  balla. e  .  Bunli. 
I.  òo.  Ragionai'  ho  al  Frullana,  Collie  .0 
ho  a  no.a,  avendo  ben  da  cena.  Se  la  ta- 
vola ,  o  '1  l.espol  si  dimena  .  Mo,g.  27. 
284.  E  Turpin  gli  levo  di  sotto  il  tre- 
spolo .  Malm.  8.  18  Più  g.ù  da  b.,uda 
un  tavolin  si  vede  ,  Che  su  1  trespoh  la 
la  ninna  nanna.  , 

%  1.  liguratam.  laici,.  Slor.  12.  n-}\. 
Gl'i  u>c.li"ec.  conobbero,  non  senza  lor 
danno  e  vergogna,  .|Ua..lo  è  debole  e  da 
dovere  tosto  mancare  quella  poleota  ,  la 
quale  in  su  altri  liesi  oli  si  regge,  che  .n 
su' suoi  propr.i.  li  14.  ^on  ben  contento 
dello  sialo,  e  giudicandolo  .n  trespoli. 

*  §.  IL  Tie.'polo.  Ligno  di  tre  o  quat- 
tro pi.  di,  che  serve  a  fare  ponti  per /ab- 
br,carc,  e  altro.  Jìaldm.    I  oc.   Jis.   (A, 

*  §.  IlL  Trespolo.  Arnese  da  l  Itlor, 
di  carrozze  ,  per  po.Mri'i  sopra  la  cassa 
nel  d,pingrrla,  bilicato  in  modo  da  po- 
terlo giiare  per  qualunque  verso.  (Aj 

:;:  (-.  IV.  ;/  Trespolo  de'  Cai  radon  e 
un  arnese  intelaialo  su  quattro  piedi,  per 
u.<o  di  collocarvi  sopra  le  ruote  per  ser- 
rare  i  quarti.  'Al  .,.„„    ,j, 

*   TRE.SSETTl.  F.  TRESETTE.  ..^^ 
:'.:  TRESTIZIA.    !'■  A.    Tristizia.  I  il. 
SS.   Pad.  2.  3;Ì0.    Onde   io  tinianeudo  so- 
lo, rimasi  .n  gran  tre.tii.a.  Iit.  S.  ilargh. 
ni.  »oi  e.avamo  lutti  pieu.  d.  p.anlo  e  di 


sar.agl.  stata  venei.o  .  lolg.  ,l.'«.  Medi- 
cine composte  alla  sUeltura  d'  alena  lODo 
inrl.idalo.  Iliaca,  ce. 

s  1  7'iT  !t:edicina,  0  Himedio  sempli- 
cemeiiie.  Cr.  l.  4.  l4.  Avvegnaihij  a  co- 
lui ,  che  ha  nusso,  spesso  faccia  uld.tade 
la  piedctla  acqua  lo.bida  ,  e  lolle  le  ^av. 
acque  e  pesanti,  perchè  nel  ventre  s.  n- 
leogono,  ne  tosto  discendono,  ma  le  sue 
triache  sono  le  cose  untuose  e  dolci  .  1: 
niiin.  17.  Oi  quelle  cose  che  rimuovono 
le  mabiie  di  divc.se  acque,  sono  le  ci- 
polle,  perucibè  sono  siccome  la  lor  Iliaca. 
lior.  S.  l  rane.  164.  Le  buone  opeie  sono 
triaca  medicinale  (  i;.<i  figuratam.J. 

5  II.  pssere  triaca  d'  alcuno  ,  vate 
i:s.<er  suo  avver.<aiio  con  Jbize  superio- 
ri ,  ovvero  ..(vere  il  genio  supcriore  ad 
alcuno.  Pera.  Ori.  I.  26.  I.  Fai  com- 
battere insieme  dui  Cristiani,  chela  triaca 
son  d.  Pagania.  ,■     o  ; 

*  TRIALE.  JSumero  di  tre  unita,  ialv. 
Avveri.  2.  I.  l4-  E  perchè  il  Iriale,  e  il 
qualt.aie  ,  e  il  cinquale  ,  e  cosi  gli  altri 
(„>,mcr.;  di  mano  in  mano  non  recarono 
i  Greci  nella  licchissima  lingua  loro?  (fj 
TlllA^GOLABE.  .^dJ.  Vi  tre  angoli. 
Lai.  triangularis  .  Gr.  -zfiytiiioì  .  Fir. 
l-ial  beli.  dona.  365.  Vogliono  questi  di- 
pintori ,  che  dallo  angolo  egli  si  tir.  una 
lioca  .ella  d'uguale  lunghezza  delle  l.nee 
triangolali,  farj,.  Giuoc.  I  Mag.  ^asce 
ciascuna  piiami.le  da  una  basa  Inangolare. 
Piceli,  lior.  33.  Il  cippero  ec.  e  un  giunco 
triangolare    ec.  ,  alto  un  bracco  o  più  . 


i^.  s. 


re    »:»-•  »   ■■»—    — i 

Trians^olnre ,    in  forza    di    sust. 


dolore  e  di  Irestuia  udendo  queste  paro- 
le. iJ'l  ,  _  , 
f  :';  TREZZA,  y.  A.  Lo  stesso  clic  Tr,c- 
ci.i.  Lai.  capillamcntum  .  Gr.  Tfi;:t"/iX. 
7cMre((.  F.r.  3.  23.  Si  eh'  io  creda  che  d 
crino  Fosse  d'un  oro  fino.  Parlilo  senza 
.rezze.  (•)  ir.  Ilarb.  l52.  4-  E  d.  tanla 
bellezza,  Ch'  ognun  intorno  le  guaida  la 
irezza .  E  355.  3.  Fatta  m'  ha  senza  pie 
e  irezze.  PM.  Mann.  G.  C  27.  Che  mal 
per  me  si  vide  11  fronte  e  '1  viso,  e  quel- 
la bionda  trezza.  (Vi 

•+  TRIACA.  Medicamento  composto  di 
moltissime  sostanze  j  di  die  vedi  i  Par- 
macisti.  Lai.  tlieriaca.  Or.  5^i.«/a.  lai- 
t,id.  I  ehbr.  Lo.  In  luogo  di  quella  mei- 
tcre  la  triaca  ,  e  ..legare  ddigenlemenle 
A  magliuolo.  Giiitt.  Ictt.  21.  Gal.eno  po- 
ne ,  the  dal  pnncipio  suo  fue  costumato 
a  pascersi  di  veneno  ec,  e  forse  poi  triaca 


Term.  desìi  Anatomici.  Muscolo  compo- 
sto di  cinque  paia  di  piani  carnosi  di- 
sno.Ui  in  maniera  di  /ascelte  ,  die  sono 
attaccate  interiormente  alle  parti  d,  mez- 
-o  ed  ia/erioi-i  dello  sterno  ,  e  vanno  a 
"terminare  alle  cartilagmi  della  seconda , 
terza  ,  quarta  ,  quinta  e  sesta  delle  vere 
coste  11  triangolale  dell'  omero  e  anche 
detto  Pdtoide.  (Al  Imperf.  Anni.  lOI. 
Il  inangolare  (muscolo,  è  piccolo  e  sot- 
tde,  e  nelle  persone  grandi  appena  e  car- 
noso.   I  Pt  ,.     tr.  j  Jy- 

■-;:  TRIANGDLARITA.  Term.de  Geo- 
„ietri.  Pagione/.imale  del  triangolo.  (A) 

:■;  TllUM'Ol  AIO.  .Idd.  Triangola- 
re  Che  ha  tre  angoli.  lUambull.  Appar. 
Accanto  le  era  la  Sicilia  con  tnangolata 
coro..a  di  spighe  in  capo  ec.  ,  ferma  so- 
ira  un  triangolalo  spazio.  (A) 

::•  TKIA^GOLETTO.  Pini,  d,  Tnan- 
■,olo:  Piccolo  triangolo.  Ciambull.  Appar. 
Aveva  coste,  nella  destra  mano  quel  laicato 
triangolcllochesivcde  ancor  neUc  roeda- 
nlic  del   famoso  Jlarcello.  lAj 

+  TBU.NGOLO.  7".£:i"<i  di  tre  ango- 
li. Lai.  tiiangnlus.  Gr.  T.:.'ycavov.  Petr. 
cap.  10.  Ero'dolo  di  gre.  a  istoria  padre 
%  idi,  e  dipinto  il  nobd  ge.-melra  Di  Lian- 
Eoli,  tondi,  e  foime  quad.e.  Dani.  Par. 
i3  O  se  del  mezzo  cerch.o  far  s.  puole 
Tlianiiol  ,  si  eh'  un  lelto  non  avesse  .  E 
17  \  c-gion  le  terrene  menli  >on  capere 
in  tnang°oIo  du- ottusi  .  UH.  Com  .  InJ- 
,0.  190.  Necessario  è  che  og.li  cosa,  che 
M  vede,  si  vcggia  per  t.iansolo.  E  Par. 
17.  3oI.  1  mollali  veg.;iono  non  capire 
die  ottusi  in  un  t.iangolo,  intendi  non 
mulaodo  la  forma  del  liiaugolo  e  mel- 
teiidovi  dentro  lutto  lo  spazio  del   Ir.an- 

^"i"'s.  1.  Triangolo  sferico,  dicesi  Qud 
triangolo .  i  cui  lati  sono  format,  da  due 
arclJde'gran  cerdiii  della   .fra.  (A) 

%\.  X\  Triangolo,  vale  anJ.e  lorma  . 
o  Figura  simigliante  a  triangolo.  Gu,cc. 
S'<ór  4.  124.  Di  Lodis.  poteva  senza  a^- 
;uuolcolJa..da.e  ins.no  m  sulle  pò  te 
d,M.lano.ediPav.a,perche.,ueslecill, 
.duale  come  .n  triangolo,  sono  vicine  1  una 
all'  altra  venti  roigha.  (L) 


i6o6 


T  R  I 


*  §.  III.  Triangolo  .  Term.  degli  A- 
stronomi.  Nome  di  una  costellazione  delC 
emisfero  boreale.  Si  dà  anche  il  nome  di 
Triangolo  attitrafe  ad  un'altra  costella- 
zione dell'  emisfero  australe  ,  che  da  noi 
non  è  visibile.  Del  Papa.  Triangolo  bo- 
reale. (A) 

^-  §.  IV.  Triangolo.  Term.  degli  //r- 
tisti.    Specie  di  lima   triangolare.  (A) 

*  TRIARE  .  /'.  A.  Distinguere,  Di- 
scernere ,  Distintamente  conoscere .  Te- 
sorett.  Br.  7.  63.  E  chi  sa  giudicare,  E 
per  certo  iriare  Lo  ('also  dal  diritto  ,  Ra- 
gione è  il  nome  dillo  .   (C) 

•f  TRIARIO.  r.  L.  Il  terz' ordine  del- 
le legioni  romane  j  e  s'  usa  sempre  dire 
Triarii  ,  nel  numero  del  più  .  Lat.  tria- 
rius  .  Scgr.  Fior.  Art.  guerr.  2.  66-  1 
cavalli  de*  Romani  erano  mede&irnamcnte 
soli;  vero  è  che  i  Iriarii  alloggiavano  vi- 
cini alla  cavalleria.  lì  3.  85.  A*  triarii, 
i  quali  erano  il  terzo  ordine  delle  legioni 
romane,  non  erano  assegnati  [>ìù  che  sei- 
cento uomini. 

*  TRIASANDALO.  Term.  de'  Far- 
macisti .  Laltiìi'nro  di  tre  sandali,  bian- 
chi, rossi  e  citrini.  liicett.  Fior.  ani.  (A) 

TRIBALDAUE.  J'.   TRABALDARE. 

TRIBBIARE.  Trebbiare.  Lai.  tritura- 
re .  Gr.  v.'^o'lì  .  Menz.  sat.  10.  Ahi  del 
superbo  Adamo  Questa  è  la  messe  che 
quaggiù  bi  trililiial 

g.  I.  L'usiamo  anche  per  Tritare. 
*  Vit.  S.  M.  Madd.  i5.  Alcuna  volta 
hanno  tribbiate  le  spighe  del  grano  con 
mano,  per  mangiarle  (È  il  Oicanles  ma- 
nibus  dell'  l'vangelio  ).  (f'J  Malm.'].  70. 
Che  tutte  le  stoviglie  sprezza  e  tribbia. 

*  g.  II.  Tribbiare,  dicono  gli  Artefici 
quando  In  sega  rompe,  e  non  sega  pulito 
il  legname.    (A) 

TRIBBIATO-   Add.   da   Tribbiare. 

*  TRIBBIO.  Arnese  da  trebbiare.  Lat. 
tribulum.  Salvia.  Geor.  lib.  1.  E  tribbi, 
e  tregge ,  E  rastrelli  di  peso  smisura- 
to.  (FJ 

t  TRIBO.  F.  A.  Tribù.  Lat.  tribus. 
Gr.  9U>vi'.  G.  /'.  1.  3.  1.  Convenne  di 
nicissita  eh'  e'  tribi  e  le  schiatte  de'  vi- 
venti,  che  allora  erano,  si  diparlissonu. 
E  5.  29.  1.  I  quali  si  dice  che  furono 
itrattì  di  quelli  tribi  d'  Israele  .  Dant. 
Purg.  3l.  Sfe  dimostrando  del  più  alto 
tribo  Negli  alti,  l'ullrc  tre  si  fero  avanti. 
^ut.  ivi:  Ciofa  dimostrandosi  di  più  alta 
schiatta,  fìorgh.  Orig.  Fir.  277.  Or  se- 
guendo air  altre  con5Ìd<Tazioni  ,  che  ci 
aono,  resta  a  parlare  delle  tribù,  anzi  pur 
del  tribo,  come  questa  voce  pronunziava- 
no i  nostri  padri  e  maestii  della   lingua. 

TRIBOLARE.  Ajjìiggere ,  Travaglia- 
re j  e  si  usa  in  stgni/ìc.  alt.  neutr.  e 
neutr.  pass.  Lat.  cruciare,  divexare,  an- 
gere.  Gr.  /a/^Jv.  G.  /'.  6  22.  i.  Fede- 
rigo imperadure,  tribolando  e  perseguendo 
tulle  le  terre  e  citili  e  ,\ignori  che  si  te- 
ncano  alla  finlellà  e  ubbidienta  di  santa 
Chiesa  ,  sì  entrò  nella  Contea  di  Roma- 
gna, ffocc.  nov.  27.  16.  Madonn.1,  questo 
fe  sol  quel  peccato  che  ora  vi  tribola  .  E 
nov.  CfO.  .').  Cornar  Gemmata,  non  li  tri- 
bolar di  me  ,  cir  io  .^t(>  bene  .  !\'ov.  ant. 
100.  12.  Nullo  mi  (lolrebbe  turbare,  do- 
ve ella  mi  tiiliid.1  e  eomiuìde  .  Lnsc.  Si- 
bili. I.  2.  Tu  dove  vaiT  /'.  A  tribolare, 
■  trovare  un   not.iio  in  casa. 

§.  Chi  altri  tribola  ,  sé  non  posa  .  o 
simili;  provrrb.  che  vale,  che  l.o  inquie- 
tare altrui  arreca  travaglio  e  noia  anche 
a  colui  che  inquieta  .  /telline,  rim.  cap. 
Che  chi  tribola  altrui.  \v  non  riposa.  Ctrc. 
Orli.  3.  80.  Chi  altrui  tribola,  se  non 
pota  ;  tu  non  consideri  ■ncora  le  nemici* 
tic  die  ne  cavano. 

TRIBQLATISSIMO.  Superi,  di  Tri- 
bolato.   Lat.    miserrimus  ,  aj^ictistimus. 


T  R  I 

Gr.  a&).i  JraTO?.  Car.  ìett.  I.  1.^9.  Di 
che  sono  stato  fino  a  ora  tribolati  ss  imo 
per  conto   vostro. 

TRIBOLATO.  Add.  da  Tribolare.  Lat. 
miser,  afflictus.  Gr.  a^ìio;.  Bocc.  tntrod. 
48.  O  voi  mi  licenziale,  che  io  per  gli 
miei  pensieri  mi  ritorni,  e  sleami  nella 
città  tribolata.  F  nov.  80.  17.  E  dello 
questo ,  forte  mostrandosi  tribolata  ,  non 
restava  di  piagnere,  ^f.  F.  Q.  55.  Gli 
affannati  e  tribolati  cittadini  di  Pavia  ec. 
cercarono  d'  arrendersi  a  patti.  Cecch.  Spir. 
3.  3.  E  voi  poco  discreto  e  amorevole 
Uelle    persone    tribolale. 

t  TRIBOLATORE,  l'erbai. masc.  Che, 
o  Chi  tribola.  Lat.  vexator.  Gr.  xa/o*^- 
yo;  .  Coli.  Ab.  Isaac ,  cap.  40.  Que- 
ste sono  ^/e  tentazioni)  dell'  anima:  ec, 
rintoppo  d'  Uomini  empiii  cadere  nelle 
mani  de' tribolatori,  movimento  continuo 
di  cuore,  ce.  Segner.  Crisi,  instr.  1.  9. 
l4-  Non  in  quanto  all'  ufficio,  che  è  di 
nostro   tribolatore,   o  tormentatore. 

t  TRIBOLAZIONE, eTRIBULAZIO- 
>E.  Afflizione,  Travaglio,  Molestia.  Lat. 
ajjlictio,  anxietas ,  molestia.  Gr.  oln<x  ■ 
Mor.  S.  Greg.  Di  gravosa  lancia  di  dis- 
perazione è  percossa  la  mente,  quando  si 
vede  aftlitta  dalle  Iribulazioni  dell'  ira  d' 
Iddio.  Cavale.  Frult.  ttng.  Come  antica- 
mente solcano  far  li  Giudei  in  caso  di  tri- 
bulazione  e  di  penitenza.  /Ìocc.  Inlr.  i5. 
Era  con  sì  fatto  spavento  questa  trilmla- 
zione  entrata  nei  pelli  degU  uomini  e 
delle  donne,  che  1'  un  fratello  1'  altro  ab- 
bandonava. F  nov.  28.  5.  Io,  per  questo, 
altro  che  in  tribulazione  e  iu  mala  ven- 
tura con  lui  viver  non  posso.  Giambon. 
Mis.  Uom.  Se  questa  e  dunque  la  via 
de'  buoni,  non  vuole  esser  buono  chi  del- 
le tribolazioni  del  mondo  non  vuol  sen- 
tire. -|s  Fr.  Ciord.  l'red.  P.  Le  trilio- 
lazioui  sono  trebbie  di  Dìo  a  trebbiar  le 
genti,  acciocché  si  scevri  la  paglia  dal 
grano,   cioè    il  peccato    dall'  anima.    (Bj 

TRIBOLO.  Pianta  che  produce  frutti 
spinosi,  anch'essi  detti  Triboli,  ed  è  di 
due  sorte  :  terrestre,  e  acquatica.  Lat. 
tribulus.  Gr.  zpi'^oìoi.  Bocc.  Conci,  q. 
Niun  campo  fu  mai  si  ben  cultivato  ,  che 
in  esso  o  ortica,  o  triboli,  0  alcun  pruno 
non  si  trovasse  mescolato  tra  1'  erbe  mi- 
gliori. Frane.  Sacch.  rim.  47-  Ma  chi 
sogna  la  notte,  e  'I  giorno  semina  Tri- 
boli per  ricoglier  gran  da  vivere ,  Ha  il 
cervel  sopra  Costantinopoli.  Ricett.  Fior. 
8.  Di  quelle  (piante  nostrali)  che  nasco- 
no solo  ne'  piani,  si  hanno  sempre  a  Avei  1  (. 
quelle  che  sono  ne'  luoghi  più  asciutti , 
e  discosto  dai  laghi  e  da'Gumi,  eccetto 
quelle  che  nascono  solo  in  simili  luoghi, 
come  la  ninfea,  il  tribolo  acquatico,  e  la 
lenticchia  palustre. 

§.  1.  Tribolo,  si  dice  anche  Una  sorta 
di  tr foglio  odoroso,  da  cui  si  stilla  a- 
equa  odorosa  che  anche  si  dice  Erba 
vetturina.   Lat.   mulilatus. 

§.  IL  Tribolo,  per  Spina.  Lat.  spina^ 
aruleus.  Gr.  axa»ra.  *'.  f.  11.3.  12. 
Fatiche  e  sudore,  spine  e  triboli,  diluTÌo, 
dicadimento  trapassarono.  Buon.  Firr.  5. 
2.  7.  O  di  triboli  nvcr  piumaccio  e  col- 
tre. 

g.  HI.  Trifwli ,  per  similil.  ,  si  dicr* 
vano  anticamente  alcuni  ferri  con  quat- 
tro punte,  che  si  seminavano  per  le  atra 
de  per  trattenere  il  passo  alla  cavalleria 
nemica.  G.  /'.  10.  5i).  3.  E  incontanen- 
te icminaro  triboli  di  ferro,  eh'  avevano 
portati.  Serd.  Star.  5.  |8^.  Sparse  occul- 
tamente molti  triboli  di  ferro  av%'r1en.iti 
per  una  via  larga,  per  do%e  1  l'orlughe 
si  potevano  cotrarr  nella   città. 

§.  IV.  Fifuratam.  per  Tribolazione. 
Sen.  Pisi.  Ti  pricgano  che  tu  gli  traj^phi 
fuor    di   quel    tribolo,  e    cb*    tu    mt>tiri  la 


T  R  I 

lumiera  di  verità.  Cavale.  Itfed.  cuor.  Gli 
lasciòe  la  moghe  e  gli  amici  per  suo  tri- 
bolo. 

g.  V.  Per  to  Piantoche  si  fa  a*mor- 
li.  Lat.  luctus,  moeror.  Gr.  ?rcy3oCf  0'- 
ÒijpflÓi.  Tac.  Dav.  Ann.  3.  57.  Qoel  del- 
la corte  di  lei  per  lo  durato  tribolo  era 
più  stanco  (il  testo  lat.  ha  r  longo  moe- 
rore  fessura  ).  F  Post.  444'  ^ocor  oggi 
nel  regno  di  Napoli  si  dicono  fare  il  tri- 
l>olo  certe  donnicciuole,  che  sopra  il  cor- 
po  del   morto    pretxolate    piangono. 

3  TRIBOLOSO,  e  TRIBULOSO.  /4dd. 
Pieno  di  tnltclatìone.  Lat.  infaustus,  mi.' 
ser,  anxius.  Gr.  «aito?,  t:aÌx^,  '3C'" 
TÌt95.  Stor.  Bari.  Tutte  le  cose  di  questa 
tribolosa  vita  voglio  lasciare. 

"^  §.  Tribuloso ,  vale  anche  Che  ap^ 
porta  tribiilazione .  -  Cuitt.  lett.  \.  2. 
E  da  conoscere  per  malvagia,  e  conosciuta 
odiarla  ogni  grandezza  terrena;  co m*  è  af- 
fannosa e  pcriculosa  ad  acquistare  ec.;  • 
come  affriggiiiva  a  perdere  e  tribulosa.  (Cj 

«  TRIBÙ,  r.  A.  Tribù.  S.  Agosl.  C. 
D.  2.  l3.  Per  sentenzia  di  giudice  era 
casso  del   ttibu  e  dell'ordine  suo.   ( F) 

f  TRIBÙ'.  Urta  delle  parti  nelle  qua- 
li anticamente  si  dividevano  le  nazioni, 
o  le  Città  per  distinguere  le  schiatte,  e  le 
famiglie.  Lat.  tnbus.  Borgh.  Orig.  Fir. 
277.  Resta  a  parlare  della  tribù,  anzi  pur 
del  tribo  ,  come  questa  voce  pronunziava- 
no i    nostri  padri. 

*  TRIBUIRE.  V.  L.  Donare,  Retri- 
buire, f'it.  S.  Onofr.  143.  E  *1  nostro 
Signore  pietoso  ec.  ,  vedendo  che  io  sof- 
feriva ogni  cosa,  bammi  tribuito  grandi 
cose.  Boez.  II2.  Conciossiachè  spesse  vol- 
te a*  buoni  le  cose  allegre,  e  a'reil'  aspre 
dea,  e  in  contrario  a'  buoni  tribuìsca  le  du- 
re, ec.  ( F)  Belc.  Agg.  pr.  spir.  Ed  ivi 
le  motte  pecunie  cosi  all'  imperadore,  come 
a' baroni  tribuendo,  diventò  prefetto  del 
sarro    pretorio.    (Cj 

*  g.  Tribnire  ,  lo  stesso  che  Attri- 
buire, come  Lontanare  e  Allontanare , 
JS'oiare  e  Annoiare,  Tossicare  e  Attos 
sicarej  ec.  Palm.  Fit.  civ.  lib.  U.  pag. 
Il5.  (Giunti  1629  )  Fuggasi  adunque 
qualunque  contesa  d'onori  civili,  unita- 
mente sempre  tribuendo  quegli  a'  più  vir- 
tuosi  e    migliori  cittadini.  (Bf 

«  TRIBULANTE.  Che  tribù  la ,  Tri- 
bulatore .  Palm.  Fit.  civ.  lib.  3.  pag. 
6<).  Voglicndo  la  parte  che  ba  offeso  de- 
bitamente emendarsi,  s' elegga  sempre  la 
tranquilla  pace  inuantt  alla  tribulante  guer- 
ra,   e   per  ogni    tempo   si  consigli   ce.  (Bj 

^  TRIBULANZA.  F.  A.  TriMaiio" 
ne.  Fr.  lac.  T.  3.  17.  16.  Tutti  erano 
smarriti  E  disbaltuli  da  gran  Inbulaota. 
(f) 

*  TRIBrLARE.  V.  A.  Tribolare.  Fit. 
SS.  Pad.  2.  280-  Permetti  che  siamo 
ora  tribulati.  E  ^6q.  Senta  divina  per- 
missione  nullo  è  tentato,  n^  tribulalo.  f/ ^ 

t  '•!*  §■  E  in  signi fic  neutr.  e  neutr 
pass.  Contristare  ,  Contristarsi.  ì  il.  S. 
Gio,  fìat.  Vedendo  madonna  Elisabetta 
cosi  tabulare  di  questa  novità  re.,  si  fe- 
ce dare  ce.  Guilt.  leti.  1.8.  Tribula  più 
uno  che  volo  turni  ,  che  non  allegrioo 
mt>lli  che    lornin    pieni.    (F) 

«  TRIOLLATO.  Add.  da  TrihiUrti 
TriKlato.  Fit  SS.  Pad.  2  17»).  Allo- 
ra quel  monaco  molto  tributato  sospirò. 
Fil-  S.  F.ufr.  Vcggendo  V  Abaie  questo 
suo  compare   così    tribulato,  ec.    (V} 

P  %.  1:  in  forza  di  su  st.  Fit.  S^.  Pad. 
2  178  Si  sforxaiio  d'aiutare  li  tentali  e 
Iribulali  e  iiifertni.  Serm.  S.  Agosl.  Co- 
lui rbr  consola  i  tributati,  che  sovviene 
gli  aOlitti,  costui  k  vero  Crìatiaoo,  t  a- 
miro   di   Dio.   fF) 

TRIBtlLAZlONE.  r«rf  TRIBOLA- 
ZIONE 


TRI 

*  TRIBULO.  V.  J.  Tribolo.  FU.  SS. 
Pad.  2.  173.  Un  buon  uomo  aveva  una  sua 
posiCisioDc  liella  ,  e  frulliff  ra  ,  e  per  ne- 
crigencia  la  lasciava  insalvatichire ,  sic- 
ché non  pruduceva  se  non  ispine  e  tri- 
huU.  (•>  ii  di  .lotto:  Trovandovi  gran  mol- 
titudioe  di  spine  e  tribuli.  (V) 

*  §•  Trihulo,  è  anche  lo  stesso  che  Tri- 
bolo, nel  signijìcnto  del  §.  V.  f'egez.pag. 
137.  (Fir.  l8l5j  Inconlancnle  per  tutto  il 
campo  gillarono  tribuli,  ne'  quali  quando 
vi  s' intoppavano  i  carri  che  corrieno,  tor- 
navano poscia  al  nccnte .  (B) 

TRIBULOSO.    ;  .  TRIBOLOSO. 

TRIBUNA.    La  parte  principale   degli 
edijizii   sacri,  0  dì  altre  fabbriche  insigni. 
Borgh.    Orig.    Fir.    3oO.  Egli  è    ben  vero 
che    le    magciori  (chiese }  e   più   solenni 
nella   parte   ai   sopra,  dove    gli    antichi  a- 
Tevano   il  tribunale,  che  noi  oggi,  rilenu-  [ 
to  r  antico    nome  intero,    chiamiamo    tri- 
buna»   e  la   forma   si  vede    ancora  mante-   j 
nula    nella  sopraddetta  di  S.   Piero  ali*  an-  1 
ticagiratain  mcszo  cerchio.  E  ì'esc.  Fior. 
410.   Finalmente    nel   suo  tribunale  in  te- 
sta, che   noi,   mantenendo   già    tanti  seco-  I 
li,    senta  saper  perchè,  V  antica  voce,    di-   , 
ciamo  tribuna.   Borgh.  Bip-   86.   In    sette  ' 
facce  h  distinta  la   cupola    e  la  principale 
è    quella    che   vien  sopra    la   tribuna    del 
Sacramento. 

#  §.  I.  Tribuna  tonda,  dicesi  a  una 
Specie  di  i-olta,  la  quale  non  essendo  fat- 
ta, solamente  di  archi,  ma  di  andari,  co- 
me  cornici,  per  farsi  non  ha  bisogno  di 
centina,   lialdin.    I  oc.   Dis.    (Jì 

#  §.  II.  Tribuna.  Viconjsi  fatte  a  tri- 
buna   le  coperture    degli  edifzii ,  che   si 

/ormano  in  figura  di  sesto  acuto.  Baldin. 
Voc.  Dis.  (A) 

TRIBUNALE.  Propriamente  luogo  do- 
ve riseggono  i  giudici  a  render  ragione. 
Lat.  tribunal.  Gr.  oi/.x'szrioiov .  Bocc. 
ti-  6.  f  4-  Li  giudici  hanno  lasciali  i  tri- 
bunali. Him.ant.  ^f.  Cin.  35.  Mille  dub- 
biì  in  un  di  ,  mille  querele  à1  tribunal 
dell'  alta  Imperatrice  Amor  conlro  me  for- 
ma irato  «  dice  :  Giudica  chi  di  noi  sìa 
più  fedele,  fìuon.  Fier.  5.  3.  8.  Or  qua 
or  là  per  logge,  e  tribunali.  Cas.  lett. 
37*  1)^1  quale  sono  stalo  tenuto  a  bada  e 
straziato  a  tulli  i  tribunali  di  questa  cit- 
tà presso   a   tre    anni. 

#  §.  I.  Per  Luogo  elevato  donde  altri 
arringa  al  popolo.  Guicc.  Stor.  2.  l63. 
Matteo  Lango  ec.  salito  in  su  un  eminente 
tribunale  pubblicò  in  nome  di  Cesare  la 
dclibcrarioDe  di  passare  ostilmente  in  i- 
lalia.    (L) 

#  5.  II.  £,"  per  similit.  Ang.  Met. 
l.  89.  Giove  che  dal  celeste  tribunale 
Scorse  tutte  le  genti  esser  già  morte  ec. 
Fé  per   1'  alia    soffiar  gli  artici  \enii.fD) 

#  §.  III.  Per  tribunale,  posto  avverb. 
vale  Trihunalmente.  Lat.  prò  tribunali. 
Cavale.  Specch.  Cr.  io5.  [ncontinente 
Pilato  sedè  per  tribunale,  e  diede  la  sen- 
tenza contro  di  luì.  (l) 

TRIBUNALE.  Add.  Di  tribunale,  ap- 
partenente a  tribunale  .  Lat.  ad  tribunal 
pertinens.  Gr.  ùjv  itpò^  ^ixacr/siov. 
Serm,  S.  Agost.  1.  Quando  saremo  in- 
nanzi alla  sedia  tribunale,  dove  si  darà  la 
sentenzia.  E  appresso  :  Allora  innanzi  alla 
sedia  tribunale  Abramo  non  ci  condannerà, 
anzi  ci  difenderà. 

t  TRIBUNALMENTE.  Avverò.  In 
tribunale.  Lai.  prò  tribunali.  Gr  .  t-jii 
TOJ  So'yaros.  Viagg.  An,  70.  Sopra  al 
qual  luogo  sedette  thbunalmente  Pilato  , 
quando  giudicò  Cristo  a  morte.  ^  Segner. 
Fred.  Pai.  Ap.  12.  7.  Ascoltisi  la  sen- 
tenza autorevole  di  Pilato^  promulgala  da 
«sso  a  voliti  scoperto  ec.  e  quel  eh' è  più 
sedendo    tribunalmenle.  (TC) 

t  5  TRIBUNATO.  JSome  di  magistra- 
Vocabolario  T.  Il 


r  R  I 

to,  0  grado  della  lìepubblica  romana,  al 
quale  era  affidata  la  difesa  del  popolo  , 
e  che  si  contrapponeva  all'  autorità  del 
Senato.  Lat.  tribitnatus.  Gr.  SrjfJVpXt'oi. 
*  Tac.  Dav.  Vit.  Agr.  38.  Né  volle  Agri- 
cola  che  l' inespcrìenu  sua  e  il  titolo  del 
tribunato  gli  servissero  licenziosamente  , 
come  ce.  (BJ 

*  §■  Tribunato,  si  disse  anche  il  Ma- 
gistrato che  nel  medio  evo  prese  in  7\o- 
nia  talvolta  a  sostenere  il  popolo  contro 
rt'  soprusi  de'  Baroni,  u  M.  V.  l\.  26. 
I  quali  sapeva  che  erano  contrarii  al  suo 
tribunato.  Segr.  Fior.  Stor.  1.  29.  Fran- 
cesco Baroncegli  occupò  a  Roma  il  tribu- 
nato ".  (IV) 

TRIBUNESCO.  Add.  Di  tribuno.  Lat. 
tribunidus.  Gr.  Sri}j.cic.pxi''óz.  Liv.  M.  Il 
quale  è  ancora  tutto  enfiato,  e  pieno  di 
superbia  tribunesca.  Tac.  I^av.  Ann.  I. 
5.  Tredici  consolati  ebbe  egli  solo  ec.  , 
Irentasette  anni  continui  la  podestà  tri- 
bunesca. F  3.  74-  Scrisse  a'  Padri,  chie- 
dendo  per  Druso   la    podestà    tribunesca. 

*  TRIBUNETTA.  Dim.  di  Tribunaj 
Piccola  tribuna.  Accad.  Cr.  Mess.  E  in 
faccia  una  cappella  ce.  coperta  con  una 
tribunelta  di  legni  preziosi  ,  dove  era  col- 
localo r  idolo.  (A} 

t  TRIBUNO.  Colui  che  ha  il  grado, 
e  V  uficio  del  tribunato  .  Lat.  tribunus  . 
Gr.  èript^p^oi.  G.  V.  12.  104-  7-  Tale 
fu  la  6ne  della  signorìa  del  tribuno  di 
Roma.  Segr.  Fior.  Art.  giierr.  i.  26. 
Creavano  ventiquatlro  tribuni  militari ,  i 
quali  facevano  quello  uBcio  ,  che  fanno 
oggi  quelli  che  uoi  chiamiamo  conne&ta- 
bili. 

n^  §.  £r  in  forza  di  add.  per  Tribune' 
SCO  .  Borgh.  Orig.  Fir.  280.  Così  erano 
in  Roma  i  comizii  centunati  e  tribuni  j 
come  qui  fra  noi  ì  consigli  e^  squittinii  , 
per  via  dell'  Arti  e  de*  Gonfaloni.   (V) 

*  TRIBUTANTE.  Che  tributa.  Che 
offerisce  in  tributo.  Bellin.  Bucch.  E  la- 
scio dir  qual  le  faceva  ala  ec,  E  qual  gli 
ornò  le  camere  e  la   sala   Per   onor    dell' 

;  altera  tributante,  ec.  (A) 

t  *  TRIBUTARE.  Dar  tribù toj  e  per 
lo  più  si  dice  /jguratam.  del  Bendere  al- 
trui tributo  di  lodi,  omaggio,  0  simile. 
Lai.  tributum  pendere.  Gr.  fo'pov  aTOTE- 
Xzxv.  Bed.  lett.  2.  4-  Avendo  io  qui  co- 
municata r  i>da  dì  V.  S.  Illustrissima  a 
molli  ce.  eoo  mio  indicìbile  contento  V 
hanno  tributata  di  così  verdadieri  e  gloriosi 
applausi ,  che  ce.  (*) 

TRIBUTARI'A.  T.  A.  Tributo.  Lat. 
vectigal,  tributum.  Gr.  ©o'jio?,  xtXo^.  G. 
V.  9.  137.  I.  Tenendo  tutti  grioghilesi 
di  quelle  marce  sniio  tributaria. 

TRIBUTARIO.  Add.  Obbligato  a  pa- 
gar tributo.  Lat.  tributarius ,  vectigalis, 
stipcndarius.  Gr.  uTTOTsi»;'?  .  Bocc.  nov. 
98.  3l.  Io  dirò  che  io  sia  di  città  libera, 
ed  egli  di  tributaria  -  Petr.  cap.  6.  Che 
vale  a  soggiogar  tanti  paesi,  E  tributarie 
far  le  genti  strane?  G.  V.  7.  39.  2.  Ol- 
tre a  ciò,  il  detto  Re  di  Tunisi  fosse  tri- 
butario di  dare  ogni  anno  al  re  Carlo  venti* 
mila  doble  d'  oro. 

?!•  §.  Fiume  tributario,  dicesi  dagli  I- 
draulici  a  Quel  fumé  che  perde  il  suo  no- 
me nel  metter  foce  in  un  altro.  (A) 

TRIBUTO.  Censo  che  si  paga  dal  vas- 
sallo, o  dal  suddito  al  signore,  o  alla  re- 
pubblica. Lat.  tributum,  vectigal.  Gr.  Tc'- 
/o^.  J\ov.  ant.  58.  X.  La  forma  della  loro 
ambasciata  si  fu  per  difendere  da^  Roma- 
ni lo  tributo  per  via  di  ragione.  Bocc.  nov. 
79.  32.  A  suon  di  nacchere  le  rendon 
tributo  . 

^  §.  E  fguratam.  dicesi  d'altre  cose. 
Ar.  Fttr.  37.  92.  Ed  Ada  ,  e  gli  altri 
(fiumi)  onde  tributo  prende.  Tass.  Ger. 
9'    4^-   ^    ^*^^    più   coma   Adria    respinge 


T  R  I 


J609 


(il  Po)  j  e  pare  Che  guerra  porli,  e  non 
tributo  al  mare  .  Molz.  Ninf  Tib.  57- 
Anzi  quanto  più  largo  il  pianto  riede  , 
Tanto  maggior  tributo  agli  occhi  chie- 
de. (Br) 

*  TRIBUTO.  Add.  Per  Tribunesco, 
Tribuno.  Borgh.  Orig.  Fir.  280.  Si  di- 
stribuivano negli  u6zii  e  consigli  comuni, 
come  i  Romani  in  que*  comizii  che  da  que- 
sto nome  chiamavano  tributi.  E  283.  Re- 
stavano quasi  che  in  mano  ed  arbitrio  loro 
i  comizii  tributi.  (V) 

s?  TRIC  TRAC.  Sorta  di  gioco.  Segr. 
Fior.  lett.  26.  Con  questi  io  m'ingagliof- 
fo per  lutto  il  di  ,  giocando  a  cricca  ,  a 
tric  trac.  (CJ 

*  TRICLINIO.  Cenacolo,  Terrazzo. 
Lat.  caenaculurn  -  Gr.  uTf;2W0v  .  Cr.  o. 
80.  4-  Conciossiacosach'  e'  fosse  in  un  luo- 
go che  si  chiama  ager  laurentanum ,  nel 
quale  era  un  luogo  con  un  alto  terrazzo, 
ovvero  triclinio.  (*) 

TRICORDE.  Add.  Di  tre  corde,  Lat. 
trichordis  .  Gr.  rpt'x'^pSo^  .  Dani.  Par. 
29.  Come  d*  arco  tricorde  tre  saette. 

TRICORPOREO  .  Add.  Che  ha  tre 
corpi,  Lat.  trìcorpor.  Gr.  TfC^oìp-Oi.  Gal. 
Gali.  223.  GU  ultimi  scoprimenti  di  Sa- 
turno Iricorporeo  ec  hanno  cagionato  tal 
dilazione . 

TRICUSPIDE,  r.  L  Add.  Che  ha  tre 
punte.  Lat.  tì-icuspis .  Gr.  r^i'/Xw'xivo^  , 
T^i'^TO^uo;.  Bed.  Oss.  an.  10.  I  ghiri  ec- 
hanno  il  membro  genitale  tricuspide  ,  ed 
oltre  lo  averlo  tricuspide,  lo  hanno  altresì 
corredato  d'  un  piccolissimo  ossicino. 

*  TRIDECILE  .  Term.  degli  Astro- 
nomi .  Aggiunto  di  Aspetto  de*  piane- 
ti. (A) 

•f  *  TRIDENTATO.  Add.  Che  è  ar- 
mato di  tridente,  ed  e  aggiunto  proprio  di 
j\'ettuno,  detto  anche  Tridenttere ,  e  Triden- 
tiero.  Adim.  Pind.  E  sovra  il  negro  mar 
discese  un  giorno  11  tridentato  Dio;  gri- 
dando spinse  ec  /ìnguill.  Metam.  9.  SSg. 
Inceri  pur  di  nuovo  egli  le  piume  ,  E  '1 
temerario  voi  drizzi  al  mio  lito  ,  E  passi 
il  sai  del  tridentato  Nume,  Per  dar  rimedio 
ec  (A) 

!v  §.  T'ale  anche  Che  ha  tre  punte  . 
Ang.  Metam.  10-  3o2.  Percosso  invan 
dal  tridentato  telo.   (Br) 

TRIDENTE.  Ferro  con  tre  rebbij  For- 
cone .  Lat.  tridens .  Gr.  -rpiM-fV. .  \Morg. 
14.  69.  Poi  si  vedea  Nettuno  col  triden- 
te Guardar  con  atti  ammirativi  e  schifi. 
Tass.  Am.  prol.  Che  fa  spesso  cader  di 
mano  a  Marte  La  sanguinosa  spada,  ed  a 
Nettuno  Scotitor  della  terra  Ìl  gran  tri- 
dente .  Bed.  Esp.  nat.  io5.  Le  corna 
della  cervia  nella  suddetta  medaglia  di 
Salonina  son  piccole  ,  e  non  hanno  che 
tre  cortissimi  rami  ,  non  situati  per  la 
lunghezza  del  tronco  principale,  ma  posti 
del  pari  su  la  cima  di  esso  tronco  in  fog- 
gia d*"  un  tridente. 

t  *  TRIDENTIERE,  e  TRIDEN- 
TIERO.  .4dd.  usato  per  lo  più  inforza 
di  sust.  Armato  di  tridente.  Che  impu- 
gna il  tridente}  e  dicesi  propriamente  di 
Nettuno.  Chiabr.  Fort.  cant.  3.  Rassem- 
brò  quel  grido  Strepito  d'  Ocean,  s^unqua 
s*  adira  11  Tridentier  dalle  cerulee  chio- 
me. (B) 

t'  TRIDUANO.  Add.  Di  tre giornij  co- 
me Quattriduano,  Di  quattro.  Cocch.  Disc 
Quel  suo  puerile  ,  pedestre  e  triduano 
viaggio  air  altissima  sommità  della  Pietra 
Apuana.    (A) 

TRIEGUA.  V.  TREGUA 
TRIEMITO.  /'.  TREMITO- 
i.'J  TRIENNALE.  Add.  Appartenente  a 
triennio  ,  Di  triennio  .  Salvin.  Annot. 
Opp.  Cacc.  Fesle  delle  Orgie,  le  quali  ri- 
correvano ogni  tre  anni  ec. ,  per  questo 
chiamate  Trieterica ,  cioè  Irienaali-  (A) 
202 


i6io 


T  R  t 


T   R   I 


1    R    I 


E  hneid.  itb.  4-  Quii  l.jcc^nlc  stimo- 
lata Da'  commossi  misteri  ^  quando  udi- 
to Bacco  io&ligarla  1*  orge  triciuiali.  f/'j 

f  *  §.  Il  inforza  di  sust.  Festa  che 
si  celebra  ogni  tre  anni.  Car.  En.  ^.  45l. 
Quali;  ai  oolturoi  Gridi  di  Citeroo  Trìa- 
de ,  allora  Che  '1  trieaual  di  Bacco  si 
rinnova  ,  IVcl  suo  moto  maggior  si  sca- 
glia ,  ec.  (fì) 

*  TRIE:mNE.  JJd.  /}*  ogni  tre  anni, 
e  Che  ricorre  ogni  tre  anni.  Salvin.  tnn. 
Orf.  Susciti  l'anuual  trieuDt;  fe>ta.  E  Opp- 
Cacc.  NuD  voglio  che  tu  or  cauli  Ìl  tri- 
enne Muutauo  Daccu.  E  Jnnot.  Trit-iinc 
Baccu  y  delle  fi-^itc  dette  Orgie  ,  le  quali 
ricorrevano  o^ni  tre  .inni  ec.  ,  chiamate 
Trietcrica ,  riob  triennali.  (.4) 

*  TRIENNIO.  Corso  di  tre  anni.  Spa- 
zio di   tre  anni.  (.1) 

j-  *  TIUEAUCE.  Jdit.  Che  ha  tre 
gole  j  ed  e  aggiunto  proprio  di  Cerbero. 
Beav.  Celi.  f'it.  i.  ll3.  Questo  fu  un 
cammeo  ;  in  esso  intjgliadi  uu  Ercole  che 
legava  il  trifaure  Ceihero.  (Jj  Car.  En. 
6.  586.  Spaventi  il  can  trifauce  a  suo  di- 
letto Le  pallid*  ombre  :  elernamcnle  latri 
Neil*  antro  suu,  ec.  Ar.  l'tir.  34-  5.  Farò 
t'u^'gir  fiutone  e  Satanasso,  E '1  caD  tri- 
laUfi;  leverò  dal  passo.  (M) 

TftlFEUA.  Spezie  di  lattovaro  inven- 
tato dagli  yirahi.  Cr.  5.  2.  l^.  Vale  (V 
olio  di  mandorle  )  a  provocare  i  mestrui. 
Se  se  ne  fjrìi  suppositorio  con  Irifcra  ma- 
f^na.  M,  Aldobr.  Uòtno  trifora  saracenica, 
e  diapruno ,  e  sciroppo  rosato  e  violato. 
iolg.  Ma.  La  trifora  muscliiata,  d'inven- 
zione di   Alcanzi,  è  incdiciua  provata 

TRIFOGLIATO.  Add.  Ih  trtjo^lio  , 
A  similit.  di  trifoglio.  Lat.  tri/olio  simi- 
lis.  Gr.  T.3(pu>Xw  ofJ-Oio^.  lied.  ttss.  an. 
70.  Fiori  d'  elleboro  nero  ,  e  6ori  d'  ellebo- 
ro trifogliato. 

tTRIFOgLÌ0,eTREF0GLIO.  Pian- 
ta notissima  di  varie  spezie,  che  fa  per  ogni 
i,ampo  0  prato  ,  le  cut  foglie  di  forma  ro* 
tonda  sono  attaccate  a  tre  a  tre  a  un  me- 
desimo gambo  .  Lat.  trij'olium  .  Gr.  rpt- 
^Lt/>ov  .  Pallad.  cap.  5.  E  quando  prò- 
dune  di  queste  generazioni  d*  urbe  per  sé 
medesimo  ,  cioè  ebbio,  giunco  ,  cannucce, 
trifoglio,  ce.  Cr.  2.  26.  3.  Quella  {terra) 
è  utile  a  seminarvi  grano,  la  quale  natu- 
ralmente e  pur  se  medesima  produce  V 
ebbio ,  e  *1  vinco  ,  e  grassa  gramigna  ,  la 
canna  ,  il  trifoglio  ,  e  1  grassi  rovi  .  Tes. 
Pov .  P.  S.  cap.  5.  Se  fomenti  il  capo 
dolla  cocitura  del  trcfoglio  ,  e  poi  impia- 
slii  l'erba  alle  tempie  ed  alla  fronte,  to- 
glie la  vertigine.  IJorgh-  Mon.  a^^-  ^*'o' 
(jon»i  ancora  alcune  pìccole  monete  d'  a- 
ricnto  con  due  di  questi  trefogli.  E  a/iS- 
Neil'  argento  era  sotto  i  pii;  di  san  Gio- 
vanni una  volpe  a  rovescio»  e  non  il  tro- 
loglio . 

*  TRIFOGLIO.  Add.  Trifogliato,  Che 
ha  tre  foglie  .  Salvia-  Ina.  Om.  I*oscia 
durò  una  leggiadra  vi-rga  Aurea,  trifoglia, 
intatta,  cbc  ti  guardi.  (A) 

TRIFORCATO.  Add.  Di  tre  rebbi, 
■/  guisa  di /arcane  .  Lat.  trifttrxus  .  Gr. 
rpKy-ri^oi .  Pallad.  Eehbr.  17.  Si  to- 
^liuno  tagliar  grossi  come  dito  mignolo 
ii  rami  da  innestare),  biforcati,  o  trifor- 
cati, o  con  moke  gemme  ornati  (qui  per 
similit.  ). 

TRIFORCUTO.  Add.  Triforcato.  Lai. 
trifurcus.Or.  Tfi'xiio?.  Pallad.  .V.irs.  21. 
Se  vuogli  por  le  vette  de*  Gclii,  togli  il 
ramo  trtfurcutu,  o  biforcuto,  e  coglilo  dal- 
la ^>arte  dell*  albero  di  verso  merìggio  ^f/»i 
per    similit;. 

TRIFORME,  r.  l.  Add.  Di  tre  for- 
me. Lai.  tnformis.  Gr.  TfìfAOpfOi.  lìant. 
Piirg.  ly.  Questo  triforme  Amor  quag- 
giù di  sotto  Sì  piange.  Amct,  ^.  Per 
lo  tuo  lanto  «d  iaeffaiiUc   Dome    Uifurme 


per  conseguente  il  valido  itiuto  concedi. 
#  Marchett.  Lucr.  Itb.  I.  *'.  109.  Questa 
il  Gor  degli  Eroi,  scelti  per  duci  Dell' o- 
stc  argiva,  io  Aulide  già  indusse  L'  ara  a 
macchiar  ì\A\j.  gran  Dea  triforme  Col 
sangue  d'l6gcnia,  ce.  (li)  Imperf  /  .  Tusc. 
l>.  16.  /'.  2.  338.  Di  Saturno  nir  più 
ne  meno  non  si  son  eglino  immaginati 
ingegni  altissimi  eh' e' fotse  una  tt-rr a  an- 
ch'egli  7  anzi  parendo  tiiforine  ec.  i:  ap- 
presso :  Saturno,  ìl  quale  iovcce  d'  esser 
triforme,  come  innanzi  parea,  è  da  una 
ciambella   cir<-ondatu.    (i)     ' 

'^  TRIGA.  /'.  L.  Cocchia  a  ire  ca- 
valli.   Uocc.    Com.    Vani.   (A) 

*  TRIGASTRICO.  Term.  degli  A- 
natomici.  Aggiunto  di  muscolo  Jormato 
per  lo  concorso  di  tre  muscoli  insi<mej 
siccome  digastrico,  o  biventre,  dicesi  t/uel' 
lo  che  è  formato  per  lo  concorso  dt  due. 
(^) 

TRIGESIMO.  Tiome  numerale  ordina- 
tivo, (he  comprende  tre  decine.  Lat.  tri- 
gesimus.  Gr.  T^taxoffTo'^.  *  !)ial.  S.  Oreg. 
4-  l3.  Questa  cbc  tu  dimandi,  ne  Terrà 
lo  trigesimo  giorno,  (f'') 

§.  E  inforza  di  sust.  Zitto  ecclesiasti- 
co di  celebrare  i'  (Jftcio  pei  morti  trenta 
giorni  dopo  il  loro  passaggio  j  e  si  di- 
ce anche  del  numero  delle  trenta  Messe 
per  loro  snlf'ragio  j  comunemente  Tren- 
tesimo, Fior,  itili.  Lo  popolo  lo  pianse 
trenta  di ,  e  quinci  viene  <  he  li  Cristiani 
fauno  trigesimo  a'  morti. 

f  TRIGLIA.  Sorta  di  pesce  squisitis- 
simo al  gusto,  picchiettato  di  un  color  ros- 
so., e  che  ha  due  lunghe  pinne  sotto  la 
mascella  inferiore.  Lat.  mullits.  Gr.  zf,i- 
■/>/.'.  Morg.  i^.  66.  La  triglia,  ìl  ragno, 
e   'I  corval  Salomone. 

#  TRIGLIFO.  Term.  degli  Architet- 
ti. Pietra  quadrata  che  ha  sopra  un  po- 
co eli  capitello,  sfondata  ad  angolo  retto 
mediante  tre  canaletti,  e  serve  per  orna- 
mento del  fregio  dorico,  JSaldin.  toc. 
Vis.  (  !/ 

#  TRIGLINA.  Dim.  dt  Triglia j  Pic- 
cola trìglia.  Salvin.    Opp.    Pese.  (A) 

#  TIIIGLIOLETTA.  fUm.  di  Triglia; 
Triglina.  Salvin.  Opp.  Cacc.  I  feritori 
del   pesce   (uccidono)  trigltolctlc.   (A) 

•f  v  TRIGONO.  Figura  triangolarej 
e,  secondo  gli  Astronomi,  Unione  di  ttx 
pianeti  stanti  nel  tempo  ste.tso  in  una 
delle  mansioni  celesti.  Serd.  Galeot.  Mars. 
374.  Gli  sguardi  u  aspt-tti  de*  pianeti  adun- 
t{iie  sono  quattro  a  novero;  Ìl  Irigonu  , 
l'esagono,  il  tetragono,  e  1' opposto.  .'''^^ 
Scfiner.  incr.  \.  25.  25.  E  pur  la  stolta 
(gente)  si  lascia  persuadere  che  le  con- 
giunzioni, le  opposizioni,  i  sestili,  gli  esa- 
goni, i  quadrati,  i  trini,  i  trigoni,  cioè  nut- 
1'  altro  che  la  mera  corrispondenza  de' 
segni,  ce.  (A) 

TRIGONOMETRIA,  v/rltf  di  misura- 
re 1  triangoli  rispetto  a*  loro  angoli  e  lati. 
Lai.   trigonometria. 

J?  TRIGONOMETRICAMENTE  Av- 
verò. Term.  dei  Ceomeln.  Secon-to  le  re- 
gole della    Trigonometria.   (A) 

#  TRIGONOMETRICO.  Add.  Term. 
de'  Geometri.  Appartenente  alla  Trigo- 
nometrìa. (A) 

#  TRILATERO.  Add.  Term.  ile' Geo- 
metri.   Che  ha    tre    lati.    ì'ivian.  re.  (A) 

Ai  TRILINEO.  Add.  usato  .tnjie  in 
forza  dt  Slist,  Term.  ile'  Geometri.  Che 
e  formato  di  tre  linee,  l'ivian.  Tratt. 
iiesist.  La  scala  de' momenti  di  lutto  le 
lineo  solloteso  ad  un  angolo  seltiliueo  ec. 
SODO  rome  le  linee  tleteimiDate  dal  trìti 
neo  parabntuo.  rcnliè,  r>%i-iidti  tale,  sa- 
rebbe come  il  parallelogrammo  A  D  al 
Irilìnro  A   n   O.   (Aj 

«  TRILINGUE.  Add.  Che  hn  tre  Itn* 
gue.  Car.  Son.  contra  il  Castelv  (E  queili 


■  quel  famoso  te.  )  Questi  con  U    bilin- 
gue  sua  riaofrogna   Spirito  sì,   ce.   (M) 

t  TRILLARE.  AruJr.  Fare  il  trillo, 
Lat.  vocetn  pel  sonitum  vibrare.  Buon. 
Tane.  2.  5.  r  stare*  senza  pane  •  teom 
vino  Tre  or«  ad  ascoltar  quesla  nmMcat 
E   a  sealir  Irìllar  quitlla  rìLvca. 

*  §.  I.  Eia  significai»,  fiellin. /)ÌM. 
I.  211.  Quel  terso  che  «ssi  trilUroDO,  « 
quei  passaggi,  e  quei  goigheggi,  e  quelle 
fuf^he  che  fecero,  che  voi  gli  giudicasi* 
animali  usignioli,  e  vere  passere  delle  Ca> 
narie,  o  qualsìsia  altro  ucceU«tto  che  più 
rapisca  quand*  egli  canta,  ah  che  dod  fu 
opera  ec.  (C/ 

*  §.  II.  Trillare,  per  Jscuotere.  Soder. 
Colt.  78.  Fa  poi  dare  una  scossa  alla  botte 
tre  o  quattro  volte,  eh'  e' granelli  ricntrì- 
Du  bene  insieme,  e  quello  spatio  di  lato  che» 
per  essere  avvallati,  resterà  voto  in  cima 
riempilo  dì  nuovo  di  granelli,  e  trilla  la 
botte  un'altra  volta,   (y) 

THILLE^TI^O.  Vim.di  Tri/los  Pie- 
col  trillo.  Malm.  2.  3o.  Con  qualche  tril- 
lettin  di  ipiando  in  quando. 

t  IKILLO.  Term.ttella  Musica.  Sorte 
di  grazia  nel  cantare  imitata  dal  verso 
di  certi  uccelli,  consistente  tn  una  suc- 
cessione vicendevole  e  rapida  di  due  sole 
note  contigue  di  piit  o  meno  lunga  durata 
regolata  in  proporzione  del  tempo,  e  che  ha 
la  sua  preparazione ,  e  terminazione ì  il  che 
SI  fa  eziandio  cogli  strumenti.  Lat.  tre- 
mula soni  vibratiuncula  f  compismus . 
Siion.  Fier.  2.  3.  9.  Oh  bei  irìllì,  oh  bei 
gruppi,  oh  bei  passaggi!  E  Tane.  I.  4- 
Questo  e  il  cantar  7  vada  ogni  solfa  in 
bando.  E  '1  trillo  e  '1  brillo,  e  ìl  dimenar 
di  gola,  ^r  Fortig.  Picciard.  2.  7.  Gli 
usignuoli  e  ì  grilli  ,  Chi  sopra  il  bu- 
co e  chi  su  gli  arboscelli ,  Faccvan  dolci 
canti  e  dolci  trilli.  (B)  Pros.  Fior.  Sal- 
vin. leti.  4-  3-  ^54.  L»  «ra  •»  ienXe 
cantar  l*  usignolo,  e  dura  tutta  notte  a 
f.ir  trilli  e  gruppi  e  gorge,  e  versi  scempi 
e  raddoppiali  di  tutte  le  sorte.    fCv 

f  S-  ^  figtiratam.  Burck.  1.  43-  E 
Vergilìo  rubo  un  soccodagnolo  Per  ìqm- 
guare  a  balestrare  a'  trilli. 

TRILUSTRE.  V.L.  Add.  Di  tre  lustri, 
cioè  Di  quindici  anni.  Lat.  trtlustris.  Gr. 
òsxaTrsvTSTio';-  Petr .  son.  ii3.  Vivrò 
coni'  iu  son  visso  Couliouando  il  mio'  so- 
spir  trilustre.  Jìemh.  rim.  101.  Uscito  fuor 
della  prigion  tiilustrc. 

't  «  TRIMEMBRE.  /'.  A.  Add.  Cht 
e  di  tre  membra.  Sega  .  l.tic.  6.  I75. 
(Fen.  l55l  }  Dubitati  ancora  perchè  oc. 
avendo  f^tto  la  divisione  bimembre  della 
parte  ragionevole,  qui  e*  faccia  U  divisio- 
ne trimembre.  (A) 

*  TRIMESTRE.  Sposto  di  trt  mesi. 
Segner.  Mann.  Lett.  dedie.  Vi  conlcnte- 
rrle  che  io  ve  la  rada  a  poco  a  poco 
porgendo   in  quattro  trìmestri.  ( At 

•f  *  TRIMETRO.  Dieesi  dt  Verso 
iambico,  ossia  di  tre  piedi.  Lai.  irime- 
ter.  Gr.  rpKfitzpoi.  J  areh.  Ercol.  259. 
A  me  DOD  pare  che  la  lingua  vulgarc 
abbia  sorte  nessuua  diverti,  i  quali  cor- 
riiipondano  agli  ottonarti,  a*  trìinrtri  ,  a* 
seuarii,  e  a  molte  altre  maniero  di  versi 
che   avevano  i    Greci  0    1    Latini.   (*) 

TRIMPELLAnE.  Strimftellart .  Lat. 
perstrepcre ,  fides  peretirrrre.  Cr.  ituàa- 
f  tacii'v,  ìvpt'ltu.  Buon,  Fier.  2-  3.  12. 
E  fanno  un  trimpellar,  eh*  io  ne  disgrado 
Santin  da   Parma,  e  '1   circo  da   Bologna. 

g,  Fìguratam.  per  indugiare,  DcniÈo- 
liiir.  Trattenersi  senza  profitto  .  Lat.  i«- 
eassum  lunctari.  Gr.  ii'/^ /a^àXciv.  Malm. 
3.  ^5.  Ma  quegli,  al  q'ual  Don  piace  lai 
factenda  ,  Se  la  trimpella,  e  passa  in  com- 
[■limrnti. 

»  TRIMPELLI'O.  Il  Trimpellare.  (B) 

Tni>A.  Spéiiedi  guamUione  la^oratm 


TRI 

a  traforo.  S„U:  Cranch.  3.  9.  Non  gli 
covarono  allro  d,  folerc  Appi.r»rv,M  »u 
cbe  certe-  IrineDoro,  che  unsuo  am.- 
«  rU  aveva  Dalc  ,  che  egl.  porUsse  a 
Vio^sia.  /Vr.  ^s.  3o6.  Tu  v...k.>,.  .,uat^ 
,ro  b.m»ime  fantesche,  a  vedere  e  non 
v«iere.  avere  .U-.e>o  un  letto  d.  n..  - 
buissimi  materass.,  con  una  coltre  d.  K 
lena  A'  oro  ,  e  di  dommasco  .ncarnato 
fresiate  d-  ogni  intorno  d.  tante  Ir.ne  d 
^%he  era  una  ricche»».  Buon.F.er. 
Ti    t.  Doflei  colla  trina  CoUar.  man,.- 

*   TRINATO  .  ^àd     Cunrmlo  di  tri- 
«    Lat.   pra^lexlus.  Gr  .    «f««--:0»'; 
"..U^il     -^'"r-S^O    E.Uve»o 
e.l^i  Scendele ,  e  par  d.  l.ianoa    grossa 
«limi  =ce  _  „„uceUi  D'  alloro  una 


T  n  I 


T  R  I 


1611 


.,  .  ....  V..P.U  ...ria.  VUn.  Or.  ,  ^^^  «  -su.o  un^o  _di  yot^a  r.- 


grana.  Trinata 

•°"r«  TRI.VCA.  Io  stesso  che  Trinco- 
«     mT,.    .V»//n.  p»S.6  .    Trincare.  Bere 
«iai/voceche  viene  d,l  Tedesco,  e  d>-. 
"InJ  Tnnm.o  7Wn«„e,uno  che  beva 
sreeoUtainenle.  (A)  ...m^ 

„;emn.(.r,  a<(morf..m    polare.   Gr.  «Z-,-    , 

^   vient.  U  clpogirlo  P"  tr-ncare^  -V.^m. 
,.  6.    Che   sempre  ingolla  'I  '«^J"'' ^'°:  I 
l    trinca   del   migliore,     h    3-.  =7  'Che 
vuol  che  ognor  si  tr.nch.  e  s.   sbasofE. 

TRINCATO.    AM.  da    7 rwcare. 

rvJ:I.°o  anche  per, scaUrito^t.^. 

Jer.    caim.s    Gr.    ^Tcvovr/O,"-/"'^'-- 
^6.     2.     Sono   nom.m   tr.orau,    eh? 
V?''   I      e-  „,    /.     ì    Ecli  è  subito   edcl- 
le    mani,  e    colei  è  trincata.    £   /Trco/ . 
,8.   Se  si   vuol    mostrare,  lui    esser  uomo 
Jer  aggirare  e  fare  stare  gì.  altr. ,    si  di- 
n.    egli  e  fantino  ec.  ,  più  -"•■'°   ^  T'" 
bucato,  che   non   è   un  fam-gho  d'  Otto. 
*  TRISCATORE.   (  erbai,  mast.  Che, 
,    Chi    trinca.    Fortig.    /.Ve.  Si  cong.un- 
-c  In  matrimonio  a  questo  tnncatore  .  (yl) 
•+  TRINCÈA.  Ahamento   di    terreno, 
condotto  a  foggia  di  bastione.  "••'"•''"''' 
llnuale  dimorano  i  soldaU  per  d.Jcnder- 
^Lle  art,s!ierie  e    dalle    sorprese    del 
nemico.-L.i.agger.  Gr.  X-M^-'-X'e    o" 
Ni.    mancò   d' impedire  quan  o  potette  col 
ie   artiglierie  .   che   non    si    lavorasse  alte 
trincee    F  I?-  39.  Lavoravasi  ancora  al- 
le dne  teste  deUa  trincea. 

#  TRINCEARE.  Trincerare.  Tac.  Vav. 
Slor.   Uh.  2.    pag.     ^'A   (  ^«''S'.  '760J 
L-  esercito  romano  tr.nceo  e  affosso  ilcam- 
no.   Stalo   prima  non  sicuro.    ({>) 
^  i   TRINCERAMENTO  ,  e  TRI^CIE- 
RAMENTO.    Tcrn,.   de'  M.Ut.   Il   trince- 
rare,    ed  anche  nuo>-o   riparo   per  d.fen- 
dersi   dagli   assalti   del  nemico  quando  e 
gii  pervenuto    e  collocato  ,n    su  la   hrec- 
Ha.   Mlin-   P'^'--    3    25.   Pensa/. /CO". 
dottier  d- armala)    alla    moltitudine    del  a 
soldatesca   ec  alle  mine,  a   trinceramenti, 
àue  sorUte  ee.  <  F,  Accad.  Cr.Mess.  Non 
fjcevan  allro  che  chiamare  gli  Spagnuoli 
fuori  dei  loro  trinceramenti.  (A) 

*  TRINCERA.  Trincea.  Serd.  Star.  I. 
81.  Fece  cavare  fossi,  cingere  la  cita  di 
nuove  trincere  e  liaslioni.  r^J 

TRINCERARE,  e  TRISCIERARE.  Fi- 
parare,  0   Difendere  con  trincea.  Lai.  cir- 

™rTR"NCERATO,  e  TRINCIERATO. 
Add  da  Trincerare,  e  Trinciernre.  Lat. 
circumvallatu.^.  Gr.  5tl(>iypcx3='!-  ""''"■ 
8  5l  Onde  scoperti  furo  1  irincierati , 
Ove  il  nimico  si  facea  si  forte  <  qui  in 
forza  di  SUSI.,  e  vale  Luoghi  trincieraUj.E 
12  33  E  poi  due  trincerate  camicmole 
Che  fanno  piana  d'  arme  alle  tignuole  (qu 
per  simihl.  e  in  ischerzo 

*  TRINCETTO  .  Quel  coltello  ricurvo 
.  tagliente  dalla  parte  superiore,  con  cui 
i  carolai  incidono,  scarmscono  <  raffila- 


„mU.  Lucian.  IC)  .      j       ,  , 

■  f  TR1^C11ETT0.  Nome  che  danno  1 
„,„Wn<ir,..  Quella  vela  quadra  piccola  por- 
tala dall'  albero  dello  stesso  nome.   òerd. 
Slor.   l5.  606.   Con    avvertimenti,    scon- 
giuri ,  e  con  outorit'a  ottenne,  che      aces- 
sero  incontanente  abbassare  il    trinchetto. 
;.'  607.   Subilo  fu  alialo  .1    grido,    e    ali- 
l,;„alo  il  trinchctlo.   Jr.   Fur.  19.  47-  E 
!•  un  ne  spe.za  ,  e  portane    .1    trinchetto. 
Gal.  Si.<t.  367.  Figuratevi,    signor    Sim- 
plicio,  d'essere  in  una  galera,  e  che  stan- 
do in   poppa,  abbiale  driaiato  un  quadran- 
te    o    altro    strumento    astronomico,    alla 
sommila  dell'  albero  del    trinchetto. 

t  =c  §.  Trinchetto,  dicono  anche  i  ma- 
rinari r  Albero  piantalo  a  pcrpcnduolo 
sul  davanti  della  n.nc.  che  porla  la  .nid- 

della  vela.  (A)  ,.     ,      t. 

TRINCIANTE  .    Sust.    Quegli    che   ha 

i  l'uficio'del   tagliar  la  vivanda   avanti  al 

I  suo  signore.   Lai.   striiclor.   Marnai.    Gr. 

I   ,'j.zy.i'^'«^-!ni.  *    •"""'■■   rim.hurl.l. 

168    Non  han  scalchi  ,  o  trincianti  man- 

I  uoli  ,   NÌ!   cuoco  ladro   ec.  ,    Che  il  drillo 

llor  ec.  involi.   Bed.    tip.   2.    2'.   Quindi 

!  tengo  forse  per  favola  ec  ,  che  la  vecchia 

I  Parisalide  ec.  potesse  ,   come  lo  scrivono, 

far  avvelenar  la  sua  nuora  dal  trinciante, 

e  dallo  scalco.  (!i) 

§.!./?  figiiratam.  si  dice  perischerno  a 
Chi  fa  '.'  bravo,  e  lo  smargiasso,  o  vuol 
'  comparire  trmcianle  di  carne  umana  . 
Bern.  Ori.  I.  2.  65.  O  Paladin,  che  fa- 
te  si  il  trinciante.  Venite  un  poco  innanzi 
ora  a  bravare. 

•!}  §  II.  Trinciante,  dicesi  anche  nel- 
l'uso, un  CoUello  assai  ajJiUlo.  che  ser- 
ve per  trinciare.   (Ci 

TRINCIANTE.  Add.  Tagliente.  Al- 
ialo .  Lai.  aciilus  .  Gr.  o|j?  .  Tav.  Rit. 
Prende  una  grossa  asta  con  un  ferro  ben 
trinciante  .  E  altrove  .■  Si  cigne  la  spada 
sua  migliore  del  mondo,  e  la  meglio  trin- 
ciante fini"-  '<•«.  21.  Non  ben  provasi 
scudo  alla  caviglia  pendendo,  ma  ,n  braccio 
di  forti  cavalieri  ai  colpi  grandi  di  ferma 
aste  e  di  trincianti  ferri. 

TRINCIARE.  Minutamente  tagliare  s 
e  si  dice  propriamente  del  Tagliar  le  rar^ 
ni  cotte  che  sono  in  tavola  ;  e  anche  si 
dice  del  Frappar  de' vestimenti  .  Lai.  in 
minulas  parles  concidere.  Gr.  £i  ;  >"Jt"; 
TE>v-:.v.  Bern.  rim.  I.  l{2.  Senta  eh  e 
sien  cosi  trinciali  a  punto  .  Buon.  Fier. 
3.  I.  1".  Affettando,   trinciando,  assolti- 

gliando  .  „  n. 

*  §.  I.  E  fguratam.  Segner.  Bisp. 
Quiet.  8.  1.  Non  citando  giusti  gli  auto- 
ri'   troncandoli ,  trinciandoli,  mulilandoll, 

i  facendo   dei   loro    delti  un   solenne  scem- 
pio. ITC)  , 

*  8    II     Trinciare,  e  anche  term.  cu- 
!  gli    Scacchi  .    V.   alla    voce    SMEMBRA- 
RE, (r)  ,         „ 

g.   III.    Trinciare  eapriuole  ,  o    trin- 
ciarle assolulam.  vale  Jatrecciare  i  piedi 
1  per  far  eapriuole  .  Lai.    mifnre  pediims. 
i  Gr.  o'pYslT^ai  ,  OKipràv.  Malm.  2.  £|t). 
I  Ogni  sera  facevansi  festini   Di  giuoco  ,  • 
di  ballar   veglie   bandite  ;  E   chi    non  era 
in  gambe,  nii  in  quattrini.  Da  trinciarle, 
e  da  fare  ile  e  venite,  Dicea  novelle,  ec. 
I  *  Bed.   Esr.  nai.   l5.   Il  quale  cosi  gen- 
tilmente  ballava  ,    e    trinciava    capriolelle 
cosi  minute   ec.  1^)  „    1     0    , 

IV.  Trinciar  la  palla.  Gal.  Si.^(. 
154.  Ingannar  1'  avversario  col  trincia- 
re (  chi;  tale  i;  il  lor  termine  )  la  palla  , 
cioè  rimetterla  con  la  racchetta  obliqua 
in  modo  ,  che  ella  acquisti  una  vertigine 
in  s'è  stesso  contraria  al  molo  proietto  ; 
dal  che  ne  segue  ,  che  nell'  arrivare  in 
terra  il  balio,  che  quando  la  palla  non 
girasse,  andrebbe  verso  1'  avversano,   por- 


eendOBIl   11   COUSUViv   ,,...-r-  I  - 

mettere,  resta  come  morto  ,  e  1»  palla  " 
schiaccia  io  terra,  o  meno  assai  del  solito 

rib.l«,  e  rompe  .1  '™P°  ^^''^  ".?^""- 
*    TRINCIATA,  0  TRINCIATURA. 

Term.  de"  Cavallerizzi.  Vicesi  di  un  pic- 
colo travaglio  di  mano  ,  che  si  fa  per 
reprimere   il   cavallo,  e   tenerlo  in  posi- 

lA)  _  j  ,  ,» 

^'  TIIINCIATO.  Sust.  Term.  de  Ma- 
nifatturieri d,  tabacco.  Una  delle  qualità 
di  tabacco  ,  cbe  si  estrae  a  freddo  dalle 
foglie  colla  macine  ritta.   (A) 

TRINCIATO.  Add.  da  Trinciare.  Lat. 
rxsus.  proscissul.  Gr.  òiV-TuTiSii?  *i«- 
SYioSsi'?.  Segner.  Crisi,  instr.  3.  21.  4- 
Trinciati,  tanagliali,  arrostiti,  scp..Ui  ignu- 
di ora  nelle  peci,  ora  ne' piombi  bollenti. 
Mcnz.  sai.  5.  Né  basta  che  sia  succido 
il  coUaro,  E  trinciato  U  cappel,  rotte  le 

*"'*  TRINCIATURA  .   Fed.  TRINCIA- 

^^T^NCIERA.   Lo  stesso  che   Trincea. 
Lat     aseer .    Gr.    YW/na  .    Tass.    Cer.  i- 
66.  Inipon  che  sian  le  tende  indi  munite 
E  di  fosse  profonde  e  d- '^i"""/'     _.,„ 
#  TBINCIERAMENTO.    led.  TRIN- 
CERAMENTO. C.^;  ,,.^„„,ui- 
TRIXCIERARE.    J'.   TR1NCERARE_^ 
TRINCIERATO.    F.  TRINCERATO. 
TRINCIO.    Taglio,    Frastaglio,    (ar. 
leu    2    182.  Una  sopravvesta  di  scarlatto 
con    certi   trinci    e    groppi    che   imitassero 
nue-  suoi  riverberi  nelle    nugole  ,    quando 
fe  vermiglia.  *  Imperf   '.TuscD.  ,1. 
T    2     105.    Le    felpe  ,    e   1   velluti   quan- 
tunnue   d-  uno   stesso   colore  ,  più    oscuri 
appaiono    che    gli    ermisini    e    1    ras.   non 
fauno,  per  quella  maniera  che  ne    drappi 
neri  trinciati  si  scorge  più  nero  il  trine» 
che  il  rimanente.  (FJ 

TRINCONE.  Che  trinca.  Bevitore  so- 
lenne, hat.fimosus  vini  polor  .  Gc.  p.f 
.=.4  <,\vo-=t.ì;.  3/a/m.  7.  1.  /  .""  "•'"- 
pera  le,  disse  Catone,  Perche  si  dee  ber- 
ne a  modo  e  a  verso  ,  E  non  come  cola 
qualche  trincone,  Che  giorno  e  notte  sem- 
pre fa  un  verso.  ..    ,,     . 

*  TRINELLE  .    Term.  di   Marineria 
Funicelle  formale  di   fila  di  canapi  vec- 
chi ,  tessute  a  gui.^a    di    treccia  ,  per  fa- 
lciar cavi,  legare,  ec.  (A) 

*  TRINIPOTE.  iVipote  in  terzo  gra- 
do. Lai.  abnepos.  Boll.  Leti.  ded.  Fior, 
j-irl  A  Sua  EcceUenia  il  signor  D.  An 
drea  Corsini,  trinipote  di  N.  S.  ClemenK 

^'t  TWNITA',  TRINITADE,  e  TBI- 
NITATE  .  Astratto  di  Trino  ;  Term. 
teologico  ,  col  quale  si  denolano  le  Ire 
Persone  divine.  Lai.  'Trinilas.  Gr.  TZ'.x;. 
Oli.  Cam.  Par.  12.  307.  Fece  moli,  scrit- 
ti tra  i  quali  ne  fu  uno  eh'  è  dannalo  per 
la  Chiesa ,  come  appare  nel  pnmo  delle 
Decretali ,  perocché  mise  nella  Div.nilade 
non  solamente  Trinitade  ,  ma  Qualernila- 
de.  Dani.    Conv.   l52.  Eletto  fu  1.1  quello 


altissimo  e  congiuntissimo  ."■•",*' »",^'7- 
no  della  Trinit'a,  che  '1  Figliuolo  d  Iddio 
in  terra  discendesse  a  fare  questa  concor- 
dia .  Serm.  S.  Agost.   55.   Io   meritai   d. 
fabbricare  tre  munislerii  ec.   a  onore  e  ri- 
verenia  della  santa  Trinila.  £  64    A  que- 
sto modo  sta  in  noi  sempre  la  Jj"»'»  Tri- 
nilade.    Vii.  SS.   Pad.   I.  54.  Facendo    1 
°e»no   della    croce    nella    fronte   di   quell. 
Indemoniali  nel  nome  deUa  Trmilade,  in- 
contanente le  demonia  si  Pf  ""■'°; .  _ 
S.   Per   la    Fe.<la    dedicala    al   mistero 
della    Trinità.    Frane.    Sacch      nov     -li. 
EgU  predicò  tre  feste:  runa  dello  Spin- 
To^  Santo,   l'altra    della    Tnnila  ,  la  ter» 
del  Corpo  di  Cristo. 

TRINO.  Add.   Term.   teologico,  e  vaie 
'  Pi  ire,  cioi  Di  Ire  persone.  I  at    Innmt. 


l6l2 


T  R  I 


T  R  I 


T  R  I 


Gr.  rptnyo'ii.  Dant.  Par.  l5.  La  prima 
cosa  che  da  me  s*  intese  ,  Benedetto  sic 
tu  ,  fu  ,  trino  ed  uno  ,  Che  nel  mio  se- 
me se'  tanto  cortese.  E  2^.  Credo  unVs- 
sensia  si  una  e  sì  trina,  Che  sofferà  con- 
giunto sono  ed  este. 

g.  Trino^  è  anche  terni,  astrologico,  ed 
e  aggiunto  di  ./spetto  di  pianeti  lontani 
/'  uno  dall'  altro  per  una  terza  parte  di 
eirconJl-ren»a  del  Zodiaco.  G.  /',  il.  a. 
5.  La  pianeta  di  Giove  ec.  si  trovò  nel 
segno  dclP  A4uario  casa  di  Saturno,  e  con 
Saturno  congiunta  in  trino  aspetto,  /iorgfi. 
Rio.  7.  Questo  aspetto  cooforme  al  trino 
è  detto  continenza. 

:*.*  TRINOMIO.  Tcrm.  degli  Jlge- 
hristi .  Quantità  composta  di  tre  termi- 
ni.  (^) 

*  TRIOCCA  .  Trattenimento  da  con- 
versazione  ■  Ihion.  Tane.  2.  2.  Secondo 
me,  le  vostre  fantasie  Saran  forse  pc'da- 
mi  una  triocca.  (") 

TRIOCCO.  liaccanella.  Menz.  sat.  l. 
O  Grecia  illustre  ,  in  tal  trinerò  e  ballo 
Saltella  chi  per  far  d'  un  f;iulio  acquisto 
Peggio  è  d'  uu  Sporo  ,  o  pur  d'  un  Fri- 
gio Gallo.  ^'11.  (he  s'egli  avea  a  6oir 
lutto  il  triocco ,  Per  dio  eh'  e'  v'  era  an- 
cor sino  a  compieta. 

TUIOWFALE  .  Add.  Di  trionfo^  Da 
trionfo.  Lat.  triuntphaUs,  Gr.  à^tx^fi'U- 
T(ZO^  .  Bocc.  LtUt.  Fin.  ìioss.  272.  Si- 
milmente le  catene  trionfali,  la  strettezza 
della  prigione  culla  rigidezza  del  prigio- 
niero ec.  provò  .  Petr.  son.  iSq.  Poi  le 
vidi  in  un  carro  trionfale  .  Dant.  Purg. 
29.  Un  carro  in  su  duo  ruote  trionfale , 
Ch'ai  collo  d'  un  grifon  tirato  venne. 
Frane.  Sacch.  nov.  XQfò.  Quando  alcu- 
no Consolo  tornava  con  gran  vittoria  sul 
«arro  trionfalo  ce.  ,  era  messo  in  mezzo 
da  due  rubaldi.  ^  lìorgh.  Orig.  Fir.  204- 
Dichiamo  degli  archi  ,  clic  oggi  comune- 
niente  sì  chiamano  trionfali,  non  senza  ca- 
gione ;  perchè  a  (pielli  soli  che  avevan 
trionfato,  si  dedicav.mo.  (C) 

^'  §■  E Jìgufatam  Pros.  Fior.  Pcllin. 
lett.  p.  4-  i'-  I-  256.  È  lo  spavento,  al 
mio  giudizio,  di  quanti  sonetti  sono,  o  sonò 
stati,  0  saranno  mai  nel  mondo,  sì  è  egli 
nohile  neir  argomento  ,  sì  arti6zio50,  e  in- 
«icrnc  sì  franco  e  felice  nella  disposizione; 
e  ncU' elocuzione  sì  grandioso  e  trionfale, 
"■  si  proprio.  fC) 

THIOiNFALMENTE.  Jvverh.  Con  trion- 
fo ,  A  guisa  di  trionfante  .  Lai.  trium- 
pfiantium  more.  Gr.  ^^la^ugiuTt/GJ"?  . 
yit.  Crist.  P.  l\'.  Coronato  a  modo  di 
He  ,  e  adornato  trionfalmente  sì  se  n'an- 
dava in  cielo. 

3  TRIONFANTE.  Oie  trionfa.  Lat. 
triumphans  .  Gr.  ^^(aySsuoJV  .  G  .  J'. 
IO.  87.  1.  Castrucciu  ec.  tornò  alla  città 
di  Lucca  con  grande  trionfo  e  gloria  ,  a 
mudo  d*  uno  trionfante  Imncradore.  ZJo/if. 
Par.  22.  S'  appreseuli  alla  turba  trion- 
r.inlc.  ^  Polii,  stanz.  l.  121.  Ivi  racque- 
tc  le  trionfanti  ale  ,  Superbamente  ìnver 
la  madre  sale,  l'hiahr.  rim.  part,  3.  pag. 
267.  fCcr.  1730)  Chi  brama  vincitor,  chi 
trionfante  D*  Assiria  il  Re,  sparga  le  cure 
al  vento,  ec.  (B) 

^  §.  I.  Chiesa  trionfante  ,  si  dice  de' 
/Avifi  (7ie  sono  m  cielo  ,  per  opposizione 
a  Chiesa  militante  ■  -  Borgh.  Hip.  86. 
Significa  la  Chiesa  trionfante  *.  (iO 

*  §.  11.  K  Trionfante,  duxsi  Colui  che 
fri'C  nella  Chiesa  trionfante,  Tass.  Ger. 
1(1.  8.  Ben,  rcplicogli  L'gou  ,  tosto  rac- 
■  oltu  Ne  la  gloria  sarai  do'  trionfanti.  (C) 
•j-  TRIONFARE,  e  TRIUNFAIIE.  lU- 
'•evere  l' onor  del  trionfo.  Liit.  trnmipha- 
re,  triumphum  agete.  Gr.  àpta^Csjiiv. 
Prtr.  canz.  5.  6.  Tre  volte,  Inonfantlo  , 
<>rno  la  chioma.  Filoc.  I.  Bg.  Colle  nuove  , 
armi  inoufandu,  tu  vittoriosamente  meri-  ' 


terai  d*  essere  ornata  d'  eternale  corona . 
*  Borgh.  Col.  Lat.  BqO-  Trionfando  di 
Spagna  il  Pretore.  E  appresso:  Quando 
trionfo  di  Genxio  re  dcgl    Illirici,  (f'j 

^  g.  1.  Trionfare  in  una  cosa  ,  vale 
Esser  molto  valente  in  4/uella.  Hart.  Op. 
Mor.  1.  639.  Ma  Stratoclc,  tutto  all'op- 
posto, trionfava  immitando  vecchi  scimu- 
niti, mogli  rissose,  giovani  dissoluti,  servi 
frodolcnti ,  e  bugiardi.  (D) 

%.  II.  l'er  sìmtlit.  vale  Godere  ,  Fe- 
steggiare. Dant.  Inf.  27.  Lunga  promessa 
coir  attender  corto  Ti  farà  trionfar  ncH' 
alto  seggio  (qui  restar  vittorioso).  E  Purg. 
24.  3'rionfa  lieta  Neil'  allo  Olimpo  già  dì 
sua  corona.  G.  V.  IO.  201.  3.  E  quando 
più  gloriava  e  triunfava  ,  la  sua  oste  fu 
sconStta  a  Ferrara.  Bern .  rim.  1.  82. 
Mentre  costui  di  noi  trionfa  e  gode. 

§.  111.  Trionfare,  in  signific.  att.  per 
Onorar  del  trionfo.  Dare  il  trionfo.  Dit- 
tam.  I.  26.  Appresso  me  tornato  saper 
puoi  eh*  io  '1  trionfai  colla  sua  milizia  ■ 
Dant.  Par.  1.  Si  rade  volte,  padre,  se 
ne  coglie,  Per  trionfare,  o  Cesare,  o  poeta 
(tfui  onorare  della  laurea). 

§.  IV.  Trionfare  ,  per  Signoreggiar-  . 
Lat.  dominar!.  Gr.  xu.tcjstv.  G.  J'.  IO. 
181.  I.  Essendo  la  casa  de'  Malatestì  da 
Ftimìno  in  Romagna  nel  maggiore  stato  e 
colmo  che  fosser  mai  ce,  trionfavano  non 
solamente  la  città  di  Rimino ,  ma  quasi 
tutta  la  Romagna. 

*  §.  V.  E_figuraiam.  Petr.  cap.  Il- 
Tanto  vince  e  ritoglie  il  Tempo  avaro  : 
Chiamasi  Fama  ,  ctl  e  morir  secondo  ec. 
Così  ^1  Tempo  trionfa  i  Domi  e  '1  mondo 
(cioè,  vince  la  fama  de' numi  illustri  e 
delle  cose  del  mondo ,  e  ne  cancella  la 
memoria).   f/ÌJ 

g.  VI.  Trionfare.  Dep.  Decam.  182. 
Onde  hanno  peravventura  cavala  i  nostri 
la  Voce  trionfare,  the  importa,  come  da 
altri  è  stato  a\ \ ci lìlo,  godere,  e  star  he- 
ne  a  tavola  .  Fir.  As.  Iy8.  Io  vi  ptov- 
vedcrò  da  mangiare  e  da  bere,  e  di  tutto 
quello  che  fa  di  bisogno  per  trionfare. 
Calat.  3l.  Il  bere  ,  e  il  godere  si  Domi- 
nano per  beffa  il  trionfare. 

•f  *  TRIONFATO  .  ^dd.  da  Trion- 
fare j  J'into  ,  Soggiogato.  Lat.  devictus  » 
Gr.  xc/y:&2i5  ,  jcsipni&Ei';  .  Pros.  Fior. 
5.  68-  Col  vigore  de'  naturali  e  sopran- 
naturali latenti  trionfata  agevolmente  la 
contumacia  degli  esterni  sentimenti  giunse 
al  più  alto  segno  ec.  (•) 

t  TRIONFATORE.  J'erbal.  masc. 
Che  ,  o  (hi  trionfa.  Lat.  *triumphator. 
Gr  ^piup$i'j7rii.  Petr.  Cam.  i/l.  Con 
inestimabile  mortalità  di  Giudei  tornò  al 
campo  irionfator  dej;Ii  animi  de*  suoi  . 
3fcd.  Arh.  Cr.  66.  E  se  medesimo  di- 
mostrasse trionlator  degli  animi  de'  suoi  . 
*  Alam.  Gir.  ai.  8.  Tosto  trionfatore 
in  questo  lito  Sarà  tornato  pria  che  parta 
il  ghiaccio.  (Xi 

TRIONFATRICE.  FcrUal.  fem.  Che 
trionfa  .  Fr.  Giani.  Ptrd.  H.  La  turba 
Irionfalricc  si  accostò  alla  pubblica  piazza. 
"^  i'hiahr,  rim.  part.  3.  pag.  a55.  (Ger. 
1730).  M.1  la  l>eir  alma,  di  sue  pene  al- 
tiera. Se  ne  volo  Irioufatricc  al  civ\o.fB) 
•f  *  TRIONFETTI  .  Sorta  di  giuo- 
co  di  Carte,  in  aliuut  luoghi  detto  amhe 
Trionfini  .  Salvin.  lìuon.  Tane.  5.  5.  E 
atlendea  pure  a  trionfar  hastoni  ,  dalla 
caria  di  bastoni  nel  gìuuco  di  carte,  forse 
quello  che  si  diceva   Trionfetti.  (A) 

•f  *  TRIONFINI.  Giuoco  di  carte  j 
lo  stesso  che  Tnonfetti.  Cecch.  Ptw.  ^O. 
Similitudine  tolta  da  chi  gìuuca  a'  Irion- 
fini,  0  a  ronfa,  o  a  primiera,  elio  le  ratte 
eh'  e'  non  vuole  le  scarta  .  (C)  Fortig. 
lìicciard.  12.  46-  Cortesemente  sono  vi- 
sitati ,  E  trattenuti  all'  ombre  ,  a*  laroc- 
rbini,  A  primiera,  .1  Ireivltc,  »  trìonlìui. 


Bellin.  Bucch.  176.  Ed  ogni  cosa  ,  che 
buona  si  sia.  Fino  il  saper  giocare  a' irioo* 
fini,  E  r  esser  ec.  ( ^j 

TRIONFO.  «  TRIUNFO.  Pompa,  • 
Festa  pubblica  ,  che  si  faceva  in  Romm 
in  onor  de'  Capitani,  quando  ritornavano 
coli'  esercito  vincitore  .  Lat.  triumphus  . 
Gr.  à^ta^go; .  Put.  Par.  5.  a.  Già  i 
stalo  dichiarato  sopra,  che  cosa  t  trionfo, 
cioè  festa,  letizia  e  giuria  di  vittoria  avuta 
sopra  li  inimici .  Bocc.  Lett.  Pia.  Ross. 
272.  Non  solamente  onorare  della  sua  mi- 
scria  il  trionfo  di  Scipione,  ma  rallegrare 
generalmente  tutti  i  Romani-  E  nov.  98. 
32.  Gli  annali  romani  si  Iroveraono  pieni 
di  molti  triuufi  menati  da'  Quinzii  in  sul 
romano  Capitulio.  Mor.  S-  Creg.  Dinan- 
zi da  se  vede  posti  tanti  trion6  d'  uomini 
sì  virtuosi.  fUttam.  1.  19.  Costui  fu  il 
primo  che  triunfo  volse.  ^  Pecor.  g.  \i. 
nov.  I.  Avendo  Carlo  Magno  avuu  la  delU 
vittoria,  se  n^  venne  a  Roma,  e  da  Papa 
Adriano  e  da'  Romani  fu  ricevuto  grazio- 
.samcntc  ,  e  gli  fu  fatto  sommo  onore  ,  e 
grandissimo  trionfo.   '  CP) 

*  %.  I.  Trionfo ,  nel  giuoco  de/f  Om- 
bre ,  si  dice  il  seme  nominato  dai  gioca- 
tore. (A) 

*  g.  n.  Trionfi  di  passo  ,  al  giuoco 
di  Germini  ,  s'  intendon  quelli  dal  20  in 
su.   Serd.  Prov.  (A) 

•f  *  §■  III-  Trìonfo,  e  Trionfi  da  ta- 
vola, (iiconsi  alcune  Statue,  o  Gruppi  di 
zucchero,  o  simile ,  con  altri  ahMlimen- 
ti  ,  che  si  pongono  sulla  tavola  del  con- 
vito .  Borgh.  J'esc.  Fior.  360-  Noi  gli 
diciamo  pìnocchiati  e  confeziooij  e  di  una 
sorte  ve  a'  ha,  la  quale,  conforme  a  quel 
che  dice  il  santo  Dottore  de'  trionS,  (ch« 
per  avventura  erano  formati  a  guisa  di 
corone  e  di  vittorie  e  di  palme)  chiamia- 
mo ancor  noi  corone  e  ghirlande,  fatte  di 
zucchero,  ec.  (V)  Magai.  Lett.  Apparec- 
chio di  bottiglierie  e  di  trionfi.  (A) 

*\  ♦  TRIONFOCCIO.  Z7im.  rfiTriM- 
fo  da  tavola.  Bfllin.  Cical.  Bucch,  pag. 
2.  Un  trionfoccìo  stagionato  di  zucchero 
rottame  ,  incamiciato  di  burro ,  e  inverni- 
ciato di  cucciameli,  ec.  (A) 

*  TPIONl.  Plurale.  Le  due  Orse  et- 
lesti ,  maggiore  e  minore .  Segner.  Prtd. 
20.  5.  Ora  avvampano  (  i  ttiissicnarii } 
sotto  la  Zona  torrida  ,  ora  intirizziscono 
sotto  i  Trioni  gelati.  Mens.  nm.  I.  2ax 
De*  venti  il  re  da*  gelidi  Trioni  Ispido  il 
crine  uscì.  (ySj 

TRIPARTITO.  Add.  Partito  in  tre. 
Lat.  tripartita  t  .  Gr.  r^i/xi^n';  .  Dant. 
Purg.  17.  Ma  come  tripartito  sì  ragiona, 
Tacciolo  ,  acciocché  tu  per  te  ne  cerchi . 
.V,  Agost.  C.  P.  Per  questo  voUono  i  fi- 
losofi esser  liipartita  la  dottrina  ,  per  ot- 
tener la  vita  beata:  la  naturale  per  la  na- 
tura ,  la  razionale  per  la  dollrina  ,  e  la 
molale  per  1*  uso.  Ar.  Fur.  16.  ^C  Sen- 
za strepito  alcun ,  senza  romore ,  Fa  '1 
tripartito  esercito  venire. 

*  TRIPARTIZIONE.  Term.  de*  àia- 
tematici.  Divisione  per  tre.  (Aj 

»>  TRIPETALO.  Term.  de*  Potanici . 
Che  è  di  tre  petali.  Salvin.  Me.  Ter.  (A) 

t  ^  TRIPLA.  Una  delle  divisioni  del 
tempo  nella  musica  ,  ed  e  quello  che  si 
divide  in  tre  parti.  Don.  Mus.  Tempi  di 
tripla  .  (A) 

TltlPLICABE.  Rinterzare.  Lai.  'tri- 
plicare. Gr.  Tfirriastov  Tieti7«.  Varch. 
Ercol.  168  Come  alcuna  volta  i  Greci 
te.  triplicano  ,  cioè  pongono  1'  avverbio 
tre  vullc ,  dicendo .  in  vece  di  dire  al 
grandissimo ,  al  tre  volte  grande  .  Fir. 
Ììi.tc.  an.  3o.  Con  questa  fantasia,  e  con 
questi  discorsi  ,  in  luogo  di  deporre  « 
conccputt'  tim<ire  ,  lo  aveva  duplicato  ,  il 
lriplie.Uo.  Gal.  Sist.  328.  Agaiunto  quat- 
tro dita  di  qua,  v  quattro  di  la  al  diame* 


T   B   1 


ir.  d-  un  «erchio,  che  sia  pur  riualtro  <li- 
,.,  si  vene  =  triplicar  la  sua  ,,uonl.la, - 
min  3  crescerla  nove  volle. 

«  TB^P1.1C^TAME^TE.  //.•.eri.  Con 
triplicità.   Triplicemente.  (A) 

•t  TRIPLICATO  .  Add.  da  Triplica- 
re j  BinlerzaCo,  Heplicato  tre  volle.  La  . 
triptex.  Gr.  TfcTrJoùi.   Telr    Lom.   .//■ 

rcioi,  la  lena  corona).  A  or../,.  O'-?. 
Fir.    244.  Come    un    sol    nome    non    ba- 

.U5se  .  V— ■'"  ."'"  '^  -Taitr. 
li  si  vcgK..n  raddoppiali,  e  triplicali  tal 
lolla.  «r.,<..  6er.  ...  7.  Oduci,evo> 
che  le  lulgeoli  squadre  Ucl  Ciel  movete 
ìd  triplicati  gin,  ec.  l'i  , 

•t  TRIPLICE.  Jdd.  Triplicato  .  l-^l. 
triple..  Gè.  .p^^>o^iCr.  "■  'f^.J' 
Seue  cose  sono,  sen.a  e  1»^ ■;>  '"'"' 
ninna  pianta  nasce  ,  eoe  triplice  ca  oie 
del  cerchio  celestiale,  del  luogo  e  del  se- 
me, e  triplice  umore,  ciofe  di  maler.a  se- 

minale,  di  terra  e  di  piova,  ec. 

TRIPLICEMENTE,  //weri.  Coni" 
plicità.  Lai.  iripliciler.  Gr.  •?';;?<■««■ 
Vnnt.  Conv.  8^.  Conciossiacosaché  cia- 
scheduna persona  nella  divina  Trinila  tn- 
plicemenle  si  possa  considerare. 
^  TRIPLICITÀ-,  TBIPLICITADE  e 
TRIPLICITATE.  /Islratlo  di  Tripliie. 
C  /"  .2.  io.  6.  Questa  congiun.ione  in 
questa  triplicità  de' segni  dell' aria  fu  ,  e 
comincio  a  questi  nostri  tempi  .  i  """'■ 
7.  La  più  leggiera  è  in  6o  anni  inlorno, 
eh-  è  più  grave  .  «e  mula  IripliciU  (  cosi 
ne-  testi  a  penna  J  lo  slnwpalo  ha  :  Iri- 
piciti  ).  Voti.  Inc.  Dant.  21.  E  cos.  si 
disgradi  Le  lor  Iriplicitadi. 

*  TRIPLO,  iust.  Tre  volle  tanto . 
Lai.  iripliim.  Cai.  Sist.  Sg.  Tal  mula- 
tìone  importa  più  che  il  tnplo  da  una 
Tolta  all'altra.  (iV5J 

TRIPLO.  Add.  Tre  volte  maggiore. 
Tre  colanti.  Lai.    tripliis ,  Iriplcx.Gt. 

TfiTtìoZ;  .  *  (■'•'■  ri'«'-  """■  '""■    .  ?■ 

Vedcsi  dunque  il  passato  nel  tempo  triplo 
esser  nonuplo,  (fi)  .    ,r  . 

*  8.  Jìagion  tripla,  dicono  i  Matema- 
tici a  Quella  reiasione  che  è  tra  due  cu- 

•+  *  TRIPODE.  Io  'te<so  che  Trep- 
piede ,  e  vale  anche  Sedia  nel  tempio  d, 
Apolline  reifico,  su  cui  sedeva  la  .Sacer- 
dotessa che  dava  le  ri.'poste.  (ar.  Un.  3. 
586.  Cui  non  son  degli  Dei  le  menti  oc- 
culte. Che  Feho  spili,  e  '1  tnpodc  e  gli 
allori  Del  suo  tempio  dispensi.  E  S.  iSg. 
Purpuree  vesti ,  e  tripodi .  e  corone  ,  E 
più  guise  a'  arnesi  e  di  monete  ec.  t  9. 
4o5  E  gii  vi  dono  Due  gran  vasi  ec 
due  tripodi  ec.  Salvia  .  (Jdiss .  8.  5b». 
Arete  AU'  anceUe  parlo  ,  che  intorno  al 
fooro   Piantassero   gran  tripode   prestissi- 

""«'tEIPODICO.  J^dd.  Del  tripode. 
.UUin.  Caltim.  Non  peranco  in  Pitona  a 
me  n-  è  a  cuore  La  tripod.ra  sede.  (A) 

•+  *  TRIPOLO.  Terra  secca,  friabi- 
le, ruvida,  la  quale  .■^tritolata  macchia  le 
dita.  Sebbene  sia  in  massa,  e  terra  e  non 
pietra ,  e  .^erve  a  putir  gli  ottoni ,  i  cri- 
stelli,  ec.  Lai.  'tripolis.  Gr.  'rpiTzoXi';. 
lìenv.  Celi.  Oref.  l3.  Il  qual  loto  s,  fa 
di  terra,  cimatura,  e  Iripolo  macmato  be- 
nissimo .  E  25.  Indi  si  tolga  iripolo  pc^ 
la  quarta  parte  di  delle  composuioni  E 
appresso:  Ciò  fallo,  si  dehhe  pigliar  quel 
ge«o  che  di  gi-a  .il.h.am  detto  che  s.  me- 
scoli col  corno  e  col  Iripolo,  ec.  (  )  hel- 
lin.  Disc.  2.  307.  Per  dare  a  questi  fcri- 
stalli  ec.)  V  ultima  politura  si  adopera  la 
raspa,  e  poi  la  pomice  ec,  i  Iripolo  co- 
me  pure  ass.  lutamenle  si  appella,  ce.  11!) 

TRIPPA,  rancia.  Ventre.  Lai  lenlf. 
tìt.  yaiT^p.  Morg.  21.  3o.  E  nella  trip- 


T  R  I 

pa  una  punta  disserra.  Buon.  Fiir  V  V 
\  In  sulla  lesta  Le  lappc  le  .llll.-Ha  nella 
Uippi  /•"•'''■  '''■'"'■  ^^  Avendo  pieno 
lo  slelano,  e  la  trippa,  che  cosi  chiamano 
i  volgari  il  corpo  ,  o  il  ventre,  ilenz.  sat. 
^  Tril>pe  ,  venite  a  incoronar  costoro. 
"  '  TIUI'PACCIA  .  Accresca,  di    Trippa  ; 


T  R  I 


.6.3 


Trippa  grande.   Lat.  vcntcr  inimanis.  Gr. 

mentre  lo   cosse,    Si    fece   una   trippaccia 
la  maggiore  Che  a'  di  de"  nati  mai  vedu- 

la  fosse.  .  ,.        T   » 

TBIPXJDIAMENTO.  //  tripudiare,  l-ai. 

tripudium.  Gr.  ^CAn^f^Oi.  Segner.  Slann. 

.Aov.g.  5.  Planctiii  si  oppone  il  Itipudia- 

menlo .  ,  „ 

TRIPUDIARE.  Lai.  (ripririiure,  cho- 
reas  ducere.  Gr.  xOfEueiv./;-'-  Tripu- 
diano, ciofe  fanno  festa,  e  hallo  intorno  a 
Dio  .  Eorgh.  Orig.  Eir.  .7^.  Ora  e  da 
percuotere  (dice  questo  poeta)  liher-imcn- 
ìe  il  pife  in  terra,  riofe  da  saltare  e  hal- 
lare,  onde  fu  poi  la  voce  tripudio  e  tri- 
pudiare, traportala  da  Romani  a  festa,  ed 
allegrezza. 

t  TRIPUDI ATORE  .  Verbal.  masc. 
Che,  0  Chi  tripudia.  Fr.  Giord.  Pred. 
R  Ne'  tempi  delle  feste  solenni  scandolo- 
samente  tripudiano,  e  d'essere  Ir.pudia- 
tori  si  gloriano. 

•+  TRIPUDIO.  V.  L.  Festeggiamen- 
to, in  cui  con  halli,  o  altri  alti  si  mostra 
allegrezza  J  e  talvolta  vale  semplicemente 
lìallo  che  gira  in  tondo.  Lat.  tripudmm  . 
Gr.  y«Ei5t.  Dant.  Par.  .2.  Poiché  1  tri- 
pudio, e  r  altra  festa  grande.  Si  del  can- 
tare, e  si  del  fiammeggiarsi,  ec.  But.  ivi: 
Tripudio  è  vocaholo  gramalicale,  che  si- 
gnifica haUo  che  giri  in  tondo.  Ir.  Cwrd. 
Pred.  li.  Si  perdono  hruttamente  in  car- 
nevaleschi tripudii,  e  pacchiamenli 

TRIREGNO.  .l'i('i.i  propria  del  som- 
mo Pontefice  ,  tulla  chiusa  di  sopra  ,  e 
circondata  da  Ire  corone.  Segner.  Mnnn. 
Fchlir.  26.  3.  Quid  prodesl  non  solameote 
una  corona  libera,  ma  un  triregno,  se  tu 
però  ti  metti  a  rischio  di  perdeili  eter- 
namente? 

•+  *  TRIREME  .  Sorla  di  galea  an- 
tica, con  tre  ordini  di  remij  Treremc.  lìu- 
eell  Ap.  219.  Serhan  la  pece  la  togata 
gente  Ad  uso  di  lor  navi  e  lor  triremi , 
Pros.  Fior.  4.  iq2.  Avendolo  per  lettere 
richiesto  d'una  qualche  notula  circa  1  an- 
tiche triremi,  incontanente  ottenni  da  lui 
iier  risposta ,  ec.  (Ai  . 

*  TRISAGIO.  Tcrm.  degli  ecclesia- 
stici. Lode  che  sì  dà  a  Dio  di  tre  volle 
.<ianto.  Salvin.  Pros.  sacr.  226.  Il  sacro- 
santo inno  del  loro  irisagio,  del  loro  tri- 
pHcalo  sanctus.   (IS) 

•f  *  TRISAKCAVOLO.  Terzo  arca- 
tolo dell'  arcavolo  .  Udtn.  Nis.  3.  .46. 
Quale  insensato  user'a  parole  antichissime 
e  morte  con  questa  ridicolosa  ragione,  che 
sieno  originate  da'  nostri  avoli  e  arcavoli 
e  trisarcavoli  ?  (A) 

TRISAVOLO,  reridi'o/o.  Lat.  ahnvus. 
Gr.  a;!!) -«7130 5.  G.  /  .  .2.  108.  5.  1  he- 
neficii  della  preclara  memoria  del  cristia- 
nissimo Principe  re  Carlo,  Insavol  tuo. 

*  TRISEZIONE.  Tcrm.  de'Ceometri. 
Divisione  di  un  angolo  ,  0  altro  ,  in  tre 
angoli,  o  in  Ire  parti  eguali.  (A) 

*  TRISILLABO  .  Add.  Che  e  di  tre 
sillabe.  Lat.  Irisjllabiis .  Gr.  tdkijUk- 
8oi.  Btd.  leti.  ..  I.4-  *'■  guarderei  co- 
me  dalla  peste  di  usarla  in  versi  trisillaba 
pcrchb  trisillaba  al  mio  orecchio  farebbe  in 
vero  un  sentire  mollo  stentato  .  Salvia. 
Pros.  Tose.  ..  482.  Ve  ne  sono  frapposte 
due  tronche,  esser  e  men,  che  temperano 
queir  unisono,  oltre  la  compositura  di  vo- 
ci dissillabe,  monosillabe  ,  e  che  posano  m 
una  trisillaba;  il  che  fa  ancora  varietà.   (  ) 

*  TRISTA.   Donna  di  mondo.   Baga- 


scia. ..  noce.  nov.  68.  .9.  Son  certa  che, 
essendo  bene  ebbro,  si  mise  a  giacere  con 
alcuna  sua  trista,  e  a  lei  ec.  Frane.  Saccfi. 
nov  106.  Questa  donna  infermo,  ed  ebbe 
lunga  malattia,  per  tale  che  il  manto  al- 
cuna volta  s'  era  infardato  con  un  altra 
trista.  Sotto:  Mentre  io  sono  stata  per 
morire ,  e  tu  se'  stalo  or  con  una  trista , 
or  con  un'  altra.  {)') 

TUISTACCIO  .  Accresci!,  di  Tristo  j 
Scellerato.  Pataff.  8.  Talora  a  piazia  ride 
il  |.iù  tristaccio.  *  Cecch.  Voi.  2.  3.  Parli 
che  me  1"  abbi  calala  il  tristaccio!  (iS) 

•f  TRISTAGGINE.  F.  A.  Tristizia. 
Lai.  (ri.rli(ia  .  Gr.  XuTm  .  S.  Agost.  C. 
D.  Non  si  pensi  nella  sua  vocazione,  pi- 
grizie, irislaggine,  né  sciaguranza. 

:;:  g.  Per  hibalderia.  lecor.  g.  li.  n. 
1.  Ed  ancora  si  chianiei'a  Firenze,  per  l.i 
trislaggine  de'  suoi  cittadini.  (I  ) 

TRISTAMENTE.  Avverb.  Con  tristez- 
za, Angosciosamenle.  Cren.  re//.  62.  Es- 
sendogli poco  rimaso,  il  dello  Piero  In- 
stamente  menò  sua  vita.  ,      _,  . 

TRISTANZA.  F- J.  Malinconia,  In- 
stizia.  Lat.  tristitia  ,  maror.  Gr.  ìunrì. 
Fr.  lac.  T.  3.  14.  8.  Maria,  Tutta  pie- 
na di  trislanza.  e\  .7-  7-  Solo  abbonda 
entro  a  noi  pena,  o  trislanza. 

TRISTANZUOLO.  Sparuto,  Afaluc- 
ciò  ,  cioè  Di  poco  spinto  ,  o  Mal  sano  . 
Lat.  graeilis.  Gr.  Utto;  .  Bocc.  nov. 
20.  20.  Mi  pare,  anzi  che  no,  che  voi  ci 
stiate  a  pigione,  si  lisicuzzo  e  Iristanzuol 
mi  p.-.rete  E  nov.  79.  36.  Era  una  tri- 
stanzuola,  che  peggio  che  non  era  alla 
un  sommesso.  Frane.  Sacch.  nov.  0^.  t 
tu,  tristanzuolo  di  sellanla  anni ,  vai  gio- 
strando .  j      ■  ,. 

TRISTARE.  yeutr.  pass.  Altrislirsl, 
Contr,slar.ii.  Lai-  trislari.  Gr.  luTTSÌsaai. 
Fr.  Giord.  Pred.  S.  E  pero  stanno  alle- 
gri, e  non  si  Iristano,  come  le  altre  genU. 
Amet.  60.  Lunganimo  ,  e  di  moti  sem- 
pre  eguale ,  Facendo  quel  sanza  Instarsi 

"  *'  §.  In  signifc.  ali.  Culli,  leti.  36.82. 
Quando  dolorosa  tristezza  e  annoiosa  In- 
stare dea  nostro  cuore.  (1)  ^„^. 

t  TRISTARELLO  ,  e  TRISTEREL- 
LO.  Pim.  di  Tristo.  Morg.  16.  112.  Cosi 
Margulle  vo'  che  noi  trattiamo,  Bench  ei 
fosse  alle  volle  Iristerello.  Benv.  Celi.  I  it. 
2  5o3.  M'  era  stato  detto  da  uno ,  torse 
trislerello.  Car.  leti.  2.  128.  Per  suppli- 
mento  di  quanto  desidero,  e  per  ismacco 
di  questi  Irislarelli. 

*H  TRISTE,  r.  L.  Tristo,  Bemh.  Stor. 
n  ''128.  Spesso  molle  tristi  novelle  alla 
ciUà  ec.  recale  ,  gravi  tumulti  e  querele 
eccitarono.  (F;  .■  t  ■ 

#  TRISTERELLINO  .  Dim.  di  Iri- 
sterello. Lat.  improbulus.  larch.  Ercol. 
255.  Dicesi  anche  per  vezzi  ghiollercllo  e 
ghicllerellino  ,  trislerello  e  trislerellma  . 
ladrino  e  ladrina.  (')  n  /        t    , 

TRISTEZZA.  Maninconia,  Dolore.  Lat. 
tristitia,  ma:ror.  Gr.  Wn»!  .  Cr.  4.  4». 
17  11  vino  odorifero  ee.  la  tristezza  ,  e 
angoscia  caccia  ,  imperocchi:  mondifica  U 
sangue  da  cosa  putrida  ,  la  quale  sia  nel 
cuore  .  ras.  Vf-  "■■"•  'O^.  Fuggasi  la 
tristezza  e  taciturnit'a,  le  quali  non  men- 
tano punto  di  amore.  *  Alam.  rim.  I. 
383.  Del  nostro  ben  oprar  sotto  la  luna 
Eterna  povert'a,  tristezza  e  scherno  Sol  si 
riceve,  senza  grazia  alcuna.  (B) 

i  %  \  Per  Malizia,  Seiapiralaggme, 
Scelleratezza J  astrailo  di  Tristo  in  s.gnifc 
di   Sciagurato.  I..Ì.  scelus  ,  facinus,ne. 

nuitia.  Gr.  /X0X31F'«-  ■^°"'  ;u,ri' 
BimproverarC  1  mali,  le  vergogne  e  le  Iri- 
stezze  vere  e  non  vere  .  h  nov.  50.  tit. 
Cognosce  lo  'nganno  della  moglie,  con  U 
qnTe  ultimamente  '"--  '°  '"TI' 
per    la    sua   Uislerza  .    *    Alam.   firn.   1. 


i6i4 


T  R  I 


384.  51  vero  saggio  e  buon  terrà  più  ca- 
re Le  Dostre  povertà,  ch'oro  e  terreno 
Pien  di  tristezza,  seljhcQ  lieto  appare,  (f!) 

#  §.  IL  Talora  è  detto  d' alimi  per 
ignominia  in  luof^o  di  Tristo.  «  Frane. 
Sacck.  nov.  14?  ■  'o  f"»  ^^^^  a  "d^  gr^n 
riccheiza,  ma  e' si  potea  dire  a  una  gran 
tristezza  ■•  .   (C) 

#  TRISTIFICAHE.  Neutr.  pass.  Di- 
venir tristo.  Ott.  Cam.  Piirg.  16.  288.  L* 
anima  ce.  ài  leggeri  si  letifica  e  ii  tri- 
stifica,   a  guisa  di  pueri.   (C) 

TRISTISSIMO.  Superi,  di  Tristo,  in 
senso  di  Malcontento,  e  di  Conturbato. 
Liit.  tristissinius,  mofstissimus.  Gr.  Xv- 
aTjprfTKTo;  .  /iocc.  nov.  100.  l3.  Della 
figliuola,  che  uata  era,  tristissimi,  altro 
che  mormorar  non  (accTano. 

g.  Per  MaU-agissimo  ,  Pessimo .  Lai. 
scelestissinius,  nrquis.timus.  Gr.  UO/^'J" 
pÓTiCTOi-  Pftnt.  Inf.  24.  Tra  questa  cru- 
da e  tristissima  copi.i  Correva»  genti  nu- 
de e  spaventate.  C.uicc.  Stor.  18.  97.  Le 
galee  travagliate  in  mare  da  trìslissimì 
tempi,  -separale  andarono  vagando  per  ma- 
re. Lasc.  Pìnz.  l-  6.  Ve  ne  conterei  da 
sette  in  su  ,  nate  di  costumate  e  da  hen 
madri ,  far  portamenti  disonesti  e  tristis- 
simi . 

*f  TRISTIZIA,  affezione  fi' animo  ca- 
gionata da  qualsivoglia  specie  di  male 
che  si  crede  essere  presente  .  Lat.  tristi- 
tia,  moeror .  Gr.  Xij::>].  But.  Tristizia  è 
privamcnlo  di  letizia,  che  e  hen  perfetto 
dell'anima-  /tlhert.  cap.  6l.  La  tristizia 
del  secolo  genera  morto;  ma  la  tristizia, 
eh'  b  secondo  Dio  ,  cioè  la  penitenza,  g»;- 
nera  salute  .  Pior.  I  irt.  A.  M.  Quando 
l'uomo  s'attristisce  d'una  cosa  più  che 
non  si  conviene,  questa  s'  appella  propria- 
mente tristizia.  Èocc.  Introd.  4y-  Feste- 
volmente viver  si  vuole,  ne  ^Itra  cagione 
dalle  tristizie  ci  h.i  fatto  fuggire.  E  no\^. 
17.  21.  <-lià  le  parcvii  star  bene,  quando 
la  fortuna  1'  apparecchiò  nuova  tristizia.  /:* 
nov.  OQ-  3o.  Lungo  sarebbe  a  mostrare 
qual  iosse  e  quanto  il  dolore,  e  la  tristi- 
-zia  ,  e  '1  pianto  della  sua  donna  .  lìant. 
Inf.  22.  Malizioso  son  io  troppo  ,  Quan- 
do procuro  a'  mia  maggior  tristizia.  Pass. 
70.  Divenne  ji  tanta  tiistìzia  ,  e  malinco- 
nia, che  si  volea  disperare.  Pr.  lac.  Cess. 
Non  si  conviene  a  verun  principe  d'ac* 
c<.imiatare  da  se  veruna  persona  con  tri- 
stizia . 

§.  I.  Per  I scelleratezza  ,  Pihnlderìa  . 
Lai .  scelus  ,  fncinus  .  Gr  .  fio'/^rjpict . 
lìocc.  nov.  8.  4-  '"  seminare  zizzania,  in 
dire  catlivil'a  e  tristizie  .  E  nOi-.  23.  23. 
Egli  parla  ne  più  ne  meno,  come  se  ec. 
per  la  lunghezza  del  tempo  avesse  le  sue 
tristizie  e  disonestà  dimenticate  .  Onice. 
Stor.  i3.  638-  Quello  che  per  ordire  tan- 
ta tristizia  ec.  s*  era  fatto  in  Roma  pigliare 
da'  ncniiei. 

§.  IL  Tii/ora  è  detto  altrui  per  igno- 
minia in  t'ete  di  Tristo  .  Lih.  Son.  52. 
Tu  ne  mandasti  dodici,  trislitìa;  Egli  era 
me*  «he  fossrr  buoni  ,  e  pochi  .  ^  Car. 
Strace.  (^.  l.  Me  ne  domandi,  tristizia  7 
Ma  ricortlati  rhc  mi-  ne  hai  latta  una.  /.Vj 
«t  TRISTIZIUOLA  .  Ihm.  dt  Tri.fti. 
zia.  Car-  Apol.  166.  Or  Tcdeto  in  quan- 
ta poco  di  mostra  dì  questa  votra  prima 
censura,  quant.i  mondiglia  ,  e  quante  Iri- 
stiiiuole  si  >ou  trovate  (cioè,  cose  degne  di 
nprensione  ).  (C) 

#  TRISTO  .  Su.<tt.  Tristizia,  fiihal- 
deria  .  Lat.  .tce'us .  Allear.  3.  Quan- 
tunque (e  tulio  il  mondo  se  n*  b  avvisto) 
Si  tenga  ogf^i  in  Fiorenza,  ('h'  una  vena 
di  tristo  Negli  uomini  sie  in  luogo  dì  pru- 
dfnz.i.   (P) 

1  TRISTO.  /4dd.  Malcontenta,  Mesto, 
Malinconioso,  Dolenti.  Lat.  tristi s ,  mtr- 
ttms  ■    Gr.   >UT»5Co;  .    Bore.    nov.    Il-    17. 


T  R  r 

Domine,  fallo  tristo  (cioè,  dagli  l!  ma- 
lanno). E  nov.  12.  9.  A'  pie  dì  quello 
(  uscio  I  rauoato  alquanto  dì  pagliericcio 
che  virin  v'  era  ,  tristo  e  dolente  si  pose 
a  ilare.  E  nov.  80.  28.  V'andò  tanto  ma- 
linconico e  tanto  tristo,  che  egli  pareva 
che  volesse  morire.  E  nov.  85.  23  Cosi 
adunque  Calandrino  tristo  e  cattivo  ec.  al 
suo  fervente  amor  pose  fine  .  pr.  Giord. 
Fred.  S.  Ora  sar'a  lieto,  e  poco  stante  tristo. 
*  g.  I.  Tristo,  dicesi  anche  delle  cose , 
e  vale  Che  annuntia,  0  inspira  tristezza 
e  malinconia,  od  anche  Che  procede  da 
tristezza  e  malinconia  .  «  Pant.  InJ.  tx. 
Sembianza  avevan  ne  trista,  ne  lieta.  /^  O. 
Ciascun  ritroverà  la  trista  tomba.  Petr. 
son.  l3-  Talor  m*  assale  in  mezzo  a'  triNti 
pianti  Un  dubbio.  E  cnnz.  4-  6.  Alle  la- 
grime triste  allargai  '1  freno  ■»  .    (C) 

3  g.  IL  Tristo,  per  Mctchino  ,  Dap- 
poco, Tapino.  Lai.  miser ,  in/clix .  Gr. 
oi^liOi  ,  (JuiTUX'^'5  ■  Bocc.  nov.  85.  22. 
Or  non  ti  conosci  tu,  tristo  7  non  ti  co- 
nosci tu,  dolente?  Dant.  In/.  3.  Questo 
misero  modo  Tengon  1'  anime  triste  di 
coloro  Che  visscr  sanza  infamia  e  sanza 
lodo.  Ma/m.  I.  80.  Trista  e  trascina  poi 
per  la  buccolica  Un  tozzo  mendicava  all' 
accatlolica  . 

3  g.  UL  Tristo,  per  Accorto.  Lat.  va- 
fer,  versutus.  Gr.   wx-iO^p'/O^. 

^  §.  IV.  Onde  Es.ierc  più  tristo  che  il 
tre  a  s.io,o  d'un  famiglio  d'Otto,  dicesi  di 
Chi  è  accortissimo,  pienissimo  d'  astuzia. 
«  Frane.  Sacch.  nov.  5^.  Che  pruova  nella 
malora?  che  siete  più  tristi,  che  '1  tre 
asso  .  Malm.  6.  80.  Che  in  oggi  è  più 
cattivo  di  Ire  assi,  E  vie  più  tristo  d'  un 
famiglio   d'  Otto..  .   (C) 

3  §.  V.  Tristo,  per  Cattivo,  Scelle- 
rato ,  Sciagurato  .  Lat.  net/uam  ,  impro- 
bus,  .tcelcfius.  Gr.  xa/o';,  TtO-JrjpS^t  yo- 
X^-^pó;.  /iocc.  nov.  85.  4-  Avea  nome  la 
Niccolosa,  la  quale  un  tristo,  ch'era  chia- 
mato il  M.ingi'me  ce,  prestava  a  vettura. 
E  num.  17.  Ella  e  tanto  trista,  che  ella  si 
va  rinchiudendo  assai  spesso  con  esso  lui . 

*  g.  VI.  Tristo,  dicesi  anche  delle  cose, 
e  vale  Che  è  di  cattiva  qualità  .  -  Dav. 
Scism.  66.  Per  accrescerlo  f  ti  tesoro)  al- 
zò il  pregio  delle  monete  d'  oro  e  d  a- 
riento  :  riscosse  agramente  quanta  mone- 
la  potè ,  accattò  ,  rastrellò  ;  e  la  ribatte 
peggiorata  di  nuovo  il  quarto  ,  e  per  la 
buona  la  trista  rendè.  E  Colt.  |53.  Mag- 
giore errore  è  mettere  il  vino  in  triste 
botti,  o  barili.  E  l56.  Quando  la  vite  di 
trista  sorte  è  potala  ec.  ,  tagliale  interno 
V  occhio  primo  ,  e  cavalo  ».  f/f)  iUticc. 
Stor.  17.  238.  l'er  il  tempo  tristo  le  ga- 
lee erano  stile  sforzale  a  ritirarsi  sotto  il 
monte   di   Portofino.    ((") 

>;*S.  VII.  Pale  anche  Che  è  in  cattivo 
italo.  "  Cron.  Morell.  248.  Fu  di  nìcist^cc. 
pigliare  una  casetta  trista  di  sotto  le  volle, 
e  due  podercttì,  e  certe  maiserizie  •♦.  (t*) 

*  §.  Vili.  Per  pile.  Di  poco  co.tto. 
Frane.  Sacrh.  nov.  202.  Vidi  a  quella 
(tavola  esser  posto  un  torchio  acceso  di 
due  libbre,  e  al  crocifisso,  il  quale  non  era 
multo  lungi,  era  una  trista  randeluzEa  d* 
uno   danaio  .    ((^) 

•f  g.  IX.  Aggiunto  di  Fiato,  o  di  co- 
sa,  e  riferito  al  senso  dell'  odorato,  vale 
Corrotto  ,  Puzzolente,  Spiacevole  ,  Dis- 
gustoso .  Diint.  Inf.  1 1.  SìcrhÌ!  s*  ausi  un 
poco  prima  il  senso  Al  tristo  fiato.  *  Ar. 
Fur.  17.  46.  E  p«>i  i'he  'l  tristo  putto  «ver 
Ir  parve.  Di  che  il  fetido  becco  ogn' ora 
sape  ,  ec.    (  M) 

*  g.  X.  Tri.tto,  fu  usato  elegante- 
mente a  modo  di  participio  passivo,  come 
Trislalo  dal  vertto  TrisUre.  Pant.  Piirft. 
7.  Luogo  h  laggiù  nou  tristo  da  marti- 
ri. (M) 

S-    \l      Trititi  .    <ignt6ca   talora    (iuai  , 


T  R  T 

nel  medesimo  signi/ìe.  del  Lat.  vae  .  Gr. 
ouai'.  Bern.  Ori.  3.  4-  33.  Tanto  furor 
r  uno  e  r  altro  menava.  Che  tristo  a  qoel 
che  lor  vuol  dare  aiuto  ,  Tristo  a  chi  in 
mezzo  lor  si  fosse  messo.  Che,  noD  che  1* 
armi ,   un  monte  arebber  fesso. 

TRISTORE.  /'.  A.  Meitizia,  Malin- 
conia .  Lat.  tristitiido  ,  maestitudo  .  Gr. 
)uT»j,  Ur.Qt'v..  Fr.  Zac.  T.  2.  9.  6.  E  M 
tristor  che  alberga  in  core.  Le  midolle  gli 
ha  seccato.  /-.'  2.  l3.  7.  Ed  il  tristore  ab- 
batlemi ,  Sottrattomi  il  prestalo. 

TRISTUr-ZO.  Dim.  di  Tristo j  Al- 
quanto tristo.  Lat.  siihtristis.  Gr.  Jttì/'J- 
T*)p3;  .  Cecch .  Esali.  Cr.  4*  6.  Sarai 
ben,  iristuzzo,  Adopralo  in  galea  tu  per 
un   remo. 

f  *  TRISULCO.  Add.  Che  ha  tre  pun- 
te, o  tre  ta^li  ,  Che  fa  tre  ferite  a  un 
tratto.  Segter.  pred.  jg.  5.  Una  lingua 
mormoratrice  e  lingua  di  vipera .  che  è 
quanto  dire  triplicata ,  trisulca.  (A) 

•f  TRITA.  Spezie  di  naviglio  da  tra- 
sporto .  li.  V.  7.  70-  3  Che  r  ammira- 
glio andasse  su  |«r  lo  Fare  prendendo 
trite  .  e  ogni  legno  che  portasse  all'  oste 
vitluaglia  .  /;'  cap.  75.  3.  Prese  29  tr.» 
galee   grosse  e  trite. 

^  §.  Trita  ,  si  piglia  anche  per  Pia 
praticata  j  che  anche  dicesi  Calpestata  . 
Car.  Long.  .^^'of.  3.  I03.  Dafni  adunque 
restando  in  sull'  aia  con  la  Nape,  si  mise 
a  girare  i  buoi  per  la  trita,  perchè  si  ca- 
vasse a  tempo.  (Min) 

TRITAMENTE.  Awerh.  Minutamen- 
te, In  piccolissimi  pezzetti.  #  Alam.  Colt. 
2.  37.  Sia  la  forma  ■dclP  aia)  ritonda,  il 
mezzo  in  suso  Pur  con  misura  egual  s* 
elicvi  alquanto  ec,  le  pietre  e  l'erbe  Pria 
sveglia  ivi  entro  ,  e  tritamente  poi  Batta 
il  terreno,  e  'n  ogni  parte  adegui.  (  Bj 

g.  Per  metnf.  vale  Distintamente,  Par- 
ticolarmente ,  Esattamente  .  Lai-  singilln- 
tini,  minutatim  .  Gr.  ei;  iSTTOV  .  fìoec. 
nov.  21*).  16.  £  più  tritamente  esaminan- 
do vcgnendo  ogni  particolarità  ec  ,  fermò 
il  suo  consiglio.  Mor.  S.  Greg.  Dividere 
lo  innorcnle  r  argento,  non  è  allro  se  non 
esponere  la  santa  Scrittura  Iritamcnle    P 

F.  11.73.  Avcmo  tritamente  narralo  que- 
sto  caso  per  essemplo. 

TRITAMENTO.  //  tritare.  La»,  tri- 
turano. Gr.  «lw»)5t;.  Cr.  a.  i5.  1.  La 
terza  e  il  mischiamento  de'  campi  insieme, 
la  quarta  è  il  suo  Irilanicnto  .  Pass.  85. 
Contrizione  dire  uno  tnlamento  minuto  , 
quanto  a  tutte  le  parti  insieme,  fatto  per- 
fettamente ,  non  ne  rimanendo  ninna  in- 
tera e  salda. 

3  TRITARE,  fìidurre  in  minutissime 
particelle.  Lai.  dissecare,  comminuere,  in 
pulverem  redigere.   Gr.   otfi'X^'Jvtf*.  Oitid. 

G.  Molti  mulini  ec,  i  quali,  tritando  il 
grano,  il  convertivano  in  polvere  di  farina. 
Pass.  84-  Questo  nome  cc/ifr/sio/ie  ec.  ti 
dice  ce.  aa  tritare  ,  come  noi  Tcggìamn    in 

3ueste  cose  cor|k)ra1Ì ,  che  alcuna  rosa  si 
ice  tritata  ,  quando  si  divide  e  rompe 
in  minime  parti ,  sicché  non  vi  rimanga 
neenle  del  saldo . 

*t  *  §  *■  ''•  '"  'ignijic.  netitr.  •  nentr. 
pass.  M  Pallad.  .\ovemh.  7.  Un  piode  e 
metto  si  vuol  divellere  la  terra  addrnln> 
Iti  ove  vti>tgli  seminare  la  castagna  ,  e  sa- 
ziare dì  letame,  e  tritare,  e  porre  adden- 
tro ipiasì  uno  pietle  tre  insieme  .  owerit 
cinque  posta  di  lungi  1'  una  dall'  altra 
piedi  quattro  ,  e  a  caluna  posta  6cca  un 
palo,  per  ricognoscere  ec     •    Tes.    Pr.  a. 


37.  Al  cadei 


che   fa 


per 


spe 


del- 


l' acre  ,  si  si  trita  e  diventa  minuta .  e 
spesse  volte  si  disf^.  anzi  che  sia  in  «ulta 
terra*.  Cr,  3.  32-  3.  Congiugne  (  U  se- 
gale), e  fa  tenere  le  |>aitr  dì  quei  pani 
che  cotti  non  hanno  legnenta  .  ma  ipei- 
tansi  e  irilansi.  (B/ 


T  R  1 

•-   R     II     Tritare,  parlandosi  d,  via,  o 
,.:J:    a}eBa\,.r,:JcaUaHa-^r.f.,r 

„;,.le  Dove  il  «nUero  AogeWc.  .vca  Ir.lo 
p,e;.a'«„li«e  Ch.  a  Paladmo  .cnan.> 

/ra  mano-  Jl/or.  i.  Oreg.  J  9-  1-"  ^"». 
lur.  r»u  «.  colle  .uè  Ioni  «po>...om 
'„"i  conviene  eh.  a  -"['"•""■f":^; 
}^  .Dan..  ^A».  lo  UscioU  U.U.e  eoo  pm 
P'icula,.  el'posi.ioo.  que.le   --   /'  - 

r,m  l.  54.  E  le  squarU.  .nimuua,  tr.U 
e  pe«V,  Osai  costura,  ogni  Luco  ritrova, 

Si'che  .cruVo  alcun  ma.  —   ,''    -^'^^^ 

cir;::^«;;-o-n^j^.eco.eco^o 

rali  che  alcuna  cosa  à  dice  lr,<,.I»,  quan 
do  \ì  divide  e  rompe  in  "»■"■»■=  F-'';,^" 
che  non  vi  rimanga  ncente  del  salcio^ 
«  «.ce«.  /-.or.  56.  11  rapont.co  ec  e  upa 
radice  nera  ee.,  sen.a  odore.  f^-BO"  «  ''» 
giera.  la  quale,  tritata  e  masUcata,  d.ven 

la  di  colore  gialliccio,     '^J'\'        ,. 

*  TRITAVO,  e  TRITAVOLO  // /er 
„  „.o,  00.0/0.  la^ar.Vp.  '  "•  ^-  'f  " 
Per  U  che  Ser  Brunellcsco,  che  des.de- 
fa"  che  egli  facesse  il  mesUer  suo  del 
notaio,  o  quel  del  Iritavolo,  ne  prese  d.s- 
piacere  grandissimo.  (C) 
^  TRITELLO.  Cruschelh-  l.t.S^Ant. 
Pane  mangiava    grossolano  ,  fatto  d.  trrtel- 

'"  *  g    Per   Cosa   tritala.  Bdlin.    Pise. 
..  „^' Formano  que'  vari  ^f""»^";'  " 
trilólameot,,  que.  tri.um.  <>  >"'f 'r^^-^^-  1 
.li  spolveri..amenli  o  polv.gU  che  d.i  vo 

H"'tb'.tei.loso.^^^.  f*e*»'-; 

trillilo,  o  cruschello.  Fr.  6...".  /-«"• 
,'ane  nero  tritelloso  bene  cotto  s.  può  com- 
Moitare,  muffo  si  disconviene.  (^) 

*  TRITICEO.  Jdd.  n,  grano.  Lat. 
tnlJus  SMn.  Ccor.  Uh.  l-  Ma  se  .n 
Si^a  messe  ed  in  robusU  Farn  travagU 
Holo  e  baderai  Alle  sole  graneUa,  avan- 
5  aseondansi  A  te  V  orientai  Bgl.e  d  A- 
'^TT^^ilCO.r.L.  Frumento,  .^anna. 
Egl.  .0.  l63.  GU  ucceUl  e  le  orm.che 
^ricolgono    Da'  nostri   camp.    .1  des.ato 

uilico.  (Ni  -,  . 

TRITISSIMO.  Superi,  d.   Trito. 
^      Per   lulgatissimo,  l\ot,ssm,o,  U- 

sdissimo.  Lat.  "f'S'"'''-'^"'-.^'-  %' 
.V  Quello  che  specialmente  s,  ch.amo 
orciolo  Abati,  onde  è  nato  .1  tr.Uss.mo 
proverbio,  ec.  «  Magai,  pari.  1.  leti.  6 
Voglio  goder  di  questo  campo  franco  per 
prolorvi  una  considerazione  'r'»""»"  <= 
comunissima  in  sé  slessa    e  che  ec    ,^^ 

S  TRITO.  JdJ.  da  J  ritare.  I->1_  "■'- 
,„..  Gr.  ■r  =  r  =  .a=.e'v  =  ;.  Petr.  canz.  3.  5. 
Lassando  il  corpo,  che  6a  .r.ta  terra^ 
Dant.  Par.  l3.  E  disse  :  quando  1  una 
..aglia  è  tr.ta  ec,  A  batter  1  al  ra  dolce 
L^or  m'invila.  Fir.  '!"'■..'"■"■.,''''"", 
376.  Mandano  a  cuocere  .1  Ulto  cibo  alla 
uf-ntola  dello  stomaco. 

8  I  Onde  per  mela/.  Passo  trito,  esi- 
gui s-  intende  di  Passi  piccoli  e  frequen- 


T  R  1 


T  R  I 


iCiS 


ti 


ec.  Socc.  nov.  77.   •4- 


Videro  lo  sco- 


ri, ec.  nei.!..  ""• .  //■  -T  ,         . 

l/re  fare  su  per  la  neve  una  carola  tr  ta 
al  suon  d-un  batter  d.  denti .  ^r.  Jur. 
\a.  81.  11  de.trier  ,  eh'  avea  andar  tnlo 
e   soave.  Portò  aU'inconUola  donzella  in 

'^"'*'§.  II.  Trito.aggi'into  di  Carne,  <,a. 
le  Fnllo.  Cur.  Com.  83.  Dicendomi  che 


era  differen.a  dalla  carne  ec.    magra  alla  , 
-rassa    e  dall'  abd;.  alla  tr.ta.   (f  f)  \ 

e.  ìli  ter  ilrdinario.  Vi  poco  pregio. 
Triviale.  liorgh.  lUp.  .98.  E  un'opera 
tanto  trita,  e  di  si  debole  marnerà,  che  VI 

"T'^'-^'^^Z:  esitato.  X..U.  III. 

f;:fn  il--.-', !--''■"'> r' 

r  cemento  di  Dante,  che  i,  come  sape  e, 

molto  trito  a' nostri  uomm..  .•."/.■."•  disi. 
Tg5.  VÌCI.W.  uo".  \.^^^o  euiw  pro- 
veib.o:  tristo  a  quell' uccello  che  nasce  in 
cattiva  valle.  ,  Cj  A  I..100.  ^on  vi  ha 
cosa  più  trita,  né  più  ircquenle  presso  . 
santi  Padri  ec.  cheli  chiamare  Imlilu. 
,0  del  vivere  cristiano,  e  massime  .1  pin 
stretto  e  il  più  ritirato,  quale  s,  era  qncl- 
lo    de'  monaci,  col  nome  d.  61oso6a  cr.- 

'"Ìl"é  V  Trito,  per  Frequentato.  Cal- 
cato, Battuto,  parlandosi  d,  strada  osi- 
nil.Ar.  ;„/.0.  10i|.  Grifone  .1  bian- 
co ed  Aquilante  il  nero  Pigliar  cogli  al 
tri  duo  la  via  più  trita.  C»-".  /."■».  9=5. 
L"  squadron  gi'a  mosso  Al  calpilar  del  a 
ferrala  torma  Fa  '1  campo  risonar  tremante 

"  -"'s  vV  Trito,  dicono  i  Pittori  per 
Minuto;  onde  Maniera  liita  ''f '";/'" 
4à   in   tritume.  Baldin.    ì  oc.   Dis.  (A) 

«e  VII  Trito,  si  usa  anche  injorza 
d-aJerb.  .Or.  9.  82.  5.  Si  dia  loro  fa 
vaoni)  porro  minuzzalo  tnlo,  ovver  caco 
fresco.  .»^rs,.  16.  58  Cb.  v.  cercasse 
,r"oafaldeafalde,NM'unnèl'   altro 

è  farina  da  cialde.  (^) 

•+  *  TRITOLARE.  Vimenarsi,  Aal- 
tcbeltare.  come  chi  .«o/e  ^'"«f!"-  "'"'■ 
„a  cosa  co'  piedi.  Far  pass,  Ir, li.  Fortig 
Hicc.  7.  59.  Che  se  col  capo  nulla  s.  d.sv  a 
Si^  sente  su  le  spalle  e  su  le  rene  Colp. 
1  che  il  fanno  tritolar  m.i  bene.  (^J 

<l  TRITOLO,  ilinuizolo.  Lal./r«Jf"- 
;  ™  Gr  -"l'/'yiov.  *  Ben.'.  Celi.  Oref. 
'<rPor.;nnrraiodiforbicesihada 

^gliare  in  tritoli  tutto  1'  oro  che  51  vuol 

macinare.  (F)  ,,.:,„!„ 

*  e.  Dicesi  Kon  ne  saper  tritolo, 
nuando  d'  alcuna  cosa  non  se  ne  sa  nien- 
Te  l  lardi.  Ercol.  98.  Quando  ■  mae- 
stri voglion  significare,  che.  fancmll.  non 
se  le  sono  sapute,  e  non  ne  sanno  strac- 
co, usano  queste  voci:  boccata,  hocacala 
ec.  p,into,  tritolo,    briciolo  ec  »  .  (L) 

•+^  TRITONE.  Specie  di  .^ume  ma- 
rino. Lai.  rrìfo-..  Car.  lelt.  2.  l3l.  Le 
mezze  figure  umane,  con  le  code  de  pe- 
se, in  vece  di  gambe,  sign.ficavano  appo 
Zò  Tritoni,  e  Ninfe,  e    colali    altri  De, 

•''''  ■"!'■''-  j-riione.fgiiralam.  per  Uomo 
,ileed  abbietto.  ÌUlm.  I.  43;  Cupido 
mono  con  .  suoi  pi^g-- ^arc'ar  s.  ve- 
de  un  grosso  reggimento  Ch  egl.  ha  d 
mnumerabUi  Tritoni.  (')  .V,«.,rc.  Tri- 
toni. Sono  De.  o  mostr.  marini  ec. .  ed 
qui  gli  uomini  mal  vestii,  si  chiamano  da 
noi  Tritoni,  quasi  uom.n.  triti,  ec  (B 

TRITONO.  Add.  Termine  musicale 
e  .■ale  Di  tre  tuoni.  Lai.  trilonum.  I  arch. 
Giuoc.  Pillag.  Dalle  cose  delle  s.  vede 
manifestamente,  che  Ira  tulle  le  'i''"^"""- 
ze  musicali  semplici  la  diapason  e  la  mag- 
giore; dico  semplici,  perchè  se  ne  trova- 
lo  molte  composte,  come  il  ditono.  cioè 
due  tuoni,  semidilono.  Intono,  ec. 

*  TRITTO.NGO.  Term.  grammatica- 
le. Sillaba  di  tre  l'ora/i.  SaU'.  A>^i'erl.  1. 
3  I  -  Il  che  in  alcun.  l..ltong.  e  qua- 
dr.ll'onsi  si  vede  massimamente  ec,  per- 
che  irittongi  e  quadritlongi  ec  agevol- 
mente pronunzia  la  lingua  nostra.  IVJ 

TRITO-ME.  Aggregalo  di  cose  trite 
I.A   fruslida.   Gr     ■ztu.v.y.W..*  Lib.  cur 


malati.  Que' tritumi  che  restano  nel  Be- 
nde, quaiido  n'  i  tolto  .1  fieno.  (M  Bellin. 
Disc  l  1-  Formano  quei  vari  sfarina- 
menli  o  str'itolaroenti ,  quei  tritumi  o  tri- 
telli, quegli  spolveriizamenl.  o  polvigli 
che  dir  vogliamo.   (I) 

e  I.  fer  Minuzia.  Cai.  Sist.  15?.  I 
filosofi  si  oc.upano  sopra  gli  universali 
principalmente  .  trovano  le  defiaizioni.  e 
1  più  comuni  sintomi;  lasciando  poi  certe 
sottigliezze  e  certi  tritumi ,  che  sono  poi 
piullosto  curiosil'a,  ai  matematici. 

*  g.  11.  l'er  Difetto  d"  agni  inven- 
zione o  composizione  di  pittura  o  sciti' 
tura,  ma  più  propriamente  d' arlhitettu- 
ra  ed  e  quando  le  parli  0  membra  sono 
soverchiamente  variale,  in  troppa  qiian- 
(,(,;  e  assai  minute.  Foce  contraria  a 
Sodelza.  Baldin.    Foc.    Dis.   (A) 

•f  TRITL'I'.A.  Jl  tritare,  o  la  Iosa 
triturala.  ì.al.  tritura.  Gr.  dlar,<:ii.  Mar. 
S.  Creg.  La  vitella  d'  Efraim  ha  appara- 
to ad  amar  la  tritura. 

g.  Per  meta/,  vale  Afflizione.  Ango- 
scia Lat.  aerumna,  aegriludo.  Gt.ij^n. 
'ìtlor.  S.  Creg.  I.  I.  Ma  se  alcuna  fiata 
t  a"Kravato  d'  alcuna  tritura  di  persecu- 
zione, mostra  ogni  sua  caldezza  e  vigore. 

*  TRITLRAVESTO.  Tr,turaz,one. 
Del  Papa    Cons.   (A) 

*  TRITURANTE.  Che  tritura.  Del 
Papa  Cons.  Il  terebinto  di  Cipro  convie- 
ne ce  non  solo  come  orinano,  ma  come 
triturante  gli  umori,  ec   (.-1) 

•f  *  TRITURARE.  Bidurre  in  trito- 
li Far  tritura  di  checchessia.  Cocch.  I  il. 
Atlag.  pag.  42.  (f-enez.  l^l^l^)  S.  r.gel- 
tane  i  legumi  vecchi  ec  se  non  sieno 
Lene  Irilurali,  e  con  altre  utili  malene 
mescolati  e  disciolti .  (A) 

;;:  TRITUltAZlONE.  Tritura,  Il  Irila- 
rc.  Lai.  tritura.  Gr.  Tf.'l.;.  Bed  Esp. 
„„t.  84.  1  quali  tengono  che  la  digestio- 
ne nello  stomaco  degli  uccellisi  faccia  in 
gran  parte,  ovvero  si  aiuti  per  mezzo  del- 
la triturazione.  F  91.  lo  lengo  che  la  di- 
gestione ec.  non  sia  fatta  e  perfez.onata 
letalmente  dalla  triturazione   (  j 

-.;:  TRIVELLA.  Strumento  d,  ferro  da. 
bucare;  e  ve  ne  sono  di  diversa  grandez- 
za e  lunghezza.  Lai.  lerebra  Soder.  Colt. 
60  Con  la  medesima  trivella  franzcse  lo- 
risi  la  vite  in  luogo  netto  e  liscio.  E  ivi: 
E  quando  si  vedrk  che  U  buco  fatto  dal- 
la medesima  trivella  gallica  sia  ben  sal- 
dato, ec.  (J')  .     ,, 

a:  TRIVELLARE.  Bucare  colla  Invclla. 
Salvia.  Odiss.  23.  263.  Lo  polli  Con  fer- 
ro bene  e  maestrevolmente  E  a  riga  lo 
drizzai  un  pie  di  letto  Lavorando  .  ed  il 
lutto  con  trivello  Trivellai.   f!\J 

*  R  I  Trivellare,  dicesi  anche  del 
Bucare  che  si  fa  con  altro  ■'"■umenU, 
che  Trivella  non  sia,  ma  in  alcun  modo 
aguzzo  e  puntato.  Car.  Eneid.  3.  1003^ 
Con  un  gran  palo  al  fuoco  aguzzo  Sopra 
gli  fummo,  e  quel  eh'  umco  avea  ec  Sot- 
to la  torva  fronte  occhio  rinchiuso.  Gli 
(al  Ciclope)  trivellammo  (telo  lumen  te- 
rebramus  acuto.    ìirg.).(D) 

*  P  IL  K  per  similit.  Bed.  UiS  an. 
6„.  Quei  moltissimi  e  lunghi  tar  i  ec.  le 
rodono,  le  trivellano,  e,  per  v.>l"«"J 
un  vocabolo  marinaresco,  le  verrinano  lui 
Te  quante,  con  grandissimo    danno    delle 

'^tfu^fit'ralam.Cor.MaU.so^ 
5.  Or'dina  da  mia  parte  alla  massaia.  Che 

^":s'^RrlES!A«:='U.^^- 
^;e;^'in::£ó;^^r£--* 


l6i6 


T  R   I 


volmcntc,  E  a  riga  lu  driizai  ,  un  pie  di 
letto  Lavorando;  ed  il  tutto  con  trivello 
Trivellai.  (Bj 

f  TRIVIALE.  Add.  Ordinario, Basso; 
e  dicesi  per  Iv  più  dei  pensieri  ,  e  delle 
maniere  di  dire.  Lat.  trivialis^  viilgaris, 
vilis.Gr-  zoivo;,  yjuòccto;.  oayJo;.  Deme- 
tr.  P.  S.  E  nell'  una,  e  nell  altra  parte  sari 
gioconda,  ne  troppo  triviale,  ne  troppo  ar- 
tifiziosa.  / /(.  Pitt.  l3.  Di  rado  applica- 
va il  pennello  a  cose  ordinari*',  e  triviali. 
Buon.  Fier.  2.  4-  10.  Diecimila  oramai 
poste  Triviali,  e  vulvari.  (ìaU  Sist.  36y. 
Sappiamo  che  il  signor  Salvìati  non  par- 
la mai  a  caso,  ne  mette  in  campo  para- 
dosso che  non  riesca  in  qualche  concetto 
non    punto   triviale. 

^i  TRIVI ALISSIMO.  Superi,  di  Tri- 
viale. SteU'in.  Pros.  Tose.  l.  177.  Lo 
Iddio  bambino f  per  V  Amore,  V  ho  udito 
dire  io  renio  teatrali  trivialissimc  canzo- 
nette. (•) 

*  TRIVIALITÀ',  TRIVIALITADE  e 
TRIVIALITATE.  Astratto  di  Triviale. 
Lai.  ratio  trivialts.  Or.  TfOTo;  xiGaìo^. 
SegniT.  Fred.  17.  7.  E  perche  tanto  di 
irivialilà  volca  Dio  nelle  offerte  ancor  più 
solenni  che  a  lei  facevansi,  se  non  che 
oc.  {•) 

TRIVIALMENTE.  Awerh.  Fcriaìmen- 
tif  Ordinariamente.  Lat.  vulgari  modo. 
Gr.  /-.oiyw;,  Tu;ct,*vTW?. 

3  TRIVIO.  /'.  L.  Luogo  dove  ri. vpon- 
dono  tre  vie.  Lat.  trivium.  Sanna:.  Ar- 
end.  pros.  3.  Ogni  strada,  ogni  liorgo,  o- 
gni  trivio  8i  vede  seminato  di  verdi  mirti 
Borgh.  Orip.  l'ir.  172.  Trebbio  ciedon 
molti  dal  Ijtiiio  trii-io,  che  non  corrispon- 
de male.  *  Car.  Fu.  l\.  o35.  Ecale,  che 
ne' trivi  orril>ilmente  Sei  di  notte  invoca- 
ta, nitrici  Furie,  Spiriti  inferni,  ec   (B} 

!?  §.  Scienza  del  Trivio,  chiamavano 
gli  antichi  la  Grammatica,  la  /iettorica 
e  la  Dialettica;  e  Quadrivio  l'  Aritme- 
tica,  la  Geometria,  la  Musica  e  l'  Astro- 
nomia j  scienze  che,  a  similitudine  delle 
strade,  conducono  alia  cognizione  del  vero. 
M  Dant.  Conv.  97.  Alli  sette  primi  ri- 
spondono le  sette  scienze  del  trivio,  e  del 
quadrivio  ".   (B) 

#  TRIUMVIRALE.  Add.  Lo  stesso 
che  Triunviralc.  /lorgh.  L'tcs.  3l2  Nfc 
mi  si  dica  qui,  che  in  queste  distribuzio- 
ni triumvirali  tumultuosissime  non  si  ser- 
van  le  leggi.  (B) 

#  TRIUiNFALE.  Add.  Trionfale.  J'it. 
S.  Margh.  i3i.  Il  Prefetto  venne  nella 
sua  sedia  trionfale.  (ì'}  Mcd.  Arb.  Cr. 
80.  Tu  se'  corona  de'  vincitori  trionfale  , 
e  se*  datore  dello  imperio  di  Paradi- 
so.  (C) 

TRIUNFARE.   V.  TRIONFARE. 

#  TRIUNFATORE.  Trionfatore.  Bocc. 
Vit.  Dant.  aSa.  Essendo  Feho  il  primo 
autore  e  fautore  dei  podi  stalo,  e  simil- 
mente Iriunfalore  ec.  (f) 

TRIU.NFO.    r.  TRIONFO. 
TRIUMVIRALE.   T.  /,.  Add.  Appar- 
tenente a'  triunviri.'Lat.  triumviralis,  Gr. 

u>p  •npo'^TOJi  rptii  tlpxottoii^.  Borgh. 
Orig.  /''i>.  q^.  Si  possono  in  un  certo  mo- 
do dire  condono  per  la  legge  triunviralc. 
TRIUNVIRATO.  f.  L.  Principato  di 
tre  uomini  .  Lat.  triumviratus  .  Gr.  >/ 
Twv  rpiwv  oipx*Ì  '  fiocc  .  nov .  08.  2. 
Nello  uficio  rhianialo  triunvirato  lo  'ni- 
pcrio  di  Roma  reggeva,  /lorgh  .  Orig. 
fir.  9?.  ^clla  seconda  era  gij  inanrato  il 
nome  di  triunvirato. 

§.  Per  similit.  dicesi  di  Tre  persone 
unite  a  far  checchessìa.  Dav.  Scism.  37. 
Uni)  di  questi  di-tto  Tonimji^n  Cmmuel 
«.  ,  fu  aggiunto  per  torto  a  Crammrro 
arcivescovo,  e  Audieo  cancelliere,  per  gui- 
dare con  questo  triunvirato  ogni  cosa  ■ 
tuo  modo. 


T  R  I 

TRIUNVIRO  .   /'.  L.   Uno  de'  tre  dei 

triunvirato.  Lat.  triumvir.  Gr.  et;  tcJv 
T^iw'v  a&x^^fwv.  Bocc.  Leti.  Pin.  fioss. 
281-  Sulpizìa  ec.  di  naicosu  avendo  se- 
guito Lenlulo  Truscellionc  suo  marito  in 
Cicdia  proscritto  da*  triuoviri,  si  dee  cre- 
dere con  questo  amore  e  fede  averli  porlo 
non  meno  piacere  ,  che  noia  ,  la  proscri- 
zione ricevuta.  Borgh.  Orig.  Fir.  71-  Es- 
sendo tanto  chiaramente  espresso  in  quel 
libretto  delle  colonie  ,  che  la  fa  creatura 
de'  tiiunviri.  E  y^.  Quelle  che,  regnando 
ilriunviri,  furono  condotte. 

*  TROCAICO-  Aggiunto  dato  a  ver- 
.10  che  consta  di  trochei.  Salvin.  Disc.  2. 
389.  Della  quale  non  hanno  esempio  ì 
Greci ,  i  quali  ec.  o  il  tetrametro  usaro- 
no ,  ovvero  trocaico  ottonario  di  otto  pie- 
di.  {•) 

*  TROCANTERE.  Term.  degli  Ana- 
tomici .  Some  dato  a  due  risalti  consi- 
derabili che  sporgono  a' lati  del  femore  , 
e  quasi  sotto  al  suo  capo  .  Imperf 
Anat.  128.  Gli  otturatori  (muscoli,  oc- 
cupano quel  forame  p.itenle  ira  l'osso  pu- 
be e  r  ischio  ,  che  però  otturatori  si  di- 
cono ,  e  SODO  esteriori  o  interni ,  e  s' in- 
seriscono nel  magno  trocantere.  (F) 

•f  *  TROCHEO-  Nome  di  piede  nel- 
r  arte  metrica  de'  Greci  e  de"  Latini,  cor- 
rispondente di  molto  allo  sdrucciolo  degli 
Italiani.  Lat.  trochaeus  .  Gr.  •zpo'^^Ko^i  . 
Varch  .  h'rcol.  219.  Dice  Quintiliano  , 
che  distingueva  coli'  orecchio  quando  un 
verso  esametro  forniva  in  ispoudèo  ,  cioè 
aveva  nella  fine  amenduc  le  sillabe  lun- 
ghe, e  quando  in  trochèo  ,  cioè  la  prima 
lunga  e  l*  altra  breve.   (•) 

^  g.  Trochèo,  è  anche  un  antico  stru- 
mento militare ,  detto  altrimenti  Mano- 
vella. Lai.  trochaeus.  J'egez.  p.66.  (  Fir. 
l8i5)  La  sambuca  h  detta  a  similitudine 
della  celerà,  perchè,  secouduchc  nella  ce- 
lerà sono  corde  ,  cosi  nelle  travi  che  per 
lungo  allato  alla  torre  si  pongono  ,  sono 
funi  eh'  il  ponte  dalla  parte  di  sopra  con 
trochèi ,  cioè  manovelle  ,  fanno  cbinorc  , 
ec.  (Bj 

TROCISCO,  e  TROCHISCO.  Medica- 
mento composto  di  diverse  polveri  ,  me- 
scolate con  tanto  sugo,  0  decozione ,  che 
facciano  una  pasta  solida  ,  e  si  formano 
a  foggia  di  girellctte.  Lat.  pastilli,  *tro- 
chiscus.  Gr.  xocliis/ot,  rpo^^^^o^.  I  olg. 
Mes.  1  Irocisci  di  canfora  ,  giovano  alle 
febbri  cassali  .  F  appresso  :  I  Irocisci  di 
riobarbaro  vagliono  mollo  potentemente  al 
fegato  oppitato.  Hicett.  Fior.  122.  I  Iro- 
cisci sono  di  varie  sorte  ,  e  parte  da  pi- 
gliare di  dentro  al  coq>o  da  per  loro  ,  e 
parie  servono  alla  composizione  d'  altre 
medicine.  F  123.  Formane  ìn  girelletle, 
onde  da*  Greci  sono  chiamati  trochisci,  e 
da'  Latini  pastilli  .  E  appresso  :  I  siedi 
degli  Arubi  non  sono  altro  ,  che  i  Iroci- 
sci ,  e  colliri!  de'  Greci.  Buon.  Fier.  i. 
2.  3.  Ma  aUcodi  a  far  trochisci  assai  di 
vipera . 

#  TROCLEA.  Macchina  con  carruco- 
le  e  girelle  da  tirar  su  pesi.  /'.  RECA- 
MO. (A) 

f  *  THOCO.   Genere  di  concHigtit  11- 
nivalvt,  così  chiamato  dalla  forma  di  esse 
tfuello  della  trottola 


T  R  O 

pese  de*  nemici  vinti  j  ma  si  prende  an» 
che  per  Contrassegno  ,  e  Memoria  d*  a- 
zione  nobile  e  gloriosa  .  Lat.  trophaeum  . 
Gr.  T^OTiaiov.  Ar.  Fur.  i.  5.  E  per  lei 
In  India  ,  ìn  Media  ,  in  Tarlarla  lascialo 
Avea  ioSniti  ed  immortal  trofei.  P'ir.  As, 
\l\.  Fruisca  la  fortuna  il  suo  trofeo,  e 
quello  medesimo  eh*  ella  si  ha  posto,  se- 
guitilo e  Sai&calo. 

§■  I.  Per  melaf.  vaU  Contrassegnano* 
labile.  Fir.  nov.  2.  200.  Tanto  le  venne 
Bnaimcnte  in  fastidio  la  bava  ,  il  tossire  , 
e  gli  altri  trofei  della  vecchiaia  di  que- 
sto marito  ,  eh'  ella  pensò  trovarci  qual- 
che riparo. 

*  §.  II.  Trofei,  diconsi  Alcuni  orna- 
menti d'architettura,  e  anche  di  statue, 
composti  di  spoglie  campali,  come  spade, 
lance,  targhe,  scudi,  elmi  ec,  posti  con 
bell'ordine,  quasi  un  mazzo  o  gruppo  , 
per  e-tptxssione  delle  azioni  o  valore  del* 
le  persone  rappresentate .  Baldin.  l'oc. 
Dis.  (A) 

•f  *  TROFEOSO  .  Add.  Voce  poco 
usala.  Di  trofeo.  Bellin.  Bucch.  56-  No- 
me da  vero  eroe,  da  vera  guerra.  Da  far 
tremar  la  terra  ,  Da  trionfale  e  irofeoso 
carro.   (A) 

♦  TROFERI'A.  Term.  de'PittoH,  ee. 
Ornamento  di  trofei  .  Giambull.  Appar. 
Ornate  da  colonne,  pilastri,  e  diverse  irò - 
ferie  .  Intorno  ad  un  tondo  di  Iroferi-:  , 
che  r  accompagnava  ,  si  leggeva  :  Maru 
victori.  (A) 

t?  TROCIOLATURA  .  Quelle  sotUli 
falde  che  trae  la  pialla  nel  ripulite  il  le- 
gname. Soder.  Colt.  Vi  si  mette  poi  den- 
tro irogiolalura  di  nocciuolo  secco,  poi  d 
vino  nuovo  sopra  avanti  che  abbia  6nilo 
il  bollire.   (Br) 

TROGLIARE.  Ualbutiix .  Lat.  balbu- 
tire .  Gr.  T^atu>i5etv  .  fVrf.  Flos ,  28. 
Varch.  Ercol.  5^.  Di  coloro  i  quali  per 
vizio  naturale,  o  accidentale  non  possono 
proferire  la  lettera  r  ec.  si  dice  non  so- 
lamente balbotire ,  o  balbutire,  come  i 
Latini  ,  ma  ec.  più  fiorcatinanicole  tro* 
gliarc  ,  e  barbugliare. 

TROGLIO.  Add.  Che  tartaglia  .  hai. 
halbus  ,  blaestis  .  Gr.  r^awì-o';  .  Frane. 
SaCih.  nov.  9-  Non  considerando  alla  de* 
formiti  della  sua  persona,  che  era  picco- 
lissimo giudice  ec,  ed  era  trogliu,  ovvero 
balbo.  ^  Salvin.  Cas.  l44>  La  scilinguala 
che  non  può  parlare  è  iroglìa,  e  solo  ha 


un   tK)   ti 


iigua  grossa,  fy) 


simile 

I.  144 

sien< 
nega 


Iteit.  lett. 
Vurr^  ella  negarmi  che  qui  non 
:|uclle  conrhiglit'T  Oh  se  ella  me  lo 
.<-,  io  vorrei  niandailene  tre  *>  quattro 
iiavtcellale,  e  n  vnlrebbc  dfllc  porpore, 
do'  buccini  ,  de'  uautilì,  de'  turbini  ,  delle 
conche,  delle  nerilc  ,  de*  trochi,  delle  ra- 
m.-,ec,  (•) 

«  TROFEALMENTE.  Avverb.  A  gui- 
sa di  chi  porla  trofeo.  Matt.  Frana.  Bim. 
buri.  Ogni  Dome  le  sue  hagaglie  Trofeal- 
mente  h»  in  un  canton  ri|M>sio.  (Br) 
TROFÈO.  Propriament»  le  Spoglie  ap- 


s>  TROGOLETTO.  Piccolo  trogolo. 
Baldin.  Poe.  Dis.  in  STAMPA  DA  SCUL- 
TORI. (A) 

TROGOLO,  r.  TRUOGOLO. 

TROIA.  La  femmina  del  bestiame  por- 
cino. Lat.  porca,  sus.  Gr-  r,  u^.  Pallad. 
Febbr.  38.  I  verri  aguale  si  dehUoD  con- 
giugnere alle  troie,  jht  generare.  Cr.  9. 
77.  1.  1  verri  si  deono  eleggere  grandis- 
simi ce,  e  che  sirno  lussuriosi,  di  tempo 
d*  un  anno,  i  quali  insinu  al  quarto  anno 
si  {K>ssono  mettere  alle  troie.  Fir.  Lue. 
5.    I.   Oh  che  cera  da  castrar  troie  I 

§.  Detto  a  femmina  per  ingiuria.  Frane. 
Sacch.  nov.  S!^.  Quand*  io  aro  assai  sof- 
ferto ,  io  li  darò  a  divedere  cho  io  noD 
sono  gatta  ,  sozza  troia  :  che  maledetto 
sia  il  di  ,  che  tu  ci  venisti.  /::.'  nov.  191. 
Che  vcrmocan  li  nasca  ,  toaia  troia  faiti- 
diosa  chr  lu  se*. 

TROIACCIA.  Peggiorai,  di  Troia 
Frane.  Sacch.  nov.  106.  E  lu  'I  »aì  che 
r  hai  messo  ec.  a  queste  lue  truiacce.  Lih. 
Son.  ioa.  Nato  a*  una  troiaccia  scbiava 
Agne»a  (  in  questi  due  esempi  è  nel  /i- 
gnific.  del  §.  di  TROIA). 

*  TROIANO.  Term.  de'  CavallertMSt 
Aggiunto  di  eavallo  che  ha  lunghe  orec- 
chie ,  e  che  le  muo%'e  spesso  .  Da  aUnnt 
k  anche  detto  Calabrese    (  .4) 


T  R  0 


T  R  O 


T  R  O 


j6i; 


+  TROUTA.  r.  A-  Quella  truppa  Jt 
mL„cdi<TÌ  chi  si  -e„nno  dietro  t  nfnl,- 
l„onu„i  .li  contado,  led.  lo  !»nt.  Iwr. 
c«p.  De  scliimis  ci  Irout.s  .  I.occ  no.-. 
68  21.  VeoulUi  di  cunla.l.M' uscili  ilcllc 
IIOÌ.U  te.  ,  vogl.ouo  le  6s'i'"'l=  '^'  B'»- 
tiluomini  e   delle   l"»o°«  '''">■'«  P"  """' 

^  "tromba  .  .yin.me/ito  rfn  fnto  ,  pro- 
prio della  milizia,  fatto  d' argento .o  d 
ottone.  Lai.  O'''"  ■  Gr.  oaXT.yf  .  O.  /  . 
IO  8q.  5.  Santa  fafc  im\U.  lon.ore  ne  di 
IromS ,  n'e  d'  altro  slornienlo ,  scesero  il 
poggio  d.  Catella  ,  e  assalirono  .1  campo 
i  r  oste  del  Re  di  Francia  .  Bocc.  no>'.  ; 
34.  II.  Nella  fine  del  suo  parlare  che 
cosi  fosse,  le  trombe  sonarono.  Pani.  InJ. 
6.  Più  non  si  desta  Di  qua  dal  suon  del- 
l' angelica  tromba.  1 

S     1.   Per  similit.   frane.   Sacch.  nov. 
145    Messer  lo  eiudice.  e'son  quest..che  j 
m^  hanno  mosso  questione  ,  quell'  che  v. 
suonano  queste  trombe. 

S.  II.    Tornare.  0   Venire,  0   Andarne  \ 
colle  trombe    nel   sacco  ;  pro.erh    che  s> 
dice  del  Tornare,  o  Andarsene  da  qual- 
che impresa  che  non  sia  riuscita.  Lat.  re 
,nfecta     redire  .     lupus    hiat  .    G^.    Iwo; 

nel  sacco  ne  venne.  La.'^c.  Ó,W/.  4-  4- 
Andianne  colle  trombe  nel  sacco.  .4mbr 
Bern.  4.  6.  Se  n'  andrà  in  dileguo  Colle 
trombe  nel  sacco 

8  111.  Vendere  alla  tromba,  tale  f  en- 
den  con  aulont:,  pubbl.ca  a  suon  di  trom- 
ba, per  liberare  al  maggior  offerente  j 
Subastarc.  Lai.  .f-rferc  sub  basta  .  Or. 
««Jtts.v  TX  OVTa.  Taf.  na.:  Alor.l. 
xSq.  «e  tagliarono  a  pezzi  multe  migliaia 
e  molte  venderò  alla  trombo.  .Ven=.  sa,. 
Q  Che  i  bcncBrii  vendono  alla  tromba. 
«    IV     Pigliare  la  tromba  .  Lat.   tuba 

'„    r.     ^.^iTtii'iv.   Sah'in.   Disc.  2. 
canere.  i>r.  "sxì-ìì.-^-*"  . 

186.  Noi.  quando  vogliamo  dire  d,.-ulga 
re.  e  propalare  una  cosa  diciamo:  an 
.  „.,-n     e  vi"liare  la  tromba 

""l'y'Tr'om'ba.V'r"^   Proboscide  del-\ 
fXfante   Lai.  P'omuiCii.  Gr. -f(ì6o!!"5. 

Ì',:l;en      erano  ^a^suefiui.a  portar  le  torri 

„Tli  àróeri  sopra  la  schiena,  ma  ancora 

r^ctoterTjcun'e   falci  legate  a  traverso 

'^'XXtrr.im^a.e  anche  uno  Stru. 
mito  militare  da  fuoco  fallo  di  legno 
7 /erro,  o  di  rame,  tondo  eca.o  lungo 
da-'tre  Sino  a  no.-e  piedi  .che  s.  usa.a 
;•  VI-;  e  XVII.Serd.Stor.  Ind. 
""346  Fatte  discutale  le  Lanciare  colle 
«pnlole  e  trombe  di  fuoco  ,  monto  sopra 
[a  n  e.V^n.  Star  l.b.  4.  >'osso  in- 
'semelremila°fanli,esecentocavaUie 

dieci  moschelle.e  veni,  trombe  da  gettar 

"^"s     VII     Tromba,  e  anche  una  Sorta 
di  fuoco  artif-Jalo.d-  allegrezzajche  si 
Ja  comunem.nte    in    occasione    d,  feste .  \ 
Cani.  Cam    !^2l.  Di  far  polvere,  scoppii,  ; 
uombc  e  razzi  Di  più  vane   ragion.   Siam 
no.   maestri  diligenti    e   buoni      -   Buon.  | 
rier     5     5.    l.   Si  lavorio  trombe   E    gì-  , 
randólc  "e  scherzi  altri  di  fuoco.  f.V;  | 

*  S  Vili.  Figi'ralani.  per  Canto  epico,  j 
Polli,  si.  l.  7-  Lascia  lacere  un  po' tua 
macgior  tromba,  eh'  io  fo  squillar  per  1 
ilaliche  ville.  Chiahr.  pari.  I.  c„„:.  60. 
Verace  suon  rimbomba  Del  Macedone  Ber 
che  sul  Sigeo  Bramò  1'  inclita  tromba  Del 
germe  invitto  del  real  Peleo./.Wj 

e  IX  Tromba  marina,  e  uno  òlru- 
mento  musicale  d'una  corda  sola,  diesi 
suona  coli-  arco,  e  rende  un  suono  simile 
a  quello  della  tromba  da  fato  noce.  no,.. 
85  10  A  buon'  olla  1  avrebl.er  saputo 
fare  questi  giovani  di  tromba  manna  (qui 
per  iicherzo  ).  _,    , , 

Vocabolario   T-   11- 


+  g.  X.  Tromba  da  tirar  acqua  ,  0 
Tromba  assolutani.  chiamasi  uno  Stru- 
mento di  forma  cilindrica ,  die  .iene  a 
far  salir  l'acqua,  o  altro  liquido  qua- 
lunque. Lai.  anllia.  Gr.  a.T/.y.  Serd. 
Stor  4.  l52.  La  nave  di  Mugno  per  vec- 
chiezza s'  apriva,  e  faceva  tant'acqua,  che 
aveva  di  bisogno  quasi  di  continuo  di  due 
trombe,  per  volarla.  /■  6.  226.  Pervo- 
lare  e  nellarc  le  navi  accomodano  da  iati 
di  dciilro  la  tromba  .  Cai.  lìial.  mot  I. 
4qo.  Ha  questa  tromba  il  suo  stantuffo  e 
animella  su  alta  ,  sicchb  1'  acqua  si  fa  sa- 
lire per  attrazione  ,  e  non  per  impulso  , 
come  fanno  le  trombe,  che  hanno  l'ordi- 
gno da  basso. 

§.  XI.  Tromba  parlante,  diccsi  Quel/a 
die  ingrandisce  tanto  la  voce,  che  le  pa- 
role possono  udirsi  distintamente  in  gran 
lontananza.  Lai.  slentoreoplionica. 

§.    XII.    Tromba,   si   dice   anche  uno 
Slnmmito   in  forma   di    tromba  ,   che    si 
adopera  da  chi  ha  P  udito  ingrossato  ,  e 
I  che  aiuta  P  udito    colP  accostar    la    sua 
'  bocchetta    all'  orecchio  .    Lai.    tuba    acu- 
;  slica  .  . 

'?  §.  XIII.  Tromba  marina,  chiamasi 
da'  Naturalisti  una  specie  di  nicchio  o 
murice  che  si  suol  rappresentare  in  ma- 
no a'  Tritoni,  perchè  gli  si  dà  fato  come 
alle  trombe.  (Al 

*  §.  XIV.  Dicesi  da'  Katuralisti  al- 
tresì di  quella  parte,  onde  le  mosche  , 
le  zanzare ,  e  simili  ,  succhiano  i  liquo- 
ri.  (A) 

'':-  g.  XV.  Tromba  da  i-ino  ,  0  da  ba- 
rile ,  chiamano  comunemente  in  Toscana 
una  Specie  di  tromba  torta,  fatta  per  lo 
più  di  latta  ,  con  cannella  di  piombo  j  e 
si  tira  col  fiato  per  far  venir  fuori  il  .-i- 
I  no,  0  altro  liquore,  da  un  barile,  0  altro 
vaso.   (A) 

*  §.  XV!.  Trombe  Falloppiane.  Term. 
degli  Anatomici.  Piie  condotti  che  nascono 
dalle  parti  superiori  e  laterali  del  fondo 
dell'utero.   V.  TUBA  .  §.  IN.  (A) 

*  §.  XVII.  Tromba  delta  vela.  Term. 
di  Marineria.  Striscia  di  tela  di  ottone  , 
che  s'  aggiunge  alla  vela  Ialina  ,  perche 
sia  più  cui-va  da  una  parte,  ed  abbia  pm 

corpo.  (Ai  ,  ,,,     . 

?;  §.  XVIII.   Tromba,  dicesi  da'Mari- 
nai  a  un  Turbine  0    Vortice    d'Anna,   che 
vien   "i"  da  nube   squarciata  ,  e  termina 
sul  mare,  formando  una  colonna,  dentro 
I  la    quale    essendo   I'  aria    mollo    assolti- 
1  gliata  ,   vi  sale  l'acqua  dd  mare ,- feno 
ì  meno  che  segue  comunemente  in  tempo  di 
\  burras  a.  (A)  ,  .         .        , 

V   %  XIX.    Parlar  la  coda  a   tromba, 
'  dicesi  da'  Malisralchi   e    Cavallerizzi   dd 
\  cavallo   die    la    porta   ripiegata    in   su    a 
guisa  iV  arco.  (Al  ,,,    .  . 

I        :?  g.  XX.   Tromba  .    Term.  dell    Arte 
'  dd  mangnno.    Specie  di  subbio  ,  0  piutto- 
sto subbiello  ,  .(/.  cui  si  avvolge  a  mano 
1  il  drapno  che  si  vuol  manganare;  a  dif- 
ferenza dd  subbio  ,   che  non  si   può  voi- 
eere  che  colle  leve.  (Ai 

t-  %.  XXI.  Tromba.  Term.  de"  Barn- 
haidie'ri  e  deal'  Ingegneri  militari.  V 
apertura  delle  batterie  ,  d'  onde  si  spara 
il  cannone  ,  detta  così  perchè  ,  a  simili, 
delle  trombe  ,  va  dallo  stretto  nd  lar- 
go, (.-t 

TROMBADOBE  .   .*ona(or  di  tromba  . 
Lat.  biiccinalor,  liibicen.  f.r.  laX^nyri-zj.i. 
\  G.   V.  Il    92.  3    I  trombadori,  e  bandilo- 
I  ri  del  Comune,  che  sono  i  banditori  sei, 
I  e  irombadori,  naccherino,  e  sveglia    cen- 
'  namella,  e  trombetta  dieci.    M.    l     8.  7». 
Feciono    ce.    abbattere   tutte  1'  altre  inse- 
gne con  una  d'  un   Irombadore  da  Firen- 
ze.   Vii.   Bad.  II.  Quando  il   Re  fue  ri- 
venuto   al   suo   palagio  ,  si  mando  quello 
irombadore  ,  il  quale  era  stabilito  a  quel 


:i 


mlstiero.  E  appresso.-  Ahi  folle,  semplice 
e  povero  di  senno  ,  e'  hai  paura  del  mio 
sergente  Irombadore  1 

3  TROMBARE.  Sonar  la  (romftiJ.  Lat. 
tuba  canere,  buccinare.  Gr.  iia)7ri'?siy  . 
6'.  V.  q.  3o5.  6.  Stettero  schierati  cia- 
scuno trombaiiSo  a  petto  V  uno  dell'  al- 
tro. Frane.  Sacch.  rim.  61.  E  se  per  lui 
tulio  'l  mondo  trombasse  .  E  appresso  : 
Per  trombale,  o  bandir  fiato  finire.  Te- 
seid.  7.  120.  Ma  guardando  Teseo  la  gen- 
te ardita ,  Comandò,  che  giammai  non  si 
trombasse.  Se  e'  noi  dicesse.  Annoi.  J  ang. 
Quando  tu  fai  la  limosina,  non  trombare 
dinanzi  a  le,  come  fanno  gl'ipocriti  (qui 
fìguralam.). 

V  g.  I.  Per  ^fandar  suono.  ••  C.  F. 
5.  29.  2.  Ordinò  trombe  grandissime,  si 
dificiale  ,  che  a  ogni  vento  trombavano  con 
grande  suono  >•■  (B) 

*  §.  II.  Trombare  una  persona,  0 
una  cosa,  vale  Venderla  all'  incanto.  Sal- 
via. Vii.  fiog.  192.  E  al  banditore  che 
lo  trombava,  rivolto  disse:  Grida  se  vi  fos- 
se nessuno  che  volesse  comperarsi  un  pa- 
drone. (Ci 

TROMBATA  .  Sonamento  di  trombe  . 
Strombettata.  .1/.  V.  II.  70-  '■  '"'■<'  '"• 
gno  levarono  alla  Pieve  a  Bipoli,  facen- 
do gran  trombata. 

TR0\:BAT0.  Add.  da  Trombare.  C. 
V.  10.  86.  7.  Trombato,  e  richiesto  Ca- 
struccio  di  battaglia,  non  comparendo  ,  si 
parli  l'oste,  e  tornò  in  Prato,  /i  II.  86. 
2.  Trombato  ,  e  rilrombato ,  poi  si  parti- 
rono dui  campo  schierati. 

TROMBATORE.  Trombadore.  Lai.  tu- 
bicen.  Gr.  '.y.\lti-/'-r.-.-  nani.  Conv.  201. 
Per  onorare  Io  corpo  di  Misene  morto,  che 
era  stato  trombatore  d'  Kltove. 

*  TROMBEGG1ABE.  lìisonarc  a  gui- 
sa di  tromba.  Sega.  Demelr.  40.  Trom- 
be^aiò  d'  ogni  intorno  il  sommo  cielo.  (C) 
TROMBliTTA.  Dini.  di  Tromba.  G. 
V.  10.  55.  3.  Fece  son.ire  trombe  e  trom- 
bette, e  mando  bando,  che  ogni  uomo  ca- 
v.dcassc  verso  Roma  .  P'anl.  Inf.  21.  Ed 
0..1Ì  avea  del  cui  fatto  trombetta  (qui  per 
smiilil-l-  Frane.  Sacch.  rim.  10.  Di  che 
si  balla  e  canta,  Che  ciascun  ha  dinanzi 
la  trombetta . 

<!.  1.  Fi'uralam.  Burch.  2.  20.  Sozze 
trombette,  "giovani  sfacciate.  Che  n'andate 
col  collo  discoperto  .  Cani.  Carn.  IO.  O 
trombette  svergognate  ,  Noi  v'  abbiam  si 
ben  tenute  ,  ec.  ,1 

§  II.  Per  Sonator  di  tromba  s  che  si 
dice  anche  Trombetto .  Lat.  liibicen.  Gr. 
/K>.a-iv/-Ti'5.  Vit.  Plul.  Perche  il  trom- 
betta non  volle  sonar  tosto  la  trombetta  , 
diedeli  un  calcio.  M.  V.  1.  39.  Per  se 
"no  di  ciò  gli  mando  il  guanto  per  Io  suo 
trombetta.  Bern.  Od.  2.  27.  22.  E  fece 
a  lui  mandar  tosto  un  araldo  La  dove 
combatteva,  ed  un  trombetta. 

^  6.  111.  Pesce  trombetta,  chiamano  i 
Pescatóri  un  Pesciolino  di  mare  .schiac- 
ciato, e  di  color  rossigno  sulla  schiena, 
il  quale  è  armato  d'  uno  sponloncino  ,  o 
spaila,  come  dicono j  ed  è  co.ù  dello  dalla 
sua  bacca  mollo  allungala.  (,-1) 

+  TROMBETTAIIE  .  Sonar  la  Irom- 
belta  ;  che  anche  diciamo  Strombettare  . 
Lat.  buccinare.  Gr.  sy.À-i^-:--;.  Oli.  Com. 
Inf.  22.  387.  E  la  decima  lispuose  a  lui 
trombettando  col  culo  (qui  per  similit-J. 
e  Fi'urnlam.  per  Divulgare,  o  Spar- 
gere alcuna  cosa  ,  ridicendola  per  lutto  . 
Lai.  nervulgare.  Gr.  òiXfr.ai::'.''.Ainbl. 
Co/-.  3  3.  'lo  son  conlentissimo  Far  que- 
sta esperienzia,  promettendomi  >"nl  an- 
dar trombettando.  T  arch.  Ercol-  58.  Al- 
lora sarebbe  il  verbo  Ialino  buccinare,  ch^ 
significa  tutto  .1  contrario  ,  eoe  Iromhel- 
U,re,  e  dirlo  su  pe'  canti  ancora  a  clii  a- 
scollarlo  non  vuole. 

303 


i6i8 


T  R  O 


T   R  O 


T   R    O 


TROMBE  i  TATO.  >^rfJ.  (/a  Trombet- 
tare. 

§.  Per  fenduto  alla  tromba.  Buon. 
Pier.  4-  2.  7.  FegDÌ  stracchi  io  sul  pre- 
sto,  e   tron)I>etUli. 

ITHOMBETTATOKE.  ì'erbal.  masc. 
Che,  0  l'Ili  suona  la  trombetta^  Trom- 
bettiere. Lat.  tubicen.  Gr.  oaijTiy/T/i*;  . 
#  Sallu.st.  Oiuff.  192.  L'  animo  del 
Consulti  fu  uo  poco  riluti  foi  luto  ;  onde 
egli  dcllj  gcnle^  di'  ciano  trontl'tKutori 
e  corDcttutui'i ,  L-Ies&e  cin([uc  molto  vdo- 
cisiimi  e  lejfgieri.  f/ij  Huoa.    Fier.  2.   5. 

1.  Un  Moru  In  jliilo  indiano  accompa- 
gnato   Da    (lue    tromlx'ltjloii. 

3"r  ritOMlìKTIESi  l).  Idtt.  Di  trom- 
betta, lienv.  Celi.  I  tt.  3.  l\^^.  lo  (jUL- 
sto  mentre  io  mi  scolii  monfcre  da  una 
tromliclicsra  zanzara  la  punta  del  naso.  (Cj 

TliOMBi: TTIEUE.  Son.ttor  di  trom- 
ba. Lai.  tubtcen,  hucci/iator.  Gr.  ^a/JT'*/- 
XTvfs.  Lib.  cur.  malati.  I.o  malore  ilollo 
sputare  e  tossire  lo  sangui  awieue  so- 
ventemente ulli  IroriilielliiTi.  Sedurr,  l'red. 

2.  5.  Srjcriò  fuor  di  quella  rasa  tutta  la 
turba  aObilala,  e  tulli  i  liomhcUieri  pian- 
geoti. 

§.  Per  meta/.  Pass.  347-  Questi  cola 
li  sono  ingannatori  e  tromlictlieri,  e  pec- 
candi)  cnuitaliiieiile  sono  Icnuti  a  reslilu 
zionc   d' u;;iii   guadagno   eli' e' fanno. 

f  rUOMOE  ITINU.  Trombettiere.  Lai. 
tubiccrij  bucnnator.  Gr.  ov.^  Ttc/zr//;.  M. 
f^.  Il  5^,  Intra'  quali  eia  un  truniI)Cl- 
tino  del  nostro  Comune,  il  <|ua1e,  sonando 
fu  di  saetta,  rlie  venne  dalle  mura,  fedi- 
to ce,  e  la  tromba  cui  segno  del  Irundiellì 
no  fu  ricoverato.  Hiit.  I''efc  stare  a  guar- 
dia in  sul  monte  un  suo  trumlictlinu , 
bieche  quando  le  vedesse  venire,  sonasse 
la  tromba.  Sig.  fìapfj.  Sin.  2p.  Il  It-ofanle 
suona  culla  bocca,  come  farebbe  un  trorii- 
Lellinu,  quando  facesse  bene  isquillare 
una  Ironibetla. 

§.  Troml'vttino,  e  ambe  dim.  di  Tram- 
betta;  l'ucvla  tromba.  Frane.  Sti.i/i. 
rim.  tl\.  Giù  trombe  e  trorabettini,  Sve- 
glioni e  nacchcrici. 

TUOMBKTTO.  Sonalor  ditromba.  Lai. 
tubicen,  buccinator.  Gr.  ocJ^tT'"/ '.t/I^  . 
Dern.  Ori.  2.  2^  22.  Il  re  Marsiglio  en  ■ 
trato  ^  gih  in  battaglia,  E  d  intorno  ha 
trombetti  e  tamburini.  I  arvb.  Stor.  il. 
357.  Poco  appresso  s*  apprcsenló  un  trum- 
bello  al  signor  Malalcsla  ,  e  gli  S[iosc  u 
niilmenle,  che  un  cavaliere  gentiluomo  di 
que'  di  fuura  desiderava  di  rompere  una 
lancia  <on  alcuno  lii  que'  di  dcolru  Guicc. 
Stor.  2  87.  M.tndu  un  trumbettu  nel  cam- 
po italiano.  /,'  l3.  63o  Per  un  trombetto 
venuto  a  Pesaro  dell"  cserrito  nemico  fu 
domandalo  a  Lorenzo  salvoronduttu. 

%*  §.  F  Jigiiratam.  prr  lìanditore.  lieg. 
Mail:  1.  Volendo  dar  regola  ec.  m'  oc 
corre  il  parlar  proposto  dal  ^ran  truni- 
Letlo  Paolo  di  Gesù  Cristo.  (Cf 

TROMBONE.  Sorta  di  tromba.  Frane. 
Stficft.  rim.  70.  Ch*  io  credo  tosto,  che 
'1  lr>imboo  divino  nassrgnerà  ciatruno  in 
quella  Valle.  F  /lOi-.  173.  Gli  acroncio  in 
una  casa  ciascun  cui  fuoco  ,  e  cui  Irum- 
bonc  a  boera. 

■f  3.  I.  Per  Sonator  di  trombone.  Peuv. 
Celi.  f'it.  1,  lii).  Mi  \vce  intendere  per 
Lorenzo  trombone  Lurehne  ,  il  quale  è 
Oggi   al   servizio   del    noilro   Duca.   ve. 

*  §.  II.  Per  Quella  .lorta  di  Ttili/rano 
che  fa  il  Jiore  colle  foglie  intere.  F.  alla 
voce  TULIPANO.  {') 

#  §.  111.  Tromboni,  chiamano  i  Cai- 
iolai  ec.  I  grossi  stivali  da  corrieri,  po- 
stiglioni,  vetturini  ,  ec.  (A) 

t  TRONAItE.  ;'.  //.  Lo  stesso  che 
Tonare.  Lat.  tonare.  Cr.  BpouTÙf .  in- 
trod.  P'irt.  3l8  Si  levò  UD  grido  si  ^tatì- 
dtf,  runiv  iv  Ironassc  fortrnicnte,  v  bastò 


grandissima  pezza.  Frane.  Saccb,  rim.  16. 
Noi  starem  troppo  ,  che  il  tempo  si  tur- 
ba ,  E  balena  ,  e  truoua  ,  E  vespro  già 
SUOOa  . 

*  TKONCABILE.  Add.  Tronchevole, 
Cbe  senza  d,ffic<fltà  si  può  troncare.  Salv. 
Avveri,  i.  3.  2.  37.  Dei  teimioali  in  uro 
(parla  d'-* nomi)  foise  ninno  j^eneralmcnlc 
sarà  troncabile  Della  prosa,  e<l  anche  nel 
verso,   (fi 

•"^  rilONCAMENTE.  Avverb.  Con  tron- 
camento. Itemb,  Pros.  I.  i3.  Essi  a  poco 
a  poco  della  nostra  (lingua)  ora  une,  ora 
altre  voci  ,  e  queste  troncamente  ed  ìiii- 
perfrltamenle  pigliando,  ce  F  3.  l8i. 
Furono,  che  Jiir  s'  è  detto  troncamente, 
e  Juro^  che  noD  cosi  troocanicntc  disse  il 
l'elrarca.  (I  ) 

TRONCAMENTO  .  //  troncare  .  Lai. 
amputntio  .  Gr.  v.'ZO/o-tZf,  .  Cr.  2.  8.  9. 
Ma  intorno  le  piante  si  dee  aver  cousi- 
deiazioiie  in  potar  quelle  per  troncamento 
di  palli  spinose  e  superllue. 

••'  §.  Troncamento,  da' (grammatici  di- 
cesi r  elulione  d*  una  lettera  .  Salv.  Av- 
veri. 1  2.  l5.  Certi  troncamenti  fuor  di 
modo  sforzali  ec.  si  lasciano  il  più  al  ver- 
so. fFj 

•■•  TRONCANTE.  Che  tronca.  Jit.S. 
Mar^h.  j5o.  Non  ti  farcia  far  tal  morte 
Con  laneioiii  troncanti  e  forti.  (P) 

TRONCARE.  Mozzatv.  Spiccare,  Ta- 
gliar di  netto.  Lai.  truncare  ,  amputare. 
Gr.  a~fl/97rTe(v.  Dant.  iuj.  7.  Troncan- 
dosi cu*  denti  a  brano  a  brano.  Lib.  Op. 
div.  A.  E  cosi  detto  ,  si  prese  co^  deati 
la  sua  lingua  ,  e  Ifincollasi ,  e  così  tron- 
ca la  gillo  nel  volto  at  tiranno  .  Frane. 
Siiceli,  nov.  208.  TiTiiato  con  esse  1  ta- 
naglie I  il  malisealro  trunroe  le  bocche 
del  graiirhii)  .  Tes.  tir.  5.  38-  Chi  vac 
al  nido  loro  (  de'  n^o^^ùli  )  ,  e  tronca  la 
gamba  ad  uno  de' figliuoli  biro,  la  natura 
gli  dà  tanta  conoscenza  ,  eh'  egli  va  per 
una  erba  ,  e  portala  al  suo  nido  (qui  va- 
le :   rompere  ). 

§.  1.  Per  metaf.  vale  Tfrmtnare,  Far 
cessare,  f'etr.  son.  IO.  Ma  tanto  ben  sol 
tronchi  e  fai  imperfetto  1  u,  che  da  noi, 
signor  mio,  ti  scompagne.  A/.  /'.  .^.  l3. 
Areiocchc  la  speranza  si  troncasse  a  tutti 
della  propria  utilità. 

f  *  §.  11.  TroncaiT,  diresi  anche  figu- 
ratam.  delle  Opere  dell'  intelletto.  Segner. 
/tisp.  Qiiiet.  8-  I-  Vuole  poi  1*  mipu- 
;;natorr  effiearcmenle  lare  apparire  eh'  io 
•>ia  falsario  .  non  citando  giusti  gli  auto- 
ri ,  troneandoli ,  trinciandoli ,  mutilando- 
li. (TCj 

•■j-  ^  §.  Mi.  Troncare,  usasi  anche 
da'  poeti  per  (Jccidrre  ,  dal  latino  oblrUD- 
co .  ///-.  fiir.  3.  33.  Ezelliuii  immanissi- 
mu  tiranno  Che  fu  creduto  figlio  del  de- 
monio. Farà,  Irunrando  i  siitlditi ,  tal  dan< 
no.  ( ItrJ  Chiahr.  Cuerr.  l.ot.  Ij.  A.  Ca- 
stui,  rosi  neinicu  e  cosi  Gero,  Abbiamo  di 
troncar  preso  consiglio.  J\  st.  l\S.  Va  pur 
e    tronca  1*  inimico  unendo.  (Ai 

TRONCATAMENTE.  Avverb.  Inter. 
rottamente  ,  Senza  terminare  .  S.  Agost. 
C.  0.  (Jucite  parole  Latlanziu  pose  Iron- 
ratanicnlc  u  petto  per  gli  spazii  <lrlla  »ua 
di>put  azione. 

•f  «  TRONCATIVO. //</./.  Che  è  atto 
a  troncare  ,  o  ad  es.ter  troncato  .  Uden. 
.\is.  I.  2t.  Il  gran  Pontano  con  le  figu- 
re metriche  manchevoli  ,  cioè  Ironrative 
<Ii  paride,  ci  fa  vedere  uno  sBuiuiento  a- 
moroso.  (Ai 

TRONCATO.  Add.  da  Troncare.  Lat. 
truncatitt  ,  amputatus  .  I.r.  a:T0X9lCi'i  . 
liiit-  L*  autor  nostro  finge,  rome  lo  liou- 
cato  niandenla.  thi  clli  lu.  ^  llam.  Colt. 
1.  l3.  La  molla  cima,  il  ramutrel  tron- 
calo T«gli,  che  assai  luvcDlv  il  srccu  of- 
fende, ec.  (H) 


§.  Per  metaf.  vale  Imperfetto,  lionfi- 
nito.  Lai.  trunciis.^  mutilus.  Gr.  d-TlOAO- 
:TSt'4.  Jiut.  E  non  compii;  sua  seotenzìa  , 
ma  lasciolla   troncata. 

't*  *  TRONCATORE,  (erbai,  mas€. 
Che t  0  (hi  tronca.  Tass.  Cer.  jff.  65. 
Questa  bellezza  mia  sar'a  mercede  Del  trOD- 
calor  delTesecrabil  lesta.  (Aj 

*  TRONCATURA.  Stroncatura,  Tron- 
camento ,  Stroncamento  Salvia.  Annot. 
Mar.  2.  4*9-  Tranquil  per  Tranquillo, 
dita  troncatura.  iC) 

ili  TRONCHEVOLE.  Add,  Capace  di 
troncamento.  .S'alv.  Awert.  I.  3.  2.  37. 
Aleutii  d'  essi  nomi)  di  lur  natura  suo  più 
Irunrhevoli  assai,  per  ■  hiamarli  conquesto 
nume,  dicendosi  I  ier ,  e  ver,  e  nocchier 
ee.,  la  maggior  parte  seusa  alcuna  durot- 
la.  (Vi 

f  TRONCO.  Snst.  La  parte  piii  gros- 
sa e  più  diritta  dell'  albero  dalla  radice 
alla  cima  considerata  senza  i  rami  vi  sit* 
no  o  no  attaccatt.  Lai.  t'uncuj.  Cr.  ari' 
*iy,Oi.  Petr.  son.  278.  Qual  per  tronco, 
u  per  muro  edera  serpe.  Cr.  2.  8-  3.  Il 
ramo  da  quel  medesimo  arbore  nel  me- 
desimo tronco  s'innesta.  /:.'  5.  5l.  2-  Alla 
quale  farà  gran  prò,  se  sì  punga  per  quel 
medesimo  Giù,  per  lu  quale  eli' era  stala 
prima  sul  Irunco. 

^  §.  I-  Tronco,  li  dice  anche  al  corpo 
umpno  dal  collo  in  già  senza  conlar\'Ì  le 
bni' eia  ni-  le  gambe  .  fialdin.  Poe.  Dìs- 
alla  F.  SCHELETRO.  Si  divide  c^ucsto 
comunemente  in  capo,  Ironco  ,  ed  arti- 
coli. (Ci 

^  §.  II.  Tronco,  dicesi  anche  poetica- 
mente per  Cadavere.  Bemh.  son.  L'onda 
tirrena  del  suo  sangue  crebbe,  E  dì  tron- 
chi  restu   coperto   il  Ilio.   (Il} 

*  §.  III.  Tronco,  si  dice  anche  la  Par- 
te principale  d'  altre  cose  ,  non  conside' 
rate  in  tutta  la  loro  estensione  .  Cr.  Q. 
8.  3.  Il  cavallo  (he  tiene  il  tronco  della 
c<ida  strettameDlc  intra  le  cosce,  è  furie  e 
sofferente,  secondo  la  maggior  parte,  ma 
non  è  tostano.  (Cj 

§.  IV.  Per  metaf  vale  Stirpe,  Pro- 
genie. Fir.  As.  3.  lo  adunque,  di  colai 
tronco  uscendo,  trassi  lt>  materna  origine 
da  Alessandro  Braccio. 

*  g.  V.  Tronco,  vale  anche  Sfupiih. 
(ìozz.  Serm.  I.  Vedrai  tosto  un  lampo 
Delle  accese  pupille  e  un  tuono  udrai  D' 
amara  lingua  ,  e  subita  tempesta  Di  capu 
d'  oca.  di  babbione,  e  tronco.  (Nj 

TRONCO,  .tdd.  Troncato,  l^^^ampu- 
tatus,  truncatus.  Gr.  a^OOTTSi;-  *  Car. 
Fu.  II.  8-  Sorra  un  picciul  colle  Tronca 
de'  rami  una  gran  quercia  eresse  :  Dell* 
armi  la  rinvolse,  ec.  (f!)  Puon.  Fier.  5 
4-  6.  Se,  desolalo  il  pie,  Irunca  la  chiù» 
ma.  Tornasse  a  rifìurir  regina  Roma. 

t  §.  L  Per  metaf  vale  Interrotto,  Son 
terminato  .  Lai.  truncus  ,  mutilai  .  Cr. 
xoìoGd';.  Dant.  Inf  9.  Ma  nondimen  |»au- 
ra  il  suo  dir  diennr;  Per  eh'  Ìo  traeva  la 
parola  tronca.  (Ut.  Coni.  Inf  9.  ll^S. 
Però  eh'  io  il  suo  tronco  dire  recava  pu- 
re alla  peggiore  sentenza  P  Fir.  As-  1^3. 
Dìvfiiuta  iPsithe  nel  volto  rome  di  terra, 
e  tremando  a  foglia  a  foglia  ,  con  parole 
tronche,  e  con  interma  voce  disse-  (C) 

#  S-  II.  P.trola  tronca,  dicono  t  (ìram- 
matici  {ìuella  che  è  accorciala,  o  ha  l'ac- 
cento sali'  ultima  lettera  .  Salvia.  Pr-os. 
Tose.  1.  4^2.  \c  ne  sono  frapposte  due 
tronrhe,cjr.crr  e  mrn  che  temperano  quell* 
unisono.  (A^t 

§.  111.  A%'er  tronche  le  gamlte,  si  diié 
fifturatam.  per  A\tr  soveixbia  paura,  o 
sbigottimento.  Lai-  metti  abi tpt ,  corript. 
Gr.  TTfft^iioKv  Fir.  Tnn.  X  2.  lo  Isu 
tronche  le  gambe  per  le  male  novelle  cbe 
ci  sono . 

^  S   *^-    '-''   trinco,  pùéto  awcrbtalm. 


T  R  0 


TUO 


T  R  0 


1619 


vale  In  modo  tronco.  Troncando.  Farch. 
Slor.  2.  36.  Una  delle  quuli  pu-lrc  ruppe 
1- omero,  e  s,.e«ò  <)i  Uunco  luHo 'l  Ir-c; 
«o  stanco  al  Davillc  di  Micl.tlusnolo  fO 
f  *  S  V.  Lasciare  in  tronca,  itile  ^on 
cornpire.  Lasciare  imperfetto  ciò  che  s, 
era  incominciato,  (.or.  Long,  ie: .  22. 
Trailo  trailo  avendo  lascialo  in  tronco  il 
concetto  che  avea  preso  a  dire  ce.  mette 
raura  nell'  uditore.  (Xj 

TBONCO.NCELLO.  Dim.  di  Tivnco- 
ne.  Luig.  Pnlc.  r.cc.  %.  Ma  s' io  m.  cruc- 
cio, come  dicon  quelli,  lo  ne  faro  un  di 
duo  trono>ncclti. 

S  TROiNCONE.  Tronco.  Lai.  trnnCU.'. 
Gr.  oriUyi^:.  Cr.  2.  23.  .5.  Il  secondo 
modo  ,  U  qu..le  si  fa  nel  fesso  troncone  , 
ovvero  pedale,  si  dee  fare  in  questa  ma- 
niera: cioè  cbe  si  seghi  il  troncone,  ov- 
vero pedale,  e  puliscasi  di  sopr.i  al  modo 
predeUo  .  Petr.  ca,...  3o.  4-  1  ho  pm 
volte  ec.  sopra  V  crl.a  verde  VeduUviva, 
t  nel  Ironcon  d'  un   faggio. 

*  e  I.  Troncone,  •■«'«  n"""  '-'"''"' 
..^emo  del  capo.  «  Dani.  In/.  28.  Partito 
porlo  il  mio  ccrebro,  lasso.  Dal  suo  prin- 
cipio, eh'  e  in  questo  troncone  ".  f,V; 

S  11  Per  Pez:^,  0  Sclirgaia  ài  lancia, 
o  di  sin.il  cosa  spf:=ata  .  -L^l- fragmen 
rrarmenliim.  Gr.  z>K1(to:.  xo.auK.  (••  '  • 
II.  65.  3.  Il  valcnlre  capitano  pero  non 
ismagato  si  trasse  il  troncone  del  Banco. 
Giiid.  G.  llompendosi  la  lancia,  il  tron- 
cone col  ferro  li  rimase  6tlo  nel  petto  . 
Bcrn.  Ori.  1.  21.  ì\.  La  lancia  al  cielo 
andò  rotta  in  tronconi. 

*  TKOSFIARE.  l'oce  lia.tsa.  Legarsi 
in  superbia,  f.4}  . 

TRONFIO.  Ad,l.  Gonfio  per  superhia, 
Altero.  Lfl.  infialiis,  supcrbus.  Gr.  ■j:i£- 
p,-y«o;,  J^Epr.y-'.o;.  Tac.  Dav.  Slor. 
3  3l0.  P.diullandogli  arriccialo  e  tronlio, 
lo  importunano  f  1/  (e:t<o  lai.  ha  tumcn- 

lem  \.  j,       ■      ■    \ 

8  I  Per  similil.  'i  dice  di  Alcuni  ani- 
mal,.  Bocc.  no...  63.  I^  Come  gali.  Ir.ouB,  | 
colla  eresia  levala  ,  pclloruli  proceilono  . 
^i,rc/,.  1.  85.  Frati  Asoslini,  e  1  cuoco, 
e  la  badessa.  Di  pippion  tronfi  fanno  gran 
micidio  .  ,  ,. 

§11.  Tronfio,  si  prende  anche  per  Adi- 
rato . 

TBOSITO.  r.  A.  Tuono.  Lat.  Ioni- 
ira.  Gr.  aaa.rr;.  Qnist.  filos.  C.  A.  11 
trottilo  è  impressione  generata  di  snslan- 
ila  d-  acqu.-  di  nuvoli  per  movimenti,  di 
vapori  caldi  e  secchi,  quella  iuggeodo  . 
suo'  conlrarii. 

•f  TRONO  .  Seggio  propriamente  di 
Re.  di  Prìncipi ,  di  I  escomi  er.  ed  è  per 
lo  pih  in  forma  di  sedia  magnifica  ,  so- 
pra uno  0  pili  scaslioai,  sello  una  .specie 
di  baldacchino.  Lat.  thronus  ,  sedes.  Gr. 
Spovo;.  Filoc.  I.  11.  Qucgl'  che  dopo 
lui  rimase  successore  nel  real  trono  ,  la 
.rio  appresso  molti  6gliuoli  .  G.  '  .IO. 
-0.  I.  Puosesi  a  sedere  sopra  un  ricco 
trono  rilevato.  . 

•f  §.      Trono,   per    Uno  degli   Ordini 
degli  Angioli,  ma  in  questo  senso  non  si 
usa  che  nel  plurale  .   Lai  .   *  ihroni  .   Gr. 
ì^ovoc.   I.egg.  S.    Co.    Bat.  S.  B.  El.l.e 
officio  de'  Troni  ;  tanto  e  a  dire   Troni  , 
quanto    Spiriti    che    hanno    a    giudicare  . 
lìant.    Par.   5.   O  hene  nato,  a  cui  veder 
li  Troni  Del  trionfo  eternai  concede  gra-  1 
lia  .    Kg.    ."«u    sono   specchi ,   voi   dicete 
Troni.   Cai-ale.  Frutt.  /ìng.  cip.  16.  Tro- 
ni sono  detti  quelle  schiere  di  spirili,  nelli 
qnalifquasi    Iddio  si  riposa  ,   ed  hagli  per 
suoi  assessori  a  terminare  i  suo'gludicii  in 
terra  ;  onde  trono  vien  a  dir  sedia. 

.^  TRONO.  V.  A.  Tuono.  Lat.  tonilru. 
Gr'  ì?o:rr,.  Qulst.  filos.  C.  .i.  -Nella 
prima  parte  diremo  onde  procedono  le  Iro- 
utn ,  si  orribile  1  paurosa  cosa  a  udire 


Dant.  Par.  21.  Che '1  tuo  mortai  podere 
al  suo  folgore  Parrebbe  fronda  che  trono 
scoscende  i  qui  figuratam.  per  folgore  ). 
rt  r,ell  Man.  Ani.  da  Ferrara.  iSy  Or 
che  mi  vale  il  mondo  lempeslare  Con  tro- 
ni ,  tcrrcmuoti  e  gran  dUuM.  W  ) 

TROPICO.  Tropici  si  dicono  dagli  .«- 
stronomi  due  de'  Cerchii  minori  della  .</«; 
'  ra  ,  paralelli  all'  equinoziale  ,  l  uno  de 
quali  segna  il  .solstizio  boreale,  l  altro 
il  solstizio  australe  .  Bui-  Par.  10.  I. 
Dicono  essere  uno  cerchio  vc«o  Io  polo 
artico  ,  che  lo  chiamano  tropico  estivale  ; 
e  cosi  verso  V  anlaitico,  .illa  parte  oppo- 
sila  ,  di  lungi  per  gradi  2^  dicono  esse.c 
uno  cerchio  ,  lo  quale  chiamano  tropico 
iemale.  =?  Gal.  Lelt.  Med.  R'J.  La  Luna 
ec.  con  periodo  mestruo  la  gira  (la faccia) 
a  sinistra  e  a  destra  nel  trapassare  dall 
altro  tropico.  'B/  .  . 

•+  *  TROPO  .  Tcrm.  de'  Pellorici  . 
Sorta  di  figura;  lo  stesso  che  Metafora. 
Cnr  Long.  sez.  32.  Nel  parlare  ec.  e 
nelle  dcscri.ioni  non  vi  ha  aKoo-  altra  co- 
sa che  spieghi  tanto  ,  quanto  gli  spessi 
tropi  o  ammanieramenli  del  dire  ,  ec.  £. 
apprciso:  Che  poi  1'  uso  de'  tropi  o  delle 
maniere  del  dire  tiri  al  servirsene  oltre- 
misura,  ce.   f.^)  .  .^     ,      - 

■A-.  TROPOLOGl'A.  Tenti.  de-Teologi. 
Significazione  morale,  Se.iso  morale  delle 
sacre  Scritture,  (.-l) 

t  TKOPOLOUICO  .    .4dd.    Aggiunto 
d'  uno  dei  sensi  figurati  della  sacra  Scrit- 
tura .  Lat.  moralis  ,  '  tropologicus  .   Gr. 
TTS-oir/./j;  .   Oli.   Com.    Purg.  2    3o. 
Sicché  si  può  ricogliere  per  senso  tropo- 
logico di   questi  due  capiloli,  che  se  1  no- 
mo  si  vuole  partire  dal  peccalo  ec,  con- 
viene  essere    umile.     E    II-     192.  P"  '^ 
quale  si  puole  tra  1'  altre  cose  notare  que- 
sto senso  tropologico      Varch.   rim.  buri. 
I.   26.   Quanto    io    per    me    ho  un    senso 
riposto  ,  Non  so  se  tropologico,  o  moi-ale. 
1        TKOPI'O  .    Sust.  Eccesso,   Soi-errlno. 
Lat.   .(i<ncri.nC(iiin>,  niinrcfoj.    ^^c.   10  r.l- 
pi',r,ó..   Paul.    Par   6.  D'  entro  alle  legsi 
'  trassi  il  troppo  e '1  vano.  Amm..lal..\. 
2.  2.  Ragionevole  vuol  dire  con  discreiio- 
oe,  e  sanza  niuno  troppo. 

^.  Diciamo  proverbialm.  in  biasimo 
dell-  eccesso  .-  Ogni  troppo  e  troppo  ,  e 
Ogni  troppo  si  certa;  co'  quali  detti  a-- 
veniamo ,  eh-  li'  si  dee  stare  dentro  a 
termini  convenevoli  .  Lat.  omne  siipenui- 
cuum  pieno  de  pectore  ninnai.  Gr.  u.r,óti 
ù;-..-i.Cec,h.  Mogi.  5.8.  Ohi  ogni  troppo 
e  troppo,  lasciai  diie.  „  ,    .  ,  . 

TROPPO.  Add.  Soverchio,  Più  del  do- 
vere. Lat.  nimiiis.  Gr.  7r-:o<55o';.  Bocc 
nov.  23.  21.  Anzi  ne  gli  ho  io  bene  r" 
amor  di  voi  sofferte  troppe  .  l.  nov.  »0. 
23  Troppi  denari  ad  un  tratto  ha.  spesi 
in  dolcitudine  .  Peir.  son.  144.  Sento  di 
troppo  ardir  nascer  paura. 

§  I  Talora  ha  forza  d- avveri:;  ancor- 
ché s'  accordi,  come  aggiunto,  col  suslan- 
livo.  Bocc.  nov.  l5.  23.  Con  troppi  mag- 
gior colpi,  che  prima,  fieramente  com.nc.o 
a  percuoter  la  porta.  F  Lelt.  Pia.  Boss. 
278.  E  se  bene  si  guarder'a  tra  la  molti- 
tudine de'  nostri  passati,  troppi  più  si  tro- 
veranno coloro  cbe  dagli  aspri  ,  e  rozzi 
nutrimenti  sono  in  gloriosa  fama  venuti , 
cbe  quelli  che  nelle  morbidezze  sono  stai. 
I   allevati  .   Dani.   Inf  7.  Qu.  v.d   .0  gente 

più  ch'altrove  troppa. 
'  *  §  II.  t  in  forza  di  Susi-  col  secon- 
do caso  dopo  di  se  che  e  sembra  reggere, 
ma  con  esso  talvolta  s'accorda.  Bocc. 
g.  3.  n.  3.  Non  ti  lasciassi  vincere  tanto 
dalP  ira  ,  che  tu  ad  alcuno  de'  tuoi  il  di- 
cessi ,  eh'  egli  ne  potrebbe  troppo  di  mal 
seguire.  Dant.  Purg.  9.  Più  cara  e  luna, 
ma  r  altra  vuol  troppa  D'  arie  e  d  inge- 
gno avanti  che  disserri.  (C) 


TROPPO  .  Jvverb.  che  significa  Ec- 
cesso ,  e  vale  Di  soverchio ,  liù  che  'l 
convenevole  ;  e  co' nomi  d'ogni  genere  e 
numero  .  e  co'  verbi  ,  e  cogli  avverhii  si 
pone.  Lat.  nimio  ,  nimis  ,  nimiopere.  Gr. 
Xi'av  .  Bocc.  nov.  18.  27.  Troppo  fidan- 
dosi di  ciò  che  non  le  doveva  venir  fat- 
to, nella  forma,  nella  qual  ji'a  seco  pen- 
sava ,  liberamente  rispose,  t'etr.  cani.  4- 
1.  Poi  seguirò,  si  come  a  lui  ne  'ncrsbbe 
Troppo  alta.nente  .  E  son.  266.  A  cader 
va  chi  troppo  sale. 

g.  I.  /«  vece  di  Molto.  Lat.  admodum, 
multum  .  Gr.  ).iV.v  ,  /o/ito»;  .  .^ov.  ani. 
83.  a.  Vi  trovò  tanto  oro  e  tanto  argento 
strullo,  che  valse  troppo  più  che  tutta  la 
spesa.   Bocc.   nov.    l5.   29.    In  parte  li  loc- 


cher'a  il  valere  di  troppo  più,  che  perduto 
non  hai  .   E  nov.    16.    35.    Egli  è  troppo 
più  malvagio,  eh'  egli  non  s'  avvisa.  Coli. 
S.S'.   Pad.   Questo  dichiara  troppo  bene  1" 
esempio  de'  dieci  lebbrosi ,  che  furon  cu- 
rali insieme.   G.   /'.   12.  45.  3.    Si  comin- 
cio a  rivolgere  e  rinnovare  la  coperta^  del 
Duomo  S.   Giovanni,  e  la  cornice    d'  in- 
torno   troppo    più    bella,   che    non    era  in 
prima.    Dant.    Purg.   14.   Ch'  or  mi  d.lelta 
1  Troppo  di  pianger  più,  che  di  parbire. 
1        «4.  :?    g.    II.    Troppo,   talora  serve  ad 
esprimere  dispiacere  per  cosa  che  non  si 
vorrebbe  che  avvenis.<e,  o  fosse  avvenuta. 
Amhr.  Flirt  4.  I.Mcsser  si,  giucavano.roi 
pare  ioteudere,  e  fra'l  servidore  e  lui  av«- 
van  perso  me'  che  cinquanta  scudi,  il/.  L. 
(  inquanla  scudi  I  oh. mèi  oh  traditore!  sari 
ver  troppo  I  quel  ribaldo  gli  ar'a  fallo  g.u- 
rar  que' danari.   Lasc.    Gelos.  1.  5.  Tant 
è  ,  eli'  ar'a    fatto  all'  usanza   delle   donne  . 
Pi'erantonio  è  pur  giovane  e  non  è  anche 
brullo  ;  egli  sarà  ver    troppo.   Stasera    m. 
chiarirò.    E  3.   I     In   buona    fina,  eh'  10 
ven-o   giuso   e   serreroUi   fuori  ,  e    lasc.e- 
rolU  poi  abbaiare.   Rice.  Ella  s'  è  levata, 
e  farebbelo  troppo.  (V) 

■■;:  §.  III  'Talora  si  usa  anche  ad  ac- 
cennar cosa  che  non  dispiaccia  .  Bocc.  g. 
IO  n.  9.  La  qual  cosa  il  Saladino  e'com- 
pagni  vegsendo  ,  troppo  s'  avvisaron  ciò 
che  era,  e  dissono:  Messer  Torello,  que- 
sto non  è  ciò  che  noi  v'  avemo  doman- 
dalo. (.X) 

*  g.  IV.  Talora  gli  si  nggiugne  la  par-^ 
licella  Bene,  e  serve  a  dar  più  fona  all' 
affermare  ,  e  si  usa  nelle  cose  sinistre  . 
lìocc.  g.  7.  n.  3.  Comare  questi  son  ver- 
mini eh'  egli  ha  in  corpo,  1.  quali  gli  s' 
appressano  al  cuore,  ed  ucc.derebbonlo 
troppo  bene;  ma  non  abbiale  paura,  ch 
io  gì'  incantero.  (V  } 

*  §.  V.  Talora  gli  si  premette  la  voce 
Pure,  e  serve  a  rajfermare  una  cosa  av- 
venuta, o  che  avverrà  con  nostro  dispia- 
cere.   I  .  PUR   TROPPO.  IC) 

i?  §.  VI.  Troppo  ,  seguito  dal  Per  , 
forma  un  costruito,  che  non  i  usalo  dai 
migliori.  Salvia.  Disc.  1.  lo5.  Del  re- 
sto' era  troppo  fine  ed  accorto  Alessandro 
per  aver  a  credere  da  senno  questa  men- 
zogna.   iC/  ,       n 

S  VII.  Troppo,  talora  vale  Senza 
alcun  fallo  ,  Sicuramente  ,  Fermamente 
Frane.  Sacch.  nov.  83.  Dice  Tommaso  : 
ben  la  pisceremo  ;  o  perchè  terre,  m  1 
orinale,  s'  io  dovessi  uscir  del  letto!  D.ce 
il  Toso  :  e-  mi  par  eh'  e'  ci  s.a  pisciato 
troppo  - 

1?  §  vili.  Aver  troppo  di  una  cosa, 
vale  talvolta  Averne  a  '"'■■'Innza  .  Bocc^ 
»  8  n.  7-  Tue  si  sieno  (le  notti)  e  di 
fui.   Io  n-'ebbi  troppo  d'una,  e  baslimi 

A-  essere  stalo  una  voUa  scheroi.o_fF; 
1        TROSCIA.    La  riga  che  fanno  1  liquori, 
correndo  per  checchessia;   Stroscia,   ^ov. 
ani  63   1   Questo  filosofo  si  era  un  giorno 
bagnato  in  una  troscia  d'acqua,   e  stavas. 

'  ,n  una  grotta  al  sole  .  sciugare. 


i620 


T  R  O 


T  R  O 


T   R  O 


■j-  TROTA.  Pesce  d' aajua  doìee  mac* 
chiato  di  strisce  rosse,  che  si  trova  ordi- 
nariamente ne' Jìunii  di  montagna  limpidi 
e  sabbionosi,  la  cui  carne  <*  di  gusto  assai 
squisito.  Lat.  trutta.  Cr.  9.  81.  2.  Se  1'  a- 
cqua  sia  di  funtana,  ovvero  <ti  6umi,  ia 
quella  poirantio  ben  vivere  tli  que'  pesci 
che  son  nelle  parti  òi  Lomliardia  ,  cioè 
cavodiuicr.,  e  alruni  picroli  pesci,  e  forse 
troie .  l'rattc.  Snrch .  rim.  35.  Oh  liei 
pescar  che  fui  ;  ma  non  a  trote  .  Serd. 
Stor.  IA.  4S2.  Hanno  a1il)on()jnza  di  pesci 
di  varie  sorte,  e  principalmente  delle  trote 
di  6umi. 

TliOTAl'.E.  Cucinare  alcun  pe.<ce  a 
maniera  che  si  cucinano  più  comunemen^ 
te  ie  trote. 

TROrATO.  Add.  da  Trotare. 
THOTTAl'.E  .  /iudar  di  trotto.  Lai. 
succussare.  Gr.  /«T'/.^stStv.  /iorc.  nov. 
77-  49  ^  '^  trottar  forte  rompe  e  sLinca 
altrui.  Pfilnff'  8.  La  nl»a  lu  ravulrhi  ,  e 
pur  mal  tiuila.  /-erti.  <ìr/.  3-  6.  ?.3  Ella 
spronando  il  .suo  rjv^Mo  alfrelta,  Che  vuul 
torsi  da  dofso  •{ii<.'>la  rogna.  Sariu  fuggilo 
rome  una  .saeltj;  Ma  non  volea  quel  pezEO 
di  carogna  Che  va  liuLlantlo,  e  si  lamenta 
ed  urla. 

*f  g.  I.  /■'  non  solo  delie  bestie  ,  ma 
per  similit.  si  dice  anche  dfll'  uomo  ,  e 
vale  Canimtiiar  di  pntso  velare,  e  salte- 
rellando, ftocc.  nov.  12.  8.  Sospinto  dalla 
ficdilnra  ,  trottando  si  drtxxo  verso  raslel 
Guigliclmo  .  /'.'  nov.  8^-  10-  Al  quale  il 
Fortarrigo  ec.  così  in  camìcia  nimìncio  a 
trottar  dietro  .  Dant.  f'urg.  2\,  lì  come 
r  uoin  ,  rhc  di  trottare  è  lasso,  Lascia 
andar  lì  compagni ,  ce. 

•■J-  §.  II.  Oggi  comunemente  diciamo: 
Bisognino  ,  o  la  ISecesiità  ,  o  Paura  fa 
trottar  la  vecchia;  e  vale,  che  la  Neces- 
sità sforza  a  o/ierare  chi  non  opervrehhe. 
Lat.  miseris  venti  solertia  rebus  ,  Ovid. 
M.  ì^.  p.  4^..  Neres>Ìla  fa  vecchia  trot- 
tare .  /■**  V,  lì.  Sq-  Ma  la  necessilk  ,  la 
quale  fa  vecchia  troilnrc,  strinse  il  nostro 
Comune  ad  eleggerlo  per  captiano.  lìnt 
Inf.  22.  2.  rro%  crinalmente  si  dice:  pau- 
ra fa  vecchia  trottare.  Frane.  Sacih.  nov. 
]66  Gnuna  cosa  fa  trottare,  quanto  la 
paura  .  /'.  BISOOWINO  ,  C-  ,  ^  BISQ- 
G.\0  ,  g.    XIII. 

TROTTAI  O.  Jdd.  da  Trottare.  Pa- 
taf}'.  6.  E  chi  e  nella  malta  non  trottato, 
L'  asino  fatto  iiar  del  pcutulaìo. 


THOTTATtJliE.  <  he  trotta.  Uh.  ^fa.fC. 
Li  cavalli ,  li  quali  volgarmente  si  chiama* 
no  trottatori. 

TKOTTO  .  Una  spezie  degli  andari 
del  cavallo,  che  è  tra  'l  passo  comunale 
e  'l  galoppo  i  voce  forse  fatta  a  imita- 
sione  dello  strepito  eh'  e' fa  nel  trottare. 
Bocc.  nov.  5l.  5.  Messere,  queilo  vostro 
cavallo  ha  troppo  duro  trotto.  Sen.  Pisi. 
lo  non  so  ,  s'  e'  va  ali*  ambiadura,  o  al 
trotto.  Dern .  Ori.  2.  a.  ;).  Cavalcando 
ne  van  per  la  pianura  D*  un  chiuso  trullo, 
che  mai  non  illenla. 

t  §.  I.  Per  Camminata,  Gita,  Spazio 
per  cui  si  cammini  ;  ed  in  rjuesto  senso 
sì  accompagna  sempre  a  qualche  addiet- 
tivo .  Lai.  iter ,  profeclio.  Gr.  7:opu'v^ 
o'oOiTTOTei'a.  Lasc.  Spir.  3.  I.  Di  qui  a 
Santa  Crocu  b  un  buon  trotto.  /;  Pint . 
Ì\.  6.  Lasciami  camminar  rulla,  pcrciocihù 
io  ho  a  ire  puic  un  buon  trotto. 

g.  U.  Di  trotto,  o  Di  buon  trotto, 
posti  awerbia/m  ,  vagliono  Trottando  s  e 
fi^uratam.  vagliano  Pixstamentc  ,  l'eia- 
cernente.  Lat.  celeriter ,  cito,  <)r>  «.r.  Gr. 
T«x'w5  •  '^'"''  ''"•  '■  *39-  '*  Contauro 
ec.  si  cerchete  perla  Teua^lìa,  e  s'invierà 
di  buon  trotto. 

^.  HI.  Perdere  il  trotto  per  /'  ambta- 
dura,  figuratam  vale  Perdere  Ciò  che  po- 
ta conseguirsi  natiiratmrntr,  per  volerlo 


procurare  con  modi  straordinarii .  Hoce. 
nov.  ^3.  12.  E  noi  avremmo  perduto  il 
trotto  per  1' ambiadura. 

-}-  TR0TT(.>LA.  Strumento  di  legno  di 
figura  simile  al  cono  ,  con  un  ferruzzo 
piramidale  in  cima  ,  col  quale  strumento 
I  fanciulli  piuocano  ,  facendol  girare  con 
una  cordicella  avvoltagli  intorno  j  in  ciò 
differente  dal  Paleo,  o  Fattore,  che  que- 
sto non  hn  ti  ferro  in  Cima  ,  e  si  fa  gi- 
rare con  isferza.  Lai.  trorhiis,  turbo,  i.v. 
zpoyio'i-  frane.  Sacth.  nov.  69.  Portava 
una  niatxuola  in  mano,  a  modo  rbc  una 
hacchelta  da  podestà,  e  forse  due  braccia 
di  cordrf ,  come  da  trottola-  /'.  nov.  l3o. 
Le  sue  mas«eriiie  erano  tutte  az2;moatr  , 
e  parci  VI  fo>>e  futlo  su  alla  trollob  .  F. 
rim.  16  Chi  giuoca  al  pj'èo.  e  chi  a  Irot- 
Iole.  Omel.  S.  t.io.  iàrisost.  229.  Non 
giudicheiemo  noi  i|ueslì  colali  essere  più 
stolli  ,  clic  li  parvuli  f.niriulli  ,  1  quali  il 
giuoco  puerile  di-Ila  trollulj  ,  ovvero  jd- 
CMij  di'lli)  stornello,  ovvero  palèo,  il  4]nale 
perrotendo  colla  ^f'eraa  ,  fanno  girare  per 
lunghi  spazii  di  portici,  e  per  larghe  pijf 
re  T  i'ron.  Mordi.  270.  Ea  de'  giuochi 
che  usano  ì  fanciulli  ,  agli  alios>i  ,  alla 
trottola  ,  a*  ferri ,  a*  naibi  ,  a  coderone  , 
e  simili.  I.asc .  ntadr  .  ft^.  Vorrei  fine 
smer.ddo  Una  trottola  avere  e  un  paltò, 
l'or  donare  a'  bambin  del  Sanluccèo. 

•|  :'r  TIIOTIOLARE.  Girare,  Muo- 
v?rsì.  Dimenarsi  come  una  trottola,  /iel- 
lin.  iìiicch.  53.  E  si  conosce  nel -salir  sì 
pratico,  E  si  franco  vi  giuocola  e  vi  lrot> 
loia  ,   Che  se  per  allro  ci  fu»sc ,  ce.  (  A f 

•f  *  TROTTOLARNE.  Jccrescii.  di 
Trottola.  Paleo.  Salvia.  Fìer.  Buon.  i. 
Intr.  Pali-o  ,  troltolonc  grande,  che  colla 
sferza  ancora  si  fa  girare.   (,4) 

TROTTO.NE.  Avverb.  Di  trotto.  Pa- 
tnff.  7.  E  *1  diavol  fanne  in  zoccoli  Irol- 
lonc.  fiera,  rim  1.  ^.3.  Che  sì  dà  spesso 
in  un  peggiore  intoppo  ,  Ed  e  talur  eoo 
danno  altrui  insegnalo,  Ch*  egli  è  meglio 
ir  trotlon  ,  che  di  galoppo. 

TROVADII.E.  Jdd.  Atto  a  esser  tro- 
vato .  Salvia.  Pi.tc.  1.  d'^.  Non  è  trova- 
bile quaggiù  (  la  felicità  J  ,  ma  si  dee 
cercar  colassù  nel  cielo  ,  onde  1'  anime 
nostre  ebber  V  orìgine. 

t  THOVAMENTO.  //  trovare.  In- 
venzione .  Lai  .  inventio  .  Gr.  óvjujux  . 
Tes.  ìlr.  8.  3.  Trovamcnto  è  un  pen- 
samento di  trovare  nel  suo  cuore  cose 
vere  ,  o  verÌAtmili  ,  a  provare  sua  male- 
ria.  Amm.  Ani.  il.  3.  II.  Il  Irovjmen- 
lo  delle  ottime  cose  ,  avve^tnachè  sia  ab- 
bandonalo  d*  adornezza  di  parole,  assai  è 
ornalo  solo  di  sua  natura  .  l'allad.  cnp.  1. 
A  noi  si  perticne  ec.  di  ilire  d'  ogni  lavo- 
rio di  terra  re,  srcondo  i  trovamenli  de' 
maestri.  Ott.  font.  Inf.  17.  3l5.  L'  a- 
niino  frnduleiile  t  macchialo  di  varie  ma- 
lizie,  I-  falsi  liovamcliti. 

^.  Per  Kitrovamrnto .  Fit.  SS.  Pad. 
Vedendo  che  Eustachio  vtik  per  la  villo- 
ria  ,  uè  per  lu  trovamento  dr*  figliuoli  e 
della  moglie  non  farevji  lacrificio  ,  mara- 
vigliusiene . 

3  TIlOVARE.  Perx'cnire  a  tinello  di 
Cui  si  cetxa.  I.at.  invenire.  Cr.  tjptissiv. 
lìocc.  nov.  60.  16.  i.'.\\v  io  cercassi  tanto, 
che  io  trovassi  i  prìvilcgii  del  Porcdlaa  t . 
E  num.  18.  Non  potendo  quello,  ihc  io 
andava  ccrcanilo,  trovare  ce. 

5-  I.  7'rof(inr,  per  Abbattersi,  Avvr- 
venirsi  in  checi  heisia  ,  Incontrarsi.  I  al. 
occiirrere  ,  nani  tsii  .  /ioic.  nov.  ^3.  8- 
Trovala  una  grandissima  querrìt  ,  »nioa- 
lato  ilei  ronzino  ,  a  quella  il  lego  .  /V/r. 
son.  8.  .Senza  sospetto  di  trovar  tra  «ìa 
Cosa  cir  al  n'>ktro  andar  fos>c  moietta  . 
^  Fior  //.  a'|0.  l>o|Hi  mollo  tcin|Mi<rr. 
calo  il  mare  pn  vcnneno  iu  Bpiro,  nel  qua- 
le regno  trovarono  rrgoare  tlrno  (  ntfe  , 


trovarono  I  Uno,  il  quale  regnava  im  quei 
luogo).  (O 

^  §.  M.  Trovare,  per  Visitare,  An- 
dare a  trovare  .  Alam.  Colt.  lih.  \. 
Verso  il  vespro  Le  ritolge  a  trovare  i 
colli  e  i  fiumi.  /:.'  ivi:  Fuggasi  luuge  ornai 
dal  seggio  amico  L'italico  villan,  trapaste 
r  alpi.  Trote  il  gallico  sen.  Polii,  ti.  a. 
2.  E  disse  :  muovi,  ninfa  graziosa.  Trova 
il  consorte   tuo   veloce   e  snella-   (lir) 

=r  g,  III.  Trovare,  figuratam.  per  Per- 
cuotere, /'ir.  As.  166.  Ella  mi  mise  a  far 
girare  la  macine  d'  un  mulino  a  secco  ec. 
e  trovandomi  del  conlibovo  con  nn  buon 
bastone,  provvedeva  colla  mia  pelle  Ìl  pane 
a  sé.  e  a  tulli  1  suoi.  ( Pe) 

g.  IV.  Trovare,  per  Sorprendere,  Ac- 
chiappare. B'cc.  nov.  l\\.  \t\.  Acciocchir, 
se  quella  gente  quiti  venisse  ,  non  fosse 
così  tosto  trovala.  F.  nov.  I\\.  Ut.  Ric- 
ciardo Mjnardi  è  trovalo  da  mcucr  Lizio 
dj  Vall>ona  colla  figliuola. 

'■'  ^;.  V.  Trovare,  si  dice  altresì  con 
relazione  allo  ttato  in  cui  è  una  persona 
o  una  Cosa  neU'  atto  in  che  si  vede,  od 
esamina,  w  /foce.  nov.  38-  12.  Toccando- 
lo, il  trovò,  cimie  ghiaccio,  freddo  w.^O 
^■.  \  I.  Trovare,  per  Comporre ,  Poe- 
farei  maniera  antica.  Frane.  Barb.  219. 
1.  Sonar,  cantar,  trovare,  o  cavalcare 
fiim  ant.  Cecco  /Ingiiilieri  a  Pani.  Dun- 
que contradire  A  se  medesmo  questo  tuo 
trovare.  Dant.  rim.  ms.  Strott .  Come 
dimostra  il  vostro  buon  trovare-  ^  Aoi'. 
ant.  61.  Allora  trovo  una  mollo  hcUa  can- 
zonetta,   (ì'i 

S.  VII.  Per  inventare.  Bocc.  nov.  11. 
4-  Di  pervenire  ìnfino  al  corpo  santo  tro- 
verò io  ben  modo.  i.  nov.  17.  5^.  Noi  ci 
troveremo  coli'  aiuto  di  Din  buon  com- 
penso. F  nov.  85.  5.  Calandrino  comìncio 
a  guatar  lei,  e  parendogli  bella,  cominciò 
a  trovar  sue  cagioni ,  e  non  tornava  a* 
compagni   con   l'acqua 

X:  §.  Vili.  Per  Creare,  Fare;  ma  in 
questo  .«enso  non  si  direhbe  che  di  Dio, 
o  della  natura.  «  fiera,  rim.  1.  l5.  EU' 
ha  trovato  il  buio  e  le  candele  .  F.  »6. 
Trovò  la  peste,  perchè  bisognava;  Era- 
vamo spacciali  tulli  quanti.  Callìvi  e  huon, 
s'ella  non  si  trovava».  (Ci 

^  %.\\.  Per  Inventare.  Fabbricar  una 
favola.  Fit.  SS.  Pad  2.  9  lo  non  men- 
to, ne  trovo  queste  cose  da  me.  ma  ciò 
che  dico  qui  .  ndii  da  persona  degna  di 
fede.  (CP)  I.asc.  Parent  \.  1.  Dtuniut 
non  credi  le  ambasciale  ec  vere  per  lui 
da  lei  fattemi?  (lui.  Messer  no.  FlUt.  Obi 
che  pensi?  Cui.  Che  il  irislo  se  le  trovi 
da  se  slesso ,  e  ve  le  riferisca  poi  ,  come 
da  parte  sua.  (P) 

«  §.  X.  /'.r  Instituiie.  Fr.  Giani. 
9^.  In  questo  di  d*  opgì,  rivolli  venti  otto 
anni.  Cristo  Irovò  il  hailesìmo,  ec.  In  que- 
sto giorno  medesimo  1*  altro  anno,  poìcb* 
ebbe  troiaio  il  batlrsimo,  ec.  (F) 

*  §.  XI.  Trovar  lite,  o  simile,  vale 
Coglier  cagione  di  rissa,  ec.  Lat  nantìsii 
caussam  iurgii.  Fav.  Fsop.  il.  Truova 
lite,  e  di  trailo  (tntr/ùj  con  parole  e  con 
opere,   (t  ) 

3  ^.  XII.  Trovare,  per  Cono  serre.  Av- 
vederti, Sentire.  Lat.  sentire,  cognositre. 
Gr.  (xtgàa'vc^dat  ,  y»o*UTti  .  Petr.  so». 
18  Ma  truoTo  peso  non  dallt  mie  brac- 
cia, iìoi-r.  g.  \.  f  I  Quando  le  novelle 
delle  giovani  «lonne,  e  de*  tre  giovani  si 
(rovaiono  esser  finite.  /.'  nov.  39.  t8  Che 
mai  da  me  non  \\  troseiete  ingannata.  H 
nov.  \%.  |5.  Per  quello  truvo  la  sua 
guerra  aver  vinta.  Unum.  17.  La  maodó 
a  sentire  quello  che  di  Martuccio  trovar 
(Mitcsic;  e  trovato  lui  rs»er  vivo,  «  in  gran- 
de ilj(n,  re.  *>  «  /;  noi-,  l^-  t^  (^^n  più 
diligenza  fervalo  ogni  cosa  ,  che  prima 
fatlu    n&n    avca  ,  (rovo  ,  t«  avete  tanta  t 


T  n  o 

.i  fa»,  pietre,  ec.  ».  CS)   CrcrnhcU.   239    1 
In  e"ono  i  Signori  cbc  ccrt.    f.ul.  a  p.e,!. 
.  "umcro  aU.rca  CXX.  tTa.u,  <.„„,.  per 

„„ano  mandali  alle  case  loro.  /idi. 
ri,  Colami,.  63.  E  d.ceva  che  Irova.a  , 
che  coD  questo  secondo  modo  u  faceva 
piuttosto  onore  a  Cristo  ,  che  con  una 
Iucca  prctlicaiione.  iC)  ,      ,  ,  j.. 

S  Xlll.  Trovare.  dicc.<i  a  ne  lu- del  ì  e 
„,«  in  cognazione  dell' e.,sere.  della  .nen- 
U  e  intenzione  di  chicchessia  .  tir.  l.i'C 
5  3.  Andatelo  inlcrroganao.  e  vedete  dove 
voi  lo  trovate.  .  , 

S  XIV.  Trovar  checchessia,  vale  la- 
tori Apyrestare.  come:  Trovar  da  bere. 
Trovar  da  desinare. 

*  8  XV.  Trovar  la  grazia  d  aldino, 
0  Trovare  grazia  m  alcuno,  vale  tsser 
graZ  daalci.no.  y.^^^Z^>^>%-^l^> 

*  g.  XVI.  Trovare,  per  Avere.  Iit. 
SS.  Pad.  I.  167.  Sono  liso  .  altri  coda, 
leggono  fisso)  in  un  Umo,  che  non  trova 

fondo.  (I  t 

a.  §  XVII.  Trovare,  nei.tr.  pass,  pei 
rssere,  lUlrovarsi.  Lat.  esse.  «■■•/'■;="■ 
lìanl.  Iiirg.  ib.  In  sul  paese  eh  AU.ce 
e  Po  riga.  Solca  valo.e  e  cortesia  trovarsi. 
Jìocc.  nov.  45.  I4-  lo  u»  trova,  g.a  m 
parte,  ove  io  ud.i  ee.  Cas.  leti-  2'j.  Come 
V  E.  si  del,l,e  ricordare  ,  trovandomi  .0 
in  Firen.e,  ce.  *  Iranc.  .Sacch.  nov.  i;0- 
Per  lo  corpo  di  Uio,  se  mai  m.  trovo  de 
Priori  (  se  .<on  fitto  , lei  Magistrato  ec.  ), 
che  io  troverò  modo,  che  ne.  loro  estm..,  e 
nelle  imposte  e'  saranno  sgravali,  (f  )  I  >  "  <• 
J'-ior.  l:oigl..  leti.  \.  4  65.  lo  pensavo  che 
per  lo  più  nel  ,  rincp.o  ec.  .1  Pontefice  Ko- 
mano  d.slril.uisse  la  cura,  e  eresse.  \  e 
.covi  secondo  le  citta  che  in  quel  tempo 
si  trovarono  in  essere,  (f)  Aiig-  ìlei-  1- 
il.  O  fortunata  etal  felice  gente,  Che  ti 
covasti  in  cosi  nolnli  anni ,  Che  avesti  .1 
curpo  l.hcro  ,  e  la  mente  ;  Questa  da  re. 
■  Kusier,  quel  da' tiranni.  tD) 

*  g.  X\I1I.  Trovarsi  con  una,  vale 
Usar  seco,  frane  .^acch.  nov.  112.  A  me 
iolervien  peggio  ;  che  quando  .0  m.  vo- 
glio trovare  con  la  donna  ima,  la  cappel- 
lina rimane  sul  capezzale.  (1  ) 

§.  XIX.  Trovare,  iieiitr.  pass,  per  .Ive- 
re,  come:  lo  mi  Uovo  del  debito,  Lgli 
si  trova  della  roba.  *  Jlocc.  g.  5.  nov.  2. 
Ma  questa  mattina  niuna  cosa  trovandosi, 
di  che  potere  onorar  la  donna,  per  amor 
della  quale  egli  già  infiniti  uom.u.  onorati 
avca,  ec.  /•-  soflo  .-  l*e  denari  ni;  pegno 
trovandosi,  ec.  /  arch.  Siioc.  5.  1.  t.  for- 
se anche,  avendo  voce  di  trovarmi  danar 
.  ornanti,  ne  toccherei  qualche  buona  im 
pennalura  (avendo  fama  d'  aver  danari). 
Ambr.  flirt  l.  1.  Tornai  da  Studio, che  .0 
aveva  ventiquattro  anni,  non  mi  trovando 
al  mondo  so  non  questa  casa  ,  e  una  vi- 
gnuola.  (l'i  Cuicc.  Slor.  4.  18.  Trovan- 
dosi  (Al/on.^o),  come  si  credeva,  quantità 
srossa  di  danari.  fL} 

*  §.  XX.  I:  detto  delf  età.  Fir.  As. 
Ip9  Per  vedere  quanto  tempo  io  m.  tro- 
vava (cioè,  quanti  anni  aveva).  (I'  ) 

^    "     XXI.    Trovarsi  manco  ab  una  co- 


T   R   O 


T  R  O 


i6ai 


*  §. 


sa,  vale  Mancarne,  Esserne  privo,  lat. 
corere.  Car.  Leti.  2.  269.  .%;a  per  1'  as- 
senta da  Roma  ,  mi  trovo  manco  alcun, 
irarlafacr.  dove  1'  ho  notala.  (C) 

5.  XXII.  Trovare,  pur  neuir.  pass., 
vale  ttlora  lo  stesso  che  I  sserc ,  come 
Trovarsi  in  gambe,  in  essere,  ec. 

*  e.  XXIll.  Per  Capitare,  Giun- 
eere  ,  Tervenire  .  fior.  S.  frane.  28. 
E  cosi  compiuto  quel  hcnedctto  desinare 
(in  S.  Maria  degli  Angeli  ,  santa  Chiara 
bene  accompagnala  si  trovo  a  S.  Damia- 
no (donde  era  venuta  quivi  J.  (I  )  '  ar. 
Long  sòr.  35.  E  poco  men  d.  quattro 
nii-lia   navigando  ,  s.  trovarono  a  veduta 


del  paese,  per  onde  Dafni  e  la  Cloe  pa- 
sturavano. (Ci  /^. 
8  XXIV.  Trovare,  per  Conseguire,  Ut- 
tenére.  Lat.  ossequi.  Gr.  Tuyxave'V- 
l'etr.  son.  1.  Spero  trovar  picla,nonrhe 
perdono,  f  19-  Ed  e'  non  trova  in  voi 
Ncir  «ilio  infelice  alcun   soccorso.  -.•  /  .(. 

.V.  thiojr.   l\\-   l-'"  ''.'•■  "'"'"'^  '''  °'"' 
Iruova  mento  verso  Dio.  (I  ) 

:;:  S  XXV.  Trovare,  prr  liicavnre,  par- 
landosi di  prezzo,  frane.  Sach.  „ov.  160. 
Questi  muli  hanno  avuto  tante  slangona- 
U  ec.,  che  di  cento  fiorini,  che  valcano, 
non  se  ne  troverebbe   quaranta.    (I  ) 

■■■  S  XXVI  /"-  I  roviire,  Sperimen- 
tare uiio.'Mor.  nari.  Il3.  lai.  chente 
noi  saremo  veiso  il  nostro  prossimo,  cola 
saremo  veiso  il  nostro  Signore  ,  e  cotale 
lo  troveremo,  il  } 

t  *-■  XXVll.  Trovar  culo  a  suo  naso, 
modo^asso  e  vile,  che  vale  Dare  in  n- 
scontri  e  persone  da  non  avervi  il  suo 
conto  j  Trovar  eh,  li  risponda  e  li  resi- 
sta ,  e  non  abbia  paura  di  tue  bravate 
Lat.  novaciila  in  co  lem  .  Gr.  Jwo;  £'i 
««vr,-..  Aiubr.  l:e,ii.  o.  9.  D.  a  Ber- 
nardo spinola.  Che  se  ne  vada  a  lare  .1 
chiasso  a  Genova,  ISon  qm  a  Firenze,  che 
trove.à  ,  credimi.  Culo  a  suo  naso 

§.   W^in.Trovar  la  stiva,    f.    Sll- 

VA  ,   §.   IL  „ 

*    §.  XXIX.    Trovare,   o    Ritrovarci 
novo  mondo,  vale    Trovare  una  cosa  sen- 
za Jatica,  o  lencolo.    Lasc   rim.   2.   262. 
Poiché   il    vostro   sapere   alto    e    profondo 
Cacciate  lor  si  tosto  nel  cervello;  Ma  non 
nuova  cosi  r  uovo  mondo.   Se  non  que 
.-li   eh'  e  savio,   buono  e    Lello.   (Cj 
"  +    S     XXX.      Ibi    cerca    triiova  :    ma- 
niera  'proverbiale,  che  si  usa  tonando  ad 
alcuno  per  sua  importunila  intervien  qual- 
che cosa,   eh-  e'  non    vorrebbe.   Lat.  cor 
vus    serpcnlem.    Gr.  xo>a|  tov  o-^iv. /; 
talora    anche   .lignifica  che   L     ejetto    ne 
segue,  quando   si  pone  la  causa.    Lat.  7111 
ni.ceril  invenil .  Gr.  0  ^atwv    eupio-^si. 
fsp     l'ai.  ^ost.  81.  Chi   cerca  si  truo- 
va     O/i/?-    Cfl/r'-    1     52.  Dice   il  prover- 
bio,  che    chi   cerca  Iruova.    Malm.   ».   4- 
Che    ben  sapesti   che    chi  cerea  trova. 

•4-  ^:  §.  XXXI.  Trovar  Maria  per  J<a- 
vcnna,  proverbio  antiquato.  Viccsi  d,  ibi 
e  .Italo  beffato,  e  fitlogli  vedere  il  Jal- 
so.  Ambr  flirt.  4.  1.  Oh  mlelice  a  me 
se  gh  e  vero!  iVor.  Tu  hai  trovalo  Ila- 
ria per  Havennaf  r/i.i /">'/<.  un  servo  die 
lineila  il  padrone.  ì.  Cercar  Maria  per 
Itavenna,  che  vale  Cercar  una  cosa  do- 
ve   non  è).    (I  ) 

't  TROVATO,  .'■'list.  Il  trovare,  per 
Inventare,  Invenzione.  Lat.  inventio.in 
ventiis,  invenli.m.  Or.  llipiìf-V-  (■■  '  - 
1  -,q.  2.  Questo  trovalo  e  mov.menlo 
si  cominciò  per  1.  Consoli  ,  e  consiglio 
dell'arte  di  Calimala.  limi.  ani.  I  .  P^  ■ 
31.  Rainald.  d'  Aqum.  E  li  versi  novelli, 
C^e  fan  si  dolc.  e  beli,  e  divisati  Lor 
trovali  a  provag.one,  A  gran  tenzone  stan 
per  gli  arbuscelli.,i(i.r.  /:.-■.  7.  l5H.  Ma 
iu  un  trovato  ed  inganno  di  Berengario. 
Tav.  Scism.  l3.  Voi  mi  dite  queste  co- 
se per  amore  e  riverenza,  ma  tutte  son 
trovati  di  scimuniti.  Alam:  Gir.  -(.  107. 
Or  mi  vorreste  fare  un  bel  trovalo,  Ara- 
mendando  .1  parlar  che  v'  ha  lall.to.  Jac. 
Dav.  Slor.  2.  284.  Questo  trovato  lece, 
acciocché  le  patemi  d'  Ottone,  che  non  si 
stimavano,  ripigliasser  forza  per  tal  novel- 
la (  il  testo  lai.  ha:  causa  fiiigendi  luU  ). 
THOVATO.  Aild.  da  Trovare.  Ilocc. 
nov.  94.  11.  E  tornato,  ed  ismonl.nto,  e 
con  lor  trovatosi  ec.  ,  i  suoi  forest.er.  mi- 
se a  tavola.  Amet.  70  .  I  mobili  popoli 
nsano  di  nuove  sedie,  ne  d  allre 
deliberano,  che  quelle  trovate 
primi    sopra    le  sepolte  membra  Parte- 


ICC.  pcn 
più    sau 


nopee.  Bed.  Oss.  <i».  2.  Un  simile  scr- 
prnlello  con  due  leste  trovato  e  preso  nel- 
la stessa  cill'a.  . 

S.  I.  7'ii  sii  il  ben  trovato,  e  similij 
mJo  di  salutare  incontrando  alcuno.  Lai. 

.salve.  Gr.  >;»'r'-  '•'""■  '""■'  '^'  ^'  *'''"'r" 
na,  voi  siJte  la  ben  tiovala.  Lasc.  Gelos. 
I.  4.  E  tu,  Pieranton  caro,  il  molto  ben 
trovalo. 

g.  11.  I  cnir  trovalo,  vale  Abbattersi. 
Lat.  obviam  habere.  Gr.  ^£f clti'Ttre.v. 
/joec.  nov.  6  2.  ('li  venne  liovato  un  buo- 
no uomo  ,  assai  più  ricco  di  denari  che 
di  senno. 

-)•  TltOVATOIiE.  f'erbal.  masi:.  Che, 
a  t  hi  ti-uova.  l'Occ.  nov.  lOO.  4-  *'^-. 
ciocché  io  non  abbia  da  dolermi  d'  allru. 
che  di  me  ec.  io  stesso  ne  voglio  essere 
il  Irovaloie. 

+  R  I,  Per  Inventore.  Lat.  inventar. 
Gr  iu-'-i=.  Zibalil.  Andr.  i5o.  Tirre- 
no,' primo  ti'ovalore  di  Iroinba.  Ult.  Cam. 
/„/•  7  106.  Questo  de.ficanieiito  attn- 
bimconoelli  a  loro,  perché  In  alcuno  tro- 
valore  d'  alcune  arti  ,  siccome  Esrulapio 
la  medicina  ,  Vulcano  la  fabbrica,  ce.  fern 
Uri  2  30.  1.  Benché  chiamar  si  possa 
con 'più  vere  Innovalor  di  lei,    che  Iro- 

valore. 

13  11  Per  Poeta,  Componilorej  manie- 
ra antica.  L:,l.  poeta.  Gr.  r.o.r.-zf.i.ISov. 
ant  20  1.  Pciché  l'uomo  donava  mot- 
to volentieri,  e  mostr.iva  belli  sembianti , 
e  chi  avea  alcuna  speziale  bontà  a  lu.  ve- 
nieno,  Uovatoii,  sonatori,  e  beli,  parlato- 
li Cron.  l'eli.  l\l.  Il  quale  fu  d.  comu- 
ne slatu.a,  buono  Uov.itore  e  sonetl.er.  e 
di  forti  .ime,  beVo,  e  grande  sonatore  d. 
chitarra  e  leulo  e  viuola.  Pop.  Decam.i. 
Onde  furono  i  poeti  chiamati  trovator.. 
£o,gh.  Orig.  fir.  5.  Quasi  per  un  oc- 
culta forza  lìdia  natura,  che  da  cola  prin- 
cipii  origina  i  scm.  della  poesia,  si  gilta- 
rono  alle  favole  e  a  trovare  da  loro  cose 
di  nuovo,  onde  furono  da  nostri  chiama- 
li trovatori.  Salvia,  l'isc.  1-  l53.  Come 
disse  il  maestro  de'  Irovaton  provenzah 
Arnaldo  Daniello.  .    ,      ,  ,  , 

TROVATRICE.  J  erbai .  femm.  (  he 
Iruova.  Lat.  inveiilrix.  Gr.  r,  su.C£T.c. 
l'edam.  Quintil.  T.  Minerva  dice  che  fu 
novatrice  della  scienzia.  S.  Agost.  C.  D. 
Tritonia  fu  trovatrice  di  molte  opere  ,  e 
tanto  liù  inclinantementc  creduta  Dea. 
l!nt.  (luesta  lu  una  gentildonna  d.  quel- 
li della  Tosa,  la  qual  lu  molto  leggiadra 
e  trovati  ice  di  nuove  fogge.  /■■..■.  Pise,  leti 
3lO.  La  natura,  e  non  1  arte,  n  e  stala 
trovatrice.  . 

•■-  -.;:  TROZZO.  Quantità  di  gente  ar- 
mala, e  raccolta  in  triipra  per  lo  più  a 
motivo  di  sedizioni.  ^Iccad.  Cr.  Mess. 
Cosa  assai  facile  il  disfarsi  di  quel  trozzo 
di  gente  armata  che  Icnevano  ee.  (Aj 

:?  TRUA>TE.  T'.  A.  Accattone,  f  a- 
gabondo.  Esp.  Pai.  Tìosl.  5l.  Li  truan- 
ti  li  danno  esempio  di  confessare  che  mo- 
strano lor  povertade  e  lor  m.daltie.  l.^) 
•+  TRUCCARE,  TRCCCIIIABE,  e 
Xr.Ul  GIARE.  Termine  usato  in  alcuni 
giuochi,  die  si  fanno  con  palla,  e  vale 
levar  colla  sua  la  palla  dell'  avversano 
dal  luogo  dove  era.  *  Salvia.  Tane.  Buon. 
3  1 1  Trucco,  giuoco  di  pallollohne  ec., 
e  si  aiuoca  con  asticciuole  fatte  a  posta 
ec.  dello  cosi  dal  lr..ccare  ,  o  truccare. 
f  3.  12.  Fuggir  di  co//n,  di  sub.to  ;  co- 
me la  pallottola,  che  ec.  si  fa  viaggi.ir 
per  ariL,  per  corre  e  irucciare  la  nemica 
Uoaoù' Magai,  pori.  ••''''•  '^,^,"/i 
sti  con  ammellcre  il  potersi  far  nulla  di 
qualche  cosa,  come  succede  nel  trucchiar- 
^1  delle  sue  fo,  me,  delle  quab  la  trucch- 
U  non  resta  mai  in  giuoco,  ec.f/^J-B^/'".- 
Pise  2.  261.  Comesi  sa  ed  e  .1  truecia- 
te  delle  rallollolc    su'  pallottolai  ,    o    SH 


t632 


T  R  U 


T  R  U 


T  R  U 


trucchi,  essendo  questo  truccìare  Aatc  una 
Spinta  o  un  uiton.-  e&teriurtnfntt;  ad  esse 
palloltolc  cuu  nij^lio,  o  con  altra  [tallot- 
tola.   (Fj 

t*  TRUCCt\?.TENTO.  Il  Truccìare. 
Jìellin.  Disc.  2.  262.  0(;nua  vede  che 
il  raschiare  è  un  simile  truccianicnLo  , 
perche  in  questa  operazione  il  coltello  si 
porla   per   la   superBcic  raschialiile.    (AfinJ 

f  TRUCCO.  Sorta  di  giuoco,  che  si 
fu  con  picco/e  palle  rt'  avorio,  Iritcciando 
r  una  coir  altra  xopra  una  tavola  con  i- 
xpondc.  Coperta  di  panno.  Trucco  si  dice 
anche  la  tavola  sulla  quale  si  ginoca. 
\fenz.  sat.  I.  E  sa  hen  ritrovare  altro 
diletto.  Che  al  trucco,  o  a  masta,  u  a  si- 
mili fracassi. 

■'•  %.  Trucco,  dicesi  anche  un'altra 
Sorta  di  giuoco,  che  sì  fa  con  grosse  pal- 
le di  legno  ,  che  si  sollevano  per  mezzo 
ti'  un"  asta  per  lo  più  /'errata,  e  spesso 
si  truccia  T  una  coli'  altra,  o  si  fa  pas- 
sare da  un  cerchio  di  ferro  fìtto  in  terra, 
e  che  si  può  muovere  in  giro.   (/!) 

•f  «  ri;Ut:E  .  Jdd.  Fiero  .  Vit.  S. 
Gir.  II  Si  levarono  contro  a  lui  truci 
Icstimonii,  aguzzando  le  lor<i  lingue  come 
serpenti.  (*)  .'ir.  i'ur.  25.  9^.  Ove  l'ac- 
t:ian  che  dati  in  mano  al  truce  Bertolagi 
non  sieno  i  due  iVatclli.  (Mj 

TRUCIDALE.  Uccidere  crudelmente. 
Lai.  trucidare.  Gr.  vsrrastfy.'^eiv.  Fr. 
Ciovd.  Fred.  R.  La  crudeltà,  con  la  qua- 
le trucijiiva  i  sanli  iiiarliri.  Srgni-r.  ('risi. 
in\(r.3.  21.  8.  l'er  impulso  di  gelosia 
furdionda  avea  trucidata  la  moglie  sua. 
■"?  flfalm.  l.  28.  Vuol  trucidare  ognuno, 
ognun  vuol  morto  ,  E  guai  a  quello  che 
\.t  guarda  torto.  Salvin.  Ihad.  23.  2^3.  E 
di  questi  (cani)  gittonne  in  sulla  pira  Due 
smozzicati;  e  ile'  Troiani  ulleii  Dodici  pro- 
di figli  trucidando  Col  ferro,   ce.   ffij 

t  TRUClD\TOnE.  f  erbai.  ma.ic  . 
Che,  o  Chi  trucida,  l'r.  Giord.  Pred.  H. 
I  crudeli  ministri ,  trucidatori  de'  santi 
martiri. 

TRUCIOLARE,  r  TRUCIOLARE.  Ri- 
durre  in  trucioli.  Lat.  in  frusta  conoide- 
re.  Gr.  p.i'jTJÌ'knt.  Burch.  1.  ji,  Tru- 
giolando  la  chioma  di  Sansone. 

f  *  TRUCIOLATO.  ^<Wic«.d.i  Tru- 
ciolare, lìellin.  Disc.  2.'  325.  Vi  faran  ri- 
conoscere con  i  voilri  occhi  proprii  quel- 
le materie  quasi  veramente  tagliate  come 
da  varie  foggie  di  strumenti,  o  come  tru- 
ciolate  da   pialle.    (Min) 

TRUCIOLO.  Propriamente  Quella  sot- 
t il  falda  the  trae  la  pialla  in  ripulire  il 
legname  j  e  per  similitudine  si  dice  di 
Piccolissima  parte  levata  da  checchessia. 
f.ib.  cur.  malati.  Sì  niellano  in  quel  va- 
sello pieno  di  vino  quattro  hunnr  mana- 
te di  trurioli  di  (|■a^^illo.  si!  Soder.  Colt. 
93.  Questi  trurioli  di  l;il  legname,  e  più 
ili  nocciuolo  jiTco  che  altro,  hanno  pro- 
prietà di  tirare  il  vino,  e  rischiararlo.  (B) 

•f  *  TI1UCULE.\TK.  e  TRUCULEN- 
TO, jidd.  Truce.  Sannaz.  /Ircad.  proi.  8. 
O  crudelissima  e  firra  pitiche  le  Irut  niente 
orse,  più  dura  cIh' Ir  annose  qm-rcii*,  ce.  (.4) 
Morg.  22.  l8(i.  Sia  m.iljdfttd  la  disgrazia 
mia,  ("h*  io  non  ronoldn  II-,  Rinaldo,  prima 
Chela  fortuna  truculente  e  ria  Mi  racriassi 
nel  fondo  dalla  cima.  Fir.  Disc.  anim.  Il 
nostro  filosttfo  non  era  ili  qui'%li  savii  del 
di  d'  og((i  rhc  rolli  tuli  iil.-ntl  onhi,  i  olle 
iquallide  goti-,  «•  roll*  andar  lolo  vogliono 
parere  da  più  dfgli  altii.  (}f) 

*  §•  F  figurtlam.  per  /ìurrasco.to , 
l'iolento.  Imperversante .  Ar,  Fur.  23. 
54-  Poiché  iasrialo  a%  ea  nella  procrlla 
Do!   truculento  mar  la   nave  rotta     fA'.V/ 

t  TRUFFA.  Il  truflare.  Incanno.  Fur- 
herta.  LAl./rauf ,  offucia,  impostura.  Or. 
affarn'.  Fsp.  l'at.  Sost.  20.  Levatevi 
di  vostre  truffe  0     vostri    gnhhi,    che   cr. 


7'it.  Plut.  Come  fu  pronosticat<)  la  vii» 
toria  d'  Alessandro  rontra  Dario  per  quel- 
lo che  accadde  oelT  oste  d'  Alessandro 
per  maniera  di  truffa.  Morg.  9.  26.  Ch* 
io  ict  ch'egli  e  di  si  nohil  fami;>lia,  Che 
mai  non  fece  tradimento,  o   truffa 

"t  §•  P*-r  Chiacchiera,  Bai.i,  fìagat- 
lella,  Cosa  vana.  Lai.  pnvstigite.  Gr.  70* 
viTSt'ot.  Sen.  Pisi,  lo  non  posso  intendo* 
re  a  queste  truffe  ;  Ìo  ho  per  le  mani  gran 
fatti.  Cavale.  Panffil.  La  nostra  vita  e  in 
esilio  ,  la  via  in  pericolo,  in  duhhio  ;  non 
e'  è  per  ninno  modo  ne  tempo,  ne  luo- 
go di  stare  in  hutfe  e  truffe.  Frani..  Sa  re  h, 
rim.  47-  Moìtravasi  la  Luna  a'  traluiiali. 
Che  ìtrusitr  già  duo  cavalier  godenti  Ili 
truffa   in   huSa  'ifui   /ìguratam.f.    IHttam. 

2.  20-  Folle  è  chi  crede  in  questo  mon- 
do I  P  ediz.  di  Ven.  1820  e  quella  iti 
Sfilano  1826  leggono  correttamente  mon- 
dan  )  loro,  Dove  si  poìsan  tener  fermi  i 
piedi,  Ch'  è  lutto  truffe  e  Imffe,  e  falso 
giuoco. 

*  TRUFFALDINO.  .Xome  di  perso- 
naggio basso  di  commedia.  Menz.  sat.  3. 
Oh,  s'io  credea  rhe  'l  far  da  Truffaldi- 
no, O  I*ascarirl,  che  la  panala  sucria  , 
M*  avesse  a  guadagnar  più  d'  un  fiorino, 
lo   mi   farca   scolar  di  Scaramuccia,  cc.(Fj 

TRUFFARE.  Giuntare,  /ìithtire  sotto 
la  fede  j  e  dicesi  più  propriamente  de' 
soldati  che  furan  la  paga.  Lai.  d:\-ipere, 
fraudare,  alieni  imponere.  Gr.  i^WTXrac»». 
Piai.  S.  ('•reg.  M.  Era  sì  di^»oluto  in 
giurare  e  in  lurharsi,  e  in  truffare,  che 
non  dava  vista  di  venir  mai  ad  ahito.  Tar. 
Dav.  /ina.  2.  (\*i.  Costui  fu  di  Numidia, 
militò  in  campo  romano  tra  gli  aiuti,  truf- 
fo,  si  fece   capo  di  malandrini.  Buon,  t'ier. 

3.  2.  l5.  Giocando  alla  has^clta.  Truffan- 
do a  Crun  la  mano. 

§.  Per  /iefìare.  Farsi  beffe;  e  si  u.tn 
anche  nel  signific.  neutr.  pass.  Lat.  «e- 
gligere,  contemnere.  Gr.  sii'/tasiC'*,  /«- 
TaSiOvirv.  Fit.  Plut.  Li  liarhari  si  cre- 
dono eh'  e'  lo  facesse  per  allra  cagione , 
e  Iruflavansi  di  Serlorio.  S.  /igoft.  C.  P- 
Lo  '  nlermo  si  truffo  di  quel  suo  medico 
dimestico,  che  gli  avea  predetto  che  sa- 
rchile taglialo  da  capo.  -?  Fior.  S.  Frane. 
1^3.  Inconlrossi  Frale  Ginepro  con  al- 
quanti giovenatzi,  gli  quali  truffandosi  co- 
minciarono a  fare  grande  dissoluzione  di 
Frate  Ginepro.   (Ci 

*  TRUFFATIVO  Jdd.  Che  truffa. 
Lat.  intervertens.  Gr.  'j:it^r/-tpO\ifXlvo;. 
Buon.  Fier.  2.  I.  Il-  Truffaliv<i  o  Tal- 
livo o  UMirario  Uel  danaio,  -che  *n  vlrtn 
di  camino  onesto  In  merce  si  tra>forma  , 
onde  le  merci  Hanno  del  pregio  lor  nur* 
ma   e   matrice.  (*) 

TRUFFATO.  Jdd.  da  Truffare.  Lai. 
decrptuf,  illuius-  Gr.  aTaT*j&ai^.  ttocc. 
t'om.  /Mnf.  Veggcndosi  truffalo,  e  ingan- 
nalo  dal   suo   zio,   forte   si   lurhò. 

t  Tia'FFATORE.  l'erbai,  masc.  Che, 
o  Chi  triifla.  Lat.  importor.  Gr.  arta- 
t)o;.  Cavale.  Frutt.  ling.  Inquestopun* 
lo  dotdiiaino  imprendere  dalli  truffatori  e 
dalli  gagliofG,  li  quali  per  provocare  glì 
uomini  ad  aver  rompassion  di  sé.  si  mo- 
strano più  tristi  e  più  miseri  e  'nfermi , 
che  non  sono]  fiera  Ori.  3.  3.  16.  Mal- 
vagio truffalor,  che  col  tuo  incanto  In 
i|ue>la  haia  mi  hai  tenuto  tanto,  fìuon. 
Fier  /|.  4  a3.  Truffalor,  gahhator,  ladri. 
Fattori. 

•f  TRtFFERl'A.  Truffh.  L»ì.  fmiis, 
dolus.  Gr.  oiTrKTi],  oo'Jo?.  fìuen-  Fier.  a. 
1.  11  (he  non  ha  dalla  industria,  Ma 
dalla  trulleria  nncresrimenlo.  F.  '.\.  .').  12- 
A  perpetua  memoria  Della  tua  Irufferin. 
ì'areh.  F.rfoL  77.  Per  fare  star  forte  il 
terzo  e  il  quarto  colle  harerie,  Wrattrrie, 
trufferie,  trappolerie,  Iraforeno,  e  giuntene 
Ioni,  vogliono  ec 


TRnFFIERE,  V.  A.  Truffatore.  Lai. 
deeeptor,  imposlor.  Or.  óO^tzo^.  I  it.  SS. 
Pad.  Uno  rio  e  falio  nomo,  e  truffierc  , 
domandogli   io    presto   venti   lilt!ir'.*     d'oro. 

tliUiilOLARE.    /'.    THUGIOLARF.. 

•f  *  TRULLA.  Term.  degli  Storici. 
Taso  da  vino,  dèciti  si  s>'r\'ivano  gli  an- 
tichi come  delle  metrrte ,  e  simifi.  Lat. 
trulla.  Cari.  Svia.  Q.  Su  via  losJo  em- 
piete. Ma  empietegli  bene,  E  dogli:  e  me- 
Lrclc.  E  tiuUe,  «  lagene,  E  doì,  che  rao- 
tiamo.    Intanto   beviamo.   (A) 

TRULLAKK.  F.  A.  Tirar  coregge, 
.Spetezzare.  Lai.  pedere ,  sowim  ventris 
emttlere.  r.r.  TT'isociv.  Pant.  tnf.  a8.  Rol- 
lo dal  mento  infin  dove  si  trulla.  Bttt. 
IVI  :  Infin  dove  si  trulla,  cioè  infino  alla 
parte  di  dietro  di  sotto,  disonesta  a  no- 
minare, onde  si  fa  spesse  volte  mono  per 
ventosità  del  ventre  Pataff.  6.  Le  eoma 
ha   la   giraffa,  e   '1  cui   le   trulla. 

•f  TRULLO.  /'.  A.  Peto,  C^teggia. 
Lat.  crepitus  ventris,  pedititm.  Gr.  à$tì- 
X'>c.  Frane.  Sacch,  rim.  68.  E  pur  cer- 
cando vo  qualche  Irastullo,  Che  mi  tran- 
quilli il  dolor,  che  mi  stanca  Sì,  che  • 
gran  pena  allor  farci  tin  trullo. 

•f  *  TRUNCARE.  /  .  L.  Troncare. 
Sannaz.  Arcad.  egl.  10.  l*ESlor,  la  noce, 
che  con  r  ombre  fcgide  Noce  allo  biade,  or 
eh'  e  ben  le mpo,  liunchcsi  Pria  che  ec.  'A) 

*  TRUCCO.  Lo  stesso  che  Tronco.  Ar. 
Fur.  Ai.  9.  Sciolto  era  1'  elmo  e  disar- 
mato il  collo  ;  Si  che  lu  taglio  nello  co- 
me  un  giunco.  Cadde  ;  e  die  nel  sabhion 
r  ultimo  crollo  Del  rcgnator  di  Lil>ia  il 
grave  Irunco  (  qui  nel  senso  del  §.  II. 
di    TRONCO).  (M) 

TRUt>GO.  Truogolo.  l.a\.  aqualiculus. 
Gr.  Tfi'J/Ar,.  I.ih.  cur.  malati.  Steann 
in  truogo  pieno  d'acqua.  Itureh.  |.  88- 
Dove  Assalonne  vide  Diana  ignuda.  Che 
si  bagnava  nel  beato  Iruogo.  Lib.  Son. 
111.  Ora  riposa,  e  piti  lornati  al  Iruogo. 
:'.'  Lor.  Med.  fìeon.  3.  l64-  Come,  tor- 
nando da  pastura  al  truogo.  Corrono  1 
porci  per  la  pappolata;  Cosi  costnr   ce  (  B) 

3  TRUOGOLCeTROGOLO.  Fasoper 
lo  più  di  figura  quadrangolare,  che  ser- 
ve a  tenervi  entro  il  mangiare  per  li  pol- 
li, o  pei  porci,  e  talora  a  tenert-i  acqua 
per  diversi  usi,  e  questo  per  lo  più  è  di 
pietra,  o  di  muraglia.  l.«t.  aquahcutus. 
Gr.  Tcw'v'*!  ■''•  .^/''oftr.  Togli  della  Irr- 
ra  eh'  e  nel  truogolo,  che  sta  lolto  la 
ruota   del   fabbro. 

5>  §.  I.  Trossolo,  dicesi  anche  a  un  Ta- 
so grande  di  pietre  nel  quale  si  pigia  P  uva 
per  fair  ti  vino.  •»  Soder.  Colt.  72.  In  Spa- 
gna ,  e  altrove,  dove  fanno  vioi  gagliar- 
dissimi, si  possono  premer  1'  uve,  come 
fanno,  ne'  grandissimi  trogoli  murati,  rhc 
tengano  Itene».  (  C)  ^ 

•?  §.  IL  Truogolo,  chiamano  1  Conciato!  i 
la  Calt1,MÌn  in  cui  si  fa  scaldarr  P  acqua 
alluminata  ed  il  sego  per  In  concia  del 
siigatto.   (A) 

TRUOKO.  /'.  /*.  Tuono.  L»t.  Ioni trus. 
Gr.  ^povTfì.  Guid.  G.  E  d'ogni  luogo 
rugghiarono  i  romonski  truuni  con  varia- 
ti baimi.  Fr.  Giord.  Pred.  Il  iruoDo  non 
s'ode  a  pena  dicci  mi;;1ia  ;  forse  olio  mi- 
glia l'ode,  ec.  :  ben  dire  san  Giov^nai. 
eh'  udì  vi>ci  di  Iruono,  eh*  usrlano  della 
sedia  d"  Iddio.  G.  F.  11.  99  a.  Avven- 
ne in  Firenze  ce.  grandi  e  disordinati  irun- 
ni,  e  baleni. 

f  TRUl'PA.  y limerò  più,  o  men  grandt 
di  gente  unita  insieme:  Frotta,  t^  .^alt'in. 
Odi.ts.  Rene  io  so  'l  [dolilo  Maneggiar  ar- 
co, e  pruno  colpirei  Un  uomo,  saeltan- 
di)  in  una  truppa  D' uomin  roalrani  /'' 
altrove  :  Ma  quando  intorno  alla  citik  di 
l'roia  Combaltevano  Achei.*  non  mai  in 
truppa.  Ne  in  drappello  d*  u>'min  rima- 
oea     r-V> 


T  R  U 


T  U  B 


X  U  B 


i6a3 


*  §•  Truppa,  nel  numero  del  più,  di- 
tesi di  Tutte  U  milizie  di  uno  stato,  dei 
soldati  che  compongono  un  esercito.  Lai. 
copitr.  Baldin.  tsiendo  sopravvenuU  U 
guerra  civile  di  Parigi,  più  e  più  volle 
i\  lece  vedere  colle  truppe  uriujlo  di  mo- 
ftcbettu  e  miccia  acceca  .  Salvia,  lliad. 
Àio.  E  più  le  truppe  all'  ordioe  &i  tuisti- 
ro  Dopu  che  il  Kcgc  udirò.  f.V> 

*  TKUTlLAKfc.  Zirlat-e.  l  arch.  Er- 
tol.  62.  Le  ne  1000  molli  allri,  come  de' 
curvi  il  crucitarc  ec,  e  Irulilare  dei  lor- 
di. (•) 

X  V 

TU.  Pronome  primitivo  della  seconda 
persona  singolare,  così  di  maschio,  come 
di  femmina.  Si  usa  solamente  nel  caso 
retto,  sen-endosi  negli  obbliqui  di  TE,  e 
TI.  Oli  antichi  usarono  talora  TUE  in 
vece  di  XU.  Lai.  /".  Gr.  aJ-  Bocc.  nov. 
43.  10.  Che  vai  tu  a  questa  ora  cosi  so* 
la  faceodo  per  quella  contrada  ?  Vant. 
Par.  2  Ma  dimmi  quel  che  tu  da  te  ne 
peniì.  Petr.  son.  IO-  Ma  tanto  ben  sol 
tronchi  e  lai  impcrleltu  Tu^  che  da  noi, 
signor   mio,  li  scompagne,    yov.   ant.    71- 

1.  Or,  6gliuolo  mio,  perchè  ti  rammari- 
chi lue?  perch'io  mi  parta  da  le  ?  h  nov. 
100.  9.  lo  voglio  che  tue  vi  vadi,  e  me- 
ni teco  mogliata,  e  tuo  piccolo  6gliuolo  , 
e  il  cane.  /  tt.  Bari.  3.  O  tue  ìolle  ani- 
ma perduta,  per  quale  cagione  hai  tu  cdtii- 
biata  la  tua  gloria  ec.  ,  che  lue  sai  cer- 
tamente che  lue  cri  il  primo  barone  ? 

§.  I.  Talora  si  replica  questo  prono- 
me sema  alcuna  necessità,  per  maggiore 
espressione,  /jocc.  g.  6.  p.  6.  Valli  con 
Dio  :  credi  tu  sapere  più  di  me  tu,  che 
non  hai  ancora  rasciutli  gli  occhi?  £  nov. 
61.  Q.  Tu  di'  lue  paiole  tu.  •'*•  J  rane. 
.S'acin.  acv.  22.  (Jomiuciarouu  tra  loro  a 
sorridere,  e  tiiati^i  da  parte,  disse  V  uoo 
air  altro  :  vuo'  tu  piedicar  tu?  Morg.  18. 
47.  Che  tu  »t*  tu  ribaldo  e  traditore^  Ma 
ne  \erià  Rinaldo  in  qualche  mudo,  E  ca- 
veratli  con  sue  mani  il   coi  e.  (J>J 

'v  §.  11.  Tu,  quando  si  appicca  alle 
*'OCi  dei  verdi,  in  alcuni  tempi  fa  loro 
perdere  la  sillaba  finale.    ì'it.   SS.    l  ad. 

2.  388.  Polrcstu  Tare  eh'  io  1'  avessi  ? 
Petr.  son.  299.  ^on  pianger  più;  aun 
m'hai  tu  pianto  assai?  Ch'or  ioslu  vivo 
com' io  non  son  morta.  { fj  Morg.  5-  5. 
Disse  Rinaldo:  Vede^tu  mai  tordo  Ch' a- 

'Vtssi,  com'  ebb'  io,  della  ramata  ?  Dav . 
Mon.  121.  Adunque  vorrestù  ,  la  zecca 
metterci  la  spesa  del  suo  ?  (Vj 

§.  IH.  Diciamo  Stare  a  tu  per  tu,  o 
simili,  che  vale  Ao/i  si  lasciar  soperchiar 
dall'  avversario  in  parole^  ma  risponder- 
gli a  ogni  minimo  che.  Lai.  verbuni  ver- 
bo responderc.  Or.  zzTa  iì'^cv  arra/^t- 
Vft535ti.  Toc.  Dav.  Ann.  ìQ.ZZQ.  Come 
Veterc  ^intese  d'  avere  a  slare  a  tu  per 
tu  con  un  suo  Idierlo,se  n'andò  io  villa 
a  Mola.  /  art/t.  Suoc.  2.  4*  I^l?''  ^  ™i° 
marito,  e  non  è  ragionevole,  rhe  io  mi 
punga   a  contenderla  seco  a   tu  per   lu. 

§.  IV.  Par  ilei  tu  ad  alcuno,  vale  l'ar- 
Jargli  ui  seconda  persona.  Car.  leti.  1. 
38-  Impeto  non  mi  curo  che  mi  diate  del 
tu.  quando  mi  fate  del  %  oi.  ^=  iJuon.  Pier. 
J-  2.  II.  Or  che  strapazzo  è  questo  del- 
ie leggi.  Vilipendio  dei  bandi  ?  Che  scher- 
no de'  ministri?  A  una  persona  dar  del 
tu,  par  mia,  A  cui  '1  Podestà  stesso  Uà 
del   voìsigoona?   (Bj 

TUBA.  f.  L.  'Promba.LìU  tuba.  Dani, 
l'urg  17.  Uom  non  s'accorge.  Perchè 
d' intorno  suoniu  mille  lui»-*.  L  f'ar.  6. 
Dove  sentia  la  pompeiana  tuba-  Ar.  tur. 
34.  59.  Finche  dien  segno  raugcli(hc 
tube,'iChe  torni  Cristo  in  sulla  bianca  au- 
It.  Morg.  27.   195.  Sarebbe  mai  quel   di 


che  il  mondo  aspetta  ,  Quando  e'  vena 
quella  tcrtibil  tuia? 

*  §.  I.  Tuba,  per  Canto  epico.  Ar. 
Pur.  25.  26.  Non  fu  si  santo  ne  benigno 
Augusto,  Cometa  tuba  dì  Viigitio  suoua: 
L'  avere  avuto  in  poesia  buon  gu>to  La 
proscriziun   inìi|Ua  {;lt    |  cidona.   f  .*/> 

f  ^:  g.  II.  I  er  Poeta  epico.  Ar.  Sat. 
6-  Tenea  d'ambe  le  lingue  i  bei  secreti, 
E  polea  giudicar  se  miglior  (uba  Ebbe  il 
Bgliuol  di   Venere,  o  di  Teli.  ( MJ 

"t  *  §■  '"•  '  Noloinisti  danno  il  no- 
me di  Tube,  per  lo  più  con  l' aggiunto 
di  Palloppiane,  a  due  prolungamenti  del- 
l'utero  ,  o  due  cantili  membranosi ,  che 
dal  fondo  dell'  utero  vtmno  alfe  ovaie  j  e 
sono  così  delti,  perchè  in  fatti  sono  a 
guisa  di  trombe  sottili  al  principio  dell' 
utero,  e  quindi  sempre  più  larghe  Jino 
aWeslrema  boi  ca.Ldt.  tuba-  lallopii.  l.ed. 
lett.  1.  110.  Se  a  me  toccasse  da  far  la 
parte  del  giudice,  seutenziereì  a  favor  del- 
le tube  Tilloppiane.  /.'  appresso:  Gon6ato 
V  utero  con  uno  scbizzaloio  a  vento,  si 
gonfiano  aucoia  le  tube  falloppiane.  K 
Cons.  1.  1:^8.  Entrando  poscia  (l'uovo) 
per  quel  forame  che  è  nell'  eslreniilà  più 
larga  delle  tube  falloppiane,  spinto  dal  muto 
peristaltico  di  esse  tuie,  se  ne  cala  giù, 
ec.  /.  14*^-  Pu^  anch' eisere  ec.  che  le  tu- 
be falloppiane  non  abbiano  apertura.  (*) 
E  26-I.  Dall'utero  di  qualsisia  femmina 
nascono  due  corpi  in  foggia  di  trombe  , 
che  però  tube  falloppiane  dal  nome  del 
primo  osservatore  sono  stale  chiiimale.  (B) 

•f  --::  TUBANTE.  Che  (uba,  (he  dà 
fiato  alla  tromba j  e  ^guratamenle  detto 
della  colomba,  per  Cernente,  Susnrrante. 
Salvia.  Opp.  Cacc.  E  come  tra  gli  au;^eHi 
ban  senza  posa  Amor  de' proprii  6gli  l'os- 
sifraghe ,  Le  colombe  tubanti  in  grave 
tuono,  ec.  (A) 

"t  *  TUBARE.  Par  fato  alla  tuba, 
e  fguratam.  Cernere,  Susurrare  a  modo 
della  tortora  e  delle  colombe.  Salvin.  Arai, 
pr.  Ivi  dall'  acqua  Gridano  i  padri  delle 
ranoccbielle,  O  sul  mallin  tuba  ^oliugo 
gufo.  /■;  Teocr.  Idill.  7.  L' alludoleita  e 
'1  cardellin  cantavano.  Gemebonda  la  tor- 
tora  (oliava.   (A) 

'>  TUBERÀ.   F.  TUBERO.  (•) 

*TUBERC0LETTO.  Dimmut.di  Tu- 
bercolo. Bed.  Cons.  I.  7.  Quei  tre  lubcr- 
colelli  ec.  mostravano  apparentemente  mi- 
nor rossore.  K  Oss.  an.  21.  Tulli  i  mu- 
scoli deir  addomine  erano  tempestati  d*  in- 
nuiiierabili  f;ldnduletle  o  tubercolelli.  /:." 
appresso:  Ci.iscuno  de'  quali  tubercolelli 
conteneva  inlernanieiile  TdCLbiu.so  un  ver- 
me. P  l56-  i)ì  simili  lubercoletti  vermi- 
nosi ho  scoperti  qualche  volta  ancora  ne' 
gronghi.   {•) 

*f  '-^-  TUBERCOLO.  Tumorettù.  Lat. 
tuhercufum.  Gr.  oy/iOisv.  lied.  Cons.  1. 
7.  Air  mtorno  dei  suddetti  tubercoli  son 
cascali  1  [leli,  e  di  più  dai  medesimi  tu- 
bercoli geme  un  certo  fluido,  ec.  P  Oss. 
an.  21.  Di  quelle  glandulelle  u  tuberco- 
li ve   n'erano  anciira   di   pili  grosselti.   {*) 

•-:-  TUBEHCULUTO.  Add.  Termuiede' 
Medici.   .Sparso  dt   tubercoli,   (.h 

t  TUBHl'.O,  e  TLBIìKA.  Albero  che 
produce  un  frutto  piccolo  e  tondo  d'  un 
grato  sapore  ,  agretto  j  detto  altrimenti 
Azzeritolo,  e  Lazzcruolo.  Lat.  tuber.  Or. 
uT^tfur^ii;.  Pallad.  iienn.  i8.  Di  questo 
mese  si  annestano  i  tuberi,  cioè  gli  azzeruo- 
U,  nel  melo  cotogno,  p.  h'ebbr.  37.  Agua- 
le anche  5'  innestano  le  tubere. 

§.  1.  Tubfro,  si  prende  anche  pel  Tar- 
tufo   nero.   Lat-  tuber. 

§.  IL  Tubero,  si  chiama  anche  la  Ha- 
dice  di  alcune  piante  grossa,  e  bernoc- 
co/uta,  ma  non  fatta  a  sfoglie  come  le 
cipolle.   Lat.    tuber. 

V  TUBEROSE,  Sorta  di  pesce.   Pros. 


l'ior.  4'  108.  Restava  per  cibo  dì  quei 
bestiali  Brassili,  o  de  pesci  tuberoui,  1'  uno 
e  l'altro  de' quali  divorauQ  carni  uma- 
ne. {•) 

TUBEROSITÀ',  TUBEROSITADE.  e 
TlBEhOSITATE.  fstratto  di  Tuberoso. 
Cr.  6.  60.  1.  Contro  alle  fredde  aposte- 
me si  pri-uda  la  della  eiba  tutta  colie  sue 
luberositadi.  p  appresso;  A  far  bella  e 
netta  la  faccia,  e  assottigliar  la  buccia,  si 
faccia  polvere  sottile  delle  sue  tubcrosila- 
di  secche,  e  conrelle  con  acqua  rosata. 
*  lied.  Jns.  i35.  Mi  furono  portati  de' 
rami  di  salcio,  nelle  foglie  de'  quali  cran 
pale  certe  tuberosità,  o  yuu6elti  di  color 
verde.   (ÌS) 

f  TUBKPO.SO.  Sust.  Sorta  di  foie 
noto,  candido,  e  odoroso,  prodotto  da  una 
pianta  con  radice  bulbosa  che  porta  lo 
stesso  nome.  Lat.  hj  acintus,  Indicus  tu- 
berosus.  ^'  fttd.  Oss.  nnn.  'J^.  Soggiun- 
gnerò  qui  appresso  quanto  m'èavvenuto 
co'  >;ìacinli  maggiori  indiani  bianchì,  toI- 
garmeote  chiamati  giacinti  tuberosi  (qui 
in    forza    d*  add.).   (  ) 

TUBEROSO.  .Idd.  Pieno  di  bitorzoli, 
o  di  bernoccoli.  Lai.    titberosus. 

V  TLBO.  Term.  degli  Artisti.  Cosa 
fatta  in  forma  di  cilindro,  cava,  e  aperta 
per  la  lunghezza  dell'  asse.  (A) 

*  TUCA>0.  Term.  degli  Ornitologi. 
eccello  americano  della  grossezza  del  pic- 
cion  domestico  ,  detto  volgarmente  3fan- 
gitipepe.  Il  suo  becco  è  straordinariamen- 
te grosso  a  proporzione  del  capo ,  di  su- 
stanza  cornea  ,  di'ifana  ,  levigatissima  , 
ed  è  più  o  meno  dentato  a  foggia  di  se* 
ga  .  Il  corpo  è  dove  rosso  ,  dove  nero  , 
dove  giallognolo,  e  leggiadramente  varia- 
lo,  f.lj 

*  TUE.  r.  A.  r.  TU.  (nj 

TCELLO  .  Cr.  9.  55.  I.  Tuello  si  è 
un  tenerume  d'  osso,  fatto  a  modo  d'un- 
ghia ,  il  qual  nutrisce  V  uuj^hia  (  del  ca- 
vallo J,  e  ritiene  in  se  la  radice  dell'un- 
ghia; la  cura  è  tale.  Se  1  tuello  sarà 
tosino  al  fondo  troppo  daiinìfìcalo  ,  salu- 
tevolmente si  cura  col  disolamenlo  dell' 
unghia-  E  cop.  .^O.  I.  Gillando  per  la 
fessura  alcuna  volta  sangue  vivo,  la  qual 
cosa  avviene  per  la  lesion  del  tuello  eh'  è 
dentro  all'  unghia,  conciossiacosaché  que- 
sta infermità  abbia  cominciamenlo,  e  capo 
dal    lucilo. 

•f  *  TUFATO  .  Add.  da  Stufa.  Ag- 
giunto di  Luogo  basso,  che  ha  poc'nria, 
caldo,  e  fumicoso  .  Salvin.  Pier.  iJuOn. 
3.  4-  4-  ^*'''^"'»  ^ti'f*^-  Stufe,  bagni  caldi, 
da  rJi;i^,  fummo,  e  da  questo  dicfaiamo 
luogo  tufnto  ,  basso  ,  funmiicoso  .  Alleg. 
Slauza  maniitcoDÌra   e   lutala.    (Aj 

•f  •^'  TUFFA-ME-\Tp.  L'alto  di  tuf- 
fare. Immersione.  Salvin.  Tane.  Buon. 
3.  10  Tuffala,  cioè  immergila  ec.  Allude 
al  rito  del  tutì'aiiicnto,  ovv^^ro  immersiune, 
per  CUI  s'  amministrava  il  sagramenlo  del 
Battesimo.    (A) 

3  TUFFARE.  Sommergere  in  acqua  , 
o  in  altro  liquore  cltecihessia  ,  e  per  io 
più  cavandomi  subitamente.  Lat.  immer- 
gere,  mergere .  Or.  t^jiSaTCTìiv  ,  ^KTlTt- 
5;iv.  Pallad.  Pebbr.  27.  li  poi  in  quella 
(acqua  salsa,  raffreddala  tuffano  le  pere, 
e  un  pochetto  slate  iv'  entro ,  le  ne  trag- 
gono . 

g.  I.  Tuffare,  per  Jntignere  semplice- 
mente .  Lai.  intingere  .  Gr.  ZfièU~Tiiv  . 
piamm.  7.  21.  E  che  può  cuocere  il  fuo- 
co, o  il  caldo  ferro,  o  1  fonduti  metalli  a 
chi  dentro  subitamenle  vi  tutfa  il  dito,  e 
subilo  fuori  ne  'I  trae? 

g.  IL  Tuffare  ,  f^uratam.  Amet.  77. 
.*;oave  sonno'mi  ripii;lio,  né  prima  nel  pro- 
fondo di  quello  fui  tuffalo,  che  le  già  delle 
di  me  schcrniirici  mi  furono  davanti.  Lab. 
340.  Con  parole  che  degne  paion  di  fede, 


1624 


T  U  F 


Del  profoado  dì  aìnferDo  il  luffate  e  na- 
icoodcle  .  *  Tasf.  Gcr.  14.  2.  Ed  esii 
ogni  peDsicr  clic  il  di  conduce  Tuffalo 
aveano  in  dolce  oidio  profondo.  (Pj 

*  §.  IH.  Tuffare,  insignire,  netttr. 
pass,  vale  Sommergersi  mll'  acqua  ,  o 
in  altro  liquore.  «  Buon.  I-'icr.  3.  5.  2. 
Tuffo&si  lo  staffiere  y  e  porhi  passi  SoU* 
acqua  scorso  ce.  ,  Sorse  alla  riva  .  E  4* 
5.  3.  Spinloraivi  pc'jiiè,  sento  tuffar- 
mi ...  fyj 

f  g.  IV.  Tuffarsi  netr  acque,  o  simi' 
li  ,  dicesi  del  Sole  ,  o  di  altro  astro  che 
tramontando  paia  immergersi  in  mare , 
in  lago.o  Jìume.  Lai.  Decidere.  Gr.  ojs- 
ff&ai.  l'iamm.  l.  69-  Fel)o  surgenle  co* 
chiari  raggi  di  Gange  ,  infino  allora  che 
ncU'  onde  d'  Eipciia  si  luffa  ,  ce  /ìoes. 
Varch.  \.  rim.  2.  La  stella  che  tuffar  si 
dee  nel  mare  Di  Sp.igna,  russa  in  Oriente 
appare . 

§.  V.  Tuff'arsi,  si  dice  anche  dell' An- 
dare  di  %oglia  a  far  checchesxia  ,  ingol- 
farsi, ruon.  i'icr.  4  5.  I9  E  sai  se  certi 
Vi  si  tuffano  ogni  ora.  Malm.  I.  77.  Tal- 
ché lutti  tuffandosi  a  ijucl  vino,  S' inihria- 
caron  come  tante  monne  .  Mcnz.  sai.  1. 
E  sai  se  al  naso  mio  cresce  la  muffa  In 
veder  qual  si  tu  disprezzo  indegno  Di  chi 
su  i  liliri  a  faticar  si  tuffa.  Sah-ìn.  Disc. 
1.  286-  Chiunque  elihro  di  sua  fortuna 
»'  è  tuffalo  ueir  Olio  ,  e  ha  gustata  1'  ad- 
dormentata doUciia  d*  un'  i^aohil  pigri- 
sia  ,  ec. 

TUFFATO.  Add.  da  Tuffare.  Lai. 
obrutus,  dcmersus.  Gr.  /3Cr«:T3VTt33£!';- 
Amet  !\\.  Cosi  que>la,  del  primo  marito 
la  memoria  in  Lete  tuffala  ,  cominciò  a 
seguire  i  nuovi  amori. 

:;s  TUFFATOKE  .  Term.  degli  Orni- 
tologi.   I.o  slesso  che    Tuffetto.  (Aj 

*  TUFFATOUE.  Colui  che  ha  l'arte 
di  andar  sott'  acqua  .  Geli.  Capr.  h'ott. 
rag.  3.  Ora  ho  cono>clulo  Ìl  modo  ,  co- 
me fu  ingannalo  un  mio  comi-agno  ,  che 
faceva  professione  di  tuffatore,  da  unno- 
sUo  cittadino  ,  che  yli  vinse  certi  pesci , 
a  chi  più  stava  smUo  1'  acqua.  .'/?/  l'Ini- 
Adr.  Op.  mor.  4  >0.'>.  Si  narra  ancora 
che  i  tuffatori  preso  dell*  olio  iu  Iiocca  e 
nel  fondo  spruzzatolo ,  veggono  lume  e 
scorgono,  fl'j 

*  TU'FFETE.  7'oce  presa  dal  colpo 
di  archihiisataj  e  dinota  una  Cosa  subi- 
ta .  lied.  lett.  2.  154.  Tiiffcle  io  gne  ne 
delti  due  esemplari  ,  e  gli  dissi  che  gli 
mandasse  a  Vmlra  Signoria.  (*) 

V  TUFFETTO  .'Spffie  d'anitra,  co- 
sì detta  dall'  immergersi  e  notar  sovcn- 
te  soli'  acqua  ,  doic  si  procaccia  il  vitto 
cibandosi  di  pesciolini ,  e  di  piccoli  animali 
acquatici  i  detti  altrimenti  Tuffatore.  (A) 

*  TUFFETTONK-  Term.  de'  Caccia 
tori .  Uccello  simile  al  Tuffetto  ,  ma  di 
grossezza  atsai  maggiore.  (  ■/ 1 

5  TUFFO.  //  tuffare.  Pilfam  5.  2<). 
E  tanto  per  gran  tuffi  si  raldiuffa.  Che  sur- 
gc  in  Etiopia,  e  quivi  r-impc. 

§.  I.  Tuffo,  figurntnm.  per  R\-ìn,t. 
Lib,  Son.  1$.  (Questo  Ce  certo  V  ultimo 
tuo  tuffo. 

S-  II  Dare  il  tuffo.  ìed  DAME  IL 
TUFFO. 

*  §  III.  Di  tuffo  in  tuffo,  posto  avver- 
hialm.  ,  e  per  metaf.  %'afe  Pi  sproposito 
in  sproposito.  «  liiioa.  iUer.  3.  a.  12  E 
ingolfatomi  al  fin  di  tuffo  in  tuffo  .Nella 
tcapiglialura,  Cinsimi  la  stadera,  e  fei  da 
•e.  ".  {Ci 

*  TUFFO  .  .•/*/./  Tuffato  .  Haldov. 
Lam.  Cecc.  |3.  Mi  corso  un  lirigidio  giù 
per  le  rene,  Cimie  s' io  fus»Ì  luflo  m  qual- 
che gora,   (ftr: 

*  TUFFOI.INO.cTUFOLlNO.  Term. 
degli  Ornitologi.  Uccello  lacustre,  c'*'»« 
notatore  ,  così  detto  dal  suo   costume  di 


T   U  F 

tuffarsi  sotl'  acqua  per  prender  pesci,  e 
lombrichi.  (  4) 

•r  TUFFOLO  .  .Vome  generico  degli 
smerghi  così  detti  dal  tuffarsi  neW  acqua. 
Lai.  colymfius.  Gr.  /o/jwSj;.  fled.  lìsp. 
ins.  l.  i55.  1  mergbi,  che  volgarmente 
son  chiamali  marangoni,  i  luffoli  ec,  han- 
no gran  quantità  di  pollini  .  (')  Salvia, 
fìaeid.  lib.  5.  E  lungi  in  mare  un  sas- 
so ec.  Stanu  agli  aprici  tuffoli  grandissi- 
ma.    (Fj 

'f  TUFO.  Qualità  di  terreno,  il  qua- 
le non  e  altro  che  rena  di  varia  grana 
un  poco  impietrita.  Lat.  tophus.  Gr.  TlCì- 
pOi-  Cr.  4-  6.  I.  Il  tufo,  e  gli  altri  più 
duri,  ove  per  gelo  si  rilassano  e  per  sole, 
hellisìime  vigne  fanno  .  Pallad.  cap.  33. 
^el  tufo  e  Dctr  argilla  (i  mori)  a  fatica 
s'appigliano  Frane.  Sncch.  Op.  div-  l43. 
Era  tulio  cavato  in  una  pietra  (  il  sepol- 
cro dt  Cristo),  acciocrhc  i  Giudei,  se  fosse 
stato  in  tufo,  o  fra  la  terra,  non  potessono 
dire  :  egli  hanno  cavato  qualche  huca  >  e 
mandatolo  fra  la  terra. 

*  §.  Tufo,  per  similit.,  si  dice  degli 
C/mori  formati  e  ratsodati  nelle  articola- 
zioni a  guisa  di  tufo.  Lat.  *tophns.  Gr. 
■jt'Zpoi.  Red.  Cons.  i.  26.  Osservo  pari- 
mente, che  ce.  la  gotla  produce  altiesi  a 
lungo  andare  i  tuG  ed  i  calcinacci  nelle 
articolazioni  delle  mani  ,  de'  gomiti  ,  de' 
pìi'difC  delle  ginocchia.  (*) 

TUGURIETTO.  Pim.  di  Tugurio, 
Huon.  l-'icr.  4-  4-  5.  Un  picciol  luguriel- 
lo,  Un'umil  cascllina.  Segner.  Crisi,  in- 
slr.  1.  16.  II.  il  mal  6i;liuolo  arrivò  fino 
a  segno  di  porre  il  vecchio  fuori  di  caia 
in  un  mìsero  lugurifllo. 

TUGURIO,  e  TIGURIO.  Casa  pove- 
ra ,  o  contadinesca.  Lat.  tugnrium.  Gr. 
Jt«)je»3  .  J'it.  SS.  I\id.  I.  69.  Quando 
slava  in  quel  ligurio,  ovvero  c:ipjnnetta. 
fìuon.  Fier.  t\.  !\.  12  Ovvero  a'  lor  tu- 
gurii  ,  alle  lor  grotte  >'on  manomesse  e 
illese  le  rimorchiano-  E  5.  1.  8.  La  fre- 
quenza e  l'uso  De' lor  tugurii.  Fir.  As. 
3-  Essendo  conteolo  di  cosi  pìccolo  tu- 
gurio.  •'?  Car.  Fn.  12.  852.  E  solo  il 
suo  tuj;urÌo  Avea  per  reggia  ,  e  per  si- 
gnore il  padre,  Povero  agricollor  de*  cam- 
pi altrui.  (Bi 

TULIPANO.  Pianta  che Ja  cipolla,  e 
fiore  non  odoroso,  ma  vago  per  la  diver- 
sità de'  suoi  colori.  Sonne  di  moltissime 
spezie.  Alcuni  hanno  il  fiore  col 'e  foglie 
quasi  tagliuzzate,  e  questi  si  dicono  Par- 
rucchcili  j  altri  colle  foglie  del  fiore  in- 
terr-  ,  che  si  addimandano  Tromboni  j  e 
di  questi  sonne  alcuni  di  minor  Janna  , 
che  comunemente  si  dicono  Laacmole.  Lat. 
Julipa . 

TUMEFATTO.  J'.  L.  Add.  Tumoro- 
so.  Tumido.  Lai-  tume/aclus,  ttirgidits. 
Gr.  o*/''j.'o>j..  Aaiet.  21.  Le  vermiglio 
guance  non  lumi<ra1te  ce.  ne'  suoi  luoghi 
sotto  i  l'clli  orchi  tt'stcvoli  si  mostrava- 
no. *  ftuc.  .-tp.  236.  Ma  quel  rlie  squal- 
lur  livido  dipinf;e  K  di  poco  valor,  che 
appena  dietro  Strascinar  puossi  il  lume- 
fallo  venire     ft^) 

*  TUMKFAZIONE.  Cotfiamento, Gon- 
fiagione. Lai.  tttmor.  r.r.  9i*^if}ii;.  Red. 
leti.  I  4^9  ^^  r  affanno  e  la  tumefa- 
lione  scemasse,  queste  tre  lihlire  di  uri- 
na non  mi  parrcldtono  totalmrntr  poche 
al  nostro  prc^en(e  hisogno;  ma  scriven- 
domi V.  S-  Eecrllentits-  che  con  tulle 
queste  tre  lililiie  di  urina  cresce  nulladi- 
meno  PalTanno  e  la  tumefatione,  liisu- 
gna   conlV»*are  che    re.  (*) 

•j-  «  TUMIDEGGUUE.  Pare  nel  tu- 
mido, nell' ampolloso,  (lori  Long  se:.  3. 
Hifficilitsima  rota  par  che  sia  ìl  guardar- 
si  dal  tiiinidcggiaic  er.  ,  per  fuggir  la 
taccia    d'  e**er   dt-lioli    e  vecchi     (A: 

tr   TUMIDETTO.    Pim    di     TumUs'. 


T   U  M 

Tasi.  Rim.  son.  Quel  lahbro  che  le  ro- 
se ban  colorito.  Molle  si  sporge,  e  tumi- 
dclto  in  fuore,  spinto  per  arte,  mi  cred* 
io.  d'  Amore  Per  fare  a  baci  inudioto  io- 
vi  lo.  (IVj 

*  TOMIDEZZA.  Gonfiezza,  Gonfia- 
gione. Lai.  tumidttas.  «ir  iy/'o;  ■  Red. 
Cons.  I.  258.  Osserva  sovcnlcmente  qual- 
che tumidecza,  nella  quale  ni»n  resta  1* 
impressione  del  dito  ,  se  con  esso  dito 
venga  premulo  il  laogo  della  tumidetxa. 
F  261  ■  Ha  qualche  poca  di  tumideua 
nelle  gaml>e,  gravexza  ed  affanno  ari  sa- 
lire  le  scale,   ma  con  tulio  ciò  ec.  (•) 

*  g.  Tumidezsa,  figuratam.  diceti  del- 
lo Stile.  Tass.  Disc.  poet.  Dalla  compo- 
sizione delle  parole  nascerà  la  tumideua 
se  r  orazione  non  solo  sarà  numerosa  , 
ma   sopra  modo   numerosa.  (FP) 

TUMIDO,  y  L.  Idd.  Gonfio.  Lat. 
tumidus.  Gr.  oy/woci-  *  Polii.  *t.  1. 
112.  L'  ardile  Ninfe  l'asine!  suo  pavido 
Fungon  col  tirso,  ed  ei  con  le  man  tu- 
mide A*  crin  s'appiglia;  e  mentre  ec.  (B) 
fìu.jn.  Ficr.  4  4-  7-  In^pfgnan  r  alimi 
tcslr  ,  e  si  fumose  Le  rendono  e  sì  tu- 
mide, ec.  Cuar.  Pas*.  fid.  1.  4  II  lumi* 
do  Ladon  ruppe  le  sponde.  Sicché  l'a  do- 
ve'avean  gli  auj^elU  il  nido,  Notaro  i 
pesci. 

•  ^  g.  I.  F  fguratam.  per  Superhc  , 
Altero.  Ar.  Fur.  27.  121.  Non  però  sia- 
te tumide  e  fastose  Donne  ,  per  dir  che 
l'uom  sia  Toslro   6g1io.  iFPj 

f?  g.  II.  Ecol  secondo  caso.  Omel.  S- 
Greg.  2  1 3.  Questo  fu  ancora  quello 
che  il  mise  in  inferno,  perche  fu  tumido 
della    sua    feliciti.   ^V; 

TVMOnE.  tronfiezza ,  Fnfiamento.  Lai. 
tumor.  Gr.  o'yxT^.  Petr.  cap.  8.  Che  'I 
livido  maligno  Tumor  di  sangue  bene  o- 
prando  oppresse. 

g.  Per  metaf  vale  Alterigia,  Superlùa. 
Lai.  superbia.  Gr.  ÙTrs^^ipavt'a.  Pant. 
Piirg.  II.  Lo  luo  ver  dir  m'  incuora. 
Buona  umiU'a,  e  gran  tumor  m'appiani. 
Cavale.  Fnitt.  lìng.  Il  tumore  e  1*  enfia- 
gione dilla  mia  mente  supTla  non  mi 
lasciava  vederla  verili,  perocché  'l  tumor 
della   mento    è  oslacol   di  verità. 

•f  TUMORETTO.  Dim.  di  Tumorrj 
Piccolo  tumore.  Red.  Cons.  |.  l3.  Fa 
di  mestici^  considerare  le  ec.  lieno  sia- 
li di  quella  sorte  di  tumorelti,  clic  gran- 
dine lU'llc  palpebre  sono  chiamati  da' 
chirurghi,  ovvero  sieno  di  quelP  altra  sor- 
te di  lumoretli  ec,  i  quaU  cou  nome  ge- 
nerate da' chirurghi  sì  appellano  escresceo- 
le  flemmatiche. 

*  TUMOnoSITA\TUMOROSITADE, 
e  TUMOROSITATE.  Astratto  rfi  Tu- 
moroto.  I.at.  tumor.  Cr.  oio'Jtti.  Filoc. 
2.  208  Gì'  incominciò  a  sorgere  una  lu- 
morosita  dal  venire,  e  venirgli  alla  lr»lj, 
e  tanto  gliele  ingrossò  subilameole,  ihe 
er.   e» 

TUMOROSO.  Add. Che  ha  tumore.  Lai. 
tumidus.  Gr.  oyttiòr.t.  Amet.  17.  Con 
non  lumorose  labbra,  di  oalurtlr  vermi- 
glio   miranti. 

TUMULARE,  y.  l.  Seppellire.  Lil. 
tumulare.  Gr.  ^a^TTHi».  Fr.  tae.  T.  4 
23.  12  Sotto  terra  è  tumulalo.  F  !^.  33 
|3.  Il  peccalo  mena  1*  alma  Al  septdrro 
drir  Inlernn.  Eil   ivi  è  si   tumulala. 

TUMULO,  t^.  /..  Sepolcro  Lat  l«- 
mtiliit.  Fir.  rim.  qi.  Violando  Le  Donie 
scp-dcrali.  o  i  santi  tumuli.  Pietosi  aeco- 
gliior  delle  sani' ovia.  Ch'entro  vi  poter 
pie  e  giurie  inani.  *  Car.  Fn.  5.  IS^- 
E  selle  volle  Con  sette  giri  al  tomaio  s* 
avvolse.   fCt 

TUMULTO.  Romort.e  Fracéisro  di  pò- 
pAlo  .«oflevato,  e  comm^^tro  Lai.  tumultur. 
Gr.a9py,9.n.  G.  V.  li  i  a  Onde  rr*  gran- 
de  il  romore  e  *l  tumulto,   rhe   appvoa   si 


T  U  M 


T  t  M 


TUO 


1625 


poteva  udiif  ì  luoni.  Jiocc. nov,  li.  3.  Iq 
tanto  tumuUo  e  tliscorrinicnto  di  popolo 
avvcnac  tbe  ìd  Treviri  giunsero  ti  e  no- 
stri cilladiiii.  Dant.  Inf.  3.  Facevano  un 
lumulto,  il  qual  s*  aggira  Sempre  in  qucl- 
r  aria  scntu   Iciiipo    tinta. 

TUMULTUAWTE.  Che  tumultua.  Lat. 
tumultuiuts.  Gr.  ^opvSóìv.  t'iamm.  i\  ■ 
l49-  Sovente  fi  soniti)  u  da  pronte  sol- 
lecitudini cittadine,  o  da  strepiti  di  tu- 
multuante famiglia  son  rotti.  Serd.  Star, 
Jnd.  3.  i3o.  Si  fecero  guide  e  capi  di 
tumultuanti  soldati. 

•f  TUMULTUAnE.  Far  tunfulCo. 'Lai. 
tuniu/lunrt.  Gr.  ^op\J^iì-i.  Mor.  liur.  6. 
l52.  Tumultuandosi  m  pruova  alquanto^ 
sì  picchiere  da  canto  uno  scudo.  £»o/i.  Fier. 
4  •  4  ■  18  .  Quindi  nì  scopi'on  tutte  e 
ptaaze  e  strade  Più  principali;  quindi  Scen- 
der da  alto  ec.  ,  E  di  persone  Tumul- 
tuare UQ  caos,  ce.  J'iirih  .  Star.  i^.  83. 
Saputosi  dalli  Sp.iguuuU  la  ciigiune  della 
sua  venuta,  fu  ;dquanto  tumultuato.  ^  Cnr. 
En.  II.  354*  Altri  d*  altro  parere  altre 
ragioni  Dicean  per  Turno,  ec.  ;  Ed  ecco 
intanto  Che  cosi  si  tumultua  e  si  trava* 
glia.  Mesti  sopravvenir  gì'  imbasciaduri. 
(B) 

^  §.  Tumultuare,  si  dice  anche  del- 
lo stomaco  tjuando  ribolie  per  indigeslio- 
ne.  Bocc.  Com.  Dant.  Come  i  ventri  s' 
empiano,  tumultuino  gli  stomachi,  come 
fummino  i   cerel<ri.  (Jj 

5  XUMtiLTUARIAME.NTE.  Myerb  . 
Con  tumulto.  Lat.  tumultuario.  Gr.  £X  fow 
rra/SKTUXo'vTo^.  Scgr.  Fior.  Stor.  2.  55. 
Volere  con  rovina  di  Firenze  tumultua- 
riamente &opra  una  semplice  relazione  cor- 
reggerla. 

V.  §.  J  ale  anche  In  fretta  e  confusa' 
mente.  «  Stor.  Eur.  2.  34-  Ed  in  que- 
sta maniera  po^lo  insieme  un  esercito  as- 
sai gagliardo,  ancora  tumulluariameate  rac- 
colto, ec.  "  .   (iV) 

5  TUMULTUARIO.  Jdd.  Fatto  sen- 
xa  ordine.  Confuso,  Pieno  di  tu:nulto. 
Lat.  tumultuosus.  Gr.  &opu^w'o»];.  Lii'. 
Dee.  3.  Ne'quali  lumuUuariì  corabatlimen- 
ti  non  morivano  guari  più  Saguutini  che 
Cartaginesi. 

^  g.  Tumultuario  ,  è  anche  aggiunto 
d*  Esercito,  di  Leva,  Soldati,  e  simili ,  e 
vale  Esercito,  Leva,  ce.  raccolto  in  gran 
fretta,  e  mandato  alla  guerra  senza  es- 
serne stato  prima  ammaestrato.  «  ^r. 
I''ur.  4fi-  96.  E  con  tumultuaria  e  poca 
gente  A  uu  eseicilo  instrutto  si  va  a  op- 
porre n.  Cuicc.  Stor.  6.  y'e  si  poteva  con 
prestezza  mettere  insieme  altro  che  fan- 
terie tumultuarie  e  coUcltizie.  E  19.  igO. 
Ma  non  potevano  finalmente  genti  tumul- 
tuarie e  collettizie  ec  far  cose  di  mo- 
mento grande.  (Cj 

TUMULTUAZl OKE. 2 um«/io. Lat.  tu- 
multus.  Gr.  sópu^oc.  Guicc.  Star.  I.^S. 
La  città  facesse  tumultuazionc,  incitando. 
E  48.  Concitato  il  popolo  a  questa  tu- 
m  ul  tu  azione - 

TUMULTUOSAMENTE.  Avverò.  Con 
tumulto.  Tumultuariamente.  Lat  tumul- 
tuario. Gr.  ex  TOÙ  TrapaTu^fo'vTO^C.  Bocc. 
fit.  Dant.  255.  Wel  tempo  che  tumul- 
tuosamente la  ingrata  e  disordinata  plebe 
gli  era.  più  vaga  di  preda,  che  di  giusta 
vendetta,  corsa  alla  casa,  trovò  li  detti  sette 
canti.  /  arch.  Stor.  2.  3l.  Tutto  ìt  popolo  tu- 
multuosamente fu  corso  in  piazza.  Borgh. 
Ong.  Ftr.  91.  Avea  pur  divisi,  ma  si 
può  dire  tumuUuosameute,  alcuni  terreni. 

V  §.  Per  Confusamente,  Scnz'  ordine. 
Oiov.  Geli.  Fit.  Alf.  62.  E  non  è  dub- 
bio che  tutto  r  esercito  del  Duca  spìnto 
in  quella  paura  tumultuosamente  fuori 
della  porta,  e  nou  messo  interamente  in 
ordinanza,  poteva  esser  rotto,  e  presa  la 
terra.  (C) 

Vocabolario   T.   il. 


*  TUMULTUOSISSIMO.  Superi    di 

Tumultuoso.  Borgh.  Fies-  3l2.  Ne  mi 
si  dica  quij  che  in  queste  distribuzioni 
triumvirali  tumultuosissime  non  si  servan 
le  legpi.   (F) 

TUMULTUOSO.  Jdd.  Confuso,  Pieno 
di  tumulto.  Lat.  tumultuosus.  Gr.  Sro- 
poJw'o^/j;.  Amet.  23.  Alla  incerata  canna 
con  gonfiata  gola  e  tumultuose  gote  lar- 
go fiato  donando  (f}tti  per  similil.).  Fi- 
loc.  5.  52.  Vedendole  verdi,  e  spumanti 
biancheggiar  nelle  lor  rotture  con  tumul- 
tuoso remore.  Frane.  Sacch,  nov.  159. Li 
quali  Priori  ec.  veggcndo  dalle  finestre 
tanto  tumultuoso  popolo  giugnere  da  ogni 
parte,  ebbono  per  certo  il  romore  esser 
levalo.  Buon.  Fier.  5.  3.  I.  Scolari  In 
di  tumultuoso  far  prigioni  Nou  è  buona 
politica. 

•f  TUNICA.  F.  L.  Tonaca.  Lat.  tu- 
nica. Gr.  ^iTOi'v.  =1^  Salvia.  Jlind.  2.  214O. 
Con  questo  andò  alle  navi  degli  Acbei  , 
Che  le  tuniche  avean  fatte  di  ferro.   (Bj 

•J*  §.  I.  Tunica,  per  similit.  dicesi  da' 
gli  Anatomici  la  membrana  che  avvolge 
certe  parti  interne  del  corpo  dell'animale. 
Lat.  tunica.  Gr.  jjtTc'v.  Dant.  Conv.  53. 
Avviene  molte  ^  olle,  che  per  essere  la  tu- 
nica della  pupilla  sanguinosa  molto  ec.  , 
le  cose  paiono  tutte  rubiconde.  Red.  Oss, 
ann.  27.  Le  tuniche  erano  diventale  gros- 
se, polpute,  e  di  sustanza,  per  così  dire, 
glandulosa.  ^-  Impcrf.  Anat.  6^.  Propria- 
mente tunica  quella  membrana  si  chiama 
della  quale  son  fatti  i  vasi  e  canali,  sic- 
come le  vene  sono,  le  arterie,   ec.   (F) 

■J-  §.  II.  Tunica,  pure  per  similit.  di- 
cesi dai  Botanici  la  Buccia,  0  ^Jemlira- 
na  de*  vegetabili.  Cr.  2.  4-  *^*  Allora 
cresce  la  pianta,  quasi  per  alcuna  tunica 
d'erba  e  di  legno.  /:.'  num.  i3.  Le  tu- 
niche lignee,  per  1'  altre  che  dattorno  le 
vestono,  costringono  la  via  delle  midolle , 
e  quasi  la  fanno  insensibile,  che  non  si 
vede.  E  5.  23.  7.  I  quali  gusci  non  s'a- 
prono dalla  parte  di  sopra,  come  diviene 
nella  tunica,  ovvero  guscio  della  rosa  ,  o 
del  gìglio,  o  d'  altri  molli  fiori.  '^  tJellin. 
Disc.  I.  93.  Ei  (il  grano)  si  spoglia  del- 
le sue  tuniche  con  i  bastoni.  (C) 

*t  '^  TUNICATO.  Add.  Che  è  vestito, 
coperto  di  tunica.  Cocch.  Bngn.  Dall'altra 
parte  v'  è  una  donna  in  piedi  tunicata  e 
stolata,  sbracciata  e  scalza.  Salvin.  Jliad. 
2.  252.  Va  tu  ora  al  popol  degli  Achei, 
Che  son  di  ferro   tunicati  e  cinti.  (A) 

'\'  g.  Tunicato,  diccsi  dn^  JJotanici  Quel 
bulbo^  che  è  rivestito  di  varie  cortecce  o 
membrane  concentriche  e  carnose.    (A) 

•f  :;-  TUMCHETTA.  Dim.  di  Tuni- 
Ca.  Salvin.  Tcocr.  Idill.  l5.  Perchè  la 
mia  tunichetla  mi  bagni?   (A) 

f  TUO.  Pronome  possessivo,  derivati- 
vo di  Tu,  che  nel  genere  maschile  ,  nel 
numero  del  più  ha  Tuoi,  nel  femm.  nel 
numero  del  meno,  ha  Tua,  e  nel  numero 
del  più  Tue.  Lat.  tuus.  Gr.  1705.  Bocc. 
nov.  18-  16.  Valente  uomo,  se  tu  ti  con- 
tenti di  lasciare  appresso  dì  me  questa 
tua  figlioletta  ec  ,  io  la  prenderò  volen- 
tieri. E  nov.  77.  l\o.  Al  tuo  amante  lo 
tue  notti  riserba.  Dant.  Par.  1.  Kon  dei 
più  ammirar,  se  bene  stimo.  Lo  tuo  salir. 
Pctr.  son.  5.  Che  farle  onore  E  d'  altri 
omeri  soma,  che  da'  tuoi.  Fit.  SS.  Pad. 
I.  6.   Di  che  dirai  per  tua  scusa? 

g.  1.  Talora  si  disse  Tui,  per  Tuoi, 
forse  a  cagion  della  rima.  Dant.  Inf  10. 
Mi  domando  :  chi  fur  gli  maggior  tui  ? 
Morg.  1.  1.  Mandami  solo  un  degli  An- 
geli tui. 

-'-  §.  IL  E  Tuo' ,  per  Tuoi.  Dant. 
Purg.  1.  Lasciane  andar  [ler  li  tuo'  sette 
regni.  Salv.  Avvcrt.  I.  3.  2.  26.  Tuo' 
per  tuoi  ec.  perciocché  potrebbe  scrìversi 
ec.   i  tuo' ìntrinsicfai,  i  tuo' compagni.  (TV 


#  §.  III.  To,  per  Tuo  affisso  ad  altre 
voci.  Bocc  nov.  45.  7.  Ma  tu  perchè  non 
vai  per  signorto?.  E  nov.  76.  3.  Godiam- 
ci  i  denari,  e  a  mogliala,  di' eh' e'  ti  sia 
stato  imbolato.  Albert.  22.  Ammaestra  fi- 
gliuolto,  e  refrigerai  le.  Frane.  Saccli. 
nov.  l65.  Meglio  la  conobbe  mammata.  (Cj 

^'  §■  IV.  Si  disse  anticamente  anche 
Tua,  per  Tuoi,  e  Tue.  Sen.  Pist.  Che 
tu  eziandio  le  possi  scalpitare  sotto  i  tua 
piedi.  Vit.  S.  Margh.  i33.  E'  nervi  tuoi 
farò  divorare,  e  1'  ossa  tua  rompere  di- 
nanzi a  tutta  questa  gente.  Salv.  Avvcrt. 
1.  2.  IO.  Sua  parole,  r  tua  piedi,  per  .sue 
parole,  e  tuoi  piedi  ec.  eziandio  nel  mi- 
glior secolo,  non  che  nella  favella,  alcu- 
na volta  trascorsero  nelle  scritture.  (F) 
/V  appresso  :  Cosi  oggi  la  plebe  per  mi- 
nor fatica  della  pronunzia  dice  :  le  cose 
sua,  i  falli  tua,  le  robe  mia.   (Nj 

V  g.  V.  Tuo,  d'  una  sillaba,  invece  di 
Tua,  trovasi  talora  appo  gli  antichi.  Fior, 
/tal.  P.  N.  Acciocché  ogni  uomo  sappia 
che  dopo  la  tuo  morie  ec.  Bocc.  g.  4- 
n.  3.  Dove  determinato  è  da  tuo  sorella 
(così  il  testo  Mannelli).   (V) 

^'  %.  VI.  Talora  per  proprietà  de'pro- 
nomi  possessivi,  ci  si  propone  il  segna- 
caso,  e  ci  si  tace  l'  articolo.  Sen.  Deci. 
E  tu  come  ingrato,  e  sconoscente  non  ri- 
conosci 1'  amore  ,  che  io  ho  portato  a  te, 
e    a    tua  famiglia,  e  figliuola.  (C) 

§.  VII.  Coli'  articolo  indipendente  da 
nome,  vale  nel  singolare  II  tuo  avere.  La 
tua  roba,  ec.j  enei  plurale!  tuoi  paren- 
ti I  tuoi  familiari,  o  paesani.  A'ov.  ant. 
74-  3.  La  vecchia  ce.  disse  a  colui  allora: 
vieni,  e  domanda  il  tuo.  Petr.  son.  264- 
Ove  giace  '1  tuo  albergo,  e  dove  nacque 
Il  nostro  amor,  vo'  che  abìiandoni  e  lasce. 
Per  non  veder  ne'  tuoi  quel  che  a  te 
spiacque. 

^  g.  Vili.  E  nel  numero  singolare  coir 
accompagnanome  indipendente  dal  nome, 
vale  talora  Un  tuo  paesano,  o  familiare, 
o  persona  in  altra  maniera  attinente.  Car. 
En.  lib.  6.  Nel  lìlo  Giace,  lasso  1  d'  un 
tuo,  che  tu  non  sai  DiaanimatOj  e  non  se- 
pollo  un  corpo.  (Br) 

','  §.  IS.  Dal  tuo,  dal  mio  ec.  che  oggi  pia 
comunemente  dicesi  Dalla  tua  ec.  vale  Val 
tuo  lato.  Dal  tuo  canto,  o  simile.  Cecch. 
Prov.  62.  B.  La  fortuna  è  dal  tuo.  S. 
La  non  può  essere  Dal  mio  eh'  ella  non  sia 
dal  vostro.  (C) 

f  ''>'  g.  X.  Tu  se*  troppo  tuo,  dicasi  a 
Persona  che  sia  troppo  tenera  della  pro' 
pria  opinione  .  Arrigh.  3.  Tu  se'  troppo 
tuo  ,  e  matto  credi  troppo  a  te  stesso  , 
e  tu  solo  ti  credi  essere  il  valente  Ca- 
lo. (Br) 

t'?  g.  XI.  Tuo,  in  forza  di  sust.  Guitt. 
lett.  3.  IO.  Pacifichi  li  uomini  vivericno, 
se  via  fusse  tolto  Mio  e  Tuo.  (F) 

TUONO.  Quello  strepito  che  si  sente 
nell'  aria  quando  folgora  .  Lai.  tonitrus . 
Gr.  ^po'iT'-U  But.  Tuono,  secondo  *1  filo- 
sofo, è  sforzato  aprimento  di  nube.  Bocc. 
nov.  47-  6.  Dopo  molti  tuoni  subitamen- 
te una  gragnuola  grossissima  e  spessa  co- 
minciò a  venire  .  A'ov.  ant.  20-  2.  Ecco 
una  pioggia  repente  ,  e  spessi  li  tuoni  e 
folgori  e  baleni ,  sicché  lo  mondo  parea 
che  dovesse  profondare  .  Dant.  Inf.  t\. 
Rupperaì  l'alto  sonno  nella  testa  Un  gra- 
ve tuono  .  £■  3i.  Ma  io  senti'  sonare  un 
alto  corno  ,  Tanto  eh"  avrebbe  ogni  tuon 
fatto  fioco. 

§.  I.  Per  similit.  vale  Fama,  Grido. 
Lat.  rumor  ,  fama  .  Gr-  ì-O'/o^  ,  ^■r.p.-n  ■ 
Stor.  Pist.  i65.  E  così  misono  la  boce  , 
e  andò  lo  tuono  per  tutta  Lombardia  ,  e 
per  tutta  Toscana. 

§.  II.  Pur  per  similit.  vale  Strepito, 
I  Bomore.  Lat.  fragor,  strepitus.  Gr.  f  o'f  o*;, 
'  xAa5o5.  *  Dant.  Inf  4-  Vero  e  che  'n 
204 


lt>26 


TUO 


su  la  l'roda  iiu  trovai  Della  valle  d*  abis* 
»o  Julurusa  Che  tuuiiu  accoglie  d'  infiniti 
guai,  (ù'r)  /ir.  lur.  36.  2.  Senio  venir 
j>er  allegretxa  uq  tuono.  (Pj  Guicc.  Star, 
9.  4^6.  In  tanti  strepitici'  arme,  in  tan- 
ti tuuui  d*  artiglierie  ,  nuovi  agli  orecchi 
nostri,  si  precipitasse  ad  arrenderci  a*  Vi* 
uiziani . 

§.  III.  Tuontf  appresso  a'  Musici,  so- 
ma 1  iìradt  per  cui  passano  successiva- 
mente  le  voci  e  i  suoni  nel  sa/ire  verso 
V  acuto  j  e  nello  scendere  verso  il  grave, 
colla  reqo/ata  interposizione  de*  semituoni 
a'  loro  luoghi,  per  riempiere  gì'  intervalli 
maggiori  consonanti  ,  o  dissonanti  .  Lat. 
tonus.  tir.  TOvOi.  J'^arcU.  (ìiuoc.  Pittag. 
Xruvansi  unrura  in  questa  giandi^sinia  e 
perfetlibsinia  mcHicta  tulle  le  consonanze 
mu&icht.-  sfiii[ilici  ,  cioè  tuono  ,  diapente  , 
dialcssaron  ,  diapason. 

§.  IV.  Tuono  ,  diciamo  altresì  una 
Forma  di  cantilena  ne'  componimenti  mu- 
sica/i, che  ancora  st  ovwrva  per  uso  ec- 
clesiastico nel  canto  dcgl'  inni,  salmi  ec, 
e  dipende  dalle  diverse  spi-zie  dell'ottava. 
Fr.  lac.  T.  2.  32.  (\'\.  Multi  ponemo  in 
settimo  ,  Che  >>on  del  primo  tuono.  Fsp. 
Salm.  Queste  sono  sette  antilone  sacra- 
mentati t  che  gridano  1'  avventtnenlo  di 
Cristo  y  e  sono  tutte  e  sette  del  secondo 
tuono. 

§.  V.  Onde  diciamo  per  meta/.  Himet- 
lere  in  tuono,  cl^c  val\e  Rimettere  uno  per 
la  buona  strada.  Lat.  ad  honant  frugem 
redigere  .  Gr.  XPI'TO^  aùàt;  rroi&ìv  . 
*\'  Leop.  rim.  6.  Altri  (H  fnasmo)  rimet- 
te alcuna  vulta  in   tuono.  (Cj 

f  %.  VI.  Stare  in  tuono,  dicesi  figU' 
ratam.  del  Non  uscire  de'  termini.  Stare 
nel  convenevole.  V.  STARE,(fofe  sono  an- 
che altri  significati. 

§.  VII.  Tenere  in  tuono,  vale  Pìon  la- 
sciare errare  ,  Fare  che  altri  non  esca 
del  contegno,  o  modo  dovuto.  Lat.  in  of- 
ficio continere.   Gr.  tv  S^ovTt   xotTs'xs'V- 

*  §.  Vili.  Tenere  in  tuono,  vale  Te- 
nere in  sistema,  in  ordine,  e  per  siniilit. 
dicesi  anche  dt  macchina  complicata.  Se- 
gntr.  Incred.  1.  io.  8.  Qualunque  oriuo- 
\<j,  affinchè  non  erri ,  ricerca  di  nccessit'a 
un  artefice  che  ec.  ad  ora  ad  ora  il  riveg- 
ga, lu  ripulisca  ,  Io  tenga  in   tuono.  (ISj 

*>*  3.  iX.  Uscir  di  tuono,  vale  Stona- 
re ,  e  figa  ratam.  Perdere  il  filo  del  ra- 
gionamento ,  IVon  rispondere  a  proposi- 
to. (A) 

^  §.  X.  Tuono,  dicono  1  Medici  per 
ì''igore  ,  Hohustezza  .  L'acqua  ferrata  dà 
tuono  alle  fibre  illanguidite  dello  stoma- 
co   (A) 

t  TUOnLO,  e  TORLO.  Parte  gialla 
dell'  uovo,  che  ha  il  suo  seggio  in  mezzo 
all'  albume  j  che  anche  si  dice  Rosso  d' 
uovo  .  Nel  plurale  esce  così  in  i,  come 
in  a,  ma  questa  è  uscita  antica  .  Lat. 
vitellus  .  Gr.  to'  oixpòv  roZ  w'oj.  M. 
Aldobr.  P.  N.  3g.  La  tciia  maniera 
SI  è  culleia  vitellina,  che  è  Nimiglianlt' 
al  luorlo  dell'  uovo .  Tes.  fìr.  2.  35. 
Si;  il  bianco  dell'  uovo  ,  che  'iggiia  il 
tuorli),  noi  lencsse  v  non  lo  rinchiudesse 
dentro  da  so,  egli  cadrebbe  in  »ul  guscio  ; 
e  se  '1  tuorlo  non  tostcnessc  1'  jllmme  , 
certo  gli  cadrebbe  nel  fondo  dell*  uovo  . 
Tes.  Pov.  /'.  S.  cap.  8.  Ilem  lo  torlo 
dell*  uovo  cotto  in  acqua,  e  ronfctlato  con 
olio  rosato,  ce.  Frane.  Sacch.  nov.  l!^'J. 
Tanto  erano  le  torla  con  gli  albumi  e  con 
gli  gusci  incrosticati  <■  appiccati  nel  sr- 
»l<.'re  .  si*  /.or.  Med.  canz.  5q.  3.  I  sor- 
narcbi  eh*  cita  sputa  ,  Paioo  tuorU  colla 
biat  Cd.    (fi) 

'I  §.  Pri  similit.  vale  Centro,  Parte 
di  mezzo  ,  o  migliore  di  checches.ua.  Ri- 
cord. Malesp.  cap.  5"^.  Questi  ,  che  per 
iHllc«>    furwno  più  n«l  (uotlu  delta  tvrra  ■ 


TUO 

O.  y.  8.  71.  5.  In  somma  arse  lutto  il 
midollo  e  tuorlo  e  cari  luoghi  della  cit- 
lade.  Frane.  Sacth.  Op.  div.  I '|5.  Sicco- 
me addiviene  della  terra  ,  la  quale  è  il 
tuorlo  nel  ciclo.  liorgh.  Orig-  Fir.  2^8. 
l'erchè  questo  luorlo,  j>er  chiamarlo  cosi, 
della  Toscana  ,  dove  noi  .siamo  ,  un  po' 
più  dell'  altre  sue  parli  si  mantenesse  al- 
lora puro.  /:  3^0.  Talché  questo  nostro, 
runie  io  lo  chiamai,  luorlo,  e  si  potrebbe 
forse  meglio  dire  il  cuore  di  Toscana,  si 
trovo  sempre,  o  fasciato  da'  vicini,  o  di* 
fcìo  dal  sito. 

TUKA.  Turamento,  Il  turare  \.j\.  ob- 
turatio  .  Gr.  c/Aoryay/jLo;  .  Malm.  9.  29. 
Com*  a'  fanciuMi  ,  quando  per  la  via  Fan 
la   tura   al    tigagoid   rua    la    muta. 

lUHACClO.  Turacciolo.  Sen.  Pist. 
3l.  E'  vi  ci  conviene  fjru  più  forte  lu- 
racciu  ,  che  quello  ruD  che  Ulisses  turo 
gli  orecchi  a'  compagni  suoi ,  quando  e 
truvu  cantare  la  Verena  {ti  testo  lat.  ha: 
spissanienluni  ). 

'•^'  TUHACCIOLETTO.  Dtm.  di  Tu- 
racciolo.   (A) 

TURAcCIOLIiNO.  Pim.  di  Turaccio- 
lo .  Lib.  cur.  malatt.  Se  ne  faccia  un 
bocconcino  non  più  grosso  di  quel  che  si 
sia   un    luracciolin   da   fiaschi   ordioarii. 

TUHACCIOLO  {)uello  con  che  si  tura- 
no i  va.fi,  0  cose  simili.  Lat.  obturamentum. 
Gr.  pp3ty^.o;,  tw/jisc.  Lib.  .Istrol.  E  poi 
leva  it  turacciulu  da  quel  foro  clic  avevi 
serralo  innanzi  nella  pila  .  Renv  .  Celi. 
<fref.  125-  In  cambio  di  sloppa  vi  si  deb- 
be  porre  turaccioli  di  terra  fresca  ,  fatti 
si  ,  che  si  possano  cavate  .  ^  M.  L'in, 
rim.  buri.  I.  2o3.  Hu  una  vasca,  ma  1* 
ha  una  pecca  D'  un  certo  suo  turacciol 
benedetto  ,  Ch'  ogni  volta  mi  fa  qualche 
cilecca,  (li) 

TURAMENTO.  //  turare.  Lat.  oblu- 
rntio.  Gr.  èfj.:fpyf pòi-  Cr.  l\.  4?-  5.  Lo 
svaporamento  dell"  accio  caldo  ec.  apre  1' 
oppilazioni,  cioè  i  luramenli  del  colatoio, 
onde   esce   la   rema. 

'f  3  TURARE.  Chiudere.  0  Serrar  l' 
apertura  con  turacciolo  ,  zaffo,  e  simili  . 
Lai.  obturare,  occludere.  Gr.  Tiwjux^ìiv. 
Dant.  InJ'.  23.  E  giù  dal  collo  dellu  ri- 
pa dura  ,  Supin  si  liiede  alla  pendente 
roccia,  Che  1*  uu  de'  lati  all' altra  bolgia 
tura  (  cioè  ,  che  termina  da  una  parte  la 
seguente  bolgia  )  .  {>.  2.  l3.  l3.  Turisi 
da  ciascuna  parte  ottimamente  con  cera 
l'urte   e  spessa. 

^  §.  I.  Turare  le  orecchie,  figuratam. 
vale  Fare  il  sordo  ,  Far  le  viste  di  non 
udire,  n  Jjb.  Oicer.  Turando  le  sue  orec- 
chie a  maniera  d'  aspide  con  orgogliosa 
fierezza   ».    ( M ) 

^'  §.  II.  Turare  attriti  la  bocca,  vale 
Impedir  colla  mano  le  altrui  parole  e  le 
grida,  l'orzare  altrui  a  lacere.  "  Ovid. 
J'ist.  lo3.  .\llora  mi  disse  la  balia  : 
omo,  che  fai  tu?  ora  manifesti  tu  le  tue 
follie?  e  la  savia  vecchia  turoc  la  bocca 
a  me  urlante.  ì'arcb.  Frcol.  lo3.  Quan- 
do alcuno  vuul  significare  a  chi  dice  male 
di  lui,  che  ne  lo  fari  nmanrie,  minaccia 
di  volergli  turare  ,  o  riturare  la  bocca,  o 
la  strozza,  ovvero  inzeppargliele  ■  tifiti  fi- 
guratam ).   (M) 

fl  §  111.  Turarsi  la  bocca,  neutr. 
pass.,  vale  Tacere  forzatamente ,  a  suo  di- 
spetto. Ar.  Fur.  28.  4r  ^^*  Iona  è  che 
la  bocca  alfin  si  tuii  rr.  ,  l*oichè  giuralo 
avca   su   r  ostia    sacra.   f.M) 

^  g.  IV.  Similmente  in  signific.  neutr. 
pass,  fu  uialo  per  t'opnrst  con  checches- 
sia per  nascondersi,  t'ecch.  A  ss.  Ci.  2.  Ma 
che  lume  è  quello?  è  'I  vecchio  per  dio, 
e  '1  fratello  dello  nostre  dame:  turiamo- 
ci, e  ritiriamoci  in  qui,  eh' e*  non  ci  vrg- 
gbino.  (F) 

^  $     V-    Turarti  il  volto,  p*r  Coprir- 


TUR 

tosi.  Fit.  S.  M.  Madd.  12.  E  la  Ma«). 
dalena,  udendo  queste  cose,  incominciò  a 
piangere,  e  turarsi  il  volto.  /,'  16.  E  non 
aspetla  più  Maria  Maddalena  ,  ma  toglie 
suo  mantello,  e  'ncominciussi  a  turare  it 
volto,  per  non  essere  conosciuta  da  ogni 
gente,  come  soleva.  (Fj 

#  TURATA.  Ciiiusura  di  tavole,  stuoie, 
e  simili,  perche  non  sia  veduto  il  maestro 
che  di/tinge,  scolpisce,  ec.  Fasar.  Fu  fatta 
nel  luogo,  dove  si  aveva  a  dipingere,  una 
turata  di  tavole  e  di  ituoic.  (Af 

TUHAIO.  Add.  da  Turate.  Lai.  eh- 
turaltis.  Gr.  7rw/A«9&et;.  1;.  /'.  5.  2y. 
2-  Non  avca  gente,  se  non  il  vano  inten- 
dimeuto  delle  trombe  turate.  Pallad.  Ott. 
22.  Riponi  i  detti  vasi  in  luo^o  freddo, 
bene  turati.  Farch.  Frcol.  276.  Il  nume- 
ro naNce  dal  tenere  quei  buchi  turali  colle 
dita  ,  o  più  breve  ,  »  più  lungo  spazio. 

g.  l'er  Coperto  .  Lai.  ohvolutus .  Fit. 
Crisi.  La  donna  seguitava  dietro  in  meno 
tra  Giovanni  e  la  Maddalena,  cosi  Telala 
e  turata  .  Pass.  l63.  A  dire  le  culpe  er* 
dovreb|)ono  venir  col  capo  coperto  ,  col 
viio  turato,  ec.  ì'arch.  Lez.  128.  Lo  fece 
col  capo  turato.  Buon.  Fier.  ^.  i.  i. 
Scopritor  di  turali  nella  cappa  Ti  1*  ac- 
cuNtan  Don   pochi. 

f  3  TURBA.  Moltitudine  di  persone  in 
confuso.  Lat.  turba.  Gr.  ox^Oi  .  Dant. 
Inf.  4.  E  ciò  avventa  di  duol  »enza  mar- 
tiri,  Ch' avean  le  turbe.  /:.' l5.  Priscian  sen 
va  con  quella  turba  grama.  Fiamm.  ^.  168- 
IVon  altrimenti  che  1'  addentato  cinghiale 
alta  turba  de' cani ,  rispondeva  turbala. 
/'(/.  .SS.  Pad.  I.  49  Vedendo  i  suoi  di- 
scepoli e  compagni  la  pressa  che  gli  faceva 
la  turba. 

^  ^■.  I.  Per  Moltitudine  in  confuso  di 
qualunque  cosa.  «  .-Imm,  Ant.  9.  8.  33. 
Ella  (la  memoria)  e  cosa  sfuggevole  ,  e 
alla    turba   delle   cose   dud   basta  •>  .  (C) 

§.  II.  Per  Popol'zzo,  /  olgo.  Lai.  turba, 
vulgus.  Gr.  oi'  TToiio*',  rò  txì^ìoì.  Petr. 
son.  7.  Povera  e  nuda  vai  filosofia.  Dice 
la  turba  al  vii  guadagno  intesa  ■  Cavale. 
Fruit.  Itng.  l*arteudosi  dalla  turba  ,  au- 
da\a  nel  monte,  e  nel  di&ertu.  Pass.  35. 
Non  è  r  uomo  felice,  cioè  bealo,  o  bene 
avventurato,  se  la  turba  non  lo  spregia- 

TURBABILE.  Add.  Atto  a  turbarsi  . 
Mor.  S.  Creg.  Esjo  medesimo  era  im|>er- 
tuibabilc  sopra  di  se,  ma  sotto  di  se  era 
turbabile  . 

't  *TURBACCIA  Peggiorat.di  Tur- 
ba. Lasc.  Nan.  \.  |5.  Acciò  da*  crudi  ed 
ol>brobriosì  oltraggi  Fussi  dell*  empia  tur- 
baccia  alieno.  (I  ) 

TURBAMENTO.  //  turbarsi.  Lai.  ;>er- 
turbatio  ,  turbamentum  .  Gr.  rasaxi'  • 
Rocc.  nov.  l\\.  33.  In  Cipri  ed  iD  Rodi 
furono  i  roniori  e  turbamenti  grandi  (cioè, 
sollevazioni).  Tes.  Rr.  7.  49-  Le  ro- 
se che  l'uomo  fa  con  alcuno  lurkamenlo, 
non  possono  essere  diritlamentc  fatte  (cioè, 
allrrazion  d*  animo).  FrgtS-  Spesse  rotte 
non  solamente  da'  nemici  ,  ma  da'  fiumi 
ii  riceve  turbamento  (  cior ,  danno,  o  di- 
sluibo).  !?  .\inf.  Fies.  147.  E  ben  cb' 
avesse  tn  parte  it  suo  ditire  Contento,  gli 
cresreano  vie  maggiori  Le  Gamme  dentro 
al  core  ,  e  più  cocenti  ,  Veggendu  in  lei 
cotanti  turbamenti.  (R) 

TURBANTE.  Arnese  fatto  di  pm  fa- 
sce di  tela,  o  simili,  avvolte  in  /brtma  r*- 
tonda  ,  di  uno  ,  o  d'  altro  cùtort,  roM  mi 
SI  cuoprono  il  capo  i  Turchi,  e  altri  po- 
poli  orientali  ,  ditto  da'  Greci  moderni 
^axcw/io;  .  Serd.  Stor.  1.  52.  Il  mag- 
giore dr'  Brtmani  gli  venne  incontro  con 
un  turbante  in  lesta  ■  Malm.  2.  2-  Get* 
latori  4II'  avaro  ed  al  lurFante,  Cambiò  l« 
diadema  in  un  turl>ante.  Cant.  Cam.  pj). 
l'n  dono  a  quella  QucsU  Moro  fari  del 
tug   tuiba'itv. 


Tur 

§.  Turt}ante,è  anche  una  Sorta  tfi  te- 
la  molto  fine  ,  pfr  farne  JazzoUttt  da 
eolio  t  grembiuli  da  doane^  manichini ,  e 
simili . 

TUABANZA.  K  j4.  Turbamento,  Tur- 
batone. Lat.  turbatio,  consternatio.  Cr. 
J^xrtir,^(S.  ir,  tac.  T.  ^.  25.  8.  L'orecchie 
sue  aperte  Mi  recano  turbaosa  .  ^-  l'iut. 
jidr.  Op.  mor.  5-  I^-  Vercbè  non  inco- 
miaoamo  da  questo  punto  a  coricarci  in- 
torno alla  mensa  lensa  lurbanxa  ,  e  sempli- 
cemente Ira  noi.  (C) 

TChBAKE  .  alterare,  e  Commuover 
l'animo  altrui  ,  facendo  ,  o  duendo  cosa 
che  gli  dispiaccia.  Lat.  furiare  ,  pertur- 
bare ,  commovere.  Gr.  Tao^TTiiv  ,  Ota- 
TapocTTSiv  ,  auyivsrv .  Bocc.  nov.  23. 
23.  Per  questa  Tolta  io  non  vi  voglio  tur- 
bare, ne  disubbidire.  E  nov.  32.  C).  Aon 
Tolendola  troppo  turbare  ec,  la  Uscio  an- 
dar via  coir  altre.  E  nov.  y8.  20.  Gran- 
diuimo  scandalo  ne  nascerebbe  ,  e  turbe- 
rei i  suoi  e"  miei  parenti. 

*  §.  L  Turbare,  per  Difturbare  ,  Di- 
stogliere. Segner.  Prcd.  8.  3.  Quelle  dice- 
rie, le  quali  vi  turbano  djlU  vostra  pietà» 
non  feriscon  voi  come  voi,  ma  voi  come 
«pirìtaali ,  voi  come  savii ,  voi  come  se- 
guaci di  Cristo    (  I  j 

g.  U.  Turbare,  per  Guastare,  Scom- 
pigliare .  Lat.  perturbare  .  Or.  /uxàv  . 
£occ.  «01'.  5o.  ip-  Per  le  quali  cose  la 
nostra  cena  lurba'a  ,  io  non  solamente 
non  l'ho  trangugiata»  ma  anzi  non  l'  ho 
pure  assaggiata,  jf*.  «or- B^-  12.  La  malizia 
del  Fortarrigo  turbo  il  buouu  avviso  del- 
l' Angiulieri. 

g.   IH.    In  signi fic.    neutr.  pass    vale 
alterarsi.  Commuoversi,  Crucciarsi.  Lat. 
indignar!,   irasci.   f.r.   Of*/i^E3&*t-  J^occ. 
nov.   l3.   23.   Sì    si    turbarono  ,  che  se  in 
altra  parte  ec.  stati  fossero,  avrebbono  ad 
Alessandro  ,  e  forse  alla  donna  fatta  vdla-  : 
ma.  *  E  nov.    27  -  Qual  fu  la  cagione  per  j 
la  quale  voi  con    lui  vi  luibaslcT  (  Tj  Dial. 
S.    Greg.  M.    Era   si  dissoluto  in  giurare  | 
e  in   turbarsi  e  in  Iruffare,  che  non  dava   ■ 
vbta  di  venir  mai  ad   abito,   (/i) 

§.    IV.    Turbare,  e    Turbarsi  di  colo-  ' 
re  ,  o  di   volto,   vogliono   Dare  indizio  d'  j 
animo  alterato   colla    mutazione  del  colo-  | 
re,  o  del  volto.  Lat.  immutari.  Gr.  evai-  j 
iaT7ec9ai.  Petr.  son.   2OO.  Solea  frena-  | 
re  il  mio  caldo  desire,  Per  non  turbare  il 
I>el  viso  sereno.   E  canz.    3o    I.   E  '1  vol- 
to ,    che    lei    segue    ov*  ella  il    mena  ,  Si 
turba  e  rasserena,    l^ant.   Purg.    l(\.   Co- 
me air  annuncio  de*  futuri  danni  Si  turba 
il  viso  di  colui  eh'  ascolta. 

§.  V.    Turbare,  o  Turbarsi  il  cielo,  si  < 
dice    comunemente    del    éiannugolarsi ,   e 
Oscurarsi.  Lat.  turbarì,  obnubUari.   Gr. 
£7rtii^pea&ai  .  I^ov.  ani.  20.   2.    Gittaro 
loro  incantamenti,  e  fecero    loro   arti;  il 
tempo    incomincio    a    turbare  ;    ecco    una  | 
pioggia  repente  ,  e  spesai  li   tuoni    e  fol-  j 
gori  e  baleni  -   Amm.  Jnt.   3o-   2-  Q-  La  j 
parte  sovrana  del  mondo  più  ordinata,  e 
prossimana  al  cielo,  non  si  turba  di  neb-  j 
Liia,  non   si  scommuove  di  tempesta  ec. 

§.  VI.  Turbare,  per  Alterare,  Muo- 
vere,  Intorbidare.  Lat.  perturbare.  Gr. 
TizcoCTT-iv.  Er.  Giord.  S.  Pred.  20.  Una 
piscina  d'  acqua  ,  la  quale  1'  Àgnolo  ad 
alcuna  stagione  dell'  anno  turbandola  ,  lo 
primo  che  ci  entrava,  era  sanalo  da  ogni 
mfermilade .  E  appresso:  Non  è  per  me 
uomo  che  m'  aiuti ,  quando  la  piscina  si 
turba,  che  mi  vi  metta.  *  Ar.  Fur.  lO- 
110-  Qujle  o  trota  o  sraglion  va  giù  pel 
fiume,  Ch'  ha  con  calcina  il  montanar  tar- 
lato.  (Lj 

§.  VII.  Turbare  il  possesso  ,  o  la  pos- 
fissione,  tgrm.  legale,  che  vale  Danneg- 
giare, e  molestare  altrui,  sicché  non  possa 
M  suo  piacimento    godere   la    cosa   posse- 


T  tJ  R 

duta  j  e  dicesi  propriamente  delle  (ose 
immobili.  Lat.  possessionem  turbare.  Car. 
leti.  X.  4?-  Incorrendo  in  contumacia  , 
in  pene  ,  tuibando  possessioni,  e  facendo 
di  forxa  . 

*  TURBATAMENTE.  Avverb.  Con 
turbatone  .  ì  it.  SS.  Pad.  2.  2l3.  Alli 
quali  egli  turbatamente  rispuose,  e  disse: 
i^e  volete  essere  dispensatoli,  ec.  (*) 

TUhBATETTO.  Add.  Alquanto  turba- 
to .  Hocc.  nov.  19.  6.  Bernabò  un  poco 
lurbatetto  disse  .  E  nov.  (j^.  7.  Turba- 
tella  colle  parole  di  Pirro  se  ne  tornò 
alla  donna,  tir.  As.  Il5.  Le  quali  pa- 
iole udendo  la  mala  vecchia,  piuttosto  tur- 
batelta  che  no,  le  comando  che  ella  le  di- 
cesse che  cosa  la  piemeva  di  nuovo. 

TURBAIISSIMO  .  Superi,  di  Turba- 
to. Lat  turbntissimus.  Bocc.  nov.  8.^.  7. 
Per  la  qual  cosa  1'  Angiulier  turbatissimo 
disse  al  Fortarrigo  una  grandissima  vil- 
lania . 

TURBATIVA.  Bicorso  che  si  fa  al  giu- 
dice contro  chi  turba  ti  possesso. 

*  TURBATIVO.  Add.  Atto  a  turba- 
re. Pallav.  Stor.  ione.  I.  l^^.  Qual  em- 
pietà non  solo  più  sacrilega,  ma  più  tur- 
bativa della  repubblica  cristiana,  che  Tao- 
nuUar  il  valor  de'  voti  religiosi  ?  (ìSj 

f  TUl^BATO  .  Add.  da  Turbare,  in 
tutti  i  suoi  signijìc.  Lat.  turbatus,  com- 
motus  .  Gr.  réTWf  a'/jusvo;  .  Dani.  Inf. 
XI.  O  Sol,  che  sani  ogni  vista  turbata. 
J'etr.  canz.  4-5.  Ella  pai  lava  si  turbala  in 
vista.  Che  tremar  mi  tea  dentro  a  quella 
petra.  Bocc.  nov.  27.  tit.  1  edaldo  tuiba- 
to  con  una  sua  donna  si  parte  di  Firenze. 
V  E  g.  IO-  n.  9.  La  quale  egli  con  gran- 
dissimo piacer  riguardava  ,  e  nel  viso  gli 
pareva  turbalo  di  queste  nozze .  Tass. 
Cer.  7.  q8.  Quei,  di  6ue  arme  e  di  se  sles- 
so armato,  Ai  gran  colpi  resista  ,  e  nulla 
pavé  ;  E  par  senza  go\erDO  in  mar  tur- 
bato. Rotte  vele  ed  antenne,  eccelsa  nave, 
ec.  (Bj  L  18.  3/.  Sopra  il  turbalo  ciel  , 
sotto  la  terra  ,  Tuona  e  fulmina  quello  , 
e  trema  questa.  {C}  Malm.  5.  4?-  Però, 
veduto  avendo  il  ciel  turbato,  Tace  ch'ei 
pare  un  porcellin  grattato. 

f  TUUBATORE-  l  erbai,  masc.  Che, 
o  Chi  turba.  Lat.  turbator.  Gr.  ra^axTT;'^. 
Vit.  fiut-  Un  altro  uomo  diabolico  ,  che 
aveva  nome  Aristogitone,  nelle  congrega- 
zioni era  sempre  turbatore.  Maestruz^.  2. 
36-  Il  duodecimo  (caso,  e  quando  si  turba 
il  divino  ufficio,  imperocché  allora  U  prete, 
o  a  cui  s'appartiene,  puote  cacciar  della 
chiesa  il  turbatore,  hut.  Degna  cosa  è, 
che  chi  è  sialo  turbatore  della  pace  e  ri- 
poso, sempre    discorra. 

TURBATRICE.  1  erbai,  fem.  Che  tur- 
ba. Lai.  turbatrix .  Gr.  yj  TO.pdzTO-JCV.. 
Lab.  202.  Si  metleano  alla  inchiesta  del- 
la malvagia  e  perfida  zenzara  ,  lurbatrice 
del  riposo  ,  e  del  buono  e  pacifico  stato 
della  lisciata  donna. 

TURBAZIOKCELLA.  Dim.  di  Turba- 
zione.  Fr.  Giord.  l  red.  fi.  Per  ogni  lieve 
turbazioncella  d'  animo  se  ne  distornano  . 
Tratt.  segr.  cos.  donn.  Ogni  turbazion- 
cella d*  animo  le  spaventa. 

TURBAZIONE.  Turbamento.  Lai.  tur- 
bamentum,  turbatio.  Gr.  TOtpajfii,  TJp^r,. 
Bocc.  nov.  84.  6.  Tutta  la  casa  dell'  o- 
sle  fu  in  turbazione.  E  nov.  c^8.  2l\.  Furon 
le  novelle  e  le  luibazioni  molle  e  grandi  . 
/:'  Intr.  53.  Andavano  cercando  ec.  in  tanta 
turbazione  di  cose  di  vedere  le  lor  donne. 
Coli.  SS.  Pad.  Guardando  che  non  sia 
tocco  da  veruna  turbazione.  Albert,  cnp. 
l5.  Quelle  cose  che  si  fanno  con  alcuna 
turbazione  ,  non  si  posson  far  con  fer- 
mezza, ned  essere  approvale  da  coloro  che 
vi  son  presenti.  G.  /  .  10.  87.  7.  Essen- 
do noi  in  grande  turbazione  della  perse- 
cuzione che  facea  al  nostro  Comune  (così 


TUR 


1627 


nei  lesto  JJitvanz.}.  ^  Frane.  Sacch.  rìm. 
45.  E  voi  con  chiaro  e  valoroso  lume  L' 
avete  tratta  di  sì  trista  grotta,  Specchian- 
do in  lei  (  nella  temperanza  j  la  vostra 
mente  dotta.  Onde  soverchia  turbazione, 
o  ira,  O  sfrenato  appetito  non  v*  accende. 
Pucc.  Centtl.  cani.  26.  A  priego  di  mol- 
ti altri  Ghibellini  E'  diede  a'  Guel6  gran 
turbazione;  Ma  colla  forza  poi  de'Fioren- 
tini  ce.    Bj 

*  §.  Per  Ira  .  Sen.  Peci.  i63.  Se  •- 
vessi  commesso  1*  omicidio,  che  tu  di'  per 
turbazione  che  io  avea  con  mio  padre,  • 
colla  matrigna,  avrei  prima  morta  la  mìa 
matrigna,  che  '1  mio  padre.     Cj 

•f  TURBICO.  /■.  A.  Turbo,  sust. 
Lat.  turbo,  procella.  Gr.  exveo;'«5,  dve3l- 
ia  .  6".  P'.  4"  i4-  ^-  ^^nne  un  turliico 
con  un  vento  impetuoso  .  £  12.  90.  I. 
Furono  in  Firenze  e  d'  intorno  grandi 
turbicbi  di  piove,  e  tuoni  e  b.'Jeni  .  Fr. 
Ciord.  /'red.  Mentre  esequiavano  il  de- 
funto, un  turbico  (  il  yocabol.  alla  voce 
ESEQtlARE  legge  turbine  )  di  vento  im- 
petuoso ec. 

*  TURBIDISSIMO.  Superi,  di  Tur- 
bido  .  Benib.  Stor.  6.  77.  Da  una  turbi- 
dìssima  tempesta  soprappreso,  all'Isola  di 
Cerigo  rotta  la  sua  nave,  de'  cinquecento 
uomini  che  in  essa  erano  ,  egli  e  pochi 
altri,  in  una  parte  della  nave  rotta  e  fit- 
ta in  uno  scoglio  contenutisi,  si  salvaro- 
no. (J  J 

<•  TURBIDO  .  F.  X.  .-idd.  Torbido. 
Ar.  Fur.  44-  21.  Astolfo  lor  nell'uteri- 
no clanstro  A  portar  diede  Ìl  fiero  e  tur- 
bido  Austro.    (ASj 

f  *  TURBINATO.  Temi,  de' Nat. 
Tondo  e  Pendente  ne W  appuntato.  Attor- 
tigliato in  modo  spirale,  e  a  guisa  di  tur- 
bine.  Belila.  Disc.  \.  99.  Su  la  superfi- 
cie di  quei  corpi  turbinati  ,  nella  quale 
ec.   (A) 

TURBINE.  Turbo.  Lat.  turbo,  pro- 
ce/la,  vortex  aerius.  Gr.  Jat'/a'il' ,  t/.ii- 
yi«;  ,  &Je>>.o'.  Mor.  S.  Greg.  Lo  tene- 
broso turbine  possegga  quella  notte  ;  sia 
quella  notte  solitaria  ,  e  non  degna  di 
loda . 

§.  Turbine,  e  anche  Spezie  di  conche' 
glia  di  mare  in  forma  di  cono.  Lat.  tur- 
bo .  Gr.  s-po'yfis;  .  Bed.  Esp.  nat.  70- 
Nel  ventriglio  d'  un'  altra  (gru)  vidi  al- 
cune chioccioline  ,  e  un  turbine  con  molt' 
erba  . 

TURBINIO-  y.  A.  Tempesta  di  vento. 
Lat.  turbo,  ventus  validissimus.  Gr.  e'/v«- 
yt'a;.  Amm.  Ant.  3o.  2.  9.  La  parte  so- 
vrana del  mondo  più  ordinata  .  e  prossi- 
mana al  cielo  ,  non  si  turba  di  nebbia  . 
non  si  scommuove  di  tempesta  ,  non  si 
rivolge  in  turbinio.  But.  S'  udiva  un  tu- 
multo ,  che  s'  aggirava  per  quell'  aere  , 
siccome  la  rena  s'  aggira  al  turbinio  dgl 
vento . 

g.  Per  metaf.  vale  Scompiglio  ,  Gar- 
buglio .  Guid.  G.  Egli  stette  colli  Greci 
infino  che  durasse  il  turbinio  delle  bat- 
taglie . 

TURBINOSO.  Add.  Vi  turbine.  Tem- 
pestoso. Zibald.  Andr.  Faceva  quella  not- 
te un  tempo  strano,  e  turbinoso. 

*  TURBITTI  .  Tianta  ,  la  cui  radice 
medicinale ,  in  varie  manitre  adoperata , 
ha  forz^a  purgativa.  Bed.  J'ip .  1.  77" 
Questi  sali  delle  céneri  (  estratti  dallt 
piante  )  nel  purgare  hanno  lutti  tra  di  lo- 
ro ugual  possanza  ,  come  ec  quel  di  ra- 
barbaro,  di  sena,  di  turbini,  ec.  (B) 

f  TURBO.  Sust.  Tempesta  di  vento, 
che  più  comunemente  diciamo  Turbine  . 
Lat.  turbo,  procella.  Gr.  s/vif  l'a;,  àij'sì- 
Ja  .  Ott.  Cam.  l'ar.  22.  496.  Turbo^  è 
uno  avvolgimento  di  vento  in  mlondita  - 
Bocc.  g.  4-  P'  '9-  ^^  quale  (  polvere  ) 
spirante    turbo ,    o    egli    di    terra    non  la 


i628 


TUR 


TUR 


TUR 


muove  ,  0  se  la  muove,  la  porta  io  allo. 
Dant.  Inf.  3.  Facevano  un  luniullo,  il  qual 
h  aggira  ec,  Come  la  rena  quando  '1  tur- 
bo spira.  Bui.  Fa  una  siniilitudiue  ,  che 
cosi  s'aggirava  quello  lunuiUo  uell'airc, 
come  s*  aggira  la  r^na  nel  mondo,  quan- 
do soffia  il  vento  in  giro.  Turho  è  impeto 
di  vento.  K  altrove  :  Come  turbo  ;  Questo 
è  vocabolo  di  gramatica,  ed  è  a  dire  rac- 
cogUmenlo  di  vento,  e  spignimento.  Dant. 
Par.  22.  Indi  si  ricolse  Al  suo  collegio  , 
e  '1  collegio  si  strinse  ,  Poi  come  turbo 
ÌD  su  tulio  s'accolse,  ^r  Tass.  Cer.  ij. 
22.  Diresti  ben  che  un  turbine  lor  porte, 
Se  pur  hau  turbo  si  veloce  i  venti.  (Pj 

t  §.  Pvr  Torbidezza  .  Lat.  turbatio  . 
Gr.  Toipa^ti.  Dant.  Par.  2.  Essa  e  for- 
mai priucipiu  ,  che  produce ,  Conforme  a 
sua  bonlìi,  lo  luibo  e  '1  chiaro.  Olt.  Cam. 
/'ar.  2.  '|8.  Dio  è  formale  piimipio  ,  lo 
iiuale  lutto  produre,  ed  a  lui  si  conforma, 
siccome  a  causa,  tutto,  cioè  il  turbo  e  *1 
chiaro  •- 

TURBO.  .4fid.  Turbato,  Torbido, 
Senza  chiarezza  .  Lat.  turbidus  ,  turba- 
tus .  Gr.  ioìtpo'i.  Cencs.  Immantinente 
la  terra  ne  venne  sterile  ,  1'  aria  scom- 
buiala, il  fuoco  turbo.  Pa.iS.  36o.  Quelli 
(cibi)  che  sono  grossi  e  gravi,  fanno  che 
M  sognare  sia  di  cose  gravi,  turbe,  e  pau- 
rose. V  Jìus.  211.  Won  senta  cagiont*  il 
turilo  tempo  ci  dona  al  presente  tanta  a- 
marìtudine.  (C)  j-ilam.  Colt.  lib.  6.  Orsi 
asconde  da  noi  Cassiopeia  Ventosa  e  tur- 
ba. (Dr) 

^?  TURBOLENTAMENTE,  e  TUR- 
BULE>TAMEINTE  .  /Ivvcrb  .  In  modo 
tttrhulento.  Ces.  Lctt.  Cic.  2  l^Q  Parlò 
Metello  lurbulentamenlc,  A|ipÌo  temeraria- 
mente j  furiosamente  1'.   Clodio.  (C) 

TUr.BOLENTISSIMO,  e  TURBULEN- 
TISSIMO.  Sufjcr/.dt  Turbolento,  e  Tur- 
bulento.  Lat.  turbnlcutissimus.  Gr.  Sois- 
pwT«To;.  Porgli.  Orig.  Fir.  273.  Come 
siiccialniente  si  vede  nel  registro  di  S.  Crt.-- 
goriu  papa,  clic  si  trovò  in  questi  tempi  tur- 
bolentissimi./.or.  Mcd.  Coni.  137.  Quando 
un  legno  di  turbulcntissima  tempesta  do- 
po molti  pericoli  e  paure  si  riduce  nella 
Iianquillili  del  porto,  il  più  delle  volte  il 
nocchiero,  e  govcrnalote  di  esso  piuttosto 
.dia  propria  virtù  Io  attribuisce  ,  che  ad 
.ilcuna  benignità  di  fortuna. 

TURBOLENTO,  e  TURBULENTO  . 
Add.  Pieno  di  liirì'ulenza  ,  Commosso  , 
Alterato.  Lat.  turbulcntus  ,  commotus . 
Gr.  ra^K^w^'J^'  ^V-  ^'"''"-  Q"«5le  al- 
tre coie,  s'  elle  sono  mutabili  e  turbolen- 
ti ,  nondimeno  cU'  hanno  luoghi  loro  e 
ordini.  Cavale.  Frutt.  ling.  Santo  Am- 
brogio dice  :  Vìii  giova  1*  umile  e  giusta 
corresionc,  che  la  turbulenta  acrusazionc. 
S.  /ìf^ost.  C.  D.  Quella  tr.mquilla  di  lu- 
minosa pietadc  ,  «jucsta  turbolenta  di  te- 
nebrose rupidiladi.  ^f  fhton .  Ficr.  ì.  ^.6- 
Giacche  quel  tanto  Che  di  sesto  può  darsi 
Alla  confusion  di  questo  luogo  E  sordido 
e  confuso  e  turbolento.  Per  me  s'è  messo 
in  ordine.  (/ì) 

'e  §.  Tempo  turbulenta,  dtcesi  Quel/o 
III  cui  accadono  turbolente  ,  sedizioni  ,  e 
.limi/i.  Gioì'.  Geli.  FU.  Alf.  3o.  In  tosi 
.travagliato  e  turbulento  tempo .  K  I78. 
Alfon>o  ,  il  quale  per  molte  cagioni  atten- 
deva in  cosi  turbulento  tempo  «Ile  cose 
sue,   non   potè   mancare  al  Fraoxesc.  (C) 

TUUBOLi:iS/A  .  <•  TUHUOLE.NZIA  . 
Astratto  dt  Turfioleuto  j  i'erlurbitzìone  , 
Alterazione.  Lat.  perlurbatio.  Gr.  TV-po-X^* 
A\tAtttii.  .  Dut.  Purg.  I.  L'acre  era  senta 
nebbia,  o  nuvoK»  ,  u  altra  ofruìvaiìoiie  ,  e 
turbotenxa  di  vento.  /•,'  16.  1.  Intende  1* 
autore  la  eo^cieniia  che  ebbe  della  lurlio- 
lenxiu  dell'ira.  lìuon.  Ficr,  L.  !\.  18.  l'ia 
the  riscontri  in  questa  turboivnia  1  dcsir 
nostri   onesti. 


g.  I.  Per  Torbidezza  .  Lai.  turbatio . 
Gr.  ra^a/fl.  Cr.  ^.  ^0.  3.  L'  argilla, 
ilopo  la  bollitura  del  vino  messa,  il  purga 
di  sotto,  traendo  seco  alla  feccia  ogni  tur- 
bolenza . 

§.  IL  E  per  mela/,  vale  Thbulazione. 
But.  Allora  è  1'  uomo  Ìii  pace  ,  quando 
per  morte  e  uscito  delle  turbolenze  di  que- 
sto mondo,  v  venuto  alla  salute  eterna. 

*  §-  III.  Turbolenza  ,  dtcesi  anche  a 
quel  Disordine  che  accade  nel  popolo  per 
cagione  di  partiti^  o  di  altro  .  Bari.  As. 
hh.  5.  122.  O  perchè  nou  ne  sperasse  ^1- 
tro  clic  lurboleace  .  Cozz.  Strm.  i8.  E 
che  spelate  voi  ce.  Capi  dì  turbolenze  e 
di  partili?  {C} 

'.•  TUHBULENTAMENTE.  F.  TUH- 
BOLE.NTAMEWTE.  (C) 

TUnCL'LENTlSSlMO  .  /'.  TURBO- 
LENTISSIMO. 

TURBULENTO.    F.   TURBOLENTO. 

*  TURCASSETTO.  /Uni.  di  Turcas- 
so. Cnr.  Long.  Sof.  pag.  6.  (Fir.  1811} 
E*  parve  loro  che  le  >iofe  della  grotta  ce. 
presentassero  questi  due  garzondti  ad  un 
fanciullo  bellissimo  ec.  ,  con  1*  ali  in  su 
gli  omeri  ,  con  uu  archetto  in  mano  ,  ud 
un  turcassello  al  fianco  ,  ec.  (B) 

TURCASSO.  Guaina  dove  si  portano 
le  frecce  i  Faretra.  Lat-  pharelra  .  Gr. 
fKpérpt/..  G.  F.  8.  35.  I.  Infiuo  cU' e' 
Saracini  ebbouo  tanto  saettalo,  ch'ebbono 
voli  i  turcassi  di  saette.  3/.  F.  6.  54-  L'arco 
colle  frecce  ne'  loro  turcassi,  e  una  spada 
lunga  .  Annot.  Fang.  M'  ha  riguardalo  , 
ed  hammi  posto,  siccome  una  saetta,  nel 
suo  turcasso  .  .I/or.  S.  Greg.  Noi  piglia- 
mo qui,  per  lo  turcasso  d'  Iddio,  l'occulta 
sua  deliberazione  ,  e  che  egli  allora  irac 
la  saetta  del  turcasso,  quando  caccia  fuo- 
ri la  sentenzia  del  suo  occulto  consiglio  . 
Bern.  Ori.  1.  7.  i^.  Un  lurcasso  tenea 
dal  lato  manco,  Ed  una  tovagliaccia  agli 
occhi  avanti. 

V  TUllCllESE.  Pietra  preziosa,  co- 
munemente detta  Turchina.  Baldin.  Foc. 
Dis.  (A) 

^  TUnCHETTO  .  Term.  degli  Orni- 
tologi .  Ironie  volgare  di  una  Specie  di 
piccione,  il  quale  è  tutto  scuro  o  bruno, 
col  giro  degli  occhi  dì  colore  scarlatto  . 
I/a  il  becco  giallognolo  ,  e  i  piedi  ì'ossi 
sbiadati.    Lai.    columba  turcica.   (A) 

•f  TURCHINA  .  Pietra  preziosa  così 
detta  dal  suo  colore  turchino ,  0  cilestro 
assai  bello  ,  non  trasparente  ,  e  talvolta 
di  un  verde  azzurrino,  detto  anche  mavì. 
Dagli  autori  è  anche  chiamata  Turche' 
se,  e  la  distinguono  in  maschio  t  fem- 
mina. Sagg.  nat.  esp.  228.  Del  re>to  né 
i  lapi&lazzali,  nù  le  turchine,  ne  i  dijNpri, 
ne  l'agate  ec.  altra;^gono.  Bern.  rim.  |. 
2-  lu  rrcdelli  trovar  quabhe  palazzo  >fu* 
rato  di  diamanti  e  di  turrliinc.  Fir.  nov. 
8.  300.  Egli  è  un  bel  i  ubino,  ce.  Nono, 
pazzo,  l'è  una  lurehiua. 

TURtlIINICCU).  D:m.  di  Turchino  j 
Che  pende  nel  turchino  ,  Alquanto  tur- 
chino. Lai.  subcetruleus.  Cr.  'j'Xq/M'À tiQ^. 
Hvd.  (ìss.  an.  l3l.  Nella  quale  (estremi- 
tà J  scorgnusi  quattro  punii,  che  latvulla 
uppariscon  neri ,  v  talvolta  come  Lurcbi- 
nicci  . 

TURCHINO.  Add.  Azzurro.  Lai.  rj«- 
neus.  Gr.  jtuawio^.  Borgh.  Hip.  a^i.  Il 
turchino  ir  cutor  incuano  fra  V  acqua  e  V 
aria,  comccrhc  jiii'i  all'  aria  s'  a\  vii  ini  . 
Buon.  Fier.  ^.  I.  1.  A  un  rordonrin  di 
seta  Vrrdegaio,  o  turchino,  n  irarnati- 
no.  Art.  J'etr .  yer.  i.  a5.  Questa  si 
dice  ramina  di  Ire  colle,  con  U  quale  si 
fa  l'acqua  marina,  il  M-rdc  smeraldini!, 
il  coloic  .irabirt)  dello  turchino. 

>l*  ^.  Turchino  .  Term.  degli  Ornito- 
logi.    Fnnhinelto.  (Al 

TURCHIO.    ;'.  TURCO. 


t  TURCIMANNO.  Interpetrtj  Qutgti 
che  parla,  o  risponde  in  *ece  di  colui  cké 
non  intende  ti  linguaggio.  Lai.  interpres* 
Gr.  ipiirìvtvi  .  Sig.  Fiagg.  Sin.  il.  An- 
cora mi  disse  il  nostro  turcimanno  che 
grandissima  quantità  di  dunne  sono  che 
portano  braghiero  .  /:,'  17.  lo  quella  sera 
ci  disse  il  nostro  turcimanno  delU  graodei- 


za   della   villa.    G.    F.  7.     l44- 


Turci- 


manni  v'  avea  dì  tutte  lingue.  Belline, 
son.  112.  Bisogno  non  ha  U  Mor  dì  tur- 
cimanni. 

3  TURCO.  Che  gli  antichi  dissero  an- 
the  TUI.CHIO.  Che  è  della  setta  maomet- 
tana .  Lat.  Turca.  /ìoic.  nov.  Ip.  2.  E 
credendo,  che  Torchio  fosse,  il  le  haltez- 
«aie.  .^tor.  lUst.  198- F uè  prigione  lo  ba- 
rone Milaonictlo  ,  che  era  Turchie,  ec. 
Bern.  rim.  l.  110.  Più  da' Turchi  e  con- 
cilii  vi  difende  .  Soder.  Colt.  Z.  Oggi  i 
Turcbi  piaalaou  le  vili  per  cibarsi  dcU* 
uva  ,  eh'  e  loro  daOa  maomeltana  legge 
ptuibilo  il  vino. 

•r  §.  //  2*"rco,  per  antonomasia,  dice- 
si  l'  Impcrator  de'  Turchi.  ««  Bern.  rim. 
1.  Jo4-  Itt  ht>  per  cameriera  mìa  1'  An- 
croia  ce. ,  Balia  del  Turco,  e  suocera  del 
boia  ».  C'Y; 

•"?  TURGENZA.  liigo-if  amento .  Lai- 
turgor  .  Gr.  otoy^wc?.  Bed.  lett.  I.  87. 
Gli  spìriti  abitalori  delle  di  lei  6bre  ner- 
vose ce.  si  mettono  in  moto  ed  in  impe- 
to di  lurgcDU .  E  Cons.  i.  &).  I  vini 
generosi  saranno  sempre  nocivi ,  perche 
ineseolati  tra'  fluidi  ec.  gli  mettono  in  mo- 
lo dì  turgenza.  E  123.  Facilissime  a  met- 
tersi in  impeto  dì  turgenza.  E  167.  Tengu 
Jtrinisaima  oiinionc,  che  «juei  scrviriali  ce. 
mettano  1'  utero  ed  i  fluidi  di  lutto  quan- 
to il  corpo  in  impeto  doloroso  dì  lurgenu. 
/'.'  246.  Non  vi  e  scrittore  aoaloooico,  che 
abbia  mai  potuto  osservare  questa  turgcnu 
de'  vasi  nell'  utero-  (*) 

T URGERE.  F.  L.  Confare.  Lai.  («r- 
gere.  Gr.  oy/oùiàai. 

§.  Per  metaf  Dant.  Par.  10.  Tin  lin 
sonando  con  sì  dolce  nota  ,  Che  'I  ben 
di>poslo  spirto  d'  amor  turge  ■  But.  ivi  .- 
D*  amor  turgc  ,  cioè  cresce  dell'  amore  e 
della  carità  d' Iddiu. 

TURGIDO.  .-Idd.  Confato.  Lat.  tur- 
gidus .  (.r.  fly/wVr.i .  Dant.  Purg.  3a. 
Turgide  fansi,  e  poi  si  rinoovella  Dì  suo 
color  ciascuna.*  Fit.  SS.  Pid.  I.  124- 
Era  diventato  lutto  turgido.  (Fj  lìuon. 
Fier.  2.  5.  4-  Andanti  >clve  Per  l'ampio 
immenso   turgido  Oceano. 

TURIBILE,  e  TURIBOLO.  Fase  do- 
ve si  arde  lo  incinto  pir  incensare,  Lat. 
turihuium  ,  thuribulum  .  Gr.  Sy^iaTf/- 
^lOv  .  Cavale.  Pur.gil  Fu  arso  e  consu- 
mato con  molli  suoi  .seguaci  per  piaga  di 
fuoco,  il  quale  s'  apprese,  e  usci  delli  tu- 
riboli miracolosamente  Seni.  Stor  l5. 
6l5.  L'uno,  e  1' allro  Iato  della  bara  era 
cioto  da  turilK'li  d'argento  falli  roarstrcvol- 
mentc.  Segner.  Crisi,  in.nr.  1.8-  il-  Nel 
tempio  di  quc%to  muodu  eierrili  qua>i  of 
ficio  di  sacerdote,  e  sì  taglia  della  5ua 
lingua  non  altrimenti ,  che  ti'  un  lunbilc 
^ivo  a  iacen>ar  1*  Aliìssìmo. 

*  TUHIFKRAnlO  .  yVrm.  degli  Fc- 
c/esia.ffici.  Colui  che  nelle  funzioni  eecle- 
siasliche  porta  il  turiltolo.  f  A) 

TURMA  .  Schiera  d*  uomini  armati  a 
cavallo.  Lat.  turma  Gr-  aii'C  ''<'^«  Co- 
me Ira  1  pedoni  la  schiera  divisa  s'appella 
centuria  ,  e  conlubernta  ,  ovvero  maniptilu; 
così  tra  i  cavalieri  e  detta  turma  ,  ed  ha 
in  una  turma  cavalieri  Ircntadue  .  Fit. 
rhit.  Ciascuno  di  Ire  turme  d'  uomini 
cir* oudassono  la  cìiti.  Mor.  S.  Greg  Lì 
Caldei  feriono  Ire  luime,  e  awalirono  \ 
cammrlti,   e   porlaroUgli   via 

§.  l  Talora  si  prende  remphctmrnte 
per  Branco  ,  e    Moltitudine    di   animali  . 


TUR 

Lat.  grext  armenUtm.  Gr.  ù-/i'Xv>'!tOi}J.vTÌ. 
3f.  r.  2.  42-  Aveva  diluDgalc  le  lurme 
de'  buoi»  Iratli  per  la  rollo  dtl  iiiuio  due, 
o  ire  miglia,  che  i  vilLiui  ce  le  (lutcsso- 
00  soccorrere  .  Tes.  lìr.  5.  19.  Volano 
0  grande  lurma  insieiiio  (  parla  dei  to- 
hmbi  ). 

§.  II.  Per  Frotta  di  persone.  L^it.  tur- 
ba, agnien.  ì  it.  SS.  Pad.  1.  7I.  La  qual 
cosa  poithc  fu  ^apulJ,  a  lurme  correvano 
le  genti  a  lui  di  Suia ,  e  d*  Egitto. 

#  §.  111.  A  tarme  a  turme,  posto  av- 
verbtalm.  vale  In  prun  quantità.  Lai.  ttir- 
matim.  Segner.  Mann.  Vie.  17.  X.  Vanno 
giù,  come  pecore,  a  turine  a  lurme.  (t  ) 

!l=  TUHNO.  Bicorrimcnto  deW  alterna- 
tiva nell'  esercizio  di  qualche  ujizio.  (J) 

TUKl'E,  e  TORVO.  /'.  L.  Add.  Pe- 
forme ,  Sporco,  Visoneslo.  Lai.  turpis  . 
Gr.  a'tffXPo*?  .  Pant.  Par.  l5.  Quivi  fu' 
io  da  quella  gente  lurpa  Disvìluppalo.  t'i- 
loc.  6.  321.  Contento  rlie  tanto  uomo  fosse 
per  r  aiuto  degli  idilii  da  si  turpe  morte 
rampato.  Amet.  76.  Esse  ognora  crescenti 
oc'  miei  olibrobrìi  cou  più  turpi  parlari  non 
mi  si  levavano  dinanzi. 

TURPEZZA.  Astratto  di  Turpe.  L Al. 
turptdo.  Gr.  aÀisx^ÓTr.i.  Dant.  Conv-G^Z- 
Lo  uual  vucaliolo  ec.  non  saiebbc  altro  a 
dire ,  che  turpetia.  K  l5g.  Come  ituc-sta 
e  lielU'Xza  d'onestà,  così  lo  suo  contrario  è 
turpezza,  e  nicncmanza  dell'onesto. 

>?  TURPILOQUIO.  /.  L.  Il  parlare 
disonesto  e  laido  ,  Oscenità  nelle  parole  . 
Cavale.  Punirli.  25o.  Questo  pecciilo  di 
turpiloquio  ci  mostra  reprensibile  S.  Paolo; 
quando  dice  ad  Epbesios:  Fornicazione,  ed 
ogui  immondizia  e  turpiloquio  non  sola- 
mente Dun  iia,  ma  non  si  ricordi  Ira  uoi. 
E  2»j3.  Del  parlare  ozioso  ,  Del  mollilo- 
quio  ,  Del  tuipiloquio,  o  scurrilità,  cioè 
detti  e  canzone  di  giullari  e  di  persone  %'a- 
ne.fr; 

TURPISSIMAMENTE.  Avverh.  Con 
modo  turpissimo  f  J'ituperosiimente.  Lat. 
turpissime.  Gr.  oli^X^^'^'^  •  ^''^°'^-  7- 
4j>^.  Mi  facciano  ancora  dì  vederlo  turpis- 
sin).inientc  uioriie  esser  contento. 

TURPISSIMO.  ^"ptr/.<f(  Turpej  Prut- 
tissintOj  Jjejbrmissimo.  Lai.  turpissimus. 
Gr.  atffjc,;dT«T05.  Bocc.  nov.  55.  2.  Sotto 
turpis>in)e  forme  d'  uuniiui  si  trovano  ma- 
ravigliosi  ingegni  dalla  natura  essere  stali 
riposti  .  Amet.  65.  Qualunque  è  qui  più 
bella  di  tulle,  posla  alialo  ad  essa,  a  ri- 
spetto di  quella  ec.,  turpissima  aaria  giu> 
dicala  ■ 

t  t?  TUUPITA',  TURPITADE,  e  TUR- 
PITATE  .  Astratto  di  Turpej  Turpitu- 
dine, Deformità.  Lai.  turpiludo.  Gr-  aii- 
jCp^rr.c  .  Ott.  Com.  In/.  S^.  58i.  Quasi  a 
dire  la  sua  disformiladc  e  lurpitade ,  mo- 
stra Lene  che  ogni  male  dee  proceder  da 
lu..  (•) 

•f  rURPITUDIlSE.  Deformità,  Lai- 
dezza cosi  dei  corpo,  come  dell'animo.  Lat. 
lurpitudo.  Gr.  at^x,-^'""''---  ^'^'''-  "*"•  ^^■ 
7.  Volendo  la  turpitudii.e  del  ^iso  di  mes- 
aer  Forese  mostrare  ,  disse  che  stalo  sa- 
rebbe sozzo  ad  UQ  de'  Caronci.  Quisl.  Fi- 
Ics.  C.  S-  Questa  infezione  uon  è  per  ap- 
posizione d'  alcuna  tuipiludine,  ma  è  per 
soltraztoue  d'alcuna  bellezza  {il  /  ocabol. 
alla  voce  SOTTRAZIONE  legge.-  non  è 
per  opposizione  ec.  ,  ma  e  per  sutlrazton 
ec).  Coli.  Ah.  Isaac,  cap.  33.  Bealo  l' 
uomo  ibe  lascia  la  gulosilade  ec;  veden- 
do IO  altrui  chenli  sono  queste  cose  ,  al- 
lora in  st  conoscerà  la  propria  turpitu- 
dine . 
TURPO.  ;■.  TUr.PI-. 
•f  *  TUriRIBCLO.  V.  A.  lo  stesso 
che  Turibolo.  Cavale,  Pungil.  E  così  Core 
ec.  fu  da  Aron  per  giudizio  di  Dio  arso 
cbD  la  sua  gente  ,  per  lo  fuoco  cLe  usci 
dc'lurribuli ,  e  coniamogli.  (*) 


TUR 

*  TURRITO.  Add.  Torrito.  Car.  T'ol. 
2.  lelt.  186.  pag.  2q8.  (Cornino  l'J^l\)  Il 
cupo  solo  granile  della  Dea,  con  bella  con- 
ciatura, mitrato  e  luriito.  Queste  .sono  le 
descrizioni  che  trovo  della  Pace  ,  quanto 
alle  medaglie.  (Pj  Salvia.  Fneid.  lib.  6. 
Qual  lìercciulia  madre  in  cocchio  vanne 
Turrita  per  lo  Frìgie  cittadi .  /s  ///;,  7. 
Le  turrite  antenne  .  F  lif'.  8.  Cosi  Lat- 
tai;liaii  le  turrite  poppe.  (Pj 

TUUTUMAGLIO  .  lo  stesso  che  Ti- 
timaglio.  Lat.  tiihj  malus  .  Gr.  ti&vju.«- 
>0^  .  Tes.  Pcv.  P.  S.  cap.  l5.  Il  latte 
del  turtuniaglio  trito  con  farina  dì  grano 
messa  nel  foro  del  dente,  sì  lo  strigne.  E 
a/presso  :  Uem  la  polvere  del  piretro  si 
conletta  con  latte  di  luilumaglio  e  di  gal- 
bano,  e  pongasi  in  su  li  denti  /  olg.  Diosc. 
Il  turtuniaglio  fa  in  luoghi  incolti .  Lib. 
Masc.  Leva  il  pelame  impidocchito  con 
bollitura   di  turtumaglio- 

'A-  TURTUREO.  Add.  di  Tortora.  Sal- 
via. Opp.  Pese.  Di  tuiturea  ferita  non  V* 
ba  danno  più  tristo  (qui  detto  dello  spun- 
tone del  pesce  Tortora,  volgarmente  detto 
Ferraccia  ).  (A) 

TUSA^TI.  /'.  A.  Tutti  i  Santijcgli 
antichi  il  dissero  per  la  Solennità  dell' 
Ognissanti.  G.  V.  II.  I.  II.  Onde  quel- 
lo di  della  Tusanti  cominciò  a  piovere  di- 
versamente . 

V  TUSCA  .  Sorla  d'  uva  nera.  Creso, 
lib.  ^.  Cap.  4*  £  ^3  Talmunìca  e  tusca  , 
che  molto  nere  sono.  (T ) 

TUTELA.  Propriamente  Protezione  c/te 
Ita  ti  tutore  del  pupillo  j  e  prendesi  an- 
che assolutam.  per  Difesa,  o  Protezione. 
Lai.  tutela.  Gr.  iTTiT^Ojrn'.  G.  A'.  5.  17. 
3.  Lasciò  il  dello  Federigo  suo  Bgliuulo 
Piccolino  in  guardia  e  tutela  dì  santa  Chie- 
sa. Mor.  S.  Cicg.  Il  regno  sta  appresso 
il  trascorrimento  dell'  acque,  quando  il  no- 
stro Creatore,  dandoci  il  frutto  e  la  tute- 
la del  suo  ombraculo,  cioè  del  santissimo 
corpo  ,  apf^'arve  in  carne  .  V  Serd,  Slor. 
12.  471-  -1  ulli  gli  Spagnuoli  stav;ino  prin- 
cipalnienle  sotto  la  tutela,  e  patrocinio  di 
queir  Apostolo.  ( C) 

*  §.  Tutela  incolpata.  P\  I>XOLPA- 
TO.  (CJ 

■-:•  TUTELARE.  .Idd.  Che  difenile.  Che 
protegge.  Lai.  tutelaris.  Gr.  -.TZtrpiTity.ói. 
Salviti.  Pros.  Tose.  I.  l5.  Ti  promette- 
sti tu  allora,  e  te  M  diceva  il  (no  tutelare 
genio  ,  da  quelP  indole  magnanima  frulli 
d'  onore  e  di  felicità.  (*)  E  Ceor.  lib.  4. 
Guardigli  II  guardìan  de' ladri,  e  degli  uc- 
celli Colla  falce  salcigna  il  tutelare  INume 
r  Ellespontiaco  Priapo.  (F) 

TUTELATO.  Add.  Difeso  dal  tutore. 
Buon.  Fier.  5.  l.  3.  Send' Ìo  pupillo  mi 
vedea  far  vote,  Tutelale  da  lui  dispense  e 
casse . 

♦f  *  T^^10.Add.  Sicuro.  Voce  lat.  e 
della  poesia.  Dant.  Purg.  17.  Or  perchè 
mai  non  può  dalla  salule  Amor  del  suo 
suggello  Volger  viso  Dall'odio  proprio  son 
le  cose  tute.  (ASJ 

TUTORE.  Quegli  che  ha  in  prolezio- 
ne ,  e  cura  il  pupillo-  Lat.  tutor.  Gr. 
£:rtTpor:o5 .  Docc.  nov.  38.  3.  I  tutori 
del  fanciullo  insieme  colla  madre  di  lui 
bene  e  lealmente  le  sue  cose  guidarono  . 
6".  F.  10-  108.  4-  ^^  Comune  di  Pisa  ec. 
condannare  i  figliuoli  dì  Ca^tluccio,e  Kieri 
Sagina  loro  tutore.  M.  /'.  II.  6.  Kon  dirò 
consìgLeri  ,  ma  piuttosto  balii  ,  e  tutori  , 
a'  capitani  nelle  guerre  del  nostro  Co- 
mune  ((fui  per  similit.). 

fTUTORI  A.  /  .  A.  Tutela.  Lat.  tutela, 
tuitio.  Gr.  ='-iT^97n;,  as^a/iia.  C  F.  7. 
148.  2.  Il  detto  suo  padre  lasciò  alla  guar- 
dia e  tutoria  del  popolo,  e  Comune  di  Fi- 
renze lui.  Pass.  126.  Sono  malagevoli  casi 
quelli  ec.  dell'esecuzioni,  delle  manoval- 
derie,  e  tutorie,  te.  Vant.   Conv.  72.  Se 


T   U  T 


ltì*> 


noi  consideriamo  poi,  che  per  la  maggio- 
re adolescenza  sua,  poiché  dalla  reale  tu- 
toria fu  niunccppata  da  Bruto  primo  coa- 
solo in6no  a  Cesare  primo  principe  sommo, 
noi  troveremo  ec. 

TUTRICE.  Femm.  di  Tutore.  Lat.  /«- 
trix.  G.  P'.  5.  18.  2.  Da  sua  madre,  e 
buona  tutrice  ,  fu  nutricato  e  guardato  . 
Cron  .  Morell .  Produce  ec.  a  legittima- 
gione  de'  detti  tutrici  ,  e  tutori  .  Buon. 
Fier.  Introd.  2.  5.  Che  'n  cura  m*  ac- 
cettò  lata  ,   e  luti  ire. 

TliTTAFIATA  ,  che  anche  si  scrive 
TUTTA  FIATA.  Avverh.  e  vale  Conti- 
nuamente, Sempre.  Lai.  assidue.  Gr.  yj- 
V£;^w;.  Bocc.  nov.  17.  7.  Quella  (  tet/t' 
pesta)  non  cessando,  ma  crescendo  tutta 
fiata  ec.  sentirono  la  nave  sdiucirc.  -e  Ar. 
Far.  i5.  II.  E  perchè  ba  dubbio  pur  lut- 
tafiata  Che  non  gli  turbi  U  suo  viaggio 
Alcina,  Vuol  Logistilla  che  con  forte  ar- 
mala AndroDÌca  ne  vada  e  Solrosina.  fj.Vj 

V  g.  1.  Per  Ogni  volta  che.  Tratt.  Car. 
58.  (  Fir.  1829  )  Adornami  di  fiori  ,  ed 
empinii  di  frutti  ,  perocché  tutlafiata  che 
all'  anima  è  levala  lu  luce  della  contempla- 
zione, ella  si  conforta  ne'  frutti  delle  buo- 
ne opere.   (Cj 

%.  IL  In  vece  di  yoiuìimeno.  Con  tutto 
ciò.  Lat.  tanica,  Gr.  yi'vTot .  Bocc.  nov. 
25.  II.  Tutta  fiata,  se  dura  e  crudele 
parula  ti  sono,  ec.  Fìloc.  5.  2l4-  Giova- 
ne, disse  la  Reina,  gran  pena  è  la  vostra 
ec.  ;  ma  tutufiala  il  vostro  dolore  puote 
essere  da  speranza  aiutato  .  Tes.  Ur.  \. 
IO.  Poniamo  che 'l  mondo  non  fos^e  un- 
que  faKo  ;  tutlafiata  era  egli  nel  suo  eter- 
Qdl  consiglio. 

TUTTAVl'A.  Avverh.  Tutlafiata,  Con- 
tinuamente ,  Sempre  .  Lat.  assidue.  Gr. 
5Uv;;^w,'.  Pant.  Inf.  L^.  Ma  passavani  la 
Selva  tullavia.  Bocc.  nov.  28.  26.  Io  prie- 
go  Iddio,  che  vi  dea  il  buono  anno  ,  e  le 
buone  calendi  oggi,  e  tuttavia.  E  nov.  43. 
8.  La  qual  tultavia  gli  pareva  vedere  o 
da  orso,  o  da  lupo  strangolare.  Bui.  Purg. 
3i.  I.  Questo  vulgare  alcuna  volta  impor- 
ta tempo,  e  ^ienc  a  dire  sempre,  come 
quando  si  dice:  io  ti  setvia,  e  tuttavia  mi 
discrvivi . 

■'^  §.  L  Per  Ancora.  Lat.  adhuc.  Bocc. 
g.  I.  n.  4'  Il  monaco  ancora  da  grandis- 
simo suo  piacere  e  diletto  fosse  con  questa 
giovane  occupato,  pur  nondimeno  tuttavia 
sospettava.  (F)  Sannaz .  Arcad.  pr.  lO- 
Postocbe  molti,  da  volonteroso  ardire  spro- 
nati, tentatolo  abbiano  più  volte,  e  tenti- 
no tuttavia.  (C) 

'\'  g.  II.  Tuttavia  che,  per  Ogni  volta 
che  ,  Sempre  che  .  Lat.  quoliescumque. 
Mil.  M.  Poi  70.  Allotta  ogni  uomo  s' 
inginocchia,  i  baroni  e  tutta  gente,  e  fan- 
no segno  di  grande  umiltade,  e  cosi  si  fa 
tuttavia  che  dee  bere.  ( Br} 

•f*  §.  III.  Per  Kondinieno,  Con  tutto 
ciò.  Lat.  tamen,  nihilominus.  Gr.  p.i-iTQi, 
Bocc.  nov.  43.  II.  Ma  tuttavia  li  vogliam 
ricordare,  rbe  per  queste  conti  ade  ec.  van- 
no di  male  biigale  assai  .  E  Conci.  10. 
Tuttavia  chi  va  tra  queste  leggendo,  lasci 
star  quelle  che  pungono,  e  quelle  che  di- 
lettano, legga.  Tesorett.  Br.  i5.  122.  Ma 
tuttavia  li  guarda  D'una  cosa  che  imbar- 
da La  gente  più  che  '1  grado:  Ciò  e  gioco 
di  dado.  Ftl.  SS.  Pad.  1.  26.  Tuttavia 
quel  tanto  che  n'  abbo  in  pronto,  e  sonne 
eaperto,  ve  ne  dirò.  /:'  appresso:  Tutta- 
via questo  imprima  ci  conviene  tenere  fe- 
delmeole.  Farch.  Slor.  l5.  58g.  Diceva 
al  Duca  ec.  ,  che  la  trovava  molto  dura  ; 
tuttavia  ,  che  non  resterei. Iie  di  subillarla 
tanto,  che  la  farebbe  coodescendere ,  ec. 

TUITAVOLTA,  che  anche  si  scrive 
TUTTA     VOLTA.    A^vcrb.     Tuttavia,, 
Nondimeno.    Lat.   attamen  ,  nihtlominus  , 
tamen  .  Gr.  /j-Ì-jtoi  ,    o/*Wi  ,  <x.XX  Zp.wi. 


i63o 


T  U  T 


Cr.  2.  i3.  17.  Tullochl;  non  lieano  al 
modo  che  beono  ^It  animali,  tuttavulta  it 
beveraggio  iiel  |ia(Ìulc  si  mischia  nel  loro 
leUme.  /C  5.  9-  I.  Il  rornio  è  un  piccolo 
arbore,  il  qu^le,  avvfgQjchè  njica  ne'bo. 
schi,  e  sia  comunemf^nle  arbore  salvatico  , 
tuttavolla  dimenticar  si  può  per  via  di  cul- 
tiramento  .  V.  6.  22.  5.  Le  più  rreiciule 
e  mapgiori  piante  si  dcono  porre  ,  che  , 
benché  più  si  penino  ad  apprendere,  tut- 
tavolla diventeranno  più  forti  .  lAh.  T)i- 
tcr.  Avvpgnjrlià  noi  non  parliamo  sopra 
volontjdi-  ,  e  tutl-ivolla  ncto  possiamo  ta- 
rpre.  .V/or,  lùir.  6.  128.  Questa  cosa  nel 
primo  aspetto  parve  ec.  molto  strana  e  pe- 
ricolosa; luttavolld  rilrovandoAÌ  lontani  da 
Ottone  ve.,  nuli  ardirono  di  ronlrapporii. 
/:  l38.  Tutta  \nllj,  senza  atfermarne  co- 
sa alcuna  .  Liscerò  io  giudicare  il  tutto  a 
ehi  le;;ge  questi  miei  scritti. 

§,  I.  /Vr  ContiniKimonle.  Lat.  tugìter, 
mxsidue  .  Or.  «òta)  -i'ttw;  ,  fj-^f^'^^  • 
Cr.  9.  l'j.  5.  Nondimeno  tuttavolla  me- 
nando i  setoni,  e  fatigando  il  cavallo  con- 
tinovamente  al  modo  che  di  sopra  e  detto, 
ec.  jlr.  Far.  26.  20.  MarfisJ,  tuttavolta 
combattendo,  Spes«o  a' compagni  gli  oc- 
chi rivoltava.  /T  33.  12^.  Astolfo  il  corno 
tuttavolta  sunna. 

§.  II.  Tiittr  le  più  volle,  vale  Soven- 
te ,  Quasi  .tempri-  .  Lai.  ut  plurimum  , 
sape  sopiti".  Gr.  ti)  ìittk/c^.  Petr.  I.ctt. 
Tulle  le  più  volle  perviene  a  buon  6nc. 
i'it.  S.  /int.  Necessario  è  liitte  !e  più- 
Tolte  aver  pazienza.  Lih.  cnr.  malati.  Ma 
tutte  le   più   volle   SJna   questo    male. 

§.  Iti.  Tutta  io/ta  che,  vale  Ogni 
volta  che.  Sempre  che.  Lai.  quotiexcitm- 
atte.  Gr.  Óloi»(i~  Cf*  .  f.ih  Masr.  Con 
«mesto  artifizio  e  ingegno  il  cavallo  si  può 
aiutare  ,  tuttjvoltj  rhe  esso  non  potesse 
ritto  dimorare.  Cr  1.  4-  3-  Tuttavolla 
che  1'  arttua  è  da  libera  terra,  è  migliore 
nncora  che  la  pietrosa.  Dani.  Conv.  ili. 
Tutta  volta  che  il  gioganle  era  stanro,  egli 
poneva  Io  corpo  suo  sopra  la  terra  disle- 
so. Gal.  Si.it.  282.  Tuttavolla  che  i  «al- 
loli  falli  sopra  le  osservazioni  di  quelli  a- 
stronomi  ntm  ce  la  rendono  nel  medesi- 
mo luogo  ,  è  forza   che  ce. 

•f  ^  TUTTISSIMO.  Voce  che  può  u- 
sarsi  scherzevolmente  in  vece  di  Tu  tutto. 
In  tutto  e  per  tutto.  Salvia,  f-'ier.  Buon. 
i.  2.  I.  Gli  antichi  tututto  per  tutto  tut- 
to, come  se  comicamente  dicessimo  tut- 
tissimo, (/t) 

TUTTO,  l'ore  che  arila  nostra  lingua 
in  vane  guire  ed  in  molti  modi  s*adope- 
ra,  dei  ifuali  vedi  più  di.^tintamente  il  Ci- 
nonio.  Quando  è  nome  ,  precede  all'  arti- 
colo, lasciandolo  allato  al  suo  nome,  che 
talora  con  esso  il  nome  gli  precede.  Che 
se  a  pronome  x'  accoppii,  o  ad  alcun  no- 
me particolare ,  ne  articolo,  ne  altro,  che 
gli  equivnglia ,  riceve. 

•f  TUTTO.  I\'ome,  ndd.  riferita  a  quan- 
tità continua  ,  tale  Intero  per  cia.tcuna 
parte.  Lai.  totus  ,  integer  .  Gr.  óio?  . 
ffoce.  nov.  l5.  6-  Tutto  postosi  mento 
re.  s'  avvisò  ,  questa  donna  dover  esirrc 
di  lui  innnnmrala.  /-.'  noi-.  ^^.  IO.  Tutta 
nel  su«  mantrllo  sletuo  rhiuvala,  in  .Susa 
rcin  seco  1.»  menò,  /i'  nov.  f\^.  12.  Tutta 
vestila  in  su  un  loro  Idtirello  con  loro 
insieme  a  giacer  si  città,  nh  in  tutta  la 
notte  di  .Mtipirare,  ne  di  piagnere  ce.  non 
rifinò.  Jmrt.  4^  Ma  già  di  quelli  pieno, 
la  mia  madre  pi-r  imposi  si  j^igiunse  ,  al- 
lora di  belleite  famosissima  Ninfa  in  tutto 
(Upri,  e  il  loro  matrimonio  fu  (elìce,  (i. 
V.  IO.  2l4-  3.  I  Sanesi  presono  grande 
ndegnn  eontra  i  Fiorentini,  e  tutta  l'on- 
ta e  vergogna  e  danno  ricevuto  da'Pisani 
•i  riputarono  avere  rirevuto  ila'Kiorrntmi, 
perchè  non  f>li  avevano  socci'Inì  (  così  nel 
tetf    Pavangati.  e   m    nitri    bufoni    mst-   : 


T   U   T 

lo  stampato  ha  per  errore  con  lulto  )  . 
*  Cuìtt.  lett.  3.  IO.  Radice  di  lutto  ma- 
le (d'ogni  ma/e)  è  avarizia.  G.  V.  II. 
21.  (he  tutte  case  e  terre  di  quelle  ma- 
rine si  disertaro.  Hocc.  g.  10-  a.  10.  Essi 
V  avrebber  per  donna  ,  e  onorerebbonla 
in  tulle  cose  siccome  donna  .  (I  }  Ciov. 
Geli.  f^it.  Alf.  62.  E'  non  è  dubbio  che 
tutto  r  esercito  del  Duca  ec.  poteva  esser 
rotto.   (C) 

g.  I.  Riferito  a  quantità  discreta,  vale 
Ogni  ,  Ciascuno  ,  Ognuno  .  Lai.  omnit  . 
Gr.  nxi  .  Dant.  Par.  1.  Una  sola  virtù 
sarebbe  in  talli.  Petr.  son.  IO.  Tulle  le 
notti  si  lamenta  e  piagne,  /locc.  tntrod. 
56.  1  ulti  sopra  la  verde  erba  si  punsero 
in  cerchio  a  sedere.  F.  nov.  2.  8.  Cauta- 
mente cominciò  a  riguardare  alle  maniere 
ee.  di  tutti  i  cortigiani  ■  /C  nov.  16.  12. 
Da'  quali^non  sappicndosi  per  tulli  il  suo 
nome  ,  ella  fu  Cavriola  dinominata. 

#  §.  II.  Talora  si  pone  fra  il  prono- 
me ed  il  su  Ttantivo  dipendente  da  esso  prò* 
nome.  I  tt.  SS.  Pad.  1.  18.  Delle  quali 
tutte  cose  Antonio  ee.  facendosi  beffe  er. 
(  l  moderni  dtreMtoiio  :  D- l'è  quali  cose 
tutte  ).  l'S  nov.  a.  267.  Cosi  gli  altri  tutti 
6ori  e  frutti  al  lor  tempo  escono  e  proce- 
dono per  dilettare  gli  occhi  e  saziare  Io 
palalo.  Dant.  Conv.  l<)5.  Ver  quelle  tutte 
dadi  questa  nobiltà  ,  di  eui  si  parla  ,  di- 
versamente mostra  lì  suoi  efletti  nell'ani- 
ma nobilitala.  Cr.  1.  I.  2.  Le  quali  tutte 
cose  sono  da  esser  diligentemente  con- 
siderate ,  aoti    che    altri    comperi    terre  , 

ec.  (n 

'fi  g.  111.  Talora  si  pospone  all'agget- 
tivo a  cui  si  appoggia.  Dant.  In/.  8.  Ch' 
io  li  conosco  ancor  sie  lordo  tutto.  Morg. 
21.  6.  Can  di  Gattaia,  come  <|ueslo  intese. 
Turbato  tulio,  una   gran  lancia  prese.  (J\') 

*  g.  IV.  Talora  e  anche  posposto  al 
su.stantivo  .  ì  it.  S.  Gomitili.  282.  La 
qual  cosa  i  vostri  dottori  tutti  non  accon- 
sentono.  (  f  ) 

3  g.  V.  Tutto,  inforza  di  sust.,  vale 
Il  tutto.  Ogni  cosa.  Lat.  totitm,  omnia. 
Gr.  Óiov,  Tr«v.  I.'ant  Inf.  7.  K  qutl  sa- 
vio gentil  ,  che  tutto  seppe  ,  Disse  per 
confortarmi.  Petr.  son.  3o3.  Or  nel  vol- 
to di  Lui,  che  tutto  vede,  Vedi  il  mio 
amore.  Rocc.  nov.  17.  5;.  Secondo  l'am- 
macslramento  datole  da  Antigono  rispose, 
e  contò  lutto. 

'fi  g.  VI.  l'ale  anche  Unione  di  molte 
parti  che  formano  insieme  una  cosa  ia- 
dividila  ,  un  intero  .  «  Dant.  Conv.  62. 
Conciossiacosaché  gli  amici  sieno  quasi 
parie  d*  un  lulto  ».  flV)  Amm .  Ant. 
Laida  e  ogni  parte  che  al  suo  tutto  non 
si  conviene  .  Dant.  Inf.  34-  Lo  *mpera- 
dor  del  doloroso  regno  Da  mezio  'I  petto 
useìa    fuor   della    ghiaccia  ;   E  più  con  un 

?:igante  i'  mi  convegno,  Che  i  giganti  non 
an  colle  sue  bracria.  Vedi  oggiinai  quant* 
esser  dee  quel  lutto  Ch'  a  cosi  fatta  parte 
si  confarrij.  f /';  Pros.  Fior.  Salvia,  lett. 
4  2.  274-  U""  finiste  troppo  le  parti  a 
una  a  una  ,  e  poi  nel  tutto  e  nell'  insie- 
me e  infelice.  (C) 

g.  VII.  t-'s.trre  il  tutto,  vale  Aver  tut- 
ta l'  autorità,  essere  il  più  potente.  Hf. 
/'.  10.77.  Avendo  appo  loro  li  venliqual- 
Iro  aniba^riadori  ,  ch*  erano  il  tutto  della 
terra.  ^  Frane.  Sacch.  nov,  86.  lo  per  nie 
ec.  credo  che  1  mariti  siano  t|uasi  il  lutto, 
di  fare  buone  e  eatlivr  mogli  (  cioè  ,  da 
biro  dipenda),  fi)  />av.  Scism.  5g.  Cin- 
que giorni  dipoi  si  fere  parlamento  in  Lon- 
dra ,  dovfi  ('romuelo  eia  il  lutto.  (C) 

S  Vili.  Fster  tutto  d'alcuno,  si  dire 
dell'  hfter  suo  dependente  ,  0  intrinseco. 
Tnc.  Pav.  Ann.  12.  1^5  Era  procrurator 
di  ('appadi>riB  Giulio  l*rl>giio  .  d'  animo 
vile,  corpo  ndicido,  egualmente  disprei 
vnle  .    uni    lutto    di    Claudio.    A'   l3 


':^\ 


T  U  T 

Tolta  d'  Agrippina  un  tempo ,  poi  non  li 
diceano  punto.  P  16.  232.  Corrompe  ubo 
schiavo  a  rapportare  che  Petronio  era  luti» 
di  Scevino  .  <=  t'ecch.  Ser\-ig.  2.  A.  lo  lo 
conosco,  perchè  gli  è  Tulio  del  nostro 
spedalingo.   fJS'j 

g.  IX.  Esser  tutto  d'un  peno,  espri- 
me Esser  senza  moto  ,  e  s-  nza  vivetsa  . 
lìoez.  Varch.  4-  pros.  3.  Alcuno  altro  in- 
fingardo e  balordo  sta  come  se  fusse  tallo 
d'  un  pezzo  ,  ed  inlormeolito. 

•f  sj:  ^.  X-  E^ser  tutto  alcuna  cosa, 
vale  yon  aver  altro  pensiert ,  ne  gusto, 
che  quella  cosa.  Borgh.  Fast.  464.  QuelV* 
uomo  (  Laheone  ),  il  quale  essendo  tulio 
leggi  e  tutto  antichità,  non  reputava  quel 
di  questa  seconda  spezie  ee.  per  legittimo 
Consolato.  (I  ) 

*  §.  XI.  E  col  verità  Essere  sottinte- 
so. Cecch.  lacant.  2.  3.  Mi  feie  chiamare 
da  una  sua  vicina,  una  femminaccia  tutta 
carità.   ((^) 

*  g.  XII.  Tute  altro  ,  vale  Diverso, 
Mutato.  Vit.  S.  Gio.  fìatt.  222.  Torna- 
vano a  rasa  tutti  altri  uomini  ,  che  non 
erano   in    prima,   (t  } 

"t  g.  XIII.  Tutto  quanto,  vate  Tutto 
iatero.  Lat.  omnino  totus,  prorsus  omnis. 
Gr.  Tzoc-jrtì/i:-  Bocc.  nov,  85.  12.  E' mi 
par  pur  vederti  ee.  manicarlati  tutta  quan- 
ta. Amet.  98-  A*  tuoi  piaceri  misuro  la  mia 
cura  tulla  quanta.  Pant.  Inf.  20.  Ben  lo  sa' 
tu  ,  che  la  sai  tutta  quanta.  /:'  3l.  Sappi 
che  non  son  torri,  ma  giganti,  E  son  nel 
pozzo  ,  intorno  dalla  ripa  ,  Dall*  umbilico 
in  giuso  tulli  quanti.  /'.'  Par.  14.  La  no- 
stra persona  Più  grata  6a,  per  esser  lulla 
quanta-  E  28  Dunque  costui  ,  che  tutto 
quanto  rape  L'  allo  universo  seco  ,  corri- 
sponde Al  cerchio  che  più  ama.  Med.  f'it. 
Crisi.  S  B.  Allora  lo  Figliuolo  d'  Iddio 
sanza  dimoranza  entrò  nel  ventre  della 
Vergine  Maria  tulli)  quanto,  e  di  lei  pre- 
se carne;  ma  non<linieuo  lutto  quanto  ri- 
mase nel  seno  di  Dio  Padre.  Disc.  Cale. 
l3.  Questi  primieramente  rivoUino  gli  oc- 
chi e  la  mente  ,  s<(uadrando  tutti  quanti. 

*  §.  XIV.  Tutto  quanto,  inforza  di 
Tutto  quello  che,  ec.  Mor.  S.  Grvg.  3 
1.  Tocca  lutto  quanto  quello  egli  possie- 
de, e  allora  vedrai  {Lat.  omnia  quae  pos- 
sidei  ).  (f) 

g.  XV.  Tutt' uno, vale  Una  cosa  stessa. 
Lai.  idem  prorsus.  Gr.  0'  auTo'ij .  Boe*. 
nov.  73.  16.  Il  dir  le  i^arole,  e  1'  aprirsi, 
e  'I  dar  del  ciotto  nel  calcagno  a  Calan- 
drino, fu  luti'  uno.  G.  /'.  6  74  I  Al" 
lora  disse  :  Casciano  e  Batciano  è  tuli'  uno. 
Guid.  G,  II  quale  a  ^h  Achille  avea  coo- 
giuolo  c«in  tanto  legame  di  amislade,  che 
r  anima  di  amendune  era  tutt'  uno.  *  Bel- 
ila, Pise.  1  225  In  qualunque  modo  che 
a  voi  paresse  di  determinar  questa  fac- 
cenda, in  quanto  a  me  ella  torna  lult' 
una.   (C) 

§.  XVI.  Tutt' uomo,  vale  Qualsivoglia 
uomo.  Tac.  Pav.  .S'tor.  1.  a50-  Vinio  sles- 
so, se  fusse  stato  Imperadore,  non  pote- 
va andar  più  a  roba  di  tuli'  uomo. 

3  g.  XVil.  Tutto,  talora  è  particella 
riempitiva,  ma  apporta  alquanto  d'ener^ 
già  .  Bore.  nov.  4-  IO.  Tutto  rassicurato 
eslimò  .  il  suo  avviso  dovere  avere  effet- 
to .  E  nov.  17.  II.  Il  famiglio  er.  trovò 
la  gentil  giovane  ec.  tutta  timida  star  na- 
sro;a .  E  nov.  |8.  5.  Pojlosi  ec.  ron  lei 
sopra  un  letto  in  una  camera  tulli  soli  a 
sedere,  ec.  E  nov.  31-  18  I-a  donni  u- 
dendo  costui  parlare,  il  quale  eli»  teneva 
mutolo,  tutta  stordi.  E  nov.  2t)  1.  Senta 
aspettar  d'essere  sollecitala  da' suoi,  rosi 
lulla  vaga  comincio  a  parlare.  /•.  nov.  ^5. 
14  Dentro  entrati,  e  trovalo  il  roBiin<< 
della  giovane  ancori  con  tutta  la  sella  . 
dnmandarono  chi  vi  fosse  /*.  num  l5. 
l'ulta   riicoiiasi,   slvtl*  cheta.   E  ntim    30 


1    V  T 

Egli  si  stru^gea  lutto  d'  audarla  ud  al>- 
Lrucciare  .  t  noi\  y3.  5.  Dimorando  il 
giovane  tulio  ìuIu  nella  coite  del  auu  jia- 
L^io,  una  reoiiiiiaclU  ce.  ^U  tiunijiido  li- 
iiiosiua.  J^  tium.  io.  In  se  tutto  bi  cani- 
liiu  .  A'  itov.  C)9-  5.  Tutto  a  pie  fattosi 
Kiiu  incontro,  ridendo  disse.  ì'etr.  caiiz. 
12.  3.  Allora  mi  strinsi  all'  omljta  d'  un 
l>el  faggio  Tutto  pensoso.  !•'.  son.  8g.  Qui 
tutta  umile,  e  ijui  la  vidi  altera.  Dani. 
Jnf.  22.  Bai'liarìccìa  cogli  altri  suoi  dolen- 
te Quattro  ne  fé  volar  dalP  altra  costa 
Con  tulli  i  raffi. 

V  §.  XVIll.  Tutto,  talora  accenna  unio- 
ne di  una  cosa  con  altra,  a  cui  è  attacca- 
ta.  Bocc.  g.  2.  n.  4-  (""attasì  altjuanlo 
per  lo  mare  ec.  ,  e  per  gli  capelli  pre- 
&olo,  con  tutta  la  cassa  il  tirò  iu  terra 
(  colla  cassa  alla  quale  teneasi  afferra- 
to ).  E  g.  4-  "■  'O-  '''•  '-^  nioglie  d*  un 
medico  per  morto  mette  un  suo  amante  ad- 
doppiato  in  una  cassa  ,  la  quale  due  u- 
turai  con  tutto  lui  se  ne  portano  a  ca- 
sa. M  II  nov.  ^.  l\\.  Il  letto  con  lutto 
messer  Torello  (  che  dormiayi  sopra)  fu 
tolto  via    ".    il') 

*  §.  XIX.  E  tutto,  vale  Con  le  al- 
tre cose  necessarie.  Frane.  Sacch.  nov. 
68.  La  Benvegnuda  avea  subito  fatta  la 
suppa ,  come  si  la,  con  le  spezie,  e  lut- 
to. Lasc.  l'areni.  2.  6.  Dettemi  la  cora- 
oiessione ,  e  tutto;  e  quando  io  ho  con- 
chiuso, e  che  noi  semo  per  fare  la  scrit- 
ta, egli  dice  che  ragionava  delta  Corne- 
lia, ec.   (V) 

§.  XX.  Colle  voci  dinotanti  numero  , 
vi  si  pone  le  più  volte  tra  queste,  e  Tut- 
to la  particella  E.  Dant.  Purs;.  g.  La 
've  già  tutti  e  cinque  sedevamo.  Bocc. 
nov.  68.  14.  Che  andate  voi  cercando  a 
quest*  ora  tutti  e  tre?  FUoc.  7.  33o. 
Fatti  couvocare  tutti  e  due  li  pacifìcati 
popoli  ec.  ,  a  Galeone  fece  intera  fedel- 
tà giuiare.  hsp.  Salm.  Queste  sono  set- 
te antifone  sacramentali,  che  gridano  V 
avvenimento  di  Cristo^  e  sono  tutte  e  set- 
te   del  secondo    tuono. 

*  §-  XXL  Senza  la  particella  in  mez- 
zo. Pecor.  g.  23.  n-  2.  Era  in  pericolo 
di  perdere  tutti  due  i  figliuoli.  (V)  Petr. 
cani.  11.  8.  Dice  che  Itoma  ognora  Con 
gli  occhi  di  dolor  baguati  e  molli  Ti  chier 
mercè  da  tutti  selle  i  colli.  (C)  Guicc. 
Star.  t.  253.  Da  tutte  due  le  parti  si 
scopiiva.    (Lj 

§.  XXII.  Talora  invece  della  particel- 
la E  fu  usata  la  particella  A.  .V.  F.  3. 
79  .  l  Catalani  ec  .  con  tutte  a  tre  le 
cocche  si  dirizzarono  conti  o  all'  armata 
de'  Genovesi.  Bern.  rim.  1.  4-  Starete 
lutf  a  due  da  un caiezzale-  *  Fir.  Bim. 
Buri.  1 .  289.  Mettiamo  caso,  eh'  un  venga 
a  sonare  '  >  un  campanile ,  ove  cinque 
ne  siano  (  delle  campane)  ^  E  tutte  a  cin- 
que le  voglia  aJopiarc  .  Bellin  .  Disc  . 
i.  85.  Kon  sarelihero  tulle  a  sei  atte  a 
conservare,  e  dovrebliesi  defalcare  da  tut- 
to il  peso  di  quelle  libbre  quel  tantoché 
ec.    (D) 

*§.  XXIII.  Tutto  che,  talora  vale  Tutto 
quello  the.  Car.  Long.  So/.  5g.  La  do- 
mandava  che  s' arrecasse  a  compiacerlo  di 
tutto  che  egli  voleva,  /t  61.  Ed  appiat- 
tandosi appo  una  macchia  di  pruni  per 
non  esser  veduta  ,  udì  tutto  che  dicevano, 
vidde  tutto  che  facevano,  in6no  al  pianto 
e  rammarichio  di  Dafui.  fC) 

g.  XXIV.  Congiunto  colla  particella  CON 
si  usa  talora  in  sentimento  di  Aon  ostan- 
te. Bocc.  nov.  61.  11.  Federigo  ec.  con 
tutta  la  malinconia  aveva  sì  gran  voglia 
di  ridere  ,  che  scoppiava.  Lah .  ig3.  A 
questa  parola  ec,  con  tutto  il  dolore  e 
la  compunzione  eh'  io  senlia  dflle  mie 
colpe  ec.  .  io  non  potei  le  risa  tenere. 
§.  XXV.  Tuttodì,  e  Tutto  il  dì ,  posti 


T  U  T 

avverbialmente,  sìgnijtcano  Continuamen- 
te, Del  continuo.  Lat.  tota  die,  semper. 
Gr.  o>»5v  Trfv  yi'ue'^KV,  aEi*.  Bocc.  /loi-. 
49.  6.  La  madre  dolorosa  molto  ec,  tulio 
1  di  standogli  d'  intorno  ,  non  ristava  dì 
confortarlo.  F  nov.  77.  65.  La  fante  vo- 
stra v'  è  lutto  di  oggi  andata  cercando. 
Dani.  lar.  17.  E  tosto  verrà  fallo  a  chi 
ciò  pensa  Là  dove  Cristo  tulio  dì  sì  Ricr- 
ea. Petr.  canz.  ^"j .  5.  Tal  ch'io  aspetto 
lutto  "1  dì  la  sera,  Che  '1  Sol  si  parta,  e 
dia   luogo   alta    Luna. 

•f  g.  XXVI-  Tutto  giorno,  e  Tutto 
il  giorno,  posti  avverhial.  vogliono  Con- 
tinuamente.  Tuttavia.  Lai.  assidue,  con- 
tinue, tota  die,  semper.  Bocc.  nov.  1.  i3. 
Fer  lo  mistier  nostro  ,  il  quale  loro  pare 
iniquissimo,  e  tutto  '1  giorno  ne  dicon 
male.  /•.'  num.  38.  Aflermano,  molti  mi- 
racoli Iddio  aver  mostrati  per  lui,  e  mo- 
strare tutto  giorno  a  chi  divotamente  si 
raccomanda  a  lui.  E  nov.  18.  8.  I  foltis- 
simi uomini,  non  che  le  tenere  donne  , 
hanno  già  molte  volte  vinti  ,  e  vincono 
tulio  il  giorno.  F  nov.  33.  12.  Siccome 
noi  veggiarao  tutto  il  giorno  avvenire.  Dani. 
Turg  .  27.  Ma  mia  suora  Rachel  mai 
non  si  smaga  Dal  suo  ammiraglio  {  Dal 
suo  miraglio  det-esi  correttamente  leggere 
coli' autorità  dei  migliori  codici),  e  siede 
tutto  giorno. 

g.  XXVIL  TutC ora,  che  anche  si  scri- 
ve Tuttora,  e  Tutt' ore,  posti  avverbialm., 
vagliano  Li  continuo.  Lat.  assidue,  con- 
tinue, semper.  O.  /'.  7.  27.  5.  La  schie- 
ra di  Curradino  ec.  tutt*  ora  scemava  ,  e 
quella  del  re  Carlo  tutt"  ora  cresceva.  E 
IO.  56.  2. Tuttora  si  faceva  andare  dinan- 
zi un  gran  giudice  di  legge.  Bim.  ant 
Cin.   3o.   Farmi  vedere  in  lei,  quando   ic 


T   U   T 


l63i 


guardo, 


.  'I  ull' or  nuova  bellezza,  y^mm. 
•Ant.  32.  1.  6.  Ferchè  ti  maravigli  tu, 
che  la  tua  peregrinazione  neente  li  giova? 
conciossiacosaché  tutt*  ora  porti  le  medesi- 
mo. Dant.  rini.  17.  Da  poi  non  s'  è  vo- 
luto in  altra  cosa,  Fuor  che  in  queir  a- 
morosa  Vista  eh*  io  vidi,  rimembrar  lut- 
t'  ore. 

*  §.  XXVIII.  Tuttora,  vale  anche  Tut- 
tavia, Nondimeno. G .  I  .  12.  1 19.  Econtutto 
che  ciò  potesse  essere  naturalmente  perii 
raggi  del  sole  al  modo  dell'  arco;  tuttora  fu 
segno  dì  future  e  grandi  novitadi  ,  che 
avvennero  appresso.   (T') 

*  §.  XXIX.  Tuttora,  talvolta  vale 
anche  Sebbene,  Tuttoché.  J  it.  S.  Frane. 
E  tuttora  non  fosse  biso-no  ec,  però  neen- 
te meno,  per  dar  buono  esempio  di  se,  il 
tormentava  di  nuove  pene,  (l  ) 

*t  *  §■  XXX.  Tuttora  che,  e  ^tut- 
te ore  che,  per  Tutte  le  volte  che.  Gr. 
S.  Gir.  59.  Tuttora  che  noi  laeciamo  be- 
ne, e  lo  diciamo,  si  crediamolo  consiglio 
dell'  Angelo,  il  quale  sta  dalla  diritta  par- 
te; e  a  tutte  ore  che  noi  facciamo  male 
e  che  lo  diciamo,  sì  crediamo  il  consìglio 
del  Diavolo,  che  ci  sta  dalla  sinistra  par- 
te.  (F) 

g.  XXXI.  J  tutte  ore, e  A  tutte  l'ore,  va- 
gliano Dicontinuo.  Petr.  canz.  !^\.  4.  Mo- 
vi la  lingua,  ov'  erano  a  luti'  ore  Dispo- 
sti gli  ami,  ov' io  fui  preso,  e  1*  esca.  iiim. 
ant.  Cin.  23.  Anzi  cresce,  e  poi  muore 
a  tutte  l'ore,  In  esempio  d' amor  quanto 
è  possente. 

g.  XXXII.  Tutto  tempo,  e  Tutto  il  tem- 
po, posti  avverbialm.  ,  vagliano  Sempre, 
Continuamente.  "Lai.  continue, assidue.  Gr. 
5uvixw^a(JtK>£i'Tr6>5.ri7of.  2.266.  Veg- 
gio  la  fortuna  recarmi  a  cose  grandi,  la  quale 
io  priego  lutto  tempo,  che  nel  più  allo  luo- 
go della  sua  ruota  mì  ponga.  Dant.  Purg. 
33.  Non  sarà  lutto  tempo  sanza  reda  L* 
aguglia  che  lascio  le  penne  al  carro. 

§.  XXXIII.  A'e/  numero  del  più  vale 
lo  stesso.  Bemù,  Stor.  6.  75.  In    quella 


guisa  con  lui  appresso' gli  Dei  tutti  i  lem- 
pi  poter  vivere  si  credono. 

*1-  §.  XXXIV.  In  tutto  tempo,  vale  Jn 
perpetuo.  Lat.  in  ontne  tempus.  Bemb. 
star.  4.  54.  t>cnza  alcuna  menzion  fard*' 
danari,  fece  il  re  la  lega  cogli  ambascia- 
dori  in  tulio  tempo.   (1  ) 

*  g.  XXXV.  Esser  tutto,  talora  vale 
Essere  intero.  Buon.  Tane.  1.  1.  Che  vuoi 
tu  da  lei?  Ciap.  Che  tu  le  dica  ch'io 
sono  in  due  parti  Di\iio,  su  dal  capo  in- 
aino a  piei  ;  E  eh' i' sou  mezzo  suo  e  mez- 
zo mio,  ec.  Rimarrò  in  ogni  mo'cosìd* 
un  pezzo;  E  bench'  io  sia  doviso,  i'  sarò 
lutto,   (f) 

*  §.  XXXVI.  Di  tutte  cose,  posto  avver- 
bialm., vale  Jn  tutto.  Bocc.  g.  IO.  n,  6.  yk 
sapeva  egli  stesso  qual  di  lor  due  sì  fosse 
quella  the  più  gli  piacesse,  si  eia  di  tut- 
te cose   r  una   sìmiglievole  all' altra,    (f, 

^'  ^'.XXXVII,  Di  tutto  punto,  posto  av- 
verbialm., vale  Compiutamente.  /'.  PUN- 
TO g    LUI.  (o 

TUTTO,  .tvverb.  Interamente.  Lai.  ne- 
nitus.  Gr.  — avT£^Ms.  Bocc.  nov.  2.  12. 
Ora  tutto  aperto  ti  dico,  che  io  per  nìuna 
cosa  lascerei  di  Cristian  farmi.  E  nov.  L2. 

5.  Sopra  la  quale  (uestamente  montata 
ec.   ,  al   vento  tutto  si  commise. 

V  g.  I.  E  replicato  vale  Interis- 
simamente. Benv.  Celi.  Ftt.  i.  26.  So- 
prastelte  quel  murbo  gallico  a  scoprirmisi 
più  di  qualli  o  mesi  interi ,  di  poi  mì  co- 
perse tutto   tulio  ad  un  tratto.   (C) 

g.  II.  T'utto  che  ,  che  anche  si  scrive 
Tuttoché,  vale  Benché,  Quantunque.  Lat. 
quamquam,   etsi.  Gr.  /.'xintp.   Dant.   Jnf. 

6.  Tuttoché  questa  genie  maladetta  In 
vera  perfczioo  giammai  non  vada.  Nov. 
ant.  33.  2.  In  questo  luo-o  leggiadro  mes- 
ser Polo  non  osava  sedere,  tutto  che  con- 
fessavano  hene  eh'  egli  era  lo  migliore  di 
Romagna.  Cr.  i,  4-  6.  Tutto  che  l'a- 
cqua piovana  sia  migliore  tosto  si  corrompe. 
Vep.  Decam.  Jo3.  Generalmeule  si  può 
dire,  di  queste  parlicelle  parlando,  Avven- 
ga, Tuttoché,  Come,  e  altre  tali,  le  quali 
posta  che  n'  è  una,  par  che  di  necessità 
si  tirino  dietro  per  corrispondenzia  un 
Nondimeno,  un  Non  pertanto  un  Così  , 
ec. 

g.  HI.  Talora  fu  usato  colla  CHE  sot- 
tintesa. Lat.  licet,  quamvis.  Gr.  xaiVcf- 
G.  F.  10.  56.  5.  Non  troverai  ec  che 
ninno  Imperadore  cristiano  mai  si  facesse 
coronare  se  non  al  Papa,  o  a  suo  Legalo, 
tulio  fosse  molto  contrario  della  Chiesa  o 
prima,  o  poi,  se  non  questo  Bavero.  A'  Fr. 
Giord.  Pred.  187.  E  che  sia  ('/>io;  in  Tri- 
nità, questo,  lutto  non  sì  possa  vedere  in 
questa  vita,  non  però    è    cosa    disdicevo- 

\c.jr) 

*  §.  IV.  Talora  si  trova  seguito  dal- 
l' indicativo  in  luogodel  congiuntivo.  Serd. 
lett.  Ind.  86c).  I  Meacesi  per  dispregio  gh 
chiamano  volgarmente  uomini  selvaggi  , 
tutto  che  per  altro  ancora  li  slessi  «bita- 
tori  del  mare  non  sono  lontani  dell*  u- 
manilà.   (A) 

%.  V.  Tutto  die  ,  vale  talora  Quasi 
che.  Lat.  propemodum.  Bocc.  nov.  81.  II. 
E  così  dicendo,  fu  tutto  che  tornato  a  casa; 
ma  pure  ec  E  num.  12.  In  molli  e  va- 
rii  pensieri  entrò  ec,  da  '  quali  tulio  che 
ratlenuto  fu  ;  ma  poi  ec  Lue.  da  Panz. 
Per  questo  fatto  fu  lutto  che  i  Guazzaloti 
non  perderono  la  signoria  di  Prato. /^ranr. 
Sacch.  nov.  178.  Percosse  in  una  pie- 
tra per  forma,  che  tulio  fu  che  caduto 
in  terra. 

§.  VI.  C^n  tutto  che,  vale  Benché, 
Quantunque.  Lat.  quamquam  ,  etsi.  Gr. 
AOiiT^ep.  Bocc.  nov.  L^o,  23.  Il  medico  u- 
dendo  costei,  con  tulio  che  ira  avesse  , 
motteggiando  rispose.  E  nov-  8l.  14.  A- 
Icssaudro  levatosi  prestamente  ,  con  tulio 


iG3a 


T   U   T 


T  U  T 


T  U  Z 


che  i  paoni  del  morto  avesse  indosso  ce. , 
pure  andò  via.  Din  Conip.  3.  86.  Con 
lutto  che  I  Btductii  tene:>sono  alcuoa  ve* 
stigia  di  purte  Guelfa,  erano  da  loro  trat- 
tati come  cordiali  nimici.  (>.  V.  8.  69- 
Z.  Con  tutto  che  alla  prima  mostrò  d*  a- 
vcrc  Luona  e  comuoc  intenzione.  Dant. 
Inf.  30-  Con  lutto  che  ella  vulge  undici 
miglia. 

g.  VII.  Talora  fu  usato  colla  CBE 
sottintesa.  G.  f.  7.  (\(^.  2.  Confermò  lli- 
dolfo  Conte  di  I-'uriniljorgo,  eletto  Ile  de' 
Komatii,  signore  di  gran  valore,  con  tut- 
to fosse  di  Lasso  lignaggio.  PS  Q.  284*  2« 
Alandogli  a'  cotiGni  &auza  altra  ragione, 
rou  tutto  ne  fossero  degni.  "1*  Tes.  JJr. 
2-  2q.  E  lulto  aveane  qucìto  Fcdeiigo  as- 
&ai  ugliuoli  madernali  e  bastardi ,  che  ci 
mancasse  do(>o  lui  non  faràlo  conto  men- 
zione se  non  d'uno.  ^6'^ 

'*.=  §.  Vili.  Talora  si  trova  seguito  dall' 
indicativo  in  luogo  del  congiuntivo.  Pecor. 
17.  I.  Uieno  e  Belino  i  quali  guastarono 
gran  parie  di  Lomhardia,  e  del  paese  To- 
scanu,  e  poi  aiicdiarono  Ruma,  e  presono 
inGn  al  Campidoglio,  con  tutto  che  innan- 
zi che  si  )>artis:)ero,  l'uroiio  scon6tti  in  To- 
scana dal  liuon  Camillo,  t^  23.  1.  Al  suo 
Icmpo  nuli  lo  confiiniò  {l'  ordine  de' fra' 
ti  Predicatori)  con  tutto  che  al  detto  Pa- 
pa Venne  in  visione,  che  la  Chiesa  di  S. 
Giovanni  Latcrano  gli  cadeva  addosso.  (^) 
%.  IX.  Tutto  stivale  .Jltiv-iì.  Lai.  pa- 
nter.  Cr.  2.  I7.  4-  La  terra»  eh'  è  già  così 
ahliandonala  e  privata  e  riarsa,  è  terra  sen- 
za speranza  tutto  si,  come  il  corpo  dell' 
^mimale  morto  e  incenerato. 

g.  X.  Jl  tutto  ,  vale  Totalmente  ,  In 
ogni  modo.  Lai  omniao,  penitus,  Gr.  to' 
7ra/scÌ7rav.  Pass.  129.  Se  il  prete  fosse 
al  lutto  ignorante,  elle  non  papesse  discer- 
nere i  peccati,  ec.  ii  355.  Josef  interpre- 
tò il  sogno  a  I-'araune  ec.  ;  e  però  uou  è 
al  tutto  da  negare  che  ne'  sogni  si  possa 
tener  mente,  e  avere  alcuna  verità  per  im- 
maginaria apparizione.  G.  V.  2. ,  6.  3. 
Sconfisselo  e  viuselu,  e  al  tutto  cacciò  lui 
e  sua  genie  d'  Italia,  u-  Beni.  Ori  2.9. 
4I'  Essi  più  volte  riprovato  invauo,  Ch' 
al  tutto  vuol  portarla  a  Moni'  Aliano-  (C) 

§.  XI.  Con  tutto  ciò.  V-  CONTUT- 
TOCIO'. 

§.  XII.  Del  tutto  ,  vale  Totalmente, 
Interamente,  siffatto.  Lai.  omnino ,  pror- 
sus.  Gr.  oioa;  7ravTe>w;.  ^occ.  noi'.  36. 
11.  Ma  poiché  pur  s' accorse,  lui  del  lul- 
to esser  morto  ec.  ,  andò  la  sua  fante  a 
chiamare.  E  nov.  75.  à.  Io  voglio  che 
Qoi  gli  traiamo  quelle  hrachc  del  tutto. 
Dant  Inf.  20.  Forse  |ier  forra  già  di  par- 
lasia  Si  Iravulsv  cosi  alcun  (M  lutto,  l'ctr. 
.son.  3.  Trovonirui  Amor  del  lutto  disar- 
mato. Ed  aperta  U  via  per  gli  occhi  al 
core. 

t  §.  XIII.  In  tutto,  vate  Total- 
mente .  Lat.  prorsus  ,  omnino  .  Gr. 
TTavTu; .  Bocc.  nov.  3|.  23.  .Ma  cre- 
delle  perciò  in  lutto  lei  sì  rorlcmcnte  di- 
Aposla.  Pass.  ^0.  Gli  uomini  ec  temono 
partirsi,  o  in  luHo,  o  in  parte  ,  dagli  u- 
hjti  ed  amati  diletti  Petr.  cnp.  2.  Che 
'n  lutto  e  orho  chi  non  vede  il  Sole.  Dant. 
rim.  21.  Si  m'  ha  tu  tutto  Amor  d.i  t.h 
«caccialo,  Ch'ogni  suo  alto  mi  trae  a  fe- 
rire. J>  <i  Ftr.  disc.  nn.  2!\.  Mo»tra  (arsi  hef- 
fc  della  giustizia,  u  finalmente  pure  in  lutto 
iliskimile  a  ab  medesima  ••.   (Cf 

t  S-  XIV.  In  tutto,  talora  vate  Finat- 
mente. 

S-  XV  In  tutto  in  tutto,  vate  In  con- 
clusione, finalmente  i  ma  co\ì  n-pfitato 
accresce  forza.  Lai.  in  summa,  m  onini 
summa.  Gr.  ffi/).Xìf^<5'i;v,  tv  ^f.v.^i'i^^  />''• 
rnost  /•>.  Ciord  Pred.  H.  In  lutto  in  tuKo 
che  hraini  lu  da  costui  T  ftr.  Trin.  2  4- 
Che  vuoi  tu  in  tulio  in  tutloT   Cccctt.  Dot. 


4-   2.  In  tutto  inluUoAcbe  riuscire  que- 
sta tua  cosa? 

3  §.  XVI.  In  tutto  e  per  tutto,  vale  In- 
teramente, Senza  veruna  eccetione.  Lat. 
omnino,  prorsus.  Gr.  TTa'vT»),  ;ravTW>. 
Fir.  Disc.  an.  52.  Confidandosi  in  lutto 
e  per  tutto  di  ac  slesso,  non  pigli  né  pa- 
rere, ne  consiglio  da   veruno. 

§.  XVII.  Per  tutto,  vale  In  ogni  par- 
te. Universalmente.  Lai.  uhique.  Gr.  TTav 
'ZV.yùZ .  Bocc.  Introd.  l5.  Quasi  ahhan- 
duiiali  per  tutto  languicno.  F  nov.  22.  "j. 
Sentendo  che  già  per  tulio  si  dormia  ce. 
il  suo  torchietto  accese.  E  nov.  55.  5. 
Cominciò  a  considerarlo  e  da  lato,  e  da 
capo,  e  per  lulto.  Pctr.  cap.  2.  Ma  tua 
fama  real  per  tutto  aggiunge. 

§.  XVai.  Per  tutto  ciò.  V.  PER, 
g.    CCLXXXIll. 

§.  XIX.  Per  tutto  questo.  /'.  PER, 
g.  CCLXXXVI. 

§.  XX.  Tutto  a  un  tempo  ,  Tutto  in 
un  tempo,  e  simiti,  vogliono  Improvvisa- 
mente, Ad  un  tratto,  Instantaneamcnte, 
Lai.  repente.  Gr.  i^v.lfttti.  /Ir.  Far.  8. 
6-  Del  palafreno  il  caccialor  giù  sale  ,  E 
tutto  a  un  tempo  gli  ha  levato  il  morso. 
E  16.  6q.  Tutto  in  un  tempo  il  Duca  di 
Gloceslra  A  Malalista  fa  volar  1"  arcione. 
^-  g.  XXI.  Tutto  sia  ciò  clic,  vale  Con- 
tutloilic.  M.  Aldohr.  1.  3.  ^'on  dee  1' uo- 
mo herc  tanto,  che  divenga  cliro,  tulio  sia 
ciò  che  molli  filosafi  dicano  che  esser  e- 
liro  due  volle  il  mese  è  sanlade.    (1  ) 

*  TUTTOCHÉ.  /.  TUTTO, ni-verfr. 
g.   IV.     ìB) 

s;-  TUTTORA.  /'.  TUTTO,  nome^  §. 
XXVll    (•) 

TUTUMAGLIO  .  Lo  stesso  the  Titi- 
maglio.  Lai.  titymalus  .  Gr.  Tc&iiVaJos. 
7'e.v.  Pov.  P.  S.  cnp.  3.  La  polvere  del- 
la radice  del  lulumaglìo  asinino  ,  con  ac- 
qua fredda  posto  suso,  mollo  giova.  Lib. 
cur.  mnlatt.  Melti  nella  cavila  uua  la- 
stettta  di  radice  del  tulumaglio  seccata  al- 
l' omhra. 

TUTUTTO.  Così  accorciato,  per  se- 
condar la  fretta  della  pronuncia,  vate  lo 
stesso  die  Tutto  tulio  ,  ed  ha  forza  di 
superlativo.  Ved.  it  Salv.  Avveri,  voi.  2. 
lib.  4.  cap.  4>  Lai.  omnis  prorsus  ,  tolus 
omnino.  Gr.  TTavrJ/i^;  .  Dani.  rim.  3o. 
Che  '1  si  e  U  no  tutullo  in  vostra  mano 
Ha  poslu  Amore.  Virg.  Eneid.  M.  Tu 
edifichi  ora  i  foudamenlì  dell'alta  Catta- 
ginc  e  la  Itella  citladc  ,  tulutlu  dato  alla 
moglie.  Bocc.  canz.  3.  3.  E  de' miei  oc- 
chi lulutlo  s'  accese.  K  canz.  9.  2.  L*  a- 
nima  mia  Tutulta  eli  apro  ,  o  ciò  che  'I 
cor  disia.  /:.'  nov.  o4>  12.  Gli  uomini  e  le 
donne  cominciaroDO  a  riprendere  tulutti 
Tofano  . 

TUZIA  .  Filiggine  di  metallo  conden- 
sala  in  isifuame  rivolte,  e  aggruppate  in- 
sieme, di  color  t'igio,  dura  come  la  terra 
mezza  cotta  ,  e  di  superficie  granellosa  , 
onde  da  alcuni  antichi  fu  detta  spodio  in 
grappoli  j  la  ijualc  s'attacca  a' peizi  di 
terra  ,  che  sospendono  1  fonditori  fter  la 
gola  del  cammino  ,  ijuando  fondono  il 
ttronto.  Lai.  tutia .  Gr.  no/Apoìu(.  J/iA 
M.  Poi.  Quivi  fti  fj  la  luUa  ,  n  lo  »po* 
diu,  a  (lirovvi  rome:  Egli  haunu  una  ve- 
na di  terra  ,  la  quale  e  l>uuna  .1  ciò  ,  e 
pongunla  Ufllj  furnacr  ardenle,  e  in  sulla 
i'ornacc  poogouu  graticole  di  (erro  ,  e  *J 
fummo  (li  quella  terra  va  suso  ,  e  quello 
che  quivi  rimane  arpin  alo  è  tutia  ,  v  quel- 
lo che  rinian  nel  lut*ro  e  spodio.  M-  Al* 
dobr.  P.  i\'.  85.  Prendere  luna  (HiUrrìi- 
zala  Boltilmente,  r  dittenqirrala  con  su^o 
di  ralumandrea.  lUcvII.  f(or.  66.  Lo  spo- 
dtii  si  trova  nelle  (aiiia<i  del  T.iiiii',  nelle 
quali  ti  trova  (incora  la  pomfoligc,  che  è 
la  luiia  degli  Atahi  /:  07.  In  camhio  ti 
possono  usare    gli   antispodii  di  Dioscori- 


de  ,  o  la  luxia  degli  spcxiali .  E  70.  La 
luzia  delle  spezierie  è  la  cadmia  degli  aa-' 
lìchi.  Generasi  nelle  fumaci  del  rame  del- 
le faville,  come  lo  spodio,  e  la  pomfoligc, 
la  quale  e  la  tuùa  degli  AxaLi. 


■f  V,  Lettera  che  talora  è  vocale,  e  talora 
consonante.  Quando  e  vocale,  e  la  quinta 
di  questo  nome,  e  la  decimanona  dell' 
Alfabeto  italiano}  e  la  ventesima  quando 
e  consonante.  (Juando  e  vocale,  ha  gran 
famigliarità  colf  O  chiuso  ,  pronunzian- 
dosi motte  voci  coli'  uno  e  colf  altro  scam- 
bievolmcnte,  come  SORGE,  SCUGE,  A- 
GHICOLTLRA,AGRICULTURA.  Quan- 
do le  segue  appresso  un'altra  vocale,  il 
più  delle  volte  si  pronunziano  tutte  e  due 
per  dittongo ,  cioè  in  una  sillaba  sola  , 
siccome  addiviene  all'  I  ,  come  SGUAR- 
DO, QUERCIA,  GUIDA,  FUOCO-  Bene 
e  vero  ,  che  quando  le  seguila  appresso 
l' O  ,  forma  sempre  con  esso  una  sillaba 
sola  i  ma  seguendo  una  delle  altre  voca- 
li ,  talvolta  forma  due  sittalft,  come  PER- 
SUASO ,  RUINA,  CONSUETO.  Prtce- 
dcndole  //'G,  i7  C  ,  0  il  <^  ,  fa  sempre 
dittongo  colla  vocale  che  ne  segue  ,  ed  è 
pure  una   sola   sillaba  ,  come  GUERRA  , 

GUIDA .  GUADO , "Cuore  ,  quatto, 

QUERCIA,  QUITAXZA.  V  V  consonante 
e  assai  differente  di  suono  dall*  U  vocale, 
essendo  molto  simile  al  nostro  B.  e  al  B 
greco  s  perciò  noi  ,  a  dinotarne  la  dipe- 
renza,  abbiamo  costumalo  di  ser\'irci  del- 
l' U  quando  e  vocale,  e  dell'  V  quando  e 
consonante  .  Da  alcuni  è  dello  aspiralo 
del  B,  onde  motte  voci  or  coli'  uno  si  di- 
cono indifferentemente ,  ed  or  coli'  altro, 
SERVARE,  SERBARE;  NERVO,  NER- 
BO j  VOCE,  BOCE.  lUceve  dopo  di  si 
la  R  nella  smessa  sillaba,  e  in  mezzo  delta 
dizione,  ma  con  molto  perdimento  di  suo- 
no ,  come  DOVRESTE.  CAN  RETTO  . 
SOVRANO.  Avanti  di  si,  nel  mezzo  del- 
la parola  e  in  diversa  sillaba  ,  consente 
/e  L  ,  N  ,  R  ,  S  ,  come  MALVA  .  CON- 
VITO, SERVA,  DISVIATO,  f'Cncliè  la 
S  si  Iruovi  di  rado  nel  mezzo  della  pa- 
rola, e  per  lo  più  ne'  verbi  composti  colta 
prt'po.<tzione  DIS  ,  o  MIS  ;  ma  nel  prin- 
cipio e  molto  frequcnt»- ,  come  SVENIRE, 
SVARIARE,  SVINARE.  Deesi  pronunziar 
la  S  avanti  all'  U  consonante  evi  suono 
sottile ,  0  rimesso ,  quale  e  nella  voce 
ACCUSA  ,  secondo  che  si  è  d'atto  nella 
lettera  S.  lladdoppiasi,  come  l*  altre  con- 
sonanti ,  nel  mezzo  della  parola  ,  come 
AVVIVARE.  RAVVOLTO.  ^  Salv.  Av- 
veri. I.  3.  2.  24<  L'  V  consonante  ancora 
serve  talora  per  tramezzo  ,  ma  »oUmenle 
davanti    .ilIa    voce   ecco ,  e    appiccau    con 

Iti.  in 

*t  S-  Q""'«  lettera,  nella  numerazione 
romana,  ser\-e  anche  per  contrassegno  del 
numero  cinque j  e  dell' add.  numerale  quinto 
f>er  esser  la  quinta  vocale  de'latint.  Croni- 

!  cheti.  d'.4mar.  .35.  Lo  V.  Re  fu  Tarquinu 
Prisi-o  dj  Coranto  di  Grecia.  E  36-  Vale- 
rìanu   33.   e    GalrrÌMOo   suo    figliuola    3^. 

I  regnarono  nello  imperio  anni   V.   E  iSs. 

I   A'  di   V.  di  Dicemhre    venne    m    Firenze 

'  gran  piova,  r  diluvio  d'acqua,  l'orgh. 
3fon.  i83.  E  r  uligini,  ed  occasioni,  chr 
egti  arreca  di  qu^^te  figure  ,  prrsuppu*te 
la  prima  cosa  da  lui  jkt  lettere,  quale  è 
«he  r  V   si  pigli  per  cinque  ,  perche  egli 

I   e  la  quinta  vocale  de*  Latini. 


f  U '  Col  segno  dell'apostrofo,  a/fSnchi  ri 
pronunzi  dolce,  vale  lo  stesroche  Dove,  m.t 
e  proprio  del  versò,  comechè presso  gli  antt- 
chi  se  ne  trovino  parecchi  estmpii  ani  or  mtl- 


V  A  e 

p/tr.can.    46-  3-  W  sono  .  ven..  u  .on 

Tura,  che  d.l  .uo  Fn.ore  S  ca  ..llunfea- 
ta,  unio  a  ^i.  *  Or.  S.  G,r.  8.  La,  u 
èranlà,  nulla  li  Wla,  la,  u' non  e  canta, 
non  Vha  nulla.  /■  20.  Qume,  «  cste  or- 
eotlio,  si  fe  .o«ura.  /..cv;>.  f.  Eravi  un 
Diano,  u-  »■  erano  molli  mcanlatori  e  sor- 
Lri.  rr;  ^r.  Fur.  12.  59.  Hitorno  Ferrau 
„„o  la  fonie  ,  V  neir  erba  gucea  1   cimo 

del  Conte.  T  33.  V,  «■""/'",'",  '„ 
Lio,  uMa  vittoria  mamle.  P^l-:-  ''■  '■  i°- 
V'  5cheri.indo  Ha'  fior  lascive  auretle,  t  ao 
Jolcementf  tremolar  r  erliclle. 

*  U.  f„  usalo  JagU  nnticlu  m  lucgo 
i,lU  rartuclla  d,.<gmntU-a  O.  CuUI.  Utt. 
1.  2.  Gentilctia  di  sangue,  leaUa  di  per- 
sona, lacerti  di  corpo,  u  d.  podere,  t  i. 
16  Ma  come  potemo,  u  savemo  venire  a 
ciò  .  E  10.  27.  Buono  ,  u  non  buono  ; 
beUo,  u  no  che  sia.  6r.  S.  G,r.  lo.  Co- 
lui che  ha  orgoglio,  u  avar.iia,  u  lussu- 
ria, si  chiude  l'uscio  del  suo  cuore,  e  non 
vi  lascia  Iddio  enliare.  (J  ì 

V  A 


V  A  C 


V  A  C 


i633 


I 


VACANTE .   Che  t-aca  .  Lai.  vacans  , 
vacuus.  Gr.  «svoi,  5rEpj>s";-  t^""'- 
Inf.   16.    Che  si  chiama   Acquachela   suso 
ivanle  Che  si  divalli  giù  nel  basso  letto, 
E  a  Forli  di  quel  nome  e  vacante  Ccioe, 
«  mancante,  0  perde  quel  nome),  i.  lar 
12.  Non  la  lorluna  di  primo  vacante,  bui- 
Wi:  Cioè  non  add.raando  santo  Doinen.co 
ec    lo  beneficio  del  canonicato,  o  d   altra 
prelatura,  al  primo   vacarne,  cioè  aspet- 
lando,  e  desiderando  che  qu.ilcuno  di  quel- 
li   che  vi  sono,  muoia,  ed  egli  gli  succeda. 
G     V    6.   25.  6.  Lasciò  per  Iona  vacarli! 
undici  Arcivescovadi,  con  pm   Vescovadi, 
e  Badie  {  cioè  ,  sema   possessore  )  .    Coli. 
SS.   Pad.   lo  tornerò  in  casa  mia,  ond  10 
uscii,  e  vegnendovi,  si  la  Iruovo  vacante, 
purgala  con  iscope,  ed  ornata  fcioe,  vola). 
Jmet.  85.  O  santissimi  popoli,  vacanti  a 
sacrificii  a  me   più  cari,   ec.  (cioi,  che  at 
tendete  ).  .Bore     IH.   nani.   223.  Nacque 
questo  singolare  splendore  italico  nella  no- 
stra cittì  ec. ,  vacante  il  romano  Imperio 
per  la  morte  di  Federigo  (cioi-,  non  rc- 
snando  allora  alcuno  ncll' Imperio  ). 
'    *   VACAXTEl'.l'A.   Siiperfuila,    I  ani- 
li.   Lai.  siiperfluitiis,  ianitas.  Gr.  J^'?''" 
<ltia.  uaTaiOT.];.   Buon.  Ficr.  q.  q.  1». 
Quell'è  un  genliluorao  ,    un    genliluomo 
Di  quei   che    son  da  vero  ,  e  non  di  no- 
me. Non  'V  adornerà  e  di  vacanleria  ,  E 
d"  affettata  e  vana  Supersliiion,  ec.  (") 

t  VACANZA,  e  all'  antica  VACANZIA. 
//  cacare,  nel  primo  .<ignij!c.  Il  tempo  in 
cui  un  ufizio  ,  una  carica  ,  un  beneficio, 
e  simili,  rimane  senza  possessore  .  Car. 
leti.  I.  l55.  Se  di  costi  mi  deste  avviso 
di  qualche  vacania  ,  son  quasi  certo  che 
l'empierei.  Segr.  Fior.  Stor.  I.  3l.  Or- 
dinò che  ciascuno  nelle  vacante  de  be- 
nefiiii  paj;asse  un'  annata  alla  camera. 

J  §.  I.  Per  Intermissione,  Cessamento, 
Riposo.  Lai.  vacatio  .  Gr.  cx'il'-  Buon. 
Fier.  5.  1.  4.  Goda  del  passatempo.  Se 
vacanza  di  Marie  gliel  concede.  *  Segncr. 
Crisi,  inslr.  1.  II.  l3.  Questo  e  il  fine 
della  varanta  dalle  fatiche  (ne'  di  festifi) 
il  conoscere  meglio  Dio.  (CPj 

*  P.  11.  ì'acanze,  nel  numero  del  piti, 
significa  il  Tempo  in  cui  nelle  scuole  ,  nelle 
università,  e  simili,  cessano  le  lezioni;  ed 
anche  il  Tempo  in  cui  sono  chiusi  1 
tribunali .  -  Buon.  Fier.  3.  3.  2.  Veniste 
onalchc  volta  Anche  voi  a  soUaiio  le  va- 
carne .  .  Sahin.  disc.  2.  498.  E  COSI  lie- 
U  la  materia  che  di  ragionare  oggi  voi 
mi  apprestate  col  vostro  riverito  comando 
ec.  coinè  quella  che  tratta  di  vacarne,  e 
yocabolario  T.  //■ 


di  riposo,  che  io  ec.  (C)  Segner.  Seni. 
Ora-  Introd.  Correvano  le  vacanze  au- 
tunnali dell'  anno  mUle  seicento  sessanta 
allorché  mi  ritirai  ..1  solito  corso  degli 
cserciiii  spiritu.di.  (TC) 

3  VACARE  .  Propriamente  si  dice  del 
Rimanere  i  benefica  ecclesiastici  ,  le  ca- 
riche, o  simili  altre  dignità,  uflicii.gra- 
di  e  posti  senza  posse.<sore  ;  e  anche  si 
dice  per  similit.  d-  altre  cose.  Lai.  .■aca- 
re, carere  domino.  Gr.  r,-:ifii->-ÌM.  Dani. 
Par  16.  Che,  sempre  che  la  vostra  Chiesa 
vaca  ,  Si  fanno  grassi  stando  a  concistoro. 
F  11  11  luogo  mio  ,  il  luogo  mio  ,  cbe 
LfNcUa  presenza  del  F.gliuol  di  Dio. 
ilaeslruzz.  2.  34.  2.  Il  terzo  e  ,  quando 
alcuni  di  nuovo  usurpano  la  guardia  del- 
le chiese  che  vacano  .  G.  ^  .  O.  21.  i- 
Vacò  la  Chiesa  sanza  Pastore  venti  mesi 
e  mezzo.  E  7-  2I-  2-  Mentre  che  1  Im- 
perio vacasse  .  Sen.  Ben.  J  arch.  b.  ii- 
Ma  il  luogo  di  Agrippa  e  d.  Mecenate  va- 

co  sempre.  rr 

*  §.  I.  E  col  secondo  caso.  «  l..  <-  . 
-.  3q.  2.  La  Chiesa  in  quc'  tempi  vacava 
di  Pastore  ■■-  W  ,-.   . 

?  II.  I  acare,  per  Mancare,  i'"""- 
Lat.  dcficere.  Gr.  x-^-«)lV-:"'  O-  '  '  ?• 
5.  3.  Era  durato  cinquantaqualtro  anni , 
poicb'e  vacarono  i  Franceschi. 

K.  IH.  I  acare,  per  Esser  prn-o  .  Lat. 

^  ir.,,.      C     C.refF    1.    5.   Una  cosa 

carere  .    Mor.    ò-    t>reg.    1.    .^  ,    ,   j; 

non  voglio  tacere ,  la  quale   non  vaca  di 

•+  *  S  IV.  Vacare,  dello  di  tempo, 
..ale  Esser  i-acuo  ,  libero  da  faccende  . 
Mor.  S.  Creg.  leti.  4.  L'  ultima  parte 
trattai  e  dettai  più  diliberatamenle  anco- 
ra, vacandomi  più  tempo.  1^^) 

*  R  V  Per  Es.tere  superfluo.  IJep.  uè- 
f„m.  28.  Parve  ad  alcuno  che  le  parole 
et  d-ogni  qiianlil.i  di  danari  vacasseroje 
cosi  le'  tolse  via.   (F)  . 

8     VI.    Facare ,  per  Riposarsi,    JSon 
far  nulla.  Lai.  .acare,  oliosum  esse.  Gr. 

io  vaco ,  e  non  fo  nulla  col  corpo. 

+  S    VII     Vacare,  talora  si  usa  colla 
prJposizione  K ,  ed  anche  I.N  ,  0  NEL      e 
\,ale  attendere,  e  Pare  opera  ad  una  cosa, 
maniera  latina.  Lat.  .-acare,  op^ramlare. 
Gr.  5Z»>=^Ì-''-  ^''"-  «■  2./  3.  Giusta 
cosa     e  moìto  onesta    reputerei  ,  che  ,  ad 
onor  d-  Iddio,  piuttosto  ad  orazione  ,  che 
a  novelle  varassimo  .     E  num.  5.  Li  due 
di  seguenti  a  quelle  cose  vacando,  che  pri- 
n,a  la  Reina  aveva  ragionate    con  diside. 
rio  aspellarono  la  domenica.  E  I  "■'}'"'' ■ 
l's5    L  visarono    diversi   ministri,  li  quali 
fossero  sacri  ,  e    da    ogni    altra    mondana 
solleciludine    rimoti,    solamente    a    divini 
senigi.  vacassero.   Mor.   S.    Greg.  Vacale; 
cioè  a  dire:  stale  intenti,  e  vedete  eh  10 
sono  Iddio.    E  Dial.  Amava  molto  di  star 
solo  ,  e  sempre  vacare  ad  orazione.  Mae. 
struzz.    I.   10.   Chi  passa  al  chericalo   ir- 
revocabilemente,  per  lo  ricevimento  degli 
Ordini  sagri,  passa  dalla  fatica  delle  cose 
del  secolo  a  vacare  nelle  cose  spirituali  . 
£  2    27    Da    quali    cose    e    da    astenersi 
ne'  di    d'elle    feste?  Rispondo:    Debbons. 
astenere    le    persone    da    ogni    operazione 
servile  ,  acciocché   possano  meglio    vacare 
nelle  cose  divine.    Fsp.   ialni.   A  maggio- 
re adunque  illustrazione  ,  e  intendimento 
di   coloro,   che    nella   presente   sposizione 
vorranno  vacare,  ec    *   Cuicc .    itor.  8. 
116.  Oppresso  da  lunga  e  grave  mfermi- 
t'a,  non  vacava  più  ai  negozu,  i  quab  so- 
1  levano  totalmente    spedirsi  col  suo  consi- 

elio.  (Pe) 

t  VACATO.  Jdd.  da  T  acare;  Rimato 
senza  possessore.  G.  V.  9.  3l2.  2.  11  Co- 
mnne  di  Firenze  v'avea  su  ragione  per  censi 
vacati.  Ricord.  Malesp.  cap.  l32.  Lascio 
vacali  per  forta  undici  Vescovadi,  e  Ar- 


civescovadi e  Badie  nello 'mperio  e  reame 
e  cio'e  ,  voti ,  senza  alcuno  che  gli  occu- 
passe ,  0  ritenesse  ).  ,  .  . 
•+ VACAZIONE.  Il  vacare,  nel  primo 
signific.  G.  V.6.  22.  1.  Nella  detta  va- 
catone ec.  Federigo  imperadore  ec  entro 
nella  Contea  di  Romagna  .  hicord.  .ila- 
lesp  147.  Per  la  vacazione  che  dopo  lui 
eblfe  la  Chiesa  ec,  Manfredi  racqu.sto  lutto 
il  regno,  ec.  *  G.-iiC.  Stor.  4.  19.  Ne 
io  so  se  ec.  avesse  permesso  di'  ei  posse- 
desse eziandio  lutto  quello  che  aveva  occu- 
pato nella   vacazione  della  Chiesa,   (l.) 

8  I  Per  Mancanza.  Lat.  defeclus.  Gr. 
.-'if-iua  .  G.  V.  1.  20.  Ut.  Come  Carlo 
Magno  fu  re  di  Francia,  di  suoi  descen- 
denli  e  di  loro  vacazione.  E  3.  3.  5.  Rac- 
conteremo gV  Imperadori  italiani  che  re- 
gnarono in  que'  tempi  ,  appresso  la  vaca- 
zione de'  Franceschi. 

j  R  li  Per  Intermissione.  Cessamento, 
Riposo.  Lai.  vacatio.  Gr.  ^X^U-  Amm. 
Jnt  40.  12.  6.  Il  divino  imperadore  Au- 
gusto non  restava  à' o^U^AreV^ie  ei, 
Cercare  vacazione  da  quei  fatti  pubblichi. 
Borgh.  Tose.  358.  Ella  avea,  come  le  al- 
tre le  sue  vacazioni,  e  privilegii.  larch. 
Lcz.  559.  Farò  vacazione  per  tulio  il  pre- 
sente mese  di  Luglio. 

*  <!  Ili  Vacazione  ,  dice.<i  anche  II 
lempoTin  cui  nelle  scuole,  nelle  universi. 
(,;  e  simili,  cessano  le  lezioni  ;  se  non 
che  in  questo  senso  dicesi  p.u  comune- 
mente  Vacanze.  «  ^'"',\^"''"-  ^''S'i; 
Lieti  con   voi  il  carnoval  faremo,    Or  eh 

è  la  vacazione  »■  rO  ,  ,     ,.      ^  ,„ 

VACCA.  La  femmina  del  bestiame  bo- 
vino. Lat.  vacca.  Gr.  Oo(i:</»1  .  T.  9. 
fio  1  Colui  che  vuol  comperar  greggia 
5a''  m;rcalanli  ,  dee  principalmente  osser- 
vare  che  le  vacche  da  far  figliuoli  sieno 
innanzi  di  perfel.a,  che  A' imperfet  a  eia 
M  V.  II.  l3.  Meno  al  campo  dodici  ceij- 
iinaia  di  bulole,  novecento  vacche,  vi  ella 
assai  ,  e  olire  a  mille  porci  .  Liv.  M.  11 
bu"n  uomo,  cui  la  vacca  fu,  la  meno. 

Roma  .  nani.  Inf.  12.  Che  fu  con.eUa 
neUa  falsa  vacca  .  Tes.  Er.  5.  44.  Le 
vacche  dee  l'uomo  scegliere  molto  a  te  e 

lunghe  ,  e  di  grandissimo  corpo  .  Alam 
Colt.  2  48.  Quei  le  mugghiami  vacche 
in  larghe\chkre  ec.  Le  pecoieUe  umj, 
le  capre  ingorde  Giugnendo  in  gregge,  ai 
dolcezza  e  d'  arte ,  Senza  altrui  danneggiar, 
nutrirò  il  mondo.  .    n..^;,, 

R  l  Vacche,  si  dicono  anche  •  Bachi 
da  seta  ,  che  ialrislili  per  malntUa  non 
lavorano.  Red.  Ins.  l3o.  Somigliarono  a 
que'  vermi  da  seta  ,  che  amma  andos.  ,  e 
quasi  m.ircendo  ,  prima  di  eondmsi  a  fa- 
re  il  bozzolo  ,   son   chiamati   volgarmente 

vacche  .  /ì   .,• 

s  li  Vacche,  si  chiamano  ancora  IJuet 
lividori ,  o  incotti ,  0  macchie  che  vengono 
talora  alle  donne  nelle  cosce  quando  ten- 
gono il  fuoco  sotto  la  gonnella  .«  tempo  d, 

"^1°Ì1I.  Vacca,  diciamo  anche  per  rfi- 
^vresio  a  Ioana  disonesta.  «  Benv.  Celi. 
"nr'l  120.  Spaventato  ognuno  m  casa  ; 
lo  amico  mio.  la  vacca  grossa  .  e  la  mi- 
nuta tutte  fuggile  mi  .sentivo  sofifocare  il 

cuore.    (C)  .  ,  „^. 

-{-    *  e     IV     La   i-ncca  e  nostra  ,  ma- 

niera  prìverb.  che  si  dice  Q"""'"/'' 
vinta  la  prova,  o  si  tien  per  cerio  di  vin 
certa.  Cecch.  Assiuol.  4.  5.  Vienne,  Gri- 
maldello :  i'ho  aperto:  la  vaccaenosra 
dentro,  dentro,  e'nemic.  son  "■"'•  'L'^  ^^  ' 
1.  2.  Se  cotesta  è  la  maggior  diUicoita  , 
la  vacca  è  nostra,  (lì  _  „ 

*  §.  V.  Pesce  vacca.  Spece  di  Fer. 
raccia  colla  testa  uguale  a  quella  del 
Ppistrello  ,  ma  con  due  specie  di  corna 
cZTe  rilevate,  che  fP-'alano  mf^^ 


'^Ic^po.lacarneècà^aeros.gna, 


i634 


T  A  C 


ti  mangia  sn/nta,  e  da  alcuni  si  spaccia 
pei-   Tonnina.  (A) 

•f  *  §.  VI  Un(;ua  di  vacca.  Sorta 
it  incudine,  la  quale  adoperano  coloro  che 
fanno  figure  o  i-asi,  o  altra  cosa  che  sia 
di  pmstra  di  metallo.  Benv.  Celi.  Ore/. 
86.  Cutsuto  !.i  Italie,  che  pif^Ii  interamente 
la  forma  di  (ulto  il  vaso  ;  il  che  si  consc- 
guisce  iu  sulle  (ielle  ancudini,  che  per  l* 
arte   si    doman(l;inii   lingua   di  vacca.    {Aj 

*  vaccaio.  /  accano.  Pliit.  Adr.  Op. 
mor.  3.  58.  Se  qujlche  capraio,  o  vjccjio 
ec.  fusse  venuto  a  portar  la  novella  senza 
ferite,  o  sangue,  duniaiidassc  i  medesimi  o- 
uori ,  che  ma  el)l»e  (^negìto  ec.  non  vi 
parrchhe  che  fusse  più  sfacciato  d'  ugni 
•Uro?  (C> 

V  VACCAIO  .  Sorta  d'  uccello  di  ra- 
pina, lied.  Ins.  201.  L*  ai|uita  reale  ed 
il  vaccaio  ne  hanno  di  quo'  grandi  (  de* 
pollini),  clic  si  trovano  m-l  gheppio  cc\ 
ed  olire  a  questi  ,  nel  v.irraìo  se  uè  tro- 
vano ceri'  altri  .simili  di  6;;ura  ,  ma  non 
di   colore  ,  a  quelli  del  cervo.  ^.V.Vj 

VACCARELLA, e  VACCHERELLA. 
Dim.  di  l'acca  j  l'iccola  vacca  ,  l  acca 
giovane.  Sannnz.  Arcad.  pros.  6.  Ho  ve- 
duto r  innamorata  viirrlir-rella  guidare  sola 
per  1'  alle  selve  niut;ghiandu,  e  cercando  il 
giovane  giovenco.  Menz.  rtm.  l.  3o6.  La 
vacrherella  io  quella  falda  piana  Gode  di 
respirar  dell'aria  nuova. 

•f  i\i  VACCARO.  Guardiano  delle  vac- 
che .  Sannnz.  Arcad,  pros.  5.  Trovati  da 
dieci  vaccari  che  er.  in  cL-rchio  danzava- 
no, a  guisa  che  sogliono  .sovente  i  lascivi 
Satiri  ec,  ne  ponemmo  con  loro  ce.  Cor~ 
tig .  Castigl .  lib.  2.  png.  2'ì8.  (  (Ho'lto 
l56i^)  E  pochi  crau  di  (juelli,  che  si  tro- 
vavano prescnli  ,  che  non  sa[tc.sscro  clic 
costui  tra  un  varcaro  bergamasco  .  (.1) 
Car.  Long.  So f.  rag.  l.  Pasceva  per  quel 
contorno  medesimo  un  garzouctlo  vacca- 
ro  ,  bello  ancor  egli  e  bonissimo  canto- 
re, fri') 

VACCHETTA.  Piccola  vacca.  Fir. 
As.  212.  Ricercando  i  mici  pa.stori  d*una 
Tacchetta  che  egli  avevano  smarrita  ,  per 
mia  mala  sorte  me  riscontrarono. 

§.  l.  l'acchetta,  diciamo  anche  al  Cuoio 
del  bestiame  vaccino.  Jìtion.  Fier.  2.  ^, 
11.  Tu  srema  il  [ìrezzo  di  quelle  vaccbel- 
tc.  Car.  leti.  I.  2^.  Iddio  m'ha  f.iUo  gra- 
zia, che  non  ni'  ha  cotto  in  pieno  ,  e  che 
lo  stivale  è  d'  una  grossa  vacchetta. 

g.  li.  lacchfUa,  si  dice  anche  un  Libro 
in  cui  si  scrivono  giornalmente  te  spese  mi- 
nute, '"f  Ar.  Sai.  6.  Mi  more  il  padre  ,  e  da 
Maria  il  pensiero  Dietro  Marta  bi&u);na  eh' 
io  iivoIj;a  ;  (.11'  iu  muli  in  squarci  ed  in 
vacihclle  Omero.  (M) 

VACCINA.  Carne,  di  varca.  Lai.  bu- 
hiila.  Gr.  to  (ìótiov.  Ar.  Sat.  3.  Prov- 
vedimi dì  legne  secche  e  buone  ,  Di  chi 
cucini  pur  cosi  alla  grossa  Va  poco  di 
vaccina,  o  di  montone. 

§.  l.  ter  Bovina.  Zibald.  Andr.  47.  A 
far  bene  orinare  togli  la  vaccina  de*  vi- 
telli calda ,  e  posta  sopra  al  j)cltignoDc 
vale  molto. 

'•"!•  §.  IL  J  accina,  dicesi  anche  da' ì  eie- 
rtiiari  una  Malattia  cutanea  pustulosa  , 
che  viene  nelle  mammelle  delle  vacche^  la 
quale  per  mezzo  della  vaccinazione  si  co- 
munica all'  uomo  ajine  di  preservarlo  dal 
t'aiuolo.   (B) 

*  VACCINARE.  Term.  de'  Chirurgi . 
Comunicare  la  vaccina  all'  uomo;  il  che 
si  Ja  tingendo  un  ago  nella  pustula  vac- 
cina ,  e  passandolo  sotto  /'  epidermide  di 
esso  uomo,  (/l) 

*  VAlXLNAXIONE.  Term.  de'Chirur. 
gi.   Il  l  aicinare.  (fi) 

VACCI ^0  .    Add.    Di   vacca. 
^  JiJ.  /i'  anche  aggiunto  ili   l'iota  .    /'. 
VACINO.   (Vj 


V  A  C 

•f  *  VAC(  IO.  r.  A.  Add.  Diligen- 
te, Spedito,  Presto,  Avaccio,  Avaccevole. 
Cuitt.  Iftt.  21.  57.  Che  vile  prò,  e  ne- 
grigcnlc  vacrio  ,  e  scarso  largo  ,  fa  pun- 
gente sperone  di  gran  bisogno.  F  z!^  6l. 
Oh  che  gioioso  e  glorioso  assempro  ec.  , 
giacendo  all'i  ilio,  retto  e  vacciu  anda- 
re!   (fj 

VACCIO.  F.  A.  Avverb.  Avaccio, 
presto  .    Lai.    cito  ,    quam    primum  .   Gr. 

suria  r  arcomp.igna ,  Che  >ia  vaccio  run- 
sunialo .  /.  2.  l8-  81.  Chi  nou  si  allen- 
ta a  camminare,  Vaccio  arriva  al  suo  li- 
mitare . 

-:=  VACCUCCIA.  J'accherella  s  e  figit- 
rntam.  Sgualdrinella.  ì'arch.  Lrcol.  vSp. 
E'  bisognerebbe  che  Ìo  fuasi  la  vaccuccia, 
a  dire  e  a  far  tante  cose  in  un  giorno  iqni 
in  maniera  proverb.).  (')  Alh'g.  88.  O  che 
pensale  voi  eh*  io  sia  la  vaccucria  (  cioè,  co- 
lui  che  ne  ha  ahhrmdanza  /  ?  ( F) 

t  VACILLAME.NTO.  //  vacillare,  e 
figuratam.  Dubbio,  Incertezza .  lai.  va- 
cillano. Gr.  :r-/-pa^9;a.  .V.  Ani.  Conjess. 
La  rjgione  sia  soda  sopra  ciò  ,  e  duot- 
le  che  le  venga  tal  vacidamcato  Segner. 
Crist.  instr.  l.  3.  3.  Quesla  fede  non  è 
qualunque  credenza,  ma  una  credenza  in- 
(liiliil.ita  ,  che  non  animella  volontaria- 
mente  alcun  moto  di  volubilità,  o  di  va- 
cillamento . 

t  VACILLANTE.  Add.  Che  vacilla 
così  nel  proprio,  come  nel  Jigurnto.  Lai. 
vacillans.  Gr.  nv.p'/.r^ìzÒft'.'O,.  Bocc.  l'is. 
l\l.  Alcuna  volta  dottai,  eh*  io  A  tal  pia- 
cer non  farcisi  subliiello  A  mal  mio  grado 
il  vacillante  mio  Libero  arbitrio.  ^  Sai- 
vin.  Di.fC.  I.  9'(.  (Jiè  laida  cosa  è  a  ve- 
dere uno  alteiato  dall'  ira,  con  gU  occhi 
cernie  fuoco  ec.,  roUe  labbra  Iremauti,  va- 
cillante nelle  membra  er.  (li) 

•f  •:■  AACILLANZA.  l  acillamento  , 
l'ac illazione  còsi  nel  proprio,  come  nel  fi- 
gurato. Segner.  incr.  2.  29.  8.  La  feite 
ha  da  essere  salva  tanto  ,  che  escluda  ogni 
varillanza;  altrimenti  ooa  è  più  fede,  è 
opinione.  (A) 

•'.•  VA(  ILLARE.  Non  esser  ben  fermo. 
Ondeggiare,  Muoversi.  Tass.  C.er.  8.  25. 
Nulle  mi  parve  ed  allo  sguardo  fioco  S'of- 
ferse il  vacillar  d'  un  pit-ciol  fuoco  .  fp) 
Cas.  son.  ^c>.  Luce  inferma  e  lume  Che 
a   leve   aura    varillc   e   si   consume.  (l'I') 

f  J-J.  1.  ì'acillare,  si  usa  più  comune- 
mente in  senso  figurato  ,  e  vale  Fs.tcre 
incostante,  ambiguo,  dubbioso,  infra  due. 
Lai.  vacillare.  Gr.  naavpi'pia&ai.  C  f. 
II.  82.  I.  Poi  rimandavano  per  lui,  co 
me  popolo  eh'  era  in  vacillare  e  in  non 
fermo  stalo  .  '!=  Segner.  Pred.  PnI.  Ap. 
I.  7.  Uccidendo  Gesù  ce  verrebbero  a 
mantenersi  in  quella  podestà  di  cumandu, 
che  per  altro  miravano  vacillare,  vivente 
lui,   (PC) 

g.  II.  Per  Farneticare,  F.rrar  colla 
mente.  Lai.  delirare.  Gr.  TTupscscovaTv. 
Petr.  son.  |t)i.  E  vacillando  crrcn  il  niio 
tesoro.  Frane.  Sacch.  nov.  2.  (Questo  M-r 
Matteo,  Venendo  nel  tempo  della  vcrrhict* 
za,  comincio  alquanto  a  vacillare.  ^-  Frane, 
Harb.  21)8.  6.  E  dove  ella  varigli.  Ricorri 
a*  buon  consigli  (qui  varigli  in  cambio  dt 
vacilli,   per  la   rima},   il  ) 

VACILLATO.  Add.  da  ìadllart . 
Anivt.  8<).  Ecco,  che  a  mo  è  dato  di  po< 
Icrr,  rome  mi  pare,  imporre  il  nome  ira 
tanta  gente  di  quella  città  vacillalo  (cioè^ 
inciso   in   dubbio,   nttn   determinato). 

f  VACILLA/.IONE.  Facillamento  .  e 
figuratam,  /ncertctza,  Irrexilutione.  Lai. 
vacillano.  Gr.  notfotyo^o'.  *>  S.  Agost. 
C.  l).  11.  12  Cile  non  dubiti  per  ve. 
runa  variltaiione  so  dovere  in  quel  bene 
durare  in  eterno  ,  ve  (fi}  Onice.  Star. 
13.    599-    Il    Caidiuale  ScduDcic,    ti  qualf 


\   A   C 

prima  spaventato  dalle  pratiche  ec  ■  ,  e 
dalla  vacillauoDc  delta  riltk  di  Milano 
ce.  F  |8.  74-  Aver  conchiuso  ec.  ana 
confederazione  di  grave  ipcta ,  e  di  pic- 
colo frutto  per  la  vacillazione  del  Poale- 
ficc. 

•f  VACILLITA'.  VACILLITADE.  * 
VACILLITATK.  /'.  A.  Ambiguità,  Dub- 
biezza. Lat.  vacillano.  Gr.  Tivp'x'Yopoi.. 
Ott.  Coni.  Par  la.  290.  Nota  vacdlilade 
e  incoìtanta  sopra  la  k-de. 

•f  ■:•  VACI.NO,  f  VACCINO.  Interpre- 
tato per  agl'Unto  dato  a  sorta  di  viola, 

0  forse  ti  fiore  Giacinto,  come  interpreta 
il  Mnttiolo  sotto  il  vocabolo  di  ytiCìtiO. 
Salvia.  Tane,  liuon.  2.  A.  Faccinia  ni- 
gra  leguntur  ;  sorla  di  viole  ,  forse  ec. 
vaccina,  viole  vaccine,  che  sarebbero  i 
lupinclb,  6ori  russi  ce.,  pascolo  grattssi- 
nio  de  buoi,  f.tj 

f  VACUARE.  Votare.  Lat.  vacuare, 
vacuum  reddere.  Gr.  xjvo'v.  Segr.  Fior. 
Star.  7.  175.  Coiimo  col  credito  suo  va- 
cuò  Napoli   e   Venezia  di   danari. 

f  f;.  J'acunre,  vale  anche  Fare  andar 
del  corpo  con  medicamenti  purgativi  ,  E- 
vacuare.    Purgare,    liuon.   Fier.   I.    3.    3. 

1  mali  Nati  da  ripienezza  Si  curin  vacuan- 
do. 

3  VACUAZIO.NE.  J'otamentojmasi  di- 
ce più  comunemente  del  votamento  delle 
fecce  dal  ventre  degli  animali  Lai.*  ex'acua- 
tio.  Gr.  Jtc'vwit^.  M.  Aldobr.  Generalmente 
leiminano  più  per  sudor<^,  che  per  uiuna 
altra  varuazione.  Coli.  Ab.  Isaac,  cap.  22. 
Gli  occhi  loro  diventano  scurali  per  la 
multa    vacuazione   corporale. 

*  £•  Ffg»rntam.  «.  Car.  tett.  I.  5a.  La 
vostra  fortuna  ha  fallo  questa  volta  una 
vacuazion  tale  ,  che  poco  vi  può  rimane* 
re   omai   di   malif:nu  ».   f  C/ 

'.-  VACUET  I  O.  Dim.  di  l'arno,  su- 
stnntn-o.  Imperf.  Tini.  D.  I^T.  8-  576. 
Questa  malcria  universale  d'  atomi,  e  dì 
vacuo  può  ragionevolmente  dirsi  un  non 
$0  che  più  del  nulla,  e  meno  del  qual- 
cosa, che  poi  qualcosa  diviene  con  Tag- 
gregamenlo  de'  corpuscoli  e  de'  vaeuetti 
insieme  acquistando  ne*  cumposlile  furmf* 
visibili.  (F) 

VACUITÀ',  VACUITADE,  *  VACUI- 
TATE.  Astratto  di  Vacuo;  Mancanza  di 
materia.  Lai.  vacuitas.  Gr.  xcvóri};.  Mor. 
S.  Oreg.  Scniendosi  dentro  volo,  conosce 
la  sua  frigidità  per  quella  vacuìlade.  But, 
Purg.  19.  I.  La  seconda  ragione  h  da 
volontà  mossa  da  alcuna  passiono  ,  come 
per  troppa  repletiooe,  o  vacuila  di  stoma- 
co. 

f  VACUO.  ,$■»*/.  Lo  .ttesso  che  l  acuità. 
Lat.  inanttas,  inane.  Gr.  tV  kCvo'v  .  Ifut. 
Inf  3^.  a.  Tanlo  vacuo  è  nella  terra  , 
quanto  finge  1'  autore  die  sia  lo  'nferno. 
lapr.  Bott.  2.  29.  Non  si  può  dare  nella 
natura  il  vacuo,  cioè  che  non  »i  può  tro- 
vare luogo  in  questo  universo,  che  non 
sìa  lipieno  di  qualche  corpo.  /;a.3l-lo 
li  dico,  che  se  ei  ki  dftse  il  vacuo,  e*  ne  «e- 
guirebber  mille  inconvrnienti.  .Salvia.  Pise. 
a.  211-  E»enijtio  illustre  di  ciò  ne  sia  la 
quislione  re.  del  voto  ,  ovvero  del  va- 
cuo. F  aia.  Ci  k  nelle  cose  il  vano,  ed 
il   lacuo. 

t  3  VACUO.  Add.  Voto.  Lil.  i-aeuus. 
Gr.  rtvói.  fìcee,  nov.  39.  li).  Al  Conte 
significassero,  lei  avergli  vacua  rd  iipedila 
lasciata  la  possessione,  tiuon.  Fier.  ^.  a. 
7.  .<sparsi  per  terra  i  culmini  del  mondo, 
E  delle  slire  sue  vacue  i  frammenti  ec. 
N'  andar   qtial   qua,  qual   là. 

*  §.  1.  F  fguratam.  Privo,  MmnCénU. 
-  Fior.  S.  Frane.  175.  Acciocché  noi  non 
ci  troviamo  vacui  e  sema  frullo  orli*  in- 
verno, timer.  Sior  6.  26.'^  Non  erano  1' 
altre  parli  d'  Italia  lutalnirnle  vacue  di 
sospetti»  .   {Cj  E  tom.   IO. face  17   (tdU. 


V  A  e 


V  A  G 


V  A  G 


16S5 


tfei  1819.)  Multi  LooeGtiiec.  si  dìstribuivatio 
per  fasori  o  Ìo  persone  incapaci  per  Tctà, 
o  ia  uomini  vacui  al  tultu  ({i  tlottrina  e 
ài  lettere,  e  ce  spesso  in  persone  di  pcr- 
diUsMmi   costumi.  (Pc) 

f  §.  11.  Per  Ozioso,  Neghittoso,  lab. 
109.  Vedere  adunque  dovevi,  amore  es- 
sere una  passione  ec.  abitatrice  de*  vacui 
petti. 

VADO.  GuattOf  Passo  d*  acqua.  Lat. 
vadum.  Gr.  "JÒpoi  Petr.  son.  \(\S.  Un 
amico  pensier  le  mostra  il  vado.  Non  d 
acqua  che  per  gli  occbi  si  risolva.  Fr. 
lac.  T-  5.  23.  19  K  pochi  se  ne  posso- 
no inveaire  A  chi  piaccia  tener  contrarli 
vadi. 

f  *  VADOSO,  .idd.  Che  ha  vado  0 
guado,  Gtiadoso.  Sali.  Oiiig.  X70.  Gli 
2hn  (  luoghij  ,  come  per  avventuratali 
profondi,  e  tali  in  alcun  tempo  vadosi, 
cioè  bassi,  e  da  poter  guadare  ;  che  quan- 
do il  mare  è  grosso,  ec.  (VJ 

f  VAGABONDARE.  Andar  vagabondo, 
Andar  attorno  errando,  e  senza  saper  ben 
dove.  Lai.  vagari.  Gr.  cr'Xiìaàat,  OH. 
Com.  In/.  26.  4hI9-  ^*  quali,  essendo  lor 
duca  Enea,  per  incetti  e  noa  istanziali 
luoghi  vagabondarono.  £"  Purg.  18.  Li 
6gliuolÌ  vostri  andranno  vagabondando  per 
lo  diserto  (!l  Ms.  nel  primo  rs.  legge  vaga- 
bundaroQo;  e  nel  secondo  vagabundando). 
"Maestruzz.  a.  22.  Se  si  bota  (il  religio- 
so) noi  dee  adempiere  sanza  licenzia  del 
Prelato  ec,  acciocché  non  si  dia  cagione 
d*  andare  vagabondando.  '^  Salvia.  Odiss. 
17.  322.  Cosi  a  tele  gentilezze  tutte  Dis- 
siperà,  che  or  porti,  insolentendo,  Vaga- 
bondando sempre  per  cittade.  (B) 

%.  Per  meta/.  Cose.  S.  Bera.  Quando 
io  vaco,  e  non  fo  nulla  col  corpo,  discor- 
ro vagabondando  col  pensiero  [.er  diver- 
si luoghi.  *  Palm.  T'it.  civ.  lib.  2.  pag. 
47.  (Pir.  l529)  La  lagionedello  intellet- 
to ocn  sia  vinta  ed  abbattuta  dai  non  ra- 
gionevoli appetiti,  ma  in  tal  modo  ubbi- 
disca a  quegli,  che  i  desiderii  slreoati  non 
vagabondino  sanza  ragione,  ec.   fB) 

•f  VAGABO-NDITA',  VAGABONDf- 
TADE,  e  VAG\BONDITATE.  Astratto 
di  l'agabondo.  Cuttt.  lett.  3^.  Ripensa 
ec.  quanto  già  fue  la  mia  vagabondila  (Il 
Lombardi  avvverte  che  il  testo  citato  leg- 
ge vagabundìtà  ). 

•t  VAGABONDO,  e  VAGABUNDO. 
Add.  Che  vagabonda.  Lat.  vagiis,  ober- 
rans.  Gr- TÌavo^,  oiiw'jxsvo;.  Dant.  Par, 
11.  E  quanto  le  mie  pecore  rimote  E  va- 
gabonde più  da  esso  vanno,  Più  tornano  al- 
l' ovil  di  latte  vote  (Il  Cesari  qui  nota 
che  vagabonde  da  esso  non  e  costrutto 
comune,  e  vale  errando  lontane).  Bocc. 
nov.  16.  16.  Quasi  della  fortuna  dispera- 
to ,  vagabondo  andando ,  pervenne  in 
Lunigiana.  Amet.  3"].  Per  l'aria  vagabun- 
di,  in  voce  altiera,  facendola  risonare,  an- 
davano questi  versi  cantando.  E  3g.  Il 
tuo  spirito  vagabundo  per  1'  aure  ec.  ne 
▼a  con  colei  che  più  m'  olTende.  Pass. 
l35.  Non  sia  ebriaco  ec-,  non  crudele, 
non  Fattore,  non  vagabundo.  Maestruzz. 
\.  64-  La  moglie  e  tenuta  di  seguitare  V 
uomo  per  qualunque  cagione  si  parta , 
cioè  levando  tutta  la  masserizia,  e  por- 
tandola altrove,  se  già  non  la  volesse  da- 
re al  peccalo  ec;  ma  non  è  così,  se  fosse 
vagabondo.  Cavale.  Hfed.  cuor.  Vagabon- 
do e  scacciato  sarai  sopra  la  terra  lutti 
gli  di  della  vita  tua. 

•f  *  §.  Per  similit.  si  dice,  con  bella 
eleganza,  parlando  di  pensiero,  o  della 
mente.  Vit.  SS.  Pad.  i.  iu6.  E  il  quar- 
to di  entrando  ad  orare,  e  fare  lo  suo  of. 
6cio,  stava  tutto  vagabondo  e  astratto.  E 
z.  91.  Tre  cose  sono,  le  quali  fanno  sta- 
re saldo  la  mente  vagabonda  ;  cioè  leg* 
gere,  vegghiare    e    orare.    (V)     Cose.    S. 


Jìern,  74-  Profero  le  parole  de'  salmi,  e 
non  attendo  al  sentimento  de'  salmi;  ma 
rolla  mente  vagabunda,  e  coli' abito  disso- 
luto, e  cogli  occhi  sbalestrali  ec.  ragguar- 
do  ciò  che  quivi  si  fa.   (PP) 

*  VAGABUNDAMENTO.  Svagamen- 
to, Cose.  S-  Bern.  i85.  Non  sarà  di  neces- 
sità ec.  che  tu  discorri  di  qua  e  di  là  per 
vano  vagabundamento  di   pensieri.  (C) 

J."-  VAGABUNDITA'.  /  .  VAGABON- 
DITA'.  (B) 

*  VAGABUNDO  .  /'  VAGABON- 
DO. (B) 

*  VAGAMENTE.  Avverbio.  Con  va- 
ghezza. Lat.  venuste.  Gr.  p^^^aiEVTw;.  // 
l  ocab.   alla  voce  VAGO,  avverino.  (•) 

VAGAMENTO-  y/vag-are.  Lat.  vaga- 
tio.  Or.  TZici^opa.,  ocXó-  Mor.  S.  Creg. 
Ninna  altra  cosa  6gura  in  questo  vaga- 
mento, se  non  V  ansialo  pensiero  de'  san 
ti  predicatori  .  *  Pallav.  Sttl.  246-  Si 
guardi  bene  egli  òa  un  vagamento  smode- 
rato, per  cui  sembii  piuttosto  errare  che 
viagjjiare  (qui  per  similit.).  (FP) 

•f  VAGANTE.  Che  vaga.  l.^\..vagans. 
Gr.  aAùj'ujvo,.  Dant.  Purg.  32.  Ma  perchè 
l'occhio  cupido  e  vagante  A  me  rivolse,  quel 
feroce  drudo  La  flagellò  dal  capo  iosio  le 
piante.  Tass-  Ger.  4-  87.  Or  tien  pudi- 
ca il  guardo  in  se  raccolto  ,  Ora  il  rivol^je 
cupido  e  vagante.  Gal.  Sist.  37.  Veniva- 
no alterate  in  parte  da  alcuni  movimenti 
acccidentali,  vaganti  e  irregolati,  a'  quali 
elleno  son  sottoposte. 

*  §•  Vagante,  dicono  i  ^Tedici  quel  do- 
lore che  non  e  semprejisso  in  una  stessa 
parte  del  corpo.   (Aj 

VAGARE.  Andare  errando.  Trascor- 
rere. Lat.  vagari,  aberrare.  Gr.  aiàc&ai, 
TTÌxvas^y.c.  Bocc.  nov.  16.  6.  Perchè  a 
bell'agio  poterono  gli  spiriti  andar  vagan- 
do dove  lor  piacque.  E  g  8.  /-  3.  Biso- 
gnosi di  vagare  alquanto,  e  vagando  ri- 
prender forze.  }-'nov.  94-  2.  Ne  mi  pare  che 
alcuna  cosa  restala  sia  a  noi,  che  abbiamo 
a  dire,  per  la  qual  novellando  vagar  pos- 
siamo. Amet.  82.  Ed  il  pietoso  Enea  sban- 
dito cominciò  per  lo  mare  a  vagare. 

g.  I.  Per  melaf.  vale  Uscire  del  preso  te- 
ma. Lat.  ab  instituto  aberrare.  Gr.  «to' 
5/oToù  TzXciJv.i^yA.  Bocc.g.  4- p-  20  Da 
ritornare  è,  perciocché  assai  vagati  siamo 
ec. ,  l'a  onde  ci  dipartimmo. 

*  §.  II.  E  in  sìgnijìc.  alt.  Scorrer 
vagando  alcun  luogo.  Ang.  Metam  2. 
1*0.  E  r  orsa  iu  quello  stato  inf.ime  e 
tristo  Avea  vagato  il  bel  regno  pater- 
no.  (Br) 

t  'A-  VAGATORE.  T' erbai,  masc.  Che, 
o  Chi  vaga.  h^t.  vagus.erro.  Gr.  aÌTj'.uwv. 
Buon  Fier.  3.  4-  2-  Niraici  al  proprio  be- 
ne e  al  proprio  fine,  Vagatori  notturni  , 
ec.   C*) 

VAGAZIONE.  //  vagare.  Lat.  vagatio. 
Gr.  :T£piyopa.  Mor.  S.  Greg.  Di  tanta 
vagazione  passava  di  luogo  a  luogo  ,  di 
quanta  carità  grande  egli  ardeva.  But. 
Purg.  22.  1.  Inducendo  Enea  a  parlare 
della  sua  vagazione  per  lo  mondo. 

§.  Per  similit.  vale  Svagamento,  Di- 
strazione. Lat.  •  mentis  distractio.  Gr. 
rzizioopd  zoZ  voJ.  Maestruzz.  i.  38.  E 
peccato  la  vagazione  della  mente  nell'  o- 
razione?  Risponde  san  Tommaso:  Se  al- 
cuno ei  proposito  vada  vagando  nell'ora- 
zione, è  peccato,  e  impedisce  il  frutto  del- 
l' orazione  .  P'it.  SS.  Pad.  Allora  tutti 
conobbono  che  ogni  vagazione  di  cuore  , 
e  soperchie  e  vane  cogitazioni,  le  quali  l' 
uomo  hae  ,  massimamente  al  tempo  del- 
l'orazione,  sono  per  operazion  del  nimi- 
co .  Cavale.  Frutt.  ling.  Cosi  dobbiamo 
noi  con  gran  sollecitudine  resistere  alli 
mali  pensieri ,  e  alle  fantasie  ,  e  alle  va- 
gaxioni  di  mente  ,  che  *1  nimico  ci  proc- 
cura  al   tempo  dell'  orazione. 


VAGELLAIO.  Tintor  di  vagello.  Frane, 
Saech.  nov.  64-  Quando  io  v'  era  su,  mi 
pareva  esser  la  secchia  de'  vagellai;  io  deb- 
bo aver  rotta  tutta  la  sella  e  le  corazze. 

t  §•  P'^f  Vasellaio.  V.  A.  But.  Par. 
1.2  Se  la  terra  non  sia  ben  menata,  mai 
lo  vagellaio  non  polirà  fare  lo  suo  vagello. 

•f  VAGELI.AME.  V.  A.  Vasellame. 
Lat.  vasculorum  supellex.  Gr.  ff/'uaoia. 
But.  Par.  6.  2.  Tutta  la  corte  fornitte 
di  vagellarne  d'  ariento.  Eappresso:  Que- 
sto (scrigno,  h  pieno  di  vagellarne  d'ariento 
per  la  corte. 

•f  VAGELLARE  ,  e  VAGILLARE  . 
Voce  oggi  poco  usata.  Vacillare.  Lat. 
vacillare,  titubare.  Gr.  Trapao-'psjBa*. 
Petr.  Uom.  ili.  Sollecitò  tornar  nella  pa- 
tria per  confortare  gli  animi  che  vagella- 
vano .  Lib.  Am.  58.  Se  vedrai  V  amante 
sanza  cagione  essere  tiepido  in  renderti  li 
usati  diletti,  sappi  che  la  sua  fé  vaglila. 
(1/.  V.  9.  24.  li  perchè  lo  stato  de'Mon- 
lepulcianesi  vagillava,  ed  era  senza  riposo 
(  così  nel  manoscritto  Rìcci  ,  ed  in  altri 
buoni   testi  a  penna). 

g.  \.  Per  Vagare,  Andar  vagando. 
Lat.  errare  j  vagari.  Gr.  aÀàjrat  .  Ca- 
vale. Pungil.  i;ollì  piedi  ,  e  colie  mani 
ballando,  colla  lingua  cantando,  cogli  oc- 
chi vagellando  ,  e  cogli  orecchi  li  canti 
vani  udendo. 

g.  II.  />r  /svagarsi,  Distrarsi,  Non 
istare  attento  j  che  anche  in  modo  basso 
proverh.  diciamo:  Porre  una  vigna.  Lai. 
aliud  agere.  Gr.  iripo-j  Tzpàrrztv.  Dit- 
tam.  5.  2.  Che  quando  quei,  che  dee  in- 
tender ,  vaglila  ,  E  non  sta  fermo  a  quel 
che  1'  uom  gli  conta,  All'  esca  sua  mal  s* 
accende  favilla. 

g.  HI.  Per  Farneticare,  Errar  colla 
mente.  Lat.  delirare.  Gr.  Tzxpy.^^poviiv  . 
Pecor.  g.  I.  nov.  2.  Non  date  cura  a  sue 
parole,  perocch*  egli  vagella,  e  non  sa  ciò 
cb'  egli  stesso  si  favella  .  Morg.  23.  2.5. 
Rinaldo  Ìl  colpo  non  istà  a  aspettare,  Per- 
chè  conobbe,  colui  vagellava. 

VAGELLO  .  Caldaia  grande  per  uso 
de'  tintori. 

§.  I.  Per  Caldaia  semplicemente.  Lat. 
ahaenum.  Gr.  jjxJ./s'ov.  Vit.  S.  Margk. 
Salamene  sì  ne  scongiurò  ,  e  si  ne  rin- 
chiuse in  uno  vagello,  e  ìn  quello  sì  met- 
tevano fuoco  .  Di  po'  la  sua  morte  ven- 
nero uomini  di  Babbillonia  ;  e  pensando  . 
e  credendo  ,  che  in  quello  vagello  foss« 
molto  oro,  sì  lo  spezzaro. 

t  §.  II.  Per  Vasello  j  ma  e  V.  A. 
But.  Inf.  4-  2.  Lo  corpo  fu  incenerato,  e 
messo  in  un  vagello  di  melallo.  Pallad. 
Fehbr.  28.  Tolgonsi  pere  ec,  poi  si  met- 
tono nel  vagello  . 

•f  §.  III.  Per  meta/,  vale  Ricettacolo j 
ed  e  pure  V.  A.  But.  Inf.  2-  V  andò 
poi  lo  vagello  d'  elezione,  cioè  santo  Paulo. 
E  22.  2.  Rispose:  fu  frate  Gomito  di 
Gallura  ,  vagrl  d'ogni  froda. 

•f  VAGELLONE.  V.  A.  Accrescit.  di 
Vagello;  Vagello  grande.  But.  Par.  6. 
2.  Avendo  roba  assai  arrecato  alla  sua  stal- 
la ,  e  buoni  vageUoni  di  vino. 

VAGHEGGERI'A  .  V.  A.  Vagheggia- 
mento. Guid.  G.  Ove  abbondando  li  gio- 
vani,  adoperano  loro  vagheggerie. 

VAGHEGGIA^VIENTO.  Il  vagheggia- 
re. Vit.  SS.  Pad.  2.  282.  Guatavala  per 
la  Boestrella  ,  onde  Abraam  solea  parlare 
con  lui,  e  duro  questo  vagheggiamento  be- 
ne per  ispazio  d'  un  anno.  Scgner.  Mann. 
Marz.  23.  2.  Tu  mUitì  a  suo  servizio  , 
somministrandogli  le  tue  membra  a  guisa 
di  tante  armi  all'  iniquità  ,  la  lingua  alle 
detrazioni ,  gli  occhi  ai  vagheggiamenti , 
gli  orecchi  alle  vanità. 

*  VAGHEGGIANTE.  Che  vagheggi». 
Che  rimira  con  diletto  .  Palm.  Vit.  Civ. 
lib.   2-  pag-  52   Similemente  è  ripresa  per 


t636 


V  A  G 


V  1  G 


V  A   G 


troppa  licenza  la  larghezza  che  dava  Mi* 
zio  al  fi(^liuolu  pure  vagheggiantc.  Costui 
sendogli  dal  rratcllo  dello  che  il  6gUuolo 
avca  ec.  per  fona  tolto  una  faaciulla  ec, 
rispose  ec.  che  a*  giovani  dod  si  di&dice 
amare  ce.  (B) 

VAGHEGGIARE.  Farv  all'amore. 
Stare  a  rimirar  fisamente  con  diletto,  e 
con  attenzione  l'  amata.  Lat.  intente  ama' 
Siam  iniptcere  .  Gr.  j^aV/etv  .  Itut.  Va- 
gheggiare :  con  desiderio  d'  avere  la  cosa 
amata  ragguardare.  Bocc.  nov.  zS-  3  Avea 
lungo  tempo  amala  e  vagheggiala  infelice* 
mente  la  donna  di  messer  Fraoccsco  .  A' 
nOi>.  ^5.  4-  I*'''"  l^  M""*'  *^**'''  '^^  diversi  fu 
cominciala  a  va;;lieggijre .  /C  nOv.  6^.  3. 
£».sundosi  avveduta  cht;  mi  giovane  ce.  la 
vagheggiava,  diìcielamente  con  lui  s*  in- 
comincio  ad  iatcìidcre.  i^ranQ-  Sacch.  nov. 
84-  Avca  una  sua  donna  assai  vana  ,  la 
quale  un  Sancsc  liuono  pezio  avea  va- 
gheggiala. Miilm.  7.  39.  Ki,  the  vagheg- 
gia sotto  alle  lenzuola  II  gentil  volto  e  le 
dorate  chiome,  >è  anche  gli  risponde  una 
parola . 

5  g.  I.  Per  Himirar  con  diletto  c/tec- 
chessia.  Lat.  a. f pici' re  ,  contemplari.  Gr. 
Jia^/.iTTTEsàyt ,  Sewfsrv.  Dant.  Purg. 
16.  Esce  di  mano  a  Lui,  che  la  vagheg- 
gia re,  L'  jDÌma  semplicetta.  E  Par.  O- 
Che '1  Sol  vagheggia  or  da  coppa,  or  da 
ciglio.  K  IO-  E  lì  comincia  a  vagheggiar 
nell*  arte  Di  quel  maestro  che  dentro  a  se 
I*  ama . 

*  §.  II.  E  netitr.  pass.  Giiist.  Coni. 
Bini.  ined.  66.  Che  non  pur  io,  ma  il 
Sol  se  la  vagheggia,  E  tolta  me  1' avria , 
se  il  corso  amore  Noi  ritirasse  ove  Dafne 
verdeggia.  «  Tass.  Am.  l.  I.  Allor  che 
fuggirai  le  fonti,  ove  ora  Spesso  ti  spec- 
chi, e  forse  ti  vagheggi  ».  (C) 

t  §.111-  J'ai:hegptare,  Jìgurntam.  vale 
Essere  a  cavaliere.  Dominare.  Car.  leti. 
1.  100.  lo  darei  per  quel  palazzotto  con 
quella  poca  pcntnsola  ìfagnata  da  quel  la- 
go, vagheggiala  da  cjueU' iioletle  ec,  quan- 
tf  Tcmpe  e  quanti  Parnassi  furon  mai  . 
•?  l'asar.  Casa  tanto  hcn  posta  che  vagheg- 
gia, essendo  alquanto  rilevata,  tutta  la  città 
di  Firenze,  ed  1!  piano    iultuno.  (A) 

#  5*  '^'  in  proverb.  Chi  porta  il  giallo, 
vagheggia  infoilo,  e  dicevi  di  Chi  ama 
senza  speranza  di  godere  la  cosa  amata. 
r.   GIALLO,  §.    IV.    (N) 

VAGHEGGIATO  .  //dd.  da  l'agheg- 
giarc.  Lat.  conspcctus.  Gr.  Tr£^i6)eTT04- 
Guar.  Past.  fid.  1.  3.  Che  vai  hcllà  o«n 
vista  ?  e  se  pur  vista  ,  Mon  vagheggiata  7 
e  se  pur  vagheggiata.  Vagheggiata  da  un 
solo  T  "^  Tass.  <jer.  4-  33.  Lodala  passa  e 
vagheggiala  Armida  Fra  le  cupide  turbe, 
e  se  li'  avvede,  (/l) 

f  VAGHEGGIATORE,  fa-fnil.  masc. 
Che,  0  Chi  vagheggia.  Lat.  inspector ,  con- 
templntor,  observator.  Or.  ^^a'sx&iv.  fìocc. 
nov.  27-  a3.  Io  n'ho  de'  mici  di  mille  ve- 
duti vagheggiatori,  amatori,  visitainri  non 
solamente  delle  donne  secolari,  ma  de'mo- 
nistcrii .  li  nov.  53.  3.  Essendo  del  corpo 
licllissimo ,  e  vie  più  che  grande  vagheg- 
giatore. Ovid.  Pisi.  6-  Gli  innamorali 
vagheggi;ilorÌ  dell'  isola  di  Dulirhio  e  di 
Samo  ec.  m' assalisroDO,  siccome  disonesta 
schiera  e  lussuriosa.  Tass.  Cer.  2.  l4-  E 
da'  vaghc:;gialori  ella  s'invola  Alle  lodi, 
agli  sguardi  ,  inculla  e  sola  . 

VAGUEGGIATHICE.  Che  vagheggia. 
Bui.  Purg.  32.  2-  Vagheggiatrire  e  pi- 
glialrice  con  lo  suo  sguardo  di  cui  ella 
ragguardava  . 

VAGHEGGINO.  Damerino.  Fir.  rim. 
5o.  E  vi  farieno  intorno  manco  citocc  I 
vagheggini 

5;?  VAGHEGGIONE  />/.r;)reiC<ir.  d»  ì'a- 
gheggiatore.  Gìamhull.  Lvtt.  appar.  (.4) 

VAGHETTO.  Dun.  rfi   l'ago,  nel  si- 


gnific  .  del  P.  IL  Dicesi  a  cosa  piccola  , 
ma  per  denotare  accrescimento  di  vaghezza, 
e,  come  noi  diremmo,  per  vezzi,  Lat-  pul* 
chellus.  Gr.  xa>M'a;.  Bocc.  Inirod.  S!\. 
Canzoni  vaghelte  e  liete  cominciarono  a 
cantare.  Bemb.  Asol.  2.  85.  Lieta  e  va- 
ghetla  canzona  dicesti  ,  Gismondo  ,  senza 
fallo  alcuno.  Car.  leti.  2.  170.  Le  ghiotte 
cojii  vestite  alla  pastorale,  e  vaghelle  co- 
me sono,  non  l'eMti  prima  guardate,  che 
mi  cominciarono  a  dilettare. 

VAGHEZZA.  Dtsiderio  ,  Voglia^.  Lat. 
voluntas^cnpiditas.  Gr.  ì"~t3y/ii'K,  optati- 
Bocc.  nov.  S.'ì.  5.  Il  cominciò  a  guatare,  più 
perchè  Calandrino  le  pareva  un  nuovo 
uomo  ,  che  per  altra  vaghezza  .  E  num. 
22.  Ella  dee  iien  sicuramente  esser  catti- 
va cosa  ,  ad  aver  vaghezza  di  così  tiella 
gioia,  come  1u  se'.  Dant-  Inf,  29.  E  quei, 
che  avea  vaghezza  ,  e  senno  poco  ,  Volle 
eh'  i'  gli  mostrassi  1'  arte  .  Fetr.  san.  7. 
Qiial  vaghezza  dì  lauro  ,  qual  dì  mirto  ? 
l'ine.  Mari.  rim.  25.  E  per  troppa  va- 
ghezza Cerco  agli  omeri  niiei  soverchio 
pondo. 

g.  I.  Per  Diletto.  Lai.  voluptas ,  de- 
lectatio.  Gr.  r,Òo-if,.M.  /'.  7.  71.  Il  gio- 
vane ,  prendendo  vaghezza  dì  vedere  pe- 
scare, follemente  sì  mise  in  una  harca. 

*j-  §.  IL  Per  Bellezza  atta  a  farsi  va- 
gheggiare.  Lat.  clegantia,  pulcritudo.  Gr. 

XaiJo^,    Jfryi^^STKj;.    BocC.    nOV.    l\Q.   2.  >è 

acciò  solamente  che  conosciate  quanto  la 
vostra  vaghezza  possa  ne' cuor  gentili,  ma 
perchè  apprendiate  ec.  Boez.  G.  S.  82. 
Venite  qua  ,  o  lutle  genti  prese  D^lla 
vaghezza  del  mondo  fallace  ,  Che  tien  le 
mentì  alle  vii  cose  accese.  Fir.  Dial.  belL 
dona.  384-  E  adunque  vaghezza  una  beltà 
altraUiva,  indurente  di  se  dìsìdcrio  di  con- 
templarla, e  di  fruirla. 

*  %.  III.  f'aghezza ,  vale  ambe  Cosa 
vaga  ,  ed  in  questo  senso  si  u.ta  sempre 
nel  numero  del  pili  .  Bcnv.  Celi.  Oref. 
47-  Dando  alla  della  medaglia  poi  la  fine 
con  un  ornamentino  d'oro  pieno  di  fron- 
de,  di  6ori,  di  frulli,  ed  altre  vaghezze, 
dentro  al  quale  la  legai.  Tass.  Ger.  18. 
20.  L'  un  margo  e  1*  altro  <lel  bel  fiume 
adorno  Dì  vaghezze,  e  dì  odori  olezza,  e 
ride.  ((^J  March.  Lucr.  lib.  3.  Quale  al- 
lor che  degli  anni  itf  se  rivolti  Tornano 
ì  tempi,  e  ne  rimenan  seco  Varie,  e  liete 
vaghezze  e  lieti  parti,  (fir) 

VAGIIIS.SIMO.  Superi,  di  Vago,  nel 
signi fic.  del  g.  II.  Art.  T'etr.  IS'er.  5  83. 
Si  aver^  un  colore  celeste  vaghissimo. 

g.  Per  /Iramotissimo  .  Lai-  maxime 
cupidus  .  Gr.  u.«Ài5T3t  e  rrtSuuuv  .  /dft 
3o3.  Per  voglia  ili  berlingare  e  dì  cin- 
guettare, di  che  ellii  e  vaghissima.  Buon. 
Ficr.  3.  4-  II-  £  ^«^  uè  fan  vaghissimi  e 
amanti . 

•f  VACILLANTE.  J'oce  poco  usala. 
Che  vaglila.  Lat.  vacillans,  litubans.  Gr. 
nttpOLftpo'/J-Cvoi.  M.  V.  5.  20-  E'  Sanesi 
avendosi  condotti  nel  reggimenio,  non  pe- 
rò fermo,  dello  ignorante  popolo  vagillaole 
nello  kiato.  Tne.  lìav.  Stor.  |.  2.1t).  Pro- 
sperit!i  in  Levante,  avversila  in  Ponente, 
travagli  in   lllirir),  le  Gallie  v<igillanli. 

•f  VACILLARE.  Voce  poco  usata.  V. 
VAGELLARE. 

't  VACILLAZIONE.  Voce  poco  usala, 
il vagillare.  Lat-  vaiillnlio.  Cr.  TZtzisosoì. 
M.  /'.  3.  55.  Ed  il  Comune  Irnirndo  che 
in  questa  vagìllaiione  peggio  non  seguisse 
ec. ,  vi  mandu  mcMer  Paulo  Vaianì. 

•f  »  VAlilMENTO.  l  agito.  Bemh. 
Asol.  2.  08.  ('ome  polremmi'  noi  ilare 
le  leggi  a  popoli,  e  le  poppe  a'  figliuoli  , 
o  tra  i  loro  vagimenti  le  ijuistioni  delle 
genti  asiollarr  T  fj) 

VAGI>A.    /  .    /..    Guaina. 

§.  I.  Per  similit.  Dani.  Par.  |.  Sic- 
come quando  Marsia  Uacilì  DelU  vagina 


delle  membra  sue.  But.  ivi:  Vagina: que- 
sto è  vocabolo  dì  grammatica,  e  viene  a 
dire  guaina,  cioè  del  bucchìo  suo ,  e  però 
dice  delle  membra  sue  ;  lo  bucchìo  e  la 
pelle  e  la  guaina  delle  membra. 

*t  *  S-  '!•  Vagina.  Term.  degli  Ana- 
tomici. Canale  membranoso  della  femmi' 
na,  che  dall'  esterne  parli  pudende  giunge 
all'  utero.    'A) 

-■>  VAGINALE.  Add.  Term.  de^Soto- 
misti.  Una  delle  membrane  che  rivolge  il 
testicolo.  Cocch.  Lei.  Estrarrc  il  icsticolo 
nudo  da  un  sacco  doppio,  voto  dì  mem- 
brane, di  cui  rìulciìore  sia- 1*  alhaginea  , 
e  r  e»lerìore  la  vaginale.  (A) 

^  VAGIRE,  il  piangere  de' bambini  . 
Lat.  vagire.  Gr.  /Xvu^^u^t  ITeiv.  Segner. 
Mann.  Dicembr.  25.  5.  Questo  Dio,  che 
tu  vedi  ora  in  fasce  vagir  sul  fieno  ,  pa- 
re un  Dio  piccolo  ,  perch*  egli  è  impic- 
colito   (•) 

*  VAGITO  .  Pianto  de'  pargoletti  in' 
fanti  .  Car.  En.  6.  63o.  Sentono  al  pri- 
mo entrar  voci  e  vagiti  Dì  pargoletti  in- 
fanti ,  che  dal  lalle  E  dalle  lulle  acerba- 
niente  avelli,  Vìder  ne'piimi  di  l'ultima 
sera.  Chinhr.  rim.  pari.  3.  pag.  345-  (Ce- 
rem.  17.^0)  I  suoi  divini  Tanto  giocondi 
ad  ascoltar  vagiti  Tu  raccogliesti  ;  e  dar 
potesti  baci  Delle  beate  fasce  ai  pari  li- 
ni. (M)  Filic.  rim.  pag.  609.  Ecco  l'aere 
devoto  i  suoi  vagiti  Accoglie  .  (^S)  Sal- 
via. Opp.  t'acc.  Ricoperte  sustantivo,  per- 
chè quegli  ;arunienti  coprivano  ed  affoga- 
vano ì  vagiti  del  fanciullo.  (A) 

*  g.  Per  simiìtt.  Ang.  Mei.  l5.  l34 
V  intenerisca  il  cor  col  suo  vagito  11  la- 
scivo capretto,  e  'I  molle  agnello.  (Mi 

VAGLIA.  ì'^alort .  Lat.  virtus  ,  prae- 
stantia.  Gr-  (JJvaytj.  Fr.  lac.  T.  2.  IO- 
2'  L'  altra  poi  è  sanza  vaglia.  Che  nulla 
cosa  può  fare.  Ciriff.  Calv.  2.  Ciriffo  sem- 
pre, com' uom  dì  gran  vaglia.  Davanti  a 
tutti  veniva  un'  arcala 

*  g.  L  P.r  Ffficacia.  Red.  lett.  •;$.  E 
perchè  le  mìe  preghiere  non  san  dì  va- 
glia ,  ogni  mese  fo  dire  uua  messa  per 
V.-.  (Cj 

§.  IL  Per  Valuta,  Prezzo.  Lat.  va/or. 
Teseid.  6.  II.  Ciascun  l'e'parai&enli  di  gran 
vaglia . 

*  VAGLIAIO.  Facitore  di  vagli.  Sùtvin. 
Callim.  Com'  le  vaglìaie  d*  oro  ban  pie- 
no ì  vagli.  Sì  noi  oro  assaggiamo  a  tutto 
pasto.  fAj 

VAGLIARE.  Propriamente  Sceverare 
col  vaglio  da  grano  ,  o  biada  il  mal  st' 
me,  o  altra  mondiglia.  Lai-  vannire,  cri- 
brare. Gr.  xoojttvi'^eiv.  Trati.  gov.  fatn. 
Vagliare  e  disceruere  il  buon  dal  rio  . 
Buon.  Fier.  2.  I.  16.  E  si  scardassi,  »* 
abburatti  e  vaglisi  .  Meni.  sat.  \.  Se  la 
Gìannicra  altri  legumi  vaglia ,  Che  del 
suo  giaidinìer  ,  ec. 

g.  I.  Per  metaf.  Coli.  XV.  Pad.  Vicro^ 
ecco  Salanas  ,  che  v'  ha  addìmandati  per 
vagliarvi  com<*  grano. 

§.  II.  /Vr  similil.  Malm  6.  5<).  Sì  ve 
de  un  nudo  ,  che  sì  vaglia  e  duole  ,  Pe- 
rocché molla  gente  egli  ha  alle  sj^alle  (ctoèt 
sì  scuole,  sì  siropìrcìa). 

g.  III.  Per  Bifiutare .  Lat.  conte/une- 
re,  nihili  facere  .  Gr-  àXift/ìpilv  .  Cant. 
Cara.  ly%.  >oi  fummo  gi^  felici  e  lieti 
amanti  Per  uro  e  giovinetta;  Or  siam  va- 
gliali m  grande  angoscia  ,  e  pianti. 

g.  IV.  Per  isiegliere.  Lat.  srligerr.  Gr. 
i)t/pt'vS(v  .  Cant.  Cam.  ài.  Vaglian  gli 
amanti  lor  ,  come  le  biaac  ,  Con  buchi 
larghi  e  stretti. 

VAGLIATO.  Add.  da  Vagliare.  Lai. 
cribratus.  Cr.  j(o?xttfiadii{.  Alam.  Colt. 
2.  4^-  ^'i**  l'i^'i  metta  cura  Ch' ei  sìa  due 
Volte  e  tre  vagliato  ,  e  mondo. 

t  VAGLIATORE.  ì  erbai  mate.  Che, 
0  Chi  vaglia.  Lat.  'crtbrator.  Gr.  ndsri- 


V  A  O 


V  A  G 


V  A 


i637 


«•ruv  .  Frane.  Sncch.  no^.  3.  (.(.  Par- 
ciÙad.00  da  Linari  voe\.alu.-.-  s.  fu  uon.o 
d.  corte.  E  appresso:  Ku  .aun,,uc-  ucl 
suo  icmpounovaglialoie  a  Lmai.m  >"l- 
ddsa  nel  contado  d.  Firen.e,  d  .luale  ave- 
va nome  Parciltadino. 

VAGLIATURA.  ìlonitigUit  che  si  fi»  .1 
in  vagUando.  Lat.  p.-ryi'Hiv.,  p..s.m.e,i- 
<«m.  Or.  :i-.p^r,,vx..  Frane  Aaccl.  'W^ 
3  Aodò  a  rivedere  con  .|uella  roba  „  1 
suoi  p.u  enti  vagliatori  da  Lioan,  luti,  jiol- 
v.roli  di  vagliatura,  e  pove.i.  -  '  -r.  /,.-«. 
al/l  K  l.cro  po.la  ariamo  ogni  noslr  o- 
peia  In  trarlo  luor,  .inai  vagl.alura,  o  cru- 

"v  AGLIETTO .  Dim.  di  Faglio.  Art. 
Jctr  lier.  1.  I-  La  cenere  d.  Sona  si 
vaslià  con  vaglielto  iu^  .  E  piytto  : 
Si  pesta  benissimo  in  pde  d.  pietra,  e  s. 
vaglia  con  vaglielto  piccolo.  _ 

+  VAGLIO.  Strumento  Jatlo  per  lo  p,u 
di  pelle  forata  attaccata  ad  un  cerchio  per 
uso  di  t'agitare.  Lat.  <'amms  ,  crihrum 
Gr.  «<;«.«,-  .  Lab.  238.  Non  altrament. 
.he  -1  panlcro,  o  '1  vaglio  1  acqua,  Icngn- 
no  1  segreti  de-  peltl  loro  .  Alam  .  lolt. 
2  34  ISè  quella  bionda  treccia  oggi  si 
sdegni  Di  talor  sostener  la  corba  e  1  va- 
glio il/org.  7.  43-  K  gi-a  mito  lorato  com 
un  vaglio,  li-  si  volgeva  coni  un  arcolaio. 
JBuon?F,er.  2.  I.  l5.  Von  mente  a  quel 
cb-  e  picn  di  slacci  e  vagli.  Malm.  2.  79. 
Talché  tulio  foralo  come  un  vaglio,  li  po- 
ver  orno  al6n  cade,  e  basisce. 

e  I.  Per  metaf.  Dant.  Par.  2G.  E  dis- 
se :  cerio  a  più  angusto  vaglio  Ti  conviene 
schiarar  (co'e ,  a  piii  stretla  esanima  . 

f  3  §.  II.  Diciamo  in  provcrb.    Iiasso. 
Pisciar    nrl    l'aglio  ,    o    simili .   che    .a- 
gliono   Cittar  .-.a  il  tempo,    e    la  fatica. 
Lai.  cnftro  aquam  liaurire ,  ■  imbrem    in 
cribrum  ingerere,    Flaiit.    Frane.    Sacci,. 
nov.   178.   Al  Proposto  parve  aver  pisciato 
nel  vaglio  ,    tantoché    quasi  per  vergogna 
ammnlolò  .    h:   noe:    214.    Al    genlduomo 
parve  avere  cacalo  nel  vaglio,  vcggcndo- 
si  «Ter  perduta  la  roniioa,  e  M  porco  suo 
che  avea  insalalo.  Matt.  Erani.rim.  buri. 
3    qcj    Onde  avvien  spesso  eh    e    piscian 
nel  vaglio.   Buon.   Fier.  2.  2.  10.  Veggo 
quel  che  s'alleva  in  sen  la  serpe.  Quel  che 
nel  vaglio  piscia.  SaU-.   Grandi.  I.  q.  Al- 
trimenti noi  Avrem    pisciato    nel    vaglio  . 
Malm.    11.10.  E  s'avvedrà  eh   al  6n  pi- 
sciò nel  vaglio  ,  E  che  pigliare  un   regno 
non  è  loppa. 

e  HI.  Diciamo  pure  in  proverb.:  Dar 
,le'  calci  al  i-aglio  dopo  aver  mangiato  la 
biada;  e  tale.-  Pagar  d'  ingratitudine.^ 
Lat.  prò  bonis  mala  rejerre  .  Or.  x-/./tCf. 
avt'  a/'.«5ùv  a-.o>03'ai.  /.<i.!c.  Pinz. 
2  6.  Won  pensare  ,  Giannin  mio  ,  eh  10 
faccia  come  il  cavai  grosso  ,  che  poich 
egli  ha  mangiato  il  vaglio  ,  da  de  calci 
alla  biada  (qui  detto  alla  roi-escia  per 
ischerzo).  ,        .         j 

VAGO.  .?«!/.  Che  vagheggia  ,  Aman- 
te ,  io  'nnamoralo  .  Lai.  amasius  .  Gr. 
ipùlifoi.  Lab.  95.  Vedi  lu  quello  scioc- 
cone ?  egli  è  '1  mio  vago;  vedi  se  10  mi 
posso  tener  beata,  l'etr.  canz.  ì-j.  6.  Deb 
or  foss'  io  col  vago  della  Luna  Addormen- 
IO.  Diltam.  I.  14.  Ma  d.ce:  Dido  fu,  la 
qual  nel  fuoco  Entro,  per  guardar  fede 
al  primo  vago  .  *  Sah-in.  Seno/.  2.  55. 
Rigirerò  la  sgraiiata,  per  la  quale  la  pri- 
ma volta  in  Fenicia  mi  fu  tollo  il  vago, 
ed  ora  porlo  pericolo  del  marilo?  (Cj 

*  §.  Per  l'aghezzn  ,  llellezza  .  Ang. 
Mei  •>  134.  L'  angelico  suo  viso,  il  bel 
sembiante  ,  Il  vago  de'  begli  occhi  e  lo 
splendore  ec.  Con  dolce  vago  fan  che  in- 
sieme accolto  Fa  V.nere  albergar  nel  suo 
bel  volto.  ll>J  ^  , 

J  VAGO.  /Idd  r/ie  i-aga.  Errante.  Lai. 
,-aeus.  Gr.  ìiìk'vos.  Petr.  son.  84.  Vago 


fra  i  rami ,  ovunque  vuol ,  m'  adduce.  E 
<on.  204.  Mira  quel  colle  ,  o  stanco  mio 
cor  vago.  Arrigh.  55.  Se' lu  Proteo?  or 
muovo  vago  vento  le  tue  interiora  ovvero 
il  diavolo  muove  le  lue  spesse  budella  7 
sempre  se'  incostante,  vaga,  mobile,  aspra, 
cieca,  non  islabile  e  levissima,  perSda,  sor- 
da, crudele.  *  Buon.  Fier.  4.  1.  1.  E 
scorti  Ilo  andare  in  ronda  uomini  si  lalli; 
Pel  sileniio    e    pel    buio    vaghi  e  rauda- 

*"':;="§.  I.  Stelle  vaglie,  è  lo  stesso  che 
.V(,.//e  erranti.  ..  l'etr.  son.  246.  Or  vedi 
insieme  l'uno  e  1'  altro  polo,  Le  slcUc 
vaghe,  elor  viaggio  torlo  ...  Boez.  larcb. 
I.  rim.  2.  Il  sol,  la  luna  e  tulle  1  allrc 
stelle  O  vaghe  o  ferme  d'  intorno  al  suo 
stelo  Vedca  seuz'  alcun  velo.  (C) 

•f  •  g.  II.  l'er  grazioso.  Leggiadro  , 
Vistoso,  Bellone  si  dice  delle  persone  e  del- 
le cose.  Lat.  vcnastiis,  elegans,  piilcher. 
Gr.  ?i)it.'xa)l05.  Socc.  nov.  gg.  l-  Vaghe 
donne,  senza  alcun  fallo  FUomena  m  ciò, 
che  dell'  amistà  di.c  ,  racconta  '1  vero  . 
Amct.  9.  Di  che  le  compagne  di  Lia,  ve- 
dutolo ,  a  forza  ritennero  le  vaghe  risa  . 
Petr.  son.  223.  Non  si  pareggi  a  lei  qual 
più  s'  apprezza  ec-;  Non  chi  recò  con  sua 
va'M  bellezza  In  Grecia  aflanni.  Cas.  lett. 
7:.  Studiati  dunque,  Sglmolo,  d'imparare 
il  loro  linguaggio  vago ,  e  copioso. 

§.111.  l'er  Bramoso,   Disideroso,    Cu- 
pido,  Che  si  compiace.  Lat.  cupidus  ,  a- 
vidus.  Gr.  ÈTTiSu.oLwv.   Bocc.  nov.  7.  i3. 
Vago    di    fare  l'ammenda,  in  molte  ma- 
niere  s'  ingegnò  d'  onorarlo  .    E  nov.   00. 
9.  Goccio  Inibì  alla,  il  quale  era  più  vago 
di  stare  in  cucina,  cbc  sopra  i  verdi  rami 
rusignu..lo  ec. ,  fa  si  calo.  E  g.  8./   2. 
Emilia,  non  tanto  dell'  esser  Reina  latta  , 
quanto  del  vedersi  in  pubblico    commen- 
dare di  ciò  che  le  doune    sogliono   essere 
più   vaghe  ,  un  potbelto  si  vergogno  .   E 
noi-    92.    14.  Di  grande  animo  fu  ,  e  vago 
de'  valenti  uomini  .   Aniet.  5l.   Giovane  , 
la  tua    età  ,  1'  abito  e  la   forma   mi   fanno 
vaga  di  sapere  chi  lu  sii,  e  donde.  Dant. 
InJ.  8,   Ed  io  :  Maestro,  molto  sarei  vago 
Di  vederlo    attuffare  in   .luesla  proda  .    E 
Par.   3.  Ed  io  all'ombra  .  che  parca  più 
rasa  Di  ragionar,  diizza'mi.    Petr.    son. 
255.  Che    non   fu   d'  allegrezza  a'  suoi    di 
mai  ,  Di    lUiertà  ,    di    vita    alma  si  vaga  , 
Che  non  cangiasse  il   suo  natuial   modo  . 
ilorg.    25.    Il3.    Si    ch'io    non    torno  a 
vostri  Ariopagbi,  Genie  pur  sempre  di  mal 
diccr  vaghi. 

:;:  6.  IV.  Far  vago  uno  di  una  cosa  , 
vale  Invaghiiio,  Innamorarla  di  quella, 
l'itr.  son.  Giunt.  Signor,  fa  vaga  lei  del 
suo  bel  viso.  Da  poi  che  fuor  di  se  non 
sente  ardore;  Rinnova  in  lei  1'  esempio  di 
Narciso.  (D)  ,     ,     j 

•;.■  g.  V.  Paio  vago.  Term.  degli  Ana- 
tomici .  Ottavo  paio  de"  nervi  cerebrali  , 
cosi  dello  per  la  varia  distribuzione  che 
hanno.  Cocch.  Lez.  Ha  la  sua  origine  dal 
paio   vago,  e  dal  nervo  intercostale.  (/I) 

VAGO.  Avverb.  Vagamente.  Lat.  bel- 
le, ornate.  Gr.  /oa{-cJ5.  Tac.  Dav.  Perd. 
eloq.  418.  Oratore  è  colui  che  sopra  ogni 
cosa  proposta  può  dire  vago ,  e  adorno. 

•+  *  VAGOLARE.  Vagare,  Svagare, 
Svagolare,  far.  En.  6.  486-  A  lor  non 
•e  concesso  Traieltar  queste  ripe  e  questo 
fiume  ,  Se  pria  1'  ossa  non  ban  seggio  e 
coverchio.  Erran  cento  anni  vagolando 
intorno   A  questi  liti  ,  e  '1  desialo  slagno 

ce.   (Al  . 

VAGUCCIO  .  Dim.  di  Vago,  nel  si- 
gnific.  del  %.  I.  Lai.  pulchellus,  venustu- 
liù.  Gr.  zaX^i'a;.  Bed.  Ditir.  40.  Arian- 
nuecia  ,  vaguccia  ,  belluccia. 

I  VAIA  IO.  Colui  che  concia,  o  vende 
vai,  o  pelli  di  vaio.  Rim.  ant.  Bell.  Man. 
Aiit.  Pitc.  l83.  La  setliroa  vaiai,  e  pellicciai. 


Burch.  I.  54.  Che  son  rimaste  reda  de' 
v.ùai  .  Lib.  Son.  79.  Corson  tulle  pian- 
gendo le  giuncale  ,  Tremando  per  paura 
d'  un  vai.iio.  Borgh.  Arm.  49.  L'uso  fre- 
quentissimo in  Fiorenza  di  queste  pelli  può 
essere  ottimo  segno,  che  1' una  delle  set- 
to, che  si  dicono  maggiori  arti,  è  de' va- 
iai ,  messa  fra  le  maggiori  per  la  grossa 
tuiidotta  se  ne  facea. 

>  MANO.  Spezie  d'  uva.  Cr.  4-  4-  '3- 
Sono  altre  molte  maniere  d'uve  nere  ec., 
vaiano,  dentina  e  poitina,  le  quali  avve- 
"naclii;  sieno  di  gran  dolcezza  e  facciano 
buon  vino,  soli  qu.isi  senza  frutto,  e  trop- 
po  temono   il  mollume. 

g.  /  alano,  si  dice  anche  il  Tino  fatto 
dell'  uva  detta  Vaiano  .  lied.  Ditir.  l3. 
O  coppier  ,  se  lu  richiedi  Quell'  albano  , 
Quel  vaiano  ,  Che  biondeggia  ,  Che  ros- 
seggia L'a  negli  orli  del  mio   Redi,  ec. 

VAIATO.  Add.  Furiato,  Del  color 
del  vaio.  Lai.  variegatus .  Gr.  :ioi/.iÌ5;. 
Ouid.  O.  Con  occhi  v.iiati  di  color  can- 
dido mischiato  di  rosso,  p:  altrove:  Ebbe 
gli  occhi  vaiali  ,  e  risplendenti  di  molla 
bellezza,  l'allad.  Dell'  oche  ce.  le  bianche 
son  più  feconde  che  le  vaiate,  e  le  nere 
meno  che  le  vaie.  jBorgti.  Arm.  5l.  Per 
esser  naturalmente  la  pelle  vaiata  di  bianco 
e  nero.  E  62,  Mi  sovviene  de'nostri  aver 
veduto  lioni   vaiali  e  scaccati. 

*  g.  l'aiate,  parlandosi  di  cavalli,  si 
dice  di  quelli  ,  i  cui  occhi  sono  diver- 
si I'  uno  dall'  altro  ,  o  che  hanno  un 
cerchietto  bianchiccio  intorno  alla  pupil- 
la. (A)  „  . 
VAIEZZA.  Astratto  di  J  aio  .  Cr.  5. 
28.  2.  Coljonsi  le  giuggiole  nel  tempo 
della  vendemmi.!,  quando  dimostrano  ros- 
sezza o  vaiezza  (  il  lesto  lat.  ha  :  varic- 
latem  ). 

VAINIGLU.  Baccelletto  odoroso  di  un 
frutice  che  nasce  nell'indie  occidentali,  e 
va  salendo  sopra  gli  alberi  .  Lat.  'vanil- 
la.  Red.  Annoi.  Ditir.  29.  L'  odore  gen- 
tilissimo del  gelsomino  ,  che  ,  mescolato 
rolla  c.iunella,  colle  vainiglic,  coll'ambra, 
e  col  muschio,  fa  un  sentire  slupendo. 

3  VAIO  .  Susi.  Animale  simile  alto 
scoiattolo,  col  dosso  di  color  bigio,  e  la 
pancia  bianca  J  e  dicesi  J  aio  anche  alla 
pelle  di  questo  animale,  e  all'  abito  fatto 
di  detta  pelle.  Qiiad .  Coni.  Demmonc 
per  lui  Oorini  6  d'  oro  per  un  lodeio  di 
dossi  di  vai  per  monna  Simona  .  Bocc. 
nov.  75.  3.  Come  che  egli  gli  vedesse  il 
vaio  lutto  all'uniicalo  in  capo.  E  nov.  99. 
IO.  Fé' torre  panni,  drappi,  e  vai.  E  num. 
16  Fattesi  venire  per  ciascuno  due  paia 
di  robe,  1'  Un  foderalo  di  drappo  ,  e  l'al- 
tro di  vaio  ec.  ,  disse  .  Lab.  182.  E  sti- 
mano i  bestiali  ec,  ne' vestimenti  foderali 
di  vaio  e  nella  spada  ec.  consista  la  ca- 
valleria. Lib.  Moti.  V  asia  porla  il  leta- 
me e  la  bruttura,  il  vaio  ricuopre  la  tua 
mala  ventura.  Moi-g.  14.  80.  Eravi  il  vaio, 
e  stavasi  soletto. 

*  g.  1.  Allacciarsi  il  vaio,  fguratam. 
vale  Imprendere  a  sostenere  alcuna  cosa 
con  tutta  I'  energia  ed  efficacia.  Red.  lett.  I. 
3q2  Sono  stali  necessitati  i  nostri  rigi- 
dissimi censori  di  allacciarsi  il  vaio  ,  e 
tirarsi  il  cappuccio  su  gli  occhi,  per  non 
la  perdonare  a  persona.  fO  , 

;S  e  II.  In  terni,  araldico  dicesi  di  Lio 
che  e  'dipinto  o  rappresentato  a  pelle  di 
i-aio  .  :  Vani.  Par.  16.  Grande  era  già 
la  colonna  del  vaio  ».  (A)  , 

VAIO.  Add.  the  nereggia;  ed  e  pro- 
prio delle  frutte,  dell' ulive,  e  dell  uva, 
quando  veng.no  a  maturilade  .  Lat.  ni- 
iricans  ,  varius  .  Gr.  uircf.e/a;  ,  :T»'«- 
loc  Cr.  5.  iq.  12.  Cogliesi  l  uliva  del 
n°ese  di  Novembre,  allora  che  commcera 

ad  esser  vaia.  t-       „     ,„  ^; 

§.   l.    Pi^r    Macchiato,  o  Spruzzato  di 


i638 


V  A  I 


VAL 


VAL 


macchie  nere,  o  jtcìire.  Taccata.  Lat.  ca- 
riegatus.  Oc.  7rout')o;.  Cr.  5.  29-  3.  Il 
suo  legno  (iid  ginepro)  è  rosso,  bello,  e 
alquanto    vaio  ,  e  odorifero. 

*  S-  *'■  '"«'"»  ''<•"'■'  '*''S^'  orchi.  M. 
Aldobr.  q5.  e  clii  ha  gli  occhi  grossi  e 
granJi  e  distramUi  e  vai  si  cruccia  volea. 
tieri.  fa  g6.  Eil  h^nno  la  fronte  grande  e 
gli  occhi  tra  vai  e  neri.  (Cj 

§  III.  /ìohn  vaia,  0  sìmiìit  vale  Fatta 
di  pelle  di  vaio.  G.  J'.  7.  88.  2.  Donan- 
do per  le  pasque  molle  rulie  vaìi-  .  E  8. 
61.  3.  Se  tu  vuogli  guatLignare  un  [laljfre- 
no  e  una  ro1>a  vaia  ,  andrai  in  tal  parte. 

VAIOLATO.  Jdd.  Divenuto  vaio.  Lat. 
nigricans,  variiit.  Gr.  uTOSi/ft.^,  ~OtZt 
Xoi.  Pallad.  ì\'oveinbr.  l^.  Potansi  e  col- 
gonsi  l'  ulive  quando  cominciano  :i  essere 
▼aiolate.  Cr.  12.  II.  2.  Quando  Puliva 
comincerà  a  essere  varia  vaiolala,  si  coglie. 
:'|J  3.  Vaiolatiit  dicesi  comunemente;  ed 
in  particolare  d.i'  yatiirafisti,  a  Ciò  che 
è  come  rigato  o  macchiato  di  un  sol  co- 
lore, come  le  margini  del  vainolo.  (Ai 

t  VAIUOLE.  f  V\1U0I.0.  Malattia 
cutanea  e  contagiosa  con  ffhhre  e  pustole 
marciose ,  alla  ffuale  vanno  soggetti  quasi 
tutti  gii  uomini,  spcdalmentr  nella  prima 
fanciullezza,  se  già  non  ne  fossero  preser- 
vati dair  innesto  ,  o  vaccinazione .  Lat. 
puslulte  ,  papilla:.  Gr.  i^y.-i^Au-xry. .  <>■ 
V.  Il,  33.  1.  Fu  in  Firenze  una  grande 
eorrurione  di  male  di  vainolo.  M.  !'■  9. 
112.  Generale  infermila  di  vainolo  fu  nella 
itale  di  fanciulli.  Franr.  Sacch.  nov.  88. 
Quando  corre  un  andazzo  di  vjiuolo  ,  e 
quando  di  pestilenze  inurtali.  Guicc.  Star. 
I.  Scoprcndoseyli  quel  male  che  i  nostri 
chiamano  vainolo,  /lemh.  Stor.  2.  18.  Il 
re  Carlo  fu  da  vaiuole  soprappreso,  lied. 
Cons.  I-  6.  Sono  già  scorsi  seti'  anni, 
che  fu  sorpresa  da  quel  male,  che  a  Fi- 
renze si  chiama  vainolo,  etl  a  Roma  dìcesi 
niorviglioni. 

§.  Per  Sorta  di  malattia  che  viene  a' 
pippioni  negli  occhi.  Cr.  9.  90.  4-  Anche 
jmceXoxo  (a' pi ppioni)  vainolo  intorno  agli 
occhi,  il  quale  gli  accieca,  e  massimamenle 
del  mese  A'  Agosto. 

f  *  VALCARE.  /'.  poet.  e  sinc.  di 
Valicare;  Trapassare,  Andar  oltre.  Ar. 
Fur.  i5.  40  Lungo  il  fiume  Traiano  ej^li 
cavalca  Su  quel  deslrier  di'  al  mondo  è 
senza  pare  ,  Che  tanto  leg^eimcnte  e  cor- 
re e  valca  ,  Che  nell'  arena  T  orma  non 
appare,  ^i»/;  Tass.  Gcr.  ll^.  33.  Seno- 
te  questi  una  verga,  e  '1  fiume  calca  Co* 
piedi  asciutti ,  e  conlra  il  corso  il  val- 
ca. f/ì) 

f  :!t  §.  L  /^  per  simili t.  detto  del  tempo 
vale  lo  stesso.  Ar.  s.it.  3.  La  maggior 
cura  che  sul  cor  gli  calchi,  E  che  Fiam- 
metta stia  lont.ina,  e  spesso  Causi  che  V 
ora  del  linei  gli  valchi.  (JJj 

•(•  *  §.  II.  F  neutr.  pass,  falcarsene, 
vale  Andarsene.  Tass.  Gcr.  ao  60  E  la 
ravallcria  correniio  il  calca  (il  pavimento) 
Sonia  ritegno,  e  fera  olirà  sen  valca.  ( M) 
•f  VALCO.  Sincope  di  ftalico,  in  si- 
gnific.  di  Passo,  l'  usò  Oant.  l'urg.  z\. 
Tal  si  parti  da  noi  con  maggior  valcbi , 
Ed  io  rimasi  in  via.  /ìut.  ivi.'  Con  mag- 
gior valrhi ,  ciofe  con  maggiori  passi,  che 
non  andavamo  noi.  ^  liemh.  Asol.  3.  186. 
Indi  con  poclii  valcliì,  sotto  alcune  fine- 
stre guidatomi  ce.  si  pose  a  sedere.  f.V> 

•ff  VALE.  F.  !..  e  poco  usata  ,  colla 
quale  si  saluta  chi  retta  partendo,  a  ri 
risponde  a  chi  parte  restando.  Poliz.  rim. 
Q2.  Vanne  ,  vale  ;  dico  ,  addio  i  K  la  fc 
che   dato   ni*  hai   Serva.    (C) 

slt  g.  r  l'ale,  talora  .ti  u.ta  anche  in 
fine  delle   lettere.  fC) 

#  §.  II.  l'ale,  e  anche  il  .saluto  che 
ti  dit  a' defunti  j  ed  in  questo  .lenso  si 
Hta    in    farsa    di    sust.  e    ti  accompagna 


perlopiù  caW aggiunto  Ultimo,  0  Estre- 
mo, Cnr.  Fn.  2.  10^7-  Falerni  or  di  pietà 
gli  ultimi  offici  :  Iteratemi  il  vale  ,  e  per 
defunto  Cosi  comporlo  il  mio  corpo  lascia- 
te. (Ci  Ang.  Metani.  IO  25.  Disse  l'estre- 
mo vale  al  centro  inlesa  Sì  lunga,  che  da 
lui  fu  appena  intesa.  (  Hr) 

f  VALEGGIO.  /  oce  poco  usata.  Po- 
tere, Farsa.  Lai.  vis.  Gr.  ^l'a.  R'-d.  Ins. 
78.  Non  so  rinvenire  come  que'  ragni,  pen- 
zolandosi da  cosi  Iiasso  luogo,  alihiauo  avuto 
valeggio  di  dare  al  filo  maestro  tanta  luo- 
ghesca ,  onde  ec. 

VALENTE.  Jdd.  Che  vale  at sai  nella 
sua  professione.  Eccellente.  Lat  egnrgius, 
solcrs  ,  valens  ,  Cic.  Gr.  t^o^'^i  ■  fiocc. 
nov.  7.  5.  Voi  dovete  saliere  che  Primas- 
so fu  un  gran  valente  uomo  in  gramatica. 
F  nov.  y2  l3.  lo  trovai  più  vicino,  eh' 
e'  Iiagni,  un  valente  medico  ,  il  quale  ot- 
timamente guerilo  m'  ha.  .S'cx^cr.  6*o/(.  21. 
La  prima  cosa  che  ha  a  fare  un  valente 
agricoltore  ,  volendo  hcn  roUivare  e  trat- 
tare e  tenere  la  sua  professione,  si  e  ce. 

g.  I.  I  alente,  per  Prode,  Poderoso, 
Savio,  Prudente,  D' assai,  /locc.  nov.  •^'J. 
37.  E  come  a  valente  uomo ,  sicli  assai 
r  esserli  potuto  vendicare.  F  num.  l\0.  E 
chiamimi  gentiluomo  ,  e  valente  .  Dant. 
Purg.  4.  E  disse:  va  su  tu.  che  se'  va 
Icnlc.  /}'orz.  G.  .V.  Dov'  è  or  Bruto,  co- 
tanto valcnleT  Cavale.  Med.  cuor.  Lo 
ralente  cavaliere  non  sente  quasi  le  sue 
ferite  ,  riguardando  hene  le  ferite  del  suo 
capilariu  Cristo.  I)ep.  Occam.  80.  Ne  al- 
tro importa  in  questi  la'  luoghi  signore  , 
che  cjucl  si  dice  tutto  il  giorno  tiom  da 
Itene,  valenC  uomo  ,  ed  i  nostri  più  anti- 
chi prod'  uomo. 

!>  §.  II.  Per  Capace,  Idoneo.  Lat.  idO' 
neus.  S.  Agost.  C  l>.  21.  2.  Se  le  po- 
tremo mostrare  ad  occhio,  ovvero  per  va- 
lenti e  soRìcienti  teslunonii ,  colla  mede- 
sima  infedeltà    contenderanno.    (  P) 

VALENTEMENTE.  Avverh.  Con  va- 
lentia ,  Poderosamente ,  Gagliardamente. 
Lat.  valenter  .  Gr.  l-ìyypÒii  .  Nov.  ant. 
35.  5.  Valentemente  1'  alava  il  Re,  sicco- 
me fo.ssc  un  villano.  Cavale.  Frtitt.  ling. 
Questa  opera  e  questo  henefirio  il  nostro 
cuore  più  giustamenlc  richiede  ,  più  dol- 
cemcnlc  alletta  ,  più  forte  strigne  ,  e  più 
valentemente  accende.  M.  P.  6.  7"-  '^ 
quale  valentemente  s'  ordmò  contro  a'  ti- 
ranni, V  fero  gran  cose. 

VALENTKHl  A.    Valoria.    Lat.  virtus. 

Gr.  C'^xh  ■  ^^  '^-  '**  7°'  ^0°**'*'*  "^*" 
mu  addietro  le  prodezze  e  grandi  valen- 
tene  del  Duca  di  Guales-  Fir.  Pise.  an. 
80.  Non  voleva  mostrar  di  fare  a  modo 
della  moglie,  che  h  una  valenlena  degli 
sciocchi   I  qui  per  ironia}. 

VALENTIA.  Astratto  di  Falcate;  Pro- 
dezza, lìravura.  Lat.  virtus,  prastantia. 
Gr.  i5X"'i'  iJJvaut;.  t:.  F.  5.  4-  4-  **" 
sua  valentia  passò  in  Inghilterra  ,  e  com- 
hallòo  con  Haul  .  Cavale.  Med.  cuor. 
Niuna  valentia  è  metter  fuoco  in  una  casa, 
o  da  vile  cuore  e  pessimo  procede,  l'it. 
Pini.  La  mia  volontà  è  d'  esser  più  ripu- 
talo maraviglioso  in  senno  ed  in  bontà,  che 
in  potenza,  ed  in  valentia. 

t  §•  P*'''  Azione  valorosa  .  IS'ov.  ant. 
proem.  2.  Facciamo  qui  nionioria  d'alquan- 
ti fiori  ili  parlare,  di  lidie  cortesia,  e  di 
helli  risponsi ,  e  di  hello  valrnlio  .  Cron. 
ì'ell.  3o.  Fece  di  grandi  prodeuc  e  t«- 
lentie  e  sì  per  lo  (^omunt-  ,  e  sì  in  altri 
luoghi.  ViW.  Acc.  1)2.  Sì  gran  prove  fe- 
ce e  hclli'  valentie,  che  il  grido  ioconla- 
ncnte  n'  andò  per  lo  paese. 

«  VAI.r.NTlGIA  .  /'.  A.  Azione  va- 
lorosa, litavura.  Prcor.  g.  l.  n.  a.  Cor- 
sero alla  finestra  drl  giardino,  e  vrggcndti 
U  vnlenligia,  che  fr'  lo  sparviero  nel  pi- 
gliar la  gana  re.  { Fj 


VALENTISSIMAMENTE.  Superi,  di 
f'alen temente  ■  Lat-  praestanti stime  .  Gr. 
i^oy/Z-oLTV.  .  *  Salliist.  Gtug.  i5l.  Al- 
lora a  Zama  ti  rornhattea  fortemente  ,  • 
dove  ciascuno  de'  Legati  era  ordinato  d' 
aver  cura,  quivi  valentissimamente  si  sfor- 
zava,  e  niuno  dì  loro  area  speranza  nell' 
altro,  più  che  Ìo  se  medesimo.  (Bj  Farch. 
Stor.  IO-  3oo.  Filippo  l'arcnti,  così  zop- 
po, com'  egli  era,  aveva  col  capitano  Fran- 
cesco Tarn.;!  di  Montepulciano  ,  il  qual« 
sì  porto  insieme  col  suo  banderaio  più  che 
valentissimamente  ,  dato  una  mezza  rulla 
alle  genti   di    Ramatzotlo. 

VALENTISSIMO.  .Superi,  di  Fatente. 
Lat.  praestantissimus .  Gr.  rfjax^'**'^*»- 
Bocc.  nov.  23.  5.  Avea  di  Talentissimo 
frate  fama  .  F  nov.  99.  3.  La  qual  rosa 
il  Saladino,  valentissimo  signore  er.,  sen- 
tendo ,  seco  propose  ce.  Fir.  As.  192. 
Aveva  già  convenuto  eoa  un  giovane  alto 
di  persona,  smisurato  di  corpo,  e  valen- 
tissimo delle   mani. 

•}■  VALENTRE,*  VALENTRO.  V.  A* 
Add.  f'almt^.  Lat.  egregius,  soler s,  prtr- 
stant.  Gr.  S59/J;.  G.  F.  4-  20-  1.  Di 
questa  donna  e  del  marito  nacque  la  va- 
lenire  conlessa  Malclda.  Frane.  Barh.  |5o. 
9.  Credon  per  tale  usare  Esser  creduli  va- 
lenlri  e  temuti,  -è  FU.  S.  Gio.  Bat.  P. 
y.  Come  valentro  cavaliere.  iP'') 

VALENTREMENTE.  V.  A.  Avveri*. 
1  alentemente.  Lai.  valenter.  Gr.  l'^x-*?^;- 
G.  /'.  IO.  l5i.  3.  Assalirono  le  mura,  e 
parte  di  loro  cntraro  dentro  Talcntremeo- 
te.  Nov.  ant.  S'.\.  II-  Mando  per  uno  gran- 
de cavaliere,  mollo  gentile  e  savio,  e  dis- 
seli  valentrcmente  .  Cron.  Marcii .  29.S. 
Portaronsi  valenlremeotc  i  Icrrasuni  e  di- 
fesonsì . 

VALENTRI'A.  r.  A.  Valentia.  Lai. 
virtus.  Gr.  17ZU5  •  ^'-  ^'-  9*  5.  I.  Fu- 
rono sconfini  ec.  per  la  valculna  di  detto 
maliscalco  e  di  sue  masnade.  C  II.  5i. 
8.  Per  la  valenlna  di  messer  Piero  Rossa 
Lih.  Amor.  6.  Molli  sono  uomini  qui,  li 
quali  di  valeniria,  di  fama,  e  di  gran  gen- 
tilezza sono  adorni. 

VALENTRISSIMO.  /'-  A.  Superi,  di 
Valentre.  Lai.  prastantissinius.  Gr.  C^o- 
X'-j'rxT'O;  .  G.  F.  l.  l3.  2.  Il  quale  fue 
vatentrissimo  Duca  ,  e  signore  di  grande 
prodezza.  Guid.  G.  3.  Delli  quali  nacque 
io  valentrissimo  Achille  .  Frane.  Sacch. 
nov.  i3o.  Sempre  da  indi  innanii  leone 
Berto,  avere  la  vita  per  la  sua  valenlris- 
sima  donna  F  Op-  div.  122.  Venne  vo- 
lontà al  padre  di  fare  studiare  a  questo 
suo  figliuolo,  e  mandollo  a  Bologna;  eia 
mandalo,  ognora  sentia  che  diventa  valeo- 
trissimo . 

*  VALENTRO.  /'.  VALENTRE.  r/V 

*  VALENTUOMO,  die  anche  tcrittsi 
VALENT'  UOMO  .  Uomo  di  vaglia  ,  di 
conto  ,  di  merito.  Lai.  vir  clarus  ,  ttrt- 
nuus.  Gr.  léòo^Oi  oivr,ù,  ai»JjOf/«&i)ri;';. 
lìocc .  nov.  6.  I.  Né  10  altresì  tacerò  un 
morso  dato  da  un  valeniuomo  sectilare  ad 
uno  avaro  religioso.  F  nov.  88-  1.  M'in- 
duce a  voler  dire  ,  come  un  valentuomo 
di  corte  ec.  Bed  lett.  I.  »).  Non  so  qual 
comparsa  faranno  in  Parigi  sotto  gli  occhi 
di  quel  valentuomo  .  /:  3o  Quelle  note- 
relli-  TiKirpinali  rr.  furono  fattura  di  un 
gran  valentuomo.  F  F.sp.  nat.  a3.  D'un' 
allra  prerogativa  dolavalo  questa  soprameo. 
(ovato  valeniuomo  .    Guar.    Past.   fid.   5. 

I  I .  Etl  ogni  stanza  al  valentuomo  è  patria. 
'  Perii,  tiri.  1.  3.  24.  Di  dietro,  dico,  an» 
I  drà  da  valeniuomo.  .S'alvin.  Pise.  2-  5o3- 
I  Non  fu  ella  quella  dole  scesa  da  cielo,  che 
I  Marone  ed  Omern  esime  dalla  schiera  de. 
I  gli  altri  podi  ,  coma  valenlunmtni  hanno 
,  mostralo,  e  in  suliltme  grado  gli  p«toe.  (•) 
VALENZA,  e  VALENZIA.  Firtù.  Va- 
hrt.  Lat.  virtus,  praestmntia.  Gr.  l'agj  j<» 


VAL 

ò.-.a,.c4.  Amn..  An,.   e.  9..  Sotto  >Mc 

drappo  si  r»""--  '"l"."^'  K'-""'',      ,        ,„ 

Ami    S5.   Ma  tu  p.ù  grus.o  a.   .Il.o,  ... 

fuTL."Gi-..,n,a.    »u„o    non    fece,  n. 

li^a,   Tact.  ornai.   <.-...'.   f^-  O  uo„„„. 

rr;a"i-una.cbeLi.a.ad.Bn.;ae,, 
ijeLmcdeMman,eDte  .li  coso  ,.ro6ll.vo- 
Ut  ec.  li  apprrssoj  N.una  cosa  e  pm  l.i- 
ogÓosa,  cbc  contare  cascuoa  cosa  se^mlo 
tu!  valenza.  IW..  «ni.  I'.  .'^  •  '"  i"-"' 
Che  non  pensai  eh'  Amor  tanto  sapesse 
Chesuavlleo.a  si  ""  <'"'"°6'""  '  T''' 
ia«A.  ..m.  Che  «alen.a  Tanta  nn  ha 
eh-  io  senta  alcun  contorlo  toll.  Al>. 
Isa.c.  33.  Coenoseano  che  1'  6"-l  " 
lii  non  viosono  per  loro  valcni.a.  ..-//..(. 
l°r  Op.n.or\.  ,34.  .lammenlano  e 
:„S6Ìungono  altre  lor  grand.  .n.prese  e  al- 

tre  valcnzie.  I  C)  r„.,„,. 

*   e     Ptr    r aluta.    Prezzo.    Frani. 

Sacr:!.     r,m.    Che   la    moneta  d.  poca  va- 

icnw  Non    abbia  corso    nel   terreno    stai- 

'"■/ Valere.  s,.st.  laheme,  rrr.-so. 

Lai.  prem-m.  Gr.  ^^^r..  JJocc.  ne.  l5. 
■sq.   T.  toccherà  il  valete  d.  troppo    pm 
Ac  perduto  non  h.n.    O.    >  ■  ,'°.">°:  \\ 
Donigli  il  valere  d,  d-".";'.'-  «°"°' ^ 
oro  tra  in   danari  e  in  g.o.elh.  0,l.  Com- 

p«.oL.  in  mentrre  dello  valer  della  cosa 

pouebbe  (■"">■•.  *"'""'^-  r    /,« 

^  VALERE.   Esser  di  prezzo  .Costare  . 

fossero  d"  ariento,  elle  non  varrebbon  d.^ 
n«o,  pereiocchi^  ninna  se  ne  terrebbe  a 
mart;ilo.  li  „o...  80.  5.  Po.evau  valere 
un  cinquecento  6orin  d  oro.  h  nnm.  2| 
Duomilra  Borio  d"  0.0  valeva,  o  p.u,  quel- 
lo che  al  presente  aveva  recato  senza 
quello  che  egli  aspettava,  che  valeva  p.u 
di  trcroilta.  ,.     j-      1 

*  8.  I.  Jalere,  <ìkes<  anche  della  la- 
lu,a  ielle  monete.  Borfh.  .Mon.  i«.  ^  a- 
Uva  r  Agostaro  er.  alla  valuta  d  un  fio- 
rino  e  un  quarto  d'  oro.  ('  ' 

8.  II.  lale.e.peryUer  calore,  v.rtu. 
Esser  ralente.  Lat.  val.re  pollere.  Gr. 
.•/;".,  .  Bocc.  no...  .8_  32.  r<.uno  era 
nel  paese,  che  quello  valesse,  che  egl. 
£  nov.  26.  23.  Come  che  sia  gran  tem- 
po che  io  ,  e  le  mie  cose  ,  e  co  eh  .0 
posso,  o  vaglio,  vostre  state  s.eno,  ec  L 
L-.  io  Q.  Se  io  mai  alcuna  cosa  vals.  , 
per  lo  vostro  valore  ,  e  per  1'  amore  che 
•.orlalo  V-  ho,  m-  avvenne.  E  noi:  79.  20. 


VAL 


VAL 


1639 


Tu  non  te  ne  avvedesti  miga  cosi  los  o 
tu  di  quel  eh-  io  valeva  ,  come  ha  latto 
egli  Iranc.  /  arh.  5!i.  .3.  Questo  eh, 
vuole  onore  ,  Intenda  di  fug...r  .love  non 
vale.  £  298.  14.  E  non  guardar  se  gran- 
de Salano  in  lei  si  spande,  l'urche  tu  1 
abbi  tale  ,  the  sa  valere  ,  e  vale  .  /.«(. 
Purr.  28.  I.  Dal  quale  (cielo)  d  scende 
lainttueniia  della  virtù,  nella  quale  e  val- 
salo .  *  Co...  Celi.  ni.  ^IJ.  201  Ma 
nuantunrhe  e'  valesse  mollo  ,  e  per  pru- 
denza ,  e  per  gravila  ec.  e'  non  manco 
pero  che  e"  nou  fusse  biasimalo  da  alcu- 
ni   ("O 

if  §.  IM.  Per  Esser  d'  importanza  . 
.SaUin.  F.neid.  lib.  1.  Tanto  valea  fon- 
dar ropol  Romano.   (1) 

J  §  IV.  /'"•  Meritare,  Esser  di  me- 
nto, hocc.  nov.  91.  3.  Gli  parve  che  es- 
so ora  ad  uno  ed  ora  ad  un  altro  donasse 
castella,  e  città  ,  e  baronie  assai  poco  d.- 
scretamenle  ,  siccome  dandole  a  chi  noi 
«W*  £?.  I."  IO.  Che  io  am.  ,  que. 
sto  non  dee  essere  maraviglia  d  alcuno 
savio,  e  specialmenl.  voi.  perocché  vo.  U 
»al.U.  (V) 


8     V.    Per  Potere.  Lai.  posse.  Voce.  1 
„    A   n   5.  Ne  a  CU),  quantunque  elle  sien 
èlaadr,  resistere  varrebbero  lo  forze  vostre  . 

■;;  e  VI  Valere,  signi/ica  anche  Jvcr 
potere',  Ji'cr  dominio,  fòrza  ec.  u  Vani, 
l'uri;.  20.  Menlreche  la  gran  dote  Pro- 
ventale  Al  sangue  mio  nou  tolse  la  ver- 
gogna. Poco  videa,  ma  pur  non  Iacea  ma- 

^  3   g.   VII.    Per  CiOfarc,   Esser  di  pro- 
filo. Lat.  prodesse,  im-are.  Or.  OJftU:-'. 
noce    noi-òi.    16.   ^è  l"  un  .,.1  varrebbe, 
ne   I"  altro    voglio    che   m.  vaglia  .    1.   no,: 
A»     i3    Gli    venne    nella    mente  ,   questa 
cosa  dovergli  molto  poter  valere.   £  nOi- 
ri     ,g.   N.una    cosa    valendole    d  chieder 
me-cè  colle  mani  io  croce.  Ao".  ««'   »J- 
2    Ouellmo    rivoleano  i  loro    stracci  ;  ma 
neenle  valse,  che  Inlli  1.  .nise  .n  un  mon- 
to, e  cacc.ovvi  entro  fuoco,    i".   tir.   2. 
37.  L-  aria  sostiene  gli  uccelli,  quand  eli, 
volano  :  che  se  1'  aere   non   fosse    spesso  , 
non  potrebbero  volare  ,  e  V  ale  loro  spae- 
rebbero  molto    poco.   Dani.    Inf    l.    va- 
gliami .1  lungo    stnd.o  e   '1    grande    amo- 
re   Che  m'ha  fatto  cercar  lo  tuo  volume. 
/  eir.  eanz.  4.  2.  Ver   cui   p»"    6""""^. 
mi  valse,  o  vale  Ingegno  ,  o  forza     o  di- 
mandar  perdono.   £  son.   2o3L  allo  Si- 
gnor ,  dinanzi  a  cui  non  vale  ^asconder, 
né  fuggir,  ec.   Xen.    Ben.    /  nr./i.   6.    28. 
Se  1  desiderii  mie,  fossero  valulr,  dirai  lu, 
e-sarebbono  valuti  anche  nel  bene.  ••■  Lasi. 
.■•pir.  4.  3.  E  noi  la  demmo  a  gambe.  J^IC. 
E  ci  valse  il  correre.  (I  J 

*  e  \  111.  /  ali-re  ad  uno.  i-ale  lo  stes- 
so, cioeCioiarsli.  Es.iergli  di  profitlo  . 
Sen.  list  loy.  Se  lu  mi  pon.  che  per 
neenle  si  scalda  la  cosa  ,  che  e  calda  per- 
fettamente, e  che  invano  s'  afiatica  colo.  , 
che  vuole  valere  a  colui  eh  e  pervenuto 
al  sovrano  bene;  rispondoli  ec.  (Br)  lì.or 
V  Gres  6  23.  Essendo  loro  occu,  ali  nella 
pratica  dell'opeie  eziandio  virtuose,  eglino 
posson  valere  ai  prossimi  loro.  (1  J 

*  g  IX.  ]  alere  a  una  cosa  .  vale 
Fs.ier  capace  a  quella.  Ir.  Ciord.  2..  q!\. 
Sarebbe  come  chi  d"  una  cosa  che  fosse 
buona  a  uno  mestieri,  ed  eg  1  non  1  u- 
sasse  a  ciò,  ma  usassela  a  un  altra  cosa, 
che  non  valesse  a  ciò.  (C) 

:■:  §  X.  I  alere,  si  dice  anche  delle 
cose  che  senono  di  medicina,  e  vale 
Giovare,  Es.<ere  projittevole .  Tes.  lov. 
P  S.  cap.  45.  Nasturzio  mischiato  con 
farina  ed  aceto,  ed  impiastrato  ,  vale  alla 
scianca.  IVJ  Cr.  5.  4»-  16.  A  quel  me- 
desimo vale  lo  -mpiaslro  delle  rose,  e  del- 
1-  albume  dell'  uovo,  e  dell  aceto,  fallo  e 
posto  sopra  '1  pelignone  ,  e  sopra   le    re- 

°'  e'  XI  Farsi  valere,  vale  Aon  si  lasciar 
sopraffare.  Mostrar  la  sua  forza  e  la  sua 
virtìi-H-  Maini.  3.  57.  Che  non  giuoca 
alla  buona  ,  e  meno  a'  goffi  ,  A'  noec.ol. 
bensi  si  fa  valere.   (!SJ  ,      r-  „ 

§.  MI.  Parsi  valere,  vale  anche  lar 
frullare  a  suo  pio.  G.  V.  12.  8.  12.  Fa- 
cendo 1  suoi  decreti  di  fallo,  e  sotto  suo 
suggello  ,  il  quale  U  suo  Cancelliere  si  facea 
ben  valere.  ,.  ,. 

g.  XIII.  ì  aler  di  meglio,  vale  Miglio- 
rare le  sue  condizioni.  O.  I  10.  149.  3. 
I  a  qual  congiurazione  fu  scoperta  segre- 
tamente al  Legato  per  alcuno  seguace  de 
cooeiurali,  credendosene  valer  di  mcgbo  . 
*  Agn.  Pand.  20.  Non  sanno  vivere  co 
linoni  ,  non  prezzano  onestà,  n'e  giustizia, 
pure  che  ne  vagliano  di  meglio,  o  che  se 
ne  vantaggino.  (  TCj 

*  g  XIV.  E  in  signific.  neulr.  pass. 
/I^n.  Pand.  68.  Egli  dall'  altro  lato  sem- 
pre sludrei'a  in  che  modo  peidendo  1  ami- 
stà tua,  possa  di  meglio  valersi,  e  per  sa- 
i  lisfare  a  sfc  non  curerà  del  danno  no- 
.UO.    (TO 


+  §.  XV.  Valer  meglio,  vale  Tornar 
meglio.  Esser  più  utile.  Cr.  8.  3.  4-  O 
vi  si  pianano,  e  vana  meglio,  salci,  od 

olmi  . 

g  XVI.  ì'alere,  r usiamo  anche  per  òt- 
gnificare,  trattandosi  di  concetti,  o  di  pa- 
role. Lat.  valere,  significare.  Gr.  cri/aat- 
vitv,  Sjiff.l^'xi  .  .'^'alvin.  Pros.  Tose.  I. 
186.  Il  .!Ì  non  è  particella  riempiliva  ec, 
ma  è  si  per  lo  laliii.i  .tu',  e  vale  roiì.  E 
18;.  Ila  la  nostra  lingua  le  particelle  cor- 
rispondenti a'  Latini  «iiAi  ,  libi  .  sihi  j  e 
queste  doppie  ,  quando  dicendo  mi  ,  ti  , 
SI .  e  quando  me  ,  te  ,  se  ,  che  vagliono 
lo  stesso  .  ■-;=  Segner.  Mann.  Selt.  16.  1. 
t.iustizia  vai  qui  di  nome  generico  a  di» 
notare  tulle  le  opere  buone  cioè,  sta  ia 
luo-'o).  £  governò.  14.  2.  Dissi,  a  tollerar 
con  pazienta  ;  perchè  ciò  vai  qui  quella 
parola  potiuntur.   (E) 

:',:  §.  Wll.  Valere  a  dire,  vale  Signi- 
ficare. Brun.  Tes.  2.  9.  Pietro  tanto  va- 
le a  Alle,  quanto  conoscente.  (Cj 

+  ■..■:§. XVIll.  '  alere,  per  fendere  l'equi, 
valente.  Pemb.  Slor.  6.  85.  Se  la  Repub- 
blica volea  quella  rocca.  Remiro  gliele  da- 
rebbe, se  ec.  a  lui  condotta  di  cinquanta 
cavalli  donasse  con  tante  case  nella  città, 
che  due  libbre  d'  oro  d'  entrata  l'  anno  gli 
valessero.  (Vj 

f  v  g.  XIX.  p'alere ,  talora  vale 
Equivalere,  Essere.  Cr.  S.  Gir.  56.  E 
perciò  si  preodano  ben  guardia  che  non 
sieno  p  gri  degli  alimi  peccati  gastigare 
che  varrebbe  loro,  come  s'eglino  gì.  con- 
fccnlissono.   (I  J 

:;:  g.  XX.  Intere,  per  Agguagliare . 
Mil.  M.  Poi.  'j'i.  E  puole  vedere  molle 
belle  viste,  di  vedere  prendere  bestie  e 
uccelli  ;  e  non  è  sollazzo  al  mondo  che 
questo  vaglia.    (Rr) 

'•,'  g.  XXI.  J'alere,  vale  anche  tsser 
sufficiente.  Pastore.  Porgh.  Arm.  Fam. 
Q-  Le  maniere  del  differenziarsi  fra  loro 
queste  tali  armi,  son  molle,  delle  quali  un 
solo  esempio  può  valere  per  lutti.  (C) 

*  g.  XSIl.  Taler.  il  pregio .  vale  Met- 
ter conio  .  Esser  utile  .  -  Porgh.  Tose. 
3l5.  Ni;  fuor  di  costoro  due  saprei  nomi- 
nate auloie,  che  vi  abbia  scritto  cosa  che 
vaglia  d  prozio  a  parlarne  ».  fO 

^:  g.  XXIU.  /  alere  più  un  colpo  di 
maestro  che  di:e  di  manovale .  I  .  MA- 
NOVALE ,  g.   11.  (C) 

a  §.  XXIV.  Caler  tanto  oro  per  chec- 
chessia, vale  Aver  grande  ahililà  in  chec- 
chessia. Esser  mollo  a  proposito,  Adat- 
talissimo  a  citcccliessia .  V.  ORO,  §. 
XIV.   iC) 

*  §.  XXV.  Dicesi  in  proverb.  £  vai 
pii-i  un  oncia  di  Jortuna  che  cento  o  una 
libbra  di  sopere  ;  e  significa  che  la  for- 
luna  talora  giova  più  che  il  senno  .  I  . 
OSCU,  §.  V.   (<-j 

S  XXVI.  Calere  un  mondo,  late  t-S- 
sere  in  presto  grandissimo  .  Bcm  Ori. 
2  "  I  Fra  r  altre  molle  la  Ird.ulazione, 
La 'guerra,  e  6n.dmenle  tolto  il  male  Che 
tanto  ci  cunluiba,  un  mondo  vale. 

:;:  §.  XXVIl.  ;  alere  un  occhio,  f  .  Ul.- 
CHIO,  g     CXLIS.   (•) 

rt  S  XXVlll.  Aon  valere  una  mano  , 
0  due  man  di  noccioli,  vale  Esser  dappo- 
co, Aon  es.ier  buono  a  niente,  f.  NOC- 
CIOLO, g    V.  fA'J 

:■;  e  XXIX.  J\'on  valere  un  corno  , 
vale  Non    valer   nulla  .    C   CORSO  ,   g. 

XXXIX.  (C)  ,     .        „   „ 

8     XXX.    A«n  valere  un  lupino,  o  si 

nuli,  vale   Aon  essere   in    verun  pregio 

Bern.    Ori.   1.   22.  23.  Egli  era   ..eco   d. 

mollo  tesoro;  Che  senza  quel  non  vai  sen- 

no  uo  lui'ino.  _     , 

e.   XXM.    Valersi  dT  alcuna    cosa,    « 


-     ..../..  Scrvirseae.  Lai.  aliqua  re 


iS^o 


VAL 


'•  Cavar  gli  uomini  qualificali  delle  case 
'Olio  ombra  di  voler  valersi  di  loro,  per 
metlergli  |,oi  in  quegli  eravagli  eh  t  ]■:  Cof. 
I-  2.  Si  trova  un  debito  Di  cento  scudi 
con  monna  Laldumine  ,  Di  cui  è  stalo  at- 
tore ,  e  valutosi  È  di  certo  suo  monte  . 
',''"■..  ^'■"-  ""•  3l-  UdiU  la  tua  fama  , 
gli  e  entrato  gran  desiderio  di  conoscerli 
e  valersi  di  te.  C«J.  Uu.  27.  Il  quale 
lio  mandalo  costi  per  farlo  escquire,  e  va- 
lermi del  mio . 

§■  XXXII.  Valersene,  l'utiamo  anche 
tn  signific.  J,  P„ch,amarsene,  cioè  Anilar. 
sene  aita  ragione. 

*  S-  XXXIII.  Ogni  cosa  ci  vale,  tktlo 
la  modo  proferii.  ,  significa  .■  Ogni  cosa 
amia,  lutto  fa  prode,  e  simili.  Ceccli. 
Dot.  i.  2.  Tu  non  conti  quanti  Torselli, 
nastri,  e  cordelline  e  cuffie  >c  cavi  l'anno: 
ogni  cosa  ci  vale  (  Ben  sai).  (Cj 

f  %.  XXXIV.  A  perdonar  vaglia,  o 
I  aglia  a  perdonare,  maniera  di  cerimo- 
nia ,  colla  qnale  si  chiede  scusa  di  cosa 
die  si  e  della  ,  o  si  vuol  dire  .  f'aich. 
Suoc.  4.  6.  Doh  sciagurato  !  lu  lo  chiami 
ciurmadore  eh  ?  Se  li  sentisse  :  coleslui  è 
U  miglior  uomo  di  Firenie  ,  ce.  /'tst.  A. 
perdonar  vaglia:  io  lo  vedeva  a  quel  mo- 
do ec.  chi  non  sa  non  sa.  K  5.  5.  Vagha 
a  perdonare  ,  se  Userò  con  esso  voi  Uoppa 
sicuni.    (l'j  " 

%.  XXXV.  falere.  Term.  di  giuoco, 
che  si  usa  quando  si  vuol  che  la  scom- 
messa vada.  Pataff.  g.  E  rara  vaglia,  to- 
sto confermai. 

t  VALEIIIAXA.  .'Spezie  di  pianta  me- 
dicinale, della  anche  I  u.  Lai.  'valeriana, 
phu.  lìicelt.  fior.  6g.  La  valeriana,  chia- 
mala da  Dioscoride,  secondo  alcuni.  Fu 
i  una  pianta  oggi  nota.  Trovasene  di  due' 
sorte  ;  una  donieslicj  ,  ovvero  maggiore  ; 
I  altra  salvalica  ,  e  minore  ;  e  di  tulle  e 
due  se  ne  trova  copia  in  Toscana  .  l'are 
che  la  radice  della  maggiore  sia  assai  si- 
mile al  Fu,  e  che  si  debba  per  esso  usa- 
rL- ,  e  non  la  minore ,  per  esser  piuttosto 
un  falso   Fu. 

*  VALETE,  r.  L.  .Valuto  dato  a  più. 
J  it.  S.  Ciò.  Cualb,  33l.  Valile  in  Cri- 
Ilo  Gesù,  o  voi  che  siete  tulio  il  mio  be- 
ne (  S.  Gio.  Cualb.  cosi-  saluta  li  suoi 
frati).  (V, 

*  VALETUDINARIO.  Term.  de'  le- 
dici. Malsano  ,  Malaticcio,  Malescio.  (Ai 

*  VALETUDI.NE  ,  e  VALITUDI.NE  . 
/  .  L.  Complessione,  Tcmp.ramento,  A- 
l/ito  del  corpo  .  I.al.  valeludo.  Gr.  oia- 
àlTiS  .  Agn.  /'and.  l5.  Chi  conserva  la 
santa  ,  conserva  la  buona  valiludinc,  la  for- 
tciia  e  il  buon  colore,  e  la  frescheiia  del 
viso.   ICj 

§.  Per  Sanit,',.  Lai.  valeludo.  Gr.  u'yi- 
im.pant.  Conv.  184.  ItUncein  essa  le  cor- 
porahbonladi,  cioè  belleiza,  forleiu,  e  qua- 
si pcr|Wlua  valiludine  .  (wiicc.  star.  i(J. 
797'  Ancorchb  non  rilornaiie,  se  non  con 
lardità,  alla  prima  valiludinc  .  Cin.  Geli. 
6.  145.  Non  troverai  mai  nessuno,  che  in 
quei  (  mali  )  del  eueyn  chiami  mai  la  feb- 
bre sanità  ,  ni;  1'  esser  tisico  buona  vale- 
tudine . 

*  VALEVILE.  /•.  A.  y„l,vo!e.  Ir 
Giord.  Pred.  ;6.  Non  J!  cosa  nulla .  ni- 
opera  >i  vale. ile.  ad  avere  rilj  eurna  co. 
me  la  cariti,  f  /  j 

•t  VALEVOLE.  Add.  Che  vale,  Giove- 
vole. Utile.  Profttevole.  Lai.  ,./,/,.,.  Gr 
Xpn^lixo;.  //ore.  nov.  61.  3.  Notando  be- 
ne la  mia  novella,  policle  una  saola  e 
buona  orazione  .  e  mollo  a  no  valevole 
apparare.  #  Pass.  a.  Se  pure  inl,„i,.„e 
che  alln  poi  in  peccalo  nraggia,  nondmie. 
no  la  prima  penilentia  fu  valevole  .  (/Ij 
E  3.  So  interviene  che  anche  pecchi  „ 
ricaggendo  m  quello  medes.m.i  peccalo 
u  u  altro ,  fu  valevole  la  prima  penilcn' 


VAL 


la,  e  sarà  valevole  la  seconda.  Red.  Esp 
nat.  II.  Talvolta  si  comprendono,  se  di- 
ligente  ed  accuraU  vi  si  faccia  sopra  la 
riUessione .  che  I;  valevole  a  scoprirle  in- 
sieme  cogli   ascosi  inganni. 

*  g.  Malevole,  per  Possente,  Che  ha 
for-^.  Hemb.  Asol.  I  l„r  6gIiuoIi  cresciu- 
ti,  e  per  se  slessi  valevoli    (A) 

*  VALEVOLISSIMO.  Superi,  di  Ta- 
levole.  òalvin.  Pros.  Tose.  I.  i63.  Ser- 
vendosi per  istrumento  valevolissimo  de' 
poeti,  formarono  vani  uerionaeei  ec   l'I 

*  VALEVOLMENTE,  latentemenl. 
Red.  Isp.  nat.  li.  Non  6a  già  ch'io  vo. 
glia  pensare  che  ij  loto  scampo  fosse  ef- 
lelto  deUa  pietra  ,  ma  bensì  fosse  effetto 
Jella  fona  d'una  robusta  natura,  gagliar- 
da  e  risentita  ,  che  ,  valevolmente  com- 
battendo  ,  supero  alla  fine  U  veleno  della 
vipera.   (Dj 

*  VALEZZO.  Voce  bassa,  e  poco  u- 
'ata.  ì  alare  ,  Maestria  ,  Abilità  di  un 
artefice,  o  simile.  Laldin.  Dee.  Un  gra- 
vicembalo  che,  per  essere  fallo  da  un  mae 
stro  di  poco  valeuo,  dava  di  si  slesso  un 
mollo  scarso  g.jdiniento  di  armonia.  'A) 

*  VALIBILE.  V.  A.  Add.  Di  va- 
luta.  Iranc.  Sacch.  Batlagl.  lecch.  2. 
b2.  E  di  lor  vesle  si  sono  addobbale  Si 
nccamenle,  che,  narrando,  quello  Parreb- 
be a  chi  r  udisse  non  credibUe  Per  lor 
tesolo  di  slima  valibile.  (/JJ 

VALICABILE.  Add.  Che  si  pui  vali- 
care. Lai.  ^frvi„/ .  Gr.  o'iccgstr^;  .  Tac 
nav.  Ann.  2.  49.  Le  piramidi,  come  mon- 
tagne condolle  al  cielo,  co'  tesori  de'Prin- 
cipi  gareggunli,  e  sparse  per  le  appena  va- 
licabili arene. 

;t  *  VALICANTE.  ./,/,/.  Clic  valica. 
Salvia  lliad.  3.  348.  O  forse  vennon  qua 
sovra  le  nav,  Il  mire  valicanti,  ed  ora  poi 
nicgan   d    entrar  ec.  (.1) 

t  J  VALICARE.  Andare  da  un  luogo 
ad  un  altro  ,  Passare  uno  spalio  che  e 
in  mezzo  a  .tue  ,  Traversare  un  luogo 
Lai.  Iransi,^.  Gr.  Oiagwy.iv.  Bocc.  nov 
12.  b.  D.  U  da  Castel  Gu.glielmo  al  valicare 
d  un  fiunie  ec.  il  rubarono  ec.,  e  valicalo  il 
fiume,  andaron  via  G.  V.  i.  6.  I.  Prima 
valico  per  mare  di  GosUullnopoli  in  Atica 
liane.  Sairch.  nov.  210.  \  ahcavasi  U  fos- 
so su  per  un'  asse  as.ai  stretta  di  faggio 
■-•  Lor.  .Mcd  Xenc.  19.  Nencioiia  mia  , 
1  me  ne  voglio  andare  ,  Or  che  le  peco- 
relle  voglion  bere  ,  A  quella  potu  eh'  io 
ti  vo  aspellare.  E  quivi  in  terra  mi  por- 
ro a  sede. e.  Tanto  che  vi  ti  veggia  Tali- 
care,   (/l)  "^ 

t  S-  '•.  r'er  similit.,  parlandosi  di  t„m. 
pò  ed-  eia,  vale  Passare,  Trapassare  Fr 
Giord.  Ired.  S.  Non  valica  nidi,ni^  ora' 
che  conlinuamenle  noi  lodino.  /ì appresso' 
Non  valica  Cor  di  tempo  di  di,  o  di  notte 
cl.e  1  corpi  di  sopra  ec.  Coli.  SS.  Pad'. 
(Quando  ebbe  valicali  novanta  anni .  ec. 

*  §■  11.  Valicare,  fu  detto  anche  del 
fuoco.  G.  V.  lib.  II.  cap.  li3.  La  none 
seguente  i  apprese  un  gran  fuoco  in  Ha. 
Mone,  e  valico  nella  gran  ruga  di  S.  Bran- 
caaio.   (I  ) 

*  S-  II'-  I'  figur.itam.  per  Trascu- 
rare, Trasgredire,  /Incedere  1  limiu  del 
dovere,  lecor.  g.  ,2.  „.  x  11  capuano, 
per  avere  egli  valicalo  il  suo  comanda, 
mento,  non  ascollo  1  Inr  prieghi  .  (Vi 
"  >l«<-'lruu  2.  10.  4.  È  la  nrgn..n.ia 
peccalo  mollale!  Il i.p..ude  san  Tommaso: 
in  due  modi  puole  esser  mollale:  l'uno 
modo  da  parie  di  quella  cosa  che  si  va- 
lica, e  lasciasi  per  negligenua;  ce.  ..  ^^^ 

w  S-  IV.  I  alleare  ,  vale  anche  ,  pur 
fguralam..  Superare.  M.  V.  lih.l^.cap. 
'\.  Perocché  il  suo  senno  solide,  e  lem- 
perala  indu.lria ,  valicava  il  consiglio  de 
Kb  -Un  i:i,b.  6  cap.  16  Ma  nella  ella 
le  donne  e  le   femmine   valicavano  lutla  1' 


VAL 

allra  genie    e  per  qtieita  maDiera  darano 
la  croce.  (V) 

*  S-  V.  Valicare,  vaU  anche  Passar 
sotto  silenzio.  Fr.  Cord.  Prtd.  Decli  al- 
in  belh  esempii,  che  egli  ne  dà  in  qiiesU 
sua  nauviute  di  verace  lume  non  dicia- 
mo  ora  p.u  ee.  Val.chiam  questo,  ed  ao- 
duimo  all'  altro.  £  altrove:  In.mo  a  qui 
a.emo  dello  della  dignità  di  Cnslo ,  .e- 
condo  la  sua  Deilade;  e  avemo  valicato 
della  SU4   iDcaroauoDe.  (£r) 

VALICATO    ^<W.  da  Valicare.  Mae. 
striizz.   I.   85.   AltrmienU,  vjicalo  il  lem- 
pò  d.   Ire  anni  ,   sarà    renduta  al  secondo 
sania  sperania  che  un'  allra  volu  sia  ren- 
dulaalpnmo.    i?,„.    Purg.    .j.   j.    „;„,„. 
Siro  Virgdio  a  Dante  li  ire  gironi  g^  mon- 
tali da  loro  e  salicaU  .     Cron.    /  ,//    3o 
Ui  molle    cose  s'  è  rimaso    poi   che  loUe 
moglie,  che  la  tolse  valicali  45  anni 
VALICATORE.    Che  valica. 
§.  Per  similil.  vale   Trasgressore.  Lai 
traasgressor.   Gr.  Jta/,«6a'T,;.   Ci.id.  G. 
Elli  diventarono  non  paurosi  valicalori  del 
comandamento  d'  Iddio. 

J  VALICO.  Apertura.  Passo  per  lo  qual 
SI  valica,  e  trapassa  da  una  parte  all'ai- 
Ira,  Callaia.  Lai.  ostium  .  Gr.  s-j-x  C 
T.  12.  75.  2.  Al  valico  della  risieri  deU" 
Ombro  gli  assalirò  vigorosamente. 

§.  I.  Valico,  per  Ugni  luogo  donde  si 
passa  sempticemeale  .  G.  /".  2.  I.  5  A 
uno  a  uno  gli  facea  uccidere  a  uno  vali- 
co  di  camera  .  £■  7.  119.  6.  Misooo  un 
guato  ec.  al  valico  della  Pieve  al  Toppo, 
onde  valicavano  i  Sanesi. 

*  §.  II.  Valico,  dicesi  anche  da' cac 
ciatori  il  Luogo  per  dove  sogliono  pas- 
sare gli  animali  ,  gli  uccelli  di  passo 
-  Puon.  Fier.  2.  4.  5.  O  le  sciabiche 
tendere,  o  le  ragne,  O  le  pareli  a' vali- 
chi  piantare».  (C/ 

*t  *  S-  •"•  FJIguratam.  Fir.  J,. 
aig.  ParevaU  che  Amore,  impennando  o. 
gnor  più  I'  ale  del  suo  sfrenalo  disio,  eli 
sturasse  tulli  i  valichi  ee.  (  cioi .  le  vie 
all'  inlento  1.  (Vj 

§  IV.  ì  alleo  .  si  dice  anche  un  Or- 
digno di  legno,  che  si  adopera  a  torcere, 
o  filar  la  seta  j  onde  diciamo  Girare  i'i 
valico  ,  che  vale  Dargli  il  moto 

VALICO  Adii.  Valicalo.  *  C.  /".  8. 
;6.  4.  Avcano  presa  la  porla  per  fom  ! 
e  valico  il  fosso.  (C)  Cecch.  Incanì,  prot. 
Benché  abbu  sessanta  anni  valichi  ec.  i 
innamoralo  d'una  bella  giovane.  |.Vy  Fir. 
.4s.  25;.  E  cosi  durò  la  cosa  lina  all'»-' 
ra  valica  di  desinare. 

*  VALICONE     Passo,  o   Pnu,  gr^. 
de;  e  dicesi  di  scrittura  per  Lschena  o  in 
islil  familiare  o   rusticale  .   Lai    lorus 
por/,„.    Pr.   Fior.    P.  4.    ,-.   3.  ,5^' 

■  Domandalo  (  un  contadinello  ,  ,la  un  pa- 
dre   Domenicano  ,    s'  eì  sapeva  d   Credo 
rispose  the  ne  sapeva  dove  un  valicooe' 
e  «love  un  altro.  (SS)  ' 

•t  «  VALIDAMENTE  .    Avverh.    Con 
validità.  Con  efficacia  •  stissislenia.  Se- 
gner   Incr.   2.   27.  9.  »li  vuol  chiuder  piil 
validamente  le  piaghe,  che  forse  pei  la  cu- 
ra troppo  soave  in  pochi  di  lornerebbooo 
a  napiir.i.  (A)    K  Crisi,  mslr.  3.   q    3 
Parca  che  fosse  più  eonvcniente  al  ieco'. 
I  ro  determinare  almeno    la    quanlilà  ,   che 
I  ogni   Sacerdote    polesie    cousacrarne  vali- 
^  dameote  m   un  solo  giorno   (C) 
I        VALIDARE.   Fare,  o   Itender  valido 
,   l^onvali.lare.   Lai.   ratum  facerr.   Gr.  Bt- 
Pxioj,.  «    Fil.    Vili.  Vii.  Com.  ili.  ia, 
,   I.   Quantunque  alcuni  ec.   neghino  ee     la 
qual  cosa  con  si  probabili  argumenli  h«. 
!  no  va  . data  ,   che    necessario   sia    10   parte 
I  concedere  quello  eh' celino  hanno  .ff,™a. 
,  lo.  (lì)  Dav.  .\cism.  25.  Dicevano  1  proceu- 


•  -~    -"■^•auo  i  proceu- 

ra  or.  de    He,  non  aver  quella  (  dispensa) 
val.daio  le  niuae  d'Arrigo  con  Caler.na 


VAL 

VALIDISSIMO  .  Superi,  di  l'alido  . 
Lai .  i-alidissimiis  .  Gr.  i  a'jiJpùÌzct.TOi  . 
l'iv.  Disc.  Jrn.  29.  Passo  alle  [iiO|'Oii- 
cioni  de'  riraeilii  ec.  ,  v.tUi)is&ìmi  al  certo 
a  sommamcnle  diminuiilo  .  Giiicc.  Stor. 
l5.  748.  Fuise  validissimo  tulio  quello 
che  Euoraceiiae  solo  dt;liberasse  .  Snh'in. 
Disc.  I.  357.  Le  ragioni  ;dIo  'ncontro 
del  61osoro  ec.i  quaiilunquc  >alidissimc  e 
saldissime,  disarmate  e  siornite  d'cloquen- 
Bj ,  noD  possederanno  ([Ut'l  vigore,  ce. 

*  VALIDITÀ"  .  l'orza  e  Sussistenza 
che  alcune  cose  rice\'0/to  dalle  formalità 
e  dalle  condizioni  riclticsle  per  renderle 
valide j    J 'alare.  (J) 

t  S  VALIDO.  Add.  Sano,  Gagliardo, 
Poderoso  j  opposto  d'  Infermo  ,  Debole. 
Lat.  validìts.  Gr.  Cfsx^p°^'  ■^'''  ^'"^-  ^4' 
90.  Quindi  aiutando  T  cremila  dunque, 
eh'  era  della  sua  età  valido  ,  e  torte  .  t 
Ao.  Si-  D'una  vecchiezza  valida  e  robu- 
sta Era  Solirino  ,  e  di  famosa  prova  .  E 
41.  58.  Che  valida  e  robusta  e  senza  at- 
taoDO,  Era  venuta  all'  ottantesimo  anno. 

*  §.  I.  EJigiiratani.  «  Jntet.  gii.  Per 
lo  tuo  sauto  e  ineffabile  nome  tnl'orme  per 
consequenlc  il  valido  aiuto  concedi  ».  Se- 
gner.  Crisi,  instr.  3.  8.  5.  Con  illuslra- 
xioni  più  vive  vien  rischiarato  i'iuiclletto 
il  conoscere  il  vero  bene  ,  e  con  impulsi 
più  validi  vien  risvegliata  la  volontà  ad 
abbracciarlo    (C) 

^  §.  U-  E  detto  di  cose  inanimate. 
.4r.  Fur.  2^.  lo3.  Ma  come  ben  com- 
posto ,  e  valid'  arco  Di  Cu  acciaio  ,  ec. 
quanto  si  china  più  ,  quanto  è  più  scar- 
so ec.  Con  tanto  più  furor,  quand'  è  poi 
scarco  Kitorna  .  Sannaz:.  l-gl.  6.  Magici 
versi  assai  possenti  e  validi  ec.  Portava 
iudosso ,  che  '1  facean  risolvere  In  vento, 
in  acqua  ,  in  picciol  Rubo  o  Felice.  Ri' 
cett.  Etor.  ■^l.  I  garofani  ec.  mi{jliori  so- 
no quegli  che  sono  gravi  ec.  d'  odor  va- 
lido ed  acuto  .  Sagg.  nat.  es(>.  227.  La 
virtù  elettrica  ec.  risvegliasi  per  delicato, 
u  per  valido  strofinamento  in  tutti  que* 
corpi  dove  n'  è  miniera.  (C) 

#  §.  111.  Valido^  vale  anche  Che  ha 
le  condizioni  richieste  dalla  legge  a  /ine 
di  produrre  il  suo  effetto.  Dav.  Scism. 
17.  I  Cardinali  e  Teologi  veduti  i  fonda- 
menti degli  amliasciadori ,  risposero  uni- 
tamente ,  quel  matrimonio  esser  valido  e 
fermo  ,  da  niuna  ragione  divina  vieta- 
to. (C) 

%.  IV.  l'alido,  aggiunto  ad  Argomen- 
io,  Bagicne,  o  simili,  vale  Concludente  y 
Efficace.  Lab.  l64-  La  qual  cosa  ,  come 
|)Ossentc,  e  quanto  valido  argumenlo  sia  a 
tlimostrare,  quanto  ia  nubilla  dell'uomo  ec- 
ceda quella  della  femmina  e  d'  ogni  altio 
animale^  assai  leggiermente  a  chi  ha  sen- 
timento puotc  apparere. 

#  §.  V.  Per  zitto  ,  Capace  ■  Segner. 
Oisl.  instr.  3.  8  l3.  Qual  maraviglia 
poi  che  non  cavisi  frutto  dalla  Comunio- 
ne, benché  sì  valida  a  darlo?  fC) 

*-j-  VALIDORE.  /'.  A.  Jalitore.  lìim. 
'tnt.  Dant.  Maian.  86-  Che  validor  valente 
Pregio  e  cortesia  Non  falla,  ne  dismenle. 
E  (iultf.  98.  eh'  altro  nooveo  omai  sia  va- 
Udore.  5»'  Chiaro  Davanzali  canz.  Valer 
vorna,  s'  io  mai  fui  validore.  f3fj 

t  VALIGETTA.  Dim.  di  Valigia. 
Jìent.',  Celi.  ì'it.  l.  !\l5.  Messagli  una  mia 
valigetta  in  groppa  ,  mi  caricai  di  molti 
più  ornamenti,  che  fatto  io  non  arei.  ^  E 
344-  Aveva  lasciato  certe  correggine,  che 
legavano  la  sua  valigetta.  (Cj 

VALIGIA.  Spezie  di  cassa,  o  di  tasca 
per  uso  di  trasportar  robe  in  viaggio  . 
Lat.  hippopera  ,  hulga  .  Gr.  iTTTTSTnfi'pK . 
Bocc.  nov.  12-  18.  Rivestitosi  de'  panni 
suoìf  che  nella  valigia  erano,  ec.  E  nov. 
84.  6.  Fatta  mettere  la  sella  e  la  valigia 
.1  un  «uo  palafreno,  ec.  (Jrh.  Casse,  vali- 
P'ocabolario   T.   II. 


VAL 

gè  ,  e  molti  altri  arnesi ,  fecero  studiosa- 
mente nella  nave  portare.  Frane.  Sacch. 
nov.  i52.  Le  coverte  furono  levale  loro 
da  dosso,  e  messe  in  una  valìgia.  ^.*  Buon. 
Eier.  4"  5.  4-  Q"^l  carico  «e  vien,  qual 
scalzo  e  nudu;  Chi  sotto  lia  alcun  fagot- 
to, chi  in  ispalla  Una  valigia  ,  un  rinvol- 
golo,  un  griippo.  (I!) 

§.  I.  ì'^ah'^ia  ,  per  similit .  Pancia  . 
Arrigh.  /).  Wiuna  virtù  è  mìooio  ,  che 
vincere  il  compagno  in  mangiare  ,  e  la 
valigia  del  ventre  agguagliare  a  un  sacco. 
^'.  JI.  Es-tere,  o  Entrare  in  valigia,  in 
modo  basso,  vale  Adirarsi,  Inrilrosire . 
Lai.  ìrasci  ,  indignari  .  Sr  Cccch  .  Prov  . 
35.  Entrare  in  gozzina  di  alcuna  cosa,  si 
dice  quando  uno  si  adira  o  di  beffe,  o  di 
rosa  che  gli  sia  falla,  o  detta.  Oggi  si  dice 
Fntrarc  in  valigia,  o  Essoi- tollo  su,  o  uc- 
cellato, o  burlato.  (C)  Ma/m.  4.  52.  E  poi 
mi  pare  strano,  e  mi  scontorco.  S'egli  è 
in  valigia,  ed  ha  comprato  il  porco.  .£^7- 
r>3-  E'  n'  è  tanto  in  valigia,  Che  ne  manco 
darìa  la   pace  a   un  cane. 

VALIGIAIO.  Facttor  di  valige  j  e  ta- 
lora, in  modo  basso,  si  dice  a  Chi  entra 
agevolmente  in  valigia,  v  Rusp.  son.  i^. 
Io  vo'  far  benedir  un  mio  pagliaio  ec.  , 
Acciocché,  se  vi  fosse  uno  scorpione.  Non 
mandi  la  sua  pelle  al  valigiaio.  (Bj 

■r  VALIGINO.  Dim.  di  f'aligias  J'a- 
ligetta.  Maur.  rim.  buri.  Chi  accomanda 
il  capo  al  valigino.  (Br) 

f  '^  VALIGIONE.  AvcrescU.  di  Vali- 
gia. Maur.  rim.  buri.  I.  Io5.  Ed  è  pro- 
prio un  cavai  da  saccomanni  Ch'ungran- 
cliio  m'  ha  portato,  e  la  cavezza  Con  le 
bisacce   e  un  valigion  di  panni.  (Br) 

t  sle  VALIGIOTTA.  Lo  stesso  che  Va- 
ligiotlo.  Lasc.  Nan.  I.  73.  Si  [lorta  cinto 
ogoor  la  valigiotla,  Che  di  sifFalle  palle  è 
sempre  piena,  (^r) 

VALIGIOTTO  .  Spezie  di  valigia  . 
Guicc .  Stor .  i5.  766.  Mandarono  cin- 
quanta cavalli,  ciascuno  con  un  valigiolto 
in   groppa  pieno   di    polvere. 

V ALIMENTO.  /'.  A.  Valore,  Virtù. 
Lai.  iirtus  ,  praeslantia  .  Gr.  d'Sva.p.n;  . 
Frane.  Barb.  375.  4-  Si  grande  è  il  frut- 
to, e  valoroso  è  il  bene  Che  riceve  d'  A- 
mor  chi  il  vuol  seguire  ,  Che  ogni  allr.T 
grazia  e  valinicnlo  passa-  Tes.  Br.  9.  5. 
All'  uomo  di  gran  valimento  ,  e  di  gran 
Dominanza  messer  Carlo,  conte  d' Angiò, 
e  di  Provenza,  li  Ciovernatoii  di  Uoma 
salute  ,  e  accrescimento  di  tutto  onore  . 
Bim.  ant.  Fcdcr.  Imp.  Il4-  E  piace  a 
voi  eh*  eo  aggia  intendimento,  Valimento 
mi  date  ,  donna  fina  .  E  Dant.  Maian. 
73.  Che  s'  eo  ne  pero  ,  vostro  valimento 
,S;irà  colpato  ,  che  faccia  falsura  .  Morg. 
16.  17.  Se  tu  m'abbatti  per  tuo  valimeu- 
to  ,  Ogni  (.osa  fia  tuo  ,  e'  hai  acquistato. 

^'  §.  E  per  J  aluta  ,  Pregio  ;  ma  in 
questo  signific.  e  voce  disusata  .  Bocc. 
Teseid.  9.  71.  Quinci  gli  diede  una  spa- 
da tagliente  ec.  ,  Ed  un  turcasso  che , 
noliilemenle  Lavoralo,  era  di  gran  valimen- 
to. iB) 

*  VALITORE.  Giovatore,  Aiutatore. 
Rim.  ant.  Meo  Abbracciav.  2.  2.  Onde 
muove  adizzato  lo  mio  core  D'essere  va- 
litore,  Se  posso,  difendendo  la  driltura  D' 
amor,  ce.  (M) 

VALITUDINE.  /'-  VALETUDINE. 
VALLAME.  Intcn-allo,  e  Distanza  tra 
molte  valli  .  Lat.  intervallum  .  Gr.  ijta- 
•s'rip.y.  .  Cavale.  Med.  cuor.  Quelli  che 
punto  è  provocato  da  essa  ,  subitamente 
salta,  e  passa  così  grande  intervallo  e  vai- 
lame,  come  è  dalla  pace  all'odio  (qui  per 
me  taf.  ). 

VALLARE.  /'.  L.  Circondare  j  e  dt- 
cesi  proprio  del  Circondar  con  fossi  ,  o 
altri  ripari ,  alloggiamenti  d^  eserciti  ,  0 
muraglie.   Lat.    vallare,   Gr,   TTipiT&iX'- 


V  A  L 


1641 


^siv.  Dant.  Inf.  8.  Noi  pur  giugncmmo 
dentro  ali*  alte  fosse  ,  Che  vallan  quella 
terra  sconsolata  .  E  Conv.  ì^O.  Quando 
con  certa  legge  e  con  certo  giro  vallava 
gli  abissi. 

f  *!*  §.  C  ncutr.  pass,  vale  Circondarsi. 
Cavale.  Stoltiz.  235.  Sogliono  fare  capo 
grosso,  e  vallarsi,  e  sconfiggere  quelli  che 
in  prima  gli  mettevano  in  vidta.  (V) 

^  VALLARE.  Add.  Term.  della  Sto- 
ria romana  .  Corona  vallare  chiamavano 
i  Romani  quella  che  davasi  a  colui  che 
entrava  il  primo  nelle  trincee  nemiche.  (A) 
VALLATA.  Sust.  da  l'aliare.  Riparo 
di  fosso,  AjTossamenlo.  Lai.  valium.  Gr. 
zp^o^.  fit.  Plut.  Li  luoghi  che  essi  ca- 
vavano, e  le  vallate,  s'  empievano  incon- 
tanente d'  acqua  chiara. 

VALLATA.  Sust.  da  J'alle  .  Tutto  lo 
spazio  della  valle  da  un  capo  all'  altro  . 
Bern.  Ori.  2.  5-  8.  Addietro  torna  per  una 
vallata  Che  proprio  arriva  sopra  il  bel  pala- 
gio. ^  Segner.  Pred.  Pai.  Ap.  7.  7.  Ma 
povere  molto  più  quelle  parli  alpestri  della 
Diocesi,  que'  villaggi,  quelle  vallate,  che 
ncyi  veggono  mai  la  faccia  de'  lor  Vesco- 
vi.  (TC) 

VALLATO.  Add.  da  Vallare. 
§.    Per  Autenticato  il  disse    C.    V.   8. 
80.   10.  Fu  bisogno   a  ratificare  e  confer- 
mar  r  ordine  di   questi    patti   con    vallate 
carte . 

VALLE.  Quello  spazio  di  terreno  che 
è  racchiuso  tra  ì  monti.  Lat.  vallis.  Gr. 
ày/Oi  .  Bocc.  g.  l.  f.  7.  Verso  un  rivo 
d'acqua  chiarissima,  il  quale  d'  una  mon- 
tagnella  discendeva  in  una  valle  ombrosa 
ec,  se  n'  andarono.  Petr.  son.  23c).  Ne 
giammai  vidi  valle  aver  sì  spessi  Lu<'ghi 
da  sospirar  riposti  e  fidi  .  Dant.  Inj.  8. 
Le  sue  meschite  L'a  entro  certo  nella 
valle  cerno  .  E  Par.  6.  Vide  Senna  ,  Ed 
ogni  valle,  onde  'l  Rodano  è  pieno,  Tes. 
Br.  I.  38.  Elli  procacciò  tanto  da  moli- 
le e  da  valle,  eh'  elli  combaltèo  contra  a 
Pompeio  . 

§.  Tristo  a  queW  uccello  che  nasce  in 
cattiva  valle.  Salvia.  Disc.  2.  q5.  Dicia- 
mo noi  in  basso  e  trito  proverbio  :  tristo 
a  queir  uccello  che  nasce  in  cattiva  valle, 
perocché  a  ognuno  piace  il  suo  ,  benché 
malvagio  e  infelice  ,  paese.  -- 

VALLÈA.  Vallata.  Dant.  Inf  26.  Ve- 
de lucciole  giù  per  la  vallèa  .  Ar.  Fur. 
37.  26.  Giunti  nella  vallèa  ,  trovan  tre 
donne  ,  Che  fan  quel  duole»  ,  assai  strane 
in  arnese. 

VALLETTA.  Dim.  di  Valle.  Lai.  val- 
licula.  Gr.  ffTEVo's  a'u)w'v.  Eir.  A^i.  91. 
E'  mi  parve  veder  così  da  discosto  entro 
a  un  fronzuto  boschcllo  una  valletta  -issai 
spaziosa.  E  Rag.  l32.  Tra  più  verdi  colli 
assai  vicini  a  Firenze  si  vede  una  valletta 
di  spazio  per  ciascun  verso  di  mille  pas- 
si, o  poco  più.  E  Dial.  beli,  donn,  366- 
Dalla  fronte  alla  fine  del  naso  ,  in  quella 
quasi  valletta  eh'  è  tra  Ì  confini  dell'uno 
e  dell'  altro  ciglio  {qui  per  similit.).  Ci- 
7-iff\  Calv.  2.  63.  Quei  cinquemila  ,  eh" 
erano  in  agguato  ,  Avean  presa  1'  uscita 
alla  valletta. 

VALLETTINA.  Dim.  di  Valletta,  lib. 
cur.  malatt.  Simili  erbe  si  colgono  in  quel- 
le vallettine,  le  quali  hanno  più  dell'  umi- 
dore . 

VALLETTINO    Dim.  di  Valletto.  Lat. 
puer  ,  servulus  .  Gr.   TTat;  ,  So^^ùlsio'* 
Lib.   Pred.   Teneva  al  suo  servigio  un  bel- 
lo e  spiritosissimo  vallettino. 

VALLETTO.  Eante,  Paggio.  Lat. 
puer,  servulus.  Gr.  itrùc  ^  <j5V>a3cov  . 
Rocc.  nov.  3i.  4-  Considerate  le  maniere 
e  i  costumi  di  molti,  Ira  gli  altri  un  gio- 
vane valletto  del  padre  ec-  le  piacque  . 
Liv.  Dee.  3.  Diedela  al  valletto  della  sua 
camera  .  Tass.  Ger  i4-  55  Non  lunge 
206 


lf>\2 


VAL 


un  tagacÌ3timi>  valletto  Pos?,  At  nanni  pa- 
itorai  restilo.  y4r.  Fur.  27.  93.  Scnzj  più 
compagnia  mi  vado  a  porre  ,  Che  d*  una 
inìd  donzella,  e  d'un  valletto. 

VALUCELLA  .  Pim.  di  Valle.  Lat, 
vallkida.  Gì  sre-jo?  v.xì'kJv.  Cr.  2.  22. 
IO.  ."^e*  luoghi  umiili,  e  che  sieno  in  val- 
li ■- elle ,  e  freddi,  più  couvroevolmeotc  5Ì 
piantano  nel  mese  di  Fehhraio  e  di  Mar- 
zo. /  i(.  P/tit.  Non  andò  molto  luagi ,  e 
trovò  una  vallicella.  '.'  Bari,  Op.  mor.  l. 
638-  L'  altra  ec.  si  vcdea  per  attorno  co- 
ronata di  culline  e  di  rupi  ;  e  qui  vali- 
celle  ,  e  selvctte  ,  U  hoscaglia  e  massi  di 
cruda  selce.   fD) 

VALLICOSO  .  r.  A.  Add.  Pieno  di 
valli  .  Cr.  2  18.  Ut.  Della  cultura  del 
campo   montuoso  e  valUcoso. 

VALLIGIANO.  Abitator  di  valle.  Se^r. 
Fior.  Stor.  ^.  99.  Perche  quella  valle  è 
forliisima,  ed  i  valligiani  armigeri,  vi  fu 
il  conte    Oddo  morto. 

VALLO.  Kiparo  fatto  di  .tleccato.  l.at. 
valium,  agger  .  Gr.  ts/o:  ,  ^jasa/coyK. 
Hicord,  Ma/esp.  cap.  16.  Uscirono  fuori 
della  l'itt'a,  e  venaono  al  vallo  dello  stec- 
i;ato  .  dov'  era  Fiorino.  Segr.  Fior.  Art. 
gticrr.  6.  l33.  I  Komanl  facevano  forte  il 
luoco  co'  fossi,  col  vallo,  e  con  gli  argini. 
Tafs.  Cer.  7.  121-  Stanchi  Ite&tau  nel 
vallo  e  sliigottiti  i  Franchi. 

VALLONACCIO.  Peggiorat.  di  Val- 
lone, lìern.  Ori.  1.  23.  16.  Quivi  è  d'al- 
tee» fatto  un  vallonaccio  Di  settecento 
l>raccia,  a  chi  hcn  guata. 

VALLONATA  .  fallata.  Dav.  Colt. 
107-  £'^88^  buon  passo  ,  che  pigli  più 
vallonatc  . 

VALLONCELLO  .  Dim.  di  Vallone. 
Lat.  valliciila  .  Gr.  auii'^/o;  ■  Bocc.  g. 
6../".  M.  Per  lo  qual  fuori  del  valloncello 
uscendo,  alle  parli  più  hassc  se  ne  corre- 
va, l.or.  Med,  .Xenc.  32.  Andiam  |ùù  qua, 
che  qui  n'  0  molto  poca,  Dove  non  tocca 
il  Sol  Dcl  vallonccUo. 

t  VALLONE.  Accrescit.  di  Valle  s 
V^alle  grande  ,  e  spaziosa  ■  Lat.  magna 
vnllis.  Gr.  T^aT'j;  auì.w'v.  Horc.  I9.  20. 
Pervennero  in  un  vallone  molto  profondo 
I-  solitario.  Dant.  Inf.  19.  Indi  un  altro 
vjllon  mi  fu  scovcrto  .  S.  Ciò.  Grisost. 
l35.  Grande  ahiìso  e  vallone  e  fra  voi  e 
noi,  sì  che  non  si  può  passare. 

*  V\LLONÈA.  Ghiande  di  cerro,  che 
.tt  portano  m  Italia  dall*  /.tote  de'l'  Ar- 
cipelago e  dalla  Morta  per  uso  de'tintori 
r  de'  Cuoiai,  che  .te  ne  servono  per  tingere 
in  nero.    lied.   Ftim.  e  Or.  Tose.  (A) 

*  VALMUNICA  .  Sorta  d*  uva  nera  . 
Cresi',  lib.  ^.  c<ìp.  ^  E  la  valmunica  e 
lusra,   chv    mollp   nere   sono.   (Vj 

t  VALOUAMENI'O  .  L'avvalorare, 
Avvaloramento.  Lat.  virtus ,  pntstantia. 
Gr.  l'SxU  Ott.  Com.  Par.  33.  720. 
IVelhi  ten.i  pone  il  valoramcnto  dì  suo 
mlillctto  . 

•{-  •':f  VALOIURE  .  Voce  antiquata. 
.4  Vi- ni  (trarr.  Dant.  Conv.  iSj.  Poi  susse- 
ciienlemcnte  dice  ,  com*  ella  valora  e  se- 
renile amorr.  (A) 

VALGHE.  Prezzo,  t'aiuta.  Il  valere, 
S'tìtnma  del  valere .  Lat.  valor ,  precium. 
Gr.  rifif).  Boce.  nov.  85.  l^.  Allo  'neon, 
trn  recandogli  colali  anellelli  coniraflatli 
di  niun  valore.  F  nov.  99.  l^l.  Nel  ijuale 
(anello)  era  legalo  un  carl>unrul;i  ec.,  il 
valor  del  quale  appena  si  poliva  itimarr. 
Pnnt.  Par,  f».  Però  qualunque  rosa  tan» 
lo  pe^a  Per  suo  valor  ,  che  lr.if{ga  *'*it,n\ 
liilanna  ,  Soddisfar  non  »i  può  run  altra 
^pesa  .  Varch.  Le».  ^8^  (questa  parola 
valore^  onde  viene  valoroso  ,  .^ehheue  li* 
^nifi^a  propriamente  la  valuta  dì  ciairuna 
roìj,  .si  piglia  però  in  lanti  .signi6ra(i  e  iì 
'm'ieIi  .  chi*  io  non  credo  che  chi  ccrra»4c 
tult^  1-1  lingua  l.itin.i   poteste  rilroTiir   m:ii 


\    A  L 

una  voce  di  lanlo  vjlore,  quanto  è  qucsU. 
e  che  sprimesse  quello  stesso  nella  lor  lin- 
gua, che  quella  fa  nella  no>lra- 

S-  i.  Valore  ,  per  /  irtù  ,  Prodezza  . 
Lat.  vi'-lits  ,  pretstantiit  .  Gr.  ojjxu\ì  , 
^l'a.  Dant.  Inf.  16.  Cortesia  e  valor,  di* 
se  dimora  Nella  ootlra  cìtl'a,  siccome  suo- 
le. iSut.  ivi  :  Valore  fe  ,  secondo  Io  pre- 
detto 61osofo,  volonteroso  pigliamcnto  dcl- 
If."  rose  malagevoli.  F  Purg.  iG.  2.  Va- 
lore e  magnaniinil'a  e  grandezaa  d'animo, 
per  la  quale  V  uomo  si  mette  alle  grandi 
cose  ,  e  3<1  avanzare  gli  altri  in  virtù  . 
ffocc.  nov.  5.  3.  Era  il  Marcbcic  di  Mon- 
ferrato uomo  d'  alto  valore  ,  gonfaloniere 
della  Chiesa  oltre  mar  parsalo.  F  nov.  f^y). 
9.  .Se  io  mai  alenna  cosa  vaiti,  per  lo  vo* 
strn  valore,  e  per  l'amor  rhc  jiorlalo  v' 
ho,  avvenne.  F  noi'.  91.  2.  In  quella  di- 
murando, poco,  0  niente  putrcltlie  del  suo 
valor  dimostrare-  E  num.  3.  La  fama  del 
valore  del  quale  ,  quella  di  ciascun  altro 
signor  trapassava  a  quc*  tempi .  Petr.  son. 
259.  Ov' è  il  valor,  1j  conoscenza  e  'I 
senno?  J'arch.  Lez.  256.  Chi  rivolgesse 
ogni  cosa,  3on  trovercltbe  con  qual  voce 
i  Latini  diceano  quello  che  da*  Toscani 
valore  è  detto. 

g.  IL  l  al  ore,  per  Forza,  Cagltardia, 
Attività.  Lai.  vi>\  Gr.  ^iiu.  Dant  Par. 
5.  Sì  che  degli  occhi  tuoi  vinco  il  valo- 
re .  Capr.  Bott.  2.  23.  lo  sono  legata 
dentro  di  te  ,  ed  aggravata  dì  maniera 
dalla  tua  natura  terrena,  che  io  perdo  la 
maggior  parie  del  mio  valore,  e  non  posso 
elevarmi  al  cielo  ,  come  richiederelibc  la 
perfezione  della  natura  mia. 

•I^  §.  III.  Per  Estensione,  Grandezza. 
Segncr.  Pred.  Pai.  Ap.  2.  4-  Sempre 
tenne  dinanzi  agli  occhi  i  suoi  chiodi,  la 
sua  croce  ec.  con  un  travaglio  proporzio- 
nato al  valore  della  cognizione.  (TC) 

^  §.  IV.  Valor  delle  note,  diccsi  da* 
Mu.sici ,  La  precisa  quantità,  o  numero 
di  tempo  che  ha  da  durare  ogni  nota,  e 
per  con.teguensn  quanto  la  medesima  si 
deve  tenere.  (B/ 

VALOm'A.  /'.  A.  Valore,  in  signi/ìc. 
di  Virtù  .  Lat.  virtus  ,  pro-stantia  .  Gr. 
Sj-iUfn^.  G.  f.  II.  i38.  4-  Àccampossi 
sul  poggio  di  Grignano  ec. ,  non  facendo 
pruova  ,  o  vjloria  alcuna.  Bui.  Purg.  7. 
2.  Nessuno  «li  loro  .  per  henchè  alibiaiio 
lo  rclajjgio  de'  reami  ,  ha  lo  retaggio  del- 
la valona  e  della  virtù  ,  rhe  e  migliore 
che  (|uello  de'  reami  *  Teseid.  6.  52. 
Ma  per  alquanto  quivi  dimostrarsi  (  Pen- 
sando al  suo  valor,  per  cui  gi^  feo  Neffli 
olimpici  ginocliì  lai  pregiarsi  ,  Che  roro- 
nato  fu  ),  in  compagnia  Gcote  menò  di 
somma    vjloria.   (/l) 

VALOltOSAMENTE.  Avvrrh.  Con  va- 
lore. Liit.  valenter, Jhrtiter.  Gr.  CfJfUJÙ^. 
JuwatTw;-  Bore.  g.  9.  /.  3.  Gli  animi  vo- 
stri lieo  ilispnsti  a  Valorosamente  atlope- 
rare  accenderà  .  F  nov.  3^  4-  '  *^  cose 
valorosamente  operate  dal  Gciliino  da  uno 
e  da  un  altro  racrnntate  raccoUc.  A  /'«rr. 
Ceniti,  cant.  la.  Nella  ciliì  entrar  senta 
contese  .  E  valornsamente  in  sulla  piau.i 
<;i>*  fìliilicllioi  vennero  alle  pie»e  f  B) 
lied.  Ftp.  nnt  II.  \  alorosameiite  eom- 
liattendo.  supero  alla  fine  il  veleno  della 
vìpera  . 

VALOnOSIS.SIMAMENTI'.  .V»piW.  di 
Valorosamente.  Lai.  praestantir.time.  Or. 
cfoywTKTX  -  Lih.  pred.  Ma  questa  fiata 
coniliatterono  valurosisttmamcnte  ,  rome 
Romani . 

VALOHCSISSIMO  Superi,  di  Valo- 
roso.   Lat-  praestantissimus  ,    egregiut . 

Cr.  tfoX'""*"^»  "<*'"•■  '••*'''  4'-  *^  '" 
astai  Itrieve  spatio  dì  tempo  nou  solamen- 
te le  prime  lei  Ir  re  apparo,  ina  t  Piloro  «is> 
*imo  ira'  filosofanti  divenne.  F  nnv.  91. 
7     11  non  avervi  donalo  ec  ,  no»  è  a»vc- 


V   A  L 

nulo  perchè  io  non    abltia   voi  vatorosiut- 
mo  cavalier  conosciuto. 

VALOROSO.  Adii  Che  ha  valore. 
Prode  ,  Eccellente  .  Lai.  egregius ,  prae- 
stans  ,  strenuus  ■  Gr.  S^^X-'i  •  ^^X^P^^  * 
oi'f^tttiù  .  Pocc.  nov.  81  ■  2*  Comprende- 
reie  ec.  il  seooo  da  una  valorosa  doaoa 
usato  .  F  nov.  91.  2.  Tra  gli  altri  valo- 
rosi cavalieri  rhc  da  gran  tempo  in  qua 
sono  slati  nella  nostra  città ,  fa  un  di 
quegli  ce.  mcsser  Ruggieri  de'  P'igiovan- 
ni-  F  .lov.  96.  2.  Una  n«  dirò,  non  mica 
d'  uomo  di  poro  affare,  ma  d'  un  valoroso 
Re.  Amet.  lOl.  Certo  io  a  le,  valoroso. 
colale  la  mando,  ec.  Petr.  cani.  li.  i. 
Un   sipnor  viiluroso,  accorto  e  saggio. 

P.  per  Efficace ,  Che  ha  attivila.  7?i- 
cett.  fior.  8-  Le  quali  ( piante)  tono  ^iis 
valorose ,  e  più  odorate  ne'  colli,  cbe  ne* 
monti  . 

VALSENTE.  Susi.  Prezzo,  Valore. 
Lai.  prx'tium.  Gr.  Ttu/;'.  Tes.  Br.  3.  2- 
Q^uaudo  l'hanno  venduta,  elli  portaoo  di 
ciò  che  vogliono  ,  e  lasciano  lo  valtenle 
nel  1uo<;o  mede^mo  io  qui-sta  mercanzia. 
ytaeslrtizz.  2.  3o.  I.  Ma  m  foro  conscien- 
tiae  basta,  se  '1/  ladro)  restituisce  quello 
rh'  egli  ha  tolto,  o  il  valsente  col  danno. 
§.  /,'  usiamo  ancora  per  la  Somma 
della  valuta  ,  a  che  ascendono  le  facilità 
d'alcuno.  Cron.  Morell.  2^^.  Lascio  loro 
di  valsente  quindici  mila  Borini,  o  più.  E 
235.  Testò  il  valsente  dì  fiorini  semita 
Cecch.  Ponz.  2.  4-  *^  *■*'*  ^^  "*"*  sappi.i 
il  mio  valsente,  o  che  E*  dubiti,  che  10 
non  mi  ci  (ermi.  E  appresso  :  Pusto  che 
Lapo  abbia  il  valsente  Di  tremila  dura- 
ti ,  o  più  ,  e*  r  ha  lo  beni  che  gli  dan  le 
spese . 

't  *  VALVASSOUO.  e  VALVASSO- 
RE. Lo  stesso  che  Varvatsoro  .  Borgh 
Vesc.  Fior.  486.  Questo  era  una  spezie 
di  particulare  signoria  ,  come  è  quella  dì 
Marchese,  di  Conte,  ed  allrì  tali,  e  per 
avventura  assai  simile  a  quelli  che  in  cer- 
ti luoghi  ec.  si  chiamano  Valvassori,  o  Ba- 
roni, e  da  noi  ,  e  allrì  Cattaui  ^  ma  erano 
di  men  dignità  questi ,  eh'  e'  Conti  ,  seb- 
bene anche  egli  aveano  castella  e  tenute  e 
vassalli.    (V) 

VALURA.  V.  A.  Vaiarla.  La,ì.  virtus , 
pratstantia  .  Gr.  Jj'va'x:.;  .  Fr.  tae.  T. 
6.  5.  16.  Tutta  la  sua  valura  Alla  tua 
dignitade  E  peggio  che  viltade  .  /:  6-  5. 
29.  Perchè  non  hai  valura  Pensar  esso 
candore 

VALUTA.  Valsente,  Prezzo.  Lat.  va- 
lor, prttium.  Gr.  Ti^uvi'.  .\ov.  ani.  2.  3 
Maestro,  questa  mi  sembra  più  bella,  e  di 
m.iggior  valuta.  G.  V.  7.  .19.  3.  Tutto 
r  arnese  di  que*  dell'  <tsle  si  perdèo  ,  eh' 
era  d' ìnnuinerabile  valuta.  (Jrh.  Comin- 
ciò ad  assettare  in  una  bariletta  di  molle 
gioie,  oro.  pietre,  perle  e  gemme  dì  tanta 
valuta  ,  rhc  ec.  *  Dav.  Ctimh.  t)8.  Pa- 
gate in  fiera  tale  a  Tommaso  Scrtini  un 
marco  ti'  oro  per  la  valuta  qui  da  Mcsser 
Giulio  Del  Caccia.  Borgh.  Uon.  188.  Non 
ti  lenendo  i  conti  rol  uom»  di  quelle  tali 
monete,  ma  delle  delle  di  sopra,  nducendo 
queste  alla  valuta  loro.  (Ci 

*  ,^  l.  I  aiuta  ,  per  Faecltn  ,  Capi- 
tale. Frane.  Sacch.  nov.  48  Che  vuoi  tu 
the  ti  costi,  e  coniperotli  ?  Disse  Lapar- 
ciò:  Fratel  mio,  acconciami  come  lì  piace, 
e  cavami  dì  qui.  lo  ho  a  Firenic  tanto  dt 
valuta:  io  te  ne  fo  carta.  fV) 

§.  II.  Per  For:a.  Potere.  Fr.  lac.  7" 
2.  2  4^-  Meiser  ,  questa  mia  carne  è  viii(t< 
sa;  Ma  sfonendla  a  liiltc  mie  valute. 

't  *  VALUTABILE  .  Add.  Che  può 
valutarsi.  Che  e  stimabile  ,  Che  ^  dm  te- 
nerne conto  Cocch.  Vii  Pitt.  pag.  38 
(  f  enezia  1744  ^  Niuaa  ponionc  di  esso 
(  ttile  )  sì  converte  in  nostra  carne  ,  di- 
iringliendosi  tulio  e  dissipandosi  fuori  del 


VAL 


corpo,  ed  «icndo  qu«i  P"  nuUa  valul..- 
bUe  quella  n.iniina  parie  che  non  n.ul.,la 
»i  rimane.  MV  „  . 

VALUTARE.  D"'  '"  'n'"''' .  .idn'ii- 
rc  L.t.  aeslimart.  Gr.  T.pàv.  7af.  P»»;- 
v<n-..4. 102.  Ma  egli  valuto  e  pai;o  i  damu. 
Buon  Ho-  4.  5.  20.  Che  Mmdn.enlc  a 
occhio  e  croce  spesso  ec.  Valutate  anche 
voi  le  mercaniie. 

VALUTATO.  Add.  da  I  aiutare.  Lat. 
«M»mi«l.,».  Gr.  o"3«..oa<ia£T;  ^  /««A. 
i,<,r.  8.  194  C""  »''"""'  '  v-l"'»"'/:"" 
jcro  tenui,    a    lame    pagare    loro    gì   m- 

'"""vALUTAZlO.NE      l\lermina-Jone 
dilla  valuta,   F.slimazKne  del  valore.  AC- 
cad    Ir.  Sless.  Mostrando  alcun.  peMelti 
d'  oro,  portati  dal  paese  scoperto  ec     co- 
si ricresciuti  dalla  valutatone  e  dal!   a  ■- 
plauso  ,  che   non  si  stette   p.u  .n   dubb  o 
ec.  (J    Jastr.   Cane.  ,^y.  Fu  determinato 
che  nel  contado  d.  Fircnie  a  ciascun  ca- 
podibom  e  peno  di  terra  situato  dentro  [ 
V  confini  .li  detto  contado    si    assegoasse 
e  tassasse  certa  valutazione  o  st.ma  della  j 
porzione   attenente   al   lavoratore  .   I:.  qu- 
Fu  ancora  determinalo  che  si   assegnasse 
una   simile  valutanonc    o    stima   sopra  le 
versone  de'  suddetti  abitanti,  (l  ) 

*   VALUTO.  ì  .  A.  Valuta.  Bim.  ani.  | 
Chiaro   ravn,...(not.iì3     Cn.lt.tett.) 
Giovenla  ,  sanitade  ,  e  porlo  e  nave  ,  Li- 
berti di  cascuno  è  n  valuto    Non  fu  uo- 
mo veduto  Potesse  comprar  l  una  per  co 

eh*  ave.  (T  J 

•+  «  VALVULA  .    Terni,   annlomico  . 
neccia  membrana,  sì  fallamente   locala 
m  alcuni  meati  del  corpo,  che  agevolmen- 
te consente  a   fluid,  ivi  concorrenti  ,1  pas-^ 
saggio  ,   ma  'non    s<à    il   ritorno  s  e   cosi 
serie  quasi  da  porliccuola  .  come  fanno 
le  animelle  nelle  macchine  idrauliche.  Lai. 
valvuta.   Red.  Oss.  an.  c,7-  Accompagnata   , 
neUo  enlrarvi  da  una  glandulella  r.londa  i 
e  da  una    vakula  ,    scorre    per    1    'U'","» 
lungheria  dell'  intestino.   E  Cons.  1.  2t>/.    I 
Questa  membrana  1"  impedisce  a  gu.sa  m  . 
una  valvula  .    E  2.   98.    Se   su   qualche  , 
giorno,  o  qualche  cotte  nel  letto  m  ripo- 
so ,  le  gambe   disenfiano  ;  e  se  poi  s.  ri- 
torna al  molo  ,  rienfiano,    perche   le   val- 
vole ,  o   sostegni   de'  vasi  linfal.ci ,  sono 
indebolile.  (')  ,  i.. 

*  §.  Falvula,  e  anche  term.  de  ti- 
sici, e  vale  Quello  infogno  dentro  a  chec- 
che sia  ,  ,1  quale  facilita  o  impedisce  l 
entrare,  ol- uscire  dell'aria,  o  di  qual- 
che liquore  ,  detto  altrimenti  Jnimella  . 
Imperf  y.  nlb.  D.  3.  T.  9.  i35-  -^';- 
slenuti  'eli  umori  delle  piante)  da  qual- 
che animella  o  valvula  a  mo.lo  de  nodi  di 
cjnna,  che  aprendosi  solamente  ali  entra- 
re  ,  quello  che  hanno  ricevuto  una  volta 
non  lascian..  uscire  ,  ma  imf  edisconne  il 
rineorcameuto.  (E) 

VAMPA.   /  apore,  e  Ardore  ch'esce  da 
gran   fiamma.    Lai     vapor,   arder  .Gr. 
liruii   M.    1:    li.  45-  Fu  necessita  a 
nimici,  tra  per  lo   gran  fumo,    e   per  la 
vampa  della  paglia  dei  letti  dello  spedale    , 
abbandonare  il  muro  .    Fiamm.  !\.  30-  t^  1 
siccome  le  fiamme    da'  venti    agitate    cre- 
scono in   maggior  vampa,  cosi  amore  per 
Il  contrarli   pensieri  stali   nelle  sue  forx.; 
si  fece  maggiore.   Veclam.    Qumlil.  C.  Lei 
nel  fuoco  ,  e  gli    occhi   suoi   nella  vampa 
perdèe.    l'ir.    Js.    121.  Quegli  con  tenda 
di  seta  discacciava   le   v.impe    del    nimico 
.ole.   *    Tass    (.er.   l3.   56.   Jolo  vi  sof- 
fia, e  par  vampa  di  face.  Vento  che  muove 
dall'  arene  maurc.    B) 

§  Per  metaf  Pant.  Par.  17.  Perche 
mia  donna:  Manda  fuor  la  vampa  Del  tuo 
disio,  mi  disse.  Put.  iv,  :  la  vampa,  eoe 
l'ardore  ec    del  tuo  desiderio. 

VAMPACCIA       Peggiorat.  di   1  ampa  . 


V   i.  M 

lasc.  Spir.  4.  3.  Una  vampaccia  di  fuo- 
co   che  pareva  la  liocca  dello  'nferno. 

VAMPEGGIANTE  .  Che  vampeggia  . 
Ciriff.  Calv.  2.  49.  E  per  fuggire  1  vam- 
peggiami raggi,  Sen  giva  tra  le  fronde  su 
per  r  erta.  * V.i/m.  /• .(.  c.v.  lib.  !^.  pag. 
125.  (Eir.  l52q)  Uno  di  questi  assai  più 
che  r  altro  appariva  di  splen.l.da  candi- 
dezza fulgurante ,  e  infra  rutJantl  luci  d. 
vampeggiami  fiamme.  (B) 

V  \MPEGG1ARE.  Bendcr  vampa. 

VAMPO,  lampa.  Lai.  vapor,  ardor. 
Gr.  «Vpo;.  -Vorg.  25.  73.   In  questo  mez- 


V  A  « 


1643 


or.  aTM{)^.   -"vrg.   *,-.    y -, 

.0  sopra  loro  apparse  fu  vampo,  che  pa- 
icadllHioco  fo«e.  Crifl:  Calv.  2.  42.  E 
parca  un  dragoo  che  sbuffi  vampo.  /  arch. 
Le-  487  .  T  ampa  ,  onde  par  composto 
,,uesto  verbo,  significa  quello  che  volgar- 
mente diciamo  vampo,  cioi:  calore  che  esca 
da  fiamma. 

g.   1.    ler   Ealeno.   Bui.  Par.    1.  2.  Lo 
vampo  del  fuoco  che  s'  accende  in  aire.  Ci - 
nff.Calv.  1.  21.  Si  mosse  con  sua  schie- 
ra com'  un  vampo. 
I       *    g.  II.    l'er  Luce;  onde  Far  vampo 
!  vale   Tramandar  luce.  Ar.   Fur.   22.  «5. 
Ruppe  il  velo  ,  e  squarcio  ,  che  U  copna 
Lo  sravenloso  ed  incantato  lampo  Al  cui 
I  splendor  rader  si  conveuia  Cogli  occhi  eie- 
1  chi    ec.    Aqudaote    ec.   Stiaccio    1   avanzo 
(del  velo);  e  fé'  lo  scudo  vampo.   (V) 

§.  III.  Menar  vampo,  vale  Infunarsi 
Menare  smanie  .  Ber,,.  Ori.  2.  23.  5». 
1  Che  contro  U  Conte  vien  roenamlo  v^m- 
I  pò.  *  iiini.  ani.  lucci,  alalo  nella  Jav. 
Or.  S.  Gir.  alla  voce  .MINACCIO  .Tu 
se"  si  caldo,  che  tu  meni  vampo.  (ì  1  Car. 
Lett.  3.  37  Se  il  Cardinale  vori'a  strin- 
ger la  cosa  ec.  giudico  bene  che  ec.  dato 
che  sarà,  mener'a  vampo.  {Ct 

%  IV.  E  per  s,m,l,t.  vale  Insuperbir- 
si ,' Vantarsi  .  Lai.  sloriar,,  se  iaclarc. 
Cavr.   Iloti.  La  nostra  lingua  e  attissima 


lire.  Gr.  u';:.:frifav£ jss&k;  J-ab  3I^. 
Se  io  per  li  loro  titoli  le  li  nominassi , 
in  tuo  danno  te  ne  vanaglorieresti  .  UH. 
Com.  Purg.  21.  393.  Bice  eh  e  v  era 
con  qnel  nome  (non  volle  dire  opera  per 
non  vanagloriarsi  )  ,  che  più  dura  e  più 
onora.  Frane.  Sacch.  Op.div.  127-  ^ 
ciò  ci  possiamo  bene  yanaglonare ,  come 
di  nostra  cosa  lulta. 

;■:  f  E  nei, Ir.  pass,  senza  le  particel- 
le .  Olt.  Com.  lar.  7.  l85.  Dal  princi- 
pio si  torse  da  via  di  verifa ,  disubbiden- 
do, insuperhiendo  ,  vanagloriando,  e  pec- 
cando nel  vizio  della  gola.  iC) 

VA^AGL0R10SAMll^TE.  Avverb . 
Con  vanagloiia.L^i.  supeibe.  Gr.  •jTtlco- 
■,yai.  Esp.  Vang.  Non  vogliate  vestire 
e  calzare  tanto  vanamente,  e  vanagloiio- 

"T  VA^AGLORIOS^SSIMO.  Superi,  d, 
J-anagloricso.  Scgner.  (A) 

VANAGLORIOSO  .   Add.   (.he  ha  va. 


a  esprimere  qualsivoglia  concetto  di  filo- 
sofia ,  o  astrologia,  o  di  qualunque  altra 
srienzia  ,  e  cosi  bene  ,  come  si  sia  la  la- 
Una  ,  e  forse  anche  la  greca  ,  .leUa  qua- 
le costoro  menano  si  gran  vampo.  Buon. 
Tane.  4.  I.  Tu  m'ha  'ngannalo,  e  sine 
meni  '1  vampo. 

VAMPOI.E.   V.  A.   lampo.  Lat.  . 
por,  ardor.   Gr.   ari/o;-   Lih.  Op.  d,v.  A. 
86.  Mostrerò  segni  e  prodigii  di  su  m  celo 
e  di  giù  in  terra  ,  cioè  sangue  ,  e  fuoco  ,  e 
vanipore  di  lumo. 

•f  VANAGLORIA    Desiderio  di  acqui- 
star lode  e  nominanza   in   cose,  che  a  nul- 
la giovano;  ed  anche  Smoderato  desiderio 
di  gloria  .   Lat.  inanis  gloria  ,  superbia  . 
Gr!  /.---oo"2?.a  .  ì:  Ant.    Conjess.  N  ana- 
gloria  è  un  disidcrio  di  gloria,  ed  e  quc- 
I  sto  peccato    mortale.  Maeslruzz.  ■!.  5.  La 
I  r.idice  di  tutti  i  mali  'e  la  superbia,  e  di 
questa  nascono  selle  vizii,  eoe  la  vanaglo- 
ria ,  ec.  Della  vanagloria,   secondo  questo 
1  Dottore,  nascono  sette  figliuole  :  la  disubbi- 
I  dienza.  il   vanlamento  ,  ipocrisia,  conten- 
zione, pertinacia,  discordia,  e  presunzione  di 
I  novitadi.  /:  2.7.  3.  Ninno  non  va  cercando 
I  i  precipui  vestimenli  e  preziosi,  ccceden- 
i  do  lo  stalo  proprio ,  se  non  se  per  vanaglo- 
i  ria.   Pass.  286.  Puole  esser  1'  appetito  e  l 
1  disiderio  della  gloria  vizio  e  peccalo  quan- 
'  do  ec.   si  dimoerà,  ma    vanameule;  e    al- 
lora s'  appella  vizio  di  vanagloria.    Pani. 
Purg.  11.  Oh  vanagloria  dell'  umane  possel 
Oli"  Com.  lurg.   11.  171-  Vai:aglona,  se- 
condo AgosUno,  è  un  j.iudicio  falso  d  uo- 
mini, che  stimano  sé  essere  ottimi,  e  vo- 
gliono   parere    ottimi  -   Bocc.    nov.    32-9. 
Cominciò  a  volerla  riprendere  ,  e  a  dire 
che  quesla  era  vanagloria.  Din.  Camp.  2. 
43.  La  vanagloria  U  guidava,  e  molli  ser- 
1  vigli  facea. 

I        t  VANAGLORIARE  .   Fare  ,  o    Dire 
I  alcuna  cosa  per  vanagloria     Lat.   super. 


nagloria.  Lat.  saperbi.s.  Gr.  "^  ?'.?«'?■-■ 
G  ;  .  IO.  87.  7-  Vago  di  geni, ,  e  d  a- 
mici  nuovi,  e  vanaglorioso  mollo  per  ave- 
re stato  e  signoria.  Cavale.  Discipl.spir, 
Olir' a  ciò,  l'uomo  vanaglorioso  fa  in  un 
alno  modo  ingiuria  al  Signore.  Pass.  289. 
Vuole  1'  uomo  vanaglorioso  essere  lodato, 
onorato  e  riverito,  per  venire  in  notizia 
delle  genti  ,  e  perchè  s.  manifesti  alcuna 
sua  eccellcnzia  e  boutade.  Fir.  As  l3b. 
Con  quella  vanagloriosa  ostentazione  ella 
dimostra  quel  suo  anituo  gonhalo. 

VASAGROLIA       V-    A.       anagloria 
1..Ì.  inanis  gloria,    he tt.  Tuli.    100.  Que- 
sto è  pieno  di  vanagrolia.  , 

VANAGBOLIOSO  .  r.  A.  lanaglo- 
rioso  .  Bell.  Tuli.  100.  Alcuna  persona, 
0  sia  vanagroliosa,o.nvi,diosa,o  timida^ 
£  „ppre,«o:  Dì  colui  eh'  è  vanagrolioso  se 
ne  può  dare  questo  esempro. 

VANAMENTE.  Avverb.  Con  vanita. 
Lai.  m««.<er,  Gr.  «ve-.,  /^oce^i-^?/- 
6  Di  ciò  seco  stessa  vanamente  glonan- 
dos°moslrava  di  vederlo  assai  volenuer. 
Tav  Bit.  Amare  non  è  altro,  che  sua 
vita  vanamente  menare.  Pass.  ...  Sono 
fonemenle  da  riprendere  coloro  che,  va- 
oamenle  sperando  ,  promettono  a  se  me- 
desimi lunga  vita  (""'■  """''"'"^J-,, 
+  S  I.  Per  Senza  profilo,  Inulilmci- 
,e  Cnvalc.  Discipl-  spir.  Come  arbore 
Tufrutluoso  si  dee  tagliare,  acciocché  n<.n 

occupi  la  terra  vanamente  .  V  G-cf-^'»^- 
6  .qo.  Ricordandosi  quanto  per  le  prò 
messe  fattegU ,  e  per  '"/P"-"  "J^; 
la  vanamente  in  lui  si  fosse  '"=1;"'" 
Ila  sua  rovina.  (C)  Segner.Mann.  LugL 
'  Iddio  li  ha  data   cortesemente  lai 


IQ.  2.  Ionio  w  "*  "-"■   -----  - 

fazia  ancor  con  sopral-bondanza.  e  tu  af- 
fatto lasciasti  di  corrispondere,  irascuran 
do  i  lumi,  le  ispirazioni,  gì  mv.li,  eh  egli 
ha  spesi  in  te  vanamente.  ('  > 

■J  S  11  Per  Slollamenle.  Cince.  Stor. 
4.  26.  Non  so  perchè  non  si  debbano  de- 
riderarecc.qna'ndo  bene  l'amplerei  d^ 
minio  fra  i  cristiani  avesse  4»'="^  f'  ''"^^ 
che  molli,  a  giudizio  mio  ,    vanamente  . 

VANAPE.  V.A.  T  aneggiarc._l-;,l.de 
sipere,  delirare.  Gr  tr-yf  «?.<=«■'"■'■  '^""'■ 
Xr-  .8.  Stava  com'  "om  che  sonnolen- 
,0  vana.  Varch.  Ercol .  58.  Quelli  che 
•dic^eosevane,  oda  fanciulli,  b^nuo. 
lor  verbi  proprii,  vaneggiare,  o.eome  ,y^ 

Bim.  ant.  Meo  di  -Voc».«.  *'  "-;-'„: 
Perchè  accertala  sia  La  ni.^cr'jden^  gen 

fé.  Che  dicono  ■'-'^^-'^'^'' "^ [l^.fa] 

-^V'^^E^G?l^STo'^-P^f 

menlo.  Il  folleggiar.- .  Lai.  i^^^.;^^^ 

s:^-»5^ri^;:^c^:"^.^ 


1644 


V  A  N 


qiul  sia  poi  1'  esito  di  UdIì  vostri  amorosi 
vaneggia  menti,  ("j  E  Incr.  i.  26-  2.  Di- 
remo noi  che  i  loro  iniluvioameDti  fosscr 
da  arte  di  antivedere  il  futuro  ,  non  da 
>uperslizioso  vaneggiamento,  tratto  da  ciò 
che  ec.  (B) 

VANEGGIANTE.  Che  vaneggia.  LaU 
delirans  .  Gr.  7tu.pafpo-jùv  .  M.  V.  4- 
25.  Vaneggiante  nel  colmo  della  sua  glo- 
ria ec.  gli  apparve  nella  fronte  sopra  il 
ciglio  uno  piccolo  carboncello.  ■!■  SaU'in. 
iltad.  9.  44-  Atride,  pria  combatterò  con 
te,  Vaneggiante  in  quel  modo  eh' è  per- 
messo, O  Sire  ,  in  parlamento,  (lì) 

VA^EG^iIAHE.  Dire,  0  l'ar  cose  va- 
ne, o  da  Janciulli ,  Pargo/eggiare,  Dam- 
Noleggiare.  Lat.  desi  pere  ,  delirare.  Or. 
itocpxfpoviìv.  Lih.  Jimor.  Se  la  lor  soa- 
vità fé'  vaneggiar  noi,  che  siamo  di  tanto 
ingegno  ec,  la  tua  giovanezza  non  savia 
rome  polrìi  contrastare  T  Vetr.  son.  1-  E 
del  mio  vaneggiar  vergogna  è  '1  frutto.  A" 
.CO/1.206.  E  con  duro  peiisicr  teco  vaneg- 
gio. Pant.  Par.  IO.  Du'  ben  i'  impingua, 
se  non  si  vaneggia.  Biit.  ivi  :  Se  non  sì 
vaneggia  ;  cioè  se  1'  uomo  non  si  da  alle 
cose  vane  del  mondo.  Varch.  Jìrcol.  58» 
Quelli  che  dicono  cose  vant- ,  o  da  fan- 
ciulli ,  hanno  i  lor  veihi  proprii  ,  vaneg- 
giare ,  o  ,  come  disse  Dante  ,  vanare  ^  e 
pargoleggiare  . 

'.'  %.  I.  E  in  signijìc.  alt.  Car.  Fin. 
Uh.  2.  V.  962.  E  col  fiato  e  col  sangue 
Di  lei  placherò  1'  ombre,  e  farò  sazie  Le 
ceneri  de*  miei .  Ciò  vancggiaodu  Infu- 
riavo. E  hh.  7.  1.  671.  ^'on  però  ne  temo 
Quel  che  tu  ne  vaneggi.  (^J) 

^  §.  II.  SimilmenU  in  att.,  per  Hen- 
■h-r  vano.  Eludere,  l'oez.  II.  Degli  uo- 
rumi  ragguardanli  vaneggiava  la  vi.*ta  (il 
Lat.  dice:  rc&picientum  hominum  frustra- 
hatur  intuitus).  (Ì'J 

%.  Ili  Per  Esser  vano,  o  voto.  Lai.  inane 
t-fse.  Gr  y.t'toi  eiVK.i.  Dani,  Inf.  18.  Nel 
•Jntio  mezzo  del  campo  maligno  Vaneggia 
uu  pozzo.  E  oppresso:  Quando  noi  fummo 
là.  dov*  ci  vaneggia  Di  sotto  ,  per  dar  pas- 
sio agli  sferzati,  Lo  Duca  disse. 

'r  g.  IV.  Per  Jìiuscir  vano.  Ar.  Fur. 
18.  l83.  Quivi  de'  corpi  V  orrida  mistu- 
ij.  Che  piena  avea  la  gran  campagna  in- 
torno ,  Polca  far  vaneggiar  la  fedcl  cura 
De'  due  compagni.  (M) 

<:  g.  V  Per  I scherzare  .  Tass.  Cer. 
lì.  56.  Nelle  spelonche  sue  Zefiro  tace, 
E  in  tulio  e  fermo  il  vaneggiar  dcirau- 
rr.  ìM) 

t  VANEGGI\TOlVE  .  Verbal.  ma.fC. 
Che  ,  o  Chi  vaneggia.  Lai.  delirus  ,  de- 
tiptens.  Gr.  :xv.p%fptu'*.  Buon.  Fier.  3. 
■jL.  19.  Vaneggiator  ec.  ,  che  stimi  Gloria 
loaggiorc  il  far  maggior  pazzie. 

VANERELLO.  Dim.  di  l'ano,  lied, 
nm  Vanerello  mio  cuor  ,  che  gin  intor- 
no ,  Qual  nutlurna  farfalla ,  a  un  dchul 
lume.  *  Salvin.  Pros.  Tose.  3.  92.  Que- 
llo kulenne  critico  ce.  rappresenta  la  no- 
mila come  una  vanerella  ,  e  alTcttamua  , 
•  .<»'anlc  di  vezzi,  ce.  (C, 

\ANE7-ZA.  tamia.  Lai.  vanitas  .  te- 
iitaf.  Gr.  /svoTn».  /AaraiOTr.t.  /•>.  Jac. 
T.  5.  35.  7^^.  Nulla  e»  e  maggior  vanoi- 
«a,  Che  servire  a  chi  ti  sprctxa.  Li''.  Pt- 
i.er.  La  della  sentenzio  fuo  smisur^tamentr 
animosa  ,  <*  piena  d*  orgogliosa  v.mctza  . 
.imm.  Ant  2!\.  3.  3.  Sempre  .illa  5,1- 
lollanza  e  congiunta  vanesia  di  laidura 
{"rane .  Sacch .  rint.  ser.  Filip .  di  ter 
Athizo  ,  li.  K  quello  itipolar  chiama  va- 

VANGA  Strumento  ■^fì  /erro  ton  ma- 
nuv  di  legno,  simile  alla  pala  che  .tet\e 
per  tavomr  la  frrrd.  Lat  hipalium.  lìoic. 
nav.  21.  2.  Sono  ancora  di  quegli  assai  , 
che  credono  troppo  Lene  che  la  tappa  v 
|j  vanga  ce.  tolgano  a'  lavoratori  della  lei 


V  A  W 

ra  I  concupisccvoli  appetiti.  E  nov .  S\. 
11.  Essi  con  vanga,  e  chi  con  marra, 
nella  strada  paratici  dinanzi  all'  Angiulicri 
ec.  ,  il  ritennero  e  presono.  Pallad.  cap. 
41  •  Seghe  piccole,  e  vanghe,  e  ronconi, 
per  governar  le  siepi.  Cr.  I.  66.  E  so- 
prapposta ivi  ancora  la  detta  terra  con  le 
vanghe,  ovvero  con  le  pale,  >i  disponga  e 
ordini  secondo  la  forma  delle  ripe,  frane. 
Sacch.  rint.  21.  Assai  vi  fruita  più  'I  tcr- 
reu  lombardo ,  Santa  o|)crare  o  buoi  ,  o 
vanga,  o  tappa.  Alam.  Colt.  ^.  Si-  Colla 
vanga  maggior  rivi)lga  appresso  11  più  ca- 
ro Icrren. 

§.  I  Andare  a  vanga ,  vale  Trovare 
il  terreno  facile  a  lavorarsi  colla  vanga. 
fi-  H.  E Jiguratam.  vale  Trovar  Jaci- 
liin  in  checchessia.  Succedere  le  cose  prò- 
speramente  .  Lat.  in  facili  esse.  Gr.  tv 
iuzoiw  zf/'xt  .  Sdlv.  Grandi.  5-  3.  Il 
terreno  e  mirabile,  e  va  a  vanga  Per  ec- 
cellenza. Etr.  Trin.  2.  5.  Berteggia,  che 
ella  ti  va  a  vanga.  Maini.  7.  91.  E  poi- 
ché fatti  egli  li;i  certi  suoi  incanti.  Che  gli 
riescoo  bene  ,  e  vanno  a  vang.i ,  er. 

VANGACCIA  .  Peggiorat.  di  l'aiiga. 
Stor.  Pìerh.  Avendovi  trovato  una  zappet- 
ta, e  una  vangacela. 

VANGAIUOLE.  Spezie  di  rete  da  pe- 
scatore. Bocc.  nov.  96.  7.  Quella  che  di- 
nanzi veniva,  recava  in  sulle  spalle  un  paio 
di  vangaiuole.  Lor.  Med.  canz.  19.  2.  Voi 
terrete  le  vangaiuole;  lo  son  quel  che  vo' 
frugare.  Lasc.  Mostr.  22.  Nella  man  de- 
stra un  pa'  di  vangaiuole  Tiene ,  e  nella  si- 
nistra un  frugatoio. 

•f  3  VANGARE.  Lavorar  la  terra  con 
vanga.  Lai.  hi  pai  io  fodere.  Gr.  cxa:TT£iv, 
o'^jTTSiv.  *  Cr.  5.  6-  3.  Il  luogo  che  a 
questo  arbuìcollo  sarà  deputalo,  si  doverà 
pastinare  ,  ovver  vangare.  (B) 

V  g.  Per  similit.  in  senso  osceno.  «  Bocc. 
nov.  70.  7.  Trovando  Tingoccio  nelle  pos- 
sessioni della  comare  un  tcrren  dolce,  lauto 
vango  e  t.into  la%orò  ,  che  una  infermità 
ne  gli  sopr.ivvennc  ».  (3fj 

VANGATA.  Terrea  vangalo.  Cr.  6. 
2.  4-  Acciocché  r  una  e  V  altra  vangala 
si  ricuoca  per  beoificio  del  caldo  e  del 
freddo  . 

§.  Eangata,  vale  anche  Colpo  di  van- 
ga ,  e  Lavoro  fatto  colla  vanga. 

VANGATO.  Add.  da  f  angore.  Alam. 
Colt.  5.  l3o.  Grasso,  lieto  il  lerren,  van- 
gato e  culto.  Ove  non  sia  per  entro  er- 
be, u  radici.  Alle  cipolle  doni.  Dav.  Colt. 
197.  Di  Gennaio  ^cnlina  legumi  e  agru- 
mi, fave  in  sul  vangalo  (cioì:,  sul  terreno 
vangato  ). 

t  VANGATORE  ì'erhal.  masc.  Che, 
0  Chi  vanga  .  Buon.  Tane.  5.  7.  E  voi 
vangatori.  Voi  che  >jrcbintc,  Voi  che  po- 
tate, I.a^oiatori,  Lasciate  l'opre,  Ognun 
si    sci(q)rr. 

VANGATURA.  L'  .tttv  del  vangare, e 
il  Tempo  m  cui  si  vanga. 

*  VANGELICO.  Add.  Evangelico,  Pel 
Vangelo.  Lat.  evangelicus.  Gr.  «'usiy/t- 
Au^{.  I  it.  S.  Gir.  3l.  Che  altro  predi- 
ra la  legge  mosaica  ,  uwcro  la  vangeli- 
ea?  (•)  l  it.  S.  Eujros.  iffj.  Nel  quale 
(niuriisteroi  a\c%a  molti  santissimi  mona- 
ci, e  grandi  amici  di  Dio,*  i  quali  facevano 
tanta  e  vangelica  ^ita.  Seal  Clauslr.  !^20. 
Nella  Lettone  io  odo  questa  parola  v,ing4'- 
lica:   /ÌCiiti  mundo  corde  ec.  (C) 

\AN(:eLIO.    /•    VANGELO 

VANGELISTA.  Scrutar  del  I  angelo. 
Lat.  'Evangelista.  Gr.  iW/yjinTi'i  ■ 
}faestru%z.  2.  27.  Nota  chs  le  fc>1c  degli 
Apostoli,  e  dei  Vangelisti,  «*  de*  quattro 
principali  Dottori,  ti  debbono  per  lult.i  la 
Chiesa  celebrare  »o1ennemcnlc.  Pass.  i8a. 
Non  si  lruov.1  rlie  Iddio  mai  il  rivelasse 
o  B  Profeta,  o  ad  Apostolo,  o  a  Vangeli- 
sta, o  .1   Santo  veruno  degno  di  fede,  che 


V  A  N 

n*  abbia  detto  ,  o  scritto  alcuna  cosa  cer- 
tamente. Dtttam.  2.  6.  Costui  d'esilio  ri- 
tornò,  Giovanni  11  Vangelista. 

*?  §.  Presso  gli  antichi  si  ha  nel  più • 
rate  f'angeliste,  in  luogo  di  l'angtlisU . 
Er.  Giord.  Pred.  65.  Tale  fece  Apottoli» 
tali  Vangelista  tali  Dollon ,  e  tali  Profc- 
le.   fFj 

*f  *  VANGELISTARE.  /'.  A.  Ulfro 
degli  Evangelii .  Stor.  S.  Eugen.  38o. 
Disse  loro  :  recatemi  Ìl  Vancclislare  ec. 
Ed  aprendo  il  libro  de'Vangeu,  cominciò 
a   leggere.   (P) 

5;-  VANGELIZZANTE.  Che  vangelitza. 
Esp.  /  aiig.  Gli  poderi  sono  vangelitianli. 
uwero  vjng'.'liuano.   (') 

VANGELIZZAKE.  Predicare  il  Pan- 
gelof  o  Predicare  semplicemente.  Lat.  *e- 
vongelizare.  Gr.  £U'/*/y£Ì.i'^!cBac.  C.  E. 
li.  2.  17.  I  miracoli  che  fece  Gesù  Cri- 
sto, vangelitzando  in  terra  ec. ,  sono  an- 
cora iutto  di.  Esp.  I  ang.  Gli  poveri  sono 
vangclizzanti,  ovvero  vaogclistano. 

VANGELO,  e  VANGELIO.  Strittiira 
del  Testamento  nuovo  ,  ove  sono  raccon- 
tate le  azioni,  e  le  prtdiiaiioni  di  Gesù- 
cristo  .  G.  /  .  9.  56-  I.  Siccome  si  mo- 
stra per  li  Vangelii,  che  luda  Scariot  era 
tamcrlingo,  e  spendìtorc  de'  I>eni  lor  dati 
per  Dio.  Pass.  I16.  Uno  monaco  giova- 
ne, il  quale  in  quella  mesta  avea  cantato 
il  Vangelio  ,  forse  con  peccato  mortale  , 
fu  invaso  dal  diavolo.  Maestruzz.  2.  27. 
Onde  il  Vangelo  dice  :  Chi  e  di  vui  che 
abbia  una  pecora  ,  e  caggia  il  sabato  nella 
fossa  ,  or  non  la  terrà  egli ,  e  leveralla  ? 
E  2.  5^.  Non  si  dee  pollare  loro  la  pa- 
ce, ovvero  ad  offerere  ibpo  il  Vangelio. 

5^  g.  1.  P angelo  j  dicesi  anche  Ouel/a 
parte  del  ì  angelo  che  leggesi  dal  Sacer- 
dote nel  celebrare  la  Bffssa.  (C) 

"■f-  §.  II.  Alle  sante  iddio  /angele,  r 
Alle  sante  die  P angele  j  maniere  anti- 
che di  giuramento.  Lai.  per  hoc  sancLi 
Pei  evangelio  G  E.  12.  Il3.  I.  Dal 
quale  corporal  giuramento  alle  sante  Iddìo 
S'angele  ricevemmo  per  lettere.  ^  tranc. 
Sacch.  nov.  43.  Gli  porse  il  libro,  e  dis- 
se :  e  così  giurate  alle  sante  die  Vangele? 
E  '1  Capitano,  guardando  dattorno,  verso 
ìl  populo  disse:  io  giuro  ciò  che  fc.  (E) 

§.  III.  Dire  un  Congelo,  o  il  t  angel 
di  san  Gioi-anni ,  vogliono  Dire  la  ven- 
tò .  Ar.  sat.  5.  E  direbbe  il  Vangcl  di 
san  Giovanni.  ^  ìarch.  Siioc.  5.  5.  E 
c(;li  così,  Gualtieri  ì  Cu.ilt.  E  'I  Vaogdu 
di  san  Giovanni.  (Ej 

^  §.  IV.  In  proverl*.  :  Odi  il  vange- 
lo ,  e  poi  ti  segna  ,  dicesi  ad  accennmre 
che  l 'rima  di  giudicare  si  dee  atcclUtre . 
P.  SI-GNARE.  §.  V.  rO 

VANGILE.  Eerro  che  si  mette  nel  ma- 
nico della  vanga  ,  sul  quale  it  contadino 
posa  il  piede,  e  aggrava  essa  vanga  per 
profondarla  Itene  nel  terreno  j  altrimenti 
detto  Stecca. 

VANGUARDIA.     La    parie  antenorr 
dell'  esercito  .  Xat.    prima    aciet  ,    Caes 
tf  Segner.   Mann.    Lugi.    12     2.   Sono,   per 
così  dire,  le  loro  scorte,  le  loro  spir,  le  loro 
vanguardie    (E) 

^  VAM'A.  E.  A.  Panila.  Bocc.  Jm. 
ì'is.  37.  Che  come  lu  costà  piato  bai 
veduto ,  Così  v'  è  drcnto  momuna  va- 
nta. iBr) 

VANIANTE.  /'.  A.  Che  vaneggia 
Lat.  insantes.  Gr.  ««;« 0^0 voli».  Amm. 
Ant.  7.  1.  5.  L'  abito  della  mente  sì  co- 
nosce ncir  allo  del  corpo  ,  per  lo  quale 
lo  cuore  (b'ir  uomo  nascoso  e  ronotciuto 
che  sia  lieve  ,  <>  vantante  .  o  pieno  di 
soiiura  ,  re  ^  /mper/.  Prov  P.  l\.  T 
5.  27.  A  simiglianta  di  quella  turpissima 
matrona  di  Smirne  ec.  onde  parevalc  d" 
csjcre  dille  ala  e  leggiadra,  r  si  ne  anda- 
va venosa  e   taniaiiir  per  l>clla  spaccian- 


V  A  N 

ilosi,  nicnli'C  |ier  sozza»  e  sconliafFutta  era 
scoria  e  motteggiata  (fa  ognuno.  ( l'J 

*  VANILOQUIO.  Lo  stesso  che  SXOL- 
1  ILOQUiO.   (/f) 

VANIRE.  Svaniref  Sparire,  j4ndare  in 
fumo.  Lai.  evttnesiere.  Gr.  a^oevi'^s^dat. 
Dant.  Par.  3.  E  caDtaudu  \jdìo,  come 
(jcr  acqua  cupa  cosa  grave, 

*  VAMSSIMAMENTE  .  Superi,  di 
ì  anamcntt.  Lai.  mente  sanissima  ,  stul- 
tissime,  superbissime.  Vnrch.  Scn.  lìcn. 
1.  l3.  Parendogli  già  (ad  Alessandro } , 
per  Io  essere  stalo  agguaglialo  a  Ercole, 
d'essere  Dio,  come  s'era  vanissimamen- 
te immaginato.  (?iS) 

VANISSIMO.  Superi,  di  J  ano.  Mor. 
S.  Grcg.  In  verità ,  vanissiuia  cosa  sa- 
rcLLe  ,  sapere  il  loro  autore,  e  il  loro 
intendimento  (cioè,  inutilissima).  Fiamm. 
I.  82.  Argomenti  vanissinii  sono  contro 
jUa  costui  virtù  (dot,  non  concludeoli). 
Salvin.  Disc.  1.  aS^-  I  Gieci  vanissimi 
le  cose  dì  lor  paese  magnifi<'ano  (  cioè  , 
Lorìosissìmi ,  mollo  v.inaglorio&i  ). 

I  5  VAMTA',  VAMTAUIì,  e  VAM- 
TATE.  Astratto  di  J  ano.  Il  volo  ,  il  va- 
cuo .  Lat.  vanitas .  Gr.  /svot»;?  .  Dnnt. 
JnJ.  6.  E  poncvam  le  piante  Sopra  lor 
vanità  ,  che  par  persona  .  Tìut.  Vanità  è 
quando  una  cosa  pare,  e  non  e.  Coli.  SS. 
t'ad.  Quelle,  il  cui  peso  e  prezzo  roden- 
do ,  la  ruggine  della  vanitade  non  lascia 
ragguagliare  al  saggio  de*  Padri  ,  scusia- 
mo come  monete  lievi  e  d.inDose,f  *  iSel- 
lin.  Disc.  I.  23l.  Eccovi  dunque  una 
quarta  maniera  di  far  di  cedente  non  ce- 
dente con  una  maleria  cedentissima  al- 
iresì,  com'  è  la  vanità  del  vento.  (CJ 

'»*  §■  l-  Vftnità,  diccsi  anche  Ciò  che  è 
poco  stallile,  che  è  caduco.  «  Dant.  far. 
9.  Da  si  fatto  lien  torcete  i  cuori.  Driz- 
zando in  vanità  le  vostre  tempie.  Cavale. 
Frutt.  liitg.  Chiama  qui  vanilà  e  men- 
dacio questi  beni  visil)ili .  Pass.  287.  Il 
mondo  è  vanità  di  vanitadi ,  e  ogni  cosa 
è  vanità  ».  (C) 

*  g  II.  /  amia,  dicesi  anche  Ciò  che 
è  inutile,  frivolo,  di  poca  importan- 
za -  «  Cas.  leti.  39.  Son  cerio  che  An- 
nibale ara  parlalo  di  vanità,  come  suo- 
le -.  (C) 

*  g.  III.  J'anità,  vale  anche  Difetto  dt 
chi  si  perde  in  cose  frivole,  di  chi  fa  poni' 
pa  di  finniche  sua  qualità  per  acquistarne 
lode,  ammirazione ,  di  chi  per  comparire 
si  abbiglia  eccessivamente.  «  /Jocc.  nov. 
63-  3.  Avvegnaché  egli  ec.  avesse  dalP  un 
de'  lati  posto  1*  amore  che  alla  sua  co- 
mar  portava ,  e  cerle  altre  sue  vanità  j 
pure  in  processo  di  tempo  ec.  se  le  ri- 
prese »».  Tac.  Dav.  Ann.  3.  72.  Lessela 
l  una  canzone)  per  vanilà  in  Casa  Petro- 
nio a  Vitellia .  Segner.  Crist.  instr.  3. 
3o.  9.  Giudicale  poi  ciò  che  può  succe- 
dere nelle  case  private,  se  si  dà  mente  a 
saziare  la  vanità  delle  femmine  dominan- 
ti sui  lor  mariti  .  fi  nnm.  12.  E  pure 
né  anche  qui  termina  luKu  il  male,  che 
suole  andar  connesso  alla  vanità  del  ve- 
stir donnesco.  (C) 

VANITOSO.  /'.  .1.  JdJ.  l'ano^  Che 
ha  vanità  ,  Borioso  ,  ì  anaglorioso.  Lai. 
gloriosus,  ventosus,  ambitiosus.  Gr.  a).!t- 
(Joli'-  Trntt.  gov.  Jam.  Stiano,  quanto  si 
può,  dilungì  nuue  ,  conviti,  usar  con  va- 
Dituse  .  Scrm  .  S.  Agost .  l5.  Vergo- 
gnatif  parabolano  disutile;  cognoscili,  va- 
nitoso ingannatore ,  rhe  non  misuri  e  non 
pensi  alla  sentenza  delle  parule. 

VANNL  ì  oce  povtit~a,  the  non  si  tro- 
va usata  se  non  nel  numero  del  più  . 
Lai.  penner.  Gr.  ^rzpv-  Pani.  Inf.  27. 
L'  aquila  da  polenta  la  si  cova  Si ,  che 
Cervia  ricopre  co' suoi  vanni  .  But.  ivi: 
Vanni  si  chiamano  le  penne  presso  alle 
prime  dell'  ala  ,  che  si  chiamano  coltelli. 


V  A  N 

Petr.  cap.  II.    ?ì   che  al  mio    volo  1*  ira 
addoppi  i  vanni. 

^  g.  E fìgurntiìm.  Poliz.  stani,  l.  6. 
Ala  6n  eh'  all'  all.i  impresa  tremo  e  bra- 
mo ,  E  son  tarpali  i  vanni  al  mio  disio. 
Lo  glorioso  tuo  fialel  cantiamo,  er.  (fi) 
VANO.  Sust.  La  parte  vota.  Il  voto. 
Vacuo  .  Lai.  vacuuni  .  Gr.  re  /£vov  - 
Dant.  Inf.  17.  Nel  vano  tutta  sua  coda 
guizzava.  F.  Purg.  io.  Ddlla  sua  spon- 
da ,  ove  confina  il  vano  .  Borgh.  Bip. 
470.  Duccio  riempieva  i  vanì  int.igli.i;i 
nel  marmo  bianco  di  mistura  nera.  *  Car. 
Fn.  I.  93  Se  ciò  non  fosse,  il  mar,  la 
terra,  e  'I  cielo,  Lacerali  da  lor  (dai  ven^ 
ti),  confusi  e  >parsi  Con  essi  andiian  per 
Io  gran  vano  a  volo.  (FPj 

g.  I.  Pfr  la  Parte  inutile,  e  difettosa 
di  checchessia.  Lat.  inutilis.  Gr.  azprjs- 
To;  .  Dant.  Par.  6.  D'  entro  alle  leggi 
trassi  il  troppo  e  '1  vano. 

^-  g.  II.  l'ani,  SI  dicono  in  Architet- 
tura (Quegli  aditi  che  sono  per  tutto  l' e- 
difizio  ,  donde  possono  entrare  ed  uscire 
tutte  le  cose  che  fanno  di  bisogno  a  co- 
loro che  vi  stanno  dentro.  Baldin.  Voc. 
Dis.  De' vani  alcuni  servono  a' lumi,  all' 
aria  e  a"  venti;  ed  allri  all'  entrata  ed  u- 
scita  di  quei  che  abitano  ,  e  delle  cose  a 
loro  bisognevoli.  (A) 

VANO.  Add.  Voto,  che  non  contiene 
in  se  cosa  alcuna  .  Lat.  vanus  ,  inanis  , 
cassus.  Gr.  Z£vo';.  Pass.  288.  Gli  anti- 
chi l'appellano  vanagloria,  cioè  cosa  vo- 
ta ,  eh'  è  delta  vana.  Docc.  nov.  58.  5.  Ma 
ella,  più  che  una  canna  vana  ce,  disse  che 
elJa  si  voleva  specchiar  come  l'altre.  '^  Ar. 
Fur.  2.  72.  Là  dove  il  monte  era  forato 
e  vano.  (TC) 

■J-  §.  I.  Vano  ,  talora  vale  Inutile  , 
Senza  eletto,  u-  y4lam  .  Colt.  5.  l36. 
Molli  modi  al  frenar  già  mise  in  uso  La 
ruzza  antichità,  1'  aspre  procelle,  E  le  sas- 
sose grandini,  che  spesso  Rendon  vane  in 
un  di  d'un  anno  l'opre.  ( Gj 

•^  §.  II.  Onde  Venire,  Tornare  vano 
un  disegno,  e  simili ,  vale  Non  aver  ef* 
fetlo.  «  G.  V.  5.  21.  I.  Ma  loro  intendi- 
mento loslo  venne  vano  ".  (C) 

f  §.  III.  Vano,  aggiunto  a  parole,  a 
concetti,  e  simili,  vale  Senza  sustanzia. 
Privo  di  solido,  e  ragionevole  fondamen- 
to. Lat.  inuttlis,  futilis.  Gr.  U'/pTinroi, 
ptATixwi.  Petr.  son.  i.  Tra  le  vane  spe- 
ranze e  'I  van  dolore  .  F  son.  204.  Mi- 
sero, e  pien  di  pcnsier  vani  e  sciocchi. 
Bocc.  nov.  92.  7.  Ghino,  udendo  quelle, 
parte  ne  lascio  andare,  sì  come  vane,  e 
ad  alcuna  assai  cortesemente  rispose  *  F 
nov.  37.  IO.  Le  quali  cose  ec.  siccome  fii- 
voleevane,  in  presenza  del  giudice  erano 
schernite.  Guicc.  Stor.  6.  191.  Non  con- 
siderando essere  vano  sperare  nel  secol 
nostro  si  magnanima  restituzione  di  un 
tanto   regno  .  (Cj 

t  §■  '^  ■  Vano  ,  talora  vale  Caduco  . 
Dant.  Inf.  7.  Che  permutasse  a  tempo  li 
ben  vani  Di  gente  in  gente. 

=1-  5.  \".  Per  Impossibile .  Bed.  ins. 
Non  dissero  menzogna,  affermando  V  ago 
e  pungiglione  degli  scorpioni  esser  fora- 
lo d'  un  pertugio  così  insensibile  ,  che  si 
rende  vano  all'  occhio  il  poterlo  vede- 
re. iCP} 

§.  VI.  Per  metaf  aggiunto  a  uomo  , 
vale  Aniator  di  cose  vane ,  l  anaglorio- 
so,  IJ arioso  ,  Leggieri.  Lat.  gloriosuT, 
ambitiosus,  ventosus,  levis.  Gr.  v.X'xl^'fj. 
Pass.  287.  Vani  sono  gli  uomini  che  de- 
siderano d'  avere  la  vanagloria  ,  ovvero  da' 
quali  alili  desidera  d'  aver  gloria.  Petr 
cap.  I.  Fatto  Signore  e  Dio  da  gente  va- 
na .  Lab.  180.  Come  vana  ,  credo  ,  che 
spesso  vada  li  scudi  ,  che  per  le  chiese 
sono  appiccali  ,  annoverando  .  Cas .  lett. 
62.  Quando  io  diceva  a  V.   M.  che  esso 


VAN 


i6l5 


era  tutto  vano  e  tutto  leggiere,  non  me 
lo  voleva  credere.  ^  Segner.  Crist.  instr. 
3.  3o.  7.  Vadano  frattanto  a  scusarsi  le 
donne  vane  ,  e  di;iiio  tutte  ad  intendere 
parimente ,  the  si  adornano  con  buona 
fine  .  di  fomentar  1'  affetto  maritale  ne* 
lor  consorti.   (C) 

'•*  §.  VII.  Pelo  vano,  dicono  i  Cappel- 
lai a  Quel  ptlv  grosso  e  ruvido  che  tro~ 
vasi  nelle  pelli,  il  quale  non  feltra  mai, 
ma  sempre  dà  infuori.  (A) 

'•■'■  g.  Vili,  i:  Pelo  vano,  dicesi  a  Quel 
primo  pelo  che  comincia  ad  apparire  ai 
giovani  nelle  guancie.   (C) 

•^  g.  IX.  rhidar  vano,  parlandosi  di 
colpì,  vale  Cadere  in  fallo,  Non  colpire. 
Bcnv.  Celi.  ì  it.  1.  174.  E  sollecitando 
non  restavo  mai  di  tirare;  e  quasi  mai  an- 
dava colpo  vauo. /Cy 

*  g.  X.  In  vano,  posto  avvcrbialm. 
vale  Inutilmente,  Senza  profìtto.  V  IN- 
VANO. (C) 

*  VANTADOnE.  V.  A.  Lo  stesso 
che  Jan  latore.  Frane.  Barò.  69.  3.  Se- 
scalco  vantadorc  Dispiace.  E  II9.  6.  Le 
più  volto  è  nudo  il  vanladore.  (V) 

VANTAGGETTO.  Dim.  di  Vantag- 
gio .  Lat .  mantissa  .  Gr .  rTpónoo/xa. . 
Guitt.  lett.  Per  ogni  menomo  vantagget- 
to  si  muovono. 

VANTAGGIARE.  Superare,  Avanta- 
re  ,  Sopravanzare.  Lat.  superare,  excel- 
lere  Gr.  TZpoix^iv,  'j;r- &s;^-tv.  Tes.  Br. 
9.  8.  Quelli  solamenle  è  degno  di  si  no- 
hil  cosa  e  onorata,  che  sa  vantaggiare  gli 
altri  di  sua  vii  tu,  e  di  suo  merito.  But. 
Inf  17.  I.  Aragna  sua  6gIÌuola  fu  molto 
ammaestrata  in  far  panni  lani,  cioè  in  la- 
vorar la  lana,  e  filare,  e  tessere,  intanto 
che  in  ciò  vantaggiava  Pallude.  ^-  Segner. 
Mann.  Liigl.  l3.  2.  Come  dunque  vorre- 
sti omai  vantaggiarlo  di  condizione?  (V) 

g.  I.  In  signifc.  ncutr.  e  neittr.  pass. 
vale  Divenir  migliore.  Acquistare,  Appro- 
fittarsi ,  Avvantaggiani .  Lat.  proficere  . 
Gr.  — fiogy/vìiv.  Cr.  5.  19.  14.  .Sempre 
nuova  virtù  lipigliando,  vantaggiano,  ♦  Ac- 
cori/. Malesp.  193.  Certificalo  che  tra  lo- 
ro era  Curradino,  per  vantaggiarsi,  si  gli 
menò  prigioni  al  re  Carlo  .  (B)  Buon  . 
Fier.  2.  9.  II.  Se  tu  scorgi  Vantaggiarti 
comprando  pe' contami.  Non  pigliar  a  cre- 
denza. E  2.  l\.  18.  Per  vantaggiarsi  aspetta 
Che  ec. 

g.  11.  Vantaggiare  alcuno,  si  dice  an- 
che del  Risparmiargii  nel  comperare  ,  e 
Avanzargli  nel  vendere. 

*  VANTAGGIATAMENTE.  AvverO. 
In  maniera  vantaggiata,  Vantaggiosamen- 
te.  Eccedentemente.  Lat.  prteler  modum . 
Gr.  -jTTì^^tjiSTpwc  .  Salvin.  Pise,  2.  32^ 
Voi  forse  v'aspettate,  o  signori,  per  la 
buona  fama  di  me  sparsa  vantaggiatamenle 
dalla  buona  memoria  del  sig .  Francesco 
Fedi  ec.  ,  eh'  io  ve  le  dichiari  a  una  a 
una.  (')  Imperf.  V.  Tib.  D.  3.  T.  12. 
117.  Conviene  come  dello  avete  (dell'a- 
more e  del  timore  )  che  nel  riguardare  i 
Principi  r  uno  sia  accoppiato  coli*  altro. 
anzi  vjnlaggialaniente  del  primo  che  del 
secondo.    (V) 

VANTAGGIATO  .  Add.  da  Vantag- 
giare; Che  e  in  grado  d''  eccellenza.  Ot- 
timo. Lat.  optiinus.  Gr.  j3-:>Tt770?.  Lib. 
Vingg.  Ed  ivi  sono  vantaggiati  vini  di 
novello,  cioè  di  vendemmia.  Agn.  Pand. 
!\i.  Non  che  la  dnnua  cuoca,  ma  co- 
mandi, insegni,  mostri  alle  serve  non  cosi 
dotte  fare  tutte  le  vaolapgiale  e  migliori 
vivande  che  ec.  Buon.  Fier.  2.  i.  I-  E 
fior  di  roba  vantaf-giata  e  rara.  Dav.  Colf. 
164.  Facciasi  in  su  quel!.»  vinaccia  non 
pigiata  un  vantaggiato  acquerello. 

5  g.  I.  f'antaggiato,  è  anche  Aggiunto 
di  vestimento,  0  altro,  che  penda  piutto- 
sto nel  dovizioso,  che  nello  scarso.  Galat. 


1C46 


V  A  S 


V  A  .N 


38  Tu  farai  adunque  delle  cirimooie,  co- 
me il  sarto  fa  de'  panni  ,  che  più  tosto  li 
Uglia  vantaggiati,  che  scarsi.  «  Lasc.  rim. 
2.  2l3.  Ma  sopratlutlu  lare  Loro  una  Ijuo- 
ua  vantaggiala  e  bella  ,  Soda  gagliarda  e 
morliida  animella.  (Cj 

*  §11.  ì:  figuralam  .  -  Cas.  Oraz. 
Cari,  f  .  127.  Kon  come  non  Ijuooo,  ma 
come  non  vostro  ;  e  non  come  scarso , 
ni.i  come  non  vantaggiato  non  si  rice- 
ve ...  (.ÌJi 

VANTAGCI.XO.  Dim.  di  lantaggioj 
limlaggello.  Lat.  mantissa.  Li':  cur. 
mn/alt.  ^e  prendono  parimente  il  van- 
eggino . 

t  VASTAGGIO.  //  soprapp.ù,  Qud- 
lo  che  s' Ila  Hi  più  degli  altri  ,  Superio- 
rità .  I.al.  aiictahum  .  Gr.  Ani'/xercov  . 
Pani  Inf.  16.  Qual  solcano  i  campion 
lar  nudi  e<l  uuti  ,  Anisando  lor  preda  e 
lor   vantaggio    Pass.    184.   Altrimenti  n..u 

HI.-aI.I...       I  ■'  .... 


V  A  N 


avrcblie  avuto  la  Vergine  Maria  vant.->g- 
gio  da  lercmia.  ..  dal  Ballista  ec  ;  in  J- 
Ire  cose  maggiori  potette  Iddio  er.  faic 
vanlaggin,  e  graziosi  doni  alla  lladrc  sua 
sopra  lutti  gli  altri  Santi.  OU.  Coni.  Piirg. 
21.  3()3.  Tutti  quelli  che  erano  valorosi 
in  iscicnza  ,  in  >irludi,  o  in  arto,  o  in 
arme  ,  da  quelli  signori  cran  tratti  a  Ro- 
ma,  e  con  molti  onori  ,  e  vantaggi  rice- 
vuti. Frane.  Saccli.  noi'.  112.  k,  ho  gran 
vantaggio  da  voi,  che  V  usar  colla  donna 
mia  mi  liene  glasso,  e  gagliardo.  ••?  Borgh. 
Man.  134.  A  molti  par  questo  ce.  la  car- 
ta della  Itgitlima,  ove  ordinariamente  chi 
non  r  ha  da  niustrare  ,  ha  vantaggio  da 
chi  la  mostra  1  cioè  ,  'e  di  miglior  rondi- 
none  che  chi  la  mostra).  Segner.  Mann. 
/)ie.  29.  2.  Considera  ,  posto  ciò,  quanto 
sia  il  vantaggio  de'  tempi  nostri  su  quelli 
amichi,   (f; 

§.  I.  Per  Utilità.  Lai.  compenifiiim  , 
utilitas.  Gr.  tu'^illix,  iusiTeili!'..  Iit. 
Plut  Riputava  maggior  vantaggio  di  cor. 
regger  li  cittadini,  che  di  vincer  li  nimi- 
CI  .  Petr.  eap.  7.  E  vederassi  ec.  oro  e 
terreno  Essere  stato  danno  ,  e  non  van- 
taggio. G.  r.  IO.  1.  5.  Sotto  il  trattalo 
trasse  SUOI  vantaggi  della  lega  de'  Ghi- 
hellini 

*  §.  II.  l'antaggio  ,  talora  vale  4c- 
ei-etcimento.  Segiier.  Mann.  Jgost.  9.  2. 
Che  eleggeresti  in  una  lua  possessione  a 
maggior  vantaggio  di  rendita?  (Vj 

*  g.  III.  I  er  Diffei-enza  .  lìern.  rim. 
1.  52.  Che  ^uel  vantaggio  sia  fra  loro  ap- 
punto ,  Ch'  e  fra  '1  panno  scarlatto  ,  e  i 
panni  bui    (li) 

g.  IV.  Per  ì'entiira.  ììoec.  nov.  20.  2. 
Certo  vantaggio  ne  fu,  che  olla  non  fu  U 
primiera  . 

*t  §■  V.  Per  Corollario .  Voce  poco 
usata.  Lat.  eorollarium  .  Gr.  :irfiti;/«, 
Hoez.  I  ardi.  3  pros.  IO.  Non  altramen- 
te che  sogliono  i  geometri  ,  1  qu.-ili  ,  po- 
scia che  hanno  dimostralo  lo  loro  propo- 
ste ,  ne  inferiscono  alcune  cose  ,  che  ossi 
chiamano  poritniali,  r  noi  potremmo  per 
ventura  dir  vantaggi.  !■:  appretto  ■  ifue- 
sto  ò  (  risposi  )  un  beli,,  e  prciioso  o  pc. 
risma,  o  coiallario,  o  giunla  ,  „  vantag- 
gio, che  tu  lo  •]  »o.,li  chiamare. 

*  S-  VI.  Cloratore  di  vantaggio  ,  di- 
cesi  Colui  die  giocando  cerca  di  vincere 
con  modi  illeciti.   (C) 

*  S-  VII.  t'osa  di  vantaggio,  vale  Co- 
.•<!  vantaggiata,  .Miglior,:  frane,  .\accli. 
nov.  144.  N„n  era  buono  esempio  al  mon- 
do, che  li  tuoi  pari  an.I.vjsino  per  loro  vi- 
vere  corcando  le  rose  di  vantaggio.  ,■/  ; 

*  §•  Vili.  PreiideiT  il  vantaggio,  dl- 
eono  I  militari  dell'  Itrnipaie  con  mag- 
gior reirrità  ,  a  con  miglior  consiglio  il 
luogo  favorevole  alla  difesa  propria,  o  a 
maggior  affe.ra  del  nemico.  Ihn.  Comp. 
I.  7.    Acronciavansi    a    difendere    la    loro 


città  ,   0   di  prendere  il   vanUegio  a"  pas- 
si. (C)  ' 

t  5  §.   IX.   A  vantaggio,  posto  avver- 
bialm.  ,  vale  Al  di  soprai  che  anrlie  di- 
Clamo    A    cavaliere.    V.    CAVALIERE 
g.   XX. 

*  §■  "•  -^  vantaggio,  vale  anche  Con 
radura  vantaggiata.  „  lìenv.  Celi.  Oref. 
80-  Si  comincia  a  ballere  ,  sosleucndolo 
alquanta  a  vantaggio,  6ntanloché  si  ven- 
ga a  ristringere  la  gola  del  vaso  ».  (C) 

g.  XI.  Ita  vantaggio,  posto  avverbialm., 
vale  Di  piti.  Lat.  adirne,  insuper ,  prae- 
frea.  Gr.  T.faiiii,  ti/ìJj  toJtoi;  Bern. 
Uri.  1.  9.  65.  E  trovo  questa  donna  da 
vantaggio  .  Tac.  Dav.  Mar.  2.  289.  Ma 
Vitelho  trovo  altro  cagioni  da  vanlaggi,j  . 
;>/<i/»i.  4.  i3.  Dipinge,  né  può  farsi  da 
vantaggio  Gencralmeulc  io  qualsivoglia 
cosa  . 

*  §.  XII.  Di  vantaggio,  posto  avver- 
bialm. vale  Di  pili.  Inoltre.  Segner.  Mann. 
Cena.  6.  6.  Considera  di  vantaggio  ,  che 
ipiando  tu  cordialmente  chiedi  al  Signore 
quei  beni  che  sono  i  veri,  quali  sono  j,li 
spirituali,  egli  sempre  li  esaudisce.  iP, 

,""  S-  -'"IL  Di  vantaggio,  vale  anche 
Più,  l'i!,  lunga  tempo.  /'.  DI  VANTAG- 
ClO.g.  IV.   (Cj 

g.  XIV.  Vi  gran  vantaggio ,  posto  av- 
verbialm. ,  vale  Grandemente ,  Ottima- 
mente .  Bocc.  nov.  33.  IO.  Una  sacttia 
comperarono,  o  quella  segretamente  arma- 
rono di  gran  vantaggio. 

*  §.  5V.  I  anlaggio.  Term.  degli  Stam- 
patori .  Queir  asse  che  ha  una  piccala 
sponda  da  capo  e  dai  due  lati,  sopra  la 
tinaie  il  Compositore  assetta  le  linee,  do- 
po che  le  ha  composte.  (A) 

VANTAGGIOSAME.NTE.  Avverb.  Con 
vantaggio .  But.  Come  dovesse  I'  uno  af- 
ferrare ,  cioè  pigliare  alle  gavigne  1"  altro 
vaulaggio-samenle. 

VAIKTAG&IOSISSIMAMENTE  .  Su- 
peri, di  I  antaggiosamente  .  Cuill.  Leti. 
Si  portarono  valilaggiosissimamenle  sopra 
gli  altri  .  /■>.  Ciord.  l'red.  li.  Negoiia- 
no  vantaggiosissimamente  per  lo  loro  per- 
sone ,  * 

VANTAGGIOSISSIMO.  Superi,  di 
Vantaggioso.  Segner.  Mann.  Magg.S.^. 
Per  ultim.)  guarda  ancora  il  vaulaggiosis- 
simo  posto  ,  donde  combattono  .  Salvia. 
Disc.  I.  200.  Le  lettere  ec.  non  solo  os- 
sero profittevoli  e  comode  ,  ma  vantaggio- 
sissime (  cioè,   utilissime  ). 

t  VANrAGGIOSO.  Add.  Che  cerca 
I  suoi  vantaggi  altra  ,1  convenevole,  larch. 
Star,  l'omo  sollecito  ,  e  dUigente,  ma  ec. 
vantaggioso  Celi.  Sport.  4,  2.  E  laolo 
vantaggioso,  che  non  Iruova  ortolano,  o 
bercaio  che  gli  voglia  vendere.  Ci.if<-. 
Alar.  Per  la  natura  di  Paolo,  vantaggioso 
ne  pagamenti. 

fe'  ynntaggioto  ,  „  pr,n,le  anche  per 
Itile.  »  Segner.  Pivd.  Ini.  Ap.  1.  6. 
Non  e  cosa  pero  di  slupor  maggiore,  che 
ragione  si  fievole  avesse  fona  di  tratte- 
ner Moie  dall'  arcetlire  con  sommessinne 
■  parlili  più  vonlag,iosi,  che  Dio  offeriva- 
gh  s,do  cho  lo  lasciasse  operare  con  liber- 
ti? ITC/ 

VANTAG(;iUZZO  Pim.  di  fanlag- 
gio  .  Mali  Iranz.  r,m.  buri.  3.  2O2.  È 
lecito  in  quel  nirnlro  d'  .-ssor  malto  j  E 
chi  volesse  qualche  vanlaggoiu,.,  Potreb- 
be anche  impattare  airatt,,  affallo 

VANTAGIONE  ,  e  VA>TAZIONE  . 
/  antamcnto  I  al.  la,  tatto  .  fr  liwrd. 
Pred  It.  .So  ne  gloriano  con  superbe 
vantMioni  Fior.  I  irl.  A.  V  L..  secon- 
do h  vantagione  ,  ciò),  liNlarii  d'  alcuna 
ro.a  .  /•■  appresto  :  Salomone  disse  del 
vuio  della  vanla,;i„n,':  Lasciati  b,<larr  ad 
altra   lingua,  e  non  alla  lua. 

t   VANTAMENTO    II  vantarsi,   I  .de 


vana  the  altri  da  a  se  medesime,  e  eht 
dimostra  una  certa  presunzione.  Lat.  la- 
Clantia,  iactatio,  superbia.  Gr.  ci,u'„,U0L 
■j;t!,.;»lsa««.  Frane.  Barb.  -g.  7  Non 
usar  tu  mai  oc.  Pompe,  arroganta,  o  »an- 
lamenl.  ,  o  atli  .  .Vaeslruzz.  2.  5.  Della 
vanagloria  ,  secondo  qurslo  dottore  na- 
scono selle  fijLuule  :  la  disubbidienù  U 
Tantamento,  ec.  Tes.  Lr.  7.  82.  Di  'su- 
perbia  viene  orgoglio  e  dispetto  e  vanta- 
menlo.    I.ib.   Sagram.    P.    y,   ,1  „, 

del  vanlamcnto.  Mor.  S.  Creg.  Dicendo 
eh  egli  avea  dello  queUe  parole  con  van- 
lamento.  Coli.  SS.  lad.  A  quelli  che  non 
son  degni,  0  che  la  ricevono  con  fasluliu 
non  cadesse  in  viiio  di  vaoUmento .  / 
appreso:  Lo  setlimo,  vanlamcnto,  ovvero 
vanagloria;  1'  oliavo,  superbia.  Bett.  Tuli 
101.  Vegnon.lo  eoa  loro,  dicendo  molte 
parole  di  suo  vanlamcnto.  «  Gioì'.  Celi. 
IH.  Alf.  97.  Inaliando  con  vantamoQÙ  e 
con  parole  molto  superbe  sopra  lutU  eli 
altri  la  virtù  dogli  Spagnuoli.  F  2o5.  Di- 
sputando alle  volle  Alfonso,  scoia  vanu- 
nicnli  di  parole,  contro  a  coloro  che  bia- 
simavan  la  masseiiiia  ,  e  a  modo  del  vi- 
ver  suo,  usai  a  dire  sposso  questa  oravo 
senteiua.  (Cj 

•ff  VA.MANZA  /'.  ./.  ranlamen- 
lo.  Fu.  SS  Pad.  I.  ,21.  Accioccht  1 
corpo  s  affatichi  per  li  digiuni,  e  ne.  nte- 
meuo  1  anima  non  oe  cerchi  lantania  e 
vauiu  dagli  uomini  (cosi  Ugge  U  „„„ 
de'  I  ent.j  la  stampa  ha  gialUniia).  (l'j 
VANTARE.  Esaltare,  Magnificare, 
Aggrandir  con  lo,le.  Celebrare,  Par  van- 
to.  Lit.  effirre,  celebrare.  Gr.    «{sucil., 

tfoCa^si».  ./mm.  Ani.  16.  5.  9.  Chi  U 
beneficio  diede  ,  n.,1  dee  predicare  ,  nò 
vaoLire.  r<7or.  4.  119.  So  si  boUa  i.  co- 
me voi  la  vantate,  e  di  nobili  parenti  di- 
scesa  ce,  rio"  miei  tesori  queUi,  che  vor- 
rete ,  prenderete  ,  0  donerelemi  lei .  S 
Agost.  C.  r>.  Per  la  benivulenta  fu  no- 
uunalo  e  vantalo  tra  gì'  Iddii.  Ar.  Fur. 
18  97.  Per  guerrier  valoroso,  e  di  gran 
nome  La  vera  istoria  Sansonelto  vanta 
Bern.  Ori.  2.  5.  14.  Aveva  il  conte  Or- 
lando fona  tanta  ,  Che  ,  se  '1  creder  le 
cose  dello  lite  ,  D'  aver  portala  una  co- 
lonna a  vanta  Grjssa  d'Anglanto  a  Brava 
il  libro ,  e  dico. 

t  g-  I-  in  signijtc.  neutr.  pass,  vale 
Clonarsi,  Pregiarsi,  Darsi  vanto,  Ma- 
gnifi,-are  soprammodo  le  cose  sue  .  Lai. 
se  se  iaclare,  se  .te  efTerrc,  gloriali.  Or. 

Tcsorelt.   Br.  20.   198.   Ahi  uoml  perchè 
ti  vanto.  Vecchio,  menano  e  fante?  Bocc. 
"<"••  17.  '|8   Acciocché  li,  di  là  vantarmi 
possa  ,  che    di    qua    amato   sia   dalla   più 
bella  donna,  che  mai  formala  fosse  dalla 
natura  .   /■  nov.    26.    20.    Mai    non    potò 
vantarsi,  che  io  il  guatassi  pure  una  sul- 
la   E  nov.  77.  So.   Nò  altra  gloria  hann,. 
migguiro,  che   il   vantarsi   di   quelle   che 
hanno  avute       Petr.    san.    2S6     L'  una  ò 
nel  ciel.  che  se  ne  gloria  e  vanta.  Damt 
Inf.  24.   Più  non  si  vanii  Libia    con  sua 
rena.    Sen     Ben.    Farch.  4     21     Que.u 
può    per    av  ventura    far    la    mostra  di   so 
niede.imo  ,  perchò  ha  di  che   vantarsi  ,  e 
che  m.olr.re.    /  „nrA.    Ereol.  67     Inrla- 
«•   'c  e  somigli.DIissimo  .  millantarsi,  e 
noi  abbiamo,  «lira  il  gloriarsi,  etn  è  la- 
tino,  un    verbo   più   Wlo.   ,1  quale   ò  van- 
lar.,1  .  o  darsi  vanto  ;    il    quale    verbo  r 
nome    Don    hanno   i   Latini  ,   ma   1   Greci 
li.   che  dicon.i  felicemente  i'vij^ki.  od 
'VX"; 

S  II.  Vantarsi,  vale  aneht  Pmmel- 
ter  di  fare  alcuna  cosa  .  Bore.  wv.  19. 
17.  Fornito  avea  quello,  di  che  vantato 
s  ora. 

t  *  §  HI.  Vantare  urna  ensa  ad  uno, 
vale   Vantarsi  d'  essa    con    lui  .  e  ,/.,,..j 


V  A  S 

pa„(o    per  lui ,  l"^"  ^l"--  •»  ^"S'" 

,,/.iJ  fi-- !•"'■  r^''"r  *;'■ 

f,rÌ  '.ocìore,  cU.è  U  p.i  v.nUlo  d.  prò- 
^«ua    cuailaROCia  lo  steodaido. 

T VANTATOKE.  /Vrfc»/.  ».«.<•.  «C 
o  (\,  „  ,„„,„.   Lai.  iactator     glo^u^ 

lo  sopercb,o  e  '1  poco  .  Quel.  c»>^  ";■  ^ 
meJlraque3.e  Juecose    -eaetlov 

race  •  e  queU.  che   soprabbouJa  ,  e  dello 

veUino  e  vanlatore  .  lied.  Aun^l-  »  '"•■ 
.38  11  vino  moue  un  cieco  amore  d,  loro 
steti  negli  uomini,  e  gli  reodc  ^ao.u.or. 
più  assai  del  dovere. 

VANTATBICE.    J  erbai,  firn.    Wej 

Dio   distrugge  le  opere  iual..u.se  ,  e  Im 

«"v;STAzrONE.  y.  VANTAG.ONE. 

*  VANTEUIA.  MiUanUna.  Lai.  .<■- 
ctantia.  Gr.  ^Eval«v.X'=<-,  -^'f '>  ■"■  Z'"'^- 
3  l3.  A  chi  non  vede  pm  la  sembrano 
vanlerie,  e  speiiosilid.  parale.  (  ) 

VA.NTEVOLE.  Add.  Di  vanto.  \..^^■ 
u,perlms  .  Gr.  vVsp»;'? «»«^  ■  G""'-  ^-■ 
il  II  quale  cosi  ardiumeute  con  pa  ole 
vanlevol.  e  mordaci  non  s' e  peritalo  d, 
lacerare  la  vostra  maeslade. 

VANTO      //vanwrji,    I  aiiianu nto  . 
Lat.   .àrtó^lia  .    Gr.    «>=<>«£•.■«.    i^occ 
«...  lOO.   3l.   Credendum.  poter  dar  van 
to.ebe  niuno  altro  s.a ,  che  s. ,  com   .o 
si  ..ossa  di  sua  moglier  contentare,  f  »«/<. 
rrcol.6-,.  laclare  se  fe  sonngl.aDl.ss.mo  a 
m*//«„M;.i.e  noi  abbiamo    olirà,    g- 
r,ar^i,  che  è  latino,  un  verbo  p.u  be  lo, 
il  quale  è  vantarsi,  o  darsi  vanto    >\  V^i- 
VZU  e  nome  non  hanno  .  Lal.n.  n.a 
i  Greci  si,  che  d.cono  lelicemente  ^JX« 

tòa.   ed  -:x-   *  ^""-  '^"'-  ^°  '^■ 

Confortò  il  dubbio  ,  e  confern.o  eh.  .pe- 
ra  Ed  all'  audace  rammento  .  suo.  vanti, 
E  le  sue  prove  al  forte  ,  ce.  (B) 

8  1  Per  Lo  prometter  di  se  .  t  i/oc. 
j  |o3.'  Veramente  sarebbe  da  reputar  va- 
loroso chi  Ul  vanto  adempiesse 

S  II  Per  l'Ode,  Gloria,  Palma,  nel 
sienifie.  del  %.  Lai.  gloria,  laus.  Gr. 
sita,  U^'-'ol  P"r.  ^-T-  '^/^yS"" 
maravi-lia  di  se  stessa,  Vedendos.  fra  lut- 

lu   andata,  onde  li   dai  tu   vanto.  Intese 


VAN 


V  A  P 


•647 


"+«%  III.  tanto,  vale  anche  Ciò  che 
,2de  degno  ..no  d,  stima,  .li  lode,  o  s,- 
Z.fe.  Pass.  tìer.  .45:  -S'»  cuna  ombra 
di  colpa  i  suoi  gran  vani.  Bende  mench.a. 
ri  ,  è  sol  foU.a  a-  amore  .  Segner.  1  red. 
rài  Ap.  4.  1  11  ^•3°"'  •'"S^'°  p.u  lun- 
gamente alla  gran  Vergine  M^^re  ec 
t  r  essere  sempre  siala  le.  sema  mac 
,hia.    tTC) 

If  R  IV.  iVon  dare  vanto  al  ali-una 
,/,  m,a/cAe  cosa,  vale  Essergli  supcriore 
.n  Inalche  cosa  .  Ott.  Com.  Purg  ..  7. 
Ora  ..ueste  veggendos.  essere  .n  tale  gra- 
do s  se  neva°naglor.avano  tanto  ,  che  m 
foro  parlare  dicevano  .  che  non  davano 
vanto    aUe    Muse  ,    eh'  elleno    operassono 

meglio  dil'""*°''8"V'^""";//^  , 
°  V  Per  I  antasg.o  ■  IJant  InJ. 
Koaved.  tu  la  morte' che  "l  comb.ilte  Sulla 
fi^ana.  ove  1  mar  non  ha  vanto  ?  /f..r 
i".  Poro  as>B0c:  ove  1  mar  non  ha 
vanto  .  .né  noa  ha  vantaggio. 


VANVERA.  P.V1..M0  A  vanvera,  rf- 
sto  avverb,alm.  e  vale  A  caso.  Com  ella 
v.ene  Lat.  casu  ,  Jortn.lo  .  Gr.  TUXI  • 
/  arch  Let.  Un  saellone  ohe  nou  s  aves- 
se proposto  bertaglio  nessuno  ma  traesse 
a  v'anvera.  Tac.  Pav.Sto,-;  4.  339  Se- 
condo  che  cran  cald.  dal  v„,o,  co.rono  a 
combatlore  alla  'mpairala,  l.raodo  a  van- 
vera nel  buio.  Allcg.  34.  INOM  usavano  . 
vecchi  nostri  far  le  cose  a  vanvera. 

VAWURA.  r.  A.  Vanita^  ^"'-  '""'" 
,„.  Gr.  k=v<,'t.15.  Ir.  lac.  T.  4.  10.  10. 
Noi  .ni  pensava  ,  quaud-  .  e,  a  m  amo  e 
Del  mondo  f.dso  ,  p.enu  d,  vanura.  Pnm 
ant.  Cuitl.  >'.  P-  Quand  eo  m  accorsi 
della  sua  vanura. 

VAPORABILE.  A.ld.  Atto  a  svapo- 
rare. Cr.  2.  6.  3.  Que.la  diventa  p.u  va- 
porabile, che  ■!  rimanente  d.  quel  mede- 
simo che  b  nella  sustani.a  della  p.anta  . 
/)„„,.  Com..  195.  L- mmdo  e  mgrossato 
non  per  in  quanùtà,  ma  per  .n  qualità, 
sicch'  fe  meno  vaporabde,  e  consumabile^ 

VAPORACILITA'.  VAPORABILITA- 
DE  e  VAPORABILITATE.  Astratto  ,U 
l-aporalnle  .  Cr.  2..  l4-  2-  ?"  ^^  '^P"" 
rabililade  permiscbia  con  sottile  mesco  a 
mento,  e  donagli  leggerezza  e  movimento. 
*  VAPOKACCIO  .  Peggiorai,  di  I  a- 
pore.  Segner.  Cri.H.  Instr  3.7.  17- ?■>■■ 
che  dovrebbe  squarciare  il  seno  a  quella 
nuvola  indegna,  che,  benché  piena  d.  sor- 
didi vaporacci  ,  non  ha  temuto  d.  acco 
glierlo  dentro  si;.   (')  _ 

*  t  VAPORALE.  Add.  Di  vapore.  Ot. 
Com.  Par.  23.  5o4.  Secondo  Beda,  quelle 
acque  celestiali  ,  non  per  vaporale  sotli- 
gliezza,  ma  per  ghi..ccesca  fermezza  a 
modo  di  cristallo  fermo  e  chiaro,  sopra  I 
fermamcnlo  sono  sospese. 

+  VAPORANTE.  Che  esala  vapore  . 
Lat.  vaporaas.  Gr.  a7.CAi';uv.  (>.  2.  O- 
,.  Due  sono  i  vapori  cosi  nel  ventre  de  la 
pianU,come  nell"  altre  cose  vaporami  . 
On.d  G.  3.  2.  Quando  quel  liquore  lu 
sparto,  le  bocche  de'  vaporanti  buoi,  quasi 
come  leg^e  con  catene,  si  stringono. 

ij:  e.  /Wf  anche  Che  fa  esalare  il  va- 
pore." Cr.  2.  25.  9.  E  la  pianta  non  si 
può  generar  del  vapor  continuo,  il  quale 
l  sparso  per  lo  circuito  <i-=l,l"f6°' »,"t 
te  parti  continue,  dalla  vurtu  del  Sol  va- 

''"vAHORARE.  Spargere,  0  Empiere  di 
vapore;  e  in  signijic.  neiitr.  Mandar /..or. 
'Jple:  Lat.  ^'•P^raresi./fre^f ■■';;.■■ 
gare.  Gr.  aT,u.';-:.v  .  Pier  ""'■  f  ^  » 
forando  tutto  '1  tempio  col  fummo  dello 
■ncenso  ,  gridavano  ad  alla  voce  .  (  r-  »■ 
IO  n.  Di  sotto  ad  essi,  m  luogo  di  sole, 
si  metta  cenere,  che  vapori  quegli,  e  ri- 
scddigl.,  e  asciughigli.  Dant.  ^  ■'"'^:^  f' 
Sono  "stato  legno  sanza  vela  .  """8°; 
verno,  portato  a  diversi  pori,  e  foci  e  liti 
dal  ven^o    secco,   che    vapora  U0I0.0  a 

poverlk  .  *  Cor.    Ln.  8.  .iQ*-  f  '■'.  .  ■ 

del    fumo   La    nebbia  ,  e   V  ondeggiar   pm 
denso,  e'I  foco  Pm  roggio,  a  lui,  cne 
vaporava  indarno,  S"  addusse,  e  lo  „ner 
mi      F  11     -78.   Seguon  le  madri,  e    d 
Tdorati  incensi   Vaporando  d  delubro      - 
flebd  voce  Pregano  .n  su  '^  »°S''»;^^^[^ 
r,m.  pag.  8.   I  Livorno    1799  ))  "''!!,''' 
,u  leggiadre,  e   voi  più  cari  Del  bel  fo- 


VAPOUAZIONR  .  Lo  svaporare  .  Lai 
vaporano.  Gr.  i'^aT/H'i  ■  '>■  -■  •■  ^• 
Né  mai  di  quella  si  formerebbe  alcuna 
pianta  .   ma  diverrebbe   vana    per    vapora- 

zione  .  ,„,...«# 

VAPORE.    Piopriamente  la    Parte  sol- 

ale  de-  corpi  ..mid,,  che  da  essi  si  soli.-- 

va,  re,.,l.ita  leggieri  .lai  calorej  e  si  prende 

a,.che    rei-   <,''"■''""/"=    "''"'    ^"'"''■'"r'" 
che  .-s.ili  .la  checihes.fia.   Lai.   vapor  Gr. 
ar/ao';  .   /'<""•  ''»/•   '4-  Perciocché      va- 
pore Me'si  slingucva  mentre  eh  era  solo,  r- 
Purg.  5.  Vapori  accesi  non  vid"  io  si  tosto 
Di  prima  notte  mai  fender  sereno.  E  Par. 
r.    Quando  n  caldo  ha  rose  Le  temperanze 
de'  vapori  spessi.  Pass.   249.   Che  «  la  vi- 
ta nostra  ?    ec    'e  uno   vapore    di    fummo  , 
che  poco  dura  ,  e  tosto    sparisce  .    O .    (^  . 
Q.  2q8    1.  Un  grandissimo  raggio  di  va- 
pore di  fuoco  si  vide  valicare  sopra  la  eli- 
.ade.    ,1/.    r.    3.    74.  Si  mosse   da  mezzo  il 
aelo  fuori  del  zodiaco  uno  vapore  grande, 
infocalo  e  sfavillante.    (>.    2.   6.    1.    Due 
sono  i  vapori  cosi   nel  ventre    della  pian- 
ta ,  come  neU-  altre    cose    vaporanti  ,  cioè 
vapore  umido  acquoso  ,  e  vapor  secco    e 
ventoso  .    U    vapore    umido    e  la    mate,  .a 
della  foglia,  ed  il  vapor  secco  e  J"  °*o 
è  la  materia  de'  frutti.  *      "reh.   Le-..  430 
D.  queste  esalazioni  quelle  che  s.  genera- 
no dalla   terra  ec.  si  chiamano  col  nome 
del  genere   esalazioni  .  Quelle  che  s.  ge- 
nerano   dall'  acqua    ec.  si  chiamano  pro- 
priamente vapori,  se  bene  s.  pigliano    a  - 
le  volte    dagli    Scrittori  1'  uno   per  1   al- 


C  te?reu  Mnfe  e  ?-'»"•  ^'P»"'' ,VP;" 
gele  i  santi  altari  Di  ricchi  fumi  e  di  cao 
didi  Bori.  fB)  ,      .. 

VAPORATIVO.  Add.  J  aporevole,  '  <■- 
porahile.  Tes.  Pov.  P.  S.  cap  11.  Nel 
prin.ipio  non  usare  cose  vaporative. 

*   VAPORATORE.  rerhal.  masc.  Chi 

""*"'APORATnlCF..  yerb.il.feni.  Che 
vapora.  Tes  Pov.  P.  S.  cap.  U.  Dopo 
la  confermazione  vaporalrice  ,  maluratr.ce 
e  confortatrice.  (') 


"le  volte    dagli    Scrittori  1'  uno   pe 

'"vIpOHEVOLE.  .l'Id.  J'apornbile  Cr. 
-  li  3.  Se  l'acqua  del  lago  ec.  aggiun- 
ge nel  luogo  delle  paludi ,  conviene  che 
ec    per  lo  movimento  taccia  schiuma  .  e 

diventi  vaporevole  P"  ,'»  f  "J",  "S'™", 
VAPOROSIT.A',   V.\P0R0S1TADE,  e 

^  n^-^^r '."1  s'r'co  loro  cK- 

m:rLT::^p^o^iebJ.luogh.ha^. 

^"'"i.:n7'f/.-mt'■.•Tu^^lm, 

rei:deÌ^;uan:f'o-  arde  V  un  capo  nel  fuoco 
egemedall-allro.efischiaperlavapo- 

rosila  che  n'  esce. 

VAPOROSO  .  Add.  Pieno  *  '"■P""  • 
La.,  vapidus  .  Gr.  aTywOJ?  •  Cr.  1.0. 
5.   Se  hanno  monti  che  schifino  .  ven.^. 

diventano  vaporosi.   Ked.    I  ip     1-   20.  Ne 
giova  d  replicare,  che  a  vaporoso  odore 

Li  vino  può  m  un  '"^'^X''"  r^lTìl' 
e  soffocarle.  V  Jarch.  Q..e.<l.  AUh.  i^. 
Alcuna  volta  generano  i  metalli,  generando 
prima  la  della  esalazion  vaporosa  da  a  cun 
corpi  mediante  il  caldo  proporzionalo  (C) 
M-  VAPUUAZIDNE.  (.  /-  nitt.'."-a. 
Percossa  :  e  per  metaf  Casl.go  .  Dav. 
Se  m.ll  Pe'r  questi,  o  altri  nostri  per- 
cali,  o  percbi.  a  Dio  non  paressero  le  e- 
normezz^e  d'  Arrigo  ben  P-S»'e  f^  ^ 
1  ■  .  or..n  che  la  Reina  in 
lieve    vapulazione  ,  ecco    rue 

capo  a  cinque  anni  ec.   mori. 

VARANO.  Sorta  di  v.l.gno  ,  ed  anche 
r  Uva  che  lo  prod..ce;  Vaiano.  Soda. 
k/,  i"n  Cofi  la  d  varano;  1'  oizese, 
e'^asanlioghX   sono   vitigni   lodati  per 

"W^.^Tir..r  di  terra. nae^nah. 
nave.    Lai.   ded..cere  navim  '^  -.'-j'*'^ ' 

niit    F.    falla  in   Grecia  la  prima    nave_ 
et  si  chiamo  Argo    e  varata  .nmare_^F 

di  sotto:  Fingono  1-   P»"' '  ;°^  ,1  i„ra 
la  detta   nave   s.  7' V"  ."era"  cagione , 
„•  ebbe  dolore    vedendo  che  e»  ca 
che  la  terra  s' abbandona,.e    da 

„   .1,,, .,,,„,;     o    mare  .    H'or^.    >     t 
ni  ,  e  abilasscsi     o  l.archetta  pruoa  . 

r"rr,;  T87     S-àTnd„gio  ^1  noe. 
^L^^ar'    barca.Edarfa.rem... 

acqua  dalla  sponda. 


1648 


V  A   R 


§■  Per  Mcostare  il  „m;gIio  alla  Ur- 
rà. <:,riff.  Calv.  t^.  Venne  la  notte;  onde 
d.  nuovo  afferra  II  porto,  e  .  venti  lo  ser- 
Ton  leggieri  :  Varò  la  I,arca  ,  e  1  Pover 
jnue  in  terra  Con  quei  cavalli  ,  e  eon 
l"tt.  fili  arcieri.  Morg .  20.  io.  Greco 
»u.-6eva  e  varava  la  barca.  lì?!.  Annot. 
»'("■.  .94.  Ancorché  tarare  signiBchi  „. 
ra,^  ,1  „a..lio  da  Icrra  in  ac'qua .  „u  . 
adimcno  Luca  Pulci  nel  liliro  \.  del  Ci- 
..ff.  Calvaneo  I  uso  per  accostar  la  na.c 
alla  terra,  acciocché  le  persone  da  essa 
nave  potessero  sbarcare 

1,11  *.fi''y*'^°  ■^^  *  '■■"•■"•'•  S'rd. 
òlor.  16  621.  Varate  subitamente  .enti- 
cinnue  galee  e  <lue  navi  di  carico,  e  for- 

"c^°(%  '"""  '"'°"'   "•  •    """"   '    ^ 

*  VARCADILE.  ,IM.  ae  si  può  var. 
rare;  ì  alicibtle.  (C)  H   "  >  "r 

t  5   VARCARE.  AnJar  da  „n  luogo 

me..-»  a  due.  Traversare  un  luogo,  la. 
'•cnrej  e  s,  usa  in  sigai/e.  ,„.  ì  „eu,r. 
Lat.pra,ergT.rf,.  Gr.  ^sr«Sa,  vs...  Dan,. 
Inj.  2i.  Si  muove ,  e  varca  lutti  i  val- 
lon  feri  /'e,r.  ca,^.  5.  ,.  Onde  al  suo 
■  cgno  di  quaggiù  si  varca.  /Vr.  As. 
p.  Ma  narrami,  il  „(„  f^^,^,  „^ 
in  quello  scambio ,  come  tu  abbi  fatto  n 
varcare  dell- isola  di  Cipri,  e, «ar  que- 
man  eon  , anta  presterà  '^/uilale :  Li. 
re).  ...  rase,  rini  .  1.  n.  //.•,-  ,_/,,, 
Ond- ella  gli  bagnate  a^mbo  ■:  spVnlle 
In  pi^da  a  venti  e  al  mar  dubbiofa  vari 
«.  (C)  Fu.  As.  173.  Quando  tu  avr,,i 
varcata  buona  parte  della  mortifera  slra- 
«la,  in  riscontrerai  ec.  Segner.  M„„„ 
r-Mel' (r'^"^"'°  """  '"  """"^Sn^  della 

in7„.^    l-  ^  f^'"'"'"'"  ■    •■  Ptlr.  eap.  8. 
Mcntreche  vago  olirà  con  gli   occhi   var.  1 

iuè..%^""'^""''""'"'"«6icin.  I 

*  S-  II-  lì  in  senso  assoluto  pur  fi- 
guratam.  ..  Uant.  Par.  2,  Q  voi  che 
*.cte  in  piccioletta  barca ,  Desiderosi  di 
licoltar,  seguiti  Dietro  al  mio  legno  che 
.—0  varca.  Tornate  a  rivede?  live. 

anchfr^l'.""'"^'  '"  "S'"f"=-  •"•■'■'■'e 
leti  7'"'"''''  ^'■'•'P'"-""-'^-  Lat.  trans, 
icliere.  Irancere.  Fir.  As.  173.  E-li  ICa. 
rome)  con  picciola  barchetta  varca  i°p  ssee- 
«.cri.  r/?;r„r.  i?,.  6....574.  CI,,  iiotfe 
soamente  e  sonno  ed  omb/e  Ilan  qui  ri! 
-etto  e  non  le  genti  vive,  Cui  di  varca- 
ùarla  """  '"^en"  non  lece  f,'-  Caronte  ehe 
parla,  e  legges,  nel  testo  Ialino:  Corpora 

no  ,  ,  '""■''''"'  ''''"i  '•nct.e  di  lem. 
po.e  vale  .^correre  .    Tas<.    r.er.   A.  44 

vinr.^  ''   ''"'"""  "   "«"tal  velo.  (\J 

Slor  .0  I3n.  Pochi  di  appresso  ordina- 
to  che  ec,  eJ  altrelt.inli  p'olhi  Jj  varcati 
e  ^'  P"""'vn"'^i  «^iOa-lini  viniiiani,  che 
ee.   dal   Papa  fur  lasciati,   (l'j 

f-  J   VARCO.   Apertura.    Passo  per   lo 
VaL"r7"'    ''"  r"    V^r"  «ir  altra: 

dono  s    r  '■  -"^    '^"'"  '■>•"■'"    »«"• 

•  ono  SI  furiosi ,    per   prenderci    al    varco 

■Iella  montagna.   Pant.  In/,   ij.  E  «ueeli 
accorto  grido:  corri  al  varco.  '     *" 

*  S  I  l'arco,  pigliasi  anche  per  1. 
■'pai,o  e  per  lo  più  /,„,.,,  ,„',„, 
-nsol  p„„o.  nani.  Par.  ,8.  E  qual  i 
I  '".mutare  in  picciol  varco  Di  \,„,p„ 
■n  buinca  donna,  quando  '1  volto  sL 
Mdiscarchi  di  vergogna  U  e.rco,  rZ 
'"    "-.    (C)    ras.     son.    i.    Sion.n 


V  A  n 

<K*j^i  "■  '^-.>'S"'-atam.  ..  Peir.  son.  3. 
Lbe  di  lagrime  son  fatti  uscio  e  varco.  E 
"«.41.  4.    Fa  eh-  io    ti    trovi    al    var- 

re  '..    (r     '""^   '"""  P""  ''   "'"'  "^ 

t  VARIABILE.  Add.  Atto  a  variarsi. 

MntaMe,   Inslab.le.  I.at.  mutabiUs.  Gr! 

l^"fY'T  ■  "'"••  ■*'•  C"«.  Abbando- 
Dando  la  fermezza  della  eternilade  ,  cade 
'"  ,',""'°  ^•^'rial.ile  Esp.  Pai.  .\ost.  7. 
Tutte  altre  cose  sono  muUbili  e  variabi- 
|.  Ao«.  rare/,,  t.pros.  l.  La  sua  sta- 
tua, per  lo  essere  ella  variabile  ,  non  si 
fusi""  '"'"'"""'■"^■nen"  giudicare  quanta 

*  VARIABILITÀ'.  Astrailo  d,  Faria. 
Me.  Imperf.  F.  Tusc.  I).  8.  T.  I  243 
La  materia  animata  né  anch'  ella  può  es- 
sere la  sostanza  iuCniu,  mentre  ì>  di  va. 
riabilita  rifiiena.  f  F) 

VARIAME.NTE.. Viveri.  /„„„,e^ 
diverse.  Con  varietà.  Diversamente.  Lai. 
rane.  Gr.  o.ayo>u5.  Hocc.  Imrod.  iL 
Comeche  questi  cosi  variamente  opinanti 
non  morissero  tutti,  non  perciò  lutti  cam- 
pavano. Lab.  46.  Questo  luogo  é  da  varii 
vanamente  chiamato  .  Maestra::.  2.  3o 
•  La  pena  del  furto  si  varia,  seconda- 
mente che  variamente  di  lui  si  tratta 

VARIAMENTO.  Il  var.are.  lar,an:a. 
I.at.  variatw,  varietà,.  Gr.  a'I/o.cas.;, 
T0./.J^,5.  lab.  ,71.  Ti  mosterranno  le 
cagioni  de  vanamenti  de'  tempi  ,  e  delle 
fatiche  del  Sole,  e  di  quelle  della  Luna 
Anna.  Ani.  ,..  8.9.  Niui»  cosa  è  di- 
Icllevole ,  se  non  quella  che  per  varia- 
mento  si  rifa. 

VARIANTE      Cl,e  vana.    Differente 

1  lJ"''rso.  Lai.  variaas  ,  diversus.  Gr 
a*M05,  T»c«i)o;.  Filoc.  1.  222.  Egli 
a  lei,  partorendo  ,  concedette  una  figliuo- 
bi  non  variante  di  bellezza  dalla  sua  ma- 
Ciré  . 

r.*   n       ';"""'/""''    '•"/<"-«     di     SUSI       di. 

cesi  Quella  le:ion  diver.a  ehe  è  tra  un 
cod.ce  e  un  altro.  0  pi,-,;  tra  una  stampa 
e  un  altra.  0  più  dell'  opera  medesima, 
Cd  usa.,,  per  lo  pi,',  nel  pineale.  (Ci 

VARIANTEME.NTE.\*..ier4  Con  va. 
riela.  I  ariatamenle.  Lai.  .-«rie.  Gr  a>- 
)o.o,;.  Tran.  segr.  cos.  donn.  Ma  del 
"''"l'W.'  ""  '■'''^"'"'o  variantemente. 

VAR  A.NZA.  //  varia.^..  Lai.  varielas. 
t-r.  K/ioic,,,;.  .Salvia.  Disc.  2.  20  La 
continua  vicissitudine  e  varianza  delle  co- 
se ec.  ha  per  necessiti  inventalo  un  ri- 
medi... e  trovatolo  buono  ,  di  consegnare 
'  T^'^o-  ':  '  "6''>°'^">''n'i  "gli  scriui. 
t  '  §•    Per  Di/Terenza.   Salv.   A.-vr' 

2  I.  15.  Dico  nel  medesimo  numero; 
perciocclie  da  quel  dell'  uno  ,  che  singo. 
lore  é  chiamalo,  a  quel    de' più  ,  che    si 

'""',''"'.■'  /"".-''.  '.a  pur  ^arlanzad 
caduta  ne  nuslri  nomi  e  pronomi.  (In 
.    t  3   ^ARIARE.    .1/n/,,',r.  Lai.  .„,-L. 

/loce.  ,10,.  66.  2.  Sempre  non  può  1' uo. 
■no  un  cibo  ,  ma  talvolta  di.idera  di  va- 
nare  #  Maestra:,.  2.  3o.  l.  La  pena 
del  furto  .1  varia    secondamente    che    va- 


VAR 

Pecor.  g.  ,5    „.    ,.    Dove   ebraico   loui 

l'In    d     ";  «"  '"'"^«'"^  e  dirUeia.",. 
lantadue    lingue.  (  Fj  •"  »«- 

"^  S-  '^.  E  in  sento  assoluta  per  Fa. 
rior  sentimento,  affez.one.  o  simVti.  Ar. 
righ^    l.b.   ,.   Oh  „,,  i^  j.  ,„^/^ 

^ualeciaseuc,  ora  varili  rO  r„"«« 
J-  4.  »•■'  so  .•  10  tema  o  .pen  ec..  Si  m' 
^a  I  suo  duro  variar  confiso.  /,•  '.,,„" 
Benniavveggio.  Che  l'altrui  noli]  vi 
glia  C^Ipando..  stesso  poi  vano  e  vac^. 

t  §.  V  Per  Essere  differente .  Lai. 
ignare,  diss.milem  esse.  Gr.  aiis.»:. 
«a.,  «.npn.o-,  siva..  Bocc.  nov.  5.  8 
Le  femmine,  quantunque  in  vesUmenli  e 
m  onori  alquanto  dair  altre  variino.  lutle 
perciò  son  fatte  qui,  come  altrove. 

.,  ^r.^  '  """^  ""K""'  ,  opinione 
te  o  J  ariar  di  costume,  d' opinione  ec. 
vale  lasciare  1  costumi,  l'opinione  ec. 
che  uno  ha,  e  prenderne  un'  altra.  „  Peir 
Zn  *f  •  Co-"'  venieno  i  miei  spirli 
mancando  Al  variar  de'  suoi  duri  costu- 
m^A  3.0,  Perch' hai  costumi  variaU  e -1 

e  1  ?'  ""  ''"'■;'"'',  '"  "gnifie.neutr. 
e  neutr.  pass,  vale  talora  laiciare  una 
cosa  per  un- altra.  Cr.  6.2.  Ma  per  me- 
dicine SI  convien  cogliere,  poi,  he  comin- 
ciano  avere  intera  quanlili  ,  la  quale  e 
■  nnanzi,  che  de'  fiori  si  varii  il  colore  e 
eaggiano.   (C) 

VARIATAME.VTE      Avveri.  Con  va. 
rieta.   Con  modo  variato.   Lai.  varialim 

£r  1  T^-,-^''  "T"  ^--ir  uomo  si  co- 
nosce  la     ebbra  .  se    varialamente    Ira    le 


sane    parli    della    cotenna    appardivèr^ 
9.  68.  2.  Le  quali  (pecore  ) 


■nganno,   un  picciol     varco  È  lunge  il  ^„ 
•Mlamia    vila    amar.     /•  „„.    ,[  c„„° 
a  del    mio  corpo  ombra  o  parie.  Da  me 
"-•mica    un  varco  ,•  allonl.nj,  (Fp, 


~     — ..    „, ,  uiiudiiicnic    rtic 
rumente  ,li  lui  .i  ualia.  Guice.  Slor.  17. 
IO-,  ila  SI    vano  poco   ,l„po  non   solo  la 

'.'sfiTl-  •"?,'"""'"  "al"  «Ielle  cose.  È 
186.  Nel  qual  luogo  il  Duca  varian.Io  quel 
che  prima  era  .1.1,,  deliberalo  nel  con- 
siglio^.^volle  ehe  si  facesse  P  .lloggiam.o. 

*  §•  l  Per  Passare  da  un  luogo  a  un 
olirò.  ..nani.  Par.  „.  E  ,„;„/„;  ^ 
chiaro  II  variar  che  fanno  di  I„r  do- 
ve  -.  (Ci 

.,^^'.'''  ^^  ''"''  -"V'-rxIe.  Cr.  ». 
la  5.  L  accidente  che  mollo  varia  ,  e 
aiuta  la  naiura  delle  piante,  é  il  ,„„;;,. 
memo  ileir  umore 

*S     m.    Per   Rende,    vano  .  diverso. 


colore.  Ci  ^.  _„.  ^.  ^^ 
variaUmente''sogri„„';,  ^a'slur"'"  in  diver.'i 
luoghi  I'  uno  dall'  alno  lontano  .  Tratt 
gov.f.,m.  Debbono  variaUmenle  adomai 
quella  cappciluzza. 

VARIATO.  .4,U.  da  Furiare.  Lai  va- 
r.atus  mutntus.  Gr.  -ss»ix.Jus,o,-  VI- 
JoitoìsU.   G.    F    R    'a    '.     A_ 

1     .    '      7.    .    .  /9-  4-   Ancora  sen- 

tendo 1  citladini  di  Firenze  variali  d'ani- 
I  mo  ec,  renderono  savio  con.igliu  /•„,. 
canz.  ,9^  4.  Che  forma  lien  dj  varialo 
[  aspello.  ,.  Cuicc.  Slor.  17.  ai-.  l„  „„ 
vo  variato  d'  animo  per  avere  avuto  av- 
viso deU  arrivo  dei  Tedeschi,  e  delle  ar- 
mate  in  Italia.  (C) 

§•  I.  Per  Furio ,  Diverso .  T/-  8  7 
5.  Acciocché  '1  fico  produca  varali  frotti 
prenderai  due  rami  ec  Tes  Br  5  '' 
Simigliasi  (il  lirardes)  alla  salam.niira' 
d.  color  van.lo.  fW.  Calv.  2.  67.  Cioè 
«Iella  sua  barba  setoluta.  Di  variaU  ,olor 
crespa,   e  canuta. 

§  ";  r-er  lavabile  Amm.  Ani.  35 
a.  J.  \ariau,  e  sempre  muterole  cosa  è 
femmina  . 

t  yARIAZIO.NE.  Il  variare,  Uulauvne 
Dani  Pure.  28.  Co' pie  r.slelli  .  ,.  eon 
gì.  occhi  passai  Di  li  dal  fiumicello  ,  ne, 
mirare  La  gran  v.riazion  .le' freschi  mai 
_K  Con...  07.  L' .lira  si  é  la  vanauooe 
della  sua  luminosi.i  ,  che  or.   lu.  e   da   uó 

lato,  e  ora  lu.e  .tali'  altro,  .ecmlochi-ì 
Sole  la  vede.  «  Guicc.  Stor    18,  28    So. 
vent.v.iilo  le  v.riuioni.  e  il  modo  jj  J^ 
eedere  .lei   Duca  d'  Urbino.  (Ci 

■  rf,7rJ'  ,'•  '''!^  "!?é,e«„  Lai.  discrimen. 
*/?e«„.,«.    Cr.    c\:.fo:c/      Pocc      lei, 

I  P"--J<-'.  270.  Né  allr.  variazione  idJ 
parlirsi,  o  essere  caccialo  d'  una  lena,  e 
andare  .  .lare  in  un'  altra,  se  non  quel- 
la  .  ehe  ec.  " 

*  S  II.  Fariationi.  Term.  de'  Ma- 
«»'..  f  onsi.lono  nella  les.llur,  rf,  „  „- 
»,  in  r,„  sopra  un  tema  slahililo  ,.  re. 
rl'cn  p...  volte  .1  l,a.so.  diversificandone 
ogn.  volta  la  melodia.  ,a  modo  peri  che 
l'   senl.menlo    principale    deformato    no„ 


V    A  R 

venga,  nulla  ostante  il  cambiamento  dif- 
ferente.  (B) 

VARlClì  .  Dilatazione  di  vena  .  Lai. 
varix.  Or.  xi/sffo's,  *'fi:*-  f  o{g-  Kas.  Mi 
ciò  avviene  spcss*  volte  varici  ed  elel'an- 
lia.  *  Imperf.  Anat.  229.  Ad  alcuni, 
come  a*  facchiai  o  a' villaoi  rozii  si  veg- 
gi ono  gooBale  i  le  vene  )  nelle  gambe  a 
Kuisi  di  tumori  o  >arici|  e  la  cagioor  di 
tali  Tarici  o  tumori  par  the  cunsì&ta 
«.  (Fi 

f  VARICOSO  .  Jdd.  Che  patisce  di 
varici  .  Lat.  varicibus  affUctus.  Gr.  xip- 

t  S  !•  £  in  Jorza  ài  just.  Colui  che 
patisce  di  i-nrici.  lib.  cur.  ma/alt.  Se  ne 
querelano  i  varicosi  frequentemente. 

*t  '*'  §■  '^-  i  oricoso,  dicesi  anche  da' 
Vedici  alle  vene  dtlntate  ^  ed  alle  parli 
che  hanno  delle  vene  varicose.  (J) 

VARIEGGIARE.  f  ariate.  Lai.  varia- 
re, immutare.  Gr.  aAiarreiv  ,  :roijci>- 
isiv  .  Alleg.  146-  l'eichè  se  quel  primo 
\arieRgiar  fa  che  gli  uomini  Ira  loro  mal 
t'intendano,  e  quello  fa  ec. 

•f  «  VARIEGGIATO.  Jdd.  da  l'a- 
rieggiare. Soder.  Colt.  62.  S'  averanuo  i 
grappoli  d'uva  vaneggiati,  (/f) 

VARIETÀ',  VARIETADE.  e  VARIE- 
TATE  .  Astratto  di  Vario  j  Diversità  . 
Lai.  varietas,  diversitas.  Gr.  «)>.oio'r*];, 
6ia.fOpx.  Bocc.  g.  3.  p.  6.  Dipinto  lutto 
forse  di  mille  varietà  di  fiori  ,  chiuso  d' 
intoroo  di  verdissimi,  e  vivi  aranci.  E  g. 
8.  J".  4-  Fermamente  tenendo,  che  la  va- 
rietà delle  cose,  che  si  diranno,  non  me- 
no graziosa  ne  sia,  che  1*  aver  pur  duna 
parlato.  Jmm.  Ant.  Il-  8.  4-  ^^  v*» 
rìetà   toglie  fastidio- 

•f  §.  I.  Per  Mutazione  .  Petr.  son. 
120.  Non  può  più  la  verlii  fragile,  e  stan- 
ca Tante  varietali  ornai  soffrire  .  v  t'ir. 
Disc.  an.  7.  Gii  diede  (  la  città  di  Me- 
re Ito  )  le  leggi  a  tutta  quella  valle,  e  ora, 
o  gran  varietà  delle  cose  umane!  e  dive- 
nuta sede  di  arbori  e  di  viti.  (C) 

"té  §.  II.  Per  lolubilità  ,  Incostanza. 
Guicc.  Star.  2.  472'*  He  di  Francia  ec. 
sdegnato  dalla  varietà  di  Cesare  ,  e  dalla 
dura  legge  gli  proponeva  ec.  aveva  occul- 
tamente mandato  Fabbruio  Carretta  ec. 
ai  Cardinali  di  Nantes  e  di  Slrigonia.  E 
4-  4l-  Molte  eran  le  ragioni  che  inclina- 
vano i  Veneziani  a  cedere  alla  necessità; 
molte  che  in  contrario  gli  confortavano 
a  stare  sospesi  in  modo  che  i  consigli  lo- 
ro erano  pieni  di  varietà  e  d' irresoluzio- 
ne. (L) 

•f  §.  III.  Per  Differenza.  l.it.  di scri- 
men.  Gr.  Sta^osà.  Bocc.  Lett.  Pin.  Boss. 
271.  Che  varietà  porremo  noi  Ira  quelle, 
e  quelle  dove  ci  promuliamo?  (J^edi  mi- 
glior  lezione  di  questo  esempio  alla  voce 
PERMUTARE,  §-  11.)  *  Borgh.  Orig. 
Fir.  18.  Per  la  verità  degli  scrittori  greci 
a'IaUni.  (V) 

*  §.  IV.  Variettk.  Bellissimo  attribu- 
to delle  pitture,  e  d'ogni  altra  cosa  ap- 
partenente al  disegno,  ed  e  quella  piace- 
vole discordanza  fra  V  una  e  l'  altra  cosa 
rappresentata,  in  modo  tale,  che  insieme 
col  variar  delle  parti  si  scuopra  una  certa 
maravigliosa  concordia  nel  tutto.  Questa 
varietà  si  ricerca  nelfe  arie  delle  teste  , 
nelle  attitudini  delle  figure,  gesti  e  motij 
ed  anche  ha  luogo  nelle  membra  delP  ar- 
chitettura.  Baldm.    Voc.  Vis.  (A) 

•f  *  VARIFORME.  Add.  Di  varia 
forma  0  figura.  Che  cangia  aspetto.  Sai- 
vin.  Odi  ss .  l3.  261.  Per  questo  vari- 
formi  apparver  tutte  Le  cose  al  Re,  e  li 
continui  vicoli,  E  i  porli  3gi3Ù,  ec.  (A) 
VARIISSIMO.  SuperLdi  I  ario.  Buon. 
Fier.  1.  2.  4-  F  di  che  sorte  E  questa 
lor  pazzia?  /.  Di  sorte  variissima,  in  quel 
modo  Che  variissimi  son  gli  umor  peccanti. 
Vocabolario  T.   //. 


V  A  R 

E  3.    I.  5.   Degli  amorosi  I  variissimi  u- 
morì  e  i  pensìer  nuovi. 

«  VAKIO.  òust.  Varietà.  AKeg.  265. 
La  tavola  ec.  Par\-e  1'  arca  e  'l  diluvio 
pel  couflitto  Delle  vivande,  e  '1  vario  de' 
Cristiani,  (l  ) 

VARIO.  Add.  Diverso,  Differente,  IS'oa 
fatto  nello  stesso  modo.  Lai.  varius,  di- 
versus, dissinìilis.Gr.0L).).0Ì0^j  Oia'jJofOj. 
Bocc.  nov.  7q.  10.  E  maravigliosa  coìa  a 
vedere  ce.  le  molte  e  varie  vivande  ,  se- 
condochè  ciascun  disidcra  ,  che  recate  ci 
sono  .  E  g.  8.  y".  7.  E  quantunque  varii 
varie  cose  andassero  immaginando  ,  uiun 
perciò  alla  veiit'a  del  fallo  pervenne  .  E 
nov.  93.  12.  Natan  ,  non  avendo  animo 
vario  al  consiglio  dato  a  Milridanes  ec.  , 
solo  se  n"  andò  al  boschetto  a  dover  mo- 
rire. Petr.  canz.  46.  6.  Non  ha  '1  regno 
d'  Amor  si  vario  stile.  Dani.  Par.  2.  Gli 
allri  giron  per  varie  differenze  Le  distin- 
zioQ,  che  deatro  da  se  hanno  ,  Dispongono 
a  lor  fini ,  e  a  lor  semenze. 

g  1.  Ver  Volubile,  Instabile.  Lat.  in 
stabilis.  Gr.  a^raro?  .  Mirac.  Mad.  M. 
La  quale  era  molto  secolaresca  ,  e  varia. 
sjs  Segr.  Fior.  nat.  160.  Fu  nondimeno 
vario  nelle  sue  azioni,  in  tanlo  che  par- 
lando di  lui  Lorenzo  de'  Aledici  disse  , 
che  Piero  gli  pareva  quando  il  padre  ,  e 
quando  l'avolo.  (C) 

*  §.  II.  Vario,  detto  dell'  ingegno, 
vale  Pieghevole,  Alto  a  molte  cose.  Segr. 
Fior.  nat.  160.  Non  ebbe  (  Gino  Cap- 
poni )  la  fortuna  manco  varia  dell'  inge- 
gno.   (Cj 

'^  §.  II!.  Vario,  detto  de'  capelli, 
vale  Misti  di  neri  e  canuti .  Cas.  canz. 
I.  2.  Or  che  la  chioma  ho  varia,  e  *1 
fianco  infermo.  E  canz.  l\.  6.  Poiché  va- 
ria ho  la  chioma,  infermo  il  fianco.  (FP) 
^  §.  IV.  Vario ,  talora  nel  plura- 
le vale  Un  numero  indeterminato.  Più. 
Guicc.  Star.  18.  2'>.  U  giorno  precedente 
i  fanti  Tedeschi  delusi  da  varie  promes- 
se dei  pagamenti ,  e  seguitati  poi  dai  fanti 
Spagnuuli,  gridando  danari,  si  ammuli- 
narono.  ((') 

5r  §.  V.  l'arii ,  inforza  di  sust.  vale 
Più  persone.  Bocc.  g.  B  f.  7.  E  quan- 
tunque varii  varie  cose  andassero  imma- 
ginando, ninno  perciò  alla  verità  del  fatto 
['Crvenne.  (Cj 

§.  VI.  Vario,  talora  vale  Di  più  co- 
lori. Pallad.  cap.  3o.  Le  bianche  (oche) 
son  meglio  che  le  varie  ,  e  le  varie  me- 
glio che  le  nere. 

■f  VARO.  V.  A.  Add.  Dani.  Inf.  9. 
Fanno  i  sepolcri  lutto  'l  loco  varo.  But. 
ivi:  Tutto  il  luogo  varo,  cioè  curvo  (il 
Boccaccio  spiega  così  :  Fanno  Ì  sepolcri, 
li  quali  in  quel  luogo  sono,  tulio  '1  loco 
varo,  cioè  incammellalo  ,  come  vegliamo 
ec.  L^  Alberti:  disuguale,  zolloso,  mon- 
tìcelloso.  Altri  Fomentatori  spiegano  va- 
ro per  vario  j  uno  di  questi  è  Federigo 
Ubaldini  nella  Tav.  del  Barb.  alla  voce 
POMARO;  il  quale  Ubaldini  alla  voce 
QUORO  noia  che  alcuni  dicono  varo  an- 
che per  vaio  ,  animale  noto.  E  alla  voce 
VAI  dice,  che  perchè  significava  il  vaio 
grandezza  ,  disse  un  antico  della  For- 
tuna :  Chi  lascia  ignudo  ,  e  chi  veste  di 
varo  ). 

•f  VARVASSORO,  e  VARVASSORE. 
Valvassore.  Signore  che  riceveva  la  sua 
giurisdizione  da'  Conti  ,  da'  Vescovi  ,  e 
dagli  Abati  vassalli  d'altro  signore.  G. 
1' .  9.  180.  3.  Messer  Francesco  da  Bar- 
bagnano,  e  altri  grandi  Callaai,  e  Var- 
vassori . 

*-J-  §.  Vale  anche  Barhassoro  ,  ma  è 
voce  antica.  ]\'ov.  ant.  81.  I.  Una  fi- 
gliuola d'  un  grande  Re  Varvassore  si  amò 
Lancialollo  de  Lac  oltre  misura. 

VASAIO.  Vasellaio.  l.3.\.  fgulus.  Gr. 


V  A  S 


1649 


xepx^tùi  .  S.  Agost.  C.  D.  Indarno  a- 
dunque  riferiscono  quel  nobile  simulato 
dello  della  ruota  del  vasaio  .  •!•  Corsin. 
Torracih.  10.  74-  Tacque  Battista  ,  che 
sapea  che  ì  grandi  Fan  quel  conio  d*  un 
uom  che  suol  d'  un  vaso  Fare  un  vasaio, 
ec.  (Bj  Imper/.  Tim  .  D.  2.  T.  6.  88. 
Nello  stesso  modo  dove  non  si  trovasse 
più  facitore  di  vasi,  u  di  essi  vasi  le  for- 
me romjicndosi,  il  Vasaio  non  ne  farebbe 
più  .  E  D.  4-  T.  6.  293.  Non  può  già 
essere  il  medesimo  quello  che  adupera,  e 
quello  in  cui  s'  adopera,  come  se  tuli'  una 
avesse  da  essere  il  Vasaio  che  il  fango  , 
o  il  fango  che  il  vasaio.  (F) 

^  VASCA  .  Ricetto  murato  che  riceve 
e  conserva  le  acque  d'  una  fontana.  M. 
/?in.  rim.  buri.  I.  221.  Qui  voi  potreste 
dir  :  che  non  fai  fare  Tu  la  tinozza  ,  o 
qualche  po' di  vasca?  Magai,  lett.  fam. 
I.  22.  378-  Oj;gÌ  era  fradicio,  avendo 
queste  donne  fallo  il  bucalo  ,  e  sturalo 
le  vasche,  che  hanno  lo  scolo  alle  volte 
della  ra»uaia.  (C) 

VASCELLETTO  .  Dim.  di  Vascello  . 
Tac.  Dav .  Ann.  II.  i34-  Corseggiava 
con  vascellelli  per  lo  più  le  costiere  de' 
Galli  (il  testo  lat.  ha  :  levibus  navigiis). 
Red.  Esp.  nat.  io3.  Purché  avesse  qual- 
che vascellctlo  di  conserva  in  evento,  che 
il  mare  improvvisamente  si  geltasse  a  bur- 
rasca . 

•f  VASCELLO.  Nave,  Naviglio,  Basti- 
mento ,  Legno  .  Più  particolarmente  so- 
glionsi  dire  Vascelli  i  bastimenti  mag- 
giori da  guerra  ,  e  quegli  ancora  da 
commercio  ,  che  sono  armali,  o  possono 
armarsi  da  guerra  .  Red.  Annot.  Ditir. 
l4-  Per  lo  più  dicesi  de'  vascelli  d'  allo 
bordo,  quando  in  alto  mare  sono  in  cal- 
ma. E  204  Alcuni  de'  moderni  pensano 
che  sia  una  esalazione  spiccatasi  dalla  mol- 
titudine degli  uomini  del  vascello.  "^  Guicc 
Star.  4-  189  Nel  qual  tempo  il  Viceré  par- 
lilo di  Corsica  con  venticinque  vascelli  , 
ec.  ,  riscontrò  sopra  Sestri  di  Levante  1' 
armata  della  lega.  ( L) 

u-  VASCOLARE.  Add.  Lo  stesso  che 
Vasculare.   (B) 

*  VASCOLOSO.  Add.  Terni,  degli 
Anatomici  .  Che  e  sparso  e  munito  di 
piccoli   vasi  ,   o  canaletti.   (A) 

*  VASCULARE.  >4t/J.  Term.de' Noto- 
misti.  Aggiunto  dato  a  quelle partiformafe 
specialmente  da'  vasi.  Cocch.  Pref.  Belli'i. 
Vascolare  struttura  delle  glandule.  EBagn. 
Tutte  le  alterazioni  che  nascono  nella  com- 
posizione vasculare  dell'altre  viscere,  ec.  (A) 
VASE.  J'aso.  Lat.  vas.  Ar.  Fur.  23. 
11 3.  Così  veggiam  restar  l'acqua  nel  va- 
se.  Che  largo  il  ventre,  e  la  bocca  abbia 
stretta  .  E  (\2..  89.  Ove  1'  Isauro  Le  sue 
dolci   acque  insala  in  maggior  vase. 

f  VASELLAGGIO  .  Vasellame.  Lai. 
vasculorum  supellex.  Gr.  TK  aKl'Jt]-  Lib. 
Op.  div.  Andr.  16.  La  donna  gentile,  e 
dabbene  col  buon  cuore  si  coceva  ,  e  fa- 
ceva ogni  vasellaggio  (così  ha  realmente 
il  codice;  ma  il  Monti  opina,  e  con  buo- 
ne ragioni,  che  qui  si  debf>a  leggere  vas- 
sallaggio, cioè  servizio,  da  Vassallo,  in  si- 
gni/ic.  di  servo  ). 

VASELLAIO  .  Facitor  di  vasi  j  ed  e 
proprio  di  quei  dì  terra,  come  di  stovi- 
glie, e  simili.  Lai.  fìguliis,  vascularius. 
Gr.  X£j5ajusJ;  twv  «/suapi'wv.  /  it.  SS. 
Pad.  Come  persona  che  sapeva  far  quel- 
r  arte  ,  cioè  vasellaio  .  Fr.  lac.  Cess.  Io 
sono  Re  di  Cicilia,  mio  padre  fu  vasellaio, 
e  abbo  in  riverenza  la  ventura.  *  Pluf. 
Adr.  Op-  mor.  1.  ^g^^.  Non  dee  il  va- 
sellaio portar  invidia  al  vasellaio  ,  né  il 
musico  al  musico.  (Cj 

VASELLAME.    Vasellamento.  Lai,  va- 
sculorum supellex.   Gr.   toc  cavJt,.  Pass. 
HO.  A  casa  sua  era  venuto  uno  riero  luitr- 
207 


i65o 


V  A   S 


cilaolc  »  che  volca  comperare  vasellame 
d'  oro  e  à*  argento  in  grande  quaatìU  , 
ec.  fi  appresto:  lUcevuto  il  vasellame,  e 
ripoftto,  chiamò  una  sua  sirocchia. 

VASELLAME.NTO.  Quantità  di  vasi. 
Lat.  vasornm  vis  .  Gr.  ro  to'v  isxi'jùì-j 
Tiìri^Oi.  liocc.  Vit.  Dani.  245.  Oltre  a 
questo,  in  r.ippresentaraeato  della  imma- 
ginata esseniia  divina  fecero  in  varie  Torme 
raagniSche  &talue  ,  e  a'  servigii  dì  quella 
vaìeilamcnti  d*  oro  ,  e  mense  marmoree. 
A"  nov.  i().  37.  Donolle  che  in  gioie  ,  e 
che  in  vaselLimcnti  d'  oro  e  d'  arienlo  , 
e  clic  in  danari,  quello  che  valse  meglio 
d'  altre  diecimila  duhhre-  E  nov.  79.  io. 
E  maravi-jliusa  r{>!.a  a  vedere  ce.  i  fiasrhi , 
il  le  foppe,  e  V  uUro  vasellamenlo  d'oro. 
Sen.  Pisi.  Quegli  è  uomo  di  grande  af- 
fare, che  u>a  vasellamenti  di  terra  sicco- 
me fossono  d*  argento. 

*  VASELLAHO  .  Vasellaio  .  Salviti. 
Iliad.  Come  quando  Alcuno  ruota  adat- 
tata alle  m.iiii  Seggi.-ndo  vascUar  prova  se 
rorra.  (.1\ 

VASELLKTTlEnA.  Ripostiglio  da  va- 
■selletli-  l.ili.  Pred.  Sono  appassionate  per 
la  vaselletlicra  de*  lisciamenti. 

VASELLETTINO.  Vint.  di  fasci/etto. 
Lift.  pred.  Teneva  io  seno  un  vasellclti- 
no  d*  unguento  preiioso. 

VASELLKTTO.  Dirti,  di  Fascilo.  Lai. 
vascttlum  .  Gr.  'i/.ijy.piOi  ■  Lih  .  /fmor. 
67.  L'  amanza  può  ricever  licilamente  er. 
pettini,  guanti,  anella,  spezie,  lavamcnli, 
e  helli  vascllctti.  Cr.  5.  7.  5-  Altri  sono, 
rhc  in  vaselletli  pieni  d'  ottimo  vìdo  lo 
mettono  I  li'  cotogne  }. 

VASKLLIERE  .  Vasellaio.  Lat.  va- 
.tCtilaritts.  Gr.  XEsa/xEy;.  Lih.  Op.  div. 
/tndr.  62.  neggerallc  con  verga  di  ferro, 
e ,  siccome  vaso  di  vasetliere ,  saranno 
spcnale  . 

VASELL1N0.  Vaselletto.  Lat.  vasca- 
lum  .  Gr.  ^/.z  JdpiO'J  .  Lih.  rur.  malati. 
Le  conservano  in  un  vasellino  di  vetro 
di  hocca  stretta  ,  e  Lea  serrato  .  fìenv. 
Celi.  Oref.  34.  Mettere  il  dello  smalto  io 
molle  in  tanta  acqua  fuile,  quanta  riruo* 
pra  appunto  lo  smallo,  io  un  vasellino  di 
vetro  . 

t  VASELLO.  Dim.  di  Vasoj  ma  si 
prende  anche  assolntam.  per  Vaso  j  nel 
plurale  esce  così  in  i  ,  come  in  a  .  Lai. 
vat .  Gr.  ?/£jo^  .  Petr.  canz.  28.  6.  Se 
mai  candide  rose  con  vermiglie  In  vjsel 
d'  oro  vider  gli  occhi  mìei.  IS'ov.  ani.  8. 
a.  Tenne  il  pane  sopra  '1  vasello,  e  rice- 
veva lo  fumo  che  n'  uscia.  J'^it.  Plut.  Ce- 
sare aveva  le  vasella  delP  oro  ,  e  dell*  a- 
riento  per  dehito  .  3/.  V.  8-  5.  Uscì  di 
Pavia  ce.  con  lutto  *1  carreggio  della  cit- 
Tj  c  del  roDlado,  e  con  tutti  i  \asegli  da 
vendemmiare.  Cr.  5.  18.  6.  Del  suo  le- 
gno (del  noce)  si  fanno  ottimi  scanni,  e 
helli  soppidiani  ,  e  durabili  ,  e  tulli  altri 
vasfUi  (la  riporvi  ^li  arnesi .  Tratt.  gov. 
fam.  Non  vuule  in  fraridi  vai^eUi  porre  i 
suoi  preiioiissimi  tesori,  nt  gittare  le  perle 
innanii  a*  lotosi  porci. 

§.  I.  Per  similit.  si  dice  di  Cova  che 
ne  contenga  in  se  alcun'  al  Ira.  Dani.  Inf. 
32.  Qut-'l  di  Gallura,  vasel  d'  ogni  froda. 
RPurg.  35.  Poscia  geme  Sovr*  altrui  san- 
gue in  naturai  vasello.  Mor.  S.  tìreg.  Ac- 
ciocché non  presuma  in  questo  morUl  va- 
acUu  d'  investigare  più  oltra,  che  si  con- 
veDga .  Frane.  Sacclt .  nov.  87.  Won  i; 
questo  ventre  il  vasello  ,  dove  h  stata  U 
feccia  di  questa  lieslia  poi  ch'ella  n.irque? 
g.  II.  Casello,  dissero  gli  aniiclit  per 
Vascello,  I\'avc ,  Naviglio,  nel  signific. 
del  §.  I.  Lat.  navis,  navi  gin  m.  Gr.  vxOi. 
Pass.  prùl.  Ch*  e'  possa,  e  sappia,  e  possa 
volere  col  remo  ìn  mano  ,  studiu^amcnle 
operando  ,  durare  fatica  nella  guardia  ,  e 
nella   condotta  di  cosi   nobile  vasello,   in 


V  A  8 

che  Dio  r  ha  allogato  e  messo  Vant.  tnf. 
28.  Gittali  saran  fuor  di  lor  vasello  ,  E 
mazzerati  presso  alla  Cattolica.  E  Vurg. 
2.  E  quei  sen  venne  a  riva  Con  un  va- 
sello suelletto  e  leggiero  Tanto  che  l'ac- 
qua nulla  ne  *n}{hiottiva.  Coli.  Ah.  isaac, 
cap.  46.  Sirrome  è  impossibile  di  passa- 
re un  grande  maro  saoza  nave,  o  vasello, 
così  non  si  può  passare  alla  carità  «anu 
timore  11  mare  putrido,  il  quale  è  posto 
tra  noi,  e  *1  Paradiso,  che  uon  &*  intende, 
puli-mol  passare  col  vaselli>  della  penitro- 
2ia.  *  Mor.  S.  iireg.  Manda  nello  mare 
gli  suo*  legati  ,  e  mandagli  nelle  vasella 
sue  di  papiro,  ovvero  di  bambagia,  sopra 
r  acqua  .    ( C) 

VASETTO.  Dim.  di  Vaso.  Lai,  va- 
sculnnt.  C,T.  ff/sU'iptO/.  A^n.  Pand.  53. 
Se  tu  nel  tuo  forziere  nuziale  ec.  anche 
V*  assettassi  il  vasetto  dell'  uliu,  e  scrras- 
sivi  dentro  i  pulcini  ec,  parrcbbcli  avere 
buona  cura  ,  essendo  bene  serrate  7  l''ir. 
As.  177.  Con  diligenza  riserralolo  in  quel 
vasetto  medesimo  ce,  ìa  risveglio.  /■"  3o6. 
Preso  un  vasetto  d*  alabastro,  e  una  am- 
polla con  mille  belli  lavori  attorniata,  ce. 
Ricett.  Cior.  Simile  a  un  mazzetto,  o  fiocro 
composto  di  più  vasetti  simili  a*  Bori  del 
melagrano  . 

VASO-  Nome  generale  di  tutti  gli  ar- 
ne.si  fatti  a  fine  di  ricevere,  0  di  ritene- 
re in  si'  qualche  cosa,  e  piti  particolar- 
mente liquori.  Lat.  vas  ,  vasum  .  Gr. 
5/evo;.  Cr.  8.  7.  4-  ^^  ''^  melagrane  a- 
cerbe  ec.  sì  mettano  in  vaso  senza  fondo 
ec. ,  se  ne  caveranno  ce.  non  solamente 
compiute  ,  ma  maggiori ,  ec.  Gititi,  leti. 
Si.  Vasa  di  terra  pregio  portano  e  prò, 
e  vcndonsi  bene  in  lor  mercato  ;  e  vasa 
d*  auro  prt-'udon  dannaggio  e  onta,  e  vcn- 
donsi quasi  nulla  nella  lor  fiera  .  Alam. 
Colt.  3.  57.  Truovc  i  saldi  ,  odorati  e 
freschi  vasi  ,  Ch'  esser  rirello  denno  al 
suo  liquore.  E  73.  Colmi  ì  vasi,  i  cane- 
stri, i  tÌQ  j  le  bolli. 

§.  I.  Per  metaj,  si  dice  di  Cosa  che 
ne  contenga  in  sé  alcun*  altra.  Dani.  Inf. 
2.  Andovvi  poi  lo  vas  d'  elezione  (  qui 
detto  alla  maniera  latina,  e  s' intende  di 
san  Paolo).  E  Purg.  7.  Ben  andava  il 
valor  di  vaso  in  vaso  (cioè,  dall'uno  nel- 
l'altro) E  Par.  I.  Fammi  del  tuo  valor 
si  fatto  vaso  Rern.  rim.  i.  12.  lo  ti  vo- 
glio empier  sino  ali*  orlo  il  vaso  Dcll'in- 
t.-lletto  . 

*t  §■  ^^-  '"•*'*»  dicono  I  Utoralisti  per  sì- 
milii.  e  per  onettù  al  Sesso.  Afaestnizz. 
I.  5q.  Quando  il  debito  vaso  si  lascia,  ov- 
vero il  de1>ito  modo  dalla  natura  ordinalo, 
quantocbc  al  sito. 

f  *  §.  Ili  Va.to.  Term.  degli  Anato- 
mici. Dicesi  delle  arterie,  vene,  e  di  tutti 
I  canaletti,  per  cui  corre,  o  in  Cui  si  con- 
tiene qualche  fluido  ne'  corpi  animali  . 
Red.    Cons.    Vasi  ureteri.    fAj 

J?  §.  IV.  Vaso  ,  dicesi  dagli  Orefici  , 
Ottonai,  .yftignantec.  a  Tutti  quei  lavori 
che  .tono  fatti  a   similit.  dt   vati.  (A) 

f  VASÒTTO.  Accretctt.  di  /  nto.  Penv. 
Celi.  Vii.  2.  296.  lo  feci  lor  fare  dua  va- 
sotti  di  mìo  argento. 

VASSALLAGGIO.  Servita  dovuta  dal 
vassallo  al  signore.  Lai.  clientela.  Gr. 
^towxtirt, .  Tav.  Rtt.  Per  infioo  a  lanlo 
che  Io  re  Meliadus  non  giurer'a  suo  v«\. 
sallaggio.  tf  Pant.  cani.  {  Doglia  mi  reca 
nello  core  ee.)  Lieta  va  (  Vertudt),  e  sog- 
ginrna;  Linamente  ovra  tuo  gran  vassallag- 
gio; Per  lo  corto  viaggio  Conserva,  adorna, 
acrreire  ciò  che  trova,  ec.  ( li  1  ftorgh. 
Mon.  127.  Qualunque  ritti  tla  »^,  e  del 
suo  nome  batti*  moneta,  ha  un  buono  e 
sicuro  pegno  dal  suo  del  non  dependere 
da  altri  ,  e  di  <|Uella  Uberto  <li  vasi.tll,ig. 
gio,  rhc  i  nostri  vecchi  «liceano  franchetza. 
S-    Per   Moltitudine   di   vassalli      Lai 


VAS 

servilium  .  Cr.  rì_ca:T9VT€5  .  M.  V.  \. 
22.  Accolta  molta  baronia  e  cavalieri  e 
sergenti  di  suo  vassallaggio,  s'accampò  dì 
fuori  di  Parigi- 

VASSALLO.  Suddito  ,  Suggello  a  re- 
puhblica,  o  a  principe,  0  a  signore.  Lat. 
cliensfduciarius.  Rocc.  nov.  29.  28.  Con 
grandissimo  piacer  di  quanti  ve  n'erano, 
e  di  lutti  gli  altri  suoi  vassalli ,  che  ciò 
sentirono  .  E  nov.  39.  a.  In  Proveiwa 
furon  già  due  nobili  cavalieri  ,  de'  (|Dali 
ciascuno  e  castella  e  vassalli  aveva  sotto 
di  se  .  Cax.  leti.  28.  Provvegga  che  io 
non  sia  peggio  degli  altri  suoi  vassalli  e 
cilladini . 

§.  Per  Servo  semplicemente .  Dant. 
Inf.  21.  Non  altrimenti  ì  cuochi  a*  lor 
vassalli  Fanno  attuR'are  in  mezao  la  cal- 
daia La  carni' .  /'/(.  S.  Margit.  Allora  la 
vassalla  dì  Oisto  sollevò  il  calcagno  SUO 
dal  collo  del  Demonio  ,  e  '1  Demonio 
disse . 

*  VASSELLETTO.  Dim.  di  Vassei- 
lo.  Lo  slesso  che  Vatce/letto.  Plut.  Adr. 
Op.  mor.  3.  3t)6.  Sccso  sopra  un  vaiseU 
U-tlo   fece  forza   di   traversare  il  mare.    (C) 

*  VASSELLO.  Lo  stesso  che  Vascel- 
lo .  Buon.  Eier.  2.  4-  l5.  £  questo  an- 
cora (Che  comandar  voi  dite  altro  vassel- 
lo)  Di  conserta  col  vostro?  E  appresso: 
Narri  al  Podestà  quanto  vo*  avete  Del  ca- 
rico di  questo  E  di  qualunque  altro  Tas- 
sello  udito.   (*) 

VASSOIO  .  Strumento  di  legno  qua- 
drang-^lare,  e  alquanto  cupo,  per  uso  dt 
trasportare  checcftessia.  Lai.  mensa  por- 
tatilis.  Gr.  t/.aifti.  Dial.  S.  Creg.  M.  i 
j.  Accalloe  uno  vaso,  che  sa  chiamata 
vassoio,  dalle  donne  vicine,  per  mondare 
grano  ;  lo  quale  vassoio  ,  lasciandolo  in- 
cautamente sopra  la  mensa  ,  avvenne  ch* 
e'  cadde  ,  e  feccscne  due  pezzi  .  Eranc. 
Sacch.  nov.  53.  Se' tu  impazzalo,  che  tu 
metti  il  paese  a  romore  per  una  botta  T 
A  quelli  pur  gridava  :  oìmè,  fratelli  miei , 
cb'  ella  è  maggiore  che  un  vassoio.  Ruc. 
Ap.  25o.  Allor  tu  con  le  dita  pure  e  ca- 
ste Raccogli  leggiermente  i  corpi  morti  In 
una  tua  conchetta  ,  o  in  un  vassoio  Ben 
netto  ,  ce.  Ricett.  Fior.  Con  un  taglio  , 
o  vassoio  si  gettano  in  aria .  ec.  Burch. 
l.  75.  E  buono  a  far  migliacci  ne*vassoi. 
All'-g.  1^9.  Chi  per  sua  ventura  l'avesse 
levato  dal  vassoio  e  dalla  marra  ee..  avreb- 
be fatto  in  componendo  manro  ben  di  mol- 
ti ,  che  se  1'  altaccìan  vie  su  vie  su.  Borgh. 
Rip.  ^3o.  Pulidoro  ec.  servi  per  manovale 
a'  muratori,  portando  a  quelli  il  vusoio 
della  calcina. 

VASTAMENTE.  Awerh.   Con  vastità. 

*\  *  VASTARE.  ;'.  A.  Rastare.  Ouitt. 
leti.  1.  7.  E  se  non  vntta  in  parte  del  mi- 
nore, come  donque  al  maggiore,  e  rome 
a  tanti,  faccendone  tante  parte,  vastar  po- 
rta? Fr.  Giord.  83.  Che  non  solamente 
vasta  un  die  a  soddisfare  a  tanta  soleu- 
nitade,  ma  vorrelihono  estere  molli  di.  E 
84-  A  dire  di  tutte  queste  rose  ec  non 
vasterebber  molti  di  er.;  ma  dinamo  del- 
l'uno  solamente,  e  vasterà  bene-   (V) 

*  VASTAKB.  V.  L.  rd  A.  Detasta- 
re .  Liv.  Dee.  tib.  3.  cap.  2.  Spurio  ec. 
essendo  andato  contra  l'  Equi,  trovo  gli 
nemici  ne'  rampi  de  li  Eroici,  che  anda- 
vano vistando  la  contrada.  *?/) 

♦  VASTAZIONE.  /'.  L.  ed  A  Gua- 
sto. S  Agosl.  r.  />.  I.  7.  Nelle  vasia- 
zion  di  Roma  quelle  aspre  persecuzioni 
ec.  accaderono  secondo  usanza  tli  batta- 
glia. E  3.  aj),  tit.  Comparatinne  della  vi. 
stazion  drlli  t^ti  con  quelle  persecuzioni 
le  quali  patirono  gli  Romani.  fV) 

't  *  VASTEZZA.  Lo  s fesso  che  Va- 
stità. Prtts.  Fior.  P.  i.sW.  3  Ora»  IO 
ptig.  327.  Ma  di  troppo  sormontano  ogni 
forza,   non  che  la  mia  deholeua,  1'  cerei- 


vis 


....evosue     SereaU^oPnnc|^;;- 
io  più  ne  ''•"="'  • 
'""vIsTlSSlMAMENTE.  i'-p-/. .«  la- 

.en..  '-\f  ,",;,f  .t;r.a>l.!sima.e  ,,« 
curare  se  U  terra,  •"1'  muova  d 

vicinila  a  noi  lra«..l,a..Mmo,  s.  ru    _^^_^  , 

„„  movimonlo  -""■;-^;'-  },;,,  „.,.  3. 
l'iulendcrc  ce.  (B)  ^"f-  '  „.,  e  .li 
NcUe  due  vastissime  pemsok  d.  J^  ,^  ^. 

li  dal  Gange  ce.  «""^"^  jVe  v.pere. 
cur.ssin.o .  poste  '"»  ""^  °f^-,„./,.  26;. 
*  §.  £  A.?!"-""""  <';^'„"-,astissmn  ec. 
Avendo  ?••■■■  ■.^°""",;""  \nerava  che 
.cn,prc  ""«-"^^f.;;'  „",C:n.e'^»to  da  ca- 
Pisa,  «tesse  a  essere 

ra:t(«.r.  Gr.  2-'/';/'  ."'■..^.J/ai  mc«ana 
forma  delle  «=-»>  ",  t=„'  ^  o»  -ne  che 
graudca.  peroccl.--»-^  ^.,_    3 

sieno   ■rasle    ne   m.  ut.      •  ^^^^_._^  ^ 

678.«na   voragoU    ...     S^^^^^^,^^^.^i 

questa  ,  che  "»  '""j.^,.  .y,„.  362.  Gli 
raudo    assorbe  .  C-I    \  poetiche 

elefaut.,eleha,e„^s.nno.e^J^^^^^ 

immag.na..on.,J.eiche  ^  formiche,  ec.  e 

^:eI^';i:;e[;::^X^p.<>;ncole   ec.  sareh. 

Xa^::;o;-;'o/.Ve«ualeataino. 

fece  a  gran    Pastor  d    Arc»du  ,  * 
.irato   dal   ceruleo    ^  ^'«  •  "\  ^j^    ,Vo- 
doso  mar  Carpai.o  pasce  (  cicc   aa 

tea).  (!HJ  ,„„/,i      vale  Poeta 

'■^s/"''irr7  liei'"- 'p' 

"■"'dota' petroDe^— ■"""•'""':;- 

Fier.  ((.  2.  7-.'r  canoro.   E /«- 

r„  .t..arm,s.  jn  --^^^^^  ,.  ,^,,,,, 

fjrE  dopo  aver  ;sorta.or  «omo  apre. 
L'ccia^eloda-proprumali    ^onch.ude 

nido     e  ragiona  Vaticinando .   £.  3-  ^•  -> 
Ci 'eis- appresta  Provvisatorvafcman- 

'^VaTICIxNATO  .   ^IJ.  i^   Vaticina. 
„    SaMn.  Seno/.  3l.   11  secondo  eesso   1 

i:^a^;e:::T:::^.:e!:;:ento Succose  va. 

''".t*VA"TtClNAZ10NE.  //.•..---. 
^-«-■"-.T^Jrde^P^U-rtX 
tC^i^^nUinar""^""'"'""" 

T 


V  A  T 

/-..r     Fn    1     l46.  In  qnesla  guisa 

;;'™'t;a.^::s.S;.:^AiAtic.nio..^suopa. 

■    .     .        Ponto  pecore   anculc  .   /.  7- 

octhiloroJ  M;  ^c.c:^    ''e' 

*§•    "-'rr^?/  ;     6ÌQ     E    Febo 


U  B  B 


l65i 


1  necessaria  alla 


*§•    '■"!(""' V/.Ve^q.    E    Febo 

'-'■'■•■"-f  •   "^C^-J:,,  È?a  dal?-  amor  suo. 
stesso   aUor  eh   ae.e^otr^^^,^._^.^  _  ^  ,„.,, 

la  cetra,  e  1   arco,  e  ,  s„a 

dcU'arti  sue  r.u   gì.   aggradasse  , 
scelta  gli  offerse.  (M) 
V  B 

IJBBI'A   OpMone.  0  ren,.,cro  supera- 
.;o„,om./...g"ro.o.La.-.^.^^^^^_^^, 

^•i^rdi;:::;p^^a/morto,e.ugg.i- 

l,r^:he    sempre  ^J^-J^^^^^ 

Mail.  I-raaz.  r.m.  I'„rl    ^_'" 

.   Ue  ubb,c    me,.o  n^e^e  We,^_^  ^        ^^^_^ 

^:,grd!::=^„--^(-:i!: 
f:s:vrr;rcf;::to:^.-r"^'°- 

'r/''r;°:r;.'-./^:.»'«  mettono  in  capo 

no.'.  89.   2.   "ec  onesta.   Jl'^t 

ubb-dente.  f-,  ^..^^i':"         al  fiBU..olo 

"'."-'"rimai        ricevuu.    il    comanda- 
Cadmo  ,  il   «inale  ,  (. 

-■'"vt'Ì9r'..rò       vedendolo 

s.eme.  /  K-  *■»•  ^  •'"■         .,  ^    ubbidiente. 
,uc.tosuoabaeeos..nulee^^^    ^^^^ 

S:  Chiahr.  pi"-  ■'•  P"*^.  ^.^  ottura  Ubbi- 
SIMO.  i-..per/.  '^/'""*'  f ',^         ,   cosa 

^f^'f-rtr--r:bj::- 

Da^'.   Sasni.    SS-    t.ti   a'  ....pclrassc 

dienl.ssima  offerisse  ,  e  da  lu.  .mpata 

'T;TbB.DENZA.    "Bmi..E.NXA 

obedicnua  .     Or.     :.^-      -  j._   ^^j^. 

''"■'■    """^-Maio      e  ci   della  terra    tua; 
mamcuto  d    Idd.o  .    tsc 

"''  fu  ub,..J.e"- g^  pt7elìa'^utbid,en 

-';rr;r:^>:'-aiJ;--^'T™ 

patr.arca .  ..•  .ieg/^r  ^     ,;  j,  ^^ 

ubbidienza.  fC;  „„..;,«   nitpo 

.,xl  ò  ^'^"«  "''''■'•'^' '■"""■'"';■; 

.•/p„,,.  2.  155.   E,,  sommo  ne  Ur.^ 

dell- ubbidienza.    E  l"»'    '^'^^ '°''    li-io- 
santa  ubbidienza,  e  noapcj  tua  r.^S^^ 

"-'"H-Tq     naotf;he.nuna 
StL^e'ènr=:-: 


nicDO  mail- ubbidienza, 

''='';^V''ir"^w;,i,S..,p'> -'""■'"■'" 

■'■  ^'  ;.^  (n/oni  per /J»""""» '*"S- 

p,.,,,c,>.,..^p.^.aM^or.p^     "6-    '"-If" 

q^E^Ttr-^xt^-r- 

,..„.ascgu..a^^,rU__^^^^^^ 

/„,„,o:„  ,«   rnaapi.   o  .-m.  1  ,  «'«  C' 

./„.r.,.  *  -"'-t;'t.''rf        e  a  no™. 

j^^om:^:t.''rfl:m.}^".-i;-- 

cn'o.  ;../e    rro,„e»e,-e  co,.  g,.,n.mcn,o  rf 

-rvisrrrtSe^zfaeraZ 

^^'^^V'-x    'portare    ubb.dienza    ad  .m     . 
„         ■«    ..a/e  ^nAire  a  riconoscerlo  per 
tale,  a  ginrarg,  ,  ^one,  fatto  crea- 

Capp.   *^-"/''\°-l",   teialri  che  portas- 

''  P'=\r  V   „?a  a  Papa  Adriano.  (CPj 
sino  ubbidienza  a  l^'P  .      „,,,„-,/,„,. 

S-\'-fj.^re    or-re.o<<o.'-. 

:fjJ\o    Tener  soggcUo.  Bern. 

,„aado     f^r^-^p^^^   Agramanle  a  consi- 
.t'-chiamare  Trentadue  Re,  che  egl.  ha 

fn  ubbidienza.  ^,^^^.^,^„,„  ^  paHaadosi  d. 

""  ^'  il  talora  II  Comandamento,  o 
Frati ,  .'"'e  """^'"  '  .  ,„ro,  in  virtù 
la  Penitenza  che  suol jor^- _^^^^^^   ^^ 

d'  '"''"àienza   f   Snpu        .^.^^^^   ^    ^^ 

^""/Ta(e   Bernar.10  che   Santo   Fran- 

ceseo    non    gli    «  „,  „oesU- 

eccessiva.  come  sole     rare,. ^,_^__^^^^__^. 

mente  ^^'."'"^.f  f"  ,„„o  apparecchiato 
'/r"TU  aTbbidienzar'sevoim. 
d.  fare  la  """  ,1     ^h'  io  comande- 

rcomettete  d.  fare  queUo    ^^^^^^^^ 

-■  à-   V.        „   („    iscnltodala   dal   in- 
dine. 0   l-icenza   ,n    >^c>     ^^  -^^^^  ,„ 

'"rilSo      lafdin.mc.leXecie^^ 
r:;^Ui:::^ciziigl.  comparve  l-ubb.d,en. 

'"j^;'^tENTE'r."BB.DE.XE. 

'^:  -3  37  "rima  proposte  a  quella,  ed 
ibbidientis'simamente  eseguite^  E.^339_; 
lo  ubbi.hcnl.ssimamente   IO  co 

'"uBBrm'^NTissmo.  v.  «bb.den- 

TISSWIO.  r  IIRBIDE.NXA 

ubbidire  disiderosa  disse.  ^  '?\^^ ^,,. 
Maltiseportato     makha    1     ^^^^^^._ 

siri  ubb.d.ti.  /'"..'■  ^'.-.t^,.,^  lieta  osi 
dendo  -"".='^"°:„,'''t^'V.  Tanto  m- 
cominc.o  a  d.rc.    Dani,   inj  .^ 

aggrada  U  tuo  comand  men  o.  e 
bwVsegiWosse.n;^  .■_-;^,^j4,,, 

"^  '"•  ,""p::;  1,6   conciossiacosaché 
vere  parole.  P«.«.   22D  -,     , 

i  superi"  "ff-''^^;,;;„'    '"otte  le   cose 
la  sua  signoria,   aUaq^^     Hi.  .BW, 

ubbidiscono,  e.'"»"       ?°     „  ,„  ,uo  pia- 

:^,^c^::etfg::-^enoiv..bbi. 


iSSi 


V  B  B 


i.rao  «  Slor.  Bari.  loo.  D.».  per  ap- 
pigarli  che  abl.idircl,l,e  b  loro  TolonCi 
y>t.  S.  Nailai.  3o5.  Vedendo  che  non 
Toleano  oUndire  i  juo'  comandamenli  . 
Cfl,/fl/c,  IJiscipl.  Sp.r.  l^g.  l.„cbè  oani 
la  le  mie  giuilitie  e  la  mia  leg  e  ,  la 
<]uale  noQ  vuoi  ubltidire  7  (V)  ° 
D  *  ,^  l  UM'i'lire  ,  si  dice  anche  dei 
Fopol,,  delle  /Vo^,„ae  ec.  che  tono  sol. 
•oposle  al  governo  U,  un  principe,  di  uno 
slato,  (C) 

*,^J''  ^*'"'''>".  P"-  adottarsi.  I,n. 
per/.  Tim.  n.  l.  T.6.  3,.  Nel  fal,l.ri. 
care  colo,  che  ul,l,ldi>cc  al  vecchio  dod 
la  mai  cosa  buona.  (Fj 

•'  §■  "I-  /■.>//  è  meglio  ubbidire  che 
saal,yuare ,  d.cesi  in  pro.erb.  ad  accen- 
lare  the  ninna  cosa  piace  tanto  n  Dio 
quanto  /'  Ohhe.lienzn.  .  I.asc.  Sil.ill.  i 
3.  Non  sancte  voi  eh'  egli  è  meglio  ul- 
Indire  ,  che  santificare  ..?  (Cj 

UBBIDITORE  die  ubbidisce  .  Lai 
obediens  Or.  Jt^Vco;  .  f.sp.  long.  E 
perno  colui  e  comandalore,  e  ubbiditore 
a  ik  nesso.  Ri„i.  „„t.  p.  y,  Cuilt.  Non 
laODo  ubiudilor  mille  allegrale 

UBBIO.SO.  ^dJ.  Che  ha  ubbia  V 
Aldobr  B.  V.  Umile,  come  pagonc  slol! 
lo  ,  e  ubbioso  .  Frane.  Sacch.  no,:  48 
Tanto  ubbioso  vivea  ,  che  se  subilo  Is 
iendo  slato  tocco ,  per  la  maniera  detta 
non  avesse  ritocco  altrui,  avea  per  certo 
di  (ar  qu-lla  morte,  che  colui  per  cui  era 
sialo  tocco,  e  tostamente.  /;  ,w.  78  Per 
l^be  questo  Ugolotto  era  ubbioso  di  temer 
'a  morte ,  pero  Irassono  nuovi  uccelli  ner 
aver  diletto  di  lui.  «^ 

UBBLIARE  Obbliare.  Lai.  obli.isci. 
Or.  t^,)avaa.€(,ì«,.  ^,„„, .  ^„,.  g 
a03.  Chi  ama  non  ubblia 

*  UBBLIGATO  ^dd.  Obbligalo.  Lai. 
devinclus.  Cr.  !»5Z»>5vo;.  Snlyin.  Pros. 
Tose  ,.  Qj.  Riscrbaado  ec.  questo  ub- 
hligalo  uflicio  a  più  lontana  ed  opportu. 
na  stagione,  ce.  /•„■.  Trin.  3.  :.  E  tanto 
più  mi  pareva  potermi  di  te  fidare  in  quc- 
sto,  perche  per  ragione  di  matrimonio  tu 
se  obbligato  a  mia  sorella.  (•) 

•f-  IIBBRUCACCIO  ,  e  UBRIACAC- 
1.10.  Peggiorai,  d'  Ubbriaco,  e  d'Ubria- 
co Lasc  .  Pin:.  4.  8.  l/briacaccio  ,  celi 
non  risponde.  K  Celos.  l^.  12.  E  io  chi 
sono  ,  ubbriacaccia  ? 

UBBRIACtlELLO,  e  UBRIACHELLO. 
Ihm.  d   Ubbriaco,  e  d- Ubriaco j  Alquanto 

t"'Tn  '""  ''"'"■  ^  =>■  «"""'"  .  "- 
briachella,  che  se  tu  beessi  meno  la  sera 
non  II  avverrebbe  questo. 

*  UBBRIACHESCO.  Add.  Di  ubriaco. 
'r'P'-'O  degli  ubriachi.    Tac.    /)«„.   Ann. 

1  ir  ,1    '"""''''    ''■"'    "''""=  ■'  popolo 

del  fanciullo  non  usalo  a  cene  oneste,  non 
'Me  ublinachesche.  (Cl't 

1  JOBBRIACHEZZA,eUBniACnEZ 
AA.  Ofuscamenlo  dell'  intelletto  cagiona- 
to da  soverchio  ber  p,„„  ,  „  l,„uor,  spi. 
nlos,  ,-  r.briachet:a  Lai.  ebrietà,  .  Gr 
."">;,  f.i-i\iijsa.. 

*  §.    Vale  anche   Propensione  abituale 
ad  ubbriacarsi.  «SaUin.  Disc    1.  i85.  Col 
lusso   a   maniera  di   Baccanti  ,  damando 
entrano  V  ubriacheue ,  le  crapule  ,  le  la- 
scivie ,    r  oiioiiti  m  .    (Cj 

t  3  UBBRIACO  ,  ,  UBRIACO  .  Add 
(he  ha  la  mente  turbata  .  e  /■  intellello 
alterato  dall'  ubi.riachezza  j  Ktibro  I  al 
'hrius.  Gr  ^iSJoi»,  Bocc.  no,-.  64  o' 
Alla  croce  di  Dio  ,  ubbriaco  ,  fastidioso 
tu  non  e'  entcrrai  stanolt.-.  tf  ffarg  ,n, 
l3l.  E  quando  egli  era  ubriaco,  e  ben  coU 
Io.  E   ricalava  per   dodici  putte,  (f/ 

f  *  g.  I.  Ubbriaco  .  ,ale  anche  Che 
.  rfc,/,7o  al  sino.  Che  lie.e  eccessiiamen- 
le  ■■  Te,  /ir.  -.  |5  Guarda  che  di 
luo  .egreto  tu  non  parli  ad  ubbriaco,  ni, 
'   mala  femmina   ..    (C/    Bern     r,„     , 


82.  O  furfanie,  ubbriaco,  conladino.  Nato 
ec.  (fi) 

n   ^  t-*'."     ^  '"fona   di    susl.    .Wn  . 
lien.    larcb.    ,,    ,0.    Verrà   un  di.  che  gli 
ul.l.riachi  saranno  in  somma  ripulaasone 
e  1  aver  tracannato  ec.  (Il)  ' 

t  *  UBBIllACO.Mi,  e  UBRIACONE 
Add.  Lo  stesso  che  Ubbriaco,  e  Ubriaco  ■ 
ed  usasi  anche  sust.  Segner.  Crisi,  instr. 
<•  2J.  I.  Non  so  se  mai  vi  sia  avvenuto 
di  sclere  a  canto  d'alcuno  di  questi  uU 
brian.ni  ben  colti,  i  quali  spendendo  lui- 
lo  1^1  tempo   n.lle   bettole,   ec.    (/?/ 

=:•■  §.  Ubriacone,  dicesi  per  lo  più  di 
III,  e  soggetto  a  ubbrincarsi,  0  a  bere 
eccessivameulei  rf<   Chi   e  dedito  al  ,i„o 


V  B  I 


/-          w,  „      ,  '  uruiio  ai  lino. 

Ces.   Bell.    Dani.  I.  5^.   Va'  ,  bestia;  e 

staiti  co   tuoi  pari  vigliacchi  ,    ubriaconi  . 

niariuoli.   fCj  * 

fr,7,  *  "«BRIGARE,  /ore  poco  usata. 
Cbbligare.  Benib.  Star.  II.  ibo.  Per  qua- 
lunquc  prexio  si  ubbrigasjc  di  porUralie- 
le.   if-)  '  " 

*   UBBRIGATO.    Add   poco    usato. 

Ubbligato.    farcii.   Star.  4.    -«.    I    .,„„„. 

n  erano  ubbrigali  sotto  le  medesime  pene 

lare  il  giorno  seguente  trarre  di  due  borse 

ec.  quaranta  uomini.  (C) 

UBEi„Ft-KO.  y.L.  Add.  Che  ha  pop. 
pe  .  Iiamm.  4.  119.  Vaghissime  giovani 
■n  giubbe  ec,  daUe  dure  pietre  levanti  le 
manne  conche,  e  a  cotale  uficio  abbassaa- 
<losi,  sovente  le  nascose  dcli.ie  dell'  ube- 
mero  petto  mostravano. 

S-  Per  Copioso,  Abbondante,  Dovizio- 
'l-  lai.  iibcrifer,  copiosus.  Cr.  aa&ovo,- 
svyosj,-.  Bocc.  Leti.  Pia.  Ross.  ihs.  Co- 
sici I  uberifera  ricolta  .  gli  ampli  goada- 
gni ,  e  le  gloriose  vittorie  promette 

.tJBERO.  /-.  L.   Poppa.  L>,.    uber.  Gr. 

"ì  \  'r  '■■  '5-  '9-  3-  El'l'c  una  mo. 
glie,  che  r„  più  bella  che  la  S.billa,  donna 
scn.a  ubera,  secondo  l'opinion  di  molli. 
' '-.  9.  102.  8.  Infra  tutti  i  fori  che  han- 
no cacchioni ,  un  foro  maggiore,  siccome 
ubero  ,  appare  (  il  testo  lai.  ha  .-  velut 
Uuer  ). 

UBERTA',  UBF.RTADE,  e  UBERTA- 
II-  Dovizia,  Abbondanzio,  Copia.  Lai. 
"4cr/„x.  Gr.  tJpo.^ia.  C.  T.  ,0.  1^2 
6.  Da  caro,  e  slerililà  ,  e  non  uberl'a  ,  e 
abbondala  Amct.  6.  Dalla  sua  destra 
un  chiaro  fiumicello  ,  mosso  dalla  ubertà 
de  monti  vicini  ,  fra  le  petrose  valli  di- 
scendeva gridando  inverso  il  piano.  Dani 
I  ar.  20.  Che  scende  chiaro  giù  di  pietra 
m  pieira.  Mostrando  1'  ubertà  del  suo  ra. 
cume  nr.  mal.  beli.  </o,n.  3<,3.  Ancor- 
rh  ella  sia  di  quella  ubertà,  e  aUonJanu 
che  sa  ognuno,  non  perù  ne  getta  il  latte 
in  lincea  da  per  se.    • 

t  yBERTOSO,  e  UBERTUOSO. -<</rf 
f'rlilej  opposto  di  .Sterile.  Lai.  uberi- 
fer.  Gr.  ajpào,»;.  ,;.  ,-.  5  j  ,  g. 
sce.ono  al  piano  al  paese  d'  India  .  eh'  era 
rrutlifero,  ubertoso,  e  dolce,  il.  /'  ,  -q 
T-.irnarono  a  Bodri,  ed  ivi,  che  era  luogo 
uberluoso  ce,  si  mi.ono  ad  attendere  F 
9-  «Og.  Essendo  in  paese  grasso  e  uber- 
toso da  vivere  .  Diltan,.  4.  ,3.  |,.r„|,,  j 
pasture,  ed  ubertose    mollo?  * 

t  S     l'er  jlbliondante.  Copioso,  tf.  f. 
r,.'-  A*"nne.  che  dove  si  stimata  slel 
nlità  grande  per  la  ricolla  prossima  a  ve- 
nire, consegui  ubertosa  di  tulli  i  beni 
I        «JBJ.    /.    /..    ,.,,,,,!,_   „„..,     L„    „,„ 
r.r    <,T„u.    Pani.   Par.   28    lo  senliv.  o- 
sannar  di  coro  in  coro  Al  punto  fisso  che 
gli   tiene  all'  ubi,  E  terrà  sempre     A    j„ 
Ove  .    .ppon,.,   „^„j   u|,i  ,   „^„j  J- 

M  i/iicti  eicmpii  è  la/orsa  di  sust.l 
t  *  UBmE.>TE.  1.0  stesso  che  Ub. 
bidienle.inn  e  fuor  ,/'  „„.  Frane.  Bari.. 
,2  J.  S  egli  1  trova  ubidente,  Fedel  e 
lai.  com  e  di  .opra  posto,  O  presso  .  quel 
composto.  (Fj  ^ 


•  UBIDIEKZA  ,  e  UBID1EN2IA  Lo 
ttesso  che  Ubbidienza.  Troll,  tiri.  Cmrd 
Umile,  iragiusto,  .nello,  quando  virtù  d' 
ubidienti  delL.  soloolà  di  Uio  t  del  .no 
pielalo  .1  p„,|a  ,co„  legge  ,1  Vocab.  alU 
«ce  POK'IAHE.S.  \il.).(B)  Vii.  s 
'  i-anc.  174.  A  ciascuno,  secando  la  .uà 
.ulHceoia  e  possibiuà  ,  si  des.e  qoeUo 
ufirio  e  ub.Hie„.ia  che  si  convenisse  few, 

■é  VHIOtHE.  Lo  stesso  che  Ubbidire. 
..li  7"^-    '^    *    «Pparecchiò   per 

ubidire,  e  d.  seguire  il  comandamento  dbe 
gì'  era  fatto.  ,  F)  lalm.  Fu.  e... /,».  j 
Pi'g  47.  (Fir.  ,529)  Chi  desidera  con- 
tenersi ,  e  che  la  ragione  dello  inlelleUo 
non  >,a  vinta  e  abbattuta  dai  non  ragio- 
nevoli appelili,  ma  in  tal  modo  ubbidisca 
»  quegli,  che  I  de.iderii  sfrenati  non  va- 
gabondino .ania  ragione  ,  ec    (B) 

UBINO.  Sorla  di  camallo.  Bern.  Ori 
J.  9  2b.  Correva  come  un  veltro,  o  poco 
mono    Come  gli  ub.ni  fan  di  quella  ban- 

nno  K  ';  f^  '^-  ^'^  nsansuelou- 
bino  che  .ul  dosso  Avea  la  figlia  del  re 
Stordilano,  Fece  entrale  un  degli  Angel 
d.  Minosso  Sol  con  parole  il  frate  di  Vi- 
Viano  . 

iBRiACAccio.  y.  UBBRiACArcio 

^^LliRIAtllELLO.    /'.   UBBRIACHEL. 

^^UBRIACUEZZA  .    r.  UBBRIACHEZ- 

UBRIACO     r.  UBBRIACO 
«    UBRIACO.NE.    Fed.    UBBRIACO- 
nE.  (A) 

u  c 


*  UCCELLA.  La  femmina  di  qualun- 
que uccello;  ma  e  voce  fuor  d"  uso     I 
UCCELLO.   iCt  ■ 

UCCELLABILE.  Add.  Allo.  .  Degno 
I    '"'S'    •"^'"'"o  .   «    burlalo.    Farch. 

"„V.      Bene    ipeiso  sono    ridicali,  e 
uccellabili. 

UCCELLACCIO.    Peggiorai,  d.   Uccel- 
lo  ;  e  dicesi  propriamente  di   Uccelli  che 
SI  pascono  di  carogne.  Bern.    OH.   1    i3 
20.   Senti    queir  uccellaccia  un  gran  do- 
lore .   Cam.  Cam.   44;.  E  .  va.  intorno 
«I  veggon  girare.  Sema  darsi  altri  impac- 
ci,  Come  dappochi,  e  semplici  ucccUacci 
tir    Disc,  an    75.   Ben  dimostri,  vile  uc- 
cellacelo  ec. ,  che  in   te  non  è  fede     ne 
discreaicne.£8.J.   Le  poche  faccende  che 
tu  hai,  mcser  uccello,  ami  ser  nccellac 
CIÒ,  ti  hanno  fatto  pig|„„  |,rig,  J,  ^,||„ 
che  noi  CI  facciamo     E  A..  181.  Se  non 
«Uro.  IO  darò  pure  una  buona  cena  a  pa- 
recchi  ucccllacci.   Ar.   Fur.    27.   92.   Che 
dopo,  se  non  fia  chi  me  lo  vieU,  Farù  di 
lui  mille  uccellacci  lieti. 

t  §•  Uccellacelo  .  diciamo  anche  fitu- 
ratam .  ad  Uomo  scempiato  ,  semplue 
scocco,  minchione.  Lai.  nebulo.  Gr.  oj. 
TlJoivs;.  Cor.  .ìtali.';.  A.eaquest'uecel- 
laccio  ornai  ridotta  La  music,  in  falsetli 
e  n  semiluoni.  Bed.  $  ip.  1.  qo.  Non  è 
[  maraviglia,  se  colali  uomini  anche  oggi  eo. 
munemcnte  io  Toscana  per  ischetro  »« 
chiamati  uccellacci. 

UCCELLAGIONE  Tempo  nel  numi ,' 
uccella.  Lai.  aucupium.  Gr.  .f.aJv.'.u 
««./'0«.  Pallad.  Dieembr.a.  Di  onesto 
mese  ec.  .tenderemo  i  lacciuoli .  e  b..u 
1   uccellagione  infino  a   Mario. 

S-  •■  /'cr  /•  Fsercitio  deW  uccr/lmn . 
lat.  aiicupatio.  Gr.  if.urn'yjic,  .  G.  /". 
"  I  4.  Fece  il  p.rco  delle  uccellagioni 
•ì  Pantano  di  Foggi,  in  Punì,.  .  (ant 
I  ara  4^6.  p„c„t  ,,„(_  „j  ^^^  ^j  ^- 
Irova   In  questa  uccellagione. 

S  "  lifuralam.  liocc.  Leti.  Pr.  S 
Ap.  3ij  O  stomacoso  riso,  tr  egli  .ves- 
•c  fatte   que.te   cose  per   (a  Ua«i  ma   p,. 


u  e  e 


u  e  e 


u  e  e 


i653 


rocchfe  altrove  tendeva  la  'nientione  oon 
coDOSriuta  da  Ognuno,  vischio,  e  rcli,  rd 
uccellagioni  sono  da  pit-li.irp  il  vento  del 
populo  in  vanagloiia,  né  si  dclibuno  a  ma- 
gnifìrenia  atlriliuìre. 

§.  III.  /',■  per  la  Preda,  che  in  ticccl- 
laiuh  si  piglia.  Cro/t.  Morfll.  222.  Esce 
di  Mugello  gran  (juuiitita  di  formaggio,  e 
mollo  panno  j^nellino,  e  mutii  polli,  e  al- 
tre urrellag'ioni  doniolii  be.  Ciriff'.  Ca/t-. 
1.  54.  Elegyi  qual  tu  vuoi  d*  uitclhigione. 
TC  3.  89.  l'n  tallone,  (Quando  si  cala  giù 
d'  una  collina  DitUro  la  slaraa  ,  o  altra 
ucce1L)gione  . 

IKXKLLAIA.  UiCcUare,  Frasconaia. 
Ciriff'.  Catv.  I.  21.  Vedesti»  mai  villa», 
che  soUo  frasca  Ha  percosso  in  sul  capo 
la  ghiandaia  Colla  ramala  ,  ed  un  tratto 
giù  casca,  O  frusone  impaniato  all' ucrel- 
laia  T  Morg.  24.  97-  Ecco  apparire  intanto 
ua  bel  Iioscbctto,  Tondo,  impaniato  come 
un'uccellaia.  Belline,  ^on.  Che  nuovi  uc 
celli  aremmo  alP  ucieltaia. 

5?  §.  Uccellaia,  vale  anche  Confuso  ci- 
caleccio di  più  personej  Passeraio.  Car. 
Stracc.  3.  3.  Non  isliaino  qui  a  fare  un' 
uccellaia  in  »u  la  strada.  Andiamo  innanzi 
al  Governatore-  (Cj 

UCCELLAME.  Quantità  d' uccelli  in- 
xieme  j  ma  il  diciamo  più  coniunemcnte 
d'  Uccelli  morti,  l'ardi.  Sfar.  Uccellami 
d'ogni  ragione,  pesci  d'ogni  qualit'a.  Tac. 
Dav.  Ann.  i5.  Zll\.  Erauvi  uccellami,  e 
aalvaggiumi  di  varii  capi  del  mondo,  e  pe- 
sci insiDO  dell"  Oceano  .  ^  Pallav.  Siti. 
l3o.  Mf'nse  cariclie  di  grande  argento,  e 
di  peìlcf^iini   uccellami.   (l'P) 

UCCELLAMEMO.  1/ uccellare  ,  in 
signi fic.  di  Schernire  .  Lat.  irrisio  .  Or. 
X^suas/AOi.  Fir.  Trìn.  2.  l.  Che  baie 
son  queste,  e  che  uccellamentì?  Borgh. 
Orig.  Vir.  a63.  Hanno  colali  adulazioni 
tciocrhe  per  una  spezie  d"  uccellamento. 

UCCELLANTE.  Che  uccella.  Vr.  Giord. 
Prcd.  Ft.  Con  ragione  son  gastigati  gli  uc- 
cellanti alle  colombe  delle  colombaie. 

UCCELLARE.  Tendere  insidie  agli  uc- 
celli per  prendergli .  Lat.  aucupari  .  Gr. 
t'Iiystv  .  Bocc .  nov.  l\\.  16.  E  poi  con 
lei  lungamente  in  pace  ,  e  consolazione 
uccellò  agli  usignuoli  (  qui  Jìguratani.  )  . 
E nov.  100.  2.  In  niuna  altra  cosa  il  suo 
tempo  spendeva  ,  che  in  uccellare  ,  e  in 
cacciare.  Din.  Comp.  2.  2^.  Il  quale  avea 
molto  onoralo  mcsscr  Carlo  a  uno  suo  bel 
luogo,  quando  andava  a  uccellare  co'.suoi 
baroni  .  liicord.  Malesp.  5o.  Cacciava  ,  e 
uccellava  come  uomo  laico.  Pallad.  Set' 
tembr.  12.  Aguale  s' apparecchia  T  uccel- 
lare, e  ogni  altro  argomento  da  uccellare. 
Malm.  5.  l\!\.  Che  non  uccella  a  pispole, 
ma  toglie  Cupido  a  questa  donna,  eh' e 
sua  moglie. 

*t  §■  I-  Pef  Beffare,  e  Purlare;  tol- 
ta la  metafora  dagl'  inganni  ,  e  alletta* 
menti ,  che  in  uccellando  si  fanno  agli 
uccelli.  Lat.  illudere,  irridere.  Gr.  xa- 
Taysiav.  Bocc.  nov.  85.  5.  Ella,  che  av- 
veduta s'  era  del  guatar  di  costui  ,  per 
uccellarlo  alcuna  volta  guatava  lui,  alcun 
sospirelto  gittando.  E  noi-.  88-  9.  Paioli 
io  fanciullo  da  dovere  essere  uccellato  ? 
Pataff".  9.  l'ho  male  alle  campane,  e  non 
1'  uccello  .  Sen.  Ben.  l'arch.  2.  27.  Fra 
gli  altri  bene6ziì  cbe  gli  aveva  fatto  Au- 
gusto, era  d'  averlo  liberato  da  quella  fa- 
tica vana  ,  dove  era  ,  e  sarebbe  stalo  uc- 
cellalo sempre  mai-  E  5.  6.  Era  faccio  , 
e  soleva  favellare  sempre  per  figure;  uc- 
cellava ognuno,  e  massimamente  ì  grandi. 
K  Krcol.  54.  Se  fa  rio  per  ^ilipendere, 
e  pigliarsi  giuoco,  ridendosi  d' alcuno  ,  s' 
usa  dire  beffare  ,  e  sbeffarc  ,  dileggiare, 
uccellare . 

*  §.  IL  Uccellare  1,7  mattea.  V  MAT- 
TEA. CO 


§.  III.  Uccellare  ad  alcuna  cosa,  vale 
Proccurarla  con  ogni  industria  ,  Deside- 
rarla con  avidità.  Lat.  ardere  ,  inhiare  , 
aucupari.  Gr.  e'TKX^-^'và'V  .  Sen.  Ben. 
I  arch.  ^.  20.  Se  egli  uccella  al  guada- 
gno ,  questo  è  un  gillar  1'  amo  ,  non  ri- 
compensare i  benifizii  .  Tac.  Dav.  Star. 
2.  285.  Egli  s'  accostò  a  Ottone  ;  e  non 
bastandoti  1'  Affrica,  uccellava  alla  Spagna, 
divisa  da  poco  strellu. 

*  §.  iV.  Uccellare  a  coccole,  dicesi  di 
Chi  per  li  suoi  portanitnti  corre  rischio 
dì  toccar  delle  busse,  e  d'esser  mortifi- 
cato,  r.  COCCOLA,  §.  II.  ,C) 

§.  V.  Uccellare  per  grassezza.  J'^arch. 
Ercnl.  j2.  D'  uno  cb'  è  benestante  ec.  , 
e  nondimeno  ec.  pigola  sempre  ce  ,  si  suol 
dire  ,  come  delle  galle  :  egli  uccella  per 
grassezza  . 

§.  VI.  Uccellare  l'oste,  e  il  lavorato- 
re.   1'.  OSTE.   g.   XV. 

*t  *  g-  VII.  Uccellare  i  favori ,  gli 
onori,  o  simile,  vale  Cercar  eli  ottenerli 
con  modi  artifìziosi.  Cortig.  Castigl.  Iih. 
2.  pag.  ì^-j.  (  (iiolito  i564)  Aspetti  f' /V 
cortcgiano  j  che  i  favori  gli  siano  offerii, 
più  presto  che  uccellarglt  così  scoperta- 
mente ,  come  fan  molli  che  tanto  avidi 
ne  sono.  (NS) 

UCCELLARE.  Nome,  distretto  di  pian- 
te salvntiche  con  certo  ordine,  per  uso  di 
pigliare  alla  pania  gli  uccelli,  e  in  par- 
ticolare i  tordij  che  anche  diciamo  Fra- 
sconaia. Lai-  aucupium.  Gr.  i^ìVTfipiou 
zOTtOi  .  Pallad.  Settembr.  12.  Aguale  s' 
apparecchia  1'  uccellare  ,  e  ogni  aJtro  ar- 
gomento da  uccellare.  Dav.  Colt.  197. 
L*  uccellare  ,  ovvero  boschetto  per  lordi  , 
richiede  le  medesime  piante,  ma  il  divelto 
più  adentro,  e  più  concime.  Buon.  Ficr. 
4'  4-  ^-  Tender  panie,  e  reti  A*  soliti  uc- 
cellari ,  e  paretai. 

UCCELLATO.  Add.  da  Uccellare. 
§.  Per  Burlato,  Bejfalo.  Bocc.  Leti. 
Pr.  S.  /tp.  3l5.  Misero,  ed  abbandonato 
ed  uccellalo  dagl'  inganni  del  suo  Co- 
ridon.  Lusc.  Parent,  2.  6  Fece  me  e 
Guglielmo  rimanere  uccellati  ,  e  se  ne 
disse  per  tutto  Firenze.  Ciriff.  Calv.  3. 
96.  Avendo  dileggiati  molli  uccelli,  Me- 
rilamenle   anch'  ci  resta  uccellato. 

't  *  UCCELLATOIO./,o  stes.io  che 
Uccellare,  .sust.  Lasc.  Cen.  3.  nov.  io. 
La  mattina  maestro  Manente  se  n'  era  an- 
dato a  spasso  in6no  ali"  uccellatoio,  che 
vi  erano  tre  miglia  da  casa  sua,  e  senza 
ec.    (j4) 

*  §.  Mandare  air  uccellatoio,  vale  fi - 
guratam.  Uccellare,  Dileggiare.  Tedi 
MANDARE,   §.  XXI.   (A) 

t  UCCELLATORE.  ì'erbal.  masc.  Che 
o  Chi  uccella.  Che,  o  Chi  tende  insidie 
agli  uccelli.  Lat.  auceps.  Gr.  l'Iiyy//;. 
Lab.  277.  Di  quella  ha  fallo  uno  escalo 
come  per  pigliare  i  colombi  fanno  gli  uc- 
cellatori. 'J'es.  Br.  5.  3l.  Pernice  è  un  uc- 
cello, che  per  bonl'a  di  sua  carne  sempre 
è  cacciata  per  gli  uccellatori.  Albert.  25. 
Fuggi,  sìicome  donnola,  di  mano,  siccome 
uccello,  di  guanto  d'  uccellatore.  Ar.  Fur. 
9.  67.  Qual  cauto  uccellator,  che  serba 
vi%i,  Intento  a  maggior  preda  ,  i  primi 
augelli. 

§.  Per  similit.  si  dice  di  Chi  cerca, 
procura,  o  desidera  alcuna  cosa  industrio- 
samente. Lat.  aucupator.  Bern.  Ori.  3- 
,*>.  I.  Voi,  che  volete  il  lilol  del  messere, 
Uccellator  d' inchini,  cdiberrelle.  Ar.Snt. 
4-  S'  io  fossi  andato  a  Roma,  dir'a  alcuno, 
A  farmi  uccellator  di  beneficii,  Preso  alla 
rete  n'  avrei  già  più  d'  uno.  *  Car.  lett  ■ 
ìned.  2.  217.  Gli  uccellatori  del  papato 
sono,  olire  i  solili,  Salviati  e  Trani.  fA'J 
UCCELLATRICE.  J  erbai. femm.  d'Uc- 
cellatore. Tratt.  segr.  cos.  dona.  Più  vo- 
lentieri sono  uccellatrici  di  medicine,  cbe 


dì   tordi.   Tiibald.   Andr-   Si  era  una   fem- 
mina ucccUalrice,  e  cacciatricc- 

UCCELLATURA.  //  Tempo  dell'  uc- 
.  celiare  j  e  l'  Aito  dell'  uccellare.  Lat.  au- 
cupiu/n.   Gr.   ì^ixìTfìptov. 

UCCELLETTINO.  Dim.  d'Uccelletto. 
l-ih.  cur.  malati.  Si  può  concedere  loro 
nella  ultima  d<.'clinazÌone  qualche  uccellet- 
tino   glasso,  e   ben    collo. 

UCCELLETTO.  Vim.di  Uccello.  "Lat. 
avicula.  Gr.  op-Jiìicoy.  Tes.  Br.  5.  i3. 
Smerli  sono  di  tre  maniere  ;  l'uno  che  ha  la 
schiena  ucra,  e  l'altro  che  V  ha  grigiaj  e  son 
piccioli,  e  sottili  uccfllflti.  f!occ.  Introd. 
37.  Quivi  s'  odono  gli  uccelletti  caulare. 
E  nov.  80.  l3.  Poi  nella  camera  cutrati- 
sene,  senti  quivi  maraviglioso  odore  di 
legno  aloè,  e  d' uccellelti  cipriani  vide  il 
Ietto  ricchiisimo.  M.  y .  9,  70.  Gli  uccel- 
letti in  gabbia  vezzosamcnlc  uudrili  si  raU 
legrano,  vedendo  le  hc\\c. Hurdi.  \.  io3. 
Molli  iicccllelti  stauno    nella  valle. 

UCCELLIERA.  Luogo  dove  si  conser- 
vano vivi  gli  uccelli.  Segner.  Pred.  6.  4- 
Poco  rileverebbe  dunque  che  Dio  vi  la- 
sciasse ec.  le  vostre  uccelbere  ancor  po- 
polate di  delicalissime  cacciagioni,  se  ec- 
UCCELcmO.  Dim.  d'Uccello.  Lat. 
avicula,  Gr.  o'pvc'^iov.  Dant.  Purg.  23. 
Mentre  che  gli  occhi  per  la  fronda  verde 
Ficcava  io  cosi,  come  far  suole  Chi  dietro 
all'  uccellin  sua  vita  perde.  Alleg.  3ll. 
Per  questo  il  Toso  in  tirarmi  i  calzini  Fu 
per  cadere  addosso  a  più  compagni,  Ch' 
eran   nel  nidio  come  gli  uccellini. 

§.  I.  Pigliare  gli  uccellini,  detto  prover- 
biai, vale  Trastullarsi,  Trattenersi,  Far 
baie.  Lai-  nugas  agere,  nugari.  Gr.  Xr^- 
piìv^  yiuMfs'v  A'.  V.  9.  l5.  Informato 
appieno  per  solenne  invesligagione  di  quel  - 
li  cbe  ne'  detti  casi  avicno  erralo  ,  non 
prese  gli  uccellini,  ma  formò  francamente 
suo   processo   conlio  al   dello  Leggieri. 

§.  IL  Canzone,  o  Favola  dell'  uccelli- 
no. J'.  CANZONA  g.  IX.  e  FAVOLA, 
g.   IX. 

g.  III.  Uccellino,  diciamo  talora  in  i- 
sckerzo   il  Membro  virile  de  bambini. 

UCCELLINUZZACCIO.  Pcggiorat.  di 
Uccellinuzzo.  Lib.  cur.  malati.  La  carne 
ancora  di  questi  uccellinuzzacci  non  è  sa- 
na   f parla  degli  stornelli). 

UCCELLINUZZO.  Dim.  di  Uccellino. 
5  UCCELLO.  ]\'ome  generico  di  tutti 
gli  animali  aerei,  e  pennutij  e  quantun- 
que si  dica  nel  genere  maschile  tanto  al 
maschio,  quanto  alla  femmina  ,  pure  si 
trova  usato  alcuna  volta  anche  colla  ter- 
minazione femminile.  Lat.  avis,  volucris. 
Gr.  opvzof.  Bocc.  nov.  93.  25.  Da  nc- 
cessit'a  costretto  si  diede  a  conciare  uccel- 
li .  Petr.  canz.  4-  9-  E  fui  l' uccel  che 
più  per  l'aere  poggia.  Dant.  Inf.  17. 
Come '1  falcon  eh' è  stato  assai  suU'  ali  , 
Che,  sanza  veder  logoro  ,  o  uccello.  Fa 
dire  al  falconiere:  oimè  tu  cali.  Fav. 
F.sop.  E  prendo  assempro  a  quella  savia 
uccella,  (^he  vide  1'  eiba  leneieUa  e  bel- 
la. #  Alam.  Colt.  3.  67.  IVIa  sopra  gli 
arbor  già  maturi  i  frulli  Veggio  aspetlar- 
me;  e  s'io  tardassi  ancora,  O  degli  ingor- 
di uccci  sarebber  preda,  O  ,  dal  mondo 
negletti,  a  terra  sparli  (Uccei  in  lungo 
di  uccelli  è  voce  che  si  usa  più  volentie- 
ri in  poesia).  (l'J  Bem''.  Asol  lib.  2-  Ne 
poteano  rifìnar  di  maravigliarsi,  come  quel- 
la innocente  uccella  (la  colomba)  fosse 
di  mezzo  tulli  loro  così  sciaguratamente 
stala  rapita.   (Min) 

%.  \.  Per  similit.  Dant.  Purg.  2-  Poi 
come  più  e  più  verso  me  venne  L*  uccel 
divino,  più   chiaro  appariva. 

§.  II.  Ogni  uccel  conosce  il  grano  ^ 
proverb.  che  vale.  Che  7  buono  piace  a 
tutti,  ed  è  da  ognun  conosciuto.  Lat. 
quod  pulcrum,  idem  amicum.   Gr.  to'  rx- 


l65i 


U  C  C 


A9V  puov  e  STI.   Fir.    Trin.5.3.  Addio, 
comare  ;  ugai  uccel  coousce  il  graou. 

§.  III.  l'risto  a  queW  uccello  che  na- 
sce in  catttK'a  valle;  proverbio  che  vale 
Che  l'amor  del  luogo,  dove  si  nasce,  an^ 
corche  vi  si  stia  male,  non  ne  lascia  par- 
tire, per  miglior  condizione.  Salvia.  Disc. 
2.  95.  Dìciamu  nui  in  basso,  e  tritu  pro- 
verbio :  Insto  a  quell'uccello  che  oasce 
ia  cuUtiva  valle;  perocché  a  ogauao  pia- 
ce il  suo,  beachè  malvagio»  e  iafelicc  pae- 
se. 

§-  IV.  Uccello,  figuratamente  si  pren- 
de talora  per  Minchione,  Ztimhello,  Ztigo, 
e  simili.  Cani.  Cam.  1^5.  l'azzo  chi  '1 
suo  dispensa  Senza  misura,  e  resta  poi 
I'  uccello.  *  Celi  Err.  \.  2-  Il  che  non 
vorrei  però,  perchè  ei  diverrebbe  1*  uccel 
di  Firenze.   (Ur) 

*  §.  V.  Onde  Esser  l' itccétlo,  vale  Es- 
sere il  trastullo  d'  ognuno.  Essere  beffa- 
to da  (ulti.  Lasc.  rim.  i.  255.  Sana 
sempre  1'  uccello,  E  dietro  avrebbe  le  me- 
luzze  e  i  id»si.   (C) 

UCCELLONE.  Jccrescit.  d'  Uccello  j 
ma  solo  si  dice  per  metaf.  di  Persona 
sciocca,  e  da  essere  uccellata,  e  beffataj 
che  anche  diciamo  Uccellacelo .  Lai.  ne- 
buio.  Gr.  oj^iÒT.fÒ^,  Bocc.  nov.  75.  3. 
Parendogli  che  fosse  uu  nuovo  uccellone 
tutto  il  venne  considerando.  Cani.  Cam, 
459.  Non  v^  in-;.inni  la  piuma,  o  le  do- 
rate Penne  ch'alia  cud*  ban  certi  uccel- 
loni. 

UCCELLUZZjJ.  Dim.  d'  Uccello.  Lai. 
avicula.  Gr.  o'^vi'àtov.  Eir.  Disc.  an.  26. 
Per  nou  mostrare  d*  aver  bisogno  d'  uno 
cosi   piccolo    ucrelluzzo. 

UCCHIIÌLLO.  Occhiello.  Eav,  Ksop. 
Vedcodo  il  toro  fatta  la  scarsella,  disse: 
a  me  sta  di  fare  gli  ucchiclli.  f.ib.  Son. 
77.  E  tal  porge  bollon.  eh'  h  lutto  uc - 
chielli.  /Jern.  rim.  1.  2^.  Mettiti  una  ca- 
sacca alla  turchcsca,  Cu'  bollon  fino  ia 
terra,   e   con    gli   uccliielli. 

§■  .'K/tbbiar  bottoni  senza  ucchiclli.  /', 
BOTTONE,    §.  IX. 

::=  UCCIDE-NTE.  Che  uccide.  S.  Jgost. 
C.  D.  3.  22.  Quanto  dura  necessità  de- 
gli osti,  non  stdamentc  vedere  quella  scel- 
lerata uccisione  ec.  ,  ma  eziandio  ec  .  a 
dovere  uccidere  st  crudulnienle  con  fe- 
rite non  minori  ucgli  animi  delti  ucci- 
denti e  percussori  ,  che  uel  corpo  delli 
percossi  ed   uccisi  T  (V) 

•f  UCCIDERE.  Privar  di  vita  ,  Tarla 
vita.  Lat.  occittere,  nccare,  interfìccre.  Gr. 
yoveJeiv.  Mitfslruzz.  1.6;^.  Ma  se  all' 
uomo  h  lecito  d*  uccider  la  moglie  avol- 
Icra,  dirassi  di  sullo.  A' 1.  78.  Il  secuo- 
do  h  di  colui  che  uccide  la  propria  mo- 
glie ce.  Il  cpiartu  è  quando  alcuno  ucci- 
de il  prete.  /','  2.  29.  I.  ttt.  Del  quinto 
cumandameiilo;  Non  ucciderai,  liocc.  nov. 
77.  ^2.  lo  ucciderci  una  vile  e  cattiva 
e  rea  femminella.  E  num.  60.  (!he  più 
doveva  io  aspettar  da  le,  u  i\j  alruuo  al- 
tro, se  io  tutto  il  tuo  parentado  sotto  cru- 
delissimi tormenti  avessi  ucciso  ?  E  nov. 
81.  9.  O  che  so  io,  se  i  p.ircnti  di  co- 
stei Ce.  le  faiiuo  far  questo  per  uccider- 
mi in  t|Uetto  avello?  iJant.  Inf.  I.  Nun 
lascia  atttui  passar  por  la  sua  via,  Ma 
taolo  lo  'mpedi\cc,  che  I'  uccido.  *3*  ALtm. 
Gir.  18.  22-  A  me  sarà  dunque  più  o- 
ncslo  K  più  pietoso  urcitlcrti  oggi  aflatlo 
Che  ({ui  lasciarti  inutile  e  ratlrallo.  (Ut 
f  §.  I.  Per  similit .  vale  Tagliare , 
Recidere,  Troncare.  Lat.  .recare,  ampu- 
t/ìre ,  obtruncarc.  (ir.  tÌ{j.vìiv.  Pallad. 
Otlob.  5 .  Voglionsi  tutte  le  barbe ,  rho 
la  vile  ha  iiicste  di  siale,  uccidere  non 
tagliandole  rasento  icotì  ha  il  cod.  Ma- 
gfiahechianoj  ma  la  stampa  ha  ricidrrc  ; 
ed  il  testo  lat.  amputenlur  radice»  su- 
porvacuae  ). 


U  C  C 

f  #  3.  II.  Uccidere,  si  dice  anche 
delle  piante.  Cresc.  5.  2.  <^.  Si  deoao  ma- 
cerar (le  mandorle)  nella  mulsa  multo  a- 
dacquala,  acciocché  '1  murdicamento,  per 
cagioQ  di  troppa  mele,  duo  uccida  il  se 
me.  E  5.  5l.  3.  Dovranno  (  t  salci  J 
1'  uà  dall'  altro  esser  luataui  otto  o  dieci 
piedi,  acciocché  se  fussono  troppo  spessi 
per  troppa  ombra  ooa  uccìdano  quelle 
cose  che  ne'  campisi  scmiuano.  (l^J  Dav. 
Colt.  184.  Gran  fatica  durerai  al  coprir- 
le (  le  piante  di  Umani )  con  paglia  ,  stuoie  , 
e  litame  asciutto  ,  si  che  tu  le  scampi  dal 
tramontauo  ,  e  dal  freddo  ,  che  le  ucci- 
de. (C) 

't  *  §■  l'I-  Efiguratam.  per  Rintuzza- 
re, Reprimere.  S.  Cut.  Iclt.  29.  Morti- 
ficava la  carne  sua  con  digiuni  ,  vigilie 
e  orazione,  e  cun  abito  sempre  despetto 
uccideva  ia  se  la  superbia  (Parla  dt  san 
Girolamo  ).  E  leti.  33.  Chi  uccide  il  vi- 
zio e    '1   peccato  T   (E) 

UCCIDIMENTO.  L'  uccidere.  Lat.  oc- 
cisio,  cecidio.  Gr.  ffó*Oi.  Jnnot.  Vcng. 
Con  uccidimento  di  cullcllo  furono  morti. 
nt.  SS.  Pad.  Furono  m.ir  ti  rizzali,  e  fue 
grande  pcrseguiziuoe  e  uccidimento  de' 
Cristiani.  Maestruzz.  ].  62.  Inteudi  se 
probabilnientc  non  si  tema  del  malagevo- 
le uscimcnto ,  verbigrazia  1'  uccidimeutu 
della  moglie,  o  cola'  cose.  E  2  29.  1. 
L' omicidio  è  un  uccidìmeolo  d'  uomo 
fatto   dall'  uomo. 

t  UCCIDITOKK.  P'erbal.  masc.  Che, 
o  Chi  uccide.  Lat.  l'iterfector,  inleremptor^ 
occisor.  Gr.  sovìJ^.  l'ai.  Mass.  Volle 
innanzi  essere  ucciditor  della  casta,  che 
padre  della  corrotta.  Rocc.  nov.  27.  3i. 
Dandovi  gli  ucciditori  di  quel  giovane  nel- 
le mani.  Etloc.  l^.  \\l.  Ahi  malvagio  Ite, 
di  me  Dou  padre,  ma  pcifidissimo  uccìili- 
tore,  tu  m'  hai  ingannato  e  tradito.  ^^  Car. 
En.  I.  8o3.  Ove  il  carro,  gli  arnesi  e  *1 
corpo  stesso  Vede  d'  un  tanto  amico,  ed 
un  re  tale.  Che  solo  e  disarmato  e  sup- 
plichevole Stussi  all'  ucciditor  del  figlio 
avanti,  (fi) 

UCCIDITKICE.  l'erlial.femm.Che  ucci- 
de.LAl.inlerfectri.v.Gr.  n  fOftSoutK.Filoc. 
4.  27.  (Quanta  acerbità  cquanla  ira  si  puutc 
ancora  disccraere  essere  stata  in  Progne,  uc- 
ciditricc  del  proprio  figliuolo  per  far  dispetto 
al  marito.  Rim.  ant.  Cin.  l36.  Anzi  eh* 
Amore  Della  mente  guidi  Donna  eh'  e  poi 
del  core  ucciditrice.  ^  Plitt.  Adr.  Op. 
mor.  2.  4^- Presti  essendo  i  ministii  del 
tormento  j  trasformarla  in  vipera  uccidi- 
trice della  madre.  (C) 

3  UCCISIONE.  L'  uccidere.  Lai.  oc* 
cisto,  interfectio.  Gr.    ifitOi-    Macstruts. 

2.  29.  I.  Al  chcrico  è  commesso  il  rai- 
stcrio  della  nuova  legge,  nella  quale  non 
e  determinata  pena  d'  uccisione  ,  ovvero 
mozzamento   di   membro    corporale. 

*  §.  I.  J\r  Strage.  ~  G.  y.  7.  3l. 
4'  Facendo  grande  uccisione  di  acmirì 
per  vendetta  de*  lor  pareoli.  E  8.  4^-  1* 
Cacciaronnc  i  Ghibellini  con  gran  danno  e 
uccisione  di  loro  ».  Ci  Tass.  Ger.  ao.  8l. 
Hirerca  {miì,  come  furore  il  mena,  A  nova 
uccision    m.tterij   altrove.   (Rj 

§,  11.  Mettere  ad  uccisione,  vale  Uc- 
cidere, Mettere  a  fil  di  spada.  Rocc.  nov. 
77.  60.  lo  non  so  qua)  maggior  crudeltà 
^■  fotte  potuta  utare  ìu  un  traditore,  che 
tutu   una   rill'i   a%essc    messa   a    ucrìsione. 

UCCISI),  .-tdd  da  Uii'dere.  Lai,  oc- 
cisut.  Gr.  ^vuipi'Ht'i.  Petr.  cap.  1.  Par- 
ie presi  in  hallaglia,  e  parte  uccisi.  Rem. 
Ori.  2.  4  44-  '^  ^"^^  ucciso  la  terra  di- 
vora. 

UCCLSORE.  Uccidi  tare.  Lai.  interfvctor, 
interrmptor.   Gr.  U9viv;    Tafs.   Ger.    19. 

3.  ('he  non  potrai  dalli*  mie  mani,  o  forte 
Delle  donne  uccisor,  fuggir  la  morte.  E 
st.  5.   L' uccisor  delle  femmine  ti  sfida. 


U  D  E 


U  D 


UDENTE.  Che  odi.  Lat.  audiens.  Gr. 
'X*J3J<d-*.  Rocc.  nov.  27.  46.  A  cui,  udenti 
lutti,  la  donna  rispose.  Tes.  Rr.  8-  34- 
Cesare  parlo  bello,  e  assettatamente,  uden- 
ti noi,  della  vita,  e  della  morte,  quando 
disse:  appresso  la  morte  non  curate  gioia. 

UDIBILE.  Add.  Atto  a  adirsi.  liut. 
Purg.  IO.  2.  Lo  parlare,  secondo  natura, 
è  udibile,   ma  nou   visibile . 

t3  UDIENZA,  eJ  a//' a/ir  UDIENZIA. 
L'  udire  ,  L'  ascoltare .  Lai.  audienlia  . 
Gr.  oUor,.  ^  Cavale.  Espos.  Simb.  1.  l47- 


L'  udienza  du 


ique 


deUa 


ola    di    Dio 


mostra  chi  è  suo  figliuolo,  e  chi  no.  (y) 
Ar.  Ettr.  34-  92.  Ove  n'andava,  e  per- 
chè facea  quello,  Nell'altro  Canto  vi  sarà 
narrato  ,  Se  d*  averne  piacer  segno  farete 
Con  quella  grata  udienza  che  solete.  (PeJ 
.Segner.  Mann.  J\'ov.  19.  4-  La  croce  de* 
Prìncipi  sono  le  udiente;  la  croce  de*Pre- 
lati   sono  le  tisite.  (C) 

*  §.  I.  Jn  udienza  d'  alcuno,  vale  Alla 
presenza  d*  alcuno.  Udendo  alcuno.  «  Liv. 
M.  Bruto  tras>e  il  coltello  tutto  sangui- 
noso ,  e  dis^e  io  udienza  di  tutti,  ^ov. 
ant.  39.  I  E  questo  diiM  in  udieoxa  del 
Conte  ".  (C) 

#  §.  Il-  Udienza,  vale  anche  Facoltà 
che  il  Principe  ,  o  altra  persona  di  di- 
stinzione concede  ad  uno  di  andare  a 
parlargli.  Red.  lett.  97.  Quando  la  sua 
sig.  madre  sarà  tornala  di  villa,  la  consi- 
glio di  chieder  1'  udienza.   (C) 

^.  III.  Dare  udienza,  si  dice  propria- 
mente de'  Principi,  o  altre  per.tone  di 
distinzione,  quando  ascoltano  chi  va  loro 
a  parlare;  e  Chiedere,  o  Avere  udienza, 
si  dice  del  Procurare ,  o  Ottenere  d'es- 
sere ascoltato.  G.  f.  7.  79.  3.  Furonu 
rinchiusi  per  dare  udicuza.  Tass.  Ger.  2. 
60-  Chieder  quesli  udienza,  ed  al  cospetto 
Del  famoso  Goff'redo  ammessi  enlraru  - 

g.  IV.  Dare  udienzia,  vale  Stare  a  a- 
scoltare  .  Lat.  audire  ,  auscultare  .  Gr. 
aX9j£tv.  Petr.  canz.  27.  I.  Date  udienzia 
insieme   Alle  dolcnli  mie  parole  estreme. 

g.  V.  Udienza,  diciamo  anche  al  Luo- 
go dove  le  ficrsone  pubbliche  ascoltano  . 
Ruon.  Eier.  \.  \.  2.  Queste  ed  altre  si- 
mili Parole  ec.  Io  leìsi  sull'  uscir  sopra 
la  porta  Dell'  udienza  di  qu*-!  magistrato. 
Rorgh.  Rio.  S'av\.  Fra  gli  altri  quadri 
bellissimo  e  quello  che  è  nell*  udienza  de* 
Nove,  entrnvi  la  lesta  del  nostro  Signore. 

§.  VI.  Udienza  ,  diciamo  anche  alle 
Persone  adunate  per  ascoltare  predica,  o 
altra  Cosa  simile.  Salvin.  Pros.  Tose.  I. 
422.  Diceva  un  grande  antico  oratore  :  1* 
.  udienza  del  popolo,  quanto  più  era  molta 
e  frequente,  servire  cumc  «U  llauto  al  di- 
citorc,  ed  essergli  inslruiiienlo  a  crescergli 
e  lena,  e  voce. 

udì  MENTO.  L'udire.  ZihaU.  Andr. 
112.  Li  sensi  dell'udire  sodo  udiinrnli 
di  suoni  di  due  maniere,  rtoi  animali,  o 
non  animali,  /'r.  Inc.  T.  à.  35.  i3.  Tu 
dei  guardar  l'orecchie  Dalli  mali  udi- 
meuti. 

9  UDIRE,  che  in  alcune  ilelle  tue  «-o- 
ci  si  supplisce  coti'  antico  verbo  ODIItE. 
Ricevere  il  suono  coli"  orecchie;  Sentire  . 
Lat.  audire,  aunbus  perciperr  .  Gr.  ot- 
xsjttv.  Rocc.  nov.  77.  sé  Ninna  altra 
cosa  udiva,  che  cicale,  e  vedeva  Arno. 
/■  num.  65.  Quando  la  fante  I*  udì  par- 
lare, quasi  tutta  ricnnfurtala.  sali  lu  per 
la  scala.  E  nov.  70  4  Udendo  da  tulli, 
costoro  esser  p4t\rri  uomini  e  di|'intori . 
gli  entrò  nel  capo  ec.  Dnnt.  Inf.  i.  Ov' 
udirai  le  disperale  Mrida.  E  rim.  1.  Pe- 
rocché qurlla  che  li  deve  odire  ,  S*  k . 
com*  iu  credo,  inv«r  di  me  adirala  .  Petr. 
son.  ao8.  Nò  t*  orecchie,  che  udire  tltro 


U  D  I 

non  sanno,  Senta  1'  oneste  sue  dolri  pa- 
role .  Tfs.  />>.  1-  l5.  AUrcbi  uiliie  sor- 
nionla  1*  odorare  ,  rhè  noi  uiiiamo  più 
(ìjUa  lunga,  rbc  non  odoriamo.  Jiotz. 
ì'arch.  \.  pros.  4-  A  quelb  ^iustixia,  e 
scveriià  non  pare  rbc  si  possa  aggiugnere 
rosa  alcuua  ;  ma  sia  pure  a  udire. 

#  §.  I.  Udire  y  talora  ìtt/i'  Dare  w 
Utenza  ,  Ascoltare  ,  Prestare  attenzione  . 
Dav.  Scìsm.  42  Di  questo  riltellameolo 
(fjl  Papa  mandò  aml)asciadori  al  He  di 
Francia  ,  die  non  gli  volle  udire.  /•;  44' 
Rispose,  quosto  è  Leu  giudicio  mondano: 
datemi  spailo  tre  di  a  prepararmi:  non 
fu  udito.   (C) 

V  §.  II.  Tahra  vale  Ascoltare  faio- 
revolmente ,  Esaudire.  -  Bvcc.  noi'.  36- 
aa.  Ragionandolo  mcsser  Negro  alla  6- 
gtiuola,  DÌuna  cosa  ne  volle  udire.   Antet. 

39.  Acquistino  le  voci  della  tua  sena  me- 
rito d'  essere  udite  nel  tuo  cospetto  »  . 
Vit.  .y.  M.  Madd.  80.  Non  pareva  che 
Dio  la  volesse  mai  udire  di  niente.  (C) 
G.  r.  1.  56.  3.  Il  Papa  udì  la  petizione, 
e  diede  Vescovo  a*  Senesi.   (.\) 

*  g.  III.  Talora  vale  Dar  retta,  Oh. 
hedire .  Guicc  Stor.  i.  254-  Coooldie 
MompcDsierì  sì  gi'aode  occasione  ec.  men- 
tre che  i  soldati  attendendo  parte  a  rubare, 
parie  a  portar  via  le  cose  rubate,  non  udi- 
vano r  imperio  de*  capitani.  (LJ 

*  §.  IV.  Udire,  per  Conoscere  dalle  pa- 
role cosa  die  per  le  orecchie  non  può  sen- 
tirsi.  flocc.  g.  5.  n.  9.  Li  fratelli  uden- 
do 1*  animo  di  lei  ,  e  conoscendo  Federigo 
da  molto,  quantunque  povero  l'osse,  si  co- 
me ella  volle,  lei  con  tutte  le  sue  rie- 
che«c  gli  donarono.   fF/ 

*  §.  V.  Talora  vale  Udir  dire^  o  si- 
mili. «  Dant.  Par.  4-  f-  po»  potesti  da 
Piccarda  udire  Che  V  afiezion  del  vai  Go- 
stanza tenne» .  (C) 

*  §.  VI.  Udire  da  alcuno,  vale  An- 
dar a  scuola  da  alcuno,  detto  alla  lati- 
na, audire  aliquem.   Frane.    Sacch.    nov. 

40.  Ed  io  scrittore,  essendo  con  certi  sco- 
lari, che  udiano  da  messere  Agnolo  da 
Perogia,  dissi  ec.  fi  J 

g .  VII.  Non  voler  udir  trattato  di  chec- 
chessia, o  sinìili,  vale  Averci  avversione, 
Esser  risoluto  di  non  aderirvi.  Bern.  Ori. 
1.  9.  42.  Era  queir  Agrican  diliberato 
Angelica  per  moglie  avere  ;  ed  ella  Ui 
questa  cosa  udir  non  vuol  novella.  Huon. 
Fier.  3.  1.  9.  Ne  vuol  udir  mai  più  nulla 
di  lui- 
sì:  §.  VII!.  Udire  messa,  vale  Star 
presente  alla  messa.  Bocc.  g.  1.  n.  6.  Per 
penitenza  dandogli,  che  egli  ogni  mattina 
dovesse  udire  una  messa  in  Santa  Croce. 
E  sotto:  Domandò  se  egli  avesse  la  mes- 
»a  udita  quella  mattina.  (ì) 

t  g.  IX.  Chi  ode  non  disode;  proXerb. 
che  si  dice  di  Chi  fa  capitale  a  .'tuo  prò 
di  quello  che  sente  dire  .  Tesoreit.  Br. 
ai.  212  Che  tale  il  mal  dir  ode  ,  Che 
poi  non  lo  disode.  ì'arch.  Suoc.  5.  I. 
Dubito  non  abbiano  a  ire  in  voce  di  lutto 
Firenie  per  certe  lingue  tabane  ,  che  ci 
sono;  e  chi  ode,  poi  non  disode. 

*  g.  X.  Odi  il  Vangelo,  e  poi  ti  se- 
gna, proverb.  che  si  usa  ad  accennare 
che  prima  di  giudicare  si  dee    ascoltare. 

y.  SEGNARE,  g.   V.  (C) 

*  udì  RE.  iX'ome.  Udito.  Pass.  ^\  l.  Dalla 
verili  rivolgeranno  V  udire,  ed  alle  favole 
daranno  orecchie  (  il  lai.  ha  auditum  )  . 
Bocc.  g.  I.  n.  1.  Avendo  l'udire  sottile. 
siccome  le  più  volte  veggiamo  avere  gì' 
infermi.  (D  Jr.trcd  J'trt.  pag.  6.  ( Fir. 
1810  )  .  Il  capo  m'  avea  ornalo  di  quattro 
sentimenti  principali,  cioè  di  vedere,  ed' 
udire,  e  d'odorare,  e  di  saporare.  (lì)  Dant. 
ì'ofg.  Salm.  6.  Apri,  Signore,  il  tuo  be- 
nigno udire  Alla  dolente  voce  sconsola- 
la .  (TC)   Stor    Bari.    3l      Alluminava  li 


u  D  r 

cicchi,  e  li  mutoli  faceva  parlare  ,  e  a 
sordi  rendeva  l'udire.   (FP) 

g  UDITA.  Susi.  ì  erhale.  V  udire.  Lat. 
audittts  ,  auditio  ■  Gr.  a^orì  ,  a^oJTixOL  . 
M.  Aldobr.  La  molta  chiaritade  toe  la 
veduta,  e  '1  troppo  grande  suono  l'udita. 
7es.  /ir.  3.  5.  La  gente  che  vi  abita  , 
sia  ben  sana  delli  loro  corpi,  e  ben  chiari 
e  aperti,  e  che  la  veduta,  e  T  udita,  e  la 
boce   loro   sia   ben   chiara,  e    puri6rata. 

5?  g.  I.  Per  udita,  posto  avverbialnt. 
vale  Per  fama  ,  Per  avere  udito  dire  . 
M  Bocc.  nov.  34-  2.  Coloro  schernendo, 
che  tener  vogliono,  che  alcuno  per  udita 
si  possa  innamorare.  Pass.  \o!\-  Di  ciò 
si  poteano  avvedevo  non  solamente  i  mi- 
nistri del  tempio,  ma  tutti  coloro  che  sa- 
pevano ,  o  per  udita,  o  per  veduta,  che 
tale  sacri6cio  si  faceva  per  le  lidi  perso- 
ne »  .  (C)  Ar.  Fur.  24-  5^-  Vide  con  gli 
occhi  il  miserabil  caso,  E  n'ebbe  per  u- 
dita  anco  novella.  E  ^O.  I.  Che  quanto 
per  udita  Ìo  ve  ne  parlo.  Signor,  miiaste, 
e  feste  altrui  mirarlo.    fPe) 

♦  §.  II.  Venire  a  udita  una  cosa,  va- 
le Risaperla,  Averne  spia,  m  Ovid.  liim. 
Am.  Strad.  Essendogli  venuto  a  udita  il 
titolo   di  questo  libro  ».    (C) 

ir  g.  III.  Udita,  signijìca  anche  la  Cosa 
udita.  Vit.  S.  M.  Madd.  18.  Fu  tanto  dol- 
ce nel  cuor  suo  questa  udita,  che  pareva 
ch'ella  venisse  tutta  meno.  (  V )  Salvia.  Se- 
nof  2.  L'  altre  cose  qualunque  si  diceano 
belle,  come  inferiori  teneva  a  vile,  e  niuno 
a  lui  spettacolo  o  udita  ,  sembrava  degno 
d'  Abrocome.  (CPJ 

i'^  g.  IV.  Per  udita  dire  ,  vale  Per 
quello  che  io  ho  sentilo  dire.  Impcrf.  V. 
Tusc.  n.  2.  T.  I.  5o.  Avvezzansi  per 
udita  dire  a  credere  che  le  sue  opinioni 
sieno  di  fede;  quantunque  poi  a  chi  gli 
esaminasse  non  sanno  dire  lo  'mperchè.  E 
D.  II.  T.  2.  Il3.  Anche  di  questo  non 
avcamo  conterza  per  udita  dire  in  queste 
campagne.  (Fj 

UDITIVO.  Add.  Atto  a  udire.  Che  ha 
facoltà  di  udire.  Varch.  Lez.  \5(\.  Come 
la  polenta  visiva  ha  bisogno  e  si  serve 
nelle  sue  operazioni  dell'occhio,  cosi  si  ser- 
ve, ed  ha  bisogno  l'uditiva  dell'  orecchia  . 

UDITO.  Sust.  Uno  de' cinque  senti- 
menti, l'organo  del  quale  e  l'  orecchio  . 
Lai.  auditus.  Gr.  axo/;*.  Albert,  cap.  10. 
Li  primi  movimenti,  li  quali  nascono 
dalli  cinque  senni,  cioè  dal  viso,  dall'  u- 
dilo  ,  dall'odorato,  dal  gusto,  dal  torca- 
menlo  ,  in  noi  non  sono  ,  ma  da  Dome- 
neddio,  lo  quale  n'  apparecchia  quelli  sen- 
ni. Sold.  Sat.  I.  Dirà  qual  verme  entro 
r  udito  interno,  Senza  mai  rÌ6nar  ,  sem- 
pre ti  ronzi. 

UDITO-  Add.  da  Udire.  Lat.  auditus. 
Gr.  y)xou5/A£vo;.  Albert.  2.  5o.  Queste 
cose  udite,  e  diligentemente  conosciute, 
Mclibeo  disse . 

t  UDITORE.  VerbaL  masc.  Che,  0 
Chi  ode.  Lai-  auditor  .  Gr.  c^/pov.rri^  . 
Amm.  Ani.  9-  7.  2  Non  dee  1'  uomo 
essere  uditore  dimenlicbevolc  .  Mor.  S. 
Creg.  L'  apostolo  Paolo  molte  cose  ave- 
va dette  ec.  a'  suoi  uditori.  li/.  P'.  '].  77. 
Mandato  al  Legato  ,  e  avuto  da  lui  udi- 
tori con  pieno  mandalo  secondo  la  sua 
volont'a,  trattò  ec.  (qui  vale:  deputati  ad 
ascoltarlo,  e  trattar  con  lui)  .  ^  8.  I. 
Dunque  chi  commuove  i  popoli  ,  chi  ap- 
parecchia le  grandi  schiere,  se  non  la  e- 
loquenzia  risonante  nell*  orecchie  degli  u- 
ditori  ?  Bocc.  nov.  53.  2.  Vi  voglio  ricor- 
dare, essere  la  natura  de'  motti  cotale,  che 
essi  ,  come  la  pecora  morde  ,  deono  cosi 
mordere  l'uditore,  e  non  come  '1  cane. 

K'  g.  Uditore,  per  /discepolo,  alla  lati- 
na. Bocc.  Cam.  Dant.  Egli  fu  uditore 
d'  Archelao  ,  il  quale  era  slato  uditore  di 
Anassagora.  (.-1) 


U    D   I 


i655 


::j  UDITORIO  .  Auditorio  ,  Udienza  . 
I.al  rondo.  Gr.  e\t/)Y7lta.  Segner.  Mann. 
Aprii.  25.  3.  Sono  buoni  gli  strepiti,  so- 
no linoni  gli  scotimenti  ,  ma  non  ^ono 
questi  alla  fine  quei  che  trionlano  di  un 
uditorio  composto  di  menti  umane.  (*)  V 
Parr.  instr.  7.  1.  Di  modo  tale  ,  che  1* 
uditorio  si  accorga  di  chi  parlale.  (P'j  E 
Prcd.  3  1.  Dev' egli  tendere  su  1'  udi* 
torio   le    nasse   delle  divina   paiola.    (Cj 

*  UDITORIO.  Add.  Term  degli  A- 
nalomici.  Appartenente  all'  organo  dell'u- 
dito .   (//) 

'.'  g.  Nervi  uditorii.  diconsi  ì  Nervi  del- 
l' orecchie,  clic  concorrono  a  produrre  la 
sensazione  dell'  udito.   (A) 

UDITRICE.  I  erbai,  femm.  Che  ode. 
Ar.  Fur.  23.  28.  D'  ogni  secreto  suo  fid.i 
udìtrice. 

*  UDIZIONE.  Io  udire,  Ascoltamen- 
to.  Lat.  auditio  .  Gr.  a'/psa?!^  .  Sega. 
Anim.  2.  90.  Per  questa  ragione  disson 
come  gli  antichi,  che  1'  udizion  si  faceva 
mediante  il  vacuo  ec.  E  3-  124-  L'  atto 
dell'  oggetto  sonabile  si  dice  esser  sona- 
zione,  e  1'  atto  dell'  oggetto  udibile  udi- 
zione. {*) 

V  E 

VE  .  Particella  usata  per  lo  terzo  ,  e 
quarto  caso  di  J'oi.  Si  prepone  alle  par- 
ticelle LO,  LI,  GLI,  LA,  LE,  NE,  che 
dovendosi  posporre  ,  non  più  si  direbbe 
VE,  ma  VI.  Lai.  vobis,  vos.  Gr.  u^ùv  . 
r'.p.iT^.  Bocc.  nov.  g.  I-  lo  ancora  con 
un'  altra  assai  brieve  ve  lo  intendo  dimo- 
strare .  P  nov.  11.  12.  E  che  io  dica  il 
vero,  questa  pruova  ve  ne  posso  dare.  E 
nov.  21.  2.  Mi  piace  di  farvcne  più  chia- 
re con  una  picciola  novelletta.  E  nov.  60. 
20.  Se  io  ve  le  volessi  tulle  contare  ,  io 
non  ne  verrei  a  capo  in  parecchi  miglia. 
E  nov.  q'.\.  18.  Acciocché  voi  più  aper- 
tamente intendiate  come  qutsto  avvenuto 
mi  sia,  biievementc  vel  faro  chiaro.  E  nov. 
98-  39.  Se  ÌDganuarc,  o  oltraggiare  v'  a- 
vessì  voluto  ,  schernita  ve  la  poteva  la- 
sciare. 

g.  I.  7'e  ,  quando  v  posto  avanti  alla 
particella  NE,  o  affissa,  o  non  affìssa  al 
verbo,  è  lo  stesso  che  il  l'i  che  accom- 
pagna il  verbo  ,  e  fallo  nentr.  pass.,  e 
talora  fa  forza  semplicemente  di  parti- 
cella riempitiva.  Bocc.  nov.  77.  27.  Elle 
si  partiranno,  e  voi  ve  ne  potrete  scende- 
re al  luoqo,  dove  ì  vostri  panni  avrete  la- 
sciati ,  e  rivestirvi ,  e  tomarvene  a  casa  - 
Dant.  rini.  17.  I' priego  voi,  se  non  ven 
sete  accorta.  Che  voi  '1  miriale  per  lo  vo- 
stro onore.  Bern.  rim.  i.  3l.  Se  ne'  bi- 
sogni non  ve  ne  valete.  E  I.  78.  E  stale 
'n  cielo,  e  sì  ve  ne  ridete 

§.  IL  Te  ,  avverbio  di  luogo  ,  per  lo 
stesso  che  Ivi  M.  ì  .  l-  (\'i.  Vi  ordinò 
il  comune  di  Firenze  la  guardia  de'  suoi 
cittadini,  e  i  rellori  dì  quella,  mandando- 
vegli  da  Firenze  ogni  sei  mesi.  Fir.  rim. 
l3i.  Quasi  volesse  dire:  un  ve  n*  è  pre- 
so . 

g.  in.  Ve,  talora  e  accorciato  di  Ve- 
di. Boez.  ì'arch.  1.  pros.  6.  Ve  che  non 
m'  ingannava  (rispose  ella),  avvisando  che 
ti  mancasse  alcuna  cosa.  Tac.  Dav.  Ann- 
3.  70.  Vedi  ve,  che  pur  ci  ha  chi  sappia 
con  r  armi  stampanare  questi  pistolotti 
scritti  col  sangue. 

•f  '^  §.  IV.  E  anche  accorciato  di 
Tede.  Cavale.  Stoltiz.  277,  Mostrasi  vin- 
to U  nimico  traditore  (P  ediz.  di  Venezia 
1820,  Parnaso  ital.,  voi.  8  pag.  46,  legge 
traitorc,  e  così  il  verso  e  di  giusta  misu- 
rai. Poi  che  ci  ve' sicuri.  £^287.  Questo 
si  ve'  spesso.  fì'J 

*  VECCHIA.  Colei  che  è  nelP  età  del- 
la vecchiaia.    Vcd.   VECCHIO.  (A) 


i656 


V  E  C 


V  E  C 


V  E  C 


VECCHUCCIO.  Peggiorai,  di  Secchio, 
l'ir.  As.  11^.  E  [icrcUè  t|iiclla  vecchiac- 
cia con  grande  studio  rtcerc;iva  della  ca- 
gione di  questo  Duuvu  di>lure,  ed  ella  più 
atlameatc  sospirando,  le  disse.  Berti.  Ori. 
1.  20.  II-  Foicbb  fu  giunto  il  veccbiac- 
cio  canuto,  E  vide  Braadiinarte  nelU  fac- 
cia »  ce.  Lor.  Med.  canz.  St).  4-  Ben  è 
cosa  da  svogliali  A  veder  questa  vecchiac* 
eia.  Buon.  J-'itr.  2.  3.  12.  Vecchiaccia 
secca  secca,  e*  ha  la  sporta  Piena  di  pine, 
•f  VECCHIAIA,  hlà  dell' animale,  che 
fidi'  uomo  è  tra  la  virilità  ,  e  la  decre- 
pitezza. Lat.  senecius.  Gr.  ytipiy.^.  Slor. 
Toh.  C.  pag.  33.  (Livorno  1799  )  Ove 
t*  abbiamo  noi  mandalo  peregrinando,  lu- 
me degli  occhi  nostri  ,  bastuue  della  no- 
stra vecchiaia?  /lem.  rim.  l.  29.  Biso- 
gnerebbe aver  quella  caldaia.  Dove  il  suo- 
cero suu  Medea  rifrisse  ,  Per  cavarlo  di 
man  dell.i  vecchiaia.  Tas.i .  Ant.  5.  l. 
E  '1  buon  Montano  vago  è  d'  a^er  nipo- 
ti, e  di  munire  Di  si  dulce  presidio  la 
vecchiaia  . 

*  §.  P'ecchiaia,  per  Maniera,  Usanza 
antica  ,  vecchia  .  S'  usa  dagli  Scrittori 
deir  Arti.  Inaiar.  Levando  via  quella 
vecchiaia  insinu  allora  usata  dagli  sculto- 
ri ,  facendo  le  loro  figure  intere,  e  senza 
una  grazia  al   mondo.   (A) 

VECCHIARDO.  Vecchio}  ma  si  dice 
in  cattivo  sentimento,  fit  .  Bari.  28. 
Quello  vecchiardo  lia  nome  Balaam  ,  e 
bene  a^ca  udito  dire  che  ([ursti  era  il  più 
ardito  della  crcdenxa  de'  Cristiani  .  t'ir. 
As.  52.  E  certe  vcrcliiarJe  le  adoperano 
poscia  alla  rovina  de*  miseri  mortali .  E 
5!\.  Perciocché  queste  nialadellc  vccchiar- 
de  si  Irasmutauo  d'  animale  in  animale  , 
come  elle  vogliono.  E  61.  Perciocché  le 
vcccbiarde  streghe  ec.  non  avcan  potuto 
ingannare  la  sua  <liligfnza  .  E  Disc.  an. 
99.  Come  il  male  accorto  vecchiardo  Co- 
minciò a  sentire  il  caldo,  io  voglio  lasciar 
pensare  a  voi  che  animo  fosse  il  suo . 
fìern.  Ori.  2.  3o.  3^.  Cosi  dicendo  quel 
crudo  vecchiardo  Ne  va  correndo,  e  Mar- 
halusto  lassa. 

*  VECCUIARELLO  .  Lo  stesso  che 
Vecchierello.  S.  Agost .  C.  D.  IO.  II. 
Certo  malagevole  cosa  fu  ad  un  tanto  fi- 
losofo di  potere  conr)srere,  ovvero  sicura- 
niente  riprendere  lulta  la  diabolica  com- 
pagnia, la  quale  ogni  v(M'chiar<'ll.i  cristiana 
ec.  Hini.  aiit.  lìell.  Man.  Sen.  Ben.  I16. 
Dchl  chi  mi  scuserà,  quando  palese  Saia 
che  il  giovanetto  vcccliiarello  Arda  vit?  più 
che  mai  in  foco  d'  amore?  (fi)  Ar.  Fur. 
44-  4'  '^  santo  vrctlii.irel  nella  sua  st.in- 
ta  Giunger  gli  o.\piti  tuoi  con  nodo  Tor- 
to Ad  amor  vero  meglio  ebbe  possan- 
X».  (ISS) 

VECCHICCIO.  Che  ha  del  vecchio  . 
Lai.  vetulus.  Gr.  ys^ovruo;.  Patajf.  8. 
Ifn  suo  dì  ha,  come  Torà   vocchiccia. 

VECCUICCIUOLO.  Dim.  e  avvilii,  di 
Vecchio.  Laxf.  Gelos.  4-  12-  Che  vi  do- 
vreste vergognare  a  dar  briga  a  una  po- 
vera vecchicciuola. 

VECCHIEKELLO  .  Dim.  di  Vecchio. 
Vicino  alla  decrepità;  E  dinota  has.tezsa 
di  fortuna  .  I.al.  vetulus  ,  anno.tus  j  e 
parlandosi  di  donna  si  dice  in  Lat,  ani- 
cala.  Gr.  ys^ovTsro;  /  To)uiTri';  .  Bocc. 
nov.  93.  5.  La  vrcibierella  ,  uilila  questa 
parola  ,  disse  .  Cavale.  Frutt.  /mg.  Più 
■cqutsta  da  Cielo  una  santa  venhirri-lla  , 
bricv  tempo  orando,  (he  molli  cavalieri 
non  acquistano  terra,  lungo  tempo  mm- 
battendo  .  Pvtr.  son.  i^.  Movcsi  'I  vcr- 
chierel  canuto  e  bianco  .  /;,'  26.  Levala 
^ra  a  filar  la  vccchierella  .  Serd.  Slor.  1. 
4o-  Prette  baie,  e  pattic  da  vccchicrellc. 
lied.  Ditìr.  25.  E  sul  deitrier  del  vcc- 
/■hierel  Sileno  Cavalcando  a  ritroio  ed  a 
Uitdusso ,  ec. 


•f*  VECCHIERICCIO.  Che  e  alquan- 
to vecchio.  Alleg.  pag.  220.  (  Anisterd. 
1754)  Capricci  tun  qua  di  vjrie  falle, 
verbigrazia  piacevoli,  fastidiosi,  diritti,  a 
rilroso,  ordinariif  vecchiericci,  e  vattene 
1^  ;  ma  son  fra  1'  altre  cianfrusaglie  colà 
certe   bazzecole,  ec.    (Aj 

VECCHIETTO,  ricino  alla  vecchiez- 
za. Lat.  velulus .  Gr.  ye^ovriOv  .  Vit, 
S.  Gio.  Batt.  Gliele  insegnò  parecchie 
volle,  perch'eli' era  veccbielta.  ^  Tolom. 
lett.  l^.  125.  Chiaro  è  che  Laerte  non  ave- 
va altro  che  una  vecchietta  che  gli  por- 
lava  da  mangiare  e  da  bere ,  e  dormi* 
va  in  terra  in  un  lettuccìo  fallo  di  fo- 
ghe,  (li) 

§.  Vecchietto f  il  diciamo  anche  di  J'ec- 
chio  vivace,  e  di  piccola  statura.  Frane. 
Sacch.  nov.  5l.  Essendo  ìo  questi  tempi 
vecchiello  assai  goloso,  e  ingordo. 

VECCHIEZZA.  J'ecchtaia.  Lat-  sene- 
ctus.  Gr.  y^pv.i;.  Albert,  cap.  2I.  Nella 
tua  giovanezza  in  tal  guisa  ti  porta,  che 
sia  lodata  la  lua  vecchiezza  .  Bocc.  nov. 
93.  6.  Posciachè  la  vecchiezza  noi  porta 
via  .  Petr.  son.  263-  Che  se  col  tempo 
fosse  ito  avanzando  ,  Come  già  in  altri , 
infido  alla  vecchiezza  .  Pass.  2^.  Dà  al 
diavolo  il  fiore  della  sua  gioventudine,  e  a 
Dio  serba  la  morchia  delta  sua  vecchiez- 
za. ^  yir.  Fur.  4O-  54.  D'una  vecchiezza 
valida  e  robusta  Era  Sobrino,  e  di  famo- 
sa  [iruva.    (/ÌJ 

g.  I.  Per  Lunghezza  di  tempo.  Bocc. 
nov.  55.  5.  Presi  dal  lavoratore  in  pre- 
stanza ec.  due  cappelli  tutti  rosi  dalla  vec- 
chiezza .  E  nov.  98.  32.  Ne  è  per  vec- 
chiezza marcila  ,  anzi  oggi  più  che  mai 
fiorisce  la  gloria  del   nostro  nome. 

;',<  g.  II.  Vecchiezze,  per  Persone  vec- 
chie. Chiaf/r.  canz.  Oh  qu.mtc  vecchiet- 
te orbe  ,  dugliose  ,  ec.  (A) 

t  VECCHINO.  Vecchietto.  Lai.  vetu- 
lus.  Gr.  ytpóvTiov.  Benv.  Celi.  Vii.  i. 
409.  Ver  essersi  partilo  magro  e  spunto, 
noi  lo  domandavamo  il  vectbioo.  ^  Al- 
Icgr.  pag.  234.  (.'imstcrd.  175^  )  E  ser- 
rando lo  spaccio  ,  Prego  il  Ciel  che  vi 
scampi  da  un  tal  mostro  (da  un  pedan- 
te). Addi  venti  di  Giugno.  Il  veccbin 
vostro.    ( /?) 

t  5  VECCHIO.  Jdd.  Che  è  assai  a- 
vanzato  in  età  ,  Che  ha  di  molti  anni  , 
Ch'i  nell'età  della  vecchiaia  j  e  dicesi 
degli  uomini  ,  e  degli  animali  .  Lai.  se- 
ner.  Gr.  y/^wv.  Bocc.  nov.  77.  45-  Tra- 
siuUu  e  diletto  è  della  giovanezza  degli  uo- 
mini, e  tu  non  se'  vecchio.  Tesorett.  Br. 
20.  198.  Ahi  uom ,  perche  ti  vanto  Ver. 
chio,  mezzano  e  fante? 

#  g.  I.  E  figuralam  .  «  Petr.  canz. 
11.  I.  Che  s'aspetti  non  so,  ne  che  s' 
agogni  Italia,  che  suoi  guai  non  par  che 
senta.   Vecchia,    oziosa   e   lenta.   (C) 

^  g.  II.  t  ecchio  ,  .ti  dice  altresì  per 
di.ftinguere  certe  persone  /amosej  ed  è  op- 
posto a    Giovine.  (Cj 

t  §.  111.  Vecchio,  sust.  vale  Colui 
che  è  assai  avanzalo  in  età ,  Colui  che  ha 
di  molti  anni.  Colui  che  e  nella  età  della 
vecchiaia.  Bocc.  nov.  5o.  9.  Alle  giovani 
i  buon  bocconi ,  e  alle  vi-crhìe  gli  strangu- 
glioni .  Dani.  Inf.  3.  F»l  ecco  verso  noi 
vfnir  per  nave  Un  vecchio  bianco  per  an- 
tico prlo.  Pntnff.  7.  Un  dì  dell'  anno  sta 
la  vecchia  in  bando,  ^  Car.  Fn.  2.  1 1 28. 
Avrà  ili  ciò  pregato  il  vecrhin  ipprna  I 
Che  tonò  ila  kinistra.  F  9.  1012.  E  vit 
la  lena  Calotsì,  trannuilotii,  e  come  fosse 
Il  vecchio  Buie  ,  al  giovane  accoitotsi.  (t'J 
^  §  IV.  Vecchi,  nel  numero  del  più, 
diconsi  Coloro  che  sono  vissuti  in  una  età 
lontana  dalla  noitra  j  Antenati  .  fìorgh. 
Col.  milit.  4*9'  ^'^  '  »*J**ri  vcrrhi  ,  rhe 
propriamente  e  rorrellamenle  parlarono  , 
altramente  ,   che  per  condotti    di    fuurc   a 


pretto  r  usarono  ec.  E  Man.  127.  Qoa. 
lunque  cillà  da  se  e  del  suo  nome  battè 
moneta,  ha  un  buono  e  sicuro  pegno  dal 
suo  del  non  dependerc  da  atlri ,  e  di  quella 
libertà  di  vassallag;<io  ,  che  i  nostri  vec- 
chi diceaoo  francbexza.    (C) 

^  §.  V.  ì 'ecchio,  presso  di  noi  si  ac- 
compagna  volentieri  con  termini  di  di- 
sprezzo,  o  infamanti.  Morg.  II.  112.  Ri- 
baldo vecchio,  rimbambito  e  pazzo.  Ciriff. 
Calv.  3.  71.  Dicendo:  questo  vecchio  rim- 
bambito ,  Libidinoso  padre  di  lussuria . 
Bern.  Ori.  i.  22.  4-  Quell'  altro  vecchio 
pazzo  rimbambito  Per  stimar  troppo  la 
bellezza  volse  D'  una  giovane  donna  esser 
marito.  (C) 

§.  VI.  La  necessità.  La  piurafO  Bi- 
sognino, fa  Irotlarf  la  vecchia j  proverò, 
dinotante,  che  La  necessità  costngne  a  0- 
perare  chi  non  opererebbe,  V.  TROTTA- 
RE,  §.  II. 

*  §.  VII.  Pipistrel  vecchio,  si  dice 
proverbia/m.  e  figiiratam.  di  Persona  aC' 
corta  e  maliziosa  .  V.  PIPISTRELLO  - 
§.  (y4) 

*  §.  Vin.  Vecchio,  si  dice  anche  delle 
piante,  n  Alam.  Colt.  l.  il.  O  qualcun* 
altra  f  pianta  )  pur  sì  vecchia  e  grama  , 
Che  inulit  fussc,  o  di  tal  frutto  acerbo  , 
Che  Ira  1'  altre  ristar  chiamaue  inde* 
gna  «.   (C) 

t  3  §■  'X.  Vecchio,  si  dice  anche  del- 
le  cose  ,  e  vale  Antico  ,  Che  è  di  più 
tempo  avantij  contrario  di  Ptuovo,  e  di 
^foderno.  Lat.  vetus,  anliquus,  pritcus. 
Gr.  dpyMOiy  :rxia*9'?,  yE/sxto';.  Petr. 
cani.  48.  5.  Che  '1  Ic^no  vecchio  mai 
non  rose  tatlo.  Come  quoti  'I  rato  core. 
Fiamm.  \.  23.  La  vecchia  usanza  e  la 
mia  nobiltà  m'  avevano  tra  V  altre  donne 
assai  eccellente  luogo  servato.  Lìocc.  nov. 
77-  60.  Non  allramenti  rimarrai  bella,  che 
faccia  la  serpe,  lasciando  il  vecchio  cuoio. 
Tes.  Br.  3.  5.  Quella  che  corre  sa  per 
netto  sabbione  ,  è  migliore  che  1'  acqua 
vecchia  di  cisterna.  ^'  Dav.  Scism,  71. 
Ma  perchè  i  reggenti  più  dotti  e  gravi 
con  lasciavano  la  via  vecchia,  furono  dati 
a  tulle  V  università  e  collegi  visitatori  . 
Buon.  Fier.  5.  5.  lic.  Regge  le  cose  la 
riputazione.  Come  i  puntelli  vecchi  ancha 
le  mura.   (C) 

^  g.  X.  Vecchio,  talora  si  dice  di  cer- 
te cose  in  contrapposizione  ad  altre  dsi- 
la  medesima  specie  che  sono  piìt  recenti  j 
ed  è  opposto  a  Auovo.  Cr.  4.  4^-  '^  ^''* 
nuovo,  come  vecchio  diventa,  se  la  man- 
dorla amara  ,  e  assenzio  ce.  insieme  me- 
scoli ec.  farassi  il  vino  polente.  £"129. 
Anche  purgare  i  vecchi  prati  dal  muschio, 
e  quelli  che  son  vecchissimi,  arare,  e  dì 
nuovo  formare  i  prati  novelli.  Segr.  Fior. 
Art.  guerr.  l.  25.  Avendo  ad  instaurare 
un  ordine  vecchio,  ìo  gli  prroilcreì  dì  di- 
ciasselle  ;  avendo  a  crearne  uno  nuovo  , 
ìo  gli  prenderci  d'ogni  ctì,  tra  li  dicias- 
sette  e   quaranla.  (C) 

*  §.  XI.  Testamento  vecchie,  o  Vecchio 
testamento  ,  dicesi  il  Libro  contenente  /« 
sante  Scritture  ,  che  hanno  preceduta  /« 
nascita  di  Cesa  Cristo  j  ed  k  opposto  m 
l'estantento  niioi-o  ,  o  .\uovo  Testamen- 
to .  «  Pani  Par.  5.  Avete  '1  vecchio,  • 
*l  nuovo  Testamento  ••.  Ott.  Com.  laf. 
30.  3S7.  L'uno  modo  si  è  per  revelatìooe 
fallagli  da  Dio  per  Spìrito  Santo,  siccome 
saprano  gli  Profeti  nel  Testamento  vee- 
chio,  e   gli    Apostoli   nel   nuovo.    (Ci 

^^  §.  XII.  In  proverb.  A  colpa  »•«- 
chia  pena  nuova  ;  e  dicesi  Quando  a  perso- 
na rea  di  colpe  antiche  sopraggiungono  fre- 
sche morlìHcazioni  ,  ma  più  comunemente 
si  dice  :  Peccato  vecchio  .penitema  nuo* 
va  .  «  Pern.  Ori.  2.  27.  8.  Per  fir  di 
quel  proverbio  in  me  In  pru»va,  Che  eli- 
ce :  a  culpa  vecchia  pena  nuova  ■>.  (Cj 


V  E  e 


*  e.  XIII-  Età  vecchia,  riferita  ad  uo- 
mo ,  cqui.aU  a  Vccclua.a  .  Red  Puir. 
12.  Chi  U  .quallida  «rvog.a  Alle  Ul.bra 
sue  congiugne  ProUo  muore,  o  rado  gm- 
gne  AU'elU  vecchia  e  barbogia.   (IJ 

#  S  XIV.  lecchio,  si  dice  ancora  delle 
cose  usate;  ed  i  opposto  a  .Yno.o.  Bocc. 
nov  55  5.  Presi  dal  lavoratore  in  preslan- 
u  due  manteUelli  vecchi  .1.  ron.agnuolo  , 
e   due  cappelli  lutti  rosi  dalla  vecchie.- 

"'*  V  XV  E  in  forza  di  Susi.  Imperf. 
Tim  D.l.  T.  6.  3l.  Nel  fabbricare  co- 
lui che  ubbidisce   al  vecchio  non  la  mai 

cosa  buona.  (C)  .  „„.,.. 

a  R  XVI.  Bandiera  yecchm  fa  onoii. 
alcafitano.   T.  B..ND1ERA,  §.  S.  rO 

e.SVIl.  recchio.  r  usiamo  ancora  ,n 
iÀer-.oper  Grande.  Morg.  5.  38.  E  fece  a 
otti  uua%ecch.a  paura  L  l5.  54_  Perche 
Coraute  abbandonava  il  freno  ,  Ed  te  un 
vecchio  colpo  in  sul  terreno  .  E  19.  53. 
E'  ti  toccò  di  vecchie  bastonate  .  L  27. 
23  Avin  soggiunse  ,  e  con  la  spada  au- 
co»  TJn  vecchio  colpo  all'  elmetto  g  .  die- 
Ae.Cinff.  CaU:  2.  l^'-^■  Ma  quando  m- 
siemtaliente  sari  mista,  E  ci  laran  delle 
vecchie  paure  .  IC  3.  73.  Che  t  han  già 
fallo  due  vecchie  paure,  t  I04^Benche 
gli  fece  una  vecchia  paura^  '-  Fjr.  ^^. 
70.  Allora  allora  per  la  podestà  d,  quell 
«He,  e  per  una  vecchia  violenza  di  dcmo- 
nii  costretti  da  lei,  ce.  <l  J 

+  VECCHIO  MARINO.  i7/io  dei  nomi 
chi  volgarmente  si  danno  ad  alcune  spe- 
zie di  foche  .  Lai.  phoca  ,  vitulus  man- 
nus.  Gr.  faxi  Circ.  Gè//.  ^.  101.  S. 
son  coperti  di  pelle  di  vecchio  marmo, 
credendosi  che  questo  pesce  solo  non  sia 
mai  tocco  daUa  saetta,  .^lorg.  14.  65.  E 
•l  maria  vecchio  fuor  dell  acqua  uscia  . 
Bicett.  Fior.  t^0.  Quello  (gagUoJ  del 
vecchio  marino  si  p.gl.a  innani.  che  va- 
da colla  madre  a  pascere  Jr.  tur.  b. 
36.  I  capidogli  co"  vecchi  marini  Vengon 
turbati  dal  lor  pi^ro  sonno. 

VECCHIONE.  ^ccre<cil.  di  J  ecchio  j 
e  si  dice  comunemente  d'  Uomo  di  vene- 
rando aspetto  per  antica  età.  Lat.  senex, 
aiate  confectus.  Gr.  •/•-!=«'"?<''•  .T"^- 
As  36  Erale  accanto  un  vecchione  d  as- 
sai reverenda  eli,  il  quale  come  piuttosto 
vide,  disse.  E  175.  Divenuta  sorda  alle 
raccomaudaiioni  del  notante  vecchione  . 
Alam.  Gir.  7.  ll^  Del  buon  vecch.on 
riprende  le  parole.  Come  colui  che  pensa 
cL  vanegge.  Tir.  Lue  4-  ^  ^''J"'' 
me  buon  vecchionel  Morg.  24.  128.  Chi 
are'bbe  credulo  che  '1  vecchione  Carlo  te- 
ner non  si  potesse  in  posai 

e     Vecchioni,  diconsi  i  Marroni  secchi, 
e  ìotti  nel  vino  col  guscio.  Salvia.   Disc.  | 
l    73.  Descrive  tutti  i  generi  deUe  calla-  , 
eoe  vecchioni,  succiole,  bruciale. 

VECCHIOTTO.    I  ccchto   grande  ,    e  \ 
pro.^ro  .   Buon.    Pier.  3     2.   l5.  Quella 
vecchiotta  m'  è  piaciuta  are. 

VECCHISSIMO.  Superi,  di  J  ecchio  , 
add.  Bocc.  nov.  l3.  20.  Il  quale  al  Re  di 
Scoila,  vecchissimo  signore  «•.  ™ '»'"» 
per  moglie  dare  .  Cr.  L  48.  8.  11  vino 
menano  e  buono,  perch  è  temperato  ec  ; 
ed  impelò  questo  vino  s'  elegga,  ed  il 
vecchissimo  si  dispregi. 

•+  *  VECCHITUDI.NE.  F.  A.  Vec- 
chieila.  Fr.  Giord.  14.  Santo  Niccolao 
incomincio  per  tempo  dalla  infanzia  sua 
la  via  e  1'  uso  delle  virludi  :  non  si  voUe 
indugiare  in  vecchitudine  ,  no.  (l'i 

VECCHIUCCIO.  lecchio  male  ali  or- 
dine. Lat.  vetalus.  Gr.  -/efOvT.o-/.  Cecch. 
r.salt  Cr.  5.  3.  Carino,  tu  mi  par  quella 
vecchiuccia  ,  Che  portando  nel  cesto  in 
rapo  l'uova  Da  porre,  disegnava  larsi 
ricca   Co"  galli  che  nascessono. 

J   VECCHIUME,    t^uantita  di  cose  vec- 
Vocabolario  T.  li. 


VEC 

chic  ,  e  malandate  .  Lat.  scruta.  Gr.  Ta 
•/puT»>i«.  Cant.  Cara.  16.  Chi  vecchiu- 
me comprar  vuole,  Per  vantaggio   1  suoi 

avanti .  ,.-,-, 

*  e  Vecchiume,  parlandosi  di  piante, 
si  dicono  Quelle  parti  di  esse ,  che  .tono 
meiie  secche,  e  incapaci  di  fruttificare  . 
«  Vett.  Colt.  69.  Gli  ulivi  vengono  a 
ringiovanire  ,^  e  levarsi  da  dosso  il  vec- 
chiume  ".  (C) 

VECCIA  .  Spezie  di  legume  di  vane 
sorte,  la  migliore  delle  quali  è  detta  Bra- 
va. Lat.  Vida.  Gr.  ;3i-<i«  .  Pallad.  Se  1 
lupino  ,  o  la  veccia  per  mangiare  si  sec- 
chino. M.  V.  3.  56.  Le  fave  lire  tre  lo 
staio,  e  cosi  i  mochi  e  le  vecce.  Cr.  i.  2Ó. 
I.  La  veccia  doppiamente  usiamo  ,  ovve- 
ro per  seme  da  cogliere,  ovvero  a  cagione 
di  segarla  per  nnlricamento  degli  amma- 
li. Jlam.  Colt.  I.  8.  Ove  il  Insto  lupi- 
no o  r  umil  veccia  Fero  a"  venti  tenor  co 
secchi  rami.  Ar.  sat.  3.  Al  p.m  ,  di  cui 
1.1  veccia  Nata  con  lui ,  ne  il  loglio  luor 
SI  cribra.  Cor.  Jlatt.  son.  8.  Quante  la- 
sagne il  giorno  ,  e  quante  staia  Fanno  di 
crusca  quei  tuoi  molineUi  ,  Tra  veccia  e 
loglio,  e  brucioli,  e   pagliuchel 

*  §.  Incartocciare  le  vecce  per  pepe, 
fguratam.  vale  Abbindolare,  Ciurmare, 
Ingannare.  Lat.  iinponere  .  Gr.  f  tvKX. - 
;--iv.  Buon.  Pier.  4.  5.  19.  Che  non  mi 
vendan  per  torta  la  fava,  E  m'incartoccin 
le  vecce  per  pepe.  (*) 

VECCIATO.  Add.  Aggiuntojìi  grano, 
o  di  biade  mescolate  con  vecce.  *  Lib.  dir. 
malati.  Come  sarebbe  il  p^ane  fallo  di  gra- 
no sagginato,  o  vecciato.  (') 

f  *  §.    l'an  vecciato,  vale    Pane  fatto 
con  farina   tratta  da  grano  mescolato  con 
vecce.  Allegr.  pag.  239.  (Amsterd.  1754) 
Quivi  e,  perchè  non   vadano  al  mercato, 
E   cosi   perdan   l'opera  del  giorno  ,  Chi 
I   per  netto  da  loro  il   pan  vecciato.    (B) 
VEIXIOSO.   Add.   Che   ha  vecce. 
+  *g   1    Panveccioso,lo  stessoche  Pan 
'  vecciato.    Dav.   .Mon.    II9.   Di    quelle  an- 
drassi  a  popolo  ,  quasi    di   pan    veccioso, 
nutrendo,   f  P'} 

§  l\.  A  tempo  di  carestia  pan  vec. 
doso;  proverb.  tratto  dal  mescolare  che 
fauno  i  contadini  le  vecce  col  grano  nel 
fare  il  pane  ,  il  quale  perciò  non  riesce 
al  gusto  molto  piacevole  ;  e  vale  ,  che 
Aella  scarsità  bisogna  torre  quel  che  si 
può  avere;  oppure,  che  La  necas'ta  fa 
parer  buono  ciò  che  non  parrebbe  ncll 
abbondanza  .  Lat.  in  frumenti  inopja  er- 
viim.  Gr.  To:;  o''-"'-'  K;ro><Ji{  «  opo^oi. 

f  *  VECCO.  V.  A.  Ecco.  Fior.  Ita!. 
G.  D.  E  vecco  la  notte  veniente  uno  gli 
apparve  in  visione.  Salv.  Avveri.  1.  3. 
2.  24.  Laonde  vecco  e  veccolo  in  vece  d 
ecco  e  d'  eccolo  si  dice  lutto  giorno  nel 
I  favellar  domestico.   (1) 

VECE.  Si  dice  di  Persona,  0  di  Cosa 
che  sia  in  luogo  d'altra.  Cron.  Moreìl. 
317.  Guidando  il  lutto,  non  come  signo- 
re, ma  come   \ecc. 

§.  I.  Prendere,  e  Tener  la  vece,  ole 
veci  altrui ,  vogliono  Entrare  ,  e  Stare 
in  suo  luogo  .  Lat.  vicem  alienam  gere- 
re,  vel  obire;  aliena  vice  fungi,   Plm.  in 

+  *  §.  II.  Vece,  vale  anche  Officio, 
Incombenza;  onde  Divi.<are  le  veci,  vale 
Distribuire  la  parte  deW  opera  che  a  cia- 
scuno tocca  di  fare  .  Car.  En.  3.  997. 
Ed  invocati  in  prima  1  santi  Numi,  divi- 
sò le  veci  Si  ,  che  parte  il  tenemmo  in 
terra  saldo  ,  Parie  con  un  gran  palo  al 
foco  aguzzo   Sopra  gli  fummo.  (M) 

*  §.  HI.  A  vece  di,  locuzione  preposi- 
tiva antica,  e  di  raro  uso,  che  vale  Da 
parte  ,  Per  ordine  ,  0  commissione  di  . 
..  .V.  V.  4.  76.  I  sindachi  predetti  a  ve- 
ce ,  e  a  nome  del  Comune  ec.  feciono  a 


VEC 


l657 


lui  in  pubblico  la  sommessione,  e  la  ub- 
bidienza '•■  fCj 

*  g.  IV.  In  vece  di,  locuzione  pure  pre- 
positiva, che  vale  lo  stesso.  «  M.  V.  9. 
Io5.  Feciono,  e  giurarono  pace  in  vece, 
e  nome  del  Re  loro  ».  (C) 

f  J  g.  V.  In  vece  di,  vale  anche  In  no- 
me. In  cambio,  In  luogo  di.  Lat.  l'Ice,  no- 
mine .  Gr.  ava'  CTtpou  .  nani.  Inf  l3. 
Si  che  'n  vece  D'alcuna  ammenda  tua  la- 
ma rinfreschi.  Petr.  son.  IO.  Qui  non  pa- 
lazzi, non  teatro,  o  loggia.  Ila  'n  lor  vece 
un  abete,  un  faggio,  un  pino. 

*  §.  VI.  In  vece,  significa  talvolta  an- 
che Informa,  In  sembianza.  Vii.  S.  Gio. 
Batt.  240.  Vidi  co"  mie'  occhi  lo  Spirito 
Santo  in  vece  di  colomba.  (l'J  Sig.  Viagg. 
.Sin.  69.  Appresso  si  e  il  luogo  dove  Cri- 
sto apparve  a  Santa  Maria  .Maddalena  il 
di  della  sua  resurrezione  in  vece  d'orto- 
lano. (C) 

+  *  §.  VII.  In  quella  vece,  vale  In- 
vece Mia  cosa  di  che  si  parla.  Vii.  Pitt. 
5-..  Questa  a  lui  fu  lasciata  sotto  condi- 
zione che  se  egli  si  scandalezzasse  dell 
argumenlo,  in  queUa  vece  ottenesse  gros- 
sa somma  di  contanti.  (V) 

VECECANCELLIERE.  Quegli  che  e  m 
vece  del  Cancelliere  .  Lat.  '  vicecancella- 
rius.  M.  r.  3.  6.  Si  fermò  il  trattato  or- 
dinalo per  lo  VececanceUiere  dell  eletto 
Imperadore.  E  cap.  7.  Promise  J  detto 
VececanceUiere,  che  ec.  ... 

VECECONTE  .  C'ie  e  in  cambio  dei 
Conte.  E  questa  parola  VECE,  o  VICE, 
/'  accoppiamo  ancora  con  altre  dignità,  e 
ufficii,  come  J'icere  ,  Viceduca  I  iceret- 
(ore,  e  simili;  e  vale  Quegli  che  tiene  il 
loro  luogo.  Lat.  'vicecomes.  31.  I.  1. 
5i  Lasciò  Vececonte  uno  Provenzale  di 
poca  virtù.  E  IO.  22.  Ond'  egli  fatto  Ve- 
ceconte in  Romagna,  e  provveduto  di  u- 
£ciali  ec,  venne  a  Firenze. 

:?  VECERÈ.  Colui  che  fa  le  veci  del 
Be  ;  Viceré.  Benv.  Celi.  Vit.  2.  488. 
Infra  gli  altri  e' fumo  dua  gentili  Uomi- 
ni, i  quali  erano  mandali  dal  vecere  di  Si- 
cilia  al   noslro   duca.   (C) 

*  VECORDE.   V.   L.   Add.   Dappoco  . 

Vile.   Bui.  La  sesta  de'  cattivi,  ec.  Questi 

uomini  vecordi  ed  ignavi,  che  non  s'  ado- 

prano  a  nulla  ,  se  non,  come  le  bestie,  a 

I  nutricare  Io  corpo,  dispiacciono  a  Dio  ed 

'  al  mondo.  (V) 

+  VEDENTE  .  Che  vede  ,  o  vedeva  . 
Lat.  videns.  Gr.  ^U-.a>  .  Amm  .Ani. 
12.  I.  2.  Prudente,  cioè  savio,  vuol  di- 
re quasi  per  certo  vedente.  Dani.  Par. 
25.  Che  per  veder  non  vedente  diventa. 
Amet.  78.  Mentre  io  vedente  nella  sua 
destra  mano  il  coltello  ec.,  apparecchiato 
a  perdonare  ,  e  ad  offendere  ec.  ,  esami- 
nava quello  che  io  dovessi  fare  ec. 

■f  §.  I.  Vedente  alcuno,  vale  Alla  pre- 
senza d'  alcuno,  Veggendo  alcuno.  Cavale. 
Pungil.  204.  Sedecia  re  fu  accecato,  ed  « 
6"liuoli  in  prima  uccisi,  esso  vedente.  Vii- 
SS.  Pad  I.  62.  Li  quali  (Angeli)  vedente 
(Antonio)  quasi  con  desiderio  volesse  an- 
dare a  loro  ,  uscelte  ec.  Vit.  S.  Gir.  49. 
In  cielo  ec.  saUsti  vedente  lutti  li  tuoi  di- 
scepoli   (V)  ,     „   .  , 

f  §,  II.  Vedente,  vale  anche  Veduta,  o 
Potenza  visiva.  Lat.  visus.  Gr.  olis- 
Tesoretl.  Br.  II.  93.  Ch'  io  vidi  aperU- 
mente  Davanti  al  mio  vedente  Di  ciascuno 
animale  ,  E  lo  bene  ,  e  lo  male. 

VEDERE.  Susi.  Vista.  Bui.  Non  può 
lo  vedere  umano  veder  lo  fondo  della  sa- 
pienza divina,  perchè  lo  vedere  umano  e 
ierminato,  e  la  sapienza  divina  e  in6nita, 
e  non  ha  fondo.  Tes.  Br.  I.  iJ.  L  udì- 
re  sormonta  1'  odorare  ec,  ma  lo  v-edere 
sormonta  lutti  gli  altri  di  luogo  e  d.  v^. 
lude.  Amet.  gì-  Cosi  nel  sacr.6c,o  e  da 
tenere  In  Cerere  ed  in  Bacco  il  divin  cibo 
208 


i658 


V  E  D 


Si  asroDtla  a  noi  per  debole  vedere.  Boei. 
Varch.  3.  pros.  8.  E  se  noi  er.  avessi- 
mo gii  occhi  cervieri,  sicché  il  lor  vedere 
penetrasse  le  cose  opposte,  e  che  ne  tol- 
gono la  vista,  fc.  E  4.  pros.  [\.  E  se  al- 
cuno, perduto  del  tutto  il  %  edere,  si  sdi- 
menticasse  ancora  d'  avere  avuto  la  vista 
ec,  penseremo  noi  per  questo,  che  quelli 
che  veggono  fossero  ciechi? 

fr  §.  I.  per  Avvedimento ,  Beh.  Vit. 
Colomh.  102.  E  se  dicessi  :  egli  ha  delle 
magagne  (  il  prossimo  }j  considera  in  te 
se  tu  n'  hai  quante  lui;  e  se  arai  buon 
vedere,  molte  più  maggiori  ne  troverai  in 
lui  .  (C)  lìorgh.  Arm.  ì'am.  p.  Celehra 
la  gran  prudcnta  e  '1  gran  vedere  degli 
antichi  loro.  E  J'esc.  fior.  iJSt).  Si  può 
veramente  chiamare  sapientissima  provvi- 
sione, e  da  gran  vedere  ed  ottimo  giudi- 
zio uscita,  (f  ) 

g.  H.  Fare  un  vedere  hello,  0  hrutto, 
o  simili f  vale  Avere  hella  ,  o  brutta  ap- 

fìarenza.  Salvia.  Disc.  I.  335.  Pare  che 
a  faccia  di  morto  si  posi  quasi  suU'  ave- 
re gli  orchi  ec.  che  pendano  al  hiancbic* 
ciò,  il  che  fa  un  vedere  lirultissimo. 

VEDEUE  -  ì'crho  che  si  supplisce  ,  e 
si  confonde  ,  e  si  niultiplica  in  a/cuna 
sua  voce  con  f/uelle  del  verbo  Intino  Vi- 
derc,  e  dell'antico  disusato  VEGGKRE. 
Comprender  coli'  occhio  l*  abbietto  illumi- 
nato, che  ci  si  pura  davanti.  Lat.  videre, 
cernere.  Gr.  /5>«;tftv,  cpK'J.  Amm.  Ant. 
I.  1.  8.  Se  gli  uomini  avessono  lo  vedere 
«lei  lupo  cerviere,  e  passassono  dentro  al- 
le cose  ,  chi  vedesse  nel  corpo  umano , 
qualunque  fosse  il  più  hello  ,  parreMie  il 
più  sozro  .  Bocc.  nov.  77.  82.  Ella  vide 
r  aurora  apparire  .  /:.'  nuw.  3^.  l'oi  ri- 
guardando se  via  alcuna  da  scender  vi 
fosse,  e  non  veggendi>Ia  ec,  entrò  in  uno 
amaro  pensiero  .  /■-"  nov.  85.  12.  Ora  io 
vorrò  die  tu  mi  vegghi  un  poco  colla  ri- 
bella .  Petr.  son.  20y.  E  chi  noi  crede, 
venga  egli  a  vcdella.  E  cnp.  3.  Ve'  l'al- 
tro che  *n  un  punto  ama  e  di»amn;  Vedi 
Tamar  .  Dant.  Par.  i.  E  siccome  veder 
si  può  cadere  Fuoco  da  nuhe  .  E  3.  Ma 
visione  apparve,  che  ritenne  A  sfe  me  tan- 
to stretto  per  vedersi.  Che  dì  mia  confes- 
sion  non  mi  sovvenne  .  Stor.  I  ur.  Che 
per  molti  secoli  avanti  non  si  era  vi.sta  , 
ob  conosciuta.  Morp.  27-  178.  Disse  Tc- 
rigi:  se  tu  avessi  visti  Gli  Angeli,  i  quali 
il  portarno  su   in  ciclo,  ec. 

#  §.  I.  l'edere^  si  dice  spesso  con  re- 
lazione all'  azione,  o  allo  stato  di  una  per- 
sona  ,  o  d'  una  cosa.  /  it.  S.  M.  Madd. 
53.  Oh  comr-  potre'  io  soffrire  di  vedere 
la  dolcissima  Madre  del  Maestro  mio  rosi 
dolorosamente,  e  cosi  vedova  «li  colale  fi- 
gliuolo T  Ar.  Fur.  A6.  87.  Da  Ercole  par- 
tirsi riverente  Si  vede  e  ilaljj  madre  l  eo- 
nora. Salvia,  Disc.  ?..  5iK),  Br.iinal' Ac- 
cademia air  anno  nuovo  titrnati  vedervi 
io  questo  luogo,  lutti  fervore  ce.  a  ador- 
nare le  nostre  veglie  coi  luminosi  vostri 
componimcnii.  (i) 

#  §.  11.  Per  Guardare.  Ar.  Fur.  li. 
49.  Come  l'orso  suol  ce.  poco  temere  L* 
iinporlunn  :d)1>aiar  dì  picciol  cane  ,  Che 
pur  non  se  !i  degna  di  vedere.  (D) 

#  §.  III.  Andare  a  vedere  uno,  vale 
Andar  da  lui  per  visitarlo  .  Tac.  Dav. 
Ann.  \t\.  l85.  Vide  (Agrippina)  Aniceto 
in  mcuo  a  Erculeo  Cnpiluuo  di  gjler,  e 
Oloarito  cenluriitne  «teli' armati,  e  disse: 
So  vieni  a  vedermi,  «ligli  (a  fVeronej  eh' 
io  mi  son  riavuta;  te  ad  uccidermi,  non 
credo  che  il  mio  figliuolo  il  ti  uMiia  com- 
messo. (CP)  iiuitc.  S'for.  4  »77-  Pclto 
anche  qu:drhe  di.stiiiIio  che  il  Duca  di 
Urbino  ,  fatto  che  ebbe  1*  accordo  con 
quelli  di  Cremona,  non  aitpeltala  la  con- 
scgnaiione ,  andò  ul  Mantovano  ce.  a  ve- 
dere la  moglie.  (L) 


V  E  D 

#  g.  IV.  l'edere  ,  si  dice  anche  de' 
Luoghi,  e  del/e  Jbrli/lcaziont  che  sono  a 
cavaliere  ,  e  donde  se  ne  scoprono  altre. 
Galli.  'Irati,  fort.  34-  E  sebbene  altri 
luoghi  ancora  ,  veggono  e  dilendunu  la 
medesima  faccia,  come  il  punto  D,  il  qua- 
le vi  si  ficca  ,  nicniedimeno  ce.  {€} 

^?  %.  V.  l  edere,  dicesi  tlel  Sole^  dovr 
illumina,  o  scalda,  o  batte.  Jlocc.  g.  8. 
n.  7.  Il  Sole  ,  il  quale  era  fviventiisimo 
ec,  non  solamente  le  cosse  le  carni  tanto 
quanto  ne  vedeva,  ce.  (cioè,  quanto  del 
corpo  suo  copriva  di  luce  ).  ^/ V  Dant. 
(onv.  P7.  L'altra  sì  è  la  vari.aiune  della 
sua  lumionsilà  ,  che  ora  luce  da  un  lato, 
e  ora  luce  dall'altro,  secondo  che  il  sole 
la  vede.  (('.} 

•^  %.  VI.  Vedere,  per  Udire.  Stor. 
Bari.  39.  Quando  elli  vide  )a  rìspovla 
del  suo  amico  così  crudele  ,  ebbe  dolore 
mortale.  Hocc.  g.  7.  n.  3.  Slava  con  gli 
orecchi  levati  per  veliere  se  ec.  (  f'')  />anl. 
Inf.  33.  Parlar  e  lagrimar  vedrai  insieme. 
l'iloc.  5.  379.  Vide  dalla  sua  bocca  una 
voce  con  un  tuono  granitissimo  procede- 
re ,  e  con  quella  un  vento  iiijicluoMssi- 
mo  .  J'ir.  nov.  l^.  225.  Si  veniva  a  star 
con  lei  di  buone  dulie,  e  conlavale  le  più 
belle  novellozzc  da  ridere  ,  che  voi  mai 
vedeste.    (C) 

*  §.  VII.  Per  Sentire.  Ang,  ^fet.  2. 
87.  11  duo!  non  poco.  Se  tu  l'autor  sa- 
rai,   vediò   mancarmi.    (D) 

*f  g.  Vili.  Per  Sentire  in  se  stesso. 
Fior.  S.  Frane.  125.  Veggendosi  santo 
Francesco  ,  per  cagione  delle  islimale  di 
Cristo ,  a  poco  a  poco  venire  meno  la 
lorea  del  corpo  .  fi  }  Ar.  l  ur.  36.  I9. 
Colei  che  tanto  Ha  ìn  odio  e  in  ira,  che 
morir  si  vede  ,  Se  sopra  lei  non  vendica 
il  suo  pianto  (cioè,  si  crede  morire).  (M) 

§.  IX.  ì  edere ,  per  Conoscere,  Com' 
prendere.  Lat.  percipere,  cogno.scere.  Gr. 
yivoj5/£tv.  /l'ocC.  nov.  89.  12.  Tosto  ve- 
dremo cliente  ^ia  sluto  il  consiglio  di  &a- 
Umone  .  /-.  g.  6.  y.  4-  I^^n  veggo  con 
che  argomento  «la  concedere  vi  possa  nel- 
lo avvenire  riprendere  alcuno.  C.  /  .  7. 
20.  2.  E  questo  vcdrmo  per  esempli  pro- 
vati .  Dant.  Par.  20.  Io  veggio  the  tu 
credi  quelle  cose  Perch'  io  le  dico  ,  ma 
non  vedi  come.  ^  Cecch.  Mogi.  \.  2.  lo 
voglio  che  e*  vegga,  eh*  io  conosco  il  pel 
ncir  uovo.   (C) 

g.  X.  federe,  per  Considerare,  Av- 
vertire, Por  menlej  e  tn  tjuesto  signtftc. 
si  usa  frequentemente  ne/I'  imperativo  . 
Lai.  animadi-ertere.  Gr.  CtCAvOiìv.  lìocc. 
nov.  27.  2^.  Ma  vegliarne,  forse  tu.  Te- 
daldo mento  queste  coie;  certo  non  fere. 
E  nov.  78-  6.  Vedi,  donna;  tu  hai  fatto 
male  .  /:.'  nov.  8f).  5.  Al  qual  l'ìiniccio 
disse:  Vedi,  a  le  conviene  stunotle  alber- 
gali i.  /',■  inim.  Cf.  Oimè,  cattiva  a  me,  ve- 
di quel  che  io  faceva.  Frane.  ììarb.  223. 
7.  Ma  cautamente  a  suo  slato  vedere,  Vc|{- 
ghiare  ,  e  provrdere  .  Capr.  Jiott.  l.  L. 
Poniam  caso  chr  io  non  sia  Giunto  ,  co- 
me tu  di*;  ma  vedi,  in  non  Ir  lo  concedo. 
/:,'  I.  5.  ^è  il  corpo  nù  1' anima  h  l'uo- 
mo ,  ma  quello  composto  rhc  risulta  di 
tutti  e  due;  e  vedi,  che  quando  1*  anima 
ì  separata  dal  corpo  ,  e'  non  si  chiama 
|>iù  Uomo,  ma  un  radavero  .  /'.*  ].  i3. 
Farciam  dunque  a  cotesto  modo;  ma  con 
que»to,  %edi,  the  Ul  non  ti  parla  da  me. 
/'.'  1.  17.  Se  io  mi  moriva  allora,  io  me 
n'  andava,  ve',  sema  pensarvi  punto.  Fir. 
Trin.  2.  5.  >  Cili  ve',  che  ftc  io  non  face- 
va intendere  a  madonna  Violante  questa 
giatd.i,  che  GÌov,inui  re  1' atlarrava. 

»>  g.  \l.  /  (di  j  maniera  di  dire  per 
coniiliarsi  l' attenzione  ,  o  simile.  Jlocc. 
g.  5.  n.  5.  Vedi,  in  questo  io  non  potrei 
per  le  allro  attoperaie,  se  non  f  he,  quan- 
do Giacomino    andasse  in  alcuna  pai  le  a 


V  E  D 

cena,  metterli  lì*  dove  ella  fosse,  h  g.  6. 
pr.  Vedi  bestia  d'  uom,  che  ardisce,  dove 
io  sia,  a  parlare  prima  di  me.  E  g.  o- n. 
10.  Vedi  NalabaettO,  ogni  tUO  acconcio  mi 
piace   forte.  (  f  ) 

^  §.  MI.  ledete,  si  adopera  presso  a 
poco  al/o  stesso  modo .   Segner.    J'red.  8- 

3.  Tic  avrebbe  egli  gtìi  potuto  ,  vedete  , 
dÌ>colparsi  presso  degli  uomini  con  ad- 
durre il  comandamento  divino  ■  £   Prtà. 

4.  7.  Sono  i  demonii,  vedete,  sono  i  de- 
monii ,  che  ec.  (V) 

*  §.  XIII.  Vedeìti,  Veditelo,  Vedilo 
tu.  Lai.  videris,  tute  vide.  Modo  da  ac- 
cennar  cosa  dimostrata ,  come  a  dire  : 
Giudica  tu  .  Ir.  Giord.  103.  E  a  cui  è 
da  crrderc  ,  o  al  savio  o  al  matto?  Ve- 
delti,  (f) 

V  g.  XIV.  Vedere,  per  Esaminare, 
Investigare  .  ììocc.  g.  7.  n.  2.  Vico  su 
tu  ,  poscia  che  tu  ci  se' ,  e  vedi  eoo  lui 
insieme  i  fatti  nostri.  E  nov.  8.  Or  1*000 
or  r  allro  pregando  che  non  doveuero 
queste  rose  così  subitamente  credere,  tea- 
za  vederne  allro,  o  saperne.  (I  ) 

*  £.  XV.  Per  Tastare  ,  Investigare, 
Conoscere  per  bella  guisa  .  Cecch.  Dot. 
2.  5.  lo  voglio  che  per  amor  nostro  voi 
veggiaie  di  trovar  Faxio,  e  vedere  1' ani- 
mo suo.  (Vj 

*  g.  XVI.  Vedere,  talora  vaia  Esperi' 
mentore.  Far  prova.  Baldov.  Lam.  CecC. 
st.  27..  Trovilo  o  lungo  il  Lroto,  o  rieto 
al  melo  E*  s*  ha  a  vedere  a  chi  più  hooa 
la  dica.  (Cj 

'^  §.  XVII.  Vedere,  per  Cercare,  Trat- 
tare .  Fr.  Giord.  292.  Seguila  ora  ♦  che 
veggiamo  della  figura  della  Croce.  £295. 
Vedremo  ora  di  quelle  eose,  alle  quali  fu 
fij.urata  (la  Croce j.  Cava/c.  Med.  cuor. 
209.  Veggiamo  ora  de'  modi  che  *1  oimi- 
co  tiene  a  lentarci.  (J'J 

*  g.  XVIII.  Vedere,  per  Procacciare, 
Argomentarsi,  Cercare,  Lasc.  Spirit,  1. 
1.  Voglio  ec.  consigliarmi  seco  tii  questa 
maledizione,  e  veder  se  per  via  d'oratio- 

01  ec.  io  me  gli  posso  levar  da  dosso  (i 
diavoli).  Tr.  Non  volete  voi  favellare  a 
quel  negromante?  ce.  Gio.  Sì,  voglio;  ma 
voglio  anche  veder  con  questo  frate,  per- 
chè è  mollo  inlendi-nte.   (V) 

*  §.  XIX.  /  edere  ,  parlandosi  di  di- 
ritti  ,  imputazioni  ,  e  simili,  vale  Giudi' 
care.  Guicc.  Stor.  i6.  l3.  E  nondimcDO, 
ricuperala  che  il  Papa  n'  avesse  la  pos- 
sessione, si  avesse  a  veder  di  ragione  se 
quelle  terre  e  Modana  appartenevano  alla 
Chiesa,  o  air  imperio.  F  38.  Sarebbe  con- 
tento che  si  vedesse  di  ragione  a  chi  ap- 
parteneva la  Borgogna,  e  in  caso  appar- 
tenesse  a  Cesare,  riconoscerla  in  nomo  di 
dote  della  sorella  -  /:  H>8  Voleva  che 
questo  (se  aveva  o  no  fatto  un  delitto) 
si  vedesse  per  giu»lixia  dai  giudici  depu- 
tati ài  sé,  come  da  suo  superiore.  /:'  17. 
l44-  Inette  Don  Ugo  tperanu  fai  Duca) 
la  inteniione  di  Cesare  essere,  che  le  im- 
pulaiioni  che  gli  erano  date,  si  vedessero 
sommariamente  per  Ìl  protonulario  Carac- 
ciolo.  (C) 

*  g.  XX.  ledere,  si  dice  delle  censi' 
derazioni  che  si  fanno  in  leggendo ^  o  del- 
le  notizie  che  in  leggendo  si  ritraggono. 
Borgh.  Orig.  Fir,  373.  Allora  il  sommo 
Pontefice  re.  fere  di  due  Vescovadi  nno 
ec.  come  specialmente  si  vede  nel  refò- 
slro  di  S.  Gregorio  Papa,  che  si  trovò  in 
questi  Irmpi  ttiibulenlissimi.  .Salvin.  Disc, 

2  iqcf.  (^>ut-sta  h  svegliata  ed  accorta,  r 
cerne  tale  dai  sommi  Dii,  e  dalla  Regina 
Giunone  particoljrmenle  impiegata,  come 
presso  i  Poeti  si  vetle,  a  pollare  dal  cielo 
quaggiù  in  terra  le  divine  ambavciate.   (CJ 

f  §.  XXI.  Federe  a  faccia  a  faccia  , 
vale  t'nlere  scopertamente  e  dirittamen- 
te.  Fsp.  Pai.  J\ost.  ioa.  Il  vedranno  a- 


V  E  D 

pcrtamentc  a  faccia  a  faccia.  E  appresso: 
Certo  licito  sarìà  ce.  quegli  clie  sjnw  nu- 
liilo  a  faccia  a  faccia  vedrà  la  giuria  tli 
Dio. 

i?  §.  XXII.  f'eder  bene  in  un*  impre- 
sa ,  imporla  Rinscirvi .  Ricord.  Mahsp. 
cap.  iSo<  E  ciò  fatto,  si  iocuminciò  V  a- 
spra  battaglia  da'  Tedeschi  e  Francesi  «  e 
ODO  vedeadu  Lene  i  Francesi,  lo  re  Car- 
lo  si  mi&e  al  soccorso  di  loro  eoa  la  sua 
schiera,  (y) 

*  §.  XXIII.  ì'eder  con  buon  occhio, 
o  feeder  di  buon  occhio,  figtiratam.  vaie 
feeder  con  compiacenza  ,  con  affetto.  (C) 

*  §.  XXIV.  Veder  con  mal  occhio  , 
di  mal  occhio  ,  o  simili,  figuratam,  vale 
Veder  con  disamore  ,  con  invidia .  Tac, 
Dav.  Stor.  a.  274-  Vedendo  noi  per  ua- 
tora  la  nuova  fortuna  altrui  con  mal  oc- 
chio. (C) 

§.  XXV.  Veder  chiaro  ,  vale  Veder 
f>ene  t  o  distintamente  j  Aver  buona  vi- 
sta. 

f  §.  XXVI.  Veder  chiaro  in  chec 
chessia  ,  figuratam.  vale  Profondarsi  , 
yiccertarsenc  ,  Levarne  ogni  sospetto  . 
Esp.  Pat.  jSost.  40.  Altresì  è  egli  gran 
mestieri  che  1'  uomo  vegga  chiaro  a  sini- 
stra .  #  K  appresso  :  Lo  sesto  grado  di 
questa  virtude  s'  è  il  sesto  occhio  ,  che 
hanno  i  prod'  uomini,  si  è  che  veggono 
chiaro  di  dietro  i  lor  lacci,  e  gì'  ingegni 
del  diavolo.  (C) 

*  §.  XXVII.  Veder  coli'  occhio  un 
paese,  o  simile,  vale  Andarvi  in  perso- 
na. Visitarlo.  Cron.  Morell.  261.  Vedi 
coli'  occhio  i  paesi ,  e  le  terre  dove  hai 
pensiero  di  trafficare.   (Ci 

rf-  g.  XXVIll.  Non  veder  da  una  cosa 
ad  un*  altra,  vale  ISon  conoscere  che  dtf' 
ferenza  sia  da  una  cosa  ad  un'  altra  . 
Dani.  Purg.  24-  E  *1"^  P'^  3  gradire 
oltre  si  mette,  Non  vede  più  dall'  uno  al- 
tro stilo.   fV) 

S-  XXIX.  Veder  di  là  da' monti,  figu- 
ratam. vale  Antivedere ,  e  anche  Cono- 
scer l'interno.  Buon.  Fier,  2.  4-  ^O. 
Vede  di  là  da'  monti.  Penetra  ogni  pen- 
sier,  spia  tutti  i  cuori. 

§.  XXX.  Veder  diritto s  contrario  di 
Veder  torto. 

•f  §.  XXXI.  Vedere  il  bello,  vale  Co- 
noscere la  congiuntura  ,  Osseri'ar  l'  oc- 
casione j  e  si  usa  anche  in  senso  neutr. 
pass.  *  M.  V.  1.  83.  Per  la  qual  ri- 
sposta i  Genovesi  sdegnarono,  e  dispuu- 
sono  ,  ove  si  vedessono  il  bello  ,  di  fare 
danno  a'  Viniziani  in  mare  .  (1')  Tac. 
Dav.  Ann.  \^.  190.  Sapendo  la  volubil 
gente  che  ella  è,  a"  pericoli  tarda,  veden- 
do il  bello  ,  iradiiora.  Fir.  As.  221.  Lo 
scelerato  Scannadio  in  questo  ,  veduto  il 
bello  ,  perdonando  alla  fiera  ,  diede  nelle 
gambe  di  dietro  del  cavallo  ec.  un  colpo 
si  fallo  ,  che  ec.  V.  BELLO  ,  sust.  §. 
Ili. 

*  §.  XXXII.  Vedere  il  pel  nell' uovo, 
si  dice  propriamente  di  Chi  scorge  ogni 
minusia,  e  quasi  vede  lo  invisibile,  e  fi- 
guratam. di  Chi  è  d'  acutissimo  ingegno. 
Segr.  Fior.  Cliz.  2.  I.  Che  domine  ho 
io  stamani  intorno  agli  occhi?  E*mi  pare 
avere  i  haglìuri,  che  non  mi  lasciano  ve- 
der lume:  e  iersera  io  avrei  veduto  il  pel 
nell'  uovo.  (C) 

§.  XXXIII.  Vedere  in  fonte.  V.  FON- 
TE,  §.  IV. 

*  §.  XXXIV.  l'edere  innanzi  in  unaco- 
-ta,  vale  Averne  molta  cognizione.  Sentire 
in  essa  molto  avanti.  Ces.  Vii.  Cr.  i. 
2l5.  Che  certo  non  s'  era  sentito  mai 
fanciullo  ec.  che  nelle  cose  di  Dio  vedesse 
tanto  innanzi ,  quanto  faceva  il  fanciullo 
Gesù.  (C) 

§.  XXXV.  Vedere  in  viso  ,  vale  Ve- 
dere,e  Conoscere  chiaramente.  Dav.  Camb. 


V  E  D 

101.  Ora  perchè  ogni  parte  del  cambio  me- 
glio s' intenda ,  e  quasi  si  vegga  in  viso, 
io  vi  porrò  1'  esemplo  di  sopra  innanzi  agli 
occhi  nelle  due  seguenti  figure. 

*  §.  XXX VI.  l'edere  in  viso,  o  l'e- 
dere assoliitam.  parlandosi  di  Ithri,  vale 
liiscontrare ,  Vedere  in  fidate.  /ìorglt  . 
Vcsc .  Fior.  373.  Senza  veliere  in  viso 
tutti  i  sopraddetti  luoghi  (dell'  Opere  di 
S.  .fmbrogio  )  ,  e  alcuni  altri  appresso  , 
mal  si  poteva  giustificare  ,  e  rimettere  il 
lettore  agli  scritti  de*  proprii  autori ,  che 
non  si  ha  sempre  commudilà  di  poterji 
vedere.   (V) 

•r  §.  XSXVIi.  Lasciami  vedere,  modo 
assai  familiare  nella  lingua  nostra,  col 
quale  sebben  paia  che  altri  parli,  e  do- 
mandi licenza  a  persona  che  sia  seco,  o 
appressagli,  pure  noi  fa  che  seco  mede- 
simo. Bocc.  nov.  44-  'O.  Lasciami  vede- 
re come  r  usignolo  ha  fatto  questa  notte 
dormire  la  Caterina.  (C) 

t  3  §.  XXXVIll.  Veder  le  stelle,  ole 
lucciole,  figuratam.  vale  Sentir  gran  do- 
lore. Valm.  11.  53.  Ond'  ei  in  quel  punto 
andando  all'Occidente,  Vede  le  stelle, 
e   r  una,  e  l'altra  sfera,  ec. 

*  g.  XXXIX.  E  Far  veder  le  stelle,  o 
le  lucciole ,  figuratam.  vale  Far  sentir 
gran  dolore,  t*  Rem.  rim.  i.  g2.  Entra 
uno  stecco  al  villanel  nel  piede* ,  Che  le 
stelle  di  dì  gli  fa  vedere.  Maini.  Q.  60 
Getta  nel  muso  al  medico  da  succiole  L* 
unguento,  che  le  fa  veder  le  lucciole  >•.  (C) 

^  §.  XL.  Vedere  l'  ultima  sera  ,  o 
simile,  vale  Morire  ;  ed  è  maniera  poe- 
tica. Car.  En.  6.  63o.  Sentono  A  j.irimo 
entrar  voci  e  vagiti  Di  pargoletti  infanti, 
che  dal  latte  E  d.ille  culle  acerliamente 
svelti  ,  Vider  ne'  primi  di  1*  ultima  se- 
ra.  (C) 

§.  XLI.  Veder  lume ,  vale  Avere  il 
senso  della  vistaj  e  anche  Essere  in  luo- 
go illuminato,  sicché  la  vi^ta  possa  ope- 
rare. Frane.  Barb,  2,5q-  li-  Vede  lume 
Colui  che  più  fornisse  ,  Che  men  non  li 
venisse  . 

^  g.  XLil.  Veder  lume,  in  senso  me- 
taforico, vale  Avere  accorgimento.  Dant. 
Purg.  6.  E,  se  ben  li  ricorda  e  vedi  lu- 
me,  Vedrai  te  sìmigliaote  a  quella  'nfer- 
ma  ,  Che  non  può  trovar  posa  in  su  le 
piume.  (M) 

*  §.  XLHI.  Non  veder  lume ,  figu- 
ratam. vale  Esser  sopraffatto  da  alcuna 
passione  ,  e  perdere  la  vera  cognizione 
delle  cose.    V-   LUME,  §.  XIX.  (N) 

V  §.  XLIV.  Aon  essere  da  vedere,  va- 
le Essere  tutto  divisato.  Pecor.  g,  i.  n. 
2.  lo  ti  governerò  si ,  che  tu  non  sarai 
mai  da  vedere.    fVj 

*  g.  XLV.  Non  vedere  a  mezzo  al- 
cuno, vale  Portargli  un  grandissimo  af- 
fetto.   V.  MEZZO  ,  §.   XXXV.   (C) 

^  §.  XLVl.  iVo«  voler  vedere  alcu- 
no, vale  Non  voler  più  trattar  seco.  Sfug- 
girlo .  Se^ner.  Pred.  3.  IO.  All'  ultimo 
non  vogliamo  più  saper  niente  de'  fatti 
suoi,  non  lo  vogliamo  vedere,  non  lo  vo- 
gliamo udire,  gli  vogliamo  per  tutto  vil- 
lanamente  voltar  le  spalle.  (Cj 

f  J?  §.  XLV  li.  Non  voler  veder  al* 
tro  d'  alcuna  persona,  o  cosa,  vale  Non 
volersi  intrigar  più  con  alcuna  persona, 
0  d' alcuna  cosa.  Antbr.  Fttrt.  4-  I-  t!o- 
stui  è  un  frappatore;  non  ne  vo"  veder  al- 
tro. (V) 

g.  Hl^yiW.  Non  veder  più  avanti j  Non 
veder  ne  più  qua,  ne  più  lùj  Non  veder 
oltre,  o  simili,  si  dicono  di  Chi  sia  for- 
temente innamorato.  Lat.  misere  vel  per- 
dite amare.  Gr.  ipoì70fj.X'JÌìv.  Bocc.  nov. 
18.  20-  Si  forte  di  lei  s*  innamorò  ,  che 
più  avanti  di  lei  non  vedeva.  E  nov.  ')\. 
3.  Di  lei  s' innamorò  si  forte  ec,  che  più 
qua,  ne  più  là  non  vedea.  Filoc.  5.  142 


V  E  D 


X659 


E  di  tanto  amor  V  amava,  che  oltre  a  lei 
non  vedeva,  ne  ninna  cosa  più  dtsidcra- 
va.  ,-/r.  Fur.  i^.  34-  P'ù  lungi  non  ve- 
dea del  gìovìaetto  La  donna,  uè  di  luì 
potea  saziarsi. 

*  §.  XLIX.  Non  poter  vedere  uno,  fi- 
guratam. vale  Odiarlo,  Vederlo  di  mal  oc- 
chio. Dav.  Scism.  76.  I  quali  (Vescovi) 
volle  il  protettore  levarsi  dinanzi  per  la 
lor  auluriià  ,  atta  a  impedire  i  progressi 
dell*  eresie ,  ma  più  per  non  poterli  ve» 
dere.   (C) 

*  §.  L.  Veder  più  quattr*  occhi  che 
due  ,  figuratam.  vale  Esser  più  difficile 
che  altri  s'  inganni,  o  sia  ingannato,  o- 
perando  in  compagnia  d' alcuno,  che  ope- 
rando solo  .  Salv.  Grandi.  1.  2.  Tu  sai 
il  proverbio,  Fanlicchio,  che  e' veggono 
Più  quatte'  occhi  che    due.   (C) 

f  §.  LI.  ì'eder  torto,  figuratam.  va- 
le Non  estimar  con  dirittura  la  cosa  ve- 
duta. Petr.  son.  2o6.  Bench'  i'  non  sia 
di  quel  grande  onor  degno  Che  tu  mi  fai; 
che  te  ne  'nganna  Amore,  Che  spesso  oc- 
chio beo  san  fa  veder  torto. 

§.  LII.  Veder  un  bufol  nella  neve.  V. 
BUFOLO,  g.   IL 

•I*  g.  LUI.  Veder  via  come  ec.  ,  va/e 
Cercare,  Procurar  di  trovar  modo  come 
ec.  Bocc,  g.  IO.  «-  8.  Ad  un  suo  ni 
gromaote  ,  la  cui  arte  già  esperimentata 
avea,  impose  che  egli  vedesse  via,  come 
messer  Torello  sopra  un  letto  in  una  notte 
fosse  portato  a  Pavia-  (Vj 

g.  LIV.  leder  volentieri,  vale  Amare, 
Accarezzare.  Lat.  benigne  excipere  .  Gr. 
^liitv  .  ^-  Belc .  Vit.  Colomb .  2^3.  E 
Girolamo  si  pose  a  sedere,  e  disse  all'  o- 
stiero,  il  quale  era  amico,  e  volentieri  gli 
vedeva.  Pregoti  ec.  (C)  Cas.  leti.  7.  Pre- 
go V.  E.  che  si  degni  prestargli  fede,  e 
per  amor  mio  vederlo,  e  aiutarlo  volen- 
tieri. Varch.  Ercol.  56.  Far  carezze,  il 
che  diciamo  ancora  far  vezzi,  e  vedere  al- 
cuno volentieri ,  cioè  fargli  buona  cera  , 
cioè  buon  viso,  accoglierlo,  o  accorlo  lie- 
tamente . 

^  g.  LV.  E  T'eder  volentieri  una  cosa, 
vale  Gradirla,  Prenderne  piacere.  Guicc. 
Stor.  16.  89.  L'  amore  forse  eh'  è  tra  voi 
due  sarà  cagione  che  ei  sì  fidi  di  voi ,  o 
vegga  volentieri  la  vostra  potenza?  (C) 

§.  LVI.  Vedere,  e  non  vedere  ,  si  di- 
ce ad  alcuno  che  sia  in  qualche  prossi- 
mo pericolo.  Fir.  Lue.  2.  4-  Eb  povero 
padrone  ,  i  vi  veggo  ,  e  non  vi  veggo. 

g.  LVII-  Dal  vedere  al  non  vedere, 
e  simili ,  posti  avverbialm.  vagliano  In 
un  tratto.  Impensatamente.  Lat.  ictu  Odi- 
li.  Gr.  s'v  olTo'fiù)  -  Varch.  Sttoc.  2.  X- 
lo  non  ho  bisogno  della  nìmicizia  dì  per- 
sona, e  di  essere  una  sera  sfregiata  a  ve- 
dere, e  non  vedere,  senza  sapere  ne  per- 
chè ,  né  per  come .  Fir.  As.  3o6-  Tu 
vedesti  quattro  bellissime  fantesche  a  ve- 
dere, e  non  vedere  avere  disteso  un  letto 
di  mirabilissimi  materassi  -  Antbr.  Furi. 
3.  6.  Dal  vedere,  e  non  vedere  io  mi  trovo 
manco  le  pezze,  e  lui  non  riveggo. 

§.  LVIII.  Vare  a  vedere,  vale  Far  co- 
noscere- Bocc.  nov-  65.  tit.  Al  quale  ella 
dà  a  vedere,  che  ama  un  prete.  Lab.  3oi. 
Te  a  dito  mostrava,  per  dare  a  vedere  a 
quelle,  alle  quali  ti  dimostrava,  se  ancora 
essere  da  tener  bella  e  da  aver  cara,  poi- 
che  ancora  trovava  amadore.  Ciriff".  Calv. 
2-  58-  E  dandogli  a  veder  quanto  in  ciò 
erra  ,  Sperano  d'acquistarne  gloria  e  fama. 
g.  LIX.  Dare  a  vedere  ,  per  Dare  ad 
intendere.  Far  parere .  Lat.  persuadere. 
Gr.  ttsiEtìiv  .  Bocc.  nov.  Sj-  6-  La  Si- 
mona disse  che  le  piaceva;  e  dato  a  ve- 
dere al  padre  una  domenica  dopo  man- 
giare ,  che  andar  voleva  alla  perdooanza 
a  san  Gallo  ,  con  una  sua  compagna  ce. 
al  giardino  ec.  se  n'  andò.    E  g.  6-  p.  4- 


i66o 


V  E  D 


Mi  vuol  dare  a  vedere,  che  la  notte  pri- 
ma che  Sicofante  giacque  con  lei,  messer 
Mazza  entrasse  in  Monle  Nero  per  fona. 
E  nov.  65.  21.  A  me  credi  aver  dato  a 
vedere  che  tu  allrove  andato  sii  a  rena, 
E  nov.  91,  ^,  Dandogli  a  vedere  ch'esso 
veniva  verso  Itaha.  /'r.  !ac.  T.  Il  mondo 
si  mostra  piacente.  Per  darli  a  vederi?  rbe 
sta  huono  ;  Ma  non  dire  com'  è  Qieate  , 
E  come  li  tollc  gran  dono. 

§.  LX.  Far  veliere,  vale  Operare  che 
altri  vcg^a  .  Lat.  committerc  ,  ut  aliquix 
videat.  fiern.  rim.  i.  1,  1'  ho  un  vin  che 
fa  vergogna  al  Greco  ec.  »  Da  far  vedere 
un  morto,  audaie  un  cieco  (qui  detto  alla 
roi'escia  in  ischcrzo:. 

§.    LXI     Far  vedere,   vale    anche    In 
segnare.    Mostrare.  Lai.  decere,  estende- 
re .  Gr.  oica'^/itv  ,   ^it/va'etv  .   Frane. 
Barh.  62.   I.   E  facciali  vedere  Che  que- 
sti sono  spiacevoli  detti. 

g.  LXII.  Far  vedere  il  nero  per  bian- 
co ,  vale  ìihstrare  altrui  una  cosa  per 
un'  altra.  Fr.  Inc.  T.  I.  l5.  l5.  Guardati 
da  harattierc,  Che  '1  uer  per  bianco  fa 
vedere  . 

§.  LXIII.  Farla  vedere  altrui,  vale 
Far  che  succeda  alcuna  cosa  contro  l'al- 
trui desiderio.  Malm.  ^.  32.  Perrli' egli 
allor ,  per  farmela  vedere,  Stizzato  meco 
se  n'  andò  con  Dio  .  *  Ilaldov .  Lam . 
Cecc.  2.3  No  ,  no  ,  dal  certo  i*  so  deli- 
berato Che  costui  non  me  1'  abbia  a  far 
vedere.   (Br) 

§.  LXIV.  Farla  vedere  in  candela,  vale 
lo  stesso,  ma  ha  in  sì:  più  di/orza. 

§.  LXV.  Far  le  viste  di  non  videre , 
va/e  Dissimulare  .  Lat.  dissimulare.  Gr. 
ct7ro7r^0  5TotE;5Sai,  etpwvs  jEo&ai .  Sen. 
Ben.  1  arch.  4-  36.  Se  ella  sarà  picciola, 
chiuderemo  gli  occhi,  facendo  le  viste  di 
non  vedere. 

*  g.  LXVI.  Mettere  a  vedere  ,  vale 
Persuadere.  V.  METTERE  A  VEDE- 
RE. (N) 

§.  LXVII.  Stare  a  vedere,  vale  Fs- 
.sere  .spettatore.  Lai.  spectare.  Gr.  &Ea- 
ff&at  .  Sen.  Ben.  Varch.  7.  il.  lo  ho 
nel  teatro  un  luogo  per  i  cavalieri,  uon 
che  io  possa  o  venderlo  ,  o  appigionarlo, 
o  abitarvi ,  ma  solo  per  istare  a  vedere 
le  feste. 

§.  LXVIIl.  Stare  a  vedere,  figuratam. 
vale  Stare,  ozioso  .  fìern.  Ori.  i.  6.  l5. 
Hagli  retto  il  bastone  smisurato  ,  E  non 
crediate  che  e*  si  stia  a  vedere. 

#  §.  LXIX.  Star  a  vedere,  vale  talora 
Stare  in  aspettativa  di  checchessìa.  Frane. 
Sacch.  nov.  219.  Volle  stare  a  vedere  co- 
me  la  cognata  di  questa  ricetta  capitas- 
se. (C) 

#  §.  LXX.  Stare  a  vedere,  vale  an- 
che Indugiare,  Soprastire  per  vedere ,  0 
conoscere  quello  che  altri  in  questo  mez- 
zo fa,  o  delibera.  Cecch.  Pot.  2.  5.  Fac- 
riam  cosi:  stiamo  a  vedere  inaino  A  oggi 
quel  che  fa  Guido.  fC) 

^  §.  LXXI.  Talora  è  maniera  dubi- 
tativa, che  si  us.ì  per  richiamar  r atten- 
zione, ed  in  certa  maniera  corrisponde  a 
quel  che  i  Latini  dissero  :  attende  ,  /'or- 
sitan  ,  /orlasse  .  F.  STARE  A  VEDE- 
RE, g.   (C) 

t  §.  LXXM.  Vederla  /il  fio ,  o  Vf 
Herne  quanto,  o  per  quanto  la  canna.  V, 
alle  voci  CANNA,  g.  XlV-,  e  FILO,  fi. 
XXXIX 

t  g-  LXXIII.  Vello  vello,  vale  Vedi- 
lo vedilo  •  e  talora  si  dice  per  ischernir 
colui  a  cui  si  accenna.  Hern.rim.  |.  aa. 
Quand'  io  veggio  Nardin  mn  quel  pial- 
tillo  Venire  a  casa,  e  rolla  sua  biilrsira, 
lo  grido  com*  un  patxo:  vello  vello.  Lasc. 
rim.  1.  101.  (Fir.  \'jl\^)  Tu  tarai  mesio 
dai  fanciulli  in  baia,  E  diranno:  ecco  Al- 
fonso ;  vello    vello  ,    Che    proprio    par  la 


V  E  D 

Biliorsa  gaia,  ^falm  .  9.  ^.  Ognun  lo 
burlj  e  dice:  vello  vello.  Gal.  <<ip.  tng. 
S.  181.  I  ra-azzi  gli  ^ridan  :  vello  vello. 
'•*  §.  LXXIV.  In  maniera  proverò,  si 
dice:  La  vedrebbe  un  cieco,  o  Cimahue, 
che  atea  gli  occhi  di  panno  j  e  vale  che 
la  cosa  è  troppo  chiara  e  manifesta  . 
Insc.  rim.  i.  182.  Non  ch'altro.  Io  ve- 
dici.!.e  Cimabue  ,  Giove,  che  tu  m  hai 
-fatto  delle  tue.  f Cj  Safvin.  Pise.  2.  I26. 
<-ome  I  Latini  dicono:  l\'ola  lippis,  atque 
ton.torthus.  (^)uaoto  a  quel  li/pis,  noi  con 
più  forra  dirbiamo  :  la  vedrebbe  un  cie- 
co ,  o  Cimalmc  ,  che  aveva  gli  occhi  di 
panno.   {') 

'••  g.  I-XXV.  Vedere,  in  .tigni/ic.  neutr. 
pass.,  per  avvedersi.  lìocc.  nov.  79.  29. 
Tu  non  te  ne  vedesti  mica  cosi  tosto  tu 
f  cosi  nel  Mannelli  .  Ved.  Pep.  Dream. 
27.  ).    (V) 

-r  g.  LXXVI.  Vedersi  al  sole  di  quel 
d'  alcuno  ,  dicesi  quando  alcuno  è  pos- 
•fcssore  di  beni  immobili  .  Cron.  Morell. 
260.  Fa'  le  tue  faccende  con  persone  fi- 
date, e  che  abbiano  buona  fama,  e  si(;oo 
creduti  ,  e  che  del  loro  si  vcecia  al  so- 
le. (Ci  ^^ 

'S  g.  LXXVII.  Vedersi  appiede  nel 
saper  chec'  hessia  ,  vale  Cono.tcersi  inca- 
pace  a  checchessia  .  Dati  Lepid.  ^5,  Ma 
vedendosi  appiede  nel  saper  leggere,  mutò 
pensiero,  e  si  spretò.  (Min) 

*  g.  LXXVIII.  Vedersi  obbligato  ad 
uno,  vale  Conoscersi  obbligato  a  lui.  Alleg. 
8fì.  AI  qual  io  però  mi  veggo  tanto  ob- 
bligato  che  ec.   (C) 

s^  §.  LXXIX.  Vedersi  alcuno  aWuscio, 
fguratam.  vale  Vederselo  vicinissimo.  V 
USCIO.   fCj 

§.  LXXX.  Volersi  vedere  con  alcu- 
no, vale  ì  olergh  parlare,  e  anche  ì  oler 
battersi  con  lui.  Pccor.  Sono  venuti  qui 
per  volersi  vedere  con  noi,  e  per  prova- 
re le  persone  loro  colle  nostro. 

g.   LXXM.    Essere   veduto,    o    viso 
maniera  latina,   va/e   Parere.  Lat.    videri. 
Gr.   ^v.i'viiòxi  .   Dani.    Par.   7.   Fu  viso 
a  me  cantare  essa  sustaaza,  Sopra  la  qual 
doppio    lume  s'  addua. 

§.  LXXXM.  F.sser  veduto  d'  alcun 
magistrata,  dicevano  t  nostri  antichi  del- 
l'Esser  tratto  delle  borse  per  risedere  in 
quel  magistrato,  benché  per  età  minore, 
per  essenza,  per  divieto,  0  per  qualsia- 
si  altro  impedimento  ,  attualmente  poi 
tal  magistrato  non  si  esefxitas.te  .  Fir. 
nov.  7.  261.  Costui  adunque,  <Iesidcran- 
do  d'  esser  veduto  de*  Consoli  dell'  arte 
sua ,  ec. 

g.  LXXXilI.  Esserben  veduto, vale  Es- 
sere amato,  onorato,  accari-ztafo  .  Lat. 
amari,  in  honore  haberi.  Gr.  SesaTs-Js- 
u^Kt  ,  fòiXs^on.  C.  V.  7.  sé.  3.  Vi 
traevano  bullnni,  e  bigherai,  e  uomini  dì 
corte,  ed  erano  ben  veduti. 

g.  LXXXIV.  Esser  malveduto ,  vale 
il  contrario  ,  cioè  Esser  odiato,  o  mal- 
trattato. Lat.  odio  haberi.  Gr.  uiisìflOat. 
C  V.  8-  81.  3.  Cosi  bene  i  <'aidmali , 
come  gli  altri,  furon  mal  vrduti.  M.  /'. 
I.  70.  Per  levare  ogni  soccorso  a  niesser 
Bernabò  ,  ÌI  quab-  era  dentro  in  grande 
solTrarta  di  veiiuaglia  e  di  stranie,  e  male 
veduto  da* cittadini. 

VEDRTTA  .  Lo  stesso  che  Veletta  . 
Lat.  sjìecula  Gr.  aTO«j'*?  .  Tac.  pav. 
.^nn.  I.  19.  Fu  allnra  <lalli  animaualori 
trovalo  n  una  vrdt-lta  di  mare,  che  fii-ro 
novelle  aspettava  /'//.  Pitt.  \\.  Scappa- 
va fuora,  rome  da  una  vedetta  ,  un  ren- 
lanro .  lied.  Ins.  1.  Sono  i  sensi  tante 
vcdeiie,  o  spiatori,  che  mirano  a  scoprire 
la  natura  delle  cose,  re. 

g.  Starr  alle  vedette  ,  o  simili ,  vale 
Stare  attento  per  assennare  j  tolta  la /ì' 
gur.t  da  quelli  che  negli  all'eri  delle  nn- 


VED 

vi,  in  cima  delle  torri ,  o  simili,  stanno 
osservando  chi  viene.  Bern.  Ori.  I.  l3. 
2Ì\.  Slava  ben   sulP  avviso  alla   vedetta. 

VEDIMENTO.  V.  y4.  La  vista.  Lai. 
visus.  Gr.  df^is.  Pool.  Oros.  Ardendo  U 
cittade,  il  suo  vedimeolo  pascea.  Albert. 
cap.  60.  Lo  intendimento  ,  e  vedimento 
della  *  eri! ade  .  Fr.  lac.  T.  2.  23.  12. 
(^he  tutto  il  tuo  vedimento  Si  mi  paion 
che  sieo  fole.  /•,  6.  25.  SJ.  lesu  ,  qoel 
vedimento  Fc  sì  gran  mutamento  ,  Che 
ec  *  Fav.  Fsop  pag.  3.  (  Pad.  1811  ) 
L'  agnello  spaventato  per  lo  \edimento 
del  lupo  ,  e  per  la  paura  del  suo  crudel 
parlare  ,  nego  che  non  dirompea  il  suo 
beveraggio,   (fi) 

"^  K-  Per  Visione  .soprannaturale.  Vit. 
S.  Frane.  157.  E  in  questo  vedimento  , 
eh'  egli  vide  (  di  Cristo  croci/isso  J  ,  si 
gli  fu  della  la  parola  che  dice  ti  VaogC- 
lio  ec.  (V) 

t  VEDITORE.  VerbaL  masc.  Che,  o 
Chi  vede.  Spettatore.  Lat.  spectator.  Gr. 
Ssar/i*;.  Bocc.  no^-.  11.  3.  Contraffacen- 
do qualunque  altro  uomo,  li  veditori  sol- 
lazzavano. l\amm.  ^.  17:^.  O  Iddio,  ve- 
ditore de'  nostri  cuori ,  le  non  vere  pa- 
role dette  da  me  non  m'  imputare  in 
peccato  . 

g.  L  Veditori,  si  dicono  alcuni  Mini- 
stri di  Dogana  ,  che  hanno  la  cura  di 
visitare  le  mercanzìe.  Buon.  Fier.  2.  I. 
I.  Lepator,  pesatori,  veditori,  Con  funi, 
con  stadere,  con  misure.  Cecch.  Corr.  3. 
5.  Che  la  cassa  è  conBtta  ed  ammagliata, 
IVè  si  può  aprire  ,  6uchè  i  veditori  Non 
fanno  la  veduta. 

*  §.  II.  Veditore,  vale  anche  Senti- 
nella. Anguill.  Metam.  8.  3.  Cefalo  ap- 
pena ha  preso  il  novo  porto  ,  Che  *]  ve- 
ditor ,  che  dalla  rocca  scorge ,  Fa  con 
più  segni  il  Re  col  volgo  accorto ,  Che 
ec.  flì} 

VEDOVA.  Donna  alla  quale  è  morto 
il  marito.  I.at  vidua.  Gr.  Z'-F"  ■  ^"""c. 
nov.  77.  3.  Rimasa  del  suo  marito  vedo- 
va, mai  più  rimaritar  non  si  \o\ie.  E  nov. 
81.  3.  ÌVelIa  citla  di  Pistoia  fu  già  una 
bellissima  donna  vedova.  M.  V.  3.  70. 
La  donna  ,  non  lenendosi  ah  vedova  nh 
maritala  ,  pensò  che  per  la  morte  di  co- 
stui tornerebbe  a  ccrU  veduìl^,  e  potrcb- 
bcsi  maVilarc. 

§.  I.  Per  similit.  Guid.  G.  Veramen- 
te non  si  puole  dire  che  Troia  sia  cosi 
abbassata,  perchfe  ella  sìa  vedova  d'Etto- 
re ,  e  di  Deifcbo  .  Pant.  Purg.  6.  Vieni 
a  veder  la  tua  Roma  che  piagne  ,  Vedo- 
va ,  sola  ,  e  dì  e  notte  chiama  :  Cesare 
mio,  perchè  non  m'  accompaj;nr  1  Petr, 
Cam.  ^o.  8.  Non  fa  per  le  Io  star  fra 
genie  allegra  ,  Vedova  sconsolala  in  ve- 
ste negra. 

V  §.  II.  Fu  usato  semplicemente  in 
lece  di  Privo  ,  per  similit.  Vit.  S.  M. 
Madd.  53.  Oh  rome  p<ilre'  io  soffrir^  di 
vedere  la  dolcissima  Madre  del  Maestro 
mio  cosi  doloritsamente,  e  così  vedova  dì 
colale  figliunlo  7  ì  it .  S.  Eug.  38o. 
Ora  di  le  son  vedova  {le  mancava  la  fi- 
gliuola ).  f  V) 

#  VEDOVACCIA.  Jccrtstit.  di  Ve- 
dova. Lasc.  Cen.  2.  nov.  4-  Gian  Simo- 
ne ,  vrggrndn  ogni  mattina  la  sua  vedo- 
vaccìa  grassa  e  fresca,  sì  consumava  e  si 
struggeva,  come  la  neve  al  sole.  (B) 

VEDOVAGGIO.  V.  A  Stato  vedovi- 
le. Lai.  xiduUns.  Gr.  ^rìpiìx.  Conv.  206. 
Per  lo  qii.de  vedovaggio  si  sìgnÌ6ca  Io  se- 
nio ;  tornò  Marzia  dal  principio  del  suo 
vedovaggio  a  Catone.  ^  flint,  ant .  M. 
Cin.  canz.  (O  morte,  della  «ita  privatri- 
ce,  ec.  }  Quando  1'  uom  prendo  adetto  e 
posa  Dì  sua  novella  spo»a  in  questo  mon- 
do .  Breve  tcmp  '  lo  fai  viver  giocondo  j 
Chb  tu  lo  tiri  a  fondo   ec.  ,  Onde  riman 


V  E  D 

(loglioso  vedovaggio.  (B:  Plut.  Àdr.  Op. 
mor.  3.  98.  L'  allrt*  amando  mct^lio  il  ve- 
dovaggio che  si  falle  ooiif  Irallavano  lor 
bisogDC  da  [icr  loro  avanti  ai  giudici  e 
magistrali-  (C) 

:flt  §.  yedovao;gio,  ver  Mancanza,  Pri- 
vazione ,  I  tardità.  Lat.  '.iduilas  j  Plaut. 
Pr.  Fior.  P.  1.  r.  3.  Or.  5-  pag.  144 
E  le  muse  stesse  ,  in  negro  mauto  rav- 
volte,  seniUrano  in  cordoglioso  e  mt'Slia- 
Simo   vedovaggio  di   esser  rimase.  'I\SJ 

VEDOVALE.  ;'.  y4.  I  edovile  .  Lat. 
vidiiux.  Gr  X'^P^^-  ^'''-  ff''P"f'-  Vivano 
in  continenia  di  matrimonio  ,  o  vedova- 
la, se  non  vogliono  viver  vergini  *  Ir. 
Ciord.  Prfd  84  ^f'n  ^i  va  con  allegrei- 
la,  no;  ma  con  vestimenta  di  Iristuia  e 
vedovali.  1  f) 

\EDOVANZA.  Vedovità  .  Lat.  vidtii- 
tas .  Gr.  x*!p5ta  .  Ò\  Agost.  C.  D.  Ti 
scorderai  della  confusione  cicrna  ,  e  non 
li  ricordeiai  dell*  oUtrohrio  della  tua  ve- 
dovanza, /ir.  /is.  71.  Alibiule  misericor- 
dia della  nostra  vedovama,  della  nostra 
soliludine,  del  danno  nostro.  Cav.  Leti.  2. 
36.  Mi  SODO  cosi  d'  improvviso  immagi- 
nato, che  ella  voglia  una  cosa,  (he  torni 
il  proposilo  <lella  sua  vedovanza. 

VtDOVARK.  Privare.  Lat.  viduare  , 
privare,  orbare.  Gr.  arécety.  Cnid.  G. 
Le  mogli  crudelmente  si  vedranno  ve- 
dovare   de'  lor    m;iiiti. 

^  §.  /n  signific.  neutr.  pass,  valeper 
meta/.  Spogliarsi.  Chinhr.  rim.  Surgono 
piante  a  cui  non  lascia  Aprile  Unqua  di 
frondi    vedovarsi    i    rami.    iBr) 

VEDOVATICO.  T\  j4.  Vedovaggio. 
Lat.  viduitas.  Gr.  X'^-P^^^-  Ovid.  Metam. 
Simint.  Mulòe  gli  vestiti  innorali  in  que- 
gli del  vedovalico.  /•'iamm.  7.  35-  So- 
foniìiba,  mescolata  tra  V  avversil'a  del  ve- 
dovalico, e  la  letizia  delle  nozze ,  in  un 
medesimo  momento  di  tempo  dolente,  e 
lieta  ,  ec.  J'al.  .^fass.  Furono  costrette 
d*  asciugare  il  doloroso  vedovalico,  e  ve- 
stire   candidi    vestimenti. 

VEDOVATO.  Jdd.  da  J'edovare.  Lat. 
viduàtiis.  Gr.  ^^^c;.  fsp.  ì'ang.  In  quel- 
la antica  ,  e  santa  Vedova  ha  dato  for- 
ma di  vivere  alle  vedove,  e  a  ogni  ani- 
nima  vedovala.  Lih.  Amor.  &S.  Se  licito 
è  che,  passati  due  anni  dopo  la  morte  del- 
lo amante  ,  e  la  femmina  può  prendere 
amador  nuovo;  molto  maggiormente  saia 
licita  cosa  da  fare  a  femmina,  la  quale 
d'  amante  vivo  è  vedovala,  e  già  lungo 
tempo  ne  per  isrrillura  ,  né  per  messo 
può    dello   amante  sapere  novella. 

•f  VEDOVELLA.  Dim.  dt  ì  edova j  ma 
s*  usa  per  esprimer  compassione.  Vant. 
Purg.  IO.  E  una  vedovella  gli  era  al 
fìreoo.  E  23.  Tant' è  a  Dio  più  cara,  e 
più  diletta  La  vedovella  mia  ,  che  tanto 
amai .  M.  V.  8.  72.  Si  ha  ingrossalo  le 
coscienze,  che  le  vedovelle  poco  si  cura- 
no dell'  anime,  purché  il  Monte  risponda 
Lene  loro.  Pett.  Tuli.  Il  quale  studìevol- 
mente  ha  morto  una  vedovella  .  Alam. 
Colt.  5.  117.  Aè  il  mio  vago  Tirren,  eh' 
chbe  si  in  pregio  La  giustizia  e  1'  onor  , 
sarehhe  or  tale.  Che  quel  paia  il  miglior 
che  più  s'  ingrassa  Del  pio  sangue  civil , 
che  intorno  maode  Più  vedovelle  afflìtte  e 
6gliuuli  orl>i.  Privi  d'  ogni  suo  hen,  pian- 
genti e  nudi.  Ar.  I-'nr.  i^.  7.  Sentendo 
i  gran  rammarichi  e  V  angosce  Che  in  ve- 
ste bruna,  e  lagrimosa  guancia  Le  vedo- 
velle fan  per  tutta  Francia. 

•f  *  VEDOVELLO.  Dim.  di  Vedovo. 
Chtahr.  Cuerr.  Cot.  \5.  i3.  Con  l'istcs- 
so  furor  spingono  a  paro,  Pur  precorrendo 
il  suo  signor  Timarco,  E  Pdade  fremen- 
do,  ed  Ademaro,  E  '1  giovinetto  e  vedo- 
vel  Clearco.  fA) 

VEDOVETTA.  Dim.  di  Vedova.  Petr. 
cap.  3.  E  una  vedovella  Con  bel  parlare, 


V  E  D 

e  sue  pulite  guance  Vince  Oloferne.  Agn. 
Pand.  6.  Avete  voi  mai  posto  mente  a 
queste  ilonnicciuole  vcdovcltc  ?  elle  ricol- 
goiio  le  mele,  e  1' allie  frutte;  serraiile , 
seihanlc.  né  prim.i  le  niangeri-hliouo,  s'  elle 
non  tossono  magagnate,  e  guaste-  Frane. 
Sacih.  nm.  55.  Lascerà  il  mio  sermone 
Lo  sesso  temminile,  Che  tanlo  è  fatta  vile 
La   vedovetla. 

VEDOVEZZA.  Vedovila.  Lai.  vidui- 
tas. Gr.  yy]f.iCix.  Ir.  Zac.  T.  2.  2.  25. 
Staremo  sempre  mai  in  vedovezzaT  li  l\. 
4.   II.  Non   è  <~hi  curi  in  mia  vcdovezza. 

t  VEDOVILE.  Add.  Di  vedova.  Da 
vedoia.  Lai.  vidtius  .  Gr.  X^'F°^  ■  ''''**'"^- 
nov.  16.  l3.  Madama  Beiitola  in  abito 
vedovile  ec.  unide  e  obbedieute  stette  . 
Tratt.  gov,  (am.  Pane,  erbe,  e  rade  vol- 
te pesci  piccolelli  sieno  i  pasquerecci  con- 
viti vedovili.  I:.<:p.  Pai.  Pìost.  90.  Lo  quar- 
to si  è  guardare  Io  st.ito  vedovile.  Tac. 
J>av.  Ann.  16.  229.  Riposto  i  panni  tin- 
ti, preso  i  vedovili.  Pein.  Ori.  i.  4-  10. 
Vo  per  lo  mondo,  misera,  piagnendo  In 
questo  aliito  afflitto  vedovile. 

g.  J  tdoi'ile  ,  inforza  di  snst.  ,  il  di- 
ciamo per  Tulio  ciò  die  st  dà  alla  vedova 
per  suo  mantenimento  dall'  eredità  del  ma- 
rito  morto. 

t  VEDUVITA'  ,  VEDOVITADE  ,  e 
VEDOVITATE  .  Vedovaggio  .  Lat.  vi- 
duitas .  Gr.  yT,ùz(&..  Esp.  Pat.  JSosl. 
58.  Ove  r  uomo  si  salva  io  matiìmouio, 
e  in  vcdovitade  .  E  91.  Tre  cose  appar- 
tengono multo  a  quelli  ,  che  sono  nello 
slato  di  vedovila.  I  ìt.  Crisi.  In  questi 
dì  di  pianto,  e  di  vedovità;  veramente 
questi  sono  di  di  vedovità  .  Fr.  lac.  'J\ 
2.  2.  23-  Messev  ,  vedete  la  vedovitate 
Ch'  aidii.ìm  palila  per  V  allrui  offensanza. 

VLDCtVO-  Sust.  Uomo  a  cui  sia  mor- 
ta la  moglie.   Lat.  ujore  viduatus  .   Gr. 

VEDOVO.  Add.  Solo,  Scompagnato  . 
Pant.  Purg.  \.  O  setlcnirionjl  vedovo 
sito  .  E  20.  eh'  alla  corona  vedova  pro- 
mossa La  testa  del  mio  figlio  fu  .  Amet. 
l3.  Li  spaziosi  campi  ,  se  alcuno  senza 
neve  ne  truova,  con  vedovi  solchi  soli  può 
rimirare.  E  102.  E  vedova,  e  lontana  ec. 
consola  colla  soavità  della  voce  tua.  Ar. 
F'ur.  10.  21-  Or  già  non  scalda  e  cova 
Più  le  vedove  piume  ,  ma  si  getta  Del 
Ietto  ,  e  fuor  del  padiglione  in  fi  ella  . 
Tass.  Ger.  18.  3l.  A  che  ne  vieni?  a 
consolar  presente  Le  mie  vedove  nolti,  e 
i  giorni  tristi?  E  Aniint.  1.  i.  Quante 
vedove  notti  ,  Quanti  dì  solitarii  Ho  con- 
sumali indarno  ,  Che  si  poteauo  impiegar 
in  quest'  usol 

t  g.  I.  /  edovo,  per  Privo.  Lat.  orba- 
tus.  Gr.  GZif.r,^H'i.  Ovid.  Pist.  f)0.  lo 
non  per  ispontanca  col[ia  sono  divenu- 
ta vedova  delle  lue  camcie  .  *  Declam. 
Quintil.  C  I  colli  vedovi  dì  lavoratori , 
e  neune  zolle  travolle  coli'  ai  atro  .  fPj 
Bocc.  nov.  77.  3.  Rimasa  del  suo  mari- 
to vedova,  mai  [>iù  rmiaritar  si  volle.  (C) 
Car.  In.  lih.  8.  Vedova  resterebbe  or  la 
mia  terra  Di  tanti  cittadini  .  (BrJ  F. 
leti.  I.  86.  Che  per  esser  io  restato  ve- 
dovo d'un  tanlo  padrone,  non  restì  per 
questo   privo  ancora  del  patrocinio  loro. 

§.  II.  Per  ì  edovile.  Cirif.  Cali:  I.  3. 
E  di  nuovo  la  fede  detti  a  questo,  Sem- 
pre in  abito  star  vedovo  onesto. 

*  VEDOVOTTA  .  Vedova  giovane. 
I.asc.  Cen.  2.  nov.  !\.  Per  dovervi  ser- 
vire altro  non  manca  ora  che  i  denari , 
e  darassi  finimento  all'  opera  ;  e  quando 
vi  piare  ,  potrete  tener  ce.  nelle  braccia 
la  vostra  vedovolta.  (B) 

VEDUITA',  VEDUITADE,  e  VEDUI- 
TATE.  ì'edovilà.  Lat.  viduitas.  Gr.  x^l- 
psiv.  .  M.  V.  3.  70.  Pensò  che  per  la 
morte    di    costui    ritornerebbe  a  certa  ve- 


V  E  D 


1661 


duità  ,  e  potrebbesi  maritare.  Moestruzc 
1.  23.  Come  sarà  coulòiuiorc  della  ve- 
duità  colui  che  spesso  lece  matiinionioi 
lih.  /ìnior.  40.  Le  veduilà  e  la  tiistizìa 
dell'  ottimo  marito  perduto  mt  contradi- 
cono tutti  i  sollazzi. 

3  Vl.DUTA.  Il  vedere.  Vista.  Lat. 
visus.  <;.  o'I't;  .  Tes.  lìr.  3.  5.  Che  la 
gente,  chfì  v'abita,  sia  ben  sana  delli  lo- 
ro corpi,  e  ben  chiari  e  aperti,  e  che  la 
veduta  e  l'udita  e  lu  boi  e  loro  sìa  ben 
chiara  e  purificata,  l.th.  Pred.  Gli  disce- 
poli sì  rallegtuno  molto  della  sua  veduta 
(  ciOi  ,  di  vederlo).  Declam.  Qtiintil.  C. 
Pianse   tanto,  che  peidéu  la  veduta. 

§.  I.  /  ediita ,  per  /  itoqo  onde  si  ve» 
da  molta  campagna  ,  Prospetto  .  Croa. 
Ulorell.  220-  Intorno  a  queste  castella  ec. 
ha  m(dti  abituri  di  citudini  ec.  bene  ri- 
sedenti, con  vaga  veduta.  'Pac.  Dav.  Ann* 
l5.  2l4-  Le  gemme  e  V  oro  di  miracolo 
eran  niente,  rispetto  alle  campora ,  selve, 
laghi,  eremi,  a]  erture,  vedute-  l^ep.  De- 
cani, q;.  La  veduta  ,  senza  scrupolo  al- 
cuno, d'  un  luogo  ciniuenle,  e  che  scuo- 
pra  assai  paese,  si  dice. 

'?  g.  lì.  l  eduta,  late  anche  Distanza, 
o  Spazio  che  e  dal  luogo. donde  uno  e,  al 
luogo  dote  arriva  colla  vista.  <•  Petr. 
soa.  6o.  Poi  volò  fuor  della  veduta 
mia  »  .   f  C) 

^■.  III.  Vedute,  sì  dicono  ancora  le  Di- 
verse positure  de-^  corpi,  che  mostrano  al- 
l'occhio  diicrse  parli  della  loro  superfì' 
eie.  Borgh.  l\ip.  27.  La  seconda  ragione 
è,  che  le  statue  hanno  più  vedute,  e  si 
può  Ijtro  girare  attorno  sempre  con  pia- 
cere dell'  occhio  ;  dovechè  le  pitture  ec. 
non  possono  mostrare  che  una  veduta  . 
'■V  lì'cnv.  (eli.  OreJ.  142.  Poiché  l'arte- 
fice si  saia  soddisfatto  del  suo  modello  , 
sì  debbe  pigliare  un  carbone,  e  disegnare 
la  veduta  principale  della  sua  statua  .  E 
più  sotto:  Poiché  si  saia  disegnata  la  ve- 
duta principale,  sì  debbe  per  quella  Ijan- 
da  incominciare  a  scoprire  co*  ferri.    (  V) 

g-  IV.  Veduta,  Jigiiraf ani.  Dani.  Par, 
2.  Lo  ciel  seguente,  e' ha  tante  cedute; 
Queir  esser  parte  .  /iut.  ivi  :  Tanle  ve- 
dute ,  cioè  lo  quale  ha  tante  stelle  ,  che 
tutte  si  veggiono,  e  però  le  chiama  ve- 
dute . 

§.  V.  Veduta,  per  P  Oggetto  che  si 
tede.  Dant.  ìnf,  17.  E  vidi  spenta  Ogni 
veduta,  fuorché  della  fiera. 

*»'  §-  VI.  f  eduta,  figuratam.  vale  Intel- 
ligenza, Conoscimento.  «  Dant.  Par.  19. 
Per  giudicar  da  lungi  mille  miglia  Colla 
ceduta  corta  d'una  spanna  ».  (Cj 

^  §.  VII  Veduta,  diccsi  anche  L'a- 
spetto in  che  si  mostra  una  cosa  agli  al- 
trui guardi,  e  alle  altrui  considerazioni. 
Salvia,  fiisc  I.  2.  Tanli  personaggi  t 
tanti  Idoli  IVrero,  quante  si  erano  le  di- 
verse considerazioni  e  vedute  ,  sotto  le 
quali  cadeva  Iddio.  E  Sl\.  Conforme  alle; 
diverse  vedute  ,  nelle  quali  il  Savio  le 
(umane  cose)   riguarda.  (Cj 

*  g.  Vili-  Avere  in  veduta  alcuna 
cosa,  vale  Prenderla  dt  mira,  o  ad  esem- 
pio.  Salvia.  Annoi.  Mur.  1.  283.  Que- 
sto epigramma  ec  ebbe  in  veduta  il  Te- 
sauro.   (C) 

*  g.  IX.  Essere,  Ciugnere,  Trovarsi, 
o  simili,  a  veduta  di  un  luogo,  0  dì  una 
persona,  vale  Es.iere  ,  Ciugnere ,  Tro- 
varsi, 0  simili,  nello  spazio  dove  la  vista 
arriva  a  vedere  quel  luogo  0  persona,  o 
dove  si  è  veduto  da  quel  luogo,  o  da 
quella  persona.  Car.  Long.  ^of.  35.  E 
poco  men  di  quattro  miglia  navigando  . 
si  trovarono  a  veduta  del  paese,  per  on- 
de Dafni   e  la    Cloe  pasturavano.  (C) 

§.  X.  Far  veduta  ,  vale  Fingere ,  e 
Simulare  .  Lat-  fngere  ,  simulare  .  Gr. 
JTTO/pi'vEffSai  .  Bocc.  nov.  67.   i\.  Fece 


1662 


V  E  D 


V  E  D 


V  E  G 


veduta  al  padre  ,  che  al  sepolcro  voleva 
aodjre.  Cron.  Morell.  3o8.  E  perchè  to- 
cca amicizia  ih-IIj  Magna  ,  e*  ci  fece  ve- 
duta,  che  se  noi  alassimo  passar  costui, 
che  volea  essere  iosieme  eoa  noi.  Ricont. 
òlalesp  .  cap  .  166.  I  quali  infiatameote 
fecioa  veduta  ai  delti  frati,  come  si'ia'^c- 
va  loro  la  signoria  di  messere  Privizia- 
no  Salvani.  Alleg.  Che  per  un  qujl<  he 
tragetto  faccia  veduta  di  menargU  al  ine* 
desimo  alloggiamento. 

§.  XI.  Far  la  veduta,  si  dice  del  Vi- 
sitare le  merci  in  Dogana  ,  che  fanno  i 
ministri  a  ciò  deputati .  Dep.  Decam  . 
97.  In  altro  proposito  far  la  veduta  è  vo- 
ce speciale  delle  Dogane  -  Cecch.  Corr. 
3.5.  Che  la  cassa  è  conGtta,  e  ammagliata, 
ye  si  può  aprire  ,  finche  i  veditori  Mon 
fanno  la  veduta- 

g.  XII.  Conoscer  di  veduta,  o  per  ve' 
duta,  vale  Riconoscere  alcuno  all' aspe t* 
to ,  Aver  nella  memoria  la  sua  effigie  , 
ma  non  aver  seco  alcuna  amicizia  ,  o  co- 
noscenza.  Lat-  agnoscere,  de  facie  cogno- 
scere .  Gr.  T^aa'^wTsv  yr'W5X!iv  .  Rocc. 
nov.  7.  Q.  Il  quale  assai  male  era  in  ar- 
nese t  e  cut  egli  per  veduta  ooa  cono- 
scea . 

:?  §.  XIH.  3fettere  in  veduta  una  co- 
sa,  vale  Farla  ledere.  Recarla  in  mostra. 
Rart.  Op.  Mor.  1.  ti.  iV*  suoi  luoghi  oc 
metterò  iu  veduta  alcune  opere,  scelte  a 
bello  studio  di  fattura  le  più  schiette  ,  e 
le  più  inutili  air  umano  servigio.  (O) 

=?  g.  XIV.  Perder  di  veduta  una  per- 
sona 0  una  cosa,  vaio  Non  veder  più  una 
persona  0  una  cosa  ,  veduta  per  qualche 
tempo  innanzi.  Sig.  f'iagg.  Sin.  66-  In 
questo  tempo  islemmo  perduti  io  mare 
avendo  perduta  la  terra  di  veduta.  fCj 

V  §-  XV,  j4  veduta,  posto  a'^serbiafm. 
vale  Colla  semplice  vista ,  e  senza  veni- 
re ad  altro  cimento.  «  Sen.  Ptst.  E  così 
uon  sono  a  peso  quello  che  sono  a  vedu- 
ta  ...  (C) 

#  §.  XVI.  À  veduta,  e  anche  term. 
mercataatescOf  e  dicesi  delle  lettere  di  cam- 
bia ,  allora  che  debbono  pagarsi  subito  , 
veduta  la  lettera  j  a  distinzione  dell'  al- 
tro termine  loro  A  uso.  V.  A  VEDU- 
TA. (C) 

§.  XVII.  Diveduta,  posto  avverbialm. 
V.  DI  VEDUTA. 

*  §.  XVIII.  In  veduta  d'  alcuno,  vale 
In  presenza  d^  alcuno  ,  fedendo  alcuno. 
»  Fr.  Giord.  Fred.  S.  L'  anime  loro  u- 
scìano  dcir  acqua  ,  e  volavano  a  cielo  in 
veduta  del  Vescovo  ».  (C) 

#  §.  XIX.  Per  veduta,  posto  avver- 
bialm. vale  Per  aver  veduto.  «  Pass.  ìo\. 
Di  ciò  si  polcano  avvedcre  non  sulamentc 
i  ministri  del  tempio,  ma  lutti  coloro  che 
sapevano,  o  per  udita,  u  per  veduta,  che 
tale  sagrificio  si  facca  per  le  tali  perso- 
ne ..-    (C) 

#  §.  XX.  Pen-eduta. posto  avverbialm., 
vale  anche  Visibilmente .  imperf.  Tim 
D.  6.  T.'J.  l8.  Quando  si  favella  di  coje 
alte  e  sovrannaturali  non  si  ha  it.i  preten- 
dere di  poterne  conseguire  un'  evidenxa 
spianata  ,  come  s*  elle  per  veduta  si  sa- 
{tessero.  (F) 

VKDUTAMKNTE  .  Awerb.  Visibil- 
mente. Annot.  Vang.  Quando  verrie  il 
regno  d'  Iddio  vedutameolc  .  F  appres- 
so :  Non  viene  il  regno  d*  Iddio  veduta- 
mente . 

«  VEDUTO  .  Suft.  Veduta  .  rìde 
Vit.  Colomh.  287.  E  come  tlominatri- 
co  comanda  al  senso  (h'I  veduto,  rhe  non 
formi  r  occhia  allo  cose  noccvoli .  (C) 
Dep.  Decam.  97.  Se  si  può  dir  la  vedu- 
ta, corno  il  veduto,  il  fatto,  il  detto  cr., 
non  e  hcnc  cacciar  via  1' una  per  l'altra, 
che  troppo  importa  alla  lingua  non  esser 
spogliala  di  alcuno  de*  suoi  arnesi.  (V) 


VEDUTO  .  Add.  da  Vedere.  Lat.  vi- 
sus. Gr.  t'.ttp%y.i*-ìi  A/or.  .y.  Greg.  l3. 
18  Parla  con  minore  auturitadc,  che  co* 
lui  che  parla  delle  cose  vedute  .  Aniet. 
60.  Certo  io  non  posso  pensare,  che  più 
di  me  si  potesse  gloriare  di  vedute  hel- 
Ie2zc  il  troiano  Paride-  F  più  sotto:  E  '1 
misero  Atteone  ,  al  quale  non  fu  lecito 
poter  ridire  le  vedute  helleue  della  ven- 
dicatrice Diana. 

§.  I.  Far  veduto  ,  vate  lo  stesso  che 
Far  vista ,  Far  veduta  ,  Far  parere . 
Rocc.  nov.  100.  20.  Fece  veduto  a'  suoi 
sudditi,  il  Papa  per  quelle  aver  seco  di- 
spensato di  poter  torre  altra  moglie. 

^  g.  II.  fa/e  anche  .Manifestare,  Far 
cono.tcere.  Rocc.  nov.  IJ.  3o.  Il  quale  co- 
sloro  volevano  andare  a  spogliare ,  e  cosi 
ad  Andreuccio  fecer  veduto.   (  Vj 

VEEMENTE.  Add.  Che  ha,  od  opera 
con  veemenza.  Lat.  vehemeas.  Gr.  790- 
cpò^.  Rem.  Ori.  2  3.  9.  Sembrava  ella 
dal  cielo  una  saetta.  Tanto  era  iniuriata 
e  veemente.  Remb.  lett.  I.  12.  3l6.  Quan- 
to al  mal  mio,  egli  v  slato  una  febbre  ter- 
zana doppia  assai  veemente.  Buon.  Fier. 
2.  4.  20.  Ma  i' senio  ce.  fremito  Sonoro 
e  veemente. 

VEEMENTE.ME.VTE  .  Av.erb  .  Con 
veemenza.  Lat.  <.ehementer.  Gr.  isóòpy,. 
Guicc.  Slor.  1.  16.  Quelli  di  più  favore 
veemt-ntemente  ne  lo  confortavano. 

VEKMENTISSIMO  .  Superi,  di  Vee- 
mente. Lai.  vehementissimus.  Gr.  apoop^- 
Txroi-  Salvia.  Disc  1.  368.  Ottenne  ciò, 
che  aveva  dotto  nel  6ae  della  sua  veemen. 
tissima  accusa  .  #  Svg'tcr.  Mann.  Oenn. 
25.  2-  Come  uno,  il  quale  avendo  un  do- 
lore vecmenlissimo  o  di  podagra,  o  di  pie- 
tra ,  stima  ec.  F  Magg.  xi.  1.  Ci  aiuta 
con  darci  alcuni  vccmenti:>simi  impulsi  , 
ec.   (Vi 

t  VEEMENZA, ea//'a/t(ic/i  VEEMEN- 
ZIA.  Ardori:  e  forza  nel  dire,  o  nell'  o- 
perare.  Lat.  vehementia.  Gr.  TfoSpórtìi. 
Rem.  Ori.  i.  18.  6.  Pur  senza  doman- 
dargli altra  licenzia  ,  Volta  il  cavallo  ,  e 
vien  con  gran  veemcnzia.  Ftr.  Lett.  djnn. 
Prat.  3J2  Lo  prega  con  tanta  veemeii- 
lia  ,  che  di  lui  scriva.  Hicett.  Fior.  87. 
I  metalli  si  pestano  con  veemenza  ,  ed 
assai.  F  appresso:  Le  medicine  uduratc 
ec.  si  pe&tano  con  manco  veemenza. 

VEGETABILE.  Add.  Veget^ttivo.  Fr. 
Giord.  Pred.  S.  >ai  diciamo ,  che  vita 
vegetabile  è  quella  che  hanno  gli  arbori. 
Cr,  2.  2.  I.  Alcuni  si  generano  per  se 
medesimi  di  mischiamento  degli  clementi 
e  per  la  virtù  del  ciclo,  la  quale  lalouac 
vita  vef;etabilc  a  tal  mistura-  Olt.  t'om. 
Inf.  X-  I.  L*  uomo,  nel  quale  e  1'  anima 
ragionevole  ,  e  la  potenza  sen>iliile  ,  e  la 
potenza   vegetabile,   e  lo  libero   arbitrio. 

*  VEGETAUlLITA*.  Astratto  di  Ve- 
getabile. Impvrf  Tini.  lì.  |3.  7*.  8.471  ■ 
Onde  la  vegctabilila  sola  ne  risulta,  o  la 
sensibilità  con  esso  la  vogelabililà  insie- 
me congiunta.  fF) 

«  ViiGKTALE.  Add.  Term.  didasca- 
lico. Spettante  a  ciò  che  vegeta.  (Ai 

^  g.  1.  Sale  vegetale,  dicesi  (^uel  sale 
che  si  cava  dalle  piante.  (A) 

ti-  g .  II.  Terra  vegetale,  dicesi  Quella 
terra  schietta  che  e  sulla  superficie  dei 
campi.  (.4) 

t^  §.  III.  Vegetale,  in  fona  di  susi. 
masc.  ,  vale  Ciò  che  vegeta  ;  e  comune- 
mente nel  numero  del  più,  per  compren- 
dere tutto  ci.)  che  vegeta,  come  gli  albr- 
ri,  le  piante,  ec.   (Al 

VEGETANTE  .  Chf  vegeta  .  *  Red. 
Ots.  an.  60.  In  tali  monti,  culline  ,  e 
valli  sono  oflottivamente  radicate  e  vege- 
tanti molle  erbette  ed  arliUkcclli ,  marini, 
rappresentanti  al  vivo  le  selve,  ce.  (*) 
VEGETAKE.    propriamente  il  Vivere, 


e  crescere  delle  piante.  Lat.  vegetare.  Gr. 
t-j^'xìr,  Tzoti'j.  Conv.  159.  Vivere  e  per 
molti  modi,  siccome  nelle  piante  vegetare» 
negli  animali  vegetare ,  e  sentire  ,  negli 
uomini  vegetare  .  e  sentire  ,  muovere  ,  e 
ragionare.  Fr.  Giord.  Pred.  S.  Il  vino 
ha  primamente  virtù  di  crescere ,  e  di 
vegetare  ;  non  è  cosi  dell*  acqua. 

*  VEGETATIVA.  Susi.  PoUnza  di 
vegetare.  Celi.  Disp,  e.  3.  >on  perUnto 
essere  1*  intelletto  sema  il  senso  e  senta 
la  vegetativa.   (.S) 

f  VEGETATIVO.  Add.  Che  ha  f acuì* 
tà  di  vegetare  .  Lai.  *  vegelativus  .  Gr. 
ouTtxs';.  Conv.  159.  La  sensitiva  sia  so- 
pra la  vegetativa*  e  la  iotellelliva  (poten- 
za/ sta  sopra  la  sensitiva.  Ott.  Com.  Inf 
i3  236.  Quando  uomo  è  nel  mondo,  si 
è  animai  razionale  e  sensitivo  ,  e  vegeta- 
tivo. Red,  tns.  \\\.  Quale  stravagante 
paradosso  mai  sarebbe  il  dire,  che  le  pian- 
te, olire  alla  vita  vegetativa,  gudeuero 
ancora  la  sensibile  7  Capr.  Rott.  l-  l3. 
Separeroinmi  culla  mia  parte  intellettiva 
ec,  Lasciaodu  in  te  tutte  T  altre  mie  po- 
lenzie,  cioè  la  vegetativa,  perchè  la  viva- 
E  2.  l4-  Questa  è  la  polenta  vegetativa, 
la  quale  voi  avete  a  comune  colle  piante. 

VEGETATO.   Add.   da    Vegetare. 

VEGETAZIO.NE.  Il  vegetare.  Lat.  ve- 
getatio.  Cr.  2.  24-  3.  Il  sottile,  e  |h>co 
uniure  nou  di  leggieri  si  corrompe,  e  ne 
chiude  il  poro  della  vegctatione. 

VEGETEVOLE.  Ad^l.  Vegetabile.  Cr. 
6.  1.  2.  Quella  forma  eh'  è  di  vegelevole 
anima,  meno  vince  in  quelle. 

VEGKIO.  AdJ.  Kobutto,  Gagliardo, 
Protperoso.  Lat.  veges,  vegetus.  Gr.  iùi- 
504.  Svgner.  Pred.  1.  3.  >eir  età  di  ses- 
sanlacin(|ue  anni  ec.  si  gloriava  di  esser 
tuttavia  si  disposto  dcUa  persona,  sì  vi- 
vace, sì  vegeto,  qual  era  di  venlicioqtie 
anni.  Salvia.  Pros  Tose.  \.  \!\\.  Le 
lettere  ec.  ,  tenendo  per  lo  più  gli  uomi- 
ni da  quegli  spassi  ,  che  la  più  vigorosa 
eia  sfruttano,  loolani,  consegnano  le  loro 
persone  vegete  e  fresche  ad  una  sana,  e 
robusta  vecchiezza. 

VEGGENTE.  /  edenU.  Lai  videns.  Gr. 
^^i-Kta-*.  Rocc.  nov.  69.  I^-  Veggente 
Pirro,  e  ciascuno  altro  ec,  pretulo  per  gli 
goti  ,  al  muro  il  percosse.  Lab.  l3o.  Veg- 
genti i  manti,  ne  suno  •»sai  che  presu- 
mono fare  1  lor  piaceri  .  Pass.  77.  Co- 
mando che  tulle  le  robe  ,  e  ogni  arnese 
che  avca  ifuadagnato  di  peccalo,  doveuc 
ardere  nel  mexzo  della  piazza  del  comune, 
veggente  lutto  'l  pupulo  .  Fir.  As.  70. 
Chiamando  fra  tante  lagrime  e  tante  pre- 
ghiere in  tcstimonianta  della  mia  inno- 
cenza gli  occhi  della  Giustizia,  veggenti 
tutte   le  cose. 

*  g.  I.  Posto  col  plurale,  vale  In  pre- 
senza. Vtl.  SS.  Pad.  I.  180.  Bingrazian- 
do  molto  Idilio  e  Maccario,  veggente  noi 
si   parli,   e   ItifD'J   a   casa    sua.    ilj 

f  g.  il.  A  occhi  veggenti,  e  .4  suo 
veggenti',  posti  avxerbialmente  ,  vagliano 
Alta  sua  presenza,  Palesemente.  Lat.  co- 
ram  ,  in  oculis  ,  palam  .  Gr.  GOtvtptSi 
Ufirac.  Mad.  Ella,  a  suo  veggente,  entrò 
nella  chiesa,  e  raeealtalanc  indi  la  mano, 
con  ifrande  benignità,  in  niomraio,  gliele 
restituì   al   braccio   suo-   Burch.    1.    lao.  E 

Fjì  a'  miei  occhi  veggenti  Sputo  fuor  del- 
elmrtto  quattro  denti. 

*  §.  111.  E  A  veggente  d' alcuno,  vmle 
Alla  presenzi  d'alcuno.  Vit.  S.  Eufros. 
407.  L*  Aliato  fere  seppellire  il  corpo  suo 
a   veggente   di    lutti   i   monaci,   f  Vj 

«  VEGGENTEMENTE.  Avv€ré.  A 
oéchi  veggenti.  Salvin.   Cas.   (Ai 

VEGGtIIA.  //  vegghiare.  Lo  star  de- 
sto. Lai  vigilia.  Gr.  ays jT»i'*.  Ufor.  S 
Greg.  Vedendo  in  sonno  ed  in  «egghìa 
tese  tante  maniere  di  lacci   conirt>  dilui. 


V  E  & 


r.      _     5     W     II  sonno  m'  era  alcuna 

:""r«  credono  cLre  non  ver.  n,a  co  ,e 
fa.olc  e  novelle  .li  vecch.erelle,  rovale  e 
fiate  per  dare  a  ve^glnaagli  ono.a.le  W^ 
CecÀ.  Po,.  2.  5.  La  «al.g.a  e  1  guarda 
cappe  si  assoneranno  a  \'Sf'"'-  "  '  ^ 

Curata,  ma  m  qr^esto  senso       . 

lica.  La..  .•.../,  excb.ae.   Ln-JI-   Ose 

le  vc""hic  guardatano  radamcnle. 

viTgghiame^tO.  /  c?^'.-, /;?■'-• 
Lai.  Wei/.o-  Gr.  «y^u-"'»-  '""■  ''''• 
p'rf.  clofe  d,6inni,  '/o^Bbiamen,.,  ronu- 
Uggi^.cic.^^neo,e.^e^;^-^; 
possibil  cosa  parca,  cni  iu>..  i 
guardano,  vcgghino  tuUa  ''■■><'"-'"'• 
perciò  in  qnauropa.ti  i  vepgh.amcnUson 
di.isi,  ec.  A  suon  di  iroml.a  luU.  .  veg- 
ehiamenli  si  commellano. 

VEGGHIANTE.   «e  .freA"!.  Lai.  ii- 

i,a  la  luce  entra  ne' vegsh'anl.  ocrh.  che 
egli  le.a.o  co' suoi  cani  r.cerca  le  se  ve. 
E  73.  Ed  il  vcgghian.e  gallo  ^veva  le  ,.  - 
me  ore  cantale  £  82.  Ag''  ""'»  <''^"" 
vegghiante  anima  apparvero  nuove  cose 
Mfes.ru...  2.  I3.  3.  Da  pò.  eh  egl.  e 
desto,  mosso  nel  sonno,  non  soggiace  alla 
Tolonl'a  del  vesghiaute.  ;  ,      j, 

VEGGHIAlMlSSlMO  .  Superlat.  di 
fegglnnntej    I  igilantissimo.  Lai.  .■.g./"«- 

.issimus.  Gr.  avf  "»»""^,.'  "'■  ''•"• 
Quella  chiamò  il  Duca  vcggh.anl.ss.nio , 
l'oste  agnssìma.  co' l.wgh.  mangiar. 

VEGGHIANZA.  T.  J-  "  >e?gh.»re. 
Fr.  Inc.  Cess.  Come  potrà  star  sicuro  .1 
lavoratore  al  tempo  della  guerra  se  non 
gli  è  presente  la  vegghianaa  ,  e  la  conU- 
nua  guardia  de'  cavalieri? 

VEGGHIABE  .  yome.  1  'P?''"»  L="- 
..igilin.  lucnbrnlio.  Gr.  'ilf^-'^'-  """"■ 
yfay.V.  50CC.  no.:  79-  >8-  «"»  ""  " 
vegghiare,  parte  che  '1  lume  tcne>a  a  Bru- 
no ec,  si  disp»^--  <"  aprirgl.l  animo  suo. 
Lib.  Sngram.  Appresso  in  tal.  veggh.ar. 
r  uomo  fa  molli   mali. 

.  VEGGHIARE.  imr  df-'lo  ,  propna- 
mìnU  in  tempo  di  nelle;  contrario J, 
Dormire.  Lai.  vigilore.  Gr.  avf^^l'Siv  . 
Bocc.  no..  43.  9-  Seco  la  sua  disavvcn- 
torà  maladicendo,  vegghiava.  h  no.-  65. 
17.  Kon  potendo  pii  vegghiare,  nella  ca- 
Jera  terrena  si  mise  a  doiniire  .  Petr. 
cani.  46.  4.  E  vepghiar  mi  facea  tulle  le 
nota.  Doni.  Par.  3.  Perche  n6no  al  mo- 
rir  si  vegghi,  e  dorma  Con  quello  sposo 
eh'  ogni  voto  accetta. 

S    1     Per    Consumar    la    pnma    parte 
delia  none  in  operando  ,  o  comersando 
Lai.  ìucbrare.  Gr.  ^'j^r^yr"?'-'";/^"",: 
no...    38.    8.  A  vegghiare  erano  ella  e    l 


V  E  G 

sj!  S  IV.  ì'e^gbiare,  vale  anche  Esse- 
re in  vigore.  Segr.  Iwr.  slor.  I.  8.  p.  125. 
iFir  l8il)  La  tregua  infra  le  parti  <eg 
chiava,  quando  fuor,  di  ogni  espellanone 
Lodovico  Frcg..so  ec.  di  furto  entro  con 
armati  in  Seieuana.  (1^) 

*  «  V  7(1  .lignific.  att.  la/e  Guarda- 
re, custodire,  lari.  Js.  part  1.  l,b.  6. 
pas.  108.  Gli  p.eparò  alla  difesa  ,  inse- 
gnando loro,  prima  a  cingersi  di  fossa  e 
d.  tiincee,  perocché  la  citli  era  slasc.ata 
e  apeila  da  ogni  parte  ,  e  vcggh.arla  con 
sentinelle  la  noltc.  f/V 

VEGGHIAI  O.  Add.  da  T  cgghiarcl-^t. 
vigilalus  .  Gr.  »vpu7!vnT2T5  .  PalaJ.  ». 
Sonno  vegghialo  caddi  poco  me.10. 

+  VEGGUlATOliE.  I  erbai,  masc. 
Che,  0  Chi  .e-p/i..r.  Lai.  .ni/.  Gr.  a.- 
vponvos.  E.'p.  ."alm.  E  però  i  Sani,  sono 
V... ..:.,.„;     l.-,„rJ     «om.  Sollecilis- 


V  E  G 


i663 


marito  andaU  con  lor  vicini,  h  nov.  0^ 
7  Ella  non  veniva  donde  si  avvisava,  ma 
da  vegghiare  con  una  sua  vicina. 

*  8  II  rcgsAi<ire,  vale  anche  figli- 
ratam'.  Aversi  guardia.  Star  pronto  ap- 
parecchiato. .Amm.Jnt.  8.  1.  1.  .«pes- 
so  la  Scrittura,  e  spcialmente  d  ^  angel.o, 
ci  ammonisce  d.  vegghiare.  P»«.l5.Veg- 
ghiate,  e  state  sempre  apparecchiati  che 
*oi   non  sapete  il  di.  ne  1   ora  »  .  (C) 

*§.  111.  Vegghiare  in  una  cosa.fgura- 
,am  vale  Jllendere  a  quella.  «  fr  Barb. 
QA.  i3.  Fari  la  mente  tua  veggh.are  .n 
^cUo  Che  lo  tuo  stalo  accresca...  (CJ 


dati  veg-hiàtori.  ì:.<ord.  Pom.  Solleril.s- 
simo  veggbiatore  alla  morte  de  nostr.  c.l- 
tadini  (Cioè,  che  slava  presto  ali   occas.o- 

"'vÉgGHIEBIA.  ;■.  A.  regghia.  Lai. 
vigilia  ,  excubiae.  Gr.  ypou,;a.  L,v.  M. 
Vegghierie  si  facevano  tutta  notte  per  la 

citta.  ...      ^f 

+  VEGGHIEVOLE.  Add.  Che  veg- 
ghia.  Vigilante.  Lai.  vigilans.  Gr.  aypu- 
3VWV..  Ovid.  Pisi.  118.  Feci  addormen- 
tare il  vegghievole  drago. 

+  5.  Per  mela/,  vale  mligente,  /Iccu- 
ralo,' De.<lro,  Pronto.  Zil'ald.  Andr.  l^l. 
L'omo  di  sano  consiglio ,  di  gran  lettera- 
tura, di  penctrevole  inlellello,  vegghievolc 
udii  reali  slud.i.  Seal.  Claustr.  41l.oU 
occhi  di  Dio  sono  sempre  apcrl.  e  veg- 
ghicvoli  sopra  li  giusti ,  e  sopra  coloro 
che  r  amano  con  dirittura  d.  cuore.  Coli. 
SS.  rad.  Egli  è  da  dare  per  utile  medi- 
cina r  attenta  medilazione  delle  scr.llure 
e  la  veggbievole  sollecitudine.  Arngh. 
-6  Questi  comandamenti  ,  tu  infermo  , 
altral  volentieri  con  vegghievoli  orecchie. 
I,h.  4mor.  72.  Se  quello,  che  per  tuo 
pregare  con  mente  vegijhievole  avcmo 
scino  di  amore  nel  primo  libro,  vorrai 
Guardare. 

VEGGHIEVOLMENTE.  Avveri^  Con 
vigilanza.  Lai.  vigilanler.  Gr.  t-/pr,-/!>f<oi. 
Isord.  Pam.  Gli  occhi  miei,  1  qu.di  veg- 
thicvolmente  in  ogni  opera  del  comune 
guardano. 

VEGGIA  .  Botte.  Lai.  lagena.  Pant. 
Ini:  28.  Gi'a  vcggia  per  meziul  perdere 
o  lulla,  Com*  i'  vidi  un,  cosi  non  si  per- 

§.1.  Per  la  Tenuta  d'una  botte.  Jl. 
y  9  5.  E  in  un  di  vendemmiarono,  e 
misono"  in  Pavia  diecimila  vegge  di  vino. 
S  II  Per  Tramo  il  disse.  Iradurendo 
il  Ialino  vrhes.  ./  volgarizialore  di  Pal- 
lad.  Febbr.  20.  Bastisi  per  1  arbore  una 
veggia  di  letame,  ma  alla  piccola  arbore 
unTmeiza  veggia  di  lelame. 

:;:  VEGGIAHE.  I  .  ^.  I  eg'Jiiare.  him. 
ani.  mess.  Antonio  Buffone.  SSon  può  dor- 
mir, e  del  veg  giar  si  YOcHe.lHAr.fur. 
,0  iq.  11  falso  amante,  che  1  pensai,  ingan- 
ni \>ggiar  (così  le.ge  /'  edizione  originale 
del  l532)  facean,  ec.   (Pe/ 

S:  VEGGI^O.  Dim.  di  leggio.  (1/ 
*  VEGGIO.  T  aso  di  terra,  o  di  rame 
nel  quale  si  tien  brace  per  uso  di  scal- 
darsi. fCì  n.  ..  ir-«« 
VEGGIOLO.  J.ero.Ervo.  Piceli.  Fior. 
52.  Lo  orobo,  ovvero  erro,  e  quello  che 
in  Toscana  si  chiama  moco  salvaliro,  o 
ve-eiolo,  o  lero,  il  quale  si  usa  seminare 
per  i  colombi,  e  la  sua  erba  s.  usa  per 
iocrassare  i  buoi. 

*  VEGGIONE.   Accrescit.  di    J  cggio; 

J'eesio  srande.  (C) 

+  \EGL1A.  Il  vegliare,  tostar  desto 
nel  tempo  destinato  a  dormire.  Lai.  vigi- 
Ha.  Gr.  aypuTTviK. 


+  ^  !.  ì'eglia,  si  dice  anche  alla  Pri- 
ma parte  delia  notte  che  si  consuma  in 
operando,  0  in  conversando.  Frane.  Sacch. 
nov.  iql.  Essendo  durala  questa  consue- 
tudine un  meno  verno,  che  1  afo  avea 
chiamalo  conlinuo  Buonamico  a  fare  la  ve- 
glia, a  Biionuniico  cominciò  a  rincrescere 
questa  faccenda,  come  a  uomo  che  avreb- 
be voluto  pili  presto  dormire,  che  dipi- 
gncrc.  Ilcrn.  rim.  1.  II.  Quel  che  i  di 
coni  tolgon,  si  rimette  In  jltrcltante  notti: 
slassi  a  veglia  Fino  a  qualtr'  ore,  cinque, 
sci,  e  selle. 

i':-  §.  IL  Andare  a  veglia,  vale  .anda- 
re a  casa  altrui  a  effetto  di  passar  quivi 
V  ore  prime  della  notte  operando  e  con- 
versando.   J  .   ANDAKE.  (C) 

*  g.  III.  Far  le  veglie  alte  pancacce 
d'  una  cosa,  vale  Farne  lunga  mormora- 
zione. BeUin.  Disc.  1.  l5l.  In  sostania 
voi  ve  ne  ridete,  e  ne  fulc  le  veglie  alle 
pancacce,  e  non  volete  sentir  sonala.  (F) 
S:  g.  IV.  Tener  veglia,  0  a  veglia,  vale 
Picevere  presso  di  si  per.ione  in  tempo 
della  veslia.  Segner.  Crisi,  in.'lr.  1.  ig. 
4.  Più  mi  duole  quel  che  vediamo  inter- 
venir tulio  di  ce.  per  non  dir  nulla  di 
qucll'usania  maledella,  che  per  quanto  s. 
gridi,  non  può  sbarbarsi ,  di  tener  veglie 
indebite  tutto  1"  anno  ec.  (Cj 

^.    V.     Veglia,  diciamo  anche  a  Pan- 
nala di  pente,  per  vegliare  in  ballando  , 

0  altro.  *  Bari.  Ben.  rim.  p.  2.  (Li- 
vorno I7Q9)  Poich-  io  la  viddi  (la  Tina) 
V  altra  s"era  a  veglia  E  cantare  e  ballar 
sullo  svcglione.  Di  lei  m'  accesi  come  al 
foco  teglia.  (P)  l>'alm.  9.  5l.  E  a  poco 
a  poco  cnlrovvi  allra  brigata.  Talché  si 
fece  poi  veglia  formala.  Segner.  Crisi, 
inslr.  1.  >5.  7.  E  quel  che  fe  peggio  le 
conducono  essi  medesimi  di  persona  a 
tulle  le  veglie,  e  con  la  fronte  scoperta 
e  con  la  farcia    imbellettala    ec.  V  espon- 

1  gono  nella  bollcga  di  un  ballo  al  pubbli- 
'  co  mcrcalo  dei  guardi.  (CI 

*  8  VI  le-  Ila,  è  anche  una  Sorla  di 
eomponimenlo  !  Ped.  Leti.  Occh.  V.  S. 
Illuslrissima  lo  ascollò  da  quella  Veglia 
del  signor  Dati,  degna  di  venire  alla  lu- 
ce insieme  coli'  altre,  che  restarono  ma- 
noscrille,  dopo  la  morie  di  quel)  erudi- 
tissimo genliluomo.  E  lelt.  I.  22.  E  sta- 
lo da  me  oggi  il  sig.  Carlo  Dati  ,  e  m. 
ha  letta  una  delle  sue  Veglie  bellissime.  (I\) 
3  VEiJLIANTE.  Che  veglia.  Lai.  si- 
gilans.  Gr.  «y.curtvwv  .  i!  Inslr.  Cane. 
61.  La  principal  cagione  della  eleiione 
loro  (dei  cancellieri^  e  stata  ed  e,  che  que- 
sti, come  occhi  del  conlinuo  vegliami,  veg- 
gdno,  scoprano,  e  rappresentino  ali  inlel- 
lello de  loro   superiori   ogni    contravren- 

lione.  (C) 

if  §.  I.  Per  Vigilante.  «  Viv.  Disc 
Ani.  I.  D'  un  generoso  spirilo  d.  provi, 
denza  sempre  vegliarne  agli  alli  affar.  del 
suo   febeissimo  sialo  ".  (A) 

+  *   §     li.    ì  eglianle.Jigiiralam.    vale 
Che  e  comunemente  ricevuto,  o  approva- 
to    Che  ì  in  corso  presentemente.  Salvia. 
Disc.  2.  425    Quanlo  b  dilellosa    cosa  ed 
amena    il    raffigurare    molle    maniere  del 
buon  uso  veslianle,  usale  da  alcuno  an- 
tico scrillore.  e  fino  a'  nostr.  tempi  nelle 
bocche  de'  nostri  uomini  conservate    (B) 
*   S.   III.    Vegliarne.     Term.    de    Le- 
gali :  e  dicesi  delle  Leggi,  Statuti,  e  si- 
%il.,  che   sono  in    vigore,  che  non  sono 
slati  abrogati ,  o  andati  in  disuso  .    MJ 
l,    VEGLIARDO.   V-  A.    leccio. 
l-J.senex,veleranu....Gr.yiP'O^Ej- 
Pai.   ^osl.  .18.  Tal  giovane  e  T'" /^l" 
dare    che  non  fe  il  vegbardo.  I.occ.  nov. 
ofU    Presolo  per  la  benda,  la  quale  .n 

?.„„  aveva,  disse";  vegliardo,  tu  se  mor- 


to    fiv    M.  Il   Bomano,  ch'era  giovane  e 
f^rte'prele  a  vegbardo,   eh-  era  dcbo. 


i664 


V  E  G 


le  .  E  di  sotto  :  Noa  Unto  solamente  i 
giovaoi,  ma,  qod  cb*  altri,  i  ve^jliardi.  E 
appresso:  Ma  per  la  novella  maniera  dei 
vegliardi  cavalieri. 

*  §■  Vegliardo,  si  dice  altresì  per  di- 
stinguere certe  persone  famose  ,  che  co 
niunementf  dtcesi  Vecchio,  ed  e  opposto 
a  giovane .  »  Li^.  M.  Pulilio  Licinio  il 
vegliardo  «.   (Ct 

t  3  VEGLIARE  .  Star  desto  propria- 
mente in  tempo  di  notte,  e  quando  si  do- 
vrebbe dormirej  Vcgghtare.  Lat-  vigilare. 
Gì",  -/pri-zoptìv.  Dant.  Par.  i5.  Ma  per- 
che M  sacro  amore,  in  che  io  Teglie  Con 
perpetua  vista,  e  che  m*  asseta  Di  dulce 
diiiar,  s'  adempia  meglio.  Frane.  Sacch. 
nov.  l^.  Quelle  che  sono  mogli  degli  an* 
lichi  padri,  come  era  costei,  le  quali,  es- 
sendo giovani,  voglion  vegliare,  e'  vecchi 
mariti  voglioa  dormire- 

#  g.  L  Vegliare,  vale  anche  Consu- 
mare la  prima  parte  della  notte  in  ope- 
rondo  ,  e  conversando  .  u  Frane.  Sacch. 
noi'.  191.  Maravigliomi  io  ,  che  non  m^ 
avete  chiamato  a  vegliare  ,  come  solete  . 
Dice  Tafo  :  come  a  vegliare  »?  (C) 

§.  IL  Per  metaf.  vale  Essere  in  cre- 
dito. Esser  comunemente  ricevuto,  o  ap- 
provato .  Lat.  vigere .  Gr.  «x^x'^eiv  . 
Jìorgh.'  Orig.  Fir.  296.  Onde  si  vede, 
che  anche  allora  vegliava  quell'  altra  opi- 
nione -  #  E  Arm.  Fam.  1^.  Lasciando 
r  uso  di  alcuni  magistrati,  che  ancor  ve- 
glia .  E  Mon.  i5i.  Che  vegliasse  negli 
animi  di  allora  questo  pensiero,  il  mostra 
il    fatto   dei   Lucchesi.    iV)   Salvia.    Disc. 

2.  423.  Non  meno  di  gloria  a  lei  ne  viene, 
di  splendore,  e  di  grazia  da  quella  lingua, 
che  in  lei  fiorisce  ,  e  vìtc  e  veglia.  (D) 

§.  in.  Vegliare,  in  signific.  att.,  va- 
le Guardare,  Custodire,  Far  la  guardia 
ad  alcuna  cosa  #  Segr.  Fior.  lett.  26. 
Allora  slar'a  Itene  a  voi  durar  più  fatica, 
vegliar  più  le  cose  ,  e  a  me  partirmi  di 
villa  ,  e  dire  ,   eccomi.  (Cj  Lasc.    Cclos. 

3.  10-  Vegliandola  ,  faranno  la  guardia 
tanto  eh'  io  torni  .  Salvia.  Disc.  1.  89. 
Gli  spiriti  angelici .  a  vegliare  le  azioni 
de'  medesimi  uomini  deputati  ce.  ,  ledei- 
mente  ,  e  con  maravigliosa  guisa  d'  ami* 
cìxia  ci   assistono  • 

#  §.  IV.  F  per  Essere  in  voga.  Buon. 
Fier.  i-  I.  5.  Premavi  cura.  Preso  il  pos* 
sesso  ,  informazion  raccorrc  Vi  quel  che 
vegli   di   negozii   e   c,"»se.   (SVj 

VEGLIATO.  Add.  da  Vegliare. 
VEGLIATORE.  Che  veglia. 
VEGLI ATRICE.   Verbo/. /emm.   Che 
veglia  . 

#  VEGLIETTING.  Piccola  veglia,  o 
Rannata  geniale  di  passatempo.  (Af 

VEGLIEVOLE.  Add .  Vegghievole  . 
Lat.  vigilans.  Gr.  aypu'wwv.  *7.  /'.  12. 
108.  2.  1  Fiorentini  vi'glievoli  con  ani- 
mata devozione  a'  progenitori  tuoi. 

•f*  VEGLIO.  V  A.  fello.  Lat.  vel- 
lus  .  Gr.  zo/o^  .  tiuut.  G.  6.  In  questo 
vostro  reame  è  un  montouc  c«»I  veglio  d* 
oro.  D.  Gio.  Celi.  lett.  19  Nel  vecchio 
Testamento  h  Bgurato  questo  nel  voglio 
di  Gedeone. 

3  VEGLIO.  Voce  poetica,  pronunsia- 
ta  coli' V.  aperta  s  Vecchio.  Lat.  senex. 
Gr.  -/ipon.  *  /iits.  l85.  VidJc  uno  vrglio 
cavaliere  m  terra  sedere.  fCj  Hant.  Purg. 
l.  Vidi  presso  di  me  un  veglio  solo.  De- 
gno di  tanta  reverenza  io  viita-  I^lr.  san. 
oOQ  Non  ti  nasconder  più;  tu  se'pur  ve- 
glio. E  cap.  I.  Mansueto  ranriullo,  v  fie- 
ro vrglio.  E  Frott.  Come  non  son  io  ve- 
glio Oggi  più,  che  ieri  al  vpjproT  fìoez. 
Varch.  5.  rim.  ^.  Troppo  srveri.  e  trop- 
po sruri  vegli  Diede  gi!i  quella  iella,  (Mie 
dal  portico  fu  Stoira  drlta  .  fiera,  i^rf . 
1.  22.  16.  Né  fu  di  tcnno  in  (ul(<>  licn 
provvisto  A  pigliarmi    fanciulla  ,    essendo 


V  E  G 

veglio  ;   Che   torla  antica  ,  o   star  seora  , 
era  meglio- 

*  §■  Veglio  ,  fu  anche  Special  titolo 
del  principe  degli  assassini,  ^til.  M.  Poi. 
^.\\-  Mdice  è  una  contrada  dove  il  Veglio 
della  Montagna  soleva  dimorare  antica- 
meale.    (C) 

'.'  VEGLIO.  Jdd.  Vecchio.  -  Ditiam. 
I.  22.  Doler  mi  fé  io  questo  tempo  ve- 
glio .».  Ar.  Cinq.  Cani.  2.  5o.  E  per  li 
molti  esempi  che  ^ià  letto  De*  capitani 
avea  del  tempo  veglio.   {£r} 

*  VEGLIONE.  FesU  di  ballo  data  in 
Uatro.  (C) 

VEGLI  UCCIA.  ì  eglia  piccola,  o  bre- 
ve, o  th  poche  persone. 

VEGNENTE.  Che  viene.  Prossimo  a 
venire.  Lat.  futiirut,  proximus.  Gr.  p.*X- 
Xttfi  ,  £"v?5TW5  .  Bocc.  nov.  77.  29.  Che 
la  notte  vegnente,  senza  più  indugio,  do- 
vesse far  quello  che  detto  1*  avea.  Amet. 
9  La  vide  di  quel  color  nel  viso  lucen- 
te, del  qu;il  si  dipìgne  V  aurora,  vegnente 
Febo  col  nuovo  giorni  E  53-  Lieta  por- 
gendo ciò  che  di  Peleo  La  moglie  regge 
alla  sete  vegnente,  tiv.  Dee.  3.  L*  anno 
vegnente  furon  fatti  Consoli.  =1=  Cren.  Mo- 
rdi. 2^9.  Fu  il  mercoledi  notte,  vegnente 
il  giovedi.  (C) 

§.  Vegnente ,  per  Bigoglìoso,  Appari- 
scente, Che  è  da  crescer  tosto  .  f'allad. 
Ottohr.  12.  Ricìdi  il  ciricgio  vegnente  e 
tenero.  Dav.  Colt.  i5^.  L'  altro,  che  se- 
gue ,  cogli  per  magliuolo  ,  se  egli  è  ve- 
gnente ,  e  senza  rimeltiticci  d'  altri  tral- 
ciuzzi  su  per  gli  occhi. 

•f  *  VEGNENTOCCIO  .  Add.  Al- 
quanto rigoglioso  ed  appariscente  .  Lasc. 
Cen.  2.  nov.  IO.  Perchè'* ella  aveva  assai 
Luona  dote,  ed  era  anche  vegnentoccia  e 
aitante  della  persona,  ebbe  di  motti  ma- 
riti ÌD|un  tratto  per  le  mani.  (A) 

*f  ifi  VEG.NENZA.  V.  A.  Venula.  Fr. 
ffarb.  2\6.  12.  Fa  paoni  a  tal  vegoenza 
Forti,  e  non  d'apparenza.  ( Vj 

t  VEICOLO,  e  VEICULO.  V.  L.  Car- 
ro, ed  anche  Qualunque  istrttmento  atto  a 
trasportare  roba,  o  persone.  Lai.  vehicu- 
lum.  Gr.  arua.  Dant.  Purg.  32.  Poscia 
vidi  avventarsi  nella  cuna  Del  trionfai  veì- 
culo  una  volpe.  Liv.  Dee.  3.  Ogni  gene- 
razion  di  veicoli,  e  di  somieri  presi  fussono. 
Circ.  Celi.  6.  i^I.  Non  essendo  altro  que- 
sto nostro  corpo,  che  un  veicolo  che  porta 
questa  nostra  anima  . 

*  §■  Veicolo ,  fìguratam.  per  Condot- 
to ,  Organo  ,  Canale  .  Lat.  instrumen- 
tum ,  organum.  Gal.  Sagg.  73.  Dopo  1* 
avere,  oltre  ai  modi  narrati,  osservato  an- 
cora tanti  organi  ,  trombe  ,  pilTcri  ,  stru- 
menti da  corde  di  tante  e  tante  sorte  ,  e 
sino  a  quella  linguetta  di  ferro  ,  che  so- 
spesa fra  i  denti  nì  serre  con  nìodo  stra- 
no della  cavità  della  bocca  per  corpo  del- 
la risonanza  ,  e  del  fiato  per  veicolo  del 
suono.   ^.V^^ 

3  VELA.  Quella  tenda  che,  legata  diste- 
sa all'albero  della  nave,  riceve  il  vento. 
Lai.  velnm ,carbastts.  Gr.  IsXfiy.Petf.  cans. 
43.  3.  Indi  per  allo  mar  villi  una  nave 
Colte  sarte  ni  seta,  e  d*  or  la  vela,  lìocc, 
nov.  4l-  14*  Arrestalc%i  .  calate  le  vele, 
o  voi  aspettale  d'esser  vinti,  e  sommersi 
in  mare.  4  Guicc  .  Stor.  17.  x'^^.  Net  qual 
tempo  era  con  1*  armata  delle  vele  quadre 
arrivalo  Renio  da  Ceri  a  Savona.   (Ct 

«SI.  E  fgurntam.  Dant  Purg.  20. 
Porta  nel  Tempio  le  cupide  vele  fqiit  si 
accenna  all'  avarina  .  E  33.  E  se  è  ro%Ì, 
qual  sole,  o  quai  candele  Ti  iteneliraron  si, 
che  tu  driziasli  Poscia  direlro  al  pescator 
le  vele  (cioè,  ti  facesti  seguace  della  re- 
lìgion  cristiana  tJ  Ar.  Fur.  27.  II9.  E 
fé  cader   a  quel  furor  la   vela.  (3fj 

§.  II.  .Indiìre  a  vela  ,  vale  Navi- 
gar col  vento,  senta  aiuto  di  rtntt.  Lat. 


VEL 

ventis  navigare,  prospero  vento  uti.  Gr. 
7t>T)?t»Tt'w  àtifita  jjjCii'ffflta&ai .  Bocc. 
nov.  17.  32.  Andando  un  di  a  vela  Telo- 
cissimamentc  la  nave. 

*  §.  III.  Calar  le  vele  ,  fu  detto  J!* 
gtiratam.  per  Umiliarsi  ,  Temperarsi . 
Ott.  Com.  Purg.  13.  198.  Vuole  dire, 
che  a  temperare  la  »uperliia  è  buono  a 
guardare  alla  terra.  Imperoccbi:  se  V  uo- 
mo pensa  ,  eh'  egli  è  di  terra  ,  1'  uomo 
cala  molto  le  vele.   (C) 

t  S  IV.  Collar  la  vela,  vale  Tirar/a 
su.  Distenderla.  Bocc.  nov.  17.  o.  E  gii 
aveva  collata  la  vela ,  per  doversi ,  come 
buon  vento  fosse,  partire. 

g.  V.  Dare  ,  o  Commettere  le  vele  ai 
vento,  o  a' venti,  vogliono  Cominciare  a  na- 
vigare Lat.  vela  dare,  solvere.  Gr.  a'^xi*- 
pii-é.  Bocc.  nov.  17.  6.  Come  videro  il  tem- 
po ben  disposto,  diedero  le  vele  a' venti. 
Filoc.  4-  73.  A  voi  conviene,  poiché  com- 
prala avete  costei ,  senza  alcuno  indugio 
dare  le  vele  a'  venti ,  ne  più  in  questi 
paesi  dimorare  .  E  5.  387.  Sentendo  il 
vento  rinfrescare  ,  parve  loro  di  dar  lor 
le  vele;  le  quali  date,  abbandonarono  gli 
antichi  porti  di  Partenope .  Boez.  G.  S. 
3l.  Se  tu  commettessi  al  vento  le  ve- 
le  ,  non  dove  la  voglia  volesse  ,  ma  do- 
ve *1  vento  sospignesse  zaresti  menato.  E 
Varch.  2.  pros.  I.  Se  lu  dessi  le  vele  a* 
venti ,  non  dove  chiedesse  la  tua  volontà 
saresti  portato,  ma  dove  Ìl  Tento  ti  spi- 
gncsse  egli. 

*  §.  TI.  Dar  le  vele,  fìguratam.  vale 
Dar   principio.  V.  DARE.  (C) 

=5=  §.  VII.  Essere  alla  vela,  dicesi 
quando  la  nave  sta  in  punto  di  far  vela, 
e  partire'.  Bemh.  Stor.  5.  58.  S'  inten- 
deva quella  f  armata  )  del  Turco  già  es- 
sere  alla   vela,   f  Vj 

t  g.  Vili.  Far  vela,  vale  Partire,  Co- 
minciare a  navigare  .  Lat.  vela  Jacere  , 
dare  vela,  veUJicare.  Gr.  i'STioSpOfi.ùt . 
Bocc.  nov.  l4-  8.  Il  dì  seguente  ,  muta- 
tosi il  vento,  le  cocche  ver  Ponente  ve- 
gnendo  ,  fer  vela  .  E  nov.  ^2.  5.  Fece 
vela  e  gittò  via  i  remi. 

*  g.  IX.  fletter  vela,  vale  Distender 
le  vele  per  partire  .  Bari.  1  it.  S.  tgn. 
prefaz.  La  fretta  delle  navi  che  roctlon 
Vela,  mi  sforza  a  romper  le  parole.  (P) 

*  §  X.  Legar  le  vele  in  porto,  fìgu- 
ratam. vale  Essere  al  termine  di  qual- 
che cosa.  Ar.  Fur.  ^\.  IO  Padre  del 
ciel,  da*  fra  gli  eletti  tuoi  Spiriti  luogo  al 
martir  tuo  fedele  .  Che  giunto  al  fio  de' 
tempestosi  suoi  Viaggi,  in  porlo  ornai  le- 
ga le  vele.  (Mi 

té  §.  XI.  Raccoglier  le  vele,  fìguratam. 
vale  Far  fine.  Conchiudere.  V.  RACCO- 
GLIERE, §.   XI.  (Cj 

§.  XII-  A  vele  gonfie,  A  vele  piene,  e 
simili,  posti  avierbialm.  ,  dinotano  Colle 
vele  ben  piene  di  vento.  Con  it'iM  _/àco. 
revole.  Con  prosperità.  Lat.  pieni.*  ve/is. 
Gr.  a'vif^w  a/»i"S"*w-  G.  V.  6  17.  i. 
Come  lo  iluolo  fu  alquanto  fra  mare  ,  r 
mosso  a  piene  vele  ,  lo  *mperador  Fede- 
rigo serrelameote  fece  volgere  la  tua  ga- 
lea. Ar.  Fur.  »o  <>7  Leva  più  eli  oe- 
chi,  e  in  allo  a  vele  piene  Da  tè  lontani 
andar  li  vide  a  volo.  /•'  9*).  A  piena  vela 
si  cacciaron  lunge  Dalla  crudele  e  san- 
guinosa  spiagRia. 

g.  \lll.  A  vela  e  remo,  vate  Colla 
forta  della  vela  .  e  eoli'  aiuto  de'  remi  . 
Lai.  ielis  remisque .  Gr.  i'sti'u  .  ««» 
<WT>}  .  Onde  fìguratam.  si  dice  Andare 
a  %-el-t  e  remo  ,  doì  Con  ogni  diligenza 
possibile . 

*  S-  XIV.  Vela,  talora  vale  fìguratam. 
IS'ave  .  Segner.  Crist.  inxtr.  \.  35.  li. 
Una  nave,  che  venga  dall'Indie  ranra  d' 
oro  ,  io  metto  atl  una  squadra  intera  di 
vele  per  sirureiaa  |  e  mirata  te    fl'P} 


i 


V  E  L 

*  §.  XV.  Nel  numero  del  più  fgu- 
mlam.  per  Le  ali  spiegate  degli  uccelli. 
March.  L-cr.  lib.  6.  Ivi  appena  Oiun- 
gou  volando,  che  scor.lali  atlallo  Del  vi- 
Ror  aellc  penne  ,  in  aLLandcno  Laccali 
le  vele  ,  e  .[ua  e  li  ai,p.iM  «""lau  con 
pieghevoli  cervici  A  precipizio  m  ter- 
ra. (Br) 

•f  *  §.  XVI.  Vela,  per  Tenda  di  tea- 
tro, ma  in  questo  senso  e  fuor  d'  uso  . 
Fin  Asin.  3l6.  Mandalo  giù  una  vela 
ec.  ,  e'  si  diede    ordine  ad    una    comme- 

'•+  *  VELàBILE  .  Jdd.  Che  può  if- 
larsi.  Segner.  Incr.  I.  3o.  20.  Rt  state 
a  dirmi  che  bastavano  gli  Angeli  a  va- 
gheggiare si  degna  tavola,  non  velalnle 
agli  occhi  loro.   Prima  perche  ec.  (/ij 

VELAME.  Coprinienlo  ,  Coperta  ,clie 
vela,  e  cucpre.  Lai.  ^elamcn.  Gr.  »a).Jp.- 
ii«,  utinxcp.x. 

fi    I.   Per  meta/,  si  dice  di   Cosa,  sot- 
to di  cui  se  ne  celi   alcun' altra  .   Dant. 
Jnf.  9.  Mirate  la  dottrina  che  s  ascond. 
Sotto  '1   velame  degli  versi  slram.    t  3.1 
Feci  '1  mal  sonno ,   Che    del    luluro    m. 
squarcii)  1  velame,   lìocc.   Jit.l)anl.2^^ 
Facendo  loro  sotto  velame  parlare  co  che 
a  debito  tempo  per  opera  sania  alcun  ve- 
lo intendeva  di  dimostrare.  Mor.  ò.  Oreg. 
j.  17.  Sotto  un  velame  cuoprc  ogni  opera 
che  la  mente  comincia  con  buona  inten- 

e  11  Per  similit .  vale  Sottilissima 
sco%a  .  ' Pallai!.  Lugl.  6.  Alcuni  quoti 
cotali  velami  di  quella  erba  appiccano  con 
e!io  (qui  parla  di  f  glie). 

§  111  Per  Quantuà  di  veli.  Assor- 
timento di  veli.  Buon.  Pier.  4.  2.  7-  E 
panni  e  telerie,  ^elami,  e  tocche. 

*  S.  IV.  Velame,  figuratam.  vale  Pre 
testo  Segner.  Fred.  3;.  k-  "on  vedete 
voi  che  cotcsta  scusa,  da  voi  recata  fino- 
ra ,  0  sia  verit'a  ,  o  sia  velame  ,  se  nul- 
la vale ,    vale    a    conchiudcre    contro    di 

voi'  (O  .      „    ,      r     .... 

#  e    V    Per  Allegoria.  Parlar  figura 

to  F  fili,  l'i'-  >*>•  OP"^  certamente 
molto  necessaria  a  chi  vuole  .  velami 
de'  poeti  conoscere.  (I-'P) 

•t  VELAMENTO.  Telarne.  Lat.  vela- 
menlum,  tegumentum  .  Gr.  «£7r«p«. 
S  Ciò.  Crisosl.  Cosi  Iddio  ordinoc  le 
tenebre  nella  notte  per  tutto  1  mondo, 
come  velamento  sopra  gli  occhi  degli  uo- 
mini (qui  la  stampa  pag.  83.  Icggrj  co- 
me un  velame  ec).  ,      ,,  , 

•+  §    l.  E  meta/.   Cavale.  Med.  cuor. 
Sostenere  e  odiare  non  'e  virtù  di  mansue- 
tudine, ma  velamento  di  furore.  Lih-  Amor. 
5l     Sotto  faUi  velamenli  d'  amore  toccan- 
dogli   con   saetta  di  cuindil'a  ,    godono   di 
.obliarli  di  tutte  riccbciie.  .1/or.  .V.  Creg. 
1    18.  Spesse  volte  sotto  velamento  di  vir- 
tU  si  nasconde,    larch.   End.  ZO/X   Plu- 
tarco, Por6rio  ec.  il  lodano  ancora  ezian- 
dio   in    coleste  stesse    sporcizie  ,    dicendo 
che    elle   sono   favole ,   sotto  i  velamenli 
delle  quali  con  maraviglioso  ingegno  tro- 
vali si  cuoprooo  di  grandissimi,  e  bellis- 
simi, e  utilissimi  misterii.  *  l.occ.   CD. 
j.  23l.   La  scieoia  di  queslo  famosissimo 
filosofo  lungo  tempo  sotto  d  velamento  d' 
una  nuvola  d'  invidia  stelle  nascosa.  (C) 

il  g.  II.  Velamento  ,  per  I  elatura  . 
Baldin.  /oc.  Bis.  Pietra  mischiata  di  co- 
lori verdi,  gialli  ,  rossi  ec,  con  un  certo 
velamenlo,  che  gli  rende  tulli  uniU  in  una 
bella  macchia.  (A) 

*  S.  III.  I  elamento ,  vale  anche  I  e- 
lozione.  Professione,  il  Velare,  nel  senso 
del  '^.  IV.  il  Vocali,  alla  loce  SACRA. 
MENTO,  g.  II.   (Bl  ,      r   .        , 

VELARE.  Coprir  con  velo.  Lai.  vcfa 
re    Gr.  «sna^iiv.  Lai,.  207 .  Coli  aiuto 
della  fante  si  cominciava  a  velare .   Petr. 
Vocabolario  T.  II. 


V  E  L 

cani.    I.   2.    Furo  i  biondi   capelli  allor 

velati .  ,  ,    ^       ■        r 

+  J  §.  I.  Per  similit.  vale  Coprire,  <,c- 
lare  ,  Nascondere  .  Lat.  ahderc  ,  celare  , 
occulerc,  occultare.  Gr.  «^Trs.v  ,  a-5- 
.o.-TT^.v.  Petr.  canz  ^2.  2  E  1  ciol 
qialé,  se  nulla  nube  il  vela.  Dani.  Purg. 
in.  Ma  come  '1  Sol,  che  nostra  vista  grava 
E  per  so>crchio  sua  Bsi.r.i  vela,  c-c  /:, 
Par  7.  E,  quasi  velocissime  laville.  Mi  si 
velar  di  subita  distanza  (cioè,  sparirono). 
l'iamm.  /).  176.  Io  più  peccalrice  che  al- 
tra dolente  per  li  miei  disonesti  amori , 
perciocchi)  quelli  velo  sotto  oneste  paro- 
le ,  sono  reputata  santa.  M.  V.l.'/°- 
Lodovico  la  prese  per  donna  ,  velando  il 
matrimonio  con  colore  ,  .he  '1  primo  ei  a 
impotente  a  gener.ire  .  S.  Ciò.  Criso.<l. 
l85.  La  quale  per  tua  cagione  ci  ha  oc- 
cupalo d  cuore  ,  e  velalo. 

W  §  II.  Per  Ornare.  Car.  En.  2.  417. 
E  noi  di  sacra  e  di  festiva  fronde  Velam- 
mo i  tempi.  (EP) 

*   g     III.    K   i'i   signi/c.  neulr.    pass. 
Dani.    Par.   5.   Ma  non   so  chi  tu  se' 
perchè  aggi  ,    Anima    degna,  il  grado 
della  spera.  Che  si  vela  a'  morta  con  gli 
altrui  raggi.  (C)  ,  ,,     ,,        7 

§.  IV.  Velarsi,  si  dice  delle  Monache 
che /anno  professione.  Dant.  Par.  3.  Alla 
cui  norma  Nel  vostro  mondo  giù  si  ve- 
ste ,  e  vela.  Bui.  ivi:  Si  veste  e  vela, 
ciofe  si  piglia  vestimento  ,  e  velamento  , 
come  si  vestono,  e  velano  le  monache  di 
ianta  Chiara. 

V.    Diciamo    Velar  f  occhio  ,  per 

Addormentarsi    leggiermente  .    Fir.    As. 

18    Oltre    alla  inezia    notte  lo  velai    cosi 

un'  pochelto  V  occhio  .  *   -I/.i".    Franz 

rini     bull.   2.   188.    Cosi    mezzo    sfibbiato 

mi  son    messo    A    vel.r  l'  occhio  al  suon 

di  più  Irombetlc.  (TJr)  ...  ; 

g    VI.    lelnr.ii  gli  occhi,  si  dice  del 

.Mancare  altrui  la  vista  per  deliquio  ,  o 

per  morte  vicina.   Bocc.   nov.   il.   il.   t 

velati  gli  occhi  ,  ed  ogni  senso   perduto  , 

di  questa  dolente  vita  si  diparti. 

§  VII.  !  elare,  figuratam.  si  dice  del 
Cominciare  ad  agghiacciarsi  la  superficie 
d'  alcun  liquore. 

le  %.  Vili.  Velare,  dicono  i  Pittori  il 
Tingere  con  poco  colore,  e  molta  tempe- 
ra il  dipinto,  per  modo  che  esso  riman- 
ga come  coperto  d'un   veto.   Baldm.    J  oc. 

:■.:  VELARE.  Far  vela.  Er.  Barb.  272. 
17  E  guarda  in  tua  galea,  Qual  parte  al 
carco  e  rea,  E  da  qual  meglio  vela,  E 
contra  mar  me'  cbiela.  (1  ) 

if  VELATA.  /'  proceder  veloce  e  con- 
tinualo delle  vele  distese  a!  vento.  Bart. 
Bicr.  l.  4.  Vero  quel  gruppo  di  vento 
che  portò  la  na^e  con  una  velata  fino  al- 
la luna  ,  vere  le  strane  lieslie  di  più  na- 
ture ec.  E  .fior.  Cin.  lib.  !\.  Perocché 
r  Isola  che  ne  porta  il  nome  spiccatasi 
quanto  'e  una  velata  di  cinque  o  sei  ore 
dalla  terra  ec.  (Br) 

if  VELATAMENTE.  Avverb.  Coper- 
tamente. Salv.  Avveri,  l.  1.  II.  Vuol 
dire,  alquanto  però  velatamente,  una  cian- 

"^"vELATO  .  Add.    da    Velare  .  Lai.   ic- 
latus.  Gr.  «etk.&si's.  G.  V.  Vii.  Ulaom 
Per  gelosia  le  tenea   nascose  ,  e   velate  11 
viso       Dani.    Purg.    3o.    Vidi  la  donna  , 
che  pria  m'  appario  ,  Velata  sotto  1   ange- 
lica festa  .  *   Legg.    B.     Unni.     l32.    In 
quella  luce  apparve  la  beata  Umdiana  ve- 
stila di  bianco    e    velala    di   bianco.    fC; 
Boez.   G.   S.  prol.   La  nostra  cognizione, 
velata  d.illa  corporea  tela,  a  disccrncr  la 
verilade  de'singulari  effcll.  e  le  loro  ca- 
gioni per  sé  medesima  i:   insolhcente.  IB) 
*  §.  I.    Velato,  per   Coperto,   Nasco- 
sto, Celalo.  Segner.  Preti.   Pai.  Ap.  6. 


V  E  L 


1665 


2  Perch'e  si  vuole  osservare  che  1'  amor 
proprio  degli  Ecclesiastici,  non  t  un  amor 
nroioio  simile  a  quello  dei  laici,  ec  quel- 
lo degli  Ecclesiastici  ce.  va  più  vela- 
lo.  iTC)  ,.  „ 

t  §  II.  Velata,  parlandosi  di  Mo- 
nache, vale  Che  ha  /allo  professione,  ed 
u.iasi  anche  in  forza  di  siisi,  e  vale  lo 
slesso  che  Monncn  .  Lai.  .sacro  velamine 
insignita.  Gr.  z2XaXo//.u5'»l  ■  Lib.  Op. 
div.  41.  Questa  donna,  la  quale  voi  cre- 
dete che  sia  santa,  e  questi  sacerdoti  ,  e 
queste  altre  velate  ,  che  hanno  forma  di 
grande  e  maravigliasa  onest'a,  sono  demo- 
iiii.  ior.  Med.  Arid.  1.  2.  Oh!  mai  più 
senti'  dire  che  le  monache  si  pigliassero 
per  moglie.  /..  Ohi  ella  non  è  monaca; 
eh'  ella  non  e  ancor  velata  ,  e  non  vor- 
rebbe essere . 

f  VELATO  .  Add.  Giternito  di  vele  . 
Chiabr.  rim.  E  le  velate  antenne  Non  son 
peso  alle  navi  ,  auzi  son  penne  .  *  Car. 
En.  lib.  3.  Involgendo  i  corni  Delle  ve- 
late antenne.   (Br) 

VELATOIIE.   Che  vela. 
VELATRICE.  l'erbai,  femm.  Che  vela  . 

*  VELATURA.  2'erm.  de' Pittori.  Il 
velare  ,  Ungendo  con  Unta  acquidosa  e 
lunga.  Baldin.  Voc .  Dis .  in  VERDE 
ETliR.NO.  Queslo  (colore)  non  e  altro, 
che  ufca  velatura  fatta  a  fondo  inargen- 
tato d'  argento  in  foglia  d'  un  verdera- 
me ec.  ridotto  a  guisa  d'  un  acquerel- 
lo. (A)  „  ... 

*  g.  Velatura  ,  dicesi  da'  yaturalisti 
l'  Jpposizione  leggiera  d'  una  sostanza 
ad  un'  altra,  in  maniera  da  lasciar  tra- 
sparire quella  clic  serve  di  base.  (A) 

VELAZIONE.  P'elamento,  Il  velare. 
§.  Per  Sacramento  ,   nel  sigiiific.   del 

S.   II. 

VELEGGIAMENTO.  //  veleggiare. 

+  *  VELEGGIANTE.  Che  veleggia. 
Che  naviga.  Chiabr.  rim.  2.  266.  Lungo 
tempo  non  ha,  (dolce  a  mcml.rarsi  !  )  Che 
furo  in  grembo  alla  lor  propria  Teli,  Or- 
ridi di  arme,  i  veleggiami  abeti.  Per  lut- 
to r  Oriente   afflitti  ed  arsi;  I   Turchi  in 

Asia,  ec.   (.1)  ,.      ,  o  ■ 

J  VELEGtJIABE.    Mandare,    o   ipi- 

t^nere  per  forza  di  vele. 
"    j    g.   I,    Veleggiare,  per  Andare  a   ve- 
la.   Gal.    Sisl.   7.   Sto  di  punto  in  punto 
per  perdermi,  mentre  mi  conviene  veleg- 
giare tra  scogli.  , 
+  -.'.:  g     11.    Veleggiare    una  nave,  vale 
Guernirla  di  vele.   .<    Oli.    Con,.    Purg. 
20    2G8.  Per  avarizia  porla  le  vele  ,  che 
veic-iano  la  nave  sua,  entro  '1  tempio, 
ci.ie°nclle  magioni,  e  possessioni  de  fieri 
Tempieri  .  (/ìri 
'       :?   g.   III.    Veleggiare,  per  similit.  ai- 
cesi  degli   Uccelli  quando  vanno  colle  ali 
aperte,  senza  batterle.  ■•  Salvia.   Pnsc.  2. 
21     Di  remo  insieme   e  di  vela  serve  (L 
ala)   agli  uccelli,  i  quali  ora  prendendo 
r  aria    e  dal  vento  lasciandosi  traportare, 
veleggiano,  ora  le  penne  battendo,  vogan 
per  quella  ••.  (C) 

-.:   §.  IV.    Veleggiare,  dicesi  anche  de- 
irli  Uccelli  e  d'  altri  animali  che  volano, 
"allorché  il /anno  senza  diresione ,  e  solo 
per  dilello.   Salvin.    Geor.  IH:  !{■   -Ma  por 
quando  Volano  incerti  e  in  celle  i  sciami 
vanno  A  spasso  veleggiando  senza   cura  ì, 
irasandano  i  favi,  e   i  freddi    tetti  Abban- 
donano ,  tu  proibirai  11   vano  spasso.  fJ-> 
VELEGGIATO  .   Add.  da    l  cleggiare- 
'+  VELEGGIATOKE.   Term.   di    Ma- 
rineria. Si  dice  d'  un  basliinenlo  che  mar- 
eia  bene  alla  vela.  ,,„„.„ 

«  VELEGGIO.  Susi.  masc.   I- eUggia- 
mento.    Bocc.    Teseid.   12.   86.  E  pereioc- 
ch'e  li  porli    desiali  In  si  lungo    veleggio 
1  ne  teniamo  ,  Da    varii  venti  in   essi   tra- 
sportali,  ec.   (B) 
^  209 


l6€6 


r  E  L 


V  E  L 


V   E  L 


A-  VELENARE.  F.  J.  Avvelenare.  Sen. 
Deci.  207.  E  fu  cullala  e  marloriaU  per- 
chè ella  coafes&asse  che  fusse  stalo  accon* 
senziente  eoo  lei  a  veleaare  il  fanciullo.  fT; 

f  5  VELE.NATO,  AJd.  d.i  f'elenarej 
Avvelenato.  Lat.  venenatus.  Gr.  f^Lp/xt/i- 
xu<9)0;.  Ltb-  Am.  8l-  Apparecchio  uo 
vaso  prezioUuimu  à'  oro  >  pieno  di  vele- 
nato  confetto. 

*  %•  E  Jiguratam.  «  Fr.  lac.  T.  2. 
32.  IO-  Sii  Ijuono,  ne  ti  scappino  Parole 
velenale  >».  f/ij 

VELENIFERO.  /'.  l.  Add.  Che  por- 
ta  veleno.  Che  ha  leieito,  yelenoso-  Lat. 
venenosus ,  vimlenlus.  Gr.  two»j,-.  Red. 
Vip.  I.  78.  Avendo  letto  nella  storia  de* 
gli  animali  d""  Aristotile,  che  alle  più  delle 
licstic  vrleDifere  è  nocevolc  la  saliva  uiiia* 
na,  vennetni  capriccio  di  far  prova  5e  ciò 
fosse  vero. 

3  VELENO.  Veneno.  Lat.  venenum, 
virus.  Gr.  foCofixxo-j .  Bocc.  Introd.  g. 
Come  se  veleno  avcsser  preso  ce.  ^  morti 
caddero  a  terra.  Ji  nov.  ^7.  12.  Messere 
Amerigo,  al  quale,  per  avere  a  morte  con- 
dotto Pietro,  non  era  l'ira  uscita,  mise 
veleno  in  un  nappo  con  viuo .  fjoez.  C, 
S.  i5.  E  se  tu  la  fuga  d*  Anassagora,  né 
il  veleno  di  Socrate ,  ne  i  tormenti  dì 
Zenone  ec.  non  hai  conosciuto,  ce.  Boes. 
J'arch.  I.  pros.  3.  Se  tu  per  ventura  non 
&ai  ec.  ne  che  .Socrate  fu  costretto  a  pi- 
gliarc  il  veleno,  ne  ec. 

^  ^.  I.  Veleno  f  per  Vapore  sopori- 
fero. Car.  En.  5.  12l4-  H  sonno  allora 
di  Ictco  liquore  ,  E  di  sttgio  veleno  un 
ramo  asperso  Sovra  gli  scorse.  (M) 

*  g.  II.  Salso  vc/eno  ,  per  Salsedine. 
March.  Lucr.  lih.  6.  Perche  egli  a  tut- 
ti i  sotterranei  chiostri  Vien  largamente 
compartito  ,  e  quivi  Lascia  il  salso  vele- 
no.  (Afj 

§.  III.  i:  ftgurat.t'ìì.  Dani.  far.  ^.  V 
altra  duliitaiion,  che  li  commove.  Ha  raen 


eie 


rrò   che  sua   malizia  Non  ti 


pò. 


tria  menar  da  me  altrove.  But.  ivi  :  Ha 
men  velcn  ,  cioè  ha  meno  di  pericolo , 
che  quella  che  determinata  è  ,  imperocché 
quella  polreLhe  menare  1'  uomo  in  eresia. 
•\'  u  Boez.  C.  S-  li.  Le  quali  i  suoi  do- 
lori non  solamente  non  rÌi»arcrcliI)ono  di 
rimedii  alcuni,  ma  di  dolci  veleni  in  so- 
pra ciò  lo  nutricherehbono  ".  {£) 

§.  IV.  Veleno,  per  meta/.,  vale  Stiz- 
za, Odio  ralihioso.  Lat.  rahies,  indigna- 
tio.  Gr.  hjg-sy.^  òp-//ì.  G.  V.  6.  i[{.  I. 
Volle  in  quella  spandere  il  suo  veleno,  e 
far  partorire  le  nialadclte  parti  Guelfa,  e 
GhiliL-Uina-  I.ah.  201.  Se  alla  6nc  uccisa 
non  r  avose  ce,  cll.i  sareLLe  di  stiua,  e 
di  veleno  sroppìata. 

§.  V,  Per  Passione  amorosa  .  Fi/oc. 
2.  l4-  Ne  mai  1*  uno  dall'  altro  per  al- 
cuno accid<>n(e  ,  che  avvenisse,  pjrlir  si 
volevano,  tanto  il  segreto  veleno  adoperò 
m  loro  suhitanienle .  ^  Tats.  Cer.  17. 
42.  Ma  già  tulle  le  mrosc,  ella,  che  vede 
Tutte  le  visic  in  se  6$ie  eil  intente  ,  E 
'h'  a'  trgni  lien  noti  omji  s'  jvvcde  Lhc 
>parso  è  il  suo  vrlen  per  ugni  vena.  Sor- 
ge ec.  /',"  ,4mint.  I.  a.  Ma  mentre  al  cor 
sccnd''j  Quella  dulcrua  muta  D*  un  se< 
croio  Vflrno,  Tal  diletto  n'  ivcjiy  Che  fin- 
gendo eh*  ancor  non  mi  passasse  II  dolor 
di  quel  morMi,  Fei  si,  ch'ella  più  vultr 
Vi  replicò  r  incinlu.  p/> 

3.  VI.  Veleno,  per  Puzzo,  Fetotr.  Lat. 
fatar,  malns  odor.  Gr.  Jjjwoik.  Maini. 
.1.  17.  Questo  e  veleno,  e  l>en  di  quel 
profondu:  Sentite  voi  rh*  egli  jwelcna  il 
mondo  (qui  in  ei/utvoco  ,1 

§.  VII.  //  veleno  sta  nella  codaj  prò- 
\erb.  che  vale,  che  I^a  ultimo  si  conosce 
il  male,  J\'eir  ultimo  consiste  la  dif/icol- 
là,  0  il  pericolo.  Lat.  in  cauda  venenum. 
Jted.   Vip.  I.  lo.   Cooforme  al  Irivial  pro- 


verliio ,  il  veleno  altrove   nou  istjvj,   «.he 
nella  coda. 

-1-  g.  Vili.  Ogni  serpe  ha  il  suo  ve- 
leno ,  proverò,  che  vale  die  Ognunu  ha 
la  sua  ira.    V.   SERPE,  g.    I.  (.Xj 

VELENOSAMENTE.  J.verb.  Con  ve- 
leno j  e  Jiguratam.,  vale  Rabbiosamente, 
Con  ira  .  Lat.  rabiose  ,  iracunde  .  Gr. 
iy75WOù»5,  fiir  Òfi'/Ài.  Liv.  Dee.  3.  Al- 
lora lo  feri  velenosamente,  che  colla  spa* 
da  lo  passo  per  mexzo  del  cuore.  $  Giov. 
Geli.  /  it.  Alf.  81.  E  di  già  citatovi  ve 
lenosamente  il  Papa  ,  aveviino  con  som- 
ma rigidità  dato  principio  all'  opera  lo- 
ro.  (C) 

t  VELENOSKTTO.  Dim.  di  Veleno- 
so .  Benv.  Celi.  Vii.  I.  4'0-  Costei  ve- 
lenosctta  l'ebbe  molto  per  male  (cioè, 
rabbiosctla  ,  sdcgnosctta  )■ 

VELENOSISSIMO.  Superi,  di  Vele- 
noso .  *  Dani.  Pist.  Imp.  Arrig.  2l3. 
Tu  così  vernando,  come  lanlando  a  Mi- 
lano dimori,  e  pensi  spegnere  per  lo  laglia- 
incnlo  de*  capi  la  velelJoslS^ima  Idra.  (  Vj 
Fir  .  Disc  .  an.  60-  Più  sicuro  può  dor- 
mir uno  sopra  il  nido  d'  una  serpe  vele- 
nosissima, che  ec.  Bed.  I'2sp.  nat.  2.  Nata 
della  testa  d'  un  certo  fienosissimo  ser- 
pente indiano. 

VELENO  U  FA',  VELENOSITADE  , 
e  VELENOSITATE.  Veleno.  Lai.  vene- 
num ,  virus.  Gr.  oasutaxo' ,  TOgt/a'/ . 
Bed.  tip.  i.  5i.  Siccome  non  sono  i 
denti  ricettacolo  ,  o  vagello  della  veleno- 
sità, cosi  uè  anche  pei  se  medesimi  sono 
velenosi  .  F  Fsp.  nat.  ^,  Per  purgarle 
ddir  imbevuta  velenosità,  aOermavano  que' 
buoni  padri  ,  esser  necessario  lavarle  col 
latte  munto  di  fresco. 

"t"  §.  F Jiguratam.  per  Malignità,  Per- 
Jidia  ,  Babbia  ,  Ira.  Lat.  rabies  ,  furor. 
Gr.  iu'j^K,  /jLxvt'a.  Sallust.  hig.  B.  La 
cui  vc!eaosilà,  siccome  di* ione  dell'  altre 
fiere  ,  è  più  dura  ,  che  la  povertà  .  lìtt. 
Com  In/.  9.  154.  A  denotate  la  corru- 
ziuDc  ,  e  vclenosiladc  dell'  eretica  pravi 
tade  . 

VELENOSO.  Add.  Che  per  sua  na 
tura  ha  veleno.  Lai-  venenatus.  Gr.  Osto- 
/jia/ùjOir}£.  Bocc.  nov.  3i.  25.  Fattesi  ve- 
nire erbe  ,  e  radici  velenose  er.  ,  quelle 
stillò.  F  nov.  77.  4>-  Quantunque  io 
aquila  non  sia  ,  te  non  colomba  .  ma  ve- 
lenosa serpe  conoscendo  ec,  di  persegui- 
re intendo  .  Petr.  san.  38.  Son  per  me 
acerbi ,  e    velenosi  atccrlii. 

♦  g.  I.  Per  similit.  Pesce  velenoso, 
dicesi  da'  Pescatori  Ogni  pesce  che  e  ar- 
mato di  spine  o  pungiglioni,  la  cui  puH* 
tura  è  mollo  dolorosa,  e  dtfjicile  a  sana- 
re. (A) 

%.  II.  Per  meta/.  Hocc.  Conci.  i3.  E 
chi  starà  io  pensiero,  che  di  quelle  ancor 
non  si  trovino,  che  diranno  eh'  io  abbia 
mala  lingua,  e  velenosa?  (noe,  pungente, 
e  mordace  )  Sov.  ant.  ioa.  Trattasi  la 
eletionc  di  seno,  con  parlar  v«lcuu>o  dis- 
se .  Frane.  Sacch.  /id.-.  17().  Fece  vista 
di   non   s*a*vedere   delle   vclrno<>e   parole. 

#  §.  111.  Velenofo  ,  aggiunto  di  Co- 
mo, per  Iracondo,  Feroce,  et.  Fr.  Ciord. 
103.  Esaù  fu  tutto  reo  e  velenoso,  lacob 
fu  tutto  buono,  umile,  dolce  e  mansueto. 
/'.'  104.  L'n  altro  (sarà)  di  natura  molto 
velenoso,  e  atliroso  tustu.  f/'j 

VELETTA  .  Si  dice  a  Colui  che  sta 
.tulle  mura  della  /ortezsa,  o  sopra  /'  al- 
Itero  della  nave,  o  simili,  a  J'ar  la  guar- 
dia; ì  edetta.  Lai-  spetiilator.  Gr.  xcira 
l^-STtOi  . 

*{■  §.  I.  Vehtta,  Mi  dicr  ant  he  il  Luo- 
go dote  sta  la  veletta  .  Boez.  t  an:h.  \. 
pros.  6.  Il  quale  dall'  alta  velrlla  della 
pruvvidcnia  guardando,  quello  <  he  a  cia- 
scuno convenga  cunotce  /'«/mi  fìguiatam.}- 
^    Car.   Fn.    i.  l\o'J.    Era  Miscnu  in   alto 


Alla  veletta  asceso;  e  non  più  tosto  Sco- 
prir le  vide  er..  Che  col  canoro  suo  cavo 
oricalco  Ne  die  cenno  a'  compagni,  (li) 

§.  II.  OntU  Stare  alla  ^ eletta  ,  vale 
Osservare  .  Lai.  speculari  ,  explorare  . 
Gr,  xaTao/OTTSiv  .  Pataff.  10  Alle  re- 
iette stava  per  pigliarle  .  Morg.  II.  53. 
E  stanno  alla  veletta  per  vedere  Qualan- 
que  uscisse  fuor  della  ctttade  ,  ec.  Bem. 
Ori.  2.  6.  27.  Sta  alla  veUtta  per  terra, 
e  |>er  mare,  E  fa  che  d'  ogni  cosa  s'  ab- 
bia avviso.  Ar.  Pur.  29.  35.  Pur  fu  le- 
vata si,  ch'alia  veletta  Marvì  io  cima  una 
guardia  area  costume  .  Malm.  7.  67.  Il 
romito,  che  stava  alle  velette,  ce. 

VELETTAIO.  Artefice  che  /abhrica  . 

0  vende  \elt,  0  altre  simili  manifatture. 
Salv.  tn/ar.  prim.  t\'^\-  S'  10  fossi  dell* 
umor  vostro,  io  vi  direi  onde  vengono  i 
velettai,  i  tessitori,  i  magnani,  gli  zanni 
e  gli  spauacamniini  a  Firenze.  Buon.  Fier. 
Introd.  4-  Quella  eloquenza  adopra  ar- 
dita e  impronta  ,  Ch*  usano  onnìpoteoli 
i   velettai. 

VELETTARE.  Stare  alle  velette.  Os- 
servare. Lat.  prospicere  .  Gr.  TZpo^pK-j  . 
Scgr.  Fior-  Art.  ^uerr.  6.  l44-  ^C  ve- 
lette che  pongono  il  giorno  a  veleltare  il 
nimico,  sono  state  cagione  delta  rovina 
di  colui  che   ve  le  pose. 

*  VELETTO.  Dim.  di  Velo.  hit.  exi- 
gitum,  vel  tenue  velum.  Vit.  S.  M.  Madd. 
100.  l'oiono  sopra  il  capo  suo  un  velette 
molto  nero  a  mudo  di  donna  vedova.  {') 

*  VELIA.  Sorta  d'  uccello,  detto  an- 
che Avelia    e  Cazzavela.    Lat.    larus.    Il 

1  ocabol.  alla  voce  CAZZAVELA.   (') 

t?  VELIERE.  Term.  di  Marineria. 
Aggiunto  di  nave  che  velei:^ia  speditamen- 
te. Accad.  Or.  Mess.  Spedi  dae  vascelU 
de'  più  velieri,  e  ben  montati  d'  artiglie- 
ria, e  di  tutto  il  rimanente  in  buonissimo 
equipaggio.  (A) 

•■f  j;t  VELIFICARE,  /  elegitare.  Pemb. 
Slor.  5.  59.  Ed  erano  tuttavia  non  lon- 
tan  da  Modone,  più  al  lìto  vicini»  che  net 
mare  aperto  velificando.  (J'j 

*f  ■.-  VELINA.  Specie  di  stagno,  o  pa- 
lude. Bi-ni''.  Stor.  5.  6l.  Molti  uomini 
infìno  a' laghi  ed  alle  veline  della  città, 
in  nessun  luogo  fermandosi,  pervennero. 
(Il  lat.  dice:  ad  uibi»  aestuoria).  £'9.  128- 
Per  tulio  quel  lato  delle  poche  acque 
della  città  .  che  veline  si  chiamano  ,  1 
nimici  molte  incursiuni  con  molti  danni 
e  dati  e  ricevuti  fatto  avendo  ,  posero  il 
campo  quanto  più  poterono  vìciuo  alle 
mura  di  Padova.  (I  ) 

•j-  *  VELI  !ARE.  /'  L.  Add.  Ag- 
giunto delle  armi,  e  vai  Leggieri.  Sali. 
Giù:.  207.  V'andarono  saettatori  cjn  la 
cuoi  te  detta  Peligna ,  con  amie  v  elitari, 
cioè  leggieri,  per  avacciare  più  tosto.  (Vj 
•f  ^  VELITE.  Termine  de' Milit.  Sol- 
diito  romano  armato  alla  leggiera  ,  che 
combatteva  /nari  itegli  ordini  ,  ed  appic- 
cava la  misihia.  Segr.  Fior.  Art-  guerr. 
6.  l3o.  Hestanci  uia  ad  alloggiare  le  pic- 
che e  i  velili  cslrauidinarii  che  ha  ugni 
baltaglionr,  rhe  sapete,  secondo  1'  ordine 
nostro,  come  ciascuno  ha,  oltre  alle  dieci 
battaglie  ,  nulle  picche  estrani  dioaric  ,  e 
cinquecento  \elili.  /;  |3| .  Cosi  dalla  (tor- 
ta di  Tranioutana  a  quella  di  Ponente  , 
come  girank)  i  fossi,  in  cento  alloggiamen- 
ti .  compartili  in  dieci  ordini  di  cinque 
allnggumcnti  doppii  per  ordine,  sì  allug* 
gerebbcro  tutte  le  picihe  e  i  veliti  estraor- 
dinarii  do'   battaglioni  pronrii-   (Aj 

VELLE.  /'.  /..  Il  volere  .  Volontà. 
Lat  %-elle  ,  votuntas  .  Gr.  79  òikrifiijL . 
Dant.  Par.  4-  Queste  son  le  quislioa  cbo 
nel  luu  velie   Pontaiio  igualementc. 

\ELLEITA'  ì'olere  imper/etto.  Se- 
gner.  Mann.  Magj^.  11.  3.  \  ien  esaudito 
secondo  quel  desiderio  assctluto  eh'  e  delta 


Tilil/iire,  Mordifi- 


Cam.  — 

Cons.  1.  46.  La  natura  vuole 
ciar  via  le  cose  separale  ,  che 
noia,  e  la  punsouo, 


V  E  L 

Tolonlà,  e  non  secondo  quello  imperrelto 
eh"  è  dello  velleili  .  *  Mag">-  ;>'"'■  «  ■ 
kit.  IO.  lo  parlo  di  quei  luoviiilcnli  ilic 
s'  eccitano,  dirò  cosi  ,  alle  prime  irragio- 
nevoli  velleil'a  dello  spirilo  ,  e  prima  cU' 
egli  deliberi  di  volerle  secondare.  (H) 

*  VELLElii;  .  r.  J.-  S\'cllere  .  Lai. 
,e!Ure.  Gr.  raisi/.  Pnllad.  Fehhr.  25. 
Voglionsi  veliere  i  lalli  ancora  meni  sec- 
chi col  seme,  e  poi  al  Sole  seccargli.  (') 

#  VELLICAMENTO  .  TUillamcnCo  . 
Lit.  vdiicatio.  Gr.  TiX/io;-  K"t-  Cons.  2. 
4a.  Per  consegueoia  e  il  vellicamenlo  e 
U  gonfiamento  ne  succede.  (") 

+  *  VELLICALE 

Lai.  vellicare.  Gr.  TiXXsiv.  RcJ. 
ee.  scac- 
le  danno 
la  vellicano,  f) 
#  VELLICAZIONE.  Vetluamcnlo  . 
Cocch.  Bagli.  Vellicaiioni  dei  neivi  dello 
jlomaco,  onde  vengono  le  univers.ili  con- 
vulsioni. (.4) 

VELLO.  Propriamente  e  la  Lana  ilelle 
pecore,  e  simili;  ma  si  prende  anche  talora 
ver  lo  Pelo  d.glì  animali  bruti.  Lai.  i'cl- 
lus.  Gr.  TTo'xo;  O.  r.  l.  12.  2.  Quan- 
do lasoQ  andava  ali"  isola  di  Coleo  ,ov 
era  il  montone  col  vello  dell'  oro  .  Pal- 
laà.  y4gosl.  8.  Il  vello  della  pecora  in 
questo  modo  posto,  e  cosi  colerlo.  Pant. 
Par.  6.  eh'  a  più  allo  leon  Irasser  lo  vel- 
lo. *  Jlam.  rim.  I.  140.  Prendi  i  l.ruri 
e  gì'  incensi ,  e  i  nostri  altari  Col  vello 
del  monlon  purpureo  cingi.  Filli,  e  can- 
tando i  sacri  versi  insieme  ec.  (H) 

§.  I.    J'eìlo,    per   Pela    semplicemente. 
Lai.  piliis.   Gr.   a;i';.    Dant.   Inf.  Vj,.  Ap- 


V  E  L 

Seni.  Stor.  I.  52.  Il  cui  pavimento  era 
cKperlo  di  velluto  verde.  Cai.  Sist.  <)2. 
Voi  vedete  nei  velluti  a  opera  il  col.ir 
della  seta  tagliata  moslrarsi  molto  più 
oscuro,  che  quel  della  non  tagliala,  me- 
diante le  ombre  disseminate  tra  pelo  e  pe- 
lo,  e  il  velluto  piano  parinunte  assai  più 
l'osco,  che  un  crmisino  fallo  della  mede- 
sima seta.  -S  Meiiz.  Sat.  3.  Almen  Curculioii 
di  toga  cinto  Risplende,  e  la  quel  velluto 
signorile  Mi  par  vedervi  Ippocratc  dipia- 
to.  (B) 

t  J  VELLUTO  .  AdJ.  Velloso  .  Lai. 
inllosiis.  Gr.  Sfiixutìn;.  Ovid.  Pisi.  87. 
Or  che  disonore  è  questo  ,  che  lo  scudo 
tuo  ablda  coperto  il  molle  e  lo  femminde 
lato  della  tua  amante,  il  quale  è  coperto 
dell'  aspro  e  velluto  cuoio ,  spogliato  per 
lo  tue  Ione  dalle  coste  dell'  arricciato 
leone  1  Dant.  Inf.  3^.  Appiglio  se  alle 
vellute  coste.  =S  Alam.  Coli.  5.  l3l.  Col 
velluto  suo  6or  spigoso  e  molle  ec.  Il 
purpureo  amaranto  in  alto  saglie  .  2^ass. 
Amint.  2.  1.  Queste  mie  spalle  larghe 
ec.  ,  e  questo  pollo  Setoso ,  e  queste  mie 
vellute  coscie  Son  di  virilit'a,  di  robustezza 
Indicio.   (B) 

iv  %  Bazza  vellitiaf  chiamano  i  Pesca' 
tori  una   Specie  di  razza  gentile.  (A) 

VELO.  Tela  fiaissima,  tessuta  di  seta 
cruda.  Lai.  veluin,   carhasits.    Gr.     flx-;- 

§    I.  Velo, 


V  E  L 


1667 


pigliò  sé  alle  vellute  coste  ;    0 
vello  giù  discese  poscia.   Petr. 


dì    vello 
gru  discese  poscia,    leir.  .lon.    l83. 
Destami  al  suon  desìi  amorosi  balli.  Pet- 
tinando al  suo  vecchio  i  bianchi  velli. 

§.  11.  /'cr  Batafoh.  Lai.  ^■illus.  Gr.  9pc  - 
/uiia  Cr.  5.  i.  12.  Prendi  ce.  un  vello 
di  lina  o  di  lino,  o  quanlil'a  di  fieno,  0 
di  paglia  ,  e  si  leghi  allorno  al  pedale  nella 
più  alta  parte  delle  delle  piante  7?  9  67. 
I.  La  pecora  conviene  che  abbia  largo,  e 
>mpio  corpo ,  e  che  sia  piena  di  molla,  e 
morbida  lana,  e  con  velli  lunghi,  e  spessi 
per  tutto  il   corpo  ripiena. 

*  VELLO  VELLO.  il/e((o  per  dimo- 
strare qualclieduno,  e  per  lo  più  dileggian- 
do Lai.  eecitm,  cccilitm.  Grec.  lioii.  I  ed. 
VEDERE,  §.  LXXIII.  (') 

VELLOSO.  Add.  rienodii'elli.  Peloso. 
I.at.  villo.uis,  hirsutus.  Gr.  ^piZ-uSn^., 
Jksu';.  Amet.  48.  Coprivano  i  corpi  loro 
ce.  delle  vellose  pelli  degli  scorticati  leoni. 
Menz.  rim.  I  l5.  Quai  crudi  orsi  vellosi 
Fcr  strage  allor  della  nemica  gente. 

VELLUTATO.  Add.  Tessuto  afoggia 
del  velluto.  Cron.  ilorell.  339.  Zentani 
vellutati  ,  eremisi  messi  a  oro,  tutte  le 
nostre  donne  erano  copiose. 

§■  I.  Talora  vale  IH  colar  pieno,  qual 
k  quel  deU'elluto.  Ar.  ìetr.  Ner.  6.  100. 
Sarà  uno  smallo  nero  vellutato  per  orefici 
assai  bello.  E  102.  ."iarà  un  nero  vellutato 
bellissimo  per  orefici  da  smallare  sopra 
metalli  all'  ordinario. 

f  *  §.  II.  ì'ellulalo,e  anche  aggiunto  d' 
una  Tunica  o  membrana  dello  stomaco. 
Se<'ner.  Incred.  l.  7.  5.  Con  buona  inter- 
na fodera  vellutata  nelle  sue  tuniche  e 
corredala  di  minutissime  glandule.   (^ij 

VELLUTO.  Sust.  Drappo  di  .seta  col 
pelo.  Lai.  scrieum  gausapinum,  .wricum 
,  i7/o-nm.  .Bocc.  not:  99.  37.  Fece  d  Sala- 
din  fare  in  una  gran  sala  un  bellissimo  e 
ricco  letto  di  materassi ,  lutti ,  secondo  la 
loro  usanza,  di  velluti  e  di  drappi  ad  oro. 
O.  f.  I-  60.  3.  Ordinarono  ec.  che  in 
quello  di  si  corresse  uno  palio  di  sciamilo 
velluto  vermiglio.  )I.  V.  1-  20. 
di  ricche  robe  di  velluto;  e  drappi 


Vestiti 
di  seta. 


i  dice  anche  un  .-Ihhiglia- 
mento  fatto  di  velo  ,  e  talora  di  tela  lina, 
che  portavano  anticamente  in  testa  le  don- 
ne, e  che  ancora  usano  le  monache,  e  le 
villanelle.  Bocc.  nov.  5o.  12.  Egli  è,  che 
dianzi  io  imbiancai  miei  veli  col  solfo.  /? 
nov.  78.  5.  Trovò  la  donna,  che  ancora 
non  s'  era  compiuta  di  racconciare  i  veli 
in  capo,  /i  nov.  82.  II'.  Credendosi  il  sal- 
terò de'  veli  aver  posti  in  capo  ,  le  brache 
ec.  vi  si  pose.^mef.  27.  Il  mento  bellissi- 
mo ,  sopra  il  quale  il  velo  mosso  dalla 
sommil'a  della  testa,  e  appuntato  sopra  ì 
raccolti  capelli,  da  ogni  parte  terminava 
raggiunlo.  Petr.  canz.  10.  Posta  a  bagna- 
re un  leggiadrelto  velo. 

§.  II.  yelo  ,  Jìguratam.  per  lo  Stalo 
monaca/e  disse  Pani.  Par.  4-  Che  1'  al- 
fezion   del   vel  Gostanza   tenne. 

§.  III.  Per  mela/,  si  dice  di  Tulio  ciò 
che  cuopre.  Lai.  velum.  Gr.  o/ETTX^aa. 
Petr.  canz.  37.  7.  Wè  posso  il  giorno,  che 
la  vita  serra.  Antiveder  per  lo  corporeo 
velo.  E  son.  285.  Ma  'noanzi  agli  occhi 
m'era  posto  un  velo,  Che  mi  fea  non  ve- 
der quel  eh'  i"  vcdea.  Dailt.  Purg.  l6. 
Non  fero  al  viso  mio  si  grosso  velo.  Come 
quel  fummo  eh'  ivi  ci  coperse.  Car.  Irtt. 
I.  4  So  che  r  amore,  che  mi  portate, 
vi  fa   velo  al  giudizio. 

§.  IV.  Velo,  fguratam.  si  prende  per 
lo  Superficiale  a^^ghiacciamento  dell'  acqua, 
0  degli  (litri  liquori.  Dant.  luf.  33.  Le- 
vatemi dal  viso  i  duri  veli.  Si  cb'  i'  sloghi 
'1  dolor  che  '1  cuor  m'impregna.  Sagg. 
nat.  cvp.  171.  Questa  verisimilmente  non 
fu  altro  che  1'  acqua  ec.  rimasta  presa  tra 
essa  crosta  ,  e  quel  primo  velo  che  di  lei 
fece  il  freddo  nel  cominciare  ad  agghiac- 
ciai-la. 

•f  V  §.  V.  Velo,  per  l'eia  l'  u.fò  Dant. 
Purg.  2.  Vedi  che  sdegna  gli  argomenti 
umani.  Si  che  remo  non  vuol,  ne  altro 
velo.  Che  1'  ali  sue  ,  tra  liti  si  lonlani.  (V) 
VELOCE.  Add.  Di  moto  presto.  Lai. 
velo.r,  celer.  Gr.  T-J.xJi-  P'""-  ■"""■  ^°'- 
Providenzia  veloce ,  alto  pensiero.  E  286. 
Intelletto  veloce  più  che  pardo.  Pigro  in 
antivedere  i  dolor  tuoi.  Pant.  Purg.  2.1. 
Se  le  svergognate  fosser  certe  Di  quel  che 
'l  ciel  veloce  loro  ainmanna.  E  Par.  2. 
Cen  portava  Veloci  quasi  come  '1  ciel 
vedete.  !?  But.  Inf. 
spezie  di  cani  molto 


qua 


Veltri   soao    una 
veloci  in  corso  ,  e  per 


velocità  avanzano  le  fiere,  e  piglianle  e  uc- 
cidonle.  l'.al.  Dial.  mot  loc.  Sig.  Se  noi 
congiugnessimo  il  più  tardo  (mobile)  col 
più  veloce,  questo  dal  più  lardo  sarebbe 
in  parte  rilardato  ,  ed  il  lardo  in  parte 
velocitalt»  dall'  altro  più  veloce.  (Cj 

t  VELOCEMENTE.  Avvcrb.  Con  ve- 
locità. Lai.  velociler,  celeriler.  Gr.  zxj^iui. 
S.  Gio.  Gri.vo,tf.  137.  Velocemente  ti  con- 
verta ,  e  torni  alla  via  della  salute.  /;'  170. 
Ma  priegoti  pur  ,  che  lasciando  la  vilissi- 
ma  servitù,  ritorni  velocemente  alla  tua 
prima  libert'a. 

*  VELOCIPEDE.  Add.  Che  ha  il  pie 
veloce.  Che  corre  velocemente.  Menz.  (A) 
VELOCISSIMAMENTE.  Superi,  di  l'c- 
locemente.  Lai.  velocissime.  Gr.  Ta;(HTy.. 
Bocc.  nov.  17.  8.  La  nave  ce  ,  velocis- 
simamente correndo,  in  una  spiaggia  dell' 
isola  di  Maiolica  percosse.  E  nitm.  22. 
Andando  un  di  a  vela  velocissimamente 
la  uave.  Bui.  Questo  correre  significa  lo 
passamcnto  della  vita ,  la  quale  corre  ve- 
locissimamente. =?  Tass.  Ger.  7.  38.  E  li, 
donde  Itambaldo  addietro  fassi  ,  Velocis- 
simamente egli  si  spinge.  (1)  Buon.  Fier. 
2.  4.  20.  Ma  ,  perchè  delle  man  fu  rat- 
tarpato  ,  Velocissimamente  menò  i  pie- 
di.  (Bì 

VELOCISSIMO.  Superi,  di  J-  eloce.  Lat. 
velocissimiis  ,  celerrimus.  Gr.  Tx');i5T0;. 
Bocc.  g.  6.  f.  10.  Infino  al  mezzo  del 
piano  "velocissima  discorreva.  Dani.  Par. 
7.  E,  quasi  velocissime  faville.  Mi  si  ve- 
lar di  subita  distanza.  =!=  Sali.  Giugn.  193. 
D^lla  freutc,  eh'  erano  trombettatori  e  cor- 
nettatori,  elesse  cinque  molto  velocissimi 
e  leggieri.  (  B) 

VELOCITA',  VELOCITADE,  e  VE- 
LOCITATE .  .-Islratlo  di  I  cicce  .  Lai. 
i.e/oci(,i.>-,  cclerilas.  Gr.  rv.yJzri^.  Amel. 
6.  Rade  erano  quelle  (bestie)  che  '1  suo 
occhio  scorgesse  che  per  velocità  di  cor- 
so ,  o  per  volgimenti  sagaci  ,  o  che  dal 
suo  arco  non  fossero  ferite,  o  da'cani  ri- 
tenute. Pelr  .  cap.  II.  Allor  tenn' io  il 
viver  nostro  a  vile  Per  la  mirabd  sua  velo- 
citate. Frane.  Sacch.  nov.  193.  Qual  cosa 
è  più  certa  ,  che  questa  rota,  la  cui  velo- 
cità nel  volgere  mai  non  ebbe  posa? 

•f  -.;:  VELOCITARE.  Dar  velocità. 
Accrescer  velocità.  Galil.  Dial.  mot.  loc. 
5o6.  Vcdansi  le  operazioni  dei  fulmini , 
della  polvere  nelle  mine  e  nei  petardi  , 
ed  in  somma  quanto  il  velocitar  coi  man- 
tici la  fiamma  dei  carboni ,  mista  con  li 
vapori  grassi  e  non  puri,  accresca  di  for- 
za nel  liquefare   i  metalli.   (A) 

i?  §.  l'clorilare ,  neulr.  pass.,  vale 
Far.ii  veloce.  Acquistare  maggior  veloci- 
tà.  Vivian.  Velocitarsi  di  bel  garbo.  (A) 

*  VELOCITATO.  Add.  da  Velocita- 
re, (-al.  Dial.  mol.  loc.  519.  Se  noi  con- 
giugnessimo il  più  tardo  (mobile)  col  più 
veloce  ,  questo  dal  più  tardo  sarebbe  in 
parte  ritardato,  ed  il  lardo  io  parte  velo- 
citalo dall'  altro  più  veloce.  (B) 

»  VELOCITAZIONE.  Term.  degl'  1- 
draulìci  .  A.'crescimento  di  velocità  dell* 
acque  correnti.  (A) 

VELONE.  l'eia  grande.  Frane.  Barh. 
259.  26.  Vele  grandi'  e  veleni,  Tcrzaruoli 
e  parpaglioni- 

•+  VELTHO.  Cane  di  velocissimo  cor- 
so, dello  anche  Can  da  giugnere.  Levrie- 
re. Lat.  canis  venaticus.  Gr.  zuvv]-/£rii<o;. 
Bocc.  nov  36.  8.  Mi  pareva  che  ec.  u- 
scisse  ,  non  so  di  che  parte  ,  una  veltra 
nera  come  carbone.  Pelr.  canz.  l\2.  I. 
Una  fera  m'  apparve  da  man  destra  ec.  , 
Cacciata  da  duo  veltri,  un  nero,  un  bian- 
co. Dant.  Inf  l3.  Dirielro  a  loro  era  la 
selva  piena  Di  nere  cognc  ,  bramose  ,  e 
correnti  Come  veltri  eh'  uscisser  di  cate- 
na .  But.  Inf  2.  Veltri  sono 
di  cani  molto  veloci  in  corso 


una  spezie 
e  per  ve- 


1668 


V  E  L 


V  E  N 


V  E  N 


lociU  avancaoo  le  fiere,  e  pigliaolc,  e  uc- 
cidonle.  Disc.  Cale.  21.  Furiano  ec.  co- 
me cacciatori  che  aveiscro  i  veltri  shoc' 
cali ,  e  non  potessero  in  sul  giugncre  la 
fiera  atzannare.  Ih-rn.  Ori.  2.  lu-  8.  Che 
mai  non  usci  veltro  di  catena  y  Ne  mai 
saetta  d'  arco  fu  tnaadata,  ^'è  falcon  mai 
dal  cielo  sce&c  in  valle,  Cbc  non  restasse 
a  lei  dietro  alle  spalle.  E  2.  28.  28-  Detto 
questo  ,  mandossi  alla  cittatc  A  dir  che 
vcDgan  cacciatori  e  cani  ,  Che  n'  aveva 
in6nita  quautilate  ,  Eracchi  scgu(,'i  ,  vel* 
tri  ,  e  cani  alani ,  £  d*  altre  varie  razze 
hastardate. 

§.  Per  meta/.  Dani.  Inf.  l.  E  più  sa- 
ranno ancora,  infin  che  M  veltro  Verrà, 
che  la  farà  morir  di  doglia. 

VELUZZO  .  Dim.  di  P'elo  .  Lab.  53. 
Se  ec.  veduta  V  avesse  colla  cappellina 
fondata  in  capo ,  e  col  veluzzo  d' intorno 
alla  gola . 

•f  *  VEMBUO.  y.  A.  Membro.  Pist. 
Ot-id.  G.  IJ.  La  mente  mi  fugge,  e  li  miei 
vemhri  divengono  gelati,  (fj 

•f  *  VEMfJKUTO.  /  .  A.  .4dd.  Mem- 
bruto, (trip'.  CttU\  appresso  il  Sa/i'.  -Vf- 
vert.  voi.  I.  pag.  292.  Vedendo  Carlo  cosi 
vembruto ,  e  I>en  fatto.  (V) 

5  VENA,  l'aso,  Q  Canale  che  riporta 
ti  sangue  dalle  parti  al  cuore.  JKtl  plu- 
rale si  usa  !  enc,  e  leni.  Lai.  vena.  Gr. 
y/c'ilj  -  Vani.  Inf.  1.  Ch'  ella  mi  fa  tre- 
mar le  vene,  e  i  polii.  E  Ptirg.  25.  San- 
gue perfetto  ,  che  mai  non  si  beve  Dall' 
assetate  vene,  si  rimane.  Petr.  canz.  l8> 
3.  Che  'J  sangue  vago  per  le  vene  ag- 
ghiaccia. Lib.  iVasc.  Quando  vuogli  Irar 
sangue  da'  iiieniltri  d'entro,  dà  della  sa- 
etta nelle  mezze  vene.  /ìocc.  noi',  65.  19. 
E*  convicn  del  tutto  eh'  Ìo  sappia  chi  è 
il  prete  ec.  ,  o  io  ti  segherò  le  veni .  E 
nov.  73.  23.  Non  so  a  quello  che  Ìo  mi 
tengo,  ch'io  non  le  sego  le  veni.  Tac. 
Day.  Ann.  l5.  225.  Venuto  il  ceiusico, 
segatogli  le  vene,  e  messo  iu  bagno  caldo, 
tutto  l'u  uuo  .  Sngg.  naf.  esp.  168.  Co- 
minciando da  un  sottilissimo  velo  ,  e  da 
vene  capillari  e  invisibili  (  (fui  per  simi- 
lit.  }.  ^  lied,  Cons.  I.  265.  Uno  de' quali 
(  tronchi }  si  chiama  vena  cava,  e  1'  altro 
vena  arteriosa  .  (C)  Jiart.  Simb.  1.  i5. 
Se  così  fossimo  proceduti  ce.  nella  nolo- 
mia,  noi  non  avremmo  ec.  ne  dalT  Ascili 
le  famose  vene  lattee,  nb  oc.  (tir)  Im- 
per/.  Anat,  222-  Per  ridurre  il  ragiona- 
mento alla  vena  in  genere,  questa  si  e  un 
organo  comune  lungo  a  guisa  di  canale  o 
di  fistola  cavato  dentro,  atto  a  portare  il 
kangue  ,  e  gli  spiriti  naturali  .  E  223. 
Le  vene  che  si  chiamano  vena  por- 
ta ,  e  vena  cava  ,  che  sono  le  tlue  vene 
maggiori  del  corpo,  alle  qu;di  tutte  1'  al- 
tre rispondono,  non  lunno  il  loro  comin- 
«iamenlo  nel  cuore,  ma  pas.sano  pel  fi'ga- 
Itt  .  E  236.  Chiamasi  vena  porta,  perchè 
per  le  sue  radici  ,  cioè  per  le  vene  me- 
^erairbe,  il  chilo  eh'  elle  sucriano  dal  ven- 
tricolo e  dagli  intestini,  rome  per  tante 
porle,  si  condure  al   fegato.   (Fi 

■f  §.  L  Vena^  figuratam.  per  Sangue. 
Dani.  Purg.  23.  Che  menò  Cristo  lieto 
a  dire  Eli ,  Quando  no  liberò  colla  sua 
vena.  #  «  Petr.  son.  169.  E  si  le  vme 
r  'l  cor  m'asciuga  e  -^uggc.  Che  'nvi^i. 
bilcnicnte  i'  mi  disfaccio  ••.  (C)  Chinbr. 
rim.  Iacopo  Kprnsc  ,  e  delle  belle  vene 
Giacchiò  sua  spada  il  dispictiito  Erude.  Se- 
gncr.  Pix'd.  I.  i.  Solo  in  pensare  a  quello 
clic  dir  vi  devo,  sento  agghiacciarmisi  per 
grande  orrore  le  vene,   (/trf 

g.  ni.  l'enaj  talora  si  prende  per  Ar- 
teria. Fir.  At.  60.  Cwià  si  vedrà  gtiuGjr- 
gli  il  petto,  già  era  ritornato  il  pulsu  en- 
tro alle  TCDC,  ed  era  gik  ritornata  l'anima 
a]^  luogo  antico. 

"t  §.    IV.    t'cna  ,  per    Canaletto    na- 


turale sotterraneo  ,  ove  corre  l'  acqua  . 
haX.  fistula  ,  vena.  Cr.  co  VK?  ,  ajio?. 
Dani.  Purg.  28.  L'acqua  che  vedi  non 
surge  di  vena  Che  ristori  vapor  che  gliel 
converU.  Bocc,  g.  3-  p.  6.  Non  so  se  da 
naturai  vena,  o  da  artificiosa  ce. ,  gittava 
tanta  acqua,  e  si  alla  verso  il  cielo,  che 
poi  non  senza  dilellevol  suono  nella  fon- 
te chiarissima  ricadca  .  TVj-  /ir.  2.  36. 
La  terra  è  tutta  cava  dentro  di  luogo  in 
luogo  ,  ed  e  piena  di  vene  e  di  caverne. 
Petr.  son.  173.  Rapido  fiume,  che  d*  al* 
pestra  vena  ce.  Nolte  e  di  meco  desioso 
scendi.  Alam.  Colt.  I.  22.  Ove  discenda 
O  di  pioggia,  o  di  vena  onda  che  appur- 
te  ,  Dipredando  1'  altrui  ,  de'  culli  il  me- 
glio. JJern.  Ori,  2.  1.  6.  Rapido  fiume, 
che  d'  alpestra  vena  Impetuosamente  a 
noi  discendi ,  E  quella  terra  sopra  ogn* 
altra  ameua  Per  mezzo,  a  guisa  di  mcan* 
dro,  fendi;  Quella  ec. 

t  §.  V.  Fena  di  metalli,  0  di  pie- 
tre ,  o  altro  minerale,  si  dice  il  Luogo 
donde  *i  cavano;  e  il  Metallo  stesso,  tal 
quale  si  cava  dalla  vena  .  Lai.  fodma  . 
(ir.  ^£Taì./5v.  Ott.  Com.  Inf.  20  366- 
Ne' monti  di  Lunigiana  ec,  li  quali  mon- 
ti tengono  vena  di  marmo  bianco  .  Petr. 
son.  184.  Onde  tolse  Amor  1'  oro,  e  di 
qual  vena ,  Per  far  due  trecce  bionde  ? 
l'allad.  cnp.  l^.  Non  abbia  suo  nascimen- 
to di  luogo,  dove  sieno  vene  di  metalb). 
F'icctt.  Fior.  63.  Si  chiama  scoria  quello 
che  si  separa  dal  metallo ,  quando  nelle 
fornaci  è  collo  insieme  colta  sua  vena  . 
*  Hart,  As  pnrt.  I.  /(/'.  5.%.  ì.  Ma  solo 
vene  di  zolfo  e  miniere.  (P) 

*t  §•  ^'-  Cene,  per  .limilit,,  si  dicono 
quei  Segni  che  vanno  serpendo  nc^legntj 
e  nelle  pietre  a  guisa  che  fanno  le  vene 
nel  corpo  degli  animali  .  Lai.  vena  .  Gr. 
y>e\|*.  Tes.  /ir.  3.  6.  Tutte  le  travi,  gli 
arcali  del  tuo  edificio  sia  taglijlo  (  così 
legge  anche  la  citata  ediz.  del  Sessa,  ma 
forsi-  dee  leggersi  sicn  tagliali)  di  Novem- 
bre, o  almeno  infino  a  Natale  in  tal  nu- 
niera,  che  n'  esca  lutto  V  umidore  che  e 
nelle  vene  del  legno.  Cr.  2.  4-  il-  Le 
vie  ,  per  le  quali  va  il  nutrimento  nelle 
piante,  son  delle  veni.  E  num.  12.  Co- 
tale è  la  disposizione  delle  veni  nelle  pian- 
te. '.'  Segner.  Prcd.  Pai.  Ap.  i\.  6.  Qujsi 
che  le  macchie  della  coscienza  ec.  possano 
all'  uomo  valere  oniaLd'  ornamento,  come 
le  macchie  delle  vene  al  diaspro.  (  TCj 

§.  Vii.  Fena  ,  per  metaf.  ,  vale  Co- 
pia, Fctondità  ,  Abbondanza.  Lai.  vena, 
copia.  Gr.  tJfopi'u..  Petr.  son.  25l.  Sec- 
ca è  la  vena  dell'  usalo  ingegno.  E  cnp. 
10.  La  lunga  vita  e  la  sua  larga  vena  D' 
ingegno  pose  in  accordar  le  parti. 

3  g.  Vili.  Fena,  per  Ihsposizione  , 
Talento.  ///-.  Sat.  6.  Ride  il  volgo,  se 
sente  un  ch'abbia  veua  Di  poesia.  ^'  l'ac. 
I>av.  Perd.  eloq.  cap.  7.  A  i|Ue*  giorni  , 
ne  quali  con  questa  mia  poca  vcua  ih  di* 
re  m  e  toccato  o  tocca  o  a  far  un  reo 
assolvere,  ec.  (Fj  l.osc.  rim.  2.  |33.  Il 
MiichiaM-Ho  e  'l  Cardinal  Bdd>ien.i  ce.  ci)a 
quei  che  ebbcr  sì  dolce  e  pura  vena,  Cop- 
pia  gentil  ec.  /;  258.  Ticn  torte  del 
bufTone:  Come  voi  nel  comporre  ha  buo- 
na vena  ;  Dice  improvviso,  e  giuocula  di 
s.hiena.  (C) 

^.'  g.  I\.  Esser  di  vena  a  far  chec- 
chessia ,  vate  Esser  pivnto  ,  di.tposlo  . 
'•  Hern.  Ori.  2.  16.  5l.  Pero  uou  siate  voi 
meco  adirati  ,  5e  non  m'  ovete  trovato 
di  vena  Questo  cavallo  a  darvi  \>cx  teso- 
ro  M.    (C} 

^fi  §.  X.  per  Umore,  Pitpostaion  d' 
animo,  ^ov.  Cr.  Legn.  33.  Ma  o'  otinc 
stelle  ft-rmo  in  questo  pensiero,  r  avendo 
tra  le  mani  un  pÌ.illrlto,  di  che  e'vcnivs  rac- 
conciando il  ferro,  pigliandolo  coti  a  pie- 
na mano,  rhe  aveva   un   gran  nunonr.  gli 


guardò  in  viso;  il  perchè  coloro  non  lo 
trovando  delta  ven;i,  ch'egli  aspettavano , 
ebbono  paura,  che  non  traessi  loro ,  e  fé* 
ctono  pensiero  di  levarsegli  dioanai  e  ri- 
trarsi. (Pe) 

*  §.  XI.  Fena,  vale  anche  Qualità. 
Ott.  Com.  inf.  it\.  273.  L'altra  clade  fu 
di  duro  ferro,  e  venne  ogui  mal  tempo  di 
peggior  vena.  (Br) 

t  *  g.  XII.  Fin  deità  vena,  dicesi 
Quello  die  ha  così  poco  dolce ,  che  ap- 
pena si  sente.  Lasc.  Celos.  5.  l.  Spilla 
quella  liotte  ,  assaggia  quell'  altra  ,  toi  di 
questo  leggiadro,  bei  di  quel  della  vena  , 
io  non  me  ne  poteva  spiccare.  ^^'> 

§.  XIII.  Avere  vena  dt  dolce,  si  di- 
ce del  l'ino  quando  è  tanto  poco  doice  , 
che  appena  si  senta. 

^  g.  XIV.  E  Aver  la  vena,  parlandosi 
dt  vino,  vale  lo  stesso.  Lasc.  rim.  2.  "J^- 
Il  verno  ben  vorrebbe  aver  la  vena  :  O 
veramcute  esser  piccante  almanco,  O  tz- 
poroso    e  di   leggiadra  schiena.  (Cj 

g.  XV.  Avere  una  vena  di  passo, 
0  di  dolce  ,  vale  Sentire  alquanto  del 
pazzo  ,  o  sciocco  ,  0  scimunito  .  Ceccti. 
Mogi.  ^.  IO.  Ei  dehhe  avere  una  vena 
di  dolce. 

3  g.  XVL  Fare  una  cosa  di  vena, 
vale  Farla  di  voglia  .  l.asc.  Pinz.  3.  9. 
Abbiamo  bevuto  di  tal  vena,  che  mi  con- 
venne ritornar  da  una  volta  in  su  pel  vi- 
no. ♦  /  non.  Fier.  ^.  ^.  7.  Qua  son  due 
che  la  ttitau  ragionando  Molto  di  ve- 
na .  (C) 

^  g.  Wll.  Stile  di  vena  ,  dicesi 
Quello  die  sembra  fatto  con  facitità  j 
contrario  di  stentato.  «  Tac.  Dav.  Ann. 
1.1.  188.  E  ben  si  paiono  allo  stile  stcu- 
lalo .  rotto,  e  non  di  vena,  ne  d^  un 
solo  (d  testo  lai.  ita  :  non  impeta  et  in- 
slinctu  )   ".  (C) 

f  VENA.  Pianta,  il  cui  seme  che  di- 
cesi pure  I  ena,  serve  principalmente  per 
nutrire  i  cavalli.  Lai.  avena.  Gr.  oXvpa. 
Cr.  3.  3.  I-  La  vena  e  di  due  maniere: 
salvatica  e  dimestica  ;  la  salvatìca  nasce 
tra  '1  grano,  conciossiacosaché  la  troppa 
umidità  e  intemperanza  della  terra  si  con- 
vertiscj  in  vena  ec.  La  dimestica  è  bian- 
ca ,  e  non  pilusa ,  e  seminasi  quando  il 
grano,  ec.  M.  Aldobr .  Prendete  impri- 
mieramentc  allume  ,  farina  d'  orto  ,  o  di 
vena ,  e  fatela  cuocere .  Frane'  Barò. 
253.  |5.  Di  troppo  gran  prebende  Cau- 
tela li  riprende.  Salvo  che  s'  ella  è  vena, 
Securo  a  quelU  il  mena. 

3  VENAGIONE.  /.  L.  Cacti  a .  Lai. 
venatio.  Gr.  dr;'^CU9i4.  Dant.  Conv.  \^\ 
Conciossiacosaché  'I  pescare  aia  sotto  l'ar- 
te della  venagione  ,  e  sotto  suo  coman- 
dare . 

'-!  g.  Per  Gli  (jccrtli,  o  nitri  Ammali 
che  i/i  cacciando  si  pigliano  ;  Cacciagio- 
ne .  u  Sen.  Pist.  ^on  vede  dinanù  a  sé 
le  pezze  di  venagione  «.  (Aj  E  altrove: 
Tu  ti  diletti  veder  messe  per  ordine  di- 
nanzi da  te  le  venagioni ,  e  le  selvaggì- 
nr.    (/Ir) 

VENALE.  Add.  I  enderrccio.  Da  ven- 
dersi. Lai.  irnalis.  Gr.  wvio{.  M,  V.  3. 
107.  Tutte  le  ruberie  e  pre<le  eh'  erano 
venali,  faceva  vendere.  Tratt.  pecc.ntort. 
Portano  al  mercato  le  cose  venali  più  mi- 
nute e  più  vcodcvoti. 

g.  Per  Mercenario,  Che  si  muot-e  per 
danaro  ,  0  per -mercede.  Petr.  cani,  ajf 
a.  Van  error  vi  lusinga  ec.  Che  'n  cuor 
venale  amor  crri-ate,  o  fede.  Tass.  Am. 
a.  I  Amor  venale.  Amor  servo  dell'oro, 
è  il  maggior  mostro,  Kd  il  più  abomina- 
bile r  più  soizo  Che  produca  la  terra,  o 
M  mar  tra  l'onde.  Buon.  Fter.  L.  k-  la. 
O  poco  accorti  .  o  forse  ,  S'  io  I  debbo 
dir,  venali.*  Cuicc.  Stor,  17.  l?^-  '*<" 
ro,  trattando  la  mdiiia  secondo  il  costu- 


V  È  N 


me  Joi  morcalanti,  i  Conlon.,  o  r>6l'^°''" 
,,„l.l,luanionU-  b  noccsjila  d.  allr.  fer  oc- 
cacone  .U  loro  ulilili.  o  pieni  .U  uoni.ni 
Tcnali  e  torroni,  conco.levano  o  negava- 
no i  fanti ,  secondo  quesU  fip'-  f  O.  , 

*  VENALITÀ  .  Qif,ilita  A  ciò  c/ie  i- 
,ena/r,  ntl  signific  di  Mercenario.  (A) 

VENARDl".  y.  VENERDÌ . 

*  VE^ATO  •  /'<'■'■  Segnalo  ài  tene  ; 
ed  i  aggiiinlo  che  ti  di  a  filtra,  od  a  le- 
gno che  sia  segnalo  con  quei  segni  delle 
lene.  lìaldin.  foc.  Vis.  (A) 

*  VENATORE.   y.  L-  Cacciatore,  (t) 

*  VE>AT0RI0.  Add.  Altencnie  alla 
venagione.  Lai.  .enalicus,  venatorins.  Gal. 
Sist  171.  Da  questo  discorso  vengo  a  in- 
tender 1.1  ragione  di  un  problema  venato- 
rio  di  questi  iml.erciatori.  che  con  1  archi- 
liuso  ammanano  gli  uccelli  per  aria.  (li) 

•J-  *  VENATRICE.  /'.  L-  Cacciatn- 
ce .  ' Sanno:.  Arcad.  egl.  9.  O  casta  Ve- 
natrice,  o  Mondo  Apollo,  Fate  ch'io  vinca 
questo  alpcstro  Cacco,  Per  la  laretra  die 
vi  pende  al   collo.   (A) 

*  VENAZIONE,  r.  I.-  io  slesso  che 
Venagione  ,  Caccia  .  Lat.  venalio  .  l'ros. 
Fior.  P.  4.  io'.  3.  P«g-  A^-  La  elegia, 
nella  quale  si  contiene  la  scon6tla  di  Ita- 
dagaso  ,  è  stampala  colla  Venagione  mia 
e  r/ni  per  nome  </'  tin  poema  sulla  Taccia, 
così  intitolato  ).  (IfS) 

VENDEMMIA.  //  vendemmiare.  Lai. 
vindemia.  Gr.  Tpu/Jto'c.  C.  /  .  IO.  igS. 
I.  Essendo  quelli  di  Bnggiano  a  far  lor 
vendemmie.  M.  1'.  9  6.  Quasi  come  se 
avesse  a  fare  la  sua  vendemmia.  Cr.  4.9.  4 
Non  e  solamente  d'  una  generazion  di  viti 
da  porte  ogni  posticcio,  acciocché  l'anno 
iniquo  alla  generation  della  vigna  ogni 
speranza  non  tolga  della  vendemmia,  go- 
der. Colt.  73.  L'  indugio  nella  vendem- 
mia i:  tuttavia  giovevole  ,  ec.  E  94.  Al 
tempo  della  vendemmia  mella  da  parie  , 
sema  premerla  punto  o  guastarla  ,  tulla  , 
quella  quantil'a  d'  uva. 

fi.  L  Per  lo  Tempo  del  vendemmiare 
Bocc.  nov.  ;2.  16.  La  Belcolorc  venne  in 
iscrciio  col  sere,  e  tennegli  favella  insino  a 
vendemmia.  G.  f.  u.  99.  3.  Di  vendem- 
mia valse  il  cogno  del  comunale  vino  6orini 
sei  d'oro.  Bed.  Ditir.  25.  E  lo  giunga  di 
vendemmia    Questa    orribile  bestemmia  . 

+  g.  IL  Per  similit.  ."  dice  di  Qual- 
sivoglia raccolta  che  l'  uom  faccia,  e  pi- 
gliasi per  lo  più  in  mala  parte.  l'ir.  As. 
241.  Parendo  a'  miei  padroni  il  tempo  ac- 
comodato di  fare  la  lor  vendemmia.  *  Car. 
Stracc.  I.  4-  doglio  di  quel  che  tu  bai 
rubato  la  parte  mia  6no  al  finocchio  ,  o 
guasteremo  questa  vendemmia  ancora  a 
te.  (Hr) 

*  §.  in.  F  per  Uva.  Car.  Fn.  lib. 
la.  Quanta  strage  Agli  alberi,  a  le  biade, 
a  la  vendemmia  Se  ne  prepara  .  Chiahr. 
rim.  Su'  colli  aprici  Coce,  ridendo,  Bacco 
auree  vendemmie.  (l>r) 

#  §.  IV.  F  pceticamenle  per  l'ino  . 
Chiahr.  f'endemm .  8.  Ma  qu.il  ven- 
demmia è  di  rubin  più  chiaro  ce  ,  In  au- 
rea tana  temperare  imparo  .  E  !\2.  Odo 
ancora  Che  s'  onora  La  vendemmia  di  Sa- 
lerno. E  appres.<o;  Pur  beato  Fa  mio  slato 
La  vendemmia  di  V  esevo.  IB) 

•|  t!  VENDEMMIABILE  .  Add.  Che 
è  soggetto  a  vendemmia  ,  Che  può  ven- 
demmiarsi. Salvia.  Odiss.  24.  46o.  Peri 
mi  desti  Tredici,  e  dieci  meli,  e  ben  qua- 
ranta Fichi  ec,  e  vendemmiabil  era  Cia- 
scuna ec.   (A)  ...    TV  . 

*  VESDEMMIALE  .  Add.  Pi  vendem- 
mia ,  Che  appartiene  alla  vendemmia  . 
Segr  Fior.  IJial.  ling.  Bestando  la  lile 
indecisa,  mi  i;  parulo  in  questo  mio  ven- 
demmiai Olio  scrivervi  largamente  quello 
che  io  ne  senta  f7ui  vale  che  appartiene 
al  tempo  della  vendemmia).  (D) 


YEN 

VENDEMMIANTE  .  Che  vendemmia. 
Lat.  vindemians  .  Gr.  rf^yiZ-i.  Cr.  4. 
■>-  1  Altri  più  tardi  vendemmianti,  non 
roTamenle  le  vigne  oflendono  ,  che  sono 
gii  risolute  le  forte,  ma  anroia  colai  vino 
l  piii    passil.ile  e  men   durevole  fanno. 

VENDEMM1AHE.  Co'-  /' "'"  dalla  vi- 
te .  per  farne  il  vino  .  Lat.  vindemiare  . 
Or.'rp.U'-  !>'■  r.  8.  5  Usci  di  Pavia 
ec.  con  lutto '1  carreggio  della  citta  e  del 
contado,  e  con  tulli  .  pascgli  da  v-endem- 
miare,  e  misonsi  nelle  vigne  de  Melane- 
si  e  in  un  di  vendemmiarono,  e  misono 
in'  Pavia  dieci  mila  vegge  di  vino.  nani. 
Inf  26.  Vede  lucciole  giù  per  la  valica. 
Forse  col'a,  dove  vendemmia  ed  ara.  Cr. 
4.  22.  1.  Utile  e  à  conoscere  quando  da 
vendemmiar  sia,  imperocché  alcuni,  in- 
nauti  che  1'  uve  sien  mature  ,  vendem- 
miano. .VoJer.  Colt.  83.  Si  dee  avverine 
di  spiccar  r  uve  intere  dalla   vite  ,  senta 


YEN 


1669 


pevlarle  prima,  quando  si  vendemmia,  h 
q5.  Venendo  1'  uve  a  buon'  ora  ,  e  ven- 
demmiandole quando  1'  altre  ,  verranno 
sempre  a  esser  più  mature  che  1  altre  . 
•-.■:  7'n.M.  Cer.  I.  78.Laqual  può  far  che 
tutto  il  campo  abbonde  De'  necessari  ar- 
nesi, e  che  le  biade  Ogn'  isola  de  Greci 
a  lui  sol  mieta  ,  E  Scio  petrosa  gU  ven- 
demmi e   Creta.   (M) 

if  %.  I.  Vendemmiare,  per  simiUl.  l  re- 
dare. Saccheggiare.  Car.  Long.  rag.  2. 
Giva  scorrendo  e  vendemmiando  tulio  il 
giardino,  come  se  non  ci  avesse  a  fare  se 
non  egli.   (FPl 

%.  II.  J'endemmiare  ,  st  dice  anche  Ji- 
guralam.  del  /dannare  roba  insieme,  iar 
roba  ,  ma  per  lo  piì.  di  malo  acquisto 

8  111  ler  mela/.  Cr.  S.  /-'''■  M- 
Non  vi  guardale  pur  solamente  dalle  fem- 
mine <hc  vi  sono  vietate,  ma  ancora  dal- 
le vostre  mogli  medesime  ec,  che  voi  non 
vendemmiale  olire  misura  .  Coli .  Ab . 
I.<aac  ,  cnp.  49.  Chi  vuole  veiidemnaiare 
colla  menle  g.mdio  nell'  operatione  delle 
cose  occulte,  le  voci  santa  la  visione  gli 
turbano  la  quietudine  del  cuor  suo. 

VENDEMMIATO.  Add.  da  Vendem- 
miare. Lai.  vindemialus.  Gr.  -rpiyc^ii-i. 
Bed.  Ditir.  24.  Se  v'  é  alcuno,  a  cui  non 
piaccia  la  vernaccia  Vendemmiata  in  Pie- 

lrj6tta,  ec. 

f  VENDEMMIATORE.  Ferbal.  masc. 
Che  o  Chi  vendemmia  .  Lat.  vindemia- 
toc.  Gr.  TOJV.lTri'5.  Oli.  Com.  7/./.  24. 
407.  Elli  si  trovcrebbono  molti  niletilori 
e  molti  vendemmiatori.  Cr.  4.  '4-  '■  ^ 
a'  vendemmiatori  ad  ogni  vile  e  conve- 
nevole andamento.  Alam.  Coli.  .,.  67. 
Guarde  il  vendemmialor,  che  l'alma  vile 
Di  porporino  ammanto,  o  d' ambra  e  d 
oro  Veste  i  suoi  figli  ,  che  maturi  ha  in 
"rembo  ;  Truove  i  saldi  ,  odorali  e  tre- 
schi vasi ,  Ch'  esser  vicello  donno  al  suo 

liquore.  ,     j  ^ 

*  VENDENTE.  Che  vende,  .'■erd.  Oa- 
leoll  Varz.  io.  Biasimeremo  dunque  la 
menle  de'  vendenli ,  poiché  sono  tenuti 
-iovare  al  genere  umano,  e  massimamen- 
te alla  patria  ,  e  non  V  aver  conservalo  , 
e  venduto  il  frumento    f  qui  in  for^a  di 

SUSI.).  (Ci 

J  VENDERE.  Alienare  da  se  una  co- 
sa qualunque,  tra.ferendone  il  total  do- 
minio in  altrui  per  prezzo  conv.nulo. 
Lat.  vendere.  Gr.  nw>£Tv.  Socc.nov.VO. 
16.  Scrivemi  mio  fratello  ,  che  se  10  do- 
vessi vendere  ed  impegnare  ciò  che  e  e, 
che  senta  alcun  fallo  io  gli  abbia  fra  qui  ed 
olio  di  mandali  mille  6orini  d'  oro.  E  nov. 
88.  3.  Essendo  una  mattina  di  quaresima 
andato  l'a  dove  il  pesce  si  vende  ec.  ,  lu 
veduto  da  CÌ.1CCO  .  Pass.  242.  Inganna 
anche  la  superbia  1'  uomo,  in  quanlo  ella 
fa  le  sue  cose  pretiose  vendere  vile,  e  1 
altrui  cose  vili  compera  caro  .   f  il.  AS. 


Pad.  l.  20.  Un  secolare  ec.  vendeva  le 
mie  sporlelle,  e  comperavami  quel  che  mi 
bisognava.  Uav.  Mon.  II7.  Perché,  se- 
condoché  non  da  mallo  il  Carafulla  eti- 
mologittava,  vendo  vuol  dir  tenga  e  doj 
le  cose  in  vendila  si  danno,  perdi'  e'  li 
veni;a  quel  tanto  metallo  .vo/i/o  ,  e  credu- 
lo esser  nella  moneta,  e  non  tanti  segni,  o 
sogni  o  petti  di  monete,  fine.  Mari.  rim. 
55.  Quest'  aite  ebbe  1'  origin  d.igli  Dei,  E 
in  Delfo  un  cerio  Apollo  cerretano  La  ven- 
deva a  quei  popoli  plebei.  ^  Sen.  ììen. 
l'arch .  5.  10.  Vendere  ed  alienare  alcu- 
na cosa  é  Irastcrire  in  alili  quella  ragione 
e   dominio  che  v'  ha  sopra  egli.  (TCJ 

§.  I.  Vendere  a  buon  mercato,  vale 
t  cadere  per  poco  prezzo  .  Lai.  vilissimo 
pretto  vendere  .  Fr.  Ciord.  pred.  H.  A 
buonissimo  mercato  vendono  le  anime  al 
Demonio  compratore. 

5'.i  g.  II.  Tendere  a  contanti  ,  vale 
f  cadere  p  r  riceverne  subito  il  prezzo  in 
danari  contanti.  Bocc.  g.  8.  n.  10.  Avven- 
ne che  gli  v  endé  i  panni  a  contanti.  (  C) 

♦  g.  111.  ì'endere  a  credenza,  o  a  cre- 
dito, vale  f  endere  senza  ricevere  il  prez- 
zo .tubilo.  V.  Cr.LDENZA,  g.  XVIII.  e 
CREDITO,  g.  X.   (C) 

-i-  g.  IV.  Vendere  a  danari,  vale  Ven- 
dere con  patto  di  riceverne  il  prezzo  su- 
bito .  ««  Bocc.  nov.  2.  9.  Le  divine  co- 
se ec.  a  denari  vendevano,  e  comperava- 
no ...  (C) 

+  g.  V.  Vendere  alla  tromba  ,  vate 
J'endere  con  autorità  pubblica  a  suon  di 
tromba,  per  liberare  al  maggior  o/feren- 
le  j  Subastare.  'Ine.  l)av.  Slor.  1.  259. 
Ne  tagliarono  a  pezzi  molte  migliaia  ,  e 
molle  venderò  alla  tromba  {  il  testo  lat. 
ha:  sub  corona  venumdata).  Menz.  sai. 
q.  Che  i  benefizii  vendonsi  alla  tromba. 

i^  g.  VI.  Vendere  all'incanto,  vale 
Vendere  per  la  maggiore  offerta,  il/.  /". 
q.  103.  Chi  arcbbe  per  passato  conside- 
ralo la  grandezza  della  corona  di  Francia, 
potuto  immaj:in3ie,  che  ec  fosse  a  tanto 
ridotta,  che  quasi,  come  all'incanto,  la 
propria  carne  vendesse?   iCj 

•?  g.  VII.  l  cadere  al  tino,  si  dice  del 
Vendere  il  vino  allorché  si  svina,  e  pri- 
ma d'  imbottarlo.  Soder.  Colt.  74.  E 
quello  che  per  lo  più  cercano  i  contadi- 
ni, ai  quali  molte  volte  occorre  venderlo 
al  tino.   (Cj 

g.  Vili.  Vendere  a  minuto,  vale  ì  ca- 
dere a  poco  per  voltaj  contrario  di  ì'en- 
dere indigrosso.  Lai.  minutatim  vendere. 
Gr.  y--:tro-o>li~-'.  Bocc.  nov.  77.  3.  Non 
per  vendere  poi  la  sua  scienza  a  minulo. 
come  molli  fanno.  G.  V.  II.  91.  2.  La 
gabella  del  vino  si  vcndea  a  minuto,  ec. 
Capr.  Boll.  Ce  lo  vendono  a  poco  a  po- 
co ,  come  si  dice,  a  minuto. 

f  *  g.  IX.  Vendere  a  pane,  e  simili, 
vale  Vendere  con  patto  di  ricevere  subito 
pane,  o  simili.  Fior.  S.  Frane.  159.  Ar- 
recava in  collo  un  fascio  di  legne,  e  ven- 
deale  a  pane,  e  ad  altre  cose  da  mangia- 
re.  (VJ 

g.  X.  Vendere  a  peso,  a  misura,  o 
simili,  vogliono  Vendere  a  un  tanto  per 
peso  ,  misura  ,  o  simili  .  Bern.  Ori.  l. 
20.  33.  Ma  più  ardire  ha  Orlando  e  più 
core  ,  Perché  la  forza  non  si  vende  a 
braccia .  ^ 

*  §.  XI.  Vendere  a  peso  doro,fgu- 
ratam.  vale  J  endere  a  carissimo  presso. 
V.  PESO,  g.  XIX.  (C) 

f  g.  XII.  Vendere  a  ritaglio,  vale  t  eli- 
dere il  panno,  0  simili,  non  a  pezze  in- 
tere, ma  in  pezze  da  tagliarsi.  Bocc.  nov. 
60.  19.  Schiacciava  noci,  e  vendeva  .  gu- 
sci  a  ritaglio.  Urb.  22.  Convenendoli  solle- 
citar le  cucine,  e  vendere  il  brodo  a  ri- 
taglio l  in  questi  esempli  e  detto  per  si- 
milil.  ). 


i6:o 


V  E  N 


V  E  N 


V  E  N 


§.  Xin.  render  bosioletli .  T.  TJOS- 
SOLETTO  ,  §. 

§.  XIV.  fendere  caro  ,  vale  Vendere 
a  gran  prezzo.  Lat.  magno  pretto  vendere. 
Gr.  TTsU.Oj  Tca/eìv  .  Sen.  Ben.  l'arch. 
6.  37.  Peravvcntura  nou  dìsidcrò  egli  di 
vendere  a  multi,  ma  dì  vendere  caro  ,  e 
di  comperare  a  huon  mercato. 

§.  XV.  ì'ender  gatta  in  sacco ,  vale 
Dare  f  0  Dire  altrui  una  coxa  per  un' 
altra,  senza  che  e'  possa  prima  chiarirsi 
di  quel  che  sia.  Amfir.  Cof.  5.  8.  Percb' 
io  Don  va'*  vendere  Gatta  io  sacco  a  per- 
sona ,  vo*  che  sappia  Tutta  la  cosa  ap* 
punto . 

♦  §.  XVI.  fendere  il  sol  di  Luglio, 
si  dice  in  proverb.  del  Voler  far  parer 
buona  e  cara  una  cosa  ,  che  ne  avanzi 
ad  ognuno.    V.    LUGLIO,   §.    I.    (C) 

§.  XVII.  Vendere  i  merli.  Varch. 
Krcol.  QI.  Quando  presentati  ,  o  senta 
presenti  si  spogliavano  in  farscltino  per 
favorire  e  aiutare  alcuno  ,  come  dice  la 
plelie,  a  brache  calate ,  si  cbiamaao  ven- 
dere i  merli  di  Firenze. 

§.  XVIII.  Vendere  indigrosso  ,  vaie 
far  vendita  di  tutta  la  mercanzia  in- 
sieme j    contrario   di    Vendere  a   minuto. 

*  g.  XIX.  Vendere  la  giustizia,  vale 
Lanciarsi  corrompere  dall'  interesse  nel 
giudicare,    f.  GIUSTIZIA,  §.  XVI.  (C) 

g.  XX.  /  ender  la  pelle  dell'  orso  pri* 
ma  di  prenderlo  ;  maniera  proverh.,  che 
vale  Disporre  d'  alcuna  cosa  prima  eh' 
ella  sia  in  tuo  potere.  Lat-  antequnm  pi- 
sces  ceperis,  muriam  misces.  Vcd.  Vlos. 
l55.  Cecch.  Mogi.  1.  2.  E'  bisogna  pi- 
gliar prima  quesl'  orsù  ,  E  pot  vender  la 
polle.  Malm.  7.  87.  Porcile  innanzi  ch'io 
abbia  preso  V  orso  ,  Vo'  ,  come  si  suol 
dir,  vender  bi  pelle. 

•é-  §.  XXI.  Vendere  lucciole  per  lan- 
terne,  vale  Dare  ad  intendere  una  co- 
sa per  un'  altra.  Allegr.  79.  (  Amsterd. 
1754  )  Che  lucciole  non  vendo  per  lan- 
terne.   (C) 

P.  XXII.  Vender  parole,  0  parolette  , 
vagliano  Ingannare ,  Intertencre  altrui 
con  vane  parole  ,  Dar  chiacchiere  .  Lat. 
verha  vendere.  Gr.  rz-ioT^  >oyo{;  ;  Ta- 
•/«OJKt.  Petr.  cani.  48.  6-  Questi  in  sua 
prima  età  fu  dato  ali*  arie  Da  vender  pa- 
rolette, anzi   menzogne.   Poliz.  st.    I     61. 


Ivi 


attende    sol 


parol 


e  a  vendere  , 


menzogne  a   vii  prezzo  si  niercano. 

g.  XXlll.  ì'cmlere  pe'  contanti  ,  vale 
Vendere  per  riceverne  il  prezzo  subito  in 
danari  contanti. 

5.  XXIV.  l 'ender  pe' tempi,  vale  Ven- 
dere per  ricevere  il  prezzo  con  dilazione 
di  tempo  determinato. 

•f  *  S-  XXV.  Vender  per  torta  la 
fava  ,  figuratiìm.  vale  Garahullarc  ,  In- 
gannare .  Lat.  dfcipere  ,  imponerc  .  Gr. 
?|aT5r«v,  yivKXt^jiv  .  Jiuon.  Fier.  4. 
5.  19.  Ne  posso  creder,  s'  io  gli  odo  ta- 
lora ce.  ,  Che  oon  mi  vcndan  per  torta 
la  fava,  E  m' incartoccin  le  vecce  per  pe- 

§.  XXV!.  fender  sotto  l'asta,  i-ale 
fendere  con  autorità  pubblica  per  con- 
cedere al  maggiore  offerente.  Lat.  vende- 
re sub  basta  ,  hasta  vel  prtrconi  subii- 
eere  ,  per  praconem  vendere.  Gr.  )kou- 
po7tbì)<iX^ .  Amet .  90.  Disperso  il  suo 
pieno  popolo  in  multe  parli  ,  lei  sotto  1' 
mìa  vendeo. 

g.  XXVII.  fendere  vesciche,  f.  VE- 
SCICA . 

§.  XXVIII.  Vendere  alcuna  cosa  co- 
me si  è  comprata,  vale  Darla  ,  Haccon- 
tarla  ,  0  simili  ,  rome  da  altri  è  stata 
data,  o  raccontata.  Cecch.  Esali.  Cr.  4- 
^.  Io  lo  sentii  ilir  (  rosi  pissando  A  ea- 
vallo  a  cavallo  }  :  e  ve  In  vendo  Com'  ii» 
In   comperai. 


?.  XXIX.  Vendere  altrui  checchessia, 
vale  Dare  altrui  ad  intendere  checches- 
sia. Fir.  Trin.  2.  3.  A  me  non  la  ven- 
derà* lu  più  ,  ne  manco  alla  mia  padrona. 

§.  XXX.  Aver  da  vendere  di  checches- 
sìa, vale  Averne  abbondanza ,  Averne  so- 
prahbondantemente. 

§.  XXXI.  Aver  ragion  da  vendere, 
vale  Aver  ragioni  soprabhondanti.  Cecch. 
Inc.  l\.  1.  Tu  hai  ragion  da  vendere. 

§.  XXXIi.  Ogni  bottega  non  ne  vende. 
V.  BOTTEGA,  §.  XIV. 

3  VENDERECCIO.  Add.  Da  vender- 
si. Venale.  Lai.  vcnalis.  Gr.  wvto^.  .V. 
V.  I.  57.  Ordinarono  che  tulio  il  pane 
vendereccio  si  facesse  per  lo  Comune. 

^  §.  I.  Per  Agevole  a  vendersi  ,  a 
trovare  spaccio.  «  Cr.  5.  18.  5.  Se  im- 
prima che  al  sole  si  pongano  (  le  noci  ) 
d'acqua  si  lavino,  diventeranno  più  belle 
e  più  venderecce  «    (A) 

*t  §■  IL  l''!''  Mercenario,  Che  si  muo- 
ve per  danaro,  o  per  mercede.  Lai.  mi-r- 
cenarius.  Gr.  /jttssojjo'pa?.  yov.  ani.  8y. 
I.  Non  volcano  che  uomo  vendereccio  vi 
tenesse  ostello  .  Cavale.  Med,  cuor.  lib. 
X  cap.  f).  Mirabile  cosa  è,  anzi  orribile, 
trovarsi  uomini  venderecci ,  che  40Q0  si 
vili  ,  chi!  per  soldo  si  mettono  a  guerreg- 
giare eziandio  le  guerre,  che  non  son  lo- 
ro ,  e  finno  istimare  ec. 

l'-J  VE.MJEiU'A.  V.  A.  Traffico.  Tuli. 
Amie  98  Avvcgua  Iddio  che  da  molli 
ella  (  rami.vtà  )  è  spregiala,  e  tenuta  co- 
me una  venderla  di  se,  e  come  uno  van- 
lamento  e  moktramcuto  di  se.  (C) 

t  3  VI::NDETrA.  Onta,  o  Danno  che 
si  fa  altrui  in  contraccambio  d'offesa  ri- 
cevuta. Lai.  vindicta  ,  ultio  ,  animadver- 
sio  ,  Gr.  s'/0i'/./i5f;  ,  aa-'-'O  1  tiuwsi?.  . 
fJorc.  nov.  77.  4l-  Con  tutlu  che  (juc- 
sto,  che  io  ti  fo,  non  si  possa  assai  pro- 
priamente vcndetlj  chiamare,  ma  piutto- 
sto gasligamcnto  ,  in  quanto  la  vendetta 
dee  trapassar  1'  offesa  ,  e  quello  non  v* 
aggiugnera  .  fìul.  Par  6-  2.  Vendetta 
proprianienle  è  inlligimento  di  pena  per 
Siiziainento  d"  ira  .  Amni.  Ant.  19.  3.  7. 
Sieti  prr  vL-ndi-tta  1'  aver  potuto  vendi- 
rarr  ;  rbè  s.ippi  rlic  grande  e  onesto  mo- 
do di  vcndfUa  è  il  perdonare.  /:."  g.  33. 
Nobile  maniera  di  vendetta  è  il  perdona- 
re, quando  1'  uomo  ha  podere  dì  prendere 
vendetta.  Tesorett.  /Ir.  18  173.  Ma  di 
notte  e  di  giorno  Pensa  della  vendc-tta  , 
E  non  aver  lai  fretta,  Che  lu  ne  peggiori 
ont.i  .  Dant.  Inf.  7.  Vuoisi  iielT  allo  là  , 
dove  Michele  Fé  la  vendclla  del  S'iperlM) 
strupo.  Petr.  son.  2l8.  Far  poless'io  ven 
detta  di  colei  Che  guardando  e  parlando 
mi  distrugge.  Maestruzz.  3.  9.  3.  Se  la 
intenzione  di  colui  the  si  vendica  ,  prin- 
ripalinente  intende  ad  alcuno  bene  ec.  , 
allora  puote  essere  la  vendetta  lirila.  con- 
servando r  altre  debite  circo>lantir.  Jìern. 
Ori.  1.  l3.  33.  Chi  passa  promilla  Del- 
l' ingiusta  mia  morte  far  vendetta  .  Ar. 
Fur.  26.  60.  Che  ipero  eh'  ald>ia  a  far 
le  mie  vendette.  E  snt.  5.  Accuse  e  lili 
Ncmpre  e  gridi  ascollo  ,  Furti ,  oniìcìdii , 
odii ,  vendette  ed  ire. 

*  §.  I.  Far  vendetta  ad  uno,  vale  ta- 
lora /ienderglt  giustizia  ,  ragione.  Dant. 
Purg.  IO.  La  misercUa  infra  tulli  mstoro 
Parca  direr  :  Signor,  fammi  vendrlla  Del 
mio  B^liuol  eh*  h  morto  ,  oiid'  io  ni'  ac- 
coro. fVf 

<=  §.  II.  far  vendetta,  talora  vale  Fa- 
re ammenda,  jH'nitensa.  Vit.  S.  M.  Madd. 
18,  Cile  tu  nti  dia  grafia  di  far  vendetta 
con  verace  penilcniia  dell'  ingiurie  clic  io 
t'  ln'  fatte  .  /■.*  appresto  :  Non  si  rrrdcva 
mai  poter  laiiarr  di  fare  vemlclta  di  »b , 
tanto  rpianto  ella  desiilerava.  (Vj 

*  g.  III.  fliiTivr  vendetta,  vale  Fsser 
icndicato  per  mano  altrui.  Albert.  2.  38. 


Senta  disonore  e  vituperio  vivere  non  po- 
trei, ricevendo  veodelta  gìudicìale.  Voglio 
tentar  la  ventura  ,  e  la  vendetta  per  me 
facendo,  a  lui  ce  (CPj 

*  g.  IV.  Vendetta,  per  Punizione,  Ca- 
stigo alla  latina.  Car.  Fn.  lib.  X  O  se  i 
celesti  Han  di  ciò  cura,  di  lassù  ti  caggia 
La  vendetta  che  merla  opra  si  ria.   fBr) 

§.  V.  Diciamo  in  proverh.  •  Siedi  ,  e 
gambetta  ,  e  vedrai  tua  vendetta  j  esor- 
tando  altrui  a  lasciar  la  vendetta  dell'  of- 
fesa a   Pomeneddio. 

*  g.  VI.  Vendetta  di  cento  anni  tiene 
i  lattaiuoli  ,  dicevasi  proverh.  ad  accen- 
nare Che  il  desiderio  della  vendetta  si 
mantien  sempre  vivissimo  nel  vendicati- 
vo .  u  Ott.  Com.  tnf.  29.  498.  Onde  fe 
tra  noi  un  molto  ,  che  vendetta  di  cento 
anni  tiene  lattaiuoli ,  siccome  il  fanciullo 
che  allatta,  e  nota  qui,  che  il  malvolere 
che  ebbono  in  vita,  seguita  li  dannati  in 
morie  •».  (C) 

VENDETTACCIA.  Peggiorai,  di  Ven- 
detta; J'endetta  grande.  Fr.  (itord.  Pred. 
li.  Le  vcndettacce  crudeli  che  tengono 
occulte   neir  animo. 

't  *  VENDETTUCCU.  Dim.  rfi  Ven- 
detta jPiccolavendctta.  .Segner.  Parr.instr. 
cap.  21.  Sono  sempre  ne' difetti  raedesi- 
nii  ec  .  vanità  mentite,  veodettucce  me- 
ditate ,  sdegni  nascosti,  per  cui  può  du- 
bitar.-i  ec.    (A) 

VENDEVOLE  Add.  Venale,  Da  ven- 
dersi.  Lai.  venalis.  Gr.  cuvto;.  Sallust. 
tug.  B.  La  repubblica  è  suta  vendevole. 
E  appresso  :  Là  dove  si  facea  il  mer- 
cato delle  cose  vendevoli  di  tutto  1  rea- 
me 

t  *  §■  Pff  Agevole  a  venderst,  a  tro' 
vare  .tpaccio  .  Trntt.  pece.  mort.  Por- 
tano al  mercato  le  cose  venali  più  mina- 
le e  più  vendevoli.  (lì) 

t3  VENDIBILE.  Add.  Che  può  ven- 
dersi facilmente.  Lai.  vendibilis  Gr.  wvto^. 
i!f  Éem't.  Lett.  2.  3.  56.  5tampi  per 
sua  fé  questa  sola,  che  ognuno  la  com- 
prerà ;  che  accompagnata  non  fia  veodi- 
bde.   (C) 

^  g.  Vendibile,  per  meta/,  dicesi  di 
Persona  che  si  può  indurre  con  donati- 
vi o  con  mezzi  simili,  a  fare  a  prò  d'  al- 
cuno quello  che  non  si  conviene.  «•  Cuicc. 
Stor.  10-  Fattisi  vendiliili  e  corrultilùli . 
sono  tra  lor  medesimi  sotlcolrale  le  di- 
scordie ■».   fCj 

VENDIBILISSIMO.  .V/z/ier/ ,  di  Ven. 
dihile.  Lat.  maxime  vendibtlir.  Gr.  ^a- 
M'STX  t'ivio;.  Zibald.  w^/ii^r.  Portano  mer- 
grande. 


ild.iliì 


di 


spai 


canne    veudilulissime    «1 

t  VENDICABILMENTE.  Avt^rh.  Con 
vritdetta  ,  Con  animo  vtndicativo .  Ott. 
Coni.  Purg.  20.  36;).  Fa  dolce  l*  ira  tua 
nel  tuo  animo,  la  quale,  se  ditrenderàe 
a  punire  veadicabìlmentc,  6a  amahssima 
a' miri. 

VENDICAMENTO.  //  itmdicmre;  Ven- 
detta   Lat.   ultio,  vindicta.  Cr.  t«&t'/>]9i^, 

VENDICANTE.  (Jt$egli  che  si  vendica. 
Lai  .  ulciscens  .  Gr.  iJtoc/n:  «a;  Frane. 
Itarb.  80  21.  Che  *1  primo  male  ono- 
ra Lo  vcndicanle  se  ragione  attende-  Mae- 
slruzz.  2.  9.  3.  Se  r  inleniione  del  ven- 
dicante intenda  principalmenle  nel  male 
d'alcuno,  del  quale  e*  si  tendira,  e  qui 
si    riponi,  non    h  licita    fla    vendetta^, 

t  VE.NDICANZA.  V-  4.  Vmdetta. 
Lai.  ultio,  vindicta.  Gr.  iVotxijttf,  ajMvvi) 
f.sp.  Pai.  f\ort.  Appresso  ne  nasce  »pci- 
tanienle  battaglia  ,  appresso  disiderio  di* 
vendicanta  1  il  /iigolt  qui  avvisa  che  que- 
sto esempio  appartiene  al  Tratt  l*ecc. 
Mort.  e  che  ti  codiet  Redi  pag .  I S 
ha  vencanta  ).  Tav.  flit.  A  «rodo  meis«r 
Lancilollo  presa  la  vendicaita  del  cara- 
lierc.  O    Tnitt.  Virt.    Vor    19.  Losvcon- 


du  mislien  m  è  clic  uomo  non  prende  a 
veoilicanzj  del  misfalto.   (t) 

VENDICARE.  Far  vendetta.    Prender 

vendetta  s  «  ^'  "^^  '"  ^'S"'/'^-  <>"■  * 
neutr.  pass.  Lat.  fi/irfiVdf-e,  utcisci.  Gr. 
Sxo'ixsTa  J7ofC.  «or.  77.  33.  Se  perciò 
questo  m*  ha  fallo,  m.il  s'  è  sapulo  ven- 
dicare. E  num.  ^l.  Perciocché  se  io  ven- 
dicar mi  votesii  ce  ,  U  tua  vita  non  mi 
basterebbe,  /i  nani.  5S.  Rinieri  ,  ben  li 
se*  oltre  roiaura  xemUco.  Vani.  l'urg. 
l5.  Vendica  te  di  quelle  braccia  ardite  , 
Ch'abbracciar  uuslru  figlia.  E  21.  Nel 
tempo  chc'l  buon  Tito  con  1'  aiuto  Del 
sommo  Rege  \endicò  le  fora.  Onde  usci 
*1  sangue  per  Giuda  venduto.  Pelr.  canz. 
5.  6-  Cortese  no,  ma  conoscenle  e  pia  A 
vendicar  le  dispietale  offese.  Stor.  Eiir. 
2-  3-.  Il  Conte  ec-,  per  vendicare  una 
tanta  ingiuria  ec. ,  cacciò  per  fona  il  Ve- 
scovo. *  Jmtti.  Jnt.  19.3.  7.  Sicliper 
Tendetta  l'aver  potuto  vendicare;  che  sap- 
pi che  grande  e  onesto  modo  di  veudelta 
è  il  perdonare.  (ì')  Cnpr  Boti.  8-  ijS 
Il  vero  modo  di  vendicarsi  co*  uimici  suoi 
sia  il  diventare  di  mano  in  mano  miglio- 
re, jémbr.  Co/.  4-  j5-  ^^"^  *'  '"^  °^°  '"' 
V  radico  A  selle  doppii,  che  mi  venga  \\ 
canchero. 

V?  g.  I.  J'endtcare ,  alla  latina,  vale 
ancora  Attribuire  a  sé  stesso.  Far  sua 
una  cosa.  Ca\-alc.  Espos.  Simh.  2.  5. 
Ragionevolinenle  cello  vendica  e  occupa 
tutta  la  vita  mi.i  Cristo,  lo  quale  per  la 
mia  pose  la  sua.  (Fj  Car.  Oraz.  l.di  S. 
Oreg.  yazianz.  Con  le  niiin  brutte,  e  con 
l'anime  profane  si  cacciano  in  queste  cose 
santissìnie  ,  prima  che  sìan  pur  fatti  degni 
d' inlervoDÌrvi  ;  se  ne  venlicano  la  premi- 
nenza,  facendo  una  calca  e  un  impelo  .igli 
altari,  ec.  (M) 

*!^  §.  II.  Fendicarsi  in  lihertà,  usato 
alla  latina,  vale  Bipigliare  la  propria  li* 
berta  per  giustizia.  Cuìcc.  .^tor.tom.  11. 
Jacc.  227.  fcdis.  J819)  Accompai;nati  da 
quegli  tiranni  che  sotto  nome  di  Principi. 
e  da  quelle  città  che ,  vendicatesi  io  liberl'a, 
non  riconoscevano  più  1'  autorità  dell' 
Imperio.  (Pe) 

*g.III.  Fenduare,  per  Pagare ,  Com- 
pensare, preso  in  mala  parte.  Pav.  Esop. 
l3o.  E  perchè  ora  sì  forte  piagni  (parla 
l'asino  al  cavallo  prima  superbo,  edora 
avvilito),  partendosi  da  te  tanta  arroganza? 
Ragion  è  che  vendichi  il  superbo  stato  con 
tanta  miseria.  (Ff 

*  VENDICATIVAMENTE.  Jwerb.  la 
modo  vendicativo.  Plut.  Àdr.  Op.  Mor. 
1.  x30-  Pindaro  troppo  aspramente  e  ven- 
dicativamente dice  :  Ogni  sforzo  si  faccia 
Pecche  il  noilro  nimico  estioiu  giaccia-  f  Cj 

VENDICATIVO.  Jdd.  Che  ha  stimolo 
di  vendetta  j  Inclinato  alla  vendetta.  Lat. 
V index ,  ultor.  Gr.  */d'txo;.  M.  l  .  9.  79. 
Come  signore  animoso  e  vendicativo,  non 
posava.  E  II.  78.  Il  Marchese  era  di 
grande  animo  ,e  vnendicativo.  l'ranc.  Sacch. 
nov.  187.  Se  alcuno  uomo  di  corte  fu 
Tcndicalivo  ,  e  tenesse  a  mente,  fu  messer 
Dolcìliene. 

*  S-  Per  Appartenente  a  vendetta.  Ca- 
vale. Specch.  Cr.  i38.  La  giustizia  è  in 
Ire  modi,  ovvero  si  divide  in  tre  parli, 
cioè  in  giustizia  vendicativa,  che  sta  in 
punire  ;  ec  (V) 

VENDICATO  .  Add.  da  l'indicare  . 
Cuid.  G.  Comandóe  che  gli  fosse  trailo  it 
troncone  della  ferita  ,  il  quale  quando  ne 
fue  fuori,  iorontjoenle  Deifobo  rcndèo  I'  a- 
nima  vendicala.  Stor.  Eur.  2.  34- E  che 
questo  sia  il  vero ,  lo  dimostra  la  non 
vendicata  morte  di  Folco  Arcivescovo  Re- 
mense. * 

tVENDICATORE-  Ferbal.masc  Che, 
o  Chi  vendica,  o  si  vendica.  Lai.  ultor, 
vindex.  Gr.  t/.$i./..'^.  3lor.  S.     Creg.    Il 


V  E  N 

coltello  e  vcndicalor  delle  iniquit'a.  Bocc. 
Lctt.  Pin.  fio.ts.  280.  La  natura  ancora 
nelle  mani  de'  figliuoli  pose  il  cullello 
vendicatore  deH'  onte  fatte  a'  padii  (  così 
ne*  testi  a  penna  j  questo  luogo  manca 
neW  edizione  del  ì')2'ì).  E  z^z.  Affticano, 
avendo  Cartagine  eNunianzia  ccabballulc, 
trovò  io  Roma  ucciditoic,  e  non  vendica- 
tore. Liv.  J/.  Ahi  Iddio,  Iddio,  vcndicalor 
de'  Re. 

t  VENDICATRICE.  J  erbai. fem ni.  Che 
vendica.  Lai.  ullrix.  Gr.  »5  '1^.01X0^.  Filoc. 
4.  76  Oimè,  disse  Biancofiore,  Ìo  dubito 
che  la  vendicatrice  Dea  giustamenle  meco 
si  crucci.  Ovid.  Pisi.  81.  (>  Ercole,  ri- 
guarda ,  e  raccorditi  che  colle  lue  vendi- 
catrici forze  hai  umiliato  dinanzi  date  lutto 
il  mondo.  Tass.  Cvr.  2.  23.  Dunque  in 
te  sola,  ripigliò  colui,  Cadera  1'  ira  mia 
vendicatrice-  E  17.  38.  E  porla  ,  liberando 
il  Ite  soggetto.  Su'  Franchi  I'  ira  mia  ven- 
dicatrice. 

t-;- VEKDIC  AZI  ONE.;"  Vce  poro  «.r<i/rt. 
T  cadetta.  Il  vendicare.  Palm.  Fit.  civ. 
lib.  3.  pag.  67.  (ediz.  1629)  Quinci  (dal- 
l' umana  moltitudine j  derivano  le  comodi- 
t'a,  i  beueficii  ce.  ;  nel  medesimo  modo  i 
mcrili  ,  gli  onori,  i  premii,  le  veudicazioni, 
vituperii  e  pene  hanno  avuto  la  propria 
origine.  (/}/ 

fVENDICllEVOLE.  Add.  Che^-endica, 
J'endicativo.  Lat.  vindex.  Gr.  s'/oi/O^. 
Ovid.  Pist.  210.  Ella  f/JiVi/irt;  ti  vendica 
colla  sua  vendichevole  ira.  Aniet.  56.  A 
portare  i  vendichevoli  archi  di  Laloua  ,  e 
a   seguir  lei    ne'  miei  puciilì  anni  mi  diedi. 

VENDICO.  /  .  A.  Add.  fendicato.  Fr. 
Ciord.  Pred.  S.  Ma  però  non  se  ne  tien 
pagalo,  ne  vendico.  Bcmb.  pros.  2.  Il3. 
I  prosatori  parimente,  che  ancora  essi  cerco, 
e  desto,  ed  uso,  e  vendico  ce.  in  vece  di 
cercato,  e  destato,  ed  usato,  e  vendicato 
ec.  d.ssero.  {'iri(f.  (\ilv.  2.  37.  Non  si 
vedrebbe   mai   vendico,  o  sazio. 

VENDI.ME.NTO  Jl  vendere.  Lai  vea- 
dilio.  Gr.  -Tsàii;.  Paol.  Oros.  Le  rapi- 
ne delle  ricchezze,  le  prede  del  bestiame, 
gli  vcndtmenli  de'  morti,  e  le  presure  de' 
vi\i,  fece  la  frode  d'  uno  feroce  .  /Jut. 
Usura  è  veodimcnlo  di  tempo,  e  uso  delle 
cose  che  non  hanno  uso. 

7  VENDITA.  Sust.  Contralto,  in  vir- 
tù del  quale  si  aliena  una  cosa  mediante 
un  prezzo  .  Lai.  venditio  .  Gr.  TTsast;. 
Bocc.  nov.  25.  4-  Fattosi  chiamare  il  Zi- 
ma,  in  vendita  gii  domandò  il  suo  pala- 
freno. E  nov.  80.  4-  Ragionano  di  cam- 
bii  ,  di  baralti  ,  e  di  vendite  ,  e  d'  allri 
spacci.  Pass.  I26.  Alcuni  gli  chiamano 
compera  e  vendila,  o  guadagnare  per  lo 
rischio,  o  a  provvedimento.  Maestriizz. 
2.  16.  Che  sarà,  se  il  venditore  giura  di 
non  \enire  contro  alla  vendila  ?  E  ap- 
presso: Puolc  fare,  ovvero  a  compimculo 


V  E  N 


1671 


prezzo,   ovvero  a  rompere    la    veO' 


odila. 


del  ^ 

'venditore.  Fcrbal.  masc.  Che, 
o  Chi  vende  .  Lat.  vendifor  .  Gr-  TipU- 
T>5;.  Lih.  Am.  G.  Tom.  Più  vile  si  com- 
pera la  cosa  la  quale  è  posta  a  vedere,  che 
quella  della  quale  lo  venditore  è  prega- 
to. Maestruzz.  2.  16.  Che  sarà  se  il  ven- 
ditore giura  di  non  venire  contro  alla 
vendita  ?  Buon.  Fier.  3.  3.  8.  Venditori, 
oblatori.  Compratori,  avventori. 

venditrice.  Ferbal.  femm.  Che 
vende.l.al.  venditrix.  Gr.  7::v.r:tv..  v  Plut. 
Adr.  Op.  mor.  4-  174*  Ambiduoi  amavano 
d'  amore  una  venditrice  di  corone.  (Cj 

*  VENDIZIO.NE.  Foce  poco  usata, 
rendita  .  Stat.  Pist.  Polg.  21.  Sia  te- 
nuto di  far  fare  al  notaio  de'  delti  operai 
la  caria  della  vcndizione  del  dello  sugel- 
lo. l-J  23.  E  tulle  le  carte  di  vendizionc, 
o  d'  alienazione  ce.  sicno  casse  e  vane.  fCj 
Car.  Bett.  An.vl.ltb.  1.  e.  5.  Ed  in  tuo 
arbitrio  si  dirà  che  siano,  quando  abbi  la 


potcslà  di  alienarle.   E  chiamo  alienazione 
la  donazione,  e  la  vcndizione.  (  3fj 

VENDUTO.  Add.  Lat.  venditus.  iii. 
7li~oi/.jx^JO^.  Vani.  I  urg.  21.  Nel  tempo 
che  "1  buon  Tito  con  1*  aiuto  Del  sommo 
Rege  vendicò  le  fora,  Onde  uscì  esan- 
gue per  Giuda  venduto.  /-"  Par.  27.  Ke 
eh'  io  fossi  figura  di  sigillo  A"  privilcgit 
venduti  e  mendaci.  Bocc.  nov.  55.  7.  Videsi 
di  tal  moneta  pagato,  quali  erano  state  Ic- 
derrale  vendute.  Buon.  Fier.  2.  5.  i.  La 
qual  poi  più  volte  Fatto  stlavo  ,  e  vendulo 
e  rivenduto,  M'  ha  reso  caro  a'  miei  si- 
gnori. 

VENEFICIO.  P.  L.  Malia.  \.iii.  vene- 
Jiciuni.  Gr.  c^y.pp.'J./.t^'sic,.  Maestruzz.  2. 
2.  Manifeste  sono  Y  opre  della  carne,  le 
quali  sono  fornicazione  ec,  veneficia  ,  ini- 
micizie,  contenzioni,  ec. 

V  §.  J'caeficio,  da'  Criminalisti,  si  dice 
del  Delitto  di  avvelenamento,  siccome  Ve- 
nefico l*  avvelenatore  e  fabbricatore  di  ve- 
lem    (A) 

VENEFICO.  V.  L.  AJ'atturatore ,  Stre- 
gone. Lai.  vcnt'Jicus.  Gr.  t^v.p'j.oui-j-;  . 
Bett.  Tuli.  76.  Quando  vedevano  la  fem- 
mina lussuriosa  si  1*  accano  per  venefica 
inionlanente- 

g.  l  er  Fabbricatore  dt  veleni.  Lai.  ve- 
nejìcus.  Gr.  axpy.oi.xoiòr,^ .  Sen.  Jien. 
Pareli.  5.  i3.  Come  è  vcneGcOj  ovvero 
avvelenatore,  colui  il  quale,  credendolo 
tossico,  dà  a  bere  ad   uno  del  trebbiano. 

VENENARE.  F.  L.  Avvelenare.  Lai. 
venenare.  Gr.  fy.za%/ZJit.'J.  Fr.  Jac.  T. 
4-  4-  '5.  E  *1  blando  draco  si  m'  ha  ve- 
nenato. 

VENENATO.  /'.  L.  ^dd.  da  J  cncna- 
re.  Lat.  vcnenatus.  Ci.  lai 6 /ì;.  Bocc.  l'it. 
Dani.  255-  Il  quale  da  molti  e  vani  casi 
della  fortuna,  pieni  lutti  d*  angoscia,  e  di 
amaritudine  venenali,  si-T  slato  agitalo  (qui 
fìgurattwi.  ).  Bern.  Ori.  1.  1.  37.  Così 
col  venenato  strale  al  fianco  Sì  doleva  d' 
Amor  niiaeramenle. 

*-j-  •'.'  ù-  l'^f  l  cnenoso.  Alam.  Colt.  3. 
62.  Indi  che  '1  Sol  la  venenata  coda  Toc- 
ca dello  Scorpion.  già  truova  posa  11  bol- 
lente vapor,  lu  chiama  allora  ec.  ^'4.  80. 
Già  r  acceso  Scorpion  dai  raggi  oppressa 
Non  sente  più  la  venenata  coda.    (F) 

VEXEMFERO.  /'.  l-  Add.  Fencwso, 
Pten  diieneno.  Lai-  veneaifer.  Gr.i'OfSo>o;. 
Bocc.  nov.  37.  12.  Dal  cui  venenifero  fiato 
avvisarono  quella  salvia  esser  veiienosa  di- 
venuta. Tit.  S.  Ant.  Trovòe  in  quella 
ampollioa  un  ragno  venenifero. 

3  VENENO.  Sostanza  che,  presa  per 
bocca,  o  applicata  esteriormente  alleferi- 
te,  uccide,  o  almeno  cagiona  mortali  ac- 
cidenti. Lai-  venenum.  Gr.  »a;;x«)tov.  Tvs. 
Br.  5.  I.  Tuli'  i  veneni  sono  freddi  ;  pero 
addiviene  che  1'  uomo  n'  ha  paura  .quando 
egli  n'  è  ferito;  perocché  l'  uomo  è  di 
calda  natura,  e  però  fugge  la  ireddura  del 
veneno.  Egli  è  appellalo  veneno  ,  perocché 
egli  entra  deutro  dalle  vene,  e  non  avreb- 
be podere  di  mal  fare,  se  non  toccasse  Io 
sangue  dell'  uomo  ;  e  quandti  'I  tocca,  lutto 
r  arde  infin  che  1"  uccide,  se  non  vi  si  fa 
argomenti.  Dittam.  5.  16.  Con  diversi  ve- 
neni grandi  e  parvi. 

*;-  §.  I.  E  figuratam.  u  Petr.  son.WQ. 
Per  quel,  ch'io  sento  al  cor  gir  fra  le  vene. 
Dolce  veneno.  Amor,  mia  vita  è  corsa  ».  (C) 

^'  g.  II.  Jenrno,  per  Odio  Ar.  Fur. 
24.  112.  Si  piglia  finalmente  per  consi- 
glio Che  i  duo  gucrrier,  deposto  ogni 
veneno  ,  Facciano  insieme  tregua.   (M) 

VEN'E^'OSISSIMO  .  Superi,  di  lenc- 
noso.  Guicc.  Stor.  9.  ^4J-  Non  poteva 
partorire  altro  che  frulli  vcncnosissimi. 
i'arch.  Lcz.  5o3.  Altrove  aviaino  a  parla- 
re lungamente  di  questo  rabbioso  mostro, 
e  venenosissima  peste. 

VENENOSO.  Add.  Velenoso.  Lai.  ve- 


1672 


V  E  N 


nenosus.  Gr.  tOj95'/o;.  Dani.  Inf.  17. 
Turceodo  in  su  U  vL-ocnosa  Turca,  Cli^  a 
guisa  di  scorpioii  la  jiunUi  armava.  Cr.  2. 
l5,  8.  Gli  animali  che  ce.  si  generano  ne' 
laghi  sollcirauei,  ì<ìu  vcncnosi.  Alani.  Colt. 
!•  22.  lì  nun  rit:eva  La  veneuosa  creta, 
o  M  scccu  lul'u ,  eh*  alle  serpi  e  scorpion 
soo  proprio  all>ergo. 

§.  Fi^uratam.  J?  Btlc.  Vit.  Cotanti/. 
3o8.  E  udentlu  Dun.Uo  questa  venenusa 
lingua  scriicnlina ,  con  grande  ardire  ri- 
spose. (C)  Ciiicc.  Stor.  18.  101.  Un  li- 
Itro  contro  la  iinpietà  e  venenosa  eresia 
di  Martino  Lutcr. 

VENENTE.  VfgnenU.  l^^l.  futurus  , 
proximus.  Gr.  ya>>.wv,  ev5?Tw;.  Cr.  !^. 
35.  2.  Anche  ditono,  «he  se  '1  vino  eoa 
la  feccia  lungo  tempo  dimori,  che,  ve- 
nentc  il  cdore  ,  ella  si  gli  s'  incorpora  , 
che  del  suo  sapore  si  vizicrà.  E  IO.  33. 
1.  E  M  lupo  venenle  ,  volendo  pigliar  l' 
oca,  0  r  agnello,  cade  nella  fossa  col  gra- 
tìccio sulùlamcnlc  rivolto.  Ftr.  Pise,  ari. 
9^.  Allora  ordinò  il  Pudcslà,  che  che  se 
lo  movesse,  di  trovarsi  la  mattina  vencDle 
in  sul  luogo  con  ambedue  le  parli. 

t#  VENE.NUZZO.  Piccai  veleno.  Cas. 
leu.  Gualt.  21 3.  Pur  lio  voluto  che  lo 
sappiate,  acciò  che  se  questo  onoralo  gen- 
tiluomo seminasse  di  cusla  ancora  il  suo 
venenuzzo,  possiate  risponder  per  me  (qui 
figitratant.  ).  (!) 

VE.NEl'.ABILE.  /Idd.  Da  esser  vene- 
rato ,  Degno  di  venerazione .  Lai.  venC' 
rahilis  .  Gr.  v-ìòiiiu-o;  .  Bocc.  nov.  60. 
18.  Quivi  trovai  il  vcneraliil  padre  mcsser 
Nonmililasmetescvoipiace.  .'Imm.  Ant.  li. 
^.  4-  Lo  parlare  cose  disusate  fa  parere 
r  uomo  vencraliile.  Dant.  Par.  11-  Tan- 
to che  'l  venerabile  Bernardo  Si  scalzò 
prima.  Petr.  cnnz.  II.  2.  Pon  mano  in 
quella  vencralnl  chioma  Seturamcnte. 

V  §.  //  ì'cnerahile,  dìccsi  per  antono- 
masia f  in  forza  di  snst.  ,  il  Santissimo 
Sogramento  ilell'  altare.  IJisc.  Malm.  L' 
csposiiEÌouc  del  Vtfiicrahile,  che  volgarmente 
dicono  le  Quarantore.   (Aj 

VENERAR1LISSI:M0  .  Superi,  dt  ì'e- 
nfrahite  .  Bui.  Par.  \.  I.  Ma  non  con- 
>cntcndomi  la  conscicniia  di  scontentare 
li  auditori,  cioè  li  mici  maggiori  venera- 
bilissimi, ce.  lied.  l.sp.  nrt/.  8.  Tra' quali 
potrei  nominarvi  alcuni  Padri  della  vostra 
venerabilissima  Compagnia  di  Gesù. 

t  *  VEìNERAUILITA' .  Astratto  di 
1  l'ncrahile.  Lat.  *  venerandi itas.  Gr.  isia-^Ò- 
T/);.  Sahin.  Disc.  2.  3l6.  Ai  maggiori 
noi,  e  padri  loro,  dicevano:  la  vostra  re- 
verenza ,  sobrii'l'a  ,  gravila  ,  vcnerabdità  , 
sanlilSi,  beatitudine  ,  parlando  a  loro.  .SV- 
gner.  Pi  ed.  IO.  9-  Che  votele  voi  eh'  io 
vi  dica?  ce.  Ch'  ivi  lullc  1'  eia  dell'  unmo 
concorreranno  a  formarvcne  un.i  perfetta 
cr.  la  ^irihtà  con  la  sua  robustezza,  la 
vecchiaia   con    In   sua  venerabilillll  (*) 

VENERANDISSIMO.  .SV7.cr/.  di  Vene- 
rando. Teol.  niixt.  Per  %  ero  amore  non  si 
solltomctte  alla  vcnerandi>sima  niaesladc. 
VENEUANUO.  Add.  I  enerahile.  l.ut. 
venerandus  .  Gr.  v.Còì'Sta.Oi  .  /foce.  nov. 
17.  6a.  Serondorhfc  loro  era  slato  impo- 
sto dalla  Veneranda  donna  .  Jiiion.  f'irr. 
5.  4*  ^-  •^"  siate  un  po'  a  sentir  se  '1  ve- 
nerando Celio  ci  fu  cortese.  *".=  Palm.  /  it. 
civ.  hb.  3.  pag.  76  (  Fir.  |52<)  )  Tem- 
perati tulli  nel  vivere,  fedeli  agli  amiri, 
f)Ìi  tutti,  e  aniplissiniatnenle  Dia^nifiei  nel* 
e  venerande  rrlebiilì  de'  rutti  di*ini.  i lì) 
Porgh.  l'est',  l'ior.  ^.Ij.  Lamberto  di  ve- 
neranda memoria,   (y) 

■\-  VENFMANTE.  Che  venera.  Segner. 
Crisi,  instr.  i.  12.  l5.  Congiungc  alle  no 
tire  suppliche  ancor  le  sur,  e  in  atto  imiilc 
e  veuer.inte  ehiede  per  noi  o^ni  bene 
{parla  di  (iesn  Cristo  nella  mesta  ).  (l'P) 
VENEHAiNZA.    F.  A.    f'enerasione , 


YEN 

Lat.  veneratio  .  Gr.  'sìCv.'Sp.'A  .  Bui.  Si- 
gni6ca  ce.  acquistamenlo  ,  e  vittoria  in- 
contra a  colui  che  cerca  ce.  e  veneranza, 
e  regno ,  e  He. 

VENERAHE.  Fare  onore  ,  Biverire  , 
Onorare  con  rci'crente  osservanza  .  Lat. 
venerare^  colere,  ohservare.  Gr.  o^SfsOxt, 
aiosrsGKt,  Se^aTiejsiv.  Albert,  cap.  ^. 
Lo  giusto  vive  della  fede  ;  e  intendo  la 
fede  cattolica  universale,  la  quale  la  Ho- 
mana  Chiesa  insegna,  e  coltiva,  e  venera. 
Amm.  Ant.  II.  9.  11.  Dalle  ecclesiasti- 
che lettere  siamo  noi  sempre  ammoniti 
di  quello  che  per  noi  fa  ,  cioè  giudicare 
lo  diritto  ,  voler  lo  bene ,  e  venerar  le 
cose  divine  .  Tes.  Br.  6-  5.  E  spezial- 
mente si  conviene  a  noi  di  venerare,  ma- 
gnificare, e  glori6care  Domeneddio  sopra 
tutte  cose.  G.  /'.  5.  l!\.  Z.  Ma  conveniasì 
che  fosse  in  parie ,  ove  fosse  venerato  a 
Dio  (così  nel  testo   Dav.J. 

VE.NEltATO.  Add.  da  f'enerare.  Lat. 
icnerains .  Gr.  'j£6a?/iH04  .  /font.  Par. 
33.  Gli  occhi  da  Dio  diletti  e  venerati  , 
Fissi  negli  orator,  ne  dimoslraro.  Bemb. 
stanz.  137.  Cosi  VOI  d'  uopo  qui  più  non 
rai  sete,  Tanto  ci  son  temuta  e  venerata  . 

•J-  VENERATOnE.  l'erbai,  masc.  Che, 
0  Chi  venera.  Lai.  venerator.  Gr.  aiQxi- 
■zrli.  S.  Àgost.  €.  D.  Li  Cristiani  vene- 
ratori del  vero  Dio  ,  e  dcsidcralori  della 
superna  patria  ,  da  questa  scelleratezza  sì 
guarderanno  .  Menz.  rim.  1.  62.  Vene- 
rator piimiero  Sarò  di  quella  gloria,  ood' 
ci   sormonta  . 

VENEIIATRICE.  V erbai,  femm.  Che 
venera  . 

VENER.KZIO.NE.  //  venerare.  Lai.  ve- 
neratio, cultiis.  Or.  <sit'X.z}J.%.  Hfaestrtizz. 
Culto  divino  si  dice  volgarmente  per  ve- 
nerazione che  si  fa  a  Dio  con  alti  interni, 
o  esterni.  l'ir.  .Is.  1 19.  Gran  latto  sar'a 
per  cerio,  se  io  con  comune  sacrifìcio  ilu- 
biterò  della  scambiala  mia  venerazione. 

^  §.  AiCre,  o  Tenere  in  venerazione, 
vale  I  enerare.  Segner.  Pred.  I  al.  Ap.  3. 
16.  Adìachè  quel  Grande  arguisse  quanto 
la  nobdt'a  europea  tenesse  in  venerazione 
la    fc   di   Cristo.   {TC} 

t  VENERDÌ',  e  anticam.  VENAIlDl'. 
J\'ome  del  sesto  giorno  della  settimana  . 
Lai.  '  dics  l'encris  .  Cr.  *  TKpxsxey»;* . 
Bocc.  now  ^8.  IO-  Avviene  che  ogni  ve- 
nerdì in  su  questa  ora  io  la  giungo  qui, 
equi  ne  fo  lo  strazio  che  vedrai.  G.  /'. 
7.  3l.  1.  Venula  in  Firenze  la  novella  il 
venerdì  sera ,  il  sabato  mattina  nioser 
Gianibcrtaldo  ec.  sì  patii  di  Firenze.  Mae- 
struzz.  I.  39.  Ancora  il  mercoledì  f  '1  ve. 
nardi,  e  il  sabato.  /'.  2-  25.  Onde  a  uno 
Conle,  che  >Ì  fosse  boLito  di  digiunare  il 
venardì  in  pane  e  acqua,  non  haslercbbc 
a  edificare  uno  aliare,  l'it.  SS.  Pad.  2. 
210  indino  che  la  quatta  e  sesta  (cria, 
cioè  la  mezzedima  e  "1  venerdì,  gli  fosse 
posto  la  sedia  nella  piazza  dmanzi  alla  rhiesa. 

*  VENERE.  Terni  dt'  Uilofogì.  .\ome 
di  una  Divinità  de'  Gentili,  la  quale  era 
creduta  Madre  dell'  amore  ,  r  Dea  della 
bellezza.  (Al 

s?  g.  I.  Onde  per  meta/,  favellando  é' 
una  bella  donna,  si  suol  dire:  iltla  e  una 
renere.  (C) 

#  g.  IL  Per  Grazia,  l  enustà.  A/am. 
nov.  Ar'a  quella  differenza  die  sì  trova 
da  una  persona  viva  atl  un*  immagine;  >n 
questa,  soli  si  pojiion  cninprendere  1  linea 
nienti  ec.  in  quella  ,  (diro  a  tulle  (pieste 
rote,  t  moli,  i  sendiianlt  ,  le  faltrtic  ,  i 
membri  e  quella  venere,  rlic  più  d'  ogni 
altro  esliniarono   gli   antichi  saggi. ///r/ 

f  «  VENERE.  Term.  degli  Astronomi. 
C/no  df*  dieci  pianeti  fino  ad  ora  scoperti, 
il  più    t  iti  no  tìl  Sole  tiopo    }fercurio.  'A) 

VENERFAMKNTE.   Awcrb.   lascila- 


V  E  S 

libidinose.  Gr.  :roviQ^w;,  assiyws.  Fi/oc. 
I.  8.  Gli  animi  de' più  possenti  impregnò 
di  volontà  iniqua  contro  al  principale  si- 
gnore, mostrando  loro  come  venereamenlc 
le  loro  matrimoDÌati  letta  a^ea  violate. 

V  VENEKELLA.  Dtm.  di  l'ena  .  S. 
Agost.  C.  t).  22.  8.  L'  occhio  suo  cascan- 
do giù  per  la  gota,  pcndea  per  una  sot- 
til  vencrella  quasi  dalla  radice  dentro  ,  e 
tutto  U  nero  d*  cs»o  occhio  era  imbian- 
cato, (fi) 

VENEREO.  Ada.  Lussurioso,  Libidi- 
noso. Lat.  venereus.  Gr.  ay^ooisiasri- 
xo';.  l'tloc.  2.  23.  E  gi'a  il  venereo  fuo- 
co gli  avea  sì  accesi,  che  ec.  Amor.  Vis. 
32.  Tal  è  ,  che  crede  d'  esser  copioso  Di 
venereo  piacer.  Fiamm.  i.  35.  Li  vene- 
rei veleni  contaminarono  il  puro  e  il  casto 
petto.  Fir.  As.  l5.  Tu  hai  fallo  più  con- 
io di  una  venerea  dilellazione  ,  e  d'  una 
vecchia  e  vieta  concubina  ,  che  della  tua 
casa  e  de' tuoi  figliuoli.  K  Dial .  beli, 
dona.  38l.  Nelle  veneree  aiioni  e  nego- 
cii  amorosi  aisai  henefirii  accaggiono  mu- 
tuameolc  tra  gli  aniaoli.  Htcett.  Fior.  62. 
Usasi  per  le  cose  veneree  la  radice  più 
alla,  che  e  più  grossa  e  piena;  perchè  la 
più  bassa,  la  quale  è  più  flaccida  e  grin- 
za, dicono  che  ella  fa  il  contrarìo. 

•f  *  §■  *•  y^'ier-fo.  Term.  de*  Medici. 
Aggiunto  di  un  morbo  prodotto  da  un 
veleno  particolare  che  si  comunica  per 
contagio,  e  segretamente  nella  copula  con 
persona  che  ne  abbia  infette  te  parti  gè- 
nitati.  (Al 

#  §.  11.  Ciiiocciola  venerea  .  Term. 
de*  Naturalisti .  Sprcie  di  chiocciola  o 
nicchio  marino  del  geni  re  dei  bivalvi.  (A) 

*  §.  111.  Conche  veneree  ,  diconsi 
Quelle  chiocciole  turbinate,  le  cut  volute 
sono  nascoste  e  ripiegate  ne'  labbri.   (A) 

VENEREVOLE.  Add.  Da  venerarsi, 
T'enerabile  .  Lat.  vcnerabilis  .  Gr.  c^io«- 
ffiuo^.  Declam.  Qnintil.  P.  In  che  modo 
e  questa  venerevole  faccia  delle  splcodeoU 
stelle?  t'ir.  As.  60-  Con  cosi  venerevole 
spettacolo  trasse  tutti  i  circostanti  a  vede- 
re un  così  fallo  miracolo. 

VENEREVOLMENTE  .  Awerb.  Con 
venerazione  .  Ztl/ald.  Andr.  Si  prostrano 
vcDerevolnientc  genuQessi  svanii  la  santa 
immagine. 

*  VENERINA.  Pim.  di  l'enere;  Pic- 
cola stallia  di  f 'enere.  Baldin.  Dee.  Alla 
%  enei  ina  rifece  alcune  dila  nelle  mani.  (A) 

•*  *  VENETTA.  Piccola  vena.  Fé- 
nuzza  .  Segner.  Incr .  1-  Q-  *•  Convien 
trovare  chi  vi  dispuosc  qucflc  t enelte  che 
\i  scorrimo  dentro,  e  insieme  vi  riparti- 
scono r  alimento  per  tante  vie  ,  quante 
la  uolomia  loro  propria  ne  ha  gi^  scoper- 
te.  f/4) 

VENGIADORE.  /'.  A.  Che  i-engia  . 
Lai.  ultor .  Gr.  ?i(Oi/o;  -  flint,  ant.  F. 
H.  Guitt.  Vengiador  di  mia  onta,  O  vca- 
giador   d'  ogni   mio   percussore. 

#  VEN<ilAMF.NTO.  F.  A.  Fenduta. 
Bim.  ant.  Pier,  dette  t  igne.  I.  5o.  Non  U 
posso  aucidcr,  ah  vcogìaraenlo  Prendere  ■ 
meo  talento.  fC) 

VENGIANZA.  r.  A.  It  >engiare,  Ven- 
detta. Lai  %'indtcta  Gr.  i^iidTtUi.  Bim. 
ant.  P.  y.  fjuonag.  Frf'ic.  Cantandomi 
lamento  ,  Quesla  è  la .  mia  vengianta. 
ftim.  ant.  Guitt.  pB.  E  dell*  ofieU  falene 
\engianxa.  In  qu''lla  guisa  più  piacer  vi 
sia  .ll,im.  i.ir.  li.  21.  Né  dee  tanta  vcn- 
(•iaiizj  es^er  rommisa,  Se  non  vi  avesser 
latta   tradigìone. 


VENGIARE  .    V.    A. 

ulitsri  ,  vindicarr  .   Gr. 


Fendicart .   Lai. 
ix^ucir»  ■    Filoc. 


7.  i.36.  Con  ragion  leme ,  non  sopro  di 
lui  la  morte  «lei  vostro  fratello,  ali*  qua- 
le (gli  non  nato  ancora  niente  col jK),  vo- 
leste  vengiare.   Antrt    .'il.   Se  in  loro  ce. 


mente,    ì  ussnrios.tmenle  .    Lai.  ntfarie ,     potessi   le  mie   ire   veugiarc  ,  il  farci    *c. 


V  E    N 

sen»  fJlo.  Dani.  Inf.  9.  Dicer.n  tulle, 
riguardaoJo  io  giuso  :  Mal  non  vcDgum- 
mo  in  Teseo  raglio.  fi.m^»<.  0„.«. 
QI.  E  del  gran  torto,  che  ra  e  in  vostra 
?orlc  Fallo,  mi  vengena  in  alcuna  cosa. 
VENGIATO.   V-  A.  AM-  àa  l  cng.n- 

"  *  VENGIATORE.  Lo  stesso  che  ìen- 
giaJore  .  Vendicatore  .  Il  ìocabol.  alla 
voce  VENGUTRICE.  ( B) 

VENGUTRICE.  Verhal.  ftmm.  di 
rengiatore.  Tcscd.  7.  78.  O  casta  Dea, 
de-  boschi  luslrauice  ec. ,  E  se'  delle  lue 
ire  vengiatrice. 

t  VENIA,  f.  t.  Remhsion  di  colpa. 
Perdono  dell'  errore.  Lat.  yenia.Ox.wl- 
rvuMI-  Werf.  Arb.  Cr.  9.  Dandogl.  spe- 
rama  di  perdono  e  di  venia  per  lo  pro- 
messo «venimento  di  Gesù  Salvatore. 
Pass.  IQQ.  Peccalo  veniale  e  detto  quel 
lo  che  i  leggiere,  e  che  è  degno   d.   ve 


sia  ,  cioè  che  agevolmente  si  perdona  . 
Calce.  Sfor.  II.  Lo  supplicava  a  conce- 
dere ad  Alfonso  da  Est.  ,  che  andasse  • 
dimandargli  venia  a  Roma  .  -.■  Car.  tn. 
6  787.  Indi  la  porta  Aperse,  e  Menelao 
dentro  V  accolse,  Cosi  sperando  un  pre- 
,ioso  dono  Fare  al  marito,  e  de  suoi  talli 
antichi  Riportar  venia.  E  11.  666  Signor, 
pace  imploriamo  ;  e  1'  armi  in  terra  Oit- 
landò,  a  giunte  mani  accordo  e  venia  Im- 
pelriam  da'  nemici.  (BJ  _ 

•+  *  §.  Per  l'  Alto,  col  quale  si  do- 
manda venia,  Proslraiione  del  corpo. 
Slor.  Bari.  q5.  Orava  Giosaffalte  con 
molle  lagrime  ,  e  faceva  molte  venie  , 
prosuandosi  in  terra,  ec.  (L'annotatore 
delle  Lettere  del  B.  Gio.  dalle  Celle  nel- 
la pag.  78.  dice  (spiegando  la  voce  GÈ- 
UVE  )  :  Dal  che  vi  è  stalo  chi  ha  preso 
motivo  di  dire  che  genue  sia  lo  stesso  che 
venie,  cioè  peniUnze,  prostrazioni  con  tut- 
to il  corpo).  (F) 

+  VENIALE.  Add.  Che  può  essere  per- 
donato j  e  non  si  dice  che  di  peccato  leggie- 
re! e  che,  secondo  i  Teologi,  non  fa  perdere 
ta  graziai  contrario  di  peccato^  mortale. 
Lat.  'venialis-   Gr.   suy/vwlTo;.     i'aM. 
IQQ.  Peccato  veniale   è    detto   quello  che 
èHeggiere,    e    che    è    degno    di   venia, 
cioè    che    agevolmente    si    perdona,    fr. 
Oiord.   Fred.    S.    Avvegnaché    non    siamo 
però    obbligali  a  pena    di    n.nferno  ,    cioè 
per  lo  veniale  .  Frane.  Sacch.  nov.  220. 
Qaesu   noveUutia    del   Gonnella  fu   uno 
peccato  veniale  ,  e  di  gran  piacere  a  chi 
la  seppe  poi.  *  Segner.  .Mann.  Lugl.   19. 
a.  Non  solo  sei  negUgente  nel  bene,  tna 
giornalmente  commetti  ancora  molto  male, 
almeno  veniale.  (ì'j  . 

VENIALMENTE.    Avverò.    Diciamo 
Peccar  venialmente,  cioif   Commetter  pec- 
cato veniale  .    Lat.    venialiler  .    Cr.    iy/- 
vvMSTÙi  .    .Vaestruzz.    I.    "l-    "«"J  «  *' 
tenuto  di  credere  che  pecchi  mortalmen» 
te  ,  se  noi  creda  ,  ma  venialmente.   E  3. 
7.  6.  Se  lo  'ngrato  lasci  quello  a  che  non 
è  lenulo,  non  pecca  mortalmente,  ma  ve- 
nialmente .   Lib.    Fred.    Onde    non  polca 
peccare  venialmente.  3for.  S.   Greg.  Niu- 
no  dira  io  peccherò  venialmente  ,  perche 
egli  è  pietoso;  ma  chi  1' addomanda ,  in 
dotto  dalla  concupiscenia,  sema  dispregic 
del  l«npo,  ovvero  dell'  ecclesiastico ,  ve 
nialmente  pecca. 

VENISIENTO.  Il  venire,  Fenutó.Lal. 
adventus.  Gr.  jTUlluii'a.  Cr.  3.  7.  7.  Indi 
a  quaranta  di  si  fa  grande  infino  al  veni- 
mento  della  maluril'a. 

*  §.  renimento,  vale  anche  Accidente 
But.  Ed  è  caso  venimento  non  pensalo 
ec.  Caso  è  cagione  per  accidente  di  cose 
che  vengono  rade  volt.-  in  quelle  cose,  che 
per  altra  cosa  si  fanno.  lySj 

VENIRE.    Verbo  frequente  nell   uso 
copioso  nelle  maniere,   vano  ne' Slgntfic 
Vocabolario  T-   II' 


V  E  N 

onde  a  maggior  chiarezza  si  trarranfuo- 
ri  per  alfabeto  i  suoi  significati  princi- 
pali ,  e  le  locuzioni  sue  più  proprie  h 
dagli  esempli  si  riconosceranno  le  forme 
e  signtficanze  di  neutro  e  neutr.  pass-,  m 
che  e  stalo  usalo  dagli  autori. 

S     1     Venire  ,  Andare  ,  appressandosi 
da  luogo  lontano  a  quello  dove  si  ritruo- 
va    0  la  conto  in  un  certo  modo  di  ritro- 
varsi quello  che  ragiona,  0  con  chi  si  ra- 
gionalo di  chi  si  ragiona.  Lai.  .emre. 
Gr    ?pY!!!a«i.   Z;occ.  nov.   12.  l3.  Aven- 
do fallo  fare  un  grandissimo  fuoco  in  una 
sua  camminala  ,  in   quella  se  ne  venne  . 
E  nov.   78.   6.   Che  domaltina  in  sull  ora 
di  lena  egli  Iruoi  qualche  cagione  di  par- 
tirsi  da  me,  e  venirsene  qui.  E  no. .   BO. 
li     Adriano  disse:  si  ,  Vienne  qua.    letr. 
,on.  210.  Chi  vuol  veder  quantunque  può 
natura  E  '1  cicl   tra  noi  ,  venga  a  mirar 
costei,   l'ant.   Inf   2.    Lucia,  nimica  di 
ciascun    crudele  ,    Si    mosse  ,    e  venne  al 
loco    dove  io  era.    E  "Ppresso^  E  venni 
a  te  cosi  com-  ella   volse.    E  Par.  5.  Co- 
me in  peschiera,  eh'  è  tranquilla  e  pura. 
Traggono  i  pesci  a  ciò  che  vien  di  Inori. 
E  10   Del  salire  Non  m'accors'io,  se  non 
com'uom  s'  accorge,  Anii  '1  P"™»  P=°- 
sier  ,   del  suo   venire  .   I  H-  SS.   Fad.  2. 
lii    L'abate  Matus  venne  una  fiata  col 
dUcepolo  suo  di  quel  luogo  che  si  chia- 
ma Maragitam  ,  dove  egli  s<ava. 

§  II  /  enire  ,  detto  relativamente  a 
Andare  ,  vale  Muoversi  con  moto  ,  che 
talora  va  innanzi .  e  talora  va  addietro. 
Sen.  Ben.  Varch.  4.  23.  I  quali  rimoli 
per  grandissimo  spailo  dalla  veduta  nostra 
vanno  e  vengono.  .4r.  Far.  7.  14.  Due 
pome  acerbe,  e  pur  d'  avorio  falle.  Ven- 
gono e  van ,  com'  onda  al  primo  margo. 
g.  III.  ì  emre  ,  per  Jrrirare  ,  Ciu- 
gnere.   Comparire.  Lat.  pervenire ,  adve- 

liire.  Gr.  i'Tlipx"^"'-  ^""^  T  ^9'  '' 
Non  vedcndol  venire,  si  maraviglio  torte. 
E  nov.  91.  5.  Vennero  ad  un  fiume  ,  e 
quivi  abbeverando  le  lor  b(  slie  ,  la  mula 
stallò  nel  fiume.  Buon.  Tane.  4.  O.  An- 
che tu  pur  un  tratto  ci  venisti. 

*  §.  IV.  £  riferito  a  tempo.  I  il.  Sò.^ 
Pad.  3.  246.  E  chi  mi  sta  pagatore  eh 
io  venga  domane!  (  }  } 

%.  V.  Venire,  per  Tornare.  Lat.  re- 
dire.  Gr.  iizii-i little  ■  Bocc.  nov.  21.  5. 
Ami  mi  pregò  il  castaido  loro  ,  quando 
io  me  ne  venni  ec. ,  che  io  gliele  man- 
dassi.  E  g.  4  P-  10.  Si  scontrarono  in 
una  brigata  di  belle  giovani  donne,  e  or 
naie  ,  che  da  un  paio  di  notte  venieno. 

*  §.  VI.  Venire ,  dicesi  anche  del 
vento  che  spira  da  qualche  parie.  Zihald. 
Andr.  64  II  vento  che  viene  da  quella 
parte  si  chiama  vento  Aquilo.  Bocc.  nov. 
17.  29.  Si  stava  ad  una  finestra  volta  alla 
marina  a  ricevere  un  venticello  ,  che  da 
quella  parte  veniva.  (C) 

%.  VII.  Venire,  per  Sapere,  cioè  U- 
tcirne  odore.  Lai.  redolere.  Gr.  a'^o?£iv. 
Bocc.  Conci.  l3.  E  se  non  che  di  tutti 
un  poco  viene  del  capriuo,  troppo  sareb- 
be più  piacevole  il  pialo  loro.  E  nov.  DO. 
12.  Egli  è,  che  diami  io  imbiancai  miei 
veli  col  solfo  ce,  si  che  ancora  ne  viene. 
E  nov.  54.  3.  Essendo  gi'a  presso  che 
cotta  (  la  gru  ì  .  e  grandissimo  odor  ve- 
nendone .  Sen.  Pisi.  Di  Bucillo  viene  di 
maccheroni.  E  di  sotto  :  Di  lui  viene  di 
becco.  .Vov.  ant.  79.  3.  La  femmina  non 
vale  neenle,  se  di  lei  non  viene  come  di 
luccio  stantio. 

lì:  g.  Vili.  Venire,  parlandosi  di  cosa 
che  ci  è  portata,  e  non  viene  co'  suoi  pie- 
di. Frane.  Sacch.  nov.  186.  E'  m"e  stala 
tolta  r  oca  (  cotta  )  che  veniva  da  for- 
no ec.  ,  e  voi  dite  eh'  dia  venia  dal  for- 
no.   (V) 

'  §.  IX     Venire,  per  Esser  diretto,  0 


V  £  N 


J673 


mandalo.  Car.  kit.  ineJ.  1-  201.  De  le 
robe  che  m'avete  dimandale,  ve  ne  ho 
mandate  parte  con  l'  altre  robe  che  ven- 
gono al  padrone,  le  quali  si  consegnarono 
ier  manina.  (FP)  . 

*  §.    X.    Far  venire  una  cosa,  vate 
Ordinare.    0    Commettere   che    una   cosa 
da  un  luogo  qualunque  sia  inviata,  o  por- 
'  lata  al  luogo  dove  uno  è.   Bocc.  nov.  99. 
16.  E  fattesi  venire  per  ciascuno  due  paia 
di  robe  ec.  disse:  prendete    queste.    ^i«. 
S.   Gio.    «al.  225.  Costoro,  udendo  queste 
parole  ec.  feciono  venir   le   profeiie .  f  O 
f  §.  XI.    lenire,    0   Venirsene,  si  di- 
ce delle  cose  che  tirandole  vengono  dietro, 
o  si  staccano,  od  escono  </.■/  loro  luogo. 
Fir    As.  62.   Mi  volli  pigliare  U  naso,  ed 
egli  mi  cadde;  voUimi  toccare  gU  orecchi, 
ed  egli  se  ne  vennero. 

+  ;;•  §.  XII.  Venire,  parlandosi  del  sole, 
vale  Percuotere  co'  suoi  raggi.  Vii.  SS. 
Pad  2.  343.  Pejienimmo  a  certi  monti 
alussimi  ec,  nelli  quali  lo  Sole  non  vie- 
ne, né  alberi,  ne  erbe  nasce.  (J- ) 

*  §.  XIII.  /  enire,  parlandosi  dt  casa  o 
muro  ,  vale  Esser  volto  o  dirizzato  verso 
un  luogo.  Cron.  Slrin.  112.  Furono  di- 
vise queUe  case  ec,  due  a  fratelli  per  lo 
nostro  lato  ,  cioè  per  la  meli  di  queUa 
casa  viene  (che  viene)  verso  santo  Piero, 

*  §.  XIV.  l'enire,  parlandosi  di  tem- 
po ,  vale  Seguire.  Ar.  Fur.  6.  42.  E 
quel  di- tutto,  e  la  notte  che  venne.  So- 
pra quel  mostro  in  meno  al  mar  mi  ten- 
ne. f.VJ  ,       ^ 

*  §  XV.  Vale  anche  Esser  pros- 
simo .  Bocc.  g.  10.  n.  5.  Io  voglio  del 
mese  di  Gennaio,  che  viene,  appresso  di 
questa   terra   un    giardino  pieno  di  verdi 

erbe.  (J')  ,     ,     , 

*  g.  XVI.  La  notte  venendo  il  lai  gior- 
no vale  La  notU  innanzi  al  tal  giorno. 
Guicc.  Stor.  17.  l85.  La  quale  (dedizio- 
ne, desiderando  di  allungare  ec.  la  notte 
venendo  il  decimosettimo  giorno  di  Lu- 
glio messero  fuori  ec.  più  di  trecento  tra 
fanti  ,  donne  ,  fanciulli ,  e  bocche  disuti- 

+  *§.XVII.  Venire, sidice  anche  delle 
Feste,  0  simili,  che  si  celebrano  in  questo, 

0  quel  giorno.  Frane.  Sacch.  noi'.  142. 
Si  mette  in  punto  col  soffione,  e  col  sale 
per  la  seguente  mattina,  che  venne  in  gio- 
vedì. (Vj 

*  g.  XVIII.  Tenire,  per  Esser  tempo, 
Giugner  l'ora.  Frane.  Sacch.  nov.  IDI. 
Quando  viene  che  ,  dette  l'  ore  e  man- 
giato un  poco,  si  debbono  andare  a  po- 
sare, dice  Giovanni  ec.  (V) 

Ir  ^.  XIX.  ì  ' enire ,  vale  anche  oe- 
guitare^  Venire  appresso.  Frane.  Sacch. 
nov     102.   Simile  inventione  fu  quella  che 

1  viene    alla   passala  .    E  2o6.  D'  altra  ma- 
niera,  e  altro  inganno  fu  questo  che  vie- 

§.    XX.    Venire,  per  Derivare  ,  f re- 
cedere, fascere,  Avere  origine.  Lar  oriri, 
nasci.   Gr.    yu'soàai,  yivsjrai.   •<■    1". 
Br.  7.  82.  Di  superbia  viene    orgoglio  e 
dispetto  e  vautamento.  (C)  Pelr.  canz.3. 
4.    Lo  mio  fermo  desir  vien  daUe  stelle. 
Boez    G.  S.  46.  Alle  virtudi  dalle  digm- 
tadi   onor    non   viene  ,  ma   aUc  digmladi 
dalle  virtudi.  Boet.    Varch.    2.   pros.  3. 
Perchè  agli   altri   animali  è  il  non  cono- 
scersi naturale,  ma  negli  uomini  viene  da 
vitio.  E  2.  pros.  6.  E  questo  donde  vie- 
ne!  Dirolli.  &n.  Ben    Varch.  4   9.  Q""" 
lunche  l'onesto  si  debba  seguire  solo  per 
cagion    di    sé    stesso,  e  che  del  benefizio 
non  ce  ne  debba  venire   utilità  nessuna^ 
Cas.  leti.  25    Tulio  quello  che  viene  da 
S.  M    Cristianissima  sarà  sempre  grato  e 
caro  aUa  SanUli  di  >'.  S. 
I       S    XXI.    Venire,  parlandosi  di  piante, 
^        '  210 


i6?4 


V  E  N 


o  stmili  t  i'dle  Crescere*  Cr.  2.  l'j.  5. 
Que)U  (pianta)  rhc  merxanamcnte  si  ba- 
gna ,  alligna  e  viene,  /fai-,  Colt.  l^S. 
Prima  veugono ,  cbe  le  altre  tarovcllc  , 
ma  non  l'atriino  .  Alam .  Colt.  5.  21^. 
Chi  dal  licnigoo  Giove  ,  o  dalla  Gglia  , 
Quant*  ban  soave  e  buon  «  s'  arro;;lie  in 
leoo  ;  Chi  Ira  le  Bevi  e  '1  giel  nicniinttu 
i  giurai^  Sotto  *1  più  freddo  ciel  lieo  liela 
e  verde. 

g.  XXlI.  J'enire,  parlandosi  ili  biade, 
vale  IVascere  ,  Esser  prodotto  ,  /{accor- 
sene. Cr.  3.  17.  4*  ^  nella  boì»oIca  rfcHa 
mezzana  saggina  appresso  di  scdirì  coihc 
ne  vengono»  cioè  se  ne  riroglie. 

^  %.  XXIIL  ì  cnire,  per  Toccare,  zip- 
partencre  .  ììocc.  g.  8.  n.  6.  A  te  vieno 
ora  il  dover  dire.  ^^0 

g.  XMV.  /  enire ,  per  Cominciare , 
Metter  mano.  Lai.  venire  ,  apgrcdi.  Cr. 
ÌTZÌpx£ì^a.t  ,  si'sQa.'iìttv  .  liocc.  nov.  3. 
I.  A  narraivi  quella  (novella)  verrò,  la 
(luale  udita,  forse  più  caule  tlivcnele.  1C 
nov.  36.  4-  ^^^  vegniamo  alla  novella  . 
Petr.  san.  219.  Onde  a  ben  far  per  vivo 
esempio  vicnsi. 

!v  g.  XXV.  J'ale  anche  Condursi  a 
fare  alcuna  cofrt.  Frane.  Sacch.  nov.  l5o. 
Venendo  a  voler  fare  uno  cimiero,  el)I>c 
conaìglio  co*  suoi  consorti ,  che  cosa  do- 
vesse fare  per  suo  cimiero.  (F") 

;;:  g.  XXVI.  lenire,  si  dice  aneli  e  del 
Passar  col  discorso  da  una  rosa  ad  un' 
altra,  /imm.  /fnt.  2.  I.  8-  Colui  non  ba 
pari,  facendo  alle  I>rai:cia;  quell'altro  vin- 
ce a  levare  uno  grande  peso  .  Vieni  a{jli 
animali  .  Altri  cani  sono  da  porco  salva- 
tico,  e  altri  da  cervio.  (Pj 

'.•  §.  XXVII.  lenire  ad  tino,  vale  Co- 
minciare  a  ragionar  di  Ini.  Jìorgh.  l'esc. 
Fior.  487.  Di  Pietro  secondo,  rlie  gli  viene 
dietro,  si  trovano  i  primi  contraili  intor- 
no al  II90,  al  ([uale  ornai  ne  verremo, 
dacché  di  Bernardo  non  ci  e  altro  cbc 
ragionare.  (C) 

f  g.  XXVUI.  Venire,  per  Convenire, 
Esser  dovuto.  Lat.  def.erì.  Gr.  r^iTieiv. 
t'  Frane.  Sacch.  nov.  70.  Dell' acconcia- 
tura (  del  porco  )  poi  ^Vi  pa^o  quello  se 
ne  veniva,  che  fu  for^e  un  altro  fiorino. 
E  102.  Quelli  savi  riprendevano  molto  i! 
tavernaio,  dicendo  che  gli  si  verreMie  gran 
punizione.  (l'J  Med .  Ari.  Cr.  [\l.  Ac- 
ciocché ti  liberasse  dalla  giuila  scnleaza, 
che  a  le  si  veniva,  elesse,  e  prese  d'es- 
ser condannato  per  sentenza  di  dannazio- 
ne ingiusta.  (C)  Vasi.  \(\\.  Significando 
la  pcnitenzia  rhc  de'  suoi  peccati  si  viene 
(qui  /*  ediz.  citate  leggono  Significandole 
e  quella  drl  1725  ha:  S'  a-viene),  fiera, 
rim.  \.  102.  Vienimisi  questo  per  la  mia 
fatica   eli'  i'  ho   dui'iito  a  dir   de'  falli  tuoi. 

§.  WW.I  enire,  per  Pervenire,  Jp- 
partencre.  Lai.  pertincre,  spettare,  di-heri. 
Gr.  Ttpo'Stì<t'v.  Car.  leti.  a.  U).  Doman- 
do quel  che  deliitainrntc  mi  si  viene  ;  e 
non  mi  si  venendo ,  che  la  ragion  sia 
quella  che  Io  dira.  /".'  20.  Monsignor  Ciu- 
sliutano  ce.  non  mi  vuol  dare  quel  che 
mi  si  viene  .  E  2.'Ì.  Parendomi  d'  esser 
tenuto  a  rcstìluiioDc  di  quel  più  che  ooa 
mi  si  viene. 

V  §.  XXX.  Fenire  t  per  Convenire, 
Esser  di  l/i.togno  ,  di  nece.isi  là.  Petr. 
son.  l()6.  Pur  questo  e  furto,  o  vicn  eh* 
i*  me  ne  spoglie.  Cas.  son.  22  V.Wn  m' 
aprìo  Con  dohi  piaghe  ambe  il  fianco, 
ed  ella  Vicn  che  in'  uccìda,  o  pur  le  sa- 
ni   e  chiuda.    (  FP) 

•>  §.  XXXI.  Fenirt ,  per  Proveni' 
re.  Toccare.  Poez.  64.  Noi  indonniamo 
quelle  (dignitadi)  spesse  volte  agli  uomi- 
ni rei  esser  venute.  Cren.  Slnn.  ii.'j.  E 
questa  terza  parte  vcnn?  per  sorte.  E  ivi.* 
L*  altra  mezza  casa  dal  lato  di  drirlo  0 
'I  rimaocate  «e.   vcntic  a'Gghuoli  di  Ma- 


y  E  H 

rabottino.  «  Pefr.  son.  3l5.  E  quel  soave 
\cIo,  Che  per  alto  destin  li  venne  in  sor- 
te ...  (E) 

3  g.  XXXII.  Venire  ,  per  Accadere  , 
Intervnire,  yivvenire.  Lat.  accidere ,eve' 
/lire.  Cr.  «u  v  Gyt'vEtv.  />occ.  nov.  l5.  28. 
Tu  hai  molto  a  lodare  Iddio,  cbe  quel 
caso  li  venne.  /:  nov.  28.  28.  E  per  ven- 
tura venne  1  he  a  convenevole  tempo  ec. 
la  donna  parlori  un  fi^ilinul  nij>>cbÌo.  Frane. 
/i'nrti .  340.  21.  Do\e  se  %ien  che  vadi , 
Veri^  elcniilà  donna  seguente,  lìoes.  C 
S.  46.  La  qtial  cu»a  viene  di  rado.  '^  7V- 
seid.  5.  77.  Ma  come  noi  \  Cagiani  veni- 
re in  ura  Cosa  ibe  in  mille  anni  non  av- 
viene ,  Cosi  ce.  (/ij  Fav.  Esop.  55  Mo- 
vendu&t  il  villano  di  f-ennaio  quaiid'  era 
gran  freddo  ed  abbundanzj  di  neve  e  di 
terribili  venti  »  andò  per  le  legne  ,  e  nel 
tornale,  gli  venne  dì  Uovaic  un  gran  ser- 
pente.  (C/ 

f  3  §.  XXX  ni.  lenire,  per  Succedere, 
Eiiisctre  .  Lai.  succedere.  Gr.  ffw//€at'- 
v!iv  .  Hocc.  Introd .  2.  Il  quale  (  l'cllis- 
mo  piano)  lanlo  jiiù  viene  lor  piacevole, 
quanto  niaggiore  è  stata  del  salile,  e  dello 
smunlare  la  giavezza. 

g.  XX\I\  .  /  enire ,  per  Conseguire,  Ot- 
tenere,  fìocc.  nov.  18.  3o.  Questa  parola 
])arve  foile  contraria  alla  donna  a  quello 
a  cbc  di  venire  inlendca. 

g.  XXXV.  lenire,  per  Incorrere,  Ca- 
dere. Lat.  incidi- re ,  cadere.  Gr.  e'rtt1ti*7T- 
TE(».  Pocc,  nov.  77.  3:^.  Venne  iti  tanto 
dolore,  che  quasi  fu  per  gillarsi  della  torre 
in  terra. 

g.  XXXVI.  lenire,  per  Pivenire,  Di- 
ventare. L.*l.  Jìe ri  ,  ejjici.  Gr.  yt've^Jxc. 
lìant.  Par.  2.  Del  quale  Vivesi  qui,  ma 
non  scn  vicn  satollo,  i^inf.  Firs.  I^'Sj.  >. 
crescendo  Pruiieu  ,  \cnne  si  bello  Della 
persona,  che  se  la  natura  L'avesse  fatto 
in  prova  col  jieunello  ,  Kon  polca  dargli 
più  bella  fif(ura.  iJittam.  4-  !<)■  Quando 
Hubcrlo  venne  nuj^iordomo.  V  fìocc.  g. 
2.  n.  i.  Desiderosi  vennero  d*  andare  a 
vedere.  Guitt.  lett.  36.  82.  >oi  non  buoni 
vedendo,  vegnono  malvagi;  che  se  buo«i 
ne  vedessero»  verriano  buoni.  (Fj  Tass. 
Pini.  Eroic.  Son.  ^6-  Stilian,  quel  canto 
onde  ad  Orfeo  simile  Puoi  pKit-jr  1'  um- 
bre dello  sligio  regno.  Suona  tal,  che  a- 
scollando  ebbro  ne  vegno.  (D) 

'.'  §.  XXXVII.  lenire,  talora  vale 
Servire  .  Alam.  Colt.  3.  65.  Kon  sola 
apporta  ^Vulrimento  miglior,  ma  in  vece 
viene  Di  medicina  ancor,  ch'asciughi 
alquanto   ve.   ( .^fj 

^  g.  XXXVIII.  l'enire,  per  Arrivare, 
Pervenire  _,  detto  di  eccesso  o  di  manca- 
mento,  /iorgh.  Mon.  iSp.  >on  si  era  per- 
ciò così  sfrenatamente  precipitala  la  cosa, 
cbe  hi  fosse  venuto  a  mangiare  in  oro  . 
Amm  .  Ant.  6.  2.  4-  tennero  a  sottile 
mensa  e  poveri  cibi,  e  per  questo  gueri- 
roBo.  (I  ) 

%.  XXXIX.  Ventre,  parfandosi  d'al- 
cun malore  ,  si  dice  del  Sopraggi ug nere 
che  fa  quella  rotale  infermiln.  /lece.  In- 
trod. 6.  Cominciò  il  gi^  dello  ga\  orciolo 
mortìfero  iudinercnlcmcnte  in  ogni  parte 
di  quello  (  corpo  )  a  nascere  e  a  venire. 
Cren,  l'eli.  101.  A  me  venouDO  le  gotte, 
onde   non   vi  potè'  andare. 

^-  §.  XL.  f'enirr,  si  dice  anche  di  ciò 
che  risulta  da  conti  fatti  .  la. te.  rlrzig. 
1.  I.  Disse  che  «olrva  stare  in  Firenze 
olio  o  dicci  giorni  ;  cbe  benebbe  a  non 
si  essere  ancor  parlilo  fi/ tAe  im^rf.?,  r//« 
egli  non  dee  esser  anfora  partito).  (E) 
Srgr.  Fior.  Art.  giirrr.  Dis  idianiit  il  no- 
stro battaglione  in  dieci  balLigtie  ec  ila 
renio  ad  o^ni  batlagha  45o  uomini  re. 
Tulio  le  battaglie  prrtanlti  vrngoou  Ire- 
mila  scudati,  mitle  picche  re.  i  quali  lutti 
fanno   numero  di  quallromda  cr.   (CP) 


VE» 

ir  g.  XLI.  l'enire  ,  piglia  anche  tal- 
volta ahiisnamente  le  leci  di  Andare. 
Dant,  ìnj.  I.  Alle  t]ua,*  f  genti  )  poi  ,  s« 
tu  vorrai  venire  Anima  fia  a  ciò  di  me 
più  degna.  1 /))  E  l'urg.  7.  Ma,  se  lu 
sai  e  puoi,  alcun  indizio  Da' noi,  perche 
venir  possiam  |tiù  lotto  I.^  dove  'I  Pur- 
gatorio ha  dritto  inizio.  Car.  tn.  6.  l63. 
Ur  sol  ti  chieggo  (sono  queste  parole  detta 
da  Enea  alla  òilnlla  nrl  suo  antro  pri- 
ma di  scendere  con  lei  nell'  Averno)  ce. 
Che  per  te  quinci  nel  cospetto  io  venga 
Del   mio   dìlellu   padre.   (M) 

g.  XLIt.  l  enirr,  per  Eisere.  P  Fit.SS. 
pad.  1.  17.  E  venendo  in  sulla  mezza 
iKitle  ^l'a  tutti  ,  come  piacque  a  Dio  ad- 
dornienUti,  Antonio  lornaodo  un  poro  in 
se ,  sospiroe  mollo  forte  .  Lasc,  Parent. 
I.  I.  lo  quanto  a  me,  io  slo  troppo  be- 
ne ec.  ma  veniva  per  modo  di  ragiooare 
(cio'e,  era  per  mudo  dì  dire),  fi)  Bern. 
rim.  I.  8.  io  vi  scongiuro,  se  voi  mai  veni- 
te Cbi.imalu  a  medit  ar  quest'  oste  nostro, 
D.ilegli  bere  a  pa^to  acqua  di  vite.  Gal. 
Gali.  227.  Tale  e  la  forza  e  virtù  che  dalla 
Velocità  del  molo  vicn  conferita  al  mobile 
che   la  riceve. 

*  g.  XLIII.  Per  Essere,  Ventre  ad  es- 
sere. Cavale.  E.fpos.  Simb.  1.  455.  Gli 
altri  quattro  articoli  della  divinità  appar- 
tengono ec.  ,  lo  primo  delti  quali ,  che 
viene  il  terzo  ,  si  pertiene  alla  creazione 
delle  cose,  (l'j  Fior.  II.  Z'jS.  Pico  fu 
figlio  di  Saturno  ;  sì  eh'  elio ,  cioè  Sa- 
luroo,  viene  a  me  bisavolo,  ed  a  mio  pa- 
dre avolo.    (C) 

t  §.  XLIV.  Ecolverho  Essere  espres- 
so. Sen.  Declani,  3.  L'  altro  fratello  che 
venia  a  essere  aio  del  giovane  ,  viene  a 
slato   di   grande   povertà   e   nrceisilj.  (C) 

g.  XLV.  lenire,  con  gli  infiniti  de* 
verbi,  e  colla  particella  A,  non  muta  il 
signfic.  de*  medesimi  verbi j  onde  Venire 
a  fare  una  cosa,  e  lo  stesso  che  Farla. 
iJoiC.  nov.  loo.  3o.  Il  che  quando  venni 
a  prender  moglie  ,  gran  paura  ebbi  che 
non  m'intervenisse.  ^  lit.  S.  Ciò.  flatt. 
ICfZ.  Quando  la  nostra  Donna  li  venne  a 
partire  da  loro,  costoro  incominciarono 
divolamcnie  a  lagrimare  Cavale,  ^fed. 
cuor.  ?,(i7.  Ognidì  cbbesi  forti  haltaghe , 
cbe  quasi  veniva  presso  a  eorromper- 
si.  (/  ) 

g.  XLVI.  Venire  a  dire,  vale  Signifi- 
care .  Lai.  signijìcare  .  Gr.  ST)^ai  *|iv  . 
Socc.  nov.  I.  6.  Credendo  che  cappello, 
cioè  ghirlanda,  secondo  il  loro  volgare,  a 
dir  venisse  ec  ,  Ciappelletto  il  chiamavano. 
E  nov.  5().  6.  Quello  cbc  egli  avea  ri- 
spc^slo.  non  veniva  ;i  dir  nulla. 

g.  XLVII.  /  enire,  co* genindii  dt^  ver- 
bi, come  ì'enir  facendo  ,  rngguardando  , 
e  simili,  vale  pur  lo  stesso,  cioè  Fare, 
Paggiiardare  ;  modo  comune  a  noi  e  a' 
Greci.  Poec.  nov.  li.  7.  Comincio  ee.  a 
far  sembiante  di  distendere  1*  uno  de*  diti, 
e  appresso  la  mano  ,  e  poi  i)  braccio  ,  e 
cosi  lutto  a  veniisi  distendendo.  B  i/f 
Irod.  32  Opni  ora  che  io  vengo  ben 
ra^guardando  allì  nostri  modi  di  qaetU 
mattina,  ec.  /•,"  nov.  ?j^  16.  E  più  Irila- 
mentr  esaminando  vcgnendo  ogni  parl^ 
cularilà  ce. ,  fermò  il  suo  consiglio  .  E 
nov.  75.  3.  Parendogli  che  fosse  no  nuo- 
vo uccellonr,  lutto  il  vinne  considerando. 
/V/r.  son.  pi.  Venni  fuggendo  la  Icm- 
pejia  e  'I  vento,  t'ir.  As.  81.  La  Lucìa 
mila  affannata  e  limorota  mi  venne  di- 
cendo (he  la  padrona  ec.  si  %olcvalascH 
guenle  notte  trasmutare  in  uno  uccello  . 
Cas.  lett.  ao.  Iticordandole  insieme,  eh* 
quello  che  io  le  mandai  a  dire  per  lo  mio 
gentiluomo,  molli  mesi  sono,  sì  vcrrk  con- 
ducendo  ad    efl'rlto. 

g.  XLVIII.  l  enirr.  con  gli  aJéiettivi 
dei  verbi,  come  Venir  fatto,   t'entr  detta. 


t  E  IV 


V  E  N 


YEN 


1675 


fenir  pirtnìato,  e  simili,  vate  À^venìtt,  \ 
Jccadert,  Succedert  di  fare ,  iìi  dire,  di 
guardare  ,  ec.  /foce,  no*:  6-  3.  Per  av- 
ventura gli  venne  trovalo  uu  buono  uo- 
mo. E  appresso:  Al  ijuale  ce  era  venula 
«letto  UD  di  ad  una  sua  hrigjia,  se  avere 
UD  vino  si  buono  ,  che  ne  berrcblie  Cri- 
Mo  -  E  nov.  75.  "S  Venutogli  guardato 
là  dove  questo  nicsser  Nircola  sedeva  ce, 
tatto  il  venne  considerando  .  E  uov,  79. 
4-  E  intra  gli  altri,  li  quali  con  più  elH- 
cacia  gli  vennero  gli  occhi  addosso  posti, 
furono  due  dipìntoli.  Fior.  S.  frane.  7. 
Si  guardava  di  stare  molto  con  lui  ce  , 
acciocché  non  vi  venisse  detto  alcuna  pa- 
rola dì  correttone  verso  di  lui,  il  quale 
egli  conoscca  di  tanta  santitade.  t'ir.  Js. 
Sq.  e'  mi  Tenne  xedulo  un  orlo  assai 
ameno . 

§.  XLIX-  renir  fatto  ^  vafe  anche  il 
più  delle  volle  Riuscire.  Bocc.  no*-.  I.^. 
3.  Al  quale  non  bastando  la  sua  liccbcz- 
sa  ,  disiderando  di  raddoppiarla ,  venne 
presso  che  fatto  di  perder  con  lotta  quel- 
la se  stesso.  E noi'.  ^ì.  17.  InBnu  a  tanto 
che  fatto  mi  verrà  di  potertene  sicuramen* 
te  mandare  a  Roma  .  E  nov.  72  li.  Io 
non  so  quando  e'  mi  si  ven^a  così  ben 
fatto,  come  ora.  Car.  lett.  I.  61.  Ma  io 
spero  che  mi  verrà  fatto  d'  accertarmene 
in  qualche  parte.  Amhr.  l'uri,  x.  3.  Io 
dubito  che  ella  non  ci  verrà  fatta.  Borgh. 
Hip.  l44-  '1  ^^^  g^'  verrà  fallo  ,  se  egli 
adopererà  i  colori  più  chiari. 

^ì^  §.  L.  Coni'  ella  tiene ^  maniera 
avverò,  che  significa  A  caso.  Lai  casu  , 
fortuito.  Il  Vocabol.nlla  voce  VANVE- 
RA. (C) 

^  §.  LI.  Pigliare  il  mondo  come  vie- 
ne, vale  ^'on  pigliarsi  malinconìa  dì  cosa 
alcuna.  Non  si  affliggere ,  o  turbare  di 
rhccchfssia.  V.  MONDO,  §.  XVIIj  e  PI- 
GLIARE, §.  CI.  (C) 

VENIRE  A  BATTAGLIA  .  Combatte- 
re. Lat-  pritliari  .  Or.  <JV.Xfì^cr.i.  Cron. 
fcll.  101.  Convenne  venire  a  battaglia 
ordinata,  e  combatterono  ,  e  in  breve  fu- 
rono sconfini  i  Pisani.  Jlam  .  Gir.  II. 
58.  Ma  non  50  tanto  dir,  che  astretto  fui 
Di  venire  a  bjlta;;lia  contro  a  lui. 

•f  *  VENIRE  A  BATTESIMO  E  A 
CREDENZA.  Battezzarsi,  e  credere  nella 
fede*  Gr.  S.  Gir.  29.  Quando  T  uomo 
viene  a  battesimo  e  a  credenza  ,  il  Dia- 
volo ,  che  gli  è  in  corpo  ,  sì  n  esce  fuo- 
ri, (ì'} 

•f  VENIRE  A  BENE  .  Si  dice  pro- 
priamente degli  alberi,  delle  piante,  e  del 
^eme,  e  vale  Allignare,  Fruttificare,  Pro- 
vare, nel  s igni fìc.  del  §.  XIH.  Sen.  Pist, 
112.  Però  noi  la  sogliamo  tagliare  (la 
vite)  sopra  terra,  [tcrchè  se  non  viene  a 
bene,  che  V  uomo  \i  metta  altro  consi- 
glio, o  innestila  sotterra  (il  testo  lat.  ha: 
ti  non  rcsponderil  ) .  ^s  Fr.  Giord.  l58. 
Quello  (seme)  che  venne  a  bene,  ^yi  pur 
una  parte.  (ì)  S.  Ciò.  Grisost.  198.  Chi 
vuol  seminare,  se  non  sperasse  che  Ìl  se- 
me venisse  a  bene  ,  sicch'  egU  n*  avesse 
tmona  ricolta,  non  seminerebbe-   (TC; 

#  §.  I.  ì'cnire  a  bene,  vale  anche  Per- 
\tnire  a  buon  fine.  Ciantbon.  Mis-  uom. 
46.  Ragione  è  che  si  debbiano  perdere  , 
acciò  che  non  venga  a  bene  quello  che 
non  procede  di  bene.  fCj 

!r  g.  11.  T'ale  anche  Giovare,  Esser 
ai  vantaggio.    G.    1'.   lih.   9.  cap.    124.  E 

Jier  questo  modo  lasciaodo  i  fuochi  e  le 
uminarie  accese  nel  campo  ,  salvamente 
con  tutta  sua  oste  si  ridusse  in  Fucec* 
Aio,  e  a  Carmignano  ,  e  all'  altre  castel- 
la ;  e  \cnnegU  a  bene,  che  una  grande 
■equa  venne  dal  cielo  la  notte ,  perche 
Castruccio  non  sentisse  la  sua  partila  ,  e 
fu  gabbato  per  le  luminarie,  il) 

VENIRE  A  BISOGNO    Bisognare.  C. 


y.  7.  3.  2.  E  ciò  venne  al  dello  Carlo 
bene  a  bisogno. 

VKNIHE  A  CAMPO.  Campeggiare , 
Accamparsi.  ^-  Petr.  Uom.  ili.  23l.  Ar- 
t'x^o  venne  a  canapo  a  Firenze  addi  ven- 
lun  di  Luglio,  e  con  |k>co  suo  onore  ,  a 
modo  di  sconfitto,  se  ne  levò.  (V) 

t  VENIRE  A  CAPO.  ì'cnire  alla ft- 
nfj  al  termine,  alla  conclusione.  Lat.  ad 
fiiiem  pervenire.  Gr.  TZpòi  tì')o;  r,y.iiv. 
Bocc.  nov.  ào.  I.  Sommamente  di^iderato 
ho,  che  a  capo  se  ne  venisse.  E  nov.  60. 
19.  Furon  tante,  che  se  io  ve  le  volessi 
tutte  contare  ,  io  non  ne  verrei  a  capo  in 
pareechi  miglia.  E  nov.  98.  Il  Per  pe- 
nitenzia  n'  avca  preso  il  voler  morire,  di 
che  tosto  credeva  venire  a  capo  .  Lab. 
199.  Egli  non  si  verrebbe  a  capo  io  otto 
di  di  raccontare  tulle  le  cose  che  ella  a 
cosi  fatto  fine  adoperava.  Esp.  Pat.  Nost. 
36.  Di  ciò  che  lu  comincerai  guarda  la 
fine,  a  che  capo  lu  ne  verrai.  Fr.  Giord. 
Pred.  S.  Volendole  perfellamente  cono- 
scere 0  vedere  ,  sono  di  troppa  fatica  ,  e 
non  se  ne  può  venire  a  capo.  Ar.  Fur. 
18.  17.  Al  l'agan  ,  che  non  sa  come  ne 
possa  Venire  a  capo  ,  ormai  quel  giuoco 
iocresce  .  larch.  Ercol.  9^.  D'uno  che 
favella  favella,  e  favellando  favellando  con 
lunghi  circuiti  di  parole  aggira  se  e  al- 
trui ,  senza  venire  a  capo  di  conclusione 
nessuna,  si  dice:  e'  raeua  il  can  per  l'aia 
ec  ;  e  a  questi  colali  si  suol  dire  ;  egli  è 
bene  spediila  ,  finirla,  liv  orarla  ,  venirne 
a  capo. 

*  VENIRE  A  CARITÀ".  Acquistarla 
Carità.  Cavale.  Med.  cuor.  253.  Chi  è  in 
questo  stalo  di  timore ,  si  dee  sforzare 
quanto  può    di  venire  a  carila.  (^') 

''?  VENIRE  A  CASO.  Intravvenire, 
Accadere .  Belc.  J  it.  Colomb.  239.  E 
quando  venisse  a  caso  ,  che  li  facesse  o 
dicesse  vergogna,  o  facesse  ingiuria,  non 
ti  conturbi  e  metta  a  tenl.izinne.  >  C) 

*  VENIRE  A  CHECCIIESSI'A.  Met- 
tersi a  fare  alcuna  cosa,  Lf  sci  re  in  (jual- 
che  atto.  J'it.  S.  Ciò.  Bat.  192.  La  nostra 
Donna  si  venne  a  partire  da  biro.  (Ì'^J 

5;:  VENIRE  A  CONCLUSIONE.  De- 
liberare, Bisolvere.  Cronuhctt.  252.  Ed 
inoltre  da  loro  ialendesse  ,  iu  che  modo 
aveano  a  venire  a  conclusione  ,  e  se  era 
in  loro   potenzia,  o  no.  (Cj 

VENIRE  A  CO-NCOliDU.  Accordar- 
si.  fioco,  nov.  :^6.  (\.  Temendo  essi  di  non 
venire  a  paggio  ,  e  per  costei  guastare  i 
falli  loro,  vennero  a  concordia  di  doverla 
donare  a  Federigo  re  di  Cicilia. 

•f  :::  VENIRE  A  CONFESSIONE.  Con 
fessarsi  .  Cr.  S.  Gir.  29.  Quelli  che  è 
venuto  a  confessione  de' suoi  peccali,  e 
poi  vi  ritorna  ,  a  colui  è  Dio  Lene  ìn 
ira.   fi'J 

•:-  VENIRE  A  CONOSCENZA  D'UNO- 
Essere  conosciuto  da  uno.  ì'it.  S.  Ciò. 
tlualbert,  3l5.  L'odore  della  sua  santità 
venendo  per  diverse  parti  a  conoscenza  di 
molti .  r/  ; 

t  '*'  %■  lenire  a  conoscenza,  0  alla  co- 
noscenza d'  una  cosa,  o  persona,  vale  Co- 
noscere una  cosa,  0  persona.  Guitt .  lett. 
l.  5.  Dovcresle  aver  già  fatto  il  primo  pie- 
de, alla  conoscenza  del  male  venendo,  (l'j 

-:•  VENIRE  A  CONOSCIMENTO.  Co- 
noscere. Cavale.  Med,  cuor.  285.  Oh  pe- 
nitenza ec,  per  te  la  città  di  Ninive  ven- 
ne a  conoscimento  di  Dio,  e  non  fu  som- 
mersa.  (!) 

t  VENIRE  A'  CONTI  .  Conteggiare  . 
Lat.  rationes  subducere.  Gr.  )-oytVe73at. 
Boez  .  larch.  2.  pros.  3.  Vuoi  lu  dun- 
que venire  a"  conti  colla  fortuna,  e  saldar 
seco  la  tua   ragione?  (fjui  figuratam.). 

■'.i  VENIRE  A  CONTRIZIONE.  Con- 
trirsi .    Frane.   Sacch    nov.  33.   E  non  si 


dee  ancora  uè    da   beffa  ,  ne  da  dowero 


aspreggiare  uno  peccatore  quando  vichc 
a  conliizione.  (Cj 

■':r-  VENIUE  A  CORRUZIONE.  Cor- 
rompersi.  Guastarsi.  /'.  A  CORRUZIO- 
NE, (.yj 

•^-  VENIRE  AD  ALTRO.  Conseguire 
un'altra  cosa,  uu  altro  ^ne.  Fr.  Giord. 
36.  Ciò  che  tu  fai  ad  altro  fine,  o  per  ve- 
nire ad  alito  ,  o  per  piacere  ad  altrui,  tutto 
è  vano  »  ec  (E) 

*  g.  I.  prima  di  venire  ad  altro,  vai* 
Prima  di  fare  altro.  Bocc.  g.  i5.  n.  6. 
Prima  che  ad  alUo  venisse,  tutta  la  sua  ÌO' 
tcnzion  gli  aperse.  (V) 

'*.-  §  IL  Senza  venire  ad  altro  ,  vale 
Senza  fare,  ne  dire  altro.  Frane.  Sacch. 
nov.  3l.  Feciono  la  riverenza  (al  Vesco- 
vo), e  io  quella  si  stavano,  senza  venire 
ad  altro.  /T; 

*  VENIRE  AD  ANIMO.  Ricorrer  nel 
pensiero  ,  0  simile  .  Benib.  Pros.  2.  g5. 
A  6ne  di  poter  di  qualunque  cosa  scri- 
vere, che  ad  animo  gli  veniva,  (f) 

VENIUE  ADDOSSO.  Sopravvenire. 
Lat.  siipervenire.  Gr.  E'irepxisàot.  ^  Pe- 
cor.  g.  25.  n.  2.  Moslròfjli  il  pericolo  che 
gli  veniva  addosso  per  la  forza  del  re  Car- 
lo. (C)  Sen.  Ben.  t  anh.  6.  28.  Intanto 
a  me  venne  addosso  la  tempesta  ,  senza 
sapere  iu  qual  porto  dovessi,  o  a  chi  per 
aiuto  ricorrere. 

=?  §.  Per  Assalire.  Cronichett.  d""  Amar. 
93.  Cesare  il  Seppe:  isludiossi  di  venirgli 
addosso  ,  per  modo  eh*  egli  lo  sconfis- 
se.  (C)  Mil.  31.  Poi.  63.  Questi  duo 
baroni  feciooo  grande  ragunata  di  cava- 
lieri e  di  pedoni  per  venire  addosso  al 
Grancanc.  (BrJ 

i"?  VENIRE  AD  EFFETTO  .  Effi-t- 
tu  are  .    J'.    tFFETTO     (C) 

;:•  VENIRE  A  DESPERAZIONE.  Z?e- 
sperarsi.  S.  Cater.  lett.  96.  Spesse  volta 
viene  a  dcsperazione.  (!') 

VENIRE  A  DIETRO.  Tornare  indie- 
tro. Lat.  retrocedere.  Gr.  avc^^'C-*''' 

*  VENIF.E  A  DIRE.  Significare.  Ca- 
vale. Pungil.  ii3.  Per  certo  non  viene 
altro  a  dire,  se  non  questo  e  fornicatore, 
o  qucato  è  ladro,  ec.  (l) 

•"?  §.  lenir  a  dir  poco,  0  nulla,  vale 
Importar  poco  ,  0  nulla  .  Borgh  Orig. 
Fir.  108.  Ordine  del  prima  e  del  poi  non 
ci  è  ;  e  quando  ci  fusse,  poco  viene  a  dire. 
E  Tose.  352.  Non  se  n"  è  parlalo,  o  non 
cosa  che  venga  a  dir  nulla  a  questo  pro- 
posito. (E) 

*  VENIRE  A  DOLORE.  Addolorarsi. 
Tratt.  I  irt.  mor .  3.  Per  colali  peccati 
sono  molli  uomini  e  femmine  a  dolore  e 
ad  onta  venuti.  (C) 

VENIRE  A  DOVERE.  Accordarsi  al 
giusto  ,  e  al  convellente. 

•f  :y  VENIRE  AD  UOPO.  Cadere  in 
acconcio.  Tornare  opportuno ,  ec.  Bemb. 
J^ros.  2.  q8.  In  luogo  d''  avacciare ,  che 
ad  uopo  gli  veniva,  disse  avanzare.  Alam. 
Colt.  5.  134.  E  '1  fido  cane  a  canto.  Che 
lo  faccia  svegliar,  se  viene  ad  uopo,  (l  ) 

^  VLNIRE  A  EFFETTO.  Effettuar- 
si. Cronichett.  d'  Amar.  i3.  E  perchè 
questo  sogno  non  venisse  a  effetto  ,  ma- 
ritò questa  sua  figliuola  a  un  povero  gen- 
tiluomo di  Persia,  e  tolselo  povero  per 
esser  più  sicuro  che  lo  sogno  non  fosse 
vero.   (C) 

VENIRE  A  FASTIDIO,  lo  stesso  che 
Tenire  in  fastidio  .  Lai.  molestict  esse. 
Gr.  ^y.pC-jtiv.  ->  Benv.  Celi.  Vii.  2.  ^58. 
Essendo  troppo  venuto  a  fastidio  al  duca 
questo  uomaccio  ec  subilo  disse.  /:.  4?^ 
Questo  tuo  venire  m'  è  venuto  troppo  a 
fastidio.  (C) 

V  VENIRE  A' FATTI  Lo  stesso  che 
lenire  a"  ferri  ,  lenire  alle  strette.  C. 
/■'.  6.  2.  2.  Vennuno  insieme  a  villane 
parole  ,  e  di  parole  veanono  a'  fatti.  (Bj 


1676 


V  E  N 


VENIRE  A*  FERRI.  Lo  stesso  che  Fé- 
Ktrt  alle  strette,  Strìgnere  il  trattato  per 
la  conclusione  .  Cron.  l'eli.  gS.  Vegnen- 
do  a'  ferri  ,  per  estere  in  concordia  con 
noi,  ebbe  fioriui  ceoto  mila  tra  qai  e  Sie- 
na .  Buon.  Fier .  3.  1.  a.  lo  to*  Tcoire 
•*  ferri  ,  Vo'  Tenire  alle  maai .  E  Tane  . 
1.  5.  In  qualche  mo'  i*  vo'  yenire  a'  fer- 
ri. Borgh.  Orig.  Fir.  63  E  forza  Bnal- 
inente  vooire  a^  ferri  ,  e  dire  Uberamen- 
te y  o  che  Tacito  e  questi  altri  tutti  er- 
rassero ,  ec. 

#  VEMRE  A  FINE.  Bifnirsi ,  Con- 
sumarsi. Vit.  S.  Frane.  228.  Ma  era  il 
corpo  suo  sì  macero  ,  e  sì  veouto  a  fi- 
ne per  la  lunga  e  aspra  penilenzia  ,  che 
ec.  (V) 

#  §.  JE  Venire  a  Jine  tf  alcuna  cosa, 
vale  Conseguire  il  suo  intento  .  Borgk. 
Vesc.  Fior.  56^.  La  scisma  ec.  da  lui, 
per  venire  a  6nc  de*  suoi  concetti,  iodot- 
ta.   (D 

#  VENIRE  A  FRUTTO.  Melaf  Giù- 
gnere  ad  effetto.  Cavale.  PungtL  n6. 
Impedisce  che  i  buoui  proponimenti  ed  i 
buoni  comiociamenti  ec.  non  vengano  a 
frutto  perfetto.  (V) 

#  VEMRE  AGL'INDIVIDUI.  Indi- 
viduare, Toccare  i  particolari.  Cor.  leti. 
Farn.  1-  3o.  Sebbene  ha  toccati  lutti  i 
capi,  non  è  perù  venuto  agi*  individui  del- 
le cose,  ne  alle  ragioni  delle  sue  conclu- 
sioni, ne  al  modo  di  mettere  in  atto.  E 
5x.  Venendo  agi*  individui  delle  cose  e 
delle  persone.  (C) 

#  VENIRE  AGLI  ORECCHI,  o  AD 
ORECCHIE.  Sentire  qualche  cosa.  Bocc. 
g.  7.  n.  8-  Guarda  che  ce.  da  quinci  in- 
nanzi simili  novelle  noi  non  sentiamo  più; 
che  per  certo  ,  se  più  nulla  ce  ne  viene 
agli  orecchi  ,  noi  ti  pagheremo  di  questa 
e  di  quella.  E  g.  5.  n.  7.  Le  quali  cose 
Tenendo  ad  orecchie  a  Martuccio  Gomito 
in  prigione  ec,  disse:  ce.  (1) 

VENIRE  A  GRADO.  Tornar  bene. 
Dar  piacere,  0  soddisfazione.  Lat  genio 
satisfacere  .  Gr.  àpì'san'j  .  *  Bocc.  in- 
trod.  II.  Solamente  che  cose  vi  sentisse- 
ro, che  loro  venissero  a  grado,  o  in  pia- 
cere. (V)  E  nov.  19.  24-  ^°  incominciò 
a  servire  sì  Wne  e  sì  acconciamente,  che 
egli  gli  venne  oltre  modo  a  grado. 

«  VEMRE  AL  BASSO,  lenire  al  di 
sotto,  nel  senso  del  ^.  l.  Borgh.  Orig.  Fir. 
291.  Noi  alibiamo  veduto  ce.  le  grandi 
{città),  venendo  al  basso,  a  poco  a  poco 
disabitarsi  .  (F)  Oiov.  Geli.  Fit.  AIJ. 
10-  Vcggendosi  generalmente  P  onor  del- 
le famiglie  illustri,  o  essere  al  lutto  man- 
cato per  morte ,  o  esser  mollo  venuto  al 
basso ,  per  aver  perdute  le  signorie,  e  gli 
stali.   (C) 

if  §.  ì'ale  ancora  Essere  in  poco  pre- 
gio .  /torgfi.  Arni.  Far».  5o  Per  essere 
maaratu  oggi  1'  uso  ec.  di  queste  pelli,  e 
perciò  venuto  al  basso  Ìl  nome  ,  e  forse 
spento,  di  quell*  arie.  (F) 

VENIRK  AL  BISOGNO.  Venire  in 
rondo  ,  Occorrere  opportunamente  .  Lat. 
ad  rem  tacere .  Gr.  cuxxi'pwf  ,  (Xdcrv  . 
Bocc.  nov.  12.  5.  Al  bisogno  ti  fio  ve- 
nuto 

VENIRE  AL  DI  SOTTO.  Cadere. 
Lat .  subtus  cadere  .  Gr.  uTT0ffi'7rT«tv  . 
Frane  Sacch.  nov.  Io3  Se  ciò  non  fai, 
volgendosi,  com' ella  la  (la  ruota),  e' li 
cODverrk  cuminrìarc  a  scendere  ,  e  forse 
veniic  al  di  sotto. 

§.  I.  Venire  al  di  sotto  ,  Jiguratam. 
fi  dice  anche  del  Cadere  in  basso  stato, 
Bidursi  in  povertà .  Lat.  in  pauperta- 
tem  incidere.  Gr.  u\  rn'v  -iviotv  KaSi- 

#  §.  Il  I  ale  anche  Perdere,  An- 
darne colla  peggio,  intr.  Viri.  png.  77. 
e  Fir    181O  )    Non  vi  ricorda    rome  tutte 


V  E  N 

le  battaglie,  eh*  avete  avute  con  noi,  avete 
perdute  ,  e  delle  vo>tre  pruovc  venuti  al 
di  sotto?  (V) 

VENIRE  AL  DOVERE.  Lo  sUsso  che 
ì'enire  a  dovere.  Lai.  eequo  stare. 

*  VENIRE  A  LEGA.  Collegarsi.  Bemb. 
Star.  6  83.  I  Principi  di  quella  famiglia 
nelle  sue  parli  tradusse  ,  ed  a  lega  con 
esso  loro  venne,  f Vj 

*  VENIKE  AL  FATTO.  Cominciare 
a  parlare  del  fatto ,  della  co^a  di  cui  st 
tratta.  I  arch.  Star.  5-  10/  Laonde  ve- 
nendo al  fallo,  dico  che  la  dubitazton  «o 
stra  è,  se  questo  nuovo  ec.  stato  debba 
ce.  conservare  la  vecchia  lega-   (Cj 

*  VEMRE  ALLA  LUCE.  Parlandosi 
di  libro  ,  componimento  ec.  vale  Essere 
pubblicato  colle  stampe.  Bed.  leti.  Occh. 
V.  S.  Illustriss.  lo  ascollo  da  quella  ve- 
glia del  Sig.  Dati  ,  degna  di  venire  alla 
luce,   (yj 

VEMRE  ALLA  MENTE.  Bicordarsì. 
Lat.  in  mentem  venire.  Gr.  eiServ  ETTt 
vojv  .  Pass.  27.  Quante  volle  le  viene 
alla  mente  d'  avere  offeso  Iddio  peccan- 
do,  tante  volte  se  ne  penta. 

t  VEMRE  ALL'ARME  0  ALL'AR- 
MI. Combattere,  Principiar  la  battaglia. 
L^l.  commi tlere  bellum  .  Gr.  //a'xssjat. 
Ar.  Fur.  8.  74-  Non  potev*  io  venir 
più  tosto  air  arme?  *  Giov.  Geli.  Vit. 
Alf.  x63.  E  trovatolo  sempre  appoggiato 
e  fisso  in  su*  disegni  de' suoi,  fu  final- 
mente forzato  venire  all' armi.  ^O 

*  VENIRE  ALLA  SUA.  Ottenere  gli 
attenti  suoi.  G.  V.  Iib.  8.  cap.  81.  Ve- 
nuto se'  alla  tua  di  conduccrci  oltremonti; 
ma  lardi  tornerà  la  Ctiicsa  in  Italia,  si 
conosco   falli   i    Guascogni,    (V) 

*  VEMRE  ALLE  BREVI.  Venire  al- 
le corte.  Lat.  rem  concludere.  Cai.  Sist. 
38o.  E  per  venire  alle  l)rcvi ,  non  sa- 
reste voi  soddisfatto  ,  quando  realmente 
si  srorgr\<>scr  nelle  stelle  quelle  mutazio- 
ni?  (yS) 

*  VENIRE  ALLE  CONTESE  .  Con- 
tendere. Buon.  Fier.  2.  4*  *8-  A  ciascun 
passo  S'  ha  venir  alle  prese,  AH*  entrar 
d'  ogni  porta  Venir  alle  contese,   fyj 

VENIRE  ALLE  CORTE.  Venire  alla 
Conchiusione. 

t  VENIRE  ALLE  MANI  .  Venire  in 
potere,  Lat.  in  potestatr-m  venire.  Gr. 
uno  Ttvi  TTOtSia&ai.  Viagg.  .Sin.  6^-  La 
cagione,  per  che  la  terra  non  è  murata  , 
si  è,  che  dicono  che  s'ella  venisse  alle 
mani  de'  Cristiani,  ec.  ^  Fior.  S.  Frane. 
41.  Io  li  priego  che  tu  me  lo  dia,  e  che 
uccelli  cosi  mansueti  ec.  non  vengano  alle 
mani  de'  crudeli  che  gli  uccidano.  fVj 

§.  I.  ì'enire  alle  mani ,  vale  anche  Ca- 
pitare, Occorrere,  Dar  nelle  mani.  Lat, 
obvium  habere,  occurrere.  Gr  arravrav. 
Bocc.  nov.  I^.  9.  Venutagli  alle  mani  una 
tavola,  a  quella  s'appiccò.  F  nov.  1().  3- 
Quando  qui  mi  viene  alle  mani  alcuna 
giovanetla  clic  mi  piaccia  ec. ,  prendo  di 
questa   qua   quel   piacere  che  io  posso. 

f  §.  II.  ì'enire  alle  mani,  vale  anche 
Azziìffarsi  j  che  anche  si  dice  Menar  le 
mani.  Lat.  manus  conserere.  tir.  Ttò'itu.nt 
flu»TTjfl«5^ai.  Tesorett.  Br.  18.  |65  Ch* 
egli  e  maggior  prodezza  Rifreoar  la  mat- 
tezia  Con  dolci  molti  e  piani,  (!hc  venir 
alle  mani.  Tac.  Dnv.  Vit  Afir.  398. 
Agricola  mise  animo  a  tre  coorli  Batavc 
e  «lue  Tungre  di  venire  alle  mani  colle 
spade. 

§.  III.  Ventre  alle  mani,  vale  anche 
Cominciare  ,  Itar  principio  ,  Intraprendere 
a  far  «Jtecchessia.  Buon.  Fier.  3.  I.  3. 
Io  vo'  venire  a'  ferri,  Vo*  venire  alle  ma- 
ni ,  odi ,  odi,   Sano. 

VEMRE  ALLE  PRESE.  Dicrst  de' 
combattenti  allora  che  sì  addosso  ti  trova- 
no l'  uno  all'  altro,  che  vengono  a  pren- 


V  E  5 

dersi  scambievolmente  colle  mani .  Ar. 
Fur.  36-  49-  1^  mezza  spada  vengono  ih 
botto,  E  per  la  gran  superbia,  che  1*  ba 
accese,  Van  pure  innanzi,  e  si  son  già  aì 
sotto,  Ch'  altro  non  pon  che  venire  alU 
prese.  Buon.  Fier.  2.  4-  1^-  ^  ciascun 
passo  S'  ha  venir  alle  prese  ,  AH'  entrar 
d'  ogni  porta  Venire  alfe  contese. 

§.  E  figuratamente  significa  Far  /' 
ultimo  sforzo,  Esiert  al  fin  dell'  impre- 
ca. 

*  VEMRE  ALLE  ROTTE.  Adirarsi, 
Bestar  con  alteratione.  /'.  ROTTA,  §. 
VIII.   (Ci 

*  VENIRE  ALLE  SPADE.  Dicesi 
propriamente  dei  duellanti,  e  vale  Met- 
ter mano  aite  spade.  Incominciare  il  duel- 
lo. Ar.  Fur.  2.  5.  Così  alle  spade  dai 
gridi  e  dall'  onte  Venne  il  Circasso  e  quel 
di  Chiaramonte-  (^I) 

VENIRE  ALLE  STRETTE.  Condurre 
r  affare  in  termini  stretti,  ì'enire  alla 
conchiusione.  Cai.  Sist.  325.  Or  dunque 
signor  Salviati,  venghiamo,  come  si  dice, 
alle  strette;  che  ogni  parola,  che  si  spen- 
de in  altro,  mi  par  gettata  via. 

*  VEMRE  AL  MONDO.  Sascere . 
Ar.  Sat.  2.  Venuto  al  mondo  sol  per  far 
letame  .  L'uon.  Tane.  5.  7.  E  venni  al 
mondo  per  islare  a  tedio.  (Cj 

•f  *  §.  E  metaforicamente  vale  Far 
comparsa.  Aver  fama.  Frane.  Sacch. 
nov.  63.  Deh  che  non  li  vergogni?  Co- 
mincia prima  a  venire  al  mondo,  che  lu 
ragioni  d'  arma.  fJ^) 

VENIRE  AL  NIENTE.  Afoiicarv.  Lat. 
ad  nihilum  redigi.  Gr.  c'^ou  Jcvoùsdai . 
l'occ.  Intr.  32-  De'  quali  il  numero  è 
quasi  venuto  al  niente.  #  G.  V.  g.  96. 
A  richiesla  del  detto  Comune  seguiiono 
r  ofitcio  de'  nove,  che  reggeano  la  terra, 
onde  quegli  della  delta  congiura  vennero 
a  niente,  e  furono  cacciati  di  Siena. /Tj 

§.  lenire  al  niente,  l'usiamo  anche 
jitr  Bidursi  in  mendicità  .  Lat.  ad  inet- 
ta s  redigi. 

«  VENIRE  AL  PIACIMENTO.  V. 
PIACIMENTO,  §.  III.  (y'j 

«  \ENIRE  AL  POCO.  Dicadere  di 
stato,  di  onore,  ec.  Frane.  Sacch.  nov. 
160.  Vedremo  se  ci  Ga  fatta  ragione,  e 
te  1*  arte  della  lana  ,  e  quei  che  fanno  t 
panni  in  Firenze,  sono  venuti  si  al  poco, 
che  parecchi  ladroncelli  di  beccai  li  trat- 
tino a  questo  modo,  (f  )  Giov.  Geli.  Vit. 
Alf.  IO.  I  Malaspini  anticamente  tanto 
chiari  e  tanto  famosi,  venuti  oggi  al  po> 
co,  per  aver  divìsa,  e  molto  indebolita  la 
loro  stirpe,  possono  a  mala  pena  difende- 
re la  nobiltà,  e  lo  antico  nome  loro.  (C) 

VENIRE  AL  PUNTO.  Trattar  della 
fiutsiione  strettamente,  senza  allontanar- 
si da  essa.  Tac.  Itav.  l\rd.  eloq.  ^12. 
E  quando  non  viene  al  punto,  o  dice  bor- 
ra ìl  dicitore  ,  le  lo  garriscono  e  solleci- 
tano (  il  testo  latino  ha  :  alto  tnnsgre- 
dienteni) . 

•f  «  VENIRE  AL  QUIA,  lenire  al 
punto,  rt  quel  che  importa,  alla  ragione. 
Bed.  Irti.  1.  1*8.  Cominiio  a  scnver  og- 
gi, die  è  il  giorno  di  berlingaccio  ,  ec 
Ma  venghiamo  al  quia.  La  cantone  dì  V. 
S-  Illustrisi,  e  altissima,  nobilissima,  ee.  (*) 

VENIRE  AL  SANGL'E.  Porsi  a  com- 
battere ,  Fenr.fi  ,  Uccidersi  scambievol- 
mente. Lat.  ad  necrm  certart.  Cr.  fsf'x^i 
bor^xroM  /*otz«i&«t-  D^nl-  Ifif  6-  Dopo 
lunga  tenzone  Verranno  al  sangue,  ec. 

VENIRE  AL  TAGLIO.  Tagliare,  Be- 
sccare.  Lai.  rescindere,  ohtruncart .  Gr. 
aTOj»o:tTfiv-  Segner.  Prrd.  11.9.  Avreb- 
be voluto  venir  subito  al  taglio  di  quella 
pratica  scellerata  (quijigurmtam.).  Salvia. 
Disc.  I.  iq4  11  venira  »1  taglio,  e  «1 
fuoco  V  nel  sembiante  leverili.  ma  m  ef- 
fetlo  e  rlcmenza. 


V  E  N 


XZVm.KMKVO.D^r  nelle  n.'.n.. 
r„n.tare    0  Preserilars,  avanti-    Lai-  "C 

ne  a  mano.  fO  ■     rv 

e  I  len.iv  a  mano,  talora  vale  »  e 
„,re  in  poter..  La,.  In  po'es>atemjen,re- 
Dant.  mf.  22.  Venule  "  "'"  /^j'^^J  . 
versar.,  suoi.  Bocc.  no>:  18.  =>='•  *"r 
che  a  mano  di  vile  uomo  la  Be°"l  S'« 
vano  non  venisse.  «  /-."r.  It-  2^0  L' 
oualc  regno  li  era  venuto  a  .nano  per 
rdromacasuamosl.e,laquallu.n06l.e. 

ra  di  Etlor  suo  fralello.   f(; 

*  S  11.  Petto  dello  Avvenirsi  infere. 
ru  ss.  Pad.  2.  296.  La  pecora  che 
fugge  del  peeuglio,    spesse  voUe  vene  a 

mano  del  ìupo-  (f  ) 

VENIRE    A   MEMOBIA.    Sovvenin^^ 

Lai.  /-  nientem  venire,  ■'f'^"'-^"  '  ^Jj 
,;,  voo-v  asstv,  OTtlfZ.^àa..  Bocc.nov. 
1.5.  Gli  venne  a  memoria  un  ser  C.ap- 
nerello  da   P.-ato.  , 

■^  VENIBE  A  MENTE,  io    stesso,  clie 
Venire  a  memoria.    Dant.    Par.    20.    E 
coesi-  alto  del  Ciel  mi  venne  a  mente. 
^#  VENIRE    A    MERITO,   trattare, 

r.  MERITO,  §.  ro      .  ,  .„.    ,• 

*  VENIRE    A    MEZZA    LAMA  .   1  ■ 

'-Tà\Ì.TniìLs..ry..Accos.r. 

si  alla  misura  di  "•(--'•  'P'"'"-  '^,''\''''''' 
36.  io.  A  mei^a  spada  vengono  d.  botto. 
t  *  §•  Efiguratam.    lenire  alla  con- 
clusioni subitamente.    Tac     Dav.    Perd. 
elon.  418.   Lo    stretto  parlare  e  raccolto, 
che  viene  a  metia  spada  e  concb.ude  ,  da 
alcuni  i  creduto  più   (Il  '"'■  I""  f  "°- 
gula  stalim  argumenta  concludens)  .   (^'ì 
5  VENIRE   A  MORTE.   Morire.   Lai. 
mori,  perire.  Gr.  Sv>;«£.».  Alam.  Oir 
l4.  d.  Ami  airuUimo    di,    eh   a  morte 
v^nne.  Comando   che   con    q"",/°""" 
andasse.  *   Giav.    Celi.    IH-    .-»// 10.  Gh 
Sforreschi  venuti  in  pochi  anm  a  more , 
hanno  lasciato  il  regno  agi.  strani   rtj» 

*   S.    Talora  vale   Giugnere  a   tal  ter- 
mine della  vita  per  infermità  ,  od  altro 
da  dover  presto  morire.   ■•  Bocc.  nov.  i. 
6.  Ciascuio  (  de'  figliuoli  )  ec.    pregava 
a  padre,  il  quale    era   g.a   vecchio ,    che 
quando  a  morie  venisse ,  a  lui  quello  a- 
nello  lasciasse   ec.    E    venendo  a  morte , 
segretamente    diede  il  suo    a  c.ascun    de 
Egliuoli     ec.    -    Vit.    SS     Pad.    2.    123. 
Dopo  certo  tempo  crescendo  questa  .nler- 
mila,  questo  santo  monaco  venne  a  mor- 
le     e    ciò   udendo  molti   santi  padri  del 
delerto ,  vennouo  a  visitarlo  ;  e   approssi- 
mandosi r  ora  della  morte ,  questo   santo 
monaco   disse    a' fral.    ec.    Pecor.    g.    4. 
n    I    Era  questo  Bindo  assai    r.cco,  e  a- 
vèva  Ire  Bgliuol.   maschi  grandi;  e  venen- 
do a  morte,  chiamò  il  maggior  e   1  mei- 
lano  ,  e  fece  in  loro  presenia  testamen- 
to   (C)  ... 
VENIRE  A  NA0SE4.  ISauseare.  Lai 

nauseare.  Gr.  vav-riàv. 

t  VENIRE  A  NEENTE,  o  A  MEN- 
TE Lo  sUsso  che  I  enire  al  niente.  Lat. 
ad  mhilum  delabi  ,  redigi  .  Gr.  e.';  TO 
Miev  naSi^raiaa..  Esp.  Pat.  Nost.  j. 
Ed  a  neente  verrebbero,  se  egU  non  le 
sostenesse  per  sua  virtude. 

VENIRE  A  NOIA.  Tioiare,  Nauseare, 
Becar  noia  ,  0  fastidio  .  Lat.  satietate  , 
fastidio.  ta:dio  affiiere  .  Gr.  ^«/=v<ve.v  . 
Cron.  Morell.  271.  Subito  li  verrà  a  noia 
micUo  viiio.  che  prima  acconsentivi,  fir 
At    275.  E  perchè  quello  slecco  di  quel- 


V  E  N 

U  possessioncella  di  quel  povero  uomo 
gU  era  sempre  negli  occhi,  egli  aveva  in 
ogni  modo  diliberalo  d'  averla  ;  e  perche 
ella  gli  venisse  a  noia  ,  e  da  lui  venisse 
il  dargliela,  egli  vi  faceva  su  ogni  d.  qua  ■ 
.1  I.    Rn»    26.   S    vu  le  per  al- 

che danno  .    /••  nag.   .J".   ;>■  r 

l„,a  stare  in  prigione;  la  qual  cosa  al  fine 
venutali  a  no.a,  gh  fu  conveniente  lare  a 
modo  della  passera.  Buon.  Tane.  l^.  i|. 
Ch-  io  muoia.  Se  per  Iropfo  cariar  non 
vienvi  a  noia. 

VENIRE   A  NOTIZIA.   Esser  cono 
scinto  .    Esser  saputo  .   I.at.  ianotescere 
Gr.  Jiayvwfi?c"a..  Bocc.  nov.  |5.  U 
O  che,  se  egli  ne  ragionò,  a  «"^  -"l'^j^ 
venuto  non  sia.  E  nov.  99-  25.  S.  diede 
a  conciare  uccelli  ,   di  che  egli  era  gran- 
dissimo   maestro,    e    per   questo  a  nottua 
venne  del  Saladino. 

*  VENIRE  A  NULLA.  Bidiirsi  a  men- 
te Gr  S.  Oir.  62.  Vcrgogninsi  1  perfidi 
e  fallaci  eretici,  e  g.'a  s.  conoscano  essere 
venuti  a  nulla.  Borgli.  lese.  Eior.  587. 
Combatti  ancora,  e  restò  al  di  sopra  co 
Gbinaz..  ,  famiglia  antica  Ghibellina  ,  e 
che    per    le  parti  venne,    si    può  dire,  a 

nulla.  (VJ 

VENIRE  A  OLIO.  Bidursi  in  termine 
da  trarsene  l'olio.  Bicett.  Fior.  99.  L' 
olio  di  moria  d'  ova  si  cava  tacendole  sode 
nell'acqua,  e  mettendole  10  una  teglia  so- 
pra •!  fuoco,  e  rimenaudole  tanto,  ch  eUe 
vengano  a  olio. 

•t  *  VENIRE  A  ONORE.  Migliorar 
lo  stalo,  la  condizione.  Cavale.  Med^  cuor. 
23q  Molli  altri,  i  quali  in  stato  di  sug- 
eesuone  e  avversiti  furono  buon.;  ma  poi 
venendo  a  onore  e  prosperità  ,  peggiora- 
rono, e  caddono.  ti  I 

VENIRE  A  OSTE.  Marciar  coli  eser- 
cito ad  alcun  luogo  per  combatterlo.  Bi- 
cord.  Malesp.  cap.  iS-j.  C.ò  fallo,.  Fio- 
rentini vennono  a  oste  a  Pisa  mfino  a 
santo  Iacopo  di  Val  di  Serch.o.  C.  /- .  I. 
3,  1.  Ordinarono  che  ec.  venissono  in 
Toscana  ad  oste  contro  la  citta  d.  F'esole  • 
VENIRE  A  PACK.  Ear  pace.  Pacifi- 
carsi. Cron.  Veli.  99.  Poi  venne  a  pace 
messer  Bernabò  colla  Chiesa. 

VENIRE  A  PAROLE.  Contendere  con 
parole.  Lat.  iurgari.  Gr.  E>i-^.v.  G.  V. 
622.  Vennono  insieme  a  vdlane  paro- 
le e  di  parole  vennono  a'ialti.  Dm.  Comp. 
1'  II.  Vennono  a  parole  insieme,  per  le 
quali  1'  uno  de'  detti  fratelli  fu  ferito  da 
quello  de'  Galigai. 

*  VENIRE  A  PEGGIO.  Incontrar  peg- 
gio     Bocc.  g.   5.  n.  6.   Temendo    essi   d. 
non  venire  a  peggio,  e  per  costei  guasta- 
i  falli  loro.  (I  )  „    „    „ 

"t  *  VENIRE  A  PERFEZIONE.  Per 


V  E  N 


1677 


fezionarsi.  I  it.  SS.  Pad.  1.  l43.  Avve- 
gnachb  ec.  io  ec  .  abbia  avuto  gran- 
de studio  di  venire  a  periei.one  d.  mo- 
naco. (Vi  .      j     -  lì 

rt  VENIRE  A  PIAGGIA.  Arrivare  alla 
piaggia.  Approdare.  Dant.  Inf  i.  D.sse: 
per  altre  vie,  per  altri  porli  Verrai  a  piag- 
gia.  (Br)  ^  . 

VENIRE  A  PORTO.  Entrare  in  por- 
to     Approdare  al  porlo  .   Lai.  appcllere. 

Gr.  ■KaO'">ef-'^'-"-  ^""''-  ^-  *°,°  '°  ■ 
sposto  sempre  la  tua  ste.la  Come  duce  se- 
guir,  fermo  sperando  A  buon  porto  venir, 
cuidandomi  ella. 

%.  E  figuratam.  vale  Arrivare  in  si- 
curo. Uscir  di  pericolo.  Lai.  in  tuta  esse. 
Gr.  !v  aViviJvw  sivat- 

VENIRE  A  POVERTÀ  .  Impoverire. 
Lai.  in  pauperlalem  incidere.  Gr.  eiittl- 
v.av  xaVaraciSa.  .  *  P""-  7°-  ^  ve- 
nuto a  povert'a  ,  non  potendo  comparire 
co"li  altri  cavalieri,  com'  era  usato,  diven- 
ne a  tanta  Iristiiia  ,  e  malinconia,  che  si 
voleva  disperare.   (C) 

VENIRE  APPRES.i^O.   Seguitare.  Lat 


prone  sequi.  Gr.  safK  Tiooa?  ««oX'J- 
s/v.  Z?o'c.  nov.  l3.  10.  Al  quale  appres» 
venieno  .lue  cavalieri  antichi  ,  e  parenti 
del  Re.  /•;  nov.  l5.  6.  MetUti  avanti  ,  w 
li  verrò  apiTt-sso.  .„.-      n 

*  VENIRE  A  PROSPERITÀ  .  Pro- 
,perare  .  Cavale.  Med.  cuor.  2^9.  Moli, 
altri,  i  quali  in  slato  di  suggesUone  e  av- 
versil'a,  furono  buoni  ;  ma  pò.  venendo  a 
onore  e  prospeiit'a,  peggiorarono,  e  cad- 

■"TvÉilRE  A  QUISTIONE.  Quistio- 
nare.  Dm.  Cowp.  1.  II.  Più  fanciulli  di 
piccola  et'a  verranno  a  quisl.one;  gli  uo- 
mini oli  accuseranno  ;  debbono  pero  co- 
storo   per    si    piccolo    cose    essere    d.slat- 

"'*  VENIRE  A  RICCHEZZA.  Arric- 
chire. Er.  Giord.  Pred.  2.  297.  No.  veg- 
gi,mo  che  chi  vuol  venire  a  r.cchezM  che 
vi  si  pone  con  lutto  il  cuore.  (N) 

VENIRE  A  RISCHIO.  Correr  rischio. 
Essere  in  pericolo.  Pol,=.  st.  1.  A  Che 
di  non  esser  D.o  vengo  a  gran  rischio. 

VENIRE  A  SALVAMENTO.  Arriva- 
re sano  e  salvo  .  Lai.  inrolumem  pervc- 
„,re.  Gr.  .«ov  5:«> X''^»' '.  t"^'  f ' 
25.  Il  signor  Duca  d.  Somma  e  venuto  a 
salvamento. 

VENIRE  A' SASSI.  Combatter  cosas- 
si Cominciare  a  trar  .sassi .  Tac.  Dav. 
Ann.  l3.  178  Eran  venuti  a  sass.,  e  mi- 
nacce di  fuoco. 

VENIRE  A  SCHIFO.  Nauseare  Lai. 
fastidire.  Gr.  a7to^-r/se>S53«i. 

VENIRE  A  TAGLIO,  t  ade  re  oppor- 
tunamente .  Tornar  bene.  Frane.  Sacci., 
nov  32.  Se  io  averò  tempo,  .0  ne  predi- 
cherò domenica  mattina;  e  se  10  non  avessi 
il  tempo,  un  altro  di,  che  mi  venga  a  ta- 
glio, .r.cchè  ne  anderete  coment.,  e  luon 
d'  ogni  errore.  . 

!t  VENIRE  A  TANTO.  Venire  a  ter- 
mine.  Ridursi  in  istato.  Fior.  S.  Frane. 
3q.  E  per  paura  d.  questo  lupo  e  ven- 
nono a  tanto,  che  nessuno  era  ard.lo  d 
usc.re  fuori  della  terra.  (Vj  t  lOr.  II. 
357.  Siamo  venuti  a  tanto,  che  a  pena 
questa  citlade  ci  difende.  (C) 

*  VENIRE  A  TEDIO.  Attediarsi.  S- 
Cater.  leti.  96.  L'  anima  se  ne  contunde  , 
e  viene  a   tedio,  e  lasca  gì.  eserc.z»  spi- 

I  "'"venire  a  TERMINE  .   Bidursi   in 

grado ,  in  istato. 
'  *  VENIRE  AVANTI.  Capitare,  Pre- 
sentarsi avanti.  Salv.  Avveri.  I.  2.  12. 
Questo  i  pieno  d'  antiche  voc.  e  parlar.;  . 
ma  ve  n'  ha  senza  novero,  che  pa.on  fab- 
bricali dal  volgarizzatore,  forse  a  sembian- 
za de'  Provenzali  o  Franceschi  ,  che  gì. 
venivano  avanti  di  mano  m  mano  ,  per 
doversi  volgarizzare,  e' V  ^nc» 

*  VENIRE  A  UDITA  UNA  COSA  . 
Risapere  una  cosa  .  Averne  spia  Uvid 
Bim  am.  Slrad.  Essendogli  venuto  a  u- 
dila  il  titolo  di  questo  l.bro.  (I.) 

%  VENIRE  A  VECCHIEZZA  .  Di- 
venir vecchio.  Elie.  Brun.  5l.  (Lione 
l568)Sicome  addiviene  dell  uomo  quan- 
do elli  viene  a  grande  vecchiezza  .  (t) 
Jlam.  Colt.  2.  45-  Deh  perche  pur  cer- 
chiam  che  lunga  sia  Questa  vUa  mor  al , 
che  in  un  sol  giorno  Come  nasce  un  fan- 
Cini  viene  a  vecchiezza,  E  d'  oscura  prig.on 
per  morte  fugge  ?  rf;  -.,„tf  Con- 
*  VENIRE  A  VIA  DI  SALUTE  Con 
vertirsi.  Vii.  SS.  Pad.  ì-  208.  Rmgra- 
JZL\Ì0  Iddio  ,  perciocché  quindi  era 
veduto  a  via  di  salufe,  e  la  coscienza  non 

'^^^°ENmE' a' VITTORIA.  r™„> 

„  Biportar  vittoria.  Cavale.  Espos 
Simb  I  338  Gli  uomini  in  carne  fra- 
gile posti  ,  combattono  e  vengono  a  vii- 
loria.    MV 


ift78 


V  E  N 


*  VENIRE  A  UN  TERMINE.  Con- 
ehiitderc ,  o  simile,  /forgfi.  Ori^.  I''ir. 
68.  E  necessario  venire  a  uà  termine,  o 
clic  elle  (quelle  colonie)  avessero  al  suo 
tempo  mutala  comlitione  ce,  o  vhn  egli 
(Plinio)  alihia  erralo,  ovvero  gilt^rci  a  un 
terio  modo,  ec.  ("/"O 

:;:  VENIRE  A  UOPO.  Abbisognare. 
Stilv.  Ai-vert.  2.  I.  1.  L'appcIIalivo  ^'(0- 
me) ,  di  [)iù  maniere  allresi,  $Ì  come  col- 
lettivo ,  e  d'altre  generazioni,  clic  non 
ci  vengono  a  uopo  per  questi  ragiona- 
menti .  E  I.  2.  2.  Non  tutte  le  parole 
che  venir  ci  possono  a  uopo,  nelle  scrit- 
ture si  troveranno  della  miglior  età  .  K 
2.  3.  6.  E  che  cotai  sensi  ,  qujli  io  ho 
detti,  possano  nella  favella  venire  a  uopo, 
dimostrinlo  questi  esempli.  (J'} 

VENIRE  BENE.  Tornar  bene.  Venire 
in  concio.  Sen.  fìen.  l'arcfi.  l.  3.  Ne  s' 
accorgono  che  Esiodo  chiamò  queste  sue 
fanciulli?  come  hcn  gli  venne,  fìoez.  l'arcU. 
2.  pros.  2.  Ora  mi  vii-u  Ix-ne  di  ritirare  a 
me  la  mano.  Car.  Iclt.  \.  10>  Buona  cera 
finche  si  può,  e  significhi  la  cometa,  che 
Wn  le  viene. 

•?  g.  I.  ì'enir  bene  ,  dicesi  anche  ile- 
glt  Alberi,  delle  Piante,  ec.  e  vale  Ac- 
quistar vigore.    Crescere.  (C) 

'*.*  §  II.  Venir  bene,  dicesi  ancbe  di 
Bambini  allorché  crescono  prosperamen- 
te, e  di  Gioventù,  quando  Jh  buona  riu- 
tetta  in  checchessia.  (C) 

§.  III.  ììen  vrqna,  o  Ben  venga;  ma- 
niera di  accogliere  chi  arriva.  Lai.  salve. 
Gr.  y,^?^-  ^occ.nov.  26.  l5.  Ben  venga 
V  anima  mia. 

VENIRE  BISOGNO.  Bisognare.  LaU 
opus  esse.    Gr.    Oetv, 

>:-  VENIRE  CARICA.  liicevere  impres- 
sione con  impeto  diti  nemico,  /^afc.  rim, 
2.  203.  Animo  sopratlulto  poi  conviene 
A  questo  nostro  giuoco  :  E  se  carica  vie- 
ne In<IÌelro  ritirarsi  appoco  appoco.  (Cj 

VENIRE  CASO.  Accadere.  Lai.  arci- 
dere.  Cron.  l'eli.  88.  Essendo  all' uficio, 
venne  caso  che  di  qua  passarono  messer 
Filippo  dell'  Antclla,  ec.  A"  108.  Avi-ndo 
temenza  di  quello  poi  è  intervenuto,  che 
PC.  e'  non  venisse  una  volta  caso  die  la 
riformagione  della  parte  si  ralTrcncreltbe. 
/?  103-  Ora  non  facendo  sopra  ciò  nien- 
te ,  venne  caso  che  furono  tratti  duutì 
priori . 

•V-  VENIRE  COL  CUORE  IN  MANO. 
Venire  con  sincerità,  con  tutta  la  .ichict- 
tezza.    V.   CUORE,  §.   CVIII.  (C, 

VENIRE  COMPASSIONE.  TTssere  in- 
ternamente commosso  da  compassione  . 
Lat.  moveri  misericordia  .  Gr.  t)iiìv. 
Bocc.  nov.  77.  5().  Per  gli  umili  suoi 
prirghi  un  poro  di  compassione  gli  Ten- 
ne  di   lei. 

*  VEMKE  CONTRO  AD  UNO.  Figu- 
vatam.  vale  Venirgli  in  contradditorio. 
Cecch.  Prov.  l\1.  Starr  alla  riprova  si  di- 
ee  quando  uno  e  preso  dalla  curie  per  un 
delitto,  e  lo  nega,  che  un  allro  gli  viene 
contro  per  convincerlo  ;  ed  ò  lo  stesso 
che    st.ire  al  paragone.   (C} 

*  VENIIIE  CON  UNO.  Concorrere  nei- 
la  sua  sentenza.  Otre.  (irli.  9.  lo  mo  ne 
verrei  in  questa  parte  tcco  ,  sicché  torna 
•1  ragionamento  iioslro  «li  prima.  ( Hr) 

*  VENIRE  CORTA  QUAl.CIIK  CO- 
S\.  Fìguratani.  vale  ?ton  riuscire  qintl- 
rbe  intrapresa.  G.  V-  IO.  60.  3.  V.  nota, 
rlie  per  la  paura  dì  Castrurcii>  ,  tutto  1' 
esordio  o  imprese  del  Bavero,  clip  aveva 
ordinate  per  passare  nel  regno  ,  gli  ven- 
nero corte  e  fallite.    {*) 

VENIRE  CU01\R  -  Crescer  l'  ardire  , 
Farsi  più  ardito.  Lat.  audere  Gr  T'>ì- 
u«v  . 

*  VENIBE  DA  CUORE.  y#«r  l'Of/ia, 
•  prnsierc  .    Dep.    Decani.   21.   Non  l«oea 


V  E  n 

ridere  ce,  che  allrameole  si  direldic  aon 
gli  venia  da  cuore,  o  avea  voglia  o  pen* 
siero   di  ridere.  (I') 

^:  VENIRE  D\  CUORE  UNACO-^A. 
Farla  volentieri.  Lasr.  l'ari  ut.  l\  7.  Non 
mi  verreldie  mai  da  cuore  mangiare  io 
questo  aliito  .   (1^) 

•'J^  VENIRE  DA  FARE  ALCUNA  COSA. 
Bitornare  dal  luogo  in  cui  si  e  fatta  quella 
cosa  poc'  anzi.  Ar,  Fur.  23.  23  Veniva 
da  partir  gli  alloggiamenti  l'cr  quel  con- 
tado a  cavalieri,  o  a  fanti.  ( Pe) 

'.«  VE.NIRE  D\LLE  COSTOLE  D' 
ADAMO-    /'.  COSTOLA,  (l'j 

VENIRE  DA  MANO.  Tornar  comodo 
alla  mano  che  più  comunemente  si  ado- 
pera,  o  destra  ,  o  sinistra.  Lat.  commo- 
dum,  vel  opportunum  es.se. 

'f  *  VENIREDV  VO'iLIA.  Venir  vo- 
glia. Pass.  26^.  Vuole  1'  uomo  poter  fa* 
re  tutto  ciò  che  gli  viene  da  voglia  feoiì 
letìge  r  ediz.  del  l^lS  a  pnff.  I9I  ,  ma 
quella  del  Vangelisti  ha:  tutto  cÌo  di  che 
gli  vien  voglia  ).  (F) 

VENIRE  DEL  CENCIO-  Putire  altrui 
ogni  cosa ,  /4vere  ogni  cosa  a  schifo  e  a 
sdegno  ,  Lat.  naso  suspendcre.  Gr.  tx.\>A- 
T/j^i^eiv.  Bocc.  nov.  58.  3.  Quando  ella 
andava  per  vìa,  s)  forte  le  veniva  del 
cencio,  che  altro  che  torcere  il  muso  noo 
faceva  . 

•f  VENIRE  DESIDERIO,  o  DESI- 
DERO. I''sser  mosto  internamente  da  de- 
siderio. Bocc.  nov.  86.  ^.  Venne  deside- 
ro a  Pinuccio  dt  doverci  pur  con  costei 
ritrovare  . 

•f  *  VENIRE  DI  BENE  A  T.IEGLIO. 
Migliorare,  Fantaggiare.  Ctittt.  lett.  36. 
8a.  Verrebbe  promente  (cioè,  prodemente) 
di  heiie  a  me;;lio  .  (f^/ 

•f  VENIRE  DIETRO,  DIRETRO,  0 
DRETO.  Seguitare.  Lai.  .sequi,  assequi. 
Gr.  £T2-.3rxi  ,  Tr-/5y./o>iy&itv  .  Dant . 
Piirg.  18.  Vieni  Dirotr*  a  noi  ,  che  tro- 
verai la  huca.  '"^  Bor-^h.  Orig.  Fir.  21 1. 
A  questa  cosi  sicura,  e  cosi  viva  auloriti 
ec.  vien  ilrclo  Cornelio  Tacilo,  (f) 

'•^  2-  Per  Succedere.  lìorgh.  Vesc.  Fior. 
^87.  Di  Pietro  secondo  che  gli  venne  die- 
tro ,  si  trovano  i  primi  contralti  intorno 
.il   1190.  iCj 

VENIRE  FANTASl'A.  Cadere  in  pen- 
siero ,  Fntrarc  in  desiderio,  fìern.  rim. 
1.  28.  Io  dico  Michelagnol  Bonarroli,  Che 
quanti'  io  '1  veggio  ,  ini  vìeu  fantasia  D' 
ariliTgli  incenso,   ed  allaccargli  i  voti. 

VENIRE  FASTIDIO.  Infastidirsi.  Lat. 
fastidio  habere.  Gr.  0iJ'>xiiV.ivEtf. 

VENIRE  FRA  MANO  !  Lo  stesso  che 
Venire  per  le  mani. 

*  VENIRE  FUORE,  o  FORE.  Mani- 
festarsi .  (iuitt.  Ivtt.  19  49  Tocca  con 
ispendio  avaro,  crudele  con  piclailc,  e  vo- 
gniin  fuore.  (!'} 

^  §•  Fenir  fuori,  vale  anche  Compa- 
rire in  pub'tlico.  Ifert,  Giamp.  225.  E  sai 
se  voi  siete  venuto  fuora  cui  va:>iÌto  del 
di  delle  feste.  (C) 

Jt:  VENIRE  FUORI.  Parlando  di  ven- 
ft>,  vale  Levarsi.  IH.  S.  Ciò.  Gualberl. 
3o6.  Ed  ^s^endo  ddungati  un  poro  dal 
monislerio,  r  aria  si  turbò  forlissìinamvD- 
(e,  e  vennero  fuori  grandi  venli ,  e  feccsi 
grandissima  piova.  (Vf 

VENIRE  IL  DESTRO.  Tornar  fomo< 
do  ,  F.sser  opportuno  .  Lai.  opportunum 
ette.  Gr.  ivxaipa*  iivat.  Bocc.  nov.  IO 
6.  Quando  a  pie  ,  quando  a  cavallo  ,  se- 
condo che  più  il  destro  gli  venia  .  Liv. 
Per.  .3.  Essendogli  venuto  il  <lestro,  e  a- 
remlone    abpianti   uccisi  . 

ì?  VENIRE  IL  TEMPO.  Venire  il 
giorno  prefissi^  a  pagare,  o  ri fcuotere.  V. 
TEMPO,   S-    X-   (C/ 

VENIRE  IL  TERMINE.  Compiersi  il 
t*mpo .  Lai    aJvenire  ditm  .  Gr.  ^uiixv 


ìnìpyffj^Xi.  Bocc.  nov.  So.  21.  Pastai* 
d'  un  mese  e  di  due  il  termine,  non  che 
venuto,  al  quale  i  suoi  danari  riaver  do- 
vej  ,  richiedendogli,  gli  cran  date  parot* 
in   pagamento. 

^  VENIRE  IN  ACQUA.  Dicesi  de' me- 
tal/i, che,  struggendosi,  diventano  liqui- 
di .  Benv.  Celi.  Oref  i32.  Essendoché 
quando  il  hronxo  viene  in  acqua,  cotanta 
è  la  sua  furxa  ,  che  egli  penetra  per  tali 
fessure,  ec  (V) 

*  VENIRE  IN  ALCUNO.  Parlandosi 
di  vendite,  o  altro  contratto,  quando  da 
uno  passa  in  un  altro  .  Cecch.  Dot.  1. 
I.  La  vendita  di  lui  (della  casa  che  egli 
avea  mezzo  venduta  ad  un  altro)  vcdd* 
in   me.  (F) 

'f  ?  VENIRE  IN  AMORE  UNA  CO- 
SA.  0  PERSONA,  vale  Amarla.  Cava/c. 
Med.  cuor.  77.  Pugnamo  ora  in  questo 
secondo  libro  quanto  e  come  è  commen- 
dabile la  virtù  della  pazienta,  e  rome  son 
utili  le  pene,  acciocché  ci  Tcn;;a  io  amo- 
re. JC  224.  Giubbe  fece  patto  con  gli  occhi, 
come  savio;  cioè  rafi'renògli,  acciocché  in 
prima  incautamente  non  guardasse  alcuna 
iiellecza  ,  la  quale  poi  ec.  gli  venisse  io 
amore,  o  volesse  egli,  o  no.  (V) 

A-  g.  l'enire  in  amore  di  uno ,  vate 
Farsi  amare  da  uno.  Acquistare  l'amo- 
re  di  uno.  Fr.  Zac.  Cess.  3.  8.  Il3. 
Tanto  vciincrt»  i  generi  to  amore  del 
suocero  ,  che  Toro  e  1*  argento  e  i  Leni 
temporali,  per  Io  tempo  che  venne  ,  partio 
tra  loro.  (C)  Cavale.  Med.  cuor.  205. 
Conoscendo  per  questa  via  la  bont'a  di  Dio 
ec,  ne  venne  io  amore  di  Dio.  (  V) 

#  VENIRE  IN  BELLEZZA.  Divertir 
bello.  Car.  Long.  Sof.  6-  (  Fir.  1811  ) 
Ambedue  questi  bambini  subitamcnle  cre- 
scendo, vennero  in  una  più  che  villane- 
sca  bellezza.    (Mi 

-'.■  VENIRE  IN  BILANCIO  UNA  CO- 
SA CON  UN'  ALTRA  .  Comparare  urna 
cosa  con  un*  altra.  Tac.  Dav.  stor.  |, 
247  Non  mi  do  vanto  di  nobiltà  né  di 
modestia;  che  non  deon  venire  in  bilan- 
cio le  virtù  co*  viti  d'  Ollooe  de*  quali 
soli  si  gloria.  fC) 

•V-  VENIRE  IN  BISOGNO.  Ahhisò' 
gnare  .  Ces.  Pros.  205  Ma  fin  qui  ba- 
sti ,  per  non  venire  in  bisogno  della  fa- 
rinata di  Frate  Ginepro,  donde  voi  *' a 
vele   preso   Y  inforagion   della   gola.  (C) 

*  VENIRE  IN  CALDO.  IUcest  de'cm- 
valli,  di  cani,  ed  nitri  animali  ,  quanti» 
si  risveglia  in  loro  l'  appetito  libidinoso. 
F.  CALDO.    su.st.  §.  XML  (N) 

VENIRE  IN  CAMPO.  Lo  slesso  the 
Fenire  a  campo.  Lai.  prodire,  Gr.  Xùo- 

§-  F  figitratam.  vale  Venir  fuori ^  /"r- 
/lire  alla  luce.  Comparire.  Frane.  Sacrh. 
nov.  Un  ben  gli  sia  di  bollo  verrà  m  ram- 
po. M.  /'.  10-  "5  Perché  quando  il  ve- 
ro trattato  veoi>se  in  campo,  sania  pren- 
dere avviso ,  il  governo  della  ntlà  più 
certamente  e  più  lilHTameulc  avestr  lo  ef- 
fetti» su<> 

•f  VENIRE  IN  C\PO  Inter^^rnire  , 
Accadere  ,  Succeder*  .  Lat.  evenire  ,  Gr 
ouyCsd'viiv  .  Pass,  18  Mi  riderò  della 
vostra  morte,  e  farò  boffc  e  scerno  (così 
Irg^r  an<he  l' ediz.  del  172.'»;  quella  dW 
J^angelisti  ha  scherno  )  di  voi  ,  «juando 
quello,  che  tenieTale,  vi  verrà  in  rapo. 

>:«  VENIRE  IN  CASO  DI  MORTE. 
F.<sere  in  pericolo  di  morire,  /tele.  Vii- 
Colomb.  276.  E  venendo  in  caso  di  morta 
cuminriò   fortemente  a  gridare.   (C) 

«VENIRE  IN  COGNIZUINE  Cono- 
scere.  Bellin.  Pise.  j.  128  l>aPe  eoi* 
dette  fin  qui,  voi  verrete  ìo  ri*gni«OD*, 
rome  ili  uti'  orchia'a  lultd  in  un  trailo, 
di  tutta  la  fabbrica  del  corpi  umano  Sagg 
nai.  fsp.  14    Fdtr«mo  ancor*.  «00  «sporra 


V  E  N 

«ir  aria  questo  slrumcnlo  quando  tra;;gono 
▼enti ,  venire  in  cogliixiooe  quali  di  vsii 
timo  più  pregni  d'umido,  e  quali  più 
degli  altri  scrcbi,  »d  asriuLlì.  ((  ) 

VEMRE  IN  CO  LI.  E  «A.  Incollerirsi. 
Lai.  ira  ahripi,  exnrdesierc.  Gr.  oi  opyr,v 
Traco^uvà/'O-t.  jintbr.  Cof.  5.  l-  Cole- 
tta lellera  E  quella  che  mi  fa  venire  in 
collera . 

VENIRE  IN  CONCIO.  Tornar  como- 
do ^  Essere  opportuno  .  Lat.  opportunum 
esse.  Gr.  t^/vipov  eiva».  Bocc.  ncv.  \o. 
II.  Se 'I  mafìlro  non  Tlia  ripi<sia  in  ca- 
»a,  verrà  troppo  in  cor.tio  a' falli  nostri. 
E  Vit.  Dani.  26^.  Come  7erranno  più  in 
concio  ,  or  1*  una  >  or  l'altra  le  verrò  adat> 
tando  . 

•f  *  VENinE  IN  CONFUSIONE  . 
Conjonilersi  .  1  it.  SS.  lad.  \.  32.  l'tM- 
r  appariziune  dt-i  quali  (mali  Angioli j  ec. 
viene  l'uomo  in  tedio,  e  ccnfusioue,  e 
paura,  e  pessimi  voleri.  (ì') 

't  *  ^ENIltE  IN  CONOSCIMENTO 
DI  ÀKUNA  COSA.  Acquistarne  cono- 
scema.  Vii.  SS.  iati.  2-  193.  Per  li  cui 
esempli  e  ammaestramenti  multi  venivano 
in  cooosrimenlo  dt  via  dì  salute  e  di  per- 
fezione.   f  t' ) 

•f  *^  VENIRE  IN  CONSENTIMEN- 
TO. Consentire.  Cavale.  Mcd.  cuor.  243. 
Quando  al'a  teiitaiìone  del  cuore  ìncon- 
taneote  non  resisti ,  crcsre  il  dilelto  nel 
mal  pensare,  e  poi  vien  1'  uomo  in  con- 
»enlimenlo.  e  poi  in  opera.  fT~) 

*  VEMRE  IN  CONSIDERAZIONE. 
r.  C0NSII)EnAZIO>E.  g    IX.  <•  X.  fCj 

EVENIRE  IN  CONTUlZiONE-  Con- 
trìrsi.  Belc.  1  it.  Colcmh.  218.  Quando 
vide  la  mensa  appareccLi;ila,  e  i  servi  di 
Dio  ingiooccliiiiti  ,  venne  in  grande  con- 
triiione  ,  e  aliliraniò  C>iovanDÌ  ,  e  addi- 
mandò  perdonanza.   (C) 

t  XENIRE  I.NCONTRA,  0  INCON- 
TRO. Incentrare  chi  viene,  farsi  incon- 
tro. Lat.  ohviam  ire.  Gr.  v'JZWJrv.v.  Ovid. 
Pist.  1^^.  Allora  li  verranno  inroniro  a 
schiere  le  donne  troiane  .  Dani.  Inf.  1. 
Che,  venendomi  incontro,  a  poro  a  poco 
Mi  ripìngcva  là  dove  '1  Sol  l.ice  .  *!'•  In- 
trod.  ì'irt.  25.  E  quando  la  FilosoBa  fu 
tanto  presso  alla  Fede,  flic  la  polca  ve- 
dere, ioconlanente  dalla  Iun;.'a  la  conulilie, 
e  rizzosse  in  piede,  e  discese  djlla  sedia, 
e  vennele  incontra.  <C) 

*  VENIRE  IN  CONVENZIONE.  Con- 
venire. Guicc.  Star.  l.  260.  Mandaron 
Persi,  Barlolommco  d'  Alviano  ec.  a  par- 
lare a  Ferdinando,  col  quuie  vennero  in 
queste  convenzioni  :  Clic  ec.  (L) 

VENIRE  I.N  CUOBE.  Cadere  in  men- 
if.  Cadere  in  pensiero  .  Lat.  in  antnitim 
cadere.  Gr.   £1*5  voj/  ey^-ìv. 

•f  *  VENIRE  IN  DESIDERIO.  Tr- 
siderare,  f'enir  voglia.  Bocc.  ^.  5.  n.  8. 
Per  dolore  più  volte  ,  dopo  1'  essersi  do- 
lalo ,  gli  venne  in  desiderio  d'  uccider- 
si (!')  Be/c.  /  it.  Colomb.  27.  Castigan- 
do la  carne,  e  recandola  in  servitù,  ven- 
ne in  desiderio  di  vivere  in   castilà.  ((') 

VEMRE  IN  DESTRO.  Lo  stesso  che 
J'enire  il  destro. 

*  VENIRE  IN  DIFETTO  .  Manca- 
re, Cadere  in  colpa.  Salvereg.  5q.  Cerio 
madonna,  quelli  clic  hanno  speranza  in  te 
riceveranno  fortezza,  e  voleranno  come  a- 
quila,  e  non  si  aQaliiheranno,  e  non  ver- 
ranno in  difcllo.  (Cj 

*  VENIRE  IN  DISCUSSIONE.  Pc 
versi  discutere.  Guicc.  Slor.  2.  4^3.  Onde 
veniva  qnasi  necessariamente  io  discussio- 
ne non  solamente  da  qual  parte  si  potes- 
sero ec.  piantar  le  artiglierie,  ma  ancora 
come  si  potesse  vietare  che  non  vi  en- 
trasse il  soccorso  dei  Franzesi,  fi.) 

*  VENIRE  IN  DISPERAZIONE.  Vi- 
sperarsi    Lai.   di^/ìdere.   Fior.   S.   Frane. 


YEN 

179.  Quando  io  faccio  alcun  male  ,  io 
ca>:gio  in  tanta  tristizia  ,  e  in  tanta  acci* 
dia  ,  che  quasi  ne  vengo  in  disperazio- 
ne. (C) 

Iti  VENIRE  IN  DISPREGIO  .  Farsi 
dixprepcvole  .  l'elt.  Tuli.  poi;,  ^i.  (  Tìo- 
loi;na  1824  )  In  dispregio  il  l'ara  veniie, 
se  dirà  eli'  è  malto  ,  o  pigro  ,  o  lento  , 
ee.  (P)  Trait.  I  irt.  mor.  i.  Ti  piego 
quanto  [^osso  clic  la  dismisura  cansi  da 
te ,  acciò  che  tu  non  vegni  in  dispregio, 
e  in  mallezza.   l  C) 

^  VENI  li  E  IN  DUBBIO.  Dubitare, 
fardi.  Slor.  Iroeni.  \  cimi  In  duMiio  me- 
co slesso,  e  fui  molle  fiate  vicino  mollo 
a  far  credere  a  me  medesimo,  che  le  co- 
se umane  non  da  ragione  e  giudizio,  ma 
dalla  forUina  e  dal  caso  si  governassono  . 
Bel/in.  Pise.  1.  91.  Non  sa  \edc;r  modo 
come  poterne  anthe  per  ischerzo  venire 
in  duMiio.  (C) 

*  VENIRE  IN  ECCELLENZA.  Giun- 
gere alla  perfezione.  Ar.  Fur.  20.  2.  Le 
donne  son  venule  in  eccellenza  DÌ  cia- 
scun'arte ,  ove   Itanno  posto   cura,  (lif} 

tr-  VENIRE  IN  ESTEliMINlO.  Fsse- 
re  esterminato ,  Cadere  in  rovina,  l'eie. 
ì'it.  Colcnib.  57.  Kiù  di  dicci  anni  in- 
nanzi profeto  loro,  come,  se  e'  non  si  cor* 
reggessero.  vcrrcM>ono  in  esterniiuio.  fC) 

*  VENIRE  IN  FAMA.  Far.u  famosoj 
Acquistar  nome,  celebrità.  Dani.  Inf.  2i. 
Omai  ccnvien  clic  tu  così  ti  spoltre  Dis- 
se 1  maestro  ;  ihc  ,  sej^geudo  in  piuma  , 
In  fama  non  si  vien  ,  ne  sotlo  coltre.  (M) 

*  VE.-ORE  IN  F-Mir.LlA.  ^r^HjV/n- 
rr,  o  Generar  Jigliuoìi.  fiore,  g.  2.  n.  3. 
J.'on  ostante  ilie  in  famiglia  tutti  venuli 
fossero  ,  più  die  mai  straljocchevolmcnte 
spendeano.  Ambr.  Furi.  1.  1.  Feci  tan- 
to, che  in  pochi  anni  ragunai  tanto  avere, 
eh'  io  poteva,  venendo  in  famiglia,  accon- 
ciatnenle  nutrirla.  (F) 

VENIRE  ì?i  FANTASI'A.  Lo  stesso 
che    Venir  fantasia, 

VENIRE  \>  FASTIDIO,  to  stesso 
che  lenire  a  noia.  Lat.  molestiti  esse. 
Or.  ■izv.ciy^ti-i  TZf'j'-jii'v.TV.  .  Amm.  Ant. 
5.  I.  i5.  I  vili  fruiti,  e  che  dopo  pocLi 
di  verranno  in  fastidio  ,  dileliano  altrui , 
quando  vengono  molto  primaticci  .  Fir. 
As.  237.  Tanto  mi  era  venuto  in  fasti- 
dio quel  brancicar  della  liocca,  che  acco- 
standomisi  uno  con  certe  manaccc  ,  che 
puzzavano  come  una  carogna  ec,  gli  pre- 
si la  destra,  e  tutta  quanta  gliele  schiac- 
ciai . 

'^'  VENIRE  IN  FERVORE.  Infervo- 
rarsi, fiele.  T'it.  Colomb.  5q.  Il  qua- 
le ec.  venne  in  tanto  fervore  ec.  Car. 
Leti.  Tornii.  I  Ed  in  su  questo  venendo 
in  fervore,  grida  ancor  egli.  iC) 

*  VEMRE  IN  FINE  DI  MORTE  . 
Correr  pericolo  di  morire.  Frane.  Sacch. 
nov.  i3l.  Sai  <be  per  quello  ione  venni 
in  fine  di  morte:  io  non  ci  sarei  più  Imono 
a  questo.  fP') 

•f  VENIRE  IN  FURORE.  Infuriare. 
l-a\.  furore  corripi .  Gr.  é/.y.w'-'tn^tii  . 
Ar.  Far-  23.  1  1^.  In  tanta  raM)ia  ,  in 
tanto  furor  venne  ,  Che  rimase  offuscato 
in  ogni  senso. 

VENIRE  IN  GRADO.  Acquistar  gra- 
do .  Sen.  Ben.  1  arch.  6.  II.  Ma  se  Ìo  , 
venuto  in  alcuno  grado  ,  gli  farò  alcun 
piacere,  si  chiamer'a  che  io  1'  abbia  bene- 
ficato ,  non  ristoralo, 

§.  Talora  vale  f'enire  in  grazia.  Ac- 
quistar !a  grazia  ,  o  la  benevolenza  di 
alcuno  .  Pani.  Par.  l5.  Poi  seguitai  lo 
'nipcrador  Currado;  Ed  ei  mi  cinse  della 
sua  milizia,  Tanto  per  bene  oprar  gli  venni 
in  grado. 

VENIRE  IN  GRAZIA.  Acquistar  la 
grazia,  o  l'affetto.  Bocc.  nov.  16.  3^. 
bommamenlc  era  venuto  nella  grazia  del 


V  E  N 


1679 


re  Pietro  .  E  nov.  18.  33.  Perotto  ec. , 
similmente  crescendo,  venne  in  grazia  del 
signor  suo.  Sen.  Ben.  Varch.  4-  34-  Ma 
se  egli  (  non  me  ne  accorgendo  io  )  mi 
Sarà  venuto  in  grazia,  o  m'  ar^  giuntato, 
in  questo  caso  non  ci  ha  colpa  nessuna 
colui  rhe  d'a. 

^:  VENIRE  IN  GROSSEZZA  CON 
ALCUNO  .  Inimicarsi  con  alcuno  .  Segr. 
Fior.  Cramni.  .^'tor.  f.  87.  Spagna  la 
faceva  volentieri  per  essere  nuovamente 
venuta  in   grossezza  con  Portogallo.  (I^J 

•':?  VENIRE  IN  IGNOMINIA.  Acqui- 
stare ,  Tirarsi  addosso  ignominia  .  f. 
IGNOMINIA,   g.  (JVj 

*  VEMRE  IN  INFERMITÀ*.  Infer- 
mare .  Pelc.  7'ìt.  Colcmb.  z56.  L*  uno 
venne  in  gran  poverl'a  ,  e  1'  altro  in  in- 
fi-rniila  imurabile  .  /■,  3o3.  Ed  essendo 
molto  antico,  e  venendo  iu  infermità,  ed 
essendo  multo  aggravalo,  intanto  the  quasi 
avea  jierduto  il  parlare,  piacque  a  Dio  di 
rendei  gli  il  parlare,  l  Cj 

5!^  VENITE  IN  INVIDIA,  rivenire  f/i- 
vidioso  .  Peti.  Tuli.  png.  40.  (  Bologna 
1824)  Dalla  persona  dello  avversario  suo 
si  la  colui  ,  (he  favella  .  benivolo  1'  udi- 
tore, se  per  lo  detto  suo  farà  l'avversario 
suo  venire  in  invidia  dell*  uditore,  o  in 
odio,  o  in  dispregio.  (B) 

*  VEMUE  IN  IRA.  Cader  nello  sde- 
gno e  odio  rf'  alcuno.  Cavale.  Med.  cuor. 
]8p.  Sopporta  molli  difetti  e  ingiurie  di 
Dio,  per  non  venire  in  ira  de' sudditi,  e 
perdere  T  uflìzio  .  (F*  Petr.  son.  ^6.  Ed 
al  sol  venga  iu  ìra,  Tal  che  si  secchi  ogni 
sua  foglia  verde.   1  ^J 

VLNIRE  IN  MANO.  Fcnire  in  pote- 
re. Lat-  in  manus  venire.  Gr.  u'jro'  Ttvc 
TTOiii'jSai.  Penib.  Star.  [\.  5o.  In  breve 
spazio  di  tempo  molle  castella,  che  di  qua 
da  Adda  erano,  in   mano  loro  vennrro. 

*  VENIRE  IN  MENDICAGGINE  . 
Impoverire.  Fr  Zac.  Cess.  Ii3.  Que- 
gli che  è  usato  di  spendere  alla  larga  ed 
in  callivanze.  quando  vieue  in  mendicag- 
gine,  bi.vouno  è  o  che  Is  vada  mendicando, 
o  ch'egli  imboli.  (Cj 

VEMRE  IN  MENTE,  lenire  a  me- 
moria, 7  enire  in  animo.  Sovvenire.  Lat. 
in  nientcm  venire,  succurrere  .  Gr.  £1*5 
■uojv  £)^€~v,  •jTtizyt'^'^y.i.  ^  Bocc.  lett- 
321.  Aefgendo  che  non  era  da  indiriz- 
zare ad  alcun  Principe,  ma  piuttosto  a 
quali  he  donna  famosa  ec.  innanzi  tutte 
r  altre  mi  venne  in  mente  la  più  de- 
gna. (Cj 

*  VENIRE  IN  MUTAMENTO.  Mu- 
tarsi.  Din.  Comp.  lib.  I.  Si  raunaroun 
insieme  sei  cittadini  popolani,  fra' qu.*Ii 
io  Dino  Compagni  fui,  che  per  giovinezza 
non  conosceva  le  pene  delle  leggi,  ma  la 
purità  dell'  animo  e  la  ca^^ione  che  ( per 
cui  ,  la  città  venia  in  mutamento.  (Br) 

VrNIRE  INNANZI,  lenir  alla  presen- 
za .  Bocc.  nov.  ^6.  7.  Le  giovanetle  ve- 
nute innanzi ,  onestamente  e  vergognose 
fecero  revcrenzia  al  Re. 

'•V  g.  I.  lenir  innanzi,  vale  Andar  in- 
nanzi. Avanzarsi  j  c  fi^uratam,  ^fostrar 
valore.  Ar.  Fur.  26.  52.  Non  è  di  questi 
due  per  fare  esangue  L'  orribil  mostro,  chi 
più  innanzi  vegna.  (M) 

§.  II.  Fenice  innanzi,  fìguratam.  va- 
te anche  Sovvenire  ,  I  enire  in  mente  . 
Fianim.  7.  II.  Vienimi  poi  innanzi  con 
molta  più  forza,  che  ninno  altro,  il  do- 
lore della  abbandonala  Dido. 

*  g.  III.  lenire  innanzi,  vale  anche 
Succedere,  Accadere,  Cuicc  Stor.  1.  zSy. 
Non  sempre  viene  innanzi  tutto  quello  di 
male  che  può  accadere.  (L) 

§.  IV.  Venire  innanzi,  parlandosi  del- 
le piante,  vale  Acquistar  vigore.  Crescere. 
Lat.  adolesccre.  Gr.  sc-'^^a vedrai. 

*c  §.  V.    Venire  innanzi  ,  dicesi  anche 


i$8o 


V   E  N 


YEN 


V  E  5 


ddgii  Animali  f  e  vale  lo  stesso.   Il   V^o- 
cabol.  alla   V.   INDOZZARE.  (Jìr) 

*  VENIRE  IN  ^OBILTA^  Divenir 
nobile,  Acquistar  nobiltà  .  Rie.  Malesp. 
cap.  32.  E  veanoQO  io  tanta  nubiltà  que- 
sti Lamberti  per  iaDanzi,  che  fu  loro  con- 
ceduto che  il  sotterravano  a  cavallo.    (C) 

*  VENIRE  IN  NOTIZIA.  Acquistar 
notizia  ■  Car.  lett.  3.  65.  Il  contenuto 
della  lettera  non  &*  intese  per  allora  ;  ma 
per  chi  la  presentò  si  venne  in  qualche 
Dolizia  .  (C) 

*  §.  I.  Venire  in  notizia  d'  una  cosa, 
vale  Risapere  una  cosa  -  Car.  lett,  3- 
169.  Tutto  questo  ho  voluto  che  venga 
in  ooliiia  di  VS.   (C) 

*  §-  II.  Venire  in  notizia  d'alcuno, 
vale  Rendersi  noto  ad  alcuno.  Venire  in 
conosce/uà  d'  alcuno  .  Pass.  289.  Vuole 
r  uomo  vanaglorioso  essere  lodato  onora- 
to e  riverito  per  vcoirc  in  notizia  delle 
genti.  (C, 

*  VENIRE  IN  ODIO.  Divenire  odio- 
so. Rett.  Tufi.  pag.  ^i.  (Bologna  iSi^) 
la  odio  il  farà  venire,  se  dirà  che  sia  su- 
perho,  o  matiiioso,  o  crudele.  Cavale.  Med. 
cuor.  jn.  Poiché  abbiamo  mostrato  ec. 
quanto  e  reo  e  detestabile  lo  vizio  dell* 
ira  e  della  impaxienxa  ,  acciocché  ci  ven- 
ga   in  odii>  ,  pognamo  ora  ec.  (/}) 

*  VENIRE  IN  OPENIONE  DI  CRE- 
DERE. Credere  ,  Opinare.  Bemb.  Pros. 
j.  35.  E  viemmi  talora  in  openione  di 
credere  che  1'  essere  a  questi  tempi  nato 
Fiorentino  ,  a  ben  volere  Fiorentino  scri- 
vere, non  sia  di  molto  vantaggio.  (V) 

•f  *  VENIRE  IN  OPERA.  Operare. 
Cavale.  Med.  cuor.  2^3.  Quando  alla  ten- 
tazione del  cuore  inrootancnte  non  resi- 
sti ,  cresce  il  delitto  nel  mal  pensare  ,  e 
poi  viene  1*  uomo  in  conicnlimento,  e  poi 
in  opera.  (V) 

t  VENIRE  IN  PAESE.  Figuratam. 
Comparire,  Farsi  vedere.  Malm.  2.  l5. 
Per  non  balzar  a  un  tratto  alla  berlina» 
I  pescatori  vennero  in  paese. 

VENIRE  IN  PALESE.  Appalesarsi. 
Lat.  prodire,  palamjieri.  Gr.  TT-ostìGsrv 
ei*;  to'  J*;,«.o5io«.  Sen.  Pist.  83.  Quando  1' 
animo  sarà  carico  di  vino,  tutto  il  male» 
eh'  era  nascoso  ,  verrà  in  palese. 

VENIRE  IN  PARERE.  Esser  di  opi- 
nione. Lat.  in  sententiam  venire. 

#  VENIRE  IN  PAROLE  DI  CUEC- 
CHESSI'A  .  Parlare,  Trattare  di  chec- 
chessia .  Guicc.  Stor.  16.  56.  Costui, 
odorando  la  mente  del  l^larchese,  si  con- 
dusse coi  ragionamenti  seco  tanto  innanzi, 
che  vennero  in  parole  di  tagliare  a  pezzi 
quelle  genti,  e  di  fare  Ìl  Marchese  Re  di 
Napoli.  fC) 

«  VENIRE  IN  PARTE.  Toccar  per 
rata,  o  per  porzione  nella  divisiou  di  chec- 
chessia. Cron.  Stria.  iì\.  Tutta  la  casa 
de!  canto  di  Campidoglio  ec.  sì  venne  in 
parte  a  Corso  di  Nati,  ed  a  me.  Vit.  SS. 
Pad.  E  poi  partendoci  fra  loro,  io  e  que- 
sta femmina  venimmo  in  parte  d'  uno  di 
quelli  cavalieri.  (Vj 

#  VENIRE  IN  PAURA  .  Impaurire 
Vit.  SS.  Pad.  T.  3».  Per  V  apparizione 
de'  quali  (mali  Angioli)  ec.  V  uomo  vie- 
ne in  tedio,  e  confusione,  e  paura,  e  pes- 
simi voleri.  (R)  Salvia.  Seno/.  !\.  Q^u 
Ancia  viene  io  paura  dì  ciò  che  ba  fat. 
lo.   (C) 

VENIRE  IN  PENSIERO  ■  Lo  sUsso 
the  Venire  in  mente .  Lat.  in  mentem 
venire,  suceurrere.  Gr.  n'j  voJv  l'ìOirv, 
oiT«_cj;5  9&*i-  Gal.  Si<t.  179.  Quando  voi 
arele  badalo  a  un  tal  r>0Vttn,  non  vi  ver- 
rebbe ora  in  pensiero  di  pr»dur  «imil  va- 
nità . 

4  VENIRE  IN  PESSIMO  VOLERE. 
Fiserc  ittittato  a  mal  fare  .  l'it.  SS. 
Pad,    I     32-    Per  1'  apparizione  de'  quali 


(mali  Angioli)  ec.  viene  l'  Qomo  in  te- 
dio ,  e  confusione ,  e  paura  ,  e  pessimi 
voleri.   (Bj 

*  VENIRE  IN  PIACERE  .  Tornar 
bene.  Dar  piacere,  o  soddisfazione.  Bocc. 
Introd.  II.  Solamente  che  cose  vi  sen- 
tissero, che  loro  venissero  a  grado,  o  in 
piacere.  (B) 

#  VENIRE  IN  PIANTO.  Cominciare 
a  piangere  .  Belc.  Vit.  Colomb.  ayS-  E 
di  subito  venne  in  gran  contrizione  e  pian- 
to. (C) 

VENIRE  IN  POVERTÀ'.  Impoverire. 
Lat.  in  paupertatem  incidere.  Gr .  «e; 
TZtvìav  xxSi'ara^sat.  Bocc.  nov.  l3-  6. 
Disse    loro    qual    fosse    l*  orrevolezza  del 

r ladre  stata  ec,  e  cbente  la  povertà,  nel- 
a  quale  per  lo  disordinato  loro  spendere 
eran  venuti  .  #  Car.  Serm.  Cipr.  i58. 
Mostrando  che  quelli  che  sono  miseri- 
cordiuìi,  e  mettono  in  atto  la  misericor- 
dia loro,  non  possono  esser  poveri,  anzi 
che  gli  scarsi,  e  gli  sterili  vengono  final- 
mente in   povertà.  (Cj 

*  VENIRE  IN  PROPOSITO.  Venire 
a  proposito  ,  in  concio,  Car.  lett.  1.  44- 
Con  1  occasione  di  questa  passala  del  Prin- 
cipe in  Italia  ,  m'  è  venuto  in  proposito 
di  far  l'officio  con  sua  Santità.  (C) 

«  VENIRE  IN  PROVA  CON  UNO  - 
Cimentarsi.  Dat.  Dtsf.  Cacc.  pag.  18.  I 
Piattelli,  contraffacendo  alle  le^gi,  cerca- 
rono di  sfuggire  la  presente  occasione  di 
venire  io  prova  con  noi.  fli) 

«VENIRE  IN  QUISTIONE.  Quistio- 
nare.  (C) 

*  §■  P'enire  in  quistione  ,  vale  anche 
Esser  soggetto  di  quistione.  Bemb.  Pros. 
I.  33.  Le  quali  cos*  quanto  adomano,  non 
bisogna  che  venga  Ìo  quistione.  (V) 

*  VENIRE  IN  RABBIA.  Arrabbiarsi, 
Incollerirsi,  Stizsirsi.  Ar.  Fur.  23.  iS^- 
In  taiitJ  rabbi.i,  io  tanto  furor  venne.  Che 
rimase  utfuscato  in  ogni  senso.   (B) 

VENIRE  IN  RICCHEZZE  .  Divenir 
ricco  ,  Acquistar  ricchezze.  Lai.  diLesce- 
re.  Gr.  TrioJTi'^ta&a*. 

*  VENIRE  IN  RICORDANZA  .  Ri- 
cordarsi. Salvia.  Seno/.  1.  27.  In  que- 
sto adunque  Licomede  e  Temisto  venuti 
in  ricordanza  di  tutte  le  cose  insieme  dcl- 
r  oracolo  ,  del  6gliuolo  ,  del  pellegrinag- 
gio, giaccano  in  terra  costernati.  (C) 

4  VENIRE  IN  RIMEMBRANZA.  Ri- 
membrarsi. Salvia.  Seno/.  28.  E  Abro- 
romc  tratto  un  grave  sospiro  ,  venuto  io 
rimembranza  delle  cose  sue  ec.  disse-   (C) 

«  VENIRE  IN  RIPUTAZIONE.  Di- 
venir riputato.  Belc.  /'il.  Colomh.  Joi. 
E  dubitando  Girolamo  che  e'  Don  venis- 
se in  gran  riputazione  disse.   (C) 

VENIRE  IN  SCENA.  Comparire.  Lat. 
prodire  in  srenam.  Ct.  €*i{  ^avipov  «i- 
àirv.  Malm.  I.  a.  Se  aorh*  io  supr' alle 
picche  deir  armate  ,  Volto  a  Febo  ,  eoo 
te  vengo  in   isrroa- 

VENIHE  IN  SENTENZA.  Esterr  d* 
opinione,  o  di  parare.  Lai.  censere,  arbi- 
trari. Gr-  vs^t'^civ.  Toc.  Paw.  Ann.  2. 
53.  Veooe  agevulmeote  Pisone,  atroce  per 
natura  ,  in  questa  sentros*. 

4  VENIRE  IN  SOSPETTO.  Sospet- 
lart.  Seni.  Stor.  ij.  In  seguir  colai  nar- 
razione venne  m  toipctlo,  che  quelle  c<\\c 
che  sono  sute  scritte  fino  •  qui,  o  saran- 
no ec.  (Br} 

•f  «  VENIRE  IN  ISPESE  .  Essere 
per  /ar  molte  spese.  Coivate.  Med.  ctior. 
|03  Avvegnaché  ron(»sra  fPuomo)  che  ne 
penla  Dio,  e  abbiane  l'inferno,  e  la  co- 
scienza nr*trib<dì,  e  perdane  la  fama  e 
r  onore,  e  vengane  m  ispcse,  e  in  pericolo 
di  morir;  nientedimeno  re.  (Vt 

VENIRE  IN  STATO.  Crescer  di  po- 
sto, di  dignit.'i.  ^  Bocc.  g.  5-  1  2-  Laon- 
de  lommamcDte   Martuccio    vcooe    nella 


sua  grazia  ,  e  per  conseguente  in  grinde 
e  ricco  stato  .  (Vj  Ruord.  Malesp.  cap. 
45.  Per  la  qual  cosa  U  città  di  Firenze 
di  poco  tempo  rifatta  ,  di  poco  accrebbe 
e  venne  in  islato.  (Cj 

*  VENIRE  IN  SU  CHECCHESSIA. 
Cominciare  a  discorrere  di  checchessia. 
Frane.  Sacch.  nov.  2o6.  Per  dare  alcu- 
na inframessa,  voglio  venire  in  su  alcune 
novelle  d'amorazzi,  assai  piacevoli  a  cai 
non  fossooo  tocchi.  (Br) 

«  VENIRE  IN  SUL  PARTO  .  Arri^ 
vare  il  tempo  di  partorire.  V.  PARTO* 

g.  viii.ro 

VENIRE  IN  SUPERBIA.  Insuperbir- 
si .    Lat.    superbire .   Gr.   uTCCfivjsavCuc- 

VENIRE  IN  TAGLIO.  Lo  stesso  che 
Venire  a  taglio  .  Ar.  fs'egr.  3.  I.  Che 
cinquanta  fiorin  ne  trarrà  subilo.  Come  ben 
viene  in  taglio.  *  Matt.  Franz,  rim.  3. 
99.  Onde  avvien  spesso  che  piscian  nel 
vaglio,  E  sì  pagano  spesso  di  bei  passi, 
E  di  bugie  che  più  vengono  io  taglio-  (B) 
*  VENIRE  IN  TALENTO  .  Deside- 
rare ,  Venir  voglia  .  Introd.  Viri.  19. 
Per  la  qual  cosa  m'  è  venuto  in  talento 
questo  regoo  di  paradiso  bealo  voler  eoa- 
qnistare  ■  Brun.  Rett.  121.  Ed  ìo  veg- 
gendo  nella  favella  cotanta  utilità  ,  sì  mi 
venne  in  talento  ,  a  prego  di  certe  per- 
sone, della  Rellorica  di  Tullio,  e  d'  altri 
delti  de'  Savii ,  coglier  eerti  6ori  .  (Cj 
Frane.  Barh.  3o3.  1.  Vienti  in  lalenlo 
Uno  oroameoio,  E  oon  hai  di  che  aTerlo 
ce.  (Br) 

*  VENIRE  IN  TEDIO.  Tediarti. 
Vit.  SS.  Pad.  I.  32.  Per  1'  apparisione 
de*  quali  (mali  Angioli)  ec.  viene  1*00* 
mo  in  tedio,  e  confusioBe,  e  paura,  e  pes- 
simi voleri.  ( R) 

*  VENIRE  IN  TEMPO  .  Crescere  , 
Avanzarsi  in  età.  Invecchiare.  V.  TEM- 
PO, §.  L.  fC) 

*  VENIRE  IN  TENEREZZA.  InUne- 
rirt .  Belc.  Vit.  Colomb.  329.  Non  vo- 
leva udite  tali  parole  per  non  venire  ìo 
teoerezia.  (C) 

*  VENIRE  INTERO.  >rf»ere  effetto. 
Riuscir  bene  i'  inlento.  Teseid.  5.  l4*  E 
però  fa  sì ,  che  il  mio  dire  ìotero  Veoga, 
se  può,  ched  io  di  questa  praTa  Prigion 
mi  parta,  ec.  (Bi  Dant.  In/.  27.  E  cerio 
ìl  creder  mio  veniva  intero.   (Br) 

*  VENIRE  IN  TIMOR  DI  DIO.  Ac- 
quistare il  timor  di  Dio  .  Cavale.  Med. 
cuor.  1^9.  Onde  lai  uomo  si  confessa  ec., 
e  viene  ìo  timor  di  Dio ,  e  io  tutto  ^  me- 
glio disposto,  fj') 

«  VENIRE  IN  VERO.  Verificarsi. 
Car.  lett.  Tomit  17.  Io  credo  che  si  so- 
gni tutta  la  notte  d'averla  (una  Saia) 
ìo  dosso;  faremo  che  la  venga  in  vero.  (C) 

*  VENIRE  IN  VITA.  Vemrr  al  mon- 
do. Introd.  Virt.  3.  Cominciai  a  maledire 
r  ora  e  '1  dì  rh'  io  nacqui  e  venni  10  questa 
misera  vita,  e  'I  cibo  che  io  questo  mon- 
do m'  avea   nutricato  e  conservalo.  (C) 

«  VENIRE  IN  USO  DI  FARE  AL- 
CUNA COSA  .  Avt-ezzarvisi  .  Mor.  S. 
Grrg.  7.  16.  Essendo  esso  così  percoaio 
dalla  inìqua  operazione ,  viene  in  uso  di 
peccare  (cioè,  fa  l'  abito  di  peccare)-  fVj 

*  VENIRE  L'  ACQUA  IN  BOCCA  . 
Toccar  l'  iif-ola  .  Lasc.  nm.  2.  3l-  An- 
guille e  ghiozzi  e  certi  altri  pesciuoli  , 
('hr  a  ricordarti  mì  vieo  1*  acqua  in  hoc- 
ea     (C) 

^  VENIRE  L'ACQUOLINA.  V.  A- 
CQUOLINA.  fC) 

«  VENIRE  LA  MUFFA  AL  NASO- 
Incollenrsi.    V.   MUFFA,  §.   I.  (>) 

VENIRE  LA  SCHIUMA  ALLA  BOC 
CA  .  Sopravvenire  rabbia  ,  o  rancore  y 
tolta  la  Jìgura  da  alcuni' animai t  ,  che  in 
tali  afettì  versano   schiuma  per  boccm  . 


V  E  N 


Si 

16, 

1   llOC- 


l,»l.  ira   corri  pi  t  ercandescere  .  Gr 
Òpynv  7r5tpofu»3»rva(.  Bfm.   Ori.  1.  16. 
58.  A  Galafron  vien  la  schiuma  ali 
ca,  VetU'Ddo  il  poi»"*  ^""^  <^"^''  '"  S"^" 

«VENIItE  LA  SENAPA  AL  NASO. 
Io  stesso  che  f^entr  la  muffa  al  naso. 
r.  SENAPA.  §.  fAV 

#  VENIRE  MALE.  Cader  in  malattia. 
LjI.  in  morf'iim  incidere.  M.  /  .  7.  34- E 
iQ  questo  sUiite  al  Conle  vcone  male.   (I  ) 

VENIRE  MALE  DI  FAHE  ALCUNA 
COSA.    Tornar  male   tifarla. 

•f  *  VENIKE  MANCATO.  ì'enir  man- 
to. Bemb.  Asol.  Uh.  2.  pag.  l\5.  (l  enez. 
Scotto)  Se  io  vi  volessi  ora  recitare  quan- 
to potrei  sema  molto  stutlìo  rammeotarmi 
ec,  tenicrei  cLe  prima  la  voce,  che  la  ma- 
teria,  mi  venisse  mancala    (l  ) 

VENIRE  MANCO.  ^JanCare.  Lai.  de- 
fare.  Gr.  exieiTTSiv  .  Petr.  canz.  6-2. 
L'  anima,  a  cui  vien  manco  consiglio. 
Eson.  14.  Che  vede  il  caro  padre  venir 

manco .  .      -i- 

§.  I.  lenire  manco,  vale  anche  ^on 
succedere,  Aon  avere  effetto.  Din.  Comp. 
I.  iL  Perchè  se  il  nostro  pensiero  venisse 
manco  «  ec. 

§.  U.  Venire  manco,  vale  anche  òi-e- 
nirsi.  Lat.  dejtcere  virthits ,  linqui  ani- 
mo. Gr.  iscTO^u/i-irv  .  JSuif.  l'ies.  l5o. 
U  qual  pel  grave  atfanno  era  si  stanco  , 
Che  quasi  tutto  si  veniva  manco. 

#  §.  lU.  l^enir  manco,  itile  anche  De- 
teriorare ,  Scader  di  pregio.  V.  MAN- 
CO .  §.  X.   (A)  ^  , 

#  §.  IV.  ì'enir  manco ,  vale  ancne 
Morire.    ì  .  MANCO,  §•  M-  (^) 

*  §.  V.  f'emr  manco  della  promessa, 
vale  Mancare  alla  pi  omessa,  IS'on  mante- 
nerla, y.  MANCO,  Av.erb.  g.  Vili.  (N) 

•f  VENIRE  MENO.  Svenirsi,  Smar- 
rire gli  spiriti.  Lat.  lìni/iii  animo,  viri- 
bus  deficere.  Or.  XetTToàu.asTv.  Voce.  nov. 
l5.  36.  Da  grave  dolor  vinto  ,  venendo 
meno,  cadde.  M.  /'■  10.  33-  Trovo  il 
fanciullo  morto  ;  il  perchè  e'  venne^  me- 
no, e  forte  sitai,  e  perde  1^  favella.  *  /  it. 
SS.  Pad.  1.  l{0.  Venendo  lutti  quanti  me- 
no di  sete  nel  diserto  ec,  impeUo  da  Dio 
una  fonie.  (T) 

5  §.  I.  Venire  meno  ,  ver  Mancare  . 
Lat.  deficere,  deesse.  Gr.  eVUi'netv,  aner- 
vai.  Bocc.  nov.  77.  33.  Allora,  quasi  co- 
me  se  U  mondo  sotto  i   piedi  le  tosse  ve- 


V  E  N 

do  che  tu  non  sottometti  l'animo  luo  in 
ucsla  sollecitudine,  e  pensiero,  e  paura, 


V  E  N 


x68i 


ui<-'liolirel»l'C , 


rel)lie 


nulo  meno,  le  fuggi  l'amnio.  Qiiad.  Coni. 
Per  tre  quarti  di  braccio  di  velluto  ver- 
de che  li  venia  meno  ,  per  la  moglie. 
Boez.  l'arch.Z.rim.  2.  Con  che  laccio  a 
pieno  II  leghi,  e  tal ,  che  mai  non  venga 

meno .  ito 

#  §.  IL  Venir  meno,  vale  anche  òce- 
mare  di  potenza.  «  Ar.  Far.  33.  8-  Fa- 
ceal  ,  perciocché  più  '1  romano  Impero 
Vedea  di  giorno  in  giorno  venir  me- 
no •».  (C)  ,      „ 

f  §.  III.  Per  Mancar  di  parola.  Jiocc. 
nov.  41.  12-  Cipseo  rispose  sempre,  se 
averla  promessa  a  pisimunda,  nobile  gio- 
vane Uodiano ,  al  quale  non  intendeva 
venir  meno.  Tav.  Bit.  Io  vi  priego  per 
lo  solo  Iddio  ,  e  per  1*  amore  ,  che  voi 
non  me  ne  vegnale  meno.  Aov.  ant.  67. 
2.  E  se  il  tuo  successore  mi  vien  meno? 
tu  mi  sei  debitore.  Sen.  Ben.  i'arch.  l^. 
3q.  Non  è  le^^gereiia  il  venirti  meno,  se 
sarà  cosa  alcuna  di  nuovo  nata. 

+  §.  IV  J  enir  meno,  vale  anche  Man- 
care d"  assistenza.  ^  f  it.  SS.  Pad.  2. 
a63.  Fa  dunque  come  hai  incomincialo  , 
e  frequenta  la  chiesa  ,  e  Iddio  non  ti  verrà 
meno.  (V)  Sen.  Ben.  Varch  .  4.  28.  E 
il  migliore  giovare  ancora  a'  cattivi  per 
amore  de'  buoni,  che  venir  meno  a'buoni 
per  cagione  de'  cattivi. 

*   §.   V.   J'enir  meno  di  alcuna  cosa, 
valt  Perderne.  Sen.  Pi.it.   24.  Ti  ricor- 
Vocabolario  T.  Il- 


perchè  egli 

meno  di  vigore  quando  ei  venisse  alla  pro- 
va.  (\) 

♦  §.  VI.  Venire  meno  di /are  alcuna 
cosa,  vale  Cessare,  Hinianersi  .  Omcl. 
OrifT-  288.  Occhi  miei,  diveniate  fonti  di 
lagrime,  e  non  vi  riposate  mai,  e  non  ve- 
nite  mai  meno   di   [)iaj;ueie.    (l  J 

•'!?  §.  VII.  Venir  meno  la  vita  ,  vale 
Morire.  Cron.  l'eli.  32.  Subitamente  per 
grande  vecchiezza  la  vita  gli  venne  meno, 
e  mori  nel  1296.  (C) 

VENIRE  NELLA  MENTE.  Sovveni- 
re. Lat.  in  mcntem  venire.  Gr.  S15  voiiv 
£>a;rv  .  Bocc.  nov.  48.  l3.  Gli  venne 
nella  mente  ,  questa  cosa  dovergli  mollo 
poter   valere. 

•f  VENIRE  NELL'  ANIMO-  Sovve- 
nire, Cadere  in  pensiero.  Lat.  in  mentcm 
venire.  Gr.  ili  voyv  iì^^zìv.  Bocc.  nov. 
1.  9.  Venuto  adunque  questo  ser  Ciappe- 
rello  neir  animo  a  messer  Muscialto,  ec. 
V  E  g-  q.  n.  6.  Come  nell'  animo  gli 
venne  ,  cosi  sema  indugio  uiaodò  ad  el- 
fetto.   (Vj 

'A^  VENIRE  NEL  PENSIERO.  Cadere 
in  mente.  Borgh.  Vies.  217.  Ho  talvol- 
ta dubitato  meco,  non  forse  sia  venuto  nel 
pensiero    ad   alcuno,  che   io    ec.   (Ij 

VENIRE  NOIA.  Infastidirsi,  Aoiarsi, 
Nausearsi . 

VENIRE  NOTIZIA  .  Cominciare  ad 
aversi  notizia  . 

V  VENIRE  ODORK.  Tramandare  0- 
dore.  Bocc.  g.  6.  n.  4-  La  quale  essendo 
già  presso  che  colta,  e  grandissimo  odor 
venendone,  ec.  (I  ) 

ì;*  venire  pensiero  .  Venire  in 
mente,  in  pensiero.  Bocc.  leti.  321-  Del- 
la quale  considerala  la  eccellcnia  ec.  mi 
venne  pensiero  indiìzzarle  umilmente  a* 
piedi  dell'  altezza  di  quella.  Belc.  T'it. 
Colomb.  288.  Da  ivi  a  pochi  di  venne  al 
venerabile  Girolamo  pensiero  e  volontà  d' 
andare  a  visitare  i  suoi  diletti  fratelli,  e 
6gliuoli  .    ((') 

*  VENIRE  PER  ec.  Essere  sul  fare 
alcuna  cosa.  Vit.  SS,  Parf.  2.  21.  Quan- 
do venne  il  tempo  ,  che  quella  misera 
venne    per    partorire  ,   [ler    veruno    modo 

anzi  stava  in  continovi  dolori.  (  /  ) 
VENIRE  PER  CASO.  Lo  stesso  che 
J^enir  caso.  Accadere.  Sig.  Viagg.  Sin. 
\k.  E  se  venisse  per  caso  che  costui  in 
capo  d'  un  tempo  la  rivolesse  (la  moglie 
repudiata),  egli  ritorna  al  vescovo,  e  brie- 
vemente tanto  fa  che  1'  avrà.  E  se  venisse 
per  caso  che  costui  la  partisse  da  se  in- 
sino  in  tre  volle,  la  puole  avere  con  que- 
sto mo<'o  ec.  (N) 

VENIRE  PER  LE  MANI.  Capitare 
avanti.  Dar  nelle  mani.  Lai.  in  manus 
venire,  incidere.  Beni.  Ori.  i.  26.  1.  A- 
mor,  tu  mi  vien  tanto  per  le  mani,  Che 
fon'   è  che  qualcuna  io  te  ne  dia, 

*  VENIRE  PER  LINGUA  .  Vicesi  di 
cosa  che  vien  riferita,  rapportata  a  voce. 
Ar.  Fur.  38.  l\'2.-  Ma  sempre  avrò  di  par 
tema  e  speranza  Ch'  esser  debban  mino- 
ri ,  e  non  del  modo  Ch'  a  noi  per  tante 
lingue  venir  odo.  (M) 

VENIRE  PER  UNO  .  lenire  a  chia- 
mare uno,  o  Venire  a  prenderlo.  Lat. 
accersere  ,  vacare.  Gr.  zaT«/:«iiiv,  ^£- 
TKX«>£r->  .  Bocc.  nov.  16.  3o.  Incontro 
si  fecero  a'  gentiluomini,  che  per  madama 
Beritola,  e  per  Giuffrcdi  veoieno.  E  nov. 
79-  34-  Quivi  v'  aspellate  tanto,  che  per 
voi  venga   colui  che  noi  manderemo. 

*  VENIRE  SOPRA.  Sopravvenire. 
Alam.  Colt.  5.  i32.  Vi  sovvenga,  (he  la 
stagion  miglior  veloci  ha  1'  ali;  E  chi  non 
r  usa  ben  ,  s|  pente  indarno  ,  Poiché  sopra 
le  vien  l'Agosto  e  '1  Verno.  (V) 


potea, 


g.  I.  Venire  sopra  alcuno,  vale  Portar- 
gli guerra.  Assalirlo.  Lat.  aggiedi.  fiocc. 
nov.  42.  12.  Fatta  grandissima  moltitudi- 
ne di  gente,  sopra  il  Re  di  Tunisi  se  ne 
venne  . 

^  §.  II.  Venire  soprani  capo,  o  sopra 
di  si-,  vale  Tornare  in  suo  danno.  J  . 
SOPHA,  §.   XXXVl.  (C) 

VENIltE  SOT'IO.  ì  enire  in  potere. 
VENIHE  STIZZA.  Incollerirsi,  Adi- 
rarsi, Lai  irasci.  Gr.  òpyi^€i^(X,i.  Bern. 
rim.  1.  24.  La  mi  fece  venir  da  prima 
slizza  ,  Parendomi  una  cosa  impertinmte. 
VENIRE  SU.  Ftgnnuam.  vale  Cre- 
scere ,  Allignare  .  Lat.  adolcscere  .  Gr. 
Kb^KVftff&ott.  Dav.  Colt.  172.  A  scudic- 
ciuolo  è  agevole  annestare,  e  i  nesti  ven- 
gon  su,  e  fruttano  presto  .  Solvin.  Disc. 
l.  270.  Quella  s|)eranza,  che  esse  (pian- 
te) danno,  di  voler  vcnii"  su  dirille,  belle 
e  rigogliose. 

•^  §.  I.  Per  similit.,  parlandosi  di  GiO' 
ventù  ,  vale  Far  buona  riuscita  .  Dav- 
Ferd .  eloq  .  cnp  .  20  I  giovani  ancora, 
che  vengon  su  ,  e  gli  oratori  seguitano 
per  imparare  ,  vogliono  ec.  portarne  an- 
che qualcbe  bel  passo  notevole  (  il  Lat. 
ha:  in  ipsa  sludiorum  incude  positi).  (V) 
^-  §.  II.  ì  enir  su,  dicesi  anche  d' al- 
cune cose  che  sono  nate,  venute  dopo  al- 
tre. Borgh.  Tose.  33l.  Polendo  essere  in 
questo  mezzo  tempo  mancati  popoli,  e  ve* 
untone  su  di  nuovo.  E  Arm.  Fam.  ^\. 
Potrebbesene  sospettare  un  poco  nelle  ve- 
nute su  dal  MCCC.  in  qua  (  parla  delle 
arme  di  alcune  famiglie  j.  E  53-  Questa 
cavalleria  ,  che  dopo  il  secolo  romano  si 
vede  di  nuovo  venuta  su  ,  ec.  (V) 

V  g.  III.  Venire  su  in  istato ,  vale 
Cominciare  a  crescere  in  ìslalo .  Bicord. 
Malesp.  cap.  Io5.  I  Cerchi,  che  già  co- 
minciavano a  venire  su  ìn  islalo  ,  ma  di 
piccolo  coroinciamenlo ,  perocché  erano 
mercatanti.  (V) 

3  VENIRE  TALENTO.  Venir  voglia. 
Lat.  cupere.  Gr.  tTZt'hup.iTv. 

VLNIRE  VENTO.  Sojfiare  il  vento. 
Lai.  flare,  spirare.  Gr.  TIVìEiv  ,  pu^TaV. 
Bocc.  Introd.  56.  Sentendo  un  soave  ven- 
ticello venire  ec,  tulli  soprala  verde  er- 
ba si  puosero  in  cerchio  a  sedere.  E  nov. 
17.  29.  Si  stava  ad  una  6nestra  volta  alla 
marina  a  licevere  un  venticello  che  da 
quella  parte   veniva. 

*  VEMREVERGOGNA.  Vergognarsi. 
Dant.  Inf.  26.  Tra  gli  ladron  trovai  cin- 
que colati  Tuoi  cittadini;  onde  mi  vien 
vergogna.    (Br) 

VENIRE  VOGLIA.  Entrare  in  desi- 
derio ,  Bramare  .  Lai.  cupere  ,  desiderio 
flagrare.  Gr.  ETTiSuusrv.  ^  Passav.  264. 
L'  undecimo  (  grado  dell'  umiltà  y  si  è  , 
che  la  persona  non  si  dilctli  di  fare  la 
propria  vulonta;  ed  è  contrario  all'  unde- 
cimo grado  della  superbia,  che  si  chiamii 
libertà,  per  la  quale  vuol  V  uomo  poter  fare 
tutto  ciò  ,  di  che  gli  vien  voglia  .  (B) 
Buon.  Tane.  (\.  6.  Vo'  cavarmi  ogni  vo- 
glia che  mi  viene.  Burch.  I.  18.  A  me 
ne  venne  voglia,  e  volli  terne.  Cas.  leti. 
58.  E  venuto  lor  vog'ia  di  stamparla  pur 
col  nome  mio  .  E  rim.  buri.  i.  i5.  Ma 
vienti  voglia  mille  volle  ognora  Di  dispe- 
rarti, e  di  gitlarli  vìa. 

f  VENITICCIO.  Add.  Avvenitìccio  . 
Lat.  advcna  ,  adventicius  .  Gr.  s'ttjjÌu's  • 
6.  /  .  12.  71.  I.  Questo  si  iece  per  molti 
artefici  minuti  veniticci  delle  lerrc  d'  in- 
torno (nel  testo  Bice,  però  si  legge:  ve- 
nuti ) .  Cron.  Morell.  25|.  Altra  gente 
veniliccia,  artefici,  e  di  piccolo  aflàre,  in 
questi  disidero  dovizia  ,  pace  ,  e  buona 
concordia  .  Ovid.  Pisi  52.  Mi  puusi  in 
cuore   di  scacciare  la   veniticcia    gente. 

f  3  VENOSO.  Add.  Pieno  di  vene.  Lai. 
venosus .   Gr.   y>£6wC^»i;-    Cr    9.    ja-   3. 

211 


V  E  W 


V  E  N 


V  E  fi 


Più  sicura  cosa  è,  che  U  predelle  gao* 
gole  si  disfacciano  ec.  che  ec.  tagliarle  , 
e  cavarleae  colle  maoi,  le  uraDDu  m  luo- 
ghi nervosi,  ovvero  veoosi. 

5?  §.  I.  difteria  venosa  ,  chiamasi 
da*  riotomisU  la  Vena  del  polmone,  che 
gli  /tntichi  credettero  che  /osse  un'  arte- 
ria. (A) 

^-  §.  11.  Sangue  venoso,  dicesi  Quello 
che  scorre  per  le  vene.  Imperf.  jénal. 
3o8.  Deesi  aggiungere  che  la  cornixiooe 
e  gli  umori  corrotti  più  volentieri  se- 
guitano il  moto  del  sangue  arterioso  che 
del   venoso.  (F) 

^  §.  III.  renose,  diconsi  anche  le  Pie- 
tre ,  che  hanno  vene  ,  o  venature.  «  Zi- 
hald.  Andr.  lo^.  Sono  agate  venose  ,  a- 
gale  chiazzate  a  color  d'  oro  -.  (A) 

*  VKN TACCIO.  Pepgiorat.  di  f'ento, 
Allegr.  rim.  2^5.  Mentr*  io  «il  ccntadioo 
alla  l>jl(luria  Cerco  solto  il  caminin  fug- 
gir quel  diaccio  Che  Ìa  que^lu  venlaccio. 
Adirato  m*  appar  ec.  Matt.  Franz  rim» 
buri.  2.  328.  Àe  ,  mentre  eh'  egli  spiega 
lo  sue  vele  ,  Soflìa  qualche  ventaccio  di- 
speralo, Grinza  diviene  suliitu  la  pele  (qui 
pele  invece  di  pelle  per  la  rima),  (li) 

t  VENTAGLIA  .  (Quella  parU  della 
visiera  che  era  più  vicina  at  mento ,  e 
per  la  quale  il  cavaliere  pigliava  l'aria. 
Lat.  buccula.  J\'ov.  ant.  61.  7.  La  gente, 
rallegrandoti ,  ahhatterli  la  ventaglia  di- 
nanzi dal  viso,  e  piegarlo  per  amore  che 
cantasse. 

*  VENTAGLIAIO,  e  VENTAGLIA- 
RO.  Colui  che  fa  e  vende  ventagli.  Hai- 
din.  Dee.  Bastiano  ec  suo  paesano,  ven- 
tagliaro  in  Roma.  (Af 

t  3  VENTAGLIO.  Arnese  con  che  l' 
uomo  si  fa  vento  ,  a  cagione  principale 
mente  di  sentirfresco  nella  st'igion  calda. 
Lat-  flabelliim.  Gr.  &Di>:avi'oiov.  Cecch. 
Corr.  prol.  Che  dirò  delle  donne  T  ec. 
Oh  come  piacciou  lor,  quando  le  vegga- 
no Quc*  he'  lavori  tanto  larghi  a  pie  Di 
quei  gremliiuli ,  o  su  quelli  spettini  ,  O 
su'  trinciaoli,  o  su  gale,  o  ventagli?  lied. 
Ditir.  27.  Mille  inventa  odori  eletti.  Fa 
ventagli  e  guancialetti.  Maini.  6.  9.  Per- 
ciò s'  acconcia,  e  va  tutta  pulita  Col  drap- 
po in  capo  ,  e  col  ventaglio  in  mano  ,  A 
cercar  chi  la  'nformi  della  gita.  '^  lUton. 
Fier.  1.  3.  I.  E  l'  e>ser  meco  voi  m*  è 
d  un  sollazzo,  M'  è  d'  un  ristoro,  e  quasi 
d'  un  ventaglio,  Contro  i'  pcosicr  noiosi. 
Salvin .  ivi  :  Il  ventaglio  caccia  le  mo- 
sche ;  rosi  un  amico  le  noio>e  ed  impor- 
tunc  cure  ,  ce.  £  il  ventaglio  ancora  di 
riotVescamenlo  e  di  rifrigeno.  (fi) 

VENTARE.  Soffiare,  Tirare  vento. 
Lat.y7.ire,  spirare.  Gr.  TT^s'civ,  ousàv. 
A/.  Aldobr.  K  A'.  61.  In  lai  maniera, 
che  i  venti  di  mezzodie  e  d*  Oriente  vi 
possano  ventare.  E  ioa.  Dfe  essere  in 
magione  ,  dove  vento  pus^a  ventare  .  Cr. 
I  5.9.  Ventano  sopra  a  quellj  venti  sot- 
tili ,  i  quali  vi  mandai  innanzi  Ìl  Sole,  h 
num.  i5.  Quando  venta  torte,  se  a-viene 
che  spiri  vento  che  addurr  jlcuno  con- 
trario, più  agevolmente  si  uccia,  perch'i; 
.illa  scoperta  ■  Liv.  M.  Quando  fili  ven- 
tava o  t.intn,  o  quanto  non  pur  solamente 
lapolveie,  ma  la  cenere  gli  feriva  ne*  vi- 
saggi- Frane.  Harb.  aS.  17.  Ed  anco  se 
grande  ora  Potesse  a  lui  più  dar  freddo 
ventando . 

%.  I.  Per  Produrre  vento.  Dani.  Inf 
17-  lluola  e  discende,  ma  non  me  n'ac- 
corgo Se  non  eh*  al  viso  ,  e  di  solto  mi 
venta.  V.  ì'urg.  17.  Senti'mi  presso  quasi 
un   muover  d'ala,   K   «enlarnii  nel   volto. 

f  g.  11.  in  signific.  att.  per  lo  Urta* 
ri-,  o  Scuotere  che  fa  il  vento.  Esp.  Pai. 
Nost.  47-  ^('tne  albero  harhalo  in  buona 
terra,  che  non  si  crolla  pr r  neaoo  veolo 
clte  il  possa  ventare. 


*  VENTAROLA.  Lo  stesso  che  Ven- 
taruola.  lied.  Oss.  an.  l^.  Qucite  tali 
guaine,  circondate  intorno  intorno  da  una 
espansione  membranosa,  formano  la  figu- 
ra di  quaranta   \entarnle  col  manico.  (*) 

VENTARUOLA.  Banderuola.  Lat.  irn- 
toruni  index.    Or.   clvtftO'fJoiflOfj. 

§.  J'entiiruola,  ti  usa  anche  per  Rosta. 
Ldt.   (ìahellum  . 

VÉNTAVOLO.  Tramontana.  Lat.  ho- 
reas,  aquila.  Gr.  ^oziy.^.  Zibald.  Andr. 
64-  Il  vento  che  viene  da  quella  parie  , 
SI  chiama  \rii(o  Aqudo.  e  ben  dicono  le 
genti  veniavolo,  ma  vuol  dir  vento  Aqui- 
lo  .  Dav.  Colt.  l63.  Tienli  il  verno  in 
luogo  alto  e  aperto  ,  che  il  ventavolo  gli 
jfercuota.  l'Uig.  Pule  FSec.  9.  E'  combat- 
tea  ventavolo  e  rovaio  (qui  e  distinto  ttal 
Rovaio  per  i scherzo,,  hnsc.  rim.  madr. 
7.  All'apparir  tuo  muore,  O  veotavol 
gentile.  Tutto  il  valor  de*  nugoli  e  neb- 
bioni . 

•j- VENTEGGIARE.  Ventare.  LAUfla- 
re,  spirare.  Gr.  7rv/;tv  ,  pvcàv  .  liut. 
inf.  I.  L'  aire  si  movea  ,  e  venteggiava, 
e  farea  fragore  .  K  altrove:  Poni  lo  Ire- 
muoto  e  'l  vcnteg-iare  ,  come  puosi  qui- 
vi. Zibald.  Andr.  71.  Ogni  volta  che  la 
Luna  entra  in  detti  segni,  dà  alterazioni 
all'aria,  e  rannuvola,  o  e' venteggia  ,  o 
e'  pi(»ve  (vedi  altra  Ifzione  di  questo  esem- 
pio  alla   voie   R ANMJ VOLARK). 

VENTEGGIATO  .  Add.  da  Venteg. 
giare.  Jioet.  G.  S.  12.  Cotante  volle, 
quante  in  dismisura  Cresce  per  vanità 
da*  terfen  venti  Venteggiala  la  nocevul 
cura. 

f  VENTERELLO.  Pim.di  J'ento.  Laì. 
venlulus,  Gr.  Kv;^i^tov.  -Ver.  S-  Crrg. 
Sospigneci  il  \enlercllo  della  vita  presen- 
te continuamente  al  termine  nostro  (qui 
figuratnm.  ).  Fir.  Jtng.  lt^6.  Per  Io  dol- 
ce  soffiare  d'  un  venterello  che  va  tutto 
il  giorno  leggermente  jtcrcotendo  le  lor 
cime,  rendono   una  armonia  soavissima. 

VENTESIMO.  Sust.  Una  delle  venti 
parti.  Lat.  pars  vigesinta  .  Gr.  to  Si/o- 
5T3V  ix?poi.  Tes.  Hr.  2.  45.  11  Sole  è 
più  grande  che  la  Terra  166  volte,  e  tre 
ventesimi  . 

VENTESIMO  -  Add.  .\ome  numerale 
ordinativo  di  l'enti.  Lat.  vigesimus.  Gr. 
£t/09To';.  Pocc.  nov.  17.  58-  Padre  mio, 
forse  il  ventesimo  giorno  dopo  la  mia 
partita  da  voi,  per  fiera  tempesta  la  no- 
stra nave  sdrucita  percosse  a  certe  piag- 
ge. Porgli.  Orig.  Fir.  \\\.  (he  non  si 
può  dir  |>ur  la  ventesima  parte,  uè  forse 
la  cinquantesima. 

VEN  1  1.  Coli' Z  stretto.  Some  nnme- 
rale ,  che  contiene  due  decine.  I.al.  vi- 
ginti  .  Gr.  (iX07i  .  Pocc.  nov.  80.  a3. 
Comperate  «la  vnti  botti  da  ulìn,  t  em- 
piutele, e  caricato  ogni  cosa,  se  ne  tornò 
a  Palermo  .  Morg.  18.  169.  Ch'  io  non 
ri  ho  preso  per  la  fede  mia  Da  quattro 
mesi  in  qua  venti  durati.  Pern.  rim.  \. 
9.  Non  più  a  due  a  due  ,  ma  a  dieci ,  a 
venti 

^  §.  Per  Ventesimo.  Ott.  Com.  Inf. 
4'  52.  Dice  Agostino,  nel  deeimollavo  li- 
bro della  Cill^  di  Dio  ,  capitolo  venti  , 
the  er.  ( y)  (Jr.  S.  Gir.  5a.  Lo  venti 
grado  di  questa  santa  Iscala  ,  si  h  silen- 
zio  allenipcrare.   (f  f 

VENTICELLO  Vim.  di  Vento;  Ven- 
io  piacevole  .  Lat.  ventnlus  .  Gr.  oivtfii- 
Jiov  .  i'Otr.  /ntrod.  57.  Quivi  sentendo 
un  soave  Venlicrilo  lenire  ec,  si  puoscro 
in  cerchio  a  sedere  .  /'.  nov.  17,  2*}.  Si 
stava  ad  una  fìnestra  volta  alta  manna 
a  ricevere  un  vrnticrllo ,  che  da  quella 
parte  veniva.  Menz.  rim  i.  ija.  Or  chi 
sveglia  pel  ciclo  Un  vrnliccl  soave  ,  Ap- 
porlalor  di  calma  t 

VENTICINQUE.  Acme  numerale,  che 


contiene  cinque  sopra  venti  .  Lat.  vigin- 
tìquinque .  Gr.  e't/osiTe'vre  -  Soec.  nov 
79  9-  Ordinarono  una  brigata  fors«  di 
venticinque  uomini,  l  ir.  As.  281.  Ca- 
pitai nelle  mani  d*  un  poveretto  ortola- 
no, compralo  venticinque  lire. 

•f  VKNTICINQUE  MlLA,eVENTI- 
CINQUEMILA.  Acme  numerale;  Ven- 
ticinque migliaia .  Lat.  quinque  ac  vi- 
ginti  milita.  Gr.  Stzfiv^tot  xai'  ìt^ktc- 
Tac.  Dav.  Ann.  I.  l3o.  A  Sosihio ,  sog- 
giunse Vitellio,  diasene  venucinque  mila. 

I  it!  VENTICI?*QL'ESIMO.  .^ome  nu- 
merale ordinativo  di  Venticinque  .  Lat. 
vicesimus  quinius  ■  Gr.  ttnearòi  Ti^/t* 
TTTo;-  Dant,  Conv.  ig^.  Ciascooo  savio 
s'  accorda  ,  eh'  ella  dura  in£oo  al  venti- 
cinquesimo anno  .  Red.  Ins.  77.  Riposa- 
tosi lo  scorpion  fin  al  giorno  segoenlc  , 
che  fu  il  venticinquesimo  di  Febbraio , 
ec.  (•) 

<•  VENTICINQUINA  .  Quantità  nu- 
merata die  arriva  afla  somma  di  ifnti- 
cinque.  Red.  lett.  3.  5.  Fatemi  il  favore 
di  mandarne  una  venticinquina  al  sìg.  Bali 
Verloni.  (Cj 

VE.1TIDUE.  JS'ome  numerale,  che  con- 
tiene due  sopra  venti.   Lat.  vigniti  duo 
Gr.   iiAO-nSJtu  .   Bocc.    nov.    16.  23-   Sa- 
rebbe d'  età  di  ventidue  anni. 

t  *  VENTIDUESIMO.  ,\ome  nume- 
rale ordinativo  di  Ventidue.  Lat.  vicesi- 
mus secundus .  Gr.  itzosTo;  oajre^o?  - 
O.  V.  Hi.  17.3.  E  nel  dello  parlamento 
pubblicò  non  dovutamente,  papa  Giovan- 
ni ventiduesimo  essere  eretico,  e  non  de- 
gno Papa.  Dont.  Conv.  200.  E  da  ridorre 
a  mente  quello  che  di  sopra  nel  «entidue- 
simu  capitolo  di  questo  trattato  si  ragio- 
na .  Ltb.  Astrai.  La  ventidoesima  è  nel 
ritorcimenlo  dell'  acqua,  ed  è  meridionale 
a  quest'altra.  (*) 

•f  VENTIERA.  r.HOgo  nelle  case  da 
pigliare  il  vento  ,  ed  è  inventione  prati- 
cata nelle  parti  Orientali.  Si  dice  anche 
rìgliavento.  .^'il.  ^f.  Poi.  In  questa  eil- 
t*a  ha  sì  grandissimo  caldo  ,  che  appena 
vi  si  può  campare;  se  noe  che  egli  han- 
no ordinate  venticre  ,  che  fanno  venir 
vento  alle  lor  case. 

*t  §•  Ventiera.  Term.  dt' Mtlit.  Tavo- 
lone mobile  f  bilicata  su  due  perni  ,  eht 
si  collocava  fra  i  merli,  per  impedire  al 
nemico  la  vista,  per  ripararsi  dalle  su» 
offese ,  e  che  si  alzava  ed  abbassava  se- 
condo il  bi.togno  .  M.  /'.  I-98.  Le  mura 
armarono  di  bertesche,  e  di  tcutier*.  F  2. 
O-  Armarono  le  mura  di  venticre.  F.  V.  il. 
09.  Fece  sopra  certa  parte  delle  mora  del- 
la citta  levare  bertesche,  e  merlate  armate 
di  vcntiere  .  Segr  Fior.  Art.  guerr.  7. 
l53.  Ella  »'  abbassa  ed  alza,  come  una 
dentiera  di  merlo. 

VENTILABRO.  /'.  l.  Arnese  col  qua- 
le si  spargono  al  vento  le  biade  ,  0  si- 
mili, per  separarne  le  parti  più  leggieri 
ed  inutili.  Lat.  ventilabrum  Gr  iuta*!- 
T»;p»3v.  Mar.  S.  (-reg.  Il  ventilabro  »i  è  la 
pala,  con  che  sì  spaglia  il  grano.  Segner. 
.Mann.  tUugm.  18.  1.  Il  ventilabro  ,  che 
tiene  in  mano  ,  h  la  ventola  .  islrumento 
a%sai  vile  ,  non  può  negarsi  ,  perchè  ,  a 
dir  giusto ,  non  è  se  non  quella  naia  , 
con  cui  si  sventola  il  grano  quando  •  sul- 
I*  aia . 

VENTILAMENTO.  //  •«fi/nr*.  »  Se- 
gner.  Mann  ■  tltugn .  18.  4-  '*  virtù  di 
quest*  allo  venlilamenio  farà  che  i  tristi 
vadano  lontano  da' buoni ,  come  dal  gra- 
no Tjn  lonljne  le  paglie.  F  nmm .  5- 
Seguito  il  fatale  veniilamento  con  la  sen- 
lenta  ,  che  dovrì  il  grano  divìdere  dalla 
paglia  ,  fari  ìl  Signore  che  gli  Aogili 
ripongano  tutto  il  grano  nel  sno  grana- 
io-  (I  } 

-[VhyrXLA^iTE.  Che  itnlila,*  ti  muo- 


V  E  N 


i 


«  Uggierwe^U  »/  s<;fl!«rdf  venia  lell. 
Itom   St.U.  a.  Cr.  llaicripell.  .1.  color  d. 
nocciuola  malu»  e  piani  io,...o  presso  ae'' 
orecchi,  ma  daBli  orccclu  m  giù  r.uvolu, 
e  crespi,  alquaulo    più    bioi.-l.    e    nsp.cn- 
dicnlil    dalle    spalle    venl.l.ml,     -f^""'     • 
24    O  giovani,   i  >iual.  avete  la  vela  <lcl- 
i;  barca  della  vaga  m.-nle  ridata  a  venli, 
che  muovono  dalle    dotale    penne    venU- 
laati  del  Biovane  figliuol  d.  Cjterea.  Jmvt. 
30.  Di  quella  i  biondi   capelli    ec.   spaili 
vede  e  raggirali,  e  altri  dati  air  aure  ven- 
tilami da  quelle.  £66.  11  giovane  egliuolo 
della   sanU  Dea  ,  ventilante  le  sante  penne 
lucenti  d'  oro  chiarissimo.  =.=   Tns.t.    Oer. 
IQ.   58.   Vide  lende  infinite  ,  e  venlilanli 
Slendardi,  in  cima  aiiurri  e  pei  SI  e  gialli.f  >  ; 
VENTILARE.  Spiegare  al  fenlo.  Sfen- 
Iclart.  Lat.  >e„(is  pandcre.  Gr.  515  a V5- 
U3V  «ETKVvJjiv,   Uy.p-f-   Dani.    turg. 
Tq.    Mosse   le    penne  poi  ,  e  venldonne  . 
/ihc.  3.   160.  Ventilando  due  grandissi- 
me «le  d'oro,  le  quali  dietro  alle  spalle 
aveva.    Ta^s.    Cer.    l4     67.    E    con    un 
dolce  ventilar  gli  ardori  Gli  va   tempi  an- 
dò dell'estivo  cielo.   Alam.    Colt.  ^.  H2. 
Sovente  il  giorno    L'  apra,  e    rinfreschi  , 
ventilando  in  alto. 

f  §.  rentilare.fgnraìam.  per  Esami- 
nare,  Considerare.  Lat.  perpendere  jad 
examen,  ad  trutinam   revocare.  Gr.  £f !- 
Tc^Csiv.  *  Ott.  Coni.  Par.  14.  330.  Qui 
Beatrice  move  il  dubbio,  che  ventila  sotto 
la   dislinlione    dello   raiiocinameuto   dello 
Autore.  rO  Guice.  Slor.  2.  Essendosi  ven- 
tilata questa    materia   in    molte  consulle  , 
ce.   £15.    761.    La    qual    cosa    ventilala 
lungamente  fu. 
■  •+  VENTILATO     Jd.l.  da    l  enlitare. 
Lai.    venlilalus.    Pani.    Purg.  8-  Erano 
io  veste,    che    da  verdi    penne    Percosse 
Uac'n  dietro  e  ventilale  .  Jmel.   22.   So- 
pra i  quali  un  velo  sottilissimo  si  stende, 
ventilalo  dalle    sottili  aure    con  piacevole 
molo  .    Dav.    Sci.<m     29.    Non    cercassero 
ee.   di  travolgere  le   scritture  divine,  o  le 
legsi  gii  iroppo  in  questa  causa  ventilate 
(nui  nel  sig,,,fle.  del  §.  d.  VENTILARE  . 

*  e.  ìen'lilato,  vale  anche  Esinanito, 
annichilato,  Dislrnlto.  Lat.  consiimplus. 
l-ros.  fior.  P.  l.v..3.;.<.g.  217  GÌ  ■■■""'' 
(scritti)  e  vani  e  dannosi,  cancellati  e 
ventilali  dagli  anni,  breve  durata  corrou 
r  aringo  loro,  e  implausibilmenle  lo  cor- 
rono. (NSj 

VENTILAZIONE.  llventilare.LM.  ven- 
tilano.Oc.  f;'i-n,a05.  S.  Jgosl.  C.  D-  Le 
quali  la  venldaiione  separerà,  come  ne»  aia. 
VENTINA  .  Quantità  numerala  ,  che 
arriva  alla  somma  di  venti.  Cron.  ^fo■ 
reti.  294.  Si  ritrovò  mcsscr  Donalo  Ac- 
ciaiolo gonfaloniere  di  giustiiia,  e  ordino 
che  le  prestanze  si  rmiulassono  in  questo 
modo  :  che  si  squilllnasse  sessanta  uommi 
in  tre  ventine,  e  che 'ciascuna  ventina  po- 
nesse la  prestanza  a  tutta  la  terra. 

*    VENTINOVE  .    A'ome    numerale  . 
\ove  sopra    venti  .  nt  .  ■^.   En/r.  407.  E 
venlioove  anni,  che  io  non  t'ho  veduta,  f  ?  ; 
t    VENTIPIOVOLO  .    J  cnto    che  fa 
piovere.    Cr.  6.   2.    l3.  Fassi  ancora  sar 
cbiamenlo,  quando  per  lo  peso  della  ter 
ra  ,  e  per  V  operazioni  de"  ventipiovoli,  ( 
calcamenlo    degli    andanti,  la    terra   sarà 
troppo  assodata.    Pallad.    Aprii.  7.  Si  ra- 
mni intorno  iolorno  allo  stipile  uno  mon- 
Ucello  di  pietre,  per  lo  fatto  del  venllpio- 
volo.  Cuid.  G.  Il  cavallo  mio  era  tutto  ba- 
gnalo di  sudore,  e  siccome  vcnlipiovolo  d 
acqua,  spargeva  gocciole.   Ovid.  Pisi.  98 
Guata  il  mio  vestire  grave  ,  siccome  e  dal 
veolipiovolo  bagnato. 

#  VENTIQUATTRESIMO.  Ifome  n» 
merale  ordinativo  di  ventiquattro  .  Salv 
Jvvert.  2.  1.8.  Dante  nel  venliquattre 
ama  dell'  Inferno.  (V) 


V  E  N 

*  S.  T'enliquallresimo,  vale  anche  Una 
delle  ventiquattro  parti  del  tutto  .  Gal. 
Gali  10.  L'  acqua  del  pozzo  s  aldiasse- 
rebbe  sette  braccia,  e  quella  del  vivaio 
un  ventiquattresimo  di  braccio  solamen- 
te, (ysi  , 

VENTlQUATTr.O.  i\ome  numerale, 
che  contiene  quattro  sopra ^  venti.  Lai.  .i- 
gintìquatiior  Gr.  cuos.Ticjape;.  I.occ. 
nov  12.  4-  Mi  vivo  all'  antica,  e  lascio 
correr  due  soldi  per  ventiquattro  danari. 

j,v:  VENTlSEliSIMO  .  Kome  numera- 
le ordinativo  di  ventisei.  Cavale.  Moltiz. 
267  La  ventiseesima  stoUizia  e  d.  quel- 
li, li  quali  ec.  temono  la  vergogna  uma- 
na. (1  )  ,         , 

*  VENTISEI  .  JNomc  numerale,  clic 
contiene  'sci  sopra  venti,  fit.  S.  Zanob. 
3l8  Adi  ventisei  di  Gennaio  lo  lece  ili- 
soppellire,  e  portare  alla  chiesa  di  santo 
Salvadore  .  Ben,!:  Slor.  II.  iS?.  Fu  in 
Vineiia  a'  venlisei  di  Mario  un  terremuo- 

lo.  (f'J  ,         , 

VENTISETTE.   ?iome  numerale,  cne 

contiene  sette    sopra    venti  .Lai.   l'iginti- 

septem.   Gr.   £,/oj.c-tk.    /ìem.    Ori.    i 

lui     24.    Quando    correndo    gli    anni    del 

Signore   Cinquecento  appo  mille  e  venti- 

•+ *  VENTISETTESIMO.  i\'ome  nu- 
mera/e   ordinativo  di    renlisette.   Cavale. 
Stoltiz.  255.  La  venlisctlesima  (cosi  legge 
I  una  varante:  il  lesto  ha  viaesima  selli- 


V  E  N 


i683 


ma)  stoltizia  è  di  qu 


[uelli,  li  quali  ee.(J  J 


ij.'^  VENTITRÉ.  Aome  numerale, 
che  contiene  'tre  sopra  venli  .  Bemh.  Slor. 
5  6q  A'vcnlilr'e  di  di  Gennaio,  ^egnf./a- 
nW  47Q.  Né  mi  dite  che  la  vita  di  Luigi 
fu  terminata  sol  nella  breve  eia  di  venU. 

tré  anni   (F)  ., 

J-  VENTO,   movimento  più  0  men  ra- 
pido dell'  aria  ,  e  spesso  con    una  deter- 
minala direzione.  2iel  plurale  fa  ìenti  ,  i 
presso  gli   antichi  talora  anche   I  entora. 
'  Lat.  ventus  .    Gr.    u.'.po,  .    Tcs.    P.r.   2. 
37.    Il  filosofo  dice  che    vento    non  e  al- 
tro che  dd.allimcnlo  d"  aere.  Bui.   Inf.  i. 
Il  vento   non  è  altro  che  aere  agitato.  Di- 
cono li  filosofi,    che   lo    vento  è    vapori, 
ovvero  esalazioni  calde  levate  in  su  dalla 
terra     e  ripercosse  da  alcuno    freddo  eh 
e-  truovauo   nell'  aere  ,   ed    ancora    vauuo 
in  alto  ,  e  commuovono  1'  aere  ,  e  gene- 
rasi il  vento,  e  cosi  il  vento  non  e  altro 
ehe  aeie  agitato.    K  9.   H  vento  si  genera 
di  vapori  secchi  levali  dalla   terra,  e  mon- 
tati m  alto  infino  alle   nuvole  ,  tanto  che 
soa  percossi  dagli  ardori  dell'  aere  supe- 
riore  ec.   Lo  vento    non  e  altro  che  aere 
ripercosso  e  ribattuto;  e  quanto  gli  ardori 
scfno   più    avversi  ,    lauto   lo    vento  i  pm 
impetuoso.   E   Purg.   II.    2-   Lo    venlo  e 
ec.  movimento  d'aire.   Quisl.  filos.  C.  .*- 
Vento  fe  aere  percosso,  e  per  la  percussione 
acceso  .   E  appresso  :   O   per   percussione 
di  venterà  ,  o  per    impetuosa  fr.izione  di 
ghiaccio  .   E  appresso  .-   Si    convellono  m 
nuvoli,  o  per  freddezza  di  venlora  si  con- 
gelano nell'  aere.  /•:  altrove:   Vento  e  aere 
spesso  visibilmente  mosso.   Bocc.  nov.  42- 
20.  Con  prospero  vento  a  Lipari  ritorna- 
rono. Pani.  Par.  5.  Non  siate  come  penna 
ad  ogni  vento.  Pclr.  son.  90.   Venm  fug- 
gendo la  tempesta  e  '1  vento. 

SI.  Vento,  per  lo  piato  che  esce  dalle 
parti  deretane,  lai.  crcpilus  lenlris.  Gy 
%6,0i  -n-'.-J-fO-,  Bern.  Ori.  2.  II.  34. 
La  coda  alzava  nel  fuggire  spesso  ;  Che 
non  aveva  il  ribaldo  mutande  ,  E  sospi- 
rava UD  vento  profumato  ,  Che  il  diavol 
non  r  arebbe  sopportato. 

e.   II     Tento,  per  melaf.  ,  vnie    ì  an 
Ih.   Bocc.    nov.   60.    II.    Tutte    in    v^nto 
convertite  ec.  tornarono  in  niente,  rei 
eant.   Sg.  4.  Ma  se  '1   Latino  e  '1  Greco 
Parlan  di  me  dopo  la  morte,  e  un  vento 


•+  §.  III.  Vento,  Jiguralam.  Bocc.  g. 
ù  p.  l  Eslimava  io  che  lo  'mpetuoso 
veulo  ed  ardente  della  invidia  non  do- 
vesse percuotere  se  non  1'  alle  lorri.  Dani. 
Par.  3.  Quesl'  ì;  la  luce  della  gran  Go- 
stanza ,  Che  del  secondo  vento  di  Soave 
Cenerò  '1  terzo  .  Bui.  ivi  -•  Del  secondo 
vento  di  Soave  ,  cioè  del  secondo  Impe- 
radore,  che  fu  de'  Duci  di  Soave  ec;  e 
ben  dice  vento,  imperocchi;  non  hanno  sla- 
bilil'a,  né  foltezza,  se  non  come  '1  venlo. 
(  I  moderni  spcsitori  dicono  che  qui  ven- 
ia e  sincope  di  venuto ,  come  cootento  di 
contenuto,  e  sin.ili).  Pass.  ì\-2..  Le  cose 
vili  compera  care  1'  uom  superbo,  quando 
per  lo  vento  della  superbia  perde  il  reame 
del  Cielo. 

:'.:  g.  IV.  Viodo  di  venlo,  vale  J  urbl- 
ne.    V.  NODO,  §.  XlV.   (C) 

§.  V.  Volgersi  ad  ogni  venlo,  si  dice 
proverb.  del  Aon  avere  slabiUtà,  ni  fer- 
mezza .  .    j-        j  1    D  . 

§.  VI.  Figliar  vento,  si  dice  del  Ki- 
niancre  impedito  t'esito  dell'aria  nel  Ira- 
vasare  i  liquori  ,  0  simili. 

§.  VII.  Pigliar  vento  ,fguratam.  ,  si 
dice  dello  Smarrirsi  in  favellando.  Varch. 
Ercol  04.  D'  uno  il  quale  ha  cominciato 
a  favellare  alla  dislesa,  o  recitar  un' ora- 
lione,  e  poi  temendo,  o  non  si  ricordan- 
do, si  ferma,  si  dice:  egli  ha  preso  vento; 
e  talvolta:  egli  i;  arrenalo. 

§  Vili  /•  talora  vale  Svanire,  ISon 
.luTsistere.  niion.  Tane.  4.1.  Ogni  cosa 
fra  man  mi  piglia  venlo. 

S:  S-  IX.  Pigliar  vento  ,  dicesi  anche 
de'  Fornelli  che  sorbiscano  V  aria  per_fa- 
lore.    I  .   PIGLIARE,  §-   CLXXV.  (C) 

%  X.  Pieno  di  venlo,  0  Avere  il  capo 
pieno  di  venlo  ,  si  dice  di  Persona  su- 
perba, vana.  Lai.  gloriosus ,  inanis.  Gr. 
aX^Cuv,  ,.i;6Soioi.  Sen.  Ben.  J  arch. 
I  l3.  Come  uomo  pieno  di  vento,  e  lutto 
dato  alla  gloria  ec.  ,  considerò  ehi  fosse 
stato  il  compagno  suo.  Cas.  Idi.  Si.  Han- 
no che  contare  e  che  ridere  delle  lue  ha- 
lordene  e  delle  tue  millanterie,  e  del  venUi 
di  che  tu  hai  pieno  il  capo. 

*  S  XI.  Empiere  uno  di  venlo  ,  fi- 
guratam.,  vale  Avvilupparlo,  Inf  noe- 
chiaria.  J'arch.  Ercol.  76.  Quando  alcu- 
no vuol  mostrare  a  chicchessia  di  cono- 
scere ,  che  quelle  cose  ,  le  quali  egli  s 
ingegna  di  fargli  credere  sono  ciance, 
bugie,  e  bagattelle,  usa  dirgli;  tu  m  in- 
finocchi, o  non  pensare  d'infinocchiarmi, 
e  talora  si  dice  :  tu  mi  vuoi  empier  di 
Tento,  o  infrascare.   (C) 

§.  XII.  Avere,  0  simili,  le  mani  piene 
di  lento,  vale  Trovarsi  ingannato  dalla 
speranza.  Lat.  .<pe  decipi,  a  spc  excidere. 
Gr.  Trii  £')7I10"05  zaraTTiHt £iv  .  Ambr. 
Furi.  1.  3.  Trovandosi  le  mani  piene  di 
tento,  t  in  sul  disperarsi. 

§.  XIII.   Dare,  o   Commettere  le  vele 
al  vento,  ovvero  a'  venli,  vagliano  ^avl■ 
gare  col  benefizio  del  vento  ,    Cominciare 
a  navigare.   Lai.  vela  dare,  vela  solvere. 
Gr.  (/:7lai<!5iv  .  Bocc.  nov.   17-  6.  1  ma- 
rinari ,  come   videro  il  tempo  ben  dispo- 
sto, d.edero  le  vele  a'  venti-   Filoc.  4.  72. 
A  voi  conviene,  poichi:  comprala  avete  co- 
stei, senza  alcun  indugio  dare  le   vele  a 
venti  ,  né  più    in    questi  paesi   dimorare  . 
Poez.  G.  S.  3l.  Se  tu  commettessi  al  vento 
le   vele  ,  non  dove  la   voglia  volesse  ,  ma 
dove  il  vento  sospignesse  saresti  menato. 
Cirif.  Calv.    I.    l5.  Dopo  alcun  di  SI  parti 
colla  armata.  Come  promise,  e  die  le  vele 
ai  venti.  Boez.   Varch.  2.  pros.  I.  Setn 
dessi  le  vele  a'  venti,  non  dove  chiedesse 
la  tua  volonl'a  saresti   portato,  ma  dove  il 
venlo  li  spignesse  egli. 

5  XIV.  p: fguralam.  Dar  le  vele  ai 
culi  vale  Intraprendere  ,  o  Cominciare 
■isolùtamenle  checchessia    Lai.  exordin. 


i684 


V   E  N 


Gr.  apjjeff&at.  Aìam.  Colt.  3.  56.  E  pri- 
mo ardisco  Pur  col  voitru  favor  dar  vele 
ai  venti. 

§.  XV.  Dare  ,  o  Trarre  de'  calci  al 
vento,  vale  Ksser  impiccato.  Lai.  laqueo 
suspendi .  Gr.  ocTrayjf'^*^^'^*^*  •  ^""  • 
Disc.  an.  UÌ\.  Se  il  Udrtiiie  avesse  la- 
scialo fctar  le  cose  altrui  ,  nou  averebhc 
dato  de'  calci  al  veolo  sul  Mercatale.  Ci- 
rìff.  Calv.  2.  37.  Cosi  rimase  a  trar  de* 
calci  al  vento.  Morg.  18.  24-  ^^  "**''  ^^^ 
domallina  i*  vi  prometto  Ch'ai  vento  io- 
steme  de*  calci  darete. 

S-  XVI.  Talora  vale  Tirare  i  tratti 
morendo,  Lat.  mori.  Gr.  Te^EUr^v.  fUm. 
Ori.  \.  6.  70.  E  dà  de*  calci  a)  veotu  io 
sul  sahliioae  ,  Dall'  uua  banda  ali'  altra 
trapassalo . 

•r  §.  XVM.  Dar  vento,  vale  Mandar 
vento  .  Dant.  tnf.  3.  La  Icrij  laf^iimosa 
diede  veuto,  Cbc  balcuò  una  luce  vermi- 
glia. {y> 

*  §.  XVIII.  Dar  tento,  parlandosi  di 
Strumenti  da  fiato  ,  vale  lìar  loro  Jtato, 
aJJSnilt'c  .suonino,  /tr.  Fur.  32.  53.  Fece 
Rinaldo  ptT  maggior  spavento  Dei  Sara- 
cìni,  al  muover  dell*  assallu,  A  trombe  e 
a  corni  dar  (subito   veuto.   (Ve) 

g.  MX.  Far  vento  ,  vale  Spirare,  o 
Soffiare  il  vento.  Lai.  /lare,  spirare.  Gr. 
TTvs'etv  ,  yu5«v  .  lìocc.  nov.  77.  Cì'\.  Ed 
oltre  a  questo,  uon  fareiulo  puuto  di  ven- 
to,  v'erano  moscbc  e  lafaui  iu  grandis 
sima  quantità   abbondali . 

§.  XX.  Far  vento  ,  per  Muovere  l* 
aria.  Sventolarsi^  e  si  usa  anche  in  si- 
gnijic.  neiitr.  pass,  lìern.  rini.  i.  3.  Da 
parar  mosche  a  tavola  ,  e  far  vento  .  F 
Ori.  2.  8.  12.  A  que>lo  nmdo  la  mosca 
si  caccia  ,  A  questo  modo  al  naso  si  fa 
vento . 

§.  XXI.  Far  vento,  mie  anche  Generar 
ventosità.   /'.   FAHE   \KMO,  §.   11. 

§.  XXII.  Far  vento  ad  altana  cosa, 
in  modo  hasso ,  vale  l'orlarla  via.  Lat. 
aujerre.  Gr.  «TTO^s'^stv .  Malm.  I.  il. 
Ed  ci,  vistevi  dreuto  Robe  nuinescbe,  a 
tutte   fece   vento. 

§.  XXIII.  Tirar  vento,  vale  lo  stes.^o 
che  Far  vento.  Lat.  fìare,  spirare.  Gr. 
TTve'fitv  ,  fj'7Cf.-i.  lìoc'c.  nov.  (\7..  6.  Es 
sendo  quel  vento,  che  traeva.  Tramon- 
tana, ad  una  piaggia  vicina  ad  una  citt& 
chiamata  Susa  ne  la  portò.  Ciach.  3/a- 
lesp.  rap.  225.  Trasse  la  notte  uno  gran- 
dissimo vento.  Cr.  1.  3.  4  I  qiiaii  (venti 
occidentali)  si*  sofficranno,  ovvero  trarran- 
no in  fine  dilla  notte,  e  nel  comincia- 
mento  del  di  verranno  dall'  aere  ,  nel 
quale    il    Sole    nii'ntc   avcrb   operato. 

§.  XXIV.  Far  checchessia  al  vento, 
o  a  vento,  vale  Operarv  indarno,  o  in- 
consideratamente. Ciriff'.  l'alv.  123.  Quei 
della  torri-  gitLivan  giù  sjssi,  Sema  sa- 
pere a  (hi  più  fuor,  che  drrnlo,  E  chi 
sparava  le  bombarde  al  vento.  Ftr.  Trin. 
I.  I.  Vedrete  ch'io  non  mi  muovo  a 
vento.  *  Tasi.  Cer.  7.  l^'y.  Ma  fur  le 
sue  lalirhc  iil  vrnto  sparte.  /taldov.  l.am. 
Cecc.  32.  Ih,  Sandra  Sandra,  scolta,  (e 
piaccia  al  ciclo  Ch' i*  cianci  al  vento)  e* 
vuol    seguir   del    male.  ( l') 

§.  XXV.  i  tser  sotto  vento,  termine 
marinaresco,  che  vale  Avere  il  vento  in 
tU.tfavore,  o  a  st  antag^io.  Ciriff'.  l'alv. 
I.  I^.  V.  sotto  vento  siamo  a  mal  par* 
lito.  /'..*  t.  l8.  Non  s'  era  rrnto  miglia 
prolungato,  Che  riscontro  la  nave  di  Fal- 
cone, Il  quale  k  lotto  vento  male  arma- 
lo. 

§.  XXVI.  Avere  il  vento  in  poppa,  o 
Andate  col  vento  in  p-->ppn  ,  vale  JS'avi- 
fiare  col  vento  fai'orevole  .  Ctriff.  l'alv. 
fi.  8().  Fd  alla  volta  lua  presto  fu  ito 
('ni   vento  in    poppa. 

§.   XXVII.  F  Uguratamenle  vale  Esse- 


V  E  N 

re  in  fortuna  ,  Aver  le  congiunture  pro- 
pizie. 

%.  XXVIII.  Avere  il  vento  in  fd  di 
ruota  ,  term.  marinaresco ,  che  vale  A- 
\ere  il  vento  diritto  j  Averlo  in  poppa, 
o  Javomole.  Ciriff'.  l'atv.  \.  6.  Sempre 
iufino  al  calcese  1'  artimone  Con  fresco 
mare,  e  in  fil  di  ruota  il  vento.  F  l\.  137. 
eli'  al  porlo  di  Marsilia  a  salvamento 
Tutti  eran  suti  ;  cbb  la  bella  armata  Ha 
sempre    avuto   in    fil  di    ruota  il    vento. 

^  5*  XXIX.  Aver  il  vento  in  sua  via, 
vale  Aver  vento  favorevole,  e  come  anche 
dicesi  /n  fi  di  ruota.  Ftt.  SS.  l'ad.  l. 
235.  Se  v*  incresce  di  roenaimì,  riporta- 
temi onde  mi  menaste.  Allora  gli  mari- 
nari si  turbarono,  e  dissero  che  p^r  grjo 
prezzo  ciò  e'  non  larcbboiio,  concioìMjro- 
sachè  egli  ;ivessono  il  v^nlu  in  sua  via.  fi  ) 

Sr  g.  XXX.  Aier  la  sorta  a  tento, 
vale  Averla  favorevole .  Hiion.  Tane.  5. 
5.  Vo'  avete  pur  la  torte  aula  a  veo- 
lo.^ ^AO 

*^  %.  XXXI.  Levarsi.  0  Mettersi  vento 
o  un  vento,  vale  Cominciare  a  soffiare 
il  vento.  F.  I.EVARK,  §.  XCVllI.  e 
METTKHSI   VENTO.    (C) 

-'-  §.  XXXI 1.  Fondere,  o  simili,  a  vento, 
vale  Fondere,  o  simili,  per  mezzo  di  ven- 
to. /,'env.  Celi.  Oref.  79.  //(.  Del  modo 
di  fondere  a  vento,  u  muitaìo,  e  a  tazza 
(cioè  fondere  per  forza  di  vento),  f  F) 

^  g.  XXXIII.  JVavigare  secondo  i  venti, 
maniera  proverh.  che  signifcn  Ohhedire 
agli  accidenti,  e  Far  della  necessità  virtù. 
V.   NAVIGAHE,  g.   III.  (C) 

^  %.  XXXIV.  Saper  navigare  ad ocnt 
vento  ,  dicesi  del  Saper  adattarsi  ai  tem- 
pi, ilei  Saper  ubbidire  agli  accidenti,  /'. 
MAVIGAKF,  g.   IV.  (Cj 

§.  XXW.  Pascer  di  vento,  vale  Dar 
chiacchiere.  Trattenere  con  cose  vane. 
Uorc.  g.  j^.  p.  ^.  Dietro  a  queste  frasrhe 
andarmi   p;isrendo   di   vento. 

^  g.  XXXVI.  /  enti,  dicono  i  formato- 
ri di  figure  e  Gettatori  di  metallo  ad 
alcuni  vani  che  vengono  nella  cosa  forma- 
ta o  gettata,  a  cagione  di  non  «*  cr  così 
ben  disposti  nelle  forme  gli  .fiatatci,  on- 
de l'aria  in  esse  racchiusa  ,  non  avendo 
d'  onde  uscire,  abbia  in  alcuni  luoghi 
impedito  il  passaggio  al  fletto,  e  t' em- 
piersi dellaforma.  Baldin.  I  oc.  Dìs.  (fi) 

«  g.  XXXVII.  lenti  ,  diconsi  anche 
(Quelle  funi,  con  le  quali  si  legano  le  cime 
dejli  stili  ,  che  si  rizzano  per  .tervizio 
degli  edifica,  e  poi  si  legano  da  più  par- 
ti in  pia  luovhi  ben  tirate,  ad  effètto  che 
essi  stili  stien  ben  fitti  in  terra  tfiritli, 
e  non  possano  piegarsi  da  alcuna  parte. 
Jìaldin.    J'oc.    Di^.   ili) 

3  VENTOLA.  Strumento  con  che  si 
ventola,  o  si  fa  vento.  Lat.  flabellum.  Gr. 
ptrtiiiov.  Frane,  .'^acrh.  Op.  div.  \^y. 
Per  natura  tulli  li  membri  servono  al 
cuore  ,  perocché  e  il  maggiore  ;  il  polnionr 
continuo  il  serve,  e  vcntolalo  come  fosse 
una  ventola  da  mosche,  sicché  gli  dà 
firsrhrzza,   e  aria. 

>!*  g.  I.  /  eatola,  dieesi  anche  il  Fen* 
tilabro.  ■  Annoi.  ì'ang.  In  sua  mano  èia 
ventola  ■».  Seener.  jl/.in/i.  Giupn.  iS-  I.  Il 
vcntiLibro,  che  tiene  in  mano,  è  la  ven- 
tola ,  islrumcnto  assai  vile,  non  può  ne- 
garsi, perchè,  a  dir  giuilo.  ni<n  è  se  non 
quella  pula,  con  cui  si  sventola  il  grano 
quando  h  suU'  aia.  /.'  num.  2.  La  ragione 
per   cui    si   dice   che   la    ventola    sta    in  sua 


mano,    l'entilabrum   in   manu 


e  per 


significare  ,  che  a  lui  si  spella  questa  iki* 
tlcslà  gindiriuria.  F  appresso  :  Non  vedi 
che  ha  già  lolla  la  ventola  in  mano?  /Vn- 
tilnbruni  in  manu  eiiis.  K  num.  3.  Il 
Signore  ha  già  ttdia  la  ventola  io  mano, 
cb'  è  a   fine  di  nettar  1'  aia.  (I  ) 

§     Il     ì'entola,  ìt  anche  un    Arntte  dì 


V  E  N 

legno  ,  o  d*  altra  materia,  a  foggia  di 
quadretto,  con  uno  o  più  viticci  da  bas- 
so, per  uso  di  sostener  candele,  e  si  ap- 
pende alle  pareti  per  dar  lume. 

g.  111.  F  I  entola,  si  chiama  Quella 
piccola  rosta  che  serve  per  pirare  il  lu- 
me di  lucerna,  o  di  candela,  affinchè  non 
dia  negli  occhi. 

*  g.  IV.  Muro  a  ventola,  dice  si  dagli 
Architetti  e  Muratori  a  .Muro  che  non 
reg;;e  nulla  ,  e  serve  solamente  di  tra- 
mezzo, o  divisorio.  fA) 

s?  VLN  I  OLACCIIIO.  Terni,  de*  Ca- 
stagnai. Tritume  quasi  ridotto  in  polve- 
re delle  scorze  prosciugate  e  riarse  delle 
castaf:ne,  e  da  cui  si  ripuliscono  prima 
di   ridurle  in  farina.   (Af 

•f  VENTOLAHE.  Sventolare.  Lat.  ven- 
tilare. Gr.  Jliz/Jii^Stv.  Frane.  Sacch.  Op. 
div.  137.  Per  natura  lutti  li  membri  ser- 
vono al  cuore,  perchè  è  il  maggiore;  il 
polmone  continuo  il  serve,  e  pentolaio 
rome  fosse  una  ventola  da  mosche  ,  sic* 
che  eli  dà  frcschrsx;!  e  aria. 

g.  Jn  .tif:ni/ie.  neutr.  dnesi  del  Muo- 
versi che  fa  la  cosa  esposta  al  vento.  Lai. 
vento  moveri.  Cr.  aveaoijcàai .  G,  /'. 
6.  77.  1.  la  sulle  quali  slava  e  venlol»- 
va  il  grande  stendale  dell'arme  del  Co- 
mune. Tass.  Ger.  20-  28.  Sparse  al  ven- 
to ondeggiando  ir  le  bandiere  ,  E  vento- 
lar  su   i  gran  cimier  le  peone. 

VENTOl.I.NO.  lenticelle.  Lat.  ven tu ' 
lus.  Gr.  a*v»y-i'JiOV.  Bern .  rim.  |.  IO. 
O  si  reca  dinanzi  un  tavolieri  lorontro  al 
venlolin  di  qualche  porta  ,  Con  un  rin- 
frescai pio  pieo  di  bicchieri.  Ar.  Fur.  16. 
()8.  Vedcasi  or  1'  uno  or  1'  altro  ire  e 
tornare ,  Come  le  biade  al  ventolm  di 
Maggio.  Fir.  Dial.  MI.  dona.  òl\l.  K 
questo  vcntulioo  ci  paueiemo  il  caldo 
più  piacevolmente.  Car.  lett.  l.  98.  Star- 
vene  ce.  sotto  a  qualche  verdura,  o  di- 
rimpetto a  un  colai  \eulolmo  con  un  Pe- 
tiarchino  in  mano  a  canlacchiare. 

VI-.NTGSA.  Strumento  o  di  vetro,  o 
d'  altra  materia  ,  che  s'  appicca  per  la 
persona  p  r  tirare  il  sangue  alla  pelle  j 
Coppetta.  Lai.  cucurbita,  cucurbitiila.  M 
Aldobr.  B.  /".  Le  ventose  si  voglion 
porre  quando  la  Luna  è  piena.  M.  Aldo- 
br. F.  .\.  3^  Le  ventose  purgano  il 
sangue  sottile,  il  quale  è  nelle  vene  pic- 
cole. 7>J.  Vov.  P.  S.  cap.  18.  La  ven- 
tosa posta  in  sul  capo,  essendo  rasa,  tira 
r  ugiila.  Car.  Malt.  son.  2-  Che  impre- 
gnan   le   ventose  per  le  nuche. 

VENTOSAMENTE.  A^'serb.  Vana- 
mente.  Con  vanità.  h»\.  vane.  Gr.  X(Vb>$. 
M.  /'.  8  62  Veggcndosi  i  Sanesi  man- 
care la  di  Ila  speranza,  in  sulla  quale  sla- 
vano veiilosanienle  a  cavallo,  cercarono 
convegni  rolla   Compagna. 

VKNTOSARE  .  Attaccar  le  ventosr  . 
,1/.  Aldobr.  1*.  ,V.  34.  Non  SI  dee  ven- 
tosare  quello  che  liae  grosso  sangue  .  s' 
egli  non  si  bagna  primieramente.  E  ap- 
presso: Quando  la  Luna  è  piena  a  mencio 
il   mese,   SI   è  la   stagione   del   vrnlmare. 

t  VENTOSISSIMO-  Sui>erl.  di  Fen- 
toso,  così  nel  proprio,  tome  nel  figurato. 
Gtiiec.  Stor.  18  C)5.  Commosso  quel 
Cardinale  elalistimo,  e  vruiosisstmo  per 
natura,  aiutò  prontamente  la  sua  libera- 
zione. *?  Hemb.  Mor.  il.  160.  Essendo 
il  rapo  di  loro  uoni  vcolosissimo  ,  e  dì 
pura  prudcnia  a  tanta  opera,  (l^) 

VFNTOSITA"  .  VENTOSITADE  ,  e 
VEN  TOSI  TATE.  Indixposisione  cagiona- 
ta da  materia  indit:esla,  che  si  genera 
n-l  corpo  dei'li  animali  .  Lai.  infìatio. 
tir.  T/iTvcu^n  .  Cr.  I.  Y  '3-  L'acqua 
tiepida  ec.  dissolve  la  colica,  cioè  il  mal 
del  fianco,  e  la  vrnlotiià  della  milza  E 
3.  4-  3-  Il  <'^^<^  ^  (^*  mollo  nutrimento, 
e  inumidisce  il  venire ,    ma  genera  vmi. 


V  E  N 

iXJt  fuoco  ,  quando  e  n,os.o  da 
"TvENTOSO.  JdJ.  Esposto  al  ^n'o. 
Che  ha  >enlo.   L>t.  ''"'"'",■  ,<''\,:°''ui 

On.'«- lu  dunque  venuto  rerl.ve.aus^ 
„a„.  (V.  2.  6.  ..  C.UC  v.rrc  un;  do 
acquoso,  e  va,.or  secco  e  ;-°'"»:  ^'J;^ 
jon  IO  eh' ancor  non  torse  dal  yro 
son.   II).   <"  nove    ner    ventosa 

commino    L'ira    di    l.">'«    7  „,lp„Mo  il 
^    ■  /    /"    la  nave,    tenoenoo  ii 
S;:^^„^rv^^vele-d..>.anien. 

navicando.  Man.  Col,.  1.  2^-  «  ^^^ 
ombra  ventosa  d'  elee,  o  d   olmo  Le  tenga 

'n"""'-"'  "■""""""" ''Ì."*°'td 
Che  cenerà   tenlosilu.    i  r.   2.  O      2- 
impero  i  frutti,   secondo  sua  gene, «ione, 

si  giudica    che    sieu    ventosi.    Ae,m.     A^ 
^/o.,.   /;.   nlcgunie  ^on  ni.  r-e.      te 

son  cosa  ventosa.   -V'"'".    t  od.  I.  7 
1.  fava  pallenle,  il  cece    altero    ec.    La 
ventosa 'cice.chia  in  ,ai<e      «f""'    «7; 
soverchio   umor,  felice  e  lieto  TroMn    1 


aU>ei 


IO   umor  ,  ic"»^^   -  ■"- 
lor.    E  4-  8l    Ch'  ivi  entro  possa  , 


Quando  il  lenirò  s.,r'a.  versare  i  semi  Di 
Ventosi  legumi,' e  d'altre  assai  Biade  m. 

clior  chi" il  vomere  hanno  a  schivo.  /. 
5  uq  or  quei,  eh'  abbiam  nelle  seconde 
tensf.Bi  ontosi  va,orsalubre.scheimo 

E  l'anicio,  e  '1  finocchio,    e      1    cor.an 

^'VTl.  f'enloso,  .aie  anche  Che  pali- 
sci  di  .en,o,  o  di  flati  J  Incomodalo  da 
7en,ositi.  Ca.alc.-lns.i,!-  cpir.  Come  lo 
omaco  ventoso  perde  l"  .ari-'"<'-J"'J, 
lienidcHa,  per  la  quale  e.  pare  esseie  al- 
cXcosa.'ci  toglie  l'appetito,  e    1  des- 

^rve^=o .  ^...^  --: 

cred   spaurire.  «  Cnr.  i  n.  ii.  w^- 

a  piUe  Prendi  zuffa  del  pan,  e  pò.  ve. 

dralti  A  cui  questa  ventosa  tua    bravura 
Onore  acquisti.  (B)  , 

*  e.   IV.    Ventoso,  si  «sa    anche    da 
Poet.alla  marnerà  de'  Latini  per    J  eh 
ce  e   Fretto  al   pari    del    .ento.    ial.m. 
Ópp.C<.cc.   Simfli  assai  alle  fiere    crudi- 
vore ec,  od  a  ventose  tigri.   (JJ 

VEKTOTTKSIMO  .  l^owe  numerale 
arirnat..odi  .entotto  .  5r">-  ';'«"-- 
oclmu...  Gr.  iUo'^-.Oi  s/oe,-  '6°'^^- 
Introd.  =6.  Delle  quali  niuria  il  ventot- 
(esimo  anno  passato  avea  ,  nk  era  minor 

'"venToTTO.  Nome  numerale  .  che 
contiene  otto  sopra  .enti.  Lai.  ./g'"'"^!»' 
Gr.  a/o,.o/.T«.  f^occ.  no.:  2\  3.  G.o 
>ane  ancora  di  ventotlo  m  trenta  ann^ 
Rei.  Jnnot.  DUn:  1.6.  Bn  nnio  testo 
a  penna  ne  ha  ventotlo  (  sonett.  )  ,  miti 
sacri,  d'  autore  incerto. 

*  §  Per  J  entottesimo.  Or.  J.  tj'r. 
fi5  Lo  grado  veulolto  di  questa  santa  i- 
lala  s°  l  sapienza.  E  J-  Lo  ventotlo 
crado  avere  sa|'ieniia.  (ì)  ,.  „  ,_ 
^VENTRACCIO.  Peggiorat.  d,  Ventre 
Lai  cbdomen,  oenler  collati.us ,  flaut. 
Gr    i^.yt/'^f"^  fir.   P.sc.    »n.67.^a■ 

,„  solo   per   '«"-P-""^   "'V'°   '""ITÌm 
VENTRAIA,  i'-""-,,   J-'-'S"  do^'f" 

.7  .e«.re,  e  gli  altri  ''■'"''"-  ^''^Z.\ 
ter  Gr.  yoi'.T'P  Pani.  laf-  io-  cne  i 
vUo   non  risponde  alla  ventraia.    Lah.f^ 

Alle   g-t»  dalle    W^-^l''  ''""^'  '""" 


YEN 

sponde  la  ventraia,  la  quale  di  larghi  e 
spessi  solchi  vergata,  conie  sono  le  toric 
c'è,  pare  un  sacco  volo.  Car.  Mail  son. 
i.  i,b  che  ceffo  1  oh  che  ventraia  I. uà- 
,a  occhi ,  se  non  paion  due  lori.ell.l  .Ve„z. 
sai.  5.  Che  la  ventraia  Ne  manda  al  na- 
so alil.onmievol  lezio.  ,  ;  _  . 
VE>TR,MUOLA  .  Oonnii  f'ie  lava,  e 
vendei  venir,.  Hocc.  nov.  -,5.  fi.  E  « 
voi  non  mi  credeste,  io  m  posso  dare 
per  testimonia  la  Trecca  mia  dallato  ,  e 
la    Grassa    icnlraiuola. 

VENTRATA,  lenossa  del  venirci.,- 
bald.Àadr.  Correndo  precipilosamente  cad- 
de, e  dette  in  terra  una  solenne  ventrata. 
8  Per  Peso  divenire,  Crav, danza. 
Fr  lac.  T.  12.  8.  Portar  nove  mesi 
ventrata  si  forte  ,  Con  molle  bistorte,  e 
gran    doloralo.  . 

VENTRE.  Si  dicono  te  Pnacpal,  ca- 
viti che  sono  nel  corpo  dell' an,male,  e 
che  contengono  le  vi.^cere.  come  lenire 
supremo,  med.o,  e  injimo  ;  ma  propr.a- 
mente  l-,nfimo,  che  racch.nde  lo  stoma- 
co, gì-  intestini,  ec.  Lai.  venter,  veni,,- 
clus.  Gr.  -/acTn-p,  -/«.TpcSiov  Amm^ 
Ani.  24.  4.  II-  11  ventre  che  bolle  d. 
vino,  tosto  si  schiuma  in  lussuria,  ilae- 
str„zz.2.  12.  4  La  ingluvie  del  venire 
provoca  la  lussuiia.  lab.  zyi.  t,Usivor 
rebl.e  dare  d'  un  venire  pecorin  per  e 
gote,  tanto  quanto  il  ventre,  o  le  gote 
bastassero.  Ar.  sol.  \.  E,  se  non  bas  a  , 
M'  empia  la  gola,  il  ventre  e  le  bndena. 
§.     I.     ler    Utero.    Lai.     uterus.     Or. 


YEN 


168S 


\jiTBSX.    Dani 


]'ar.   23.  L'  alla    letizia 


che  spira  del  ventre  Che  lu  albergo  del 
nostro  dosilo,  i.'  I  ,t.  SS.  lad.  2.  i02. 
Pregasse  Iddio  die  gli  desse  liullo  del  suo 
gonfie.  /.(.  S.  Ciò.  Cnalb.  3.2_  Tanto 
amore  s'  e  fermalo  Ira  1'  uno  e  1  altro  , 
quanto  si  suole  trovare  Ira  due  carissimi 
fralclli  carnali  nati  d'  un  ventre,  il) 

§.  IL  ter  lande,  0  Luogo  dove  sta 
il  ventre.  Lat.  .enfrr.  Gr. -/aorr.p.  iiofc. 
nov.  90.  8.  E  cosi  lece  alla  schiena,  e  al 
venir?,  e  alle  groppe.  Pani.  InJ.  6.  Oli 
occhi  ha  vermigli,  e  la  barba  unta,    e  a- 

ira,  E  "1  ventre  largo.  

S.  111.  Jc<rr.cnre  il  ventre,  vale  Cacare, 
o  Deporre  ,1  peso  del  ,e„(re.  Lat.  alvum 
exonerare.Gr  r;.-ozi'>.^C.,7y.'-e-'H''"- 
nov.  l5.  18.  Richiedendo  il  naturale  uso 
di  dover  diporre  il  supeiHuo  peso  del  ven- 
tre, dove  CIÒ  si  facesse  ,  dc,mando  quel 
fanciullo.  *  Cccch.  Prov.  36.  Coccoloni 
vuoi  dire  star  chinato  in  su  le  gambe, 
come  sia  chi  alla  campagna  scarica  il  ven- 
tre. iO  Sagg.  nat.  e.<p.  ,Il5.  Come  se 
veleno  avesse  preso,  scarico  il  ""  r^- 

R  IV  ;i -no. . 're  iV  lenire,  in/c  /0  5/cs- 
,,0  c/,e  Smuovere  il  co.po ,  Far  cacare 
Tes.  /'oi .  r.  S.  Impiastrato  caldo  mollo 
KÌova,  e  muove  il  ventre 

«   S    V.   luigarsi    ,1   ventre,   vale  Sca- 
ricare   il    venne.    Cavale,     lungil.    121. 
David  essendo  nascoso  in  una    spelonca 
fu-gendu  la  persecuzione  del  re  Saul,  ed 
en^fandovi  poi  il  detto    Re  a    purgarsi  A 

ventre,  ec.   (  f  J  ,        ,.       ■       - 

i-%  VI    l'entre.persimilit.  d,ces,  una 

Spezie  d,  sacchetto  a  foggia  di  ventre.  Lat. 

saccuius.  fr.  /  io,- / .  3.  ; .  2.  rs  28^■ 

Quante  campanelle  e  campancllii.e,  >enl,i. 
saccheUi    e  spazii  per  li  a|.rann.,me.iti,  in 
somma  ee    quanto    mirabile    magislero  s. 
richieda  (vi  si  palla  della  ragna  per  pren- 
der gli  uccelli).  (Pi'S) 
I       *RVI1    ;>/i(rf,<'ii-eJi  ""'•"'/"''"  i"""- 
'   Irò    0  Parie, ulema  di  checchessia.  Ciam- 
ben.   Mis.    Uom.    122.   Dicono  1    savi  che 
il  Ninferno  sii;  nel  ventre  della  terra.  fC; 
t    §     Vili,   lenire,  terni, ne  dcg/ì  ana- 
tomici. La  parte  di  mezzo  di  ciascun  mu- 
scolo, così  detto  perchè  sembra  un  gruppo 
dì  [fibre  carnose,   a  distinzione  de  suo,  e-   I 


stremi,  che  diconsi  Ten.bni.  (^)B'"-"- 
Pi^c  1  262.  or  inlenHenli  di  Nolomia 
chiamano  la  parte  porporina  di  ciascun 
muscolo  ventre  di  esso,  1  una  estremila 
allaccala  all'  osso  eh'  ei  muovono  la  chia- 
man  coda  del  muscolo.   fO 

*  g.  IX.  lenire  gemmato,  o  Ventre 
cri<laìi,nó,  chiamausi  ,!ai  Naturalisti  al- 
cune pietre  cave  nel  mezto,  tutte  gnern,- 
te  dentro  di  m,nul,  cristalli,  delti  Ingem- 
mnmenli.  Magai.  Lelt.  Che  slima  facesse 
d'  un  venire  crislallino  cavato  dalle  mon- 
tagne di  Pistoia  ,   ee.  (A) 

!,"i  g.  X.  ì'entre,  per  lo  Fondo,  0  Let- 
ta de'  fumi.  Bocc.  P,sl.  Fr.  SS.  jip. 
Piova  il  cielo,  caggia  gragnuola  ovvero 
neve,  crolli  il  mondo  la  rabbia  de'  venti 
ec.  escano  i  fiumi  del  ventre  loro.  (Hr) 
-:•  6.  XI.  /  enlre  del  dragone  ,  dicesi 
dwli  .-Istronomi  lo  Spazio  che  è  chiuso 
dal  cerchio  del  molo  della  luna  e  dall'  e- 
cliltica  che  s'  intersecano.  Cai.  Nunz. 
S,d.  >'el  ritrovarsi  ne'  ventri  del  suo  dra- 
gone  pili  ihe  nel  capo.   (Cj 

i:c  g.  XII.  Ventre  medio ,  dicesi  il  Pet- 
to secondo  l'antica  divisione  anatomica 
del  corpo.   Bnldin.  I  oc.    Vis.   lA) 

:?  g.  XIII.  Ventre  della  colonna,  di- 
cesi la  Parte  di  mezzo,  dov'  è  cntasi,  os- 
sia gonfiezza  della  colonna.  Saldin.  Voc. 
Dis.   (Al 

f  VENTRESCA.  Pancia.  Lai.  venter. 
Gr.  ■ia.r,-i,p.  Ott.  Com.  Inf.  26.  429- 
Un  serpente  che  avea  sei  piedi  si  lancia 
dinanzi  dell'uno  di  questi  tre  spiiiti;  e  òol- 
li  piedi  di  mezzo  gli  prese  la  ventresca; 
con  quelli  pili  presso  alla  bocca  gli  pre- 
se  le  braccia.  £i.r<7i.  I.  5o.  O  Gaio  E- 
rennio,  poiché  la  ventresca  Ti  svezzo  dell' 
usar  la  cerbottana.  Non  pensar  che  la  zaz- 
zera li  cresca.  Ciriff.  Calv.  4.  l3o.  E  chi 
la  zucca  ha  fessa,  e  la  ventresca. 

g.  /  entresca,  diciamo  anche  II  ventre 
di  porco  ripieno  di  carne,  uova,  cacio, 
ed  erbe  balli,  le  insieme,  e  me.<so  in  sop- 
pressa, llein.  rim.  I.  II.  E  fansi  le  sal- 
sicce. Cervellate,  ventresche,  e  salsic- 
cioni. 

VENTRICCTIIO.  Ventriglio.  Lai  ven- 
triculus.  Gr.  -/'yriTf l'o'.ov  Ped.  Oss.an. 
91.  Ho  osservalo  parimente,  che  le  fola- 
ghe tengono  sempre  mai  pieno  zeppo  il 
venlricchio  di  bianche  minutissime  pie- 
Iruzzoliue. 

*  VENTRICELLO.  Dim.  di  lenirei 
Ventricino;  e  per  similit.  Picciola  cavith. 
Bari.  Simb.  I.  l5.  Alle  bocche  de  ven- 
trieelli  del  cuore  v'ha  tendinelti,  come 
anella,   che  gli  orlano.  (Brj 

VENTRICINO.  Dim.  di  Ventre.  Lat. 
ventriciilus.  Gr.  ■/r/.lTfiòco-i.  Cr.  9.  72. 
2  Rappiglieremo  il  cacio  di  puro  latte, 
con  presame  dell  '  agnello  e  del  capretto 
di  latte,  colla  pellicina  che  suole  essere 
accostata  loro  a'  lor  ventriciui  (  Il  ms. 
Ricci  ha:    co' ventrigli  de' polli.). 

•+  VENTRICOLO.  J  entre  j  ma  p,u 
comunemenle  Quel  viscere  membranoso 
in  forma  di  sacco  0  di  cornamusa,  che  e 
s,t„ato  obhquamenle  nell'  ipoco.idrio  sin, 
Siro  sotto  del  diafragma.  Ira  ,1  fegato  e 
la  milza.   -L:,!..    slomachus  ,    ventr,culus . 

Gr.  ,T<,>»x=;  '""■''  ^'r  ®'-      T 

ec.  dalla  bocca  del  ventricolo,  ovvero  sto- 
maco, quando  è  offesa. 

8  I  Ventricolo  ,  per  s,m,l,l.  t.  r  9. 
18  5.  Fatta  tiepida,  si  mclla  in  un  ven- 
tricolo  che  abbia  un  cannello  cnnvenevol- 
mente  lungo  e  grosso  a  ■"-';  f  j^^j^^^"^ 
e  per  quello  strumento  si  m Ha  a  del  a 
decozione  nel  ventre  del  cavallo  dalla  parte 

""  i°"T.  Fentncon.  .'i  dicono  ancorale 
Cavità  di  alcune  viscere,  come  del  cuore 
edel  ccvello.  t  olg.  Bas.  T"c  lo  secon- 
do osso,  che  è  nel  palato,  eolano  dia  boe- 


iék 


V  E  N 


V  E  K 


V  E  N 


ca  le  tuperfluitù  del  vcotricolo  di  mezzo 
e  di  quello  di  dietro.  Bui.  Il  cuore  ec. 
ha  due  venlrìcoli^  T  uno  dalla  parte  ritta 
o  r  altro  dalla  inuDC;i  ;  e  dal  fegato  a  que- 
sti veali'iculi  sun  due  vene,  e  mettono  Del 
cuore  per  quelli  ventriculi  l' esalazioni  e 
spirili  che  e^roii  del  saaguc,  e  entrano 
per  que*  buchi  che  son  nel  cuore,  /ted. 
f'ip-  !■  59.  Sehliene  in  alcuni  aaimali 
morti  dalle  vipere  si  trova  quel  congeta- 
meato  di  sangue  ne'  vcutricoli  del  cuore, 
10  però  non  1'  ho  sempre  trovato  in  tutti. 
^  VENTRICOSA.  Termine  de'  Natu^ 
ra/isti.  Nome  di  una  chiocciola  palustre 
di  varie  grandezze.  (A) 

VENTRIGLIO.  Ventricolo  carnoso  de- 
gli uccelli.  Lat.  vcnter,  ventriculut.  Gr. 
yv.-ìTp(StOi.  Pallad.  Magi^.^.  Colla  pel- 
licola che  suole  esser  appiccata  a*  ventri- 
gli de'  polli.  Frane.  Saccb.  rim.  i!\.  E 
chi  ne  porta  il  cuore,  e  chi  i  ventrigli. 
3falm.  6.  ^7.  Pur  ii  rallegra  al  giugner 
d'  un  cibreo  Fatto  d' interiora  di  magna- 
no, E  di  ventrigli  e  strigoli  d'  Ehrco 
(qui  per  similit.   e  m  ischerio.  ). 

%.  Diciamo  in  provcrb.  Aver  l' asso 
nel  ventriglio,  di  cfti  ha  voglia  smodera- 
tissima di  giiicare.  Pataff.  9.  E  nel  ven- 
triglio ha  r  asso  e  la  tregenda.  Buon. 
Fier.  I.  2.  6  Chi  nasce,  eh'  ahliia  l"  a*- 
so  nel  ventriglio.  Come  s'  usa  di  dir  de' 
giucatori.  Facciane  gran  rumori  Un  pa- 
dre, ec. 

5    VENTUCCIO.    Dim.  di  Vento;  Pie 
col  venia.   Lai.  ventufus.  Gr.   «vì/Jit'Òiov. 
#  f.egg.  D.  Umil.   26.  Incontanente  traeva 
alcuno   venluccio  piacevole,  ec.   il  quale  a 
se  e    alle  compagne  miligav.i    il  caldo.  (C) 

*  §-  ^  f'Snratam.  u  Ontel.  S.  Greg. 
Noi  siamo  sospinti  da  ogni  Tcotuccìo  di 
ingiuria  ».  (Cj 

*  VENTUNESIMO.  Pfome  numera/e 
ordinativo  di  Ventuno.  Lat.  viccsimm 
primiis.  Gr.  iiKOirOi  np^zoi,  Tac.  Dav. 
Ann.  1.  1^.  Non  fu  vero,  che  della  quin- 
ta né  delia  ventunesima  si  volesse  alcu- 
no muovere,  si  fu  quivi  la  moneta  con- 
tala. Red.  Cons.  I.  255.  Neil'  anno  ven- 
tunesimo, nel  quale  poi  si  maritò,  comin- 
ciò ad  avere  maggiore  scarsella  di  me- 
strui. Pros.  Fior.  2.  87.  Non  avendo 
r  anno  ventunesimo  ancor  compiuto  del- 
l*  età  ,  quando  quell'  anima  ec.  dalla  terra 
al   cielo  se   ne    salì.   (*) 

VENTUNO.  Nome  numerale,  che  con- 
tiene uno  sopra  venti  .  Lai  .  viginli  et 
unus.  Gr.  eixo4(Ei;-  Pelr.  son.  23o  L* 
ardente  nodo,  ov*  io  fui  d*  ora  in  ora  , 
Contando  anni  ventuno  interi,  preso.  Mor- 
te   discioUe. 

#§.!./?  seguito  da  nome  nel  nu- 
mero del  più,  Ott.  Cam.  Inf.  3o.  520. 
Siccome  il  soperchio  da  ventuno  carati, 
che  il  maestro  Adamo  mettea  di  6no 
oro.  (C) 

#  §.  II  .  Per  Ventunesimo.  Gr.  S. 
Gir.  59.  Lo  ventuno  grado  di  (|uesla  san- 
ta tscala  sì  è  hunno  ciinsigliit.  Segn-  Polii. 
I.  7.  e.  17.  Due  sono  1"  el*a,  nelle  qu.i - 
li  dchh'esscr  fatta  1' erudiiione  ;  una  dai 
sette  anni  insino  alla  pube  ,  e  di  duoto 
dalla   pube    al    ventuno   anno.  rCV 

VENTURA.  Sorte,  Fortuna  j  e  pigliasi 
in  buona,  ed  in  mala  parte.  Lat.  l'ortu- 
na,  sors.  Gr.  Ty'x'l'  P''tf-  'o/i.  atìa  Sua 
ventura  ha  ciascun  dal  dii-hc  nairc  lìocc. 
Proem.  ^.  Alli  quali  per  avvenlur.i  per 
lo  lur  senno  e  per  la  loro  buona  ventu- 
ra non  abbisogna.  F  nov.  6*).  29.  Sia 
con  la  mali  ventura ,  se  tu  m'  hai  fier 
ti  poro  sentita,  che  ec.  A*  nov.  80.  iH. 
Ouc>sta  h  voìlra  ventur.i,  che  pur  ieri  mi 
vrnncro  vcniluti  Ì  panni  miri.  F  nov. 
86.  12.  Questo  tuo  vitio  tlcl  levarti  in 
■ogno,   e   di  dire  le   favole   che    tu   sogni 


ventura.  Dant.  Inf.  2.  L'  amico  mìo,  e 
non  della  ventura,  Nidla  diserta  piaggia 
è  impedito.  Vit.  Plut.  Se  essi  si  vulca- 
no mettere  alla  ventura  di  tornare  ,  che 
essi  facessero  secondo  la  necessità.  Pass- 
126.  Multi  altri  dicono  che  sono  alloga 
gioni,  compa;;nie  ,  socci,  venture,  com- 
perare a  novello,  e  più  altri  modi.  Ar. 
Fur.  20.  l4u-  La  supplica,  la  prega  e 
la  scongiura  Per  gli  uomini  e  per  Dio 
che  non  gli  taccia  Quanto  oe  sappia,  o 
buona,  o  ria   ventura. 

^  §■  l-  Per  Avventura,  Accidente,  Av- 
venimento. Nov  .  ant.  c^.  Ne  cominciò 
forte  a  piagnere  per  pielade,  e  per  la  for- 
te   ventura  che    era    stata.    (Pj 

*t  §■  II-  Ventura,  Jiguratam.  ^  e  in 
senso  osceno,  si  prende  per  lo  Membro 
virile.  Lai.  veretrum.  Gr.  xepuLOi.  Bocc. 
nov.  72.  IO-  Non  mi  fare  ora  andare  in- 
fino a  casa,  che  vedi  che  ho  così  ritta  la 
ventura  teste.  Frane,  Sacch.  nov,  226. 
Avendo  l'occhio  a  queb»o  giuoco,  sopra- 
venne che  un  asino  ragghiando,  colla  ven- 
tura diritta  corre  verso  1'  asina,  per  dare 
nella  chiotaoa.  F  nov,  206.  Farinello, 
avendo  la  ventura  ritta,  gli  parve  tempo 
di  dare  le  mosse  alla  giumenta  Lor.  Med. 
Nenc.  x5.  Or  eh'  i'  mi  sento  la  ventura 
ritta. 

§.  IlL  Alfa  ventura, posto  avverbtalm., 
vale  Fortuitamente,  A  caso.  Senza  de  ter- 
minaiionc.  Per  sorte.  Lzl.Jbrte,  fortuna. 
Gr.  e/  •zjy^fii.  Bocc,  nov.  i5.  39.  Con 
quello  anello  in  dito  andando  alla  ventu- 
ra, pervenne  alla  m.irioa.  Pass.  35^  Co- 
me si  la  degli  ufficiali  delle  città,  che  si 
eleggono  pei'  parecchi  anoi,  e  scritti  io 
certe  cedole  si  mettono  in  un  sarco  ,  o 
cassetta,  e  poi  a  certi  tempi  sì  traggono 
alla  ventura.  Ar.  Fur.  20.  ioa.  Dai 
quattro  cavaber  congedo  prese  Mar6&a  , 
e  dalla  donna  del  Selvaggio,  E  piglio  al- 
la ventura  il  suo  viaggio. 

g.  IV.  A  ventura,  0  Per  ventura,  pu- 
re posti  avverbialm.,  vogliono  Casualmen- 
te. Lai.  forte,  [orlasse,  sorte.  Pocc.  nov. 
98  44'  ^'"•'  Tito  per  ventura  io  quell'o- 
ra venuto  al  pretorio.  Pass.  S^O.  Nel 
torre  redole,  o  suggelli  a  rischio,  e  ven- 
tura. Ar.  Fur.  23.  18.  Stando  quivi  so- 
spesa, per  ventura  Si  vide  innanzi  giugnc- 
re  un  villano. 

si!  5.  V.  Per  ventura,  vale  anche  For- 
se. Boez.  Varch.  3.  pr.  10.  Poscia  che 
hanno  (i  geometri  )  dimostrato  le  loro 
proposi'*,  ne  inferiscono  alcune  cose  che 
essi  chiamano  porismalì,  e  noi  polrcDamo 
per  ventura  dir  vantaggi.   ^.V^ 

§.  VL  Schiera  di  ventura  ,  o  simili, 
vale  Schiera  composta  di  soldati  venlu' 
rieri.  Pass.  fier.  3  39.  Quegli  è  Pudo* 
nr,  ed  è  da  lui  guidala  Questa  schiera  , 
che   schiera    è   di    ventura. 

§.  Vn.  Far  la  ventura,  vale  Predire 
altrui  l'  avvenire  Salvia.  Disc.  I.  l34- 
Artcmidoro  Daldiano  re.  compose  in  quat- 
tro libri  ec.  le  sposizioni  de  sogni  ,  alle 
quali  aggiunse  ancora  ce.  le  inlcrpelra- 
lioni  del  volo  degli  uccelli,  e  del  lar  la 
venlura  per  le  linee  delU  mano,  tulle  va- 
nisstme  vanità. 

ff  §.  Vin.  Aver  mala  ventura,  vale 
Essere  sfortunato.  Bocc.  g.  7.  n.  a.  lo, 
misera  me,  perchè  son  buona,  e  non  at- 
tendo a  cosi  fatte  Dovclle,  bo  male,  e  ma- 
la ventura.  (Vj 

tf  g.  IX.  Andare  alla  ventura,  vale 
Andare  a  tentar  la  venlura  di  un'  im- 
presa Fior.  It.  .309.  E  però,  se  ci  con- 
sentite che  noi  andiamo  alla  ventura,  noi 
siamo  apparccihiali  ad  andare  per  lei.  (C) 
J?  §.  X.  Fisere  in  mala  ventura,  vale 
Esser  in  travaglio  e  disordine.  /1<h-c.  g. 
5.  n  5.  La  cittì  di  Faenta  ,  lun^a- 
>1a 


ta ,   alquanto  in  miglior  disposizione  ritor- 
nò. (Vj 

#  g.  XI.  Venire  in  mala  ventura,  t^a^ 
le  Essere  preso  da  cordoglio  o  affanno  . 
Sov.  ani,  99.  Qaaodo  1*  ebbe  letta.  Tea* 
ne  in  tanta  mala  ventura,  che  egli  diven- 
ne  tutto  arrabbialo.    (P} 

VENTUItlERE.  Soldato  che  va  alla 
guerra,  non  obbligato^  ne  condotto  a  soldo, 
ma  per  cercar  sua  ventura,  e  a  fine  d* 
onore.  Gaicc.  Stor.  Quattromila  Frante- 
si, di  quella  sorta  che  da  loro  son  chia- 
mati Ycnlurieri.  Varch.  Stor.  10.  271. 
Nel  qual  tempo  si  può  dire  che  sotto  la 
città  di  Firenze,  e  nel  suo  dominio  si  tro-. 
vassero,  senza  i  venturieri  ec,  meglio  che 
quarantamila  persone  da  guerra.  E  3l5< 
Non  solo  i  vivandieri  e  i  venturieri  ce.  , 
ma  de'  soldati  medesimi  fuggirono  tn  di- 
versi luoghi. 

§.  Per  similit.  Buon.  Fier.  4-  4-  *• 
E  M  beflfeggiar,  di  che  la  sorte  Suoi  ven- 
turieri  uccella. 

t  *  VENTURINA  .  Pietra  seLiosa  , 
più  0  meno  trasparente,  giallognola,  che 
ha  disseminate  nella  sua  massa  certe  pa- 
gliuole  non  metalliche ,  tuttavia  lucenti 
come  oro .  Magai.  Lett.  Pietra  Venturi- 
na, della  quale  passa  in  giudicalo  ch'ella 
si  generi  sotto  le  fornaci  dei  vetri,  ben- 
thè  non  cosi  regolarmente  ,  che  >i  vada 
a  ctdpu  sicuro  di  ritrovarla  ,  e  che  per 
ragione  di  questa  irregolarità  si  chiami 
Venturina  ce,  fu  detto  che  se  ne  fa  ao* 
cura  dell'  arlilìziala.  (A) 

t  VENTURO.  Add.  Che  dee  venire. 
Che  è  per  venire  .  Lai.  venturus  .  Cr- 
/i;/>wv  ifiXli^on  .  Dnnt.  Par.  3a.  Da 
questa  parte  ec.  sono  assisi  Quei  che  cre- 
dettero in  Cristo  venturo.  Ott.  Com.  Purg. 
I.  4-  Tratta  dell'apparizione  di  Ccalricr,  e 
d*  alcune  6gure  ,  le  quali  hanno  a  signi- 
ficare cose  venture,  siccome  appare.  Ca- 
vale. Fruii,  ling.  Vigilale  d*ogni  tempo, 
sicché  siate  degni  di  fuggire  l'ira  ventu- 
ra .  Amet.  93.  I  lieti  rasi ,  spirando  del 
petto  np'somnìt  vati,  uè  disse  venturi. 

#  VENTUROSAMKNTE.  Avverb.  Fe- 
licemente. Tit.  Liv.  Dee.  lih.  3.  cap.  11. 
Quivi  si  potrebbe  bene  venlurosamenle 
Iraltarc  con  lo  popolo  re.  perciocché  nul- 
lo avea  potere  d'  appellate  fuori  di  Ro- 
ma, più  lunge  d'uno  miglio.  fNj 

VENTUROSO  AJd.  Felice,  Buono. 
X.iX.  felix,  commodus,  bonus.  Gr.  ì'utu- 
X^';  .   oi?io;  ,  /3ti9;  .   Cr.   6    a.  3.  La 


venturosa   postura   dell'  orlo 


qui 


ella,  alla 


per   vere   ,  li  daranno   una   volta   la    mala      menlf  in  guerra  ed  in  mala   venlura   tl.i. 


quale  lievemente  il  piano  inchinalo  il  cor- 
so dell'  acqua  discorrente  per  gli  spasii 
spartili  fa  discorrere. 

VKNUSTA, VENUSTADE, e  VENU- 
STATK.  Lai.  venustas.  Gr.  Ì^'iy^t\u.'S9^-it\. 
Ftr.  Dial.  beli.  doni.  385  Venustà  adun- 
que nella  donna  sarà  uno  aipclto  nobile, 
casto,  virtuoso,  ri\ercntlit,  ammirando,  e 
in  ogni  suo  inovimenlo  pieno  d'una  mo- 
desta grandetta  .  F  ^\^.  Vedremo  che 
cosa  è  Ic^giatlria  ,  che  vuol  dire  «aghet- 
ta,  che  iiilendianio  per  la  grazia,  che  per 
la  venustà  E  368.  ('nn  tanta  gratia  ,  e 
con  lanla  venustà,  che  «ot  non  avete  ea* 
gionc  da  ri|>orvi.  ma  si  bene  di  mostrarti 
più  che  voi  non  fate.  F  As.  |56.  La 
presero  a  domandare  qual  fusse  la  cagio- 
ne ,  che  con  si  brullo  piglio  ella  adum' 
braue  la  venustà  de'  suoi  orchi  scinlil* 
lauti  . 

*  VENUSTARE.  Voce  poco  usata.  .4h- 
Itelltre ,  Pendere  \-enusto  .  Fior.  It.  aO- 
Tanto  ra\ea  Dio  fatto  bello,  e  venusla- 
lo  ,   che    etiandio    alli   nimici   piarrva.    fC) 

VENUSTO.  Add.  Che  ha  venwt^i.  Lat. 
venustiis  .  Gr.  ^occt'lif  .  Amrt.  ^t-  Agli 
orchi  vaghi  di  lei  •'  avveniticcio  giovane 
di  Venusta  forma  non  simile  al  rustico 
4nimo    apparve.    Dant     Par     3a      A   •tu 


V  E  N 

Cristo  le  eliiavi  Raccomantlò  di  questo  fior 
venusto  .  J  ett.  Hont.  stai.  G.  Cr.  Ct'lKi 
faccia  senia  alruua  rics|)u  ,  o  nutuhi ,  la 
quale  è  lemporalametite  venusta.  ''••  Srgr. 
Fior.  Prsrr.  l't-st.  Le  invidiose  \t's1i  coii- 
temnlare  non  mi  bsriavjnu  il  lallco,  venu- 
sto e  Iicn  raccolto  pt-lto.  /■.  appresso.-  Kd  io, 
quantunque  |ier  avanti  con  donna  accom- 
pagnarmi  \ollo  non  fossi,  vistavi  di  si  \€- 
ouslo  e  grazioso  aspetto  ec,  con  voi  sono 
disposto   arcompa^n;irn)i.  fC) 

VliMJTA  .  Ai,s(.  frrhale  .  Il  venire  . 
Lat.  advfntus  Gr  rtafousiaf.  Mmxt.  ij. 
Amcto  al)j  venuta  delle  due  Ninfe  di  so- 
pra i  verdi  cespiti  Uvò  il  capo.  Bocc.  nov. 
oC.  IO.  Il  quale  per  la  venuta  di  Pinuc- 
cio si  destò  .  A  nov.  100.  2^.  Intendo 
ÌD  questa  sua  prima  venuta  d'  onorarla. 
Dant.  Inf  2-  Temo,  che  la  venula  non 
sia  folle. 

VHMUTO.  Jdd.  da  Venire,  /tmet  9. 
Le  compagne  di  Lia  ,  vedutolo  ,  a  forza 
ritennero  le  vaglie  risa,  agli  ucrhi  già  ve- 
nute per  dimostrjr>i  .  /i  28.  Lilicra  la- 
sciando la  mano,  nella  quale  6ori  colti  per 
gli  \enuti  boschi  por'ava  (  ciov  ^  pe'  Ijo- 
sebi,  per  lì  quali  era  venuta). 

§.  I.  firn  ^•  nulo.  Maniera  di  safutare 
chi  arriva.  /Jocc.  nov.  20.  10-  Messere, 
voi  siate  il  licn  venuto.  Lasc.  Gclos.  i. 
4-  Buona  notte,  Alfonso  mio;  tu  sii  il 
molto  hen  venuto. 

*  §.  II.  f  enittOj  per  rfatOf  /apparito, 
lìocc.  g.  \.  n.  7.  (i(.  Bergamino,  con  una 
novella  di  Primasso  e  dello  Abate  di  Clif;MÌ 
onestamente  morde  una  avarizia  uuu\a  ve- 
nuta in  TJesser   Can  della    Scala.   (I  ) 

•f  •'?  g.  IIL  Tenuto,  pvr  Divenuto. 
Chiahr.  i.uerr.  Cot.  l5.  9.  E  dal  cor- 
doglio  e  dal  disdegno  vjnlo,  E  dal  timore 
Ìd  parte  e  dall' atianno,  ^'cuulo  segno  di 
nemica  sorte  ,  Consiglia  di  sua  vita  e  dì 
sua  morte,  f^) 

VENUZZA.  Dim.  di  J'enaj  Vena  pic- 
cola. Lat.  venula.  Gr.  y).-:É(5v.  Fir.  Dial. 
beli.  donn.  t\Ol\.  Le  palpclne  cr.  vergheg- 
giate con  certe  vcnurte  vcrmiglielte  ec.  , 
fanno  grande  aiuto  alla  univer&al  bellezza 
dell*  occhio. 

*  VENZEESIMO.  Some  numerale  or- 
dinativo di  l  enzei .  Sali-.  Avveri.  2.  I. 
4*  Seneca  ,  pistola  venzeesima.  /'.'  2.  22. 
2.  U  luogo  dì  Dante  ,  rhe  nel  vcnzeesi- 
nio  del  Purgatorio,  e  in  bini  di  stampa 
scritto  in   questa   maniera.   (T'j 

*f  ^  VENZEI.  Voce  poco  usala.  No- 
me numerale.  J'enlisei .  Lat.  vigintiscr. 
Gr-  Ei/omef.  Frane.  Sacck.  rim.  f^0.  Di 
Carlo  di  Durazzo  la  duchessa  Giovanna 
bella  fu  figlia  discesa,  Vivettc  anni  vi  n- 
zei  ,  e  fu  complessa  .  lied.  Ins.  18^.  La 
maggior  parte  di  questi  verrai  il  di  ven- 
zei  di  Maggio  diventò   immubile.  (*) 

•f*  VKNZERE  .  /'.  A.  I  incere.  Fr. 
Barh.  Ii5.  17.  Tulio  amor  verlùvcnza. 
K  199-  4"  Sofferenza  !'ar  che  vcnza.  ( l' } 

•f  *  VENZETTE.  I  oce  poco  usata. 
Nome  numera/e.  Ventisette  .  Lat.  vigin- 
tiseptem.  Gr.  a'txcsiSTTTK.  Ped.  Ins.  61. 
Ne  figliò  venxette  (scorpioni)  dello  stesso 
colore  .  E  iq2.  Conforme  mi  avvenne  il 
di  ventette   di  Febbraio.  (*) 

*  §-  Per  P'entis>ttesimo.  Cr.  S.  Gir. 
65.  Lo  grado  vcnzelte  si  è,  che  V  uomo 
renda  dirittamente  la  sua  decima.  (Vj 

*  VEPRAIO,  luogo  di  vepri.  Pru- 
naio .  Lai.  vtprelum  .  Gr .  a/«vS=w'v  . 
Segner.  Fred.  l5.  9.  Che  ti  credevi  ,  gU 
disse,  eh*  io  dolessi  morire  tra  quel  ve- 
praio ?  (') 

VEPBE.  V.  A.  Spezie  di  pruni.  Lai. 
vepre  s .  Gr.  «/otvSai  .  Àm.t.  .'>8.  Come 
la  paurosa  lepre,  nelle  vepri  nascosa,  a- 
scoltante  intorno  a  quelle  boci  degli  ab- 
batanti  cani.  E  91.  Per  più  secoli  stette 
distrutta,  e  di  vepri  riempiuta}  e  di  pruni. 


VER 

j4r.  l'ur .  12.  87.  Si  va  ad  ogni  cespu- 
glio, ad  ogni  vepre,  Se  pir  ventura  vi 
tosse  copeita.  t.emb.  Asol.  2.  83.  Il  lo- 
glio, la  felce,  i  vepri,  le  lappole  ce.  della 
sua  possessione  sce^licssc. 

f  3  VER  .  Freposizione  accorciala  da 
l'erso,  e  viìle  lo  stesso  lìtc  il  suo  pri- 
mitivo  *  /t'us.  178.  Il  valletto  come  scm 
plice  ,  e  non  senza  ri  uccio,  parlo  ver  la 
mula,  dicendo.  (C)  les.  I,r.  2.  ^9.  Vi 
si  apprende  la  punta  dell'  aco  v  er  quella 
tranHinlana  ,  a  rui  quella  farcia  giace. 
Pvlr.  ca/iz.  38-  1.  1  à  \ei  r  aurora,  che  sì 
dolce  l'aura  Al  tempo  nuovo  suol  muo- 
vere i  fiori.  IJant.  l  ar.  5.  Sì  vid'iobea 
più  ili  mille  s|le«doii  1  rarsì  ver  noi.  Fir. 
/4.t.  325.  Volta  ver  me  itm  un  a'.lo  si  di 
(tietate  adorno,  che  ridir  uou  ve  lo  potrei, 
mi  disse. 

*f  ^  §•  '•  Ver,  volt'  nntltc  In  para- 
gone. In  confronto.  CJiiill  leti.  1.  6.  Es- 
sere eletto  Re  di  quello  eternale  e  sommo 
regno  ,  ver  cuì  1'  Imperio  dì  Roma  non 
vale  uno  orto.  V  36.  8<^.  Parva  è  la  sua 
gioia   ver  la  divina-   (J) 

"t  '^  §  !'■  /''"  Contro.  Cititi.  Irtt. 
7.  2^.  E  spesso  ver  di  voi  pugnan  biso- 
gni.  <Vj 

*  VLFACE.  Sust.  Fero,  Venia.  Dant. 
rim.  caiiz.  22.  E  le  parole  sue  son  vita  e 
pace.  Che  è  sì  sa|:gia  e  sottile  ,  Che  d'  ogni 
cosa  tragpe  lo  verace.  (NSj 

t  3  VERACE.  Jdd.  /ero,  C  he  Ita  in 
sé  verità.  Che  è  conforme  alla  verità.  Lat. 
verus  ,  verax.  Gr.  ^Xr,^/,:,.  Bocc.  nov. 
ani.  proem.  Comune  sentenzia  e  verace  si 
è,  che  della  baldanza  del  cuore  parla  la 
lingua.  Pont,  l  or.  3.  Vero  parla  con  esse 
ed  odi  e  credi  (^he  la  verace  Iure  ,  che 
le  appaga  ,  Da  se  non  lascia  lor  torcer  li 
piedi    cioè.   Iddio). 

^  g.  I.  l'cace,  vale  anche  Beale,  Che 
e  in  nallà  quale  si  dice  che  è  ,  o  deve 
esserej  contrario  d'  Apparente,  o  di  Fal- 
so .  H  /iocc.  nov.  3  i\.  io  saprei  volen- 
tieri da  te ,  quale  delle  tre  legyi  tu  re- 
puti la  velare  .  Vani.  Purg.  18.  ^"oslra 
apprensiva  da  esser  verace  Tragge  inten- 
zione .  Fetr.  cnnz.  !^Q.  II.  Raccomanda- 
mi al  tuo  Fiyliuol,  verace  Uomo  e  verace 
Dio  .  Esp.  J'at.  I\ost.  2.  Furono  le  vir- 
tudi  perl'elle  ,  e  piene  di  verace  beatitu- 
dine .  Brun.  Favol.  I.  238.  Perchè  la 
gente  invizia  La  verace  amicizia.  Pass. 
Cer.  2.  60.  Ma  verace  valor,  benché  ne- 
gletto ,  E  dì  se  stesso  a  se  fregio  assai 
chiaro  ».  (Cj 

§.  IL  Verace,  vale  talora  Che  dice  il 
vero.  Veritiero.  Ar.  Fur.  3o.  49-  Scrive 
Turpin  verace  in  questo  luogo,  Che  due, 
o  tre  giù  ne  tomaro  accesi  .  v  Giiicc. 
Mar.  2.  32.  Alessandro  Sesto  ,  inimico 
suo  tanto  acerbo,  mordendolo  nelle  altre 
Cose  ,  confessava,  lui  (  Giulio  secondo) 
essere  uomo   verace-  (L) 

''•  §.  111.  ferace,  talora  vale  anche 
FJfìcace .  Bocc.  ISinf.  st.  l53.  Io  ho  fallo 
un  bagnuol  mollo  verace.  Disse  la  don- 
na, e  poi  in  questo  tanto  Riposato  sarà 
quanto  a  lui  piace.  Lo  bagnerò  con  esso 
tulio  quanto.  (BrJ 

t  VEKACLMENTE.  Avverò,  l'era- 
menle.  Con  verità,  in  verità,  ISel  vero. 
Lai.  vere,  veraciter  .  Gr.  v.ìr,Sùi~.  l  il. 
Crist.  Veracemente  ella  è  vedova  e  ab- 
bandonata, e  non  ha  ove  tomi.  Mor.  S. 
Greg.  Tanto  più  veracemente  manifestasse 
i  sacramenti  della  passione  sua  .  Cavale. 
Med.  cuor.  Veracemente  lo  mormorare 
contro  a  Dio  non  giova  uieiite.  Fsp.  Pai. 
IS'osl.  2.  Ella  è  veracemente  novella  ,  e 
divisata  dall'altre  leggi.  Cose.  S.  P.crn. 
Colui  che  veramente  si  pente  .  e  verace- 
mente si  duole  del  peccalo  suo  ,  senza 
dubbio  e  senza  dimora  riceverà  la  perdo- 
nanza  ,    Vetr.    son.    HO.    E    so  eh*  io    ne 


VER 


1687 


mono  veracemente.  Pass.  93.  Assolven- 
do i  peccatori,  ì  quali  unnlnienle  e  vera- 
cemente Confessano  i  lur  peccati  ,  colla 
vcrtude  delle  commesse  chiavi. 

•**.:  VERACISSIMAMENTE.  Avveri,. 
Superi,  di  ì  tracemente  .  Lai.  verissime. 
f.r.  a)y,Si'(jT«ra.  Sannaz.  Arcad.  pros. 
6.  Egli  veniva  tale,  «he  veracissimamen- 
te pareva  il  troiano  Paris  ,  quando  nelle 
alte  selve,  tra*  semplici  armenti,  in  <tuella 
prima  rusiintà  dimorava  con  la  sua  Nin- 
fa .  (fi)  Segner.  Mann.  Sctt.  ì!^.  2.  Gli 
aviebbe,  ciò  non  ostante,  veracissimamen- 
te  tirati  lutti.  (•) 

t  VERACISSIMO.  Superi,  di  J  erace. 
Lai.  veracissimus,  verissimus.  Gr.  air,- 
à-'^TK-ro;.  Anici,  loi.  Tu,  o  solo  ami- 
co,  e  di  vela  amisl'a  veracissimo  esemplo, 
ec.  Bocc.  Leti.  Pin.  Pass.  285.  Maoife- 
slissima  cosa  e,  che  lui,  maestro  veracis- 
simo, alluni  chiamarono  seduttore.  V  nov. 
I.  32-  A  me  vegna  quel  veracissimo  cor- 
po di  Cristo,  il  qual  voi  la  mattina  sopra 
l'altare  conseciale.  }sp.  f\it.  JVost.  66. 
De' rami  dell'albero  di  veracissima  mise- 
jicordia,  e  de' suoi  conlinentì.  -I'  Tass. 
Cer.  8-  5o.  A  se  chiama  Aliprando  il  pio 
Buglione,  Duce  di  quei  che  ne  porl'ar  le 
prede,  L'om  di  libera  mente,  e  di  sermone 
Veracissimo  e  schietto,  ec.  (V) 

t  VERACITÀ',  VERACITADE,  e  VE- 
RACITATE.  Astratto  di  Veracej  Veri- 
tà .  Lat.  verifns  .  Gr.  àìrl^ìia  .  Cuicc. 
Stor.  IO  123.  Dclilieralo  al  lutto  non 
gli  accettare  ;/  capitoli;  {ma  rispetto  alla 
soltosciizion  sua,  e  alla  lede  data  al  col- 
lej^io  simulando  il  contrario,  rome  contro 
la  fama  della  sua  veracìt'a  usava  qualche 
volta  fli  fare)  gli  fece  leggere  nel  conci- 
storo, dimandando  consi(;lio  dai  Cardinali  . 
•f  #  VEHADICENTE  .  f  oce  poco  u- 
sata  .  Verifiere  ,  Che  dice  il  vero  .  Lat. 
veridicus .  Gr.  aJ.oSivo;  .  Val.  lìfass. 
La  veradicentc  fede  dello  indivìnamen- 
lo.  (•) 

VERAMENTE.  Avveri'.  Con  venta. 
In  verità.  Certamente.  Lai.  vere,  certe. 
r.r.  «)/,6w^,  3r,Jty.òr,'.  Pocc.  nov.  79.  3o. 
Veramente,  maestro,  voi  le  sapete  trop- 
po più  che  io  non  aviei  mai  credulo.  F 
nov.  93.  6.  Veramente  io  mi  fatico  inva- 
no, l'etr.  son.  201.  Alto  pensiero,  E  ve- 
ramente degno  di  quel  petto.  Dant.  Par. 
8.  Che  veramente  provveder  bisogna  Per 
lui ,  o  per  altrui. 

V  g.  I.  Veramente,  per  Nulladimeno, 
Contultociò,  fu  sovente  usalo  da  Dante  in 
verso  e  in  prosa.  fJant.  Inf.  33.  lo  non 
so  chi  tu  sie  ,  ne  per  che  modo  Venuto 
se'  quaggiù,  ma  Fiorentino  Mi  sembri  ve- 
ramente quando  i'  l'  odo.  F  Purg.  6.  Ve- 
ramente a  rosi  alto  sospetto  Non  ti  fer- 
mar ,  se  quella  noi  ti  dice  Che  lume  fia 
Ira  '1  vero  e  1'  intelletto.  £"  Par.  \.  Ve- 
ramente quaiit'  io  dei  regno  santo  Nella 
mia  mente  potei  far  tesoro  Sarà  ora  ma- 
teria del  mio  canto.  E  7.  Questo  decre- 
to ,  frate,  sta  sepullo  Agli  occhi  di  cia- 
scuno ec.  Veramente  ec.  Dirò  ec.   (M) 

^  $.  Il-  Veramente  che,  per  Eziandio 
che,  Ahliendi'e.  Brun.  Graz,  per  .ì/.  Mar- 
celi.  ,  citato  nella  Tnv.  Barb  .  alla  voce 
DELIVRO.  Veramente  che  quanto  a  Ce- 
sare fossimo  in  alcuna  colpa  d*  umano  er- 
rore, tuttavia  noi  siamo  prosciolti  e  deli- 
verati   per  lui.   (V) 

VERATRO.  Elleboro  bianco.  Lat.  ve- 
ratrum  ,  elleborus  albiis  .  Lih.  ciir.  ma- 
lati. Il  veratro  si  èe  nocevolissimo,  se  non 
si  usa  al  tempo,  e  ben  corretto.  Ar.  sat. 
6.  Che  col  tosco  Maslro  Batista  mescoli 
il   veratro. 

VEIIBACCIO  .  Peggiorai,  di  Verho  . 
Bn<:p.  son.  .3.  205.  Donde  condusse  già 
le  ceste  piene  D'ogni  verbaccio  frarìdo, 
e  intignato. 


i68d 


VER 


VER 


VER 


Add.  Di   K>erbo ,   Di  pa- 


VERBALE 

ro/a  . 

§.  Verbalet  e  anche  term.  grammati- 
caU,  ed  aggiunto  di  nome  di-prndenle  dal 
verbo^  o  formato  dal  ^crbo.  farcii,  /ir- 
col.  253.  Dall'  altro  blu  noi  alilioodidcno 
de' verbali  (nomi),  come  fattorej  ovvero 
facitore,  ec.  -fi  SaU'.  Aiverl.  i.  2.  12- 
Me^  numi  vcriiali,  e  nelle  cadente  di  molte 
veri  ha  del  poetico.  (V) 

*  VERBASCO  .  Sorta  di  pianta  , 
detta  anche  Tassobarbasso  .  Lai.  verba- 
scum.  Gr.  fÀÓjJ.Oi.  l'iut.  Àdr.  Op- mor. 
5.  l35.  Ora  (cogliamo)  il  ramno,  il  ver- 
basco e  r  asfodelo,  E  poi  lu  santoreggia, 
il  cisto  e  il  faggio.  (C) 

f  VERBENA.  Pianta  di  varie  specie,  a- 
doperala  in  medicina  come  vulneraria,  e 
febbrifuga.  Lai,  verbena.  Gr.  Tltpi'SXiplOii. 
Tes.  Pov.  P.  S.  La  corona  di  verbena  ,  pò. 
sta  in  capo, toglie  oyni  doglia.  IC  appres- 
.fo:  Togli  la  verbena,  e  tritala  con  uovu,  ec. 
§.  Per  Vermena  .  /lem.  Ori.  2.  26. 
5q.  Perchè  volendo  saltare  una  macchia, 
Per  le  gambe  Io  prese  una  verbena,  Co- 
me si  piglia  al  vischio  una  cornacchia. 

*  VEKBERARE  .  f.  L.  Percuotere. 
Boet.  14.  Costei  se '1  forte  Boreas,  giu- 
gnendu,  Verberi  ec.  (f) 

*  VEKBERATO.  Add.  da  Verherare. 
Iacopo  Colonna  Son.  Petr.  E  se  le  voci 
vive  e  morte  tuUc  ce.  Gridassea  come 
verbcratc  putte.   ( P) 

f  VERBIGRAZIA.  /'.  /-.  Posto  avver- 
bialm.,  vale  Per  esemplo.  'LìK.  verbi  gra- 
tta ,  exempli  causa,  (ir.  ).o-/Ou  yjj.pvt  . 
Cavale.  Med.  cuor.  Fue  la  giustizia  per- 
seguitata dalla  ingiustizia  ,  cioè  li  giusti 
dagl'  iugiuili  ;  vcrbigraria  ,  ecco  Abel  , 
che  fu  lo  primo  innocente  ,  ec.  X  Gio. 
Crisost.  64  Come,  vcrbigraiia  ,  quando 
una  donna  molto  terribile,  e  signorevole 
volendo  fare  ce.  J3ern.  Ori.  2-  5.  5.  Se 
quella  catena  ,  Posta  sotto  le  mense  ap- 
parecchiate ,  Volesse  ,  vrrhigr.izia  ,  dir  la 
pena  Delle  genti  ch'ai  ventre  si  sonda* 
te.  IC  rim.  1.  l3.  Però  sia  dello  per  un 
vcrbigraiia  ,  Cb'  e'  non  si  dica  poi  ec. 
ì'inc.  Mari.  rim.  56.  Allegandogli  il  li- 
bro a  tante  carte  ,  Un  verbigrazia  da  chi 
voi  r  avete  (in  questi  due  ultimi  esempi 
e  in  forza  dt  nome). 

*   §.   iS"!  disse  anche  anticamente   Per 

.  vcrbigrazia  nello  sles.w  signific.  S,  Jgost. 

C.  J)    5.   1.  oli  maltematici   the,   per   ver- 

bigrazia  ,  dicono:   quando  Marte   sta  così 

pujlo,  significa  il  micidiale.  (V) 

VKRBU.  parola.  Lai.  vrrbum.  Gr.  Xo- 
yo;,  pTtii.%.  0.  y.  IX.  2.  26.  E  con  tutto 
che  in  Latino,  come  la  mandò,  fos&c  più 
nobile,  e  di  alti  verbi  e  iutendinienti  per 
lì  belli  latini  di  i]uclla  ,  ci  pa^^r  di  falla 
volgariMarc.  Dant.  Inf.  25.  Ei  si  fuggi  , 
che  non  parlò  più  verbo.  /■>.  lac.  T.  3. 
20.  9-  Oh  mia  vita  maladella  ec.  Che  spre«- 
xò  leggio  statuti,  K  di  Dio  le  sanie  verba. 
/ir.  tur.  3o.  l\S-  Non  vuol  più  dell"  ac- 
cordo intender  verbo  ,  Ma  si  lancia  del 
IcUo  ,  ed    arme  grida. 

J>  §.  \.  Talora  vate  Capo,  Parte. 
Cuicc  Ai'vert.  120.  Nelle  cose  dell'Eco- 
nomica, il  verlio  principale  e  risecarc  tulle 
le  spese   superflue.   (Cj 

§.  11.  f'erbo  a  verbo,  posto  avverbialm. , 
vale  A  parola  a  parola.  Per  l'appunto. 
Lai.  adamussim  .  O  /'.  II.  2.  25.  La 
quale  in  questa  nostra  opera  ci  pare  de- 
gno di  mettere  in  noia  verbo  a  »eibo. 

§.  in.  ì'erbo  divino,  o  di  Dio,  r  ta- 
lora anche  ì'erbo,  asMjlutam.,  s'intende 
(iesù  Cristo,  Figliuolo  di  l>io.  Lat.  ver- 
hum  .  Pocc.  f  it.  Dani.  2^7.  K  in  altro 
maniere  Hisai  mostrarci  T  allo  inulerio  del- 
la Incarnatioiie  del  Verbo  divino.  Pani. 
Par.  7.  Finche  al  Vnbo  di  Dio  di  scen- 
der piacque.  *  ò'    Cat.  lett.  2.  itJ.  Pri 


ma  che  M  Verbo  noigenito  6gliuol  di  Dio, 
incarnasse.  (Nj 

§.  IV.  Verbo,  ternt.  grammaticale, 
che  dinota  azione  ;  a  distinzione  del  no- 
me ,  che  significa  cosa.  Dant.  Par.  18. 
Diltgite  lutlitiam  ,  piimai  Fur  verbo  e 
nome  di  tulio  'l  dip.ulo  .  Maesiruzz.  I. 
52.  Quando  que>la  parola  vo-^lio  si  con- 
giugne collo  ìqIÌuìLu  del  vcrbu  aU^laulivo 
ec.  ,  ovvero  del  verbo  che  ooo  significa 
allo,  ma  relaaione.  Òen.  lien.  V ar>.h.  5. 
IO.  lo  diceva  poco  fa,  che  alcuni  verbi 
nsguardanu  altri  ,  e  sonu  co>i  Ulti  ,  che 
la  significazione  loro  parte  da  noi  ,  e  io 
somma   si   rilcriscuoo  ad   altrui. 

•f  V  VEiiBOsiTA*.  Soprabbonda/iza 
di  parole,  Mutitlotfuacità.  S.  Ani.  Cow 
fess.  11  terso  si  è  quando  ciarla  assai  as- 
salilo dall'  accidia  non  per  necesailà  u  u- 
tihlà  che  scguits  ma  per  pigliare  qualche 
iacere  ,   e   chiamasi   verbusilà.   f  Cj    Uden. 


ISts.  3.  139  Nou  SI  appaga  d'aver  espressa 
una  cosa  in  un  modo  .  che  vuole  slogar 
la  sua  verbosità  in  nasiumerla  di  nuovo 
poco   diversaiiicule.    (A/ 

VEKBOsO  .  .Idd.  Che  parla  assai  . 
Lat.  verbosus.  Gr.  a05Ìe?X£>;.  Serm.  S. 
Agost.  U.  Molto  SI  dee  veigoguarc  l'uo- 
mo verboso,  o  parabolano,  cbr  pare  quel- 
lo che  non  è  ,  e  mostra  quello  cb'  e* 
000  fa. 

'^'  VElìDACClO.  Add.  Peggiorai,  di 
Verde.  Lasc.  .\an.  i.  58.  Certe  loglione  ver- 
daccc  di  fico,  lualbet  a  per  Gallia  per  in- 
segna,   (lir) 

*  VEHDADERO.  /^o  sUsso  che  Verda- 
diero.  Imperf.  J\  Ttb.  D.  4-  T.  12. 
223.  L'  uomo  nicschiuo  si  crede  avere 
aggiunta  la  lorluoa  ec.  e  se  l'  era  figura- 
ta ueir  animo  per  posseditrice  di  gran  te- 
sori,  di  beni  iul'allilùli  ,  per  prodiga  de' 
suoi  doni,  per  veidadera  e  benigna.  (  J'J 
•f  *  VLRDADIEHO  .  Voce  Spagniio- 
la  ,  che  vale  tennero.  Sincero.  L'usò 
il  Pedi  ,  parlando  enfaticamente  j  ma  e 
fuor  d'  uso  ,  e  da  biasimare  .  lied.  lett. 
2.  4-  Avendo  io  qui  comunicata  l'oda  di 
V.  S.  Illustrissima  a  molti  ec.  ,  V  hanno 
tributata  di  cosi  verdadieri  e  gloriosi  ap- 
plausi ,   che   ce.   (*) 

••v  VERDASTRO  .  Add.  Che  Unde  al 
verde  ,  }  erdiccio  .  Lat.  subviridis  .  Gr. 
ÙTZovìupOi  .  lied.  Oss.  an.  3^.  La  ma- 
teria die  nel  canale  degli  alimenti  si  suol 
trovare,  nun  e  altra  cosa,  che  uu  liv|uido 
grussetto  e  melmoso,  di  color  di  filiggme 
foscamenle  verdastro.  (•) 

VERDAZZUKRO,  o  VERDE  AZZUR- 
RO. Sorta  di  colore.  Salvia.  Disc.  i.  319- 
Con  quel  verdaxxurro  non  potè  spiegar  me- 
glio il  glauco  de'  Greci  ce,  che  è  il  co- 
lor dell'  aria  e  della  marina.  Hicett  Fior. 
Il  lapis  armeno  è  ,  scconilo  Dioscoiì- 
di  color  verde  axiuno. 
VERDE.  Sust.  Lo  stesso  che  J'erdu- 
ra.  Quantità  di  piante,  o  d'erbe  verdeg- 
gianti .  Lai-  viirtum  .  Gr.  a*Ìwa  Petr. 
canz  22.  I.  Chi  non  ha  albergo  ,  posisi 
io  sul  verde.  /-.  4o-  8.  Fuggi  '1  sereno  , 
e  M  verde.  Daat.  t'urg.  7.  Salve  regina 
in  sul  verde  e  'n  su'  fiori  Quindi  seder 
cantando   anime   vidi. 

§.  I.  per  metaf.  vale  Vigore.  Lai.  fi- 
ridilas  ,  vigor  Gr.  a^ju»).  Itaut.  Purg. 
3.  Menile  che  la  speraota  ha  fior  dil  ver- 
de. V  rim.  3l-  E  '1  mio  disio  pero  non 
cangia  il  verde. 

*t  §■  IL  Vsser  condotto  al  t-erUe  ,  o 
Essere  al  verde  ,  o  simili,  vagliono  Vo- 
stre all'  estremo,  o  al  Jìnej  tolta  la  me- 
tafora dalla  candela,  che  st  tiene  accesa 
iiuando  st  \ende  al  pubblico  imanto,  che 
all'  estremo  per  lo  pia  anltcìmente  era 
tinta  di  venie.  Petr.  .ton.  26.  Quahdu 
mia  speme  gi'a  condotta  al  verde  (.iunsc 
nel  cor  .   liellinc    son.  373.   Più  che    un 


t 


Uvolaccio  ,  mi  Iruovo  al  verde .  Malm. 
12.  I.  Talché  a  soldati  Malmaolile  è  al 
verde  . 

§.  tu.  Onde  proverb.  La  candela  e  al 
verde,  si  dice  di  Qualunque  cosa  che  sitt 
in  sul  finire.  V.  CAiNDELA,  S-  Kl- 

VEltDE.  Add.  Aggiunto  di  quel  colo' 
re  che  hanno  l'erbe  e  le  foglie  ,  quando 
sono  fresi  he  e  nel  vigore  .  Lai.  viridis  . 
Gr.  x'wpo;-  Bocc.  g.  3.  p.  6.  Nel  me«- 
10  del  quale  ec.  era  no  prato  di  minu- 
tissima ciba,  e  verde  tanto,  che  quasi 
nera  parca.  IC  g.  4-  P-  >4*  Mu>tr>  m^le 
che  conoscono,  che  perche  il  porro  abbia 
it  capo  bianco,  rhc  la  coda  sia  verde.  E 
nov.  74-  10-  ^^°  "**  color  verde  e  giallo, 
che  pareva  che  non  a  Fiesole,  ma  a  Sini* 
ga^jlia  avesse  fatta  la  slate.  E  nov.  C^.  4' 
lo  voglio  del  mese  di  Gennaio,  che  vie- 
ne, ai>presso  di  questa  terra  un  giardino 
pieno  di  verdi  erbe  ,  di  fiori  ,  e  di  fron- 
tuli  albori.  E  cani.  9.  2.  lo  vo  pe'verdi 
prati  riguardando.  Aniet.  28.  Sopra  quello 
rigittato,  mostrando  il  verde  rovescio,  ri- 
cade verso  terra.  E  78.  ^è  prima  '1  verde 
vestire  corse  agli  occhi  miei ,  che  lo  in- 
dustrioso intelletto  ri^  onobbe  il  vostro  vi- 
so, /fant.  inf  4-  ^olà  diritto  sopra  il  verde 
smallo  Mi  fur  mostrati  gli  spiriti  magai. 
/.  l'urg.  23.  Menlrechc  gli  occhi  per  la 
fronda  veide  Ficcava  io  ,  ec  /V(r.  son. 
205  .  Fresco  ,  ombroso  ,  fiorito  e  verde 
colle  . 

g.  1.  Verde,  per  Fretcoj  contrario  ài 
Secco.  Lat.  viridis,  recens.  Gr.  x^^P^i- 
Cr.  5.  2.  12-  Le  verdi  f  mandorle  j  son 
più  sottih,  e  più  laudabili  che  le  secche, 
per  la  loro  umidità.  E  cap.  48.  !{■  Quan- 
do avrà  comÌDf  iaio  a  bollire  ,  vi  si  giun- 
gano quattro  libbre  di  rose  verdi-  Knum. 
2.  La  rosa  fe  fredda  nel  primo  grado  ,  e 
nel  secondo  secca  ;  e  la  verde  ,  come  la 
secca,  si  confa  ad  uso  di  medicina.  £  6- 
9.  I.  Le  foglie  sue  .dell'  artemisia)  mag- 
giormente ,  che  le  radici ,  si  convengono 
in  medicina,  e  le  verdi  ptù  Uadabili,  che 
le  secche. 

t  3  §•  II-  Verde,  fguratam.  aggiunto 
d'uomo,  vale  dovane,  Higoglioso ,  f  e- 
geto  ,  Di  non  molti  anni.  Lat.  vireus. 
Gr  .  axuasTt/o^.  Poes  .  VarcU  .  i.  rim. 
1.  lo.  che,  già  lieto  e  verde  ,  allo 
cantai  >el  mio  stato  fiorito;  or,  tristo,  e 
bianco  ,  Tiaoger  convengo  i  miei  dolenti 
guai  . 

#  §.  111.  l'erde,  è  anche  aggiunto  d' 
età,  e  vale  Giovane,  Fresco,  Pi  non  molti 
anni.  «  Fir.  As.  72.  Acciocché,  cootem- 
pl.indo  lutto  ad  un  tratta  la  loro  l>ella 
presenta  e  la  verde  t-tade  ,  voi  maggior- 
mente vi  acceudiatc  alla  vendetta  -.  Ar. 
Fur.  l8.  5o.  State,  vi  prego  per  mia 
verde  clade  ,  In  cui  solete  aver  sì  larga 
speme  :  Deh  I  non  vogliale  andar  per  fil 
di  spade,  ec.   (C) 

g.  IV.  Età  verde.  Verde  tempo,  e  si- 
mili ,  vagliono  la  Primavera  .  Lai  ver  . 
Atontemagn.  rim.  son.  l5.  ^è  quando  V 
clà  verde  aprir  si  suole.  Rosa  giammai  in 
si  bel  Ilio  giacque. 

§.  V.  tenie,  figuratam.  ,  per  Vivo, 
Pieno  di  speranza  .  Petr.  son.  125.  Per 
far  sempre  mai  verdi  i  miei  desili  Tass 
Cer.  I9.  53.  Siate,  o  compagni ,  di  forluru 
air  onte  Invitti,  infin  che  verde  é  fior  di 
speme.  Guice.  Stor.  12,  5^7-  Si  aveva 
ancor  verde  I.1  mrm^tria  di  quello  che  •- 
vevauo  palilo  1'  anno  passalo. 

§.  VI.  Verde,  per  Acerbo,  Agro,  Bm- 
sro.  Lat.  afer,  arper,  auiterut,  Gr.  AM9- 
rrìfòi'  Al/'-  cur.  malait.  Amano  di  bare 
vino  verde  al  gusto,  e  aspro.  Tratt.  ffgr. 
COS.  donn.  Vorneno  sempre  vino  verde  , 
e   pomi   Mccrbi. 

*  §.   VII.    Verxie  ,  per   Ostinate.    Fr. 
Ciord     170,    La  loro  nitla   toloalà  (  de* 


VER 

demoni)  sempre  sta  vciJe  e  mai  non  pcrtle 
la  sud  nializia.  (f) 

f  §.  VIU.  Esser  i-enle  com'  un  a^lio  , 
vale  Essire  di  sanità  perfetta.  /'.AGLIO, 

VERDEA  .  Spezie  di  vite  ,  o  d'  uva 
htanca  t  della  quale  si  fa  un  vino  chia- 
mato anche  esso  I  erdia  .  Cr.  4-  12.  8. 
Colai  potatura  può  o^or  ser\,il.i  uclla  zi- 
sica  ,  o  verdèa  .  Dav.  i'oU.  x6l.  E  cosi 
faoDOsi  le  veidèe.  Hed.  Ditir.  3l.  Oggi 
vogl' io  che  regai  cnlio  a' mici  \clii  La 
vcrdèa  soa%issima  d'  Arcclri .  E  Jnnot. 
174.  La  %-cnlèa  di  Toscana  non  è  così 
chiamata  dal  sapore  verdetto  ,  ma  bensì 
dal   colore   poiidenle   al  verde. 

#  VERDE  AZZUKUO  /  .  VEUDAZ- 
ZURRO.  Cj 

VERDEBRUNO  .  ì'erde  pendente  allo 
scuro  .  Petr.  Frott.  Che  bel  colore  e  il 
perso  e  il  verdebruiio!  •'.•  Fra/ic.  Sacch. 
nov.  l53.  Cavalieri  ili  corredo  son  quelli 
che  eoa  la  veste  verdebruoa  ec.  pigliano 
la  cavalleria.    (  l'J 

VERDECHIARO.  /  crdc  che  pende  al 
chiaro  f  cioè  al  hiitnco  .  M.  /'.  XX.  60. 
L' alie  grandi  col  dosso  ombreggiava  in 
veidechiaro  . 

'Ar^  VERDECLA.  Sorla  d'uva.  Crrl^. 
4-  E  la  verdecla  la  quale  fa  granelli  verdi 
e  piccoli,  e  ta  raoltc  uve    f  J'j 

VERDEG.\IO.  f'erde  aperto^  o  chia- 
ro. Buon.  Fier.  3.  2.  l5.  E  quella,  c*ha 
(juel  busto  verdegaio  In  maniche  dì  bi:>so 
trapuntate,  is  4-  X-  I-  A  uu  rordonciu  di 
seta  Verdegaio  ,  o  turchino  ,  o  scama- 
tino ■ 

VERDEGGIAMENTO.  //  verdeggiare. 
Lib.  Pred.  Wella  primavera  si  fa  vedere 
il  ritorno  del   vcrdeggiamento  de*  prati. 

t  VERDEGGIANTE.  Che  verdeggi. i  . 
Lai.  viridans.  Gr.  SaU'6wi*.  Ovid.  Ptst. 
8x.  O  Ercole,  riguaida,  e  raccorditi,  che 
colle  tue  vendicatrici  l'orze  hai  umiliato 
dinanzi  da  te  tutto  il  mondo,  e  da  qua- 
lunque parte  il  verdeggiante  mare  abbrac- 
cia 1'  ampia  terra  ,  sente  pace  per  le  tue 
virtudiose  opere.  Amvt.  \[\.  Disteso  il 
corpo  sopra  1  verdeggiante  prato  ec.,  così 
cominciò  a  cantare.  E  45.  Come  Ìl  cielo 
di  molle  stelle  nel  chiaro  sereno  «'riguar- 
danti par  bello,  così  quella  verdcggiaute 
non  meno,  liemh.  Asci.  z.  118.  Questi 
fiori  non  avrebbono,  nascendo,  il  lor  suo- 
lo cosi  vago,  come  egli  è,  e  cosi  verdeg- 
giacle  fenduto. 

VERDEGGIARE.  Mostrarsi  verde, 
Apparir  verde.  Lai.  virere  .  Gr.  5a/ì- 
9iiv.  Petr.  canz.  32.  4-  E  quando  il  Sol 
fa  verdeggiare  ì  poggi.  E  son.  217.  Come 
già  fece  allor  che  i  primi  rami  Verdeg- 
giar, che  nel  cor  radice  m'  hanno.  Pocc. 
Jntrod.  37.  Quivi  s'  odono  gli  uccelletti 
cantare  ,  vcggionvìsi  verdeggiare  i  colli  . 
Bern.  Ori.  1.  6.  5l.  Di  sotto  a  questi 
verdeggiava  un  prato  ,  ^cl  qual  sempre 
fioriva  primavera. 

^  §.  I.  l'erdeggiare,  vate  anche  Ten- 
dere al  color  verde.  Ltb.  7'iagg.  La  gente 
che  dimorava  verso  questa  fiumana,  ver- 
deggiano e  gialleggiano.   (N) 

^  g.  II.  l'cr  J  tvere  sotto  forma  d'al- 
bero verde.  Giusi.  Coni.  Pini.  ined.  66. 
Che  non  pur  io,  ma  il  sol  se  la  vagheg- 
gia,  E  tolta  me  1'  avria,  se  il  corso  amore 
Noi  ritirasse  ove  Dafne  verdeggia.  (Cj 

f  *  §111-  E  in  signi/ic.  alt.  per  far 
apparir  verde.  Chiahr.  rim.  Qual  colom- 
La  vezzosa  Che  le  tenere  piume  Verdeg- 
gia e  porporeggia.  (Pr) 

VERDEGIALLO.  Colore  ira  verde,  e 
giallo.  Lab.  aSi.Col  viso  verdegiallo  mal 
tinto  ,  d'  un  color  dì  fumo  di  panl.ino  . 
Bed.  Ins  .  5l  .  Il  lor  colore  è  per  lo 
più  un  verdegiallo  dilavato,  e  quasi  traspa- 
rente come  d'  ambra.  E  l33.  Trovando- 
Vocabolario  T.  IL 


VER 

mi  al  Poggio  imperiale,  feci  raccorre  una 
gran  quantità  di  bruchi  di  colt)r  verde- 
giallo. E  Esp.  nat.  42.  Sci  uova  ec.  di 
culore  veitlcgidllu,  simile  alla  itile  porra- 
cea .  Porgh.  Ptp.  40.  Favellerò  di  quel 
color  giallo  sbiancato,  che  molli  chiamano 
verdeyiullo,  il  quale  è  fallo  dì  color  bianco 
debole,  che  pende  alquanto  in  rosso  ,  ed 
è  mescolato  coi  verde. 

•f  Vi:RUE(ilGLlO.  Terni,  de' Pitto- 
ri.  Tintura  che  i  l'tltori  cavano  dalle  fo- 
glie de' gigli  paonazzi,  1  quali  ,  prepa- 
rati con  mistura  di  calcina,  buttano  un 
verde  assai  bello  e  vivace  .  Sagg.  nat. 
esp.  2.19.  Il  verdegiglio  è  tintura  cavata 
dalle  fo-liir  de'  gigli  paonazzi. 

::^  VEUDEMARCO.  Sorta  dierba,  detta 
anche  Ptiiomo.  F.  alla  voce  PIGAMO.  (') 

*  VERDEMARE.  Colore  simile  a  quel- 
lo dell'acqua  del  mare,  /nipcrf  V.  Tusc. 
D.  14.  T.  2.  266.  Dallo  splendido  elu- 
cido aggiunto  al  bi.inco  e  scarso  di  nero 
se  ne  deriva  il  ceruleo;  dal  ceruleo  e  bianco 
ne  viene  il  verdemare,  t  F) 

VERDLMLZZO.  Aggiunto  di  grano  , 
o  biada  ,  o  cacio  ,  che  sia  tra  verde  ,  o 
tra  fresco,  e  secco.  Buon,  Ficr.  Inlr.  5. 
3.  Da  Cortona  e  d'  Arezzo  Sì  piacevole  al 
dente  Quel  cacio  verdemezzo. 

g.  1.  Per  metaf.  Purch.  i.  II.  E  voi, 
niesser  lo  giudice  de'  nuovi  Gonfalonier 
del  popol  verdemezzo  ,  Fate  che  Befanìa 
non  vi  ci  Uovi. 

g.  II.  A'jgiunto  a  Carne,  vale  Tra  cot- 
tage cruda.  Lai-  semicoctus.  Gr.  Yj/Ac'ey  9o;. 
^lorg.  18.  126.  E  così  veidemezzo,  com' 
un  fico,  Var  che  si  strugga,  (juando  tu  1' 
azzanni.  /'-  19.  80.  Ma  non  fu  prima  dal 
fuoco  parlilo.  Che  Morganle  a  spiccar 
comincia  un  j.czzo  Del  liufaute,  e  disse  : 
egli  è  arroslilo;  E  lutto  'l  mangia  così 
\erdemczzo. 

VEHDEPORRO.  Spezie  di  color  verde. 
Picett.  Fior.  23.  La  più  lodala  (borrace) 
e  quella  clic  viene  d'  Armenia,  e  che  si  tro- 
va nelle  miniere  del  rame,  di  colore  verde- 
porro,  /in.  Vetr.  Ner.  i.  32.  Si  averà 
un  verde  bellissimo  smeraldino,  altrimeulì 
dello  verdeporro. 

VElìDEHAME.  Quella  gruma  verde, 
che  si  genera  nel  rame  per  umidezza,  e 
si  fa  anche  nrtifcialmcntc  ,  immergendo 
lamine  di  rame  nella  feccia  del  vino.  Lat. 
(tris  arugo,  viride  aTis.  Gr.  to';  ;^a)/Oj;. 
Pub.  itjS.  Io  non  avca  in  Fireuze  spezia- 
le alcuno  vicino  ce.  che  ìnfjccendalo  non 
fosse,  quale  a  fare  arienlo  soliroato,  o  pur- 
gar verderame,  ec.  Cr.  9.  11.2.  Se  man- 
casse il  risagallo,  si  prenda  in  suo  luogo 
calcina  viva,  e  tartaro,  orpimento,  verde- 
rame, poiverizzati  insieme.  Benv.  Celi. 
Oref.  52.  Il  qual  colore  si  fa  col  verde- 
rame, e  sale  armonlaco.  Porgli.  Hip.  2l3. 
11  verderame  ec. ,  che  si  fa  nelle  vinacce 
con  piastre   di  rame   poste  nell'  acelo. 

VERDEROGNOLG.  Add.  Che  ha  del 
verde.  Che  tende  al  verde.  Picett.  Fior. 
62.  Il  colore  delle  quali  f'/c','//e  della  sena} 
e  verderognolù  inverso  il  giallo. 

*  VERDESECCO.  Mezzo  secco.  Qua- 
si appassito.  Lat.  languidiilus.  Gr.  j;aAa- 
po\.  Soder.  Colt.  10.  È  stalo  osservato 
per  cosa  chiara,  eh'  e'  magliuoli  che  ec. 
abbino  un  po'  palilo,  e  sieno  quasi  appas- 
siti e  divenuti  verdisecchi  ec,  fanno  mi- 
glior pruova  assai.  (') 

VERDETTO.  Susi.  Materia  per  color 
verde,  che  si  adopera  da'  pittori.  Borgh. 
Pip.  2x3.  Il  verdetto  e  materia  di  minie- 
ra, che  si  trova  fra  i  monti  della  Magna- 

VERDETl  O.   Add.   Dim.  di   Verde. 

%.  Per  Bruschetto.  Lat.  af-r  ,  auste- 
rus.  M,  Aldobr.  yia  un  >apore  intra  dol- 
ce e  amaro,  ed  è  ver<letlo.  E  appresso  i 
Molte  nature  sono,  che  amano  vino  ver- 
dello, cioè  bruschetto.  Ped.  Annoi.  Dttir. 


VER 


1689 


174.  La  verdèa  di  Toscana  non  è  così 
chiamata  dal  sapore  verdetto,  ma  bensì 
dal   color  pendente  al  verde. 

VERDEZZA.  Astratto  di  Verde.  Lat. 
vtridttas.  Gr.  ;^).w^uOTrj5.  Bocc.  ì  it.  Dani. 
25 1.  Il  lauro  ce.  mai  egli  non  perde  ne 
verdezza,  ne  fronda.  Gencs.  P.  IS .  Si  fece 
grande  nieravi*;lìa  del  fuoco,  che  sì  gli 
sendirava  la  verdezza  della  foglia.  Cr,  4- 
18.  4'  Avviene  ancora  stpessamente,  che 
poiché  i  tralci  e  V  uve  avr'a  prodotte  ,  che 
per  brina  ogni  verdezza  perda.  Mor.  S. 
Greg.  Tale  vita  d' albori  e  d*  erbe  si  può 
chiamare  più  proprìamonle  verdezza. 

§.  I.  l'er  I  crdumc.Lài.  pars  viridis.  Gr. 
zo  x^Oìpov.  Cr.  4'  18.  4-  Alcuna  volta 
nelle  vigne  entrano  bruchi,  che  ogni  ver- 
dezza rodono. 

:'.:  §.  II.  E  per  metaf.  Ott.  Com.  Purg, 
8,  II.  Per  la  verdezza  che  è  in  loro, 
descrìve  la  viva  e  vcrdicanle  potenzia  che 
è  in   essi.  (C) 

VERDICANTE.  Verdeggiante.  Lat.  vi- 
ridans. Gr.  ;^>wfo'i;.  Tcs.  Br.  7.  3.  Ag- 
giungonsi  movimenti  all'anima,  che  la 
fan  slabdire,  e  li  diserti  fa  ['rati  verdican- 
ti.  *  E  7.  57.  ^ella  primavera  quando 
il  sole  piglia  la  sua  forza,  e  vegnono  li 
fiori  e  r  eibe  verdicanli.  (C) 

3  VERDICARE.  Verdeggiare .  Lat.  vi- 
rere. Gr.  Sr«).i3£tV.  Fav.  Esop.  Già  1' 
erba  del  maladelto  seme  verdica  ;  ancora 
possiamo  contrastare. 

V  §.  E  figuralam.  «  Ott.  Cooì,  Par. 
17.  334.  Siccome  apparve  in  Giulio  Ce- 
sare, che  nulla  menzione  delli  Cncidi  era, 
quando  egli  di  coloro  discendente,  proso 
il  vigore  della  reale  radice  lo  verdii:are  , 
frondire,  Gorirc  e  frullare  maggiore  an- 
cora dimoslròe.  «  Cr.  S.  Gir.  3.  La  ra- 
dice di  buona  opera  non  può  mai  bene 
verdicare,  se  non  è  posta  nella  radice  del- 
la carità  ".  (Cj 

VERDICCIO  .  Alquanto  verde,  Lat. 
subviridis.  Gr.  Juo'x^wps;.  Lasc.  Spir. 
4.  4-  Pi^'Ciocchc,  facendo  fiamma  verdic- 
cia e  grande,  rendevano  splendore  terrì- 
bile e   spaventoso  per  tutta  la   camera. 

*  VEUDICENTE.  Add.  V.  A.  Che 
'  dice  it    vero.    Esp.    Pat.  Kost.    lOO.   Non 

falla  a'  grandi  se  non  i  verdicenti  (  qui 
inforza  di  sust.J.   (K) 

il'  VERDIGA.  Spezied'  uva.  Cr.  4-  4* 
E  verdiga,  la  quale  fa  piccoli  tralci,  e  fa 
mollo  vino.  (J'J 

VERDIGNO.  Add.  l'erdognolo.  Lat. 
subiindìs.Gi-.  utt^'x^  wpo;. -T/'n/ic.  Sacch. 
nov.  177.  Vide  nuove  ragioni  d'  uve  al 
suo  intendimento,  e  dove  bianche,  di  ra- 
gione verdigna  ,   ec. 

*  VERDINO.  Sorta  di  fco.  Salvin. 
Pros.  Tose.  1.  521.  Eranvi  i  verdini, 
quelli  detti  carne  di  cervio,  i  corbini  ec.  (*) 

-1=  §.  Verdino,  è  anche  Una  specie  di 
pero,  il  quale  produce  molti  frutti,  che 
vengon  tardi,  e  maturano  ancorché  r  aria 
sia  già   alquanto  frcddff.   (A) 

VERDISSIMO.  Superi,  di  T'crde.  Lat. 
viridissimus.  Gr.  X^  ^r^'^'^'^s-  Pocc.  g. 
6.  /.  9.  Tutte  erano  di  hoschelti  di  quer- 
ciuoli,  di  frassini,  e  d'  altri  alberi  verdis- 
simi. Pant.  In/.  9.  E  con  idre  verdissi- 
me eran  cinte.  But.  ivi:  Cioè  aveano 
serpenti  verdissimi  per  cintura- 

§.  Per  GiOianissimo.  l'arch.  Ercol. 
337.  Egli,  dietro  il  lodevolissimo,  e  loda- 
tissmio  esempio  de'  suoi  maggiori  ,  in  ver- 
dissima età  canutamente  procedendo  ec. 
riaperse  dopo  tanti  anni  lo  Studio  Pisano, 
;;:  VERDOCCIO.  Acer,  e  Vezzegg. 
di  ì'erde.  Lasc.  rim.  2.  64-  E  fanno  in 
breve  tempo  almen  la  prova  Venendone 
verdocci  e   teneroni  (  i  piselli).  (Cj 

VERDOGNOLO,    (he    ha    del    verde. 
Lat.  subviridis.     Gr.     uTio/iw^oj.    Bed. 
Ins.   148.  Traspariscono  in  esse  molle sot- 
2i2 


1690 


VER 


tilistime  ratni6caxioni  di  vasi,  o  canaletti 
verdognoli.  Renv.  CfU.  Ore/.  l'S^.  Veg- 
gonsi  lavorate  Hj^Iì  antichi  ancura  certe 
piutrc  verdugDole,  le  quali  da  dimolti  so- 
no cbiamale  o^iji  lirecce. 

*  VERDOLINA.  Sorla  di  uva.  Frane. 
Sacch.  fiov.  177.  EbKe  due  lavoratori,  li 
quali,  conaecbè  foste  da  sera,  andassooo  a 
potare  certa  sue  pergole  d'  uve  aogiule  e 
verdoline  e  saacolonil>ane,  e  altri  vitigni 
et.   (•) 

*  VERDONE.  Termine  de;;/i  Ornito- 
logi. IVome  di  un  uccello  grosso  ffuanto 
una  pas-ìera,  così  dello  dal  color  verde 
delle  sue  penne.  (A) 

*  VEKDONE.  Jdd.  Per  sorta  di  co- 
lor verde  pieno.  Magai.  Leti.  Striscia  ce. 
di  color  verdone  ,  (;russa  un  dito.  fj4j 

f  VKRDOKE.  Verdezza.  l^^X.viriditas. 
Gr.  );Xu/3o't»j;.  /'.>p.  l'ai.  I\'osl  3.  Id- 
nafBalo  della  fontana  ec,  e  lo  tiene  in 
verdure,  e  in  vita.  Xibald.  Andr.  io3.  Lo 
smeraldo  sormonta  tutto  vcrdort?  ;  gli  fini 
smeraldi  vengono  di  Soria.  liim.  ani.  P. 
N.  He  Knz.  Mcmltrando,  come  lo  fresco 
verdore  Per  dna  gioia  mi  die  '1  primo 
6  ore. 

t  *  VERDUCATO.  -idd.  Tagliente 
da  quattro  lati,  Taglientissimo.  Lat.  a- 
rutissimus.  Gr.  o^jt'X-o^  Alleg.  18.  Le 
sarete  diamantina  rotella  contro  alle  a- 
guzre  punte  delle  vcrducate  lingue,  a 
racaiuola  degli  srinpcrati  moderni  {  qui 
figuratam.ì.  (•) 

VEKDUCO.  Spada  stretta,  che  taglia 
da  quattro  lati.  Bern.  rim.  I.  ^9.  Voi, 
che  portaste  già  spada  e  pugnale,  Stocco, 
daga,  verduco,  e  costolieri.  fiuon.  Fier.  \. 
3.  5.  E  penetraliilissiiiù  verducbi.  *  Sal- 
vin.  Eneid.  lifi.  j.  Lanciotti  in  guerra  por- 
tano  0   verduchi.    (Fj 

VERDUME,  f.a  parte  verdeggiante  del- 
le piante.  Lat.  pnrx  viridit.  Gr.  t6  y,^^- 
pój  Cr.  5.  I.  18.  Si  dcltba  aver  solle- 
citudine di  radere  alcuna  cosa  deir  asprez- 
sa  della  corteccia,  e  levarne  via  il  verdu- 
me  che  di  sopra  vi  è  nato.  E  num.  20. 
Nuocono  anche  molto  le  generazioni  del- 
l' eruche,  le  quali  rodono  tutte  le  foglie 
e  'l  Verdume,  e  gujNtaiio  i  fiori,  sicché  1* 
frutto  al  tutto  perisce.  *  Imperf.  V.  Alh. 
D.  3.  T.  9.  123.  Convicnli  potare  esse 
piante  de'  rami  sopcrchievoli,  e  levar  lo- 
ro il  verdume,  che  sopra  e  d'  intorno 
sia  nato.  (F) 

VERDURA,  rerznra.  Lat.  viridìtas. 
Gr.  jfXwjffo'r/;.;.  Pani.  Inf.  t^.  Giugnem- 
mo  in  prato  di  fresca  verdura.  F  f'urg. 
23.  L*  odor  eh' cice  del  pomo,  e  dello 
spratxo  Che  li  distende  su  per  la  verdu- 
ra. /  irg.  Enetd.  \f .  Compiute  queste  co- 
te, pervengono  a  luoglii  allegri  e  a  dolci 
verdure  di  fortunali  boschi,  l'as-alc.  Mcd. 
Cuor.  Maggiormente  e  maggior  fuoco  ar- 
derai voi ,  legni  secchi,  e  aridi,  senza  ver- 
dura, e  fruito  di  virtù.  Poliz.  st.  I.  38. 
Anzi  ristringe  al  corridur  la  brìglia,  E  Io 
raffrena  sopra  la  verdura. 

g.  /'er  metafora  vale  La  parte  più  vi- 
va  ,  più  vegeta,  o  migliore.  Scrm.  S.  A- 
gost.  D.  Questa,  cioè  invidia,  h  la  rug- 
gine che  rode  il  tesori»  della  divina  sa- 
pienza ;  questo  vermine  rode  la  verdura 
della  cariti. 

t  VERECONDIA,  e  VERECONDIA. 
y^.  L.  P'ergogna.  Lat.  verecundta,pudor. 
Or.  at'^oif.  ^  Dani.  Conv.  199.  La  vere- 
condia k  una  paura  di  disonorala  per  fallo 
romnicKto  :  e  «li  questa  paura  nasce  un 
pentimento  del  falli»  .  il  quale  ha  io  sìi 
un*  amaritudine,  che  è  raiiiganirnlo  a  più 
non  fallire.  (  P)  Agn  Pand .  53.  Ili- 
sposemi  presto  lieta  lieta  ,  pure  con  vi- 
so alquanto  arrossato  con  alcuna  fiammo- 
lÌDa  di  verecondia,  e  disse.  Salvin.  Disc. 
I.    17.    Viene   ripulita  (la  ragione)  calla 


VER 

sua  perfezione  e  bellezza  condotta  da 
quelt.i  che  sebbene  passione  ,  è  passione 
pero  molto  a  virtù  somigliante,  cioè  il 
rossore  nel  mal  fare  ,  e  la  verecondia  ■ 
F  177.  Fanno  corte  alla  lemperausa  la 
modrttia,   la   verecondia,  l'astinenza  . 

VEiiECONDO.  /'.  A.  Add.  the  ha 
verecondia.  Lai.  verecundus,  pudiftundiis- 
lìiit.  Purg.  i.Gli  occhi  sono  lo  maggiore 
segno,  che  sia,  della  castità  delle  donne, 
quando   stanno  calati,   e   verecondi. 

VEKEi  UNDIA.  /  .  VEuECONDCA. 
f  VEKGA.  Hacchrtta,  /la ttonci-llo  lun- 
go, sottile,  e  fli-ssihile.  Lai.  virgo.  Or.  p'a- 
Q-ió;.  Amm.  Ani.  g.  162.  Lu  nobile  camallo 
cuU'omlira  «b-*llj  verga  sì  regge.  Dant.  Inf. 
20.  E  prima  poi  ribatter  le  convenne  Li 
duo  serpenti  avutiti  colta  verga,  l'i'tr.  son. 
3l.  Ch'  V  fuggo  lei,  come  faiiciul  la  verga. 
Cr.  5.  I.  8.  Si  proccuri  che 'I  pedale  io 
rami,  e  i  rami  in  verghe,  e  le  verghe  in 
vette  frultifere  si  diviiì^ino.  .S*.  do.  Gri- 
sat.  ^8.  Da'  Giudei  cinque  volte  fu  ciot- 
lato  ,  Ire  volle  battuto  a  verghe  ,  e  una 
volta  lapidalo  fla  stampa  a  png.  ^-  leg- 
ge :  con  verghe). 

g.  I.  t'erga,  fìguratam.  Cavale.  Frutt. 
ling .  La  verga  della  correzione  dona  t;i- 
pienia.  Amm.  Ani.  3.  7.  5.  Ella  ò  verga 
di  disciplina,   scon6f;gìtrtce  de'  mali. 

*  S-  "■  ^'^^  tstralr.  Dardo,  Freccia.  Lat. 
calamus .  Fior.  il.  290.  Ascanio  andava 
alla  caccia  ec,  e  li  venne  a  mano  ad  una 
fontana  questo  cervio  ec.  diedesì  a  cac- 
ciarlo ,  e  diedeli  di  una  verga  nelli  Gan- 
ci» .  Lo  cervio  così  ferito  con  la  verga 
nelli  fianchi ,  si  fuggctte  a  casa  dì  Sd- 
via,  (C) 

§.  111.  Verga,  per  Jscettro.  Lat.  sce- 
ptrum.  Gr-  n/fr^-^rpov.  Petr.  cani.  11.  1. 
Poiché  se'  giunto  all'onorata  verga.  Colla 
qual  Roma  e"  suoi  erranti  corregi;i.  Bocc. 
nov.  79.  32.  Tutti  ,  a  dimostr:izion  della 
maggioranza  di  lei,  portano  la  verga,  e  '1 
piomliino  'i/iti  i'  dflto  in  isrherzoì.  F  nov. 
91.  8.  Neil'  uno  di  questi  rorxlcri  è  la  mia 
corona,  la  verga  reale,  e  '1  pomo  v  Fior. 
II.  2.'>0.  La  regina  distese  la  verga  dell' 
oro,  che  avea  in  mano,  facendo  cenno  che 
dovcsseno  tacere.  (C) 

§.  IV.  Ferga ,  per  lo  Membro  virile. 
Lat.  penis.  Gr.  xipKOi.  Volg.  Bas.  Quan* 
do  lo  'nfermo  stropiccia  spesse  volte  la 
verga,  e  la  sì  mena  tra  mano,  ed  alcuna 
volta  si  dirizza  ed  inasprisce,  ec.  (V.  5 
35-  2.  E  fattone  letto,  toglie  e  costrigne 
la  lussuria,  rimovendo  la  polluzione,  e  'I 
rizzamento  della  verga.  Cron.  f  eli.  139. 
Poi  ultimamente  gli  venne  male  nella 
verga . 

g.  V.  ì'erga  di  ferro,  d'oro,  d' arìrn- 
to,  si  dicono  i  Pezzi  ili  simili  metalli  ri- 
dotti a  forma  di  verga.  Huctt.  Fior.  70. 
Appiccata  intorno  a  certe  verghe  di  ferro, 
le  quali  per  questo  si  metlono  nelle  for- 
naci .  E  ']l.  Quella  che  sì  appicca  alle 
verghe  del  ferro. 

g.  VI.  l'erga,  diciamo  alte  Liste  tessute 
nei  drappi,  e  ne'  panni. 

g.  VII,  Tremare  a  verga  a  verga,  0 
come  una  verga  ,  diciamo  del  Tremare 
eccestivamente.  Lat.  totum  fremere  .  Gr. 
oXov  Tpifj.nv ,  Frane.  Sacch.  nov.  ^8. 
Annoverando  li  denari  ,  le  mani  gli  tre- 
mavano come  una  verga.  A:  nov.  191. 
Cominciò  a  tremare  coni'  una  verga  ,  e 
fasciatosi  col  copertoio  il  viso  ec  ,  ti  rac- 
comandava a  Dio.  lìocc.  nov.  79.  ^7.  Ne 
disse  il  messo  nostro  ,  che  voi  tremavate 
come  verga  .  I.asc.  Sptr.  4-  3.  Costui  è 
tanto  pauro»o  v  poltrimr,  che  ogni  po'di 
rosuzza  lo  fa  tremare  a  verga  a  verga  . 
^  Cecch.  Prov.  3o.  Tremare  a  verga  (di- 
cesi)  quando  uno  per  freddo  clic  f;Ii  liccia, 
tt  per  i)ial.(llia  che  gli  supraggiuiigj  trema 
lòrlc  ,  tolta  la  similitudine  dalle  verghe  , 


VER 

che  rimettono  a  pie  degli  ulivi,  o  di  altri 
arbori  ,  che  sendo  sottili  e  lunghe  per 
ogni  vento  tremano  ,  e  ogni  ]^oco  che  sì 
vibrino  o  crollino,  sì  piegano  e  fanno  co- 
me r  onda.   (C; 

*  §.  Vili.  Ferga  del  pendulo  ,  chia- 
mano gli  tìrtuolai  Quell'  asta  in  cui  è  in- 
fiala la  lente ,  che  sale  e  scende  per  mezio 
del  dado  accomodato  nella  parte  inferiO' 
re.   (A) 

tf  §.  IX.  Verga .  Term.  de*  Meteoro- 
logici. Così  chiamano  alcuni  tratti  di  viva 
luce,  i  quali  sovente  si  veggono  in  aria, 
ed  altro  non  sono  che  re/lesstoni  e  riper- 
cotimenti dei  raggi  solari  ,  i  quali  in- 
contrando i  nuvoli  disposti  a  ciò,  da  essi 
SI  rifeltono  agli  occhi  nostri .  Dei  Pa- 
pa. (A) 

#  §.  X.  Ferga.  Term.  de'  Setaiuoli  . 
Crossa  bacchetta  di  legno,  o  di  canna  , 
che  passa  tra  le  incrociature  delle  iC' 
le.  (A, 

VERGARE.  Propriamente  è  Far  le 
verghe,  o  liste  a' drappi ,  o  a' panni. 

§.  l'er  similit.  vale  Scrivere.  Lat.  seri- 
here,  exarare.  Gr.  (^%sovv  ,  ota;(aca,'T- 
rstv  .  Dant.  Purg.  26.  Ditemi ,  accioc- 
ché ancor  carte  ne  verghi.  Chi  siete  voi. 
Petr.  son.  114.  Alma  gentil,  coi  tante 
carte  vergo.  Poliz.  st.  2.  8.  Ma  volle  sol 
di  noi  vergar  le  carte. 

VERGATI).  Sust.  Panno  vergato.  Lat. 
pannuj  vìrgulatus.  Gr.  p'JAO^,  TTSTOCXil- 
/Jii'vov  .  Nov.  ant.  21  3.  Messere  ,  egli 
era  canuto,  e  vestilo  dì  vergato;  ben  può 
essere,  disse  lo  'mperadore,  dacché  è  ve- 
stito di  vergato,  ch'egli  è  un  matto. 

§.  Per  metaf  si  dice  di  Cosa  compO' 
sta  di  parti  tra  se  diverse ,  e  varie.  Fr. 
Inc.  T.  6-  9.  IO.  Non  par  bel  questo  ver- 
gato ;  Io  in  riposo,  e  tu  in  penare.  Sal- 
vin. pros.  Tose.  1.571.  Clemente  l'Ales- 
sandrino non  isdegnò  dì  fare  un  tessuto  a 
vergato  di  autorità  sacre,  e  profane. 

t  VERGATO.  -Idd.  da  Vergare.  Lat. 
tirgatus.  Gr.  09.60 u9Tq;.  Bocc.  nov.  IO. 
2.  Colei,  la  quale  sì  vede  indosso  lì  pan- 
ni più  screziati,  e  più  vergali,  e  con  più 
fregi,  si  crede  dovere  essere  da  molto 
più  tenuta  ,  e  più  che  1'  altre  onorata  . 
Sig.  Viagg.  Sin.  20.  Quasi  tulli  gene- 
ralmente portano  in  mano  un  lenzuolo 
piccoletto ,  vergato  di  bambagia  tìnta . 
Maestnizz-  l.  2.'^-  Qualunque  rherìco  usa 
vestimento  vergato ,  ovvero  parlilo  pub- 
blicamente sansa  cagione,  s'egli  è  bene- 
fizialo, è  sospeso  da  rireviraenlo  de'fnitli 
per  mesi  sci  Poliz.  st.  I.  87.  Ma  con 
pelle  vcrg.ita  aspri,  e  rabbiosi  I  tigri  in- 
furiati a  ferir  vansi  (qui  vale:  macchiala, 
o  laccal.i  ). 

S.  I.  Per  simìlit.  lab.  2r>8.  Alle  gote 
ec.  risponde  la  ventraia,  la  quale  dì  lar- 
ghi, e  spessi  solchi  vergata,  come  son  le 
torìcce,  pare  un  sacco  voto. 

§.  II.  t  ergalo,  per  /scritto.  Menz.  rim. 
1 .  1 58.  Sì  che  poi  lodi  in  le  vergate  carte 
Quella  che  mi  die  in  sorte'  il  mio  piznr- 
la.  *  Bem.  Fior.  Pisi.  Ovtd.  i.  4*  Eia 
vergate  carie  L'  un  dall'  altro  neroieo 
acretla    e   legge.   (TC) 

VERGELLA.  Dim.  di  l'erga.  Lat.  *'i>. 
gula  .  Cr.  ^'ocSOt'ov  .  Star.  Aioff.  Molle 
parole  vilbne  gli  usò  ,  e  molle  percosse 
d'  una  vergella  gli  die  di  sue  mani  a  car- 
ni ignude.  tir.  S.  Gir.  Il  nostro  oratore 
ha  (atto  dì  luì  vergella  per  la  sua  malì- 
cia,  e  per  correggere  lì  suoi  propi,  e  cari 
figliuoli . 

§.  Vergella  ,  per  lo  Membro  virile  . 
Lat.  penis.  Gr.  trioicoi.  Cr.  9.  9.  l^.  An- 
che se  i  coglioni  del  cavallo  aon  mollo 
grandi,  è  più  rustico,  e  gli  nuoce  in  «uà 
operazione;  e  se  la  sna  vergella  sta  sem- 
pre fuora  .  è  più  rustico  ,  e  non  si  dee 
cavalcare   da  onesto  uomo 


VER 


VEKGELLO.  Quella  malia  inlaccata,  , 
nella  quale  gli  uccellatori  Jiccano  la  pa-  \ 
nmzJ.  Cani.  Cam.  289.  Donne,  quc.lo 
vcrgeUo,  ovver  panionc,  Cbe  s.  mcUe  qu. 
dromo.  Sia  ul,  die  non  si  iici.la  nel  can- 
•••  /'„..  A-//  ^  106  Che  non  ba- 
su  a  quel'  alle  il  fischio  solo;  Ma  nella 
capannella  f.\i  sclnama«i,  E  Ha'  vergei  i 
qualche  alletlaiuolo,  Fanno  calar  li  lordi 
tome  paizi.  (Cj  , 

8  Froverb.  diciamo  :  Essere  in  sul 
yenello,  e  ,alc  Correre  sommo  pericolo. 
+  «  VERGli.NZA.  Tendenza,  ialfin. 
Plotin.  246.  Ami  abbiamo  propensione, 
.  «rgenTa  ad  e.so .  e  .1  bene  qu.  e  es-  | 
.tre  lungi  solo ,  e  1'  esser  meno.  lAJ 

VERGHEGGIARE.   Percuoter  con  cer- 
ca. Lai.  >'irgis  cadere.  Gr.  oxSoi,^';'  • 
Star.    Binald.    Montali..    Comando,    cbe 
fosse  menalo  al  padiglione  ,  e   fosse  spo- 
glialo .  e  vergheggialo  ,  e  ballulo  .   Toc 
W.  Ann.   1.   28.   1  parer,  erano,  che   1 
pretori  potessero  vcrghegRiare  gU  sUiom. 
S.    I''r  Iscamatare  .   Cr.   5.  9    2.   Dil 
suo  legno  (del  cornioj  ec.  si  fanno  oUiro. 
denti  di  mulino,  e  manichi  d.  martello,  e 
velie  di  corcggiali  da  ballerò  il  grano,  e 
le  biade,  e  velie  da  vergheggiar  la  lana. 
VERGHEGGIATO.  ^Jrf..'^  l  ergheg- 
giarej  Tergalo.  Fir.  dial.  l'eli,  donn.  ^O^. 
Le  palpebre  quando  son  bianche .  e  ver- 
gheggiate con  certe  venule    vcrmiglieUe  , 
fanno  grande  aiuto  aUa  universal  beUetza 
dell*  occhio.  „ 

fi.  J'er  Iscamatato.  Dalluto,  o  Percos- 
so con  ytrghe.  Frane.  Sacch.no.:  i^O.  An- 
daroMene  cosi  vergheggiali,  eh.  sciancalo 
e  chi  col  VISO  enfialo,  e  eh.  col  bracco 
guasto  .  31org.  l4-  '3  E  Inllo  .1  dosso 
«eriiheesialo  avieoo. 

«  VERGHEGGIATOP.E.  llatlitore.h 
lana.  Quegli,  che  scamata  la  lana  C>o- 
.ichet^d-Amar.  2^0.  l  h-  .  pd.'"^- 
ri.  scardassieri,  vergheggialori  lavatori  d. 
lana  ec.  avessero  consoli  da  loro  e  non 
fossono  più  sottoposti  air  arie  della  lana. 
.».   .      .-o     -j-ra' quali  erano  scar- 


V  E  R 

Dani  Par.  3.  Io  fui  nel  mondo  vergine 
sorella.  Jlocc.  «ov.  »-.,»8.  lo  son  cos. 
vergine  ,  come  io  use.  de  corpo  del  a 
mammamia.  6.  /-.  12-  3:..  5  11  quile 
era  stalo  di  saula  vita  ,  e  vergine  di  suo 
cori.o.    Mae.<tru=z.    I.    85.    Che    sarà    se 


VER 


»6i>i 


t  VERGINETTO  .  Vcrginello  .  Libr 
Fred  lì  La  purili  delle  verginelle  del 
Tempio.  Hemh.  Asol.  1.  A5.  «Questo  so- 
spigne  il  fratello  a  cercare  dalla  male  a- 
inala  sorella  gli  abominevoli  abbraccia- 
menti,  la  m.ilrigna  dal  figliastro  ed  alcu- 
I   _  .a »,.,.(,,, Imo  dalla  vcr- 


"■-   .,        .      ..     ,       85      Che     sarà    se      menu,  la  mauigu-  "-•   •  o-  -- 

corpo.    Maestruz..    '•    "j*-^"",,^  ,„,.;.  L,  volta  er.  il  padre  medesimo  dalla  ver 
alcuno  non  SI  può  congiugne  e  co  la    e  l^   ^^^_  ^_   ^,_^^_,,^  _ 


ne     ma  si  colla  eorroUa  7   Iranc.  i»aA 
no.-.    101-   Le  donne  ,  ^\"";''    ' "-]"' 
diedero   fede  alle  sue  parole.    I  allad.  tap. 
38    Le  fessure  loro  s'  ungono  con  islerco 
di  vitello  primogenito  ,  e  vergine_ 

+  S  \.  Figuratam.  Amet.  73.  Il  ver- 
gine sole  era  gii  coperto  dall'  onde  d. 
Esperia.  Ott.  Com.  Inf.  7.  109.  Cos.  co- 
sini, quanto  fu  in  lui,  volle  rap.re,  ed  .sver- 
ginare il  vergine   regno  d.  D.o. 

Q     11     Vino.o    Olio  vergine,  si  dicono 
Quel   I  ino,  che  non  ha  bollito  sul   Imo, 
\   Queir  olio,  che  si  trae  da  ulice  non   ri- 
scaldate. *   Sode,:    Colt.  72.  E  ben   vero 
che  quando  il  vino  si  Iraroula  vergine   ec. 
non  riceve  danno  dall'  essere  Irambusla- 
1  to      (CJ   llav.    Colt.    161.  Ammosta  come 
'  di  sopra;  ma  imbolla  più  verg.ne.  f»  ; 
8.   111.    /  ergine,  è  anche  Uno  de  segni 
del  Zodiaco  .   Hed.  annoi.   Ditir.  So.   Gli 
disegna  il  luogo  Ira  il  segno  della  vergi- 
ne ,  e  quello  dello  scorpione. 

S  IV  Per  I  ergineo  .  Lai.  cirgineus 
Gr.'-:ra?3-:v.«0«  -  Petr.  canz.  28.  6.  Ab 
lora  allor  da  vergine  man  colle. 

§.  V.    (  ergine ,  si  dice  anche  di    tjua 
lunaiie  cosa  non  adoperala.    Ueno     Celi. 
Ore/.  41.  Pigliasi  un    poco  d.  verderame 
dal  suo  pane    veiB.ne  ,   perche    non   vuol 
essere  stalo  adoperalo  ad  altro. 

g.   VI.    Esser  cergine,  o   Ji-er  le  mani 


ginella  figliuola  ec.  *  Ch.ahr .  Ouerr. 
1.01.  2-  23.  Fusi,  fra  tanti  con  dimesse 
ci"lia.  Quantunque  sconosciula  verginella. 
M'ama,  cbe  1  corso  d.  colante  m.gl.a  O- 
sasli  in  arme  trapassar  solclla.  (IJJ 

+  VERGIMSSIMO.  Superi,  di  I  ergi- 
ne. Jdil.  Med.  Jrb.  cr.  l\-  Prese  .n  se 
,1  segnale  della  circoncisane  nella  >ua  ver- 
Kinissima  e  tenera  carne,  fom.  lurg.  20. 
le  parli  in  che  denotava  T  uroamtade  , 
erano  bianche,  cioè  verKinissime. 

VERGINITÀ',     VERGINITADE,    e 
VERGINITATE  .   Astratto    di    I  ergine  . 
Lai.    vireinitas.    Gr.    n«j=eeviy.  .    llocc  . 
noo    08.' 36.   lo  non  venni  come  rattore , 
a  tori?  la  sua  veigiml'a.    E"";;-   ^O»-  "• 
Ma  io  vi  prego  in   premio  della  mia  ver- 
oin.fa,  eh-  io  ci  recai,  e  non  ne  la  porto, 
che   almeno  una  sola  camicia  soprala  dote 
mia   vi   piaccia  ,  eh'  io  portar    ne  possa  . 
/■r    lac     T.  3.  6.  8.    La    ma  verginitate 
Sopra  ogni  umanilate,  the'u  lanla  pun- 
tale Mai  fosse  conservala.    Tass.    Oer.   2. 
,4.   Vergine    era    fra    lor    d.    già    malura 
Verginil'a,  d'  alti  pensieri,  e  regi.. 

3  VERGOGNA.  Dolore,  e  lerliirba- 
zione  intorno  a  quelle  cose  che  pare,  che 
ci  apportino  disonore  ne'  mali  0  passai,, 
o  presenti  ,  o  Julnri  .  Lai.  pudor  .  Gr. 
«i-JcJ;  .  Tes.  Dr.  6.  24.  La  vergogna  s. 
•e  passione,  e  s'ingenera  come  la  paura, 
r        .  ,         1    -     _L_   ,;    ,..,,-.., .cna     .si    s    ar* 


o   Ji'crlemani  e  passione,  e  s   .^f,~.~ j 

•>■-,,  -  .,/„    \an  aven-i  nerocch'e  colui,  che  si  vergogna,  s.  s   ar 

vergini   d'alcuna  ^^sa  .jale^<^  ^-  pc  o     ^  ^^^^^   ^^^  ^^^^  ^^^ 

avuto  P-'-'^: '■'''■    Op-f'-f-JJ    "^  „.   E  altrove:  Vergogna  e  passione  da 


Slor.     Pisi.    ./—     .  .        . 

dassieri,  battitori  ad  arco,  vergheggiatorr 

tintori  ec.  (")  .,     r  -,1    ' 

VER  GHETTA  .   Dim.  di  1  erga  .Lai. 
virgula.  Gr.  paSi.'o..  Vani.  InJ.  9.  Giun- 
se .Ila   porta  ,  e  con  una  verghetla  L    a- 
perse.   M-    F.  4-  74-   Suo  costume  era 
Scandio    dando    audieu.a  ,  di  ten-re  v.i- 
ehetle  di  salcio   in   mano.   Inlrod.    Iirt. 
Fece  una  fossa  mollo  profonda  ,  e  ordinol- 
la  di    verghelle   dalla   parie    d.   sopta  ,   e 
posevi  sa  ghiovc  di  terra  erbosa. 
•^   *  §.    lerghelta,   T.  Araldico.   Dices, 
del   Palo  diminuito.   lA) 

*  VERGHETTATO.  Add.  T.  Araldico. 
Dicesi  dello  Scudo  coperto  di  righe ,  o 
liste   delle    Pali   in    numero   di   dieci  ,    0 

'"'*  VERGHETTISA.  Dim.  di  Verghet- 
la; Piccola  Verghetla.  Bcllin.  Giorn.  2. 
45.  Subito  danno  negli  occhi  un  infinita, 
dirò  cosi,  d'  infinite  ve.glielline  ,  solldis- 
sime  più  o  mono  ,  obliquamenle  o  dirit 
tamenle  ,  porlanlisi  dalla  parte  acuta  deU 
uovo  verso  1'  ollusa.  (Mm) 

f    VERGINALE.    Add.    A    I  ergine 
Lat.  virginalis,  virgineus.  Gr.  iTscfStV'- 
tói    Pclr.  canz.  49.  6.  Ricorditi,  che  lece 
U   peccar  nostro  Prender  Dio,  per  scam 
parne.  Umana  carne  al  tuo  virginal  chio 
ilro-   Med.  Arb.  cr.    12.  Usci  ,  e   nacque 
dal  venire  verginale  ,  e  dolcissimo  .   Lih. 
Am.   Avvegnadiochè    amare  paia  cosa  di- 
sidorala  da  tulli,  pure  alla  verginale  one- 
stà par  mollo  contrario. 

§    /at/eifjmn/e/ -LATTE,  §. 

VERGINE.   .Si  dice  sì  di    Femmina,  si 

di  Maschio,  che  non  sieno  .«.<(.  adatti 

ornali.   E  si  usa    così  ,n  forza  disusi 

come  d'add.  Lai.  virgo.  Gr.  ^lapSsvo-: 


camera  è  ancora   vergine  da  ogni    opera 
lione  mondana.  Buon.  Fier.  4.  2.  7-  Ri 
tornai  a   casa    vergini   le    mani    Da   ogn. 
compra.  , 

e  VII.  Vergine ,  detto  assolutam.  s 
infónde  della  Sladre  di  Gesù  Cristo  no- 
stro Signore.  Bocc.  g.  2.  f.  3-  «cigliono 
similmente  assai  a  reverenza  della  Volgi- 
ne Madre  del  Figlmol  di  Dm  digiunare 
Petr.  canz.  49.  1-  Vergine  bella  cbe  d. 
sol  vestita  ,  Coronala  di  stelle  al  sommo 
sole   Piacesli  si,  cbe  'n   le  sua  luce  asco- 


rossa,  e  aiii.»L    ,— ^      ■      .  -,, 

ra.  E  altrove:  Vergogna  e  passione  d 
nima,  e  non  b  viilnde  .  E  ""'<"  ^  ■•  ^" 
vergogna  nelle  cose  vi.tuose  vien  da  vil- 
t-a  d'animo.  Jlut.  Inf-  1-  Vergogna  non 
è  altro,  che  paura  di  viluperaiiune.  i^occ. 
„ov  8'.  8.  La  donna  ,  che  assai  onesU 
per;ona  era,  udendo  cosi  dire  al  mari.o 

lulla  d.  vergogna  arrosso.  Dani.  Inf.  17- 
Tal  divenn'  10  alle  parole  porle,  Ma  ver- 
EOgna  mi  fer  le  sue  minacce.  Cavale. 
Frutt.  l.ng.  Speranza  di  salute  si  e, 
quando  dopo  '1  peccato  seguila  la  vorgo- 
^         ..     .'^,.,./.    ,f.n    Perrhi;  la  paura 


sole   Piacesli  si,  cbe  'n   le  sua  luce  asco-      1"f  7„7l'^,;/;",'7      p°,,ufe  la  paura 
se.   Dant.    Par.  33.  Vorgioe   madre,  figlia      gna.  ^I^'''- ^^''-f  \f.,,,„,  in  fuga. 
-   -■■=■■    tlmde.ealla  |..u  che  crea-      vins^e  la  ve     o  na      11  \.^^,^ 


del  tuo  figli 

"j  VERGISELLO.   Dim.  e  vezzeggiai. 
di    Vergine  ,    co.ù    sust.    come    add.   Lai. 
virgo,  pucllus.   Gr.  TK/.e^v./o v,  7r«io:<- 
zJ:.   Fir     As.   U3.  E  con  tante  arme. 
quante    egli    avevano  ,    e    con    ogni    loro 
tfono  e'  ne  menarono  una  sola  verginei 
la     la  quale    ec.    /;    119-    «='    matlulino 
camminale    della    verginella   con  vitl.me 
e  vivande  si  fatoa  propizio  d  nome  di  A  e- 
nere.     Tass.    Ani.   1-    2.    1  ni  rinseco    di- 
venni Della  più  vaga,  e  cara  verginella. 
*  g    I.  Per   Vergineo.  •  Tass.    .Immt. 
I.  Quand'  egli  vuol  ne'  pelli  verginei 


4.    I.  Quand  egli  VUOI  ne   |.c„.   .>.„.—.       ~o~-         •      • 
U  Occulto    entrare    ec.    Prende   1' aspello      volto  .    Albe,' 
,  ..  ■_■■_.,    c    <i.^    niinria    meta-      servare  onesta 


modestia    alla    qual    diciamo    Pispetlo    o 
rerilanta.  Lai.  verecundia.  modestia.  Gr. 
«l'svJ--^-   Amm     Ani.   3.  7-  3-   Cosi  ne 
più  giovani  vergogna,  quasi  uno  adorna- 
mento di  natura  ,  b   degnamente   lodala  , 
la  quale  in  movimenlo  ,    in    porlamenlo 
in  andare  si  dee    soUicllamcnle  lenere.    ii 
3.  7.   5.  Come  bella    e    come  splenHiente 
ecmma  di  costumi  'e  vergogna.    E  3.  7. 
7     Vergogna  e  madre  d'  onesta  ,    e    mae- 
stra d'  innocenzia  a'  prossimi  e  cara,   e  a- 
li  stranieri  accelle>ole,  in  ogni  luogo  in 
ogni  lempo  porla  innanzi  a  si;  la^orevole 


cap 


62.    La   vergogna 


della   sua    ministra  E    sua    ouncia    pietà 

te  ".  fiV;  «       o„     M 

g  lì.  Figuiatam.  Fir.  As.  Bg.  M 
venne  veduto  uno  orto  assai  ameno,  en- 
tro al  quale  ec.  si  vedevano  molto  ver- 
ginelle rose  tulle  piene  d.  rugiada.  /  ol,-.. 
si  I.  78.  Trema  la  mammolclla  vergi- 
nella Con    occhi    bassi,  onesta    e    vergo- 

t  VERGINEO.  Add.  Di  vergine,  per- 
naie.  Lai.  i'ir»i/ieu.5.  Gr.  r.xzifntci. 
Ovid.  Pisi.  178.  Ed  io  rilorno  nel  ver- 
gineo mare  ,  ove  gi'a  per  addielro  affogoe 
la  bella  vergine  .  Amet.  92.  E  sanza  al- 
cuna naturai  potenza  Nel  vergineo  venire 
esser  discesa  Superna  prole  a  purgar  la 
fallenxa  . 


volto.     .UUL-,^.     f-i'f.     -—-     — -  ',,-,, 

servare  oneslade  nel  dello,  e  nel  latto - 
Pocc.  noe.  98.  19.  La  tua  l.beralila  e 
tanta,  che  ^inco  la  mia  debita  vergogna. 
r»«-  Ger.  2.  17-  Muo^c  fortezza  .1  grar. 
pensier,  1'  arresta  Poi  la  vergogna  ,  e  .1 
virginal  decoro  ,  Vince  fortezza  ,  anzi  s 
accorda,  e  tace  Sb  vergognosa  ,  e  la  ver- 
oogna  audace. 

?:  S  II  E  figiiralam.  Quel  ros.^o,c  , 
che  sispa,ge  -per  lo  volto  di  chi  si  ver. 
gogna.  .Vani'.  Inf.  2\.  ^  ^}  ."T  "Z^ 
gogna  si  dipinse  ...  E  ^\^'-"^\^''l 
là°do.o  appai-  vergogna.  /.  rim.  iS.  t- 
quando  quella  accomiatar  s.  vede  e<. 
i-Ulta  dipinta  di   vergogna  '"^^'■(^•'J 

.  S     III.    J'ergogna  ,   per    Disonore  . 
Viiupcrio,  Biasimo.  Lai.    dedecu,  .  m- 


V  E  B 


VER 


V  E  A 


faìttia,  prohrum,  convicium.  Gr.  arijuiia, 
Svafniua..  Bocc,  nov.  77.  ^6.  IVè  potevi 
incappare  in  alcuno,  che  io  maggior  pe- 
na ,  e  vergogna  ,  rbe  questa  non  ti  sia  , 
«adula  non  fossi.  Petr.  son.  206-  Che  '1 
danno  h  grave,  e  la  vergogna  è  ria.  Fior. 
S-  Frane.  6.  Dicendomi  vergogna  e  vi- 
tuperio. Frane.  Sacch.  rìm.  77.  La  quale 
avendola  fatta,  era  e  mia  dt&gruia,  e  mia 
rergogna  . 

1*  §.  IV.  J'ergogna,  si  usa  taìvoUacome 
informa  avv-erU.  sopprimendo  /'  articolo, 
0  la  preposìzio/tc  ,  come  Mercè  ,  l.onlà, 
e  simili.  Dani.  Par.  i.  Sì  rade  volle, 
Padre,  se  ne  coglie  Per  Itiunnire  o  Cesare 
o  poeta.  Colpa  e  vergogna  delle  umane 
voglie.  Frane.  Saech.  lelt.  al  Mig.  di  Pi- 
sa .  Circa  anni  gOO  (  f'enezia  j  e  stala 
ferma  nel  suo  saldo  reggimento  ,  vergo- 
gna di  quelle  che  &i  rbi<imano  terre  fer* 
me  per  essere  in  terra  ferma,  f/l)  Tìocc. 
nov.  98.  5l.  Li  rui  santissimi  efTelti  oggi 
radissime  volle  si  veggono  in  due,  culpa 
e  vergogna  d(;lla  miserai  cupiiligia  de'mor- 
tali.  (C) 

^  %•  V.  l'crgognOf  talora  vale  Jzion 
vergognosa.  "  Jìoec.  no\'.  86.  l3.  La  donna 
saviamente  la  sua  vergogna,  e  quella  della 
figliuola  ricopriva  «.  (C/ 

■f-  §.  VI.  /  ergogna  f  o  l'ergogne^  ta- 
lora SI  prende  per  le  Parti  vergognose  . 
Lat.  pudenda,  merenda,  genitnlia.  Gr.  -rd 
olÌ^oXv..  Sig.  Fiagg.  Sili.  2^.  E  cosi  al- 
zando i  panni,  non  possono  mostrare  nulla 
vergogna  di  loro,  perchè  eli'  hanno  tulli 
i  panni  di  gamba  co'  gambali  .  l'ist.  S. 
Gir.  Noe  ce.  cosi  elihro  si  j;itlò  disco- 
perto nella  strada  ignudo,  e  mostrava  le 
sue  vergogne  .  Frane,  Sacfh.  nov.  208. 
tit.  Ksccne  uno  (granchio)  fuori  la  not- 
te, e  piylia  la  donna  nel  luogo  della  ver- 
gogna. •,'  !  it.  .S\  Onofr.  l/|.  Con  foglie 
d'  alhcro  avrà  coperla  la  vergogna  del  cor- 
po, ficmh.  Stor.  6-  ')l\.  Tmvarono  uomini 
assai  a^ili,  ed  anco  essi  nudi,  fuori  sola- 
mente la  vergof;na.  (T)  I  arclt.  Siioc.  1. 
].  Pur  Lesto,  che  io  non  ho  Tutto  la  mo- 
stra delle  mie  vergogne. 

§.  VII.  Fnr  vergof^na  ,  vale  Svergo- 
gnare j  e  Jìguratam.  Superare  di  gran 
lunga.  Lai.  longe  pracellere.  Gr.  E^v.if>-'- 
rw5  Ttpot'x&iv.  fiera,  rini.i,  1.  l' ho  un 
via  che  f.i  vergogna  al  Greco. 

>>  §.  Vili.  Tornar  a  vergo-jna  ,  vale 
/•'sser  di  vcrgoijna .  J'it.  SS.  Pad.  Ver- 
gogno mi  torna  ,  se  io  noti  ho  tanta  fe- 
de, quanta  eglino  (un  ottimo  testo  legge: 
A  vergogna  mi  torna  )  .  E  altrove  :  La 
qual  rosa  a  gran    vergogna  torna  di  mol- 

li.  (IO 

^^  IX.  Segnar  di  vvrgo-jna,  vale  Sver- 
gognare .  lìcmh.  Stor.  r>.  6<j.  Ui  vergo- 
gna il  segnò  ,  privandolo  del  potere  per 
due   anni  esser   provcdilore.  (  t' } 

VEKGOGWACCU.  Peggiorai,  di  /er- 
gogna  .  Late,  th-tos.  2.  2.  Io  era  alla  a 
smarrirmi  ,  o  dar  nelle  mani  di  qualche 
haronarcio ,  che  mi  aveldic  spogliata  ,  e 
fattomi  forse  poi,  chi  su?  qualche  vcrgo- 
gnaccìa . 

VERGOGNARE.  Svergognare,  hat.pu- 
tlorem  incutere,  vituperare.  Gr.  an^X'j' 
vii-j.  ti.  /''■  6.  r>5.  S.  Per  t-t  qual  cagione 
i  detti  Pisani  furono  vergognali  .  ^i.  /'. 
8.  21.  Non  ostante  che  in  molle  coso  la 
fortuna  avesse  prosperalo  gli  allegati ,  e 
vergognata  1'  uUra  parie. 

g.  l'erfi^ognare,  in  signific.  neittr.  pass., 
vale  Prender  verffogna  ,  Aver  vergogna  . 
F  si  usa  in  tal  jrentim.  anche  colle  parti- 
celle MI,  TI,  SI  re.  sottintese.  Lai.  pu- 
dere,  pudore  affici.  Gr.  aiJiìsàai,  ou's- 
;^vv5ffSat.  Jìocc.  nov.  77.  /17.  DÌ  le  siesta 
vergognandoli,  pur  non  polerli  veilcrc  ,  l* 
jvrcsti  cavati  gli  ocelli  F.  nov.  78.  l3. 
Lungo  sarchile  a  dire  qual  più  di  lor  due 


si  vergognò.  E  nov.  97.  io.  La  qual  so- 
stegno per  lui  disiandtj ,  Temendo  <■  ver- 
gognando .  Petr.  son.  18.  Vergognando 
lalor,  eh' ancor  si  taccia,  Donna  per  me 
vosira  hellerza  in  rima,  Ricorro  al  tempo. 
#  Mor.  S.  C'reg.  3.  21.  E  qual  fruito 
aveste  voi  allora  io  quelle  cose,  nelle  qua- 
li voi  or  vi  vergognate  (È  tutto  il  testo 
latino:  in  quihus  nunc  eruhescilis)  7  f /'"> 
Fir.  As.  3o8.  La  buona  femmina  ,  ver- 
gognandosi pur  fra  te  un  poco  a  caginue 
rhe  io  non  fussi  veduto  uscire  di  casa , 
me   ne  rimando. 

VERGOGNATO  .  Add.  da  Vergogna- 
re. Lai.  ptaiefactus.  Gr.  c'tsjfuv&èi'^  O. 
V.  5.  7.  I.  Tulio  il  borgo  si  commosse 
a  xuffa  contro  i  Fiorentini,  e  alquanti  ve 
ne  rimasono  morti  ,  e  assai  fctlili  e  ver- 
gognali. /'.  8.  63.  5.  Messer  Guiglielmo 
rimase  confuso ,  e  vcrgo;;nalo. 

VERGOGNEVOLME.NTE.  Avveri. 
Vergognosamente ,  Con  ver-^ogna  .  Lat. 
Jadr,  turpiler.  Gr.  (ii'.yp'Z;.  Albert.  2. 
9-  Maggiormente  voglio  1'  altrui  scienzia 
con  vergogna  imparare,  che  vergogncvol- 
mcnte  non  sapere. 

*  VEHGOGN0SA>  Sorla  di  pianta 
che  viene  dall'  America  ,  e  si  dice  altri- 
menti Sensitiva .  Il  VocaboL  alla  voce 
SENSITIVA.    (•) 

VERGOr-.NOSAMENTE.  Avverb.  Con 
ver-.'ogno  ,  liispettosamente.  Lat.  puden- 
ter,  verecunde.  Gr.  /jlct"  atooj';.  Jìocc. 
nov.  100.  8.  Alla  quale  vergognosamente 
ella  rispose.  Vit.  SS.  Pad.  Pregollo  con 
gran  reverenza,  e  vergognosamtule  che  '1 
sovvenisse  . 

VERGOGNOSETTO  .  /idd.  Dim.  di 
Vergocnoso,  Alquanto  vergognoso.  Tass. 
Ger.  ^.  38.  Essa  inchinollo  riverculc,  e 
poi  Vergognosetta  non  facea  parola. 

\'  E  R  G  O  G  N  O  S I S  S I M  A  M  E  N  T  E  Superi, 
di  Vergognosamente.  Lai,  turpissime.  Gr. 
ci5Xi5Ta  .  Srgner .  Mann.  Sett .  29.  3. 
Questi  polenti  ,  qualunque  fossero  ,  non 
solamente  non  giunsero  ad  un  tal  trono, 
ma  furono  ancor  ileposti  vcrgognosissìma- 
menlc  d.ii  troni  proprii. 

VEHGOGNDSISSIMO  .  Superlat.  di 
Vergognoso  .  Lai.  turpissimus  .  Gr.  ai* 
yiiTO^.  Varck.  Frcol,  2^1.  L*  essere  ì- 
gnoranlc,  a  ehi  [tuo  fare  altro  ,  e  non  V 
essere  tenuto,  mi  pare  grandissima  e  ver- 
gognosissima pena. 

VERGOGNOSO.  Add.  Tocco  da  vergo- 
gna. Lat.  pudens,  verecnndus.  Gr.  oìiSrl' 
p-ùiv.  Bocc.  nov.  82.  S.  La  giovane  ver- 
gognosa e  timida,  siccome  colpevide,  non 
sapeva  che  si  rispondere,  l'eir.  canz-  iJ8. 
9.  Giovane  schivo,  e  vergognoso  in  alto. 
Dani.  Inf.  I.  Risjiosi  lui  con  vergognosa 
fronte.  Pass.  \\^  Quella  adunque  ver- 
gogna penosa  ,  e  vergognosa  pena  e  in 
luogo  di  todisfuzionc. 

§.  I.  Vergognoso  ,  per  Vituperevole  , 
Ignominioso,  infame.  Lai.  infami s,  vitti- 
perahilis  ,  Inrpit.  Gr.  aT(/AO{,  fi'Ji'/j^is- 
T9;,  ài<sxs6i.  li.  V.  13.  5^.  4-  E  forse 
che  troppo  avrò  detto  sopra  (piesta  ver* 
gognosa  malera  .  Oiiid.  O.  Oh  quante 
onestivsimo  donne  sono  subitamente  siate 
trailo  ■  vergognosi  cadimenti  per  (;li  sguar- 
di de*  giuochi!  F  altrove:  Con  subita  ra- 
jiaciiale  conducono  a  vergognoso  ditello  . 

§.  II.  Parli  vergo};nose  ,  si  dicono  le 
Parti  genitali  .  Lat.  pudenda  ,  verenJa  , 
genitalia.  Gr.  ra  aiooTa.  ^  Ary.  Matr, 
32.  Non  h  peccalo  i|uando  bene  si  loc- 
rassino  nelle  p.irti  pudende  e  vergo^nit- 
se  .  (Ci  /irmh.  Stor.  G.\',l\,  Le  l'emine 
de'quali  popoli  non  vergini,  nessuna  par- 
te del  loro  corpo  se  non  la  vergognosa  , 
le  vergini  nij  anco  quella  coprivano.  (V) 
Serd.  Stor.  \.  5o.  Condiallono  ìgnuili  , 
solamente  coperti  con  velo  le  parli  ver- 
gognoie 


^  §.  IIK  Diconsi  anche  Membra  ver- 
gognose. Vit.  SS.  Pad.  2.  297.  Eccetto 
le  membra  vergognose,  nulla  altra  parte 
cuoprono.   (Vj 

VERGOLA.  Dim.  di  Verga  j  Pi«ro/rt 
verga  . 

§.  Per  similit.  Fior.  S-  Frane.  l35 
Tanto  odore  n*  uscì  eoo  una  vergola  di 
fummo  a  modo  che  d'incenso. 

«  VERGOLA  -  Par^a.  Salv.  Avveri. 
I.  I.  8.  Con  Fusata  mutazione  del  h  in 
u  ,  vergole  chiama  quelle  barche,  le  quali 
di  Icggicr  si  rivoltano.  '/') 

*  VHRGOLAMENTO.  Lineamento  di 
alcune  righette,  lied.  Vip.  75.  Nod  è  fe- 
del  contrassegno  di  fecondità  il  vergola- 
menlo  del  sangue,  perchè  anche  nell'uo- 
va non  nate,  che  tiovansi  nell'  ovaia  delle 
galline  castrale  ,  e  dell'  allre  galline  che 
non  hanno  abitalo  col  gallo,  ù  Tede  quel 
vergolamrnto  sanguigno.  (*) 

s?  VERGOLAKE.  Segnare  la  scrittu- 
ra con  due  virgole.  ì  olgar.  I  ang.  prol. 
Vergoterò  di  sotto  quella  cotale  {larola  , 
o  paraula  ,  acciocché  si  conosca  quella 
che  sta  nel  testo  (Vedi  nota  QÌ.  Guitt. 
lett.}.  (Vj 

*  VEKGOLATO.  Add.  da  Vergola- 
re.  (A) 

*t  §•  ^"'  Vergato  j  e  dicesi  da*  Na- 
turalisti degli  animali  ec.  per  sinonimo 
di  Picchiettato ,  larìegato,  ec.  Lat.  va- 
riegatus  .  Gr.  TTeTTOizii/ievoi  -  Frane. 
Sacch.  Op.  div.  93.  Agates  è  una  pietra 
nera,  e  sonne  delle  bianche  «ergolale. 

*  VEROOLINA.  Piccola  verga.  Mellin. 
Ciorn  .  2.  63.  Si  vedrà  tutta  la  membrana 
sparsa  di  lucide  e  trasparenti  iottilissime 
vergoline  di  varie  obliquità  e  dirittu- 
re.  'Min) 

VERGO.NE  .  Massa  impaniala  »  colla 
quale  si  pigliano  gli  uccrlletti  uccellando 
colla  eiiettaj  e  più  comunemente  il  di- 
ciamo Panione  .  Lai.  virga  viscata  .  Gr. 
za)y^o;,  V.fop.  Vir.  rim.  i3l.  Che  quasi 
a  marcia  forza  e  a  lor  dispetto  In  suo  ver- 
gon  gli  fea  balzar  di  nello.  5>  Car.  Long. 
Sof.  lib.  3.  Porlo  seco  i  lacciuoli,  la  pa- 
nia, i  vergoni,  le  ragnuole  ,  e  tuli'  altro 
che  facea  mestiere.  F  appresso:  Di  nuo- 
vo lenendovi  i  lacci,  o  poneadovi  i  ver- 
goni del  vischio.  (Br) 

*  VERGUCCIA.  Term.  degli  Orino- 
lai  .  Spranga  di  ferro  ,  la  qu.ile  negli 
orinoli  da  torre  porla  in  ciascuna  delle 
sue  estremitii  una  rotellina.   (Al 

*f  «  VERGUCCIO.  Terin.  de'Gìoiti- 
lieri  .  Canale  un  poco  largo  ,  i/i  cui  si 
Inetta  la  composizione  di  cui  fassi  la  ver- 
ga, che  si  deve  tirare  a  martello  per  farne 
la  foglia  da  mettere  sotto  le  pietre  tra- 
sparenti.  Jndi  si  bianchi.ice,  si  rade  con 
un  rasoio  da  orefici,  si  f/runi.tce,  e  se  le 
dà  il  colore  a  fuoco  .  lìenv.  Celi.  Oref. 
9.  Debbesi  avvertire  ancora  di  far  la  della 
verga  quadra  lanto  quanto  ella  esce  del 
verguccio  ,  e  secondo  che  comporta  la 
quantità  della  fusione  ,  ce.   (A) 

*  VERICIDA.  Sust.  Veeiditor  del  ve- 
ro; e  fiifuratani.  Che  si  riMla  dal  vero. 
Vinc.  Miirt.  rim.  56  Allungale  gli  orecchi 
come  un  Mida  ,  E  rinnegale  Dio  ,  se 
quel  si  parie  .*«enza  leoervi  un  sommo 
veiirtda.    (i^Sl 

VERIDICAMI-NTE.  Avverò.  Con  as- 
serzione di  ferità.  Con  venta.  Lai.  vere. 
Gr.  KÌil?w<.  *  imperf,  Tim.  />,  6.  T. 
7.  ai).  L*  anima  per  quella  luce  sreror 
con  più  pei>picacia  ,  e  più  veridicamente 
le  cose  »ensibili.  fF) 

*  VERIDICITÀ'.  Astratto  di  Vendi- 
co .  /'roT.  Fior.  li.  lOi.  Questa  ullinia 
concordanza,  or  sincerila,  or  libertà,  or 
generosità  ,  or  veridicità  vicn  detta  da  chi 
la  noma    (*) 

t  VERIDICO.  Add.  Che  dtc*  il  ixro. 


VER 


VER 


VER 


1693 


Jne,  %■  S«  la  vi>.a  di  e»c-  er.  non  m. 
flTv.?'dic.  .e>.in.cnia,  1' aud,.o  non  V. 

SoZ/di    quello   che    si    fosse    Opp-aPO 
nel  secondo  I.I.10  della  cecia. 

VERIFICABE  .  ^"";V":"^'■"•"  „„;'■ 
rerum  o.,end.r.  G..  «^"S^^'JJ;/";,:, 
a,.  E'I  de.to  comune  "  ]"^"  \^'l^_ 
oso  si  convcric  .n  natura.  '•.  3»  ';;^ 
sno  fallo  dalla  terza  ora  .nSuo  alla  sesia 
gno  lauo  inicri.relaiione   infra 

«  ,cr,ficl.c.a  la  sua  m.    ,  ,   ^^  .^ 

quindici    anni.   M-    »  •   '■  y  /•,„.„/,- 

;ando  la  parola  di  ■^»'-"""^■/"'"  ' 
fV,,,^/-,.gE^er  questo»,  ve,  ,60^^^^^^^^ 
lo  che  dice  santo  Is.doro  .  1:  »;•;  rc.,.(o 
ttèqlsiveri6ca,ru.lloche.l,cesan 
Paolo  .  l:occ.  UH  V>n.  I.css.  28, .  1  er 
e.pcrienra  tutto  1  di  ■''^'^^r^  :"']"''; 
il  verso  del  nostro  poeta.  ■-■=£/'  ;  /'«"'• 
5  Con  inBo.le  .ngratitudm. ,  e  d.ssolule 
perdonanxe  apparenti  si  potess.no  le  pre- 
Lue  co»e  veriCcarc.  l!e.l.  Oss.  an.  .04. 
La  stessa  esperienza  si  «r.fica  rarinien- 
U-  coli'  orvietano  ,  e  col  nntrid.ito  . /C; 
Guicc.  Stor.  1.  297.  E  poiché  leg.ltinia- 
mente  fu  verificato  V  ordine  della  congm- 
ra    furono  condannati  alla  morte.   IJ.J 

'verificato.  /»<'<'•  rf-  I  criccare. 
*  Bcd.  Cons.  1.  09-  Ma  quando  pure  non 
fossero  favole  ,  ma  anzi  istorie  verifica  e 
dair  esperienza  in  que' tempi  aulichr,  elle 
non  si  verificano  più,  ec.  f/; 

*  s.  ì\r  Conforme  al  .ero  .  Bari. 
Stor.ì.l.i-cop.  ,5./  3V..'1';-1'«'' 
per  dar  più  verificata  relazione  dell.,  sua 
Tafermifa  al  Pontefice,  e  se  per  ventura 
addimandasse,  ancora  d.  qual  ne  losse  il 
parere  de' medici,  mando  chiamare  Alcs- 
Sandro  Vetronii.  (CP) 

•+  *  VERIFICAZIONE.  //  wr./cre. 
Uden  M<-  5.  23.  Nel  verbo  propcrnrc 
,;  accenna  la  sconsiderata  serificazione  e 
la  temeraria  imitazione  di  esso  poeta,  r^; 
.+  *  VERILOQUIO  .  ,'\.irr«.o,ie  del 
eero  Vorch.  Krcol.  l5o.  Etimologia ,  la 
.male  parola  tradusse  Cicerone  ee.  ora  .e- 
r,loqu.o.  e    talvolta  ,.<./«.o-ie ,  e  alcuni 

orieinazione .   iAj  ■  ■„; 

VEBISlMlGI.I.XiNTE.  Add.  T  er,s,n„- 
le  Lat.  .<rWmi/«.  «r.  K>:«'0?  .  ici. 
Br  8.  53.  Ut-  Qui  dice  come  s.  divisano 
li  verisimiglianti  argomenti,  /v  appresso: 
Lo  verisimigliante  argomento  e  quella  co- 
sa che  t  usata  di  venire  spesso  ;  e  delle 
cose  che  le  hanno  alcuna  simiglianza,  ov. 
,ero  simili  delle  cose  usate  d.  venire 
prende  il  parlature  suo  argumenlo  in  tal 

'""•T*VERISIMIGLIA>TlSSIMO.  J«- 
peri,  di  rerisin,islw,.lc .  Xegaer.  ìhser. 
terseti  l3.  Se  il  Padre  potè  far  tutto  ciò, 
i  verisimiglianlissimo  che  il  f';«"<- •  "" 
me  si  cava  da  quelle  parole,  che  ec.  lAj 
VEBISralGLlAlS/.A  .  Aemluanza,  0 
S,mi,l.anz.  d,  .er„,i  .  Lat.  .er,..m,7./-.- 
do.  Gr.  Triàa-olo/iV..  Borgk.Ung.  /ir. 
A,  Se  non  è  tanto  a  far  credere  queste 
nuove  fondazioni  la  verisimiglianza  della 
cosa  in  sfe  ,  ce  n-  è  1'  autorità  d  Agenio 
Siculo.  Lasc.  Parent.  1.  2.  E  cosi  ha  la 
bugia  verisimiglianza,  eh  ella  lo  lieo  per 

''^#''VERIS1M1GLIEV0LE.  Terismiìe. 
imperf.  Pro..  D.  5.  T.  3  2.7.  Egli  e 
l«ai  più  verisimiglievole  che  ciò  sia  un 
viantaesio  e  un  dono  sopranaturale  ,  che 
"Sa  ragione  conceda  all'  uomo.  /  > 
VERISIMILE.  Susi.  Vello  ,  o  I«llo 
che  ha  sembianza  di  vero  .  ^f.  ì  .  2.  J. 
In  Pistoia  e  m  Prato  per  mo  t.  veru.ni- 
li  commossono  il  capitano  subitamente  a 


stringersi  sopra  Firenze  colla  .uà  oste. 
Croi  Morell.  224.  E  sulo  di  necessita 
ec  cercare  le  circuslan.ie  per  verisimili. 
Fir.  As.  291.  E  perchè  la  cosa  aves- 
se    più   del    verisimile  ,   ella    aggiungeva, 

che  ec.  ,   ,.  ,..,     e 

#  e  Per  Verisimiglianza  .  I  ••■  J- 
Gir  88.  Si  nascose  sotto  il  letto ,  per 
dare  più  verisimile  al  fatto.  (Fi  Dep . 
Decam.  33.  Libro  pieno  di  nOMti  ,  lon- 
date    sopra    lor    conietlure  ,    e    verisimi- 

''■  {■'v-ERISlMILE.  Add.  Simile  aUero. 

La!  i-ensinnlis.  Gr.  jt.3«vo;.  Cind.  O. 
Acciocché  le  loro  ornale  lalsitadi  apparis- 
sono  veiisimili .  Boce.  nov.  36.  2.  Alcu- 
ne vere,  alcune  verisimlli,  e  parte  fuor, 
d'ogni  venta  giudichi.  Vrb.  25.  Pensava 
ordinatamente  compone  le  colorale  e  ve- 
risimili  bugie,  lir.  As.  71-  Conciossia- 
cosaché egli  non  é  verisimde  che  un  uo- 
mo solo  abbia  ammazzalo  Ire  giovani 
cosi  gagliardi  ^/".  m  Jorzn  d,  sast.J.  I: 
2,4.  Acciocch'e.  pagasse  la  dovuta  pena 
del  verisimile  peccalo.  Ked.  Ins  3b.  ^  e- 
risimil  cosa  è,  che  non  fosse  allora  altro 
che  un    nudo   scheletro.  ,.„„,ct 

VI  IUS1M1LE.MENTE  .     T.    \ERISI- 

MILME.NTE. 

VElilSlMlLlSSIMAMENTE  .   Superi. 

di  Jerisimilmenic.  JlorgU.  Mon.  l^8.  Di 
alcuni  si  sa  di  certo ,  e  degli  allri  veri- 
similissiroamcnte  si  crede. 

VEIUSIMILISSIMO  .  iuperl.  di  ^  e- 
ri.timile.  Lat.  .-erisimilUmus.  Gr.  W.Sa- 
vcJTaTO;.  Borgh.  Mon.  102.  Vedendosi 
in  en'ctlo  che  le  monete  molto  a  buon 
ora  ci  furono,  verisimilissimo  é  ,  che  al-, 
lora  uscisser  fuori ,  quando  altre  accom- 
pacnaluic  della  medesima  sorle  e  natura 
vcnner  nascendo.  /•.  Crig.  tir.  42.  Seb- 
bene  molle  (  eilli  )  ,  e  forse  la  maggior 
parte  ,  é  verisimilissimo  si  collocassero 
nelle  vecchie,  e  talora  in  quelle  che  era- 
no anche  prime  colonie  (in  questi  esem- 
pi  è  in  Joiza  di  susi.l.  1 

VERISIMILITUDI^E.   1  erisimiglian- 
-a    Lai.   eertsimtliludo.  probahililas.  Gr. 
"triSavoUoyiV.   /..'!■   !"/■  9-  Kon    sarebbe 
slata  buona  poesia  ,    perche  non   avrebbe 
avuto  verisimilitudine.   E  appresso:  Fin- 
oc  questo  per  dare    una    verismiditudinc 
alla  sentenzia  liUcrale.     Ambr.   [uri.    I. 
3.   Dirami,  ti  piego  ,  il  modo ,  acciocché 
io  possa  meglio  pascermi  di  questa    spe- 
ranza con    alcuna    verisimilitudine  per  a- 
mor  dell'  amico  mio.    *     ì  ardi.    Quest. 
Jlih     5l.  E  ninno  loico  non  conosce  che 
quando  bene  V  argumculo  fusse    buono  , 
che  eoli  non  apporta  seco  necessita  ,  ma 
solo  probabUifa  ,  e  verisimilitudine  ,  non 
essendo  dimoslralivo,  ma  dialettico  .   (l) 
VtFlSlMILME.ME,  e  VERISIMILE- 
MENTE.   A^^erb.    Con  verisimililudine  . 
Lai.  terisimiliter.    Gr.   Triravols  .    Su'.   ^ 
Jnf.    33.     I.    Pur    vcrisiroilmenle     polca  j 
questo  conietturare.   li  Purg.  22.  2.  Pos- 
sibile era  ,  essere  state    vere  ,  e  narransi 
veris.milmente.   Ti  altiwe:  Vensiroilmen- 
le  fin-e  che  per  convenienza    nspondano 
tutti  abbruciati,    li  altro.-e  :  E    cosi    fin- 
oendo,  verisimilinente   mostra  li  suo   pen- 
sieri.  Maeslriizz.    I.    82.  Kon  si  può  ri- 
maritare   s'ella    non    ha    certezza    della 
morte  del  marito  ec.  ,    ovvero    verisimil- 
mcnle  presuma  che  sia  morto.    E  2.   29. 
2    Se  verisimilmente  si  può   pensare  che 
r  omicidio  sia  seguitalo  quindi,  e  irrego- 
lare.  Cron.    Veli.  52.   Se  non  fosse  slato 
la  detta  mortalil'a  e' detti    accidenti,  egli 
era  ancora    si    forte    ec. ,    che  verisimile- 
mente  doverebbe  esser  vi.uto  un  grande 

tempo.  „ 

VERISSIMAMENTE.  Superi,  di  J  era- 
mmle.  Lai.  verissime.  Gr.  aWbiirKza.. 
Sallust.   Cai.  c.,y.  Tanto  rerissimameo- 


te,  quanto  io  polrù,  in  brevi  parole  rac- 
'''nl'ero  .  i'.  Ago.<,.  C  D.  Lo  slimo^ 
della  morte  è  il  peccato,  e  la  legge  b  la 
virtù  del  peccato  verissimamenle  al  pos- 
liirio.  ralch.  I.ez.  353.  Il  qual  Platone 
siccome  amo  insieme  con  Socrate  onesl.s- 
simamente,  cosi  ancora  scusse  d  amor. 
verissimamente. 

VElilSSlMO  .  Superi,  di  1  ero  .  Lat. 
verissimus.GT.  «inai^raTO;.  Uocc.nov. 
36.  2.  Quanlunque  a  colui  che  dorme, 
dormendo,  lutle  paian  verissime,  hnov. 
77.  Aq.  e  In  ora  ne  puoi  per  pruova  es- 
ser verissima  testimonia,  frane.  Sacch. 
nov  191.  Di  che  il  prete  affermo  essere 
la  cagione  di  Bonamico  vera,  e  per  ve- 
rissima la  notifico  al  popolo,  /ino,..  192. 
A  Capodoca  parve  la  ragione  esser  veris- 
sima, /.'e./,  lisp.  -al.  67.  Che  le  gru  di- 
morino talvolta  in  un  sol  piede,  e  cosa 
verissima.  /•;  appreso:  E  quando  pur  an- 
co fosse  vero  verissimo,  a  che  proposito 
le  gru  hanno  a  portare  quel  sasso  nel 
ventriglio?  .    „ 

*  f.  E  in  forza  di  siisi.  Imperf.  V. 
Tiisc  D.  l.  T.  I.  27.  In  questo  voi 
dite  il  verissimo.   (E) 

t  VERITÀ',  VEKITADE,  e  VERllA- 
TE    Jl  vero.  Lai.   icrilas.  Gr.  aXr.&fia. 
fini     Par.  2.     2.    Tremolare    della    luce 
neir  aspello  di  Dante   non  é  allro  che  1 
accendere  dell'  amore    inverso  la  venia  , 
che  é  luce  dello  'ntellello  .    Eior.     Viri, 
ji     l\l    Verità  é  a  usare    il    vero  ,    senza 
alcu'n  mentimento    (Jed.  altra  /'-lO'ie  * 
questo  esempio  alla    voce    MENTIMEN- 
TO).   Tesorell.  Ar.   19.    181.  E  w,  che 
Ognora  allendo  A  saper  verilale,  ec.  Bocc 
g    8   /.    4-    Niun   perciù    alla    venia  del 
fatto  pervenne,     h    nov.    79.    14.  Diede 
tanta  fede  alle  paiole  di  Biuno,    quanta 
si  saria  convenuta    a    qu.dunquc    venia  . 
Dani.   Par.   l^.   Ma  perché    puote    vostro 
accori;imenlo  Ben  penetrare  a  questa  ve- 
rilale, C(  me  disiri,  li  farò  conlento.  J'ass. 
333.   Tulle  queste  cose    ec.    non    lurono 
secondo  verità,  ma  cosi  parevano,  lìicord. 
Malesp.  cap.   3l.  Ma  la  propria  verità  e 
questa,  che  lomperadore  nacque  di  loro. 
Bern.   Ori.  2.  20.  2.  La  venia  e  bella , 
né  per  tema  Si  dcbbe  mai  tacer,  ne  pel- 
vergogna.   *    Earch.    Err.    Gioì'.  48.  E 
sebbene  i  Fiorentini  dicevano  che  aveano 
ciò  fatto   nou  per  accordarsi,  ma  per  ono- 
rar Cesare,  e  fare  il  debito  loro,  tuttavia 
io  che  vo  in  sulla  veril'a,  e  non  in  sulle 
gaviUazioni,  credo    anzi  so    certo  ee.  che 
avrebbono    fallo  accordo.  (C) 

§     ì.  la  verità.   Di  verità.  Per  venta, 
e  simili,  posti  avverbialm.,  vogliono  le- 
ramente.  Di  vero.   Certamente.  Lai.  ei/.»- 
dem,  certe,  vere.  Gr.  alil3w5,  ol.iOU, 
•«<•.   Bocc.  nov.  65.    l3.  In    venia,    ma- 
donna, di  voi  m"  incresce.   E  nov.  72.  b. 
Gnaffe,  sere,  in  buona  venta,  10  vo  inh- 
no  a  citt'a  per  alcuna  mia  vicenda.  Pelr. 
son.   232.  E  '1    rimembrare    e    1'  aspettar 
m'  accora  Or  quinci  or  quindi   si.  che    n 
ventale  ec.   1'  sarei  gi'a  d.  questi  pcnsier 
fora.   Guid.    C-  In   verilade   per    l.    nostri 
Dei  testimoniamo  che    nostra    .menzione 
ec      Fr.     Giord.    Fred-    S.  Allora  e  ben 
peccato  mollale,  che  li  menerebbe  al  mu- 
ferno,  cosi  e  di  veril'a.    lend.    Crisi.    A. 
101.  Egli  cosi  facendo  lo  seguitava,  e  non 
sapea  per  veril'a  quello  che  1'  Angiolo  fa- 
cea.  *   S,g.    Jiagg.   J.>..64.NeUa  venia 
a  Baroli  é  gran  dovizia  d'ogni  cosa.fty 
S.   11.   In  proverbio:  La  verità  sta  sem- 
pre a  gallale  vale,  che  II  vero    non  si 
può  mai  tanto  occultare,  che  o   ""■<"..» 
per    tempo    non    si    palesi.    Lai.    ver.Us 
nunquam  late!.  .  , 

S  III.  Pure  in  proverbio  diciamo.  La 
verità  è  madre  dell' odio  j  e  '"'«-/*« 
Con  dire  la  verità    e  facil  cosa   esporti 


1694 


VER 


all'  odio  altrui.  Lat.  vcritas  odium  pa- 
rli. 

§.  IV.  Esser  ia  bocca  della  verità,  si 
dice  di  Uomo  sincero  e  veritiero  .  Lat. 
ip.vius  veritatis  oraculnm  .  Gr.  a^Tfl; 
airj&ei'a?  yf.rì^iJ.'j^.  Lave.  Gelos.  i-  5. 
Mu  che?  non  T  ho  io  inteso  da  Giulio? 
C.   Dalla  borra  della  verità. 

•f  s;-  VEHITKVOLE.  Veritiere.  Ca- 
stifjl.  Corti^.  lih.  2.  pnf^.  23^.  (  Ciolilo 
l56^)  Avendo  (il  re  Alfonso  primo)  ào- 
nato  ad  uà  suo  servitore  armt>,  cavalli  e 
vestimenti  ,  perchè    gli  avea   detto  che  la 


notte  avanti  sognava  che  Sua  Alte 


dava  tutte  ifuelte  cose  ;  e  non  molto  di 
poi  dicendogli  )>ur  il  medesimo  servitore, 
che  ancora  <{ucUj  notte  avea  sognato  ec  ; 
gli  rispose  :  non  credi.ile  da  nio'  innanzi 
ai  sogni,  che  non  sono  vcrilc%oli.  (IV Sj 

VEIUTIEHAMENTE  .  Avverb.  I  era- 
mente  ,  in  verità  .  Lat.  re  vera.  Gr.  TW 
ovTt.  J'it.  Plut.  Mcnogli  ad  Atene,  per 
ragion  di  giudicargli,  ma  veritieramente 
per  fargli  uccidere. 

VEUITIEHE,  e  VEUITlEllO  .  Jdd. 
Che  procede  sempre  con  verità.  Che  dice 
il  vero.  Lat.  verajr,  vcridicus.  <ir.  ai»]- 
Sivo'?.  Lab.  i6l.  Diranno,  me  queste  co- 
se dire  ,  non  come  veritiero ,  nui  come 
uomo  ,  al  (]ujle  ec.  e!>se  dispiacquonu  . 
pass.  i35.  Dee  essere  sobrio  ec.,  quieto, 
veritiere  ,  caritativo  .  ^for.  S.  Oreg.  Noi 
diciamo,  clie  V  uomo  eh'  è  veritiero,  non 
sa  mentire.  Tes.  Br.  6.  23.  L*  uomo  eh' 
e  veritiere  per  amore  della  \critì,  è  mi- 
gliore che  colui  eh'  è  veritiere  per  amo- 
re, o  per  guadagno  che  ne  appetti  .  G. 
V.  7.  1.  3.  Sicuro  in  ogni  avversiladc  , 
ferno,  e  veritiere  d'  ogni  sua  promessa. 

t  3  VERME,  e  VEHMO.  Insetto  lun- 
go e  molle  e  strisciante,  seni'  ossi  e  senza 
vertebre,  che  si  genera  e  vive  nella  terra, 
nelle  acque  putride,  nc'Jrntti,  in  lutti  t 
vegetabili  ,  e  nelt'  interno  de'  corpi  ani- 
matij  Vermine,  tal.  vermis.  Gr.  nxoì'fr.^. 
A'oi*.  ant.  2-  6.  E  della  pietra,  quando  vi 
dissi  dello  verme,  voi  mi  stabili>le  un  pane 
intero.  Cr.  3.  II.  I.  Dassi  la  polvere  sua 
(del  zit )  contr'  a'  vermi, 

*  §.  I.  l'erme,  per  similit.  di  Quei 
vermi,  che  si  mutano  in  farfalla,  chiamò 
il  Corpo  umano.  «  Pani.  Purg.  IO.  Non 
v'  accorgete  voi,  che  noi  sìam  vermi  Nati  a 
formar  1'  angelica  farfalla  «?  (C) 

*!•  §.  II.  l'erme  della  coscienza,  vale 
lo  stesso  che  Sinderesi.  S.  Già.  Crisost. 
Opusc.  l3c).  Pensa  (piella  dannazione  del- 
lo 'nfcrno  ,  dove  è  continuo  pianto  ce.  e 
il  verme  della  coscicnta,  che  mai  non  oiuo- 
re.   (TC) 

g.  MI.  l'erme  ,  Jìgiiratam.  f'etr.  SJn. 
263.  Menile  the  'l  cor  dagli  amorosi  ver- 
ini Fu  consumato  (  cio,  ,  da  amore,  »  da 
pensieri  amorosi).  Dani.  InJ.  fi.  Quando 
fi  scorse  Cerbero  il  gran  vermo.  Le  lioc- 
rhc  aperse.  /■-  3i.  1'  mi  presi  Al  pel  del 
vcrmo  reo,  che  1  mondo  fora  (cine.  Lu- 
cifero ) .  Àr.  I'\tr.  ,^5.  84-  Che  al  gran 
vermo  infcrnal  mette  la  hri{[lia  (cioè,  al 
Diavolo  ). 

*t  §•  IV.  fermo  «inro  ,  e  Mal  del 
verme  .  Mahìttia  cutanea  del  cavallo  , 
prodotta  da  pustule  più  o  meno'  grosse  , 
più  o  meno  moltiplicate,  dure,  e  aderenti 
ai  cuoio  ,  le  quali  quando  spariscono  da 
un  luogo  per  manifestarsi  ben  presto  in 
un  altro,  diteti  l'ermo  volatio  .  Cr.  Q, 
II.  I.  Cnnlra  la  'nfcrmilà  del  vermo  mu* 
ro  si  dee  la  snperlluita  tlella  corno  pre- 
detta inaino  alla  superficie  d'd  cuoio  can* 
tamonte  tagliare.  /;<).  i^.  1.  Alcuna  volta 
per  cagiim  del  predetto  vermo  li  fanno 
nel  cavallo  ,  e  spcnalnirisle  noi  rapo,  ili- 
verse  piaghe  ,  e  le  più  son  picnile  ,  ed 
enGano  il  dello  capo;  e  alcuna  volta  fan- 
no a  mudo  d'  acqua  gocciolare  gli  umori 


VER 

per  le  nari^  e  allora  s*  appella  vermo  vo- 
lalivo  . 

^  §.  V.  Vermi,  diconsi  anche  Le  spire 
o  anelli  della  chiocciola  o  femmina  della 
vite,  a  diO'erenza  dt  quelli  della  vite,  che 
dtconsi  l'ani.  Baldm.  l'oc.  l)is.  E  la  vite 
composta  di  due  parli  essenziali,  cioè  del 
mastio  e  della  chiocciola  ec.  Il  mastio  è 
quello  che  pa:ksa  per  la  chiocciola;  le  spire 
o  anelli  del  mastio  diconsi  pani;  quei  della 
femmina  dicon>i  vermi  .  (  /i)  Gal.  3/ecc, 
6n).  Il  piano  ascendente  generava  sopra 
il  detto  cilindro  la  linea  elica  ec. ,  che 
volgarmente  addimandiamo  il  verme  della 
Vite.  li  620.  Non  farà  di  mestiere  the  mi- 
suriamo la  lunghezza  di  tutto  il  suo  ver- 
me ,  ne  r  altezza  di  tutto  il  cilindro.  ( Bj 

*>  5.  VL  i4vere  il  inerme,  lo  stesso  che 
/Ivere  il  baco  ,  Es.tere  innamorato.  Lat. 
amore  captum  esse  .  Gr.  ìpoTv  .  Buon. 
Tane.  2.  4-  ^'  ""D  ^J"*'  f^"^  di  me  1'  a- 
vesso  'I  Verme  ;  Ch*  ella  m'  are'  richiesto 
di  volerme.    (') 

VEKMENA  Sottile  e  giovane  ramice- 
lo di  pianta.  Lat.  ramttsculus.  Gr.  xìa- 
(Jia/o;.  Dani.  ìnf.  l3.  Surge  io  verme- 
na ,  ed  in  pianla  siivcstra  .  Virg.  Eneid. 
M.  Ed  era  presso  al  munimeuto  ,  dove 
Vermene  di  coniii  e  di  mortine  erano  cre- 
sciute. (V.  5.  5.  2.  l'ianlauNÌ  f^i  ciriegij 
ponendti  il  suo  seme  ce.  e  le  sue  vermene, 
ower  pali.  Malm.  5.  !\.  Tremando  forte, 
com'  una  vermena. 

t  VEHMENELLA.  Dim.  di  l'ermena. 
Olt.  Com.  Par.  17.  384-  Hiescono  di  tal 
radice,  poiché  pare  spenta  cotale  schiatta, 
alcuna  vcrmenella  .  l'irilf.  Calv.  \.  35. 
E  mette  or  dentro  ,  or  luor  la  filastroc- 
cola ,  O  vermenella,  o  bagaltella ,  o  coc- 
cola. 

*  VERMENETTA.  Lo  stesso  che  Ver- 
menella  .  tftt.  Com.  Inf.  |3.  248.  Ger- 
moglia come  gran  di  spelda,  e  cresce  poi, 
e  fassi  slerpo,  e  poi  pianta  salvatica,  sic- 
ché ha  tre  gradi  :  ]>rima  erba,  poi  verme- 
netta,  poi  pianta.  {Cf 

?  VEKMETTO.  Pim.  di  Verme,  h^t. 
vermiculuv.  Gr.  a/6>)i/i'/iov.  Segner.Crist. 
inftr.  2.  5.  18.  Qu.into  di  vantaggio  do 
Trebbe  a  un  LeDcfattorc  si  nobile  tal  vcr- 
mcltol  (•) 

VERMICCIUOLO.  Icrmicello  .  Lat- 
vermiculus.  Gr.  ff/wi/j'/tov.  lied.  Jnnot. 
fUtir.  47.  Del  nascimento  di  <|uesti  vcrmic- 
ciuoli  per  servizio  delle  tinte  vedi  Andrea 
Cesalpino  nel  libro  secondo  delle  piante. 
A'  48.  Dalle  parti  di  America  ci  viene  una 
certa  altra  preziosa  mercanzia  di  verniic- 
cìuoli  ,  lii  quale  si  adiqiera  a  tign.-re  <n 
eremisi,  e  si  chiama  cucciniglìa  ■  Salvia. 
Dite.  I.  237.  Questa  non  manifattura  di 
fermicciuoli  ,  Ì  quali  siamo  noi  ri>petto 
air  universo,  dovoa  essere,  ma  opera  del- 
la mano  di   Dio  (qui  fi'iuratam.). 

VEnMICCIUOLt'ZZO.  iìim.  di  ler^ 
micriuolo  .  Lat.  %-ermiculus .  Gr.  fl^otir;'- 
/lov.  /iV(/.  Oss.  an.  61.  Tra  queste  ve- 
re erbe  er,  abitano  mÌDUlissime  conchi- 
glie ,  e  molli  altri  auimaluis!  ce.  e  vcr- 
miccioluKii . 

\EHMICEI.LO  Cim.  di  I  erme.  Lai. 
vermiculiit.  Gr.  a/wÀif/iov.  Cr.  S.  1.  io. 
Sogliono  le  formiche  guastar  la  pianta  te* 
Dora  0  crcscrnto  ,  u  il  nest»  ,  e  generare 
nelle  frondi  certi  Tcrniicetli,  r  raggrin- 
laile  ,  ed  appassarle  ,  ec.  (  così  nel  ms. 
linci  ■.  /■,'  appresso:  Il  tenero  delle  vet- 
te si  purghi  ddigrnleniente  da'  srrmirelli. 
Ihttam.  2.  5.  Un  vermiccl  della  sua  ce- 
iier  nasce  ,  Lo  (|ual  crescendo  trasforma 
in  quost'  atto. 

§.  1.  Eiguratam.  I  it.  Crisi.  P.  Ab- 
liominevole  cosa  h  ,  che  un  piccolo  ver- 
micello, e  die  dee  esser  cibo  ed  esca  di 
vermini ,  si  lievi  in  superbia. 

§.    IL    Vcrmictili,  si  dicono   Certe  fila 


VER 

di  pasta  fatte   a    quella   somiglianza ,    e 
mangiansi   colti  come  le  lasagne. 

^  VEIlMICOLAItE.  Aggiunto  dato  m 
specie  dt  polso,  ed  a  specie  dt  moto  degli 
intestini.  Cocih.  Disc.  Quasi  a^iolgimea- 
to,  slreitura  o  serramento  in  qualche  par- 
te de^r  intestini,  ove  il  vermicolare  loro 
moto  trovando  inloppo ,  rivolgasi  indie- 
lro.J//y 

^-  %.  ì'ermicolart ,  è  anche  aggiunto 
di  Ciò  che  è  fatto  come  verme  j  Serpeg- 
giente e  ritorto  a  guisa  di  verme  .  Im- 
perf.  Anat.  225-  Adducono,  cioè  avviano 
e  menano  innanzi  le  dita,  quattro  muscoli 
dotti  lumbricati,  o  vermicolari  dalla  6gara 
e  dalla  granlilà.  ( F) 

^r  VEHMICOLARIA.  Term.  de* Bota- 
nici .  Specie  di  pianta  ,  che  e  una  sorta 
di   Sempreviva.    (A) 

VEIiMICOLOSO.  Add.  Pieno  di  *er- 
micelli ,  Bacalo.  Lat.  vermiculis  ptenus. 
Gr.  c/c^))]/s'6r(*)To;  .  Cr.  2  9.  5.  Cosi 
ancora  le  piante  ,  le  quali  fanno  i  frutti 
vermicolosi,  si  curano. 

#  VERMIGLIA.  Sorta  di  pietra  pre- 
ziosa .  Benv .  Celi.  Oref.  ^.  Essendoci 
alcuni  gioiellieri  di  poca  pratica  ed  espe- 
rienza ,  che  connumerano  fra  le  gioie  il 
grisopazio  ,  il  ghiaciulo  ,  la  spinella  ,  1' 
acquamaiioa  ,  la  vermiglia,  il  grisolito, 
ce.  (') 

VERMIGLIARE.  Colorire  di  vermi- 
glio. Lai.  rubro  colore  inficere.  Or.  001- 
vc'ff'Xftv  .  Fr.  Jac.  T.  6-  ^l.  7.  Di  6ori 
un  letto  ornalo  gli  faremo.  Di  belle  rose 
gliel   vermiglieremo. 

VERMIGLIETTO  Pim.  di  J'rrmt- 
glio  .  Lai.  rubictindutus  .  Gr.  t^u^pioii  . 
Amet.  27.  La  ^erra■g1ia  bocca  con  gra- 
ziosu  rilievo  verniiglietta  mostrandosi.  Fir. 
Dial.  beli.  domi.  1\ìì!\.  l-c  palpebre  ec.  ver- 
gheggiate con  certe  venuzxe  vcrmi^jliette 
ec.  fanno  grande  aiuto  alla  unt%ersal  bel- 
lezza dell'  uo'hio. 

VERMIGLIEZZA  .  Astratto  di  Ver- 
miglio. Lai.  rubar.  Gr.  ip-Jìpr.ftpc.  Quid. 
G.  Lo  vivo  color  del  suo  siso,  il  quale 
avea  colorato  di  vermigliezza  di  ros«. 

'\u-  VERMIGLIO.  Sust.  masc.  Pa- 
co che  viene  dal  Messico  ,  di  color  por- 
porino  tendente  al  nero  ,  screiiato  di  ri- 
glie  trasversali,  e  coperto  di  un  polvericcio 
argentino,  il  cui  succo  serve  a  tingere  di 
scarlatto  e  di  rosso;  Cocciniglia.  Salvia. 
Puon.  Vier.  !^.  tntr.  Cureiniglia,  Spago. 
cochinilla.  Darhi  rossi  dell'  India,  che  ser- 
vono a  tingere  dì  scarlatto  e  di  rosso  ,  per- 
ciò detto  vermiglio  ,  dal  Lai.  vermicu- 
lus. (A} 

3  VERMIGLIO.  Rvs so  acctto propria' 
niente  del  colore  del  chermisi  .  Lai.  ru- 
f>eur  ,  ritbicundiis ,  purpureus.  Gr.  l'fu- 
&;o;  ,  ^oiv:'/S3;  ,  yc>vi/oiU  .  Boec.  g. 
6.  /.  12.  Non  altrimenti  li  lor  corpi  can- 
didi nascondes.i,  che  farebbe  una  vermi- 
glia rosa  un  sottil  vetro  .  K  nov.  88.  6. 
Mandavi  pregando,  che  %i  piaccia  d'ar- 
rubinargli questo  Basco  del  >oslr4>  boon 
siu  vermiglio.  /'.'  nov.  ()7.  I9.  La  aio- 
vane,  (he  di  vergogna  lulta  ora  nel  «Uo 
divenuta  srrmi^li.<  ^r.  ,  coti  rispose.  E 
canz.  ().  2.  lo  vo  pc'  verdi  prati  riguar- 
dando I  bianchi  fiori,  e' gialli,  ed  i  ver- 
migli .  tmet.  53.  E  piii  una  volta  ,  che 
un'  altra  divenuto  vrrniigliK.  d^  nel  viso 
segnali  dell'  ansia  mente.  Callmd.  Le  «ili 
nere  al  tutto  sihifa  ,  se  non  >o  in  quelle 
pro%inrie,  là  ose  s'usa  il  vÌuo  vermiglio 
Cele.  son.  36.  Quel  die  in  Tessaglia  ebbe 
le  man  si  pronte  A  farla  <lel  civil  sangue 
iennit;li.i.  E  son.  idi).  E  primavera  can- 
dida, e  vermiglia.  Pant.  Inf.  3.  Che  ba- 
lenò lina  Iure  vermiglia.  La  qual  mi  vinsr 
ciascun  senltmeulo.  /:  8-  Già  le  tue  me- 
schite  Là  entro  certo  nella  valle  cerno 
Vermiglie ,  come  se  di  fuoco  uscite  Fos- 


laro  .  E  Par.  x6.  Il  giglio  Non  era  ad 
asta  mai  poilo  a  ritroso,  Né  per  Ji\iiion 
fallo  Termiglio. 

*  §.  A  in  /orsa  di  sust.  vale  Cohr 
¥errni"/iO.  *•  Bocc.  nov.  Z)?-  I^'  ^'^  ^i^*-' 
nel  petto  una  gran  nincrbij  di  vennij^ho 
Don  lioU  ,  ma  nuluiulmcDle  ocUa  pelle 
infiMa.  Fir.  Uial.  M/.  donn.  3y5.  Il  ver- 
miglio è  quasi  una  spezie  di  rouo  ,  ma 
memi  aperto  ».  (N) 

•tf  VEi;MlGl.lONE.  Materia  onde  for- 
masi il  color  vermiglio.  Il  Vocabol.  alla 
voce  C.EHALACCA.   (') 

VERMIGLISSIMO.  Superi,  di  1  ermi- 
glia.  Mirac.  Mad.  M.  Si  dice  sempre  la 
messa  eoo  vino  vermiglissimo. 

VEKMIGI-IL'ZZO.  JJint.di  J'ermiglio, 
detto  per  vezzi .  Lat.  ruhtcundulus  .  Gr. 
tpuipi'ixi  .  Bocc-  nov.  85.  12.  E"  mi  par 
pur  vederli  morderle  con  rolesli  tuoi  deoU 
fjlti  a  Lischcri  quella  sua  Locca  vermi- 
glmzza  .  Jmet.  22.  Egli  appresso  la  ver- 
migliuna  Iiocca  rimirando  ,  cosi  io  se  V 
estima  a  vedere,  quali  fra  Ijianchissimi  gi- 
gli  Tcrmìglie  rose  si  veggiuuo.  Hed.  i'i- 
tir.  i3.  O  di  quel  che  vermigliuxao,  Bril- 
lantuuo  ,  Fa  superno  V  Arelino. 

•f  VEHMI.NACA.  Io  sU-sso  che  Ver- 
hena  .  Lai-  ttrfn'nn  .  Or.  esca  ^o~^.vr,  . 
/.lA.  ^fa.^lc.  A' camalli  rhc  hanno  il  tiro  , 
dk  a  mangiare  la  verniinaca.  Af.  ^Idobr. 
P  A-  69.  Ancora  vermmara  con  acqua, 
o  con  vino  bea.  e  lostameule  ha  virtù  di 
liherare  . 

VEHMLNARA.  Jggiunio  d* una  spezie 
di  lucertola  presso  il  fìocc.  nov.  20.  4- 
Una  delle  più  Lt-lle  e  delle  più  vaghe 
giovani  di  Pisa,  comcchè  poche  ve  n'ah- 
hiano  ,  che  lucertole  vermioare  non  pa- 
iano . 

#  VERMINARIA.  Term.  de' Contadi- 
ni, y-onticello  di  sugo  fatto  ad  arie  nella 
bassa  corte  ,  perche  nascano  moltissimi 
vermi  per  nutrimento  delle  galline  e  de* 
pollastrir.if  che  raspando  se  li  procaccia- 
no, (A) 

•f  VERMINE  .  7o  stesso  che  ì  er- 
me ■  Lat.  vermis  .  Gr.  o/w).»;^.  Uocc. 
nov.  ]5.  36.  Dirottissimamente  cominciò 
a  piagnere ,  veggendusi  quivi  ec.  dover 
ec  di  fame  ,  e  di  puzzo  Ira'  vermini  del 
moria  corpo  convenirli  morire.  li  nov. 
63.  II.  Comare,  questi  son  vermini  eh' 
egli  ha  in  corpo,  li  quali  gli  s'acpressa- 
no  al  cuore.  E  /  it.  Paul.  aÒo.  E  che 
altra  cosa  è ,  che  puetica  fizioue  ,  nella 
Scrittura  dire.  Cristo  essere  ora  leone,  e 
ora  agnello,  e  ora  vermine,  ec.  C.  T'. 
Z2.  83.  4-  A  Sihaslia  piovrono  grandis* 
sima  quantità  di  vermini  grandi  un  som- 
messo .  Cron.  Aforell.  323.  Il  perchè  a 
Dio,  credo,  ne  venne  fastidio,  che  questo 
vermine  ci  /acesse  con  diligione  ricompe- 
rare (qui  ftguratam.  per  dispregio ,  e  in- 
tende il  Signor  di  Lucca).  Alleg.  I28. 
Dove  mosche  saran  ,  vespe,  tafani,  Ver- 
mini, bachi,  bruchi,  o  scarafasgi. 

^  %.  Far  la  natta  ai  vermini  ,  dicesi 
in  proverb.  di  Quelli  che  sono  abbrucia- 
ti per  via  di  giustizia  ,  perchè  non  pos- 
sono esser  pasto  de"  %ermini.  K  NATTA, 

s- 1.  m 

t  VERMINETTO.  Pim.  di  Vermine. 
Lai.  vemiiculuv  .  Gr.  7xu>v:'xtov  .  Ott. 
Com.  Purg.  12.  209.  Aragne  si  conver- 
te in  quel  verminetio;  dove  si  mostra  che 
r  opere  de'  mortali  ed  elUno  sono  vilissi- 
mi ,  in  romparatione  dedotte  alle  divine. 
Hed.  Ins.  1^2.  Vidi  uscirne  altrettanti 
minutissimi  verminelti. 

•t  VERMINOSO  .  Add.  Che  ha  ver- 
mini.  Pieno  di  vermini.  Lat.  vermino- 
sus  .  Gr.  c/w)»;xo€_a6)TO;  .  Pass.  276. 
Sguarda  nelle  fi»sse  de'  cimiteri  le  carni 
verminose,  e  fracide.  /•>.  lac.  T.  l\.  11. 
l3.  E  la  carne  puzzolente,  Tutta  quanta 


VER 

verminosa  •  Cr.  5.  l.  16.  .^e  l'arbore  i 
si  infermo,  che  produca  i  frutti  verminosi 
f  pietrosi  ec-,  si  dee  levai  la  terra  intor- 
no alle  radici.  Soder.  t'olt.  4".  Se  in  po- 
tando s'incontra  in  alcuna  site  che  abbia 
del  secco  vt-imìnoso,  e  pieno  di  loimitbe, 
scarnicele  tultu  quel  secco  e  tristo  impia- 
gato sino  al  %ivuy  levando  via  ogni  parie 
magagnata . 

VÈKMINUZZO.  Dim.  di  Vermine  j 
Verminetto.  Lat.  vermiculus.  Gr.  crztjir,'- 
xtov.  Lib.  cur.  malati.  Si  truovano  le  fec- 
ce piene  di  verminuizi  vivi.  Lih.  Masc. 
Fanno  per  dì  sotto  de'  verminuzzì  vìvi. 

VEUMO.   V.  VEhME. 

VERMOCA>E.  Sorta  di  malattìa,  che 
talora  si  desidera  altrui  per  imprecazio- 
ne. Frane.  Sacch,  nov.  4-  ì^lo  ti  nasca  il 
vermocane  :  son  Ìo  così  dappoco  ,  eh'  io 
non  vaglia  più  d'  una  prgnutla  ?  /'.'  nov. 
1:^4-  Dagliene  una,  (he  nasca  loro  il  ver> 
mucane.  Lasc.  Lelos.  l\.  12.  Io  sono  Laz- 
zaro in  carne  e  'n  ossa  ,  in  anima  e  in 
corpo;  Lazzaro,  dico,  tuo  padrone;  e 
mille:  che  ti  venga  il  vermocane.  K  Spir. 
2.  5.  Ella  m'  ba  serralo  1'  uscio  in  su  gli 
occhi:  che  le  ven^a  il  vermocane. 

VERNACCIA  .  Specie  di  via  bianco  . 
Bocc.  nov.  Q2.  6.  In  una  tovagliuula  bian- 
chissima gli  portò  due  fel'e  di  pane  ar- 
rostito ,  e  un  gran  bicchier  di  vernaccia 
ài  Corniglia .  JJant.  f  urg.  2^.  E  purj;a 
per  digiuno  L'  anguille  di  Bolsena  e  la 
vernaccia  -  Frane.  Sacch,  rim.  61.  Una 
polligtia  con  gran  mescolanza  Sul  petto 
poni,  e  bei  della  vernaccia.  ^S'oder.  Colt, 
82.  In  questa  stessa  maniera  $ì  fa  alla 
vernaccia.  F  apprcs.<io:  Prendi  una  tinoz- 
za di  dolcissima  vernaccia. 

§.  Fd  ancora  I  entaccia  si  chiama  il 
P  itigno  ,  e  l'  Uva  ,  di  cui  si  fa  la  ver- 
naccia. Cr.  4"  4*  9"  '-^  gl'oca,  e  la  ver- 
naccia ,  che  avvegnaché  appo  noi  buon 
vino  facciano,  fannone  molto  poco.  Frane. 
Sacch.  not-.  177.  Pensò  trovar  modo  di 
far  venire  ma..;liuoli  da  Portovenere  della 
vernaccia  di  Corniglia.  F  più  sotto:  An- 
dandosene per  lo  suo  posticcio  ,  il  quale 
credea  essere  vernaccia  di  Corni^li.i,  vi- 
de nuove  ragioni  d'  uve  al  suo  intendi- 
mento .  Soder.  Colt.  12O.  Le  vernacce  , 
siccome  le  malvagie,  ne  fanno  poca  (del- 
l'uvaj,  ma  è  il  vin  loro  di  polso  buono. 

*  VERNACCIO.  Peggiorai,  di  Verno. 
.  !Heg.  (A) 

*  VERNADI".  /-.  A.  Venerdì.  But. 
Inf.  21.  2,  Lo  cognoscimenlo  dell'errore 
lo  Giovedì  santo,  sopra  il  Vernadi.  (1^) 

■{■  VERNALE.  Add.  Dvl  verno.  Lat. 
hientalis ,  hihenius.  Gr.  X£t}j.-pn/c'i.  G. 
f  ■  12.  83.  2.  Quando  fu  il  solstizio  ver- 
nale. Guid.  C.  2.  3.  Ancora  costrij;neva 
gli  albori  vernali,  di  fronde  spogliati  e 
dì  verdi  foglie,  ri\eslirsi  e  nella  tempe- 
sta di  rifiorire.  A"  altrove  :  Allora  sono  li 
dì  maggiori  nell'anno,  imjciciorrhè  av- 
vegnadiochè  il  corso  del  Sole  sì  distìngua 
nell'  anno  per  due  solslizii,  cioè  estivale, 
e  vernale ,  ec. 

§.  Talora  vale  Di  primavera-  Lat.  ver- 
nus.  Gr.  ivpi-jo:.  Cr.  g.  2.  I.  E  1  co- 
minciamento  dì  loro  si  dee  fare  dall'equi- 
nozio  vernale  infino  al  solstizio. 

VERNARE.  Svernare.  Lat.  hiemare , 
hihernare.  Gr.  ^irz^S'ya^iiv.  G.  V.  7. 
io3.  1.  Lo  Re  di  Francia  prese  suo  con- 
siglio dì  tornare  a  vernare  in  Tolosana  . 
F  8-  4^-  2.  Non  volle  che  soggiornasse, 
e  vernasse  invano.  Dant.  Purg.  2^.  Co- 
me gli  augei,  che  veruan  verso  il  Nilo, 
Alcuna  volta  di  lor  fanno  schiera. 

§.  I.  Per  Patir  freddo.  Star  nel  fred- 
do. Pant.  Inf  33.  E  forse  pare  ancor  Io 
corpo  suso  Dell' onibia  rhc  dì  qua  dietro 
mi  verna  .  But.  ivi  :  Dell'  ombra  che  di 
qua  dietro  rai  verna,  cioè  di  quell'anima 


VER 


1695 


che  dirietro  a  me  sta  fitta  nella  ghiaccia, 
ec.  Vernare  è  fare  verno  ,  ed  in  questa 
parte  ìl  piglia  1'  autore  per  sostenere  lo 
Ireddo  . 

3  §.  II.  Per  Esser  di  verno.  Farsi 
verno.  Vetr.  son,  IJ7.  Che  prò,  se  con 
quegli  occhi  ella  ne  face  Dì  state  un 
ghiaccio  ,  un  fuoco  quando  verna  ?  Lod. 
Mart.  rim.  3i.  State  securì  omai  dell' 
aspra  guerra  ,  Che  ,  quando  verna  ,  im- 
bianca monti,  e  valli.  Tass.  Amint.  1. 
Cor.  Ma  in  primavera  eterna,  Ch'ora  $* 
accende  e  verna  ,  Rise  di  luce,  e  di  sere- 
no il  cielo.  ^F  Ger.  i5.  54-  Ne  come 
altrove  eì  suol .  ghiacci  ed  ardori,  Nubì^ 
e  sereni  a  quelle  piogge  alterna  (il  sole) 
Ma  il  Ciel  di  candidissimi  splendori  Sem- 
pre s*  ammanta  ,  e  non  s'infiamma,  o 
verna  (cio'f,  non  ha  i  bollori  della  steHe, 
ne  i  rigori  del  verno).   (D) 

t'  §.  ilL  l  emare ,  vale  anche  Far 
tempesta.  «  Tass.  Ger.  i3.  48.  Vernò 
in  quel  punto,  ed  annottò;  fé  1]  giorno, 
E  la  sercnit'a  poscia  ritorno  »>.  (B) 

g.  IV.  Per  Far  primavera.  Dant,  Par. 
3o.  Nel  giallo  della  rosa  sempiterna.  Che 
si  dilata,  rigrada,  e  redole  Odor  di  lode 
al   Sol  che  sempre  verna. 

1.1  VERNARECCIO.  Add.  Lo  stesso 
che  J'erncreccio  ,  ma  mfno  usato.  Car. 
Long.  Sof.  1.  2.  A  questo  loco  conveni- 
va una  gran  moltitudine  d'uccelli  verna- 
recci.  (Min) 

-:-  VERNARICCIO.  Add.  Vernereccio. 
Car.  /;'/i.4-6l5.  Quando  le  provide  for- 
miche ,  Delle  lor  vernaricce  vettovaglie 
Pensose  e  procaccievoli,  si  danno  A  de- 
predar di  biade  un  grande  acervo.  (Min) 

VERNATA,  l  erno  .  Lat.  hiems .  Gr. 
'/Hfj.(Jv  .  0.  r.  10.  197.  2.  L' arebbon 
guasto,  se  non  fosse  la  forte  vernata  che 
lì  fece  partire  .  M.  V.  g.  57.  Benché  la 
vernala  fosse  e  spiacevole  ,  e  aspra  .  Ci- 
ri{f\  CaU-,  3.  103.  Tanto  che  la  \ernata 
ebbe  a  passare.  Guicc.  Slor.  1.  Soprav- 
venendone massimamente  la  vernala. 

VERGAIO.  V.  A.  Vernata.  Lat. 
hiems.  Gr.  ;^-:(^w'v.  Ir.  Ciord.  Fred.  R. 
La  neve,  che  nel  corrente  veruato  è  tan- 
te volte  caduta.  Tratt.  segr.  cot.  donn. 
Nel  vernato  si  truovano  più  sane ,  che 
nell'estate.  Fr.  lac.  T.  t\.  33.  18.  Per 
tutto  esto  veruato  Le  calzamenla  lassale. 

VERNERECCIO.  Add.  Da  verno.  Di 
verno,  o  Buono  per  lo  verno.  Lai.  hiber- 
n/(.f  .  Gr.  x^'-y^p'-^òi'  G'  F.  7.  74.  3. 
Ci  viene  addosso  il  verno  ,  e  in  Calavra 
non  ba  porti  vernerecci.  Sallust.  Jug.  B. 
Metello  tosto  ieee  chiamare  dai  luoghi  \  er- 
nerecci  tulli  quelli  ec.  Cr.  i.  5.  9.  Av- 
vengono loro  febbri,  nelle  quali  è  caldez- 
za e  freddezza,  e  febbri  \ernerecce,  e  not- 
turne (cioè,  che  soglion  venire  in  tempo 
di  verno).  /7r,  As.  271.  Inchinandosi 
alle  vernereccìe  brinale  del  Capricorno  , 
senza  aver  mai  cencio  di  ferro  in  pie,  mi 
faceva  mesliero  camminare  su  per  que* 
ghiacci. 

VERNICARE.  Dar  la  vernice.  Inver- 
niciare .  Lai.  sandnracha  illinere  .  Gr. 
<javo«_2a3;Ti  ÌTZtypi'siy.  lìorgh.  Bip.  221. 
Di  due  maniere  sono  le  vernici  da  verni- 
care  i  quadri. 

VERNICATO.  Add.  da  Vernicare. 

%.  Per,  similit.  Mil.  M.  Poi.  Havvi 
vasella  veroicale  d'oro,  che  tiene  l'uno 
tanto  vino,  che  n'  avrebbono  assai  più  d' 
otto  uomini. 

f  VERNICE.  Composto  di  gomme ,  e 
ragie,  e  d'altri  ingiedienti,  che  serve  a 
dare  il  lustro,  e  ad  altri  usi.  Lat.  san- 
daracha  .  Gr.  nrUiGV.p'J-'/r,  ■  Lib.  Astrol. 
E  da  poi  che  è  cosi  figurata  ,  sì  si  dee 
inverniciare  con  vernice  molto  chiara.  Te- 
sorett.  Br.  i5.  l36.  Ella  è  mio  fonda- 
mento, E  io  suo  doramcDto  E  colore,  e 


lBy6 


VER 


vcraice.  lied.  Esp.  nat.  5.  Son  dì  color 
nero,  Minile  a  quello  del  paragone,  lijce 
e  lustre,  come  se  avoicro  U  \ernice. 

\  §.  I.  Per  similit.  Liscio.  Hiin.  ant. 
P.  N,  Onest.  ftologn.  2.  l5o.  Assai  son 
certo  che  sementa  in  lidi  ,  E  poa  lo  suo 
color  senza  vcrnn  i-,  Qualunque  crede  die 
la  calcatrice  Preuder  bi  pos&a  dcutro  alle 
mie  rìdi. 

§.  II.  VernicCt  è  anche  una  Spezie  di 
gomma  polverizzata  ,  con  cui  si  strofina 
la  carta  prima  di  scrivere,  litcett.  l'ior. 
5q.  e  da  avvertirò  che  questo  nume  san- 
daraca  appresso  agli  Aralji  siguiGca  la  ver- 
nice da  scrivere.  /Jorgft.  litp.  j3iJ.  Dan- 
do prima  un  poco  di  polvere  di  oisa  so- 
pra le  carte  a  inodu  di  vernice. 

VEliNICIAHE.  ì  ernicare.  Lat.  sonda- 
radia  iliinere.  Gr.  savoz^ax'l  s'TriX,-*^'^. 
Jiorgh.  litp.  174"  Cunducciete  con  dili- 
genza a  6uc  r  opera  vu:>tra,  la  quale  non 
accader'a  verniciarla. 

•f  ns  VKUMCIATO.  Add.  Che  ha 
avuto  sopra  la  vernice  j  e  dicesi  anche 
invernicato  e  inverniciato,  lìaldtn.  I  oc. 
Vis-  Ritoccare  a  bulino  .  Si  dice  a  quel 
lavoro  che  faaoo  gli  intagliatori  iu  acqua 
forte,  dopo  a%er  data  e»sa  acquaforte  sul 
rame  verniciato  e  intaglialo  ,  ec.  (Jj 

3  VERMWO.  .4iid.  Pi  verno,  /Ippar- 
ienenie  a  verno.  Lai.  hiemalis,  hthemus. 
Gr.  •/.ziixzpi'ói.  2\ic.  J)av.  Stor.  3.  322. 
Una  suliila  vernina  piog-ia  non  gli  lasciava 
ne  vedere,  ne  udire, 

*  g.  I.  /  emina f  dicesi  anche  di  Quelle 
cose  che  si  coltivano,  e  crescono  nel  ver- 
no .  -  fSuon.  Tane.  5.  7.  1  u  se' un  al- 
tro fiore,  un  fior   \ernino  •».  (J) 

!r  S.  11.  l'^ave  vernine t  chiantansi  Quel- 
le che  si  seminano  nell'  inverno.  (A) 

#  S-  III-  ì'ernino  ,  e  anche  aggiunto 
di  Cnsc  buone  a  mangiarsi  neW  inver- 
no.  (C) 

VEnNIO  .  Aggiunto  d'  una  spezie  di 
lino  presso  Cr.  12.  Q.  1.  Ne'  luoghi 
caldi  si  semina  in  questo  tcmpu  il  lino  , 
che  volgarmente  si  chiama  vcrnio  (  il  te- 
.rto  lat.  ha  vernuni  ). 

VERNO  .  Una  delle  quattro  stagioni 
dell'  anno  ,  la  più  fredda  ,  la  quale  se- 
guita r  autunno,  e  precede  la  primavera. 
Lat.  hicins.  Gr.  X-','*^"'''  Petr.  canz.  'dS. 
2.  Ma  pria  fia  '1  verno  la  slagion  de"Go- 
ri,  Ch*  amor  fiorisca  in  quella  nol*il  alma. 
Dant.  /nf.  32.  N^m  lece  al  corso  suo  sì 
crosso  velo  Di  verno  la  Uanoia  in  Au- 
klcricch  .  E  l'tirg.  4-  E  che  sempre  ri- 
man  tra  '1  Sole  e '1  verno.  AI.  f  .  8.  8. 
E  così  triliolaroDo  il  verno,  come  la  sta- 
te ,  tutta  la  provincia  .  lioez.  G.  S-  23. 
Tu  costrigiii  la  luce  splrndiente  Di  verno 
a  far  più  corta  diiuoranza .  Cron.  idi. 
72.  Stavanii  in  rasa  rinchiuso  ,  santa  sa- 
pula d'  altri,  per  istudiare  il  verno.  Sen. 
Ben,  ì'orch.  7.  l3.  Immaginati  ec.  che 
io  mi  sia  messo  per  mare,  aotorchè  fussc 
di  verno  ,  ed  il  mare  pieno  di  corsali . 
Alam  .  Colt.  2.  36.  l'oi  drilli  il  passo 
ove  all'uscir  del  vernii ,  .Sema  spargersi 
seme  .  ondò  1'  aratro  .  A  5.  124-  ^'urgar 
conviensi.  Che  non  resti  una  sol,  che  *l 
len  gì'  ingumhrc  ,  Delle  harhc  crudei  e' 
ban  vinto  il  vern.» .  Capr.  Jiott.  7.  i32. 
Cirru  all' aria,  scblune  ella  pare  a  inulti 
alquanto  rrudctla  i|ue' due  mesi  del  cuor 
del  verno,  tu  potrai  ce.  ddemlcrtonc. 

#  §.  I.  /■-'  figuratani.  ì'erno  della  ven- 
tura, per  Tempo  della  disgrazia  .  Amm  . 
Ant.  18.  3.  10.  I  falsi  amici  nel  tempo 
della  chiara  vita  presenti  sono;  ma  lì  lo* 
sto  che  vcpguno  lo  vcrao  della  ventura 
h\  Tulano   vi.i.   (D) 

#§.!!.  remo,  per  Burrasca,  o  J'en- 
to  hiirrascoso,  come  nel  Lai.  hiems.  Zi- 
hald.  Andr.  102.  Li  ove  la  fona  e  il  co- 
lore del  Sole  uuD  è,  tempesta,  e  tuona. 


VER 

e  lampa,  e  piove,  e  fa  vento  e  verno. 
Ar.  fur.  18.  144.  E  volta  ad  or  ad  or 
contea  le  butte  Del  mar  la  pioda,  edell' 
ornbd  verqo  »  ec.  E  IQ.  4^*  Castello  e 
halLidor  spciza  e  fracassa  L'  onda  luimi- 
ca,  e  '1  vento  oguor  più  fiero:  >e  paite 
ritta  il  Verno  pur  ne  lassa  ,  La  lagha  e 
duna  al  mar  tutta  il  nocthiero.  Alam. 
Avarch.  j6.  ii6.  Quale  al  miser  aoc- 
chier  ,  eh'  a  nulle  oscura  ,  Poi  che  rotte 
ha  dal  mar  sarte  e  governo,  E  l'antenna 
speuala  o  mal  sicura  Sffpr'  arbor  frale  al 
lempe;>toso  verni';  Ch'  ovunque  ce.  ^ng. 
Met.  11.  167.  E  mentre  dubbi  e  senu 
leg^e  vanno  ,  Mei  ciel  cresce  0  nel  mar 
r  orribil  verno.  (M) 

'è  §.  111.  l'er  Tempesta  qualsiasi. 
Chiahr.  son.  21-  ."^u  breve  carta  Cesare 
dipinge  Gli  orndi  vejni  del  Tartareo  ven- 
to. J  ass.  Cer.  il.  36.  l'erchc  repente  , 
appena  tocco  ,  sparve  (juel  simulacro  ,  e 
giunse  un  nuvoì  deiuu,  Che  porlo  notte 
e  verno.  (.M) 

i?  §.  IV.  l'erno  ,  per  sineddoche  ,  in 
cambio  dt  l'redjo  ,  t'  usò  il  Casa  ,  son. 
37.  die  al  foco  lor  ,  se,  com' io  fei ,  t' 
accendi,  Mud  ombra  o  pioggia,  e  non  fon- 
tana o  fiume,  >è  verno  allentar  può  d'al- 
pestri monti.  (Mj  Chiabr.  rim.  Me  d"  a- 
spro  Borcji,  l'tr  nubi  gelide  Scoto  alcun 
verno.   (Br) 

*  VEIOO.  Add.  Di  primavera  ,  così 
usato  alla  latina  da  l.or.  Med.  son.  45. 
Come  di  Icmpo  in  tempo  verdi  piante  Hcl 
Terno  sole  e  pel  terresti  e  umore  Produ- 
con  altre  frondi  e  nuovo  fiore.    (^^) 

3  VEUO  .  Susi,  lenta.  Uniformità 
delle  nostre  idee  coi  fatti  j  ed  anche  la 
Concordanza  dei  nostri  detti  coi  nostri 
sentimenti,  o  coi  nostri  pensieri.  Lat.  ve- 
ritas,  vcrum.  Gr.  à>yjr£ta,  to'  aiiià^;. 
JJut.  Lo  vero  è  obbietlu  dello  'nlelletloj 
e  come  l;i  cosa  veduta  è  ulibielto  del  ve- 
dere ,  e  non  si  può  comprendere  &ensa 
meno  della  luce;  cosi  lo  vero  non  si  può 
comprender  d.illo  'utelleito  se  non  per 
mezzo  del  lume  naturale,  lo  quale  è  mes- 
so neir  anima  da  Dio.  /Jocc.  nov.  79.  6. 
Egli  è  il  vero  ,  che  '1  mio  compagno  ed 
io  viviamo  cosi  lictameute .  Dant.  Par. 
2.  Fia  per  se  nulo,  A  guisa  del  ver  pri- 
mo ,  che  r  uom  crede,  /i  IO.  Che  se  'I 
vero  è  vero,  A  veder  tanto  non  surse  il 
secondo.  fC  appres.to:  Sillogìizò  invidiosi 
veri.  Detr.  .-con.  l35.  lo,  che  lalor  men- 
zogna ,  e  talor  vero  llu  ritrovato  le  pa- 
role sue  ,  Kon  so  se  '1  creda  .  Boez.  G. 
S.  Chi  a  due  ver  tante  battaglie  involve? 
/•.'appresso.-  Ovvero  e,  rlie  discoidia  uuu 
lace  I  veri  star  di  lungi.  Boez.  l'arch.  5. 
rim.  3.  Qual  Dio  tal  guerra  tra  due  veri 
pone,  ec. 

#  5.  I.  Dire  vero,  o  il  iero,  vale  fia- 
gionare  con  fondamento  di  verità  ,  Dar- 
lare  .fecondo  verità  ,  e  sema  mentire . 
u  Bocc.  nov.  79.  20.  Per  certo  voi  dite 
'l  vero,  disse  Bruno.  But.  Mostrava  che 
dicesse  vero  j  impcrocchi;  '1  vero  si  dice 
co»  ardire.  Sen.  Ben.  I  arch.  6.  3|.  Woi 
Don  tiovemo  pensare  che  Agrippa  e  Me- 
cenate soli  gli  dicessero  il  vero  ,  i  quali 
se  TÌ%uti  fiisicro  ,  sarebhono  aocora  essi 
itati  dÌMÌmulalori  ».  ^  V^ 

*  §.  II.  thre  il  vero  ,  figiiralam.  di- 
cesi d'  Ogni  cosa  che  secondo  l'esser  suo 
tenga  del  buono,  dell'  eccellente,  del  per- 
fetto .  '^'agg.  nat.  esp.  2.  E  dunque  ne- 
cessario si  per  questa  esperìenta  ec.  »ì  per 
altre  ec.  avere  strumenti  tali  ,  imde  pos- 
siamo assicurarci  ,  che  e*  ci  dicano  il  ve- 
ro. fC) 

Jji  §.  HI.  Dire  il  vero  ,  parlandosi  di 
alcun  "  Membro  del  corpo,  vale  Far  bene 
l'  uficio  suoj  e  i\on  dir  più  il  %'ero,  vale 
il  contrario  .  Malm.  10.  23.  Fa  prova , 
gii  discesa  dal  destriero,  Se  le  gambe  le 


VER 

dicco  meglio  il  vero  ■  Lasc.  Spir.  3.  |. 
Ora  m'avveggio  io  ch'io  sono  invecchia- 
to ,  che  le  gambe  non  mi  dicono  più  il 
vero.  (CJ 

§.  IV.  T'ero  è,  È  ben  vero  che,  e  si- 
mili, vagliano  Tuttavia,  J\'on  per  tanto, 
■\ondimeno .  //ant.  Par.  I.  Vero  è,  che 
come  forma  non  s'  accorda  Molle  fiale  al- 
la 'ntenziun  dell'aite,  ec.  $  Bocc.  nov. 
10-  4-  E  il  vero,  che  cosi  come  oell*  al- 
tre cose  ,  è  in  questa  da  riguardare  e  il 
tempo  ,  e  Ìl  luogo  »  e  con  cui  si  favcl- 
la.  {/  J 

*  §•  V.  .\on  fu  vero,  in  forza  dì  .\on 
ci  fu  verso,  o  simile.  JVov.  ant.  78.  An- 
dò caendo  colui  ,  a  chi  1'  avea  data:  non 
fu  vero  ,  che  mai  il  trovasse.  { T'J 

•f-  g.  VI.  Salvo  il  \cro  ,  maniera  che 
si  usa  Quando  nel  raccontar  checchessia 
si  può  dubitare  che  il  fatto  stia  altra- 
mente.   /'.   SALVO,  i;.   V.   fCj 

*  §.  Vn.  L  vagita  ìl  vero,  o  simili, 
maniera  delia  quale  altri  si  serve  allor- 
ché nel  ragionare  vuol  venire  alle  prave 
di  quello  che  ha  affermato  .  Hip.  Impr. 
23l.  Guatale  ora  wn  s*  ì'  ho  avuto  giù- 
diiio  ,  io  non  dico  per  lodarmi;  vaglia  a 
dire  '1  vero.  (C) 

%.  Vili,  in  vero  ,  e  Da  vero  ,  posti 
avverbialm. ,  vagliano  ì'eramente  .  Lat. 
vere.  Gr.  à.»TiZtày.  Bocc.  nov.  77.  38. 
Li  quali  Ìo  nel  vero  non  seppi  bagnare 
di  Ligrime  .  l-'ir.  Disc.  an.  9.  Ma  gnar- 
daudulo  fi&o  nel  Vidto,  per  vedere  se  egli 
diceva  da  vero,  ec.  /  arch.  Stor.  |5.  Ha 
detto  sempre,  e  dice,  che  ella  fu  più  che 
da  vero,  t  ecc/i.  .ìtogl.  4-  li.  Io  sto  A 
veder  se  voi  dite  pur  da  vero.  lied.  Dì- 
tir.  18.  EU'  è  da  vero  ,  eli'  è  ;  Arrostala 
un  po'  in  qua,  E  colmane  per  me  Quella 
gran  coiq>a  là. 

^  §.  IX.  /'er  tvro,  lo  stesso  che  Da 
senno  .  /  it.  SS.  Ì'ad.  2.  2^2.  Tu  credi 
forse  che  10  ti  dicessi  per  vero  ,  che  lu 
facessi  carilade  a  quei  poveri  ;  ma  credi- 
mi, che  per  giuoco  e  sollauo  il  li  dis- 
si. (V) 

§.  X.  Diciamo  in  proverò.  Ogni  l'Cro 
non  è  ben  detto j  e  vale,  che  Talvolta  giova 
tacere  /a  verità. 

§.  XI.  /■,"  parimente .'  /l  vero  non  h^t 
risposta  j  al  quale  allude  /'  Ar .  f-'ur . 
21.  69.  Perche  non  ben  ris|>osla  al  vero 
dassi  ■ 

3  VERO.  Add.  Che  contiene  in  s*  ve- 
rità. Lat.  verus.  Gr.  a>«3'.'>-  Bocc.  nov. 
60-  22.  Vera  rosa  è.  che  io  porto  la  penna 
dell'agnolo  Gabriellu.  /','  nov.  96.  17.  R 
tanto  più  r  aOlisvero  ,  quanto  più  vere  le 
conoscea.  Amet.  6t).  Io  diro  forse  cosa  non 
credibil.nia  \era.  £"86.  Maiavigliose  e  ve- 
re reputarono  le  parole  del  patlante  Acfai- 
mcnìde.  Bim.  ant.  Cin.  37.  i  a  fama  sua 
al  mondo  e  viva  ,  e  vera  .  iìoes.  C.  S 
12.  Ed  era  usalo  di  cercar  le  %ere  ca- 
gioni .  #  Gal.  Gali.  2^-  Avendomi  lo- 
dalo lo  scrivere  come  siogolar  meno  per 
far  conoscere  il  vero  da)  falso  ,  le  reali 
dalle  apparenti  ragioni    (Cf 

f  §.  I.  fero,  talora  vale  Legittimo . 
Bocc.  nov.  3.  8.  Si  rimase  U  qui^1iune  , 
qual  fosse  il  vero  erede  del  padre  ,  in 
penilenle . 

*  g.  Il  Vero,  vaie  anche  Unico  e 
Principale,  m  tìocc.  nov.  95.  io.  Non  ti 
sia  noia  d*  aprirmi  la  vera  ca&Ìoae  ,  che 
qu!  a  cosi  falla  ora  v'  ha  Ulta  veni* 
re  H.  CO 

^  §.  III.  l'ero,  vale  anche  Che  ha 
tutte  le  qualità  essenziali  alla  sua  natu- 
ra; Che  e  in  realtà  quello  che  altri  dèce 
es.tere  j    ed   in    questo    senso    si  prepone 

I  ordinariamente  al  sostantivo.  S-  Ai!^-ft. 
C.  /'.  Li  Ciiklianì  veneratori  del  vero 
Dio,  e  desidcratori  della  superna  patria, 
da  questa    scellcrateaia    si    guardcranao . 


f 


VER 

Varch.  Giuoc.  Piti.  L*  uso  è  quello  che 
fc  il  vero  maestro.  Cutcc.  S(or.  io.  123. 
CoDsiderasse  quanlo  pregiuditio  potesse 
esssere  alla  Sedia  Apo:ilolica  e  a  se  alie- 
Dirù  dagli  amici  veri  e  fedeli»  peradcti- 
re  agi*  inimici  ricoocìliati.  (i'j 

^  §.  IV.  /  erOf  talora  si  usa  in  forza 
à"  avverb.  e  vaie  f  emmfnte.  t'r.  Ctoni. 
%52.  Il  fìgliuulo  di  Dio  non  esce  vero 
dal  Padre,  uè  il  Pudre  d^l  figliuolo  ,  ma 
il  Padlre  è  nel  Figliuolo  ,  e  il  Figliuolo 
h  Del  Padre  .  l^'it.  S.  M.  3/adJ.  49.  E 
dicevano  :  vero  costui  ene  Figliuolo  di 
Dio.  ì  it.  S.  Domit.  285.  MoD  daunano 
però  i  Cristiaui  il  matrimomo,  coociossia- 
cosacbè  il  nostro  maestro  1'  approvò  vero 
una  volta ,  quando  andò  alle  noite.  ( l  ) 

VERO^CELLO.  Iiccol  verone.  Bern. 
Ori.  3.  7.  17.  Di  sopra  aveva  un  veron- 
cello  adorno  Con  colonnelle  d*  ambra  e  di 
cristalli . 

VERO.\E.  Terrazzo^  o  Loggia.  Lat. 
manianum*  lìocc.  nov.  44-  7-  '«  farei  vo- 
lentieri fare  uu  letticello  in  sul  vcroae  che 
è  allato  alla  bua  camera  ,  e  sopra  il  suo 
giardino,  h  nmn.  9.  Serralo  uo  uscio  che 
della  sua  camera  andava  supia  '1  verone, 
similmenle  se  d'  andò  a  dormire  .  Bern. 
Ori.  2.  28.  l3.  Slava  Agraniaule  ia  quel 
tempo  a  danzare  Tra  belle  donne  sopra 
ad  UD  verone.  Alani.  Gir:  li.  78.  Dì  ve- 
rone in  %eroo  per  man  mi  mena.  Bemb. 
Asci.  I-  8.  (Quindi  da*  piedi  e  ddlle  pa- 
role portale  ,  ad  uu  verone  perveonero  . 
Ar.  Fur.  5.  9.  Si  può  di  quella  in  su 
un  verone  eotrare  ,  Che  fuor  del  muro 
al  discoperto  uscia.  E  st.  47.  Sopra  il  ve- 
ron,  che  in  modo  era  localo.  Che  mi  sco- 
prìa  dinauzi  e  d'  ogni  lato.  Malm.  7.  ^8. 
eh'  una  cuffia,  eh'  e'  vegj;a  a  un  verone, 
Di  posta  corre  a  far  lo  spasimalo. 

Sr  §.  Verone,  tra  gli  uomini  di  carn- 
pai'na  ,  si  dice  ad  un  piccot  terrazzo  co- 
perto, nel  quale  termina  la  scala  di  fuo- 
ri,  e  per  cui  s'entra  nel  secondo  piano 
della  casa.   Baldm.    Voc   Vis.   (JJ 

*  VEROSIMILE.  SusL  lo  stesso  che 
f'erisimtle  .  Bus.  175.  E  non  è  verosi- 
mile ,  che  quello  che  io  ho  tutto  tempo 
di  mia  vita  guardalo  ,  eh'  io  mettessi  al 
niente.  Plut.  Jdr.  Op.  mar.  i.  390.  S' 
esamini  qual  de'  nostri  delti  e  falli  ec. 
porse  la  somiglianza  e  '1  verosimile  a  tal 
calunnia.  (C) 

•f  VERRETTA.  Freccia  a  foggia  di 
piccolo  spiede  ,  da  lanciar  con  mano  ,  o 
colle  balestre j  P  errettone.  Morg.  1.  63. 
Dall'  allro  lato  passo  la  verretta,  Onde  '1 
cignal  giù  morto  gamlietlava. 

•f  VEhRETTO^li  .  Crossa  verretta 
che  si  tirava  colla  balestra  .  Lat.  veru- 
tuTti.  Gr.  to'  ^f-cf-x'^y  '^'^^  ®S^  ^e'ioi.  G. 
r.  12.  20.  5.  Comliattendo  però  franca- 
maule  il  serraglio,  molli  ve  d'  eMie  fediti 
di  sassi,  e  di  veri  elioni  di  balestra.  E 
12.  66.  3.  Cominciare  a  saettare  con  lo- 
ro verrettoni.  Cron.  Mordi.  286.  Tu  ve- 
devi di  continovo  dugenlo  verrettoni  Dell' 
aria.  Frane.  Sacch.  nov.  36-  Saettòe  uno 
verrettone  verso  il  greto  d'  Arno.  E  ap- 
presso: Con  meno  di  cinquanta  verretto- 
ni si  sconfi^gerclibono  li  nimici  .  Morg. 
10.   4^-  Avea  nel  capo  cento  verrettoni. 

•f  VERRICELLO  -  Macchina  a  vite 
per  sollevare  con  mediocre  forza  gravi  pe- 
si. È  anche  una  specie  di  argano.  Buon. 
Fier.  2.  4-  l5.  Argani,  verricelli,  e  ta- 
glie, e  conii. 

*  VERRINARE.  Term.  di  Marineria. 
Traforare,  Bucherare,  Foracchiare.  Lai. 
perforare.  Gr.  Tpunàv  .  Red.  Oss.  an. 
60.  Quei  moltissimi  e  lunghi  tarli  ec.  le 
rodono  (  le  navi  >  j  le  trivellano  ,  e  ,  per 
valermi  d*  un  vocal'olo  maiinare^co  ,  le 
verrinano.  (*)  E  lelt.  in  Magni,  voi.  1. 
pag.  243.  (  Fir.  1769  )  Voglio  favellare 
VocabolariQ  T.  //. 


VER 

di  quei  vermi  o  tarli  che  rodono  le  ta- 
vole delle  navi,  e,  per  valermi  d'un  vo. 
cabolo  marinaresco,  le  \eriinjno  coti  gran- 
dissimo danno  delle  navi  medesime  .  (l/J 
VhRRO-  l'orco  non  castrato.  Lai.  ver- 
res  .  Gr.  X^^P^^  •  f^"^^^^'  Fibbr.  38.  1 
verri  aguale  si  debbono  congiugnere  alle 
troie  per  generare.  M.  V.  II.  35.  Di- 
sperando, ionie  un  verro  accanalo  si  di- 
rizzo a  Oiuvacihinu  .  Uitfam.  2.  I.  Che 
stava  alla  difesa  come  un  veiro  .  Buon. 
Fier.  5.  5.  6.  Fusser  tolti  a  un  asino,  o 
a  un  verro. 

VERRUCA.  V.  L.  Porro,  nel  signi/ìc. 
del  §.  XI.  Lat.  verruca  .  (ir.  c/'x.fOX'  P- 
OCj'v  .  Cr.  6.  95.  4-  *-3  pouelìana  di  ^ua 
proprietà  eradica  le  verruche,  se  si  stio- 
picceraono  con  essa. 

V  VERRUCANA.  Aome  volgare  di  una 
spezie  di  p.etra  ,  di  cui  si  fanno  le  maci- 
ne degli  edifzii  da  olio.  (y4j 

VERRLTO  .  r.  A.  Sorta  di  dardo. 
Lat.  veru.  Or.  o^ù-ó^.  liv.  M.  il  Con- 
solo era  ferito  d'  un  verruto  nella  spalla 
manca,  che  poco  meno  avea  passato  d'ol- 
tre in  oltre  .  /  ee;ez.  Verr'a  a  combattei  e 
colle  pila  ,  cioè  verruti»  e  a  mano  a  man 
colle    spade . 

VLRSACCIO  .  Peggiorai,  di  Verso j 
Verso  cattivo  ,  Lib.  San.  108.  A  te  ri- 
spondo questa  volta  sola  A  motti  tuoi 
versacci  iu  gelatina.  ^  Uerit.  leti.  Sì  che 
palavi  per  un  zucchero  a  vostra  posta  , 
che  V*  abbi  scritti  questi  qualUo  versacci 
così    a  mal  in  corpo.  fCj 

VERS.^MEN  1  O.  Il  ver.inre. 
•f  *  VERSANTE.  Che  versa.  Che 
spande.  Saìvin.  Odiss.  IO.  532.  Trovai 
di  poi  Nella  veloce  nave  i  grati  sozii  Com- 
passionevolmente lamentaiitisi ,  Versami 
calde  ed  abboodaulì   lagiirae.  (A) 

VER^ARE.  l  are  uscir  fuori  quello  che 
è  dentro  a  vaso,  sacco,  o  a  cosa  simile, 
rovesciandolo  ,  0  facendolo  traboccare  ,  o 
spargendolo  in  altra  maniera.  Lat.  effun- 
dere  ,  spargere.  Gr.  fi/jjéiiv,  ix.y-j'iiit  . 
.ToV.  ant.  83.  4-  Tulle  le  noci  lece  ver- 
sare per  la  sala,  e  poi  a  una  a  uua  jjliele 
facea  ricogliere,  e  nmetler  nel  sacco.  Al- 
bert, cap.  6.  A'  bisognosi,  e  non  alli  ric- 
chi, dee  fcovveniisi,  perciocché  versa  chi 
mette  in  pieno.  / etr.  soa.  2o3.  L*  una 
pia^^a  arde  ,  e  versa  foco  e.  6amma  .  E 
238.  A  che  pur  versi  Degli  occhi  tristi 
un  doloroso  6ume  ? 

^  §.  I.  £  in  signifc.  att,  per  Gettar 
fuori.  Buon.  lier.  4-  5.  3.  E  1'  interesse 
r  alma  interessala  Versò  ,  poiché  la  fede 
anche  1'  offese.  (C) 

§.  II.  Jn  signifc.  neutr.  per  Traboc- 
care .  tv.  4-  -J'-  3'  l-a  bocca  del  lesto 
tura,  o  di  altro  vaso,  e  inchinalo,  ch^ 
e'  versi.  E  cap.  29.  I.  Immaginar  si  con- 
viene quanto  il  mosto  a  bollire  crescer 
possa,  acciocché  di  sopra  non  versi  *  far. 
En.  Itb.  7.  Quando  V  onda  più  ferve  e 
spuma  e  versa,  E  U  suo  negro  vapore  a 
r  aura  esala.    (Brj 

g.  Ut.  Versare,  per  BovCiCiare.  Gtiid. 
G.  Assalìo  Antenore,  e  si  forte  il  costrinse, 
che  egli  il   versòc  da  cavallo. 

g.  IV.  Figuratam.  Boez.  Varch.  4- 
pros .  5.  Conciossiacosaché  la  Lealitudme 
di  coloro  che  reggono  si  trasfonde,  e  ver- 
sa in  un  certo  mudo  ne' popoli  sudditi,  e 
circonvicini.  Borgk.  Fir.  dtsf.  252.  Kon 
si  debbe  versare  la  colpa  tutta  addosso  a 
questi  nostri  scrittori  .  far.  lelt.  \.  60 
Tanta  liberalità,  con  quanta  5.  S.  Reve- 
rendissima si  versa  sopra  di  me  ,  non  è 
cosi  conveniente  alla  indegnità  mia,  come 
alla  sua  grandezza. 

*  §■  V.  Versare,  per  Stare  ,  Consi- 
stere. Cavale.  Med.  Cuor.  37.  È  alcuna 
ira  che  1*  nomo  hae  dentro,  ed  è  alcuna 
che  si  mostra  in  parole  ,  ed   alcun'  altra 


VER 


>697 


che  ti  versa  ìn  fare  molti  mali.  (V)  Ar. 
Fur.  38.  38  E  qui  si  versa  il  caso  mio; 
rb'  errai  A  lasciar  d^  arme  V  Africa  sfor- 
nita, (l'è) 

§.  VI.  Versare,  si  dicono  anche  i  va- 
si, o  cose  simili,  quando  1  liquori,  o  al- 
tre cose  Jlitssibili,  escono  per  le  rotture 
di  essi.  Biirch.  2.  6.  Ma  cocitura  par  di 
marron  lessi,  E  non  si  versa  mai  ne'  bic- 
chier fessi.  ^  Dav.  lete.  Se  it  Lupicino  è 
costi  ec.  lo  ricerchi  di  qualche  impiastro, 
o  ricetta  ,  per  dare  sopra  allo  intonacato 
a  certi  canali  per  vendemmia  ec.  che  gio- 
vassero non  solamente  al  non  versare,  ma 
alla  crudezza  della  calciua.  1  C) 

g.  VII.  /  ersare,  figuratam,,  per  Con- 
sumare, Spendere  prodigamele.  Scialac- 
quare. Lai.  prodigere  ,  proftindere  .  Gr. 
xo:T0'-va)i'5/:»v,  /aravaio^v.  Albert,  cap. 
38-  Molti  hanno  versato  lo  loro  patrìmo* 
nio  ,  non  consigliatamente  distribuendo  . 
Clini.  G.  Le  sue  ofleite  in  grande  ab- 
bondanza d'  oro  e  d'  argento  con  dismi- 
surala larghezza  versòe. 

g.  Vili.  Versarsi  ,  neutr.  pass.,  per 
adirarsi  subitamente  ,  e  furiosamente  . 
Lat.  graviler  indignari.  Gr.  ^y.ziùi^  opyi- 
CìsSai.  Cavale.  Frult .  Itng.  Fogniamo 
che  per  allora  paiano  pacÌ6ci;  se  adiviene 
che  sieno  messi  alla  pvuuva,  incontanen- 
te si  versano,  e  mostiano  il  veleno  che 
hanno  dentro,  l'ranc.  Sacch.  nov.  48.  Di 
che  Lapaccio  si  comincia  a  versare  dicen- 
do :  deh  morto  sii  tu  a  ghiado,  che  tu  dei 
essere  uno  lubaldo.  v  Tac.  Dav.  Ann. 
1.  7.  Contro  Alerio  si  versò  immanti- 
nente: a  Scavro  più  inviperaio  non  rispo- 
se. (Dì 

^'  §.  IX.  Versarsi  ia  alcuno  ,  vale 
porsi  in  suo  arbitrio  ,  e  volontà,  Com- 
metterglisi.  Med.  Aib.  Cr.  48.  Io  mi  ri- 
metto tutta  nelle  tue  braccia  ,  e  versomi 
in   te.   (C) 

-\'  g.  X-  Versare,  per  Cangiare,  al 
modo  de  Latini.  Dant.  canz.  (Tre  donne 
intorno  al  cor  mi  son  venute,  ec.)  L'esì- 
lio che  m*  è  dato  ,  a  onor  mi  legno  ;  E 
se  giudizio  o  forza  di  destino  Vuol  pur 
che  il  mondo  versi  I  bianchi  fiori  in 
versi,  Cader  tra'  buoni  è  pur  dì  lode  de- 
gno. (M) 

^  g.  XI.  Versare,  per  Volgere.  Lai. 
versare.  Ar.  Fur.  45.  4-  ^*  vede  per  gli 
esempi  ec.  Che  'l  ben  va  dietro  al  male, 
e  1  male  al  bene  ec. ,  E  che  Gdarsi  all' 
uom  non  si  conviene  ec.  ,  >è  disperarsi 
per  fortuna  avversa,  Che  sempre  la  sua 
ruota  in  giro  versa.  (M) 

•f  -^  VERSATILE.  Jdd.  Che  può 
volgersi  e  rÌvolf;ersi,  Cirevolej  e  figura- 
tam. Maneggevole,  Pieghevole.  Per  lo  più 
si  due  di  cose  morali  .  Marchett.  Liicr. 
5.  2l38.  I  vigilanti  Globi  del  Sole  e  della 
Luna  intorno  Girando,  e  compartendo  il 
proprio  lume  Al  gran  tempio  versatile  del 
mondo,  Agli  uomini  insegnar  come  dell 
anno  Sì  vol};an  le  stagioni.  (^J 

•f  *  VERSATILITÀ'.  T-  L.  Quali- 
tà di  ciò  che  e  versatile  .  Lat.  *versatilitas. 
Gr.  su'JTpscta.  Sali  in.  Pros.  2'osc.  I. 
494-  Benchi:  in  alcuni  (  animali  )  certe 
oinie  di  ragione  in  lontananza  n  appaia- 
no, pure  per  infinito  sp.izìo  distanti  sono 
dalla  celerilà  e  soltigliezza  e  versalilità  e 
fecondità  dell'  umaoo,  per  cosi  dire,  crea- 
tore ingegno.  {') 

VERSATISSIMO.  Superi,  di  Versato. 
Pratichissimo,  Espertissimo.  Fr.  Giord. 
Fred.  B.  Religioso  mollo  esemplare  ,  e 
versatissjmo  per  quel  secolo  nelle  lettere 
sacre.  Bed.  Vip.  I.  25.  Mollo  mi  mara- 
viglio che  ec.  Marco  Aurelio  Severino  , 
versalissimo,  nella  cognizione  delle  vipe- 
re, ed    esperinienlalissinio,  dica  ec. 

VERSATO.   Add.    da    Versare.  Lat. 
sparsus,effusus.   Gr.  s'czzc/ig'voc.  Bocc. 
2l3 


1698 


VER 


ROf.  35.  II.  Vollero  vedere  che  dentro  vi 
fosse;  e  venata  la  terra,  videro  il  drappo. 
K  nov.  Aj-  18.  Che  direste  voi,  maestro, 
d'  uoa  gran  cosa  ,  quando  d'  uoa  guasta- 
detta  d'  acqua  versala  r<ite  sì  gran  rumo- 
re? E  nov.  71.  7.  Io  voglio  veder  quanti 
tono;  e  versatigli  sopra  una  tavola,  e  tro- 
vatigli esser  dugento,  seco  forte  cooleola 
gli  rispose.  Lah.  293.  Come  v'eri  per  me- 
co, che  l'acqua  versata  dopo  le  trcT 

•f  §.  I.  Per  Pratico^  Esperto.  Lat.  iW- 
tattti .  Gr.  ;^7r;tj30;  ,  fXt-'str,ix'ji-t .  Ir. 
Giord.  Pred.  fi.  Religioso  molto  versato 
nelle  sante  scritture  .  #  Castigl.  Cortte- 
l.  2.  Tra  gli  uomini  noliili  e  versati  nelle 
corti  e  neir  arme  ,  e  nelle  lettere  ec.  so* 
nosi  lasciate  molte  parole.  (Dj  Gal.  Sist. 
46.  Toglietevi  pur  giù  dal  pensiero  e  dalla 
speranza  che  voi  avete,  che  possano  esser 
uomini  laolo  più  dotti,  eruditi,  e  versati 
De' libri,  che  non  siamo  noi  altri. 

#  ^.  II.  yersatOf  per  l'oUato  su  t  più. 
Ar,  Fur.  3o.  23.  E  dentro  un'urna  quel- 
li hanno  rincliiusi,  Versati  molto  e  soxzo- 
pra  confusi  (  qui  parlasi  di  brevi  rime- 
scolati in   un'urna).   (M) 

VERSATOLE.  Che  versa.  Lib.  Astrai. 
La  prima  di  quelle,  che  sono  dentro  dal- 
la forma  si  è  quella  che  è  nel  capo  del 
Tertalor  dell'  acqua  (qui  per  lo  segno  ce- 
leste detto  Aquario). 

VERSEGGIARE.  Far  versi.  Lai.  i-er- 
sijìcari ,  poetari.  Gr.  eTroTTOis*-.»,  pa-^w- 
év.v.  Tae.  Dav.  Ann.  x3.  i6ì.  Semi  di 
dottrina  mostrava  nel  verseggiare,  lìemh. 
pros.  I.  l5.  Il  verseggiare  con  essa  ,  ed 
il  rimare  a  qual  tempo  incominciò,  e  da 
quale  nuziodt  si  prese  egli  ?  Allrg.  io3. 
E  di  qua  veo^a,  che  ciascun  verseggia  In 
casa  vdstra  con  manco  fatica,  Che  non  fa 
la  mia  fante  una  coreggia  .  farcii.  Fr- 
col.  5l.  poetare  ,  o  poetef^giare  s'  usano 
non  st)laniente  per  iscrii-erc  in  versi,  che 
noi  diciamo  verseggiare ,  e  più  lalina- 
raente  versificare ,  ma  propriamente  rima- 
re. 

•f  #  VERSEGGIATORE  .  Ferhal. 
niasc.  Clic,  0  Chi  verseggia.  Versifica- 
tare  .  Uden.  Xis.  5.  18.  Versi  ce.  com- 
pilati con  un  certo  ritmo  ec,  secondo  il 
genio  e  1'  ingegno  de'  verseggiatori.  (A) 
ò'egner.  Paneg.  S.  Mef.  Quell'acuto  ver- 
seggiatore, non  so  se  più  nelle  cose  serie 
maestoso,  o  nelle  giocose  festevole,  o  nelle 
satiriche  amaro  ,  ce.  (Mj  Pallav.  Tratt. 
•S'til.  rap.  25.  In  tali  composizioni  non 
sar^  liiasimevfde  descriver  V  aurora  ce.  o 
la  prim.itera  co' viaggi  di  quelle  comunit'a 
che  in  tal  tempo  da  varii  luoghi  sogliono 
congregarsi,  rome  fu  un  ec  faceto  verseg- 
giatore, (fi) 

•f  *  VERSEGGIATURA.  Propria- 
mente Maniera  di  vera  ggiare  .  Bellìn. 
Cic.  in  flucch,  16.  l'ero  stasera  vi  cica- 
lerà verseggiando,  e  la  sua  verseggiatura 
sari  UDO  di  certi  suoi  due  procmii  ch'egli 
ha  fatti  'qui  è  preso  per  Lo  stesso  com- 
ponimentu  poetico  ,  mn  schenevolmen- 
tej,  (A) 

*  VERSERELLO.  Pim.  di  Verso; 
Versetto,  I  ersiccìiiolo,  f'ersuizo.  fìellin. 
Leti.  4*  1*  274-  Lasciamo  pur  campare 
quel  povero  verserello,  e  lilieriamolo  ,  0 
assolvi.imolo  da  ogni  accusa.  (Ci 

VERSETTO.  Dim.  di  f'erjto.  Lat. 
versictilus.  Gr.  art^iflifl^-  Coli.  SS.  Pad. 
La  qual  rosa  leggiamo  che  *1  Profeta  di- 
ce per  uno  versetto  nianifeslainrnle.  Cron. 
Itforell.  35l.  Riguardava  qurst«t  ucccllu  , 
aspettando  che  esso  s*  apuress.isse  verso 
lue,  o  che  esso  cantasse  un  altro  XTsel- 
lo.  Lih.  Son.  20.  E'  piovon  giù  dal  cicl 
versi  e  versetti  ,  Come  piovve  la  manna 
nel   diserto. 

^  g.  Versetto  ,  Trrm.  degtt  I\ccle$iii- 
stiri.    Parole  ordinariamtnte  tratte  dalla 


VER 

sacra  Scrittura ,  che  si  dicono  0  si  can* 
tana  nell'  Offjzio  delia  Chiesa  general- 
mente dopo  I  Capitoli  e  gì'  Inni  prima 
del  Pesponsoho  ,  e  dopo  il  Hetpvntorio 
in  Jiue  delle  f.ez'oni.  Dicesi  anche  a  quei 
piccoli  periodi  o  membri,  ne'  quali  si  di- 
vidono i  Capitoli  della  sarra  Scrittura,  e 
cfte  contengono  per  lo  più  un  senso  com- 
piuto. (A)  Guicc.  Star.  a.  67.  Soliti  a  in- 
terpretare ,  che  <yuel  versetto  del  salmo 
che  contiene  che  in  tutta  la  terra  usci  il 
suono  loro  ,  e  nei  conBni  del  mund»  le 
parole  loro  ,  significasse  che  la  fede  di 
Cristo  fosse  per  la  borea  degli  A[K>stoti 
penetrala   per   tutto   il   mondo.    ( l.) 

VERSICCIUULO  .  /iim.  di  /  erso  j 
Piccolo  versetto  .  Lat.  versiculus  .  Gr. 
sri^'oiov.  Hocc.  f.ett.  Pr.  .s.  Ap.  MA. 
Lui  sjieise  volte  veggiamo  intra'  più  som- 
mi sedere  e  parlare  ec. .  ed  alcuna  volta 
mandare  fuori  alcuni*  parole  che  sanno  un 
poco  di  gramalira,  liliri  palesemente  tras- 
sinarc,  e  leggere  alcuni  ver*icciuoli. 

*  VEHSH:ULO.  Versetto,  Versicciito. 
lo.  Biit.  proem.  Ciascuno  canto  si  divide 
ne'  suoi  rilimi  ,  e  gli  ritimi  nei  versicult 
(  così  legge  il  Vocabol.  alla  voce  RITI- 
MO).  (li) 

*  §.  Ti  per  Terzetto,  o  Tenina.  Ott. 
Com.  fnf.  17.  317.  Dice  nella  fine  di  que- 
sto versiculo  che  vide  gente  ec.  sedere  in 
sulla  rena    fC) 

5  VERSIERA.  I^ome finto  di  un  De- 
monio, tìforg.  5.  t\z.  Hai  tu  veduto  Co- 
stui, che  certo  la  versiera  6a?  fìern.  (h-l. 
3.  7.  55.  Come  il  diavol  si  fugge  ,  o  la 
versiera . 

'«'  §.  I-  Versiera,  talora  dicesi  di  Per- 
sona Cattila,  e  maliziosa .  m  Fir,  Trin. 
I.  2.  E  che  si,  che  questa  versiera  forra 
pigliar  due  fave  con  una  colomba  »•?  (S) 

^  g.  IL  Versiera,  talora  si  pi-^lia  per 
Traversia ,  Disgrazia,  0  simile,  m  J^falm. 
8.  I.  Alille  disgrazie  pos.iono  accatlerc  ^ 
Mille  malanni,  diavoli  e  versiere  ».  ^('> 

VERSIFICARE.  Compor  versi.  Lat. 
versificare,  versus  facere.  Gr.  i'-0T5ttìv, 
p'x-ìfùìòù-i.  G.  V.  9.  i35.  2.  Fu  sommo 
poeta  e  Glusofo,  e  retlorico  perfetto,  tanto 
in  dittare  e  versificare  ,  come  tn  aringa 
parlare.  Lah.  168.  E  quivi  stando,  ope- 
rando e  versificando,  esercitar  lo  'nge^no. 
fMtlam.  6.  3.  Indaruo  qui  la  mia  penna 
versifica.  Varch.  Frcol.  5l.  Poetare,  o 
poeteggiare  s'  usano  non  solamente  per 
iscrivere  in  versi  ,  che  noi  diciamo  trr- 
seggio  re ,  e  più  Ialinamente  versificare, 
ma  propriamente  rimare,  ec. 

^  3-  P^*"  Spiegare,  Fsporre,  J^cr vi- 
vere in  versi.  Ott.  Com.  f'urg.  Si.  55»). 
Mostrossi  tale,  che  qualunque  poeta  fu 
mai  più  suflìccnte ,  greco,  o  latino,  par- 
rebbe a*ere  la  mente  e  lo  inlcllclto  ini. 
pedito,  se  li  volesse  versificare  quale  ella 
parve.  /Ti'ar.  18.  120  Invoca  l'allas  ce. 
che  lo  inlumini  a  sapere  e  potere  versi- 
ficare le  figure  che  di  se  faceano  quelle 
anime  licate.   (C) 

*  VERSIFICATO.  Componimento  m 
versi.  Cuidott.  Reti.  Tuli.  pag.  5.  (fio. 
fogna  182.))  E,  come  conlaremo  per  lo 
'noanii  nel  versificato  che  fece  il  grande 
poeta  Virgilio ,  e  nel  tempo  che  fu  ec.  (Li) 

t  VERSIFICATORE.  Verhal.  masc. 
Che,  o  Chi  fa  versi.  Lat.  versificator . 
Gr.  i'tottoio's.  Bocc.  no*:  7.  6.  Fu  oltre 
ad  ogni  altro  grande  e  presto  versificato- 
re. Ott.  Com.  Par.  31.678  la  qual  de- 
scrizione assai  h  sofBcente  a  trallarr  a  ver- 
sificatore, ovvero  poeta,  /led.  Vip.  1.  36. 
Cnmr  noi  veiiiamo  al  d)  d'oggi  molli  ver- 
sificatori sovvenir  loro  qualche  itrnvirrn 
che  abbia  del  pellegrino  e  ilrl  frizzante  a* 
b>r<)  gusti  ,  VI  adattano  subito  il  concetto 
per  un  sonetto.  F  86  Un  greco  versifi- 
catore, detto  Manuel  File  ce.  ,  tulio  ciò 


TER 

descrive.  Varch.  Ercol.  269.  Versificato- 
re è  nome  vile,  e  di  dispregio  rispetto  al 
poeta  ;  perchè  sebbene  ogni  {>oeta  «  ne- 
cessariamcnle  versificatore  ,  non  peicio  si 
converte  e  rivolge,  che  ogni  versificatore 
sia  poeta.  *  fiuon.  Fier.  5.  ^.  6.  Dichia- 
rando fra  questi  1  sollatzevol  versificatori 
E  i  satirici  buon  non  dover  porsi ,  Che 
giusta  in  ben  conun  fanno  altmi  guer- 
ra. (Bt 

•f  *  VERSIFICATORELLO-  Dim.  di 
Versificatore .  Sfagni,  f.ett.  scient.  pag. 
l^-;.  (  unsideri  V.  F.  quanti  componimenti 
di  poeti  si  trovano  in  morte  di  bestie  ec  , 
e  se  V*  è  versificaiorello  che  alibia  un  pò* 
di  straccio  di  cicisbea,  alla  quale  mureàdo 
o  li  micino  ,  o  ec.  ,  non  faccia  snbito  V 
epinicio.    (A) 

•^  *  VERSIFICATORIAMENTE.  Av- 
verò, tn  modo  versificatorio.  (JdeH,  Nis. 
4-  25.  Avea  ritratto  un  abito  srieoUficu 
di  far  versi  e  d'  improvvisare  versificalo- 
riamente  con  quella  tacilità  ch'avrebbe  fat- 
to  un   altro   par'ando  familiarmente.  (Af 

*!  *  VERSIFICATORIO.  Add.  Ap- 
partruente  alla  versificazione.  (Jden.  fS'is, 
5.  l8.  La  nostra  presupposiciooe,  che  gli 
antichissimi  versi  non  fossero  composti  con 
arte  ver>ificaloria,  ma  iroprovvisameote,  o 
pensatamente  compilati  con  un  certo  ritmo, 
ec  (A) 

:>  VERSIFICAZIONE.  //  l  ersifica- 
re.  (Miu) 

VERSIONE  .  Rivolgimento  .  Lat.  wr- 
sio  .  Gr.  Tsorroi  G.  V.  io.  62.  I.  Di 
ciò  fu  cagione  la  versione  di  Marlene  di 
Saturno . 

5.  Per  Traduzione .  Lat.  versio  .  Sal- 
via. Disc,  I.  219.  Non  mancarono  di  co- 
loro chr,  non  conlenti  a  quella,  una  nuova 
versione  greca  intrapresero.  F  appresso  r 
Intorno  all'anno  di  Cristo  trecento  la  ver- 
sione de'  Sellaola  finalmente  fu  emendala 
da  Luciano  Martire  e  da  Esichio.  /■.'3l8. 
Porrò  qui  il  passo,  com'  egli  e  slato  dall' 
incomparabile  abate  Regnier  nella  sua  leg- 
giadrissima  e  piena  di  (utie  le  grazie  ver- 
sii)ne  toscina  mirabilmente  voltato. 

•f  *  VERSIPELLE.  V.  L.  Add.  Fur~ 
ho  ,  Maliiioto  ,  Versato.  Salvin.  Buon. 
Fier.  5  fntrod.  \  Poppii  arsigogolantt 
ce.  TOÌ'JTpoTTOi,  che  è  il  titolo  che  dona 
Omero  ad  Ulisse;  astuto,  versipelle.  Lat. 
versutuM  ,  versipellis.  (A) 

VERSO.  Membro  di  scrittura  poetica, 
compreso  sotto  certa  misura  di  piedt  ,  o 
di  sillaf'e.  Lat.  versus,  Carmen,  metrum. 
Gr.  trco\  OTi'xoi.  iii^p-*-  Pont.  fnf.  9. 
Mirate  la  doiinna  che  s'  asconde  Sotto  '1 
velame  delli  versi  strani.  E  20.  Di  nuo- 
va pena  mì  convirn  far  versi.  Boct.  g. 
i.  />.  16.  Le  donne  gi^  mi  fur  ragione 
ai  comporre  mille  versi .  E  l  il-  Dani, 
255.  Tutti  gli  alti  degli  uomini ,  e  i  lor 
meriti,  poelicando,  volere  sotto  versi  vuU 
gjri  e  rimati  racchiudere,  floez.  (ì.  S.  g. 
Io,  che  composi  giÌ  versi,  e  cantai  Con 
istudio  fiorito,  ec.  fìoes.  Varch.  |.  rim. 
I .  Ecco  le  suore  meste  ,  e  Fel»o  stanco , 
Versi  mi  drttan  lagrtmosi.  Tac  Dav.  Ann. 
\'\.  188  Faceva  levare,  e  porre,  e  rah- 
brrciare  i  versi  suoi}  e  ben  si  paiono  allo 
siile  stentato,  rotto,  e  non  di  vena.  Ar, 
Fur.  34-  77.  Di  cicale  scoppiate  imma- 
gine hanno  Versi  che  in  laude  de'Signor 
si  fanno. 

g.  1.  Verso  retto,  a  distinzione  ilet 
Verso  intero  ,  si  dice  (Juel  verso  che  è 
più  corto  di  undici  sillalie.  Bemb.  Pros. 
I.  19.  Rilrttvaroenlo  provenzale  è  statolo 
usare  ì  versi  rotti  ;  la  quale  manza,  per- 
riocrhè  mollo  varia  in  quelli  poeti  fu  , 
che  alcuna  volta  di  Ire  sillabe  gli  fecero, 
alcuna  altra  di  quattro,  ed  ora  di  cinque 
e  d'  otto  ,  e  mollo  spesso  di  nove  ,  olirà 
quelle  di  iclte  e  d*  undici }  avvenne   che 


VER 

labe,   nou  fece.  ^ 

+  e    11     l'erso,  diciamo  anche  il  Can- 

loJ^i  .iccM.   L.t.  porr,',,...   Gr.   5T<-- 


OU 


cUi, 


Dcriliverd.  ram.  .jntanau  r<a.e>oli  ^er 
Ti  Se  da»  ano  agli  orco.h,  lol.mon.anra. 
Irfr.  c.«.  38.  1.  E  gU  augel  0...  .nc„- 
,ni„ciar  lor  ver»  .  Br.„..  Ju..e/.  i.  a^g. 
Cosi  fa  !■  UM6»uolo.  Serve  del  vmo  solo 
fi.  111.  0,.A  J....""»  "■  pro.eri.j  Opni 

««//»  Aa  </«>"• .'  -""  '■'■'■"",':•'/",: 

U.  che  Ognune  .ice  'J^y'Vs  o  Mi 
s,.a  cond...one.  Cccch  ^P\\^^'°^ll 
maraviglio  di  voi;  ogni  uccello  Uà  a  lare 

^riy"7areun.erso,.a!eFarlan,e. 
Jima  c'osa.  ìM"--]  >•  the  giorno,  e 
DOlle  sempre  fa  un  »crso. 

e  V  Icrso,  per  Ar,a  di  suono,  o  di 
cito.  Lai.  rh_y,n,us.  Gr.  P^l^'^-^'"^ 
e  6  r.  \ì  Trovarono  le  donne,  che  la- 
ferano  una  carola  ad  un  verso  .he  face- 
va la  Fiammella.  Cr.  9  77;  !»•  U«.'' 
guardalor  de"  porcr  avverar  le  l'"''.  >;^- 
che  facciano  ogni  cosa  al  verso  della  xam- 

''"rVl.    ;'er.to,  si  dice  anche  una   Biga 
discriUura.  t.  Da..  Lei!.  2.    lìacc        al 
Non  dia  omhra,  che  quel  prmio  foglio  o 
Latino  abbia  le  facce  di  un  verso  meno  . 
.  nuesl-  ultimo  volgare  d    un  più  .   SaU 
jl.ert.   ..   1.8.   E  se  in  quel    tempo  s. 
fosse  usala  la  noia  dell'  apostrofo   o  nel  a 
6ne  del  verso  il  contrassegno  della  parola 
moaxa.ec.    E   I.    3.   i.    7.5.   Quando  nel 
Ene  della  riga  la  parola  non  si  può  corn- 
piere,  e  che  dividerla  in  siUabe  perciò  fia 
di  mestieri,  con  una  breve  linea  nel  de  - 
to  Sd  del   verso  ec.  .1  dello  Ironcameuto 
si  vuol  significare.   (!')    Car.  leti.   1.  53. 
Di  graùa  scrivetemi  un  sol  verso,  che  le 
vostre  cose  vanno  bene.  (Ci  1 

S  fi  VII.  Verso,  per  Modo  ,  '  '"  • 
Lai.  modus,  ratio.  Gr.  TfOTlo;,  ioyo?. 
Bern.  Ori.  2.  l',.  63.  Benché  Ottacch.er 
s-  adoperasse  assai  Per  fargli  rivoltare  alla 
baltaglia.  Rimedio ,  o  verso  alcun  non  vi 
fumai.  rWi.  Ercol.kl-  Ne  P-P" 
verso  alcuno  recarsi  a  credere  che  cotale 
opera  sia  di  Dante.*  Borglr  Ong.  f  .r. 
3lQ  lo  non  credo  che  la  bisogna  pas- 
sasse punto  pel  verso  che  costoro  s.  ere- 

dono.  (  V )  ,  ; 

*  §  Vili.  Andare,  o  Xon  andare  pel 
suo  ,erso  .  dicesi  Delle  cose  quando  rie- 
scono, o  no,  come  dehhono.  -  Gal.  Sist.  19». 
Come  si  viene  alla  materia,  le  cose  vanno 
per  un  altro  verso  ».  (C) 

*  %  1%.  Mutar  verso,  vale  Ululare 
stile,  o  maniera  d.  proedere.  Petr.  son. 
3oo.  Piansi  e  cantai;  non  so  più  mutar 
verso.  /•>.  A.<.  "5-  '■'  haona  fé .  che 
„  lu  non  muti  verso  .  io  ti  faro  bruciar 

viva  viva.  ,     _ 

e  X  Trovare  il  verso  ,  vale  I  rovar 
via,  modo.  Fir.  Disc.  an.  ^!^■  Ess  egli 
ancora  Irovalo  verso,  al  bisogno  nostro  7 
OccA.  Spir.  1.  1.  E -la  cosa  poi  trascor- 
la.  Per  non  ci  saper  noi  trovar  su  verso. 

fi  XI.  Fare  una  cesa  pel  verso,  vate 
Farla  co'  debili  modi  ,  nell'i  forma  che 
più  conviene.  I.asc.  Pmz.  3.  8.  Sì  certo, 
che  non  si  farebbe  cosa  pel  verso. 

•f  fi.  XII  Pigliare  una  cosa  pel  suo 
verso  o  Pigliare  il  verso  d'  una  cosa  , 
o  in  una  cosa,  vale  Trattarla  in  formn 
da  trarne  profitto.  Riuscirvi  con  felicita. 
Borgh.  Fir.disf  261.  I  nostri  vecchi  m 
naeile  loro  istorie  spesso  si  appressarono  e 
™asi  rasentarono  il  segno  del  vero,  ma  non 
tempre  vi  aggiunsero  ,  o  lo  seppero  pel 
suo  buon  verso  pigliare  ,  e  darlo  a  noi  . 
Salvin.Disc.  1.   .74.  Non  vi  ha  cosa  più 


VER 

conosciula  e  della  di  questa  e  da  Platone 
e  da  lutti  ce.  ,  cioè  le  virtù  in  rarticola- 
re  e  la  virili  in  universale  consistere  mi 
me..o,  e  nella  giudic.osa  lltratla  e  fuga 
daeli  estremi;  onde  tìiaz.o  el.l.e  a  due 
de"li  stolli  e  forsennati,  che  non  ne  san- 

#  K  XUI.  /■■  variamenli:  Jlorgh.  Orig 
Fir.  233.  Insegnandoci  che  e' non  si  puc 
punto  convenevolmente  pigliarla  per  1..1 
verso  e  cwi-  ,  intendere  o  spiegar  la  cosa 
in  ,,u'est,.  modo)  /■:/:.W.  ->5;.->'^l- 
queslo  verso  la  volcan  pigliare,  L  Jo.-c. 
321.  Chi  la  volesse  pigliare  per  altro  verso 
icicè,  io   altro  senso),   (l  ) 

-  fi  XIV  Pigliare  il  panno  pel  verso, 
,.aleìguratam.  figliare  il  modo  vero  in 
far  chichessia.  Cecch.  Dot.  3-  2.  E  co- 
minciano  a  pigliare  il  panno  pel  verso.  /  . 

r  XV     Jndare    a'  versi    ad    alcuno  , 
vali  Secondarlo  ,    Seguitare  f  altrui   pa- 
rere, o  volontà.  Lat.  alicui  ohsequi  ,ol- 
s.cundare.  Gr.  ,jltr.ft.^-> ,  W^?"^'''- 
Lasc.   Spir.   3.   2.   Nonemeglio  che  tem- 
poreggiargli, e   andar  loro  a- versi.   Sen. 
Tel     l  ah:.  6.   29.   Non   vedi  tu  ,  com 
la  libertà  moria,  e  V  andare  ciascuno  a 
versi,  come  se  schiavi  fossono,  gli  fa  ro 
vLal'e  a  capo  di  -Ho;  mentreche  niuno 
fe,    il   quale    gli    contorti,    o    disconfort   , 
còm-  ei  r  intende,  ma  fanno  a  gara  a  cbi 
più  gli  piaggia,  e  con  maggiore  adula.io- 
rT^Wr/:rc<rf.  51.   Quello  che.  La 

tini  dicono  ec.  obsequi ,  noi  diciamo  aj. 
dare  ai  versi,  o  veramente,  con  una  pa 
rola  sola,  secondare.  , 

*  fi  XVI.  £■  Jndare  a  verso  ,  0  al 
verso  d-  alcuno  .  vale  lo  stesso  .  Cavale 
DKcpl.  .■•■pir.  94.  Si  sformava  di  lusin- 
fa;ia%ndarle5\er.o,efarlereveren 

"  /xVll.  lerso,  per  Banda,  o  Parte. 
Jet't.  Colt.  62.  Questa  fe  la  cagione,  che 
fa  che  gli  scrittori  d'  agricoltura  concedo- 

„ocheper"-'"-;epr'r'rc 

pii,  presso,  che  per  altro.  *  Beinb.   Mor. 
\     si.   Di  larghetra  per  ogni  verso  dioci 
'  piedi,  e  di  grosseria  seu  fiV; 

VERSO  Preposizione  che  denota  nei 
nan-.a.  accostanunto,  o  i„dirie.amentoa 
qualche  parte,  e  si  usa  "'"•'" f""''"' 
Quarto  casoj  pure  eziandio  col  secondo 
c'accoppia.  Lai.  versus,  erga.  Gf.  ;:,«,, 
A;      J!«cc.  nov.    18.   l3.  In  povero  abito 


VER 


1699 


andò  verso  Londra.    £  nov.    ;  ;  ■    3o 
Colla  immagine    in    mano  "»"  '^  '°[';; 
cella  n'andò.   Petr.  son.  gS.    ^^  '»  ^'^ 
passo  innan.i   Verso  1    estremo  .  £  10^ 
L-  ali  spando  Verso  di  voi.  o  dolce  scb.e- 

"  tr*.  rerso.  talora  sì  pone  come  J 

segnacaso.  Pece.  g.    '■■'■-  ^   "•"  i\ 
^Ladieri,  che  erano  tre.  disi.e  verso  Ri- 

"^T'n^Talora  si  adopera  In  sentimento 
diContra.  Lai.  «dversus.  contea  Cr.in^, 
«Toi.  F,7«e.  5.  5o  O.mfel  che  ho  verso 
«r  iddìi  commesso  .  che  i  mie,  sacnfici 
duramente  latti  non  sieno  >":«»»1' '''-"tu 
Purg.  l5.  Figliuol  mio.  perche  ha.  tu 
cosi  verso  noi"  fatto  t  Fior.  S.  Frane.  ^ 
Ritornò  inverso  f""=  B,"°^'^°  '  Pk-  ' ,. 
cusarglisi  umilmente  del  pensiero  eh  egli 
avea  avuto  verso  di  lui.  .,  „„ 

s  III.  Talora  vale  In  favore,  Ajro 
lnservi.,io.  Lat.  er...  ,  prò.  Gr.  uTrEf 
Bocc.nov.^3.  19.  Fara,  a  me  fare  ve  so 
di  le  quello^he  mai  verso  alcuno  altro 
non  feci.  *  Cavale.  Espos.  Simh.  I.  2^». 
Dio,  lo  quale  ec.  è  misericordioso  e  lon- 
ganimo   verso  de' peccatori.  iC) 

fi  IV.  Talora  esprime  lo  stesso  che 
In  comparazione.  In  paragone.  Lat.  pr^- 
Gr.  TtPs  .  Bocc.  nov.  99  18.  Se  li  Re 
crisliaii   sono    cosi    falù  Re  verso  di  se  , 


chenle  costui  e  cavaliere,  ec.  Dant.  Purg. 
28  Tutte  r  acque  che  son  di  qua  pm 
monde,  Pairieno  avere  in  se  mistura  al- 
cuna ,  Verso  di  quella  che  nulla  nascon- 
de  .  =ì=  Vani.  Inf  34  A  quel  dman.i  jl 
mordere  era  nulla  Verso  1  graffiar.  F 
Purg.  6.  Fecero  al  viver  bene  un  piceni 
cenno   Verso  di  le.  (Br) 

+  §.  V.  Talora  serve  ad  accennare  un 
punto' determinato  di  tempo;  ma  in  que- 
sto senso  mtendes.  sempre  un  quatch» 
poco  innanzi  ad  esso  punto.  Lai.  fi'f«  , 
prope.  Or.  ^'.pl  ,  ^Tl^^-  ^-  '/.V^-.^*: 
6  Verso  la  sera  .  quando  1  Vinuiani  si 
ricoelieano,  apersono  una  porla  della  terra. 
e  VI  Talora  anche  ad  alcuni  avver- 
biis,  antepone  .  Bocc.  nov.  88.  7.  Bene 
io  vo  verso  Va;  io  gli  f-^o  molto. 

*  VERSUNGlA^O.  Terni,  degli  Ana- 
tomici Aggiunto  del  roiidollo  e  del  li- 
'  Tre  'pancreatico.  Red ^  (W  .  Perchè 
Giorgio  Ver.sungio  fu  d  primo  a  ritro- 
vare  a  condotto  pancreatico,  pero  .1  li- 
quore ^te  "  ''""^  "  '*""""  Versungia. 
''°'  'vERSUTISSIMO  .  .V.^ifr/.  di  Ter- 
suto.  Jit.  S.  Fugen.  3lé.  Costm  era 
vé.Iulissimo,ecolle  scilture  divine    sov- 

'"1"VER^'UT0.  Add.  Astuto.  Malizio- 
.«"Lai  versutiis,  callidiis.  Gr.  Tttcvoup- 
..'o^Solil.  S.  Agost.  63.  Versulo  e  ma- 
,'  •  i       «iinnore,    queslo    lo.m.co  .    fC; 

'CI  /e»  '.3  45' La  qual  segnatura 
m  Teva  d'ogni  pensiero,  e  pone. n  tran. 
"ùi»o,  e  fuori  di'  quelle  molte  onde,  nelle 
Tali  io  era  travagliato  dalle  versule  insl- 
die  di  quel  tristo.   (')  /   ,      ... 

.+  ì;  VEP.SUZIA.  r.  t.  Astuzia. 
Malizia.  Furberia.  Lor.  Med  canz.heo- 
Ll  „nk  si  veRga  onde  o  da  qual  vena 
venga  l'ac;ua?£e'l  fuoco  spenga  in  par- 

1,  Amore  ha  pur  nove  versuaie  ed  ar- 
UlMjTortig.  Bicciard.  16.  89.  Da  qual- 
cun mi  potrebbe  esser  qui  detto,  D,  qu« 
Z  sTanL  attenti  alle  ---j^'/^^;^^ 
la  strega  non  ponesse  a  eifello  Le  sue  !► 
balderie ,  le  sue  versune  ,  ec.  (.i) 
''".;*  VERSUZZO  .  Dim.  ^  rer«i 
Jersicc.uolo.  Tolom.  leti  2.  78-  A  q""» 
ulirma  similmente  non  volevo  risponder^ 
perrhè  in  questi  quattro  versus,  mi  dita 
'''V^Ì:rr'JaÌL  inferiore  del  giacchio  . 

"^^S^^:"^^^^:^  VITATE 
y  A.  Verità  .  Lat.  veritas  .  Gr.  aiv| 
ae.co  Guitt.  lett.  25.  Ma  certo, bel  dolce 
•  „  dire  vert'a  volemo,  ec.  hr.  lac. 
T'"'  12  .2  AlLr  tu  vedrai  Piò  chiara 
Uveuade.   /r5.30    3o.Seinmanaella 

,„ra  Ti  se'  messo,  ben  sta.   L  7.  I.   «t- 

Se  torse  li  menasse  A  veder  sua  vertate 

VEKTEBllA.  0.^0  nella  sene  di  quelh 

E.":i:?i"^i3^--^v»-^^ 

^osse  vati,  hanno  sei  sole  vertebre,  o  spon- 
d  li  o  nodi  nella  coda.  *  ""P"^  f-  ; 
1  ^iò  Le  parli  di  essa  s|.ioa  appellansi  ver 
eb°e,  ^e'rchè  per  mez.o  loro  il  corp^  va- 
riamente si  ?lÌ:fl"'%Z''7Zl        na- 

i?  VERTEBRALE.  Term.  «';"  ' 
,„™i^i      /Is-'iunto    dato    a    quelle    arterie 
[TeVprtCgano    a- lati  delle    vertebre 

'T^'^^r^^ri.^Dim.^r^- 


1700 


VER 


sempre  ordinariamente  scemanti  di  gros- 
ie»za.    (A) 

VERTENTE.  Diciamo  Anno  vertente, 
alla  maniera  latina  j  e  vale  l'  Anno  che 
attualmente  corre  .  Lat.  annus  vertens  . 
Gr.  cTrt?  TpeTO/zevo;.  /''jr.  As.  289.  La 
impaziente  giovane  ,  a  cui  un  sol  giorno 
era  un  anno  verlcnle  ,  seppe  Unto  ben 
fare,  cbe  ec.   (cioè,  uq  anno  intero). 

*  §.  Ferlente.  Term.  de'Legisti.  Ag- 
giunto di  Lite  non  ancora  definita.  (A) 

•f  *  VERTERE  .  Consistere  intorno 
ad  alcuna  cova.  Cocch.  Disc.  Le  rui  ri 
cerche  vertono  principjlmeiite  iiitoinu  alle 
vere  lezioni  il»*gli  autori  rijisiii .    /:,*   /  //. 

Piti.  pag.  38.  r  f"'"-  i:V-\  )  '1  *''ii'i>io 

verte  dunque  tra'  vef;el4liifi  e  gli  jinma* 
li,  qual  delle  due  sostanze  pos>a  essere 
più  idonea  a  divcnUire  comodj  ed  utile 
materia  del  nostro  corpo  .  Corsi n.  Tor* 
racch.  10.  39.  E  se  la  guerra  orribile, 
che  verte  Ornai  tra  'I  tuo  fratello  e  '1 
padre  mìo  ,  Creder  li  fa  che  sien  frodi 
coperte  ,  ec.  (A) 

5  VEr.TICALE.  Add.  Di  vertice.  Che 
attiene  a  vertice.  Che  passa  pel  vertice, 
Che  corrisponde  al  vertice .  Sagi^.  nat. 
esp.  18.  Il  suo  movimento  non  è  più  per 
un  arro  verlirale  ,  ma  par  fatto  per  una 
spirale  ovata  .  Gal.  Sist.  aSj.  Due  moti 
circolari,  uno  orizzontale  e  l'altro  vertica- 
le sotto  il  meridiano. 

^  §.  Linea  verticale,  dicesi  Quella  che 
viene  segnata  dai  gravi,  cadendo  dall'at- 
to al  basso.  «  Gal.  Sist.  291.  L'angolo 
BAD,  compreso  tra  le  verlìrali,  è  eguale 
alla  distanza  delP  altezze  polari  (  qui  in 
fona  di  su.tt.  )   n.  (C) 

•f  *  VERTICALMENTE  .  Avverb. 
In  guisa  verticale.  Magai,  part.  i.  leti. 
16.  E'  mi  sovviene  quel  moto  rfae  si  con- 
ferireblic  ad  un'  asta  rigidissima  inile^si- 
bile  ce,  impcrnala  verlicalmentc,  immo- 
hile  ,  ec.  (A) 

VE  fi  TI  CE  .  Cima.  Lat.  vertex  .  Gr. 
ix piallo ^  .  Gal.  Sist.  38l.  Noi  vertice 
della  quale  (montagna)  è  ialibricalri  una 
piccola  chiesetta. 

§.  I.  l'ertice,  vale  ancora  Quel  punto 
d'  aria  ,  o  di  cielo  ,  che  corrisponde  al 
nostro  capo,  che  si  dice  anche  Zenit.  Gal. 
Sist.  167.  Segue,  che  noi  parliamo  del- 
l'artiglieria  eretta  a  perpendicolo  sopra 
r  orizzonte  ,  cioè  del  tiro  verso  il  nostro 
Tertice  . 

*  §.  II.  Vertice.  Term.  de'  Geometri. 
Sommità  di  una  curva,  o  dell'  asse  o  dia- 
metro d'una  curva.  Il  punto  più  distan- 
te dalla  hase .  Impcrf.  I'.  Titsc.  D.  8. 
T.  1.  227.  Queste  tali  applicate  vanno 
conlinuanicnte  diminuendo!)!  quanto  più 
s'  accostano  al  vortice  .  JC  229.  Tale  att- 
plicata  non  b  altro  che  il  vertice  della 
parabola,  cioè  un    punto.  (!•") 

«  VKKTICELLA.  Term.  degli  Orni- 
tologi. Uccello  volgarmente  detto  Torci- 
collo.  (A) 

«  VERTICILLATO.  Term.  de'  Bo- 
tanici .  Aggiunto  di  fiore,  le  cui /oglir  , 
in  magfiior  numero  di  due  ,  sono  dispo- 
ste in  giro  intorno  al  caule,  o  fusto.  (Al 

<•  VERTICILLO.  Term.  de' botanici. 
Queir  aggregato  di  fiori,  che  a  guisa  di 
nodo  circonda  il  caule,  principalmente  del- 
le piante  lohatc.   (A) 

VERTIGINE.  Ofuscamento  d,  cere- 
l/ro,  per  cui  pare  che  o^ni  cosa  si  muo- 
va in  giro,  e  manca  in  uno  stante  la  vi- 
staj  Capogiro.  Lat.  verligo .  Gr.  Jfvos. 
Cr.  5.  18.  8  Fanno  (le  noci)  dolere  il 
rapo,  e  vertigini  d'  orchi.  Tes.  Pov.  V. 
S.  cap.  5.  Si  fomenti  il  capo  drlla  cori- 
tura  del  Irefjglio,  e  poi  impiastri  1' erbe 
alle  tempie  e  alla  fronte  :  toglie  la  verti- 
gine. /  olg.  /ìas.  Tosto  avrì  sctitoniia,  o 
vertigine  ,  cioi  colale    lenebrositli  ed  av- 


VER 

volgimento,  come  se  il  mondo  s*aggirasse 
intorno  intorno,  fied.  ìùtp.  nat.  6^.  Cre- 
dono eziandio  ,  che  chi  purta  al  braccio 
un  maniglio  di  esse  setole ,  resti  libero 
dalle    vertigini. 

§.  Per  iiivolgimento  fatto  in  giro.  Red. 
Ditir.  8-  Ed  additava  donde  avesse  ori- 
gine La  pigrizia  degli  astri  e  la  vertigine. 
Gal.  Sist .  119.  Venendo  portata  dalla 
vertigine  della  terra  nel  tempo  cbe  '1 
sasso  consuma  ne!  suo  cadere  .  E  i5a. 
Correrà  per  terra  velocemente .  Sa  .  E 
verso  qu.il  pailcT  Si.  Vitso  quella,  dove 
la  porterà  la  sua  vertigine.  Sa.  ^clla  sua 
vertigine  ci  sono  delle  parli,  cioè  le  su- 
periori .  ec. 

VERTIGINOSISSIMO.  5»//)*T/.rfir«-r. 
ti^inoso.  I.ib.  cur.  malatt.  Con  1'  astinenza 
dal  vino  i  verlif,'ioosi  acquislano  giovamen- 
to grande  ,  v  non  .solam^-nte  lo  acquista- 
no i  vertiginosi,  ma  ancora  i  veiti^ino* 
bissimi . 

3  VERTIGINOSO.  Add.  Che  patisce 
di  vertigine  .  Buon,  l'ier.  Jntrud.  3.  O 
da  reprimer  spirili  maligni,  O  test*;  raf- 
fermar vertiginose. 

■r  g.  /'-■  in  forza  di  Susi.  Chi  patisce 
di  vrligini.  «  Lib.  cur.  malatt.  Il  vino 
proj;giudica  a' vertiginosi  ,  A'  appresso: 
Con  1' astinenza  dal  vino  i  vertiginosi  ac- 
quistano giovamento  grande  ".  (Cj 

VEUTU',  VEKTUUE,  e  VERTUTE. 
ì'.  A,  l  irtù.  Lat.  virtus.  Gr.  0  jvxai;. 
Pctr.  san.  1 1<).  Non  può  più  la  verlù 
fragile  e  stanca  Tante  varietali  omai  sof- 
frire. Amet.  ^.  Quella  vcrtù,  che  già  1' 
ardito  Orfeo  Mosse  a  cercar  le  case  di 
Plutone.  E  6.  Come  io  posso,  comincili, 
tua  vertute  Superinfusa  appettando  che  ve- 
gna.  thiitt.  leti.  2].  Beatitudine  è  io  ver- 
tù,  e  noi  la  eheremo  in  vizii.  Amm.  Ant. 
3.  tj.  ^.  Chi  al  santo  uomo  s'accosta,  per 
lo  continuo  vedere  ,  per  1'  uso  del  parla- 
re, per  1'  esempio  dell'  operare  ,  prende 
:iccendimenlo  in  amor  di  vertù. 

VEliTUCC(IU).  /-.  A.  disusata  inte- 
ramente.  Patiff.  l\.  Buggiano  egli  è  ver- 
tuc<hio,  ed  è  ciarpiere. 

VKRTUDIOSAMENTE  .  V.  VIRTU- 
DIOSAMENTE. 

VERTUDIOSO.  r.  VIRTtlDIOSO. 
*  VEHTUOSAMENTE.  /.  A.  Av 
verh.  Virtuosamente.  Vit.  S.  Frane.  i63. 
Quivi  cominciò  umilmente  ,  quivi  fece 
prode  di  se  vcrtuosamentu  ,  quivi  finitlc 
bcatamcDte.   (V) 

VERTUOSISSIMO.  /'.  VIRTUOSIS- 
SIMO. 

VERTUOSO.  J:  VIRTUOSO. 
VEHU.NO.  Lo  stesso  che  ^'e.rsuno,  A*è 
pur  uno.  Lat.  niillus.  Gr.  o'uJlt';.  Pass. 
203.  E  qui  da  notare  ,  che  i  peccati  ve- 
niali in  veruno  motto  si  perdonano  senza 
i  mortati.  *  Vit.  S.S\  Pad.  a.  2I.  Quando 
venne  il  tempo,  cht-  qu.-lla  misera  venne 
per  partorire  ,  per  verun  mudo  poteva  , 
anzi  stava   in  continovi  dolori,  fi  ) 

S.  I.  Colla  negativa,  e  colle  particelle 
MAI,  e  SENZA,  o  sia  .xolo,  o  accompa- 
gnato col  sust  ,  vale  Alcuno,  fìocc.  nov. 
44.  C.  Anzi  non  fa  egli  caldo  veruna.  E 
nov.  79.  36.  Fareste  danno  a  noi,  senta 
fare  a  voi  prò  veruno  .  /•;  nov.  <)3.  n 
Nfe  10  quando  trovar  me  ne  possa  vcrn- 
Do.  l'Hoc.  3.  238.  Quivi  Eolo  venini  pò- 
lentia  non  ha  ,  ed  ogni  fronda  si  riposa 
mutola  .  Pant.  Inf  «>.  Per  Ir  quali  cran 
si  del  tutto  accesi,  Che  ferro  più  non  chie- 
de verno*  arte.  Him.  ant.  Guift.  j)tì.  Al- 
lora guardo  intorno  ,  se  veruno  \  ode  la 
pena  mia  ,  che  m*  ha  conquiso  .  l'ass. 
60.  Per  le  teiilationi  ti  pruuva  1'  uomo, 
se  egli  ha  boutade  veruna  ,  e  rome  egli 
^  rostanic  0  fermo,  /i"  c)l.  Non  puolc  ve- 
runo essere  giuìtificatodal  peccalo,  se  pri- 
ma noi  confeiia 


V  E  B 

*  §.  II.  Veruno,  vale  anche  A/cunOj 
senza  la  negativa  ,  e  senza  la  particella 
MAI,  o  SENZA,  .y.  Cater  tom.  2.  leti, 
o.  E  se  veruno  dimestico  vi  vuole  impe- 
dire, dite  a  loro  arditamente,  come  disse 
Cristo  a  san  Pietro:  ec.  F  lett.  20.  E  se  in 
veruna  cosa  ho  offeso  Dio,  •  la  S.  V..  me 
ne  rendo  io  colpa.  (V)  Fior.  S.  Frane. 
86.  Era  costui  solitario,  e  rade  volte  par- 
lava ,  ma  quando  era  domandato  di  cosa 
veruna,  rispondea  si  graziosamente  e  si 
saviamente  che  parea  piuttosto  agnolo  che 
uomo.  C)  Salvia.  Eneid.  lib.  2.  Oooipo- 
teiilt?  Giove,  se  da  preci  Vemoe  tu  U  pie- 
ghi .  noi  riguarda.  ( l-') 

*  g.  IIL  Colla  negativa  IS'on  innan- 
zi vale  iSinno,  Aessitno.  S.  Cat.  tom. 
2.  lett.  iJ3.  the  comparazione  si  fa 
ditlla  coia  finita  alla  infinita  ?  non  ve- 
runa .  f/  )  Vr.  Jac.  Cess.  l^.  i.  12O. 
Cerio  noo  ^eiuna  cosa  potrebbe  valere 
quaotu  uno  popolare,  e  forse    meno.    (Cj 

11*  §.  IV.  /■,  nel  numero  del  più.  Fr. 
Zac.  t  ess.  l^.  4.  l3o.  Non  dee  prendere 
a  fare  Ìl  re  veiune  cose  malagevoli  e  di 
dubbio,  se  noo  hae  consiglio  de' iu dici  e 
de' savi  suoi.  (Cj  S.  Agost.  C.  D.  18. 
54.  Questo  se  non  fu  fatto  con  verune 
arte  magiche,  or  perchè  dubitano  di  cre- 
dere dovere  essere  fallo  per  U  divina  vir- 
tù per  lutto  il  mondo  quello  che  è  fat- 
to qui?   fiVy 

*  VEHUTO.  Term.  de'  M Hit.  Arme 
offensiva  antica  a  foggia  di  schidione.  Lai. 
veru.  Vegez.  pag.  116.  Il  quarto  ordine 
ec.  si  fa  d'uomini  con  iscudi  leggieri, 
e  di  balestrieri,  e  d' arc^^don  giovani,  e 
d  uomini  che  alacretnenle  coniballono  con 
veruli    e  nurziobarbuli.  (C/ 

*  VERZA.  .Sverza,  fìenv.  CelL  Vit. 
2.  400.  Una  mattina  infra  1'  altre  io  mi 
acconciavo  ceriì  sctrpelletli  ec.  e'  mi  scbis- 
zo  una  verza  d'  acciaio  sottilissima  in  oell' 
occhio  dritto.  £"4oi.  In  ispazio  di  due 
giorni    usci    la   verxa   d'acciaio.   (C) 

^-  VERZICANO.  Spezie  <t  Uva  così 
detta  dal  suo  color  verzicante  .  Cr  .  A  , 
17.  Siccome  sono  albane,  verzicane,  e  gar- 
ganire,  e   m.iiuolo.   (Vj 

VERZICANTE  Che  verzica.  Lat.  vi- 
ridana.  Gr.  x^^^i^wv  .  Gm»/.  C.  Gli  al- 
beri  vfrzicanii  con  nuovi  fiori  prometteaoo 
prossimi  frutti.  (>.  6.  lOO.  2.  Quelle  ra- 
dici che  son  meo  forti,  e  che  hanno  le 
foglie  più  late  e  più  verzicanti ,  ai  dice 
che  son  le  femmine.  *  Uoez  45.  Al  »- 
liir  rapgio  ,  che  con  caldo  fiere  ,  Faceva 
scudo  V  altissimo  pino.  Che  verzicante  da- 
va l'ombre  ocre.  E  61.  Ballerà  Tali  per 
l'aria  spaziosa,  E  nella  selva  verzicante 
cr.  Del  preso  cìIh)  allegra  si  riposa.  (B) 
§.  Per  metaf  vale  t  he  è  in  sid  fiore, 
o  nel  miglior  essere.  D.  Gio.  Celi.  UtU 
21.  Miraltil  cosa  fu  a  veilerlo  nella  più 
fresca  e  verzicante  età  di  22  anni  vedersi 
e  cognosrersi  morire.  Valer.  Mass.  Cer- 
io a  me  pare  che  quelle  api  non  pasces- 
seco  in  monte  Imelo.  il  quale  è  ornalo  e 
fiorito  di  fior  di  timo,  ma  nc'colli  Elico- 
nii  delle  .Muse  con  ogni  geoeraiione  di 
vcraicanir  dottrina. 

t  VERZICARE.  Mostrare  la  prima 
apparenza  de/  verdej  e  dicest  delle  pian- 
te, e  simili;  t'erdicarr.  Lat.  virtre.  Gr. 
TTiafft'^fiv  .  {V.  2  9.  I.  Comincerà  ad 
attrarre  il  nulrimeoio  per  li  pori  dell* 
parli  fesse,  e  da  capo  \eraicare  ,  e  far 
frutto.  Gm(V/.  G.  2.  2.  Conciossiacosarbà 
non  mollo  lontano  della  della  ciltadr  molli 
boschi  venicassono .  J>  Ceff.  Ihcer.  8. 
Egli  b  naturale  cosa  che  ^1  nulrimeoto 
•Irli'  albore  viene  dalla  radice ,  e  senta 
essa  vivere  e  «rnicare  non  puote.  (FP) 
t  §.  I.  Per  metaf.  vale  Essere  in  ri» 
^•are  ,  A%-er  vigore.  Gr.  S.  Gir  La  ra- 
dice di  buona  opera  000  puote  unque  ber. 


V  E  n 

tenicare,  se  oon  posa  nella  raJìce  di  ca- 
riti. Ott.  Corti.  Par.  I.  l3.  La  vila  de' 
casti  è  odorifera  ,  e  sempre  vcrrica  nella 
memoria  umana  e  succt'ssiva  etade. 

*  g.  II.  F.  f'^nratam.  Sera.  Cn/cot, 
iJiirz.  178.  Olire  a  ciò  ìn  questo  tega- 
mento  dell*  anima  e  del  corpo,  che  si  rliia- 
ma  vita,  verxica  la  superbia,  ravarizia  ne 
assalta.   (CJ 

*  §.  Ili.  1  erticare ,  in  sìgnìjic.  alt., 
vale  t'ar  ri/urniire.  I  ulct  Unad.  E  ver- 
ticava  i  propiotiui  giardini  Zefiiro.  i^) 

•f  ^':  VEHZICOLA  .  €  VERZICOLA. 
Terni,  tfcl  Cinoco  Hi  cartf  .  Aunicro  di 
tre  o  piìi  carte  andanti,  che  si  seguitano 
secondo  l'  ordine  e  vaforc  stabilito  dalle 
ref^olr  del  giuoco  .  Al  piuotv  delle  niin- 
chintc  dicesi  anche  delle  carte  nohtli  di- 
sposte in  ordini  e  segnenzc  almeno  di  ire 
carte  ugnali ,  come  tre  o  qnatti-o  He,  e 
simili.  Maini.  8.  61.  A['[iuiitu  il  Genera- 
le a  far  s'  è  posto  Alle  iiiiiicliiate  »  ed  è 
cosa  ridicola  11  vedeilo  iuyruynalo  e  mal 
disposto  ,  Perchè  gli  è  stata  raoita  una 
verxicola    (*) 

VKRZILRE.  r.  A.  Giardino.  Lat.  vi- 
ridarium.  Gr.  y.lbìcì.  ir.  8.  I.  I.  I  ver- 
xieri  alcuni  sulamenle  dell'  erJie  e  alcuni 
degli  arbori,  e  alcuni  dell'  eil>e  e  degli 
arbori  si  pon  fare.  /  ntim,  6.  Aonsiii- 
chiede  il  fiuHo  degli  ailioi  i  nel  veiziere, 
ma  solameole  il  diletto.  M.  ì  .  t>.  83. 
Non  I>asl.indngli  le  graiitU  camere  e  i  no- 
bili verzieri  a  suo  diletto  ,  si  mise  a  di- 
porto con  lei  in  mare  .  2*^^.  Br.  3.  9. 
Hanno  elliiio  miglior  fare  prati  e  verzieri 
e  pomieri  in  lutti  i  luio  abitacoli,  che  al- 
tra gente.  Scn.  Pisi.  Cleaule  attigneva  1' 
-acqua,  e  inoafiìava  i  vcrzieii.  ^  Tcseid. 
I.  128.  lacootro  venne  sopra  uu  gran 
destrieie  Al  suo  Teseo  Ippolita  reina.  Più 
Leila  assai  che  rosa  di  verziere.  (Bj 

VEHZINO.  Legno  che  s' adopera  a  ti- 
gnere  in  rosso ,  ed  il  <  'olor  rosso  mede- 
simo tratto  da  esso  legno  .  Morg.  28. 
140.  Kon  traggo  fuori  i  nomi  col  verzi- 
no ,  Coni*  io  veggo  talvolta  ogni  libello. 
Lor.  Med.  cani.  \l\.  2-  Tengo  per  lare 
acqua  grana  Un  finissimo  verzino  .  l'ir, 
Dial .  beli.  donn.  4*5-  E  se  per  sor- 
te accadesse  che  la  punta  della  lingua  si 
avesse  a  vedere  ,  che  sarà  di  rado  ,  por- 
gere vaghezza,  struggimento  e  consolazio- 
ne ,  s'  ella  sarà  rossa  come  il  verzino  . 
JBorgh.  fiip.  212.  Pigliando  in  luogo  del- 
la cimatura  verzino  ridotto  in  brucioli . 
Bern.  rim,  X.  82.  Vi  fo  sopra  uaa  chiosa 
col  verzino. 

VEHZIRE.  r.  A.  Verzicare.  Lat.  i-i- 
rere.  ^  Guid.  C.  4-  *■  Verziscano  li  prati 
adornali  di  colori  de'  variali  fiori.  (C) 

•f  §.  Per  mctaf.  vale  l'ssere  in  vigore. 
Ott.  Com.  In/.  27.  461.  Era  quel  tempo 
in  pace,  benché  la  guerra  veizisse  ne'cuori 
de*  tiranni  d'essa  f«/«i  la  stampa  per  er- 
rore  ha  :  venisse  ). 

*  VERZOTTO.  Sorta  di  cavolo.  Il 
Vocabol.  alla  voce  CAVOLO,  §.  IV.  (•) 

VERZUME.  ìerdume.  ir.  5.  ij).  il. 
Se  abbonda  in  foglie  senza  frullo  e  in  ver- 
■ume  ,  6ccherai  nelle  sue  radici  un  palo 
d'  ulivaslro. 

VERZURA  .  Quantità  d'erba,  di  ger- 
mogli, e  di  piante  verdeggianti.  Lat.  vi- 
retttm.  Or.  ditau.  Fior.  Virt.  cop.  i.  Il 
bene,  che  è  cosi  conlinovo,  ripara  in  cia- 
scheduno cuore  gentile  ,  come  fanno  gli 
uccelli  alla  verzura  della  selva  (  altri  te- 
sti hanno  veidura  ).  Mor .  S.  Greg.  La 
santa  Scrittura  chiama  pastura  quel  luogo 
della  verzura  del  Paradiso,  ove  il  nostro 
cibo  non  secca  ,  e  non  riceve  mai  alcun 
mancamento  .  Tac.  Dav.  Ann.  l5.  2o5. 
Avendo  infinita  di  grilli  divoralo  ogni  ver- 
zura (il  testo  lat.  ha:  quicquid  herbidum, 
aut  frondosum  ).  ^  Ar.    Fur.  i.   33.  Il 


VER 

muover  delle  frondi  e  di  verzurc.  Che  di 
Cerri  senlia  ,  d'  olmi  e  di  faggr,  Fatto  le 
avea  con  subile  paure  Trovar  di  qua  e  di 
là  strani  viaggi  .  Morg.  3.  70  E  cadde 
rovesciato  alla  verzura.  (1) 

§.  l'er  Color  verde.  Cr.  8.  1.  5.  Infra 
li?  quali  erbe  si  mescoli  in  più  luoghi  la 
rula  ,  imperciocché  è  erba  di  bella  ver- 
zura . 

\ESCH10  ,  e  VESCO.  /'.  VISCHIO. 
VESCIA  .  Spezie  di  /ungo  di  più  sor- 
te  .  Lat.  lycoperdon  .  buon.  Fier.  3.  2. 
12.  Appende  poi  in  un  giunco  cento  ve- 
sce. A  4-  2.  I.  Mostrar  di  cor  borrana  , 
e  cercar  \esce.  ^=  Hed.  Jns.  l38.  Sicco- 
me tutte  le  carni  morte  ec.  sono  un  ni- 
do propoizionalissinio  per  le  mosche,  e 
JHT  gli  alili  aoinudelli  volanti;  cosi  lo 
sono  ancora  tutte  le  generazioni  de'  fun- 
ghi, come  hu  potuto  vcdt-i  e  nelle  vesce, 
ne'  porcini  ,  negli  uovoli  ,  ne  giumati  , 
ec.  (B) 

§.  \.  Vescia  i  fì'^uralam.  ,  vale  Tro- 
vato falso. 

§.  n.  I  e.fciaj  diciamo  anche  a  lento 
senza  strepito,  che  e. sce  dalle  parti  di  sot- 
to .  Lat.  visia.  Mahn.  2.  61.  Al  fin  non 
hai  fall'  altro  che  una  vescia  ,  Mentre  '1 
tutto  è  seguilo  alla  rovescia  (  qui  figu- 
ralom.  ,  e  vale  una  cosa  senza  conclu- 
sione ). 

•t  *  VESCIAIA.  e  VESCIONA.  Don- 
na che  ridice  tutto  quello  che  .fente  di. 
scorrere,  Svesciatnce.  Min.  Maini,  pag. 
Il3.  I  escia  dicono  le  donne  uu  raccon- 
to de'  falli  d'  alliì,  d'  onde  vcsciona  e  ve- 
stiaia  una  donna  che  ridice  tutto  quello 
che   sente   discorrere.   (Aj 

VESCICA,  e  VESSICA.  Membrana, 
o  ì  aso  Situato  nella  parte  infvriore  del 
ventre,  ed  è  ricettacolo  dell'orma-  Lat. 
vesica.  Cr.  i.  4-  t8.  Se  '1  ventre  ,  o  le 
budella,  o  i  lati ,  o  le  reni  di  niuno  do- 
lore ,  ovvero  enfiamento,  son  magagnati, 
se  la  vescica  ha  vizio  neuno.  /■  3.  4-  4* 
il  cece  ec.  rompe  la  pietra  delle  reni  e 
della  vescica,  ma  nuoce  alle  piaghe  delle 
reni  e  della  vescica.  Pallad.  Ott.  i[^.  E 
'l  vino  bianco  è  un  porhetto  salso,  e  con- 
sono e  convenevole  alla  vessica.  Tes.  tir. 
3.  5.  Che  non  abbiano  dolore  ne  flemma 
nel  corpo  dentro,  e  la  vessica  uetta,  san- 
za  vizii .  lab.  258-  ^on  meno,  che  gli 
altri  panni,  quella  le  conviene  in  alto  le- 
vare, quando,  secondo  T  opportunità  na- 
turate, vuole  scaricar  la  vescica. 

§.  1.  Vescica,  per  Ciarlaj  onde  Ven- 
der vesciche ,  o  simili ,  vale  Par  ciarle. 
Bern.  Ori.  2.  11.  21.  Mentre  che  *1  Conte 
con  essa  ragiona  ,  Ed  ella  a  lui  vesciche 
in  copia  vende  ,  Ecco  dall'  alta  rocca  il 
corno  suona.  Buon.  Fier.  3.  à.  Il-  Fan 
star  altri  a  ricever  le  vesciche  Ch'ei  spu- 
tan  dalle  calledre  ampollose  .  Cas.  leti. 
77.  Tu  sai  che  tu  non  puoi  vender  ve- 
sciche; e  per  fuggir  questo  e  gli  altri  dis- 
ordini ,  non  ci  è  miglior  via,  che  lo  stu- 
diare. Varch.  Ercol.  76.  Gonfiare  alcuno 
è  volergli  vendere  vesciche,  cioè  dire  al- 
cuna cosa  per  certa  ,  che  certa  non  sia  , 
acciocché  egli,  credcudolasi ,  te  ne  abbia 
da  aver  alcun  obbligo. 

§.  IL  }  escica  ,  si  prende  anche  per 
Cilecca.  Varch.  Ercol.  S\.  Si  dice  aver- 
gli fatta  la  cilecca,  la  quale  si  chiama  an- 
cora natta,  e  talvolta  vescica,  o  giarda. 

§.  III.  Dare  vesciche  per  lanterne  ,  o 
simili  ,  vagliano  Ingannare  ,  mostrando 
cose  piccole  per  grandi  ,  o  una  cosa  per 
un'  altra.  Lat.  imponere  ,  Jìicum  Jacere  . 
Gr.  yivotyi^itv  ,  arraràv  .  Fr.  lac.  T. 
2.  12.  i5.  Questa  mi  par  gran  pazzia  , 
Dar  vesciche  per  lanterne  .  Vatafi'-  l\.  E 
per  lanlei  ne  vesciche  tu  fai. 

§.  IV.  f'escica,  si  dice  anche  un  Va- 
so di  rame  che    ha  Jìgnra  di   vescica  j  e 


V  E  S 


1701 


serve  per  uso  di  stillare .  Tes.  Pov.  P. 
S.  cap,  IX.  Tra  le  quali  cose  è  ottima  la 
vescica,  cioè  vasello  di  rame  pieno  di  co- 
citura di  camomilla.  F  cap.  1^.  La  ve- 
scica di  rame  con  cocitura  di  cose  diure- 
tiche e  calde  ,  è  sommo  rimedio.  Hicett. 
Fior.  Ufi  modo  di  stillare  l' acque,  detto 
da  alcuni  per  vescica,  e  da  altri  per  tam- 
burlano . 

§.  V,  Fe.fcica  ,  diciamo  anche  Quella 
membrana  che  nella  maggior  parte  de* 
pesci  è  ricettacolo  dell'  aria  .  lied.  Oss. 
an.  172.  Trovai  alliesi  de'  vermini  tra 
tunica  e  tunica  di  quell.i  vescica  piena  d' 
aria,  the  la  natura  ba  loncedula  ad  una 
gran  parte  de' pesci  tanto  d'acqua  dolce, 
che  d'  acqua  salala  ;  la  qual  vescica  dai 
pescatori  con  molla  ragione  è  chiamata  ìl 
notatolo.  F  181.  Tanlo  basti  intorno  alle 
vesciche  piene  d'aiia  de' pesci. 

§.  VI.  l  escica  ,  si  dice  ambe  Quel 
gonjiamento  di  pelle  cagionato  da  cottu- 
ra, o  altra  simile  infinmmagione.  Cr.  5. 
17.  5.  Lo  impiastro  fallo  del  suo  frutto 
{della  mortella)   non   lascia  far   \  esciche. 

-!•  g.  VII.  Vescica,  dicesi  anche  t^uel 
gonfietto  che  nasce  su  per  le  Joglte.  Red. 
Ins.  112.  Foglie  d' alberi,  sulle  quali  na- 
scono o  vesciche,  o  borse,  o  increspature, 
o  gonfìelti  pieni  di  vermi,  (yj 

§.  Vili.  Per  Puhga.  fienv.  Celi.  Ore/. 
19,  Pigliasi  un  poco  di  vetro  cristallino 
neiiissiiiiu  ,  cioè  che  non  abbia  sonagli , 
ne  vesciche. 

§.  iX.  Per  Bolla,  o  Sonaglio,  nel  si- 
gni/ic.  del  ^.  IM.  Frane.  Sacclt.  nov.  zS. 
^ubito  lece  un  pelo  nel]'  acqua  del  bagno, 
il  quale  immantinente  gorgogliando  venne 
a  galla,  e  fece  una  vescica,  b  Bailolino, 
come  vide  la  vescica:  ora  vi  converrebbe 
avere  la  saetluzza  ,  e  darvi  entro. 

^^  VLSCICAJNTE.  Lo  stesso  che  Ve- 
scicatorio.  (Cj 

VESCICATORIO.  Medicamento  cau- 
stico, che,  esteriormente  applicato ,  fa 
levar  vescica  ,  come  Jan  no  le  .icolfature  j 
Onde  SI  dice  anche  liioco  morto.  Lat.  si- 
napismus  Jortior  ,  cauterium  potCnliale  . 
Gr.  xaj9Tt/ov  /5(Ta:r/a9,aK.  Btcett.  Fior. 
275.  Aceto  scilliiico  quanto  basta  ,  mesco- 
la ,  e  fa  vescicatorio. 

VESCICHETTA.  Dim.  di  Vescica. 
Lied.  Vip.  I.  68.  Se  al  maschio  della  vi- 
pera ec.  si  premano  i  due  membri  geni- 
tali, ed  alla  femmina  le  due  quasi  vesci- 
chette seminali  ,  che  pendono  vicine  alle 
due  porle  della  natura  ,  ne  schizza  fuori 
una  certa  acqua  sott.lissiina  ,  ec.  F  Oss. 
an.  l35.  Tra  la  loro  membrana  propria 
ed  il  parenchima  erano  gremiti  delle  me- 
desime vescichette  verminose  .  •"?  Salvia. 
Buon.  l'ier.  1.  4-  6-  Così  la  natta,  tu- 
more  o  vescichetta  che  viene  nella  parte 
interiore  del  labbro,  o  nelle  gengive  ,  ec. 
Marcbctt.  Lucr.  6.  ig4-  Sovente  Picciola 
vescichetta  in  simil  guisa  Suole  in  aria 
produr  ,  piena  di  spirto  ,  D'  improvviso 
squarciata,  allo  rimbombo.  (B) 

*  VESCICOLARE.  Add.  Appartenente 
a  vescica.  Cocch.  Bagn.  Vescicolare  idro- 
pisia. (A) 

VESCICOLE,  Accrescit.  di  Vescica  s 
Vescica  grande  .  Car.  Malt.  son.  5.  Fa 
che  a  schianze,  a  bilorzi ,  a  vesciconi  Gli 
si  fregi  la  cherica  ,  e  la  cotta. 

s.'J  g.  Vescicone  .  Term.  de'  Maniscal- 
chi. Tuiaor  molle  indolente,  più  o  meno 
grosso,  la  Cui  situazione  è  nel  vacuo  dei 
garetta  del  cavallo.   (A) 

VESCICOSO.  Add.  Che  ha  vesciche. 
Bicett.  Fior.  43.  Bollendo  (il  legno  aloe) 
non  lascia  di  se  carbone  sodo  come  l'in- 
censo, ma  vescicoso  ,  mutando  forma. 

*  VESCIOAA.   /  .  VESCIAIA.  (B) 
VESCIUZZA.    Dim.    di    ì  escia  .   Lib. 

Son .    55.    Vesciuzza  ,    slroDiolino  ,    ami 


1902 


V  E   S 


crist«o  ,  Col   culo  a  poco  a  poco  i*  mi  ti 
beo , 

*  VESCO  .  /'  A.  ì'escovo  .  Cr.  S. 
Gir.  Var.  Lcz.  55.  Molto  è  rìchicito  ai 
maestri  delij  santa  Chiesa  e  a'  vescbi  e 
a*  preiti,  ciò  b  the  egli  Doa  predicano  la 
parola  di  Dio.  Slenz.  sat.  C).  (Quando  Scn- 
Duccio  non  aveva  tronca  La  speme  d'esser 
*esco,  a  fare  il  gruzzolo  Anch'  ci  la  ma- 
tto già  non  ebltc  monca  .  E  12.  D*  esser 
vcsco  Stagnami  la  mordace  dissenteria.  (l'J 

5?  VESCO.  /'.  VISCHIO.  (•) 

*  VESCOSO.  f.  A.  l'iscosQ.  3/.  Al- 
dobr.  82.  Ingenerano  (le  muliache)  flem- 
me grosse»  e  vescosc.  E  89-  Sono  freddi 
(  i  pesci  )  e  umidi,  e  ingenerano  grossi 
umori,  e  vescosi.  (Cf 

*  VESCOVACCIO.  Pegf^iorat.  di  Ve- 
scovo. Cas.  rim.  buri.  I.  5.  Un  certo  Te- 
scovacelo  ha  la  ricetta,  Cli*  amore  e  cru- 
deltà gli  lian  poito  assedio.  (f'J 

VhSCOVADO  .  Digitila  di  ì'escovo. 
L%t.  *epÌscopatu.t  .  tir.  a'rrtaxoni^'-  Pass. 
127.  Mosso,  u  rimosso  del  Vescovado,  an- 
che dura  in6uo  a  tanto  che  altro  Vescovo 
6a  eletto  ,  e  confermato  .  Maestruzi.  l. 
37.  È  licito  di  disiderare  il  Vescovado  7 
Vit.  SS.  Pad.  1.  2o3.  Prcgaronlo  che  ne 
dovesse  venir  con  loro,  e  dovesse  riceve- 
re lo  Vescovado.  E  appresso  :  Non  è  le- 
cito ec.  che  alcuno,  eh'  ahhìa  meno  alcun 
membro»  riceva  Vescovado.  E  20^.  Pre- 
garonlo  istantissimamente,  che  dovesse  ec. 
ricevere  lo  Vescovado. 

§.  I.  Per  UJJìcto  del  Vescovo.  S.  Agost. 
C-  D.  Il  Vescovado  ec.  è  nome  d*opera, 
e  non  d'  onore,  perocché  è  Tocaliolo  gre- 
co, e  derivato  Ìndi,  sicché  (Vescovo)  vuoi 
dire  speculatore,  e  sopranteodilor». 

§.  II.  Pi-r  .■ibilaltorte  del  ì  escovo  . 
Din.  Camp.  I.  21.  Si  levò  uno  di  non 
molto  senno  ,  il  qiialr  roii  un  balestro 
saettò  UDO  (juadrellii  alla  finestra  del  Ve- 
scovado,  dove  era  il  Cirdinalo. 

§.  III.  Per  Tenilorio  ih-lla  giurisdisio- 
ne  del  Vescoto.  Hfacstntzz.  I.  3y.  E  si- 
mtglianlenienle  s'  intende  dw  digiuni  che 
ì  Vescovi  comandano  nel  loro  Vescovado. 
G*  V.  I.  44-  4  Diremo  de'  numi  delle 
cittadi,  e  Vescovadi  della  nostra  provincia. 
§.  IV.  Per  Ciirtn,  o  Trihtinnle  del  I  e- 
scovo.  Ption.  Tane.  5.  5.  Non  vorrei  a*er 
poi  a  venir  all'  armi  In  V«sco«ado  cullo 
scartabello  . 

•fi  §.  V.  Vescovado,  si  piglia  talora  per 
la  Persona  sU'ssa  del  /escovo.  lìor^h. 
l'csc.  Fior.  ^75.  Essendosi  per  ioDanii 
molli  anni  e  di  lun^o  piatilo  alcun*  ìuris- 
dizioni  ec.  fra  il  \esrovudo  e  la  nobilis^ 
sim.1  ed  antif^hìssiiiia  famiglia  de' Fili  Gai* 
ncldi,  i  capi  di  essa  ec  donarono  libera- 
mente al  Vescovi>   ogni   ragione.  (I') 

VESCOVALE.  Add.  l  f scovile  .  Lat. 
^cpi.scnpalts.  (Ir.  «rrcff/OTsr«;.  Maestrmz. 
I.  l5.  L'  ordine  sacerdotale  é  ijuasi  foit- 
dameulo  suslaniialo  dell'  ordine  *esca- 
vale  . 

*  VESCOVATO  .  fescovado  .  Car, 
Leti.  Vani.  \.  63.  Può  esser  sicura,  che 
nella  istanza  eh'  ella  mì  fa  di  procurare 
apprrMo  a  IVnstro  Signore  rlic  l'Alute  ili 
Capri  otteng.i  il  Vescovato  d'Asti,  io  non 
abbia  mancato  di  fare  ogni  ufficio  uecas- 
lario.  (Bl 

VESCOVILE.  Add.  Da  leicovo.o  Di 
Vescovo  .  Lat.  ^episcopali!  .  Gr.  tTiaxo- 
TttìOi  .  MaestruxA.  |.  27.  Ntita  ,  che  la 
dignità  vescovile  ,  e  del  prctatirn  libera 
diilla   condizione   servile,   0   a»ciitlizia. 

VESCOVO.  Prelato  inferiore  immedia- 
tamente a  Patriarca  ,  o  ad  j4rcivesco\'o. 
Lat.  *episcopHt .  Gr.  «Wa^orro^  .  Pocc. 
nov.  7^.  a.  Wò  perciò  è  mai  rf*>ato,  che 
Vescovo  a%utii  non  abbia,  ed  lia  ancora. 
Maestriizz.  I.  27.  (ibe  dee  fare  il  \ C- 
seovo  che  in   alcuno    lungo  ha   tct»porale 


V  E  S 

giuridizione?  Vit.  SS.  Pad.  l.  2o3.  Que- 
sto Ammonio  ec.  fu  eletto  Vescovo  d'una 
ciltadc .  A  appresso  :  Siate  certi  che  io 
non  sarò  Vescovo.  /lem.  Ori.  3.  4-  '')7* 
Rug;;ier  ridendo  giù  dal  poggio  scese,  E 
'1  Vescovo  aiuto  ,  che  s'  annegava. 

*t  S-  ''""  Sacerdote  dei  Gentili  si  trova 
nella  Vit.  lìarl.  5.;  ma  in  questo  senso 
e  fuor  d*  uso.  E  più  fece  inorare  l' idole 
a*  Vescovi  de'  tempi. 

3  VESPA,  insetto  volatile,  simile  alla 
pecchia.  Lat.  vespa.  Gr.  if*iÌ-  Pace.  nov. 
19.  38-  Dalle  mosche  e  dalle  vespe  e  da' 
tafani  ce.  fu  non  solamente  ucciso  ,  ma 
ioBno  air  ossa  divorato.  Dani.  In/.  3.  E* 
rano  ignudi  ,  e  slimulati  multo  Da  mo- 
sconi e  da  ves[»e  eh'  erano  ivi.  /:,'  f'tirg. 
32.  E  come  vespa  che  ntragge  1'  ago,  A 
se  traendo  la  coda  maligna  ,  Tragge  dal 
fondo  . 

H-  §.  Ejìgiiratam.  -  Petr.  jon.  191. 
Onde  amorose  vespe  Mi  pungon  si  ,  che 
*ofin  f|ua   '1  sento  e  pl»ro  »•.   (fi) 

5  VESPAIO.  La  statua  delle  vespe  ,  o 
dei  calabroni,  simile  a'Jiali  delle  pecchie. 
Red.  Ins.  40.  Come  fanno  per  appunto  le 
vespe,  quando,  spiccandosi  ita'lon  vespai, 
bramano  pascersi  di  qualche  corpo  uma- 
no .  Puon.  Fier.  4-  4-  ^**  Q"*^  da' ve- 
spai lor  sbrucando  ho  visto  Nugol  di  ca- 
labroni. Gregge  assalir  pascente. 

#  §.  1.  Dar  fuoco  al  vespaio,  figura- 
tam.  vale  l'iolmtare  a  uscir  fuori  chi  e 
di-ntro  .  m  Malm.  5.  S?.  Sta"  quieta ,  le 
die'  eyli ,  e  ti  conforta  ,  Ch'  io  voylto  a- 
desso    dar    fuoco   al   vespaio*.    (Cj 

%.\\.  Stuzzicare  il  vespaio.  r.STUZZI- 
CAHE,  §.  VI. 

g.  III.  I  e.Tpaio,  si  dice  ad  un  Solaio  che 
si  fa  sollevalo  alquanto  dal  pavimento  , 
per  difendersi  da  pencolo  di  fuoco,  e  d' 
umido.  *  Paldin.  l'oc.  Dis.  141  Dove 
sotto  gli  ammattonati  si  faranno  alcuni 
suoli  di  questo  sasso  (maschio),  non  pu- 
trii mai  V  umidita,  che  esce  dalla  terra,  giu- 
giicre  air  ammallonato;  usanti  però  molto 
questi  suoli  nelle  stante  umide,  e  son  quel- 
li che  noi  diciamo  vespai.  (Pj 

K'  §.  IV.  f  espaio,  per  Sorta  dì  orna- 
mento prezioso  fatto  a  similitudine  della 
vespa.  Buon,  f'icr.  1.  Introd.  De' ciuffi 
vi  saran  ,  delle  piani  Ile  ,  Pettini,  cappi, 
6or,  dirizzatoi,  Vezzi,  Vespai,  lisci,  acijue 
odor.itc.   (•) 

VESPAIOSO.  Add.  Sforacchiato  a  gui- 
sa di  vespaio  ,  Spugnoso  ,  (V.  <).  72.  2. 
I  TÌiii  del  cacio  son  questi,  cioè  s'  egli 
è  secco,  o  veipaiosoi  la  qual  cosa  avver- 
r'a,  quando  sarà  poco  premuto,  o  riceverà 
troppo   sale. 

VESPKKO.  /'.  VESPHO. 
•f  J.*»  VE.-sPERTILlO,  e  VESPERTIL- 
LO .  Pipistrello,  Segr,  Fior.  Cap.  Icd. 
lacint.  Quasi  b  venuta  l'ora.  Che  preu- 
don  gli  animai  qualrhc  riposo  ,  E  'l  ve- 
spertilio sul  si  Vede  fuora  .  Sannat.  Ar- 
rad.  prxKi.  t).  Ci'a  ogni  ur»ello  si  era  per 
le  sovravve^nenii  tenebra  raccolto  nel  suo 
albergo ,  fuora  che  i  vespertilli ,  i  quali 
allora  destali  uscivano  dalle  UNsle  caver- 
ne, rallegrandi'si  di  volare  per  V  amica  o- 
sruril'j  della  notte.  lAj 

5  VESPERTINO  .  Add.  Di  %'efpro  , 
Peir  ora  del  Ktspro,  Della  sera.  Lat.  ve- 
sperlinns.  «ir.  liTH^iM».  Prd.  Pitir.li 
E  mollo  beti  dittingueri'  sapea  Dal  mal- 
lutino  il  vetpertin  irepuscolo.  Cai.  Si-tt. 
321.  Quando,  sepdo  retrograda,  va  alla 
congiuntion  vespwlina  del  Solo.  ^  E  1  ett. 
mom.  ili.  1.  25.  Giudico  rhe  m*  bene  ce. 
por  neir  opera  multe  oisorvazioni  falle 
in  questa  cottiluiione,  oltre  a  quelle  che 
bu  fatte  di  più,  mentre  è  stalo  vesper- 
tino  (Giove).  (C) 

V.!  §.  Trovasi  anche  usalo  a  modo  d* 
avverb.,  e   ,-alt  A*'  giorno  ,   Meli'  orx  di 


V  E  S 

vespro.  «  Buon.  Fier.  4-  5.  3o.  Io  exco 
vespertino  ,  9  tornerò  nollurno  ••.  (A) 
^1?  VEsPETO.  I  expaio.  Ped.  leti.  Mol- 
t<-  e  molte  tono  le  razze  delle  vespe  ,  e 
difTerenti  di  6gura  e  di  lavoro  sono  i  lo- 
ro  vespeti     e   abitazioni.   (Aj 

•f  *  VESPISTKLLLO  .  /'.  A.  Ve- 
spertilio, Pipistrello  ,  t'isptstrello.  Sal- 
via. Fier.  Buon.  2.  l.  6  l'tpittrelli,  uc- 
celli che  volano  di  ootle,  detti  perciò  io 
Gr.  vj<TS£(0i4,  e  in  Lat.  vespertilionesj 
e  da*  nostri  antichi,  più  vicino  all'origioa 
della  parola,  vespistrelli.  (A) 

V ESPONE.  Accrescit.  di  Vespa j  Vt- 
spa  grande,  Meas.  sat.  4-  E  al  bruUichio 
di  quei  concetti  strani  Par  che  nell'  orto 
intorno  all'  uva  ronzi  Un  mucchio  di  ve* 
sponi  e  di  tafani  .  -^  Salvia.  Geor.  lib. 
4-  E  quel  che  siede  scioperato  a  pasce- 
re I  lavori  d'  altrui  e  le  fatiche  Espone 
ec.  (Fi 

5  VESPRO  ,  e  VESPERO.  La  Sera, 
o  l'  Ora  tarda  verso  la  sera.  Lat.  vesper. 
Gr.  itj-rttpx.  Bocc.  nov.  |5.  5.  In  sul  ve- 
spro la  mandò  all'  albergo  ,  dove  Andre- 
uccio tornava  .  Pass.  216.  Dando  il  si- 
gnore della  vigna  lanlu  a  colui  che  era 
entrato  a  lavorar  la  vigna  la  sera  a  ve- 
spro ,  quanto  a  colui  che  era  venuto  la 
mattina  per  tempo.  Dant.  Purg.  3.  Ve- 
spero  è  già  col'a,  dove  è  sepolto  Lo  cor* 
pò  ,  dentro  al  quale  io  facev*  ombra . 
Guid.  G,  Ordinato  già  il  Sole  nel  meaao 
die,  e  quasi  dccliaando  a'  cunBni  del  ve- 
spro. Pallad.  l'ehhr.  27.  Da  ora  settima 
inGno  ad  alto  vespero  si  vogliono  coglie- 
re eoo  mano  (il  testo  lat.  ha:  bora  de- 
cima ).  Ar.  iur.  2^.  lo4-  Ma  stordì  in 
modo  il  Tartaro,  che  mallo  Non  sapea  s' 
era  vespero,  o  di  mane. 

*  §.  I.  ì'espero  drl  mondo  ,  figiira- 
tam.  vale  la  Fine  del  mondi  .  «  .Mae- 
struzz.  I.  7.  Del  quale  i  Giudei  al  ve- 
spero del   mondo   avranno   fame  •*.  (y) 

^-  §.  II.  Vespro,  per  similit.  vale  Quel- 
P  età  della  vita  umana,  eh*  i  prossima 
alla  vecchiaia.  Petr.  cani.  27.  Questa  eh' 
anzi  vespro  a  me  fa  sera.  Cas.  son.  Si. 
Or  pompa  ed  oslio,  ed  or  fontana  eJ  elee 
Cercando,  a  vespro  addnUa  ho  la  rota  lu- 
ce. (FP) 

*  j;.  III.  Vespro,  dicesi  anche  II  .«e- 
gno  che  si  dti  colla  campana  sonando  a  ve- 
spro.  P.  Cio.  Ce/I.  leti.  l3.  E  vrgoendo 
sera  ec.  .  come  la  ram|vana  toccò  il  ve- 
spro, il  fanciullo  rendi;!'  anima  a  Dto.  (Vj 

g.  IV.  I  apro,  per  Una  delle  sette  ore 
canoniche,  che  si  dice  tra  la  JVona,  e  la 
Compieta  .  Lai-  vespertr  .  Gr.  ii^ip^i  . 
Maestruzz.  \.  38-  E  cosi  dell'  altre  ore 
del  di,  le  quali  iuBno  a  vespro  si  posaoao 
dire  la  mattina.  /*.'  2.  54-  E  simìglìantfr- 
nienle  dicendo  Vespro ,  e  Mallulioo ,  e 
cola*  cose.  /  il.  S.  Gir.  3.  Uno  die  stan- 
do (.irolamo  a  dire  lo  Vespro  eu'  suoi 
frati  ,  subitamente  uno  leone  entro  den- 
tro nel  monasletio.  /  il.  SS.  Pad.  3-  Sgó 
E  Terza,  e  Setta,  e  Nona,  e  Vespro,  r 
r  Uucio  della  notte  non  menlirare- 

§.  V.  Vespri,  diciamo  anche  l'  Ora 
nella  qual  si  dice  il  t  etpro,  che  e  dopo 
meizo  dì.  Lat.  vrtpenr .  Gr.  ivrtiptfi  , 
19TI/31V0V.  Maestruìz.  2.  27.  Quando  si 
dee  cominciare  a  guardar  la  festa?  Risp. 
Dair  un  vespro  all'altro.  Bocc.  nov.  77- 
61.  Essendo  già  vespro,  e  parendo  allo 
scolare  avere  assai  fatto  re.,  verso  la  casa 
drll.\  misera  donna  se  n'  andò.  E  nov 
80-  8.  Il  di  se|:neote,  pastaio  vespro,  la 
dovesse  aspellare.  Petr.  son.  86.  Che  * 
Dona,  a  vespro,  ali*  alba,  ed  alle  squille  La 
truovo  . 

*;.  VI.  Cantare  il  x-espro  a  uno  ;  detto 
proteH'.,  che  vale  Fargli  una  gagliarda 
riprensione,  o  Dirgli  li'-eramenle  l'ani- 
mo  suo.  Lai.  libere  loqui.  Gr.  na^'p^aiot- 


V  E  S 

^nv.  Uforg.   l6.  58.  Io  gli  ho  a  cantar 
poi  il   Tcspro,  s' io  mi  cruccio. 

§.  VII.  Tra  vespro,  e  nona  non  x^aftior 
persona  buona  s  detto  ,  perchè  gli  uomi- 
ni genti/i  ,  e  di  condizione  in  qiti'lV  ora 
stanno  per  lo  più  in  riposo j  o  in  casa. 

g.  Vili,  f'espro siciliano,  per  similit., 
ti  dice  di  Strage  gran<lc,  e  improi-uisa  , 
o  di  alcun'  altra  strana  disavventura  . 
Lasc.  Pini.  4-  9-  ^^  ^^'  ^^^  '"  sentirai 
il  vespro  siciliuQo.  Malm.  IX.  I.  E  se  d' 
■mor  ramò  eoa  cetra  ia  mano.  Dirà  col 
ferro  il  vespro  .siciliano. 

VESSARE.  /.  /-.  Travagliare.  Lai. 
véxare.  Gr.  xa/oùv.  *  l'it.  SS.  Pad.  i. 
42.  Un  geniauomo  de'  Baroni  dello  Im- 
peradore  essendo  vessalo  e  (ormcntato  da 
un  crudelissimo  demonio  ce.  ,  venne  ad 
Antonio .  e  pregollo  ec.  Car .  tn.  12. 
l3i6.  Assai  per  mare  ,  Assai  per  terra 
bai  tu  fin  qui  potuto  A  vessare  ì  Troia- 
ni, a  muover  guerra  Cosi  nefanda,  ec,  f^f) 
E  leti.  I.  85.  Se  io  non  fossi  cosi  ves- 
sato, come  sono  ogni  di,  da  queste  mie 
iodisposiuoni ,  io  farei  la  rest-luzione  di 
viTcre  in  convento,  i'.uicc.  Star.  10.  Per 
esser  vessali  i  soldati  dalla  asprezza  della 
Magione.  E  12.  6o2.  Per  la  superbia  loro 
vogliono  vessare  ognuno  .  E  l5.  756.  Il 
Re  di  Francia  vessava  coli'  armi  il  Du 
calo  di  Milano. 

VESSATO.  /'.  L.  ^dd.  da  ì'esxare. 
Lat.i'f'Jii/HA-.  Gr.  ■zipi's^póiitvo:;.  Lìb.  Op. 
div.  A.  48  Questi,  eh'  è  vess;ito  dal  di- 
monio,  perchè  li  jicrcosse,  e  disseti  villa- 
nie? A"  95.  Molti  vessati  da' mali  spirili, 
e  molti  parletiei  e  zoppi,  e  altri  infermi, 
furo  da  lui  curati.  Segr.  Fior.  Man/ir.  4 
1.  lo  sono  una  nave  vessata  da  due  di- 
versi venti  ,  che  tanto  più  teme  ,  quant' 
cU"  e  più  presso  al  porto.  Fir.  .4s.  2^9 
Pensiamo  noi  però ,  che  questo  povero 
asinelio  sia  vessato  si  lungamente  da  que- 
sto suo  malvagio  furore  ì 

VESSAZIONE,  r.  L.  Il  vessare.  Lat. 
vexatio  .  Fr.  lac.  T.  2.  l3.  8.  Questa 
vessazione  Non  la  posso  scansare.  Buon. 
Fier.  4.  3.  2.  Quasi  ricomprator  da  ves- 
saxione.  E  4-  5  3.  Onde  acquetati  Si  tol- 
gan  da  scamhievol  vessazione.  Borgh.  /■"(>, 
liher.  326.  E  per  usare  questo  motto  mezzo 
latino,  poiché  in  questa  materia  è  in  uso 
comune,  ricomperare  la  vessazione  e  mo- 
lestia de]  nimico  . 

VESSICA.  /  .  VESCICA. 

#  VESSICAWTE  .  Vescicatorio  ,  Lat. 
sinapismus  fortior,  *  vesicans.  Gr.  zau- 
ffT»xov  xaTKTiXaff.ua.  Bed.  Cons.  1.  io3. 
Son  lodali  i  vessicanli  alle  spalle;  ma  di 
questi  per  ora  non  ne  parlo.  Salvin.  Disc. 
a.  389.  Vogliono  essere  purganti  mordaci, 
e  vessiranti  cocenti ,  e  risveglianle  fuoco, 
che  scuota  dal  mortifero  letargo.   (*) 

•f  *  VESSICATOIUO.  lo  stesso  che 
Vescicatorio.  Bed.  Cons.  2.  IO.  Con  poco 
huon  successo  usò  ec.  le  ventose  tagliate 
e  scarificale,  ed  un  vessicatorio  al  col- 
lo, n 

t  «  VESSILLARIO  .  Colui  che  neW 
esercito  porta  il  ves.iilloj  Alfiere.  Borgh. 
Arm.  Fam.  li.  Non  chiese  deMegiona- 
rii  ,  ma  di  questi  aderenti  ,  che  io  dico 
chiamarsi  vcssillarii  ,  de'  quali  aveva  ogni 
legione  certo  numero  aggiunto.  ( l'j 

*  VESSILLAZIONE.  Un'afa  di  ca- 
valli nella  legione  Homana.  Borgh.  Arm. 
Fam.  IO.  Una  parte  dell'  esercito  si  chia- 
mava specialmente  vessilli  ,  e  vessillazio- 

ni.  (V) 

VESSILLO,  y  l.  Stendardo.  Lai.  ve- 
Xillum.  Gr.  -ìT^p-Co'*-  Dant.  Par.  27.  Le 
chiavi ,  che  mi  fur  concesse  ,  Divcnisser 
segnacolo  in  vessillo.  Frane.  Sncch.rim. 
18.  Kè  con  armata  vesta  Veggio  nessun  se- 
gaire  il  tuo  vessillo  Strd.  Stor.  i.  17. 
Tra  questi  era  il  vessillo  della  Croce  molto 
risplendente . 


^•  E  s 

+  #  g.  Vessillo,  dicevasi  anche  da* 
Bomani  Un'  ala  di  cavalli  nelle  loro  le- 
gioni. Borgh.  Arm.  fam.  IO  Una  parie 
dell'  esercito  si  chiauiava  specialmente 
vessilli,  e  vessillaiioiii.  (I^) 

VESTA,  e  VHSTt".  Ahrto,  Fcstimen- 
to.  Lat.  vestis .  Gr.  s'sàr.'^  .  Hocc  canz. 
3.  5.  Quando,  per  mutar  veste,  >^ì,  dissi 
mai ,  sì  hella  nel!'  oscura  Mi  vidi  già  . 
Amet.  21.  Tanta  stima  è  la  dignità  de' 
capelli  alle  femmine,  quanta  se  qualun- 
que si  sia  di  preziose  veste,  di  ricche  pie- 
tre ec.  circondata  proceda  .  Petr.  canz. 
40.  8.  Vedova  sconsolala  in  vesta  negra. 
Boez.  G.  S.  i5.  E  me  ,  gridando  e  con- 
trastando ,  siccome  io  parte  dì  preda  ti- 
rassono  ,  la  vesta  ,  che  con  le  mie  mani 
aveva  tessuta ,  squarciarono,  Boez.  J'arch, 
1.  pros.  3.  E  me  ec  tirando  per  lorza  , 
come  lor  preda  ,  mi  stracciarono  la  vesta, 
la  quale  io  stessa  eolle  mìe  mani  tessuta 
mi  aveva. 

g.  I.  Per  m  taf.  si  dice  del  corpo  . 
Dant.  Purg.  I.  Ove  lasciasti  La  veste  , 
eh*  al  gran  di  sarà  si  chiara  Ar.  Fur. 
35.  8.  Wè  si  leggiadra  ,  uè  sì  Leila  ve- 
ste Unqua  chhe  allr*  alma  in  quel  terre- 
stre regno. 

g.  U.  Per  similit.  si  dice  di  Qualun- 
que cosa  che  cuopra  checchessia  .  Bern. 
rim.  1.  23.  Un  gran  coltel  vuole  una  gran 
guaina.  Ed  un  grand'  orinale  una  gran 
vesta.  /Ar/i.  Ori.  2.  3l.  1-  Quanto  però 
noi  gravava  la  veste  Dura  del  corpo,  che 
*1  facea  mcn  sano. 

g.  111.  In  maniej-a  proverh.  si  dice  Far 
la  vesta  secondo  'l  pannoj  che  vale  Ac- 
comodarsi come  si  può  ,  Far  quel  che 
si  può.  Lai.  tempori  inservire.  Gr.  CCTTO- 
5>£-eiv  —,-0'^  To'v  xatjso'v.  Belline,  son. 
17O-  Ognuno  secondo  *1  panno  Faccia  sua 
vesta  . 

§.  IV.  La  veste  non  fa  il  monaco  j 
proverò,  che  vale  ,  che  L*  essenza  non 
consiste  nelC  apparenza  .  V-  MONACO, 
§.   I. 

f  VESTACCIA.  Peggiorat.  di  Vesta. 
Benv.  Celi,  f  il.  I.  3(50.  Mi  misi  addos- 
so ec.  un  poco  di  vestaccia  a  caso.  E  ap- 
presso.- Di'  loro  ce.  che  io  mi  metto  un 
poco  di  vcslaccia  addosso.  Lasc.  Pinz.  4- 
I.  Indosso  ha  una  vestaccia  rossa  foderata 
di  dossi ,  che  dovette  già  esser  dell'  ar- 
cavol  mio. 

*  VESTALE.  Some  presso  gli  anti- 
chi Bomani  dato  a  quelle  vergini  che , 
consacrate  alla  dea  Vesta  ,  avevano  per 
gelosissima  incumbenza  loro  di  serbar  vi- 
vo il  fuoco  sacro  pubblico  della  città  e  del 
popolo.  Oggidì  si  prende  per  Femmina  di 
gran   pudicizia.  (A) 

VESTE.   V.  VESTA. 

f  VESTETTA.  Dim.  di  Veste.  Benv. 
Celi.  1  it.  I.  3C3.  Andai  a  tagliare  i  pan- 
ni azzurri  con  una  hella  vestelta  di  ermi- 
sino.  E  2.  22.  Mi  richiese  che  io  gli  fa- 
cessi una  certa  vestelta. 

*  VESTIARIO.  Add.  Atlcnentea  ve- 
ste, l'it.  Pili.  2,?t.  Grandissimo  illustrator 
dì  Plinio  ,  e  della  materia  vesliaria.  fi  ) 

•f  VESTIBOLO,  e  VESTIBULO. 
V.  L.  Grande  spazio  su  'l  ingresso  di 
qualche  edifzio  ,  e  che  serve  di  passag- 
gio a  molti  altri  spazii  ,  i  quali  hanno 
altri  usi  particolari  .  Presso  gli  antichi 
era  quello  spazio  avanti  la  porta  d'una 
casa,  coft  detto  perch'era  consacrato  alla 
dea  Vesta.  Lai.  vestibulum.  Gr.  "ttzooo- 
/xov,  :7_Dor:'j>«tOV.  Ar.  Fur.  34-  54-  Nel 
lucente  veslihulo  di  quella  Felice  casa  un 
vecchio  al  Duca  occorre.  Buon.  J-ier.5. 
3.  6.  Io  genuflesso  dal  vcstìliul  santo  ec. 
E  5.  3.  8.  Adunque  io  serrerò  La  porla 
del  vestiholo  di  dentro.  Borgh.  Orig . 
Fir.  i63.  La  forma  di  queste  entrate , 
che  i  Romani  dicevano  vestibuli,  o  adili. 


V  E  S 


1703 


*  §.  l'estibolo  dell'  orecchio,  chiama- 
no I  j\C'tomisti  la  prima  parte  della  .fe- 
conda cavità  ,  detta  Laberinto  .  Taglia. 
Lett.  Nel  laherinto  v' è  una  cavil'a  irre- 
golare chiamata  vestibolo  ,  ove  sono  tre 
canali,  o  condotti  ossei  sonùcircolari.  (A) 

VESTUHIUOLA  .  Dim.  di  Vesta. 
J  arch.  Stor.  9.  265.  Chi  porta  un  saio, 
e  chi  una  gahUanella  ,  o  altra  vcsticciuo- 
la  di  panno  soppannata,  che  si  chiamano 
ca.vacche  j  dove  la  siate  si  porta  s()pra  il 
farsetto  ,  o  giubbone  solamente  ,  e  qual- 
che volta  sopra  un  saio  ,  o  altra  vcsllc- 
ciuola  scempia  di  seta.  Fir.  As.  i3.  Vo- 
lendosi con  quella  misera  veslicciuola  rì- 
cuoprire  il  viso.  E  {^\.  Ella  aveva  una 
sua    vestìcciuola  lina  tiitla  hìanc.1. 

t  VESTIGIA.  /.  A.  ì'esugio.  Conv. 
l58.  Vuole  a  questa  m.igione  andare  ,  e 
non  gli  è  mestiere  se  non  seguire  le  ve- 
stigie  lasciate.  Pant.  Par.  S\.  E  the  sof- 
fristi per  la  mia  salute  In  inferno  lasciar 
le  tue  vesligie  .  'I^  Serm.  S.  Agost.  20. 
Questa  vestigia  del  serpente  alcuni  se- 
guìtano,  i  quali  udendo  le  sante  e  buone 
predicazioni  ec,  pongono  gìuso  il  veleno, 
ec.  (E) 

-S  §.  E  fgitratam.  per  Segno,  Indizio, 
Sentore.  Din.  Comp.  /ih.  3.  Con  tallo 
che  i  Bianchi  tenessero  alcuna  vestigia  dì 
parte  Guelfa,  erano  da  loro  trattati  come 
cordiali  nemici.  (Br) 

f  VESTIGIO.  Segno  impresso  nel  .tito- 
lo della  terra  dappiedi  degli  animali  in 
andando;  C^rma,  Pedata ,  Traccia  .  JS'el 
numero  del  più  si  usa  indìfl'erenlcmentc 
7  esligi,  e  J'estigia.  Lat.  vestigium.  Gr. 
f^^vo;  .  Petr.  son.  28.  Dove  vestigio  u- 
man  la  rena  stampi.  /{"  263.  Di  vaga  fera 
le  vestigia  sparse  (Cercai  per  poggi  snli- 
larii  ed  ermi.  E  canz.  26.  5.  Cosi  avcstù 
riposti  De'  bei  vesligii  sparsi  Ancor  tra' 
fiori  e  l'erba.  Ar.  Fur.  27.  8.  Che  non 
trovando  Angelica  in  Tarigi,  Sì  parte  ,  e 
va  cercandone  vestigi,  v  Tass.  Ger.  l5. 
2.  E  son  V  islesse  Vestigia  ricalcate  or  nel 
ritorno,  Che  furon  piìma  nel  veniie  im- 
presse. (N) 

*  g.  I.  Vale  anche  Piede ,  Orma  , 
nel  senso  del  §.  IH.  Sannaz  .  Arcad. 
egl.  5.  E  coi  vestigi  santi  Calchi  le  stel- 
le erranti,    (l  ) 

*t  3  §•  ^*-  ^f^f^f  P^''  Memoria.  Pant. 
In/.  24.  Cotal  vestigio  in  terra  di  se  la- 
scìa  ,  Qual  fummo  in  aere.  But.  ivi  : 
Cotal  vestigio,  cioè  memoria,  imperocché 
vestigio  è  la  pedata  del  pie  ,  che  dimo- 
stra che  quivi  è  stato  il  pie,  e  così  ne  fa 
memoria  j  però  vestigio  sì  può  pnnere  per 
la  memoria.  Dant.  Par.  5.  Non  è  se  non 
di  quella  alcun  vestigio  Mal  conosciuto  , 
che  quivi  traluce. 

5r  §.  III.  Per  Avanzo  ,  Bimasuglio  . 
H  Serd.  Stor.  3.  l38.  Solo  nobile  per  Ir 
vestigie  d'una  città  rovinata  ».  rB) 

♦  S;.  IV.  Per  Esempio,  u  Esp.  Salm. 
Dobbiamo  pensar  le  vestigie  ,  vie  e  vite 
de' Santi  ».  Ar.  l^tr.  2I.  8  Quivi  sen- 
tendo poi  che  '1  vecchio  Ottone  Già  mol- 
ti mesi  innanzi  era  in  Parigi  ,  E  che  di 
nuovo  quasi  Ogni  barone  Avea  imitato  i 
suoi  degni  vestigi.  fM) 

•f  ^  VESTIMENTA  .  V.  J.  I^esti- 
mento.  Vit.  S.  Ciò.  Bai.  226.  Spogliasi 
Giesù  la  sua  vestimenta,  e  entrò  nell'ac- 
qua. Lib.  Bepuh.  G.  S.  Poi  pose  il  fra- 
tello in  su  lo  lcj;naio,  e  copcrselo  d'una 
preziosa   vestimenta.   (E) 

f  VESTIMENTO.  L' abito  che  si  por- 
ta indosso  per  bisogno,  e  per  ornamento. 
Ael  plurale  esce  così  in  i ,  come  in  a  . 
Lat.  vestis.  Gr.  iz'rifii-  Lìocc.  noi-.  96.  6. 
Eran  vestite  d'un  vestimento  di  lino  sol- 
tilissimo  e  bianco.  /-"  nov.  100.  9.  E  fat- 
tisi quegli  vestimcnli  venire  ,  che  falli  a- 
vea  fare,  preslaroenle  la  fece  vestire-  Amet, 


ijo4 


V  E  S 


ftl.  Merrè  del  veitimenlo  corlese  nella 
»ua  scollatura.  Dant.  l'urg.  9.  Cenere,  o 
terra,  che  secca  si  cari,  D' uQ  color  fora 
col  suo  vestimento  .  /i  rim.  ^O-  Che  *I 
savio  Don  pre^^ia  uom  per  vc»limcnta , 
Perchè  soo  ornameatdì  Ma  pregia  il  sen* 
no,  e  li  gentil  coraggi.  M.  V.  4-  >V  ^' 
accordarono  con  loro  d*  avere  panno  ,  e 
Tcslirnentu  ,  e  calzatnCDlo,  e  vino  per  li 
loro  danari.  ìil.  SS.  Pad.  I.  170.  Pa- 
revano pure  cori  di  Angeli,  sì  per  la  pu- 
rità  e  bianchezza  delle  \cstimenta  ,  e  sì 
maggiormente  per  la  purità  e  letiita  e 
fervore  che  mostravano  nella  faccia  ■  K 
223.  Usino  anche  di  ootte  vestimeoti  di 
Udo  . 

4!  g.  l'esltmentn,  per  Monacazione.  Ft- 
tic.  rim.  pag.  25o.  (  Son.  Tenera  luce 
ce.  Ut.)  Nel  veslimenlo  delle  due  figlie 
del  duca  Sulviali.  I:  25l.  (Son.  In  quel- 
la età  che  la  ec.  Ut.  )  Nel  vestimento  di 
nobil  dama.  iNSi 

VESTIRE.  Sust.  l'estimento.  Lai.  ve- 
stii. Gr.  ìibrli.  f  il.  Ptul  Convita  uo- 
mini harhari,  e  schiavi  cattivati,  che  fanno 
reverenza  a  questo  tuo  vestir  liianco  I*er- 
siano.  Cavale.  Med.  cuor.  Stolto  sarebbe 
chi  avesse  in  tanto  odio  un  carissimo  ve- 
stire, che  'I  gettasse  per  ima  macchia  che 
avesse  ce.  Pass.  ZifS.  Alcuni  si  gloriano 
ec.  d*  avere  preziosi  vestiri.  Amet,  52-  Gli 
fece  varii  ornamenti  diporre  ,  ed  in  una 
simigliaoza  i  suoi  vestiri  ridussi  .  E  63. 
Da  me  vestiri,  e  tutte  quelle  cose  che  a 
grado  ti  sono,  a  le  sono  concedute.  Beni''. 
Asol .  3.  200.  Ornata  di  cari  e  preziosi 
vestiri.  J?  Ar.  Fiir.  22.  63.  Bradamante 
pregò  mollo  Ruggiero,  Che  le  lasciasse  in 
cortesia  V  assunto  Di  gettar  della  sella  il 
cavalicro  ,  Ch*  avea  dì  fiori  il  bel  vestir 
trapunto  .   (/i) 

3  VKSTIUE.  ì'erbo.  Afetlere  indosso 
il  vestimento,  hii.'i'esfire ,  indncre.  Gr. 
7re^t6a3i)eiv ,  iToii^etv.  Bocc.  nov.  28. 
]6.  Trattigli  i  suoi  vestimenti,  e  a  guisa 
di  monar<i  votìlolo ,  sopra  uu  fascio  dì 
paglia  il  posero. 

Jff  §.  I.  Pestire  t  vate  anche  Dare  ,  o 
Far  fare  altrui  uno ,  0  più  vestimen- 
ti. (Ci 

*  §.  II.  Vestire  una  camiciaio  simi- 
li, vale  Mettere  in  dosso  a  sh  una  cami- 
cia, o  simili.  M  Dani.  In/.  23.  Tanto  che 
solo  una  camicia  veila  »».  Tnss.  Ger.  11. 
4-  Quivi  gli  altri  vestir  candide  spoglie, 
Vestir  doralo  ammanto  ì  due  pastori.  fP^ 
^  §.  111.  I  estir  panni  lini,  o  simili, 
x'ale  Andar  vestito  di  panni  lini,  o  simili. 
-  Vit.  SS.  Pad.  1.  171.  Vcslifano  pan- 
ni lini  ,  e  portavano  al  collo  certe  pel- 
le ».  (C) 

%.  IV.  Per  Portar  vestimento  ,  A\er 
vestimento  indosso,  fìocc.  nov.  8.  3.  Usi 
tono  di  nobilmente  vestire.  Maini,  1.  Si- 
li qual  vestì  di  lunfiO ,  e  fu  guerriero. 

g.  V.  Per  simtlit.  Pftr.  Canz.  26.  I- 
Se  M  pcnsier  .    che    mi    strugge  ,  Com'  è 

fiungenle  e  saldo.  Così  vestisse  d*  un  co- 
ur  cooforme. 

#  §.  VI.  f 'estire t  in  signi fic.  neutr. 
pass,  vate  Mettere  indosso  a  .x'e  il  prò 
prio  vestimento,  u  fiocc.  nov.  80  11.  Ma 
poiché  tempo  parve  di  levarsi  alla  don- 
na fatte  venire  le  schiave,  sì  vestirono. 
E  noi'.  82.  6.  Come  il  meglio  seppe,  »i 
vestì  al  buio  ».  ( Cj 

^  §.  VII  ì 'estirsi  una  roba,  vate 
Mettersela  indosso.  ••  /?orr.  nov.  12.  l3. 
La  donna  gli  fece  appreilarc  paoni  ec.  , 
li  quali,  rome  vestiti  s*  ebl>c,  »  suo  dosso 
fatti  parevano  >».  iC/ 

#  §,  Vili,  f'estire  una  cosa ,  vate 
anche  Ouernirsene  ,  Fornirsi  dì  quella  . 
Tnss.  Ger.  1,  i^.  Ali  bianche  vesti  che 
han  d*  or  le  cime  lofaticalidmcDlc  agili  e 
projle.  (D) 


y  E  s 

*  §.  IX.  Talora  vate  Provvedersi  di 
vestimenti.  G.  V.  8.  32.  3.  Giunto  in 
Bruggia  (ti  Re)  gli  fu  fatto  grande  ono- 
re ,  ec.  e  tulli  sì  vestirò  di  nuovo  cia- 
scuna arte  e  mestieri  di  per  se,  facendo 
più  diversi  giuochi  e  feste  ,  e  per  lo  Ke 
e  sua  baronia  gioìlre.  (C) 

^  §.  X.  t'er  Fornirsi  di  vestimento  , 
Procacciarselo.  Benv  Celi.  Vii.  1.  37I. 
Il  restante  della  roba  mia  ec.  volevo  che 
fussiuo  del  mio  carissimo  Felice  ,  e  rm* 
quanta  ducati  d'oro  più,  acciuccbè  luì  sì 
potessi  vestire.  (Ci 

*  §.  XI.  J  estire,  in  segnile,  neutr. 
pass,  dicesi  delle  Monac/ie  che  fin  prò- 
fetsione  in   alcun  ordine  religioso.    Uant. 

Par.  3.  Perfetta  vita  e  d'  alto  merlo  in- 
ciela Donna  più  su  ,  mi  disse  ,  alla  cui 
norma  ^el  vostro  mondo  giù  sì  veste  e 
vela.  ììut.  ivi:  Sì  veste  ec.  cioè,  si  pi- 
glia vestimento  ec.  couie  sì  vestono  ce.  le 
monache.  (  l'.r) 

§.  XII.  Per  meta/.  Dant.  Purg.  7. 
Quivi  sto  io  con  quei  che  le  tre  sante 
Virtù  non  si  vestirò  .  E  rim.  23.  E  ve- 
sle  sua  persona  d'  un  diaspro.  Tes.  Hr. 
7.  4^.  Iiitinantenente  che  1*  uomo  veste 
persona  di  giudice  ,  dee  egli  vestire  per- 
sona d'amici,  e  guardare  che  sua  persona 
non  falchi  r  altra,  t.iiid.  G.  Allora  quan- 
do gli  alberi  si  vestono  d' intorno  di  nuo- 
ve frundi  .  t*etr.  son.  8y.  Or  vestirsi  o- 
nestade  ,  or  leggiadria.  /:.'  son.  276.  Che 
i  villi  spoglia,  e  verlù  veste  e  onore. 

*  VESTITA.  Aggiunto  di  Canzone. 
r.  VESTITO  add.,  §-  I.  (') 

*  VE>TITELLO  .  J)im.  di  ìeslitoj 
Vestitino  .  Band.  ant.  Alle  quali  donne 
di  parlo  si  concede  un  vcslilello  di  drappo 
senza  furnimcnlì.  (A) 

*  VE>T1T1N0.  Dim.di  FestHoj  le- 
stitcilo.  (A) 

VESTITO.  Sust.  Vestimento.  Lai. 
vestis .  Gr.  izòAi  -  ^-  V.  IO-  l5^.  1. 
E  simile  di  veslìlj  iulaglìalt  di  diversi 
panni  . 

§.  Vestito,  per  la  Spesa,  e  Manteni- 
mento dfl  vestire  .  Stor.  Fnr.  1.  2.  Lo 
condusse  vecchio,  ammalato,  e  solo  a  men- 
dicarne il  villo  ed  il  vestilo.  ^  Sold.  sat. 
5.  Vicn  il  bisogno  ec. ,  E  non  avendo  a 
che  più  meller  mano,  Porrassi  al  dexo 
a  macellar  la  carne  Della  moglìer  ,  che 
non  ha  preso  in\ano.  Ma  alfin  costui  pre- 
tenderà cavarne  Villo  e  vestilo,  ec.  (It} 

VESTITO.  Add.  da  I  estire.  Lai.  in- 
dutus  ,  vestitus.  Gr.  ìvÒjs'^svoì  .  Dant. 
Purg.  12.  A  noi  venia  la  creatura  bella 
Bianco  vestita.  Mor.  S.  Greg.  10-  3o. 
Erode  lo  dispregio  con  tulio  V  esercito 
suo,  e  rimandullo  vestito  di  vestimento 
bianco.  Amet.  fì\.  Cosici  dì  ve.'-tiri  ver- 
migli veglila.  Alf'crt.  cap.  l^.  Intendi  fe- 
de viva,  e  non  morta,  e  vestila  di  buona 
pace  (qui  Jìguratam.}.  Vtt.  Ò'.V.  Pad.  I. 
2^1.  Giunse  a  loro  in  siili'  ora  della  se- 
sta lo  predi-tlo  tjiilis>iniu  Priore  vestito 
di  pelli  .  Segr.  Fior.  Cli*-  5.  3.  Clizia 
dov'  •?  S.  Manda'U,  subito  che  li  fu 
cenalo  ìersera  »  veglila  cu*  panni  di  Siro 
in  un  monasleriu. 

g.  I.  Canzone  vestita.  Pemh.  Pros.i. 
71.  Il  tnrdesimo  dì  quelle  canzoni,  che 
fiatiate  si  chiamano,  si  può  dire,  le  qua- 
li .  quando  erano  di  piii  d*  una  stanza, 
vestite  sì  rbiamavano,  «  non  vestite  quan- 
do erano  d'  una  sola. 

f  §.  II.  .\ai(er  vestito.  Jjgurutam.  va- 
le l-Usere  av\-enturato  .  Lai  capram  ftt- 
lestem  orientem  conspicere,  omnium  esse 
felici ssimum.  Or.  » u Jaijuto vati  tov  jSi'av 
6t%Tl)ttv.  Patajf.  7.  I«i  son  nato  vestilo 
col  legume.  Malm  7.  ,1|.  Eiglitiol,  rispon- 
de a  lui,  dalli  couforlo,  E  sappi  che  tu 
se*  nato  ventilo. 

VESTITUCCIO.  Dim.  di  Vestito  sust  , 


V  E  S 

e  si  prende  comunemente  per  Vestilo  or* 
dinario,  0  cattivo.  Malm.  2.  5!^.  Avendo 
UQ  vesliluccio  di  dobrelto,  Ed  un  cappel 
di  brucioli  alla  moda.  Menz.  sai.  il.  Dia- 
mogli  almeu  ruel  vesliluccio  aotìco ,  Ch' 
ella  adoftro  da  capitan   Spaveoto 

VfcSTITUKA.  Jl  vestirsi.  Foggia,  o 
Maniera  di  vestirsi.  #  Sat.in.  Cas.  68. 
Veste  lessuta  di  Gorì,  che  e  la  propria  ve- 
slilura  de*  Sileni.  ^.V^ 

§.  I  estitiira,  per  Vestimento.  Lai.  ve- 
stis. Gr.  ii^fli.  Sen.  Pist.  Finalmente 
li  sarà  tolta  ancora  la  tua  sezzaia  vesti- 
tura (cioè,  la  pelle).  Fr.  iac.  T.  3.  27. 
4-  Essendo  piccicdella,  Tua  forte  TesUtu- 
ra  Sotto  ricca  ornatura  tu  celavi  C^ui  ^r 
cilixio  ). 

•f  VESTONE  .  Accresca,  di  Vesta  j 
Vesta  grande,  nobile.  I.asc.  Spir.  5.  I. 
Quei  vestoni  di  seta  ,  che  voi  vi  fareste 
r  altr'  anno  ,  che  voi  andaste  in  u6cio  . 
Buon.  Fier.  2.  5.  2.  Oh  bel  vestuoe  Per- 
siano ,  o  Turcbesco,  ladiano.  Arabesco, 
che  so  io? 

VESTURA.  V.  A.  Vestitura,  hit.  ve- 
stis. Gr.  i^brii.  f  it.  Buri.  2^.  Quando 
Giusafla  ebbe  veduta  quella  veUora ,  co- 
mìncio duramente  a  sospirare- 

•|  *  VESTUTO.  V.  A.  Vestito. 
lìemh.  Pros.  3.  iS^-  E  vestuta  in  vece 
di  vestita  ,  che  pose  Dante  nelle  rime 
della  sua  Vita  Nuova.  (I  ) 

t  VETERA.NO.  propriamente  Soldato 
che  abbia  esercitato  la  milizia  mollo  tem- 
po. Lai.  veteranus.  Gr.  "^eiSJrTjj.  Ott. 
Com.  Inf.  12.  934-  Li  suoi  veterani  ca- 
valieri ,  non  si  vergognavano  dì  fuggire  . 
Borgh.  Orig.  Fir.  ^l.  Scegliendo  quelli 
che  erano  più  anni  slati  all'  esercito  ,  e 
finito  il  termine  della  milizia,  che  e'chia- 
mavano  veterani.  Segr.  Fior.  Art.  guerr. 
I.  26.  Per  esser  mescolati  quegli  che  s' 
avevano  ad  eleggere  ,  rispetto  alle  conti* 
nuc  guerre  ,  d'  uomini  veterani  e  nuovi. 
Fanti.  Stor.  9.  226.  Dovendosi  servire 
di  quella  milizia  veterana  .  Guicc.  Stor. 
ì6.  Quello  esercito  veterano  ,  e  oudrilo 
in  taote  vittorie. 

^  $.  F  per  si  miti  t.  si  dice  d' ogni  al- 
tra persona  ctie  da  gran  tempo  sia  ami- 
co, ser%itore,  e  simili.  Car.  lett.  Tomit. 
l56.  E  se  vi  par  d'  avvertir  di  qua  di 
qualche  altra  cosa,  come  ospite  veterano 
fli  S.  Beatitudine,*  sarete  obbedito  dì  tut- 
to. (C) 

^  VETEBINARIA.  Term.  didmsemlico. 
Queir  arte  die  tratta  della  cura  de' mor- 
bi  nelle  bestie  ,  e  che  sebbene  per  ragio- 
ne del  Jiiie  e  dell'intenzione  conviene  con 
Al  Medicina,  disconviene  per  ragione  dei 
soggetto.  (At 

t  -;!  VETERINARIO.  Term.  didascalicù. 
Aggiunto  dato  a  colui  che  cura  la  salu- 
te degli  animali  ,  (Vie  studia  e  professa 
la  veterinaria)  ed  usasi  anche  inJorzA  di 
sust.   (Ai 

•t  *  VETERINO.  Add.  Appartenente 
a' Cavalli  ,  ed  altri  giumenti  da  \-ettura. 
Manhett.  I.ucr.  ttb.  5.  i'.  I278.  Ma  i 
fedeli  e  vigilanti  Cani,  e  qualunque  spe- 
cie al  mondo  nacque  Ili  velerino  seme 
ec.  ,  Tulli  dell*  uomo  alla  tutela  ec.  li 
dier.  (A) 

VETRAIO  .  Quegli  che  fa  vnsetta  di 
vetro.  Lai.  vttriarius  .  Gr-  \jeÙ0iipyòi  - 
Sen.  Pist.  QO.  Io  desidererei  molto  di  mo- 
strare a  Possidonio,  %'  e;;li  vìveue,  alcu- 
no vetraio,  che  cui  proprio  alilo  fi  diverse 
vasella   dì  vetro. 

§.  Fetraio,  dictsi  anche  Colui  che  ven- 
de, o  acconcia  1  %fetri  per  finestre ,  o  si- 
mili . 

VETRARIO  .4dJ.  Tìi  vetro,  .iffarte- 
nenie  a  vetro.  Art.  ì'etr.  .Xer.  proem. 
Io  avendo  nell*  arte  vetraria  lavorato  più 
tempo  ce,  mi  son  musso  a  dar  notiiia  ti 


V  E  T 


V  E  T 


V  E  T 


1705 


monila  palle  di  quello  che  ho  visto  e  Ki- 
vurato  ia  ciia.  E  3.  45.  Pochi  sooo  quelli 
che  heoe  gli  sappiano  fave  «  come  colori 
Jifficili  e  fjìtidiuiti  noli'  atte  volraria. 

VETHATA.  Chiusura  di  vetro,  che  sì 
fa  aW  aperlura  delle  finestre  j  Invetria^ 
la.  Lat.  vitreum  clathntm.   Gr.  uVAiyov 

*  VETRIATA  .  Lo  stesso  che  Inve- 
triata, liaidin.    l'oc.   Dìs.  (A) 

VETRIATO.  Aild.  Invetriato.  Borgh. 
Hip.    211.   Àncora  sì  può  fare  ia  un  co- 

rcggiuolu  Tt'triato,  o  in  penlalino.  E  ap' 
presso:   Fa  Ji   intitìero  avere  libbre  cin- 


que 


ili    cimatura     di 


pan  NI 


chermisi    io 


pentola  nuova  vetriata,  lì  2l6.  Veggen- 
dosi  a  bastanza  colorito  ,  si  cava  in  una 
scodella  vetriata. 

f  VETRICE.  Pianta  nota  di  più  spe- 
zie, che  nasce  su  pe'  greti  det  fiumi.  Lai. 
salix/ragi/is.  Gr.  à'yvo;.  Ott.  Coni.  In/. 
a5.  4^^-  '^  tornai  lassa  dalla  selva  del 
moole  Stiffatide;  il  caldo  era,  e  la  fatica 
Avea  raddoppiato  il  grande  caldo  ;  trovai 
r  acque  che  si  movevano  cou  mormorio 
chiare  iosino  al  fuiido;  le  veirici,  gli  at- 
I>ori  vi  davano  ombra.  Capr.  Boti.  l.  8. 
Ne  puoi  vedere  la  esperieuza  manifeita  nel- 
le piante,  infra  le  quali  quelle  che  hanno 
r  umido  acqueo,  come  suno  aalci ,  gatteri, 
vctrici,  e  cimili,  duran  poco. 

VETRICIAIO.  Luogo,  o  Greto  pieno 
di  vetrici.  Cron.  l'eli.  70.  Tennonmi  nel 
Mugnooe  nascosto  tanto  fu  la  porla  ser- 
rata, e  poi  mi  menarono  per  lo  vetriciaio 
e  luDg*  Arno,  f  v  Cor.  Long.  So/.  8.  La 
Cloe  se  ne  andava  ora  in  un  giuncheto, 
o  in  un  vetriciaio,  a  far  cestole,  sportole, 
6scelle ,  ec.  (Min) 

VETRIERA.  l'etrata.  Invetriata.  Lai. 
vitrrum  ciaOtrum.  Gr.  uaXivov  x\z'QpO'i. 
Sen  .  Pist.  ^.  Alcune  cose  son  trovale 
nel  nostro  tempo,  sici-t)me  sono  le  velrie- 
re,  per  ir  qu;di  si  vede  chiaro  nelle  cose 
chiuse  (il  testo  lat.  ha  specularla). 

VETRIFICARE.  Far  vetro  j  e  in  si- 
gni^C.  neutr.  l'ivenir  vetro  .  Art.  ì  etr. 
Aer.  X.  a.  Avvertendo  che  ogni  pietra 
che  con  Taccìaiuolo,  ovvero  fucile,  fa 
fuoco  ,  ^  atta  a  vetrificare  ,  ed  a  fare  il 
vetro  .  E  appresso  :  Rimarrebbe  Ìl  tar- 
so solo  ,  il  quale  per  se  qod  vetrifiche- 
rebbe . 

VETRIFICATO.  Add.  da  Vetrificare; 
Bidotto  in  vetro.  Divenuto  vetro.  ^-  .irt. 
Vetr,  .Ver.  2.  43-  Poi  gli  davo  il  corpo 
del  tartaro  bruciato  ,  e  fuliggine  di  cam- 
mino velri6cata  ,  e  croco  di  ferro  fatto 
con  zceXo.'(B)  E  5.  77.  Rotto  il  coreg- 
giaolo,  resterà  una  materia  vetrificata  in 
colore  di  smeraldo  vago  e  bello. 

VETRIFICAZIONE,  //  vetrifcare  . 
Art.  J'elr.  :\er.  proem.  3Ìel  qual  modo 
si  vede  la  vetrificazione  delle  pietre,  che 
per  loro  slesse  giammai  foaderehhono,  ne 
TctrifichercbboDo. 

*  VETRIWA  .  Materia  che  si  dà  so- 
pra t  vasi ,  o  altro  ,  da  cuocersi  in  for- 
nace,che  It  fa  lustri.  Baldin.  P'oc.  Dis. 
alla  y.  Invetriatura  .  Sorta  di  vernice  , 
detta  vetrina  ,  che  adoprano  i  vasellai 
per  dare  ai  vasi  di  terra,  sì  per  render- 
gli lustri,  come  ancora  per  renderli  impe- 
netrabili  dai  liquori.   (C) 

*  VETRI50.  Term.  de' Magnani . 
Aggiunto  di  Eerro  crudo,  che  facilmente 
si  rompe.  (A) 

*  §  f 'etrino,  aggiunto  d'  Occhio,  di- 
cesi  di  Quello  che  è  attorniato  da  un  cer- 
chio bianchiccio.  (A) 

*  VETRIOLO.  Lo  stesso  che  f'etri- 
yolo.  Sagg.  nat.  e^p.  23^.  L'  agro  di  li- 
mone, lo  spirilo  di  vetriobj  ,  e  lo  spirito 
di  tolfu  mutano  il  paonazzo  della  lacca 
muffa  e  quello  della  tintura  delle  viole 
mammole  in  vermiglio.  {*) 

Vocabolario  T.  II. 


t  VETRIUOLA.  Lo  stesso  che  Pa- 
rietaria.  Lat.  parictnria.  Cr.  6.  l33.  I. 
La  vetriuola  ,  che  per  altro  nome  parie- 
tatia  s'  appella  ,  ed  è  erba  calda  e  secca 
nel  tento  grado  ,  e  chiamaci  vetriuola  , 
perocché  se  ne  purgano  i  vetri  .  Zihnld. 
Andr.  HO.  Togli  barbe  di  pretjeiiuilo 
ec,  vetriuola,  crescione  ec,  e  fa  bollire 
tutte   queste   cose. 

§.  l'etriuola  ,  in  gergo,  e  in  modo 
basso,  si  prende  per  hicchierej  onde  SoJ- 
far  nella  vetriuola,  che  vale  Ilere.  Malm. 
11.  57.  Un  mangia,  un  soiHa  nella  vetri- 
uola. Red.  /ìiinot.  /^i^ir.  8.  Andatomene 
a  casa  con  una  graziosissima  sete  ,  vi  so 
dir  io  che  la  vetriuola  andò  attorno  ,  e 
che  non  risecco  ,  ma  luulle  me  a*  andai 
a  letto. 

VKTniUOLO.  l'itriuolo.  Ricett.  Fior. 
72.  Il  vetriuolo,  chiamato  da' Greci  cal- 
canlo,  e  dai  Latini  atramento  sutorio,  e 
di  due  soite:  fattizio  e  naturale,  ec.  Il 
naturale  si  ritrova  congelato  nelle  vene 
della  terra.  E  85.  L'  allume  ed  il  ve- 
triuolo sì  ardano  in  una  pentola  scoperta, 
acciocché  si  vegga  quau«io  sono  arsi. 

§.  Per  Pezzo  di  vetro  .  Cant.  Cam. 
106.  Ferravecchi,  ferravecchi,  Evvi  cen- 
ci, o  rami  \ecLhi?  Donne,  non  tenete 
addosso   Scarpettacce  ,  o  vetriuoii. 

•f  -'.'  VF.TIIUOLO.  Adi.  Che  e  del- 
la natura  del  vetro,  o  ha  quaUhe  simi- 
litudine col  vetro.  Cnnt.  Cam.  pag.  It)^- 
(Cosmopolì  1750)  Hanno  ;t  poponi)  tra 
'1  fiore  un  latte  vetriuolo  ;  Ma  per  uo 
segno  solo.  Quei  r*  baa  grosso  il  picciuol 
son   lutti  buoni.  (.4) 

VETRO  .  Materia  trasparente  ,  com- 
posta, a  forza  dt  fuoco,  di  rena  bianca, 
e  di  cenere  di  soda  fatta  delT  erba  Cali. 
Lat.  vitrum.  Gr.  uav^;.  Bocc.  nov.  \[^. 
8.  E  non  jllrainenti  che  uu  vetro  per- 
cosso a  un  muro,  tutta  s'  aperse  e  sì  stri- 
tolò.  E  nov.  88.  5.  Datogli  un  bottaccio 
di  vetro,  il  meno  virino  della  loggia  dei 
Cavicciuli  .  .-Jmft.  ()6.  Cu^i  in  essa  tra- 
sparevanc  i  nostri  corpi  ,  come  in  vetro 
traspare  Ìl  festuco.  Dani.  Purg.  27.  Co- 
me fui  dentro,  in  un  buglieiite  vetro  Git- 
talo  mi  sarei  per  rinfrescarmi.  E  Par.  2. 
Cosi  come  color  torna  per  vetro  .  Petr. 
canz.  8.  4-  Certo  cristallo,  o  vetro  Non 
mostrò  mai  di  fuore  Nascosto  altro  colo- 
re. Che  r  alma  sconsolata  assai  non  mo- 
stri Più  chiari  i  pensicr  nostri. 

§.  Per  lìtcchtere  .  Lat.  cyathus  .  Gr. 
xj'aSo.;  .  Frane.  Sacch.  nov.  3l.  Si  co- 
minciano ad  attaccare  al  vetro;  bei  e  ri- 
hai, cionca  e  rÌcÌonca,  quando  ebbon  de- 
sinato, non  che  si  ricordassono  della  loro 
ambasciata,  ma  e'  non  sapeano  dove  e'  si 
fossono.  E  appresso  :  La  sera  essendo  a 
cena  ,  e  adoperandosi  più  '1  vetro  che  il 
legname,  cenalo  che  ebbono,  appena  in- 
tendea  1'  uno  V  altro.  Ciriff'.  Calv.  3.  82. 
A  Ciiiffo  gli  piace,  e  il  vetro  succia. 
Sema  lasciar  nel  fondo  il  cenlelliuo.  Red. 
Ditìr.  2.  E  per  chi  s'  invecchia  e  langue 
Prepariam  vetri  maiuscoli.  E  j4nnot.  Di- 
tir.  7.  Vetro  per  vaso  da  here  fu  usalo 
anticamente  da  Franco  Sacchetti. 

VETTA.  Parte  estrema  di  sopra.  Ci- 
ma ,  Sommità  .  Lat.  vertex .  (ir.  otxsa - 
Pallad.  Febbr.  17.  Spogliarla  d'ogni  ra- 
muscello  d'  intorno  ,  lasciandolo  la  vetta 
solamente  .  E  IQ.  Le  piante  poni  barba- 
te,  e  le  vette  rompi  loro  con  mano,  sic- 
ché crescendo  spandano  i  rami  .  Dant. 
Purg.  6.  Tu  la  vedrai  di  sopra  in  sulla 
vetta  Di  questo  monte  .  M.  V.  8.  4^. 
Armò  la  vetta  del  campanile  contra  la 
tona  de'  lolgori  con  reliquie  sante  .  E 
cap.  97.  Cominciando  dalla  vetta  de'col- 
li,  e  passando  per  lo  tramezzo  delle  valli. 
Tac .  f)av .  Post.  44*-  Ecce  chinare  le 
vette  a  due    \icini  arLori ,   legare  a  cia- 


scuna   un    più    del    reo ,    e    lasciarle  an- 
dare . 

§.  I.  Per  Ramicello  ,  Vermena  .  Lat. 
ramusculus .  Vtt.  S.  Ciò.  lìat.  Si  spo- 
gliava ,  e  battevasi  tutto  dal  capo  al  pie- 
de con  colali  vette  d'  alberi. 

§.  11.  Cercar  deifichi  in  vetta;  *^f'- 
to  proverh.,  che  vale  Mettersi  a  impre.ie 
difficili,  temerarie,  inutili,  e  pericolose. 
Ved.  Flos.  43.  Ciriff".  Calv.  3.  92.  Così 
vanno  cercando  fichi  in  vetta.  Morg.  22. 
77.  E  tal,  che  ha  '1  fico  in  man,  ne  cerca 
in  vetta. 

§.  111.  Egli  e  meglio  cader  dal  pie, 
che  dalla  vetta  j  Maniera  proverh.,  che 
si  lisa  per  consigliare  altrui  ad  eleggere 
de'  mali  ,  che  non  si  posson  fuggire  ,  il 
manco  nocivo.  Lat.  prestai  uni  malo  ob- 
noxium  esse  ,  t/uam  duobns. 

§.  IV.  Vetta  ,  SI  due  ambe  quel  Ba- 
stone appìct  alo  al  manico  del  corrcfìgia- 
to,  col  quale  si  batte  il  irano  e  le  hiadej 
e  talora  si  prende  per  Carnato  da  batter 
la  lana.  Ci-.  5.  9.  2-  Del  suo  legno  (del 
cornio  )  ec.  si  fanno  ec  manichi  di  mar- 
tello ,  e  velie  di  coreggiati  da  Iiallere  il 
grano  e  le  biade,  e  velie  da  vergheggiar 
la  lana.  M.  V.  3.  76.  E  nondimeno  sotto 
la  \elta  valse  (il  grano  J  per  lutto  soldi 
42  l'ctop.  in  tempo  di  hatlitura). 

§.  V.  /  etta  ,  SI  prende  anche  talora 
per  Pertica.  Cant.  Cam.  2i)6.  Perchè  la 
lunga,  soda  e  grossa  vetta  Ritrova  nie'pcr 
tutto  le    castagne. 

^  §■  VI.  Dalla  vetta  al  pie,  posto  av- 
verò., vale  Da  alto  a  basso.  Lat.  ej.-  sum- 
mo  ad  imum.  Med.  /irhor.  Cr.  5l.  Pas- 
sando Gesù  di  questa  vita  mortale,  il  velo 
del  tempio  si  parti  e  apri  dalla  vetta  in- 
fino al   pie   in  due  parti.  (C) 

^•s  VETTA.  /*.  L.  ed  A.  Benda.  S. 
Agosl.  C.  D.  i.  2.  Con  le  mani  sangui- 
nose ardirono  di  toccare  le  vette  verginali 
della  Dea  (  il  Lat,  dice  :  virgineas  ausi 
diVìE  continj;ere  vìctas).  (l) 

VETTAIUOLO.  Add.  Di  vetta.  Che 
nasce  in  vetta  .  Alleg.  35.  Io  ,  che  non 
mi  persuado  d'  esser  un  di  que'  poeloni 
madernalocci  ec,  ma  piuttosto  mi  tengo 
e  sono  uno  stentalo  rimessiticcio  di  poeta 
vettaiuolo  posticcio  e  dozzinale,  ce.  (  qui 
per  stmilit.J. 

;;;  VETTARELLA.  Ornamento  mulie- 
bre sul  Cappello.  Poliz.  rim.  Con  tal  de- 
licatezza Porta  una  vettarella  di  sopra  la 
cappella.  Che  m'abbaglia.  (Min) 

•|»  ;;:  VETTE.  Leva.  Galli.  Mecc.  6o5. 
Ne  questo  strumento  è  differente  da  quel- 
l'altro  che  vette,  e  volgarmente  leva,  si 
domanda  .   (A) 

VETTIGCIUOLA.  Dim.  di  Vetta.  Pai- 
lad.  Mago.  7.  In  que' tre  digli  si  dieno 
tenere  vctticciuole  di  iruiidi  d'  arbori  ,  b 
molli  frondellc  f  il  Lesto  lat.  ha  summi- 
tas  ). 

*  VETTIGALE.  /'.  L.  Tributario. 
Borgh.  Colon.  Rom,  363  E  agevol  cosa, 
che  si  trovasse  questo  modo  de'muncipii, 
di  colonie  e  di  vettigali.  E  òQQ.  Altre  terre 
rimasero  vettigali,  altre  sotto  nome  di  pre- 
fetture. E  Col.  Lat.  412.  Guadagnate  quel- 
le entrate  pubbliche  e  quel  terreni,  come 
gli  chiamarono,  vettigali.  (i  ) 

'\-  g.  Per  Dazio  ,  Tributo.  Pist.  de. 
a  Quinl.  pag.  23.  (  Fir.  l8l5)  Il  nome 
de'  pubblicani  non  debbono  spregiare  ce; 
non  polendo  essi  pagare  il  vclligale  ,  se 
non  avessoDo  Ì  pubblicani  ;  quello  vetti- 
gale  eziandio  ,  il  quale  Siila  igualmentc 
aveva  loro  imposto.  E  appres.<o  :  Il  no-- 
me  de'pubblicani  coloro  uon  debbono  te- 
mere, i  quali  sempre  furono  pagatori  de 
vettigali.  tBj 

•f  Ai  VETTINA-    T'ascilo  di  terra   in- 
vetriata   da   olio  ,   vino  ,    e    simili  .     Car. 
part.   I.  lett.  3o.    Vasi  di  creta  grandi  e 
314 


1706 


T  E  T 


Militi  »  col  veolre  largo  ,  e  cod  la  bocca 
stretta  a  guisa  di  pentole  ,  o  di  'vetlioe 
più  tosto  .  Magai.  Leu.  Potete  far  prov- 
vedere uoa  vetlioa  del  più  regalato  olio 
di  Tivoli.  (A) 

VETXaNE  .  Pollone.  hzX.  germen  » 
turculus .  Gr.  ^iaoTo;,  SraAc?.  Cr.  5. 
2|.  3>  Si  deono  i  rampolli  dalla  radice 
itirpare,  Iraltuoc  i  relluni,  i  t^uali  si  ser- 
bano per  piante.  Pav.  Colt.  191.  I  cap- 
peri s*  aUeBcaoo  in  tre  modi  :  il  primo  e 
seminarti  di  Mano  ec.  ;  jt  secondo  è  d' 
Ottolire,  o  di  Marzo  porre  di  t\\ie'  vetloni 
che  si  potano;  ec. 

VETTORIA.   V.  VITTORIA. 

t  VETTOVAGLIA.  Tulio  quello, che 
attiene  ed  e  necessario  al  nutrirsi,  e  dicest 
propriamente  itegli  eserciti  j  J  ittung/ia. 
Lai.  annona,  commeatiix.  Gr.  tk  fftTt'a. 
Guid.  lì.  Se  la  vcttuva^lia  ouD  maocasse 
per  loro  lUsteutauone.  l'ranc.  SaCth.  nov. 
132.  Volea  porre  1*  oste  a  Luco;  e  ciò  fa- 
cendo ,  avea  bisogno  detta  sua  vettova- 
glia .  =fr  Pecor.  g.  26.  n.  2-  S'  egli 
(Manfredi)  avesse  atteso  uno  o  due  gior- 
ni, lo  re  Carlo  e  soa  oste  erano  morii  e 
presi  sema  colpo  di  spada  ,  per  difetto 
di  vettovaglia  per  toro  ,  e  per  lor  caval- 
li. (CP)  Tac.  Dav.  Ann.  l5.  205.  Sema 
aver  ben  fortificato  gli  allogglameoti  del 
verno  ,  ne  provveduto  vettovaglie  ,  corre 
con  r  esercito  oltre  al  monte  Tauro  . 
Bern  .  Ori.  2.  6.  5l.  Mal  capitali  son 
lutti  i  destrieri.  Presa  la  roba  colla  vet- 
tovaglia . 

VETTOVAGLIARE  .  Provvedere  di 
vettovaglia.  Lat.  commenlum  comparare. 
Gr.   tU  oiTta  5U5/5'J«'^£tv.  Guicc.  Stor. 

17.  6.  Innanzi  che  per  la  ricolta  avessero 
comodità  di  vellovagliarc  le  terre  forti.  H 

18.  64-  Mandò  poi  Borbone  dieci  insegne 
a  vettovagliare  l'itzirhilone.  Car.  leti.  I. 
Il4-  (jI*  Impelali  guard.ino  in  cagnesco 
quel  Carignano,  e  si  vantano  <>  di  vetto- 
vagliarlo, u  di  cavarne  il  presidio.  *  Segu. 
Stcr.  7.  202.  Assaltò  Carignago  ,  e  per- 
che egli  era  con  poco  presidio,  l'ebbe  a 
patti,  e  cotta  vettovaglia,  che  vi  era  in  ab- 
bondanza, vettovaglio  Turino.   (C) 

#  g.  E  nentv.  pass.  Car.  lieti.  Arist. 
33o.  Il  medesimo  volendo  una  volta  esor- 
tare gli  Ateniesi  che  s'erano  vctlovagliati 
in  Negroponle,  disse  ce.  Ces.  lelt.  Cic.8. 
25.  Era  stalo  ucciso  per  ordine  di  Pom- 
peo iugli  occhi  dell'  esercito  ,  per  essersi 
accordalo  con  certi  SpagnuoU  ,  caso  che 
Pompeo  fosse  per  vetti'vagliarsi  venuto  in 
non  su  qual  terra,  di  pigliarlo  e  condurlo 
j   Cesare.  (C) 

VETTOVAGLIATO.  Add.  da  fetto. 
vagliare.  Lat.  annona  insiriulus. 

*  VETTUAGLIA.  /'.  A.  I  ettovaglia. 
iius.  23^.  Con  qu:irdnta  navi  ,  e  qui-tle 
cariche  di  veltuaglie.  .Sig.  I  lagg.  Sta.  6. 
Ora  vogliendo  raccontare  della  grande  de- 
gnilade  d'Alessandria,  e  de' loro  costumi, 
e  modi ,  e  delle  multe  veltuaglie  ,  e  co- 
nte ella  è  ben  posta  e  situala  per  ogni 
ragione;  in  prima  racconteremo  della  gran- 
dcua.   (C/ 

t  VETTCCCIA.  Ptm.  dt  fetta,  e  di- 
tesi per  lo  più  in  signi/ir.  di  Cima  delle 
piante  j  Punta  tenera  .  Lat.  turio  .  Gr. 
to'  toj  r.^a'Soxj  «'o/otTOv.  Cr.  5.  la.  5. 
Deesi  procurar  che  'I  pedale  si  divida  in 
molti  rami,  e  i  rami  in  verghe  e  vetluc- 
ce,  le  quali  menimi  e  produrano  il  frullo. 
E  9.  63.  3.  Vegneodo  al  leno  dì  ,  gli 
si  dieno  le  tenete  vctlurn-  degli  arbori  , 
e  tiroochi  morbidi  ,  v  le  cime  dell'  erbe 
verdi  . 

•f  VETTURA.  Comodo,  o  Prestatura 
mercenaria  dt  bestie  da  cavalcare  ,  0  da 
someggiare  ,  o  da  trarrt .  Lat.  vectura  . 
Cr.  9.  6.  9-  Alcuni  cavalli  si  dipulano  a 
^et(u^a  ,   alcuni  a   coprire  ,   alcuni  a  cor- 


Y  E  T 

rere^ec,  Socc,  nov.  86.  4-  Tolti  una  sera 
al  lardi  due  ronzini  a  rcltura  ec,  di  Fi- 
renze uscirono .  Jtfaestruzz.  2.  27.  Che 
sarà  di  coloro  che  sono  tenuti  a  dar  la 
\ellura  delle  Inaile  ;•'  signori  loro,  e  dan- 
nula,  e  purtanla  loro  i  di  delle  festel  Ar. 
Eur.  3o.  8-  Ma  non  pero  che  Oliando  a 
piedi  vada,  Che  di  vetture  vaol  viv«r«  a 
macco. 

§.  I.  Vettura,  per  la  Mercede  stessa 
che  si  p"ga  per  colai  prestatura.  5?  Sig. 
ì  lag'^.  Sin.  100.  E  ancora  troverete  alla 
porta  cin'juanta  cammelli  carichi  di  veltua- 
glia,  e  dì  CIO  che  vi  farà  bisogno,  e  non 
.  vi  chiederanno  niente  di  vettura  ,  e  mai 
ntm  vi  mancherà  da  Vivere,  l'.ern.  Ori.  2-3. 
28>  Se  pelciuBcllo  vecrhiaccio  ti  piglio.  Che 
qui  ci  tieni  e  non  ci  lasci  andare  Ti  sca- 
glterò  di  là  da  Francia  un  miglio,  E  la 
VfHura  ti  faro  avanzare.  /  iv.  Disc.  Ant. 
54  Se  faranno  bene  i  lor  conti  assai  [>iù 
vale  quel  legname  che  sciupano  in  aller- 
rarlo  ec.  di  quel  che  si  vaglia  il  casta- 
gnu,  o  la  querce,  o '1  sasso  di  cava,  o  i 
cantoni  naturali  culla  vettura  e  fattura  del- 
le sassaie,  (t)  Ar.  tur.  23.  3t>.  Non  che 
il  destrier,  ma  la  vettura  dargli  Converram* 
mi. 

*  §.  II.  Andare  a  vettura,  diresi  del- 
r  ^tndar  colle  proprie  hesUe  per  prezzo 
pattuito  in  altrui  servigioj  e  /iguratam, 
dell'  Andare  le  persone  per  prezzo  in  qua 
e  in  là  ,  allogando  l'  opera  loro  .  .Sfr*/. 
Stor.  fì.  227.  In  quelle  (navij  aliila  gran 
parie  d'  uumioi  con  le  mogli,  e  co*figlÌuoli , 
de' quali  altri  vanno  a  vettura,  altri  stan- 
no di  continuo  fermi  ce.  (C) 

§.  III.  Per  metnf.  Pocc.  nop.  85-  q. 
Ve  ne  menò  una  ec,  la  quale  un  tristo, 
che  era  chiamalo  il  Mangione  ec,  pre&lava 
a  vettura.  Lasc.  Streg.  5  6.  Io  non  son 
per  dargli  una  fanciulla  fuggita  dalla  ma* 
drc,  e  >tata  due  mesi  o  più  a  vettura  per 
iscariiera  .  E  Cinz.  3.  3.  I'ro*ioo  debbe 
aver  mandatu  la  moglie  a  vettuia. 

VETTURALE  .  t^uegli  the  guida  le 
bestie  che  someggiano  .  Lat.  mulio  .  Gr. 
ÓfìZiOttÒfio^.  Sallust.  lug.  H.  Subitamcn- 
te  fece  li  vetturali  ec.  tulli  insieme  trom- 
bare trombe  e  cornetti.  Maestmzs  2.  27. 
Nondimenu  1  vetturali,  che  portano  la  mer- 
ralanzia  ,  e  vittuaglia  ,  o  persone  a  certo 
luogo  riinoto,  ronciossiacosacbè  sanza  gra- 
ve danno  non  possano  fare  altro  ,  credo 
che  sono  scusati  .  Ciriff.  Calv.  a  58.  E 
sema  niclarance,  o  solcio,  o  sate,Ferono 
srotto  di  tiuiin  volturale  .  M.  f.  6.  61. 
Volarono  la  citlà  d'  ogni  mercatanaia  re, 
e  gli  all>erghi  de*  mercatanti  e  de'  ti«D 
danti,  e'  cammini  de'  «riturali.  E  8.  77. 
Le  sorne  del  pane,  eh'  erano  a  \'Ìrrhni  , 
avevano  furate  ,  e  tulli  i  muli  ,  e  fediti 
de'  telturali. 

t  VETTUREGGIANTE.  Che  vet- 
t'trefgia  .  Oli.  Cam.  Inf.  3o  520.  Chi 
dice  che  fu  una  mula  ,  eh'  è  «li>nna  ,  e 
guidatrice  della  torma  de'  muli  vellureg- 
gianli  . 

VETTUREGGIARE.  Portare  a  vettu- 
ra.  I  al.  vectnram  facere,  Gr.  ùyttt'/i}iot 
TTOiStv.  Cr.  9.  63.  5.  Quelli  fbuoif  che 
s*  apparecrhian  per  vettureggiare  ,  si  deo- 
no far  liiar  prima  i  carri  vuli.  S.  ^gost. 
(\  I).  Tate  lirstia  è  naia  atta  a  fare  as- 
sai lana,  alcuna  a  vellureg;;iare  e  portare. 
Alleg.  35.  Kioalmente  disutili  dtvrnutì  , 
alle  mulina  a  suon  di  tromba  gli  mandano, 
là  dove  la  farina  a  gran  peso  vettureg- 
giando ,  hanno  tanta  di  crusca  a  randa  , 
che  la  misrra  vita  loro  lino  alla  morte 
naturale   con   essa   si   inanliene. 

§.  Figuralam.  Etr.  As.  3o8.  E  per- 
ciocché '1  mio  vettureggiare  1*  era  assai 
ben  piariulo,  ella  convenne  col  mio  guar- 
diano, che  io  scaricassi  dell'  altre  some  a 
casa  sua. 


VET 

VETTURINO.  Che  dà  bestie  a  vtttm^ 
ra,  e  anche  Colui  che  le  f;tiida.  Cecch.  Ser- 
vig.  3.  I.  lo  avevo  bisogno  Di  provve- 
dere una  l>estia  per  me:  Deh  va,  e  vedi 
questi  %eliurÌDÌ,  Se  ce  ne  fosse  alcuna  di 
rimeoo  ,  Che  si  spendesse  poco  .  Buon. 
Fter.  4  5  18.  Ebba  dal  vetturin  bestia 
sì  destra  ,  Cb'  uscito  ci  pmruso  fuor  dì 
strada.  Ombrando  nel  pasaar  tra  le  caro- 
gne.  Il  volo  10  Arno- 

*  \ETTUHLNO.  Add.  Va  vettura. 
Atto,  o  Pettinato  a  vetlurepgiare .  SenL 
Prov.  Ha  più  guidalrschi ,  che  un  cavai 
vellurino.  /  05.  /  il.  Piti.  Cosimo  de*Me- 
dici  diceva  che  gì'  ingegni  rari  sono  for- 
me celesti,  non  asini  vetturini.  (A) 

VETTUVAGLIA.  E.  A.  I  ittuaglia  . 
Cronichett.  d'  Jmar.  253.  Maodovvi  vel- 
tuaglie, ed  altri  forDimenti. 

VETUSTA',  VKTUSTADE,  e  VETU- 
STATE  .  f .  A.  bistratto  di^  ì'etusto  s 
Antichità.  Lat.  vetnstas.  Gr.  àpx^'^'^i- 
S.  Agost.  C.  D.  Rendi  lì  boli  tuoi,  pe- 
rocché non  faranno  più,  che  passino  alla 
vetustà.  Varch.  Ercol.  148  Ogni  parlare 
ec.  consiste  in  quattro  cose:  in  ragioni, 
in  vetustà,  o  vero  antichità,  in  autorità, 
e  consuetudine,  o  vero  uso.  Guicc,  Stor. 
a.  370.  Questo  niuna  vetustà,  ninna  più 
lunga  antichità  cancellerà  delle  menti  de* 
murtali . 

*  VETUSTISSIMO  .  Superi,  di  Ve- 
tusto .  Adini.  hind.  Fra  'I  tempio  vetn- 
stissimo,  e  le  mura  Del  chiaro  Apollo.  tA) 

VETUSTO.  /  .  L.  Add.  Antico,  Pri- 
sco. Lat.  vetustus.  Gr.  Tia3>aiOj.  Buon. 
Eier.  3.  4'  4'  ^  tanto  ama  '1  sin  nuovo  , 
che  '1  vetusto.  Eir.  As.  161.  Se  ora  lì 
ritruovi  ne*  vetusti  templi  dì  quella  ìsola» 
la  quale  ce. 

§.  Prr  ì'ecchio.  Lat.  senex,  hngavus. 
Gr.  yifwv  .  Cani.  Par.  6.  Indi  partis- 
si poveio  e  vetusto.  Eranc.  Sacch.  rim. 
l'ìù  di  ciascuno  ,  o  novello  ,  o  vetusto  ■ 
Ar.  Eur.  40-  54*  E  dice  che  in  vigor 
r  età  vetusta  Sì  sente  pari  alla  già  verde 
e  nuova. 

t  VEZZATAMENTE.  /'.  A.  Avverb. 
Con  vezzi.  Piacevolmente  .  Lai.  blande  . 
Gr.  fxttÀtXùi^.  Bocc  nov.  80.  28.  Rico- 
mincio Salabaello  vezxalamente  ad  usar 
con  lei .  Lucan.  Parlò  a'  messaggi  molto 
vezzalamrnte . 

*  VEZZEGGIAMENTO.  //  veasef- 
giare.  Magai,  leti.  I.  2^9.  (Eir.  I769) 
Merito  d'  aver  per  sua  familiare  occupa- 
zione il  provvedere  a  una  s.ilutr  la  più  pre- 
ziosa per  la  Toscana  ,  e  delle  più  alta- 
mente importanti  per  1'  Italia,  e  in  os- 
sequio e  in  vezzeggiamento  detta  quale 
lra%aglio   con   sì   felii  e    successo,  ec.    fB) 

*  VKZZEGr.lANTE.  Che  %-ez3eggia  . 
Magai.   Leti.  (A) 

3  VEZZEGGIARE.  Far  t'eMi ,  Far 
carezze,  CareziAre  .  Lai.  blandi  ri  .  Gr. 
stXi'vEiv.  Sen.  lien.  farch.  3.  31.  Ma  se 
lo  vrKze[;gia,  se  lo  allieva  non  da  serro, 
ma  da  libero  ec.  ,  sì  chiama  Itenitzio . 
Boez.  I  arth.  a.  pros.  3.  Mentre  che  el- 
la ,  come  *uo  cucco  e  favorito,  li  vezzeg- 
gia e  favorisce ,  le  cavasti  dì  mano  un 
presente,  che  mai  non  aveva  più  conce- 
duto a  nessuno  uomo  privalo.  Morg.  19. 
121.  E  come  sempre  1*  aveva  onorala  E 
vezzeggiata  per  tutto  il  cammino .  Lcr. 
Med.  cani.  71.  3.  Sempre  ha  1' esima  e 
la  lussa,  E  con  essa  mi  vetieggia- 

*  §.  /•;  neutr.  pass.  -  Car.  l.eit.  I 
98.  K  che  pensale  voi,  cavalier,  di  fare  f 
ec  starvcnc  costà  voi  solo  agiatameale  a 
veiieggiarvi  cotcsta   paniella   "T    (B) 

VEZZEGGIATIVO.  Add.  Che  dimoia 
*'eszo.  Che  si  utn  per  *-eszo.  Salvia.  Disc. 
1.  3l8.  Cosi  sonereM>e  in  nostra  lingua  il 
vezzeggiativo  e  dìminutÌTO  greco  Paìladion 
(qui  in  fona  di  sust.,  f  »•«/*   che   si  Usa 


V  E  Z 


per  ve«o).  *  EPros.  Tose.  I.  208.  Dal 
soprammcnlovalo  Teocrito  furono  dette  ^le 
cicale  )  con  vexxeggiativo  per  avventura 
non  osservalo  Attluihones,  ec.  E  Annoi. 
Tane.  lÌHon.  3.  8.  Ufo.ttacciaccio  ,  peg- 
giorativo ec.  ;  mojfacciusio  .veleggiati - 
vo.  (B) 

VEZZEGGIATO.  A'id.  da  Vezzeggia- 
re .  Buon,  Fier.  4.  2.  7.  E  stetti  a  n- 
guariUr  trasecolalo  Le  vipere  e  k-  serpi 
VcMeggiate  (la  lor  bacijrgU  in  bocca  . 
Borgh.  Orig.  Fir.  I04  V^^  dunque  la 
colonia  nostra  nel  Triumvirato,  e  per  or- 
dine del  Triumvirato  coudoUa  da  Augu- 
sto, e  da  lui  multo  veweggiala. 

VEZZO.  Petizia.  Trastullo.  Lai.  rfe- 
Itciae.  Gr.  toc  7raiJtx:t.  Sen.  Pisi.  Io 
SODO  il  6gliuol  del  vostro  fattore,  col  qua- 
le voi  vi  solavate  tanto  ddeitaie,  e  acni 
Toi  solavate  i  gioitili  rec.ire  ;  10  sono  il 
vostro  vezzo.  Per  la  mia  fede,  diss' io , 
quesl'  uomo  è  fuori  di  senno.  Ora  è  già 
vecchio  il  mio  veizo? 

*  §.  I.  I  ezzo,  dicesi  anche  per  esfìrea- 
Sion  d'  affetto  a  Persona  teneramente  a- 
mata.  Lat.  meiis  ocellus,  siiai'ium  mcum. 
Pule.  Bec.  i3.  Se  tu  vuoi  alle  volte  un* 
insalata  Di  raperonzo,  o  vuoi  di  ccrconcel- 
I0,  O  eh'  io  ti  leghi  un  di  qualche  gra- 
nata Al  bosco  ,  chiedi  pur  ,  vexzo  mio 
bello.  (Br) 

*  §.  II.  Figliuol  di  vezzi,  dicesi  a 
Figliuolo  amatissimo,  prediletto.  V.  FI- 
GLIUOLO, §.   Vili.   (C) 

V  §.  III.  Ai'ere  in  vezzo  una  cosa, 
tale  Deliziarsene.  Fr.  Giord.  Fred.  62. 
I  peccati  veniali  non  tolgono  pero  la  gra- 
KÌa  di  Dio;  ma  chi  troppo  gli  ha  io  uso 
e  in  veMO  ec.  troppo  dispiace  d  Dio.  (  Cj 
§.  IV.  Fetzi,  nel  numero  de!  più,  si 
usa  per  Lezii.  Lat.  hlandttiae,  illccehrae. 
Gr.  xp'5'''*^'''/^'^'  òi'ìia-.  Frane.  Barb. 
76.  9  Altri  il  fan  per  paventi,  Ahri  per 
vezsi.  Bocc.  nov.  58.  2.  Avea  una  sua 
nepote,  chiamata  per  vexii  Cesca  .  Lab. 
x38.  Ne  si  vergognano  ec.  tanti  ornamea- 
li,  tanti  velli,  tante  ciance,  tanta  morln- 
dewa  sottomettere  ec.  alle  mani  parìeti- 
che  ec.  Sen.  l'ist.  L'  uomo  il  dee  riem- 
piere sanza  schiBltade,  e  sanza  troppe  lu- 
singhe e  troppi  vcixi. 

g.  V.  Far  vezzi,  vale  Vezzeggiare,  Ca- 
rezzare. Lat.  hlandiri.  Gr.  ixCvzrJ.  Bocc. 
nov.  21.  10-  Lusingalo,  fagli  vezzi,  dagli 
ben  da  mangiare.  Genes.  P.  jS'.  Il  padre 
r  amava  mollo  ,  e  faceva  di  lui  grandi 
vezzi.  Sen.  Ben.  fardi.  ^  l5.  Cosi  è 
naturale  il  seguitar  di  far  beoefizii  a  uno 
che  li  sia  slato  ingrato  de'  passali,  come 
a  un  padre  di  far  vezzi  a"  Bgliuoli  catti- 
vi. E  7.  12.  E  cosi  si  faccia,  come  noi 
diremo,  vezzi,  come  sogliono  gli  amanti. 
Malm.  10.  8-  Ed  a  fargli  servizio,  e  più 
che  vezzi ,  Vuol  che  gli  orecchi  sieno  i 
maggior  pezzi. 

g.  VI.  Cascar  di  vezzi,  vale  Essere 
oltremodo  lezioso.  Bocc.  nov.  58.  4  ^' 
quale  ella  tutta  cascante  di  vezzi  rispose. 
Cren.  Mordi.  246-  Bianca  e  bionda,  molto 
bea  fatta  della  persona,  e  tanto  gentile, 
che  cascava  di  vezzi. 

VEZZO.  Modo  di  procedere,  0  di  fa- 
re, Mendo,  Uso,  Consuetudine.  Lat.  ti- 
tium,  menda: yConsuetudo.  Gr.  oifJ.OLpTr,ij.%y 
09x^0.%,  SJVr.'SiiK.  Tac  Dav.  Ann.  4- 
8o-  l'er  giurato  giudizio  il  Senato  il  cac- 
ciò in  Candia  ,  dove  avendo  cielo  e  non 
vezzo  malato  ec,  invecchiò  nel  sasso  di 
Serifo.  Bronz,  rim.  burl.2.  248.  Ma  poi- 
ch' e' vide  non  v'esser  riparo,  E  che  gli 
bisognava  mutar  vezzo  er. ,  Chiese  ec. 
JHorp.  19.  25.  Misera  mei  quant*  ho  mu- 
tato il  vezzo  ,  Esser  dovevo  scalzata  ogni 


V  E   Z 

che  Chi  è  malvagio  per  natura,  mai  non 
si  rimane  di  malvagiamente  operare.  Lat. 
lupus  piliint   mutat ,  non   mentem.   Gr 


V  E  Z 


1707 


•pus  pii 


oj    TOv  y  fui  li.  fi 


%l- 


§.   //  lupo  cangia  il  pelo  ,  ma  non  il 
vt2i0  ,  o  simili  j  proverò,  che  significa  , 


iccrrsc.  Ved.  Fio.-:  lOO.  /'.  LUPO.  §. 
V.  Pctr.  son.  97.  Vero  è  'l  proverbio, 
eh'  altri  cangia  '1  pelo.  Anzi  che  'l  vezzo. 
VEZZO,  iìrnaniento  dt  fila  di  perle, 
o  di  altre  gioie  ,  o  di  cosa  che  le  somt- 
fli  ,  che  le  donne  portano  intorno  alla 
gola.  Lat.  monile.  Gr.  op'ioi.  Fir.  As. 
134.  Quanti  pendenti,  quanti  vezzi,  quan- 
te manigUel  Buon.  Ftcr.  3.  4'  7-  Q"^* 
gabinetti,  e  lucide  bacheche,  l'iene  d'  a- 
nell.i  e  vezzi  ed  orercbual  Maini.  2.  Ó9. 
Si  messe  il  grembiul  bianco  e  le  pianel- 
le ,  Il  vezzo  al  collo,  e  i  ciondoli  agli 
orecchi. 

*f  -.:  VEZZO.  Sorta  di  ballo  usa- 
to da'  Greci.  Salvia.  Pros.  Tose.  I.  338. 
Aveano  i  Greci  un  ballo  chiamato  il  vezzo, 
o  la  collana,  comune  di  giovani  e  di  tan- 
ciuUe,  che  una  tal  6gura  in  danzando  la- 
ccano. (•) 

i'.:  VEZZOLINO-  Dim.  di  Vezzo,  in  sen- 
so d'Ornamento  ec.  Pros.  Fior.  1^.3.  20y-  Io 
mando  a  Carlo  Velluti  unvezzolino  di  cer 
te  perle  piccole,  perchè  e*  ve  le  mandi.  (Cj 
VEZZOSAMENTE.  Avverh.  Con  vez- 
li.  Con  una  certa  granosa  maniera.  Lat. 
venuste.  Gr.  ;^:x;i£VTw;  .  /!occ.  nov.  5. 
2.  La  quale  veizosanieiili'  e  con  lieto  vi- 
so incominciò.  E  nov.  82.  I.  La  Reina 
ad  Elisa  xezzosameute  disse.  Bern.  Ori. 
i.  22.  l4'  f"'^'**  vezzosamente  sospirando 
Disse.  7"(isv.  Jniint.  I.  1.  Ne  intorno 
li  vedrai  vezzosamente  Scherzare  i  6gli 
pargoletti  . 

§.  Talora  vale  Con  carezze.  Con  amo- 
revolezze. Morbidamente ,  Delicatamente. 
Lat.  blande.  Gr.  yui(>i'xw*-  ■*/■  /  ■  8.  46- 
ì  loro  chiostri  e  durmentoiii  sono  pom- 
posi ,  vezzosamente  intendendo  alle  deli- 
catezze 0  piaceri  temporali-  E  9.  70.  Gli 
uccelletli  in  gabbia  vezzosamente  nudii- 
tl  si  rallegrano  cedendo  le  selve.  Boez. 
Varch.  2  pros.  2.  Inchinevole  a  favorir- 
ti,  l'allevai  troppo  vezaosamenle. 

VEZZOSKTTO.  Dtm.  di  Vezzoso. 
Che  ha  del  vezzoso  .  Bed.  rim.  32.  Tal 
di  Madonna  il  vezzoselio  sdegno  D'  ogni 
amante  respinge  ogni  desire. 

*  VEZZOSISSIMAMENTE.  Superi. 
di  Vezzosamente.  Uden.  Nis.  I.  16.  Con 
ottimo  consigliu  canto  (  il  Tasso  )  V  in- 
cidenza «morosa  di  Sofronia  e  di  Olindo 
con  ornvnenti  poetici  veziosis&iniamen- 
le.   (D) 

VEZZOSISSIMO  .  Superi,  di  Vezio- 
to  .  Segner.  Mann,  yfars  6.  1.  Se  può 
UQO  in  terra  desiderar  giustameale  di  cft- 
iere  nato  6gUuolu  ancora  di  Be,  gcntdis- 
Simo,  garl)utiissimu ,  vezzosissimo,  pelchè 
ha  da  desiderarlo  ? 

VEZIOSO  .  AM.  Che  ha  in  si  una 
certa  grazia  e  piace^'OÌezia  .  Lat.  venit 
stus  t  efegnns.  Gr.  sVapJo'JiTO?  ,  'X^fii- 
m.  Bocc.  nov.  16.  8.  Li  quali  le  pare- 
vano la  più  dolce  cosa  del  mondo  ,  e  la 
più  vezxosa.  E  nov.  iS.  3?.  Krano  i  più 
belli  e  i  più  vezzosi  fanciulli  del  mondo. 
E  nov.  81.  I.  Molte  volte  s'  è,  o  vezzo- 
se donne,  ne'  nostri  ragionamenti  mostrato 
quante  e  quali  sieno  le  forze  d'  Amore  . 
Jlemh.  y-Uol.  2.  83.  L'  uno  all'  altro  scher- 
zevolmente ritornando  le  vaghe  rimesse 
de' vezzosi  parlari.  .fforpA.  Ori^.  Fir.  \5q- 
Toglie  la  vaghezza,  ed  impedisce  la  vista 
di  così  vezzoso  tempio. 

§.  I.  Per  Lezioso  .  Lab.  iSg.  Ora  io 
non  t'  ho  detto  ec.  quanto  ella  nel  farsi 
servire  sia  imperiosa,  noiosa,  vezzosa,  sto- 
macosa .  Sen.  Pist.  Ma  qui  mi  fieno  ad- 
dosso lutti  i  morbidi  e  tutti  i  vezzosi ,  e 
grideranno.  Jr.  Fiir.  20.  Il3.  E  siccome 
vezzosa  era,  e  mal    usa,  Quando  vide  la 


vecchia  di  Marfisa  ,  Non  si  potè  tener  a 
bocca  chiusa  Di  non  la  motle(;giar  con 
belle  e  risa  (  Cioè  ,  riacrcscevole  ,  sazie- 
vole ) . 

^  §.  II.  Per  Lusinghiero  ,  detto  dt 
parole,  lleinb.  Slor.  1.  225.  Il  kig.  Lo- 
dovico stalo  alcuni  pochi  di  in  Melano 
per  trarre  da'  suoi  cittadini  con  umili  e 
vezzose  parole  denari,  a  l'avta  se  n  ali- 
do.   (NJ 

$.  IH.  Far  del  vezzoso  ,  diciamo  del 
Proceder  leziosamente ^  o  Far  dello  schi- 
Jo,  Morg.  21.  93.  Questi  romiti  fanno  del 
vezzoso ,  E  par  che  ognun  di  lor  si  rac- 
capricci. 


U  F 

UFF1CETT0.  r.  UFICETTO. 
UFFICIALE,  r.  UFICULE. 
UFFICIAIIE.  F.  UFICIARE. 
UFFICIATURA.  /'.  UFICIATURA. 
UFFICIO.  I'.  UFICIO. 
*  UFFICHJSISSI.MO.   Superi,  di   Uf- 
ficioso.  Sanitaz.  leti.    10.  pag.  !^5^■   (Co- 
rnino   1723  )    Il    signor    segrclariu  M.    Gi- 
rolamo  Dedo  con  la  sua  ufficiosissima  u- 
manii'a  è  venuto    a    casa    mia  ,    e    di   sua 
mano   mi  ha  presentalo  la  gratissima  let- 
tera di  V.   S.  (Bj 

UFFICIOSO,  r.  UFICIOSO. 
UFFICIUOLO.  ;•.  UFICIUOLO. 
UFFIZIALE.  7  .  UFICl.ALE. 
UFFIZIARE.  /  .  UFICIARR. 
UFFIZEATORA.  /  .  UFICIATURA. 
UFFIZIETTO    7.  UFICETTO. 
UFFIZIO,  r.  UFICIO. 
UFFIZIOSO.  ;•.  UFIZIOSO. 
UFFlZiUOLO.  7'.  UFICIUOLO. 
UFICETTO,  UFFICETTO,  UFICIET- 
TO,UFlZlETT0,e  UFFIZIETTO. Oim. 
d'  Ufcioj  Carico.  lìocc.  nov.  61.  3.   Aveva 
a  ritenere  la  scuola  loro,  e  altri  cosi  falli 
uficetli    aveva  assai  sovente.    Cron.    ì  eli. 
25.    Il  dello   Gherarduccio  cominciò  a  ri- 
pararsi   nel    fondaco    de'  Bdiolli    in   porla 
sante  Marie,  e   vegnendoli  colali  uBcietli 
da  utde  ,  gli  prendea. 

UFICIALE,  UFFICIALE,  UFIZULE, 
eUFFIZlALE.  Quegli  che  ha  u  fido,  che 
esercita  ufcio.  Lat.  officiali!,  minister  , 
magistralus.  Gr.  35;à;t6i<,  apx"'';  ''''"''^• 
Introd.  4  Fu  da  molle  immondizie  pur- 
gata la  citt'a  da  uficiali  sopra  ciò  ordinali. 
E  nov.  11.  12.  E  che  questo,  che  io  di- 
co, sia  ^ero,  ve  ne  può  far  chiaro  1' ufi- 
cial  del  signore.  Maestruzz.  2.  29.  4-  *^^^ 
diremo  del  Prelato  che  ha  giuridizione  tem- 
porale, e  impone  al  suo  ulficiale,  che  so- 
pra tale  e  tale  maleficio  cerchi  la  verita- 
de ,  e  faccia  il  djbilo  della  giustizia  ,  e  1' 
ufficiale  procede  a  pena  di  sangue,  sar'a  il 
prelato  irregolare  7  Pant.  Purg.  2.  Orna' 
vedrai  di  si  fatti  uficiali. 

UFICIALE,  UFFICIALE,  UFIZI.ALE, 
e  UFFIZIALE.  .4dd.  Che  ha  uficio.  De 
stinalo  aJ  iificio.'Lil.  o/ficialis.  Gr.  61:110/1- 
ytltò;.  Or.  2.  4.  4-  Alt"""<^  parli  della 
pianto)  sono  siccome  membri  uficiali  ne- 
gli animali ,  alcune  siccome  membra  che 
son  delle  simiglianti.  E  2.  5.  2.  Avvegna- 
ché '1  materiale  non  si  possa  cosi  dalle 
parli  uficiali  rimuovere   in   esse  piante. 

UFICIARE,  UFFICIARE,  UFIZIARE, 
e  UFFIZIARE  .  Celebrare  nella  chiesa  i 
divini  itficii.  Lai.  divina  officia  celebrare. 
Gr.  ij;àÌ);iv  «y.o>ou3tav.  O.  I'.  IO-  55. 
6.  Non  vi  si  cantava  officio  sacro,  ne  so- 
nava campane,  se  non  che  si  ufficiava  per 
li  suoi  cherici  sismatici  e  scomunicati.  E 
li.  Il3.  4.  Cadde  un  palchetto  ec,  dov 
erano  su  tutti  i  cantori  cherici  che  uEcia- 
vano  .  ■:■  Vii.  S.  Zanob.  Sig.  Comando 
eh"  olio  si  levasse  suso  e  andasse  a  uficia- 
re  cogli  altri  cherici  nella  Chiesa.  (V) 
*   §.    Uficiare,  a  guisa  di  attivo,  f'il. 


i-oS 


U  F 


V  T  X 


V  r  I 


S.  Ciò.  CuaV>.  299.  tit.  Come  i  rooDaci 
noo  lasciavano  DÌuno  ^inroniaru  ec.  ufi- 
ciare  la  loro  chiesa-  (f)  Ser,i.  Star.  8. 
317.  Per  mantenere  e  ufGiiare  quel  tem- 
pio il  Re  Sagamo  gli  aveva  donatala  de- 
rima di  tutte  le  nierrunzie ,  clte  fossero 
portate    nrlla   citta,    (l') 

UFICIATURA,  UFFICIATURA,  UFI- 
ZIATURA.  e  UFFIZIATURA.  L' uftaa- 
re.  Tnr.  Dar.  Ann.  1.  19.  Nel  medesi- 
mo anno  cominciò  la  nuova  religione  de' 
Sacerdoti  Agu^lali  ,  ad  esempio  di  Tito 
Taiio,  che  1  Taxii  ordino  per  mantenere 
r  uGciatura  Saltina  ■  /'.'  Ann.  ^.  98.  I  Ci- 
ziccni  ,  imputati  d'  aver  trascurala  1' uG- 
ciatura del  divino  Agusto  ,  ne  penlerono 
la  liliertà  guadagnata  nell'  assedio  di  Mi. 
Iridate  (in  funesti  esempi  e  delta  per  si- 
miitt  ). 

^  §■  Uficiatura  .vaerà  ,  liicesi  a  quel 
Luogo  delie  chiese,  nel  quale  stanno  i  pre- 
ti ad  ufficiare  ,  ed  e  come  il  coro  .  C'es. 
Descr.  13.  Ora  il  dello  imltasamento  si 
alto  acceca  tutto  il  presliitcrio,  t>  non  la- 
scia veder  punto  1'  uGciatura  sacra,  né  ;il- 
Iro  che  dentro  sia,  o  vi  sia  fallo  (Cj 
UFICIETTO.  /  .  UFICETTO. 
UFICIO,  UFFICIO,  UFIZIO,  e  UF- 
FIZIO. Quello  die  a  ciascun  s'aspetta 
di  fare  secondo  il  suo  ferodo  .  Lat.  offì- 
cium.  Gr.  to'  Siov.  v  Mnestruzz.  1.  18. 
il  Vescovo  gravato  per  %ecchiezxa  ec.  puo- 
te  ec.  pigliare  o  eleggere  ec-  uno  o  due 
aiutatori  per  fare  1"  ufiiio  suo.  (C^'} 

g.  I.  Per  Piacere,  o  Servizio,  o  Atto 
di  riverenza  che  si  renda  altrui.  Bui. 
L'Gcio  è  quL-1  Iienc  che  1'  uom  fa  verso 
li; ,  inverso  '1  prossimo  ,  e  inverso  ogni 
persona,  fìocc.  nov.  3|.  29.  O  molto  a- 
mato  cuore ,  ogni  mio  uGcio  verso  te  è 
fornito,  t'iamm.  5.  l3.  Crudcdissimo  ufi- 
ciò  operavate  voi,  contrario  alla  mia  volon- 
ih.  Cas.  Iftt.  l^.  Oi-liho  piultijslo  ralle- 
grarmi con  esso  lei  ec.  ,  che  ringraziarla 
dell' uSÌ4'io  che  io  son  certo  che -per  sua 
cortesia  ha  fatto  d'  intorno  a  ciò  .  tr  /•' 
26.  E  sialo  gralissimo  a  nostro  Signore  il 
sentire  ec.  gli  otiimi  ufHrii  ,  die  V.  S. 
Illustrissima  ,  e  Revcrctidissima  ha  fat- 
to. (C) 

§.  II.  Per  Carico  di  magistrato,  0  d' 
altro  governo  .  Lai.  munus  ,  provincia  , 
triagistratus.  Gr.  T5  7T595^/5v,  ttoXi'tsu- 
/jLK,  K5Z/,'.  Dani.  InJ.  l3.  Fede  portai  al 
glorioso  uGrio  .  lìocc.  nov.  98.  3.  Nello 
uGcio  itiiaiiiato  triunviralo  lo  'mperio  di 
Roma  reggeva.  M.  V.  11.  20.  Il  Vicario 
Hi  Piumltino  ce.  ,  il  quale  novellamente 
andava  all'  ufiìcìo  .  Cron.  I  eli.  ^3.  l'er 
la  sua  racfiala  fu  crealo  1*  tiflì>'io  de'qnat- 
tordiri,  /•'ni.  che  si  arrngfssero  all' uf- 
Gcio  del  capitanato  due  arlefici  dell'  arti 
minute.  ì.asc.  l'inz.  i.  (>.  Iirrsera  appun- 
to si  parli,  che  è  Vicario,  per  ondare  a 
trovare  Ìl  padre  in  uGxio  ,  come  tu  sai  , 
di  Certaldo. 

*  S  III-  Uficii,  nel  numero  del  piU  , 
per  le  Persone  che  hanno  /'  uficio  .  Din. 
Camp.  lih.  2.  Pen>ai  per  I'  uficio  che  io 
tcnea  ce.  di  raunare  multi  huuui  cittadini 
nclln  chiesa  tli  .S.  Giovanni;  e  cosi  feci; 
dove  furono  tulli  gli  uficii.  (  P) 

^'  %.  IV.  (fl/ìzio,  vale  anche  Carico, 
Impiego.  .Maini.  3.  55.  Or  perchè  egli  è 
di  nidio  e  navicello  ec.  Gli  dà  1'  ufizio  e 
tilol  di  hargello  ,  Colla  solita  sua  prowi. 
sione.  Ce.i.  f'it.  I  an.  5a.  Queii'  uficio 
(di  .tegrrtario )  egli  tenne  e  adempia  con 
gran  diligenta.  fC) 

'■-'§■  V.  U/irio  .  si  dice  anche  delle 
Diverse  parti  degli  affari  del  goi'erno  di- 
stri/mite tra  i  ministri .  Tac.  Dav,  Star. 
2.  2^.'>.  Trenta  cavalieri  Romani  ne  fu- 
rono fatti  riscotilori  :  uficio  nuovo  ,  e  di 
mollo  aggravio  ,  per  1'  aniliitìone  t  gran 
numero.    (C) 


*  g.  VI.  [ffzio,  si  dice  anche  il  Luo- 
go,ola  stanza  dove  stanno  gì'  impn  gati. 
Pros.  f'ior.  Sai*  in.  lelt.  !^.  2  3lO.  La 
feliril'a  degli  Slati  consi&le  non  in  empie- 
re gli  Ufiiii  di  molti  handi ,  ma  di  avere 
ne*  cuori  la  giusiina.  fCj 

§.  VII.  Per  le  Sacre  funzioni  della 
Chiesa,  lìocc,  Introd.  28.  Uditi  li  divini 
uficii  in  atnlo  lugubre  ec.,  si  ritrovarono 
selle  giovani  donne.  M-  / '.  7.  20.  Fatto 
fare  solenne  uficio  per  li  morti  ,  e  reu- 
dulc  gratie  a  I>io  della  sua  vittoria  ,  si 
parti  del  paese  .  Alam.  Gir.  10.  H^.  E 
poiché  I  s.icri  uffìcii  e  ì  divi  altari  In  me- 
moria di  lor  fur  celelirati,  ec. 

3  §.  Vili,  Per  P  Ore  canoniche.  Lai- 
'divinum  (ff/ìcium.  .Mnestruzz.  I.  38.  I 
cheiici,  o  monaci,  che  dimorano  con  Car- 
dinali, o  co' Vescovi,  si  possono  confor- 
mare con  loro  nel  divino  Uffizio  .  ^'//. 
SS.  Pad.  2.  97.  Se  m'  avvenisse  che  io, 
gravato  di  sonno,  non  dicessi  1'  Ufficio  al- 
l' ora  sua  ,  dehho  io  pero  noi  dire  ?  K 
appresso;  Chiudi  l'uscio  e  le  finestre,  e 
di'  r  Ufirio  lui».  JC  3y6.  Nona,  e  Vespro, 
e  r  Ufficio  della  notte  non  menlicare  , 
Jiern,  rim.  1.  il.  Se  guati,  dico,  in  sul 
tuo  Breviario,  Mentre  che  di'l'  ufizio,  e 
cuoci  il  huc.  K  1.  18.  Che  chi  lo  vuol 
liiare  in  fino  al  letto,  Avrà  faccenda  piò, 
che  a  dir  1*  Ufizio  ^'on  hanno  i  frati  di 
san    Benedetto. 

-r  §.  IX.  Uffizio  de*  morti  j  diconsi 
Certe  preghiere  deputate  dalla  chiesa  in 
commemorazione  de'  morti.  ••  .Maestruiz. 
I  ■  38.  Dee  dire  il  cherico  benefiziato  1' 
Uffìzio  dei  morti  quando  è  nella  scuo- 
la  «  7  (C) 

*  S-  X.  Uffizio  ,  vale  anche  ìl  modo 
particolare  di  dir  l'ujizio  di  ciascun  gior- 
no conforme  al  mistero,  o  al  Santo  ,  di 
cui  la  Chiesa  fa  commemorazione.  fCj 

•f  g.  M.  Santo  Ufizio,  dicesi  il  Tri- 
hunnle  dell'  Inquisizione.  (Al 

t  UFICIOSO,  UFFICIOSO,  UFIZIO- 
SO,  e  UFFIZIUSO.  Add.  Amorevole  , 
Affetluoxo ,  Cortese.  Lat.  officiosus.  Gr. 
'^ipy.TZixt-ir.Ó:,.  Mrd.  Arh.  Cr.  Se  potesM 
vedere  1*  uficiosa  e  la  dolce  salutazione 
eh'  elle  fecero  insieme  (  la  stampa  pag. 
\\.  ha:  officiosa).  Borgh,  Arni,  106.  Se- 
condochc  oggi  chiamano  una  volontà  e 
ufiziosa  osservanza  verso  i  maggiori  tJi 
grado  e  di  fortuna.  =r  Car.  lelt.  l.  82. 
Contra  un  .'«ìgnore  non  solo  innocente  , 
ma  corloe  ed  ufliiiusu  verso  d'  ognu- 
no. (C> 

•>'  %.  I.  Bugia  ufficiosa,  dicesi  Quan- 
do si  dice  il  falso  per  qualthe  utilità  o 
propria,  o  di  altrui.  Set^ner.  Sett.  Prinr. 
illus  .  I.  2.  l'otrelihe  alla  fine  d.illa  beni- 
gnità  di  chi  giudica  ri|<ularsi  bugia  ,  ma 
bugia  uffìiiosa  ,  e  lasciarsi  correre  .  K. 
BUGI'a  .  §.   I.  (TC) 

*  §■  I'-  Ufficioso,  vale  anche  Occu- 
pato dalle  cure  dell'  ufficio.  'Pass.  Dial. 
IVohil.  Andate  e  venite  quando  »i  sarà 
in  grado,  che  ozioso  o  uflìcioio  eh  io  sia, 
mi  troverete  sempre  pronlistimu  per  so- 
disfarvi.  (CP) 

UFICIUOLO.  UFFICIUOLO,  UFI- 
ZIOLO,  UKIZIUOLO.  e  UFFIZIUOLO. 
Piccolo  uficio. 

§.  Per  lo  Lihro  ,  dot-e  si  contiene  P 
Ufi'io  che  si  recita  in  onore  della  Rea- 
lissima f'ergine  nostra  Signoraj  l.ihric* 
Cina  .  Tratt.  segr.  cos.  dona.  Tengono 
in  mano  1*  Ufirtuolu  devoiamrnle  .  lìav. 
Scism.  *6.  Scambiali  Messali,  Brevianì, 
UfSttoli  a  queMur  hbii.  fìenv.  Crii.  Oref. 
1.3.  Si  risolvr  di  donare  un  Ufitiui>lu  della 
Madonna  miui.ilo  finissisimameiile  .  Sai- 
vin  Pise.  2.  361.  Frano  tali  sorte  di 
componinicnli  addimandali  prukC,  rome  in 
UGiiunIi  aniifhi  della  Madonna  si  legge. 
UFlZiALE.   ;.  UFICIALE. 


UFIZIARE.  r  UFICIARE. 
UFlZIAl  L'RA.  /  .  UUCIATORA. 
UFIZIKTTO.  /'.  L'FILtTTO. 

*  UKIZIOLO    /.  UFICIUOLO.  fif; 
UFIZIO.  /'.  UFICIO 
UFIZIOSO.  /  .  UFICIOSO 
UFIZIUtJLO.  y    UFICIUOLO. 

*  UFO    /'.  kVFO.(Cj 

V  G 

3  Ufi  GÌ  A  .  Propriamente  Omhra  eagi0' 
nata  dalle  fronde  degli  arbori,  che  para- 
no i  raggi  del  Sole .  Lat.  umbra  .  Cr. 
T/tà  .^r/i.  Pist.  Si  conviene  schifare  il 
caldo  della  slate  per  ombra  e  per  uggia. 
Cr.  1.  6.  8.  F'arebbono  per  1*  uggia  loro, 
0  delle  lor  radici  al  postullo  le  piante 
de*  pruni  consumare,  e  tornare  a  niente. 
*  impt-rf  r.  Tusc.  D.  l5.  T.  2.  328. 
Ritiriamoci  a  quel  bacio,  du^  e  fino  un*  o- 
ra  dopo  il  meriggio  non  ci  arrida  (il  so- 
le) e  sì  fannoti  u^gia  que'  rami  fronsuti 
d'alloro.  (1) 

■f  %.  I.  A'  figuralam.  «  Frane.  Sacch. 
rim.  8.  Fuggi  per  dio  adunque  cotal'ugge. 
Che  surgon  fuori  di  maligna  pianta  ■.  (Cj 

g.  Il  Per  Uria  ,  Augurio.  Sen.  Pisi. 
Ninno  uomo  ha  si  buona  uggia,  o  si  tuo- 
na ventura  ne*  bencGcii  fare  e  nelle  cor- 
tesie ,  che  spesse  volle  non  sia  ingan- 
nato . 

g.  111.  Essere  in  uggia.  Trovarsi  in 
"ggi<*  ,  lenire  in  uggia  ,  e  simiti ,  va- 
filiono  Pssere  in  odio,  in  fastidio.  Lai. 
odio  esse  ,  odio  haheri  .  Gr.  p.i'StX'S^ot.t  . 
M.  /'.  9-  97.  E  per  tanto  era  in  oggia 
e  crcpure  a*  delli  Francesco  e  Niccolò  . 
Pini.  ani.  Faz .  Uberi.  I03.  Cosi  mi 
truovo  in  ugge  A' cieli ,  al  mootio ,  ali* 
acqua  ,  ed  all'  Inferno. 

g.  IV.  Aver  in  upgia  ,  a  uggia  ec.  , 
vale  Avere  in  odio.  Odiare,  l  iriff".  Calv. 
Credo  che  il  serpentario  m*  abbia  in  og- 

UGGIOLARE.  Dicesi  del  Mandar  fuo- 
ri certa  voce  lamentevole  ,  che  fa  il  cane 
quando   e  in  catena  ,  e  vorrebbe  sciarsi. 

UGGIOSO.  Add.  Aggiunto  di  luog» 
sottoposto  all'  tiggia  .  Lai.  opacus  .  Gr. 
eittt^^ói.  Dav.  Colt.  l85.  Il  susino  gene- 
ralmente ama  luogo  grasso,  basso,  fresco, 
umili»,  e  uggioso. 

g.   Uggioso,  SI  usa  anche  per  Inquieto. 

UGIOLI  E  BARUGIOLI.  Dicest  Tra 
ugioli  e  barugioli,  e  vale  In  tutto  e  per 
tutto.  Con  tutti  gli  annessi,  f'ir.nov.^. 
261.  Ancor  che  e*  girasse  certi  suoi  da- 
naiuoli  ,  che  fra  Uf;ioli  e  harugioli  e'  gli 
slavano  a  capo  .di'  anno  a  treniatrè  e  un 
terzo  per  ceulo  il  manco  il  manco,  fìuon, 
Pier  I.  5.  7.  E  'n  capo  ali*  anno  Tra 
ugioli  e  barugioli  U  nostra  Casa  s'empia 
col   suo. 

UGNA.   V.  UNGHIA. 

•(■  i>  UGNACCIA.  Pegtiorat.  d'Ugna. 
Portig.  fticc.  |6-  ^6  lo  Icngo  cerio  rbe 
il  getjto  monte  Noi  lalìremo  assai  piace- 
Tulmenle  Con  queste  ugnacre-  (A/  Bai- 
dcv.  l  am.  Crcc.  3l.  E  *n  fine  bammi 
una  rhiorcia  anche  granello  Con  quella 
ugnacre.   ( ftr) 

C  UGNARE.  Term.  degli  Artisti.  Ta- 
gliare in  of'hliquo  ,  ossia  a  ugnatura  i 
Aufinare.   (A) 

«  UGNATA.  Term.  de'  Coltellinai. 
intaccatura  fatta  ver.to  la  punta  d'una 
lama  di  coltello,  temperino,  o  simili,  da 
pò  te  r\-i  fermar  Pugna  per  aprirlo  facil- 
mente.   (.4) 

^  %•  Ugnata  ,  diceti  meli'  uso  più 
comunemente  per  Oraffio  ,  iiraffiamen- 
to.   (.4} 

«  UGNATURA  .  Lo  slesso  che  Au- 
gnatura .  Soder.  Colt.  53.  Spicca  ancora 
il   sermento  che  t'  ha  a  inielarc  ralente  il 


V  T.  N 


U  G  N 


UGO 


i-oy 


capo,  fhe  si  bsfia  alla  »ile.  '■'»'  'l"^'"" 
dita  del  veochio  oc.  ;  fa  un'  UBn-Uura  a 
uso  di  l.i»lta,  t  fendila  rireTcrla  .1  ser- 
«imlo  della  'Ile.  "■    (") 

*  §  Tn^lion  a  ugnatura,  dicono  vn- 
vii  arli'l,  il  Taglinrt  n  ugna,  che  anche 
dicesi  /^ ugnare  e  Ugnare.  (A) 

*^iG^ELl.A.  Tirm.  .le'  ,y,an,.tcalclii. 
Escrescenza  cornea  più  grande  dello  spro- 

«.  /  .  si>HO«E,§.  X.  r^; 

UGNEUE  ,  ed  UNGERE,  che  ,  olire  al 
sentimento  alt.  ,  s,  usano  e  nel  sigaijic. 
neutr.enelneutr.pass..  laglwio  ,lsper- 
eere.  o  Fregare,  o  Impiastrare  con  gras- 
so olio,  o  altra  cosa  die  abbia  dell  un- 
luaso.  lai.  ungere.  Gr.  x;>'  =  '"-  '.''■  9- 
l6  3  Se  "1  panno  sarà  vecchio,  si  dee 
due  o  ire  volle  ...1  grasso  della  sallina 
UKCere  primieranienle  .  /:  cap.  00.  4.  M 
MSli  e  s  inlrida  con  olio  ,  e  'ungasene 
ipesso.  Bocc.  no,:  19.  3;.  Fosse  al  sole 
legalo  ad  un  1  alo  ,  e  unlo  d>  mele  .  /■, 
■0.  32.  25.  Costui  avendoi  gii  lutto  un- 
to di  mek,  ce.  /.(.  .V.  M.  Mndd.  17. 
Ugnevagli  lì  piedi)  con  quello  unguen- 
to pieiioso  di  sotto  e  di  s..pra  .  liane. 
Sacch.  Op.  di,:  l37  Tre  v.lte  unse  e 
volle  ugnerò  la  Maddalena  lesu  Cristo: 
la  prima  in  casi  .Simone  Fariseo  ;  la 
seconda  ,  come  si  mostra  fer  questo  E- 
vangelio  j  la  teiia  ,  quando  andò  per  u- 
gnerlo  morto,  e  noi  trovo,  peiobi;  era 
resuscitato.  /  eli.  Coli.  10  Innanii  che  i 
giovani  entrassero  nella  palestra  ,  e  co- 
minciassero a  m3ne:giarsi,  spogliatisi  si 
ugnevauo.  /li  Avendo  i  medesimi  per 
costume  d' cnliar  nella  stufa  ec.,  e  quivi 
lavatisi  ugnersi. 

§.1.  lertimilit.  rallad.Fehlir.lf5. 
Poi  con  umida  terra  l'ungi.  li  ilarz.  1. 
Vuoisi  lei;i;iermente  con  una  penna  ec. 
innacquali  il  ueslo,  ugiiemlolo  con  que- 
sta penna  molle  nell'acqua. 

*  ;;.  11.  Vgnere,  ,'ale  anche  Avere  in 
se  cosa  da  mangiare.  Ar.  l'itr.  \t\.  i'}- 
Come  Lupo,  o  mastio  <h'  ultimo  giugne 
Al  lue  lasciato  morto  da'  villani ,  Che 
Irova  sol  le  corna  ,  1  ossa  e  1"  ugoe ,  Del 
resto  son  sfamati  augelli,  e  cani;  liiguar- 
da  invano  il  teschio  che  non  ugne  (cioe, 
dove  non  è  da  roderei,  fi*) 

t§.  III.  Vgnere  il  grifo, 0  ildenle,figu- 
ratam.  vale  .Mangiare,  epii'i  farlicolarmen- 
te  Mangiare  del  buono.  Lat.  opipare  edere. 
Bocc.  nov.  83.  3.  Dilil'er'ar  tutti  e  tre  di 
dover  trovar  modo  da  ugnersi  il  grifo  alle 
spese  di  Calandrino.  I-rane.  .'•acch.  nov. 
102.  Ohi  non  maraviglia:  se  voi  ve  ne 
fate  maraviglia  ,  e  voi  v'  alilnule  il  dan- 
no ,  che  voi  non  ve  ne  ugnes4e  il  grilo. 
ìlalm.  4.  39.  Sperando  lutti  tre  d]  u- 
gnerc  il  dente,  E  dire  al  corpo  lor:  fatti 
capanna . 

^■.  IV.  Usane,  per  metaf.  vale  Medica- 
re. Petr.  son  l85.  Amor  con  tal  dolcezza 
m'ungo  e  punge.  /'iin(.  Par.  32.  La  piaga 
che  Maria  richiuse  ed  unse. 

*  g.  V.  Ugnere ,  vale  anche  Parlare 
a  grazia  ,  limare  ,  Piaggiare  .  Favol. 
Krun.  1.  2^3.  Questi  davanti  m'ugno  E 
di  dietro  mi  |.ugne  E  come  1'  ape  10  se- 
no. Mi  d'a  mele  e  veleno.  fO 

§.  VI.  Ugnere  un  /ir,  vale  Confer- 
marlo ;  cerimonia  che  si  fa  con  unzione 
a  ciò  deputata.  O.  V.  IO.  224.  2  E  co- 
ronollo  del  reame  di  Scozia ,  facendolo 
ugnere  Re. 

*  §.  VII.  Ugnere  uno  in  Ke,  vale  lo 
stesso.  Mor.  S.  Oreg.  27  6.  Chi  fu  piii 
lienigno  che  .Samuel  ?  il  quale  tratto  dal- 
la signoria  del  reggere  il  popolo  ,  umil- 
mente cercò  il  suo  successore.  Poirh  eli; 
l'elibe  trovalo,  l'unse  in  Re,  e  poiché  1 
eld.e  unto,  il  sostenne  per  esecutore.  (.^1 

%.  Vili.  Ugner  le  mani  ,  figuratam.  , 
vale  Corromper  con  danari.  Lai.  pecunia 


corrunipere.  lìocc.  nov.  6.  l\.  11  I>"ono  uo- 
mo  per  certi  mezzani  gli  fece  con  una  l.uo- 
na  quantit'a  della  grascia  di  san  Giovanni 
Boccdoro  ugnere  le  mani,  lecih.  Apir. 
3.  3  E  peio  comiociaion  lutti  a  ugnermi 
Gaclioldamenle  le  mani.  *  '''■•  lior.i. 
2  117.  Con  ungere  un  pò  loro  le  man; 
con  l.uona  quantità  della  grascia  de 
Brancadori.   (C) 

§.  IX.    Ugnere    le   carrucole,    vale   lo 

stesso . 

8.  X.  Ugnere  le  carrucole,  si  usa  an- 
che  per  Adulare,   Lusingare. 

«:  §  XI.  Ungere  le  carrucole  con  un- 
-uento  di  zecca,  vale  Agevolare  la  con- 
chiusione  di  una  co.ut  per  via  di  danaro. 
Cecch.  /ror.  92.  Ugoendolc  con  unguen- 
to di  Zecca  le  carrucole.  iC) 

g.  XII.  Aver  che  ugnere,  e  simili,  si 
duoiio  di  casi  e  d'  affari  fastidiosi  ,  ne' 
anali  sia  da  l»iga,-e  e  affaticarsi  mollo. 
Cecch.   nonz.    3     4.   E  se    la    sorte   iNun 

aiutava   col    mandarmi    in izi   Due    vo- 

gliolosi,  io  avevo  che  ugnere.  .Vn/m.  4. 
44.  Oltreché,  innanzi  eh'  io  vi  possa  giu- 
cmre  ,  Ci  vuol  del  l.uono  ,  e  ci  sar'a  da 
unere.  Car.  teli.  1.  22.  Icrsera  ci  fu 
da  rasciugare,  questa  sera  da  ungere  per 
un  calcio  (he  per  mia  liuona  ventura  ho 
tocco  dal  Bono   appunto   in    mezzo    dello 

stinco  .  ,         r-     CTI 

§.  XIII.  Ugnere  gli  stivali  .  ì  .  STI- 
VALE, §11.  ^  .  ^.  ,, 
if  UGNETTO  .  Specie  di  scai-pello 
schiaccialo  in  punta,  a  somiglianza  del- 
lo  scarpello  piano,  ma  più  slrello  .  Del- 
lin.  Disc.  2.  3o4  Gli  altri  due  uniti 
ferii,  ch'egli  (lo  scultore)  adopera  nel 
far  le  statue  detto  uno  1'  ugnclto,  e  l'al- 
tro il  calcagnuolo  servono  solamente  più 
iier  levare  i  tramezzi  ec.  fi  appresso  : 
Son  fatti  liensi  il  calcagnuolo  e  I'  ugnet- 
to  a  la"lio  all'  occhio  unito  ed  andan- 
te. IF)'  ,,  . 
L'GNIMENTO.    L'  ugnere  ,    L azione  . 

I.M.  umlio.  Gr.  X.'^'"' ■  '"'•  ^-  ^-  9' 
Anche  per  innotamenlo,  e  per  ugnimen- 
li  e  mi.llifìcamcnli.  ovvero  morlodamenti 
di  quelle  .  .V.  Aldobr.  P.  A.  223.  Per 
aiutarle  conviene  avere  ugnimenli  per  u- 
gnere  il  Luco. 

f  g.  l'er  metaf.  vale  Paddolciniento  . 
Lai.  mitigano  .  Gr.  TtptiJ-i^ti  .  Pisi.  S. 
Ant  P.  Ti.  Sar'a  più  utile  per  r  anima 
sua  questo  ugmmento  .  Oli.  Cam.  Inf. 
5.  70.  La  seconda  è  quanto  parliene  alla 
luavitade  degli  ugnimenti,  la  quale  usa- 
vano gli  antichi. 

if  ui.iNnORE.  l'erbai,  masc.  (tie.o 
Chi  iiene.  Oli.  Com.  Par.  4.  74.  Quello 
Samuel  primo  ugnilore  dclli  Ke  del  po- 
polo di  Dio.   I  /.n 

:;:  UGKOLO.  Terni,  de'  Mani.<calchi . 
Agsiunio  di  cavallo  segaligno.  (A) 

UG.NOINE.  Ugna  grande.  Lai.  ungula. 
Gr.  ot)»]'.  Boiz.  ìarch.  4.  rim.  3.  Un 
altro  eguale  a'  più  fieri  leoni  Cresce  con 
dente  duro  e  torli  ugnoni  .  Bern.  Ori. 
1.  5.78.  llr  con  la  coda  il  halle,  or  con 
l'ugnone.  Buon.  lier.  2.  4.  26.  E  co- 
me tra  gli  ugnoni  Ne  le  rapirò  invidiose 
e  crude. 

UGOLA.  Parie  glandulosa,  e  spugnosa 
all'  estremità  del  palato  verso  le  Jaiici  . 
Tei.  l'ov.  P.  -V.  cap.  18.  Cuori  1' isopo 
nello  areto,  e  fanne  g.,rgarismo  :  disen6a 
1'  ugola.  E  appresso:  Bulli  in  vino  la  ra- 
dice  di  celidonia,  e  di  quel  imo  fa  gar- 
garismo :  asciuga  1'  ugola,  e  purga  la  te- 
sta. E  appresso  :  Anco  la  radice  del  ca- 
volo scavala,  e  posta  al  collo,  prima  che 
tocchi  terra ,  toglie  ogni  infermila  della 
ugola  . 

§.    !.     Toccare,  Mordi  re  l'  ugola  ,  e 
simili,   vagliano    Piacere  estremamente.  | 
lasc.   Pini.  2.  I.  E  que' fesalclleUi  cal- 


di m'  hanno  tocco  1'  ugola  .  Ped.  Dilir. 
4.'!.  Oh  come  1'  ugola  e  liacia  e  mor- 
demi  I 

§.  II.  jVo/i  (ordir  I' ugola  ,  SI  dice  di 
Quelle  cose  ,  delle  quali  si  è  mangialo 
.uarsanienle  ,  0  non  a  satiein  .  Lai.  la- 
bro, non  palatum  rigare.  Salv.  Craiich. 
I.  2.  Sentendo  che  quel  lor  liere  a  zin. 
Zini  Non  toccava  lor  l'  ugola,  e  non  era 
1  Altro  che  un  accendere  lor  più  La  sete, 
vollon  mutar  verso.  Maini.  7.  12.  Dieci 
pan  di  otto  e  un  giulio  di  formaggio  Nou 
gli  toccaron  l  ugnla. 

§.  III.  l'ar  venir  l'acqua  siili'  ugola, 
vale  Far  venir  grandissimo  desiderio  , 
Svegliar  l'appetito.  Cecch.  Incanì.  5.  f\. 
Voi  mi  fate  venir  l'acqua  in  sull'ugola. 
•4-  :'.:  UGONOTTO,  yonie  che  si  dà 
in  generale  a'  Calvinisti  .  Segner.  Incr. 
2.  l3.  24  Perchè  in  Francia  i  signori 
del  sangue  assoldarono  gli  Ugonolli  al 
loro  pallilo,  e  se  ne  fecero  capi?  Perché 
ciò  tornava  in  acconcio  a  sollonietlere  i 
signori  di  l~.uisa,  troppo  innalzatisi  nel 
governo.    (A) 

UGUAGLIAMENTO.   L'uguagliare. 
Lai.  aqiialio.  Gr.  9 voi' (..//e. 

Ui.UAGLlANTE.  Che  uguaglia. 
UGUAGLIANZA.  L'uguagliare.  Lat. 
a:qualio  .  Gr.  isiu'M  .  '-"  Med.  Arh. 
Cr.  4.  Neil'  undecinio  Irullo  ripensi  la 
sollilitade  ,  e  1'  uguaglianza  del  suo  giudi- 
ciò,  che  dee  venire  a  fare.  iCl  Huon.  l'ier. 
3.  4.  14  E  s'  a  nulla  uguaglianza  il  mondo 
aspira.  In  mano,  in  fronte  e  a'piéde'Re 
s'ammira.  Salvia.  Disc.  1.  7.  Chi  da  que- 
sta disuguaglianza  ec.  ci  rimette  nella  pri- 
miera naturale  ugu..glianza? 

UGUAGLIAllK.  Lo  stesso^  che  Aggua- 
gliare. L^l.aqnaie.  Gt.i'ioZj. 

UGUAilLIAlO.  Add.  da  Uguagliare. 
Lai.  aqualiis.   Gr.  t'iw3:"i?. 

+  UGUAGLIATORE.  l'erbai  masc. 
Che     o    Chi    uguaglia.   Lai    aqiiator . 

UGUALAUE.  Uguagliare,  Agguaglia- 
re. Lai.  aqiiare.  Gr.  l'^ovv  .  Tac.  Dav. 
Ann.  2.  54.  Trattavano  di  render  la  li- 
berl'a,  e  ugualarsi  al  popolo  romano. 

UGUALATO.  Add.  da  Ugualare.  Lat. 
ainiialiis.  Gr.  t5w"ii5. 

UGUALE.  Add.  Iguale  .  Lat.  oeqiia- 
lis.  Gr.  f!!0;.  Pass.  tì.  E  giustizia  una 
virtù  che  tiene  la  l.ilancia  uguale.  <  r.  1. 
12.  3.  Farannolo  con  animo  più  uguale, 
cioè  più  volentieri  ,  e  con  men  lattea. 

UGUALISSIMAMENTE  .  Superi,  dt 
Ugualmente.  Lat.  aequissime  .  Gr.  15W- 
T-Ira  't  -  Salvia.  Iros.  Tose.  1.  l58. 
Senza  muoversi,  per  via  d'un  suo  raggio 
seana  intorno  a  sé  ugualissimamente  in 
o-u,  sua  parte  da  lui  distante  c.reonfe- 
r^nza,  che  da  ogni  pun^o  riguarda  il  cen- 
Irò  come  suo  creatore.  (') 

UGUALl'-SlMO.  .Superi,  d'  Uguale. 
Lat  aeqiialissimus.  Gr.i'sOJTOtTO;. *.Bori. 
Gliiacc.  2q.  Corran  giù  ile  onde)  a  spia- 
narsi  e    di'stcndersi    nell'  ugualissima   su- 

^  UGUALITÀ',  UGOALITADE  eV- 
GUALITATE.  Astratto  d  Uguale.  Lai. 
„,-qunlilas.Ge.C,=ó-ri:.  Segr.  Fio,:  Star. 
3.  66.  Da  una  ugual.la  d.  ciUad.m  in 
una  disuguaglianza  grandissima  quella  ei  - 
fa  condussono.  E  appresso:  Da  una  di- 
suguaglianza a  una  miral.de  uguaMa  1 
hanno  lidolla.  *  .^agg.  nal.c.p.  7.  Ogni 
mmimo  errore  che  venga  latto  nel  lavo- 
rargli li  termometri)  è  al.i  e  a  fare  ap- 
parire in  essi  grandissime  d.sorhitanze  e 
ad  alterar  la  proporzione  d.  o-ual.ta  eh 
arel.lie  a   essere    in    fra  di    loro^ft/ 

UGUALMENTE.  A.verb  Con  tiglio, 
lità.  Con  modo  uguale.  In  pan  grado. 
Lai.  aequal.ler.  Gr.  r,o,;.  /'«"'■/"/ 7; 
Distrd.uendo  ugualmente  la  luce,  t  P»-. 
28    Maggior   salute  maggior  corpo   cape 


% 


l^to 


U   G   U 


S'egli  ha  le  parli  Uf-ualmcatc  compiute. 
Cr,  a.  l5.  ti.  Ni'ti  si  puà  far  mica  che 
M  campo  &ij  ug'talini-'iit<-  uniido,  e  Ufjuul- 
meate  secco,  e  uyujlnieatc  fic'Jdo  ,  e  u- 
gujtmenlc  caldo,  &e  qou  !>i  fa  per  lo  ca< 
vare,  e  arare. 

f  UGUANNO.  F.  A.  Questo  anno. 
Lat.  hoc  anno.  Gr.  toìtw  ^viayrw.  Bore- 
nov.  40.  23.  AV  (piale,  piaccudo,;li  io,  Ira 
per  paura  e  per  amore,  mi  convenne  u- 
guanno  diventare  amica.  E  nov.  76.  8. 
Io  non  avrò  uguanno  pace  con  lei.  Frane. 
Sacch.  firn.  17.  Non  canterai  ,  s'  a  Dio 
piace,  uguaano.  E  26.  Ancor  costei  gran- 
de donna  Ga  ,  Che  par  cb'  uguanoo  ben 
cresciuta    sia. 

UGUAN.NOTTO.  Pesce  piccolo  di  que- 
sto anno  j   Avannotto. 

U   II 

UH.  Interiezione  di  dolore.  #  Geli.  Sport. 
3.  4-  Ub.  tu  se'  di  ipiei  disamorati,  fìel- 
line.  soit.  266.  Cornar  ?  mad.jnna  T  avete 
voi  del  fuoi?o  ?  lo  11'  ho  piena  la  casa  al- 
la malora:  Uh  trisl'  a  me,  eh'  e'  e*  è  que- 
sta mia  nuora.  (*)  Ftr.  Trin.  2.  2-  Che 
novelle  7  P.  Triste  quanto  le  possono,  ^f. 
V,  E  che  cosa  ci  è?  P.  Oh  padrona  t  le 
son  cattive:  uh  1  Signore,  e'  peccati  no- 
stri. (B) 

•'?  tg.  Uh  uh,  cosi  raddoppiato  ,  Ha 
ma^f^ior  espressione.  Lasc.  Gelos.  2.  2. 
Lasciami  andar  i-osì  inverso  lei  con  gli 
occhi  mezzi  chiusi  e  me£ii  aperti.  Uum, 
uum,  uum.  Z.  Uh  uh.  Signore  l  che  cosa 
è  questa  ?   Orsola,  Orsola.   (Bi 

^  UHEL  Omei,  Lai,  [•'sclamationi  di 
dolore.  Lat.  vac  Gr,  j-aC.  Buon.  Fier.  2. 
4-  28.  Non  vo'  sentir  lor  tolfc  e  loro  u- 
hci.  (•) 

U   1 

ur.  ì'ed.  nui. 

VL  Avverhio  che  alcuna  volta  si  uta 
affisso  al  verbo.  Talora  è  avverano  loctp- 
le,  e  Viti  Quivi.  Lat.  ihi,  illic.  Gr.  aJ- 
ToJ,  sVer.  Bore.  nov.  jg.  11.  N»  vi  po- 
trei dire  quanta  sia  la  cera  che  vi  ;,'  anle. 
Pani.  Piirg.  22.  Evvi  la  6j^lia  di  Tireiia, 
e  Teli.  E  Par.  3.  La  grazia  Hel  sommo 
Ben  d'un  modo  non  vi  piove.  Petr.  son. 
223.  L'  iti6niia  bellezza  ,  eh'  altrui  abb»* 
glia.  Non  vi  s'  impara. 

f  "i?  §.  l.  Per  /Velia  tal  cosa,  o  rimi- 
le. Cavale.  Spccch.  Cr.  iy2.  Si  oana 
della  sua  orajionc,  come  vi  (tn  essa)  per- 
nottava. Bocc.  g.  9.  n.  3.  Deliberar  tulli 
e  tre  di  dover  trovar  modo  d'  ungersi  il 
grifo  alle  spe&r  di  Calandrino  ;  e  senza  in- 
dugio darvi,  la  seguente  mattina  ^li  si  fc 
incontro  Nello,  e  disse,  f^it.  S.  Oir.  33. 
Ragguardando  (il  faneiuflo)  i  preiinsi  ve- 
stimenti, non  V*  ha  desiderio  (cioè  di  quel- 
li ).  (F)  Cuice.  A'ior.  1.  266.  K^scndo 
Pila  amicamente  terra  d'  imperio,  pareva 
non  appartenesse  ad  altri  che  a  Cesare  la 
cognisione  dello  ragioni  di  quelli,  che  vi 
pretendevano.  (L) 

§.  II.  Talora  e  nvverhio  di  moto.  Bore. 
Introd.  If).  Secondo  la  qualità  del  morto 
VI  veniva  il  chcrical»).  /•,"  nov.  i.  11.  Co- 
minciò a  voler  riscuotere,  e  faro  quello  , 
per  che  andato  v'  era.  E  nov.  28.  ai.  Se 
egli  avviene  che  tu  mai  vi  torni,  fa  ce. 
che  tu  non  sii  mai  più  geloso.  Dant.  Inf. 
I.    lo  non  so  ben  ridir  com*  i'   v'  entrai. 

§.  III.  l'i,  nvverhio,  si  prepone  alle 
particelle  TI,  SI,  CI,  come  pure  alle  al- 
tre SKL,  SIC  LO.  SF.  LI.  SE  GLI  .  SI'. 
LA,  SE  LE.  e  SK  NE.  Bocc.  nov.  l3.  16. 
Io  vi  li  porrò  rlii>tamcnte  una  coltricella  e 
dormiviti.  ^f.  F.  7.  Si.  E  ancora  per  1'  or- 
dine  vi   se   ne  doveva  fare  quattro  pentole. 

g.  IV.  Fi,  nvverhio,  si  pospone  alle 
particelle  IL,  LO.  LI,  GLI,  LA,  LE,  yov. 


VI 

ant.  l8.   2.   Il  tesoriere  prese  quelli  mar-  . 
chi,   e   mise  uno  tappeto  in  una  sala,  e  ver- 
sallivi   suio.    -r    /'(/.    S.     Frane.     lHj.    Si 
gli  entrò  la  passione  di  Cristo  nel  cuore, 
e  faglivi  si   fitta,  che  ec    (F") 

§.  V.  Particella  che  serve  ad  esprime- 
re il  terzo  e  'l  quarto  caso  del  pronome 
Foi,  e  SI  usa  o  davanti  al  verbo,  o  affis- 
sa al  verbo.  Lat.  vofiis ,  vos.  Gr.  jpXt, 
uas';.  Bocc.  nov.  26.7.  Se  io  v'amassi, 
come  gi'a  amai,  io  non  avrei  ardire  di  dir- 
vi cosa  che  io  credessi  che  notar  vi  do- 
vcsìc.  E  nov.  6j.  25.  E  poi  discendendo 
io  vi  vidi  levarvi,  i^  E  nov.  98.  38. 
Quanto  scioccameotc  facciate,  io  non  in- 
tendo al  presente  iti  più  aprirvi ,  ma  co- 
me amici  VI  consigliare  (  M'ins.  Botlari 
VI  nota,  chr;  l'  .-iutore  ha  sfw^gito  affet- 
tatamente di  dire  consigliarvi  ;  ma  forse 
al  Boccaccio  e  dispiaciuto  il  mal  suono 
che  avrebbero  fatto  le  voci  aprirvi  e  ton- 
sigliarvì  ,  per  es.tere  /'  una  trvppo  vici- 
na all'  altra  j.  (F) 

§.  VI.  ti,  talora  affisso  al  verbo,  o 
poito  davanti  al  verbo,  fa  esso  verlio  di 
signifi':.  neutr.  pass.  Bore.  nov.  IO.  IO. 
Di  che  voi,  se  savie  sarete,  ultimamente 
vi  guarderete.  E  nov.  6^.  25.  E  poi  di- 
srcndeodo,  io  vi  vidi  levarvi-  E  nov.  77. 
71.  l'ercio  guardatevi,  donne,  dal  bell'are 
e  gli  scolari  spcxialmenle. 

§.  VII.  fi,  in  forza  di  pronome,  nel- 
la stetsft  guisa  che  Fi  av^-erbio  ,  si  pre- 
pone alle  particelle  Ti,  SI,  Ci,  SEL,  SE 
LO,  SE  LI,  SE  GLI.  SE  LA,  SE  LE, 
SE,  NE;r  »■  pospone  alle  altre  IL,  LO, LI, 
GLI,  LA,  LK.  Bocc.  nov.  19.  27.  Ma  se 
elle  vi  piacciono,  io  le  vi  donerò  volentieri. 
E  nov.  25.  l5.  Senza  dooiand-irlavi  ve 
l'avrei  donato.  E  nov.  26.  21.  lu  diro 
che  er.  vi  ci  abbia  fatto  venire  per  dena- 
ri e  per  doni  che  io  v'  abbia  promessi. 
E  nov.  7i)  8.  E  perciò  ii>  il  vi  diro  con 
questo  patto.  E  nov.  99.  6.  A  rispi-tto  di 
quella  che  vi  si  converrebbe  ec.  fia  po- 
vera cortesia.  E  nov.  lOO-  21.  Piacevi  di 
rivolerlo,  ed  a  me  dee  piacer»,  e  piace  di 
reuderbtvi. 

£.  Vili.  Ripieno.  Bocc.  nov.  56.  2 
Andate  via,  andate,  goccioloni  che  voi 
siete  :  voi  nim  sapete  ciò  che  Voi  vi  dite. 
/:.'  nov.  87.  2.  Io  non  so  se  »oÌ  vi  cono* 
scemile  Talano  di  Molese,  uomo  assai  o- 
norevole.  Farch.  Star.  Voi  vi  pensate  di 
liberar  la  vostra  pallia  ce.  fi  altrove  -• 
Voi  v'  ingannate  in  digrosso,  •  andate 
culla  vostra  iiic-nte  molto  di  lungi  dal  vp* 
ro  trascorrendo,  se  voi  vi  credete  che  si 
possa  giammai  sperare,  non  che  oHencre 
compatimento  e  aiuto  da  uomini  tanto  iiv 
rilrositi,  e  cotanto  im|ii-^'nali  nella  fazione 
detta  da  toi  de^li  Arrabbiali,  t  che  voi 
vi  stimate  per  Vostra  mortalissima  nimica. 
5  VIA.  tfome.  Strada  per  uso  di  tra- 
sferirsi  dt  luogo  tt  Ino^o.  Lat.  viil  Gr. 
oSl'i-  Bore.  no¥.  43.  4  D"vem'o  a  rrtan 
destra  tenere,  si  mìsero  per  una  via  a  si- 
nistra. E  num.  7.  Non  ve«lentiu  per  la 
solva  nh  via,  nb  sentiero.  f>ant.  Inf.  1. 
Che  la  diritta  via  era  smarrita.  Petr.  son. 
206  Al  qual  veggio  si  larga  e  piana  via. 
S.  Item.  Leti.  Nella  via  reale  e  de*  co- 
muni ttrdiiumenti  vanno  caendo  e  cerc.in- 
d>>  ransaloic  furtive,  per  far  la  propria  vo- 
bmlà.  .'Ir.  Fur.  2.  14  L">  dunna  al  fra- 
ticel  chiede  la  via  Che  la  coiidiira  ad  un 
porto  di  mare.  E  33.  69.  Sollecitar  però 
non  lo  sa  lauto  t*er  quelle  vìe  tutte  fan- 
gose e  rotte. 

*  §.  I.  l'ia,  ditesi  anche  a  Strada  di 
luogo  abitato;  Contrada,  m  Bocc.  nov.  79 
3.  Preso  caia  nella  via,  la  quale  nui  og- 
gi chiamiamo  la  Via  del  cocomero  ■•.  (C) 
5>  g.  II.  Tra  via  ,  vale  Cammin  Ja- 
cendo.  Petr.  cani.  .3*).  |.  Che  chi,  pi)s- 
scndo    star,  cadde  tra   vìa,   Degno  e  che 


V  I 

mal  suo  grado  a  terra  giaccia.  fV)  Car.  En, 
2.  524.  Eravam  mossi,  quando  ecco  tra  via 
Ne  si  fa  l*anto  d'  improvviso  avanti.   (FP) 

*  5.  III.  In  via,  i-ale  Tra  via.  Dant. 
Pnrg.  31.  Cantai  di  Tebe,  e  poi  del  gran- 
de Achille  ;  Ma  caddi  in  via  eoo  U  se- 
conda soma.   ìF^ 

5  S-  'Y-  ^^''  yif^Zfio,  Cammino,  t^t. 
iter.  Gr.  TZtpiìit.  Bocc.  nov.  43.  16.  En- 
trai in  via,  in  sulla  mena  terra  vi  gian- 
sero.  E  nov.  77.  3o.  Colla  sua  fante  si 
mise  in  via.  Pant.  Inf.  i.  Bipresi  via  per 
la  piaggia  diserta. 

*  %.  V.  E  figuratam.  m  Sen.  BeA. 
Farch.  5.  35.  Dopo  costoro  sono  coloro 
ì  quali  non  sanno  da  j>er  loro,  ma  avver- 
titi dagli  altri  ritornano  nella  via  buo- 
na-.  (t:/ 

=>  §.  VI.  Fio,  si  usa  pur  figuratmm. 
in  term.  di  religione ,  e  di  devozione  . 
m  Pant.  Par.  7.  Si  torse  Da  via  di  ve- 
nta, e  da  sua  vita.  Pass.  67.  Pregava  ec. 
per  li  peccatori  del  mondo  ,  che  gli  dì- 
rizzasse  in  via  di   verit'a  e  di  salute*.  rC^ 

§.  VII.  Figuratamente  per  Qualtisia 
luo'^'o,  onde  si  penetri  con  checchessìa  . 
Tass.  Ger.  19  26.  Poi  la  spada  gli  6sse, 
e  gli  rìfisse  Nella  visiera  ,  ove  accertò  la 
via. 

*  §-  Vili.  Fia,  metaforieam. ,  per 
Avviamento ,  Mezzo.  Fr.  Giortt.  Il  le- 
varsi e  r  esercitarsi  in  alcun  modo  il  me- 
glio che  può,  si  è  grande  bene  all'  in- 
fermo,  ed   e   via   a  sanilade.    ( F) 

*  §.  IX.  Fia,  vale  anche  Partito  . 
Guicc .  Stor.  4-  7S.  Nella  eletione  tra 
queste  due  vie.  bisogna.  Cesare,  che  la 
prudenza  e  la  lH)ntà  vostra  preponga  quel- 
lo che  è  stabile  e  più  giusto  a  quello  che 
al  primo  aspetto  parrebbe  forse  più  utile 
9  maggioie.  E  80  E  questo  è  proprio 
il  consiglio  del  Cancelliere,  che  dabilando 
non  si  possa  conseguire  con  questo  ac- 
cordo la  Borgogna  e  Milano  ec.  si  risol- 
ve a  una  via,  che  secondo  lui  si  guada- 
gna la  Borgogna,  e  si   perde  Milano.  (L) 

§.  X.  Par  via,  o  Par  la  via,  vale 
Aprire  il  passo.  Concederlo,  Par  luogo. 
Permettere  che  passi  checchessia  .  Lat 
piam  dare,  viam  aperire.  Cr.  rfjU^liv 
òióv.  Bocc.  nov.  4*-  3l.  Tirale  le  spade 
fuori,  senza  alcun  cootasto  data  loro  da 
tutti  la  vìa,  verso  le  scile  se  ne  vennero. 
Amet.  91.  I  frodoleoti  avvisi  dello  ini- 
quo tiranno  con  più  spargimento  di  Mo- 
glie dìeilono  via  alle  seconde  fiamme.  Ar. 
Fur.  40.  81.  Srhermiasi  ovunque  la 
mazza  calasse,  Or  ribattendo,  or  aaodolc 
la  via.  Ciri/r.  Calv.  3.  7I.  E  tristo  h 
quel  che  gli  arriva  dinanzi ,  Sicché  pel 
cimpo  gli  h  dato  la  via.  E  3.  73.  S'ar- 
rosia  sì,  che  dinanzi  si  spazza  I  suoi  ne- 
mici, e  fassi  dar  la  via  Per  lutto  il  ram- 
po, e  fug(;e  in    Sama^tia. 

sl^  §.  XI.  /Csterr  in  via  d*  una  cosa,  vale 
Averci  prossima  disposisione,  l-lsser  ac- 
concio ,  virino  a  fnr  checchessia  .  Petr. 
son.  275.  Tempo  era  omai  da  trovar  pa- 
ce o  trei;u8  Di  tanta  guerra,  rd  erane  io 
via  forse;  Se  non  che  ec.  t'rese.  a.  i3. 
2.  Ma  quelU  cosa,  la  quale  è  umida,  « 
ben  mischiala  insieme  ,  e  che  dimora  Ìo 
sua  integrità  e  salvezza,  non  ^  in  vìa  di 
mutarsi  ad  altro,  ma  salvasi  in  se  stessa 
cioi'  non  t  disposta,  ec-i.  <F)  Bed.  Cons. 
I.  193.  Il  morbo,  da  che  è  originalo  quo 
sto   sìntitma  cr    non  ^  altro  che  un  roor- 


io^    a    dire    un'  angustia 
"  P'dmoni.  (Ci 


il»   in   via. 
bronchi   de 

§.  \II.  Fare  una  via,  vale  Cmi 
re  per  tfnelU  via.  Lat.  hac  ve/  tl/m  vim 
iter  faerrt.  Gr.  T««Tn.  TnJi  eJlJttv. 
Pant.  Purg.  4.  Maestro  mìo,  ilìss*  io  , 
che  via  faremo?  Frane.  Barb.  348.  23. 
Ne  sacria  alcuno,  andando,  (^ual  via  fai 
camminando.  4<   Segr.  Fior.  Stor.  F«rmr 


V  1  A 


V    1   A 


V  I  A 


171I 


i,  noi  queste  c>We..e ,  si  ragionò  della 
TU.  cl.f  il  conte  avesse  a  fare.  (C) 

«  Xin  /Vir  Al  li"  d'alcun  Itlfgo , 
rJc  Passar  p,r  quello.  La..  „er /.«/..;re. 
Gr.  O0.«.v.  <;■  '  ■  7-  ^5.  2.  Non  lece 
U  via  ai  campagna  ec,  ma  fece  la  via 
delle  montagne.  ^       ,  ,, 

C  XIV.  I  ar  >ì(i,  o  Far  (n  l'in,  rn'e 
lo  '«."«  c/,f  P»'-  vw  .  Lai.  ,iom  dare  . 
viam  aperirc.  Gr.  tì>.£.v  o*»»  •  ^''''■; 
noi'.  2».  7.  Tempo  patendogl.  ec.  di  lar 
via  con  alta  cag.one  alla  l.ramala  m..rle. 
E  nov.  V-  =8.  Nelle  quali  Idcslrrj  aver 
ci  conviene  le  spade,  e  farci  far  via,  i  te 
alla  seconda  rapina  ,  e  a  me  alla  prima 
delle  due  nostre  donne 

*  S  XV.  Far  la  yia  ,  metaf.  ien. 
Pi>l  pa".  5.  Moli'  uomini  hanno  falla 
la  via  d' incannare  e  di  far  male,  100- 
slrando  sospetto  Kioc,  hanno  insegnato  0 
fallo  venir  voglia  d'  ingannare,  ec^     (I  ) 

fi  XVI.  lar  >ia  ,  i-ale  anche  Scri'ir 
per  istrada  .  Daal.  laj.  l!l,-  Li  margini 
fan  via,  che  non  son  arsi. 

*  §.  XVII.  l'are  la  ti"  dell'  Àgnolo 
ad  uno.  vale  Lasciarlo  passare.  Fingere 
di  non  vederlo  .  I  arci,.  Slor.  10.  ili- 
Alcuni  soldati  amici  suoi  ,  ancorché  ni- 
mici,  per  salvarlo  chiusero  j;li  occhi,  e  gli 
fecero  ,  come  si  dice  ,  la  via  dell'  Agno- 
lo. CO  ,       .        . 

*  g.  XVIII.  Lastricar  la  via  ad  uno, 
figuraiam .  vale  Agevolargli  il  modo  di 
consesiiir  quello  che  desidera  .  I  .  LA- 
STRl'CAKE,  §.  (C) 

§.  XIX.  J-'nie  una  via,  e  due  servi- 
gli j  maniera  proverò.,  che  vale:  Colla 
•lessa  operatone  condurre  afne  due  ne- 
gotii  .  Lai.  duos  pariele.s  eadeni  fulelia 
éealhare.  Lah.  2Z2  Volendo  secondo  il 
preso  stile  avanli  procedere  ,  una  via  e 
due  servigli    farò. 

g.  XX.  Chieder  la  via,  vale  Doman- 
dare il  passo  ,  Chieder  facotli  ,  0  modo 
di  passare. 

§.  XXI.  Jndar  per  la  mala  via,  vale 
Andare  in  conquas.<o,  Andare  in  rovina. 
Lai.  pessum  ire.  Bern.  Ori.  I.  28.  7. 
Dove  selle  frale"  per  mala  via  Facesti  an- 
dar  da  ghiotto  e  da  furiarne.  =f  /:orgh. 
Orig.  Fir.  288.  bercio  n' è  ilo  un  mon- 
do (  de' marmi  sentii)  per  la  mala  via 
( cio'e,  a  male).  tF) 

%.  XXII.  Mettersi  la  via  Ira'  piedi  , 
o  tra  le  gambe,  vale  Mettersi  frettolosa- 
mente in  cammino,  tiocc.  nov.  72.  7. 
Messasi  la  via  Ira'  piedi  ,  non  ristette  si 
fu  a  casa  di  lei.  /><inc.  Sacch  nov.  igS. 
Pasciuto  lo  sparviere  ed  incappellalo  ,  si 
mise  la  via  tra  le  gamlie. 

*  g.  XXIII.  torsi  in  via,  vale  In- 
viarsi, Incamminarsi.  Tass.  Cer.  I.  67. 
Perch'  egli  avea  certe  novelle  intese.  Che 
>'  è  d'  Egitto  d  Re  gii  posto  in  «ia.  (TCj 

*  §.  XXIV.  Prender  la  via,  vale  lo 
stesso  che  Far  la  via  .  Stor.  S.  Ono/r. 
149  La  mattina  mi  levai,  e  presi  la  via 
che  menava  in  Egitto.  Socc.  g.  2.  n.  5. 
Prese  la  via  (s'incamminò )  per  tornarsi 
airalhergo    (V) 

*  g.  XXV.  Recare  a  via  di  salute  , 
vale  Salvare.  Vii.  SS  Pad.  2.  l65  Ora 
la  carila  è  raffreddala,  e  tutto  il  mondo 
è  posto  in  mal  fuoco,  e  ciascuno  sì  sforia 
non  di  recare  a  via  di  salute  il  prossimo 
suo ,  ma  di  confonderlo.  (F) 

^-  fi.  XXVI.  invocare  a  via  di  .salu- 
te ,  vale  Far  ravvedere  ■  J'it.  SS.  Pad 
1.218  Per  gran  desperaiione  fugge  ogni 
persona  che  '1  volesse  rivocare  dal  pre- 
detto errore  a  via  di  salute,  f»'; 

§.  XXVII.  IS'on  esser  la  via  dell'or- 
lo, si  dice  per  ,lccenuar  la  lunghezza  d' 
alcuna  strada  Malm.  5.  1 1.  Perche  dalla 
profonda  sua  haracca  A  Malmanlil  non  e 
Va  via  dell'  orlo. 


ft  XXVIII. /''"'^' """ijo  ,  vale  Partito 
di  mezzo  tra  li  due  estremi.  Tac.  Pav. 
Uor.  3.  3l2  Non  prese  né  1'  uuo  spe- 
dienle  né  T  altro  ,  tenne  via  di  ioe.«o  , 
che  ne"  pericoli  non  ci  è  peggio.  -.■  ."tcgr. 
Fior.  lìisc.  2.  23.  (1/  1  l'omani  nel  giù- 
dicare  i  sudditi  per  alcuno  accidente  che 
„,.ccssitasse  tal  gmdi.io  ,  fuggivano  la  via 
del  mezzo.  F  cnp.  23.  Usarono  quella  via 
del  mezzo,  la  quale  è  perniciosissima  nel 
eiudicaro  gli  uriiiiiii.  I CJ 

§.  XXIX.  Jia  lattea  ,  Quel  tratto  di 
cielo  che  la  notte  si  vede  biancheggiare, 
per  essere  .seminato  di  minutissime  e 
quasi  invi.iibili  slcllr.  Lai.  Calaxia,  cir- 
culus  lacleus.  Disc.  lom.  Mar.  Onid.  2!\i. 
La  via  lattea  e  cotanto  alla  cometa  lassunu- 
gliante,  che  Aristotele  ha  creduto  e  seni- 
lo  esserle,  per  modo  di  dire,  sorella,  e  d 
una  medesima  esalazione  generata.  Maini. 
9.  11.  De"  mercalanli  qui  creder  mi  gio- 
va Ch"  e'  siano  in  fiera  ,  ovvero  al  lor 
viaggio  ,  Per  la  via  lattea  a  mercantar 
formaggio  . 

I  3  §.  XXX.  Fin,  per  simili!.,  vale. 
Modo  ,  Maniera  Ji  rare  una  cosa  ,  Ciò 
che  serve.  Che  è  opportuno  per  giungere 
a  qualche  fine.  Lat.  ratio,  modus  Gr. 
rpo-Oi.  noce.  nov.  77.  45.  Col  quale  ho 
dato  via  al  tuo  disidero  ,  in  potermi  lare 
del  mio  peccato  conoscente.  Dnnt.  In/. 
27  Gli  accorgimenti  e  le  coperte  vie  I 
senni  lutle.  l'elr.  son.  224.  Vengan  quanti 
Blusofi  fur  mai  A  dir  di  ciò,  tutte  lor  vie 
fien  Lasse.  Pass.  292.  Gli  uomini  l.i  van- 
no cercando  per  vie  distorte  e  per  lo  suo 
contrario.  .1/.  T.  4-  48-  Lo  "mperadore, 
che  per  via  indiretta  cercava  questo  ,  si 
mostrò  molto  contento,  //r.  F'ur.  35.6^. 
Buggerriman  confuso  e  in  pensier  gran- 
de, E  non  sa  ritrovar  capo  né  via  Ui  sa- 
per chi  lo  sfidi,  o  chi  gli  mando  A  dire 
oltraggio,  o  a  fargli  cortesia.  ■•:=  Cmfc. 
Slor.  3.  u5.  A  Cesare  aveva  peisuaso  il 
He  d'  Aragona  ec.  non  si  potere  con  mi- 
gliore via  ottenere  il  maritaggio  che  51 
trattava.   (Li  ,      ,r   , 

*  §.  XXXI.  ria,  vale  anche  Modo 
di  viverci  Ciò  che  un  istituto  religioso 
prescrive  .  «  lìanl.  Par.  3.  Dal  mondo 
per  seguirla  giovinetta  Fugnimmi  e  nel 
su'  ahito  mi  chiusi,  E  promisi  la  via  del- 
la sua   setta.    (C) 

ir  §.  XXXII.  Fia,  si  usa  talvolta  per 
quello  che  si  dice  comunemente  Pazien- 
za .  Cecch.  Poi.  4  1.  Se  noi  avessimo 
asulo  un  po' di  spazio,  via;  noi  pero  non 
andavamo  cosi  in  fascio,  li  J 

*  §.  XXXIll.  Fia,  in  termine  di  genea- 
logia ,  duesi  ,1  Seguilo  dei  discendenti 
d'  una  schiatta  J  che  anche  dicesi  Lato  . 
/lorgh.  Tose.  322.  Lo  chiamò  più  d  una 
vulta  Toscano  ,  e  del  sangue  Toscano  , 
ond"  era  veramente  per  via  di  donna,  es- 
sendo per  se  natio  di  Corinto.  (C) 

i?  g.  XXXIV.  Alla  ila  d'  alcuno,  mm- 
niera  prepositiva,  che  vale  Alla  volta  d" 
alcuno.  Onice.  Stor.  17.  |58.  Mille  fi- 
nalmente sccsi  in  Bergamasco  venivano 
alla  via  dell"  esercito.   (C) 

*  g.  XXXV.  Per  via  d'  alcuna  perso- 
na, 0  cosa,  vale  l'er  mezzo  d'alcuna  per- 
sona, o  cosa.  Mediante  alcuna  per.,ona  , 
o  co.<a.  -  Bocc.  nov.  25.  4-  Voi  non  po- 
treste per  via  di  vendila  avere  d  mio  pa- 
lafreno ...  Dav.  leti.  4.  Per  via  soli- 
la de'  Capponi  le  scrissi  Saliate  passato  . 
I.asc.  .y-pir.  1.  I.  Voglio  ee.  consigliarmi 
seco  di  questa  maledizione  ,  e  vedere  se 
per  via  d'  orazioni  ec.  io  me  gli  posso 
levar  d'addosso  (i  diavoli  )  I   (Ci 

*  §.  XXXVI  Per  via  d'  alcuna  per- 
sona ,  o  cosa  ,  vale  anche  A  cagione  d' 
alcuna  persona,  o  cosa.   (C) 

*  g.  XXXVII.  Per  via  di,  manina 
prepo.titiva,  denotante  il  motivo,  la  caus.i 


final'e  onde  si  Ja  qualche  cosa.  -  Bocc 
'nov  tir,  5.  Al  quale  la  donna  sua  colla 
Bcliuola  ,  e  con  altre  femmine  e  don- 
ne era  usata  sovenle  d'andare  per  via  di 
diporto  ...  {C>  „         .  , 

•f  VIA  /'.  A.  Quasi  Fia,  sincopato 
da  Fiala,  vale  lo  stesso  che  Fiala,  Fol- 
la .  /(ini.  <"■'.  (■"'"•  '<»■  E"  "■''S^'" 
spense  via  Per  orgoglio  attutare  Ciò  che 
mercè  chiamare  Non  avena  di  lar  mai  si- 
gnoiaggio.  f-  Or.  S.  Oir .  63.  Quan- 
do lo  nostro  Signore  andava  una  via  al 
tempio,  si  vi  trovò  venditori  e  compra- 
tori. (F)  ,        ,     , 

g.  l'ia  ,  si  adopera  nel  moltiplicare  , 
come  Tre  via  Ire  nove  ,  in  vece  di  Tre 
volte  tre  fa  nove.  Dani.  FU.  Kuov.  35. 
Siccome  vederne  manilestamenle,  che  tre 
via  tre  la  nove.  Mor.  S  Creg  II  primo 
caffo  si  i:  tre,  il  primo  pari  si  è  quattro; 
quando  si  moltiplica  per  le  parti  sue  me- 
desime fa  dodici;  perocché  se  noi  mul- 
liplichiamo  tre  via  quattro,  o  quattro  via 
He  fanno  pur  dodici.  Z.-/'<lW.  Andr.  62. 
I  gradi  del  cielo  sono  intorno  intorno  tre- 
cento sessanta,  sicché  56  e  dire  terzi  via 
treeensessanta,  fanno  29OO,  e  cotante  mi- 
glia fc  la  terra.  Burch.  1.  21.  Nominati- 
vo cinque  ,  sette  e  olio  ,  Un  vi'  uno  io 
lo  "nvilo,  stu  lo  vuoi.  Fir.  Disc.  lelt.  3l». 
Sarebl.ero  cinque  via    dieci    cinquanta. 

j  VIA  .  Avverbio  die  vale  Assai,  Mol- 
to e  s'accompagna  comunemente  a'.<oli  com- 
parativi .  i\o.-.  ani  28.  2.  E  via  piil  malto 
e  forsennato  colui  che  pena  ,  e  pensa  di 
sapere  ,\  suo  principio.  Pclr.cap.  3.  Poco 
dinanzi  a  lei  vidi  Sansone  Via  più  forte, 
che  saggio.  Cuitl.lett.  14.  Capit.de  e  mer- 
lo  rendete  loro,  e  assai  hen  sufficiente  vu 
credo   più  non  fu  loro  intenzione. 

*  g!  I.  A  gran  via,  vale  Gran  fatto. 
Mollo.  Impcrf  F.  Tusc.  D.  1.  T.  1. 
3l.  Nel  fatto  delle  scienze  e' non  si  sa  a 
cran  via  qoanlo  altri  forse  si  crede.  (F/ 

S.  II.  J'ia,  avverbio,  per  Su,  Orsù, 
in  senlimenlo  di  eccitare,  comandare,  eC. 
Lat.  eia,  age.  Gr.  ^ly..  «ys-  Bocc.nov.  li^. 
8.  Messer  Lizio  ,  udendo  questo  ,  disse: 
via  ,  faccialevisi  un  letto  tale  ,  quale  egli 
vi  cape.  E  -100.66.  11.  Or  via,  non  aver 
paura  alcuna;  io  li  porrò  in  casa  tua  sa- 
no e  salvo. 

8  III.  Jia,  inforza  di  discacciare. 
Pani  Inf.  8  Dicendo:  via  cost'a  con  gli 
altri  cani.  /.  18.  E  disse:  via,  Ruffian;  qui 
non  son  femmine  da  conio  .  Bocc.  nov. 
67  17.  Ed  Anichino  appresso  si-mpic  di- 
cendo: via,  che  Dio  vi  metta  in  inai  an- 
no, rea  femmina.  Fiamm.  4.  >b»-  «■- 
spondeva  lu.l.ala,  e  con  voce  d  ogm  dol- 
cezza vota  :  via  ,  vdissima  parte  di  casa 
mia;  fate  lontani  da  me  questi  ornamen- 
ti .  Ar.  Lea.  4-  7-  '^''^'  ^■'^"  •  ™'  P°'" 
troni;  via,  col  diavolo. 

S  IV.  I  ia,  in  forza  d'affretlare.  ti- 
loc  2  333.  Il  siniscalco  in  su  un  altro 
cavallo  con  un  l.astone  in  mano  soprav- 
venne, e  dando  su  per  le  spalle  a  ser- 
oenli  che  la  menavano,  a  lei  di«e:  via, 
avanti  ;  qui  non  l.i.ognano  al  presente  que- 

sii  preghi.  , 

•  (.  :;:  g  V.  'Fia  ,  usato  assolulam. 
col  verbo  non  Cipresso,  ^ov.  ant.  35.  E 
di  ciò  ringrazio  mollo  d  Keelasuacom- 
na.oa,  e  via  per  Io  cammino  con  suo  pa- 
lafreno il  meglio  che  poleo;  il  Re  s.  torno 
ec  /■  nov.  54.  Venne  1'  altra  mattina,  e 
ritras'serlo  (il  cavallo,  fuori,  e  v'a  con 
esso  per  la  cit,"i.  Fu.  S.  -!'■ .  •^'"'''', 'f^ 
Ed  esce  fuori  molto  per  tempissimo  tutta 
sola,  e  via,  che  se  ne  va  a  cercare  di 
messer  lesù  .  Pani.  Purg  '^  O^,.'", 
,,erl,ile  ,  e  via  col  viso  altero  , /■Sl'"»» 
rEva,epon  chinate  n  «olio  ■;0(.^«''; 
Corr.  2  2.  Sa,  s'egli  Fece  le  sparizioni 
in  poste,  e  via    (Cj 


à 


I7I2  V  I  A 

§.  VI.  A'/rt  via,  così  replicato,  suo- 
n.i  talora  lo  stesso  che  Subito  subito  , 
Tosto  tosto,  Incontane.nte.  fìocc.  nov.  85. 
17.  E  puco  1j  &i  tlicJcr  la  posu  il'  essere 
iaiicme  vii  via.  Dant.  Vurg.  8.  Per  lo 
serpente,  che  verrà  via  vìa.  Albert,  cap. 
]5.  Lo  consiglio  de'  riditorì  noa  T  e  me- 
»Licr  di  temere,  che  via  via  che  tu  vedi 
rider  coloro  clic  &i  consigliano  ,  puoi  sa- 
pere che  di  mattcìza  parlano,  li  cap.  25. 
>on  dire  all'amico  tuo:  va,  e  rieJi,  che 
domane  lo  ti  darue  ,  concioi!>ÌJCOsachè  tu 
gliele  possi  dar  vìa  via.  l'it.  S-  Margit. 
Via  via  che  ella  fu  nata,  fu  ripieoa  di 
Spirilo   Santo. 

§.  VII.  Talora  esprime  mediocrità  di 
qualità,  e  vale  lo  stesso  che  Cosi  coxt. 

§.  Vili,  fia  là,  e  talora  anche  così  re- 
pUcato  f'ia  là,  via  là,  vale  Alf  ultimo. 
All'estremo,  Avanti  assai.  Varch.  Et' 
col.  81  -  D'uno  infermo,  il  quale,  come 
dice  il  vulgo,  sia  via  là,  via  là ,  o  a' con- 
fitemini,  o  al  pollo  pesto,  o  abbia  male, 
che  il  prete  ne  goda ,  s'  usa  dire  :  i  medici 
r  hanno  sGdalo. 

VIA  .  Particella  riempitiva  ,  che  con- 
giunta co*  verbi  ,  o  accresce  loro  /orza  , 
o  ne  varia  in  qualche  parte  il  signiji' 
calo. 

*t  §•  I-  Andar  via,  vale  Partirsi, 
Andarsene  ■    Lat.    abire  ,     discedere  .   Gr. 

I^.  Porse  prieghi,  che  in  luogo  di  som- 
ma grazia  via  il  lasciasse  andare.  E  nov, 
!\6.  4'  Sopra  la  barca  la  misero,  e  andar 
via  .  Sinf.  Ftes.  23l.  Se  queste  >Ìnfe 
almen  s' andasser  via,  Che  son  con  noi, 
io  pur  m'  arrischicrei  (  P  ediz.  di  Parigi 
1778  legge:  Se  queste  Ninfe  almen  si  gis- 
son  via.  Che  son  con  noi,  io  pur  mi  ri- 
marrei Qui  solo  Dato  con  Men%ola  mia). 
Dani.  Inf.  32.  Va' via,  rispose,  e  cÌo  che 
tu  vuoi  conta,  riov.  ani.  1.  7.  Discese  giù 
per  le  gradora,  e  aadossi  via.  /:.'  3^.  2. 
3Ionta  a  cavallo,  e  sprona,  e  va  via. 
Petr.  son.  223.  Ma  che  7  vìen  tardo,  e 
subilo  va  via.  Sem.  Ori.  l.  5.  56.  O 
Casa  di  Mongrana  inclita  e  forte,  La  glo* 
ria  e  fama  tua  se  ne  va  via  (ttoì-,  si  di- 
legua, 6niscc  ).  Ciriff.  Calv.  2.  56.  K  la 
uolte  ciascuno  all'  ombre  giacque  ,  £  il 
giorno  vanno  via  senza  pigrizia.  E  2.  60- 
Va  Brunadoro  via  senza  soggiorno. 

S-  n.  Va' via ,  o  simili,  il  dicia- 
ino  alcuna  volta  per  disapprovare  P  altrui 
.sentimento,  lìocc.  nov.  I.  28.  Va' via, 
figliuoli  eh' e  ciò  che  tu  di' T  /i  noi-.  27 
47-  Va' via  ;  credi  tu  che  io  creda  agli 
abbaiatori? 

'f  §.  HI.  Andar  via,  ha  anche  altri 
sensi,  di  che    !'.   ANDAR   VIA.    (C) 

§.  IV.  Cacciar  via,  vale  l)t.traccinre. 
Allontanare,  Bimuovere  .  Lai.  pcllere , 
depellere  .  Gr.  i)aij*tiv  ,  «rreiicuviiv  . 
Eiamm.  A.  62.  La  mia  malinconia  s' in- 
gcgoava  di  cacciar  via. 

§.  V.  Par  via  ,  vale  Trasferire  da 
se  ad  altri  il  pos.tesso  di  checchessìa  o 
per  donazione,  o  per  vendita,  o  persi- 
mili  contratti.  Lat.  alienare.  Gr.  ocXÌ-O- 
T^toùv.  Malm.  a.  8.  Che  tu  daresti  vìa 
6n  la  gonnella. 

§.  VI.  l'iisgir  *'/"  »  vale  Fuggir  con 
p/rslezza  ,  Dileguarsi  .  Lat.  aufu^ere  . 
Gr.  ocTtOftJynv.  lìocc.  nov.  85.  ai.  La 
quale  ,  come  la  donna  vide  ,  lubilameoie 
levatasi,  fuggi  via. 

f  §.  VII.  Gettare,  o  Giltar  via  ,  vate 
lìimnover  da  se  checchessia  ,  come  inu- 
tile ,  superfluo  ,  dannoso  ,  noioso  .  Lat 
proiicere .  Gr.  aTO^.;t'*T«i».  Bocc.  ^o^■. 
i)3.  l^-  Gittata  \\i  la  spada,  la  qual  già 
per  ferirlo  avea  tirala  fuori  ec,  fimc  a' 
[liè  di  Natan,  v  S.  (Ho.  Gntott.  y5.  K 
chi  vieta  ,  poiché  abbiamo  perduto  il  ti- 
more di  Dio,  e  gittata  vìa  U  vergogna, 


V  I  A 

die  non    ci  giltiamo  ec.  in  ogni  fotta  di 
perdizione?  (TC) 

§.  Vili.  Oittar  via,  diciamo  anche  per 
Dare,  o  fendere  le  cose  per  manco,  che 
elle  non  visitano.  Lat.  vili  vendere.  Gr. 
Twierv  o/('-/Ju  Tt.  liocc.  nov.  1^.  ^.  Se 
spacciar  volle  le  cose  sue,  gliele  conven- 
ne gittar  via. 

§.  IX.  Gittar  via,  per  Lasciare  in 
abbandona.  Lat.  deserere ,  dereltnque- 
re  .  Gr.  J^iiTEiv.  fìocc.  nov.  g^.  1^.  lo 
non  ti  rendo  tua  mogliere,  la  quale  i  tuoi 
e  tuoi  parenti  gittaronu  via. 

§.  X.  Gittar  via  ,  per  Mandar  male  , 
Perdere  inutilmente.  Lat.  perdere  ,  abii- 
cere,  proiicere.  Sen.  Sen.  Farch.  I.  II. 
Egli  mi  basta  quello  che  ho  ,  e  talvolta 
torna  bene  non  tanto  di  non  rcnd<.-re  d 
benifizio,  quanto  di  gittarlo  via.  £■' 5-  12. 
Mi  pare  di  udirti  dire,  che  io  non  sola- 
mente non  fo  cosa  che  meriti  il  pregio, 
pia  che  ancora  f;elto  via  tutta  la  fatica. 

g.  XI.  Gettarsi  via,  vale  Disperarsi. 
Lat.  de  sperare  .  Gr.  «Tai:it'^!iv  .  Cas. 
rim.  buri.  i.  i5.  Non  è  chi  sappia  dir 
quel  che  si  sia  (il  martel  d'  amore);  ma 
vienti  voglia  mille  volle  ognora  Di  dispe- 
rarli,  e  di  gillarti  via.  'r  i'arch.  lirr. 
Giov.  [\2.  Ed  io  mi  ricordo,  mentre  che 
egli  gridava  iiifìno  al  cielo  ,  poco  meno 
ch<*  giltaiidusi  via  per  questo  fatto  ,  che 
io  gli  dìiiia[idai,  sebbene  Ìo  lo  sapea,  di- 
cevate voi  il   vero  ?  (Cf 

*  §.  XII.  Levar  via  ,  vale  To-^liere 
alcuna  cosa  del  luo^o  do%-e  ella  e.  Segr. 
Fior.  Lejaz.  2-  Sten.  i.  Se  \i  fosse  den- 
tro qualche  capitolo,  che  ora  non  facesse 
al  proposito  ec.  si  polrà  levar  via.  (TC) 

*  ^.  XIII.  Levar  via,  vale  anche  Tor 
dtl  mondo  .  Giov.  Geli.  Fit.  .4lf.  \t\2. 
Perdi:  Alfonso  il  Cardinale  Ippolito  suo 
fratello  con  danno  grandissimi)  della  casa 
da  Estc  ,  sì  perchè  i  benefizii  ec.  si  per- 
dcrono  ,  ec.  e  si  ancora  ,  perche  ec.  era 
stalo  legato  via  troppo  per  tempo,  f  O 

g.  XIV.  Mandar  via,  vale  Licenziare. 
Lai.  di mt itene  .  Gr.  ajpisvai,  «Traviar- 
ritv.  fìocc.  nov.  85.  l^.  Era  u.satu  ec.  di 
menar  talvolta  alcuna  femmiua  a  suo  «li- 
letto,  e  tenervela  un  dì  o  due,  e  poscia 
mandarla     via. 

*  g.  XV.  Vale  anche  Discacciare, 
r.  M.ANDARE.  §.   LXXIIl.   (Nj 

*  §.  XVi.  ì'ale  anche  Hecidere.  Spie 
care.    r.  MAND.XRE  ,  §.  LXXIY.  (.X} 

*  g.  XVII.  .ìfenar  via,  vale  Condurre 
altrove,  r.  MENAllE,S-  l-T^^    (-^J 

*  §.  XVllI.  Parar  via,  vale  Partirsi, 
Tirar  ita.  /'.  PARAIlE  ,  S-  XVIII.  iC} 

*  §.  XIX.  Parar  via,  vale  nache 
Continuar  quello  che  altri  ha   impreso  a 

fare  ,    Tirare  innantt  .    /'.   PAIlAllE  ,    §. 
XIX.   (Cj 

§.  XX.  Passar  via,  vale  Crssare , 
Dileguarsi,  fìern,  rim.  I.  ai.  Quand' io 
vi  veggio  ,  o^ni  mia  pena  Cesta  ,  e  ogni 
fastidio   paiisa    via. 

*  §.  XXI.  E  per  Passar  oltre  ,  Se- 
guire il  cammino  .  Lor.  Med.  son.  1^. 
Sua  \istanii  niusirò  chìar  che  rivale  Non 
ni' era;  che  passò  %ia,  stato  un  poco  Non 
to  se  stupefatto,  o  invidioso.  iP/ 

§.  XXII.  Portar  via,  vale  Levar  chec- 
chessia dal  luogo,  dove  era,  con  violen- 
za ,  o  prestezza  y  e  anche  talora  /iuharr 
nascosamente,  /foce.  nov.  87.  6.  Il  lupo 
le  ti  fu  avventato  alta  gota,  e  presala  for- 
te, la  comiocio  a  portar  via.  /*.*  can^.  lO- 
5.  E  di  chiunque  il  guata  Sotpetto  ,  e 
temo  non  me  't  porli  via  fiern.  Ori.  i. 
11.  a.  S'uno  ha  ri>'i-bt-tse,  tla  sempre  in 
pensiero  ,  E  poi  vieu  un  che  glielo  por 
la  via  . 

§.  XXIIt.  Portar  via,  per  Trasporta 
re  ,  o  Condurre  semplicemente.  Lat.  j'cr- 
re,   ducere.    Gr.    ftjscc    sT/iiv  .    lioi-c. 


V  1  A 

nov.   76.   6-   Via  a  casa   del   prete  ne   *1 
portarono . 

*  g.  XXIV.  Portar  via,  parlandosi 
di  morhi  ,  vale  Levar  dal  mondo  ,  Far 
morire.  ì  .  PURTAHE.  g.  XCIII.  (Cj 

■f  ^  §.  XXV.  Sparir  via  ,  vale  Di- 
leguarsi. Fit.  S.  Gir.  76.  E  allora  dello 
eh*  ebbe  questo  ,  ditte  :  a  Dio  ti  racco- 
mando, e  spari  via.  (Vj 

^  g.  XXVI.  Tirar  via,  in  signific.  neulr. 
vale  Andar  via.  Partirsi.    F.  TIRARE  , 

g.  cxviii.  (Cj 

*  §.  XXViL  Tirar  via,  va/e  Allonta- 
nar da  se  conforta,  e  violenta.  V.  TI- 
RARE, §.   CXV.   (C/ 

té  ^.  XXVIII.  Tirar  via,  vale  anche 
Muovere  alcuna  cosa  verso  di  se  con  vio- 
lenza,  r.  1 IRARE,  %.  CXVI.  (C) 

te  ^  XXIX.  Tirar  via  ,  vale  anche 
Rimuovere  una  cosa  da/  /uogo  dove  e/la 
è.  Cavare,  Levare.  F.  TIRARE,  %. 
CXVII.   (C) 

té  g.  XXX.  Tirar  via  un  /avaro  ,  va- 
le .Strapazzarlo,  Farlo  con  poca  accura- 
Uzza.  (C) 

tf  §.  XXXI.  Tirar  via  ne/ fare  una 
cosa  ,  vale  Affrettarsi ,  Farla  sollecita- 
mente, ì'as.  Op.  Vit.  .'(.  6o5.  Slesso  ma- 
no a  lavorare  condusse  nella  faccia  d'una 
di  delle  cappelle  due  figurone  grandi  ce. 
che  furono  tirate  via  con  una  pratica  mul- 
to sicura    (C) 

§.  XXXII.  Tor  via,  va/e  Levare,  Ri- 
muovere  .  Lai.  adimere  .  Bocc.  nov,  77. 
/\2.  Togliendo  via  roteilo  tuo  pocbello  di 
viso,  il  quale  pochi  anni  guasteranno  ri- 
empiendolo di  crespe  .  E  nov.  81.  5.  £ 
cosi  questa  seccaggine  tor  via. 

té  g.  XXXIII.  Tor  via,  par/amdosi  lU 
Città,  o  simili,  vale  Distruggere.  F.  TO- 
GLIbRE.  g.  LXXII.  (C) 

g.  XXXIV.  lenir  via,  volt  ì'enire , 
Accostarsi.  Bera.  rim.  \.  5g.  Venite  via, 
il  mio  messer  Francesco.  Lasc.  Gelos.  a. 
5.  Venitene  via  si.  ch'io  farò,  come  ti 
dire,  un  viaggio  e  due  servigiì. 

VIAGGETTO.  Piccolo  viaggio,  Btxvc 
viaggio  .  Car.  lelt.  I.  l35.  Gi^  ton  ca- 
parrato ilal  Presidente  per  un  suo  viag- 
gelto  alla  volta  di  Rivalla. 

VIAGGIANTE.  Che  viaggia.  h^U  via* 
tor.  Gr.  QOorr,^.  Buon.  Fier.  ^.  3.  5. 
E  ti  franga  II  franco  viaggiante.  Salvia, 
Disc.  I.  64.  Siamo  pellegrini  e  viaggian- 
ti ,  non  abbiamo  qui  la  nustia  ttauEi. 

•f  VIAGc.lARE.  Far  viaggio.  Lai. 
iter  Jacere.  Gr.  ~0^:.iJi3^'jLt,  ó$at:toptìv. 
Buon.  Fier.  3.  a.  9.  Che  la  prova  D*l 
vario  viaggiar  di  varie  genti  Or  per  mon- 
ti ,  or  per  valli ,  or  per  pianure  ,  A  re- 
gola ha  ridotti.  /:  3.  5.  5.  Il  pan,  che, 
riposalo  Dal  lungo  viaggiare.  Giare  ocU* 
arche   ^</iii   per  simtltt.i. 

t  VIAGGIATORE.  Ferba/.  masc.  Che, 
o  Chi  viaggia.  Buon,  F^er.  a-  3.  7.  Viag- 
giatore Dalla  ru|>t)la  al  mar  ,  dal  mare  a 
Lucra,  E  da  Lucra  a  Pistoia  cerco  'I  pae- 
se. /■'  3.  a.  a.  l*errh'  1  viaggiatori  ec.  Ilan 
cominciato  a  dar  nelle  stoviglie  .  SaJvim. 
Disc.  1.  8.  Dall'  Indie  ri  %cnne  un  tanto 
benr  di  Imte,  e  kì  Tane  rote  er.,  quante 
gì'  industriosi  moderni  «iafigiatori  lelìce- 
mcnlc  n'hanno  scoperte. 

3  VIAGGIO-  I.,' andar  per  via,  Cam- 
mino.  Lat.  iter.  Gr.  TO.stiat.  /Ìocc.  nov. 
99.  3a.  Il  domandò  che  viaggio  avuto  a- 
\eitera,  r  quando  a  Genova  fotter  giun- 
ti; al  quale  costui  disse  :  Signor  mio,  mal- 
vagio viaggio  fece  la  nave.  Petr.  coaj. 
3i).  7.  Vo  ripensando  ov*  io  latta*  il  viag- 
gio 

"^  g.  I.  Per  Fia,  Luogo  pei  qua/e  ti 
viaggia  .  «  Dani,  /nf,  I.  A  te  ronvien 
tenere  altro  viaggio  -.   (C) 

g.  II.  l'iguratàm.  Mi.  f.  O  97.  Gli 
bastardi  cacciarono  tutti,  i  quali  con  ter- 


V  I  A 


V  I  A 


V  I  B 


17j3 


gogna  ile'  madornali  in  piccolo  tempo  pre- 
sono cattÌTo  viaggio  (  cio'c  ,  andjiono  in 
perdizione  ]■ 

§.  III.  Fare  un  viaggio  e  due  servi' 
gii ,  e  simili  j  maniera  pro\  erb,  ,  che 
vale:  Colla  stessa  operazione  condurre  a 
fine  due  negoiii .  Lat.  duos  pnrivtes  ea- 
demjìdelia  dealbare.  Fir.  Disc.  Iclt.  32Q. 
Per  far,  come  si  dice,  un  viaggio  e  duo 
servigli.  Cecc/i.  Esali.  Cr.  i.  i.  E  farò 
no  viaggio  e  tre  servigli .  J.asc.  Oelos. 
a.  5.  Venitene  *ia  sì,  rh'  io  l'arò,  come 
u  dice,  un   viaggio,  e  due  servigii. 

*  §.  IV.  Ognuno  a' suoi  viaggi ,  ma- 
niera proicrb.  che  importa  :  Che  ognu- 
no dee  attendere  alle  sue  faccende.  Lasc. 
Parent.  2.  6.  Ognuno  a' suoi  viaggi.  (V) 

*  §■  V.  Camminare  il  suo  viaggio  , 
vale  Continuarlo  ,  Prose^^uirlo  .  Cemb. 
St'?r.  lib.  4-  Credendo  quella  essere  ar- 
mata di  corsali,  le  vele  non  calando  cani- 
Diioava  il  suo  viaggio.  (£rj 
VIALE.  Susi.  I  toltola. 

*  §■  i'iale  .  Term.  degli  Jgricoltori . 
Quello  spazio   che   negli  orti ,   giardini  , 

pometi  e  verzieri  si  lascia  incullo  per  co- 
modo di  passeggiare.  Imperf.  1'.  Tusc. 
D.  i5.  T.  a.  328.  Per  questi  vìjIi  della 
villa  Ludovisìa  ci  si  alza  il  sole  troppo 
tosto.  E  Tib.  D.  I.  T.  II.  45.  Questo 
veramente  diletto  si  è  proporzionato  a  Fi- 
losofo ec.  e  senza  finirsi  di  vestire  dare 
venti  passej;giatc  all'  ombra  pe'  viali  di 
questo  giardino  pieno  di  fontane.  (Fj 
VIALE.  Add.   Di  via.  Posto  nella  via. 


viale 


ben  pianta  viale.  Ch'ognuno  :)froDda 
Don  culliva  alcuno. 

VIANDANTE  .  Che  va  per  via  ,  Che 
fa  viaggio,  Passtggiere.  Lat.  viator.  Gr. 
òSi'zYì'i.  Boez.  G.  S.  44-  Se  nel  sentiero 
ec.  foss'  iotrato  povero  viandante  .  Bocc. 
nov.  86.  2.  Nel  pian  di  ?«Iugnone  fu,  non 
ha  guari,  un  uomo,  il  quale  a'  viandanti 
dava  pe*  lor  danari  mangiare.  Maestruzs. 
I.  34-  Questo  s*  intende  anche  pei  mer- 
catanti e  viandanti.  Pass.  i3i.  Se  avviene 
eh*  e*  romei,  peregrini,  mcrcalanli,  o  altri 
viandanti,  si  confessino  nel  cammino,  non 
ahhiendo  licenzia  ec,  si  debbono  rappre- 
sentare al  prete  propio  ec.  A'ov.  ani.  7. 
a.  Vennero  lì  viandanti  dinanzi  da  lui,  e 
Ira  i  suo'  baroni.  Ar.  /■'ur.  29-  21.  Ch' 
aveano  tolto  ano,  o  due  giorni  innanti  t 
suoi  scudieri  a  certi  viandanti.  E  3'j.  78. 
O  qua!  mastin  ,  che  al  ciottolo  ,  che  gli 
abbia  Gittato  il  viandante  ,  corre  in  fret- 
ta .  Bern.  Ori.  2.  4-  9-  Or  »'  **o  fretta  , 
che  son  viandante.  Boez.  Varch.  2.  pros. 
5.  Se  fussi  nel  cammino  entralo  di  questa 
vita  povero  viandante,  potresti  ancora  di- 
nanzi degli  assassini  e  rubatori  di  strada 
caotare  sicuramente. 

*  VIANTE.  Jdd.  usato  anche  in /or- 
za di  Susi.  J'iandante.  Salvin.  Opp.  Pese. 
Che  se  poscia  non  trovi  quella  bile,  che 
di  vero  scorgendola  il  viante  con  gagliar- 
da acqua  lavo  ,  e  quello  allor  crucciato 
fletta  il  corpo,  ec.  (A) 

VIARECCIO.  Jdd.  Da  portar  per  via, 
o  in  viaggiando.  Maestrnzz.  1.  7.  E  de'si 
dire  la  messa  in  chiesa  consecrata  ,  o  in 
altare  consecrato  ,  e  se  non  v'ha  altare, 
abbiasi  T  altare  piccolo  viareccio.  £"  1.  9. 
Se  a  celebrare  la  messa  non  si  può  avere 
r  altare  consecrato  ,  abbiasi  almeno  1'  al- 
tare viareccio  consecrato.  E  2.  54-  I  Ve- 
scovi ,  che  sono  in  cammino ,  possono 
portare  1'  aitar  i-iarecrio,  e  farsi  dire  mes- 
k.)  dovunque  e'  sono  ,  non  ostante  lo  'n- 
terdetto  . 

•f  t-  VIATANTO  .  foce  poco  usata  . 
Nondimeno,  ^on  per  tanto,  lavale.  Stol- 
tiz.  253-  Avvegnaché  cognoscano  l'utilità 
di  questa  battaj;lia  ,  e  credano  che  Dio 
csinbalta  per  chi  vi  entra,  vialaoto  temono 
Vocabolario  T.   IL 


la  vergogna   umana,  che  o  niente  o  poco 
combattono  contra  'I  mondo,  (l'} 

VIATICO-  Cibo,  o  altra  cosa  che  si 
porta  per  viaggio  per  sostentarsi  .  Lat. 
viaticum  .  Gr.  ÌogSiq-ì  ■  ftcd.  I:'sp.  nat. 
67.  Che  poi  le  gru,  che  sono  animali  ac- 
cortissimi ,  per  viatico  del  passaggio  del 
mare  si  cibino  di  pietre,  pane  cosa  tanto 
strana  a   Samuel  Bociarto,  che  ce. 

■J-  §.  I.  Viatico,  per  metaf.  Med.  Arb* 
Cr.  28.  Ci  fosse  sostentamento  e  viatico  e 
guida  nostra  d*  andare  a  vita  eterna.  /'/-. 
lac.  T.  5.  II.  2.  Il  terzo  amore  paremi 
Viatico  amoroso.  Oinel.  S.  Crcg.  Pcrrbè 
in  questa  vi(a  amava  la  suntuosa  altezza, 
non   Volle  avere  il  viatico  della  umilia- 

§.  lE.  J'ialico  .  diciamo  comunemente 
anche  il  Sagramcnto  dell'  altare  ,  che  si 
dà  ai  moribondi.  Maestruzz.  1.6-  A  Di* 
j;iuDo  dcL  esser  preso  Ìl  Corpo  di  Cristo 
salvo  che  in  caso  di  necessità,  quando  uno 
infermo  fosse  per  morire  ,  acciocché  non 
passi  sanza   viatico. 

VIATURE.  Viandante.  Lat.  viator. 
Gr.  o'oi't»;^.  ^faestruzz.  l.  21.  Ma  il  via- 
tore,  che  passa  per  lo  paese,  non  si  dee 
sottilmente  disaminare  .  Alam.  Colt.  3. 
64.  Chi  fa  il  buon  viator  sicuro  e  lieto 
L'  alte  nevi  stampar,  calcare  i  ghiacci^ 
Se  non  questo  liquor  T 

S-  Viatore,  Jìguratam.,  si  dice  L'uomo 
ancor  vivo  incamminato  a  vita  eterna  . 
Lat.  viator.  Gr.  ^ot'-rTj;.  But.  Purg,  32. 
1.  Imperocché  egli  era  anco  viatore,  e 
non  comprensore  .  '^-  Segncr.  Crisi,  in- 
str.  3.  7.  4-  Ci  dona  Cristo  la  sua  divi- 
nità ec.  impiegando  la  botila  affine  di  unire 
a  noi  tutto  se  con  dette  invenzioni,  nella 
più  profonda  maniera  che  sia  conforme 
allo  stato  di  viatori.  (C) 

VIATORIO.  AMI.  ..'ppartenente  a  via- 
tore .  Lat.  vialicus  .  Frane.  Sacch.  Op. 
div.  l3o.  l'eroccbè  si  mostrò  viatoria  (la 
gloria  di  Dio  )  ,  e  non  conlermata  (  i/ut 
figuratnm. ,  e  vaie  pasaeggiera ,  non  sta 
bile,  ne  ferma  ). 

VIATMCE.  Femm.  di  Viatore.  Vi- 
andante. Segncr.  ^lann.  Sctt,  27.  2.  Fu 
sempre   vera  viatrice,  ma  non  mai  stanca. 

*  V1CRA>TE.  Terni,  de' Meccanici  . 
Dicesi  corda  vibrante  a  qutlla  che  rende 
suono  per  via  di  vibrazione.  (A) 

VIBRATE.  Muovere  scolendo.  Lat.  vi- 
brare .  l'iloc.  7.  22-  Vibrando  il  dardo, 
con  forte  braccio  quel  lanciò.  Finmm.  l. 
78.  E  i  boni  affiìcani  ,  da  Amor  tocchi , 
vibrano  i  colli  .  Pelr.  son.  i65.  L'  aura 
soave  ,  eh'  al  Sol  spiega  e  vibra  L*  auro 
ch*  Amor  di  sua  man  fila  e  tesse. 

§.  I.  Per  metaf.  Spignere  avanti.  Man- 
dar fuori  con  forza.  Lat.  emittcrc,  incu- 
lari.  Gr.  Tristi  vai ,  a'/ovTi'Cstv  .  Dani. 
Purg.  27.  Siccome  quando  i  primi  raggi 
vibra  ec.  ,  Si  slava  il  Sole  .  lied.  Ditir. 
j6.  Vibrò  suoi  detti  in  fulmini  conversi. 

*  §.  II.  librare  in  signifc.  neutr. 
pass.,  vale  Lanciarsi,  o  simile.  Cor.  En. 
12.  Ii35.  Per  letizia  esultò,  terribilmente 
Fremè  ,  si  rassettò  ,  si  vibrò  tutto  Neil* 
armi ,  e  'n  se  medesrao  si  raccolse.  iB) 

*  VIBRATEZZA.    /  ibrazione.  '.A) 
VIBRATO.  Jdd.   da    librare.   *   .W- 

vin.  Disc.  I.  334  La  materia,  che  bian- 
ca dura  fatica  a  sentire  il  fuoco  vibrato 
dall'  ardente  punto  del  concavo  specchio, 
dall'  effetto  detto  ustorio  fatta  poi  nera  , 
in  un  attimo  s'accende  e  s'  abbrucia  .  (Bj 
t  VIBRATORE.  Verbal.  masc.  Che, 
o  Chi  vibra. 

*  VIBRAZIONCELLA  -  Vim.  di  Vi- 
brazione. Tagl.  Leu.  (A) 

VIBRAZIONE.  Il  vibrare ,  ed  il  Moto 
di  cosa   vibrata. 

§.  I.  librazione  de'  pendoli  ,  dicesi  il 
Moto  reciproco  de"*  corpi  gravi  ,  pendenti 
da  corde  ,  fili ,  e  simili,  che  nel P  andare 


e  venire  di  qua  e  di  là  dui  perpendicolo 
formano  archi  di  cerchio  sempre  minori^ 
f/io  a  ridursi  alla  quiete.  Gal.  Dial. 
mot.  1.  539.  Ciaschedun  pendolo  ha  il 
tempo  delle  sue  vibrazioni  talmente  limi- 
tato e  piL-Esso  ,  che  impossibile  cosa  è  il 
fallo  muuveie  sotto  altro  periodo,  che  V 
unico  suo  naturale.  E  Sist.  222.  Ho  tal- 
volta creduto  che  l'  arco  ascendente  sia 
eguale  al  descendente  ,  e  però  dubitato 
che  le  sue  vibrazioni  potessero  perpetuar- 
si. Sagg.  nat.  esp.  l8-  L'  andare  e  ritorno 
del  quale  f  pendolo  j  contandosi  per  un' 
intera  vibrazione  ,  non  abbiamo  creduto 
che  quando  mai  nel  novero  di  molte  vi- 
brazioni una  se  ne  sfallisca  ec,  arrivi  quel 
piccolo  svario  a  montar  mai  lauto,  ec. 

g.  II.  Vibrazioni  delle  corde  tese  _,  e 
particolarmente  delle  sonore  ,  diconsi  i 
Movimenti  loro  simili  a  quelli  de' pen* 
doli,  ancorché  più  veloci  e  di  minor  du- 
rata. Gal.  Dial.  Mot.  I.  54i  II  nume- 
rare le  vibrazioni  d'  una  corda  ,  che  nel 
render  la  voce  le  fa  frequentissime,  è  del 
tutto  impossibile. 

VIBURNO.  Spezie  di  frutice.  Lat.  vi- 
burnum.  Gr.  r,  /jLi>aiva  ^^;uwvt'a.  Bed. 
Ins.  92.  Quantunque  il  suddetto  padre 
Atanasio  Chircher  ec.  scriva  ec.  d'averne 
mostrati  ad  altre  persone  su'  ramuscelli 
del  viburno  .  o  brionia  ,  ec.  E  100.  Tra 
questi  animaluzzi ,  cbe  il  padre  Chircher 
asserisce  che  nascono  da'  ramuscelli  pu- 
trefatti del  viburno  e  della  coda  cavalli- 
na ,  ce. 

VICAnERI'A.  /'.  A.  ricarialo.  Lat. 
vicarialus.  Vii.  Bari.  44-  ^c  tu  hai  po- 
lestcria  ,  o  vicareria  che  tu  vogli  vende- 
re, espia  per  la  terra  quello  che  ella  vale 
per  diritta  ragione. 

VICARI'A.  Term.  de"  Canonisti ,  ed  e  ^ 
P  Esser  sostituito,  0  messo  in  ufcio  in 
cambio  del  principale.  Maestruzz.  I.  6q. 
Quando  il  padre  ebbe  in  alcuna  chiesa 
personntum  ,  ovvero  vicaria  perpetua,  il 
figliuolo  immediale  esso  personato  e  vi- 
caria avere  non  può  ,  ec.  ;  ancora  se  '1 
padre  ebbe  il  personato  ,  Ìl  figliuolo  non 
può  avere  la  vicaria. 

§.  Talora  1  icaria,  per  J'icherìa.  Din. 
Camp.  2.  38.  Mandate  per  le  vicarie,  e 
domattina  all'  alba  pugnate  contro  a'  vo- 
stri av\crsarii.  E  39.  Mandossi  per  le  vi- 
carie ,  e  vennono  ,  e  spiegarono  le  ban- 
diere . 

VICARIATO.  Ufcio  del  Vicario,  e 
Luogo  del  suo  governo  .  Cron.  Morell. 
338.  S'ordinò  tre  Vicariati  in  due  borse. 
Guicc.  Star.  l3.  632.  Era  molto  diffìcile 
r  impedire  la  viltovaglia  del  Vicarialo  . 
Borgh.  Vfsc.  l'ior.  476.  Come  noi  di- 
ciamo oggi  Vicariato,  e  Capitanato,  e  Po- 
desteria i  luoghi,  secondochè  vi  si  manda, 
o  Vicario ,  ec. 

f  3  VICARIO  ,  e  presso  gli  antichi , 
VICARO  -  Colui  che  tiene  il  luogo  e  la 
vece  altrui.  Lat.  vicarius  .  Gr.  0  aTTa- 
TZÌ.r^pftì-i  i-ipOM  Tivo'5  p^^poi  .  Tesorett. 
Fr.  4-  27-  Cosi  in  terra  e  in  aria  M'ha 
fatta  sua  vicaria  .  Bocc.  nov.  i3.  23.  La 
vostra  benedizion  ne  doniate ,  acciocché 
con  quella,  siccome  con  più  certezza  del 
piacer  di  colui,  del  quale  voi  siete  vica- 
rio, noi  possiamo  insieme  ec.  vivere  .  E 
noi, .  18.  3.  Lui,  in  luogo  di  loro  ,  sopra 
tutto  il  governo  del  reame  di  Francia 
general  Vicario  lasciarono.  *  Cronichclt 
146.  l  Lucchesi  con  gli  usciti  di  Pisa;  e 
co'  Pistoiesi,  e  col  Vicaro  di  Toscana  per 
lo  Re  Carlo  di  Cicilia  sconfissero  i  Pisani 
al  Castello  d'  Asciano  .  E  appresso  .-  Co' 
Pisani  e  col  Vicaro  di  Toscana  ec  au- 
daro   ad  oste  a  Pisa.   (C) 

ir   §.   I      Vicario,  dicesi  più  spesso  Co- 
lui che  fa  le   veci  del   Vescovo      «    Mae- 
struzz    I      |3.    Ancora    tale  licenzia    non 
2l5 


I7i4  V  I  e 

può  dare   Vicario  del  Vescovo»  se  già  non 
fosse  il  Vescovo  mollo  di  lungi  m.  (  Cj 

*  §.  II.  /  icario  di  ('risto  ,  0  similf, 
dicesi  il  Papa.  «  Pelr.  so/t.  23.  E  'I  Vi- 
cario di  Cripto  culla  soma  Uelle  chinivi  e 
del  mjntu  al  nido  torna  .  />ant.  l'tirg. 
ao.  Vrggio  ia  Alagna  enliar  lo  6orda1iso, 
E  nel  Vicario  iuu  Cristo  esser  vAio  ■  L' 
Par.  25.  Di  quella  schiera  ,  unir  Uscì  la 
primizia»  CLe  lascio  Cripto  de*vicarii  suoi. 
Hem.  Ori.  l.  l^.  2^.  Quando  I  Vicario 
suo  nostro  pastore  Nelle  barbare  man  pri- 
gione stelle  w.  f(') 

g.  III.  K Jìgttralam.  Cuid.  G.  Ardilo 
Tue  Pari  di  miinifesUre  i  f>rincipii  del  suu 
desiderili  per  cenni,  che  lalura  suno  vi 
carii  dc-lla  voce. 

5-  IV.  l'icario,  diciamo  anche  a  una 
Sorta  dì  /tenore^  o  Ufictnle  che  ha  giu- 
risdizione criminale,  e  civile,  i.asc.  Pinz. 
1-  6.  lerscra  api  untu  si  parli  per  andare 
a  trovare  il  padre  in  uffizio,  che  è  vicario, 
come  tu  sai,  di  Cerlaldo. 

VICE.  Lo  stesso  che  I  ece. 
§.  I.  Vice  ,  diciamo  ancora  la  Volta 
che  tocca  ad  alcuno  d'  operar  checchessia, 
quando  le  operazioni  st  dchhono  /are  de* 
termi/latamente  or  tLi  uno,  or  da  un  al- 
tro. t)ant.  Par.  27.  La  provcdcnza,  che 
quivi  comparte  Vice  ed  u6cÌo  nel  beato 
coro,  Silcnziu   poslo   avea   da   ogni    patte. 

g.  11.  Per  folta.  Fiala  />aiit.  l'ar. 
^.  Se  quanto  inGuo  a  qui  di  lei  si  dice 
Fosse  conchiuso  tutto  in  una  li>da,  Hoco 
sarebbe  a  fornir  quella  vice  .  Ilut.  ivi  .* 
Quella  vice,  cioè  ec.  questa  volta. 

^.  III.  Vice,  per  Ispazio  di  tempo, 
Dittani.  2.  5.  In  questo  tempo  apparve 
U  fenice  In  Egitto  ,  la  qual  vt-diita  fue 
Prima  in  Arabia  per   più  lunga  vice. 

§.  IV.  in  vice,  posto  a\^'eritialm.f  va 
le  In  luogo  ,  In  camhio  .  Lat.  prò  .  Gr. 
avTi  .  lìcmh,  rim.  125-  Cosi  v«ii,  donne, 
a  quei  che  v'  hanno  in  vice  Di  Soli-  alla 
lor  vita  dolce  «:  chiaro,  Mostrarvi  acerbe 
e  torbide  non  lìce. 

*  VICECANCELLIERE.  Che  è  in  Ino- 
f-o  del  Cancellierv  .  Lat.  vicariti s  ,  'vice- 
canccllaritis.  M.  / '.  3.  6.  Senza  rendere 
al  santo  Patire  il  di;bito  onore,  quasi  pal- 
pando, per  lo  Iraltain  tenuto  col  vicccan» 
celliere  dello   'nipcradorc.    (') 

't  •''  VICE  CAPITANO,  e  VICECA- 
PITANO  .  Che  è  (Vi  luo^o  di  Capitano  . 
lìemh.  Star.  5.  65.  Il  Contarino  Prove- 
ditorc  fu  in  luogo  di  M.  Mairhionnc  Vi- 
ce Capitano  crealo.  E  appresso:  Il  Con. 
tarino  Vicecapilano,  essendo  la  sua  galea 
perforala  re,  sali  sopra  un*  altra,  (j^j 

•t  *  vicecaso.  Tenn.  grommati- 
va/e.  Che  sostiene  le  i-eci  del  rato,  Sa/v. 
^vicrt.  2.  1.  5.  Di  che  innanzi  kollo  il 
Capo  del  vicecaso  sarà  preslo  più  iV  uno 
esemplo.  (ì)  /  uommatt.  Tratt.  6-  cap. 
Q.  Abbiamo  un  altro  segno  ,  clic  si  ado- 
pera per  distinguer  una  parola  da  un'al- 
tra, come:  hi  nome  per  giorno,  da  Di 
vicccaso.  IC  Tratt.  9.  cap.  I.  L*  abbiam 
(il  segnnca:o)  detto  alcune  v»dte  virecaso 
anche  noi  ,  per  mostrar  che  il  segnacaso 
e  il  medesimo  ,  che  da  altri  vicecaso  è 
chiamalo.  (/1) 

*  VICECOLLATERALE.  Colui  che 
.sostiene  le  veci  del  Collaterale .  Bemb. 
Leti.  tA) 

VICECONSOLO  .  Che  è  in  luo^o  del 
Consolo,  Lat.  proconsul.  Gr.  av&uTTctTOi. 
Tac.  Dav.  jinn.  1 1.  l35.  Gli  apparve  una 
donna  più  che  umana,  r  gli  disse:  Rufo, 
tu  ci  Terrai  vi.cconsolo.  h  la.  L'in.  Lo 
fece  capitar  male,  e  da  Tarquism  Prisco, 
stato  legalo  tuo  in  Alliirn  i|n.iiti)o  vi  fu 
vicecuoiolo  ,  accusalo  «li  ab  une  haratle- 
rio.  l'arch.  I.ez.  3iB.  Mollo  magnifico  0 
reverendo  Viceconsolo,  prodcntissimi  Ac- 
cademici .  ce. 


V  I  c 

*  VICEDOMINO.  Che  e  In  luogo  del 
Capo,  o  Signore  della  città  ,  o  di  altro 
luogo;  e  così  chiamai-^TSi  in  antico  il  Vi- 
cario del  Vescovo  nel  t- mpcrale  ,  ossia 
r lìconomo  delle  rendite  della  sua  Chiesa, 
iemb.  Stor.  ^.  55-  M.  Bernardo  Bembo 
mio  padre,  che  era  allora  Vicedomino  di 
Ferrara.  /  V) 

V1CEGERE^TE.  Che  sostien  la  vece. 
Che  opera  in  vece  d'  altri.  Lat-  vìcem  gè- 
rens.  Gr.  0  ot'vV  Iripo^  e-v. 

'.•  VlCi:LEt;ATO.  Quegli  che  sostie- 
ne le  veci  del  Legato,  l.al.  vica'ius,  *ti- 
celegatus.  Cor.  lett.  2.  I29.  Scrivendo  il 
Cardinal  mio  padrone  al  sijj.  ViceUgato 
in  favor  ec.  /:."  1^6.  L*  avviso  del  Vite- 
legato  di  Macerata  lu  per  mandarvi  a  Mon- 
te  Santo.   (*) 

::j  VICKLEGAZIONR.  Uf/Icio  del  Vi- 
celegnlo^  Car.  lett.  z.  i56.  Potrà  vedere 
ec.  dalle  lettere  del  (  aidinal  Farnese, 
mio  padrone  ,  V  elezione  che  s'  è  falla 
della  sua  persona  per  la  vicelegaiionc  d' 
Avignone.   1*) 

•■f  *  VICEMADRE.  Colei  che  sostiene 
le  veci  di  madre.  Car.  Lett.  voi.  A.  png 
Iu5.  (Contino  1735)  La  roba  fu  per  me 
noo  ben  divisa.  Ultra  eh' e*  miei  fratelli 
a  me  solo  hanno  Lascialo  di  mio  patire 
e  vicemadre  La  cura  ,  e  non  seu  piglia^ 
altro  aflanoo.   (  .1) 

f  VICK>DA.  Contraccamf'io ,  Picom- 
pen.ia.  L'dl.  par,  ho.ttinienlum.  Gr.  ayo^B*;. 
/Ilhert,  cnp.  58.  O  lu  rendi  vicenda  ,  o 
tu  liinani  d' esser  chiamato;  che  gran  di- 
sonore è  sempre  ricevere,  e  nieulc  dare. 
^ìinm.  Ant.  17.  l\.  8.  E  con  pietosa  vi- 
cenda ,  essendo  giovani,  rendono  quello 
che  da*  padri,  essendo  parvoli,  riccveilono. 

3  §.  I.  /  icendn,  per  /  ice  nel  sipuific. 
rfc/g.  I.  -^Poes.  Varch.  5.  pros.  iilt.  Ella 
ancora  alterni,  e  muli  le  Mcende  e  volte 
del  ciinoscere.  (Ci 

*  §.  11.  Toccare,  o  Venire  la  vicenda 
ad  alcuno,  dicesi  Quando  nelle  operano- 
ni  alternative  s'  appetta  a  lui  /'  operare; 
ed  anche  asso/ulani.  'Poetare,  ^pparl>- 
nvrc.  /-.'.top.  pav  T.  Itifc.  yo-  Quando  la 
bestia  era  venula  al  lione,  lo  liooe  incon- 
tanente la  si  mangiava,  sicdiè  iiiulle  be- 
stie si  mangiò  in  <|ueslo  modo.  Ora  ven- 
ne la  vicenda  alla  volpe.  ( Cj  Ouidott. 
Peti,  i35.  Molla  ingiuria  mi  hai  fallo 
poiché  ne  avesti  agio  di  fare;  ma  se  toma 
a  me  la  vicenda,  n'ni  vuo'  più  dire.  iVf'J 

§.  III.  /'er  Commercio  .  Vant.  Conv. 
lA().  Ancora  la  città  richiede  alle  sue  ai  ti 
e  alle  sue  ddensioni  avere  vicenda  e  fra* 
telLinsa  c<dle  circonvicine  ciltadi. 

§.  IV.  ì'itenda  ,  per  Vere.  Lai.  vici*. 
Gr.  a^ot6>,'-  Slaestmzs.  l.  38.  1  laici  dan- 
no le  rendile  a'cheiici,  acciocché  eglino 
compiano  nell' uflicio  la  loro  vicenda./^/- 
hert.  e  >p.  16.  Vicenda  dì  vero  contiene 
quello  che  falsamente  sì  crede  ,  siccome 
nel  conlrarìo  la  ventade,  che  non  si  cre- 
do ,  per  bugia  si  repula. 

#  g.  V.  Onde  in  vicenda,  fu  detto 
per   Invece.    I.uc.   da    Pani,  presto  1   Pep. 

■    Dream.    1 16.  Il  magnilìco   Meis.    Pandoìlo 

1  Malatesta  iu  nome  e  vicenda  del  comune 
e  |iopolo  di  Fìrenae  mi  fece  cavaliere  ar- 
malo.   (  V) 

t  §■  VI.  Vicenda,  per  Faccenda  ,  Af- 

!  fare  ,  ma  in  ifuesto  sento  è  V,  A.  Lai. 
negocium  .  Bocc.  nov.  72.  6.  In  buona 
verità,  ch'io  vo  in6no  a  ciltà  per  alcuna 
mia  vicenda  .  Liv.  M-  A  piegar  per  co- 
lui,  per   le   cui   vicende  egli   t'era  rug^ilci. 

I  Lali.  t)2.  La  benignila,  e  la  clemenza  di 
ctdui  ,  il  quale  t'  ha  in  questa  vicenila 
manitalo  ,  non  m'  è  ora  nuova  .  Frane. 
Sacch.  rini.  3.  Vatlunvi  a  lelln  quelli  che 
han  sìcende  D'  andar  cercando  ove  sten 
Salamoni  .  Coli.  Ah  Isaac  ,  cap.  ^9  H 
niercalantc,  finita  la  lua  vicenda,  apparcc- 


V    I   C 

cbiasi  di  tornare  alla  casa  sua.  4  Introd. 
Virt.  8'i.  e  Pir,  1810)  Viene  a  voi  ec, 
accio  che  r  aliate  (aiutiate)  io  su  questa 
vicenda  (del  conquistare  il  Paradiso).  E 
87.  Se  li  rÌceve»simo  per  fedele,  che  sia 
tuo  inlendimeuto  che  t'  atassimo  in  altra 
vicenda  ,  che  in  acquistare  Paradiso  ,  e 
se  per  altra  vicenda  ci  volessi,  non  sare- 
sti servilo  (  così  assmi  spesso  questo  au- 
tore :.  'V) 

g.  VII.  Vicenda^  per  Mutazione.  Lat. 
vicissiludo.  Gr.  àfiot^r'.  G.  V.  il.  63. 
5.  Nola,  lettore,  isvariate  vicende  e  casi 
che  fa  la  foituna  del  secolo.  4  «  Pani. 
Inf.  7.  Le  sue  perniutazioD  (della  fortu- 
na J  non  hanno  tiiegue  ;  Necessità  la  fa 
esser  veloce  ;  .^i  spesso  vicn  chi  vicenda 
consegue  ■  .  (AI) 

3  §.  Vili.  .-/  vicenda,  e  Per  vicenda, 
posti  awerhialm.  ,  vogliono  Victndevol- 
ni'ttte  ,  SeamhÌe\olmenle  .  Lat.  vicissim. 
Gr.  ajuioi6ao9v.  Vii.  .SS.  Pad.  Dormen- 
do gli  me«zi  ,  e  gli  altri  mcui  vegghia- 
«ano,  e  stanano  in  orazione,  e  così  veg- 
ghiavano  a  vicenda.  C  V.  8.  82.  5.  Con- 
venne che  tulli  i  cittadini  t*  aodastono  o 
mandassimo  ,  come  toccava  per  vicenda  . 
A'  10.  112.  2.  Parte  di  loro  stavano  a 
vicenda  nella  camera  a  ricogliere  le  fave. 
Mor.  S.  Greg.  I.  i5.  Per  Unto  adunque  ec. 
per  vicenda  l'una  virtù  fortifica  1'  altra  . 

V  §.  IX.  Vale  anche  L'  uno  dopo  l* 
altro.  Successivamente  .  «  Pant,  Inf.  5. 
Sempre  dinanzi  a  lui  ne  stanno  mol- 
te ;  Vanno  a  vicenda  ciascuna  al  giudì- 
zio -.  (M) 

g.  X .  Otta  per  vicenda,  posto  nstw- 
hialm.    V     OTTA.    g.   \. 

VICENDEVOLE.  Add.  Scambievole, 
Peciproco  .  Lai.  altemus  ,  muiuus  .  Gr. 
KUOi&OLiOi,  Jmet.  58.  Sì  che  le  mie  scher- 
nite fiamme  da  lei  con  vicendevole  scher- 
nimento  siano  da  me  vendicale  .  Amm, 
Ant.  20.  1.  l4-  Quello  che  non  ha  vi- 
cendevole riposo,  non  è  durevole.  Boez. 
Vanii.  ^.  rim.  6.  l'osi  gli  elemi  corsi 
ricitndurp  Vicendevole  amor. 

VI*  E.NDEVOLEMENTE.  V.  VICEN- 
DE VOI. MENTE. 

VICKM>EV(>LEZZA.  Astrattodi  Vi- 
cendevole. Lat.  vicitsitudo .  Gr.  KpOi&r! , 
Salvin.  Pi.tc.  ì.  232.  Questa  inalterabile 
costanza  della  natura,  della  viceodevoles- 
ta  delie  stagioni  ec,  lutto  è  legge  di  Dìo. 
*  Imperf,  I  .  Tib.  D.  2.  T.  11.  24 >• 
lm]-rrciocchè  dove  sì  pongano  gli  uomi- 
ni in  confuso  fra  loro  ,  e  la  virendevo* 
Ietta  degli  uffici  Ira  gli  unì  e  gli  altri  non 
sì  dislingua  ,  adulleransi  lutti  gli  ordini , 
lutti  i  gradi  decadnno  dal  loro  convene- 
vide  slato,  pcrdesi  1'  autorità,  e  ninno 
vuole  st.*re  sollo  .  F  T.  la  35  Quindi 
|>iglia  vigiife  e  riscaldasi  la  vicendevolaasi 
de'  benefiii.  ( F) 

VII  ENDI  VOLMFNTE.  e  VICENDE- 
VOLEMI-NTE.  Avverò,  che  vale  Ora  P 
uno  ,  ora  P  altro  ,  secomd»  P  ordine  sta- 
hilitoj  (on  vicenda;  A  vicenda.  Lat.  vi- 
Cistim.  Gr.  ocyoiCscoo'v.  Amet.  27.  Sten- 
dendosi or  verw»  1'  una  e  poi  verso  1* 
altra  orenhia  vicendevolmente  ristrelli 
'  eget.  Vtcrndevolmenir  ,  cioè  V  uno  per 
r  altro  ,  fanno  continue  guardie.  Bemb. 
Asol.  3-  l()5.  Esvo  in  questa  guisa  il  ri- 
chianta,  il  Sitle  ogni  |:iorDo .  le  stelle  o- 
gni  notte,  la  Luua  vicendcvolmenle  di- 
mostrandoci . 

§.  Per  Beriprocamente ,  Scimhìev^- 
mente,  L' un  l'altro.  Lai.  mutuo.  Lih. 
Pepub .  Però  vicendavolmenle  amare  si 
debbono. 

«  VICENOME.  Che  fa  le  veci  del  no- 
me .  Piiommatt.  Tratt.  11.  cap.  I.  I 
Latini  ec.  lo  dissero  pronoma  ec.  i  alcu- 
ni de*  nostri  r  hanno  chiamato  viceno- 
me.   fFPj 


V  1  e 


*  VICEPAPA  .  Colui  che  ì  in  ìncgo 
del  Pwn  V"'-  •»"""  79-  rtW'""  •7*^' 
Qut.lJ  nuovo  prolellorc,  viceré,  vcei-ai» 

Zuingliano ,  et-  (^  )  ^  ,    .     r      ,      „ 

t  VICEI'ATRIAUCA.  Colm  che  Lene 
il  luogo  del  Palriarca.  Ceceh.  Isaii.  Cr. 
4.  4.  lo  non  to'  dirvclo  prim»  Che  ne  la- 
velli al  Viri-palriarfa-  „  ,    .     ,     ,  . 

•+  *  VICEPUETORE.  Colui  chetm 
luogo  del  /'«(ore.  Lai.  propraelor.  Tue. 
Pel.  Ann.  Uh.  6.  cap.  27.  Morlo  pò. 
Fiacco  Pomponio,  riccprelore  di  bona,  si 
lesse  una  Icllera  di  tesare,  ec.  (J) 

#  VICKHKONOME.  Terni,  gramm. 
Che  fa  le  veci  del  pronome.  Buommall. 
Trnit.  M.  cop.  3.  Dodici  sono  ec.  e 
parUcelle  di  che  parliamo  ce.  le  quali  .la 
alcuni  son  delle  ,icepronorai,cons.deraudo 
ch'elle  non  acceonuno  un  nome,  ma  un 
pronome  ec.  Allri  le  potrebbero  dir  prò 
nomi  trasrorraal.  o  conlraffaiu  ec.  ma  noi 
le  direm  meni  adiisi    (FI') 

+  VICERÉ  .  Colui  the  tiene  il  luogo 
iti  Re.  Lai.  prore  r .  Or.  0  K'Ti  ^y-i^- 
Uoi  Jv  .  Fir.  no,:  6.  25?.  S.  trovava 
per  alcune  faccende  d'  imporlania  lonan- 
li  al  Viceré  di  Napoli.  Ser.!.  S'or.  ^  M»' 
Fu  ascolulo  il  Viceré  con  gran  s.leoiio. 
Fir.  Disc.  an.  32.  Il  signore  gli  diede 
carico  di  Vice.è,efecelo  il  primo  Barone 
della  sua  corle.  ,  . 

*  VICEREALE.  Add.  Di  viceré.  Bar. 
tal.  Jsin.  2.  1j3.  La  dignità  vicereale, 
soslenula  in  grado  di  tanlo  onore  da  suoi 
aotipassati.   (B) 

VICERl'.GGESTE.  Che  regge,  e  ?o- 
,erna  in  i-ece  d'  altrui  .  Lat.  legalus . 
Gr.  rtpilèiJi  ■  Tue.  Dai:  .-Inn.  2.  .>0. 
Lalinio  Pando,  vicereggente  della  Mcsia, 
mandò  questa  lettera  con  soldati  per  lue- 
naroe  Coti. 

*   VICEREGISA.  Moglie  del   licere,  , 
o    Che  fa  le  veci  di  Regina.   .Sega.   Slor.  \ 
1.  108.   Avendo  in  sua  compagnia  la   \  i-  | 
ceregina  di  Napoli,  moglie  di  don  Pietro 
di  Toledo.   (yS)   lardi,  .'ilor.   1^.   586.  I 
Il  duca  ec.  giunse  in   Firenie,  onde  s  era 
parlila  a  venlisei  giorni  del  medesimo  mese 
la  Viceregina  di  sopra  della.  iC) 

•+  *  VICERETTOKE.  Colui  che  io- 
mene  le  veci  del  Bellore  .  Benih.  Stor. 
12.  l65.  Lasciato  nell'  Isola  per  Vicerel- 
tore   messer  Stefano  Cappello.   (I  ) 

VICESEGRETARlATO.CfyA"'"'"  '  '' 
cesegretario.  Sahin.  Iros.  Tose.  I.  gì- 
Quando  1'  Informe  con  esquisila  ,  ed  ac- 
curata oraiione  si  scusò  dall'  accetUre  U 
vicesegretariato,  ec. 

VICESEGRETARIO.  Colui  che  tiene  il 
luogo  del  Segretario  .  Sal.in.  Pros.  Tose. 
1  84.  L"  Etimologico  ancora  promesso 
ne'  dotti  prolegomeni  al  novello  V  ocaliola- 
rio,  falli  dal  (.ucrnito  già  vicesegretario  . 

•f  *  VICESIG.NORl'A.  l>iga,la,o  Uf- 
ficio di  chi  tiene  il  luogo  del  Signore  . 
Bemb.  Stor.  9.  146  Nella  Vicesignona 
di  Ferrara.  (I  } 

•f  *  VICETEMPO.  Segno  di  tempo. 
Tac.  Day.  Lelt.  Bacc.  Val.  Con  lutti 
i  dUavvanlaggi  degli  articoli  ,  vicecasi  e 
vicelempi,  che  ci  convengono  replicare  a 
ogni  poco.  (!') 

*  VICEVERSA  .  A<.verb.  A  rincon- 
tro .  Imperf  y.  Tib.  D.  3.  T.  12.  68 
Il  Padre  viceversa  conviene  ingegnarsi  di 
giovare  al  Figlio  ec.   IF) 

VICHEBl'A.   F.  A.  Giunta  di  milizu 
per    rinforzo  ■    G.   V-   12.  32.   2.  Manda 
reno  al  soccorso  del  Conte  cinquecento  di 
loro  cavalieri,  e  le  vicherie  de' pedoni  ■ 
masnadieri  di  Valdisieve,  e  di  Valdarno  1 
eran  numero. 

VICINALE.  Add.    Vicino.  Lai.  proi 
niHS,  vicinus    Gr.  0   '-•/•/•Ji-      __„,_. 
§.   Strada    vicinale.    T  ed.    STRADA, 

S  1» 


vie 

+  VICINAMENTE.  Avi'Crb.   Con   vi. 
ciniti  ,   .Ippresso.   Lai.  proj.in,e     prope. 
Gr.  i/yJÌ    Olt.    Con,.    Par.  28   boi  '  >;• 
rocche  piò    vicinamente    supposti  alla  di- 
vina  venlade   sopra   gli    aUr.     sono  pieni 
dell.i  diwna  scien.ia  .  *    /'""'"■■   •>'.'':   H- 
22.    Or    tra    le    Bgure   quelle  che  vicina- 
mente si  partono  dall'  Urania  ,  e  che  la- 
lora    sono   m    bocca    del     popolo  ,   hanno 
perciò    meno    di    riguardevole   e    d.    ecci- 
tante .   iCj  ,  .   . 
:?  VICINANZA.    ProssimiU,   1  icinttn. 
Cr    11     5    1.    L'  alteiza  e   basseiia  (  del 
luògo  ì  le  assai   acque  e  le  poche  ,  la  lor 
maliiia  e  bont'a  ,  la  vieinania  de   monti  , 
naduli    ec.   del   sito   dimostra   la    qualità  . 
M     I     4    64.  Per  la  vicinania  che  dello 
caslelló  ha  con  la  nostra  dtl'a  ,  e  con  le 
altre  di  Toscana.   I^'j                .      „.  ,     , 
-j- g.  I.  yicinan:,a,  vate  anche  liislrei 
(o  di  abituri  contigui  gli  uni  agli  altri  . 
Lai.    l'icinio,    vicinilas.    Or.    -/iiTO'tx- 
llocc.   Introd.   28.   Tutte  l'  una    ali   altra 
o   per  ainiità.  o  per  vicinanza,  o  per  pa- 
rentado congiunte.   G.  Z.  5.  9-  l.^ico.ii- 
baltuano    i    cittadini   insieme  in  pui  paiti 
della  ciltade  di  vicinau.a  in  Mciianza^^W 
V.  2.  28.  Assai  presso  di  vicinanza  a  Gè 
novesi     l.orgh.    Ong.    Iir.    194.  Tutte  le 
viciname,  cbe  cosi  chiamavano  1  nostri  quel 
che  i  l'.omani  vici,  gli  de.licaiooo  la  sua. 

§.  11.  /  umanza  ,  per  gli  .Abitatori 
della  vicinanza  .  Bocc.  iiov.  45.  9  E  d 
altra  parte  la  vicinaoia  uscita  al  romore 
ec. ,  comiuciarono  questa  cosa  a  biasima- 
re. .V.  /  .  IO.  33.  Traila  la  vicinanza  al 
romore  ,  ella  >quarci.iudosi  il  viso  e"  ca- 
pelli, mai  non  lascio  aprire  l'uscio.  Agn. 
Paiid.  52.  A  donna  degna  di  riverenza 
troppo  pare  sozzo  colla  bocca  conlorU  , 
co"li  occhi  turbali,  gillaiido  le  mani,  gri- 
dando, minacciando,  essere  veduta,  o  sen- 
tita  dalla  vicinanza  .  /><"ii--.  Sacch.  nov 
84.   lo    vorrei   volcntieii  che  lolla  la   M 


V  1  C 


JJlS 


oq.    10    *uiic,    ,w.^ "-        /      /      e-    1 

cinanza  ci  fosse.  Lasc.  Gelos.  '.\.  '.{.  tgi 
vi  dovette  desiare.  G .  Io  lo  credo,  «  mezza 
questa  vicinanza  ancora. 

:'.:§.  111.  Per  l'opoìi  vicini.  Ceff.  Dicer. 
33  Questi  grandi  e  putenti  uomini  della 
ciltade  d-  Arezzo,  li  quali  non  vorrebbero 
alcuna  vicinanza  s«  non  fosse  a  loro  sot- 
tomessa. {FPJ 

*  §  IV.  /■>  vicinuma  di,  maniera 
prepositiva,  che  vale  lo  stesso  che  rici- 
no Prepositive.  l!ld.  Annoi.  Ditir.  12. 
Lecore,  villala  posta  nel  più  basto  piano 
ia  vicinanza  di  Firenz».   (Cj 

•+    VICINARE.    iLsser  vicino.    Confi- 
nare. Lat.   eosJem  fines  hahere,  confinem 
esse.  Gr.  cTvxi  '.lopot.  M.    r  ■  5    S. 
castello  vicinava  con   certe  terre  da  mes- 
ser  Galeazzo  Visconti.   E  fi.  2-   La  gente 
di    messer    Galeazzo    omaggiava  i   'uddilr 
I  che  vicinavano  con  loro,   f  cap.  DI.  An- 
darono al  Signore  di  Padova,  che  vicina- 
va col  Trisigiauo-    Ditlam.   I.  8.  Sicché 
'   inverso  Austro  H  mar   Rosso  vicina  (  L 
ediz.  di    Venezia   182O  e  quella  di  ilila- 
no   1826  /e^o,i<i  .•  Sicché  iuver  Austro  aJ 
mar  Rosso  é  vicina  ). 

+  VICINATA.  ;  .  A.  Jicinama.  Lai 
vicinia.vicinitas.  Gr.  -/ti-IoiU.  Fr.  lac 
T.  4-  36.  20.  Or  ti  peusa  il  bello  amore 
Che    sta  in  questa  vicinata. 

+  J  VICINATO.  Vicinanza  nel  signl- 
fic.  del  §.  II.  Mirac.Mad.  M.  Veggen- 
do  questo  i  parenti  suoi  predelti  con  gran 
parte  del  ^icioato,  ec.  Lor.  Jled.  canz. 
55.  I.  Vo'  cantare  una  canzona.  La  qual 
6a  onesta  e  buona.  Riprendendo  'l  vicina- 
lo. Red.  Vip.  I.  73.  Correr  fecero  lutto 
il  vicinalo  in  traccia  deU'  insoUlo  delicatis- 
simo odore. 

*  g.  I  Far  bello  il  vicinato,  vale  tarsi 
burlare  dai  vicini  .  F.  FARE  BELLO  , 
§.  VL  (C) 


#  §.  II.  Avere  un  culo  che  pare  un 
vicinato,  dice.<i  ipeibolicanieiite  di  Chi  ha 
un  .teJerc  ..slreniamenle  grande.  -  .Valm. 
3.  5l.  Ed  ha  un  culo  ,  che  pare  un  vi- 
cinalo ".  f.-l)  „  , 
-(-:■.:  VICINATORE  Che  avvicina.  Kel- 
tin.  Disc.  IO.  So  io  r  allontano  o  1*  av- 
vicino a  una  cosa,  chiam.ite  que  muscoli 
sluntanaloii  o  vicinatori.  I.^lin) 

:J  VII  1N.1Z1UNE.  V.  A.  Vicinila. 
Olt.  Coni.  J.f.  3i.  535.  Qui  mostra  che 
rome  per  la  viciiiazione  che  fece  al  pouo, 
Jiscernea  tulle  le  membra  ,  eh'  erano  di 
fuori  dal   pozzo.  (C) 

VICI.MSSIMAMENTE.  .Superi,  di  Vi- 
cinanientc.  Ljt.  proxime.  Gr.  !'-/vuTaT«. 
Lili.  Similit.  Vicinissimamente  si  acco- 
stano al  vizio.  Lib.  cur.  .vaiati.  Per  que- 
sta via  giungono  vicinissimamente  alla  gua- 

°V1CINIS?IM0.  .Superi,  di  Vicino.  Lat. 
„uam  'proximus.  Gr.  ■:■/■/ Jt«t<!;.  Anibr. 
rem  3  1  In  cambio  Di  venir  qui,  sen- 
d'oci  vicinissimo.  Vi  sollasle  poi  a  Roma. 
noreh.  Ann.  2\  Fuor  de  gradi  vicinis- 
simi in  poco  tempo  a  pena  si  riconosco- 
no /■■  Oriff.  Fir.  221.  Come  abbiam  noi 
uni  vi'ci.iissiino  il  contado  di  Vernio.  Giiicc. 
Stor.  l5.  ;ti4  Cavalieri  alla  campagna  Ti- 
ciais^in1i  a    Pavia. 

*  e  /■  nel  signific.  del  g.  Segner . 
Fred  id  3.  Come  dunque  m  promette- 
te voi  si  gran  sicuiczza  in  occasiond.  pe- 
ricolo non  rimolo  ,  ma  viciiii.>imol  (IJ 

VICI.MIA',  VIClNITADE.e  VICI- 
NITATE.  rros.fimil.i,  l'i-opinquita.  1.31. 
proiimilas.  Gr.  avX'"S.V  (  r.  2.  S.  S. 
Ouell'  arbore  ha  alquanta  vicinitade  e  con- 
for.nit'a  al  cino  e  al  pruno  ''(■'"':*' 
vevaoo  paura  della  vicinila  de  Cartagine- 
,i.  Maeslri,-.z.  2.  12.  4'  H  ventre  e  ge- 
a.talia  sono  ,icioi,  acciocché  per  la  viciuita 
de'membri  s'  intenda  la  conlederazione  de 
vitii.  *  G.i.cc.  Sloi:  2.  101.  La  citta  di 
Perugia  o  per  la  vicinifa  sua  a  Roma,  o 
per  altre  occasioni  era  stata  molto  più  con- 
innamcnte  sottoposta  al  a  Chiesa.   (L) 

+  VICINO.  Susi.  Colui  che  CI  abita  di 
presso.  Lat.  vinnii.i.  Gr.  ,  sy/J^. -BoTC. 
nov  64  12.Tantoandoilromoredlv1c.no 
in  vicino, che  egli  pervenne  in6no  a  paren- 
U  della  d'oona.  £  nov.  77.  34-.  O  sventura- 
la,  che  si  dii'a  da'  tuoi  fratelli,  da  parenti 


viclniWrnov.  79.4-  La  compagnia 
de' quali  era  continuva,  ed  eran  suoi  vi- 
Cini  E  "OC.  87.  2.  Quello  che  ad  una 
mia  vicina  ,  non  é  ancor  guari,  addiven- 
ne. Tesorelt.  Br.  21.  210.  O  se  sollo  l 
mantello  Hai  orlalo  il  cappello  Ad  alcun 
tuo  vicino.  Ver  metterlo  al  dichino.  Dani. 
Inf.  33.  Or  ti  dirò,  pcrch  .  son  tal  vi- 
cin^  Pelr.  canz.  29.  4-  Q-'  .".'P"'.,''"f 
giudicio  .  o  qual  destino    Fastidire  il  >.- 

'"'+  "s  1  Per  Cittadino,  Compagno,  Del- 
la stessa  aiti,  l'elr.  son.  71.  Pianga  Pi- 
stoia, e  icit.adin   perversi     Che  perduto 

hanno  si  dolce  vicino.  *  Dani.  /«/  I?- 
Sappi  che  -1  mio  vicia  Mlabano  Sederà 
qui  dal  mio  sinistro  canto.  E  Purg.ll. 
Ta  poco  tempo  andr'a  che  1  tuoi  VKin. 
Faranno  si  che  tu  potrai  cb.',«='>."- f  ,7^-; 
,G.  E  ancor  sana  borgo  piu  quieto.  Se  di 
nuovi  vicin  fosser  digiuni.  (Br) 

li     Per   Prossimo  ,  detto  di    un 
Uomo'  relativamente    alF  altro  .     Dint- 
P„r,.    17-Ech.peressersuovlc.nsop- 
Chi^ha'l  mal  vicino,  ha  '1  mal  ma.luli- 
(E  va7e,  che  il  cattivo  vicino  ci  noia 

'7 'v'^'/.-r.  .-..--*•  ^'^'17,: 

^«     1      i  vii-ino    da  presso,  che  ira- 

?^io^'i:na^"E-'^V'"%^f:i: 

soccorso,  benché    meno  efficace,  vai  P'" 


171 


V  I  C 


che  un  tardo,  o  remoto,  quantunque  po- 
tente ). 

§.  V.  Aver  Cattivi  vicini ,  si  dice  di 
Chi  si  loda  per  si-  medesimo  .  Lat.  do- 
mesticus  tesfis  .  Gr.  p.oip7\jp  tvot/oe  . 
Varck.  Ercol.  67.  Questi  lali,  che  s'ud- 
goDo  ,  o  untano  gli  stivali  da  ]or  posta  , 
cioè  si  lodano  Ja  lor  medesimi  ,  si  suol 
dire  che  b^nno  cattivi  vicini. 

§.  VI.  Parimente  in  dettalo,  o  manie- 
ra proverb.,  che  di  per  se  e  chiara,  di- 
ciamo :  Tanto  durasse  la  mala  vicina, 
guanto  dura  la  nei-e  marzolina. 

VICINO  .  j4dd.  Quello  che  e  poco  di- 
stante dall'  altro  .  Lat.  vicinus  ,  propin- 
quus  .  Gr.  0  eyyu^  .  Socc.  nov.  72.  3. 
Varlungo  villa  assai  vicina  di  qui.  G.  V. 
1.  4^-  I-  Si  è  convcncvolr  e  di  necessità 
che  sì  dica  dell'  altre  città  vicine  di  To- 
scana. Fìanc.  Sacch.  nov.  219.  l*Ìutto$to 
lorranno  i  Cristiani  moglie  da  lunga,  cbe 
vicina.  *  Varch.  Stor.  g.  227.  La  fanteria 
sbarcò  in  una  villetta  quattro  miglia  quindi 
vicina.  (CJ 

*  §  Vicino  ,  dicesi  anche  di  Tempo, 
o  di  Cosa  prossima  ad  avvenir-e .  Tass. 
Ger.  1^.  22.  E  1'  ore  della  morte  ornai 
vicine  Volse  illustrar  con  generoso  fi- 
ne. (C) 

VICINO,  .^iverh.  Di  poca  distanza  sì 
di  tempo,  come  di  luogo  j  Accosto,  Jp- 
pressoj  Contrario  a  Lungi,  o  Di  lungi. 
Lat.  prope,  non  longe.  Gr.   Ey/yj. 

g.  Da  vicino  ,  avverb.  ,  vnle  lo  stesso 
che  Vicino.  Lat.  non  longe.  Gr.  oQ  ua- 
/pav  .  Petr.  canz.  49  6.  Ed  ho  gii  da 
vicin   r  ultime  strida. 

•f  VICINO  .  preposizione  che  col  se- 
condo,  e  col  terzo  caso  s'  accompagna,  e 
denota  prossimità,  e  vicinanza  di  luogo, 
ed  anche  di  tempo  .  Lat.  propr  ,  iu-rfa  . 
Gr.  e'v/y^  ,  ~po^.  Dant.  Por.  6.  Si  ri- 
tenne Vicino  ammonti,  de' quai  prima  u- 
scii>.  Pclr.  canz.  3q.  7.  Or  chM*  mi  cre- 
do al  tempo  del  partire  Esser  vicino  ,  o 
non  mollo  da  lungo  .  Bocc.  nov.  s.\.  2. 
Vicino  di  San  Bruncaiio  stette  un  buono 
uomo  e  ricco  .  I'  nov.  77.  2p.  Assai  vi- 
cinn  stava  alla  torricella.  E  nov.  q3  11. 
Tu  puoi  di  quinci  vedere  forse  un  mozzo 
miglio  vicin  di  qui  un  boschetto.  E  nov. 
99.  5.  lo  era  feste  in  pensiero  di  man- 
dare un  di  questi  miei  iuGa  vicin  di  Pa- 
via per  alcun.)  cosa.  -?  E  g.  5.  n.  4  Es- 
sendo le  notti  piccole,  e  il  ililetlo  grande, 
e  già  al  giorno  vicino.  E  g.  7.  n.  5. 
<^)unuli  vicin  di  terza  levatosi  ec.»  se  ne 
kiilì  in  casa  .sua,  e  desinò.  E g.  8.  n.  7.  Es- 
tà infìnu  virino  della  mezza  notte  col  suo 
amante  solKiizalasi  ,  gli  disse:  ec.  (p) 

3  §.  I.  Talora  vnle  Circa  ,  Intorno  . 
Lat.  circa,  circiter  ,  Gr.  TTtfo;  ,  àfi^i  . 
Ijocc  nov.  q4-  i3.  Priegoti ,  che  perdi 
-11.    -:.    __iir.  '    .■      -:   ■       1-    .    ' 


ella  si.i  nella  mia  casa  vicin  di  tre  mesi 
«tata,   <be  ella   non   ti   »ia   rocu   cara. 

*  §.  II.  Jale  anche  Presso,  f'crso. 
I.at.  sub.  H  flocc,  nov.  91.  4*  Essendo 
virino  ad  ora  di  Iena  ,  ditte  ».  (Cj 

§.  ili.  l'sser  vicino  a  Jare  una  cosa, 
vale  Star  per /aria ,  Mancar  poco  che  al- 
tri non  la /accia.  Lat.  parum  abesse.  Gr. 
/n/^ov  arrcrvat .  Pocc.  nov.  14.  4-  Li 
unile  egli  lu  vicino  al  disertarsi. 

VICIN   VICINO.  Così  replicato,  si  usa 


V   I  C 

quali  in  un  mcilesimo  uomo  rombaltono 
o  insieme,  o  in  diviso  con  una  colale  vi- 
cisìiiudinc  ,  e  mutazion  di  tempo.  Pern. 
Ori.  3  7.  54.  Mai  non  entrava  settima- 
na, o  usciva.  Senta  vicìsMladine,  o  diva- 
no «  Pallav.  Per/.  Crist.  \.  14.  Che 
diremo  ce.  dei  Cicli,  delle  stelle  fisse,  de' 
pianeti,  della  vicissitudine  sempre  costante 
di  notte  e  giorno,  di  primavera,  d'estate 
ec.  (li) 

•f  *  VICITAMENTO.  /'.  J.  J'isi- 
tazione.  Polgarizz.  Ptst.  Canon.  S.  Pietr. 
cap.  2.  Abbicndo  infra  le  genti  buona  con- 
versaiione,  che  in  quello  che  tratt.mo  di 
voi,  siccome  di  maLllori,  egli  veggeudo 
in  voi  di  buone  opere,  pussino  glouCcare 
Iddio  nel  di  del  vicitamento  ^// lo/^aWs- 
zamento  citato  viene  allegato  dal  Jiottarì 
ne'  Gr.  di  S.    Gir.  pag.    i32.  ).    (V) 

VICiTARE.    F.  A.    r.   VISITARE. 

*  VICITATO.  /.  A.  y.  VISITA- 
TO. (A) 

VICITATORE.  V.  A.  E.  VISITA- 
TORE. 

VICITAZIONE.  r.  A.  V.  VISITA- 
ZIO.NE  . 

VICO  .  Strada  stretta 
Chiasso.  Lat.  vicus  .  Gr. 
Par.    IO.   Cbe  ,  leggendo    nel    mco 


Chiassuolo  , 
iti/j-ri  .  Dani. 
degli 


strami.  Sillogizzò  invidiosi  Teri. 

*  §.  Per  Lorgo,  Terra.  £emh.  Stor. 
3.  4l-  Affine  che  da'  nimici  soccorso  man- 
dar non  si  potesse  a  quelli  che-  nel  vico  e 
nella  rocca  (  di  Livorno  )  erano  .  V  q. 
l33.  Quel  \iro  cbe  è  lungi  cinque  m'i- 
glia  da  Ferr.ira,  dove  le  barche,  che  ven- 
gono Ai  Vincgia,  arrivano.  E  appresso  .- 
Al  vico  della  Poicsella  ec.  una  fortetza 
tostamente  fece.  Porgh.  Col.  pom. 
popolo  avea  le  sue  tcr- 
ed  alcune  castella  mi- 
nori ec,  e  ville,  e  borghi  ce,  e  vici  per 
la  plebe  rusticana.  (Pj 

yiCOLETTO  Pim.  di  ricoloj  Pie- 
Lat.  parcus  vicus.  Gr.  pt^tpoi 
xcu>)3  .  Fr.  Oiord.  Fred.  /?.  Or  mentre 
passava  per  questo  vicoletto ,  ce.  £uon. 
Pier.  1.  ^.  2.  Lo  studio  è  riposto  Fra 
certi  vicolclli  e  strade  torte. 

VICOLO.  Pico.  Lat.  parvus  vicus.  Gr. 
in^pU  ì'uu.T,.  Er.  Giord.  Pred.  P.  Fre- 
quentano alcuni  vicoli  di  ncn  buon  nome. 
/hton.  Pier.  3.  5.  3.  E  per  fugi 


36l.   Cìjschedun 
re  principali  ec. 


dot 


31. 

eneno 


!."„/*!'':''/l'!-''''''i'  f  '''  Z"^/'*"'-''^''**'/''  I    Cortifi.     Cafligl.  A.   407.   La  donna  ama- 

al'*<^nlaudosÌ  ,   lassa  gli  orchi  senta  il 


^ggit^g"^ /orza  .  Lat.  proxime  .  Gr.  t'y- 
■/yrara,  Fir.  As.  89.  Alle  quali  (rose) 
IO  volonteroso  o  allegro,  |M<r  la  speranta 
della  propinqua  salute,  subito  mi  vi  acro- 
ftr.ii   virin   vicino. 

\  Ifll.SSlTUDINE  Permutatione,Scam- 
f  inmento  .  Lat.  vicissitudo.  Gr.  a/xoiC»]'. 
I/or    S    Cref}.   Appresso  al  quale  non  h 


lrasniut.itionc,  nù   atlombramenlo  di 
>itudine      Coli.   SS.    Pad    Non  parla 
ili    cose  spirituali  ,  ma   di   cose   attive 


per  luggire  il  pofK)I 
curioso  ec. ,  La  si  cerca  pe' vicoli .  A"  4. 
3.  7.  Sfuggiam  la  strada  solita,  sfuggiamo 
Il  virol  delle  troie. 

*  VIDANDA.  /'.  A  Uvanda.Cr.S. 
Gir.  6.  Chi  ha  due  gonnelle  si  dia  Tuna 
a  colui  che  non  ne  ha.  e  chi  ha  d<!Ia  vi. 
danda  si  faccia  altrettale.  Lue.  /  .  49.  Se 
pane  e  \  idanda  fallisse.  Guiit.  leit 
57.  File  costumalo  a  pascersi  4IÌ 
con  altra   vidanda  misto.  (I  J 

•■:'  VIDUALE  Add.  fedovile  Peg. 
Matr,  1.  CoiiNideraodo  e  con  la  mente  di- 
scorrendo  la  vita  de'  mortali,  trovo  ire  stati 
in  loro;  cioi:  virginale,  viduale,  matiimo- 
nialc  .  /•;  aopresso:  Assai  più  persone  si 
trovano  nel  secondo  stato ,  cioi  vidua- 
le. (C, 

«  VIDUATO  Add.  Vedovato,  tìrf.a- 
10.  Omel.  S.  Grrg.  a  3io  1  - m.tlc  di 
perdere  ne'  figliuoli  il  lume  della  venti 
se    non   rimanesse    viduata   di  loro .    (pt) 

'igl.  A.  4-    •       • 
la  ,  absentaudosi  ,  lassi 
suo  splendore,  e  ronseguenlrmenie  l'ani- 
ma viduala   del    suo   bene.   f.\S, 

«  VIUtlLE  Aftd.  />rf,H»/r  III  S. 
Gir.  59.  Grida,  madre  pietosa,  in  cilicio 
e  *n  pianto,  e  vestili  di  vestiniruti  vidui- 
li   (P) 

•t  «  VIDUITA',  VIDUITADE.e  VI- 
DUITATE.  /  L.  Stato  vedovile.  Vedo- 
vanza.  Vit.  S.  PornH  a83.  Di  questi,  ,  he 
hai  narralo  .   nullo  savio  ha  parlalo   della 


V  l  D 

viduitade,  ma  solo  della  virginitade  tutti 
s'accordano.  (Aj  Lemm.  Test,  48.  An- 
cora, olirà  le  predette  cose,  lasciò  a  essa 
Monna  Caterina,  insiuo  che  nel  soprascrit* 
lo  stalo  di  viduilà  vivcrà  ce.  (C) 

VIE.  Pronunziato  in  una  sillaba,  vaia 
Molto  ,  e  s*  accompagna  per  lo  più  co* 
comparativi.  Lat.  multo.  Gr.  Tiolu,  ita*. 
Pocc.  Lett,  Fin.  Boss.  2^.  Quello  me- 
dico e  poco  savio  ,  che  ,  lunanxi  che  *1 
malore  sia  miiiuro,  s'  affatica  di  porvi  la 
medicina  che  'I  purghi;  e  vie  meno  è 
quegli  che  delle  biade  cerca  di  prendere 
frutto,  alloracbè  la  materia  a  pruduccre  i 
fiori  è  disposta  .  E  g.  3.  p.  9.  Le  quali 
cose,  oltre  agli  altri  piaceri,  un  vie  mag- 
gior piacere  aggiunsero.  IC  nov.  72.  8. 
Dicoli  più,  che  noi  facciamo  vie  miglior 
lavorio.  E  nov.  77.  ai.  Vie  più  che  mai 
SI  mostrava  innaiiiurato  della  vedova  sua. 
Amct.  96.  O  graziosa  vie  più  cfa'  altra 
n.iia.  Fir.  As.  62.  La  tua  presenza  ce  lo 
f    '  .        ..      ^  .- 


62.    Ma  condotto  All'  infimo  del 
vie  più  sotto  .    Buon.   rim.   43- 


Mi  ancor  parere  vie  più  allegro    Alam. 
Gir.  8.    "        ~'  " 

male  , 

Ond*  or  ti  spregia  e  fugge,  e  lo  le  '!  sai. 
Per  vie  men  forza  aver  stanco  De*  guai. 

VIEl'.A.  Ghiera.  Pcrn.  Ori.  3.  4.  IO- 
Pur  uscì  fuori ,  e  con  quella  rovina  Va  , 
che  della  balestra  esce  la  vìera. 

t  *  VIETABILE,  ^rfrf.  Che  si  dee  Pie- 
tare  .  Salvia,  ^7an.  Ppit.  i5g.  Le  cose 
che  sono  a  noi,  sono  di  natura  franche, 
non    vietabili ,  non  impedibdi.   (A) 

VIETAMENTO.  //  vietare.  Lat.  pro- 
liifiitio  .  Gr,  XOÌÌU614  .  Vir^.  Eneid.  M. 
Che  discordia  è  ora  contra  '1  mio  viela- 
mcntol  Amm  Ant.  21.  4-  //'.Che  '1  vie» 
tamcnlo  è  talora  principio  che  commuove 
a  peccare.  3/or.  S.  Crrg'.  Non  volle  man- 
f;Ìarc  ,  per  osservare  il  comandamento  e 
il  vielamenlo  che  gli  aveva  fatto  Iddio. 
S  Agost.  Il  vielamenlo  accresce  il  disi> 
derio  dell'  opera  inlicila  ,  quando  la  giu- 
stizia non  e  sì  amata,  che  la  cupidili  del 
peccare  sia  vinta  per  la  dilettazione  della 
giustizia  . 

*  VIETANTE.  Che  vieta,  Proiìiente. 
Ott.  Coni.  Purg.  14.  255.  Finalmente 
ell.i  vietante  l'uscio  a  Mercurio  vcgneo- 
Ic  alla  sirocrbia,  disse.  (C)  Segner.  Crist. 
instr.  I.  24.  4-  '  disonesti  non  veggono 
quello  che  e  sopra  i  loro  sensi,  cioè  non 
vcjigono  Dio  vietante  il  lor  male,  f  T/V 

VIETARE,  proibire.  Comandare,  Or- 
dinare, e  Impedire  che  non  si /accia.  Lat. 
velare,  prohibere,  interdicere.  tir  xwiu- 
!iv.  Pocc.  nov.  36.  7.  La  domandò  qual 
fosse  la  cagione  ,  per  cbe  la  venula  gli 
avea  il  di  dinanti  vietata.  /■/  nov.  45.  ^. 
Veggendolasi  per  onesta  cagion  vietare , 
ciascuno  a  doveila  in  quella  guisa  ,  che 
meglio  potesse  avere  ,  si  diede  a  procac- 
ciare. E  nov.  92.  4-  l^gli  andrebbe  avan- 
ti,  e  vorrebbe  vedere  <bi  1'  andar  gli  vie- 
tasse, Dant.  In/  7.  Gì^  ogni  stella  cade, 
che  saliva  Quando  mi  mossi,  e  *1  troppo 
star  si  vieta.  Petr.  son.  281.  Chi  ìonanti 
tempo  mi  t'asconde  e  %icia?  *  (ìli  Com. 
In/  4  4'*-  '^'  *'"  nacque  Laomeilonle  , 
rfae  vieto  il  porto  di  Iroia  a  lasone  ,  e 
.r  compagni  .  fO  ^/or.  S.  Greg.  Uh.  4. 
/.  96.  (  ?iapoli  17A5  )  Dio  maledice, 
nondimeno  1'  uomo  e 
re.  (CP) 

§.  I  Per  Ischi/are  .  S/ugfire  Lai. 
efiiigrre.  Gr  «Vj>«wyii».  pass  aoa.  Gli 
dee  la  persona  lìelarr  in  quanto  sì  può  e 
di  non  fargli ,  o  di  non  farne  molli.  E  277. 
Ter  l.-ilc  memoria  1'  anima  umiliata  e  ti- 
morosa vieta  il  peccare, 

*  g  II,  Per  Pifiutarr,  coli'  A.  Gnitt. 
lett.  23.  61.  Confidando  a  vostra  distri- 
■ione,  che  o  mi  vietiate  ad  amico,  o  mi 
prendiate  a  palio  di  tenere  sempre.  (V) 

#  g.    Ili     Vietare,  per  y egare  .    /  i|. 


vietato  di 


aledi- 


V  ì  E 

J.  Frane.  l55.  Promise  a  Dio  (S.  Fm/j- 
cftfco,^,  che  giammai  mcnlre  rhe  far  lo  po- 
tesse. Don  vìelcrel)I)e  Iìdiosìdj  «  e  non  la 
terrebbe  a  nullo ,  clic  per  V  amor  di  Dio 
glie  le  domanilassc.  (f'J 

#  §.  IV.  /Vr  Condannare,  Dichiarar 
falso  .  ì  tt.  S.  ^f■  Madd.  2.  Dice  santo 
leronimo  ec.  eh'  ella  fue  spo<>a  di  Gio- 
vanni Kvan>.eltsta  :  ma  la  chiesa  duo  V 
aflerma  ,  e  noi  vieta.  I  V) 

*  VIETATlS.sIMO.  Superi,  di  Vie- 
tato. Segncr.  Cnst,  ittstr.  I.28.  7.  Egli, 
che  si  fa  giudice  da  se  stesso,  egli  iusic- 
me  è  r  accusatore  :  cosa  eh'  è  viclalissima 
in  ogni  foro    (*) 

t  VJETAllVO.  Jdd.  Che  vieta.  Lai. 
inhil'ens.  Or.  xwìJwv.  ^//'fr(.  2.  3;.  Di 
cinque  modi  è  la  Tolonla  di  Dio.  Piima 
è  comandati%3,  secondo  TÌelati%a  ,  leiza 
permissiva  ec.  Vietativa  è  quando  egli 
vieta  alcuna  cosa,  siccome  quando  dice: 
non    farai   avolterio  ,  ne  furto  . 

VIETATO.  Jdd.  da  J  telare.  Lai.  ve- 
titus  f  prohìhilus  ,  interdictits.  Tes.  Dr. 
1.  12.  Fece  loro  mangiare  lo  pomo  vie- 
talo, rontra  il  comaudamenlo  di  Dio- 

f  VIETATOLE.  1  erbai,  masc.  Che, 
o  Cf'i  vieta. 

VIETATRICE.  l'erbai,  femm.  Che 
vieta  . 

VIETO.  Add.  Stantìo,  Rancido,  e  Di 
cattivo  sapore  per  troppa  vecchiezza  j  e 
dicesi  per  lo  più  di  carne  secca  ,  di  su- 
gna ,  d'  olio  ,  e  simili  .  Lat.  putriJus  , 
rancidus  .  Gr.  oaTrpo'; .  Cr.  6.  160.  a. 
Contro  alle  novelle  scrofole  sì  prenda  la 
detta  erba,  e  si  pesti  con  sugna  \it'ta. 
Blorg.  \.  12.  Acciocché  questa  carne  non 
s*  ÌDsali ,  E  che  poi  secca  sapesse  dì  vie- 
to .  Malm.  7.  76.  Brunetto  si  ridea  di 
Pigolone  ,  Perchè  parea  nel  viso  un  fico 
vieto.  Menz.  sat.  2.  ^od  con  balsamo,  o 
gomma,  o  lardo  vieto. 

t  3  §  I-  Per  Invecchiato.  Lat.  vetus. 
Gr.  TZTipz-zQ;  y  );a)af 05  •  Oant.  In/.  iJj- 
Una  montagna  v*  è,  che  già  fu  lieta  D^ 
acqua  e  di  frondì,  che  si  chiama  Ida:  Ora 
è  diserta,  come  cosa  vieta. 

#  g.  II.  lieto  ,  dicesi  anche  per  si- 
milit.  di  Persona,  che  per  la  molta  età 
abbia  quasi  del  vieto,  del  rancido.  «  Bern. 
rim.  I.  io5.  Vieta,  grinza,  ed  arsiccia  ». 
Fir.  rim.  buri.  125.  E  non  è  vecchia  si 
rancida  e  vieta  ,  Che  non  s'  intenerisca 
in  sugli  arnioni,  Se  sente  un  scempio  so- 
nare a  compieta.  (C) 

tr  g  111.  Vieto,  dicesi  anche  delle  Vo- 
ci 0  maniere,  allorché  sono  troppo  anti- 
che ,  e  affatto  fuor  d'  uso  .  Galat.  Sj- 
Le  parole  ec.  non  sieno  perciò  antiche 
tanto  eh*  elle  sieno  divenute  rancie ,  e 
viete  .    (C) 

VIETTA.  Dim.  di  Via.  Bocc.  g.  3. 
p.  2.  Per  ona  vietta  non  troppo  usata  , 
ma  piena  di  verdi  erbette-  Demb.   A.^ol. 

3.  l83.  Posto  il  pie  in  una  vietta,  per  la 
quale  questo  colle  si  monta.  Eorgli.  Hip. 
l3o.  Ciascuna  d'  esse  da  due  altre  viette 
divisa,  viene  in  se  stessa  a  formare  quat- 
tro quadri. 

§.    Per  similit.  Sannaz.   Jrcad.  pros. 

4.  Vidi  nel  tenero  petto  le  picciole  e  gio- 
veoili  mammelle  ec,  per  mcizo  delle  quali 
si  disccrneva  una  vietla  bellissima. 

•f  VIETUME.  Boba  vieta.  Buon.  Fier. 
4.  4'  10-  Quanta  han  venduta  rigoverna- 
tura. Quanta  sapa  per  mele  Gli  speziali  1 
t  beccai  pecore  I  Quanto  Vietume  i  pizzi- 
cagnoli! 

f  J  VIEVl'A,  o  VIE  VIA,  come  talo- 
ra fu  scritto  ,  vale  Via  via.  Lat.  ea  in- 
de t  subinde.  Gr.  aJ)fTi  ,  y.ff.ì  d))z7i  . 
Fr.  Giord.  Pred.  Dicemmo  vievia  de'do- 
DÌ  della  Versine  Maria  ptT  la  elezion  sin- 
gulare . 

^  %•    fie    Via,    vale    anche   Subito, 


V  I  E 

Tosto.  M  Albert,  cap.  l.  L'esca  e  lo 
cibo  th'  è  preso  ,  poco  fa  prode  ,  se  vie- 
via  si  ligetta  ».  Ir.  lac.  Cess.  2.  S.  5!\. 
Colui  eh'  era  soprastante  delle  carceri  non 
la  straugolòe  vie   \ia.  (C) 

*  VIGECUPLO  .  Add.  Che  e  venti 
volte  tanto.  Calil.  postili.  Che  un  corpo 
dieci,  o  venti  volte  più  graxe  dell'  altro 
dovesse  cadere  a  basso  con  decupla,  o  vi- 
gecupla  velocil'a.  (Jj 

VIGERE.  J'.  L.  Verdeggiare,  Man- 
tenersi vigoroso.  Essere  in  vigore.  Lat. 
vigere.  Gr.  oL/.poi^tff.  Bocc.  I  it.  Uant. 
3l.  In  un*  arca  lapìdea,  nella  qua^c  an- 
cor vige,  il  fece  porre  [la  moderna  ediz. 
ha  :  giace  ). 

§.  l'er  meta/.  Dant.  Par.  3l.  O  don- 
na ,  iu  cui  la  mia  speranza  vìge,  ec.  But. 
Par.  7.  I.  Per  mostrare  che  la  carità 
sempre  vigerà  in  loro. 

VIGESIMO  .  Add.  Ventesimo.  Lnt. 
vigesimus.  Gr.  ét'/osro?.  l'clr.  son.  i85. 
E  son  già  ,  ardendo  ,  nel  vigesim'  anno  . 
Cas.  lett.  G^.  Egli  è  maggior  lalica  a  gua- 
dagnare il  primo  migliaio,  che  pui  col  pri- 
mo migliaio  il  decimo  e  il  vigcsimo.  Cuicc. 
Stor.  i5.  767.  La  uolte  avanti  il  vìgesi- 
mo  dì  dì  Febbraio. 

t  5  VIGILAATE.  Add.  Che  vigila. 
Sollecito,  Intento.  Lat.  vigilans,  alacer, 
diligens  .  Gr.  ÌT:iu.s.\r,ii.  Mor.  S.  Greg. 
Debbe  slare  intenta  e  vigilante  la  mente 
ad  emendare  e  correggere  sua  vita.  Amet. 
3.  D'oguì  piacevolezza  dipinti  rendendo 
con  vigilante  cura .  Frane.  Barb.  223, 
10-  Piglia  esemplo  da  lei,  che  è  vigilan- 
te .  *  Salv.  Grandi .  3.  3.  Se  non 
ài  può  negar  che  fusse  uom  d'alto  Inge- 
gno, vigilante  e  sollecito,  Convìen  dir  eh' 
egli  tentò  mare  molto  Pericoloso.  Buon. 
Fier.  I.  I.  12.  Io  'utendo,  e  voglio  Non 
sol  vedervi  esperti  e  vigilanti  ec.,  Ma  mo- 
desti ec.  (B) 

*  g.  A  in  forza  di  sust.  «  Guid.  G. 
3.  1.  Vide  che  nullo  segno  di  dormire 
appariva  tra'  vigilanti.  E  appresso  :  Ora 
si  dirizza  ali*  uscio  per  sapere  se  ì  vigilanti 
ragionavano  d'  andare  a  dormire"» .  (Cj 

VIGILANTEMENTE-  Avverb.  Con 
vigilanza.  Con  attenzione,  cura,  diligenza, 
accortezza.  Lat.  vigilanter.  Gr.  tnifJ-ùtZ^. 
Mar.  S.  Greg.  Se  noi  vigilantemente  at- 
tendiamo queste  tre  volle  dì  tristìzia  e  di 
letìzia,  noi  la  troviamo  variare  in  tre  mo- 
di. Maestruzz.  2.  7-  3.  Ma  se  non  fosse 
peccato,  il  Vangelio  non  esprimerebbe  così 
vigilantemente  che  il  ricco,  che  era  tor- 
mentato nello  'nferno,  si  vestiva  di  por- 
pora e  di  bisso. 

VIGILANTISSIMAMENTE  -  Superi, 
di  Vigilantemente.  Omel.  S.  Greg.  Allo- 
ra vigilantissimamente  si  vuol  guardare  il 
cuore,  quando  cessa  la  persecuzione  degli 
avversarii  -  v  FU.  7- ili  Vtt.  Guid.  /Jo- 
natt .  Preso  da  quel  piacere  ,  lasciando 
ogni  altra  cura  ,  alla  considerazione  di 
queir  arie  vigilantissimamente  lutto  si 
dette.    (B) 

VIGILANTISSIMO-  Superi,  di  T'igi- 
lante.  Lat.  vigtlanlissimus.  Gr.  oiypUTZvo- 
zocroi,  e'TTt/JiHiìJTKTo;.  Fir.  As.  66.  yè 
credo  che  alcuno,  per  vigibntissimo  che 
egli  si  sia  ,  possa  incolpare  la  mia  ddì- 
genza  -  E  262.  La  eccessiva  bellezza  di 
questa  gentildonna  non  potè  fuggire  le 
vigilantissime  mani  del  giovane  Filerò  . 
Salvin-  Disc.  I.  1^3.  Agostino  Coltellini, 
fondatore  e  manlenitore  vigilantissimo  di 
questa  nominatissima  Accademia  degli  A- 
palisti . 

•f  VIGILANZA.  erffl//'n/i(.  VIGILAN- 
ZIA.  Attenzione,  Cura,  Diligenza,  Ac- 
cortezza, Il  vigilare.  Lat.  vigilantia  . 
Gr.  aypUTrvi'a,  yu>a/r;'.  Coli.  Ab.  Isaac, 
cap.  32.  I  combattitori  ripugnano  al  son- 
no ,  e  fanno    forza    alla    natura  .  così  per 


V  I  G  1717 

vigilanza  di  corpo  ,  come  per  cogitazioni 
loro  .  ir  Agn.  Pand.  7.  L'  essere  padr* 
è  cosa  piena  di  vìgìlanzia  verso  i  figliuo- 
li.  (fj 

VIGILARE.  Star  desto  ,  Vegghiare  . 
Lat.  vigilare .  Gr.  cnyfm-jviìv  .  Dant. 
l'urg.  3o.  Voi  vigilale  nell'eterno  die. 
^  Frane.  Barb.  12I.  7.  Ognun  che  tende 
non  piglia,  ma  spesso  Chi  vigila  più  tro- 
va ;  Dormendo  ,  rado  sì  fa  buona  pro- 
va. Lor.  Med.  Com,  161.  I  pensieri  miei 
dormendo  sarebbero  amorosi,  come  erano 
nella  vigìlia;  solamente  con  questa  diffe- 
fereoza  ,  che  vigilando  o  per  gelosia  , 
ec.  (BJ 

§.  I.  In  signi/ic.  alt.  per  Procurar  con 
diligenza^  vite  più  comunemente  diciamo 
Invigilare  intorno  ad  alcuna  cosa.  Salvin. 
iJisc.  2.  16.  Vigilano  il  bene  dì  quel  cor- 
po eh*  essi  presero  a  governare.  ^  F  Geor. 
lib.  1-  Quali  cose  Debbiansi  ììgilare  ,  o 
quando  cade  Piovosa  primavera,  quando 
ornai  Messe  dì  spighe    s'  arrìzzò  ne'  cani- 

^  §.  II.  Vigilare  a  una  cosa,  vale  lo 
stesso.  Serd.  Lett.  ded.  Gal.  Marz.  Egli 
non  mai  ad  alleo  che  all' utilità  e  conser- 
vazione di  lei  pensò   ne   vigilu.   (C) 

ir-  VIGILATO-  Add.  da  ì'igilare.  Ftl. 
Vili.  Vit.  pag.  1.  Pochi  sono  quelli  che 
dì  gran  poeti  hanno  acquistalo  il  nome; 
ma  molti  quegli  che  Òa^  loro  sludìi  dignis- 
sima  laurea  hanno  ripoitala,  i  quali  l'età 
più  limata  e  dilìcata  per  la  leggerezza  della 
materia  e  del  sermone  ha  lascìiili  e  dimen- 
licatj,  e  le  loro  lungamente  vigilate  notti 
sono  spente.  (Bj 

•f  *  VIGILAZIONE.  /.  A.  Vigi- 
lanza. Albert.  i63.  Dei  aiutare  l' animo 
e  la  mente  in  quattro  modi,  cioè  in  fre- 
quente intensione,  e  in  cotìdiana  vigilazio- 
oe,  ec.  Della  vigilazione  disse  Cassiodo- 
ro  ,  ec.  (B) 

VIGILE.  Add.  Che  ha  vigilanza.  Vi- 
gilante. Lat.  vigil.  Gr.  k/^uttvo;.  3/ae- 
stritzz.  2.  12.  4-  '1  sacerdotale  senso  dee 
essere  vìgile  e  sobrio,  e  sotlìle.  ,'Jr.  Fur. 
20.  65.  Comandate  lor  pur,  che  fieno  or 
ora  E  sempremai  per  voi  vìgili  e  deste  . 
Poliz.  st.  i.  74-  Vigil  sospetto  ogni  sen- 
tiero spia. 

VIGILIA  .  //  vegliare  .  Lai.  vigilia  . 
Gr.  a'-/;;  jTTvi'k.  Bocc.  nov.  i.  3.  Il  vigor 
del  quale  ne  la  freschezza,  uè  ì  digiuni, 
ne  le  vigilie  potevan  macerare  .  E  nov. 
63.  5.  Credonsì  che  altri  non  conosca  , 
olir'  alla  sotlil  vita  ,  le  vigilie  lunghe  ,  V 
orare  e  il  disciplinarsi  dover  gli  uomini 
pallidi  e  afflitti  rendere  .  Cavale.  Mctl. 
cuor.  Non  cura  nostre  vigilie,  perchè  egli 
non  dorme  mai:  ne  cura  nostre  astinenze, 
o  nostre  castità. 

f  §.  I.  E  perche  nella  primitiva  ChiO' 
sa  si  usava  vegghiare,  in  cambio  del  di- 
giuno che  oggi  si  /a  ,  il  giorno  avanti 
alla /està  d'alcuni  Santi,  detto  giorno 
anch' egli  si  chiama  lìgilia.  Ott.  Com. 
In/.  5.  6g.  Oh  quante  vigìlie  vanno  in- 
nanzi a  questa  poca  festa!  Bocc.  noi-.  20. 
22.  Senza  mai  guardar  festa,  o  vigilia  ec. 
lavorarono.  Ciriff".  Calv.  2.  64.  E  fu  vi- 
gilia di  cattiva  festa.  Morg.  17.  49.  Ab- 
biara  senza  vigilia  digiunato. 

§.  II.  Per  similit.  Dant.  In/.  26.  O 
frati,  dissi,  che  per  centomìlia  Perìgli  sie- 
te giunti  air  Occidente  ,  A  questa  tanto 
picciola  vigìlia  Dei  vostri  sensi,  eh'  è  del 
rimanente,  IVon  vogliate  negar  l'esperienza. 
But.  ni:  Picciola  vigilia  de' vostri  sensi, 
cioè  a  questo  cosi  poco  di  vita- 

•f  §-  IH-  J'igilia.  Term.  de'  Militari. 
Sentinella  di  notte.  Quello  spazio  di  lem' 
pò  che  stanno  i  soldati  la  notte  vigilando 
alla  guardia.  Dicevasi  :  prima  ,  seconda, 
terza,  e  quarta  vigilia  dalle  ore  di  notte, 
nelle    quali   si  faceva  la  sentinella    0    la 


i9i8 


V  I  ù 


guardia.  LaL  excuhiae .  Gr.  yp3*J3at. 
Bocc.  nov.  82.  4-  ^"^^  "  '^  vigilie  «  le 
guardie  segrel^menle  partirono,  per  ioco* 
glìer  costei  (qut  per  similit.).  Strd.  Stor. 
3.  i33.  Vi  giuDse  intorno  alla  quarta  vi- 
gilia, /fr.  I-'ur.  'il.  49-  Ma  contigli^  Tas- 
saltu  differire  (Cliè  vi  |>jr  gran  vantaggio) 
a  DoUc  oscura,  Nella  tersa  vigilia,  o  nella 
quarta. 

J  §.  IV.  Per  l'  Assistenza ,  che  fanno 
i  religiosi  intorno  a'  corpi  de'  morti  in- 
nanzi che  SI  sotterrino.  Bocc.  nov.  I.  35- 
£  mandatolo  a  dire  al  luogo  de*  frali ,  e 
che  essi  vi  venUscro  la  sera  a  far  la  vi- 
gilta  ec.  ,  ogni  cosa  a  «.io  oppurlunj  di- 
spuosero .  E  num.  36.  La  sera  andjti 
tulli  là,  dove  il  corpo  di  ter  Ciappellello 
giaceva,  sopr'  esso  fecero  una  grande  e  so- 
lenne vigilia. 

^  3.  V.  Pei  Safnii  cantati,  o  recitati 
di  notte  sopra  i  morti,  f'it.  S.  frane. 
258.  Ragunati  i  suoi  parenti  li  cberiri  , 
acciocché  dicesìonu  sopra  lo  dello  corpo 
la  vigilia,  ce.  «  Dav.  Scism.  71.  Fanno 
da  colali  gìovanacci  fare  ekeiguic  gioco- 
se,  portandogli  per  le  liarc  nella  città  in 
piatza  a  farne  belli  falò  ,  cantando  la  vi- 
gilia n.  (V) 

*  VIGLIACC\CCIO  .  Pcgpornt,  di 
T'igliaceo  .  yiatt.  Frant.  nm.  2.  327. 
Ognun,  fuor  qualche  vigliaccaccio,  crede 
Ch'  Amor  abbia  del  putto  ;  e  questo  al 
certo  N*  ha  più  di  lui ,  prestatemene  fe- 
de.  fB) 

VI(iLIACC\ME:fTE.  ^Kverb.  Com-i- 
gliaccheria.  Lai.  (urpifer  ,  ignave  ,  Ìndi- 
gne.  Or.  «tVz^w;,  par^aw^,  avT.qtu;. 
Satifin.  Disc.  l.  281.  Maggiore  diligenia 
usano  in  quelle  (cote)  cbii  tirano  più  al 
lor  profitto  e  guadagno,  e  1'  altre  ec.  vi- 
gliaccamente trascurano.  /'.' ^O^.  Non  volle 
egli  ec.  fare  veruna  viltà  ec.  «ol  racco- 
mandarsi   viglijccarneiite 

VIGLIACOHERl'A  .  Astratto  di  Vi- 
gliacco j  l'tità  ,  Poltroneria.  Lai.  igna- 
via, dedrcus,  prohrnm.  Gf.  art^oi'a,  oèi» 
X'-'"j  .  0*ti.$Oi  .  Buon.  rier.  2.  I.  I^- 
Dessero  gli  orecchi  Alle  sirene  lu*iagfaie- 
re ,  sporche  Della  vigliacrheria. 

•j-  *  VIGLIACi;HIS5LM\MRNTE  . 
Superi,  di  l'iglinccamenle.  Magai,  pnrt. 
I.  lett.  5.  Ella  è  una  dura  cosa  ec,  per 
chi  vi  ama,  il  vedervi  braveggiare  «e. ,  • 
ncir  isicssn  tempo  cagliar  vigliacchissi- 
mamente  ,  e  parere  come  bestia  umbrosa 
air  immaginata  apparen»  d'una  fantasma, 
ec.   (.4) 

VIGLIACCIO  J'tgliuolo. 
f  VIGLIACCO.  J'td.  Che  opera  con  vi- 
gliaccheria. Vite,  Poltrone,  hai.  ignai'itf, 
vilis.Gr.  aT«/xo;,  ojnJavs;.  Tnc.  Dav. 
Ann.  l'i.  196.  Anche  quando  d'un  eser- 
cito vigliacco  si  trae  per  sorte  de'  dieci 
uno  a  morire  di  bastone,  n'  escono  di  va* 
loDti  ■  Buon.  Fier.  2.  I.  I^-  Ah  vigliac- 
co, «iglìarco ,  nivoltjtomi  a  lui  con  gli 
occhi  biechi  Dissi  ec.  lì  4-  ^-  3.  Velia 
colà,  ch*  ella  »ta  a  posta  tua,  Vi^liarco. 
Malm.  II.  6.  Mentre  ta  fa  venir  Marie 
vigliacco  Cui  suo  Ualdone  alla  peggio  del 
lacco  . 

VIGLIACCONE.  Accrescit.  di  Figliac- 
ro.  Lai.  t'i7(.f,  admotum  vilis.  Gr.  o'uoi- 
vo;  afco;.  Buon.  Fier.  2.  4-  20.  Ah  vi- 
gliaccon,  se  tu  tornassi  in  vita.  Tu  noo 
mi  irapperrsli  anrbc  coli'  alie. 
VIGLIAMENTO.  ti  vigliare. 
VIGLIARE.  Separare  con  granata,  o 
con  frasca  dal  monte  d'-l  grano  o  delle 
Iliade  quelle  spighe,  o  baccelli  che  hanno 
sfiiftfito  la  trehfiinttira,  Oep.  IWam.  77. 
Vi;;liarc  ò  altra  ooia  rh«  vagliare,  e  »i 
fa  con  allri  strumenti  ed  in  altri  modi; 
rhò  quandrt  il  grano  h  battuto  in  lu  1' 
aia,  e  n'  ì:  levala  con  forche  e  rastrelli 
la  paglia,  t  vi  rimangono  alcune    spighe 


V  I  G 

di  grano,  e  baccegli  di  vecce  salvalicbe, 
e  altri  cola*  semi  nocivi  ,  che  i  careggiati 
Qun  han  ben  pululo  trebbiare,  ne  piglia- 
re i  ra^lregli,  egli  hanno  certe  come  gra- 
nate piatte,  o  di  ginestre  ,  o  di  alcune 
erbe  rbe  si  chiamanu  dove  ruschic  e  do- 
ve gjlIìn.i'Te ,  o  con  vincastri  d'  olmi  e 
di  altri  alberi  legati  ioìieme,  secondo  le 
comodità  de'  paeii  ,  e  le  vanno  leggier- 
mente fregando  sopra  la  massa,  o,  come 
dicano.  1'  aiata,  e  scparaodugli  dal  grano. 
§.  Per  similìt.  Lat.  sehgere ,  sepa- 
rare.  Gr.  aT>Àiy!iv,  x^P'^^''-'^'  Oant. 
Piirg.  18.  Che  buoni  e  rei  amori  acco- 
glie  e    viglia   (cioè,   sceglie,   separa). 

VK.LIXTO.    Add.   dt    Figliare. 

VIGLIATURA.  //  vigliare,  e  La  ma- 
teria vigliata.  Dep.  Decam.  78.  Quella 
viglialura,  ridotta  insieme  io  un  monte, 
alla  Gne  della  baltilura  si  ribatte,  e  quel 
che  se  ne  cava  sì  chiama  ìl  grano  del 
vigliuulo. 

VIOLIETTO.  Bifr/ielto.  Salvia.  Disc. 
I.  25|.  Il  Re  mando  chiamando  tulli  i 
principali  signori  e  governatori  de'  suoi 
re^ai,  e  in  piena  loro  assemblea  fatti  re- 
citare i  tre  viglicili:  fate,  disse,  venir  qui 
i  giovani.  F  25)  H  re  D^rio  spedi  or- 
dini ,  perchè  fossero  messe  ad  etft.-tto  le 
domande  del  giovale,  giudicato  de'tre  il 
più  »avio,  cht.-  aveaiio  ne' luro  viglielli  i 
Ire  motti-  *  Buon.  Fier.  \.  i.  7.  Ch' 
un  sol  pansìer  d'  un  sol  vigliettu  nti^tro 
Lambiccar  ,  pnndcrar  ,  dentro  aì  confini 
Fermar  d<'ll.i  'utenxione,  e  bea  pianlarlo, 
Si  che  ec.  (fìi 

VIGLIUOLO.  Spighe,  o  Raccelli  se- 
parati dal  grano  ,  o  Biade  battute  dopo 
la  prima  trrb'utìttir.t  .  Dep.  Decam.  78. 
Questa  viglialura  ,  ridalla  insieme  in  un 
mutile,  alla  fine  drlla  battitura  si  ribatte, 
e  quel  che  se  ne  c;<va  ti  chiama  il  grano 

del    Vigtiunlo. 

-J- VKiNA.  Campo  coltivato  a  viti  piang- 
iate per  ordine,  con  poca  distanta  dall' 
una  all'altra.  Lat.  l'ine*!.  Gr.  atuTìi'jjv. 
Bocc.  nov.  61.  5.  Tenesse  mente  in  una 
vii;ua,  la  quale  allato  alia  casa  di  lei  era. 
Amet.  70.  E  già  sopra  Falerno,  coperto 
di  vigne  portanti  vino  otiimissimo,  anco- 
ra non  l'orato  da  Cesare,  erau  salili.  Dant. 
Inf.  29.  Dispersa  Caccia  d'Asrian  la  vi- 
gna, e  la  gran  fronda  .  F.^p.  Pai.  IS'ost. 
6o-  Non  puote  .'riferir*  l'odore,  se  non 
ctjme  I*  bolle  1'  odore  della  vigna.  St^der. 
Colt.  ^l.  Volendo  ritfvrnare  al  suo  segno 
una  vigna  derelitta,  trasandata  e  vecchia, 
la  prima  cosa  facciasi  potar*  della  vigua, 
ec.  F  !^2.  Hxeci  un  altro  modo  ec.  «on 
far  lavorar*  vangando  la  df'lla  vigna. 

S.  I.  Per  f  Ite.  Lat.  9itis.  Gr.  tT^TS- 
io;.  Race.  g.  6./.  8.  Tolte  di  vigne,  d' 
ulivi  ce.,  •  d*  altre  maniera  atìai  d'jtberì 
frutiifi-ri  piene  .  Sen.  Pist.  8tì  Pr^ndca 
il  tralcio  del  ceppo  dalla  vigna  vecchia  , 
e  mettealo  sotterra  (  il  tetto  lat.  ha:  vi- 
lem  ).  Ued.  Dttir.  •).  Ed  a  quei  lami  , 
ond'  ^ve  il  crine  adorno.  Anco  intralciar 
la  pampinosa  vigna.  F  -In-.ot.  Ditir.  2X 
Qui  visna  vale  lu  slMso  cha  vite ,  nel 
medesimo  modo  che  appresso  i  Greci  r;' 
a,uTC>0{,  e  appresso  i  Frantesi  la  9igne 
significa  ,  e  vile  ,  o  vigna. 

*  S-  II.  Vigna  del  Signore,  diceri  fi. 
guratam.  la  Chiesa.  Segnei'.  Seat.  Oras. 
41-  Restando  in  Roma  (ti  Saverio)  sa- 
n-bbe  slato  un  buono  operariu  nella  vigna 
del  Signore.  fTCj 

f  S  III.  Porre,  o  Piantare  una  vigna, 
figiiratam.  vale  Son  attendere,  o  badare  a 
quel  ch'altri  dica.  Lat  aliam  rem  urgere. 
Gr.  T^3^rTC*votiio.  Sa/v.  tiranch.  5.  3. 
Quando  10  penso  che  lu  Badi  a  me  ,  e 
tu  pianti  una  vigna  .  Buon.  Fier.  &.  3. 
g.  l'er  me  pongo  una  vigna  in  timi!  ca- 
li.   Malm.   7.   39.   Replica  quella,  e    >ec- 


V   I   G 

casi  la  gola;  Lo  fruga,  tira,  e  cbianulo 
per  nome.  Ed  ei  pianta  una  vigna,  e  nul- 
la sente. 

t  S-  IV.  E*  non  è  terrea  da  porci  vigna, 
Jigiirata-n.  vale  ,Vo/i  ci  si  può  /ar  fonda* 
mento,  o  porre  speranza.  .Morg.  18.  117- 
Vedrai  che  la  mia  schiatta  non  traligna, 
E  eh'  io  non  son  terreo  da  porci  vigna- 
Fir.  Lue.  4-  1-  Lasciami  andar  a  veder 
s*  io  trovo  da  shocroocellare  in  qualcb* 
lato,  che  qui  per  oj:gi  non  è  terreno  da 
porci  vi;;na.  Malm.  i.  24-  Fece  spalluc- 
ce a  Calcmaia  e  a  Signa;  Ma  la  pania  al 
suo  solito  non  tenne.  Perchè  terreo  non 
V*  era  da  por   vigna. 

S-  V.  La  paura  guarda  la  vigna j  prò- 
verb.  che  vale  ,  che  li  timor  del  gastigo 
ritiene  e  raffrena  1  mafattori.  Lai.  timor 
in  officio  contmet .  Gr.  fóGoi  e'v  òe'ovTi 
xaiTi-/tt.  Palajf.  9.  Paura  guarda  vigoa 
sempre  mai.   Dice  il   proverbio. 

f  g.  VI.  Legarsi  le  vigne  colle  salsic- 
ce ,  f  guratam.  e  in  modo  basso  si  di- 
ce dei  riversi  in  alcun  luogo  con  gran 
dovitia  ,  e  in  ampia  fortuna  .  flocc. 
nov.  73.  4'  li  <if  contrada,  che  si  chia- 
mava Bengodi .  nella  quale  si  legano  le 
vigne  colle  salsicce.  Cecch.  Corr.  I.  2. 
Andate  là  ;  le  vigne  ci  si  legano  Colle 
salsicce  .  ì'arih.  .Suoc.  4.  5.  Questa  sa- 
rebbe troppo  gran  ventura  ,  e  in  questi 
paesi  non  si  truosaoo  le  vigne  legate  col- 
le salsicce. 

%.  VII.  Casa  fatta,  e  vigna  posta, 
nessun  sa  quel  ch'ella  costa;  dicesi  per 
dinotare  che  Assai  costa  il  fabbricarti  e 
il  coltivare  .  Vett.  Colt.  25.  Questo  se- 
condo conferma  il  proverbio  nostro  ,  che 
si  dice  per  ognuno:  Casa  falla  e  vigna 
posta,  nessun  >a,quant*  ella  costa- 

§.  Vili.  Trovare  una  Mia  vigna  ,  ù 
simili  ,  ficuralam.  ,  e  in  modo  basso  si 
dice  deir  A '■e  re  facile  ,  e  pronto  utile,  0 
piacere  in  alcuna  cosa. 

f  VIGNA.  Antica  macchina  militare 
di  legno  da  portare  offesa  alle  mura,  CO' 
perta  di  cuoio  crudo  ,  per  difendere  co- 
loro che  sotto  questa  macchina  dovevmnst 
aeco.tiare  alle  mura.  Lai.  vinea.  Gr.  otji- 
TnXwtf.  Liv.  Dee.  3.  I  compagni  de' Ro- 
mani stalutroDO  propugnacoli  incontro  al- 
le   vigne  . 

VIGNAIO.  Custode,  e  Lavorator  dellm 
vigna.  Lai.  vinitor.  Gr.  a,UTC>0U^-/iX9f . 
Dant.  Par.  12.  Talché  si  mise  a  circuir 
la  vigna.  Che  tosto  imhi.inca  ,  se  *1  vi- 
gnaio è  reo  . 

§.  Per  J'igneto  .  Lai.  vinetiim  .  Gr. 
a^uTTCÌw».  Cr.  8.  6.  I.  Conciossiacosa- 
ché molto  diletto  sia  aver  belli  e  adorni 
vignai  o  ne' piani,  o  nei  piccioli  monti  ad 
Oriente  volti,  che  facciano  diverse  gcnc- 
rationi  di  buone  uve. 

VIGNAIUOLO.  Vignaio,  Lai.  vinitor. 
Gr.  OLiilxilo'jsyxii^i.  ^  Salvia.  Cror.  Uh. 
2.  E  già  la  fine  de' lavori  canta  II  viftna- 
iu.do.  (F)  Segter.  Pred.  Pai.  Ap.  8-  5- 
Essendogli  1  primi  servi  nllraggiati  da 'vi- 
gnaiuoli. VI  manda  ì  secondi.  (ÌC) 

VIGNARE.  Coltivare  a  vigna,  Bi^r- 
re  a  vigna ,  Far  vigna. 

*  VIGNARUOLO.  Le  rtesso  che  l'i- 
gnniuolo ,  l'ignaio.  Manr.  rim.  hutl.  I. 
liS-  Nel  tempo  che  li  Lantì  e  li  Spa- 
gnuoli.  Con  certi  ladroncelli  Italiaoi,  Sac- 
chrggiaron  pcrfin   ai  vignaruolì,  ec.  (B) 

t  Vlt'.NATO.  tdd.  da  l'ignare  ;  4  si 
dice  particolarmente  di  Terreno  coltivato 
a  vigna.  Lai.  viti!'us  cantitus.  Gr-  aiji.lt*- 
i:t?  ffy'ufiuro;.  *  l.emm.  Test.  47-  " 
qual  podere  è  con  palagio  ed  altre  rose 
per  lo  Signore  e  lavoratori  ,  colombaia  , 
corti  ,  fonte  ,  pralello  ,  eanali ,  giardino  . 
Icrre  lavoratir  ,  e  vignale,  e  ulivale.  (C) 
Oli.  Com.  Inf  26.  44V  Talora  il  vede 
IO  luogo    non    vignalo ,    000    inibiadilo 


V  I  G 

Èucn .  Fìcr.  3.  2.  5.  E  *n  fretta  Tire- 
rete a  traverso  E  vignate  e  Loscate  (qui 
in  foi-za  (ti  stist), 

*  §.  J'ignata  e  lìoscata  ,  tlicesi  per 
meta/,  di  co€t  tra  U  quali  non  è  molla 
differenza,    y.  DOStATO.   (C) 

VIGNAZZO,  l'iena.  Ljt.  vinctum,  Gr. 
au*:r£Ìw'v  .  Cr.  ii.  [\i.  i.  Molto  diletta 
■ver  belli  vignaizi,  rhe  facciano  molte  e 
buooe  gciior^izioni  d' uve  .  h  12.  6.  !■ 
Ne'  luoghi  nlioii  o  freddi  fenderemo  le 
terre,  e  uct-onicieniu  i  vìgnatzi  .  /eli. 
Colt.  53.  Wcllc  quali  e"  lapevaiio  gran  vi- 
coaKÌ  f  per  non  aver  quivi  la  conìodìlà 
delJe  allevate.  Sodfr.  To//.  23.  Ma  quan- 
to alla  lionla  de'  vini,  volendo  culti^arc 
a  viti,  io  ho  |ier  ca>taote ,  the  <hi  dt-si- 
dera  huon  vino,  ponga  i  vignaszi  in  lato 
montuoso. 

VIGNETO.  Luogo  coltivato  a  vigne ^ 
e  la  I  igaa  slessa  .  Lat.  vinetum  .  (Ir. 
«'/iTsioiv.  Peclam.  Quinti/.  P.  Da  que- 
sta parte  arhoscelli ,  e  da  quell'altra  il 
vigneto  .  Alhvrt.  cap.  63-  L'  alii-imdanle 
vigneto,  che  mena  diversi  vini.  lìut.  luj. 
25.  I.  Ne' suoi  L-ampi  e  iiclli  suoi  vigneti 
cb'  egli  lavora.  /',  altrove:  E  tutta  la  valle 
piena  ec.  sopra  li  suoi    colli,  e  vigneti. 

VIGNETTA.  Dim.  tH  ì'igua  .  Car. 
leti .  2.  223.  Ilo  preso  una  vif;iietta  a 
Frascati,  dove  godo,  e  nii  rifò  di  quelP 
aria  molto. 

VIGMJOLA  .  Dim.  di  Tigna.  Lat 
parva  vinea.  Gr.  5T£vò;  ajtiTi)  t.j'v.  j4nif>r, 
furi.  i.  1.  Tornai  da  studio,  rh' io  ave 
va  ventiquattro  anni  ,  non  ini  truvando 
al  inondo  se  non  questa  casa,  e  una  vi- 
gnuota . 

§.  Figuratam.  f  e  in  modo  ba.\\<:o  per 
Piacere,  Comodo,  l'a.<sati'mpo,  e  simili. 
I.M.  ohlectamentum.  Maftn.  g.  6l.Eclie 
finita  poi  quella  vignuota  ,  il  maladelto 
tempo  ecco  s'  api-ressa  ,  Ch'  e'  s'  ha  dì 
nuovo  a  tornar  alla  scuola. 

VIGMOLO.  l  iticco  .  Dant.  Conv 
I^.  Dà  alle  vite  le  foglie  per  dir«-nsi<inc 
del  fruito,  e  i  vi^nuoli  coi  quali  difende, 
e  lega  la  sua  imliecilliia. 

•f  VIGOGNA.  Mammifero  lanuto  delle 
afte  montagne  del  l'era  dell'  ordine  de' 
ruminanti,  senza  corna^  della  grandezza 
di  una  pecora  ,  con  la  cui  Jìnissima  e 
morhidtsiinia  lana,  di  color  fulvo  o  hrn- 
no,  si  fanno  drappi  di  gran  prei;io.  lied. 
K.fp.  nat.  6.  Come  sono  le  pielre  ec.  che 
neir  Indie  orientali  si  trovano  negli  sto- 
machi de'  gatti  mammoni  ec,  e  nel!'  In- 
die occidentali  negli  stornai  hi  pur  delle 
vigogne  ,  delle  tarve  ,  de'  guanachi  e  de' 
pachi. - 

*  VIGORAFE.  Dar  vigore.  Lat.  cor. 
roborare .  Gr.  f  wvvo'e<v  .  fied.  Cons.  2. 
5.  I  detti  Ie(:(;ie[i  e  piacevoli  solnlivtpo- 
trebhono  vigorarsi  con  lo  a^giugnervi  ec. 
venticinque,  o  trenta  gocciole  di  acciaio 
potabile ,  ec.   (*) 

#  VIGORATO  .  Jdd.  da  ì  Igor  are  . 
Red.  Cons.  2.  6.  Non  ostante  che  la  si- 
gnora pigli  ec.  i  suddetti  siroppi  pjiice- 
voli  solutivi  ,  vlgurati  con  la  tintura  di 
acciaio,  slimo   necessario  che  ec.   {*) 

5  VIGOKE.  Bohuslezza  ,  Forza,  Ga- 
gìiardia  .  Lat.  vigor,  firmitas  ,  rohur  . 
Gr.  aXz*;,  xpKzoq,  ow'^yj.  Bocc.  nov.  ^. 
3.  Il  vigor  del  quale  ne  la  freschezza  , 
De  i  digiuni  ,  ne  le  vigìlie  potevan  ma- 
cerare- Petr.  son.  2.  Non  ebbe  tanto  ne 
vigor  ne  spazio  ,  Che  potesse  al  bisogno 
prender  1'  arme. 

=Ì*  §.  I.  F,  figuralam-  «  Petr.  son.  96. 
Quelle  pietose  rime  ec.  Elibon  tanto  vi- 
gor nel  mio  cospetto  .  Dant.  Purg.  n. 
Non  stringer  ,  ma  rallarga  ogni  vi-ure  . 
y4mm  ^nt.  I.  2.  5.  l'er  molla  fortezza 
delle  membra  lo  vigore  della  m^nte  ad- 
debilisce  molto  ,  quasi  come  natura  non 


V  I  G 

voglia  donare  1*  uno  e  1'  altro  bene  •>. 
(.'«ut-.  Stor,  17.  2^3  Con  i  quali  {ven- 
timila ducati)  uscito  di  carcere  (il  Mo- 
roiiej  diventò  subilo,  col  vigore  di-1  suo 
ingegno,  dì  prigione  del  Duca  dì  Sorbo- 
oe,  suo  C«)nMglii  ro.  ((') 

^'  ^'.  II.  fi(;ore,  si  dice  anche  figu- 
ratam.  dell' Jutorità  t  delC  Infuenza  di 
alcuna  cosa,  u  liocc.  nov.  98.  39.  Sofro- 
nia per  consentimento  di-gli  Iddìi,  e  per 
TÌ(;or  delle  Icfjgi  umane  ec.  ,  è  mia  ». 
Huctll.  leti.  62.  E  siccome  io  debbo  con- 
correie  co'  voli  cnimiiii  ne-li  jp|-l.iuai  del- 
la prima  parte  eh  Illa  fa  con  t.mta  sua 
gloria  ,  cosi  stimi»  ragionevole  di  moderar 
la  seconda  in  vigore  de*  suoi  beitignissi- 
ini  ciini.indaiìieiili  .  {Ci  Ouirc.  Sfor.  lih. 
16-  Questa  tju.tiitità  sarebbe  conìpulata  nel- 
la somma  magj;iore  che  avrebbero  a  pa- 
gare per  vigore  della  nuova  capitolazio- 
ne,   l/ir) 

Vl<;(>REr.GlAN TE.  Che  vigoreggia. 

f  VI'.;Ol;EG(_;iARI- .  Invigorirei  ina- 
nimire ,  Fare  antmo.  l.at.  awmos  adde- 
re  .  Gr.  Sc/.pi'jvii-J  .  Oli.  ioni.  Inf.  3. 
27.  Il  confoita  e  vigore;;gia.  e  manifesta 
il  luogo,  e  di  che  gente  è  abitalo,  'è  Tuli. 
Àmie.  7^.  Ove  saiebber  dunt]ue  i  nostri 
sludii  vigoreggiali  ,  se  Snjnune  non  a* 
vesse  mai  avuto  bisogno  di  nostro  consi- 
glio .   (C) 

VlGOlìEGGIATO.  Add.  da  Vigoreg- 
giare . 

VIGOliEZZA  .  V.  A.  Vigore.  Lat. 
vigor  ,  Jìrmitas  ,  rohur.  Gr  u.^^f]  ■,  x,;a- 
TQ^  .,  c'wu/].  Albert,  cap.  ^'^  Taolo  più 
la  lor  paura  sì  menoma,  e  la  tua  virtude 
e  vi^orezza.  e  quella  dei  tuoi  s'  indebidii'a  . 

VIGOHIA.  /  igorezza.  Lat.  viaor^fir. 
mitas,  robur.  Gr.  ci" /-/i',  ypa'ro;,  (3  cu  7  >7- 
G.  V.  Io,  29.  7.  Ed  ebbesi  per  forza  di 
battaglia  per  la  virtù  e  vigoria  della  buo- 
na genie  che  era  nella  nostra  oste  ,  la 
quale  simile  vigoria  non  si  rìcuida  fosse 
in  'l'oacaiia  a'  nostri  tem|ii.  Ciriff',  Calv. 
2-  58-  £  mangialo  e  bevuto  a  lor  dilet- 
to ,  E  ritornalo  in  lor  la  vigoria  ,  ec.  E 
2.  6p.  La  prima  proccura  Cirttlb  nostro, 
pien  di  vigoria. 

t  VIGOlUliE.  T'.  A.  Par  vigore^ 
Bin^ngliardire  .  Bui.  Molto  e  molto  mi 
vivifica  e  vigorisce  la  verìlà  ,  che  è  lo 
parlar  della  sapienza,  e  quella  clic  rinvi- 
gorisce e  scahla  si  1'  uomo,  che  lo  fa  vi- 
goroso, e  vivere  in  perpetuo. 

■)■  §.  ^  neiitr.  e  neulr.  pass,  vale  Bi- 
pigfiar  vigore  .  Cinig.  /!/.  Guigl-  Colla 
qu.de  la  natura  sì  si  vigorisce  conira  la 
'nfermitade  .  •'■•  Car.  Long.  Sof.  lib.  l.  I 
giacinti  cominciano  ora  a  vìgorìre.  F  lib. 
4.  Girne  che  verrà  la  primavera  ,  e  non 
fiorirete  ,  verrà  la  stale  ,  e  noD  vigorire- 
te.  (Br) 

VIGOROSAMENTE.  Avverb.  Con  vi- 
gore .  Lai-  viriliter  ,  Jurliter  .  Gr.  kv- 
J^ie'wc,  i'':/uc(j,;.  6".  F.  1.  3^  I.  L'Fìe- 
solani  difendevano  vigorosamente  il  passo 
del  fiume,  e  nel  fiume  d'  Arno  soslenea- 
no  la  battaglia.  Amm.  Ant.  12.  3  t^. 
Quegli  che  per  sollecitudine  ripensa  i 
mali  che  possono  sopravvenire  ,  è  colui 
che,  veg^biando  in  ayuato,  aspetta  1'  as- 
salto de'  nimici,  ed  indi  è  vigorosamente 
apparecchiato  a  vittoria  .  Amet.  70.  Tra 
le  quai  Perseo  Quella  S|ierando  vif-oro- 
samente  ,  Aimato  da  Pallade  ne  rendèo 
Vinto  il  Gorgone  .  Pass.  65.  La  quale 
coloro  che  la  pigliano  vigorosamente  , 
ronfoila   e  sostiene. 

VlGOROSIS.slMO  .  Superi,  di  rigo- 
roso. Lat.  majcime  vividus  ,  vigens,  for- 
tissimus.  Gr.  a'/^aco'raTO^.  Trall.  segr. 
cos  dona.  Proccurano  dì  apparire  deboli 
e  fiacche  ,  ancorché  sieuo  vigorosissime  . 
Sen.  Pisi.  g2.  Alla  cosa  vigorosissima  si 
raguni  la  debolissima  e  cattiva. 


V  I  G 


>7i9 


VIGOROSITÀ*,  VIGOROSITADE  , 
e  VK.OltUSITATE  .  Astratto  di  Figo- 
roso  j  t  igorczza.  Lat  vigor,  frmitas,  ro- 
bur. Gr.  (/'//ri ,  xpol'ZOi ,  ptofj./ì  ■  Filoc. 
2.  286.  Il  nemico,  veggendoti  ognora  più 
vigoroso  ,  dubiterà  della  tua  vigorosità  . 
But.  InJ'.  '2L  I.  L'  uomo  dura  e  consì- 
ste nelle  sue  vigorosità  ,  e  pone  fine  a\ 
crescere .  E  Purg .  29.  2.  Il  principio 
delli  Evangelìì  è  la  vigorosità  della  spe- 
ranza . 

VIGOUOSO.  Add.  Che  ha  vigore.  For- 
te,(■aiiimnìo,  Bobusto.Lsi.  vivida s.fortiSf 
roliustus.  Gr.  oif.ocfXo^.  Filoc.  i.  72.  Pur 
mo^(!andosi  % igoroso,  per  rincor.ire  i  suoi, 
comando  che  al  morto  corpo  fosse  dato 
sepoltura.  Car.  leti.  2.  5.:^.  La  rjuale  (per- 
sona vostra)  vorieì  che  si  preservasse  co- 
sì vigorosa  e  cosi  giovane,  e  anco,  se  si 
potesse  ,  cosi  immortale  ,  come  sar'a  la 
fama  delle  vii  tu,  e  del  nome  vostro  . 
•\'  Ta^s.  C.er.  5.  25.  Loco  è  nel  campo 
assai  capace  ,  dove  S'  aduna  sempre  un 
bel  drappello  elcUo  ,  K  quivi  insieme  in 
lorneanienti  e  in  lolle  liendon  le  mem- 
bra vigorose  e   dotte.  (H) 

f  g.  I.  Per  met-if.  Fr.  lac.  Cess.  in 
tanto  dee  essere  la  giustizia  vigorosa  ne* 
vìearii  de'  Re,  cb'  e^li  abl'iano  in  ogni 
modo  più  rangola  dì  salvar  la  repub!>lica, 
che  la  ]>ropna  vita  .  Esp.  Pai.  iVost.  5. 
CioÌ!  a  dire,  che  tu  sie  [mo*,  e  vigoroso, 
e  forte  ,  e  possente  a  ben  fare. 

g.  II.  ter  Htgoglioso.  l'av.  Colt.  172. 
Egli  avrà  di  Maggio  rimesso  vermene  vi- 
gorose . 

VILAN2A.  V.  A.  Viltà,  Vilezza  . 
Lat.  vililas.  Gr.  yauio'r»);.  Fr.  lac.  T. 
4.  12.  12.  Sempre  tennemi  in  vilanza  , 
Mentre  io  siedo  a  guardare.  E  7.  8.  8. 
Di  quel  dolce  convito  L'  anima  assapo- 
rando, Al  mondo  ve*  dar  bando  Nella  sua 
vilanza  . 

f  3  VILE.  Add.  Che  vale  poco,  Dt 
poco  prezzo  ,  0  valore j  e  dtcesi  di  cosa. 
Lat.   vilis  .  Gr.  sutc)»;'^  • 

'.'  §.  I.  Onde  Fender  i-ile,  vale  Few 
dcrc  a  poco  prezzo  ,  al  di  sotto  del  suo 
giusto  valore,  l'ass.  2^2-  Inganna  ancbe 
la  superbia  1*  uomo  in  quanto  ella  fa  le 
sue  cose  preziose  vendere  vile,  e  l'altrui 
cose  vili  compera  caro.  (C) 

'.'  g.  II.  File,  figuralam.  talora  vale 
Abbondante  ,  perchè  le  cose  che  a'ibon- 
dano  si  comprano  a  vii  priZZO.  u  C.  J  . 
10.  122.  5.  Iddio  jmole  fare  del  caro  vi- 
le, e  del  vile  caro,  secondo  sua  volontade  ". 
(qui  inforza  di  susl.  e  vale  Abbondan- 
za)    (Cj 

'V-  g.  IH.  Vile,  vale  ambe  Abbietto, 
Dispregevole  ,  Degno  di  poca  slima  j  e 
diccsi  delle  cose,  e  delle  persone.  "  Bocc 
nov.  25.  7.  E  jier  questo  vi  potete  ren- 
der sicura,  che  ninna  cosa  avete,  qual  che 
ella  si  sia,  o  cara,  o  vile,  che  ec.  fi  nov. 
77-  1^2.  Perciocché  io  ucciderei  una  vile 
e  cattiva  ^  rea  femmioetta  .  E  nov.  93. 
18.  Quanto  più  la  guarderò,  di  minor  pre- 
gio sarà}  e  però,  anziché  ella  divenga  più 
vile  ,  prendila  ,  io  te  ne  prego  .  E  nov. 
94-  18.  Come  vile  ,  e  più  non  utile,  nel 
mezzo  della  strada  gittata,  da  me  (""  "• 
colla,  l'etr.  son.  225.  Perle  e  lubini  ed 
oro  ,  Quasi  vii  soma,  egualmente  dispre- 
gi "  .  iC) 

§.  IV.  Avere,  Tenere,  o  Bipulare  a 
vile,  vagliano  Pispregiare.  Lat.  dr^pica- 
ri,  contemnere.  Gr.  /c<T«y  rovK  v.  o)iyw- 
p£tv  .  Bocc.  nov.  99.  l5.  che  di  speziai 
grazia  mi  facciate  tii  non  rifiutare,  ne  a- 
verc  a  vile  quel  j)icciolelto  dono  ,  il  quale 
io  vi  farò  venire.  (V.  I.  l3.  2.  Anche 
sì  prenda  guardia  di  non  avere  a  vile  1' 
altrui  dottrina,  l'ont.  Conv.  1-  .'^ì  fa  se- 
guilalrice  di  viziose  dilettazioni,  nelle  qua- 
li riceve    tanto   inganno  ,   che    per  quelle 


xjao  V  I  L 

ogoi  cosa  tiene  a  vile.  M-  V'  5.  26.  Le 
fanno  riputare  a  vile  nel  cospetto  de*  sa- 
vii.  Vinc.  Mart.  rtin.  5l.  Per  voi  la  li- 
herlà  lenendo  a  vile. 

g.  V.  Vtlc ,  per  Timido,  Pauroso. 
Lai.  timiJuSt  pavtitti.v.  Gr.  ojtls'r,  foZi' 
pòi-  Fior.  1  irt.  A.  M-  Huossi  apprupia- 
re  il  vizio  del  timurc  alla  lepre,  che  ella 
è  il  più  vile  e  *l  più  pauroso  animale  dt-l 
mondo  .  Pass .  IQ.  Non  volca  mostrare 
(P  aver  paura,  ne  esser  tenuto  codardo, 
o  vile . 

VILE.  Avverò.  VilmenU  .  G.  1\  IO. 
100.  2.  Vile  perisce  chi  a  villi  s*  ap- 
poggia . 

*  VlLEMENTE  .  /Ivverb.  Lo  stesso 
che  nititfnte.  /foce.  Lett.  Pr.  S.  /fp.  298. 
Donde  mi  avevi  tu  sciolto?  dallj  mangia- 
toia della  maliziosa  Circe,  che  così  vile- 
menle  ec.  me  ec,  dovessi  avere  cosi  tratta- 
to? C*)  '''■'■  *S'*y-  ^'"^-  »-  ^^-  Qu'*'  slando 
viicmente  e  non  conosciuto,  come  egli  de- 
siderava ,  in  una  selvv  ,  facea  un  tJ^tello 
di  legne  ogni  giorno.  Jì  iSo.  Vedendogli 
ktare  neir  ultima  parte  del  legno  molto  vi- 
icmente e  quieti.  (  f^'j 

f  VILEZZA.  /'.  A.  Viltà.  Lat.  ii7i- 
tat ,  foeditas .  Gr.  aTi/xiK,  0  vitoo^.  Frane. 
Barb.  l54.  7-  Come  t'  involgi  in  cotanta 
laidezza  Del  peccato  e  vilezza?  Tesorett. 
lir.  i5.  127.  Ma  l)cne  è  gran  rilei^a  In- 
gollar tanta  cosa  .  M.  V.  3.  45.  Consi- 
derato la  singular  vilezza  delle  cidadine 
sette  ec.,  non  è  cosa  maravigliosa. 

*\  VILIA.  V.  A.  Vigilia,  in  :,igni/ic. 
del  Giorno  che  precede  al/a  festa.  G.  V. 
7.  102.  1.  La  vilia  di  santa  Maria  di  mei- 
zo  Agosto  lo  Re  d'  Araona  s*  era  messo 
in  aguato.  .V-  V.  7.  \\.  Valicarono  a 
Messina  a  di  2Ì  di  Diccmhre,  la  vilia  di 
Inalale.  Eli.  28.  Come  a  Pisa  fu  la  no- 
vella sentila,  duri  lamenti  ne  furono,  pa- 
rendo l'»ro  vilia  di  mala  festa.  Dav.  Scism. 
io.  Partorì  una  figliuola  ec.  la  vilia  della 
Madonna  di  ScUemhre   i533. 

§.  Per  lo  Vegliare.  Lai.  vigilia.  Gr. 
tiysJlvtv. .  f'it.  Ilari.  36.  Kgli  medesi- 
mo era  tuttavia  in  orazioni  e  in  vilic. 

5  VILIFICAKE.  /'.  A.  Avvilire^  Vi- 
lipendere ,  Dispregiare  .  Lai.  despicari  , 
contemnere,  nihiti  pendere.  Gr.  rra^  5)1- 
yov  TToisT'sSai  .  J'it.  Crisi.  Lo  filiBca- 
vano  e  schcraivano  ,  e  dicevano  :  chi  è 
questi? 

*  g.  F  neutr.  pass.  «  Cavale.  Spccch. 
Cr.  Umiliati  adunque  e  vilificali  ,  o  uo- 
mo, per  esemplo  di  Cristo.  Vit.  SS-  Pad. 
Se  vuogli  trovar  pace  in  questo  mondo  e 
neir  altro,  in  ogni  cosa  li  vilifica,  «  di'  : 
or  che  st»n  io  »?("//;  Fior.  S.  Frane.  l5o. 
lit.  Come  frale  Ginepro  per  vilificarsi  fece 
al  giuoro  dell*  alla  Icua    (Ci 

VILIFICATO.  Add.di  Vilificare^  Av- 
vitito, Dispregiato.  Vit.  SS.  Pad.  a.  281. 
E  come,  oggimai  essendo  corretta  e  viliR- 
rala  ,  sarei  io  ardita  di  parlare  con  quel 
santissimo  uomo? 

VILIPENDEUE.  .^prezzare,  Son  fare 
stima.  Non  tener  conto.  Lai.  nihili  pen- 
dere, spemere.  Gr.  cv  /jitjÒ'vì  irfyw  ti* 
^iflOat.  ì'it.  Plnt.  Quando  Eitmenio  seo- 
lì  eh.'  li  capitani  dell'  oste  vilipendevano 
lui,  ec.  Cai-afe.  Discipl.  spir.  Qui'Slo  vi- 
sto ,  dico  ,  annulla  o  vilipende  la  divina 
grazia.  F.  Friilt.  ling.  Veggiamo  rhe  essi 
sono  comunemente  poro  atuli  a  capitale; 
*'  in  rigni  affare  ,  come  ho  dello,  vilipesi 
V.  hcITati.  liiit.  Inf.  8.  Qu.'ilo  peccatore, 
del  quale  e  detto  di  so|>ra  ,  fu  persoli.! 
rolhi  mcnle  giinfiata  e  sdrgnoia,  rhe  a  sé 
atlriliuiva  o^^ni  cota  ,  e  tulli  gli  altri  vi- 
lipendeva. F  Purg.  17.  I.  L*  irarondo 
propriameote  ha  queste  condizioni  ,  •  h' 
egli  vilipende  ognuno  .  Segr.  Fior.  Art. 
gnerr.  l.  10-  Uno  che  si  vtdessc  partire 
dal  t'dinunc  u.<o>  ,  sarrhlir  infame ,  e  vili- 


V  I  t 

peso  da  ciascheduno.  Ar.  Far.  i^.  ^I. 
Colui  che  lutto  M  mondo  vilipende  ,  Di- 
segna di  veder  tosto  la  prova. 

VILIPENDIO.  //  vilipendere,  J'ilipen- 
sione.  Lai  desptcatiis,  despicienlia,  con- 
temptio  ,  despectio.  Gr.  oAiyopt'j..  Ciriff. 
Calv.  4-  117-  Considerando  in  che  mise- 
ria estrema  E  in  quanto  vilipendio  la  for- 
tuna Avea  condotta  tua  virtù  suprema  . 
Sold.  sai.  I,  Se  comprendesse  hen  questo 
latino.  Ore  lalor  conduca  il  vilipendio  DÌ 
questi  nomi  il  cortigian  barbino.  #  Giiicc. 
Stor.  18.  53.  Erano  fi  Prelati)  ce.  me- 
nati attorno  con  grandissimo  vilipendio  per 
tulta  Roma.  fCj 

VILIPENSIONE.  //vilipendere.  Lat. 
despicatio  .  Gr.  zKra^J^óv»!!*?  .  Dant . 
Conv.  145.  De'  falsi  giudiriì  nasceano  le 
nou  giuste  rivcrenxie  e  vilipensioni.  Coli. 
Ab.  Isaac,  cap.  18.  Di  questo  ultimo  ne 
sarebbe  vilipcusione  ,  e  del  primo  nasce- 
rebbe pigrizia,  fiut.  /n/.  G.  i .  Per  esser* 
scalcati  si  risponfle  a  loro  vilippnsione. 

VILIPESO.  Add.  da  Vilipendere.  Lai. 
nihili  pensus,  contemplas.  Gr.  oic/u^i]- 
àii';.  Atorg.  ig.  87.  Io  mi  vcdea  scher- 
nito e  vilipeso. 

§.  Per  Disprezza/file,  Vile.  Lai.  vilis. 
Gr.  ò'/f/uprìTSOi  ,  ^p'xyrioi,  d^tOi  Zi- 
ha/d.  Andr,  E  se  ella  beeva,  egli  beeva  il 
suo  abltcvcrato,  e  altre  cose  più  laide  e  vi- 
lipese facea.  Ar.  Far.  38.  II.  Restaro  i 
Paladini  e  i  gran  signori,  La  vilipesa  plebe 
andò  di  fuori. 

VILIRE.  V.  A.  Avere  a  vi/e.  Dispre- 
giare. Lai.  nihili  pendere,  despieere.  Gr. 
oXi-j'jìpCt.  Fr.  Jac.  T.  7.  9.  5.  Vilisci 
ogni  cosa  ,  E  ogni  cosa  uopo  t*  t  posse- 
dere . 

VILISSIMAMENTE  .  Superi,  di  Vil- 
mente. M.  V.  4.  II.  In  ninna  parte  tro- 
varono resistenza,  o  contasto,  ma  vìlissi- 
mameolc  i  citl«dini  puosono  giù  l'  armi . 
S.  Agost.  C.  O.  Vilissimamente  e  ingiù-- 
riosissimamente  è  chiamato  pi.-cunia  colui, 
di  cui  sono  tutte  le  cose.  Circ-  Gel/  7. 
172.  Hanno  di  poi  avuto  a  procacciarsi 
Titissiinament*  di  che  vivere. 

VILIS'ilMO.  Super/,  di  Vi/e.  LH  vi- 
liftiinuv.  Gr.  5cis/^5TaT0»  .  JJocc.  nov. 
8.  4-  Sono  più  tosto  da  dire  asini  nella 
bruttura  di  tutta  la  cattivila  de'  vilissimi 
uomini  allevati ,  che  nelle  corti .  F  nov. 
22.  3.  Uomo,  quanto  a  nazione,  di  «ili»- 
sinia  rondixionc.  /:  nov.  !^0.  4-  Di  ladro- 
necci e  d*  altre  vilissime  cattività  era  in- 
famato, /wioi/.  46.  9.  Estimando  7ilissima 
cosa  essere  a  qualunque  uomo  si  fosse  , 
non  che  ad  un  Re,  due  ignudi  uccidere 
dormendit,  m  ritenne,  lied.  Annot.  Ditir. 
\2.\-  Il  vino  di  Brozzi,  ili  Quaracchi,  e  di 
Pcrctnla  (■  Tino  di  tdiuimo  prezzo. 

VILITX',  VlLITADE.r  VILI  TATE./'. 
A-  I  ilt.'t.  Lat.  vilitas .  Gr.  aTifit'a.  Fr. 
lac.  T.  3.  23.  4^-  ^'1  seno  TicQ  della 
divinìtale  In  questo  moudo  in  tanta  vils* 
tale.  IC  6.  5.  11.  Or  come  pirriuli-llo  Po- 
tevi contenere  Tutto  lu  tuo  volere  In  tanta 
vilitade?  ^  lit.  SS.  Pad.  \  ai8.  Nou 
intende  se  non  ad  dibrietaile,  e  a  golosi- 
lade,  e  ad  altre  miserie  e  vilitadi ,  *c.  (fi) 

f  9  VILLA.  Possessione  con  casa  di 
cntnp.jgna.  Lai.  ntt,  /undus.  Gr.  Ùypo'it 
yu^t'oj.  Cr.  XI.  6.  1-  Le  case  e  le  torn- 
ile e  r  aie  e  le  corti  debbono  esser  falle 
grandi  nella  villa  ,  secondo  la  facoltà  del 
signore . 

f  §.  I.  Villa  ,  vate  anche  La  Casa 
stetia  di  campagna  ^  Pa/lad.  tap.  16. 
E  da  guardarsi  di  non  jtorrcsi  a  far  villa 
nelle  profonde  valli  per  cauion<>  d'  avere 
arqua  .  F  cap.  33.  Luogo  da  fieno  ,  pa- 
glia ec.  si  può  fare  in  qual  parie  lì  pia- 
ce, ma  vuole  estere  in  luogo  secco,  v  che 
sia  rimosso  dalla  villa  per  tema   del   fiio- 

ro.    (Cj 


V  I  L 

f  §.  II.  Talora  vale  anche  Contado 
Bocc.  nov.  21.  4-  Forte  e  robusto,  e,  m  • 
condo  uom  di  villa  ,  eoo  bella  persona  . 
Dant.  Piirg.  4-  Maggiore  aperta  molte 
volte  impruna  Con  una  forcalella  di  sue 
spine  L*  uom  della  villa  ,  quando  1*  ara 
imbruna  . 

*  S-  III.  Per  Villaggio.  Vit.  S.  Gir. 
g5.  Tutta  quella  villa  audò  a  romore,  ed 
in  fine  ragunali  insieme  tutti  gli  uomini 
alla  predelta  villa  ,  misoosi  d*  intorno  , 
ec.  (V) 

§.  IV.  Villa,  per  Città,  alla  maniera 
francese.  Lat.  civitas  ,  urbi.  Gr.  :7oJtt;  . 
Petr.  cani  ^S.  5.  E  non  sonò  poi  squil- 
la, Ov'  io  sia  in  qualrhe  villa,  Cb'  i'  non 
l'udissi.  F.  V.  11.  83.  Prese  la  vOla  di 
Naote,  che  si  tenea  per  Io  Re  di  Navar- 
ra  .  Dant.  Inf.  \.  Questi  la  caccerà  per 
ogni  villa,  Finrhè  1'  avrà  rimessa  nello  *n- 
ferno  .  E  Purg.  i5.  E  dir  se  tu  se'  zìrc 
della  villa,  Del  cui  nome  nc'Dei  fu  tanta 
lite  .  Btit.  Inf  x3.  2  Parla  al  modo  di 
Francia  ,  che  chiamano  le  ciliadi  ville  . 
Alam.  Avarch.  23.  52.  E  chi  puote  scam- 
pare ,  infin  cb*  entrato  >'on  aia  nel  cer- 
chio che  la  villa  serra  ,  Securo  non  si 
tiene. 

!;•  5-  V.  riandare  alcuno  in  villa,  vale 
Fsiliarlo  dalla  cillà.  Benv.  Celi.  ì'it.  X. 
69.  Levali  di  costi ,  e  va'  fuora  subito  , 
che  domattina  te  lo  manderemo  io  villa 
con  i  lanciotti.  (C) 

•f  *  VILLAGGETTO.  Piecolo  villag- 
gio .  Segner.  Incr.  2.  9.  18.  Con  lutto 
il  loro  sapere  ,  a  qual  città  ,  a  qual  ca- 
stello, a  qual  villaggello  arrivarono  a  per- 
suadere, che,  lasciato  il  colto  degli  Idoli, 
ec.  fA) 

VILLAGGIO.  }fucchio  iti  case  in  cam- 
pagna senza  cinto  di  mura.  G.  V.  Q.  338- 
1.  Prese  Castel  secchio,  e  più  caslelletla 
e  ^illag^i.  Fir.  As.  236.  Il  quale  il  più 
del  tempo  dimorava  in  quel  villaggio.  E 
nov.  1.  190.  Le  campagne  che  vi  son  d* 
attorno,  i  giardini,  i  villaggi,  de*  quali 
ella  è  più,  che  ogni  altra,  copiosa,  non 
«i  parranno  altro  che  paradisi  Toc.  Dav. 
Stor.  3.  286.  E  già  con  seguito  di  otto- 
mila persone  sollevava  i  virici  villaggi  de- 
gli Eduì.  Ar.  Fur.  28.  94  Siede  d  vil- 
laggio allato  alla  riviera. 

VILLANACCIO.  Peggiorai,  di  Villa- 
no .  Lai.  vilis  rnsticiis  .  Gr.  TTOVtìpÓi 
•/ioip/o'i  lìiion.  Fter.  3.  2-  i5.  Falli  *o 
là  ,  villanaccìo  .  Segner.  Crist,  instr.  |. 
29.  9-  Fona  è,  che  a  questa  st^giaccia- 
no  ancora  i  grandi,  benché  WBg*  ^*  un 
villanaccìo  . 

VILLANAME.NTE  Awerb.  Con  vil- 
lanìa. Scortesemente,  Zoticamente.  Lat 
inhuinane  ,  duriter,  Gr.  uiosvdpwTCft);  , 
Xx>KTÙ;.  lìoc.\  noi-.  9.  a  Da  alcuni  ir c- 
lerali  uomini  viUaoaiiirnte  fu  oltraggiata. 
Tes.  fir.  5.  33.  E  tanto  (  il  paone  )  U 
dirizza  (  la  coda  )  ,  rhe  mostra  la  parte 
dì  diolro  villanamenlF,  e  molto  ha  a  di- 
spetto la  laidezza  de*  tuoi  piedi  (cioè,  brut- 
tanienle  ). 

g.  /Vr  Crudelmente,  Senza  mistrivct- 
dia.  Tes.  fir.  .*>.  a3.  E  quando  lo  vide- 
ro cosi  divitato  a  loro  oaluia.  eli»  corsero 
adtiossu  alla  femmina,  e  urritrrla  villana- 
mi-nlc.  .\ov.  ant.  78.  I.  E  quella  a  bal- 
danza ilei  signore  li  '1  baltKt  villaoameo- 
le.  Pern.  Ori.  1.  a8.  I4.  E  coO  molto 
furor  la  lanria  arresta,  E  veggoDsi  a  fe- 
rir villanansente  Con  core  e  fona  partila 
egualmente  . 

VILLANANZA.  V.  A.  Villania,  Secr- 
tetti,  M ilacreanza.  Lat.  conl'ime/ia,  rw- 
sticitas.  Gr.  j^pt^,  oty^oriif.  Fr.  tac 
T.  .'ì.  17.  3.  Parrai  che  faccia  (truide  »il- 
tananza  Di  ({ir  fuggendo  il  suo  dilettare 
V  «  VILLA-NEGGIANTr.  TAr  villa- 
neggia.   Si  illanecgi'inte      Salvi.:      Oditi. 


V  1  L 


V  I  L 


V  I  L 


17.  775.  Niuui  Cerio  così  degli  uomini 
mortali ,  Uumìa  vUbnt'ggiaati,  cuipic  t'aa 
macchiue.  (A) 

VILLANEGGIARE.  Far  villania,  ingitf 
ria,  o  torto,  L.»X.  iniuriam  inferre,  iniuria 
afficere.  Gr.  u^^i'^itv.  G.  I  .  6.  2.  2. 
Furono  alla  prima  soperchiati  o  villaueg- 
giati  delle  persone.  Ainm.  Ant.  3^.  5. 
L.  Questo  cutal  morso  non  diviene  sanza 
viltà  d'  animo,  il  tjuale  discende  sotto  co- 
lui che  '1  villaneggia,  il/or.  .V.  Greg.  E 
come  che  essi  dicano  parole  oltraggiose  e 
villaDe  contro  a'  buoni,  già  per  tanto  non 
»'  odouo  villaucggiare  di  cjucllo  che  essi 
»ono.  Cavale.  Med.  cuor.  Questi  colali  non 

ftoteva  patire  a  vedere,  e  òcmpre  gli  Wl- 
aaeggiava,  e  mandava  lor  guai,  /'ass-  217. 
Cbiuuque  crede,  o  dice  altro  ,  la  ingiuria 
alla  graxia  d'  Iddio,  e  villaneggia  la  sua 
misericordia.  *  Fucc.  Ceniti,  cani.  27.  E 
dentro  saettar  con  molta  vista.  Villaneg- 
giando di  parole  molto  11  conte  Arlese, 
e  gli  altri  di  sua  lista,  (/i)  Cns.  Lett. 
Gualt.  262.  Folevasi  fare  il  medesimo  ef- 
letlo  senza   villaneygiar  persona.  (C) 

t  VILLAKEGGIATORE  .  Vcrbal . 
masc.  Che,  0  Chi  fa  villania.  Lat.  iniu- 
rius,  iniuriosiis.  Gr.  j5pt5r»j'^-  Mar.  S. 
Greg.  Imprima  fui  hestemmiatore  e  per- 
secutore e  villaneggiatore.  'r  /'lui.  Adr. 
Op.  mar.  1.  368.  Perchèio  tiueato  mo- 
do la  puntura  si  ritorce  addosso  al  villa- 
neggialore,  e  1*  utdilà  s'  attribuisce  al  cor- 
rettore.  (Cj 

t  VILLANELLO.  Dim.  di  Fillanoj 
detto  il  pili  delle  volle  per  vezzo.  Lat. 
rusticitlus.  Gr.  uTTaypoi/o^.  Dant.  Inf. 
24*  Lo  villanello,  a  cui  la  roba  manca. 
Si  leva,  e  guarda.  Fir.  nov.  2.  201.  A- 
veodoti  vestito  a  guisa  d'  una  di  quelle 
villanelle.  Ar.  Fur.  22.  12.  Non  avea 
messo  ancor  le  labbra  in  molle  ,  Ch*  un 
villane),  che  v'  era  ascoso  appresso,  Sbu- 
ca fuor  d'  una  macchia,  e  M  destrier  lol- 
le. F  si.  1^.  Dentro  il  paUigio  il  villa- 
nel  si  caccia  Con  quel  deslrier  eh'  i  ven- 
ti al  corso  adegua.  Poli':,  st.  i.  S^-  La 
villanella  airuora  suo  il  desco  ingombra. 
Cirijf.  Calv.  2.  l\\.  Oimè  1  pur  eh*  io  non 
sia  quel  villanello  Che  fu  tanto  pietoso 
nel  suo  cuore.  Tass.  Am.  2.  3.  V  an- 
drei sicuro  e  baldo  Più  che  di  festa  vil- 
lanella al  ballo. 

VILLAKESCAMENTE.^tcer^.  Inma- 
niera  villana,  o  contadinesca,  tozzamen- 
te. Lai.  crasse,  ruslice.  Gr.  tiu-xj^ùì^  , 
ocy/:oixw;.  Antm.  Ant.  11.  [\.  2.  Se  di 
tutte  le  persone,  da  cui  io  abbo  udito  e 
scrivo,  io  volessi  tenere  le  parole  ,  sareb- 
bono  sì  villanescamente  profferte,  che  nel 
mio  lihro  non  starebbono  accooctamente. 
Sen.  Pisi.  La  carretta  che  mi  porta,  è 
villanescamente'   e   grossamente   fatta. 

VILLANESCO.  Add.  l-i  villano.  Lat. 
rusticus,  ritdis.  Gr.  ayptcj.  Giiitt.  lett. 
l3.  Non  portare  cilìccio,  ne  drappi  villa- 
neschi e  grossi  e  laidi.  Agn.  Pand.  27. 
Molto  giova  avere  a  fare  con  simili,  pra- 
ticare con  tali  ingegni  villaneschi ,  per  sa- 
pere poi  meglio  sopportare  praticando  co' 
cittadini.  Ar.  Fur.  2^.  8.  Ed  altrettanti 
andar  da  basso  ad  allo.  Per  fare  al  pazzo 
un  villanesco  assalto. 

§.  Per  [iozsoy  Inculto.  Lat.  silvester , 
rustiCus.  Gr.  o^'ttvo^jccypoixr^.  Guid.  G. 
Signore  d'una  villanesca  pro\Ìncia,  la 
quale  è  detta   Esìda. 

f  VILLANETTO.  Villanello.  Lat.  ru. 
sticulus.  Gr.  j— avpO'zo;.  Henv.  Celi. 
l'it.  \.  327.  Questo  dello  favorito  era 
un   villanclto  allevalo  dal  detto  signore. 

VILLANIA.  Oj/'esa,o  ingiuria  di  fat- 
ti, 0  di  parole.  Oltraggio.  Lat.  contume- 
lia, iniuria.  Gr.  Z^pi^.  Jìocc.  nov.  j3. 
23.  Avrehbono  ad  Alessandro,  e  forse  alla 
donna  fatto  villanu.  /-'  nov.  23.  l^-  Io 
Vocabolario  T.  U. 


ho  molto  più  caro  eh*  egli  riceva  villania 
ec. ,  che  io  abbia  biasimo  per  luì.  F.nov. 
42.  9.  Alcuno  consiglio  le  desse  ,  per  lo 
i^ualc  ella  potesse  fuggire  ,  che  villania 
fatta  nun  le  fosse.  FI  nov.  78.  12.  Se  nun 
fosse  che  egli  lenie\a  del  Zeppa,  egli  a- 
vrebbe  delta  alla  moglie  una  gran  villa- 
nia. E  nov.  79.  4'^'  Sentirono  alla  duniia 
dirgli  la  maggior  villania  che  mai  si  di- 
cesse a  niun  tristo.  F  nov.  86.  Il-  Pi- 
nuccio, la  tua  è  stata  una  gran  villania  , 
e  non  so  perchè  tu  m'  aljbi  a  lar  questo. 
Maestruzz.  2-  8.  3.  La  detrazione  è  di- 
versa dalla  contumelia,  cioè  villania,  in 
due  modi.  Cas.  leti.  71.  Non  creder  dun- 
que eh'  io  t'abbia  detto  villania,  perchè  io 
t'ho   scritto  che  1'  ambizione  ti  traspuita. 

g.  I.  Per  Malacreanza,  Scortesia.  Lai. 
iniuria.  Gr.  J3^c;.  Bocc.  nov.  12.  17. 
Gran  villania  sarebbe  lamia,  se  io  ogni 
cosa  ,  che  a  grado  vi  fosse  ,  non  m' in- 
gegnassi di  fare.  F  nov.  l5.  16.  Se  io 
non  ne  vado,  io  sarò  tutta  sera  aspettato 
a  cena,  e  farò  villania.  Pani.  Purg.  18. 
Però  perdona,  Se  villania  nostra  giustìzia 
tieni.  F  Conv.  50.  Villania  fa  chi  loda,  o 
biasima  dinanzi  al  viso   alcuno. 

g.  II.  Per  f!riittura.  Disonestà.  Cavale. 
Med.  CUOI-.  Molto  ci  dovremmo  vergogna- 
re, essendo  cosi  con  lui  uniti,  di  far  \il- 
lania  di  nostro  corpo. 

§.  HI.  Per  Torto,  Ingiustizia.  Lat.  /«- 
iustitia  .  Gr.  aVixt'a.  Bocc.  nov-  75.  7. 
Messere,  voi  fate  \illania  a  non  fai  mi  ra- 
gione, e  non  \olermi  udire. 

VILLAMSSIMO.  Superi,  di  Villano. 
Buon.  Fier.  (^.  I.  li.  E  poi  di  me  cat- 
tura Facesse  villanissima. 

*  VILLANIL'CCIA.  Dim.  di  Villania. 
Scgn.  Bcié.  png.  108.  (Pe/i.  l55l  )  Puos- 
si  ancora  cui  nome  diminuir  la  cosa,  e  la 
diminuzione  mostra  minore  il  bene  ,  co- 
me il  male  ec.  ,  dicendo  ec.  ,  in  camliiu 
di  veste,  vesticciuola  j  e  di  villania,  vil- 
laniuccia  ,   ec.    (  fì) 

VILLANO.  Sust.  Uom  della  villa.  Che 
sta  alla  villa,  Lavorator  di  terra.  Con- 
tadino. Lai.  rusticus.  Or.  yswpyo'?.  Bocc. 
nov.  64-  l3.  E  così,  3  modo  del  vìllan 
malto,  dopo  danno  fé  patio.  F  nov.  84- 
II.  E  a'  vdlani  rivolto,  disse  :  vedete,  si- 
gnori, come  egli  m'aveva  lasciato.  Vani. 
Inf.  l5.  Però  giri  Fortuna  la  sua  ruota 
Come  le  piace,  e  1'  %illan  la  sua  marra. 
£  32.  Quando  sogna  Di  spigolar  soven- 
te la  villana.  Maeslruzz.  2.  7.  8.  Niuna 
cosa  è  più  sanza  vergogna,  che  l'arrogan- 
zia  de'  villani. 

§.  I.  Diccsi  in  proverbio:  Batti  il  vii' 
lano,  e  saratti  amico j  e  vale,  che  Da* 
villani  si  ricava  più  co*  cattivi  trattamen- 
ti,  che  coi  buoni.  Frane.  Sacch.  nov. 
168.  E  ben  dice  lo  pro%eibio  :  batti  'l  vil- 
lano ,  e  ara'lo  per  amico  .  Dep.  Decani. 
83.  Di  poi  ci  sono  i  pio\erbÌi,  che  hanno 
quasi  autorità  di  giudice  ,  non  che  forza 
di  testimonio:  muovi  lite,  acconcio  non 
ti  falla;  balli  il  villano  ,  e  sarallì  amico. 

2-  II.  /  illano  ,  nome  di  una  razza  di 
cavallo  di  Spagna  .  Ar.  Fur.  1^.  34- 
Marsilio  a  Mandricardo  avea  donalo  Un 
destrier  baio  a  scorza  di  castagna  ,  Con 
gambe  e  chiome  nere ,  ed  era  nato  Di 
Frisa  madre,  e  d'  un   villan  di  Spagna. 

:;.-  VILLANO  .  Sust.  Sorla  di  veste. 
Pecor.  g.  18.  n.  2.  Veslon  villani  e  cap- 
pe alla  fiancesca,  Cinte  nel  mezzo  all'uso 
mascolino.  (CPj 

VILLANO.  Add.  Zotico,  Scortese,  Di 
rozzi  costumi  .  Lat.  rusticus  ,  inhuma- 
nus,  rudis.  Gr.  dypioi.  Petr.  canz-  l\l. 
6.  Le  parole,  che  intese  Avrian  fatto  gen- 
til r  alma  villana.  Dant.  Inf  33.  E  corte- 
sia fu  lui  esser  villano.  Mor.  S.  Greg.  12. 
l3.  Per  li  6gliuoli  villani  si  danno  a  in- 
tendere le  operazioni  perverse.  Malm.  6. 


SS.  Però  s'  ei  fu  villano  ,  ora  il  maestro 
Gì'  insegna  le  creanze  col  baleslro. 

§.  Per  Crudele,  Ffferato.  Lai.  ferus , 
crudelis.  Gr.  aimv/)';.  Bocc.  nov.  48.  7. 
Lei  di  morte  con  parole  spavcntevuli  e 
villane  minacciando.  O.  I'.  9.  309.  3.  Il 
popolo  minuto  fu  sconfitto,  e  molli  mor- 
ti ,  e  presi  giustiziati  di  villana  morte  . 
^  Dani.  Son.  (  Murle  villana  ec.)  Morte 
villana,  e  di  pietà  nemica,  Di  dolor  ma- 
dre antica  ,  ec.  (B) 

VILLANOTTO.  Accrescit.  di  Villa- 
no s  Pillano  robusto.  Fir.  As.  2^3.  A- 
vendo  adocchiato  un  villanollo  giovane  e 
ben  robusto  ,  con  gr.in  profferte  e  larghi 
doni  il  menarono  a  quella  cena. 

VILLANZONE.  Villano  zotico.  Lat. 
rupico  .  Dav.  Colt.  i83.  Il  villanzone  , 
quando  pota  ,  lira  a  terra  que'  tralci  alla 
bestiale  ,  e  scoscende  ì  rami  di  lui  (  del 
pesco),  che  patisce  più  degli  altri,  come 
più  tenero  e  gentile.  Bed.  Diltr.  33.  Bra- 
merei veder  IraBlto  Da  una  serpe  in  mczzu 
al  petto  Queir  avaro  villanzone.  Che  per 
render  la  sua  vile  Di  più  grappoli  fecon- 
da. Là  ne' monti  del  buon  Chianti,  Ve- 
ramente villanzone,  Maiitolla  ad  un  bron- 
cone .  /,*  Annoi.  178.  Villanzone  corri- 
sponde alla  paiola  culla  quale  sono  nomi- 
nali da*  Latini  gli  abitatori  delle  rupi  , 
villani  nati  sulle  montagne,  rupices,  ru- 
picones . 

*  VILLARECCIO.  Add.  Villatico , 
Villereccio.  Pemb .  lett.  1.  12.  102.  In 
mi  goderò  ancora  per  alcun  dì  questo 
ozio  villareccio.   (*) 

VILLATA.  lillaggio.  C  V.  10. 192. 
1.  Prese  la  terra  dell'Aria,  e  mollo  del 
paese,  casali  e  villate.  AL  V.  6.  5o.  Non- 
dimeno ,  per  levare  il  ridotto  a' loro  av- 
versarti ,  arsono  le  villate  d'  intorno.  E 
9.  57.  Le  villate,  che  erano  d'intorno  du 
lunga  e  da  presso  ,  per  non  ejscrc  pre- 
date, ubbidirono  il  capitano.  Din.  Camp. 
I.  21.  Alle  villate  si  comandò  pigliassono 
i  passi.  Bed.  Annoi.  Dilir.  12.  Lecore  , 
villata  posta  nel  più  basso  piano  in  vici- 
nanza di  Firenze. 

VILLATICO.  Add.  Di  villata.  Di 
campagna.  Lat.  villaticus.  Gr.  </.'^poi/.o^. 
Cr.  9.  68.  2.  Queste  cose  si  deouo  osser- 
vare ne"  luoghi  viilatici  delle  ville. 

•f  ^  VILLEGGIANTE.  Che  villeg- 
gia .  Magai.  Leti,  scient.  pag.  127.  Ella 
è  una  bella  cosa,  Marchese  mio  caro  ,  di 
questi  tempi  l'  aver  campo  franco  d*  an- 
dare a  spasso  una  gran  parte  della  mat- 
tina senza  mai  veder  sole  ec.  E  poi  quaudu 
tornate  a  casa,  trovare  un  prato  lultavia 
ombroso  dove  poter  far  V  oia  di  desinare 
ec.,  e  spesso  meditando  ec.  i  villeggianti 
del  paese  basso  ec.  (giti  in  forza  di 
susl.j.   (A) 

VILLEGGIARE  .  Stare  in  villa  a  di- 
porto .  Lat.  rnsticari .  Gr.  ay^auiEÌv  . 
Tac.  Dav.  Ann.  16.  23l.  Ostorio  allora 
villeggiava  ne*  confini  di  Liguria  .  Car. 
leti.  2.  2o5.  Con  questa  libertà  mi  son 
ridotto  a  villeggiare  nel   Tusculano. 

*t  ^  §•  1-  ^"  usato  anticamente  per 
Far  cosa  vile .  Bim.  ant.  Dant.  nella 
Tav  .  Barò,  alla  voce  INVILLA  .  Alto 
possente  cor,  che  non   villeggia.   (V) 

^  §.  II.  Villeggiare,  per  Sorare,  Vo- 
lare a  giuocoj  e  si  dice  de'falconi  allora 
che  si  lascian  volare  senza  avere  avanti  la 
preda.  Lai.  volafu  lud>rc.  Il  T^ocabol.  alle 
voci  A   BUONO,  e  A   GIUOCO,  g.  I.  (') 

VILLEGGIATURA.  //  villeggiare,  ti 
tempo  atto  al  villeggiare.  Lat-  rusticatio. 
Gr.  oiypv.\l).Ìu..  Salvin.  Disc.  2.  II7.  Do- 
pò  le  sue  brevi  vacanze  dcH'Ottobre,  me- 
se del  divertimento  e  della  villeggiatura. 
*  Bed.  lett.  2.  278.  Leandro  (le  canzo- 
ni) leggendo  con  animo  più  posato  ,  e 
particolarmente  se  la  Corte  andasse  a  far 
216 


1722  V    I    L 

qualche  TìUcggialura}  impercioccbè  in  que- 
ste villeggiature  io  ho  un  poco  di  tempo 
da  poter  respirnc ,  e  da  poter  leggere 
qualche   cosa   di   ameno.  (D) 

J?  g.  Talora  si  piglia  anche  pel  Luo- 
go,  dove  si  villeggia.  Bed.  leti.  a.  a37. 
lo  son  fuor  di  Firenze  ,  e  mi  trovo  qui 
con  la  Corte  alta  %'ille^giatura  delta  Pc- 
traia.  E  92.  (  f'ir.  1824)  Qui  alla  vii- 
leggialura  dello  Imperiale,  ricevo  la  gen- 
tdiisima  lettera  di  VS.  in  djta  del  6  Mag- 
gio corrente.  (C> 

•f  ^  VILLEGGIO.  //  villeggiare , 
Villeggiatura.  Fortig .  cap ,  IO.  Infra  i 
Sabini  poverelli  afflitti  Penso  andar  quesl* 
Ottobre  a  far  villeggio.  (A) 

VILLERECCIO.  Add.  Di  villa.  Lai. 
rusiints.  Gr.  ay^Oi/Oi-  Cr.  proem.  iit. 
Incomincia  il  libro  delle  villereccc  ulitiia, 
compilato  da  Piero  de'  Crcsrenzii  .  fir. 
As.  5l,  Egli  e'  fe  una  certa  quiete  viltc- 
reccia ,  che  non  si  truova  in  multi  luo* 
gbi. 

VILLEIIESCO.  Add.  r'illesco  .  tal. 
ntstìcus,  riisticanus.  Gr.  'jypoif.Oi.  Fir. 
As.  02.  Lo  ignorante  vulgo  di  quel  paese 
con  villeresco  vocabolo  le  rhiama  rose  d' 
alloro,  ovvero  ro*c  laurine. 

VILLESCO  .  Add.  Da  villa.  Lai.  rw- 
sticus  .  Or.  oLypoir.Qi  .  Bocc.  no\'.  lOO. 
12.  Niun  altro,  che  egli,  avrebbe  mai  po- 
tuto conoscere  1'  alta  virtù  di  costei,  na- 
scosa  sotto  i  poveri  panni,  e  sotto  1'  abito 
villesco .  Amet,  16.  A  questo  tempio  A- 
nieto,  lasciato  il  villesco  abito,  e  di  più 
ornato  vestitosi  ,  corre  .  Alam.  Colt.  ^. 
I04-  Poi  F^T  la  &ua  famiglia  or  seggi,  or 
arche  Pur  roizamentc  far,  the  sien  ricet- 
to Del  villesfo  tesoro,  l''  Gir.  22.  83-  E 
poi  '1  conforta  con  villeschc  note. 

VILLETTA.  Dini.  di  mia.  Lat.  vii- 
lilla.  Gr.  eiTKjXtsv.  Bore.  nOi'.  lOO.  8. 
Messosi  in  via  con  (ulta  la  rumpagnia  sua, 
pervennero  alla  villetta.  Fir.  As.  28.  Tra- 
menduni  t  compagni  ne  andarono  da  man 
manca  a  certe  villette  .  fardi .  Star.  9. 
227-  La  fanteria  i>l>arcó  in  una  villetla 
quattro  miglia  quindi  vicina.  Ar.  Fur . 
37.  35.  Trovaro  una  villetta ,  che  la 
schiena  D'  un  erto  colle  aspro  a  salir  te* 
nca  ■ 

VlLLICCIUOtA.  Dim.  di  mia;  ViU 
letta.  Lat.  villiila.  Gr.  sTaj'ieov.  Fai. 
Mass.  Un  vero  coltivatore  d'  una  piccola 
TÌllicciuota.  *  Fr.  Ciord.  227.  Egli  è  no- 
taio di  Malmantilc,  ciob  costi  di  una  vii- 
1ìc<  iuola.  fVj 

*  VILLICO,  r.  7..  Castaldo.  Ca- 
i'alr.  Ffpot.  Simh.  i.  59.  Pone  Cristo 
nel  Vangeliu  la  similitudine  dì  quello  vil> 
Uro,  che  fu  accusato  al  suo  Signore.  (J'} 

*  VILLINO.  JUlicciuola,  Piccola  vil- 
la-   Petto  ptr  Irggim/ria.  (Ai 

*  VILLOSO.  Add.  lelloso  ,  Peloso. 
Car.  En.  8.  268.  E  sopra  lutti  Enea  (Di 
\illo»<»  teon  di%teio  un  tergo  5eco  al  suo 
desco  ed  al  suo  seggio  accolse.  Tv  o.  ^'3. 
Meninio  ul  tergo  di  %iso  un  tergo  impo- 
le  Di  villoso  leone.  fP)  E  Long.  Sof.  5g. 
ni>ve  e»si  hanno  sempre  le  lor  vesti  ad- 
dtisso  e  sono  villoNi,  e  lanosi  più  che  non 
siamo  noil  E  85.  Vedete  le  capre  come 
le  son  tutte  grasse,  come  son  villose.  (C) 
Pros.  Fior.  P.  A.  /'.  3.  pag.  74.  Sotto  que- 
sta scoria  b  il  legno,  la  malerìa  del  quale 
i)  leggieri  e  villosa.  ^.V.V^ 

VILMENTE.  Axverh  Con  viltà.  Lat. 
lu'piter  .  tgnme.  Gr.  ttì/ptà;,  ^«Ouy&»<. 
Potc.  nov.  57,  !\  Voler  piulto\to,  la  ve- 
rità confessando,  fon  forte  animo  morire, 
che  vilmente  fuggendo  per  contumacia  in 
esilio  vixerc.  E  nov.  <>6.  l8.  Per  torre  n 
tò  materia  d'operar  vilmente  alcuna  casa. 
Filoc.  I  67  Quelli  feriti  in  multi  lati, 
e  entrati  nelle  mie  case  ,  da  quelle  ,  da 
alquanti  de'  mici  compagni  «ìnli,  vihnen* 


V  I  L 

te  si  fuggirono.  Pant.  inj  23-  Sovra  *o- 
lui  eh*  era  disteso  in  croce  Tantu  vilmen- 
te neir  eterno  esilio.  3/.  /'-  g  108.  Gli 
sbandili  furono  tranati,  e  appesi  vilmente. 
/V/r.  son.  20.  I'  era  amtro  3  queste  vo- 
stre dive  ,  Le  qua*  vilmente  il  secolo  al»- 
banduna . 

VILPISTRELLO  .  Ei.xpistrtlh  .  Lat. 
veipertilio.  Gr.  vuxTeJt'j.  Frane.  Sacch. 
nov.  8-  Una  bella  donna,  etiaadio  estendo 
onesta  ,  è  vaga  che  chi  V  ama  abbia  for- 
ma  d'  uomo,  e  non  di   vilpistrello. 

VILTÀ'  ,  VILTADE  ,  r  VILTATE  . 
Astratto  di  I  tic  ,  in  signijic.  dt  Timi- 
do j  Codardia,  Pusillanimità ,  Af'ifzione 
d*  animo,  Pappocaggine.  V  at.  timiditas  , 
inerita,  turpiltido  ,  *piitillaniniitt  r .  Gr. 
c*ù\''j.  ,  f'v.vuat'v.  ,  «iC)r^OT>j:  .  pant . 
Inf.  3.  Vidi  r  ombra  di  colui  Che  fece 
per  viliado  il  gran  ri6uto.  fiore,  nov.  48- 
8.  Gran  vilt'acd^uo  cavaliere  armato  vo- 
lere uccidere  una  femmina  ignuda.  E  nov. 
71.  5-  Sdegnato  per  la  vilt'j  di  lei,  la 
quale  egli  credeva  che  fossa  una  valente 
donna,  quasi  in  odio  trasmutò  il  fervente 
amore-  f-l  nov.  98.  II.  La  qual  (morte  ) 
mi  fia  più  cara,  ch«  il  vivere  con  rimem- 
branza della  mia  viltà  .  Aof.  ant.  a.  7. 
Allora  il  Be  riconobbe  la  sua  viltade ,  e 
trasselo  di  pregioDt ,  0  donolli  molto  ric- 
camente . 

''.•  2.  I.  J'iltà,  vale  anche  Aliane  vi- 
le. Segner.  Porr,  instr.  4-  2.  Procuran- 
do il  I>ene6cio  per  via  d' intercessioni,  e 
talora  anche  d*  umiliazioni  e  di  vili^  dis- 
diccvoli  a  un  sacerdote.  (C) 

§.  II-  Per  /lassezza  ,  Tapinila  .  lai. 
liumilitas ,  ohsciiritas,  Gr.  7VLTiSivd7*ii- 
ì  il.  Crisi.  D.  Fu  da  avergli  compassio- 
ne, imperocché  nacque  in  tanta  povertà  , 
viltade,  e  miseria.  !<occ.  nov.  16.  l5.  Sde- 
gnando la  viltà  della  servii  condizione  - 
f'ass.  24<)-  Non  può  meglio  mostrare  il 
savio  ecclesiastico  la  viltà  dell'  umana  na- 
tura, che  ec.  Fr.  lac.  T.  2.  IO.  tf.  Vii- 
tate  Con  foltezza  sopportare. 

g.  \\\.  Per  Bassezza  di  pregio  .  Lai. 
viliias  .  Gr.  'uwvi'a  .  G.  /'.  II-  66.  3. 
Valse  Io  staio  del  gran  colmo  soldi  8  ec, 
che  fu  disordinata  viltà   al  corso  usato. 

VILUCCHIO.  Sorta  d'erba.  Lat.  co/i- 
volvtilus.  Gr.  uvJa/o'/iT^o;.  Lor.  Med. 
canz.  28.  .5.  Quivi  in>Ìemc  s' arcozzorno. 
Come  r  cllera  ,  o  'I  vilucchio  .  ^  Car. 
Long.  Sof.  .3.  Era  in  una  boscaglia,  pres- 
so a  dove  egli  pasceva,  una  fidia  macchia 
di  pruni  d'  cllera,  e  di  vilucchi  ,  in  mo- 
do ce    (Pi 

VILUME.  /'.  A  rolume.tiki  y^lfi»ten. 
Gr  •/pvu./'x.TtXov.  Pace.  Com.  Pani.  1.  j8. 
Dividesi  adunque  il  presente  vilume  ìn 
tre  parli  principali.  J'al.  Mass.  P.  S.  E 
chi  sarebbe  quelli  che  compremlesse  ì  fat- 
ti di  tutto  *1  secolo  in  picciol  numero  di 
vilumi  7 

§.  Oggi  si  dire  per  Confusione,  o  Far. 
raggine  di  cose  .tenz  '  ordine,  e  senza  re- 
gola.  Malm.  3.  37.  In  tal  confusione,  in 
quel   vilume ,  er. 

VILL'METTO  .  E.  A.  Folttmetto . 
Pocc ,  ì'it .  lìant.  61.  Compose  un  suo 
vilumello,  il  quale  egli  titolo  \  ita  Nuova 
(le  moderne  ediz    hanno  volumetto). 

«  VILUPPATORF.  .  Colui  che  fa  W- 
Inopi  nel  senso  del  §.  II.  Tuli.  Amie, 
83.  E  non  può  essere  bene  fidalo  lo  *n< 
gegoo  di  molti  viluppatori  e  tortiglia* 
si-  (C) 

!?  VILUPPETTO  .  Pim.  di  Eiluppo  . 
il   ìorahcl.    alla  voce  TASTA.   (•) 

VILUPPO.  Fila  d'aciia,  seta,  lana, 
capelli,  e  simili,  ravvolte  intirme  m  con- 
fuso. I.ah.  2o5.  Ravvoltisi  i  capelli  al  ra* 
pò,  soi<ra  essi  non  so  che  viluppo  di  seta, 
il  quale  essa  chian>ava  Ireccp.  ti  pitneva. 
Amet.   17.   Li  quali   sopra    1' orercliio  in 


V  I  L 

tonda  treccia  raccolti  ec.  ,  10  piccolo  si- 
luppo  stendendosi,  or  verso  1'  una  e  poi 
verso  V  altra  orecchia  vicendevolmente  ri- 
stretti, loda  in   Ìn6nÌlo. 

§.  I.  Per  Hinvolto  semplicemrnU.  Boct. 
nov.  60.  II.  Trovarono  in  un  gran  vi- 
luppo di  zendado  fasciala  una  piccola  cai- 
settina . 

g.  II.  Per  metaf.  vale  intrigo ,  Con- 
fusione .  Lat-  tricae  .  Gr.  r^isjw'/iaTa  . 
Mor.  S.  Greg.  Acciocché  'I  viluppo  del- 
le loro  allegagioni  ,  quasi  nervi  insieme 
av\i1uppati,  non  si  possano  sciogliere. 
M.  /'.  ù.  55.  Mescolandosi  nelle  cose  del 
secolo  e  ne'  viluppi,  è  spesso  ingannato  da 
colui  che  si  trasfigura  in  angelo  di  luce. 
i.ah.  ?5o  Ti  piaccia ,  quando  foort  di 
questo  viluppo  sarai  dislaccialo  ,  che  ec. 
alcuna  elemosina  facci,  Pocc.  fit.  Daut. 
220-  Né  prima  s*  avveggiono  ,  d*  un  vi- 
luppo usciti,  esser?  entrati  in  mille-  Cron, 
Morell.  238.  Era  questo  inviluppato  nell* 
usura,  che  poro  fece  altro  ,  e  non  si  di- 
stendeva questo  suo  viluppo  pure  in  Firen- 
ze, ma  ancora  nel  contado  con  lavoratori 
e  poveri.  IC  appresso:  Trovatosi  in  gran 
viluppi  di  molti  crediti  a  riscuotere,  ec 

f  JJ.  Ili-  Per  Moltitudine  confusa.  Fir. 
As.  87.  Né  vi  andò  guari ,  che  un  gran 
viluppo  di  ladri,  aperte  le  porte  di  casa, 
per  forza  entrarono  dentro  ,  e  la  misero 
a  soqquadro  tutta.  *  Buon.  Fier.  2.  4- 
4-  Che  viluppo  di  bestie  e  di  perso- 
ne   ^V; 

5?  ^.  IV.  Viluppo,  si  dice  anche  eoa 
somma  eleganza  del  fuoco  ,  a  spiegare 
una  gran  manata,  o  bracciata,  0  forcata 
di  legne,  o  stipa  che  arda.  Din.  Camp. 
Uh.  3-  Sintbaldo  di  messer  Corso  Donali 
con  un  gran  viluppo  di  detto  fuoco  ,  a 
modo  di  un  torchio  acceso  ,  venne  per 
metterlo  nelK-  case  de*  Cavalcanti  in  Mer- 
cato nuovo-   tEi 

'.'  YILUPPOSO.  Add.  Pieno  di  vii up. 
P'  >  f  ftguratam  .  Intrigato  ,  DiJ^cile  . 
Tuli.  Amie.  102.  E  questo  *e  perciò 
perrh'  e  si  svariato  e  vilupposo  r  uso 
dcir  amistà,  e  molte  cagioni  nascono  di 
sospetcioni  ed  ofTcnsioni  ,  le  quali  s'  ap« 
parterrcl.be  al  .«asioditorle  via  e  di  sol- 
ferirle.   (Cj 

f  VIME.  Lo  slesto  che  Vimine,  ma  Ì 
meno  tifato.  Lai.  vimen .  Gr .  ìuyo; . 
/*allad.  Frbhr.  16.  Allora  con  vinco,  o 
con  olmo ,  o  con  vimc  si  vuole  legaro 
siretlo  il  tronco.  E  appresso:  Strìngere 
quello  Ironrn  con  vimi  .  f'it.  SS.  Pad. 
I.  201.  Non  levandosi  però  da  sedere, 
ne  lasciando  di  tessere  certi  suoi  «imi. 

§  Per  Legame .  itant.  Par.  28.  Cosi 
Veloci  seguono  i  suoi  vimi.  Per  simigliarsi 
al  punto  quanto  ponno.  /."  29.  Nel  meno 
strinse  potenzia  con  atto  Tal  vimc  ,  che 
giamm.ti  non  si  divima. 

*  VIMINATA-  Term.  ilegl'  tdratilui. 
Lavoro,  o  Piparo  fallo  con  vimini  inles- 
suti.  (A) 

VIMINE.  Vermena  di  vinco.  Lat.  ii- 
men.  Gr.  Àjyot.  Cr.  4-  9  8.  Di  vimini 
fare  una  pice<da  ceslerella  all'  albore  ,  o 
al  perj;olalo,  al  quale  la  vite  s'appi^ggia. 
E  10.  28  7.  Avente  uno  usciuolo,  il  qua- 
le giace  in  terra  coperto  di  paglia,  che  si 
lieva  con  un  vimine  fitto  in  terra-  4ltm. 
Colt.  5.  III.  O  di  vimin  conleslì,  o  d' al- 
tri vasi  Brevi  casselle,  ov e  assai  stretloil 
calle  \V\i  1.1  porla  jII' entrar  .  Ar.  Fur. 
37  83.  Ogni  donna,  che  truovin  nella 
valle  .  La  legge  vuol  (  eh'  alcuna  (lur  vi 
calle  )  Che  pereuolan  r»m  vimini  alle 
*palle,  E  la  facrian  sgombrar  quelle  ton* 
tradc  . 

«VIMINEO.  Add.  Che  è  fallo  di  vi- 
mini. Salvia.  Opp.  Pesr.  Non  ponno  ri- 
levarsi, e  trarsi  fuor  da  quel  viminei»  a^ua- 
lo  (eio^ ,  della  nassa).  (A) 


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1723 


+  J  VINACCIA .    CU    che    rtsia    dei 
Grappoli  e  ,1'gli  Mi"-  <""'  '''•«.,'""'""'' 

Pallad.  cop.  27-  La  v.oa.c.a  le  fa  sten- 
li  r  ono  nu-no  collo  loro  fa  fare  uova. 
Cr  2  6  7.  Quando  vogliono  fare  ab- 
lionJevol.  e  frulluosc  vili ,  si  le  lelami- 
„,no  de-  punM.ani  e  della  vinaccia, .  quob 
d«lU  mcdcsin,.,  vigna  la,  .olgoi.o  .  /..- 
«((.  Fior.  70.  Alcuni  soiuriano  le- lame 
predelle  nelle  vinacce  inforiale  .  ioder. 
Colt.  20.  Le  ghiande  sfracellale  ec.  gio- 
Tano  all'  invecchiate  il  vino;  .1  medesimo 
.•aSferma  delle  vinacce.  *  E  I05.  S.  dee 
ce.  avvenire  di  ec.  farlo  ammoslare  co 
puRni  dcUa  mano,  per  non  cavare  il  gras- 
lodeiruTC,  e  cosi  vergine  imlollarlo 
ce.  e  volendo  che  abbia  un  pò  d.  colo- 
re il  vino  sopraddcllo ,  lascialo  stare  un 
di  in  sulla  vinaccia.  (C) 

VINACCIUOLO.  Quel  granellato  so- 
do che  si  truoxa  entro  gli  acini,  o  gra- 
nelli dell-  me  ,  ed  l  il  seme  della  vie , 
Lai.  aeinus  vmaceus.  Gr.  yc/aptov.  /'<»■ 
Colt.  166.  Vengono  l'uve  senza  vinac 
ciooli  con  questo  aili6.io  .  ioder.  Ioli 
JOQ  .  I  vinacciuoli  nelli  e  vagliali  da;;!! 
acini,  quando  sono  ben  secchi,  si  danno 
a'  colombi  e  a*  polli 

VIKAGUO  .  ../celo.  Lai.  aiflum-  Or 
o'EJ.  M-  Jldobr.  Se  tal  >ino  è  fatto  di 
mele  afre,  si  si  tiene  a  natura  di  vina- 
gro ,  ciot  d' acelo.  .      ,      ,  . 

VINAIO  .  Quegli  che  ha  la  cura  di 
vendere  il  vino.  hM.  negotiator  vmanus. 
Gr.  oi-vOTIc-^r,;.  Mah..  2.  33.  Bev>.-  al 
,..,uo  una  nuu\a  manomessa,  l'erchc  il 
linaio  avea  6nilo  il   «ino. 

*  VINAIOLO  2.0  stesso  che  I  ma- 
io Band  ani  lacolla  a'vinaiuoli  o  ma- 
gataini  di  ]  oler  comperare  da'  citUdini  1 
vini  BOsiiaU.  (J)  „ 

t    VINARIO,  y    L.   Add.  Di  lino. 

\M.  rìnarilis.  Gr.  oìtr.fói  Scal.  Clau- 
slr.  462.  Menava  1'  anima  conleiiiplanle 
nella  cella  binaria,  cioè  nella  cella  de 
dolcissimi  ed  odoriferi  e  saporiti  vini  del- 
la tision  di  Dio. 

*  VINATO.   Add.    Di    color    di    vm 

rosso.  Lai.   ,ineicohns.  Gr.  niuir,i. 

Ked.    Oss.    an.    71.    Feci  la  slessa  prova 

con  giacimi  bianchi  e  vinati .   h  jetl-  2. 

i^^.  Nmn    3    Iacinto   vinaio  doppio .   Ci- 

poli.  N.  5.  (•)  ,       .      j     / 

VINATTIERE.  Quegli  die  ritende  U 
%ino.  Lai.  vinariiis.  Gr.  oivOnwJ.n;?  .  C 
y  12.  8.  6.  Rilegnendosi  co' beccaci,  vi. 
ualUeri,  scardassieri ,  e  arlcBci  niinuli . 
O-on.  Teli.  62.  Tolse  per  moglie  una 
monna  Barlolommea  ,  nipote  che  fu  di 
BoDiìianDi  viuatlicre. 

VINCAIA,  rincheio.  UA.ager  vimi- 
mbus  consiiiis  .  Gr.  ayfo;  pi':-:"  '''■!'-■ 

9UT9; .  .,  ,,     / 

i?  VINCAPEKVINCA  .  Sorla  d  crha 
detta  altrimenti  Clematide.  Lai.  c/em,i- 
Ut.  Gr.  xiti^»T.';.  Ped.  Oss.  an  ^0.  In 
altri  simili  vasi  apeili  riposi  ec.  Bon  di 
Clematide  ,  o  vincopervioca.  (*) 

VI.NCAS1RA,  e  VINCASTKO.,.Wi- 
jeie.  Bacchetta.  I.al.  oirga.  Gr.  p«6io;. 
J)ont.  In/  24.  E  prende  suo  vincastro  , 
E  fuor  le  pecorelle  a  pascer  caccia.  Amct. 
ali.  Io  do  loro  ombre  di  bella  verdura  , 
Ni  con  Tincastri.  quelle  vo  baltendo.  Petr. 
Vom.  ili.  Fece  dare  una  (Tncaslra  a  cia- 
scun de'  fanciuUi,  colle  quali  elU  rime- 
naisero  nella  terra  il  traditore  .  Foliz . 
st  1  IQ.  Poi  quando  muove  lor  col  suo 
.  Tincaslto ,  Dolce  <:  a  notar  come  a  cia- 
scuna garra.  7 

J  VINCENTE.  Che  vince.  Vincitore. 
Lai.  vi'ncens,  Victor.  Gr.  ■„r.r.cxi,"y.- 
~r\.  e  r  g.  ^5  3.  La  gente  dello  m- 
pci^dore  rim"a<e  vincente  della  pugna . 
Paat.   Par.   10.  Io    vidi  più  fulgor   tim 


e  vinccnli  Far  di  noi  centro.  Tass. 
ter  17  7  Fu  perdente  e  vincente  ,  e 
nelle  avverse  Fortune  fu  maggior  ,  che 
quando  vinse,  larch.  Stor.  Temendo  di 
non  restale  al  di  sotto  e  perderne,  quan- 
do per  tulio  r  aveva  già  la  fama  pubbli- 
cato ner  vincente  e  per  glorioso 

*  S.  Vincente,  vale  anche  Clic  supe- 
ra. .Amet.  95.  totale  in  quella  un  lu- 
minoso corpo  vincente  ogni  altra  chia- 
rella conobbe  "  .  f  O  ,, 

3  VI.NCEKE  .   Bestar  al  disopra  della 
tendone'.    Aver  vittoria  ,  Superare  I-  av- 
lersarioj  e  talora  Superare  assolutamen- 
te .  Lai.   vincere  ,  superare.  Cr.   v./ccv  , 
£T./Car.rv.   Fetr.   cv,«.    38.  4.  Uomini 
e  Dei    solca  vincer    per    Iona   Amor.     I- 
■on.  q2.    Colanlo  r  esser  vinto  ghdispia. 
eque.   Bocc.  nov.   ,6.  3.  Sentendo  che  .1  1  e 
Carlo  prima  aveva  a  Benevento  vinto  e  uc 
ciso  Manfredi.    E  nov.  96.    l8.  Conviene 
ec.  che  io  vi  faccia  per  opera  vedere,  che 
come  io  so  alliui  vincere,  cosi  simdmcnte 
e  medesimo  soprastare.  Ar.  liir. 
l5     1     Fu  il  vincer  scmpie   mai  laudabil 
cosa.  Vincasi  o  per  fottuna  ,  o  per  inge- 
gno .    Tass.    ter.    I7.  7-   Fu  perdente  e 
vincente,  e  nelle  avverse  Fortune  fu  mag 
tior,  che  quando  vinse.  *  Segner.    .Vana. 
Scltembr.  25.    1.  Voui  mente   alle    tigri, 
ai   pardi    ec.   gli    v.diai    lar     '■^u"  ""    '^■ 
valor  sommo,  nel  vincere  talor  degli  al- 
iri  animali  di    lor  più  forti  ;  ma  non  gli 
vediai  giammai  salire  a  quest'atto  d.  vin- 
cere ancora  si:,  (l  }  ,      r,       j 

*  e.  1.  r.'icfiv  ,  talora  vale  Prende- 
re Occupare  ,  o  Impadronirsi  colla  for- 
za'.  Din.  Conip.  Uh.  3.  Molli  ve  n  erano 
che  volentieri  arebl.ono  dato  loro  il  gua- 
sto, e  provatisi  di  vincer  la  terra,  h  ap 
presso:  Vennero  alla  porla  degli  spadai, 
credendo  il  Baschiera  avervi  amie,  e  en- 
irarvi  sen.a  conlesa,  e  pero  non  vennono 
ordinali  colle  scure,  ne  coli  armi  da  vin- 
cer la  porla.  IBr)  Cuicc.  Hoc.  ^.  Ib-, 
Si  condusse  (,l  Duca  d,  Urbino)  inlorno 
a  Cremona  disegnando  di  vincerla.  IL/ 

3  §.  11.  Vincere,  fguratani.  l'''^-;'"- 
re,;.Gr.v.,;v.  iJocc.noi-.77-3jColli 
biancheria  del  suo  corpo  vincere  le  lene 
bre  della  notte  icioe,  illuminare).  Dant 
Jnf.  3  Che  baleno  una  luce  vermiglia  , 
La'qual  mi  vinse  ciascun  sent.menlo  . 
Sut  iv:  Mi  vinse  ec:  pone  che  la  luce 
fosse  si  grande  ,  che    1.    suoi    sentimenti 

non  la  A"""»"  '°«"'"  '    """'•   '^"rl 
,     L'  alba  vincea  V  ora    mattutina.    Che 
fujrgia  innanii  f  civè  ,  cacciava  )  .    i  r-   2. 
20    6.  Il  giunco  ,  la  gramigna  e  la  felce 
si  vincono  coli' arare  spesso  r  c^e  ,  si  e- 
slirpano).  Peir.   can..  4o  ^6.  D.   me  vi 
doglia,  e  vincaci  pielate      *   Fr.   Giord 
li?    A  modo  che  fa  il  fuoco  per  1  acqua 
ci.'   v-  h  spronala  dal  labro  ,  che    1  rin- 
fona,  e  d'a  maggior  calore,  e  vince  lUerro 
rcioi.  ammollisce)      (I  .■   2  rane.   Succh. 
nov.  82.  E  lerch'e  questo  vino    era    cosi 
grande,  e  cosi  vincea  ciascuno,  e  pero  il 
Signore  il  chiamava  Orlando  (eoe     ub- 
hriacava   ciascuno    che    d   beveva  )  .      C) 
Jlam.  Colt.  5.  114.  Purgar  conviensi.  Che 
noo  resti  una  sol.  che  '1  sen  gl'ingombre. 
Delle  barbe  crudei    e'  han  tinto  il  verno 
reioè,  che  si  son  conservale  nel  verno) . 

*    g.    IH.    I  incere  se  medesimo,  vale 
Domare  la  pivpna  passione,    o  le  pro- 
prie passioni,    noce.    nov.  96.    17.   Io  vi 
ricordo    Ite  ,  che   grandissima    glena  v    e 
aver  vinto  Manfredi,  ma  mollo  maggiore 
1   -e  vincere   se   medesimo.   "  /;  nov.  98.  7. 
I  Contrasta    in    questo    rominciamenlo    alla 
lualibidine,  e  vinci  le  medesimo  ».    .Je- 
gner.   .Mann.   Seti.   25.   I.   Il  più  beli  al- 
I  lo     il  quale  possa  mai  fare  un  uomo  so- 
1  pra  la  terra  e  ce.  1"  arrivare  a  vincere  se 
medesimo.  (C) 


*  §.  IV.  Vincert,  si  dice  anche  del 
Tenere  a  freno  le  passioni,  del  .Yen  ce- 
dere ad  esse.  Segner.  Mann,  òetl^  2S.  2. 
Chi  non  ha  vinta  la  carne,  eh  e  la  parte 
..iù  vile  di  lui  medesimo  (del  mondo)  non 
può  arrivare  a  vincere  tutto  giorno  la  vo- 
lont'a,  eh'  e  la  signorile.  (C, 

:?  S  V.  /  incer  l'  ira,  parlando  di  se 
stesso,  vale  Frenar  I'  tra  ,  Iteprtmerla  j 
parlando  d'  altri ,  vale  Placarla.  Lar. 
En  8  95.  Porgi  solennemente  aUa  gran 
Giuno  Preghiere  e  voli  ,  e  supplicando 
vinci  Dell'  inimica   Dea  1'  ira  e  1    orgo- 

*  §.  VI.  ì  incere,  si  dice  anthe  delle 
passioni  ,  che  dominano  l'  uomo  .  Petr. 
son.  196.  Vincitore  Alessandro  l'ira  vin- 
se ,    E    fel    minore    in    parie    the    Fdip 

110.  iCj 

+  *  §  VII  Vincere  1  rispetti  umani, 
tale  Vo«  turargli.  Segner.  Mann.  Lugl. 
3,  ,  Ad  operare,  come  è  debito  di  un 
Clisliano,  a  pedonare  le  ingiurie,  a  con- 
tenersi,  a  cedere,  ad  umiliarsi,  e  di  me- 
stieri vincere  spesso  di  molti  rispetti  uma- 

"'  «  S  Vili.  Vinctre.vale  anche  Per- 
suadere. Jìelc.  Vii.  Cotomb.  23l.  Enon 
valendo  le  molle  parole  e  preghi,  lo  pre- 
se 1  er  lo  braccio ,  e  tirandolo  fortemente 
non  lo  poli:  muovere  ,  uè  vincere  di  pa- 
role E  3o8.  E  vedendo ,  e  intendendo 
che  noi  polca  vincere  ,  incomincio  a  dire 
parole  non  oneste ,  ma  buone.  (Ci 

8  IX.  Vincer  la  prova  ,  vale  I  ta- 
cer la  gara,  Sgaiare.  Bocc  nov.  89.  lo. 
Tante  d'una  parte  e  d' altra  iie  gli  die. 
che  il  mulo  passo  avanli,  ^;">"L'>i°7'^ 
Uere  vinse  la  pruova.  Dani.  Inf.  8.  Non 
sbigottir ,  eh'  r  vincerò  la  piuova. 

fi  X.  Vtmere  il  partito,  0  simili. 
■ah  Ollenere  checchessia  per  purKIofa- 
notevole  de-  vOlanU  .  -^o..  ani.  i.^  1-^ 
cosi  tra  '1  si  e  '1  no  vinse  .1  partito,  che 
non  gUel  darebbe.  Cron.  Morell.  ^94.  S' 
fece  appresso  uno  squillino,  che  si  eh  a- 
Iva  U  borsa  del  93  e  chi  vinse  Jpax- 
,i,„,  e  avesse  anni  3o,  fu  messo  m  re 
borse.    E  altrove  :  Poi  feciono  consig   0  , 

misono  di  tagliarli  testa  molle  volte 
non  si  vinse  mai;  di  condannailo  per 
.empre  in  prigione  lui  e- 6g' moli,  non  s. 
vinse;  d'  avvelenarli,  questo  s.  vinse. 
Tac.  Da..  Ann.  .3.  l'O-  Giulio  Mon- 
uno  vinto  per  senatore,  venuto  alle  ma. 
ni  una  notte  col  Principe,  lo  fececaghare. 
yr  Scism.  !fi.  In  parlamento  de  tre  stai, 
si  vinse  chei  conventi  da  700  ducali  in 
qua  d-  entrata  ec.  fossero  mcamerali.  jJ^ 
lee  2J0.  Giove  per  tanlo  in  pubblica 
dieta 7vinlosi    pe' due  leni,    in  ciò    de- 

*  S  XI.  Vincer  il  pegno,  vale  }  tn- 
crc  ciò  che  s'  era  messo  scommettendo . 
Bocc.  s-  2-  «•  9  Bernabò  disse,  aver  vin- 
to il  pegno  tra  lor  messo  .  E  appresso: 
Mise  cinquemila  fiorin  d'  oro  conico  a  mJ- 
le,che  io  ec.  :  il  che  io  fea  ,  e  vinsi  d 

S  Xn.  l'incer  Itti,  qtUsttom ,  0  si- 
mili ,  vale  Aver  la  sentenzia  in  Jatore 
Lai.  alieni  cattsam  adittdicari.  Bocc.  nov. 
,  '  Tante  nuistioni  malvagiamente  vin 
céaV  a  quante  a  giurare  di  dire  .1  vero 
sopra  la  sua  fede  era  chiamalo. 

S  XIII  Vincer  danari,  o  simili,  va. 
UJcqtiistar  danari  in  giucando.  Jfocc_ 
„oi.    84.   5    L.qualiinpocodoraakuni 

danari  ,  che  egli  aveva  ,  avendoghv.-t. 
similmente  quanti  panni  'f  ^'"^J^ 
dosso  eli  vinsero.  Valnt  .  8.  00  rorse 
chrtai%reghiere  Mi  faran  dopo  co.,  gran 
dùdetta^incer  la  posta,  o  porr,  a  cava- 

""l'xiV.  In  proverb.:  Chi  vince  da 
prtma  ,    perde    da    sezzo  .   l.at.    vietar  tn 


17») 


V  l  N 


V  I  N 


principio,  postremo  t;clii.t  misere  disce- 
*'■  {''"■'''  f'-rco/.  ■jTy.  S'usa  .lirf  :  eli 
I  e  rucossoj  tratlu  per  avventura  da'giu- 
catori,  i  ijuali,  (juaadij  hanno  perduto  una 
somma  di  danari  ,  e  poi  la  rivincono  ,  si 
chiamano  riscuotersi;  il  che  avviene  spesse 
volle;  onde  nacque  il  proverbio:  chi  vin- 
ce da  prima  ,  perde  da  sezzo. 

*  S^  Xy.  Fincere,  per  Trapassare. 
Car.  En.  5.  3o3.  In  tanto  allegro,  E  del 
successo  coraggioso  e  baldo  jremmo  ratto 
s  avanza,  e  vince  il  sasso;  E  via  vogando 
ed  invocando  i  venti,  Fende  alla  china  ed 
ali  aperto  il  mare.  (MJ 

*  §.  XVI.  l  incere  per  assedio,  fate 
propriamente  f  incere  per  via  d'assedio, 
«  fignratam.  Finccrc  per  via  rf"  impor- 
tunità. SaU-in.  J  il.  n.og.  l88.  Diogene 
finalmente,  come  si  dice,  lo  vinse  per  as- 
sedio. CO  ' 

T  'r  g.  XVII.  Lasciarsi  vincere  a  una 
passione,  vale  Cedere  ad  essa,  /.asciarsi 
muovere  ,  persuadere  da  una  p„suone  . 
-  Bocc.  nov.  23  l6.  .Non  ti  lasciassi  vin- 
"■re  tanto  all'  ira  ,  che  tu  ad  alcuno  de" 
luoi  .1  dicessi  .,.  l'it.  SS.  Pad.  2.  272. 
Attediato  della  continua  molestia  che  gli 
davano  ,  lasciossi  vincere  ,  e  consenti  a 
menar  la  moglie.  (Cj  Mor.  S.  Creg.  A. 
27.  Il  sentimento  carnale  spesse  volle  si 
Liscia  vincere  al  diletto  per  le  parole  del 
nimico  serpente,  (yj 

S-  XVIll.  Vincer  della  mano,  per  si- 
milil.  tratta  dal  giuoco,  vale  Guadagna- 
re ,  o  /tpprofitlar.n  col  prevenire  .  Toc 
nav.  Ann.  1,.  i38.  Ess3  mantcrrclil.ela 
«randella  medesima  ,  e  più  sicura  se 
Claudio  che  non  si  guarda  ec.  ,  vin'ccs. 
sono  della  mano.  ìtlalm.  7.  61.  Ma  nucl 
Demonio  ,  che  va  sempre  in  ronda  ,  Gli 
sente,  e  gli  vuol  vincer  della  mano. 

§.  XIX.  ì'incer  dfl  tratto.  Lai.  <i;i. 
/«■«■/ere  .  Gr.  y&^'.;.:,v  .  Varch.  l:,-col. 
00.  yuando  alcuno  aveva  in  animo  e 
I«oco  meno  che  aperte  le  laUira  per  do. 
ver  dire  alcuna  cosa  ,  e  un  altro  la  dice 
juima  di  lui,  cotale  alto  si  chiama  fur.ir 
1.'  mosse,  o  veramente  romper  1'  uovo  in 
■occa  ec;  e  alcuni  usano,  non  tu  m'  hai 
inrato  le  mosse  ,  e  tu  me  1'  hai  lolio  di 
hocca,  ma  tu  me  l'hai  vinta  del  tratto. 

S-  XX.  Vincer  di  cortesia,  vale  Su- 
perare altrui  in  cortesia,  U.<ar  p„'i  cor- 
le.ua  di  Ini.  Sen.  Ben.  l'arci,.  5.  2.  Brulla 
co.sa  e  I  esser  vinto  di  cortesia. 

-■•■  £.  XXI.   J  incere  almi  di  fona,  vale 
■'^unerare  altrui  in  forza.  .1  ver  pil,  forza 
d.  In,.  Rem.  Fior,    l'ist.   Ovid.    1.   3   Vin- 
■  1  ornai  r  ira  tua ,  vinci  il  tuo  core  Tu 
■he  gh  altri  guerrier  di  fona  vinci.  (TCj 
§■    XXII.    Darla  vinta,  vale   Cedere,  o 
Vrnar  buono    Lai.  cedere,  herlmm  dare 
Gr     7lc/.^aj,ta^,rv    ti-».     Hcrn.     Ori     2 
H^  71.   Urandimart.'  dicea:  d.igliele  vinti 
Inpr    Boti.    ,0.  igg.  lo  ne  arci  pur  tropi 
pc   (delle  ragioni  );   „,a  perchè  io   veggo 
•he  10   non   aiei  mai  teco  ragione  alcuna, 
•■'  vo  laccrmele,  e  dartela  vini». 

j.  XXIII.  tic  vincer,  ni  pattare,  vale 
■\c,n  restar  superiore  ,  ne  del  pari  ,  ma 
"'  .*  '.""o-  '■'•■  Trin.  4.  6.  Ella  non  si 
l'Uo  vincere  ,  ni)  pallare  con  esso  seco 
/  nrch.  r.,col.  14.V  lo  „„„  „„„  ^j  ,-„. 
cerb  con  esso  voi,  ni  pattarla. 
„  A;'i'"*'-  ■'"  r;-'"''rb.  Cl.i  piLdura, 
0  Chi  la  dura  ,  la  vince  j  e  vale  ,  che 
l-a  ptrseve,an:a  supera   „gni   op,,o,iz,o- 

.11.   Onde   dice  .1  provcrhio:  ehi  più  du- 

1.1   la    vince  . 

VINCEVOLE.  Add.  A„„  a  esser  ..,„. 
'»,  /  mclM/e.  Lai.  vincil.ilis,  superahil,.,. 
<■>■  «.«.IT»?  Cuid.  C.  Conciossiacosaché 
la  sua  guardia  si.i   divina,   e  non  sia   oell' 

"' •''  l'"'"  P'".  che   possa  la   vertude 

non  vinrevole  degl'  Iddei. 


y  I  N 


VINCHETO.  Luogo  pien  d,  piante  di 
vinch,  ,  Vincaia.  Lai.  ag.r  vimmihus 
'ons.lus  Gr.  u/fi^  p{,.,,  ,.>y„„5  , 
I  '■  3.  02.  2.  E  di  questi  ancora  si  fa  ot- 
timo  vincheto. 

t  VI.NCIIIILE.  Add.  Che  si  può  vin. 
cere,  .'^uperalnle.  Lai.  vincibilis,  sapera- 
Mis.  Cr.  V1X117»;.  Maestruzz.  2  io.  5 
Ma  se  r  Ignoranza  iuris  sia  vincihile  ec  , 
allora  in  niuna  cosa  scusa  .  *  .Vegner 
l'rcd.  Pai.  Ap.  5.  ,0  .Se  l'ignoranza  vai 
esse  tanto  a  scusarci  dai  del.ili  persona- 
li, quando  e  vincihile,  come  mai  polrehhe 
accadere  ,  che  ■  maggior,  processi  forma- 
tisi dal  vangelo  contro  de' rei,  si  fondino 
quasi  lutti  su  le  omissioni?  (TCl  Salvia 
Ceor.  Uh.  3.  La  crudel  rota,  e  il  non  vin- 
cihd  sasso.  (F) 

t  VINCIBOSCO.  Lo  stesso  che  Ma- 
dreselva. Lai.  pericljmenon  Gr.  Ttec- 
''.r'",'  ,■'-'''•  ""•■  "'■'''"'■  Kc'  malori 
della  mdza  huona  è  la  semenza  del  vinci- 
bosco . 

3  VINCIDO.  Add.  Aggiunto  di  nuclle 
cose  che  per  umidità  perdono  in  buona 
parte  la  durezza  ,  come  di  castagne  sec 
che  calde  ,  e  simili  .  Lai.  mollis  .  Gr 
py.l'MOi.  Cr.  1.  12.  6.  Proccuri  di  ta- 
gliar la  (ogha  del  pioppo  ,  dell'  olmo  e 
della  quercia  ,  e  ili  riporla  per  pasto  dei 
l'Uoi  ,  non  mica  che  sia  troppo  secca  e 
asciutta,  ma  vincida.  Bicett.  Fior.  La  più 
hassa,  la  quale  l-  più  vincida  e  grinza  ce, 
la  il  contrario. 

I  „  ,T  §:  !'■  P"'  •"■""■'''■  «  Fir.  As.  i56. 
fcgli  mi  bisogna  senza  fallo  alcuno  esser 
con  questa  villana  donna  ,  la  quale  e  si 
secca  e  sì  vincida  ,  che  io  ne  tremo  ».  (n, 
.VINCIGLIO.  Legame.  Lai.  vimen.Gc. 
P^TSOi.  Bocc.  canz.  6.  4.  Dalini  legato 
dentro  a  tuoi  vincigli.  Alam.  Colt  4  84 
Qucsf  ;..  il  tempo  a  tagliar  la  canna  e  ii 
palo  ,  E  1  vincigli  sotlil  dal  lento  salcio  . 
/luon  Lane.  4.  7.  E  un  legalo  D.ii  suoi 
vincigli  vinto  dalla  pena,  AhLacchialo  ne 
va  dov    e   ne  'I  mena. 

VINCIMENTO.  //  vince,-e.  Lai.  Victo- 
ria. Gr.  vt/„.  l-r.  r.iord.  Fred.  lì.  Ispi- 
1. tua  mente  tutta  la  huona  vita  non  t  se 
non  due  modi ,  cioè  o  portamento  ,  o  vin- 
cimento  del  male  ,  o  mulliplicamento,  o 
crescimenlo  in  bene.  Coli.  },S.  Pad.  Lo 
quale  finaimcrile  non  lascia  mai  cadere 
il  suo  seguilatore  per  viucimento  di  pec- 
calo .  *■ 

VINCITA.  //  vincerej  contrario  di  Fcr- 
dittt.  Lai.  Victoria.  Gr.  vi'».; .  Tav.  Bit 
E  n  lui  giacca  la  sentenza  dell'  erediti 
della   vincita  e  della  perdila. 

*  §.  /  incita  ,  dicesi  anche  a  Quella 
i/iiantilà  di  danaro ,  0  a  IJnella  qualun- 
que altra  cosa  che  s,  è  vinta  giocan- 
do.  (A)  ' 

t  VINCITORE,  lerba/.  masc.  Che 
o  Chi  vince.  Lai.  Victor.  Gr.  v.rr.rn;  . 
Bocc.  nov.  42.  l3.  .Se  cotesto  si  potesse 
lare,  io  mi  crederci  esser  vincitore.  Cetr 
■ton.  196.  Vincitore  Alessandro  l' ira  vin- 
se,  E  fol  minore  in  j.aite  che  Fdij.po  . 
Ovid  Pist  8y.  Tu  se' vincitore  delieo, 
ne,  ed  ella  è  vincitrice  di  le. 

*  §.  I.  Per  rimitricr.  Lab.  18-. 
nt  mai  IO  tal  battaglia,  se  non  vincilo- 
re,  puose  giù  l'arme  (parla  delta  mo- 
g'u-J.  ICJ  .V.  Agost.  r.  I).  3.  2.V  Nacque 
la  «hscoidia  Ira  le  Dee,  e  Vcnus  fu  vin- 
cilore,  ed  Eleo»  fu  rapila.  (Ij  tuìdolt. 
lieti  i.lj.  Che  se  questa  ritti  .incilore 
ave  lasse  ora  qui  dinanzi  da  ,01.  m.n  po- 
liobl.  ella  in  questo  modo  parlare  1  :FP) 

'•*  %■  II.  I  incitar  di  se  medesimo,  di. 
cesi  (olili  che  .,a  .  inctr  ..e  stesso,  Ch„ 
sa  raflrennre  le  propije  passioni.  Giiicc. 
.'<tor.  30.  38.  Nelle  sue  azioni  (fu  Cle- 
mente ì  mollo  grave,  mollo  rircospello  e 
mollo  vincitore  di  se  medesimo.   (C)  \ 


VINCITRICE.  ì'erhal.femm.  Che  vtn- 
ce.  Lai.  Wc/r,x.  Gr.  ■-.«c.r^ia.  l'elr.cap. 
S.  Ivi  spiego  le  gloriose  spoglie  La  tefia 
vinc.tiice.  Lab.  126.  Lascia  il  campo  so- 
lo alla  sincitrice  donna.  ì  al.  Mass.  Per 
forza  delle  sue  vincitrici  armi  .  *  Jr 
Fur.  \i.  119.  Con  la  prima  corazaa  . 
con  a  nuova  Marfisa  in  tanto  ,  e  1'  nno 
e  I  altro  elmello.  Poi  che  si  vide  a  tutu 
dare  il  lergo.  Vincitrice  Tenia  versoi' al- 
bergo. (B) 

••?   VINCIUTO  .   /'.  A.    Add.   Vinto 
Giutt.  leu.   24.  61.   O  che  gioioso  e  .lo- 
rioso  assempro  ec.  Vincere  vinciulo  ogni 
nemico.  If)  " 

t  VINCO  .  Arliiscetlo  che  i  una  spe- 
llo di  salcio,  delle  vermene  del  quale,  ap- 
pellate pur  vinchi,  si  Janna  panieri,  e  ti. 
nuli  arnesi.  Lai.  vimen.  Gr.  o'.jifa.  Cr 
5.  62.  I.  Il  vinco  è  arbore  nolo,  U  quale 
SI  pianta  come  il  salcio,  perocché  si  giu- 
dica d  una  natura  ,  e  impero  convenien- 
lemcnle  s  innesta  in  esso.  E  di  questi  al- 
cuno  produce  verghe  nere,  alcuno  di  color 
di  gruogo  ,  e  alcuno  rosse  .  Tat .  Dav 
Ann.  4.  98.  Riempiere  i  fossi  di  fascine 
di  vinchi  ,  di  cadaveri.  ' 

3  §.    I.   Per    I  incoio  ,   Legame.  Lai. 
vincu/um.   Gr.   OS  i/no,-.    Pa/lad.    Fcòbr. 

13.  I  palmiti  non  si  vogliono  legare  ali- 
albero  con  vinco  duro.  Cr.  12.  a3.  l3 
Poi  si  leghi  con  vinco  di  salcio  ,0  d' 
olmo  . 

*  §.  II.    F  figura tam.   «   Dani.  Par. 

14.  Io  m  inoaioorasa  lauto  quinci.  Che 
nfino  a  li  non  fu  alcuna  cosa  Che  mi  le- 
gasse con  sì  dolci  vinci  ».  (Cj 

'f   VINCOLAIIE.    Term.  de'  I egal, 
Strigner  con   vincoli.  Legare,   Obbligare 
per   palli  ,  o  condizioni  apposte  giuridi- 
camente. Lai.  conditionts  iniuiigere.   Gr 
u'juSajtij  iTTiTiSj'vac. 

*  VINCOLATO  Add.  da  /Wo/arr. 
//  Vocahot.  alla  ì  .  IMBRATTATO  e 
1".  (Al  •   ^ 

t  -^  S-  .f  ptr  Annesso.  Segaer.  Parr 
inslr.  6  2.  Tale  istruzione  e  vincolata 
al  carico  di  Curalo  si  streltamenle  ,  che 
non  V  e  braccio  umano  pari  a  slrappar- 
nela.  (l  j  '^' 

VINCOLO  .  Legame  .  Lai.  vinculum  . 
Gr.   o-.zpio^. 

t  §•  Ber  melaf.  Cavale.  Fruii.  Itag. 
La  prima  si  e  considerare  di  quanU  o 
quali  sincoli  Dio  V  ha  la,crato  ,  che  net 
fcrio  gravi  troppo  e  sili  son  questi  vin- 
coli  e  legami,  che  legano  il  peccatore  .V 
Gio  Crisosl.  38.  lo  desidero  d'  essere 
scollo  .lai  vincolo  del  corpo  ,  e  d'  esser 
con  Cristo.  Dani.  Inf.  n.  Questo  modo 
•Il  lelro  par  eh'  uccida  Pur  lo  vincol  d' 
amor  .  che  fa  nalura.  Fir.  As.  3oo  Fi- 
nalmenle  un  di  loro  ,  lascialo  andare  il 
nspello  del  fratemo  vincolo  dall'  un  de' 
lati  ,  disse  all' altro   ec. 

VINDICE.  /-.  /..  Che  vendica.  Lai 
""'''■•'•  '^'  ripofOi.  Ar.  Pur.  27.  -- 
Che  le  lo  difend'  io  tanto  che  'n  mano 
Questa  vindice  mia  spada  sostegno.  Guar 
pasi./id  5.  4.  Vindice  Dea.  che  la  pri.' 
vaia  rolpa  Con  l.ublico  Ba.ello  in  noi  pu- 
mici .  "^ 

VINELLO  ^C(/Ma  passata  ptr  te  v,. 
narce.  Cecch.  Esali.  Cr.4.  ,,.  Om.  che 
Mara  sulla  vendemmia  .  lo  farò  un  oipo- 
lino  in  sul  vinello  .  /;  appresso  .■  Il  ri- 
nello  ec.  Venderono  per  .in,  mesco!.. 
follo  ,  ec. 

*  VINETICO.  Add.  rinato  Fnu,c. 
iacch.  Op.  div.  g^.  Giacinto  t  di  du. 
■"lori,  e  sono  due  in  qualìli,  rioi  rioe- 
Ilei,  e  citrini.  (•) 

VINETTINO  llim.d,  lineilo  «f  Pro, 
lior.  Aalvin.  Leti  4.  2  «62  Olire  al  non 
ess.re  sonellone,  non  sarebbe  po.o,  se  tra 
cotesti    acutissimi   Fiorentini  spiriti   giù- 


V  1  N 


V  l  S 


V  I  N 


ijaS 


sDcsse  .  potcrM  chiamar  soncUmo  j  come 
f  quaUb/.inucolo  .i  suol  diro  per  fargli 
fiivorc  :  liuon  vinollino.  (C) 

vl^ETTO.  r.«o  <ii  V"  "'"":  ''"' 

,a  fumo  ,  ..a  gro-Joso.  a.  Ma,,.  Irranz 
,J.b..rl.  3.  94.  Non  vuol  =,e  non  V- 
vandc  .ielirale,  Cerli  vmctli  a»uU  m  bar- 
b.pa.ia.  Che  'n  disparte  si  serl.an  per  la 

"'*VIX1FER0.  Adii.  Che  produce  vi- 
no Jnsmll.  Mclan,.  6.  5.  Lasciaro  spesso 
il  monic  di  T.molo  Con  le  piante   vn.re- 

re  liee.  (Il)  ,  ,,,      .,  ,  ■ 

+  VINO.    Liqtiort  tratto  dall    uve  yi- 

JteosprenJe,  che  ha   l.ollUo  .  e  che 

Gr.  or-,oi  .   noce,  no:  60.   18.  Poco  |  m 
l-a  trovai  gente  cbe  portavano  .1  pan  nelle 
ma»e,  e  M  vin  nelle  sacca.  I:  no.:  ■^g.  ib. 
Li    quali  sentendogli   boniss.m.   »'■>■".. 
gli  tenevano  assai  di  presso,   t  no:  8».  0. 
Vi    piaccia    d-  arrubinargli    socslo    Basco 
del  vostro  buon  vin  vcimiglio.  tr.  i).  M. 
I.  Quando  si  tr..mula  il  vino  a  luna  pie- 
na, diventa   aceto,    E  cnp.  A^.   I.   Fo.che 
il  vin  bianco  di  sua  vendemmia  ,u  aKun 
vaso    avrai    tramutalo  ,  e  per    un   di  sarà 
riposato,  mettilo  nel  (ino  ,  del  quale   lu 
tratto  il  vin   nero.    !■    ca,,.    48.  I.  Il  vino  , 
secondo  Isae,  da  buon   nutrimento,  e  rende 
santi  al  corpo  .    /Cr.    son.    lo5.  Di  vin 
serva,  di  letti  e  di  >ivande.  Dnnt.  I  ar. 
IO.   Oual  ti  negasse  il  vin    della  sua  fia. 
la.  Amm.   Ant.   2^  4-  9-  Vino  e  gioven- 
iute  è  doppio  incendio  di  lussuria.  Amct. 
JO.  Sopra  Falerno,  coperto  di  vigne  por- 
tanti   vmo    ollimissimo  .    Fior.    I  ir,.  A. 
M    II  vino  e  le  femmine   fanno   immat- 
ure >  savii  .   lied.    Oss.  nn.    5g.   Tanto  e 
veramente  vino  il  vino  vermiglio,  quanto 
il  bianc.  ,  il  doralo  ,  ed   il  meno  colore. 
E  Ditir    17     Cbe  >ino  i;  quel  cola,  Che 
ha  quel  color  dori;»  *  Forlig.  Bice.  aS. 
62.  Di  villi  non   vi  parlo  ;  v'  eran  tulli  : 
Dolci,  abboccati,  lond.irelli,  e  asciutti    (f) 
§.   1.    Fino  vergine,  .fi  dice   tjuello  ihe 
nel  lino  non  hn  nvulo  la  sua  perjezione. 
Soder.   Colt.  72.   E  ben  veto  ,  che  quan- 
do il  vino    si    tramuta    vergine  ,    mentre 
ancor  bolle,  e  non  è  ben  chiaro,  o  fatto, 
non    ricche   danno.  £  75-  E  quando  lu 
pensi  che  egli  abbia  bollito,  e  sia  presso 
che  chiaro  ,  e  lu  1'  imbotta  cosi  vergine , 
affinchè  neUa  bolle  egli  si  risenta  un  po- 
chetlo,  e  v  grilli  qualche  di,  che  questo 
stabilirà  U  vino,  e  lo  farà  scarico  di  co- 
lore .  F  78.    Poi  quando  ella   non    getta 
più  (la  botte),  riempila  di  vin  tergine. 
E  105    Si  dee   ec.   avvertire  di  ec.  tarlo 
ammostare  co' pugni  della  mano,  per  non 
cavare  il  grasso  dell'  uve ,  e  cosi  vergine 
imbottarlo   ce.  ;  e  volendo    che    abbia  un 
po'  di  colore  il  vino  sopraddetto,  lascialo 
slare  un  dì  in  sulla  vinaccia. 

§.  II.  Diciamo  in  maniera  proterh. 
Domandar  I'  oste  ,  s'  egli  ha  bnon  i  i/10  j 
e  vale  Domandar  cosa  ,  che  tu  .tappi  di 
cerio  che  'l  domandalo  risponderà  a  fa- 
vor suo  ,  quantunque  e'  non  sia  per  dir 
vero  .  Varch.  Frcol.  168.  Avevano  ra- 
gione, o  torto?  V.  Questo  è  un  diman- 
dar r  oste  ,  s'  egli  ha  buon  vino  . 

*  g.  III.  Fino,  per  Uva,  dello  per  me- 
lommia.  Med.  Arb.  Cr.  3o.  Premetlegli 
il  dolce  sangue  di  sopra,  come  si  preme 
il  vino  nel  palmento.  E  i!\.  Si  come  co- 
loro ,  che  pigiano  ,  e  priemano  ,  e  lor- 
eono  i  botri  del  vino  nel  palmento.  (C) 

§.  IV.  Il  buon  vino  fa  buon  sangue; 
proverb.  che  vale,  che  II  buon  vino  gio- 
va alla  salute,  lied.  Annoi.  Ditir.  5.  In 
Toscana  sogliamo  dir  per  proverbio  :  d 
buon  vino  fa  buon  5.iogue. 

§.  V.  ;'i/io  amaro,  tienlo  caro;  pro- 
veri,,  che  vale  ,  che  II  vino  che  non  e 
dolce,  e  sempre  di  miglior  qualità.  Bed. 


Annoi.  Ditir.  18.  Ma  noi  abbiamo  in 
Toscana  un   dettato  :    vino    amaro   tienlo 

"  %'  %  VI.  Fino  di  leggiadra  schiena  , 
dicesi  a  Vino  alquanto  gafliardctto  e  ga- 
lante, a  Fino  di  qualche  peso.  Lasc.  rini. 
2  74.  Il  verno  ben  voiTebbeaver  la  %e- 
na  !  O  veramente  esser  piccante  almanco, 
E  saporoso  e  di  leggiadra  schiena,  ftj 

*  §  VII.  lin  da  famiglia,  vale  li- 
no di  poco  pregio.  Bocc.  g.  6.  n.  2.  Che 
questo  non  sia  vin  da  famiglia,  vel  volli 
stamani  raccordare,  f  A.) 

S  Vili.  6'niarr,  o  /rorre  <i/lMii  "' '■1- 
no'dalla  testa,  dicesi  del  B.durlo  alla  co- 
gnizione  del  suo  dovere,  turbatagli  Jor.tc 
dal  soverchio  vino.  Cecch.  .l.'of,'/.  4-  >'• 
Che  tu  non  metta  d  mio  zw  in  baiate,  Clic 
forse  forse  un  legno  ti  potrebbe  Trarre  il 
vin  della  testa. 

S  IX.  Al  buon  vino  non  bisogna  Jra- 
,ca';  proverb.  che  vale.  Che  'I  buono  si 
fa  conoscer  per  se  medesimo  ,  e  non  ha 
bisogno  d-  allettamento  ,  o  di  conirasse- 
j„o  Lai.  vino  vendibili  su.<pensa  liacde- 
'rn  nihii  opus.   Ved.  Flos.  211. 

*  §.  X  Proverb.  Fav.  F.sop.  T.  Bice. 
l5.  .Smista  di  grande  uomo,  e  vino  di  6a. 
...co  la  mattina  è  buono  e  la  sera  e  gua- 
sto. (Ci  ,      j.  . 

+  8.  XI.  l'ino,  per  simili!.,  diciamo 
a  Liquore  tratto  da  melagrane  ,  mele  , 
vi.<ciole,  e  .umili.  M-  Aldobr.  Il  sidro, 
,he  i;  vino  di  mele,  se  e  fallo  quando  le 
mele  son  mature  ,  si  è  caldo  e  umido  . 
l'altad.  Apr.  9.  A  fare  il  vino  violalo  , 
cinque   libbre    di    viole  ,  e  senza  rugiada 

§.    XII.    Dare  il  vino.    V.    DARE   IL 

VliSO  .  ,  ^       7       ,- 

§.   XIII.   Indire  il  vino  a  fiaschi.  I  ■ 

FIACCO,  g    111. 

*  §.  XIV.  U.KÌre  il  vino  del  capo, 
vale  Cessare  l'  iibbrinchezza.  Bocc.  g.y. 
n.  6.  Calandrino,  essendogli  il  vino  uscito 
del  capo,  si  levò  la  mattina.   (V) 

:S  §.  XV.  Fino  sinico  ,  si  dice  dai 
Medici  il  1  ino  non  dolce,  ne  abhoccaio . 
.Salvia.  Buon.   Fier.  (A) 

VINOLENTISSIMO.  Superi,  di  1  mo- 
lento.  Ir.  Oiord.  Fred.  B.  Di  uomo  vi- 
nolenli.«imo,  cbe  era,  si  ridusse  ad  una 
totale  astinenza  dal  vino. 

VINOLENTO  .  r.  A.  Add.  Bevitore 
soverchio,  Amalor  del  vino.  Lai.  viiiolen- 
Ins.  (ir.  oi'vnfo';.  Maeslruzs.  1.  12.  Con- 
viensi  che  '1  Vescovo  sia  inreprensibile, 
sobrio  .  non  vinolento  ,  pruderne  ,  ec. 

J-  VINOLENZA,  e  VINOLENZIA.  A. 
L.'ll  soverchio  ben:  Lai.  vinolentia.  Gr. 
«=■=;.,  .  Oli  Com.  l'nrg.  23.  438.  Sog- 
giu"ne.  cbe  in  questa  fame  e  sete  s  e- 
menda  ciò  che  si  peccòe  in  saluritade  e 
vinolenza.  ìlacttruzz.  2.  12.  4.  La  vino-  ^ 
lenzia  toglie  la  mondizia  ,  e  incita  la  h-  1 
bidioe  . 

•f  *  VINOMELE.  Mele  ridotto  come 
ad  U.10  di  vino.  Salvin.  Odiss.  II.  33. 
E  intorno  libamenti  ne  libammo  A  tulli  i 
morti,  piia  vinomele,  E  poi  con  dolce  vin 

•+  *  VINOSITA  .  Vizio  di  chi  e  de- 
dito al  vino.  Uden.  Ms .  5.  Sg.  Quivi 
si    tassa    di   vinosit'a    eziandio    Anacreon- 

le.   (A)  _ 

VINOSO.  Susi.  Sorla  di  vitigno  .òo- 
der.  Coli.  121.  Il  vinoso  ne' racimoli  so- 
miglia il  ciregiuolo  alla  lunghezza  e  gros- 
sezza .  ., 

VINOSO.  Add.  Aggiunto  dell  uva. 
Che  ha  in  .té  mo/<o  vino.  Lai.  vinosns  . 
Gr.  oivr.po'?.  Cr.  l^.  l\.  2.  Oltre  modo  l 
rami  empie,  e  1'  uva  sua  è  molto  vinosa. 
Enum.  JO.  Ed  e  un'altra  spezie  d  uva 
nera  ec,  la  quale  <:  dilettevole  a  manica- 
re,  ed  è  maravigliosamente  vinosa. 


=!.  I.  l'inoso,  vale  anche   Di  ii«e,  jip 
parlenente  a  vino  .    l'ieno    di    vino  .  Lai 


vinouis.  Gr.  Tis/foivo;.  Alam.  Colt.  3. 
60  Lodi  cantando  Lieto  al  vinoso  Dio, 
.ovresso  ascenda,  lied.  Ditir.  26.  E  nell.. 
grande  inondazion  vinosa  Si  tuBi. 

•  j.  :;:  s.  II.  I'inc.10,  vale  ancora  Che 
Itene  del  sapore  del  vino.  Fini.  yidr.  Op.^ 
mor.  4.  101.  L'  ulivo  produce  prima  1 
amaro  e  la  vite  1'  agro  ;  poi  Iramulatosi 
quello  diventa  olioso,  e  questo  vinoso.  (C) 
Ross.  Svet.  I  it.  Aug.  Una  fella  di  co- 
comero ec,  o  qualche  pome  fresco,  ovvcr 
secco  che  fussc  sugoso  e  vinoso.  (FP; 

•t*  *•'  §■  !*'■  Vinoso,  per  Pedtio  al  vi- 
no ,  Viziosamente  vago  del  vino  .  Buon. 
Fier.  2.  1.  2.  Il  sonuo  amico  agli  ebeti, 
ai  vinosi.  Fumosi,  e  ben  pasciuti  e  lonzi, 
ec.  (qui  inforza  di  sust.J.  (A) 

VINTA  /  .  A.  Vittoria.  Lai.  Victo- 
ria. r,r.  vizrl.  Frane.  Barb.  63.  I.  On- 
de tu  disconforli  Li  tuoi  iiimici  ,  eh'  e 
parte  di  vinta.  Cuill.  lelt.  21.  Noumeno 
eonta  saggio  viltorevile  vinta  m  tribula- 
zione  vincere,  che  "n  batlagha. 

VINTO  .  Add.  da  I  incere  .  Lat.  vir- 
l„s  suprratus.  Gr.  vizy.ìe.';.  Hocc.  nov 
10  3l  lo,  vinto  dall'  iia  di  quella  per- 
dita di  quei  danari  ec.  ,  la  feci  ad  un 
mio  famigliare  uccidere.  K  nov.  p8.  II. 
Della  mia  virtù  mi  sia  convenuto  lar 
pruova  ,  e  quella  con  grandissima  vergo- 
gna di  me  tri.ovi  vinla  .  ranl.  far.  Cf. 
Che,  vinta  mia  ••irti),  diedi  le  rem.-.-  /  il- 
SS.  Pad.  2.  190.  Innamorossi  di  lei  e 
vinto  di  questo  malo  amore  d.m.indolla  al 
padre  per  moglie  .  E  2.  374.  Vedendosi 
lo  demonio  vinto  della  prima  questione  , 
si  levò  anche  lo  capo,  e  disse,  (l') 

S  I.  J'inlo  ,  per  Persna.to  ,  Mosso  . 
Folto  a  compiacere .  Bocc.  aov.  8^.  .^. 
Tanti  prieghi  sopraggiugnendo  ,  Che  1 
Angiulieri,  come  vinto,  disse  che  era  con- 
tento  .  F  nov.  99.  l3.  Il  Saladino  e  . 
compagni  vinti  smontarono. 

f  §  §  II  Bimnner  vinto  d  alcuna 
eo.i^.  vale  Es.<erne  persuaso.  Persuader- 
sene .  Frane.  Sacch.  nov.  l63.  Ldendo 
laute  ragioni  il  indice  ,  e  da  ogm  parie 
essendo  quasi  gabbatore,  rimase  vinto  di 
questa  cosa.  (V) 

P  HI  Vinto  ,  per  Indebolito  ,  .Spo.<- 
,ato  Lat.  debilitalus.  Gr.  a'càEV/!?.  Bocc. 
nov.  43.  8.  Ver  lo  lungo  digiuno  era  si 
vinto,  che  più  avanti  non  poteva.  /•.  nov. 
77.  33.  Le  fuggì  r  animo,  e  vinta  cadde 
sopra  il  battuto  della  torre.  E  imm.  bJ. 
Vedendo  la  donna  sua  ec.  tutta  vinta, 
tutta  spunta  ,  e  giacere  in  ler,^  ignuda 
ec,  cominciò  a  piangere  Vani.  Inf  :>_ 
E  che  geni'  è,  che  par  nel  duol  si  vin  la? 
*  r.ui?c.  Star.  2.  21.  Vinto  (il  rome, 
lice)  dalla  sete  e  dai  caldi  smisurati  che 
erano,  dimandò  gli  fosse  dalo  da  be- 
re.   (B)  .        ,        j, 

"  S  IV  Per  Legato  ,  Avvinto.  Ji' . 
Far.  34.  17.  '"  L'dia  venne,  ed' un 
laccio  più  forte  Vinto  restò  poi  che  ve- 
duta m'  ebbe-  (FPj  . 
e  V.  Darla  vinta  ,  0  per  vinta  ad  al- 
cuno, vale  Concorrere  nel  suo  sentimen- 
to. Lat.  cedere,  concedere.  Gr.  ..«siv  Tivj. 
Frane.  Sacch.  nov.  67.  Strignendos.  nel- 
le  spalle  disse  :  io  le  la  do  per  vinla.  L 
„o^.  I5l.  Or  mi  di',  quanti  scaglioni  ha 
ellal  dice  i!  Pisano:  Io  te  la  do  per  vin- 
ta. Bern.  Ori.  2.  8.  5l.  Brandimarle  di- 
rea  :  dacliele  vinta.                                     . 

\\l':  Darle  vinte,  vate  Adulare,  An- 
dare a;  versi.   Lai.  genio  indulgere.   Or. 

i  VII.  Darsi  vinto,  o  per  vinto  vale 
Arrendersi,  confessandosi  vinto.  Aegner 
Predtli^^.  E  che  sar'a  m.iil  Non  verrà 
r^nque'mai  di,  cbe  ci  diamo  per  vinti T 
7  E  Fred.   Pai.  Ap.  4-  9'   Tanto  1  e- 


IJ26 


V  J  N 


keinjùo  vai  fiiù  de*  prodigii  stessi  a  soj^- 
giugare  ec.  a  Diu  la  niptloiina  voluolà  , 
«ir  e  r  ultima  a  JjfsÌ  per   vipta.   (TC) 

§.  Vili.  /  intOj  in  Jorza  di  snst.  ,  per 
finta,  littoria.  <ì.  /'.  11.  76.  4-  Lo 
t>nnì]ioten(c  Iddiu  Saliaot  d*a  viuto  e  per- 
<lu(u  a  cui  y}i  piace;  ,  sccuailu  i  menti  e 
i  peccali.  •:•  IC  11.  2.  l4-  Io  sono  lo  Id- 
dio Saliaolhi  cioè  a  dire  in  latino  lu  Id- 
dio dell'  oste  e  delle  battaglie,  e  do  violo 
e  perduto  a  cui  mi  piace  (così  nella  nota 
4Ì57.  Cuitl.  LettJ.  (f  J 
VLNLXCIO.  /  mo  thhole. 
A'  ViNUCOLO.  f  inetlino.  Vino  di  poco 
*;ìlore.  Pros.  Fior.  Salvia,  leti.  ^.  2.  262. 
Oltre  al  non  essere  sondlone,  non  sarelj* 
Ijc  poco  se  tra  roteili  acutissimi  fioreiiliai 
spirili  ^iugiiei&e  a  potersi  chiamare  sonet- 
lino;  come  a  qualclie  vioucolo  si  suol  dire 
per  fargli  favore:  buon  vioclliao.   {Cj 

VIOLA  .  r'iorc  noto  di  varie  sorte  e 
rolori  ,  Lai.  viola  ,  leucoion  caryophylli 
odóre.  Da/il.  Pitrg.  32.  Men  che  di  rose 
(!  più  che  di  viole  dolore  ai>reado,  s*  iu* 
novo  la  piauta.  /'elr.  canz.  28.  .ì.  In  ra- 
mo fronde,  ovvcr  viole  in  icrra  Mirando 
alla  ìlagion  che  *1  freddo  perde.  Jl  son. 
129.  Amoroselte  e  pallide  viole,  fieni. 
i)rl.  a.  11.  20.  £  tanto  avTÌWippò  fra- 
sche e  viole  ,  Come  colei  eh'  a  fraiche^;- 
j^iarc  er'  usa,  CI»'  all'  crror  suo  trovò  pure 
una  scu>a  (qui  figuriitiiin.  e  vale  ciance). 
Iticett.  Fior.  78.  Questo  medesimo  si  fa 
delle    viole  gialle. 

§.  J'iola  mammola.  Spezie  d'erba  no- 
ta, ed  anche  ti  suo  fiore.  Lai.  viola  mar- 
tia.  Lift,  ctir  maiali.  Quantlo  comincia- 
no ft  Goriic  le  viole  mammolf.  /■'*/•.  Dial. 
l'eli,  donn.  ^08-  Usaronsi  ancora  )e  viole 
mammole  per  quel  poco  del  tempo  che 
elle  duravano  ec,  e  furon  chiamate  vio- 
le mammole,  (]uasi  volessero  dire  fiori  da 
mammole.  lied,  /innot.  Dilir .  Il(j.  Di 
<]ui  ebbe  elimolojjia  il  nome  delle  viole 
mammole.  /:  Cons.  i.  33.  Nel  quale  ('/to- 
do  J  sicno  liollili  fiori  dì  Voragine  ,  o  di 
viole  mammole.  Lor.  Med.  rint.  5|.  Que- 
sta .<ol  credo,  o  mammole  \iole.  Clic  da 
Datura  destinale  siete  Per  riscaldarvi  a* 
raggi  del  mio  sole. 

VIOLA.  Strumento  musicale  di  corde, 
the  si  suona  coli*  arco,  e  ne  sono  di  più 
firandesze  ,  e  di  luouo  più  ai  uto  e  più 
Urave  ,  e  dal  modo  di  sonarle  si  dicono 
f'iolc  a  gamba  ,  e  1  iole  a  braido  .  Lai. 
lira  ,  pandura  liej  acftorda  ,  Don  .  Gr. 
y^i'n^ .  Fior.  S.  Frane.  Il3.  Aveva  una 
^  iola  nella  mano  sinistra,  e  Io  archclto 
nella  mano  destra.  Fir.  jis.  Q.\l.  Un  certo 
giovane,  il  quale,  stmando  ima  sua  viola, 
accompagnava  alcun  di  loro,  «he  cantala 
io  hanca,  er.  Multn.  y.  88  IC  però,  pri- 
mach^  a  viola  a  f;am1>a  Dita  fu^a  mi  suo- 
Ilio  di  concerto,  A  lasa  l'igolon  Mtgl*  ire 
a  gamha  (i/ni  per  itrhrrzo,  a  vale  Dare 
ti  ffamlte}. 

§.  Fiala  d'  Amoix,  Sorta  di  viola  si- 
mile al  Fiutino,  ma  più  profta  di  corpo, 
'f  #  VIOLABILL.  Jdd.  Soggetto  a 
I  iolazióne,  Che  può  cs.ter  violato.  Sprr. 
Orai.  png.  ili  i  Fenetia  |5()6)  Ad  ora 
Rd  Ola  DuH'allra  cosa  allendevano,  che  di 
rftsrr  corse  a  furore,  e  falle  preda  di 
quelli,  cui  tuppvano  csioro  in  odio  la  fe- 
de loro  non  vìnlahilc  (^) 

't  VIOUCKA.  Spelte  di  erl»a  ,  così 
detta  dal  CrcscenMio ,  perchè  1  fiori  di 
essa  Itanno  il  color  violaceo.  Lut.  *viola- 
ria.  Cr.  9.  33.  1.  Si  sollecili  qn.inlo  può, 
(Jic  *l  corpo  del  ravallo  »i  mntlifirhi,  e  >t 
faccia  docoxione  dell*  erUa  %  iolarra,  e  pa< 
rielaria,  e  di  mulvii,  o  di  rruica  d'urto, 
•f  *  VIOLACKO.  Add.  Di  color  d, 
viola,  l'iolalo.  Salvia.  (^Pp.  /V.*r.  .'>. 
406.  N«  del  mar  violaceo  le  \ic.  Nò  la 
victoa  la  ican%ar  tcìa^ura.  E  Odiu,  Bran 


V  I  0 

pecore  ee.  di  follo  vello,  e  belle,  e  gran- 
di, aldiienti  violacea  lana.  (A) 

'^'  VIOLAIO.  Luogo  piantato  di  viole. 
Salvia.  Ceorg.  Iib.  ^.  E  ì  violai  bevano 
irri;-uo  fonte.  (  F^ 

VIOLAMENTO.  //  violare,  l'iolaaio- 
ne.  I.al.  violatio.  <ir.  /*o).U7/x5  ; .  Lnsc. 
Parcnt.  I\.  J.  Per  dio  ventura  esserli 
violala  da  un  cooladinello  una  tua  legìl- 
tima  figlinola?  /'.  Gran  violamento l  ei 
sono  fanciulli  :  che  possono  eglino  mai 
fare? 

u-  %.  l'er  Trasgressione.  Segner.  Fred. 
Pai.  ,1p.  5.  8.  Le  omissioni  non  sono 
violamento  di  prerelli  negativi,  come  le 
trasgressioni;  sono  violamento  di  afferma- 
tivi.   iTCf 

f  VIULAIIE.  Totre  per  forza  la  ver- 
ginità, 0  la  pudicizia  d'  una  fanciulla. 
Sverginare  .  Lai  violar^- ,  corrumpere  , 
polltiere  Gr.  ^layàgc'^ttv  .  tUi.  Com. 
ìnf.  l5.  283  L'unii  {si  è)  di  violar  la 
femmina  che  è  in  potestà  del  padr*.  Alam. 
Gir.  l4-  l6^.  Che  violar  la  vogliono  ,  e 
far  tanto,  Lb'  crede  sia  di  sempiterno 
pianto. 

5  §.  i.  Per  Corrompere,  Contamina- 
re. Lai.  violare,  polluere.  Cr,  p.o'Ajvnj. 
Filoc.  I.  9.  Moftlrando  loro,  come  vene- 
reamente le  loro  malrimoniali  letta  j\ea 
violale,  t  tamm.  ^.  aS.  l'iima  nelle  brac- 
cia m'avesti,  e  quasi  la  mia  pudicizia 
violata,  che  io  fossi  dal  sonno  inleranien- 
le  sviluppala. 

v  §11.  Talora  vale  Offendere,  Far 
contro.  «  Pocc.  /joc.  98.  12.  Io  di  le  a  le 
medesimo  mi  dorrei,  siccome  d'  uomo  il 
quale  hai  la  uoslra  amicizia  violala.  E 
Lett.  l'in.  Pass.  28S.  La  sua  fama,  le 
sue  opere  con  ingcgno>o  soprannome  s' 
ingegna  di  violare,  o  di  macchiare.  Vit- 
laui.  2.  23.  Violando  la  pace  eh'  avicn 
lalta  "  .  (Cy  l'-uicc.  Stor.  II.  223.  I-D- 
trarono  poi  nel  marchesato  di  Monfcrralo, 
e  nel  Piemonte  ec.  dove  parie  predando, 
parte  componendo  i  miseri  popoli  (  ma 
asieneudosi  da  violare  la  sita  e  1'  onore), 
lerero   blandissimi   guadagni.    (I.) 

VIOLATO.  Jdd.  da  l'iolaj  Di  Color 
di  viole.  Paonazzo  .  Lai.  violaceus  .  Gr. 
ion.$t'^.  Filoc.  4-  20i^.  I  suoi  compagni 
e  servidori  tulli  di  violale  vesti  vestili  . 
Amet.  47"  Co'  ritoiidi  cocomeri  ,  rolli 
scropu'osi  cedrinoli,  e  pctroociani  violali. 
HeJ.  Ins.  16.  Nacquero  in  capo  a  12 
giorni  alcuni  mosconi  turchini,  ed  alcuni 
altri  %ìol.tlÌ. 

g.  J'iolalo,  per  Estratto  da  viofr .  o 
Fallo  con  infusione  di  fide  -  J'allnd. 
Apr.  9.  A  fare  vino  violalo  cin(|ue  lib- 
bre di  \iole  nelle,  t-  santa  rufciada  colle. 
Cr.  3.  l().  5.  Quando  1*  arai  cotto  f/'or- 
so  ,  soprapponi  mele  \iolalo.  /'.'  6.  l3o< 
I.  L'  olio  violalo  »i  U  in  quella  manie* 
ra,  rioi'  rlie  ki  jireodooo  le  vivole.  r  si 
cuocoiio  in  olio,  e  la  colatura  sar'a  olio 
violato  Lih.  ciir.  maiali.  Se  procede  (il 
singhiozzo  )  per  evacuamento  ,  sia  dato 
sciroppo  rosato  e  violato  con  acqua  fred- 
da. Tes.  Pov.  I'.  .V.  tap.  6.  Contro  al 
non  tloimiie  fa  si>|>po>la  d  tippio  ed  olio 
violali»  :  è  buon  rimedio  Item  :  oppio  . 
mandragora  ec.  Iril.»  e  confi-lla  ct-n  succo 
di  morella  e  di  iu»quiam«>,  ed  olio  viola- 
lo, e«l  uiifti  la  fronte.  Hed.  Cons.  l-  33. 
Si  serva  ancora  dr' fiuti i  del  ti'l>esl<  n 
colli  in  brodo,  e  raddolciti  con  giuli-bbo 
violalo   solutivo. 

VIOLATO  Add.  da  ì  lolare.  Jìem''. 
Stor.  3.  37  .Nelle  qua'  navi  erano  molle 
donne  piigioni,  v  alquanle  monache  sa- 
crate rapite  Aà^  loto  iiionastcrii  in  (-air- 
ta,   e    viidatr. 

f  §.  I.  Per  melaf  vale  CoMl.imi'iai<^, 
Corrotto.  Lai.  corruplus  ,  pollutus  .  (ir. 
pl«9^M'^  Srrd.  Slot.  I.  Ì\     Scrisse    al 


V  i  0 

Zamorioo  ec. ,  querelandosi  acerbarocole 
del  violato  ospizio.  Buon,  Fter.  3.  3.  13. 
E  chi  alle  leggi  Sta  sottoposto  ,  condeo- 
oato  a  torto,  b't  daole,  e  quelle  pìangOD 
violate. 

■f  S-  U.  Pf''  Ingiuriato  .  V  Tit.  Liv. 
Dee  l.  2.  cap.  17.  Conciofustecosacb* 
quello  stesse  tutto  tacito,  ed  atesse  io- 
torno  a  se  una  compagnia  di  giovani  per 
temenza  di  non  essere  violato.  ^.V^ 

t  «  §  III.  Per  Offeso,  Leto  Segner 
Mann.  Die.  23.  4-  ^k'^  ^i  registra  tosto 
Ira  i  ribelli  suoi  piii  esecrandi,  quali  so* 
00  i  rei  di  violala  macst'a.  (I  j 

I  VIOLATORE.  ì  erbai,  masc.  Che, 
o  Chi  viola.  Lai.  violator,  corruptor.  Or 
fÌJOptJi.  ^'  I  it.  S.  Domini.  282.  Poi  dor- 
mendo il  suo  violatore  l'uccise,  e  poi 
con  allegi eiza  uccise  se,  non  vogliendo 
vivere  dopo  la  peiduta  virginilade.   (l'J 

§.  Per  melaf.  l  Ite  fa  ingiuria,  e  vÌo- 
lenza.  Maestruzz.  3.  5-  Cinque  sodo  i 
C4si  riservati  di  comueludioe  approvata. 
Il  primo  r  omicidio  volontario  ,  secondo 
falsarii  ,  e  il  terzo  i  violatori  della  libci- 
là  della  Chiesa.  E  2.  5i.  il  gmdice  vio- 
latore di  questa  costiluiiune  e  sospeso 
per  uo  mese  dall'  enlramenlo  della  chie- 
sa e  dagli  ufBci  divini.  lìtit.  Furg.6.  l. 
Mandaro  ambaìciadoii  a' Homani,  doman- 
dando li  Fabii,  che  erano  siati  violatori 
della  ragione. 

*t  ^  VIOLATORE.  Susi.  Sonatore 
di  viola.  ì'oce  fuori  d*  uso.  Sen.  Piti. 
Ivi  con  sommo  studio  si  giudica  chi  è 
buono  violatore,  e  chi  beo  sa  sampogoa- 
re,  e  chi  ha  bona  Locc.  (F) 

VIOLATRICE.    Femm.   di   Violatóre 
Lai.  violans.  Gr.  jSta^oasa.  Fr.  Giord. 
Pred.   P.    Governando  con  forta  violatri- 
ce di  Ogni  liberta.     Tac.    Vav.    Ann.    |. 

15.  Percbi;  tenere  il  piccol  figliuolo  e  la 
moglie  gravida  tra  quelle  furie  di  ogni 
ragione  violatrici  7 

3  VIOLAZIONE.  //  violare.  Lat.  fio- 
latto.   Gr.  ^t.vcfici  .    Maeslruu.  3.  3o- 

2.  Sacrilegio  è  una  violazione  della  cosa 
sagrata . 

5?  §.  Per  Trasgressione.   »*  Cuicc.  Stor. 

16.  63i.  Riprendendosi  la  violaùonc  del- 
la fede  degli  altri  capitani,  liheralo  Sua 
res,  ec.  ».  (C) 

*  VIOLENTAMENTO  //  violentare. 
Sforzamento.  Lai.  coaitio.  Gr.  ^la?^)'^. 
;/    locabol.   alta   voce   SCO.MyURO.   (•) 

t  #  VIOLKNTANTK  .  Che  violenta. 
Che  usa  violenza.  Segr  Fior.  Disc.  Ma 
quando  il  violentalo  era  più  forte  del  vio- 
lentante, si  poteva  dubitare  che  ogni  gior- 
no quella  violenta  cessasse  (tfiii  in  fotta 
di  sust.J.   (A) 

VIOLE.NTARE.  Fai  forsm  im  maniera 
che  e'  sta  impossibile  resistervi,  Sifrrsa- 
re.  Lai.  vini  inferrt.  Cr.  i/^iaZcs^i  . 
Sen.  Declam.  Se  alcuno  to>;liesse  una 
femmina,  e  violentatsela  e  iforusse  ,  re. 
Piion.  Fier.  3.  4-  4'  ^  talun  mi  parta 
con  gli  scongiuri  Violentarvi,  tf  Cmec. 
Slor.  3.  35.  Contro  ai  quali  aveva  inro* 
miucialo  a  procederò  eoo  le  armi  spiri- 
tuali per  avere  «inlenlala  la  porta  Late- 
rancnse.   (Li 

t  VIOLENTATO.  Add.  da  Iwlenla- 
re.  Ott.  Com.  Par.  ^.  84-  L'uno  stre- 
mo si  è  involontario  nnu  violentalo 
Maestruzz.  1.  5^.  Se  già  ella  non  ne 
fosic  cagione,  ovvero  violentala  ,  ovvero 
dal   sonno   ingannata,    ftuon.    Fier.    3.    S. 

3.  Di  quanto  lor  può  far  felici  Assume  a 
st  violentato  il  frullo. 

t  VIOLE>TATORE.  J'erbal.  masc. 
Che  ,  o  Chi  violenta  .  W<t.  ,V.  tir^. 
Questo  viidcnlalore  e  sfonatore,  che  noi 
abbiam  detto,  non  credeva  che  Iddio  ron- 
videraise   1'  oihtc   sue. 

\  lOLENTATRICE       l'emm    di   /.e 


V  I  o 


UnMor..U,.  rrf.l.   Lo  «salii  con  fom  I 
,„„pelUla,  e  vcr.mcnic  violenta  nce^ 
«VIOLENTE.    Jild-    '•oli-<lo.    Lai. 

^i^lentc  .ns.ùV  accaso.»,  A.;cofaccmlo 
d,  sua  dntla  lista,  ec.  (Il)  /'-..(.  S.  o.r. 
3-7  Ptr  alcuna  violente  meili.ina,  ot- 
véro  veleno.  /(o/gA.  F.c.-'.  211.  Non  ap- 
n.rita  cl.e  e"  facesse  allora  nuova  ing.u- 
H>,  ni  si  scopriva  volente  o  rapace,  f/ , 
rùon.  Fier.  2.  2.  5.  Non  venga  volen- 
te, E  non  penetri  .(ua  .lisor.lmato  Un  e 
i  desiderato,  E  utU.fa  n'  apporta.  (  ) 

+  VIOLENTEMENTE,  ^^wrfc.  <  o« 
i.iolt„ia.  Lat.  ,,oUnUr.  Gr.  ^.acwc.  ^■ 
ì°\.20.  r  Che-I  Ducalo  a.  Pug -a 
Violentemente  alla  Chiesa  avevano  tollo^ 
Ver.  .V.  6,v?.  Violentemente  rap.scono 
quello  che  d.siderano.  <>((.  tom  P„rg. 
,8  1l8.  li  fuoco  dura  più  nel  proprio 
luoBO.  che  in  «luello  dove  sta  volenle- 
„enle.  mes,r,.:z.  2.  4-  Se  pose  e  ma- 
ni violenleniente,  cioè  sfonatamcnte,  nel 
Vescovo,  o  neir  Al.ale  proprio.  ■-  Cai. 
Sist  aio.  Slimo  che  nella  caverna  ripie- 
na d-  aria  tutta  la  volta  premei cMic,  e 
,olo  violentemente  si  soslcotercl.be  sopra 
i^ueir  aria,  quando  la  durciia  Don  potes- 
te esser  .superala  ec.   (B) 

*  VIOLEiNTElTO.  ^J.'     Alquanto 
violrnu.    Mapn/.    MI-     H    r>"  spc.litivo 
(model,  ma  che  è  un  tantino  violenlcllo 
ec.,  è  il  tenersi  in  cassette  di  cipresso.  'A) 
VIOLENTISSIMAMENTE.  Superi,  d. 
lioUntcmenlc.  Fr.   Oiord.  Ired.  E.  Ves- 
tirono violenlissiniamentc    nel    paese   ne- 
mico.  *    Jlor.     Fur.    2.    34.    Fermatosi 
colle  sue  genti  ad  aspettarlo  m  un  bosco, 
donde  al  lutto  avea  a  passare,  per  le  det- 
te parole  violentissimamente  lo  uccise,  a) 
VIOLENTISSIMO,  .fuperl.  di  I  lo/f/i- 
U.  Borgh.   Col.  !n,l,t.  439.  l^Iolte  violeo- 
liisime  (leggi)    di    M.    Antonio  nel  suo 
consolato.    Red.   Fsp.  nal.  \\.  Tossa  pro- 
durre   ec.    o.uella    micidiale   violentissima 
releoosita . 

»  VIOLENTO.  Susi.  Cosa  violenta. 
Gal.  Sisl.  38  Più  volte  ha  detto  Aristo- 
tile, che  nessun  violento  può  durar  lua- 
fio  tempo.  fySI  .     ..     .  , 

J  VIOLENTO.  Add.  Che/a  violenla. 
Lai.  .tolenlus.  Gr.  ^ì-aToì.  P"r.  Cam. 
45.  1.  L'  arme  rendo  All'empia  e  vio- 
lenta mia  fortuna.  Pani.  Inf.  II.  Vuole 
uomo  avere  in  se  man  violenta.  Jt/nc- 
ilruzz.  2.  36.  Esso  cherico  si  dee  sco- 
municare, e  colui  che  1  halle  ò  scomu- 
nicato, imperocché  colali  l.usse,  avvegna- 
rhè  non  sieno  violente ,  è  nondimeno 
(cosa)  ingiuriosa  all'  ordine  del  cherico  . 
*  §.  L  £■  in  fona  di  Susi.  Colui  die  fa 
^■iolenta.  -  Pani.  taf.  II.  De'  siolenti  il 
primo  cerchio  è  lutto»,  (ii 

§  II.  Per  l'iolenlnlo,  n  Fallo  per  110- 
leaza.  .V.  F.  3.  70.  Veggendosi  la  sven- 
turata moglie  ec.  avvUata  per  lo  violento 
matrimonio  contralto.  *  Porgh.  ftip.  B7. 
La  Morte  (fra  due  fanciulli  1'  uno  la  mor- 
te naturale,  1"  altro  la  violenta  significan- 
te), come  rintuiiata.  rompe  la  Ji'a  taglien- 
le  falce.  (C) 

f  VIOLENZA,  e  anlicamente  VIO- 
LENZIA.  Lai.  violenlia  ,  vis.  Gr.  ^la  . 
Dani.  l'or.  4.  La  violenta  altrui  per 
qaal  ragione  Di  meritar  mi  scema  la  mi- 
«ura  ?  A.  appres.<0!  Se  violenia  è,  quan- 
do quel  che  pale  ,  Necnle  conferisce  a 
quel  che  sforta  Bui.  mi:  Violenta  e 
fona  falla  e  usala  a  danno  e  male  altrui. 
Aorr.  no».  42.  4.  Non  soffrendole  il  cuo- 
re di  si;  medesima  con  alcuna  violenia 
uccidere,  pensò  nuova  nocessilk  dare  al- 
la sua  morte.  F  96.  16.  Le  violenie  fatte 
alle  donne  da  Manfredi  avervi  l'entrala 
aperta  in  questo  regno.  S.  Ani   Con/ess. 


V   I   0 

Vioicnia  >  il  rubare  altrui  manifestamen- 
te. .. 

3^  e     Pir  Furore  d'animo,    li-rocia. 
Fior.    il.   357.   A   queste   parole    dello     re 


V  I  o 


ijaj 


rior.   II.  .','/.  "  -1 1  ,      , 

Latino   non  si  piego  a   nessuno  modo    la 
violentia  di  Turno.  fC) 

VIOLETTA.  Pini,  di  ì  loia.  HI.  Al- 
dolir.  Imp.ima  si  far'a  fare  una  decozione 
di  violette.  Pelr.  canz.  28.  3.  Negli  occhi 
ho  pur  le  violette  e  '1  verde 

rt  VIOLETTA.  Per  Laa  .nrla  di 
persica.  Ped.  leti.  1.  327-  Vi  sc.nocerlc 
persiche  chiamale  violette,  che  paiono 
venute  dal  par.idiso  terrestre.  (') 

3   VIOLETTO.   ./<'<'.  Di  colore  di  110- 
la.  Lat.  violaceus  .  Gr.  UtiSirly   Caiil. 
Cam.  92.   Noi   al.liiam  color  pei  felli     D 
o-ni  pruova  e  di  ragione.  Bianchi ,  ."«aurri, 
e  violetti.  Verdi,  rossi  al  paragone. 

»  S  /■;  in  forza  di  susl.  per  Color 
violclio.  ..  Ari.  rei,:  ]\Vr.  5.  85.  Verri 
un  lalRro  orienlalc,  che  ai'a  nn  violetlo 
vislosissimo  m  .   (ì^) 

SVIOLINA.  Vioìeila  ,  Piccola  vio- 
la. lAi  ,.  .  ,. 
•+  *  VIOLINISTA.  Scnalor  di  violi- 
no. Magai,  pari.  I.  /.((.  19-  Feci  sentire 
un  mio  aiulanle  di  camera  Fiamingo , 
violinista  ass.ii  liuono,  e  un  mio  paggio 
che  sonava  l'arpa  con  assai  buona  disposino- 

VIOLINO.  Sorta  di  viola,  slnimenlo 
musicale.  Lat.  parva  lira,  pandiirion 
telrachordon.  Don.  Jarch.  Ercol.  290. 
E  come  disse  messer  Lazzero  di  raesser 
Sperone,  che  chi  non  poteva  sonare  il 
liulo  e-  violini,  sonasse  U  tamburo  e  le 
campane.  ., 

*  VIOLINO.    Add.     Pel    color    della 

viola.   iC)  ,, 

t  :;:  ?   /  inforza  di  susl.  vale  Color  della 
viola.\4rl.  I  etr.  i\>r.  5.  84.  Queslapasta 
lavorata  avi^  un  violino  bellissimo,  f/ ; 
VIOLONCELLO.    Fiolone. 
VlOLONli.     Fiala    grande    di    tuono 
grave ,  che  .«  dice  miche   lìasso  di  viola, 
e  lioloncello  quando  idi  minor  grandezza. 
Lai.  harhilos,  bailnlon.  Gr.    ;3af,SiT0;. 
Farch.    Frcol.   246.  Chi  non  eleggerebbe 
di    toccare    piuttosto    meaanamente    un 
violone  ,  che  perfettamente  scarabdiare  un 
ribechino  t  .       r.-      1 

+  VIOTTOLA.  Pi"'.  *  '""  Piccola 
via  Fin  non  maestra.  Lat.  semita.  Gr. 
a-pitrti':.  Mor.  S.  Creg.  Elli  chiuse  la 
viottola  mia,  e  non  posso  passarcene! 
mio  sentiero  pose  le  tenebre.  Oli-  (  om 
•nf.  12  218.  Dice  che  v' è  alcuna  voltola 
da  scendere.  Dial.  S.  Creg.  M.  Andando 
per  una  vioUola  ec. ,  non  sappiendo  ben 
guardare  ,  pose  lo  piede  fuor  del  viot- 
tolo ,  ec.  ,  ^     ;/ 

g  Fiollota,  diciamo  anche  a  Quella 
via  che  SI  fa  per  li  poderi  con  fiori  di 
vili  o  spalliere  d'altra  vcrzura  dali  li- 
na e  dall'altra  banda.  Peclam.  Quintil. 
r.  Nel  mio  cimpiccllo  non  i:  alcuna  u- 
scila,  se  non  una  strella  viollola  ,  la  qua- 
le appena  bastava  a' miei  andamenti.  Cecch. 
Ine  Z.  1  Oh  semplice.  Che  si  crede  le- 
ncrm!  a  Monlesperloli  Sul  carnovale  a 
far  fosse  e  viillole? 

VIOTTOLO,  l'iottola.  Lai  semita. 
Gr.  à-p'x^ói.  Piai.  S.  Creg.  M.  Andan- 
do per  una  viollola  mollo  snella,  non 
I  sappiendo  ben  guardare,  pose  lo  piede 
fuor  del  viollolo,  e  cadde  quindi  giuso. 
I  Fr.  Ciord.  Fred.  lì.  Nel  disello  non  v 
ha  strada,  n'e  semita,  ne  viollolo,  né  pe- 
data, onde  1'  uomo  possa  dire  :  io  vo  be- 
ne quinci.  Criir.  Calv^ì.  63.  Bisogna 
andarvi  per  celli  violloli.  Ed  aver  I  oc- 
chio, che  '1  pii;  ncn  isdruccioli.  Cr.  8.  3. 
2.  Per  li  spaiiosi  campi  si  facciano  an- 
damenti e  viottoli,  per  li  quali  il  signore 
possa  andare  a  cavallo  e  a  piede. 


g.  Per  metaf  Tran  gov.  fam.  S»e- 
gli'andigli  dalla  dormente  pucniia  ,  e  fa- 
tendo  viollido  alla  futura  lata  via  (cioè, 
adito  ).  Crei.  Vorell.  261.  E  di  questo 
spguilei'a,  che  tu  guadagnerai  sania  trop- 
po pericolo,  tu  li  rinarrai  presto  ;  non 
andaie  per  viottoli,  dove  sarebbe  1'  in- 
ganno  (cioè,    con    modi    indiretti). 

I  3    Vll'EKA.  .Specie  di  sei-pe  veleno- 
so,  e  viviparo  ;  a  differenza    della    mag- 
gior parte  degli  altri  che  sono    ovipari. 
Lai.  iiprrn.  Gr.  ^X'^''-"-  ''-"/'•    f  ""S-   ^'' 
pera   'e  un  serpente  che  partorisce  per  fer- 
ia ,   ed   ha    multi   colori.    Mor.    .V.   Creg. 
L'aspido   è   un   piccolo    serpentello,    e  la 
vipera  è  di  maggior  corpo    ec   ;  e    imper- 
tanlo   è   denominala    vipera,   che  tanto    è 
a  dire,  quanto  cosa  che  partorisca  per  fona. 
Maestruzz.  2.   28.  3.    Qual   è  la    pena  del 
pariicida»  La  legge  i:,   il.e  prima  sia  bat- 
tuto  con   verghe,   e  poi  sia  cuscilo  in  un 
sacco    di  cuoio  con  un   cane  e  gallo   galli- 
naccio ,  vipera   e  scimia,c    sia    gillalo  in 
mare,   ovvero  in  6ume.  Alam  .    Colt.   I. 
26.  Che  discaccin  col  fumo  dai  lor  leni 
la   vipera   mortai,  l' umida   serpe. 

''?  ^'.  P,r  L'  Insegna  della  famiglia  de' 
Fisconti,  signari  di  .Milano  l' usò  <•  Dani. 
Purg.  8.  Non  le  far'a  si  bella  sepoltura 
La  vipera  che  i  Milanesi  accampa ,  Come 
.ivria  fallo  il    gallo  di  Gallura  ...  (il) 

VIPERAIO.  Cocciator  di  vipere.  Ped. 
Fip.  1.  17  11  suddetto  Iacopo  viperaio 
si    esibì    a    berne   una    cucchiaiata. 

VIPERATO.  Add.  da  llpera;  Appar- 
tenente a  vipera.  Red.  Cons.  1.  39.  Co. 
minciò  Sua  Eminenza  ad  usare  i  brodi 
e  le  carni  di  polli  viperali  M-ioi-,  nutriti 
con  carni  di  vipera).  F  69  Non  credo 
che  il  bere  vino  viperaio  vaglia  ad  es- 
sere di  utilil'a  alla  rogna  del  .vignor  Con- 
te (cioi,  in  cui  sia  stala  tenui  a  in  infusio- 
ne  la    carne  di  vipera). 

•f  *  VIPERELLO.  Pini,  di  ì  ipera. 
.Kalvin.  Me.  Ter.  pag.  33.  Tu  non  li 
fare  allor  ne'  trivii  incontro.  Quando  lug- 
gendo  il  morso  e  la  feri.a.  Il  bruno  vi- 
perello  se    ne  corre   ec.   (Aj 

VIPEREO.  Add.  Pi  vipera.  Lat.  vi- 
pereiis.    Gr.   sxiSvuOi.    Fiamm.    1.     17 


Ma  la  piaga  ec,  piena  rimasa  di  vipereo 
veleno  ec.  ,  quasi  lutto  il  corpo  ec.  pare- 
va che  occupasse. 

*  VIPERETTA.  Pim.di  Vipera.  Hed. 
Oss.  an.  3  A  prima  vista  giudicai  che 
fosse  una   vipeielta.   (*) 

VIPERINO.  .Jr/if.  Pi"'  *  I  ipc"  ! 
Piccolo  parto  della  vipera.  Lai.  catiiliis 
viperini^.  Gr.  li/.ioi  f/.iò-".ioi  .  Red. 
Vip  I  75  È  credibile  che  queste  uova 
non  fossero  feconde,  e,  per  cosi  .lire,  gal- 
late,  perche  tali  essendo,  ne  sarebbono  na- 
ti nel  mese  di  Agosto  i  viperini.  E  76. 
Quando  Galeno  parli)  delle  vipere  pregne, 
volle  solamente  intendere  di  quelle  che 
hanno  i  viperini  in  corpo  all'uova  altac 
cali  E  appresso  :  E  senza  questi  viperi- 
ni in  corpo  ogni  vipera    i:  buona    per  la 

triaca.  ^  _    , 

•f  VIPEPINO.  Add.  Vi  vipera.  Lat. 
viperiniis.  Cr.  ixCÒ-^lioc  Red.  Fip-  l- 
10.  Soagiugnendo,  che  il  6ele  ype""" 
bevuto  "fe  un  tossico  de' più  mortiferi  che 
in  terra  trovar  si  possano.  /■:  22.  Alcun, 
ec.  hanno  dello,  il  cuore  viperino  avere 
una  sola  auricola.  E  54.  Se  vi  fosse  al- 
runo,  che  pur  volesse  che  le  code  vipe- 
rine fosser.;  lossicose.  /:  67.  Bacano  an- 
cora in  processo  di  tempo  le  polveri  vi- 
perino. E  Cons.  1.69.  ■'«'°  ""/ ,'S°7; 
io  che  Galeno  ec.  e  ciò  che  Areico  d 
Cappadocia  ec.  affermarono  della  virtù  del 
vin'L^ipcrino  per  guarire  le  mal.-itUe  che 
sogliono  venire  nella  pelle  (noe,  in  cu, 
sia  tenuta  in  infusione  la  carne  di  .  pe- 
'  la)    E  120    L.  polvere  di  occhi  di  gran- 


1728 


V   I  P 


V  I  R 


V  I  R 


chi,  la  (jolvcrc  viperina,  molte  raxtc  di 
scrviziali,  di   cniuUiuai,  ec. 

*  VIPISTitELLO.  Lo  stesso  che  l'i- 
spistrclh.  Lih.  Sagr.  Lo  'nvìiìioso  non 
può  patir  ili  vedere  gli  altrui  ht-ni,  .se  con 
come  il  TÌpi&ti'(-llo,  o  lu  talpa,  la  chiarita 
del  sole.  (*)  Min-  Maini,  pag.  128.  Pi- 
pislre//o,  che  si  dice  anche  i-i  spi  Girello,  u 
vipistrello,  dal  Latino  vespertilio,  e  il  to- 
po  alato,   aniniale   uoti&siiiio-   (B) 

'.•  VIPRA.  /'.  A.  ripera.  Fax;  Esop. 
l56.  La  {golosa  vipra  per  grande  fame  e 
desiderio  di  maogiarc  entrò  nella  bottega 
d'uQ  fabio.  E  157.  Udendo  la  vipra  co- 
sì parlare  la  lima  ,  fu  molto  insuperbi- 
ta.  (V) 

*  VIRAGINE,  e  presso  i  poeti  VIRA- 
GO- Donna  d'animo  virile  e  maschio. 
Lat.  de  viro  sitmpla.  Sper.  Pros.  iQ^. 
Wè  perchè  dopo  il  comun  peccato  fusse 
dannata  al  dolor  del  parto  la  donna,  e  sog- 
giacere al  marito,  perdette  epiteto  <ii  vi- 
ragine. /:  171.  Dir  poi  che  '1  yiiio  del- 
le viragini  vada  di  pari  colla  virtù,  ù  un 
de'  sogni  che  suol  formarsi  1'  astrologo,  (l  ) 
Car.  En.  il.  6()5.  Avrcm  Camilla,  La 
gran  volsca  virago,  che  n*  addusse  Di  ca- 
valieri e  di  caterve  armale  Si  bella  gen- 
ie. E  V.  Boy.  A  tal  proposta  Turno  nel- 
la terribile  virago  (ili  ocdn  6ssando,  ec. 
/:,'  V.  lo53.  Or  chi  Tu  prima,  Chi  poi , 
cruda  virago,  e  (|uali  e  quanti  Quei  che 
abbattesti   ei:.   (M) 

VmiiNTE.  /■-  L.  ferdeg^ianle.  Lat. 
vire/is.  Gr.  àa/sàov.  Jniet.  5.  Sc\  dol- 
ce tempo,  che  cantan  gli  uccelli  Istanti 
air  ombra  d*  un   virente  alloro. 

§.  Per  meta/.  Bui.  Pttrg.  3o.  2.  Egli 
emenderebbe  1'  errore,  cioè  colla  virente 
contrizione.  E  Par.  l.  I.  La  sapienzia 
sempre  e  virente,  ovvero  verde,  e  però  si 
coronano  i  poeti  di  corona  d*  alloro,  in 
segno  che  la  loro  scìensia,  e  la  loro  fama 
sempre  e  virente. 

VIRGAPASTORIS.  Comunemente  si 
dice  l'erga  del  pastore.  Cardo  salvatico. 
Lat.  lahritm  f'cneris,  cardtts  J'eneris  f/>'- 
psacus.  Cr.  6.  l3l.  1.  Virgapasloris  è  il 
cardo  salvalico,  ed  è  freddo  e  secco,  e  so- 
lamente le  sne  foglie  si  confanno  ad  uso 
tli  medicina,  verdi  e  secche. 

VIRGINALE.  /M/.  J'erginah:  Lai. 
virgineits ,  virginalis.  Gr.  :iy.p3evi/o;. 
Petr.  canz.  49-  6-  Ricordili  che  fece  il 
peccar  nostro  Prender  Dio,  [icr  scampar- 
ne. Umana  c;irno  al  luo  virginal  chiostro. 
Eir.  As.  118.  Ma  in  terra  una  nuova  Ve- 
nere  con   virginali  bellczic   era   piovuta. 

VIRGINKO.  Add.  l'irginale.  Lat.  vir- 
gineus-  Gr.  rra^Sevi/^;.  litit  Purg.  33. 
1.  Avea  lo  volto  virgineo,  lo  cullo  di  ca- 
vallo, li  piedi  come  orso,  o  leone.  Menz. 
rim.  1.  21.  Li  col  suo  Verbo  interno, 
Peso  non  grave  del  virgineo  Banco  ,  In 
un  bel   nodo  umanilà  compreso. 

VI1U;I.MTA',  VlltGIMTADE,  r  VIR- 
GIWITATE.  ì'ergmità.  Lai.  x-irginitas. 
Gr.  7tap3«vt'a.  /?orc.  «oi-.  g8.36.  lo  non 
venni»  come  ratUire,  a  torle  la  sua  vcrg-- 
nilà.  Amet.  8.  E  si  per  lei  ili  Venere  s' 
.iccesr,  Che  toltale  l.i  sua  virginilate,  Non 
valendole  priegbi  ne  difese,  M'  ingenero. 
fi'  37.  Fallcmi  torre  tre  frondi  della  ghir- 
landa d'  Imeneo,  leNtiinoniu  della  mia  vir- 
ginità. Tes.  lir.  1.  18.  Nella  vecchia 
leggo  comando  egli  il  matrimonio ,  ma 
nel  Vangirliu  preilico  egli  la  virginitadc. 
Tass.  Ani.  \.  X.  In  .|uesta  guisa  gradi- 
rci ciascuno  Insidialor  di  mia  virginiUte, 
Che  lu  dimandi  amanti',  ed  io  nimico. 

#  §.  Tener  virninità,  vale  Mantenerli 
vergine.  Cavale.  SpfCeh.  Cr.  161.  llinun- 
riare  a  ogni  cosa,  ed  c1e({gere  poverli, 
tenere  virginità,  ec.   (V) 

»  VIRGO.  /'.  L.  e  detta  poesia, 
ì'ergtne.    Tcsorett-  Br.  5.  3a.  Dcgoù  ve- 


nire La  maestà  sovrana  A  prender  carne 
umana  Nella  virgo  Maria.  (Cj  Car.  En. 
7-  112.  Stando  un  giorno  ,  oltre  a  ciò  , 
Larinia  virgo  Sacrificando  col  suo  pa- 
dre a  canto  ,  Ed  all'  aitar  caste  facel- 
Ic  offrendo.  Parve  ce.  /i  il.  887.  Al- 
ma Latonia  virgo ,  abitatrice  Delle  selve 
e   de'  monti,   ce.   (B) 

*  §•  yirgo  ,  per  Uno  de'  segni  del 
Zodiaco.  Ott.  Cam.  Inf.  II.  2II.  Or  se 
Leo  era  sotto  terra,  seguesi  che  Virgo  tra- 
montava. (C)  Buon.  Fier.  4.  2.  7-  K  1*  im- 
magini e  i  segni  ivi  sozzopra  Giacer  cal- 
pesti ;  i  Gemini  disgiunti,  E  soppressa  la 
Virgo,  e  fiacco  il  Toro,  ec   (A) 

VIRGOLA.  Segno  di  posa  nella  scrit- 
tura, che  si  tramette  nel  periodo j  Picco- 
lo  punto.  Salvia.  Pros.  Tose.  l.  188. 
Segui  del  piccolo  ptmto,  il  quale  perchè 
non  Sembrasse  il  massimo,  cioè  punto  fer- 
mo, con  una  traversa  linea,  quasi  stecco 
tenuto  da  magistral  mano,  presero  i  gra- 
inatici  a  additare;  la  qual  linea  fu  per- 
ciò chiamata  virgola,  o  vogliam  dire  pic- 
cola  verga,  dimostrante  il  minor  punto. 

VIRGOLARE.  Porre  nella  scrittura  le 
virgole.  Salvia.  Pros.  Tose.  1.  188.  >è 
il  Petrarca  puntò,  o  virgolò  il  suo  Canzo- 
niere ;  che  questa  minuta  faccenda  i  gran- 
di autori  ai  grantalici  avvenire  loro  affes- 
zii inali  lasciarono. 

•f  VIRGULTO.  Sottile  rimettiticcio 
dì  pianta  j  che  anche  si  dice  Pollone.  Lat. 
virgultum.  Gr.  yfiu/avov.  Liv.  Dee.  3. 
Colle  mani  ritenendo  i  virgulti  e  gli  ster- 
pi, li  quali  d'intorno  soprasta^aoo.  Bui. 
Inf.  ^.  E  perchè  non  s'  intenda  che  fosse 
di  virgulti  e  d'  arboii,  dice  :  io  dico  la 
selva  ili  spiriti  spessi;  imperocché  quegli 
spirili  stavan  fermi,  come  se  fossono  vir- 
gulti, tv.  i).  80.  1.  Quivi  conviene  esser 
luoghi  nascosi  con  virgulti  ed  erbe.  do\e 
le  lepri  di  quando  in  quando  nasconder 
si  possano.  Alam.  Colt.  5.  108.  Chi  vuol 
lieto  il  giardin^  la  creta  infame  Deve  in 
prima  schivar  ec.  ,  e  quel  terrcn  noioso 
Che  rosseggiando  vicn  ce.  ,  E  '1  Iroppo 
asciutto  ancora,  Ch'  abbila  il  grembo  ripien 
d'  irli  e  spinosi  Virgulti  e  sterpi.  t*oliz.  st. 
I.  18.  Quanlo  giova  a  mirar  pender  da 
un'  erta  Le  capre,  e  pascer  questo  e  quel 
virgulto. 

*  VIHIDEZZA.  J'iridità.  Ott.  Coni. 
Purg  22.  l\lS.  Come  il  sole  mai  non 
perde  la  luce,  cosi  questo  arbore  (  il  lan- 
ro )  sempre  serba   la    viridezza.    fCj 

VIHIDITA',  ViniDlTADE.  e  VIRI- 
DITATE,  ì'erdezza.  Lai.  viror,  viridi- 
taf.  (ir.  ;^Xùjp5r<]^.  /foce,  l  il.  IjuuI. 
25i.  E  perpetuamente  la  viridii^  di  que- 
ste fronili  dissono  dimostrare  la  fama  del- 
le costoro  opere. 

VIItlLE.  Add.  D'uomo,  o  Che  <ittie- 
ne  ad  nomo.  Lai.  virilis.  Gr.  «vo^i/g;. 
Maestruzt.  1.  ij).  Se  e'  pende  più  nel 
sesso  virile,  che  nel  femniiuile,  puule  li- 
covere   il    rarallerr. 

§.  I.  /Vr  meta/,  vale  f'atoroso  ,  Pi 
gran  furzaj  contrario  di  t\  fieni  ina  to.  Lat 
virilis  ,  fortis.  Gr.  «vòptita^  ,  tf/j^o^. 
Petr.  Clip.  10.  Vidi  Auatarro  intrejiidii  e 
virile.  G.  P-  1  3.  ao.  3.  Erano  i  piii  virili,  e 
ardili ,  e  possenti  grandi  di  Firenze.  AWr. 
f.etl.  I*in.  lìort.  287.  E  pero  reggcio  con 
virile  forza  l'animo  dalla  fortuna  contra- 
ria soNpiiilo.  ed  abballuto.  /lem.  Ori.  l. 
21.  ^^t  Ordaiiro  era  più  forte  e  più  vi- 
rile, Graude  della  periona  ,  e  ben  meni* 
bruto.  E  I.  a6.  61.  Pur  or  facevi  tan 
to  ilei  virile  ,  E  favellavi  con  tanta  arro- 
ganza -  , 

f  ;5.  Il-  Per  Genei-0so.  /ìoce.  nov.  cy^ . 
|.  Commendala  era  stata  mollo  la  virile 
magnificrniia  del   re   Carlo. 

5  S-  III.  Per  Autore%'ote,  Gniec.  Stor. 
2   2{.').  Il  Conte  di  ritigliiDo  coDTocali- 


gli  io  sulla  piazza  di  tanto  Antonio  ,  e 
confortatigli  con  gravi  e  virili  parole  alla 
salute  ed  onore  loro,  astrinse  se  medesi- 
mo ce.  (L) 

g.  IV.  Età  virile,  vai.-  ìirilità,  nel 
signijtc.  del  g.  Amet.  82.  Quivi  misera- 
mente sotto  spezie  di  privata  persona  lai 
recò  ad  età  virile.  *  Segner.  Mann.  Apr. 
7.  4-  Tu  sei  giunto  all'  età  virile,  e  però 
quale  scusa  può  favorirti  ,  >e  non  temi  lo 
ancora  disprezzare  il  padre  T  (Cj 

■J-  §.  V.  ì  irtle,  e  anche  aggiunto  di 
Quel  membro  che  nell*  uomo  serve  alta 
generazione.  Lat.  penis .  Gr.  mp/oi  . 
Ovid.  Metani.  La  ninfa  Lotos,  tuggeodo 
le  sozze  cose  del  membro  virde  .  Mae- 
strnzz.  2.  19.  I.  Egli  è  maladetto  chi  si 
taglia  il  membro  virile. 

•f»  *  g.  VI.  /'ini  porzione  .  Term. 
de'  Legisti.  Quella  porzione  che  spetta  a 
ciascuno  coerede  in  una  successione  egual- 
mente diiisa.  Salvia.  Sic.  Ter.  pag.  q3. 
Di  questa  una  viril  porzione  eguale  ta- 
gliando, cura  (qui  per  traslato),   f.tj 

*  VIIULEMENTE.  Avverb.  Con  ro- 
hustezza.  Con  vigore.  Con  animo  vinte. 
Slor.  S.  Eugen.  385.  Essendo  virilemente 
femmina,  non  a  uomo  mi  mostrai,  (l'j 

't  VIRILITÀ',  VIRILITADE,  e  VI- 
RILITATE.  Astratto  dt  f'irilej  Rigore, 
Robustezza.  Lat.  vigor.  Gr.pwux)to'7>i4. 
Car.  lett.  1.  85.  Che  le  varrebU-  quella 
grandezza  di  spirilo  e  quella  virilità  ,  di 
che  io  la  conosco  dotata  ,  se  ec.  Tass. 
Amint.  2.  I.  Questa  mia  faccia  di  color 
sanguigno  ,  Queste  mie  spalle  larghe  ec. 
Son  di  virilità,  di  robustezza  Indizio. 

g.  Parlandosi  d'età  d'  uomo ,  s' inten- 
de Quella  età  che  è  di  mezzo  tra  la  gio- 
geniù  e  la  vecchiezza.  Capr.  Boti.  |.  8. 
Nella  virilità  i  pensieri  dell'  acconciarsi 
agiatamente  la  vita  non  mi  hanno  mai 
lasciato  ritirare  io  nie  medesima  .  E  10- 
219.  Il  Bue  della  adolescenza  h  la  gio- 
ventù, e  di  questa  la  virilità,  e  dtUa  vi* 
rilità  la  vecchiezza. 

VIRILMENTE.  Avveri'.  Valorosamen- 
te ,  Va  uomo  valoroso  .  Lat.  virittter , 
fortiter.  Gr.  oijSptKtZi,  ijjfUiw?.  Bocc. 
nov.  34-  10.  Le  quali,  se  valorosi  uomi- 
ni siete,  con  poca  fatica,  virilmente  roni- 
haltendo,  'acquistar  possiamo.  E  nov.  36. 
l8.  L'  Andreuola  da  sdegno  accesa,  <■  di- 
venuta forlìssima,  vìnlnienle  si  ili|r>r  E 
J'it.  Dant .  240.  Sarà  in  te  mrn«t  d'  u- 
manità,  che  nei  barbari,  li  quali  trovia- 
mo non  solamente  ai  ere  li  corpi  delli  lo- 
ro morii  raddomamlati  ,  ma  per  riaverli 
essersi  virilmente  disposti  a  morire.  E  iSa. 
Quanto  virilmente  operasti,  reprimendo  1* 
ardente  desio  del  ritornare  per  vìa  meo 
che  degnn.  Mor.  S.  Gtvg.  La  quale  ava- 
riti.i  non  suol  venire  a  coloro  i  quali  vi- 
rilmente corrono  nella  via  d'  Iddio. 

VIRO.  /'.  L.  D'età  virile.  Uomo 
fatto.  Lat.  vir.  Cr.  a'oijV  ■  D^^nt.  /nf. 
4-  Cb'  avean  le  turbe  ,  che  rran  molle 
e  grandi  ,  D  *  infanU  ,  e  di  femmine  ,  e 
di    viri. 

§.  Per  Uomo  .templiremente.  Lat.  »'i>, 
homo.  Gr.  x^fip*  ct»3Jw:T0;.  D.tni.  Par. 
10.  Che  a  considerar  fu  più  che  viro 
Cavale.  Erutt.  ling.  Gli  chiama  viri  glo- 
riosi ,  il  qual  vocabolo  importa  vigore  e 
valentia  ,  r  mostra  che  sono  da  laudare 
prr  l'opere  virtuose.  /ìern.  rim.  \.  83. 
Perchè  vpstOQ  di  seta  ,  e  non  di  panai 
Son  spettabili  viri,  ognun  gli  guarda. 

t  VIRTÙ*,  VIRTUDE,  e  VIRTUTE. 
Disposisione  abituate  dell'  animo  a  fart 
il  bene,  e  a  fuggi  l'è  il  male.  Lat.  virtns. 
Or  òVvat;!»^  .  .Fior,  /ir/  A.  M.  Virtù 
è  buona  qualità  ili  mente  ,  per  la  quale 
si  vive  bene  .  Amm.  Ani.  4-  a-  l4-  ^* 
virtù  k  un  abito  dell*  animo  ad  eleggere 
ciò  che  nel  uicuo    dimora  .   Cavale.  Di- 


V  1  R 


V  I  a 


V  1  R 


i''9 


,c,pl.  spir.  Diffincndo  par.n.onle  la  v.r- 
lù,.aulo   Agos.iao  to  ,  eh"  ella  noa  e 
allro,  che  una  egujilk  .li  . nenie  che  da 
ordì  parte  sia  confurn.e  alla  rag.one  .  L 
apprtsso:  Sau   Bci.ar.lo  ancora  Jiscr.ve 
htirù  coM  dicendo:  La  v.rlu  e  uso  di 
volom'a  lilicra ,  secondo  '1  comandamento 
deUa  ragione  .   E  pm   sotlo  :  La  vutu  e 
uà  abito  volonlaiio,  il  quale  tiene  .1  niel- 
lo ,  onde  ogni  estremità  è  viuosa.  L  <>'■ 
irovt:  S.  Giovan  Grisoslomo:  Virtù,  ii 
ce    i  dirillamente  d'  Iddio  sentire ,  e  di- 
ritumenle  tra  gli  uomini  vivere  e  opera- 
re .   S.   Afost.    C.    D.   La  v.rlu  e  ordine 
d'amore.  But.  La  virtù  sola  e  quella  che 
fa  la  cosa  degna  di  riverenia.  Alberi.  c„p. 
ir.  La  urlude  è  al.ito  della  mente  Une 
■  ordinata  a  modo  deU"  umana  natura,  con. 
benevole  alla  ragione,  la  quale  solo   Iddio 
.doura  nell'uomo.    /■;  .appresso  '  Questo 
è  proprio  della  virtude,  riconciare  gli  a- 
niii  iegli  uomini,  e  aggiugoerg  i  a  suo 
u« ,  cioè  alle    sue   util.tadi  .    iah:    U,a/. 
Amie.    56.    La    virtù  è  un    bene  inteino 
congiunto  e  unito  coli'  anima  per  se  stes- 
so. lU  se  stesso,  e  a  se  stesso  buono  e  ad 
altri.  E  68.  La  virtù  i  un  uso  eletli»o  , 
per  dir  cosi,  che  consiste  nella  iiieiaani- 
li,  quanto  a   noi.  con  determinata  ragio- 
ne ,  e  secondo    che   la   piescrivf  1    uomo 

prudente .  ,         #     n  ■ 

+  *  fi.  I.  renire  a  tirtu,  vale  Pive- 
„,r  p,rl°  0..O  .  ni.  SS.  Pad.  1.  if  l'er 
ispavenlarlo  gli  meltea  forti  inimaginatio- 
ni   deUa  grande  ralica  che  è  a  venire  a 

■•irtù,  ec.  (J'I 

i}  %.  II.  yiTlti,  diasi  anche  Ciascuna 
delle  disposilioni  particolari   dell'  animo 
alla  ad  eseguire  questa,  o  quella   spece 
di  doitri,  o  azioni    lodevoli  .    Ott.    Coni 
Par.    l5.    344.    Fortitudine  è  virtude  di 
cose  malagevolissime  nelle  passioni,  ope- 
ratita  per  gratia,  e  cagione  di  bene.  Se- 
gner.  Crisi,  instr.  2.   22.  8.   Se   non  che 
passa    poi    questa    differenza    fra  la    v.rtu 
morale,  e  la  naturale,  a  nostro  svantaggio; 
che  la  naturale  (  qual  è  quella  delle  pie- 
tre  )  se  resta  daU"  0|.erare,  non  pero  sca- 
pila ;   ma   la    morale  (  qual  e  quella  de- 
••iusli  )  scapila  al  sommo.   Buon.    Iter. 
\    2.   2.   Quando  Dio   vuole   Ritrarre   un 
cor  dal    mondo  ,  e  a  sé  chiamarlo  Tulle 
le  gratie  in  esso  e  le  virimi   Infonde    m 
merlo  suo  per  la  salute.   (C) 

%.  111.    ì  irtù,  per    Valore,   Eccellenza 
di  buona  qualità.  Lai.  virlus  ,  pntstaa- 

lia.  Or.  ;?0Xl'-  ^'"■'•-  ?■  9  ■/■•  t,''^^"' 
stra  virtù  e  degli    altri    miei   sudditi  tara 
lì    che  io,  come  gli  altri  sono  slati,  sarò 
da  lodare  .    E  ne.'.  84.    2.    Se    egli    nou 
fosse    più    malagevole  agli  uomini  il  mo- 
strare alimi  il  senno  e  la   virlu  loro,  che 
sia   la    sciocchciia   e  "1   viiio  .    Air.    son. 
202    Voi  con  quel  cor  ,  che  di  si  chiaro 
inzegno  ,  Di  si  alla  virlute  il  mondo  al- 
luma ec.  ,  Dovete    dir  :  ec.   E  son.    210. 
È   sola  un  Sol.  non  pure  agli  occhi  miei. 
Ma  al  mondo  cicco,  che  virtù  non  cura. 
Taf.  Hit.   Mosterrògli   per   virtù  e  fona 
d'  arme ,  come  io  V  uccisi  da  liale  balta- 
glia.   Cecch.  Spir.  2.  1    Chi  ha  virtù,  e 
padron  degli  allii  uomini. 

*  g.  IV.  yirlù,  vale  anche  Coraggio, 
Valore,  Fortezza  d'  animo.  Cuicc.  Slor. 
2.  467.  Alla  virtù  della  quale  (fanteria) 
si  riferiva,  ma  con  preiio  grande  del  san- 
gue loro,  in  non  piccola  parte  la  vittoria. 
E  i.  119.  Il  Duca  di  tlibino  ec.  sliman- 
do Torse  più  che  non  era  giusto  ,  la  vir- 
tù delle  genti  Spagouole  e  Tedesche  e 
difBdando  smisuratamenle  dei  soldati  lu- 
liani,  aveva  6sso  nell"  animo  di  non  pas- 
sare il   fiume  dell'  Adda.   (L) 

e    V.    Virtù,  per   Possanza,   I  igore. 
Forza  ,  e   Qualità    naturata  .    Lai.    vis. 
potentia  .   Gr.   òh-y-t^n-    «->«•  "o^-  '^■ 
Vocahlrio  T    II. 


li  Egli  e  per  soverchia  leliiia  ce.  ogni 
mia  vi?ti  occupala.  E  nov.  ■JÌ.  23.  Come 
voi  sapete  ,  le  femmine  fanno  perder  la 
virlùa  ogni  cosa.  E  nov.  99.  23.  Es- 
sendo la  virtù  del  beveraggio  consumata 
ec,  gillù  un  gran  sospiro.  A.'K./ ..'•;  1- 
Cen  porta  la  virtù  di  quella  roida.  /,  2. 
Una  sola  virtù  sarebbe  in  tutti.  =.■  iegncr. 
Cnsl.  instr.  2.  22  8.  La  clamila  ha  due 
nimici:  l'uno  i;  il  fuoco,  .1  quale  le  to- 
glie affano  la  virtù  sua  di  tirare;  al- 
fro  è  il  diamante,  il  quale  non  toglie  a 
lei   veramente  la  sua  virtù  ,  ma  le   toglie 

"V*  §    VI.   Per  Miracolo,   Prodigio. 
Ut    ss.    rad.    l.   54.    Non   pensale    che 
io  abbia    falla    questa  virtù  ;  ma  Cristo   e 
quegli  che  fa  questa  e  1'  altre  per  gli  suo. 
servi  ìparla  di  alluni  indemoniati  che  a- 
vea  di-rati   col   segno    della    Croce  j      E 
87.  Facendo  tanri  segni  e   virtù  Ira  loro, 
non  a^ea  pure  voluto  ricevere  da  loro  un 
petio  di   pane.  /•    l4'-    Q""'-  '^,  ■""'','= 
altre    virtù    fece    Iddio  per    lui  .   I:   iW. 
Più  miiabili  vuludi  e  miracoli  faceva  Id 
dio  per  lui.  che  per  sant'Antonio.    Mor. 
S    Oreg    8.  27     Profetammo   noi  nel  no- 
me   tuo;    e    nel    nome    tuo    facemmo    d. 
molle  virtù,  e  cacciammo  le  demonu.J/  ; 
+  8    VII     rirdi,  dicesi  anche  uno  de- 
gli    Ordini    angelici    del    Paradiso  .    Lai 
virtiites.  Gr.  o'^vx.aei;  .    Ott     toni.   Inf. 
7    II-     Sono  quoti  delti  ordini:  il  primo 
Angeli,  d  secondo  Arc.ingeli,  il  terzo  Tro- 
ni   il  quarto  Dominazioni ,  il  quinto  N  ir- 
ludi  .   Cavale,    trilli.    Ung,    Virtudi  sono 
chiamati  quegli  spiriU,  per  li  quali  si  fanno 
le  virtù  dei  miracoli.  . 

§  Vili.  Far  della  necessita  urli.  , 
vale  Operar  bene  ver  forza  di  necessita. 
Fare  per  neces.iit'i  ciò  clic  per  allro  noi, 
si  farebbe.  Cedere  al  tempo.  Lai.  parere^ 
necessitati,  necessilatem  seqin.  Gr.  tt; 
a'vKy/r,  Uf.iu.l.  Tac.  Dav  Ann.  I.  12. 
La  nona  tlegione)  ec.  fece  della  necessrla 
virtù.  Fardi.  Siioc.  4.  4-  L  aver  cervel- 
lo non  vuol  dir  allro  .  che  sapersi  acco- 
modare al  bisogno,  e  fare  della  necessita 
virtù.  Beni.  Ori.  1-  3.  86.  Della  neces- 
sil'a  virtù  facendo.  , 

*  §.  IX.  In  virtù  ,  o  Per  virlu  , 
locuzioni  prepositive  che  valgono  In  con- 
seguenza. Per  forza.  Per  cagione.  Onice. 
Slor  17.  23l.  Nel  medesimo  tempo  pub 
Idico  un  monitorio,  contro  al  Cardrnale  e 
agli  altri  della  Casa,  per  virtù  del  quale  pri- 
vo poi  ec.  il  Cardinale  della  dignità  del 
Cardinalato.  E  18.  127.  E  poco  poi  ec 
passalo  neUe  parti  Imperiali,  ebbe  per  virtù 
dell'  accordo  Lecco  ,  e  altri  luoghi .  (L  ) 
t  Segner.  Mann.  Magg.  19  3.  In  virtù 
dell'alta  sentenza  che  dar'a  Cristo.   I  r  J 

+  VIRTUALE  .  AdJ.  di  I  irla.  Alle- 
nenie  a  virtù,  CU  ha  virtù,  o  potenza 
Lai.  virtiialis.  *  "  Fr.  lac.  T.  1.  7-  ", 
Lasso  il  bene,  e  prendo  il  male  Pur  sott 
ombra  virtuale  ;  Per  mia  cecità  mentale 
Non  fo  ben,  che  accetto  sia  -.  (C)  lir. 
Dial.  MI.  donn.  BSg.  Quelle  medesime 
potenzio,  e  virtuali  abiti  sono  neU  animo 
vostro,  che  nel  nostro. 

3  e  1  E  lerm .  flosofico  attribuito  a,t 
alcune  cause  occulte,  che  si  rendono  ma 
nifeste  solamente  p.r  gli  effitti  .  But. 
Pur-'  25.  2.  L"  umano  ,  cioè  1  umanila 
virtuale  e  potenziale,  e  formale  che  v  e. 
Varch.  Lez.  2^.  Chi  potrebbe  mai  taisr 
a  credere  che  d  calore  del  Sole,  il  quale 
fe  virtuale,  e  nou  formale  ec,  sia  il  me- 
desimo, che  il  calore  elementare? 

*  §.  II.  ;  irtiiale,  dicesi  da  Moralisti 
\  dell-  Intensione,  la  quale,  non  nlratlan- 
do  le  cose  pa.<.<nte,  fa  che  duri  nella  sua 
1  virtù  r  attuai  intenzione.  (A 
1  1»  VIRTUALITÀ".  Term.  de"  filosofi. 
'  Qualità  di  ciò  che  e  virtuale.  (A) 


VIRTUALMENTE  .  Avverb.  Va  vir- 
tuale In  virtù  ,  Potenzialmente .  Dani. 
Purg.  25.  lu  lui  suggella  Virtualmente 
r  alma  che  ristette  .  E  3o.  Quesll  lu  tal 
nella  sua  vita  nuova  Virtualmente  .  ò. 
.Igosl.  C.  D.  Non  solamente  mangiarono 
il  Corpo  di  Cristo  sacramentalmente,  ma 
virtualmenle.  Fir.  Dial.  teli.  donn.  ^2. 
Quelle  membra  ,  per  virtù  delle  quali  la 
bellezza  risulla  più  virtualmente.  /  arch. 
Lez.  246.  Una  cosa  si  chiama  calda  in 
due  modi  :  virtualmente  ,  come  il  Sole  , 
il  quale  nou  è  caldo  ,  ne  io  alto  ec.  ;  e 
formalmcnlp  ,  come  d  fuoco  ,  A  quale  è 
caldo  in  atto  ,  ec. 

:J  VlinUANZA.  / '.  A.  Virtù.  Oli- 
Coni.  lar.  l5  344.  Ella  pare  avere  più  di 
virluanza  che  1'  altre  virtudi  ;  onde  anti- 
camente il  nome  di  vii  lode  lu  solamente 
di    foi  Illudine .   (Cj 

VIRTUDIOSAMENTE,.' VEHTUD10- 
SAMENTE.  I  .  A.  Avveri!.  Con  virtù, 
'valorosamente  .  Lai.  honestc  .  strenue. 
Gr.  o;ioucai'J4  •  Lucan.  Assai  e  e  me- 
glio virtudiosamente  morire  ,  che  vivere 
Tu  catlivaoza.  Pass.  25.  Il  buon  volere  , 
che  Dio  dà  all' uomo,  acciocché  1  usi  be- 
ne e  verludiosamente. 

3  VIRTUDlOSO,eVEnTUDIOSO.f . 
/  Add.  Virtuoso.  Lai.  virlute  ornatus, 
virtute  praditus.  Gr.  Zf'-»;  ^«  "?.'" 
G  /'.  1.  I-  4-  S"""  discesi  di  nobde 
progenie  e  di  verludlose  genti.  Pass.  60. 
Cosi  diventa  1'  uomo  vertudioso,  esperio, 
e  conoscente  di  molle  cose  .  Cron.  ih- 
rell  2-4.  Vegliti  ritrovare,  usare  e  pra- 
ticare, con  giovanetti  tuoi  pari,  che  .stu- 
dino come  lu ,  e  sieno  persone  da  bene, 
costumali  e  yerludiosi  . 

-:  ■?  1  Per  Dotalo  di  possanza  na- 
turata'. uPa-Ìjd.  Oltobr.  11.  Quella  che 
vuogli  per  mangiare  ,  farai  più  forte  e 
virludiosa  traspiantandola»  .  (CJ 

+  *  S  II.  Virludioso,  vale  anche  the 
mJn.fesìa  virtù.  Vii.  S.  Ciò.  Ball.  224. 
Viilono  San  Giovanni  d'  uno  aspetto  ver- 
tudioso, e  di  tanta  signoria  e  divozione, 
che  s'  abbassò  un  poco    la   loro  ripuUn- 

"vMRTUOSAMENTE.  .-Ivverb.  Con  vir- 
tù Lai.  pro'stanter.  Gr.  l'uyypai,  xaj 
"ù^rh  ■  Bocc.  nov.  36.  3.  Giudico  che 
nel  virtuosamente  vivere  e  operare  di  nin- 
no contrario  sogno  a  ciò  si  dee  temere  . 
F  nov.  98.  5o.  Pronta  a  quello  .n  altrui 
virtuosamente  operare,  che  in  se  vorrebbe 
che  fosse  operato. 

S     1      Per    Valorosamente  .   Lai.    sire- 

,„/     ir    V.    2.    23.   Non  pensando  che 

ente  de'  Fiorentini  si  mellessono  tra  lo- 

'o     virtuosamente  si  misono    neUa    Scar- 

,Vc?r.   fior.   Stor.    1.   18.   Occu 


pena.  ->■  .^ig' .  *  *"' ■  ■ , 

parono   alcune   terre  m    Pomagna,  dove 
intra  quelle  guerre  virtuosamente  s.  man- 

tennero.  fBj  . 

*  <;  lì  Per  Efficacemente.  Amm  . 
Ani  "Quello  che  viene  dalla  bocca  del 
maestro  ,  molto  virtuosamente  suoua  ne- 
nli  orecchi  dell'  uditore.  (V) 
*"  *  §.  III.  Per  Con  gran  '""""•"■• 
Con  eìcellenza  d'arte.  Benv  Celi.  T,  . 
La  tinta  di  M.lano  era  virtuosamente  lat- 
ta; lierò  la  non  mi  sbigottì    (A) 

Vs  IV  Per  MaeslrevolmenU,  hceel- 
lenteniente.  P.env.  Celi,  -«r  '  '♦^  ,^°° 
altitudine  evidente  porgeva  1  orecchio  ora 
a   questo,  ora  a  quello,  e   sirtuosameote 

rispondeva    (C)  ..coTiri'^ISSI- 

VlRTUOSlSSIMO,e  VERTLOblS»' 

^.^0.  Superi,  di  nrtuoso.eJerluoso. 
Lai.  prirslanlissimus.  Gr.  '«"Z"'  '  ' 
À-n  Pand.  16.  Coriolano,  Cammdlo  e 
piS  altri  virtuosissimi,  -l»'  P^P^'-jf '^"j 
Tono  contumelia.    Oo-i.  Horell.  ^&   D. 

sua  mano  ella  sapea  lare  co  che  e  la  v„. 

lea     che  a  donna  si  richiedesse,  e  in  lul- 
217 


i73o 


V  1  R 


te  tue  operaiioDÌ  >Ìrtaosissima.  Cas.letL 
l8.  La  quale  l'ama  ed  ooura,  come  sua 
nobilissima  e  virtuosiìsima  figliuola  ,  che 
ella  b.  Lasc.  Sibili.  1.  1.  Egli  amerà  aa- 
che  quesl*  altr«  ,  che  noi  gli  troTereroo  , 
che  &arà  Lelliisima ,  vertuosiuima  ,  oobi- 
lissima  ^  e  ricchissima. 

*  §  P^f  Ifficacfssimo.  Dani.  Conv. 
69.  Ma  perocché  virluu^issimo  è  Della  in- 
teozione,  mostrare  lo  difetto  e  la  malizia 
dell'  accusatore,  diro  a  coofutioue  di  co- 
loro che  accusano  T  Italica  loquela,  per- 
chè a  ciò' fare  si  muovono.  (CP) 

•t  VIRTUOSO,  e  VERTUOSO.  Add. 
Che  ha  viXw,  ìaloroso,  liccetlmte.  ì^^i. 
excelU'ns,prnestans.  Gr.  ssa/ai,  s'jvi'ps- 
TO;  .  Corti'.  61.  Ciascuna  cosa  è  %irtuu3a 
io  sua  Datura,  che  fa  quello  a  che  eli'  h 
ordinata;  e  quanto  meglio  lo  fa,  tanto  è 
più  virtuosa.  Onde  dicemo  uomo  virtuo* 
so  ,  che  vive  in  vita  contemplativa  o  at- 
tiva, alle  quali  è  ordinalo  naturalmeale  ; 
dicemo  del  cavallo  virtuoso  ,  che  corre 
forte  e  mollo  ,  ce.  ;  dicemo  una  spada 
virtuosa,  che  ben  taglia  le  dure  cose,  ec. 
C.  f.  12.  4^-  6.  Questi  antichi  asscm- 
pri  e  moderai  danno  materia  ,  che  mai 
nullo  virtuoso  cittadino  s'  intromelU  in 
heoeficio  della  repubblica.  Frane.  Sacch. 
nov.  ^5.  Grande  iotendimenlo  è  quello 
d'  uno  vertuoso  uomo  ,  come  fu  costui  . 
.4r.  Fur.  18.  82.  Mia  sorella  è  questa  , 
Mala  di  buona  e  virtuosa  gente  .  Lasc. 
Sibili.  1.  X.  La  Sibilla  è  bellissima  fan- 
ciulla, bene  allevata  e  vertuosa. 

§.  I.  Per  Dotato  di  possanza  natura- 
la  .  noce.  nov.  73.  4-  ^"  ^a  Calandrin 
domandato  dove  queste  pietre  così  virtuose 
si  trovassero .  Vinc.  filari,  lett.  64-  Col 
persuadergli  che  a  Pozzuolo  V  acque  son 
cosi  virtuose,  come  a  Lucca.  Ricctt.  Fior. 
35-  ChiamaNi  ancora  dittamo  una  pianta 
nostrale  tutta  diversa  dal  dittamo  di  Can- 
did ,  il  qu.ile ,  ancorché  molto  virtuoso 
&ia  ,  nondimeno  non  ìÌ  debba  porre  in 
cambio  del  dittamo  di  Candia. 

tf  §.  II.  Virtuoso,  unito  al  terzo  ca- 
so, tale  Che  cagiona  virtù  ,  Utile.  Sen. 
Peci.  1.  Io  ec.  ho  ritrailo  di  Latino  io 
volgare  le  sue  declamazioni,  le  quali  so- 
no opera  virtuosa  a  qualunque  persona 
si  diletta  virtuosamente   vivere.   (Dj 

*t  *  S-  "'•  Firtuoso,  si  dice  comu- 
nemenle  a  Persona  dotta  nella  musica  , 
nel  ballo,  o  simile j  ed  in  questo  signìjìc. 
si  usa  per  lo  più  in  forza  di  sust.  Buon. 
Fier.  2.  4-  3.  Signora,  io  sono  Una  po- 
vera giovane  Virtuosa,  che  vo  Pel  mon- 
do travagliando,  Pcrch'  altro  far  non  so. 
Salfin.  Annoi,  ivi  :  Così  sentendosi  di- 
re la  virtuosa,  s'intende  la  dotta,  la  sa- 
piente nella  virtù  della  mugica.  (Aj  Mena, 
sai.  II.  Quel  virtuoso  gli  iiianeggia  (certi 
figurini),  e  quelli  Faveltan,  come  fosser 
rreature.  (  Fj 

*  §.  IV.  Per  Dotato  di  possanza  dt 
operare  prodigi .  J'it.  SS.  Pad.  Uomo 
mollo  virtuoso  in  uiiiacoli  ,  e  *n  cacciar 
dcmonia.   f/1) 

*  VIRULENTO  .  Term.  de*  Medici  . 
Che  ha  acquistato  indole  venerea,  e  qua- 
si  corrosiva  ,  contratta  dalla  coinquina- 
none  di  lue  venerea.   Fallisn.  (A) 

*  VIRULENZA,  y.  L.  lelenosità , 
Umor  velenoso  .  Lai.  virulentia  ,  virus  . 
Or.  *0i  .  Red.  Cons.  68.  Non  possono 
giovare  come  alrkiifarmari  alla  virulenza 
venerea-  /:.'  Ji3.  II  dubbio  si  è,  se  oltre 
questa  turbolenta  di  fluidi ,  sia  ec.  qual- 
che virulrnia  gallica.  /;  appresso:  Si  po- 
trebbe facilmenle  credere  che  la  virulen- 
ta  gallica  foise  veramente  estinta.   (*) 

VISACCIO.  l't.to  contraffatto  ,  o  di 
brutta  apparenta.  Cecch.  Mogi.  q.  8.  Oh 
maladello  questo  viiiaccio,  che  of;ni  volta 
eh'  io  lo  goardo ,  mi  fa  dìr  Tu 


V  I  S 

•|  VISAGGIO,  r.  A.  Fiso,  Folto. 
Lat  vultus,  facies.  Gr.  tìoswtov,  0'|t5. 
Dant .  Inf.  16.  Cosi  rotando  ciascuna  il 
visaggio  Drizzava  a  me.  Frane.  lìarb.  go. 
4-  Cb*  ella  farà  risplender  lo  visaggio. 
Liv.  M,  Non  pur  solamcnle  la  polvere  , 
ma  la  cenere  gli  feriva  ne*  visaggi.  Tac. 
Dav.  I  più  illustri  con  più  calca  e  falsali 
visaggi . 

*  §.  Con  senso  ditpmzativo  di  lai- 
dezza .  Segner.  Pred.  36.  4-  Avendo  in 
una  sua  visione  participalo  I*  Abate  Sil- 
vano (  della  conver.taiione  de'  celesti  )  , 
fuggiva  dipoi  tempre  le  facce  umane,  co- 
me visaggi  diabolici.  E  num.  7.  Vedia- 
mo oggidi  (dopo  la  certezza  della  risur- 
rezion  de' corpi)  che  femmine  imbelli,  ihe 
teneri  fanciulli  si  son  rcrjti  a  ver;;ugua  di 
temer  punto  i  visaggi  ancor  della  morte 
più  spaventosi.  (CPj 

t  VISCEKA.  e  per  lo  più  VISCERE 
nel  numero  del  più  .  Parti  interne  del 
corpo  dell'  animale  ,  conte  fegato,  cuore, 
e  simili,  le  cui  funzioni  sono  più  o  me- 
no essenziali  per  la  conservazion  della 
vita.  Lai.  exta.  Gr.  •sTttv.yx*^-  f  orch. 
rtm.  patt.  80-  A  le,  padre  Lieo,  consacro 
ec.  Questo  capro  ec.  Cosi  detto,  il  lerren 
lutto  tremante  Sparse  di  sangue  ,  e  ron 
pietosa  mano  Le  viscere  al  ^r^n  Dio  belo 
raccolse.  ^  Segner.  Pred.  Pai.  Ap.  2.  9. 
Chi  di  voi  non  sa  come  il  corpo  del  Re- 
dentore fu  lavoralo  dallo  Spirilo  Santo 
di  mano  propria  entro  le  purissime  vi- 
scere di  Mari^?    (TC) 

§.  I.  E  per  mctaf.  vale  P  Ìntimo  del 
cuore.  Cava/c.  Frutt.  ling.  L'  orazione  è 
sacrificio  mentale,  il  quale  a  Dio  l'anima 
offerisce  delle  sue  viscere  .  Salvia.  Disc. 
l.  l\2i  Egli  è,  che  coir  acume  di  suo 
conoscimento  scrutina  i  cuori  ,  penetra 
ogni  nascondiglio  di  quelli,  ogni  viscera, 
e  va  ricercando  le  midolle,  e  l'ossa. 

§.  M.  Per  similit.  vale  Parte  interna 
di  checchessia.  Guar.  Post.  fid.  prol.  Le 
più  profonde  Viscere  della  terra  E  del  mar 
penetrando.  ^  Segner.  Fred.  Pai.  Ap.  1. 
1.  Un  alilo  spiritoso,  chiuso  giù  nelle  vi- 
scere della  terra,  che  non  fa  però  di  fra- 
cassi ad   un   lale  oltra!;gio7  (TC) 

*  VISCERALE.  Term.  degli  Anatomi- 
ci.  Appartenente  alle  viscere.  (A) 

•f  *  VISCERARE.  Cavar  le  viscere, 
che  più  comunemente  dicesi  Sviscerare  , 
Rocc.  Com.  D'int.  7.  '^\.  Pertugiati  ì  mon- 
ti e  viscerata  la  terra,  del  ventre  suo  1' 
oro  e  r  aricnto  e  gli  allri  metalli  lecarooo 
suso  in  alto.  ( f' ) 

t  #  VISCERE  .  Sust.  mate.  Term. 
degli  Anatomici.  Una  dellr  parti  interne 
e  nobili  del  corpo  animale  ^  Fisterà  . 
Red.  fA) 

•f  VISCHIO  .  VESCIIIO  ,  VISCO  .  e 
VESCO-  Frutice  che  nasce  sui  rami  del- 
le quercie,  degli  abeti ,  dei  peri,  e  di  al- 
tri alberi,  e  produce  alcune  coccole  d'  un 
colore  d'oro,  o  ranciato,  dalle  quali  si  trae 
'*  Pania,  con  che  si  prendono  gli  uccelli. 
Lai.  viscus,  viscum.  Gr.  i"fo';.  Tes,  Pov. 
P-  S  cap.  5.  Trita  il  t  ischio  che  nasce  ne- 
gli albori,  e  legalo  alla  fronte. 

*t  S-  '■  y^^hio,  per  Pania  fatta  colle 
coccole  del  vischio.  D.  Oio.  Celi,  lett  |5. 
Il  vischio  non  prende  altro  ,  che  gli  uc- 
celli che  volano  basso-  Tes.  Pov.  P.  S. 
cnp.  Q.  Poni  in  capo  d'  un  bailnnrello 
trementina,  o  vischio,  e  mellinc  nell'o- 
recchie .  Peir.  scn.  108.  Tanto  f.irluna 
con  più  viico  intrica  11  mio  vnlair  (qui 
figuratam.  ).  f:  son.  aip.  Il  cor  preso 
ivi  come  pesce  all'amo  ce,  O  come  nuo- 
vo augello  al  vischio  in  ramo  .  E  canz. 
aa.  2.  Non  h  giuoco  uno  scoglio  in  mei- 
IO  r  onde,  E  intra  Ir  fronde  il  vuco-  Cr. 
10.  34.  1-  Gli  uccelli  si  pigliano  col  fi- 
schio ,  ovvero  pania  ,  in  molti  modi.    O- 


V  I  s 

rì^.  Calv.  2.  4^*  ^^''  ''("^  impaniati  t 
due  frusoni  In>ieme  ad  un  fuscello ,  • 
tenne  il  vischio.  Cas.  rim.  son.  I^  £  Cd 
come  augellin  ,  campalo  il  visco. 

§.  II.  per  meta/,  vale  inganmo  j  999 
altri  resti  preso.  Lat.  fraus.  Gr.  «:rrfT^. 
Petr.  cnp.  3.  E  '1  padre  collo  e  '1  popolo 
ad  un  \eschio.  Alam.  Gir.  33.  3^.  CIm 
in  questa  chiusa  valle  è  più  d' un  vi- 
sco . 

*  g.  HI.  E  per  Impaccio.  Pttr.  soa. 
33.  E  s*  io  mi  svolvo  dal  tenace  vi- 
sco. (P) 

*  VISCHIOSITÀ'.  Fiscosità.  Ben^. 
Celi.  fit.  Il  ve]i-no  non  fu  tanto  cb* 
egli  mi  ammazzassi  ;  m»  si  bene  ei  fu 
apj'uulo  tanto  a  purgarmi  d'nna  mortifera 
vischiosità,  (he  IO  avevo  dentro  nello  sto* 
maco   e   ne^r  intestini.   (C) 

VISCHIOSO     /'.  VISCOSO. 

!?  VISCIDITÀ'.  Astratto  di  Viscido. 
Viscosità.  Lai.  lenter.  Gr.  */)itffX^Ó7n};. 
Red.  Cons  l.  38.  Per  ona  certa  visci- 
dità di  liquidi  che  per  essi  canaletti  pas- 
sano. E  3.  58.  Po\suno  ancora  intronar- 
re  nello  stomaco  una  maggiore  viscidità, 
ed  impiasliar  maggiormente  le  bocchette 
delle  glandule  .  E  l38.  Dal  calor  della 
patte  ingrossala  acquistarono  viscidità  , 
lentezza  e  colore  ,  e  talvolta  odore  non 
buono.    (*) 

*  VISCIDO.  Add.  liscoso.  Glutino- 
so. Lai.  vistidus.  Gr.  yiotw'oiJt  •  Red. 
Cons.  I.  iSa.  Le  mestruali  purgasioni 
ec. ,  quando  compariscono,  appariscono  ds 
color  rosso  dilavato,  e  di  sostanza  viscida, 
ec.  E  278.  Se  la  pituita  diventi  viscida, 
ma  non  molto  ce. ,  produce  la  vitiligin« 
bianca.  (*) 

*  VISCIDUME.  Term.  de*  Medici  e<. 
Quantità  di  materie  i'iscide ,    Viscosità  . 

I  allisn.  Viscidumi  nella  tonaca  vellutata 
dellu   stomaco.   (Ai 

VISCIOLA  .  Ciriegia  prodotta  dal  Cs- 
riegio  visciolo.  Lai.  cerasum.  Gr.  tipoC- 
tìQ*.  Alleg.  201.  Sono  il  tuo  Parrì  por 
dfir  incannata  Delle  ciriege  visciole  e  mar- 
chiane . 

VI?CIOLATO.  Liquore  tratto  daUe 
ciriege  visciole.  Soder.  Colt.  \l5.  In  que- 
sta maniera  s'  acconcia  la  mostarda  ordi- 
naria, e  *1  visciolato. 

VISCIOLINA.  Spezie  minore  di  Cirie- 
gia  visctola. 

VISCIOLO.  ylA/.  Aggiunto  d'una  spt- 
zie  di   Ciriegio. 

VISCIOLONA  Spezie  di  Ciriegia  mag- 
gior della  Visciola.  «  Hed.  lett.  118.  SI 
faccia  ancora  alle  volle  coocere  delle  vi. 
sciolone ,  credo  costi  si  chiamino  palom- 
bine  ,  nel  vin  bianco  ec.  E  123.  Le  vi- 
sciolone  poi  quest'anno  sono  una  manna; 
elle  sono  1'  ossimele  della  natura-  (C) 

VISCO.    /'.  VISCHIO. 

VISCONTADO.  Grado,  o  GiurisdiMéc- 
ne  del  I  iseonte  .  C".  T.  12.  49  >■  *^*>* 
era  delle  terre  del  visronlado .  Rorfh. 
t  esc.  Fior.  553.  Diede  a  tutti  i  luoghi 
proprii  rettori,  i  quali  alcune  poche  voi- 
*"^  '^gS**  fbiamati  Visconti,  e  questo  per- 
avvrnlura  più  per  cagione  ili  proprietà 
de*  luoghi,  de*  quali  alcuni  lungo  tempo 
durarono  di  chiamarsi;  e  forse  ancora  si 
chiamano  Visconladi ,  qual  veggiamo  es- 
ser chiamato,  come  per  suo  proprio  no- 
me, da  Giovan  Villani  il  viscooUdo ,  la 
Valdambra . 

VISCONTE.  Xome  di  dignità,  o  gr^- 
do.    Lai.    *viiecomes  .    G.    V.    13.  ^6.    Il- 

II  Visconte  dì  Tantos,  fratello  del  Signo- 
re di  Soveraeo,  fìorgh.  ì'esc.  Fior.  553. 
Diede  a  tulli  i  luoghi  proprii  rettori  ,  1 
quali  alcune  poche  volte  veggo  chiamali 
Viictmli.  E  appresso:  Andava  per  reltotc 
un   Visconte. 

VISCONTÈA,   lo  stesso  che   Vucon- 


V  i  s 


V  1  s 


V  I  s 


1731 


T  ^       ,;  IR     In  uuesli  moti  s 

„i  sU  dura  e  6"'"""-',;''7.^eo  visco- 
urreslri,  e  .i.  par.meo.e  un  poc^_^ 

d'un  umore  acquoso  ^>»»"  '  j^'V,  .^u- 
«  '^'^'•.^•'•,^e^bma^o  '"c"  Guidi 
ne  parti  yiicoiclle,  ab.li  a  i  b  ; 

„  scoverchia  "- j)'^ j,  ^lla  nta.poùno- 
vUcoselte  sono   fonale  aa"a  i 

,„.  RM    Oss.  on.  :;,■   P"""  Ila 

polle  di  6-c.nt.  '""i""  •  "p;,;„,%,i,. 

ascosissima  pasta  m  '"'. 'Yuel  °  di  Bori 
I?  HI     Panico  armeDte  in   quena  o'" 
^roiieSav.han  tascata  un,  gran  q-n- 

mente  viscosi  1  fluidi  ,  non 

Ulta  non  Utari  '"'r  (.."^^OSITAUE  ,  e 
+  VISCOSITÀ,  MSCOSllALic, 

yucositade  ,  la  4  ^^^^^  ^^,,^ 

Turvist'it-'^U  -a,  la  ,u.e  b  d 
impedire  lo  meato  della  voce  .  t>r.  /IJ.- 
x7l.  viscosifa  di  quel  cibo  appiccando- 
Lisi. 1  p.l"to,  mi  riteneva  lo  spinto  en- 

?e"  e   e  llro  carni  viscose.  PalUa.  c.p.  5_ 
S-ellar/»-"J^è  viscosa  e  appicca.,,  e 

«guo  d.  g""="";/;;/-,^°„;.  -e  mani- 
«seosa  e  appiccante  f/»  "•J"'-  ^3 
fest»  cosa,  che  ella  e  grassa.  !"■  ''•;  ^ 
3.  L-a  ove  amare  fe  congelato  e  vischioso 
Ae  la  pii  5«te  lo  chiama  .1  Mar  mor- 
*    È  cV  5.  Ma  1- acqua  d.  mare     che 

Tcosl  salsa  e  pungente,  pero    mondalo 
Tentre  di  ttemma  grossa  e  viscosa. 
%%     liscose,  d.consi  da-Iìoian.a  le 
foglie   che    hanno    un    umore    .e/'";""»  ' 
•2  'i    atincca    alle    mani   d,  eh,    le   loc- 

"i'viSDOMlNATO  .  Digni'i  di  Ti 
^oVno  Bor,h.  rese.  Fior.  556  M  può 
ec.  credere  che  poco  fosse  "  S"^°  ^^^^ 
fiion.  ciUadinania  ,  che  questa  fam  gl^ 
^  mantello  del  Guardianato,  o  vogliam 
Riamarlo  Visdcminato,  s.  prevalesse  ec. 

del  Vescovado.  iV)  ,,,cT^muIIl^In 

.+  *  VISDOMINE,  e  VISDOMINO. 
lo  stesso  che  Vicedommo.  Borgh.I  esc 
F.or.li5l.  Si  veggono  due  altri  più  pre. 
f,;  crei  io  U6..1  che  dignità  ec.  CIO  so- 
no  il  Custode  ec.  ,  e  il  Msdomine,  o  M^ 
domino.  E  !^52.  11  Visdomiue  pare  che 
Sia  cura  e  governo  temporale  s  inlra- 
Iwilesse  pii,  che  in  altro.  E  453.  Avea, 
C  del  Visdomino,  il  Vescovo  per  suoi 

Lprii  ministri  .1  Visconte,  - .  "  ^ 

VISETTO,   fin'-  «''    '""     '^"^-      . 
MI   don,..   366.   Agging--^  S"°  6'"'^  " 

'^^'^SlBaE'."!;?^.'.   «ep-ò.e*rs.. 
Aoa.sscr.eduto,    Mani/esio.  La,.  .. 


1  il..       nt    propriamente    tangibile  .    O- 
sil.ik  ,    ne    I      p  ,^    ^g-clli 

:;rtrovasi,l  cuore  helU,.  mostrale  e 

^'^rvTsimLEMlNT^   F.  VIS.BII.. 

*'f  "sibilio.  D,c,«mo  andare  in  .i^ 
.,W:o,  e  ./m,/..  mod.  bassi  .  che  .-.  S°- 
«    P,W,-.r.-,   Andar.n   "'"-/",'; 

;,.,    o  oer  /a  doto""- !-"'■   ° 
d,lahi.  Gr.  asxvi^^^Ss'.'-  ^«'"F 

r"n:::n:;^.::o:tt-v^:;li.i*/:i- 

do.  Ma  non  si  userebbe    se    non    pei 

"'v7sV.U.SSIM0.  Saperi,  éi  Vi^hae 
Gal  Sist.  327.  menili  oggetti,  che  ec 
ci  e'rano  invisibili,  .i  3ono  col  ».ez.o  del 

-:-c,-àu:;nr:;%S"":^.fi 

modo.conc?oss,acbèUvisU.iliU-»unaf. 
''""t°risYBrLMENTE,eVlSlBlLEMEN- 

8  Maque^^o.  cbeèmoltoplU,assa.vo- 
?e  visilliente  fece  Pe<r.  canz.  ip-  1^ 
Ouasi  visibilmente  il  cor  traluce.  3Ior.  S. 
Tre..  Non  avendo  il  mondo  poto  lo  in 
„rima  conoscere  ,\  suo  autore  invisibile  , 
prèsso  il  conobbe  visibilmen.e  nella  no- 
appresso  "  ^  j        ^    u,una  co- 

:raddi:e-ner'ues.aW,a  visibilmente  e 
rensMmenle,  che  imprima  non    s.    detti 

TlU  cancelle'ria  del  ^^^■^fJ'^'Z.Z 

■^    I  it    S    tufros.    aOJ.     uit«    Clic 

^"Meme   te  hae  v-idula  7a   mia   dulclss,. 

e  r.„l»  ll'l  Lod.  t'ari,  stani-  79' 
rji?-"  mio  ^loir,  non  tema  o  duolo 
^hTvisibdemenle  lo  disvia:  Perche  l- 
cima  in  preda  ai  piacer  suoi  Lassa    1  suo 

^„il,iso.  L^i.  buccula.  f, /or.  2.389. 
?:Tme  questo  vide,  bassata  a  visiera  del- 
rXo  disse.  E  396.  Con  la  sua  m.-.no  g 
al.òTa  visiera  dell"  elmo  ,  e  al.togl.  nel 
:".V-..  OW.  ..  4-  57-  E  detto  que- 
lo.  abbassa  la  visiera,  E  strigne   i  denU, 

E  sicfom;  vigere  di  cristallo  ,  R.empion 
sono  'l  ciglio  tulio  '1  coppo  ..   f.y; 
'    R    U.    huiamo    In    pro.erh.o    Mandar 
ila  .is.era.  che    .ale   ^on    .i.;e'-  ^  r- 
,gna.  ne  faccia.  Lat.  P-/"'-;'--''" /^""y;; 

^.1.  jn;;....  .38.  Ultimo  P;?«re  di 
a„ha  mandalo  giù  la  visiera.  /■,  Vor.  3^ 
3,3  Legami,  che  non  tengono  più  che 
unto  chi  brama  garbugli,  ed  ha  manda- 
to  "iù  la  visiera.  „  ,. 

f  V1S1^0.  Dim    di  riso.Ben^.  Celi 


nt  3.  q6.  Falle  che  furono  le  in.Jal. 
e  incominciando  a  volere  entrar,  a  «avo- 
L,  queT  detto  mal  prete,  facendo  un  cer. 

IO  cattivo  suo  visino,  disse.  IC) 

+  «  S  Talora  per  l-.spression  d  aj- 
felto.  Baldov.  Lam.  Cecc.  28.  Amendue 
queste  cose  i'  vo'  mandarti,  Visin  me  dol- 
ce. iBr) 

*  VISION  ABIO.  Quegli  che  si  figura 
le  cose  e  le  crede  come  se  le  avesse  ai'utt 
,„  fusione.  SaMn.  l'ros.  Tose.  I.  434. 
Giungono  ancora  gli  amanti  ad  essere  e- 
staliri  e  visionarli.   (*) 

•+  VISIONE.   Apparizion  di  cose  che 
l'  uom  lerfe  in  sogno ,  o  pargli  cedere  in 
atto  di  grande  astrazione  d,  mente.  Lat. 
'fisvm.   Gr.   fào/ia.   l'ani.    Purg.  9.  E 
che  la  mente  nostra,  pellegrina  Più  dalla 
carne,  e  men  da' pensicr  presa,  Alle  sua 
vision  quasi  è  vicina.   i!ut.    Inf    26.  1. 
Visione  è  quando  l'uomo  nel  sonno   ve- 
de chiaramente  e  manifestamente    quello 
che  poi  gli  avviene,   i'occ.  noi.  35.  7.  La 
giovane  destatasi,  e  dando  fede  aUa  Visio- 
ne     amaramente    pianse  .   /'.    nov-  0».    l. 
Universalmente  ciascuno  della  bela  com- 
|,a"nia  disse  ,  quello  che    Talano    veduto 
avea  dormendo  ,  non  essefe  slato  sogno  . 
ma  visione.    Petr.    canz.    42.   7     Queste 
sei    visioni  al  Signor   mm    Han    fatto    un 
dolce  di  morir  desio.  Frane.    Barb.  ii3. 
A.  Ed  ogni  sogno,  visione,  o  baleno,  D. 
paura  si  pieno.  Ti  genera  nel  cuore  Pa- 
vento  ,  o  gran  dolore. 

e    I     Per    Immagine    apparente  .   Lai. 
simulacrum  .   Gr.    ^Ul^lo^  •    Petr.    son. 
i8q    Non   cose  umane,  o  vision  mortale. 
E   son.   2X3.    Oh    misera,   eJ    orribil  vi- 
sione 1    Vant.  Par.  3.  Ma  visione  appar- 
ve ,   che  ritenne  A   sé   me   tanto    stretto  , 
ec.  *  Palina-.   Pcrf.    (-'ri.'^t.   I.  4^  »  no- 
stro occhio  se  rimira  U  sole  ne  forma  in 
sfe  una  immagine    più    viva    e    pm   simi- 
clianle  di  quante  ne  sapesse  d.pignerTi- 
.iano,  la  qual  si  chiama  visione.  (VJ 

S  II  Per  lo  I  edere.  Lai.  visto,  vi- 
sus.'Gr.  e'.}.;.  Annoi.  Jang.Y.  non  giu- 
dicherà secondo  la  vision  degli  occhilo, 
r.  10.  23o.  I.  Si  piuvico  per  papa  Gio- 
vanni appo  Vignone  ec.  T  opinione  delU 
visione  delle  anime,  quando  sono  passale 
di  questa  vita  .  E  appresso  :  Da  allora 
innanzi  per  li  beali  perfellamenle  sarae 
in  loro  la  visione  chiara  deUa  vera  e  in- 
finita Deità.  T-  . 
;•:  9    III     risiane  beatifica ,  e  1  isione 

Intuit.ca  .  dicono  i  Teologi  Quella  ,  per 
mezzo  della  quale  gli  Eletti  veggono  Du 
Zelcielo.  .Segner.  Pred.  Pai.  ./p.  2.  »a. 
Che  dunque  fu!  Fu  che  Ci.slo  ec.  si  pr»- 
vasse  in  VUioque  parte  dell  anima  di 
quel  gaudio,  che  in  lei  nasceva  dalla  vi- 
sion beali6ca  ?   (C} 

*  VISIRE.  Term.  degli  Storici  mo- 
derni. Titolo  e  Specie  di  .Ministro  della 
Corte  del  Gran  Signore.  (.4) 

VISITA.  L'  Atto  del  visitare.  Lai. 
viZtìo.  Gr.  eVc....^.?  .  Cas.  lett.6^. 
,  a  quale   stia   sicura,  che  r  entrata  di  lor 

Mau'nificenze  in  Roma  ec,  e  le  visite  pn- 
"le  e  la  compagnia  sono  stale  tulle  lau- 
'•"  '  .  ^      '^/°„    ,    oiS.    lo  ce  1    in- 

dalissime.    Car.  leti.   2.   2^^. 

siterò  per  nobilitarla  d   una  lai  ^"'1^- 

*S  1.  risita,  si  dice  anche  dei  Ciri 
eh. /annoi  rescovi  nelle  lor  Dioies,,' 
,  Superiori   degli  ordini  nei  "nve'.l    de' 

'""rx;/'/e,;irp«r:rra;" 

„,   che  e  in  '""^'^J^  '  j  '    „  Lombardia 


-         .  rhe   Giove  e   Giunone 
visita,  ma  mi  pare  che   1,10  e 

abbiano   fatto  l'^g"/»"'";'  ""^h  se!^«- 

Verner     Pred.  Pai.  Ap.  '/ ■  9-   An  se  op. 

rtsCoiuUii  Prelati  cosil  Ma  quante  voi. 


É 


lySz 


V  I  s 


te  questi  nelle  lor  visite  non  fanno  da 
se  altro,  che  rimciii^re  ai  mali  meno  im- 
portanti, qual  sarà,  un  Messale  squarcia- 
to ,  e  lasciano  frattanto  al  loro  Vicario 
generale  i  piii  gravi,  f(') 

*  g.  II.  Visita^  si  dice  anche  parlan- 
do di  un  medico  ,  o  chirurgo  che  va  a  ve- 
dere un  malato.  Segner.  l'red.  Pai.  Ap. 
7-  7.  Se  per  li  mali  del  corpo  si  dee  sli- 
mare lien  impiegata  la  visita  personale  del 
medico  ,  ancora  sommo  ,  molto  più  scnra 
fallo  per  quei  dell'  anima.  (Ci 

t  VISITAME.NTO.  //  visitare.  Lai. 
'visitano.  Gr.  5:itiz!|i;.  E<b.  Pat.  jVojr. 
Conviene  visitare  d'  alarla  di  quello  che 
fa  Insogno  per  l'amore  di  Dio,  e  questo 
è  lo  buono  visitamento  (qui  la  stampa 
alla  pag.  68.  legge  vicitarc  e  vicitamen- 
lo  ).  Fr.  Ciord.  Pred.  S.  Questo  e  quanto 
ad  alcuno  visitamento  singolare  che  Cri- 
sto fa  neir  anima  santa.  Coli.  S.i.  Pad. 
Quando  ne  conforta  di  far  preghiera  ,  o 
vtsilamenti  piatosi. 

t  VISITANTE  .    Che  visita  .   Lai.  vi 
sens .  Gr.  tTii/s:iTo7»ev5;  .    Amet.    16. 
Essi  templi  ,  in   qualunque  parte  di  loro 
di  fronde    varie    inghirlandali  ,   e  di  fiori 
per  tutto  dipinti  ,  danno  d'  allegrezza  ca- 
gione  ai   visitanti   (qui  in  forza  di  sust.). 
VISITARE.   Che   gli    aal.ch,  dissero 
talora   VICITAKE.    Propriamente  /tnda- 
re  n   vedere    altrui  per   uficio  di   carità  , 
o  d'  affezione,  o  d'  osservanza    Lai.   visi- 
tare  .visere.  <;t.  eViczsTiTij&at.  Bocc. 
nov.  82.  3.  Ella,  contentandosi,  non   una 
volta,  ma  molte,  con  gr.in  piacer  di  cia- 
scuno, la  visito.   E  nov.  92.  7.  Afferman- 
do, che  come  Ghino  più  tosto  potesse,  il 
visiterebhe.    Sen.    Pist.  g5.  Se  alcun  uo- 
mo vicita  spesso  1"  amico  suo  infermo,  noi 
il  lodiamo  .    l'ior.   S.    Frane.   18.   Quan- 
do  veniva  a  vicitarc  quel  santo  Collegio. 
f^it.  .9.   Ciò.  Snt.    187.  La  nostra  Don- 
na, come  fu  volontà  di  Dio,  si   levò   in- 
contanente ,  e  andò  a    vicitare  la  sua  si- 
rocchia      «    J'arch.  Slor.    2.    l5.   Si   gra- 
vcrnentc  ammalò,  che  i  medici  lo  sfidarono: 
né  è  dubbio  che  se  Cesare  visitato  non  1' 
avesse ,  rome  fece ,  e  con  molte  e  mollo 
buone  parole    datagli    fcrm.n   speranza    <li 
doverlo    tostamente    liberare,  egli  portava 
rischio  grandissimo  di  morire.  (Cj 

S-  I  Icr  similit.  vale  Jiidarc  in  al- 
cun luogo  per  vedere  chec.hessin.  Dani, 
inf.  .»,  O  animai  grazioso  e  benigno.  Che 
visitando  v.ni  per  l'aer  perso  Noi  che  ti- 
gnemmo  il  mondo  di  sanguigno  .  /locc. 
nov.  65.  7.  Perche,  visilanilu  la  fessura 
spesso  ec.  ,  tanto  fece,  che,  per  veder 
che  ciò  fiissc,  il  giovane  venne  quivi.  E 
"*"'•  99-  ^-  **-  infino  che  questo  avve- 
goa  ,  non  vi  sia  grave  visit.irmi  con  let- 
tere (cioè,  scrivermi  ), 

*  §•.  "•  Figuratam.  IH.  S.  Frane. 
l58.  Cristo  si  '1  volle  ancora  visitare  nel- 
la sua  grazia  e  nella  sua  dolcezza  (cioè, 
favorire  ;  è  frase  della  sacra  Scritlu- 
ra  ì  .  /locc.  g.  I.  „.  1.  Cred.i  mi  sa- 
rebbe Tenuto  fallo  ,  se  Iddio  non  mi  a- 
vesse  cosi  visitalo  (cioè,  se  non  mi  avesse 
mandala  questa  malattia).  (I  )  Introd. 
J  irt  l\.  K  allor  dee  peniar  l'uomo  che 
Dio  I'  .uni,  quando  di  tribulazioni  da  Dio 
t  visitato,  e  tormentalo.  (C) 

%■  III.  yisilar  le  chiese,  vale  Andare 
a  fan-,  orazione.  Lat.  tempia  adire.  Gr. 
•'i  (HKoJ;  TOJljjjSri.  o.  I  .  IO.  I7J. 
a.  Dando  per  li  Vescovi  perdono  al  po- 
polo che  "l  vicitasse.  M.  I  .  9.  36.  Gì" 
impose  eli*  egli  vicitasse  certe  chiese  di 
Faenza  . 

*  §.  IV.  risitare  ,  si  dice  l'  .-Indnr 
che  fn  il  1  escavo  ,  o  altra  persona  di 
autorità,  a  vedere  se  i  luoghi  di  sua  giu- 
risdizione sono  tenuti  come  devono,  t'es. 
f'it.  Coni,   il^    In  quello  lem|>o  S.Carlo 


V  I   S 

Borromeo  ,  essendo  in  visitare  la  diocesi 
di  Brescia ,  passo  per  Castiglione  nel  La 
glio  del   l58o.  (C) 

*  VISITATISSIMO  .  .Superi,  di  li- 
sitalo.  Cas.  leti,  ined .  ^!^.  lo  mi  son 
ridulto  a  .Mur.ino  con  questi  bei  tempi  , 
ma  sono  visilalissimo,  e  non  ho  ozio  di  far 
cosa  buona.  (Ci 

•f  VISITATO,  ed  all'  ant.  VICITA- 
TO.  Add.  da  li  SI  tare,  e  licitare.  Amel. 
IO.  I  templi  con  sollecitudine  visitati  suo- 
nano ec.  E  3l.  Ne'  templi  visitali  ociii 
da  noi.  '  *'* 

•f  VISITATORE,  rrf  a//' a/,».  VICI- 
TAT(3ltE.  Che.  o  CI.,  vis.la.  Mocc.  nov. 
27  2^.  lo  n'ho  de' miei  di  mille  veduti 
vagheggiatori,  amatori,  visitatori,  non  so- 
lam.nte  delle  donne  secolari,  ma  de'mo- 
nisterii.  Fr.  Ciord.  S.  Pred.  20.  Venuto 
a  questo  luogo ,  siccome  a  padre  pietoso 
vicilatore   degl'  infermi. 

*t  S     ''""  lo  pi"  si  dice  di  Chi  è  pre- 
posto a  far  la   visita  d.  alcun  luogo  per 
vedere  se  ogni  cosa  vi  s.a,  o  vi  si  faccia 
a  dovere.   Maeslriizz.     I.  28.   L'Areivesco- 
vo  può  visitare  la  sua  provincia  ec,  rifare 
visitatori,  e  proccnrazioni  ricevere.   Buon. 
Fier.   I.  5.  2.   VisiUlor  dello  spedai,  com 
mise    Ch'  ei  si  dovesse  mettere  in  catena, 
•f    VISITAZIO.XE,    ed  all' ant.  \ICI- 
TAZIO.NE  .     I  isilamcnto  ,    Il    visitare  . 
Lat.    ••■i.iVado.    Or.    e^ii'w'j^ij  .    Bocc.^ 
nov    26.   16.   Per  modo  di    visitazione  se 
n'andò  a  casa  della  donna.   Lib.   Amor. 
3.1.   Lo    savio   amante  ,  quando  da  prima 
a  donna  non  bene  da   lui    conosciuta  fa- 
vella ,    non   dee    per  la  prima    vicitazione 
amore   dimandare.    Frane.   Sacch  .    nov. 
lOI.   Tiù  tempo  continuò  questa  cosi  fatta 
vicitazione  .   Frane.   Barh.   206.    16.    l'ir 
naturale  Morte,  rotale  Visitazion  ti  viene. 
t'oli.   .SS.    Pad.    Questo   è   un    medesimo 
dono  di   visitazion  dì   Dio.   Seal.  Claustr 
il-     ^  .  -    .     - 


V  I  s 


4';     Ecco  che  tu   hai  ricevuto  da  me  il 


i    I  —    "—   •■>«:>uiu   Ila   nie   I 

lume  della  grazia  e  la  visitazione,  la  qua 
tu  hai  cotanto  disiderata.  Fir.  As.  3o5. 
Il  quale  (Signore)  fu  visitato  da  tutta 
Roma,  più  per  veder  le  mie  maraviglie, 
che  per  vero  uficio  di  visitazione.  *  I  arch. 
Slor.  2.  16.  Ma  egli  tanto  contento  e  tan- 
to lieto  rimase  di  qucsU  visitazione  ec. 
che  evidentemente  senza  alcuno  indugio 
apparvero  segni  certissimi  della  sua  sa- 
nità. (Cj 

*  S-  Visitazione,  si  dice  anche  II  gior. 
no  ,  -n  cui  si  celehra  la  festa  istitu.la 
in  memoria  .Iella  lisita  che  In  I  ergine 
fece  a  santa  Elisahetta  sua  cognat...  Se- 
gner. .Mann.  Lunl.  3.  ,„.  l,  visitazion 
della  Vergine.  (C'i 

VISIVO  .  Add.  Che  ha  viri.'.  ,  ,  pò- 
lencia  di  vedere  .  Bocc.  nov.  i5.  3,  Si 
trova  che  '1  visivo  senso  degli  uomini 
M  prese  errore,  letr.  son.  177.  Ila  jii 
spento  Col  suo  splendor  la  mia  virtù  vi- 
siva  .  Pant.  I  ar.  26.  E  come  al  lume 
acalo  si  disnona  Per  lo  spirto  si.ivo, 
che  ricorre  Allo  splendor  «  Plut.  Adr. 
Op.  m«r.  4.  iSa.  iv„„  J,  ,;„„  il  „,,„,|,r„ 
che  non  ha  virtù  visiva  ,  né  zoppo  il  non 
atto  a  niaoiere  i  passi.  ft'J 

t  S-  Per  I  isihile  .  Lat.  vis.b.l.s.  Gr 
opa.TÓi  ■  Oli.  Com.  Inf  8.  142.  Nuoce 
ec.  il  Diavolo  all'  uomo  con  impressioni 
d'  immagini  ,  e  i|iezie  visive  .  *  Ztaon. 
list.  10.  In  nel  mezzo  ilei  qual  /prato). 
mi  lu  visivo  Cose  eh'  a  dirlo  ,  in  questo 
m'  è  Degala  ^cioè,  mi  venner  vedute  cose 
"■>.  ffj 

VISl>  .  Faccia  \.t\.  vullus  .  fac.es  , 
a.pertus  .  Gr.  o|i,-,  trpeouTo.  .  Bncc. 
lnlro.l.  ,',2.  Tult.  nel  vUo  divenuta  per 
vergo,.,,  vermiglia.  /  g.  i.f  ,.  Tal  nel 
mo  divenne  ,  qual  fresca  rosa  .  /■,  <ioe. 
■'*•  3.  Co'  visi  arlifirialinenlp  pallidi  ,  e 
colle   voci  umili,  e   maatuele     K  nov.  68. 


9.  Tante  pugna  ,  e  tanti  calci  le  diede  , 
tanto  che  tulio  '1  viso  l'ammaccò.  E  nov. 
83.  5  Calandrino,  che  viso  i  quello!  e' 
par  che  tu  sic  morto.  Amel.  72.  Mentre 
che  egli  con  occhio  vago  ,  ora  qnota 
donna,  ora  quell'  altra  riguarda  ,  alla  vi- 
sta  gli  eorse  il  viso  della  mia  madre . 
Peir.  son.  ai3.  A  me  pur  giova  di  spe- 
rare ancora  La  dolce  vista  del  bel  viso 
adorno,  lanl.  Par.  I.  Quinci  rivolsi  in- 
ver  lo  cielo  il  viso.  Peclam.  (Juinul.  C. 
JfosUando  ne"  lor  visi  pallidezza  di  mor- 
te .  Bern.  Ori.  i.  3  40.  Qne  begli  or- 
chi seren  non  son  \.\\i  belli  j  L'  aria  di 
quel  bel  liso  è  fatta  oscura.  E  ì.  30.  2 
Aver  la  barba  lunga  ,  unta  e  mal  nella  , 
Un  viso  rincagnato  di  fagiolo  (cioè,  che 
ha  somiglianza  col  fagiolo). 

t  "'  S-  ••  /'"■  F.gura,  Persona.  Ar. 
Fiir.  43.  3l.  Disse  Melusa:  lo  li  farò 
venire  A  conoscere  il  ver  con  altri  p«sii| 
Vo'  che  muti  il  parlare  e  i  vestimenti, 
E  sotto  viso  altrui  le  le  appresenti.  (l'j 
g.  II.  Per  simit.t.  l'.uid.  G.  Nella  le- 
vata dell'aurora,  che  distrugge  le  lenebrc 
dal  viso  della  terra. 

§  III.  ;Vto,  per  Quella  sembianza, 
o  apparenza  che  si  scorge  nel  viso  ,  se- 
condo la  divers.là  degli  affetti  dell'  aai- 
mo.  Lai.  vullus,  facies.  Gr.  itfiatDttai. 
Dant.  Purg.  21.  Con  viso  che  ucendu 
direa:  taci.  Bocc.  nov.  l^.  11.  Gravissima- 
mente, e  con  mal  viso  il  riprese.  E  nov. 
3|.  |5.  Il  viso  suo  con  maravigliosa  for- 
za fermò.  F.  nov.  66.  25.  Con  forle  viso 
la  coppa  nrese.  E  nov.  100.  14.  Il  quale 
con  as.'ai  dolente  viso  le  disse.  Sf.  y.  n. 
21.  I  quali,  come  meritavano,  con  Iorio 
Vito  e  rimliotti  del  popolo  furono  rice- 
vuti. Bern  rim.  I.  16.  E  noi  balordi 
farciam  certi  visi.  Come  si  dice  :  |a  peste 
è  in  paese ,  ec 

t  5  S-  'V.  I  iso,  per  la  Facoltà  visiva, 
pel  Senso  n.e.tiante  il  quale  si  vede.  Lal- 
visus.  Gr.  ófc;.  Dani.  Par.  21.  Tu  hai 
r  udir  mortai,  siccome  il  viso.  Cuitt,  lett. 
9-  Esso,  che  rende  a'  cicchi  viso,  a'  sordi 
audilo.  F  14.  Se  bene  gli  occhi  aprile, 
e  vostro  viso  è  chiaro.  Serm.  S.  Agost. 
Dissoluti  per  lo  viso,  e  per  l'andito,  e 
per  r  odoralo ,  e  per  lo  gusto  ,  e  per  b» 
tatto  . 

'••  S-  V  /  'i.to  ,  si  piglia  ancht  per 
'  Organo  stesso  del  I  iso  ,  per  gli  Oc- 
clit  ,  per  lo  Sguardo.  •  Fsp.  Pat.  masi. 
52.  Se  egli  ha  peccalo  ec.  per  gli  occhi, 
o  per  lo  viso  in  follemente  riguardare  . 
poni.  Inf.  3l.  Si  che  'I  viso  m'andava 
innanzi  imeo.   E.  Par.   lo.   Direira  al  mio 

f tarlar  len  vien  col  viso.  Girando  sa  per 
o  beato  serto.  Boet.  Farch.  5.  pros.  \. 
l'na  medesima  rilonditì  di  corpo  altra- 
mente iIjI  viso,  altramente  è  conosciuta 
dal   tasto  ».  (C) 

*  S-  VI.  Fiso,  figuratam.  per  Intelli- 
gensa  ,  Conoscimento.  Ouitt,  lett.  I.  5. 
E' filosofi  lutti,  «'sapienti  fuor  di  diiina 
fede,  e  de'  fedeli,  il  cui  viso  fu  sottile  « 
chiaro,  ben  da  mal  cernendo  la  disdegnar 
per  loro,  e  vietarla  a  noi.  IC) 

S  VII.  liso,  diciamo  all'  Occhio  dt' 
fagioli  notlrnli,  cioè  a  Quella  parte  nera 
e  durn ,  onde  germogliano. 

§.  Vili.  Avere  VISO  di  fare.  0  dir  ekec- 
chesiin,  vale  Essere  in  concetto  di  fare. 
o  dire  quella  lai  cosa  ;  e  talora  Avert 
ardire  di  farla.  Bocc.  noi'.  82.  8.  Cb> 
cuffia,  rea  femmina  1  Ora  hai  lu  viao  di 
motteggiare? 

§  IX.  Fare  il  vito  brusco.  Fare  il 
11(0  dell'  arme,  e  umili;  maniere  parU- 
colari ,  dimostranti  sdegno ,  o  abomina- 
zione .  Lat.  (orve  inlueri .  Cr.  vTa  J^K 
nfli'v.  Bocc.  nei-  6.  4.  Con  queste  al- 
tre parole  assai,  col  viso  dell'  arine,  quasi 
costui  fosse  sialo  Epicuro,  negante  la  a- 


V  I  s 


V  1  s 


V  1  s 


1733 


teroitì  dell*  anime,  gli  parlava  Jttrch. 
Etto!.  69.  Vogliono  far  paura  alimi  col- 
r  andare,  e  colli-  luslf mmie  ,  facendo  ii 
viso  dell'arme  Jv.  sai  2.  Se  scparata- 
meDle  cucinarme  Vorrk  mastro  l'isquino 
una,  o  due  volte,  Qiuiltro  ,  o  sei  mi  ta- 
ri *1  VISO  dell'  amie.  Jìuon.  Torte.  5.  7* 
E'  mi  i>av  cbc  la  Cosa  ei  acroosenla,  Seli- 
ten  la  fa  un  po'  '1  viso  dell'  armi. 

Si^  §.  X.  Far  viso  tti  matrigna  ,  va/c 
io  stesso,  /iern.  Itti.  9.  La  geutc  qui 
eatrò  di  uuuvo  io  susta,  e  lacevangli  viso 
dì  matrigna.   (Cj 

§.  XI.  Fare  il  viso  rosso,  vale  .Mo- 
strar vergogna.  Lat.  pudore  aj/ìci ,  rtf 
bore  perfuntlì.  Gr.  aicX-'^-'^'"  »  xara- 

g.  XII.  Far  buon  viso,  Mostrar  buon 
vìsOt  o  simili,  vogliono  Mostrarsi  amico. 
I  ed.  FARE  VISI),  g.  I.  />occ.  nov.  66. 
5.  La  donna,  latto  buon  viso  cr.,  il  ri- 
cevette. E  nov.  80.  20.  ISè  quel  viso,  uè 
«pielle  carene,  ne  quelle  leste  più  gli  e- 
ran  fatte,  che  prinia.  IC  num.  26.  Chi  è 
in  cosi  latta  disposizione,  (juantunque  egli 
ami  molto  altrui,  non  gli  può  far  rosi 
buon  viso.  Cron.  Moirll.  263.  Tu  non 
volesti  mai  dargli  un'  ora  di  liposo  ,  tu 
non  gli  mostrasti  mai  un  liuon  viso.  Cecch. 
Corr.  i.  3.  Vfggendo  11  Capitano  andar 
la  cosa  in  lun^a,  E  non  si  far  più  buon 
riso,  ricorse  Alli  favori. 

§.  XML  Fnrcviso  arcigno, vaie  Mostrar 
dispiai crc-  Lat.  J'rontem  corrugare,  vul- 
tum  adduicre .  Gr.  izò  TZpOGOiTtov  «va- 
ff^av.  Tac.  Pav.  Ann.  O.  127.  E  ba- 
ciando con  molte  lagrime  il  nipote  mi- 
nore, a  lui ,  che  ne  faceva  viso  arcigno , 
disse . 

§.  XIV.  Far  viso  ammirativo.  J'ed. 
FARE  VISO,  §.   VL 

§.  XV.  Far  VISO  torto,  vale  Mostrar 
dispiacere. 

g.  XVL  Far  viso  lieto,  vale  Dar  se- 
gno rf'  allegrezza,  e  soddisfazione.  Bocc. 
noi'.  10.  8-  Il  maestro,  sentendosi  assai 
eortesemenlc  pugnerc  ,  fece  lieto  viso,  e 
rispose. 

^  §.  XVII.  T^on  guardare  in  viso,  Jìgu- 
ratam.  vale  JS'on  curare.  Imperf.  V ■  Tib. 
D.  3.  T.  12.  6.  Tanto  manra,  che  gli  ir- 
razioDali  della  medesima  specie  s'  aiutino 
V  un  r  altro  nel  vivere  ,  che  i  genitori 
medesimi,  e  Ì  6gliuolÌ,  appena  sono  allevati, 
che  uscendo  dalla  cura  loro  non  gliguar- 
dan  più  in  viso,  ne  più  gli  raflìguran  per 
dessi.  (F/ 

f  §.  XVII!.  Mostrare  il  riso,  figura- 
tam.vale  Opporsi  arditamente,  JSon  cede- 
rti yon  cagliare,  lìesistere.  Lat.  auden- 
ter  se  opponere,  resistere,  ohviam  ire,  Tac. 
Gr.  avT(5T«T:"ìv,  àv-y.p/iì'*.  Tac.  IJav 
Ann.  3.  70.  Vedere  il  nemico,  mostrargli 
il  viso,  bastar  questo  per  vincere.  F  Star. 
3.  322.  Alle  legioni  mostrasse  il  viso,  ivi 
dell'  Imperio  combattesse  .  Crcch  Dot. 
3.  2.  Ma  perthè  io  tenni  duro,  E  mo- 
strai il  viso  al  mio  dolcione  ec,  E'  le 
danno  ora  il  podere  ec. 

§.  XIX.  Mostrare  il  viso,  vale  anche 
Dire  il  fatto  suo,  o  le  sue  ragioni  con 
vivezza,  con  forza.  Lat.  sibi  verbis  ,  et 
vultu  consulere  .  *  Segner.  Pred.  Pai. 
Ap.  8.  II.  E  cbe  riputate  uditori?  che 
se  il  padrone,  al  primo  oltraggio  che  mi- 
rò fare  ai  suol  servi,  avesse  a  quei  traco- 
tanti mostrato  il  viso,  sì  sarebbono  que^1i 
a  mano  a  mano  avanzati  a  si  strani  ec- 
cessi? (TC) 

g.  XX.  Alzare  il  viso,  vale  Insuper- 
bire,  Far  del  grande. 

§.  XXL  Cavar  buono,  0  mal  viso  di 
checchessia,  vale  lìiuscime  a  bene ,  0  a 
male.  Fem.  Ori.  i.  i3.  20.  Non  so  che 
viso  caverà  del  salto  ,  Che  quattromila 
braccia  e  più  vien  d'  alto. 


§.  XXII.  Mutar  viso,  tale  Cangiare 
il  colore  del  volto.  Lat.  vultu  concidcre, 
tolorem  vultus  mutare.  Gr.  ti,;^'-; wttov 
«>/aTr£iv.  Puon.  I  icr.  2.  l{.  28  Que- 
sto era  dianzi  quello  star  sospeso.  Mutar 
viso,  tre    astratto. 

g.  XMII.  Par  nel  viso,  vale  H'ostrarsi 
troppo  .•facciatamenle. 

f  g.  XXIV.  Gettar  sul  viso,  figura- 
tani.  vale  Rinfacciare.  Lat.  crprohrare . 
Gr.  o'vsioi'Ceiv.  Segner.  Mttnn.  Viccnih. 
12.  6.  Il  peccato  gli  stava  quasi  sempre 
in  atto  ausici issinio  di  gittargli  sul  viso 
r  ingratitudine,  la  quale  egli  aveva  usata 
al  suo   Dio  per  un   vii  piacere    da  bruto. 

g.  XXV.  Andar  sul  vi.w ,  vale  l'arsì 
avanti  minacciando.  Toc.  Pai-.  Stor.  l. 
269.  Colle  mani ,  e  coli'  armi  vanno  in 
sul  viso   agli  andiasciadori. 

§.  XXVI.  Star  col  viso  basso,  vale 
Fssere  in  portnnicnto  umi'c. 

g.  XXVII.  Star  col  i'/Vo  duro,  vale 
Stare  in  conie-^no.  Non  cedere,  l'occ.  nOv. 
100.  22.  Stando  pur  col  viso  duro,  disse. 

'^  g.  XXVIII  Pendere  dal  viso.  P. 
PEKDEr.E,   g    X.   (C) 

f  s;s  §.  XMX.  l'oglìersi  dal  viso  una 
macchia,  0  vergogna,  vale  Cavarsi,  /,<■- 
varsi  un'  infamia.  V-  TOGLIERE  ,  g. 
LXXXVII.  \C) 

g.  XXX.  A  viso  aperto,  A  viso  sco- 
perto ,  e  simili  ,  posti  avverbialm.  ,  va- 
gliano Coraggiosamente  ,  /arditamente  , 
Senza  riguardo  .  Lat.  viriliter  ,  libere  . 
Gr.  ScasaXs'w^  Pant.  Inf.  IO.  Ma  fu' 
io  sol  colà  ec.  Colui  che  la  difesi  a  viso 
aperto.  lìocc.  nov.  91.  6.  Messer  Ruggie- 
ri eoo  aperto  viso  gli  disse  .  Tac.  J)av. 
Ann.  I.  12.  Ma  molti  a  viso  aperto  al- 
zavano le  voci  ,  essere  lo  stato  di  Roma 
in  man  loro. 

§.  XXXI.  A  viso  a  viso  ,  posto  av- 
verb.,  vale  In  presenza,  A  faccia  a  fac- 
cia. Lai.  coram  ,  palam.  Gr.  yav5pw5  » 
avyyKvoov.  Buon.  Fier.  i.  3.  3.  E  cen- 
to altr'  armi  strane  da  ferire  ec.  A  man 
salva,  sottecco ,  e  a  viso  a  viso. 

*  g.  XXX li  A  pieno  viso,  posto  av- 
verb.  lo  stesso  che  A  viso  aperto  .  Ott. 
Cam.  Jnf  10.  l85.  Io  fui  ben  solo,  dove 
per  parte  di  coloro  che  furono  meco  a 
questo  male  si  trattava  disfar  Firenze  , 
colui  il  quale  a  pieno  viso  il  conlradissi, 
e  operai  sicch'  ella  non  fu  disfatta.   (Br) 

g.  XXXIIl.  Sul  vi.'io  ,  posto  avverb.  , 
vale  Jn  presenza.  Lat  coram,  in  oculis. 
Gr.  ^avspw;,  a'vayavòo'v.  Fir.  .Is.  207- 
Più  volte  minacciandomi,  mi  aveva  in  sul 
viso  giurata  la  morte  addosso.  Cecch.  Mogi. 
4-  IO.  Tu  sarai  sempre  povero.  N.  Perchè? 
.V.   Perchè  tu  di' il  vero  sul  viso. 

g.  XXXIV.  Una  mano  lava  l'altra,  e 
ambedue  il  viso.  /  .  MANO,  g.  CCLIII. 

g.  XXXV.  J'iso  di  culo,  di  conno,  0  .'si- 
mili j  maniere  d'  improperio.  Pataff'.  8. 
Viso  di  conno  infermo  ,  e  di  marmotta. 

;::  VISO.  V.  A.  Avviso,  Parere.  Bim. 
ant.  Panmicc.  dal  Bagno  I.  384  ^^^^^ 
(  saria  )  già  questo  al  mio  viso  mainerà 
D'  avere  spera  (speranza),  aver  nun  mai 
allessa.  (C)  Bim.  ant.  Antonio  Buffone 
Bacc.  Alluce.  22.  Cuor  turbo  e  chiaro 
viso  Diabolico,  a  mio  viso,  si  può  di- 
re. (F) 

•r  g.  Esser  viso  ad  uno,  maniera  an- 
tiquata, che  vale  Parere  ad  uno.  Esser- 
gli avviso.  Cuitt .  rim.  37.  Aristotel  , 
Boezio  ,  ed  altri  manti ,  Seneca  ,  Tullio  , 
ad  un  testimon  sonne  ,  E  per  ragion  m' 
è  viso,  anche  Ìl  vedcmo.  E  74-  Maggio, 
m'è  viso  ,  te  tal  prova  a  prova  Che  se  in- 
chinali ti  fus^er  li  cieli,  (l)  E  l.ett.  21. 
57.  E  però  viso  m'  è ,  padre,  che  chi  non 
vale  afferma  di  non  valere.  (J' ) 

*  VISORIO-  Term.  de' Medici .  Che 
appartiene  alla  vista.   (A) 


^■'  §■  P^f"  aggiunto  di  alcuni  nervi 
provenienti  dal  cervello  ,  detti  anche  Ot- 
tici.  (A) 

\-  VISPEZZA.  Qualità  di  ciò  che  e  vi- 
spo. Lat.  vividus,  vigor,  alacritas,  prom- 
ptitudo.  Gr.  fvi3pÓ7r,^  .  l'.ed.  /ns.  82 
Ai)pcna  che  furon  nati ,  con  grandissima 
ed  incrediliilc  vispezza  ec.  volando,  parea- 
no  ,  per  così  dire  ,  in   moto  perpetuo. 

f  VISPISTl.ELLO  .  Mammifero  vo- 
lante che  ha  ali  membranose,  e  cbc  ras- 
somiglia nella  forma  e  grossezza  del  cor- 
po a  un  topo.  Oggi  più  comunemente  dì- 
cesi  Pipistrello.  Lai.  vespertilio.  Gr.  vu- 
yripti-  Pant.  Inf.  3^.  ^o^  avcan  penne, 
ma  di  vispislrello  Era  lor  modo  .  Bocc. 
nov.  85-  16.  Fa  che  tu  mi  rechi  un  poco 
di  carta  non  nata,  e  un  vispislrello  vivo. 
^V.  9.  9^.  3.  Anche  si  j;uardino  da  vi- 
spislielli ,   da  lucertole,  e  da  rondini. 

VISPO.  Add.  Pronto,  Fiero,  Pizzar- 
ro.  Lat.  pronipliis .  alacer.  Gr.  7Tfo2fU//o;. 
Buon.  Tane.  5.  7.  Ve'come  nejjli  occhiuz- 
zi  ella   par  vispa  1 

f  \  ISSO-  Foce  poetica.  Add.  da  l'i- 
vere  j  Pìvuto  ,  f  issulo.  *  Pelr.  son. 
Il3.  Sarò  qudl  fui,  vivrò  com*  io  son 
visso.  (Pj  Fr.  Zac.  T.  4-  ^9-  2.  Sempre 
m'  hai  tribuUito,  E  vissa  meco  in  discor- 
do .  Morg.  27.  l53.  O  santo  vecchio,  0 
ben  nel  mondo  visso. 

VISSUTO  .  Add.  da  Vivere  .  Frane. 
Sacch.  nov.  87.  Le  sue  parlanze  son  più 
da  rubaldi  clic  votano  li  giardini,  che  da 
quelli  che  dL-bboo  dare  esempli,  e  dottri- 
ne, come  doverebbc  dar  egli,  che  si  può 
dire  esser  vecchio  mal  vissuto.  Fir.  As. 
2q5  Ma  il  ben  vissuto  ^erchiu  ec.  con 
ogni  inslaoza  s'  ingegnava  di  mostrare  la 
verità  della  cosa.  Lor.  Mcd.  cnnz.  \0.  !\. 
E  la  vecchia  mal  vissuta  A  casa  grattò  la- 
tigna.  Salvin.  Disc.  I.  108.  Il  suo  guer- 
riero marito  Odenalo,  sempre  vissuto  nel- 
le selve  ,  e  ne'  monti. 

VISTA.  Senso,  e  Atto  del  vedere.  "L^X. 
visus.  Gr.  o4"'-  Amet.  7.  I  giacenti  cani 
delle  riposanti  Winfe  ,  levati  di  colui  alla 
vista  ec.  ,  veloci  con  allo  latralo  li  cor- 
sero sopra.  E  ^'].  Un  giovane  ec.  vidi 
tra  tutti  con  più  fervente  vista  mirarmi . 
Dant.  Inf  18.  E  quinci  sien  le  nostre 
A  iste  sazie.  E  Par.  3.  La  %ista  mia,  che 
tanto  la  segulo,  Quanto  possibil  fu.  l'etr. 
son.  201.  Chiar'  alma,  pronta  vista,  occhio 
cerviero.  E  2.\l\.  A  me  pur  giova  di  spe- 
rare ancora  La  dolce  vista  del  bel  viso  a- 
dorno.  Bed.  Cons.  I.  142-  Non  è  mara- 
viglia alcuna  ,  che  ec.  si  lamenti  ora  di 
qualche  caligine  della  vista  .  E  \!\Z  La 
vista  farebbe  molto  meglio  T  u6zio  suo 
nel  tempo  del  calar  del  giorno,  che  nelle 
ore  nelle  quali  il  Sole  con  più  gagliardia 
somministra  la  luce  all'  aria. 

V  g.  I.  Vista,  si  paglia  anche  per  P 
Organo  stesso  della  vista,  per  gli  Occhi, 
per  gli  Sguardi.  Tass.  Ger.  17.  !\2.  Ma 
già  tolte  le  mense,  ella  che  vt-de  Tulle 
le  viste  in  sé  fisse  ed  intente,  E  eh'  a'  se- 
gni ben  noli  ornai  s'  avvede  Che  spar- 
so è  il  suo  velen  per  ogni  mente,  Soige 
ec.  (C) 

*  g.  II.  Perder  di  vista  una  per- 
sona ,  o  una  cosa  ,  vale  Non  veder  più 
una  persona  ,  o  una  cosa  ,  veduta  per 
qualche  tempo  innanzi-  V.  PERDERE, 
g.    XIX.  (C) 

^-  g.  111.  Perdere, di  vista  una  cosa, 
vale  fì^uratam.  .^lontanarsene.  /'.PER- 
DERE, g.  XX.  (Cj 

:^  g.  IV.  l'sscre,  0  Giungere,  e  si- 
mili, a  vista  di  un  luogo,  0  di  una  per- 
sona, vale  r- ssere,  o  Giungere  ec.  nello 
spazio ,  dove  la  vista  arriva  a  vedere 
quel  luogo,  o  persona,  o  dove  si  è  veduto 
da  quel  luogo  ,  o  da  quella  persona  . 
Car     Fncid.    I.  677.  Ed  essi  in  tanto  iu 


1734 


V  I  s 


ver  le  mura  a  vhl»  Giunger  Jclla  citta  . 
E  3-  4^2.  Remìgaodo  a  gara  Fummo  in 
UQ  tempu  de*  Feaci  a  rista,  E  gli  varcam- 
mo. (C) 

#  §■  V.  Vista,  per  Finestra^  liin^hìe- 
ra,  qiiafi  I  edelta  .  Dant.  Purg.  io.  Di 
rontia  effigiala  ad  una  vista  D'uà  gran 
palazzo   Micol  ammirava  ,  ce.  (S^) 

t^  §.  VI.  lista,  per  Istella ,  r  unù 
Dant.  Par.  23.  Vid'  io  sopra  migliaia  di 
lucerne  Un  sul,  che  tutte  quante  1'  arcen* 
dea.  Come  fa  '1  nostro  le  vi&le  superne. 
/^  3o  E  come  vien  la  chiarissima  ancel* 
la  Del  sol  più  oltre,  cosi  *1  ciel  si  cliiude 
Di  vista  in  vista  in  fino  alla  più  bella.  (f'P) 
3-  VII.  Per  Apparenza.  Frane.  ìiarh, 
62.  IO.  Cura  fermezza  in  armarti,  e  non 
▼ista.  /Vo^'.  ant.  58-  2-  Giunsero  alla  c^ 
sa  sua  ,  la  quale  era  di  non  gran  vista. 
*  Tratt.  t'trt.  mar.  I.  Ti  prego  che  la 
Iiootade  avanzi  la  tua  vUla,  accio  che  tu 
sii  trovato  meglio  che  tu  non  dimostri.  (C) 
Àr.  Far.  3l.  8.  Sfidò  a  la  giostra  Hicciar- 
dctto  ,  cb*  era  Dinanzi  ,  e  vista  area  di 
t;uerrier  franco.    (FPj 

§.  Vili.  Per  Sembianza,  Aspetto.  Dant. 
ìnf.  I.  Ma  Don  si,  rlie  paura  non  mi  des- 
se La  vista,  che  m'apparve,  d'un  lionc. 
Pctr.  son.  208.  Fa  cììw  sue  viste  leggia- 
ilrette  e  nuove  L'  anime  da'  lor  corpi  pel- 
legrine .  *  Tais .  Oer,  18.  17.  Era  là 
giunto,  ove  i  meu  forti  arrosta  Solo  il  ter- 
ror  che  di  sua  vita  spira.  {DJ 

*  g.  IX.  Per  Semftiante  hurhantoso  , 
orgoglioso  .  Hett.  Tu//.  lOO.  Questo  è 
tanto  pieno  di  vanagrolia  e  di  vista,  che 
quando  guarda  alti  ut  sempre  pare  che 
dica  :  darcstemi  luogo  se  non  foste  villa- 
ni. (C) 

i'fi  g.  X.  Per  Pretesto  Tac.  Da\>.  Star. 
26^.  Grcdcudo  a  lai  novella  i  soldati  d' 
Ottone,  crcl)l>c  il  pericolo  del  Senato,  tanto 
più  essendosi  in  vista  di  consiglio  puMdico 
uscito  di  Modana  eoa  abbandonar  quella 
parte.  (C) 

f  #  §.  Xi.  Vista,  per  Quella  sem- 
hianza  o  apparenza  che  si  scorge  ne^^U 
occhi  secondo  la  diversità  dc<;li  affetti 
deli'  animo.  Ar.  Fnr.  43.  96.  Cosici  con 
grata  vista  lo  raccolse,  E  poi  la  lingua  a 
lai  parole  sciolse.   (Fj 

t  §.  XII.  Vista,  per  Dimostrazione, 
Segno  esteriore.  Lat.  species.  Gr.  ùSo^. 
Tesorctt.  lir.  17.  i5t).  Ch' io  già  per  vi- 
sta sola  Vidi  maniTcstato  Un  fatto  ben  ce- 
lalo. lÌQCC.  now  68  l5.  Avendola  veduta 
a  sedere  e  cucire  ,  e  senza  alcuna  vista 
nel  viso  d'  essere  siala  l>altula  .  M.  V. 
7.  2  E  dando  vista  il  dello  lìe  di  grande 
apparocchiamcnld  ,  avvcnn».*  ce.  l'alale. 
Fritti,  ling.  Pogniaiiio  che  anche  non  si  paia 
alla  vista.  Tac,  Da^-.  Ann.  l.  2.  Da  lui 
fatti  de'  C''sari,  e  in  vista  di  recusare  ar< 
dentcmcnte  desiati  (  Il  testo  lat.  ha:  spe- 
cie  recusantis  )  . 

g.  XUI.  l)'i<fe  Far  %'i sta,  che  vale  Di- 
mostrare ,  Indicare  .  Lat.  su  ho  stendere  . 
Gr.  vTZoSnAV'Juv.  fiore,  g.  3.  />.  4-  Ct^ 
perle  di  pergolati  di  viti,  le  quali  faceva- 
no gran  vista  di  dover  qucll'  anno  assai 
uve  fare.  F nov.  i^o.  9.  Sb  altra  vista  d* 
■Irun  sentimento  fece  ,  che  avrebbe  fatto 
an    corpo  morto. 

*  §.  XIV.  incesi  anche  Dar  vista,  in 
senso  di  Mostrare^  ,  Aver  apparenta  . 
Cron.  l'eli.  l33.  È  d*  eli  d*  un  sedici 
mni,  e  savio,  e  facente,  e  «li  v»»ta  «Pr-j- 
ter  buon  uomo.  F  ivi:  E  ancora  fanciul- 
lo ce,  ma  dà  vista  di  somigliare  di  |^an- 
dcua  il   padre.   (I  } 

t  §.  XV.  Far  vi-tta ,  o  le  viste,  vale 
anche  Fingere  ,  Simulare.  Lat.  dissimw 
lare.  Gr.  Ìipùì'*lJl'i'^<^<-  ììocc.  nov.  \S. 
17.  Ella  atbtra  fé  vista  di  mandare  a  ittrr 
■ir  albergo  ,  che  egli  non  fosse  atteso  a 
«cua.    E  now    17.   29.   Un  capestro  da  lui 


V  I  3 

perciò  portato,  facendo  vista  dì  far  carex- 
te  a  Ciurlaci,  gli  gittó  alla  gola.  F  nov. 
61.  8.  Fece  villa  di  svegliarsi.  E  nov. 
77.  3o.  Vista  facendo  d'andarsi  a  letto, 
la  fante  ne  mandò  a  dormire.  Cron.  ito- 
rell.  265.  chi  ti  conduce  in  sul  fatto  , 
prima  ti  dica  oulla,  con  due,  o  tre  che  '1 
serviranno,  o  che  ne  faranno  vista,  per- 
chè lu  ti  vergogni  di  disdire.  E  323.  Ci 
fece  molte  volte  ricomperare  per  biscazzi, 
che  ci  facea  ,  e  ci  è  sempre  convenuto 
far  vista  ùì  non  vedere.  S.  Ciò.  Grìsost. 
Quelli  che  paro  cbe  abbiano  preso  la  ero 
ce,  e  fanno  vista  di  seguitar  Cristo,  voglio- 
no,  e  cercano  d'  andare  per  quota  via  lar- 
ga (f/ui  la  stampa  pag.  33.  legge:  danno 
vista).  Cecch.  Mogi.  5.  8.  E*  fa  le  viste 
Di  non  udir  questo  ribaldo.  Salv.  Granch. 
4-  I.  Facendo  'I  babbione  E  *\  serfedoc- 
co,  far  vista  d'avare  Pensai"  ee.  Fir.  As. 
94-  Fece  in  un  tratto  le  viste  di  essere 
stracco  ,  e  dislesesi  ìn  terra  con  tutta  la 
soma  . 

§.  XVI.  Far^  gran  visU,  vale  Far  di- 
mostrazioni ,  0  hurbante  .  Frane.  liarb. 
72  17.  Sia  fuor  di  groneggiarc,  A  poco 
a  poco  salisca  al  suo  grado.  Faccia  gran 
viste  rado,  Per  ogni  ciancia  comandar  si 
puardi.  *  Vit  S.  Fugen.  388^  Ma  il  Ter- 
fcllk),  sappicelo  eh'  egli  r  avea  fatto  fare 
occultamente  (un  tradimento),  fece  le  vi- 
ste grandi,  e  misegli  in  pregione;  e  dopo 
alquanti  di  disse  che  gli  Imperadori  ave- 
vano loro  perdonato.  (  V) 

*  §.  XVII.  lista,  per  Riguardo,  Con- 
sidcrntione  ,  }fira.  Dani.  Par.  24*  E  da 
questa  credenza  ci  conviene  Sillogizzar, 
seni'  avere  altra  vista.  (Mj 

^  g.  XVIIl.  Venire  a  vista,  per  }fo- 
strarsi.  Darsi  a  vedere,  Prerenlarsi  in- 
nanzi. Dant.  Par.  17.  Mi  viene  A  vista 
*!  tempo  cbe  ti  s'  apparecchia    (lirj 

*  §.  XIX.  Mettere  1/1  vista  una  cosa, 
vale  Atetierla  in  considerazione.  Far  che 
altri  le  ponga  mente.  Scf^ner.  Pred  Pai. 
Ap.  2.  l.  Voglio  che  ella  mi  servi  almcn 
d'  occasione  a  mostrare  una  ferilà  quan- 
to meno  osservala,  lauto  più  degna  ec. 
d'  essere  messa  in  vista.  (TCj 

5  §.  XX.  Bastar  la  visite,  figuratam. 
vale  /instar  l*  animo^ ,  Dare  il  cuore  . 
Amhr.  Furi.  \.  z4*  ^*^'  l»"*!»*»  '*  *'*'» 
attribuirti  il  nome  d'  altri  cb  ,  pcisimo 
giuntatore  T 

g.  XXI.  .-Z  vista  ,  posto  awer/iialm. 
Diciamo  :  Giudicare  a  vista  ,  0  simili  , 
cioè  Giudicare  colla  semplict  witta  ,  e 
senza  venire  ad  altro  cimento  j  /.■•  che 
diremmo  anche  Giudicare  a  occhio  ,  e 
croce.  Lai.  eT  9isu,  ex  solo  inluitu  iu- 
dirarr.  Gr.  x%x'  0(j"v  xjt'vstv.  Mov.  ant. 
l8.  3.  Danneli  quattrocento,  cbe  troppo 
credeva  che  fusscru,  più  i  dugento  mar- 
chi, che  non  mi  switlirano  a  vista. 

*t  S-  X^ll-  -^  pista,  terni,  mercatan- 
tetco  j  «  diresi  delle  lettere  dt  camhio  , 
allora  che  debbono  pagarsi  subito  ,  ve- 
duta la  /eltem  j  a  distinzione  dell'  altro 
tarmine  loro   A   uso.    /'.A    USO. 

§.  XXIll.  A  prima  %'ista  ,  Vt  primi» 
vista,  posti  cvverhialm.,  vitgliono  Subito 
che  .CI  .tfil  veduto  .  Lai.  primo  intititn  . 
lied.  Oss.  an.  5l.  Il  luniacono  marino 
ee.  fa  cosi  a  prima  vista  in  tal  postura 
qualche  roisa  ctl  abbouata  siiiiitiludinu 
col  muso  dilla  lepre  terrestre. 

§.  XXIV.  Divista,  l'ale  I  iru.tlmentr, 
Per  mezzo  della  vtsta  ,   Ocularmente. 

§.  X\V.  In  vista,  posto  avverh. 
vale  Af*p'irentemente.  ttorc.  nov.  11.6  lu 
vista  lutti  pimi  di  piet^.  E  n(^v.  i5  aa. 
In  vista  lullA  sonnarchiosa,  fallasi  alla  6- 
ncslra  ,  provrrbiosamcitle  dtisc 

tf  g.  XXVI.  In  prima  vista,  o  ÌS'ella 
prima  vttta  ,  posti  avverbialm.  vagliano 
Subito  che  si  sta  t-eduto.    Bocc.   Fiamm 


V  t  s 

1.  39.  Obi  dirà  cbe  persona  mal  non  più 
veduta,  sommamente  si  possa  amare  nella 
prima  vista?  (Br)  E  g.  2.  n.  3.  Il  quale 
maravigliosamente  nella  prima  vista  gli 
piacque  .  Borgh.  Orig.  Fir.  23l.  Molte 
cose  in  prima  vista  appaiono  belle  e  t«- 
risimili   affatto.   (  Vj 

VISTAMENTE.  V.  A.  Avverò.  Ve- 
locemente j  Con  prestezza.  Da  vedere  a 
non  vedere.  Lai.  celeriter  ,  repente.  Gr. 
ra^c'u;  ■  Guid.  G.  Colla  potenza  della 
sua  schiera  vistamente  impedìo  li  Greci. 
E  altrove  :  E  stando  fermi  vistamente 
si  ristettero  .  Liv.  M.  Comandò  a'  suoi  , 
cb'  egli  meltessono  il  loro  arnese  in  un 
monlicello,  e  che  ellino  «*  armassono  vi- 
stamente. E  più  sotto:  Elli  scrisse  vista- 
mente la  sua  oste  .  I\'ov.  ant.  92.  6.  Li 
Romani  lieti  e  gioiosi  più  che  non  si  po- 
trebbe credere  ,  vistamente  andarono  in- 
contro al  loro  campione. 

t  VISTO.  Ade.  Pronto,  Di  fiera  vi- 
vacità ,  Di  sensi  desti  j  quasi  lo  stesso 
che  Vispo  .  Lat.  promptut  .  Gr.  t;03U- 
^04.  Liv.  5f.  Elli  fue  non  pur  solamente 
visto  d' ingegno,  ami  fue  ec.  Filoc.  2.  x5. 
Gli  pareva  che  del  suo  corpo  uscisse  un 
lioncello  presto  e  visto,  il  quale  egli  insieme 
con  questa  cervia  senza  alcuna  rissa  nu- 
tricava per  alcuno  spazio.  Ovid.  Pist.  G. 
D.  39.  Egualmente  dava  corona  a*  più 
visti  e  pronti.  Cron.  Marcii.  349-  Tu  1* 
avesti  maschio  per  farli  bene  crepare  il 
cuore  ;  tu  1'  avesti  intendente  e  Wsto  ,  e 
sano,  acciocché  con  pena  fussi  dalla  per- 
dita tormentato. 

VISTO.  Add.  da  Vedere  ^  Veàut» , 
Petr.  son.  159.  Vedi  quant'  arte  don  e 
'mperla  e  'nnostra  L'  abito  eletto,  e  mai 
non  visto  altrove-  E  canz.  6.  2-  Rappel- 
la  lei  dalla  sfrenata  voglia  Subito  vtita  . 
Fr.  Giord.  Pred.  B.  Si  turbò  per  le  tante 
viste  impuritadi.  *  M.  V.  9.  104.  E  vi- 
sto cbe  non  si  polieno  confidare,  ec.  (l'J 

#  g.  listo,  per  Veggente,  Dt  veduta 
sottile.  Ott.  Com.  Purg.  6.  77.  La  pre- 
detta providenza  è  tanto  giusta  cbe  ella 
QoO  lascia  passare  alcuna  cosa  impunita  ( 
e  così  è  tanta  vista  ,  cbe  ogni  orasiooe 
falla  a  lui  pietosa  ed  umile  non  luda 
passare  senza  remunerazione.  (C) 

VISTOSAMENTE.  Avverò.  Im  ma^ 
niera  viflota. 

VISTOSETTO  Dim.  di  Vistose.  Lio. 
cur.  malati.  La  bevanda  ti  ^  d' uo  eolore 
più  presto  vistosetto  ,  cbe  no. 

VISTOSISSIMAMENTE.  Superi,  rff 
Vistosamente.  Lat.  drcrntissimo ,  pu^ 
cherrimo  aspectu.  Gr.  cucios'aTaToi.  FY. 
Giord.  Pred.  B.  Onde  vistosissimamente 
compariscono   per  le  chiese. 

VISTOSISSIMO.  Superi,  di  Vistoso. 
Lat.  aspectu  pnlcherrimus,  speetatu  pul- 
cherrimiis.  Gr.  luitocsTocro;,  ùpoLtórx- 
TOi.  Ar.  l'etr.  IS'er.  5.  79.  Così  si  aver^ 
uno  smeraldo  vìstosÌMÌmo.  E  5.  85.  Verrà 
uno  zafBro  orìcalale,  cbe  ar'a  ud  Ttolellu 
Tistosissimo  . 

t  VISTOSO.  Jdd.  Che  tcààisfà  att 
occhio.  Di  bella  vista.  Lai.  elegams,  ve- 
nuftut.  Gr.  x^P**'*«  ■  '''"-  ^-  Cwir.  Lo 
superbo  sempre  ^  vistoso  di  fuori  in  ogni 
sua  opera,  e  dentro  è  sempre  «ile.  Urh. 
Sa  In  una  bottega  d'  un  rigattiere  Ì  loro 
vistosi  e  rolorati  panni  in  oscuri  e  grossi 
tabarri  cambiati,  ec.  Fir.  As.  237-  QuAO- 
do  parse  loro  cbe  noi  fussìmo  un  poco 
più  visiosì,  menatici  alla  piazza,  «  coJU«* 
gnaliri  ad  un  l>.inditore,  e  cavalli  e  asini 
tutti  fumnui  mrssi  allo  incanto. 

VISUALE.  Add.  Appartenente  alla  vt- 
sta.  Visivo.  Lai.  visualit.  Gr.  o~Ttito'{. 
Guid.  a.  Molto  si  rallegra  di  mescolare 
i  suoi  visn.d)  raggi  con  nuelli  d'  Flcna  . 
Hut.  ìnf.  IO.  Come  si  dice  nella  pro- 
ipcttiva,  che  gli  occhi  veggiano  mcttr»^ 


V  is 

j        ti    l:  mirili  VISIVI,  cioè  lo  quale  '•«■" 
TlSuÀLMENTE.   .U.'rb.  Per  ««« 

Ti*    r."""  «'''•  '■'"  ""  """  „ 

.„«:.     che  cou  UD  ceno    V.UCC.O  suo  , 
loress*  ,  ^^g  ,11   A- 

lullo   sangue  e  lane ,  »"" 

S:r^r'3;."a,j:::r;a^oni'.a. 

ciascuno,  che  ci  nane, 

«t^"::ur"rrsi%::::=t.o 


V  1  T 


V  I  t 


1735 


■;     ■'     «i,^      F  10.    E   la  misera  vi- 
transiloria  vita     r.  lu-    ■- 
U    Dimoran.e    prolunga   per    mio    male  ^ 

vivere  umano-  -•  '-  •>""^-  •*   -" 
rquci,  i  quali  ec.  lauto  poco  Mimarono 
1.  v^ila  loro  che  furono  scnUU  dire  .che 
«ebliono  volentieri   una   coppia  d.  scudi 
pagalo,  e  non  esser  quel  Biornovenuu  a 

^'Tl'^'Lrne!a.i.a.r^!e    Esserci 

pena  di  morie.  Bocc.  ne.  98.  /JS.  Come 
Clù  si  folle,  che  ec.  tu  con  essass,  quello 

che  tu  non   facesti  giammai  ,  andandone 

'  Tu.  Dan,  o  Prestare  vita,  o  la 
Htì,  .agUono  Conceder  la  vita.  Far  che 
lt,r!.i^.  Lai.  fr.bere.itan,  ,  larg.n 
^ilam.  Gr.  ?<-r!v  X«?'?--f  f  ' ,,  ,^""- 
Feti  16.  Se  gli  avesse  prestato  Iddio  vi- 
U,  avrebbe  avuto  in  comune  assai  stato . 
Bern.  Ori.  1.  17-  17  P"  ''"""' ^''V 
eletta  egli  ha  la  morte.  Segner.  PrM 
a.  5.  E  come  se  quegli,  a  guisa  d.  tanti 
Dii,  dato  vi  avessero  ancor  la  vita,  ancor 
r  essere,  vogliono  che  voi  giungiate  insi- 
no  a  chiamarvi  le  loro  creature. 

e.  IH.  Dar  la  fila,  <ale  anche  Spen- 
dere la  vUa,  Oferirs,  pronto  alla  mor- 
te Jr.  Fur.  22.  35.  Ma  por  farle  pia- 
cere, immantinente  Data  le  avr.a  la  vita 
che  gli  resu.  *  Segner.  Fred.  lai.  ,lp. 
2.  \l.  Si  duole  suir  allo  tanto  a  lui  caro 
di  dar  la  viu  per  r  uomo.  rrC; 

§.  IV.  Var  la  vita,  figuratam.  sx  dice 
dell'  Apportar  somma  consolai^ione ,  gran- 
dissimo piacere,  ntililà  vera  .  Fr .  Jac 
T.  Di  carilate  adomati,  Ch  ella  li  da  a 
vila.  r<ir.  leti.  I.  157.  M'avete  dato  la 
vita  a  farmi  vedere  parte  del  commenta- 
rio  eh-  avelc  scritto  degli  artefici  del  di- 
segno. ,  f  »- 
*  §  V  Dar  fila  a  morti ,  vale  «1- 
sascilarli.  Tornarli  in  vita.  Fr.  Oiord. 
Fred.  I.  l5.  Ed  ancora  col  suo  grido  da 
Tila  ai  figliuoli  morti.  (C) 

§.  VI.  Panar  la  vita  .  vale  Rimetter 
la  pena  della  morte.  Bocc.  nov.  t^l.  22. 
A  Cimonc  e  a'  suoi  compagni  ec.  fu  do- 
nata la  vila. 

e.  VII.  Essere  in  vita,  vale  ì  ivere  . 
Lit.  in  vita  esse.  Oc.  Gr.  «va.  >.v  tm 
ft.'u  .  i?occ.  nov.  1.  2.  Bene  1  suoi  pia- 
rerì ,  mentre  furono  in  vita  .  seguendo  , 
ora  con  lui  elerni  sono  divenuti  e  beali. 
r,t.  S.  -^rargh.  l!i«.  In  mentre  eh  10 
sarò  in  questa  vita  ,  Io  non  lo  faro. 

«  §  Vili.  Finir  la  vita,  0  1  dì  della 
saa  vua,  vale  Cessar  di  v.vere  Afonre. 
r.  FIINIBE,  §    X.  e  SII.  fO 

*  e  IX.  Levar  la  vita  ad  uno.  vale 
Ucciderlo,  recor.  g.  5.  n.  1.  H  popolo, 
«..gendo  questo  ,  corKro  a  fona  al  pa- 


lano di  Crasso,  e  tutti  d' accordo  gli  Ic- 
varon  la  vita.  (C)  . 

a;  «  X.  Mancar  di  vita,  vate  Morire. 
Giov  Celi.  r,t.  AIJ.  l39-  Seguito  dipoi 
quel  tempo  che  essendo  mancato  di  vita 
il  Re  Pedinando,  e  poco  dopo  lu.  lo  m- 
perador  Massimiliano  ,  s.  accese  negli  a- 
nimi  de'  Francesi  una  vog  .a  sfrenata  d. 
assaltare  .1  regno  d.  Napoli.   <  '  .» 

*  §.  XI.  Mutar  '•'"•''"''"•" '""'/..^"r 
sare  aW  altra  vita.  Morire.  V.  MUTà- 

"Vl   XII.    Passart  di  vila,  0  alValtra 
viJa.o  a  miglior  vita,  vale  Morire    Lai. 
ex  liac  vita  migrare,  e  '■J'^P'?/'""'' 
ad  palrcs  ire  siios.  Gr.  «■:r«)UTTJ5ea. 
„0 >=u,TeU«T<xv  Tov  ^.ov.  Socc.nov 
28    26.  Consola    la    tua    donna  ,  la    qual 
sempre,  poichfe  tu  di  questa  vita  passasi, 
instata   ii  lagrime.   Fnov.Jt.    ll.Dopo 
non   guari  spano  passò  della   presente  vi- 
ta. Fncv.  98.  4-  Creniele  già  vecchio  di 
questa  vila  passo.   E  ^lnJ.    t-es.  l'i-  Fa- 
cendo co'lor  archi  d'  està  vila  l'assar  moli, 
animali  assa.  sovente.    Urb.  5;.  Con  ama- 
rissima  doglia  del  padre  era  di  questa  vi  a 
passalo.    F.Vec.  4.    .87.  Mal    sarebbe  ,  se 
io  in   quel  termine,  che  lu  fuori  del  rea- 
me stessi,  passassi  ad  altra  vita. 

8  XIII.  Perder  la  vila,  vale  lo  stesso. 
^  Ésop.  Fav.  4.  Vedendo  1'  Agnello,  che 
in  ogni  modo  gli  conveniva  perdere  la  vi- 
ta, rV-J"^  ^'  Lupo  con  superbe,  e  vane 
parole  (C)  Bern.  rini.  I.  5.  Qual  e  co- 
lui  eh'  a   perder  va  la  vita. 

+  *  8  XIV.  Por  la  vita  per  uno,  va- 
te Darla,  Spenderla.  Sacrificarla  per  sal- 
var uno  .  Agn.  Pand.  Col  bicchiere  in 
mano  giuravano,  e  prometlev-ano  por  la 
vila  per  loro.  /'.PORBE,§.CLXVl.r;^; 

*  e  XV  Por(i,r  tifii  addosso  ,  vale 
Fiveii'.  Cecch.  Assiuol.  5.  8.  Tu  se"  .1 
piò  galante   uomo   che  porli  vita  addos- 

so.    (  f  j  ,        D- 

*  S  XVI.  Recare  a  vita,  vale  Kisu- 
sellare.    /  .   RECARE,   §.  XLVI.  (Cj 

g  XYll.  Beggerla  vita,  vale  Sostentar- 
la. Lai.  vitam  regere.  Gr.  i;w>Jv  Tpef  i'". 
Bocc.  nov.  37.  3.  Quantunque  le  conve- 
nisse colle  proprie  bracca  .1  pan  ,  che 
mangiar  volea ,  guadagnare,  e  filandola, 
na  ,  la  sua  vila  reggesse. 

*  §.  XVIII.  l'ornare  in  vita  uno  , 
vale  Bisuscilarlo  .  Bocc.  nov.  28.  2b. 
Padre  mio,  le  vostre  orazioni  ec.  m  han- 
no delle  pene  del  purgatorio  tratto,  e  tor- 
nato in  vita.  (Cj  -.    >. 

S  "XIX.  Torre  la  vita,  o  Togliere,  o 
Trar  di  vita  ,  vate  Uccidere.  Lai.  mler- 
necare.  Plaut.  Gr.  e-|o),oSp^-J5.v.  Bocc. 
nov  "7  41  ■  Riguardando  a  che  partito 
tu  ponesli  r  anima  mia  ,  la  tua  vita  non 
mi  basterebbe  ,  toglie  ndolati.  Pelr.  canz.^ 
38  4  Trarre  o  di  vila,  o  di  marlir  qucst 
alma  Vit.  S.  Margb.  l47-  Se  lu  rn,  Io- 
eli  d.  questa  vita  ec,  quando  tu  m  avrà, 
morta,  ec.  E  l!^.  Perchè  li  fa.  torre  la 

vita?  r    i\T     „, 

*  §  XX.  Venire  in  vila,  vale  fasce- 
re.   ;  .  VEMRE  IN  VITA.  (C)  , 

«  8.  XXI.  /  l'ere  in  prima  vita  ,  lo 
stesso  che  Vivere;  e  .<i  ha  in  ciò  riguardo 
alla  Seconda  Fila  .  Oli .  Com  .  Par.  9. 
21Q  L'  Autore  convelle  il  suo  sermone  a 
dama  Clemenza  ec.  la  quale  viveva  anco- 
ra in  prima  vila.  (C) 

e  XXII.  Uscir  di  vita  .  vale  Morire. 
Lai.  exire  de  vita  .  vila  exccdere  .  Gr. 
TsXsOTàv  To'v  p.ov.  Dani.  InJ.  20.  Po- 
scia che'l  padre  suo  di  vita  uscio.  ■.  Ar 
Far  26.  16  Dell'asta  di  Fugg.er  fu  U 
Pagan  degno,  Che  guidò  gli  allr.,  e  use, 
di  vita  in  fretta.  I  TCj 

8  XXIII  Chi  ha  tempo,  ha  vita; 
prov\rb.  dinotarne,  che  ISetf  aver  lem- 
pò,  0  nel  goder  dilazione,  si  possono  spe- 


rare, é  possono  sopravvenire  degli  avvcm- 
taggl.  Ambr.  Iiirt.  ,.  3.  Tu  sai.  che  ch. 
ha  tempo,  ha  vita. 

■--  e  XMV  Per  vita  vostra,  ec.  Ma- 
nièra di  scongiurare  altrui.  Segner.  Fred. 
8.  5.  Sema  che,  ditemi  per  vita  vostra, 
uditori  ,  quanto  durerete  alla  fine  in  tal, 
travagli  (cioè,  quanto  v  e  cara  la  vita 
vostra)?  (f)  ,  , 

V  8.  XXV.  Trista  la  vita  mia,  escla- 
mazione di  dolore .    Pecor.   g.    in.   2- 
Disse  la  donna:  trista  la  vita  miai  doraan-        - 
date  lutti  questi  vicini,  se  mai  s'  avvidero 
pur  d'  un  mal  allo  di  me.  (Ci 

■■:■  §.  XXVI.  ì  ila  ,  per  lo  Tialiiral  vi- 
gore degli  animali  ,  Potenza  .  Fona  vi- 
tale -  Lai.  vilalitas  .  March.  Liicr.  lib. 
5.  Allor  che  manca  Per  V  età  già  caden- 
te il  consueto  Vigor  dell' uno  e  che  dal 
corpo  infermo  Languida,  -  dalle  membra 
oppresse  e  stanche.  Gli  s' .nvola  la  vita, 
allora  ap|  unto  Veggiam  ch  ali  altro  m 
su  il  fiorir  degli  anni  Spunta  la  vaga  gio- 
vinola.   (Br)  ,     e  f    , 

:■=  e  XXVII.  Fila,  talora  vale  ialule. 
Sanili.  Tas<.  Cer.  l.  3.  Succhi  amali 
ingannalo  lulanlo  ci  beve,  E  dall  ingan- 
no  suo  vita  riceve.   (TC) 

'•  8  XXVIII.  Parer  la  vita,  vale  es- 
sere sanis.timo.  Cecch.  Servig.  1.  4.  Oh 
quel  meschino  Si  mori  bene  a  un  tratto. 
Ifer.  Si,  vedilo;  E  pareva  la  mU.(ì) 

S  XXIX.  /  ita,  per  Anima.  Dani. 
Par  12.  lo  son  la  vila  di  Buonaventu 
ra  *  E  14.  Si  tacque  La  gloriosa  vita 
di  Tommaso  .  E  il  Vita  beata  ,  che  ti 
stai  nascosta  Dentro  alla  tua  letuia,  fam- 
mi nota  La  cagion  che  si  presso  m.  t  ac- 
costa. E  25.  Inclita  vita,  per  cui  1  alle- 
creiza  Della  nostra  Basilica  si  scrisse  ,  ec. 
(parta  sempre  ad  anime  di  Sanili.  (ì  ) 
Ta<s.  Ger.  12.  C2.  Se  lavila  Non  esce, 
sdegno  Ilenia  al  pelto  unila.  (D) 

:?  §    XXX.    ì'ita  ,   dicesi   anclie  ,  in 
lerm.  di  devozione,  delP  anima  quando  e 
in  islalo  di  grazia.    Segner.   Mann.  Apr- 
à    2    Qual  è  la  vila  dell   anima  ?  Non  e 
Dio?   Or  la  fede  'e  la  prima  che  a  le,  lo 
unisca.   EAgosl.5.6.    Chicon    quesU 
divozione    che   usale    Iruovi  lei  (la    ter- 
gine) irover-a  la  vita.  Questa  vita  s,  e  L. 
oraiia  divina,  vila  dcU'  anima  nostra,  (l) 
+  ,  8  XXXI    /  ■"■,  P"-  '»   ^^P'  "'" 
si  vive  ,  per   Tutto   lo    Spazio    di    tempo 
che  scorre  dalla  nascila  fino  alla  morie. 
^  Pani    Inf.   I.  Nel  meno  del  cammin  di 
nostra  vita  Mi  ritrovai  per  una  selva  oscu- 
ra     J'inc.    Mari.  teli.  5.   Va  animo  ben 
composto  si  doveria   fermare  se  fra    que- 
sto corso  della  vila  mortale  e,  fusse  pun- 
to di  fermezza  .  Segner.    Fred    Pai.   ^p- 
2.  3.  Fino  a  quel  di  funesùssimo  ,  nel  qual 
Cristo  termino  la  vila  mortale.  (C) 

*  e  XXXII.  l'ila,  si  dice  anche  Una 
parte  considerabile  di  questo  tempo  ,  o 
spazio.  Ar.  Fur.  14.  88.  Fé' nelle  scuole 
assai  della  sua  vila  Al  tempo  d.  Filagora 
ed  Archila.  iC) 

*  e.  XXXIII.  Andar  per  vila  ,  vate 
Vivere  nuanlo  'e  il  corso  ordinario  della 
vila.  Stor.  ^erb.  Se  lu  vai  per  vita,  lu 
sarai  valentuomo.  (C) 

+  e    XXXIV.   Far  la  vita.  0  Far  vita, 
,Je  livcre.  Lai.  vivere  .  vitam  degere 
a-vbm  agitare.  Gr.  ^lov  |3iojv  .   Bemb. 
teli  1    5.  l4q    Che  non  posso  stimar  per 
niente,  ch^  voi  pensiate  di  far  la  vostra 

vila  in  quel  paese.  *  ^'>?-  ;"'•'  ':  }°°- 
rna  che  Naiade  era  .  che  in  quei  fonU 
Che    surgon    quivi.    Fé'  sua   vila    e    pia- 

"''"-  s'^XXXV.  Passar  la  vila  in  una 
cosi,  vale  Consumare  •'  "■'"f"' {"«"^ 
■'"''"^^nc(;m^su:n^l.^Fa,^iU 
:;lte''aromt-'.--'l  giuoco.  fC; 


»736 


V  I   T 


'  §.  XXXVI.  Usar  la  vita  in  due- 
chestia  ,  vale  Consumare  il  tempo  in 
checchessia.  C.  /  .  i.  ig.  ,.  Mu  per  lo 
suo  mal  rcggimenlo  usando  sua  viu  io 
lussuria  ,  fu  caccialo  dai  baroni,  e  lolla 
ti''  la  signoria.  (C) 

*  §•  XWVII.  lila,  talora  significa 
Cessazione,  o  Fine  di  vita.  Cron.  Mordi. 
335.  Voglia  Dio  rlie  questo  (dolorej  nou 
sia  cagione  d'affrellar  l'ora  della  nosira  vi- 
la.  Cronichet.  d'Amar.  27.  Quando  Dario 
SI  vide  cosi  aver  perduto,  mandò  lettere  ad 
Alessandro,  che  gli  voleva  dare  lo  reame  di 
.Media  ,  e  dargli  la  6^1iuoIa  per  moglie 
e  dopo  la  vita  di  Dario  ,  che  Alessandro 
avesse  Io  reame  di  Persia.  (C) 

■^  S.  XX.WIII.  l'ita,  per  luogo  dove 
SI  passa  la  vita,  dove  si  iiV.-  Dani.  Inf. 
4  E  quegli  (  Virgilio  >  a  me  :  1' ornala 
nominauia,  Che  di  lor  suona  su  ncLa  tua 
vita  ,  Graiia  acquista  nel  ciel  che  si  eli 
•  Vania,  (il) 

*  §.  XXXIX.  Vita,  si  dice  altresì 
dell'  Insistenza  dell'  anima  dopo  la  mor- 
ie, e  si  dice  Vita  futura,  L  altra  vita. 
Vita  avvenire  ;  in  opposizione  alla  Vita 
presente.  S.  ^gost.  C.  D.  1.  36.  Si  sfor- 
«no  dimostrare  dovere  essere  adorati  li 
Dii ,  non  per  utilità  della  vita  presente  , 
ma  per  quella  vita  che  dopo  la  morte  ì: 
Tulura.  (Cj 

%.  XL.  Vita  beata,  vale  il  Paradiso. 
Dant.  Par.  6.  Diverse  voci  fanno  dolci 
note  i  Cosi  diversi  scanni  in  nostra  vita 
nendon  dolce  armonia  Ira  queste  ruote 
(parla  un'anima  beata  l.  lUtt.  ni:  la 
nostra  vita,  cioè  nella  nostra  vita  beata. 
*  §.  XLI.  Vita  et,  ma,  0  simile,  J.. 
cesi  II  premio  del  Paradiso  che  Iddio  dà 
a' giusti  dopa  morte,  lìant.  Conv.  La.  Per 
Ij  qual  campiamo  dall' eternai  morte,  e  ac- 
quistiam  l'eternai  vita.  (C) 

t  §•  XLII.  Vita,  per  Modo,  o  Qua. 
Illa  di  vivere.  Lai  vita  inilitutiim.  Cr 
«mr<io£j^a.  Oti.  Com  i„f.  8.  137 
Ebbe  nome  messer  Filippo  Argenti  degli 
Adimaii,  cavaliere  di  gran  vita,  e  di  gran 
burbania  cio'e,  di  magniBco,  e  nobil  "mo- 
do di  vivere;.  Pelr.  son.  221.  Cercalo 
ho  sempre  sohlaria  vita.  Cron.  I  eli.  i5. 
La  vita  sua  inSno  a  qui  è  slata,  e  e  sanaj 
niuno  dispiacete  d'altrui.  Fr.  I,u:,  '/'. 
."5.  25.  22.  Mo  qual  vita  vorrai  fare?  .Non 
corrai  tu  lavorare  ì  «  Jìocc.  g.  2.  n  7 
Io  vorrei  bene  che  cosi  fosse  slatoipiù" to' 
>U.  che  avere  avula  la  vita,  la  quale  avnta 
ho;  e  credo  che  mio  padre  vorrebbe  il  si- 
Mi'glianle ,  se  ec.  (V)  Btm.  rim.  I.  3i ,  Se 
VOI  andate  dietro  a  questa  vita,  Compar 
SOI  mangerete  poco  paue.  Tati.  Im  1' 
II.  E  dissi  sospirando:  Eccoti,  Cinlia,  il 
corno,  eccoti,  l'arco.  Ch'i,,  ii„u„,i„  i 
luoi  Strali  ,  e  la  tua   vita. 

•<•  S'  XLIII.  /Iver  mala  vita,  vale  Pas- 
sar la  vita  molto  male ,  Menar  vita  in- 
felice, noce.  g.  5  n.  IO.  .Se  ne  comincio 
Ione  a  turbare  ,  e  ad  averne  eoi  marito 
«Il  «conce  paiole  alcuna  volta  ,  e  <iua>i 
continuo  mala  vita.  (V) 

%■  XLI  V.  Darsi  vita,  a  lieta  vita,  vale 
I  iver  lietamente  .  Lai.  hilamn  <eu  la-, 
tam  vit.im  acere.Gr  y«.o>^  ^S.'ov  5.<,:v. 
Cron.  Morell.  25|  Pognimo  eh-  li  .an- 
gui  ti  bollano,  e  die  tu  dijideri  ei.erc 
sciolto,  e  d.„li  vita  e  buon  Icmpoinon- 
dimeno  ec  /  ,/  s.  V.  Madd.  3.  Ora  co. 
nlincia  la  Mad.lalena  a  darsi  vita  e  lemi.o 
e  andare  attorno  alle  r-e.tc ,  e  alle  luoc'ira 
di  sollauo  . 

r  \.  '"•^'  I''""  uomo  di  lieta  vita, 
vale  Ester  nomo  a  cui  piace  di  stair  al- 
legro ,  Vssere  per  lo  più  di  buon  umore 
lasc.Parent.  Prol.  Ben  >i  può  giudica- 
re, che  egli  sia  persona  universale,  con- 
>eriali\a,  risoluta,  e  di  lieta  vita.  (C) 

t  ■•'  §   XLVI.  Menar  gran  vita,  si  dice 


V  I  T 

del  Condurre  una  vita  mirabile,  non  solo 
per  grandezza  mondana,  ma  per  qualsiasi 
altra  notabil  parte.  Vit.  .SX  Pad.  I.  186. 
Fu  un  altro  lo  quale,  poiché  insieme  con 
noi  fu  i>talo  nell'  eremo  ,  e  menala  gran 
Mia,  venne  in  tanta  opinion  di  si  .  e  in 
tanta  superbia  di  volere  altrui  ammaestra- 
re, che  era  mirabii   cosa.  (l'J 

-■=  §.  XLVII.  7'i-nfr  gran  vita,  vale 
I  ivere  magnificamente.  Dm.  Comp.  Iib. 
I.  Veggendo  i  Cerchi  salire  in  alleala, 
avendo  murato  e  cresciuto  il  palagio  ,  e 
lenendo  gran  vita  ,  cominciarono  avere  i 
Dojiali  grande  odio  conica  loro.  (  Pj 

■f  £.  XLVIII.  Trarsi  vita,  vale  Darsi 
piacere.  Vit.  S.  3/.  Madil.  6.  Pare  che 
gli  giovi  di  trarsi  vita  e  tempo  con  lei 
insieme.   (p'J 

g.  XLIX.  Vita,  per  Vitto,  MaUria  con 
che  si  sostenta  la  vita.   Lai.  vita,  victus 
Gr.  0  ^i  oj.    Tes.   Br.   5.  36.   I   suoi  pul- 
cini nascono  si  grandi,  che  incontanente 
|,rocacciano  lor  vita.  Vit.    Crist.  Or  se  le 
conveniva   guadagnar  la   vita   sua  per   le 
braccia,   dappresso:   Abbile  /a/la   Ver- 
gine) dunque  compassione,  che  ledi  ihe 
e  conviene  guadagnar  la  vita  sua  per  le 
braccia.    E  altrove:  .Non  avevano  né  da- 
nari, né  derrate,  di  che  poter  trarne   lor 
vita;  tutto  convenia  che  'I  facesse  e  for- 
nisse la  donna  nostra  colla  rocca  e  coli' 
'".",)  '^''*  ^'a»a  e  cuciva  a  preuo.   Cron. 
le/I.    i5.    Ila  fallo   più    male  a  sé,   the 
altrui,  logoralo  in  corteseggiare  ciò  e' ha 
potuto  ,  ingegnatosi  di   voler    procacciare 
sua  vita  di  fuori.  *    Dant.   Par.  6.  E  se 
il   mondo    sapesse    il    cor    eh'  egli    ebbe  , 
Mendicando    sua    vita  a    frusto  a  frusto  , 
assai    lo    loda,  e  più    lo   loderebbe.  (P) 
ierni.   S.    .igost.  \.  Comando  che  la  vo- 
stra  vila  sia   erbe  crude  ,  e  paue  d'  0110 
e  acqua,  e  voglio  che  per  le  pasque   ab- 
biate de   legumi,  e  per  le  solennità,  e  gli 
altri  di  voglio   sempre    la    viu    vostra  sia 
cosa  cruda  ,  o  erbe,  o  radici.  (CPj  Horgh 
lese.   Fior.  45l.  Potette  avere  la  cura  ec. 
1     arcidiacono    del   dispensar  I'  entrate      e 
provvedere  la  vila  del  collegio  che  in  co- 
mune viveva.  (V)  Circ.   Celi.  3.  86.   Co- 
lui  praticando  dove  si  giuoca  ,  raccoman- 
dandosi ,  e  adulando    chi    vince  ,  ne  cava 
vilissimamente  ,   e  "1  meglio  che  può     la 
vita .  ' 

T  '•'  d-  L.  hsser  uomo  di  buona  vita 
vale  Esser  uomo  che  suol  trattarsi  bene' 
lautamente.  Varch.  Siioc.  3.  5.  Egli  era 
uomo  d.  buona  vila,  come  <apcte,  e  mollo 
de  SUOI  piaceri  ;  e  quegli  che  si  voglio- 
no cavar  le  lor  voglie,  non  lasciano  mj 
troppo  agli  eredi.  (  Vj 

g,  LI.  Far  buona  vita  ,  vita  magna  , 
e  simili  ,  vogliono  Vivere  lautamente  '. 
I.al.  laute  vivere  ,  splcndidam  vilani  a- 
gere.  Gr.  Jx/is^w;  ^ioZj.  «  Fav.  Esop. 
Ibi.  Se' grasso  e  gagliardo,  e  hai  bello 
pelo  fresco  e  risplendente;  e  bene  si  mo- 
stra rhc  facci  buona  vita.  (Vi  ttocc.  nov. 
q8.  J.  i:ominrio  a  fare  la  piò  bella  vila, 
e  la  piò  magnifica  che  mai  si  facesse 
lìern.   rim.    I.    |3     Vita  icella  11  fa,  chia- 


V  1   T 


ra  e  serena. 

t  S  Lll.  Far  mala  vita,  vita  slrvt. 
la,  a  simili  ,  vagliano  I  iver,'  meschina, 
mente,  sottilmente.  Fran-:  lìnrb  i5,) 
y.  Ognun  che  parla,  non  parla;  ma  tace 
Ciascun  che  dorme  in  paco.  Vita  fa  ma- 
la ,  e  ibillrina  verace. 

S-  LUI.  Far  vita  regolala  .  vale  li. 
vere  regolatamente.  Lai.  ,ci-/i.r  victns  le- 
gibui  vivere  Gr  ««T«  «a»o'«a  3.»:», 
5U?^5viii;  oiKiTiaàai.  .Illeg.  i5o  La 
qual  non  pare  a  me  sic  poca  entrala,  Ch' 
a  <bi  vu.il  sano  vivere  e  ronleolo  .Non 
baili  a  far  la  vita  regalala. 

■>  S-  LIV,  Vita,  dicesi  anche  a  Ciò 
che  serve  a  mantener  la  vita  .    Vaaleni. 


meato  .  Vit.  SS.  Pad.  2.  yS.  Fue  uno 
orlolano  pietoso,  lo  quale  ciò  che  guad«. 
goava  ,  dava  per  Dio ,  e  riteneaai  «,Io  la 
vita   necessaria.   (C) 

-e  S-  LV.  Illa,  SI  due  anche  di  Ciò 
che  riguarda  i  comodi,  o  gl'incomodi  */. 
la  vila.Petr.  son.  8.  Ma  del  misero  sialo 
ove  noi  semo  Condotte  da  la  vita  alir» 
serena  Un  sol  conforto  e  della  morte  ». 
^tmo.  B,mb.  Asol.  1.  Sicura  e  Uaoouil- 
la  vita  vitendo.  E  2.  Questa  vita  eh. 
noi  viviamo  ,  di  fatiche  innumciahUi  à 
piena.  (C) 

SLVI.  Menar  vita,  vale  Vivere  Lai 
v.^am  ducere  Gr.  ^.oj,  ^,„ .  Cron 
f^ell  Essendole  poco  rimase  ,  il  dello 
Piero  trislamente  menò  sua  vita  .  Lod 
Matt.  Trag.  122  Nessun  mai  fu,  che 
la  sua  vita  intera  Senia  doglia  menuw 
S-  LVII.  Trarre  la  vila,  vale  lo  sles- 
so. Lai.  vitam  ducere.  M.  V.  9.  5.  Dote 
non  avendo  dal  fraleUo  alcuna  provvisio- 
ne ,  traeva  la  sua  vita  auai  miaeramenle 
E  cap  24.  Traevanne  loro  viu  uiai  o- 
norevolmente . 

%.  LVIII.  I  ila, per  Costumi. -Ln,  mo- 
res.  Cr.  r.si,,  rpó-xoi.  Dani.  Par.  3.  Per- 
fetta ma  e  alto  merlo  inciela  Donna  piii 
su.  fìocc.  nov.  I.  6.  Era  questo  Ciap«l- 
lello  di  quesla  vita.  E  nov.  32.  i.  Uomo 
di  scellerata  vita  e  di  corrotta  .  E  nov. 
40.  4.  Di  uaiion  nobile  ,  ma  di  cattiva 
vila  ,  e  di  biasimevole  sialo.  E  nov.  Al 
l\.  La  cui  perduta  vila  il  padre  con  gra- 
vissima noia  portava.  *  Cor.  leti.  i.  i^n. 
Rendete  le  raccomandaiioni  a  M  HaU^ 
del  quale  io  lodo  la  vila,  ma  ooo  il  con- 
siglio.   /C) 

•t  g.  LIX.  Far  buona,  o  mala  vi- 
ta ,  vale  Menar  vila  di  buoni  ,  o  di  rei 
costumi  .  Lai.  ^<iai?i  aut  malam  vilam 
agere.   Gr.  SoviJiSw;  fliojt. 

*  S-    LX.   Mutar  vita,  vale  Cangiar 
modo  di  vivere  ,  e  si  usa  per  lo  più  in 
buona  parte,  ed  allora  vate   Convertirsi 
V.   MUTARE,  §.   XI.  (C) 

*  S-  '-XL  I  ita,  per  Opere,  Azioni. 
Dani.  Par.  19.  Sono  quanto  ragione  u- 
maoa  vede.  Senta  peccalo  in  vita,  oJ  in 
sermoni,  (fìrf 

S-  LXIf.  Vita,  per  Persona.  Tass 
Amint.  I.  I.  Qual  m  se',  (ale  io  fui  • 
cosi  portava  La  vita  e  'I  volto  .  e  cosi 
biondo  il  crine,  lìern.  Ori.  I.  7.  g.  („. 
nanii  a  lutti  va  lo  'mperadore  ,  Armato 
bravamente  in  sulla  sita. 

g.  LXIII.  Slare  altrui  ben  la  vita, 
vale  Reggere  ben  la  persona  ,a  andando'. 
Portar  Ae;i  la  persona  .  Bocc.  nov.  80. 
6.  Essendo  egli  bianco  e  biondo,  e  leg. 
giadro  mollo,  e  standogli  ben  la  viu,  av- 
venne^ che  una  di  queste  barbiere  ec.  >L 
pose  r  occhio  addosso. 

§.  LXIV.  Andare,  o  Slare  in  sulla  vita, 
vale  lo  slesso. 

§.  LXV.  .4ndare,o  Venirti  alla  viU , 
vate  Investire  da  vicino  altrui  per  ofen'. 
derlo.  Lai.  cominut  aggredì ,  .vioriri  Gr 
«TiTt'àl,S«..  ilatm.  4.  59.  Ormai  .„.. 
va  il  loro,  ed  alla  vita  Con  un  laario  mi 
vien  tutto  infurialo. 

S-  LXVI.  .\on  poter  la  vita,  vale  Vivi 
poter  sostenersi,  o  reggersi.  Fir.  ./*.o3. 
Andando  toppo  e  barcolloni,  nli  potendo 
più  la  vita  ,  io  mi  fermai  dentro  ad  un 
fossatcUo  che  assai  pigramente  sotto  mi 
correi  a . 

S-  LXVII.  A'ou  voler  la  vita  d" alcuna 
cosa,  si  di.e  figuratam.  del  .Ven  poterla 
'Offerire  .   Son  poterci  star  sello 

« J.  LWIII  Vita,  dices,  and,,-. 
Quella  parte  del  corpo  ,  die  e  sofrt  1 
banchi  sino  alle  spalle.  Magai.  Leu.  (4/ 
f  S-  LXiX.  .rcrriirr  allm  vita,  si  dice 
delle  Vesti  strette  che  combaciano  alla 
persona.   V.  SERRARE  ,  $.  XV.  (Cj 


V  1  T 

■t^  §.  LXX.  l'ita,  si  dice  anche  n- 
spitto  alle  Occupazioni,  alle  Varie  profes- 
sioni  della  tita.  f'r.  lac.  T.  l.  7.  3l. 
la  vorrij  mutare  stalo  Per  far  bene  iu 
altro  lato  ec.  Son  leguto  a  vita  attiva,  I^ 
vorrei  contemplativa  .  f'it.  SS.  Pad.  i. 
207.  Quegli,  che  elesse  vita  monastica, 
se  egli  non  fosse  sialo  cosi  perfetto  mo- 
oaco  ,  non    sarei  anlilo  d'  agguagliarlo  a 

3ucir  allru  ,  lo  quale  per  grande  canta- 
e,  e  s^  ,  0  le  sue  cose  diede  al  servìgio  de' 
prossimi,  f'it.  S.  Zanoh.  3l3.  Quivi  in 
quella  cbicsa  piccolina  abitò  santo  Zano- 
l>i  »  facendo  vita  di  romito.  (Cj 

V  g.  LXXI.  t'ita  cii'ile,  dicesi  La  par. 
ticipazione  ai  diritti  civili.  Cas.  lett.  ^2. 
Desidererei  che  il  sig.  Duca  liberasse Flani- 
minio  ,  e  non  intendesse  d'  aver  satisfatto 
a  N.  Sig.  con  lasciargli  la  vita  naturale 
jcnia  la  civile.  Sega.  Elie.  l.  1.  e.  5. 
L'  onore  e  quasi  il  fine  della  vita  civi- 
le.   (Cj 

*  §.  LXXII.  Prender  vita,  vale  E- 
leggersi  lo  stato ,  o  maniera  di  vivere. 
I  it.  SS.  Pad.  2.  272.  Temeano  che  non 
lasciasse  il  mondo,  e  prendesse  quella  vi- 
ta che  poi  (ece.{C/  Bart.  As-  pari.  i.  lih. 
5.  Iddio,  quasi  facenJul  rinascere,  perchè 
prendesse  vita  migliore,  fuor  d' ogni  spe> 
ranta  il  campava  dalla  morte.  (P) 

S-  LXXIII.  l'ita,  per  Racconto  della 
l'iM  .  l'it.  SS.  Pad.  I.  2.  Incominciasi 
la  TÌla  di  san  Paolo  primo  eremita  .  E 
63-  La  vita  del  quale,  avvegnaché  insuf- 
Scientemente  sia  qui  da  me  scritta ,  ec. 
£64*  Incomincia  la  vita  di  santo  Ilario- 
ne.  E  p3.  Incominciasi  la  vita  de'monaci 
d*  Egitto,  la  quale  san  Gerooinio  compi- 
lòe.  Hed.  jénnot.  Ditir.  82.  Giovanni  si- 
gnore di  loinville,  che  6ori  ne'  tempi  di 
san  Luigi  re  di  Francia,  nella  vita  di  esso 
santo  ,  scrivendo  ec.  E  108.  Come  si  può 
vedere  nelle  vite  de*  loro  poeti,  e  nelle 
loro  opere  . 

*  §.  LXXIV.  Vita,  per  Biputazione, 
Fama.  Dant.  Par.  17.  S'io  al  vero  son 
timido  amico,  Temo  di  perder  vita  tra 
culoro  Che  questo  tempo  cbiameraano  an- 
tico. (C) 

#  §.  LXXV.  Dar  vita  alla  memo- 
ria d'alcuno,  vale  Render  chiara  fra 
i  posteri  (a  memoria  d'  alcuno.  }'.  DA- 
RE VITA,  g.  III.  (O 

^  §.  LXXVI.  /  ita,  dicesi  anche  par- 
lando delle  piante  ,  e  degli  alberi  Jinche 
e^si  hanno  un  principio  di  vegetazione  . 
Dant.  Purg.  i.  Nuli'  altra  pianta  ,  che 
facesse  fronda  ,  O  iodurassc  ,  vi  puote  a- 
ver  vita.  (C)  Cresc.  6.  22.  3.  Sì  schian- 
teranno da  essi  (cavoli)  più  volle  i  rami 
de'  semi,  quando  nascono,  sì  che  ec. ,  e 
|)er  questo  modo  durerà  la  lor  vita  più 
;iani  .  (ì'i 

#  §.  LXXVII.  prender  vita,  parlando 
tielle  piante,  vale  Attecchire ,  Allignare. 
Amm.  Ant.  Giunt.  199.  (edii.  Bre.tc.  ) 
Arbore  trasportato  sovente  non  prende  vi- 
ta. (D) 

*  g.  LXXVIII.  Vita,  dicesi  anche  di 
cote  inanimate,  e  vale  Durata,  Lo  spano 
che  una  cosa  dura.  Guicc.  Stor-  16.  30- 
Di  sua  natura  nissuna  cosa  è  più  breve, 
uiuoa  ha  vita  minore  che  la  memoria  de* 
bcneflzii.   iC) 

§.  LXXIX.  l'ita,  per  espressione  d* 
Inetto  ,  diciamo  talora  a  Persona  gran- 
demente amata.  Lat.  mea  vita,  Iut  mea, 
Catull.,  Properz.  Ar.  F«r.  3o.  38.  Deh  , 
vita  mia  ,  non  vi  roeltete  affanno;  Deh, 
non  ,  per  dio  ,  di  cosi  lieve  cosa  .  liern. 
rim.  I.  21.  Voi  siete  il  mio  piacer,  la 
vila  mia  .  *  Lasc.  Spirit.  5.  3.  O  ba- 
lìa mia  buona  e  cara  ,  che  è  della  vita 
mia?  (Cj 

#  §.  LXXX-  A  vita  ,  po.ito  avver- 
bialm.    vale    Per    quanto    si    vive,   Du- 

Vocabolario   T.  //. 


V  1  T 

rante  tutto  il  tempo  che  uno  deve  vivere. 
u  Lat.  quamdiu  quis  vi.rertt.  Gr.  fx^j^pi 
O'j  oi-*  tC  C-n-  C  V.  12.  3.  7.  Fia  la  si- 
gnoria del  Duca  a  vila  .  E  unni.  Q.  Si 
fece  il  Duca  cunfermare  signore  a  vita  . 
Cronichetl.  d'Amar.  179.  Il  iluca  Gual- 
tieri d'  Atteni  fu  chiamalo  signore  di  Fi- 
renze a  vita  w.  J  arcfi.  Err.  Gwv.  20. 
Non  è  vero  che  Faccione  desse  la  fortezza 
di  Pisa  senta  alcun  premio,  perchè  ebbe 
una  provvisione  a  vita  di  200  scudi.  (C) 

*  §.  LXXXI.  Alla  vita,  coli'  aggiunto 
di  mia,  tua,  sua,  e  simili,  vale  In  tutta  la 
vita  mia,  sua,  ec.  Ar.  Fur.  27.  88.  Senza 
usbergo  io  non  trovo  che  mai  dìece  Volte 
veduta  fosse  alla  sua  vita.  E  28.  9.  Che 
il  suo  fratello  era  uom  che  musso  il  pie- 
de IMai  non  avea  di  Roma  alla  sua  vi- 
ta.  (M) 

*  §.  LXXXII.  Per  la  vita,  posto  av- 
verbialm.  vale  In  vita,  A  vita.  Lasc.  Pa- 
reni.  \.  2-  Chi  vive  più  dolente  di  me? 
Spir.    Chi  è  in  prigìon  per  la  vita.  {Vf 

*  VITACCIA,  /'eggiorat.  di  Fitaj  Cat- 
tiva vita.  Pensimi  costumi.   (A) 

'^-  §.  E  in  signifc.  del  §.  LXVil.  di  Vi- 
ta. Pros.  Fior.  4-  3.  3oo.  Qui  verameule 
i  sarti  lavorano  ottimamente,  e  non  ostante 
la  mia  sgangherala  vitaccia,  sono  un  gen- 
tile zerbino.  (C) 

VITALBA.  Pianta  nota,  la  quale  pro- 
duce i  suoi  rami  simili  a^  tralci  della  vi- 
te ,  Lat.  ckwatis.  Aov.  ant.  [\Q.  2.  Lo 
cavallo  per  la  fame  aggiunse  culla  bocca 
a  questa  vitalba  per  roderla.  (>.  6.  49-  1- 
La  flammula  ec.  è  somigliarne  alla  vitalba 
nelle  foglie,  e  ne'  fiori.  Ai/i/".  Fies.  210. 
E  una  vitalba  >i  cinse  sopr'essu.  Alam. 
Colt.  4.  86.  Allri  della  vitalba,  altri  sca- 
logni .  Pern.  Ori.  2.  20.  2.  E  con  una 
vitalba  cinta  slreLla  Arrandellarsi  com'  un 
salsicciuolo  .  lied.  Ins.  93.  Vidi  cert'  al- 
tri ramuLclli  simili  ec.  su*  tralci  di  quella 
clematide  che  la  Toscana  si  chiama  vi- 
talba . 

*  VITALBAIO.  Luogo  pien  di  vital- 
be,  e  fìgurnt'am.    Luogo  pericoloso.  Bern. 

Calr.  Be'  ,  ù  tu  entri  pur  nel  vitalba- 
io.  (Br) 

*  VITALE.  Snst.  Vesser  vitalej  Vi- 
ta. Menz.  rim.  I.  296.  Esser  ben  può, 
che  quando  Ìl  tempo  acquista  Forza,  on- 
de avvien  the  '1  suo  vital  consume  ,  Là 
neir  Arabia  ,  o  in  1'  odorata  Idume  ,  Dal 
rogo,  ove  morio,  sorger  sia  vista  (la  fe- 
nice). (yS) 

VITALE,  Jdd.  Di  vita.  Che  conser- 
va la  vita.  Che  i!à  vita.  Lat.  vitalts . 
Gr.  ^tuTi/Q;,  l'etr.  son.  2Ò'j.  E  1'  aura 
mia  vital  da  me  partita.  Dant.  Par,  17. 
"Vital  nutrimento  Lascer'a  poi,  quando  sa- 
rà digesla  .  Perù.  Ori.  2.  I.  2.  Spirto  , 
foco  vilal  ,  lume  giocondo  .  Capr.  Jìolt. 
1.  6.  Non  venga  ec.  a  soffocare  gli  spi- 
rili vitali.  E  17.  Violentemente  suffocan- 
do  gli  spiriti  vitali  ec.,  son  cagione  della 
morte  vostra  innanti  al  tempo.  E  I.  10. 
Necessitata  di  mioisirare  gli  spirili  vitali 
ai  sensi  e  alle  membra  tue,  non  ho  mai 
ripo&o  alcuno. 

§.  Vitale  ,  talora  vale  Che  ha  vila  . 
Declam.  Quintil.  C.  Se  tu  mi  lascerai 
aprire  i  vitali  membri  dell'  uno  ,  e  sjez- 
zargli  il  petto  .  Tes.  lir.  1.  12.  Anj;ioli 
sono  spirili  naturalmente,  e  la  natura  loro 
è  vilale;  ma  la  carità  durabile  gli  guarda 
sanza  corruzione. 

•f  *  VITALISSIMO.  SupeH.  di  J  i- 
tale  .  Add.  Bemb.  Lclt.  /  ol.  4-  pag.  3. 
(  Vinegia  i552  )  Voi  aggiugnesle  quelle 
care  e  dolci  Vostre  parole,  piene  d'  amo- 
re e  di  letizia,  e  di  vitalissimo  conlur- 
lo.  fAf 

*  VITALITÀ'.  Qualità  dt  ciò  che  è 
vitale.  (Min) 

*  VITALIZIO.     Tcrm.    de' Legali  . 


V  I  T 


1737 


Assegnamento  annuale ,  che  vien  fatto 
dietro  cessione  di  beni  ec.  ,  per  lo  man- 
tenimento del  cedente.  (A) 

VITAHE.  V.  L.  Sfuggire.  L»l.  VI  tare. 
Gr.  fiu^afisroSai ,  ftùyHv^  J*ass.  3o3. 
Itichiedervbbe  troppo  lunga' scultura  ,  la 
quale  io  \oglio,  s'  io  potrò,  vitare.  Frane. 
Barb.  117.  8,  Uom  che  non  ha  in  sua 
ordine  vita.  Ben  fa  ognun  che  vita. 

*  §.  I.  Per  Evitare,  Guardarsi.  Jìant. 
Ixim.  (Son.  Savete  giudicare  ec.)  Perchè 
vitando   aver  con    voi   quistione   Com'  su 

rispondo  alle  parole  ornale.  (NS) 

=:-  §.  li.  Per  Vietare.  Frane.  Barb. 
49-  l3.  Onde  'l  terzo  li  vita  In  ogni  co- 
sa correr  che  ti  possa  Far  penter  della 
mossa.  (V) 

3  VITE.  Pianta  notis.vinia  per  l'eccel- 
lenza del  suo  frutto  ,  dal  quale  si  cava 
il  vino.  Lat.  vitis.  Gr.  oi^rrtio?.  Cr.  A. 
I.  1.  La  vile  appo  noi  è  assai  conosciu- 
ta ;  ma  nelle  freddissime  regioni  ,  nelle 
quali  viver  non  può  ,  non  è  conosciuta  . 
Bocc.  g.  3.  p.  4-  Coperte  di  pergolati  di 
viti,  le  quali  facevan  gran  vista  di  dover 
queir  anno  assai  uve  fare  .  Dant.  far. 
24.  La  buona  pianta.  Che  fu  già  vite,  e 
ora  è  fatta  pruno  .  Soder.  Colt.  2.  Oggi 
i  Turchi  piantano  le  vili  per  cibarci  del- 
l'uva,  che  è  loro  dalla  maomettana  legge 
proibito  il  vino.  E  5.  Alcuni  vogliono  che 
le  vili  risguardino  Aquilone,  e  1  tralci  Mez- 
zogiorno. 

*  ^.  I.  7  ite,  si  chiama  anche  il  Gam- 
bo della  zucca.  «  Pallad .  Marz .  16.  E 
quelle  (zucche)  che  si  serbano  per  seme, 
pendano  nella  sua  vite  infino  a  verno  ». 
E  19.  La  cenere  delle  vili  delle  delle 
zucche  è  utile  a'  cedri.  (V) 

%.  II.  Acqua  vite,  0  Acqua  di  vite, 
si  dice  il  Vino  stillato  .  Bern.  rim.  I. 
8.  Dategli  bere  a  pasto  acqua  di  vile. 

§.  III.  Vite  bianca.  Sorta  di  erba  che 
fa  pampano,  e  1  adice  grossissima,  detta 
anche  Brionia  ,  e  Zucca  salvatica  .  Lat. 
vitis  alba  .  Gr.  a/zTà^o^  iiyxrj' .  Tes. 
Pov.  P.  S.  cap.  II.  Conira  V  impetiggiue 
della  faccia  cuoci  in  olio  infino  al  terzo  la 
lucerla  verde  viva,  e  la  vile  bianca,  ec. 

VITE.  Strumento  meccanico.  È  un  ci- 
lindro circondato  nella  sua  superficie  da 
una  spirale  ,  il  quale  movendosi  intorno 
al  suo  asse,  entra  nella  cavità  parimente 
cilindrica  d'  un  altro  solido  addimandato 
Madrevite ,  e  corredato  da  una  simile 
spirale  in  modo  ,  che  ti  convesso  delle 
spire  deli'  uno  si  adatta  al  cavo  di  quel- 
le dell' altro,  e  colla  sua  forza  e  coi  suo 
moto  serve  a  diversi  usi  della  Meccani- 
ca .  Lai.  coclea,  helix  .  Gr.  aXt^  .  Gal. 
Mecc.  6l5.  Tra  tulli  gli  strumenli  mec- 
canici ec.  parmi  e  d'  Ìn\enzione,  e  di  u- 
lililà  la  vite  tenere  il  primo  luogo,  come 
quella  che  non  solo  al  muovere  ,  ma  al 
iermare  e  stringere  con  forza  grandissima 
acconciamente  si  adatta.  Ftr.  Vini.  beli, 
dona.  375.  Hanno  gli  orecchi  in  quel  per- 
tugio, che  manda  dentro  la  voce  ,  quella 
certa  rìvoltura,  sinuosità,  e  via  fatta  a  vi- 
le. Ped.  Ins.  lo4-  De'  quali  ci  serviamo 
in  vece  di  scalolini,  e  si  serrano  a  vite. 

§-  I.  Vite  perpetua,  è  Quella  che  non 
ha  madrevite  ,  ma  volgendosi  sopra  due 
sostegni  alle  sue  estremità  ,  tocca  colle 
spire  i  denti  di  una  ruota  ,  e  le  dà  il 
moto.  Lai.  coclea  infinita. 

•f  s^  §.  11.  Pani  della  vite,  diconsi 
Le  spire  o  anelli  della  vite.  lìaldin.  Voc. 
Dis.  E  la  vile  composta  di  due  parti  es- 
senziali, cioè  del  mastio  e  della  chioccio- 
la ,  ec.  Il  mastio  è  quello  che  passa  per 
la  chiocciola:  le  spire  o  anelli  del  mastio 
diconsi  pani  ;  quei  della  lt;mmina  dtronsi 
vermi,   (/i) 

g.  Ili  A  vile  ,  posto  avvirb.  V.  A 
VITE  . 

218 


Ì738 


V  I  T 


•f  *  VITELLETTO.  Dim.  di  Vitel- 
lo .  Salvia.  Opp.  Cacc.  Inlorno  alle  vi- 
tetle  D'ampia  pupilla  i  vitelleUt  torvi  lu 
vista.  E  Teocr.  Idtll.  I-  Multe  vacche  ai 
tuoi  piedi,  e  tori  molti,  Multe  giuvencbe 
e  vilellelte  il  piansero.  (A) 

VITELLINO.  Sust.  Dim.  di  J ' Hello  . 
Lib.  yiagg.  Come  la  vacca  scote  il  suo 
vitellino  y  e  la  cavalla  il  suo  pultruccio  , 
suliito  ne  vengono  a  loro  .  Lasc.  Sii/il/. 
2.  5.  Se  si  potesse  avere  una  schiena  di 
vitellina  di  latte  ec.,  non  sarebbe  se  non 
Lene . 

VITELLINO.  Jdd.  Di  vitello  .  Cani. 
Cam.  i58.  Lasciate  rincarare  Questa  car- 
ne agnellina  ;  Meglio  è  la  vitellina,  E  più 
propria  a  nutrir  nostra  natura. 

g.  Vitellino ,  e  anche  Aggiunto  del 
color  del  tuorlo  dell'  uovo,  e  vale  lo  stes- 
so  che  Giallo.  M.  Aldohr.  P.  A'.  39.  La 
terza  maniera  si  è  cullerà  vitellina,  eh*  è 
simiglìaute  al  tuorlo  dell'  uovo  .  Cr.  6. 
47.  I.  Vale  (il  sugo  dell' ehliio)  alla  feL- 
l>rc  continua,  e  alla  lunga  terzana  per  cuU 
lera  citrina  e  vitellina. 

f  VITELLO.  Parto  della  vacca,  il  quale 
non  abbia  passato  l'  anno  .  Lat.  vitulus. 
Gr.  p-óivoi;.  Pallad.  Apr.  10.  Di  questo 
mese  soglion  nascere  i  vitelli .  Lab.  190. 
Le  vitelle  di  laile,  le  slarne,  i  fagiani,  ec. 
Alani.  Colt.  z.  48.  Vllelli  e  latte  Eran 
l'esca  miglior.  Poliz.  st.  1.  117.  E  dica 
ch'ella  è  bianca  più  che  M  latte.  Ma  più 
superba  assai  eh'  una  vitella. 

g.  I.  Per  F'oca,  sorta  d'  animale  ma- 
rino. Lat.  phoca  ,  vitulus  marinus  .  Gr- 
ooÌKri  .  Red.  Oss.  an.  10.  Lo  foche,  le 
quali  per  altro  nome  son  dette  vitelli ,  o 
vecchi  marini. 

*  g.  II.  Vitello,  dicesi  anche  assolu- 
tam.  per  Cuoio,  o  Pelle  di  vitello.  Sal- 
via.  Opp.    Pe.'ic.  (/ì) 

;;:  VITEVOLE.  /Jdd.  Vitale,  Che  con 
serva  la  vita.  Lat.  vitalis.  Gr.  ^iwrtzo'5. 
Sen  .  Pisi.  Quelle  sun  buone  ed  utili  e 
vitcvoli,  e  queste  nocciono  ,  per  lo  loro 
oltraggio  e  soperchio,  siccome  il  biado, 
i:h'  ò  troppo  spesso  ,  che  cade  in  ter- 
ra. (•} 

VITICCniO  .  spezie  d' erba  j  Viluc- 
chio. Lat.  convoli  iilus  .  Put.  /nf.  a5.  1. 
Come  fa  lo  vìiiccbio,  che  è  un'erba  che 
5'  avvolge  agli  arbori. 

t  VITICCIO.  Che  per  lo  più  si  dice 
VITICCI  al  plurale,  (^iascun  di  que* 
rampolli  che  nascono  lungo  il  tralcio  del- 
In  vite  dalla  parte  opposta  alla  foglia  , 
i  quali  s'  avvolticchiano ,  inanellando- 
.ti  intorno  a  ciò  che  regge  la  vite ,  o  e 
vicino  al  tralcio  ste.fso  ,  a  cui  servono 
come  di  manoj  ed  anche  (Juel  /{iniessi* 
ticcio  che  fa  la  vite  dal  pie  del  (ronco. 
Lat.  capreoliix  ,  elavaula.  Gr.  l\i^  a/x- 
TTiìOv  .  Pallad.  Vebbr.  10.  l'uigarc  pri- 
ma (jucllc  vili  d'  ogni  viticcio  ,  e  frusco 
superfluo  .  Cr.  4>  12.  5.  Tagliali  tutti  i 
viticci,  e  i  rami  inutili.  E  li.  25.  3- 
Nuovi  (ramif  netti  da'  vilicri  e  ramurcl- 
li  sJen  lanciati  ì'ett.  Colt.  l\S.  I  tralci 
delle  vili,  i  quali  le  lirerebbono  giù  (le 
pianticelle  defflì  ulivi  } ,  e  co'  viticci  che 
>'  attorcono  loro  addosso  ,  le  verrcbboDo 
a  riciderc 

g-  I.  Dicest  anche  d'altix  piante.  Pal- 
lad. Marz  .  l3.  Pigliano  il  6ore  del  co- 
s'omero rol  capo  del  »uo  viticcio,  e  mct- 
IoqIo  in  una  ouna. 

g.  U.  Figurntam.  Certo  sostegno,  qua- 
v/  hraccio  ,  che  fatto  uscire  da  corpo  di 
muraglia  ,  o  simile  ,  serve  per  sostener 
lume  ,  o  altro  .  Buon.  Fier .  3.  3.  IO. 
Trofei  Nascenti  d'  una  fronda  ,  u  d*  uo 
viticcio  . 

♦  §.  MI.  Viticcio,  dagli  Architetti  e 
dagli  Scultori  diconst  alcuni  ornamenti 
tk'  capitelli  Corinti,  che  escono  dalle fo- 


V  I  T 

gliCf  e  arrivano  alla  cimasa,  alcuni  de* 
quali  sotto  le  cantonate  di  essa  s'accar- 
tocciano, e  altri,  che  restano  fra  l'ima 
e  l'  altra  cantonata  in  fronte  del  capi- 
tello ,  insieme  si  congiungono  ,  e  simil- 
mente  si  accartocciano  .  lìaldin  .  f  oc. 
Dis.  (A) 

VITUELLA.  Dim.  di  Vite.  Lai.  vi- 
ticula.  Gr.  «uTTiit'i.  Cr.  l^.  12.  3.  Alla 
debole  viticella  non  sicn  lasciati  due  gam- 
bi .  E  cap.  l3.  I.  La  molto  debole  vi- 
ticella nel  secondo  aono  da  ricidere  si 
lascia . 

't  *  VITIFERO  .  Add.  Che  parteci- 
pa della  vite  .  Cr.  ^.  |3.  6.  Gli  arbusti 
j)icculi  vitiferi  da  formar  &uno  ,  che  ,  da 
che  sono  piantati,  ec.  JC  num.  7.  E  Ì  ra- 
mi quivi  nati  più  lievano  in  atto,  formanti 
un*  arbuìrula  vitifera,  a  modo  di  campa- 
na rivolta  .  A'  num.  8.  Sì  come  de'  bassi 
ailiusrelli  vitiferi  detto  è.  (l'J 

VITIGNO.  Viziato.  Frane.  Sacch. 
nov.  177.  Vide  nuove  ragioni  d'  uve  al 
suo  iutendimcnlo,  e  dove  bianche  di  ra- 
gione Verdigna  ,  e  dove  cimiciattole ,  e 
dove  angiole,  e  cosi  diversi  vitigni,  come 
nel  più  delle  vigne  poste  alla  mescolala 
si  trova  .  E  appresso  :  Dove  credea  gli 
avesse  mandali  magliuoli  di  Corniglia ,  gli 
avea  avuti  di  vitigni  dolorosi  e  trisli.  lied. 
Jhtir .  12.  Culmo  in  giro  di  quel  vino 
Del  vitigno  Sì  benigno,  Che  fiammeggia 
in  Sansavino.  E  Annoi.  Ditir.  l3.  Alla 
bunt'a  de'  cjuali  (vini)  aggiugne  pregio  la 
nobile  diversità  de' vitigni  .  Sod-r.  Colt. 
63.  Presi  cinque  sermenti  uguali  d'  oc- 
chi, e  di  {-rossezza  di  diverse  sorli  di  vi- 
tigni .  /,  04-  Le  messe  produrranno  in 
un  mi  desìmo  grappolo  racimoli  di  variati 
vitigni . 

«  VITP-IGINE.  Uforfea.  Lat.  vitilìfo. 
Gr.  a>(po?.  Ped.  Cons.  I  278.  Se  la  pi- 
luit.'i  diventi  \iscida,  ma  non  molto,  e 
flìv  si  fermi  in  varie  parli  del  corpo,  pro- 
da ce  1,1  vitiligine  bianca  .  E  appresso: 
Alleran<lo.<^i  questo  stesso  umore  melan- 
colico  ,  col  riscaldarsi  e  col  riscccar^i  di 
soverchio,  ne  nasce  la  vitiligine  ocra  .  (*) 
J'r  VITINA.  Dim.  di  Vita  per  Perso- 
na. Alleg.  182.  Nessun  porrebbe  ec.  una 
minima  cura  alle  scommesse  parti  delta 
sua  spicciulalissima  vitina.  (Vj 

•f  «  VITIPERARE.  V.  A.  Vitupe- 
rare .  Er.  (ìiord.  64.  Come  disse  santa 
Lucia  a  quel  tiranno  :  Se  lu  mi  v^ìpcr- 
rai,  I*  anima  mia  nun  consente  ec.  /■'  85. 
Idiiio  li  confonderà  ,  e  li  vìlipriTa  n  di 
gìudicio  generalmente.  Salv.  Awert.  \. 
3.  3.  19.  Vitiperio  e  vituperio  ,  *ittpt- 
rare  e  vituperare,  che  quasi  sempre  nel 
primo  mutlo  le  scrissero  quei  del  buon 
tempo.  (I  ) 

^t  ^:  VITIPERATO.  /'.  A.  ìitu- 
pernio  .  Stor.  S-  J\'astas  3oG.  Eisendo 
egli  nel  palagio  dello  Imperadorc  cosi  tin- 
to e  viliperato,  tulli  credeano  che  fosse 
jtazio.  fj  ) 

•f  *  VITIPEUIO  ì\  A.  Vituperio. 
Fr.  Ciord.  ijo.  Il  luo  malto  p.irlare  or.  lat- 
ti scorrere  in  niulli  mali,  e  in  mollo  vili- 
perio  ,  e  in  molta  vcrgogn.ì  .  .VdA-.  Av- 
vert.  I.  3.  3.  1^.  ì'itiperio  e  vituprno, 
vitiperare  e  vituperare  ,  che  quasi  sem- 
pre nel  prim(>  modo  le  scrissem  ijuri  del 
buon    tempo.   (ì') 

*  VIIONA.  Accrrscit.  di  Vita  in 
senso  di    Persona.  (C) 

^  VITONK.  Trrm.  di  varii  Artefici. 
Acfrescit.  di  Vile,  nel  sìcnific.  di  Stru- 
mento meccanico.  Viluiie  della  culatta.  (ì') 
•f  *  VITOPERAIiK.  /'.  A.  l'Hupe. 
rare.  Guitt.  Irlt.  ^6.  8.Ì.  Paulo  nninio 
nìsce  Dui.  che  non  ju  misterio  (ministe- 
rio)  nostro  viioperiamo.  tV) 

«  VITOPEHIO  /'  A.  Lo  Miessoche 
Vituperio,    Pani     Conv.    Ii3.   E   da  sa- 


V   I  T 

pere  ce.  che  r  uomo  è  degno  di  loda  e  di 
vituperio  solo  in  quelle  cose  che  sono  in 
sua  podestà  di  fare  o  di  non  fare  ;  ma 
in  quelle  ,  nelle  (juali  non  ha  podestà  , 
non  merita  né  vìtopcrio,  ne  loda.  E  208< 
Per  non  vedere  quello  vitoperio  vitupe- 
rante la  bontà.   (*) 

•f  VITREO.  Add.  Di  vetrx>,  o  Simi- 
le al  vetro  ,  o  Trasparente  come  il  «- 
tro  ;  e  per  lo  più  è  agciunto  d'uno  de- 
gli umori  delr  occhio.  Lai.  vitreus.  Gr. 
waitvoj.  Pìetr.  Span.  Cur.  occh.  Li  tre 
umori  dell' occhio  sono  questi,  cioè  cri- 
stallino, vitreo,  ec.  #  Salvin.  Ceor.  lib. 
l\.  Le  Ninfe  intorno  a  lei  Miletii  velli  Fi- 
lavan  tinti  in  color  vitreo  pieno.  (F) 

;;;  VITRIFICABE.  Ae«(r.  pass.  Ri- 
dursi a  stato  di  ietro.  (A) 

*  VITRIFICAZIONE.  Jl  vitrijtcar- 
si.  (A) 

*  VITRIOLATO.  Add.  Di  vilriuoh. 
Infetto  di  vitriuolo  .  Bed .  Cons.  I.  56. 
Ne  avviene  per  conseguensa  ,  che  nelle 
vene  e  ncH'  arterie  cr.  pigli  per  viuo  del 
luogo  un  tale  quale  si  sia  lievito,  o  fer- 
niento  acido,  dì  natura  vitriolata.  E  300. 
Mi  a^terrei  da' sali  di  acciaio,  e  da*  tar- 
tari  vitrìulati.  (*) 

*  VITRIOLICO.  Term.  de"  Satura' 
listi  .  Add.  Che  è  della  natura  del  vi' 
tritiolo.   (A) 

VITRICOLA.  Vetriuola.  Red.  Esp. 
nat.  27.  Ho  latto  stillare  la  vitriuola  ,  o 
parìelaria,  in  orinali  di  vetro. 

•f  VITRIVUOLO,e  VITRIUOLO. 
j\ome  collettivo ,  che  si  dà  volgarmente 
ad  alcuni  sali  risultanti  dall'acido  sol- 
forico con  una  base  salificabile  ,  alcali- 
na, terrosa,  o  metallicaj  Vetriuolo-  L^l. 
vitriolum.  Gr.  x^'-'^c?»  Z^-^'K^^Ov.  Tes. 
Pov .  P.  S.  cap.  55.  Viirivuolo,  lievuto 
abbondevolmenle  ,  guarisce  la  bestia  di 
pislolenza  e  mortalità.  Ped.  Esp.  naL  39. 
Come  appunto  suol  lare  il  sugo  di  limo- 
ne ec.  ,  ma  non  già  lo  spirito  di  vi- 
triuolo . 

VITTIMA.  Propriamente  animale  ap- 
po gli  antichi  deputato  pel  sacrificio . 
^  Car.  En.  3.  37.  Mentre  che  'n  su  la 
riva  un  bianco  loro  Al  supremo  Tonan- 
te ulTro  per  vittima.  Udite  che  m'avven- 
ne .  (P)  Segner.  Conf.  instr.cap.  3.  Ne* 
sagri6cii  non  furon  giammai  stimate  a 
proposito  vittime  sUascinale.  (V) 

^  §.  I.  Menare  ,  Trarre,  e  simili,  a 
vittima,  o  alla  vittima,  vale  Menare , 
Trarre ,  o  simili,  ad  esser  ucciso.  Med 
Arb.  Cr.  36.  Con  gran  vituperio  il  Iras- 
sono  a  vliiima,  e  a  morte  comunque  vol- 
Irro.  IC  39.  Come  agnello  mansueto  che 
h  menalo  albi  vittima.   (C) 

f  g.  11.  Per  Sacrificio  semplicemente. 
Lat.  vidima.  Gr.  itptìov  ■  Ott.  Com. 
/nf.  1^.  366.  Feciono  grande  oblationc 
e\illima  a  Dio  Gìuve  e  Dacco.  Fiamm. 
7.  37.  Continuamente  gli  ho  onorati  ,  e 
con  vittime  sempre  le  loro  grave  ho 
cercate  . 

g.  ni.  Per  similit.  G.  V.  11.  l3o 
3.  A  cui  meisrr  Luchino  lece  tagliar*  le 
teste,  V  per  tale  viitima  si  fece  U  lega  . 
Pant.  Purg.  30.  Carlo  venne  in  Italia, 
e  per  ammenda  Villima  fé  di  Curradino. 
/■.  Pnr.  5  Che  nel  lormar  tra  Dio  e  1* 
uumo  il  j).illo ,  Vittima  fassi  di  questo 
tesone.  Xf  Secner.  Prtd.  Pai.  Ap.  I.  8. 
I  tuli  non  credenti  restarono  dentro  vit- 
time a)  ferro  ostile.  (TC) 

»  VITTIMARE.  Ofnre  viUime.  Rei- 
lin.  Pise.  3.  368.  Noi  nella  sua  schiera, 
e  consacrati  al  suo  rutto  vedemmo  lem* 
pii  r  giardini,  vittime  e  vittimare,  e  per- 
duti per  semprr  saremmo.  (Fj 

*  VITTIMATO.  Add.  da  VitUmarej 
t^flerlo  per  sitlimn.  Part,  Ricr  a  |5 
Le   viscere  delle  britìe  ritliroale,  e  la  «p<^ 


V  I  T 

tic,  e  M  numero,  e  '1  volato,  e  '1  diverso 
Leccai-e.  (Br) 

VITTO.  Sust.  Proifisione  necessaria 
ai  iiverf  ,  Cibo  ,  Nitlrimento  .  Lat.  vi- 
ctus,  esca.  Gr.  ^l'a;,  rpofri.  Fir.  Disc. 
un-  5.  Ei$eado  il  lìooo  sicuro  del  buo 
vitto  ,  ec.  E  5^.  Ogni  dì  trarremo  uoo 
di  Doi  ,  e  te  lo  daremo  per  tuu  vitto  . 
^■ir.  Fur.  20.  26.  Ch'  or  d'  Affrica  por- 
tava, ora  d'  Eyillo  ,  Cose  diverse  ,  e  ne- 
cessarie al  vitto.  #  Stor.  Kur.  lib.  1.  Lo 
condusse  vecchio  ammalato  e  solo  a  men- 
dicare il  vitto  e  il  vestito,  ed  a  chiedere 
per  Dio  ai  suoi  assegaatamente  quello  che 
egli  con  somma  liberalità  ^ik  soleva  dare 
agli  strani.  (D) 

VITTO,  r.  L.  .4dtl.  Vinto.  Lat.  vi- 
ctus.  Gr.  vixri^Ei'i  .  Pctr.  cap.  I.  Ed  è 
hen  drillo  ce.  Che  del  suo  vincitor  si  glo- 
rie il  villo.  ^  Sannaz.  Are.  Egl.  1.  Vedi 
eh*  al  vincitor  tulle  soccorreno  E  Van- 
DOgli  da  tergo,  e  'I  vitto  scacciano.  (FP) 
VITTORE.  ;'.  L.  l'incitore.  Lat.  Vi- 
ctor. Gr.  vixìjT»]';.  Pelr.  cap.  li.  Volge- 
rà il  Sol  non  pur  anni,  ma  lustri  E  se- 
coli, vittor  d'ogni  cerehro .  lìim-  aiit. 
Guitt.  F.  R.  D' ugue  più  grande  impresa 
6e  vittore.  Fr.  Zac.  T.  7.  I.  12.  ftlen- 
tre  di  te  hai  cura.  Pensili  far  vittore?  E 
7.  X.  27.  Che  vive  stando  morto  ,  Ed  è 
vinto  e  vittore . 

*  ViTTOREGGlANTE.  F.  VITTO- 
RIEGGIANTE.  (C) 

•f  *  VITTOREVILE.  F.  //.  Md.  Di 
vittoria^  Vittoriale.  Guitt.  lett.  21.  Non 
meno  conta  saggio  vittorevile  vinta  in  tri- 
hulazione  vincere  ,  che  *n  battaglia  (co- 
sì kg^t  il  Vocabolario  alla  voce  SV^- 
Tk).'(Vj 

t  VITTORIA  .  Che  gli  antichi  disse- 
ro talora  anche  VETTORIA.  Il  vincere, 
il  restare  al  di  sopra  in  hatlaglia.  Van- 
taggio ottenuto  in  guerra  sopra  il  nemi' 
co.  Lai.  Victoria.  Gr.  vt'/rj .  Bocc.  nov. 
96.  3.  Per  la  gloriosa  vittoria  avuta 
del  re  Manfredi  furon  di  Firenze  i  Ghi- 
bellin  cacciati  .  Dant.  Par.  g.  Ben  si 
convenne  lei  lasciar  per  palma  In  al- 
cun cielo  dell'  alta  vittoria  Che  s*  a- 
cqaistò  con  1'  una  e  1'  altra  palma.  Petr. 
son.  282.  Vinca  il  cor  vostro  in  sua  tan- 
ta TÌltoria  .  Pass.  64.  Da  quella  ora  in- 
nanzi il  cavaliere  sempre  ebbe  vittoria  in 
toraiameoti,  in  giostre,  in  battaglie.  Ovid. 
Pisi.  Io  non  mi  raara\iglio,  se  la  vet- 
torìa  fu  tua  (la  stampa  a  pag.  96.  ha  .- 
vittoria  ).  *  Guicc.  Stor.  ^.  29.  Wè  sarà  d' 
altra  sorte  la  bontà  del  Papa,  e  dei  Ve- 
neziani; ansi  pentiti  di  avervi  lasciato  con- 
seguir la  passata  vittoria,  cercheranno  d* 
impedirvi  le  future.  (Lf 

*  §.  I.  Per  Felice  successo  .  Guicc. 
Stor.  ^.  i32.  Bisognare  ora  usar  la  pru- 
denia  ,  ne  disperare  per  la  ritirata  della 
vittoria  deir  impresa.  (L) 

f  ♦  g.  II.  Vittoria,  e  anche  il  iCome 
d'  una  divinità  degli  antichi  pagani  effi- 
giata sotto  V  emblema  d'  una  Dea  alata, 
coronata  d'  alloro^  tenente  dall'una  delle 
mani  una  palma  ,  e  dall'  altra  un  ramo 
d'ulivo.  Borgh.  Vesc.  Fior.  363.  Confor- 
me a  quel  che  dice  qui  il  santo  Dottore 
de'  trton£,  che  per  avventura  eran  formati 
a  guisa  di  corone,  e  di  vittorie,  e  dì  pal- 
me. (l'J 

*  VITTORIALE.  Add.  Di  vittoria. 
Adim.  Pittd.  Sotto  il  velo  d'epinicio,  o 
verso  vittoriale.  (A) 

t  VITTORIARE.  /'.  A.  Ottener  vit- 
toria. Vincere.  Lai.  victoriam  consegui, 
victoriam  adi  pi  se  i  ,  triumphare.  Gr.  vi- 
li àv  ,  &j3ia^65u£iv .  Ott.  Com.  Par.  6. 
110.  Adunque  è  mostrato,  che  la  *mpe- 
rìal  sedia  sia  quella  che  abbia  soggioga- 
to lutto  *1  mondo  ,  e  vìtiorialo,  e  signo- 
reggiato 


V  I  T 

t  VITTOniEGGIANTE  .  V.  A. 
Trionfante.  Lat.  triumphans.  Gr.  Sotaa- 
Ss  jwv  .  Ott.  Com .  Par.  22-  Quando 
hanno  vinto  il  raondo,sono  delti  tiiunfanti, 
cioè  vittorieggianti^/rt  stampa  a  pag.  !^g^. 
legge,  siccome  il  W.V.,  vìttoreggianti  ). 

VITTORIOSAMENTE.  .Ivverb.  Con 
vittoria.  G.  V.  9.  19O.  3.  E  alla  riva, 
combattendo  vitloiiosamentc  ,  passarono  . 
Filoc.  l.  Sg.  Di  quest*  ultima  battaglia 
con  le  nuove  armi  triunfandu  ,  tu  vitto- 
riosamente meriterai  d'  essere  ornata  d' 
eternai  corona.  Alam.  Gir.  22.  5o.  Giun- 
gelo  al  scudo  ,  e  'n  ver  quanto  ne  prese 
Vittoriosamente  a  terra  stese. 

VITTORIOSISSIMO.  Saperi,  di  Vit- 
torioso. Petr.  Uom.  ili.  Sotto  Cesare  sa- 
rebbe sialo  uomo  vittoriosissimo.  Fir.  As. 
98.  Siano  dunque  celebrale  le  prodezze 
sue  tra  le  memorie  degl'  incliti  Re,  e  de' 
vittoriosissimi  capitani. 

VITTORIOSO.  Add.  Che  ha  vinto. 
Che  ha  ottenuto  vittoria  .  Lat.  Victoria- 
sus.  Gr.  xxXXiviKOi.  Bocc.  nov.  17.  ^5. 
Perchè  Basano  vittorioso  comìaciù  libera- 
mente a  veuirsene  verso  le  Smirre.  Piiss. 
64.  T'  ho  fatto  vittorioso,  ricco,  e  nomì- 
n>ito  di  grande  valore. 

§.  Talora  vale  Che  appartiene  a  vit- 
toria, o  a  vincitore.  Petr.  son.  82.  Vin- 
se Annibal,  e  non  seppe  usar  poi  Ben  la 
vittoriosa  sua  ventura  .  F  son.  225.  Ar- 
bor  vittoriosa  e  trionfale  .  E  cap.  5.  Ivi 
depose  Le  sue  vittoriose  e  sacre  foglie. 

*  VITTOVAGLIA  .  J  ed.  VITTUA- 
GLIA.  (A) 

VITTRICE.  Verì,al.  femm.  di  Vitto- 
re. Lat.  liclrix  .  Gr.  ^ly.r.zziy.  .  Alam. 
Colt.  5.  112.  L*  alta  palma  viltrice,  o  il 
casto  ulivo  Stendan  presso  i  lor  letti  i 
sacri  rami.  E  Gir.  i3.  61.  Ma  sar'a  primo 
e  solo  A  inghirlandarsi  le  villrici  chiome 
Di  verde  lauro.  Tass.  Gcr.  1.  21.  E  fra 
le  genti  debellate  e  dome  Stese  l'insegne 
sue   viitrici,  e  '1  nome. 

VITTUAGLIA,  e  VITTOVAGLIA  . 
Tutto  quello  che  attiene  ed  è  necessario 
al  nutrirsi  j  e  dicesi  proprio  degli  eser- 
citi j  oggi  più  comunement-2  Vettovaglia. 
Lai.  annona  ,  commcatus  .  Gr.  ai7f)pi'- 
fft0v  .  Gttid.  G-  Sanza  difetto  facciano  il 
nostro  oste  abbondare  di  vittuagUe  ne'no- 
stri  continui  succedimenti.  Maestruzz.  2. 
6.  2.  Non  può  addimandare  il  monistero 
alcuna  cosa,  dappoiché  maliziosamente  gli 
negò  la  vittuaglia.  G.  V.  II.  32.  2.  Non 
essendo  forniti  di  vìtluagUa,  uè  soccorsi  , 
s'  arrenderono  .  Cron.  Mordi,  g'^.  Man- 
cando la  vitlovaglia,  se  n*  andò  per  Val- 
dimarina  . 

VITTUARIA  .  Vittuaglia  .  Lat.  com- 
meatus,  annona.  Gr.   ^f.'ztipz.-ziO'i . 

§.  Per  lo  Vitto  .  Lat.  victus ,  esca  . 
Gr.  ^t*05  ,  Tpovr^.  G.  V.  11.  93.  7.  L* 
u6ciale  sopra  la  piazza,  e  vittuaria.  De- 
clam,  Quinttl.  P.  Dio  volesse  che  alme- 
no le  selve  ci  avessero  ministrate  rozze 
viti  uà  rie . 

VITUPERABILE.  Add.  Da  esser  vi- 
tuperalo ,  Degno  di  biasimo  .  Lai.  vitu- 
perabilis .  Gr.  STTt'ij^oyo?  .  31.  V.  11.  i. 
Quanti  potentissimi  Re  ,  e  signori  nelle 
passate  ctadi  ha  ella  straboccato  in  estre- 
ma miseria  con  vilìssìmo  ,  e  vituperabile 
uscimento  dì  vita!  Bttt.  Par.  8.  1.  Se 
s'  usa  male,  cioè  inverso  li  vizii,  è  vitu- 
perabile. Capr.  Bott.  7.  146-  Non  teme- 
remo cosa  alcuna,  se  non  le  vituperabili, 
e  brulle.  Guicc.  Stor.  4-  l83.  Non  si  po- 
trebbe attribuire  ad  altro,  che  a  pusilla- 
nimità ed  abbiezione  d'  animo  ,  vitupera- 
bile negli  animi  privati,  nou  che  ec. 

*  VITUPERABILMENTE.  Avier'>. 
In  modo  vituperabile  .  Belc.  l'it.  Vg. 
cap.  44-  Strascinalo  vituperabilmente  per 
tutte  le  contrade  di  questa   Città    (Cj 


V  1  T  1739 

*  VITUPERANDO.  Add.  Vitupera- 
bile, Vilupei-evole .  I*alm.  Vii.  civ.  lib. 
3.  pag.  64.  Due  vituperandi  modi  sono 
d*  iniuslizia  :  1'  uno  di  coloro  che  la  fan- 
no ,  e  T  altro  di  quegli  che  non  la  ri- 
muovono da  coloro  a*  quali  ella  è  fatta , 
se  possono.  (Bj 

*  VITUPERANTE.  Che  vitupera. 
Che  apporta  vituperio  .  Lai.  vituperans  . 
Gr.  ^ìyoìTt  .  Dant.  Conv.  2o8.  Deesi  lo 
buono  uomo  chiudere  gli  occhi,  per  non 
vedere  quello  vitoperio  vituperante  la  bon- 
t'a  che  in  sola  la  memoria  è  rimasa.  (*) 

•f  VITUPERARE.  Infamare,  Svergo- 
gnare ,  Disonorare.  Lat.  vituperare ,  vi- 
tto vertere.  Gr.  i^sysiv  .  Bocc.  nov.  26. 
19.  Io  non  sarò  mai  di  questa  cosa  con- 
solata, infino  a  tanto  che  io  non  te  ne  vi- 
tupero in  presenza  dì  quanti  parenti  e 
amici,  e  micini  noi  abbiamo.  £"  nov.  5o. 
16.  Lui  ec.  per  un  altro  uomo  non  s'  è 
vergognata  di  vituperare,  e  se  medesima 
insieme  con  lui  .  E  nov.  79.  46.  Il  me- 
dico cominciò  a  chieder  perdono,  e  a  pre- 
garli per  Dio,  che  noi  dovessero  vitupe- 
rare. Coli.  Ab.  Isaac,  cap.  47-  Coloro 
che  hanno  perduto  questo  conoscimento, 
che  discerne  il  bene  dal  male,  il  Profeta 
gli  vitupera. 

^  %.  l.  E  in  signific.  neutr.  pass. 
Palm.  Vit.  civ.  lib.  2-  p<tg.  56.  I  buoni 
più  si  vituperano  in  ne*  piccoli  mali, che 
non  fanno  i  tristi  ne'  grandi.  E  pag.  59. 
La  lussuria  in  ogni  età  è  bruita  ,  ma  in 
ne*vecchi  quanto  più  può  è  scellerata  ec: 
essa  vecchiaia  se  ne  vitupera,  e  veste  d' 
infame  vergogna  ec.  (B)  Benv.  Celi.  Vit. 
I.  209.  Costoro  non  sapevano  altro  modo 
a  vituperarsi.   (C) 

'?  §.  II.  Detto  di  cosa  irragionevole, 
per  Guastare ,  Corrompere  .  Sen.  Pist. 
90.  I  ruscelli  correano,  non  per  condolti 
ec.  ,  ove  1'  acqua  si  guasta  e  vitupera  ,  e 
fassi  loto.   (V) 

*t  *  §■  '11-  Vituperare,  vale  anche 
ImbrattarCj  /Jru  tiare.  Pendere  immondo, 
impuro  ,  abbominevole.  Fav.  Esop.  pag. 
84.  (  Padova  1811)  Io  uso  la  state,  per 
istare  più  netta  e  sana  ,  il  mondo  e  netto 
farro  ;  ma  tu  (  parla  la  formica  alla  mo- 
sca) vituperi  ciò  che  tu  tocchi  colle  tue 
mani,   (l  ) 

*■{■  V  §.  IV.  Per  Biasimare  ,  Rinfac- 
ciare ,  Rimproverare  .  Fav.  Esop  .  pag. 
82.  (Padova  1811)  Cominciò  (la  mosca) 
contro  alla  formica  aspre  parole,  e  di  non 
poca  ingiuria  ,  ed  a  lodare  se  medesima 
con  grandi  tìtoli  e  lode,  e  vituperando  la 
formica  dì  vili  operazioni,  dicendo  in  suo 
parlare:  ec.  (A)  Palm.  ì'it.  civ.  lib.  2. 
pag.  55.  Grandissima  forza  è  quella  del- 
l' uso  in  ne'  costumi  civili,  e  molte  cose 
vitupera  ,  le  quali  ha  già  prima  approva- 
te ,  poi  di  nuovo  le  riprende  ,  pure  che 
e*  voglia  così.  (B) 

^  §■  V.  Vituperare,  per  Far  disono 
re  ,  Apportar  infamia,  a  dispregio  colle 
proprie  azioni  .  Bronz.  Lett.  Quando  si 
dice  scultore  o  pittore  ,  s'  intende  eccel- 
lentissimo maestro  ec,  perchè  non  sì  de- 
ve ragionare  di  quegli  che  solamente  so- 
no nati  per  vituperare  o  V  una  o  l'  altra 
arte.   (A) 

^  §.  VI.  Vituperare  una  donna,  vale 
Usar  seco  a  forza.  Lat.  coire.  Cronichett. 
205.  Rubò  tutta  la  terra,  e  gli  uomini,  e 
fanciulli  ,  e  femmine  vecchie  cacciarono 
fuori,  la  maggior  parte  in  camicia,  e  riten- 
nero le  femmine  giovani  ,  che  piacqueno 
loro,  e   viiupcrarorile.  (C) 

VITUPERATIVO.  Add.  Che  vitupe- 
ra. But.  Purg,  z5-  2.  Finge  l'autore  , 
che  le  parole  confortative  alla  castità  di- 
cano le  donne,  e  le  vituperative  della  lus- 
suria   dicano  gli  uominì- 

■f  VITUPERATO  .   Add.  da   Vitupe- 


i74o 


V  I  T 


rare.  tu.  t'itiiperalns .  Gr.  J/e'/j'/zEvo;  . 
Bocc.  nof.  a6.  17.  Ascolla  se  tu  ricono- 
Sri  la  voce  mia;  io  son  ben  liessa:  e  par- 
mi  mflle  IDDI  ,  che  noi  liamo  al  lume  ; 
che  io  li  possa  svergognare,  come  tu  se' 
degno,  soizn  ran  vituperato  che  tu  se',  /i 
noi'.  85.  21.  Comincio  a  dire:  soito  can 
vituperalo  ,  dunque  mi  fai  tu  questo  ? 
/)ern  Ori.  i.  n.  8.  Levatevi  di  qui, 
vituperati  ,  Canaglia  ,  popolalo  da  nien- 
te. Jlam.  Gir.  8.  40.  Vituperato,  e  de- 
gno veramente  Che  mai  più  spada,  o  lancia 
non  toccassi. 

§.  ì.  Per  melnf.  Tav.  Pit.  Feri  Adrie- 
Ic  nel  viso ,  e  feccgli  una  vituperata  piaga 
(cioè,  sconcia,  brutta). 

g.  II.  Per  ìituperoso.  Frane.  Sacch. 
noe.  4q.  Mai  in  quello  o6cio  non  credea 
aver  altro  che  vergogna,  poiché  non  s'era 
falla  giusticia  di  si    vituperato  delitto 

t  VITUPERATORE.  Verhal.  masc. 
Che,  o  Chi  tilupera.  Lai.  vituperator. 
Gr,  iJisXTTj;.  r:sp.  Vang.  La  prima  si  i; 
de'  lusinghieri  ,  la  seconda  si  i;  de'  vitu- 
peratori . 

VITUPERATRICE.  rerbal.  femm.  di 
l'ituperalore  .  Tran,  segr .  Cos.  donn. 
Sono  del  medico,  e  di  sue  operazioni  vi- 
tupcratrici .  /•>.  Ciord.  Pred.  lì.  Sfrc- 
naiio  quelle  lingue  vituperatrici. 

t  VITUPERAZIONE.  Il  vHnperare  , 
'■  '/  T  ituperio  medesimo  .  Lai.  l'iliipera- 
tto  ,  i-iluperium.  Gr.  +0-/0; .  Dlt.  Cam. 
inf  7.  104.  A  vilupcraiion  dell'avarizia 
la  imprimamcnle  questo.  Mor.  S.  Greg. 
La  prima  vituperazione  si  è  di  far  tal  do- 
manda .  Leu.  Tuli.  Quinl.  28.  Non  mi 
pare  che  noi  possiamo  schifar  grandissi- 
mo biasimo  e  vituperazione.  Albert,  cap. 
2.5.  Gastigar  dei  l' amico  tuo  senza  vi- 
tuperazione ,  andando  innaoii  la  doman- 
dagione . 

VITUPEREVOLE.  Add  l'iluperahile. 
Lai.  fidiperabilis  .  Gr.  /«Wjui^To',.  Bocc. 
nw.  82.  7  La  quale  la  sanlilà  ,  1'  one- 
sti, e  la  buona  fama  del  munistcro  colle 
sue  sconce,  e  viluperevoli  opere  ec.  con- 
laminale avea  .  E  fil.  Dani.  238.  Le 
lue  dihcateize,  cosa  vilupercvole,  e  femmi- 
nile, ti  fanno  noia  nel  falso  giudicio  de' 
l.opoli .  Tes.  /ir.  6.  24.  L'  uomo  che 
ride  troppo  ,  si  è  vituperevole  i  e  1'  uomo 
che  000  ride  mai ,  si  è  dello  crudele,  ed 
agreste . 

§.  P.  Filuperevole ,  per  ritupero.to  . 
Lai.  tnrpis  .  Gr.  Kiixpo',  .  C.  V.  12. 
106.  I.  Non  avendo  dimenticalo  la  cru- 
dele e  vilupercvole  morie  falla  in  Aversa 
del  suo  fratello  .  Colt.  XV  Pad.  Stando 
la  volenti  dell'  anima  Ira  questi  due  di- 
siderii,  come  in  uno  vilupercvole  luo- 
S<>- 

•t  VITUPEREVOLMEN TP.  A>-verb 
Con  viliiperio.  Lai.  /iirpi7er.  Gr.  aisvotl- 
r-'iloc.  7.  Suo.  E  dopo  queslM  vituperévól'- 
mente  morrai  ,  e  abominevole  a  lutto  il 
mondo  3/.  y.  y.  j^.  Furono  sconfitti  e 
rolli,  abbandonando  il  campo  a'  nimici  vi- 
liiperevolinenle.  Bcmb.  Aiol.  1.  48  O- 
Hiii  onestu  officio,  ogni  studio  lodevole, 
ogni  onorat.i  impresa,  ogni  lor  debito  la- 
sciato  a  dietro  ,  in  questa  s.ila  I f.,llace 
credenza  )  viluperevolmenle  pongono  tul- 
li i  lor  pensieri. 

tS  VITUPERIO.cVITUPEHO.  Cra, 
d,.<onore.  Infamia  Lai.  liluperium.dedr- 
"is.  Gr.  anyia.  lìanl.  Con,-.  107.  Dovun- 
que  simditudine  s'  intende,  corre  comun» 
la  loda  ,  e  lo  vituperio  .  *orr  noy.  22. 
10  E  quello  che.  tacendo,  niuna  vergo- 
gna gli  poteva  tornare,  parlando,  s' areb- 
be  vituperio  recalo  .  J:  nof.  61.  4.  Ahi 
vilupero  del  guasto  mondo  I  foli.  SS- 
Pad.  Ma  di  poi  ch'egli  aveva  avulo  vitu- 
perio dell.1  prima  ballatila,  non  gli  pu..le 
dar   lentaiiiine  del  secondo  malore.  Dani. 


r  1  T 

In/.  33.   Ahi  Pisa  ,  vituperio   delle  genti 
Del  bel  paese  là  dove  '1  si  suona. 

§.  I.  Per  Azione  vituperevole.  Lai.  tur- 
pefacinus.  Gr.  aUl-yfoi  ;rfià-/^a.  .flore. 
nov.  79.  4-.  Per  paura  che  essi  questo 
suo  vitupero  non  palesassero. 

§■  II.  l'ilupero,  prendesi  anche  per  Ro- 
gna ,  Scabbia  ,  Pidocchi  ,  Sudiciume  ,  o 
altra  cosa  simile.  Lai.  sordes  corporis  , 
putida  corporis  illuvies  .  Gr.  pj-xoi-ipv.. 
Malm.  9  1.  Scnz'  un  quattrino  ,  e  nien 
di   vitupero. 

VITUPEROSAMENTE.  Avverb.  Con 
vituperio.  Lai.  turpiter .  Gr.  àt^Xf^i- 
Ilocc.  nov.  16.  IO.  D'ira  e  di  cruccio  fre- 
mendo, andava  disposto  di  fargli  vitupe- 
rosamenlc  morire.  K  nov.  100.  22.  Non 
fosse  veduta  ec.  di  casa  tua  cosi  povera- 
mente, e  cosi  vituperosamente  uscire,  co 
me  era  uscirne  in  camicia  .  But.  l'urg. 
20.  I.  S'era  disposto  di  metterle  nel  luo- 
go disonesto  a  guadagnare  vituperosamen- 
te. ^  24.  I.  Lo  Dimonio  ec.  lo  condu- 
cera  ec.  in  sua  dannazione  e  disfazione 
corporale  ,  in  quanto  morra  vituperosa- 
mente .  Serd.  Slor.  2  83.  Quasi  tutti  i 
nobili  ec  .  ,  ribellatisi  vituperosamente  , 
passarono  nel  campo  nemico 

VITUPEROSISSIMAMENTE  Superi, 
di  l'ituperosamcnte.  Lai.  turpissime,  in- 
lione,tis.<ime ._  Gr.  a^sxiira.  Scn.  Pist. 
02  Catone  1'  usò  mollo  onorevolmente  , 
e  Brnlus  vituperosissimamente  .  *  Ciov 
Celi.  ìil.  Alf.  i5l.  Il  che  fu  fallo  da 
lui  con  maggior  prestezza,  per  aver  Le- 
sruto    fatto    morire  in  Milano  con  gravis- 


V  I  r 


simi  lorraenti  e   viluperosissiinamenle  con 
grande  invidia  alcuni  gentiluomini.  fCj 

VITUPEROSISSIMO.  Superi  di  ì  ,. 
tuperoso.  Lai.  lurpissimus.  Gr.  aTi^ij. 
To;.  1  il.  Crisi.  P.  A.  Di  morte  cosi  vi- 
tuperosissima ,  e  cosi  amara .  *  Tolom. 
.",.  ^-  ^°9-  Ma  sopra  tutto  l  da  mara- 
vigliarsi di  Nerone  ec.  Furon  fatti  con- 
Ira  costui  versi  preci  vituperosissimi,  fu- 
ron scritti  de' Ialini,  seppe  gli  autori,  e 
non  li  volse  castigare.  (/!) 

VITUPEROSO.   Add.  Infame.    Piso- 
norato,    Marihialo  di  vituperio.   Lai.    tur- 
pis,  infamis,  inhonestus.    Gr.   ni<ixpoi  , 
i'JCf-tiiiOi  ,    »Ti;/i)5  .    flocc.   nov.   32.  .'5. 
Le  cui  vituperose  opere,  molto  dagl'Imo- 
lesi  conosciule,  a  tanto  il  recarono,  che, 
non  che  la  bugia  ,  ma  la  venti  non  era 
in  Imola  chi  gli  credesse.  I-:  nov.  5y.  2. 
Se  de' lacci  di  vituperosa  morte  disvilup- 
po     Cavale.   Frati,  ting.  Invelili  questa 
confessione,  anzi  derisione,  è  mollo  vitu- 
perosa  in  ciò,  che  '1  misero  pecca!,  r,    •! 
vanta  di  quello  che  si  dovrebbe   vcrgoena- 
re.   Arrigh.  5„.  Le  mie  ingiurie  con  lue 
parole   vituperose    aggi  avi  .   i>   Ar.    l-ur  . 
2»,   44.   Se  parve  al   Re  viluperoso  l'alto. 
Lo  crrderrle  ben  senta  eh'  io  1  giuri,  far. 
/■-n.  II.  h.lo   Tu  mi  rinfacci  Ch'io  sia  rac 
nato  ?  Tu  .   viluperoso  ,  Di    dirlo  cva.li  r 
t  chi   meritamenl,-  Sari  che  '1  dica  ?  (B) 
£.    /  iinperoso  ,    vale    anche    Che    m- 
duce  vituperio .    Mar.  S.    Crrg.   Si    vevlc 
.lisprcizarc  dalle  vituperose  villanie  delle 
mordaci  lingue. 

VIVA,  foce  d- applauso  a  checchessia, 
c/ie  talora  si  usa  anche  in  forma  di  susI 
L»t.  io  Gr.  ,0,'.  e,  r.  IO.  5.5.  5,  Vira 
V'va  U  nostro  signore,  e  Re  de' Romani. 
Salvia.  Disc,  i,  253,  Cosi  lini  il  snodi, 
scorvo,  il  quale  („  ,eg„|,3  .(^  ^^^^^  . 
poli  con  replicali  viva,  e  con  segnalai, 
acclamazioni.  «  Meaz.  sai.  !^.  Avete  lo. 
^"^  "'"'  *"-'dcmia  ,  e  ognun   vi  giida  il 

*  §  I  iva  Dio,  Sorla  di  esclamazio- 
ne ,  che  vale  lodalo  Dio  .  Bellin.  Pi.c 
I  »5i .  Ma  viva  Dio,  accademici  eh'  ^la 
non  i,  cosi  ,  e  richiamate  pure  gli  .pirin 
alla  grandezza  dell'animo  vostro    iC) 


*  VIVACCHIARE  foce  dello  stiU 
piacevole  .  tivere  stentatamente  .  Rim. 
buri.  3.  II,  Ma  s'  io  vivacchio ,  quand' 
è  la  divizia  ,  Che  debbo  fare  or  ,  che  la 
carestia  Strascina  tutta  llaha,  e  la  eiosti- 
tia  7  (II)  " 

VIVACE.  Add.  Che  di  indizio  d'ac- 
re a  viiere,  Sano.  Robusto.  Lai.  vivai. 
Gr.  Ctan^o',-  .  Bern.  rim.  1.  28.  Vivace 
bestia  ,  che  ncll'  acqua  cresce  .  *  Plut. 
Adr.  Op.  mor.  4,  86,  Per  questa  ragio- 
ne i  parli  di  selle,  di  dieci  mesi  sono  vw 
laci,  ma  periscono  quelli  d'otto,  Saanai. 
Arcad.  pros.  8,  Offerendole  ora  la  fiera 
testa  del  seloso  cinghiale  ,  ed  ora  le  ar- 
boree corna  del  vivace  cervo.  (C) 

§.  I.  Per  similit.  Dani.  Par.  a.  Vo- 
glio informar  di  luce  si  vivace ,  Che  li 
tremolerà  nel  luo  aspetto  fcioé,  si  risplen- 
dente). E  27.  Incominciò  a  farsi  più  vi- 
vace (cioè,  acuta,  risplendente,  fiammeg- 
gtanle  ).  C'occ.  g.  7,  p.  3.  Mewe  le  ta- 
vole sotto  vivaci  albori  ec,  ,  andarono  a 
sedere  (cioè,  rigogliosi,  vegnenti  ),  Gal. 
Sisl  65.  So  benissimo  ,  senza  guardarla 
eh'  ella  (  la  reflessione  dello  specchio  e- 
sposlo  al  sole)  si  mostra  vivace,  e  chia- 
ra  quanto  il  Sole  slesso ,  o  poco  meno. 

§.  II.  Vivace ,  si  dice  anche  a  Uomo 
di  spirilo  pronto  .  e  borioso. 

*  §  III,  I  ivace,  in  forza  di  susl.  . 
vale  fivente.  Benv .  Celi,  l'it .  3.  418, 
Padre,  che  in  terra,  e  in  Ciel  primo  mo- 
narca ec,  Fjllor  di  vita  ,  e  Dio  d'  ogni 
vivace  Deh  leva  al  servo  luo  quesl'  aspra 
incarcal   (C) 

*  §,  IV.  I  ivace  .  Term.  de'  Mutici . 
Questa  voce  annunzia  un  movimento  clu 
ha  luogo  tra  I'  allegro  ed  il  presto,  e  che 
richiede  un* esecuzione  animata.  (Bj 

VIVACEME.NTE.  Avverb.  Con  modo 
vivace  .  l'ivamente.  Lai,  alacriter.  Coli. 
SS.  Pad.  Vivacemente  stanno  fermi ,  e 
arcoslansi  inleramenle  alle  divine  lodi. 
Mor.  S.  Greg.  Allora  la  mente  più  viva- 
ceiiiente  penetra  le  parole  d"  Iddio  Icioè. 
più  aculamenle).  Dani,  rofiv.  1 1 1 ,  E  p«. 
ro  V  edemo  cerio  cibo  fare  gli  Domini  for- 
mosi e  membruti,  e  lien  vivacemente  co- 
loralij  e  certi  fare  lo  contrario  di  que- 
sto . 

•f  VIVACEZZA.  y.A.  livacili.  Fr. 
lac .  T.  2.  a.  25.  Li  doni,  udendo  lai 
niarilamenlo  ,  Corrono  a  Dio  con  grande 
vivacezaa  . 

VIVACISSIMAME.NTE,  Superi,  di  l'i- 
vacemente  .  Red.  Ins.  102.  -Ma  il  busto 
senza  il  capo  vivacissimamente  per  lungn 
tempo  brancolava. 

VIVACISSIMO.  Superi,  di  l'ivact . 
Coli.  SS.  Pad.  Parlando  in  altro  luogo 
sopra  questo  vivacissimo  stalo  dell'  ani- 
me .  dice  cosi  .  Red  l-'sp.  nai.  lì.  La 
quale  (  vipera  ì  poletle  abbattersi  a  non 
aver  le  solile  forze,  né  il  consueto  vira- 
risvimo  brio.  Sagg.  naI.  esp.  1 18  Si  ser- 
rarono ancora  alcuni  pesci  vivacissimi  con 
sufficiente  acqua, 

*  §■  ''""'■  similit.  vale  Acutissimo.  St- 
gner  Pi-ed .  38  3,  I  hi  non  isrorge 
pero  quanto  de'  piaceri  del  corpo  sien  più 
veementi  le  conteolezae  dell'animar  Vi- 
vacissima riflessione!  (C) 

VIVACITÀ',  VIVACITADE,  e  VIVA- 
(  ITATE,  Astratto  di  livact.  Bui.  Par. 
5,  2,  Ove  '1  mondo  t  più  vivo,  ciot  all' 
Oriente,  lo  quale  mostra  maggior  vivacità 
per  Ire  cagioni  *  F.  Par.  12.  Come  lo 
s'erpo  nasce  sul  legno  fruttifero,  ed  im- 
paccialo, e  levagli  della  sua  rivacitaj  così 
lo  eretico  nasce  tra'  fedeli  Cristiani  ,  che 
ino  fruttiferi   nella  fede,  ed  egli  gì' im- 


-   •  -      "P"  o 

paccia  ,  e  toglie  loro  la  vivacili  ,  ed  im- 
pacciagli eoli    eresia,  e  fagli  cadere  in  er- 


rore, (B) 


/'i  varila  ,  e   Fivmcitm  delle  Jigti. 


la 


V  I  V 

»f ,  f  simili,  dicono  1  Pittori  alla  qua- 
m  delle  fgure  h^n  dipinte  o  scolpite, 
eri  e  un  certo  che  di  spiritoso  .  che  con- 
siste in  tre  parti  della  faccia,  cioè  negli 
occhia  che  siano  desti  e  non  addormenta- 
ti, nelle  narici  assai  aperte,  e  m-ll'aprtr 
la  bocca  un  poco  più  del  bisogno  ,  ec. 
Baldin.   Voc.  Vis.  (A) 

VIVAGNO.  Propriamente  r Estremità 
de'  lati  della  tela.  Lai-  ora.  Gr.  V»'"^: 
Jov.  Dant.  Par.  <j.  E  solo  a' decrclah  Si 
studia  si,  clic  pare  a*  lor  vivagni,  /iut. 
**i.-  Ai  lor  vivagni,  cioè  ai  loro  panni,  e 
ai  loro  vcstimenU.  Vivagno  è  lo  canto 
della  tela  lana,  e  però  si  pone  per  li  pan- 
ni,  vestimcnli,  e  adornameoti  .ponendo 
la  parie  per  lo  tulio  .  Galat.  56-  Simil- 
mente il  vivagno  della  tela  piuttosto  che 
l'eslremit:!.  /fuon.  F,er.  i.  l.  2  E  spes- 
so scambi  il  capo  pel  vivagno  ■  L  l\.  l\ 
10  O  rosso  ,  o  verde  il 
lesta . 

g.  per  similil.  vale  Pupa  ,  òpondn  . 
X-al.  ripa.  Gr.  ox^r,.  Pont.  Inf.  \h^-  Ed 
io  a  lui:  se  'l  presente  rigagno  Si  de- 
riva così  dal  nostro  mondo,  Perchè  ci 
appar  pure  a  questo  vivagno?  E  23.  Co 
me  M  maestro  mio  per  quel  vivagno.  Por- 
tandosene me  sovra  M  suo  pelto.  E  Prirg. 
zi.  Si  acrostati  all'un  de' duo  vivagni, 
Passammo.  Biit.  Inf  23.  X.  Le  ripe  so- 
no li  vivagni  della  bolgia- 

*f  *  VIVAIETTO  .  Piccolo  i-i*  aio. 
Magai.  Leti,  scicnt.  png.  123.  Sotto  la 
grande  (  spalliera  )  d'  agrumi  ,  nel  mez- 
zo una  grolticella  colla  sua  acqua  viva  , 
che  forma  un  vivaiello  ,  del  cui  avanzo 
ec  (J) 

VIVAIO  incetto  tf  acqua  murato,  co- 
munemente per  uso  di  conservar  pesci. 
Lai-  vivarium.  Gr.  ^wOTf sys'ov.  Pocc. 
nOi'.  96.  4  ^cl  mezzo  del  quale  a  nostro 
modo  ,  avendo  di  acqua  viva  copia  ,  lece 
OD  bel  vivaio  ,  e  chiaro.  TV*.  Br.  3.  9. 
Se  penserai  di  molino,  di  forno,  diviva-o 
e  di  colombaia,  ec.  Jr.  sai.  5.  Il  lucido 
▼ivaio,  onde  il  giardino  Si  cinge  intorno. 
Tac.  Dav.  Ann.  i3.  169.  Prima  si  tra- 
ftullava  a  Baia  co'  suoi  vivai  quando  io 
'  miei    consigli   lo   faceva   adottare  (  il 


testo  lat.   hn:  piscinas   excolcbat  ), 

VIVAMENTE.  Jwerb.  Con  modo  vi- 
vace, e  fiero,  Ànlitamente,  Con  veemen- 
te. Con  forza.  Lat.  alacriter  ,  audncter. 
Gr.  -poBuiUlw;  ,  Toi/jr^p&J;-  Pant.  Par. 
12.  E  negli  sterpi  eretici  percosse  L'im- 
peto suo  più  vivamente  quivi  ,  Dove  le 
resistenze  eran  più  grosse.  3/.  J'.  2.  17. 
Quegli  del  castello  molto  vivamente  san- 
ta riposo  difendieno  gli  sleccati  .  Giace. 
Stor.  1-  A  Lodovico  Sforza  vivamente  fa- 
cesse intendere  aver  molestia  di  quesla 
ÌDDOvazione.  Ped.  Annot.  Ditir.  9^  Nel- 
la traduzione  del  Fìcino  non  pare  cosi 
vivamente  ,  ne  così  pienamente  fatto  ve- 
dere, ec. 

3  VIVANDA.  Ciò  che  si  mangia.  Ci- 
bo .  Lai.  epula.  Gr.  yayr'/i-aTa  •  Bocc. 
ttov.  79.  IO-  E,  oltre  a  questo,  le  molte 
e  varie  vivande.  A  nov.  92.  10-  Di  buo- 
ne vivande,  e  di  buoni  vini  servili  furo- 
no- Petr.  canz.  9.  2.  E  poi  la  mensa  in- 
gombra Di  povere  vivande.  Vanì.  Purg. 
22-  Mele  e  locuste  furon  le  vivande  Che 
nudriro  '1  Batista  .  Tes.  Rr.  2.  33.  La 
terra,  che  è  fredda  e  secca,  fa  la  virtude 
retentiva  ,  cioè  quella  che  ritiene  la  vi- 
vanda .  Bcrn.  Ori.  1.  1-  22.  Ed  erro 
l'ialti  grandissimi  d'  oro.  Coperti  di  6nis- 
tima   vivanda. 

*  g.  1.  Efgtiratam  -  Dant.  Par.  XI. 
3fa  il  suo  peculio  di  nuova  vivanda  E  fatto 
ghiotto  -.  <B} 

*  g.  II.  Ptr  Vettovaglia,  Foraggio. 
m  ^f.  J  ■  7-  74  vivanda  non  avcano  da 
mantenere  il  campo   tanto  che  '1   Re  gli 


V  I  V 

polcsse  soccorrere  ».  Vani.  Inf.  28.  Or 
di'  a  fra  Dolcin  dunque  cbe  s'  armi  ec. 
Si  di  vivanda  ,  che  stretta  di  neve  Non 
rechi  la  vittoria  al  Noarese  .  (V)  Din. 
Comp.  hb.  2.  E  commessione  n'  ebbe  di 
vietargli  la  vivanda  M-  Bernardo  de'Ros- 
si.  (P) 

g.  III.  In  proverh.:  La  vivanda  vera 
t  l'  animo,  0  la  cera;  e  ditesi  da  chi  si 
scusa  d'  essere  scarso  nf/l'  onorare  al- 
trui dandogli  poche  vivande  ,  0  di  poco 
pregio  .  Lai.  animus  et  vultus  hospitis 
vera  dapes. 

#  g.  IV.  Jlvanda,  per  Messo,  Servi- 
to, Muta  di  vivande  .  Benv.  Celi.  Vit. 
Quando  io  giunsi,  ancora  il  Re  era  alla 
seconda  vivanda.  Magai.  J.ctt.  In  pjl.iz 
zo,  dopo  che  la  vivanda  del  Gran  Du 
ca  era  portala  appunto  quando  uscimmo 
fuori,  trovammo  pieno  tulio  il  cortile  e  i 
ballatoi.   (A) 

VIVANDARE  .  Mangiar  molte  vivan- 
de. Lat  epulari.  Gr.  euwxs'^Sai.  Buon. 
Fier.  I.  4.  2.  Ne'  giorni  del  negozio  Ceda 
il  ventre  alla  mente,  e  si  vivandi  La  sera  . 

VIVA^DETTA.  Vini,  di  J  ivandnj  .Va- 
nicaretto.  Lat.  epulani,  dapes.  Gr.  d'aiTir]. 
Bocc.  nov.  39-  7.  Prenderai  quel  cuor  di 
cinghiare,  e  fa',  cbe  tu  ne  facci  una  vivan- 
detlalamigl  ore,  eia  più  dilettevole  a  man- 
giare ,  cbe  tu  sai. 

VIVANDIERE.  Colui  che  vende  in  vi- 
vanda. Tac.  Dav.  Ann  2.  49;  Trova- 
ronvi  le  antiche  prede  de'  Svevi ,  vivan- 
dieri e  mercatanti  nostri  paesani  ec.  fer- 
matisi tra'  nimici.  /  arch.  Stor.  IO.  3i5. 
E  non  solo  i  vivandieri  e  i  venturieri,  i 
quali  per  cagione  di  rubare  multiplicavano 
senza  numero  ,  ma  de'  soldati  medesimi 
fuggirono  in   diversi  luoghi. 

*  VIVANDUZZA.  Vim.  di  Vivanda; 
7  ivandetta.  Bed.  Lift.  Gentili  manicaretti 
e  vivanduzzc,  che  in  questo  tempo  si  so- 
gliono consumare.  (A) 

'"?  VIVANNA.  /  .  A.  Vivanda.  Bini, 
ant.  Dindo  Bonichi  Race.  Allacc.  88. 
Diemmi  per  dolce  tal  vivanna  a  bere.  fV) 

t  VIVENTE,  Sust.  Chi  vive.  Chi  è  in 
vita;  ma  non  si  dice  se  non  della  spezie 
umana.  Lat.  homo.  Gr.  àvS^wTTO^-  Bocc. 
nov.  8.  5.  Le  virtù  ,  di  quaggiù  diparti- 
tesi ,  hanno  nella  feccia  de'  vizii  ì  miseri 
viventi  abbandonati.  E  nov.  ^1.6.  Costei 
essere  la  più  bella  cosa  che  giammai  per 
alcuno  vivente  veduta  fosse.  E  Conci.  Chi 
non  sa  che  è  il  vino  ottima  cosa  a'  vi- 
venti ,  secondo  Cinciglione  e  Scoiaio  ec. 
G.  V.  1.  3.  I.  Convenne  di  nicessit'a  , 
eh'  e'  Iribi,  e  le  schiatte  de'  viventi  ,  che 
allora  erano  ,  si  diparlissono. 

§.  Per  Vita.  A'inf.  Fies.  ^2Q.  Onde 
maggiore  Allegrezza  non  ebbe  in  suo  viven- 
te. ;::  Teseid.  1.  l35.  Con  giuiamenli  san- 
tissimi e  veri  Lor  promettendo  cbe  al  lor 
vivente  Nella  prima  follia  non  torneran- 
no, ec.  fP) 

t  VIVENTE.  Add.  Che  vive.  Lat.  vi- 
vus.  Gr.  ^oio'c.  Amtt.  g5.  Come  di  noi 
ciascuna  qui  lucente  Di  chiaro  lume  ve- 
di tanto  bella,  Quanto  nuU'altra  al  mondo 
oggi  viverne.  Tesorett.  Br.  7.  55.  Tutto 
Facea  la  terra  finito  Senza  nulla  semente, 
O  briga  d"  uom  vivente.  Pass.  35o.  Non 
è  lecito  ad  uomo  vivente  deputarle ,  o 
appropiarle  a  colale  uso  di  portarle  scrit- 
te addosso,  o  di  dirle  ec. 

§.  I.  Per  simìlit.  Polis,  st.  I.  89.  I 
muti  pesci  in  frotta  van  notando  Dentro 
al  vivente  e  tenero  cristallo. 

g.  IL  IS'on  si  troi-are  d'  alcun  bene 
vivente,  vale  Esser  grandissima  scarsez- 
za ,  penuria  ,  carestìa.  Lat.  inopia  stim- 
ma laborare.  Gr.  st'vai  «v  tex^rr,  ùno- 


V    I   V 


1741 


p'a  .  Varch.  Stor.  12.  44^-  Perchè  non 
essendosi  ricolto,  ne  seminato,  non  si  irO' 
vava  in  Firenze  di  nessun  vivente  bene 


VIVERE.  A'ome  .  Boha  necessaria  al 
vivere.  Vettovaglia.  Lai.  cibaria.  Gr. 
fv./r.fj.xtrx.  Tac.  l'av.  .-/«/i.  2.  3i.  Mol- 
le (navi)  acconce  a  portar  macchine,  ca- 
valli e  viveri.  E  48.  Aperse  i  granai,  e 
i  viveri  rinvilio.  E  l5.  265.  Con  lonta- 
ne cavalcate  tento  ruse  impossibili  ,  gua- 
sto i  viveri  guadagnali.  ♦  Guicc.  òtor. 
5.  89.  Era  maravigliusa  in  lanle  incomo- 
dità e  pericoli  la  perseveranza  loro,  con- 
fermata dalla  vulu  e  dalla  diligenza  di 
Consalvo,  il  quale  ec.  gli  sostentava  ec. 
lolleiandu  in  se  medesimo  con  allegro  a- 
nimo  tutte  le  Luicbe  e  lulla  la  slrettezia 
del  vivere,  e  di  tulle  le  rose  necessarie. 
E  17.  188.  Essendo  ridotto  il  castello  in 
tanta  estiemilà  di  vivere  che  appena  po- 
teva sosteucisi  un  giorno.  (  Cj 

^  g.  I.  Per  Cibo,  ì'ilto.  Frane.  Sacch. 
nov.  l49'  Non  era  buono  esemplo  al  mou- 
do,  che  li  suoi  pari  andasbino  per  loru  vi- 
vere cercando  le  cose  di  vantaggio.  (Vj 
^  g.  II.  /'rr  Mantenimento.  Bemb . 
Stor.  7.  95.  Alla  moglie  poi  del  sig.  Carlo 
MalalestJ,  e  a  due  suoi  piccioli  figliuoli, 
quella  medesima  provisionc  che  egli  avc- 
\j  dalla  Pepubblira,  per  lo  viver  loro  fu 
donala  .  (ì  )  Lemm.  l'est.  112.  Ancora 
lascio  a  monna  Caterina  sua  moglie  in 
sussidio  e  aiuto  del  suo  vivere  lutto  il 
grano  e  vino  al  presente  essente  nella  ca- 
sa dell'  abitazione  d'esso  Lemmo.   (C) 

*  g.  III.  Per  ì  ita.  Coli.  Ab.  Isaac, 
prol.  36.  l'er  torti  quello  che  Iddio  ci 
dava  a  sostentare  il  nostro  viveie  .  (V) 
Guicc  .  Stor.  16.  98-  E  chi  non  sa  che 
cosa  sia  Italia  ?  provincia,  regina  di  tutte 
le  altre  ,  per  V  opportunità  del  sito  ,  per 
la  temperie  dell'aria,  per  la  moltitudine 
ed  ingegni  degli  uomini  altisiimi  a  tutte 
le  imprese  onorevoli,  per  la  feililità  di 
tulle  le  cose  convenienti  al  vivere  uma- 
no. (C) 

§.  IV.  Per  Maniera  di  vivere,  o  di 
procedere.  Lat.  vivendi  mas,  vel  consut- 
ludo.  Bocc.  nov.  91.  2.  Veggendo  che, 
cousiderata  la  qualità  del  vivere  e  de'co- 
stumi  di  Toscana,  egli,  in  quella  dimo- 
rando, poco,  o  nicule  potielibe  del  suo 
valor  dimostrare  .  *  Segner.  J'rcd.  Pai. 
Ap.  4"  7-  ^'  vuole  con  gli  uomini  ancor 
l'esempio,  che  è  quel  lustro  di  vivere, 
il  quale  aggiunge  alla  mondezza  interiore 
anche  1*  esteriore  .  E  4-  IO-  Cristo  me- 
nava all'  aspetto  un  vivere  più  civile,  più 
comodo  ec.  e  meno  ditìerente  da  quel 
della  moltitudine.   (TC) 

f  VIVERE.  Stare  in  vita.  Lai*  vivere, 
vitam  degere .  Gr.  j3iwvai ,  j5iov  oià- 
-/£i-j.  Dant.  Furg.  21.  E  per  esser  vi- 
vuto  di  là  quando  Visse  Vergibo,  asseu- 
rirei  un  sole.  E  Conv.  ì5q.  Vivere  è  1* 
essere  delli  viventi  .  lì  appresso  :  Viver 
nell'uomo  è  ragione  usare;  dunque  &« 
vivere  è  1'  essere  dell'  uomo  ,  e  cosi  <Li 
quello  uso  partire  è  partir  da  essere  ,  e 
cosi  è  essere  morto.  Bocc.  g.  6.  p-  7- 
Non  ci  son  vivuta  in  vano  io,  no.  /.' 
nov.  79.  4-  E  parendogli  che  cosici  o  me- 
no, che  alcuni  altri,  del  mondo  curasse- 
ro, e  più  lieti  vives:,ono,  siccome  essi  fa- 
cevano ;  più  persone  domandò  di  lor  con- 
dizione .  Petr.  son.  Il3.  Sarò  qual  fui  , 
vìvrò  com*  io  son  visso  .  E  205,  Ch  e 
"ià  di  piangere  e  di  viver  lasso.  E  cani. 
\o.  3  Ne  degno  eri,  mentr' ella  Visse 
quaggiù,  d'  aver  sua  conoscenza.  Fr.  lac. 
T.  2.  I.  16.  E  V  uom  cbe  e'  è  mal  visso, 
Id  tal  sia  loco  misso,  Che  purgbi  sue  pec- 
cata. Bemb.  AsoL  1.  7°-  ^^1  seno  de* 
miei  dolcissimi  genitori  sicura  e  tranquilla 
vita  vivcndu  ec.  i  miei  giovani  anni  ne  me- 
nava felice.  /■-  2.  Questa  vita,  che  noi 
viviamo,  di  fatiche  innumerabili  e  pieua 
*  Vas.  Op.  1  it.  2.  340.  Ed  in  queUu 
quasi    un    nuovo  paradiso  terrestre,    vi- 


1742 


V  I  V 


vere  vita  celeste  ,  angelica ,  santissima , 
con  dare  esempio  a  tutto  il  cristianesi- 
mo. (C) 

#  §.  I.  T'wer  l'età  de/i' oro  ,  vale 
Vivere  in  uno  stalo  dì  somma  felicità  . 
Bemh  .  Star.  6  74-  Questi  e  quelli  che 
le  isole  vicine  abitavano,  ec  V  età  vivca- 
DO  dell'  oro.   fCj 

^  §.  II.  Picesi  nella  Scrittura  che  il 
giusto  vive  di  fede.  Segner.  Mann.  Apr. 
t\.  a-  Considera  qual  fede  sia  quella  di 
cui  il  Signore  afferma  che  vivano  i  giu- 
sti suoi.  (C) 

5?  g.  HI.  Vi^re  t  talora  si  usa  per 
Essere  felice  ,  Vivere  con  conforto  j  il 
f/ual  significato  è  proprio  anche  dei  lati- 
ni .  Tass.  Ger.  19.  ^O-  Vissi  e  regnai  ; 
non  vivo  or  |iiù,  ne  regno-   (D) 

#  §.  IV.  Vivere,  fìguratam.  vale  Du- 
rare, Sussistere.  Vii.  S.  Già.  Gnalb.  299- 
La  cui  memoria  è  tenuta  nobile  insino  al 
dì  d*  oggi  f  e  anche  vive  di  molle  sanie 
opere.  (V) 

g.  V.  Vivere,  per  Nutrirsi,  Cibarsi. 
Lat.  idi,  nutriri.  Gr.  xpifia^on-  Dant. 
Par.  2.  Del  quale  Vivcsi  qui  ,  ma  non 
scn  viea  satollo-  Bocc.  nov.  62.  6.  E  se 
tu  fai  cosi ,  di  che  vivcrem  noi  T  G,  V. 
7.  75.  3.  Fuc  dililiera  la  ciltade  »  che 
era  in  ullima  stremila  di  viltuaglia  ,  che 
uon  avea  che  vivere  tre  giorni,  v  lìemb. 
Stor.  6.  74-  Quivi  i  serpenti  ec.  vivono 
d*  acqua  e  di  terra ,  e  sono  in  preziosa 
vivanda    tenuti.  (C) 

t  g.  VI.  E  per  melaf  Petr.  canz. 
^6-  7.  Vissi  di  speme,  or  vivo  pur  di 
pianto.  *  Tac.  Dav.  Ann.  11.  lil\.  Vi- 
tiusi  iu  privato  ,  porniziosi  in  pubblico , 
non  possono  vivere  che  di  discordie.  (C) 

g.  VII.  Vivere,  per  Vssert-,  0  Stare, 
fiocc.  nov.  26.  z\.  Ma  di  questo  vivi 
jsicuro,  che  iu  non  sarò  mai  lieta  ,  se  in 
un  modo*  o  in  un  uUro  io  non  mi  veg- 
gio vendica. 

"^  %.  Vili.  Vivere,  per  Essere  posto. 
Trovarsi.  liucell.  Diat.  3.  Formerà  con- 
cetto non  esser  poi  gran  fallo,  se  altri  si 
lascia  vincer  si  spesso  da  quella  matta 
passione  d' amore  «  mentre  al  vostro  dire 
si  alla  potenza  vive  ne*  dardi  s\x'j\.  (TC) 
g.  IX.  Vii'cre  splendidamente ,  vale 
Stare  in  grandezze  ,  e  in  delicatezze  . 
Bocc.  nov.  91.  2.  Quivi  adunque  dimo- 
rando messer  Hu^^^ieri,  e  splendidamente 
vivendo  ec,  assai  tosto  si  fece  per  valu- 
rojo  cognoscere. 

#  g.  X.  Vivere  a  se,  o  ad  uno,  vale 
IVon  pensare  che  a  sé  ,  o  ad  uno  ,  Oc- 
caparsi  solo  a'  proprii  interessi,  o  agli 
interessi  d'  uno  .  Segner.  Mann.  Marz. 
19.  5.  E  però  questo  lara  ancora  quel 
Santo,  che  tu  ti  eleggerai  ce.  a  meritar 
questa  grazia,  cb'  è  pur  la  somma,  di  non 
volere  più  vivere  su  la  terra  ,  se  non  a 
Cristo  .  E  appresso  :  Ma  tu  non  h.ii  da 
pregarlo  che  ti  ililenda  ,  se  non  che  da 
le  stesso  ,  eh'*  sci  il  nimico  più  crudele 
che  abbi,  mentre  per  vivere  a  te,  tu  non 
vivi  a  Cristo.  (C)  imperf.  V.  Ttb.  D.  2. 
T.    li.    162.    Acciuctrliè    qualunque   si   tij 

nel  suo  essere  s' ingegni  d'operare  secoo- 
dti  il  giusto,  e  come  il  buon  costume  ne 
insegna,  e  viva  alla  repubblica,  e  non  so- 
lamente a  se  stesso.  ( Vj 

g.  XI.  Viver  hcne,  vale  Godere,  Sguaz- 
zare .  Lat.  delicate  vivere.  Gr.  rpypav. 
Pass.  i5.  Avend(.t  avuta  copiosa  e  abbon- 
dante ricolta  di  tutti  i  beni  terroni  da  ben 
vivere,  diceva  a  ih  medesimo:  ora  godi, 
anima  mia,  riposati,  e  datti  buon  tcm|in, 
rbè  hai  ben  da  vivere  per  molti  anni  . 
=S  M  J'arch.  Stor.  7.  i8a.  Sutlosopra  s' 
ingegnava  ciascuno  con  ogni  liforto  di  vi- 
ver bene,  e  lasciate  le  brighe  e  i  pensieri 
dalVun  de*  lati,  altcndcr.si  a  godere,  e  star 
più  lieto,  e   più  aIle>!ro  che  si  potesse.  (C) 


V  I  V 

3  g.  XII.  ì'iverbene,  onestamente,  e  si- 
mili ,  vale  anche  talvolta  Esser  d'  inte- 
grità di  vita  .  Lat.  honeste  vivere  .  Gr. 
?7Touo3ti'w;  Cav.  Bocc.  nov.  l3.  20.  Cia- 
scuno che  bene  e  onestamente  vuol  vi- 
vere ,  dee  ,  in  quanto  può  ,  fuggire  ogni 
cagione  ,  la  quale  ad  attramenti  fare  il 
potesse  conducere.  Guitt.  leti.  8-  Lo  spi- 
rilo si  allegra  e  gaude  ec,  che  ben  visse 
e  morio  .  Pass-  192.  Dee  amare  che  1* 
uomo  diventi  buono  e  giusto,  giustamente 
e  dirittamente   vivendo  • 

g.  XIII.  Vivere  dì  per  dì,  va/e  Non 
avere  assegnamenti,  ne  provvisioni^  se  non 
per  un  dì  .  Serd.  Slor.  2.  6^.  Dormo- 
no in  reti  sospese  da  terra,  e  vivono  di 
per  di. 

g.  XIV.  Viver  d'  accatto,  vale  Accat- 
tare, Mendicare,  Vivere  di  limosina. 

g.  XV.  Vivere  del  suo,  vale  Aver  pro- 
prie rendite  da  potersi  nutrire.  ^  Vit. 
S.  Vugen.  387.  Ovvero  che  tu  facci  il 
sacrifìcio  ordinato  e  usato  agli  onnipoten- 
ti Iddìi ,  ovvero  ,  posta  la  dignità  ,  viva 
del  tuo.  (V) 

§.  XVI.  Viver  di  ratto,  vale  Rubare, 
Sostentarsi  per  via  di  ruberie.  Lat.  ra- 
pina vivere  .  Gr.  &ÌJ9.1  a^rta^i'SiOv  . 
Vranc.  Sacch.  nov.  221.  Chi  ha  fatto  le 
mani  a  uncini ,  e  vuole  vivere  di  ratto  , 
ognora   pinosa  come  possa  arraffiarc. 

g.  XVII.  Vivere  a  speranza  ,  vale  Sta- 
re in  ispcranza.  Cirijf.  Calv,  l^.  I28.  ^Xa 
chi  vive  a  speranza,  muore  a  stento. 

g.  XVIII.  Viver  tra  due,  vale  Esser 
flubbioso  ,  IVon  si  risolvere.  Bemb.  rim. 
81.  Anzi  cosi  tra  due  vivo,  e  sostengo 
L'  anima  forsennata. 

t  Sr  §.  XIX.  Vivere  di  giorno  in  gior- 
no,  vaU  Non  darsi  cura  dell'  avvenire. 
Essere  senza  previdenza.  Bemb.  Stor.  fi. 
7i).  Non  in  lungo  tempo  ,  ma  dì  giorno 
in  giorno  viveano.  (V) 

f  *  g.  XX.  Vivere  in  pace  e  in  bene, 
vale  Vivere  d'amore  e  d'accordo.  Socc. 
g.  5.  n.  5.  A  casa  menatalasì  ,  con  lei 
in  pace  ed  iu  bene  poscia  più  anni  vis- 
se. (V) 

^  g.  XXI.  Vivere  a  un  pane  e  a  un 
vino,  dicesi  di  Più  persone  che  mangia- 
no alla  stessa  tavola.  Instr .  Cane.  4- 
rVon  si  potendo  però  imborsare  più  che 
uno  [ter  casa  dì  quelli,  che  vivono  a  un 
pane  ,  e  un  vino.  (C) 

*  g.  XXII.  Vivere  in  contenzione 
con  alcuno,  vale  Essere,  Stare  in  con* 
trazione  con  alcuno.  Guicc.  Stor.  4-  160. 
Questo  gli  jurea  mczxo  da  farlo  vivere  a 
qualrbe  tempo  in  contenzione  con  1  Ve 
ueziaoi.  fL) 

K-  §.  XXIII.  Saper  vivere,  vale  Aver 
prudenza.    V.   SAPERE,  §.  VII.  (C) 

*  g.  XXIV.  Vivere  a  vita  regolare, 
e  comune,  o  a  convento,  vale  Vivere  tn 
comune .  fiorgh.  Vesc.  Fior,  ^ig-  Che 
vivessero  in  que*  tempi  questi  Canonici 
delle  Cattedrali,  generalmente  a  vita  re- 
golare e  comune  iniieme,  e  come  si  suol 
dire,  a  runvento,  credo  che  sia  assai  ben 
nolo  ad  ognuno,  f(') 

t  *  g.  XXV.  ì'iverc  in  tanta  vita, 
vale  Vivere  santamente.  Pecor.  g.  18.  «. 
I.  E  vivettc  poi  egli  e  la  moglie  iu  santa 
vita.  (V) 

*  g.  XXVI.  Vivere,  SI  dice  anche  con 
reiasione  al  governo.  Filoc.  7.  196-  lo  vi 
darò  ce.  chi  vi  guiderà  con  raginocvole 
ordiue,  e  le  vostre  questioni,  con  diritto 
stile,  terminerà,  e  solfo  la  cui  protezione 
sicuri  vivcrcto  come  uom'tni.  (C/ 

«  g.  XXVII.  Vivere,  si  dice  anche  delle 
Piante.  Cr.  2.  l3.  6.  Del  letame,  il  qua- 
le ha  congiunta  V  umidità,  e  buona  per- 
mistione  col  secco  terrestre,  s'appigliano, 
vivono,  e  fortiSeanii,  e  menano  convene- 
voli ,  r  utili  frutti.   (C) 


V  I  V 

*  VIVETTO.  Dim.  di  Vivo,  nel  si- 
gnific.  del%.  VII.  Leop.  rim.  85.  Il  chia- 
marci un  po'  vivelte  Questo  gt^  non  si 
disdice  ,  Ben  è  ver  eh*  e'  e*  è  chi  dice 
Che  starebbe  me'  civette.  (C) 

*  VIVEVOLE.  V.  A.  Vivace,  Acu- 
to ,  Penetrante.  Fr.  lac.  Cess.  Si  trasse 
gli  occhi  del  corpo  ,  per  avere  più  soUilt 
e  più  vìvevoli  pensieri.  (A) 

VIVEZZA.  Vivacità.  Lat.  hilaritas  , 
venustas,  alacritas.  Gr.  oatf^g'Tif.  Ftr. 
Dial .  beli,  donn  .  l\V).  Hanno  ad  esser 
piene  d*  un  naturai  succo ,  il  quale  dia 
loro  una  certa  vivezza  ,  ec.  Buon.  Fier. 
2.  4-  ^-  ^6^  ^  qualche  vivezu  ;  io  *1 
vo'  notare. 

t  %.  I.  Per  Efficacia.  Car.  leti.  |. 
1G7.  Lascio  che  il  padre  don  Onorato 
con  la  medesima  vivcna,  che  m*  ha  pre- 
sentalo  1'  amor  che  mi  portate,  e  1*  onor 
che  mi  f;ite  ,  vi  mostri  per  la  più  parte 
il  riverbero,  che  ec.  *  Inslr.  Cane.  87- 
In  caso  di  lite  ec.  assistano  all'  eletto  o 
presentato,  difendano,  e  rappresentino  le 
ragioni  del  pubblico,  popolo,  e  luogo  pa- 
drone con  ogni  vivezza,  (C) 

*  §.  11.  Per  Forza  pungente.  Dav. 
Perd.  elofj.  cap.  II.  Avendo  Apro  cosi 
parlato  colla  vivezza  solila  ( il  lat.  ha: 
acrius  ,  ut  solebal  }.  (V) 

*  g.  III.  Vivezza, per  Arguleasa,  Sol- 
tigliezza  d*  ingegno.  Red.  Lett.  La  trovò 
piena  dì  saporitissime  vìvesze ,  spiegate 
con  una  soda  e  vera  lalioità.  (Ai  Segner. 
Fred.  4>  5.  Quegli  si  duole  che  la  pre- 
dica  ec.  è  troppo  povera  di  viveue.  (/') 

*  g.  IV.  Vivezza,  per  Slato  0  Quali» 
tà  di  ciò  che  è,  o  par  wivo.  Vasar.  Lett. 
Olire  alla  bellezza  de*  panni,  e  la  grazia 
e  vivezza  delle  teste.  E  altrove:  rfelle  te- 
ste di  pittura  ec.  si  fa  le  vivezze  e  mortez- 
zc  ec.  (.4) 

•f  *  VIVIDISSIMO.  Superi,  di  Vi- 
vido. Bocc.  Leti.  Fiamm.  pag.  35.  (Par- 
ma 1801  )  Non  possono  ne  potranno  U- 
cose  avverse,  ne  lo  vostro  turbato  aspet- 
to spegnere  nell'  animo  mìo  quella  6am- 
ma*  la  quale,  mediante  la  vostra  hellet' 
za  ,  esso  (  Amore  )  vi  accese  ,  anzi  essa 
più  fervente  che  mai  con  isperìenza  vì- 
vidissima vi  nutrica  f  La  dedica  alla 
Teseide,  che  e  la  stessa  lettera  ,  legge  : 
anzi  esso  (Amore)  più  fervente  che  mai 
con  ispcranza  verdissima  in  me  nalri- 
ca  ).  (Ai 

VIVIDO.  Add.  ì  ' ivate  ,  Vigoroso. 
Lai-  vividut,  vigens.  Gr.  axuou'o;.  Buon. 
Fier.  3.  3.  3.  È  so  questi  sì  vividi  e  ti 
freschi  Papaveri,  onde  *1  dono  Di  geoiìl 
giardinicr  m'empie  la  mano,  ec.  Segner. 
Mann.  Magg.  28.  3  Viene  espressa  col 
frumento,  che  di  putre,  eh*  egli  era,  pai- 
sà a  fiorir  lutto  vivido,  tutto  verde,  tutto 
pomposo  . 

•f  «  VIVIFICAMENTO.  Vivificazio- 
ne. Segner.  Sett.  prìnc.  tllus.  \.  i.  La 
ronlemplaziono  ec  non  h  morte  delle  af- 
fezioni, non  h  morte  de'  ragionamenti,  non 
h  morte  delle  reminìscenie  ,  ma  n'^  vi- 
vi6camento.  (A)  imperf.  Tim.  t).  8.  7* 
7.  228.  Disse  Apuleiu  essere  una  sfera  d' 
ìn6nila  rotondità  1'  euenza  del  tulio,  nel 
cui  centro  risedeste  il  disino  sole  ad  illu* 
minamcnlo  e  vivificameolo  di  tutto  quanto 
quello  ohe  è.  (F) 

VIVIFICANTE.  Che  vivifica.  Lat.  *-*- 
vificant  .  Gr.  ^wo^totolv  .  Cr.  2.  25.  6 
il  calor  del  Sole  h  siccome  terminante  e 
formale  o  quasi  vivi6cante  .  Serd.  Stor. 
ifi  rìJ6.  Non  rireveri  da  Cristo  mo  ca- 
po   alcuno  influsso  ili  grazia  viriGcanle. 

VIVIFICARE  .  Dar  vita.  Lzl.  vivtfi 
care.  ©r.  CfuOTioicrv.  Annoi.  ì'ang.  Or 
sono  io  Iddio  ,  che  io  posta  uccidere  1 
vivificare,  che  costui  manda  a  me  un  u«>. 
mo  ,  cb*  io  lo  guarisca  della  sua  lebbra  T 


V  I  V 

Pass.  299.  Bicorda»  che  lo  Spirito  San- 
to t  qu^li  che  vivifica  e  santifica  .  f«- 
yak.  Frutt.  liag-  La  qu;"la  cosa  ,  che 
ci  mclra  commeodaWe   la  conlcss.one 

M  è  la  sua  s"-'=  'f'''""  '"  ""  •  '^" 
vivifica,  scarica,  v^"6'».  l'""^'^"  '  S""; 
stifica  il  peccatore  .  Jrrigh.  77.  Perch 
io  perdono  alle  lue  colpe  ,  se  tu  non 
Tivificherai  le  lue  opere  in  su  li  suo.  ra- 

"vivificativo  .  JM.  Che  vivifica- 
T«/.  M.sl.  Ingeneri  i  figliuoli  spirituali 
oiedianlo  il  vi>°ficaUvo  bene  dell  amore 
B..t.  Purg.  =5.  I.  Quindi  (le  membra) 
tirano  la  vini,  vivificaliva,  e  veeelaliva  di 
lune  le  membra  umane.  OtI.  tom.  Inf. 
33.  571.  Conciosia  cosa  che  1  amma  s.a 
regoladice,  e  vivificativa,  e  perfezione  d. 
tulio  il  corpo.  (C) 

+  VIVIFICATORE.  ìerhal.  nasc. 
Che.o  Chi  dà  vita,  ihc.o  CI..  V.- 
tiZa.  Lai.  vivificato,-.  Gr.  ^wOTtocwv. 
l'il  SS  Pad.  Laudavano  1'  onoipolenlc 
Dio'  Padre  ,  col  suo  Figliuolo  unigen.lo 
lesucristo,  e  col  Santo  Spinto  v.v.ficator 
dell- anime.  On.el.  S.  Gre,-.  Ed  essa  nar- 
rale parole  del  suo  vivificatore. 

#  VIVIFICATIUCE  .  temn,  J.  1  .- 
vificalore.  tv,-.  /■-'.  <>.  1.  5l6.  Infuse 
in  loro  lo  spirilo  della  sua  v.vifica  r.ce 
virtù .  e  li  conslilui  in  luogo  suo.  (U 

VIVIFICAZIONE.  //  vivifcare.  Umtt. 
X  Crt'.  La  quul  vi^ificaiiooc  per  certo 
ionanrir  operazione  della  giusliz.a  si  co. 
gnosee  essa  confcssioo  del  peccalo  .  .Se- 
Ler.  Ma„n.  Magg-  A- ^-  Ecco  a  eh, 
dunque  lu  dei  la  tua  viv.6caz.one,  pr.ma 
alla  miseticordia ,  poi  alla  carili. 

VIVIFICO.  Jdd.  Che  da  vila  .  LoU. 
Ab.  Isaac .  cap.  30.  Grida  a  Dio  :  O 
messere  ec,  rattempera  il  corpo  n..o  col 
dolore  del  luo  vivifico  corpo,  tr.  2.  19. 
3  Imperciocchi:  lo  spirilo  v.v.fico  della 
pianla.  quando  s'allrae  per  li  sem.  e  per 
le  piante,  la  terra  rimane  abbandonala 
dall'  umore  e  spirilo  vivifico. 

#  VIVIMENTO.  r.  A.  l'.vcre.  Susi. 
Tratl.  Viri.  Mor.  19.  Non  d.s.derare 
quelle  liccheoe  che  lu  non  ha.  ;  lo  tuo 
vivimento  sia  a  le  di  lieve  cosa.  (Cj 

•+  *  VIVIPARO.  Dice.'i  degli  animali 
chemolliplicano  la  loro  .specie  colla  prò- 
dHzioae  d-  un  vivo  a  se  simile  s  a  diffe- 
renza degli  Ovipari ,  che  sono  prodotli 
da  un  uovo.  Salvin.  Opp.  Pese  E  quei 
toni,  che  in  mar  stanno,  v.v.par.  Han- 
DO  a  cuore  e  governano  la  prole .  Pnìs. 
Fior.P  ^.  vol.i.pag.  l38.  Questi  (("• 
beronij  sono  una  medesima  spezie  co  pe- 
sci cani,  o  mollo  simdi  ;  li  masi.»  hanno 
ec      e  le  femmine  sono  vivipare.  (^) 

VIVISSIMAMENTE.  Snperl.  di  I  iva-^ 
menle.  Segiier.  Crisi,  instr.  2.  20.  9.  L 
anima  apprendendo  vivissimamente  ,  che 
Dio  è  il  sommo,  e  il  solo  suo  bene,  stende 
verso  lui  le  sue  braccia. 

VIVISSIMO.  Superi,  di  Ilvo.  Vani. 
Par.  27.  Le  parli  sue  vivissime  ed  ec- 
celse Si  uniformi  son,  eh'  io  non  so  dire 
Qual  Beatrice  per  luogo  mi  scelse.  Esord. 
numid.  Vedendovi  lulli  vivissimi  e  pronli 
1  sostenere  ogni  travaglio.  Red.  Ins.  ib. 
Si  era  vestito  di  un  verde  vivissimo  ,  e 
raaravigliosamenle  brillante. 

•."■  VIVO  Siisi.  Parte  viva.  Lai.  vi- 
vum.  Gr.  jo-ov .  Giiid.  G.  ^.  Ferve- 
Boendo  la  puntura  al  vivo,  non  polendo 
sostenere,  Ulisse  si  lasciò  cadere  in  terra 
rovescione  .  Peir.  cap.  5.  Perche  prima 
col  ferro  al  v.vo  aprilla  .  Cr.  9.  30.  3- 
Allato  alla  corona  del  p.è  ,  .nlra  1  v.vo 
e  '1  mono  deU'  unghia ,  e  con  la  rosolia 
di  sopra  si  tagli  la  setola. 

8  1.  Per  melaf.  vale  La  parte  più 
sensitiva.  Foce.  g.  4  ?■  \  Sono  sosp.n- 
to,  molestato ,  e  infino  nel  v.vo  traBlto . 


V  I  V 


jV  r  8.  il.  Il  signore  di  Mantova,  toc- 
candogli la  guerra  p.ù  nel  v.vo  ,  mando 
messer  Feltrino  da  Gonzago  a  collegal.  . 
lied  l'ip.  I.  9.  Benissimo  sapendo  quan- 
to in  sul  vivo,  e  niente  meno  di  me,  ne 
siate  punto  ancor  voi.  Tac.  Dav.  .-Ina. 
I  25  Or  .luesto  si  ,  che  tocco  Td.er.o 
nel  vi'vo.  KStor.  4.  344.  E  questa  qua- 
n  censura  colse    nel    vivo   Sar.oleno  Vo- 

cuia.  ,      .  .1 

*  §  li.  Vivo,  dello  del  giorno,  vale 
Luce,  Lume.  Ar.  Fnr.  17.  118.  A  tem- 
po venne  alla  Citta,  che  ancora  11  giorno 
avea  quasi  di  vivo  un'  ora  fcìoe  manca- 
va  quasi  un'  ora  ad  esliiigiiersi  il  gior- 
no). (D)  ,  . 

;■'  g  III.  l'ivo,  si  usa  anche  per  ac- 
cennare la  parte  più  forte,  o  migliore  di 
checchessia.  Slor.  hiir.  Uh.  1.  Ne  resta- 
v,ino  peri,  per  questo  ec.  di  tentar  d.  met- 
ter disord.ne  ,  e  penetrare  nel  più  v.vo 
de,li  squadroni  per  cacciarsi  dalla  cam- 
pagna. (D) 

i?  §.  IV.  Per  Naturale  oggetto,  benv. 
Celi.  Oref.  \\\.  Un  .litro  moda  diremo 
da  far  figure  che  vadano  gettale  in  bron- 
zo, le  quali  abbiano  da  esser  grand,  quanto 

il    vivo  ,  O   poco   più.    O  ì  . 

%.y .  .'.Ivivo,  posto  avverbialm-,  vale 
U  maniera  simile  al  naturale,  l'it.  Piti. 
4  Sopra  cui  era  dipinta  una  tela  cosi  al 
vivo,  che  gonfiandosi  Zeusi  ce,  fece  istan- 
za a  Parrasio,  che,  rimossa  la  tela,  mo- 
strasse la  sua  pittura. 

VIVO.  .4dd.  Che  vive.  Che  e  in  vita. 
L.it.  vivi.s.  Gr.  ?W0Ì.  Bocc.nov.'jl.id. 
Al  luo  am.inleletue  notti  riserba,  se  egl. 
avviene  che  tu  di  qui  viva  ti  pari.  .E 
nov.  79.  8.  Da  molti  gentiluomini ,  de 
quali  oggi  pochi  sou  vivi,  ricevette  gran- 
dissimo onore.  E  nov.  85.  22.  Calaodr.- 
no,  vedendo  venir  la  moglie,  non  rimase 
uè  mono,  né  vivo.  Jmet.  7.  P.u  fier.  (• 
cani  )  lui  già  più  morto  per  paura  ,  che 
vivo  ,  seguieno  .  Pelr.  son.  298.  Ch  or 
fostù  vivo,  com'  io  non  son  moria. 

S.  I.  l'ivo  vivo,  coti  replicato,  aggiu- 
glie  maggior  fona  .  Bocc.  nov.  5o.  18. 
Elle  si  vorrebbon  vive  vive  metter^  nel 
fuoco,  e  farne  cenere.  .Voi-.  ""'■  54.  2. 
Ebbe  uno  cavallo,  e  dai  suoi  fant.  il  lece 
vivo  VIVO  scorticare.  G.  1'.  1.  25-  4- Fu 
falla  dal  dello  Amulio  seppellire  viva  v.- 
va.  Serm.  S.  Agost.  S!\.  Se  '1  popolo  di 
Dio  fosse  slato  fermo  ,  e  non  avessono 
mormorato  ,  non  sarebbono  stati  morti 
dalle  serpi,  e  gli  altri  non  sarebbono  pro- 
fondali ,  che  andarono  vivi  vivi  in  infer- 
no .  lir.  As.  Il5.  lu  buona  Te,  che  se 
tu  non  muli  verso,  io  li  farò  bruciar  vi- 
va  viva. 

*  §.  II.  Per  Verdeggiante,  teme. 
.■Ing.  Met.  2.  76.  Arde  il  gi'a  vivo  fras- 
sino l'abete.  Come  faria  lino  inceralo  e 
paglia.  (D) 

§.  III.  l'ivo  ,  per  meta/.  Dani.  InJ. 
3.  Questi  sciaural.  ,  che  mai  non  fur 
vivi.  Erano  ignudi  (cioè,  non  ebbono  al- 
cuna fama).  E  Purg.  3o.  Siccome  neve 
Ira  le  vive  travi  Per  lo  dosso  d  Hai. a  si 
congela  f  eoe ,  gli  alberi,  onde  si  cavano 
le  travi).  Peir.  son.  94.  I  m.ei  sospm 
più  benigno  calle  Avrian  per  gire  ove  lor 
spene  i;  viva  (cioè,  sicura  e  ccrla). 

§  IV.  Vivo,  per  Fiero,  Desio,  Ardi- 
to ,' Sensitivo  .  Lai.  vivus,  alacer.vehe- 
mens.  Gr.  Cui?,  Tt^oàuyo;  ,  ifiapoc. 
C.  V.  IO.  50.  2.  Con  lutto  non  losse 
sialo  vivo  signore,  ne  guerriere.  Borgh. 
Hip.  472.  Perchi;  da  piccolo  era  mo  lo 
vivo  ,  e  lribola>a  lutti  gli  altri  fanciulli  . 
§.  V.  Vivo  ,  per  Grande  ,  Sommo  , 
Estremo.  I  il.  Crisi-  D.  E  cosi  per  viva 
necessil'a  convenne  loro  star  sotto  un  tetto 
fuori  della  città.  Lih.  Dicer.  Per  viva  fa- 
me mangiarono  essi  le  spighe  verdi. 


V  1  V  IV'JS 

\tf%.  VI.  Aggiunto  d'Argomento,  Ba. 
rione.  Prova,  0  simile,  vale  Convincen- 
te Che  persuade.  Fr.  GiorJ.  8.  Mostrati 
(il  Vemonio)  che  parrà  una  ragione  viva 
e  chiara,  ed  ella  sarà  tutta  lalsa.  E  91. 
E  però  ecco  viva  ragione,  perchè  lu  dei 
lacere  ec.  ,  imperocché  se'  pieno  di  ma- 
le. (V)  Fir.  Disc.  an.  11  filosofo  recitalo 
la  sua  opinione,  prima  la  confermava  colle 

--  -  -ere  ragioni,  dipoi  ec.  (Br) 


V.VC    e     ,,iL     ,..j, ,    -    i  . 

5?  g.  VII  Per  Spiritoso,  Brioso.  Lasc 
Gelos.  3.  IO.  Il  ragazzin  ,  benché  e'  sia 
un  po'  vivo,  non  credo  ch'egli  abbia  in 
se  malizia  alcuna.   (V) 

g.  Vili.  /  iva  bellezza,  vale  Belleiza 
vivace  .  Fir.  Js.  25l.  Aveva  costui  una 
moglie  giovanetla,  e  di  viva  bellezza. 

^.  IX.  Viva  voce  ,  si  due  del  Favel- 
lare presenzialmente.  Lat.  viva  vox.  Petr 
caiiz.  4.  5.  Le  vive  voci  m'  erano  inter- 
dille; Ond'  io  gridai  con  carta  e  con  in- 
chiostro *  Salv.  Avveri,  l.  2.  1.  Stante 
viva  la  voce  del  maestro,  cioè  del  popo- 
lo.  (V) 

*  §.  X.  Colabile  è  il  seguente  passo 
delle  Crcnichet.  260.  Parendo  per  questo 
a  chi  era  io  campo  essere  impacciali,  pre- 
sono un  subilo  e  otlimo  parlilo,  che  man- 
darono a  Livorno  voce  viva  prestamente 
a  sapere  dove  erano  i  fornimenti,  che  per 
lui  s'era  scrillo  avere  a  ordino  (cioè  man- 
darono persona,  e  non  lettera).   (Cj 

*  §.  XI.  Lingua  viva,  dicesi  Quella 
che  si  parla  comunemente  dui  popolo  . 
Salv.  Avveri.  1.  2.  I.  Tolgono  alcun, 
alle  hngue  vive  .1  rislrigncrle  con  am- 
maestramenti. (  I  ) 

g.  XII.  Anima  viva  ,  se  si  congiunge 
colla  negativa,  vale  i\'è  pur  uno,  Nes- 
suno afallo.  Lai.  nemo  prors.is  .  Or. 
p.-nS'-d,  o'jòn'5.  Bern.  Uri.  I.  9.-^8. 
E  perchè  in  somma  V  istoria  vi  scriva  , 
In  quel  Castel  non  resta  anima  v. va.  E 
1.  22.  18.  Né  vi  polca  salire  anima  viva. 
Che  non  avesse  1'  ale  da  volare. 

g.  XIII.  Carne  viva,  vale  Carne  nuda. 
o  sensiliva  .  Ar.  lur.  16.  49.  Tempra 
di  ferro  il  suo  tagliar  non  schiva  ,  Che 
non  vada  a  trovar  la  carne  viva  .  Red. 
Esp.  nat.  54.  Portate  addosso  m  manie- 
ra, che  tocchino  la  carne  viva,  ristagna- 
no ogni  più  rovinoso  flusso  di  sangue  che 
da  qualsivoglia  vena ,  o  arteria  precipilo- 
samente  trabocchi. 

§.  XIV.  Carne  viva,  si  dice  anche 
della  Carne  fresca,  e  ben  colorila.  Bocc. 
nov.  77.  49.  Disiderale  l'amor  de' gio- 
vani, perciocché  alquanto  colle  carni  più 
vive  ec.  gli  vedete. 

*  §.  XV.  Erba  viva  ,  diresi  Quella 
che  è  in  vegetazione  .  Sig.  I  iagg ■  Sin. 
45.  Tutto  il  dello  diserto  è  sterile,  pe- 
rocché non  V.  nasce  nulla  ,  e  non  vi  ha 
albero,  né  erba  viva.  (C) 

*  §.  XVI.  Fede  viva,  dicesi  Quella 
che  è  accompagnata  dalle  opere.  Segner- 
Crist-  instr-  Dichiar.  Op.  Questa,  se  non 
vuol  essere  fede  morta  ,  ma  fede  v.va  , 
cioè  operante,  non  può  mai  slare,  ne  sen- 
za la  speranza,  né  senza  la  car.là.  (C) 

*  g.  XVll.  Vivo,  aggiunto  di  taglio, 
vale  Acuto.  Salvin.  Pros.  Tose.  I.  _2«2. 
Colla  saetta  di  taglio  vivo,  ferrala  d' oro, 
feri  Apollo,  colla  saetta  di  taglio  morto  , 
ferrata  di  piombo,  percosse  Dafne.   (C) 

g  XVllI.  Argento  vivo,  e  Anento  vivo, 
vogliono  Mercurio.  /  .  ARIENTO  VI  VO. 
Lai.  argentiim  viviim.  Gr.  jòcv-pv-irOy 
Bocc.  g.  6.  f.  IO.  Il  quale  ec.  cadendo 
faceva  un  romore  ad  udire  assa.  d.lellc- 
vole,  e  sprizzando  pareva  da  lungi  aneli- 
to vivo ,  che  d'  alcuna  cosa  premuta  m^- 
nulamenle  sprizzasse.  Star.  l.ur.  7.  IS^. 
Onesto  paese  ec.  abbonda  in  grandissinaa 
copia  d-  argento  vivo.  Morg-  «g-  96  '" 
credo  che  tu  abbi  argento  vivo,  Margnl- 


1744 


V  I  V 


te,  ne*  calcetti  e  negli  usatli.  Sagg.  nat. 
csp.  23.  E  nula  oramai  per  ogni  parte  d* 
Europa  quella  famosa  espericma  dell'  ar- 
gento vivo  ,  ec.  Atam.  Colt.  i.  27.  D* 
oiio,  di  vin,  di  zolfo,  e  vivo  argento  ,  E 
di  pece  ,  e  di  cera  ,  e  d'  altri  ungutrnti 
Le  sia  falta  difesa  al  nudo  dorso. 

t§-  XIX.  Pietra,  e  Selce  viva.  Nome 
comune  della  mapgior  parte  di  quelle  pie- 
tre che  ,  poste  nel  fuoco  ,  scoppiano  ,  e 
immerse  neW  acqua  non  così  tosto  se  ne 
imbevono.  Bocc.  g.  6.  /.  10.  Il  quale  ce. 
cadeva  giù  per  balzi  dì  pietra  viva.  Amet. 
2^.  Le  nostre  (pecorelle)  in  fonti  chiare, 
dirivale  Di  viva  pietra  ,  heono  con  sapore. 
ìicmh.  Asol.  1.  IO.  La  quale  (via)  assai 
spaziosa  e  lunga,  e  tutta  di  viva  selce  so- 
prastrata,  si  chiudeva  dalla  parte  di  verso 
il  giardino,  'é  Car.  En.  i.  270.  Un  antro 
muscoso  in  cui  dolci  acque  Fan  dolce  suo- 
no ,  e  v'ha  sedili  e  sponde  Di  vivo  sas- 
so. (FPJ 

g.  XX,  Calcina  viva,  si  dice  Quella 
che  non  è  ancora  spenta  .  Lat.  caìx  vi- 
va. Cr.  4-  44'  ^*  ^on^ii'ì  calcina  viva  in 
quantità  d*  una  quarlcruula  in  un  vaso  di 
dodici  corhc. 

f  §.  XXI.  Fuoco,  o  Carbone  vìvo, 
vate  Fiammeggiante,  Acceso.  Dant.  Par. 
1.  Come  a  terra  quieto  fuoco  vivo.  Ksp. 
Pat.  Nost.  19.  Allretlanlo  come  egli  ha 
intra  carhonc  morto  e  carbone  vivo  ,  al- 
trettanto ha  intra  vcrtù  eh*  è  sanza  cari- 
tà,  e   vertù  eh' è  con  carità. 

*  g.  XXIL  T'ivo,  aggiunto  di  lume, 
di  lampada  ,  e  simili  ,  vale  Acceso  .  Se- 
gncr.  Pred.  Pai.  Ap.  5.  10-  Non  sì 
studiarono  tli  tenere  aach*  esse  le  lampa- 
de vive.  fTC) 

#  §.  XXIII.  Vivo  ,  aggiunto  di  pian- 
to ,  vale  Grande,  Forte.  Segner.  Pred. 
Pai.  Ap.  2.  1.  La  ricompensa  più  giu- 
kU,  che  fosse  ce.  promessa  alla  dolorosa 
passione  del  Heiientore,  fu,  che  per  essa 
si  leverebbe  nel  popolo  cristiano  sì  vivo 
il  pianto,  che  non  cessereblte  mai.   (TC) 

^  §.  XXIV.  l'ivo,  aggiunto  di  Foresta, 

0  simili,  vale  Vegnente,  Rigoglicto.  Dant. 
Purg.  28  Vago  già  di  cercar  dentro  e 
dintorno  La  divina  foresta  spessa  e  viva. 
Che  ce.  fCj 

§.  XXV.  J  ivo  ,  aggiunto  di  Colore, 
vale  Accedi  contrario  di  Aperto.  Red. 
Int.  143.  Tutto  il  restante  del  ventre  era 
tinto  d'  un  giallo  vivo,  tramezzato  da  stri- 
sce  nere  trasversali. 

g.  XXVI.  l'ivo,  aggiunto  di  Fonte, 
Fiume,  Acffua  ,  e  simili  ,  vale  Perenne, 
Che  non  manca,  fìocc.  nov.  7-.  26.  Con- 
vcrrìi  che  voi,  essendo  la  Luna  mollo  sce- 
ma, ignuda  in  un  fiume  vivo  in  sul  primo 
tonno  ec.  vi  bagniate.  Ar.  Fur .  8.  61. 
Smontavo  alquanti  galeotti  in  teira.  Per 
riporl.trne  legna  ,  ed  .icquj  vira  .  F  lA. 
5o.  Il  pianto,  rom' un  rivo  (he  succedo 
Di  vìva  vena  ,  nel  bel  sen  cadca.  Alam. 
Celi.  4  8;>  Pungenti  dumi  Si  den  bra- 
mar,  r  le  fontane  vive,  Per  Irar  la  sete 
il  Luglio  agli  orti,  e  *I  Geno. 

*  ^■.  XXVII.  Vivo,  afsgiunto  di  dana- 
ro, vale  Fruttifero,  fìenv.  Celi.  J'it.  3. 
438.  A  me  ba^ta  rhc  quei  mia  danari  Vui 
me  li  tenghiato  vivi,  e  che  e' mi  guada- 
gnino qualche  cosa.  (C) 

§.  XXVIII.  Vivo  e  vero,  vale  Siml~ 
lissimo  ,  Pretto,  e  maniato.  fìern.  rim. 
I.  3.  Sopr*  al  desco  una  rwNta  impiccai' 
era  Da  parar  mmrhe  a  lavula  e  f.ir  ven- 
to,  Dì  quelle  da  taverna  viva  e  vera. 

§.  XXIX.  Far  vivo,  vale  Avvivare , 
Jiavvtvart.  Lai.  haud  quaquant  prò  de- 
relieto    hahere  .     Gr.     o'u     *'aT«>s(TToy 

^è    §.    XXX.    Far  vive  te  sue  ragioni, 

1  SUOI  diritti^  e  simili.  t'ed.FKfiZ  VI- 
VO. (C) 


V  I  V 

§.  XXXI,  Farsi  vivo,  vale  Mostrarsi 
fero  ,  e  ardito  .  Lat.  vim  insitam  exci- 
tare,  expergisci.  Gr.  aìvf/iipt'JÌv.t,  e^s 
yiìpti^-xi.  Tac.  Dav.  Ann.  4.  joi-  Li 
suoi  liberti  e  partigiani  ,  che  non  vede- 
van  r  ora  di  farsi  grandi  1'  aizxavano  a 
farsi  vivo  ,  e  mostrare  Ìl  dente  .  ^  Sega. 
Stor.  lih.  2.  Il  Gonfaloniere  dovea  farsi 
vivo  ce.  e  reprimere  un  atto  così  arro- 
gante. iFPj 

*  S*  XXXII.  A  viva  voce,  vale  Per 
acclamazione.  Sema  partito.  //  Focabot. 
alla    r.  VOCE.  fCj 

#  §.  XXXIII.  Di  viva  necessità,  posto 
avverbialm.  vale  Necessariamente  .  Fr. 
GiorJ.  Pred.  3l5.  Accioccht  la  natura  si 
compia  ec.  è  mistìerì  che  sia  resurretio- 
ne  de'  corpi  di  viva  necessità.  (C) 

§.  XXXIV.  Per  viva  forza,  posto  at*- 
verhialm.,  vale  Con  violenza.  Per  forza 
d'armi.  Cuid.  G.  Onde  [«r  vìva  fona 
si  fere  far  via, 

§.  XXXV.  Per  viva  forza  ,  e  A  viva 
forza  ,  vagliono  ancora  Sforzati ssima- 
mente,  che  anche  diciamo  A  marcia  for- 
za ,  A  marcio  dispetto.  Petr.  son.  249- 
Ch*  andar  per  viva  Fona  mi  convenia 
dove  morie  era.  Guid.  G.  Adunque  coa- 
venne  per  viva  Torta  che  Diomedes  ec. 
s'  affrontasse. 

^  g.  XXXVI.  Canto  vivo,  dicesi  t* 
angolo  più  acuto  d"  una  pietra  ,  d'  un 
legno ,  o  simile .  Baldin.  Voc.  Vis.  in 
SMUSSO.    (^1) 

«  §.  XXXVII.  In  term.  di  Fortifica- 
zione, Angolo  vivo,  e  Quello  che  porla  il 
suo  punto  ,  ovvero  la  sua  coda  ,  al  di 
dietro    d'  un    lavoro.   (A) 

VIVOLA.  e  VIVUOLA.  Strumento 
musicale  j  Viola.  Lat.  pandura  ,  bexa- 
chorda.  Don.  Gr,  Tiav^oy^a  ilUx'ipcO',. 
liocc,  Introd.  5^.  Dium-o  proso  un  liuto, 
e  la  Fiammetta  una  \ivt)la,  comiuciarono 
soaTcmeiiie  una  danz.k  a  sonare-  F.  nov. 
9;.  5.  Con  una  sua  vivuola  dolcemente 
sonò  ali  una  stampita.  F  nui».  la.  Gli  fu 
dello  fhe  egli  alcuna  cosa  cantasse  culla 
sua  vivola.  Sen.  Pist.  Ciascuno  prod'uo 
n>o  am.i  meglio  d*  essere  svegliato  a  suon 
di  trombe  ,  e  a  romor  d'  arme  ,  che  a 
suon  di  cetcra  e  dì  vivola  .  PataJT-  5.  E 
poi  gli  fece  menar  la  vivola.  l'it.  Bari. 
o-  Avcssuno  con  loro  arpe  ,  e  vivole  ,  e 
cantatori.  Frane.  Sacch.  nov.  \^.  Que- 
sto Matteo  è  raccontato  a  drieto  per  un 
buono  sonatore  di  tivola. 

t  VIVOLA,  e  VIVUOLA.  Sp  zie  di 
fiore.  V.  VIOLA.  Pallad.  cap.  J8.  Ori- 
gamo  ,  timo  ,  serpillo  ,  meliloto,  viiulc 
salvaliche,  oe.  /•;  appresso:  Rose,  gigli, 
vivide  gialle,  e  ranicrino.  Cr.  6.  129.  a  La 
vivola  e  lieddd  e  umida,  delle  quali, quando 
son  verdi,  si  fj  lucchcro,  e  olioviulalo. 
_  g.  Vivola  mammola  ,  lo  stesso  che 
Viola  mammola.  Ved.  il  g.  di  VIOLA. 
fi  ice  ft.  Fior.  11.  Per  mantenergli  lor  ci» 
lore  si  conservano  in  va*i  di  vetro  ,  rhe 
non  sentano  V  aria,  rome  le  vivole  mam- 
mole ,  I  fiori  di  burrana  ,  ce.  *  Soder . 
Colt.  83.  Se  tu  metterai  nel  fondo  loro 
(de' tini)  a  bollire  qualrbe  sode  di  erbe 
ec. ,  come  rosmarino  or.  ,  vivuole  mam- 
mole ec.,  prenderanno  (1  vini)  V  odor  me- 
desimo rhc  hanno  dette  erbe.  (B) 

tVI'VOLE.  Coll'accento  sulla  prima 
sillaba  .  Male  che  viene  a'  cavalli ,  e  si- 
mili bestie  da  soma  per  enfiamento  di  al- 
cune glandule  del  collo,  e  delle  mascelle. 
Cr.  9.  17.  i.  Sono  ancora  altre  gangole, 
le  quali  nascono  intra  M  capo  r  I  collo 
sotto  (  iavruna  parte  delle  maicclle  ,  le 
quali  ^imdmrnle  crescono  per  llusso  di 
reuma,  che  dal  rapo  dnrrnde,  le  quali  di- 
stringono lu  tanto  le  vie  della  gola,  >he 
'l  cavallo  a  pena  può  mangiare,  o  bere;  e 
questa    infcrniiladc   si  thiama  vivole, 


V  1    V 

VIVORE.  V.  A.  Vigore,  Forza.  Lai. 
vis.  Gr.  ^iK.  Vit.  Crist.  Iddio  1»  die<k 
vìvore  in  questo  gran  fatto  .  Quad.  Or, 
S.  ht.  Pa|:ammo  per  vivoie  d'  uno  stan- 
ziamento latto  per  \ì   detti  Capiiaui. 

ViyORIO.  /'.  A.  Avorio.  Lai.  ebnr. 
Gr.  s'ìi'yx;.  Mor.  S.  Grtg.  Noi  sappia- 
mo che  lo  vivorio  è  osso  di  grandi  ani- 
mali .  Virg.  Fneid.  M.  Sonando  il  tuo 
stromento  dì  vivono,  e'  facea  sette  dìver- 
siti  di  boci  .  Cron.  Morell.  2l\6.  Ella  a- 
vea  le  mani  che  parevano  di  vivorio 
tanto  ben  fatte  ,  che  pareano  dipinte  per 
le  mani  dì  Giotto  (così  nel  testo  a  pen- 
naj  lo  stampato  ha:  aveano  le  mani  co- 
me d'  avorio).  Pecor.  g.  2.  nov.  a.  Vc- 
deslù  mai  le  più  belle  ,  e  le  più  tonde 
gandfc  di  quote  ,  che  paiono  uo  vivorio 
(  così  ne'  testi  a  penna  j  lo  stampato  ha  .* 
avorio   ? 

VIVOROSAMENTE.  V.  A.  Awerb. 
Vigorosamente .  Vtt.  Crisi.  Infino  alla 
mìa  giovaailudine  rivorosameote  eutra- 
ste  . 

VIVOROSO.  V.  A.  Add.  Vigoroso. 
Esp.  Vang.  E  come  egli  il  fece ,  cosi 
volle  che  sta  ,  cioè  forte  nell'  aoimo  ,  e 
vivoroso  nel  corpo. 

YIVUOLA.   V.  VIVOLA 

VIVUOLO.  Pianta  nota,  che  produce 
le  vivuole ,  ed  e  di  molte  spezie.  Lai.  ca- 
r^ophyllus.  I  elt.  Colt.  41.  So  bene  che 
le  donne  nel  porre  ì  %ivuo1i  non  maoca- 
DO  dì  questa  diligenza  .  Lor.  Med.  canz. 
3.  I.  Fatto  m'ha  innamorare  Soo  dolce 
canto  all'ombra  6'  un  vivaolo.  Dav.  Colt. 
198.  Trasponi  salvia,  ramerìao,  ruta,  talli 
dì  vivuoli,  ce. 

VIVUTO.  Add.  da  Vivere j  Vissuto. 
#  Bocc.  g.  4-  "•  1-  Sono  dunque,  si  come 
da  te  generala  ,  di  carne  ,  e  si  poco  vi- 
Nula,  che  ancor  son  giovane,  e  per  l' una 
cosa  ,  e  per  1'  altra  piena  di  concupisci- 
bile desiderio.  E  g.  6.  n.  7.  Non  ci  sono 
l'ivuta  invano  io,  no.  Fir.  Rim.  219.  Ho 
avuto  al  viver  mio  grande  avvertenta , 
Alla  fila  alla  6la,  uno,  e  due  mesi,  Ed  al- 
trettanto vivuto  a  credenza.  (C)  Guicc.  Stor. 
5.219.  Oli  fusse  oscurala  la  fama  de'prio- 
cipìi  della  sua  mìlixìa  da  un  popolo  vi- 
vuto in  lunga  pace.  Segner.  Pred.  1.  4- 
Ci  smentirebbe  un'  infinità  dì  morlifica- 
lissiinì  anacoreti  vivuti  più  d'  ogni  effe- 
minalo Lucullo. 

VIUZZA  ,  e  VIUZZO  .  Via  angusU  . 
Lat.  viculus.  Gr.  xwjyi  Jiov  .  Tac.  Dav. 
Ann.  i5.  2l4-  E  fece  quella  Aoma  vec- 
chia con  sue  viuzze  strette  e  torte  e 
chiassuoli  subito  un  falò .  Borgh.  Orig. 
Fir.  1^^.  lo  quel  luogo  si  raETroDUno  , 
non  Ire,  ma  quattro,  e  torse  cinque  vie, 
o  viuzze  più  presto .  Car.  tett.  1.  j<v 
Vassi  poi  per  certe  vielle  ,  viune ,  viot- 
toli, ec. 

3  VIZIARE.  Torre  a  checchessia  a/cMiut 
buona  qualità  ,  e  introdurvene  una  ca^ 
Uva  j  Guastare,  Corrompere,  .Vagagna- 
re.  Lat.  vittore  ,  corrumpert.  Gr.  cix^- 
dci'^tiv  .  Pass.  162.  Tulle  sono  piegbu 
che  magagnano  e  viaiaoo  la  confcMiono- 
G.  V.  10.  Ila.  7.  Li  delti  buoni  urdi- 
dì  assai  tosto  si  comippono  e  viiìaronu 
per  le  sette  de' malvagi  cittadini.  Amm. 
Ant.  ai.  I.  3.  Tulio  l'arbore  gli  ren- 
de fruito  ,  lo  quale  egli  ha  vuialo  nel- 
la radice  col  suo  velenoso  dente.  Cavate. 
Med.  cuor.  Studia  di  viiiare  il  fio  del- 
l' opera  nostra.  Dant.  Par.  18.  Perch*  i' 
prego  la  mente,  in  che»*inisia  Tuo  mo- 
to e  tua  \irtule,  che  rimiri  Ond'  «est  il 
lummo  the  *1    tuo   raggio    vizia  . 

§.   I.   /Vr  Violare,    Torre  la  ^-trgimità. 
Lai     corrumpert  ,   de\'irginarr ,    Molarm 
Bui.    hif  o.   Nctiunno,  dio  del  mare,  s' 
innamorò  di  lei,  e   vitiolla  nel  tempio  di 
l'altade. 


V  I  z 

*  §.  II.  E  in  signific.  neutr.  pass. 
vale  Guastarsi,  Corrompersi.  «  (>.  i. 
II.  7.  Quegli  (alberi)  che  si  tagliano 
verso  M  SfUcntrione ,  son  maggiuri  e  più 
belli,  ma  si  \itiano  di   leggieri»  .(C) 

VIZIATAME.NTK  .  Av^erh.  Jnganne- 
volnietttc,  Fraitthlentementf,  .-/stiitamen- 
te.X^Ai.  calliàtyfriutdiileiìter.  Gr.  Tavou^- 
y«;  .  G.  l  .  IO-  lOy.  3.  Dircii  che  il 
Bavero  lo  vi  iii:iii(lu  viziatameatc.  Morg, 
25.  4-  £  trari-lavn,  e  suda,  Tuote  abbrac- 
ciale fa   vÌEÌatmneule. 

*  VIZIATELLO.  Cattii-ello ,  Sagace. 
Lai.  la/fllus.  Gr.  So)itùz£fo;  .  //  Foca- 
boi,  alla  voce  CATTIVELLO,  g.  I.  (*) 
f  VIZIATO,  .-fflii.  ( Zie  ha  vìzti,o di- 
fetti, f'isioso.  Lat.  vitiosus.  Gr.  7t)i5/Jt- 
^«ir?.  Pani.  Piiig.  7.  Sanno  la  vita  sua 
TÌiiala ,  e  Ionia.  Mai'slruzz.  i.  12.  rVon 
ÌDdebi(alo,  non  servo,  ne  viziato  nel  cor- 
pò.  JC  I.  18.  fit-  Dei  \iziati  nel  corpo  . 
E  appresso:  Chiunque  è  viziato  nel  cor- 
po per  la  sua  col['a,  è  ri6u(ato  oggi  ni-I 
piglianieulo  degli  ordini .  Pass  .  l58. 
lo  ne  son  viziata  di  f)ue6la  peccato  tra 
gli  altii,  e  so  fare  il  male,  e  noi  so  poi 
dire  (  cioi  ,  difcllosa  ).  Tes.  Br.  7.  02. 
Nullo  nasce  sanza  vizio;  ma  quegli  e  più 
buono  ,  il  qu-ile  è  meno  vizialo  .  Vit.  S. 
Gir.  ll.EbtxTlo  in  odio  li  viziali  cberici, 
perocché  non  cessò  d'ammonirgli.  ^  E 
108.  I^^ra  vizialo  molto  di  peccato  carnale, 
ed   eziandio  di  bere,  ce.  f/'^ 

f  §.  I.  Per  astuto.  Sagace.  Lat.  cai- 
lidus  ,  aslutus.  Gr.  navo  jp/o;  ,  So^o- 
fpo-i^'t  .  Din.  Comp.  2.  35.  Alberto  del 
Giudice  ,  ricco  popolano  ,  manincouico  e 
TÌciato,  montava  in  ringhiera  Liasiniando 
ì  signori  .  E  55.  Ma  il  l>ando  era  vi- 
si sto  ,  che  non  aggravava.  Ott.  Com. 
Par.  6.  127.  Queito  Romolo  lue  uomo 
mollo  savio  e  viziato,  e  seppe  matemati- 
ca .  Frane.  Sacc/t.  rim,  5.  Con  viziati 
modi  e  con  lor  traccia,  S*  eli'  han  pietà, 
da  lor  la  fan  partire.  Fior.  Viri.  A.  M. 
Credendo  V  abate  fosse  più  viziato  delle 
cose  del  mondo,  che  gli  altri  monaci,  si 
lo  mandò  un  di  a  un  mercato  (cioè,  pra- 
lìco).  M.  V.  9.  \\.  I  più  pensarono  che 
fosse  con  inganno  ,  e  a  mal  6ne  ,  per  la 
Tixiala  fede  del  Re  di  ?«'avarra  (cioè,  in- 
gannevole ,  fraudolinta  ).  Varck.  Ercol. 
78.  Più  vizialo,  e  più  trincalo  ,  che  non 
è  un  famiglio  d'  Otto. 

f  jj-  li.  Per  l'iolato.  Sverginato.  Lat. 
\iotatiis,  contantinatus.  Gr.  StEv^apas' 
vOi  .  Oiid.  Pisi.  102.  Giàe  gon6ava  il 
peso  del  mio  vizialo  ventre. 

f  VIZIO.  Àbito  eletliio,  che  consiste 
nei  troppo,  o  nel  poco;  contrario  di  Vir- 
tù. Lai.  vilium.  Gr.  /a/iK.  But.  Lo  \i- 
zio  dell'  anima  si  dimostra  cogli  alti  del 
corpo.  E  altrove  :  Vizio  è  amare  lo  mal 
del  prossimo  .  Pass.  z5q.  Le  virtù  sono 
medicine  de'  vìzii,  i  (|uali  sono  infermità 
dcir  animo.  Albert,  cap.  !^^.  L'ascimen- 
to  del  vizio  adopra  intramento  di  virtude. 
E  appresso:  Se  lu  vuoi  schifare  i  vizii , 
sta  da  lunga  dagU  esempli  de'vizii.  Bocc. 
nov.  33.  2.  Ogni  vizio  può  in  gcavissi- 
ma  noia  tornar  di  colui  che  1"  usa  .  E 
nov.  84-  I-  Se  egli  non  fosse  più  mala- 
gevole agli  uomini  il  mostrare  altrui  il 
senno  e  la  virtù  loro  ,  che  sia  la  scioc- 
chezza, o  il  vizio.  E  noi'.  99.  2.  Se  pie- 
namente r  amicizia  tV  alcuno  non  si  può 
per  li  nostri  vitii  acquistare.  Amm.  Ant. 
34.  3.  12.  II  vìzio  della  lussuria  leggier- 
mente nasce  d'  ozio  ;  cbè  amore  vera* 
mente  e  dello  passione  d'  anima  non  oc- 
cupata Daiit.  Inf.  5.  A  vìzio  di  lussuria 
fu  sì  lotta,  dir  libilo  fé  licito  in  sua  leg- 
ge, /i  26  Lir  r  ebbi  a  divenir  nel  mondo 
esperto,  E  delli  vizii  umani,  e  del  valore. 
Petr.  son.  276.  Che  i  vizii  spoglia  ,  e 
virtù  Teste,  e  onora.  Esp-  Pat.  J\ost.  7. 
ì'ocabolariù  T.  II. 


V  I  Z 

E  sentenza  per  giustizia  intra  M  bene  e  le 
vizia  . 

5  §.  I.  Per  Difetto,  Mancamento,  Vez- 
zo biasimevole  ,  0  cattivo  .  Lat.  vitium  . 
Gr.  XKHi'u.  Bocc.  nov.  86.  l3.  Che  que- 
sto tuo  vizio  del  levarti  in  sogno  ,  e  dì 
dire  le  favole  ,  che  lu  sogni  ,  per  vere  , 
ti  daranno  una  volta  la  mala  ventura  . 
Cr.  Q.  Q  3.  li  cavallo  che  licva  la  coda 
in  su  ed  ir.  giù,  è  di  mal  \izÌo. 

!?  §.  II.  /Vr  Difetto  corporale.  Im- 
perfezione .  «  Maestruzz.  1.  17.  Molti 
vizii  corporali  nel  vecchio  Testamento  ri- 
fiutavano coloro  che  si  doveaiio  ordinare, 
siccome  e  manilVsto  nel  Levitico  »«.  Fr. 
Jac.  Cess.  2.  2.  19.  S'  udìe  rimprovera- 
re ec.  che  gli  putia  la  bocca  ec.  ,  acciò 
che   desse   medicina    a   quello   vizio.    (Cj 

s."s  g.  m.  /Vr  Injennità.  Cr.  6.  18. 
Contra  M  vizio  della  milza  se  ne  faccia 
(della  brancorsina)   aogueoto.   (C) 

t  §.  IV.  Per  Voglia,  o  Appetito  vizio- 
so. Frane.  Saccb.  no\\  16.  Converrebbe 
che  questa  donna  ,  che  cotanto  amate  , 
ingravidasse;  essendo  giavìda  ,  come  spes- 
so interviene  ,  eh'  eli'  hanno  vizio  di  co- 
se nuove  ,  così  potrebbe  intervenire  eh' 
ella  avrà  vizio  di  voi. 

't  §■  ^-  Pfovcrhialm.  diciamo  Lo^ndit- 
gio  piglia  I  izio  j  e  vale  ,  die  La  tar- 
danza cagiona  per  lo  più  danno  ,  o  pre- 
giudizio .  Lat.  mora  srmpcr  ojfìcit.  Dit- 
tam.  3.  12.  Figlino!  ,  1'  indugio  spesso 
prende  vizio.  Fir.  J.nc.  3.  2-  Si,  presto 
portala  su  ,  ch'e  lo  'ndugìo  piglia  vizio  . 
Ciriff".  Calv  3.  79.  E  molte  volle  indu- 
gio piglia    vizio. 

VlZIOSAME^TE.  Awerb.  Con  vizio. 
Con  modo  vizioso  .  Lat.  vitiose  ,  fnale  . 
Gr.  xaxw;.  Bocc.  Lctt.  Pin.  Ross.  279. 
Quelli  viziosamente  vivendo  ,  ed  in  se 
stessi  rivolgendo  le  guerre,  come  alleva- 
ti erano,  così  effeminatamente  morirono. 
Amet.  79.  Mostrar  con  forte  pel  lo  ogni 
cagione  Dover  tor  via  ,  la  quale  a  stai- 
suggello  Viziosamente  desse  condizione  . 
Pass.  6.  L'  uomo  die  adopera  male  ,  e 
viziosamente  vive,  meiìta  tormento  e  pe- 
na. AJor.  S.  Creg.  Tanto  fu  accecata  da 
questa  luce  d'entro,  quanlo  ella  viziosa- 
mente si  stese  a  <]urlle  cose  di  fuori. 

VIZIOSISSIMAMENTE.  Superi,  di 
l'iziosaniente  .  Lai.  sce/estissinie  .  Gr  . 
Trovig^coTara  .  Er.  Ciord.  Pred.  II.  So- 
gliono per  costumanza  vìgere  viziosissi- 
mamente- /■-'  appresso:  Viziosissimamente 
allevava  i  suoi  6gliUoli.  J'.  appresso:  Lo 
aveva  allevato  più  che  viziosissimamente, 
e  ne  godeva. 

VIZIOSISSIMO".  Superi,  di  Vizioso. 
Lat.  vitiosissimus.  Gr.  /.Of.'/.i'STo^.  Amm. 
Ant.  35.  3.  1.  Che  femmina  sia  lievitri- 
ce,  cosa  viziosissima  è.  .S'.  Agost.  C.  D. 
Spargetevi  in  tutti  gli  viziosissimi  costa 
mi,  rimossa  ogni  moleslia  Circ.  dell.  6. 
1.^8.  Purché  tu  vincii,  cuopri  con  il  nome 
di  sagacità  e  d'  astuzia  quello  che  è  in  le 
una  viziosissima    malizia. 

•f*  VIZIOSITÀ'  ,  VIZIOSITADE  ,  e 
VIZIOSITATE.  Stato,  e  Qualità  di  Ciò 
che  i  vizioso.  Lat.  vitiositas.  Cr.  /a/t'a. 
3for.  S.  Creg.  E  quale  altra  cosa  significa 
per  li  tremila  cammelli,  se  non  la  contorta 
viziosìt'a  de'  Pagani  T  S.  /ìgost.  C.  J).  L'  u- 
mana  vergogna  ha  colai  cosa  inverso  delli 
parenti,  che  non  la  può  lor  la  viziositade. 
Jioez.  G.  S.  110-  Siccome  la  infermità  de' 
corpi,  così  la  viziositade  è  quasi  infermità 
dpgli  animi  .  Bocz.  ì  ardi.  ^.  pros.  ^. 
Siccome  il  languore  e  la  delioiczza  è  in- 
Icrmilà  de'  corpi  ,  cosi  la  tiislezza,  e  vi- 
ziosità è  qua<ti  malattia  degli  animi. 

!r  g.  L  /  iziositi'i,  fiarliindosi  di  pian- 
te, vale  Infermità ,  Malattia.  Cr.  5.  7. 
La  qual  cosa  fatta  ciascuno  anno,  lo  guar- 
derà da  viziosità.  (Cj 


V  I  z  1745 

*  §.  IL  Talora  vale  Parte  inferma. 
Cr.  5.  7.  Deonsi  fi  cotogni  )  potare  ,  e 
da  ogni  visìosìlà  purgare.  (Cj 

t  VlZUìSO.  Add.  (he  ha  vizio.  Lat. 
i  (//o.vK.f.  Gr.  xa/0'5.  Bocc.  nov.  7.  2.  La 
viziosa  e  lorda  vita  ec.  senza  troppa  dif- 
ficoltà dà  di  se  da  parlare.  S.  Oio.  Gri* 
sost.  Il3.  Meulre  dimora  e  riman  l'uo- 
mo nella  Gamma  e  nella  fornace  delle 
cu|iidità  viziose  ,  queste  cose  gli  paiono 
impossibili .  Pass.  19.  Fu  uno  cavaliere 
in  Inghilterra  prode  dell'  arme  ,  ma  de* 
costumi  vizioso  ,  il  quale  ec.  Cron.  Mo- 
rell.  256.  Di\ent.ino  viziose,  qnan<io  non 
hanno  quello  che  la  natura  ricliifde  . 
Maestruzz.  2-  6.  l\.  Lo  slu<ttn  del  cono- 
scere intorno  alle  cose  sensibili  ìn  due 
modi  puote  essere  vizioso;  ec.  -1^  Er.  lac. 
T.  2.  2.  iJ6.  Messer  ,  riuesla  mia  carne 
è  viziosa  ,  Ma  storzerolla  a  tulle  mie  va- 
lute. (B) 

#  §.  Vizioso,  vale  anche  Infermo,  Ma- 
gagnato, Corrotto.  Cr,  5.  12.  Se  per  ispes- 
sozza  de'  fi  ulti  si  caricassero  troppo  i  rami 
(del  tnelo\  si  se  ne  deono  ec.  trascerre 
i  viziosi,  acciocché  il  sugo  che  va  a*  cor- 
rolli,  si  volga  e  vada   a'  migliori.   (Cj 

VIZZATO.  Qualità,  e  Spezie  di  vite. 
Vitigno.  Dav.  Colt.  )6l.  Poni  vizzati 
dolci  e  carnosi  ,  e  alla  bocca  piacevoli  , 
canaiuola  ,  rolombana  ,  mammolo,  ec.  ,  e 


simili  .    '^-    l'iut.    A<lr.     tip. 


/,.  91. 


IS'on  la  differenza  di  «izzatì  fa  il  vino 
l)uono,  ma  il  leneiio  (he  li  nuVùice.  (C) 
Sal>  in.  Geor.  lih.  2-  Sonvi  Tasii  vizzati, 
sonvi  ancor  de'  bianchi  Marcotici  ec.  (F) 

3  VIZZO  .  Add.  Aggiunto  delle  cose 
die  hanno  perduta  la  lor  sodezza,  o  du- 
rezza. Lat.  niollis  .  Gr.  ^.a)ayo';  .  Lab. 
257.  Non  altrimenti  vote  e  vizze,  che  sia 
una  vescica  sgonfiata.  Amet.  63.  Anzi  tre- 
mante spesso  con  tutto  il  capo  muove  le 
vizze  parli.  Pass.  23l.  Toccando  l'aspro 
mantello,  e  la  cocolla  ruvida,  ora  le  mani 
e  le  braccia  per  la  grande  etade  e  per  la 
lunga  astinenza  vizze  e  magre  ,  e  fredde. 
Olt.  Com.  Inf.  3o.  517.  Ella  ,  scoprendo 
li  suoi  canuti  cajclli  e  vizze  poppe  ,  la 
prega   per  la  culla  ec. 

•1-  §.  I.  E  ftguratam.  per  Facile  a  in- 
tendersi P  usò  «  Dant-  Piirg.  20.  Ciò 
che  par  duro,  ti  parrebbe  vizzo  ».  (Cj 

§.  II.  In  tecc  di  Passo.  Lat.  aridus. 
Cr.  5.  I.  II.  Poiché  u'  avrai  quelle  fo- 
glie levale,  le  qu-ili  cedrai  che  sicno  dan- 
nificale  e  vizze.  Tac.Dnv.  Slor.  ^.  365.  Se 
nulla  vi  nasce,  o  si  semina,  viene  erba, 
o  fino  al  fiore  ;  0  vizzo  e  come  cenere 
quel   che   pure  si  conducesse. 

U  L 

't  ULCERA,  e  ULCEr.E,  e  ULCERO. 
Specie  di  piaga.  Lat.  ulcus .  Gr.  zIao^  - 
Rirett.  Fior.  12I.  Altre  (polveri  )  sono 
ulili  alle  ferite  ed  agli  ulceri  .  E  122. 
Servono  (i  Irocisci)  agli  ulceri  da  umori 
maligni  causati  .  *  Segner.  Mann.  Apr. 
II.  ^.  Dolenti  ti  mostrano  le  lor  ulceri. 
E  Giusn.  3o-  ^i.  Rsasperando  co'  rolla- 
mi quelle  ulceri,  che  pntea  mitigare  co' 
panni  lini.  (V) 

ULCERAGIONE  .  J  .  ULCERAZIO- 
NE. 

*t  ULCERAMENTO.  Ulcerazione, 
Eormazione  rfc//'  ulrera.  Lat.  ulcus,  ul- 
cvratio.  Gr.  H/o;,  D/wya-  Tratt.  segr. 
COS.  donn.  La  cagione  si  è  l'ub  eramentu 
dell'utero.  E  appresso:  Quoto  flusso 
proviene    dall'  ulceramento  dell'  utero. 

f  ULCERARE.  Produrre  ulceri.  Pia- 
gare j  e  si  usa  in  signific.  att.  neutr.  e 
neutr.  pass.  Lat.  ulcerare-  Gr.  £>Z5jv. 
T'olg.  Pas.  Ogni  erba  che  ha  il  latte  cal- 
do, che  il  corpo  ulcera. 

•f  i"?  ULCERATIVO.  Add.  Che  fa  ul- 

21^ 


17^6  U  L  e 

cere  ,  Atto  ad  ulcerare  .  Lat.  uìcerandi 
vim  babcns.  Gr,  éi/wTtzo?.  Serap.  l65. 
Id  venUdf  ,  che  la  vertude  delle-  cante- 
relle si  è  (jutrefalliva  ,  calefatliva  e  ulce- 
rativa ,  e  vale  alla  mala  impeliggìne  .  (') 
ULCERATO.  Aiid.  da  Ulcerare.  Lat. 
ulceralus.   Gr.  ii/wSfCi's- 

•f  g.  I  per  Ridotto  in  ulcera.  Cr.  3. 
x6-  6'  Puosi  a  mudo  d*  impiastro  sopra 
la  scabbia  ulcerata,  e  sanala. 

=?  g.  11.  K  figuratam.  per  Guasto, 
Corrotto  .  Calli.  Mcm.  /Mt.  ined.  i. 
206.  A  Doi  ancora  sia  dato  campo  di 
parlare  e  di  essere  ascoltati  d.i  persone 
inlcndeuli,  e  non  sovcrcliiamenle  ulccia-  [ 
te  da  Ilrefl0^tc^e  passioni  e  intcic!>si.  (Cj 
ULCEHAZIO.NCELLA.  Dim.  di  U/ce- 
razione  .  J.iIj.  tur.  malati.  Hanno  piena 
la  lioj^ua  di  molle  ulceraii'tncclle. 

•f  ULCERAZIONE,  e  ULCEIlAGIO- 
PiE  .  Ulceramento,  e  V  ulcera  stessa. 
Lat.  ulcus  f  ulcerano.  Gr.  tÀxùi  ,  tX/w- 
/jia .  Cr.  5.  l3.  l6.  Salda  le  piaghe  e  V 
antiche  ulcerazioni,  e  fa  fuili  i  denti  the 
&i  crollano.  /;  cap.  26.  3.  Le  ghiande  ec. 
vagliano  alla  dissenteria,  e  all'  ulrf.rugÌoni 
delle  budella  .  l'olp.  Mrs.  M  tenesmo  è 
cagionato  dalla  ulcerazione  dello  sBntere, 
o  da  qualche  materia  che  pugne  j  onde 
nasce  uno  frequente  e  vano  desiderio  d' 
andare  a  sella.  Tes.  Pov.  P.  S.  cap.  19. 
Contra  allo  catarro  antico  ,  ed  ulcerazio- 
ne di  polmuDc,  fa  impiastro  con  seme  di 
senape  e  di  cera  ,  e  raso  il  capo  ,  pondo 
sopra  . 

i?  ULCElìE.  r.  ULCERA.  (£j 
*  ULCERETTA  .  Dim.  di  Ulcera  . 
Red.  Coìis.  I.  61.  Dopo  avere  inghiotti- 
ta certa  polvere  di  mercurio  preparato  , 
si  accorge  il  sig.  Conte,  che  nel  pulito  e 
nella  lingua  erano  a  lui  nate  alcune  ul- 
ceietlc.  (f  ) 

ULCERO.  /'.  ULCERA. 
3  ULCEROSO  .  Add.  Che  ha  ulcera- 
zione- Lai.  iilcerosus.  Gr.  iXx.ù^ti^.  Cr. 
5.  l8-  10.  I  suoi  midolli  verdi  (dei  noce) 
masticati  si  pongono  sopra  la  postema  me- 
lanconica ulcerosa,  e  fanvi  utditade. 

sj!  g.  Ulceroso,  detto  di  persona,  vale 
Che  ha  ulceri.  Che  e  piagato.  «  O/nel. 
S.  Creg.  Se  il  ricco  fusse  di  lungi  dagli 
occhi  del  povero  ulceroso  ».  (/Jj  Segner. 
Mred.  Pai.  Jp.  7.  6.  Stando  un  di  nun 
so  quanli  ciechi  ec.  ulcerosi  a  cianria- 
rc  insieme  ,  udirono  all'  improvviso  che 
ce.  (TC) 

ULICIINE.  V.  L.  Umore  che  ammoì- 
line  la  terra,  0  altra  maleriaj  e  presso 
alcuni  Secchila  polverosa.  Lai.  uligo.  Gr. 
ixp.v'i.  Cr.  2.  19.  10.  L'uligine  è  du- 
plicità ,  cioè  secca  e  umida  ,  e  ratuua  è 
villosa.  l'J  nitni.  g.  L' ulif;ine  è  umor  na- 
turai della  terra,  che  mai  da  quella  nun 
>i  diparte.  /.  nnm.  7.  Questa  è  l'uligine 
tccca  ,  la  quale  roolinuauicnle  licn  sec- 
chczia ,  ed  è  sccthità  polverosa. 

ULIGI.NOSO.  /'.  /..  ytdd.  Che  ha  ult- 
fjine.  Lai.  uliginosus.  Gr.  l'vtx^o;.  Cr.  a. 
iq.  7.  E  un  altro  campo,  che  sì  chiama  uli- 
ginoso ce,  che  non  *\  poteva  ridurre  a 
ruUivtfineulo.  Il  num.  9.  La  terra  uligi- 
no>a  e  quella  .  nella  quale  scnìpic  ha  u- 
mìdìlade.  Pallad.  Cap.  5.  ^ii^  magrcita  di 
terra  piena  di  pietra  gialla  ,  non  amara  , 
nun  Uliginosa. 

ULIMENTO  .  /'.  A.  Odore.  JJut. 
Purp.  2/|.  2.  Lo  v<"nUccllo  di  Maggio  cr. 
olcxxa,  cictè  lende  u/,mcnto.  IC  appresso: 
Piena  dell*  u1iinenti>  dell' erbe  e  de'6urt. 
IC appresso:  Rende  ulimenlo  di  di\initli. 
/;  altrove  :  il  cui  odore  ,  cioi  all'  11I1 
mento  do*  quali  ,  ciob  illc  \  irluose  opere 
de'  quali.  r 

ULIMIRK  .  V.  A.  Lssff.e  odorifero  . 
Lai.  olerc.  Cr.  o'?civ  .  Un  Pnrg.  7. 
2.  Quelli  che   kono  nel  inondo   in    si  fjt- 


V  L  I 

to  stalo ,  uUmire  denno  e  risplendere  a 
tutto  '1  mondo  colle  loro  teologiche  vir- 
tù. /■,'  appresso:  (  nme  lo  Sole  fa  aprire 
e  ulimire  li  fiori,  cosi  li  ra{:gi  di  Cristo, 
che  son  le  grazie  e  gli  ardori  della  cari- 
ti ,  che  sparge  supr^  li  beati  ,  fa  gloriosi 
li  beati  ■  /-.  3^.  2.  Ulimitle  quel  vento 
mosso   ddir  ala  dell'  Angelo. 

U LIMOSO  .  r.  A.  Add.  Odorifrro  . 
Lat.  odorits  .  Gr.  tjO^flOi  -  l'r.  Ciord. 
Pred.  Delia  balena  esce  1'  ambra,  che  le 
eice  di  corpo  per  bocca,  che  è  cosi  uli- 
mosa  cosa.  Il  moscailu  è  una  scfaianu,  o 
postema  d'  una  bestia,  fìut.  Purg.  7.  2. 
Non  si  conos(.e^a  si,  che  si  |>otessc  dire: 
questo  odore  è  di  rose  ,  o  di  viole,  o  di 
nipitella,  o  di  timo,  ma  era  d' ogni  erba 
e  6ore  ulimosu  insieme.  /:.'  appnsso:  Bel- 
la ,  pura  ,  e  uliiiiosa  più  che  la  rosa  .  IC 
2^.  2-  Tal  mi  scoli'  un  vento,  cioè  cosi 
fatto  Vento,  cioè  ulimoso. 

ULIRE.  F.  A.  altre.  Lat.  oltre.  Gr. 
3^Ceiv.  Mut.  Purg.  7.  2.  Mostrando  ce.  per 
li  odori  gli  atti  virtuosi,  li  quali  uliscuno 
sopra   lutti  gli  odori. 

•f  ULIVA  .  Piccai  frutto  verdiccio  , 
che  nel  maturare  nereggia,  e  dal  tfitale, 
maturo  die  sia  ,  si  cava  l'olio  ,  Oliva. 
L'  albero  die  lo  produce  è  detto  Ulivo  ■ 
Lat.  o/ra  ,  oliva.  Gr.  e iat  K  ■  Cr.  5-  19. 
14.  L'  uliva,  che  fa  olio,  si  dee  raguoarc 
in  monlircllo  ,  e  nettarsi  per  ciascun  di 
in  luogo  tavolato,  acciocché  quivi  mezza- 
namente si  maceri.  Amet.  27.  biella  e- 
stremilà  inferiore  di  rolur  di  matura  uli- 
va. Cant.  Cara.  17.  E  dell'  olio  a  dovi- 
zia Sapi'ijm  di  vostre  ulive  cavar  fuori  . 
J'etl.  Colt.  i3.  Il  che  r  uliva  ha  comu- 
ne Con  r  uva,  come  tocca  gentilmente  M. 
Varronc  con  queste  parole,  nelle  quali  con 
gran  brcviià  si  scuoprono  molte  doli  del- 
l' ulive  :  L*  uliva  ,  rome  1'  uva  ,  per  le 
medesime  due  strade  torna  alla  casa  di 
villa . 

*  §.  I.  Per  i'  Albero  cite  produce  ie 
uiive.  Ulivo.  Med.  Arò.  Cr.  27.  E  poi  la 
tcco  in  mano  i  rami  d'ulive,  e  di  [lalme. 
Bocc.  Amet.  21-  Egli  poi  rimira  le  brac- 
cia, e  le  bellissime  mani  non  disdiccvoli 
al  formoso  gusto,  e  lei  cinta  d'uliva  con 
sideia.  Alam.  Colt.  2.  Venga  l'altera  Dea 
che  al  mondo  diede  Già  con  l'asta  fatai 
1'  eterna  uliva.  (C) 

§.  II.  Cascar  /*  ulive  nei  paniere j  pio- 
verb.  clic  vale  lo  stesso  ,  che  Cascare  il 
cacio  su' mactlieroni .  Cccch.  l'hall.  Ir. 
5.  5.  V*  avvenne  appunto  come  a  (|uello 
che  Andava  a  cor  1  ulive  che  cadevano, 
E   gli  cntravjn  scuotendo  nel  paniera. 

§.  111.  Uliva,  Sorla  di  briglia  che  si 
mette  a'  cavalli  per  la  lena  imbriglia- 
tura . 

*  §.  IV.  Uliva.  Term.  dtgti  Orefici. 
Cesello  di  varie  specie,  detto  anche  fa- 
vella    (A) 

LLIVAGGINE.  Ulivastro .  Lat.  o/ea- 
ster .  Gr.  otypii'ìaia.  J'allad.  19.  E  poi 
vi  semina  suso  foglie  trite  d'  ulivo,  o  d* 
ulivaggine  secca.  /:  IVovembr.  22.  1  tit- 
soni  dell'  ulivaggine  accesi  spesse  volle 
spegnono  nell'  olio. 

•f  *  ULIVALE.  Term.  degli  Orefici. 
Che  è  in  forma  d'  uliva  ,  Ulivare.  litn. 
rim.  buri.  \.  200.  ^on  ò  quadra ,  ne 
tonda  ,  ne  uguale,  Pie  in  trìangol,  né  al* 
Irò,  ma  di  puoto,  Come  dicon  gli  orefici, 
iilivale.   (A) 

C  LI  VARE.  Add.  Che  ha  fguia  if  «• 
liva  .  Hueti.  Pior.  3l.  Trovansi  oggi  in 
Italia  due  sorte  di  >  ipprro  :  un  piiculo, 
il  quale  ha  le  radici  ulivaii,  ed  è  il  mi- 
gliore ;  CI.  /."  appresso:  Quando  se  ne 
può  avere  ,  tolgasi  di  quella  ;  e  mancan' 
don*-,  si  usino  le  nostre  ulnari,  come  di 
■opra 

II.IVASTRO.   Ulivo  sa/vattro.  Oliva- 


U  L   1 

stro.  Lat.  oleaster .  Gr.  a'/^ie>aia.  Cr. 
3.  2.  1.  Fatti  i  granai,  siccome  dice  Pal- 
ladio ,  si  debbono  imbiutare  di  terra  « 
di  morchia  ,  e  sopra  'I  grano  gettar  fo- 
glie d'  ulivastru,  ovvero  a  ulivo  in  luogo 
di  paglia.  E  5.  19.  12-  Kel  qoal  pertu- 
gio una  bietta  d'  uhvaslro  fortemente  ti 
metta  e  strìnga  .  liicetl.  pior.  67.  Si  fa 
di  cime  di  mortella ,  o  di  ulivastri  »h- 
bruciate. 

ULIVASTRO.  Add,  Che  pende  nel  co- 
lor d'  uliva  che  cominci  a  maturare.  Serd. 
Slor.  2.  63.  Hanno  il  naso  schiacciato  , 
come  i  popoli  della  China  ,  e  hanno  la 
pelle  di  f  ohire  ulnastro  .  Salvia  .  Disc. 
1.  3l8.  La  mora  ^gli  occhi  dell*  amante 
senibrii ,  come  il  Greco  dice,  di  color  di 
miele,  o  uUvastra.  E  a.  286.  Gli  aman- 
ti c;irif-ano  in  hello  tutti  t  mancamenti 
delle  medesime  ;  che  la  mora  chiamano 
ulivastra . 

*  ULIVATO.  Add.  Che  è  coltivato 
a  ulivi  j  e  dicesi  di  Possessione  ,  Paese, 
o  simili.  Sig.  l'iagg.  Sin.  53.  Ella  pos- 
siede comunemente  assai  bel  paese ,  e 
bene  olivato  ,  Test.  Lemm.  47<  H  qtial 
podere  è  con  palagio  ec.  colomhaìa  ec- 
giardino  ,  terre  lavoralte  e  vignate  e  a- 
liv^lc.  lì  5l.  Con  terre  vignale,  udivate, 
alboratc  e  lavoralic.  Benv.  Celi.  lìic.  3. 
l32.  Un  pezzo  di  terra  ulivata  e  lavora- 
tiva .   (C) 

L'I.IVELLA  .  Cuneo  di  ferro  per  uso 
di  tirar  su  sema  legature  le  pietre,  o  si- 
mili j  inserendolo  in  esse  per  via  d'uà 
foro  a  coda  di  rondine,  talché  C  instru- 
mento  VI   stia  sempre  unito. 

ULIVELLO  .  Dim.  S  Uli*o.  Bocc.  g. 
5.  /.  3.  Disse  Dioneo:  Madonna,  se  Ìo 
avessi  cembalo,  io  direi:  aitatevi  Ì  pan- 
ni, monna  Lapa;  ot  sotto  V  ulivello  e  1* 
erba . 

3  ULIVETO,  e  UUVETA.  Terreno 
coltivato  a  ulivi ,  Oliveta.  LaU  olivetum, 
oletum.  Gr.  eAat&j'v-  Pallad.  Febbr.  iS- 
Di  questo  mese  si  fanno  gli  utiveli  od 
luogo  temperalo.  ì'ett.  Colt.  23.  lo  sco- 
prirò rome  ponevano  gli  uliveti  gli  anti- 
chi più  ddigenli ,  innanù  che  per  la  ro- 
vina dell'  Imperìo  Romano ,  ed  empito 
de'  Barbari  in  Italia,  si  distruggessero,  o 
almanco  si  smarrissero  tutte  le  buone  ar- 
ti. Iluon.  Fier.  f^.  4.  18.  Quindi  le  vigDc 
e  gli  uliveti,  e  I  boschi  Mirerem  verdeg- 
giare. Salvin.  Disc.  I.  353.  Tanto  le  u- 
livelc  ,  quanto  i  fichereti  nianchcranao  ,  e 
saranno  bruciolati,  e  distrutti. 

!?  V.  Per  I  ivaio  d'  ulivi,  "  Cr.  2.  26 
7.  Il  terzo  e  quello,  dove  iieoo  lalceit . 
il  quarto,  ove  sia  uliveto,  t'ett.  Colt.  33. 
^cl  prepararsi  adunipie  a  fare  un  uliveto 
alcuni  adoperavano  queste  talee  ••.  (A) 

ULIVIG>0.  Add.  Di  color  che  lieme 
del  livido  ,  Che  e  a  guisa  d"  uti*'o,  Ult- 
vaslro.  t',.  y.  7.  I.  3.  Grande  di  perso 
na  e  ncriHiruto ,  di  colore  olivigno,  e  con 
gtao  naso.  CroR.  Morrll.  24I-  Barloloiu- 
meo  era  grasso  e  fresco,  r  di  (lel  bianca, 
ovvero  ulivigno.  I.asf.  Partii.  ^  0.  l'- 
livigna  nel  vi>o  e  bianca,  colle  gole  lostr 
e  senza  harlu. 

*  S-  Talvolta  vale  PrW  iiiivC,  e  1  Ac 
appartifae  alC  uln'O.  Salvia.  Opp.  l'tst . 
Di  nuovo  al  >cn  del  mare  egli  iti  polpor 
si  traggo  ,  Satollo  avendo  il  geoial  desio 
E  r  ulivigno  amor.  (A) 

ULIVIKO  .  Uli%-o  piccolo  .  l'ttt.  C^tli 
40.  Quando  l'uomo  vuol  cavar  la  pianta 
ec,  SI  ficchi  la  vanga  intorno  ,  quanto  e 
sotterra  l'ulivino.  Ti  4'>-  Questi  olivin* 
si  trasmutano  il   quinto  auno. 

t  ULIVO.  All>t>ro  sempre  ttrdt  che 
fa  le  ulive;    Olivo.   Lai.    olea.  oliva.   Gr. 
«iflti'w  .     Cr.   5.   19.    I     L'  uKvo  k  arUiTv 
noto  ,    F    le    sur    gcnnaiiou)  ton  molte 
'   Bocc    nov.  96.  3.   Ivi  forse  una  LaleUra* 


U  L  I 


l>  rimosso  d.ir  ahre  »bita«ioni  dilla  terra  , 
tra  ul.vi  e  Docluoli  e  casLign.  oc.  con,- 
però  una  possessione  .  Amet.  l)f>.  Sopra 
!•  altro  ramo  il  palliao  ulivo,  caro  a  Pa  - 
ladc  molto,  di  rami  pieno  s.  vedoa,  e  di 
frond..  X)«/>'  P'"--  »1  Che  pur  con  c.I.i 
di  liquor  d-  ulivi  Lievemente  passava 
caldi  e  gieli.  Din-  Comp.  3.  58.  11  car- 
dinale Niccolao  da  l'ralo  ce.  giunse  in 
Firenic  ec.  ,  e  grandissimo  onoiv  gli  Iti 
fatto  dal  popolo  di  Fircoie  con  rami  d 
alito.  I  elt.  Co/1.  19.  Quegli  che  anda-  j 
vano  a  dimandar  pace,  e  cercavano  d  es- 
ser ricevuti  per  amici,  portavano  in  mano  ^ 
un  ramuccl  d'  ulivo. 

8     I     C//Ì10 ,  si  prtnde  anche  per  tla-   ; 
j*     /■  .,     /•     f    in     2i.   I.  Venuta 
in  risa  la  novella  ,  e   f  ul.-o  della  coro- 
oaiione    del    Bavero    in    Melano,    (rom-  | 
cheti.  d'Jnwr.  21.5.   In  questo  medesimo 
punto  in  Firen«e  fu  gridato  una  Loce    e  , 
non  si  seppe  chi  fu  ,  e  disse  :  ulivo,  che 
la  pace  e  falla.  ,.    ,  ' 

§.  II.  Di'i'ienica  dell' ulifo,  o  d  ulivo; 
si  dice  Quell.i ,  nello  qn»!'  dalla  santa 
Chiesa  si  benedice  I'  uIko  ;  ed  {■  della 
anche  Domenica  delle  palme  .  J  il.  Si. 
Pad.  2.  3l8.  *:  per  questo  modo  stava- 
no  insino  alla  Domenica  dell"  ulivo,  sem- 
pre orando  ,  e  dicendo  salmi  ,  e  in  quel 
di  ciascuno  ritornava  al  monistero.  d'iP- 
CaU-.  I.  20.  Ma  che  dich'  io  t  tutti  alla 
frasca    vanno    I   hecchi    la    Domenica   d' 

ulivo  . 

*  g.  HI.  Sabhato  d' iiliiO  ,  dicevano 
gli  amichi  il  Sabato  innanzi  la  Dome- 
nica dell- ulivo,  ni.  SS.  Pad.  i.  321. 
Giunsevi  appunto  quel  giorno  che  gli  al- 
tri ,  secondo  1'  usania  ,  cioè  il  sabato  d 
ulivo.   CF;  ,„    ,.  , 

g.  IV.  l'are  una  cosa  coli  ulivo,  vale 
Farla  grossa,  marchiana.  Ved.  le  noie  al 
lUalm.  4.  26.  Ne  fece  poi  di  quelle  con 
l'ulivo. 

f  *  ULNA.   Terni,  de'  Notomisli.  J. 
osso  più  gro.<so  de'  due  del  braccio,  dello 
anche    Focil   ma^porc  .  Bellin.   Disc.   I. 
162.  Vi  dirò  che  il  primo  osso  dalla  sca- 
pola in  giù  si  chiama  uniero,  degli  altri 
due  in  copia,  che  succedono,  il  più  gros- 
.so  si  chiama  ulna ,  radio  il  più  sottile.  (/I) 
Imperf.    Anat.    173.    L'  oisa  del  gomito 
son  due  ec.  il  primo  osso  inferiore  mag- 
giore è  più  lungo,  che  alcuni  dicono  ul- 
na, e  »oIgarniente  focile  maggiore;  l'altro 
di  sopra  è  minore,  e  sì  chiama  radio  o  fo- 
eil  minore.  L'  ulna  cosi  detta  dalla  somi- 
glianza d'  una    misura  ,  s'  articola  con  1' 
osso   che  si  congiuuge  con  la  spalla.  iF) 
ULOLAKE.  ;•.  ILULAIÌE. 
-.:  ILTEnlor.E.  ><■'<'  Che  procede  più 
olire.  \.M.ullerior.  Gr.  Tlipxizipoi.  Sal- 
via. Disc.  3.  ^8.    Quasi  con  quella  ciri- 
monia conficcasser  la  peste,  e  condannas- 
serla  a  non  fare  ulteriore  saccheggio.  (  ) 
Sé   §.    Gli  antichi    Geografi    chiamano 
Ulteriore  Quel  paese    che  e  di  li  ,  per 
opposizione  al   Citrriore,  che  vale   Che  e 
di  qua.  (.11 

*    ULTERIOnWESTE.    Avverb.    In 
olire.  Di  più.  (/I) 

J   ULTIMAMENTE.  Avverb.   In  ul- 
timo. Alla  fine,  ISell'  ultimo  luogo.  Lai. 
postremo,  ultimo.  Gr.  j'iTKTa,  TÒ   TsliU- 
raioi  .    Bocc.  nov.  79.  41-   Ultimamente 
temendo  non  gli  facesse  male,  se  su  non 
vi  salisse,  colla    seconda   paura  cacciò   la 
prima.    Dani.  Purg.  10.  Lllimameote  ci  si 
^rida  :  f:rasso ,  Dicci  ,  die  "1  sai ,  di  che 
sapore  e  l'orol  Bern.    Ori.   I.    14-   28. 
Ma  fosse    pur   che  i  nostri  e*  lor  peccati 
Col  tuo  l.irg"  dduvio  ultimamente  Avesse 
a  guisa   di    macchie    lavati  .     Serd.   Star. 
3.  127.  Ma  ultimamente  i  nostri  monta- 
rono con  grande  .udore    nella    nave   ne- 
mica . 


ti  L  T 

*  8.  Vllimamente ,  per  Poco  fa  ,  In 
questi  ultimi  tempi-  -  «ed.  Iip.  I.  Sg. 
L'  ho  veduto  ec.  ultimamenlc  in  un  cane 
ammazzato  da  una  freccia  del  Banlan..  f^; 
(;,■/  Saeg.  18.  Forse  il  Copernico  (  do- 
,e.a  ei  seguitare),  dal  quale  più  presto 
si  deve  rivocar  ognuno  merce  dell  ipotesi 
ultimamente    dannata»  (B) 

3   ULTIMARE.   Finire,    Terminare. 
Lat.  finire ,  finem  impoiiere .   Gr.   •K£.=«'- 
vs.v  ,  TlUi^  .  *    Cince  .    Slor      I.   450. 
Acquistato  il  Ducato  d'  Urbino   furono  va- 
rii  i  suoi  pensieri  ,  o    di    volgersi  a   uUi- 
mare  l' impresa  di  Camerino    o  d   ass.dtar 
scopertamente  i  Fiorentini.  (L)  t.ahl.  lelt. 
Uom     III.   '5.   Di   tanto   ne  do  certa  e  ri- 
soluta parola  a  V.  S.  UUistriss.    accio  possa 
ultimare  e  cficltuare  quello  che  resta.  (O 
:j    o     £  neulr.    as.iol.    ••   Dani.    1  urg. 
l5  "Quanto    tra  1'  ultimar   dell'  ora  terza 
E    •!   principio    del    di    par    della    spera  . 
■■    Oli.    Com.  Inf   34.  575.   In  questo  u Ui- 
I  mo   capitolo  del  primo  libro  ,  ulljmaodo  , 

la  qu..iln   qualil'a    pone  ec.   ...   (l) 

I        I  ULTIMATAME.%TE.  Avverh.   Ulli- 

\  mamenle.Introd.  J'irt.  Ultimatamente  ria- 

1   voto  d  lume   della  grazia  e  la  sanità  della 

'  mente   (  questo    esempio    non  si^  rinviene 

nell'  Introduzione  alle   Virtù).    -.=    Ciard. 

Cont.   174     Tieni    per    certo    che    quello 

fare   e  guaslamento    del    corpo  ,   iscorcia- 

'   mento  di  vita,  conompimento  delle   vir- 

tudi,lrapassamento  di  legge,  e  genera  lem- 

minili  costumi  ;  e  ullimatameute  fa  quello 

che  dello  è.  fC) 

ULTIMATO  .  AdJ.  da  Ultimare  .  A. 
■Isosl  e.  D.  Per  in6uo  che  la  sua  vir- 
iù  e  giustizia  sia  convertita  in  giudicio  , 
cioè  per  1'  ullimala  sentenzia  rendutogli 
il  premio  del  merito. 

*  ULTIMISSIMO  .  5i.pT/.  di  Ulti- 
mo. Salvia.  Opp.  Cacc.  Tre  stanno  alle 
reti  Cacciatori  in  aguato  :  uno  nel  mez- 
zo ,  E  due  negli  ultimissimi  suoi  fioc- 
chi. (A)  ,  ,       , 

ULTIMO  .  Add.  Che  in  ordine  tiene 
l- estremo  luogo  .  Lat.  ultimns  ,  postre- 
niiis.  Gr.  Uy.'J.-zoi.  TsieUTaco^  .  hocc. 
nov.  CO.  10.  Compar  Pietro,  che  attenta- 
mente infino  allora  aveva  ogni  cosa  guar- 
dala, veggcndo  questa  ultima  ec.  ,  disse. 
F  no. .  99.  36.  Domane  è  1  ultimo  di  , 
che  io  dVbbo  essere  aspettalo  .  F  Test. 
3.  E  questo  intendo  sia  il  mio  lestameo- 
10  ed  ultima  volont'a.  Pelr.  caiiz.  3».  i- 
All'  ultimo  bisogno  ,  o  miser'  alma  ,  Ac- 
campa ogni  tuo  ingegno.  E  canz.  49.  li- 
Accolga  il  mio  spirto  ultimo  in  pace  . 
Dani.  Far.  3.  Generò  '1  terzo,  e  1  ulli- 
ma  possanza.  Alam.  Colt.  1.  21.  E  cb. 
llen  dolce  il  -sapore  Per  arricchir  Ira  noi 


U   L   T 


1747 


I 


l'ultime    mense.  *    Tass  .    Gei:    I.    44 
Questi  dall'  alle  selve  iisuti  manda  La  di- 
visa dal  mondo  ultima   Irlanda.    Car.  lell 
1.  70.  E'  si  può  dire   nel   mezzo  d    Italia, 
ed  ha  il  giorno  dell'ultima  Scozia.   (  I') 

ir-  ?.  L  Ultimo  ,  se  si  guardi  nddie- 
Vo,  dice.ii  Quello  die  e  ìrinio.  ('"';  ^" 
7  75.  Questi  nacque  di  Fauno  e  di  Ma 
vica  .Ninfa  di  Laurel.lo  ,  e  Fauno  a  Pico 
Era  figliuolo  ,  e  Pico  a  te  ,  Saturno  Del 
suo  regio   lignaggio    ultimo    auloie.   IC) 

*  S  II  Ultima  mano,  vale  l  ompi- 
mento.  Perfezione;  onde  Dare  l' ultima 
mano  ,  vale  Compire  ,  Perfeiionarc  .  I  . 
MAKO,  §    ClLll.  (O  ,  . 

8  111.  Ulama  ora.  Ultimo  dì,  o  simi- 
li ,   vagliano    La    morte.    Lat.    suprema 

die.<.  Gr.  ecx"'"':   '■H-'-'p'-'-  '"'"■■  ^'  *t 
Aspetterai  chetamente    infino  a  tanto  che 
la  tua  Biancofiore  vedrai  menare  per  es- 
serle data  r  ultima   ora.     Tass.    Am.  4. 
2.  Costei  parla  di  modo,  che  dimostra  D 

i  esser  disposta   all' ultima   partila.    Cince. 
Stor.   10.  Ove  lascialo    infermo  d   Cosen- 

i  tino,  che  ec.  vide  1'  ultimo  suo  di. 


*  e  IV.  Ultima  unzione  ,  lo  stesso 
che  liitrema  unzione.  I- .  UNZIO.NE.  (C) 

#  fi  V  Far  r  ultimo  passo  ,  figura- 
tam.vale'mrire.    /.  FARE  PASSO,  §. 

\  I    {  C) 

f  *  §  VI.  Ultimo,  dicesi  anche  Quello 
che  VI  è  di  estremo  in  ciascun  genere  co- 
si in  bene,  come  in  male.  Bocc.  g-  U-  "■ 
1.  E  perciò  1-  ultime  grazie,  le  quali  ren- 
der gli  debbo,  giammai  di  cosi  gran  pre- 
sente, da  mia  parte  gli  renderai.  (  C)  Segr. 
Fior.  Disc.  Sono  questi  popoli  formido- 
losissimi,  sendo  cacciati  da  un'  ultima  ne- 
ce.sil'a  .  (AV  Ilenv.  Celi.  Oref  3;.  Sen- 
tendo  Ilo  smallo  roggio)  il  fuoco  ultimo, 
oltre  il  correre,  come  gli  altri  smalti,  di 
losso  divien  giallo.   (  Cj 

:;:  S-  VII.  Ultimo,  per  Dispregevole, 
Vile  .  Fi:  Ciord.  262  Onde  se  in  que- 
ste cose  ultime  rcoiiie  ì  granelli  e  le  fo- 
glie) e  più  vdi  h.ic  Iddio  posto  tanto 
profondo  ec.,  come  deono  essere  investi- 
eabili  r  altre  sue  opere  grandi?  (I  ) 

J-  -.'.:   §.   Vili.  Ultimo,  inforza  di  Susi, 
vale    Ultimo   tempo.   Ultimo  grado,  0  si- 
mile. Dani.  Par.  3o.  Ma  or  convien  che  l 
imo  seguir    desista  Più    dietro  a  sua  bel- 
lezza, poetando,  Come  all'  ultimo  suo  cia- 
scuno artista  (  cioè,  all'  ultima  prova  del 
suo  valore  )  .   Bocc.   g.   7-  ";.  »    Com.n- 
ci.indosi   dallo    spa'^o    ec,  infino  ali  ulti- 
mo di  ciò   che  trov.,to  e  fatto  avca,  narro 
loro     Frane.  Sacch.  nov.    \5g.   Fra  gli  al- 
tri r  cavalli  )   nell'  ultimo   della    sua  vita 
n'  ebbe    uno   che  parea  quasi   uno  cam- 
mello .    F   nov.    190.    In    poco    tempo  si 
trovo   Gian  Sega  nell'  ultimo  della    mor- 
te .   E  nov.    19G.  Avvenne  quasi  nell   ul- 
timo del  suo  oficio.  Scgnei:  Mann.  Magg. 
,5     I     1   frutti    ec.    sono   1'  ultimo  ,   dove 
arrivi  la  potenza  dell'  albero  .    li  appres- 
to ■   Le  virtù  cristiane  ec.  sono  quell  ul- 
timo di  potenza  ,   a  cui    giunga  1'  uomo  . 
EappreloiSo.   ,qnes,i  frutti  )l   ^^■ 
mode' tuoi  sforzi.    Enum.H.ScU  virtù 
sono    1'  ultimo  della  potenza  dell   uomo  , 
i  vizii  sono  r  ultimo  deUa  sua   gran  fiac- 

chezza.   (l  )  ,  .    , 

e  IX  All'ultimo,  posto  avverbialm., 
vale  Ullimnmente,  Alla  f  ne.  Finalmen- 
te. Lat.  tandem  ,  deniqiie.  Gr.  <^'T«Ta  , 
-.0  rasUTai-ov  .  Pelr.  ^on.  196.  L  ira 
cieco  del  tulio,  non  pur  lippo  ,  latto 
a,ea  Siila  ;  all'  ultimo  1'  eslinse  .  G.  y. 
12  108  q.  All'ultimo,  avvegnadio,  a- 
manlissimo  Principe,  che  la  maesfa  rea- 
le ec  Car.  leti.  2.  2o3.  Intendo  che  1 
Cardinale    se    ne   rimettcr'a  all'  ultimo  in 

*  g.  X.  All'  ultimo  degli  ultimi,  vale^ 

lo  stesso,  ma  ha  più  di  j'orza.    1  .   ALL' 

ULTIMO,  §■   iC) 

^'    XI.  Da  ultimo, posto  aviertiialm., 

■ale   In   fine.   In    ultimo  luogo  .    Ved.   DA 
ULTIMO.    IC) 

S  S    XII.    In  ultimo,  o  Ttell' ultimo 

po.,ti    avverbialm.    -"''"r  'VìTn    J'i' 

IN   ULTIMO,  e  NELL'ULTIMO.  (C) 

UI  TIMO      Avverb.    Ultimamente. 

Oli.  Com.  Inf.  7-  '«i.  ^°°°,  ■'' .^^5'; 
nerazioni  ;  poi  li  rimcd.i  con  ra  il  detto 
vizio;  ultimo  della  prodigalilade  £  ». 
l32.  Kella  seconda  parte  procede  nel 
tvaltalo  ec.  nella  terza  parte  induce  uno 
morto  lamoso  ec.  ultimo  ,  dispone  U  ca- 
lilolo  alla  seguente  materia.  (L) 
'  •+  *  ULTO.  V.  1-  -4M.  !  endicato 
^.,.  iilliis.  Ar.  Fur.\^.e:.VerV^e.U> 
tardi  vendicato  ed  ullo  Fia  dalla  mog  e 
e  dalla  sua  sorella  ^  ?«■  P;«  .f^  "l'° 
.terva  ad  accresce,^  forza  all'  altro  add. 

vendicalo  ì-  (-^f/  ,,      ,. ,    . 

ULTORE  .  /•  l-  '  "''•'■«w-c  .  Lat. 
iiltor.  Gr.  ó  USi'O,.  Fiorgh.  Orig  Fir. 
,52  Questo  tempio  (di  .W».(.-;  ec.  lo  fece 
poi   Augusto,  mutato  il  nome  di  MOCilorr 


«748 


U  L  T 


ec.  in  ullurc,  clic  è  a  dire  a  modo  noilro 
vendicatore. 

•t*lLTRA.  V.  L.  P.àli.  D.  Ciò. 
Ltll.  leu.  20.  Piangiamu,  pereti  le  do. 
sUe  rircheiie  iiou  lunno  teda  mondana- 
possendo  fare  Idd.o  roda,  e  i  Sanli  suoi' 
the  ce  le  serlicraono  io  eterno  ,  e     ultra 

(La  sanla  ScrUtur,,  ilice.-  in  «emù»,  ci 

ultra).  (Ij 

ULTIUCE.  y.  L.  rerbal.fimn,.    len. 

dicalrice  .  Lat     „/,„>  .    Gr.   ,'   r/0«05  ■ 

Fr.  Jac.   T.  5.    ,8.   16.  Sono    acc»i    d' 

n-       1"",'  T"''"'   ""    '^'"    V"   »  ""i 
Ui  veder  li  doui  sui.    Tass.    Cer.  ig.  jj 

O  nicnerolli  pri^lonier  con  .luejla  IÌIimcÓ 

mano      O.C    pr.gion   m  'I   dileggia,    ^r 

/•nr.   24.   72    Cosi  a'prcglii  dell' altra  T 

ira  uliricc   Di  cuor  fugge  a   Ze.l.ino,  e  . 


U   XJ  A 


...  --   ^-"'    '"be'-    ••    «-t-riiino,   Cai 

Llegua.  o,,„r.  /«j.yirf.  4,  0.  ,.  i  ,_ 
pena  mentala,  SJvio,  Di  quella  usta  ul- 
trice  . 

=:=  ULTBOiNEO.  AJd.  Spontaneo.  Sai. 
iin.  iMid.  1,1,.  8.  Ma  Venere  ec.  Cosi 
parlo  e  presenlossi  ultronea.  (/•> 

*  ULVA  .  r.  L.  .Sorta  rf,  pianta  pa- 
li-.<tre  clic  nasce  e  galleggia  neW  ac,,„„. 
Lat.  „ha.  Gr.  S^jo».  lìocc.  leu.  Pr.  S 
Ap.  1^1.  Volesse  Dio  rlie  piuttosto  ali^ 
ga,  o  ulva  di  palude  ec.  si  fosse  suta  1.0. 
Ma  .  <l  i  Hiicell.  Ap.  222.  Perchè  non 
dee  la  rondine  d'  Etruria,  Ch'  appresso  1' 
«eque  torliide  si  ciba  D'  ulva  palustre  e 
di  loquaci  rane,  Ccrtar  col.l.ianco  cigno 
del   l,cl  lago.  (•)  " 

•t  *  ULULA,  y.  !..  Allocco.  San. 
aaz.  Arcad.  cgl.  6.  Non  foschi  o  freddi 
ma  lucenti  e  tepidi  Erano  i  gi„r,H;  e  non 
s  udivan  ulule,  Ma  .aghi  u, celli  .hlettosi 
e  lepidi.  A  ,„/.  ,2.  Ve.li.sli  intorno  a  lui 
>lar  .Igni  ed  ulule.  Quando  avvien  che 
ta'or  con  la  sua  lodola  Si  lagne.  lAj 

V  DLULAi\XE.  die  „l„ln  .  U.len. 
J^tJ-  J.  Sii.  Nel  quinto  ,  e  nel  sesto  ec 
rappresenta  la  Madre  santissima ,  per  la 
morte  del  suo  Figliuole,  ne'  lamenli  ulu- 
ianle  ,  nelle  parole  forsennata ,  negli  atti 
furibonda  ec.    iCj 

ULULAHE,  e  ULOLARE.  /.  L  Ur- 
lare. LaU  ululare.  Gr.  o/oior-.v.  Frane 
SaccA.  no,:  108.  Ora  levandosi  ritto  e 
ora  intrandogli  sotto  il  mantello,  e  alcu- 
na s_olla  ulolava.  Sannaz.  Arcad.  egl.  (> 
Ond   oggi  avvien    che   ciascun  piange  ed 

ulna.y/„o„.   /.-.e..   5.  4.  4.   E'nrnaal 
turbo  fiume  ulular  belve 

S=  ULULATO.  LI„lo',  Urlo.  Lat.  «/„. 
V"!"-,,?.'-  «■Ì0"'-/A'»'i.  fu.  SS.  Pad.  2. 
3,H.  Udì  grande  ululato  e  grida  delle  de- 
nioi.ia  ec.  (!■■)  Segner.  l'red.  29.  6.  «e 
lu  qualora  facea  loro  ascollare  muguiti  di 
lori,  sibili  di  seipenli,  grugnii,  di  fanali, 
roggll.  di  leoni,  ballili  di  elefanti,  ululali 
di  lupi,  ovvero    uili    di   orsi,  ma  ec    r'I 

ULULO.  /.  /,.  t/,Vo.La..  „/„/„;,A! 
Or.  otoiM/^oi.  .Ir.  l-iir.  li.  134.  A- 
spro  concento  .  unibile  armonia  D'  alte 
querele,  d'  ululi  e  di  strida  Della  misera 
gfute  che  peria  Wel  (ondo  per  cacioo 
della  sua  guida.  ° 

U   .M 


U.MANAMEME.  A>;eH..  A  modo  d' 
uomo  .    Lai.  Iiumanitus  .  Gr.    avSceaSi- 

t  *  !••.  L  Per  Secondo  /•  uio  e  le  fortt 

TV" ;,'/"■  '/""•  "•>■  •  3-  '"  qu^'la 
clade  debbono  li  uomini  essere  ,  quanto 
SI  può  umanamei.le,  |.,-,lelli,  las.  lare  le 
cose   giovaiiesilie,  ec.  (/  j 

£.11.  Per  Corlejemente,  lìenignanien- 
le.  Lai.  hiimaniler,  eomilrr.  Gr.  yùav- 
ipu-Ui.  noce  no,:  ;8.  la.  Verso  ,1, 
lui  umanamente  e  come  compagno  s'era 
portalo.  ;„r,/,.  .V/n,-.  3.  55  Onde  gli  fu 
ual    Cautinale  ec.  umanamente  ii>|<o>iu. 


e  ,"r*''*'!^    '"   "«'•■fi'-  -«"■  P-"-  . 
e  talora    colle  particelle  sotlinlce,    vale 
rars,    uomo.    Lai.    hominem    Ker,      Gr 
|v«.rf«;r,;„-,,.     „„,.     .y.  -'e  Pei 

la  sua   cariti   dell'essere  umanato   s' in- 
tende  11  passare.  «  Acp„er.   Mann.   Liigl. 
1».    i.    Ha    voluto    vestire   queste    viscere 
ancora  di  compassione  con  umanarsi.  Il  ) 
■e  %.    1.    Umanaie.  ,  ale  anche    I  oscar 
ceri,  sentimenli,  ed  ,i„„  certa  marnerà  d, 
v„^re   trorpo  austera,    lìart.    y,l.   Ko.t. 
1.   3.   lassava  a  quel  che  solente  er.  u- 
»alo  di  piedicaigli,  sopra  1' umanarsi  un 
po™  e  prendere  altro  j.iii  compagnevole 
e  perciò  convenevole  stile  di   .ila.  (f/-/ 
''SII.   A  ,„  forza  attua  vale  lien. 
dere  umano.    Segner.   Pr.d.    1.    i3    O  se 
■0  sapessi  qual  via  do.  essi  almeno  io  qui 
pra  icare  in  questa    quaresima    per    umi- 
Irarli,  per  umanarli,  per  renderli  lutti   vo- 
stri.  Iti 

UMANATO.  Add.  da  Umanare.  Fior, 
lial.  Questo  Iddio  umanato  soggio.heri 
.1  mondo  A,,,.  /.„ey.  3j.  ,.//*,,, 
santa  teologia  nelle  sue  senlcniie,  e  ne' 
suo,  intendimenti  sta  ferma  sopra  'l  Ver- 
bo  divino   umanato. 

UVU.MSSIMAMEiNTE.  Superi,  d.  U- 
ma„an,e„le.Ar.  y,.r.  22.  38.  Umanissi- 
mamente gli  rispose. 

UMANISSIMO,    .'■iiperl.    di    tW„o  . 
'-al.    huma„is.<imus  .    Gr.    f  i)a,r-oind- 
•«TO;.    l-,r.   Leu.  lod.  don,,.   ii8.   Se  la 
poco    ragionev,de    openione  di  Tucidide 
umanissimo    il    mio    messer    Claudio    ec.  ' 
lusse   stata  approvala  da'  più  ,  io  non  ar- 
I  t"::-  "y    '■■  "7-    '7*-    '"  Pendere,   si- 
I    jj         '^""'   '■'"'   ""'•"""""■   vi   conosco. 
Alam.    C,r.    4.     ,,.   Ma    negli   atti    uma- 
nisstma  e   cortese,    Lieta    accetta  1  saloli 
te.   -^    lorgh.   Arni.   Pam.  06.  Di  onesto 
ua.urale    arco    dell' onore  f  e    cort 
ibiama  Plinio,  umanissima  ambinone   eb 
"ero    nascita   queste  di>liniioni.  Il) 

t  UMA.MSTA.  Colui  che  profeL  lef 
icre  umane,    o    belle    lettere,   i    y„rcl, 
'■■z.   Doni.   2.   81.  Nella  quale  lrip„l„-.io. 
ne)  sono  oggi  non  solamente  gli  umani. 
J  .,  ma  1   eiosoC  .   a;  Jr.   sat.  6.   Pochi 
"no  grammaliri  e  umanisti  Seatj  il    vi- 
'<",    per   cui    Dio   Sal.aol   Fece  Gomorra 
CI  SUOI  vieni  tristi.  Sal.ia.   Pise.  1.  i.^, 
Hilrova   un  gran  numero  di  filos„fi.  b,;„„j 
m.mo  di  maltcmatici,  e  molli  umanisti. 
„J   r,    ^  "'""'•«'".  diceii  an  he  Colui  che 
ne-  collegi,  o  simili  ,    studia  le  Mie  I,  t 
lere.   (C)  " 

NItÌt^'V"   ™*^«TADE,  e  .-MA- 
nilATL.    lyatiira.  e   Condizione  umana. 

.iilat  n'^'  '7' .•-''=  r".ona  ciascuna  Fra- 
bililalen  umanitate  l'orlasi,  che  me'cor. 
re  ogni  uom  col  freno.  /',/,..  canz  5  | 
Anima  ,  che  di  nostra    umanilade    Vestila 

p,U/"?."/"'T'  ''"""  "'■"'•  *  "l"'"- 

l„  d  11'  •^''v  '    •»<?•"•"»  accoramen- 

10  dell    um.oiti  derelitla  „,.„  potè  euere 

.Uro  che  una  pena  propoi.i„n!;ta.  ,rr; 
t  §■  l  J-er  Jìenigmta.  Concia,  Hon- 
la  ,  t  ompas.<ioue  agi,  altrui  mal,  .  Lai 
humainta,  ,  lenitas  .  Gr.  y,Ja,9p»,-,-„ ' 
Ilo, e.  noe.  ,2.  „.  La  linte  di  questa 
umaniti    .vendo    molto    commendala     a 

■loona,  .ndo,  e  se  gli  aperse    A .. 

i-!  Ma  pur  non  polendo  la  um.nitii  -.iL 
cere  la  6erc..a  dell'  appetito,  rispose  ec 
/-  no,:  9;  ,j.  Q„,^,  uman.il  del  Ile 
lu  commendai.  ..sai.  /  rane.  Sauh.  „,,,. 
aoq  Le  guerre  vengono  spesso  si  nude- 
'■  o  ..  pe,6dc  eh.  .a„«  alcun,  disco- 
.mne  e  um.„.,i  eon  ogni  modo  .lispcraf, 
un,.  uc.idel'altr„.  Cas.tett.  .fo,. 
ro.  quello  che  V.M.  rri.l..n..s„i.a  suol 
'-'e  per  sua  umanilà.  *  Co...  CHI.  I  „ 
a*//.  12  Mento  eoslu.  per  una  certa  u- 
nunilid.  natura  ch'egli  ave.aecd,,.' 


U  M  À 

wre  preposto  a  loui  gli  altri  printipi  dd. 
1  eu  tua.  (C,  r         i~-«i 

t  S  S  II-  A/  Belle  leturt.  Uttere 
umane.  SaUin.  Disc.  I.  186.  Ollimam.nle 
1  Latini  chiamarono  le  lettere  Umanità 
e  del  molo  d'umane  le  fregiarono,  come' 
quelle  che  1  naturali  talenli  dell'  uomo 
perfeiionano.  A  2.  25.  Chi  non  s'indur- 
rà mai  a  tenere  in  pregio  e  in  onore  . 
lellerali  e  le  lellere.  che  Umanili  ancora 
principalmente    chiamate    sonol 

Quella  parte  .Ielle  lettere  umane,  che  Z- 
gi  dice.,,  pii,  eomunemmle  Eloauenza 
'  '.  ""''■''""'■  ^^'  M">"  Pietro  An- 
gebodaBarga,  il  quale  legge  l'manili 
a  Pisa-.  //„„„.  /.,e,.  ,.  3.  3.  g„„,„ 
ali  umanità  questa  e  dismessa  :  E  „  ouò 
dir  che  delle  buone  lingue  Se  .e^„ 
spenlo   il    seme.  fCj 

UMANO.  Add.  li  uomo.  AtlenenU 
a  uomo  Lai.  humanus  .  Gr.  a'.&puai- 
v»5.  lìocc.  no,:  77.66.  Vedendo  la  don- 
na  sua  non  corpo  umano  ,  ma  piutloalo 
un  cepperello  inarsiccialo  parere  et.  co- 
mincio  a  piangere  .  F.  „ov.  70.  3l  La 
quale  era  la  pii,  bella  cosa  ?he  si  Irò- 
vasse  in  tulio  il  culaturio  dell'  umana 
generaiione.  A'„e,..  98.  39.  Per  coosei.. 
.memo  degli  Iddu.  e  per  vigor  delle 
leggi  umane  .  Dani.  lar.  7.  Onde  1'  u. 
niana  spezie  inferma  giacque. 

»^'-('r  '"'"»  •'''lo  natura  umana, 
fieni.  Ori.  ,.  ,7.  38.  E  la  cristiana  fede 
lor  narrava ,  0,cendo  come  Dio  si  fece 
umano . 

'  S  •'•  '^'-  ^Ti*»/»,  Benifno,  Uun- 
sueto.  Trattabile.  Lai.  humanu,,  comij 
mitis.  Gr.  r.TliOi.  Petr.  ,on.  201.  Gli 
occhi  e  la  frunte  con  semliaole  umano 
Baciolle.  Frane,  lìarh.  |25.  l6.  Perchè 
spesso  vedcmo  Cavali'  umin  diienulo  re- 
suo.  Se  forse  il  traili  a  maniera  del  rio. 

•^  §.  III.  Untano,  vale  anche  f  he  sente 
pietà  alt- altrui  miserie.  Bene  fi,  o  ,  Soc. 
corre,  ole.  .  Sera.  Ori  l.  jo.  4.  Siate  be- 
nigni ,  ni.insueti,  umani.  Pietosi  alP  «1. 
trui  colpe,  agli  altrui  danni  ..  (C, 

t  §.  IV.  /.r»en-  umane,  dicons,  le  Parli 
della  JiMogia,   eioi  la   OramaUea,  l'E/o. 
quenza,  la    l'oesia,  f  Istoria   et.  Salvia 
Disc.   1.   186.  Uttimamenle  i  Latini  chia- 
marono  le  lettere    Umanità  ,    e   del  Utolo 
d    umane  le  fregiarono,  come  quelle  che 
I  naturali  laleni,  d. Il"  uomo  pei femionano. 
r,",?'   .*•     ^  •"<•"' •    «t  Jor-.a    d,    SUSI. 
Quello  the  e  proprio  dell'  nomo.  Salvia 
ITJ'"-   "8-^'    *•   l"'-'   g-aode  intel- 
Iclto  d   Omero  ce.  si  vede  talora   ec.  in- 
,hin..re   ec.   noi   più  avventurati   esser  e. 
riputeremo  di  lui  che  tanto  vide  ec     che 
avendo  si  gran  fascio  alle   man,  e    si  pe- 
niso,  e  si   aidno  quanto  è  un   Vocabola- 
rio, e  un   V,.c.bolario  di  lingua  ...a,  non 
<i  abbia  .  essere  dentro  nulla  dell' umi- 
uo,  che  porta    seco   dalla    n.seita  ,   com, 
uecess.ria  corredo  ,  lo  sbagliare  e  "i  fai 
hre.  tCi 


*  S-  yi-  F-Ì'tr  Uomo.  Zrnon.    Put   fi*, 
"fu  soirano  Se»' 


Colui  che  può  veder  si  fu  so.ran..  .,>■„ 
-llr.,  mondo,  n„ichè  bai  veduto  Che  in 
ItiCDo  di  due  lai  va  un  umano,  f /!;  lui, 
Morg.  5  22.  Tutte,  smairilo.  pien  d'  rf. 
Ilialone,  Non  p„ea  bestia,  e  nou  pare. a 
umano.  F  J.V  =33  l'iacea  al  del  qu, 
sta  rebgu.ne,  the  discerné  le  beslsc  duli 
umani.  (  y,  ^ 

*  UMAZIONE.  /■.  L.  S,pp,ll,m»l,. 
Sotterramealo.  /.oir.  Co,u.  Dani.  E  pò. 
>lumu  lu  ,hi.malo,  perciocché  dopo  la 
umaio.ne  ,1.1  padre  era  nolo.  (Aj 

tAIBE.  Av,■el^,.  che  vale   Q  vtm,  ,  Or 
'■•a.  e  co, risponde  al  Ul.  eia.  Or.   .,'« 
At.    Trin.    2.    a     UmU  .    .„|ev.I„    "^ 
lor  per  me.   Che  ne  vuo'  l„  „,.„,<  V./T 
CrancK   a     ,     Imi  è      cbec'  edimjj 


DM» 


di'  via.   /■;  Spin.  5.  2.  VmU,  M.o  .o  u.I 

£„«■.  ft»-.  2  2  v,T.u-  '^r^'"  "  "? 

porli  .    /•;  ».   3.   Uml.c  ,  G..in.>-oo  ,  che  e 
Jflli  FianunelU  ?  „  j 

*  UMBELLA.  Term.  de'  Botanici.  Jg- 
giunto  .lifori,  i  cui  peduncoli  partono 
miti  da  un  punto  .  <•  portano  ,  ./-or.  ../ 
m«lfSÌmo  piano  ,  fornianilo  i/uas,  una 
piccola  onihiMi.    LTiLolla  d.=l  6nucch.o , 

*  UMBELLATO.  Irmi,  de' holaiiici. 
Aggiunto  d,  quei  fiori,  ,  cui  pftuli  sono 
tiluaU  sopra  ganihelli  uniti  a  mazzetti 
in  forma  <("  ombrello.  (Al  _ 

*  UMBELLIFKBO.  Icnn.  de  Ilota- 
nici.  Ombrellifii-o.  aggiunto  dato  ad  una 
specie  particolare  di  piante  ciré  produ- 
iZ,  i  fiori  ajoggiadionihiela.  LocJi. 
Disc,   l'accolla  a"  othc  umlKll.lere.  r/?; 

*  L'MBILICALE.  Term.  degli  Anato- 
mici, aggiunto  dato  ad  una  delle  dira- 
mationi  della  iena  porta,  la  quale  porta 
il  nutrimento  al  Jeto  mentre  sta  nell    ii- 

tero.  (A)  ,        ,  ,  j 

*  S.  l'ale  anche  Dell'  umhilico.  Ap- 
partenente all' umhitico .  Kcd.  lons.  1. 
a7Q.  Raccolto  nell-  urol.il.co,  nasce  1  erma 
oml-ilicale  acquosa,  per  allro  nome  della 
idromralo.  {•)  ,.,     '      r 

•+  if  UMBLLICM  O.  Add.  (  lie  e  a  fog- 
gia d'unibilico.  Sal.in.  Me.  Al-  pag-  179. 
Poiché  lu  presso  al  rivoltoso  mare,  1  or- 
ni sotto  la  colma  umb.luata  Orsa,  ec.  k 
lliad.  Costui  ec.  Colpì  sotto  lo  sctido  um- 
l.ilicato  Con  una  anleiiua ,  ce.  /:.  V.tiss. 
Dentro  ne  porlaro  E  gli  "Im.,  ed  i  broc- 
chieri umhilicali  ,  E  1'  aste  aguHC  .  Il 
Pro~:  Tose.  I.  520.  1  Leucomlaln,  cioè 
bianchi  umhilicati,  saranno  quel  1  che  so- 
no sopra  gli  altri  di  soavità  e  d.  genti- 
lena  dolati,  onde  il  Lei  nomo  s.  leoec.  (Aj 
UMBILICO.   /lellico.  Lat.  iimiilics  . 

Gr.  oay«lo!-  «""'■  '"f  3'-  ''"PI"  "'"1 
non  son  torri,  ma  giganti,  E  sou  nel 
po«o  intorno  dalla  ripa,  Dall  umbdieo 
in  giuso  lutti  quanti. 

fi.  1.  Umbilico  ,  per  similit. .  i-nle  II 
centro,  ola  parte  di  mezzodì  cliecclies- 
sia.  «r.  mal.  beli.  donn.  362.  Altri  in 
perfello  circulo  T  hanno  risoluta,  tirando 
Halle  parti  gemtali,  le  quali  vogliono  che 
sicno  r  umhiliro  e  M  meno  della  nostra 
6sur.i.  E  363.  Vedete  le  linee  ugualmen- 
te parlile  dallo  umlnlico  fare  .1  circolo 
che  avemo  dello.  Ar.  Fur.  iV  I0|.  Sie- 
de Parigi  in  una  gran  pianura,  Neil  um- 
l.ilico  a  Francia,  ami  nel  cuore. 

SS  ^.  11.  Umbilico  di  1  enere.  Termi- 
ne de)  Botanici.  Specie  di  pianta  purga- 
tiva, che  nasce  .i'<  per  le  mura.  Lat.  nm- 
bilicu!  Generis.  Gr.  iiaTJ>r,i)c.iv.  Buon. 
Firr.  2.  4.  l5.  Fur  visti  Da  un  ortolan 
che  fru"nolava  a  chiocciole,  E  sveflica  tra 
;  conventi  delle  mura  Umbilico  di  Vene- 
re re"  calli.  (')  .  ,  , 
*  UMBRAIILE.  Adì.  Ombratile.  Otl. 

Cam.  Pnrg.  23.  A^?-  ^"'^  """  '"""'  '" 
quello  specchio,  né  alcuna  cosa  di  noi  v 
;•,  ma  r  ombra  nostra  ec.  ne  r.ippresenta: 
ro.<i  in  queste  anime  non  v'  era  nia 
greiia.  ma  umbratile  magrewa  (ciie,  liu- 
1,1  .  Umbratile  conforme  al  M.S.  ha  la 
.tlampf.  Il  t  ocabol.  legge  omì>ian''C.  l'.l. 
(i)  Bemh.  Slor.  8.  121.  Pisiegllanci 
,.gg|„,ai .  e  questo  timore  notturno  ed 
umbratile  da'  cuori  noslri  alla  £u  6ue 
rimoviamo.  (Vi 

i  #  UMERALE.  Termine  degli  Ec- 
ilesiastìci.  Quel  velo,  o  drappo  per  lo 
pia  ornalo  di  trapunti  che  gli  Ecclesia- 
stici si  pongono  sulle  spalle  con  falde 
dinanzi  che  J. nono  o  a  coprire  il  calice 
o  la  pisside,  o  a  involger  le  mani  nel 
portar  I'  Ostensorio.   (Al 

#  UMERO  .  1'  I-  Omero  .  Cavale. 
Oiscipl.  spir.   191.    Se    io    ho    nascosto. 


U   M  E 

come  uomo,  lo  mio  peccato,  o  celata  la 
mia  iniquiti  ,  1"  uniero  mio  dalla  sua 
giuntura  caggia  ,  e  d  mio  braccio  colle 
sue  ossa  si  rompa.  /'.,■(.  S.  Gir.  SgX 
Lo  cui  Imperio  ,  come  prolelo  Isaia,  e 
sopra  il  suo  umero  .  (V)  Sannaz.  Ai - 
end.  egl.  8.  E  non  li  sdegnerai  portar 
:,u  r  uincro  La  cara  rappa,  ce.  E  egl. 
IO  Uo  lauro  gli  vid'  10  portar  su  gli 
umeri,  E  dir  ec.  (A)  Bellin.  Disc.  1.  162. 
L'  umero,  1'  ulna,  e  il  radio  sono  I  Ossa, 
che  constiluiscono  1'  ossa  del  braccio.  1: 
20Q.  Ciascuno  strumento  sospenditore  ec. 
di  ciascun  degli  OSSI  delle  dita ,  de'  piedi 
ec.  della  mascella  ,  degli  umori ,  e  d'  ogni 
alte'  osso,  t  C) 

•f  ^:  UMETTABILE  Add.  Che  può 
umettarsi.  Salvia.  Eier.  Buon.  ».  2.  2. 
Capelvenere,  Gr.  à.ila.i-:o>.  cioè  non 
uinettabile  ,  non    penetrabile    dall'    umi- 

•f  *  UMETTAMENTO.  Immollamen- 
to, Imbagnamenlo,  Umettazione.  UJeii. 
ISis.  3.  l'i?.  Qui  1'  alba  rugiadosa,  I 
acqua,  la  terra,  è  uo  medesimo  sciilimeo- 
10  significativo  di  unicltamento.   (A) 

f  ;;:  UMETTANTE.  Che  umetta  ;  ed  e 
aggiunto  di  una  sorte  di  cibi  e  di  medi- 
cnmenli.  Lat.  humeclans.  Gr.  .j'yo'X.  vw». 
Red.  Cons.  2.  1^0.  Con  1  uso  de  brodi 
o  siroppi  umetlauli ,    espettoranti.   (•) 

*  g.  E  in  forza  di  siist.  lied.  Cons. 
I.  116.  L' alessit'armaco  sia  di  tal  natura, 
che  non  abbia  punto  punto  |Unto  dell 
essiccante  ,  anzi  abbia  dell'  umettante,  h 
leti.  1.  116.  La  stilli  hezra  Jisidera  gli 
emollienti  e  gli  umettanti  e  gli  stimolan- 
ti. E  2.  24  i.  Del  resto  il  vitto  tenda  al 
refrigerarne  ed  umettante  con  modera- 
zione. (•) 

■\-  UMETTANTISSIMO.  Siiperlal.  di 
Umettante.  Del  Papa  Cons.  Anco  allora 
il  vitto  sia  umellantissimo.  (A) 

U.VlF.TTAr.E.     V.     L.     Pare  ,  e    Ac- 


U  M  E 


»7iy 


crescere  umore.   Inumidire  s  e  dicesi  per 
r,  «;.\   ^i  n,t>,lirnntenti    e    di     cibi.     Lat. 


:  di  medicamenti    e    di     cibi. 


10    pili     tli     «/C(ill.tl"'v<...        "       -.         -. 

humeclare.  Gr.  u'/pKi'vsiv.  Cr.  3.  q.  i 
Con  la  sua  dolcezza  (il  cecel  genera  buono 
nutrimento,  e  accresce  il  latte,  e  1  v eli- 
tre umetta.  Bicett.  Fior.  89.  ^el  medesi- 
mo modo  si  passano  i  tamarindi  ed  1 
datteri,  umettandoli.  E  103.  1  Irutti  lore- 
stieri  si  ronleltano  prima  umettandogli, 
poi  cocendogli  in  acqua.  Malt.  Franz, 
rim.  buri.  2.  125.  E  con  perletla  sua 
divinità  II  purpureo  rossello  e  grassellino. 
Ed   il  sugnoso  lencio   umetterà. 

+  UMETTAT1V0.  Add.  Che  ha  forza, 
e  virtù  d,  umettare.  Cr.  3.  16.  7.  L*  acqua 
sua  (dell'  orzai  è  infreddaliva  e  umetlali- 
va  nelle  febbri  calde.  Otl.  Cam.  Pnrg. 
i\.  545.  Diseccalo  d"  ogni  umore  umel- 
tativo  gli  organi  ,  li  quali  sono  strumento 
della  voce. 

UMETTATO.  Add.  da  Umettare.  Lat. 
humore  adspersus,  hnniectnius.  Gr.  ^t- 
Aci-'ia-i-to:,.  I  ir.  Tìial  beli.  donn.  Sbg. 
La  quale  volubilità  fu  aiutala  eziandio  da 
quel  puro  liquore ,  col  quale  gli  occhi 
stanno   sempre  umellati. 

:;:  L'ME  I  lAZlDNE.  L'  umettare  ,  Im- 
bagnamenlo. Lat.  nindor.  Gr.  uyCKvli;. 
Red.  leti.  2.  80  11  fuoco  di  madama 
ipocondria  non  si  può  allulirc  se  non  con 
una  lunga  e  perpetua  umettazione.  E  O». 
Kon  vi  sarà  male  al  certo,  come  a  poco 
a  poco  per  via  di  umetlaziooe  sarà  tem- 
perala r  acrimonia.  E  Cons.  I.  241.  Verrà 
facilmente  ec.  ad  introdurre  nel  corpo 
ec.  una  benigna  e  nutritiva  umettazio- 
ne.  (•)  , 

U.VIETTOSO.  I'.  A.  Umido.  Lai.  bu- 
more  scatens.  Gr.  -Jyf  o;.  *  Pallad.  Febbr. 
IO.  S'  è  in  valle  ovvero  in  campo  umet- 
loso,  basta  sieno  i  magliuoli  di  Ire  gemme 
glandi.    /;  3/nrr.  4.  Ne'luoghiumettosi   e 


paludosi  i  Echi  divengono  di  sapore  ot- 
tuso e  grave,  (flr)  F.  Kov.  7.  Nel  sabbione 
avventano  se  è  umelloso. 

UMIDETTO  .  Oim.  di  Umido  j  Al- 
quanto  umido.  Lat.  hiimidulus.  Gr.  j'y- 
uyiiv  Fir.  IJial.  beli.  dona.  412,  Voglio- 
no le  nari  essere  asciutte  e  nelle;  che 
molle,  e  massimamente  al  confine  delle 
guance,  avendole  alquanto  umidetle,ec. 
Capr.  Dott.  2.  24.  Che  vuole  egli  dire, 
che  tu  peni  tanto  a  accendere  colesU  e- 
sca?  G.  lo  non  so:  io  dubito  che  ella 
uou  sia  un  poco  uniidella.  Bcnv.  l-ell. 
Onf.  89  Eoipicndii  il  vacuo  di  rena  non 
molle  ,   ma  alquanto  umidelta. 

UMIDEZZA.  Umidità.  Lat.  hnmor  , 
'  mador.  Gr.  u/,ixaix.  />■.  Ciord.  Fred. 
P.  Un'  altra  cagione  ci  ha,  perdi'  eli'  è 
cosi  grave  a  vincere  ,  e  questa  è  per  1' 
umidezza  sua  ;  e  perch"  è  co-i  discorrcvole, 
vedete  che  sta  pure  in  arqu.i  molle.  ì'arch. 
Lez.  2J1  Quelle  qualità  che  si  chiamano 
da' filosofi  qu.dit'a  prime  ec.,  sono  quat- 
tro, senza  pio:  il  calore,  o  vero  la  cal- 
dezza ce.  ,  la  freddezza  ,  la  secchezza  ,  e 
r  umidezza. 

U.MIDICCIO.  Add.  Alquanto  umido. 
Che  lui  dell'  umido.  Lat.  udus,  humidii- 
lus,  madidus.  Gr.  uyuyio;.  Lasc.  Gelos. 
3.  3.  Ferchè  gii  mi  cominciava  a  far  freddo 
ai  piedi,  e  pensando  d"  avere  a  stare  un 
pezzo  in  quel  terreno  umidiccio  ,  delibe- 
rai di  torli  (gli  zoccoli).  !:icclt.Fior.33. 
Il  migliore  (  elaterio  1  e  quello  che  e 
liscio,  leggiero  ec.,  umidiccio  ,  amarissi- 
mo  al  gusto. 

UMIDIRE.  Inumidire.  Lat.  huniescere. 
Gr.  u>p'>.ivs(!3Ki.  Tes.  Br.  2.  33.  Fo 
la  virtù  digestiva,  cioè  che  fa  cuocere  e 
umidir  la   vivanda. 

UMIDITA',  UMIDITADE,  e  UMIDI- 
TATE.  Una  delle  prime  qualità,  la 
quale  conviene  principalmente  all'  acqua. 
Lat.  huniidum  ,  hiimor ,  mador.  Gr.  u- 
■ipa.ilia.  Introd.  J  irt.  La  seconda  parte  del 
detto  luogo,  cioè  quella  di  mezzo  Ira  la  pri- 
ma e  la  terza,  si  chiama  uinidit'a.  /  /(.  l'Iut. 
Comprese  nel  suo  peosicro ,  che  sanza 
umidità  la  montagna  non  potrebbe  nodn- 
re  tanta  materia.  /  it.  .'>.V.  Pad.  Alcune 
altre  fendevano  le  granella,  acciocché  non 
nascessono  in  erba  per  I'  umidità  della 
terra.  (V.  1 .  5  6.  Ne'  luoghi  marini  abi- 
tabili si  tempera  la  caldezza  e  la  freddura 
per  la  inobbedienza  della  sua  umidit'a. 
*  E  2.  19.  9.  Altri  dicono  che  la  terra 
uliginosa  è  quella  ,  nella  quale  sempre  ha 
umidilade,  la  quale  non  si  può  rimuove- 
re ee.  (B)  Fi:  lac.  T.  5.  25.  6.  S'  em- 
pie ed  ingrossa  al  trar  1'   umiditale. 

UMIDllO.  Add.  da  Umidire  J  Inumi- 
dito. Lat.  niadefaclns,  humore  ad.spersus . 
Gr.  St(ipi-/p.i-iOi.  Lib.  cur.  malati.  .Si 
conosce  il  cervello  soverihiamenle  umidito. 
E  altrove:  La  manna  può  giovare  alla 
gonfiezza  de'  polmoni  uiiiiditi. 

UMIDO  .S'«'.  Umidità.'LA.  humidiim. 
Gr.  TO   ù;zi->.   Bocc.  g.  6.  /   11.   Né  da 


altra 


ripa 


era  chiuso  ,  che  dal  suolo  del 
prato  ,  'tanto  d'  intorno  a  quel  più  bello, 
quanto  piii  dell'  umido  sentiva  di  quello. 
Ricelt.  Iior.  II.  Conservansi  (ijrulti) 
in  armarli  ,  casse ,  o  luoghi  dove  non  sia 
umido,  o  fummo,  o  polvere.  E  appres- 
so :  Seccansi  (  i  .temi  i  come  1'  erbe,  e  si 
conservano  ee.  in  luogo  sicuro  dal  lunimo. 
dall'  umido,  e  dalla  polvere. 

g.    I.    Umido  radicai»,  si  dice    Quello 

che  e  nella  sostanza  de'  corpi.  Bocc.  nov. 
qo.  q.  Era  già  1'  umido  radicale,  per  lo 
^ale  tutte  le  piante  s'  appiccano,  venuto 

Capr    Bot'.    I.  6.  Quanto  starai  tu  meco? 

^.   Tanto  quanto  il  tuo    umido    ladicale 

penerà  a  disseccarsi. 

ir  %.    11.   Stare,  0    Tenere    all'umido, 

vale  Essere,  0  Tenere  in  luogo  umido,  in 


i75o 


U  M  I 


luogo  donde  si  tragga  umidità.  V.  STA- 
RE   e  TENERE.   (C) 

t  UMIDO.  .Idd.  Che  ha  in  si-  umidità. 
L.it.  humidus,  hurnciliit.  Gr.  ù'/pòi- 
Bocc.  g.  ^.  p.  21.  Cacciuta  aveva  il  Sole 
del  ciclo  già  ogni  stella,  e  dalla  terra 
y  umida  oml)rii  della  nuUe.  Dani.  Ptirg. 
5.  Ben  5ai  come  Dell*  aersi  raccoglie  QucU' 
umido  vapor  che  in  acqua  riede.  Petr. 
son.  229.  Che  poss' io  più,  se  no  aver 
r  alma  trista,  Umidi  gli  occhi  sempre  ,  e 
'1  viso  chino  (cioè  :  lacrimosi  )  ?  j4lam. 
Colt.  1.  26.  Che  discari  in  col  fumo  dai 
loi"  letti  La  vipera  mortai,  1*  umida  serpe. 

UMIUOnt:.  Umidezza,  Umidità. 1.3l. 
kumor,  humtditm.  Gr.  uyp'/.'siOL,  uyc^'v. 
Pallad,  cap.  19.  I  graiui  si  vogliono  lar 
nella  più  alta  parte  della  casa,  da  lunga 
da  ogni  umidore,  e  da  stalle.  Cr.  1.  li. 
7.  Il  cedro  è  durabile,  s' e*  non  è  tocco 
dall'  umidore.  Pass.  358.  Onde  sogna  la 
persona  che  piove  ,  0  di'  ella  si  hagna  , 
o  che  ella  cade  in  acqua  ,  o  simili  cose 
d'  umidore  e  di  frigidilà.  7es.  Br.  2.  37. 
Egli  (  il  Sole  }  ùedo  ncll'  umidor  della 
terra ,  e  mcdeNÌiiianien(e  6ede  nelle  cose 
bagnate,  e  le  acciuga,  e  cavane  Tuor  V 
umidore,  come  fosse  un  drappo  bagnato. 
K  3.  2.  Li  loro  campi  non  rendono  assai 
frutto,  per  l'umidore  dell' actjua  che  \i 
giace  entro  troppo  lungamente.  '^  ìmperf. 
V.  Tusc.  D.  16.  T.  2.  356.  Quindi  per 
lo  temperamento  vario  di  quelli  (astri) 
K  de^  raggi  del"  Sole  e  della  Luna  diversi- 
6carsi  i  tempi,  e  venirne  ora  le  piogge 
e  gli  umidori,  ora  la  serenila  del  cielo 
ce.  E  /  .  Jlb.  D.  3.  T.  9.  134.  I  canali 
delle  piante  ce.  sotto  la  terra  vengono  a 
pigliare  in   se  quell'  umidore.  ( F) 

§.  Per  meta/'.  Mor.  S-  Oreg.  Accioc- 
ché elle  Dnn  si  secchino  ,  e  noD  si  partano 
dall' umidor  della  carità  ,  per  lo  caldo  do' 
dcsiderii  terreni. 

si'  L'MIDOSO.  Jdd.  Umidiccio.  Sahin. 
(^pp.  Pese.  La  Tentide  f  cioi;  il  Totano) 
miratolo  ne  corre,  E  dintorno  caduta  , 
Si  lo  preme  ColP  umidnsc  Ombria.   (j4f 

•f  «  UMILE.  Jdd.  nano  a  terra,  De^ 
presso  ,  Poco  elevato;  Passo.  Lat.  humi- 
lis.  Gr.  yjb'/p.'j.).òi.  Pant.  Purg  i.  Qual 
egli  scelse  L'  umile  pianta,  colai  si  rinac- 
que Subitamente  là  onde  la  svelse.  Alam. 
Colt.  i^.  85.  Non  rìBiitan  talor  la  secca 
fronda  Della  vite,  dell' eb  e  e  dtU'.dloro. 
E  del  ginepro  umil.  /■-  5.  II9.  Or  la  sa- 
lace eruca,  e  1'  umi!  biela,  K  la  morbida 
malva,  ce.  E  12.'|.  Il  corbextolo  umil  die 
lui  somiglia  ,  er  E  l3o.  La  scrbaslrella 
umil,  In  borrana  a.<ipra.  La  lodata  acetosa 
ec.  (M) 

*t  ^*  S-  '•  Untile  ,  per  sìmilit.  j-ìr. 
Fur.  2.  3o-  Essi  di  qua,  di  là  con  unii! 
vele  Vanii  aggirando,  e  1"  allo  mar  scor- 
rendo (cioè,  colla  \-ela  detta  minore).  Polii. 
st.  I.  laS.  Quel  che  ciu  sia,  non  umil 
cosa  parmi  fcioè,  cosa  non   piccola).  ( .'l/J 

t3  §.  IL  Umile,  Jìfiuratam.  vale  Che 
ha  umiltà.  Modesto,  Dimesso;  contrario 
di  Superbo.  Lai.  modesta s  ,  mitis,  lenis. 
Gr.  vi'irie;.  Petr.  .ton.  89.  Qui  tutta  li- 
mile, e  qui  la  vidi  altiei'a.  lioec.  nov.  89. 
2.  Ciasruiia  ,  the  quiete  ,  roniolaiiouc  e 
riposo  vuoIl>  con  quelli  uomini  avere,  a' 
quali  i  aj'pai  lime,  dn-  essere  umile,  pa 
ticnto  e  nl>liitltenle.  Serm.  S.  /i^ost.  il. 
Non  si  conviene  al  icrvo  dì  Dio  ,  costi- 
tuito nell'ermo,  avere  superbia,  ma  es- 
sere umili  e  casti. 

s?  g.  111.  Talora  ,  si  una  sostandi'a- 
mente.  e  soprattutto  al  plurale.  ì'it.  S. 
Gir.  3i).  Tu  aumilii  il  posirnio  e  *1  su- 
perbo  ricco,   ed   esulti   r  umile     (C) 

t  3  g.  IV.  Talora  vate  Passo  ,  o  Che 
è  di  bassa  condizione  .  Lai.  hunii/is.  Gr. 
Ta;TCtvo'{  ■  Pocc,  nor.  3l.  ^.  Uomo  di 
naiione  ats.ii  umile ,  ma  per  virtù  e  per 


U  M  I 

costumi  nobile.  Pani.  Par.  6.  Romeo, 
persona  umile  ,  e  peregrina  .  Put.  ivi  : 
Umile,  ciofe  che  non  si  seppe  sua  coodi- 
lionc  .  Cas.  Lett.  43.  Benché  io  ec.  ap- 
pena le  sia  noto  per  la  mia  umile  con- 
dizione . 

*  §.  V.  Per  Abbattuto  ,  Depresso  . 
Dant.  Inf.  z.  Dì  quell*  umile  Italia  fia 
salute  Ter  cui  niorio  la  vergine  Camil- 
la, r.v; 

*  §.  VL  Umile,  detto  di  Cosa,  talora 
vale  Che  denota  umiltà,  rispetto.  -  Pocc. 
nov.  77.  4V  Kè  li  posson  muovere  a  pic- 
tale  alcun.i  ec.  Je  amare  lacrime  e  gli  u- 
mili  priegbi  .  E  num.  .Ot).  l'er  gli  uindi 
suoi  pricj;hi  un  poco  di  compassione  gli 
venne  di  lei  n.  Salvia.  Disc.  2.  68.  I 
settanta  usano  la  parola  iap;'jff£(<  ,  vo- 
lendo esprimere  un  genere  di  servitù  u- 
mile  e   somntessissimo.  (C)  ' 

•>'  g.  VII.  Umile,  aggiunto  di  stile  , 
Vale  Basso  j  contrario  di  Sublime  .  P. 
UMILISSIMO.  <C) 

'<?  g.  Vili.  Umile,  aggiunto  di  jirte, 
o  simile,  vale  Che  si  esercita  da  gente 
bassa,  vile.  «  Pocc.  nov.  52.  ^.  Al  qua- 
le, quantunque  la  fortuna  arte  assai  untile 
dala  avesse,  tanto  ìn  quella  gli  era  stata 
benigna,  che  egli  era  ricchissimo  divenu- 
to «.  (C) 

^*  §.  IX.  Umile,  aggiunto  di  Panno, 
feste,  e  simile,  vale  Che  mostra  umil- 
tà, o  Che  è  confacevole  a  persona  di  bassa 
condizione,  liiton.  Pier.  ì^.  4.  5.  Un  pic- 
ciol    tugUTÌetli)  ,  Un  umil  cascUina.  ^C> 

^'  %.  X.  Umile  di  colore  ,  parlandosi 
di  drappi  ,  panni  e  simili  ,  i-ale  Che  ha 
poca  apparenza  j  contrario  di  Vistoso  . 
Reg.  j'inz.  Li  F'rati  comunemente  si  deb- 
bono vestire  di  panni  umili  sì  di  prcixo, 
come  di  colore.  (Cj 

f  §.  XI.  Umile,  Aggiunto  d'uno  de* 
muscoli  dell'  occhio  ,  ed  e  quello  che  lo 
tira  all'  inaiti  ,  opposto  al  Superbo  che 
lo  alza.  Salvia.  Disc.  i.  334-  Q"<^'  ^'''C 
governano  propriamente  gli  occhi,  sono  i 
muscoli  che  sono  impiantali  ncU'  occhio, 
de'  quali  I'  uno  tira  l'  i>cchio  all'  insù  ,  e 
cliiamasi  miisctdo  superbo;  1'  altro  tiralo 
allo   'ngiù,   e   chiamasi   umile. 

''^  §.  XII.  Umile,  infonad'avverb.  per 
Umilmente  .  ì  it.  S.  Frane.  160.  E  ivi 
umile  si  spogliò  le  sue  vestinienta,  e  rcn- 
delle  al  padre.  (ì) 

UMILEMK.NTK.  / '.   UMILME>TE. 

UMILIACA.  Frutto  dell'  umiliaco.  Lat. 
malum  armeniacum  .  M.  Aldobr.  P.  i\ . 
8.  Dt'e  mangiare  zucche,  melloni,  luutic, 
uniiliache,  mele  di  state  a  digiuno  ec.  /'.' 
l38-  Umiliache  sono  picciole  pesrhctte,  e 
sono  fredde  e  umide  nel  secondo  grado. 

UMILIACO  .  Meliaco.  Lat.  armenia- 
cus,  nialus  arnieniaia.  Cr.  5.  21.  3.  Ed 
in  se  riccie  il  mandorlo,  e  otlimamente 
il  pesco  e  r  uniiliaco,  e  secondo  alcuni  il 
melo  . 

•f  ^-^  UMILIAMENTO.  Umiliazione. 
Sommessione .  Segncr.  Parr.  insti:  4-  1- 
Que\lii  pciitiiDcnto  i>ra  detto  ,  e  questo 
untiliamriito  riconducono  tosto  l'anima  a 
(juel   sentiero   ec.   fi'} 

*  UMILIANTE.  Che  umilia.  Salvia. 
Pros.  Tose.  1.  4''^-  Certamente  strana 
avventura  sì  i;  questa  ,  e  non  poco  uinì- 
lianlc.   (*) 

UMILIANZÀ.  y.  A.  Umiltà,  hml.hu- 
militas.  Gr.  raTlivoppofluv»:.  Pim.  ani. 
Dant.  Maian.  73.  Se  non  discende  il  mo- 
stro gran  paraggi»  Alquanto  ver  la  mìa 
umilianzd  . 

UMILIAHE.  Fair  umile,  Pinluszar 
l'oigcglio,  Atdiassare,  Morli^Citre,  l.at. 
deprimeit ,  compesxert.  Gr.  9^9ri'>ìiiv. 
Petr.  cani.  38-  3.  Ilo  riprovalo  umiliai 
quell'  alma  .  Pass.  76.  Se  non  fosse  il 
giudicio  por  umiliar   la    sua  superbia  .    E 


U  )I  I 

a3o.  Volendo  Dio  umiliare  la  sua  super* 
bia, 

§.  I.  Per  meta/,  vale  .Vitigare ,  Ad- 
dolcire .  Lat.  mollire.  Gr.  e//i.a)arT«i». 
Pocc.  Vit.  Dant .  2^5.  Parve  loro  che 
con  parole  d'  allo  suono  essa  fusse  da 
umiliare ,  e  alle  loro  necessiti  rendere 
propizia.  Pallad,  Settemb.  \\.  Vuoisi 
mischiare  una  libbra  di  cera  tra  le  ven- 
ti ,  o  trenta  di  pece,  perocché  umilia  la 
pece,  e  non  si  schianta  poi  al  tempo  del 
freddo  icioè  ,  rammorbidisce  ) .  #  G.  V. 
10.  106.  La  moglie  che  fu  di  Caslruccio 
p<T  umiliarlo  (il  Bai-ero  )  contro  a' fi- 
gliuoli »i  vi-nne  in  Fisa,  e  dooogli  il  va- 
ìore  di  dodici  mila  6orìni  d*  oro.  (CPj 

*  %.  II.  Per  Sottoporre.  Segner.  Mann. 
Mari .  25.  5.  Perchè  noi  fossimo  capaci 
della  natura  divina  ,  egli  ha  urailiata  la 
divina   all'umana.   (ì) 

S-  III.  In  signi/ic.  neutr.  pass,  vaie 
Divenire  umile  ,  Abbassarsi,  Concepire 
basso  sentimento  di  se  medesimo  .  Lat. 
se  humiliare.  Gr.  raTTsivoy^ovet».  Petr. 
canz  4-  4'  ^^^  *'  '^"''  *'  ooailiuse  aspro  e 
feroce.  Dant.  Par.  7.  Se  'l  Figliuol  di 
Dio  Non  fosse  umiliato  ad  incarnarsi  ■ 
Pass.  i(i5.  K  ciò  fa  il  peccatore  ,  umi- 
liandosi a'  pie  del  prete  .  $  Brun.  Lat. 
Cai.  12.  E  se  *1  tuo  padre  e  la  tua  ma- 
dre li  temessero  e  inodìassero ,  e  non 
ti  potessi  umiliare  per  alcuna  ragio- 
ne, credo  io,  che  tu  li  partiresti  da 
loro.   (Cj 

*  §.  IV.  Per  Dar  segni  di  profondo 
ossequio.  Prosternarsi.  Mil.  M.  Poi,  7. 
Giunsero  alla  gran  città  ov*  era  d  Gran 
Cane,  andarono  al  mastro  palaaao,  OT*t'glt 
era  con  molli  baroni  ,  e  inginoccbiaronsì 
dinanzi  da  lui,  cioè  al  Gran  Cane,  e  molto 
si  umiliarono.  (C)  Segner.    Pred.  Pai.  jip. 

1.  12.  Vollero  più  tosto  calunniare  la  vir- 
tù sovrumana  del  Redentore,  che  umiliar- 
sele. (TC) 

't  «  UMII  lATIVQ.  Add.  Atto  ad 
umiliare  .  Uden.  .YiJ.  3.  3.  Con  pATole 
umihative  del  merito  suo  ,  e  volte  a  glo- 
ria del  Re ,  ec.  (A t 

UMILIATO.'  Add.  da  Umiliare.  Lai 
humilitate  depressus.  Gr.  TaTTCtvwàsi'i. 
Mor.  S.  ti  reg.  9.  28.  Iddio  non  dispre- 
gia il  cuore  contrito  e  umiliato  .  Buon, 
l-'ier.  3.  2.  8.  Si  quando  delinquenti  umi- 
liati Fan  l'ammenda  del  falbi.  Ped.  Ditir. 
7.  Allor  \(*drollo  umiliato,  e  in  dono  Offe- 
rirmi devoto  Dì  Posilinpo  e  d*  Ischia  il 
nohii  greco. 

t  S-  P'f  meta/.  Ovid.  IHst.  4&.  Ab- 
bia buono  e  dolce  vento  ,  navicando  per 
gli  umiliali  mari  f  (7  testo  lat.  ha:  pacat.i 
acquora  ). 

t  UMILIAZIONE.  L'  umiliarsi, o  L' 
essere  unuliatoj  ed  anche  lo  Stato  d'una 
persona  umiliata,  mortificata.  Lat.  hit- 
militas.  Gr.  Ta^eivoppos j'v;.  Maestruzi. 

2.  7.  .3.  Ma  se  fa  questo  per  la  macera- 
zione della  carne,  o  per  uiiiilì.izione  dello 
spirilo,  è  viitù  dì  tcmperania.  Pass.  Z^S. 
L'  uitiiliatitine  si  h  \ia  all'  umilia  ,  come 
la  pazienza  alla  pace.  Mar.  S.  t^reg.  EgU 
si  Satolla  molto  della  roiiTersiooe  de'pec* 
calori  ,  e  della  uuiiliaiion  tiri  superbi  . 
Coli.  SS.  Pad.  Se  lo  spirilo  della  gola  . 
|H>irhr  tosse  vinto,  ti  cominciasse  a  lusin* 
gare  con   sua  umdiazione. 

#  §.  Umiliamone ,  dicesi  anche  per 
lo  più  ili  plurale,  degli  Atti  ,  «  delle  pa- 
role soverchiamente  rispettose,  di  cui  al' 
tri  fa  uso  per  ottenere  checchestia  dm  al- 
cuno, o  per  placare  la  sua  indegnatiome, 
o  simile.  Segner.  Parr.  imstr.  4-  a.  Può 
inlcrveinre  che  voi  non  solo  abbiale  erralo 
nel  6n><,  ma  ancora  ,nr' mezzi,  procurando 
il  benefirìo  per  via  d*  inlcrcrasione,  e  ta- 
lora anche  d'  umiliazioni  •  di  villk  ,  dis- 
dicevoli   a  un  sacerdote.    (Cj 


V  M  I 


Cnnliarsi,    liUfio'S,  .     IH-     S.S.     P"' 
,    8q    Se  >u«sl.    trovare   pace   la   .lucslo 
L!5o  0  neir°.U,o.  in  ugm   COS.  l   u,n,. 

UMILISSIMAMENTE,  ó'-per/.  A  U- 
JumtnU  lai-  hunnll.me.  Gr.  TaTS.vo- 
^'-Tt--  .»■  ,;,r.  9.  Con>e  lece  S.U.0 
Slefjno,  quanau  lu  niorlorcualo,  che  u- 
„iUs»m.meu.e  preso  per   coloro  che  lo 

Jenle  rende  gra.ie  agli  Id-1";   <  "'••  '";^ 

"68.  Scn»  più  dille  ,  umdusiinamente 

me  le  raccomando. 

5  «MILISSIMO.   i"pe''-  d'Umile. 

Lai.  A«m.7/mmc.  Gr.  7-=';'' ''''y / 
«Off  e  !t  r  2-  K""  solamente  in  fio- 
f.n.\o  voltare  e  in  prosa  »cr.l.e  per  me 
"no,  e  se°o«  titolo,  ma  ancora  m  .si  lo 
filassimo  e  r,n,esso  quanto  .1  pm  s.  pos- 

""%  e.  Talora  si  usa  in  termine  d,  ce- 
rimoniale sopra  (alto  nella  chiusa  delle 
leTteT-Bocc.  no..  26.  23.  Sono  dispo- 
sto ec.  ad    esser  vostro  umilissimo  seiv. 

''"mIUT^MJMIUTADE,^  mllLlTA- 
TE.   Cmilti.  Lai.  hnmihtas.  Gr.  Ta^.i- 
.«o.j.  Dani.   y-r?.   10.  Mentr   10  m.  di- 
lettava di  guardare  L'  »,"^^'-'  <'''"""',  " 
militadi,ec.   Fr.  lac.   Ti.  8.  b.   E   lui 
,0  -1  nostro  fervore   Sia  d.  vera  umil.tate 
*  Saheree.   pag.    55.    (Livorno    1799) 
Con    la    tua    umilitade  vincesti    la    morie 
della  superbia,  e  accattasti  a  no,  vita   d. 
oratia,    ec.    Jntr.    l,rl.    pag.   49-  ^''^ 
JgjO  )  La  umililU    i  virtù  .per  la  quale 
1'  u„m  porta  vile  al.ilo  ,  e  '1  ben  che  fa 
nasconde,  acciò  che    non    appaia  di  luo- 

"■  (mILLIMO  .  r  L.  Add.  Umilissi- 
mo. Lat.  humillimus.  Gr.  TaTceivoTKTo;. 
filler.  40.  Ma  Tergognoso  con  atU  umil- 
limi  .  sTnta  voce  ec.  .  dell'  abbandonata 
ni^ilia  cercava  perdono.  ^...^t, 

*  CMILMERTE,  e  UMILEMENTE. 
yl^icrh.  Bassamente.   Tescd.-;.   2.  Sedia 
Teseo  coeli   adunati  regi  Baldanzoso  nel 
leilio  emmenle,  Col    quale    insieme    gli 
baroni  egregi  Furo  .  ma  alquanto  pio  u- 
milemente,    E    lutti    gli    altri    popoli    e 
coUeti    «ci   pian    sedetton    intenliv.imen- 
ìe.    (Bl   Car.   Eneid .  4.  SSg.Terra  terra 
sen  >a'tra  rive   e   scogli   UmUroente  vo- 
lando. 131)  .       „ 
:»  %.  I.  Per  Sommessamente,  A  voie 
bassa  ,  Sotto  voce.  Bocc.  g.  2.  n.  5.  Al- 
cuni dei  vicini ,  che  meglio  conoscevano 
la  c-ndiiion   di   colui  (  di   Buttafuoco)  , 
nm.lmenle   parlando  ad  Andreuccio,  dis- 
sero :   Per  dio,  buon  uomo,  vaUi  con  Dio, 
non    volere    stanotte    essere   ucciso  costi  J 
vattene  per  lo  tuo  migliore.  {Mi 

S  II.  l'aie  più  spesso  Con  umiltà  . 
Lat.  hum,luer,  demisse.  Gr.  Ta^eivw;. 
Jlocc.  no,:  ò!i.  1.  La  quale  umilmente 
incominciò  .  li  no,:  85.  22.  Bicolto  .1 
cappuccio  suo,  e  levatosi,  comincio  umil- 
mente a  pregar  la  moglie,  che  non  gri- 
dasse     O.    I  .   II      3-   20-    Se    per    tanto 


U  Jl  I 

reputa  da  meno   d,  quello  che  e;  0  per 

la  anale  reprime  1  movimenti  del  suo  or- 

»off/,o.  Lai.  hunulilas.  Gr.  TaT«.voyfO- 

11^,    Ta:7S.'v«5.;  ■    I-sp.Pat.    ^os,r. 

23    Umilti  è  quella  virtù  che  fa  1  uomo 

sé  medesimo   spregiare    e    tenere    a    vile 

nuand-  elli  si  conosce  veracemente.  /  ass. 

V    La    vera    umilti  è  .  che  1' uomo    s. 

stimi  essere  nulla.   E  appresso:   L  umiltà 

i  uno  spregio    della    propria    «ce  lei,  a 

fior.    1  irt.  A.   M.  Umdta,  secondo  Oii- 

gene,  si  è  raffrenar  1'  altezza  dell    a,i,mo. 

Com.  l'miltade,  secondo  che  descrive  A- 

conino,  t  una  volontaria  inclinazione  d 

mente    Cavale.   Vrutt.  l„.g.  E  pe,;o  di,-e 

santo  Agostino,  che  più  piace  a  Dio  l  u- 


n  M  o 


1751 


ulta  nelle    male   opere, 


che  la 


mi  rin.iio!cerele  uniilnienle  .  che  p< 
voNti;  peccati  voi  incorreste  nelli  predetti 
danni  .  ec.  Pani.  Pnrg.  9.  Chiedi  IJmi- 
Icmente  .  che  '1  serr.inic  scioglia  .  ,/  etr. 
son.  211.  lo  larlveggio  starsi  umiUmen- 
le  .  Ioli:,  si.  1.  43.  Lo  innanellato  crin 
dell'  aurea  lesta  Scende  in  la  fronte  umil- 
mente superba. 

*  S  IH.  /  ale  anche  Pi  bassa  condì - 
cKWte.  Àr.  Fur.  6.  68.  Due  giovani,  che 
ai  nesli  ed  al  vestire  Non  eran  da  sii- 
mar' nate  umilmente,  Kè  da  pastor  nu- 
irite   con  disaui  ,    Ma    fra    delizie  di  rcal 

'"+°5'  UMILTÀ'.  UMlLTADE,eIIM)L 

TATE      l'rlù    fer  la    nuale  I'  uomo    s 


nelle  buone.  Coli.  SS.  Pad.  Con  tutto 
sforzo  SI  dee  acquisUio  .  ben  della  d. 
screzione  colla  virtù  dell  umjta  .  Petr. 
,on.  4.  Tanto  sovr'  ogni  stato  Unidtate 
esaltar  sempre  gli  piacque  .  E  canz.  4^. 
Alla  umillade  in  se  stessa  raccolta. 
Bocc.  no.:  55.  4.  E  tanto  più  quanto 
con  maggiore  umilt'a ,  maestro  degli  altri 
in  ciò  avendo  ,  qucUa  acquisto  ,  sempre 
riButando  d'esser  chi,imato  maestro. 

*  §  Per  Sottomissione  ,  Bispelio  . 
„  Petr  canz.  4.  6.  Ma  talora  umilt'a  spe- 
gne disdegno  .  Talor  1'  infiamma  .  Vani, 
"l^ar.  7.  Per  non  potere  ir  giuso  ,  Con 
umiliate  obbediendo  poi  -.  (A) 

m\OY.kCC\0  .  Peggiorai,  d  Lniore. 
*  Mail.  Franz.  r,m.  3.  91^  Che  le 
lante  viv.inde  e  crude  e  cotte,  E  I.  lan U 
Bascon,  fiaschi  e  fiaschett.  Di  vm  spdlati 
da  diverse  botte  ,  Producono  umoracci  e 
tristi  effetti.  Jllegr.  pag.  179.  f^""'f: 
damo  1754)  E  poi  rivolto  a  vecchi  del 
paese  ,  Mostro  negli  umoracci  la  cagione 
Che  lo  faceva  andar  mal  in  arnese  .  (I>J 
Segner.  Mann.  Xovenib.  10.  2.  Cacca  1 
cattivi  umoracci;  pruova  a  stare  un  poco 
digiuno.  ., 

*  UMORALE-,  ^dd.  Di  umore  ,  At- 
tenente ad  umore.  Red.  Cons  I.  204.  11 
male  di  questo  signore  non  e  presente- 
mente un  male  umorale,  ma  ec.  i  279 
Raccolto  nello  scroto,  nasce  1' ernia  umo 
rale  dello  scroto  ^f<;"i  aggiunto  d  una 
sorla  di  ernia  ).  (*) 

"+  :■.:  CMOBAZZO  Peggiorai,  d  C- 
nioÀ.  dar.  Idrop.  3.  6.  Avvertile,  che 
non  bisogna  per  niente  muoverla  da  quel 
luogo  ,  dove  ella  e  .  signor  no  ;  percoc 
che  quegli  umorazzi  son  tanto  fieri,  che 
tutti  si  metlerebbono  in  moto ,  e  la  po- 
Irebbono  soB'ocare.  (A) 

<f  UMORE,  e  OMORE.   Materia  umi- 
da ,  liquida.  Lat.  hiimnr.   Gr.  j/pozfli. 
Bocc.    no,:   60.    20.    1    benedetti   carbom 
spenti  dall'  omor  di  quel   sanassimo  cor- 
po .    Lab.    5l.   Mugnemi    si   e    con    tanta 
fona  ogni  umor  da  dosso  ,  che  a   ninno 
carbone  .  a  ninna  pietra  divenuta  calcina 
mai  nelle  vostre    lu,  naci  non  fu  cosi  dal 
fuoco  vostro  munto.   Cr.   I.  8.  4- H  g'""» 
co  sottile,  il  sal.gastio  ec,  e  molte  altre 
cose,  che  di  molto  acquoso  umore  si  ge- 
nerano .    /•;  2.  27.    1.    Che  -1  campo  sia 
aperto,  e  che  l'umor  delle  piove  ne  scor- 
ra fuori.  Pont.  Inf.   3o.  Che  s'i  bose.e, 
I  e  umor  m.  rinfarcia.   Tu   hai  1   arsura,  e 
I  •!  capo  che  U  duole  .  leir.  eanz.  49.  9- 
Medusa  e  I'  error    mio    m'   han  fatto   un 
sasso  D'  umor  vano  sliHante. 

.--  §  1  Cmore,  si  dice  a  qualunque 
suJianza  fluida  che  si  troia  m  un  cor- 
no  organizzato,  e  scorra  pe  suo,  canali, 
l'ass  roS.  Quando  soperchia  nel  colpo 
quello  umore  che  si  cbi.,ma  tteinma ,  la 
quale  i  fredda  ,  e  um.da  come  1  acqua  , 
i  sogni  sono  coirespondenti  a  queUa  qua._ 
lil'a  /;  appresso  .-  Quando  ,1  sangue,  eh 
e  caldo  e  umido  come  1'  aria  ,  ed  omore 
dolce,  avanza  gì,  alui  umori  :  sono  1  so- 


gni giocondi,  i:  appresso:  (ìix^txAo  queUo 
omore,  che  si  chiama  mcla„.on,a,  sopra. 
sta  agli  allri  ec.  ,  e  quando  gli  omor.  sono 
isleinperati  e  rimescolali  insieme,  fanno  . 
sogni  gravi,  noiosi,  e  paurosi.  J-ah.  Ilij. 
.^ascondono  gli  oriib.l.  strumenti.  1  quab 
a  lor  via  i  loro  superflui  umori  adopera- 
no. Cr.  9.  14  >■  A'<^""»  "■';'"'  '■'"■"'•  ' 
modo  d'acqua,  gocciolare  gli  umor,  per 
le  nari  .  e  allora   s'  appella   vermo   vola- 

tivo  .  .       i-      rr  ■ 

*  g.  11.  Talora  si  dice  degli  Lmori 
del  corpo  dell'  animale  che  si  credono  xi- 
■iosi  I  olg.  .Vess.  Porta  manifesto  frullo 
"allo  umore  pituitoso  dello  stomaco.  ..  Fir. 
A,  3ll.  Solleviiudogli  III  dolore)  gli  u- 
moti  malinconici,  egli  cadde  in  una  gran- 
dissima malattia  Ambi:  Bern.  5.  2.  lo  non 
so  se  costui  s'è  pazzo,  osella  Bevuto  trop- 
po o  -li  umor  inaline oni.i  Gli  d.inno  noia  ». 
Ked  Coiis.-i.  l35.  Sino^erano  paiimen- 
le  i  medicamcuti  diaforetici,  i  medicainenli 
addolcitivi  r  acrimonia,  e  la  mordacità  de- 
■li  umori.  Valm.  3.  20.  Clie  siacche  que- 
sto mal  p..r  che  cagioni  Stemperamento 
forte,  umor  piccante;  Per  temperarlo,  re- 
cipe .n  bocconi  ,  Colla  ,  gomma  ,  mei  , 
chiara  e  diagrante.  (C)  , 

t  S     111.    Umore,  si  dice  altresì  Jign- 
ralam.  la   Disposizione  naturale    0  acci- 
dentale  del   temperamento  .  e  dello  spiri- 
lo: il   Genio,  r  Inclinazione.   Lai.  mens , 
iiigenium,  consilium.  Gr.  vovj.  Fac.  Day. 
Ann.   l3.   l63.   Nerone  ,  non  aveva  umo- 
re di  lasciarsi  governare  a  schiavi:e  Fal- 
lante con  la  sua  arrogauza  passando  la  con- 
dizione di  liberto  ,  gliera   venuto  a  lasti- 
dio.  Bern.  rim.   1.  65.   E  disse,  Be,n,o, 
fa'  pur  dell'aaguille.  Che  quest    e  ,1  pro- 
prio"^ umor,  dofe  tu  pecchi.  Maini.  5.  55. 
Però    se   in  questo  mentre  umor  non  va- 
ria ,  Domani  al  far  del  di  facciami  rnotlo. 
*   R     IV.    Umore,  si  prende  anche  per 
Fantasia,   Pensi-ro  ,    Capriccio  .    ilalm 
l     10.   Ond'  e,  che    in    lesta    quell    umor 
si  è  fitto.  Che  r  uom  si  crocchi  pur  giu- 
sta sua  possa.  Senza  picchiar  ne  altro,  gm 
sconfitto  L'uscio  a  Bellona  manda  m  una 

scossa.  Salo.  Spia.  1.  l. -to  non  so  se 
si  stanno  in  sul  g.ande  o  se  pure  egli 
al,biano  in  testa  qualch   altro  umore.  (U 

J  9    V    Umore  malinconico,  vale  ren- 
siero"' stravagante  generato    da    mal.nco- 

"'s  \I  Bell' umore,  dicesi  d' Uomo/a- 
cefo,  allegro,  o  piacevole.  Buon.  Fier.  2. 
4.  20.  Questo,  siccome  tal.  altri  epigrani- 
mi,  Fu  latto  notte  tempo  Da  qualche  bel- 
l'umor cclatamente.  -.=  Malm.  I-  &»•  t 
perchè  questo  è. ire  de' beli' umor,.  Per 

dimostrar  quanto  gli  piaccia  d  bere  ,  Ha 
per    impresa    un    lanzo    a    due    brachel- 

''"'  8% li.  Fare  il  helC  umore,  si  dice 
dell-  Essere  Jaslidioso,  stravagante  vio- 
Unlo.  Malm.  10.  18  E  J-^Jf"";  'V, 
un   po'  a  niente  -Nel  far  con  Calagrdlo  il 

beli'  umore.  ,      rì^^ 

V    vili      Par   n. ir  umore,  vale  Dar 

ne^gen.o.\..p>:^ere      x^ir^es.^ 

^•;rm:it:.'e::di;o:ELirneii' 

umore  al  reverendo.  , 

T  IX  Dar  beccare  all'  umore.  Si  di- 
ce f.guralam.  del  Profondarsi  soverchia^ 
mente  ne'  suoi  pea.ueri  Sil^-fP'^i^l 
9.  Se  n'  andava  ec.  a  dar  bccc.ire  ali  u 

■"TuMORETTO.Z).-«^^--ì;- 

p„rvus  hiimoi:  ^■S"-',,^f;;"„„  „n.orelloT 
basta  un  cataiTO?  non   1  asta  u 

°°U^;ORIs"TA"'fle■',iL-c>^''-■ 
.i^^df  Persala  fantastica,  ed  incost^ite^ 
p  Fier  3   3.  2.  La  naturo  e  bisbetica, 

fd    anch'  ella   può  chiamarsi  umorista. 


1752 


U  M  O 


UMOROSISSIMO.  Superi,  d'  Umoro- 
so. Lth.  cur,  nialatt.  Si  lamcnUDO  delle 
viscere  umorosissime,  e  del  fegato  parti- 
rolarmrnlc  pieno  Hi  bile. 

fUMOHUSITA',  UMOROSITADE,  e 
UMOftOòITAlE.  Qualità  ,  o  Stato  di 
ciò  che  è  umoroso.  Lat.  humittitm.  Gr.  to' 
uypo'v.  Cr.  6.  76.  4-  Ancora  la  mastichi 
Io 'n fermo  (la  menta),  e  tran^hiutta  Tu- 
morosità. 

UMOROSO.  AiU.  Che  ha  umore,  U- 
miào.  Lat.  humidu.t .  Gr.  ùypo'^.  Cr.  2. 
i3.  l6-  Fulte  le  dette  cose  umorose,  più 
largamente  si  risolvono  nelle  parli  di  $o- 
pra.  /:.  2.  23.  2^.  Il  legno,  e  la  rorlec- 
ii,i  [  cr  liencficio  della  terra,  che*  vi  s'ac- 
costa ,  umoroso  dìveota.  fini.  Vurg.  18. 
2-  Dicono  li  savii,  che  le  cure  delle  sol 
Iccitudint  riscaldano  lo  cclcltro  ,  e  fanno 
resoluzione  umorosa  ,  per  la  quale  viene 
lo  sonno,  si  veramente  (he  la  rali-faxione 
non  sia  troppa  ,  imperocché  allora  dissec- 
cherebbe lo  celebro,  e  non  potrebbe  dor- 
mire . 

*  UMOnUCCIACCIO  .  Dim.  e  Peg- 
giorai, di  Umore.  Un  piccolo  umore  cat- 
tivo. Red.  I.ett.  Tor  via  il  residuo  di  qual- 
che umorucciaccìo  acido  ed  amaro.  (j4) 

#  UMULO.  Sorta  di  pianta  .talx-ntica, 
detta  altrimenti  Fitvistico.  Cr.  6.  57.  I. 
L'  umulo  ,  cioè  ruvìstiro  ,  ovvero  liverti- 
zio,  lo  quale  fa  Bori  ,  i  quali  per  la  loro 
secchezza  si  conservano  luoghissimamentc 
in  loro  virtulc.  (*) 

U  N 

UNA.  V.  L.  Avverh.  in  uno.  In  con- 
cordia ,  Insieme  .  Lat.  una  .  Gr.  ojtioù  . 
Bicord.  Malesp.  l52.  I  mercatanti,  per 
onore  del  Comune,  una  col  popolo  e  col 
Comune  urdinaiono  che  si  facesse  mone- 
ta d'oro,  che  prima  batleaoo  moneta  d* 
argento  di  danari  dodici  1*  uno.  (',.  ì  .  \. 
!\\.  I.  I  Fiorentini  erano  sudditi,  e  una 
co' Romani.  /■,*  {^.  6.  1.  Acciocché  i  Fie- 
sulani  venuti  in  Firenze  Tossono  con  più 
fede  e   anime  una  co'  Fiorentini. 

UNAMMAME.NTE.  Jivcrh.  D'un  a- 
nimo  ,  i'oncordf'volinente  .  I.at.  unanimi- 
ter.  Or.  0  ./oru/JKco'v.  J.ih.  Op.  div.  P. 
N.   Unanimamcnlc  tutti  gridando. 

UNANIME.  Add.  Concorde.  Lat.  con- 
cors ,  unanimis.  Gr.  ìv'yywvn?,  Ojt.i'^-j- 
fXOi-  *  Oinet.  .V.  Creg.  2.  2^7.  Tu  uo- 
mo unanime  mia  guida  e  mio  domestico, 
il  quale  ce.  (i\j  Col.  Sist.  429.  In  que- 
sto con^iugninicnlo,  e,  per  così  dire,  una* 
nimc  cospirazione,  i  llussi  saranno  grandi. 
Salvia.  Disc.  1.  220.  Pare\a  strano  a  san- 
to Agostino,  che  un  s<dti  uomo  ec,  rioè 
san  Girolamo,  non  avesse  a  deferire  in- 
sieme con  tutta  la  Chiesa  ^reca  e  Ialina  . 
che  solo  della  versione  de'Sellanta  servi- 
vasi,  al  giudizio  e  unanime  consentimculu 
di  quelli. 

i^  UNAMMEMF..%TE  .  /.o  stesso  che 
Unanimamcntc.  I.at-  unanimiter.  Cr.  OfiQ- 
Sl^fj.'ji$OV  ■  Salvia  .  Pi.tc.  a.  335.  l'u  in 
};rande  apprensione  Socrate,  da  tutta  Tan- 
lichil^  unanimemente  prr  uomo  sapien- 
lissimo  riputalo,  »l!firachè  ce.  (*) 

•|  *  UNAMMITA'.  Concordia,  Con- 
tento, UniJ'ftrmitn  d'opinioni.  Convenienza 
di  volanti).  Segner.  tncr.  2.  ig  4*  '*""' 
de  può  inai  derivare  perù  una  tale  una- 
nimità ne*  Dottori  sacri,  se  non  che  dal- 
l' essere  d*  ogni  tempo  animala  la  vera 
Chiesa  da  un  medesimo  spirito  di  »a|<ien- 
za  .  ee.  (.4) 

UNCICARE.  Propriamente  Pigliar  con 
uncico  ,  Craiiiite  ,  Aggmncire,  Lat.  ar- 
ripere  . 

g.  Uncicnre,  per  Torre,  0  RuUnre  vio- 
lentemente .  Lai.  rnpere.  Gr.  er^sna^iiv. 
l.iv     M.  Mentre   eh'  elli  tencano  il  con- 


U  N  C 

siglio ,  i  cavalieri  uncicaro  ,  e  arrapparo 
la  preda. 

UWCICO.  V.  .4.  Uncino.  Lai.  uncus. 
Gr.   xyfA'STfOv. 

g.  Dar  d*  uncico ,  vale  Uncicart-  Lai. 
arripere  .  Gr.  Tipo-sap^tol^^siv  .  l'arane  . 
Sacch.  nov.  i3o.  Essendo  una  sua  gatta 
sotto  il  deschetto  ,  come  sempre  stanno  , 
ebbe  veduta  la  masserizia  di  Berto  penzi- 
gltare  tra  li  pie  del  deschetto;  e  avtisan- 
dosi  forsi  quella  essere  un  topo  ,  avven- 
tai!,  e  d'agli  d' uncico.  /^^  più  sotto:  La 
gatta,  che  era  afTamala,  sentendo  1*  odore 
de'  lordi,  lascia  i  ralonari,  e  dà  d'uacico 
a*  tordi.  /-^  nov.  186.  L'uno  dà  d' uncico 
all'oca,  e  l'altro  il   (iene  driclo. 

UNCINARE.  Pigliar  con  un  uncino.  Lat. 
capere  itnro  .  Gr.  à.y/.ii'zpu  )au.6avitv  . 
Dant.  Inf.  23.  Mal  conlava  la  bisogna  Co- 
lui che  i  peccator  di  là  uncina. 

*  §.  IC  figurntam.  Spogliare,  Rubare. 
Ar.  sai.  5.  E  non  aver  chi  dopo  se  lor 
mostri  La  via  del  bene  ,  o  non  le  fraudi 
e  uncini.  (P) 

UNCINATO.  Add.da  Uacinarej  Adun- 
co, Che  è  a  guisa  d'  uncino.  Lai.  uncus, 
adunciis.  Gr.  /au7Tu)iO^.  ^  SaUin,  t'neid. 
lih.  6.  E  con  rostro  uncinato  un  avvol(i>io 
Sterminato  beccando  1'  immortale  Fegato 
ec.  fC  Geor.  lib.  2.  Il  terreno  medesimo 
abbastanza  Quando  dall'  uncinato  dente 
schiudesi  L'  umido  somministra.  (F^ 

UNCINELLO.  Uncinello,  /.or.  Med. 
canz.  l\!\.  3.  Eli*  avea  più  uncinelli.  Che 
non   è  punte  in  un  pruno- 

U.\CINETTO.  Dim.  di  Uncino.  Bed. 
Ins.  i5o.  Sotto  questi  corni  stanno  due 
uncinetti  ,   o  rampini  neri. 

t  UNCIN'O  .  Strumento  per  lo  più  di 
ferro,  adunco,  e  aguzzo.  Lat.  uncus.  Gr. 
ayztTTpcv.  /foce.  leti.  Pia.  Ross.  273. 
Ficcarsi  sotto  '1  mento  uno  uncino,  e  nu- 
«lo  per  lo  loto  vituperosamente  convolgrrsi. 
Dani.  Inf.  21.  Non  altrimenti  i  cuochi  a' 
lor  vassalli  Fanno  alluffare  in  mezzo  la 
caldaia  La  carne  con  gli  uncin,  perchè  non 
galli  .  Cr.  5.  1.  2'\.  Si  prenda  una  for- 
te pertica,  non  mollo  lunga,  con  un  un- 
cino di  ferro  da  ciascuna  parte  ben  fer- 
mato ec,  e  posìonsi  ancora  con  es!.o  un- 
cino tirare  a  se  i  rami;  e  poithè  saran 
tirali,  si  possono  io  alcuna  pai  le  fermare 
con  P  uncino  dall'  altro  capo.  Ott.  Com. 
Inf.  22.  .3p2.  Il  baraltiere  a  ogni  cane- 
stio  hae  appaiccrhiuto  suo  uncino  ,  e  a 
ogni  parola  sua  iispo.sla  .  Rem.  Ori.  \. 
8.  26.  Quella  catena  ha  da  capo  un  un- 
cino . 

•"?  § .  I .  Per  meta/,  vaie  Occasione , 
Presa,  /appicco,  o  simile.  Cax.  iett.  84. 
E  que»lo  fu  in  parte  che  si  ritenne,  e  1' 
altro  uucino  fu  1'  avarizia  tua  del  giuo- 
co.   (C) 

*  §.  II.  Attaccar  P  uncino,  vale  Tro- 
var pretesto,  tagione ,  o  simile,  l'it.  S. 
(Ho.  Itali.  2'>8.  E  slavano  ,  e  ponevano 
niente  ,  se  vedessono  in  lui  ninno  [becca- 
lo, che  vi  polessono  attaccare  il  loro  un- 
cino, per  poterlo  menare  più  ischernevoK 
mente,  facendo  bette   di  lui.   (R) 

g.  111.  Attaccare  P  uncino,  in  gergo  , 
per  Congiugnersi  carnalmente  .  Lat.  coi- 
re .  Gr.  //t'oyiaded  .  Rocc.  nov.  ^o.  a.^ 
Volle  una  volta  attaccare  1*  uncino  alla 
criilìanrtla . 

§.  IV.  ^/ani  a  uncini,  si  dicono  Quelle 
de*  ladri  .  frane.  Sacch.  rim.  48.  Mani 
a  uncini  ,  e  ferri  fatti  a  rampo  .  /■.'  ncv. 
221  ('hi  ha  fatto  Ir  niaiir  a  uncini,  e 
vutdr  vivere  di  ratio,  ognora  pensa  come 
possa   nrraflìare. 

•f  UNCINUTO.  Add.  Uncinalo.  Lai. 
nduncus.  Gr.  rfotuTrJ)»;.  /Vi'fc.  pag.  i.li). 
(t'ir.  181^)  Questo  gallo  ha  denlro  una 
tra%e  ,  dose  si  niellr  un  ferro  unnnuio  , 
il  quale  e  falce  chiamalo,    i'ranc.   Saah 


U  N  C 

nov.  q8.  Cava  fuori  l'aguto  uncinnto ,  e 
lo  fodero  delb  cappellina. 

g.  Per  metaf.  \ale  Rapace  ,  Ladro  . 
Lat.  rapar,  Gr.  ctiTTa/eoi-  Arrigh.  70. 
Più  utile  mi  sarebbe  uno  servo,  che  uno 
uncinuto  castaido.  /'.'  71.  Né  quello  che 
l'aperta  mano  diede,  1*  uncinuta  rattrag- 
ga.  filli,  inf.  21.  I.  Sono  siati  colle  mani 
uncinute  a  tirare  a  sé. 

•f  *  UNDAZIONE.  Da  Onda,  per 
lo  scamliiamento  dell*  O  in  U.  Ondeggia- 
meli lo.  Pirg.  /''neid.  /iccad.  e.  I .  Co- 
minciano a  tempestare,  e  a  «oliere  le  ac- 
que, e  a  fare  la  grande  undaziooe.  (A) 

^.:  U.NDE.  V.  !..  ed  ,-/.  Avverò.  On 
de.  /■>.  i.uitl.  I.eil.  1.  1.  Vo>lra  richic* 
sta  è  da  pi  egiare,  pensando  uode  si  muo* 
ve.  Rtni .  ani.  /■'.  H.  Inceri,  son.  19. 
Und'  ho  temenza  non  perda  la  vera  Sem- 
piternai luniera.  Cavale.  Med.  cuor.  IO- 
Undc  reggiamo  che  l' uomo  irato  pub- 
blicamente bestemmia  e  maledice  Dio . 
Dial.  S.  Creg.  i.  4*  Uode  incontanente 
umilialo  se  gli  gettò  inginocchioui  innan- 
zi, (ì) 

UNDECIMO  .  Add.  Kome  numerate 
ordinativo  ,  che  comprende  undici  unità. 
Lai  undecimus  ■  Gr.  ivoe'/aTO;.  0.  P". 
II.  ///.  Qui  comincia  il  libro  undecimo. 
Pelr.  son.  48.  Or  volge.  Signor  mio,  l' 
undecim'  anno,  Ch'  i'  fui  sommerso  al  di- 
spietato  giogo.  Pass.  122.  Quali  sieoo 
quelli  peccali  che  si  riservano  a'Vescovi, 
si  diniosLra  in  una  decretale  di  papa  Be- 
nedetto  undL-cinio. 

UNDICESIMO.  Undecimo.  Lai.  undc- 
cimnt.  Gr.  ivòztVTO^  Fr.  Giord.  Preti. 
R.  Fanciullo  che  era  nell'undicesimo  anno 
della  sua  età. 

f  U.NDICI.  Mome  numerale,  che  con- 
tiene  uno  sopra  una  decina  .  Lat-  unde- 
cim .  Gr.  evoj/a  .  Oli.  Com  Purg.  6. 
74-  Se  io  non  avessi  chiamato  undici  , 
non  avcFcì  io  perduto  .  Rocc.  nov.  16. 
3t?.  Una  sua  1  ella  figliuolelta,  d'  età  d'un- 
dici anni  ec,  con  una  gran  dote  gli  di* 
per  moglie. 

UNDUNQUE  .  P.  A.  Avvtrh.  Ovun- 
que .  Lai.  uhicumque  .  Gr.  navTa);oiì . 
/Ilherl.  2.  35.  Sopra  '1  quaito  articolo 
col'a,  ove  dissi  :  là  undunqne  sia  ingene- 
rala ,  dei  sapere  che  ingenerata  fu  ■  te 
la  'ngiuria. 

UNGERE.   /  .  UGNERE. 

U.NGHKi:0.  Scria  di  moneta.  .4r  i.en. 
3.  2.  D'  un  par  di  buoi  ,  per  tornare  a 
proposito  ,  Parlo  ,  che  Irenla  ducati  ,  e 
lutti  ungheri  ce.    Ieri  vendei. 

t  5  UNGHIA  ,  e  UGNA  .  Particella 
cornea  che  ciiopix  il  di  sopra  dell'eslre- 
mil'i  di  ciascun  dito.  Lai.  unguis  .  Or- 
«vuf  ■  /»«><"'"■  "'-'•»■■  62.  6.  Non  fo  il  di  e 
la  notte  altro  che  filare,  tantoché  la  carne 
mi  s'  è  spiccala  dall'  unghia.  F  nnm,  1 1 . 
E  tutto  im|aslriccialo  di  non  so  che  cosa 
si  secca,  che  io  non  ne  posto  levar  coli' 
unghie.  Pelr.  son.  82.  Rode  se  dentro, 
e  i  denti  e  1*  unghie  indura.  Dani.  Inf. 
q.  Coir  unghie  ti  fnidea  ciascuna  il  pel- 
lo  .  /■"  17.  Quale  è  colui  e*  h.i  si  presso 
'1  ribreaio  Della  quartana,  e*  ha  già  Tun- 
ghia  smorte.  Ber»,  (fri.  I.  6.  o-  Ma  si 
dura  è  queir  ugna  di  serpente.  Che  dan- 
no f;lt  puu  far  pi^K-o,  o  niente.  Gal.  Sist. 
246  Lo  pìegaismui  ce.  iulamenlc  quanto 
h  un  nero  d'  ugna. 

'^  J{.  I.  Parsi  su  per  P  ungAh  eoi 
mai  teli'*,  vale  Operare  in  proprio  d^mmo; 
come  Dar.ti  tirila  scuit  sul  pie  .  .^fenz 
sai  3.  Adunque  tu  te'  il  labro  1  he  li 
dai  su  per  1'  unghie  col  martello  ,  B  li 
deformi  con  il  tuo  cinabro  T  (I  i 

g  II.  Tra  carne  e  unghia  mestmn  v» 
puns;a.    F    CAHNE.  §.  XIV. 

§!  III.  Avere  nel P  unghie,  vale  A%-erv 
in  potere,  o  in  arbitrio    O  Ar.    Fur.  a6- 


U  N  G 

^3.  Che  se  cictlcsic  aver  Ruggìer  nell' 
unghia,  Più  che  mai  lepre  il  parilo  isnel- 
lo  e  presto  f  Non  si  vorna  feniiar  tanto 
coD  lui ,  Che  l'esse  un  colpo  (lell;i  spada, 
o  dui.  (M) 

§.  IV.  Dar  nell'  unghie  ,  figttratam. 
vale  Venire  in  potere ^  Cadere  in  mano. 
Lat.  venire  in  potestatem  a/icmus  .  Gr. 
urro  Ttvt  notùsìj'xt.  Dav.  Scisrn.  21.  Ma 
s'  ei  mi  dà  oell'  unghie  ,  Io  coarorò  Leo 
io  com'  ei  merila- 

f  §.  V.  Uscir  dell' unghie,  ^gttratam. 
vale  Uscire  dalle  Jòrse ,  e  potere  altrui. 
Alam.  dir.  i^.  312.  E  &ia  pur  quanto 
vuole  oroal.i,  o  divj,  Ch'  una  non  gli 
uscirà  dell'unghie  viva. 

*  §.  VI.  Unghia,  dice.fi  anche  La 
parte  cornea  del  pie  del  cavallo  .  «  Cr. 
9.  5o.  I-  Resta  a  dire  delle  inrcrmilà 
dell'  unghia  e  de'  piedi.  /.  num,  2.  Cer- 
chisi primieramente  le  radici  di-lla  setola 
verso  '1  trullo  allato  alla  coruDa  ilei  pie, 
intra  '1  vivo  e  *1  morto  dell'  unghia  . 
jllam ,  Colt.  2.  5o-  Sian  larghissimi  i 
fianchi,  e  inauro  il  piede;  Sia  brevissima 
l'unghia  •».  (l'i 

§.  VII  Unghia,  per  similit.,  diciamo 
la  Estremiti)  delle Joglie  delle  rose,  e  vio- 
le .  Hicett.  Fior.  ^5.  In  oltre  da  alcune 
(viole)  si  leva  qualche  parte  della  foglia, 
come  delle  rose  quella  parie,  la  quale  sta 
appiccata  alta  sua  liotcia,  e  si  chiama  un- 
ghia. Quando  si  trova  nelle  ricette  rose, 
trattone  l'unghia,  s'intende  che  sia  le- 
vata via  tal   parte. 

f  ^  §.  Vili.  Unghia,  dicesi  anche 
Una  certa  macchia  bianca  ,  o  panno  a 
guisa  di  unghia  ,  che  nasce  nella  luce 
dell*  occhio.  Cr.  5.  l3.  Se  rimossa  la  cor- 
teccia della  melagrana  acetosa,  e  pestata,  e 
trattone  il  sugo,  si  cuoca  con  mele  ,  per 
modo  che  ahhia  similitudine  d'unguento, 
vale  a  rimuovere  le  unghie  degli  occhi , 
e  purifica  la  vista  da  grossi  e  viscosi  u- 
mori  .  (T) 

*  §.  IX.  ^-Z  unghia  di  cavallo,  posto 
avverbialm.  vale  A  similitudine  della  fi- 
gura  dell*  unghia  del  cavallo  .  «  Pai'. 
Colt.  l55.  Al  tralcio  che  allungar  vuoi, 
e  colla  vile  insieme  propaj;ginare,  fa  una 
tagliatura  a  unghia  dì  cavallo  quanto  più 
lunga  puoi  ••.  fC) 

•f  g.  X.  Unghia  cavai/ina^  dicesi  Una 
pianta  che  cresce  ne*  luoghi*  acquitrinosi 
e  Ja  i  fiori  gialli j  Karjaro  ,  Tussilnggi- 
ne .  Lat.  tussilago  .  Gr.  Stì^tov  .  Tes. 
Pùv.  P.  S.  cap.  8.  Quello  medesimo  fa 
la  polvere  d*  crha  deir  unghia  cavallina  . 
E  appresso  :  Sugo  di  unghia  cavallina  , 
hcvulo  per  nove  giorni  ,  caccia  la  ter- 
tana . 

*t  *  §-  ^'-  Unghia  odorata.  Sorta  di 
IS'iCchio  ,  che  non  è  altro  che  le  Blatte 
bisanzie  degli  ^ra^i,  l-at.  ungiiis  odora- 
tus.  Hicett  fior.  22.  Le  Matte  bisanzie 
degli  Arahi  sono  1*  unghie  odorale  de* 
Greci ,  le  quali  sono  una  sorta  di  nic- 
chio ,  come  si  vede  nelle  spezierte  ,  e  se 
ne  servivano,  oltre  all'uso  cJella  medicina, 
per  prorumo .   (Aj 

§.  XII.  Ugna,  si  prende  per  Menomis- 
sima  parte  di  checchessia.  Quasi  niente. 
lUion.  Fier.  3.  1.  5.  Che  la  superba  in- 
rilrosila  donna  Kou  si  piegò,  non  si  pur 
mosse  un'  ugna. 

*  Ui\GUlÀCClA.  Peggiorativo  d'  Un- 
ghia. (Al 

UNGHIATO.  Add.  Armato  d*  unghie. 
Lat.  ungulatns.  Dant.  Inf.  6  Gli  oCchi 
ha  vermigli,  e  la  barba  unta  e  atra,  E 
*]  ventre  largo,  e  unghiate  le  mani- 

*  UM.IIIfcLLA.  Term.  de'  Medici. 
Stupor  doloroso  delle  dita  ,  cagionato  da 

Jreddo  eccessivo.  (A) 

UNGHIONE.    Unghia    adunca;  Arti- 
glio. Lat-   iingitis,   (ir.  6TÌt;'.  Fav.  Esop. 
VocaboUrio   T.   II. 


U  N  G 

E  gabbavali  con  esso  i  volpicini,  facendo 
loro  far  grandi  strida  per  1*  asprexza  de' 
becchi  ,  e  unghioni.  Cr.  9.  78.  3.  E  li 
loro  unghioni  (de' cani)  sien  duri  e  pie- 
gali. Dant.  Inf.  22.  O  H  ubicante,  fa  che 
tu  gli  metti  Gli  unghioni  addosso  si.  che 
tu  Io  scuoi.  Amet.  61.  L'uno  con  taglien* 
te  unghione  ha  lanialo  il  misero  popo- 
lo :  l'altro,  con  lusingbe\ole  lingua  lec- 
cando, r  ha  munto  di  sangue.  Ar.  Fur, 
7.  57.  T'  ho  per  caverne  ed  orridi  burro- 
ni Fanciullo  avvezzo  a  strangolar  serpen- 
ti,  Pantere  e   tigri  disarmar  d'  unghioni. 

^.  Unghione  ,  per  /'  Unghia  del  caval- 
lo. Amet.  86-  Laddove  il  tuo  cavallo  con 
forte  unghione   fermalo  caverà   la  terra. 

UNGHIUTO.  Add.  Unghiato.  Lat. 
ungulatus.  ì'irg.  F.neut.  flf.  Le  mani 
uughiute  ,  e  la  bocca  per  fame  sempre 
pallida.  Amet.  9^.  Videro  quelli  ce.  con 
gli  unghiati  piedi  fieramente  combattersi. 
Bern.  Ori.  I.  l3.  l3.  E  seco  due  grifo- 
ni incatenava,  Ciascun  più  ungbiuto  ,  or- 
ribile ,  e  rapare. 

*  UlNGITORE.  Inerbai,  masc.  Che,o 
Chi  unge.  S.  Ag.  C.  P.  6.  IO.  Alcuno  è 
manigoldo;  alcuno  ungiluie,  che  con  va- 
no movimento  delle  braccia  fa  come  se 
ungesse.    (C) 

•f  UNGOLA  ,  e  UNGULA  .  Sottile 
membrana,  che  si  stende  straordinaria- 
mente .<:opra  fa  tunica  dell*  occhio.  Lat. 
unguis oculorum ,  ungula.  Gr.  ttts^'j'/ìcv, 
ovu^.  Trs,  Pov.  P.  S.  cap.  S.  ho  succo 
della  radice  del  giglio,  messovi  dentro, 
disfa  le  ungule.  /■,'  appresso  :  A  torre  Ìl 
sangue  e  l'ungula,  poni  negli  occhi  san- 
gue  d'  anguilla   viva 

'f  *  U.NGUANN ACCIO,  fo  stesso  che 
Unguanno  j  e  dicesi  da'  Contadini  per 
una  certa  graziaccia  di  parlare.  Salvin. 
Tane.  Buon.  2.  ^.  Unguannaccio  e  un- 
guanno, cioè  hoc  anno,  -z^-zzi.  Ci  appic- 
cano i  contadini  per  uu  cerio  garbo  vil- 
lano quella  coda  di  accio  peggiorativo . 
Così  dicono  a  questi  diacci,  di  tre  silla- 
be, per  voler  dire  a  questi  dì.  (A) 

't  UNGUAN.NO-  ;  .  A.  Uguanno.  Lat. 
hoc  anno.  Gr.  Taps'vxo;  i'vtxuToy-  Fir. 
nov.  7.  265.  Io  non  veggo  modo  da  ca- 
varne le  mani  di  questo  unguanno.  Cec- 
ch.  Iisalt.  Cr.  ^.  12.  Ti  toccherò  ben 
io  con  questo  leguo,  -S' io  li  sento  aprir 
bocca  unguanno  (qui  va/e  unquanco). 

UNGUENTARE.  Ungere  ccn  unguento. 

%'  I.  Figiiratam.  IJiion.  Fier.  i.  2. 
2.  Questi  è  mestier  piaggiare,  ir  loro  a' 
versi,  Osservarli,  unguentarli  di  parole. 

^  g.  II.  F.  neutr.  pass.,  vaje  Sparger- 
si d'  unguenti.  Pliit.  Adr.  (}p.  mor.  I. 
l3.  Per  non  parer  di  profumarsi  il  capo, 
ed  unguentarsi  e  lisciarsi,  non  si  lava 
giammai.    (C) 

UNGUENTARIO.  F.  L.  Che  fa  un- 
guenti odoriferi;  che  oggi  piti  comune- 
mente SI  dice  Profumiere.  Lat.  urguenta- 
ritis.  Gr.  u.upo:roj>  vj;.  Bore.  nov.  63.  5. 
Non  celle  di  frali,  ma  botteghe  di  sne- 
riali,  o  d'  unguentarii  appaiono  piuttosto 
a'  riguardanti. 

^'  §.  Ghianda  unguentaria,  dicesi  il 
frutto,  simile  a  una  nocciuola,  d*  un  al- 
bero simile  al  Tamarisco.  Bicett.  Fior. 
I-a  scorza  della  minore  siliqua  ce.  ,  di 
grandezza  simile  a  una  piccola  nocciuola 
senza  guscio,  o  più  prcslo  alla  ghianda 
unguentaria.    (A) 

^  UNGUENTATO.  Add.  da  Unguen- 
tare, Lai.  unguentatus.  Gr.  jucjllu^^hj/aì'- 
V05.  Pluf.  Adr.  Op.  mor.  4-  i3l.  Non 
vogliono  congiugnersi  ne  anche  con  le 
lor  mogli,  se  tulle  profumale  ed  unguen- 
tate nnn  vengono  ad  essi.  (C)  Salvin. 
Jtisc.  2.  24.  Platone  dalla  repubblica  , 
eh'  egli  modellò  ,  cacciò  via  i  poeti  ,  sti- 
mati da  lui  a  quella  pregiudicìali  ;  e  O- 


U  N  G  1753 

mero,  massimo  tra  loro  ec-,  unguentato 
e  inghirlandato  accomiato.  (*) 

UNGUENTIERE  .    Unguentano.  Lat. 

unguentaritis  .  Gr.  fji»p07:<tiXr,i  .  Sen  . 
Pisi.  Ma  riceverovvi  io  gli  unguentieri , 
e  i  cuochi  7 

*  UNGUENTIFERO.  Add.  Che  porta 
unguento.  Salvin.  Disc.  2.  365.  Era  ve- 
nula (Maria  Maddalena)  per  ugnerlo  al- 
l'usanza  del  paese,  e  imbalsamarlo;  e  ti 
Udì  trovando  ,  si  tapinava  ;  perciò  mjro- 
phoros  ,  cioè  ungueniifera  ,  dalla  greca 
Chiesa   vien    detta.    (*) 

UNGUENTO.  Composto  untuoso  me- 
dicinale. Lat.  unguenlum  .  Gr.  ypifiuo., 
' '"■  9-  44  2-  ^'  faccia  unguento  di  sevo 
di  montone,  di  cera  e  di  ragia  ec,  e  di 
cotale  unguento  s'  ungano  alquanto  due 
volte  per  di.  Frane,  òacch.  nov.  207.  Il 
marito  andò  più  di  con  una  pezzuola  d* 
unguento  sul  lalibro.  Ar,  Fur.  !^3.  IQt. 
Né  d'  unguento  trovandosi  provvisto.  Ne 
d'  altra  umana  medicina  inslrulto  ,  Andò 
alla  chiesa,  ed  oro  al  Salvatore  ,  E  ìndi 
uscì   con  gran  baldanza  fuore. 

g.  I.  Unguento  da  cancheri,  dicesi  in 
proverbio  di  Chi  vorrebbe  sempre  avere 
di  quel  li*  altri  ,  e  non  mai  dà  del  suo  . 
Varch.  Frcol.  67.  Colali  ghiribizzai  ori 
souo  tenuti  uomini  per  Io  più  soGstìci , 
indiavolati ,  e  ,  come  si  dice  volgarmen- 
te, un  unguento  da  cancheri,  cioè  da  trar- 
re i  danari  dalle  borse  altrui  ,  e  metter- 
gli nelle  loro.  Aml'r.  Bern.  3.  2.  Or  co- 
stì proprio  T'  aspetlav'  io  j  1'  è  unguento 
da  cancheri . 

g.  IL  Avere  unguento  a  ogni  piaga, 
vale  Saper  rimediare  a  cia.icheduno  in- 
conveniente. ^forg.  2^.  35.  Ma  egli  ave- 
va  a   ogni   piaga    unguento. 

g.  III.  Unguento,  si  dice  anche  a  Com- 
posto di  cose  untuose  odorifere.  Pace.  nov. 
63.  4-  Lasciamo  stare  d'aver  le  lor  cel- 
le piene  d'  alberelli,  di  lattovari,  e  d'  un- 
guenti colmi.  Lab.  Ii6.  Se,  oltre  a  quel- 
lo che  la  natura  ha  loro  di  bellezza  e 
d'  apparenza  prestato,  con  mille  unguen- 
ti,  e  colori  dipignendo. 

§.  iV.  Unguento,  figuratam.  Coli.  SS. 
Pad.  Accostandosi  a'  piedi  di  Gesù,  i  quali 
baciando  ugneva  con  unguento  di  buona 
confessione.  Frane.  Sacch.  nov.  204«  Ven- 
ne la  novella  ,  che  'I  Duca  d'  Angiò  era 
morto;  la  quale  fu  un  prezioso  unguento 
a  sanale  la  mortai  piaga  della  perdita  d' 
Arezzo  . 

g.  V.  Metter  le  pezze,  e  l*  unguento. 
r.   PEZZA  ,  g.   I. 

'\'    UNGULA.    J\   UNGOLA.   (A) 

UNIBILE.  Add.  Che  si  può  unire. 
Facile  ad  unirsi  .  Salvin-  Pise.  I.  246. 
Col  disceverarsi  delle  cose  che  non  s'  u- 
niscono,  più  s'  uniscono  le  conformi,  e  le 
unibili. 

UNICAMENTE  .  Avverh.  Solamente  , 
Singolarmente.  Lai.  unice.  Gr.  novu-'/rj. 
Bern.  Ori.  1.  5.  6.  Già  v'ho  detto  di 
sopra  ,  che  Rinaldo  Amava  unicamente 
liicciardello. 

''?  UNICITÀ'.  Astratto  di  Unico.  Sin- 
gularità  Lat.  'singularitas.  Gr.  T3  p.0- 
vaot/i'v.  Salvin.  Pros.  Tose.  I.  l58.  Che 
però  ec.  niostratore  fu  detto,  e  sole,  per- 
chè egli  è. ì-o/o,  allril)ulo  proprio  di  Dìo, 
a  cui  r  unicità  s*  appartiene.  (*) 

UNlt;0  .  Add.  Singulare  ,  Solo.  Lat. 
nnicus,  solus.  Gr.  po'^axói.  tiò'fOi;-  Lab. 
i4p*  ^el  f"'  ventre  si  racchiuse  1*  unica 
e  general  salute  di  lutto  1'  universo.  A- 
met.  94.  Io  son  luce  del  cielo  unica  e 
trina.  Principio  e  fine  di  ciascuna  cosa. 
Petr.  canz.  49-  H-  Sì  corre  il  tempo  e 
vola.  Vergine  unica,  e  sola,  -l*  Vit.  SS- 
Pad.  2.  295.  Essendo  io  unico  6gliuoIo 
al  mio  padre  e  alla  mia  madre.  (C)  Ang. 
Met.  2.  3.  Il  muro  in  quadro  è  di  nias- 
230 


1754 


U  N  I 


ticcio  argento  D'or  le  i>uperbe  statue  u* 
ciche  e  sule  .  E  il.  72.  Solverò  le  bel 
leue  Uniche  e  sole  Dagli  d&salti  mariai 
ingiunti  e  felli.  (Vj 

^  g.  Unico,  fate  anche Jigtiratam. 
Che  t-  injìnitantente  superiore  agli  altri  , 
ed  al  quale  gli  altri  non  possono  essere 
paragonati.  Segner.  Pred.  Pai.  Ap,  2.  9. 
Gli  avrehhoD  putulo  bea  ragionare  dolo- 
re altissimo,  ma  dolore  comune  a  più  d' 
uno  .  Quello  di  Cristu  fu  1'  unico  io  un 
tal  genere.   (C) 

UNICOKNO  .  Liooerno  .  Lai.  unicor- 
nts,  monoceros.  Gr.  fMVO/iipùii.  *  Stor. 
Bari.  ^3.  Quando  I'  uomo  vede  venire 
<|uella  bestia  eh'  avea  nome  uuicoruo  , 
incominciò  a  fuggire  per  paura  che  nou  lo 
mangiasse.  (Fl'J  Mil.  -V.  Poi.  270.  Egli 
hanno  leonfauti  a^sai  salvatichi  e  unicorni 
che  non  sono  guari  minori  che  Iconfan- 
li  .  (Cj  Jr.  Far.  10-  S^.  Vedi  ira  due 
unicorni  il  gran  leone  ,  Clio  la  spada  d' 
argento  ha    nella  zampa. 

UWICORISUTO  .  JJJ.  D'  un  corno  , 
Clic  Ila  un  sol  corno  .  Lai.  unicornis  . 
Gr.  p-'-Jo/ipu^.  L'ut.  Purg.  32.  2.  Cioè 
a  questo  carro  così  ornato  di  piuma  ,  e 
con  cotante  teste  ,  cioè  tre  bicornute  ,  e 
quattro  unicornule. 

^.-  UMFICAltE.  fìidurre  in  unità,  in 
una  co.ta  sola.  Sah'in.  Pros.  Tose.  1. 
532.  Tanto  è  migliore  il  sapere  ,  quan* 
to  più  si  unifica  e  si  simpliGca  e  si  u- 
nivcisalizza ,  abbracciando  più  cose  in  u- 
«0.  {•) 

^1  UNIFICATO.  Àdd.  da  Unifcare . 
Salvia.  Plot.  2\S.  Adunque  due  non  so- 
no, ma  uno  lo  stesso  veggente  colla  cosa 
mirata  ,  come  non  mirata  ,  ma  unifica- 
ta, e  V; 

*  UNIFORMARE.  Neutr.  pass.  Con- 
JoT'marsi ,  ììassfgnarsi .  Il  yocab.  alla 
voce  RASSEGNARE,  .§-   VI.  (J) 

UNIFORME  .  Add.  IT  una  forma  si- 
mile.  Conforme.  Lat.  uniformis.  Gr.  po- 
voetjfl^.  JJant.  Par.  27.  Le  parti  sue  vi- 
vissime ed  eccelse  Sì  uniformi  son  ch'io 
non  so  dire  Quul  Beatrice  pur  luogo  mi 
scelse.  Bttt.  Inf.  proeni.  Danic  Allcghieri 
oc.  ,  la  vita  del  quale  nou  fu  uniforme  . 
E  altrove:  Di  là  viene  la  volta  del  moto 
naturale  ,  e  uniforme.  .Imet.  89.  Accioc- 
ché quello  col  nome  sia  uniformo  ,  uno 
<li  questi  gi^li  bianchissimi  voglio  aggiu- 
gnere  a  quello   vermiglio. 

*  UNIFORME.  Avvero.  Uniformemen- 
te,   lìocc.    Coni     inf.   (A) 

UNIFORMEMENTE.  AvverO.  Con  u- 
nijormità,  Lat.  uniformiier.  Gr.  ^ovosi- 
iJw;  .  S.  Agost  ■  C  /).  Unifurniemente 
molle  forme  comprende  .  Gal.  Sist.  2^. 
Quando  ella  tontiouj.tsr  di  muoversi  con 
questo  medesimo  grado  uniformemente  , 
cioè  senza  accelerarsi,   n   ritardarsi. 

i*.:  UNIFOUMISSIMO  .  Superi,  di  U- 
niforme  .  Sepaer.  Mann  .  Agi:.  Pent.  6. 
K  vero  clie  nella  soslaiua  si  divcrsÌ6rano, 
mentre  l'amor  divino  è  increato,  il  no- 
stro e  crealo  ;  ma  iiell'  uperare  hanno  ad 
essere  uniforniissimi    (fi 

UNIFORMITÀ*,  UNIFORMITAUE,  « 
UNIFORMITATE  .  Astratto  d'  U'ufor- 
mej  SoMif^lianza,  o  Uguaglianza  dt  for- 
ma ,  o  di  maniera  .  /Jocc.  Leti.  Pr.  .V. 
Ap.  3l^  Ma  de'  coqii,  benché  da  uno 
medesimo  martello  e  da  uno  medesimo 
ordine  sirno  fabbricali  ec.,  non  è  una  me- 
desima uniforiiiilà.  dal.  Sist.  i6o.  Sem* 
prc  si  muove  nel  mudo  medc»imo  ,  ciot 
rircolarmrnle,  con  la  mcdesitnii  vebieilli , 
e  con  la  medesima  uniformila. 

5  UNIGENITO.  Figliuolo  unico.  Lai. 
unigcìiilus.  Gr.  /iov3*/ryr5. 

^  g.  Per  antonomasia  dicesi  di-t  I  er- 
ho  F.lerno,  come  Figliuolo  unico  di  Pio. 
n  G.    r     li.   2.    II.   Questo  fu  sopra  na> 


U  N  I 

tura  e  per  grazia  di  Dio  ,  acciocché  di 
quello  natct'sse  il  suo  popolo  ,  e  il  suo 
unigeuito  figliuolo  Gesù  Cripto.  Pass. 
2.5/^.  Imperocché  1'  unigenito  Figliuolo 
di  Dio  prese  la  forma  della  nostra  infer- 
mila. Fr.  lac.  T.  3.  5.  6.  O  volontà  di- 
vina ,  O  Padre  ,  che  pensagli  Quando  il 
tuo  Unigenito  inrarDj>ti  »  ?  ^v^y  Cavale. 
Espos.  Simft.  2  216  Egli  secondo  la  di- 
vinila, lo  quale  era  unigenito  a  Dìo,  di- 
ventando uomo  e  nascendo  di  femmina , 
ha  fatti  li  suoi  fedeli  suoi  fratelli  e  coe- 
redi,  (l  ) 

•f  ^^  UNIGENO.  Unico  generato.  Uni- 
genito, .'^per.  Dia/,  pag.  72  (Aldo  l55o) 
Fin  che  non  mostri  le  esser  quella  vera 
unigena  figlia  della  natura  ,  onde  ha  il 
mondo  r  essere  e  il  ronservarsi,  nou  li 
dei  maravr^liar  di  non  essere  riTcrila  e 
ador.ita    dalie    persone.    (A, 

UNIMENTO.  L'unire,  Unione.  Lat. 
nexus,  coniunctio.  Gr.  ^'•sjj.'.'^,  ij^fj^t^. 
fJant.  Conv.  108.  Amore  ec.  non  e  altro 
clic  unimL-uto  spiiilualc  dell*  anima  e  del- 
la cosa  amata,  nel  qua!  unimenlo  di  prò 
pria  sua  natura  1' anima  corre  tosto  e  tar- 
di, secondo  che  è  libera,  o  impedita. 

UNIONE.  Accostamento  d'una  cosa 
all'  altra,  perchè  sticno  congiunte  insie- 
me .  Congiugnimcnto  .  Cr.  2.  7.  1-  Uà 
modo  e  d'uniuiie,  che  per  iooeìlar  si 
fa  ,  nel  quale  1'  una  pianta  all'  altra  si 
unisce . 

§.  t.  Per  metaf.  vale  Concordia.  Lai. 
unio  ,  concordia  .  Gr.  «vwce^,  òp-OJoi:/.. 
G.  V.  l\.  21.  2.  Perche  volea  rompere 
r  unione  di  santa  Chiesa.  Fit.  Plut.  El- 
li  dubitava  dell'  unione  di  Cesare  ,  e  di 
Pompeo  . 

^  g.  II.  Unione  ipostatica,  dicesi  da' 
Teologi  l'  Unione  del  Verbo  divino  colla 
natura  umana  in  una  stessa  persoaa  . 
Segner.  Fascett.  l'ufdt.  9.  E  la  ragione 
dulia  disparita  sì  è  rhe  la  porpora  non  è 
unita  alla  per:>ona  reale  con  unione  ipu- 
statica  come  l'  umanilb  di  cui  parlasi,  alla 
divina.    iTCì 

*  UNIPARO.  Add,  Che  partorisce  un 
sol  vivente  al  parto.  Fatxh.  Lez.  68. 
Quanto  al  secondo  problema  er.  devcmo 
prima  sapere  ,  come  dice  Arislotilc  ec. 
che  degli  animali  bruti  alcuni  sono  uni- 
pari, cioè  che  generano  tempre  un  solo 
ec.  alcuni  sono  pauriferi,  cioè  che  ne  ge- 
nerano più  d'  uno  ,  ma  non  pero  mul- 
ti.  (Cj 

j-  5  UNIRE.  Congiuqneix  due  e  più 
cose  insieme  .  Lat.  coninngere  ,  iuugere . 
Gr.  ^cu/vuitv.  Sr  Cr.  8.  7.  5.  Allora  il 
congiunto  e  aduutilo  germ<iglio  |>arloiirà 
due  colori  ,  i  quali  in  unità  dixiderà  ,  e 
in    divisione  unirà.    (Ci 

^'  §•  I.  Unire,  in  signifc.  neutre  di- 
cesi  fìguratam.  delle  cose  che  stanno  be- 
ne insieme,  che  contengono  tra  lem  . 
"  Salvia.  Pros.  Tose.  1.  71.  Un  frasta- 
glio di  finimento  bìztairo  ce.  non  unisce, 
e  non  accorda  col   resto  ».   (C) 

t  §.  II.  /'.  in  signifc.  neutr.  pass.  Con- 
giugnersi. Dant.  l'ar.  2.  In  che  >i  vede 
Come  nostra  natura  a  Dio  s'unio.  Cr. 
3-  7.  I.  Un  mi»do  è  d*  unioae,  che  per 
innettar  si  la,  nel  quale  1'  uua  pianta  al- 
Y  altra  »'  unisce.  MTundaineule  elio  '1  pe- 
dale s'unisce  alla  radice.  Dtiut.  Conv, 
8^.  Puolrsi  ci>ii»idprare  il  Padre  secondo 
che  ha  relazione  al  Figliuolo,  cioè  rome 
da  lui  si  parie,  e  rome  con  lui  1*  unisce. 
*  (ìuiic-  Stor.  2  .'|3o.  Ma  a  fatica  era 
ritornato  .id  unirsi  col  Viceré  che  il  Du- 
ca di  Ferrara  andatovi  con  nove  pezzi 
grossi  di  ailiglieria  1'  assalto  (  la  ter- 
ra ).  iL) 

^  §.  III.  Talora  vtlte  anche  Congiu- 
gnersi carnnimrntt.  Snfvin  Senof.  5.  qq. 
Per  un  tempo  ci  unimmo  cluidettinnmen- 


U  N  I 

le,  e  giurammo  entrambi  spesse  volte  di 
trovarci  insienir  anche  fino  allamo*~te.  (C) 

g.  IV.  In  signific.  alt.  per  tJntrej  mo- 
do antico.  Lai.  dedecorare,  ignominia  af- 
ficere.  Gr.  a'-eiòt^ciw.  ,Vtfv.  ani.  6a.  A- 
Giammai  non  fu  in  cavalier  tanta  disleal- 
tade,  quanta  tu  hai,  che  per  tue  parole 
m'hai  unita,  ti  appresso:  Innanzi  darei 
me  medesima  al  fuoco,  che  10  unissi  co- 
si nobil  Re,  come  moosigoor  lo  r«  Mar- 
co. Jìep.  Occam.  10^  Ed  «  1'  origine,  « 
come  la  madre  onire,  che  unire  ancora 
si  truova  ;  che  queste  due  vocali  o  ed  u 
sovente  si  scambiavano  fra  loro. 

•f  ■'•  UNISILLADICO.  Add.  Appar- 
tenente ad  untstllaho.  Uden.  Si*.  3.  92. 
Di  poi  fa  in  alcune  particolari  materie 
spuntar  sul  fine  del  verso  una  voce  u- 
nisillabica,  e  corrispondente  a  quell'ar- 
gomento. (A) 

«  UNISILLABO.  Add.  Più  comune- 
mente  Monosillabo.  Uden.    Piis.  (A) 

UNISONO.  Accordo  di  più  suoni,  0  vo* 
ri  del  medesimo  grado,  talché  non  sia 
l'  uno  più  grave,  ne  più  acuto  dell'  al- 
tro. Lai.  unisonus.  Gr-  isfiooiyo^-  •$"<>/• 
%-in.  Pros.  Tose.  1 .  226.  Avendomi,  co- 
me corda  tesa  all'unisono,  il  mio  cuore 
toccalo. 

*  .V.  I.  Ffiguratam.  lUtcell.  Lett.  3l. 
I  quali  insieme  (Letterali)  compongono 
questo  unisono  universale  della  tua  glo- 
riosa   fama.    (Cj 

g.  II.  Unisono,  dicesi  anche  il  Canto 
andatile,  e  sempre  uniforme,  e  sulla  me- 
desima nota.  Jiuon.  t  ler.  ^.  ^.  7.  Qual 
piacer  mi  pres'  10  di  certi  riecbi,  E  de* 
di^lesi   luru   unikon    liingliì. 

*  UNISONO.  Add  Che  e  di  suono 
conforme.  Salvin.  liuon.  Fier.  Poesia  la 
quale  facendosi  da  alcuni  moderni  come 
unisona  viene  a  farsi  sazievole.  (A) 

*^  %■  Unisone,  dicon.ti  da'  Musici  Le 
corde  che  compiscono  nel  tempo  stesso  le  lo- 
ro vibrazioni.   iA) 

*  UKI.'iSIMO.  Superi,  di  Uno.  Lai. 
siimme  itnu.f  Gr.  uovwr«T«i-  Salvin. 
Disc.  3.  528-  Tulio  rio  eh'  é  concento, 
tulio  ciò  eh' è  armonia  ec.  piace  a  Dìo, 
che  unissimo  è  ioueme,  e  soprarmonio- 
sis>imo.  (') 

3  unita',  UMTADE.  e  UNITATE 
Astratto  di  Uno.  l'rincipio  del  numero. 
Lai.  uniiits.  Gr.  ivirr,i.  Fareh.  Giuoch. 
Pitt.  Numeri  primi,  ed  incomposti  si  chia- 
mano qurlli  ,  1  quali  noli  hanno  alcuna 
rarlc  che  li  misuri,  o  mulliplichi,  se  non 
unil&  dalla  quale  tono  generati  ,  come 
Ire,    cinque,  teUe,  undici,  tredici,  ec. 

*  S  '■  Unità  ,  vale  anche  Qualità 
di  CIÒ  the  e  uno.  ■  Dani.  Par.  S-  Gi- 
rando sé  sovra  sua  unitale.  Maeslrusz. 
I.  23.  Nola  che  il  bigamo  non  puoi*  es- 
ser promosso  per  Ire  c»gtoni  :  la  prima 
>i  é  per  lo  difetto  del  sagramento  ,  <  ut« 
dell.1  sua  unità;  ec.  Ricord  MaI  sp  (yj. 
l'dpj  Ghirigoro  Settimo  in  un  con>  di»  di 
centodieci  Vescovi  il  detto  Ariigu  iraprra- 
dtire  iseomunico,  perché  voli»  rompere  1' 
unità  di  »anta  Chiesa  •*  ■  |  C  *'**>cc-  Stvr. 
3.  378  Cliianiavano  questa  roDgregasìo- 
ne  non  roncdiu,  ma  materia  di  divi>iv»nc 
della  uuilà  della    Sedia    Apostolica.    \li 

%.  II.  Per  Cengiugninienlo.  Lat.  cv  • 
mundio,  i.r  z'J'tj^ii.  (>  8  7-  5.  Al- 
lora il  congiunto  e  adunato  germoglio  par- 
torirà due  colorì,  i  quali  in  unìU  divide- 
re, e  il)  divisione  untrì. 

5  S  MI.  Per  metaj.  vate  Concordia, 
Unione.  Lai.  eoneordia,  amo.  Gr.  #,«**»• 
tota,  4vtMit{.  M.  I  .  3  6.  Le  co»^ 
disviale  con  alcuno  mezvo  più  loslo  si 
rongìunsono  a  uuìl'a .  •  «  ronconiia  . 
/■;  9.  at»  Questo  jddiiennr  per  1' uniU 
de'  cittadini.  Cr.  proem.  3.  Mutala  e  ri- 
volta V  uoitadv,  e  1'  pacifico  stalo  in  dis- 


U  N  I 

sonsione.  G.  f.  6.  87.  2.  MaoK-nen.iogl, 
in  uniUile,  i-  io  paciBco  sUt».  -  l'oe.. 
1^5,  Discordia  ""a  lacc  1  mti  sljr  .11 
lungi,  ami  uniudc  Gli  sUisQe  con  ainof 
e   vera  liacc.   l/!)  ,         .    /. 

•+•  UNITAMENTE.  Avverò.  Con  unio- 
ne. Congiuntamente,  lns,rmc.  L^t^^'"'"'. 
,ariUr,  unìler.  Gr.  o.u.j.  tr/,.  bJ.  Con 
VnilU  allre  vnlii,  le  .|Uali  unilanitntc  in 
essa  albergavano.  Morg.  il.  20.  P.augea 
r  osUer,  ch'a.«ai  glicn'  è  incresciulo;  Pian- 
««  il  popiil  lu""  unitamente,  ec. 

#  §.  l'er  Un.mimcmtnle  Onice  Slor. 
IX  20.  Propose  la  cosa  nel  consiglio, 
nel  quale  inlcrveonc.o  tutti  i  principali 
deUa  Corte,  dove  In  unilanienle  conlol- 
lalo  ad  al.bracciaro  etiaudio  con  questa 
condaionela  pace.  /:  l?-  ihb.  1> creo  fu 
determinato  nel  consiglio  uo.lamenle  cUe 
l'esercito  ec.  si  accostasse  al  castello.  |C; 
UalTISSIMAMEDiTE.  inpa-l.  d,  U- 
nitament..  Inrd,.  Lcz.  3l.  Conciossia- 
cosaché in  esso  Si  congiunganu  unitissi- 
mamenle  due  nature  ducisissinK-,  1  un.i 
divina,  e  iniii.oilale,  V  altra  teneua  ,  e 
corrulliliile.  /■:  l34  lime  !e  l.onta,  e 
tulle  le  perfciioni  ce.  lurouo,  sono  e  sa- 
ranno sempre  unitissimamente  in  Dio  ol- 
limo,  e  grandissimo. 

UNITISSIMO.  Superi.  d-Unito.  Iran, 
segr.  COS.  dona.  Sono  unui.sime  di  volon- 
tà con  tulle  le  loro  parenti  domestiche. 
Bors/i.  Orig.  tir.  i\5.  Per  la  lama  co- 
mune,  in  questo  unitissima  ,  e  costanlis- 
sima,  è  uniforme. 

UNITIVO.  Add.  Clic  ha  forza,  e  vir- 
tù di  unire  Cavale.  Med.  cuor.  Amore 
è  virlii  unitiva,  che  trasforma  1  amante 
nelP  amalo.  E  Irutt.  Iing.    Per   U.    qua- 


V  N  I 


U  N  I 


1755 


le  s'intende  il  fervor  della  cinta,  U 
quale,  come  dii  e  san  DionUio,  e  virtù  u- 
nitìva. 

*!*§.  I.  Unitivo.  Terni-  de' Gramma- 
tici. Piccasi  UniUve,  o  Copulative  le  con- 
giunzioni dell'  unire,  0  dell'  accoppiare,  0 
del  continuare,  e  sono:  E  o  Ed,  Ancora 
Anche,  Siniilnicite,  Iziandio,  Altresì,  ed 
allre.  Buommalt.  Tratt.  17.  cap.Q>^(.l) 
*  §  Il  1  ita  unitiva,  dicono  i  .Misti- 
ci Quella  terza  speco  ili  vita  del  Cri.<tia- 
no,  per  cui  r  anima  si  solleva  più  l'iti- 
mamenle  e  .ti  unisce  a  Dioj  detta  altri- 
menti  Quieti.'mo.  (A) 

UNITO.  Add-  da  Unire;  contrario  di 
Viviso-  lìant.  lar.  2.  Come  acqua  rcce- 
pe  «aggio  di  luce,  perm.ineiido  unita  . 
Buon.  Pier.  4.  S.  4.  Lesti  in  gaml.e,  ac- 
civili,  nnili,  slrelll.  Bern.  rim.  1.  4O. 
Consiste  in  essa  una  virlulc  unita  Dalla 
fona  del  pepe,  e  .Icll' acelo.  =■.=  Cuicc. 
Star.  4.  125.  Con  questa  risolutone  si 
condusse  1'  ultimo  di  Giugno  1"  esercito 
unito  a  Malignano.  (Lj 

*  §.  1.  6/11(0,  dicesi  di  Corpo  di  su- 
stanza  piena  e  fitta,  senza  pori,  lù  spu- 
gnosità ,  0  con  poche,  e  piccole  .  Beiiv. 
Celi.  Oref.  l43.  11  quale  (pulimento)  si 
fa  con  pietra  pomice  bianca,  unita  e  gen- 
tile.  (■;■> 

§.11.  Per  metaf.  vale  Concorde,  D  ac- 
cordo. Lai.  concori.  Gr.  d/io'f  wvj;.  M- 
f.  6.  40.  Promisono,do\  e  eglino  voles- 
sono  esser  uniti,  e  in  fede  al  nostro  Co- 
mune, d'  aiutargli,  e  difendergli. 

§.  III.  Unito,  per  Onito.  Lib.  Moti. 
Noi  saremo  unili  cou  loro.  Disse  Ugoli- 
no: si  alla  Irancesca;  che  a  dire  unito  in 
francesco,  è  a  dire  vituperato. 

+  UNITOBE.  Verbal.  masc.  Che,  o 
Chi  unisce  .  Che.  o  Chi  mette  concor. 
dia.  Tratt.  gov.fam.  Sii  degli  un.lori,  e 
fUEci  i  dividilori.  ,.,..„ 

•a.  *  UNIVALVE,  e  UNIVALVO. 
Add.  Term.  di  Stor.  nat.  Dicesi  degli 
Animali  molli  o  senza  vertebre ,  la  cu, 
conchiglia  è  composta  di  un  pezzo    solo. 


Lai.  iinivaMs-  Gr.  p-ovóì ^poi-  Red.  (ìss. 
an  l85.  Oltre  i  suddetti  carnumi,  si  Iro- 
V  ,no  an>or..  allaccale  alcuni-  piccole  cou- 
chi'lie  univalve,  della  rana  di  quelle  ec. 
E  altrove:  Alcune  piccole  conchiglie  u- 
nivalve,  della  rasza  di  quelle  che  dagli 
scrittori  sono  chiamale  balani.  (  ) 

:;-■  g.  Univalve.  Termine  degli  Anato- 
mici. Che  ha  una  sola  valviila.  P.ed.(A) 
UNlVEltSALE.  Susi,  quello  che  han- 
no di  comune  tutti  gr  individui  sotto  la 
mede.<ima  specie  ,  o  tutte  le  specie  sotto 
il  medesimo  genere.  L^l.genus.  v.c.  -/lioi- 
I  nidi.  Lez.  597.  Non  essendo  gli  uiu- 
versali  allro  che  i  particolari  iinivers.il- 
mente  considerati,  chi  sa  gli  universali, 
viene  a  sapere  in  un  certo  modo  ancora 
i  particolari.  ,      .  , 

8  1  l'er  Università,  nel  signific.  del 
8.  I.  I  arch.  Star.  l3.  484.  Eia  in  tul- 
io r  universale  una  tacila  niesliria,  e  scon- 
icnletia.  Segr.  Fior.  Stor.  2.  46.  Erano 
i  Cerchi,  ed  1  Capi  di  parie  Bianca  ve- 
nuti all'  univers.de  in  odio. 

+  «  g.  11.  In  universale,  posto  avver- 
biatm.  vale  Universalmente.  LM.  in  uni- 
versum. Pav.  ìit.  Agr.  cap.  "•  M» 
in  universale  è  da  credere  che  1  Galli 
occupassero  quel  paese  vicino,   ili 

UNIVERSALE.   .Utd.    Che    comprende 
tutte  le  cose,  delle  (/«"'■  s,  parla.    Lai. 
universalis.  Gr.  TldiSr.pOi  .   Jlocc.  nov. 
5o.    17.  Univcrsal  vergogna  ,  e    vitupero 
di  tutte  le  donne  di  questa  terra.    I:  nov. 
89.    1.    Assai  leggiermente  si    conoscerà, 
tutta  r  universal  niollitudioe  delle    lem- 
mine  dalla  natura  e  da'  costumi,  e  dalle 
leg"i  essere  agli    uomini    sollomessa.     t 
7V°(.   2.   Olire  .ille  predelle,   in  ogni  mia 
cosa,  cosi  mobile  come  slabile,  sieuo  miei 
eredi  universali  i  Bgliuoli    di    Iacopo  d. 
Boccaccio  mio  fialcUo.    <;.    /  .    IO.    lOJ. 
2.   Lasceremo    de'  falli    universali    degli 
strani.    Petr.  cap.  3.  l'ero  eh'  ella  aggiun- 
-e   Di  cielo  in  terra  universale,    antiqua. 
°;arc7i.  .Vior.  5.    126.   Disse  :  si;    non  al- 
'  irò    desiderare    che    la    pace    universale. 
:?   Pios.   Eior.   Salvia,    lett.  4.     I.    3o4. 
La  poesia  imilaliice  universale  ec.  arriva 
dove  non  arrivano  con  tutti  i  loro  sforzi 
quelle  altre  due  (la  pittura  eia  scalili- 

fa).  (C) 

*  §.  Universale,  vale  anche,  parlan- 
dosi di  persona.  Che  si  afi  con  lutti. 
Pecor  g.  I.  n.  1.  Universale  con  ogni 
maniera  di  gente  (1)  Segr.  Eior.  Leti. 
Eam  28.  Chi  è  slimalo  uomo  da  bene, 
e  che  vaglia,  ciò  che  ci  fa  per  allegrare 
r  animo  e  viver  lieto,  gli  arreca  onore  e 
non  carico  ec.  si  dice  che  è  universale, 
alla  mano,  e  buon  compagno.  I.asc.  Fa- 
resti. Piol.  Ben  si  può  giudicare  eh  e- 
gli  sia  persona  universale  ,  convcrsaliva 
risoluta  ,  e  di  liela  vita.  (C) 

*  UNIVERSALE.  /•.  A.  Avverti.  U- 
niversalniente.  OLI-  Com.  ìiif.  5.  83.  GÌ 
antichi  poeti  consacrarono  le  colombe  alla 
Dea  Venu,,  e  cbiamavanle  unrvers.nle  ve- 
neree. E  14.  260.  r.ispondesi  al  cnlrar.o 
argomcnlo,  che  paila  universale,  che  que  1. 
che  veggono  Iddio  per  essenia ,  non  lo 
possono  odiare.   {Ci  ,,.-,. 

UMVtRSALlSSlMO.  Superi-  di  Uni- 
versale, nani.  Conv.  S\.  Prende simiglian- 
,a  da'  beneficii  di  Dio,  eh'  è  uiiisersalis- 
,imo  benefattore.  /:  118.  Iddio  è  uuivcr- 
sal.ssima  cagione  di  lulte  le  cose.  Cai. 
Sist.  192  lo  ve  ne  farò  una  diriioslra 
lionc  universaliss.ma,  e  anco  assai  facile. 
.'?  UNIVEliS^LISSlMAMENTE.  Av 
verh.  Superi,  di  Universalmente  .  Ciov. 
Celi.  I  U.  Alf.  69.  Era  dunque  univer- 
salissimamente fra  tulli  ,  per  una  sciocca 
bravura  loro,  un  dispregio  maraviglioso  de- 
eli  avversarli.  (C) 

t  UNIVEUSALIVA'  ,  UNlVEr.SALl- 


TADE,  e  UNIVERSALITATE.  Astratto 
di  Universale  ;  Congerie,  0  Adunamento 
di   tutte  le  parti.   Comprendimento  di  tutte 

le  cose  delle  i/uali  si  parla.  Lai.  lyiivcr- 
sitas  ,  genus.  Gr.  to'  ^àv,  TO  oJ/i!r«v. 
Cr.  2.  16.  6.  Le  piante  in  genere  ,  ov- 
vero universalità  delle  cose  animale,  sono 
appresso  agli  clemenli,  e  alle  lor  forte  e 
virludi.  Un.  Coni.  Inf.  3  3o.  Questa  è 
r  universalilade  dell'  auime  al  presente 
partile  da'  corpi  .  Maeslruzz.  2.  52.  Av- 
ve-uachè  il  laico  ec.  non  possa  sotlopo- 
nere  all'  allre  chiese  le  persone  ecclesia- 
stiche della  terra  sua,  nondimeno  tacita- 
mente passano  colla  universalilade.  l'.uicc. 
Stor.  I.  Odioso  all'universalità  de' citta, 
dlni  E  2.  (pag.  187.  ediz.  d,  Pisa  18 19) 
Facendosi  per  1'  universalità  dello  'nge- 
gno  suo  in  ogni  spezie  di  dottrina  mara- 
vigboso  a  ciascuno. 

*  UNIVERSALIZZARE.  Rendere  uni- 
versale. Salvia.  Pros.  Tose.  1.  532.  Tan- 
to b  migliore  il  sapere,  quanto  più  si  uni- 
fica e  SI  >impli6ca  e  si  universalizza,  ab- 
bracciando pili  cose  in  uno.    (*) 

■j-  UNIVERSALMENTE.  Avvcrb.  In 
universale.  Comunemente,  Senza  eccettuar 
cosa  alcuna.  Lai.  communiter.  Gr.  xk63- 
)ov.  Bocc.  Intr.  I.  Universalmente  a  cia- 
scuno che  quella  vide  ,  o  altramente  co- 
nobbe, dannosa.  E  nov.  2-  9.  Universal- 
mente golosi  ,  bevitori  ,  cbriachi  ec.  gli 
conobbe  apertaraenlc  .  Esp.  Pat.  Aost. 
jo3.  Siccome  lo  leone  soprast'ae  per  na- 
tura, e  per  potenzia  universalmente  a  tutte 
fiere' sali alichc  ,  o  domestiche  ,  cosi  so- 
brielade  ec.  Oli-  Coni.  Par.  I.  1.  In 
questa  casa,  siccome  il  leslimonia  il  Pro- 
feta, sono  univeisalmcnle  Ire  cose  :  glo- 
ria ,  ricchezze  ,  e  giustizia    eleina  . 

UNIVERSAMENTE.  .-Iwcrb.  Univer- 
salmente. Lib.  cur.  maiali.  Tulle  uni- 
versamente lo  credono,  e  lo  desiderano  . 
Tratt.  sear.  cos.  dona.  Tale  rimedio  uni- 
veisanienle  senza  pericolo  si  adopera. 

UNIVERSITÀ',  UNIVERSITADE,  e 
UNIVERSITATE.  .Islralto  d'Universo, 
add.  Comprendimento  di  tulle  le  COie  • 
l'rai.c.  Sacch.  Op  dio.  123.  E  pero  1 
università  non  si  dee  pigliare  per  lei  , 
perocch-  ella  fu  sola  congiunta  con  Dio  . 
S.  A"Ost.  C.  ».  Questi  Platonici,  cono- 
sciulo"  Iddio  ,  trovarono  ove  fosse  la  ca- 
gione della  creata  università  ,  e  la  luce 
da  comprender  la  verità  ,  e  la  fonie  da 
ber  la  felicità. 

§.  I.  Per  lo  Comune,  o  Tutto  l  po- 
polo di  una  città.  Lai.  universitas  -  Gr.^ 
r.a-iSr.pia..  Eranc.  Barb.  2\\.  I.  Vuo 
guardar  tua  ciltade  Neil'  universitade!   A 


piccioli  ed  a  grandi,  Come  bisogna,  span- 
di .   G.   E.   8.    8.  7.    Chiunque  s'  è  lallo 
caporale  di  popolo,  o    d'  un;^ersil'a     si  e 
stalo  abbatlulo  per  lo  'ngrato  popolo.  i>/. 
/  .    1.    17.   E  r  univers.là    di    Napoh    co^ 
gcnliluomini    di    Capovana  e   di    Nido    d' 
uno    animo    dilibcrarono    il    simigliarne  . 
:'.:   §.  II.  lìicesi  anche  per  Tutto  il  po- 
polo d-  una  provincia,  d'  un  regno  ec.  ed 
anche  per    Tulli  qn.Ili  d'  una  P-f^ssio- 
ne,  setta,  ec.  Cince.  Stor.    10.   56.  Gli 
Svizzeri    ec.    si  preparavano   per  scendere 
nel    Ducalo  di   Milano,    dissimulando   che 
.mesto   movinienlo    procedesse   dalla    uni- 
versità dei  cantoni.  (C;    Pallav.  SUI.  219 
Ove   non    bastino  con  taluno  le  prove  da 
me  addolle,  io  per  non  far  lunghi  piali,  d 
cilo    davanti  all'  universilà    dulie    persone 
studiose.  (EP)  ,,, 

^  §  111.  Per  Luogo  di  studio  pubbli- 
co ,  dove  .1'  iiLiegnano  tutte  le  scienze  . 
Lai.  aeadcmia,  ^ceiim.  Gr.  Kxaor,p«. 
).ox.ì:ov.  Cr.  Leu.  dedic  E  ancora  per  1. 
savii  in  iscienzia  naturale  del  Università 
degli  scolali  della  città  di  Bologna.  Red- 
rJp.    nat.    18     lo   acca   raccontalo    quel 


17^ 


V  N  I 


che  di  sopra  ec.  vi  ho  scritto,  al  duttissi- 
mo  Olao  Borch,  o  BorrichìOt  famoso  pro- 
fessore neir  Universili  di  Coppcnagben. 

UNIVKKSO.  Sust.  Il  Mondo,  Tutta 
la  macchina  mondiale  .  Lat.  ttniversus 
orbis  .  Gr.  o'àOì  /.óiyoi  .  /'etr.  cap.  6- 
E  indi  regge  e  tempra  TuDÌverso.  Dant. 
In/.  5.  Se  fosse  amico  il  Re  dell'  uni- 
Terso  ,  Noi  pregheremmo  lui  per  la  tua 
pace.  E  l'ar.  I.  La  gloria  di  Colui  che 
tutto  muove ,  Per  1*  universo  penetra  e 
risplende  . 

*  g.  I.  Per  l'  Universalità  delle  per- 
sone y  Gli  uomini  del  mondo  .  Segner. 
Mann.  Marz.  21.  I.  (Questo  è  1'  ingan- 
no che  mena  tanto  1*  universo  in  ro%i- 
na.   (f) 

g.  II.  Talora  vale  solamente  Tutto  ti 
globo  terrestre.  Bocc.  nov.  89.  6.  L'al- 
tissima fama  del  miracoloso  senno  di  Sa- 
lomone ,  discorsa  per  V  universo .  ò'en. 
Ben.  l'arch.  6.  3o.  Uno  altro  diceva  , 
che  appena  alla  sua  pulcnij  hastcreldic 
r  universo. 

§.  IIL  Per  lo  Complesso  di  tutte  le 
parti  ,  Il  tutto  .  Seti.  Pist.  lOO.  Final- 
mente egli  alilionda  ne'  delti  ,  ed  è  ma- 
goiGco  neir  universo.  Maeslruzz.  2.  7.  3- 
Sozza  è  ogni  parte  ,  la  quale  non  è  con- 
gruente al  suu  universo. 

UMVEBSO.  Add.  Tutto.  Lai  univer- 
sus .  Gr.  o'/o^  .  G.  /'.  I.  4*  '■  *  ^'o* 
rentioi  ec.  una  co'  Romani,  e  per  Rom.i- 
DÌ  si  trattavano  per  1*  universo  mondo  . 
E  10.  78.  3.  Torneremo  indietro  a  rac- 
contare d'  altre  novità  avvenute  in  que- 
sto tempo  in  Toscana  v  per  1*  uoiverio 
mondo.  Ftloc.  1.  2.  Possedendo  la  loro 
città,  la  cui  virtù  già  V  universi;  uaziuni 
si  sollomisc  .  Mor.  S.  Oreg.  \.  !^.  I  sa- 
crificii  degli  eretici  non  possono  essere  a 
Dio  accetti,  se  non  per  loro  oGferti  prima 
per  le  mani  dell*  universa  Chiesa  .  ^  S. 
j4gost.  C.  D.  I.  3o  Essa  cupidità  di  si- 
gnoreggiare, la  quale  ec.  eia  più  forte  e 
maggiore  in  Lutto  1*  universo  popolo  ro- 
mano, ec.  (ì'') 

*  §.  Per  Universale .  Sottar.  Dial. 
fac*  1.  (Reggio  1826)  La  Critica  e  così 
universa,  e  vaga  ed  iucerla,  e  senza  ve- 
ntre a  cose  particolari ,  che  non  sapreste 
che   cosa   vi   dire.   (CPj 

LNIVOCAMEWTE.  Awerb.  In  ma- 
niera univoca.  Lat.  univoce.  Gr.  ffVvuvA 
jULOi:.  ì'arch.  Lez.  261.  Il  medesimo  fuo- 
co di  spezie  si  genera  uoivoramentc  ed 
equivocamente  :  unìvocamente  ,  come  da 
un  altro  fuuio;  equivucamente,  come  dal 
Sole  ,  e  dal  movimento  locale. 

*  UNIVOCAZIONE.  Term.  de'  I  tlo- 
soft.  Apponimento  dello  stesso  nome  a 
vose  diverse  ,  ma  del  medesimo  gene- 
re. (A) 

UWIVOCO.  .Vi  dice  del  medesimo  no- 
me  f  che  si  dà  a  cose  diverse  ,  ma  dello 
stesso  genere  j  contrario  di  P.qttivoco  . 
Lat.  ttnivoctts  .  Gr.  «juvwvjuo;  .  ì'nrch. 
Le»,  i^p.  Il  genere  dell'anima  ce.  nun 
è  univoco,  ina  equivoci».  /■,'  altrovv:  Do- 
ve i  generi  diMionn  essere  univoci ,  riob 
romprrndere  eguaimcnir  tulle  le  .vpt  zie 
loro  .  I\d  Lrcol.  aij^.  Perche  le  compa- 
rasioni  si  dehhon  fare  od  genere  uni- 
voce  . 

t  *  UMZIONE.  /'.  A.  Untone.  >  it. 
SS.  Pad.  I  <)3.  Era  più  unilo  a  Dii>  ; 
pei  la  quale  unilionr  (così  legge  il  testo 
f'enturt;  la  slampa  ha  uniuiie  )  era  ve- 
nuto  a    tanta  purità  di  mriile,  che  ec.  f  f'j 

*  UNIZZARE.  A<»fr.  pass.  Unificar- 
si,  Bidttrsi  in  wiilà.  Salvtn.  Prog  Totr 
1.  ^03  II  di'lio  e  *1  ftttli»  «iene  per  »o. 
«rana  guisa  a  cumularsi,  e  come  tulle  le 
cose  ,  e  fino  le  medesime  contrarietà  ,  a 
simplificarsi  ,  e  ,  per  coti  dire  ,  ad  unti- 
larsi     (•; 


UNO 

•{■  UNO.  Add.  e  talvolta  anche  sust. 
principio  della  quantità  discreta  ,  0  nu- 
merica .  l.at.  ttnus  .  Gr.  Et  5  .  Hocc. 
nov.  1.  25.  Avendogli  sertati  hene  un 
anno  per  rendergliele  ,  io  gli  diedi  per 
amor  di  Dio.  A  nov.  l5.  28-  Tu  ne 
potresti  coti  riavere  un  dcoaio,  come  »• 
vere  delle  stelle  del  e  elo.  E  nov.  73.  4- 
Avevasi  un*  oca  a  deoaio  ,  e  un  papero 
giunta,  l'arch.  Oiuoc.  Pitt.  L'uno,  to- 
me penso  sai>piale  ,  non  è  numero  ,  ma 
principio  di  numero 

#  ^'.  I.  Talora,  gli  si  aggiiigne  l'ar- 
ticolo. Cavale.  Pungtl.  l^i*  >el  mare  di 
Marsilia  ,  delle  quattro  uavi  n'  annega  V 
una;  e  uel  mare  di  questo  mondo,  delle 
quattro  anime  n<>n  ne  campa  1'  una  .  /: 
257.  >e1  mare  di  Maraitia,  delle  sci  navi 
non  ne  annega  Y  una;  ma  nel  mare  di 
questo  mondo,  delle  sei  anime  appena  ne 
campa  Tiina.  (i  ) 

•f  o-  *'•  Qf^ntlo  le  cose  mentovate 
hanno  numero  determinato  ,  accennando- 
ne una  ,  si  usa  l'  articolo  s  come  V  uno 
degli  occhi ,  perche  e*  son  pur  due.  Ma 
se  il  numero  non  e  determinato  ,  si  dice 
UGO,  senza  articolo.  l'tire  abbiamo  esem- 
pio di  questo  in  contrario.  l'ior.  S.  l  rane. 
7.  Menò  seco  alquanti  frati,  fra'  quali  lu 
l'uno  frate  Bernardo.  Pocc.  g.  5.  n.  IO. 
Avendo  messi  gli  asini  loro,  st-nza  dar  lo- 
ro here  ,  in  una  stallutla  ce.  1*  un  degli 
asini   er.    era   uscito  della  stalla-    iP) 

^  §.  111.  Detto  di  uno  ,  infra  più  di 
due  o  tose  o  persone.  I  it.  S.  Pranc.  6t. 
E  r  una  dt;lle  tre  più  sante  anime  del 
mondo  (ed  ivi  è  detto  l'uno  di  loro,  par- 
Inndosi  di  tutti  i  patii,  f'ecor.  g  25.  n. 
2.  Mes&er  Alardo  ordinò  ec.  tre  schiere, 
e  dell'  una  fece  capitano  ec.  JS'ov.  ani. 
19.  Allora  parlò  l'uno  di  loro  ec.  fer^/io 
molti  J.  (f'j 

3  §■  IV.  Uno,  in  signijic.  rf*  Un  solo, 
l'ani.  Par.  3.  E  quei,  fuor  ch'uno,  Se- 
guilcrieno  a  tua  ragion  distrutti.  *  Ca- 
vale.  Med.  cuor.  236.  Mostrasi  per  molle 
visioni  in  /  ita  pairum  j  delle  quali  j>o- 
gnamo  qui  pur  questa  una.  (f  )  Sepner. 
l'red.  Pai.  Ap.  X.  9.  Qual"  è  la  pri- 
ma massima  nelle  corti  ?  Non  si  tro- 
verà (jui  pur  uno,  né  tra  la  famiglia  al- 
la ,  ne  tra  la  tiassa  ,  che  non  la  tap- 
pia.   (Ti) 

^  §.  V.  Uno,  talora  vale  Semplice,  e 
dicesi  della  Pavola,  o  astone  d'  un  poema, 
di  un  dramma  ,  o  simile  InJ.  Sri.  65. 
Il  primo  (ammaestramento  che  ri  diede 
Aristotele  intorno  all'  azione  delta  Ju*  ola 
fu}  eh'  ella  fosse  una,  e  non  più.  /•,'  73. 
Simigliante  favola  avente  un  sol  princi- 
I  io,  e  un  sol  Gne,  avvegnaché  athia  due 
ineui,  sarà  una  sicuramente  .  (Ci 

^  %  VL  Uno,  talora  vale  Unico,  e 
parlandosi  di  figliuoli  ,  vale  Unigenito  . 
«•  Gttid.  G.  Lo  re  Uela  aveva  una  6cliuo> 
la  che  avea  nome  Medea,  molto  hclliisi- 
ma  ,  una  al  padre  ,  e  sola  dovca  r»sere 
erede  del  reame  *•  .  Pern.  Ori.  |.  |.  i5. 
Ma  non  si  fida  tanto  in  cosa  alcuna  , 
Quanto  in  quella  heltk  che  al  moado  è 
una.  (Mi 

*  S-  ^  "•  yumen>  dell'  uno,  o  d'  un 
solo,  term.  gramaticale ,  che  significa  Nu- 
mero singul.ire  .  Salv.  Avveri.  1 ,  3.  2. 
37.  Solamente  ne'  nomi  il  contenlonn.  v 
rio  nel  numero  che  si  chiama  d'  un  solo. 
/'.  appresso  .'  1  medesimi  Dumi  ec.  quasi 
sempre  troncar  ti  possono  nel  numero 
dell'  uno.   (  ì'i 

§.  Vili.  Uno,  in  vece  iti  Ciascuno. 
Lai.  .finf;nli  .  (ir.  ixotSTo;  .  llocc-  I.ett. 
Via.  hoss,  278  Niuim  altro  nucniimcn- 
t«  per  snddiifacimenlo  della  natura  por> 
lavino  ,  che  un  poco  di  farina  per  uno 
con  alquanto  lardo-  A.  fior.  63  o.  Senta 
aver  quattro  cappe  per  uno,  ec. 


USO 

§.  IX.  Uno,  per  Un  certo,  indefini- 
tamente, liusp.  son.  3.  196.  Un,  che  ba 
le  gambe  a  faccelline  storte  .  E  3.  ao3. 
Un,  eh'  io  non  ho  per  buon,  oon  che  per 
tanto. 

§.  X.  Uno,  per  Uno  medesimo,  o  Una 
medesima  cosa.  Dant.  rim.  5.  Amore,  e 
'1  cor  gentil  tono  una  cosa,  Siccome  il 
saggio  in  tuo  dittalo  pone .  iiocc.  mov. 
77-  37.  Ad  un*  ora  aveva  piacere,  e  Doia 
nell'animo.  G.  V.  !\.  6.  l.  Molti  Fieto- 
lani  ec.  fecionsi  d'  un  popolo  co'  Fioren- 
tini. Hicord.  Maletp.  5o  La  ooslra  città 
di  Fiorenza,  eh'  era  uno  cu'  Romani,  nuu 
potea  rispiraie,  ne  prosperare.  Petr.  cap. 
o-  Oh  fiero  voto.  Che  '1  padre  e  '1  figlio 
ad  una  morte  offerse  I  ^  Cavale.  Pungi!. 
210  Prego  Iddio  più  Tolte  ,  che  gli  fa- 
cessi uno,  ciue  uniti  insieme  e  con  seco 
(Uno,  cioè  una  cosa  sola.  Ut  tini  unam, 
dice  li  ì.at.J.  i'.  appresso  :  Prìegovì  che 
tiate  e  diciate  tutti  uno,  e  non  abbiate  in 
voi  scisma   e  divisione.   (1  ) 

§-  XI.  Uno,  talora  è  accompagnanome. 
I  ed.  il  Salv.  Avveri,  voi.  2.  lib.  1.  cap, 
19.  Bocc.  nov.  68-  7.  Ora  era  Arriguc- 
cio ,  con  tolto  che  fosse  mercatante  ,  un 
fiero  uomo  e  uo  forte  .  Petr.  son.  305. 
Deb  fosse  qui  quel  miser  pure  un  pocol 
E  son.  207.  Bel  dono  ,  e  d'  un  amante 
antico  e  saggio.  liem.  rim.  |.  io3.  Un 
arcolaio,  un  trespolo,  un  paniere,  Un  pre- 
dellino ,  un  fiasco  ,  un  lucerniere  .  E  1. 
107.  Un  sospetto  crudel  del  mal  fnn- 
tese  . 

#  §.  \ll.  Uno,  talora  equi* ale  md  Al' 
cuno .  Vii.  SS.  Pad.  I.  117.  Forte  da 
uno  mai  tante  varietadi  oou  ti  videro,  (f  ) 
Bern.  Ori.  i.  8-  |5.  Sono  alla  sedia  sua 
perle  attaccale  Che  sbigottiscono  un  tolo 
a  vederle.  (C) 

§.  XI 11.  E  talora  pure  nella  stessa 
qualità  di  accompagnanome  vale  Un  cer* 
lo  .  Lai  quidam  ,  qutednm  .  Gr.  Ti'$  ,  • 
Sitva.  ■  Iiocc.  nov.  1.  5.  Gli  venne  a 
memoria  un  ser  Ciapperello  da  Pralo  . 
E  nov.  21.  l5.  Avvenne  un  giorno,  che 
una  lor  compagna  da  una  fineilretta  del* 
la  sua  cella  di  questo  f^ito  avvedutasi,  a 
due  altre  il  mostro  .  E  nov.  98.  i3.  Un 
di  nella  camera  chiamatala ,  interamente 
come  il  fatto  sta*a  le  dimostrarono  Bern. 
rim.  I.  3\.  Una  mattina  a  buon'otta  a 
digiuno  Venne  uel  mondo  un  diluvio. 

§.  MV.  Talora  pure  è  accompagna- 
nome  ,  ma  numerate  ,  e  vale  Intento  0  • 
t'irca  .  Lai.  ctrciter  ,  plus,  minus  .  Gr. 
w;  Ò90-»  Tt.  Bocc.  Intr.  19.  Erano  radi 
Coloro,  i  corpi  de'  quali  foster  più  che  da 
un  diece,  o  dodici  de'  suoi  vicini  alla  chie- 
sa accompagnati-  E  nov.  7Q.  1^.  Senta 
che  quando  noi  vogliamo  un  mille,  o  un 
ilumilia  fiorini  d'  oro  da  loro,  noi  oon  gli 
aliliiamo.  PI  nov.  80  5.  Che  |H.>te«an  va- 
lere un  cinquecento  fiorin  d'  oro.  Cmpr. 
Boll.  5.  81.  Fanno  che  no  uomo,  che 
ragionevolmente  può  vivere  un  setsant* 
anni  ec.,  ventle  que*  |>orhi  che  gli  resta- 
no re. 

§-  XV.  In  qunlità  d'  acccmpagnamo- 
me  si  congiugne  talora  anche  cogl'  ina- 
nità dei  verbi,  che  allora  hanno  forza  di 
nome,  tf  Iiocc-  g  IO.  «.  6  II  quale  fpe- 
sce  }  più  per  uno  inlrametlcre,  che  per 
molto  rara  e  ddetlr«ole  vivanda  ec.  fu 
messo  davanti  al  re.  ( f f  Bern.  rim,  |. 
107.  Un  dirmi  eh'  io  le  presti  e  eh*  io 
le  dia  Or  la  veste,  or  l'anello,  or  la  ca- 
lma ec.  ,  Un  toler  ch'io  le  faccia  com- 
pagnia .  /•'  appresso  :  Un  non  poter  ve- 
derla ,  ne  pallila. 

*  §-  \VI.  Uno  jt'  aCiOt-da  col  plurale 
del  nome  da  cui  dipende.  Iranc.  Sacch. 
nov.  70.  Dissono  ,  voleano  d'  ogni  porco 
fiorini  uno  a  trargli  del  |Htcto  fSoa  fide- 
rebbe un  fiorini),    (f-'j   Tti     /V»-.    P.  5. 


UNO 

.„  6i  To"li  viole  dramme  due,  ca»si.i 
rJe  per  lu,  .  Uu,.^o,.e.c«  ,e.  -c«^ 
uno  ec  Ji  ganiuri»  dj  calie,  huelt.  I  .or 
Tgo  di  n,!,o  d.  Mere  WbW  una,  ed. 
more  «else  una  mena.  (I^) 

8  XVII.  L^-o.  rorrehu.o  ad  AlUo , 
,ì  l,  singolare  come  in  p!„r«!e,  nfinen- 
iLt  co..  nun,o.nic  .  r  Uno  .al  r^ 
„o.  r  altro  Secondo  J  e  flora  .agl.ono 
E..raml,o,  ^„-e„./..e  Lat.  ""-"/'"^  ^f  ; 
«...   16.    17.   Taulo  l'eia      uoo  e  1  a 

aveva  traslurnia».    i-   *;•  H^  i  ,„      ^ 

cose  ed  ella  l.  siano  ra.coniaudale  e 
;rilo  dell'  «ne  e  dell'  alt,  a  face,  che 
„edi  che  s.eno  consolat.onc  dell  anima 
•  r-^»-.  ì  22.  Quasi  o(;n.  volta 
mia.   Fiamm.   3.    i^-    ■<  "      ,1  ,ver 

sperava  1'  une  croc.ute  ,  e  1  alt, e  dove. 
Lare  .vce™a.e.  /•-  5  0^' .'^"''^"^^  ^' 
,uler  faro  sicco,ue  lecero  .  f^S"»'"  •  » 
gli  \bidei,  gli  uni  tenient.  Ann.I.ale  Cai 
8    .  "„,:  ^1,,.:  FililMio   Macedonico. 

lazinesc  ,  e  eli  ali,,  nm-i'v 
^,r.r.;.    . .°  Schiava   dSoU,aU,i^  e 

l'altro  eorno  Del   r-.u.».  ''' f,""'  ^'^  ,,„: 
i'I  bel  ciglio,  e  runa  ci   alt.  a  stella, 

Ch-  al  corfo  del  mio  viver  lume  dienno? 
Bcn.rim.  1.  106  Che  1' uno  el  alUo 
mostrerò  lor  io.  . 

*  8.  XVUl.  /-■""<'  «  ''"""'  "".  '" 
negalla  seguenle  ,  vale  Ni  f  uno  ne  l 
«Uro.  1,1.  SS.  Pad.  2.1...  L  uno  e 
1-  altro  mai  non  s' apinossimarono  ali  al- 
iare per  dire  messa.  (I  ) 

«  S     XIX.  n.ci-ii  L'itno  e  l  altro,  par- 
landosi d.  due,  de- qual,  anche  fnno  sm 


UNO 


XI  N  O 


1757 


femmina.   Bocc.  g. 


5.  Desideroso  di 


femmina,   .ouit.g.   /•■•■   --  -  , 

•irovarmodo  da  dove,  e  d  p.ele  e  la  mo- 
.lie  trovare  insieme  ,  per  faie  un  mal 
Loco  e  all'uno  e  air  altro.  Pass.  209. 
Beni  naturai,  sono  o  nel  corpo  o  nell  a- 
Dima,  o  comune  «In.  i  n,:e,l..l  M  uno 
e  air  altro.  Ca.'alc.  Mcd.  cor.  2|5.  Lo 
spirito  e  pronto,  e  la  carne  e  inferma;  e 
anche  non  può  fare  sempre  tanto  1  uno, 
(manto  e  l'altro  (cioi  la  carne).     I  I 

e  XX  L'  un  per  l'  altro  ,  fale  IJ.te- 
sto'per  quello  .  o  f  ano  in  cambio  dell' 
altro.  Bocc.  no.:  60.  21.  Ce  qual.  son 
si  simigliant.  1'  una  all'  altra,  che  spesse 
volte  mi  vien  presa  1'  una  per  1  altra. 
H  no..  72.    x6    Vada  l' un  per  1  altro. 

8  XXI  /.' ""  per  l'altro,  vale  an- 
che L-'.. no  ragguaglialo  coli' altro.  Alam. 
Colt  4  97.  E  r  un  per  l'altro  da  ver- 
gogna spinto,  E  'nvidioso  al  vicio  ,  men 
piirro  viene.  , 

*  §.  XXII.  L' un  per  l'altro,  vale 
anche  ScamliieealmenU.  l'it.  S.  Unofr. 
lia.  Noi  alihiamo  molto  conforto  e  dilet 
lo  insieme  l'  uno  per  1'  altro.  I  l'I 

*  §  XXIU.  L'uno  sull'altro,  dices. 
de'  danari  che  si  numerano  d,  presente 
e  alla  mano.  Cecch.  Dot.  I.  I.  Dando  • 
danari  1'  uno  sull'  altro  ,  lu  m.  fa.  tanto 
cordoglio  attorno,  (t  ) 

#g  XXIV.  Uno  innanzt  altro,  vate 
Alla  fila.  Deput.  Ilecam.  100.  Il  mede- 
simo poeta  f  Vanle  .<ollra.!.<e  In  propo.u- 
:ione  alla  voce  innanzi),  Mentre  che  su 
per  l'orlo,  uno  innanzi  nitro  J  che  im- 
miló  il  Villani:  il  che  con  grande  r/fan 
no,  tiuasi  uno  innanzi  nitro,  salirono  in 
su'  lo  .spianato  d  l  campo  .■  che  imporla, 
,c  Alla  fila  ;  e  Dante  disse  altrove  :  L 
uno  innani..  e  l'altro  dopo.  (V) 

#  ^  XXV.  Talora  invece  di  Altro,  s. 
replicò  la  sles.<a  voce  Uno  .  Fr.  Cord. 
30i  11  Segnore  si  infinse,  cioè  una  mo- 
strava e  una  intendea.  (I  )  D.int.  Purg. 
26  Li  veggio  d"  opni  parte  larsi  presta 
Ciascon'omlira,  e  liariarsi  una  con  una.  I?,J 
if  S  XXVI  Una.  per  Una  cosa.  tr. 
tì/orJ  120.  Forse  ,  he '1  e,ed,  insannarc 
per  arte  d.  parole,  e  faili  veder  una  per 
un-   altra  .    K    219.    La  quale  (lingua,  e 


latta  a  due  officii ,  luna  a  lodare  Iddm, 
r  altra  a  confessare  1  peccati  (  cioè,  pri- 
ma,  e  poi)./-;  297.  onde  nomerà  doppio, 

oche.idimostiasse    """•  "^  "^"f .  "' ,  ^  ; 

tra.  IVO-,  ant.l^.  3.  *!■:"■>•>  f"  """  "■ 
putava  movimento  d'omori,  alcuno  fievo 

ie«ad'a,.i,i.oec.;chid,ceauna     ech^ 

un'  altra  ,  secondo  le  ''-■■^''1, '''.'"^ 
scien.,e.  Frane.  Sacch.  nov.  229.  U  P" 
sto.a  s.  segno  ,  d.cendo  :  Oh  .  ella  cola 
una  ,  e  fa  un'  altra.  Lasc.  l'areni,  i.  i- 
Vienile  ec,  acciocché  tu  m.  raccompabu, 
a  casa;  che  non   m'avvenga  pò.  una  pel 

"Vs'^XXVIl,  Per  Primamente,  rispon- 
dendogli V  altra,  ovi-ero  e  ancora.  l-.t.S. 
.M.  Madd.  110.  Avevano  '^'B'""''''  P '" 
gnerc  doppiamente,  1'  un.,  per  lo  Signore 
CUI  eglino  amavano  cotanto,  e  udendo  eh 
era  di  lui  latto  cotanto  strano ,  e  an- 
cora per  loro  medesimi,  che  erano  pari,- 
ti  ee  /•,(.  S.  Frane.  207  *■  l"-""^" 
o,ava  tra' frati  san.a  nulla  hoce  ,  ovvero 
sospiro,  o  altro  segno  attuai,  era  il  suo 
oiare:  1' una  pc.  non  impedire  gì.  ali.., 
r  altra  perchè  nulla  vanaglorii.  8''=."7"- 
tesse  surgcre.  O.  T.  10  iS^.L  ciò  fece 
il  Papa  a  petizione  del  legato  d,  Lomba.- 
d.a  ,  r  una  per  rompere  la  lega  già  co- 
■  .  I'  ,li,a  nerche  1  Marchigiani 
minciata  ,    1    aitia    pe.cuc  o 

fossero  riverenti  al  legato.  (Il 

*S.  XXVIII.  nices,l'Una,inparenles,, 
per  Oltreché,  Fir.  As.  20I.  Verciocche 
(e  r  una  eh'  io  era  soverchio  curioso  di 
ve.ler  cose  nuove)  io  sperava  di  veder  la 
vendetta  di  quei  ladroni.   (1) 

*  K.  XXIX.  Uno,  talora  vale  Un  at- 
..  .  V,.,,.  /.  1  .l'i  Fu  conchiuso 
tra.  (juicc.  òtor.  i\.  12-».  '" 
nel  consiglio  comune  che  sopraslali  an- 
cora un  giorno  gli  Ecclesiastici  e  .  Vene- 
i.ani  nei  medes.mi  alloggiamenl.  ,  andas- 
sero poi  il  giorno  prossimo  ad  allogg.are 
a  Lodi  vecchio.  (Lì 

«.XXX.     Quell'uno,     Qitesfuno.e 
simili;   maniere,  nelle  quali  la  voce   Uno 
è  di  1)1,1      e  solamente  accenna  con   mag- 
gior evidenza  e  prec.wonc  Lat   hic  unus, 
ille  unus.   Fiamm.   4.  32.   Deh  1   desti  tu 
a  tutte,  o  a  questa   una    ec.    quella  fede 
ec.   che  a  me  donasti?    /i    7-   =9.    ^«•>    ": 
forse,  o  donne,  i  miei  argomenti  fnvoU 
gi'a  tenete  ec,  ,(uesto  uno  solo  ,  ed  ul  ,- 
mo,  a  luti,  gli  altri  dia  supplimenlo.  Pelr. 
son.    167.  Non   pur  quell'  una  Leila  ignu- 
da   mano  ec.   Ma  1'  altra,  e  le  due  brac- 
cia .    E  son.    201.  E  caramente  accolse   a 
si-  queir  una.   E  canz.  16.   2.  Ho  di  gravi 
pensier  lai   una  nebbia  ,  Qua    si  leva  ta- 
lor   di   queste    vali,,    /i  canz.  41.7-    Qf'" 
1'  uno  è  rotto  ,  e   'n    l,bert'a    non    godo  . 
*    Pohz.    nm.    tett.   201      Da  quest    una 
ei;reK,a    consuetudine   tutù  1    famosi    fall, 
e  le  maravigliose  opre    desi,   ant.chi  uo- 
mini   s'  intende    essere  derivati  .    /■-   20.1. 
Nessun   alilo  titolo  sotto  la  sua  statua  fu 
intagliato  se   non    quest'  uno  .   I:  appres- 
so .-Conosceva  ec.   gli  altri    suoi  virtuosi 
falli  ec.  a  quest'  una  laude  essere  mlerio- 

*  S    XXXI.  Sol  uno,  vale  .Sola.   Bocc.  , 

canz.  4.  7.  Un»  '■"*"  «•'•'  ",  l'"';^-'"'  ! 
Che  lu  ritruovi  Amore  ,  e  a  lui  sol  uuo 
ce.  Dimo.tri  a,.picn  ec.  lì  )  jlanl.  InJ. 
2  I  o  ginrno  se  11'  andava,  e  1  aer  bruno 
To.lieva  gli  animai  che  sono  'n  terra  Da 
le  fatiche  loro,  ed  io  sol  uno  M'  apparec- 
chiava  a  sostener  la  guerra.  (^) 

3  §  XXXIl.  Tuli'  uno,  vale  La  me- 
desima cosa.  Lai.  idem,  eadem  res.  Gr. 
to'  auro'.  Pant.  Conv.  93.  Cortesia  e  one- 
slad,.  t  lult'  uno.  <=  ffnim.  7.  96.  Ne 
sossopra  la  man  non  volgere,.  Che  1  an- 
dare,  e  lo  star  mi  son  tuli'  una.   (Ci 

*  §  XXXIII.  Tuli' uno,  talora  vale 
Un  punto  medesimo,  Uno  slesso  islanle. 
«  Bocc.  nov.  73.   16.  E  il  dir  le  parole, 


e  r  aprirsi ,  e  '1  dar  del  ciotto  nel  calca- 
gno a  Calandrino,  fu  luti' uuo.  Tac.  Dav. 
Ann.  l5.  225.  Segatogli  le  vene,  e  messo 
in  b.rgno  caldo,  tutto  fu   uno  ...   (C) 

^.  \XXIV.  A  uno  a  uno,  modo  quasi 
avvul'.  ,  che  vale  Distintamente  ,  Sepa- 
ratamente I-uno  dall'altro.  Lai.  .ungil- 
latini,  singiili.  Gr.  x«3  if.a.'itoi.  Amet. 
56.  Ma  percb'e  ri  fatichiamo  noi  d,  vo- 
Icglili  ad  uno  ad  uno  narrare!  ec  Pelr. 
canz.  28.7.  Aduna  ad  una  annoverarle 
stelle  et.  Forse  credca  ;  quando  in  si  po- 
ca caria  Nuovo  pensier  di  raccontar  mi 
nacque.  Sen.  ììen.  I  arch.  ■;.  6.  Concia- 
siachc  egli  posse(;ga  ,  come  fanno  1  Re, 
tulle  le  cose  insieme  ,  e  la  proprietà  di 
loro  a  una  a  una  sia  sparsa  in  ciaschedu- 
no. /Jern.  rini.  I.  55.  E  che  sia  '1  ver, 
va ,  leggi  a  uno  a  uno  1  capitoli  miei. 

g.  XXXV.  A  un  per  uno  ,  quasi  lo 
stesso  che  A  uno  a  una  .Vcn  Ben 
\  I  arch.  3.  32.  Se  i  bencfiiii  de'  6gliuoli 
non  possono  a  uno  per  uno  vincere  la 
grandezza  de'  menti  paterni,  p.u  bcnefizu 
messi  insieme,  e  posti  in  un  luogo  solo  , 
la  vinceranno. 

:':  8  XXXVI.  Dicesi  anche  Uno  pei 
uno.  Saiv.  Avveri.  1.  3.  1.  3.  Ora  di 
guesti  suoni  o  pronunzie  si  parlerà  d. 
sotto  una  per  una.  li  I.  3.  4.  3.  Di  cui 
una  per  una  parlitamcnle  direm  nostra 
credenza,  il)  . 

§     XXXVII.    In  uno,  e  In   una,  e  yl 
'  uno  ,  posti  avverhialm.,  vagliano  Insie- 
me.  Lat.   unn  ,  simul.   Gr.  a,aK  ,   eJ/iOu  . 
I  /;occ.  no,'.  84.    3.    Quantunque  in  molle 
altre  cose  male  insieme  di  costumi  si  con- 
venissero, in   uno,  cioI?  che  amenduni  gli 
lor   padri  odiavano,  tanto  si  convenivano, 
che  amici   n'  erano  divenuti.  CI.».  »0. 
10     II  Cardinale    ec    ,icl,iese   cantamenle 
r  altro  collegio,  che,  quando  a  loro   pia- 
cesse, si   congregassero  io   uno.    Gnirf.  G. 
Non  volle  Etlorre  conti  adilire  al  consiglio 
di  tanta  gente  ,  che    tulli  s'  accordavano 
a  uno.  M.    I  .   10.   24-   '^''  '""!"  ^."°■ 
giura,  e    in    una    a    cercar    de    modi   ec. 
*    Oialt.   Leu.    14     4«-    N"°    "'."    f"!" 
uomo  in  dannast'o  d'uomo,   ma  in   am- 
lo  ;  e   pero    non    catono   vale  per  se  ,  ma 
congregai,   a   uno.  lO    Ta.'S.    Oer.  2.  76. 
O    non  potranno  pur  le  nostre  geni.  E  le 
Perse  e  le  Turche  unite  in   lega  Cos.   po- 
tente armata  m  un  raccorre,  Che  a  <jne- 
sli  legni  tuoi  s.  possa  opporre  7  II  CI 

«  XXXVlll.  Ad  una  voce,  vale  Lon- 
coidemenle.  Lai.  uno  are.  Bocc.  Inlrod. 
50.  Ad  una  voce  lei  pr.ma  del  primo  gior- 
no elessero. 

8.  XXXIX.  Ad  una  ,  vale  lo  s lesso 
che  Jd  una  voce  .  Dani.  Purg.  i^.  -Ve- 
nimmo  dove  quelle  anime  a,  una  Gridaro 
a  noi.   E  21.Per,hè  tulli  ad   una  Parver 

gridare .  ...  »t  / 

:•:  e  XL  Vale  anche  Insieme  ,  TVel 
punto  sles'O  .  Dant.  Purg.  19.  Poi  ella 
e  n  -onuo  ad   una  se  n  andaro.  (I  J 

8  XLl.  Hccare  in  uno  ,  vale  lette- 
re a  comune.  Bocc.  nov.  33.  8.  Dove 
voi  vogliate  recar  le  vostre  ricchezze  in 
uno  ,  e  me  lar  terzo  posseditore  con  voi 
insieme  di  quelle. 

S  XLII.  Berare  in  una,  vale  nache  «11- 
nife.  Congregare.  O.  /'.  1 .  26.  2.  In 
primi  era  ec  con  borghi,  e  villate,  e  for- 
te«e  sparte,  ma  i  delti  le  recaro  in  una 
a   modo  di  cilt'a.  . 

8     XL1II.  Recare  motte  parole  la  una, 

,alé  Conchiudere  ,    Hi.slringere    il  ragio- 

,„      1  ni     i-em    in    pnuca  conferre  , 

■;ZZ-em1,iSere.^^òii^?^^-: 

r"="ndr.e^:i^Vp:Xi::nf;(^ 

:rd':Mut.^  oc.  dispos";.,  ad  andarvi. 

S     XLIV    Andar  nell' un  Vi' uno,  vate 
Non  la  finir  mai  ,    Andar  nell'  in^nilo  . 


17^8  UNO 

Smivin.  Disc,  a.  ^20.  Ma  ciò  sareblie  an- 
dare nell'  UD  vi*  uno  ;  e  però  ec.  faccio 
fiue . 

§.  XLV.  fìxserci  per  uno,  vale  Con- 
iar per  uno,  JVon  esser  ita  più  degli  al- 
tri,  Tac,  Dav.  /inn.  12-  l43.  Avendo 
l'iaposlo  ,  esserci  soUmentc  per  uno  ,  né 
poterne  più  di  loro  ,  disse  che  V  aspet- 
tasse in  puljgio. 

§.  XLVI.  JVon  ne  aver  itn  per  medi- 
cina ,  dicesi  proi-erbia/m,  del  iXon  aver 
niente  d'  alcuna  cosa  ■  Lor.  Mfd.  canz. 
71.  5.  Non  tieu  !'  uaima  co'  deuli ,  CU' 
un  non  ne  ba  per  nie<Iit-ina. 

•-'  ^.  XLVII.  Uno  alcuno,  vale  Un  cer- 
to, Ta/unoj  e  si  usa  come  add.  e  come 
sust.  imperf.  1\  Tìb.  D.  l\.  T.  12.  3i2. 
Udiranno  che  uno  alcuno  non  sia  repu- 
tato per  coraggioso,  e  però  non  lo  fan- 
no giudice,  guardinsi  di  farlo  soldato.  E 
Tim.  /'.  1.  T.  6.  34.  Cadeci  una  alcu- 
na misura  pioporiionalc  ec.  Cas.  UJ\  com. 
1x4-  Nel  vi \  ere  degli  uomini  superiori 
hacci  una  alcuua  piacevolezza.  (F) 

t  UNQUA  ,  e  UJNQUE.  Ji-verb.  Mai, 
Lai.  unqiiam.  Gr.  noxi-  Pi'tr.  canz.  3(). 
3.  Che  per  nostra  salale  uQtjua  non  vie- 
ne .  /ìocc.  nov.  39.  10-  Ma  unque  a  Dio 
non  piaccia  che  sopra  a  cosi  nubtl  vivanda 
ce.  inai  altra  vivanda  vada,  /i  «oi-.  95.  il. 
Madonna,  unque  a  Dio  non  piaccia  ec.  che 
io  sia  guastatore  dell'  utiore  di  chi  lia  com- 
passione al  mio  amore.  Dani.  Purg.  3. 
Pon  mente  se  di  là  mi  vedesti  unque  . 
/^  5.  O  anima  ,  che  \ai  per  esser  lieta 
ce..  Guarda  se  alcun  di  noi  unque  vede- 
sti. JC  Par.  S.  Si  che  unque  poi  Di  riudir 
non  fui  sanza  disiro  .  Tes.  lìr.  \.  io. 
Poniamo  che  'I  mondo  non  fosse  unque 
fatto;  tutta  fiata  era  c^li  nel  suo  eternai 
consiglio.  i'Hoc.  2.  .177.  Là  ec.  è  venuto 
il  più  vdlan  cavaliere  che  unque  portasse 
arme  .  /liberi,  cap.  25.  Meglio  è  avere 
alquanti  anrbi  nimici  ,  the  quelli  amici 
rhc  [)aion  dulct  ;  che  quelli  sjiesso  dicon 
vero,  questi  non  unque.  l\sp.  Pat.  piost. 
2.  I  rami  di  questo  altiero  sono  tutti  gli 
eletti  che  unrpic  furono,  e  sodo,  e  sarao- 
no.  E  28.  L'  umile  ulihidiscc  tulio  sem- 
pliccmcnlc  ec.  die  iinn  dite  unque  un- 
que: pcnhc  vo  io  più  qua,  che  la? 

UW(JU\.NCHE.  Ai-vvrb.  Mai,  Giam- 
mai. Lai.  nntjìiaiu.  Gr.  "0T£'.  lìocc.  nov, 
6o-  10.  E^jli  sapeva  laute  < ose  fare  e  di- 
re ,  che  tiominc  pure  uiiquaiuhe  .  Dant. 
Inf.  33.  Che  Ilijuca  n<iiia  non  mori  un- 
quanche.  Tes.  Jir.  8.  fi-'i.  Quando  '1  par- 
latore dice  che  è  una  pessima  cosa,  e  non 
lu  uiKpianche  veduta,  ne  udita.  Fr.  Ciord, 
Pred.  S.  La  maggiore  e  la  migliore  che 
unquan<he  a\esse  il  mondo. 

UNQUA.NCO  .  yfvvi-rb.  U nqu anche  . 
Lnt.  unf/uam,  Gr.  a^Tì.  Pftr.  canz.  26. 
.').  Uen  sui  (he  si  liei  piede  Non  tocco 
terra  unquanco .  Dant.  Purg.  4.  Certo, 
.Maestro  mio,  tlìss'io,  unquanco  Non  vid* 
IO  chiaro  ti ,  coiit*  io  diM'ei  no .  E  Par. 
l.  Aquila  si  non  gli  s"  alTisse  unquanco  . 
/V/r.  vo/i,  193.  L'adornar  si,  eh' al  cici 
n*  andò  V  odore,  (Jual  non  so  gi'a  se  d' 
altre  Irondi  inuguanro.  Ar.  l''ur.  18.  I.'"i8. 
Clic  r<iii  viso  si  orriliile,  e  si  tuutto  Un- 
quanco non  avea  fortuna  esperta  .  Lasc. 
rim.  3.  328.  Dunque  srrivcndo  voi  cou 
lieta  cera,  Sema  inai  uiqx)  usar,  guari, 
o  unquanco  >  Portate  de*  poeti  la  bau- 
•  liera  . 

^    U.NQUE.   r.  UNQUA.  (•) 

UNQUEMAl,  che  nmhe  si  scrive  UN- 
QUE MAI.  Àvvfrh.  tiiammai,  \fai  mai. 
Lai.  unifiiam.  Or.  TTOTf".  Pant.  l<tm.  31. 
Eungilo  è  o);iii  augel  .  che  'I  caldo  segue 
Del  paese  d'Europa,  rhc  non  perde  Le  set- 
te stelle  gelide  unque  mai.  Aoi*.  ant.  3. 
4-  E  questo  si  scrisse  per  lo  minore  dono 
I  ir  egli    facesse    uacpic  mai.  Fr.  Ciord. 


U  N  Q 

Pred.  S.  Chi  è  in  peccato  ,  e  dee  entra- 
re per  mala  via  ,  unqueinai  non  n'  u- 
scirebbc  ,  se  la  misericordia  non  ne  '1 
traesse  . 

UNTARE.  Lo  stesso  che  Ugnere,  Un- 
gere. Lat.  ungere.  Gr.  x^iu-^.  Hed.  An- 
noi.  Ditir .  134*  Prosciugandole  cou  ud 
panno,  le  untano  o  di  zibetto,  0  di  bal- 
samo nero.  *  Magai,  pari.  1.  lett.  8- 
Vi  sono  certi  lic]Uori  ,  che  a  untarne  le 
sustanze  elettriche  non  impediscuDo  Teia- 
rulazionc  della  facoltà  altrattrice,  ed  altri 
si.  ( /!)  Salviti.  Oeor.  lih.  3.  U  con  amara 
morchia   il    toso  corpo    Untano   ec.  (F) 

*  §,  Untare  gli  stiialt  ,  figuratam. 
vale  liaggiart'.  Lodare,  Adulare,  f^arch. 
lircol.  67.  Questi  tali ,  che  s'  ungono  o 
untano  gli  stivali  da  lor  posta,  cioè  ti  lo- 
dano da  lor  medesimi ,  si  tuoi  dire  che 
hanno  cattici  vicini,  (li) 

'.i  UNTATA  .  L'untare.  lUcetl.  Fior. 
l8o.  Si  può  in  cambio  di  riuvol^erlo  nel- 
r  olio  violato,  dare  un  poco  d'untata  con 
esso  al  vaso.   (]S) 

UNTATO.  Add.  da  Untare.  Lat.  un- 
clus  . 

*  UNTATURA.  L'untare.  Magai. 
lett.  fnm.  i.  258.  (  Fir.  1769)  Mi  detti 
uu;l  leggerissima  untatura  cou  V  acquar- 
zente  e  mi  maravigliai  che  toccando  il 
vivo  di  (juellc  piagbetle  ,  non  sentii  friz- 
zare ne  punto   uè  poco.   (C} 

f  V  §.  !•'.  figuratam.  in  senso  di  Piag- 
giati',  .Idularc.  Magai,  lett.  212.  Che? 
mi  sminchionate,  eh?  ...  V.  S.  pretende- 
va eh'  io  le  rendessi  la  pariglia  a  conto 
del  suo  capitolo  al  .Marchese  del  Bucine 
seuiorc,  e  però  m'  ha  dato  questa  uutalu- 
ra.  (li) 

UNTICCIO.  Add.  Dim.  di  Untoj  Ai- 
(fuanlo  unto.  Bcnv.  Celi,  OreJ".  33.  Per 
tal  cagione  la  detta  opera  diviene  alquan- 
to   unticcia  ,  e  lorda. 

UNTIS.SIMO.  Superi.  d'Unto.  Trait. 
segr.  COS.  donn.  Vogliono  averne  lo  sto- 
maco, e  tutto  il  ventre  untissimo. 

UNTO.  Sust.  Cosa  unta,  0  che  ugne. 
Lat.  unctum,  Gr.  ro  xi)cptGfi''vov.  Uocc. 
nov.  61.  10.  Va  ucirorto;  appiè  del  pe- 
sco gro-sso  troverai  unlo  bi-^unto,  e  cento 
cacheielli  della  gallina  mìa  (qui  in  gergo 
s'  intende  un  lappone  cotto).  /lem.  rim. 
1.  52.  Che  <|uel  vantaggio  sia  fra  loro  ap- 
punto, Ch'è  fra  '1  panno  scarlatto  e'  panni 
bui  ,  Quel  eh'  è  fra  la  (pi.iie»iiiia  e  fra  1' 
unto  f  t/ui  per  lo  mangiare  di  gias.sn}. 
Ar.  sai.  I.  Il  solimalo  ,  e  gli  altri  unii 
rìb.ddi  ,  Di  (he  ad  uso  del  viso  eiupìua 
gli  arinarii ,  Fan  che  si  tosto  il  viso  lor 
s'  all'aldi.  Puon.  Ficr.  3.  4-  4'  ^^'cte,  vo- 
miche, purghe,  unti,  ed  impiaslii. 

UNTO  .  Add.  da  Ugnere,  e  Ungere. 
Lat.  unetus  .  (ir.  xi'/piCfJ.é*Oi  .  Vant  . 
Y/i/".  a.  Gli  occhi  ha  vermigli  ,  e  la  bar- 
ba unta,  e  atra.  L'occ.  Introd.  7.  Non  al- 
trimeoti  che  faccia  il  fuoro  alle  rose  sec- 
che, u  uutu.  Malm.  3.  6o.  L'  unto  Sga- 
ruglia  eoa  frittelle  a  iosa  ,  Alla  sipiaiìra 
de*  cuorhi  ora  soggiugne  Quella  de'  bat- 
tilani assai  lanios.!.  /'.  8.  14.  E  tra'  cau- 
iielli  infili  qualsivoglia  uutu  Ila  i  suoi  sti- 
pelli,  e  seggiole  di  punto  (ifui  figuratam. 
per    J  ile ,  e  Plebeo). 

UNTORIO.  /'.  ./.  Unzione,  Unguen- 
to. Lat.  unguenlum  .  Gr.  p\if0-*.  Cr.  6- 
41*  4'  Dell*  elatleriu  ,  e  della  Irenirnlina 
si  fa  ottimo  uulurio  da  rompere  le  pò 
sterne  . 

t  UNTOSITV,  UNTOSI!  ADE,  e  UN- 
TOMTATE.  (Qualità  di  ciò  che  ugne.  M. 
Aldobr.  I  veiilimeiili  dell'  ussaggijiiicnlo 
della  liugua  sono  questi  in  otto  speaic,  rii>c 
dolceua  ,  amaritudine  ,  salseua  ,  uulo^ità, 
ucctosìlli,  oc.  Cr.  a.  25.  IO.  Il  nobile  lo- 
to ,  il  quale  è  netto,  e  libero  dalla  terre- 
strità grosia  per  la  sua  untositade,  tosto 


U  N  T 

produce  la  pianta  grossa  da  mangiare.  £ 
5-  3-  3.  I  loro  corpi  ( dell'  avellane )  toD 
più  sodi  e  più  spessi,  e  santa  unlositadc 
(così  nel  testo  a  penna j  lo  stampato  ha 
per  errore  veotositade.). 

UNTUME.  .Materia  untuosa.  Lat.  pin- 
giiedo  .  Gr.  Ài^ajSi»  .  Cr.  9.  40.  l\.  Ma 
poi  con  r  acqua  calda  si  lievi  cautamente 
lo  strettoio  della  gamba,  e  *l  ner\o  s'uo- 
ga  con  alcuno  untume.  Fr.  Giord.  Pred. 
IL  l'rocurano  di  farsi  la  faccia  bianca, 
e  lustra  a  fona  d'untumi  tolti  dcUe  caro- 
gne più  fetenti. 

g.  I.  Per  Sucidumt .  Uocc.  nov.  60. 
9.  Senza  riguardare  a  un  suo  cappuccio, 
sopra  il  quale  era  tanto  untume  ,  che  a- 
vrebbe  condito  il  c^bleron  d*  Allopascio  . 
Bern.  rnn.  i.  96-  Se  non  gli  desse  noia 
già  r  unluine  .  .Malm.  5.  02.  Ovunque 
egli  è,  d'  untumi  fa  un  bagordo. 

^.  11.  Per  Untuo.fità  .  But.  Le  cose 
unte  ardono  supei  Bcialmcnte  tanto,  quan- 
to dura  r  untume  ,  cioì*  1' untuosità. 

t  UNTUOSITÀ".  UNTUOSITADE.  e 
UNTUO>ITATE.  Astratto  d'  Untuoso. 
Untosità  .  /(ut.  Ptirg.  25.  2.  La  fiam- 
ma e  untuosità  che  esce  della  materia,  e 
converlesi  in  fuijimo.  Zibald.  Audr.  1x3. 
Dolcezza  ,  amaritudine  ,  saLcua  ,  ed  un- 
tuosità. Tratt.  segr.  cot.  donn.  lo  colali 
loro  untuositadi  |>cnsaQO  di  rinvigorire. 

3  U>TUOSO.  Add.  Che  ha  ,a  se  del- 
l' unto  ,  del  grassume.  Lai.  unguinosus, 
pinguis  .  Or.  /cra^o».  Cr.  1.  4*  l\-  Le 
sue  triache  sono  le  cose  untuose  ,  e  dol- 
ci. Buon.  Pier.  3.  5.  6.  Untuoso,  e  grasso 
vivere  r.egni  eterni  luol  prescrivere  (qui 
figuratam.  J. 

'A^  5.  /',  in  forza  di  .uni.  -  Ricett 
Fior.  14.  Ila  in  sé  (l'allume  rotondo) 
uu  certo  che  di  giallo  ,  e  d*  untuoso,  ed 
inoltre  non  è  pietroso  ,  ed  è  facile  a  tri- 
tarsi .  A'  85.  Certi  semi ,  che  hanno  del 
viscoso,  e  dell'  untuoso  m,  (JV) 

'Ai  UNZINO.    /  .  A.    Uncino.  (C) 

*  §.  Prestala  a  untino.  F.  PRESTA- 
RE ,  g.   V.  ,C) 

UNZIONCELLA  -  Dim.  d*  Unzione  - 
Ltb.  cur.  malati.  Vi  usano  una  unzìoo- 
Cella  fatta  di  grasso  di  cappone   strutto. 

t3  UNZIONE.  A'i/prtcri-.  Lai.  unctio. 
Gr.  a/ct'i'i;  ,  XP*'"»»  òit/.'j^pt'Sft^.  Bocc. 
nov.  6.  4-  ^'*  H"'^*^  unzione ,  siccome 
molto  virtuosa  cr.  ,  si  e  tanto  adopero  , 
che  il  fuoco  minacciatogli  di  grazia  si  per- 
muto in  una  croce  .  Ott.  Com.  inf.  \l^. 
27.5.  I  a  terza  romìociu  dalla  aalivilà  d' 
Isac,  e  sleticsi  inGno  all'  uuziooe  di  Saul, 
ovvero  di  David  re. 

§.  I.  Per  Materia  che  ugne.  Lai  un- 
gucnfum.  Gr.  pùpov.  ^  «  Frane.  Sacch 
Op.  div.  143.  Le  quanto  Mane  tulio  il 
venertli  nceouciarunt),  <•  cimipcrarooo  uo- 
zioui  per  andarlo  a  ugucrc,  come  sì  usa* 
va  m.   (N) 

f  §.  II.  Ultima,  ó  Fstrema  unMiont  , 
è  uno  de' sette  Sacramenti  della  Chttsa, 
che  si  dà  agi'  tn/rrmi  nel  termine  della  loro 
vita,  dftlo  anche  Olio  santo.  /•'>*-*..  nov.  1. 
32.  lu  inleiidu  cidla  vostra  licenzia  ili  pren- 
derlo ,  e  appresso  la  santa ,  e  ultima  un- 
zione. I  ass.  86.  llicevomlo  la  coiifcuio- 
ne,  e  la  comunione  con  la  slrenia  unzio- 
ne. Maestruzz  |.  !^\.  L'ultima  unzione 
è  sariauieulo  ,  iinpeiocrhe  suo  rffello  r 
una  curazione  della  infermità  del  laccalo 
/■."  lìppre.iso;  E  avvegnaché  nello 'nfermo 
mtilic  unzioni  si  facciano ,  1'  ultima  è  la 
funnale  .  per  ri&pctlo  di  tutte  quelle  che 
andaronii  limanti  .  e  la  lu  virtù  d'  esse  . 
e  perciò  nrir  ulliiiia  uiiiionc  la  grazia  s' 
inlonde  ,  la  quale  dà  1'  eflVtln  del  sacra- 
mento .  /•-  appresso  :  Da  cui  dee  essere 
data  l'estrema  uaziooc  ?  /:.'  appresto:  L* 
unzione  estrema  a  chi  sì  dee  dare  T 

J?   §-   Ut.    Talor-a  dictsì    anche   Unito- 


U  N  Z 

Uatione.  IC  28.  L.  t,  edema  dell  unione 
Me  cl.e  ,  M  rm.eUa  le  peccala  veB.al.  a 
colui  cbo  è  unlo.  (t'j  ,  . 

Mml'd.ne.  Coli.  Al:  ls.ac.  .6.  1  con- 
ballilori  abbiano  dentro  uoiioae  a  esscie 
viltoriosi.  (C) 

V    O 

VOCABOLARIO.  RcccotU  .!•  .oM. 
notati,  col/a  sp-egaùone  M  hr  "S"'!"-"'"- 
Lai.  locaholarrnm,  dic,ionan„m,  o.oma- 

.'       n»..    /,«    Ì62.  Olire  a  ciu  ,  avv«- 
ódoag.    -.''',.. .c,.^-o/-;,U  facciamo 

"0°.:^  o-°arnccb..ce  la  bogua.  e  non  ma.- 
cauo  geograB,  nonicDclalor.,  e  vo.abolau., 
chclfdich.arauo.  Ke.l.  Ins.  191-  '"^  .^-■ 
feUo  cbi,ra,neu.e  ec.  '-"I-  *'«'"f 'f  ;;■ 
quel  gran  vocabolario  ar,.b.co,  cbe  da  es- 
1„co'uvocee6...afu..uloa,oAlcamu^ 
cioi  a  dire  Oceano.  =.•  .ba/m.  9  ^2■  ^ 
.cono  lullo  il  suo  vocabolario  bcr-ssem 
maniera,  e  fece  un  la\e  spoglio,  Ch  ci 
messe    un    mar   d.   Crusca    in    mezzo  fo- 

^^i  I^^CABOLABISTA.   Compitatole  di 
voc<il>olar„  .    Il   I  ocabolnrio  nella  Frcja- 

zione.  (•)  ,   ,  *.       T    I 

VOCABOLISTA-  local'otiiHo  ■  J-al. 
VKobularium  .  dicl.onarium,  ononmsU- 
cun,.  lexicon.  Gr.  Ul^'O-,  0 -o/.a=^"!'' 
I  «^h.  hrcol.  211.  Egli  -<>■>  »  Vo^'f^^ 
credere  quaolo  alcuni  (dico  ancora  di  co- 
loro che  lanno  regole  e  vocaboWn)  s  m^ 
gannino  in  esse.  Lasc.  nm  J.  J19  y° 
tuo  vocabolista,  ser  Ruscllo,  M  ba  chia- 
rito alla  60,  cbe  se- pedante  .  Infar.  sec. 
3o3.  llivolgans.  l.""!  •  vo"!'"'';";    ,     .      1 

*  g.    /  ocahoUsla,  per   Vocnbohslano. 
Ked.   Leti.  E  finalmente   Papia    vocaboli- 

"%'OCABOLISTARIO  .  Componitore  di 
.■ocahclarii .  Lat.  „on.e,.c/«lor.  Gr.  ovo 
u"t,>6-/0,.   Cari.  F,or.  7I.  N'  f"»*^  ">- 
formato  per  vostra   lellera     come   da  so 
prastante'  segreto  de'  vocabobs  arn  .    Oep. 
Decam.  139.  Che  Jirem  uoi  d  alcun    uuov 
chiosatori  e  vocal,ol.>lari.,  che  tanl..  e  si 
larga   libertà  si  hanno   presa    sopra    tante 
delle  nostre  voci?  . 

VOCABOLO.   Voce,  o  Mme  con  cni 
si  denoia  ciascuna  cosa  particolare.  Lai 
„cabulnm.  Gr.  1«<;  •  i'""-  ""'-.J-  f' 
Ouasi   Iddio,  lasciamo  stare  d  significato 
de-  vocaboli,  ma  la  intenzione  de   pessimi 
animi  non  conoscesse.   E  iwi'.  79    ^^    " 
medico,   che  a  Bologna   nato  e  cresciuto 
era,  non  intendeva  i  vocabob  di  cos  oro 
J)an,.    Par.  8.  VigUavano '1  vocabol  de   a 
stella.    K  Con.:  61.  Vcdcmo   nelle    citta 
d'Italia  ec.  molti  vocaboli  essere  spenti 
eoal..  e  variaU.    C-r.v.  /h«.  68.  -Xon  e  a  ■ 
tro  saper  le  lingue,  che  sapere  .  vocabo 
di  esse  lingue,  e  la  combinazione  d.  essi 
vocaboli.   .Ber,,,  rim.   1.    l5.   yuell.,  Pan- 
dora è  un  vocabol  greco  ,   Che   m  lingua 
nostra  vuol  dir  tutti  doni. 

•a-  -.f  S  Vocabolo  ,  per  Some  proprio 
di  .Ileana  cosa.  Dani.  Pnrg  I^  Perchè 
nascose  Questi  M  vocabol  di  .luella  iiv.e- 
ra  (cioè  d'  Jrno),  Pur  coin  uom  fa  dell 
orribili  ro>e?  (d)  Instr.  Cane.  11.  b. 
descrivano  distintamente  in  una  parte  di 
esso  (libro)  tutti  i  beni  stabdi,  rendite, 
e  proventi  del  medesimo  Comune  e  luo- 
..o,  cu- loro  vocaboli,  confini     e  altre  d.. 


V  O  c 


V  o  e 


■75y 


r„ostr.mom.  E  46.  H  Caiicclbere  ne  for- 
me^-a  d  suo  quaderno,  nel  quale  scriverà 
alle  poste  .  e  sotto  i  nomi  di  ciascuno 
posseisore  ,  distintamente  i  l"^-"  •  J J"" 
vocaboli,  e  confini,  i  nomi  e  cognomi  de 
confinanti,  (i) 


•4.  *  VOCABOLUCCIO  Dim.  di  lo-  , 
caboloj  lai-olma.  (-or.  long,  se:  i^Z. 
Anche  Teopompo  ec.  ,  avendo  nìagniDca. 
mente  dcsciillo  .1  passaggio  del  He  d, 
Persia  neU"  Lsitlo  ,  lovmo  tutta  ui  un 
colpo  a  cagione  d,  celli  voc.d.olucci.  ,.-/;  , 

4.  :?  MJCABULARIO  .   lo  stesso  che 
locaholano,  ma   meno   usalo.    Dep.   He- 
eam.  6y.    Quei  cbe    han    fallo  fino  a  qm  | 
certi  Vocabularii ,  non  la  pongono  (certa  . 

voecj .  (f  J  ,  1      !■„    \ 

^  if  vOCABULO.  Lo  stesso  che  I  o- 
caholo  ,  ma  meno  usato  .  /iorgh.  tlng. 
/■■ir.  240.   Egli  talora    scambia  1  vocabu-  | 

'vocale.  Mdd.  Di  voce.  Che  manda  \ 
fuor,  la  voce,  o   Che  si  manda  fuori  col- 
la voce.  Lat.  vocalis.  Or.  f'.avn-:i;.    («- 
.ale.   ErutL  ling.   Que.lo  s   intende  delle 
segrete  orazioni,  e   non  delle   vocali  e  co- 
muni,    cioi!   che    SI    profferiscono.   Vani. 
Pur".    21.    Tanto    lu    dolce    mio    vocale 
siiirt°o.  Che,  Tolosano  ,    a    sé    mi    tiasse 
.torna.  A'....  ..■..•  V'^cale  spirto,  Cloe  liu- 

"Ua"KÌo,  o  parlare.  Fr.  Ine.  7.  J.  J-  ^^. 
Ma  la  oraziou  vocale  Quella  al  Irale  lac- 
'cia  udire.  .Jr.  far.  7.  38.  Dove  la  vo- 
cal  tomba  di  Merlino  Era  nascosa  lu  loco 
alpeslro ,  e  fiero. 

8  Lellere  vocali,  si  dicono  Quelle  che 
si  formano  colla  s.mplice  apertura  della 
bocca.  Lat.  luterà  voculis  Gv  ■,f«-Pl^«- 
jwvrT.v.  Dani.  Conv.  iSif.  Solo  d.  le. 
Urne  di  parole  è  fatto,  cioè  d.  sole  cin- 
noe  vocali,  che  sono  anima,  e  legiime  d 
ò..ni  parola.  /■-  Par.  18.  Mostrarsi  dun- 
que io  cinque  volte  sette  Vocali  e  con- 
sonanti. *  *./..  AvverU  1.  i.  I.  5.  Di- 
stinse Platone  nel  Cratilo  tulle  le  lelteie 
in  vocali .  e  mezze  vocaU  ,  e  mutole  .  h 
1  3  1  6.  S'  accord.no  tulli  i  gramma- 
tici cbe  il  dello  vocale  I  trovandosi  do- 
po r  0  cuusonante  ec.  renda  aUto  suo- 
no,   (l').  ^  ,      r  , 

:?  VOCALISSIMO  .  ,y/7>cr/.  formato 
in  maniera  enJUIica  della  voce  \  OCALE. 
Salvia.  Pros.  Tose.  1.  35l.  Ecco  di  nuo- 
vo a  sdraie  la  bocca  e  sbarrare  le  gana- 
sce con  queir  incontro  della  più  aperta  e 
larga  vocale  che  sia,  vocale  vocabssima , 
raddoppiala.  (*)  ,. 

VOCALIZZARE.  Usare  molle  vocali  , 
o  Aggiunger  vocali  alle  consonanti,  l  II . 
P.lt.  Ii8.  Uanno  di  pm  cosi  vocaliziale 
le  due  prime  consonanti,  ec. 

VOCALMEXTt;  .  ^iierA.  Con  parla- 
re e  Con  projerir  parole;  opposto  a 
Meatalmenle.  Cavale.  Fruii.  Img.  Que- 
sto continuo  orare  attualmente  ,  e  vocal- 
mente sempre  fare    non  possiamo. 

VOCAKE.    ;  .  L.   Chiamare,   t>.omina- 
re     Lai.  ^-ociirt.  Or.  /kXeiv.    O.   I  ■  »• 
48.  3.  Tutto   fossero  a    parie   Bianca  ,  si 
voca.ano,  e   .oleausi  tenere  Guelfi.  Coti. 
Ab.  Isaac,  cap.   \i.   O  messere     rinnuo- 
va  neir  animo  nostro  la  tua  soUicitudine 
ec     infiuo  a  tanto  che  noi  compiamo  1  o- 
pera  ,  nella  quale  siamo  vocali. 
'^  'f  if   VOCATIVO  .    ferm.  de'  Gram- 
matici,   tjuinlo    caso   dette    ''cohiiazioni 
ialv.  Avveri.   2.    L   .5.   La  quinta    ..orej 
è  quella,  onde  si  chiama  chicche  sia,  che 
vocativo  per  questo  rispetto  so  o  si  ch.a 
ma  generalmente.    /■:  2.  2.   4.  U  voca  ivo 
cunmnemente    resta    senza    niun    di    loro 
(de-  vuecasi  .   E  2.   2.  3.  -Non  ogm  voce 
di  nome  T  articolo  potrà  capere  ;  ma  ca- 
vasene  il  vocativo.   E  appresso  =  Per  vo- 
calivi  veracemente  si  fatte  voci  ne»  ope- 
ra del  sentimento  non  sarebbon  da  ripu- 
tare  (J'I  Salvia.   Annoi,   huon.   lane.  l. 
l     O   Cecco  .   Cecco  ,  ec.   Questi    vocativi 
replicati  posseggono  forza   patetica  mara- 
visliosa ,  er.  (Aj  .    ,      .„ 

VOCATO.  Add.  da   Focare.  Lat.  "«- 
catus.  Gr.  y'-tHo-im  ■   Cron.   feti.  4. 


Oggi  sono  di  Francesco  di  Guidalotto  , 
voc"ato  Rosso  cimatore  .  Ciir((.  leti.  36. 
Molti  sono  vocali,  e  pochi  eletti.  ^=  Frane. 
Sacch.  noi.  78  Uno  che  avea  nome  ec. 
del  Ricco  ,  vocato  Ballerino  di  ghianda , 
andò  ec.  (ì'ì 

t  VOCAZIONE  .    Movimento    interno 
mediante  il  quale  Iddio  chiama  uno  ad  un 
dato  genere  di    vita  .    Lai.   'vocalio  .   Gr. 
Tlfs'jzXtiii;.  Colt.  SS.  Pad.  Dimenticando 
le  cose  da  dietro  ,  e  stendendomi  alle  co- 
se   dinanzi  ,    non    seguitando    il    dÌNtinalo 
p;dio    della    superna    vocazione    d'  Iddio  . 
Mor.  S.  Greg.   I   quali  sono  eletti  alla  vo- 
cazione   di    quella    eterna    pallia.    i?i<i»i. 
1   Fier.  5.    1.   9-   Dirov\i  dopo  Di  lor  avve- 
nimenti ,    e    vocazioni  .  *   Srgner.   Crisi, 
instr.   3     24.    l3.   Ma  come  faremo    noi  , 
'  dira  qui   taluno,  a  conoscere    ec.    la  vera 
vocazion  della  grazia  ,    dalle    suggestioni 
fallaci  dell"  inleiesseJ     r; 

VOCE  .   .^-'iiono  prodotto  dall'  animale 
per    f    aria    ripercossa    nel   gorguzzule  , 
con   intenzione  di  manfeslar  qualche  af- 
fetto. Lai.  vox.  Gr.    9WV/1'.  Bore.  noe.  89. 
3,  Barri  dato  le  corporali  forze  leggieri,  le 
voci  liacevoli,  e  i  movimenti  de'membri 
soavi  .    Dani.     Par.    8.    E  come  in  voce 
voce  si  discerne   Quand'  una  è  ferma  ,  e 
r  altra  va,  e  riede  .    fiiit.    Purg.  3l.  1. 
Sei  sono  gì"  inslrumenti  che  formano   la 
voce,   cioè   lo    polmone,  ec.    E  altrove  : 
Le  voci   son  note    delle  passioni  che  son 
nel!"  animo.    Pelr.  son.  241.  Ti  conosco  e 
•ntendo  AH"  andare,  alla   voce,  al  volto,  a 
panni.   Ar.    Fur.   3.    1.   Chi    mi    darà  la 
voce    e    le    parole  Convenienti  a  si  nobil 
so—etto!  *    E  3l.  87.  E  che  facesse  udir 
tanU  metalli,  Tanli  tamburi,  e  tanti  vu- 
rii  suoni  ,  Tanti    annitrirl  in  voce  di  ca. 
valli.   Tass.   Cer.  19.   58.   Timpani  e  cor- 
ni e  baib.iri  metalli,  E  voci  di  cammelli 
e  d"  elefanU.  (il) 

4.  if  g.  1.  Voce ,  si  dice  anche  del 
Suono  che  hanno  le  lettere  in  pronun- 
ziandole. Salv.  Avveri.  1.  3.  1.  6.  La 
voce  dell'  I  sottile  solamente  s  esprime 
dopo  n  suono  del  eh ,  e  del  gh  schiac- 
ciati. (F) 

:":  §  II  Per  similil.  dello  di  cose 
inanimate,  «mei.  S.  Gio.  Gris.  235.  Al- 
la voce  delle  trombe,  e  di  Salmi  gillaro- 
no  a  terra  le  mura  di  lerico.  Tass.  Ger- 
8.  l5.  E  gi'a  s'  odon  cantar  bellici  carmi 
Sediziose  trombe  in  fere  voci  .  (D)  Car. 
Lon-.  Sof  48.  Contraffece  con  la  sua 
sampogna  le   >oci  di  tutte    le    altre    sam- 

pogne  .    (Mi  ,-       t    j 

\  111.  Voce  ,  per  Parola,  locabolo. 
Dani.  Par.  i.  E  forse  sua  sentenzia  e 
d'  altra  guisa'.  Che  la  voce  non  suona 
Bemb.  pros.  1.  37.  Lasciarono  le  rime 
loro  piene  di  materiali,  e  grosse  voci,  fc 
2.  78.  Onde  la  voce  di  necessita  ne  di- 
viene sdrucciolosa. 

e  IV.  loie,  per  Dello,  Sentenza. 
Fi^.'  rim.  59.  Si  adempirla  la  voce  del 
Profeta. 

§  V  loce,  per  loto.  Suffragio. 
Amet.  8g.  Con  voce  irrevocabde  per 
sentenzia  doniamo  1' onore  del  nomina- 
re la  presente  citl'a  al  belligero  Marte  . 
*  Frane.  Sacch.  Leti.  23o.  Chi  sa  me- 
glio aescare,  e  eh.  ha  più  da  dare,  colui 
ha  più  voci  d-  esser  vero  Papa  (In  quel 
tempo  v'era  lo  Scisma  di  due  Papi  ■ 
chi  teneva  con  uno,  chi  con  atiro  J. 
lìorgh.  rese.  Fior.  591.  Ebbe  tre  vo- 
ci sole,  sebbene  ninno  degli  ab"  lo  pas- 
so perchè  messer  Federigo  de  Bardi  n 
ebbe'due,  e  di  tali  VI  fu,  chenebb.ro 

'"'lii  ^'^cé  attiva,  e  passiva,  vaglu^no 
Diritto  ,  o   Facoltà  d'  eleggi  re,  e  d  es- 

I  ""^«.'vn.    Andar   voce  ,  vale   Parlarsi  . 


i;6o 


V  o  c 


Esser  fama f  Pubblicarsi.  Lai.  voci/erari, 
famam  esse,  Gr.  à^y/isìflàai. 

*  §.  Vili,  /re  (/i  voce,  vale  Andar 
per  la  bocca.  ì'nrch.  Suoc,  5.  I.  E  du- 
bito non  aMjìamo  a  ire  in  voce  di  tutto 
Firenze  per  certe  Itogue  tabane  che  vi 
sono:  e  chi  oHc  ,  poi  non  disude.  (Vj 

§.  IX.  Fssi-r  voce.  Correr  voce,  o  A'a- 
scer  voce  di  checchessia,  vagliano  Esser- 
ne discorso  tra  la  gente  .  Lat.  rumorem 
[erre,  famam  esse.  M.  V.  10.  55.  Corse 
voce,  che  veniva  a  pitizione  del  Del6no. 
Bemb.  Star.  '^.  36.  Era  voce  ,  che  il  re 
Carlo  apparecchiava  una  gros&a  armata  in 
Provenza,  /ir.  Fttr.  i5  65.  Non  gli  può 
alcun  resistere  ,  ed  è  voce  ,  Che  V  uom 
gli  cerca  invan  la  vita  torre. 

^  §.  X.  Esser  di  gran  voce,  vale  Aver 
gran  fama  .  Dani.  Par.  i8.  Spiriti  son 
beati,  che  giù,  prima  Che  venissero  al  ciel, 
fur  di  gran  voce  »  Si  che  ogni  Musa  ne 
farebbe  opima.   fV) 

§.  XI.  Aver  buona  voce,  vale  Aver 
voce  sonora,  grata;  e  talvolta  Aver  gran 
voce  ,  0  voce  gagliarda  .  E  Aver  mala 
voce,  vale  il  contrario. 

§.  XII.  Ai-rr  buona,  o  cattiva  voce, 
fguratam.  vale  Essere  in  buono,  o  cat- 
tivo concetto  .  Sen.  Jien.  Earch.  5.  7. 
Cosi  ha  mala  voce  uno  che  è  mffianu  d* 
allri ,  come  uno  che  vende  a  prezzo  il 
corpo  suo  stesso. 

#  g.  XIII.  Aver  voce  di  checchessia  , 
vale  Aver  fama.  Essere  in  opinione  di 
checchessia.  Pani.  Inf.  33.  Clie  se  'I  Con- 
te Ugolino  aveva  voce  D"  aver  tradita  le 
delle  castella  Non  dovei  tu  i  6gUuoi  porre 
a  tal  croce.  {Pe) 

§.  XIV.  Aver  voce  in  capitolo,  o  si- 
mili, vogliono  Poter  render  partito.  Lai. 
ins  suQ'ragii  haticre.  l'ir.  rim.  68.  Ebbe 
il  Reggente  al  suo  cospetto  tutti  1  giudi- 
ci ,  e  color  che  in  vicaria  (Cosi  si  dice 
là  )  voce  hanno. 

g.  XV.  Aver  voce  in  capitolo,  per  me- 
taf.  si  dice  dell^  Avere  in  qualsivoglia  ne- 
gozio autorità  .  Cecch.  Esali.  Cr.  4-  4* 
Avete  voi,  mcsser  ,  voce  in  capitolo? 

§.  XVI.  .\on  aver  voce  in  capitolo, 
vale  il  contrario. 

§.  XVII.  Par  la  voce,  term.  musica- 
le, vale   Pare  il  tuono. 

§.  XVIII.  Dare  voce,  o  una  voce,  vale 
anche  Chiamare  .  Lai  riamare  ,  vacare , 
Gr.  KOK^etv.  Amet.  29.  Con  quella  vo- 
ce, ch'io  posso  più  dare.  Divola  vi  rin- 
grazio di  tal  Iionc  .  lied.  Ins.  35.  Darà 
voce  it  Signore  a'  ptulcrosiiiimi  eserciti  . 
Earch.  Ercol.  86.  Dare  una  voce  signi- 
fica chiamare. 

g.  XIX.  Par  voce,  vale  talora  Far  cor- 
rer  fama.  Lai.  rumorem  efficere,  famam 
alicuius  rei  facere .  Gr.  ìo'yov  OicsTiJi- 
peiv.  fìocc.  nov.  35.  5.  E  in  Messina  tor- 
nali ,  diedcr  voce  d'  averlo  per  lur  biso- 
gne  mandato  in  alcun  luogo. 

^  §.  XX.  Levar  voce,  talora  vale  Par 
correr  J ama  .  lìart.  As.  part.  I.  lib.  6. 
pag.  83.  HirorsF  alle  consuete  sue  arti  , 
e  le  levar  voce  nel  popolo  ,  chi-  si  era 
veduta  in  mare  una  grande  armala  di 
Casligliani.  (  l*} 

§.  XXI.  />rtr  voce  ad  alcuno,  vale  In- 
colparlo, Infamarlo.  Lai.  crimini  verte- 
re,  accu^aix  .  Gr.  Bv  aiTt'ot  TtOitl^^ctx 
Tiva. 

§.  XXII.  Dar  buona  ,  o  mala  voce  a 
uno,  vale  Lodarlo,  o  infamarlo.  Lai. 
criminari  ,  accusare  .  Gr  .  aiT*x9&a»  . 
Dant.  Inf.  7  Dandiilf  biasmo  a  torlo,  0 
mala  vorc.  ì'arch.  Ercol.  86.  Dare  mala 
voce  (significa )  biasimai r. 

§.  XXlil.  Dar  voce  definitiva,  vale 
Dar  facoltà  dt  definire. 

%.  XXIV.  Dare  in  sulla  voce,  e  Dar 
sulla  voce,  vogliono   interromper  l'altrui 


V  0  c 

discorso  ,  Contraddirgli ,  Farlo  chetare. 
Lat.  alicuius  orationem  cohibere,  Plaut. 
Gr.  ^.p'X^itt  -/io/^lTii  Tt»o';,  Arist.  Earch. 
Ercol.  86.  Dare  io  sulla  voce  (  significa  ) 
sgridare  uno,  arcincrhc  egli  taccia.  Tac. 
Pav.  Ann.  {^.  q5.  Eragli  dato  in  sulla  vo- 
ce. PS  II.  137.  Per  colali  azioni  Vìpianio 
Consolo  propose  che  Claudio  si  gridasse 
Padre  del  Senato  ,  ec.  ;  ma  egli  diede  in 
sulla  voce  al  Consolo,  come  troppo  adu- 
lante .  E  i^.  ì~6.  Cesare  gli  die  sulla 
voce,  dicendo  sapere  da'  libri  di  suo  pa- 
dre ,  che  non  furiò  mai  alcuno  ad  accu- 
sare .  E  l5.  226.  Tutti  i  Padri  gli  det- 
tero in  sulla  voce  ,  non  misurasse  1'  oc- 
c.isione  de'  mali  pubblici  contro  agli  odii 
privati . 

§.  XXV.  Coprire  altrui  la  voce,  vale 
impedire  con  suono  maggiore  ,  che  altri 
non  sia  inteso.  Tac.  Pav.  Ann.  II.  1^0 
Narciso  le  cuopriva  la  voce,  sciamando  di 
Silio  e  delle  nozze. 

§.  XXVI.  Far  voce,  vale  Dire,  Par- 
lare. Frane.  Barb.  87.  il.  Ancor  ti  fac- 
cio voce  ,  Legan  e  sciolgon  cose  quanto 
a  Dio  . 

§.  XXVII.  Alzar  la  voce  ,  vale  Gri- 
dale ,  .Sclamare  .  Lat.  esclamare  .  Gr. 
«vygsKV  .  lìant.  Purg.  20.  Ma  qui  d* 
appresso  Non  aliava  la  voce  altra  persona. 
Tac.  Pav.  Ann.  l3.  180.  Alzano  la  vo- 
ce, niuDo  mortale  ne  in  arme,  ne  in  fede 
avanzare  i  Germani.  Calai.  62.  Non  istà 
bene  alzare  la  voce  a  guisa  di  banditore. 
Salv.  \pin.  I.  I.  Mj  I'u  subilo  alzala  la 
voce,  ch't-gli  eran  morti  tutti. 

*  g.  XXVIII.  Portar  le  voci,  vale 
Passeggiar  per  le  voci,  0  tuoni  del  can- 
to .  Buon.  Tane.  I.  4-  Poffare  il  cielo  I 
com*  ella  sta  in  tuono!  Come  le  voci  ella 
sa  ben  porlarri  (E) 

^-  g.  XXIX.  Mettere  in  voce,  vale 
Pubblicare  ,  Bandire  .  Sov .  ant.  I9.  1. 
Li  siniscalchi  al  levare  delle  tavole  ri- 
guardaro  1'  arieuto;  trovaronlo  meno:  co- 
minciaro  a  metterlo  in  voce  ,  e  a  cercare 
i  cavalieri  alla  porta- ^^^ 

g.  XXX.  Tener  la  voce  ,  vale  Tace- 
re .  Lat.  silere  .  tacere .  Gr.  iturtav  . 
Bocc.  nov.  77.  65.  Non  potendo  più  la 
voce  tenere ,  battendosi  a  palme  comin- 
cio a  grid.ire. 

g-  XXXI.  Piciamo  in  modo  proverò.: 
Foce  del  popolo,  voce  d'  iddio,  o  del  Si- 
gnore j  e  vale,  che  Di  rado  la  comune 
fama  s*  inganna  .  Lat.  fama  non  temrre 
.tparcitur.  Gr.  0  ^Ó'/O^  oux  ì'ixif  Oi«- 
57:3i£-:T«t.  i-'ir.  Trin.  2  6.  E'  $.iri  vf-ro 
d'  avanzo  ;  voce  di  popolo  ,  voce  del  Si- 
gnore . 

t  *  §.  XXX II.  Viva  voce,  si  dice 
Quella  che  ascoltiamo  colle  nostre  orec- 
chie da  colui  che  parla  ,  ed  e  opposto  a 
Scrittura  ,  a  Lettura  ,  o  a  Sarrazione 
altrui.  Sveller.  l*enit.  instr.  Introd.  Dan- 
dosi in  Iure  (gli  avvertimenti)  alfine  che 
dispensati  tra  quella  genie  ce.  debbano 
poi  supplire  a  tempo  in  difetto  di  viva 
%orc.   (P; 

S-  XXXIll.  A  voce,  o  A  viva  voce, 
vale  Per  acclamazione  ,  Senza  partito  . 
Cr.  i).  100.  3.  Siccome  in  colonie  sono 
nianiiate  (le  pecchie),  e  di  queste  duchi 
fanne»  alcuni  a  voce,  come  un  seguito  di 
trombe  . 

*  g,  XXXIV.  A  voce  ,  vale  anche 
semplicemente  Con  parole  $  a  differenza 
di  Per  iscrittura .  Pim.  Camp.  lib.  a. 
Tulli  riiposoDo  a  voce  ,  e  |>er  itcrìltura 
fusse  lascialo  venire.  (  P) 

«  S-  XXXV.  YoM  uso.  Cavale.  Etpos 
Simb.  I.  l^l.  Nepo  Cristo  a  voce  d'un' 
anrilla  (cioè,  per  le  parole),  (f) 

§.  XXXVI.  in  voce,  posto  awerbialm., 
vale  lo  stesso  che  A  ffocra,  in  parlando. 
Lat    voce  tenus  .  Ar.    Fur.    |6.   I.  Però 


V   O  C 

s'  io  dico  e  s'  ho  detto  altre  volle  ,  E 
quando  in  voce,  e  quando  in  vive  carte, 
eh*  un  mal  sia  lieve,  un  altro  acerbo,  e 
fiero  ,  Date  credenza  al  mio  giudicio  ve- 
ro. ^  Dav.  l-'erd  eloq.  cap.  36.  Conve- 
niva ec.  in  voce  difendere  le  accuse  ;  in 
voce,  e  non  io  carta,  far  le  fedi  pubbli- 
che. Cavale.  Espos.  Sim'».  \.  2.  Si  dice 
(il  Simbolo)  in  silenzio  dalli  religiosi,  e 
non  in  voce  a  Prima  e  a  Compieta  (  qui 
vale  il  contrarto  di  sotto  voce).  (E) 

t  g.  XXXVII.  Ad  alta  voce,  A  gran 
voce,  A  tutta  voce,  o  simili,  vogliono 
Con  voce  sonora,  e  che  si  possa  Itene  in- 
tendere. Lat.  darà  voce.  Petr.  cani.  3q. 
6.  E  questo  ad  alta  voce  anche  richiama 
La  ragione  svijia  .  Fir.  As.  235.  Veg- 
gendo  rh'  e*  non  tornava,  lo  chiamarono 
ad  alta  vore  più  volle.  Ar.  Fur.  2.  62. 
In  questo  erro  alle  spalle  ìl  messageie- 
ro.  Che  ,  aspetta  ,  aspetta  ,  a  tutta  voce 
grida.  E  18.  l\Z-  £  Ferraù ,  che  lor  di- 
cea  a  gran  voce:  Ah,  dicea.  valentuomini, 
ah  compagni,  Ah  fratelli,  tenete  il  loogo 
vostro. 

g.  XXXVIII.  Con  voce  bassa,  o  basset- 
to, o  sommessa,  o  simili,  vagliano  il  con- 
trario. Lai.  submissa  voce.  Gr.  lì'cu;^»;. 
Bocc.  nov.  97.  19.  La  giovane  ec.  ,  fa- 
cendo suo  il  piacer  del  Re ,  con  basta 
\oce  cosi  rispose.  Gitid.  G.  In  colai 
mudo  con  voce  bassa  rispose  il  predet- 
ta Apollo  .  Maestruit.  2.  Sì.  Che  nel 
tempo  dell' inlerdcllo  possa  celebrare,  ov- 
vero udire  r  L'firio  in  voce  bauelta.  Ar. 
Fur.  18.  187.  Ma  con  sommessa  voce  , 
e  appena   udita. 

g.  XXXIX.  Sotto  voce.  i\  SOTTO 
BOCE. 

^  §.  XL.  in  messa  voce  ,  vale  Sotta 
voce  .  I  il.  S.  Gir»  ^5.  E  poi  dicendo 
in  mezza  voce  ec.  ,  diue  queste  parole: 
ce.  (l  ) 

§.  XLI.  Ad  una  voce,  posto  awer- 
bialm ,  vale  Unitamente  ,  Concordemen- 
te. Lat.  uno  ore.  Gr.  ouopw'vu;.  ì'eA 
l'ios.  239.  Hcfcc.  introd.  52.  Ad  una  vo- 
ce lei  prima  del  primo  giorno  dessero  . 
E  nov.  ^l.  l5.  Quasi  ad  una  voce  lutti 
si  confessarono  prigioni,  té  Segner,  Pred. 
Pai.  Ap.  3.  4*  £  lutto  ìl  popolo  ad  una 
vore  rispose,  canonìctaodolo:  non  es  ca- 
liimni-ìtus  nos  ec.   (TCj 

*  §.  XLII.  Pi  voce  in  voce,  vale  Di 
bocca  in  twcca.  i'ranc.  Sacch.  noi'.  I77. 
Tantoché  di  voce  in  voce  il  romore  giunse 
a  Poriovenere,  1^  dove  la  genie  lulU  co- 
mincio a  correre.  '  E) 

#  g.  XLIII.  J'oce,  dicono  i  yferratanti 
per  lo  stesso  che  Messa;  onde  Messa  dì 
voce  vale  Ciò  che  sì  mette  per  corpo  del- 
la compagnia.  (  t) 

t  VOCEtlELLINA  .  Dim.  di  Foce. 
Lai.  vocula.  Gr.  vbtvi'^iov  .  Bemv.  Celi. 
Eit.  3.  378.  Mi  rispose,  menando  certe 
sue  manuize  di  ragnalelo,  eoo  una  voce- 
relliDa  di  lanaara:  ec. 

t  VOCIACCIA  .  Peggiorai  .  di  Foce 
Benv.  Celi  f  it.  3  ^56.  Il  dello  ribal- 
dane con  quella  sua  vociarcia ,  rhe  ei  la 
sonava  per  quello  suo  nasarcio  d'asino, 
disse  re.  /:  •^7^.  SÌ  morte  uo  dito  . 
minacciautlo  nm  quella  sua  vociarcia. 

«  VOCIAHE.  itociare.  Fior.  it.  a32. 
V.  vrr>o  luii  vociar  furnn   sentile.  (C) 

\OCIFEHANTE  Che  grida  forte. 
Lat.  iOcifrrnns.  Gr.  ^otiiai.  Cr.  Q.  100. 
1.  I.e  pecchie  ec.  kcarriano  da  sé  i  furbi,  1 
i{uali  uon  1*  aiutano,  e  consumano  il  me- 
le ,  1  quali  voriteraoli  le  più  |ier»cgai- 
laoo . 

VllCIFERARE  Sparger  fama  ,  Dis- 
seminare voce.  Lai.  vociferari.  Cr.  ^o£t 
Tac.  Pav.  Ann.  l3.  l6a.  Vociferando  il 
popolo  ,  che  a  Nerone  uscito  appena  dì 
pupillo,  e  fallo  iristameole   Imperadore  , 


V  o  e 

si  dovca  aolcporrc  Silano  ,  d'  eia  grave  , 
ce.  Cuicc.  Stor.  2.  Gii  era  fumi  ec. ,  e 
si  cominciava  a  vociferare  della  persona 
di  Cesare . 

*  VOCIFERATO.  j4iÌ(1.  da  J'ocifera- 
re.  Dat.  Disf.  Cacc.  pag^  26.  Però  erano 
venuti  d*  essi  ,  perrhè  sì  venisse  a  quat- 
rhtf  conctusioDe  per  la  tanla  vociferala 
conlentione-  (/>) 

VOCIFERAZIONE.  Il  vociferare.  Fa 
ma,  Lat.  fama.  Or.  ^ri^r,.  Cuicc.  Stor. 
1.  Era  vociferasiuuu  per  tulio  V  esercito, 
che  ec. 

VOCINA.  J'oce  piccola  .  Lat.  vocu/a  , 
i'O.i"  par\-a.  Gr.  pwvi'^iov.  lii'd.  Cons.  1. 
a3l  Lucio  QuÌqeìo  Curiunc  ec.  se  ne  sla- 
va in  Ietto  aminulalo,  e  faceva  una  certa 
vocina  languida  ,  e  iremoldnle. 

*  VOCINO.  Dim.  di  1  ocej  ma  detto 
più  per  vezzi  ,  e  diventato  mascolino  , 
come  Bocchino,   Pinguino.   (A) 

*  VOCIOLI.VA  .  IHm.  di  T'ocina  . 
J^oce  piccola  t  sottilissima  .  lienv.  Celi. 
T'it.  2.  3a5.  Questo  omicciuolo  ec.  con  una 
vociolina  di  zanzara  ec.  mi  fé  condurre  a 
casa  sassi,  rena.  (C) 

*  VOCIOAACCIO.  Peggiorat.  di  Vo- 
cìone.  Corsiti.  Torracch.  12.  109.  Quan- 
do alla  fio  Vdlertan  Bectiani ,  Che  avea 
come  di  tuono  un  \ocioaaccio,  A  capo 
andò  ec.  flì) 

*  VOCIO. NE.  Jccrvscit.  di  l'occ.  Red. 
Cons.  a32-  Cominciò  a  cicalare,  che  pa- 
reva una  putta,  con  un  certo  profondissi 
mo  vocione  ,  che  ec.  {•) 

•f  s"^  VOCITAKE.  r.  A.  Chiamare  a 
nome ,  Nominare  .  Sannaz.  Arcad.  egl. 
12.  Talor  veggio  venir  frisoni  e  morule 
Ad  un  mio  rusignuol  (così  legge  la  cor- 
rettissima ediz.  del  Cornino  IJ33  a  pag. 
124)  *^^*^  stride  e  vocila.  (A) 

VOCOLEZZA  .  /  .  A  Cechità  .  Lat. 
ccrcitas .  Gr.  Tuyior»]?  .  Sen.  Pisi.  Se 
vocolcua  e  mala  cosa  ,  1*  esser  vocolo  è 
mala  cosa.  E  appresso:  Sappi  che  que- 
sta follia  ,  e  questa  vocolezza  ,  eh'  elP  è 
soppravvenuta  a  tutte  manieic  di  gente 
sorpresa . 

f  VDCOLO.  r.  A.  Cieco.  Lat.  c«- 
CiiS  ,  ocitlis  raptus.  Gr.  TUjio'^  .  Fsp. 
'  Pat'  yost.  66.  Appella  i  poveri,  e  fielto- 
li«  e  Tocoli ,  e  alfialli  ,  e  zoppi.  E  90. 
In  tale  stalo  son  concepuli  sovente  gli 
attratti ,  e  zoppi  ,  e  vocoli ,  e  malati.  Jhy. 
Pac.  Se  il  votolo  il  vocolo  condure  ,  e  si 
mette  a  menarlo,  amljedue  caggìono  uel- 
la  fossa.  TV*.  Br.  7.  12.  Quegli  che  non 
sa  ne  l>cnc  ne  male  ,  lia  il  suo  cuor  vo- 
colo,  e  non  vedente;  egli  non  può  con- 
sigliar he  se  ne  altrui  :  (.he  se  un  vocolo 
TUol  guidare  un  altro  »  certo  egli  cade 
nella  fossa  innanzi  ,  e  1'  altro  dopo  lui  . 
Vit-  fìiirl.  (j.  Egli  avvenne  un  giorno  , 
siccome  Giusafla  andava  a  sollazzare  ,  sì 
incontrò  due  uomini  :  V  uno  era  vocolo  , 
e  V  altro  era  malato.  E  !\Q.  Folle,  e  vo- 
colo, come  e  ciò,  che  tu  nou  puoi  niu- 
Da  ragione  intendere? 

*  VODO.  /  .  ./.  Add.  loto;  per  lo 
scambio  del  T nel  D,  frequente  nella  no- 
stra lingua  .  Dani.  liim.  x'"^  Kè  delle 
colpe  solverà  il  nodo,  Chi  del  prossimo 
suo  brama  la  moglie  ,  Perchè  sarebbe  di 
carila  vodo.  iC) 

VOGA.  Il  vogare.  Corso,  Viaggio,  e 
più  propriamente  per  mare.  Lat.  iter. 
Gr.  òòomopìv..  Bui.  Inf.  26.  2.  Confor- 
tali,  ch'io  ebbi  li  compagni;  pigliammo 
voga  inverso  \'  occaso  .  l'oliz.  si.  2.  17. 
Come  al  G»rhiar  del  cornilo  sfrenella  La 
nuda  ciurma  ,  e  i  remi  mctle  in  voga  . 
#  Selltn.  Pi-ic.  I.  2l5.  Ma  che  farem 
noi  di  que'  soldati  in  battaglia,  di  quelle 
ciurme  alta  voga,  dì  quei  musici  alla  bat- 
tuta? (C) 

§.  I  Voga  ,  fìguratam.  per  Impeto  , 
Vocabolario   T.   Il, 


V  O  G 

Ardore  .  Menz.  sat.  1 1 .  Tu  ,  che  dietro 
a  Lucilio  e  a  Giovenale  Prendi  arrabbia- 
ta ìrrefrenabil  vuga.  Salvin.  Disc.  i.  87. 
Essendosi  uno  con  maturità  ,  e  con  sen- 
no ,  non  con  precipitata  voga,  o  ardente 
impelo,  fatto  animo,  possa  con  più  faci- 
lità reggersi,  e  manlencrsi. 

§.  II.  Essere  in  voga  ,  vale  Esser  in 
uso  ,  E.tser  comunemente  seguitato  ,  o 
approvato.  Snlvin.  Disc.  I.  I02.  I  mo- 
derni dell' aristotelica  (  lìlosofia)  utilmen- 
te si  servirono,  la  quale  in  questi  ultimi 
tempi  ec.  a*  Latini  tramandata  dagli  Ara- 
bi, era  in  voga.  ^  Ces.  Antid.  .'i^.  Certo 
oggidì  il  parlare  infranciosalo  che  era  già 
in  voga,  è  rifiutalo  come  baibarie.    (C) 

'■•'  §.  Ii[.  A  voga,  posto  avverbialm. 
vale  ì-'ogando.  Per  forza  di  remi.  Part. 
As.  I.  2.  81.  Venendo  a  voga,  a  vela, 
e  a  corrente  ,  e  non  [lolcudo  tenersi ,  le 
prime  urtarono  in  queste  ,  e  le  seguenti 
in   esse.  (  P) 

*  VOGANTE.  Che  vogai  ed  usasi  an- 
che inforza  di  siist.  Salvin.  Odiss.  Nave 
io  non  posseggo,  ne  voganti.  /:."  Opp.  Cacc, 
Due  navi  ec.  incontro  ec,  Dal  buon  ven- 
to atTrellate  e  dai  voganti.  (A)  E  Encid. 
Ith.  3.  Sorgon  navali  in  varia  gara  grida. 
I  voganti  confortano  che  a  Creta,  Ed  a' 
bisavi  nostri  si  ne  andiamo.  (Fj 

VOGARE.  Pemare  ,  Remigare.  Lat. 
rcmii^arc .  Gr.  ipi'jtsi'.-i .  Pocc.  nov.  17. 
'(I.  Non  vogando,  ma  volando,  quasi  in 
sul  dì  del  seguente  giorno  ad  Egina  per- 
vennero. Frane.  Parh.  262.  8-  Ma  puoi 
ben  cominciare  Con  lì  remi  a  vogare  . 
Nov.  ant.  3o.  2-  Lo  villano  cominciò  a 
passale  con  una  beibìce,  e  cominciò  a  vo- 
gare :  lo  fiume  era  largo:  voga,  e  passa. 
Pani.  Cane.  l63.  La  natura  è  strumento 
dell'  arte,  siccome  vogare  con  remo,  dove 
1'  arte  fa  suo  strumento  della  impulsione, 
che  è  naturale  moto.  Red.  Ditir.  39  Su, 
voghiamo,  .Navighiamo,  Navighiamo  ìn6no 
a  Brindisi.  ♦  Car.  En.  5.  3o.^.  E  via  vo 
gando  ,  ed  invocando  i  venti,  Fende  la  chi- 
na ,  ed  air  aperto  il  mare,  (li) 

V  §.  \.  E  in  signi fic.  att.  Car.  Long. 
Sof  rag.  2.  Corredata  una  lor  barchetta 
di  tulle  cose  dilettevoli  e  necessarie  ,  e 
facendola  ai  lor  prc.pri  remi  vogare,  se  n' 
andavano  costeggiando.  (FP) 

^    g.    IL    I  ogare ,   per    similil.    dicesi 
degli    Uccelli  ,   quando  in   andando   batton 
l'  ali  .    Salvia.    Disc.    2.    21.     Omero    vo-  j 
lendo    al    vivo    rappresentare    (  la  celerità 
del  pensiero  J,   l"  unì   con  quella   dell'ala,  i 
che  di  remo  insieme  e  di   vela,  serve   agli 
uccelli  ,   ì   quali    ora   prendendo  l'  aria  ,  e 
dal  vento  lasciandosi   Iraporlare,  veleggia-  | 
no;  ora  le  [lennc  battendo,  vogan  per  quel- 
la. (Cj 

^1  VOGATA.  Il  vogarej  Remata.  Tor- 
rie.  Lez.  116.  Immaginiamoci  una  ga 
lera  che  comincia  a  muoversi  :  se  quan- 
do la  ciurma  da  la  seconda  vogata,  ec.  E 
117.  Velocita  maggiore  di  quella  che  gli 
conferì  la   prima  vogala,  (fi) 

t  VOr.ATOlìE.  J'erbal.  masc.  Che, 
0  Chi  voga.  Lat.  reniigans ,  remcx.  Gr. 
ìpiry,;  .  l  it.  Bari.  ^(^.  Quando  uno  le- 
gno è  caricato  dì  genti  in  mare,  se  Puno 
dei  vogatori  va  cattivamente,  e'  non  nuoce 
guari  al  legno;  e  se  il  legno  è  in  alcuno 
pericolo,  e*  nou  puotc  leggiermente  scam- 
pare per  uno  buono  \ogatore.  Pac.  Vav. 
Stor.  ^.  33i^.  Nelle  navi  ancoi  a  eian  tra- 
diti, parie  de' vogatori  Baiavi  impedivano 
gli  uficit  de'  marinali  ,  e  de'  soldati  quasi 
per  non  sapere.  •'*  Salvin.  Odiss.  (\.  S\i\- 
Nè  tciinine  Alcuno  puoi  trovare  ,  e  ti  si 
scema  II  cuore  de'  compagni  vogali>rì.  (B) 
't  *  VOGAVANTI.  yVr/7/.  (/(  Ma- 
rineria .  Il  rematore  che  voga  ne'  pri- 
mi banchi  verso  poppa  j  e  siccome  allo 
stesso    remo,  vogano    più    rematori    nelle 


V  O   G 


1761 


galee,  così,  secondo  Pantera,  per  voga- 
vanti  s'  intendono  anche  quelli  che  sono 
i  primi  al  banco  appresso  alla  corsia,  e 
maneggiano  il  girone  del  renio  .  Malm. 
12.  16.  Questo  infelice  Ìj  il  povero  Bian- 
cone, Che  tra  quei  pochi  lì  della  sua  schie- 
ra,  Che  restan  vivi,  è  fallo  anch'  ei  pri- 
gione ,  Per  esser  vogavanti  di  galera.  (A) 

«  VOGGOLO.  Puotolo.  Pellin.  Disc. 
I.  2:^3.  Sapete  voi  che  sono  i  muscoli 
grossi  voggolì  di  tele  nostrali  ridotti  in 
quella  forma,  non  perchè  non  sìan  tele, 
ma  perchè  elle  si  possano  adattare  a  quel 
piccolo  spazio.  I''  255.  Pigliaj^do  per  mu- 
scolo non  ogni  filelio  di  ripieno  col  suo 
ordito,  ma  gli  interi  voggoli,  e  gli  interi 
ruotoli    ec.  (E) 

VOGLIA.  Il  volere  ,  Desiderio,  Vo- 
lontà, Appetito,  Brama.  Lai.  voluntas ^ 
cupiditas  .  Gr.  j3oJ)./i^t;  .  Pant.  Inf.  9. 
Peicbè  ricalcitrate  a  quella  voglia,  A  cui 
nou  puole  '1  6n  mai  esser  mozzo?  A"  Par. 
I.  Colpa,  e  vergogna  delle  umane  voglie. 
E  3.  Anzi  è  formale  ad  esso  beato  esse 
Tenersi  dentro  alla  divina  \ogIia  Perch' 
una  fansi  nostre  voghe  stesse.  PI  i5.  Per 
darmi  voglia  Ch*  io  le  pregassi  ,  a  tacer 
fur  concorde?  Petr.  son.  222.  E  se  mia 
voglia  in  ciò  fosse  compita  ec.  Ancor  m' 
avria  Ira'suci  be'colli  tòschi  Sorga.  Pocc. 
nov.  83.  8.  Ella  se  ne  polr'a  ben  prima 
morir  di  voglia  .  E  num  .  9.  Avevafa  si. 
gran  voglia  di  rìdere  ,  che  scoppiavano  . 
/.  «oc.  92.  7.  L*  aldiate ,  che  maggior 
fame  av  èva  ,  che  voglia  di  motteggiare 
ec.  ,  si  mangiò  il  pane  .  ','  l'etr.  Uom. 
ili.  280-  I  Fiorentini ,  per  ciueslo  mol- 
to adiratisi,  contr'  a'  Pratesi  coli'  eser- 
cito andando,  presso  a  Prato  si  fermaro!«o. 
E  quivi  alquanto  stati,  i  Pratesi  vennono 
nelle  voglie  (cioè,  cedettero,  sì  resero) 
del  Cardinale  ,  e  del  popolo  6orcnlino  . 
Ciiift.  leti.  i4-  4^'  Mostro  Signore  in 
della  sua  salute  (  cioè  ,  ne'  suoi  saluti  ) 
non  pors"  altro  già  che  pace,  e  finalmente 
ìu  ultima  voglia  sua  (cioè,  nell'  ultima  sua 
volontà^  ai;li  suoi  pace  lasciò  in  eredità. 
Boì'gh.  Tose.  342.  Troppo  bassa  voglia 
sarci)be,  voler  perdere  il  tempo  in  sì  fatte 
ciance  .  Segner.  ^Pinn.  OlU  3.  5-  Essi 
tra  i  loro  mali  si  trovano  contra  voglia.  (V) 

%.  I.  foglia,  per  Disposizione  d'  ani- 
mo, e  di  corpo.  Bocc.  /lov.  88.  II.  Bion- 
dello, che  conosceva,  che  contro  a  Ciacco 
egli  poteva  più  aver  mala  voglia  che  o- 
pera  ,  pregò  Iddio  della  pace  sua.  Nov. 
ant.  38-  3.  TrovoUi  nelle  Ietta  ,  e  coo- 
fortulli  ,  e  dimaodolli  di  lor  mala  voglia. 
*  Amm.  Ant.  6.  2.  IO.  Truovasi  di 
Sociale  che  fu  di  tanta  temperanza,  che 
per  questa  cagione  quasi  tutto  'l  tempo  del- 
la vita  sua  non  sì  senti  mala  voglia.  (C) 
Lasc.  Spir.  3.  1.  Slato  anche  un  buon 
pezzo  in  camera  del  mio  fra-  "Bonaventu- 
ra ,  il  quale  si  sente  un  pò*  di  mala  vo- 
glia .  Car.  leti.  1.  2.  M.  Matlio  mi  dice 
che  voi  stale  in  cagnesco  seco:  di  grazia, 
avvisatemi  la  cagione,  perchè  ne  .ita  di 
mala    voglia  . 

g.  II.  Morirsi  di  voglia  ,  vale  .Per 
grandissint'i  voglia ,  Bramare  eccessiva- 
mente. Lai-  desiderio  eniori .  Gr.  TTS^rov 
i^Xliv  Oitvo'v.  L'ern.  Ori.  I.  4-  52.  Che 
si  moriva  di  voglia  ,  e  di  frega  ,  ('he  il 
buon   Rinaldo  gli  desse  il  mal  anno. 

§.  III.  Sputar  la  voglia,  si  dice  fìgu- 
ratam. di  Chi  sia  costretto  a  dimettere 
il  desiderio  di  alcuna  cosa  per  impossi- 
bilità di  conseguirla.  Lai.  cupiditati  re- 
mi ttere .  Gr.  à~OTcir-:i)i-v.i  '.ò  itzi^m- 
txiw.  .  Malm.  2.  \2.  In  quanto  a  sposa, 
ornai  questo  è  ascolto;  S*  ei  toccò  terra, 
ancor  la  voglia  sputi. 

g.  IV  yìppiccar  le  voglie  all'arpione, 
o  .fimili.  r.  APPlCCAliE,  §.  XXII.,  e 
ARPIONF  ,  g.   II. 

221 


1763 


V  O  G 


g.  V.  Di  i^Ofitia  ,  0  Di  buona  vagita  , 
p(Hii  a^'^erhialm.,  vogliono  liramosamen.' 
te  ,  Volentieri.  Lai.  cupide.  Gr.  e:Ti3u- 
/x/ìTi'tiMi  -  lìocc.  noe.  12.  12.  Ed  egli 
questo,  seoza  più  inviti  aspettare,  di  vo- 
glia lece.  G.  V.  12.  107.  4-  Di  buona 
voglia  fece  i  sopraddetti  tre  degli  amba- 
sctadori  cavalieri  di  sua  maoo. 

\  !r  g.  VI.  Schiavi  di  buona  voglia,  di- 
const  Coloro  che  si  sono  resi  schiavi 
spontaneamente.  Segner.  Mann.  Sett.  i3. 
3.  Ma  vi  rimangoDO  (  sotto  il  poter  del 
demonio)  perei»'  e»iÌ  sciuccamcote  vi  vo- 
gliono rimunero,  con  l'arda  schi;ni  i  più 
vili  clic  mai  si  truovino  ,  qu^Ii  sono  gli 
schiavi  cliumali   di   Luuoa  voglia.   (f'J 

^■.  VII.  C/na  voglianoti  e  mai  cara  j 
rietto  provcrh.  che  vale ,  Che  non  pare 
grave  ciò  che  si  spende  per  soddisfare  il 
proprio  volere. 

g.  Vili.  Voglia,  diciamo  anche  a  Quel- 
la macchia,  o  altro  segno  esteriore  nato 
all'  uomo  ili  qualche  parte  del  corpo ,  e 
che  da  alcuni  si  crede  nascere  da  sover- 
ckio  appetito  della  madre  nella  gravi' 
danza,  di  quel  cibo,  0  bevanda,  che  da 
quella  macchia  si  rappresenta.  Lai.  stig- 
ma.  Gr.  OTi'y//.K  •  ^mbr.  CoJ.  5.  8-  In 
suir  omero  Sinistro  una  voglia  di  corbet- 
xoU  .  Cecch.  Spir.  5.  5.  E*  mi  torna  a 
memoria,  che  Euseliio,  0  Atdubrando  ha 
suU.1 'sp<ilU  qui  Una  voglia  d^  un  fungo. 
^  Imperf.  Atiat.  U\.  Quelle  macchie  le 
'|uali  vuglic  s'  appellano  ,  avetele  voi  per 
superficiali  nella  cuticola,  o  sì  veramente 
per  impresse  nella  cute  T  (F) 

~  VOGLIEME.  /'.  y1.  Che  vuole. 
Ldt.  v'o/f/ii.Gr.,5;3UÌQ/ievo5.  Seal.  Claustr. 
^23.  Perchè  egli,  non  iscaltrito  in  guar- 
darseoc  «  non  vedesse  quello ,  che  poscia 
non  voglit-nte  desiderasse. 

VOGLIENZA.  /'.  A.  Volontà.  Lat. 
volunfas.  Gr.  js'Àij^a.  I<im,  ant.  Dani. 
Maittn.  79.  l'oi  lo  plajjcr  di  voi,  e  la  vo- 
glienza  E  sul  voler  mia  vita  consumare  . 
E  84"  Kon  mi  doglio  eo,  s' amore,  Don- 
na ,  di  gran  valenia  Mi  die  core  ,  e  vo- 
(;Ucoza  Di  gir  voi  disiando 

t  *  VOGHEHE.  /'.  A.  Volgere, 
film.  ant.  Panuccio  del  Bagno  i.  384- 
Perchè  di  rota  ha  M  mondo  simigliane  , 
Che  oun  posaoza  ha  mai,  ma  va  voglien- 
do    (Vj 

*  VOGLIERELLA  .  Dim.  di  Vogliaj 
Piccola  voglia.  lied.  Lttt.  Con  tanti  vaa- 
tacgi  ella  ci  potrà  cavare  qualche  voglie- 
rclla   nel  fare  esperieiite.  (A) 

*  VOGLIETTA.  Dim.di  Vogliaj  Vo- 
gltutza.  (A) 

VOGLIEVOLE.  Add.  Che  ha  voglia. 
Che  appetisce  .  Lai.  cupidus  .  Gr.  cst- 
'Jìjp.Tt'if-o'i  ■  Varch  .  Lez.  4o3-  Questo 
.imore  ai  chiiimn  carnali-,  e  lascivu,  cumc 
nato  nella  parte  vuglievole,  per  ilisideriu 
rli  godere  rorporatmt.-nle  la  bclleiia  cor- 
porale. ^  Itemb.  Asol.  3.  197.  La  ragione 
guida  il  senso  ,  il  (piali-  dal  caldo  della 
voglievole  giuvanexia  portalo  nnn  l'ascol- 
ta; qua  e  \\,  dove  esso  vuole,  scapestra 
lanienlf  traboccando    (Hi 

"t  *  VOGLIOLINA.  ìhm.  di  Voglia^ 
Vogltetta,  Vogliiizta.  Salvia.  JJuon.  Fier. 
4.  3.  1.  /''anciiilli  vogliosi,  che  hanno  del- 
le voglioliuc,  dello  piccole  voglie.  (A; 

VOGLIOLOSAMENTE.  Avverb.  Vo- 
gliolosamente. Lat.  cupide,  percuptde.  Gr. 
tTtlijflfìTif.óti.  IJorgh.  Arm.g2.  Vuglio- 
lusamentc  ai  ritornarono  all'  arme  de'Ioro 
.inticliì  .  /:'  tese.  Vwr.  573.  Cume  \o- 
gliolosamciitc  io  questa  nostra  parte  ab- 
bendante  di  nobiltà,  e  d'animi  gcuerost, 
1-  grandi  fusi^c  ricevuta- 

VOGLIOLOSO,  Add.  Voglioso,  Che 
ha  voglie  L.tt.  cupidus.  Gr.  C7rtàk//Ar;ri* 
*dy.  Cecch.  Mogi.  pr.  Quasi  che  questa 
nostri   (  Anti  pur   \ostra)  sia  cosi   impor* 


V  0  G 

tuoa  E  vogliolosa,  come  quella  che  Ave- 
te  a  casa.  Cant.  Cam.  lo5.  Pur  se  ci  è 
duuna  alcuna  vogliolosa.  In  man  prirremle 
lavorìo  assai.  Tac.  Uav.  Stor.  l.  253.  La 
moglie  ,  Vogliolosa  di  vedere  come  atessc 
il  campo,  ec. 

VOGLIOSAMENTE.  Awerh.  Volon- 
terosamente ,  Con  bramosia.  Volentieri. 
Lat.  aiidacter,  alacriter.  Gr.  TipoàSp-^i- 
M.  V.  8.  76.  QucUi  della  compagna,  1  he 
erano  vogliosamente  avanti  passati,  alTrel- 
tarono  di  tornare  alla  scbivra  .  E  9.  32. 
Gli  Ungheri  vogliosamenlc  i  abboccarono 
con  loro,  e  dopu  lunga  battaglia  gli  rup- 
pono.  Hemb.  A.iol.  2.  I18.  Sono  per  le 
mobili  acque  nel  loro  tempo  i  peitci  ma- 
schi seguitati  dalie  bramose  fcmine  ,  ed 
essi  loro  si  concedono   vogliusamente- 

VOGLIOSISSIMO.  Superi,  di  Voglio- 
so .  /Jorgh  .  Orig.  Fir.  255.  Non  avca 
capo  ,  ed  era  vogliosissima  di  cose  nuo- 
ve. 

VOGLIOSO.  Atid.  bramoso.  Deside- 
roso. Lat.  cupidus,  avidus.  Gr.  Emàu^»;- 
Tt/o';  .  Lib.  Dicer,  Se  Cesare  era  impri- 
ma beo  voglioso  di  voler  la  battaglia,  ec. 
Dant.  Purg.  i!^.  Lo  dir  dell' una,  e  del- 
l' altra  la  vista  Mi  fo  voglioso  di  saper  lor 
nomi . 

g.  Per  Volonteroso.  Lat.  alacer  ,  au- 
dens.  Gr.  -^tpÒTJ^p-oi  .  M.  V.  8.  4'-  *^'' 
Uogherì  ardili  e  vogliosi  gli  seguitarono. 
A  cap.  62.  Essendo  di  natura  sdegnos.i  e 
altiera,  e  di  voglioso  consiglio,  ce.  Jìemb 
Asol.  2.  118.  Seguonsi  per  le  nascoodc- 
voli  selve  e  per  le  loro  dimore  le  vogliose 
fiere  sinnlnienle. 

VOGLIUZZA  .  Dim.  ih  Voglia.  Fir. 
Trin.  Inasta  eh'  io  credo  a  cento  per  die- 
ci, eh'  ella  sì  voglia  cavare  qualche  vo- 
gliuna  con  esso  voi. 

VOI  .  Plurale  del  pronome  Tu  .  Lai 
vos  .  Gr.  jae";  .  Peir.  .ton.  1.  Voi,  eh' 
ascoltate  in  rime  sparse  i!  suono  .  ìS'ov. 
ant.  45.  I.  l'erchc  battete  voi  cotestoro  ? 
Hispondeaoo  li  maestri  :  per  li  falli  tuoi. 
E  que'  dicea  :  perchè  non  baitele  voi  me, 
che  mia  è  la  colpaT  Dant.  Par.  2.  O  voi  , 
che  siete  10  piccioletla  barca  ec,  Torna- 
te a  riveder  li  vostri  liti.  A'occ.  Conci,  l. 
Brievemente  ad  alcune  rosette  ,  le  quali 
forse  alcuna  di  voi ,  o  altri  potrebbe  dire 
ec,  di   rispondere   intendo. 

§.  |.  Voi  ,  talora  per  A  voi  ,  col  se- 
gno del  terzo  caso  sottinteso  .  t^etr. 
son.  io3.  E  son  già  roco.  Donna,  uicrcè 
chiamando,  e  voi  non  cale.  Dant.  Par. 
4.  Non  k  V  aQcxion  mia  tanto  profouda  , 
Che  baiati  a  render  voi  grada  per  grazia. 
*  §-  II.  Di  voi,  talora  vale  Vostro, 
maniera  comune  anche  a'  Greci  .  /ìovc. 
g.  9.  n.  3.  Senta  alcuna  noia  o  fatica  di 
voi.  (f)  Dant.  Inf.  16  L*  ovrc  di  voi 
(vostre),  e  gli  onorati  nomi  Con  aflczion 
ritrassi  ed  ascoltai.  Sig-  Viagg.  lOl.  Ciò 
eh*  io  vi  dico  per  cliiaicua  di  voi.  Alam. 
Colt  lifi.  3.  Che  al  nostro  faticar  larga 
mercede   Itcnde  in  uomo  di  voi.  (Jirj 

§.  III.  Voi,  talora  si  trova  riferito 
per  onoranza  ad  una  persona  soia.  Pocc. 
nov-  17.  26  Signur  mio,  se  a  voi  aggra- 
da, voi  potete  Btl  una  ora  a  voi  far  gran- 
tlissimo  oooic,  ed  a  me,  chi-  po%ero  sono 
per  voi  ,  grande  utilità  ■  ^  tìmel.  Orig. 
386.  O  buon  Gesù  ,  come  ai  levu  tosto 
Maria  ,  o  rome  tosto  vrone  ,  0  coni'  cita 
Sidea,  ti  si  gitto  a'  piedi,  quando  ella  udì 
che  VOI  radilumandavate.  ^C'/-'^  Dant.  Par. 
l6.  Dal  VOI  che  prima  lloma  sotrcfie  ce. 
Hicomiociaron  le  parole  mie.  (Pj 

t  "^  §.  IV.  Cosa  da  dirle  Voi,  diCtsi 
di  Co  fa  grande.  Mia,  eccellente  nel  suo 
genere.  Allegr.  317.  Vi  grllo  tu  ec.  una 
luceruata  d'olio  trillo .  il  quale  spargen- 
dosi, e  pigliando  la  polvere ,  foco  appari* 
re  ec    una  mncrliia  d.i  dille  voi    (Vj 


V  O  I 

g.  V.  Dar  di  voi ,  0  Del  VOI.  f  .  DARE 
DI  VOI. 

%.  VI.  lui  ,  per  Voi,  si  Ugge  talora 
forse  per  la  rima.  Dant.  Inf  5-  Di  quel 
eh*  udire  e  che  parlar  ti  piace ,  Noi  uds- 
remo    e   parleremo   a    vui . 

#  g.  VII.  h fuori  di  rima,  amm4  tn 
prosa.  Fior.  it.  44  ^^  ^^  peccalo  OOD- 
tr^  Dio  ,  e  ronlra  vui.   (C) 

'r  VOLADOKE.  Lo  sUsso  che  Vola- 
tore, come  Servidore  e  Servitore,  ec.  2V 
sorett.  Pr.  cap.  3.  19.  E  vidi  turba  ma- 
gna Di  diversi  mimali  ec.  ,  E  pesci  a 
grandi  schiere  ,  E  di  tutte  maniere  Ca- 
relli voladori ,  ec.  f/t) 

*  VOLAGIO.  V.  A.  Add.  VolubiU. 
Sen.  PisL  42.  r  ti  diisi  eh*  egli  era  io- 
coslanU-  e  vulagio  ,  e  che  tu  ool  tenevi 
per  r  o[>re  ,  ma  per  una  penna;  aoti  fu 
piuma  la  quale  ti  lascio  e  fuggì.  f^C> 

VOLAMENTO.  H  volare.  Lat.  vola- 
tus,  velatura.  Gr.  TTT»?/*»»  TTTifsti.  /«f- 
Fsop.  L'  abitazione  dell*  allo  albero,  e  di- 
lettevole volamento ,  e  conversaaioo  dell* 
aria,  non  abbia  tanto  a  vile  il  mio  covac- 
ciolo, e  lo  conversar  della  terra,  che  pren- 
di ardire  di  mortalmente  oQeodermi.  But. 
Nel  qual  volamento  afiogo  il  6gliuolo  I- 
caro  in  mare. 

"r  VOLANDA  .  Friscello  Sagg.  Btm. 
l32.  Quivi  era  grasso  d*  oca  Gran  quan- 
tità che  giova  A  infarinar  con  l'uova  Un 
moggio  di  volanda,  Che  basto  a  randa  a 
randa.  fCj 

^  VOLANDA  .  Quella  parU  gtre%-oÌe 
della  macchina  che  per  mezzo  di  denti 
mette  in  moto  i  pistoni  per  fabbricar  la 
polvere  da  guerra  .  Gal.  Meni.  lett.  2. 
35l.  E  (osi  son  sicuro,  che  succederà  V 
efl'ello,  quando  la  volanda  de'  quattro  pi- 
stoni sia  fatta  colla  debita  proporaionc , 
rispetlo  air  uso  suo  ,  che  t  di  moderare 
gli  vuoti  de' denti  dell' asse  io  quella  dei 

f listoni,  sicché  meno  ne  vengano  offese  le 
•  raccia  d'I  mo«cnte.  ( Pe) 

<■  VOLANDOLA.  Voiaadolino.  Varch. 
Icz.  Dant.  3.  94*  ^*  ""^  *  ^^^  '^^^^  " 
giri  il  cervello  (non  si  dice)  volandola, 
girandola,  girandolino,  girella,  girellaioT  (C) 

*  \OLANDOLINO.  DiCfJi  (// /Vrjojw 
di  poca  levatura  e  costanza  .  Lasc  rtm. 
2-  345  Moslroti  colle  lue  e  colle  mie  ra- 
gioni che  lu  se'  un  volandolino,  e  che  (n 
non  sai  tu  stesso  quel  che  tu  ti  grac- 
chi.  (C) 

VOLANTE  ■  Che  vola  .  LaL  volasu  . 
Gr.  t'rrruucvo;.  Amet.  ti.  Ninno  ingan- 
no a  ritenere  i  volanti  uccelli  si  può  fa- 
re, che  io  non  l'abbia  già  Catto,  e  fare 
Io  sappia.  F  b8.  Il  sagace  Mercurio  colla 
sua  ^c^ga,  e  col  capi>ello,  e  colle  volanti 
ali.  Petr.  cap.  4-  Srguimmo  il  suon  del- 
le purpuree  penne  De*  volanti  corsier  y*t 
mdle  lu>se  .  /'«»rt(.  Par.  3l.  Né  lo 'nter- 
porsi  tra  *1  disopra  e  '1  601  e  Di  tanta 
plrniiudine  wilaalc  Impediva  la  vi»iael<i 
splendore.  Alam.  Colt.  5.  l32.  Del  »*• 
ero  (unte.  Che  'I  %oUolc  coi »irr  legnò 
lol  piede,  Ninfp  cortesi,  re.  Ar  Fur.  23. 
16.  Salito  Aslolto  sul  deitrier  «vlanle.  Lo 
la  muoter  per  1'  aria  lento  lento- 

#  g  I.  r"  in  forza  di  snst.  pc  ì'eU- 
tilr.  Animai  che  vola.  Cor,  En.  3.  588. 
Incili  •  sur,  Cui  non  son  degli  Dei  le  menti 
occulte.  Che  Febo  spiri .  e  *1  trìpode  e  gli 
allori  Del  suo  tempio  dispensi,  e  delle 
«Ielle  E  de' vuUnli  ogni  secreto  intendi; 
Danne   ce.   (Pj 

%.  11.  per  I  oliibilt.  Instabile.  L>t  m- 
ttabilis .  Gr.  oTeTVTO; .  O.  I.  9.  il.  3 
Erano  più  mobili  e  volanti,  che  *!  detto 


pa 


>>  g.  III.  Compagnia  volante,  dicono  1 
Militari    (Jn  piccolo   corpo  d'  uomini  che 
I  sta  alla  campagna  per  far  qualche  scor- 
reria sutrtnifHi'-o,  o  per  osservarlo.  Bar: 


V  0  L 


yu.  Bellarm.  hi:  2.  cap.  l.  In  un  le- 
•no  quale  allora  si  IrovaTa  cssor  la  Fian- 
ina,  tulio  in  bolliraeolo  di  gucria  ,  e  ce. 
i.ien  .r  Ugonolti  in  arme,  e  in  compagnie 
volami  niun  andar  olire  riusciva  scoia 
pericolo  ad  un  Legato.  (CI') 

»  §.  IV.  ./  sigillo  tolanic  ,  dicest 
Jtlle  lellere  che  hanno  il  sigillo  solamen- 
K  sulla  piegtilura  esltriore,  per  cui  al- 
tri può  leggerle  a  suo  talento  .  Maga  ■ 
lett.scieal  u;.  (len.  1734)  Al  quale 
ho  già  risoluto  di  mandar  questa  lettera 
a  «igillo  volante  con  ordine  di  venire  a 
leggervela  in  camera.  (CJ 

t  *  VOLASTE  .  Piccolo  pezzetto  rfi 
sughero,  legno,  0  simile,  fasciato  di  pelle 
con  parecchi  liucht  intorno  ,  m  Cui  si 
mettono  delle  penne  affnche  percosso  col- 
la  racchetta  si  sostenga  in  aria,  e  sen-e 
per  fare  un  giuoco  detto  parimenti  /  0- 
lante.  Red.  Cons.  l.  l58.  Questo  eser- 
ci«o  lo  reiterasse  il  giorno  passeggiando 
per  casa,  o  trattenendosi  a  giocare  al  truc- 
co, o  al  volante  ,  o  andando  fuori  di  casa 
a  pigliar  aria.  (*) 

f  VOLAF.E.  Il  trascorrer  per  l  aria, 
che  fanno  gli  uccelli ,  e  altri  animali  a- 
lati.  Lai.  filare.  Gr.  'TiTaoSai .  Bocc. 
noi:  io.  6.  Avendo  veduto  molte  volte 
il  falcone  di  Federigo  volare  ec. ,  forte 
disiderava  d'averlo.  E  nei'- 99-  M.  Fatto 
venire  i  suoi  falconi,  ad  un  guaiio  vicin 
gli  mcuó  ,  e  mostrò  loro  come  essi  vo- 
lassero. Cas.  leti.  67.  Ti  prego  che  lu 
impari  a  star  saldo  nelle  buone  operazio- 
ui  e  delibcraiiooi  ;  e  quando  ti  nascono 
quelle  farfallctlc  nel  capo  cosi  all'improv- 
viso, che  tu  le  lasci  volar  via  (qui  figu- 
ratani.). 

§.  I.  Per  stmitit.  vale  Andare,  0  Pas- 
sare con  gran  velocità.  Lat.  volare.  Gr. 
U^TEsaai  ■  JBocc.  nov.  17.  4i-  ^'°°  ''°' 
gando,  mi  volaudo,  quasi  in  sul  di  del  se- 
guente giorno  ad  Egina  pervennero.  Petr.  , 
can:.  7.  3.  Ma  perchè  vola  il  tempo  ,  e 
fuggon  gli  anni,  ec.  DanC.  Par.  2.  E  forse 
in  tanto,  in  quanto  un  quadrel  posa  ,  E 
vola,  e  dalla  noce  si  dischiava.  Giunto  mi 
vidi  ec.  Cuid.  C.  Va  fante,  quasi  volando, 
con  romorosi  rapportamenli  assalìo  gli  o- 
recchi  di  Menelao,  t'  altrove:  Peicisse 
Menelao  si ,  che  egli  il  fece  volar  da  ca- 
vallo. Seid.  Stcr.  4.  l52.  Monto  a  caval- 
lo ,  e  senta  pur  salutar  1'  ospite  ,  se  ne 
andò  suhilo  volando  al  Re  di  Camliaia  . 
*  Ctiicc.  Slor.  3.  25.  Niuna  cosa  vola 
più  che  la  occasione.  (L) 

§.  II.  ;  alare  in  aria,  vale  talora  Seni:- 
mre,  0  Essere  scaglialo  in  aria. 

g  III.  .^icr  il  cervel  che  voli,  si  dice 
.teli'  Aver  la  mente  leggiera,  e^volubile. 
L*.  lei:is  seatenlia  esse.  Gr.  «vai  a^i- 

?«"•'■  >.     ■     . 

i-  g.  IV.    Talora    si  piglia   in   buona 

parte  ,  e  vale  Aver  elevazione  e  vivacità 
d'insegno  poetico.  Mcn:.  poel.  Uh.  1. 
Purché  all'  oscuril'a  mentre  t'  involi  Non 
dia  nello  smaccato  che  dimostra  Cervel  che 
non  si  scaldi ,  e  che  non  voli.  (P) 

*  €.  V.  /  oMre  per  bocca  d'  alcuno  , 
vale  Esserne  lodato,  ceUhralc ,  nomina- 
to. Sannaz..  .Ircad.  Egl.  5.  In  ogni  sta- 
gione ,  Quasi  uova  colomba ,  Per  bocche 
de'  pastor  volando  andrai.  (  C) 

VOL.IRE.  Nome.  loto.  Lai.  volatus. 
Gr.  ■X-'.'.^i-  Coli.  SS.  Pad.  È  srgnificalo 
per  siMilitudiiic  dell' aguglia,  la  quale, 
poich'  è  aliala  per  altissimo  volare  sopra 
r  alletta  ile'  nuvoli ,  ec. 

g  Per  timilit  vale  JIolo,  0  Corso  ve- 
locissimo. Tu.  Br.  2.  41.  la  Luna,  che 
gli  è  di  sono ,  va  per  li  dodici  segni  in 
»7  di  e  18  ore,  e  la  lena  parte  d  un 
ora;  ma  il  suo  volare  fa  ella  tanto,  eh  ella 
appare  in  ve  molto  di ,  e  scile  ore  e  metta, 
e  quinti  parte  d'  un'  ora 


V  O  L 

VOLATA.  Verbale.  Il  volare.  Lai.  vo- 
latus. Gr.  TTÀJ'i-  Declam.  Quintil.  C. 
Queste  pene  occupino  più  gravi  tormen- 
ti a  quegli  d'  Inferno,  come  la  volata  del- 
l' avoltoio. 

g  I  Vi  volata,  dicesi  del  Tirare  con 
arme  da  fuoco  senza  prender  di  mira  al- 
cun bersaglio.  Cai.  Sist.  119.  Tirandosi 
con  una  colubrina  una  palla  di  volala  vei^o 
Levante  .  £  161  .  Facendo  principio  dai 
tiri  di  volata  ,  fatti  col  medesimo  petto  , 
polvere  e  palla. 

#8  II.  Di  volata,  vale  anche  In  un 
attimo'.  Pi  volo,  nellin.  Disc.  1.  3o.  Co- 
me  se  ec.  i  sassi  scagliati  fossero  quelle 
palle  fatali,  che  colpiscono  e  uccidono  di 
volala.  (Cj  .... 

*  §.  III.  Volata.  Term.  de'  .Musici. 
Progressione  di  note  fatta  dal  cantante 
con   somma   velocità,  (-■ij 

VOLATICA  .  ^tsprezza  della  cui:  , 
cagionata  da  bollicine  secche,  e  accompa- 
■rnnta  con  mollo  pizzicore  J  Empeliggme. 
lai.  impetigo.  Gr.  ìtr^rii.  Lib.  ciir  ma- 
lati. Senevaglionoa  polfiguarire  delle  vo- 
latiche nelle  mani.  Tralt.  segr.  cos.  dona. 
Le  donne  comunemente  hanno  in  odio  le 
volatiche.  Lib.son.  36.  Loggia  di  merda, 
ricorso  di  natiche  ,  Che  succiar  posto  la 
quelle  volatiche. 

*  VOLATICO  .  .IM.  Tolatile  .  Lat. 
'OÌalilis.  Pros.  Fior.  part.  \.  voi.  i- 
pag.  127.  Vanno  cacciando  queste  due 
sorte  di  pesce  una  specie  di  pesci  vola- 
tici ,  che  sono  in  effetto  muggini  con  l 
ali.  r'V'.i';  Scgner.  Fred.  io.  2.  Allorafia- 
lendo  al  cielo  per  l'  aria)  intenderete  che 
volean  dire  quelle  esalazioni  focose,  che  sot- 
to nome  di  comete  atleirivano  1  principi, 
quei  fuochi  patti  ,  quc'  dragoni  volatici , 
quelle  stelle  precipitanti.  (C) 

:?  VOLATILE.  Sust.  Animai  volante. 
Cavale.  Piingil.  Il5.  Puossi  ancora  asso- 
migliare alla  mosca,  la  quale  e  volaUle  vJe 
e  molesto ,  lo  quale  comunemente  corre  a 
cose  corrotte,  ec.  (I  ) 

V0L\T1LE.  Add  Atto  a  .■o/<i/T.  Lai. 
volai.:, s.  Gr.  TTTr.vj;  .  Pallad.  cap.  23. 
/;/.  Come  d'  intorno  alla  corte  si  facciano 
luochi  d'  animali  volatili  .  Cr.  9.  82.  1. 
Compiuto  il  trattato  degli  animali  quadru- 

. .   *  .     .  1-        ....,11:     At     Hiio     nipili    _ 


V  0  L 


i;63 


pedi  e  de'  pesci  ,  di  quelli  di  due  pi. 
e  di  tulli  altri  volatili  i:  da  dire .  iVor. 
S  Creg.  Per  rispetto  degli  altri  ammali 
volatili  .  Cavale.  Fruii,  ling.  La  mosca 
è  volatile  ,  e  vile  ,  e  immonda  ,  e  molto 
inquieta  .  ,       .         f 

f  ;>  g.  1.  Efguralam.  per  Leggiero,  In- 
costante .  Bocc.  Leti    Pr.  SS    Ap.  317. 
S' io  fossi  cosi  volatile  che  la  terza  volla 
chiamato  io  tornassi  ,  a   niun    dubbio  sa- 
rebbe di  me  argomento  di  leggeretta  cer- 
tissimo. (Br)  ,  ,  ni  ■ 
*t  *  §■   !■•    Eclatile.    Term.  de    1  lii- 
mici.  Opposto  a  Fissoj  e  dicesi  di  Quel- 
le parli  più  fine  ''"'  "'T'  '  «^''^    ''/'"'" 
r'.lticc  in   i.tlato  aeriforme;   Sai  volatile, 
4lcali  volatile.   lied.    Cons.  Medicameoto 
profittevole  per  attutire  il  vaporoso  ril.o  - 
limenlo  dogli  umori,  e  per  tenere  egua  - 
mente  unite  le  loro   parti    volatiU   con  le 
fisse.  (A)  Belila.   Disc.   1.  63.  Parve  lo- 
ro di  doverla  giudicare  sottile,  agile,  pe- 
netrarne, volatile  come  lo  spirilo  del  vino 
ed  alni  simiglianU  corpi,  che  noi  chiamia- 
mo spiriti  e  traspiranti.  fO 

•|S?  VOLATILITÀ'.  Term.  de' Chi- 
mici .  L'esser  volatile,  0  Alto  ad  essrr 
volatilizzato.  Cocch.  Vii.  Piti-  p^?.  32. 
(  rea.  1744  )  Accorgendosi  ec.  della  loro 
minore  salubrit'a  dalla  loro  più  forte  e  più 
ferina  csalaiione,  che  nelle  scuole  moder- 
ne vuol  dire  maggiore  volalilil'a  oleosa  e 

salina.  fA) 

•f  *  VOLATILIZZARE  .  indurre  a 
\  volalililà  i  mislifssi.   Segncr.    Incr    1. 


7.  6.  Assottigliato    vie    più,   e  quasi  vo- 
laliliitato    che    questo   siasi   (  il  chilo  ) , 

ec.  (A)  „ 

*  VOLATILIZZAZIONE.   Term.  di' 

Chimici  .  Il  ridurre  a    volatililà  i  misti 
fissi,   (.'lì  ,  ,  ,_, 

'SVGLATINA.  Dita,  di    l  alata  ■  (B) 
VOLATIO.    V.  A.   Uccellame.  C.  V. 
IO.    196.    3.  Ogni   carne  e  pesce  si  ven- 
desse a  peso,  e  ogni  volalio  a  certo  pregio 
convenevole . 

:?  VOLATIO.  Add-  /.FUOCO,  §. 
XV.  (C) 

VOLATO.  Susi.  Il  volare.  Mola  ve- 
locissinio  per  l'aere.  Lai.  valalus,  vala- 
lura  .  Gr.  aTJjlt?  ,  n-r.u.-.^  .  Cr.  IO.  2. 
I.  Questi  (sparvieri)  sono  di  velocissimo 
volalo  nel  principio  della  lor  mossa  ,  ma 
poi  è  lento.  *  Lor.  Med.  Poes.  t^.  V  a- 
quila  spesso  col  volalo  lento  minaccia  tutti, 
e  sopra  il  slagno  vola.  (Min) 

f  g.  Per  metaf.  Lab.  2-].  Conobbi,  me 
dal  mio  volalo  essere  slato  lascialo  in  una 
solitudine  diserta  .  S.  Gio.  Grisosl.  62- 
Per  certo  ,  se  1'  uomo  imprima  non  sale 
a  quella  alletta  con  un  volato  divino,  non 
può  mai  peifellamente  dispregiar  la  terra. 

VOLATO.  Add.  ila  Volare.  Buon.  lier. 
3.  3.  8.  Pesci  piccoli  e  grossi  Potersi  dir 

volali .  .    .  ,^1. 

t  VOLATORE.  Verhal.  masc.  Lhe  , 
0  Chi  vola.  Volante.  Ar.  Fur.  23.  12. 
Ed  aprendo  alla  donna  il  suo  pensiero. 
Veder  le  fece  il  volalor  destriero.  E  3^. 
48.  Poi  monta  il  volatore,  e  in  a'"»  ' 
alza,  Per  giugner  di  quel  monte  in  sulU 

•f.  e.  Volatore ,  vale  anche  Soldato  a 
piedi  ," armato  alla  leggiera  per  combat- 
tere conno  al  nemico  alla  spicciolala  ,  e 
di  lontano.  Vegez.  1 19.  Da'  più  fori,  ca- 
valieri si  debbono  i  pedoni  dal  lato  co- 
prire, e  da' leggieri  pedoni  che  sono  ch.a- 
mali  volatori,  i  corni  delle  schiere  de  ne- 
mici sono  da  manomettere  e  turbare.  fW 
«  VOLATRICE.  Verbal.  fem.  di  J  0- 
latore.  Chiabr.  (A) 

•f  *  VOLEGGIARE  .  Andar  volan- 
do Volare  alquanto.  Salvia.  Pros.  Tose. 
I  219.  Ed  in  vero  egli  (Pindaro)  voleg- 
oia  per  1'  alto  cielo  sublime  e  soluigo 
con  belle  ruote  di  varii  metri  e  roultipli- 
ci,  ec.  (qui  per  similil.).  (A) 

VOLENTE.  Voglieale,  Che  vuole  Lai. 
volens  .  Gr.  iSO.WV  .  ìraestruzz.  2.  3o. 
6.  Ancora  non  si  disUngue  s  egli  rapisca 
la  volente,  cioè  che  vuole ,  o  quella  che 
non  vuole.  ^       « 

:?  g  E  seguito  dall'  infilino.  Oli.  Cam. 
ìnf  3l.  533.  Il  quale  volente  ritornare 
fu  impedito  dal  dello  Conte  Gano.  Iemm_ 
Test.  84-  Non  si  volente  correggere  .  E 
85  Volenti  dare  le  Umosinc  al  detto  spe- 
dale. (C)  Salvia.  EneiJ.  »'■  2-  Me  lagn- 
manle  e  assai  cose  volente  Parlar  lascio.  C*^ 
*  V0LESTEP.0S.4MENTE.  Avverb. 
Volentiermente.  Lat.  libenler.  Gr.  (tzp-t- 
.,0-  .  Pros.  Fior.  6.  6o.  Nella  primiera 
veduta  adombrato  da  cotanla  vagheiia , 
assai  voleuterosamenle  il  guardo  avendo- 
vi indirittalo,  non  bene  era  ciascuna  parte 
di  questa    montagna    slata    da    me   divisa- 

'^'*  VOLENTEROSISSIMO.  Superi! di 
Volenteroso.  Bemb.  Star.  5.  67.  Ess^""" 
lenlissimi  e  volenterosissimi  se  gli  ttiedc- 
ro  ,   e  furono   ricevuti.  (V) 

:?  VOLENTEROSO.  Add.  Volontero- 
so .  Lat.  promplus  ,  cupldus  .  <>5-  "P^' 
i„ao;.  Tes.  lir.  5.  9.  Li  minori  ( ast^ 
;,Tsòno  a  guisa  di  tertuolo.  ed  e  prode 
e  maniero,  e  bene  volemeroso  di  beccare. 


ed  è  leggieri  da  uccellare.  Pros.  Fior 
i  256  Nulla  curante  della  propria  sai- 
vetta,  con  cuore  volenteroso  ec.  si_  mise 
io  via  ec    (*) 


J764 


V  0  L 


3  VOLENTIERI,  /tiverb.  Dibuona  vo- 
glia ,  Conforme  al  proprio  volere  .  Lai. 
tihenlcr  ,  luhenter  ,  animo  volenti  .  Gr. 
«ffU2vw5,  r,cioi^^  é/.ouot'ws-  Jiocc.  nov. 
85  I-  La  qual  tutta  lieta  rispuosc  ,  che 
volentieri.  Veir.  san.  211.  E  non  è  cosa 
Che  sì  volenlier  pensi,  e  si  sovente.  Pant. 
Par.  6.  Eblter  la  fama  che  vulcotier  mir- 
ro. Bcrn.  rim.  1.  75.  E*  noD  ti  varrà 
esser  l>aiestrieri  ,  O  scusarli  coli'  esser 
giovanetto,  CIi'  allor  lei  farò  io  più  vo- 
Icolieri. 

*  §.  I.  Per  Facilmente,  m  Cr.  5.  {\\. 
1.  La  iuslanzia  (leWuo  legno  (del  faggio) 
è  acconcia  in  nmlti  lavorìi,  ma  non  mol- 
to dura,  perocché  voIcntÌt;ri  è  roia  dai  ver- 
mi ...  f  6';  />V/m-.  Celi.  Oref.  \\\.  Questa 
crassezza  non  impedisce  il  riccvimHnto  del 
metallo,  anzi  1'  uccella  più  volentieri  senti» 
comparazione  dell'  altra  terra  ,  che  rome 
questa  non  »*  è  lasciata  marcire.   (ì' i 

s'r  g.  II.  f-'sser  volentieri  a  fare  una 
cosa  ,  vale  Esser  facile,  pronto  ad  ese- 
guirla .  JJenv.  Celi.  J  it.  1.  225.  Fra 
questo  capitano  volentieri  a  mettere  altri 
al  punto  ,  non  si  curando  sperimentar- 
si. (C) 

*  VOLENTIERISSIMAMENTE.  Su- 
per/, di  T'olentiermente  .  Lai.  libentissi- 
me.  Gr.  ajjUivs'iTaTa  .  Ked.  Cons.  \. 
117.  lo  nel  nostro  ciso  ni'  aslcrrei  vo- 
lentierissimamente  da  così  fiitta  prepara- 
zione (•)  Segner.  Conf.  iiistr,  cap.  6-  Que- 
sto è  lo  stile  della  Cuna  celeste  :  conce- 
dere i  suoi  favori  volentierissimameiite  , 
ma   ai  .vupplicanli.  (fi 

VOLENTIF.HISSIMO.  Superi,  di  io- 
leiitieri  .  Lai.  Ithentissime  .  Gr.  f.ótCTO.- 
Hed.  Ins.  70.  Non  ho  avuto  Ìl  tempo  di 
farne  I'  osservazione,  rome  volcnticris^imo 
avrei  voluto  .  A"  J'ip-  1.  85.  Tra  quelle 
frondi  e  secche  e  fresche  lutli  i  serpenti 
volontariamente  si  ricoverano,  e  volentie- 
rissimo  vi  soggiornano. 

VOLENTIERMENTE.  V.  À.  Avverb. 
l'oìentierì  ,  Con  pronta  volontà.  Lai.  /i- 
henti  animo,  lihenter  .  Gr.  s'à'Jousi'w;. 
Mor.  S.  C'rtg.  Co>i  adunijue  i  santi  flet- 
ti, come  che  volentìcrmentc  vincano  o^oi 
cosa  contraria,  per  amor  di  quella  sicurtà 
(Icir  eterna  paco  ,  ce. 

•f  ''•  VOLENTIERO  .  V.  A.  l'oìen- 
tierì. Rim.  ani.  Guitt.  pj.  E  merlai  vo- 
lenliero  A  cento  dobbli  sempre  '1  meo  ser- 
vire.  (V) 

*  VOLENTIIÌROSO.  j4dd.  Lo  stesso 
(he  J'olonteroso  .  Fr.  Ciord.  Prtd.  H. 
<'omc  ^i  è  il  Demonio,  volentieroso  por- 
inulatorc  del  nostro  licne  in  tanto  ma* 
le.    (•) 

VOLF^^A.  /'.  J.  l'oglia,  lolere. 
Lai.  voluntas.  Gr.  ^ou)*)9i5.  Him.  ant. 
P.  ]\'.  Ser  Pare.  Or  venga  al  punto  lì 
*ve  pende  e  giace  Tutto  ciò  the  lontien 
vostra  volpina- 

f  3  VOLERE.  Dirizzare  l'operazioni  de/' 
/a  vo/ontù  a  qualche  Ojgrtto,  Aver  volontà, 
intenzione^  voglia,  animo.  Lat.  velie.  Gr. 
/5o'j)  CtS«i.  Ptocc.  nov.  11.  1^.  Il  giudice 
ce.  del  tulio  era  disposto  a  volerlo  fiire 
per    la   gi'ta.    /'  nov.    l^.  5-  A  sì? 


nnniccar 


"r  .  - 

medesimo  dimostro  ,  quello  che  aveva  , 
itenza  voler  più,  dovergli  1>a»lare  !•'  nov. 
A3.  I3.  Voglijinlrlo  aver  detto,  arciocrhè 
tu  poiyse  questo  avvenisse,  non  ti  posni  di 
noi  rammaricare  (cioè,  le  lo  aldiiam  vi>lu> 
*o  dire)  .  E  nov.  77.  3a.  lo  lem*)  che  co- 
stui n<m  mi  aliliìa  voluto  dare  una  notte, 
'"hentc  io  diedi  a  lui.  E  num.  ^3.  Ora 
"^  non  li  to'  dir  più.  /■,"  nov.  7f).  22. 
^  so  di  motte  lielle  cose  ,  e  di  Itrlle 
canzonette,  e  %oteDe  dire  una.  /Imet  li. 
Ella  antoia  nata  di  Dio,  vorrà  di  Dio  .i. 
vere  figliuoli,  p  non  d'  uno  semplice  lac- 
ciatorc  .  /.'  55.  E  tu  sola  vuugli  tenere 
nuova  maniera  tra  taiiI**  possenlì  <)i  hel- 


VCL 

lezza  e  di  deità  .  Dant.  Par,  ^.  lo  vo' 
saper  se  1' uom  può  soddisfarvi.  G.  ì'. 
7.  l3o.  5.  Non  lascio  perciò  di  volere  es- 
sere dei  feditoti.  Petr.  son.  89.  Seimuc- 
cio,  io  vo'  che  sappi  in  qu»l  maniera  Trat- 
tato sono.  Conv  .  11^.  Anzi  fece  ciò  la 
natura  universale,  cioè  Iddio,  che  \olle  in 
questa  vita  privare  noi  di  questa  luce  . 
Vii.  liarl .  5.  Volse  poi  soSerirue  mor- 
te. Bui.  Inf.  22.  1.  Manifesta  ec.  quel- 
lo che  per  quoto  ha  vohulo  iolendeic. 
ì'it.  S.  Gio.  hat.  198.  Koi  ne  'I  vogliamo 
menare,  ed  elli  fuggi.  Bern.  rim.  1.  2. 
Mai  non  volse  levareisi  d' appresso .  /'.' 
1 .  1 15.  Ch'  al  sagreslan  vorremmo  le 
rendesse. 

•r  §.  I.  Col  Che  sottinteso.  Fior.  ì'irt. 
1.  l'ero  voglio  questo  mìo  piccolo  lavo- 
retto ahhia  nome  Fiore  dì  virludi  e  di 
costumi.    (C) 

^  g.  li.  Po/ere,  va/e  anche  Comanda* 
re.  Esigere  con  autorità.  Hant.  Inf.  5. 
Vuoisi  così  colà  dove  si  puote  Ciò  che  si 
vuole.  Segner.  Mann.  Apr.  11.6.  E  pe- 
rò vuole  (Dio)  che  tu  gli  esponga  tulli 
i  tuoi  desideri  ,  come  se  egli  non  li  sa- 
pesse. (C) 

-r  §.  ili.  In  questo  senso  si  dice  an- 
che delle  cose.  Segner.  Crist.  instr.  i. 
3.  3.  Alla  fine  i  testimoni  di  udito  si  ri- 
solvono, come  vuole  la  legge,  nel  testi- 
monio di   veduta.  (Cj 

#  §.  IV,  /  o/ere,  va/e  anche  Deside- 
rare. "  /ìocc.  nov.  78.  6.  Tu  hai  fatto 
m.ile,  it  (|Uale  se  tu  vuogli  eh'  io  IÌ  per- 
doni ,  pensa  ec.  Fit.  Par/.  3.  Se  tu  vuoi 
udire  alcuna  ragione  da  me,  or  caccia  dal 
tuo  palagio  e  da  le  due  nemici,  e  poi  li 
ri.sp<iiideiò  di  tulio  ciò  die  tu  vorrai».  (C) 

^'.  V.  Po/ert  alcuno,  va/e  Domandar- 
/o  ,  fUcercar/o,  (  hiedere  di  parlargli  ,  o 
di  averlo  a  se  .  Ar.  l.en.  3.  3.  Ti  vuol 
Flavio.  C.  A  lui  ne  vengo,  e  huonc  nuo\e 
apportogli . 

#  £.  VI.  Volere  uno  per  marito  ,  o 
Volere  uno  asso/,  vate  Volerlo  sposare  , 
J'olersi  unir  seco  in  matrimonio.  /ìocc.nov. 
A7.  17.  E  però  piacciavi  di  tanto  iudugiare 
la  esecuzione,  che  saper  sì  possa,  se  ella 
lui  vuole  per  marito  ,  acciocché  couiro 
alla  legge  (dove  il  voglia)  non  \i  troviate 
aver  fatto.   (Cj 

i^  g.  VII.  Volere,  talora  va/e  Accon- 
sentire, Esser  contento.  Aver /a  compia- 
cenza di  far  a/funa  cosa.  «  Pocc.  nov. 
20.  18.  Deh!  spcranz;!  mia  cara,  non  dir 
più   così;   voglitt-nc    venir  con  mero  .     Cj 

f  3  §.  Vili.  Volerr,perEsserihHete, 
Convenire  ,  Esser  conveniente .  Lai.  de- 
bere  ,  convenire  .  Gr.  xa2ry,'«(iv  .  liocc. 
nov.  I.  i!1.  Questi  Lombardi  cani,  li 
quali  a  Chiesa  non  sono  voluti  riceve- 
re ,  non  ci  si  vogliono  più  sostenete  .  E 
nov.  32.  19.  Comare ,  egli  non  si  vuol 
dire  .  /•■  nov.  5o  16.  Elle  si  vorrclihuu 
\ive   vive    metter  nel  fuoco. 

'ì^  §.  IX.  Per  Esser  necessario.  Biso- 
gnare. Lat.  oporlere.  -  Bore.  nov.  80  23. 
Ma  clieT  fatto  è:  vuoisi  vedere  altro.  Lab. 
l6<).  l'-lle  non  ti  mvtteianno  in  disputale, 
11  discutere  quanta  cenere  si  voglia  a  cuo- 
cere una  matassa  «1*  arria  ••  .  r'C>  Segner. 
Mann.  Magg.  11.3.  Ad  aver  questa  ras.'-e- 
gnazione  ci  vuole  lo  .Spirito  Santo,  percliè 
ci  vuole  un  altissimo  amor  divino,  il  J 
E  Pird.  Pai.  Ap.  4.  5.  Ma  a  farn  a- 
mar  da  Dio,  eccovi  fio  che  ri  vuote;  niuu- 
dpua   somma.    (TC) 

#  §.  \.  In  modo  proverò,  m  Socc.  nov. 
Ho.  3^.  Chi  ha  a  far  con  Tosco,  non  \au\ 
esser    losco  «•  .  (Cj 

g  NI.  per  Esser  presso  o  seguire  , 
Mancar  poco  che  non  .iegun.  Lat  parum 
af'cttr  ifuin.  Gr.  o'ii'yoy  ^it'v  ti.  V  12 
lOO.  I.  Per  trattato  de'  'J  arlaii  usci- 
ti d'AirzKo   %i>Ile  esser  tradito,  e  tulio  a' 


VCL 

Fiorentini  il  castello  di  Laterioo.  E  11. 
44-  3.  Alt'  entrante  di  Marzo  del  dello 
anno  volle  esser  tradito  Fucecchio.  Fi/oc. 
2.  2i4-  Credo  che  a  voi  sia  manifesto 
(he  io  oggi  sono  stato  in  vostra  pre^u- 
zia  voluto  avvelenare.  But  Purg.  20-  3- 
Astrea  amala  da  love,  volendo  essere  sfor- 
mata da  lui  fuggi.  *  Bern.  Or/.  2.  Il-  I9 
Come  raffigurato  eli*  ebbe  il  conte»  Volse 
di  tema  e  di  doglia  morire.  (D) 

*  §.  XII.  Per  Mostrare,  Insegnare, 
Provare.  Dant.  inf.  6.  Ritorna  a  tua 
scienza.  Che  vuol,  quanto  la  cosa  e  più 
perfetta.  Più  senta  il  bene,  e  così  U  do- 
ghenza.  (ì  ) 

§.  XIII.  Volere,  e  Voler  dire,  vagliono 
Avere  opinione.  Giudicare,  Rioutare.  Lai. 
censere,  existimare.  Gr.  vtjmt^eiv.  Conv. 
187.  pialo  e  altri  vollero  the  e>se  pro- 
cedessero dalle  stelle  ec.  Pitagora  volle 
che  tulle  fossero  d'una  nobiltà.  Bern. 
rim.  X.  3.  Voglion  certi  dottor  dir  eh' 
ella  fusse  Coperta  già  d' un  qualche  bar- 
beresco. 

§.  XIV.  J  o/er  dire,  vale  anche  Signi- 
ficare. Lat.  .11*1  velie,  significare.  Gr.  ffì]- 
^xi'^ecv,  ct))oj'.  Voce.  nov.  79  16.  Che 
vuol  dire  Gumedra  ? 

t  *  §.  XV.  O  voglio,  O  vogliamo,  O 
volete,  l)  vogliamo  dire,  ed  altre  simili 
maniere,  valgono  lo  stesso  che  la  sempli' 
ce  particella  disgiuntiva  O  .  Bocc.  g.  7. 
n.  2.  Proferendo  dì  molti  danari  ,  o  vo- 
glio io  robe  o  gioie  .  /  it.  SS.  Pad.  2. 
197.  Andianiovi  ogni  domenica,  o  voglia- 
mo delle  due  domeniche  1'  una.  Vit.  S- 
Gir.  35  O  vuogU  male  ,  o  vuogli  bene 
che  in  questo  tempo  della  presente  vita 
avremo  operato  ,  quel  medesimo  dopo  la 
6ne  nostra  ci  ritroveremo.  Frane.  Saech. 
nov.  239.  Dice  il  Prete,  o  tuole  cieco,  o 
vuole  illuminato,  io  non  sono  per  andirvì 
più.  Borgh.  Tose.  35o  Autori  che  scrissero 
delle  condizioni  de' terreni,  o  vogliun  dire 
poderi-  (V) 

*  §.  XVI.  ì'olere,  vale  anche  Essere 
d*  un*  indole,  o  ./'  una  natura  da  Bichie» 
dere  la  tal  cosa,  o  la  tal  altra,  e  dicesi 
delle  prr.ione  e  delle  cose.  Pallad  Cenn. 
]6.  Amano  (le  mandorle)  il  campo  duro, 
secco,  ec.  e  vogliono  essere  situale  al  me- 
riggio. Cr.  4  4-  ^*^  ^  un' alUa  spezie  d* 
UV.I  nera  ec.  la  quale  ec.  vuole  terra  gras- 
sa e  mollo  letaminala  -  ('n;»r.  Bott.^.  137. 
Ma  questi  (pinocchi  )  «orrebbooo  stare 
alquanto  prima  in  molle.  A'  7  l4o  H 
\ino  ec.  non  vorrebbe  passar  l'anno. 
Dav.  Colt.  19.5.  Eccetto  il  1m>sso1o  ,  e  'I 
ginepro ,  e  1'  ulivo  ,  chr  non  vogliono 
essere  tagliati '•.  iC.  A/am.  Colt.  5.  Il5. 
Come  prodotte  ha  il  ciel  te  piante  e  l'er- 
l.e  Si  contrarie  fra  lor  ?  ec.  (juale  Vuol 
profondo  il  trrrrn  ,  qual  vuol  gli  scogli, 
(hi    vuol   vicino  il  mar,  ec.  (Vi 

V  g.  XVII.  ì'oler  veder  l'uomo  in  viso, 
due  fi  di  t/uel/e  core  che  n  farle  hanno  dtf- 
/ii.oltà,  rbe  sono  diffici/i   ad  eseguirsi.  (C) 

«  S.  XVm.  VolriY ,  per  Appettare 
ì'alm.  9.  68  E  cosi  amor  al  pnnio  è 
un  ceito  imbn>glÌo,  Che  alletta  e  piace; 
ma  nel  fin  li  toglio.  (Mj  ImpnJ.  ì  . 
Tute  P.  1.  7".  1.  16.  Il  desiderio  di  sa- 
pete è  egli  altro  che  curiositadeT  Mag 
A    questo   vi   voleva   ec     <  V) 

^  §  XIX.  (Jui  ti  voglio,  vate  (Jue- 
sto  è  1/  punte,  it  Mio.  Antbr.  Cof.  2 
I.  Cosi  nchiestlo  Di  cento  scudi-  P  Or 
qui  ti  voglio.  Ip  Ei  disscnii  Che  non  a* 
vea   di   si    gran   somma    il   comodo.    (I  ) 

J?  §.  XX.  ì  olere,  talora  vale  Chiede- 
re, (ar.  In  8.  575.  Infinchfc  Ì  Regi  «r- 
givi  Furo  a*  danni  di  Trosa,  che  per  fato 
Cader  dovca.  nullo  da  le  soccorso  Volli, 
o   dall'aite   tua     ( .%!) 

>.''  g.  XXI.  ìoterla  con  alcuno,  va/e 
/^rendersela  contro  nlct  no,  .4ppirear  bri- 


V  O  L 

inonle  e  con  Kupgier  u 
UD   len.l.o  M.nJ..c..a«  ""■'■  'f%„„ 
J    8.   iXIl.    loUrbcnc.>aUAm<irt- 

12    Si-   >Uro  non   n>i  v,  f;,cesse  voler  be 
"fiv    v„-  Lene,  perchè  v.sg.o  che. o- 

42.  Dice  :  o  ae' m.e.,  ch>  m.  ^uol  ben, 

2.  88  9.  Con  le  pugna  ec.  luUo  .1 
"L  gW  ruppe,  né  gì.  lasco  m  capo  ca 
pÌIk  che  l^n  gì.  vok.se  f  norgUgu- 
ftò    e  scompiglio  lulli  •  captili  ). 

*   e    XXIV      /o/ere  «n  fcn  "<""<>.  »  ^'- 
„,/,  h alcuno.  "''^•^"""'° '""''7"X™r' 

.  J/fl/m.   2.  IO.   Tra  lor  non  fu  ma.  h- 
,e,  o  aifferen.a.  Ma  a' accora»  volevans 
ùòl.enn,aU0...  5.'-'..n"...>77Q-"°- 
Che  sopra  ogni  altra  cosa  m.  p.ace^a  Era 
il  ben  pano  eh'  ella  mi  voleva,   f  t; 

*  S  SXV.  y„ler  ,1  n,egl,o  del  mondo, 
^alt  Xnn«  ardenlen,e„lc  .  '  Bocc^  «<''■. 
„    29    Uove  non  era  niu,,o  granarne 

.rccolo,ni>auUore,nt  scolare,  che  non 
mi  volesse  il  megl.o  iA  monao».  ,0 

*  S  SXVl.  I  oler  meglio,  vale  I  olir 
p„wL.  larch.SuOC.  5.3  Ceaoeg. 
l  i,o  aveacrGismonao.chegl.  vuol  me- 
Slio  che  air  anima  sua.  C«r.  senn.  Cpr- 
165.  Colu.  che  al  paare  e  alla  .na,  re 
vuol  meglio  che  a  me,  a.  me  non  e  de- 

^°§  Svil.  Voler  malcvale  O^ar.. 
Lai.  odio  frosequi.  Gr.  f»""'  //"'^ 
Ori.  l.  14.  3.  «è  può  se  non  ii  ^ran 
vnù  eniJe,  An.i  "aa  cosa  fiera  come 
quello  Mostro,,  a-  ogn"  in.eletio  e  p.e.a 
privo,  Che  gliene  vorrò  mal,  mentre  eh 

yrlerbiale,  vale  far  ?" ,««"''.  f'^;"^ 
Ori  1.  26.  io  Se  vi  e  alcun  che  ancor 
la  gatta  vogl^^  Venga,  io  1' yP="°  ■  ' 
,,ueslo  ghiotto  scioglia.  E  2.  28.  6.  Che, 
come  si  suol  air,  vogl.a  la  gatta. 

§.  XXIX.  Ma  voUr  la  galla  vale  ,1 
coalrar.o.  3Wm.  12.  5l.  Perch  al  anel- 
lo non  volle  la  gatta. 

S      XXS       /  oler   la  baia,    0    swuli  ■ 
fini,.  'Ércol.  100.    Quanao    uno    cerca 
pure    ai    volerci     persuadere    quello    che 
ion  volemo  creaere,  per  leva.loc.  a.nanM, 
e  torci  quella  seccaggine   aagl.   orecch, 
miamo  ane:  tu   vuo.  la  ba.a,  o  la    be 
ta,  o  la  ninna,  «  la  chiacchiera,  o  la  pac 
chera.o  la  giostra,  o  11  giambo,  o  .1  don- 
.lolo  de'  fatti  miei. 

»    §.    XXXI.   l'olere  la  festa  d  uno 
vale    I  ole  rio    millere    in   canzone,    l'ar 
^pot .  197.    Se  vi  conoscono ,   e    ve    lo 
aanno  a  credere,  vogliono  la  festa  àa  ca 

n  Tostri .  iC)  .  ,.        ., 

i?  "    XXXll.   I  oler  l'accusativo.  Il  gè 

n.fvo,  ec'.   Tern,.    de'  Crammatic.    Co- 

striar n  con  quel  caso,  ec.  (A) 

"■  v    XXXIII    Volere,  vale  anche  line- 

.k^  un' prezzo  d'  una  cosa  che    s,    vuol 

'"■"-'^XXMV     IcgUa  D-o,  Dio  volesse. 
I  'sUlmanur^esT^^cnUdes^ 

y  ^h':-n"oo'rmurper'i:V"ente°aonna 

1  che  Z    *   V«.    ani.  75    >•    ^o»    -6'-^ 


VOI. 


V  O  L 


1765 


il  mio  laaio,  che  cosi  nobile  uo.no,  come 
il   Bc   Bicciarao,  vaaa  a  p.eae    fO 

*  8.  XXXV.  die  ne  viio  tu?  the 
,uoi  fu  meglio!  e  simili;  maniere  usale 
nilL  allr,  è  per  dir  cosa  che  snpere- 
Zlespetlazione.  Lat.  quid  Clli.ris,  noli 
::„Je.<-»./e«.  Ce...  t/,7-l-he-o. 
lu  megl.o?  Ho  messo  so  tosopra  !..  Gre 
■ia  i-  tiq.  Che  ne  vuo'  tu?  EgU  e  con 
lolo  an,ac<e  aella  pa.r.a,  e,  con.e  lo  g.u 
d.cai  sempre  ,  ai  buon  naturale  .  I.  ;■ 
,rì  Che  vuo.  tu  altro  ?  m.  i;  se...brato 
qiel  giorno  si  bello,  che  m.  parve  veaere 
2na  culaie  m.magme  ai  Bepubbl.ca  tor 
nante   in  vita.   (C) 

fi  XXXVl.  tn  proverbio:  Chi  lutto 
vuole,  nulla  ha.  Il  senso  i  chiaro.  I  arch 
/noi.  l65  Certe  m.nui.e  parie  non  pos 
siamo,  e  parte  non  aobbiamo  curare  ;  . 
aLo  .1  proverbio  aice,  che  eh.  tutto  vuo- 

le,  nulla  ha.  .#/•/•    1  -, 

e   XXXVIl.  ^  fo/TCc/if,  per  .^.ifinC".  | 

Salvia:  Pise.   I.   .73.  In    luUe    le    delle 
virtù  in    somma,    a    voler    che    lerm.no 
profonae  aeotro  ael  cuore  le  .aa.c,  sla- 
Li.i  s.  richieae.    A  27..    A    volere    che 
,1  nutritivo  umore  con  un.la  fona  e  p.o- 
ron.onata  c.rcol.   per   la    p.aota    ec.  ,    ci 
luole  un   governo  che  a  prima  v.sta  sem- 
bra ruviao.  ■      r  ,1    ..n 
t  VOLEItE.  J\ome.   1  olonla.    l.ai.  .0- 
lunlas.   Gr.   ^oM-  P.occ.  proem     7.    Bl- 
..retle  da"  voleri  ,  da'  piacer.,  aa   coman- 
damenti  de'  padri  ec.  ,  nel  piccolo  cncui- 
,0   delle  loro  camere  racchiuse  dimorano. 
/•  nov.  27.  40.     Di    buon    volere    fecero 
crailosa  e  lieta  pace.   E  nov.  9S.   1-J.    se 
io  a-  una  cosa,    che    oneslamente    far    si 
puote,  non  sapessi  d"  un    mio    voler    lar 
[no.  >,<,mm.  5.  66.   Coluichenell    altrui 
forze   con   suo  volere  è  riUnulo,  lutla  d. 
si  n.'ha  traila  Inori.  Petr.  so,i^200.  Che 
la  ragion,  eh'  ogni  buon'  alma  affrena    Non 
sia  dal  voler  vinta  (cioè,  dall    appe  .lo  ). 
/•■  cap.  8.   E  con  la  lingua  a  suo  voler  lo 
strinse.   Dani.   Par.  3.   Foran  d.scord.  gì. 
nostri  aesiri  Dal  voler  a.    colu.  che    qu. 
ne  cerne.  Ci:   12.  19.  4-  A''™"  "^' 
volere   contro  al  popolo.   Olt.   Com.    taf. 
33    572  .  Non  più  umano,  ma  iniquo  vo- 
ler' s'appella,  ^emfc.  n"..  99-   Lungi  aa 

lei  ai  mio  voler  sen  vanno,  t  «.  &":  M; 
Approvanao  con  la  sua  molta  autorità  d 
buon   volere  del  Re. 

*  e  I  Essere  nel  volere  di  alcuno 
noce.  g.  10.  n.  9.  Delle  sue  cose  era  nel 
suo  volere  quel  farne  che  più  5I.  piaces- 
se e  cioè  era  nel  suo  arb.U.o  )■  (I  ) 

if  §  II.  Iti  suo  volere  ,  posto  avyer- 
hialm.,  vale  Spontaneamente,  Da  se.  Lai. 
ultro.  Sen.  Pisi.  90.  Se  noi  e.  tegnamo 
conlenti    di  quello  che  la  terra    e.    da  ài 

suo    volere.  (ì  )  ,,      j      a     .../. 

VOLGA.^ AMENTE.    V.    A.    Avveri: 
Volgarmente.  Lat.  vulgo  ,    communiter. 
Gr.  /.oivrT,    -a-zilu;.-    Albert,    cap.    XI. 
Come  s.'dicevolganame,.le:   Meglio  e  in 
collo  portar  lo  mallo,    .he    mostrargli  la 
via.   £  cap.  20.  Onde  volganamente  si  di- 
C.o  che    neve  chiude  ,  sole    apre.    r. 
cai,.  2U.   Volganameule  si  dice  1    Ch.    da 
lunga  è  aagl.  occhi,  aa  lunga  e  aa   cuore, 
t  VOUGAP.E.  .Susi    Linguaggio.  Idio- 
ma ...o,  e  che  SI  /avella.  Lat.  lingua  ver. 
naciila,    sernio.    Gr.    f/r''P">i  7*^--=' 
Bocc.  g.  4.  p.   2   Le  quali  non  solamen- 
te  in  6or?ntin  volgare  e  in  prosa    scrilte 
per  me  so*,  ec.  ,  ma  in  .stilo  umilissimo 
ec.   E  nov.   60.    ig.   Gli    feci    cop.a    delle 
piagge  a.  monte    Morello    in    volgare     h. 
Vi?   Dani.   236.  Glorioso  sopra  ogn.  altro 
fece  .1  volgar  nostro.   .M.    Aldobr.    Com 
piulo  i  .1  l.bro  che  parla  adle  '^^j'"''ì 
per  santa  guaraare,  compilato  aa    filosoB, 
iraslatato  ài  francesco  in  volgar  fioreul...o 
OviJ.    fisi.    28.    Questo    lil.ro    reca,    di 


Gramalica  in  volgare  6orenl.no  a   voilra 
.nstau.ia,  siccome  vostro  serv.aore.   G.  /  . 
,     ,    3   lo  innar.ero  in  questo  l.bro  in  pia- 
no volgare.   Vcap.    18.3.    rer    lo   loro 
nome  fn  Ialino  fu  chiamata  Gall.a  ,  e  m 
comune    volgare    Francia.     rr..r:>  •    prol  . 
Porgo  la  mano  coUo'ngegno  a    scr.vere  , 
per   volgare  ec.  e   per  lettera  .n  latino. 
/Sem.   Ori.    1.  21    ?■  Or  'o^P'/'V"    „"■ 
gar.  non  in  latino.    Reti.     Tuli.    69.    Mi 
f,e..so  ai  aarnc  in  volgare  alcuna  aottr.na. 
thirch.  2.  49   Son  meaico  in  volgar,  non 
io  gramalica 

3   VOLGARE.   .^rfJ.    Di  valgo.   Comu- 
nale.  I.A.v„lgar,s,ccmmunis.  Gr.05/«W- 
ò,;,  ,.oi-n\.   Dani.   I„f.   2.  T'amo  tan- 
to   eh'  uscio  per  le  della  volgare  schiera. 
b'occ.   Leu.    l'r.  S.   Ap.ìff'i.   Are.  .0  vo- 
luto ce.  una  tavola  coperta  d.  nett.  ed  o- 
nesti  marnili,  c.bi  popolareschi,  manetta- 
mente  parati,  e  con  queste  cose  cosi  tem- 
perale  volgari   Mni  e   chiari  (cioè,    bassi, 
deboli  ).    lass.  prol.  Mi  pregarono  che  ec. 
le  riducessi  a  certo  ordine  per    iscnllura 
volgare.   E  3l5.  Ej^li  converrebbe  ec.  es- 
ser retorico,  ed  esercitato  nel  parlar  vol- 
gare     e    aver  senlimenlo  i    ladio^  e   spi- 
rilo di  santa  devozione.  lUcelt.   Fior.    2. 
I   quali  hanno  Iradollo  ,    o  scritto    a.  tal 
materia  in  lingua  volgare.  ifSalvin.  Man 
Epil.   1-2.    Le    mangiale    fuori,    e  colle 
persone  la.ole  e  volgari  non  accettare.  (  t; 
*  R     1    /  olgare,  si  dice  anche  delle  vo- 
ci, e  locuzioni,  e  vale  Che  eeslremamen- 
,e  comune.    Triviale.    Varch.   lez.     Dani. 
2.  QO.  Per  fuggire  i    vocabo  1    o    troppo 
bassi  e  volgari,  o  troppo  laidi  e    a.sone- 

"':•:  S  li  Lingua  volgare,  vale  propria- 
mente Quella  che  e  propria  del  volgo;  ma 
ordinariamente  si  piglia  per  Lingua    Ila- 

liana.   (Cj  rr— ,« 

t  1  ?  IIL  Volcare,  aggiunto  a  Uomo, 
vale  Che  e  del  volgo,  idiota,  senza  lette- 
re Lat.  illitcralns,  idiota.  Gr.  -/?a/i- 
ii'xroi.  .'o'.c'tv,;.  i^occ.  nov.  59.  4.  S. 
i  diceva  tra  la  genie  volgare  ,  che  queste 
sue  speculazioni  eran  solo  in  cacare  se 
'  trovar  si  potesse,  che  Iddio  non  fosse.  Bed- 
Vip  I  61  Per  levare  una  certa  ubbia 
a  quelle  volsari  donnicciuole  che  aoveano 
lavarlo  dopo  morie. 

if  t  IV  /T  in  forza  di  Susi,  vale 
Uomo'del  volgo  .  idiota  .senza  lettere  . 
„  Bocc.  Inlrod.  5.  Le  quali  (enfiature)  i 
volgari  nominavano  gavacc.ol..  Joec.  O. 
S  3  11  quale  (libro)  io  naufragato  ec. 
ho  rednllo  d.  gramalica  in  volgare  ad  u- 
lililade  de- volgari,  che  sanza  lettera  han- 
no intrinseco  abito  virtuoso..  .  Dmam 
5  ,  Poi  disse  ;  Guarda  nella  fronte  quel- 
le Le  quai  da"  savi  Pleiadi  son  delle  E 
che  i  voUar  le  chiaman  Gallinelle.   (C) 

rt  e  V  Volgare,  vale  anche  Che  e 
pròprio  del  volgo.  Vile  ,  Basso.  -  Sen 
Ben  Varib.  7.  16.  Alcuni  sono  volgari 
"plebei,  e  quelli  son  quelli  che   SI    fanno 

l'uno  air  altro  d.'Sl'.'"""'"' '7"""'„,'',', 
•^  e  VI  Per  Voto  Pubblico,  Uiiul- 
gal.  Celebre.  ..  Petr.  son.  72.  Vo'gare  e- 
sempio  air  amoroso  coro  ...  l'ale  -Ao'  •  M- 
Oh  quale  sarebbe  colui  che  avesse  pun- 
,0  di  generosità  d"  animo,  e  ai  cuor  non 
v°le,  che  non  avesse  ancora  in  riverenza 
lalimatantovolgare,  gl'inviti,  trionfi    e 

le  candide  palme  di  Francesco  Slorza?^U; 

:?  VOLGAKE.  l  eri..  I  ulnari,       ivu 

gare.   L.i.   vulgare.   Petr.    L'""'-  '"^    =6 

Fu    di  lui   volgalo  con  proverbio  .  che  la 

le  era  la  sua  'vila,    quale    la    sua    doltn- 

t*VOLGABESlMO.   .Vomere   e  Co- 

,  L,  .lelvoleo.    Salvia.  Man.  Epit.  tp. 

ir.^at.  te  'lori,  e    colle  persone  i.ho- 

\     eTofgari  non  accettare,  che    se   ma. 

ven-a    1'  occasione  ,  t.    si  "n/orzi  la  pe 


II 


1766 


V   0  L 


ghiera,  che  tu   nun   iscorra   al   volgaresi- 
mo.  (A) 

t  *  VOLGARITÀ",  VOLGARITADE, 
e  VOLGARITATE.  Carattere,  Qita/itàdi 
ciò  che  e  volgare  .  Lat.  ratio  iulgaris. 
Gr.  ;;uoxi3Tii^.  Pros-  Fior.  3.  l63.  Seppe 
con  Iclteratura  co'  letterati ,  e  cou  volga- 
riti  co'  volgari  ec.  accordarsi-   (•) 

*?  g.  f'o/garità,  si  dice  anche  delle  vo- 
ci,  delle  locuzioni,  dei  concetti  ec  Varch. 
Lez.  Dant.  2.  91.  Per  fuggir  la  troppa  o 
l>asscxza  o  volgarità,  per  dir  cosi ,  come 
'juaudo  Vergilio  per  dod  dir  lacerna  dis* 
se  prima  testa  aclla  Georgica,  e  poi  Ij- 
cfmi  Dell*  Eneida.  fCj 

VOLGARIZZAMENTO.  Jl  volgariz- 
zare. Lai.  \ersio .  Salv  .  Avveri,  i.  2. 
12.  Di  antichità  pari  al  Villani  il  volga- 
nuameato  si  giudica  de'  ciaque  ultimi 
libri  che  della  prima  Deca  ci  suno  rima- 
SI  ÌD  disparte  della  Storia  di  Livio.  E  ap- 
presso :  Di  pari  aDlirhità  alle  pistole  ec. 
e,  iecondocbè  noi  crediamo,  il  volgarizza- 
mento della  metà  d'un'  opera  che  della 
forma  della  vita  fu  compilata  in  latino  da 
un  Allertano  giudice,  così  dice,  da  Brescia. 
'Red.  Annoi.  Pttir.  116.  Non  sapremmo 
for&c  clii  fosfc  r  autore  dell'antico  volgariz- 
samcoto  di  Ra&is,  conservato  nella  lilireru 
di  san  Lorenzo  al  lianco  ^3,  se  alcuni  versi 
scrìtti  nel  60C  del  codice  non  ci  manifestasi 
sero  clic  egli  fu  sere  Zucchero  Bencivenni- 

VOLGARIZZARE.  Il trnslatarla  scrit- 
tura di  lingua  morta  in  quella  che  si  fa- 
vella .  Lai.  vertere.  Gr.  //Erap^a^siv  . 
Pass.  3l5.  A  volerla  henc  volgarizzare 
converrebbe  che  1'  autore  fosse  mollo  sof- 
ficcnlc.  E  appresso  :  Sarelibc  molto  ne- 
cessario che  si  vietasse  che  non  se  ne 
volgarizzassono  più  .  O'.  /'.  12.  112.  3. 
La  quale  (  lettera)  facemmo  volgarizzare 
a  verbo  cIj' era  *tn  latino. 

§.  Per  Dichiarare  in  maniera  che  an- 
che il  volgo  possa  intendere.  Lat.  expla- 
nane,  intcrpretari.  I\'ov.  ant.  7;.  i.  Era 
molto  cortese  di  volgarizzare  la  scienza 
per  cortesia  a*  signori  ed  altre  genti. 

VOLGARIZZATO.  Add.  da  f  olga- 
•izzarc  Lat.  versus.  Gr.  [xtry-xp^^^Ui. 
Amm.  Ant.Jìii.  Finito  è  il  libro  degli 
Ammaestramenti  degli  antichi ,  ordinato 
per  frale  Uarlulommeti  da  Pisa  sopraddet- 
to, e  da  lui  volgarizzato.  Dav.  Scism.  76. 
Visitatori  andarono  per  lo  regno  con  prc* 
dicatorclli  e  con  due  libri,  la  Bibbia  a  lur 
modo  volgarizzata,  ec.  Salv.  Awert.  i. 
2  12.  Ed  il  Lucano  vulgarizzato,  com'è 
raccolto  nello  stesso  volume,  così  '1  cre- 
diamo dello  stcs&u  autore. 

t  VOLGARIZZATORE.  Ferbal.masc. 
Che,  0  Chi  volgarizza.  Lat.  intrrprex.  Gr. 
*pfj.rr*f^j.  Pass.  M!\.  Si  iruovan  mollo 
falsi  e  corrotti,  e  per  difetto  degli  scrit- 
tuti,  che  non  sono  rumunemenlc  bene  io- 
tendenti  ,  e  per  difetto  de'  vulgarizzaturi. 
Univ.  Avveri,  i.  2.  12.  È  lutto  pìeao  d' 
antiche  voci  e  parlari  re,  che  paion  fab- 
)>ricati  dal  volganzzatore.  Red.  Annoi.  J)t- 
'ir.  3.  L*  antico  volgiriztatur  fìorrnlinu 
delle  Piitule  d*  Ovidio  nel  prologo  dell* 
(«pistola  di  Fedra  a  Ippolito. 

»r.  VOLGARIZZAZIONE.  ì'clgarizza- 
mento.  Sfg'ier.  Hi.xp.  (ìitiet.  I|.  3.  Vuol 
rhc  io  lo  cliiaini  strano  interprete  per  la 
1  ura  volgarizzazione  di  tal  sentenza,  pur 
anzi  addotta.  (TC) 

VOLGARMENTE  .  Avixrb.  Vulgar- 
mente  ,  Comunalmente.  Lat-  vulgo.  Gr. 
<oiv>J.  Ilocc.  nov.  79  li.  E  «luesla  roia 
>  liiaitiiamo  volgarnu-nle  1  andare  in  cor- 
so. G.  /'.  IO.  17.  a.  Il  quale  v.dgarmcn- 
Ic  Bavero  era  chiamato.  Cr.  <).  28.  I.  E 
questa  infermità  s'  appella  volgarmente 
lejiun  di  polmone.  #  Ouire.  Stor.  1.  383. 
Ter  quello  che  volgarmente  si  pmlava  ìd 
Kirenzr   in  o^nre  tuo   (Ij 


V  O  L 

g.  Voigarmente,  vate  anche  In  lingua 
volgare.  Lai,  lingua  vernacula.  Gr.  t'/X^' 
pio^  y/wrra.  Filoc.  I.  21.  T'  aflanoi  in 
comporre  un  piccìol  libretto,  volgarmente 
parlando. 

't  *  VOLGATISSIMO.  Superi,  di  Vol- 
galo. Divolgatissimo,  Comunissimo.  Lat. 
vulgntissimus.  Segner.  yfann.  Setlemhr. 
17.  4-  Mento  almeno  (giusta  la  dottrina 
già  volgatissima  fra*  teologi }  mento  dico 
l'aumento  di  tanta  grazia,  quanta  ec.  (*) 

*  VOLGATO.  Add.  da  f'olgarej  Co- 
mune, JS'oto,  Saputo  dtt  molti  ,  o  di  cui 
molti  sono  infetti.  Guicc .  A'.-vert .  20. 
Questo  ricordo  benché  volgalo  ,  non  lo 
può  considerare  profondamente  quanto 
vaglia  ,  a  chi  non  è  accaduto  in  qualche 
sua  importanza  sentirne  l'esperienza.  (Cj 
Segner.  Prcd.  Pnì.  zip.  !\.  l3.  E  colpa 
bensì  men  grave  delle  attuali  :  ma  per- 
che ?  perchè  ha  men  del  volontario  ec. 
non  perchè  ella  sia  più  volgata  ,  u  più 
universale.  (TC) 

t  VOLGENTE.  Che  volge,  o  si  volge. 
Lai.  convcrtens.  Gr.  xaT«5T5Ej>«v.  Guid. 
G.  Quivi  li  legnaiuoli,  li  carpenlierì  ,  i 
quali  acconciavano  li  carri  colle  ruote 
volgenti .  Liv.  Dee.  3.  Lui  essere  andato 
ne'  Bruzzi ,  siccome  volgcntcsi  in  altra 
parte. 

VOLGERE,  e  VOLVERE  .  Torcere, 
e  Piegar  verso  altro  luogo  ,  o  in  altra 
parte  .  E  si  adopera  nel  Sìgnific.  alt.  , 
nel  neutr.  e  nel  nvutr.  pass.  Lat.  verte- 
re. Gr.  .-is'rrefv.  But.  Purg.  23.  i.  Vol- 
gere lo  viso  è  atto  che  dimostra  la  incli- 
nazione della  volontà,  informata  dalla  ra- 
gione. Volgere  il  passo  è  alto  che  dimo- 
stra la  inclinazione  deiraffezione, informata 
ancora  dalla  ragione.  lìocc.  nov.  43.  5.  E, 
come  seppe,  verso  una  selva  grandissima 
volse  il  suo  ronzino.  E  nov.  85.  I9.  Volse 
i  passi  Verso  la  casa  della  paglia .  Petr. 
son.  84.  Che  volver  non  mi  posso  ov'io 
non  ^Jggia  O  quella,  o  simile  indi  accesa 
luce.  Dani.  Par.  3.  Volsesì  al  segno  di 
maggior  desio. 

g.  I.  Volgere  ,  per  mela/.  Rocc.  nov. 
ì.  36.  Per  ogni  fuscello  di  paglia  che  vi 
si  volge  tra*  piedi,  bestemmiate  Iddio  e  la 
Madre,  e  tutta  la  corte  di  Paradiso  (cioè, 
s'  attraversa  ) .  E  nov.  2.  4-  Ostinato  in 
sulla  sua  credenza  ,  volger  non  si  lascia- 
va (cioè,  indurre,  persuadere,  svolgere  ). 
E  nov.  i3.  l3.  Al  quale  nuove  cose  si 
volgoo  per  lo  petto  (  cioè  ,  si  raggirano 
per  lo  pensiero).  E  nov.  17.  34-  Teme- 
va forte,  non  sopra  lei  V  ira  si  volgesse 
de*  parenti  'cioè,  si  sfogasse).  E  ncv.  27. 
IO  Alla  salute  d*  Aldobrandino  il  pensier 
volle  (cioè,  indirizzò).  E  nov.  98.  8  Di 
Sofronia  ricordandosi  ,  in  coulrario  voi* 
gendo,  ogni  cusa  delta  dannava  (cioè,  ri- 
torcendo in  contrario  )  Amet.  79.  Se  il 
suo  disio  Avesse  Dido  ad  essa  ,  >iuanflo 
Enea  Lasciò  lei  ,  volto  sanza  dire  addio 
(cioè,  avesse  indirizzato).  Petr.  cani.  l^h. 
4-  E  reggo  e  ^olvo  quanto  al  mondo  *edi 
(cioè,  governo,  e  rljjpnngo).  Cr.  \.  li.  S. 
I  venti  meridionali  >i  volgono  a  freddura 
(cioè,  si  mutano).  Tass.  Cer.  |.  6.  Già 
il  sesto  anno  vo1g«-a,  di*  in  Oriente  Pasiso 
il  campo  cristiano  all'  alla  impresa  (cioè, 
correa).  /7  5.  1-  Volge  tra  se  Goffredo  a 
eui  commetta  La  dubbia  impresa,  ove  ella 
esser  dee  guida  (dot ,  j^nsa  ,  medila  )  - 
Roez.  l'nrch.  3.  run.  3-  Quanto  po.Mcnte 
rcgg.t  Natura,  e  volga  delle  cose  il  freno, 
ec.  (ctoè,  governi ,  moderi)- 

*t  *  S-  "•  Pc  Otntrt.  Pant.  In/.  99 
Pensa ,  Se  tu  annoverar  le  credi.  Che  mi 
glia  vciiliduc  la  valle  volge  (  cioè,  ha  di 
circonferenia  ).  E  30-  lo  sarei  messo  ^là 
per  lo  sentiero.  Cercando  lui  tra  que»(a 
gente  sconcia.  Con  intlo  eh*  ella  voli;e  un- 
dici  migh.i    r  t'udir     12    più   rr»    ^ij    p-T 


VCL 
noi  del  monte  volto  (cioè,  avevamo  gira- 

lo),  rr; 

*  §.  III.  Per  Condurre  in  altra  par- 
te.  Far  voltare  alcuno.  Dani.  Purg.  7. 
Cominciò  '1  Maotovan.  che  ci  avea  Tolli, 
Tra  color  non  vogliale  eh*  io  vi  gaidi 
(Era  Sordello,  che  avea  menato  Juor  dì 
strada  I  irgilio  e  Dante  in  una  valletta). 
E  22Già  era  1'  Aogel  dietro  a  noi  rima- 
so,  L'  Aogel  che  d*  avea  volti  al  acato  giro 
(cioè,  avviati).  (I  ) 

*  %.  IV.  I  olge$r,  dicesi  anche  di  cota 
che /accia  volgere  altrui,  Dant.  Purg. 
31.  VoUer  Viigilio  a  me  queste  parole 
Con   viso  che  tacendo  dicea:  taci.  (C) 

*t  *  §  V.  Volgere,  neutr.,  per  Vol- 
tare, detto  di  chi  piega  ti  cammino  verso 
una  parte.  Dani.  In/.  19.  Volgemmo  e 
distendemmo  a  mano  stanca  .  E  Purg. 
25.  E  già  veouig  all'  ultima  tortura  S' 
era  per  noi  ,  e  volto  alla  man  destra  . 
Fav.  Esop.  j39-  Venne  a  passare  perla 
contrada,  e  volsesì  sotto  la  cau  del  Lapo 
(L'ediz.  di  Padova  1811  a  pag.  loC  leg- 
ge :  Intanto  avrcnoe  alla  Volpe  passare 
per  la  contrada,  e  volsesi  al  Buto  alta  casa 
del  Lupo).   (I  ) 

*  g.  VI.  l'olgere  un  canto,  dicesi  del 
Piegar  il  cammino  dietro  un  canto  di  casa. 
Lasc.  Sileni.  2.  2-  Lasciami  chiamarlo  pri- 
ma che  volga  quel  canto- ^^^ 

*  g.  VII.  I  olgere ,  per  Circondare- 
Dant.  In/.  18.  Luogo  è  in  inferno,  detto 
Malebolge,  Tutto  di  pietra  e  di  color  fer- 
rigno, Come  la  cerchia  che  d*  intorno  il 
volge.   (1} 

%.  Vili.  Volgere,  fier  Avvolgere.  Bui. 
In/.  21.  1-  Ed  altri  volge  sarte,  cioè  li 
canapi,  che  li  volgono  al  tomo;  e  vuglia- 
mo  dire  ,  cioè  li  marinari  ,  che  li  volgo- 
no ,  quatido  l'hanno  adoperate. 

§.  IX.  l'olgere ,  per  Muovere  in  gi- 
ro. Lai.  voh-sre.  Gr./u>tvoit  v.  Socc.  g. 
3  p.  7.  Con  grandissima  fona  ,  e  eoo 
non  picci'la  utdità  del  signore  due  muli- 
na voigea.  Petr.  son.  207.  E,  strìngendo 
ambedue,  volgeasi  attorco.  E  cani  Ì9.  3. 
Or  ti  solleva  a  ptù  beata  spene  ,  Miran- 
do il  ciel  che  li  si  vulve  altoroo .  Dant. 
la/.  IO.  O  virtù  somma,  che  per  gli  em- 
pii gin  Mi  volvi.  E  Purg.  2^.  Noo  baonc- 
molto  a  volger  quelle  ruote.  E  Par.  \. 
Net  qual  si  ^olge  quel  e*  ha  maggior  fretta. 
E  2  E  *l  eici ,  cui  tanti  lumi  fanno  bel- 
lo. Dalla  3fente  profonda,  che  Un  vulve, 
l'rende  1*  image. 

*^  g  X.  Volgere  le  insegne  verso  un 
luogo,  parlandosi  di  militari,  vale  in- 
camminarsi alla  volta  di  quello  .  Guic\. 
Stor.  II.  4^1.  ElesAcro  per  meno  pe- 
ricoloso volgere  le  insegne  verso  la  M-i- 
gna,  per  ritornarsene  per  la  via  dì  Trroi-< 
a  Veruua.  'Cj 

*  §.  TEI.  Per  Eecitarr,  Rts\egliarx 
Dant.  Purg.  8.  Era  gii  1*  ora  che  volgr 
*1  desio  A*  oavìgaott,  e  iotcuenscc  ilcu*- 
re  Lo  dì  ,  che  han  drit>i  a'  liolri  amici 
a  Dio.  Bocc.  Am  Vis.  37.  Che  cicdi  tu 
che  colà  entro  lìaT  Xropj>o  ti  volge  ogm 
cosa  il  de*io.  i  Br) 

«  §.  XII.  E  neutr.  p.iss.  Otl,  Ceni 
Purg.  8.  109  Diirrìve  Pura  del  temp> 
ce  nella  quale  a'naviganli  si  volge  il  desio, 
perocch' è  ora  da  posare.  (Br) 

*?  J.  Xlll.  ì  olgersi  a  una  coss,  vale 
Darsi  a  quella  .  Cutcc.  Stcr.  17  i56. 
Della  quale  risoluzione,  pareva  si  vr<1e$se> 
lo  indizii  manifesti  (  conriosiarhè  ,  atteso 
poco  alla  njtaratiou  dei  Iforgtn  ,  »i  fosse- 
ro tulli  volli  alla  forltfirazì^nr  della  cil- 
IV.  fCj 

*  §.  XIV.  Volgere  in  hasso ,  vml* 
Ridurre  in  umile  stato,  Bofinare  Dant 
In/.  3o.  E  quando  la  forliina  volse  m 
basso  L*  altezza  òr*  Troiaa  che  iuit<>  ar- 
diva   (llr) 


V  O  L 


!,!reVl  so„.e„.,.  ua^orrno  per     ue.^^ 
volgenJo   il  senso   dcU.  Uiur. 

-P    \VI      Volgere  u„„  'OS ""<»' 

1  \         r»  .oi;    alpini   ca&tcUi   »>**  •" 
pUbc  ,  Dagli  alpini  franger 

ha  volto.  (TCi  .lenific.  neulr. 

parlandos.  d  "^"^P°\  g;  „„  mio  , 
rundecim'BDUo,  Ch  -m^^^  ^^^  gg 
■lispielato  giogo   ...    "^^^..^e  ,  i  sudor 

ril-V-ipUn   ad  altro  og. 

-;;^s:-i-|'rtf5"s::::tai 
^r;xfT.n,^.^ou.r<;;,^. 

..■m.7c.   5.gr-  '""■  "P-  .'.;^;   a;  ne.  e  dalla 

r:perrru:c^^:o,to.or.av.to 
^^^"iti^i;:^.--t:-pi:2 

7  S-  *'^"  p-,r  sou.  6.  Sì  travialo 
VtMK:-d!^^-,n,tare„.ei_^ 
f  ri, eliaco  Che  quanto  lichiam.in- 
:;;';i'r:^l:1^rU.lura.t,ada.™en 

""'-"T'xsin  roig^'-e  ruo.a  .i  fioco 
SVo^eZfr:.c-J^XtZ;^,^ 

S'^^ili-^^Xr^aa  Svolge,  due 

^Vr^X  mia,  Senxa   onesta  ma.  cose 

V,?  ;■•.".  6fi.  Poi  si  volse  tempo  con- 
X    e  menoeci  in  alto  mare.  ,0 
e    \SVU.  Volgere .  per  Pender',  len 

59   11  ""'«/"    ,P,„^  ,1  verde.  Kaltrove: 

jr.!^c"Lat./or.icen...,^c.re.Gr 

imail   18   di  Luglio   si   comp.e  d. 

^  ■  .  .errare  il  nuovo  ponte, 

volgere,  e  smare     ^_^^^^    {-^   /•„„,„„,! 

■•    T   ^     ,  „     i.n/.?   Abbandonarlo.  I  •<■ 
ré.^%«a'::.ortdin>ent.ca,o,eWi 

volta  1»  f""»-   ■'  ' 


V  O  L 

,-   (!    XXN     Jotgere  i  danari  sul  ban 
J'\ìumu'n  a  interesse  sul  banco 

;:rr^e^d:;;a;r^n^ulUc„de•sal. 

Lat.  lerg«  </"«.  Gr.  T^  ^  ^j  j^_ 

^noi:r.e^:;-'---.:-;^i 

3o   Tosto  .he  sent.ssero  che  >emsse, 
■'t'^T->^y'^t:\-.lS''-'nn.ano  sosso. 
„ra     1:  MANO.S.  CXCV1. 

,.„f,o  ad  uno,  ^f"f"'"-j!'J;:rrso 
sioueperlui.lncl.na     ff 

di   lui.   Tac.   Dav.   òlor.j.  010 
era  tutto  volto  a  Vespas.ano. 

§      XXXIV.    J'olgersi  ad  ogni 
''■:'f^°V     Volgersi,   parlandos.    del 

'"?■  ''  ^'""«sr  n'erto /noT'rascaoo 
^,r:'nr;^?;,^euons.eonviene, 

'°*'V0I.GEV0LE.  Add.  "y  -|=7 
ri  l.r„  o  Che  ruotala  .  Pule.  Vriaa. 
It^r;W.n.osa  di  Hpa«  questo  J. 
gevole,  si   chino  m  tcra,  «    Y"° 

sona  scimunita  o  -'•■;_  f*f;°°,,^,  „,o 
salvatica  speculaz.one  «1<^'"P'>';  ^  j^,; 
buon   volgiarrosl.  m.  sprona  ee. 

ec.  la  seguente  briga.   (  )  _, 

.+  :;=   VOLGIBILE,  ed  all'ani.  VOL 

OlLl.^     C>.es..olge.a.es.muta 


V  O  L 


1-67 


VerM.  3.   3.   .9- Rileggono  nF 


^:';u^:i:ht:-s;eu.in^s^^-o 

lululuas.  Gr.    "X'I  Lo  occhio  scor. 

•'-'■^"rr    eìoctó   r corso,  o  per 

«T- '      ,!  C'aci      o^he    dal    suo    arco 
volg.ment.    sagac.  ,    o  ritenute  . 

ztr;:  8V.i--V''eivouo 

f."^rm:nrano   contentamento     sc™^^^^^^ 

vamento  su  del  volto  ec,  e  o 

del  volto  qua  e  la-  ^^j^;^^,„ 

§-''Tt&iirc     SU-     metuved.,gU 
appreso  d.  soffe..rc     s^  ^^  ^^j^. 

volgimenti  della  lurtuna  (t'"'-' 

™;"*  VOLGITO.O  .    Co.^  ".    -;    '■ 
ripone.    0    ,n.o,ge    cA-*....^  ^    '^    ^ 

OJ.^^.    W'.    A-    P"?-     9'-     *E    e  candi- 
remi  in  volgiloi   D.  cuo.o  ec,  E  le 

inimica  de' nostri  consigli,  e  vog 

ogni  umano  slato.  ,^^^ 

VOLGO  «efce  •J;;^;  '^,„LVo.. 
r3;\•";  1  r-no^'sfeU'e  stato  preg.a- 
Jo,''ch:m'olti  dicitori  d.pia«aj.  a.  ..V 

"■  .  n   ,  roM  fatti  uonl.n.  presta- 

coloro. .  qual.  a  cos    tal.  .J  y^^ 

no  fede)  dalle  parole  d.Prucc      f^^^, 

,0  e  haldanza  lo  favor.va.  ..  Borgn. 


n,<r    317.   Parendogli  colla  riverenu  di 
IJi.<J.   Jiy.  •  ,„_,,;,.    PIÙ    vene.ab.le   e 

r«:us:ur!iSidiènelvj.^.ci^- 

"^  ?■ /V       r„    ;ì),    1.  Saettando  in  pn- 
„,m./..  Cor  Z"^'-    '^-  '•  ^i,.     ii,  vide  al- 

■""-'  1'"'"'  ''    le    eto  e  iuall>erarlecor. 

tatntnte  Erger  le  testo  e    u 

na;  Contea  '1  volgo  s.   volse.  ('-'■> 

-i  S     11.  //  voleode-cr,sl<am.o. ornile, 

rf,5l,nsr,c  rfas'i  """■  .-egner.   Jied.rnt 
il    l     I     11    volgo   de-  cristiani  non  sa 

X'<"^™"-™"  """'^"°  ''^  '"" 
''X"ov2ol.0.rr,n.oJgolo.IUnoolto. 

rc:^^::'"^x"c.:^'^  l^^- 

svegliar  P.tagora  ec,  E  un        g 

^^voutarT/'.  i  ^' »'''-"  ■^='- 

VOLIIAKC  .        ._     j  £,„„,.    Pnr. 

;^"srd^:ro"^^u;;i^;^  creature  Vo- 
"'^:f*V0UTlV0..4*/.  f/.c.»o/e. 

,,    ^y         .,1    /e»    25    Vedete  vo.  che 
Kie'a;n-a:tó"volUivo  del  desinare  e 

d^.^^dU,irenonv,enma.^nudaU.i;^^ 

.*  r^'p^fs"  35..Xcèdi'Be..tr.^ 
Ott.  f^r-ZT^le  a  s    alto  volilo.  fCj 

C,;l  To'  ™er.*i..o  fu.  sempre  con. 

..*^^;^Sii...n^"-— 

g/.V,      r./»«'^    La.   .   W"^_^_P^„,    ^ 
desidermm.   GÌ.   =..        ,  ^^^^^  j,, 

stia  voUienia  .    t-   Ouiii-  r 

amore  l->  ^o"'"" ,.^     fc,,.  .,„(„,„..  Gr. 
^-""-"r     „n.  T  74    Come  alcun  bel 
^:S!^n^h;;:;r^^^leva,cosimieor. 

:yq[-drK.e  J     H  :..o^BuJ.^n  . 

f'^''""'^"';;,,       ..ròi  tal  volo,  cioè  d. 
né  penna,  /hit.  .11."       ,    „     e  di  si 

gran  cammino.  ^"'V' .  ,|„!"cesarc,  allo- 

fhe  furono  "^S^'-^/'f  '  ,  °°,e  n     andò  ad 
rachè  egli  con  volo  s.^it_se^^^_^^,. 

llerda.  A'ofJ.   ' '"■^"-  j   ,  innostra, 

,e,   che  s'ingemma,  mdor"  e 

Vada  rotando  a  volo.  ^  J -^    ^_^,^ 

fe^-   Sor  r  stentai  ritornar  vi  sp- 

-?""«'-'"•  fi„^:- a', e?e' piene 
va  p.ù  gì.  occhi ,  e  in  a.  ^^^^^  ^^^ 

Da  sé  1°"'="»/"^"/;  "S.  dicesi  anche 
*  §.  HI.  ^■f^Xer,'a=ran  concor- 
dello  Spaccar  lem  ,„„„,■,.,„,„  spac- 
so  di  compratoli, '■e  ^  ^^  i,' usanza  de 
"°-  f"°rcM"pér  tempo  >on  gl'incapar- 
"■"«f-'^/rd-^rneavolcfO 
'''^Tis     Varcatolo  a   una   cosa. 


IJ68 


V  O  L 


rn/e  Lasciarla  andare.  LasC .  rim.  \. 
202.  Se  dalle  persone  Gloria,  e  onor  pu- 
re acquistar  bramale.  A  little  l'altre  im- 
prese (late  il  volo  j  Ed  attendete  solo  A 
lar  più  spaventoso  il  vomirò  drago    (C) 

Sr  g.  V.  Dare  il  volo  ,  melaf.  vale 
riandar  via  a  volo.  Dani.  Pur-^.  li.  Chi 
è  costui,  che  'I  nostro  munte  cerchia  Pri- 
ma che  morte  gli  abbia  dato  il  volo  ,  E 
apre  gli  occhi  a  sua  voglia  ,  e  coper- 
chia? (y) 

§.  VI.  levarsi  a  volo,  vale  Sollevar- 
si ,  alzarsi.  Petr.  son.  2\G.  Perchè  del 
corpo,  ov'cii  preso  e  morto,  Altcrameole 
se' levalo  a  volo,  /s  3l3.  Senza  levarmi 
a  volo  ,  avend'  io  1'  ale  .  fJant.  Inf.  2g. 
V  mi  saprei  levar  per  1'  acre  a  volo. 

§.  VII.  Levarsi  avolo,  si  dice  anche 
in  maniera  proverò,  per  Muoversi  a  ope- 
rare senza  considerazione.  Lat.  perperam 
moieri.   Gr.    yau'lw;   xtver^&at. 

*t  §■  Vll[.  Vi  primo  volo,  posto  nt'« 
verbialm.,  vale  Nel  principio  del  volare. 
Red.  /\sp.  nal.  69.  Se  lo  scoliaste  greco 
scrisse  queste  chiuse  in  quel  paese  ,  dal 
quale  di  primo  volo  si  partono  le  gru  , 
quando  vogliono  passare  in  Africa,  ancor 
io  confesso  che  sia  giustissima  1'  accusa 
del  Buciartoj  ma  ec. 

§.  IX.  Zìi  volo,  pO\lo  avverhialm.  , 
vale  Col  volo.  Per  mezzo  del  voloj  e  fi- 
guratam.  In  un  subito  ,  In  un  attimo  . 
Morg,  i5.  96.  La  novella  al  Soldan  d' 
andò   di  volo. 

t  VOLONTÀ',  VOLONTADE.  VO- 
LONTATE,  e  VOLU.NTA*.  ec  Potenza 
motiva  dell'  anima  ragionevole  ,  per  la 
tfualc  l'  uomo  desidera  come  huone  le 
cose  intese  ,  o  le  rifiuta  come  malvage  . 
Lai.  voluntas  .  Gr.  ^oAri  .  Pant.  Par. 
3.  Frate  ,  la  nostra  volont!i  quieta  Virtù 
di  carità.  Ou.  Coni,  l'urg.  itì.  277.  La 
volontade  è  nella  parte  intellflliva  dell* 
auima;  si<'chè  chiaro  appare,  che  la  volon- 
tade non  e  suMiietta  alli  relestiali  corpi. 
Teol.  Misi.  I.a  volontà  è  quella  poti-n- 
sia,  per  la  quale  l'anima  ;iina  il  suo  Crea- 
tore, l.ib  Jìucr.  Avvegnadiè  imi  nou  par- 
liamo sc[tra  volontade,  lullavolla  non  pos- 
siamo tacere.  /ìul.  Purg.  19.  |.  Diatesi 
la  mia  volontà  per  lo  desiderio  del  cibo 
.■spirituale.  A'  altrove:  La  ragione  muovo 
la  sensualità  ,  quando  la  viil»ntà  obtiedi. 
sre.  #  Cor.  liett.  Arist.  I.  IO.  Appetito 
ni  bene  con  ragione  è  la  volontà;  perchè 
nessuno  vuole  altro  clic  quel  ch'ci  crede 
che  sia  bene  di   volere.   (l'C) 

§.  I.  l  olontà,  per  ì'o^lia,  Pesiderio. 
Lai.  volu'ilat,  cupiditas.  Gr.  ^ou'yrt^i;  , 
t~t^\jut'v.  .  Pocc.  nov.  33.  10.  Ili  tanta 
volontà  di  questo  fatto  1'  accese  ,  che  esse 
non  credevano  tanto  vivere  ,  che  a  ciò 
pervenissero  .  f:  nov.  65.  12.  E  se  non 
fosse  che  volontà  Io  strinsf  di  saper  più 
innanzi  ,  egli  avrebbe  I.1  confessione  ab- 
bandonala, /'.'nov.  cj8.  33.  Oli  dunque, 
lasciata  star  la  \oluntà,  e,  C4in  ragion  li- 
gujrdjnd<i,  più  i  vostri  consigli  commen- 
derà, che  quelli  del  mio  Gisippo  7  tSinf. 
/'Vcf.  385.  Avvisò  che  dì  suo  ron&enli- 
mento  IMon  l'osse  questo,  ne  .\ua  volonta- 
de /■/■,  lar.  T.  5.  20.  6.  E  prro  tua 
votontatc  Di  lui  sempre  ita  infìanim-ila  . 
Pass.  199.  La  persona  che  si  ronfcssa  , 
non  solanienle  dee  «lire  i  perrati  er  ,  ma 
eziandio  le  male  volontà  con  di-hber.ili 
ronsenlimenti .  Sen.  lìen.  Patch.  7.  i5. 
Cosi  tu  sr'  ingrato,  se  a  colui  il  quale  s' 
appaga  della  vob>nlà  lua  sola  ,  non  lesti 
maggiormcnle  debitore. 

#  §.  11.  Per  Atto  particolare  della 
volontà,  l'r.  (ìtord.  5?.  Uuo  buono  pen- 
siero, o  una  buona  vulunlà  latta  m  raii- 
la<le  .  ha  virlù  e  &iinìrirnsii  di  date  e 
di  meritate  quella  braliludiiie  |  rrpelua , 
ce.  (/  ) 


V   O  L 

*  3-  '^'-  ^^  Pronlezta  d'  animo  , 
Studio.  Lat.  studium  J'it,  SS.  Pad.  1. 
16.  E  ec.  non  pensando  le  grandi  fatiche 
che  a%eva  sostenute  ec.  ,  auperava  sì  ar- 
ditamente e  con  tanta  voluntade  ,  come 
se   ]>urc   allora   iucominriasie,    (y) 

*  §.  IV.  Essere  alla  volontà  tf  alcu 
no,  vale  Hsser  pronto  ad  ubbidirlo,  fìs- 
.fere  al  suo  piacere.  Din.  Camp.  lih.  2. 
Prese  il  partito  che  a  questo  signore  si 
volea  ubbidire  ,  e  che  subito  gli  fusse 
scrìtto  che  noi  eravamo  alla  sua  volon- 
tà. (P) 

j-  5<=  §.  V.  J'sser  buona  volontà  tra 
due  ,  vale  /esservi  armonia  ,  Andar  </' 
accordo.  Frane.  Sacch.  nov.  l8o  E  an- 
cora tra*  Medici  e  gli  Ubaldini  non  fu 
mai  ne  pare,  né  buona  volontà.   (I  f 

^  §■  VI.  Avere  volontà  incontro  ad 
alcuno,  prendesi  per  Aver  desiderio  car- 
nale di  alcuno.  Vit.  S.  Sasias.  3o5.  E 
avendo  avuto  volontà  incontro  a  b>ro  il 
Perfetto  ,  imperciocché  erano  bellissime  , 
entrò  egli  solo  nella  cucina,  e  per  giudi- 
ciò  dì  Dio  ,  credendo  abbracciare  e  ba- 
ciare loro  ,  ed  e*  baciava  ed  abbracciava 
le  pentole  e'  laveggi.  (f) 

^  §.  VII.  Volontà  ,  talora  vale  Con- 
.sentimento .  Cuicc.  Star.  !^.  208.  Hispo- 
scro  (  i  Veneziani)  non  voler  farla  tre- 
gua senza  la  volontà  del  ì\c  di  Fran- 
ci.i     (I.) 

'':•  g.  vili.  1  olontà,  talora  vale  Affezio- 
ne ,  Amore.  Cuicc.  .^'tor.  I.  2!>3.  Nel 
quale  arcidcnle  si  dimostrò  egregia  verso 
Federigo,  non  solo  la  volontà  del  popolo 
di  r^apoli,  ma  eziandio  de*  principi  dì  Sa- 
lerno, e  di  Bisignano.  (L) 

§.  IX.  Ultima  volontà,  vate  Testa- 
mento ,  o  Disposizione  testamentaria  . 
l'occ.  Test.  pag.  3.  E  questo  intendo  sia 
il  mio  testamento  ,  ed  ultima  volontà  . 
*  Ouicc.  Slor.  l8-  124-  Ed  essendo  nel 
tempo  medesimo  morto  Vespasiano  Colon- 
na ,  e  dispuìlo  nella  sua  ultima  volontà 
the  Isabella  su.k  unica  (ìgltuula  si  mari- 
tasse ad  Ippolito  dei  Medici,  il  Punlcfìce 
occupò   tulle  le  castella.   (Cj 

^.  X.  /-'*  i  olontà  ,  e  di  spontana  vo- 
lontà, posti  avverhialm.,  tagliono  .S'pon- 
tancnmente,  l'olontariamente.  Lai.  spon- 
te  .  Jfocc.  nov.  3.  3.  Si  era  avaro  ,  che 
di  sua  volontà  non  1'  avrebbe  mai  tallo  , 
e  fona  non  gli  voleva  l'are  .  Sen.  fien. 
I  arch.  3.  31.  Tutto  quello  che  trapassa 
il  debito  di  »ervo,  tutto  quello  che  si  la 
non  per  comand.mienlo,  ma  di  sua  spon- 
tana volontà,  è  benefizio.  lìoez.  I  ar.h. 
3.  pros.  11.  E  corra  alla  morte  di  sua 
spontana    volt»nt^. 

g.  XI.  Di  volontà,  parimente  usalo  a 
maniera  avverh.,  vale  ì'olonterosamente , 
Ih  voglia  .  Lat.  avide  .  Gr.  t~tSu,uijTi- 
/ù)5  .  .1/i/v  .Miid.  M.  Non  essendo  egli 
atlranicnti  obbligalo  al  digiuno,  comincio 
a  mangiare  di  volontà. 

t  '>  §.  XII.  A  tua,  a  sita  ,  a  mia  ec, 
volontà,  posti  avverhialm.  valgono  .ti  tuo, 
ni  suo  ,  al  mio  ec.  piacere ,  Secondo  che 
fletta  il  tuo,  il  SII-',  il  mio  ec.  appetito. 
Vit.  SS.  Pad  2.  .188.  Non  potrò  late  che 
lu  abbi  una  giovane  a  tua  volontà.  IC  .^iìO- 
Vantandosi  d'  aver  avuta  Giustina  a  lua 
vtilonlà.  (J)  Fav.  Kspp.  Test.  Htcc.  1. 
lo  non  la  pregio  nirnle  (  una  gemma } 
qiiaiid'  io  non  la  posso  godete  a  mì.i  vo- 
lontà. (Pi 

^  %  XIII  Volontà,  si  trova  amhe 
in  sen.io  di  I  olulfà  .  lìocc.  g,  I.  n.  à. 
Egli  fieramente  assalilo  fu  dalla  ci>nru|  1 
si-rnza  carnale  ce.  e  nuiitic  the  rgli  ila 
li  oppa  vtdoiilà  li  asportalo  ,  nicn  cauta 
nieutr  con  lei  scherzava  ,  av venne  ec. 
iìoez.  58.  Costoro  frlicissimu  rosa  ripu- 
tarono uelle  volonladi  cor|M)rre  allargar- 
si   /:'59.  Epicuro  cuosrgurulrmeuir  cssci 


V   O  L 

sommo   bene   la   volontade   del   corpo    ai 
costituì.  (Vj 

VOLONTARIAMENTE.  Avverò.  Di 
volontà  ,  Di  proprio  volere  ,  Sponta/ita- 
mente.  Lat.  voluntarie,  sponte.  Gr.  Ìaom- 
cita;,  I32/5VTI.  /tocc.  g.  ^.  f.  ^.  Non 
ostanti  quelle  che  volonlarìameale  areaD 
dette  .  Pass.  t\!^.  La  quale  .  perchè  sì 
prende  voloatananicote,  soddisfa  più  per 
lo  peccalo  .  liemh.  nm.  18.  Pm  gioverà 
mostrarvi  umile  e  plano ,  E  volontaria- 
meule  preso  andarne  .  lied.  Vip.  l.  85. 
Tra  quelle  fiondi  e  fresche  e  secche  lutti 
ì  serpenti  volontariamente  si  ricoverano  . 

VULO.NTAIilO  .  Add.  Con/orme  alia 
volontà  ,  Spontaneo  .  Lai.  voluntarius  . 
Gr.  »'/0v55i55.  Petr.  canz.  3l.  1.  Divo- 
lootaria  morte  hinasce,  e  tulio  a  vìver  si 
rinnova  Cavale.  Vrutt.  ling.  Siccb'  celi 
è  più  proulo  e  volontario  a  dare  (  cioè  , 
disposto).  Pass.  85.  Conlruione  è  il  do- 
lore perielio  e  volontario,  che  nasce  dal- 
r  amore  della  canta  di  Dio-  lìoez.  G.  S- 
85.  .^ot  non  favelliamo  ora  de'  volootarti 
movimenti  dell'  anima.  ^  Ouicc.  .Star.  2. 
253.  Con  giustizia  si  poteva  dioegare  1* 
assoluzione  ai  Veneziani  ,  perchè  oè  vo- 
bmtarii,  uè  Ira  il  tempo  detcìminalo  nel 
.Monitorio  ,  avevano  restituite  alla  Chiesa 
le  terre  della  Itomagna.  (L)  Segner.  prtd. 
l'ai.  Ap-  3  l5.  L' angelico  disse  ec.  che 
a'  poveri  volunlani  sia  destinala,  più  che 
ad  ogni  altro  ,  la  podestà  giudiziaria  net 
di   finale.   (TC) 

=?§.!.  /;'  inforza  di  su  ti.  Segner. 
Pred.  l'ai  Ap  l\.  l3.  E  colpa  (P  origina- 
le bensì  men  grave  delle  attuali:  ma  per- 
che? perche  ha  meo  del  volontario.  ^7*£*^ 

^.  11.  /  olontario  ,  anche  in  Jor%a  di 
sust.  ,  si  dice  i^uel  soldato  che  di  prò- 
pria  volontà  serte  nella  milizta  .  Ouicc. 
.Stor.  IO.  Fa  iustaoia,  che  gli  sia  conce- 
duto per  decreto  pubblico  soldati,  o  per- 
messo a*  volonlarii  1'  andarvi. 

V  g.  III.  t  olontario  ,  si  trova  anche 
per  J  olonteroso.  Bramoso.  Vtt.  .\'S.  Pad. 
1.  121.  Quale  di  voi  è  m  pronto,  e  volonta- 
rio di  accompagnare  questi  frati  ìasino  ai 
monasterìi  di  questi  saolì  Padri,  che  sono 
quivi  presso?  f  Vj 

VOLdNTAltlOSO,  e  VOLONTARO- 
SO.  Add.  Volontervso ,  /tramoso.  Disi- 
deroso.  Lat.  tupidiis  ,  avidiis  .  Gr.  C~t- 
^■jti.T,rii'di.  Cavale.  Vrutt.  ling.  Cuncius- 
siecosjcbè  '1  Diavolo  oe  sia  assai  Tolun- 
tarioso,  e  il  peccatore  per  se  quasi  aiutar 
non  si  pov^a.  Vtr.  nov.  2.  20).  Messasela 
sullo,  le  fece  di  quelli  scherzi  che  le  Vo- 
lonlarose  giovaui  tanno  bene  spesso  a  que- 
sti pollaslroni.  /.  nov.  5.  339.  E  per  questo 
cosi  votontarusa  correvi  a  rinchiuderti  Del- 
la tua  cella  ,  femmiua  di  mondo  ,  carua- 
Uccia  ,   viluprMata? 

*  VULONTEllEVOLE.  /.  A  Add. 
t  olonteroso.  Cuid.  O.  11.  1.  E  colla  loro 
d«dce  pianura  lusingarono  li  vulootcrevoli 
del    navicare     fCj 

VOLONTEKOS^MENTE  .  Avvera  . 
l'olentieri.  Di  buona  voglia.  Lai.  hhtatt 
animo,  voluntarie.  Gì.  C3CÌeyTt',  l'fftfu- 
Ttw;.  fìocc.  nov.  I.  7.  Inalato  ad  Uno  o- 
micidio,  u  qualunque  alita  rea  cosa,  seou 
negarlo  mat ,  volonicrosaincntc  v*  andava. 
Colt.  SS.  /'ad.  Anche  la  fatica  incetta- 
bile,  e  lo  spogliaiiiento,  e  la  privaiionc  di 
tulle  Ir  eoe  \oti>ntcro»aniciite  è  sostenu* 
ta  /l'ut,  l'urg  2  Perocché  volonterosa- 
nieule  susleogon  la  peno. 

^<)LONT^H0.^lsslMAMENT^:.  jr». 

jH-il.  di  t  ohntcro.utmrnte.  lai.  lu^ntis- 
unte.  Gr.  rTcìST».  Vr.  (Ìtord.  l'reH,  fi. 
1  utii  voli>utrru>ìitini.in)enlc  incontravano 
il  multino.  Trntt,  segr.  cos.  domm.  In  o* 
i;ui  tempo  vuloDiriosissimamenle  preodo- 
110  niediraiurnlì  purganti  e  gagliardi  .  e 
vivono  importunissime 


V  0  L 

VOLONTEROSISSIMO  .  Superi,  di 
l'oionteroso  .  Lai.  /ìagra'ittssinius  .  Gr. 
«7rt&U//l)TiJtw'T0tTO>.  t'iantm.  I.y3.  SoUo 
grave  i>eso  <li  ^oU'erenta  dunidiido  i  miei 
disii  voloaterusis&imi  di  iiiUAirarai ,  m*  ia- 
grgnai  COD  occulliasinii  alti  ec.  d'  accen- 
deie  il  giovani'  di  quelle  ii)edi>AÌnie  fiam- 
me,  delie  quali  io  ardeva- 

VOLONTEROSO.  A'U  Che  st  mette 
£on  gran  volontà  e  prontizzn  alle  opera- 
iionij  Che  e  d'animo  arJftte  Lai.  nla- 
cer,  proniptus.  Gr.  TT^OTy/xo;.  /Socc.  nOi\ 
33.  l6.  li  che  ella,  \uluulfiu&a  <i'  ubbi- 
dire ,  fece  presUmcnle  .  /■.  no*-.  ^3.  l3. 
Calaodriau  aadava,  e  come  più  vuloulc- 
ro^o,  avaali-  E  mo*-.  Ha-  S-  leuiL'udu  dud 
forse  le  monache  per  Iroppa  Irella  ,  o 
troppo  Tolonlerose  ,  laulu  1'  u»cio  sospi- 
goes&eio,  che  eyli  s'apriise.  Cabale,  iled. 
Cuor.  E  però  è  mollo  volonteroso  ad  e- 
stirpaila  e  lorla  dell'  animo.  /ìern.  Ori. 
a.  ay.  aa.  Fello  il  dover  Tolonteroso  e 
caldo  . 

■f-  §.  Per  Desideroso,  Bramoso.  Lat  cu- 
pidus  .  Gr.  e-iSj/i.*;Tt/ J;  .  lìocc.  noe. 
40-  l3.  Volouteroai  di  guadagnare  ass;ii, 
e  di  spender  poco  .  Ftamnt.  proem.  Ac- 
ciocché in  uie  ,  voloulerosa  più  che  allri 
dì  dolermi,  per  lunga  usanza  non  si  me- 
nomi la  cagione,  ma  s'  avanzi.  Amet.  6j). 
0  pietosa  Venere,  o  santa  Dea,  i  cui  al- 
tari io  volonterosa  visito,  presta  le  mise- 
ricordiose orecchie  a'  priegbi  miei.  Tac. 
Dav.  Stor.  2.  281  S'  appiccarono  in  un 
piano  due  legioni,  per  Viiellio  la  ventu- 
nesima, della  Rapace,  d'  antica  gloria  :  e 
per  Ottone  la  prima,  detta  Aiutatrice,  che 
DOD  avea  più  combattuto,  ma  feroce,  e 
volonterosa  d'  onore.  Bcm.  Ori.  2.  28. 
19.  Or  addietro  ritorna  passo  passo  ,  Di 
vendicarsi  ognun  vulunleroso. 

•f  «  VOLO>TIEKl  ,  e  anticamente 
VOLUr^TlERl  .  .tvverb.  Lo  stesso  che 
Volentieri,  Mcd.  Ari».  Cr.  3a.  Se  il  ni- 
mico mio  m'  a\es5e  maladcllo  ,  avre'lo 
sostenuto  voluntien  .  (C)  Cavale  l'rutt. 
iing.  cap.  5.  ritolto  volonlieri  toglie  la 
miaeria  da  colui  il  quale  umilmente  lo 
riconosce.  K  Tratt.  Paz.  iib.  2.  cap.  i. 
L*  uomo  valente  e  di  cuor  gentile  più  vo- 
lonlieri vuol  essere  sveglialo  per  suono 
che  il  chiami  alla  latlaglia.  Sa/vin.  Pros. 
Xosci.  a2i  (guanto  Snora  ho  intrapreso 
sempre  volonlieri  di  lar  parole  ec  ,  tanto 
ora  il  Vostro  cumaudo  riesce  a  me  ,  non 
so  come,  malagevole.    (*) 

*  VOLONTIEKO.  Add.  Volontario. 
Lat.  voluntarins.  Gr.  a/ou5i05.  /'rane. 
Sacch.  rim.  (nella  Tok'.  liarb.  alla  voce 
MAMEKO)  Qual  sia  la  cosa  presto  e 
volontiero  Ogni  mio  senso  con  la  mealc 
infusa  Al  piacer  vostro  sosterrà  manie- 
ro,   (f) 

•f-l:  VOLPACCIA.  Peggiorai,  di  Vol- 
pe. Vorlìg.  Kicciard.  26.  63.  1  gradini  di 
queste  cran  formati  Tutti  di  code  di  vol- 
pacce antiche.  (A) 

'r  g.  H Jìgtiratam.  dicesi  di  Persona 
molto  astuta  e  malisioso  .  Ar.  IVegr,  i. 
3.  C.  Temolo,  che  ti  par  di  questo  astro- 
logo ,  o  ^egromaole  voglio  dir?  T.  Lo 
guidicu  Una  volpaccia  vecchia  .  /:.'  ap' 
presso:  lo  domandavo  costui  dell'  a- 
strologo  Nostro  quel  che  gli  par .  T- 
Dico  ch'io  il  giudico  L'na  volpaccia  Tec- 
chia  .  sB; 

*  VOLPAIA.  Tana  dt  volpe.  Lat.  vttl- 
pis  latibtilum  .  Gr.  ocJLb/TTcxoi  e&))^eo;  . 
Car.  Matt.  son.  10-  Questo,  ch'era  ca- 
stello, ora  è  Volpaia     (*) 

VOLPATO.    Add.  Di  volpe. 

§.  I.  t.raiio  volpato,  si  dice  Quello  che 
è  infetto  di  volpe,  nel  signifc.  del  g.  VI. 
Lib-  /'ixd.  li.  Come  sarebbe  il  pane  fatto 
di  grano  volpalo. 

^  §.  11.  /  olpato  ,  per  similit.  ,  vate 
Vocabùiario    T.  il. 


V  O  L 

Guasto,   Cattivo,    Corrotto.    V.   GOLPA- 
TO. (A) 

f  VOLPE.  Animai  quadrupede  molto 
astuto  e  tristo,  infesto  ai  polli,  della 
grandezza  poco  mtno  di  un  cane  mezza- 
no, di  pel  rossigno,  e  muso  aguzzo,  con 
coda  lunga  coperta  di  un  lungo  e  folto 
pelo.  L.it.  vulpes .  Gr.  aiXuiir,^  .  t^anc. 
Sacch.  Op.  div.  ^.  Volpe  è  uno  animale 
ni*lto  falso  :  quando  non  puule  bene  aver 
da  mangiare  ,  si  getta  ne'  campi  ,  come 
fosse  morta  ,  sicché  gli  uccelli  traggano 
alla  ralligna;  e  venentio  gli  uccelli,  e  gra- 
cidaudogli  intorno  ,  credendo  essa  esser 
niorta,  essendo  assicurati,  ella  leva  il  ca- 
po ,  e  piglia  qual  più  tosto  puole  aveie. 
Fav.  t.sop.  Avendo  tolto  V  aquila  1  suoi 
6gIìuoti  alla  volpe,  avevali  messi  nel  nido 
a'  suoi  aquilini  ,  e  gabbavali  con  esso  t 
volpicini  .  yov .  ani.  yi.  1.  La  volpe, 
andando  per  un  bosco,  si  trovò  un  mulo, 
e  non  avca  mai  più  vcduli.  Cr.  io.  17. 
I  Acciocché  lupi,  né  volpi,  uè  altri  no- 
cevoli  animali  vi  possano  entrare. 

§.  1.  Per  metaj.  si  dice  di  Persona 
astuta  e  maliziosa.  Lat.  vulpinus,  vafer^ 
calltdus,veterator.  Gr.  navowiyo;.  Oant. 
Inf.  27.  L*  opere  mie  Non  furun  leonine, 
ma  di  volpe.  iV.  /  .  2.  36.  La  volile  vec- 
chia, che  conobbe  la  magagna,  5' otìerse 
loro  mollo  liberamente.  /,  3.  62.  Senten- 
do ferma  la  pace,  innanzi  eh'  ella  si  ban- 
disse, come  \oIpe  vecchia,  accolse  gente, 
((uaota  ne  potè  avere.  /■ .  /  .  11  ^7  San- 
ZA  avere  considerazione  quanto  fosse  vici- 
no air  astuta  volpe,  e  al  volpone  vecchio 
Giovanni  dell'  Agulo. 

j  "^  %.  W.  In  proverb.  La  cosa  è  tra 
volpe  e  volpe,  e  si  dice  Allorché  due  a- 
sluti  vengono  a  contrasto .  Cecch.  Dot. 
3.  3.  Questa  volta  la  cosa  sarà  tra  volpe 
e  volpe.  (Vj 

§-  IIL  Diciamo  in  proverbio.'  E*  v' 
abbaia  la  volpej  cioè:  h  pericoloso  P  an- 
darli. *  Cecch.  Dot.  5.  4-  0^1  che  non 
vai  tu  su,  se  tu  lo  vuoi?  3lor.  E'  v*  ab- 
baia  la   volpe.   (t'J 

§.  IV.  Pui-e  in  proverbio  si  dice:  An- 
che  delle  volpi  si  pigliaj  e  vale,  che  An- 
che gli  astuti  talora  sono  ingannati.  Lat. 
etiam  callida  ingenta  subtnde  impingunt. 
Infar.  scc.  269.  Dice  bene  il  proverbio, 
(Jie  anche  delle  volpi  si  piglia. 

§.  V.  Jn  proverbio:  Le  volpi  si  consi- 
gliano j  si  dice  di  due  astuti  che  favelli- 
no insieme,  lai-  callidus  callido  consulti. 
Buon.  Vier.  4-  3.  7.  Le  cicalan  fra  loro: 
Le  volpi  si  consigliano. 

^  §.  VI.  In  proverb.  Con  la  volpe 
convien  volpeggiare .  V.  VOLPEGGIA- 
RE. (A) 

=?  §.  VII.  Pure  in  pro.erb.  Tutte  le 
volpi  alla  fine  si  riveggono  in  pelliceria, 
e  vale  che  Chi  astutamente  opera  male, 
alla  fine  capita  male.  F.  PELLlCEl;rA, 
g.   II.  (Cj 

§.  Vili.  Volpe,  Sorta  ili  malattia  che 
fa  cascare  i  capelli,  o  pelarsi,  molto  fa- 
miliare alle  volpi.  Lat.  alopecia,  Plm. 
Gr.  aÀSTisxt'a. 

§.  IX.  /  olpe,  si  dice  anche  una  Sorta 
di  malore  delle  biade j  per  cui  divengono 
marce,  e  se  ne  vanno  in  poi*  ere. 

!?  VOLPEGGIARE,  e  GOLPEGGIA- 
HE.  L'sare  astuzie  come  la  volpe  j  onde 
dicesi  proverbialmente:  Con  la  *ulpc  con- 
vien volpeggiare;  che  i  Latini  dicevano  : 
Cum  Creteusi  crelizare  ;  cioè  :  Cogli  uo- 
mini astuti  ed  insidiosi  bisogna  armarsi 
di  somiglianti  fraudi  per  poter  loro  re- 
sisterej  Contro  V  altrui  mine  usar  con- 
tramniìne.   Scrd.   Prov.   (A) 

VOLPETTA.  Dtm.  di  ì'olpe.  Lat.  lul- 
pecula.  Gr.  a/wrre/t'^.  />.  (jiord.  Pred. 
/;.  Entrano  queste  volpetle  nella  vigna 
del    Signore.  V  altrove  :    Vi    sono  certi 


V  O  L 


"769 


rornicatorelli  di  soppiatto,  che,  quasi  tan- 
te volpelte,  sporcano  e  guastauo  la  vigna 
del   Signore. 

VliLFICELLA.  Dìm.  di  Volpej  Pie- 
cola  volpe.  Lat.  vu'pecula.  Gr.  aiwTieTic^. 
Cavale,  l'ungil.  Ancora  li  derisori  sono 
come  volpicelle.  Vit.  òS.  Pad.  1.  77. 
Non  se*  più  terribile,  né  di  più  potenzia 
in  questo  cammello,  che  se  lussi  in  una 
volptcella. 

t  Vi* L PIGINO.  Piccolo  parto  della  voi* 

pe.    Lai.   catitltts     vulpinus.     Gr.     TSxvOtf 

a>.w7t£raJ0£^.   Lib.  t  tagg.  Si  avverrà  che 

I  una   volpe  avrà  i  volpicini    nelle    monta* 

j  goe.  Fav.   li'sop.   Mll.  E    gabbavali   con 

esso  i  volpiciui. 
I  §.   Ffiguratam.    Ciriff.    Calv.  3-  84. 

Non  conoscendo  quella  volpiriua,  Che  nel 
cuor  ride,  e  piange  per  lel>zia. 

*  VOLPIGNO.  V.  VOi.PI.NO.  add.  (•) 
".:  VOLPI-NÒ.  Susi.  Volpicino.  Fav. 
Esop.  5o.  L'  Aquila  avendo  tolto  i  suoi 
volpini  e  tìj,lÌuoli  alla  Volpe  ,  avevagU 
messi  nel  nido  de'  suoi  aquilini  [cosi  leg* 
gè  il  codice  Farsetti  }.  il'j 

VOLPINO  ,  e  VOLPIGNO.  Add,  Di 
volpe . 

^■.  I.  Per  metaf.  vale  Astuto,  Sagace. 
Lai.  vulpinus.  Gr.  /tcòoioi-  Arrigh.  73. 
Le  volpine  parole  partoriscono  dubbiosa 
tede.  /■'.  V.  II.  79.  Fecion  loro  capitalo 
di  guerra  Vanni  Agulo  Inglese,  gran  mae- 
stro di  guerra,  di  ualura  a  lor  modo  vol- 
pigna e  astuta.  Ar.  l'iir.  5.  73.  Venuto 
è 'n  sovpizioo,  ch'io  non  rixele  A  lungo 
andar  le  fraudi  sue  volpine  .  Bern.  Ori. 
2.  l3.  25.  Ella  con  voci  e  sembianze  vol- 
pine, Con  fiuti  sguardi  e  con  parole  pron- 
te Umilmente   pregava  che  s'  inchine. 

g.  11.  Olio  volpino.  Olio  così  denomi- 
nato nelle  spezicrie,  per  esservi  fatta  bol- 
lire una  volpej  di  cui  vedi  ■/  Bicctt.  Fior. 
252.  f  olg.  Mes.  L'  olio  volpino  é  cosa 
molto  esperimenlata  e  provata  alle  spasi- 
me,  e  ali*  altre  maiatUe  de'  nervi  e  degli 
articoli . 

VOLPO  .  V.  A.  Add.  Volpino  .  Al- 
bert, cap.  29.  Non  t'  ingannino  unque 
gli  animi  volpi  e  piatti  (  volgarizza  quel 
luogo  d'  Orazio:  nec  le  decipiaut  animi 
sub  \ulpe  lalentes.  Ac/  testo  dell'  Acca- 
demia si  Ugge  così  :  Non  t'  ingannino 
unque  gli  auìrai  che  si  nascondono  sotto 
volpe  ). 

VOLPONE.  Lo  stesso  che  Volpicino . 
In  questa  voce ,  come  anche  nella  voce 
LEPRONE  ,  e  in  alcune  altre  ,  P  accre- 
scitivo diminuisce,  e  significa  Volpe  gio- 
vane . 

§.  I.  Dicesi  anche  per  1  olpe  grande, 
e  \ecchia.  Fir.  Disc.  an.  71.  Un  lupo  e 
un  volpone  e  uu  corvo  abitavano  in  com- 
pagnia . 

g,  li.  Per  metaf,  si  dice  di  Persona 
astuta.  Lai.  vaferrimus  ,  vitlpio  ,  Apul. 
Gr.  ■7Z'J:ioZp'fQi,  oifUTtr,^.  F.  V-  H  97- 
Quanto  fosse  vicino  all'  astuta  volpe  e  al 
volpone  vecchio  Giovanni  dell*  Agulo  . 
Bern.  Ori.  i.  2I.  70.  E  dissi  :  se  volpon 
vecchio  se' sialo ,  Or  in  altro  animai  sa- 
rai mutato.  •?  Scgner .  Pred .  Pai.  Ap. 
II.  10.  Andate  pure  ,  e  dite  a  quel  vol- 
j)one  (ad  l  rode)  da  parte  mia,  che  non 
mi  scaccierà  veiuno  di  qui  sino  a  cose 
fatte.     Tt  ) 

VOLTA.  ìerbale,  da  l'altare.  Il  vol- 
tare ,  /iivolgim.nto  .  Lai.  versatio .  Gr. 
TZipKsrpo^rì.  Dant.  Par.  5.  Ma  non  tras- 
muti carco  alla  sua  spalla  Per  suo  arbi- 
trio alcun  senza  la  volta  E  della  chiave 
bianca  e  della  gialla.  /■.'  nm.  33-  Che  gli 
dolci  pensier  non  mi  son  tolti  ,  Né  mi 
sua  dati  per  volta  di  tempo  (  cioè  ,  per 
corso  di  lempo;.  ^"^  Sper.  Prcl.  L'  ermi- 
sino  fatto  con  fila  di  più  colori  perciò  è 
detto  caDgiaule  ,  che  stando  fermo  aell' 
222 


>770 


V  O  L 


«ter  suo  0  iempre  is»tndo  ermUino,  td 
ogui  volu  e  rivolla  di  lume,  o  d'occhio 
CDgia  rj!|,clto,  ,•  or  giallo,  or  .o«u,  o^ 
cdcslro  SI  fa  slimarc  da' ri(;uardanli.  (C) 
t  S-  J-  ^"''a  ,  trattandosi  ,1,1  g,„oco 
deUa  zara  .  o  d'  altro  giuoco  che  .1  fac- 
ria  co-  daJ,.  tale  Tratto,  o  Bnoleimen- 
le  d,  essi  dadi.  Dani,  l'urg.  6.  Quando 
il  parie  1  giuoco  della  «ra  ,  Colui  che 
perde  si  rinian  dolcole,  Kipelendo  le  vol- 
to,  e  inslo  impara.  Oli.  Com.  I'„rg  6 
74-  E  pcrorrhi,  questi  due  numeri  non 
possono  veoirc  se  non  in  un  modo  per 
Tolta  ,  per  isrhifare  tale  lasi.dio  ,  e  m,n 
•spellar  troppo,  non  soo  computali  nel 
giuoco,  e  sono  appellali  «re,  0  son,.  nel. 
1  estremo  numero.  Majiglori  e  minori  ,n 
Ira  (|ue>li  possono  venire  io  più  modi  e 
pero  quel  numero  ibe  in  più  modi  può 
venire,  e  dello  migliore  volta  di  rajjiime. 
J  §.  II.  Dar  volta,  vale  Volgere  Ljl 
vertere.  Gr.  a-rpifu;. 

*  §.  III.  Par  volta,  vale  anche  Far 
tornare  indietro  .  Sforare  a  tornare  m- 
*e,ro.  -  Pe,r.  son.  6.  .Ni:  mi  vale  spro. 
nano  ,  o  dargli  volla  ».  (C) 

g.  IV.  Par  volta,  vale  anche  J  olger. 
'I,  Rivolgersi.  Lai.  versori,  volutari 
,:  'IP'-yf^yi-  /iocc.  nov.  zù.  12.  Tu 
«lai  lali  volle  per  lo  lullo,  che  lu  fai  di- 
menar  ciò  che  e'  è.  /lern.  rim.  1.  7  Non 
cosi  spesso,  quando  l'anche  ha  rotte.  Di 
le  volle  Tifco. 

*  §•  V.  Dar  la  1  olla  .,ollana  ,  vale 
Rovesciare  Fav.  Fsop.  126.  Udendo  il 
Leone  parare  il  Cavallo,  si  p„o,e  i„ 
terra      e    .1    Cavallo    gli    mise    il    pii   i° 

s*0Ha™a"Vrr""'''  "  ''"""  '''""'^  '»"" 
§.  VI.  Dar  volta  .  Dar  di  volla.  Dar 
-olla  addietro.  Tornare  in  volta  e  si- 
m,l,.  vogliono  Tornare  indietro  ,  folr.  r 
le  spalle  .  Lai.  ,e,ro  evadere  .  Gr.  -yva- 
?r»oi:»v  e.  V.  7.92  3.  Q„,,i.  ^-  ^. 
l«)  di  .Surreuli  dieder  volla  e  tornarsi 
»  Surrenli.    /;„„,.    ,„^,   g.    ^  ,^^  y 

Duca  mio  [ornare  in  volla.  /W  71  E 
diede  la  volla  ,  parlendosi  dalle  parole 
1  "'j  j  '.^  ASaonala  per  doppio  do^ 
loro,  diede  la  volla  addietro.  E  Ihsc  an 
Jg.  In  suo  luogo  si  lasciasse  legare  fin  a 
"lo  eh'  ella  andasse  a  dire  uL  parol 
ali  amico  suo,  che  sul  ilo  darel.l.e  volta 
ytr.  ì-„r.  25.  yi.  l„i.,o,„  cercherò  con. 
veniem.  Cagioni ,  e  che  sien  giuste  ,  di 
d"r  volla.  i„,.  ,,,/„..  ,.5.  Lello  che 
■o  aro  e  risposto  a  quelle  lellere  ,  darò 
»olla  indietro.  Ta.,s.  i.er.  9.  qV  e  ,„„ 
".essi  ilerali  insiando  prega"  Ed\rganlc 
e  Chirinda  a  dar  di  volta. 

•e  §.  VII.  Tor  la  volta  indietro,  vale 
I ornare  indietro.  Bari.  As.  1.  2.  S  „/, 
^oIle  egli  allora  lorre  la  voIm  indtlro 
crimeller.,  aCa,n„„;ma.l  .enlogl,'"; 
dinllameiiie  ,ier  proda  e  non  polè^/./ 
S-    VHI.   Pare  una  volla  ,  e   l'igUare 

'oivio,  lare,  una  g.rala.  Lai.  Jircun,an,. 
''"''"■  '•'•  "•?■««.■...».  IJocc.g  ,0.,, 
».  Data  una  volla  assai  lunga  ect  al  pi: 
H'"  "  ritornarono.  /■;  „„...  86.  i  v,[.,. 
una  W  jolla,  sopra  '1  pian  di  .v?ugV:,:; 
ca,  aitando  per.cnnero.  Geli.  Sport  2   J 

-":Ìi'ri;.".n!:Hr"""""  "'»'«'••"'"•■ 

rar  L'^r""''.  '"/"■•  '"''  ''••"■"■'■ 
tendo  che  sia  p„,,|„  j,„  yeneiia  ,  m.  .1 

cosl'l.'^o"  '""  '°"°  "'^'  *'""'"•''' 

§•    X.   Dar  In  volla  tonda,  vale   Fol- 

l.-rs,  ,u  giro,   involtarsi  lutto     Lai.  eir- 

95,   Io  m,  diedi  a  voludarmi  mollo  Lene 
11.''"    •*.?"''"';    ■"■'    non    fui    ma,    da 


V  O  L 


I  V  ,^'  "'/  ^"^  '"  '^'ta  ,  parlandosi  dei 
.tote,  vale  Andare  verso  l' ornante    Lai 

I  ^'^'•^«■"''"'c/"  tergere.  Gr.  =!>.., Sa.  .m' 
Oj^vi.Uriff.  Calv.  l.  26.    Il   .Soleiolanlo 

I  ave.  dala  I,  ,olla   l'er  apparire  all'  usalo 

I  onuottle . 

i  S  Xll.  Par  la  volta,  parlandosi  della 
Luna  vale  Passare  ,1  plenilunio.  Frane. 
Aacch.  nov.  177.  Guardale  che  voi  non 
gli  poneste,  se  la  Luna  non  di  volla.  1^. 
Coli.    160.   tiuu    vendemmiar  Ira  le  due 

,    lune  ,   Cloe  in    sul   fare  ,   o   m    sul   dare   la 

I  volta,  che  nmil  giuoco  li  fari  il  vino. 
/;.r„.  Or/.  I.  ,7.  7.  oue  volle  lorno  il 
Sole    alla   su.   via.  Ventiquattro  la  Luna 

I  diede  volla. 

i  ,?  ,^"'-  ""'■  '"  '"'"'.  diciamo  anche 
^  del  /  mo  r/uand-  e'  divien  cercone  j4r 
,  sai.   3.   «  eh'  egli  t.l  vino/  6la,  e  mostra 

la  paura  Ch    cl.he  a  dar   volta  di  fiaccarsi 
I  11  collo.  Sicché  men  mal  .aria  l.er  1'  ac 

qua  pura  (ijui  detto  in  equivoco;. 

S-   "IV.   Par   la   volla  a  un  vaso  ,  0 

alla  maleria    contenuta    in    al.un    vaso, 

vale  Rovesciarlo,    I  cesarlo  .   Lai.  rVi.rr. 

.e   .'^'■•,f'»'-/^'?!'v.    Huon.    Tane.   i. 

I    Sol  m  e  nmaslo  qui'l  legame  in  mano, 

«"vi      ?"  ',■■    ""    '•   '"''^  "'   "••'^ro. 

§     XV.    Dar  la  volta,  vale  anche  /(,. 

Mare.  Lai    rfe„V,ce    Gr.  x«r^7T,=E j.l,v. 

ile,,-.,  sat.y   O   Pisa,   „  Pisa,  e   lu'non 

I  hai  nocchiero  Che  dia  a  coslor  per  Arno 

un  (Il  la  volla  7 

S-   XVI.   Dar  la  volta,  o   Parla  volla 
a    canto      vale  Impazzare,    Usi  ir  di  se 
lenler  l'uso  .Iella  ragione.  Lai.  delira. 

l'',.  ..'''''•''.'•'' ''^""'■'-  '■■«*•  Servig.  3. 
i-  lerci  eli  han  poco  cervello,  K  ogni 
poco  eh  elle  s-  affatichino.  E'  di  la  volta 
Salv.  Cranch.  2.  2.  E  cosi  dando  di  bel. 
lo,  che  Non  par  suo  fallo,  un  po' di 
volta  al  Canio,  Lesta  le.la  appigiona  il 
eccello     Air  umor,    che    glief    bechi 

ir  l::'-  '••  ^  ^'  '■'' 's"  »"  •'"'•'  '- 

volla  affatto.  ' 

1".   Xyil.   Andare,  o   Girare  in  volta 

'^ale    ,ln,tar    vagando.    Andar    allor.io  . 

La.,  "-"'"'■'•e.  Cn  :ts^,y,^„a.,,  ,,„.„. 
T        I,  ■7-  Qf^'oiuoque   andasse  in 

volla  alla  ventura    Cercando    ec.    Anibr 

ro//.ro/.    Il    ,i,„|„.   o  ,1   o„n„,   ,.,,,  ji,. 

voglia    della  favola  E  Cofanaria,  della  da 

un  cofano  Che  voi   vedrele  andare  in  voi- 

aLn  il'""'    'f   9*    *"•'"•'  «'"'-^  ""' 
alla  nchljia  lu  voha. 

t   *  J.   XVlll.   Essere  in  volla.  vale 

'"!■■?•'■',    l-s.<.re  in  fuga.   Cavale.  Slol. 

'-..   "*     Veggiamo  nelle  hallaglie  curilo. 

rali,  che,  poirhi;  i   nemici  sono  in   .olla 

e  fuggono,   se    veggiono   quelli  cheli  .ac 

ciano  ,  ec.    /,    266.    Questa  i.    dunque  la 

cagione,   che   '1    mondo   t   oggi    cosi   in 

>olla  e  in  .sconfitta,   perocché  il  diavolo 

CI  ha  seminata   lama    divisone  ,  che  non 

Vedendo  Ta.coiie  ec.  la  genie  in  volla 
.ncomincm  a  gridale.  F  i5,.  Inlralo  Tar. 
corse  in  hallaglia  per  reiu.igorire  le  .chi», 
■e  toscane  e  le  iroiaoe,  eh' erano  in  volt, 
per  quello,  ehe  Cammilla  facea  ,  dies.i 
addosso   a   Venulo  di   Laurenlo  r<  ;.>■,„,.. 

r,!;?!-      .     '    a*^''    ""»''"'    naiurjmeule 
ciudell  ed   avidi,  poiché   il  campo  fu  lui- 

lo  in  .olla    seguitarono  ga|,liardamenle  ad 

y  S.  .\IX.  I  .ssere  ,„  ,.^,„  ,li /oiinun. 
•_../e  /ssere  sfortunato.  G.  /'.  12.  76 
Furonv.  sveoturalainenle  sronfillije  cosi 
■»»"ne.hi  iin   .olla  di  fortuna.  /Di 

S-    XX.     Fa /,„,    „  /„    ..„/,^        ,  , 

rollarsi  Lai.  vera  Or  ,rp.f.i=,t 
rane  far..  276.  ,3.  E  va  faceU  voi- 
!<■.  Fuggench,  a  quello  molle.  Rern.  OH 
ttf'  .'"  S"',"  '■■  "*■"■■"<>  ;  ma  non 
riglù,  "•'"  '-^  •  I'"    .r   con  min  PC 


V  O  L 


g  XXI.  Far  le  volu  del  liont  .  vale 
Fasseggiare  in  qua  e  'n  ti.  Lai.  hitc  il. 
lue  incedere.  Gr.  Tip,  j>j  o.,S«.  it„„. 
.?«..,,.  /Jocc.  nov  77.  /y.  Facendo  I. 
«olle  del  lionc,  maladireva  U  qualilli  del 
tempo .  T       >•  uci 

*  S-  XXII.  Afellrrein  volla,  valt  Far 
rilornare  indietro.  Cavale.  J'ungil  268 
Quesle  maladelle  mclloDO  io  volla  i  s«.i 
01   Dio  .  ff  J 

t  *  S  XXIII.  flellert  in  volta,  vie 
lar  prender  la  fuga,  edèltrm.  de'  mili- 
tar,. Cavate  StoUiz.  235.  Sogliono  fare 
capo  grosso,  e  «aliarsi  e  sconfiggere  quel. 
Il  che  in  prima  gli  mellevano  io  volta.  (Il 
*  S  XXIV.  ti  MelUrsi  in  valla,  va- 
le Irender  la  fuga  ,  Voltar  le  .palle 
•Vgr.  /  ,„r.  .Star.  1,1,.  5.  L'  uno  dilordi. 
no  1  altro,  e  lullo  1' esercito  fu  coslr.tlo 
mctler.i  in  volla,  e  ciascuno,  seou  alcun 
mpello  SI  rifuggi  verso  il   Borgo.  (CPj 

%■  XXV.  Slare  sulle  volu,  vale  Sta- 
re   allento  alle  congiunture. 

«  S-  XXVI.  Star  sulle  volte,  dicono 
I   .Varinai  del  liordeggiare.  (Aj 

f  XXVII.  Volta.  Term.  della  Cavalle- 
rilza.  Movimento  in  giro  che  il  cavalie- 
re fa  fare  al  cavallo.  (A) 

§  XX  Vili.  Iluhar  la  voto,,, i  dice  de- 
cavalli, quando  nel  maneggiarli  voltano 
prima  che  U  cavaliere  non  vorrebbe. 

VOLTA.  Direzione  di  cammino.  Cam- 
mino. Lai  Iter.  Or.  o'soiTocia.  Ar.  .Vegr. 
2.  i.  Vuoi  tu  far  a  mio  senno  ?  come  a. 
vulogli  Avrai,  piglia  la  volla  di  Vinegia. 
/•.  (  ass.  3.  3.  K  per,  hi,  ,arle  questa  not- 
te un  grippo,  che  fa  quella  volta,  deside- 
roso di  servirlo  Lene  e  presto ,  li  son  Te- 
nulo  a  iilrovare.  per  far  leco  a  una  pa- 
rola  U  mercato.  *  Giov  Geli.  ViL  Alf 
III.  Alfonso  previsto  e  disposto  prima  op. 
porlunamenle  .1  lullo,  e  avendo  gii  mo- 
slro  a'  Iwmliardieri  quel  che  voleva  far 
dell  artiglieria,  presa  una  lunga  volla  di 
"•rrso  J  mare,  la  indiriixo  tuli»  alle  spai. 
le  e  a"  fianchi  de'  nemici.  iCj 

S.  I.  Onde  Alla  volla  <r  alcuno,  o  d'al- 
cun luogo,  vate  Inverse  di  lui.  Inverso 
quella  parie,  lir.  Disc.  an.  42.  Preso 
quel  rasoio  in  mano,  se  n"  andò  alla  vol- 
ta sua  F  As.  92.  Accortosi  di  si  gran 
danno,  con  un  buon  bastone  se  n'era  cor- 
so alla  volla  mia  Tac.  Dav.  .ilor.  3. 
3oi.  Volando  Antonio  ec.  con  parte  de" 
cavali,  alla  volu  d'  Italia,  gli  fu  compa- 
gno  Arno   Varo. 

*  §  II.  ler  alla  volta  d'alcuno.  ,■ 
rf'  alcun  luogo  .  vale  lo  slesso  .  Las, 
Cen.  I.  ,.0...  S.  Fj^o  ,„  disposto  di  an- 
dare >  ogni  modo  ec.  e  gii  lasciando  di- 
re  ognuno,  si  era  pattuito  con  una  nave 
«angea.  che  parUta  allora  per  alla  volla 
di    .Marsilia     (C) 

VOLTA.  I  icrnda.  Vice,  net  tignific 
del  §.  I._  Lai.  vicìs.  Gr.  àfioipr:.  Beez. 
!•■  .V.  149.  Tu  dirai  adunque:  or  che 
mulera.si  la  sriro.a  divina  per  la  mia  d.. 
sposinone,  sicché  quando  or  qucslo.  ,t 
quello  soglia,  quella  cuanJio  le  scile  del 
cognoscere  paia  allernare)  Maino.  F  ap- 
presto- Ni,  come  tu  siimi.  .Ileroa  le 
solle  d  anlu-ognoscere  or  questo,  or  quel 
lo,  ma  in  un  cip,,  |e  lue  mulaii..ni  im- 
mobile  compiendc.  Hoc:  Vanh.  S.oroa. 
ull.  Ella  ancora  alterni  e  maU  It  vi,,n- 
ile  e  volle  del  conoscere. 

S    '■    Toccane,  o    Venire    la    volta    a.l 
alcuno,  e   Quando  nelle  opecuioni  aller- 
nalive.  cioè  che  s'  hanno  a  fare  dcterm,- 
natamente  or  ,l„  uno,  or    da    un    alln 
'     a.petla  a  lu,  /' epera. r.  L.l.   alicmiu, 
pxrtes  esse,  ad    aliquem   prrlineir.    Gr 
</'/lCliv  Ttfiii   T.v».    Rocc.  aov.    l3.    1 
Pan.pioea.  che  si  alialo  alialo  a  Filoslra 
lo  sedea.    a.snando,    sicrum*    a. tubi  . 
che  a  lei  la  tolta  iluvcur    locrare    ee  . 


V  0  L 

voslr.1iceD.ia  a.io.   Ir.    Oiord.  Prt>-  A. 
io    la  treuu.uo  »nni.  che    v   era    ».a.o  , 
ancora  nOQ  gliera^e^uU  1^  «''"/• 
%.  §.  11.  Toccar  la  ..ha.  .ale  anche  Toc- 
„.  l^pl.cc.en,co  Tocca,.,    cas.^»^ 

y    liti.   IO.  cap.   ig.  r.  in    Une    '••   . 
,„cc6alui,eroorlofapcrlemau.   de 

"'t^^:^::.r'a.ol,a...lePrc,fr. 

dine.  Lai.  .m«  °'v''""«-  G^-  T^V Vcl'o 
.•ovjdSa. .  G.i>rf.  G-  Poicte.'!  re  I  tuo 
Vo^  1a:  aUe  sue  p.role     ,..mo    ua  6 

ilri,  pigliando  la    volta   d.  d,.e,    b.colc 

'i  'irrcgner  la  .ot,a.  .ale  Preoccu- 
„«  nelle  o^raz,o„i  aUernaUce  il  luo.-o 
'^^u^  Che  anche  ,i,cuvno  Furar  lemos- 
7,  Lai.  e  manu  ,.,a„..Mum  cx.merc. 
Pass  3i6.  Che,  lascuodo  pure  fare  loro, 
ft„„oUo.ochehasudw„ale,Mcchen.e 

"%'&.'"/'-"/«    ,nale,,n,,i..ntole 

noie  na,ncrale  e  di  ?"",'";'■■' /j/'^A^.". 
Jetermma-Jone  d'atto,  I- .ala.  ììocc.  In 
*    51     Assai  volle  a>ovaudi.or.-,g.ouare 

di  ouaolo  onore  le  frondi  d,  quello  eran 
degne.  y.R.H./'-  «6.  Si  sono  elle  venu- 
te Daiecchi  volle  a  slais.  meco  /.  no. 
4V3  II  quale  ""a  volta  ed  allra  ve^ 
^^  1  U  Giovane  ec.  ,  di  lei  tieramenlc 
gendo  la  6'»"°^  «  •  3,,  s.ue  volle 
s   lonarooro.   /'.  noi.   77-   ■>"  .       , 

colla  immagine  si  hasn".   t.  nnm.   ^7.  A; 

Jonessernala.  /Co..  79-5.Bruuoco. 
„„.endoio.o  poche  di^lusche^- in. 

;^°a^"i.e^^;^'Ven.epersèlaBe.. 

TdiFraDcia.  E  ,.0...  86.  1-  «,»  '"f  J" 
che  alice  volle  la  hrigataavea  fata  ride- 

re,  simdmcnte  questa  volla  '".''-:";'• 
"ùm.  Q.  Da  una  volta  in  su  carico  1  or- 
«"od  c.an  piacere  della  donna.  O  /  . 
ÌVToA    7.   Nota,  lettore,  che  le  pmvoU 

e  ma  quasi  s.mpre,  avviene  u  eh.  s.  la 
.i-n"e,  o  caporale  d.  popoli,  d' aver  s. 
/t-'la  ns'cla.  Com-.  Ut.  Tulle  volle  che 
•I  gigante  era  stanco,  eli.  poneva  lo  suo 
corpo  sopra  la  terra  d.sleso  nant.  Par 
4.  L-nirUe  volte  violenta  illorza/ 


V  O  L 


V  O  L 


1771 


ti.   be   nulle  voiic   ""■ -- ;  , 

L.  »l8.Ma,avigliomi  Un,  s  alcuna  vol- 
ta Kon  rompe  il  sonno  suo.  h  ':"■"-•  °- 
4  Ma  qna..te  volle  a  me  v.  r.volgele  , 
Conoscete  .n  altru.  quel  che  voi  sete  i>en. 
JiZ  larch.  -i.  n.  Ollr-ac.o,  .Ihene- 
6l  di  tuli.  .  pad.i  era  un  medesimo; 
onde  si  potè  st.mare  in  una  volta  per  sem- 
pre  f.r.  D.sc.  an.  gS  Oltre  al  lars.  dar 
tuona  sicarli  di  rappresenlars.  '.^■;'"'°': 
,c,  quante  volte.  /  me.  Mnrt.  '.m.  4-  "e 
potei  pure  una  sol  volla  almeno  Veder 
.radilo  un  de'  miei  doni  tanti. 

+  *  S  I.  Alcuna  .olta,  posto  av 
,erl.aln,  .ale  Una  .olla.  Quandoches- 
sia;  ma  è  maniera  poco  usata.  I  it.  ^^. 
Pad.  2.  292.  l'riesoli  eh'  io  possa  ritro- 
vare la  mia  donna  alcuna  volta  f  Lat. 
tandem  aliquando).  (lì 

3§  U.  Mila  .olta.  .ale  Insieme,  ISel 
medesùno  tempo.  Lai.  simnl.  Gr.  a.lJ.y.. 
if  fr  Cord.  23o.  Ma  1  angiolo  inteude 
più  aobilmente,  imperocché  s.  dice  per  h 
lauti  che  r  angelo  intende  alla  volta  molte 

"""  S  111  Jlln  .olla,  .ale  anche  Per 
.alta  :  .Ir  r,.r.  .9  7'»'  "''« 
quivi  spron,  né  cinger  spade  Ne  cose  d 
«me  pon  gli  uomini  avere  Se  non  dieci 
Z  vo^la  ,  per  rispello  Dell'  antica  costu- 
ma  che   vi  ho  dotto  ..  .  (Ci 

a  §.  IV.  .■aia  colta,  .ale  anche  Di  se- 


guito. />.>'•  .y- G"- 4'7- E  P°6°»™°  ^^^ 
fu  digiunassi  due  di,  o  pai  alla  volu.  "°" 
voglio  pero  che  in  t.  reputi    migliore  di 

chi  non  dieiuna  cotanto.  CI  , 

V  §.    v'   AIU    .olla  «Un  .olta      .ale 

O,  mL  m  mn-e.  V.  ALLA    VOLTA, 

^e"  v/''^//e  "ol'c.  ^"1"  Tal.olta.  Ta- 
lora. Lai.  qiiandoqiie.  mterdum.  l.r.  E»- 
;o.,.  Cr.  io.  .7.  4  E  cosi  ■-  "■'  °  .=' 
mille  alle  volte  se  ne  prendono^  ''''.•  ,'^'/, 
,2.   44.   Occorrono  alle  volle  Pensici  che 

prima   non  s'  aveano  in   petto.    

:;:  §  VII.  J  •ini  .<•""•  P"^'"  "'  ,. 
hialm.  .ale  In  un  medesimo  'e-'T»  •  '' ''^ 
Ciord.  l'red.  2  10.  N"i  '"""""'"".,  „' 
molle  cose,  ma  non  a  una  volta;  ma  ora 
V  una.  e  dipo'  1'  una  1'  allra  ,  e  quando 
r  una,  non  1'  altra    (C) 

i.=  §  Vili.  ^  .olla  n  .olta,  .nie  Ui 
nuando  in  quando.  Sagg.  nat.e.'p.  115. 
Ci  accorgemmo  poi  che  a  volta  a  volta 
r,6atava  (parla  d'  una  Inctrlola).   (C)  ^ 

«     S      IX       A     .olta     a    .olta  ,    ."le  ^ 
anche    Di   mano  in    mano.  Segner.    Fase 
duhh     li.   Quello    che    i    santi    ban    del- 
lo   di    quello    spazio  d,  tempo       che  no. 
rolla  a  volta    .mpicBbiamo  ne  1   orazio- 
ne, essi  fissamente  Iraspo.lano  al  loro  .d- 
''T.X.'^uL. oUn,.nle  Finalmente   ^^U 
taLm.  Gr.  tAs..  P"r    caiiz.    ii6.   12. 
Muti   una  volta  quel  suo  antico  side    t"^ 
tctt.   2.    l.',l.  Mi  contento  .he    mi    faccia 
anco  ingiustiz.a  e  torlo    espresso,  puiche 
una  volta  se   ne  venga  a  fine. 

•  +  :■.:  S  XI.  Una  cosa  per  .olla,  va- 
le Una  co,a  .separatamente  .tali  altra 
Fr  Gior.l.  23o.  No.  non  polemo  pensa- 
le se  non  uno  pensiero  per  volta  ec.  inon 
poterne  pensare  ne  intendere  se  non  una 

cosa  per  volla.    (F)  ,„,,„ 

•tS  Xll.  Folla  per. olta.. ale  lo  susso 
che  Tempo  per  tempo.  Lai.  .dentidem.  Gr. 
%.,  /«i«J3...  /;er„Wm.  1.58.  Qui 
è  messere  Achille  ec,  E  '1  reverendo  nion- 
signor  Valerio,  Che  domanda  di  voi  volta 

'"VxiÌl  Dopo  .olla,  .ale  Dopo'ljatto 
1.1  post  factum.  Gr..«£Tà  5t/io.|.v.  G 
y    10    35.  7-   Ma  dopo  volla  s.  ravvido 

i  no  con   lor  danno  e  slrngs.me.,to. 

I  -.  ■-^  XIV.  Quelle  poche  .olle,  man  e- 
ra  'disdire  che  equi.ale  a.i  Assai  colte 
Buon.  Fier.  2.  4  18.  M'  e  intervenuto 
quelle   poche   volte.    iC)         _ 

+  1  VOLTA.    Coperta  p.u  o  meno   m- 
c,.latad,s.a,.ze,o.l'  altri  edifici.,  in  C..I 

te  pari,  si  sostengono  l  una  I  ultra 
.c»n.We.o/«e„(.-.  Lat.^ó'-"...- Gr.  .«f.a,.x^ 
G  r  6.  43.  1.  Gli  cadde  addosso  la 
voila,  che  era  sopra  la  camera,  ove  e  dor- 
mia  V.  r.  Il  primo  di  d'  Ottobre  arse 
l  sagrestia  e  case  del  dormentoro  .nfino  , 
alla   volla  della  via  del  Ga.^bo. 

:--  8  ì  A  .olta,  o  in  .olla,  .ale  Fatto  , 
„  guisa  di  .olla,  in  arco,  e  f«-'  P""- 
c,;a/me,„e  delle  stanne,  o  altri  edifi.u  \ 
che  in  luogo  d,  palco  hanno  .ola.  ..  I  ia,g. 
Sin.  97.  E  questa  chiesa  si  e  nfic.ata  la 
Li.  gLiiassa.  bella  chiesa  tutta  m  volta 
..  Ar  Fur.  12.  90.  Era  non  poco  spazioso 
,1   sasso.   Tagliato    a    punte    d.    scarpello 

""  rli"  rJta'.  SI  dice  anche  Quella  stan- 
,a  sotterranea,  do.e  Si  custodiscono  l.i- 
„i,  Cantina.  Lai.  hj-pogaeum.  Gr.  VIIO- 
..aiov.  Bocc.  lai,:  47-  Con  pozzi  da- 
eque  iVeschissime,  e  con  volle  d.  prezio- 
si vini.  E  g.  3.  p.  3.  Le  volte  piene  d 
otlimi  vini,  e  la  fredd.ss.ma  acqua.  Da 
Camp.    E    con    loro    si    rannava    .n    una 

1  voUa^ollcrra.  Agn.  Pand.  5.5.  Solo  quel- 
le  chiavi  che  s' adoprano  a  tulle  1  ore, 
coo.e  della  volta   e  cella,  e  della  d.spon- 

I  ,a,  queste  consegnasse  a  uno  de   p.u  as- 


;,!,.;  di  casa,  e  più  fidali.  Fr.  Sacch. 
1"  .70  ó'ered'o  bene,  ehe  la  famigU. 
m°a  ha'tenulo  aperto  l'usc.o  della  volt^ 
Tbalt.  .lato  bere  per  si  fatta  fo.m^,  eh. 

,„  m'hai  mal  servito,  «ice»,  t  .or.  M^ 
S.  ripone  in  vaso  d.  terra  grosso  e  bea 
cotto,  e  SI  tiene  nella  volla,  o  m  luogo 
freso.  I-nsc.  Celos.  5.  ..  lo  me  ne  an- 
dai alla  volta;  e  sp.lla  questa  botte,  e  a- 

sasgia  queir  allra  ec  ,  io  non  me  ne  pò- 

"V  VOLTABILE.  Add.  Vol..bile.  Facik 
a  .oliarsi.  Lai.  flexilis,  moUl.s    .oluh- 
li,.  Gr.  iuywo'i;,  >ai-/.<ito^  t.loc  2.  3i 
Conciossiacosachi;  la  lorluna  infino  a  que- 
sto  le.-po  e.  abb.a  colla  sua  destra  tu.U 
neir  auge  della  sua  volt.d,.le  ruota. 
I        *   R     1.    Foltab.le.  figuratam.  .ale  In- 
costante.  ..  Tac.   Da..  -^""-l'-'^C»- 
'  sare    nondimeno  temea    molto    della  fede 
di  Gela  Generale,  al  bene,  come   al  male, 
voltabile  d.    legg.eri.  £.).Vor.3_327.Ma 
come  era  voltabde,  e  natura  e  degli   spa- 
ventali, dispiacendogli    ogn.    parl.to    ec.  , 
ìornò  in  palagio.   .-Imi..:  Bern^  4.3.  Trop- 
po fe  voUab.le  La  donna...  Cecch.  Mogi, 
l.    1.   Non    vogl.o   che    vo.    abbiale  0  lui 
per  si  pazzo  che    di    nuovo  v.  s,  mettes- 
se, o  Pandolfo  cosi  voltabile     che  egli  ci 
acconsentisse  .   (Cj     Ci,:ff.     Cai..   3.    85. 
Or   questo  r.pensamlo      io    ■"'    •"'«°'°; 
[Ch'ella  sia  tanto  rig.da  e    voUab.le  .  W 
S:   e     II     Follab.le  .    talora  .ale  òini- 
\t,o.    Can.co.   ..Da..   Sc.sm.^O.   Cos.  fu 
detta  a  battesimo  celebralo  in  Orenv.co  in 
voltabile  punto  ...  <0 

VOLTAMENTO.  U  .oliare.  Lai.  co,.- 
.crs.o,  .olulalio.  Gr.  ^^.-vwa.?.  S.  Agost. 
C  lì  Perchb  esso  vollamenlo  e  perver- 
so, però  la  cosa  inferiore  non  fa  la  volon- 
l'a  lea,  ma  esso  appel.lo  pravamente  e  di- 
sordmalamente.  Frane.  Sacch^  '""-^'^ 
Questo  voltamento  duro  ben  due  ore  e 
Tanlo  e  con  tante  percosse  dando  la  bol- 
,.   addosso  al  lupo,  che  .1  lupo  s.mor.^ 

VOLTANTE.  Che  .otta,  ì_^oluh.le  Lai. 
.oluh.l.s  .  ìnslatnl.s.  Gr.  alTKTOi.  «• 
r/  8  10  I  Meldolesi  alla  RomagnuoU 
voltanti,;  affannali  dalla  lo^S-  g""" 
ec,  apersono  le  porte.  Cron.  Mo,-ell.  358. 
Dubilossi  molto,  i  Sanes.  non  tenessono 
il  fermo,  si  perchè  sono  poco  nostr.  am.- 
ci    e  si  perchè  sono  voltanti. 

•0.  VOLTAHE.  Folgerci  e  s.  us..  in 
'  sign.fic.  alt.  neulr.  e  ne..tr.  pass.  Lat. 
H'tL.  Gr.  ,Tf£> £.v.  noce.  no..  78.  8. 
O, e  la  seco  ne  menò  in  camera;  nella 
?uae  come  fu,  voltatosi  addietro,  serro 
?a  camera  d- entro.  *«.  I:cn.  ^  ""^  ^ 
,4  Non  guardano  ri  m.-irnn<.,M;  a  eh 
d.lno  .1  ben.fiz.o,  ma  a  eh.  p.u  ne  debba 
dai  loro;  e  questo  da  ogni  parie  e  volto 
Tn  sé  medesimo  ,  e  solo  sé  slesso  risguar- 

*""  S  1.  Per  M..tare,  Con.  eriire.  Lai.  con- 
.erure  Ov.  oeTa^aiÀ^.-'-  ''"■  ^'-  ^"■ 
Ma  r  aspra  fortuna,  che  troppo  era  per- 
^;ace«llim.eidann,,  vol.on.m.  tosto 
in  amaro  la  dolce^a  di  quella  fuga- 

*  8.  II.  Follare,  s,  dice  ai.che  del  Far 
la  .oliata  a- cant.  delle. .e.  Men-.^  ^"'-7; 
Sa  quando  stretto  e  quando  dee  voltare 
Lareo  per  guidar  bene  una  carrozza.  fFJ 

"f  S     111      Follare  ,  .ale    anche    ÌIi.o- 
\ers.as.n.sl,a,oadeslra    0..icc.Stor. 

n  l55.  Era  riputato  p.u  facde  .1  soccer 
e'.;  il  castello  er  quella  via  che  aveva 
a  voluire  verso  Porta  Comasma,  che  per 
la  via  d.  Landriano,  che  aveva  a  voltare 
a   Porta   Vercelbna.  ,C/ 

*  S  IV.  ro/l."e.  '"  ''«"'fi^-  "tir 
„er  ì.er  .li  c.rcuito.  Bern.U.l.  2.  4-  l5_ 
^Ben  m.lle  braccia  verso  .1  ciel  saliva  E 
trenta  miglia  di  spazio  voltava   (  ,1    mu 

''%  '\.%  r.ototare,  ìollolare.L^t    w/- 


1773 


V  O  L 


V  O  L 


V  O  L 


vere,  valutare.  Gr.  zrJitvoìTv.  Dani.  Inf. 
^.  Qui  vtd' io  geate,  più  rb'  altruve,  trop* 
pa,  E  d'  una  parie  e  d'  altra  roa  grand* 
urli,   VulLindu   pesi  per   Iurta   di   puppa. 

§.  VI.  Per  /iicorrtre.  Lat.  co/ijugere. 
Gr.  /«rapeuyeiv.  Cas.  leu,  27.  M*  e 
parso  aecessariu  volUrnii  alla  bootà  e  iu* 
sttzia  di   V.   E. 

§.  VII.  Per  Parsi  a  qualche  operazio- 
ne. Cas.  leu.  5|.  lo  mi  »on  vultu  a  pas- 
sare  il   tempo   leggendo. 

§.  Vili.  Per  Mutarsi  tt'  opinione  ,  di 
pensieri  Cron.  More/I.  267.  Se  elle  sodo, 
noD  durano,  ma  suliìto  si  vultaoo,  come 
viene  loro  la  vulonlà,  o  un  poco  di  sde- 
gno, o  disastro. 

g.  IX.  Per  lo  slesso  che  !  oliar  le  spal- 
le, /tlam.  Cir.  l3-  21.  £  se  ei  si  fosse 
lutto  il  mondo  appresso  Visto  ali*  iacoa- 
tra,  non  avria  \oltato. 

§.  X.  Voltar  le  spalle,  e  Voltare  as- 
solutam-,  vagliano  Fuggire ^  Pigliar  la 
fuga.  Lat.  terga  vertere.  Gr.  TOC  voTrot 
«TiKJTjSi jietv.  ìiern.  Ori.  1.  5-  l^.  Pre- 
so il  tempo  quel  diavolo  sraltritu ,  Volta 
le  spalle,  e  comincia  a  fuggire. 

*  §.  XI.  Voltare,  per  Aggirare,  col 
quarto  caso.  Ar.  Far.  20.  loo.  Ascon- 
der vede  la  Greca  Morea,  Volta  Sicilia, 
e  per  lo  mar  Tirreno  Costi'ggia  dell'  I- 
talia   il  litu  ameno.   (Min) 

'é  §.  XII.  Non  voltar  la  man  sosso- 
pra  per  checchessia,  vale  Non  Darse- 
ne il  minimo  pensiero.  V.  MANO ,  §. 
CXCVI.  (C) 

^  §.  XIII.  l'oliare  una  cosa  ad  un' 
altra,  vale  Servirsene  per  altra  diversa 
da  quella  che  si  doveva.  Guicc.  Star. 
l8.  Il6.  Diceva  che  1'  aver  voltato  il  Re 
i  danari  ,  e  le  forie  che  avevano  a  ser- 
vire a  lui  per  la  difesa  del  Ducato  di 
Milano,  ali  impresa  di  Fuiilcrahia,  era 
^tato  cagione  dì  fargli  perdere  quello  Sta- 
lo.   (Cj 

^  §.  XIV.  7  oliarsi  a  checchessìa  , 
Jiguralam.  vale  Applicarsi,  Darsi  a  chec- 
chessia. Guicc.  Star.  16.  10.  Ma  erano 
superflue  queste  ddigenir-;  perchè  come 
il  Papj  fu  certificato  poter  fuggire  i  pe- 
ricoli presenti  ,  lasciati  gli  altri  pensieri 
si  voltò  con  tutto  1'  animo  alla  concor- 
dia,  (C) 

*t  §•  XV.  Figuratam.  Petr.  canz.  l^. 
1.  E  se  qui  la  memoria  non  m'  aita  , 
Come  suol  fare,  iscusinla  i  martiri  ,  Ed 
un  pensier  che  solo  angoscia  dalle  Tal, 
che  ad    ogni    altro    fa    voltar    h^    spalle. 

§.  XVI.  /  oliar  mantello,  figuratam., 
vale  Itìhellarsi,  Passare  da  un  partito  a 
un  altro.  Lat.  alterius  parlibus  se  addi- 
cere.  Gr.  il  vai  aiiorr^o'aaiiov-  Malm. 
I.  79.  Giacché  tutti  voltato  avean  man- 
tello. 

$.  XVII.  Vallar  le  punte  ad  alcuno, 
figuratam.  si  dice  del  Farscglt  contrario. 
Lat.  adversari  altcui.  Gr.  evavTtoùaàat 
T*vt.  Cecili.  V.sall.  Cr.  3.  I.  t  quel  mo- 
do Di  procedere  ha  fatto  or  nel  bisogno 
Ch*  ognun  gli  volta  le  punte,  lìuon.  Fier. 
l^.  4-  2.  Ma  quegli,  a  cui  crudel  volta  Ir 
punte  Questa  assassina  micidiale  ,  utfoga 
N  un  bicchier  <!'  acqua,  rompe  'S  uu  61 
di   paglia   il   rollo. 

§.  XVI II.  Voltare  j  maniera  provcr- 
bittle,  che  vale  Andar  con  cautela,  Sihi- 
fart  le  difficoltà,  e  t  pencoli.  Tenersi  sul- 
le generali  nell'  esporre  cose  difficili.  Lat. 
caute    incedere.  Gr.  nef  uiay/ACvw;  ^x*'* 

■IZlpi    TI  . 

§.  XIX.  Voltar  la  Luna  ,  diciamo 
Quando  ella  comincia  a  scemare  il  suo 
lume,  che  e  nel  trapassare  P  opposinoue 
del   Sole. 

§.  XX  Voltare,  parlandosi  di  dehiti, 
o  Crediti,  vale  larvargli  dal  conto  di  alcuno, 
e  impostargli  nel  conto  di  un  altro  ■ 


*f  *  §.  XXI.  Voltar  la  della,  terni,  de' 
Mercanti^  Accendere  la  partita  d'uno  al  no- 
me d'un  altro.  Amhr.  Cofan.  3.  6.  Pregam- 
molo.  Scado  venuto  il  tenipu,  che  vultjsse  la 
Detta  a  voi,  e  per  più  nostro  comodo  Di- 
ceste apeilamente  averli  debito  Con  esso 
voi.  (V) 

*  §.  XXII.  Voltar  i  danari.  V.  VOL- 
GERE, S-    XV.   (I  ) 

ir  §.  XXIII.  Per  Convertire.  Vii.  S. 
Ciò.  (tualb.  32/|.  Cunciofossecbè  r  uno  e 
r  altro  fuoco  (delle  due  cataste  di  legne) 
per  la  maggior  parte  già  in  carboni  ac- 
cesi  voltati   fossouti,   ec.   (V) 

*  §.  XXIV.  Voltati  in  là}  modo  a.-* 
verh.  ,  Come  a  dire  Pai  vedere  a  non  ce- 
dere.  Lat.  in  ictu  oculi.  fiuon.  Tane  i. 
9.  Tu  mi  fai  ricordar  or  della  mia.  Della 
mia  Lita,  quell'agtiol  liiatti;  Che  quando 
anch'  ella  eutrava  in  bizzarria,  Voltati  'n 
là,  r  era  un  crespcl  melato.  (Vj  Imperf. 
Tini.  D.  12.  T.  8.  324.  Le  bestie  ec.  non 
hauon  altro  che  una  (nomenlanea  invidia 
in  quel  punto  eh'  egli  scorgono  quella  tal 
cosa  di  buono  in  possedimento  del  loro 
competitore  ,  perche  piace  anche  a  loro  , 
e  potendo  s'  adirano  ,  e  avventansi  1'  un 
r  altr9  ,  ma  voltati  iu  1^,  te  ne  dimenti- 
cano ,  ne  ci  rimastican  sopra.  (F) 

•r  %.  XXV.  Voltare  da  una  lingua 
in  un'  altra  ,  vale  Tradurre.  Salvia. 
Disc.  1.  3l8.  Portò  qui  il  passo,  com* 
egli  e  stato  dall'  incomparabile  abate 
Itegnicr  nella  sua  leggiadrissima  e  piena 
di  tutte  le  grazie  versione  toscana  mira- 
bilmente voltato,  (li) 

*  VOLTATA.  L'  atto  del  voltare. 
Voltamento  .  Lat.  vrrsio  .  Gr.  orpocr,. 
Siilvin.  Opp-  Cacc.  Il  lione  ha  doppie  ver- 
tebre ,  oude  è  forte  e  veloce  insieme  ,  e 
agile   nella   voltata   della    parte   destra.  (Aj 

'\-  VOLTAI  ILK.  Add.  l  oltahile.  Ri- 
girevole  .  Salvia.  Cas.  Scorgesi  anche  in 
questo  cammeo  una  corona  voltatile  po- 
sta  sul   br.iC(.io   sinistro   di    Sileno.  (A/ 

VOLTATO.  Add.  da  Voltare,  fiocc. 
g.  6.  p.  2-  Perchè,  voltali  i  passi,  là  se 
n«-'   vennero. 

VOLTAZIONE.  //  voltare.  Lai.  volu- 
tntio,  volutalus.  Gr.  /uiiijua,  Fir.  As. 
286.  Le  spesse  voltazioni  or  su  uno  ,  or 
suir  altro  6anco  ,  sono  segni  incerti  e 
dubbiosi . 

VOLTEGGIAME.NTO.  //  volteggiare. 
Lat.  circumactiis.  Gr.  TTeJiffTOOii.  Serd. 
Slor.  8.  287.  Passando  per  varii  aggira- 
niciili  e  osculi  volteggiamenti  tli  coste  e 
d'  acque  ec  ,  finalmente  usci  dì  i.u»vo 
dair  altra   parte   in    un    mare   vastissimo. 

^  §.  F ^figuratam.  Tolom.  Leti.  lih. 
1.  lett.  a.  E  mi  \ergogna,  che  dell'es- 
ser tanto  lardato  a  seguii  In,  io  non  abbia 
altra  scusa  ,  che  la  malignità  della  sorte 
mia:  la  qu^le  sebbene  con  gravi  punture 
■Ili  b.i  IraGlto,  non  però  si  conveniva  ad 
un  animo  franco  e  purgalo,  sottoporsi  ad 
ogni  vulleggiamento  di  fortuna.  (Cj 

t  3  VOLTEGGIARE  .  /«  significato 
iieutr.  Girare  ,  o  Voltarsi  in  qua  e  in 
l'I,  Aggirarsi.  Fr.  i.iord.  Pred.  B.  Il 
nibhijccio  del  ninferDo  volteggia  e  s' ag- 
gira per  l'aria,  intento  alla  nredu.  Pass, 
licr.  17.  19.  E  r  uno  e  1'  altro  Nel  pU' 
gnar  volteggiando  è  dotto  e  scaltro.  Ar. 
Fur.  ^5.  77.  Or  si  ferma,  or  volteggia  , 
or  si  rilira,  E  con  la  man  spesso  ai coin 
pagna  il  piede.  Ciriff\  Calv  3.  89  La 
nave  di  Caviglia  alla  presenza  Ebbe  ve* 
dula,  e  come  essa  volteggia.  .ìforg.  1^  Aq. 
Q\Àì\i  h  r  allodoleila  a  volteggiare,  /.or. 
Med .  cani.  71,  6.  E  più  biascia  che  le 
mule,  Quando  intorno  mi  volteggia.  Last . 
in  adi .  39.  E  nondimeno  i  nibbii  ivano  a 
srhiere  Per  1'  aria  voltegi;iando  ,  E  per 
tutto  piedandii  Un  numero  infinito  di  pul  ■ 
Cini.    Pav      SciS'»  .   34    Erasmo  Roterò* 


damo  astuto  al  solito  volteggiò  (qui  figu- 
ratam. ). 

*  §.  I.  Volteggiare  ,  usasi  ancvra  in 
sigiiifiC.  nriitr.  pass.  Serd.  Stor.  |.  j5. 
(  edit.  3/1I.  I  oli.  dr'  Class.  )  MenUc  la 
nave  del  Gama  si  volteggiava  leolam«Dte 
a  prendere  il  vento.  (  M) 

*  §.  il.  Voltfggtanr,  in  signifie.  alt. 
vale  Girare  intorno,  m  Ar.  sat,  !t.  E  tulio 
il  mar,  senza  far  voli  quando  Lampeggia 
il  ciel  ,  sicuro  io  su  le  carte  Verro  ,  più 
che  sui  legni,  volteggiando  »,  F  Fur.  |5. 
ai.  Altri  Volteggiar  1'  Africa  ,  e  seguire 
Tanto  la  costa  delLi  negra  gente  ,  Ch-- 
passino  quel  segno  ,  onde  ritorno  Fa  il 
sole  a  noi,  lasciando  il  Capricorno.  Car. 
tn.  3.  7.'i5  trenti  a  vista  Giunto  d'  !• 
talia  ;  A  questa  il  corso  io  drizza  :  Ma  fa 
mcstier  di  volteggiarla  ancora  Con  luogo 
gi.o.  (V) 

*  VOLTERRANA  .  Term.  de*  3fura- 
tori.  Volta  lavorata  a  gesso  ,  e  talvolta 
colle  sue  ghiare  di  mattone  messe  per 
coltrilo.  (4f 

VOLTICCIUOLA  .  Dim.  di  Volta  . 
^  Min.  Malm.  png.  128.  Caldano  appel* 
lami  ì  ft>rnai  ({uelL  stanza,  o  vollicciuola 
che   hauoo   sopra  il  (orno.  (H) 

*  VOLTI*  ELLA.  Dim.  di  Volta. 
Cronichett.  25^.  E  dall'  un  muro  all'  al- 
tro era  al  pari  del  corridoio  volta  uoa 
volticella.   (Cj 

*  g.  A'  nel  signifie.  di  Passata  ,  Gi- 
rata .  Geli.  Frr.  2.  I.  Date  una  volli- 
cella  d*  una  nu-tz'  ora,  e  tornate  di  qua, 
e  io  arò  intanto  pensato  quel  che  io  vo* 
fare.  (C) 

•f  *  VOLTICELLa  Dim.  di  Volto, 
col  primo  O  stretto,  fturch.  a.  4^-  P*'" 
che,  aggiiniandu  il  vollicel  becchile  Col 
borbottar  mi  parti  lagrimando  (così  legge 
il  Vocahol.  alla  voce  Al<GKl>ZARe|  ma 
l' ediz.  di  Hampaz'tto  i566,  e  quella  di 
Londra  l'5'J  leggono  piìs  correttamente: 
il  volttcel  vecrhile,  perche  parlasi  di  i-ec- 
chia   di   mala   tilaj.   (  V) 

*  VOLTIGLIOLE  .  Term.  di  Mari- 
neria. Pe^zt  di  legname  tagliati  a  foggia 
di  balaustro  ,  che  formano  la  parte  su- 
periore  del  tagliamare,  e  che  rispondono 
gli  uni  agli  altri  per  meizo  delle  ma- 
.inette.  (A) 

VOLTO.  Coir  O  stretto.  Sust.  Viso, 
Faccia.  Lat.  vultus ,  facies-  Gr.  vpé^ot- 
Tto^.  liocc.  Hov.  4>  6-  Presentatagli  quel- 
la ,  secondo  che  ciascuno  monaco  faceva 
ec,  con  un  buon  volto  disse.  /;'  nov.  Só- 
lo. Suspirando  ,  e  non  tappieodo  che  , 
più  che  V  usalo ,  tpesac  volle  il  riguar- 
dava nel  volto.  Petr.  son.  2OI.  Subito 
scorse  il  buon  giudicio  intero  Fra  tanti  e 
si  liei  vidti  il  più  perfetto  .  Bemb.  Stor. 
4  Cì5.  Dei  quali  ninno  fu,  che  non  a  for* 
Z.I   e   con   mal   volto  il   rivedesse. 

*  §.  I.  Volto,  per  meta/,  vale  L'ap- 
parenza esteriore  di  cosa  che  non  ha  fac- 
cia Ott.  Com.  Inf.  7.  131-  Or  non  é 
licito  all'  anno  d'  adornare  Ìl  volto  della 
teira  ora  con  6ori,  ora  con  biade  ec.  (C) 
.4r.  Fur  aO-  82  Dal  duro  voUo  della 
terra  il  Sole  Non  togliea  ancora  il  velo 
oscuro  etl  atro.  ^.1/> 

^  %.  II.  Dare  nel  volto,  xale  Schinf- 
frggiare.  Vit.  S.  Gio.  fìat,  ai 4- Comin- 
cia niesser  Giesù  a  raccontare  ec,  come 
gli  tarrblie  dato  nel  volto,  e  coma  «gli- 
no  gh  tpuierelihono  nella  faccia.  (V) 

"*  §.  111.  Mutarsi  di  volto,  %'ale  Can- 
giarsi di  colore.  Segner.  Pred.  ].  I  Won 
è  Ira  voi  (hi  si  riscuola  ad  avvito  sì  for- 
midabilr  ?  nessuno  cambiasi  di  coloreT  Ots* 
sun  SI  mula  di  volto!  (fìr) 

t  g.  IV.  Gittareal \'olto,o  in  x'olta.^^gu 
ratam  l'ale  Rinfacciare ^fiimproverart.  Lai 
e.iprohrare,  obiicerr.  Gr.  evttets"*  Lah. 
3a8.  Che  gentileaaa  ti  può  dunque  d>  lei 


V  0  L 

.s.ereg»UU.lvoUo,orim,.rove,a.aDo„ 

t  §  V .  '"'  coraggiosa  nel  risf  o/i- 


farsi 
come  non   l"  imi'i 


-chi 


,1.1  lua  pisi'-  P"" 
e  al  lUionorc  Che 


nen 
Mi- 


;,„Jo  all'onta  b™'^^-;,--;^,,^  voi- 
hai  ricevuto?  ose  '•'°"  '^'  „^„, 

*  VOLTO.    5''"i^,;"'A.',%DiSer 

porta  il  riero  voUo.  f-'J  .,,     ;r,„ 

"^    *  e       l'olio,     P'r   O<ro  ■    /II-    I 
"«o:Nltù,^^a...one,o. 

le  Che  circondino  il  eap" 

"•'volto.   Co/pWn.oO  /or,».    ^^^. 

,„    ro/g.re.L^t^  «---__ -^;^,-, 

„^.nlo  il  mio  cammino      eh  P^^ 

-rirUfe:ri.eL,.8.^S.ea 

v^::;.t::^nr^r:^;o:':vL  la  chiave 

subito  ce  lo  aperse.  „.,„„,,„ 

J-   e.    I      ;  o/(o ,   per    Uisposw 

^'^.'■'a\  r,b^  "-"'-"" 

„  mi  loUe  la  xecca.    P""-   ^  ;';„;    ,,,,„ 

!■- :'':ì.^t::;£  :----- 

.    :i-  "perciocché  i  giovani  erano  più 
ihe  tnai  scorretti  e  volt,  a    vun^^O 

'dilfruti:matu;aadosi,i.  ai  colore. osso 

'"'t.v     ro/-o."?s'""'°«/"'°'rti 

«^^  ^  /  /.n  tit  In  che  modo  il 
'^''"""t.fsiUbene  chiarisca  reo.!  ne- 
„„o  .olio  "''^^  ".^.rore/ir.-iiosua- 
'^^A^Vn.T^    A'cuniaUriec.   ira 

XdTndetìX  di  novello  sia  tratto 
«"^';;rOtO     P<.^,e.e//»^Wg^;^: 


V  O  L 

.    ■  ■     ■       — lU  «alle  che  era  mollo 
^::t^;.  in  profondo,.    KjP^-»;Ca. 

1  „.t.,     r  venendosene      «'ro  '"■'"  "*•» 
vX    ciò.)   voltolando  giù  per  lo   monto. 

rr;!.  i^.  ■»  ''eriefros.b.^i^.- 
5.FBiia'3^^:vt-~ 

(n,.i   .■:■  intendo    *"'"''^;  (?' ,  „^,      J 
^"VOLTOLONE.  e  VOLTOLONI-  f^^ 
■er/'.    Con   voltolarsi  .    Lor.    lueu. 


V   O   L 


1773 


i-flrh     Con   voltolarsi.     »-"' •    -- 
;;     .0    mi    posi  a  seder  lungo    la    gora 
BÌiandoti  la'  su  q-'la  ,-Uoloni.    ? -n /, 
Vwr    l5   5oo.    Si  voltolo  su  pel   letto  , 
cóli   vÒltolo-ie  s-  usci    dalla    parte   di  die- 

""•Ir  «  VOLTONE.  ^ccrescU.di  lolta. 
Vaiai,  par,.  2-  leti-  I-  Supponele  che 
.(wi'i  non  vi  fosse  altro  che  la  terra  co- 
^"u'I  un  voUone  immenso  di  pie  rad 
^ogmr^le,  dal  quale  pendessero  e.M; 

"voltura.  Rivoluzione.  '"■'•»• 
.06.  Ne'  detti  .empi  sono  n-escolato  e 
.Imre  della  Cicilia  .  h  9.  8J-  Q""  » 
ura  del  Bo  di  Navarca  e  del  fratel  o 
..sa,  d.edono  che  pensare  a  Franceschi  • 
/■■  10  il  11  logato  di  Spagna,  uomo  sa- 
!is."imo',  e  pratico  dello    mondane   voUu- 

"'§"•     rolliira,   vale    anche   11  voltare 

■'"j!Tn°^"rradu..one.Traspor 

taZl  d'una  in  altra  '■"?- ;    f £", 
/  ett     Mi    chiamo    pago  e    contento    dell 
app  auso   che    late  alla    notizia    de    fuush 
ec,  illustrata  con  la  voltura  del  passo  del 
noeta  latino.  lA)  ,      -^  / 

*  VOLTURNO  .  Lo  sUsso  che  !■  ut 
,„;„o     ".../-.   -68..    .IWllieoso  Aia 
,c,   1  6eri  Alridi,  i  Dolop.  e  gU  Argm. 
Tjtti  ne  turon   sopra  in  quella   guisa  U. 
onnosti  un  contea  T  altro  Affrico  e  Borea 
TZTm.o  e  Volturno    accolta    in    mezzo 
lian  le  sel.e  stridenti,  0  '1  mare  ondoso, 

'  VOLVA.    Terni,  de'  Bolnnici.  Borsa 


fa/ice    proprio   de'  fungili  , 
'      '  ,     ../;     ..oc/,. 


,/  qu. 


,Su'^:;^n:iU:alle  ^uaH  s-atta^a 
"°i'oZrO^>^y^^^rO.  Il  voltolare.  L^ 

"iVoWe  ec.  ;  questo  voltolamento   duro 

'•^"vo'lTOLARE.     Bivoltare       rranc 
,.      i       \       ir     Questi  diavoli,  che  van- 
■rbnX,no„tn"oseaonmale;chb, 

^„  che  àuro,  ma  la  bolle  mia,  che  era 

BJLilngiro^P'rJe^^XL'Zi. 
';c«:r?-6    Cad.leg-o,evol. 


irò  sviluppo,  e  che  si  rompe    e  ri, lane 
lacerato   nel  loroaeCresc,n.en,o(Aj 

volubile.  Sust.   Cr.  b.    \i2.   »■   '- 
volubde  fe  un-  erba  ,  la  quale    s'   involge 
loora  le  piante,  le   quali  son  prossimane 
cd'lpoco'calda,  ma  molto  secca;  la  qual 

cosa  la  sua  tortura  dimostra. 

VOLUBILE.  Add.  Che  agevolmente  si 

,        ,     .   II.,    l  .,1    voliihiii,  instttbilis. 
volta.  Installile.  L.V  .olu^  i.  ^^^^^ 

Gr.  asT^tTo;  .   fetr.  con-.    44 

questo,  alla   sua   volubil    '""'^ .^'^M 

!■:  .,o„.     292.    O    tcmi.o  ,  o   ciel    vob^b.l  , 

he    fu."..ndo    Insanni  1    cechi    e   miseri 

.ti/nh     20    Cominciammo  a  rasio- 

r;r    e         Ile    volubili    operazioni    della 

oituna    Maestrii...   ..   .5.  .^;>  --  -; 

aosipuoconside.arelac,c,ta.lla    -te 

//r    Fur     21.    l5.   Ma  costei  più   volubili 
lo  foglia.  Quando  d-autu^^n^oe^piupnva 

Lrra'srolgrreT,  corso  presso  Caridd 

tronca  0  ramo  che  sale  a  -'Z"™  •  ""'■7. 
tnndo^i  ad  altre  piante,  come  fanno  l  con 
volvoli,  ifagiuoli.ee.    (A)  ...„,■. 

*   e.   11.    F.  figwatam.  parlando  à,  Pi 


,corso.  Parole,  o  simili .  vale  Agevole 
Facile,   lario.   Tass.  Cer.   Uh.    20     l3. 
Cosi  éorrean  volubili  e  veloci    Dalla    sua 
bocca  le  canore  voci.  (Min) 

-^8  111  Aggiunto  di  voce  vale  l'i'- 
,ll.fie  Che  f modula  facilmente.  Bart. 
CI  ;-■'  386.  Che  direm  Clelia  voce» 
Q'uanto  ;=  più  chiara  ne'  cani  cc^pm  «>■ 
ve  e  volubile  negli  usignuoli,  (lì 

>-.  VOLUBILISSIMO,  iuperl.  di  I  o- 
luhile.  Segr.  Fior.  Fr.  7-  Q"""  "="'»'• 
s  mplicenfen.e  sulla  volonti  e  fortuna  d. 
hi  'gli  ha  falli  grandi;  che  sono  clue  co- 
,e  volubilissime.  (Cj  Segner.  Fred.  Pai. 
4v  IO  q.  Il  f  "J"  """  "gg'"6'"=  'P"' 
Io  ia  preda  da  lui  scoperta  ,  non  perche 
e!li  non   sia  velocissimo    ee.     ma    perche 

.lall  ;•  vn\ul'iHssimo.   (TC)  

%01  UBILITA-,  VOLUBIUTADE,  « 
VOLUBILITATE.  Bivolgimento.  Dispo- 
sizione a  volgersi.  l^^^.'O'iluliU-'.jy'- 
•  .  Vir  Dial.  beli.  donn.  JOg- 
^;^:^daf;;';n^ue  le  bande,  .=  più 
Levolmente,  che  nessuna  altra  volgersi 
dove  le   piace;  la  quale   volubditaec. 

l  Per  metafora,  vale  Incostanza.  Insta- 
biu'th;  nel  qiial  significato  p,u  comunemente 
s'adopera.L.  voluM.tas,  inconstania.Oc 
«^,««V.  Biit.  Inconstanza  e  ;;o  "l"'""-  •" 

::i;.e^ub:,ra--c^-'^-: 

di  ostinazione,  rio 

VOLUBILMENTE.  Avverb.  Con  ma- 
niera volubile .  Instabilmente  Frane 
c.b  „ov  iq3.  Quanto  volubdmenle  la 
fr  mandi  suTcoYmo  re  Carlo  Terzo  a 
es serrBe  di  Puglia  e  d'  Ungheria  ,  e  come 
^uLuo  il  mando  iu  alto,. auto    subito,» 

più,  il  volse  a  basso. 

^  VOLVERE.  /ce/.  VOLGERE. 

TVOLVEVOLE.  Add.  .^Ito  a  volve^ 
re  o  ad  esser  volto.  I  egee.  pag.  ib2. 
,Fr  l8l5  1  A  questa  (torre  movibile ) 
(Fir.    IBIS  )   a  4  ^    maestro 

molto  ruote  di  sotto  per  arie  e 

„„o     oer  lo  volvevole  discorrimen- 
pongono,  per  10  vo.  amnia 

,0     defle    quali    cosi    grande     ed     ampia 
randezza  si  muove.  (/!) 
'  yOLMTOnt..    de  volve. 

r^;'T:,r  "  .'■.ta-ur-suS: 

:t:ic^":[:^;e:osrmondane     einvich. 
sa  de'  beni  medesimi    che    essa    m   avea 

P't'j' VOLUME.  Libro  -"-"P"'"' "  ";• 

^     „„        Lil      volumen    Gr.   ^i^XiOV  . 

r,        ^;.ew    1.2    12.  Ed, 1  Lucano  voi- 

^T"'" 'ostTcredmoV-llo   stosso  au- 
volume,  cosi   1  """"jT,       ,^    ;„    volume 

:he  t:;rin  quel  volume      fuor^J^; 
mente  picciol  numero  di  parole 

,/,    ni  CUI  e  divi.io    ■- 


delle  P-"  '"•"'7;%:-g:come  facemmo 

concio)  ./.  19-  r",,, io      disputerò    nel 
quanto  mi  donerà    Icldio,    o    i 
seguen.e  volume.   r/.l  p         33 

^>     III      Figuratam.     l'ani,     ru 
^'  e     j»  vidi  che  s   inlerna,  Le- 

^t^"l''ltr^:-vo'---'^^''= 
f,'r  r  universo  si  squaderna. 


1774 


V   O  L 


*  §.  IV.  f'oliime,  si  piglia  anche  per 
Optra  leiUraria.  F.  Vili.  Vii.  11.  I  vo* 
lumi  ch'egli  compuse .  ÌÙ  la.  I  vulumi 
da  luì  composti,  dcgai  d'  essere  laureati, 
ìd  luogo  di  mirto,  e  d*  ellera  furooo  alle 
sue  degoe  tempie.  {FP} 

§.  V.  Per  melaf.  vale  Confusione^  Vi- 
luppo, Vilume.  Lai.  dìffìcultas,  con/usio. 
Gr.  x'-'-^-^s "15»  «'-''yx"^'?-  ^-  ^'-  7-  79- 
1.  Pareudo  a' cittadini  il  detto  uficio  de' 
(]uatlordìci  d*  una  grande  coiifusioae  e 
volume  ad  accurdjre  Uoti  divisati  aaimì. 
*  Frane.  Sacch.  rim.  Guerra  perpetua 
ec.  £  aeir  ahisso,  ov'  è  Satan  itidcgoo  E 
Lucifcr  con  gli  altri  in  un   volume  .  ( Pj 

^  §.  VI.  l'olame,  si  prende  anche  per 
Mole,  Grandezza,  o  Estensione  di  un  cor- 
pò.  f  Pecor.  1.  a.  Come  voi  sapete,  il 
dicreto  è  di  mioor  volume  «  che  non  e 
la  legge».  (Cj 

*  §.  VII.  E  per  simili  t.  Segncr.  Prcd. 
Pai.  j^p.  3  i6.  Se  Duo  fece  aneli 'egli  calare 
fuoco  ÓA  cielo,  lo  fece  volare  ce.  da  un 
vicioo  VciUTÌo,  die  chiamo  io  lega  affine 
di  abbattere  con  volumi  di  Eanirae  ,  con 
pomici  ec.  1'  ioespugnabile  cittadella  di 
lolo.  (TC) 

^  §.  Vili.  Volume,  poeticamente  può 
usarsi  anche  per  Giro,  liivolgimento.  Ri- 
voluzione. Dani.  Par.  26.  Quattromila 
trecento  e  due  volumi  DÌ  Sul  desiderai 
questo  concilio  (cioè,  rivolgimenti  peno* 
dici  di  sole,  od  anni).  (Mj 

VOLUMETTO.  Dim.  d,  l'olumej  Pie- 
ciol  volume.  •■•  Bocc.  ì'tt.  Dnnt.  25^.  Egli 
primieramente,  duranti  ancora  !e  lagrime 
della  morte  della  sua  Beatrice,  i]uasi  oc) 
suo  ventesimo  sesto  anno  compose  in  uno 
suo  volumetto,  il  quale  egli  intitolo  Vita 
Nuova,  certe  operette,  siccome  sonetti, 
ec.  Ped.  leti.  2.  278.  Questa  settimana 
mi  e  stato  mandato  qui  a  casa  il  suo  vo- 
lumetto delle  sue  canzoni  spirituali,  e  per 
quello  che  ho  potuto  comprendere,  ee.  (1) 
Segner.  Htsp.  Quiet.  6.  8.  Di  queste 
osservazioni  6nissime  ce.  V.  S.  ne  trove- 
rà tante  insieme  in  un  volumetto,  qua) 
è  questo  dell*  impugaatore,  che  stupirao- 
ne.  (TC) 

*  VOLUMINOSISSIMO.  Superi,  di 
Voluminoso.  Cr.  t'refaz.  Sarebbe  stata 
troppo  lunga  opera  e  malagevole  scorre- 
re da  capo  a*  pie  libri  per  lo  più  volu- 
minosissimi,  per  iavestig.irvi  ce.  Z*^/ 

•f  *  VOLUMINOSO.  Add.  Che  e  di 
gran  volume.  Menz.  rim.  l.  67.  Reale 
incontro  I  conio  numi  e  cento  Uscir  dagli 
antri  algosi.  Il  rrin  voluminosi,  E  ricchi 
(li  non  solito  ornamento  (  qui  vale  viìixp- 
pato,  folto  ).   fSS) 

VOLUNTA'.  VOLU.NTADE,  e  VO- 
LUNTATE.  Lo  stesso  che  loloutà.  Ln. 
voluntas  .  Gr.  ^zMir'..  Tes.  Ih-.  8.  49. 
Voluntà  si  ò  un  leggier  mutamento  che 
alcuna  Volta  \  iene  al  corpo  e  al  cuore 
per  alcuna  cagione,  siccome  alIcgreEu, 
cupidità,  paura,  cruccio,  nialiua,  fievulex- 
sa,  ed  altre  somigUjoti  cose-  #  Salvereg. 
pag.  66.  (  Livorno  1799)  Tu  se'  er. 
tionnj  0  madonna  di  tutti  ;  e  non  sola- 
nxrnle  degli  amiri,  ma  se'  donna  delli 
uemiri  ,  e  neuno  puote  conirailare  alla 
tua  vuluntado.  I^inf.  Fies.  384-  Smadcc- 
cbia  vcggcodo  il  suo  lamento,  E  la  ver- 
f;ogna  e  la  sua  puntate,  S' avviso  che  di 
suo  consentioientn,  Nun  fusic  questo,  o 
di  sua  vi>luntate.  Ma  fusse  stato  con  is- 
foreamenlo.    (li) 

*  g.  Per  Voluttà  ,  ma  m  questo  sen- 
so e  V.  A.  fioeM.  58.  Le  rirrhcuc  per 
polenta,  e  per  volunladi  dctidcrano  (  il 
lat.  ha  :  divilias  o1>  poicntiam  volupla- 
tesquc  dcsiderant)  .  Fa%\  Vsop.  ii3.  l'oi- 
siamo  ec.  per  lo  Scimio  siudice  intende- 
re chi  s'  inchina  alla  voluolà  del  curpo 
e  immette    le   sue  deboli    ragioui  :  e  per 


VCL 

la   volpe  inleodi  il    corpo,  e  le    voluaudi 
iue.    (V) 

VOLU.NTARIAMENTE.  /'.  A.  Av- 
verh.  /  olontariamente.  Lat.  voluntarte. 
Gr.  s/3J7i'ui.  Maestruzz.  2.  II.  5.  In 
colui  che  giucò  voluntariamente.  Boez. 
G.  S.  84 .  Se  IO  considero  gli  animali 
ce.  nullo  ne  trovo  ,  che  ec.  voluntaria- 
mente alla  morte  corra. 

VOLUNTARIO.  /'.  A.  Add.  Volontario. 
Maestruzz.  2.  il.  5  Quando  o  volunta 
no  con  vuluntario  giocano  insieme,  è  te- 
nuto   colui ,  che    vince,  a   restituzione  7 

JS    VOLUNTIKRl.    /.     Volentieri.  (CJ 

«    VOLVOLO.    /></.  VOLVULO.    Aj 

*  VOLUPTA*.  /'.  A.  Ved.  VOLOl- 
TA'.  ^^ 

•f  *  VOLUTA .  Sorta  di  ornamento 
proprio  dell'  ordine  tonico,  o  del  Compo- 
sito, ti  qual-j  rappresenta  una  scorza  tf 
albero  attortiglinta^  e  voltata  in  linea  spi- 
rale. Magai,  part.  I.  lett.  23.  Quel  mar- 
mo che  a  tirar  per  dritto  non  sarebbe 
vt-uuto  innanzi  quant'  e  la  grossezza  d* 
un  capello  ,  fatto  girare  colle  volute  di 
quella  spira,  ne  veniva  quanto  bisognava 
ec.    {Aj 

'^  §.  I.  Per  Giro,  Voltata  .  Bellin. 
Disc.  1.  100.  Quando  quel  maladctto  del 
picchio  sente  la  lingua  ben  carica,  comin- 
cia a  girare  pian  piano  un  certo  arganetto 
<li  inuìculi,  che  egli  tiene  avvolti  al  canale 
dcir   aria   con   olio   o   dieci   volute.    (C) 

*  2*  *(•  l^cr  fìolcamcnto.  liart.  Op.  l. 
6^0.  Come  1'  Aquile  che  ite  con  quelle  lo- 
ro ampie  volute  montando  largo  largo  per 
r  aria  fin  d'  appresso  alle  nuvole  ,  indi 
piombano  giù  ec.    (D) 

*  §.  Ili  Per  Quelle  rivoluzioni,  o  spi- 
re, in  the  si  ripiega  il  guscio  delle  chioc- 
ciole. Bnrt.  lUcr.  I.  II.  Alcune  (chioc- 
ciole )  si  girano  con  volute  campale  T  u- 
na  fuuri  dell'  altra,  appunto  come  se  si 
attorcigliassero  intorno  a  un  fuso.  lì  ap- 
presso :  Che  direm  di  quelle,  a  cui»  su  le 
giunture  d(--lle  volute,  spiana  una  cornice 
di  meraviglioso  intaglio  T  (Br) 

VOLUTO.  Add.  da  Volere.  Segner. 
Mann.  Agost.  3i.  3.  Convien  che  lascilo 
nctl*i   voluta   freddezza. 

VOLUTTÀ',  VOLUTTADE,  e  VO- 
LUTTATE.  t.'he  git  antichi  scrissero  an~ 
che  VOLUPTA'.  VOLUPTADE,  e  VO- 
LUPTATE.  Piacete  L»!.  soluptas.  Gr. 
/;oo»i]'.  ì)ant.  Conv.  i56.  Quelli  disse, 
questo  nostro  fine  essere  voluptaJe  ;  uon 
lìico  voluDtade,  ma  scrivala  |>cr  p.  cioè, 
diletto  sanza  dolore.  Capr.  Boti.  10.  2l4- 
La  natura  non  ha  dato  agli  uomini  ec. 
il  più  grave  ed  il  più  pestifero  male,  che 
la  voluttà  ed  1  diletti  del  corpo,  h  ap- 
presto: Da  che  nascono  il  più  delle  vol- 
le i  tradimenti  ce-  ,  se  non  dalla  vuluttà 
ec.  Podz.  st.  I.  75.  Voluttà  eoo  bellezaa 
si  gavaixa. 

4  VOLUTTABRO.  V.  L.  CMe  vale 
propriamente  Luogo,  o  Pozzangora  dove 
SI  rav^-olgono  1  porci j  e  figura tam.  si  a- 
dopera  per  Laidezza,  Sozzura.  Lat.  i*o- 
luta'irum.  Siiti.  Claiistr.  462.  Subitamen- 
te si  son  rivolle  e  converte  alti  vaui  fa- 
vellamenti  delle  mundaur  lordure  e  delh 
voluttabri,  cioè  delli  fanghi  delle  sooe,  e 
lorde   srurnlitadi.   (C) 

<^  VOLUTTARIO  lo  stesto  che  Vo 
luttuario.  Salila.  Annot.  Mur.  a.  365. 
Ora  il  poeta  morali-,  e  cristiano  disprofa* 
na,  per  cosi  dite,  la  rosa,  s'ccomc  \*  mor- 
te, iid  quegli  vuluitarii  senlimrnli.  (Ci 

*  VOLUTTUARIO,  .-tdd.  Peditoalla 
voluttù.  Lat.  vo/uplarius.  Gr.  ^t}r,^ovOi 
Segn.  F.tic.  liti.  1.  cap.  5.  Oli  uomini 
vili  lianno  il  sommo  bene  nel  piacere  col- 
localo ;  onde  nasce  che  tali  amano  la  vi- 
ta voluttuaria.  Che  tre  vite  sono  nel  ve- 
ro quelle  che  hanoo  più  favore    di  lultc 


V  O  L 

l'altre:  1*  una  è  la  voluttuaria  ec,  1' altra 
è  la  civile,  e  la  terza  è  la  conlemplati- 
va.  (B/  Salvia.  Pros.  Tose,  i,  HO.  Guar- 
date che  convito  ipocondriaco  per  uq  fi. 
losufo  voluttuario.  (*) 

VOLUTTUOSO.  Add.  Pieno  di  pia- 
ceri e  di  passatempi.  Lai.  voluptuosus. 
i'.v.  yi>/-,'oov5;.  Agn.  Pand  5.  Guarda- 
tevi adunque  dal  viver  voluttuoso  ,  dalle 
male  comjtagnie  ;  conservate  il  vostro,  OOO 
ispendcte  più  che  portino  le  vostre  fscultà. 
•f  tmperf.  Prov.  D.  X.  T.  3.  l3.  I  pri- 
mi 5on  beni  da  uomini,  e  da  voluttuosi 
uomini,  e   non  son  beni  da  Dio.  (F) 

*  §.  Voluttuoso,  dicesi  anche  oggidì, 
e  specialmente  da'  Legali,  di  Ciò  che  no» 
è  utile  o  necessario  alla  vita,  ma  che 
serve  solamente  al  lusso,  alla  voluttà.  (A) 

*  VOLUVILE.  /'.  A.  Volubile.  Guitt. 
lett.  39  88.  Tutte  queste  cose,  che  sot- 
to la   voluvile  mondana  ruota    soao.  (Ì^J 

UOMACCIKO.  Ptm.  d'Uomo.  Cecck. 
Mogi.  4-  X.  t^  li  par  Cambio  uomaccioo 
ài  chetarlo  colle  promesse?  *  Bellin. 
Bucch.  233.  Questo  è  buooìo  boooino  ; 
E  questo  non  par  egli  un  uomaccioo?  (B) 
UOMACCIO  Peggiorai,  d'  Uomo.  Gal. 
cap.  log.  3.  178.  E  se  tu  vuoi  coooscere 
i  sciaurali,  Uomarci  tristi,  e  senza  discri- 
zioue,  ec.  Geli.  Sport,  a.  3.  Perchè  chi 
loe  moglie  alla  fine  è  tenuto  uo  uomac- 
cio.  Segr.  Fior,  .l/dnt/r.  3.  3.  Aocora  che 
fosse  un  uomaccio,  pure  le  carni  tirano, 
t  UOMaCCIO?(E.  Uomo  grande,  e  dt- 
cesi  così  rispetto  alla  statura,  come  alla 
dottrina  ed  ni  va/ore.  Cecch.  Dissim.  prol 
^c  darà  tanto  da  considerare  questa  com- 
media agli  uomaccioni,  rb*  ella  ouo  si  ri- 
cordi di  far  ridere  più  di  quattro  volte 
aoco  voi  ^io\anÌ.  '^  Al.'rg  2x7.  Fu  Mes- 
ser  Pagolo  dell'Ottonaio  in  Firenze  un  uo- 
maction  reale  e  dabbene.  1  7V>  Bellin.  Cic 
Bucch.  i4-  Qutt  che  verrà  nella  mia  luo- 
gotenenza cicalaioria,  non  è  arnese  di  ca- 
sa mia,  perchè,  com*  ora  vi  oarriTu,  da 
uomaccioni  d*  iiiarrivabil  tempera  egli  è 
stimalo  maravigliosamente,  ed  in  casa  mia 
ec.  (Bj  E  Disc.  i.  127.  Noo  \i  parreb- 
b'  ella  una  cosa  assai  più  bella,  e  che  di 
puerile  e  facile  diventasse  da  uomaccioni 
e   degna   di   maraviglia  ?   (C) 

•f  *  VOMERALE.  Ferrareccia  parU- 
iolare  compreta  tolto  i  grossi  lavori  di 
ferro  che  si  fabbricano  alla  Magona,  ed 
V  quel  ferro  dell' aratro  che  fende  la  ter- 
ra. Salvia.  Fier.  Buon.  3.  5.  5.  Qui  la 
fendente  pare  la  parie  dell' aratro,  la  qua- 
le fende,  cioè  il  vomerale,  ferro  incastra- 
lo nel  toniere  .  (A)  F  Geor.  lib,  \. 
Vomere  e  «ornerai  robusto  e  grave  Di 
curvo  aratro.  ( F) 

VOMERO.  <•  VOMERE.  Strumento  di 
Jerro  conca*o,  il  qual  s'  incastra  nell' a- 
r.itro,  per  fendere  in  arando  la  terra.  Lai 
iomcr,  vomis.  Cr.  Jvt; .  (>.  I.  12-  A- 
Appresso  ciò  proccurì  aver  buoni  aratou 
e  buoni  vomeri  .llam.  Colt.  \.  5-  £  gtà 
senta  il  lerren  (  che  ne  è  l»eo  tempo  ) 
Del  suo  vomer  no\oI  la  prima  piaga.  K 
3o.  Il  votiicro  .  1]  niirruo,la  falce  aduo- 
ca   Man    cing-ate   le   forme. 

*^  I.  Per  nirt.tf.  Petr.  son.  I92.  Vomer 
di  penna  rou  sospir  del  fianco.  Amet.  63. 
E  cercante  con  vecchio  vomere  fender  la 
terra,  di  quelli  disiderante  li  grazio»  te- 
mi ,  Ia%ora   milaroo. 

*  g.  II.  I  omero,  Ttrtn.  degli  Anato- 
mici, Lamina  ossea  colloceita  tra  le  dme 
fosse  nasali  ;  ed  e  così  detta  ,  perchè  so- 
miglia al  coltro  ,  o  i'omerr  dell'aratro.  (A) 
«  UOMETTO.  Dim.  di  Uomo.  Lai. 
homunculus,  tir  Citv3^«i~»'«xot.  Cor. 
leti.  I  |-6.  E  eoo  tulio  che  sta  un  uo- 
melto  COSI  fatto,  le  riuscirà  meglio,  rhc 
di  paruta.  {*) 

VOMICA.  Sust.  yome  di  malattia   As- 


V  O  M 


ctsso.  Postema  supp..,^"--  L"'-  "'«"•"■'^.  1 
aposlcmo  supp«r«tum,  vomica. 

S      Vti-  Sorla  M  medicamento    ,la   fai 

^™;ior«       Jomittilorio  .     Buon.    /•'";• 

Ha  Dimoile  vomiche  Ho  fra  n,a„i..u 

che  n,».,  cl,e  me  m.ae».m>  F""  4";'>' "" 
„iUrman,,oWol-.'^/:^  'l,."""^' 
4.  \05m-AHE.  /  •  /<■  I  owitare.  Lai. 
J«re,  ,om,.«re.  Gr.  ^«i».  D-  (.jo. 
a//.  /.«.  ig.  NoD  poKu.  ...augia,  nulla. 
„.i  ,on..ch;ra..  Coti.  >S.  la.t.  No.  ab- 
biamo iu  .,l.l.omi..a..one  quello  ih.  uo. 
.emo  co.Uelli  a.  vom.care  per  ''"•;".= 
MDPiamo  che  .lovremo  esser  vomici,  della 

.ia  Cr.  .V.  l-  .0.  Lo  cane  che  munsi.. 
la  carogna,  e  poscia  la  vomica.  I;.  ..rP'«- 
';„..  Sicl....euU,oha  --•'--: 
ouana- eali  vom.ca.  ^/''"-r  2.  .50.  luva 
rmele1ma.isianeche»basu,..epei 

veolura  sa.ialo  tu  lo  vom.tb.. 

7  S  A-r  ,-.r(../.  .«■  Ciò.  (insost.  32 
Non  solame.ile  l"  hanno  poi  vo.mcato  ma 
eziandio  si  son  levai,  contro  a   lor  doltoi. 

•t  *  VOMICA/IONE,  lomizione,  l  o- 
mitamento.  SaUin.  fier.  Juon.  l.  2.  J 
Di  molle  vomiche:  forse  vom.ca.ion. 
voniilivi,  meilicamenli  emelic.    f.-f; 

UOMICCIUOLO.  l'im.  d'Como.  Lat 
honnincio.honinnriilus  Gr.av3=w-' l'O" 
i,6.  ()p.  Av.  ^.  iS.  yucslo  uomiccuolo 
povcrelio  fue  messo  a  cavare  .n  sommo 
UDO  fondamenlo  a'  uno  p.,lQ«o.  /^<n/.  A. 
Crcg.  ,W.  Se  io,  o  Pieuo  l-  d'""' 
solamente  quelle  coso  «^  l"'^ '"^  :"  ^"  \„  = 
quali  io,  che  sono  uom.cc.uolo,  ho  veduto 
2er  me  medesimo  di  buon,  e  pcMell.  uo- 
mini che  ci  sono  stali,  ec.  /orsl'Ung. 
fir  103.  Ricordisi  della  novella  d.  que 
due  corvi  che  allevava  quel  buono  uomic- 

""vOMICllEVOLE.  r.  .■).  AM.  Che 
provoca  il  vomito.  Atto  a  far  vom.care 
Lai.  .■omitórii,^  .  Gr.  j,x£T.«;  .  f-  O- 
A,.  1.  Non  sidee  dare  se  non  quando 
fa  materia  è  digesla,  e  quando  ,1  corpo  e 
disposto  a  flusso,  siccome  ncll  altre  vom.- 
cheiroli  medicine. 

"■  UOMICIATTO.  Uomicintloh.  Lai. 
Aom,„ic.,/..*  ,  homiincio  .  Gr.  a";??"^'" 
,xo;  .  ior.  Mei.  .Irid.  prol.  Egli  e  ..n 
certo  uomiciallo,  che  non  e  nessun  di 
voi,  che,    veggcndolo,  non   1  avesse  a 

noia  r  l""''  ■<'"■">  "'"'P'°  '  ''", 
"//a.oreOMlCIATTO).*  F.r.  Vuc. 
an.  110.  Se  la  leggerezza  .n  ogn.  uom.- 
d„,o  è  biasimevole  ,  che  d..bb.amo  d.re 
di  quella  a-  uu  Principe  ,  del  quale  ogn. 
allo  ed  ogni  operazione  tende  o  al  danno 
o  ali-  utile  .lello  "mve.salej  ««  /e|- 
g,  il   Vocahol.  alla  voce  TEUDEBE  ,  § 

cÓmICIATTOLO.  Uomicciuolo.  Lat 
homuncdus,  homuncio.  Gr.avSfum »;<»;. 
Segner.  Fred.    6.    4-    Non    polra    Baccare 
con   armi   si    poderose   T  orgoglio    ad    un 
feccioso     uomiciatlolo     quel    gVau     Uro, 

'  l'i  VOMICO.  V.  A.  Susi,  romito. 
Ca\alc.  Discipl.  Spir.  117.  S.  fiero  chia- 
ma  ,  rhi  cosi  adopera  ,  cane  r.lornalo  al 
vomico  .  (I  ) 

VOMICO.  '■-  A.  Add.  Alto  a  far  vo- 
milar,;  Che  incita  al  .omKo.  Lat.  .■om.- 
,„r„.s  Gr.  .>.T.«-4.  W.  Jldobr.P.^. 
W.  Se  ciò  è  per  gli  umor,  che  s.eno  nello 
stomaco  ,  SI  si  conviene  purgare  per  me- 
drcTnavomica.    Cr.  6.   .25...La,as.ae 

calda  e  secca  nel  leno  grado  ec.  :  e  mel- 
tes.  nelle  vomiche  raedrcine  ec. 

tOMlNACCIO  .  reeg,orat  à-  Uomo. 
r,r.  Triii.  2.  3.  Si  va  ,  e  Baal.  pò.  a. 
questi    uominacc. 

VOMir.E      r    A.  Lo  stesso  che   lo- 


V  O  M 

milare.  Lat.  vomere.  Gr.  £>t:v.  .y.  Al- 

dohr     P.   K.    12-  Dovete  sapere  che  1  ae- 

la  tiepida   dona   talento  di  vomii  e  .  M. 


V   O  M 


1775 


JlJobr  Jl.  I  ■  Se  vomne  gli  avviene  per 
lamed.c.na  che  sia  crucciata  colla  suslan- 
zia  dello  stomaco.  Anigh.  5l  Allora  gì. 
occhi  lieono  le  loro  lagrime  .  anzi  le  vo- 
miscono con  due  fonti,  bagnando  la  lac 
eia   Cini  per  similil.  1- 

VO.MITAMENIO.  //  vomitare.  J-.it. 
vomitu^  ,  cornino  .  Gr.  iM2T0;  .  ,Vcg-icr. 
.V„««.  .Igost.  il.  4-  Il  vomilainclo  dun- 
que none,  a  favellar  g  ustamente,  la  dan- 
nazioocì  è  la  disposizione  a  tal  dannuzio 
ne  *  /■.  appresso  :  Non  t.  accarezza  più 
con  delizie  spiritali ,  eh'  è  il  primo  gra- 
do, come  dicono  alcuni,  di  questo  vomi- 
lamento;  ti  lascia  sopraffare  ec.  !«/ 

:?  VOMITANTE  .   Che  vomita,  l-at 
vomens.   Gr.   sVwv.   /«o,..   /Ver.  3.  2.  9. 
Mi   fa    ricordar   fra   le    colonne  ,  Le    qua. 
fann'  uggia  al  porco   vonnlaute,  Quc.  cu. 
ve-co  talor  gonfiar  le  luci.   (') 

VOMITARE  .  Reccre  .  Lat.  .omeie  , 
omitare.  Gr.  ip^'.  Ci:  9.  20.  2.  Ap- 
presso si  meni  a  mano,  o  s.  cavalchi  con 
lento  passo  ,  acciocché  non  lo  possa  vo- 
mitale, e  non  si  lasci  mangiare  pc;  .spa- 
zio d-  un  di  e  d'  una  notte.  Cavale.  Irati. 
Iriitt.   ling.   Li  marinari  lo  gitlarouo   .n 


i  do 


ipo 


del 


mare,  e  la  balena  lo    ngh.otl. 
lerzo  giorno  lo  vomito  v.vo  ali 
mare  presso  a  Ninive. 

8  1  ter  melaf.  vale  Hieettare,  scac- 
ciare .'  L^C  crpcllere.  Gr.  i,èàìUii  . 
Cavale.  Viscipl.  spir.  Acciocché,  rmianen- 
do  nello  stato  tiepido  e  di  mezzo  ,  non 
meritiamo  d"  esser  percii.  da  Dio  vomi- 
tali .  , 

-.S   §.  II.   Vomitare  ingiurie,  lieslcmmie, 

e  simili ,  vale  ìrojerirle.  (.1) 

8.  III.  Per  similil.  Art.  }  etr.  !\er. 
I  iq  Si  avverta,  quando  si  metle  la  li- 
matura sopra  detta  acqua,  di  fare  piana- 
mente ,  perchè  ec.  porteria  pencolo  di 
far  crepare  .1  vetro  ,  ovvero  di  vomitare 
tutta  fuora. 

VOMITATO.  Add.  da  p  omitare. 
VO.MlTATOlilO.  .Medicamento  cliefa 
vomitare.  Uh.  cur.  maiali.  Usi  subito  un 
vomitatorio  composto  d.  ol.o  e  d.  acqua 
calda.  *  Red.  Oss.  an.  Fuor  delle  p.ene 
e  delle  inondazioni  ,  mosse  da"  cr.st.ci_i  e 
da' vomitatorii  acquosi,  non  si  può  aUer- 
mar  in  questa  materia  de'  vermini  cosa 
veruna   di  cerio.  (Ri 

VOMITIVO  .  Add.  Che  ha  viri,.  ,  e 
forza  di  provocare  il  nomilo.  Lat.  vomito- 
ri,,..  Gr.^'yiT.x»';.  0-.  6.  72-  ?I-as..a 
radice  in  quel  medesimo  mudo  e  vomiti 
va,  che  dello  b  deUa  radice  de  cedriuoh 
e  de-  cocomeri  .  .V.  Aldobr.  /'.  IN  .  lò^. 
Tassa  ec.  <;  posta  nelle  medicine  vomi- 
tive . 

VOMITO.   //  voniilare.  Lat.  voniilns, 
vomitio.  Gr.  tp.^-Oi.   Esp.   Salm.  L'ani- 
ma nostra  ha  voloot'a  di  gillar   fuora  per 
'vomito  sopra  questo    cibo  levissimo  .    (  r. 
1     4    9.   guest'  acque  fanno  troppo  gran- 
ile desiderio  di   manicale,  e  fanno  sete  , 
e'I  ventre  sinico,  e  malagevolezza  di  vo- 
mito.  E  4.   20.   1.   Il  buccio  (deli  nova) 
ec.   mitiga  il  vomito ,  e  la  soluz.on  col  e- 
lerica  strignc.    Maeslriizz.  2.    12.  2.    Che 
>ari,  quando  allo  infermo  si  d'a  smisuralo 
bere,  o  manicare,  per  provocare  il  vomi- 
to 7  Red.   Vip.    1.    59.    Quel   cane,   una 
mezz'ora   dopo   che   fu   ferito,   commcio 
1  ad  avere  vomiti  frequenli  e  laticosi.      ^ 
§.    1.    Per  la    Materia    vomitata  .    (a- 
valc.    Tran.   Frutt.  ling.   Fa  come  il  ca- 
ne, che  ritorna  al  vomito. 

§.  II  Onde  in  maniera  proverk.  Ri- 
tornare al  i ornilo,  tale  Tornare  a  com  . 
mettere  un  errore  dopo  d'  essersene  pen- 
tito.  Lai.  ad  vomitum  redire. 


.  #  VOMIZIONE.  //  vomitare,  domi- 
lo .  Lai.  l'omido  .  Gr.  ipidi  ■  Satvin. 
Disc.  2.  l34  Ippocratc  ,  contando  vari, 
sogni,  a  tulli  d'a  la  sua  cura  appropriata 
ec°,  come  digiuni,  viimizmni  ,  esercizU 
con'sud.iie,   regola  di   vila,  e  simili.  (*) 

f  3   UOMO.   Animai  ragionevole,  Es- 
sere formato  d'un  corpo  e  d'  un'  anima, 
ed  in   i/ucsto   senso  si  dice  parlando  dell' 
uno  e  dell'  altro  sesso,  e  si  adopera  spes- 
so nel  numero  del  meno    per  indicare  la 
specie    umana    in    generale  .   Lat.   homo  , 
vir.  Gr.  xtìpa^o;,  d-ti'.p.  Rocc.  Introd. 
8.  La  cosa  dell'  uomo    infermo    slato  ,    u 
mollo  di  lalc  inlermil'a  ,  tocca  da  un  al- 
tro  animale  fuori  della  spezie  dell'  uomo 
ce.  ,  quello  infra  llrcvi5^inlo    spazio    occi. 
desse  .  =;=  E  nov.  Ig-    7.    lo    ho    sempre 
inleso    r  uomo   essere  il  piii  nobile  ani- 
male ,  che  Ira  i  mortali    fosse    crealo  da 
Dio.  iC)  Pclr.  son.   2.  Celalamenle  Amor 
r  arco  ripiese,  Coni'  uom    eh'  a    nuocer 
luogo  e  tempo  aspetta.    Vani.   Piirg.   23. 
Chi   nel  liso  degli  uomin  legge  oo,.'.  Be- 
ne avria  quivi  conosciulo  1'  emme.  (  np'  • 
Riilt.    1.   14.  Né  il  corpo  né  l'anima  è  1 
uomo  ,  ma  quello  composto  che  risulta  di 
lull'e  due. 

^  '^.  I.  Uomo  ,  si  dice  specialmente 
del  sesso  mascolino.  «  Rocc.  nov  .  il.  4- 
Veg^endo  molli  uomini  nella  corte  del 
paare  usale  .  /■.■  appresso:  Il  cui  nome 
era  Guiscardo,  uomo  di  nazione  assai  u- 
mile.  G.  7.  8.  64.  I.  Uomo  mollo  av- 
veaulo  e  pratico,  e  di  gran  conoscenza  e 


memoria.  Dani.  far.  3.  Uomini  poi  a 
mal  più,  che  a  bene  usi,  Fuor  mi  rapl- 
ron  della  dolce  aùostra  ».  Tes.  Rr.  1. 
l3.  Iddio  fece  Adamo  ;  ma  la  femmina 
fu  fatta  della  cosla  dell'  uomo.   (C) 

if  g.  11.  Uomo,  per  Corpo.  Pros . 
Fior.  Sahin.  Itti.  4.  I.  295.  Non  é  pe- 
rò che  io  mi  sia  seppellilo  allatto,  e  eh 
io  non  abbia  goduto  de'  diverlimeul.  ,  . 
quali  servono  a  rifar  1'  uomo,  e  rinlran- 
care  lo  .Spirito.    {€) 

sj:  S  ili.  Ogn'  uomo,  vale  JulliJ 
comprese  anche  le  femmine  .  Rocc.  g.  5. 
„.  io.  Fallo  ogn'  uomo  richiamare  a  ce- 
na,  andarono  (qui  s' ini.  ndono  anche  le 
donne,  che  erano  .i.<sai  piuj.  Ij  ) 

-'•  e  IV  Testa  fC  nomo,  vale  Cia.<cu- 
no"'  ìj  I  .  8.  l3.  Misono  la  gabella  al 
vino,  e  un'altra  più  grave  di  Bonn,  uno 
per  lesta  d'uomo.  rO 

S  V  t'o"'o,  per  Ciascuno.  Dani.  InJ. 
,6  Sempre  a  quel  -er  ,  e  ha  faccia  d. 
menzogna  ,  De'  1'  uom  chiuder  le  labbra 
nnanl-  ei  puole.  Rocc.  nov.  II.  l5.  Fal- 
la donale  una  roba  per  uomo  ec.  ,  sani 
e  salvi  se  ne  tornarono  a  casa  loro,  tro- 
nichctt.  d-  Amar.  1^6.  Eian  qucsU  della 
Torre  1  maggiori  eilladini  che  1  uomo  sa- 
pesse ira"  Cristiani. 

S  VI.  Uomo,  per  Alcuno,  Uno.  Hoce. 
,,01'  l4  6.  Quello  con  picciola  lanca,  in 
picciolo  spazio,  con  luHa  la  ciurma,  sen- 
za perderne  uomo  ,  ebbero  a  man  salva 
F  nov.  70.  11.  Le  quali  subitamente, 
purché  r  uom  voglia  ,  di  lutto  mondo 
li  son  recaie.  Rul.  Inf  28.  =>.  La  s  mi- 
■  lianza  fa  ingannare  altrui ,  e  la  parere 
che  uomo  sia  quello  che  non  e. 

#  o  VII  I  er  Colui.  Iranc.  !>accn. 
nov.  IQI.  ABouamico  cominciò  a  rincre- 
scere questa  faccenaa  (  à' esser  fatto  le- 
,.are  di  notte)  come  a  uomo,  che  a  reb 
be   voluto  più  presto  dormire,  che  il.pm 

°"*/Vlll.  Uomo,  per  Altri.  Pronome 
inaeurmmalo,  e  talora  "■-",••*'  ''j''^;; 
minato.  Dep.  Decam.  »>5.  Uon  o  ,  pr»o 
nrovenzalmente;  che  uom  dice,  uom  c,^ 
de.i.ompensa,Ai..elo;e^oi.luomo 

non  si  vorrebbe  adirarti  che  Unto  e  a 
dire,  quanto  :..'.«»'""''"-™  «'''""'' 


i77d 


U  O  M 


Così  in  Masetto  :  Et  potrebhene  l*  noni 
fare  ciò  che  volesse  j  cioè  ne  potremmo 
farci  t^fae  torou  pur  nel  medesimo.  Dani. 
Purg.  l5.  Messo  è  <he  viene  ad  invitar 
rh  uom  soglia  (  cioè ,  il  Messo  di  Dio  , 
vhc  ri  iiivilj  a  salite  J.  fi  17.  O  imnia* 
gioativa,  che  ne  rutie  Tal  volta  si  di  fuor, 
eh' uoin  non  s'arcorge,  Perchè  d'intorno 
suodìo  mille  tube,  ec.  K  2^.  Femmina 
e  oata  ce,  Cuminciò  ei,  che  ti  fai'a  pia* 
cere  La  mia  cill'a  ,  rome  th'  uom  la  ri* 
prenda  (qui  cai  tu  ).  (1) 

*  g.  IX.  Uomo  t  talora  vale  Agente, 
Colui  che  fa  i  fatti  »  0  che  tratta  i  ne- 
gozii  di  qualcuno  .  Guicc.  Star.  ^.  107. 
Spedirono  subito  ec.  i  mandati  ce.  agli 
uomini  loro,  con  condizione  che  per  mi 
uor  dihuione  si  rirerissero  qu.iii  a  que* 
medesimi  capitoli  che  prima  erano  stati 
trattali  con  Madama  la  Kc^gente.  (L) 

^f  §.  X.  Uomo  ,  si  us'i  tnfora  con 
relazione  alle  passioni,  ai  sentimenti,  alle 
infermità  che  sono  comuni  a  tulli  gli  uo- 
mini, proprie  ili   tutti  ^li   uomini.  (C) 

$.  XI.  Uomo,  per  Manto.  /ìorc.  nov. 
72.  7.  Io  trovai  r  uom  tut»,  che  andava 
a  citta  .  •',•  Maeslruzz.  I.  &\-  La  moglie 
e  tonuta  di  ifguilar  l"  uomo  prr  qualun- 
que cagione  si  parla  .  (Ci  Jiiion.  Fier. 
L.  5.  g.  Or  che  <lirà  il  mio  uomo  ,  Che 
dirà  il   mio   marito  T  (S) 

§.  XII.  Uomo,  per  Suddito,  o  Depea' 
dente,  0  Su(;gftto  in  alcuna  cosa.  liocc. 
nov.  100-  tit.  Il  Mjrrhc>e  di  Saluzzo,  da* 
preghi  de'  suoi  uomini  ri'NlicHo  d  pigliar 
moglie  ce,  [>iyli;i  una  figluola  d'un  vil- 
lano. E  num,  ò.  La  qua!  cosa  a  suo'uo- 
mini  non  piacendo,  più  volle  il  pregaro- 
no che  moglie  prendesse,  liorgh.  lese. 
J''ior.  .laO.  La  parola  uomo,  dopo  quelle 
gran  piene  de'  harhari  che  affogaroii  l'I- 
talia, trap.trlala  d.il  suo  antico  e  comune, 
e,  come  altre  molle,  a  un  nuovo  e  pro- 
prio significato  ristrella,  cominciò  a  valere 
propria  spezie  di  servitù,  che  si  di»se  o- 
maggio . 

g.  XIII.  Uomo,  per  l'  Immagine  dell' 
uomo,  figura  rappresentante  uomo.  Lat. 
hominis  simuiarrum.  Gr.  «vàpoTrcu  5t- 
SùiXo-i  .  Bern.  Ori.  i.  3.  18.  Siccome  un 
uom  di  tela,  che  ripieno  Abbiano  i  putii 
di  stoppa  ,   o   di   paglia  ,   ec. 

§.  XIV.  Uomo  a  cavallo  ,  in  signifc. 
di  Saldalo  a  cavallo  ,  Cavaliere.  Lat.  c- 
tfues.  Cronichett.  d'  /Imar.  ip3.  Chiese 
a'  Fiorentini  dì  grazia  di  volere  dugcnto 
uomini  a  cavallo  ,  i  quali  1*  accompagna- 
rono presso  a  Uologn.i  ,  ed  ebboiio  duo 
capitani  questi  CC  cavalieri ,  1'  uno  iiu-s- 
»er  Ross»)  de'  Ricci,  l'altro  niesser  Iacopo 
degli  Alberti.  E  2o3.  Questa  lega  si  fer- 
mò nel  pal.igio  de*  Priori  di  Firenze  adì 
37.  di  Luglio  <  on  questi  patti,  che  '1  Co* 
Illune  di  Firenze  mettesse  in  campo  ot- 
tocento rini|iiaiila  lance,  e  inesser  Dcrna- 
liò  undii  i  centinaia  e  cinquaiila  laure,  e 
messcr  Galeazzo  settecenlo  cinquanta  lan- 
ce, e  ogni  lancia  tic  uomini  a  eavallo. 

^  §■  XV.  Uomo  alla  Intona,  dicesi  d* 
Uomo  schietto  ,  senza  malizia  ,  e  senza 
cerimonie  ,  nemico  del  lusso  ,  e  delle  bo- 
rir.   1      ALL\  UUONA.  §.  L  (C, 

J?  §.  XVI.  Uomo  alla  mano,  vale  Uo- 
mo corte  w,  a/ì'ahile.  ì'ir.  Dial.  Iteli,  dona. 
.ÌJ7.  K  nomo  d'  u»»ui  buone  lettere  ,  ec. 
alla  mano  ,  e  multo  accoinudato  alle  vo- 
glie degli   amici.    (Cj 

§.  XVII.  Uomo  basso,  vale  Uomo  di 
bassa  condizione .  Lat-  homo  obtcurus  , 
ftumili  loco  natus  .  Or.  «vi^'p  air.^uo;  . 
Eranc.  /farb.  177.  |5.  Stando  Ira' gran- 
di ,  la  ragion  che  tieno  Domìni  come  i 
bassi  . 

§.  XVIII.  Buon  nomo,  modo  di  chia- 
mare uno,  di  cui  non  si  sappia  il  nome, 
iìocc.  noe.    12.   la.  Tuslo  ,  buon  uomo, 


UOM 

entra  in  quel  bagno  ,  il  quale  ancora  e 
caldo.  E  nov.  l5-  32-  Buono  uomo,  se 
tu  hai   troppo  bevuto,  va  ,  dormi. 

§.  XIX.  Talora  vale  Uomo  da  bene. 
Lai.  Jrugi.  Gr.  zaio'i  oi'^^'p.  fìocc.  nov. 
2.  2.  In  Parigi  fu  un  gran  mercataole  , 
buono  uomo,  il  quale  fu  chiamato  Gian- 
notto di  Civigni.  E  nov.  17.  62.  Venuti 
quivi  certi  buoni  uomini  di  Francia  con 
le  loro  donne  ,   ec. 

§.  XX.  Talora  si  dice  per  ironia  ,  e 
vale  il  contrario  .  fìocc.  nov.  1.  11.  Il 
buo.jO  uomo  ,  il  quale  già  era  vecchio  , 
e  disordinatameute  viviito  ce,  andava  di 
giorno   in    giorno  di  male  in   peggio. 

§.  XXI.  Uomo  cheto,  vale  Uomo  che 
fa  poche  parole  .  Lai.  homo  tactiurnus  , 
homo  tectus  .  Gr.  stwTiy;/»;  .  frane, 
fiarb.  20^.  11.  Guardali  dall'  uom  cheto. 
Dal  tristo  e  dal  non  lieto  ,  Ancora  dal 
pomposo,    Dal   rosso   rigoglioso. 

*  §.  XXII.  Uomo  corrente,  dicesi  di 
Chi  s'  accomoda  al  comune  nell'esterno, 
e  non  mostra  singolarità  .  Lat.  omnium 
liorarum  homo.  Salvia.  Oraz.  jtccolt.  IO. 
Esser  egli  un  letterato  amicissimo  dell'Ac- 
cademia, e  insieme  uomo  piano  e  corren- 
te. (C) 

§.  XXIII.  Uomo  da  bene,  vale  Uomo 
degno  di  stima.  Galantuomo,  /illeg.  121. 
Meno  agevole  è  far  uomo  da  bene  Un 
rorligian  d<-llj  mutleroa  fo^^gia  ,  Che  tro- 
varsi ut)  bellico  in  sulle  stiene .  E  al- 
trove :  Tanti  uomini  da  ben  u'  han  det- 
to ,  o  scritto. 

g.  XXiV.  Uomo  da  bosco  e  da  rivie- 
ra, vale  Scaltrito,  Di  tutta  botta.  Atto 
a  qualunque  cosa  j  e  si  prende  così  in 
buona,  come  in  cattiva  parte.  Lat.  om- 
nium horarum  homo.  Gr.  jurpKTTiio^. 
Salv.  dranch.  3.  l3.  Tulli  uomin  da  bo- 
sco  e   da   riviera. 

*  §.  XXV.  Uomo  da  cavallo,  vale 
Soldato  a  Cavallo  .  lìuicc.  Star.  ().  209. 
Da  altr.i  parte  Ciamonte  rat  colto  1'  eser- 
cito supcriore  agli  inimici  di  fanti,  supe- 
riore ancora  per  la  virtù  degli  uomini  da 
cavallo,  ma  inferiore  di  numero  ,  cousul- 
lava    quello   che   fosse   da   l'are.  (Cj 

•',•  g.  XXVI.  Uomo  da  fatica,  vale  Uo* 
mo  atto  a  resistere  a/la  fatica.   (C) 

§.  XXVU.  Uomo  d'anima,  vale  Che 
attende  alle  cose  spirituali  .  Lat.  religio- 
sus,  pius.  Gr.  i^ctQflit  &!0ff!6',i.  fast. 
45.  Per  la  bontà,  la  ipiale  il  Conte,  che 
era  uomo  d*  anima,  gradiva  ec. 

^-  g.  XXVIII.  Uomo  da  nonnulla,  va- 
le Uomo  non  capace  a  nulla.  A'  NON- 
NULLA. (Cj 

g.  XXIX.  Uomo  d'arme,  vale  Uomo 
che  attende  al  mvstier  dell'  arme,  fìocc. 
nov.  ip.  28-  Tu  ridi  ,  perchè  veili  me 
uom  d'  arme  andar  domandando  di  que- 
ste cose  feiiimimli  .  Dani.  Inf.  27.  1*  fui 
uom  d' arme,  e  poi  fu' cordigliero.  6.  / '. 
8.  37.  I.  Sicilie  in  (|uesio  tempo  cranu 
pili  di  cento  uomini  d'  arme. 

§.  XXX.  Uomo  d'arme,  vale  anche 
Soldato  a  cavallo  armato  d'  armadura 
grave.  Lat.  cat-tphraclm  .  (>uicc  .  Stor . 
|5.  7^l>.  Mando  il  Dui  a  di  Iridano  Gio- 
vanni de'  Medici  con  riiHjuanla  uomini  ti' 
arme.  /'.'  7|6.  Non  solamentr  de*  fanti  , 
ma  assai  degli  uomini  d'  arme  erano  alla 
sfilala    rilornati   in    Fiaiicia. 

g.  XXXI.  Ct>mo  della  sua  parola,  va» 
le  Che  mantiene  la  ptvmetsa  ■  Lat.  vir 
x'ians  promtssts  .  fìrrn.  rim.  1.  17.  Ve* 
desi  allor,  s*  è  uom  di  sua  panda  ,  Quel 
che  dicea  :  Mailonna ,  1' spatino,  1'  moro. 
i  ar%h.  Ercol,  ui).  D'  iinu  ■  he  iilifiule  r 
mantiene  le  promeisioni  »iir,  tidire:  egli 
è  uomo  della  twà  panda. 

Il-  §,  XXXII.  Uomo  della  villa,  vale 
ì'illano.  ì)ant.  l'urg.  '\.  Maggiore  aperta 
moke    volte   impruna  Con  una  fuicatella 


UOM 

di  tue  spine  L'  uom  della  villa  quando 
r  uva  imitruna.  Ott.  l'om.  InJ.  2^.  ^tl. 
L*  uomo  della  villa,  al  quale  la  roba  man- 
ca, è  povero.  Chiabr.  rim.  Sciocco  l'uom 
della  villa  Che  disprezaa  una  slilla  Di  quel 
degno  licore.   (BrJ 

•••  g.  XXXIII.  Uomo  dt*  suoi  piaceri, 
vale  Uomo,  che  a  qualunque  costo  vuol 
cavarsi  le  sue  voglie  .  f'arch.  Stor.  12. 
459.  Non  ave%a  rapo  ne  alle  repubbliche 
né  ambizione  di  regnare,  ma  solo  d'essere 
amico  a  chi  reggeva  di  maniera  che  non 
gli  fossero  posii  accatti ,  ne  balzegli  ,  e 
potesse  non  solamente  portar  l*  arme,  ma 
cavarsi  (  essendo  uomo  de*  suoi  piaceri  ) 
le  sue  voglie.   (Cj 

*  g.  XXXIV.  Uom  d*eti,  vale  Uomo 
attempato  ,  Che  s'  accosta  aita  vecckiet- 
za.   t  .  tTA"  .  g.  Vili.  (C) 

3  g.  XXXV.  Uomo  di  buona  pasta,  vaU 
Che  è  di  bemgnt  e  buona  natura.  Doci- 
le ,  Semplice.  Lat.  oleo  tranquillior.  Or. 
Xpr,'7rÒ7a.T0i . 

<•  g.  XXXVI.  Talora  va/e  anche  Gros- 
solano. «  lied.  Esp.  nal.  56.  Facilmente 
si  può  far  vedere  e  cretlere  agl'Indiani, 
che  sono  uomini  di  buona  pasta  •>.  (C) 

;-;.  XXXVII.  Uomo  di  buona  testa,  va- 
le Persona  di  Consiglio  e  prudenza.  Lat 
cati'  ,  cordatus.  Gr.  90^9^,  v^jviytì^. 
M.  ì'.  9.  65.  Era  uomo  al  suo  temp' 
riputalo  astuto  e  di  buona  lesta. 

*  §.  XXXVIII.  Uomo  di  buon  cuore, 
vale  Sommamente  huono.  Cordialissimo  . 
E.   CUORE.  (Cj 

§.  XXXIX.  Uomo  di  città,  vale  Cit- 
tadino. Lat.  civis.  Gr.  Trsli'Ti*  •  Bemb. 
pros.  1.  ^2  Scrive  io  modo,  che,  non 
die  contadino  alcunt>  ,  ma  niuno  Uv>m<_- 
più  che  di  città  ,  se  non  dolio  graude- 
mentc  e  letterato,  può  bene   intendere. 

^  §.  XL.  U'-mo  di  condizione  ,  va- 
le Uomo  di  condizion  distinta  ,  I\obi/e  . 
Guicc.  Stor.  5.  3^.  Bimasero  prìeiooi 
Fabrizio  Colonna  ;  Don  Ugo  di  Cardova, 
e  tutti  gli  altri  capitani  ed  uomini  di  cou- 
diz;onc  ,  tra'  quali  Rinuccio  da  Marcia- 
no. (Ci 

§.  XLI.  Uomo  di  conto  ,  vale  Uomo 
da  fame  stima.  Persona  autorevole.  Dav. 
Scism  48-  Datagli  in  commenda  (i  con- 
venti )  a  uomini  4IÌ  conto  .  Malm.  3.  9. 
Uoiiiin   di  conto  .  e  grossi  huttegai. 

§.  XLII.  Uomo  di  corte,  dicevano  f-li 
antichi  a  Uomini  piacevoli  e  ntoiteggevo- 
li,  che  frequentavan  le  corti  ;  che  anche 
altrimenti  si  dtceano  Giocolari,  Giullari, 
o  Buffoni.  Lai.  scurra ,  mimut ,  sanato 
Gr.  j;Xiwa5Tr';  ,  ^uao'kòxoi'  J^ov.  amt. 
^1-  I-  Marco  Lombardo  fue  nohit  uomo 
di  corte,  fìocc.  nov,  7.  3.  A  quella  (fe- 
sta )  molte  genti  e  di  vati»  parti  fouero 
venute,  e  massimamente  uumiot  di  corte 
di  ogni  maniera  .  Eranc.  Sacch.  nov.  3. 
Venne  u  costui  volonià  dì  lasciare  in  lut- 
to il  vagliare  ,  r  d  esser  uomo  di  corte. 
/-,'  nov.  27.  Il  Gonnella,  piacevole  buflo* 
ne  ,  o  uomo  di  corte  che  rogliam  dire  , 
Illusilo  ec. 

*  g-  XLIIl.  Uomo  di  cotcieiua  ,  vai* 
Uomo  d'anima.  Uomo  devote.  /'.  ANI- 
MA .  S-   Vili.  (.\.Sj 

$.  XLIV.  Uomo  di  ferro,  vale  Dt  ma- 
tura fagliarda  e  robusta.  E-  f.  II.81 
Annibale,  uomo  di  ferio,  nel  meazo  del 
verno  passo  gli  •llissimi  gioghi  delle  mon- 
tagne. 

§.  XLV.  Uomo  di  gni-ho  ,  vale  Uomo 
degno  di  stima  ,  Galantuomo  .  Lai.  vir 
honestus,  ptvhus,  infcgrr.  Gr.  àvr.p  «C- 
i^x'ìptoi  .  Alleg.  21.  Or  ih"  io,  lasso  , 
non  r  ho,  non  m'  accompagno  Con  uom 
di   garbo 

t  g.  XLVL  Uomo  d'alio  affair,  di  gran- 
de affare,  vale  Che  ir  stimalo,  o  riputa- 
lo di  sublime   ingegno  «  capacità  j   e  si 


U  0  M 

dicf  anche  di  Persona  di  condizione.  Sen. 
Pist.  83.  Marcus  /intoniits,  uomo  di  graa- 
de  all'are  e  di  noliile  ingegno,  si  penlc  (ti 
lat.  ha:  niaguus  vir).  E  87-  Uunio  di  si 
grande  afijre,  imporadure  triunt'ale,  come 
fu  Catone  Ceuioiioo  .  sì  tenea  cunlenlo 
d*  UD  cav^illo  ,  e  di  meno,  cuncioìsiacusa* 
che  la  valigia  n'occupava  una  gran  par- 
ie. *  //off.  now  ()5.  2.  Messer  Ansaldo 
Grandcnse,  uum  d'  alto  affare;  e  per  arme 
e  per  cortesia  coni.>sciulo  per  \\iX\o.(C) 

*  §.  XLVIl.  Uomo  d'arte,  vale  Ar- 
tiere. J\'ov.  ant.  20.  1.  A  lui  (all'  tm- 
peradore  )  veuìeno  sonatori,  trovatori  e 
Iielli  favellaturi,  uomini  d'  arti,  giostratori, 
schermitori,  d'ogni  maniera  genti.   (Cj 

§.  XLVIII.  Uonto  di  grossa  pastai,  va- 
le Grossolano  .  Lat.  rudi  Minerva  .  Gr. 
.^OiwTixo'^.  Calai.  43.  Perciocché  agli 
uomini  di  grossa  pasta  poche  cose  si  voi- 
gODO  per  la  mente. 

§.  XLIX.  C'orno  di  guerra,  t-alc  Sol- 
dato. Lat.  miles.  Gr.  CT;;KTtw'T»];.  Sen. 
Sen.  f'arch.  3.  32.  K  quello  che  agli  uo- 
mini di  guerra  è  cosa  onoralis&ima  ,  lo 
fece   ricco  di  spoglie  tolte  a'  nemici  . 

*  §.  L.  Uomo  di  lettere,  di  gran 
lettere  ,  di  buone  lettere,  e  simili  ,  vale 
Uomo  letterato,  di  gran  sapere,  ben  istrui- 
to nella  letteratura,  e  simili .  Fir.  Dial- 
beli.  dona.  3.  1 '7.  Costui  olire  che  è 
uomo  d'  assai  buone  lettere,  è  persona  di 
qualche  giudiiio .  Celi.  Pisp.  l'anc.  li. 
Udo  maestro  Gerardo  ec.  medico  di  sua 
Maestà,  uomo  di  grandissime  lettere,  come 
può  chiaramente  vedersi  nelle  opere  sue.  (Cj 

^  §.  LI.  Uomo  di  mal  affare,  vale  Scel- 
lerato, Malvagio.  Cuicc.  Stor.  ^.  gg.  IVon 
permettere  le  leggi  cristiane,  che  un  pri- 
gione di  guerra  stesse  in  carcere  jterpe- 
tua ,  per  esser  pena  conveniente  agli  uo- 
mini di  male  affare-  (L) 

5^  g.  LII.  Uomo  di  marCf  vale  Uomo 
che  è  usato  navigare,  l'ed.  MAlìE,  g, 
XIII.   (C) 

^.  LUI.  Uomo  di  mezzo,  vale  Media- 
tore,   Che  s*  intromette  negli  affari. 

V  g.  LIV.  Uomo  di  mezzo,  vale  anche 
Uomo  neutrale.    /'.   MEZZO-  (Cj 

§.  LV.  Uomo  di  mondo,  e  del  mondo, 
vale  Che  attende  alle  co.-ic  sensuali.  l'ass. 
33.  Le  quali  gli  uomini  del  mondo  Lia- 
simano ,  e  fanuone  scherno. 

§.  LVI,  Uomo  di  paglia,  dicesi  di  Per- 
dona finta  per  ingannare  altrui. 

§.  LVII.  Talora  si  dite  di  l'ersona  in- 
sensata e  sbalordita .  j4r.  Far.  22.  q5. 
Che  i  quattro  gran  campiou  di  Pinabello 
Fece  restar  coni'  uomini  di  paglia. 

g.  LVIII.  Uomo  di  penna,  vale  Che 
esercita  professione  in  cut  si  richiede  lo 
scrivere  . 

*  §.  LIX.  Uomo  di  petto,  vale  Uo- 
mo costante,  animoso   ec.    /.   PETTO, 

S.  vili.  (Cj 

^  g.  LX.  Uomo  di  pezza,  0  de'  primi 
della  pezza,  vale  Uomo  di  gran  condizio- 
n".    J  .   PEZZA,  §.  III.  (Cj 

*  §.  LXl  Uomo  di  poche  parole,  vale 
Uomo  che  Javella  poco.   V.  PAROLA,  g. 

cv.  (y) 

^  §.  LXIL  Uomo  di  povero  cuore.  /^ 
CUOBE.  §.  LXII.  (C) 

^  g.  LXIIL  Uomo  di  prima  riga,  vale 
Uomo  di  altissimo  merito,  di  grandissi- 
ma/ama. Magai.  Leti.  Uom.  ili.  i.  3lO. 
Sa  le  niattemaliche  e  V  astronomia  ,  ma 
chi  in  queste  materie  pesca  di  molto  a 
fondo,  non  lo  considera  per  un  uomo  di 
prima  riga.  (  C) 

§.  LXIV.  Uomo  di  reputazione  ,  vale 
Persona    onorata. 

tr  §.  LXV.  Uomo  di  ricapito,  vale 
Uomo  d"  abilità  ,  0  di  riputazione  ,  ca- 
pace di  ben  eseguire  qualunque  cosa.  ì' . 
RICAPITO,  g.  IV.  (C) 

Vocabolario  T.  U- 


U  O  M 

g.  LXVI.  Uomo  di  sangue,  vale  Uomo 
crudele  e  ucciditore.  G.  l  .  ^.  i^.  \.  Tutto 
fosse  per  questa  cajjione  uomo  di  sangue, 
fece  liuona  6ue.  A'  niim.  5.  Noi  voleano 
seppellire  in  san  Piero  ,  ne  in  luogo  sa- 
gro ec.  ,  perchè  era  stalo  uomo  di  san- 
gue . 

*  §.  LXVII.  Uomo  di  scarriera,  vaie 
Uomo    vagabondo  ,  e  presto    a    ogni   mal 

fare.  P'aixh.  Ercol.  55.  I  quali  ,  perchè 
i)  più  delle  volte  sono  persone  rigatlatc, 
e  uomini  di  scarriera,  mostrano  altrui  la 
luna  nel  pozzo.  (C) 

*  §.  LXVIII.  Uomo  di  soldo,  vale  Uo- 
mo di  milizia,  che  sta  al  soldo  dì  allu- 
no,   l  .   SOLDO  ,  g.    VI.  (Cj 

§.  LXIX.  Uomo  di  spada  ,  vale  Che 
cigne  spada.  Che  sta  sull'  armi,  Soldato. 
Lat.  miles.  Gr.  OT/3aTiWT?]5.  -•-  Chiabr. 
rim.  Ma  pur  perchè  ritoroi  uom  di  spa- 
da? (JSrJ 

§.  LXX.  Uomo  di  spada  e  cappa,  va- 
le   yon    togato.   Secolare,  Laico. 

g.  LX.M.  Uomo  di  tempo,  vale  Attem- 
pato, Di  molta  età.  I  al.  senex.  Gr.  yt'- 
jcwv  .  JS'ov.  nnt.  A.  j.  Cominciò  a  farlo 
uodriie  intra  savii  uomini  di   tempo. 

g.  LXXII.  Uomo  di  testa,  vale  Capar- 
bio, Di  sua  opinione.  G.  f.  6.  20.  5. 
ICra  col  nome  il  fatto,  uomo  di  testa,  e 
di  poco  senno. 

g.  LXXIll.  Uomo  di  toga,  vale  Persona 
togata.  Lai.  togatus.  Gr.  zyQi-^'JOfopo;  - 

*  g.  LXXIV.  Uomo  di  vetro,  vale 
Uomo  incostante,  facile  a  mutarsi,  poco 
animoso .  Bocc.  Lrlt.  Pr.  S.  Ap.  289. 
Tu  scrivi  innanzi  alle  altre  cose  eh'  io 
sono  uomo  di  vetro,  ÌI  quale  è  a  me  non 
nuovo  soprannome.   (C) 

g.  LXXV.  Uomo  di  villa,  o  di  con- 
tado, vale  Contadino.  Lat.  agricola.  Gr. 
•/ew^yo'?.  liocc.  nov.  21.  3.  Un  giovane 
lavoratole  forte  e  robusto,  e,  secondo  uom 
di  villa,  con  bella  persona.  Bemb.  Stor. 
9-  I2S.  Con  uomini  di  contado  e  di  mon- 
tagne tutte  quasi  le  impressioni  de*  nemici 
e  gì'  impeti  loro  animosanieute  sosleune. 

t  g.  LXXVL  Uomo  dolce,  vale  Che 
e  di  piacevole  e  buona  natura.  G.  /'.  2. 
12.  4'  Regnò  nove  anni,  e  fu  buono  uo- 
mo e  dolce,  e  nutrì  onorevolmente  Carlo 
il  Grosso  .  Oli.  Com.  Inf.  4.  4^-  Uomo 
dolce,  e  di  buona  condizione. 

§.  LXXVII.  Uomo  dolce,  vale  nnche  Di 
poco  senno.  Scipito.    V.  DOLCE,  §.  IV. 

g.  LXXVllI.  Uomo  dolce  di  sale  ,  vale 
lo  stesso. 

g.  LXXIX.  Uomo  d'onore,  vale  Uo- 
mo onorato.  Lat.  vir  probus  ,  honestus . 
Gr.  xa).&^  avr.'a,  5t6a5ytf>5.  'I-  Cas.  lett 
Gnalt.  205.  Il  Capitano  Corso  non  è  ri- 
soluto di  pigliar  partito  ,  ed  è  tanto  uo- 
mo di  onor,  che  sendo  sialo  col  sig.  Piero 
Strozzi  assai  intrinseco  ,  sta  sospeso  che 
non  vorrebbe  che  il  mondo  interpretassi 
male  questa  sua  azione.  (C) 

g.  LXXX.  Uomo  fatto,  vale  Che  ha 
passala  l*  adolescenza  ,  ma  non  e  giunto 
alla  vecchiezza.  Lat.  adultus.  Gr.  ci/òpttt- 
£ei';.  Alleg.  i63.  Ma  due  sono  le  prin- 
cipali e  consuete  agli  uomini  fatti  e  di 
creanza  :  T  una  del  desinare,  e  della  cena 
V  altra.  Sem.  Ori.  I.  23.  l3.  Ma  come 
un  fanciuUino  adesso  nato  Può  un  uom 
fatto  di  forze  avanzare  ,   Così  ec. 

'I'  g.  LXXXI.  Uomo  grande  ,  fgura- 
tam.  dicesi  d'  Uomo  singolare  per  fama, 
dottrina,  o  virtù.  J  arili.  Ercol.  88-  Dar 
nel  fanpo  ,  come  nella  mota  ,  è  favellare 
senza  distinzione  e  senza  riguardo  ,  così 
degli  u<imÌQÌ  grandi  ,  rome  de*  piccioli  . 
lied.  Lett.  I.  ali.  siccome  tutti  gli  al- 
tri grandi  uomini  della  Reale  Accademia 
vi  sono  siati  ammessi  dalla  infallibile  giu- 
stizia di  Vostra  ISIaesl'a,  cosi  io  solamente 
TI  SODO  per  mera  sua  grazia.  (Cj 


UOM 


1777 


'"?  §.  LXXXII.  Uomo  ligio,  vale  Vas- 
sallo ,  Che  è  in  potestà  e  balìa  altrui  . 
Borgh.  l'esc.  Fior.  Sig.  Ligio  ce.  dai 
vecchi  Franchi  è  preso,  e  nelle  leggi  sa- 
liche antiche  ,  e  in  altri  loro  scrillori  si 
dice  lido,  ovvero  leudoj  e  per  uso  nostro 
frequentissimo  di  mutare  il  d  in  g'  ec. 
l'abbiamo  ìn  ligio  ridotto,  e  uomo  in  po- 
testà e  balia  d'  altri  significa.   (C) 

fi.  LXXXIII.  Uomo  nato,  vale  l'ivente. 
'r  J'it.  S.  F.ufros.  402.  Faceva  ii  ammi- 
rabile pianto,  che  giammai  facesse  uomo 
nato.  E  \oò.  E  uno  gentile  Conte  di  Bah- 
hilonia,  che  fé  la  maggior  perdita  che  fa* 
cesse  uomo  nato.  (E) 

*  g.  LXXXIV.  Uomo  novello,  dicesi  di 
Chi  e  stato  sposo  di  fresco.  Fir.  nov.  8. 
296.  Io  voglio  che  noi  abbiamo  uu  poco 
di  piacere  dell'  uom  novello  ,  il  quale  mena 
Verdespina  stasera  ìu  sulle  due  ore.  (C) 

V  g.  LXXXV.  Uomo  piano,  vale  Uo- 
mo alla  buona,  affabile.  Salviti.  Oraz. 
Accolt.  10.  Esser  egli  un  letterato  ami- 
cissimo dell'  Accademia,  e  insieme  uomo 
piano  e  corrente.  (C) 

§,  LXXX  VI.  Uomo  rotto, vale  Precipito- 
so, e  subito  nell'  ira.  Lat.  in  iram  prce- 
ceps  .  Gr.  Ta^J^  ì'i;  òpyr^-J  .  Malm.  8. 
62.  Perch'  egli,  che  nel  gioco  è  un  uomo 
rotto  ec,  E  gliene  duole,  e  non  ci  può 
star  sotto. 

§.  LXXXVII.  Andare  all'  uomo,  vale 
Investir  l' nomo.  Attaccarlo.  Lat.  aggre- 
dì. c.T.  t'mnyiodv. 

g.  LXXXVIII.  Essere  uomo,  o  Essere 
un  uomo,  vale  Esser  persona  di  stima, 
0  di  conto.  Essere  eccellente.  Aver  molla 
abilità  . 

g.  LXXXIX.  Fare  da  uomo,  vale  O- 
perar  virilmente  .  Lat.  prudenter  se  ge- 
rere  ,  viriliter  agere ,  slrenuam  operam 
navare.   Gr.  a vo^i'^=5^«i. 

§.  XC.  Fare  l'  uomo  addosso  al- 
triti,  vale  Minacciarlo ,  Strapazzai  lo  , 
Signoreggiarlo  .  Lai.  minis  aliquem  ag- 
gredì ,  fasttt ,    arrogantia   premere  .    Gr. 

'1*  g.  XCI.  Fare  uomini,  parlandosi  di 
milizia  ,  vale  As.foldarli  per  la  guerra  ■ 
!  .  FARE,  §.  LXVII.  (C) 

f  %.  XCIl.  l'arsi  uomo,  vale  Incar- 
narsi ,  Prendere  la  natura  umana  j  9 
dicesi  più  spesso  della  seconda  Persona 
della  Trinità.  Lat.  'corporarì,  incarnarì. 
Gr.  ì"v«vSr^w:T('^£7^at.  Fr.  Zac.  T.  4-  5. 
7 .  S' io  mi  faccio  uomo.  Uomo  ha  suo  inten- 
dimento. 'Ir  Segner.  Prfd.  Pai.  Ap.  l\.  I. 
Affinchè  mantengasi  quella  conisponden- 
za  I  erjielua  fra  gli  uomini  e  Dio,  per  la 
quale  Iddio  sì  fece  uomo  nel  sen  dì  lei 
(di    Mann  ).   (TC) 

g.  xeni.  Farsi  un  uomo,  vale  Diventare 
uomo  di  conto,  esperto,  savio,  valoroso, 
ec.  Malm.  g.  2-  E  pur  la  genie  corre,  e 
vi  s*  accampa  Ognun  per  farsi  un  uomo, 
e  valoroso. 

•1^  g.  \Cl\ .  Mandare, 0  simili,  un  uomo 
proprio,  vale  Mandare  ,  0  simili,  alcuno 
ad  un  effetto  detcrminato  ,  Mandarlo  a 
posta  .  Onice.  Stor.  \6.  3g.  Procedendo 
in  questo  tempo  col  medesimo  stde  che 
altre  vulte  ave^a  proceduto,  ricerco  an- 
che Madama,  che  gli  mandasse  un  uomo 
proprio;  la  quale  lo  sjiedi  subito  con  am- 
plissime commissioni-   ;  Cj 

g.  XCV.  I\on  esser  uomo  da  uccellare 
a  fave ,  si  dice  in  modo  proverò,  di  Chi 
opera  con  rtflissione,  o  con  secondo  fine, 
(.eli.  Sport  3.  1.  Stamani  m'  ha  fatto 
motto  tale,  e  tale  m'  ha  riso  in  bocca  ed 
inchinatomi,  che  un  mese  fa  faceva  vista 
di  non  mi  vedere:  e'  non  son  però  uo- 
mini  da  uccellare  a  fave. 

=;=  g.  XCVi.  Svestire,  Spogliare,  Distrug- 
gere ,  o  simili,  l'uomo  vecchio  e  formar 
l'uomo  nuovo,   dicesi  in  .fenso  scritturai» 
233 


J778 


tJ  O  M 


del  Mutarsi  che  fa  I'  uomo  merci-  !a  pe- 
nitenza dallo  stato  di  peccatore  in  fjueìlo 
di  grazia  .  Sfgner  .  Critt.  iiistr.  I.  1. 
I.  DislruggeoJo  l'uomo  vecchio  figura  di 
Adamo,  foiinj  Tuoniu  nuovo  immagine  di 
Gesù  Cri>i«».  (TCj 

§.  XCVlI.  In  proferii.  Ar.  Len.  2.  3. 
Ud  uoni  vai  cento,  e  cento  uno  oon  sa- 
glioDo  (e  fair,  che  a  taluno  riesce  alcuna 
volta  d'operare  ciò  che  non  riesce  a  molli 
insieme  ). 

§.  XCVni.  pure  in  proverò.:  (i/i  uo- 
mini non  si  misurano  colle  pertiche^  o  a 
canne  j  e  vate,  che  Pali'  esterne  qualità 
non  si  può  venire  in  cognizione  dell'  al' 
trui  talento,  o  abilità.  Cecch.  Inc.  1.  4- 
Gli  uomini  non  si  misurano  con  le  pci- 
liche . 

§.  XCIX.  Pure  in  provcrh.  diciamo: 
Dio  fa  gli  uomini,  essi  x*  appaiano,  o  si- 
milij  e  vale,  chr  La  somiglianza  de'  co- 
stumi serve  di  vincolo  all'  amicizia.  Lat. 
pares  cum  paribus  farillime  congregan- 
tur.  Gr.  To'v  o/i2«ov  ayn  Seo;  «^  ròv 
o/*Oi3v.  Salv.  ypin.  2.  5.  Dio  fa  ^li  uo- 
mini, e  e' s' appaiono,  {'cedi.  Ine.  2.  ^. 
Dio  la  gli  uomini,  essi  s'  appaiauu.  Segr. 
Fior.  Sìandr.  I.  3.  Parnii  cho  rare  volte 
ki  verificili  quc]  proverltio  :  Dio  fa  gli  uo- 
mini ,  essi  s'  appaiano. 

^-  §.  C.  In  proverh.  tlicesi:  L*  uo- 
mo ordina,  o  propone,  e  Dio  di.tpone  j  e 
vale  Che  i  disci^ni  dell'  uomo  riescono  se  ■ 
condo  che  piace  a  Dio.  T.  PROPORKE, 
§.  VI.,  e  DISPORRE,  §.  XIII.  (C) 

•>•  §.  CI.  Dove  è  uomini  e  modo,  prc- 
verb.  che  vale  .•  Dove  sono  uomini  si 
trota  modo  di  venir  a  capo  di  tfualunque 
cosa.    V.   MODO,  §.   XXVIII.   (C) 

#  §.  CU.  A  tutt' uomo  ,  maniera  av- 
verò, signìf caute  A  tatto  potere.  V.  A 
TUTT'  UOMO.  (C) 

UOPO  .  Voce  di  due  sillabe  ,  col  dit- 
tango  sulla  prim-i.  Pro,  Utile.  Lat.  iitì- 
litas ,  compcndium.  Gr.  ópsJci'a,  Xpfi'i- 
TOTi;.  Bocc.  nov.  72.  8-  Bene  a  tuo  uopo, 
se  tu  stai  cheta,  v  lascimi  fjre.  Disse  la 
Beirolore:  olii  che  Itone  a  mio  uopo  po- 
trcliLc  esser  questo?  Pass  if).  Male  a 
mio  uopo  non  vi  credetti  I'  altro  giorno, 
quando  mi  vi-tit.iste,  e  consigliastenii  della 
mia  salute.  ì.ctt.  S.  Bcrn.  Adamo  assag- 
giò male  a  suo  uopo  del  frutto  che  gli 
l'u   vietato,  ammaestrato  dal   Diavolo. 

'ì'  §•  !■  Onde  Essere  ad  uopo  una  cosa 
ad  uno,  vale  (Giovargli  ,  Essergli  utile, 
.ir.  i'ur .  3.  Si.  A  grande  uopo  gli  fìa 
r  esser  prudente,  H  di  valore  assiniigliarsi 
al  padre.  E  32.  67.  Così,  se  prima  un 
sol  si  sar^  fatto  Quivi  alloggiar,  con  lui 
giostrar  vorranno  I   duo,  Ire,  quattro,    o 

Ìtiù  che  vcrran  dopo  ;  Sì  che  s*  avr^  va- 
or,  gli  fia  a  grande  uopo.  Rem.  Ori. 
3.  19.  5^.  H  con  la  damigella  cavairando. 
Trovò  due  cose  spaveulose  e  nuove.  Che 
molto  ad  uopo  fagli  avere  il  brando.  Ma 
vi  sarà  di  questo  detto  aUrove.  (C) 

^  §.  II.  A  male  uopo  d' alcumi,  va- 
le ,4  danno  d'  alcuno  .  Cavale.  Discipl. 
.S'pir.  62.  Ma  a  male  uopo  «li  molti  la 
Chiesa    ricevette  i  sopiaddelti  ouori.   fC) 

g.  III.  U<^po,per  Zìi  sogno  ,  IVecessilit. 
Lai.  opus,  nercsiilas.  Gr.  jfpsi'a.  Dant. 
Par.  o.  Perchè  impossiliil  veggio  Cht'  la 
natura  in  quel,  rh'  e  uopo,  stanchi  .  ^  E 
Purg .  26.  Nò  mio  a  me  la  lua  risposta 
è  uopo  ,  Che  tutti  questi  n*  hanno  mag. 
gior  Sete,  Che  d'  acqua  fredda  Indo,  o  K* 
liopo  .  Pctr.  cap  K.  l'oi  fiammeggiare  a 
guisa  d'  un  piropo  Colui  ,  che  c<d  consi- 
glio  e  con  la  mano  A  lutla  Italia  gmusi' 
al  maggior  uopo.  }'it.  SS.  Pad.  a  180 
Or  ecco  la  tua  moglie  t*  ha  partorita  una 
figliuola:   uopo  t' e  che  la   noirithi.  (C) 

%.  IV.  Avere  uopo,  vale  Abbisognare. 
Lat.  opus  esse.  Gr    ;(pfli/a*.    Peir.  cani. 


U  O  M 

36.  5.  Ove  leggiera  è  sciolta  Pianta  a»rel- 
Iie  uopo,  e  sana  d'ogni  parte.  ^  Pnnt. 
Purg.  18.  E  quale  hnieno  gù  vide  ed 
Asopo,  Lungo  di  »c  di  notte,  furia  e  calca , 
Purché  i  Tehan  di  Bacco  avcsser  uopo  : 
Tale  ec.    (C) 

tr  g.  V.  Essere  ,  0  Far  d'  uopo,  vale 
Pisogaare,  Ear  di  mestieri.  Car.  In.  l. 
281.  Albergo  veramente  Di  Ninfe,  ove  a 
ft-rmar  le  stanche  navi  Ne  d'  ancora  v'  e 
d'uopo,  ne  di  sarte.  V.  FARK  D*  UO 
PO.  (C) 

*  §.  VI.  A  uopo,  posto  avverbialm. 
vale  Opportunamente .  Il  Vocabot.  alla 
E.  BISOGNO,  Z.  XI.  (C) 

'f  §.  VII.  Eenire  a  uopo,  vale  Ee- 
nire  in  acconcio,  Abbisognare.  V.  VE- 
WIRE  A  UOPO.  (C) 

ir  §.  Vili.  Uopo,  talora  vate  anche  ]Ve- 
gosin,  Faicenda.  Lai.  res ,  negotium.  Ar. 
Eur.  21.  59.  E  dispone  tra  se  levar  del 
mondo  .  Come  il  primo  marito  ,  anco  il 
secondo  .  Un  medico  trovo  ,  d'  inganni 
pieno  .  Sufficiente  ed  atto  a  simil  uo- 
pò.  (C) 

VORACE  .  Add.  Che  ingordamente 
mangia  e  divora.  Lat.  vorax.  Gr.  )ij;v5;. 
Ar.  Eur.  q,  12.  E  quante  donne  può 
pigliar,  vivanda  Tutte  destina  a  un  ani- 
mai vorace.  Buon.  Fier.  Intr.  3.  Soven- 
te empieste  le  voraci  gole. 

§.  Per  metaf.  Cr.  2.  4-  7-  l-«  piaDl« 
st.n  <letlc  voraci,  e  astcgnenti,  per  le  di* 
spositioni  contrarie  delle  radici  Ar.  Eur. 
i5.  3.  Dove  la  fiamma  subita  e  vorace 
^on  perdonò  ad  alcun  ,  ma  lutti  estin 
se.  E  si.  4-  Quivi  fra  tanto  lume  or  sono 
spenti,  E   la    vorace   fiamma   gli   manura. 

VORACISSIMO.  Superi,  di  ì'orace  . 
Lih.  eur.  malatt.  Conforme  addiviene  agli 
uomini,  che  di  loro  naturalezza  sono  vo- 
racissimi.  Fr.  Giord.  Pred .  /?.  Fra  le 
zanne  di  qualche  strano  animale  voracis- 
simo. Buon.  Eier.  5-  3.  6.  Un'  arpia  vo- 
racissima ,  che  mai  Non  s*  empie,  né  sa- 
tolla . 

VORACITÀ',  VORACITADE  ,  e  VO- 
RACITATE.  Astratto  di  ì'orace.  Il  di- 
vorare ,  Ingordìgia.  Lat.  *voracitas.  Gr. 
TToiypa/i&t  .  Mor.  S.  Creg.  Per  li  den 
ti  dis^ipali  ne'  calcili  de'  leoni  la  vura-'ili 
de'  figliuoli  ,  che  er.i  venula  meno.  Coli. 
SS.  Pad.  Della  fatica  ,  dell'  uguale  refe- 
zione, e  della  voracili.  Eiloc.  D' in  sulla 
nave  gli  levasse,  e  gittassegli  in  luoj^o  di 
voracità.  Tratt.  gov.  fam.  Altre  sono  io 
parole  sanlità,  0  in  falli  voracità,  ponen- 
do in  sulle  spalle  altrui  pesi  iinpor labili, 
e  col  loro  dito  non  voglion  muoveigli 

VORAGINE,  e  VORAGGLNF.  I.u^go 
che  inghiottiste  e  per  profondità  e  per  ag- 
giramento tf  acque  ritrose.  Lai.  vorago. 
Gr.  jSapaSp'W.  Pass.  prol.  Per  abbatti 
mento  de*  rigogliosi  marosi,  o  per  M»per- 
chio  del  gonfiato  mare,  o  per  oltraftgio 
de'  rinfraliti  spratti  ,  o  per  voraggiuc  di 
pelago  profondo.  Lab.  361.  Egli  è  ceil» 
quel  golfo  una  voraggine  infernale .  la 
quale  allora  si  rìempirrrbbr,  o  sanerebbe, 
che  il  mare  d'  acqua,  o  il  fuoco  di  legne. 
Liv.  Pec.  3.  Per  1'  alle  e  profonde  vora- 
gini del  fiume.  Segner  Pred.  6.  3.  Do- 
ve tiene  assoldati  Dio  tanti  turbini,  t^nti 
flutti,  lantc  vi>ra};iui ,  re,  '^  Sann<\i  .■/* - 
rad.  egl .  12.  Ove  qm-H'  acqua  irjla  in- 
golfasi ,  Ove  più  rutta  al  rie!  la  ^ran  vu- 
ragine  ce  Veder  mi  par  ec    (/l) 

§.  Per  metaf.  /  il.  SS.  Pad.  lo  lono 
abisso  di  perdiiione,  voragine  e  lacciuuio 
dell'  anmie  .  Guicc.  .S'tor.  7.  3^0.  Ne  il 
sussidio  peruniario  re  era  tale,  chr  po- 
lene supplire  a  una  minima  parte  della 
«oragiiip  della  guerra.  T'ali  Oer.  10.2 
Chr  sridicn  del  gran  vrolre  ornai  lipirne 
Ila  l'ingorde  voragini  profondr,  «e. 
«    VORAGl.NOSO     Alt     Pi   voragine. 


V  O  R 

Casareg.  rim.  22  Rabbioso  mare  infra  Ca- 
riddi  e  Srilla  Nel!'  onde  sue  voraginose 
assorba  <  hi  V  alma  vite  ,  onde  ogni  ben 
distilU,  Gode  in  veder  digrappolata  rd  ot> 
ba.    fB) 

#  VOBAGO.  E.  !..  e  poetica,  lo  sUs- 
so  che  Eoragine.  Car.  fin.  lib.  6.  f.  35l 
Era  uo'  atra  spelonca  ,  la  cui  bocca  Fio 
nel  barate  I  aperta  ,  ampia  vorago  Facea 
di  rozza  e  di  scheggiosa  roccia.  E  v.  L^Q. 
Un  fiume  è  questo  Fangoso  e  torl>o,  e  fa 
gorgo  e  vorago,  Chf:  bolle  ec.  A  v.  863- 
Il  Tartaro  vien  dopo  ,  Una  vorago  che 
due  volle  tanto  Ha  di  profondo  ,  quanto 
in  su  guardando  E  dalla  terra  al  cielo  ■ 
Chiabr.  ranz  lugubr.  5.  Ne  per  la  stra- 
da eterna  D'  empia  vorago  inferma  Tor- 
bido turbo  mia  pielade  0|-'prima  .  (M) 
Tass.  rim.  4o6.  Questa  d'obblio  vorago 
alta  e  di  lutto,   fpj 

V  OH  ARE.  r.  L.  Divorare.  LaU  vo- 
rare. Gr.  ^pùlixuTt.  Fr.  Zac.  T.  ^.  IO. 
8.  Che  'I  corpo  è  vorato,  E  l'alma  h  in 
ardura 

t  VORATORE.  Eerbal.  masc.  Che, 
o  Chi  divora.  Lat.  vorator.  Gr.  TTOÌusx- 
70:.  Menz.  sai.  io.  La  mota,  il  sasso, 
e  'I  vorator  grifagou  Non  spdveolao  Gar- 
gilio. 

't  *  VORATRICE.  Verhal.fem.  Che 
divora,  Dixorntrice.  Sa/un.  Teocr.  tdill. 
3|.  Quei  draghi)  slungati,  girandoti  per 
terra  ,  Slrisciavan  ambi  sopra  lei  le  loro 
Pance,  di  sangue  voratrici  ingorde.  (Aj 

VORATURA.  //  di^orarr.  Lat.  voraci- 
tas  ,  voratio.  Gr.  ao6n>ayta.  />.  lac. 
T.  4  32.  17.  Siami  il  ventre  sepoltura 
U'  alcun   lupo   in    vuratura. 

VORT  II  E.  Materia  fluida,  che  si  muo- 
ve in  giro  intorno  al  suo  centro  .  Lat. 
vortrx .  Gr.  arpo'gòo;.  Gal.  SisL  4^9. 
Si  fanno  agitazioni  straordinario  con  mo- 
vimenti opposti  ,  e  vortici ,  e  buUìmeoti 
pericolosissimi.  .*>'alvin.  Disc.  1.  aoA.  Ne 
1  movimenti  dell'  animo,  che  io  sfe  stesso 
si  muove,  possono  essere  portali  in  volta 
i  egli  uoQ  acconsente  ,  dal  vortice  ,  per 
cosi  dire,  del  fato,  e  dall'  onde  della  ne- 
cessità (qui  per  simi'it.}.  Menz,  rim.  1. 
32t).  Guardo  del  Tebro  la  vuluLil  onda, 
Perch'oltre  a  girne  riverente  impari,  Né 
altrui  dannoso  i  vortici  nasconda. 

«  VORTICETTO.  Term.  de'  Eisict. 
liim.  di  ì'ortice.  (.4) 

VORTICOSO.  Add.  Pieno  di  vorUci . 
Bcnib .  Star.  I.  6.  Poi  hi»&imi  poterono 
air  altra  ripa  coodursi,  |>«r  essere  il  fiume 
molto  rapido  e  vorticoso.  *  Car.  Fm.  7. 
44-  Qui  1'  terra  mirando  ìl  padre  Enea, 
Vede  un'ampia  foretla,  e  dentro  uo  fiu- 
me   Rapido,    vorticoso,   ec.   (B, 

3  UOSA  Foce  di  due  sillabe,  cci  dit- 
tongo sulla  prima.  Sftezie  di  stivali.  Lai 
.•coicus.  Gr.  i'/«€x{.  Bocc.  no»-.  75.  6.  lo 
vi  priego  per  Dio  ec.  che  voi  mi  farciate 
rendere  un  mio  paio  d'  uose,  thf  egli  ni' 
ììj  imbolate  ec.  ,  eil  e^tli  è  Irstè  vr-nutu  , 
e  «lice  dell'  Ui>sa  .  /.'  num,  8.  D«>Diaodo 
dovr  fossero  andati  quelli  cbe  dtll'  uose 
e  della  valigia  itA^vao  quistionr.  Ir.  Ite. 
T.  a  32.  i5,  Prima  chr  tu  ti  calzi,  Guar- 
da da  qual  pie  «  1'  uosa. 

*■  J".  t'ofa.  e  anchf  L'na  scarpa  difi-rrc 
Icfiita  all.i  gambiera Jatta  ■/'  una  solereua 
d'  acciaio  ncoperla  di  lame  di  ferrai  sno- 
date, m  j;.  ;  .  8  74-  Dove  gli  l'ngheri 
in  uosa,  e  gravi  di  loro  armi  e  giubbooi. 
non    potieno   salire  >.  (Cj 

t  VOSCO  Foce  poetica.  C<^n  »-oi,  Lat. 
i'ob).<cum.  Gr.  m^'  j/iwv.  Dant.  Pmrf. 
16.  Dio  sia  con  voi,  cb^  più  non  v^no 
vosco.  Prtr.  soH.  120.  Gite  sicuri  omai , 
ch'Amor  lirn  vosco.  Poltz  st.  a.  16.  Di 
Marie  il  fiero  ardor  ira  venga  «atro. 

*    g.    j\ota    uso     in     Pnnt.      Purg.     ||. 

Io   fui  latino    ce.    Guigliclmu     AlduLrio- 


V  0  s 


vox 


vox 


1J79 


\ 


a«co   fu    n..o  i.:.d.e:Noo  .0,  se    1  nome 
,uo  nijnimj.  lu   vosco   (  eoe  ,  se  l    abbia 

niii  scolilo  nominare).  (}  J    

*  vOSlGNORlA.eVOSSlGNOBlA. 

Voce  formala  accori lalamenle  da  I  oslra 
signorini  e  per  lo  pm    si    s,.ole    scr,>'Cr 
con  le  sole  lettere  maiuscole  \.  b.  pun- 
tate, ed  anche  V.  Sig.  Cas.  leti.  Q.  Perciò 
Vosignoria  le  cridj    tulio    quello  che  ec. 
le  diri    da    mia    parie  .    L  36.    Anche  d. 
questo  nrego  Vosi^noria,  che  pigli  un  po- 
co di  pensiero.   (')   Buon.    /Ver.   2.   3.    2. 
Questi   e  colui,  Di  cui  informai  Vosigno- 
na  ieise.a,    ec.    lad.    lett.    1.   56.   Iteslo 
con    ioBnilc  obUigai.oni  alla  buona  jra 
tia  di  V.    S.  dell'  onore    lallomi  ,  ec.    i. 
I03.  Gli  ardori  deU'  urina  d.   V.  S.   ban 
no  uu  solo  mcdicanieolo.  óegner.   Crtst. 
mstr.  1.  ag.  25.   Conviene  che  Vossigno- 
ria si  disdica,  sinsolacmenle  appresso  quei 
che  la  udirono  affeimaic  d.  una  bignora 
onorata  un  eccesso  di  Unla  intanila.  (B) 
VOSTRISSIMO.   Superi.  ,ìi   l'ostro, 
detto  per  maggiore  espressione ,  ed  in  i- 
jcheno.    Anihr.   Cof.  2.  2.  Dunque   lu  se 
de'nostii  ehi  T.  voslrissinio    Sono.    (  ecch. 
Inc.  5.  9.  E  pur  b  genero  Vostro.  iV.  ge- 
nero mioT  /;.  vostro  voslrissimo. 

VOSXRO.  Sust.  Il  vostro  avert^.  La 
vostra  roba.  Le  vostre l>ossessioiii.  *  1  ''• 
S.  t.ir.  6.  l'rendele  liberamente  il  >osUo, 
e  siate  ammaestrato  per  innanii  di  nim 
torre  l'altrui.  iCj  Boa.  nov.  69.  26. 
Perche  uè  facciam  noi  quistione  J  10  vi 
pur  vidi  i  e  se  io  vi  vidi  ,  io  vi  vidi  in 
sul  vostro.  Eemb.  ytsol.  2.  I29.  Mi  g'o- 
va  mollo,  che  in  sul  vostro  oggimai  passi 
quella  grannuola,  la  quale  pur  ora  cadde 
in  sul  mio.  .irgner.  I  red.  2.  3.  Kon  vi 
sono  amici  per  donaivi  del  loro,  m  sono 
amici  per  i  pogllarvi  del  vostro. 

§.    /  ostri,  nel  plurale,  significa  J  vo- 
stri domestici,  0  famigliari,  ec. 

•+  VOSXRO  .  l'ronome  possessivo  di 
Foi.  Lai.  vester  .  Gr.  ijiitlfOi  .  liocc. 
nov.  49.  l5.  Come  10  udì' che  voi,  la  vo- 
slra  mercè,  mero  desinar  volevate  ec.  i. 
nov.  74.  7.  Son  disposta  ,  pcsciache  10 
cosi  vi  piaccio  ,  a  voler  esser  vostra  •  E 
nov.  77.  29.  Quando  il  vostro  desiderio 
averele,  e  conoscerete  che  io  v'avrò  ben 
servila.  Petr.  son.  2o3.  Che  M  dolor  di- 
sUlla  Per  gli  occhi  m,.i  del  vostro  stalo 
rio.  /■  cap.  II.  Un  dubbio  verno,  un  in 
stabil  sereno  È  vosUa  fama,  e  poca  neb- 
bia il  rompe  :  E  '1  gran  tempo  a  gran 
nomi  i;  gran  veneno.  Passan  voslii  Iriont 
e  vostro  pompe  -,  Passan  le  signorie  ,  ec. 
Dant.  Bar.  2.  Xornale  a  riveder  li  vo 
stri  liti. 

*§.!.;  ale  anihc  Al  vostro  servi- 
gio .  Tutto  per  voi  ,  a  guisa  di  Susi. 
Cecch.  Assiuol.  l.  1.  Egli  tiene  un  fa- 
miglio solo  per  guardia,  che  nessuno  en- 
tri io  casa.  Gior.  Oh  ,  se  v'  è  un  fami- 
glio, io  son  tulio  vostro  (cioè,  fidatevi  di 
me,  vi  do  la  cosa  falla).  (I  ì 

*  §.  II.  Vostro  ,  direhbesi  anche  di 
chi  resta  in  casa  o  a  pranza  con  noi  ; 
nel  qual  senso  fu  usalo  .\o.ilro  dal  Lasc. 
Sibili.  3.  2.  Per  oggi  vi  contenterete  che 
ella  (la  Sibilla)  sia  nostra,  (l'j 

i  VOTABORSE.  Si  dice  di  Chi  vola 
le  borse,  di  Chi  porla  spesa.  Cecch.  Spir.^ 
1.  1.  Tra  coleste  tante  E  fona  eh'  e 
vi  sia  il  volabor.se  . 

•f  *  VOTACASE.  .'ii  dice  di  Chi  con- 
suma ogni  cosa  comechessia  .  Cecch . 
Servig.  2  5.  In  fallo  queste  monache 
son  vola  Case  :  manda  lor  questa  cosa,  e 
manda  Quoi'  iillra  ,  elle  non  restan  mai 
di    chiedere,   il) 

VOTACESSO.  Colui  che  i-ota  •  cessi, 
cavandone  lo  sterco  .  Burch .  r  3l.  h 
per  sai  vi  lira  entro  votatessi  .  -v  .IHeg. 
pag.    167     (  A-nst.   1754)   1"  """  "'">" 


Tempo  danno  il  Magnifico  e    il  Sigiiore 
Al  gentiluomo  vero,  al  volacesso.   (I!) 

VOTAGIONE  .  /  otamenlo  .  Lai.  eva- 
cuano. Gr.  x5vo'tiQ«.  lolg.  3Jes.Verei- 
sa  si  viene  all'  ultima  purgatone  e  vola- 
gione  .  I-:  appresso  :  La  medicina  viene 
all'  ultima  e  superQua  votagione. 

f  VOTAMENTO.  //  volare.  LU.  èva 
cuatio.  Gr.  x-:vj't.iì  .  Cr.  2.  I7.  3.  Li 
volamenli  e  i  mulamenli  curano  1  corpi 
deeli  animali  dall'  umore  solamente,  e  non 
dalla  qualil'a  infermali.  Oli.  Com.  In/,  l^. 
M.  Le  non  naturali  sono  sette  :  aere,  ci 
1,0,  bere,  sonno  e  vigilia,  servino,  riposo, 
lolanienlo  e  riempimento. 

*  \OTA>Tfc..  Colui  che  da  il  voto. 
Segner.  Fred.  Pai.  Ap.  3.  3.  Se  egli 
couferisce  ec.  una  carica  di  volante  ,  di 
avvocato  ec.  senteniia  ce.  che  colui  e 
meritevole  di  Ul  carica  (  qui  :  sorla  di 
carica  nella  Corte   llomana).  (TCl 

Vt^lTAPOZZO.  Colui  che  vola  i  pozzi. 
VOTARE,  fa.  ore  ''  contenuto  jnor 
del  conlcnenle  ,  Vvacuare  j  contrario  d' 
l-.mpiere.  Lai.  vacuare.  Gr.  «iVOJv.  Voce, 
nov.  5o.  10.  Sotto  una  cesta  di  polli,  che 
v'  era,  il  fece  ricoverare,  e  gittovii  suso 
un  pannacelo  d'  un  saccone  che  fallo  a-  | 
veva  il  di  volale  .  l'ani.  Par.  7.  E  in 
sua  dignil'a  mai  non  riviene.  Se  non  riem- 
pie dove  colpa  vota.  t'r.  9.  14.  2.  Si  trag- 
ga sangue  al  cavallo  ce,  acciocché  1  su- 
perflui umori  si  volino  .  Frane.  Sacch. 
no.'.  123.  11  padre  mandava  quando  qua- 
ranta e  quando  cinquanta  fiorini,  e  mollo 
di  danari  si  volava  la  casa. 

;'.:  §  I  /.'  in  signiflc.  neulr.  Divenire 
vuoto.' Troll.  Viri,  j/o/ .  I.  Quantunque 
r  uomo  sia  ricco,  si  v  edemo  che  per  ciò 
non  è  più  savio,  ma  è  bramoso,  e  divie- 
ne come  della  canna  che  quanto  più  in- 
grossa ,  più  vuota.   (Ci 

e  11.  Volare,  per  Rovesciare,  Far 
cadere.  Buon.  Fier.  4.  5.  18.  Ombran- 
do nel  passar  tra  le  carogne.  Li  voto  in 
Arno  . 

f  §.  MI.  l'alare  un  luogo,  per  I  ar- 
lirsi ,  Lasciarlo  volo.  G.  /.  8.  85.  2. 
Minaceiaronlo  per  lo  bargello  della  per- 
sona, se  non  votasse  la  terra.  Ar.  Lur. 
32.  94.  E  chi  vinto  riman,  voli  la  slan- 
la.  Dorma  sul  prato,  o  altrove  scenda, 

0  poggi . 

*  §.  IV.  /i  in  signific.  neulr.  pass. 
Ar.  Fiir.  28.  92.  E  sopra  un  fiume  ad 
uua  villa  venne  (Kodomonic)  ec.  Che  per 
le  spesse  ingiurie  che  sostenne  Dai  sol- 
dati,  a  volaisi  fu  coslrelta.  1  Pe) 

§  V.  Votar  la  sella,  vale  Cader 
da  cavallo  .  ^ov.  ani.  Sg.  I.  Guilielmo 
si  vantò  che  non  avea  cavalieri  in  Proen- 
la,  che  non  gli  avesse  fallo  volare  la  sella, 
e  giaciuto  con  sua  mogliera.  Guid.  G.  Per 
la  difesa  dell'  armi  noi  gravòe  ,  ma  egli 
pure  volòc  la  sella.  Alam.  Gir.  2^.  'ji 
Altri  hanno  al  secco  le  lor  selle  vote.  Ne 
più  di  rilevarse  hau  forza  od  arte. 

*  §.  VI.  Volar  l' arcione,  vale  lo  sle.f 
.co  .  Bern  .  Ori.  2.  24  67.  Subilo  quivi 
lascia  Salamoue,  Re  di  Brettagna  eli  era 
rimontato;  E  ben  per  lui,  pero  che  nel 
gallone  Da  pagano  e  nel  viso  era  piaga- 

1  lo,  E  morto  lo  Iacea  volar  l'arcione.  fCJ 
§.  VII.   J'olare  il  sacco.   V.   SACLO  , 

p     XV. 

'.■  §.  vili.  Votare,  Jiguratam.  S.  Ca- 
ler, leti.  78.  Votasi  la  menle  de'  santi 
pensieri  di  Dio,  ed  empiesi  del  piacimen- 
lo  delle  creature.  (V) 

t  VOTARE.  Neiitr.  pass.  Far  voto. 
Obbligar. <i  con  volo  di  far  checchessia  . 
Lai.  lOi-ere.  Gr.  eó'xe'Sai.  Salvin.  Disc. 
1.  l36.  Quegli  che  di  sanilade  avean  bi- 
sogno, erano  ancora  fatti  dormire  nel  lem- 
pio  d'  Esculapio,  come  tra  gli  alili  si  rac- 
coglie  da   Aristide,    nohUe    oratore  dell 


Asia ,  a  quale  a  questo  effetto  volossi  ,  e 
dormivvi .  . 

t  §.  1.  Volare,  in  signific.  alt.,  vai* 
Obbligare  per  volo  .  Filoc.  4.  75.  Per 
paura  della  morte ,  a  Diana  votai  elern. 
virginil'a  . 

:?  §.  II.  Per  Consacrare  in  voto.  lass. 
Gcr.  20.  Il3.  Macon  s'  io  vinco  i' voto 
l'arme  al   tempio.  (J>J 

VOTATO.  Add.da  I  alare,  per  Eva- 
cuare. Lai.  evacuatus,  vacuus .  Gr.  «- 
vo'i.  Moi-g.  11.  110.  Vede  Rinaldo  la  se- 
dia  volala  . 

f  VOTATO.  Add.da  I  otare,  per  Bo- 
tare .  Botato  .  Lai.  volo  obslrictus  .  Gr. 
£u5a^e»o;.  Oli.  Com.  Par.  4.  64.  Nel- 
la seconda  pone  due  dubbii  :  1'  uno  circa 
il   votalo  ,  tratto  dalla  esecuiione  del  vo- 


lo ;  ec. 

•f'  VOTATORE.  1  erbai,  masc.  da 
J  alare,  per  Vvacuare.  Che,  o  Chi  vola. 
Lai.  •"■aci/alor  .  Gr.  o/evca^Cs.  Lib. 
Astrai.  Faremo  una  pila  da  parte,  e  por- 
remole  nome  il  volatore.  Buon.  Pier.  6. 
3.  2.  Salitoti  Di  mura  ,  e  di  pollai  vo- 
tatori. E  4.  4-  4-  Le  granale  e  le  scope 
A  le,  briccone  ,  a  le  ,  poltrone  ,  io  serbo 
ec   ,   Volalor  di  dispense  e  guardaroba 

+  VOTATOKE  .  ;  erbai,  masc.  da 
Volare  ,  per  Baiare.  Che,  0  Chi  si  bo- 
ta Che  ,  o  Chi  fa  bolo  .  Lai.  10(0  ob- 
lig'atus.  Gr.  =.?«>£»»,■  Oli.  Com. 
Par  5  q6.  Cambiare  con  altro  beneficio, 
siccbÌ!  la'  giustizia  d'  Iddio  si  conienti  che 
l'anima  del  volalor  ne  sia  fuori.  Bui. 
Par.  5.  1.  Giammai  non  si  muove  dal 
debito  del  votatore,  quando  è  fatta  come 

si  dee  . 

:t  VOTATURA.  Votamento,  t.vacua- 
lione.  Lai.  evacuano  .  Gr.  /.ivw-i;  .  B 
Vocahol.  alla  voce  CONTESSA,  §.  U 

VOTEZZA.  Astrailo  di  loto;  Con- 
trario di  Pienezza.  Lai.  vacuitas,  inaiu- 
tas  Gr.  ,£V5T<;5,  '■■!  «»'■'■  '^""'-  '"'■ 
1.  Che  monlano  ec.  ricchezze  di  luore  , 
se  pove.l'a  k  dentro  in  volezxa  di  mendi- 
chissimo animo  7  Boez.  1  arch.  3.  pros. 
,  Le  quali  ad  altro  ,  che  a  riempiere  la 
votela  del  corpo,  non  intendono. 

VOTIVO.  Add.  Pi  volo.  Appartenente 
a  volo.  Promesso  per  volo.  Lai.  volivus. 
Gr.  .;/Ti«-..  Dani.  Par.  8.  Faceano  o- 
nore  Di  s.icrificii,  e  di  votivo  Sr'd»-  ,.  ^ 
t  VOTO  .  .Vi"'.  Pronunziato  coli  U 
largo.  Il  vano,  la  Concavità  vacua.  Lai. 
vacuilns.  Gr.  /.iidl^i-  O.  V-  b.  il.  I. 
Dentro  al  volo  ,  quasi  immarginalo  al 
sasso,  trovò  un  libro  .  Oli.  Com.  Inf.  4- 
5q.  Altri  v'  erano  clic  ponevano  volo;  al- 
tri ,  che  ogni  cosa  s'  ingenerasse  d  alomi- 
Salvin.  Disc.  2.  211.  Esempio  illustre  di 
ciò  ne  sia  la  quistione  tra'  moderni  e  Ira 
gli  antichi  fisici  agitalissima  del  voto.  t. 
212.  Le  ragioni  di  queUi  che  pongono 
il  volo  ,  sono  portate  e  rifiniate  da  Ari- 
stotile. .,..,. 

%.  I.  Per  melaj.  vate  .•iuperjlir.la,  J  am- 
ia. Anim.  Ani.  II.  3.  8.  La  troppo  com- 
posta diceria  ha  mollo  del  volo  ,  e  più 
suona,  che  non  vale. 
I  *S  II  A  voto,  po.sto  avverbialm.vale 
'  Indarno,  Senza  egitlo.  hA.  frustra,  ina- 
niter.  Tas.<.  Cer.  2.  II.  Morra,  dicea , 
non  andr'a  l'ira  a  volo,^ella  strage  co- 
mune il  ladro  ignoto.  V.  A  VOTO,  ft; 

*  g.  111.  Scrii  eie  a  voto,  vale  Scrive- 
re ser^za  avere  materia  da  scrivere.  Cas. 
leu.  Guati.  179.  Ho  la  lettera  di  V.  S. 
de'  l3.  ee.  e  vi  ringrazio  degli  avvisi,  pre- 
dandovi a  continuare  ,  scrivendo  per  ogni 
Spaccio  più  tosto  a  volo,  che  lacerne.  (t> 
,        VOTO.    ro//'0   .'iretto.   Bolo.  hit.  vo- 

lum.  Gr.  ■.:X'^-  "•'"'■  ''"''■  ^-  ^V  "" 
lunzie  sou  Ci.  che  ,u  vedi.  Qui  rilegate 
per  manco  di  volo.  Bui.  ivi:  Volo  e  pro- 
missione  fatta  a  Dio    dall    uomo.  Vant. 


1780 


vox 


Par.  5.  Non  prendano  i  mortali  il  toIo  a 
ciaocia.  fìtti,  ivi:  Voto  non  è  altro  che 
obMigagionc  della  volontà  umana  libera  , 
fatta  dair  unnio  con  prunics&ione  a  Dìo  : 
intorno  mX  alcuna  rosa,  l'eir.  rirp.S.  Oh 
fiero  voto,  Che  M  padre  e  '1  6glio  ad  una 
morte  offersel  Pass.  1^1.  Liberali  dal  pe- 
ricolo, andarono  ad  enipieic  il  volo.  Tass. 
Oer.  20.  144*  ^  '1"*  dL'voto  11  gran  se- 
polcro adora  ,  e  ^ciuglic  il  volo  .  .4r  . 
/•'ur.  29.  II.  A  cui  fatt' ive  con  pensicr 
devoto  Della  sua  castità  perpi-luo  voto  . 
Alam.  Colt.  2.  ^i.  Lieto  al  porlo  si  tro- 
va ,  e  i  voti  scioglie  A  (ilauco  e  Pano- 
pca  .  E  Gir.  20  II.  E  Ieri  votu  a  lui, 
eh*  uscendo  fuorc,  Spcndi-rci  in  suo  ser- 
vigio r  ultime  ore.  Jìern.  Ori.  I.  |5.  Bj. 
Fece   più  di  sci  voti  ad  un  suo  Santo. 

§.  I.  Ver  quella  linttinpine  che  sì  at 
tacca  in  segno  di  voto  nvlle  chiese.  Lat- 
*  tabella  votiva.  Tass .  Crr.  2.  5.  Pen- 
dono intorno  in  lungo  ordine  i  voti  Che 
vi  portaro  i  creduli  devoti  .  lìern.  rirtt. 
\.  28.  lo  dico  Michtlagnol  Bonarroli,  ('be, 


«]uatii 


,d'  io  M 


«'Kgx 


mi  vicn  fantasia  D* 


ardergli  incenso,  e  allacrargli  i  voti. 

^  g.  II.  Contlannarc  con  voti,  vale  01*' 
hligarc  a  sciogliere  il  voto  promesso.  Lat. 
tìamnare  votis,  7'irg.  Tass.  Keg.  Corin. 
Come  a  Cerere,  e  a  Bacco,  a  te  Corin- 
na, 1  doni  porterà  dai  verdi  campi  11  tuo 
rozzo  coltor  con  larga  mano,  K  tu  con* 
dannerai  con  voti,oDivd,   (DJ 

§.  III.  Per  Desiderio.  \.j\.votttm.  Gr. 
Z\j^-f\,  lii-rn.  Ori.  1.  25.  5o.  Così  il  ciel 
sia  propizio  a'  voti  mici  .  IC  rim  .  I.  62. 
E  se  ì  fati,  o  le  stelle,  o  sìen  gP  Iddei  , 
Volesser  eh'  io  potessi  far  la  vita  Secon- 
do gli  nuspicìi  e  voli  mìei  ce.  ,  Vorrei 
farla  con  voi. 

§.  IV.  Per  Dichiarazione  tlel/a  propria 
opinione  0  in  voce,  o  per  segni  di  Jave , 
o  d' altro.  T.at.  st^ragium.  Gt.  •^fifODi'-A. 
Farch.  Stor.  4  7*)  H  che  fatto,  tutti  i 
voli  (  cbb  rosi  sì  cliiamavano  (|ueì  giudi* 
cii  e  pareri  in  (li;lle  cartucce  ,  o  polizze 
scrini,  ce.)  si  mettevano  in   una  borsa. 

'"'  §•  V.  foto  consultivo,  diresi  il  foto 
di  colui  che  ha  facoltà  di  consigliare  ,  e 
non  di  decidere.  (C) 

'•'.'VOTO.  Pronunziato  coli' O  strctloj 
Sincope  di  J'otato  add.  in  .^enso  di  Sola- 
lo j  Dedicato  in  volo.  /ir.  Fur.  18.  55. 
Dicendo  al  suo  Macon  ,  se  udir  lo  puo- 
te  ,  riie  se  morto  I.urcanìo  in  terra  get- 
ta ,  ^ella  moschea  ne  porri  V  arme  vo- 
te.   (TP) 

\0yO.  Pronunziato  coli' O  aperto.  Jdd. 
da  fatare,  per  lìvacitare ,  Che  è  senta 
cosa  veruna  dentro  sèj  contrario  di  Pie- 
no.  Lat.  vacìtus ,  Gr.  /evo';,  fìocc.  In- 
trod.  27.  Quanti  nobili  abituri  ve.  lima- 
»eri>  vntil  l'.  nov.  \0.  18-  Trovandosi  la 
guastatlella  vota  ,  fi- ir  un  gran  mmore  . 
G.  l  ■  6.  3l.  I.  Itonipendo  il  detto  sas- 
so, trovollo  dentro  vulo.  Tes.  /ir.  2.  35. 
Se  ciò  fosse  ,  die  'I  mondo  avesse  forma 
lunga,  o  c|uadra,  non  poirelibe  essere  tutto 
pieno,  anzi  gli  ruuverrcbbr  esser  voto  in 
alcuna  palle. 

't  *  ù-  >•  /*'■'■  fiatato,  l  ir.  As.  223. 
Tutu  sì  era  vota  la  rillù  ,  non  polendo 
erederc,  se  e*non  vedevano  ron  gì)  occhi, 
I'  atroce  misfatto.  {!') 

5.  II.  P.r  tnetaf.  vale  Prue  ,  Mon- 
tante, l'elr.  cop.  |.  Voto  d'ogni  valor, 
picn  d'ogni  orgoglio,  /fmrt.  .'ij.  Vrden- 
do  lu  ec.  il  mio  viso  non  mostrante  an- 
cora alcuna  crespa,  me  reputì  tlì  elli  vola. 
Fr.  Ctord.  Preti.  S.  Se  'i  nierranle  non 
guadagnasse  della  oiercatoozia  uia,  o  |mm 
perdesse,  diventerebbe  volo    cioè,  fallilo  ) 

5  §.  III.  Pfr  PiffltoM  ,  ì'ano.  Lat. 
niancus.  Gv.  nrtfiói.  Dani.  /'rtr.  3.  Pei- 
ch^  lur  oeglclti  Li  nostri  tuli,  «  vu|ì  in 
alcun  canto 


V  O  T 

*  S-   IV.   P'oto  ,  vale  anche  Senza  ef- 
fetto .   m   Car.  leti.    2-   63.    Voglio  credere 
che    m*  abbiale    \oluto   dare    occasione   di 
rompere   un'altra   lancia   con  S.   Eccellen- 
za,  poiché  l'altre   sono  andate   votew.HV 
%.   V.    Bestia  vola,  vale    Scarica.  Fir. 
As.     208     Vendute  le    legne  eh'  io  por- 
tava  a  certi   vicini  ,  e   rìmcnatomi    a  casa 
voto,   e*  comincio  a   gridare.    A*  2.^0.    Ma- 
raviglìavasì  ciascuno  della  mìa  gagliardez- 
ta,  e  che,  carico  essendo,  l'andare  de'voli 
cavalli  agguagliassi. 
I        §.   VI.    Mani  vote,  si  dicono   Quelle  di 
chi  non    porta    regali  .   Sold.  sat.    I.    Chi 
sa,  che,  fallo  un  giorno  sacerdote,  Non 
:  oficrìsca  vìttime,  e  riporti  Grazie,  che  in 
vano   atte5cr   le    man    vote? 

g.  VII  Corpo  voto,  si  dice  Quello  che 
è  senza  l'  usalo  necessario  cibo.  Ar.  tur. 
33.  67.  Arroge  a  tanto  mal,  che  a  cor- 
po voto  Ed  essi  e  i  lor  cavalli  erau  ri- 
maci • 

UOVICINO.  Uovo  piccolo.  Lat.  ovum 
vusillum  ,  ovum  exiguum  .  Gr.  w^v  ^f- 
xjov  Ked.  Ins.  \Ì\2.  Trovai  nelle  foglie 
del  sambuco  molti  e  molti  uovicìni  picco- 
lissimi . 

t  UOVO,  foce  ili  due  sillabe,  col  dit- 
tongo sulla  prima  j  il  cui  plurale  esce 
così  in  i,  come  in  a  ,  ma  pttt  spesso  in 
questa  uscita  ,  che  in  quella  .  Parlo  iti 
diversi  animali  ,  htsognoso  di  perfezione 
eziandio  fuor  ttel  icnlre  della  madre,  co- 
me di  volatili j  perei,  serpenti  ec,  ancor- 
chi:  si  tenga  le  concezioni  di  qualunque 
animale  aver  principio  dall'  uo,o.  Lat. 
ovum.  Gr.  wo'v.  A'otC.  Introd.  5.  Alcune 
crescevano  come  una  comuoal  mela  ,  al- 
tre come  uno  uovo  .  /'.'  noi'.  61.  7.  Alla 
laute  fece  portare  in  una  lovagliuota  bian- 
ca i  due  capponi  lessi,  e  molte  uova  fre- 
sche .  Cr.  9.  86.  6.  E  da  sapere  che  V 
uova  lunghe  e  agute  son  maschie  ,  e  le 
rilonde  son  femmine.  ('iri(f.  Cnlv.  ^.  II9. 
Non  so  qual  fosse  ,  il  gallo  ,  o  la  .  alli- 
na,  La  cagion  che  *1  pulcìn  non  fu  nell' 
uovo  . 

*  g.  I.  Uova  affogate,  si  dicono  le 
Uova  che  levale  tini  guscio  vengono  cot- 
te nel  loro  albume  sommerse  nell'  acqua 
bollente  .  ì.asc.  rim.  2.  72.  Le  lenere 
(ovnj  son  poi  scipite  e  grette  :  L'  affo- 
gate  e   da   ber   son    da   minchione.   (C) 

i>  §.  II.  Uova  affrittellate,  si  dicono 
le  Uova  che  levate  ttal guscio  vengotio fritte 
nel  loro  albume,  /.asc.  rim.  2  72.  E  trop- 
po rìgno  fan  le  atTritlcllate  (  ova  ).  (Cj 

-Y  J^.  III.  Uova  maritate,  si  ttuonv  le 
Uova  cucinate  con  vani  ingredienti,  l.asc. 
rim.  2-  72.  Sono  assai  buone  l'uuvj  ma- 
ritale ;  Ma  troppo  tempo  dreulo  vi  si  met- 
te.  (Ci 

*  §  IV.  Uova  sode,  si  dicono  le  Uo- 
va che  si  assoilano  bollendo  nelP  acqua, 
l.asc.  rim.  2.  72.  L'  affogale  (ovaf  e  Aa 
ber  son  da  miutiiioiie;  E  le  ioóe  son  pa- 
.sto   da    civette.    { l'J 

i^  g.  V.  I.sser  alcuna  cosa  in/in  netP 
uova,  maniera  iperltolica ,  che  vale  Es- 
ser tale  prima  di  na.tcere,  in  corpo  alta 
madre.  Meni  sat.  10.  Costui  rhe  fu  fur- 
fante inGn   nell'uova    (/  J 

g.  VL  Pasqua  d'  uovo,  ti  dice  la  Pa^ 
sqiia  di  Resurrezione  ,  usandosi  in  essa 
mangiare  /'  up%-a  benedette. 

g.  VII.  Avere,  o  I  olere  l'ua%'0  tuon- 
th  ,  vale  .-IverefO  Polerr  una  cosa  tenta 
fatica  ,  o  pericolo. 

I  ^.  Vili.  Acconciar  l'uovo  nel  panieruz- 
tolo,  vale  fìgurntam.  Accomodarr  hene  1 
fatti  SUOI,  l'ectfi.  ine.  2-  :'(.  Che,i|UAnlo  uil 
altro  ,  ella  ai  ha  acconrc  1'  uova  nel  pu> 
nìprniio  :   tenga  chi  vuole. 

f  S  IX.  Rompere,  o  <  uastare  l'uova 
nel  pantett,  figiiratam  vale  Huaslare  1  di- 
segni adalciino   Lai.  ipeni  nliriiiutjru.ttra- 


U   O   V 

ri.  Malm.  3.  I.  Se  gli  son  rotte  l'uova  Del 
paniere  ,  Considerate  se  gli  pare  strano  . 
/  .   GUASTARE,  §.   XXl. 

g.  X.  liompere  ,  ovvero  Guattari  l' 
uovo  in  bocca  j  proverb.  che  vale  Gua- 
stare i  disfgni  altrui  presso  alta  con- 
clusione. Lai.  consilium  dirimere,  cona- 
tum  frangere  ,  antevertere  .    Gr.     Sovir;')» 

^la/veiv,  T>i"v  a'vaS'xffiv  ■::po'i(^p.\d'*ut . 
f  arch.  l'rcol.  80.  Quando  alcuno  aveva 
in  animo,  o  poco  meno  che  aperte  le  lab- 
lira  per  dover  dire  alcuna  cosa,  e  un  al- 
tro la  dice  prima  dì  lui ,  cotale  atto  si 
chiama  furar  le  mosse,  o  veramente  rom- 
pere I*  uovo  in  bocca;  il  che  i  Latini  di- 
cevano antetertere  .  Ciriff.  Calv.  a.  61. 
Perchè  non  ci  (la  tolto  1*  uovo  in  bocca. 
Ftr.  Lue.  3.2  lo  lo  voglio  affrontare  il 
tristo,  e  guastarli  l'uovo  in  bocca. 

g.  XI.  federe,  o  Conoscere  il  pel  nel - 
P  uovo,  si  dice  di  Chi  è  d'  acutissimo  in- 
gegno ,  che  scorge  ogni  minuzia  ,  e  pre- 
vede tutto,  e  quasi  vede  lo  'nvisibile . 
Lai.  ventura  per  dtoptram  prospicere . 
fcd.  Flos.  aSSo.  Pronz.  rim.  buri.  a. 
270.  Non  bisogna  orpello  Con  un  uom 
che  conosce  il  pel  nell'  uovo.  Segr.  Fior. 
Cliz.  2.  1.  lersera  avrei  veduto  il  pel 
neir  uovo .  Cecch,  Mogi.  2.  2.  lo  vo- 
glio che  E*  vegga  eh'  io  conosco  il  pel 
neir  uovo. 

f  §.  XII.  Cercare,  o  Guardare  it  pel 
nell'  uovo  j  maniera  proverb.  ,  che  vate 
Mettersi  a  considerare  qualunque  meno» 
missinia  cosa,  l-'sp.  l'ai  Sost.  io8.  Co- 
me son  i]uelli  che  vanno  caeodo  il  pel 
neir  uosa  .  Pataffi.  6  Né  guardi  ìl  pel 
neir  uovo  irttppo  fiso 

g.  Xlll.  l  sser  come  l'ere  un  iiOvO,  ti 
dice  in  modo  basso  di  Cosa  agevolissima 
a  farsi,  o  a  riuscire.  Malm.  l^.  7^,  Ma 
parve  giusto  come  liere  un  uovo  A*  topi 
farvi  il  consueto  foro. 

*  g.  XIV.  Piresi  in  proverh.  Aver 
uova  e  pippioni  tti  Chi  non  è  appena  u- 
scito  tf  un  affare  che  gliene  sopravviene 


al  Ir 


prende    così    in    buona  , 


come  in  mala  parte.   V.  PIPPIONE,  g. 
IL  (S)  . 

g.  XV.  È  meglio  un  uovo  oggi,  ch^ 
una  gallina  domani,  o  rimite j  proverb. 
che  vale:  È  meglio  aver  pcco,  ma  pron- 
tamente, che  molto  con  indugio  di  tempo. 
Ceccb.  F.salt.  t'r  ^.  10  E  *uol  oggi  piut- 
tosto aver  un  uovo,  Che  posdomani  una 
gallina  grassa. 

g.  \\\.  E' non  e"  e  uo%'o  che  non  guat- 
tii proverb.  che  vale,  che  f.'  non  si  truo- 
va  ninno  senta  vi^io,  o  mancamento,  l.ti. 
non  est  pijtcis  sine  spina.  Gì.  tzyot  iv^x-» 
eJf  sìv  (*;f&vv  air^v^ov  ur  «^fO'ra  ì  ed 
rhs.  261.  BrtlinC.  son,  1^7.  Che  tal  por- 
ge botlon,  eh*  è  pien  d' ucchielli.  E  nno 
e*  i?  si  frese' uo\o,  che  non  guasti  late. 
Parent.  2.  3.  In  fine  e'  non  r'  ^  uovo 
che  non  guazzi  :  può  far  il  ciclo  però , 
ch'ella   sia  cosi  sfacciala? 

g.  XVII.  t  '  non  ì'  come  P  novo  fe- 
sco, n^  d'oggi,  ne  di  ieri;  pro.erfi  che 
ti  tiice  di   Chi  »•  uomo  d'eia. 

*  g.  XVIII.  In  proverb.  si  dict f  #1" 
non  lo  camperebbe  /'  uovo  dell*  A^cent-o- 
ne  j  e  vale:  Ftter  di.tperala  la  sua  salu- 
te, o  altro  grai'e pericolo  t'ecch.  Prvv.  35. 
ypn  ti  canif*er'eldte  l'uovo  dell'  Atetn- 
Mone.  Hanno  le  dcnnicciuole  un  crnlere 
rhe  r  uova  di   gallina   che    nascono  il  di 

Ì  dell'  Ascrnsionr  del  Signore  sieoo  nme- 
din  salulilrrit  a  tutti  ì  mali,  e  dicono  ebe 
mai  n<^n  si  rorromi  e  Omlr  quando  11 
I  vuol  dire  chr  uno  è  spatcìaic,  si  dica  ; 
I  e'  non  lo  camperebbe  tal  uovo  F  Mmt<n 
5.  7.  Chi  tien  quel  d'  altrui,  e' non  b» 
!  camperebbe  V  uovo  dell'  Ascensione  Car. 
I  Stracc.  I  5  Ora  Puoio  dell' Asreosto- 
oe  non  camperebbe  me.  ni  quel  Cspita- 


t  O  V 

no^icilGovcrnalorclosa.fO  Ptvs.  Fior 
6.  173.  Io  non  voglio  dir  altro,  che  quan- 
do uou  è  all.i  caiulela  .  e  che  tutti  i  li- 
medìi  »on  vani,  per  t-ipiiimre  questo  caso 
si  suol  dire  :  e'  uou  lo  canii>ercbl>e  l'uovo 
dell'  Ascensione  .    (') 

g.  \1X.  Covo,  per  I spezie  di  tor- 
mento che  si  dà  a' rei  per /arlt  confrs- 
tare  .  Fir*  ^Is.  296.  Ma  ne  corda  ,  ne 
dadu,  uè  sunghi-tla,  uè  uovo,  uè  acqua, 
nh  Fuoco,  ne  cosa  del  mondo  il  poterono 
mai  far   cangiare  d'  opinione. 

g.  XX.  6'oto  ,  si  dice  ancora  l/nn 
delle  malattie  del  capo.  Lai.  cephalalgia. 
Gr.   X- jjaiaV/i'a. 

*  g.  XXI.  Uovo  di  more.  Specie  di 
pesce  del  genere  delle  conchiglie  ,  detto 
anche  Camiime  .  Red.  Oss.  an.  5^.  In 
quegli  altri  zoofili  ce. ,  che  da'  pescatori 
Livornesi  &0Q0  chiamali  carnumi  ,  e  da 
altri  er.  vengono  appellali  uova  di  mare 
«.  (•) 

UOVOLO.  Spezie  di  fungo  che  ha  gran 
similitudine  coli'  uovo.  I.at.  holetus.  Gr. 
pwJliTr,^  .  I.ib.  cur.  maìatt.  Lo  uovolo 
per  sé  oou  è  velcocso,  ma  èe  siraiglievo- 
le  a  uno  altro  fungo  velenoso.  Tac.  Pav. 
Jnn.  12.  160.  Gli  fu  dato  (il  veleno  ) 
ìd   su   gli  uovoli,  de'  quali  efa  ghiotto. 

g.  I.  L'ovolo,  diciamo  anche  l'  (Mchio 
di  canna,  Canocchio.  Pallnd.  Fcbbr.  23. 
Di  questo  tempo  si  pongono  i  canneti  , 
facendosi  le  fosse  mollo  piccole  ,  e  po- 
gDeudori  dentro  gli  uovoli  ,  di  lungi  1' 
uno  dall'altro  meno  p  ede.  Cr.  5.  Sg.  1. 
Gli  uovoli  delle  canne  per  ciascuna  fossa 
si  sotterrino. 

g.  II.  Uovolo,  diciamo  anche  a  un 
Ptzzctlo,  0  Aocchio  d'  ulivo  spiccato  dal 
ceppo,  per  porlo  ne*  semenzai,  o  divelti. 
Feti.  Colt.  36.  Toglievano  d'in  sul  cep- 
po degli  ulivi  vecchi  quelli  che  noi  chia- 
miamo ,  per  la  similitudine  eh'  eglino  han- 
no coir  uova  ,  uovoli  ,  cioè  quelle  parli 
picciule  del  ceppo  a  hasso  con<^iunle  col- 
le haihe.  verdi  e  vigorose,  dove  apparisce 
che  l'ulivo  vuol  mettere  da  pie. 

g.  MI.  Cavolo,  dicono  ancora  gli  Jr- 
chilettori  a  un  Membro  intagliato  di  su- 
perficie convessa  fra  gli  ornamenti.  lat. 
echinf>s .  -?  l'asar.  l  it.  ììtion.  Sopra  le 
teste  de' lermiiii  che  fan  capitello,  è  ar- 
cbilrave ,  fregio,  e  cornice  che  ii»alta  so- 
pra i  termini,  intaglialo  con  ricchi  fregi 
e  fogliami ,  uovoli ,  ed  altri  membri  per 
tutu  l'opera.  ( R) 

^  %■  IV'.  Covalo,  dicesi  anche  l'Incas' 
-satura,  0  Luogo  in  cui  l'  un  osso  sta  in- 
cassato  coli'  altro  .  Il  Vocabol.  alla  voce 
DISOVOLATO.  (•) 

*  UOVONE.  Jccrescit.  di  Uovo  Pros. 
Fior.  pari.  3-  voi.  1-  pag.  169.  Oh  che 
uovuni  sterminati!  oh  di  quelli  si  potreb- 
Iiono  fare  di  grosse  frittale,  che  ec.  (Il) 

U  P 

L'PIGLIO.  Spezie  d' aglio  .  Lai.  ulpi- 
<um  ,  aftium  cypriuM  .  Gr.  a  j>pO'S/.opO' 
So-'  .  Pallad.  Gen.  1^  Di  questo  mese 
si  scmiua  bene  l'aglio,  e  1' upiglio. 

t'PUPA.  f,  l.  Sorta  d'uccello  detto 
anche  comunemente  /ìubhola .  Lat.  upu- 
pa. Gr.  £7toi|/.  Tes,  Br.  5.  28.  Upupa  è 
un  uccello  con  una  cresta  in  capo,  e  vi- 
vono di  cose  putride  e  laide,  e  però  è  il 
loro  fiato  puzzolente  molto .  Morg.  i^. 
52.  E  la  cutrelta  la  coda  menando  Si  ve- 
de ,  e  rizza  1'  upupa  la  cresta. 


•|  '.-  URACANO  .  Specie  di  turbine, 
eh*  0  un  complesso  di  più  turbini,  e  che 
imperversa  molto  m  tempo  di  fiere  bar- 
vasche,    ^ccod.    Cr.    Mest.    S<.ggella  per 


U   R   A 

la  vicinanza  delle  montagne  a  gran  tem- 
pcile ,  a  terribili  uracani,  ed  a  spesse  i- 
nondazioni.  Magai,  pari,  I.  lett,  iS.  Con- 
sideriamo qual  simiglianza  e  proporzione 
abbia  ta  corporeità  ec,  o  quella  dell' uia- 
cano  co'  vascelli  eh'  egli  affonda  er.  Ora 
r  urarano  è  vento,  e  la  materia  drl  ven- 
to è  r  aria  ,  dissimilissima  dalla  materia 
di  tutte  queste  altre  cose  er.  (.4) 

*  l'RA'CO  .  Term.  degli  Jnatomici  . 
Quel  cordoncino  0  legamento  che  dal  fon' 
do  della  vescica,  e  s'  impianta  nelC  umbi- 
lico.     Cocch.  lez.  (A) 

'\'  URAGANO.  Uracano.  Magai.  Sidr. 
Starsi  col  tronco  nel  più  fitto  Terno  Con- 
tro   i    fieri    uragani  argine  immoto.  (A) 

•%'  UKAMA.  Term.  de'  Mitologi.  Una 
delle  nove  Muse,  quella  che  presiede  al- 
l' Astronomia.  I  l'oeii  danno  anche  t/ue- 
sto  nome  a   l 'enere.   (A) 

*  URANO.  Term  degli  Astronomi. 
Uno  degli  undici  pianeti  sino  ad  ora  .ico- 

pcrti,   ed  è   il  più   lontano  dal    Sole.   (B) 
'^-   URA.NOGRAFl'A.    Terra,  didascali- 
co.  Descrizione  del  cielo.  (A) 

*  UHAìNOMETr.rA.  Grecismo  degli 
Astronomi  .  Quella  parte  dell'  Astrono- 
mia, che  tratta  degli  /'eclissi.  (A) 

•f  -r  URANO'SCOrO.  Sorta  di  pesce 
marino,  così  chiamato  con  voce  greca,  che 
vale  Osservatore  del  firmamento,  perche, 
ha  gli  occhi  sul  rapo,  che  guardano  il 
Cìelu.  Vai  moderni  Italiani  è  detto  Pe- 
sce prete.  Ped.  Oss.  an.pag.  l5^.  (Ertz. 
1712)  Tra  quei  pesci  che  ho  trovali  non 
aver  tal  vescica,  0  nuotatoio,  sono  la  lam- 
preda ec.  ,  il  pesce  prele,  che  uranosco- 
po   dagli  scriitori  s'  appella,  ec.   (Aj 

URBANA ME^TE.  Avverb.  Con  urba- 
nità, t'ivitmente.  hai.  urbane,  facete.  Gr. 
x.oii'ìffZ^,  ;^K|5(£'vTw;.  S.  Agost.  C.  D.  lo 
non  dico  quello  che  disse  Tertulliano 
forse  più  urbanamente,  che  veramente. 

*  URBANISSIMAMENTE.  Superi,  di 
Cròananiente.  Cden.  IS'ìx.  5.  8  Onde  ur- 
banissimamente lo   Scaligero  ec.   (lì) 

•f  URBANITÀ",  UKBANITADE  ,  e 
URBANITATE.  Asimtto  d'  Urbano j 
Gentilezza,  Civiltà,  Maniera  civile.  Lat. 
urbaiiitas.  Gr.  ^^pilvu^p-o'^.  Mor.  S. 
Greg.  IO.  27.  La  perversila  delia  menle 
è  appellata  {dagli  uomini  malvagi)  urba- 
nilade,  cioè  a  dire  vila  cittadinesca.  Fir. 
Disc,  an,  7.  Alla  gran  duUrina  aveva  ag- 
giunto la  vera  bontà,  e  alla  bonl'a  e  faci- 
lità di  costumi  una  urbanità  e  una  mo- 
destia si  grande,  che  ce.  E  altrove:  Ma 
colla  tua  solita  urbanità  raccontaci  quella 
novella. 

Ur.BANO.  Add.  Di  costumi  civili  e 
cittadineschi,  Gentile.  Lat.  urbanus.  Gr. 
Jjxpt'cc  .  Fiainm.  ^.  go.  Io,  acciocché  non 
isdegnosa,  ma  urbana  paressi,  data  alcu- 
na volta,  in  quelle  a  sedere  mi  riponeva, 
entrando  in  nuovi  pensieri.  Fir.  Disc.  an. 
IO.  Col  dolce  aspetto,  colle  urbane  paro- 
le, cogli  abiti  usitali  vogliono  essere  co' 
fatti,  e  non  colle  dimostrazioni  ,  tenuti 
buoni,  savii    e  costumati. 

g.  Urbano,  vale  anche  Di  città.  Lai. 
urbanus.  fir.  xiÓT'^x^.  Borgli.  Col.  ftom. 
36l.  Ciasiun  popolo  a\ea  le  sue  terre 
principali,  ove  abitava  la  nobiltà,  e  la  ple- 
be urbana. 

't  :'.*  UHENTE.  r  /..  Che  brucia. 
Cavale.  Fspow  Sìmb.  2.  175.  L'ingrati- 
tudine è  un  vento  urente,  che  dissecca  li 
fiumi  della  grazia  (qui  per  simi/tt.  .  (J) 

URETERE.  /  ,  G.  Ureteri  si  dicono 
due  canali  che  conducono  l"  orina  da' re- 
ni nella  vescica.  ^  Bed.  Oss  an.  200. 
I  quali  sottilissimi  ureteri  ^anno  ad  en- 
trare negli  ureteri  de'  qualiordìci  reni 
magf;iorelti.  e  gli  ureteri  di  questi  niag- 
gìoretli  si  scaricauo  nel  principale  e  più 
grosso  canal  maestro.    /     Cons.    i.    28.    I 


U   R   E 


1781 


quali  (calcoli)  son  cagione  di  meri  dolori, 
allortjuando  essi  calcoli  sono  spinti  giù  per 
i  vasi  ureteri  alla  volta  della  vescìra.  (B) 
Imperf.  Anni.  t5^.  Propriamente  Tunica 
quella    membratia   si   chiama,    della 


qu. 


son  fatti  i  vasi  e  i  canali,  siccome  le  \e- 
ne  sono  le  arterie,  i  vasi  ureteri  ,  1'  ute- 
ro ec.  E  66.  La  membrana  serve  ec. , 
come  scernere  si  puole  nella  vescica ,  al- 
P  attaccamento  degli  ureteri  e  ne' ventri- 
coli del  cuore  mercè  di  sue  valvulc 
ce.  (F) 

•f  *  URETRA.  Term.  degli  Anato- 
mici. Canale  che  dalla  vescica  conduce  U 
orine  fuori  del  corpo.  Cocch.  Bagn.  cap. 
4-  p'^g'  268.  Questi  organi  sono  un  rene 
e  un  uretre  nell'uno  e  nell'altro  lato, 
ed  una  sola  vescica  nel  mezzo,  ed  una 
sola  uretra,  che  è  il  canale  emissario  di* 
essa.  (Aj 

URGENTE  .  Che  urge  ,  Imminente. 
Lat.  urgens  Gr.  zaTSTTìi'ywv.  T'ire.  Dnv. 
Ann.  !^.  102.  Il  Senato  volle  the  si  aspet- 
tasse r  Imperadore,  unico  soprattieni  agli 
urgenti  mali.  J?  Cuicc.  Stor.  2.  335.  Non 
essere  già  sua  intenzione  di  legarsi  a  nuo- 
ve obbligazioni  né  restrignersi  a  capitola- 
zioni nuove,  perchè  non  ne  vedeva  alcu- 
na urgente  cagione.  (I.J  Salvia.  Gecr. 
lib.  X.  Fatica  sciagurala  Tutto  vince  e 
bisogno  urgente  e  duro.  (F) 

§.  Caso  urgente,  vale  Accidente,  che 
abbia  bisogno  di  subito  provvedimento. 
Tac.  Dav.  Ann.  l5.  206.  Quando  i  sol- 
dati pratichi  1'  avvertivano  ne'  casi  urgen- 
ti, per  non  parer  d'averne  uopo,  faceva 
il  rovescio  e  male. 

URGENTEMENTE.  Avverb.   Con  mo    ' 
do   urgente.    lìuon.   Fier,   3.   2.    I7.     E     '1 
servizio  Che  a   comodo  maggior  gli  viene 
oflTerto,   Urgentemente  in  seivitù    lo   stri- 
gne. 

URGENTISSIMO.  Superi,  rf'  Urgen- 
te. Cuicc.  Stor.  I,  Per  liberarsi  da  ur- 
gentissimi pericoli,  E  IO  Asliignendo  ec. 
a  questo  molti  urgentissimi  accidenti.  Sal- 
via. Disc.  3.  go.  Non  5'  alteri  senza  ur- 
gentissime e  traijoccantissime  ,  ed  eviden- 
tissime ragioni. 

URGENZA.  Astratto  di  Urgente  Lat. 
temporis,  vel  rei  nrcessitas.  Fiv.  Pise. 
Atn.  ^o  Ma  quando  in  qualche  urgenza 
luogo  o  tempo  occorresse  ,  come  bene 
spesso  ofcorreià,  di  far  palafitte,  esclude- 
rei i  pali  d'  albero,  di  galtice,  di  v._trice, 
ec.  /  nnb.  Stor.  ^.  Per  servirsi  dì  lui 
in  quelle  congiunture  disastruse,  e  valersi 
de'  suoi   consigli    in   quelle    urgenze. 

URGEIir.  /.  L.  Spignerc. Lét.  urge- 
re. Dant.  Par.  io.  Che  V  una  parte  e 
r  altra  tira  ed  urge,  Tin  lin  sonando  con 
sì  dolce  noia.  E  Par  3o.  L"  alto  disio 
che  Rio  t'infiamma  ed  urge  cc.^  Tanto 
mi  piace  più  quanto  più  turge.  •','  Bocc.  rim. 
pag.  3l.  (Livorno  1802)  Questa  li  mici 
pensier  urge  ed  avanza  Con  gli  occhi  suoi 
a  si  allo  desiro,  Che  nulla  più  senlir  ave 
in  possanza,  Puon.  Ficr.  ^.  3.  7.  Troppo 
Ci  grava  la  dimoia,  urge  il  negozio.  (Bj 
Bed.  Cons.  I.  146.  Io  non  ho  fino  ad 
ora  parlato  de' medicamenti  locali,  [erchè 
se  la  necessità  non  urgesse,  me  ne  aster- 
rei più  che  fosse  pussiliilc.  ff'j 

URL\  Augurio.  Lai.  augurium.  Gì. 
ct'wvo-;.  Tac.  Dav.  Ann.  12.  i53.  A[>- 
parvero  in  quell'  anno  molti  segni,  uc- 
celli di  mal*  uria  posali  io  Campidoglio, 
ec.  E  l5  226  E  fu  rivoltalo  a  uria  del- 
la sua  morte,  perchè  niuiiu  Piincipe  si 
onora  come  Iddio,  mentre  livp  tra  gli 
uomini-  /','  Stor.  2.  296,  La  città  ec.  pre- 
se a  mal'  uria,  che  Vitelbo.  fatto  Ponte- 
fice massimo,  bandisse  le  cerimonie  pub- 
bliihe  per  li  diciotlo  di  Luglio.  Malm. 
3.  71.  L'a*er  veduto  dentro  alla  guasta- 
rla  Un   >egno  che  le  ha  data  caltiv'  uria. 


1782 


V  R   I 


URL 


-<•   URINA,   lo  Steno  che  tirine.    Pat. 
Icd.   Novemhr.   7.   Se  verni,  ha    II    pesco 
JpengoDM  con  cenere  mischiala  cun  mor- 
chia, ovvero  cou   urina  di  bue     con   lena 
parte  d'accio  meschiata,  e    imbasnalo   il 
P«co.   Uh  HeJ.    U«.  an.  191    Nella  n.e- 
liesuiu   vallella  pur  si  apre  un  allro  orifi- 
no    per  cui  la   vescica  urinaria  si  scarica 
dell   urma.  /;  Cons.   I.  7,.   Bi.ognerebl.e 
allresj  procurare  che  quel  siero  ce.  fosse 
riassorlmo  ec.  ,  acciocché  poi   ec.  da'  re- 
ni per  urma  u.cisse  del  corpo.  E  j8   Col. 
1    uriua  si  purga   il  sangue  dalle    .erosili 
senta  pencolo,  e  con  la  stessa   urma  «ce 
lai  uosiio  corpo  grandissima    uuanlilà  d. 
»>lc.    L   Un.  2.  85.   E  bene  che  alle  voi- 
le  aLlua  r  urme  copiose.  Zi'  233.  Polendo 
quesla  cosa  essere  ul.le    collo    .sgravare   i 
polmoni  per  le  slrade  dell'  urina.  Sa/r,,, 
JJisc    2.    433.    .Siccome    ancora    quanlilà 
grande  d   aria  ec. ,  come  quando  ci  sera- 
«lamo  dell'  urina,  ci  dà  un  cerio  Iremilo 
ec.  ,  COSI  ec.  (•) 

*  UKINALl  .  Orinala,  lied.  leu.  1.4,,. 
L»  qual  materia  si  scorge  ne'  fondi  de""li 
urinali.  /;  5l.  Donde  scaturisce  quella 
materia  grossa  e  bianca,  la  quale  si  posa 
ne   fondi  degli  urinali    (') 

*  UIUNAHK.  1.0  stesso  che  Ormare 
Bed.  leti.  2.  221.  lo  nonivea  altro  ino- 
do  più  sicuro  per  far  urinare  copiosamen- 
te 1  sani  e  gì-  infermi.  /•;  222.  Io  slesso 
gli  aiea  poscia  dello  di  aver  la  nolle  se- 
guente più  che  copiosaiiienle  urinalo  E 
Cons.  1.  101.  Ha  buon  colore,  va  di  cor- 
po, urina  copiosamente.  E  iq3  Ha  os- 
servalo che  nel  mcizo  dell'  urinare  se  li 
e  fermala  l'urina  ,,,„,  m/or:„  ,ti  sust).  I') 

'.=  Ulil^AlllO.  .Ud.  Hi  „n„a.  Atte 
nente  ad  urma.  Red.  Oss.  aa.  l56.  In 
uu  grongo  che  pesava  trenta  libbre,  os- 
servai che  inlorii.i  intorno  alla  vescica  u- 
imaiia  si  alzavano  grandi  aiiimassamenli 
di  quei  lubci.olclli  ec.  III\  E  JQI  Wella 
medesima  vallella  pur  si  apre  un  allro 
orifizio  per  cui  la  vescica  urinaria  si  sca- 
rica dell  urina.  (•)  l.uperf.  .h,at.  64. 
Propriamcle  Tuiii,  a  quella  membraoali 
chiama,  d,-lla  quale  son  falli  1  vasi  e  i  ca- 
nali, siccome  le  iene  sono  I'  arterie,  i  va- 
SI  urcleiii,  r  utero,  la  vescica  biliaria,la 
urinaria,  l'esofago  ec.   {F) 

t  =•=  §.  Urinan,  diioiisi  ancora  tutti 
i/ue,  mali  che  accadono  agli  organi  che 
separano,  conscr>'„ao  e  portan  fuori  del 
corpo  I-  orina.  Coech.  Hagn.  pag.  267 
Drinarii  cl,iaiii.,n,i  tulli  quei  mali  che  ac- 
cadono agli  organi  che  separano  e  con- 
servano e  portan  fuori  dd  corpo  1'  orina 
mutandosi  per  la  cagione  morbifica  o  so- 
I.da  loro  slrullura,  o  la  maniera  dell'  a- 
«lone,  o  creandosi  dculro  di  loro  qualche 
corpo  cstianco.    (A/ 

*URINATIVO.  Add.  Che  promuove  /' 
urma,  Ihuretico.  lied.  hit.  I.  lo5.  Tul- 
le quante  le  erbe  e  i.idiclic  urinative  cal- 
de sono  sempre  da  sfuggirsi,  come  dan 
nosissinic.   (•) 

l'Ill.ASIENTO.  /.-«r/a/r.  Lai.  „/„/„. 
Ins.  Gr.  omiv/iidf.  fUrg.  Eueid.  .1/.  L' 
urlamenlo  con  boci  femminili  va  al  ciclo 
/;■  più  sotto  :  Con  femiiiincico  urlamenlo 
con    lamenti   il   cielo   empie. 

URLA.NTE.  (/,c  urla.  LbI.  .■ociflrr«ns. 
Or,  oioìu;ai»  thid.  Pisi.  48.  La  savia 
vecchia    luroe  la   bocca  a  me   urlante. 

3  UKLAIIE.  Mandar  fuori  urli.  Lai 
ululare.  Cr.  oiojjjjiv  IJocc.  no,:  na 
•59  •  Cominciò  a  sallabellare,  e  a  fare  un 
uabi.sar  grandissimo  su  per  la  piana,  e  u 
sululare,  e  ad  urlare,  e  a  stridere  a  gui- 
sa <hc  se  imperversato  fosse.  /.ir,/i.  /  ,■ 
'ol.  61.  Cuaiie  ec.  è  anch' egli  sol.mcn- 
le  neutro,  e  cosi  urlare,  bemhc  Virgilio 
I  usasse  in  voce  passila,  e  non  è  pioprio 
degli  uomini,  ma  dei  lupi. 


•e  §•  Per  similil.  dicesi  anche  dell'  Uo- 
mo ,/uando  per  tormento,  o  dolore  manda 
fuori  voci  lamentevoli  alquanto  continua- 
te. ..  Dant.  Inf.  6.  Urlar  gli  fa  la  pio., 
già  come  cani.  /„„.  42.  Urlando  con 
dolorosi  guai  spari  -  .  (,\) 

t  URLATOUE.  Verbal.  ma,c.  Che  o 
Ch,  urla.  Lai.  ululator.  Gr.  dìoXùia-j 
t.uid.  o.  26.  3.  AUora  si  levoe  grande 
rumore  nelle  dette  tende,  e  le  voci  degli 
urlatori  spesso  risuooano  per  lo  vicino  te- 
re. 

t  *  tllLl'O.  foce  bassa  e  delCuso.  Stre 
pilo,  Itonwre  die  si  fa  ne/r  urlar,  ,  e  di 
cesi  comunemente  di  Quello  di  molte  per- 
sone  che  favellando  insieme  rompono  al- 
trui  il  capo  colle  strida.  (A) 

UIILO.  l  oce  propria  del  lupo  j  ma  si 
usa  anche  parlando  d'  altri  animali,  quan- 
do si  lamentano.  Lai.  ululatus.  Gr  òlo- 
'k/Mo;.  Lab.  29.  Mi  parca  per  tutto,  do- 
ve  che  IO  mi  volgessi,  sentire  mugghi,  ur- 
la e  strida  di  diversi  e  ferocissimi  animali 
Cirijr.  Cah.  I.  7.  Qutllo  stormo  due- 
cei  drielo  veniva  Con  urla,  strida,  e  spa- 
venlcsol  voce.  E  a.  66.  E  l'urla  e  1'  a- 
nilrir  d'assai  correnti.  Bed  I  ip.  1.  5q 
Quel  cane,  una  me;i'  ora  dopo  che  fu 
ferito,  cominciò  ad  avere  vomili  frequenti 
e  faticosi,  ed  in  fine  con  urli  e  scontor- 
cimenti orribili  si  morì. 

§.  1  l'er  siniilit.  si  dice  anche  di  ra- 
ce mesta  e  lamentevole,  alquanto  conti- 
nuota,  che  si  manda  fuori  dagli  uomini 
per  tormento  .  o  dolore.  Lai.  ululatus. 
Gr.  o,al.u-/p.oi.  lant.  Inf  7.  Qui  lid' 
■o  gente,  più  ch'altrove,  troppa.  Ed  una 
parie  ed  altra  con  grandi  urli  Voltando 
pesi  per  fona  di  pcq.pa.  /  e,irf.  Crisi.  Pa- 
reva che  le  boci  e  l'urla  degh  uomini 
e  «Ielle  Icmmmc  n'andassero  al  cielo.  .-Ir. 
tur.  3o.  11.  Cominciò  il  pano  a  gridar 
torte:  aspetla.  Che  gli  venne  desio  d'an- 
dare in  barca.  Ma  bene  in  vano  e  i  gri- 
<  1  e  gli  urli  gena  Malm.  4.  io.  Cosi 
dumandan  chi  sia  quei  eh'  esclama,  E  mei- 
le  grida  ed  urli  si  bestiali. 
,h',}''  ''"''"'''•"'■'• /gwatam.  vale 
AllMire.  Lai.  ohmatctiere.  Gr.  rufà.. 
«Sai.  IJiicn.  Eur.  2.  2.  10.  Ecco  i  co- 
lombi qua  del  bimbussato,  C  hanno  per- 
duto I    urlo.  "^ 

=c  UllLO-NE.  Dicesi  di  Chi  nel  parla- 
re suol  gridar  forte,  aliare  assai  la  vo- 
ce. (Cj 

t  5  URNA  /.  A.  Specie  di  vaso  che  ' 
presso  gli  antiihi  serviva  ad  attinger  a- 
cqua,  ed  anche  ad  altri  usi,  come  a  rac- 
chiudere le  ceneri  de-morti  ec.Lul.  urna 
Gr.  x«/;r.i.  Petr.  son.  199.  E  di  che 
dogliose  urne  Ti  bagna  Amor  cou  quelle 
mani  cburne.  *  Car.  En.  I.  3|2.  Del 
vni  che  '1  buou  Accste  ce.  in  don  gli 
diede,  Molf  urne  dispensò  per  ricrear- 
li. IFP) 

"•■  §■  Ojgi  Urna,  e  un  Faso  che  selve 
a  raccogliere  i  voi,,  o  a  contenei-e  le  po- 
lizze per  estrnrre  le  sotti,  u  Ar.  Eiir 
.lo.  23.  tosi  in  duo  brevi,  eh' avean  si- 
inighanlc  Ed  usuai  foima,  1  nomi  lor  uo- 
llrsi,  E  dentro  un'urna  quelli  hanno  rin- 
chiusi, \crsali  inolio  e  sotiopra  confusi. 
A  SI.  24.  Un  semplice  fanciul  nell'urna 
messe  La  mano,  e  prese  un  breve  ».  (C, 
Segmr.  l'red .  fui.  .Ip.  j.  9.  Non  può 
avvenire,  che  i  benefici!  eccl.-.iastici  ven- 
gauo  da  taluno  dislribuili.  non  a  chi  nie- 
rila  più,  ma  ec.  a  chi  fa  sperare  piò  fe- 
dele la  mano  al  giiar  dell'  urna    iTCi 

«  URNKTTA.  /),„,,  ,,•  Urnaj  Picco- 
la  urna.  lìenv  Celi.  In.  1.  ,3-_  ^j. 
cadde  in  questo  tempo,  che  in  ccil'i  va 
SI,  I  quali  orano  urnclle  inliibe  piene  di 
cenere,  tra  essa  cenere  si  trovò  certe  ■- 
nella  di  ferro.  fC. 

t'  uno.  Specie  di  bue  selvaggio    Lai 


URO 

urus  Gr.  »o^o;  .  Toc.  D.V.  Ann.  5. 
lOJ.  Scelse  alcune  pelli  d'  uri,  e  voleT.I, 
a  quel  ragguaglio.  C) 

t  *  UROVIGIO.  Term.  de- .\olomi- 
sf.  lo  slesso  che  Coccige.  Pellin.  Disc 
I  IDI.  E  chiamasi  quell'  osso  I  sacro  ì 
coccige,  o  uropigio,  e  codione,  e  le  ver- 
Ichre  di  esso,  vertebre  del  coccige,  o  co. 
dione.  (A)  •  ' 

*  URSACCniO.  7.0  st^soche  Orsac- 
>l;o.  innnaz.  Arcad.  egl.  9.  Corbo  mal. 
vagio,  ursaechio  aspro  e  salvalico,  Cotesl. 
lingua   velenosa  mordda,  ec.  (Il) 

=?  URTA  Eoce  assai  frequente  in  boc- 
ca del  popolo,  la  quale  s'  usa  nella  sus- 
.'eguente  e.^ressione.  Avere  in  urla  mu]. 
cheduno,  che  vale  I  olergli  male.  Averti, 
mal  animo  addosso.  Serd.  Prov  Egli  1' 
ha  in  urta.  /.URTO,  sust.^.lA)  Jr. 
lur.  il.  4,.  >,  ,i,|^,„  u„  tempo  in  ori. 
e  in  gran  dispetto  l'er  Truffaldio,  che  fo. 
ra  luogo  a  dire.  'Ilj 

UI1TA.MENT(1.   lo  urtare.   Urtala 
Lai.    impulsio  ,  ,clus.   Gr.   Cì„,,.  .   /> 
Oiord.    l'red.   K.   Si  accostarono  alla  cilli 
con  teriibdi  urlamenli  delle  mura 

URTA.XTE.  Che  urta.  Amet.  16.  Tali 
sono,  che  SI  vantano  Ira  gli  urtanti  .ni- 
mali  essere  in  giudTcìo  simili  ad  Ales- 
Sandro  . 

t  J  URTAllE  Spigner^  i„conlro  con 
•mpeto  e  violenza;  ed  oltre  al  signìfic.  alt 
■',  usa  anche  nel  neuir  .  e  neutr  .  p„„ 
Lai.    urgere  .impellere  .    Gr.    JT!,'>e„  '. 

J.T'  J^  "•;  «""""  '■■''"  ^"" 
saltalo  ce.  disa.  vedutamente,  portato  dall' 
'".p.  o  del  suo  salto,  mi  urto  gravemen- 
le.  /et,-,  cnp.  10.  Urlar  come  leoni,  e 
come  draghi   Colle  code  a> vinchiar.i.    C. 

;  ;  ":  •*•  '"'Sieano  pure  innanai 
urlando  1  loro  cavalli  .  M.  r.  1 1  5o 
Irlo  forte  sopra  i  niniici.  Malm.  8.  u' 
lerch  ei  non  urta  mai  chi  1'  accompa- 
goa.  -  i;i„ce.  .^tor.  ,.  283.  Perchè  a. 
vendog  1  armati  di  picche  più  lunghe  cit- 
■^a  un  braccio  di  quello  che  era  Pu.anaa 
comune,  ebbero  tanto  vantaggio  quando 
da  u,  lurono  condotti  a  urtarsi  co'  lanl. 
oegl   inimici,  che  ce.  fLj 

•f  §.  I.  Per  metaj.  vale  Contradilire . 
/  enire  i„  controve.sia;  e  s,  usa  pur,  in 
signific.  alt.  e  neutr.  pass.  li.  I'.  a  5o 
1.  I-rese  consiglio  lo  'm,«radore  di  non 
urlare  co  Fiorentini  .  Segr.  Fior.  Star. 
^  07.  Ne  magislrali  e  ne' consigli  ,' ur- 
avan„_==  J„,.  ,W.  /,,,.  6  ..ip.'s.En- 
Iralo  figliastro  in  casa  Angusto,  I'  urlaro- 
no molli  e  molli ,  viventi  .Marcello  e  A- 
6"PPa  III  lat.  ha.  multi.  .„,uli,  „„fli^. 
talus  est;.   (I  )  "" 

§■  H-U,  tare  il  capo  al  »,„n>.  gn,a- 
"'    "".       ^'•'-' ."f"'    '>'-.<..  Lai.  o»„, 

'■/oc.  2.  ,,0.  Comanda  ch.  io  non  v. 
vaila,  ed  egli  putri  aisai  ni  tare  il  capo  .1 
muro,  che  non  ri  andrò. 

III.   In  modo   prove, b.    Urtar,  col 


muro,  vale  tcnlrastare  colle  persene  p„: 
Meni,  d.  sei  lo  stesso  che  Ear,  a'cL, 
IO  m„r..c,,ioti  .Lai.  ca.abus  ad  ollam  . 
liern.  Ori.  ,.  5  42.  Ma  chi  uru  eoi 
muro,  e  suo  'I  dolore. 

URTAI.*.  ,  erbai.  I.' .„arr.  Spiata. 
J-at.  ,„,,„/„.  ,  ,,,„,.  Cr.  Jà,,i,'^i,... 
'I.  i  cr  lo  grande  cuore  che  1  nimici  a- 
IZ  ''T'."  ;■•".""  »"•  «-«a»,  per  la  mal. 
urlala  de  dieci  compagnoni .  Bern.  Ori 
,^,  ■'      '■  ""•"■''•'  non  curò  di  queir  ur- 

UHTATO.  Add.da  Urtare.  L...  ,«,. 
''"'""  <;•'  '^^r.,,,.  c.u,cc.  Star.  ,i. 
709  Le  barche  urtate  dall' acque  del  «u- 
me  troppo  grosse  non  |>ote>aou  andare 
innanu.  l  ,.on.  l,er.  k.  i.  7  Non  può 
pm  1  uomo  Rinvolto  ne\uoi  panni  ir  p,' 
>uoi  fatti,  0  gli  rimanga  si.  per  dooJ'  « 


U   R   T 

v.d.  ,  O  non  u.la.0  <■'■•  M  *•  ',^  "' 
urtai,  di  qu»  ,  Riurlau  d.  li.  ridalo  ha 
•o  fuori  in  >ul   f..r  delb  luna  .1  mal   g.a 

'""•"li  !!:  UKTATOBE  .  J^rrhal.  masi: 
Clif  o  Chi  urla.  Salvia.  Iliad.  l5.  31^. 
Va  'raro  Febo,  ora  ad  Kllorrc  armalo; 
Foichè  fi-a  a  U-  ,  quel  rl,e  la  Irrra  l.rne. 
Della  lerra  uitalor  va  al  mar  divino.  I-li?- 
crndo  r  .Ilo  <■  grave  furor  nostro.  (^J 

URTATURA.  C'rlala.  lai.  impilisi»  ■ 
Gr.  <JSr,5.;.  Buca.  Fier.  3.  1-  1.  Arre- 
candosi ad  onta  ogni  jiiù  lieve  Urtatura 
od  appocgio  ad  uom  che  passi. 

VrKo  Susi.  Urtata  Lat.  .mm/*"^ 
Gr.  i^r.-iii  .  Stor.  Aio'/.  E  mo  t.  ne 
raddono  nella  prima  giunta  per  gli  urli 
de-  «-avalli.  .Wor?.  20.  73.  Morlo  1  avrem- 
mo co"  morsi  e  cogli  urti^  Buon  Ficr. 
3  5  I  lo  credca  ben  che  i  ciechi  Po- 
tessero urti  dar  da  porre  in  terra  ,  ec. 
Jr.  tur.  l6.  62.  Venne  a  Zerbino  ,  e 
pensò  dargli  d'  urto)  Ma  gli  prese  egli  il 
corridor  pel  freno. 

8  Torsi,  o  Torre,  o  Frender  in  urlo 
alcuno  ,  vale  Non  cessar  di  perseguitar- 
lo  .    Contrariarlo. 

•+*  URTO.  jidd.  Urtato,  Spinto.  Pant. 
Ini  26.  lo  stava  sovra  '1  ponte  a  veder 
wrlo  ,  Si  che  s'  io  non  avessi  un  ron- 
chion  preso.  Caduto  sarei  giù,  senta  esser 

urto.   lA)  „  _ 

URTONE.  Urlo  grande.  Buon.  tier. 
Intr.  5.  3.  E  noi  tapine  ,  Come  quattio 
sgualdrine  Lasciale  fra  la  turba  e  fra  gb 
urloni.  Halm.  3.  72  Chi  dà  un  urton  , 
quel!'  allro  da  un   tracollo. 

U   S 


USA.  V.  A.  Verbale,  da  Usare;  V 
usare  caraalmenle.  Lai.  copula  ,  coitus  . 
Gr.  lilla-  Lib.  cur.  molalt.  Il  grave  danno 
che  apporta  la  soverchia  usa  carnale,  l-r. 
Giord  Fred.  S.  La  Donna  nostra  non 
bisognava  di  puriBcare,  come  l'altre  don- 
ne ,  perchè  non  partorì  per  us.i  d  uomo. 

*  USABILE.  Add.  Che  si  può  usare. 
SaUia.  Pros.  Tose.  Viene  di  questa  con- 
sideraiione  .  se  unico  è  V  esempio  ,0  di 
molti  ,  poiché  nella  prima  maniera  e  so- 
spetto,  o  non  usabile.  fA) 

•+   USAGOIO.    r'.   A.  Uso-tM.   .'."1.5. 
'*^  i:.„     ^.-..-.j     P,.p,l     lì.    Cor 


USA 

te,  come  sono  li  Sanesi.  ed  era  f  iuralore 
di  tavole  bonìssimo. 

+  J  U';A^ZA.  Uso,  Consuetudine,  Co. 
Kluuie,  illanii-ra  di  mere  e  di  procedere 
comiincnicle  freqmnlala  e  usata,  lai. 
u.<us  ,  ron.suctudo.Cv.   jà05      ''"CC    ""'■- 


USA 


1783 


6.   Non  suole   essere  usania,  che  an- 


Gr.  sSo; 


Fr.    Giord.   Fred.   lì.   Confor 


me  modernamente  è  venuto  in  usaggio 
Sea.  l'ist.  Di  queste  cose  non  si  puolc 
r  uomo  dUiberare,  ne  guerire,  né  per  di- 
sciplina, né  per  usaggio  E  appres.<o:  Io 
vi  trovo  immagini  e  somiglianza.  I  usag- 
gio delle  quali  ec.  F.  altrove .-  Sempre 
questa  cosa  6a  novella ,  cioè  1  usaggio  e 
la  scien».  F  più  sotto:  Ninna  dotta  del- 
l' u>3ggio  del  suo  corpo  .  M.  ^  i  oó. 
I  quali  giurarono  fede  e  compagnia  insie- 
me col  detto  Re  sotto  certo  ordine  di  lo- 
ro vita  .  e  di  loro  usaggi  e  vestimenti 
Tac  Dav.  Stor-  \.  348.  Avendo  predetto 
gli  aruspici,  che  V  opera  non  si  contami- 
nasse  d'  oro ,  o  sasso  concio  per  altro  u- 

"^USAMENTO  L'usare.  Lat.  «".e.  Gr. 
'So;  .  Coli.  SS.  Pad.  Eziandio  diside- 
ra  di    negare  i  neccssarii    iisamenli   della 

"""'  ■  «... 

f     j-fr   Pratica  ,   Conter.tazione  .   Lai. 

coii'tiie*'"''' ■  Gr.  ó/i">«-   Fr.   lac.  T    !\- 

'.   li.  Veggio  che  '1  loro   usamcnlo  M 

arreca  alcuna  onoranza. 

USANTE    Che  usa. 

S  Per  Colui  che  pratica  ,  o  conversa 
,on  altri.  Pass.  212  Non  é  usante  ,  ma 
vive  a  riguardo.  /.  sgV  1-  «sere  prode 
«  pronto  con  buono  avviso,  studioso,  sol- 
lecito ,  e  alle  cose  destro  ,  1  esser  bene 
■lanU  con  affabil  piacevolezza,  tiaac 
Sacch.   nov    81.   Li  dimorando  era  usan- 


■ia'ndo  verso    la    state    le    notti  si  vadano 
rinfrescando.   E  nov.  89.  2.   E  quando   a 
questo  le  leggi  ec.  non  ci  ammacstrasso- 
110  ,  e  r  usanza  ,   o  costume  che  vogliam 
dire  ,  le  cui  forze  son  grandissime  e   re- 
verende ,  la  natura   assai   .-ipertamente  ce 
•I  mostra  .    Dani-    Par.   3.  Contr'  a  suo 
erado  e  contra  buona  usanza.  Pelr.  son. 
o3.  Ciò  che  non  é  lei.  Già  per  antica  u- 
sanza    odia    e    disprezza  .   E  220.  Quanto 
e  'I  poter  d'  una  prescritta  usanza  !    Ics. 
Br.    16.    140.    Che   troppa    sicuranza  Fa 
contra  buona  usanza.     Cavale.    Discipl . 
.ipir.   La  mala  usanza  si  converte  in   na- 
tura .  *   E    E.-po.<.    Simh.    1.    286.    Non 
contrastando  alla  prima  mala  volontà,  ca- 
de r  uomo  in  usanza,  e  1'  usanza  poi  tor- 
na quasi   in   necessita.   (FJ    Maeslru::.  2. 
1.    Uno  medesimo  peccalo  è  reo  nel  con- 
sentimento ,    piggiorc    nel   fallo  ,  pessimo 
per  usanza.   3/.   Aldolir.    P.   ,V.  II.  Lun 
"a  usanza  vince  diritto  e  ragione. 
°   ^   §.   1.   Prendere  in  it.iaiiza  una  cosa, 
vale  Accostumarsi  ,  Abituarsi    ad  essa  . 
«    Cavale.  ìled.  cuor.  Poi  l'uomo  accie- 
ca  in  tanto,  che  pecca    manifestamente,  e 
fa  faccia,  e  non  si  vergogna,  poi  il  pren- 
de in  usanza,  all'  ultimo  lo  nutrica,  e  per- 
severavi ».  iCl 

i?  €.  11.  Essere  d'usanza,  vale  Usar- 
si. Inai.  S.  C.rcg.  1.  9.  Venne,  secon- 
do che  è  d'  usanza,  uno  ce.  Borgh.  Tose. 
35i.   Come  era  d'usanza  allora.   (Fj 

+  S:  §.  HI.  Far  l'usanza,  vale  Pra- 
ticar quel  che  s'usa;  e  parlandosi  d'Ar- 
mi, vale  Far  qiiell'  efello  che  son  solile 
di  fare  .  Ar.  Fur.  35.  48.  La  lancia  d 
oro  fc  !•  usanza  vecchia,  <  he  quel  pagan, 
si  dianzi  in  giostra  buono  Levo  di  sella, 
e  in  aria  lo  sospese  .  F-  FARE  USAN- 
ZA ,  §.   I.   (Pe) 

i?  %  IV.  Usanzi  ,  si  trova  dello  an- 
che dì  qii.llo  che  si /a  per  neces.iilà  di 
leage  naturale.  1  .(■  Crisi.  36.  Sta  o  no- 
stro Signore  lesu  Cristo  riocbiuso  nel  ven- 
tre della  sua  ddcttissima  e  dolcissima  Ma- 
dre Vergine  in6no  a  nove  mesi  secondo 
l'usanza   degli  .altri.  tCI'j 

*  §  V.  Usanza  ,  vale  anche  Maniera 
di  vestire  .  Frane,  .'^acch.  rim.  Che  cia- 
scuna per  fare  usanza  prima  Non  posa 
mai  ne  dorme  (noè,  per  esser  la  prima 
a  dar  esempio  di  moda).  (P)  Cecch.  Dot. 
1,  k  T.  per  non  perder  La  maggioranza 
stanno  più  sul  mille,  E  sulle  gale  e  sull 
usanze  clic   Quelle  delle  gran   doli.  (Ci 

§.  VI.  Issere  indietro  un'  usanza  ,  o 
simili,  vale  ,Von  essere  in  punto,  secon- 
do I'  ultima  usanza  ;  e  fguratam  -  iVon 
aver  tutta  la  cognizioni-  di  ciò  che  si  trat- 
ta .  Cecch.  Honz-  I.  4.  E'  debbe  Esser 
parecchi  usanze  addietro,  e  mostra  Di  non 
sapere  ec.  •-?  Buon  Fier.  intr.  2.  7.  «he 
portano  i  vestiti  slrelti  slrelli  Logon,  stinti, 
I  addreto  selle  usanze      Cj 

i.-  g.  MI.  Ine.iC  che  vai,  usanza  che 
trovi  ;  maniera  proverh.  che  si  usa  per 
ammonire  che  ci.iscuno  deve  accomodarsi 
air  usanza  e  ai  costumi  dei  luoghi  dove 
va  ,  o  dimora.  (C) 

*  §.  VIII.  Tanti  paesi,  tanf  usanze; 
maniera  esprimente  che  Ciascun  paese  ha 
le  sue  particolari  usanze,   (t  ì 

%.  IX  Usanza,  pir  Pratica,  Conver- 
sazione .  Lai.  consuetudo  ,  familiarilas  . 
Gr.  ouvr.SEia.  Frane.  Parli.  l3o.  3.  On- 
de prego  che  attenda  Lo  tuo  penserò  al- 
l' usanza  de'  buoni  Hocc.  nov.  79  l5. 
Cominciò  più  a  continuvare  con  lui   1   u- 


sanza  ,  e  ad  averlo  da  sera  e  da  mattina 
a  mangiar  seco  ,  ec.  Ed  era  si  grande  e 
si  continuva  questa  loro  usanza,  che  ec. 
Pist.  S.  C'ir-  Non  voglio  che  abbi  com- 
pagnia né  usanza  di  queste  grandi  baro- 
nesse .  Pass.  212.  Sogbono  dire  quelle 
colali  persone,  la  cui  usanza  ella  schifa: 
..  '  .  -     , r.     .—  -.—  ^-^  - 


ella    non    degna 


basso  .    F  appresso  : 


eiia  iioii  livella  -•■  -■-—.-  .  .  "ir 
Poicb'  e'  r  ebbe  ammaestrala,  rhe  fuggis- 
se r  usanza  e  la  compagnia  delle  donn« 
secolaresche  e  vane  ec.  *  I  indoli.  Hclt. 
119  Sai'a  schernito  e  avolo  in  dispiegio 
e  caccialo  dalla   usanza  de' buoni.   (FP) 

^  N-  X.  Per  Adoperamento  ,11  ser- 
virsi. Oli.  Com.  In/.  17  3lO.  È  da  sa- 
pere che  molte  cose  sono  nel  mondo  ,  le 
quali  r  usanza  di  quello  si  è  il  loro  con- 
suniamenlo,  come  del  grano,  e  tulle  vet- 
tovaglie. !C) 

^  ^.  XI.  Per  Oper:-,  0  Lavori  .sottili. 
Frane.  Sacch.  nov.  102.  Poi  il  di  ritro- 
vandosi a  loro  usanze,  ce.  'erano  uomini 
che  avanti  aveano  la.sciato  il  lavoro  per 
aiutar  un  colale).  (f'J 

•f  *  USANZACCIA.  Peggiorai.  d'U- 
sanza; Cattiva  usanza.  Rim-  buri.  2.  295. 
Or  vedete  pazzia  che  ci  ha  ridolla  L'  u- 
sanzacc  a,  per  cui  sempre  ci  avviene  Che 
'l  ben  si  fugge,  e  al  mal  dietro  si  trotta. 
Nic.  Mari  rim.  buri.  3.  72.  E  cosi 
dunque  da  ognuno  essendo  Questa  usan- 
zaccia  antica  biasimala,  t)i  biasimarla  solo 
anch'io  intendo.  (.1) 

3  USARE.  Costumare,  Avere  in  usan- 
za, Esser  solito.  Lai.  solere.  Gr.  5Uv£<- 
Siuuì'vov  elvai  .  Bocc.  nov-  12.  4.  E 
voi  ,  gentil  uomo ,  che  orazione  usate  di 
dire? 

*  §.  I.  Per  Esser  solito  avvenire  . 
Accadere.  1  il-  -''S.  Pad.  2.  3oo.  La  ca- 
verna era  oscura  e  larga  ,  e  anche  che  , 
come  usa,  che  chi  viene  dal  sole  ali  om- 
bra, ogni  cosa  gli  pare  quasi  oscura,  en- 
trando il  servo  dentro,  non  ci  vide.  (F) 

f  §.  IL    Us,ire ,  per  Praticare,    Con- 
versare.   Lai.   consuetudine  alicuius  uti  , 
versori.   Gr.    ^pcTaSai    T.vi  .    RocC.   nov. 
78.  3.  Ora  avvenne  che  Spinelloccio,  u- 
sando  mollo  in   casa  del  Zeppa  ec.  ,  con 
la  moglie  del  Zeppa  si  dimestico.   F  nov. 
7q    22.  Quanto  più  uso  con  voi,  più  mi 
parete  savio.  F  nov.  80.   14.   Vennesene 
dove  usavano  gli  altri  mercatanti  (cioè, 
si  riparavano   e  bazzicavano).    Fsp.    Pai. 
Piosl.    27.    E' fanciulli  altresì  s'  amano,  e 
usano  volentieri  insieme.  Bicord.  Malesp. 
cap    53    Cominciarono  a  dimesticarsi  in- 
sieme e  usare  i  Fiesolanl   in  Firenze  ,  e  . 
Fiorentini  in   Fiesole.  Pass.   237.  Io  non 
usava  e  non  mangiava  con  colui  che  ave- 
va r  occhio  superbo,  e  '1  cuore  che  mai 
non   sì  saziava. 

*  S  III  Si  trova  anche  col  quarto 
caso.  Slor.  Bari.  25.  Quando  Abraam  fu 
commosso  alla  conoscenza  del  suo  Crea- 
tore ,  e  si  lo  insegnò  conoscere  a  coloro 
che  lui  usavano.   (  Fj  ,      t-        ■ 

i?  '-I.  IV.  Usare,  vale  anche  Esercita- 
re, dello  d'arte  o  professione.  F.  I  ili - 
Fil  Claud.  1  Perdendo  ogni  speranza 
di  potere  nella  sua  propria  regiorie  usare 
mercatanzia,  mosso  dal  desiderio  del  gua- 
dagoo  ,  n'  andò  a  Canopo,   il  Pi 

J  §  V.  Usare,  per  Congiugnersi  car- 
nalmente, lai.  coire.  Gr.  .ncyfsflc'.  Cr. 
I  4  14.  L'  acque  che  tengono  terrò  ec. 
fanno  alutorio  a  quelli  i  quali  non  posso- 
no usar  con  femmina.  Tes.  Br.  S.  31- 
Usano  li  maschi  I  delle  pernici  J  insieme, 
siccome  con  le  femmine.  Horc.  nov.  »o. 
,4.  Usando  una  volta  e  altra  con  coste, 
ec,  avvenne  ec.  M-  >  ■  1  tfi-  "  S""»" 
dovea  usare  con  una  donna  ,  colla  quale 
usava  egli.  Frane.  -S'ach.  nov.  112.  L 
nsar  con  la  donna  mia  mi  tiene  grasso  e 
gagliardo  ;  quanto    più    uso   con  lei  .  pm 


1784 


USA 


ingrasso .  Beni.  Ori.  i.  8-  52.  E  così 
ìtaadu,  cou  lei  vulle  usare. 

^  §■  Vi.  Usare  suo  diletto  di  una  Don- 
na^ vaie  A\er  copta  di  /ci,  Congiuf^nersi 
con  essa  carnalmente  .  Fr.  Zac.  Cess.  2. 
1.  l5.  E&senduli  olTcrta  uaa  vergioc  d'dlu 
liellezza  ec.  perchè  osasse  di  lei  suo  di- 
Icllu   ec.  (Cf 

g.  VII.  Usare,  per  Frequentare,  Lat. 
frequentare.  Gr.  &a/At'^eiv.  lìocc.  nov.  I. 
7-  A  chiesa  Dun  usava  gianimai.  F  num. 

0-  Le  taverne  e  gli  altri  disunenti  luoghi 
visitava  volentieii,  e  usavagli.  E  /lo^'.  6. 
0.  Puichè  io  u»ai  qui,  ho  iu  ogni  dì  ve- 
duto  dar  (|Ui  di  fuori  a  multa  pevera 
geole  qudiidu  uaa  e  quando  due  gran* 
dissime  caldaie  di  hroda  .  E  noi'.  2^.  2. 
Fcrctocchè  altra  famiglia  nou  avea  ,  che 
uua  douoa  ed  una  fante  ,  ne  per  questo 
ad  alcuna  arte  attender  gli  bisognava  , 
usava  mollo  la  chiesa,   -r    f'it.   SS.    /'ad. 

1-  2l8.  Come  uomo  disperalo,  usava  per  le 
hrigate  e  per  le  taverne,  e  in  luoghi  vani 
e  disonesti,  (i  J  G.  f\  6.  aS.  7.  Parti- 
cipando  co'  Saracini  sempre,  usò  poco,  o 
niente  la  chiesa.   fC.i 

f  3  §.  Vili.  Usare,  in  signific.  alt. 
vale  Mettere  in  uso,  Adoperare  qualche 
cosa,  Serikirsene.  Lai.  uti,  adhihere.  Gr. 
yiprin'hv.^.  Bocc.  nov.  89.  5.  Comechè  gli 
uomini  un  colai  proverbio  usino.  E  nov. 
93.  17.  Io  r  ho  adoperata  già  ottanta  an 
ni,  e  ne' miei  diletti  e  nelle  mie  conso- 
lazioni usata.  Dani.  Par.  5.  Se  eredi  be- 
ne usar  quel  e*  hai  offerto  ,  Di  mal  toU 
letlo  vuoi  far  buon  lavuro.  Pctr.  cap.  5. 
Ch'  al  mondo  Ira  le  donne  oggi  non  s' 
usa.  G.  ì'.  1  44-  ^^-  ''*"^ò  seco  del  vi- 
no, il  quale  dagli  Ullramonlant  non  era 
usato  ,  né  conosciuto  per  bere,  v  jlA  /''. 
lib.  II.  cap.  5l.  E  venuto  nella  sua  pre- 
senta, il  dimando  s'  egli  avea  usale  quelle 
parole    (ì') 

'\'  g.  IX.  Si  dice  altrcù  parlando  di 
cose  morali.  «•  Hocc.  Introd.  3l.  A  niuna 
persona  fa  ingiuria  chi  oneitamenle  usala 
sua  ragione.  /'.  nov.  77.  l\0.  E  ancora  la 
tua  astuzia  usando  nel  favellare,  t"  in^^e- 
gni  »ol  ctimmcndarmi  la  mia  lieuivulenzia 
acquistare  .  /•-  nnm .  60.  lo  non  so  (|Ual 
maggior  crudeltà  sì  fosse  potuta  usare  in 
uu  iradilore.  Dant.  Inf.  7.  Iu  cui  usa  a- 
varizia  il  suo  soperchio  .  Din.  Camp.  2. 
35.  Lascio  le  lusinghe  ,  e  usò  le  minac- 
ce. Soez.  G.  S.  23.  Ma,  come  piace,  con 
la  te»ta  alzjla  Usan  lor  forza,  senza  met- 
ter freno  A  voloulade  alcuna  scelerala». 
Guicc.  Star.  17.  166.  Hispose  con  parole 
concitate  non  %olere  ,  mentre  che  aveva 
in  mano  il  bastone  dei  Veneziani,  lascia- 
re  usarr  ad  altri  l'autorità  sua.   (('J 

''•  S-  ^-  Usar  fraude  a  .iè  medisimo, 
vale  illudersi,  ìnpannare  sé  sLs.to.  j4r. 
Fur.  23.  10^.  Con  t.di  opinion,  dal  ver 
remute  ,  Usando  fraude  a  si>  medesmo  , 
stelle  >ella  S[teranra  il  mal  contento  Or* 
landò.  E  Il8-  poco  gli  giuva  usar  fraude 
.1  se  stesso.  f.l/> 

V  g.  \I.  f/.vnr  bene,  0  male  alcuna 
(!>.«<»,  vale  Farne  buono,  o  lattivo  uso. 
f-tticc.  Star.  17.  2().  Tulio  il  frullo  del- 
l' avere  vinto  consiste  ncU'  usare  la  vit- 
toria bene.  Gioì:  Geli.  t'it.  ti/.  87.  Ma 
non  usarono  ^li  ì  Bentivogli  con  siiinic 
rquilà  d'  animo  la  villoiia.  /■.'  i;:^  I  stil- 
dali,  morendo  Uoibone,  usarono  ron  lanla 
crudeltà  la  viUuria  che  ec.  trapassaron 
di  gran  lunga  la  crudvlt'a  antica  de*  Go- 
ti- (Cj 

'.'  g.  XII.  Usare,  i'ale  anche  Coni- 
mettere.  Gitìcc.  Slor.  I.  a3o.  Non  pare- 
va per  ragione  alcuna  verisimile  che  ve. 
avessero  usala  tanta  trasgressiuno  sema 
vulonTa   del    Ile.    i /.) 

*  g.  XIII.  Usar  uno  disonestamen- 
te,  vale  Congiiingersi  seco  camnlmentc  ■ 


USA 

•<  Mor.  S.  Greg.  Volendolo  quella  adul- 
tera usar  disonestamente  •■ .  (Cj 

=C:  §.  XIV.  Usar  uno,  vale  Servirsi  d' 
uno  ,  Far  uso  delta  sua  mediazione ,  o 
opera  .  f'ass.  2^.  Noi  abbiamo  appo  il 
Padre  per  avvocato  nostro  lesu  .  £  però 
ec.  sappiamolo  usare  ora  per  fratellevolc 
avvocalo.  (F)  ISemh.  J.ett.  tned.  T.  1. 
p.  2.  J.  258.  La  quale  priego  che  se  qui 
posso  per  lei  ,  Ella  voglia  usarmi  e  co- 
mandarmi- iPe) 

f  '}  §.  XV.  Usar  </•  una  cosa  ,  vale 
Farne  uso  ,  Servirsene  .  Segner.  Mann. 
Ott.  ity.  4-  ^'  u>are  di  cirrunlocuzioni 
ec.   è   segno   manifesto   di   diffidenza.    (I  J 

♦  §.  XVI.  Usare,  talora  vale  Fare, 
l'arch.  Slur.  2.  16.  Ma  egli  tanto  cun- 
tenlo  ,  e  tanto  lieto  rimase  di  questa  vi- 
sitazìone,  e  tanto  in  lui  potettero  le  cor- 
tesi offerte  ,  e  lil)ei'alisbime  promesse  da 
Sua  Maebt'a  usateli  ,  che  evidentemente 
senz'  alcuno  indugio  apparvero  segni  cer- 
tissimi della  sua  sanità.  (Cj 

*  §.  XVII.  Usare,  talora  vale  Go- 
dere .  Fav.  Esop.  i85.  Io  soleva  usare 
una  riposala  pace.   { F) 

'^  %.  XVIU.  Per  Consumare,  Spen- 
dere .  Star.  IJarl.  Si-  Baccus,  che  tiitla 
la  sua  vita  Usò  in  oltraggi,  e  in  ebriar- 
si.  (Fj 

f  *  §.  XIX.  Usare  diligenta  che  ec.  va- 
le  Procurare  che  ec.  Cas.  Lett  ined.  32. 
Quantu  anco  alle  pitture,  vi  prego  simil- 
mente afl  usare  diligenza  «  che  io  sappia 
quellu  clic  si  tratta,  dicendone  una  parola 
anco  al  sopraddetto  amico.  (B) 

"^  %.  XX.  Usarsi  a  una  cosa,  vale  Ac- 
costumarsi  ,  Avvezzarsi  ad  essa.  Pren- 
derne pratica.  «  Bocc.  Lett.  Pin.  Boss. 
281.  Costei  sommamente  Mitridate  redi 
Punto  amando,  e  lui  ve^^gendo  in  conti 
nue  guerre  ,  posta  giù  la  fcmminil  mor- 
bidezza ,  ed  a*  cavalli  e  ali*  arme  usata- 
si ce.  ».  (C) 

USATA.  /.  A.  Susi.  Usanza,  Uso. 
Lat.  uSHS.  Gr.  suv-'.'àiia.  Dant.  Purg. 
22.  Ond'  io  a  visitarli  presi  usala.  Introd. 
Vtrt.  La  lingua  ,  eh'  era  maestra  delle 
boci ,  avea  perduta  1'  usata  del  favel- 
late . 

USATAMENTE.  Awerb,  Coli' uso  , 
Comunemente.  Lat.  vulgo,  commnniter . 
Gr.  Txvo»]ju.st*,  ifoivri.  S.  Agost.  C.  V. 
Lì  quali  noi  usalameale  chiamiamo  An- 
geli. 

USATISSIMAMENTE.  Superi,  d'  U- 
satantente . 

USATISSIMO.  Superi,  d'  Usato.  Tue. 
Pav.  Ann.  16.  23l.  Vullò  in  sì;  stesso  li* 
fortezza  sua  usatissima  contro  a'nimiri.  E 
altrove:   Usatissimo  a  lalt  cimenti. 

USATIVO  .  /'.  .y.  .Idd.  Che  si  può 
usare.  Cap.  Impr.  i3.  Appo  luro  sia  la 
guardia  dì  tutte  le  masseriiie,  e  Leni  u- 
salivi  d'essa  compagnia. 

3  USATO,  ^ust.  Uso,  Consuetudine. 
Lat.  usus ,  consueludo.  Gr.  iSo4,  cuvi;'- 
S<ca  .  Amm  .  Ant.  8.  I.  9.  Dormo  jw- 
chissimo;  tu  sai  il  mio  usalo;  breve  sonno 
uso  .  E  34'  3.  4-  '  monasteri!  d'  Fgilln 
tengono  questo  usalo,  che  oruno  riccvu- 
no  ,  rhe  nou  sia  d' alcuna  opera  e  la- 
voro . 

>?  §.  I.  Usato,  inforza  di  siist.  par- 
landò  di  persona  ,  vale  Quello  che  suol 
farsi  j  e  parlando  di  cosa  ,  tinello  che 
suol  essere.  •  Bocc.  nov.  l8.  22-  Il  pol- 
so più  forte  coiiiinrìò  a  battergli  ,  che  1' 
usato  .  F  nov.  36.  10-  Più  che  V  usato 
spesse  «olle  il  riguardava  uri  volto,  lìnnt. 
Pai.  \!i.  Per  l'affocato  riso  della  stella, 
Che  mi  parca  più  roggio  che  1'  usa* 
lo  ..   fO 

4  §.  II.  All'  usato,  posto  avtrrhialm. 
vale  IS'el  motto  usato,  solito.  ■  Fir.  As. 
l85    Né  restò   mai   con  uo    bastone  picu 


USA 

di  nodi,  ch'egli  avea  fra  mano,  di  darmi 
air  usalo  di  strane  tentennate  ».  (C) 

USATO.  Add.  da  Usare.  Solito,  Con- 
sueto ,  Conforme  all'  uso  .  Lat.  consue- 
tilt,  solitus.  Gr.  ct^i^us'vs^.  Bocc.  nov- 
93.  i5.  >on  mara^igliosa  cosa,  oè  naova 
tacevi,  ma  mollo  usala.  Petr.  son.  SII. 
Deposta  avea  1'  usata  leggiadria  .  Dant. 
rim.  3.  Se  lo  sapreste,  non  poria  pielal« 
Tener  più  conira  a  me  1'  usata  prova  . 
Boez.  C.  .V.  i4-  Allora  via  la  nolle  di- 
scacciala, M*  abbandon'ar  le  tenebre,  e  *l 
vigore  Ilitorno  primo  con  la  luce  usala  . 
E  16.  Ovver  fulgor  usato  di  ferire  L'ec- 
celse torri  ne'  temperati  anni ,  Aprendo 
roulra  lui  tulle  sue  ire.  E  91.  La  lievrc 
non  temeva  il  cane  usato  Di  dtTorarla  , 
perchè  la  dolcezza  Del  suoQ  1'  area  con 
tei  pacificalo. 

§.  I.  Per  Posto  in  uso.  Frane.  Sacch. 
nov.  i^Q.  tit.  Con  una  strana  piacevolcssa 
usala  nel  giudice  sì  mostra  avere  errato. 
*  Segner .  Pred .  Pai.  Ap.  2.  11.  Così 
gì'  istrumenli  usali  a  lonneutar  Cristo  nel- 
la passiime  ec .  non  si  conlenoero  nella 
semplice  loro  virtù  natia  ,  ma  la  trapas- 
sarono. (TC) 

g.  11.  per  Frequentalo.  Ldl.  freifuen- 
tatus  .  Bocc.  g.  3.  p.  2.  Per  una  vietta 
non  troppo  usata  ec.  prese  il  caramiDO. 

g.  III.  Per  Adoperato  i  contrario  di 
Suovo.  yfalnt.  1.  22.  Un  presente  Le  fa 
d'  un  panzeron,  che,  ancorché  usato.  Ri- 
para i  colpi  ben  |.er  eccellenza. 

=v  §.  IV.  U.rato,  parlandosi  di  perdo- 
na, vale  CIte  ha  in  u  fo  di  far  checches- 
sia  per  inclntazione,  o  abitudine.  -  Bocc. 
nov.  5o.  19-  Noi  siamo  mollo  usale  di 
far  da  cena  quando  tu  non  ci  se'.  Boez. 
G  S.  l'i.  Pd  era  usalo  cercar  chi  sia 
quelli  Che  dà,  che  1*  autunno  ubcrluoso 
Abbonda  d'uve  e  di  frutti  belli.  Fir.  As. 
68.  Volli  con  un  picciol  pugnale,  che  io 
per  cosi  fallì  pericoli  era  usato  di  portare 
alialo  ,  dar  la  caccia  e  impaurire  que'  ri- 
baldonit, .   (C) 

f  3  g.  V.  I  ale  anche  Avvezzo,  Assue- 
fatto. Lat.  assuetus.  Gr.  i\dt9/ASvo«  ■ 
Amet.  5o.  lo  non  usala  di  cosi  fatte  bo- 
ci,  timida,  dubitando  di  peggio,  comio- 
ciai  a  tremar'-  ,  come  il  mobile  giunco 
mosso  dalle  s.>avi  aure. 

f  §.  VI.  Per  Pratico.  Lai  pentus . 
Bocc.  Introd.  16.  Erano  uomini  e  femmi- 
ne di  grosso  ingegno,  e  ì  più  di  tali  ser- 
vigii  non  usali. 

•:•  g.  VII.  /Vr  Conversato,  m  Lah.  96. 
Ahi  disunesla  cosa  e  sconvenevole,  che 
uomo,  lasciamo  star  gentile,  che  non  mi 
tengo,  ma  sempre  co'  valeott  uomiut  usa- 
lo e  cresciuto,  ce.  m.  (C) 

g.  Vili.  Per  Avvezzo,  o  So/ilo  a  fre- 
quentare, r.ivt.  122  Se  la  persona  (osse 
savia  e  letterata,  usata  alla  thiesa  e  alla 
predica,  dee  a»ere  udito  e  Itilo ,  co- 
me ec. 

t  USATORE.  Verbal.  muse.  Che,  o 
Chi  usa.  Amm  Ant.  ^O.  2.  /*f.  Chela 
dignità  per  1'  uialorr  è  grande  ,  o  piccola. 

USATTINO  Ihm.  rf"  Usatto.  Car.  lett. 
1-  5i.  Ne' piedi  usallini  di  rbermisi.ea 
traverso  quel  cinto  che  addotnandaoo  il 
cesio,  div:*Jo  di  più  colon  'qui  per  si- 
mila.  ;.  *  E  Long.  Sof  06.  Poscia  SCO. 
perii  1  coiilrasegni,  tosto  che  vide  iVt  u- 
satliui,  i  ro^rialrlli  e  *l  frontale,  rhiama- 
tasi  innanzi  la  Ctoej  »la,  disse,  dì  bucina 
soglia   {('/ 

USATTO.  Calzare  di  cuoio  per  difen- 
der la  g.imha  dall'  acqua  e  dal  fango  , 
usato  propriamente  per  cavalcare  i  ojg' 
Stitate.  Lai.  tihmle.  Gr.  TT«_;ix»n,u«'** '^■ 
/'.  6.  71.  a.  Molti  portavano  le  pelli  set- 
perle  sanza  panno  ,  con  berrette  in  capo, 
e  lutti  con  usalli  in  pìi  Bocc.  nov.  -9. 
22    Le  qiuli   sono   coodite  di  tanl'^'  itQ. 


USB 

no  ,  fhe  Irarrcl.ltoDo  le  pinzochere  degli 
usalti  (qui  detto  m  ischerzo).  Pullad.  dip. 
4l.  Maniche  e  usatli,  e  guanti. 

§.  Graj[fìart  gii  usatti,  proserò,  di  si- 
gntfic.  contrario  a  Ugnere  gli  stivali  j  e 
vale  Dir  male  sconciamente  d'  alcuno . 
Lab,  393.  Alii  calti\cllo  a  te  ,  come  l' 
eran  quivi  cuu  le  parole  graffiali  gli  u- 
salti. 

f  USBERGO  Armadura  del  busto  di 
ferrOt  o  d'  nitro  metallo  fatta  a  lama,  o 
a  scaglie.  Corazza.  Lat.  lorica,  thorax  . 
Gr.  SwV'a?  .  Tega.  Seguitavano  a  pe- 
doni 1105,  e  cavalieri  con  usbergo  bene 
armati  23o,  e  appellasi  la  compagnia  tlcl 
migliaio.  Beni.  Ori.  3.  I-  ^O.  Dopo  1' 
arnese  l'usbergo  brunito  Li  pose  in  dos- 
so, e  cinse  il  brando  al  fianco.  Jr.  Fiir . 
20.  87.  D'  ogni  guenier  1'  usbergo  era 
perfetto . 

§.  Per  meta/.  Dant.  Inf.  28.  La  buo- 
na compagnia  ,  che  1'  uom  francheggia 
Sotto  V  uibcrgo  del  sentirsi  pura. 

USCENTE.  Cheescej  contrario  d'En- 
trante. Lat.  cgredicns,  exiens,  projìuens. 
Gr.  sxfiaivwv.  Amet.  1^5.  Di  esse  (ac- 
que) alcune  uscenti  per  suUil  canna  si 
levavano  verso  il  ciclo.  Cr.  5.  22.  2.  In 
lUlìa  s*  innesta  uscente  il  Magì,io.  K  IO. 
39.  3.  E  un  picciol  catello,  a  questo  am- 
maestralo, per  la  via  del  sangue  uscente 
il  perseguita  tanto  ,  che  da  quel  catello 
mexzo   vivo  o  morto  si  truova. 

*  §.  Uscente  per  l'iniente.  Terminan- 
te. Sals:  Jiicrt.  l.  3.  2.  3?.  DÌ  quelli 
(  nomi  i  che  caggiono  in  ero,  di  que'che 
scendono  in  tro,  e  di  que'  che  finiscono 
in  oro  ,  quasi  lo  stesso  è  da  dire  ,  che 
degli  uscenti  in  aro  ,  pur  teste ,  abbiamo 
detto.  (B) 

USCETTO  -  Dim.  d'  Uscio,  Piccolo 
uscio.  l'ranc.  Sacch,  nov.  84  Dalla  par- 
ie della  casa  era  uno  uscello  la  onde  il 
dello  Mino  entrava  uella  bottega.  E  più 
sotto  :  Nella  fine  avendo  assai  cercato  , 
apri  r  uscelto,  e  venne  nella  bottega.  7:' 
nov.  175.  Lia  dove  era  uno  uscetto  ser- 
ralo con  legname,  e  ancora  di  fuori  mu- 
rato a  secco.  E  nov.  208.  Accoslansi  al- 
la camera,  la  quale  essendo  da  un  debole 
uscello  serrala,  pinsono  in  terra  ,  ed  en- 
trarono dentro  .  Bcnv.  Celi.  OrcJ.  l-(5. 
Lasciandovi  di  dentro  un  piccolo  uscelto 
da  entrare  in  essa. 

USCIALE.  Paravento,  £iion.  Ficr.  ^. 
4.  14.  Fra  gli  spiragli  de' dorati  usciali. 
*  §.  Per  la  Soglia  della  porta  .  Er. 
Giord.  i36.  Tengono  peccato,  se  pone 
piede  in  suU'  usciale  quando  entra  den- 
tro; che  hanno  colali  padiglioni  e  trabac- 
che per  case  :  una  certa  paile  di  loro  , 
se  non  sjlla  T  usciale ,  si  dice  che  pecca 
mortalmente.  (P) 

L'SCIEUA  .  Femm.  di  Usciere  .  Lai. 
tanitrix.  Gr.  r,  ^upOìpÓi  ■  Mor.  S.  Greg. 
l.  l5.  Lo  quale  dice,  che  a  sua  guardia 
aveva,  non  usciere,  ma  una  ostiaria,  ov- 
vero uscicra. 

USCIERE.  Custode  ,  e  Guardia  dell' 
uscto.  Lat.  lanitor.  Gr.  0  i\fpvf6i-  Dant. 
Purg.  4.  L'  uscier  di  Dio  ,  che  siede  in 
sulla  porta  .  ^ov.  ant.  22.  2.  Lo  'mpe- 
radore  disse  agli  uscieri  :  s'  e'  viene  un 
poltrone  di  colai  guisa,  falcimi  venire  di- 
nanzi,  e  non  li  fermale  porta.  Ar.  sat. 
3.  Fa  che  vi  sien  de'  libri  ,  con  eh'  io 
passi  Quell'ora,  che  comandano  i  Prelati 
Al  loro  uscier,  che  alcuno  entrar  non  lassi . 
•j.  g^  Pff.  ispezie  di  nave  da  portar 
cavalli,  mercanzie,  ec  i\'n«e  da  traspor- 
lo .  G.  /  .  7.  57.  2-  Fece  fare  dugenlo 
uscieri  da  portare  cavalli,  e  più  altri  le- 
gni passeggicri  grande  numero.  M.  ì  .  3. 
79.  1  Catalani  avieno  artn.  •■  3o  galèe  tra 
sottili  e  grosse  e  uscieri,  e  20  galèe  alle 
«pese  de'  Veneziani. 

Vocabolario  T.  /A 


use 

3  USCIMENTO  .  L'  uscire  .  Lat.  exi- 
tus.  Gr.  X^oSoi»  Cr.  9.  81.  3.  Se  dila- 
go ,  o  vero  di  slagno  1'  acqua  per  alcun 
luogo  esca,  quivi  si  richiuda  sì,  che  s' 
impedisca  1'  uscimenlo  de'  pesci ,  e  non 
r  uscir  dell'  acqua. 

*  §.  I.  Per  Flusso  .  **  Lat.  ^fluxio  . 
Cr.  I.  5.  8.  Alle  femmine  viene  mollo 
usciniento  di  sangue  mestruo  ,  e  non  si  co- 
sirigne  se  non  con  malagevolezza  ».  (^) 

3  §.  II.  Per  meta/,  vale  Fine,  Esito, 
Successo,  hai.  finis,  cxilus,  evenius.  Gr. 
xiloi-  O,  /.  Il-  65.  2.  La  fortuna  fal- 
lace delie  cose  mondane  ec.  è  tosto  con 
uscimenti  miseri  e  dolorosi  .  M.  f  ■  7. 
IO-  Mostrandogli  quanto  erano  varii  e 
non  sicuri  gli  uscimenti  delle  battaglie  . 
Tes.  Br.  o.  l6.  Hanno  dubbioso  usci- 
niento, cioè  dubbioso  fine.  E  29-  La  pru- 
denza sì  misura  i  comandamenti ,  e  gli 
uscimenli  delle  cose. 

*  §.  111.  Uscimento  di  vita,  per  Mor- 
te, u  .M.  /^  li.  I.  Con  vilissimo  e  vilu- 
peraliile  uscimento  di  vita  ».  fiV^ 

f  USLlO  .  apertura  che  si  fa  nelle 
case  ,  per  uso  di  entrare  e  uscire.  JVel 
plurale  fa  Usci,  e  anticamente  anche  U' 
scia  .  Lai.  ostiam  ,  ianna  .  Gr.  2r-jj3a  . 
Bocc.  nov.  79.  32.  Non  ha  perciò  mollo 
che  ella  vi  passò  innanzi  all'  uscio  una 
notte.  E  nuin.  l\Z.  I\è  prima,  essendo  ei^U 
entrato  dentio  cosi  putente  ,  fu  V  uscio 
riserrato,  che  ec.  l'ctr.  son.  96.  Infioo 
air  uscio  del  suo  albergo  corsi  .  '1=  ^tor. 
list.  ll.Feciono  fare  mi.lti  gatti,  e  grilli 
di  legname,  ed  accoslarongli  all'  uscia,  e 
niisuuvi  lo  fuoco,  (^j  Bcrn.  rim.  l.  33. 
E  troverete  1"  uscio  andando  al  tasto. 

*  g.  I.  Uscio,  diccsi  anche  QuelP  .f~ 
pertura  che  si  fa  nelle  chiese  per  entra- 
re e  uscire,  che  più  comunemente  dicesi 
Porta  .  Fit.  S.  M.  Madd.  4-  ^'^  credo 
the  quelli  (  cori  nelle  chiese  )  d*  allora 
erano  altrimenti  falli,  e  facevansi  alle  chie- 
se!'uscia  delle  donne,  e  quelle  degli  uo- 
mini; e  non  sarebbe  mai  entralo  per  quello 
uscio  degli  uomini  una  femmina,  che  non 
fosse  tenuta  peggio  che  ec   (Fj 

§.  IL  Uscio,  per  melaf.  Petr.  son.  3. 
Che  di  lagrime  son  fatti  uscio  e  varco  . 
Dant.  Inf.  3o.  Per  questo  visitai  l'uscio 
de'  morii .  Fr.  lac.  T.  6.  40-  26.  E  1' 
uscio  al  Paradiso  ho  disserrato. 

g.  HI.  Uscio,  per  le  Imposte  che  ser- 
ran  P  uscio.  Lai.  postes  .  Gr.  nzx^txoi. 
G.  J'.  4*  14*  ^'  ^*^"°^  ""  turbico  con 
un  vento  impetuoso  e  forte,  il  qu:de  per 
gran  forza  levò  1*  uscia  delle  reggi  di  san 
Piero.  Petr.  canz.  44-  2.  D'avorio  uscio, 
e  finestre  di  zaffiro. 

g.  IV.  Tenere  ad  alcuno  P  uscio^  che 
anche  diciamo  Tener  porta,  vale  I  ietar- 
^li  ,  o  Proibirgli  l'entrata.  Bocc.  nov. 
65.  21-  Dissili  che  ninno  uscio  della  mia 
casa  gli  si  polca  tener  serrato  ec;  e  quale 
uscio  li  fu  mai  in  casa  tua  tenuto? 

*  g.  V.  U^cio  da  via  ,  dicesi  Quello 
che  mette  sulla  %-4éit  Bocc.  g.  7.  n.  5  E 
perciò  serrerai  bene  V  uscio  da  via  ,  e 
quello  da  mezza  scala  .  Cecch.  Jssiuol. 
2.  6.  Non  polre'  io  entrar  d'  altronde  che 
dall'  uscio  da  via  ?  (F) 

g.  VI.  Vedersi  alcuno  all'uscio,  vale 
Averlo  vicinissimo.  M.  V.  6.  79.  E  ve- 
dendosi i  nemici  all'  uscio  ec. ,  usci  a 
campo  . 

g.  VII.  Picchiar  P  uscio  col  pie,  vale 
Donare,  o  Portar  presentij  detto  perche 
chi  porta  presenti  ha  le  mani  impac- 
ciate . 

j  g.  Vili.  Cadere  ,  0  Cascare  ti  pre- 
sente in  sull'  USCIO  ,  vale  Condurre  un 
negozio  bene  insin  presso  alla  Ji ne,  e  gua- 
starlo in  sulla  conclusione  .  Lat.  in  fine 
dejicere,  loto  devorato  bove  in  cauda  de- 
Jìcere  .  Gr.   «v    Ttitr   s^txa^vtiv  .  Salv- 


use 


1785 


Granch.  5.  3.  Ecco  che  egli  Mi  sarà 
appunto  cascalo  il  presente  Sull'  uscio  . 
Cvah.  ponz.  5.  4-  O'  1*>S**»  ^^  m' è  ca- 
duto il  presente  sull"  uscio.  F  Servig.  4- 
10.  r  ti  so  dir,  che  ci  cade  il  presente 
Suir  uscio . 

g.  IX.  Strignere/ra  P  uscio  e*l  mu- 
ro, vale  Violentare  alcuno  a  risolversi, 
non  gli  dando  tempo  a  pensare  .  Cecch. 
Corr.  2.  3.  E  pero  ora  ,  Che  e'  non  ci 
è ,  li  bisogna  serrarla  Tra  1'  uscio  e  *l 
muro.  Buon.  Tane.  1.  5-  Lo  vo'  slri- 
gnerc  or  01  tra  1'  uscio  e  '1  muro,  E  vo* 
d'  averla  mellermi  in  sicuro.  ^lalm.  10. 
9.  Chi  la  stiinnesse  poi  fra  1'  uscio  e  '1 
muro,  Pagherebbe  qualcosa  a  farne  monte, 
i.":  g.  X.  Trovar  l'uscio  imprunato  , 
diciamo  in  proverb.  Quando  alcuno  va 
per  entrare  in  un  luvgo  ,  e  non  gli  He- 
sce.    l  .   IMPRUNATO,  §.  (C) 

*  §.  XI.  Rimetter  P  uscio  ne*  gan- 
gheri,  fi  g  uro  tam.  vale  liimcttvr  la  co- 
sa  nel  suo  stato  .  V.  GA^GUERO  ,  §. 
Vili.  {.\J 

g.  Xll.  Trovarsi  tra  P  uscio  e  'i 
muro,  vale  lo  stesso  che  Esser  fra  la 
'ncudinc  e  7  martello  .  l'ir .  As .  206. 
Sicché  io  mi  trovava,  come  si  dice,  fra 
r  uscio  e  *1  muro. 

g.  XIII.  Attaccar  le  voglie  alla  cam- 
panella delP  uscio  ,  vale  JSon  se  le  cava- 
re ,  ^on  le  mettere  ad  esecuzione. 

§.  XIV.  Attaccare  i  pensieri  alla  cam- 
panella dell'  uscio  ,  vale  Darsi  piacere  j 
o  bel  tempo  ,  senza  pensiero,  o  briga  di 
checchessia.  Fir.  Lue.  1.  2.  Ma,  vedi, 
io  \o"lio  che  noi  attacchiamo  i  pensieri 
tulli  alla  campanella  dell'  uscio. 

'.-  g.  XV.  Attaccare  il  maio  ad  Ogni 
uscio  ,  vale  Innamorarsi  per  tutto  ,  V- 
MAIO,  §.  Ili-  C-V; 

i'.-  g.  XVI.  Serrare  l'uscio  a  bietta, 
Cecch.  Prov.  26.  Biella  è  quella  zeppa  o 
sche-'"^ia  di  legno  che  si  mette  nella  staf- 
fftta  del  saliscendo  dell'  uscio,  perchè  non 
si  possa  con  la  chiave  aprir  dal  lato  di 
fuori  :  onde  vuol  dir  questo  proverbio  ; 
Serrarsi  sul  sicuro  ,  ed  essersi  armato 
contro  alle  insidie  che  gli  fossero  trama- 
le contro.   (Cj 

f  g.  XVII.  Entrar  per  P  uscio,  figura- 
tam.  vale  Andare  per  la  strada  retta. 
Incamminarsi  al  fine  co'  mezzi  debiti. 
Bern.  Ori.  I-  20-  4*  C*^'  ^^^  mostra  quel 
eh' è,  va  con  inganni,  E  non  entra  per 
r  uscio  neir  ovile  . 

§.  XVllI.  Serrar  P  uscio,  o  la  stalla 
quando  son  perduti  1  buoi  ,  V.  STAL- 
LA,  g.  L 

g.  XIS.  Chi  vien  dietro  serri  l  uscioj 
e  si  dice  da  Chi  vuole  ne'  suoi  piaceri 
scialacquare  il  suo  ,  facendo  poca  stima 
di  chi  succede  .  Lat.  me  mortuo ,  terra 
niisceatur  incendio.  *!=  Cecch.  Dissim,  5. 
2.  E'  son  bene  spesi  lalor  cento  scudi  per 
cavarsi  una  voglia;  e  poi  chi  dirieto  vie- 
ne,  serri  l'uscio.   (l^J 

A-  §.  XX.  Egli  SI  pare  all' uscio  j  mo- 
do proverb,  che  signìjlc  La  cosa  si  vede 
subito  all'  esterno.  Lasc .  Sibili.  1.  3. 
Questa  è  altra  zucca  che  da  pesci  :  qui 
dentro  è  del  sale  in  ciocca.  Fui.  Egli  vi 
si  pare  all'  uscio,   {l  ) 

§.  XXI.   JSascer   ti   possa  l'erba  alP 
uscio  j  maniera  d'  imprecazione,  che  va- 
le :  A  casa    tua    non    capiti  mai    anima 
nata  , 
1        *   USCIOLETTO-   Dim,  dt   Usciuolo. 
'    Imperf.  Anat.  66.    La    membrana  serve 
ec   come  sceruere  si  puole    nella  vescica 
!   air  attaccamento  degli  ureteri,  e  ne'vcn 
triculi  del  cuore  i-icrcè  di  sue  valvule,  o 
!  usciolelti  che  addumandar  si  vogliano.  (F) 
USCIOLINO.    l>tm.  di   Uscio  j    Uscio 
piccolo  .  Lat.   o..tiolum  .    Gr,    Suftòiov  . 
Burch-   1.   50'    Se    la  chiudenda  tua  del 
324 


1786 


use 


meltonaio  Avesse  s^angh^iato  T  usciolino, 
ec.  ììern.  ritti,  l.  88.  A  voi  ne  vieo  la 
gente  a  capo  cbino  ,  E  prima  *:ìu:  In  vo- 
stra scala  s»(;lia,  S*  abbassa  io  tu  1'  entrar 
dell*  uscinliiio. 

5  USCItlE,  e  ESCIRE  Andare,  o  Ve- 
nir fu  or  a;  contrario  d' Entrare.  Lat.  W- 
ire  ,  egrfdi .  Gr.  l'uèv.ìvtiv  ■  Bocc.  nov. 
ro.  liT,.  Si  sforzò  di  rilevarsi,  e  di  volersi 
aiutare  per  usrirne-  /l  nov.  89.  7.  Avvenne 
che,  uscendo  d'Antlocria  r(tn  un  altro  giova- 
ne chiamalu  luscfo  ec,  cavalcòper  alquanto 
spazio.  /',"/iOi'.92.  8- Mesicre.poirbè  voi  ben 
vi  sentile  ,  tempo  è  d*  uscire  d'  inferine- 
ii'a.  Deint.  Inf.  8-  Ed  io:  Maestro,  già  le 
tue  ine^rliilc  La  entro  certo  nella  valle 
cerno  Vermiglie,  come  se  di  fuoco  uscite 
Fossero.  E  !*iirg.  2^.  Qual  esco  alcuna 
volta  di  guloppo  Lo  ravalier  di  schiera, 
che  cavalchi.  À"  Par.  ^.  Non  n'usciresti, 
pria  saresti  lasso.  Pctr.  son.  2l3-  Uscita 
è  ['Ur  del  bello  albergo  fuora  .  Fran''. 
lìarh.  2o5.  17.  Che  meglio  ènc  Alquan- 
to  bene ,  Che  escir  <li  dirittura  .  Hitn. 
ant.  Not.  Jac.  da  Lcnt.  110.  Ben  vorria 
che  avvenisse  Che  Io  meo  core  cscisse 
Come  incarnalo  lutto .  Boez.  C.  S.  12. 
E  confessando  con  rossore  la  vergogna , 
fuor   della   porta   usci. 

Ir  §-  l.  (Jscire ,  si  usa  talora  anche 
colla  particella  si ,  a  guisa  di  neutr.  pass. 
Pecor.  g.  3.  n.  1.  E  come  egli  ebbero 
cenalo,  il  prete  s'uscì  fuori  di  casa  per 
dare  loro  agio.  «  fiocz.  farcii.  I.  pros. 
I.  Confessata  per  la  rossezta  del  viso  la  ' 
sua  vergogna,  s'uscì  di  canìera  tulio  do 
lente  ».  (C)  .Ve^r.  l'ior.  Stor.  Uh.  I.  La 
riverenza  (del  l'ontejice)  potette  tanto  in 
Aitila,  che  si  usci  d'Italia,  e  ritirossi  in 
Austria,  (CP) 

§.  II.  Uscire,  per  similit.  Bocc.  nov. 
~:Q.  G.  Calandrino  ,  essendogli  il  vino  u- 
scito  del  capo,  si  levò  la  mattina  (cioè, 
jivcndolo  smaltito  ). 

#  g.  IIL  Uscire,  si  dice  anche  del 
Sangue  che  vien  fitori  dal  naso  ,  o  da 
qualche  altra  parte  dell*  animale.  «  Bocc. 
Introd .  5.  A  cliiun(|uc  usciva  Ìl  sangue 
del  naso,  era  manifesto  segno  d' ioevita- 
bile  morte  **.  Dant.  Inf.  li.  Così  di  quel- 
la scheggia  usciva  insieme  Parole  e  san- 
gue. (Cj 

^  §.  IV.  Uscire,  si  dice  anche  dei  I,i' 
quidi,  0  su'^hi  che  vengono  fuori  da  al- 
cuni corpi  spremendoli.  «  liocc.  nov.  85. 
12.  l'rcniendiili  lutto,  non  uscirebbe  tanto 
sugo,  che  bastasse  ad   una  salsa  ".  (C) 

y.  V.  Uscire,  0  Uscir  fuori,  si  dice 
dei  Lihri  siihito  che.  sono  stampati,  e  che 
Sé  pubblicano.  Lat.  in  luceni  prodire.  Gr. 
TfcoSiJàsrv  i't;  to'  Svip-^ttcv.  Cas.  leti. 
58-  Protestandomi  perciò  sempre,  che  io 
non  voleva  che  ella  usri>se  sotto  mio  no- 
me ,  ma  sotto  nome  dello  stampatore  . 
=1^  lied  i.ett.  2.  71  Usciva  fuori  subilo 
vn  libro  col  seguente  titolo.   (JV) 

^  §■  VI.  Uscire,  ificcsi  delle  vie  che  na- 
scono, o  shoccano  dove  che  sia.  Bore.  g.  9. 
ZI.  3.  Acciocché  tu  poitsa  ^eiiia  inipedimpu- 
lo  a  casa  tua  rittirnare  ,  non  per  (|uclla 
vìa  donde  tu  \enisti,  ma  per  (piclla  rlie 
tu  vi'di  a  siiiislia  uscir  fuori  del  bosco,  n' 
andrai.   (1') 

#  ^.  VIL  U.icirv ,  trovasi  non  rade 
volte  unito  alla  particella  Pi,  o  Da  pre- 
cedente ali*  infinito  j  come  Uscir  da  man- 
giare. Uscir  di  scrivere  ec.  e  vale  j4ver 
mangiato,  scritto  ec.  poco  prima.  9Ialm. 
1.  4^.  («ente  che  uicìa  di  far  la  <piaran- 
lina.   (C) 

^  §.  Vili.  Uscire,  posto  assoluto,  per 
IVa.icere.  Ar.  Fur.  3.  3a.  E  cosici,  cho 
ne  d'  orso  nfc  di  fiero  Leone  u*ri  ,  non 
sdegno  t.ilf  amante  (V)  E  i,'l.  .'>5  .*ipc*- 
so  Iv  ripeloa  eh'  uscir  di  lei  K  di  Huggier 
duTcann  gli  vrcellenti   Prìni^pi  r   glonuii 


v  s  c 

Semidei.  E  st.  57.  Da  le  uscir  i^eggio  le 
pudiche  donne  Madri  d'  iniperaluri  e  di 
gran  regi  .  E  st.  !>Q.  De  la  tua  chiara 
stirpe  uscirà  quella  D'opere  illusili  ir  di 
bei  sludii  amica  ec.  Liberale  e  magnani- 
ma Isabella.  Cor.  Kn.  hh.  1.  Ov'era  so- 
lito Ber  Belo,  e  gli  altri  che  da  Belo  usci- 
rono, (fìr) 

*  g.  IX.  Dicesi  anche  Uscire  di  una 
donna,  per  fascere  da  lei.  An-;.  Mei.  ì. 
206.  Si  tien  che  di  (;ìove  nascesse  Epafo 
un   bel   figliuol    che   uscì   di   lei.   (P) 

sS  §.  X.  Uscire,  parlandosi  di  Fio- 
ri, Piante,  o  simili,  vale  .Sbocciare,  der- 
mogliare,  Sannaz.  Arcad.  pr.  5.  In  luogo 
dì  viole  e  A"  altri  fiori  sono  usciti  pruni 
con  spine  acutissime.  Pera.  Ori.  1-  3. 
^1.  Tutti  i  fior  eh'  escon  fuori  a  primavera 
Aveva   ivi  dipinto  la  natura,  (tir) 

*  §.  XI.  Uscire  ,  per  Alzarsi,  Solle- 
varsi .  Car.  L'n.  lib.  8.  Giace  Ira  la  Si- 
cania  da  1*  un  canto,  E  Lipari  dall'  altro 
un'isolelta,  Ch*  alpcstra  ed  alta  esce  de 
r  onde  ,  e  fuma,  (h'r) 

*  g.  XII.  Uscire,  talora  vale  anche 
Esalare,  ed  in  questo  senso  si  usa  qiia^i 
sempre  impersonalmente.  Bocc.  nov.  5o- 
1^.  Come  aperto  l'ebbe,  subitamente  n' 
uscì  fuori  il  ma{;gior  puizo  di  solfo  del 
mondo.  Dunt.  Purg.  ly.  Quel  mi  sveglio 
col  puizo  che  n'usciva.  (Ci 

§.  XIII.  Uscire,  per  Aprire  V  interno. 
Dire  i  suoi  sentimenti  .  Cron .  Morc/l. 
276.  Guardati  di  non  biasimare  ,  ne  dir 
mule  di  loro  imprese  e  faccende  ,  ezian- 
dio che  sìeno  cattive  ;  statti  cheto,  e  non 
uscii  e   se   non    a   rtmimeudarli. 

§  XIV.  Uscire,  per  Hiuscii-e,  Termi- 
nare. Lai,  evadere.  Gr.  E^Sat'veiv.  Bern. 
Ori.  t.  5.  27.  Malagìgi  ad  udirla  stava 
altenlo,  E  pensa  pur  dove  ella  voglia  u* 
srire.  ^  Ar.  Eur.  ì$.  116.  Altri  più  sag- 
gio in  n)an  la  biiglia  Icnne,  Mirando  do\e 
rjucslo  avesse  a  uscire.  (FPj 

'V-  ^.  XV.  Uscire,  per  Aver  effltto.  Ar. 
Fur.  3o.  77.  E  che  con  jsso  lei  era  par 
tìlo  Con  speme  dì  trovar  il  Saracino  ce, 
E  die  *1  disegno  poi  non  gli  eia  usci- 
to.  (iMj 

''.■  ^;.  XVI.  Uscire,  per  Derivare,  fii- 
sultare,  Procedere.  Eav.  Esop.  5o.  Test. 
Bice.  Perciocché  molto  male  ne  puole  u- 
scirc.  Dant.  Inf.  i.  Questa  (la  lupa'  mi 
porse  tanto  dì  gravezza  Con  la  pauia  eh' 
uscia  di  sua  vi>la  Che  ce.  icioè,  che  na- 
sceva dal  vedcila).  (.\)  Tes.  Pr.  hh.  \. 
E  ciò  è  in  tre  maniere  ,  che  5'  intende 
per  tre  scienze  ,  che  escano  da  Ini ,  tioÌ! 
dialettica  ,  fisica  ,  e  sofistica  .  (Br^  Ar. 
Fur.  28.  1 1  Proponendole  W  ben  «he  n' 
uscirla.   (Mi 

V  §.  XVII.  Uscire  ,  assolutam.  ,  per 
.S'cgmtare ,  ì'entrne  in  conseguenza.  Fr. 
Ciord.  2\\.  Di  questo  esce  ,  che  il  fine 
e  la  peifetione  della  fede  sta  in  quallro 
cose  .  /*."  z^i)  ^"  '*'6B'^  ^  eoiA  che  ti  fa 
e  coslrigne  d'  uperare  vìrludi  e  cose  buo- 
ne .  Che  d'  esce  di  questo  T  quanto  più 
adoperi  in  o{  ere  dì  vìrluiU  ce.,  lauto  pìù 
ec.  (t  ) 

•f  J?  §.  XVm.  Uscire,  parlando  della 
I  una  ,  vale  Terminare  il  suo  corso  pe- 
riodico ,  per  continciarlo  da  capo  .  l'r. 
Ciord.  a83.  Che  questa  Luna  s' incoin>n- 
eia,  quando  flì  Mano,  e  quando  d'Apri- 
le; ma  in   Aprile  finisce  ed  ncc.ftj 

#  g.  XIX.  Uscire,  parlandosi  dei  Co- 
lori ,  vale  liisaltare  ,  Mostrar.u  .  Cai . 
En.  lib.  6.  Indi  Ira  frondi  e  frondi  d  co- 
lor 4)'  oro,  Che  diverso  tlal  %erdr  uscia 
raggiando,  Dì  tremolo  splendor  1'  auia 
percosse.  (Pr) 

f  *  *'.  XX.  Uscire,  in  signific.  alt, 
vale  Mandar  fnon  ,  l'ar  uscire.  Frane. 
S.u'ch.  ncv.  \l\l\-  Per  mollo  rislrigncrr 
eh'  lu    feci .    p«r    uscire    uno    granello  di 


use 

panico,  e  non  più,  la  cosa  si  ruppe.  «  E 
appresto:  Per  ritenere  di  non  uscire  dal 
corpo,  se  non  uno  granello  dì  panico,  la 
cosa  sì  ruppe  •».  Fr.  Ciord.  Prtd.  l88- 
Mosè  fece  molli  miracoli .  Sparse  la  pol- 
vere al  vento,  e  tutta  T  aire  fu  piena  di 
zenzare  ec.  percosse  la  terra,  e  fu  piena 
di  rane  e  di  lenehie  :  uscie  dalla  pietra 
tanl'  atqua  ,  che  bete  di  quella  tutta  la 
molliludine.   (V ) 

*  §.  X.M.  A'ort  uscir  d'alcuno,  par- 
landosi rf'  ufficii,  o  simili,  vale  I\'on  Con- 
ferirsi che  a  quello.  Porgh.  .4rm.  Fani. 
i^.  Doveva  sapere  che  questo  sacerdozio 
non   usciva   de'  patriarchi.   (Fj 

f  ^-  §.  XXII.  Ao/i  uscire  dai  comanda- 
menti, o  simili,  d'alcuno,  vale  Eseguirli. 
Lnsc.  l'areni.  2.  3.  Hai  tu  inleso?  .^/n/i. 
Niente  u-sciro  dc*vo>tri  comandameuli.  (E) 

*  §.  XMII.  J*'On  poter  escir  d'  una 
cosa,  vale  Dover  far  uso  di  quella.  Lasc. 
Sibili.  2.  5.  Che  li  par  egli  di  loiTc  (per 
lo  pasto).  I  esp,  >'on  si  può  uscir  di  cap- 
poni, di  starne ,  di  pippion  grossi ,  e  di 
tordi.  (I  ) 

g.  XXIV.  Fare  uscire  uno,  vale  Sti- 
molarlo tanto  colle  parole  ,  eh'  e'  s*  indu- 
ca ,  ancorché  centra  sua  voglia  ,  a  fare 
e  dire  quel  che  lu  desideri.  Lai.  aliquetn 
ad  aliquid-pra-ler  stium  morrm  aut  na' 
turam  faciendum,  aut  dicendum  adigere. 
ì'arch.  Ircol.  83.  Fare  uscire  uno,  i> , 
ancorach'  ci  s'  avesse  presupposto  dì  non 
favellare,  frugarlo  e  punzecchiarlo  tanto 
colle  parole,  e  dargli  tanto  dì  qua  e  dì 
là,  eh'  egli  favelli  ,  o  eh'  egli  paghi  al- 
cuna cosa. 

g.  XXV.  Uscire  a  bene  ,  0  ad  onore 
d'  alcuna  cosa,  tale  Terminarla  ,  o  Ef' 
fetiuarla  bene  e  felicemente,  e  sema  im- 
pedimenti ,  pericoli  ,  o  disturbi .  Cani. 
(^arn.  I09.  Ma  il  Ciel  benigno  ci  ha  lai 
don  concesso  ,  Ch'  a  ben  d'  ogni  periglio 
usciti  siamo.  Safvin.  Disc.  l.  ^23.  L'u- 
scirne ad  onore  e  con  felicjl^  h  poco  meno 
che  impossibile. 

*  ^.  XXVI.  Uscire  a  campo,  vale  U- 
scire  in  campagna  ,  Uscire  ordinato  per 
combattere  .  Car.  F.n.  lih.  1 1  Usciti  a 
rampo  Erano  i  Teucri  intanto  .  Ed  ecco 
un  messo  Veuir  colando.  /''.  CAMPO, 
§.  XLVI.  (Br) 

^  g.  XXVII.  Uscire  addosso  ad  uno, 
vale  Assalirlo  ,  ed  usasi  anche  in  senso 
fisnralo.  /'.  ADDOSSO.  §.  XXX,  é 
"XXXI.    (E) 

*  g.  XXVIII.  Uscire  alla  campagna, 
dicesi  defili  eserciti  che  escono  dagli  al- 
logf;iamenti  fer  venire  a  battmglia  .  Ar. 
Fur.  3.  2^.  Che  vuole  uscir  di  nuovo 
alla  campagna  ,  E  ritentar  la  sorte  della 
guerra.  (  M) 

="  ,^;.  XXIX.  Uscire  alla  libera  ,  vale 
Manifestare  i  siiot  sentiniemti  con  liber- 
tà e  sicurezza  .  Dav.  Scism.  Non  prima 
che  allora  usci  alla  lil»era  con  chi  cgb  sa- 
prà pssne  come  sé  Ateista.  ( Br) 

g.  XXX  Uscire  al  mondt^  ,  vale  Pia' 
scere  .  Lat.  oriri  ,  nasci  .  Gr.  ojiodxi. 
.■fr.  Fur.  36.  5q.  lu  un  medesimo  utero 
il'  un  seme  Foste  cooretli ,  •  usciste  al 
mondo  insieme. 

g.  XXXI,  Uscire  a  riva,  o  alta  riva, 
vale  Coartarsi  alla  riva,  Teiminar  la  na- 
vigazione, f^ant  Inf.  1.  Uscito  fuor  del 
pelago  alla  rr  a.  Si  volge  all' aequa  peri- 
gliosa, e  guata.  Poe*.  I  arch.  a.  pros.  ù. 
Stando  cileno  ferme,  romunche  vadano  1* 
altre  rt>se,  usciremo  nolando  a  riva. 

*  g.  XX  MI  Uscire  rolla  vita,  par- 
landoci di  pencolo  ,  vale  Uscirne  vivo  j 
volgarmente  Sah'ur  la  pelle  .  Car.  Em. 
II  ^o«)  Ma  quanti  anco  M'uftcùniDocoo 
la  vita',  in  ogni  parte  Siam  poi  giti  del 
mondo  tapinando   (Mi 

§,    XXXIII.    Uscire  d' alcuna  cesa,  ¥ei- 


use 


use 


use 


1787 


/,  J.<pcJ.rsa.c  ■  7<r.  Tri,..  2.  2.  Oh  »u 
aunquo,  1»  miarurcUa,  d.  '".?"";  '''■ 
ne,  «cine.  *  Lasc.  Celos.  I.  6-  Orsù, 
non  lardar  l.iù;*.-p«  cu.lui  ;  calne  u- 

ramai    {C)  1      f   1  ■  j' 

!':  <^  XXXIV.  l'ale  anche  Liberarsi  (t 
una  ««  che  duole  ,  o  simiU  .  /■'««e  . 
Sacch.  ne:  225.  Se  Dio  nu  .la  gra.,a  eh 
io  esca  di  questa  nolle  (  ayea  la  ma  a 
nolU),  lu  n^n  ■"'  "  «glierai  mai  più.  (I  ) 
#  8  XXXV.  Uscir  i  alcuna  persona, 
e  cosa,  vale  lasciar  di  parlale  iVaUuna 
ptrsona,  0  cosa.  Bocc.  noi-.  26.  2.  Alquan- 
to i  da  uscire  ddb  nostra  citta  ce.  e  ec. 
alquanto  delle  cose  che  per  TalUo  n>on- 
doavTenule  sono,  raccontare,  fi  ;"""'■ 
Sacch  .  I  eli  ■  226.  Ma  usciamo  di  1  apa 
Urbano  (di  cui  aica  parlalo  sino  a  Cini) 
e  veniamo  ad   una  parola   clie   mi   d.ce- 

"'#'^s''xXXVl.  Uscire:  da  Invola,  vale 
Levarsi  da  mangiare.  Frane.  Saah^nov. 
l83  Gli  liarea  comprendere,  eli  egli  eia 
un  gran  maestro  d"  lotasli  ,  e  innan.i  che 
egli  uscisse  da  lavoU  ,  egli  il  domande, 
rebbe  ec.  (l')  . 

*  §.  XXXVII.  Lscir  da  uno  ,  tale 
renir  dalla  ca.«i  di  uno.  I  il-  i'S.  I  ad. 
3.  25l.  Una  mattina  per  tempo  uscendo 
egli  da  una  di  quelle  meretrici  ec.  (ì  ) 

*  §  XXXVIll.  U-'Cir  de'  generali, 
vale  lenir  col  di-icorso  ad  e.<pressioni 
parlicolari,    .Iprirsi  .    /.   GE.XEKALL  , 

§.  IV.  (?iì  ,     .    , 

t  §.  XXXIX.  Uscir  de-ganghen.  Iigii- 
ratam.  conlrano  di  Slare  in  giinghen, 
vale  U.icir  di  cei-vello  .  Lat.  exleniari. 
delirai^,  animo  ahalienari.  niente  percclh. 
Cr.  :i:<:«a,-'v5rv,K«Ta:iX«r'-.«|.  Ce"li; 
Mogi.  4.  2.  Ora  i'  non  so  che  dc.n.iii  di 
malanno  E  di  mala  .entuia  è  stala  quc 
sta  elle  r  ha  fatto  cosi  uscir  de  ganglie- 
ri  Salv.  Granch.  5.  3.  lo  credo,  luti, 
che  tu  mi  farai  \  ogni  modo  uscir  .le 
gangheri.  Red.  lilir.  12.  Solamente  nel 
ifcdere  Mi  faricno  uscir  de"  gangheri. 

•+  §  XL  U.<cir  degli  cechi  alcuna 
cosa,  /iguralom.  vale  Mer  gran  dispia- 
cere  rf'  aver  perduta  alcuna  co.^a,  0  di  do- 
versene privare.  3lahn.  7.  !'(.  E  l-creh 
è  buono  (quel  .ino;,  e  ■>»■>  ^'  l"'""  '' 
quale  ec.  A  Meo,  che  piuttosto  a  carno- 
vale ,  Che  per  1'  opre  lo  serba,  esce  de- 
gli occhi,  E  bada  a  dire  ec. 

f  §.  XLl.    U.icir  del  cammino,  figura- 
lam.    vale    Kon    seguitar  I'  ordine.   Lat. 
orrfii.CTi   deserere.   Or.  Is.KS.v  Tr,v  T«- 
f,v.  /ìocc.  s     3./.   5.  Filostialo.pernon 
uscir  del  cammin  tenuto  da  quelle  ec,  co- 
mandò chela  Lauretta  una  dauiaprendcssc. 
+  j  §.  XLll.   Uscir  del  corpo,  ed  an- 
che talora   assolutam.    Uscire,  vale  Ca- 
care,   lat.    cacare,    venlrem   exoncrarc  . 
Gr.  yiZtil.    etnnol.    Jang.  Fara  vi  den- 
tro i  "luoghi  da  mangiare,  e  1  luoshi  da 
uscir  del   corpo  .  *   Con.    ilorell    282. 
Fa  di  slare    sobrio  1  lubrico)  del  corpo,  s 
che  tu  esca  il  di  due  volte  il  meno,  f/; 
i:-  8    XLIII.  t;.«i'-d./f«ore,  rf.cfJi  *< 
Perdere  cosa  a  se  cara,  o  dell' Ottenersi 
da  altri  cosa   da  si  liramala  .    1  .   CLO 

RE  ,  §.  evi.  (C) 

*  §.  XLIV.  U<cire  del  doluto  ,  pe 
Mancore  al  dovere.  Ar.  l'ur.  3l.  l5.  Il 
buon  destrier  ,  che  tu  m'  hai  tolto,  Per- 
chè caro  mi  fu  mentre  che  visse.  Mi  farla 
uscir  del  mio  debito  mollo,  Se  cosi  inven. 
dicalo  si  morisse.  (H) 

#  §  XLV.  Uscir  del  fango  ,  Jigura- 
lam.  vale  Sollevarsi  da  stalo  vile  e  bas- 
so, a  .stato  nobile  ed  allo.    /'.   FANGO, 

§.  Vili.  iC/  „     , 

f  S  XLVI.  Uscir  della  brace  ,  e  ri- 
entrar nel  fuoco,  vale  Liberarsi  di  una 
cattiva  congiuntura,  e  dare  in  una  peg- 
giore, r.  BRACE,  §.  VII.  fO 


J-.  ORMA, 
V.  MANI- 


"  XL>  IL  Uscir  del  laccio,  o  del  pe- 
ruZlo  ,  vale  Liberarsi  ,  Strigarsi  ,  Svi- 
lupparsi. Lat.  se  exiricare  Gr.  .«utov 
«■^ai/aTTS.v.  lìocc.  nov.  3.  8.  11  Sala- 
dino conobbe,  costui  ottimamente  esser 
s.ip«lo  uscire  del  laccio.  /•;  nov.  II.  iS. 
Di  cosi  gran  pericolo  usciti,  sani  e  salvi 
se  ne  tornarono  a  casa  loro. 

Il:  *?  XLVIII.  Uscire  della  memoria  . 
vale  Perdere  ,1  .^enno.  lioi:  II.  212.  E- 
cuba  ce.  usci  della  memoria,  e,  come  cane 
rabbioso,  cominciò  a  latrale.  (C) 

+  §.  XLIX.  Uscire  dell' animo  una  per- 
dona 0  una  cosa  ad  uno.  dice.d  del  Kon 
pensar  più  uno  ad  una  persona  ,  o  ad 
una  co.<a.  lìocc.  nov.  38.  5.  D,lu„san.lo. 
si  da  veder  costei ,  ella  gli  uscirà  dell 
animo. 

S:    g.   L.    Uscir  dell'  orma 

%■  Vili.  (■/; 

g.  LI.    Uscir  del  manico. 

CO,   §■   IL  .A 

:•:  g  LII.  Uscir  del  marcio,  fign- 
ratnm.'vale  Conseguire  la  P'^'""j:f'- 
quakhe  cosa  desiderala.    I  ■    MARCIO  , 

•i.  (C;  ,   ,, 

*  ?  LUI.  Uscir  del  mondo,  vale  No 
rire  .'^'petr.  uom.  ili.  2?.  Moli  di  flusso 
di  ventre  :  e  senlcndosi  stringere  alla  mor- 
te riizandosi  disse  :  Uebbe  lo  -mpcradore 
US.  ir  del  mondo  giacendo  in  terra?  e  cosi 
ritto  rilto  si  mori,  (l ) 

;'.:  ^.  LIV.  U.<cir  del  pecoreccio  ,  vale 
l'enirc  a  capo  di  cosa  intrigala.  I  .  P1-- 
eORECClO,  §.  IL  lO  ^ 

<:  g  LV.  Uscir  del  petto  una  cosa. /i- 
guratam.  vale  Dimenticarla,  Non  vi  pen- 
sar piti,  lìocc.  nov.  77.  Faralti  .1  freddo 
eh'  .0  gli  fo  patire  uscir  del  petto  quel- 
lo che  per  li  miei  molli  v"  entro  1  alno 
ieri.  fRr)  ,     _. 

S  LVI.  Uscir  del  proposto,  vale  Vi 
pai-tirsi  da  quello  clic  altri  ha  convenu- 
to, 0  prefisso.  Lat.  a  proposilo  aberrare. 
Gr  K-o-Javà^S!"  «0  oxottou  .  liocc. 
nov.  32.  3.  A  dire  una  novella,  senaa  u- 
scir  del  proposto,  da  ridere  si  dispose. 

if  S  LVII.  Uscire  del  segno,  per  hc- 
cedere.  Ar.  Fiir.  46.  73-  di'  a  q"<'l  "" 
..nor  non  parria  uscir  del  segno,  .Se  spen- 
desse p.-r  lei  me«o  il   suo  regno.   (31) 

§.  LMll.  Uscir  del  seminato,  0  fuor 
del  seminaloj  modo  basso,  che  vale  Uscir 
di  proposito j  e  talora  anche  Impazzare 
Lat.  delirare.  Cr.  mftt.afolti.-i.  Bui- 
Inf  11.  Tanto  delira,  cioè  esce  dal  sol- 
co ,  cioè  si  svia  ;  oudc  proverbialmente 
delirare  ,  uscir  del  seminato  .  Morg.  iV 
^0.  ^'o^  n'  avrebbe  però  voluti  tre  ,  Cb 
uscito  sare'fuor  del  seminato.  Buon.  Pier. 
!ì  4.  2.  Tu  «lai  nel  fanatico  ,  E  mi  ras- 
sémbri  uscito  nel  seminato.  Malm.  1. 
38  Non  cosi  tosto  al  campo  si  conduce 
ec.  ,  Ch'  eli'  esce  affatto  fuor  del  semi- 
nato. .  , 
;?  g.  LIX.  Uscir  del  solco,  in  modo 
próverb.  vale  Traviar  dal  bene.  /'.  SOL- 

CO,  g.  v.fO  .     ^    , 

#  §-  LX.    Uscire    de'  panni   vedovili  , 

vale    reperii.    Frane.    Sacch.  nov.    47. 

Con  la  dota  sua,  e  con  il  lascio  in  ineno 

di  due  mesi   uscio  de'  panni   vedovili  ,  e 

imaritossi.  (J  }  • 

;•.!   S     LXl.   Uscir  de' sensi  ,  vale  .an- 
dare in  citasi,   nari.  Miss.  Mog.  Tanto 
.focdamente    eoli'  anima    m    Dio  ,    che 


cere  ,  vale  Esser  liberalo  dal  bando,  o 
dal  carcere.  Dani.  Purg.  21.  Più  eh  IO 
non  deggio  al  mio  uscir  di  bando .  Ar. 
Far.  il.  10.  A  chi  aspetta  di  carcere,  o 
di  bando  Uscir,  non  par  che  'l  tempo  più 
soggutrlii.  „     . 

§.  LXV.  Uscir  di  bocca,  vale  y  enirt, 
o  scappar  detto  inconsideratament» .  Lat. 
verba  ejcidere.  Gr.  ^u'/sf»  i/ixoj  odo» 
TKV,   Omer. 

:?  §.  LXVI.  Uscir  di  commessione  , 
vale  Trasgredirla  .  0  Fseguiila  male  . 
Car.  Leti.  incd.  1.  II.  Ma  io  non  posso 
us.ir  di  sua  eomnussioiie,  perchè  me  n 
ha  parlalo  come  di  un  mi^verio.   (PI) 

■.:■  g.  LXVIL  Uscire  di  gi-eggia  ,  per 
Uscire  del  comune  .  Poliz.  canz.  Ognun 
.imbella  ,  ognun  guata  e  vagheggia  ;  Io 
sol  per   fcdella  esco  di  greggia,  (.y) 

S  LX\  111.  Uscir  di  mano,  vale  Scap- 
pare, Scampare  lern.  rim.  I.  I05.  Con- 
vien  eh-  io  mi  distempre  A  dir  ch  uscissi 
di  man  dei  famigli. 

:•:  e  IXIX.  Uscir  di  man  d  alcuno. 
pai'lamlo.si  di  Opere  if  ingegno ,  dicesi 
dell'  Isser  quella  lai  opera  fatta  da  lui. 
Pel.,  canz.  17.  5.  Tulle  le  cose,  di  che 
'1  mondo  è  adorno.  Uscir  buone  di  man 
del  mastro  eterno.   (Cj 

:?  g.  LXX.  Uscir  di  mendicume  .  I  . 
MENDICUME.   Il) 

S  LXXI.  Uscir  di  mente,  vale  Dimen- 
ticarsi. Scordarsi.  Lai.  ohlivisci.  Gr.t:!'.- 
yy.;^<À-jl=i-J.l.  Bocc.  nov.  ICO.  21-  Usci- 
to di  mente  non  m  è,  che  ignuda  m  ave- 
ste \wf  nes.  161.  Già  padre,  e  madre, 
e  lul'te  altre  lacccnJe  Gliuseian  di  mente. 
Ainet.  100.  Ma  lutto  questo  ni  usciva  di 
mente  Bemb.  Asol  2.  121.  Aon  vi  sen- 
io di  cosi  labile  memoria,  che  vi  debba 
esser  di  menle  uscito  .  i'o«._  /  ardi.  I. 
„ro<    2.  EkU   è  alquanto  a  se  medesimo 


us,.w  ..fiallo  de' sensi,  e  non  sentiva  di 
sé    punto  più  che  una  statua.  (Br) 

;•  %.  LXII.  Uscir  de'  leimini  .fgura- 
tam.  vale  Partirsi  dal  giusto  e  dal  con. 
veniente.    1  .  TERMINE,  §.    IH-   (Ci 

•ii.  §.  LXIII.  Uscire  di  ballo  .  ì  ale  fi- 
guralam.  Uscire  di  qualche  maneggio.  0 
negozio  .  o   impresa  .    T'ed.    BALLO  ,  g- 

III.  (Ct 

•f  g.  LXIV.    Uscir  di  bando,  0  dì  car. 


uscito  di  niente. 

-S  LXX  11  Uscir  di  modo,  odi  misu- 
ra '.  vale  Fccedere  .  Cacale .  Med.  cuor 
,.■>,».  l'er  farlo  insuperbire  ,  e  uscire  di 
modo  .  E  23q.  Molli  per  le  lode  ,  e  per 
gli  onori  ,  e  'stalo  di  prosper.t'a  ,  escono 
di  modo  e  di  misura.   (J^J 

*  g.  LXXIll.  Uscire  di  paggio.    /'. 
PAGGIO.  (Cj 

+  8  LXXIV.  Uscire  di  passo  .  vate 
Lasciare  il  passo  ordinano  che  uno  fa- 
ceva .  pigliandone  uno  più  sollecito.  Lai. 
gradnm  celcrare  .  Celi.  Sport.  1.  1.  E 
rhe  sì  ,  eh'  io  ti  giro  una  manata  in  sul- 
la lesta  ec,  e  faretti  uscir  di  passo,  lir. 
■Is  212.  Benché  quelle  bastonate  per  al- 
"tro  non  mi  avessero  fallo  uscir  di  passo 
ec,  nondimeno  io  mi  accomodava  al  cor- 
rer volentieri. 

R  LXXV.  Uscir  di  passo  ,  figura- 
lam.  vale  Operare  con  maggior  diligen- 
za 0  efficacia  del  solito.  Cecch.  Corr.  2_ 
2  'Ma  e' la  far'a  bene  uscir  di  passo.  E 
3.   7.    Si  ,  si ,    e'  bisogna    farla   uscir   di 

8     LXXVl.    Uscir  di  pena  ,  vale    Dar 
fine  atta   nenn.  Lat.  pivna  se  liberare.  Gc. 
/r..«=i«.  =«TÓ>  «^aUc'.-Te.v .   Bocc. 
nòv    ,7.. '.3- Fiaccandoti  tu  il  collo,  usci- 
rai della  p,na,  nella  quale  esser  11  pare 

-)•§.  LXXVH.    Uscir  di  proposito,  vale 
Non  seguitar  l'ordine. 

*  e  I  XXVUI.  Uscire  ili  questo  seco- 
!  lo  .  vate  'Morire  .  Alar.  S.  Onofr.  l45. 
1  Padre ,  io  voglio  ,  uscito  che  sarai  di 
i  questo   secolo  ,   rimanere   in  questo    luo- 

^°*  V  LXXIX.  Uscir  di  scherma  ,  fi- 
guralam.  vate  Non  saper  quel  che  uno 
i  faccia  j  l'erdcr  la  "ef'''''"°p, 
dell'  operare.  I  .  SCHERMA,  §.  IH-  fO 
8  LXXX.  User  di  se,  o  Lscre 
fuori  di  sì;  vale  .■stupidire,  Perdere  ,1  sen- 
no    Lat.  obsliipescere  ,  stupore  cornpt  . 


1788  use 

Bocc.  nov,  ^0.  17-  Quivi  vedendosi,  quasi 
di  se  per  maraviglia  fosse  uscito  ,  uè  da 
qua!  parte  fuggir  si  dovesse  o  potesse  vo- 
dea.  CtJpr.  Boti.  1.  3.  E'  ti  pare  un  bel 
giuoco  sentirsi  favellare  a  questo  modo 
una  voce  nel  capo  j  che  mi  hai  già  fatto 
uscir  mezzo  fuori  di  me.  Cirìff'.  Ca!v.  !\. 
lOy.  Dicendo:  o  Sinefido  ,  se'  tu  ora  Di 
te  uscito?  e  tutto  lo  riucora. 

§.  I.XXXI.  E  Uscir  di  jt,  voh  ta- 
lora Esser  rapito  fuori  de'  sensi,  Jn 
dare  in  estasi.  I^ass.  37.  Uo  dì,  di  ^u- 
bilo  uscendo  di  si; ,  fu  rapilo  innanzi  al 
giudicio  d'  Iddio. 

§.  LXXXil.  Uscir  di  senno,  0  del  cer- 
vellOf  vagliano  Impazzare.  Lit,  insanire. 
Gr.  ETTtv  Ki'vii^Ki  iWi'.  a/it.  gr^.  io.  E 
così  uscirete  voi  di  senno,  e  farete  ver- 
gogna a  tutta  cavalleria.  /Jmct.  26.  Amc- 
to  riguardandole  in  sé,  muUiplicnndu  I' 
ammirazioni  ,  quasi  di  senno  esce  .  Gal. 
cap.  tog.  3.  182.  Io  sto  a  veder  se  il 
mondo  è  spiritalo,  S'  egli  i;  uscito  del  cer- 
vello affatto. 

-I- §.  LXXXIII.  Uscir  di  squadra,^- 
guralam.  vale  Partirsi  dal  giusto  e  dal 
conveniente.   V.   SQUADRA.  §.   V.   (€} 

%.  LXXXIV.  Uscir  di  strada,  0  della 
strada,  figuratam.  sale  Uscir  del  pro- 
posito .  Lat.  aberrare .  Or.  «T5:rj^av:c- 
c&at.  Boez.  Varch.  3.  rim.  11.  Chiun- 
que vuol  profondamente  il  vero  Cercar, 
ne  fuor  di  strada  uscir  giammai,  ce.  /"». 
rim.  I2().  E  perch'  io  ero  mcilo  della 
strada.  Sarà   Ix-n  ch'io   vi  torni. 

g.  LXXXV.  Uscir  di  tema,  va/e  lo 
stes.so  .  Malm.  2  47-  Che  quei  cb'  esce 
di  tema  nel  rispondere  ,  Convien  che  il 
pegno   suliito  depo&iti. 

§.  LXXXVI.  Uscir  di  tuono,  vale  Sto- 
nare* 

%.  LXXXVII.  Figuratami  vale  Perdere 
ti  fio  del  ragionamento,  Non  rispondere 
a  proposito  .  Lat.  a  proposito  aberrare  . 
Gr.  a7r5-).xvà7SrKt  roj  li^aito^.  Malm. 
6  38.  Che  in  quel  colloquio  (e  sì  gran 
frastuono,  Che  finalmente  ognuno  esci  di 
tuono . 

-5^  §.  LXXXVni.  Uscire  di  umana  for- 
ma, per  Deporta,  Spogliarsene.  Car.  Kn. 
4-  4^■  ^  l'i"  "O"  l'isse.  Ne  più  risposta 
attese;  anzi  dicendo,  Uscio  d'umana  for- 
mo, e  dilcguossi.  (M) 

>?  §.  LXXXIX.  Uscir  di  una  perso- 
na,  parlando  di  beni  ereditarti,  vale  PaS' 
sarc  in  altrui  mani.  M.  l\  \.  ^.  Accioc- 
ihe  la  succcìsion  del  re^no  non  uscisse 
delle  nipoti,  (i'j 

'^  §.  XC.  Uscir  fuor  di  natura,  va- 
le Operare  cantra  il  proprio  naturale. 
Far  cosa  contraria  alla  propria  indo- 
le. M.  Cin.  rim.  p.  i.  canz.  2.  Se  ve- 
der si  potesse  Io  cor  mio.  Fera  non  t  si 
dura,  Che  della  sua  natura  Fuor  non  u- 
Tcisse  a  pianger  si  rom'io.  (M, 

■f  %.  XCI.  U.icir  fuori  dei  beni  pa- 
terni ,  vale  Perltrli  ,  Consumarli  .  Lat. 
nhligurire  bona  patria.  Ter. /ir  iur.  fih, 
75.  Io  crudo  hcn  che  non  passar  due  verni. 
Ch'egli  usci  fuor  di  tutti  i  ben  pater- 
m.    (}f, 

§  XCII.  Unir  fuori  dr.l  secolo,  vale 
Maravigliarsi  grandemente.  Trasecolare. 
Lai.  supra  mudum  mirari .  Gr.  u~cp- 
^V.\Jp.il^U'i..lmbr.  ('of.  3.  6.  Ori»),  che 
cbiacchirra  1^  »tata  questa?  puoss'egU  ora 
intenderli),  Ch"  io  per  me  sou  quaii  uscito 
del  see4>lo? 

•'■  %.  xeni.  U.icire  il  fistolo  ^  0  simile, 
d''  addosso  ad  uno,  dicesi  del  /iesfare  uno 
libero  dal  fistolo,  i/ic  avci-n  addosso  j  u 
figli  ratam.  dalla  passione  dn  cui  era  do 
minato  .  ••  Bove.  «Of.  65.  6  Infino  » 
tanto  (he  il  fistolo  usciue  d'  iiddi<i>u  jl 
»uo    marito  m.   (C) 

'?   g.   XCIV.    Uscire  ti  gusto  d'akiina 


use 

cosa ,  vale  Perderlo ,  Non  averlo  più  . 
Lasc.  Parcnt.  4-  3.  Se  io  vi  uccello  ohe 
uscir  mi  possa  il  gusto  della  carne  arro- 
sto, e  del  vin  pretto.  (V) 

%.  XCV.  Uscire  il  ruzzo,  vale  Non  aver 
più  voglia  di  ruzzare-  e  Jìguratam.  Per- 
der la  voglia.  Lasciare  il  gustoj  che  an- 
cfw-  diciamo  Uscire  il  ruzzo  del  capo  ,  0 
della  testa,  o  similj.  Lai.  seria  cogitare, 
ad  seria  divertere  .  Gr.  TeuvOTo-T^àat  . 
Tac.  Dav.  Stor.  i.  262.  Ne  in  quei  gran 
pensieri  gli  usci  del  cipo  il  ruzzo  degli 
amori.  Lasc.  rim.  Fra  me  slalnlito  FTu 
di  far  viij^  civile  e  modesta  ,  Che  m'  è 
uscito  il  ruzzo  della  testa  .  Car.  leti.  2. 
233.  l'er  conto  delle  donne  ornai  vi  do- 
verla essere  uscito  il  ruzzo  del  rapo.  Cecch. 
Mogi.  4  2.  Che  (orse  forse  e'  le  uscireli. 
he  il  ruMO  Degli  orecchi,  e  la  rahhia  del 
gridare. 

*  g.  XCVI,  Uscire  in  ciancia,  vale 
Riuscir  vano,  Andare  a  vuoto,  y.  CIAN- 
CIA, g.  \\\.(C) 

'.-  §.  XCVIL  Uscire  in  fuori ,  vale 
Sporgere.  Il  I  ocabol.  alla  V.  IN  FUO- 
RA,  e   IN   FUOKL   (C) 

=?  g.  XCVIII.  Uscir  la  messa,  dicesi  dd- 
V  Andar  che  fa  il  prete  all'  altare  per 
dir  la  messa.  Cerch.  Servig.  1.  3.  Alla 
messa  (  yo  )  :  son'  io  a  otta?  Doni.  Si 
poco  può  stare  a  uscirne  una.   (C) 

§.  XCIX.  Uscir  P  ira^  vale  Pacificar, 
si.  LaL  cessare  ab  ira.  Gr.  -/i'vejjki 
v.Tzò  ruuoJ.  ÌJocc.  nov.  47.  12.  Al  qua- 
le ,  per  avere  a  morte  condotto  Pietro  , 
non   era  1'  ira   uscita. 

§.  C.  Uscire  odore,  vale  Olire.  Lai. 
ùdorem  spirare,  olere.  Gr.  O^Et»,  arri- 
^Eiv.  Uaut.  Purg.  23.  Di  bere  e  di 
mangiar  u'  accende  cura  L'  odor  ch'esce 
del  pomo  e  dolio  sprazzo  .  f'it.  S.  Gir. 
56.  D'  esso  corpo  Uicìa  tanto  odore,  che 
ivi  parca  che  fossono  tutte  1'  odorifere 
spezie  del   mondo. 

'','  §.  CI.  Uscir  pagatore,  vale  Pa- 
gare la  malleveria ,  in  contrapposto  di 
Filtrar  mallevadore  .  Segner  .  Mann 
Ciugn.  II.  1.  Si  degnò  d"  entrare  mal- 
levadore per  te  ec.  finche  ec.  per  te  me- 
desimo uscisse  ancor  pagatore  .  E  num. 
2.  Se,  entrando  mallevadori,  sapesser  cer- 
io di  dover  uscir  pagatori,  non  entrereb- 
bono.    f^j 

■.'  §.  CU.  Uscir  sopra  alcun  luogo  , 
vale  Avervi  P  esito,  Ptspondervi.  «.  Bocc. 
nov.  17.  40.  Con  lei  verso  una  porrà  , 
che  sopra  il  mare  usciva ,  solo  se  u'  an- 
dò -.  CO 

*  %.  CHI.  Uscir  vano,  è  lo  slesso 
che  Andar  a  voto,  Non  sortire  P  effetto 
desiderato.  Ar.  Fur.  26.  5g.  Ma  vano  \\ 
mio  disegno  ier  m'  uscio,  Chfe  nic  lo  tolse 
un  Saracin  ribaldo.  (M) 

*g  CtV.  Uscirne,  o  Uscirsene  pel  rot- 
to della  cuffia,  modo  prò. ero.  che  si  dice 
allorchi:  uno  avendo  qualche  obbligo  ,  o 
commesso  qualche  errore ,  se  ne  libera 
senza  spesa  ,  o  danno,  o  noia,  l  CUF- 
FIA, §.  V.  (Cj 

3  USCITA,  e  ESCITA.  Siist.  l'erbai, 
L*  uscire.  Lai.  e.riius.  Gr.  I^oioi. 

§.  I.  per  Apertura  da  uscire.  Lai. 
oslium.  iir.  Su^iM.  /Jocc.  g.  3.  p.  7.  flac- 
roglieudosi  utlimaniunte  in  una  parte,  dal- 
1.1  ijuale  il   bel  giardin.i  avea  luiciia. 

-'.*  §.  II.  1:  figuralam.  m  Allrg.  lai. 
(  Amsteid.  1754  )  Che  me  ue  fece  più 
agevolmente,  che  ella  pulolte,  rilruvar  V 
uirita  -.  fCj 

#  §.  111.  Utcìla  .  vale  anche  Facoltà 
d'  usciir.  u  Bocc.  M.'f.  4i.3o-  Acciorch^ 
alcuno  dentro  non  gli  puteise  rmcbìude- 
re  ,  o  a  loro  r  uscito  Melare  «.  CO 

*  J.  IV,  Uuita,  tale  anche  L'atto  di 
/asciare  il  possesso  d'un  ufficio,  d'  iuta 
carica,  o  simili     imtr     Cane.    16.   Ir»   tal 


use 

caso  dovranno  all'  uscita  del  Camarlingo 
farne  memoria.  (C) 

§.  V.  Per  Soccorreaza  ,  e  Stempera- 
mento di  corpo.  Caca  ola.  Lat.  diarrhtta. 
Gr.  Stxp'potv..  Cr.  1.  3  2.  Ne' vecchi 
fanno  gravezza,  e  corrompono  I*  ascile,  e 
fanno  ricadimenli  d'  iufermitadi  ,  e  inde- 
boliscono ec.  i'ron.  Morell.  3^3.  Lunedì 
manina,  sendo  esso  alla  scuola,  ^\i  prese 
la  febbre  ,  e  ruppcsi  il  sangue  del  naso  , 
e  ruppesegli  lo  stomaco,  e  uscita  di  corpo. 
fìurch .  i.  20.  Guardatevi,  gottosi.  Di 
non  mangiar  ciriege  in  dì  oziachi ,  Per- 
chè fanuo  r  uscita  ,  e  il  mal  de'  bachi  . 
Malm.  3.  18.  E  dov'  è  il  vostro  naso  e 
il  vostro  ingegno?  Lo  vedrebbe  il  mio 
bue,  ch*  e;;li   ha  I' uscita. 

^'.  VL  Per  lo  Sterco  stesso.  Lat.  sUr^ 
cus .  Gr.  xo'ilpOi  .  Mil.  M.  Poi.  Queste 
aguglie  si  ne  beccano  di  quesli  diamanti 
colla  carne  insieme,  e  gli  uomini  vanno 
la  mattina  al  nidio  dell' agu^lìa,  e  ImoTa- 
no   coir  uscita  loro  di  questi  diamanti. 

§.  VII.  Per  Successo,  Fsito  .  Lai.  e- 
ventus.  Gr.  arroSaffis.  Bocc.  nov.  83.  i. 
La  giovane  monaca  avea  con  lieta  uscita 
tratta  de'  morsi  delle  invidiose  compa- 
gne. 

§.  vni.  Per  Fine.  L»l.  Jinis.  Gr.  zt- 
is;  .  C.  V.  9.  222.  I.  Nel  dello  anno 
l323,  all'  uscita  d'Agosto,  e  all'  entrar  di 
Settembre,  fu  un  vento  ce.  Tes.  Br.  2. 
42.  E  quello  di  si  è  messo  nel  mese  di 
Febbraio  5  di  all'uscita,  ed  allora  Feb- 
braio ha  29  di.  Frane.  Sacch.  nov.  \l{l . 
Quasi  presso  all'uscita  dei'sao  oficìo  gli 
venne  una  qucstiooc  innanzi. 

§.  IX.  Per  Contrario  d'  Fntrata  ,  in 
signific.  di  Rendita;  Spera.  Lai.  impen- 
sa. Gr.  caTTavij  .  Nov.  ani.  ai.  a.  Lo 
tesoriere  dinanzi  da  lui  sì  scriveva  in  e- 
scila  .  Cron.  Morell.  Ovvero  i  due  di  to- 
ro in  concordia  abbiano  a  vedere  il  libro 
dell'  entrala  e  dell'  uscita  del  dello  Pi- 
golo . 

§.  X.  Mettere  a  uscita.  F.  METTE- 
RE  A  USCITA. 

*  g.  XI.  Per  Cadenia  ,  Terminazio- 
ne. Salv.  Avveri.  2.  I.  16.  Ut.  Del  no- 
me, quaplo  all'uscita,  cui  dicono  termina- 
zione. F  appresso  :  Terntioaiiouc,  o  dicia- 
mole uscita  in  U  ,  è  molto  propria  del 
primo  sesso.  F  l.  3.  i.  6.  Non  consiste 
solamente  nell'  essere  quelle  rousonanti 
quasi  o  dure  o  iurr.iule  ,  ina  nella  gros- 
sezza ancora  o  sottigliezza  della  vocale  , 
in  cui  si  falle  sillabe  hanuu  U  loro  asci- 
la. (F) 

*  g.  XII.  Uscita,  fvr  Rampollo,  */«- 
sa  ,  e  figuratam.  per  Prole,  Schiatta, 
Progenie.  Dant.  Purg.  7.  Questi  (Arn- 
go  d'  Inghilterra  )  ha  ne'  rami  suoi  mi- 
gliore uscita.  I  Hr, 

*  USCITICCIO.  Pistrtore.  Lai.  /ra/i. 
yi*(,'fl.  Feges.  pag.  90.  Molle  »ollc  i  cac- 
ciati e  gli   uscilicci  sono  tnidilori.   (N) 

USCITO,  r.  A.  Susi.  Sterco.' Lml 
sten. US  ■  Gr.  nò:tp9i  .  Fr.  a.  i3.  7.  L.. 
sterco  dell'  asino  ,  o  del  cavallo  tre.  »i 
prende  da' vitlaiii ,  perchè  questi  aoimali 
hanno   i   loro    usciti  scrthi. 

3  USCITO.  Add.  da  C.»:irt .  Rocc. 
nov.  77.  3o.  In  sull'oia  del  primo  »oun.' 
di  casa  rheiamcnte  uscita  ,  alla  lorrirrlLt 
sopra  la  riva  d'Arno  se  n'andò,  /tant. 
Inf.  I.  Uscito  fuor  del  pelago  i«ll«  riva  . 
Si   volge  ali'  acqua  |>rrigiiusa,  e  guju. 

*  g.  I.  Per  Derivato,  Dis,eso.  Ar . 
Fur.  46.  4.  Veggo  un"  altra  Ginctra 
pur  uscita  Del  medesimo  sangue.  Cmr. 
Fn.  Uh.  4  Dicea  ch*  un  di  Troiana 
stirpe  u»ci(o,  Venuto  era  in  Carlagu.  f  fir) 
-  Salvia.  Pros.  To.te.  a.  13;.  Ricordan- 
do  ec.  (he  egli  era  di  casa  catallerrsca 
uieito».  (.\j 

t   ^   S-  I*-    C'sctto  da  uno,  e   dt  mano 


use 

rf'  uno,  variandosi  <f  operr,  vale  l'atto, 
Lavomto  da  fui.  Jr.  Far.  7.  23.  «ug- 
gieru  entrò  ne'  prufumali  Imi ,  Che  pii- 
reano  di  man  iV  Aijìik-  usciti.  Car.  In. 
3.  768.  Picnili,  figlio,  ila  me  qucsl*  opre, 
uscile  Dalle  mie  mani.   (M) 

g.  III.  In  forza  di  siist.  safe  ShanJilo, 
Fuoruscito,  Cacciato  dalla  città.  lai. 
exul.  Gr.  yuya;  -  O-  '  .  6.  76.  2. 
Grande  $bigotiimcnlo  ce.  fu  agli  usciU  di 
Fircnic.  M.  l  .  9  61.  Ciò  aveodo 
usciti  sentito,  se  ne  ristrinsono  con 
rìoata  degli  Ul-eitmi.  (ron.  .Vorell.M- 
De' loro  usciti  cbVe  a  se ,  e  quelli  che 
vollono  ulibidire  fece  loro  onore  di  certi 
uflBcii  in  Lombardia ,  tenendoli  m  parola 
di  huona  speranza  in  rimetterli  dentro  . 
Star.  Pist.  141.  Quasi  "  rimisono  ogni 
uscito.  . 

tJSCITUFA.  Uscita,  L*  uscire.  l.aì. 
foria.  Gr.  ra  apoO^u/xXTa  'jd>5TS3a  . 
W.  Jldobr.  Quando  quevta  soluzione  av- 
Tieoe  .  dccsì  guardare  da  quale  umore 
proceda ,    e  puotesi    sapere  y 


USO 

deporre  il  superfluo  peso  del  ventre.  Petr. 
scn.  255.  E  quello  aurato,  e  raro  Strale, 
onde  motte  piacque  oltre  a  nostr'  uso  . 
i?  Borgh,  Mon.  l58.  Neera  in  que'tem- 
pi  ancora  venuto  1'  uso  delle  argeolerie 
nelle  tavole,  (l)  E  i84-  Seguitarono  pun- 
tualmtrntc  r  ordine  e  1'  uso  romano  senza 
PLirtirsenc  di  niente.    Guicc.  Stor.  17.  2o5. 


USO 


1789 


ili 
Fa- 


Atìeinidudo 
li 


non    essere    uso 

;li 


,ier  lo  colare 
gnifcato  del  §- 


dell'  uscitura  (qui    nel 
VI.   di  USCITA). 

USCIUOLO.  Pim  d*  Uscio.  Lai.  os- 
tiolam.  Gr.  Sj^ic-»-  r.occ.  nov.  5o.  12. 
Parendogli  che  di  quivi  venisse  il  suono 
dello  starnuto,  aperse  un  usciuolo  il  qual 
V*  era.  O:  10.  34.  3.  La  volpe,  volendo 
uscire  ,  entra  nel!'  alveo  ce  ,  e  così  ec. 
trae  seco  Ìl  fuscello,  e  V  usciuol  si  chiu- 
de, e  tornando  addietro  più  fortemente  e 
serrata  e  ferma,  lìuon  l'ier.  I.  5.  9. 
Che  mi  dimostra  ,  passato  un  usciuolo  , 
Uno  sgraziato  incatenato  e  stretto. 

t  USIG>OLO,  e  USIGNUOLO.  Uc- 
celletto noto  per  la  dolcezza  del  suo  c^ati- 
to,  Jìusignuolo.  Lai-  /iiscinia.  Gr.  ar.ijwv. 
J?occ.  noi-.  44.  7.  Udendo  cantar  1'  usi- 
gnuolo, e  avendo  il  luogo  più  fresco,  mol- 
lo n.eglìo  starei,  che  nella  vostra  camera 
non  fo.  Fav.  Esop.  Cominciò  la  usignuo- 
la  dolcemente  a  cantare  .  Bntn.  t'avol. 
I.  239.  Così  fa  r  usignolo  ,  Serve  del 
verso  solo.  Tass.  Am.  l.  I-  Odi  quel- 
r  usignuolo  ,  Che  Ta  di  ramo  in  ramo 
Cantando:  io  amo,  io  amo. 

USITATAMEKTE.  Jvvcvb.  In  modo 
ti  sitato. 

USITATISSIMO.  Superi,  di  U sitato  . 
Bicetl.  Fior.  Oggi  egli  è  usitatissimo ,  e 
perciò  si  tralascia  il  modo  di  fabbricarlo. 
Red.  Jnnot.  Ditir.  ^0.  W  te  è  una  be- 
vanda usilatissima  tra  le  persone  mdiili 
nella  China,  ec.  /'arrA.  Lez.  3oO.  (he 
il  gielo  si  metta  per  la  paura,  cioè  l'ef- 
fetto per  la  cagione  ,  è  figura  usitatis-ima 
non  solo  appresso  1  dicitori  in  rima,  ma 
eziandio  a  quelli  di  prosa. 

USITATO.  Jdd.  Usato^  Solito,  Con- 
sueto. Lai.  usitatus:  Gr.  ?=ru,aC5-  Eocc. 
g.  9  p.  4.  Ma  già  l'ora  usilata  \enuta. 
ciascuno  nel  luogo  usato  s'  adunò  a  ra- 
gionare. E  nov.  70.  3.  Al  mio  privilegio 
usitato  mi  tornerò  .  ^Jmm  .  Jnt.  22.  2. 
5.  Usitato  vizio  deir  umana  generazione 
e  cadendo  peccato  commettere,  comntes- 
so  negando  appianate,  e  prosato  «iifen- 
deodo  muìtiplicarc.  Cavale.  Frutt.  luig. 
Usitato  vizio  dell'  umana  generazione  si 
y  ,  cadendo  peccare,  e  negando  il  peccalo 
nasconderlo  ,  e  poiché  pure  è  convinto  , 
escusando  mulliplicave. 

*  g.  £r  in /orza  di  sust.  vale  Ciò  che 
e  usitato.  Demetr.  Sega.  90.  La  persua- 
siva consiste  in  due  cose  :  nella  chiarezza, 
e  nell'  usilalo  ;  perciocché  Voscuro,  e  T 
inuiilato  non  persuade.  (Cj 

3  USO.  Sust.  Usanza,  Consuetudine, 
yianiera  d'  operare  ammessa  in  un  paese. 
Lai.  ususj  consuetudo.  Gr.  £305,  uu'/.- 
32131.  A'occ.  Introd.  16.  Discorse  uo  uso 
quasi  davanti  mai  non  udito.  E  nov.  l5. 
18.  fichieJcudo  il  naturale  u.^o   di  dover 


li  genie  di 
cuerra,  e  degli  SpagDUoIi  manco  che  degli 
altri  ,  assaltare  altre  genti  di  guerra  nella 
forleiza  dei  loro  allogL;iamcoli.    (C) 

':•  g.  I.  Uso,  tale  anche  Adoperawen- 
lo  ,  Uso  che  si  fa  d'  una  cosa  .  Cavale 
Fspos.  Simh.  I.  19.  Won  gli  prenda  (que- 
sti henij  per  fine,  ma  per  uso  di  via.  IL' 
1.  34.  11  vasellaio  d'  una  medesima  pasta 
o  massa  di  terra  fa  alcun  vasello  a  uso 
di  onore,  altro  a  uso  vituperoso.  «  E  Frutt. 
ling.  Seneca  però  ancor  dice,  che  non  è 
posto  ìl  bene  dell'  uomo  nel  lungo  spazio 
del  tempo  ,  ma  nell'  uso  »».  Ked.  Cons. 
I.  210.  Kon  islarò  a  prescrivere  a  V.  S. 
illustriss.  le  regole  che  si  devono  teneie 
nell'uso  di  questo  latte.  E  212.  Fu  mes- 
so in  uso  un  brodo  con  cina  ec.  dopo  del 
quale  fu  fallo  ricorso  all'  uso  dell'  aniua 
di  Noccra  a  passare ,  e  dopo  di  questa 
ec.  si  venne  all' uso  del  latlc  vaccino. (O 
A'  §,  IL  Uso,  si  dice  particolarmente 
dell'  .■idoperamento  che  si  fa  delle  voci, 
secondo  il  co.itume,  e  la  regola  dei  più  . 
Dav.  Lett.  li.  M'  è  piaciuto   ancora  ve- 


dere approvato  ec.  il  paier  mio  che  ogni 
patria  tlebba  scrivere  com'  ella  favella,  e 
favellare  come  usano  1  nobili  ec.  essendo 
di  ciascuna  ottimo  quello,  che  l'uso,  che 
delle  favelle  è  il  Messere,  ha  voluto  ac- 
cettare .  Sah-in.  Pise.  2.  4^5.  Quanto  è 
dilettosa  cosa  e  da  meno  Ìl  raffigurar  molle 
maniere  del  buon  uso  vegliarne  usate  da 
alcuno  antico  scrittore  ,  e  fino  a'  nostri 
tempi  nelle  bocche  de' nostri  uomini  con- 
servate !  /'.'  Pr-os.  Tose.  l85.  Ove  è  da 
avvertile  di  passaggio  1'  uso  degli  affissi 
osservato  nei  buoni  autori  dal  Cardinal 
Nerli  il  Vecchio.  (Cj 

^  §.  HI.  Uso,  vale  anche  Opera, 
Pratica.  Segncr.  J'rcd.  Pai.  Jp.  5.  IO. 
Pensava  a  ritenere  il  lutto  per  se  ec.  più 
tosto  che  ad  applicai  ne  qualche  parie  o- 
norevole  ad  usi  pii .   (  TCj 

S-  IV.  Uso,  per  l'serCitazione,  Prati- 
ca. Lai.  usus  ,  cxercilatio  .  Gr.  jfpsi'a, 
rpiS/,' .  ì^ant.  Par.  10.  Perch'io  lo  'u- 
gegno  e  1'  arte  e  1'  uso  chiami ,  Si  noi 
direi.  Amm.  Jnt.  9.  5.  5-  Di  questo  t' 
ammonisco,  che  arte  sanz*  uso  non  giova 
mollo.  /■.'  9.  5.  8.  L*  uso  ,  e  la  sperJen- 
zia  signoreggiano  V  arti ,  e  non  è  ninna 
scienzìa,  nella  quale  non  s*  appari,  facen- 
do in  prima  n>ale,  che  bene.  Cr.  IO.  II. 
3.  Mancando  la  potenzia  t  la  'ndustria  , 
la  quale  per  uso  acquistano  ,  incomince- 
rebbono  da  indi  innanzi  i  grandi  uccelli, 
e  i  mezzani  a  temere.  -?  «  /  arch.  Giuoc. 
Pitt.  L'  uso  è  quello,  che  e  il  vero  mae- 
stro in  ogni  cosaw. /"O 

:?  g.  V.  Per  Cognizione ,  Conoscenza. 
Demb.  Stcr.  6.  74-  Nessuna  misura  de* 
campì  conosceano,  non  giudizii ,  non  leg- 
gi .  non  uso  di  Iclleie  avcano.  (Cj 

§.  VI.  Per  Con*  crsazione  j  Pratica. 
Se^r.  Fior.  Jrt.  guerr.  1.  8.  Avendone 
per  tanto  privati  la  fortuna  dell'  uso  d' 
un  tanto  amico,  mi  pare  che  non  si  possa 
farne  altri  rimedii,  the  il  più,  che  a  noi 
e  possibde,  cercare  di  godersi  la  memort.i 
di  quello. 

§.  VII.  per  Copula,  o  Congìiignimen ■ 
to  carnale.  Lai.  copula,  coitus.  Gr.  ^1- 
^15,  a-ja/JLi^i:.  Maestruzz.  1.  85.  Ovve- 
ro per  lo  futuro  uso  dell'  uonjo,  propor 


zìonalo  e  convi-oevole  a  lei,  non  è  impedita 
di  contraere  matrimonio  .  E  oppresso  : 
Come  polr'a  a  noi  essere  manifesto,    che     ^^  tato  pei 


quella  che  fu  partita  dal  primo  per  la 
strettezza,  sia  falla  idonea  a  colui  per  1' 
uso  col  secondo? 

»;=§.  Vili.  Uso,  vale  anche  Abitudine, 
Disposizione  acquistata  mediante  atti  ri- 
petuti .  ..  Pant.  Purg.  8.  Uso  e  natura 
si  la  privilegia,  Che,  perchè  'I  capo  reo 
lo  mondo  torca,  Sola  va  dritta,  e  '1  mal 
cammìn  dispregia.  (C) 

^  §.  IX.  Uso,  vale  anche  Facoltà  di 
usare,  di  servirsi  ili  una  cosa.  SegnCr. 
Fred.  35.  4-  Avevano  altri  ricevuti  da 
lui  (  Cristo  J  r  uso  delle  mani  gi'a  mon- 
che ,  e  queste  impiegavano  a  pelargli  la 
barba:  altri  l'uso  de' piedi  già  istupiditi, 
e  di  questi  valevansi  a  trarglì  calci.  (C) 
3  g.  X.  Uso,  è  anche  ferm.  de' Legi- 
sti ,  e  vale  Facoltà  di  adoperare  chec- 
chessìa senza  averne  il  possesso.  Lai.  ius 
n  tendi  .  G.  F.  l.  48-  ^-  E.  cosi  per  V 
uso  del  detto  porto  e  de'  delti  pesi  vi  >i 
accolsero  assai  geuli  ad  abitare.  Cron.  Mo- 
rdi. 329.  Promise  darci  1'  uso  di  Livor- 
no ,  rome  di  cosa  nostra,  ma  non  la  te- 
nula.  Sen.  len.  t'arch.  7.  5.  La  cosa  è 
tua  ,  e  r  uso  della  tua  cosa  è  mìo. 

§.  XI.  Uso,  per  Sei-iigio  .  Lai.  usus. 
Gr.  X^'^i'^^-  C.  /  .  i.  35.  I.  ^iuno  dovesse 
vendere  uè  comperare  pane,  vino,  o  altre 
cose,  che  a  uso  di  battaglia  fossono. 

*  §.  XII.  Per  Usura,  Frutto.  Fav. 
Esop.  116.  Perchè  se*  grassa  delle  mie 
ricchezze,  voglio  mi  dia  1'  uso  della  gras- 
sezza   qui  vale  per  usura,  frutto).  (P') 

^'  §.  XI M.  Jer  /istio,  come  pare  nel' 
la  7  it.  S.  M.  Madd.  7.  Maria  e  la  fa- 
miglia sua  avevano  un  poco  da  prima  un 
cotale  uso  contro  a  questo  maestro.  (V) 
f  %=  g.  MV.  .'Jvcre  in  uso,  vale  U- 
tare,  Adoperare.  JJorgh.  Mon.  l58.  Non 
el)bc  io  uso  altro  arieulo  fino  all'ultimo 
di  sua  vita,  che  due  bicchieri.  (ì') 

V  §.  XV.  Aver  in  uso  ,  o  per  uso  , 
vale  Esser  solito ,  Costumare .  Tass. 
Ger.  1.  i5.  E  porgea  mailulini  i  preghi 
suoi  Goffredo  a  Dio,  com'' egli  avea  per 
uso.    /'.  AVEBE  L\  USO.  (TC) 

^  g.  XVI.  Aver  in  uso  una  cosa  ^ 
vale  Esser  solito  di  farla  .  /'.  AVERE 
IN  USO,  §.  (Cf 

ié  g.  XVII.  Essere  in  uso,  vale  Es- 
sere usato.  Usarsi.  Picett.  Fior.  69. 
Quello  che  oggi  è  in  uso  pel  ribes,  che 
si  trova  abbondante  sul  monte  della  Ver- 
nia,  chiamato  uva  de' frali,  benché  nelle 
foglie  vi  sia  qualche  differenza  ,  nondi- 
meno pensiamo  che  sì  possa  usare  pel 
vero.  (Cj 

g.  XVHI.  Fare  uso,  vale  Servirsi. 
Lai.  «//.  Gr.  /^■^ssai.  Salvia.  Disc.  l. 
299.  Chi  conoscer'a  questo  tempo  ,  sapr'a 
far  buon  uso  della  favella,  e  maneggiare 
con  economia  il  silenzio. 

*  g.  XIX.  Porre  in  uso  ,  vale  Usu- 
re, Adoperare.  Ta.ts.  Ger.  2.  93.  Disse 
Argante  al  Buglion  :  Vedrai  ben  tosto  , 
Come  da  me  il  tuo  dono  in  uso  è  po- 
sto. {TCj 

*  g.  XX.  Recarsi  in  uso  di  fare  al- 
cuna cosa  ,  vale  /'rendere  il  costume  dt 
fare  alcuna  cosa.  Pit.  SS.  Pad.  I.  l3i. 
Hannosi  recato  in  uso  di  venirci  ogni 
anno.  fC) 

•f  ;;:  g.  XXI.  Tenere  a  uso  d'una  ci- 
sa,  vale  Servire  in  luogo  di  quella.  Cresc 
5.  16.  5.  Provocano  l'  orina  (le  nespolej, 
e  tengono  più  3  uso  di  medicina  ,  che  a 
cibo  ,  perocché  poco  nutriscono  ,  e  gene- 
rano ec  {P) 

*  g.  \Xll.  A  uso,  posto  avverhiaim., 
i  term.  de'  Mercanti  ,  e  dicesi  delle  let- 
tere di  cambio,  allora  quando  il  paga- 
mento della  somma  compresa  nella  lette- 
ra debba  farsi  col  rispetto  e  indugio  pix 
scritto    dall 


la 


ujfo  ,  cioè  in  capo  al  tempo 
piazza.  (Ai 


1790 


USO 


*  §.  XXlil.  A  liso  di.  III  forza  ili  prep. 
vate  A  guisa  di ,  Come.  Lat.  instar. 
«  Varch.  Stor.  <).  228.  Nella  qual  cìlta 
•Olirò  a  ore  22  cun  uq  saio  in  dosso  ec, 
rolla  herrelta  in  testa  a  u^o  di  tocco  di 
velluto  nero.  IC  25().  Il  dì  l'arcumpagna- 
no  a  uso  dì  }>aUuti  ,  coIIj  tarolucria  in 
maoo  ,  sempre  ronf'orlatidulo  ».  E  f.rr. 
GÌOi>.  l\^.  Dice  che  Lorenzo  Sodcriui  ce. 
che  era  ambasiiadore  del  campo  fu  gitlato 
col  capestro  allj  gola  da  una  finestra  a 
uso  d'  assalirli,   i(') 

V  g.  XXIV.  All'uso,  posto  avverbialnt. 
vale  Secondo  /'  usato  ,  Secondo  il  solito. 
Ang.  Mei.  2.  61.  E  leve  il  peso  ,  e  le 
rote  coudutlc  Son  dui  deslricr  per  regio- 
ni ignote  )  Cbe  non  senteodo  all'  uso  Ìl 
giogo  grave  ,  Van  come  tu  mar  mal  go- 
vernala nave.   (Ì)J 

'I5  g.  XXV.  f'er  uso  ,  posto  avver- 
hia/m.  i'ale  /*er  lo  più.  Ordinariamente. 
*t  lioez.  Varch.  I.  rim.  ^.  Quantunque 
volte  i  folgori  possenti,  Che  per  uso  le- 
riscoD  r  alte  cime  ,  Manda  in  terra  dal 
cicl  Giove  sulilmic  •».  ^C) 

§.  XXVI.  Uso  fu  legge  s  proverb.  che 
vale,  che  La  consuetudine  acquista  forza 
di  legge. 

§.  XXVII.  Uso  si  converte  in  natura; 
maniera  proverb.  che  vale.  Che  pj/i  abiti 
hanno  tanto  forza  in  noi,  che  diffìcilmen- 
te si  vincono.  Lat.  usus  est  altera  natura. 
Pass.  21.  E  '1  dello  comune  si  veriGca, 
rfae  uso  si  converte  in   natura. 

USO.  Add.  Usato,  A>-vezzo  Lai.  as- 
suetus.  Gr.  Eàiij&ei'?.  Bocc.  nov.  7.  IO. 
Aveva  talento  di  mangiare ,  rome  colui 
che  camminalo  avca  ,  e  uso  non  era  di 
digiunare,  /i'  nov.  18.  16.  Sircomc  colui 
clic  d'  andare  a  pie  non  era  uso.  IC  nov. 
pf).  \'^■  Quantunque  Ìl  .Saladino  e*  com- 
pagni  fossero  gran  signori,  e  usi  di  veder 
grandissime  cose.  Cron-  Morell.  246-  A- 
vrel»bo  servilo  ad  una  mensa  d'  uomÌDÌ  , 
o  di  ilonnc  cosi  pulitamcnlc  ,  come  gio- 
vane uso  e  Ii<  .1  prali'O  a  nozze,  o  a  simili 
(Ose.  ''.-Borgh.  Mon.  l57.Qncsli)  tanto  oro, 
poit-hù  fu  ricuperalo  da' t.alU  ron  nitro  lor 
proprio,  che  a' liciti  era  sialo  dal  vin<ilor 
Caniillu  tolto,  non  parve  loro  da  rendere  quel 
delle  donne,  rome  già  ofi'crto  alla  patria, 
ne  di  quell'altro  ridurlo  in  pubMico,  co- 
me cosa  strana  dal  lor  cuslumc  ,  ne  usa 
entrar  nel  comun  Icsoroj  ma  fu  consccralo 
tutto  insieme  a   Giove    Capitolino.   (J) 

USOFr.UTTO.  Usufrutto.  Lai.  usus 
fructus  .  Gr,  «T*xy.&Tta.  Maestnizz.  2. 
27.  2.  Di  questo  pnu^lio  ^avventizio)  la 
proprietà  ec,  se  \  padre  morisse  innao- 
zi,  e  del  figliuolo;  ma,  vivendo  il  padre, 
hnnnc  pieno  usofruUo  -^-  l'it.  SS.  Pad. 
1.  2G2.  Ora  gli  usifrutti  volcauo  dare  a 
Din.  (D 

USOLIKnr.  ynstro,  o  altro  /egame, 
col  qual  si  legano  le  'nache  ,  o  simili 
rose  .  Bocc  nov.  82.  8.  Venne  alla  gio- 
vane alzalo  il  viso  ;  0  \e»tulo  ciò  che  la 
liadessa  aveva  in  rapo,  e  gli  usolieri  delle 
lirarhe  ,  che  di  qua  e  di  là  pendevano  . 
Bnrch.  1.  61-  Quanto  ben  si  dislcndon 
^li  uiolieri. 

USSO.  Zingano.  *>alv.  Avveri,  i.  3. 
14.  Quasi  il  portarli  f  gli  usialti  )  fosse 
cosa  da  usso ,  rhc  vivono  alla  iuresla  e 
quindi  ,  cit^>c  ùa  ussc  ,  che  più  comune* 
mente  si  chiam.mo  tingane  ,  venisse  lur 
quel  nome.  Bern.  rim.  1.3.  Voi  fu  man- 
tello al  manco  di  tre  ussc  .  Mori;.  18. 
182.  Non  li  bisogna  zingaro,  Arbo,  ous- 
ào.  Cirijf.  Calv,  3.  1)8.  Degli  Albi  ,  rbo 
iva  zingani,  ne  uisi  Nim  sono  .tt  canmlfitr 
sì  pronti   e  destri,  To*  quiil  tu   vuoi. 

•f  *  USSOnCIDA  .  Colui  che  uccido 
sua  moglie.  Alleg.  5o.  A  me  ,  come  ail 
ussorcida  oulorio  ,  ò  dalla  miglior  legge 
proibito  r  ammogliarsi  di  nuovo.  (A) 


U  S  T 

-r  USTA,  foce  usata  da'  Cacciatori, 
e  significa  Passata  ,  Sito  ,  che  è  quell' 
odore  o  quegli  effluvti  lasciati  dalle  Jìc' 
re  dove  passano,  i  quali  penetrando  nel- 
/'  odorato  de*  cani  da  caccia  ,  destano  in 
essi  una  grandissima  ansietà  di  ritrovar- 
le. (A) 

^f  L'STIO^E.  Term.  de' Chimici  e 
Chirurgi.  Il  bruciare  le  carni,  o  ridurre 
in  cenere  qualche  corpo  misto.  (A) 

*  USTO,  Add.  Bruciato.  ì  oce  latina 
e  poco  usata.  Dtttam.  5.  27.  Questa  con- 
trada, la  qual  qui  s*  addila  ,  Posta  si  ^c- 
de  sotto  la  zona  usta  (quij  zona  usta  per 
zona  torrida)    (C) 

USTOLAIlE.  Stare  aspettando  avida- 
mente il  cibo,  o  allroj  e  diccsi  più  pro- 
priamente de' cani.  Lai.  inhiare  ,  flagrare 
desiderio  .  Gr.  ÌTii^^ouvit-j  ■  Buon,  l'ier. 
2.  4>  22.  E  galli  mijgulare,  ustolar  cani. 
Malm.  11.34.  ^  vanne  al  diavoi,  che  dì 
nuovo  piantalo  A  ustolarc  a  mensa  a'piè 
di  Tantalo. 

USTORIO  .  Add.  Aggiunto  di  Spec- 
chio, nel  signific.  del  ^.  VIL  Salvia.  I>isc. 
1.  334.  La  materia,  che  bianca  dura  fa- 
lirj  a  sentire  il  fuoco  vibrato  dalP  ardente 
punto  del  concavo  specchio  ,  dalT  effetto 
detto  ustorio  fatta  poi  nera,  in  un  attimo 
s'  ai-iende  e  s^  abbrucia. 

USUALE  .  Add.  Di  uso.  Che  e  per 
iito  ,  Comune  ,  (Jrdinario.  ììiiett.  Pior. 
4-  Alluni  ancora  si  fanno  per  arte, come 
r  allume  di  rocca,  il  vetriuulo  uguale,  ce. 
E  IO.  I  fiori  uguali  naseono  in  gran  par- 
ie ne"  H'istri  paesi.  A  60.  Altri  f.M/1 /n/- 
tizii  J  si  fanno  di  acque  salse  >  come  il 
marino  ,  ed  ìl  no:>lro  usuale  .  /!eJ.  Esp. 
nitt.  34.  Per  le  ferite  non  e  medicina  più 
usuale   del   sugo   del   tabacco   fresco. 

t  *  USUALITÀ'.  Agevolezza  nell'uso 
di  checchessia.  ì'cllin.  Disc.  I.  l33.  Tro- 
vando marchine  da  far  le  cose  di  lontane 
virine  a  noi,  giovevoli  di  nocive,  e  «rim- 
pralirabilì  u  mal  sicure,  di  tutta  usualità 
e   sicurezza.    (  t) 

*  USUCAPIONE,  r.  h.  Term.  de' 
Ciurisprudenti.  Bdiiionc  di  proprietà  so- 
pra un  fondo,  pticifunniente  possi'duto  per 
lo  spazio  di  tanti  anni  quanti  ne  prescri- 
ve la   legge,  (A) 

*\  USUCAPIUE.  J'.  L.  Acquistare, 
l'ar  .ino  in  virtù  di  prt.tcriziom\  e  in  ti- 
gore  d  l  pacifico  possesso  per  lo  .ipazio 
dì  legittimo  tempo.  l'arch.  Ercol .  .138. 
Se  dicessero  d'averla  prescritta  e  uiucat- 
ta  con  la  lunt;liczza  del  tempo  «  riob  fat- 
tola loro  col  possederla  lungamente,  die 
direste  ? 

«  USUCATTO  .  Add.  da  Usucapì- 
re.  (A) 

5  USUFRUTTARE  ,  e  USUFIIUT- 
TUAI'.E.  A%'er  P  usufrutto  di  checches- 
sia. Lat.  utifrui .  Gr.  CTTtxapTTi'^eiBai  . 
I.ib .  l'iagg .  E  M  lasciamo  possedere  e 
u>ufrutlare  alli  pessimi  cani  Saraciui  . 
Cron.  Morell .  266.  Così  interviene  al 
pU|iillo,  che  i  munov.ddi  cattivi  per  scu- 
sa d*  usufrutluaic  i  beni  del  >uo  pupillo, 
dice:  egli  è  ricco,  ec.  ^S  Frane.  Saich. 
nov.  177.  Il  piovano  si  rimase  co'  ma- 
gliuidi,  e  usufruttolli  tutto  il  tcinpu  della 
sua  vita  ,  e  ancora  si  usufrutlano  per  li 
successori.  (B) 

'•'  §.  Per  similit.  vale  Usare  colla 
donna  .  «  Frane.  Sacch.  nov.  1.'Ì4-  Mon 
jtolendosi  astenere  un  dì  di  quello  die 
aveva  a  usufrultare  lutto  il  tempo  della 
vita  sua  m.  E  lijO.  Subito  ti  coricò  ,  Usu 
frullando  la  fanciulla  quanto  ec.  li  piac< 
que.  (D 

^  USUFnUTTATO  Part.  p^.ts.  d: 
Usitft u tiare  .  frane.  Sacch.  nov.  177. 
Arriucrbif  ognora  se  gli  abbiano  veduti 
(  i  magliuoli  )  ,  r  usufruitati  nella  b<ro 
pnsicssione.   if  } 


V  S  V 

t  USUFRUTTO  .  Facultà  di  godere 
i  frutti  di  checchessia  ,  la  cui  proprietà 
appartiene  a  un  altro.  Lat.  ususfructus. 
Gr.  *';ri/af TT'.'a.  C  /'.  12.  35.  .'».  Dare 
ìl  comune  o^ni  anno  per  provvisione  e 
usufrutto  a  ragione  di  cinque  per  ceoli- 
naio  l'anno.  Amni.  Ani.  SS.  1.  5.  Jq 
prcslo   r  avemo  ,    1*  usufrutto  è  nostro. 

USUFnUTXUAKE.  Fed.  USUFRUT- 
TARE  . 

•t  USUFhUTTUARIO.  Term.  de' Le- 
gisti. Colui  che  ha  /'  usufrutto. 

USUFHLTTUATO.  Add.  da  Usufruì- 
tuare.  Soder.  Colt.  2.  Innanai  si  dee  sU- 
niare  che  ella  fosse,  se  nou  così  usufruì» 
luata,  almeno  cognosciuta  ,  e  in  qualche 
parte    Uvata. 

t  U.SURA.  Generalmente  vale  interni* 
che  si  trae  della  cosa  che  si  dà  in  pre- 
stito,  ma  propriamente  s*  intende  Quello 
che  si  trae  del  danaro  al  di  là  del  prts» 
zo  .stabilito  dalla  legge  ,  0  dall'  uso  in 
fatto  di  commercio  .  Lat-  usura  ,  fenits  . 
Gr.  TO/oz.  Bui.  Inf.  17.  I.  Usura  è  Ten- 
dimenlo  d'  uso  delle  cose  che  non  hanno 
uso,  ne  niultiplicaziune  ,  o  di  quelle  che 
solamente  sì  consumano  per  uso  .  Oli. 
Com.  Inf.  17.  3lO.  Uìura  e  quello  che 
si  riceve  oltre  alla  sorte  prestala,  e  'I  pre- 
sto sta  in  quelle  cose  che  sono  in  peso, 
o  in  numero,  o  in  misura  S  Ant.  Con- 
fess.  Usura  è  quando  per  prestare  a  altri 
danari ,  o  cose  le  (]uali  usaotlo  si  consu- 
mano, come  grano,  vino,  o  altra  vittua- 
glia  ,  la  persona  vuole  alcuna  rnu  più 
che  *1  suo  capitale,  hocc .  nov.  l3.  6. 
Agramente  cominciarono  a  prestare  a  u- 
sura  .  E  nov.  80.  3o.  Ma  groua  usura 
ne  vuole.  G.  1  .  7.  l3t).  3.  Sono  grandi 
prestatori  ad  usura-  Pant.  taf  II.  Au- 
1  Cora  un  poco  'ndielro  ti  ri\olvi,  Diss'ìo. 
là  dove  dì'  eh'  usura  offende  La  divina 
bootade .  Sen.  Ben.  J'arch.  2-  10.  Non 
biuta,  no,  se  lu  pensi  di  dargliele  a  usu- 
ra.  /s  7.  10.  t^IiL-  M-no  cambio,  giornale  e 
usura,  altro  die  nomi  dell' ingordìgia  u* 
mana,  cercali  ftiora  di  naIuraT  4=  Srgner 
Mann.  IS'ov.  g.  2.  Là  (in  cielo)  tutti  que- 
sti beni  si  ricupereranno  ancor  essi  con 
ampia  usura  'qui  si  prende  in  buon  sen- 
so ,  per  frullo  ,  inlcresse  ,  ulile  ,  e  sìmi- 

li),  (l'i 

t  §.  Per  melaf.  Pagare,  Fendicart,  e 
simili,  con  usura,  vagliano  Rendere  aldi 
là  di  quello  che  si  è  ricevuto,  e  si  pren- 
de tanto  in  buono  ,  che  in  cattivo  senso 
/  ine.  Mari.  leti.  7|.  Certificandola,  che 
questo  mio  debito  sarà  pagalo  ron  1*  u- 
sura  della  gralitudine  di  questo  geiilìluo- 
mo.  Serti,  òtor.  4  l53.  La- morte  di  don 
Loirnto  fu  vendicata  cogli  Egiiìi  con  gran- 
de usura. 

•  t  UStUAIO.  Susi.  Chi  dà  e  prtsUmd 
usura.  Liàl.  feneralor  .  Or.  cetvlisrii'f  . 
Isp.  Pai.  .\ost .  Sono  usurai  che  pre- 
stano danari  per  alliuì,  e  di  sopra  il  ca- 
piule  prenduuo  il  merito  questo  esempio 
/ie/,i  il  /tigoU  che  i»ppariicne  al  Tralt 
Pece.  Mori.  Cod  Kicc.  png.  21).  Bo*  : 
ncv.  72.  Q  lo  rico*;ltcrn  dall'  usuraio  la 
gonnella  mia  del  perso,  e  lo  staggiale  . 
Alfieri,  cap.  l3.  Chi  toglie  in  p  resta  Dia  , 
si  fa  servo  dell'  usuraio  .  Pass.  320-  A* 
(ircdicatnrì  "h  lecito  di  torre  e  di  ricevere 
per  le  loro  n'ecositadi  dagli  usurai  e  da- 
gli scherani,  e  da  ro»l  falle  genti  ;  la  qujb- 
<  osa  non  ^  lecito  «IT  altre  persone  .  M 
/'.  7.  4  '*^icurò  tulli  gli  usurai  del  suo 
reame  ,  dando  loro  licenta  di  prestare 
l'iibblit  amenle  .  Maestruzz  .  1  37-  Che 
s.trà  di  colui  dir  fura  all'  usuraio  per  fa* 
re  limosina?  Sen.  lien.  Faivh.  2<  17  Gli 
usurai  acquistano  cattivo  nomo. 

USUitAIO,  e  USURARIO  .  Add.  Da 
usuraio  ;  ("Ae  contiene  usura  Lai  uri" 
rarius.  Gr.  <Jo(.vii3Ti/e<    W.  F.   3   106- 


u  s  u 

Se  n  coDliallo  ji  poteva  provare  usurjrio. 
dcLilo  era  a  chi  'l  predicava  di  riprovare 
quello  ebe  si  provava  in  colili  ano.  /  <i;i.t. 
126.  Come  sono  contralti  usurai,  che  so- 
no Unti,  e  lutto  di  se  ne  Iruovaiio  che 
appena  si  sanno,  o  si  possono  intendere. 
Suoa.  F-er.  2.  1.  Il  Truffativo,  o  ral- 
Uto  ,  o  usurario.  Segr.  fior.  noi'.  Come 
quella  che  g''  P»"'^  T'"  '"'  »  ">!'?"': 
tare   chi   con    aite   usuraria    esercitasse  1 

suoi  danari. 

*  USURARIO.  Susi-  Usuraio  Cortig. 
Casligl.  !<h.  2.  pag.  2i3.  (  Col.  i564  ) 
Come  un  Genovese  .  il  quale  era  mollo 
prodigo  nello  spendere  ,  essendo  ripreso 
da  un  usurarlo  avarissimo ,  ec.  (hi) 

■If  USUKARO.  Susi.  Lo  slesio  cheli- 
suraioj  come  Cnlitmaio  e  Ci/<im<iro,  Cai- 
zolmo  e  Calzolaro,  ec.  Spcr.  Piai,  p"^- 
M.  (Alilo  l550)  Tu  àe<  sapere  che  1 
brinoso  usuraro  prima  alla  madre,  poscia 
a'6gIiuoli  dell'arie  sua  prestando,  e  ob- 
bligato di  provedere  .  L'  agricoltura  e  la 
madre  ec. ,  le  6gliuole  legittime  ec.  sono 
1'  arti  meccaniche  :  all'  una  dunque  come 
pietoso  Bgliuolo  ,  e  a  queste  altre  come 
buon  padre  di  famiglia,  richiedulo  da  lo- 
ro, senta  indugio  veruno  soccorrerli  I'  n- 
suraro.  (  B} 

OSCREGGIAMESTO.  Lo  usureggia- 
re. Lai.  usura,  fenus,  feneratio.  Or.  To- 
«iJ;  .  /•>.  Gioii/  Preil  R.  Immersi  nei 
tanto  e  tanto  vietali  usureggiamenti. 

f  USUREGGIARE.  Fare  usura.  Pare 
a  usura.  Lil.  fenerari ,  fenon  ilare.  Gc. 
Javsi-jEiv.  Oli.  Cora.  Inf.  II.  208.  Si 
se-nila,  che  chi  usureggia  offende  nalu- 
ra^  che  i  la  bontà  di  Dio  .  E  16.  3o2. 
Li  subiti  guadagni  ,  che  hanno  fatto  na- 
vigando per  lo  mondo  ,  e  usureggiando  . 
Bui.  E  facendo  violenza  alla  natura  e  al- 
l' arie,  sempre  adoprano  centra  "1  prossi- 
mo ,  siccome  neir  oggetto  di  tal  disordi- 
naaìone ,  usureggiando  centra  lui. 

USUREGGIATO  .  jidd.  da  Usureg- 
giare. "Lai.  fenori  dalus.  Gr.  oavii^Sii^. 
Genti .  Furono  i  primi  danari  che  co- 
niati fossero ,  e  primi  offerti ,  e  primi  u- 

sureggìati .  „     „ 

t  USURlERE,eUSBRIEPO.  Usuraio. 
Lai.  fenerator.  Gr.  oVvs.st/.';.  Bocc  no.'. 
40.  HI.  La  fante  della  donna  racconta  alla 
signoria,  si;  averlo  messo  nell'  arca  dagli 
usurieri  imbolala.  Can(. /n/.  II.  E  perché 
l'usuricre  altra  via  tiene.  Per  s'è  natura 
e  per  la  sua  seguace  Dispregia.  Arrigh. 
59.  Rimproverimi  tu,  o  usuriera  ,  o  ge- 
nerarione  di  Demonio.  Fsp.  Pai.  !\osl. 
ì!^.  Siccome  1'  usuriere  s'  attiene  al  gag- 
gio più,  che  alla  semplice  parola.  M.  I  . 
7.  4.  Volle,  arricchire  il  suo  reame  inde- 
bitamente  de"  beni  di  santa  Chiesa,  e  de-  | 
gli  altri  stranieri  mercatanti  e  usurieri  . 
F  II.  38.  Gl'ingordi  e  disonesti  usurie- 
ri ,  che  sotto  colore  di  prestania  sovve- 
nieno  i  soldati  di  loro  comune. 

USURPAMENTO  .  L'  usurpare  .  Lai. 
rapina  .  Gr.  àp-'J-'/llOi  ■  Ciriff .  CaU-  . 
Strad.  Non  si  teneva  ni;  ragione  ne  giu- 
stiiia  ,  e  allendevasi  a  tiranneria  e  usur- 
pamenti . 

*  g.  Usurpamento,  per  Uso,  Usamen- 
(0.  Cai.  Sagg.  59.  Parrai  che  il  neROsio 
proceda  tulio  ali"  opposito  ,  cioè  che  lo 
strumento  sia  diverso,  e  l'usurpamento, 
o  vero  applicazione  ,  sia  la  medesima  a 
capello  .  (fi Si 

USURPARE.  Occupare  ingiustamente, 
«  Torre  quello  che  s-  aspetta  altrui.  Lai. 
rapere  ,  invadere  ,  occupare  ,  usurpare  . 
Gr  àsna^eiv,  aìfili,  naTOcJaoeav^iv. 
Bocc.  no.-.  55.  4.  Da  quelli  che  mcn  sa- 
pevano di  lui  ,  o  da'  suoi  discepoli  ,  era 
cupidamente  usurpato,  ranl.  Par.  l5.  Il 
coi  popolo  usurpa.  Per  colpa  del  Pa.lor, 
vostra  Eiustizii.    F  27.   Quegli  ch'usurpa 


U   S   U 


U  S  U 


'79' 


in  terra  il  luogo  mio  ec.  ,  Fatto  ha  del 
cimilcrio  mio  cloaca.  Dui.  iti:  Usurpare 
è  non  usare  la  cosa  buona  bene,  rome  si 
dee  e  non  pigliare  la  cosa  buona  con 
buoio  ordine  .  Pass.  33lJ.  Chi  presume 
di  volere  sapere,  o  prenuDziare  quelle  co- 
se  che  solo  Iddio  sa  ec  ,  usurpa  e  toglie 
quello  eh'  è  proprio  d'  Iddio  *  G.o.-. 
Celi.  lit.  .■II/.  l3.  Escluso  dal  princi- 
pato il  legittimo  erede  Ercole  suo  fratel- 
lo, e  con6nalolo  a  Napoli,  usurpo  il  do- 
minio e  l'imperio  di  Ferrara.   (C) 

*  ^.  Usurpare  ,  tale  anche  Usure  , 
Adoperare.  Cas.  Uf.  Com.  no.  Laonde 
non  conviene,  secondo  il  mio  giudicio,  che 
in  cosa  nuova  nome  antico  usurpiamo  . 
6<i/.  Sagg.  60.  Chiamasi  il  medesimo 
strunienlo  esser  diversamente  usurpato  , 
quando  senza  punto  alterarlo  si  applica 
ad  usi  differenti.  E  cosi  1' "ancora  tu  la 
medesima  ,  ma  diversamente  usurpata  dal 
piloto  per  dar  fondo,  e  da  Orlando  per 
prender  balene.  (^Sj 

*  USURPATISSIMO.  Superi,  di  L- 
siirpaloj  ma  vale  Usilatissimo.l.M.  usi- 
tnti.t.iimus  .  Gr.  ^alisTa  £i3i5;i'-vo; - 
Salvia,  l'ros.  Tose.  I.  56.  «he  il  corpo 
naturalmente  debba  essere  schiavo  dell  a- 
nima,  e  1'  anima  la  padiona,  è  cosa  usur- 
palissima  a  diie  da  tutti  i  savii.  (*) 

USURPATIVAMENTE,  .-/.lerft.  Con 
usurpazione.  Buon.  Fier.  4.  4.  IO.  U- 
surpativamente  Davan  falso  di  so  credito 
e  nome. 

3   USURPATO.   Add.  da    Usurpare. 

:;;  -^  1.  Jale  anche  Usalo,  Adopera- 
to. Gal.  Sagi;.  69.  Egli  dice  che  il  tele- 
scopio or  lungo  o"r  corto  si  |'UO  chiamar 
il  medesimo  strumento,  ma  diversamente 
usurpato.    (ISSj 

If  8.  II.  Per  Solito.  ■■  L<im.  ani.  t.  m. 
21.  Da  che  ti  piace.  Amore,  ch'io  ritorni 
Nell'usurpato  oltraggio  Deli' orgogliosa  e 

bella  -■  l/IJ  ,    ,  ,,. 

USURPATORE,  l'erbai,  masc.  the, 
o  Chi  usurpa  .  Lai.  inifljor .  Gr.  «=■ 
;:x|.  Filoc.  J.  125.  Essi  usurpatori  so. 
no  dell'altrui  cose.  -V.  F.  "-To- 
si mossone  centra  il  Duca  d'Osterich  , 
come  centra  usurpatore  delle  loro  ra- 
"ioni.  )lor.  S.  tireg.  Il  segnacolo  si 
pone  in  sulle  cose,  acciocch'  elle  non  sten 
tolte  da  alcuno  usurpatore.  Cavale.  Lrull. 
Ini'  Molli  sono  usurpatori  degli  onori  di- 
vini.'■•.:  ("nr.  Fa.  9.  199.  Incontro  ai  fall 
loro  Son  anco  i  miei,  che  loi  del  Lazio 
io  de-"ia  ,  Anzi  del  mondo  ,  questi  scel- 
lerali^Deir  altrui  donne  usurpatoli  e  dru- 

USURPATRICE.  1  erbai,  femm.  Che 
usurpa.  F.amm.  ■}.  72-  ?<=  per  avven- 
tura tra  1' amorosa  tuil.a  delle  vaghe  don- 
ne ,  delle  mani  d'  una  io  un'  altra  cam- 
biandoti ,  pervieni  a  quelle  della  nemica 
donna  usurpatrice  de'  nostri  beni  ,  come 
da  luoso  iniquo  fuggi  incontanente.  Amel. 
5j.  Facendomi  ne"  loro  animi  ing.uslanien- 
te  usurpatrice  de"  loro  amanti. 

USURPAZIONCELLA  .  Piccola  usur- 
pazione .  F.<p.  ìang.  Non  si  fanuo  co- 
scienza di  certe  ,  che  appellano  menome 
usurpazionrelle  d.-U'  altrui. 

USL'RPAZIONCINA  .  Usurpazioiicella. 
Fr.   Cord    Fred.   li.   Sono,  a  lor  vedere  , 


ardito  a  rintracciare   due   origini  di  voci 
nostrali.  (  C; 


U  T 


usurpazioncine  di  pò - 

USURPAZIONE.  L'usurpare.  Lai.  i<- 
surpatio.  Gr.  xp-^'/r! .  Maestruzz.  2. 
3o.  2.  Sacrilegio  è  una  violazione  del  a 
cosa  sagrata,  ovvero  usurpazione.  Borgh. 
Arni.  45.  Di  qui  sono  già  nati  alcuni,  e 
possono  gi'a  nascere  ogni  giorno,  uuom 
errori ,  e  usurpazioni  di  cose  non  sue. 

#  g.  /•■  per  similit.  Salvia  .  Disc.  i. 
140.  Questa  usurpazione  della  prima  let- 
tera del  nome  incominciante  da  vocale  so- 
lila farsi  dall'  articolo  0  segnacaso,  mi  fece 


UTELLO.  Picco/  vasello  di  frra  col- 
ta ,  invetrialo  ,  per  uso  di  tenere  olio  , 
aceto ,  0  simili  ,  per  condire.  Lai.  lecy-- 
thus.  Gt.  X/;zuao;.  Bocc.  nov.  96.  7  L' 
altra,  che  veniva  appresso,  aveva  ec.  nel- 
la mano  un  treppiede,  e  nell'  altra  mano 
un  utel  d'  olio,  ed  una  faccellioa  accesa. 
:;:  Snhin.  Odiss.  125.  Posero  presso  lui 
camiscia  e  tonaca,  E  vestimenla,  e  diero 
in  aureo  niello  Liquid'  olio.  (N) 

:S  UTENSII.I  .  Quegli  strumenti  , 
arnesi  e  molali  che  vengono  spesso  ad  uso 
nelle  case,  nelle  officine,  e  per  lo  più  nel- 
le cucine.  Viv.  Leti.  Vom  ili.  2.  16.  Vi 
spesi  fuori  e  dentro  parecchie  diecine  di 
scudi  in  muramenti  e  restauri  e  serrami, 
vi  mandai  utensili  nuovi,  e  lo  provveddi  di 
tutto  .  iC)  Cor.  ion?.  scz  .  43.  Quanti 
padiglioni  dorati,  e  forniti  di  lutti  gli  u- 
lensilil  Quante  tappezzerie  da  camera  e 
da  tavola  ,  e  letti  sontuosi  1  (.4) 

UTERINO.  Jdd.  Appartenente  all'u- 
tero .  Lai.  iiteriaus  .  Gr.  i>ii.oy'UzZfio:  . 
Lib.  cur.  malati.  V  artemisia  ottima  per 
tulle  quante  le  malattie  uterine.  Trall. 
segr.  COS.  dona.  Medicina  per  suffumigio 
in  tempo  degli  accidenti  uterini. 

§.  Uterino,  aggiunto  de'  Parli  nati  d 
una  medesima  madre,  ma  di  diverso  pa- 
dre. M.  I  .  6.  79  11  Duca  di  Brabante, 
il  quale  era  Tedesco  ,  fratello  uterino^  di 
Carlo  di  Buemia  ec,  avea  richiesto  d' a 
iute  lo  'mperadore. 

*  UTERINO.  Add.  D'  nlre,  IT  otre. 
Fallo  d'  oire  .  Ar.  Fiir.  44.  21-  Astolfo 
lor  neir  uterino  claustro  A  portar  diede  il 
6ere  e  torbido  Austro:  Negli  utri ,  dico, 
il  vento  die  lor  chiuso,  Ch"  uscir  di  mezzo 
di  suol  con  tal  rabbia.  Che  ce.  (JSS) 

•f  UTERO  .    Fiscere   posto  nel  basso 
ventre  delle  femmine  degli  animali  mam- 
miferi, nel  liliale  portano  il  feto.l.zl.u- 
1  terus.  Gr.    ■/'■'"-r'F-  ■^•■-  ^"'"-  36-  59. 
I   In  un  medesimo  utero  d'un  seme  Foste 
ì  concelli  ,  e  usciste  al  mondo  insieme .  E 
72    Che  fé  ,  come  da  Atlante  udir  pote- 
sti .  Di  nostra  madre  1'  utero  fecondo. 
I        UTILE      che  dagli  autori  del  buon  se- 
I  colo  fu  dello  anche  UTOLE.   Susi.    Uli- 
.Jilh.    Lai.    uttlitas ,    compendium  .    Gr. 
I  wv')e.^,>""-5>é.K.  .Salv.  DM.  Amie 
I  Lo    Utile  Ì!  quello,  coli'  aiuto  del  quale 
'  alcuna   cosa   buona  ,  e  dileltevole  si  pro- 
i  caccia.   Bocc.  nov.  9I.   2.   La  quale  ram- 
,  memoiarsi  per    cerio    non   potrà  esser  se 
non  ulde.    <;.    F.    12.    37.  2.  E  questo  e 
il  6nc  de"  tiranni  di  Lombardia, per  trar- 
re loro  ulole  delle  guerre  e  dissensiom  di 
noi  ciechi  Tuscan.  .  M.    I      2-   20-   Rom- 
pere pace  al   Comune  di  Firenze  non  tor- 
nava in  loro  Ulole.  =1=  Fior.  S.  J-mnc.  147. 
E  .piivi  non  facevano  utile  a  nulla  fcioe, 
non  servivano  a  nienle).  fi  ) 

R  Per  Usura,  Interesse.  Lat.  usura. 
Gr  ^avEidV.  Bocc.  nov.  71.  3.  Per  pic- 
colo utile  ogni  quanlil'a  di  denari  gli  a- 
vrebber  prestata.  E  niim.  C  L.  quali  10 
,0-lio  che  tu  mi  presti  con  quello  uti- 
le che  tu  mi  suogli  prestare    degli    altri  . 

*  larch.  Star.  5.  II 3.  S  avevano  (le 
somme)  a  rendere  alle  Chiese  che  pre- 
slate  r  avessene  ec.  ogni  anno  la  decima 
parte  con  utile  di  quattro  per  centinaio 
ocni  anno.    (C)  ... 

UTILE  .  Jdd.  Che  apporta  utilità  . 
Profllevole.  Ciovevole.  Lai.  ulilis,  com- 
modus  .  Gr  «".eV/^  -  ^■.'f'?=f°i  -.  ^J^'- 
nov.  29.  5.  Fatta  sua  f■^^eTe  di  certe 
erbe  ufili  a  quella  infermila  ec.  ,  a  Pari- 
.(  n'andò.  Ano.  54.  2.  Quantunque  il 
pronto  ingegno  ec.  spesso  parole  presti  e 


I 

1 


«792 


u  T  I 


utili  e  belle,  sccodiIo  gli  accidenti,  a*  di- 
cituri  y  U  furtuna  aiicuta  ce.  E  nov.  ^^. 
i^2.  La  cui  vita  jucora  putrà  più  lu  un 
«li  e&scrc  utili.'  A  inonJu,  che  cealuniilia 
tue  pari  nuu  polrjQiio,  mentre  il  nioodo 
durar  dee.  A'  /lOi-,  9^.  l8-  Come  vile,  e 
più  nuu  utile,  Dil  mozzo  dell;i  strada  git- 
tata, da  me  fu  ricolta. 

t  *  §.  I.  Pur  Secondo,  Prospero.  Te- 
seid,  1.  20.  TosLu  fu  fatto  &uu  comaoda- 
iDCuto  ,  E  quindi  si  partir  con  util  Ten- 
to. (B) 

*»-  §.  U.  Utile,  ioU  anche  .-Uto  a  ser- 
*>tre.  Servibile.  Onice.  Stor.  4.  38o.  Pre- 
ktìru  cento  cavalli  la  più  parte  utili.  iLj 

*  §,  III.  Giorno  utile,  dicest  Quel  JÌ 
i-hc  in  qualunque  bisogna  umana  s'impie- 
ga teranienlc  e  per  intiero  allo  scopo  Jis- 
saio.    /  .  GIOIi.NO,  g.  XX.  ^V; 

UTILEMEME.  /'.  UTILMENTE. 

UTiLISSLMAMENTE.  Superi,  di  U- 
tdmcnte  .  Lat.  utilissime.  Gr.  -/friitutù- 
rara.  Lib.  cur.  malati.  Se  ne  vogliono 
ulilb&ìmamcntc  nella  febbie. 

UTILISSIMO.  Superi,  di  Utile.  Lat. 
uttlissimtts  ■  Gr.  /^r,ci/ULWTaTo?  -  Bocc. 
Conci.  6-  Cbi  non  sa  che  ^1  fuoco  è  uti- 
lissimo,  anzi  necessario  a' mortali?  Tcs. 
Pov.  P.  S.  cap.  x3.  Satiria  temperata  con 
kucco  di  solatro  è  utilissima. 

^*  §■  K  in  forza  d'' avs'urb.  Af^n.  Pand. 
Mon  potrai  parlarne  se  non  ulilissimu.  {  TC) 

UTILITÀ*  ,  UTILITAUE  ,  e  UTILI- 
TATE,  che  da^U  antichi  si  disse  anche 
UTOLITA',  UTOLITADE.c  UTOLl- 
TATE.  Pro,  Comodo  e  Giovamento  che 
SI  trae  da  checchessia.  Lai.  utilUas,  com- 
moditas  .  Gr.  6jj>e/£(0C ,  73  cSpiftpo^  . 
Bocc.  Proem.  5-  Si  perchè  più  utilità  vi 
farìi ,  e  sì  ancora  pcrcbc  più  \'i  fa  caro 
avuto.  K  «oc.  ^8.  Si.  La  «jual  sulo  alla 
propria  utilità  riguardando,  ha  cortei  ce. 
in  esilio  perpetuo  relegata.  G.  /''.  8.  5. 
3.  Toncssc,  che  p<M'  ulotità  di  sua  anima 
ciascun  l'apa  potesse  riiiuaziarc  il  Papa- 
lo.  M.  /  .  p-  102.  Preso  suo  ritifreaca- 
inento  a  utolità  de'  Bolognesi .  Cr.  Lett, 
Conciossiacosacli'  io  considerassi  l'eia  mia 
provetta,  e  1*  utilità  cb*  è  nelle  cose  della 
agricoltura.  Macstruzz.  l.  3?.  Se  già  non 
fosse  niaggiiu  e  utolilà  della  Chiesa,  o  del 
Comune,  come  dissi  sojira,  cr.  Pr,  iac. 
jT.  2.  32.  1.  Perchè  iu  ogni  detto  Si  tro\a 
ulilitate.  =r  Poi}*  Mes.  Concordarono  tutti 
gli  anlichi  maestri  di  fìsica  nelle  maf;nificbe 
iitilitadi    dello   aceto    squillitico.   (J  J 

^  5(.  Per  Usura  ,  Interesse  .  I^arch. 
Stor,  5.  Il3.  La  romniission  sua  princi- 
pale fu  che  lo  tentasse  ce.  eh*  egli  ser- 
visse la  città  per  dodici  anni,  rhi  ilice  di 
ilugcnto  ,  e  cbi  di  trecento  mila  duca- 
li ,  con  utilità  di  dieci  per  ccnt<j  I'  an- 
no. (C) 

•f  *  UTILiTAKE.  .\eutr.  e  neutr. 
pass.  j4pproveCiiarsi,  Approfittarsi.  Sal- 
vin.  ituon .  Pier.  '^.  i^.  ?.3.  A  pprovec- 
riarti ,  approfittarsi ,  utililare  cou  indù* 
stria.  Maual.  lett.  Mandar  u  corre  lutti 
i  fior  di  cr.  per  utililarmene  ,  con  roan- 
da^^li   a   vendere.   (A/ 

UTILIZZMIK.  i'rarre  utile.  Guada- 
finare.  Lat.  lucrari.   Gr.   Jtl^oouvCiv. 

UTILMENTE,*?  UTILEMENTE.  Av 
%trb.  Con  utilità.  Lat.  uliltter.  Gr.  bujul- 
fep9'v7t^ti.  Pant.  Purg.  23.  Che  'I  tem- 
po» che  1  '  e  *niposlo.  Più  utilmente  rom- 
parlir  si  vuole.  1/.  /  .  ().  a8-  Tosa  rude 
volte  usata  per  lo  comune,  ma  utìlemente 
lada.  Coli.  SS.  Pad.  lo  so  che  tu  »ui<gti 
.dibandnnare  utilmente  i  taniì  tuoi  ,  per 
|>rovargti  ■  Pass.  1.  Uella  penileuza  vo* 
lendu  uliliiicntu  v  con  iulcudimrni»  srii- 
vorc  e  dire,  conviene  ec.  Pallad.  Pebhr. 
l8.  Più  agevole  e  ulileinenle  to(;li  lo  ra- 
diri  «Icir  ulivo,  clic  sono  spesse  volte  per 
le  selve. 


U  T  I 

UTIMAMI-NTE.  /'.  j4.  Avverb.  Ul- 
timamente .  Lai  novissime  ,  nuper  ,  po- 
stremo. Gr.  e:rt  rciii,  es^K^w;,  Zz-rv.- 
TOi  .  Cron.  Mordi.  2^3.  E  uliiiiameote 
vedutosi  malato  di  pistolcnza  ec.  ,  da  se 
medesimo  sollecitamente  provvide  ,  addi- 
mandando  tutti  i  santi  sagramcoti.  E  ap- 
presso: E  utimameote  iu  presenza  di  lutti 
e'  s*  accusò,  come  che  malizia  non  avesse 
usata  ec-,  aver  tratto  de'  danari  delle  spe- 
se, e  messi  in  suoi  fatti  proprii  ec.  (così 
nel  testo  a  penna  ,  sebbene  lo  stampato 
ha  ultimamente;  P.  Gio.  Celi.  lett.  21. 
Ulimamentc  ibicggicndo  1*  olio  santissi- 
mo ec-,  rendè  l'anima  a  Dio. 

UTIMO  .  /'.  J.  Jdd.  Ultimo  .  Lai. 
novissioéus,  postremus.  Coni.  Onde  que- 
sta utiina  spezie,  siccome    nemica  de' vi- 

UTOLE.  P.  A.  f.  UTILE. 

UTOLITA*.  P.  J.  r.  UTILITÀ'. 

i'^  UTHE.  Otre.  Ar.  Pur.  44-  22.  Ne- 
gli utri  ,  dico,  il  vento  die  lor  chiuso, 
eh'  uscir  di  mezzo  di  suol  con  tal  rabbia. 
Che  ec.  ( Pe)  Gal.  Gali.  b!\.  La  stessa  fa- 
tica ci  vuole  a  mandar  soli*  acqua  un 
utrc  pien  d'  aria  ,  che  ad  alzarlo  in  aria 
picn  di  acqua  ,  rimossa  pero  la  couside- 
razion  del  peso  della  pelle,  e  considerando 
r  acqua  e  r  aria  solamente  .  (B)  Chiahr. 
canz.  pari.  1.  pag.  lC3.  (  Cerem.  I73l) 
In  sul  campo  arenoso  Gittò  dell'aure  av- 
verse utri  gonBati.  (A) 

L'TKIACA.  Triaca.  Lat.  ihcriaca.  Cr. 
'scpiv./.x.  Cr.  8  6.  3.  Si  coovenà  forti- 
ficar la  virtù  del  sugo  invecchiato  ,  met- 
tendovi spesso  r  ulriaca  ,  o  altra  cosa  . 
Crou.  Morell.  282.  Usa  il  fuoco  ogni  mat- 
tina, primachb  cschi  fuori,  e  piglia  qual- 
ihc  cosa,  secondo  lo  stomaco  che  hai,  o 
un  poco  di  pane  ce,  o  una  pillola  appro- 
priala a  ciò,  o  un  poco  d'  ulii.ica  '  anh. 
Ercol.  La  teriaca,  che  noi  chiamiamo  u- 
triaca.  Mor^.  25.  lOf).  E  lo  sla^uoD  dcl- 
1  Ulriaca  aprìc. 

U    V 

UVA.  Col  primo  V  vocale.  Frutto 
della  vite  ,  del  quale  si  fa  il  vùio .  Lai. 
uva  .  Gr.  cta-j;w/>i'  .  Bocc.  ^.  3-  p.  !\. 
Coperte  di  pergolati  di  viti,  le  quali  fa- 
ccvan  gran  vista  di  dovere  quello  anno 
assai  uve  fare.  Vant.  Pur^,  !\.  Jlaggiore 
aperta  molle  volte  ìmpruna  Cou  una  for- 
catella  di  sue  spine  L'  uom  della  villa  , 
quaudo  r  uva  imbruna.  G.  P.  12-  49- 
3.  Guaito  molto  grauo  e  biade  ne*  «>ani- 
pi  ,  e  uve  uille  vigne.  (V.  4-  20.  J  L* 
uva  in  due  si  divide,  secondo  Isac  ,  cioè 
acerba  e  matura.  ,Soder.  Colt.  2-  Oggi  i 
Turchi  piantano  le  viti  pei  cibarsi  dell* 
uva  ,  cb^  e  loro  dalla  .Maomcllana  legge 
proibito  il  vino.  lied.  Annot.  Dittr.  5^. 
La  nostra  uva  di  tre  volle  non  fu  inco- 
gnita a  Plinio.  Buon.  Pier.  4-  -'»■  25-  E 
d*  o>si  incetta,  e  vai,  e  zibellini,  Datteri, 
e  uva  passa. 

§.  1.  U*a  de' frati .  Lai.  ribes  offici» 
narum.  lìnctt.  Pior.  5t).  Quill»  che  oggi 
è  in  uso  pel  ribes  ,  che  si  tiova  abln)!!- 
dantc  sul  munto  della  \  erma  ,  rhiamato 
uva  de' frati  ,  benché  nelle  toglie  %i  sia 
qualche  diQcrcnza  ,  nondimeno  pensiamo 
che   si   |H)Ssa   usare   pel    vero. 

•f  §.  II.  U*a  di  volpe.  S/fcsie  d'erfut 
puzzolente,  buona  contro  la  pe.(tc  e  con- 
tro I  veleni.  Lat.  'Iierf-.i  pans,  *uva  vul- 
pina,  *solanum  tfiiadujolium  baccifrrnm. 
Lib.  tur.  malati.  Impiasliavi  si'pra  le  fu- 
glie  di-ll'uva  di  vidpe. 

§.  III.  Uva  .^piitit  .  Pianta  spinosa  , 
non  mollo  grande  ,  che  fi  coviole  simili 
agli  acini  dell'  uva.  Lat.  grossularia  al- 
ba. Dav.  Colt.  189  Uosa)  d'  ogni  torte, 
gclsumioì,  sparagi,  uva  spina,  madrcseU 


UVA 

va,  e  simil  gentilezze,  piantali  alla  Luna 
d*  Ottobre  eoo  le  barbe  giovani  ,  e  ben 
guvernati.  Unno  Ìl   primo  anno. 

'^  S-  '^-  Assai  pampani,  e  poca  uva, 
o  simile,  proverb.  che  si  dice  per  espri- 
mere Gran  dimostrazioni,  0  profferte ^  * 
pochi  effetti,    f  .    PAMPA.NO,  g.   ( C) 

UVEA  .  Term.  Anatomico.  Una  delle 
tuniche  dell'  occhio  del  colore  dell'  uva 
bruna  detta  talora  anclu  Tunica  u^ea  . 
Lat.  uvea  .  Cur.  occh.  P.  S.  I  predetti 
mali  alcuna  volta  sì  fanno  oelI,i  congiun- 
tiva ,  alcuna  volta  nella  cutoea ,  alcuna 
volta  neir  uvea.  Salvia.  Pise.  \.  327. 
Se  quella  patte  dell'uvea  tunica,  che  co- 
lorata Sotto  la  traspareule  cornea  alla  no- 
stra veduta  si  presenta,  avrà  nel  suo  aero 
mischiato  qualche  poco  di  dorè,  o  di  ca- 
pellino ec.  ,  io  crederò  che  1'  occchio  ne 
verrà  sempre  più  vago  e  leggiadro. 

•f  *  UVEACLO.  Add.  iJi  uva.  Uveo, 
Che  ha  color  d'uva.  Baldin.  Poe.  Dis. 
alta  /'.  GIACINTO-  Gioia,  che,  secondo 
Plinio  ,  depende  dall'  amatisla  ,  ma  è  da 
quella  diversa,  perchè  il  coloic  nveaceo  di 
questa  è  più  palbdo.  (A) 

UVEO.  Add.  da  Uva,  AppartenenU  a 
uva.  Lat  uveut. 

UVERO  .  /.  A.  Poppa.  Lat.  uber  . 
Gr.  ojS'jp.  Amet.  24-  Che  gli  uveri  di 
quelle  t^D  sugosi  Di  tanto  latte  ,  eh*  1' 
non  posso  avere  Vaso  si  grande  ,  in  cni 
lutto  si  posi. 

V  g.  Uvero,  per  Capezzolo  della  pop- 
pa. Pallad.  Giugn.  7.  Kagguarda  ti,  che 
tu  vi  veggi  il  favo  l'a  uve  de*  essere,  e 
nascere  il  re,  il  quale  vedrai  più  lungo  e 
più  in  fuori,  a  modo  di  uvero  di  poppa, 
che  non  son  gli  altri.  :  t) 

'•.-  UVETTA.  Dun.  tt  Uva.  Car.  Com 
36.  (Quelle  uvette  succose  che  fasciano  i 
granelli ,  fanno  vino.  (FP) 

VLI.   Per   Poi.    P.   VOI.  §.  VI. 

UVI/ZOLO  .  Sorta  d'  uva  salvatica  , 
dUta  altrimenti  Lambrusca  .  Lat.  vitis 
siLeslris  ,  tabnisca .  Gr.  13  ei/i.:teìos 
u/picx. . 

a?  VULCAMCO.  Add.  AppartenenU  j 
liticano,  nel  secondo  signif.c.  ec.  (A) 

•j-  *  VULCAMO.  Add.  Pi  Puìcano. 
Mens.  sai.  il.  Venir  io  in  Curici  e  cb* 
io  vi  aneli  e  sudi.  Per  veder  gonfio  com- 
paiir  lo  Striglia,  O  chi  batteva  alle  vub 
cauie  incudi?  (Aj 

•f  #  VULCANO.  /  oragine  che  si  apre 
nella  terra,  e  più  spesso  nelle  montagne, 
donde  escono  di  tratto  in  tratto  turbini  di 
fuoco,  e  m>iicrie  ardenti  .  Bottar.  Ixs. 
Accad.  .MoiiI.ign«-  gettanti  fuoco,  che  pri- 
ma da' naviganti  (HJitoghesi,  e  poi  comu- 
nemente dj  tutti,  Vulcani  le  appellarono 
Cocch.  Bagn.  Vulcano  vìvo,  o  gii  estio- 
to.  (AJ 

\L'LGAlt£  Sust.  Idioma  iorrenle  del 
paese,  di  CUI  si  tratta.  Lai.  patrtus  str- 
ino, \eraaculus.  Gr.  <''/X'-**^^^i  '/lùrTA. 
Bucc.  Pit.  Daut.  242.  ^uetlu  «mure  • 
ferma  credenza  di  tulli ,  che  fosse  movi- 
lure  del  suo  ingegno  a  dovere  prima,  imi- 
tando, diveoiie  ditit<>re  iu  vulgare.  l'ram. 
Sact:h.  nov.  I  ali.  La  brigata,  che  v'era, 
r..vrcbbouu  «oluto  tagliare  iu  vulgaie. 

VULGARK.  Add.  f  elgare.  Pi  volgo. 
LjI.  vutgaris.  tè  GuiJotl.  fleti.  |.  Opcr^ 
utilissima  e  necessaria  agli  Uomini  vulva- 
ri e  indotti,  r  Bj 

VLLGARE.    /*.    L.    Pnx>lga.-r  .   Lai 
ri"/f,Mri*  ,     iulgair .     Gr.     òvi^toflijiiv 
Morg.  5.  7.  Facciagli  azsa|*crc.  Come  per 
tutto   è   vulgata  la    yocc    Di    questo  cava- 
lier  ,   che   tanto  fece. 

3:s  VULGAHISSIMO.  Superi,  d»  Fui- 
gai-e .  Aci".  Art.  ì'etr.  ili.  La  calce  di 
stagno  è  vulcarissima  nelle  fumaci.  (Cf 
Uden.  y'is.  b.  10.  Qui  non  pure  biasima 
il  parlare  abbìcUo ,  aia  li  fa  scrupolo   di 


V  U  L 

5Ìgni6e:irc    il  suo  concetto  con   un  piuvcr- 
liio  vulgarisainio.  (fi) 

VULGARIZZAMENTO  .  //  vu/gahz- 
Ziii-e . 

VULGAIUZZARE.    f'o/ganzzurc. 

VULGARIZZATO  .  jÌ<U.  da  litiga- 
ritsarr  . 

f  VULGARIZZATORE,  /  erbai,  masc. 
Che,  o    Chi  i-ti/^arizzn. 

VULGARMh.NTIì.  l  oìv^armente.  Lat. 
i'uigo.  Gr.  xotvv;,  :Tavor,^5v.  JÌott\  nov. 
79-  l4-  E  questa  cosa  chianiiam  vulgar- 
mente  1*  ainlare  in  corso  .  (>.  g.  3o-  I- 
Le  quali  tutte  »^  appellano  vulgarmentc 
guiddle&cbi.  >S  Otì/.  Sist.  449  '^'J'"^  l'oi 
ciascun  pianeta  si  governi  nel  suo  livol- 
gimeuto  n.irticulare,  e  come  stia  [uecisa- 
nieiile  la  struttura  ticU*  oibe  suo,  uhe  è 
quella  che  vulgarmi-nte  si  chiama  la  sua 
teorica,  non  possiamo  noi  per  aiicoia  in- 
dubitalamenle  risoUere.  ( /'J 

Ir  VULGATISSIMO  .  Superi,  di  J'nl- 
gaio  .  Petr.  Uom.  ili.  5^.  Fu  repuliito 
figliuolo  di  Antonino  Caiacalta  ,  d'  una 
vulgatissioia  meretrice,  che  sì  cliiainava 
Semianiìra.  (f)  Pros,  l'ior.  6.  122.  Parli 
io  segno  di  ciò  (|uel  ^ulgatiasinio  prover- 
bio, che  '1  cane  ahhaia  alla  Luna,  perchè 
pensa  che  sia  una  toila  .  (*)  Geli.  Lrr. 
prol.  Per  dirla  io  p.ù  brevi  parole,  e  con 
uo  proverbio  vul^atissimo,  ec.  (B) 

VULGATO.  /'.  A.  Jtld.  dal  verbo 
T'uìgare.  Lat.  ci'iilgdttis  ^  vulgatus.  Gr. 
oiaàpu)io J/Aìvo;  .  t. Ilice.  Star.  1.  ^la 
piuttosto,  secondo  il  vulgato  pioveibio, 
fabbricarli  il  [tonte  d'argento.  Jiuon.  Fter. 
5.  4*  3*  ^u  richiesto  da  me  ,  d'  alcuni 
sciolti  Manuscritti  ([uaderni  Qual  fusse  la 
materia, che  vulgata  iNon  la  credei.  •':■  Palm. 
J'ìt.  cw.  Uh.  2.  52.  In  M anobio  si  tiuo- 
va  scritto,  che  in  presenzia  d'alqu.mti  fi- 
losofi tu  quasi  per  derisione  domandalo  , 
quella  vulgata  quistiune  ,  che  spcsao  per 
motti  si  dice,  ce.  {JJ}  Sfgit.  Hed.  Ansi. 
88.  .sta  ancor  bene  sentenziare  di  co.se 
che  sieoo  contra  >cnteozie  vulgate.  {Fi  j 

VULGO.  /'.  A.  llebc.  Popolaccio. 
Lat.  vulgtis.  Gr.  ~).-7i^oi.  /jocc.  nov.  60. 
23.  E  poiché  pattilo  si  tu  il  vulgo,  a  lui 
andatisene,  con  la  maj^giur  Tedila  tlcl  muu- 
do  ciò,  che  fatto  avevàti,  gli  distupiirouo. 
Pclr.  caiiz.  48.  8.  eh"  or  sana  torse  un 
roco  Mormorator  di  corti  ,  un  uom  del 
▼ulgo  .  Vani.  l'ar.  9.  Che  torse  parria 
forte  al  vostro  vulgo. 

^-  f.  Vulgo  ,  per  ^tolttUtdine  .  Pclr. 
vanz.  11.5.  Le  donne  lagrimose,  e  '1  vulgo 
inerme  Della  tenera  etate,  ce.  (F) 

VLLiNF.KABE.  F,  l.  lenre.  Lai.  *•«/- 
nerart  ,  saucinre  .  Gr.  tit:(u5Xìiv  .  t'r. 
lac.  T-  1.  6  3.  L'  anime  vulnerando  Col- 
le false   ^guardate. 

•■^  ^'*  O^g'  più  comunemente  s'  usa  in 
senso  figurato,  e  vale  Offendere.  Magai. 
Lett.  Vegliare  sopra  di  noi  medesimi,  per- 
chè non  et  venga  fatto  dì  vulnerar  la  vera 
carila,  credendo  di  pralicaila.  (jé/  Sal- 
vin.  hneid.  Itb.  8.  Che  doloiosa  uuova 
non  mi    vulneri  L'orecchio.  (Fj 

t  *  VULiNERARIA.  /'tanta  nota  co- 
mune intorno  ai  torrenti  ,  e  nei  luoghi 
erbosi  di  col/inaj  cosi  detta  xolgarmente, 
per  esser  giovevole  alle  ferite  recenti.  (J  ) 

:;-  \UL^EUAlUO.  Jdd.  Terni,  de' 
Medici  e  Chirur-^i  .  Aggiunto  di  rimedio 
the  Contribuisce  al  risaldanieato  delle  pia- 
ghe ,  e  perciò  detto  anche  incarnatilo  e 
Incarnante.   (A} 

VUL^ERATO.  r.  L.  Jdd.  ferito. 
Lat.  vu/iivralus.  Gr.  rpoièiì^ .  l'r.  /ac. 
T.  2.  20  20.  Aspre  dauii  e  ree  ferite  , 
Vanuo  a  terra  vulnerale.  E  5.  li.  4. 
Poi  vicoe  come  medico  I^elP  alma  susci- 
tata, ConlortaLi  ed  aiutala.  Che  sta  sì  vul- 
ueiala.  Bim  ant.  Guitt.  £  del  coi  vul- 
uerato  eo  porlo  ìl  duolo 

Vocabolario  T.   II. 


V  U  L 

•f  VULTURNO.  JSome  di  vento  che 
spira  dall'  Unente  equinoziale,  da'  Ma- 
rinai chiamato  Greco  ,  perciocché  vie- 
ne di  verso  Greciaj  J'orse  quello  che  da' 
Greci  con  nome  composto  Ju  detto  lÀiro 
noto.  Lai.  J'ulturnus  .  Gr.  ijpoz,  ■  Tes. 
Br.  2.  37.  Ila  di  verso  Tranioulatia  uno 
vento  che  secca  tutte  cose,  ed  è  appella- 
to \'ulturuo;  ma  li  marinari  lo  chiamano 
Greco,  perciocché  viyr^e  di  verso  Grecia. 
Alani.  Colt.  3.  77.  Per  tar  liirgo  cam- 
miao  alle  tulle  acque  ,  Che  ci  menan  da 
poi    Vulturuo  ed   Ostro. 

VULVA  .  /'.  L.  Orificio  esterno  dilla 
vagina  dell* utero.  Lat.  vulva.  Gr.  ucrì- 
ùoc.  Cr.  iS.  7.  I.  Ha  proprietà  (l'appio) 
ce.  di  far  via  agli  umoii  ,  e  quelli  allo 
sU>maco  ,  alla  vulva  e  al  capo  altiaiie. 
.l.'or.  S.  Greg.  4.  2.  Peich'io  nella  vul- 
va nou  morii  ?  ,1/.  Al.lohr.  J'.  J\\  166. 
Celidunia  ec.  vale  a  purgare  il  capo  e  la 
vulva  ,  cioè  il  luogo  privalo  della  fem- 
mina 

f  VULVARIA.  Pianta  di  varie  specie^ 
comune  negli  orli  t  e  di  cattivo  odore. 
Lat.  vulvaria  ,  atriplex  ,  J'oetida  .  AJcnZ. 
sat.  3.  Ch"  al  tristo  odore  ,  A  me  par  1' 
erba  1  he  vulvaria  han  detto  . 

U>OLA.  Lo  slesso  che  Ugola.  Lai. 
uva.  Gr.  craj^u)/;'.  Cr.  5.  i4-  6  11  lor 
sugo  (  delle  more  J  vale  molto  al  dolor 
della  gola,  e  dello  slrozzule,  e  dell"  uvo- 
la.  E  fium  7.  Se  si  cuocouo  coi  vino,  e 
si  gargarizzi,  vale  molto  cootio  agli  u- 
nioiì  che  discendono  ali*  uvota,  e  alla 
gola. 

•>  L'UOrO.  Copo.  Salv.  Jivert.  1.  3. 
3.  i5.  Ma  uuopo  e  nuovo  ,  con  due  un 
nel  principio  {comecché  uovo  e//oposiiÌ- 
vessero  anche  assai  vulie)  ne*  lil»ri  di  quel 
Iiuon  secolo  si  legge  molto  più  spesso  . 
Fra  Giordano  .  L'  Agnello  ucciso  j  quel 
che  sia  non  fa  uuopo  dire  .  E  di  sotto  : 
Ma  quel  che  tu  fai ,  In  fai  pur  per  te  j 
pur  a  (uo  uuopo  j  non  a  suo.  Che  forse 
polrem  credere  che  il  primo  u  pronun- 
ziasse! o  in  suono  di  consonante,  come  si 
profeta  in   vuole.  (I  J 

*  VUOTO  .  Jdd.  Io  stesso  che  T'o- 
lo  f  J'otato  .  Segner .  Mann.  Ag.  l.  1. 
L'  uomo  qui  detto  vano,  è  l'uomo  vuoto 
di  sapere,  di  scono,  e  d'ogni  altio  bene 
(qui  per  privo,  mancante.  Lat.  eipers  , 
destituius).  /,  Licemb.  i.  2.  Con  questa 
( preparazione)  dispensi  la  volontà,  come 
vaso  vuoto  ,  a  partecipare  quei  diletti  di 
spirito.  Bav.  Colt.  166.  Cavane  il  mi- 
dollo, e  cosi  accanatalo  e  vuoto  (  il  ma- 
gliuolo )  riraetlilo  insieme  ,  e  ledalo  con 
buccia  dì  moro.  lied.  Vip.  1.  5o  Que- 
sti denti  sono  per  di  dentro  vuoti,  e  ac- 
canalati  sino  ali"  ultima  punta.  Menz.sat. 
1.  Oh  menti,  oh  cuori  d*  iulL'lletlo  vuo- 
ti! (ysj 

*  UUOVO.  Uovo,   V.  L'UOPO,  (l  ) 
1*    UZZA,    Queli' aria  fresca  e.  punge n 

te  (he    SI   sente  per     lo    più    sulla    sera  ^ 
nella  notte,   e  la   mattina  presto.   .  C) 

*  UZZATO  .  Term.  ih'  Lottai  .  Che 
ha  stijfcienic  o  soverchio  uzzo.   {j4j 

•'.i  UZZO  -  Term.  de'  Bottai.  Il  rorpo 
0  gonfiezza  nel  mezzo  di  una  botte,  u  si- 
mile.  (J) 

-1-  g.  Onde  Dar  uzzo 3  Levar  a  uzzo  , 
vale  l'ar  che  la  bolle ,  il  barile,  o  simi- 
le ,  ivaìi  con  fjiù  corpo  ,  e  sta  assai  pili 
stretto  da  capo  e  da  piede.   (A) 

UZZOLO.  Ifcgola.  .appetito  intenso, 
f  oce  bassa.  1.AÌ..  libido,  cupido.  (>r.  s'~c- 
Su/ju'a. 


X 


t  X  Lettera  consonuntc  che  nella  no- 
stra linf.ua  non  ha  luogo,  perche  ci  ser- 
viamo  in   quel    cambtv    di   dut   SS  ,  come 


X  1753 

Alexander,  ALESSANDRO;  e  alle  volte 
d'  una  S,  come  Exemplum,  ESEMPLO, 
benché  molte  volte  si  trovi  scritto  anche 
ESSEMPLO.  I\on  può  dunque  alla  no- 
stra lingua  servire,  se  non  se  forse  per 
proferire  que'  pochi  nomi  foreslieri  che 
cominciano  da  cotal  lettera,  come  XAN- 
TO  ,  ptr  isfuggire  /*  equivoco  della  pa- 
rola Santo,  o  veramente  per  iscrivere 
alcune  parole  latine  usate  da'  nostri  au- 
tori ,  come  EXABIiUPlO,  EXPllOPO- 
SITO,  EXPROFESSO.  ::•  Salv.  Jvvcrt. 
I.  3.  3.  12.  Lo  X  hanno  i  moderni  nu- 
mmi nel  volgar  nostro,  come  dalla  pro- 
nunzia ,  così  dirillamente  scaccialo  dalla 
sniltura.  come  tmppu  aspiu,  e  discordan- 
Ic  lijlla  natura  delle  UDsUe  parole  .  (V) 
E  appresso:  Questa  lettela  i,  quando  è 
in  VOCI  (he  noi  prendiamo  dal  Ialino,  ta- 
lora in  due  ss  ,  talora  in  una  ec.  ,  siamo 
usati  di  liaaformarla.   (B) 

§.  (Questa  lettera  serve  talora  per  nota 
del  numero  Dieci,  l'ronichett.  d'Amar. 
35.  Vespasiano  regnò  anni  Q  ,  mesi  x.  K 
UO.  Adi  X.  di  Novembre  uscirono  tutti 
i  Fiorentini  di  Pisa  ,  salvo  quelli  che  vi 
vollono  islare  a  loro  rischio.  E  i5q.  Adì 
X-  Aprile,  essendo  all'  assedio  i  Fiorenti- 
ni e'  Lucchesi  a  Pisloia,  s'  arrendè  a  palli 
per  fame,  salve  le  persone,  e  disfecìousi 
le  mura  tulle.  Din.  Comp.  i.  2.  Pisa  è 
vicina  a  Firenze  a  miglijt  xl.  ec.  Prato 
verso  Pistoia  a  miglia  x.  Monte  Accenico 
^erso  Bologna  a  maglia  x.  /Jorgh.  Mon. 
i83.  E  r  oiigini  ed  occasioni  che  egli  ar- 
reca di  queste  6gure,  presupposte  la  pri- 
ma cosa  da  lui  per  lettere  ,  quale  è  che 
l'v  si  pi-li  per  cinque  ec,  e  così  che  lo 
I  si;^ni6<hi  diece  ,  per  essere  la  decima 
cousouante  de' Greci,  ec. 


V 


*t  ■'••  V.  Lettera  esclusa  dall'  Alfabeto 
italiano  ,  toltone  il  caso  di  esprìmer  la 
Ypsilon  ,  ad  esempio  del  Cedi.  Molli  di- 
cono \\)%i\(jnuc^  e  volgarmvnte  dicesi  Fio. 
(orliceli.  Gram.  lib.  1.  cap,  1.  L'V  non 
ha  uso  alcuno  nella  lin^ua  toscana.  (A} 

-:-  YNCA.  Term.  degli  Storici.  Titolo 
degli  Imperatori  del  Perù  al  tempo  del- 
la conquista  di  quell'  imperio  .  Magai. 
Leti.  Sotto  gli  Yuchi  aveva  dilatato  in 
tanta  immensità  quell'  Imperio,   ec.   (A) 

*f  •!*  YPSILO>.  Jpsilonnc,  Y  greco , 
I  ssilonne  .  lied.  Ins.  166.  il  capo  (  di 
questi  bruchi  )  aveva  un  cerio  color  ca- 
stagno, lustro,  e  tramezzalo  da  un'  ypsi- 
lon di  color  giallo.  (A, 


7. 


f  Z.  Lettera  consonante,  ed  ultima  del- 
l' alfabeto  Italiano  ,  di  suono  mollo  ga- 
gliardo, e  assai  in  uso  appo  t  Toscani. 
Ila  due  suoni  diversi  ,  o  forse  più  ,  se- 
condo gli  accoppiamenti  dell'  altre  lette- 
re ,  colle  quali  eli' e  collocata  ^  ma  due 
sono  i  più  principali  e'  più  conosciuti,  il 
primo  più  intenso  e  gagliardo,  da  alcuni 
detto  aspro,  e  più  simi-iliantc  al  primo, 
clic  abbiamo  assegnato  alla  lettera  S  y  ed 
a  noi  più  frequente  ,  come  PREZZO  , 
carezzi:  ,  ZANA  ,  ZIO  .  V  altro  più 
sottile  e  rimesso,  chiamato  da  altri  roz- 
zo ,  da  noi  meno  usato,  e  più  simile  al 
secondo  suono  della  S  ,  come  REZZO  , 
ORZO,  ZA«ZAliA  .  ZELO;  onde  per 
distinguer  la  diversità  della  prcnumia  , 
carallere  differente  le  si  vorrebbe  asse- 
gnare .  posta  la  Tm  davanti  all'  I  ,  alia 
quale  seguiti  altra  vocale,  vi  fu  chi  dis- 
se non  raddoppiarsi  giammai,  e  sempre 
proferirsi  evi  primo  suono  detto  dt  so- 
pra, come  LETIZIA.  ASTUZIA,  AZIO- 
NE ,  ORAZIONE,  INVOCAZIONE.  Vi 
225 


«79^  2 

ha  pure  chi  continuo  si  sen'e  di  questo 
emratU'rf  raddoppiato,  scrivendo  LETIZ- 
ZU,  VIZZIO.  Mo/ló  in  somma  ne  t  sta- 
to dftto  da'  noitri  tiramaltcì.  A  noi  pa' 
rendo  che  m  alcun  luogo  si  proferisca 
piti  semplice,  e  pura  di  suono  ,  altrove 
con  niafipiore  empito  e  forza  ,  cosi  ap- 
punto come  l'altre  consonanti ,  ahhittmo 
usato  nel  primo  caso  di  porre  la  Z  scem- 
pia, come  VIZIO,  LETIZIA,  E(^UINO- 
ZIO  i  nel  secondo  caso  doppia  ,  come 
PAZZO.  CAUROZZA  ,  AMMAZZARE. 
Dopo  di  se  non  ricete  ninna  dtll'  altre 
consonanti  ne  in  principio  ,  ne  in  mezzo 
della  parola.  Avanti  di  se  ,  in  mezzo  di 
disione  e  in  diversa  sillahn,  ammette  li 
L,  .\  ,  H,  come  BALZO,  LENZA, 
SCHEitZO.  Qitantiinfjne  si  raddoppii  nel 
mezzo  delle  parole  ,  come  tutte  le  altre 
consonanti,  siccome  si  è  detto,  iulluvin 
non  si  sente  t,'r,jii  differenza  di  suono  dal 
pronunziarla  doppia,  o  scempia  j  laonde 
alcuni  vollero  clic  non  si  raddoppiasse 
inai.  Noi  però  ahbiamo  praticato  di  rad- 
doppiarla sempre  die  s'  incontri  in  mezzo 
a  due  vocali,  eccettualo  se  alla  7.  seguiti 
la  I ,  che  allato  abbia  altra-  vocale. 

Z   A 

*  ZA,  che  anche  si  scrisse  ZAE.  /'.  J. 
Avit'rh.  di  luo^o.  Qua.  Tcsorett.  lìrun. 
II.  8o.  Lo  tPrio  corre'»  z.m',  E  'I  qu.ii- 
lo  va  (li  lao  .  Fr.  Barb.  aSg.  1^.  GiUa 
i  gunrtli  Sottocchio  in  %.\  e  là .  /'rane. 
Sacch.  nov.  l\^.  Come  il  cavaliero  ode  que- 
sto ;  za  famiglia,  pi^'lijte  costui  ,  |iìkIììi 
la,  piglia  là;  mea.ilejjli  lutti  a  |idÌjz- 
«o.   (V) 

t  ^  ZABATTIERO.  /  .  provenzale  an- 
tiifuata  che  vale  Calzolaio.  Pecor.  g.  25. 
n.  2.  Urliauo  ce.  fu  fijjliuolo  d*  un  zakil- 
licro  ,  ma   valente   uomo  iu   e  savio.   (A) 

ZACCAGNA  .  La  cotenna  dinanzi  del 
capoj  onde  diciamo  :  Tirar  la  zaccagnn^ 
tfunndo  pre.to  un  ciujfb  dinanzi  ,  si  fa 
staccar  la  pelle  dall'  osso,  la  quale  istac- 
candosi  fa  scoppio. 

ZACCAHALE  .  7  .  A  Lo  stesso  che 
Torcolare ,  Strettoio.  Lui.  tonular.  Gr. 
iiiva';.  /  olp.  Mes.  Si  cuoce  nelT  acqua  , 
ti  jjoi  si  pricme  nello  zacrarale  .  /:,"  ap- 
presso :  Uirnuna  forlemenlo,  e  poi  prictnì 
nello  laccarulc. 

•f*  *  ZACCARO  .  J  oce  poco  usata  . 
Zacchera .  Saiinaz.  Arcati,  egl.  g.  Ma 
caa  Uranio  a  lo  non  vaUer  Iiaccari ,  ce.; 
Furasti  il  capro;  ei  ti  conobbe  ni  laccari. 
/'-  egl.  10.  E  si  del  fanjjo  ognun  s'  ascon- 
de  i   zarrari.  Che   la!    più   pule   ce.   (A) 

ZACCIIEUA  .  Quel  piccolo  .tchizzo  di 
fango,  che  altri  si  ^ctia  ,  ni  nn, landò  ,  su 
per  le  f,'amhej  al  quale  eliciamo  anche  Pil- 
laci hera.  Lat.  lutum,  aspergo  lutea,  ma* 
cula  ex  luto.  Gr.  fìuvTtyyòi  "niwoo?- 
#  Cecch.  Prov.  30.  ScIiizeo  e  zacchera  e 
quella  (erra  mollo,  che  andando  ri  salta 
»u    pi-r    le   calie,   e   su    pei    p.iniii.  ff'y 

§.  I.  f'iguratam  .  per  Imbroglio, 
Taccola  ,  nel  sigmjic.  del  g.  Crou.  Mo- 
rell.  266.  Ci  sono  molto  ultro  tacchorc  ; 
ma  iu  suslanza  terrai  a  menlt*  qiieslt»  ,  o 
non  sarai  rubalo  cerlaniciilc.  Cron.  ì  eli. 
38.  Venne  in  'i'osiana,  e  lasrìonimi  una 
lat'cliera  ilt  pareci  hi  6uriui  j  poi  u'ando 
in   Vciona  al  kolitu. 

3  g.  IL  /*ur  figuratnm.  si  dice  di 
Qualunque  cosa  di  poco  pregio  ,  .lìagnt- 
Iella.  Mofg.  18-  126  Poi  speiie ,  mela- 
rance, e  altro  xaeihcie.  Laic.  Par  |.  1. 
Non  attendeva  ud  idtio  »  se  non  b  leiior 
Iv  chiavi  dclli!  stante,  dovi<  eia  il  grano 
e  lo  biado,  a  governar  rolundó,  por  drllc 
l'biucee  ,  tur  bucali  ,  e  simili  laccherò. 

%.  \\\.  Xacchera  ,  rasiamo  anche  in 
vece  di  Niente,  l  al.  hilum,  Gr  yzj  Moig. 


ZAC 

17.  Ii^-  Quel  eh'  io  ho  fatto  mi  pare 
una  zacch<»ra.  -fi  <•  /i  27.  55.  E  SÌ  faceva 
tante  chiarentane.  Che  ciò  rh' io  dico  è 
di   sojira  una  laccherà   n.   f/lrj 

§.  IV.  Zacchera,  si  dice  anche  a  Pie- 
cola  quantità  di  sterco,  o  d'  altra  spor- 
cizia, attaccata  in  sulla  lana  delle  capre, 
o  delle  pecore  dalla  porte  di  dietro;  che 
anche  diciamo    l'illacchera ,  e    Caccola. 

ZACCHERELLA.  Dtm.  di  Zacchera. 
Palaff'.  6.  Dio  non  disse  :  egli  ha  pur 
zaceherelie.  *  Cas.  rim.  1.  18.  E  mill* 
altre  cosette  e  zarchercUe,  ce.  (B)  Leop. 
rim.  60  Rappallitinossi  eun  le  sue  vici- 
ne, Dislribui  ili  molle  zaceherelie  ,  Insin 
le   brache   a   certe   poverino.   (Cj 

t  i'r  g.  /■;  nel  signiftc  del  §.  IL  Lor. 
Med.  IS'eiie.  22.  Che  non  mi  chiedi  qual* 
che  zacehorella  ec.,  O  cinlolio  per  legar 
gli  siuffioni  ?   (•) 

•r  ZACCHERETTA.  Dim.  di  Zmche 
ra,  nel  signific.  del  §.  II.  Car.  /tpolog 
pig-  166-  Venendo  al  jcslaiilc,  lascerò  che 
queste  zaceherelie  di  parole  se  ne  passi- 
no con  la  Volatica,  esaminando  la  su- 
slanza ,  i  sentinienli  ,  e  la  dottrina  vo- 
stra. (B^ 

ZACCIIEf'.OSO  .  Add.  Pieno  di  zac- 
chere Lai.  lutosus  Gr.  Tttì'i.oiòrti.  Bocc. 
uof.  5.5.  S.  E  per  gli  schizzi,  che  i  ron- 
zini  fanno   co'  piedi,   tulli   zaceherosì. 

t  ZACCHERUZ/A  .  Oim.  dt  Zacche- 
ra. Lor.  Med.  canz.  48  6-  Alle  volle  un 
pippiuncinu.  Così  qualche  taccheruna  (qui 
nel  signiftc.   del  %.    li). 

ZACCO.NATO.  l'oce  usata  da' conta- 
dini de'  tempi  del  Boccaicio,  della  quale 
o-^iji  (*  periluto  il  significato  .  Bocc.  nov-, 
72.  (i.  O  sere  ,  voi  siate  il  ben  venuto  : 
che  andate  voi  laceonato  per  quoto  cal- 
do? J'arch.  Krcol.  68.  Alcuni  altri  han- 
no zazzeato  da  questo  medesimo  verbo, 
e  alcuni  Zacconato ,  la  qual  voce  io  non 
so  quello   si    voglia  significare. 

ZAFFAME.MO.    /  -  Z'ilfare. 

*\  ^  ZAFEARUATA.Cy/pd  dato  con 
cosa  intrisa  0  imbrattata  di  checihessia. 
.Magai,  part.  I.  leti.  22.  io  scaravento 
un  pennello  intiiso  di  liiacra  nella  tota 
di  (]Uel  cavallo  che  io  sto  dipiguendo ,  e 
in  una  zjQardata  eli*  ei  viene  a  dargli  a 
caso  ,  ec.   (^J 

ZAFFARUOSO.  Add.  Imbrattato  di 
qualtisia  lordura,  Sporco.  Palaff.  6.  In 
un  guinzaglio  cispi  e  laflardusi  .  /  più 
sotto:  Più  presta  se',  che  non  è  al  ca* 
cari-    La   mogliera    di   zsflo   zaffardoso. 

ZAFFARE.  Turar  collo  zafh  .  Ldi . 
cnr.  malati  .  BiNOgna  «aliarlo  diligente- 
nit-nle,  |>eiehè  e' iitMi  geni.i   pillilo. 

ZAFFATA  Propriamente  Quel  cvlpo 
che  danno  altrui  talvolta  i  liquori,  u- 
scendo  con  furia  in  gran  copia  e  allo 
'mprvvviso  j  r  SI  dice  anche  defili  odori. 
Lai.  effhiviuni  ,  atprrsio.  Gr.  I/piuo;, 
^coiv Ti  13 p.0 i  ■  t'rauc.  .^•acth.  nov-  ifiS-  Il 
modico  non  lasciò  1'  orinale  ,  ma  diguat- 
zandusi  di  qua  e  tli  là,  liilU  l'orina  gli 
andò  sul  c^ipuctiu  ,  oc.  ,  r  alcune  zalldle 
nella  bocrn.  Malm.  3.  17.  Pervenne  una 
lattala  a  tuu  Eicollrniu,  Che  fu  per  far* 
lo  quasi   chir  svenilo. 

§.  l'er  metaj.  trnitc.  Sacch.  noi-,  1S7. 
Avendo  pando  d'in\idia  con  M.  Hob  ■• 
bene  ,  peiurcbè  non  era  se  min  da  dare 
inlfale  ,  un  di  innunti  11  molli  gli  diede 
una  tafl'ata.  /'.  nm.  21.  Onde  egli  e  i|iu, 
e  minacciando  a-'prrggiw,  E  di  talfale  l4>.\i 
mollo  ri)rle .  /ìuvn.  t'ii  r,  l^.  |.  n.  Che 
tu  por  farci  culle  suo  zan'.ilo  In  quello 
istante   rader   allo   indietro. 

ZAFFATACtllA.  J^ggivrat .  dt  Zaf- 
fata . 

ZAFFATO.  Add.  da  Zaffare.  Ltb . 
cur.  mnlatt.  Dee  rssrre  tenuto  in  %a«i  di 
vetro  ben  turati  e  tuAuti. 


Z  A  F 

f  ZAFFATURA  .  L'  azione  del  Maja- 
rej  e  la  Cota  colla  quale  si  toff'a  .  Lai. 
ohtttratio  .  Gr.  y^y.y/io;  .  Ltb.  ctir.  ma- 
iali. Tieni  il  liquore  m  vasi  ben  ser- 
rali e  lad'aii  ,  e  la  lalEatura  sia  di  lem- 
plice  fugherò  . 

•f  !?  ZAFFERÀ  .  Sorln  di  mistura  , 
di  cui  il  t'obalto  è  la  base,  e  serve  a 
tigiiere  il  \-etro  per  lo  più  dt  turchino  . 
Art.  l'etr.  yer.  i.  12.  La  latlera  ec.  si 
metta  in  una  caxia  di  ferro  a  ioGaramare 
nella  fornace  .  A  cap.  22.  Si  pigli  once 
sei  di  canierellu  calcinato  ,  e  preparato 
ec,  e  a  questo  canterello  calcìiialo  si  dia 
UD  quarto  di  zafferà  preparala.  (*) 

ZAFFERANATO.  Add,  tatto  con  in- 
fusione di  znjf'enino  ,  Che  t  di  color  di 
zafferano  . 

t  ZAFFERANO.  l'iUtU  di  color  roas», 
che  si  trovano  in  numero  di  tre  dentro 
al  f  ore  dt  una  cipolla  detta  Croco.  Lat. 
croci  st'imina  .  M.  Aldol-r.  P.  A.  18J. 
Zafferano  sì  v  caldo  e  umido  nel  primo 
grado  ,  e  sonne  di  due  niduierc:  1'  odo 
di  quello  che  cresce  in  giaidini ,  o  orto- 
ra  ;  e  1' altro  si  è  zafferano  orientale ,  ec. 
E  questo  colale  laQeraoo  si  ha  virtode  di 
conforlaie  la  fieholeixa  del  cuore  e  dello 
stomaco.  Burch.  1.  5.  £  se  OOQ  fiuse  U 
gruogo  e  1  ziàfferano,  Non  si  Irovena  mai 
saggina  in  piazza.  Bicett  ■  fior.  72.  Il 
laHeranu,  perche  è  multo  io  Uso  de' sani 
e  della  medicina  ,  debbe  essere  sincero  , 
dì  buona  qualità,  e  fresco.  /:  appresso: 
Il  zafferano  ,  ohe  ha  mescolali  certi  iori 
eialli  ,  si  conosce  ali*  odore,  e  raasticao- 
dolu  al  sapore  ,  e  non  tigne  del  colore 
del  buono  lafferano.  f-'ir.  As.  322.  Una 
pioggia  d'  odorifera  acqua  con  laiTerano 
mesi  oUta  . 

^  o-  Zafferano,  è  anche  il  nome  vol- 
gare di  due  specie  di  Gabbiani  .  Qnello 
che  in  Toscana  è  detto  Zafferano  ceneri- 
no e  il  {.abbiano  reale  j  l'altro  e  quel 
Gabbiano  che  in  alcuni  luoghi  d'  Italia  e 
chiamalo   t-avina.    /'.   GABB1A^0.  (Aj 

ZAFFE  riCA,  e  ZALFETICA.  Assa 
fetida.  Buon.  Pier.  3.  2.  12.  'li  gìurau 
grau   profumi ,  e   dan   laffelirj. 

•f  :.:  ZAFFIRETTO  Di'u  di  ZaJ/ir^. 
Chiabr  .  part.  2.  canz.  5ì.  All'  orecchie 
due  cerchietti  D*  ogni  odor  più  6a  ri- 
pieni ('ommettcaa  due  zaffìrelti  Come  cirl 
puio  sereni ,  E  la  gola  era  arricchita  Di 
più   d*  una   tnarghenla.  (A; 

'■f  ZAFFIRt»  .  i.emma  che  si  trucca 
alcuna  volta  dt  color  porfioriao  ,  e  dire- 
ct Zajfiro  maschio  j  altre  volte  di  color 
turchino ,  e  dicest  Ziajffìfo  Jentmina.  Quei' 
la  che  meno  Irn.ynaix,  ed  e  più  stmilr  al 
cielo  sereno,  e  più  stimala-  Lai.  sapphi- 
ras.  Gr.  'SOi.':x^npoi  .  ììoat.  Purg.  1. 
Dolce  color  d*  oncotal  lalliru  ec.  Agli 
occhi  miei  licomincio  diletto  .  /.  par- 
23.  Onde  si  curonuva  il  ttrl  zaffilo  .  Uri 
qual  il  (ivi  più  chiaio  »'  inzaffila  .  /imi. 
lii  :  Zaffilo  «  una  {Mctia  mollo  preziosa, 
di  color  eolosle-  l  clr.  crnaz.^^  2.  Mura 
eiau  d' aLbaslio,  e  tolto  d'uiu.  D'avo- 
rio uscio,  e  6uoslre  di  laffiro.  /  olg.  .1,'r.*. 
Ileiipe  porlo  bianche  dianmie  tre,  ftau- 
menli  di  zaffiri  ,  di  giacinti ,  di  bcitlli,  di 
gì  anali  ,  di  snioraUli  ec  Jib  /  lagg.  Il 
suo  lotto  è  adornalo  di  laflin  ,  e  la  let- 
tiera d'  oi«.  Cani.  Cam.  2^1-  Noi  «b- 
bi.im  plasme  .imetisle  e  turchine,  Zaffir  , 
lopaiii,  dia*  imi  e  grunati.  .Serti.  Slor.  3. 
108.  l'iotluie  oc.  i.)tlìri  mollo  chiarie  fi- 
ni -  /:,'  7.  2(J3.  Dodici  anella ,  oe*  quali 
fosser   legati  laftìri. 

9  ZAFFO.  Juraceiolo.  ì'érch,  SUr. 
10  327.  I  Pancialicbi  erano  ili  scroìoaii- 
do  ,  che  l'isloia  •'  a%r\a  a  spogliale  di 
lune  le  gras-r  e  veltuvaglie,  infiuo  a  ca- 
vare i  laffi  de'  luii ,  e  le  canoiUc  delle 
bolli .    Cirff     Cui*'     a.  45    Fu  proprio 


2  A  F 


come  ir.rre  il  "fi"  ^1  '■■>"•  Q"-'"'"  ^"■ 
cliclmo   ril.io    la    ipada.   Morg.   22.   101. 

Va  trailo  .1  «»«'"  •»""  '"  "''"",  •^°" 
J«.  Coli. ',2.  Aveado  sullo  quc.lu  luogo 
accomodalo  la  caol.na  .voUununc.,  .u  vul- 
U,  p«  caoali,  o  doccioni  che  dallo  .affo 
del  lino  ec.  a  duiUura  coinspoodiDO  so 
pra  il  coccbiuiue  delle  liolli. 

Ciri/?-  fW..  1.  2g  Lk  dove  era  1  .Laido 
co'Iuoi^ffi.  i.^r^o,..  2C.  A,loUo,  b.r. 
ro.  polUoniere  e  «affo.  /<«•>'•■  f,"''- ^•, l' 
«.Non  cicae.  eh- io  morissi  allo  speda- 
le.  Ma  mi  e.  affe..oDai  seu.a  aver  male  , 
Perch'  io  mi  ci  salv.n  già  dagli  lalli.  /.  -(• 
5.  3.  E  che   UsbigUJ  Zaffi,  l'.rr.,  f«"'- 

^''zAFFROSE.  Criiopo.  Lat.  cn.  (/...- 
,nus  ofl;c,n.n.,„.  M-  Aldobr.  I.  .N .  gB. 
Si  le  mescolate  eoo  alun.e  di  piume  e  cou 
un  poco  di  ps.lio  ,  e  dislemperalele  con 
unpoeod-atquadiollVone.  L,h.  cur. 
malati.    Lo   laffrone   ha    virtù   disoppda- 

"+  ZAGAGLIA.  Castone  lungo  dieci,  o 
dolci  p.ed. /errato  in  .ima  ^'"  •«^";;;f 
d'arme  m  alla,  da  n,n.,o.  e  ,la  Uro.  Alleg. 
20.  Se  fra  wgagUe  e  picche  Lo  posi,  co- 
me fan  le  genti  ricche  .  Segner.  Mann- 
Avr  17  2.  l'u  <:">'"  ""^  ^""  "  P 
squarciare  ,  come  GioaU.e  con  tre  «ga- 
glie  squarcio  quello  d'  Assalonne. 

*  ZAGAGLIATA.  (  o/po  d'  zagaglia. 
Jarch.  S,or.  11.  345.  Anguillollo  colpi- 
to d-  una  laga^liata  nel  petto  da  un  ca- 
valleggiere  ,  cadde  in  terra  seni  aver  ri- 
cevuto alno  danno.  IL) 

+  ZAGAGLIETTA  .  Dim.  d,  Zaga- 
glia. Bem:  Celi.  Ut.  l.  IJ2.  Stava  la 
!  fare  acconciare  trincee  cou  una  .aga- 
glielta  in  mano.  v  ;„;j 

ZAl^ETTO.  Vim.  di  Zaino.  Zihald. 
Andr.  Lo  tengono  riposto  in  qualche  zai- 
netto fatto  di  pelli. 

ZAINO  Susi.  Sacchetto  d,  pelle  col 
pelo,  che  i  pastori  portano  legato  dietro 
7lle  spalle.  Ar.  Fi.r.  .;.  32.  Un  suo  ca- 
pace  «ino  empiesseue  anco  Che  gli  pen- 
dea.comc  a  paslor  ,  dal  Eanco  .  .lUig- 
io.  Sconosciuto  slavei  ne  più  ne  nieoo, 
Z-b'ApollioecoUaino  i»  sulle  spalle  Sles- 
se fra  noi  guardando  le  cavalle.  /7.-o„ 
Pier  3  I  2.  I  "llan  co- forconi  Col 
faino  i  pastori.  *  Cor.  Long.  So/.  Bag. 
,  va',  tì  Imparando  dalla  pecora  amo- 
re.ole'na  e  compassione,  recatalasi  in  brac- 
cio, e  riposti  i  contrassegni  nel  laino,  si 

Tolse  ce.  l}ì'  ,  ,    n     -II.. 

*  ZAI.NO.  Add.  Term.  de'  Cabale- 
rizzi  .  Cavallo  baio  ,  sauro  ,  o  morello  , 
il  quale  in  nessuna  parte  del  corpo  non 
abbia    nes.<i,n  pelo  ,  0  segno   naturale  d, 

"TaIfETICA.    I.  ZAFFETICA. 

*  ZAMBECCnl.NO,  e  ZAMBECCO  . 
Sorta  di  naviglio,  detto  ancora  i'aa-bec- 
co.   f.  alla  ooce  STAMBECCO,  §.  (  ) 

•+  ZAMBEBLUCCO.  Sorta  di  oeste 
usata  per  lo  pi,',  da'  T„rch,eda'  Crec, 
la  quale  e  lunga  e  la,ga,  colle  maniche 
sirene,  e  in  ,ece  d,  baiero  ha  un  cap- 
puccio cosi  targo,  che  pai  coprire  la  te- 
sta, anche  quando  .1  ir  1/  (iir/.<.«(e.  lied. 
D,tir.  38.  Né  mai  nel  più  gran  ghiado 
„r  imbacucco  Nel  lambeilncco.  h  Annoi. 
iq3.  Zamberlucco  è  una  lunga  e  larga 
v«le  di  panno  colle  maniche  strette  ,  la 
quale  io  vece  di  bavero  ha  un  cappuccio 
cosi  largo  ,  che  può  coprire  la  lesta,  an- 
che   quando    vi    è    il    turbante    de    Tur- 

'  j'zAMBRA.  r.  A.  Camera.  \-^\.cu- 
hieulum.  Gr.  i.xr.aKT.'.v.  •'  Teseu^.  X 
qq.  Fecegli  dentro  al  palagio  abitare,  E 
1^  una  ricca  tambra  ritenere  Facendogli 
serrire  a  lor  piacere.  (IH  L  3-  7»    E^ 


Z  A  M 

alla  «ambia  del  signor  n' andava.  Per  lui 
servir,  se  nulla  bisognava,  llim.  ani.  Oi„lt. 
r  [t  Ove  sollauo  lu  corte.  Ove  poso  lu 
laiiibra.  E  altrove  :  O  quaudu  quando  di 
oiasnada  a  corte,  E  poi  da  coite  a  tam- 
l,ra,  amor  mio,  vegno  .  Fr.  lac.  J.  b. 
5.  2Q.  Di  margherite  e  perle  Sara  la  ve- 
ste  ornala  ,    La  .ambra  apparecchiata    «1 


Irapp 


e  baldacchino.  Cinf-    ("A'.  2 


38. 


E  giunto  io  .ambra  con  grato  saluto.  In 
pie  si  levò  presto  Alcaudiina.  /  ^  110. 
E  mise  il  primo  d"  cs.nì  tre  agnati  Da  b.is- 
so  nelle  .ambre  e  ne"  cortili  .llorg.  22. 
235  E  poi  mangiato,  in  una  ..uiibra  van- 
no. fJern.  Ori-  2.  28.  58.  11  He  la  .am!.|  a 
dentro  avea  serrata,  ChiTcompasno  alcun 
seco  non  vi  vuole,  i  3.  I.  l4-  E  nella 
.ambra  si  serro  soletto.  Tutto  di  sdegno 
ardendo,  e  di  dispetto. 

S  Zamhra  ,  diciamo  anche  ,1  Luogo  , 
ove  'si  1  a  del  corpo  j  che  anche  dinamo 
Cameretta.  Lat.  latrina.  Gr.  aj-sofeav  . 
Onde  Andare  a  zamhra  lale  Cacare  , 
.Imlar  del  corpo.  Lat.  egerere.  Gr.  =x»s- 
^-■iv  .  M.  Aldobr.  1  3.  Ma  quelli  che 
poco  r  usa,  si  lava  lo  stomaco,  e  il  la 
bene  andare  a  .ambra  .  /.  1-  y.  ^e  chi 
avrà  duro  ventre,  o  pieno,  che  uou  pò- 
tiàe  bene  andare  a  .ambra. 

ZAMBRACCA.  1  cmmuia  di  n.oado,  o 
file  ,  e  di  poco  pregio.  Lat.  miiliercula  . 
Gr.  •/>'■»'■""••  i"*-  2"-  "^'°"  1">'<";= '•"' . 
lo  fare,  che  ella  mi  piacesse,  siedi  10  lei 
non  lasciassi  per  ire  dietro  alle  lauti  ,  e 
alle  .anibracche,  e  alle  vili  e  alle  cittive 
femmine  .  E  212.  Né  io  andava  dietro 
alle  laiiibracchc.  Lor.  Med.  canz  JQ.  i- 
■tempre  fu  una  lambracea.  Col  suo  n.iso 
pien  di  mocci .  Cani.  Cam.  l63.  Come 
il  vaso  del  latte  è  lutto  pieno.  Colasi,  e 
ponsi  al  fuoco,  e  vuole  almeno  Due  pewe 
bianche,  benché  molle  sieno  Zambraccbe 


liaUCUe,    ,jcucuv 

che  non  han  tal  discrc.ione.  Lasc.  I  inz 
3.  3.  Mi  son  pur  voluta  raff-Laonare  un 
poco  :  che  volevi  tu ,  eh'  io  paressi  una 
lamhracca? 

ZAMOltACCACClA.  Feggiorat.  ,li  Zam- 
bracca.  Cecch.  Corr.  3.  2.  Cl.e  ti  par  for- 
se ai  favellar  con  qualche  lambraccaccia? 
All'g.  Guardaleveuc  pur,  pazza  gentac- 
cia ,"  Di   non   v'  imbettonir  di  zambrac- 

caccia. 

ZAMBKACCABE  .  Andare  alle  zam- 
brocche  .  Ir.  Cio,,l.  Irci.  B.  Perduta- 
mente s"  ingolfano  ,  e  lascivamente  lam- 
braccano  . 

ZAMBUCO.  Sambuco.  Lat.  sambncus. 
Gr  oit-r:  .  L,h.  cur.  malati.  BoUl  nel! 
olio  i  Bori  dello  .ambuco.  Menz.  sai.  li- 
Che  in  luogo  della  milra  ebbe  una  sec- 
chia ,  Ed  un  aamhuco  in  pasloral  suo 
bacolo  . 

ZAMPA  .     Piede   comunemente  d   ani- 
mai quadrupede  j   e  pur  si  disse^  d'ali,-! 
ammali  ancora.  Lat.  pes.  Gr.  :T!lv;.  '  olg. 
3les.   Conviensi  levare  le  zampe  a   gran- 
chi ,  e  poi  lavale  i  corpi  loio  con  acqua. 
D    Ciò.   Celi.   Vidilale,  che  l'orso  gli  die 
tale    della    zampa  ,  che   gli    scortico   lutto 
•1   capo.   Beni.    Ori.    1.  8.   68.   Or  d   una 
zampa  ed  or  dell'  altra    mena  Con    tanta 
furia,  che  si  vede  a  pena.    /?iirt/i.  2.  IS. 
E  '1  gallo,  come  accorto.  Te  '1  prese  col-  | 
le  zampe  pel  c.uffello.   Ar.   I  ur.  10.  84-  1 
Vedi  tra  due  unicorni  il  gran  leone.  Che 
la  spada  d'  argento  ha  nella  zampa    Buon. 
Eier   ^    2.  y.  Che    n  piazza  non   son   sla- 
to pur  richiesto  ,  S'  i'  son  1'  arruola  for- 
bice ,  O  sono  un  porla,  o  vendo  zampe, 

o  Uippa.  ,   ,      .        , 

8     ranto  va  la  gatta  al  lardo,  che  v, 

lascia  la  zampa,    f.   GATTO,  g.  XXIX. 

ZAMPARE.   Percuolere  colla  zampa. 

ZAMPATA  .    Colpo    di    zampa  .  Bern. 

Ori.  1.  8.67.  E  con  pili  furia  a  Rinaldo 

rivolta,  Con  la  man  alta  tira  una  zampala 


ZAM  17i>5 

«  ZAMPEGGIARE.  Calcar  colle  zam- 
pe .  Car.  Long.  Sof.  4.  I  cavalli  ec.  u 
siano  sciolti,  e  scapestratamente  correo- 
de.  ,  pascendo  e  zampeggiando,  gli  abbia- 
mo   a  questa  guisa  svettati.  (.^Inij 

ZVMPliTTA.  Pim.  di  Zampa.  Morg. 
l3.  61.  Disse  n  Pagano:  egli  è  pa«o  e 
lunatico  ,  E  so  quel  che  sa  lar  eoo  la 
zaoqietta  . 

ZAMPETTARE  Cominciare  a  muo- 
ver 'le  zampe.  Alleg.  271.  Che  zampet- 
tando ancor  non  vanno  alla  panca.  ìlalm. 
6  18.  Pur  via  zampetta,  e  fatto  del  cuor 
ro.  ea  ,  Va  calcando  la  sUada  alla  sicura. 
ZAMPETTO  .  Pilli,  di  Zampa  .  Lib. 
cur  malati.  Alcuni  vi  mettono  il  gras- 
sume bianco  cavato  dalli  zampetti  de  ca- 
stroni e  delle  berbici. 

Z-VMPILLANTE.  Che  zampilla.  Lsp. 
l  un--.  Tutto  bagnalo  di  sangue  larga- 
meuìe  .ampillanle  dalle  vene. 

ZAMPILLARE.  Cscir  per  zampilli  . 
Lat.  piosiliie.  Gr.  UTzr.Sa-J  .  liane 
Sacli.  nov.  70.  Danno  su  per  la  scala 
dietro  a' porci  l'a  dove  il  ""B"»  P'''  1"'- 
10  zampillava  .  X'oig.  19-  45-  Vede  Bel- 
iram,  che  si  cerca  lu  bocca,  E  1  sangue 
che  di  fuor  giii  .ampillava.  I- ir  ■  As. 
274.  Vi  nacque  un  grandissimo  fonte  d. 
sangue,  e  perciocché  egli  zampillav-a  ali  aria 
ben  ..Ito  ,  molte  gocciole  ne  caddero  in 
sulla  tavola.  Poliz.  si.  1.  81.  L  acqua  da 
viva  pomice  zampilla. 

ZAMPILLETTO  .  Piccolo  zampillo  . 
Vo,..  ani.  g.  2.  2.  .Sotto  una  pergoletta 
d,  ■  el>,.mini,  in  mezzo  della  quale  surgea 
nno"  .aiopaletto  d'  acqua  viva,  una  lavo  a 
fu  ordinata.  Tass.  Cer.  l5.  55  E  da 
una  larga  vena  e  con  ben  mille  ZampU- 
lelti  spruzzar  1'  erbe  di  sulle. 

e  ler  .sorta  di  easo  di  vetro  da  be- 
re  ReJ.  Ditir.  l^.  Caral6ni,  Buffonc.ni, 
ZampiUetti  e  borbotlini  Soo  trastulli  da 
bambini.  „  j^ 

ZAMPI LLl'O  .  Lo  zampillare.  Lsp. 
p-ang.  Per  lo  continuo  zampillio  del  san- 

^"•-  ZAMPILLO.  Sottil/ilo  d- acqua,  o 
d'  altro  liquore,  che  schizza  /uori  da  pic- 
colo e  anale  HO,  ovvero  Schizzo  d' acqua,  o 
.:,  simili  liquori.  Lai.  aqiia  e  sipUimculo 
I  ,  r-  /  12  t  i5.  L  acqua  chiara 
exiliens.  G.  I  .   12.  l-    '•'.^      t  „    . 

sur-ea  d'  abisso  con  grandi  zampilli.  Bed. 
/  ,^  nai  8c>  Quando  il  cervo  ha  le  corna 
tenere,  se  gli  siono  tagliate  ec,  ne  spic- 
cia Il  sangue  in  zampilli.  Burck.  I.  q3. 
E  Bacco  fé  nel  Po  mdle  zampd  1.  -.-  if 
celi  Jp.  229.  Spessu  iiTigherai  le  lor  ra- 
dici'. Prendendo  un  vaso  di  tenace  creta. 
Forato  a  guisa  d'  «n  minuto  cribro  Che 
i  Greci  antichi  nomin'ar  Clepsjdra  Per 
cui   si  veisau  fuor    mille  zampilli.  _[/-^ 

ZAMP1^0.  Dim.  di  7.a,npa .  :•  Lar. 
Long.  Sof  60.  E  quando  la  bestia  alza- 
va uno  zampino  ,  egli  ritirava  una    gam- 

'%'.' Tanto  va  la  galla  al  lardo,  che  vi 
lascia  lo  zampino;  prove,  b.  che  vale,  che 
I  delilli  reiterali  sono  finalmente  puniti. 
Lat.  qui  penculum  amai ,  peni  m  .>"">; 
Gr./:<V-^"'  '='  'VvJuvoyv  «UT^i 
=-a^E«-Ta..  /.GATTO,  g.  XXIX. 
''  •+  ZAMPINO,  yome  che  gli  uomini 
i  della  montagna  d,  Pistoia  danno  ad  una 
specie  d,  pino  saLat.co,  altrimenti  de  lo 

liceo.   Lat.  piccapinus.   Piceli,    l  lor.  ^2. 

Adulterasi  colla  corteccia  della  picea,  det- 
'  ta  volgarmente  dagli  uomo»    della  moo- 

lagna  di  Pistoia  zampino. 
1      "zampogna.   Sampogna.   L'"-  {^J"''- 
'  Gr.  rJ.iyv  C:  9    77    '^-  Dee  il  gu«- 

dalor  de-  porci  avvcar  le  troie  si  ,  che 
!  raccTaoo  oUi  cosa  al  verso  della  zampo- 
'  .ma.    Poliz.  SI.   I.    116.   Tra  1  piedi  ha   l 

?ane,  e  sollo '1  braccio  tace  l'na  zampo- 
-na  ben  di  cento  canne.  Alam.  Cir.    1. 


1796 
■  Poi    destai 


Z  A  M 


lo  selve  Ira  i  pastori 
Zampogne  incullr  e  sctiiplicctte  avene  . 
Serti.  Star.  x.  [^i.  Come  pastorali  tam- 
pogDc  cantavano  e  rarolavaiio  .  Demelr. 
Segit.  78.  Dove  col  ilistcndersi  nel  dire  e 
coir  allungarsi  par  che  egli  imiti  il  suono 
della  zaiiipugoa  con  leggiadria  .  ^tllcg . 
23l.   E   ià  hordoue  alla  zampogna  mia. 

*  §.  Zampogna,  iliiesi  anilic  ni  can- 
nello animcllnto  ,  con  cui  fi  ,là  il  fiato 
alle  cornamuse,  e  agli  oboi'.   fA) 

7.AMP0G.NAHE.  Sonar  la  zampogna. 
Fr.  Cloni.  Preti.  /!.  I  pastori,  che  dol- 
cemeulc  zampognavano.  Morg.  7.  ij.  Pr;. 
ma  pensò  d'  appiicargli  un  siisorno  Al  ca 
pò,  e  dir  eh'  al  suo  modo  zampogni  (ani 
Uguralam.  j. 

t  ZAMPOG.VATORE.  Nerbai,  masc. 
Cile,  o   C'bi  zampogaa. 

ZAMPOG.nfETTA  .  nini,  di  Zampo- 
gna .  Morg.  28.  l38.  lo  me  ne  vo  pe' 
l)osclii  puro  e  soni  Con  la  mia  zampo 
gnctta,  che  pur  suona. 

*  ZAMPOGNI.NO  .  Dim.  di  Zampo, 
gna.  Znmpognetla.  Pale.  ììriail.  Al  tem- 
po e  'I  suon  del  dolce  zampognino  Per 
più  d' un'ora  intorno  al  Tonte  danzano.  (.-Ij 

ZANA.  Cesta  ot'ata,  intessnta  eli  sot- 
tili strisce  di  legno  ,  che  .terre  per  por- 
tare e  t<-nerin  dentro  diverse  cose-  Ceccli. 
Corr.  prol.  Come  son  celli  boriosi,  che 
hramano  Di  mostrar  quelle  helle  zane  al 
popolo  .  Fir.  nOi:  8.  3oO.  Dicevan  che 
torrehijon  la  spera  d'  in  sulle  zane  .  I\ 
appresso  .-  Credete  voi  che  le  cose  sien 
legate  in  sulle  zane?  /inon.  Fier.  2.  I. 
l3.  Zane,  vasi,  orciun',  faulelli  /;'  2  3. 
12.  O  belle  zane  D'  aranci  e  di  ce<lrali  e 
di  lumie,  ^falm.  3.  ."ig.  Una  zana  è  il  suo 
scudo,  e  nell'  armata  Conduce  tutta  Nor- 
cia e  la  vallata. 

§.  1 .  Zana,  si  dice  anche  la  Ccst.i  me- 
desima fermata  su  due  legni  a  guisa  d' 
arcioni ,  entrofi  un  picciolo  lelticciuolo 
che  serte  per  culla,  farch.  Star.  i5 
01.^.  1  Pauciatichi  avevano  insieme  più 
di  mille  armati,  e  ogni  giorno  asfaltava- 
no ora  questo  cislcllc  ed  ora  quella  vdla, 
ammazzando  tutti  gli  uomini  sino  a'I.am-' 
Itìni  nelle  zane. 

§■  II.  Za  la  ,  figur.itnni.  per  Inganno  . 
yov.  ant.  lOI.  Non  pensando  che  ella 
fosse  zana ,  siccome  era. 

■è  %-  HI.  Onde  Appiccar  zana,  vale 
Ingannire.  ...Voi',  ant.  tot.  Ha  e:;li 
appiccala  zana  veruna  a  Firenze,  cme 
qua  ■»  T  (C) 

S  S-  IV.  Appiccare  zane,  vale  lo  stesso 
che  Appiccar  sonagli ,  cioè  Attribuire  a 
uno  cose  biasimevoli.  Pataff".  6  Un  car- 
dcllctto  egli  e  ,  eh"  appicca  zane 

,*ì.  V.  Zana  ,  per  Zanninolo.  Ceccb. 
.Veri'iV.  Che  voi  mandiate  un  zana,  e  non 
andiate  Aggiraod.i.  /;,r,i,i.  /.',,,  a.  I.  6. 
lo  mando  un  zana  a  'nsegnarlo  la  zecca. 

*  S-  VI.  Zo/ir,  dtconsl  l'erti  inni  in 
forma  cii  colare,  lasciati  dagli  Architetti 
per  ornamento  delle  fabbri,  he,  o  per  col- 
ioiarr  in  essi  o  tavole  dipint  ,  o  staine, 
Jìaldin.    l  oc.    Vii.  lAj 

•e  g.  VII.  Zone,  diconsi  nelle  pr.itcrte 
Quei  luoghi  cornavi,  in  cui  si  aduna  /' 
acijua  nell'  inverno,  V  che  si  secca  al  pri- 
mo callo.   (Al 

t  ZANAIUOLO.  Colui  che  prezzo'alo 
provvede  e  porla  nllrui  colla  tana  robe 
per  lo  pili  da  mangiair  l.asc.  Spir.  li. 
6.  Il  zanaiu.il  vale  oro  Salv.  .''pia.  5  8. 
lo  ne  voglio  domandar  questo  lanaiuolo 
l.asc.  rini.  1.  7.6S.  Vada  il  hordel  Nar- 
ciso, E  naiconilasi  Croco,  Per.  hi)  I'  un 
lanaiuolo  ,  e  1'  altro  cuoco  ,  Pancld.on 
presso  a  quello  Che  più  della  lielleua  è 
vago   e   hello. 

/.ANATA.  Quanlil'i  di  ehttchriiin,  che 
entri  e  empia  una  zana. 


z  k  a 

ZAMCA.  Gamba.  Lai.  tibia.  Gr.  «v 'jin. 
lìant.  Inf.  19.  Mi  giunse  al  rollo  Di  quei 
che  si  piangeva  colla  zanca.    A'  34.    Volsi 


gli   avea  le  zanche  .   Frane. 


la  tosta 

.SVirc/(  noe.  208  &'  avviso  colli  denti  Iron. 
care  quella  zanca,  la  quale  cosi  forte  mo- 
lestava la  donna  Iqiii  per  similit.,ed  in 
tende  di  una  delle  horclie  del  granchio  ). 
h  rini.  68.  E  '1  se, tir  bianco  non  rileva 
un  frullo,  .Se  "1  cuore  è  nero,  ed  è  torta 
la  zanca.  Buon.  Tane.  5.  5.  Chi  v  ha 
portati  qui?   C.  le  nostre  zanche. 

*t  *  g .  Zanca,  per  liipiegatura  o  Parte 
ripiegata  delV  eilremiti  di  una  levn  ,  di 
una  asta  ,  o  simile  islrumento  .  Calli. 
Framm.  Par.  voi.  3.  pag.  38.  Sicché 
spingendo  1'  asta  maggiore  A  D  verso  A 
F,  hi  zanca  A  E  venga  a  urtare  col  ler- 
mine  E  in  un  rampino  G  ,  dal  quale  pen- 
da il  peso  P  da  esser  alzato;  il  qual  peso 
ec.  /■:  3g.  Por  essersi  posto  il  braccio  A 
B  quintuplo  in  lunghezza  della  zanca  A 
1^  ,  I'  urto  dunque  del   peso   P   ce.  fA/ 

'f  *  ZANCATO.  Adi.  Ripiegato  da  un 
capo.  Galli.  Framm.  Par.  voi.  3  pag.  38. 
Per  più  chiara  esplicazione  slel  mio  con- 
cetto fi^juro  questa  D  A  E  esser  una  le- 
va zancata  sospesa  nel  punto  A  ,  dove 
intorno  ad  un  asse  ee.  F  44  Voglio  che 
trattiamo  d'una  siinii  tromba,  la  quale 
I.ivori  coir  istessa  lesa  zancata,  privata  e 
libera  dalle  quattrocento  libbre  del  pen- 
dolo,  ec.    fA^ 

■'  ZANELLA  .  Così  chiamasi  in  To 
sc.inn  Ciascun  di  que'  luoghi  concavi 
fatti  a  Iraver.to  delle  strade  nfflnchi:  esse 
più  /'ncilnienU  si  scolino ,  detti  anche 
/liscine/fui.   fCj 

■é  ZANGOLA.  Term.  de'  Contadini  e 
dei  Pattori.  Quella  specie  di  secchia,  ia 
cui  si  dibatte  il  latte  per  fare  il  bur- 
ro. (.1) 

ZANNA.  S.inna.  Lai.  sauna.  Or.  y)-:v'':. 
Pal.ijf.  6.  Carne  di  lupo  la  zanna  del  ca- 
ne. (Ai,/.  Metani.  E  cru.lele  diri<ioe  le 
due  zanno,  l'oliz.  st.  1.  86.  P,en  di  san- 
guigna spuma  il  cinghiai  bolle.  Lo  larghe 
zanne  arruola,  e  '1  gufo  serra,  rjcrn.  rim. 
I.  5.  E  v' adopraron  le  zanne  e  gli  arti- 
gli. Ar.  Fur.  3g.  52  Chi  ha  vi,lo  toro , 
a  cui  si  dia  la  caccia,  E  che  all'orec.  hie 
abbia  le  zanne  Bere,  Correr  mugghiando, 
e  trarre  ovunque  corre  1  cani  seco,  e  non 
potersi  sciorre  .  Mnlni.  7.  5^.  Zanne  ha 
di   porco,  e  naso  di  civetta. 

*t  *  §■  '-'"'•  •''  zanna.  Term  dr' Met- 
tilori  .  Zannare  ,  lìrunire  ,  Assnnnaie  . 
Maini.  2.  6\.  Però  che  a  guisa  pni  di 
mettiloro  Vole>a  dar  di  zanna  al  suo  la- 
voro /  qui  e  detto  seberzevolnienle  ,  e  ,«" 
intetut'-  Il  naturale  adoperar  dei  ileati 
che  e   Mangiare).  (A) 

•f  '  ZANNARE.  Adoperar  la  zanna, 
Lisciar  Colin  zanna  l'  oro  ,  l'  argento  , 
ec.  Min.  Mnhn.  11.5.  Quoti  (  nietlilori', 
por  brunire,  o  dare  il  lustro  ai  loio  la 
vori  ,  si  servono  dei  denti  più  lunghi ,  o 
diciamo  maestre  di  cane  ,  di  lupo  ,  o  di 
altro  animale  simile  ec.  ,  e  tal  lavorare 
dicono  zannare,  o  dar  di  zanna.   -.4) 

t  ZANNATA,  azione,  0  Cosa  da  zan- 
ni .  lìaon  Fier.  3.  4.  .'j.  Se  tu  credes- 
si,  stollo.  Queste  tannale  a  quel  Ino  In.  ■ 
chieraio.  'e  Bellin.  l'tse.  1.  l.'il.  Vi  so 
pregare  a  compiacervi  di  slare  a  sentire 
le  mie  ragioni ,  e  far  conio  d"  es.ere  a 
qualche  commedia  a  sentir  le  fioltule  di 
quali  he  servo  s' iorro,  e  passare  il  tempo 
e  divertirsi  con  le  «annate  di  lui.  /\  l'u). 
Non  son  baie  no,  ni?  zannate  allrimeitli  j 
elle  son  delle  solile  nianil'alture  dell'  in- 
gegneria dell'  Altissimo,  che  fanno  strase- 
colare  purché  si  badino    fi') 

*  ZANNE.SCO  /#,/,/.  II.,  zanni.  Dav. 
Perd.  rioq  rap.  ,35  Ma  oggi  1  noslii 
giovani  vanno  a  questi  Rctioriri  Maneschi 


Z  A  N 

(il  lai.  ha;  lleducuntur  in  scena»  scola- 
sticorum,  qui   Rhetoros  vocantur  )-   (y) 

•f  *  ZA.N.NETTO.  Lo  stesso  che  Zan- 
ni, .■irleccbiiio,  ìiuffoncello  in  commedia. 
Iliton.  Fier.  2.  3.  ji.  Con  quel  vestire 
a  scacchi ,  A  lune  ,  a  grdli  ,  a  zanoelti  , 
a  bertucce.  (A) 

t  ZANNI.  Personaggio  ridicolo  di  com- 
media, detto  più  comunemente  .arlecchino  . 
Tac.  Dav.  Post.  ^So  Mattaccini,  o  zanni, 
o  ciccantoni,  che,  come  gb  antichi  Osci  e 
Atellaui,  ancora  oggi  con  gofEssima  lin- 
gua bergamasca  ,  o  norcina  ,  e  eoo  detti 
e  gesti  sporchi  e  novissimi  ec.  fanno  aite 
del  far  ridere,  e  corrompere  la  gioventù. 
Cant.  Carn.  ^62.  E  zanni  tutti  siamo  , 
Recitatori  cicellcnti  e  peifelli.  K  ^63.  Di 
grazia  udite  un  po'  che  ciarleria  Insieme 
fanno  que'  valenti  zanni,  llemetr.  Segn. 
67.  Ma  tali  cose  hanno  più  del  zanni,  e 
son  disoneste.  /  arch.  Frcol.  328.  lo  non 
voglio  por  qui  gli  esempli  d' alcuni  com- 
ponimenti ec.  per  non  parere  di  voler 
contraffare  in  cosa  non  necessaria  i  zan- 
ni. .Mnlm.  2  46.  L' andare  il  giorno  in 
piazza  a'  burattini  Ed  agli  zanni  furon  le 
lor  gite. 

ZANNUTO.  Add.  Che  ha  grandi  zan 
ne.  Ciriff.  Calv.  2.  !^'^.  Zannuto  più,  che 
mai   verro  ,  o  cinghiale  .   lluon.    Fier.    \. 

1.  7.  Traiti  dal  volto  quel  teschio  zan- 
nuto. :;:  Cnr.  En.  I.  517.  O  che  gli  o- 
meri  vesta  d'una  pelle  Di  cervier  macu- 
lato, o  che  gridando  D'  un  zannuto  cignal 
segua  la  traccia.   IFP, 

•:=  ZANZALA.  /'.  A  Zanzara.  Ca.  ale. 
F.spos.  .\imb.  var.  lez.  I-  3gO-  lo  cosi 
veggio  Dio  ammli  abile  e  laudabile  nella 
formica,  come  nell'  elefante,  e  cosi  nella 
zansala,  come  nel  cammello.   (I  )  Burch. 

2.  28.  Cimici  e  pulci  con  molli  pidocchi 
Ebbi  nel  letto  ,  e  al   viso  zanzale    (C) 

't  J  ZANZARA,  e  ZENZARA.  Term. 
ite'  .\at.  Animaletto  piccolissimo  volali, 
le  ,  che  è  molestissimo  nella  notu  a  chi 
dorme,  succhiando  il  sangue,  e  lasciando 
il  .tegno  ovunque  punge  con  un  suo  acu- 
tissimo pungi-Aione.  Lat.  culex.  Cr.  xm- 
v'jj'^.  Dant.  Inf.  26.  Come  la  mosca  ce- 
de alla  «atizara  .  Lab.  202.  Se  per  forte 
disavventura  una  zcnzara  si  fowe  per  la 
casa  udita  ,  checche  ora  si  fosse  stata  di 
ntitlc  ,  convenia  che  '1  fante,  0  la  ranle, 
o  tutta  l'altra  famiglia  si  levasse,  e  co' 
lumi  in  mano  si  inetleano  alla  'ocbesta 
della  malvagia  e  perfida  zenzara-  Vii.  SS. 
Pad.  2  2.')  Marasiglioini  che  tu.  uomo 
di  lauta  prudeuzia.  Il  dolghi  di  non  avere 
quel  lume  che  hanno  le  inuscbe  e  le  for- 
miche e  le  teuaare  .  Car.  Mail.  son.  3. 
Apposta,  che  sirn  lutti  in  una  frotta  Le 
zanzare  e  le  lucciole  e  i  mosconi,  /'urch 
1-  ]05.  eh' eran  dalle  zanzaie  stali  rut- 
ti. Illeg.  8y.  Quasi  noltuina  e  magherà 
laniaia.  Lo  iiiinaccia  e  1'  assale,  fted.  /-Isp 
noi  8i>.  .Non  solainenle  le  mosche  ,  ma 
le  lansare  ,  i  tafani  ,  ed  altri  simil 
prontissimi  insetti  che  volano  Tats. 
Una  zenzara  zufolava  intorno  Per  quel- 
la dolre  riva.  /■.'  appresto  ;  Qur>ta  lieve 
leniara  Quanto  ha  solle  mijiorc  Della 
farfalla  ? 

S  Mellere  una  zanzara  arila  letta  , 
Ugnralam  vale  Pire  altrui  casa  chi  il 
tengn  in  cvnftì  siane  .  o  Jia  da  pensare  . 
lai.  .tcrupnlum  nlinn  laitiere.  Lasc.  Si- 
bili, fi.  II.  Tu  m'hai  messo  una  aanaara 
nella  lesta,  che  mi  fa  dubitare  di  quello 
impiccalo   di    Flllignu. 

ZANZARETTA  ,  e    ZENZAllETTA 
Pini,  di    Zanzara,  e  Z-nzara.    fase.  rim. 
Tal    icnzaretta     Aera     Zufola     inlucno  ,    e 
vola  . 

t  ZANZARIEnE,  e    7.|v 1 

./mese  fallo  di  tottdissm, 
reale  con  chi  si  cuoprt  «  1. 


m* 

rim . 


i 


Z  A  N 

per  ttifendcrsi  dalle  zanzare .  Lai.  cono- 
ptrum,  C,T.  JtbJvwT^rov-  ='=  Sangall.  /-j/». 
Zanz-  20-  Contro  \v  quali  (  zanZtrre )  uà 
l>cl  riparo  mi  seniluj  qut^-llo  solo  eH  uni- 
rò ,  che  fu  riln.>vatu  ^nlicamentr'  tlj"  pc- 
icatori  dell"  EgiUo,  cioè  a  dire  un  buono 
cjuurierc  ,  che  pcrlelLinicute  circondi  il 
Ietto.   CO 

f?  ZA>ZÀR1NA  .  Dim.  di  Zanzara  . 
l'rvnz.  cap.  caparb.  Rontaavi  mucuriue, 
e  moschcriiii  ;  Sunvi  lumache  ,  e  ceulo- 
gamhi,  e  anche  Di  Saol*  Anton  que'  freddi 
Porcellini.   (C) 

:?  ZANZAnONE  .  Jcerescit.  di  Zan- 
zara ;  Zanzara  grossa  .  Sangafl .  Esp  . 
Zanz,  18.  Se  quei  zanzaroni  coìì  grassi  , 
che  ronzano  per  le  boscaglie  sicn  così 
grandi,  perchè  sìeno  d'  una  quarta  razza, 
o  pure  siano  tali,  perchè  abbiano  avuto  il 
nascimento  da*  ^ ermi  più  grandi,  io  non 
saprei  dirlo.   (C) 

ZA.NZAVEBATA.  Saporetto»  Salsa,  e 
simili,  per  condimento  di  vi^-andc.  l'tircli. 
l.  45.  Zaozaverala  di  peducci  fiilli. 

ZANZERO.  GiOi-ane  da  so/lazzo.  Lai. 
cina'dus  .  Gr.  xi'vatoo?  .  Bocc.  nov.  88- 
6.  Che  vi  piaccia  d'  arrubinargli  questo 
fiasco  del  voslro  buon  vin  vermiglio,  che 
si  vuole  alquanto  sollazzar  con  suoi  zan- 
«eri.  E  ntim.  q.  Che  arrubinamenti  e  che 
zanzeri  mi  mandi  tu  dicendo  a  me  f 

■f  ZAPPA.  Strumento  di  ferro  Inrgo  e 
ricurvo,  e  con  manico  di  l'gno,  col  qua- 
le si  lavora  la  terra,  tirandola  a  se.  Lai. 
ligo.  Gr.  ^i'/eXÌt:.  L'occ.  now  21.  2.  Sono 
aocota  di  quegli  assai,  che  credono  trop- 
po bene  che  la  zappa  ,  e  la  vanga  ,  e  le 
grosse  vivande,  e  i  disagi  tolgano  óA  (ulto 
a'  lavoratori  della  terra  i  concupiscevol» 
appetiti.  E  iium.  5.  Mi  toglieva  la  zappa 
di  mano,  e  diceva  :  questo  non  istà  bene. 
Dani.  Coni-.  65.  Sarebbe  biasimevole  o- 
pcrazione  fare  una  zuppa  d' una  bella  spa- 
da. (';.  2.  20.  3.  Le  zolle  tulle  ai  deb- 
bono con  martelli  ,  e  zappe  dissipare  e 
roD^perc  .  jirrig  .  58.  Vienti  fastidio  di 
volgere  I.1  terra  coli' aspre  zappe?  f'crn. 
Ori.  l.  25.  6-  Or  dfir  ingegno  ognun  la 
zappa  pigli ,  E  studii  ,  k  s'  aSaticbi ,  e  s* 
assottigli  (  ffiii  per  mrtaf.).  Soder.  Colt. 
17.  Si  dee  quivi  tutto  con  la  za|ipa  ,  o 
vanga  minuzzare  ,  e  prestamente  rilavo 
rare . 

*  S-  *•  Zappa  ,  sì  dice  anche  Quell* 
istrumento  di  ferro  col  quale  gli  zappa- 
tori scavano  le  trincee  e  gli  approcci  per 
accostarti  al  nemico  senza  ofjvsa.  Giiicc. 
Stor.  Disegnando  con  numero  grandissi- 
mo di  guastatori  accostarsi  alle  hioceee 
bastioni  loro,  e  con  la  forza  delle  zappe, 
più  che  coir  armi  insignorirsene.  fCj 

#  §.  11.  Zappa,  dicesi  anche  li  lavoro 
stesso  che  si  fa  zappando.    Gnlil.    Tratt. 

fort.  44-  Air  offesa  della  zappa,  quando  'I 
nemico  avrà  coniincialo  a  porla  in  opra  , 
non  pare  vi  resti  quasi  allio  rimedio,  che 
i  tiri  che  ficcano.  E  appresso  .-  L'oflesa 
della  zappa  non  si  può  usare,  se  non  da 
virino,  (f'j 

ZAPPADORE.  /  .  ZAPPATORE. 
ZAPPARE,  lavorar  la  terra  colla 
stppa.  hùl.  fodere.  Gr.  Of  vTTatv  .  /iocc 
no*.  3l.  23.  Molli  di  quegli  che  la  terra 
zappano  ,  e  ^uardao  le  pecore  ,  giìi  rìc- 
chisj>imì  furono.  /;\p.  I  ang.  Guardandosi 
da  zappare,  e  da  vangare,  e  da  tessere, 
e  da  filare,  e  da  cucire.  Dant.  Conv.ni. 
Volete  sapere  ,  filandu  e  zapj  andò  ,  ciò 
che  Iddio  con  tanta  prudenza  ha  ordi- 
nalo (  così  ne'  testi  a  penna  )  7  Jiuon. 
Tane.  2.  5.  Purché  la  terra  .sia  lagora- 
tia.  So  come  ella  sì  vanga,  z^ppa  e  feude. 
E  l^.  2.  E  cittadino  ,  e  noi  zappiam  la 
terra.  Seder.  Colt.  ^0-  Diasi  loro  del  li 
lame  stagionalo,  potando  corto,  zappan- 
do ,  e  sp.impinjndole  spesso. 


Z  A  P 

^  §.  I.  Zappare,  vale  anche  Far  opera 
con  la  Zappa  di  abhattere  i  fondamenti  di 
un  edifzio,  di  un  bastione,  o  simili j  Rovi- 
nare. Lat.  subruere.  Gr.  /.y.TopjTT  Eiv. 
Tac.  Dai-.  .4nn.  l3  174-  Fece  dell'  eser- 
I  cito  iiuallro  parti:  una  sotto  le  tesludiiii  a 
I  zappar  le  trincee  :  altre  a  scalar  le  mura  : 
molti  a  lanciar  fuochi  e  freccia  con  in- 
strumenti.  ♦  Cai.  Tratt.  fort.  l^\.  Il  si- 
mile farauno  ancora  nella  cortina,  quando 
il  nemico  venisse  per  zappai  la.   \  Pe) 

g.  II.  Zoppare  ,  per  similil.  ,  si  di- 
ce del  Eercuoteiv  la  terra  colla  zampa  . 
Per».  Ori.  2.  4-  4'-  Mugghiando  esce  e 
zappando  alla  battaglia  ,  E  ferro  e  fuoco 
con  la  fronte  squassa  .  ^  ^tng,  Ji/et.  2. 
58.  Intanto  Eto  e  Piroo  e  gli  altri  au- 
gelli Che  senton  della  sferz.i  il  moto  e  il 
vento  ,  Si  muovon  ,  si  raccolgon  ,  si  fan 
belli,  £  co'  pie  zappan  lutto  il  pavimen- 
lo.   (DJ 

§.  III.  Zappare  in  rena,  o  in  acqua, 
Jìguratnw.  vale  Operare  inutilmente,  .-If- 
fatiiarsi  in  vano.  Lai.  in  arena  serere , 
frustra  laborare  .  Gr.  jj.y.'a.io~o-ji\'/  . 
ylmbr.  Eurt.  4-  3  1-  Ben  mi  sapea  che 
'1  cercar  di  questo  maUa^io  era  un  zap- 
pare in  rena.  •'.=  Lnsc.  Ccn.  voi.  3-  3. 
La  seconda  cagione  è,  perchè  le  persone 
non  possin  dire  che  io  faccia  come  mol- 
ti, che  molte  composizioni  a  molli  molte 
^olle  indirizzino,  aspettandone  premio  e 
mercede  ec.  ,  ma  «masi  sempre  zappano 
in   acqua,  e  fondono  in  reiìa.  (£j 

g.  IV.  Zappare,  per  simtlit.  ,  si  dice 
di  Chi  suona  male,  e  con  poca  maestria 
il  cembalo  ,  la  .spinetta  ,  e  simili  stru- 
menti  .  Maini.  2.  52.  Kannaccio  inlaato 
sopra  la  spinetta  S'  era  messo  a  zappar 
la  Spagnoletta. 

^  ZAPPATA.  Colpo  di  zappa,  a  La- 
voro fatto  colla  zappa  .  Soder.  Colt.  \g. 
Ne'  luoghi  arennsi  e  deboli  si  lavorino 
(le  viti;  avanti  piova  ,  perchè  succino  poi 
meglio  r  acqua,  e  due  vangale,  o  zappale 
basta  loro.  (£) 

*  ZAPPATEllRA.  Colui  che  zappa  la 
terra.  j4llegr .  2^7.  Infra  gli  altri  puri 
zappaterra  ,  che  la  posseggon  pel  verso  , 
uno  è  quel  mio  celebre  Parri  da  l'ozzola- 
lico.    (I  J 

ZAPPATO.  Jdd.  da  Zuppate.  Lat. 
fossus  . 

f  ZAPPATORE,  e  ZAPPADORE.  Ver. 
bai.  niasc.  Che,  o  Chi  zappa.  l.al.  fos- 
sor.  Gr.  ct/£>iiTy;?.  tib.  Jwor.  9.  Se 
amore  l.il  modo  tenesse  ,  ciascuno  uo- 
mo, e  villano,  e  zappator  di  terra,  e  po- 
vero mendico  ,  e  qual  fosse  ,  potrebbe 
Io  amore  della  reina  acquistare,  l  etr, 
canz.  g.  2.  L'avaro  zappador  1*  arme  ri- 
prende. Era  ne .  Sacch .  rim.  7.  Rivolto 
aveva  il  zappator  la  terra  ,  E  poi  risec- 
ca era  sul  duro  colle.  j4lam .  Colt.  x. 
12.  L'inviltu  zappator  l'arme  riprenda. 
Poliz .  st.  1.  54.  Già  il  rozzo  zappaior 
del  campo  sgombra,  E  già  dall'  alle  ville 
il  fumo  esala. 

'''  §  Zappatore,  dicesi  anche  Una  spe- 
cie di  soldato  che  serve  principalmente 
per  zappare  .  (al.  Tratt.  fort.  44-  A- 
vendo  1"  inimico  iuroniincialo  a  penetrar 
dentro  alla  muraglia,  ec.  le  cannonieie 
ec.  ficcheranno  nelle  aperture,  e  facendo 
schizzar  le  pietre  ,  molesteranno  e  scac- 
cieranno  ì   zappatori.    ( I  ej 

ZAPPATORELLO  .  Dim.  di  Zappa- 
tore . 

•■^-  ZAPPATURA.  Terni  degli  yjgri- 
coltori.  Jl  zappare,  e  II  tempo  in  cui  si 
Z'ppn.   (J, 

ZAPPETTA.  Dim.  di  Zappa.  Stor. 
J'(crb.  Avendovi  trovalo  una  zappetta  e 
una  vai. goccia. 

ZAPPETTARE  .  Leggiermente  zappa- 
re .    Cr    5     19.    9     Questo    arbore   ec.   sì 


Z   A   P 


1:97 


dee  spesso  zappettare  ,  e  ingrassare  con 
abbondanza  di  letame  .  J^av.  Colt.  190. 
Acciocché  il  fuoco  duri,  e  la  terra  riscaU 
di ,  zappettala  ,  e  ,  se  non  piove  ,  annaf- 
fiala . 

■j  ZAPPETTINA  Pim.  di  Zappetta. 
Ltb.  cur.  malati.  La  radice  sia  cavala 
dalla  lena  con  una  zappettina  di  legno. 
E  appresso:  Ponga  mente  che  la  zappet- 
tina non  la  intacchi 

ZAPPO^AUt:.   lavorar  col  zappone. 

^.'  ZAPPONIELLO  .  Piccolo  zappo- 
ne.  (li) 

ZAPPONE  .  Sorta  di  zappa  stretta  e 
lun-a  . 

f  ZARA  .  Ciuoco  che  si  fa  con  tre 
dadi.  Dant.  Eurg.  6.  Quando  si  parte  *l 
giuoco  della  zara.  (  olui  che  pei  de  si  ri- 
man  dolente.  But.  tvi:  Questo  giuoco  si 
chiama  zara  ,  per  li  punti  divietali,  che 
sono  rn  tre  dadi  ,  da  sette  in  giù  e  da 
quattordici  in  su  j  e  però  quando  veggo- 
no quelli  punti ,  dicono  li  giocatori  zara. 
Ott.  Com.  iurg.  6.  74-  1"  ''^  dadi  si  è 
tre  lo  minor  numero  ihe  vi  sìa  ;  e  non 
può  \cnir  se  non  in  un  modo,  cioè  quan- 
do ciascuno  dado  viene  in  asso  j  quallro 
non  può  venire  in  Ire  dadi  se  non  in  un 
modo  ,  cioè  1"  uno  dado  in  due  ,  e  due 
dadi  ìu  asso;  e  perocché  questi  due  nu- 
meri non  possono  venire  se  non  in  uu 
modo  per  volta,  per  ìschifar  tal  fastidio, 
e  non  aspellar  troppo,  non  sono  compu- 
tati nel  giuoco,  e  sono  appellale  zaie ,  e 
sono  nell*  estremo  numero.  _Toi-.  ant.  5. 
2.  Appresso  mangiare  quali  presero  a  gìu- 
care  a  zara,  e  quali  a  tavole  od  a  scarchi, 
o  ad  altri  diversi  giuochi.  Ar .  sai.  2. 
Pensa  che  la  cara  Tua  libertà  non  meno 
abbi  perduta,  Come  gìucata  te  V  avessi  a 
zara,  .-illeg.  226.  Poiché  la  corte  è  simi- 
le alla  zara.  Dove  chi  sta  a  vedere  ha  pìi'i 
diletto  ,  E  chi  vi  giuoca  men  ,  quel  più 
\'  inrpara . 

g.  1.  Zara  a  chi  tocca  ,  o  Zara  all' 
avanzo,  proverò,  the  vagliano:  A  chi 
ella  tocca  ,  suo  danno  .  Pataff.  10.  Zara 
a  chi  locca,  i'  ho  volo  il  borsello.  Alleg. 
89.  Zara  a  (hi  torca,  e  chi  1'  ha  per  mal 
si  scinga.  Morg.  iS.  l37.  rvè  vo' che  lu 
credessi  eh"  io  mi  curi  l  ontro  a  questo  , 
o  colui;  zara  a  chi  locca.  Bcrn  Ori.  3. 
6.  19.  Guardatevi,  Pagao  .  che  vien  la 
morte  ;  Zara  all'  avanzo  ,  ornai  non  ci  è 
più  giuoco.  ■••  Car  lett.  2.  128.  Or  datevi 
dentro,    e  zara  a  chi  locca.  (Cj 

g.  II.  Zara,  per  Pisico  .  Tac.  Cav. 
Ann.  l5.  205.  Ned  ei  mctte.vse  a  zara  la 
sua  gloria  iu  tauli  anni  acquistata.  Disc. 
Cale.  29.  Perchè  venendo  alle  mani  del 
suo  datore,  senza  zara  d'  alcuno  innanzi, 
le  potrà,  pigliandola,  dare  io  qual  modo 
e  iu   qual  verso    ben    ^li    verrà- 

f  *  ZARO.  V.  A.  Zara,  l'.im.  Ant. 
7'cmnìaso  da  I  aenza  2.  255.  Io  voi  , 
amore,  lu  nome  ba  falluto.  Si  come  nellu 
giuoco  dello  zaro.   (I) 

ZAROSO  .  Add.  Che  ha  zara  ,  Sotto- 
posto alla  zara.  Risicoso,  hzl.  fortunae 
subiectus  .  Gr.  'ZjX^'F^^  »  zivò^v&jJt;;  . 
/->.  Cioid.  lied  P.  Que^ti  rotali  affari 
ènno  mollo  zarosi  ,  e  pieni  di  pericolosi 
avvenimenti.  Tac.  Eav.  Ann.  l.  6  A- 
verli  con  la  parie  de'  carichi  impostagli 
insegnato  quanto  ardilo  e  zaroso  sia  reg- 
gere il  tulio. 

ZATTA.  Sorta  di  frutta,  della  figura 
e  del  genere  del  popone,  ma  colla  buccia 
bcrncccolutn.   Lat.   melo   tubercuhsus. 

ZATTA,  e  ZATTIRA.  ^'ave  fatta  in 
fretta  .  Lai.  navis  ruJinientuni  ,  rntarin 
navis.  V  Beuib.  Stor.  8.  11 5.  E  zattere 
di  nave  si  tessevano.  /:,'  II.  162.  Vello- 
vaglie  ed  arliglicnc  nelle  zalle  per  l'Adi- 
i:e  da  Trento  n:jnd.ile  (I  j  Cuiec.  Stor. 
4     228.    Trattava    che  1'  esercito    sì    ^ol- 


«?fl« 


Z   A   T 


tasse  sul.iio  conilo  a'  Veociiani  «e.  spe- 
rundo  eoa  le  barche  ,  e  con  gli  uomini 
penti  di  quellii  navigaiionc  ec.  e  con  le 
lallc  cbc  essi  fil.lirichercbijcro,  poterla  on. 
primere.   (l,)  "^ 

ZAVARDAIIE.  Sculr.  pass.  Inza^ar- 
■tarsi.  Ulto,,,  lu-r.  J.  :),  g.  £  cbi  va  a 
tavanLirsi  di  senojtia. 

t  ZAVOHUA  .  Ghìam  mesco/ala  co„ 
rena,  ed  anche  altra  malena  pesante  che 
SI  mette  nella  tentina  della  na>e  per  far- 
la immergere  quanto  t  necessario  nell'  a- 
equa ,  e  renderla  pi!,  slalulej  Savorra  . 
Lai.  saimrra.  Gr.  sp^a  .  Rucell .  Ap . 
2J5.  Come  se  fosser  navi  in  meno  l'uu- 
ile,  Cile  'I  peso  rcrmc  lieii  della  lavorra 
Lar.  Med.  canz.  Le  cose  prciiosc  e  la 
"voria.  r.ed.  E,p.  „at.  66.  Le  «lu  ec. 
■ngbiouono  queste  pietre,  le  quali  scrvon 
loro  e  per  cibo  e  per  .av.>ria  contro  V 
impelo  de'  venti  .  E  Annot.  Ihlir.  2o3. 
Prendendo  la  iiielafora  dalla  lavorra,  con 
cui  si  caricano  le  navi. 

§.  Per  similil.  per  llolgia  di  terreno 
arenoso  e  sterile ,  quasi  Henaio  ,  il  dis- 
se Uant.  InJ.  i5.  Cosi  vid'  io  la  settima 
xavorra . 

>■:■  ZAVOURARE.  Term.  di  Marineria. 
Mettere  la  incorra  nella  nat'e   (A) 

■■'  ZAZZA  .  l'at.ip:  1.  E„b  ,„i  nurta 
broncio,  e  non  ha  lazja  (questo  vocabolo 
dal  Lomentatore  st  ha  per  primitivo  d, 
Mazzera:  forse  potrebbe  essere  sincopa  di 
Zazzera  ì.   {*) 

ZAZZKATO.  Add.  Voce  usata  da' 
contadini  de'  tempi  del  Ùoccaccio  .  della 
quale  oggi  si  è  perduto  U  significato  . 
Mocc.  nov.  72.  6.  Andando  il  prete  di 
fitto  meriggio  per  la  contrada  or  qua  or 
la  raszcalo,  scontro  Bcntiv,-na  del  Mai. 
»...  Inrch  Kr.ol.  68.  Alcuni  altri  hanno 
tazzcalo  da  questo  medesimo  verbo,  e  al- 
cuni zacconato  ;  la  qual  voce  io  non  so 
quello  SI  voglia  significale. 

ZAZZEIIA  .   Capellatura  degli  uomini 
tenuta  lunga  ,  al  più,  infiao   alle  spalle 
Lat.  crt-^ancj.  Gr.  «o>>i".   ti.   y.  7.  ,3o. 
i\-  Si  lisciavan  I   come   donne  ,  e   pcttina- 
vausi  le  laizcrc  .    C.uid.    a.    Biondo    fue 
nella  chioma,  sicché  tutta  la  sua  tanca 
icmbra.a  splendore  d' oro.    francSacch. 
rim.  5j.   Con   vestimenti  strani ,  Zaizei  e,  1 
e  cape- piani.   E  noy.   2.   Avca   per  con- 
suetudine ogni  anno  al  tempo  de'cedcrui  I 
con    una    sua    tauc.a    pettinata  in  cuffia 
niettcìsi  una  lovagliuola  in   collo  ,  ec.    E 
nof.  6.   Sempre   pellinalo   andava  in  lai- 
tera  e  in   cuffia.    In.    l'ut.   ,4.   Vedevasi 
il  centauro    orrido    e    torvo  ,   e    alquanto 
lotico,  colla  zaiicia  rabbuffata,  colla  co 
tcniia  scabrosa.   Bnrch.    1.  5o.  .Non  i.eu 
«ar  che  la  laizera  ti  cresca. 

*  §.  I.  l'cr  la  f.iiiba  del  leone.  I.aic 
i\rt«.  a.  .IG.  Zai.eie  di  leon  ,  becchi  d' 
uccelli  E  pelli  di  icrpcnli  e  cuoi  d'  or- 
so. (Brj 

*  §.  11.  y.aszrra.  Term.  de'  Cartai. 
IJiielle  duugiiaglianze  clic  sono  nelf  ,-. 
tlremilà  di   un  foglio   di  carta  .   I  1  ) 

ZAZZEllACllA.   Peggiorai,    d,    Z.iz- 

zcra  . 

*  ZAZZLIIATO  .  AM.  Che  ha  zaz- 
■-era  .  Cai:  Slracc.  prol.  Qu„'  laucrati  , 
con  quei  nasi  (orli.   fBr) 

t  *  ZAZZEilETTA.  nini,  d,  Z.1-- 
icivi  Chiahr.  p.,rt.  2.  Ve,  ,„.  ao.  Una 
bionda  increspata  laucrctla  Per  diligon- 
ic  man  di  buon  barbiere  Con  suoi  luo- 
ebi  e  suoi  ferri  ce.  fA) 

ZAZZKIIINA.  Dim.  di  Zazzera.  //„,-,. 
'<oi'.  88  4  Con  una  laaieiina  bionda,  e 
per  punto  .  venia  alcun  pelo  torto  avervi 

ZAZZEIll.XO  Din,,  di  Zazu-raj  ziz- 
trra  piccola,  Zazterina.  *  Car.  In.  la. 
177.  Dammi  che  '1  cor|Hl  «llerri  ,  e  ù 
cor.ua  Uiscbiodi,  ec.  Dammi  che  '1  prò. 


ZAZ 

fumato,  inanellato.  Col  ferro  allorcigliato 
lacerino  Gli  scompigli  una  volta,  e  nella 
polve   Lo    travolga   e  nel   sangue.  ( B) 

§■  Z^zzerino ,  st  dice  anche  Colui  che 
porta  il  zazzerino. 

ZAZZERO.NE.  Zazzera  grande.  Fr 
'■lord.  Pred.  K.  Giva  burbanzoso  .  lai- 
loruto  di  lun^o  e  intrigato  laucrone  . 
Iluon.  t-ier.  2.  I.  io.  Bel  vecchio,  bel 
barbon,  bel  .aiierone.  Bella  e  grave  pre- 
scnia   Di  mercaUnle. 

§■  Zazzerone,  s,  dice  anche  Colui  che 
porla  lo  zazzerone;  e  figuratam.  si  pren- 
de per  Uomo  di  costami  all'  antica  . 
Cen/j.  lìonz.  3.  7.  Questi  lazaerooi  vor- 
ranno Far  le  cose  cogli  ordini.  E  Core 
5.  8  Non  sa'  tu  ,  Ch'  un  di  questi  lat- 
teroni  riipo.e  A  Carlo  quinto:  inesier  si. 
larch.  Slor.  ,,.  afiS.  D.  maniera  che  co- 
loro  che  lanno  altrimenti ,  son  tenuti  no-  I 
mini  all'antica,  e  chiamati,  per  beffarli, 
dalla  xjucra   che  e' portano,  zaiicroni.        ' 

ZAZZEHUTO.  Add.  Che  ha  zazzera. 
Lai.  capillalu.1  .  Gr.  >fjiZlìt,u.ùj  .  fr 
Cloni.  Pred.  B.  Giva  burbanaoso  ,  .ai- 
leruto  di  luugo  e  intrigalo  Miaeroue. 

Z  E 


J  ZEBA.  Capra.  Lai.  capra.  Gr.  Ke'£ 
/?«"<■  Inf  3a.  .Me'  foste  slate  qui  pe- 
core o  zebe.  Ar  lur.  39.  71.  Che,, lo. 
ve  del  tiranno  utile  appare  ,  Sempre  i: 
in  conto  d.  pecore,  o  d,  zebe.  Cnn. 
CaU:  2.  55.  Ipomedonle,  che  non  «uar- 
Jozcbe.  E  2.  03.  .Non  v'é  altro  che 
spine,  sterpi  e  ciottoli,  Ch' a  fatica  v'an- 
urien  le  zebe  e  i  cuccioli. 

*  ZEBHA.  Term.  de,  .Naturalisti.  A. 
nimale  quadrupede .  che  ha  le  oi-ecchie 
corte  e  r.tu-j  il  corpo  bianco,  con  fascio 
oblique  baio-scure  j  la  chioma  al  collo 
corta j  alle  fattezze  rassomiglia  al  mulo. 
all'Ila  nell-  Affi-ica  meridionale  e  nel  Ca- 
po ,U  ISiioaa  Speranza;  è  velocissimo 
■  Il e  ,„  truppe,  e  difficilmente  si  lascia 
ttomare.   (  It j 

*  ZEBÙ'.  Bue  da  soma  africano,  co- 
si .letto  perche  somiglia  al  bue,  sebbene 
non  eccella  m  grandezza  quella  d,  un 
vitello  Ila  una  piccola  gibbosi/;,  sul 
•torso  .    Il   suo    pelo  i  otiremodo    liscio 

ro.'tl)'"  *  *"""'"  '  '  '''  ^''•^•°  """■ 
ZECCA.  Luogo  dove  si  battono  le  mo- 
nete. Lai.  ofltcina  monetaria.  Gr.  «o./u- 
,e»«T.-iov.  0.  I.  ,a.  Ì2.  2.  I  soldi  un. 
dici  e  danari  dicci  de'  delti  grossi  pesa- 
vano  una  libbra,  e  soldi  undici  e  danari 
otto  ne  reudea  la  zecca.  M.  /  7  4, 
Fecioiio  puntellare  e  tagliare  da  pii"  ,i 
nobile  palagio  e  la  torre  della  moneta 
ov  era  la  zecca  del  Comune.  ('„„,.  Cam. 
sa.  Woi  tagliamo  ogni  moneta  Tosa  ,  o 
lalsa  che  SI  trova  ,  Che  la  zecca  ve  la 
vieta,   E  tagliando  a  noi  oe  giova. 

S-  A',0,0  di  zecca  ,  0  Uscito  allora 
III  zecca,  vale  InteramenU  nuovo.  Alleg 
aoi.  Ma  a  le  dare'  un  grosson  nuovo  di 
zecca.  /.i,,.ch  l.  2\.  E  Ire  lornesi  Usciti 
allotta  allotta  dell.i  zecca  .  .Salvia.  Pro,, 
iosc.  1.  35o.  Questo  affé,  che  mi  giu- 
gn.  nuovo  ,  e  nuovi ,  come  si  dice .  di 
zecca  . 

1 1  ZECCA.  Insetto  che  ha  olio  gambe  ed 
e  senz'  ali,  ,1  quale  s'  attacca  ad,lo,so  a, 
cani  ,  alle  volpi  .  e  ad  alti;  ammali,  ed 
ing,-o.,sa  per  succiamealo  di  sangue.  Lai 
'■•cinus.  Gr.  «;>a  tu».  *  Bed  l,„.  joA  ' 
IN  elio  stesso  modo  è  disegnala  la  Zocca 
del  capriuolo  e  della  tigre  La  .crea  del 
leone  ha  per  appunto  la  sle.sa  figura  di 
quella  della  tigre,  solamente  Del  colore 
ec.   (B/ 

*    S-    E  figuratam.   ..   Palaf.   7.    Zecca 
puliU,  che  vai    pur  nicchiando     Bunh. 


Z  E  C 

a.    75.    Beo  se'  addosso    a  Marzocco  una 
zecca  ...  (Br; 

t  ZECCHIERE,  e  ZECCHIERO.  Chi 
soprintende  alla  zecca.  Chi  lavora  nella 
:ccca.  Benv.  Celi,  fu  ,2.  ,5.  ,  f„^ 
poi  erano  pagati  dal  zecchiere.  Car.  leu 
1  170.  Avendo  inleso  dal  sig.  -Niccolò 
che  Sua  Maevti  v'ha  fatto  general  zk. 
chiero  del  regno.  E  2.  ail.  Buon,  p.r- 
le  d  esse  si  trova  ora  io  niaoo  del  lec- 
chiero  . 

t  ZECCm.NO.  Moneta  d- oro  d- alcun, 
principi  d' Italia   M  valore  d,  circa  quat- 
tordici lire    Toscane.    Tac .    Dav .    l'osi 
430.    0«gi    in    zecchini  ,  scudi  ,   pu.ue 
ducaloni  se   n'  è  Ha    la    gloria    di    ,i    bel 
nome,    larch.    ■<„oc.    a.    1.    Questo  frc- 
B».  che    tu    mi    vedi  cosi    grande  a  tra- 
verso al  viso,  non  mi  fu  fallo  per  altro, 
se  non  perché  non  volli  accettare  dugeoto' 
zecchini  d'  oro,  che  mi  mandava  uno  de' 
primi    gentiluomini  di  quella  città  ,  lutti 
contanti.  //„„„.   f,^^   ,,   /„^    Vanno  in- 
filzando paroletle  e  ciance.  Per  barattar- 
le a  piastre   ed  a  zcccltiai. 

ZEUOARIA  Lo  stesso  che  Zellova- 
rio.  Lai.  zedoaria.  Tes.  Pov.  f.  S.  cap 
9.  Anche  zedoaria  masticata  a  digiuno  e<Ì 
ingbiollila,  toglie  lo  dolore  del  ventre. 

ZEFFIRO,  e  ZEFIRO.  Aome  d,  ven- 
lo  occidentale,  che  particclarmente  spira 
nella  primav,  ra.  Lai.  zephjrus.  Gr.  li- 
fu;o,-.   Bocc.  g.    -     '      <■-  ~      •> 


Bvcc.  g.  7.  fi„_  ì,  ZeSito  èra 
levalo,  per  Io  Sole  .he  al  Ponente  s'av- 
vicinava Anni.  lì.  E  a  zefiro  soavissi- 
mo fra  le  nuove  foglie  senza  sturbo  fu- 
ron  lendute  le  fresche  vie.  L'ani.  Par. 
la.  In  quella  parte,  ove  surge  ad  aprire 
Zcffiro  dolce  le  novelle  fronde.  Pel,' son 
aey.  Zeffiro  torna,  e  1  bel  lempo  rime- 
ua.  Vegez.  Il  pr.ncipalc  (  vento  J  di  Po- 
nenie  o  zeffiro  ,  ed  ha  dalL  parte  riti. 
Lippis  ,  ovvero  Affrico.  Poliz.  st.  l.  a5 
Z'.firo,  gii  di  bei  fiorelli  adorno,  Avea 
da  iiionli  tolta  ogni  pruina.  E  77.  Zefi- 
ro il  prato  d.  rugiada  bagna,  S,«rgen. 
dolo  di  nulle  vaghi  odori.  Bern.  Uri.  2. 
I.  4-  Zefiro  apre  la  terra  ,  e  la  riveste  . 
/me.  Man.  uni.  3^.  Siccome  nella  lie- 
ta primavera  Zefiro  par  eh'  in  ogni  iiarte 
spiri .  ' 

t  ZELAMI^A.  .iorta  di  miniera  di  Zin- 
co .  dalla  quale  pi,',  loniuaemeair  cavasi 
questo  metallo  .  Lai.  calammaris  lapis 
Art.  letr.  .Ver.  1.  20.  L'orpello  ce., 
come  beoissimo  si  ,a  ,  e  rame  che  dalla 
zelamiiia  vico  l.nlo  in  colore  simile  all' 
I  oro;  la  qual  zelaniina  non  solo  tinge  il 
rame,  ma  inroi pillandosi  seco  lo  aueu- 
I  menta  assai  di  pe.o  ;  la  quale  auguroeo- 
taiione  gli  di  un  coloro  ec.  che  •  cosa 
mollo  vai^a   «la   vcJ.Te. 

ZELAME.  ./,/./.  Che  ha  zelo.  Lai  amo- 
re lìagrans,  sludiosut.amaas.  Gr.  ;■;>»>. 
('<ivu/c.  Med.  cuor.  Per  questo  SI  mostra 
ciinie  sono  poco  zelanti  e  amici  .l' Iddio. 
E  Fruii.  l,ag.  .\oo  H'Iaiiicnle  gli  ripre- 
se, ma  eziandio  con  cerla  gente,  più  ze- 
lami dell' onor  d' l.blm  ,  molli  n' ucciae 
•l/or  J.  l.reg.  Iddio  é  dello  zelanle,  eo. 
me  troviamo  .criUo  .  II  Signore,  il  coi 
uome  e  zelanle.  è  dello  irato.  .«/.  /•.  3. 
1.  Zelanti  di  non  sosleuere  quella  liran- 
iiia.  molte  volle  per  diversi  .lunghi  tem- 
pi apparvono  culradii  all'  imperiai  su»- 
gezione  A  4.  67.  Per  mostrar.,  deiro- 
o  e  Mlanle  a'  .ec.igii  di  santa  Cbies.  . 
W  Buon.  I,er.  3.  4.  9.  Ogo.  .o.pir  che 
•raiqa  .  e.l  ..^ni  Calo  .  Ogn'  aura  .  ogni 
sl.arigbo  .  ogni  nonnulla  ec.  ,  Zelanti  l.a 
paier  caso  ,li  Stalo.    Hj 

ZEl.A.MEMK.'MIE.  Avverb.  C^a  .,. 
lo  )lor.  .\.  t.,eg.  La  sapieou  medeum.. 
la  quale  suole  en.  r  maestra  di  buone  o- 
peiazioni,  i  djla  ,U  Dio  a  poco  .  poco 
ali  uomo,  che  lelanlcmculc  la  duider.. 


X  E  L 

ZELANTISSIMO.  Superi,  iti  T^-fantf. 
Fr.  Oiortl.  Iffii.  /.*.  Era  uomo  «cKinlis- 
simo  (U'I  jeiviiin  iti  Dio  /  '«  Disc.  Irti. 
70.  Per  lo  lelantissinio  ici;yiniento  tic!  se- 
natore Alamjirno  Arrighi  ,  Prowcililore 
della  Palle.  Sn/vùi.  Disc.  1.  t^2.  Davide 
savissimo  He  ,  e  H'  osservare  le  leggi  di- 
vino  telantissinu). 

ZELARE.  jK'ere  zelo.  Lai.  amore  fi  a* 
grait ,  ermulart  ,  *  zelare  .  Gr.  gi;>3Ùv  . 
f^it.  P/iil.  Come  Calo,  lel-milo  per  la 
terra  e  per  lo  licne  comune,  impacciò  il 
consolatt>  di  Pompeo  S.  Jgost.  C.  D- 
Avea  telato  sopva  li  peccatori ,  vedendo 
la  pace   loro. 

ZELATO.  J(td.  da  Zelare.  Zelante, 
Dia/.  S.  f'.reg.  M-  Egli  il  conoscea  si  ze- 
lato e  rigido,  che  non  avrebbe  ricevuta 
nulla  cosa. 

f  ZELATORE.  ì'erhal.  masc.  Che,  o 
Chi  tela.  Sen.  Declam.  P.  Non  come  in- 
grato, ma  rome  zelatore  della  republtiica, 
r  uccisi-  Fir.  Pire.  an.  ^O  Oh  Iddio  011- 
oipotenle  e  misericordioso  ec.  discoprilo- 
re  e  zelatore  della  verità. 

ZELATIUCE.  ì'erhnl.fem.  Che  zela. 
Vit.  Crisi,  n.  locùnianente  la  madre  , 
come  zdatrice  delta  j'overla  ,  ec. 

ZELO,  /fmore  ,  Jffelto  ,  Visiderto  , 
SUmoh  dell'  altrui  e  del  proprio  bene  s 
onore.  Lai.  atìJor  Gr.  C'7/5^-  Èocr.  Conci. 
II.  Da  buon  lelu  movendosi,  trncre  sono 
della  mia  f.ìma.  Danf.  f'nrg.  8  Così  di- 
cea,  segnato  della  stampa  Nel  suo  as|)etto 
di  quel  dritto  zelo  ,  Che  misuratamente 
itt  cuore  avvampa  /:,"  Car.  22.  E  ciò  che 
ci  si  fa,  \ien  da  buon  zelo  .  Petr.  son. 
IÌ9.  Amor,  che  *ncetidc  il  cuor  d'arden- 
te xelo,  Di  gelala  paura  il  tien  costrelto. 
Cavale.  Med.  cuor.  Sotto  spezie  di  zelo 
giudica  con  furore,  /'dv.v.  prol.  A  ciò  nii 
mosse  il  zelo  della  salute  dell'  anime,  al- 
la quale  la  professione  dell'  ordine  mio 
spezialmente  ordina  i  suoi  frati.  7  it.  SS. 
Pad.  2.  ^7.  Un  altro,  vedendo  que'  frati 
bere  vino,  gìudicògli,  e  isdegnossi,  e  per 
un  superbo  e  stollo  «elo  fuggissi  in  una 
spilonca,  la  quale  per  giudicìo  di  Dio  in- 
contanente gli  cadde  addosso.  F  l5o.  La 
qual  cosa  esseudo  rinunzi^tj  ali*  abate 
Abram,  venne  a  lui,  e  con  un  santo  zelo 
lo  domandò  ec.  Cirtff'.  Cah'.  2.  5^.  Sen- 
ta qualche  scintilla,  o  zel  d'amore.  ì'ern. 
Ori.  I.  2.  1.  Che  quella  Dea,  che  reg- 
ge il  terzo  cielo  ,  Ognuno  accende  d'  a- 
moroiu  telo  .  Tass.  rim.  Chi  rijiìen  d' 
umiltà  qui  non  si  atterra  ,  Non  ha  d*  a- 
nior  ,  d'onor,  di  pietà  zelo. 

^  §.  Usa.ii  in  mala  parte.  Cavale. 
j4tt.  .4po.it.  86.  Accesi  di  mal  zelo  con- 
citarono e  provocarono  molle  genti  con- 
tro agli  A[  ostoli.  :V) 

ZELOSAMENTE.  Jx-icrb.  Con  zelo. 
Guitt.  Leu.  Zelosamente  li  piacerà  di- 
portarti . 

ZELOSISSIMO  .  Superi,  di  Zeloso  . 
Guitt.  iett.  Ti  voglio  dire,  che  è  uomo 
zelosissimo   nelle  cose  di  Dio. 

ZELOSO.  ^dd.  Che  ha  :clo  ,  Zelan- 
te, ti.  r.  IO.  203.  2.  Ma  se  le  porrete 
il  nome  ,  ne  sarà  più  zeloso  e  più  soUi- 
cilo  nella  guardia  .  (''ap.  Impr.  prol.  A 
questo  miratale  Iruvatiu-niu,  e  sonoro  la- 
goainento  del  percosso  culpo  menalo  dal 
zeloso  cavatore  ,  furono  tante  stordite  le 
menti  di  quelli  operanti,  che  ec. 

^  ZELOTE.  F.  J  Chi  ha  zelo.  Ca- 
vale.  Fspos.  Simh.  l.  219  In  più  altri 
luoghi  è  detto  Dio  xelolc.  E  220.  È  del- 
lo dunque  Dio  zelote  .  forte  e  giusto  ,  e 
Dio  delle  vendette  ,  per  li  molti  giudizii 
eh'  egli  in  terra  manda  per  li  peccati 
degli  uomini.  (Pj 

-J-  ZENDADO.  Spcrir  di  drappo  sotti- 
le, noce.  ncv.  So  12.  La  quale  aperta, 
irorarono  in  un   -jran  viluppo  di  zendado 


ZEN 

fasciala    una   piccola    casseltina  .    E  nov.  j 
o<).    16.   Fallesi    venire    per   ciascuno  due 
paia   di   robe   ec.  ,  e   Ire  giul)bc   di  zerida-  | 
do,  e  panui  lini,  disse:  ec.  IStnJ.   Fie.v.  [ 
12.   E  'I  suo  vestire  A   guisa  d'una  ciop- 
pa  il  taglio   avea    D'  un   zendado  ,  eh'  a 
pena  ricoprire,  Sì  sottil  era,  le  carni  po- 
lca. Med.  Jrli.    Cr,   58.  Condirono  il  cor- 
po con  molte  presiose  spezie  d'  aloè  e  di 
mirra,  quasi    cento   libbre,  e  riovolserlo 
in    un   prezioso    zendado  .     Tas.s\    .4niint. 
4.    2.  Lo  presi  in   questa  fascia  di  zenda- 
do ,   Che  lo  cingeva,   .ir.    Fur.    7.    28. 
Benché  ne  gonna  ne  faldiglia  avesse,  Che 
venne  avvolta   io  un  leggier  zendado. 

ZEMT.  Term.  astronomico.  (Jncl pun- 
to del  cielo  che  sovrasta  verticalmente  a 
un  punto  della  terra.  Lat-  *zenìt.  l'tint. 
Par.  29.  Quanto  è  dal  punto  che  '1  ze- 
nit inlibra.  Put.  ivi.-  Lo  qual  punto  l' 
altezza  del  nostro  emisperio,  che  è  a  dire 
zenit  ,  fa  pari  all'  altro  punto  opposito  . 
lit>.  Astrai.  E  per  saper  la  inclinazione 
del  zenit  di  loro  capi,  e  il  zenit  della  in- 
clinazione . 

*  ZEJSTANO  .  Specie  dì  drappo,  e 
/orse  lo  stesso  che  Zendado.  Cron.  Mo- 
rell.  33g.  Zentani  vellutati,  cremcsi  mes- 
si a  oro,  tutte  le  nostre  donne  erano  co- 
piose. (•) 

*  ZENZANIA  .  r.  À.  lo  stesso  che 
Zizzania.  Dial.  S.  Creg.  M .  I  mietitori 
sono  gli  Anj^elt  ,  e  le  zenzanie  li  pecca- 
lori.  i:sp.  ì'nng.  E  mentre  che  dormono 
'■li  uomini,  viene  il  suo  nimico,  e  sopras- 
semiua  le  zenzanie.   (*) 

ZENZARA.    /'.   ZANZARA. 

ZENZAHETTA.    ì'.   ZAINZARETTA  . 

ZEJJZERIERE.    T.  ZANZARIERE. 

ZENZERO,  ZENZEVERO,eZENZO. 
VERO.  Cengiovo.  Lat.  zinzther.  Gr.  ^ly- 
yigìffc^  .  J.ih.  cur .  malati.  Il  zenzero 
entra    in    molte    composizioni    medicinali 

*t  ZENZEVERATA,  e  ZENZOVERA- 

Tk. Composto  di  pili  ingredienti  medicinali. 
Cr.  6-  61.  l.  Il  calcatreppo  è  un'  erla 
molto  spinosa  ,  delle  cui  radici  si  fa  la 
zenzoverata  (  l'ediz.  citata  dagli  Accade- 
mici h'gge  zcnzcverata  )  in  questa  manie- 
ra. M.  Jldohr.  U.  I.  Quelli  che  son  di 
fredda  natura,  si  usino,  poiché  hanno  man- 
-ialo  ,  questi  latlovarii  siccome  6ne  zen- 
zoverata . 

g.  F  Jìguratam.  per  MescugUo  di  co- 
se imbrogliate  e  confuse  ,  indicato  dalla 
rozzezza  del  nome  .  Belline  .  son  .  279. 
Tocchiam    dell'  altre    tue  zenzoveiate. 

•f  ZENZEVERO,  e  ZENZOVEKO  . 
V.  ZENZERO. 

5^5  ZEOLITE  .  Spato  cristallizzato  in 
piramidi  o  prismi  ili  color  bianco,  e  tal- 
volta rossiccio,  che  si  vetrifica  col  fuo- 
co, e  non  fermenta   cogli  acidi,   (A) 

ZEPPA.  Bietta,  o  Conio  piccolo.  Lat. 
cuneus.  Gr.  so/v.  Soder.  Colt.  56.  Ac- 
concisi quella  zeppa  d'  osso,  di  modo  che 
avendone  più  d'una,  ec  F  67.  Tu  co- 
minci ec.  a  dar  foiza  alla  zeppa,  la  qual 
basta  far  di  lunghezza  d'  un  poco  più 
della  grossezza  del  dito  grosso,  e  che  tan- 
to entri  nel  Ironcn  della  vite  fessa.  F  ap- 
presso :  Levisi  la  zeppa  d*  osso  ,  e  prov- 
veggasi  di  tanta  buccia,  che  basti  a  coprir 
il  fesso . 

•f  §.I.  Mettere  zeppe, Jiguratam.  dicesi 
del  Seminare  zizzania  ,  Cagionar  dissen- 
sioni con  calunnie  ,  rapporti  ,  e  simili  . 
',•  Buon.  Fier.  2.  4-  l5-  Ma  zeppe  d'  o- 
gni  lato,  amicizie,  lavori ,  memoriali,  ce. 
Salvia.  Annot  ivi:  Zeppe,  biette,  lieve, 
ec  Dello  figuratamente,  mettere  una  zep- 
pa negli  orecchi,  vale  recare  una  calun- 
nia, un  rapporto  che  dirida  uno  dall'al- 
tro .  e  diicontmui  I'  afi'elto,  ec.   (Bj 

%     II      r.s.<erc  una   mala  zeppa,   o  si- 


Z  E  P 


»:99 


mili ,  vale  Esser  k.vd  a  metter  zeppe , 
Dar  cagione  a   .beandoli   e  contenzioni. 

*  ^.  III.  Annestatura  ti  zeppa  ,  di' 
cono  gli  Agricoltori  a  quella  che  si  Ja. 
quando  fra  'I  tronco  e  la  scorza  dell'al- 
bero, che  si  annesta,  si  frappone  la  mar- 
za dell'  albero  domestico  che  si  vuole  a- 
vere.  (A) 

ZEPPA  MENTO.    1.0  zeppare. 

ZKPPAHE.  Stivare,   Biempiere. 

ZEPPATO.    Add    da   Zeppare^  Zeppo, 

ZEPPATORE.  Che  zeppa. 

ZEPPATURA.    Zeppamente. 

■^'  ZEPPO  .  Sust.  Term.  de'  Battilo- 
ri .  Specie  di  stecca  da  rimendare  i  pez- 
zi, r.'/j 

ZEPPO.  Add.  Pieno  interamente, 
quanto  può  capire  j  Stivato.  Lat.  valde 
refertns  .  Gr.  dtv.p.ltTOi  .  Serd.  Star. 
12.  464-  Questi  poveri  uomini,  tutti  pau- 
rosi e  zeppi,  sono  cacciali  sotto  coverta 
Buon.  Fier.  I.  2.  l3.  Come  zeppi  ur- 
tarsi e  spignersi ,  Salvin.  Disc.  2.  21.1. 
Quantunque,  e' dicono  ,  sia  pieno  il  tut- 
to ,  anzi  ,  come  si  dice  ,  pinzo  e  zeppo  , 
possono  le  cose  non  ostante  muoversi. 

ì\'  g.  Talora  vi  si  premette  la  voce 
Pieno  per  maggior  Jorza.  Bed.  Oss.  an. 
qi.  Ho  osservato  parimente  ,  che  le  fo- 
laghe tengono  sempre  mai  pieno  zeppo 
il  veutricchio  di  bianche  mmulissime  pie- 
lruzzi>line.  (  C) 

*f  ZERBUNERl'A.  Astratto  di  Zerbi- 
no ^  Attillatura  .  l'.iton.  Fier.  2.  3.  II. 
Come  va  lindo  quello  innamoralol  E  vez- 
zoso,  e  lezioso,  e  lutto  scede,  Tutto  zer- 
bineria, Sospirando  ec. 

ZERBINO.  Persona  attillata,  per  mo- 
strarsi inclinata  agli  amori.  Puon.  Fier 
2.  2.  6.  Delizie  di  zcrbin  ,  pregi  da  da- 
me, /i"  3.  4-  7-  l*"''*'^"  quest'oggi,  Non 
dico  gli  zerbini  ,  Non  dico  i  damerini  . 
Maini.  6.  63.  Quei  fu  zerbino,  e  d'  amo- 
roso dardo  ^Vloslrando  il  cuor  ferito  e  ma- 
nomesso ,  Credeva  ec. 

*  ZERBINOTTO  .  Dim.  di  Zerbi- 
no.  (B) 

ZERO  -  Segno  aritmetico,  che  per  sé 
solo  non  signi/ìra  numero,  ma  unito  al- 
le note  nunnrali  le  alza  a  gradi  supe- 
riori di  decine  e  centinaia,  ed  e  di  figura 
della  lettera  O.  Borgh.  Mon.  174.  Ag- 
giugnendo  a'  primi  numeri  un  zero  ,  o 
due,  o  Ire,  secondo  che  è  il  bisogno  no- 
stro ,  facciam  crescere  le  centinaia  in  mi- 
gliaia . 

g-  \.  Zero,  in  signijic.  di  "Sulla,  0 
Pochissima  cosa  .  ^^org.  2!\.  105.  H:i 
scritto  'l  vero,  Senza  mutare,  o  iiggiu- 
enervi  un  zero  .  Ar.  Fur.  20.  92.  Già 
centomila  avean  stimali  un  zero,  E  in  fu- 
ga or  se  ne  van  senza  coraggio  .  F  ?>o.  2y- 
E  tanto  più,  che  '1  bii  litigio  è  un  zero. 
Né  degno  in  pro^a  d'arme  esser  rimesso. 
Alleg.  222.  Voi  non  vi  negherete  delle 
stesse  Cose,  di  ch'io  lavello,  un  zero  u 
un'acca.  £  238-  Il  quale  non  vi  pensa- 
va un  zero  .  Beni.  Uri.  2.  I.  33.  E  le 
sue  gculi,  che  n'  aveva  tante,  Furon  sti- 
male da  Alessandro  un  zero  Mnlm.  7. 
73.   Muta  discorso,  e   la  riduce  al  zero. 

§.  IL  Aver  m-l  zero  ,  figuralam.  vale 
Avere  in  culo.  Malm.  6.  loJ.  Fa  male 
i  conti  ,  e  colla  sua  aritmetica  Nel  zero 
r  ho  fra  r  una  e  1'  altra   natica. 

5?  §.  III.  JSome  volgare  di  un  piccol 
pesce  di  mare  ,  della  grossezza  e  Jìgura 
della  sarda,  ma  di  corpo  meno  compres- 
iO  ,  di  cui  .fi  fa  gran  pesca  nelP  isola 
dell'  hlbn  ,  dove  vengono  marinati  e  sa- 
lati per  mandarli   altrove.   (A) 

ZE'^A  .  L'  ultima  lettera  del  nostro 
alfabeto.  Jarch.  Frcol.  299.  I  quali  due 
zeli  hanno  ancora  gli  El-rei ,  e  gli  chia- 
mano zain  e  zari  .  Salv.  Avveri,  i.  3. 
II.  Delle  zete  l'aspro  e  la   rozza  compo- 


l800  Z  E  T 

»tc  lettere  sono  ,  ma  non  doppie.  E  ap- 
/)/-ejfo .- Le  qu^i  parole  a  niuna  dell' altre 
zete  »i  pussuuu  jd^tlare. 

§.  I.  /Jucsì  Dall'  J  alla  Zeta,  cioè  Dal 
principio  alla  Jine  j  tolta  la  Jt^tira  dalla 
prima  e  ultima  Itttera  dell'  alfabeto.  Lat. 
a  capitif  ad  cahem  .  *  f  arclt.  Sitoc.  3. 
5.  lu  so  come  è  it.(  lulla  la  cosa  ,  che 
m'  è  &tJto  rjccuoljto  per  I4  vìa  dall'  A 
alla  Z.(Fj  Corsin.  Tormcch.  2.  36.  Ma 
pur  per  obbediilt  iu  mi  preparo  A  ri- 
dirti dair  a  sino  alta  zeta  Qualunque  cjisu 
unibile  ed  amaro  llammi  fallo  menar  vi- 
ta inquicla.  (/t) 

*  g.  IL  Essire  A  e  Zeta  ,  sale  fls- 
sere  il  tutto,  laseri  il  principio  e  la  fi- 
ne, e  corrisponde  all'  espressione  scrittu- 
rale Alfa  ed   Omega,    l' .   A.   §.    IV.    (C> 

*  §.  III.  Far  dall'  A  alla  Zeta,  vale 
Far  puntualmente  quanto  e  netessario  , 
Fare  ti  tutto,    f  .   A,  g     III.   (Cj 

*  ZETETICO.  Term.  didascalico. 
Dicesi  del  metodo  con  cut  procedisi  nel' 
io  jciog/iere  un  problema ,  e  nel  cerca- 
re la  ragione  e  la  natura  di  alcuna  co* 
sa.  (A) 

V  §.  Filoso/i  zetetici,  vale  Inquisitori, 
Diligenti  ricercatori  della  verità,  e  prin 
cipalmente  delle  cause  naturali  .  Usasi 
pure  in  forza  di  sust.  (A) 

ZETTOVAniO.  lìa.fue  d'un' erba  che 
fa  le  foglie  lunghe  e  aguzze,  simili  a  quelle 
del  zenzero,  c/ie  viene  a  noi  dal C  Indie  orien- 
tali ,  e  dilli'  Isola  di  sam  Lorenzo  .  Lai. 
zedoaria.  M.  Aldobr.  I*.  .V.  68.  Si  fac- 
ciauo  fare  questi  latluvarii  ce.  di  perle 
ebe  non  sieno  forate  ec.  ,  di  zettuvarìo  , 
cassilignea  ,  ec.  F  i86.  Zt-ttovario  si  e 
I-aldo  e  secco  nel  terzo  grado ,  ed  è  una 
radice  d'  erba.  /:  npprcsso:  E  quello  cu- 
laie zcltovario  si  può  guardare  lungamen- 
te, e  ha  natura  di  confortar  lo  stomaco. 

•f  *  ZEUGMA. e  ZEUMA.  Terni,  de' 
Grammatici  ■  '  occ  greca  ,  che  vai  Con- 
nes.tionr,  0  Attaccatura  ,  ed  e  un  certo 
modo  di  pftrlare  ,  nel  quale  un  verbo  d' 
un  solo  signjtcato  si  fa  valere  per  reg- 
g'Te  pili  sentenze.  lUti.  tnf.  i.  2.  E  se 
altri  dicesse  clic  per  zcuma  si  tIovercLhe 
ilire,  fu  &tal;ilìlo,  perchè  P  antecedente  si 
de'  rendere  ni  più  pre:>so  suliictto.  Pros. 
Fior.  part.  3.  voi.  i.  pag.  26.  Vule%"ano 
questi  infei  ire  quelle  tramulazioni  o  Irun- 
camcuti  ec,  o  di  rorrispoiuk-nie  stravol- 
te,  proli'psi,  sillepsi,  siiite^i,  zeugma,  ce. 
F  part.  ^,  voi.  1.  pag.  26^.  I  cuniposi- 
tori  hanno  una  figura  da  Cksi  chiamala 
zeugma  con  voce  greca,  che  noi  puLrem- 
mo  dire  connessione  o  attiiccatura,  e  que- 
sta icugma  e  uo  coito  mudo  di  parlare, 
nel  quale  un  veihu  di  un  sigiiifì<'ato  so- 
lo si  fa  valere  per  reg^c  più  ^enicuzc  , 
PC.  (A)  FarAi.  I.tz  Dani.  1.  2^6.  Al- 
cuni leggono  farà  ,  rifui  endolo  alta  ma* 
leria  ;  pulcva  aiicura  dire  ,  per  la  figuia 
zeugma,  ovvero  cungiunginicuio  ,  raiyii- 
ran,  rìfcicndo!a  all'  uno  e  all'  altro.  (Cj 

ZEZZO  .  Add.  Io  stejio  ihe  Sezzo  , 
Ultimo  .  Lat .  exiremus  ,  postrenms  . 
Mrtlm.  ^.  ^z.  Perocché  in  quesla  ih.*zxa 
itcadia  ,  Ch'i' ho  d'aver  trovata  clausu- 
ra, ce. 

%.  Al  da  zezzo ,  ^losto  awtrbialm. , 
vale  All' ultimo.  Liti,  postremo,  tandem. 
f»t.  7£/0i.  Tesetd.  8.  7.  Ma  ul  da  uzzj 
dopo  multi  danni  ,  Dopo  gran  culpi ,  e 
morti  dolorose ,  ce.  /  iirtA  ■  -Vfo/  .  10. 
2/3.  r<iserbanda  le  minacce  e  la  fnita  al 
da  zezzo  ,  scrisìc  umanamente  a  Malalc- 
kla  ,   er. 

ZEZZOLO,  //  capo  dAla  poppij  oggt 
pii\  comuncmenlt  Capezzolo  .  Lat-  papil- 
la. Gr.  à(]A«!'.  .V.  /'■  3.  110-  Alerà  un 
loro,  per  lo  quale  me&so  il  aeizutu  della 
poppa,  traeva  il  latte,   t  poppava- 


Z  I 


Z   I 


'^  ZI.  Interposto  con  cui  si  eh  itile  si- 
lenzio ,  o  attenzione,  fluommatt  Ling , 
l'ojtc  2.  l3.  11-  Ahltiaino  alcuni  inter- 
posti, che  d'  una  sola  parola  restao  con- 
lenti ,  come  :  ab  ,  ahi  .  .  .  taci ,  uh  ,  zi , 
zitto.  F  ivi  cap.  3.  Oltre  a  queste  /  si- 
gnificazioni )  sono  assegnali  que'  del  date 
in  sulla  vuce,  e  cumandarc  il  silenzio.  Zi, 
zitto,  &l*a,   pian,  cheto,   taci.    (Br) 

#  ZIA.  Sorella  del  padre  e  della  ma- 
dre correlativa  di  Xipote  .  t  edine  gli  e- 
.:empi  in   ZIO-   (Ai 

*r  *  §.  Zia.  Term.  di  Giuoco.  Min. 
Malin.  pag.  102.  >'ou  ha  questo  giuoco 
delle  cumaii,  o  zie,  altro  fine,  che  di 
passare  il  giurno  in  quelle  loro  cirimonie 
e  ricevimenti,  nei  quali  alle  volte  si  con- 
suma quello  che  le  fanciullclle  haODO  avu- 
to per  mert'udare.   (Aj 

ZIBALDO.NACCIO-  Peggiorai,  di  Zi- 
baldone. Zibald.  Andr.  Faremo  un  zibai* 
donacelo  di  molte  »criUure  fuor  d'ordine. 
*  Bellin.  tic.  iJucch.  pag.  j6.  Siccome 
a  cagione  di  quclP  aria  è  virtù  e  legge 
pot-lica  fare  uno  zibaldonarcio  d'ogni  sor- 
ta di  veibo  ,  e  d'ogni  stde  e  concetto, 
come  ec.  (B) 

t  ZIOALDO>E.  Mescugìio.  o  sia  Rac- 
colta di  varie  cose  cavate  da  uno,  o  più 
libri,  e  poste  insume  alla  rinfusa  e  sen- 
z' ordine.  Lat.  advcrsaria.  Patalf.  5.  Al- 
zando i  mazzi,  fece  zibaldone- 

t  ZIBICLLLN*)  .  Sust.  Animale  qua- 
drupede salvatilo,  simile  alla  martora, 
di  pelame  osruro,  coda  corta,  e  piedi  pe- 
losi  al  disotto.  Lat.  martes  scjthica.  Gr. 
l'/ti's  CA'j^i.Ac,  .  Morg.  i^,  80.  La  mar- 
tora si  sta  col  zibellino.  Cnr  lett.  2.  l5^- 
5e  ci  lasciano  la  pelle,  io  le  licoiJo  che 
non  sono  zibellini. 

S-  Zibellino  ,  si  prende  anche  per  la 
Pelle  del  zibellino,  t'ant.  Cam.  iSy.  Vo- 
glion  zibellini  e  dossi ,  Guanti  ,  martore 
e  bassetle  .  =>  Buon.  Fier.  ^.  5.  25.  E 
dossi  incetta,  e  vai,  e  zibellini,  Daltvri , 
ce.  (BJ 

ZIBELLINO  .  Add.  di  zibellino.  Mil. 
AL  Poi.  Vestono  di  drappi  d'  oro  e  di 
seta  ,  e  di    ricche  pelli  ziticlline. 

t  ZIBETTO.  Animale  rapace,  della 
grandetza  d'un  gatto,  con  coda  lunga,  e  il 
dorso  grigio  con  istri scic  ondeggianti.  l.»l. 
hytrna  odorifera,  catut  ztbclbicut,  felis 
odoralus.  Gr.  v.nOjpoi  — o^a'o^/jio;.  Cani. 
Cam.  59.  Donne,  qucit'  è  un  animai  per- 
fetto A  molle  cose,  e  chiamasi  zibciiu. 

g.  Zibetto,  si  dice  ancora  una  Male- 
ria  liquida  ,  ossia  un  liiftiore  congelato 
untuoso,  e  di  odore  gaglianio,  contenuto 
in  una  vescica  posta  tra  l'  ano  e  i  testi- 
coli del  iibittj.  Morg.  |^.  80.  MusO,  ca- 
moscio ,  niùtcudo  e  zibetto.  Cant.  t'arn. 
6o.  Poi  due  dita  disotto  al  codione,  Co- 
me udirete ,  si  cava  il  zibetto  .  Soder, 
Colt.  66.  la  questa  maniera  medesima 
k'ì  larìi  I' u%a  odorala,  con  ponendole  in- 
torno «>  muico  ,  o  ambra  ,  o  zibetto.  Hi- 
ceti.  Fior.  3.  Gli  escrementi  comuni  de* 
ì;IÌ  altri  animali  sono  1'  orina,  lo  sterco 
u  *1  sUilore  ;  i  proprii  ,  coree  il  zd>elto  , 
il  muschio,  ec.  lied.  Annot  Pitir.  ^^^. 
Lu  untano  o  di  zibetto,  o  di  balsamo  ne- 
ro. /'  I  >ss.  an.  IO.  1  cani,  le  \ulpi ,  le 
lunire,  Ì  gatti  del  ùbetlo.  /'.  9f<  Un  gat- 
to del  zibetto,  che  ieua  odoiifcra  fu  cliia- 
malo  da  Pietro  Ca*lello  mcMineie,  indu- 
gio a  morire  dicci  giorni. 

•j-  ZIBIBBO.  Spezie  d'uva  ottima  e 
dura,  (he  ha  1  granelli  bislunghi;  ve  n* 
ha  della  bianta  e  della  russa  :  e  t/n'Cii 
anche  Tiibibl-o  quel!'  uva  che  viene  ap 
passtta  tn  barili  di  Levante  e  di  Sicilia. 
Lat.  *iiva  ziMur,  uva  passa  maio'-,  Gr. 
^o\iooiìTOi      Soder.   Colt     llj).   E  Tu** 


Z  i  B 

angela ,  e  zibibbo  bianco  e  nero.  Htcett. 
Fior.  229.  Recide  zibibbo  damasceno,  pur- 
gato da'  noccioli  >;  dalle  bucce  .  lìurch, 
1.  12.  E  foderolli  d'  un  zibiblm  fine  ,  £ 
(H)i  le  mando  lor  per  uà  Romeo.  ^  Red. 
Ftimolog.  it.  Zibibbo.  Spezie  d'uva,  lo 
ho  per  cosa  infallibile,  rbe  venga  dall'ara- 
bo zibib,  ec.  Il  zibibbo  anticamc-utc  veniva 
portalo  di  Sona;  e  per  us>t  della  medi- 
cina era  in  credito  quello  di  Damasco.  (B) 

ZIEMO  .  /.  A.  Mio  xio.  PaiaJ.  5. 
Nipolemi  roQ  ziemi  stanno  baggi  ,  Pere' 
hanno   la  minestra  lor  condita. 

ZIKSO,  r  ZISO.  P.  A.  Suo  ito.  Star. 
Aio/f  Noo  s'era  ancora  Aiolfo  mauiiesta- 
to  al  zieso.  Mir.  Mad.  }/.  Disse  il  eì^o  : 
al  tutlu  e'  ti  converrà  far  questo. 

"I  ZI<:;0LO.  Sorta  d'  uccello  di  varie 
.rpecie  ,  oggi  comunemente  detto  Ziivolo  . 
Lai.  cirlus.  Morg.  ì!^.  58-  I^  l' usignuol, 
e*  ha  sì  dolce  la  gola,  E  '1  sigolo ,  e  *1 
braviere,  e  *I   mooianello- 

S-    Zigolo,  e  anche  Sorla  di  pesce. 

^  ZIGOMATICO.  Term.  degli  Jnat. 
Osso  deJ/a  mascella  superiore,  che  si  u- 
nìsce  al  cranio.  ( .1) 

ZILMBALSAMO.  Legno  del  frutice  che 
produce  il  balsamo;  Silobalsamo  .  Lai. 
rjlobalsamum  .  Gr.  ^j>9^x'jk;9t  x0y.  Ri- 
cett.  I  lor.  128.  Balsamo  legno,  che  è  il 
zilobalsamo  . 

ZIMAR  .  ì'olg.  Ras.  Se  da  alcuni  sia 
dato  a  bere  ziinar  ,  cioè  verderame ,  a 
questi  colali  avviene  forte  dolore  e  rigil- 
Umento . 

ZIMARIIA.  Sorta  di  vetta  lunga.Ln 
palla,  epilogium.  Gr.  ;cÌ&.rva.  Lasc.  Pa- 
rcnt.  2.  ^.  E  poi  con  questa  zimarra  ,  e 
t-un  questo  berrettone  io  su  gli  occhi  non 
sarei  mai  conosciuto  da  persona  .  fìiion. 
Fivr.  5.  .'!.  6.  Che  tonaca  non  ì;,  non  è 
zimarra  .  /■,'  7Vi/ic.  a-  1-  Ch'  io  credersi 
d'  aver  sul  gamurrino  A  cignermi  il  coJ- 
letlu  e  la  zimarra,  ec.  Malm.  12.  34- 
Una  zimarra  i>ur  di  saia  nera  Per  dove 
si   fa   a'  sassi   arcìsquisita. 

ZlMAltllACClA.  Peggiorai,  di  Zimar- 
ra. Itu.'p.  son  5.  Con  un  tabarro  ed  una 
zimarraccia  Se  ne  va  per  Firenze  un  buon 
messere . 

'A^  ZIMARRINO  .  Dirti,  di  Zimarra  . 
Zimarra  piccola.    Magai.    Leti.   (.4) 

ZIMARRO.NE.  Accrescil.  di  Zimarra. 
Zimarra  grande.  La.iC.  Spir.  2.  3.  Que- 
ito  zimarrone  con  questo  capj>clUccio  non 
mi   quadra   mollo. 

ZlM»ELLARE.^/A-«.irr^/i  ucctlHcom 
zimMlo.  Lai.  ili'icere,  inescare,  atrs  il- 
Lcibus  attrahere .  Gr.  aps>ity«ti,  ijra- 
ytflàat  .  Riiu.  ant.  P.  A.  Ouid.  Cuin  . 
E,  siccome  »par\iero.  Posso  dir  verm- 
iiicnle  Ch'io  son  preso  malamente.  Quan- 
do  r  augello   vede  ziiiii>cllare. 

:?  5.  L  F  figuratam.  vale  .4lleUmre . 
Lu  lineare .  Hall.  Re».  Tm.  si.  aO-  So 
uccellar  con  reti  d'ogni  sorte,  Fnor  che 
con  quelle  che  la  Tina  urrella,  Cbe  chi 
più  t'ama  ogni  or  rondurc  a  moitr,  Ch' 
(Ila  co'  suoi  begli  occhi  alliui  ziml>el- 
U.   ./?/ 

<'  g.  II.  Fate  atnke  St.henarr.  /Wc 
cani  .  Ognun  •mitrila ,  ognun  guata  e 
\agheg,i;ia  ;  !••  sol  per  fcdell'a  cs«o  di  greg- 
gi-   ILO 

j;.  111.  /  ale  anche  Pet^uotert  con  stot- 
brìlo  ,   nel  sifinijic.  del  ^.    III. 

ZiMUKLLATA  .  Allo  che  «  fa  mo- 
vendi^  lo  zimbello. 

§.  Per  Colpo  dato  colio  zimbello,  mei 
.ogni/ìc.  del  ì;.  mi.  CrCi'h.  Dcnz.  \.  J 
Ilo  Mslo  lanle  maschere,  appiccalo  Più 
di  cinquanta  salieielli  ,  dato  Più  di  du 
gl'Ilio  tiiiilrellate  .  Rimn.  Fier.  3-  4*  9 
Cadde  ,  e  si  fc  herMglio  Di  «ni»  zim- 
bellale de'  fallori. 

I  ZIMBELLATORE      Perhal.  mas. 


1 


Z  I  M 


Z  I  M 


1801 


Che,  0  Chi  zimhitUa.  Fr.  Ctoni.  Pred. 
B.  Non  son  note  agli  augelli  tulle  le  arti 
Itegli  zimlielUlori. 

ZIMBELLATURA.  ì,o  zimbellare.  Fr. 
Ciord.  Prtd.  lì.  Gli  augelli  ce  si  la- 
sciano ingannare  dalle  zimlit-lhiture. 

*  ZIMBELLIERA  .  Tcrm.  degli  Uc- 
cellatori. Quella  bocchetta  o  strumento  > 
a  Citi  è  attaccato  il  zimbello.  (A) 

ZIMBELLO.  Uccello  legato  a  ttna  Ut' 
va  di  bacchette  ,  colla  quale  tirata  con 
uno  spago  .vi  fa  svolazzare  ,  per  alletta- 
re gli  altri  uccelli .  Lai.  avix  illex.  Cr. 
10.  17.  9.  Qui  non  son  zimbelli  necessa- 
ri!,  ma  per  tulio  Ì  verno  si  ponga  in  quel 
luogo  vinaccia  0  saggina  ,  acciocché  co- 
mÌDcino  a  usare  il  luogo  gli  uccelli.  Ar. 
sai.  ^.  Ritrova  altro  limbello.  Se  vuoi 
che  1'  augel  caschi  nella  ragna  .  Cirìjf. 
Calv.  2.  36.  Guarda  però,  che  liiavol  di 
natura  Ha  U  iraditor,  eh' a  ogni  ora  va 
a  rischio  D'  aver  la  morte  ,  se  per  sua 
sciagura  Non  risponde  il  zimbcl  secondo  il 
6scbio  (qui  in  modo  proverb.J.  Cani.  Cam. 
55-  Son  la  elvella  e  la  siepe  e  *1  limbel- 
lo ,  Dove  gran  gufi  e  spesso  oggi  impa- 
niano. E  2,Ìl.  Quando  si  vede  volteggiar 
r  Uccello.  Né  di  calar  fa  segno  ,  Mettete, 
donne  ,  allor  mano  al  zimbello. 

§.  l.  Figuratam .  vale  Lusinga,  Al- 
lettamento. Teseid.  8.  35.  Arion  con  Acon 
la  lor  potenid  Dimostravan  nell'  armi  a 
tal  zimbello.  Hoez.  Varch.  a.  1-  Quando 
con  zimbelli  e  allettamenti  di  non  vera 
felicita  ti  si  girava  d*  intorno  sollazzan- 
doti. Tac.  Dav.  Ann.  6.  112.  Che  vor- 
resti accender  fuoco ,  e  tirar  gli  animi 
rolli  con  questo  zimbello  d*  onore  a  gua- 
star gli  ordini  della  miliaia?  Ciriff.  Ca/i-. 
4.  I05.  E  mostra  averlo  sommamente  a 
grado,  Quanto  se  fosse  un  ottimo  fratel- 
lo; E  quasi  lo  tentò  di  parentado,  E  cosi 
spesso  mutava  zimbello. 

•f  §.  II.  Essere  il  zimbello,  o  Servir 
per  zimbello ,  0  di  zimbello ,  vagliano 
Servir  per  trastullo ,  o  Esser  beffato  da 
tutti.  Lat.  ìudibrio  esse  ,  ludo  esse.  Gr. 
cx«TT£5^«(  ,  Tzy.iy/ioj  ei  vai  .  Cecch  . 
Dissim.  3.  4-  Oh  Dio  ,  io  son  pur  nato 
per  essere  il  zimbello  della  fortuna  io  t 
Malm.  7.  76.  Il  vecchio  mansueto.  Che 
si  vedeva  fatto  il  lur  limbello.  Dagli  pur, 
rispondea  ,  eh*  egli  ec.  E  9.  &^.  A  lutti 
quivi  serve  per  zimbello  ,  Senza  che  mai 
vi  badi ,  o  se  n'  aweggia. 

§.  111.  Xinibello  ,  dicono  anche  {fan- 
ciulli un  Sacchettino  legato  a  una  cordi- 
cella j  pieno  di  borra  ,  0  di  cenere  ,  col 
quale  si  percuotono  per  ischerzo.  Malm. 
I.  59.  Han  CLTli  sanlambarrhi  6uo  a'pie- 
di,  Che  riiiamano  il  zimbcl  di  là  da'monti. 
E  9.  56.  Ed  è  poi  tlagellato  per  ristoro 
Con   ut»  zimbello  pien  di  scudi  d'oro. 

ZIMINO  .  Sorta  di  vivanda  di  parti- 
colar  cocitura  e  condimento .  Lib.  cur. 
malati.  Si  può  dai*  loro  un  gentile  xìmi- 
no  per  tornagusto.  Fr.  (iiord.  Fred.  R. 
Lo  cuocooo  in  zimino  e  in  fricassèa. 

*  ZIMOTECMA.  Terni,  de' Chimici. 
Quella  parte  della  Chimica  ,  che  tratta 
della  fermentazione.   (Ai 

*  ZIM07.IMETRO.  Term,  de'  Fisici, 
yome  che  si  è  dato  ad  una  spezie  di  ter- 
mometro che  misura  il  calore  proveniente 
dalla  fermentazione.   (Aì 

^  ZINALE.  V.  ZINNALE.  MJ 
t*  ZINCO.  Term.  de'yaturalisti,  Me- 
tallurgisti, ec.  Metallo  solido,  quasi  mal- 
leabile, di  color  bianco  azzurrigno ,  formato 
di  lamelle  con  fenditure.  Forma  col  rame 
una  lega  gialla  che  chiamasi  Ottone.  (A) 

*  ZINC050.  Term.  de' Naturalisti , 
ec.   Di  zinco.   Appartenente  a  zinco.   (A) 

ZINEPRO.    r.  A.    Ginepi-o.  Lai.  iuni- 
perus  .   Lib.    cur.  malati.  Lo  zinepro  di 
^a3  Datura  si  e  caldo  e  secco. 
Focabclaric   T.    II. 


ZINFONI'A.    Sinfonia. 

*  ZINGANA  .  Sorta  di  cantata  .  Sai- 
vin.  Disc.  3.  l3o.  Come  le  nostre  ru- 
stiche cantate  ,  dette  tingane  ,  furono  di 
fuora  ne'  carri  di  frondosa  scena  parati  , 
portate  le  commedie.  (*) 

ZINGANO.  Zingaro.  Cecch.  Inc.  1.4- 
lo  son  uomo  da  6ngere  T  Con  voi,  che 
siete  astuto  quanto  un  zinganoT  fi  3.  3. 
r  non  vo'  tuo  consiglio,  Che  io  so  come 
va  con  questi  diavoli:  E' son  più  avarìe 
più  ladri  che  ziugani  .  £"  5.  9.  Non  du- 
bitar ,  eh'  i'  sarò  leal  Zingano  (  qui  per 
ironia).  Ji  Corr.  3.  6.  Quelle  Spagnuo- 
le  nel  baciar  le  mani  Mi  succiavun  1'  a- 
nella  come  tingane.  Cirìff',  Calv.  i.  28. 
Tanto  che  ì  zingani  erano  i  men  rei . 
Cant.  Cam.  3."^^.  Ziogane  siam  ,  come 
vedete,  tulle.  Alleg.  93.  lotamiindo  quel- 
la arti  ,  senza  saperne  ,  di  cerrelano  ,  o 
Zingano  .  E  167.  Fingono  ec.  l'  avarizia 
una  segrenna  a  sedere,  vedova  ,  vecchia, 
coir  aliito  da  zingana,  e  col  pugno  lungo 
la  bocca. 

•f  '"?  ZINGARELLO.  Dim.  di  Zinga- 
ro.  Red.  rim.  agg.  ai  Cons.  Fof.  2.  pag. 
53.  Zingarello,  Buifoncello,  Serpentello, 
Tu  ."le' pure  il  gran  follello  ,  ec.  (parla 
ad  Amore).  (A) 

ZINGARESCA.  Poesia  che  cantano  le 
maschere  alla  foggia  degli  zingani,  rap- 
presentandole in  maniera  comica  .  #  Ae- 
gner.  Incr.  I.  25.  18.  Voi,  che  leggete, 
udiste  mai   zingaresca  più  ddeltevole  T  (B) 

ZINGARESCO.  Add.  Di  zingaro.  Buon. 
Fier.  4-  I-  li-  Ci  accostammo  al  lor  u- 
scio  zingaresco  ,  Onde  spirava  un  si  po- 
tente lezzo. 

ZINGARO.  Persona  che  va  girando  il 
mondo  per  giuntare  nitriti  sotto  il  pre- 
testo di  dar  la  buona  ventura.  Lat.  prc^- 
stigiator.  Gr.  oiyjpxf}:.  Car.  lett.  i.  lOO. 
Questa  città  ec.  mi  parve  una  bicocca  da 
zingari.  *  Morg.  18  l83-  Non  ti  bisogna 
zingaro,  Arbo,  o  usso.  (fi) 

ZIMiHINAIA.  Abituale  indisposizione 
di  chi  non  è  .■tempre  malato  ,  ma  non  è 
mai  ben  sano.  Pataff'.  2.  E  zufolagli  die- 
tro ,  e  zinghinaia  .  E  5.  Con  xinghinaia 
più  volte  traogoscio. 

ZINNA.  Mammella,  Poppa.  "L Ai.  mam- 
ma ,  uber .  Gr.  3>i/v;'  ,  //.xffro';  .  Ciriff". 
Calv.  2.  56.  Non  s'allegro  giammai  fan- 
tino in  fascia,  Quando  vide  la  zinna  uscir 
tlel  seno. 

g.  Per  similit.  Buon.  Fier.  3-  2.  3.  E 
quando  uno  sbevazza  ,  E  che  abbocca  la 
zinna   Del  Basco  e   della  tazza. 

*  ZINNACCIA.  Peggiorat.  di  Zinna. 
Fortig.   Ricciard.   (A) 

*'l:  ZINCALE,!?  ZINALE.  Piccolo  grem- 
biule, o  Pezzo  di  panno  lino,  o  di  altra 
materia,  che  Cuopre  il  seno.  Buon.  Fier 
4-  2.  l.  E  di  lavori  vostri  Zinnali  ,  bu- 
rattelli ,  Gorgiere  ,  cuffie  ,  reti  Renderle 
vogliolose  .  (•)  Salvin.  Annot.  ivi  :  Zin- 
nali, altrimenti  zìnnli,  dalle  zinne,  mam- 
melle ec. ,  e  si  prendono  per  gremhiuli- 
ni.  ìB) 

•f  *  ZINNARE.  Poppare,  l'ir.  rim. 
buri.  3.  3o6.  O  vecchi  benedetti.  Questo 
è  quel  cibo  che  vi  fa  (ornare  Giovani  e 
lieti,  e  spesso  anco   al   tinnare.  ( .'f ^ 

*  ZINZANIA  .  /'.  A.  Lo  stesso  die 
Zizzania  -  l  it.  SS-  Pad.  2.  9IÌ  Semina 
alcuna  volta  fornicazioni,  alcuna  detrazio- 
ni ,  e  altre  male  ziozanie  (  coil  legge  il 
testo  Ricci  ,  e  altri  più  moderni  )  .  Fd 
il  l  ocabolario  alla  voce  Z I N  Z A  M  O- 
SO.  (F) 

fZLNZANIOSO.  /'.  A  Add.  Dazin- 
zaniaj  Zizzanioso.  l'sp.  ì  ang.  Sono  uo- 
mini maliziosi,  zìpzaniosi ,  rapportatori  di 
male . 

ZINZIBO.  Gcngiovo.  Pallad.  Apr.  7. 
tit.  Del  linzibo. 


ZTNZTNARE  ,  e  ZINZINNARE.  Bere 
a  zinzini  .  Lat.  pitissare .  tr.  a;tO'/£yi- 
CT^at  .  Buon.  Fier,  3.  2.  3.  E  quello 
spesso  Qvvien  quand' an  zinzinna,  E  quan- 
do uno  slti-vazza,  ec.  f^  5.  5.  1 .  Si  man- 
gia ,  si  zinzina  e  si  sgavazza. 

t  ZINZINATORE.  Ferbal.  masc.  Che, 
o  Chi  zinzina.  Buon.  Fier.  i.  5.  3.  E 
intorno  alle  cantine  Zinzinalori. 

ZI>ZINNARE.    ;'.  ZINZI.NARE. 

ZIKZINO  .  Piccolissima  porzione  di 
checchessia,  ed  iu  particolare  di  vino,  o 
d'  altro  liquore,  quanta  starebbe  nel  fon- 
do dì  un  bicchiere . 

§.  Onde  diciamo  Bere  a  zimini,  che 
vale  fiere  pochissimo  per  volta  •  che  si 
dice  anche  Bere  a  centellini.  Lat.  pitis- 
sare  .  Gr.  aT3-/sjs?à5!i  .  Salv.  Cranch. 
I.  2.  Sentendo  che  quel  lor  l)ere  a  zin- 
zini  Non  toccava  lor  1*  ugola  ,  e  non  era 
Altro  che  uno  accendere  lor  più  La  sete, 
vollon  mutar  verso. 

ZIO.  Fratello  del  padre,  o  della  ma- 
dre ,  correlativo  di  Nipote  .  Lai.  pa- 
truus  ,  avunciilus .  Gr.  Ss'o;  .  Bocc. 
fntrod .  l5.  L'  un  fratello  l'altro  ab- 
bandonava, e  il  zio  il  nipote,  e  la  so- 
rella il  fratello  .  E  nov.  83.  2.  Egli  av- 
venne che  una  zia  di  Calandrin  si  morì- 
Nov.  ani.  62.  4-  E  lo  tuo  zio  re  Marco, 
che  s'  è  ilo  vantando  Ira  gli  erranti  ca- 
valieri di  cose  che  nel  mio  cuore  nou 
poriano  mai  discendere.  G.  /".  i.  i3.  3- 
Per  vendicare  la  morte  e  1'  onta  del  re 
Laumedon  loro  avolo  ,  e  la  destiuzione 
di  Troia  ,  e  la  ruberia  d'  Ansiona  sua 
zìa  Ciriff.  Calv.  4.  I29.  Ch'  era  di 
Goslantin  suo  carnai  zìo  .  Cecch.  Mogi. 
I.  2-  F.  Oh  1  come  Ha  egli  nome  ?  R. 
chi?  F.  quel  vostro  zio  .  R.  Messer  Al- 
fonso. A.  mio  zio?  F.  sì,  fratello  Di  vo- 
stra madre  .  E  Dot.  2.  2.  Vostra  sorella 
mi  mandò  a  casa  monna  Lessaudra  vostra 
zia  per  questi  imbrogli.  Sird.  Lett.  Che 
da  suo  padre  e  madre  era  stata  sposata  a 
un  suo  zio  paterno.  Bem,  rim.  i.  ioli. 
Io  ho  per  cameriera  mia  I'  Ancroia,  ma- 
dre dì  Ferraù  ,  zia  di  Morgante. 

g.  In  proverb.  si  dice  Cadere  in  grem- 
ho  al  zio ,  che  vale  lenire  il  negozio  in 
mano  di  chi  l'  uomo  appunto  vorrebbe  - 
Salv.  Granch.  2.  2-  Eli*  è  proprio  caduta 
in   grembo  al  zio. 

ZIPOLARE.  Serrar  con  lo  zipolo.  Mo- 
nac.  Lett.  Come  i  vendemmiatori  zipola- 
no bene  le  cannelle  de'  lini. 

ZIPOLETTO.  Dim,  di  Zipolo. 

ZIPOLO  -  Quel  piccai  legnetto  ,  rei 
quale  si  tura  la  cannella  della  botte  ,  o 
d'  altro  vaso  simile  .  La!-  vertibulum  . 
Lib.  Mott.  Uno  fanciullo  aceu.ialo  d'ave- 
re sforzalo  una  fanciulla  ,  per  consiglio 
della  madre  stelle  un  pezzo  io  unu  li- 
neila d'  acqua  iredda,  sicché  la  cosa  sua 
menomò;  e  cosi  aperto  la  madre  b»  me* 
nò  dinanzi  al  giudice,  e  disse:  vedi,  mes- 
sere, se  costui  è  da  sforzare  una  fanciulla. 
L;i  fanciulla  vedendolo,  lo  tocca,  e  dice: 
ov'  è  r  altro  che  lu  mi  mettesti,  che  que- 
sto non  è  quello  ?  Di  che  misura  era  ? 
Messere,  era  come  un  buon  zipol  grosso. 
Belline,  son.  154.  P'ù  forte  che  l'aceto, 
è  sempre  zipolo  .  Burch  i.  14.  5'  era 
posata  in  sul  veron  di  Ripoli,  Per  poter 
me'  veder  giostrar  gli  zipoli. 

g.  Far  d*  una  lancia  un  zipolo  j  pro- 
verb. che  si  dice  del  Ridurre  il  molto  al 
poco,  e  Pi  materia  atta  a  far  gran  cosa 
a  pena  cavarne  per  poco  sapere  ,  o  per 
trascnraggine  ,  una  piccola  j  che  anche 
diciamo  Far  d'  una  lancia  un  punteruo- 
lo.  Lai.  prò  amphora  urceunt  facere. 

-,'  ZIRBALE.  Term.  degli  Anatomici. 
Aggiunto  di  alcune  diramazioni  •ìi  vene 
che  si  spargono  nel  zirbo.   (A) 

ZIRBO.    Bete,  nel  signific.  dcl%.\\\\. 
22(> 


l802 


Z    I    R 


Z  I  z 


Lat.  omcntttm.  Gr.  ÌtzÌti'Joov-  Volg.  Has. 
Perchè  il  zirbo  cuofire  <]U;)si  te  budella  . 
/ìed.  Vip.  I.  76.  Mi  sono  riuscite  mollo 
grasse  in  (|uc1la  [urte  che  i\  chiama  la 
rete  ,  e  dai  mediti  vien  delta  umeoto  e 
sirho  . 

ZIRLAMENTO.    //  zirlare- 

ZIRLAHK  Mandar  fuori  il  zirlo.  Lai. 
truUhre.  ^  Car.  voi,  3.  Ittt.  68.  (Co- 
rnino 1735)  Quando  zirlar  senti,  tocca 
pure  ,  Fin  eh'  al  boschetto  il  lordo  ahhi 
condotto    (J') 

ZIRLETTO.    Dim.  di  Zirlo. 

ZIRLO  .  Quella  voce  acuta  e  tronca 
che  fa  il  tordo  ,  detta  così  dal  suono  di 
essa  i'Oie.  E  Zirlo  si  dice  anclu-  il  tordo 
die  si   tiene  in  gabbia  per  zirlare. 

ZlStCA,  t-  ZISK.A.  Sorta  d' uva  »  ed 
nnilie  ti  l  iligno  che  la  produce.  Cr,  A. 
4  10.  Buone  (uve)  sono  grilla  e  zi^igìt, 
le  quali  in  ultio  nome  sono  margigrauj  , 
o  ruliiola  .  A'  appretso  :  Inipcrocrhè  la 
zisiga  fa  |jÌìi  iiuliil  vmu  ,  e  meno.  f'S  12. 
8>  E  colai  potatura  può  esser  servata  nella 
zisica  e  verdca. 

ZISO,    /  .   ZIESO. 

ZITELLO.  Fanciullo.  Lat.  puel.'us  . 
Gr.  TZ'Xiò'J.f'i'iv.  /'occ.  no*.-.  90.  5.  Cornar 
Geminala,  non  li  tribolar  di  me,  che  io 
sto  bene  ,  perocché  ,  ijuandu  mi  piace  , 
iu  fo  questa  cavalla  diventare  una  bella 
zitella,  /lant.  rim.  l3.  Lo  vostro  pregio 
Gno  [n  gioia  si  riimovelli  Da  grandi  e 
da  zilclli  .  Mor.  S.  (ìrcg.  18.  2.  Quelle 
fenimin'i  che  sono  poste  al  giudicio  ,  ov- 
vero  al  governo  delle  zitelle  .  Fr.  Ine. 
T.  3.  10.  Zj.  Col  cuor  peiiello  e  colla 
niente  pura  5ia  ricevuto  queslo  bel  zi 
tello  .  V  Ar.  l'ur.  Q.  3;.  Ciesciulici  in 
coite  ed  allevali  Si  son  da  noi  da  teneii 
zitelli.  (Frj 

t  ZITO.  r.  //.  Zitello,  Fanciullo. 
Te.tcid.  Q.  ^ì.  Nulla  persona  in  Atena 
rimase,  Giovani,  vecchie,  zile  ,  ovvero 
sposo.  Fr.  Jac.  T>  2-  ìH.  7  O  manni 
saporita,  Che  è  la  castitate  I  L'alma  con- 
serva zita  f  E  sue  fattezze  oiuale  .  F  2. 
32.  53.  Alma,  che  vai  a  marito.  Dì  ca- 
stitate ornala  ,  Lo  tuo  marito  e  zito  .  F 
appresso:  Non  discoprire  ìu  pubblico  Ma- 
ritala ,  ne   zita. 

^.:  7.1TTELL0.  Lo  stesso  che  Zitello. 
Buon.  Ficr.  ^.  hìtrod.  E  dell'  avanzo  es- 
serne larga  a'  tfuoni,  Ai;li  urfaiii.  alle  ve- 
dove,  a"  pazienti,  Alle  'ndutate  v  povere 
zittelle  (ti  F  4  2.  6.  Zilt-lU  asciuga 
gli  orchi,   lì   non   aver  paura,  ff'^ 

•-.•  ZITTI  ZITTL  ì'oce  J»e  ,  replica- 
ta, inculca  il  .silenzio.  lied.  Itti.  2.  2l3. 
Non  r  ho  portale  da  me  ,  perche  poco 
esco  di  casa  ;  e  son  multo  frollo  e  per 
indisposizioni  e  per  veichiai.i  .  Zitti  zit- 
ti.   Cj 

ZITTlNO  .  Dim,  di  Zttto  .  Zibald . 
Andr.  Salì  piagner,  (ìgliuol  mio;  sta  zit- 
linu,  non  piagnere. 

'.'  ZITTIRE.  Io  staso  ihc  Fiatare 
in  signific.  del  ^,  IH.  l.\irl.  ,Stor.  It 
Uh.  q  cap.  16.  Tiaevaiiu  in  frotte  a  u- 
dirle,  chi  per  giudicarne  er.  chi  per  far- 
ne un  loleDiii*  schiamazzo  ec.  ma  il  fallo 
andò  per  sì  direi  so  altro  modo,  che  per 
f(uantii  r-gli  direva  n  >n  si  zittiva.  F  I  il. 
hosth.  hh,  2.  top.  8.  Slaoislao  ,  quasi 
non  fosse  «ivn  ec.  ne  si  niovea  ,  ne  iti- 
liva,  più  che  se  nulla  fosse  di  quel  bat- 
terlo e  rulpcslurlo.  il'Pj 

ZITTO.  Foce  simile  alla  latina  SI  , 
rolla  quale  si  comamlii  il  silenzio.  ì'nrih. 
F.rcvI .  85  II  qu.ili  z'tio  «redo  ihe  sia 
tolto  <1a*  Latini,  i  (|ii.di  quando  volevano 
che  ab  uno  steste  clieto  ,  usavano  prtife- 
rire  verso  quel  tale  queste  due  con-oinanli 
ST  ,  quali  come  dicÌAino  noi  titto.  Buon. 
Fìer.   Zitti  un  po'  ,  eh'  elle  dormono.    • 

S-    1     Ao'j  fare  litio,  vale  Tuctre,  ACi 


parlare.  lat.  tacere,  silere  ■  Tìocc-  nov, 
79  8.  Salvo  chi  non  volesse  starvi  a 
modo  di  mutolo,  senza  far  motto,  o  zitto 
alcuno.  .1/.  /'.  9.  75.  Chelaiiiente  e  sen- 
za fare  zitto  ec.  usci  di  Bologna.  •■?  ini 
perf.  F.  Tih.  n  4-  ''*-  12.332.  Ciò  non 
fanno  già  le  prudenti  persone,  le  quali  o 
del  male  altrui  si  condul;,ono  ,  o  rcitrin- 
gendnsi  nelle  sputile  ,  se  non  truvan  la 
via  di  scusarli  ,  non  ne  fanno  zitto  ne 
motto.  (Fi 

§.  II.  Stare  zitto,  vale  Tacere.  Lat. 
silere.  Gr.  otwTTav.  l  arch.  Ercol.  85. 
>oi  abbiamo  tacere,  come  i  Latini;  e  an- 
cor diciamo  :  non  far  parole  ,  e  non  far 
motto,  non  alitare,  e  non  fiatare  ,  non 
aprir  hucca  j  thtwliln  ,  sta  zitto.  .4111  g. 
5.  K  i  buon  soldati  in  camp.i ,  o  in  cit- 
tadella Si  stanna  zitti  in  fai  la  sentinella. 
Malm.  1.  3.  Alcun  forse  dirà  eh'  iu  non 
so  cica  ,  £  eh*  io  farei  't  meglio  a  slar- 
mi  zitto. 

S-  IH.  Ao«  sentirsi  uno  zitto  ,  vale 
Fssere  oqui  cosa  quieta.  Tue.  Pav.  Alia. 
1.  l3.  Il  non  essersi  altrove  sentilo  un 
disparere,  un  zitto.  Malm.  i.  io.  Aiun 
fiata   perù,   non   sente    un   zitto. 

g-  tv.  Zitto  ,  figuratam  per  Quieta. 
Moro.  2^.  I05.  Ch'  io  lo  faro  al  6n  con- 
tento e  zitto.  Cccch  .  Foni.  2  4-  ''  ^*^ 
visti!  Rodomonti,  Che  non  hanno  lerrur 
delle  bombaide,  Esser  da  una  donna  falli 
^la^e  Più  zilli  ,  che  nou  Cj  V  og'iu  nell' 
orcia  .  Maini.  IO.  I.  Se  si  dà  il  ra%o  di 
veuire  ali*  ergo  ,  Zilli  com*  olio  poi  vol- 
tane)   il    tC'gO. 

^:  ZIVOLO,  e  ZIGOLO.    Term.  de^li 

Ornitologi  .  Utcellello  della  specie  degli 
ortolani ,  che  ha  il  petto  e  il  ventre  ginl 
liccio,  f   l) 

'.'  ZIZOLA.  Giuggiola.  Cari.  Svìn.  6. 
Ne  punto  asienuesi  Da  cilii>  alcun  finche 
non  venn<-i'  gli  ultimi  Fiutù,  che  noci 
iur ,   rotogne   e   zizole.   (lì/ 

ZIZZA.  F.  .4.  Poppa.  Lai.  mamma, 
iiher.  Gr.  p-<^rò^,  ->)>.;'.  Mor.  S.  Oi-i'. 
La  mia  suora  è  piccola,  e  ancora  non  ha 
zizze  .  /:  di  sotto  .•  Ma  le  lammie  nuda- 
rono la  mamma,  ovvero  la  zizza,  e  nu- 
tricarono li  loro  catelli  .  *  Bove.  /Ini. 
Fis.  IO  E  ancora  quì^i  nella  >u:i  figura 
Pallida  ai  \edieuo  i  due  serpenti  Alle  sue 
zizze   dar   crudid   morsura.    (  fir^ 

:r  ZIZZAGLIA  /  .  //-  Lo  stesso  the 
y.izznnia.  Fr.  Jac.  T.  l\.  3.  7.  Sofisticalo 
vero  Sua  seminò  zizzaglia.  (B. 

ZIZZANIA.  Loglio,  (^attivo  .leme.  Lai. 
loliuni.  Gr.  Ui pv  ,  ^i^'/vtOK.  Cr.  3.  13- 
Il  loglio,  uvvcro  zizzania,  njkce  Ira  'I  gra- 
no, e  ne' secchi  campi,  ed  ha  viitù  acuta 
e  velenosa  .    />ra/.    S.     t'reg.    I    mietitori 


«li 


Angeli 


le 


ne  I  peccatili  t  . 
Allora  dunque  li  mu-tilori  legheranno  le 
zizzanie  in  fasci  ail  ardeir.  Annoi.  I  ang. 
E  conciossiecosachè  nascesse  1'  crha,  e  fa- 
cessi* frullo,  aUoia  apparvono  le  z'zzanie. 

§.  I,  Per  ximilit.  t'r.  3.  12.  Sicrome 
il  pap.ivero  e  la  zizzania  «Iella  triia.  e  i  ca- 
voli della  vite  ,  iniperncchi-  la  riarde. 

t  §.  II.  Wt  metaf.  vale  Scandalo,  l^is. 
tensione  ,  iìisiordia  .  lìocc  .  hov  .  8.  4* 
Rapportar  mate  dall'  uno  all'  altro,  in  sp- 
ini nai  e  zizzania,  in  dirr  cattivila  r  li  i cli- 
zie. Amei.  pi  A^\cgnjrhr  ce.  e  Tedilo- 
uè  run  seiiitiiale  zizzanie,  e  Giunone  con 
lurhamenli  cimirarii  più  volle  si  siruo 
gravemcnli'  oppo.vti  alla  sua  salute.  *'■!• 
vale.  Med ,  cuor.  Guasta  il  buon  seme 
rbc  Dio  aveva  seminato  nel  loro  luoi'', 
seminandovi  lizzania,  rmì*  male  suggerito. 
ni.  .V.  Jnl.  Conjess.  (hi  por  loquacità  . 
ovvero  per  novellare  dire  tali  p.irole  ad 
allri .  che  mette  discoidia,  o  zttaauia  fra 
gli  amici  r  benivulenti  .  e  1'  amicizia  d' 
altri  fa  perdere  ec.  ,  perca  gravemente  ■ 
Puon.    Firr.   .'ì   4     ^    Diselli  esiliar,  nior- 


moralori  Porre  io  vorrei  in  dileguo  ec.  , 
spargitoii  Di  zizzanie.  "* 

ZIZZAMOSO  .  Add.  Che  metU  iis- 
Zani  a  . 

f  ZIZZIBA.  Zixzifa  ,  Giuggiola.  Lai. 
ziziphunt  .  l'allad.  Apr.  7.  Se  ,  ricente 
ricolte  le  zizxibe,  vi  si  sprazzi  il  vino  vec- 
cbio,  diventeranno  rugose. 

ZIZZIBO.  Albero  che  fa  la  iizsihaj 
Zizzijo,    Giaggiolo.   Lai.  ziiiphus. 

f  ZIZZIFA  .  t:ni}:giola  ,  Frutta  del 
giu-^giolo  .  Lat.  z'Zphiim  .  Pallad.  Apr, 
7.  La  zizzifa  culla  matura  ìn  uo  vaso  lun- 
go di  lerra  lutalo,  e  io  luogo  asciutlp  ri- 
posto ,  si  serba. 

■}■  ZIZZIFO.  Oiuggiofoj  Alhero  che  fa 
In  zizZ'Ja  .  Lai.  ziz^phut.  l'allad.  Apr. 
7.  Nelli  luoghi  caldi  del  mese  d*  Aprile 
kcniinricmo  zizzifo.  /  3fagg.  6.  KeMuo- 
ghi  freddi  porremo  i  fichi  e  le  ziizife ,  e 
innesleiemo  . 

ZXZZOLknK.  Sbevazzare.  Voce  bassa. 

Z  O 

:'.:  ZOCCO  .  Term.  degli  Architetti . 
Zoccolo.  Benv.  Celi.  Fit.  2.  202  Nel- 
la parte  da  basso  ec.  posi  un  socco  . 
F  274-  Finii  il  bel  Giove  d' argento,  in- 
sieme cun  la  sua  bata  durala,  la  quale  Ìo 
avevo  po^la  sopra  un  zocco  di  legno,  che 
appariva    poco.   f(7y 

t  ZOCCOLAIO.  Colui  che  fa  UKCoU. 
G  /'.li.  93.  5.  Le  hutleghe  dì  caUolai, 
pìanellai  e  zoccolai  erano  da  3oO,  o  più  (co.sì 
nel  tetto  Ptiicnrdt,  sehbi'ne  manca  que.fta 
%'oce  negli  slaiiip'ilij.  Capr.  fìott.  3.  5o. 
Hamnii  sempre  trnulu  a  fare  il  zoccolaio. 
/-.'  appresjto  :  \  ulevi  tu  rhe  iu  facessi  il 
zoccolaio,  e  studiassi  I  Fiuon.  l'^ier.  Z<.>c- 
eoli  zoccidaio  ,  pidlaiol  polli ,  Fabbro  ca- 
téne, u  altri  ferramenti.  Tener  non  possa 
atlaccalì  si  lia»>o,  Cb*  e'  vi  s'abbia  a  dar 
dentro  della  testa. 

ZOCCOLANTE.  Che  porta  zoccoli. 
Che  *a  in  zoiTolij  ma  più  comunemente 
.ti  diiono  Zoccolanti  i  Frati  d'  una  del' 
le  Religioni  di  S.  Francesco,  che  usano 
gli  zoccoli .  Bed.  F.sp.  nat.  3.  Ritornali 
dall'  Indie  orientali,  capitarono  alta  Corte 
tli  Toscana  ec.  Ire  Padri  del  venerabile 
Ordine  di  san  Francesco ,  Tulgarmeot* 
detti  Zoccolanti.  ^'  Dav.  *''cism.  l^i.  Gli 
Zoccolanti,  che  ne' pergami  e  cerrbii  gri- 
tl.ivano  ec,  fuion  cacciati  de'coovcDti.  /v 
43.  Vedendo  essere  in  grandissima  fede 
di  santità  i  Frali  Ceitosioi  ,  Brigidini,  e 
Zorculauli  .   ec.   <  F) 

ZOCCOLAI  A.  Cofpo  di  zoccolo.  Btion. 

I    Firr  .   Ne   lileia.'tì  quella   locculata  ,   Che 
li  ha  si  la  ti^ie•a  maculata. 

i  ZOCCOI  ETTO.    Vìm.    di    Zoccolo  . 

j    Lat.    soeius  ,    .*occulus  ■    Cr.   ci/CVtc;  . 

;  c_u6xT'»v  -   Fi.    i.ioi-d.    l'red.    tt.  Osser- 
vano  aitai  bene  la  pulitetaa  degli  ka^-to- 

,  letti  nu'tvì. 

Z(>«:COLO  .  Calzare  .umile  nllm  pia. 
ml'a  ,  ma  cella  pianta  di  b-eno  ,  intac- 
cato nel  lueszo  dalla  patte  ihe  pjsa  n 
terra.  Lat.  calones  ,  rreptJir  fiitnen  Gr. 
^K'&ToVix.  Boc'\  nov.  60.  17-  Dove  gli 
uomini  e  le  l'enimine  vaooo  iu  torco!  i  su 
pe*  monl>.  l'.tlaff.  tì  E  de"  zoi  coli  l»a*»e 
le   buìlctic  .    Cnpv.    Bott     3     49     ^«r^bb« 

Ilo  più  faille   a   Giusto   lo   studiare  e  lo 

iiileiidere  una  opera  d'  Arislolile.  rhe  non 
gli  h  a  fai  e  un  bigoociolu,  o  un  paio  di 
zocctdi  da  <rati-  /'-  (appresso:  Che  piacerà 
bai  tu  nel  fare  zoccoli  ,  o  Imiti  ,  o  cose 
Mniih  T  Ca.it.  Cren.  Oit.  26  Se  un  si 
tnetle  uu  paio  di  S4»rcolÌ  nuoti.  Gli  teiq)- 
pian  per  la  rabbia  .  Purch.  \.  92.  Pero 
ih'  in  Alessandria  Si  ben  \enduti  vi  »i 
sono  1  loct'uli,  tJie  rieoglirndu  vi  sì  san- 
ni>  1  moccoli. 

§.    I-    Zorcofo  ,    è    anch-    tei'»,   d'  .4t. 


z  o  e 


Z  O  D 


Z  0  L 


i8o3 


chitellttra  ,  e.l  e  Qtirl/a  pietra  di  figura 
quadrata  ,  do\-e  posano  colonne  ,  piedi- 
stalli t  statue  ,  urne,  e  simili  s  che  anche 
si  dice  Dado.  Lai.  pinthus.  Gr.  ->iv63;. 
JJorgh.  Rip-  l6i.  Comecché  l'Acijino,  per 
essere  stato  fjtto  troppo  picculo  ,  ri:kpi;ltu 
all'£ra,  avesse  bi^ogoo  del  zoccolo  assai 
alto  sotto  i  piedi. 

§.  li.  Pir  Pezzo  di  terra  spiccato 
dalla  sua  massa  ,  Mozzo  .  Day  .  Colt . 
j84-  Essere  cou  tutte  le  barbe  salve  ,  e 
massime  la  inae^tra  ,  ca%atu  con  grandis* 
Simo  pane  ,  u  zoccolo  di   terra. 

§.  III.  Zoccolo,  in  modo  basso,  si  df 
ce  anche  d'  Uomo  scempiato,  o  di  niuna 
stima.  SaUin.  Pros.  Tose,  i-  263.  >od 
lo  dice  uno  «nccolu;  lo  dice  PlatoDe- 

§.  IV.  ZoiLoli.  foce  che,  pronunziata 
così  assolutamente  t  indica  Maraviglia, 
o  Premura  .  Ambr.  Co/,  i.  3.  Egli  era 
bastevole ,  5enza  tanto  parlar ,  sol  dire 
zoccoli.  Cant.  Carn.  56.  Però  (zoccoli), 
donne  ,  udite  un  mollo  P'arch.  fìrcol. 
86.  E  quello  cbe  i  Latini  volevano  &igni- 
6care  ijuar-do  sopraggiugncva  uno  ,  del 
quale  si  parlava  non  bene,  onde  veniva 
a  interrompere  il  loro  ragionamento  ,  e 
farli  chetate  ,  cioè  lupus  est  in  fabula, 
sì  dice  dal  vol^o  più  bre>emcnlc:  zoc- 
coli. 

§.  V.  Andare  in  zoccoli  per  l*  aiscìuI- 
toj  maniera  di  parlar  fui  besco ,  che  vale 
Esser  macchiato  del  nejando  vizio  di  sod' 
domia.  Bocc.  nov.  5o  !\.  Questo  dolente 
abbandona  me,  per  ^  olerc  cun  U-  sue  dis- 
onestà andare  in  zoccoli  per  l'asciutto. 

§.  VI.  Stare,  o  Ttnere  sotto  la  tacca 
dello  zoccolo,  tal*'  Stare,  o  Tenere  a  gran 
soggezione.  /  .  TACCA,  3.  VI. 

g.  VII.  -indarvi  le  gatte  in  zoccoli,  o 
simili  ,  provcrb.  dinotante  Esservi  som- 
ma letizia  .  Cerch.  Doni.  ^.  3.  In  que- 
sta Casa  banuo  a  ir  staser  le  galle  io 
zoccoli.  E  Inc.  5-  9-  £  perche  i'  vo  che 
hollÌDO  Fer  1*  allegieiza  iusin  le  gatte  in 
xoccoli . 

§.  Vili,  frittata  con  gli  zoccoli,  si 
dice  quella  in  cui  sono  mescolati  pezzet- 
ti di  carne  secca,  o  di  prosriutlo.  Buon, 
f-'ier.  ^.  I.  6.  E  che  in  casa  la  Bice  Ci 
facemmo  far  poi  quel  trittatone  Cou  gli 
zoccol  lani'  alt.-. 

^  §.  IX.  Zoccoli,  chiamano  i  Carrado- 
ri ,  0  Carrozzai,  due  grossi  pezzi  di  le- 
gno, che  posano  su  lo  scannello  e  la  sala, 
e  su  di  Cut  è  Jermata  con  viti  l'  asse  di 
dietro  dc\vfn-itori.  (A) 

*  ZODIACALE.  Add.  Terni,  degli  A- 
stron.    Appartenente  a  Zodiaco.  (Aj 

t  Zt^DlACO.  Cerchio  d.'gli  animali  , 
i^dei  segni ,  ed  è  uno  de'  massimi  nella 
sfera,  il  qimle  sega  l' Cquatore,  e  tocca  i 
Tri  pici  j  cdi-  Quella  fascia  circolare,  sotto 
la  quaU-  girnno  i  prim-lt  <  o.'  moto  proprio 
da  Oc<i-lente  a  Oriente.  Lat.  zoitiacus  . 
Gr.  Iwcia/o';  Dant.  Purg.  4-  Tu  ve- 
dresti M  Zodiaco  rubecthio  Ancora  all'Or- 
se più  flretio  rotare  .  But.  ivi  :  Lo  Zo- 
diaco, fii;è  lo  cerchio  de' segni.  E  Par. 
lU-  1.  Nella  ottava  spera  l-  uno  cerchio 
^^''S'^  gradì  dodici,  lo  qu^ale  chiamano  Zo- 
d  aco,  che  ciiigf  la  detta  spera  dall'uno 
tropico  air  altro  per  traverso,  sicché  l'una 
parte  tocca  lo  tropico  estivai*^  ,  e  1'  altra 
opposilu  lo  iemale;  e  quello  Zodiaco  io- 
tefaeca  lu  Zodiaco  in  du<--  puuti  oppositi. 
Ott.  Com.  Par.  IO.  2Ì^9.  L'uua  melade 
sua  china  verso  Sellenliione,  1'  altra  ver- 
so Meriggio,  il  qujie  è  chiamalo  T/jdiaco, 
da  Zof-,  ih' e  a  dir  vita;  però  che,  se- 
lOndo  il  nitiiit  de' pianeti  ,  sotto  quello  è 
tutl.i  la  \iij  nelle  rose  di  sotto  l.ib  A- 
strol.  E  que>i|o  s'  intende  nelle  Gi;ure  e 
nelle  stelle  the  sooo  nel  cerchio  «le'  se- 
gni ,  che  si  ibiania  Zodiaio  ,  che  vuol 
dire  in  greco,  cfme  luogo  che  sta  appa- 


recchiato per  dare  alma  a  tutte  le  cose  . 
lìurch.  1.  87.  Nel  Zodiaco  Virgo,  Scor- 
pii>,  e  Gemini. 

^^-  ZOFORO.  Quello  spazio  che  passa 
tra  la  cornice  e  Parclutrase.  Ilaldin.  J'ov. 
Bis.  {A} 

ZOLFA.  Solfa.  Durch.  2.  3o-  lo  fui 
in  cento  lire  coudcnnalo,  Per  volere  in- 
scguar  cantar  la  zolfa.  Cecch.  Spir.  ^.  7. 
E  lo  farauuo  torse  Cantar,  e  non  sar'a  di 
zolla.  Buon.  Tonc.  1.  ^.  Questo  è  '1  can- 
tar? vada  o*;ni  zulfa  in  bando.  Mnlm.  2. 
3o.  E  yiunto  a  Campi,  lì  fermar  si  volle 
À  bere,  e  far  lu  zolfa  per  bimmoilc  17»/ 
figuralam.   in   scntim.  cqui\0C0,. 

§.  I.  Cantare  a  uno  la  zolfa  .  l'ardi. 
r.rcol.  87-  Dare  uua  sbrigliala,  ovvero 
sbrigli.ìturu ,  è  dare  alcuna  buona  ripren- 
sione ad  alcuuo  per  raffrenarlu;  il  che  si 
dice  ancora  Fare  un  rovescio,  e  Cantare 
a  uno  la  zolfa,  o  il  vespro,  o  il  mattuti- 
no, o  Risciacquarli  il  bucato.  Menz.  sat. 
3,  Pur  tenterò  cou  satiresca  a\eoa  ec.  Far 
sentire   una   zolfa  orrenda  e  piena. 

g.  11.  Zol/a  degli  Lrmini  .  Canto  ec- 
clesiastico degli  Arnu-ni  j  e  per  similit. 
si  dice  di  cosa  che  non  s'  intenda,  f'arch. 
Ercol.  99  Erano  gli  Ermiui  un  conven- 
to di  Irati  ce.  i  quali  stavano  già  in  P'ì- 
rcnze  ;  e  perchè  cantavano  i  divini  ufizii 
nella  loro  lingua,  quando  alcuna  rosa  non 
s^  iutendeva,  s'  usava  dire:  ella  è  la  zolfa 
degli  Erminì.  l'urch.  I.  123.  Fanno  can- 
tare i  grilli ,  fallo  sera  ,  Per  bìmmulle  la 
zolfa    degli    lìmiini. 

*  ZOLFAUl.  Colui  che  ca%-a  e  depura 
lo  zolfo.  (A) 

*  ZOLFAKELLAIO.  Colui  che  fa,  o 
vende  gli  zolfanelli.   (C) 

ZOLFANELLO,  fuscrlletto  di  gambo 
di  canapa  ,  intinto  dall'  un  capo  e  dall' 
altro  nel  zolfo  ,  per  uso  d'  accendere  il 
fuoco.  Lat.  sulfuratiirn.  fnv.  Esop.  Gli 
usati  di  vestire  paoni  d'  apparenza  ritor- 
nano a'  panni  di  bigello,  e  1'  ornale  bot 
teghe  di  grosse  meicatauz  e  a  orciuoli  e 
zolfaui.lli.  Lib.  Sor..  \\o.  Ed  ècci  prima 
il  lume  e  il  fuoco  spento  ,  Che  lu  abbi 
riposto  il  zolfanello.  Biirch.  l.  l3.  Zol- 
fanci  biuucbi  coltt-  ghiere  gialle  ec.  Balla- 
vao  tutti  a  suoD  di  cbirintaoa.  E  I.  125. 
I  zoUaoelli,  eh'  eran  due  o  tre  ec.  A  con- 
sigliar &' andaron  col  trepi)iè.  Alleg.  ii"^. 
E  in  un  cerchio,  che  fu  d'  un  bigonciuo- 
lo  ,  Fanno  dieta  cento  zolfanelli. 

?;:  ZOLF\NTF.  .  Add.  Che  batte  la 
zo/fn.  Zenon.  Pist.  56.  La  Musica  poi ta 
nella  zolfanle  man.  (C) 

ZOl  FATARA  .  Luogo  dove  si  cava  o 
si  lavora  il  zolfo.  K-  Magai.  Lett.  voi.  i 
pag.  9.  (  fir.  1769)  Che  importava  egli 
a  me  di  andare  a  riconoscere  te  stufe  di 
Gaia   ec.,la   zolfalara  di   Pozzuolo,  ec.  (B) 

ZOLFATO.  Add.  Di  zolfo.  Mescolato 
con  zolfo.  Solfato.  M.  Aldobr.  P.  A-  19. 
Tutte  acque  zolfale  amare  ,  che  sono  di 
mare  ,  si  va^l<oiio  a  malattie  fredde  e 
umide  . 

ZOLFATL'HA.  Fumo  dì  zolfo  che  ar- 
da. Lib.  cur.  malati.  Quaudo  saia  asciut- 
to ,  fagli  uua  buona  zolfatura  con  zolfo  \i 
vo  ardente. 

f  •'.-  ZOLFERINO.  Lo  stesso  che  Zol- 
fanello .  Serd.  l'rov.  Come  zolfanelli ,  o 
zolferiiii,  che   puzzano   da   ogni  capo.  (A^ 

Z0LF1.no  -  Sust.  Stoppino  coperto  di 
zofo,  per  uso  di  accendere  il  lume. 

ZOLFINO.  Add.  Di  solfo. 

§.  Zolfino,  è  anche  Aggiunto  di  una 
sorta  di  colore  ,  detto  cosi  per  la  simi- 
glianza  del  col-.r  del  zolfo. 

t  ZOLFO.  Minerale  non  metallico, 
solido,  fragile,  e  di  color  giallo,  il  quale 
ardendo  fa  una  fiamma  di  color  azzurro, 
e  tramanda  un  odor  soffocante.  Lat.  sul- 
phur.   Gr.  &?t5v.   Alam.  Colt    1     27.  Sia 


ben  purgata  appresso,  e  poi  d'amurca  D' 
olio,  di  vio.di  zolfo,  e  vivo  argento  ec.  Le 
sia  fatta  difesa  al  nudo  dorso.  Centra  i  morsi 
e  venen  di  vermi  s  serpi .  ììtcctt.  Fior. 
4.  Alcuni  ancora  si  fanno  per  arte,  come 
r  allume  di  rocca,  il  vetrìuolo  usuale,  il 
zolfo,  il  salnitro,  ed  il  sale.  Ciriff'.  Calv. 
3.  90.  Con  zolfi  lavorali,  che  ardean  poi. 
Morg.  19.  i54-  Ed  arde  tutto,  come  zol  ■ 
fo  al  fuoco  ,  Della  gran  voglia  di  vedere 
Orlando.  Sem.  Ori.  I.  li.  68.  E  loro  ad- 
dosso pegole  bollile,  E  foco  e  zolfo  quel 
Grandonio  scaglia. 

§.  Zolfo  ,  si  dice  anche  all'  Impronta 
per  lo  più  di  gemma  intagliata ,  che  si 
fa  nello  zolfo  che  sia  stato  a\  anti  lique- 
fatto,  far.  leti.  I.  36.  Io  ho  ricevuto  i 
zolfi  delle  corniole  del  signor  Carduioo  , 
e  i  ^  ostri  alberelli  di  sapon  moscato. 

ZOLFONARIA.    Solfanaria. 

ZOLFORATO.    AdJ.    Solforalo. 

ZOLLA  .  pezzo  di  terra  spiccata  pe' 
campi  lavorati.  Lai.  gleba.  Gr.  ^CJ/04. 
Cr.  2-  26.  3.  Bagnerai  la  zolla  ,  ovvero 
ghiova,  con  acqua  dolte.  f  num.  ^.  Pren- 
de) ai  uua  zolla,  e  mettera'la  a  bagnare 
in  un  vasello  di  terra,  ove  sia  acqua  dol- 
ce, e  al  giudicio  del  sapore  investigherai 
se  tulio  il  campo  saia  di  quella  medesi- 
'  ma  qiialilade  .  foce.  Lett.  fin.  Boss. 
I  273.  Serrano  ,  dal  seminare  menalo  al 
consolato  di  Roma  ,  ottimamente  colle 
mani  u>e  a  romper  le  dure  zolle  della 
j  terra  sostenne  la  verga  eburnea  .  Amet. 
5o.  M.i  pure  cosi  pavefalla  siipra  le  zol- 
le del  solcato  orto  bassai  le  ginocchia ,  e 
dissi,  f  71.  Si  poteaoo  vedere  i  campi- 
dogli non  rozzi  ,  con  iscaglioni  di  zolle  , 
ne  di  ]'aglia  coperti  ,  ma  ec.  Mor.  S. 
Gri-g.  Le  zolle  di  quelle  erano  d'  auro  ;  e 
che  dobbiamo  noi  intendere  per  lo  nome 
delle  zolle,  se  non  la  congregazione  e  la 
moltitudine  di  tutli  gli  ordini  ?  La  zolla 
è  composta  d'  acqua  e  di  poh  ere.  Guid. 
G.  E  così  rivolte  le  dure  zolle,  1'  ampio 
campo  c(tn  solchi  sì  lavoròe.  .-flam.  Gir, 
22.  80.  Che  fra  le  zolle  ancor  molle  fia- 
te Si  saggi  son  ,  come  tra  '1  chiaro  in- 
chiostro Molto  in:^egna  la  pratica  e  l'  ela- 
te. Ar.  fur.  23.  l3l.  Che  rami  e  ceppi 
e  tronchi  e  sassi  e  zolle  Non  cessò  di  get- 
tar  nelle  beli"  onde. 

§.  Figuralam.  per  Terreni,  0  Posses- 
sioni .  Maini.  I,  82.  Donando  a  ciasche- 
duno entrate  e  zulle  ,  Acciò  se  la  passasse 
da  buon  sozio. 

ZOLLETTA.  Dim.  di  Zolla.  Lat.  gle- 
buia.  Gr.  ^&j'/:5v  .  l'icett.  Fior.  22.  Se 
ne   trova   qualche   zoUeLla. 

ZOLLETTINA.  Vim.  di  Zolletta.  Lai 
glehula  .  Gr-  j^wìtO-».  Trntl.  segr.  cos. 
dona.  Tale  liquore  ci  viene  portato  indu- 
rito  in    niioutissiine   zollcHinc,   o  lagrime. 

ZOLLOSO.  AdJ.  Pieno  di  zolle.  Lat 
glehosus  .  Gr.  p(n).(Sor,z  .  f'ir  As.  9. 
Quandoché  io  ebbi  trapassalo  i  rugiadosi 
cespugli  e  gli   zoll<)i>i  campi. 

ZOMBAMEXTO.   Lo  zombare. 

ZOMBARE  .  f-are  altrui  drlle  busse  . 
Lai.  verberare.  Gr.  Tu'TTTitv .  Pataff".  Io 
r  ho  zombato  come  un  tavolaccio,  frane. 
Sacih.  nov.  192.  E' non  <' intendea  che 
tu  non  ve  ne  mettessi  un  poco  f  del  sa- 
le ).  La  donna  dicea:  E  se  io  ve  n*avessl 
messo  .  e  lu  m'  averestì  zombala  come 
ieri.  Tac.  Dav.  rosi.  45l-  Amico  re  de' 
Btbrici  ,  facendo  con  Polluce  .ille  pugna 
col  cesto,  te  lo  tartassava,  tanfanavj,  zom 
bava  ,  conciava  male  .  Buon.  Fier.  ^.  5  . 
11.  Ed  ci  M  zomba  e  forbotta.  E  gli  lira 
gli  orecchi  e  lo  rampogna.  Maini.  l .  :^0. 
Con  quel  butocrbio  zomba  a  mosca  cieca- 
/'.'  6.  10^.  E  che  sì.  scorreltaccio,  ch'io 
li  zombo?  F.  II.  28.  Che  l'a  nel  mezzo 
a'  suoi    nemici  zomba. 

ZOMBATO    Add.   da   Zombare. 


l8o4  2  O  M 

t  ZOMBATORt.  l'erbai,  masc.  Che, 
•y    Chi  zomba. 

ZOMBATUHA.    I.o  zombart. 

ZOMBOLAMENTO.  Lo  zomholare. 

ZOMUOLAUt:.  Zombarv.  L'ìnff'.  Calv. 
2.  5l.  £  pui  fuggendo  facL-an  mille  rom- 
boli.  Perchè  con  quel  bruncone  ei  uun  le 
zomjioli  .  J^  2.  53.  l'&o  pur»  ijujod*  i* 
voglio,  cumc  i*  Eomltulu. 

ZOMBO  LATO.   Add.  da   Zomf*o/arf. 

t  ZOMBOLATORE  .  Ferbal.  masc. 
i'Iie,  o   Chi  zombola. 

ZOMUOLATRICE.  J  erbai,  fem.  Che 
zombola.  Tratl.  svgr.  cos.  dotiti.  Si  spa- 
venUtiu  air  apparire  della  madie  taute 
Volle    provata    zombo  latri  e  e. 

ZOMBOLATUnA.  lo  zombo/are,  Zom- 
bolametito  . 

ZOMA  .  Fascia  ,  o  sìmtUf  che  tigne  il 
contorno  di  checchessia  .  Lai.  zona  .  Gr. 
%uvr,.  Vant.  Par.  io  Sicché  rileoya  il 
fìl  che  ta  la  zona  .  F  2t).  Fauou  dell*  u- 
lizzootc  iosiemc  zona  .  Hiit.  i^^i  :  Zona  , 
cioè  cingolo  che  cinga  V  uno  e  1'  allru  . 
Uìttam.  i.  10.  Di  \er  Selleutriunc  la  m- 
corona,  E  da  Ponente  lo  grandi:  Creano, 
('fa^  a  tultu  '1  mondo,  come  vedi,  è  zona. 
Fr.  I,ic.  7".  Con  vile  zona  ti  lega  d'  a* 
more.  Ciriff.  Calv.  2.  l\2.  Son  fu  si  to- 
sto Febo  dimostrato.  Alluminando  l^orien- 
tale  zona. 

§.  Zona,  presso  a'  Cosmografi,  si  di- 
ce Ciascuna  delle  cinque  parli  in  cui  st 
divide  la  superficie  della  ttrra  per  mezzo 
de'  quallro  cercini  minori,  a  fine  dt  di- 
stingitele  le  regioni  calde,  Jreddf,  e  tem- 
perate. Lai.  zona.  Vass.  364-  Inverso  il 
iiieriggiu  ,  pres&o  alla  lorrida  zona  ,  sono 
iiioulagnn  di  calanuta  che  Irae  a  »c  le 
rami  umane  .  Ctriff'.  Calv.  1.  3l.  Ve- 
iiulo  insin  dalla  torrida  zona.  .Serd.  Star. 

1.  9.  Per  soggiacere  quasi  alla  zona  di 
inezKO  è  scaldala  da  ardeulissinio  Sole,  li 
47-  Quelle  cose  che  gli  anlìthi  fahamenle 
uiasero  del  circolo  equinoziale  e  della  zo- 
na torrida.  *  j4r.  Fur.  33.  126.  Kuggou 
r  arpie   verso  la  zona  rogyia.   iPe) 

*  ZOiVABE.  /.  À.  Cerchiare,  Fa- 
sciare. Fr.  Jac.   ToJ.  (1$) 

ZONZO  .  Diciamo  Andare  a  zonzo  , 
che  vale  Andare  attorno  ,  e  non  saper 
dove  j  tolta  la  metafora  da  pecchie  ,  ve- 
spe  ,  calabroni  ,  e  simili ,  clic  volano  iti 
qua  e  in  là  ronzando.  Lat.  temere  deam- 
bulare ,  aberrare.  Gr.  ct/.^  Titptuxzeìv. 
Farch.  Jircol.  68.  Andare  a  zonzo  ,  ov- 
vero aione,  ovvero  aiato,  cioè  andare  qua 
H  u  senza  saper  dove  andarsi,  come  fan- 
no gli  -vcioperati ,  e  a  chi  avanza  tempo. 
A  rtm.  buri.  1.  Z'j .  Andare  a  zonzo  in 
'luesto  mare  e  'n  quello.  Ciriff.  Calv.  2. 
57.  (Jhc  se  'I  colpiva  sul  c.ippil  di  bron- 
zo, Il  cervel  su  pel  prato  andava  a  zonzo. 
Cecch.  Stiav.  l^.  3.  Posju  non  solanienlc 
sodare  a  suozo  E  di  giotoo  e  di  notte  , 
«e.  £'  ine.  2.  6.  Oh  come  vanno  queste 
nostre  Icmntinc  a  zonzo  volentieri I  liurch. 

2.  52.  Se  '1  tuo  gallu.iiu  vede  Bartolino, 
Quando  e'  vj  j  zonzo  >euza  vangaiuole-  , 
E'  crederà  eh'  e'  sia   un  lupolinu. 

5,'.  /itidare  ,  o  Mandare  il  ctrvello  a 
zonzo,  Jiguratam.  vale  impazzare,  e  Fa- 
re impazzare.  Lat.  insanire  ,  dementare. 
Or.  a(X.i-Jtz^v.i  ,  ÌAflXi'/liV  .  Fir.  l'nn. 
4-  0.  (fuetto  dir  eh'  io  gli  ho  dalu  le 
(hiavi,  e  vedcrj^lteoe  iu  mauo,  mi  man- 
da il  cervello  a  zonzo  .  Ctriff.  Calv.  3. 
82.  Citiflo  non  intende  questa  pratica,  £ 
<|ua»i  (he  il  cerve]  gli  andava  a  zonzo. 

*\-  zoomo.  /  u,,-  greca  .  cbe  vale 
Animali  e  l'iantc  ,  onde,  st  è  anche  /or- 
mata la  voce  P1AP4TAIV1MALE,  e  ducst 
di  Que'  corpi  the  partecipano  della  pian- 
ta e  dell'  animale,  come  sono  le  spugnr, 
o  simili.  Lai.  zoophttum.  Or.  {biOE^uTOv. 
f'nrch  .  Ltz .  Li   quali  i  Grcd  1  compu- 


Z  O  O 

nendu  er.  due  nomi  insieme,  gli  chiama- 
roD  Boo6la  ,  cioè  animati  e  piante,  come 
Se  noi  dicessimo  animahpiante  ,  o  \eia- 
mente  piantanimali,  come  sono  le  spugne 
marine*  e  alcuni  aliti,  ec.  lied.  Oss  an. 
5^.  Infitto  a  quegli  altri  Z0061Ì  pur  sem- 
pre radicali  ne'  medesimi  scogli ,  e  tal- 
volta radicati  ancora  sul  groppone  d'altri 
zoofiti  ,  e  che  da'  pescatori  livornesi  soo 
chiamali  carnumi. 

.-^  ZOOFOIllCO.  Terni,  degli  Archi- 
tetti.  Aggiunto  di  Colonna;  e  dicest  di 
quella  clic  rappresenta  la  figura  di  qual- 
che animale,  come  sono  quelle  del  porto 
di    Fenezia.   (A)  • 

'^  ZOOGRAFI'a.  Term.  tUdascalico . 
Descriziotie  degli   ammali.  (Aj 

^  ZOOLATIil'A  .  Cultura  e  Adora- 
zione degli  nnimdli.   (A) 

*  ZOOLITO  .  Term.  de'  Nat.  Parte 
d'  animale  che  siasi  impietrita.  (A) 

^  ZOOLOGIA.  Quella  par  t,f  della  Sto- 
ria naturale,  che  ha  per  oggetto  gli  ani- 
mali, e  Quella  specie  di  Jarmacìa  che  da 
essi  prende  t  suoi  medicamenti,  lied-  (A) 

■\'  ZOOTOMI'A  .  Anatomia  compara- 
ta, oppure  Taglio  de' bruti  per  filosofico 
studio.   Hed.,   Cocch.,  ec.   (A) 

ZOPPACCIO.  Peggiorai,  di  Zoppo. 
Lib.  l'red.  Trovo  in  quella  via  uno  ttjp- 
parilo  veiameole  impoituuissimo  limosi- 
nalore . 

•f  *  ZOPPEGGIAHE  .  Zoppicare,  e 
fgitratam.  .\on  procedere  con  rettitudine. 
Tolom.  leti.  j.  247.  Se  voi  sete  a  ciò  ob- 
bli;;a(o,  insegnatemelo  pei  debito;  kc  non 
Acte  tenuto,  fatelo  per  cortesia:  e  se  pur 
ne  per  quello  il  dovete,  né  per  questa  il 
volete  lare,  liate  almeno  contento  di  scor- 
darvi quel  ch'io  insegnai  a  \oi;  il  che  mi 
pare  onesto,  acciocché  le  cose  vadan  di  pa- 
ri ,  e  che  questo  cutal  coatrattu  non  zop- 
l>eggi.  (A) 

ZOHPtTTINO.  fìim.  di  Zoppe t to  . 
Ltb.  dir.  nialatt  La  femmina  amava  quel 
figliuolo    zoppetlino. 

ZOPPETTO  .  Dim.  di  Zoppo  .  Lib. 
fur.  malati.  Un  certo  suo  figliuulino  ,  il 
quale  si  era  un  poco  zoppetto  d'  un 
piede  . 

ZOl'PICANTE  .  Uie  zoppica.  Lat. 
claudicans.  Gr.  j;w)-aivQV  .  Ltb.  Amor. 
Un  cavallo  magro  e  sozzo  ,  e  di  tre  pie 
zoppicante,  liuon.  Fier.  2.  5.  7.  E  zop- 
picanti Piglian  la  dirada  altrove.  Salviti. 
Jhsc.  1.  q22.  Sarebbe  da  desiderare  che 
r  uomo  possedesse  e  bontà  e  doltiina  , 
percioccliè  in  altra  maniera  è  zopptrauiu 
la  sua  perfezione  (  qui  figuratam.  ,  cioè 
manchevole,  difettosa). 

ZOPPICAKE.  Andare  alquanto  zoppn. 
Lat.  claudicare .  Gr.  ;ifwia»'vfiiv  .  lioct. 
/ti.  iJant.  219.  Qurlla  repubblica  che  'I 
taceva,  conveniva  andare  >ciancala  .  e  i\ji 
quel  piede  zoppicare.  Seti.  Pisi.  Incon- 
tanente che  cominciava  a  zoppicare  un 
poto,  l'aol.  Oros.  Per  consentimento  di 
tutti  il  lecerti  signore  :  uomo  che  zoppi- 
cava del  piede  ;  ma  nel  pericoloso  stalo 
vollero  più  tosto  che  '1  signore  zoppicas- 
se, che  '1  regno.  Cavale.  Specch.  Cr. 
Quando  &i  ricerco  ed  esaminò  se  egli  si 
dileltavèi  d'esser  lodato  e  reputalo  .  dite 
<  he  ancora  logipicava.  Mor.  S.  Ijrrg.  E 
tante  Volte  caggiamo  innanzi  a  lui,  quan- 
te volte  noi  zoppichiamo.  Serd.  Alar.  i. 
3o.  Uurlandi»  gli  »lrssi  nmbasciadoii  ,  j* 
uno  de'  quali  zoppicava  «I*  un  piede,  i.or. 
Med.  tiec.  2.  La  Bvca  mia  e  sobt  un  po' 
piccina,  E  zoppica,  ch'appena  le  oc  ad. 
d resti . 

§.  I.  Figuratam.  ti  dice  drl  Pendere 
in  qualche  i-isio,  o  difettfn  l'utaff'.  8.  E 
du  qual  pie  tu  ztippichi,  ben  saccio  (cioè, 
conosco  le  tue  inclinaiioni  •  t>  1  tuoi  di- 
fetti )      /  arih.    Ltz.  641     È  occesjario  , 


Z    O    H 

per  cagione  dell*  accanto  ec,  fare  che  'l 
verso ,  non  zoppichi  f  cioè  ,  abbia  la  »ua 
giusta   misura). 

^  S-  "■  Pur  figuratam.  vale  Fentr 
manco,  indebolire.  Infiacchire.  Marchett. 
Lucr.  ltb.  3.  V.  667.  Se  al6n  crollato  È 
dagli  urti  del  tempo,  e  vecchio  ornai  Lan* 
gue  il  corpo,  e  vico  meno;  e  se  le  mem- 
bra Perdun  1*  usate  posse  ,  anco  I'  inge- 
gno Zoppica,  e  delirando  té7  (Jif 

♦  §.  111.  In  proverò.  Chi  pratica  col 
zoppo  impara  a  zoppicare.    F.  ZOPPO, 

§.  X.  (C) 

ZOPPICONE  ,   e  ZOPPICONI  .   A^- 

verb.  A  maniera  delle  cose  che  zoppica- 
no. Zoppicando,  hsp.  /  ang.  Senza  que- 
sto lume  e  senza  questo  appoggio  si  cam- 
mina tentone  e  zoppicone  .  liuon.  Fier. 
3.5.  5.  Andava  sghembo  £  zoppicoD  .  F 
4-  5.  i3.  Ve*  eh*  ei  si  rizza  ,  e  zoppicon 
lo  segue.  Schizzando  rabbia,  che  noi  può 
raggiugacre . 

*  ZOPPINO.    Dim.  di  Zoppo.  (C) 

t  ZOPPO  .  Add.  impedito  delle  gam- 
be o  de'  pie  m  maniera  ,  che  non  possa 
andare  eguale  o  diritto ,  ondt  cammini 
fuor  della  naturale  positura  .  Usasi  so- 
vente anche  in  forza  di  susl.  Lat.  clau- 
dus.  Or.  j^u'iói.  Bocc.  nov.  11.  3.  Quel- 
lo, a  guisa  d'  un  corpo  santo,  nella  chiesa 
maggiore  ne  portarono,  menando  quivi 
zoppi  e  attratti  e  ciechi  .  i'elr.  son.  67. 
E  fuggo  ancor  così  debile  e  zoppo  .  /: 
Frott.  Or  non  fia  maraviglia  ,  S'  iu  mi 
sou  grave  e  zoppo.  Pcss.  ò^.  E  se  uoo 
zoppo  lo  schernisse,  eh'  egli  andaste  di- 
ritto. /','  l34-  Mou  dee  essere  inlegillinu' 
ec,  non  zoppo,  non  monco,  non  rattral- 
to  .  Lor.  Med-  rtm.  85.  \}ì\  altro  pastur 
porla  sulla  spalla  Una  pecora  eh*  è  nel 
cammin  zoppa  .  Ar.  Fur.  ^2.  5o.  £  la 
furia  iufernal  già  non  par  zoppa  ,  Che 
spicca  un  salto,  e  gli  e  subito  ia  groppa. 
Àlorg.  IO.  171.  Chi  sangue  fuor  per  gli 
occhi  e  1  naso  getta.  Chi  zoppo  resta,  e 
chi   monco   e   stiancato. 

§.  I.  Per  metaf.  vaie  DifeUoso,  Man- 
cante ,  Tardo .  Petr.  cans.  22.  4-  ^*'** 
sìa  zoppa  la  legge,  ov*  altri  attende.  Ftt. 
Plul.  Non  vogliate  che  la  Elada  sia  top- 
pa,  né  vogliate  che  nostra  patria  sia  in- 
giusta .  Jiern.  Ori.  I.  2.  22.  E  per  pi- 
gliarli affretta  il  buon  Baiardo  ,  Che  per 
lo  grande  amor  oc  porta  peua,  E  lo  chia- 
ma rozzone,  zoppo  e  lardo.  Ar.  Fur.  n. 
57.  Le  cui  voglie  al  )»en  far  mai  non  far 
zoppe.  /','  25.  76.  L'  animo  è  pronto,  m^ 
U  potere  è  zoppo  .  E  29.  70.  Ella  ti  se- 
guia  con  passo  lento  e  zopp«»  .  Cecch. 
Uonz.  2.  5.  S'  egli  è  signore,  e  Ìo  uo  . 
Corso,  questo  Sarebbe  un  paienlado  to» 
pò.  2'ac.  l)av.  Ann.  2.  3?.  Cowinciaro- 
no  le  navi  a  tomaie  sdrucite,  o  toppe,  o 
.senza  remi. 

,>^.  li  per  stmiltt  AUeg.  l3l.  I>ur 
panche,  le  quali  paion  tre>poli  zuppi  tulli 
air  trsle  .  liuon.  Fier.  ».  3.  3.  E  a»»ai 
mura  in  falso  ,  e  archi  zoppi  Mafm.  H 
i8.  Et*ì  una  madia  zuppa  da  un  piede 

*-^  §.  IH.  BugÌA  toppa  ,  dicrsi  perche 
va  poco  innanzi  ,  e  mal  si  sostenta  m 
pie  ,  cioè  facilmente  sì  jtcuoprt  .  l'eti  . 
Froll.  Oh  kvcrgttgnalo  ardire,  Una  zopp.« 
bugia  Volete  a  luuga  via  Guidar  niutli 
e'  han  senno  I  Morg.  2^.  38.  E  disse 
(•anelhm  :  tu  ne  fai  troppe  ,  K  Don  sai 
ben   che   le   bugie   suo   zoppe. 

§.  IV.  Ferso  zoppo,  tale  Che  non  ha 
la  giusta  misura  ne' piedi  e  nelle  siiim* 
l'è.  Demetr.  Sef-n.  lao.  Segno  di  ciò  re 
ne  sta  quello  d*  lp|ioualle,  che,  voleotlu 
ingiuriare  i  nemici  colle  parole  ,  feri  un 
verso,  e  di  diritto  lo  fece  zoppo,  e  pnvo 
di  numero,  cioè  accomoilato  per  la  villa- 
nia e  per  la  vrmrnza. 

§.   V.   A  pie  ioppo  ,  vai*   Con   un  pti 


2  a  p 

soio.  l'ranc,  Sacch.  nov.  l6.  Cosloro  col- 
la  Honaa  si  turoaroDo  a  pie  toppo  col  dilo 
nell'occhio  (tfui ^gttratam.).  Tac.  Vai'. 
.4nn.  1-  II.  Le  graiic  chieitc  in  coinu- 
ne  veogoau  a  pie  toppo  (  cwt ,  Uida- 
menle  ). 

*  §.  VI.  ^n  questo  senso  si  dice  an- 
che Tornar  zoppo  j  cioè  colle  mani  vote. 
Frane,  ò'acck  nov.  222.  Lo  Usohere  si 
torno  toppo  ,  col  dito  neir  occhio  i  non 
aveva  riscosso  il  danaio  che  sperava  ) , 
e  giunse  al  Cardinale,  che  aspettava  con 
lauorsa  a))erta-  (V) 

§.  VII.  Correre  a  pie  zoppo  ,  fgara- 
tam.  vale  Patir  dij[ficultà  AlUg-  224. 
Kon  si  maravigli  però  nessuno  (  se  la 
comparationc  non  corre  a  pie  zoppo ,  co- 
me nuei  che  fanno  al  diavolaccio  )  (he 
io  ec. 

§.  Vili.  Andare  a  caccia  col  bue  zop- 
po, o  simili,  vale  Mettersi  ad  una  im- 
presa con  provvedimento  d^fiole ,  e  non 
bastante  al  bisogno.  Fetr.  canz.  38.  6. 
E  col  Lue  toppo  andrem  cacciando  I' 
aura.  E  son.  177.  Ed  una  cerva  errante 
e  rugf;ittva  Caccio  con  un  hue  toppo  e 
'nfermo  e  lento. 

§.  iX.  A  dii  usa  col  zoppo  gli  se  ne 
appicca  ,  o  simili  s  proverò,  che  vale  , 
Che  nel  conversar  con  alcuno  s'  appren- 
dono e  si  piglian  le  sue  maniere.  Lai.  si 
iiixta  clandum  hnbitas,  claudicare  itisces. 
Ved.  t'tos.  loi.  Gr.  j'a'v  y^ta'kiZ  Tra^sot/»]- 
(iij)5  JTTSS/a^eiv  ua3/ì'avj .  P'ir.  Disc, 
a'n.  66.  ^è  lessi  stona,  che  non  diresse, 
che  chi  col  toppo  usava  ,  uon  camniiua- 
\a  poi  dirittamente,  ^mhr.  i'itrt.  3.  10. 
Benibè,  tu  parli  ancor  tu  |icr  lettera,  eh? 
Sor.  C)hi  usa  col  toppo  ,  voi  sapete  ec. 
AUi'g.  86.  Chi  usa  col  toppo  gli  se  n' 
appicca  ■ 

#  §.  X.  f'ure  in  proverb.  Chi  pratica 
col  zoppo  impara  a  zoppicare ,  e  vale  lo 
stesso.  Plut.  Adr.  Op.  nior.  i,  3|.  I 
ragazzi  messi  al  servizio  de"  figliuoli  ec. 
■ieno  dì  buoni  costumi ,  abbiano  lingua 
sciolta  e  ijreco  idioma  ,  affinchè  conver- 
sando con  barbari  di  linguaggio  ,  e  vi- 
ziosi dì  costumi,  non  ritengano  parte  del 
loro  vizio.  E  non  male  si  dice  per  anti- 
co proverbio  :  Chi  pratica  col  zoppo  im- 
para a  zoppicare.  (C) 

§.  XI.  l'assi  capra  zoppa,  se  '/  lupo 
non  l'  intoppa  j  proverò,  che  vale  ,  che 
Anche  le  cose  deboli  si  sostengono,  quan' 
do  non  incontrano  difficoltà  j  ovvero  che 
Quando  non  s*  incontrano  ostacoli,  tutto 
riesce.  G.  V .  6.  83.  4-  Propuose  in  sua 
diceria  i  due  antichi  e  grossi  proverbii  , 
che  dicono  :  Coni*  asino  sape  ,  così  mi- 
nutza  rape  :  E  vassi  capra  zoppa  ,  se  '1 
lupo  non  1*  intoppa.  Frane.  Sacch.  nov, 
\')(\-  Vassi  capra  toppa  ,  se  *1  lupo  non 
la  'ntoppa. 

ZOTICACCIO  .  Peggiorat.  di  ZoUco. 
Zéibald.  Andr.  Era  uomo  di  sua  naturalez- 
za mollo  toticaccio  e  dispettoso.  ^  Cecch, 
Stiav.  3.  2.  Se  ella  avesse  saputo  il  bene 
che  IO  le  volevo,  ella  non  avrebbe  avuto 
cotesla  paura  :  ma  tu  dovevi  pur  raccon- 
solarla un   poco,  toticaccio.  (/  ) 

ZOTICAGGINE,  astratto  di  Zotico. 
Mozieztn  Fu.  S.  Jnt.  Coa  una  certa 
naturale  toticaggioe  di  costumi. 

ZOTICAME.NTE  .  Avxerb.  Con  zoti- 
chezza ,  Pozzamenle  .  Lat.  rustice  .  Lab. 
87.  Con  parole  assai  zoticamente  compo- 
»te  mostrava  di  desiderar  di  saper  chi  io 
fossi . 

ZOTICHETTO.   Alquanto  zotico. 

ZOTICHEZZA  .  Astratto  di  Zotico  . 
Bozzezia.  Lat.  rusticitas,  injicentia,  Gr. 
aypióry;?.  Fr.  Giord.  Fred.  It.  Mostra- 
no zoticfaetza  nelle  parole  e  ne'  fatti  .  # 
Dat.  pref.  Pros-  Fior,  ftè  mi  accordo  a 
lodare  con  Valerio  Massimo  la  zotichezza 


Z  O   T 

di  Mario,  che  abborri  d'apprendere  la  lin- 
gua greca»  e  di  farsi  più  culto,  ec.  (  Ù) 

ZOTICHISSIMAMEKTE.  Superi,  di 
ZoUcanìCnte . 

ZOTICHISSIMO.  Superi,  di  Zotico. 
Demelr.  Segn.  58.  Siccome  questa  del 
personaggio  totìchissimo  del  Ciclupo. 

3  ZOTICO.  Add.  Intrattabile.  Vi  na- 
tura  ruvida  e  rozza  ■   Lat.    rudis  ,  agre- 

itis.  Gr.  dypioi.  Bocc.  nov.  5o-  8.  Egli 
non  è  alcun  si  forbito  ,  al  quale  io  non 
ardisca  di  dire  ciò  che  bisogna,  ne  si  du- 
ro ,  o  zotico  y  che  io  non  ammorbidisca  . 
Varch.  Stor.  8.  2l3.  Fu  eletto  in  am- 
basciadore  a  Ferrara  messer  Galeotto  di 
Luigi  Giugni,  uomo  burbeio,  e  zotico  di 
natura.  Cecch.  Spir.3.  9.  Chi  ha  a  far  con 
persone  dure  e  zotiche.  Gli  avvieo  cosi. 
Cas.  Uf.  com.  io5.  Fugga  il  nome  di 
morditore,  ovver  di  zotico. 

V  §.  Zotico,  si  dice  anche  delle  Ma- 
niere, delle  parole,  ec.  che  sono  contra- 
rie alla  s^ntilezza,  alla  civiltà.  «.  Galat. 
5.  Come  i  piacevoli  modi  e  gentili  hanno 
forza  di  eccitare  la  Lenivoleoza  di  coloro 
co'  quali  noi  viviamo,  cosi  per  lo  contra- 
rio i  lotichi  e  rozzi  incitano  altrui  a  odio 
e  a  dispreizo  di  noi  ».   (Cj 

ZOTICOKACCIO.  Peggiorat.  di  Zoti- 
cone .  Cecch.  Stiav.  3.  2.  E  tu  ,  zotico- 
naccio,  la  dovevi  pure  Racconsolare. 

ZOTIlOWE  .  Accrescit.  di  Zotico  . 
Cecch.  Lsalt.  Ce.  5.  3.  Il  vero  nudo  nu- 
j  do  è  tanto  rigido  E  zoticone  ,  che  pochi 
lo   \oglìono  . 

L   U 

f  ZUCCA  .  Pianta  notissima  ,  e  co- 
munissimo, die  coltivasi  negli  ortij  che 
ha  lo  stelo  rampicante,  e  le  foglie  gran' 
di,  ed  il  frutto  maggiore  di  qualsivoglia 
altra  pianta  erbacea  ,  o  arborea  ,  detto 
anch'  esso  zucca  ,  di  forme  e  specie  dì- 
verse  e  di  color  vario,  e  mangiasi  cotto, 
ed  in  conserva  .  Lat-  cucurbita.  Gr.  y.O- 
iw)tuv&7j.  M.  Aldobr.  P.  N.  \i\5.  Zuc 
che  sono  fredde  e  umide  nel  secondo  gra- 
do. Pallad.  Marz.  16.  Di  questo  mese  si 
vuol  seminar  la  zucca  in  letaminata  ter- 
ra. Cr.  6.  20.  I.  La  zucca  desidera  terra 
grassa  e  ben  lavorata,  letaminata  e  umi- 
da. E  nunt.  ^.  La  grossezza  del  picciuo- 
lo dimostra  per  innanzi  di  che  grossezza 
sarà  la  zucca.  Jìnum.  5.  La  zucca  è  fred- 
da e  umida  nel  secondo  grado,  e  genera 
umor  flemmatico.  Alam.  Colt.  5.  126.  E 
sol  vorria  talora  L'  avviticchiami  braccia 
e  r  ampie  fiondi  Della  crescente  zucca 
aver  vicine.  E  I29.  Il  freddo  celiiuol  , 
la  zucca  adunca  .  E  l34-  Ove  il  dolce 
popone,  o\e  il  ritondo  Cocomer  giace, 
ed  ove  intorno  serpe  Colla  pregnante  zuc- 
ca il  citriuolo.  Bern.  rim.  1.  3o.  Ho  ben 
martel  di  quelle  zucche  fritte. 

"f  §.  I.  Zucca,  si  dice  anche  un  Fa- 
so  fatto  di  corteccia  di  zucca  seccata,  a 
uso  principalmente  di  tenervi  pesci,  sa- 
le, ec.  Morg.  18.  194-  ^  disse:  il  sai  ci 
avanza  nella  zucca.  Buon.  Fier.  3.  3.  8. 
Ve'  ve'  quel  pescatore  Col  frugatoio  in 
mano.  Che  torna  colla  moglie  pescatrice, 
Che  pronta  ha  la  sua  sporta  ,  Che  zucca 
aver  non  dee-  E  appresso  :  Tutte  speri- 
mentai ed  esche  ed  ami,  E  mi  pareva  d* 
esser  per  la  via  Di  riportar  gran  pesca- 
gione in  zucca.  E  Tane.  3.  Viterm.  Get- 
tisi r  amo,  la  relè  si  tenda  ,  La  zucca  si 
porga,  il  pesce  si  prenda.  Purch.  2.  67. 
Se  stasera  a  cenare  Di  pesci  non  m*  ar- 
I  rechi  pien  la  zucca  ,  Io  fuggirò  la  mor- 
talità a  Lucca  {  L' edtz.  di  Londra  1767 
legge  meglio:  Io  fuggirò,  per  non  morir, 
a  Lucca).  Borgh.  Hip.  2^"^.  Essendo  u- 
sciti  i  contadini  dell'  acqua  colle  zucche 
piene  di  pesce.   LasC-  Sibili,    i     3.   Que- 


z  u  c 


i8o5 


sta  è  altra  zucca,  che  da  pesci  :  qui  den- 
tro è  del   sale  in  ciocca. 

§.  II.  Zucca ,  pur  vota  simile  alla 
suddetta  ,  per  uso  di  notare .  Frane. 
Sacch.  nov.  io3.  Se  tu  fossi  in  un  gran 
pelago,  e  fossi  per  affogare,  qual  voi  resti 
innanzi  avere  addosso:  il  Vangelo  di  san- 
to Giovanni,  o  la  zucca  da  notare?  E  ap- 
presso :  L*  altro  diede  il  partito  d'  una 
zucca  vota  al  Vangelo  di  santo  Giovan- 
ni j  e  noi  siam  ben  zucche  vote,  e  nella 
fine  ciascuno  se  n*  ha  a  avvedere.  Cant. 
Cam.  2l3.  Chi  monta  sopra  noi  par  che 
ne  goda  Più,  che^  di  zucca  o  trave.  Per- 
chè molto  suavc  E  '1  vostro  sostenere.  A" 
2l4-  Questi  novizii  non  possou  nel  fon- 
do Ancor  sicuri  entrare.  E  per  non  aflb- 
gare  Portan  là  zucca  in  collo.  Al/c.  283. 
Per  ^enir  finalmente  a  mezza  lama.  Io  son 
qui  senza  voi ,  né  più  ne  menu  .  Come 
chi  ha  r  acqua  a  gola  ,  e  zucca  chuma. 
Sold.  snt.  I.  Come  la  zucca  iopra  1*  ac- 
que nuota  ,  Perch"  il  peso  di  quella  non 
pariggia.  Ove  l'  eban  più  grave  al  fon- 
do ruota. 

§.  III.  Onde  in  modo  proverb.  Uscir 
d'  un  fondo  senza  zucca,  vaie  Scampare 
fortunatamente  da  qualche  gran  pericolo. 
Lasc.  Gelos.  5.  7.  Non  credi  che  ci  sia 
altri  che  tu,  che  sappia  uscir  d'un  fondo 
senza  zucca  ? 

g.  IV.  Zucca,  per  Quella  parte  del 
capo,  che  cuopre  e  difende  il  cerve/lo  ,  e 
talora  anche  si  prende  per  Tutto  'l  ca- 
po. Lat.  caput.  Gr.  Ai^ai'ir'.  Dani.  Jnf. 
18.  Ed  egli  allor  battendosi  la  zucca,  ec. 
Morg.  3.  53.  Al  primo,  che  trovò,  la  zuc- 
ca taglia. 

*t'  §■  V-  Aver  poco  sale  in  zucca.  Aver 
la  zucca  vuota,  e  Son  aver  punto  in  zitc- 
caj  maniere  proverb.,  che  si  dicono  del- 
l' Aver  mancamento  di  senno  .  Lat.  pa- 
rum  sapere.  Gr.  p.ixpòv  yptìvuv,  «)tti7 
o\tA  'iVis^toiuTUtApostolio. Bocc  nov.  32. 
19-  Siccome  colei  che  poco  sale  aveva  in 
zucca.  Malm.  3.  19.  Come  quello  che  ha 
in  zucca  poco  sale  .  E  4-  l5.  Questo  è 
colui  Che  in  zucca  non  ha  punto.  Burch. 

2.  80.  Gli  mulina  il  cervel  com'una  ruo- 
ta j   Tu   hai  la  zucca  vola. 

*t  §.  VI.  Cercare  sale  in  zucca,  vale 
Procacciare  d*  aver  sale  in  zucca  ,  ciov 
senno.  Belline,  son.  167.  Son  tulle  opi- 
nioni I  Lei  capei:  cercate  sale  in  zucca. 
Perchè  Assalon  morì  per  la  parrucca. 

§.  VII.  Zucche  marine.  Zucche  fritte. 
Zucche  marinate,  e  Zucche,  assolutam., 
modi  bassi  ,  che  si  usano  a  maniera  dt 
maraviglia  ,  o  di  esclamazione  ,  quando 
vogliamo  negare  una  cosa  delta  afferma- 
tivamente da  alcuno,  e  che  noi  crediamo 
impossibile.  Maniera  usata  poi  in  ischer- 
zo  dai  nostri  poeti  burleschi.  Fir.  Trin. 
2-  2.  Basterebbe  le  zucche  marine.  Lasc. 
Pinz.  5.  2  Quel  putir  l'alito!  zucchcl  io 
n'  ho  veduto  rivocare  i  parentadi.  Ambr. 
Cof.  2.  3.  Bemliè  ,  io  non  me  ne  mara- 
viglio niente:  zucche!  l'essere  messo  in 
prigione   è  mala  cosa  .   Lor.    Med.    Arid. 

3.  6.   Zucche  l  io  me  ne  vo  in  mance, 
g.  Vili.   In  zucca,  posto  avverbinlm., 

vale  Col  capo  scoperto  ,  Senza  nulla  in 
testa.  Buon.  Fier.  4-  5.  4  *-^'  ^'^  '^^V 
pa  ,  chi  in  guarnacca  e  chi  in  giubbone. 
Chi  spettorato  ,  chi  'n  zucca  ,  chi  senzj 
Le  scarpe.  Tac.  Dav.  Ann.  3.  70.  E  fé- 
cesi  vedere  Sacroviro  combattere  per  li 
Romani  in   zucca. 

§.   IX.    Tenere  in  zucca.  V.  TENERE. 

g.  X.  Zucca  al  vento,  o  Zucca  vota  , 
si  dice  in  maniera  bassa  di  Persona  va- 
na, e  che  non  abbia  in  se  sapere,  abili- 
tà, 0  prudenza.  Bocc.  nov.  32.  II.  Donna 
zucca  al  vento,  la  quale  era,  anziché  no, 
un  poco  dolce  di  sale  ,  godeva  tutta  u- 
dendo  queste  parole.  Frane.  Sacch.  rim. 


i8o6 


z  u  c 


17-  Se  e'  ci  fu»sc  monna  iucca  al  vcDto, 
A  vederla  ItaUarc  è  ^raade  ilento.  Ma/nt. 
1.  73.  Ma  perdonale  a  quella  zuccii  vo- 
la ,  Signori ,  s*  io  vi  rompo  1'  uova  in 
])occa  . 

$.  XI.  Zucca,  nello  stesso  significa  in 
isc/terzo.  Bove.  nov.  79.  II.  E  nuo  vor- 
rei, zucca  mìa  da  sale,  che  voi  credeste 
che  uui  &lek:>Ìmu  là  m  quotu  abito. 

§.  XII.  Zucca,  per  simihl.,  si  dice  dt 
Popone  ,  Cocomero  f  o  altra  sim il  frut- 
ta ,  che  riesca  scipita  e  senza  sapore  . 
Durch.  2.  3-  £  fa  di  comperare  uà  buon 
popone  :  Fiutalo  ,  che  oca  sìa  xucca  ,  o 
mellone  . 

^  §.  Xlll.  Zucca  salvatica  .  Sorta  di 
erba  ,  detta  allnnientt  f'ite  bianca  e 
Brionia  .    Jl   ì  ocabol.   alla   voce    VITE  , 

§•    "'•(•) 

ZUCCÀIA.  Surla  d'  uva  ,  e  ancora  la 
Vite  che  la  produce.  Cr.  E  quelle  son 
ultime  per  far  vino  ,  iiccomu  ec.  la  zuc- 
caia .  Soder.  Colt.  119.  Queste  sono  ot- 
lime  per  far  \iuo,  e  abbondanti,  siccome 
il  roarzimino,  e  V  uva  mosUia,  che  ne  fa 
assaissimo,  e  la  zuccaia,  e  a  mangiare  non 
è  punto  ag(,'radcvolc  ,  ma  aspra  ,  e  piena 
d'  acquosità  insuavc. 

ZUCCAIO  .  Campo  seminato  di  zuc- 
che. Lib.  Son.  88.  Acciuga  mia,  conten- 
di col  zuccaii). 

ZUCCAIUOL.\.  Sorta  d'insetto  nocivo 
agli  orti,  che  passeggia  sotto  terra  a  ro- 
dere le  radici  delle  piante.  Lai.  'grillotal- 
pa. Red.  Oss.  an.  10^-  Le  grillolalpc  ec, 
che  da  noi  Toscani  sun  chiamale  zucca- 
iuole.  E  121-  Le  zucraiuuic  ec.  vi  uiuo 
iono  molto  più  presto  delle   nuj^natte. 

ZUCCUEUATO-  Add.  Condito  di  zuc- 
chero, V.olce,  Inzuccherato.  Lai-  saccha- 
ro  conditus  ,  dulcis.  Gr.  y/u/Ji  .  /  o/jf. 
Mes.  Oli  antichi  maestri  dav;it.u  pane  con 
acqua  zuccherata.  Fr.  Jac.  T.  Zuccherato 
sapi*re  Con  santissimo  odure. 

*  ZUOCHErUFLUO.  Add  Che  slil 
la  zucchero  j  e  figuratam  .  Soavissi- 
mo,  Melliflua,  .Ir.  Negr.  2.  3.  Unica 
hperanzu  mìa  ■  Oh  poi'ola  nielliQua  1^  J. 
Anzi  pur  tucchcntlua  ,  che  ignobile  E  il 
mei.   (lij 

ZUCCli;  RI.\0  .  5«./-  Pista  azzima 
intrisa  co»  uova  e  jucchero,  tirata  a  gui- 
sa di  vermi- elli,  e  poi  ingraticolata  insie- 
me. Cant.  Cam.  j!\.  N«ii  faci  iam  berliu- 
Rorri  e  zucclicriiii.  Lor.  Med.  canz.  77. 
3.  Dcncb'  e'  paian  cosa  sciocca,  Sou  mi- 
glior che  i  zucchtTÌni.  Lasc.  Streg.  ^.  3. 
Non  %i  è  c^li  del  mJizapane,  del  treb- 
biano, dei  xucthuriiiì,*:  delle  mele  colle  7 
E  Sibili.  5.  7.  L' una  pe' zuccherini ,  e 
l'altra  pe'  bi-rlingozxi .  Buon.  Tane.  5. 
7.  l'ar  cogli  anici,  e  "1  mele  uu  zucche- 
riou  . 

ZUCCIlEnl>0  .  Add.  Dicesi  di  una 
preparazione  dt  allume  con  zucchero  , 
chiara  d'  uovo  e  acqua  ro<a  .  Lat.  allu- 
nirn  saccharinum  .  Cr.  4-  4*'  9"  ^'^^'**'' 
Idibre  nie^za  di  buono  allume  di  rocco,  e 
mezza  d'allume  zuccherino.  /ìicrlt.  I-'ior 
14.  Dell'allume  di  rocca,  pesti»  insieme 
con  zucchero  r  cliiara  d'  uovo  e  acqua 
rosa  ,  si  fa  l'allume  zuccherino.  Lor. 
yf ed.  Clini.  \\  3.  T.nj^n  allume  iucche- 
rioo   con    mollo   allume   di   rocco. 

g.  \.  ZitCKherino  solutivo,  e  una  Sor- 
ta di  Compoxittone  medicinale  con  mele  , 
aiicchtro,  e  infusione  di  ros»  i  che  amhe 
-il   dice    Mfl  rotato   zuccherino. 

•f  g.  II.  7.uccherine  ,  Sorta  di  pere 
primaticce,  così  dette  a  cagione  della  lo- 
ro dolceitn  .  Buon.  Tan>  ,  1  I  Chi  '11 
tul  pero  d'  Amor  vuol  far  de*  nesli.  Vede 
le  fruUe  \'n  dt  giorno  iu  giorno;  Ma  %' 
"Rfii  '*">  bugiarde  e  luciberioe  ,  Saran 
doman  cotogoolo  e  sorbioe. 

g.   Ili    ZucJiennOt  è  anche  Aggiunto 


Z  U   C 

di  altri  ponti  e  frutte.  Cant.  Carn.  148. 
Chi  vuol  buon  damaschini  (poponi).  Tol- 
gagli che  sien  teneri  di  buccia  ;  Quando 
son  zuccherini,  Struggonsi  in  bocca,  qujn- 
ilo  altri  gli  succia, 

t  ZUCCHEKO.  Materia  dolce  di  co- 
lor bianco,  che  si  cava  per  via  d'espres- 
sione dalle  canne  della  pianta  chiamata 
pure  Zucchero  ,  ed  anche  da  altri  vege- 
tabili. Lat.  saciharnm  .  tir.  *'sd.*'/^'xzOi. 
Cr  4-  4'-  9-  Dell'acerbo  maturo  si  fa, 
se  nella  predella  misura  libbre  una  di 
[lerfetto  zucchero  con  vino  e  mele  rosso 
si  ponga  per  lo  modo  predetto  E  4-  4/* 
1.  Il  zucchero  si  dee  risolvere  in  acqua 
e  aceto,  e  cuocasi  tanto  ,  che  »'  appicchi 
alla  mestola  .  Bocc.  no^-.  76-  IO.  l'oscia 
fece  dar  loro  le  coverte  del  zucchero  . 
Volg.  Ras.  Il  laltovario  fatto  con  mira- 
bolani indi  e  con  zucchero  ,  lo  stomaco 
corrobora  e  fortifica.  Serd.  Star.  2.  61. 
£  non  solo  si  mangiano  frtrscbe  ,  ma  aa- 
rora  si  conservano  luogo  tempo  nel  zuc- 
chero. Red.  Oss.  an.  ^2  Se  si  impolveri 
ben  bene  un  lumacone  con  del  sai  comu- 
ne, e  con  del  salnitro  raffinato,  u  con  del 
zucchero   pur   raffinalo,   ec. 

§.  I.  Zucchero  rosalo  ,  Confettura  di 
rose  e  zucchero  ,  Conserva  di  zucchero 
bollito  con  infusione  di  rose,  f  olg.  Rat. 
Zucchero  rosalo  giova  e  vale  allo  stoma- 
co ripieno.  Cr.  4  4'-  ^-  ^  altretlauio 
di  zucchero  rosalo.  Tes.  Pov.  P.  S.  cap- 
l3.  Ardi  insieme  mummia  ce.  ,  e  nell' 
auroia  d^iuoe  a  bere  con  stroppo  rosalo, 
ovvero  con  zucchero  rosato.  Ricett.  Fior. 
l3l.  Fassi  ancora  il  zucchero  rosato  in 
morsflletli  di  ugni  tempo  con  torre  zuc- 
chero Gne  ,  ec. 

g.  II.  Zuci Itero  violato,  e  altra  Sorta 
di  decozione  di  zucche.ro  con  infusione  di 
viole.  I  olg.  Ras.  i3i.  Zucchero  violalo 
la  gola  lenisce.  Ricrlt.  Fior,  lì  zucchero 
violato  si  fa  come  il  rosalo  ,  eccetto  che 
dove  nelle  rose  si  taglia  1'  unghie ,  in 
queste   si   levano   via   i   suoi   coruelli- 

g.  IH.  7.ucchero  C'indi,  0  candito,  si 
dice  lo  Zucchero  raffinato  e  rassodato  col 
Cimento  del  fuoco  .  Ricett.  Fior.  81.  Si- 
milmente a  faic  d  zucchero  candi,  il  giù - 
lebbo  collo  alla  sua  misura  si  pone  in 
certe  brocche  .  /:'  appresso  :  Fcr  farne 
et .  il  giuletibo  per  il  zucchero  candi . 
Morg.  28.  26  D'  uu  zucchero  candito  è 
pieno  in  gorga. 

g.  IV.  7.ucchero  bianco.  Zucchero  ros- 
.ro,  ZuCihcro  rottame,  si  dicono  Vuerse 
spezie  dt  zucchero.  Hicrtt .  Ftor .  l3u. 
Ctosc  rosse  fresche  ,  e  purgale  dall'  uu- 
ghie  ,  libbre  una  ;  zucchero  bianco  lib* 
brc  tre. 

g.  \'.  Zucchero  in  pani,  d.cesi  lo  Zuc- 
chero rajfinato  ,  e  assodato,  e  ridotto  tn 
forma  di  cono.  Sagg.  nat.  esp.  26C.  Tali 
sono  il  zucchero  rauuito  ,  il  zucchero  io 
pane  ,  ed  il  sai  gemma  lapillalo  .  Ricelt. 
Fior.  lìq.  Per  ìaic  uno  sciroppo  da  nu- 
bili si  toglie  un  pane  di  zuct  hcro  fine 
ec.  ,  e  sopra  al  pabc  si  mrlie  un  Uir<  1 - 
foccio  suttde,  che  slilli  quel  sugo,  di  rhe 
SI  vuole  fare  lo  sciroppo,  sopra  la  puuta 
del  pane  del  zucchero. 

%.  VI.  Chiarire  lo  zuahero,  vale  Pur- 
garlo col  fuoco.  Rurtt.  Fior.  1 15.  Kau 
iiusi  ancora  le  coostrve  de'  frulli  cavau- 
duiie  il  sugo,  e  pi);bai|donc  uiire  otto  ec. 
per  libbra  di  zucdieru  chiarito.  /.  lio. 
Chiarisci  il  zucchero,  e  ruoii  a  forma  di 
manusrrisli.  /.'  l3a.  Lhiaiisci  il  lucrhcro 
a   fiirma   di   giulebbe. 

§.  \II.  Z^iCfhero  dt  più  Catte,  vn/e 
Zucchero  /).«  raffinato,  e  migliore,  .1/orj,'. 
27.  ^47-  Ognun»  aveva  una  rabbia  cani- 
ni! ,  Che  *1  sangue  parca  zuccher  di  tre 
colte  . 

T^   g     Vili     Essere  un  iHCchfO ,  Jigu 


Z  U  C 

ratam.  vale  Esser  cosa  buona,  da  eonten* 
tarsene.  Bellin.  Disc.  l.  l49-  E  sappiate  di 
pitiche  sarebbe  un  zucchero  l'avere  speso 
10  questa  faccenda  queste  Ire  ore  sole  d*a- 
desso.   (C) 

g.  IX.  Aver  il  cuor  nei  zucchero ,  Ji- 
guratam.  vale  Esser  contento. 

%.  X.  Cadere  il  zucihero  ,  Colare  il 
zucchero  ,  Traboccare  il  zucchero  alla 
caldaia,  o  simili;  maniere  figurate ,  che 
vagliano  sopravvenire  felicità  in  copia  . 
Ce^ch.  Corr.  .'i.  IO.  Or  eh*  il  zucchero 
cola  e  *1  miei  per  lutto  ,  Noi  doverrem- 
ino  aver  la  mancia.  Ftr.  Trin.  5.  8.  Di- 
co ben  ,  che  per  un  Iralto  egli  h  traboc- 
calo il  zucchero  alla  caldaia. 

g  M.  parere  uno  zucchero,  o  Pare- 
re un  zucchero  di  tre  cotte,  0  simili,  va- 
gliono  Aversi  per  buono  e  soave.  Ciriff. 
Calv.  \-  i8.  Egli  arebboo  mangialo  a 
Gramolazzo  Le  chiappe,  che  si  dice  eran 
di  ferro  ;  Sana  paruto  un  zucchero  ,  un 
sollazzo  Aver  talvolta  ghiande  pur  di  cer- 
ro.  E  27.  E  certe  scarp«tlacce  vecchie  e 
rolte  Parule  sono  un  zuccher  di  sei  cul- 
le. Cecch.  Dot,  2.  5.  r  so  che  ancor  v' 
hanno  a  parer  le  ghiande  Zucchero  di  tre 
rulte.  e  pinocchiati.  Malm.  1.  8o-  ti  pi- 
^liarseQe  subilo  il  puleggio  Un  succherò 
le   parve  di    lie   cotte. 

^.  XII-  Di  zucchero,  informa  d'  ag- 
giunto ,  figuratam.  vale  troice  ,  Soave  , 
Saporito  ,  .^moroso .  Cecch.  Inc.  'S.  2. 
Voi  avrete  quella  ladrina  di  zucchero  lo 
braccio  :  pairavv'  ei  caro  lo  'nlingolo?  F., 
a.  2.  Cosi  farò  ,  ben  mio  dolce  di  tue* 
rhero  . 

*}-  g.  Xlll.  Sputa  zucchero,  vale  quasi 
Spirante  doUezza.  Cecrh,  Inc.  4*  '•  Ve- 
detela Sboccar  del  canto  appunto*  B.  Oh 
spula  zurchrro  ! 

ZUCCHEROSO.  Add.  Che  ha  in  se 
del  succherò  ,  Dolce  .  Lai.  dtttcts  .  Gr. 
y*u/'J.'.  Luig.  Pule.  Bec.  4.  Più  zucche- 
rosa, che  non  e  V  amore.  Lasc.  l'mz.  3- 
4.  E  volele  apposta  di  danari  lasciare 
tanto  soave  e  zuccheroso  bene  f  in  que- 
sti esempiì  f  guratam.  f  #  Car,  Cam.  55- 
Dìsrorrendo  da  me  medesimo  stiprs  tutte 
r  altre  dolcezze  .  mi  risolvei  ec.  che  le 
zuccherose  ,  e  le  melacchine  sono  tulle 
sdilinquite,   sturche«uli.   (FPj 

ZUCCin  TTA.   Pim.  di  Zucca. 

§.  I.  Per  simtlit.  SI  dice  di  {Qualun- 
que cosa  fatta  a  l'pgia  di  zucca  Red. 
Oss.  an.  .'17.  Arrivato  al  fine  del  canale 
spermatico  ,  termina  come  io  uoa  zuc- 
chetta piena  di  rcrla  materia  di  color  ili 
ruggine  .  F  Ftp  nat.  75  Presi  due  di 
quelle  gocciole,  1*  succhetle  di  Vetro  tem- 
perato neir  acqua,  le  quali  rotte  in  qual* 
sisia  minima  lor  parie,  vanno  tutte  quan- 
te in  p4dvere,  o.  per  dir  meglio,  si  sin- 
lulano  . 

,^'.  II.  Zucchetta,  diciamo  anche  un' A'  ■ 
me  dtfensii  a  della   test-*. 

3  ZUCCIIETTINA.  Ihm.  diZuahetta. 

V  g  /;  per  simittl  -  /.ih.  cur.  malatt. 
Cd\alosugu  dc'Ke  tUichcliine  del  cappe- 
ro» ,  (Ci 

t  ZOCCOLO.  /'.  J.  ti  punta  piò  mito 
della  snccn,  ossia  del  rape,  oggi  pia  co- 
munemente Cuiiiilvlo;  e  SI  due  anche  a 
Ona/*t*vglta  estrema  sommità  •ti  choc- 
chess.n.  Lat.  vcrlex.  Gr.  safvoil,  KAfiu. 
I  olg-  Ras.  Ed  egli  dinanzi  nella  parie 
della  fronte  ,  •  di  dielio  nel  aunulu  e 
rilevalo.  M.  Aldohr.  B.  /.  fi  >a|t|>«alr  . 
che  Ir  ventose  rbc  saranno  niesse  m  sul 
succido  del  capo,  siccome  dicon  molti  fi- 
b-sttfi  ,  «  agliono  a  coloro  che  i)ÌTcK|[on 
folli  (  nel  testo  di  P.  iV.  il  Irgge  coeut- 
zolo  ).  Pul.  htf.  23  |.  La  iminagioj- 
li%a  ,  ovvero  slìmaliva  ,  4  nel  ■ur<i>lo  ;  *■ 
la  riteoiliva,  otvero  memoratila,  è  nella 
Collottola)  e  1'  uaa  di  queste  serve  all'altra. 


i 


z  u  e 


Z  U  F 


Z   U  F 


180- 


#  ZUCCONA.  Pictii  di  ronfia  chrt 
ir  I  „,,h  Lfz.  Pani.  2  2». 
senza  captili  .  I  aie"-  l-^- 
Cena  c..>a  è,  ^h<^  „q»  donna  soD-a  cq..- 
bU  e,  ".me  nui  .lic.an.»  ,  iu»"na  ,  e 
impo>Nl..l-  qua.,,  o  che  Ma.    o  cl.o  i-a,a 

Leila.   «V  „     „ 

ZUCCONAMENTO.  /'  zucconar- 

ZtCCONAIlE.  /-"■"'••  '  '■"P'''  '''■'"' 
,„cca.  ciò.  Ilei  rapo,  .ale  Scoprir  la  z. era 
U.anion.i  caprili.  F.rr  ■-<■"<"".  J'^^: 
r«.208.  Il  che  n.m  varreW.c  ne  nel  me- 
aico,  né  in  un  harhi.rc  .  che  lucconasse  , 

ubbiam  caresi.a  Di  pel.m,,  o  d.  fo.h.c.  ..r 
°r,n,eo.c   Da  tondar  barbe,  o  .uccnar  la 

"'zucconato    Add.  da  Zucconare 

j-    ZUCCONATORF.  .     I  erbai,    mote. 

file.  0    Chi  znrroiia.  .    ,     ,  ,.,  ^ 

7UCCON.VTK1CE.    Vcrbal.  fem.    (he 

zuccona  .  ,       7 „ 

ZUCCONA  lUHA  .  Zucconamenlo,  Lo 
zucconare.  Uh-  cur.  maiali.  Si  f..ccia  la 
xucconalura  sopra  M  capo  con  le  cesoie 
ben  taglienti. 

if   ZUCCONE  .    Accrescit.   di    Lucca  ; 
Zucca  grande.   Lasc.   ^an.    I.  f-  T.ovo 
costui  Sn   .uceone    indiano,  E    1  su   fio,o 
e  picriuol  gli  taglia  e  svelle^     rUilinla 
S.  1.   Zuccone,  dicchi  anche  di  l  hi  ha  a 
zucca  scoperla.  cioè  il  capo  senza  cap.ll: 
Lat.    adculem  loasus.  Gr.  ■.■>  XPV  ««/==''■ 
Farch.   Slor.  9.   265    Osgi  di  cento  no- 
vantacintiuo    sono    zucconi  ,  e  portano    la 
barba  .    Lei.    Fier.    3.    4.  9     H   cu,   pel 
n,i  cred'  io  che  Donatello  Ccnprasse  g'^ 
.mando  del  suo  zuccone  Fece  ,1  .nodeUn. 
I-i     I     6    0  barbino ,  o  barbone ,  U    n 
.azzera  ,  o  zuccone  ,  Ver    insir.o  a  fiuest 
otta  Mia  mad,e  ha  pacienza,  s  10  non  tor- 
no .  noi-gh.  lìip.  li9\  "^  ■'ii='»  7  i-?^ 

,ila  zuccone  grassotto,  che  posa  ,1  braccio 
destro  sopra  un  Banco. 

if  "     Il     Zuccone,  dìcesi  anche  a  (  apo 
grande,  ed  anche  a   Colui  che  1' ha.   (C, 

*  §.  111.  Zuccone,  dicesi  anche  d  to- 
mo testardo,  o  di  difficile  apprensiva.  CO 
t  ZUCCOTTO  .  .fona  di  celala  ,  clic 
copriva  il  capo  ed  il  collo  del  soldato  , 
forse  così  della  dall'  es.vr  simile  ad  una 
zucca  Cinf  Calr.l.  29  Ma  non  s,  tras- 
se il  zuccono  di  lesta  .  CU'  e,a  !talo  g,a 
in  corte  de)  SoMano:  Sapeva  a  |U,nlo  ogn, 
lor  reverenzia  ,  E  inginocch,os:,  per  n,a- 
gnificeniia .  ^      1    , 

ZUFFA.   Quislione,    Hiolla  ,   Combal- 
limalo.  Lai.  rixa  ,  prirlium      crrlamen. 
Gr     ./.ayr,  .    Bocc.  nov.  40.  6    Una  gran 
.uff.,'  slata  V-  era  ,  di   che    molti  v    erano 
stali  fediti  .    F  noi:    68.    9.    Essendo  fra 
Arriguccio   e   Ruberto  la  zulTa  ,   .   vicn, 
della  contrada  sentendola    e  levat,s,  ,  co- 
minciarono loro  a  dir  ,nale.    I>in.   Comp. 
3    '58.   Vennono   alla    difesa   dd  r-'^B'"  • 
e'feciono  gran  zuffa,  nella  .|uale  fu  morto 
d-  un  quadrello    messer   Lotler.ngo    Ghe- 
rard.n,      C    F.    12.   44.  3    Ebbe  zuffa  e 
baltaRba  in   S.  Miniato  tra  Mang,ador,  e 
Mal.igli.   lìant.   Inf.    18.    le    r.pe    eran 
grommate   d'  una    muffa    ce.  .    Che    cogl, 
oerbi  e  col  naso  Iacea  zuffa.   (  atalc.  .Ved. 
,  „r.r.  Per  le  zuffe  e  por  le  guerre  ìe  gran- 
di ricchezze  tornano  a  niente.  Ciriff:  (al,-. 

2  63    Or  si  comincia  la  spieiata  zuffa    F 

3  Q2  E  le  piil  volte  chi  la  zuffa  parte, 
R«Ta  percosso.  Morg.  l3.  63.  E  per  due 
ore  e  più  duro  la  zuffa.  Serd.  .^(or.  16. 
63u  Pronti  e  ard,li  appiccarono  la  zutla. 
séra.  Ori.  I  18.  3o  Cominciasi  una 
grossa  orril"!  "uffa.  ,    „    ,^       „   ,, 

ZUFFETTA  .  /'""  '''  ^■•'If''  '  "•"■'J° 
piccola  ZibalJ.  ■4adr.  Si  soffermarono  >n 
alcune   zuffclle  di   niun  r,l,evo. 

ZUFFETTl^A.  Pi"!-  di  7.uJJrtla  /-, 
baia.  Jnir  Erano  .uffeltine  d,  passale,,, 
pò,  e  da  non  ne  lener  conto. 


3  ZUFOLAMI" ?*T0.   /.'  allo  del  zufo- 
lare ,    Il  zufolare. 

•„•!  <!    Ziifolamealo,  dicesi  anche  a  IJiiel 
rumore  .lordo   e  continuo  che  altri    crede 
mentire,  e  che  i  effetto  soltanto  di  qualche 
alterazione  dell' orecchio  interno.   ..  J.,b 
cur.   malati.  Allo  zufolamento  delle  orec- 
chie usa  il  grasso   delle  anguille  .    (apr. 
Boll    1     12    Potrebbe  essere  qualche  po- 
co di  scesa,  che  fa  parer  sentire  allru,  d, 
quest,    zufolamenti  nel  cervello  -.   (t) 
ZCFOLAHE.    Sonare   il  zufolo. 
•4.  g,    1.   Per   Fischiare.   Lat.   sibilare. 
.<,bilum  edere.  Gr.   cUfiTTSiv.    ralaff-.i. 
E  zufolagli  dietro,  e  zinghinaia.  I  il.  io. 
Pad.  Il  serpente  zufolando  (In  stampa  al 
i-ol.  2.  pag    l52.  legge  zufidando)  ingan- 
nò Eva  ,  e  cacciolla    di  rai-.idiso  .    A  l'if. 
lies.    111.   Quand"  ella  il  dardo  per  1  aeie 
ledea    Zufol.indo   volale.    /?«',.    Ori.    2. 
4.   i5.  Ecco  una  porta  a  Levante  s  apri- 
va ,   Il   diago  malcdelUi  zufolava  .    l'ir'ff- 
Colf.   3.  77.  Senlivansi  lor  brand,  zulo. 
lare  ,   Che    parean    propria   6schi   di    sei- 
penle    E  90.  E  cavi  e  Laglie  e  pezz,   del- 
le  vele    Che  ne  venivano    a    branilegli  e 
st,  ufoli  Ardendo  giù ,  e  par  che  il  fuoco 

zufoli  . 

8  11.  Per  lo  Bouzare  della  zanzara  . 
*  Tass.  rim.  Tal  zan.aretla  6era  Zufo- 
la intorno  e  vola  (  cosi  legge  il  I  ocaho. 
Iorio  alla  eoce  Z  \NZARF.TT  A,  ce. .  CBJ 
/■•  Firn.  Amor.  Madr.  5.  Menile  in  grem- 
bo alla  madie  Amore  un  giorno  Dolce 
nienle  dormiva  Una  zanzara  zufolava  in- 
torno Per  quella  dolce   riva.   (D) 

§  111.  r»  puoi  zufolare  J  cioè:  7" 
puoi' dir  quel  che  cuoi,  eh'  10  non  ne  va' 
far  niente. 

g  IV.  Zufolar  negli  orecchi,  vale  Da- 
re qualrhe  segreta  notizia  ,  Favellar  di 
spreto  j  e  anche  Andar  lonliniiamenle 
instigando.  Lat.  in  aureri  susurrare.  m- 
susurrare.  Gr.  +,Suj5,:5iv  tar,  ,  s;ri+i- 
3uJi'r-:iv.  Fir.  Pise.  leti.  329.  Ma  per- 
chi  non  so  chi  mi  zufola  negli  orecchi, 
ce  Capr.  Boll.  I.  11-  Chi  è  la,  d,ch  ,0? 
eh'  è  questo,  che  mi  zufola  negli  orecchi? 
Ciriff-.  Calv.  4.  129  Che  eh,  ascella  M, 
sento  osnor  zufolar  negli  urerchi. 

§  V.  Farch.  Frcol.  103.  Zufolare 
dietro  a  uno  è  dire  con  sommessa  voce  : 
quegli  i^  il  tale;  quegli  e  ..dui  che  lece, 
,'  che  disse;  e  a  colui  si  dicono  .ufolare 
gli  orecchi ,  come  dicevano  i  Latini  per- 
sonare  aures. 

:;:  g  VI.  Zufolare.  Terni,  degli  Ar- 
chitelli.  Io  .'tesso  che  Falafiltarej  e  di- 
resi  Zufolare  i  fondamenti  .  quando  vi 
s-  ha  da  far  la  palafitta  per  fondamen- 
to, o   .indo.    Faldin.    lor.    Dis.    ifìl 

+  ZUFOL.\TORF.  ì  erbai,  niasc.  Che. 
0  Chi  zufola.  Buon.  Ficr.  4.  2.  7  E  che 
zufolalori  Di  questi  in  quell,  orecchi  Pian- 
tan  susurri  e  scminan  parole. 

Zl'FOI.ETTO.  /'""  di  Zufolo;  /in- 
foio piccolo.  Vorg.  12.  36.  Scnl,.ansi 
tamburelli  e  zufoletti ,  Liuli  e  arpe  e  ce. 
tre  e  organelti.  luig-  '"'e.  Bcc  2^.  Tu 
sai  puì  ,  Reca  ,  coni'  io  te  1  rivllico  ,  E 
s'  io   ti   suono  ben   quel  zubdello. 

ZUFOLINO.  /  ,'"  di  Zufolai  e  .< 
prende  anche  per  una  spezie  di  zufolo 
Cirilf.    Cale.    I.    25.    Tamburi   e    zufoli 


ZUFOLO.  Strumento  di  fiato  .  rusti- 
cale,  ratio  a  guisa  di  flauto.  L.U   tibia. 

La   foiluna   fa    con    esso   no,   la  vendetta 
de-  fanciulli,  a' quali  moslriamn   il  zulolo, 
ed  egli  ciede  che  sempre  gì,  duri;  quan- 
,1„  s'avvede  che  gì,  manca  il  suono ,  ed 
egli  lo  rompe  .    IH.    Plut-    Addottrinava 
Usuoi   dis,  epoli,   come  si  conveniva  so- 
nare  il  zufolo.    Or,//;    Calv.   4.    I09.   So- 
nando   cetre  ,  zufoli  e  tamburi ,  Per  dare 
al   capitan    iiuel  di  ddelto  .    Cani.    Cam. 
463.  Ciascun  ha    in  se   divisa  e  conlras- 
sc-„o      T,oml.e  ,  lanil.uri  ,   zufoli  e  ban- 
diere.'.l/org    .8.   .51.  E  ,he  ui  intenda 
a  un  Bscbiar   d.  zufolo  .    t    18.    l6o.    E 
non  voglio  ,  oste  mio  ,  come    1  gigante  , 
Fir  deli  orecihi  zufoli  a  rovaio.    Buon, 
l'ier.    lalr.   2.  3.   E  non  s'  odan  ne  zu 
foli     INc  corna,  0  cornamuse   dei  paston. 
r.ed.  Dilir.   24.  Al   suon   del  zufolo,  Can- 


eglo^he 


i  dice  per  Min' 
Sì  che  tu  re- 


vanno  a  bandiera.  Morg.  24-  9^-  E  suo- 
na  una  zampogna,  o  zufolino,  t  2b.  2D4. 
E  guazza  quella  e,,,,.'  un  an,lr,no  ,  E  tace- 
va a'  ca.alli  il  zufolino  Iqui  vale.  6sch„i). 
t  ZUFOLO.  //  zufolare,  in  .ugnile. 
di  Fischiale  s  Fi.ichio.  Lai.  .'ibilw.  C.c 
n^JZly■xJi.  Fav.  F.iop.  Com,nc,o  ad  atlo- 
sràre  la  casa  del  villano,  e  a  volere  ollen- 
dere,  e  andandogl,  addosso  con  grandi  e 
.liv.rsi  zufoli.  (..-"/  G.  3.  2.  Il  quale, 
poiché  il  dragone  vide  che  egU  veniva  a 
lui,   multiplicando  gli  .ufob  ,    ec. 


landò  ,  spippola      _     _ 

g.  Zufolo,  fignratam., 
rhioiic  .'  Cerch.  Ine  1.  : 
sterai  zufolo  zufolo. 

ZCrOLOiSE.  Zufolo  grande  .  liriff. 
Calv.  1.  21.  E  corni  ,  e  tamburacci  e 
naecberon.  ,   E    pifferi  ,   e    screziati   .uto- 

"VzUFULARE.  Zufolare.  Tas.<:.  rim. 
Una  zenzaia  zufulava  intorno  Per  qiu-Ua 
dolce  ri,a  Irosi  legge-I  f  ocabo-ilU 
.occ  ZANZARA  er.  l'edi  anche  ,/ §  ". 
di  ZUFOLARI^  ).   f/?;      .. 

ZtGHETTO.  Pim.  ..•  Zugo_ 
^  ,  ZUGO.  Cecch.  rrov.  26.  Sono  1 
.U"'hi  una  sona  di  frillelle  faUed.pasa, 
avvolte  "n  tondo  sur  un  fuscello  e  colle 
™Ìr  io  nella  padella  ;  e  perche  le  p,u 
,olles',nimelanodisorra,s,  dicono  zu. 
ghi,„eUi.Epe,cbtl.annoquache     o 

uiiglianza  col  membro  v,r,le,  s,  pr^  a  zu 
6o%esso  per  quello;  onde  qu»"")"  "  ^'" 
\  uno  :  tu  se'  un  zugo,  si  vuol  d.re  he 
sia  uno  d,  quelli;  e  s,  usa  di  due  di  cer- 
che  sono  piacevoli  e  buon  compagni. 
m'a:à:izi  che'no,  semplici;  ^^1.;  "  P'" 
dolce  zuao  del  mondo,  lecci.  Ine  3.  (|. 
O '"  o"ni  zugo  melalo  vuol  t,lolo.  Segr. 
"fe..  .fwr.'.3.  6.  Eo,am'hannoqui 
noslo  ,  come   uno  zugo  ,  a  pinolo  .   la.'.r. 

Te  OS.  4-  9.  A  -S"'  '"'"'."  Tf  TJu 
<Wm,o\.a.lr,.neraU,ier.,ch,cdendogM, 

dan.-,ri.  Oli  disse  che  gU  l'"^'!'  f"  '  ^ 
pò  a  rar„,ile  spese,  come  s  10  loss,  un 
Le.K.V,W/.  5.5.  E' m,  avevano  pian - 

lato  ,  come  un  zugo  ,  a  p-uolo  .  /-  "'"  ; 
3  323.  Ma  cassino  a  lor  posta,  Menins, 
nzU60,e,i,i"eghinoDio,Chel  Acca- 
demia ho  falla  e  fondai   10. 

g.    Rimanere  uà  zugo,  vale  Restar  bi.r- 

'"'ZCGOLINO.  Dim.  di  Zugo.  L,h.  son. 
52.   t:h'   io   so  ,    zugolin    mio  ,  quanto    tu 

""i'zUPl'A.  Iropriamente  Pane  intinto 
nel  vino  ;  ma  .n  prende  anche  per  Pane 
"Lio  in  quoi^Jglia  "'[rol.q.^re^M^- 

Lai.  /"""f  •:"'^;::;;f'X.  '  6  ^u  : 

IJ,  ì  .-„1  vino  in  un  vaso,  o  bicchiere. 
'JJÌeg..5  Mas'e',r,if.icev..prin.l- 
sciea.e    una    zuppa    di    '"='>^  ".§'"' J"' 

7'^H'T'::t;^sr-r 

chi  fa  altri  in  b.  rendo,  mentre  abbia  a,,- 

" 'A^Il ^''■"f'"'"'"  ''••PI'"  ""' P'^l'^'-fiS'-. 
J  ?.     -■.,  F^..e„M  i/iu(i.V,  e  che  non  può 


intani    ifl. 


i8o8 


Z  0  P 


Z  U  P 


Z  U  P 


riuscirci  Aff'aticarsi  in  vano;  Gettar  via 
il  tempo  .  Lai  oUwn  et  operarti  perdere. 
Gr.  et;/AX5»lv  /oTifX^it*.  *  Cecch.  Prov. 
i^4-  F"'""  1-1  zupP''  ncfjjanicre,  si  dice  di 
(quelli  die  fanno  finao  e  noo  apprudaou 
coia  alcuna,  -siccome  chi  facesse  la  zup- 
jia  nel  paniere  verscrchlic  il  vino  e  nan 
imm'jlK'rcMjc  il  pane .  (C)  Hwìn.  Fier. 
^.  2.  5.  E  tulle  le  tue  zuppe  Poslu  far 
*n  un  paniere  .  ìfa/m.  2.  7.  Or  baila  j 
ilii  del  mio  fj  capitale,  Diis*  egli)  fa  la 
xup[>a  nel  panici li  .  Red.  Pitir.  à^.  Chi 
ì*. irrisica  di  bere  Ad  un  piccolo  Ijiccbie- 
re  ,  Fa  la  zuppa  nel  paniere. 

t  §.  I V.  Oif/n  dice  fi  prjverbialm.  :  Chi 
fa  V  altrui  mestiere,  Jh  la  zuppa  nel  pa- 
niere j  e  vale,  che  Chi  st  mette  a  far 
quel  ch^e'non  xa,  getta  via  la  fatica  e  'l 
tempo.  Lat.  quam  quisqae  norit  artem  , 
in  hac  se  exercent  .  Belline  .  san  .  160. 
Non  sai ,  che  chi  vuol  far  V  altrui  me- 
stiere. Dice  un  proverbio,  e  sai  che  que- 
sto è  bello  y  Ch'  egli  usa  far  la  cuppa  nel 
piaiere  T 

f  S"  ^'  ^f'^'^S*'"'  '"  supp"  co*  ciechi , 
figuratam.  vale  Trattare  con  chi  non  ha 
attenzione  ,  o  accortezza  ■  Cecch.  Prov 
26.  Mangiar  la  zuppa  co*  ciechi .  Zuppa 
à  quella  che  comunemente  si  fa  col  pane 
e  col  vino  in  un  vaso,  o  bicchiere  ;o  per- 
che tal  pane  si  stritola,  però  chi  non  ve- 


de lume  male  la  raccoglie  .  se  non  ha 
spazio  ;  onde  un  alluminato,  che  eoo  lur 
mangiasse,  avrebbe  gr<in  vantaggio  ;  onde 
è  nato  il  proverbio  :  Tu  credi  avere  a 
mangiar  la  zuppa  e»'  ciechi  .    Lasc.    Pa- 


r|U' 


;1  cho  voi  fate  : 


zuppa 


rent.   5.   2.   Guardate 

non    peniate    avere   a    mangiar    la 

eoa  cicchi. 

§.  VI.  So  quel  eh'  io  dico  ,  o  simili  , 
quando  dico  zuppa  ;  proverò,  dinotante 
Aver  fondamento  di  quel  che  si  dice  ,  o 
crede.  Cecch.  Corr  i.  2.  Bastivi  ch'i' 
so  Quel  eh'  1'  vo'  din-  ,  quand*  1'  dico 
tuppa - 

§.  VII.  A<J  zuppa  mi  fa  nodo  j  cioè 
Trovo  diffì:olta  dovf  non  ti  dovrehhe  in- 
contrare ■ 

§.  Vili.  Zuppa  ,  /ìguralam.  per  Con- 
fusione, Mescolanza.  Sahin.  Pros.  Tose. 
I.  110.  Nei  convili  de*  filosoB  vi  era  una 
zuppa  di  serio,  di  giocoso,  una  mesco- 
lanza rli  gravità,   e  di  brio,  ec. 

ZUPPETTA.  Oim.  di  Zuppa.  Zuppa 
piccola.  Li't.  ciir.  malati,  \ella  segnatura 
si  può  conceder  loro  la  zuppctta  fatta  di 
pane  in  vino  bene  inoacquato. 

*  ZUPPETTIXA.  Dim.  di  Zappetta, 
Piccola  zuppa.   (C) 

V  ZUPPO.  AdJ.  Inzuppato.  Lib.  cur. 
malati.  Provan'i   sovente  in  bocca  un   sa- 


pore araarito,  provenieote   dal  fegato  coppo 
di  fiele.   ff^J 

ZUPPOXE  .  Zuppa  grande.  Buon. 
Tane.  4-  9-  E  fecero  in  quel  vin  tuppon 
tant'  alti  . 

ZURL4RE.  Eiire  zurli,  Antare  in  zur- 
lo. Fr.  Giord.  Pred.  R.  1  fanciulli  tar- 
lano soventemente  nella  scuola  ,  ooq  os- 
servati da'  maestri- 

ZURLO.   Lo  stesso  che  Zurro. 

§.  I.  Essere,  Stare,  o  Andare  tn  surto, 
vagliano  A^'cr  qualche  eccesio  di  allegria, 
di  desiderio,  o  simili.  Lth.  Son.  i3}.  Tatti 
si  stanno  in  tu^lo    intorno  al  Franco . 

§.  il.  Mettere  in  zurlo,  vale  Accen- 
dere in  altrui  hramotia,  ilarità,  o  simi- 
li. *  Scgr.  Fior.  rett.  38  Mai;nifico  O- 
ratore.  poiché  voi  mi  avete  messo  io  zurlo, 
se  io  vi  strar<  her«>  con  lo  scrivere,  dite: 
Abbimi  il  danno  che  gli  scrissi.  (Cj 

ZURRO.  Lo  netto  che  Ruuo  ,  Alle- 
gria ,  Desiderio  tmoderato  di  checches- 
sia. Morg.  g.  33.  Tu  terrai  a  bada  quel- 
la gente  pazza,  E  tutti  sarao  presi  cosi  io 
zurro.  Rurch .  I.  i3o-  In  mentre  eh'  i 
giostranti  erano  in  zurro. 

§-  Cavare  il  zurro  di  capo  a  uno  , 
vale  Fare  stare  altrui  a  segno,  o  in  cer- 
vello; Tenerlo  in  timore  col  gastigoj  che 
anche  diciamo  Cavare  il  rutto-  Lai.  tr- 
ito ttliquem  cohibere. 


FINE 


GIUNTE 


E     CORREZIONI 


Vocaboiartc  T.   ti. 


247 


AVVERTIMENTO 


Tutte  le  voci  e  significazioni  che  avranno  luogo 
nelle  seguenti  Giunte  _,  e  Correzioni^  saranno  tirale 
fuori  .  Unto  ne'  lerai  quanto  ne'  paragrafi  ,  senza 
seffoi,  o  con  que' segni  innanzi^  che  saranno  neces- 
sarii  per  rappresentare  esattamente  il  sistema  adottato 
Hai  Compilatore.  E  comcche  noi  abbiamo  altre  volte 
pubblicato  in  un  co'  Saggi  la  chiave  di  questi  segni, 
tuttavia  crediamo  non  inutile  il  ripeterla  qui  per  quel- 
li a  cui  non  fossero  venuti  a  mano  questi  Saggi  j  e  la 
ripeteremo  colle  parole  medesime  del  Compilatore  , 
che    sono  queste. 

yt  Tutte  le  giunte  cosi  di  csempii  come  d'interi 
i3  temi,  o  paragrafi  ,  sopra  la  4.^  impressione  della 
yy  Crusca  (che  e  quella  che  io  ho  presa  a  fondamene 
Ti  to  del  mio  lavoro),  portano  innanzi  questa  stellet- 
»  ta  ^,  ed  in  fine  1' iniziali'^,  o  le  iniziali  del  lorn  au- 
3j  tore,  (V.  Natura^  §.  i.  e  segg.  Osservazione ,  §. 
9ì   1.  IV.  V.  ec.) 

»  Tutti  i  canibinrnenti  che  ho  fatti  all«^  detìninio- 
>;  ni  della  Crusca,  o  dì  chi  m'ha  preceduto,  tutti 
i(  gli  esempii  allungati.  Ir  rettificazioni.  Ir  divisioni 
«  dei  paragrafi,  1**  giunte  della  cilazione  de'  libri . 
Sì  o  delle  carte  delle  operi-  che  ne  mancavano  (cose 
n  tutte  eh'  io  chiamo  miglioramenti)  le  accenno  con 
j»  questa  crocetta  -J-.  (V.  Pensiero  §.  i ,  Infinitezza  , 
>»  Ossen*azione  ^.  ii.  e  vii.  Proprio  §.  vii.  ec.)  Se 
«  poi  i  pretati  cambiamenti  ec.  furono  eseguiti  Ha' 
>♦  miei  predecessori,  allora  la  crocetta  stessa  porta  ;i 
M  destra  un  piccolo  asterisco  in  questa  forma  *+.  (V. 
n.to.  Opponente,  ec.)  Final- 


>*  Navicabile,  Impietramento , 

»t  mente  se  questi   cambiamenti   ec. 


furono   in  parte     | 


operati  da  me,  e  io  parte  da  chi  mi  precedette, 
allora  la  crocetta  sì  trova  accompagnata  da  due 
astcrischini  cos'i  *-}**.  (V.  Navicazione^  ce.)  Ben  '*• 
vero  che  questa  più  particolare  distinzione  non  fu 
da  me  cominciata  ad  usare  che  al  foglio  65,  avendo 
per  innanzi  fatto  uso  della  sola  crocetta,  eziandio 
ne'  temi,  e  ne'  paragrafi,  che  contenevano  sempli- 
cemente una  qualche  giunta. 

yy  Allorché  m'  accade  di  dover   levare    da  un    te- 
ma, o  da   un  ^.  di  Crusca,  uno,  o  più  esempli,  che 
a   mio  credere   vi   stanno  a   pigione,  pongo  al  prin- 
I   cipio    di  quel  tema,   o  §.  questo  segno  3-  (V.  Cal- 

>  calo  ,   Calcetto  j  Pietoso  _,  Proprio  ce.)    Del  qual 
segno  mi   servo  anche  quando  debbo   torre    affatto 

•  dal  Vocabolario  un  intero  tema,  o  §. ;  se  non  che 
^  in  questo  caso  ìl  segno  lo  pongo  in  fine  del  tema 
I  o  del  §.  .  che  precedeva  quello,  n  cui  do  bando. 
I  (V.   Carrettone,,   Cogliere  §.  xxxi.  jjCoro/wmtfnto. 

•  Credenza.  §.xxi.  ec,    )  '- 

sj  E  siccome  avviene  il  più  delle  volte  che  gli 
}  esempii  suddetti  sicno  opportuni  a  provar  altro 
)  significato  da  quello  attribuitogli  dagli  Accademici. 
I   cos'i    allora  ,  servendomi    di  essi,    lì  chiudo  Ira  le 

»   virgolette   in  questa  foggia   « »t  .  (  V. 

^    Credenza  §.  viii,  e  x.  Pietoso,  ce.)  E   se  per  avei 

>  più  chiaro  il  senso  mi  fa  luogo  di  riportar  V  e- 
ì  sempìo  alquanto  più   lungo  di  quello  che  si   ha    in 

•  Crusca,  allora   le   virgolette  le  pongo  solamente  al 

ì  princìpio  cosi  « (V.    Capo  ^.   x,civ. 

'   Pingere  ^.  i.  ec.  ) 


+  #  §.  l.  .  .  ■  s' e /ormato  ti  prover- 
bio che  i  nel  Lasca  corr.  J'è  formalo  il 
mollo  proverb.  Cominciamo  a  dire  A,  che 
suole  usarsi  per  incitare  altri  a  metter 
mano  alla  cosa   di  cui  è  discorso. 

*  g.  111.  Al  ■■■  4  dote  ha:  (A)  * 
.Va/m.  I.  19.  Ma  qui  Balcon  corr.  Malm. 
I.   IO.  Ma  qui  Baldon 

*  §.  Dall'  A  al  Panne ,  vale  lo  sUsso 
he  dall'  A  alla  Z.   T-   RONSE.  (C) 

§.  VII.  A'  ,  scritta  corr.  A'  ,  pronun. 
ziata  con  minor  fona  e  scritta  —  Ed 
agg.  in  fin.  9  5 

*  §.  SIS.  L'  es.  Lasc.  Gelos.  allegalo 
:osì:  lo  n'  ho  bisogno  per  cerio,  che  non 
sono  usa  mollo  bene  a  di  queste  nouolate. 

*  §.  XXVII.  Al  !■  8.  dove  ha  .-  un- 
quanco  fu  leggi  unquanco  Fu 

*  §,  A  ,  per  Appo  ,  J^el  concetto  di . 
Declam  Quinti!.  6.  11  giovane  era  infa- 
me a  tulti^  Din.  Comp.  I.  26.  I  nemici 
de'  Cerchi  incominciarono  ad  infamarli  a' 
Guelfi.  (C) 

*  §.  A  ,  talora  vate  Nella  grazia  ai  ■ 
G.  1' ■  6.  55.  1.  Mandò  per  li  mercatan- 
ti Pisani ,  che  allora  erano  la  franchi  e 
molto  innanii  al  Re.  Cron.  Veli.  12.  Ij 
quale  Andrea  ec.  innanii  la  sconfitta  d' 
Altopascio ,  trovai  essere  in  buono  stalo, 
e  innanzi  a  Caslvuccio.  (Ci 

*  g.  XXXII.  Agg.  innanii  a  (C)  Lib. 
Sagram  .    Iddio   si   cruccia    spesso  a  tali 

genti  - 

f  §.  A  ,  per  Con,  Cantra,  In  offesa  di. 
Tav.  Dicer.  Noi  siamo  tanti,  che  lutti  li 
polemo  tosto  acchiudere:  non  ci  conver- 
ri guari  combattere  a  si  poca  gente. 

§.  XLIIl.  Agg.  in  fio.  Fra  Giord.  Fred. 
5o.  Sono  tante  le  'mbasligioni  che  ci  so- 
no,  che  io  non  so  a  quale  m'incominci. 
E281.  Incominceremci  alla  passione  sua. 
Pass.  7.  Spaurito  e  sbigollito  per  le  pene 
•  per  li  gravi  lormenti  che  avea  vedu- 
ti sostenere  a'  peccatori  nell'  altra  vila . 
ilor.  S.  Creg.  l\.  27.  11  sentimento  car- 
nale spesse  volte  si  lascia  vincere  al  di- 
letto per  le  parole  del  nemico  serpen- 
te. (C) 

§.  XLVIII.  Allegane  es.  *  jBocc.  g.  5. 
■1.  1.  Oggi  al  terzo  di  le  novelle  spose 
entreranno  ec.  nelle  case  de'lor  mariti. 
Vit.  S.  Gir.  75.  Tu  solo  mi  seguiterai, 
«ioè  da  oggi  a  venti  di.  (C) 

*  §.  A  ,  talora  vale  A  ragione  di.  In- 
str.  Cane.  71.  Faccino  la  distribuzione 
del  sale  da  levarsi  per  il  nuovo  ranovic- 
re   a  libbre  dieci  per  bocca.  (C) 

^   §.   A  ,   talora  parlandosi  di  luogo  , 


vate  Kispetlo  a  .  Sngg.  nat.  esp.  l^-  L' 
aria  è  distemperatamente  umida  ,  forse 
per  essere  la  maggior  parte  del  mare  a 
noi  meridionale.  (C) 

#  §.  A,  per  Dentro  a.  Pallad.  6.  Per 
conservar  la  saldeiia  e  magrezza  della  vi- 
le ,  il  potatore  sotterri  i  sermenti  della  vite 
più  a  lerra  .  (C) 

*  §.  A,  talora  accenna  Destinazione  , 
Uso.  Ovid.  Pisi.  28.  I  quali  uomini  do- 
po certo  tempo  deputòe  lo  re  Minos  alla 
ferocilade  del  Minotauro.  Pav.  Colt.  172. 
Chi  fa  ncsli  a  vendere,  gli  accieca.  (CJ 

*  §.  A  ,  talora  serve  a  denotare  il  Ce- 
nere della  coltivazione.  Serd.  Star.  I.  3-J. 
Perchè  dunque  non  si  divideva  alla  ple- 
be povera  ce.  tutta  quella  spaziosa  pia- 
nura tra  1'  Ebora  ,  e  '1  Tago  ,  acciò  la 
piantasse  a  viti  .  ovvero  la  seminasse  a 
grano  T  (C) 

*  §.  A  ,  talora  accenna  I'  Islrumento 
con  che  si  fa  una  co.^a  .  Bed.  Oss.  an. 
121.  Nell'acqua  di  fiori  d'arancio  stillata 
a  stufa  ec.  sempre  ho  veduto  morirvegli 
Ci  lombrichi)  in  pochi  momenti.  Sagg. 
nat.  esp.  ifig.  Com'  un  cristallo  intagliato 

1  a  hnlino .  (C) 

^Ir  g.  A  ,  talora  accenna  la  Misura,  il 
Peso,  la  (Quantità.  Bern.  Ori.  1.  20.  33. 
Ma  più  ardire  ha  Orlando  e  più  core  Per- 
chè la  forza  non  si  vende  a  braccia.  fC) 
V  §.  A ,  talora  accenna  Prezzo ,  V'a- 
lare .  .V.  V.  3 .  76.  Il  volle  spacciare  a 
soldi  20  lo  staio  .  Fr.  lac.  Cess.  3.  3. 
83.  Demoslcnes  toccòe  cosi  per  gioco  lo 
stomaco  d'  una  nobilissima  meretrice,  che 
avea  nome  Alloda,  e  domandolla:  a  quan- 
to è  questo!  e  quella  dicendo,  a  mille 
danari  ,  rispose  il  filosofo  :  io  non  com- 
preròo  tanto  il  pentere.  Sen.  Ben.  Varch. 
6.  37.  Per  avventura  non  disiderò  egli  di 
vendere  a  molti ,  ma  di  vender  caro,  e  di 
comprare  a  buon  mercato  .  (C) 

#  §.  I.XXI.  Dopo  a  G.  V.  agg  7.  21. 
1.  E  in  fra  il  terzo  di  si  pose  ad  oste  al 
detto  castello.  F 

J-  J  g.  A  ,  talora  aggiugnesi  ancora 
alle  voci  Presso  ,  Lontano  ,  e  simili  ,  e 
vale  Poco  più,  a  Poco  meno.  Bocc.  nov. 
IO.  5.  11  quale  essendo  gi'a  vecchio  di 
presso  a  setlanta  anni ,  ec.  in  sé  non 
ischifò  di  ricevere  le  amorose  fiamme. 

*  g.  XCVII.  L' es.  Borgh.  ,Won.  l5l. 
allegalo  cos'i  :  Che  la  citt'a  allora  si  reg- 
gesse a  consoli  ec.  lo  dicono  chiaramente 
gli  scrittori  nostri. 


A  A 

A    ARMACOLLO.  Al   v.   2.   dove  dice 
scendendo  ad  corr.  scendendo  da 


A  B 

A  BABBOCCIO.  Posto  avveibiai.  vate 
A  caso.  In  confuso.  Lat.  Umere,  incon- 
siderate. Malm.  3.  56.  Con  le  schiere  pe- 
rò fatte  a  bahboccio. 

f  J  A  BACI'O.  Agg  alla  definiz.  in  fi- 
ne, j  contrario  di  Solatio.  E  dell'es.  £0». 
Med.  fanne  §.  come  segue  ,  ed  agg.  in 
fine  dell'  es.  Dav  Colt.  (  1  susini  si- 
miani  ). 

*  §.  £  figuialam.  «  Lor.  iled.  cani. 
io.  5.  Non  è  ver  che  amor  sia  orbo.  Anzi 
vede  insino  a'  cuori:  Non  vorrà  che  questi 
fiori  Sempre  mai  stiano  a  bacio.  (C) 

*  ABACO. 
Agg.  *  §.  Abaca,  in  Urm.  d'  architet- 
tura, dicesi  Quel  membro/atto  a  guisa  di 
tavola  quadrala,  che  resta  tra  I'  itavolo 
e  il  listello  dell'  abaca,  o  cimazia.  Baldin. 
Vac.   Bis.   (C) 

A  BALLE.  F.  A  BARELLA.  Agg.— ,e 
BALLA. 

J;  A  BARATTO.  Al  v.  6.  ove  dice  h 
3.  2.  corr.  E  Len.  3.  2. 

*  A  BARBA  SPINACClATA.o  SPRI- 
MACCIATA. Si  tolga  questo  articolo 
t  *  A  BASSO. 

t  A  BASTA  LENA  Alleg.  aag. 

Fantasl.    Vis. 

ABAZl'A.  Correggi 

^  ABAZIA.  Stanza,  e  Abituro  di  mo- 
naci ,  Badia. 

:?:  g.  Abazia,  dicesi  anche  al  Benefi- 
zio unito  al  titolo  d'  Abate  .    .<  Cas.lett. 

64 Serd.  ytt.  Ina.  19.  Facendo 

i  Romani  istanza  che  le  abazie  e  priorati 
ed  altri  benefici  ed  uffici  vacanti  nella  città 
non  polessono    conferirsi    nd    ..llri    che  a 
cittadini  Romani.  iCì 
ABBACARE . 

g.  I.  ...  «  Fir.  Xrin.  t\.  6.  «orr. 
„  Fir.    Trin.  !\.  ■].  ,„.,-, 

ABBACHIERE.  Agg.  m  fin.  -  Vaiai. 
Ercal.  50.  Si  dice  d'  uno  il  quale  sia  buo- 
no .ibbachista  ,  cioè  sappia  bene  di  conto, 
perchè  gli  abbachieri ,  quando  fanno  Lene 
e  prestamente  le  r.igioni,  si  dicon  far  be- 
ne i  conti.  (C) 

t    ABBACniSTA.    All' es.    Cron.  t  eli. 

'^H  ABBACINATO  .   Dell'  es.  Ar.  Far. 
se  ne  faccia  §.  come  segue. 

*  g.   Per  Abbagliato  .   ■.  Ar.  Fur.  2. 

56 (C) 

+  §.  I.  Sostituisci  alla  def.  la  seguente: 
Abbacinato,  figuralam.  vale  Che  non  ha 
lo  splendore' che  dovrebbe  avere,  o  ne  ha 
poco  in  confronto  d' un  altra  casa;  e  di- 
cesi  delle  Cose  fisiche  e  delle  morali.— 
E  agg.  in  fin.  *  Pros.  Fior.  Borgh.  leti. 
4    4    a58.   Dubito  che  ella  (vita)  non  sia 


l8l2 


A   B    B 


cartepecore    io6ni- 


troppo  lid>,ìdnienLp  sniira  .  p  (jua»!  a  sUf- 
iella,  e  scota  quel  nervo,  rhe  e  ii  prìo- 
ripale  in  qur&la  soilc  di  scritture  ,  cioè 
di  notare  i  di»<>gDi,  i  conreHi  ,  i  fipi,  gli 
anti\ederi  .  il  modo  del  governare  dcJ- 
It  farccndc  gravi  ed  importanti,  senia  le 
quali  rose  \c  storie  restano  abbacinate,  e 
si  ruoprr  1^  maggior  parie  della  gloria  dì 
anello  di  cu.  u  scrive.  Buon  Fier.  i 
3.  3.  Lacere  e  trite,  alibacinaie  e  man- 
che, Ed  alle  inondazioni.  Avanzate  ed  al 
fuoco  .  Membrane 
te.  (C) 

5  §.  n.  Dell'  es.  M.  V  8  38.  fanne 
§-   cosi; 

*  §.  Abbacinato,  parlandosi  di  Per- 
sona, vale  Che  ha  perdalo  il  lume  dall' 
intelletto  per  qualche  inaspettato  avveni- 
mento.  «   M.    V.  8.   38.      .       »     rO 

*  ABBADESSA.   Agg    in  6n     {"j 
ABBADI'A. 

*  §.  1.  Abbadia  .  vale  anche  UJ 
feto,   0   Dignità  di  chi  è  abbate.  S.    Ant. 

Confes.x.  Un  alrro  è  ignoranle  e  tristo,  e 
desidera  d'  esser  rettore  dell'  anime,  e  non 
sa  governar  la  sua  :  ma  sebbene  fosse  in- 
tendente e  questo  cerca  per  onore  piova- 
nato,  abbadia,  vescovado,  priorato,  è  gran* 
Jp   ambizione.    iC} 

*  g.  II.  Abbadia,  talora  vale  anche 
Benefizio  .  Car.  lett.  i.  l5.  A  richiesta 
del  quale,  per  obbligo  che  tien  seco, 
promette  di  rinunziarlo  (  l'  arcivescova- 
•lo  ),  insieme  con  V  abbadic.  (Cj 

*  ABBAGLIANTE Bellin.  Lett. 

con.  Pros.  Fior.  Bellin.  Lett.  4.  i. 
269.  Dice  che  l'abbagliamento,  il  quale 
viene  dal  bagliore  abbagliante,  è  sì  soave, 
«he  non  gì' importa  il  rimaner  riero. /Tv 
ABBAGLIARE. 

S-  II  Allega  nel  modo  che  segue  l'  cs. 
t  =^  Vii.  S.  Gir.  75.  Il  glorioso  Giro- 
lamo manifestamente  apparve  al  suo  pre- 
dilettissimo 6gliuolo  Eu.^cbio  ec.  It  quale 
Kusebio  ragguardandolo  ,  che  tanto  ri- 
splendeva  ,  che  e'  ^uoi  oc.  hi  abbagliava- 
no, er.  gridò:  Tu  st'lo  mio  padie  Gi- 
rolamo,  fj'^) 

t  *  S-    V y,gner.  Mann.  An.  9 

19.   1.  corr.  ò'egner.  Mann.  JVov.  iq.  j. 
ABBAGLIO. 

o-  Agg.  in  fin.  ■'.•  Scgiu-r.  Pud.  39.  2. 
Badate  dì  non  prendere  abbaglio  ;  perchè 
non  fu  egli  uno  sposo  a  lei  tocco  in  sor- 
ta ec.  ma  sposo  datogli  sin;;olarmente  da 
Dio.  fC) 

::=  ABBAIAIV'JE  AjìR.  in  6iie  .  {')  ^W- 
vm.  Eneid.  Itb.  8.  I  mostri  drgl'  Iddìi 
lii  tutte  rane,  E  1'  abbaiante  Anubi.  (F) 
*  ABBAItVOLE  .  yJdd.  Atto  ad  ab- 
haiare.  J'arch.  L(z  Dant.  1.  3o8.  Pro- 
pio  ce.  SI  chiama  quello  er.  che  ronvìc- 
ne  a  una  spezie  suU  ,  ed  a  tutti  gli  in- 
dividui di  quclb  spriie  ,  e  »empremat  , 
«■ome  all'  uomo  essere  risibile  er,  al  rane 
rssere  jblaicvole.  iC) 
ABBANDONARE. 

^   S     V.    Poni     tra   Ir   virgolette     i'  e*. 
fìocc.    ì  innim, 

$■    \ll     Poni  10   fine  it  segno  3 

ABBANDO>ATAMF,KTE  .     Agg.  io 
(Jp.    mar-     |.     5o. 


A  B  B 

per    rilutere  agli  occhi  mentali ,  tiWo  che 
con  quegli  della  superna  ragione.  (Fj 
^  'f  ABBARBICARE.  Al   v.    i3.  Jotc   ha 
*    Ar.    Fur.   corr     Ar.    l'ur.  —    F  ai  v. 
17    dove  ha  sieme.   (Cj   corr.   sìeme. 
«  g.  All'es.  Dm-  Comp.  iib.  3.  agg.  69. 
ABBARCARE      Agg.   in  fin.   *   Salvin. 
Annot.     Fier      Buon.   SSj.    E    'n    sul   tuo 
hai  portati  1   cavalietti;  cioè  masse  di  spi- 
ghe prima  d'abbarcarle.  (C) 
t  ABBASSALE. 

«  §.  IV.  AI  V.  1.  do%e  ha  O  f. 
corr.  ..  (.  ì  —  /  a'v.  3.  */o.  e  Icggt-  brac- 
cia. CO/r.  braccia   -.  (l'j 

f  %.  Abbassare  ,  parlandosi  d'  Armi 
da  fuoco,  lale  /ìivolgrrne  la  bocca  contro 
la  persona,  o  la  cosa  che  si  vuol  colpire 
farch.  Stor.  2.  3|.  Il  sig.  Bernardino  da 
Montauto,  il  quale  con  dugeolo  archibu- 
iteri  v'  era  alla  guardia,  e  di  già  avevano 
gli  arcbibusi  abbassati ,  tosto  che  Niccolo 
Capponi,  faccendù  loro  cenno  coli 


"Ulia  il 


alzassero,  rispose: 


mano, 
VI  son 


-:=  f/iit.   Ad' 


piopoire   esempli   d'altri,   il 


fini 

(Conviene 

quale    pii    esseiii  abbandonataniriite  dato 

ai   piaceri,  >  adde  in  miserie.   (Cj 

ABBANDONA  10 

•i"  ^'.  I  Al  V.  6  do\r  ha  lì.  f.  7.  65. 
foit     *   t,      /  .  7     65 

5^  ABDAHBAGLIATAMENTE.  Avverb. 
In  modi-I  abbarbofilioto  ImperJ.  i'rov 
l>  ll^.  7",  5.  4j*  e  egli  un  harlumr  d' 
un  lume  soprannaturale,  che  è  di  mestieri 
ih  ei  fi  sia  ^ero  i-  leale,  mentre  ci  ci  fa 
scorgere  .  rpianlunquc  abb.irl>agliaiamcnte 
principii  di  rose  ,  le  quoti  non  possono 
iu   Tfiin  modo   ricever   colate    r   rbiarrita 


disse  cb 
servidore.  (Cj 

*  ABBASTANZA  .   Poni  in   fin.  (•) 
3  ABBATACCHIARE.  Togli  1'  es.  Sem. 

Calr. 

*  ABBATTENTE.  Che  abbatte.  Bel- 
lin. Disc.  3-  66.  Chiamerò  i  venli  e  gli 
fornirò  d'  un  impeto  abbattente  che  gli 
percuota   e  giù  gli  giiti .   (Cj 

*  ABBATTENZA.  /'.  A.  L'  Abbat- 
tere,  o    .'tbbatUrsi.  (C) 

*  §■  /*er  Abbattenza,  posto  avverbialm. 
vale  A  caso  .  Frane.  Barb.  Begg.  donn. 
304.  Egli  ha  due  camfiane  in  Gallia,  che 
suonano  spessamente  per  lo  vento:  sonosì 
avveduti  quelli  della  contrada,  che  qua- 
lora suonano  per  abbattenza  ad  un  punto 
nasce   nella  contrada   un   uovo.   (Cj 

ABBATTERE. 

3  §.  VI.  Trovarsi  a  caso,  con.  Tro- 
vare a  caso  .    ed  in   fine  agg.  3 

*  §.   VII     S.   Frane.  225.  coTT 
Frane.   225. 

I   ABBATTIMENTO.    All'es 
Irol.  togli  le    virgolette,  e   fCj 
t  3  §.   I. 

'<•  g.  II.  Al  V.  3.  dove  legge  i  romo- 
ri  ,  e  r  abbassamento  corr.  i  romori  del- 
la città,  e   r  abballimeuio 

§.  iV.  Allegane  r  es.  ♦  .Wi .  <,rauch. 
3.  1.  Sta*  sicuro  che  tu  se'  in  questo  ab- 
battimento Pei  restare  al  di  sopra  a  ogni 
modo.    (  Cj 

ABBAZIA.   Correggi 

t  3  ABBAZI'A  .  Monaslti-o  di  monaii 
i-hv  ha  per  superiore  un   Abbate. 

*!=   g.   Abbazia,  dicesi  amhe  il   /.ciefi- 
zio  unito  al   titolo  d'Abbate.    «  Cas .   leti. 
82.   Ilo  ordin.ilG  ibr  sia  sciitto  a' Salvia- 
li,  che  tornando  lot  comodo,  vi  .inlicipinu 
mille  scudi  sopra  il  fitto  dell'  Abbazia.   (C) 
ABBEhTESCAUK.   Tonili  in  finC) 
t   ABBE^EI(ARE. 
*     S      /■'    neuti      pass.    Beir.    Vallad. 


AB» 

.io  Io  li  jverò  fabbricalo  I'  uomo  di  Xei- 
13  qujl  III'  a%rai  imposto,  se  quella  Ieri  a 
ni'  j\ei4i  data,  la  quale,  come  uni*  amrolp 
al  bisognevole  all'  opera,  a  le  da  me  s'ad- 
d;m.iuda,     (', 

ABBC».    ;  .  AVERE, 
t  ABBUCt.ARE.  Ai  V.   4.  do,- 
Il    *eio   lupo    et.    lijìf       (^luando 
vero  lupo  in  uoa  gre^jgc, 

t*  §■  IV.  Aires,  ^uo/i.  /ler  agg.  2. 
4-  >'  f  leggilo  cosi:  To' tu  quell'aloè. 
Abbocca  quell'agarico.  Piglia  queil' anti- 
monio. 

S*  VII  All'es. 
al  V.  5.  ove  ha 
Baldone 

=?  g.  ter  Far  accattare  due,  e  più  per- 
sone insieme.  Salv.  Spin.  2-  2.  Ser  Ciap- 
pelletto mi  ha  promesso  di  abboccarmi  con 
la    tante  ,   e   di   farmi   dar   1'  ordine.    iCj 

t  *  §.   IX.   Agg.  in   fin.  Salv.  Spin.  2 
*■  E    non  n  ha   a   nascere  occasione  rh'ei 
s'  abbia  ad   abboccar   meco,    (f'j 
ABBOCCATO . 

S  I  Agg.  in  fin.  Busp.  rim  buri  3. 
198.  Gli  è  poi  tanto  abboccalo,  Ch"  all' 
arca  dì  ^oè,  come  un  pasticcio,  Diluvie- 
rebbe   il  ripieno  e  1'  orlicelo.   (Cj 

S  II.  All'  esempio  allegato  da  (")  , 
sostituisci  i  eguenti.  Salvm  Annot.  Fter 
Buon.    3.    2     2.    Il   nostro    volgar    detl^- 


Dav.  Scism.  agg.  35.  /:' 
Baldone    corr.    con 


Fit.  .V. 
L'ass. 


Apr  ■  11.  Torremo  la  lubrirj  ,  noè  (irra 
rossa  liquida,  e  messa  in  pìceiol  vasellino, 
andcremo  alla  fonte,  owcio  all'  arqua.  o\  ' 
elle  ("/' t;ji>  s'abbeverano.  iCi 

t  ,?•   'I Arrighetl.  agg.  63. 

t    §■    III-    'I"">gli  le  virgolette,   e   ((  j 
i   ABBIADATO     A^^     J,iri  —eaU. 
3.   01  e  ha  lene   (oir.    Uene 
t  ABBICARE. 

7  5i-  '  ■  ■  -  /^i»"'-  A*i.  Q.  roir.  Daitt. 
InJ.  9. 

AUBIENDt>     f  .   A.  V.  A\EBE. 
t    ABBIia«t'IE.    —    Seni.    .N     Ago^i. 
Non   dico  corr.   Seal.    Claustr.  ^2!^.   Non 
dico,    figliuola   mia, 

t  S-  I  Agg.  in  fin  ì;=  t.iop  tiiH  6j). 
Ed  era  abbiente  ,  oltre  'u  nulnle  e  lirl- 
lo.  (C) 

*  ABI1ISOC^EVOLE.  Add.  the  ab. 
bi.fogna  .   Che    ofiorrr  .    Beilin     Fìm     3 


to  :  J  ino  amaro  Tiello  caro.  Il  comune  de" 
bevitori  \  uule  il  brusco,  lo  per  me  amerei 
il  \ino  abboccato,  cioè  con  un  poco  di 
iena  di  dolce;  non  dolce  smaccato  .  Lat . 
pra:coctum.  fortig.  Bice.  23.  62.  Divini 
non  vi  parlo;  v' cran  tulli  :  Dolci,  aLl>Oi - 
cati,   loudarelli,  asciutti.  {Cj 

*  ABBOCCATURA.  M  v.  6.  dove 
legge  due   estale  corr.  due  testale 

IABBOMINEVOLE  ....  Co/laz.  Ab 
Isac.  17.  corr.  l3.  e  t/oi-e  Ad  abbominevolc 
ifggi  abomÌDevule 

^  ABBO.Ml.NEVOLISSIMO  .  All'  e^ 
Fir.  liag.  agg  l5j.  e  riducilo  così:  Que- 
sto è  quel  per  lo  cui  furore  sì  commettono 
gli  adulterii,  nascono  i  sacrilegi,  criansi 
mille  vizii  brutti  non  solo  nell'atto,  ma  nel 
pensiero  e  nelle  parole  bruttissimi ,  disone- 
stissimi,   abbominevolissimi ,   (Cj 

3  ABDOMLNEVOLMENTE,  ce.  To^L 
r  es.    Bocc.   l^tt. 

^  ABBONAZZARE.  Lo  sUsso  the  .-fb- 
bonai'Ciarej  ma  meno  usato  Car.  Kn.  l. 
320.  lo  vi  taro  ec.  Ma  di  niesliero  è  pri- 
ma  Abbonaziar  qiiest'  onde.   (Mj 

t   ABBONDANTE. 

5  §  '  -Aes  '°  fi"  *  '"<"■  op.  fit.  3. 

649.  Niuno  ve  n*  ebbe  i  da  disiepoli  di 
Bnff'aello  )  the  più  Io  imitasse  nella  ma- 
niera ,  iuvenziuoe,  disegno,  e  ccdoiito  di 
Giulio  Romano,  né  chi  fra  loro  fussc  più 
fondato,  fiero,  sicuro,  capriccioso  ,  vario  . 
abboodaiile  ed  universale.  (C) 

*  §.  II.  Podi  I'  cs.  Bocc.  «as.  tra 
le  virgolette 

••'  S-  Abbondante,  e  anthe  (onltatìO  di 
Carestoso.  /n*tr.  Cane.  l.\.  Avvertano  che 
nei  tempi  abl>oadai>li  e  fertili  ce.  non  è 
buon  governo  it  rìnientai  tali  allt^aponi 
per  luu^o  teni|>o.  ({*.. 
t   ABBONDALE. 

S  I  All'es.  /  It.  S.  V.  Madd.  soslituisri 
Boti,  nnt  j4-  ^*  ('*■>  Don  «blondtr  pa- 
iole molte    (C) 

tf  %.  II.  Agg  iD  fine  iuid.  6.  Men- 
ile che  viviji  tu  .  r  le  tue  erede,  tem- 
pre pttlrai  ìibU-ndaie  in  riccbrtze  SannmE 
l  gì.  2.  Cosi  pei  ben  ^uatdar  sempre  n'ab- 
bondano In  Ulte  e   'n   lane-   (Cj 

3  §.  III.  Agli,  in  fine  tf  ftav.  Seiim  8^ 
lauta  vettovaglia  abbondò,  che  per  no 
reale  di  Spagna  s'a>cva  un  banir  di  rrr 
^rgia.  e  sei  glossi  pam.  iCj 

t  *   ABBONDATO     Poni  l' e»    fia  1. 
virgolette  . 


A.  B  B 

t  ABBONDEVOLMENTE  Alle»  V>*. 

jcg.  56. 

t  1  ABBONItlE.  Corr.  la  deBnii.  con: 
nendcr  huono.  Render  imgioif  ;  ed  an- 
,lit  Perfelionare  E  dell'  es  ÌMC.  ilari. 
l'aaoe  §>   come  segue. 

t  S.  Abbonire,  dicesi  anche  dei  Terre- 
ni ,  e  sale  lìonijicare.  Render  migliore. 
Lue.  Mari,  rim  Imrl.  2.  226  AMiooisce 
(il  Ducaj.  spadula,  e  &  Y  uscita  A  tulle 
r  acque,  e  le  conduce   al  mare. 

*  ABBONITO.  L'es  .Vorfri .  Coli.  |  o- 
nilo  fra  le  \iigolellc. 

ABBORDAnE . 

§.  Allegane  ri.  *  Lai.  cowpetlere,  J  irf;. 
Satin,  line.d.  Uh.  3.  Slup.i  e  il  cuor  si 
fieramente  acceso  D'  aUordjr  V  uomo  e 
.ose  lai  c.noscere.  E  lih  /j.  Con  tiueslc 
»oci  aUiorda  in  6ne  Enea.  E  appres.<o: 
Tu  sola  conosce»!  Quando  era  tempo  d 
jl.bordarlo  (il  teilo  lai.  ha  :  Sola  vui  mol- 
les   aditus  et  tempora  noras).  (F) 

ABBOKBACCIABE.  Allegane  es.  ■-:  Sai- 
Min.  Disc  I.  179-  Essendo  dunque  que- 
sto (il  giudicare)  un  affare  d.  tanto  ri- 
lievo, non  pare  che  sia  da  aU.orracciare, 
ne  da  farsi  temerarianieole  ed  infrena.   (Ci 

f  3  .1.  Agg.  in  6n.  (:n  questo  es.  /Ih- 
horracciarsi.  vale  Faitllar  troppo  e  fra- 
.^lagtialaniente  1 

f  §.  11.  Aires.  ìfntt.  Franz,  rim  hurl. 
agg  2.  123.  Mangiare  alla  turchora  in 
furia  e  n  posta.  —  E  all' es.  Lue.  Mari. 
lim.burl.  agg  2.  =27.  Nel  resto  lami- 
glior  (aria)  mai  non  fu  vista, 

ABBOKI'.inE  ec.  Riduci  il  §.  come  se- 
gue. 

+  :;;  g.  Abbc-rrire  da  una  cosa,  iati 
Esserne  alieno  ,  l^on  ater  inclinazione 
per  essa.  Ar.  Sai.  2.  Opra  fec'  io  che  se 
volesse  porre  Ne  le  tue  mani,  o  d  Ales- 
saudro,  il  cui  Ingegno  da  la  chietca  non 
aborre.  1 1! ) 

*  ABBOTTARE  .     Al  v.   5.  dove  ha: 

IP)  cotr.  (•) 

*  ABB0TT1N.*MEST0.  Ammitlina- 
,.,enlo  .    Ciò,:    teli.    t'il.   Air    172.   foc 

•  orse  ancor  di  danar  conlaiiti  10  preslaoia 
.MoDsiguol  di  Boi  bone,  che  trn>rndo  [ei  un 
abbottinamento  de"  suoi  soldali  che  si  era- 
no  adirati  seco,  di  non  essere  ammazzato, 
>i  era  nascosto  ira  il  palco  e  il  letto  del 
suo  alloggiamento,  (i) 

ABBOTTINARE  . 

§.  !.  Agg.  io  6ne  =?  1  arch.  Stor.  12. 
.\\!^.  1  Corsi  con  sapula  e  consentimeulo 
-uo  ec.  s'  abbotlinarono  ,  o  come  si  dice 
.(•"•i  .  s'  ainmoltioarono  ,  e  corsi  a  furia 
sufia  piana  di  santa  Croce  gridavano: 
'OCCo,  sacco.  (C) 

ABBOZZAMENTO.  Correggi. 

S  ABBOZZAMENTO  .  i'  a:ion  dell' 
.ibboziarc 

tf  §  Abbozzamento  ,  dicesi  anche  ad 
Opera  di  pittura,  o  .nultura,  nella  quale 

•  icno  sclanienle  accennale  le  parti  prin- 
cipali ;  e  per  similit.  ad  Ogni  opera  di 
natura,  o  d'  ingegno  non  perfetta.  <•  T  tt.^ 
Vili.  81  Chiaramente  si  vede  che  tulli 
^li  altri  fpitlori)  i  quali  scora  questo  pa- 
I  .igone  appari^an  perfetti,  erano   stali  stu- 

•  lii  ed  abbozzamenti  per  disegnare  e  colo- 
liie  questo  vivo  ritrailo  della  perfezione. 
..    Sagg.   noi    esp.    \5!^.   ...   ».  (C) 

*  ABBOZZATAMENTE.  Atf.  Imper- 
1,  Itanicnle.  mperf,  Tim.  D.  12  T.  8.  339- 
I  quai  beni  accendono  dentro  di  noi  e  del- 
l' acima  nostra  il  picciul  lume  della  ragio- 
ne, ond' esceno  que"  si  bei  lampi  di  quella 
sirtù  e  di  quella  sapienza  impertella  che 
iu  noi  traluce  .  e  che  da  noi  obboxiata- 
incr.le   si   apprende.   (Fj 

ABBOZZATO.  Togli  il   §• 

ABBOZZATURA.  Correggi 

^  J  ABBOZZATURA  l.'  Abbozzare  , 
Ablv::cini,i,l-> 


A   B    B 

f   #    g.    .tbbozzalura  .   \'ate  anche   Ab-  . 
botto  ,    Cosa    abbozzala       Haldin  .    I  oc. 
Dis.  in   i:ESELLO  .   Con  quesli    'fe,tr//iV  \ 


A    B   B 


181.-. 


e  con   un   p 


.liccolo  mailellelto  si   va  a  po- 


co a  poco  facendo   gonfiare  la  prima  ab 

bonalura  delle    figure    falle  di  piastra  .li 

roetallo  ,    e     poi    si    di    loro    compinien- 

•-;:  §.  Abbozzatura  ,  rfl.  e.!l  Jiguralam. 
d'  Ogni  altra  cota  nel  suo  genere  imper- 
fetta.   :    Alleg.    170 ».    (Cj 

ABBOZZO.  Corr 

t  5  ABBOZZO  Opera  di  piltuia  , 
scultura,  o  cesello,  nella  quale  sieno  ne- 
cennale  solamente  le  parti  principali  * 
Segner.  Incred.  2  20.  5.  Onde,  come  lau- 
devolnicule  ruopre  il  Pittore  C(.n  colori 
splendidi  quelle  lince  che  rozzamente  egli 
tirò  sulla  tela  nel  suo  disegno  .  cosi  la 
Provvidenza  divina  con  somma  gloria  fini 
di  lavorar  quell'  abbozzo  da  lei  formato  ^ 
nella  legge  Mosaica.  (C)  ■ 

i:-  §.   I.   Abbozzo,  per  similit.  dicesi  d'  | 
Ogni  altra  opera  d'  ingegno,  0  di  natura  . 
non  perfetta  .    «   Red.    Insett.    8.    Questa  j 
gran   madre  accorgendosi    die    sitfalti  ab- 
bozzi  di  generazioni  mosUuosc   non  erano  | 
né  buoni,  uè  durevoli  ec.  produceva  po- 
scia gli  uomini,  e  gli    altri    animali    tulli 
nella  loro  spezie  perfetti  .    l'-onom.     Oss 
Peltic.  Q.  Prego  la  bont'a  di  V.  .S.    Illu- 
strisv    a"  pernullermi  che  io  ci  aggiunga 
uno  abbozzo  compendioso    di  spiegazione 
per  quell'  altre  poche  figure,  rhe  son   de- 
lineale   iu    compagnia   di   quelle   del   pelll- 
cello.   f'O 

'r  g.  11.  Ablozzo,  dice.fi  in  senso  mi- 
stico a  Ciò  che  è  riguardalo  come  rap- 
presentazione ,  0  immagine  simbolica,  o 
allegorica  .  .fcgncr.  Crisi,  inslr.  ì  12. 
7.  Le  antiche  villime  t  erano  )  tanti  ab- 
bozzi, e  tanti   aceennomenti   della    nostra- 

t  ABBRACClANTh  .  Agg.  in  Su.  -.- 
Salvia.  Gerir,  lib.  4.  ^l•  lui  indarno  ab- 
bracciante  1'  ombre  ,  e  molle  Ose  ago- 
gnante a  dir  più  olire  vide,   fi; 

ABBRACCIARE. 

3  §.  II.  Togli  I'  es.  ("<ic.  leu.  e  faune 
§.  cosi  : 

*  §.  Abbracciare  ,  vale  anche  figura- 
lom  Imprendere  ,  Assumere  una  cosa . 
«    <'ii,f    leti.   19.  •  .      "    (C) 

*  §.  III.  Agg.  in  fin.  Fir.  Disc,  an 
24.   E  però  debbe  il  Re  guiderdonare  o- 

!  gnuno  secondo  il   suo  merito  ec;  abbrac- 
I  ciando  e  accarezzando  coloro  che  per  viva 
i  fede   ec.   e  per  esaltazione  dello  stalo  del 
I  suo  Signore,  e  per  gloria  parlicolar  s'  af- 
1  faticano  e  servono.  (Cj 
\        *   §.  Abbracciare,   talora  vale  figiira- 
lam.   Accogliere  ,    Adottale   una   cosa  in 
I  preferenza  di  un'  altra.    Calil.  leti.  Vom. 
ili.    I.    21.   Mi  bisogna   di  più  ristampare 
r  uso  del  mio  compasso  geometrico  ec.  il 
quale  slrumenlo  'e  stalo  lalmente  abbrac- 
cialo   dal    mondo  .  che    veramente  adesso 
non  si  fanno  altri  strumenti  di  questo  ge- 
nere. (C) 

*  §.  Abbracciare,  talora  vale  figurn- 
tam.  Comprendere  ,  Intendere  .  Impcif. 
Tini  r  10  T  8.  254.  si  può  conoscere 
con  r  immaginazione  un  triangolo,  che 
rappresenta  ad  essa  la  figura  di  triango- 
lo, ma  non  la  figura  di  mille  anfoli  può 
abbracciarsi  dall'  immaginativa  ,  il  che  si 
può  fare  con  V  intelletto.   (C) 

*  §.    Abbracciare  ,   in    signific     neulr. 
pass      per     Congiugnersi      carnalmente 
Cuid.    <;.    188    Mai    non   desiderano   (le 

femmine  )  d'  abbracciarsi  con  al.  uno.  che 
sia  migliore  del  marito  loro,  oppur  suo 
pari-  (Ci 

ABBRACCIATO.   Togli  il   §.   Il 

*  ABBrACCIO.  Togli  l'es  lìocc.  7V- 
8    108 


t    *    ABBRANCANTE Teegn. 

ajig  25. 

3  ABBRANCARE.  Togli  1'  es.  Ci-on. 
ihrell.   e  fanne  §.   cosi  ; 

*  g.  Abbrancare,  figuriilam.  per  l'reii- 
dcie^ Avere    ..  Cron.Morell.  3.^7.  .  .--tC) 

■-;:  ABBRASCIARE  A:;-,  al  i.  l\.  dopo 
ad  abbrasciat.i   (qui  figurntam., . 

*  ABBRAS!  IATO  Add.  da  Abbia- 
sciare.  F.<p.  Pai.  iSost  22  Una  (..mare 
abbraseiata  di  fuoco  di  peccato,  e  d'an- 
goscia (qui  fguralani.  J.  (CJ 

f  *  ABBRICCARE.  Scagliare.  Mor^. 
21.  3o.  Rinaldo  un  c.'lpo  alle  zampe  gli 
abbricca  ,  E  tagliagli  la  carne,  il  nervi», 
e  r  osso  ('  alcune  stampi-  leg-gcno  appic- 
ca ).  (F) 

^^  §.  E  neulr.  pass,  vale  A^eirarst  . 
Aggrapparsi.  Ciriff.  Calv.  6-  35.  E  spes- 
so come  formiche  s'  appiccano.  Senza  te- 
mer che  i  Cristian  gli  rabbuffino  ,  E  a 
quabhe   cavo,  o  calena  s' abbriccano  .  ^iA> 

*  ABBRUCIABII  E.  Add  Che  si  può 
abbruciare,  ^llo  ad  essere  abbrucialo. 
I  lui.  Adr.  Op.  nior.  1.  l^!\.  Qual  ma- 
caviglia  fia  se  il  divisibile  si  divide,  il  fen- 
dibile si  fonde,  r  abbruciabile  s'  abbrucia 
(qui   in  forza   di   Susi  )?      C) 

*  ABBRUCIACCHIATO.  Add.  da  Ab- 
bruciacchiare. Min.  Maini.  S-j-].  Jncroia- 
to  si  dice  un  quoio  rbe  per  essere  stalo 
presso  al  fuoco,  sia  divenuto  duro  e  grin- 
zoso ;  ed  il  simile  una  caria  pecora  ab- 
bruciacchiata. (C; 

•f   ABBRUCIATKCIO.  Togli   in  fine 

ABBRUCIATO. 


t  S-Il-AsS-i 


fine 


Salv.   .^pin.   2. 


3.  L^  bo  dismesso  (il  mestiere)  per  al- 
lenderc  a"  miei  trastulli ,  che  mi  tengono 
sempre  abbruciato.  (Cj 

t*  ABBRUSTOLITO     All' es      Red. 

leu.  agg.   I      123.  ri 

*  ABBRUTIRE  Agg.  in  Dn.  Lasc. 
riin.  1.  262.  Pure  il  secondo  non  si  può 
imputare,  t\e  dee  da  nessuno  esser  bia- 
smato,  .=erdo  slato  chiamato  Quell'  opera 
a  finire  Che  scambio  d'  abbellire  La  cu- 
pola, abbrutisce,  abbassa  e  guasta.  (C) 

:S  ABBUIATO. 

J.  5  A  BELL'AGIO  All'  es.  Crou. 
MÒrell.  agg.  346  —  e  dell'es.  Tac.  Pav. 
fanne  g.  così  : 

*  §.  A  beli'  agio,  vale  anche  t  on  cir- 
cosfczione.   ••    Tac.   Dav.  ...  ».  (C) 

t   A   BENE.  Ali  es.  Cron.   Morell.   agg 

l'io. 

f   ABEZZO     Togli    al    v.    4.    (B)     e     al 

V.   6.    (jy) 

*  ABIETTO  . 

*  ABIGONCK.   r.  BIGONCIA,   (l) 
ABILE.  Correggi 

-j^  3  ABILE.  Add.  Che  <■  in  islalo  di 
fare  checchessia;  Allo,  Idoneo,  e  dice.u 
propriamente  di  lei  sona  .  Lai.  hn'nlis  , 
aptus.  idoneus.  Gr.  Stmi,  ÌTti~r'.ò'-iOi 
Fiamm.  I.  98.  Che  n.m  insegna  amore 
a' suoi  suggelli?  E  chi  non  fa  egli  abili 
ad  imparare  be'coslunii,  e  savi  ragiona- 
roenli?  Oli.  Com.  Pur.  1  21.  Vuole  qui 
mostrare  che  per  qucsla  vedula  elli  ec. 
divenne  più  abile  e  più  disposto  a  con- 
lempl.,re.  *  7  mr.  Mari.  leti.  63.  In  bo 
trovalo  un  gentiluomo  benissimo  e  nobi- 
lissimamcole  nato  ,  e  di  costumi  ollinii 
ed  esimplari  ec.  desio  e  alide  a  molle 
cose.  /'crf.  lelt.  1.  36l.  Vorrei  'ssere  a- 
bile  ad  obbedire  a"  su.,i  comandamenti 
lutili  quel  poco  tempo  di  vita  che  mi  le- 
sta I  2.  16.  Ha  da  far  conto  rhe  que- 
sta mia  casa  sìa  la  sua  propria  senza  ce- 
rimonie ,  e  con  ogni  ramdiarita  ;  ed  in 
qualsivoglia  occorrenza  che  credei  a  tro- 
varmi .vbile  a  servirlo  ,  mi  ha  sempie  da 
spendere     .00    cgi.i    confidenza    maggio- 


-  CO 


i8i^ 


A  B   I 


#  S-  I.  Jbile ,  rate  anche  Vispo  fto  , 
tneiinato  a  checchessia.  «  ,V.  V.  ^  19' 
Lo  elelto  Imperadore  ,  per  T  animo ,  che 
aveva  di  valicare  in  Italia,  fu  poi  abile 
jlla  pace  ».  Ott.  Com.  Inf.  \i.  2i3.  Ed 
è  salvatiro  (il  tiranno)  che  mai  culli  suoi 
cittadini  non  tl^d,  ne  ha  con  loro  dime- 
Jtichexzj,  o  familiaritade;  e  questo  perchè 
non  Conoscano,  e  perchè  noi  trovino  la- 
scivo, e  ahile   atli  loro  voleri.  (C) 

*  §.  II.  Ahdc ,  è  anche  Urm.  le- 
gale, e  'lignifica  Che  ha  le  qualità  richie* 
ste  dalla  Icgf^e  per  fare  una  cosa  ■  Tac. 
Da*'.  Ann.  i.  w).  Tiherio  pregò  i  padri, 
che  facessero  Nerone,  Sgliuolo  maggior  di 
Germanico,  gi^  fallo  garzone,  abile  alla 
'(ueslura  ,  senz'  cjsere  sedulo  de*  venti  . 
Varch.  Slor.  x5.  Sg^.  Si  facevano  bene 
•li  molli  cercfaiellinì ,  e  rapanclle  su  per 
la  piazza ,    e    ec.    si    ragionava   di    riapri- 


re il 


onsig 


lio. 


chi  fosse    abile  a  esser 


<:realu  Gonfaloniere  o  a  vita,  o  per  tempo. 
Jnstr.  Cane.  [\.  Intendendosi  abdi  a'delti 
u6zii  ciascuno  che  abita  in  quel  luogo  in 
età  di  anni  22  ìn  su.  K  8'{-  il  Cancelliere 
assista  coi  famigli,  e  corte  del  Polestà  del 
luogo  alla  porla,  e  con  la  nota  in  mano 
ce.  di  lutti  e'  capi  di  famiglia  ce.  che 
sicno  solili  e  aliiU  a  intervenire  alla  sud- 
detta elciione.   (C) 

*  §.  IH.  Abile ,  vale  anche  Che  può 
produrre  questo  o  quello  effetto  j  ed  in 
questo  senso  non  sì  dice  che  delle  cose  . 
Sagg.  nat.  esp.  7.  Ogni  minimo  errore 
«he  venga  fatto  nel  lavorargli,  è  abile  a 
t.ìre  apparire  in  essi  grandissime  disoibì- 
tanze .  E  208.  Vuole  che  le  coie  più 
gravi  siano  abili  a  scacciare  in  su  le  me- 
no gravi.  lied.  Annoi.  Ditir.  !^5.  La  Nor- 
manna nacque  da  Sicera  degli  ebrei ,  e 
ile*  latini,  che  vale  ogni  bevanda  diversa 
dal  vino,  abile  ad  iinbriacarc.  J£  Cons.  I. 
27.  Questo  fluido  salsugginoso  per  se  so- 
lo non  e  abile  a  far  la  podagra  .  J'I  ^i. 
Harlicelle  salsugginose  e  pungenti  de'llui- 
di  abili  :i  mettersi  in  impeto  di  mozio- 
ne .  (Cj  Segner.  Mann.  Lugl.  26.  !- 
Questo  è  il  senso  più  proprio  di  tali  vo- 
ci :  che  però  sono  abili  a  darti  un  cun- 
iorto  sommo,  (f) 

f  *  §.  IV.  Abile,  vale  ancht  Accon- 
rio.  Opportuno  per  far  checchessia.  Frane. 
Sftcch.  noi'.  173.  Il  medico  disse:  E' m' 
incresce  che  10  non  sono  in  luogo  più  a- 
hile  alle  cose  che   bisognano-  (f  ) 

*  §.  V.  Abile,  vale  anche  Facile,  A- 
gevolc.  Che  si  presta  ad  essere  lavorato. 
Cr.  3.  |5.  4-  ^^  se  si  macera  più  che 
bisogni  (  il  lino  ),  la  sloppa  men  forte  e 
bianca  sar^ ,  e  dalla  carne  erbate  utlimj- 
mente  parlila  ,  e  sarà  più  abile  a  Sia- 
te. (Cj 

*  S-  VI.  Aitile,  si  dice  anche  talora 
delle  Cose  considerale  rispetto  alla  loro 
capacità  interiore,  e  vale  Atto  a  conte- 
nere.  Ar.  Fur.  l5.  3-  A  tanti  non  «aria 
iilalo  capare  Tutto  il  gran  (osso  ;  ma  il 
tùoco  restrinse  ,  Heslrinie  i  corpi  e  in 
pitlve  gli  ridinse  ,  Acciò  rb*  abile  a  lutti 
il   luogo  fussc     (C) 

*  §.  VII.  Abile,  vale  anche  Che  st  può 
facilmente  portare,  o  maneggiare j  ed  in 
questo  senso  è  pretta  voce  latina,  e  usala 
ili  rado.  Car.  Fn.  I.  5l7.  A!  collo  arca  di 
racciatrirr  un  arco  Abile  e  lesto  ,  i  crini 
*\V  aura  sparvi  ,  ?iudo  il  ginocchio.  (C) 

ABILISSIMO    Correggi. 

t  ABILISSIMO.  Superi,  dt  Ahtlej  in- 
tellìgenttssimo.  Fiv.  ni.fc.  Ara.  17.  Que- 
lli sì  rilevanti  bencGzii  re.  con  suo  l-into 
vantaggio  va  provando  (l'  università  del 
r  imposiiione  )  dall'assidua  «igilania  di 
questo  abilissimo  cavaliere. 

f  §.  Per  Attissimo  a  produrre  qual- 
eh»  effetto.  Hed.  Insett.  l5.  I  quali  (ver- 
mi)  lo^lo  vfae  nati  tono,  trorano  in  esso 


ABI 

nido  un  (ufficiente  alimento  abiliuirao  per 
nutricarsi. 

ABILITA',  ce.  Correggi. 

t  5  ABILITA',  ABILITADE,  e  ABI- 
Ll'lATE.  Qualità  di  chi  è  ahtlej  tnUl- 
lii^enza.  Capacità.  Lai.  abilitas.  *é  Hed. 
Ictt.  2.  22.  (  Fir.  1770)  lo  sono  impe- 
gnalo per  r  amico  ,  ne  altro  (  se  voglio 
essere  un  galantuomo)  posso  fare  per  V. 
Riverenza  ,  che  essere  un  veridico  enco- 
miaste del  suo  merito,  e  della  sua  virtù, 
e  delle  abilità  singolari  ed  eminenti,  che 
ella  possiede.  E  3.  l5o.  Vorrei  avere  a- 
bilità  da  potermi  impiegare  in  servigio 
deir  accademia,  come  desidero.  Viv.  Vit. 
Galli.  88.  A  questi  soleva  dire  eh'  eglino 
con  maggior  ragione  dovevano  ringraziare 
Dio,  e  la  natura  che  gli  aveva  dotati  d^ 
un  privilegio  sol  conceduto  a  quei  della 
lor  professioa  ,  ed  era  il  poter  con  sicu- 
rezza giudicar  del  talento  e  abilità  di  cpic- 
gli  uomini,  i  quali  applicati  alta  geome- 
tria, si  facevano  lor  uditori.  (C) 

*  §.  I.  Abilità,  dicesi  anche  di  cosa, 
e  vale  Capacità  a  produrre  qualche  ef- 
fetto .    Magai.    Lett.  fam.    235.    Crescerà 

dunque  il  principio  di  questa  abilità  colla 
proporzione  che  cresce  tal  disproporzione 
e  dissimiglianxa.  (C) 

*  g.  II.  Abilità,  dicesi  anche  la  Fa- 
coltà data  ad  uno  di  far  checchessia  de- 
rogando alla  legge.  Farch.  Stor.  3.  49- 
Intendendosi  sempre  fermo  il  privilegio 
dell'  abilità  a  Ippolito  conceduto,  che  non 
ostante  1'  età  minore  potesse  tutti  gli  uf- 
fìzi e  Magistrali  avere  ed  esercitare.  (Cj 

■f-  §.  III.  Abilità,  si  piglia  anche  per 
Comodo,  Fantaggio,  che  si  fa  altrui,  e 
soprattutto  ad  un  compratore ,  o  ud  un 
debitore,  dandogli  tempo  al  pagamennto, 
o  facendogli  altro  utile.  Cecch.  Dot.  prol. 
E  vuole  ancora  Farvi  due  altre  abilità,  la 
prima  Ch'  e'  pagherà  la  gabella  del  suo 
ce.  E  r  altra,  eh'  e'  non  vuol  che  la  so- 
diate ec.  (In  dote)'  ^  Car.  leti.  ined.  3. 
65.  Del  rcslo  fate  al  detto  Signore  tulle 
quelle  abilità  che  Sua  Signoria  desidera  . 
Farcb.  Stor.  !^.  76.  E  di  più  fecero  (jue- 
sta  abilità  a  chiunque  detti  beni  compe- 
rasse, che  pagando  i  tre  quarti  del  prezzo 
in  contanti,  l'altra  quarta  parte  dt  tulli 
i  credili  degli  accatti  posti  nel  venzci ,  e 
nel  venzctle  pagar  potesse.  (C) 

*  §.  IV.  Abilità,  vale  anche  Facoltà 
che  si  dà  altrui  di  fare  una  cosa.  Con 
cessione.  Privilegio,  iìiiicc,  Stor.  4>  175. 
Si  dolevano  similmente  che  a  Giuliano  ri- 
belli' prima ,  e  che  poi  era  venuto  coli' 
.irmi  runlro  alla  patria  ,  fosse  stata  latta, 
senza  saputa  loro,  tale  abilità.  F  S.  186. 
Per  la  quale  abilità  (d'  andare  ad  abita- 
i-e  le  sue  possessioni)  pochi  sinceramente 
uscivano  di  Pisa.  Stor.  Fur.  5.  10^.  L' 
imperadore  chiamali  nuovi  abitanti  dalle 
virine  terre,  e  assegnato  loro  e  le  case  e 
le  possessioni,  con  tulle  quelle  abilità  che 
vi  potrano  tirare  gli  uomini  ,  provide  la 
dis.ibilala  città  di   Grona.  (Ci 

Aini.lTARE     Correggi 

t  ABILITAHE.  Far  abile,  /tender  ca- 
pace  uno  I)  far  checchessia  ■  Lai.  idoneum 
reddrre  .  *  Car.  lett.  I.  17^.  E  benrhè  10 
conoscessi  dal  canto  di  lei,  che  la  gran- 
dezza dell'  umanità  e  della  grnlilcua  sua 
avesse  potuto  di»pen»ai'r  ogni  mia  inde* 
giiità,  ed  .dtditarmi  a  tutti  i  suoi  ta\orì, 
non  però  gli  gu»lava  interamente  .  Hed. 
leti.  \.  l8x  Se  di  buona  voglia  obbedi- 
rà, le  pronielln  di  (aria  cavare  in  breve 
tempo  dal  noviziuto,  e  di  abilitarla  ,  e  di 
pronuiovrrl.1  alle  cariche  maggìitri  della 
nostra  accademia.  (C)  .**egner.  Parr.  In- 
str.  7.  1.  Quando  pero  ne'  libri  buoni 
incontrate  di  lati  similitudini  popolari  , 
notatele  a  roilro  prò,  1)  per  averle  pron- 
ti al  bitogno,  e  »i  per  abdilart  la  vostra 


A   B  I 

mante  a  produrne    di   altre    conformi  aH 

esse.  (F) 

*  §.  I.  AhUitare  ,  si  dice  anche  delle 
cose  che  /tendano  abtlt  altre  cose  a  fat 
checchessia  .  Magai,  lett.  fam.  a35.  Un 
discostamento  del  movente  da  ogni  simi- 
glianza,  e  proporzione  col  mobile,  1'  abi- 
tila a  muovere,  e  un  rapprosùmainenlo 
r  inabdita.  (C) 

^  %.  II.  Abilitare,  e  anche  terni,  de' 
Legisti,  e  vale  Dar  la  facoltà  ad  alcuno 
di  far  checchessia,  derogando  alla  legge; 
/tenderlo  abile,  nel  signific.  del  §.  II. 
Lai.  solvere  legibus.  Varch.  Stor.  2  7. 
La  quale  (Balia)  abilitò  a  tutti  gli  uffici 
e  magistrali  di  Firenze,  non  ostante  l'età 
minore,  Ippolito  Bgliuol  di  Giuliano.  K 
12-  4^-  Abilitavano  (quei  della  Balia) 
Sua  Eccellenza  che  ella  potesse  ,  non  o- 
stante  qualunque  inabilità,  esercitare  tutti 
gli  uffici,  eziandio  il   supremo.   (C) 

"f  ^  %■  III-  Abilitare,  in  signijtc.  neutr. 
pass,  vale  Farsi  abile ,  Rendersi  capace 
a  far  checchessia.  Car.  lett.  2.  l36.  De- 
sidero che  se  ne  corregga,  perchè  non  s* 
insuperbisca  di  questo  gran  favore,  e  per- 
chè s'  abitili  a  sostenerlo.  Segner.  Bfann. 
Giugn.  27.  3.  Più  che  ad  essa  (orazione) 
ti  abiliti,  più  sempre  ancora  proverai  ec. 
quella  letizia.  E  Conf.  instr.  cap.  1.  Po- 
tele  ec.  procurare  frattanto  di  assicurar 
meglio  e  la  sua  coscienza  e  la  vostra  , 
con  abilitarvi  di  vantaggio.  (F) 

'^  ABILITATISSIMO.  Superi.  d'Abi- 
litato .  Bellin.  Disc.  2-  230-  In  questa 
maniera  accomodando  appoco  appoco  a 
ciascheduna  l'intendimento  vostro  lo  ren- 
diate ,  e  il  ritrovialc  io  ultimo  abilitatis- 
simo, e  lutto  volto  a  i^esla   verità-   (F) 

*  ABILITATO.  Add.  da  Abilitare; 
Abile.  (C) 

*  g.  Abilitato,  vale  anche  Esente, 
Privilegiato  .  Jnstr.  Cane.  35.  Sia  prin- 
cipale intento  e  obligo  d'  ciascun  cancel- 
liere ec.  il  far  si  che  non  resti  alcuno  in- 
debitamente aggravalo  della  porzione  at- 
tenente ad  altri,  che  per  errore,  per  ma- 
lizia ,  o  per  ignoranza  ne  fosse  contro  1 
buoni  ordini  abilitalo.  (C) 

A  BIOTTO.  Al  V.  3.  ove  A/i  —  e  ba- 
Icnoe  corr.   e'  balenoe 

t  3  ABITARE  .  Agg.  in  6ne  «  -  G. 
/'.  I.  3.  2.  E  questa  parte  aldtaro  i  di- 
srendenti di  Sem  -  .  (C) 

1    g.   Togli  r  e$.   tì.    F.    I     3.   2. 

^1  §.  Abitare,  si  dice  anche  degli  am- 
mali ,  insetti  ,  e  simili  .  Bonom.  Oss 
Pelile.  9.  Nella  fig.  v.  e  rappresentato 
netta  sua  naturai  grandetta  il  tarlo  ,  che 
abita  ordinariamente  ne*  legni  duri.  (C) 

ABITAZIONE.  Agg.  in  fin.  *  Circ. 
Geli.  I.  22.  La  natura  ha  Icuuto  tanto 
poco  conto  di  VOI,  che  oltre  al  farvi  na- 
scere ignudi  ,  ella  non  vi  ha  fallo  ancora 
casa  ,  o  abitazione  alcuna  propria  .  Segr. 
Fior.  Vit.  Castr.  Le  manette  colle  quali 
stelle  incatenalo  in  prigione ,  si  veggono 
ancora  oggi  fitte  nella  torre  della  sui  •- 
bitaiìone.  Cas.  lett  ined.  il.  Nel  prin- 
cipio veramente  icstai  per  la  stretta  abi- 
tazione, massimamcule  avendo  molli  ma- 
lati che  non  guarirono  se  non  tardi.  (C) 

X  §.  Allega  co»i  l'es.  di  C.  /'.  |.  ^i.  I 
l>a  poi  che  Cesate  e  Pompeo  «e.  ri  tor- 
narono a  Roma,  compiuti  li  loro  favorii . 
la  ciltade  (di  Firenze)  comincio  a  cre- 
scere «•  moltiplicare  di  Romani  e  Ficso- 
tani  insieme  ,  che  rimasero  all'  al>itaiìon 
di  quella.  *  Instr.  Cane.  26.  Sarà  tenu- 
lo  a  procurarne  la  riscossione,  <>  rimborso 
o  dagli  stessi  carcerati ,  toni  eredi  e  tieni, 
o  in  sussidio  dalla  potcstena  dove  cìascbo- 
duno  di  essi  rispettivamente  avrl  acqui- 
stato il  doniicitio  con  1'  ahìtaiione  d*  uo 
anno  prima  eh'  e*  fosse  carceralo.  (C; 

5    ABITO,  Agg    IO  fin.  "^  Tac  Pav    ana 


I 


A  B  I 

12.  l58  nisfdcrono  egli  in  abilo  impernile, 
.•  poco  lungi  Asrippina  in  m;iiilo  iV  oro. 
Sorgh.  Hip-  S.\.  r.W  -.AM  il.versi  .limo, 
strano  i  .liveisi  graJi  delle  persone  .  h 
87.  Vestili  I  gli  angioli  )  con  camici  ed 
abili  sacerdolali  sono  sopra  i  Vescovi  ed 
1  Sacerdoti.  Dav.  Oraz.  Cos.  I.  Sempli- 
ce nel  vestire,  e  di  vivande  splendide  non 
curante  ,  come  quegli  che  ritenendo  ne' 
falli  e  neir  aspello  la  niaesli,  non  la  cer- 
cava negli  aliili,  e  nelle  mense.  (C) 

:S  §.  Abito  ,  dicesi  per  significare  la 
Veste  chcricalc  ,e  spezialmente  quella  de' 
Religiosi  .  Maeslruzz.  2.  36.  Il  terzo  si 
<  quando  il  cherico,  dispregiando  l'abito, 
porta  r  arme  .  Dat-.  Scism.  l^3.  Furono 
menali  a  morire  (parla  di  alcuni  frati  ) 
nel  loro  ahilo.  non  digradati.  (C) 

*  §.  III.  Al  i'.  3-  ^ove  legge:  quest 
altro  corr.  quest*  alto 

§.  IV  Agg.  dopo  la  de6niz.  *  Cron. 
fell.  17.  Se  ne  andò  a  Monlaguto  a  Cer- 
tosa, e  ivi  prese  1*  aliilo  di  detto  ordine. 
Borgh.  Rip.  532.  Con  licenza  del  Papa 
pose  giù  r  abito.   (C) 

*  §.  V.  Al  V.  ^.  e  5.  dove  legge:  da 
cuinendare  corr.   da  commendare 

*  §.  VII.  Agli  es.  allegati  sostituisci  i 
segg.  Red.  Cons.  I.  53.  L'illustrissima 
Signora  ec.  spiritosa  e  vivace ,  A'  abito 
gracile,  di  temperamento  caldo,  inclinan- 
te al  secco  ec.  cominciò  ad  avere  1  natu- 
rali Bori  mestruali.  E  I  ip-  I  ■  7  '  Questo 
insegnamento  ha  palilo  eccezione  in  un 
virtuoso  e  nobilissimo  gentiluomo,  di  abito 
di  corpo  gracile  piuttosto  che  no.  (C^ 

*  §.  Abito,  talora  i-ale  anche  Aria, 
Sembianza  .  Fior.  It.  256.  Piglia  le  f.it- 
tMze  e  1'  abito  del  suo  volto,  ed  in  forma 
di  lui  va  pienamente  trasformato  con  li 
delti  presenti  dinanzi  alla  regina  Bidone.  (C) 

ABITUALE,  Agg.  Add. 

*  §.  Grazia  abituale,  chiamano  i  Teo- 
logi Quella  ,  che  porta  l'  abito  :  a  dtf 
fercnza  dell'  attuale,  che  vien  data  da  Pio 
inatto,  e  per  l'atto.  Scgner.  Mann.  A- 
gost.  5.  6.  Non  solo  e'  impetra  (la  Ver- 
gine)  la  grazia  abituale,  eh'  è  quella  da  cui 
procedono  tulle  le  delle  virtù,  ma  anche 
1'  attuale,  eh'  è  quella  dalla  quale  vengo- 
no e  mantcnule  e  promosse  e  perfeziona- 
le. (Ct 

*  ABITUARE, 
g.   Allegane  1'  cs.   *   Bocc.   Coni.   Dant. 

I.  62.  In  questo  modo  persi  ,  ci  abituia- 
mo ne'  peccali;  e  por  giù  1'  abito  preso  è 
difficilissimo.  (Cj 

I  5  ABITUATO.  L'  es.  del  §.  metlilo 
ira  le  virgolette. 

*  §.  E  in  forza  di  susl.  vale  Colui  , 
che  ha  preso  l'  abito  di  fare  una  cosa  . 
Bocc.  Con:.  Dant.  2.  5l.  Ma  diminuen- 
dosi r  abito  preso  del  vizio,  non  diminui- 
sce il  vizio  Dell' abituato.  ^O 

ABLATIVO  Nomeec.  Al  r.  8.  ove 
ha  tot   via.  (*)  rorr,   tor  via. 

*  ABLUZIONE.  Correggi. 

*  ABLUZIONE.   L'azione  del  lavar 


A  B   O 


A   B    L' 


i8i5' 


ti  j  e  diccsi  propriamente  di  ijuella  che 
fa  il  Sacerdote  nella  Metsa  quando  dopo 
aver  assunto  il  Corpo  e  Sangue  di  Cri- 
sto, ed  essersi  purificato,  gli  è  versato  del 
vino  e  dell'  acqua  sulle  dita  che  tiene 
lopra  il  calice.   (Cy 

*  g.  Abluzione  ,  diccsi  altresì  della 
Cerimonia  comandata  da  alcune  religioni 
consistente  nel  lavarsi,  a  certe  determina- 
te ore  del  dì,  questa  0  quella  parte  del 
tarpo.  Scgner.  Incred.  2.  20  5.  La  leg- 
ge del  Messia  non  si  oppose  a  quella  di 
Mosè.  ma  perfezionolla,  o  per  meglio  dire 
r  adempì  ,  mentre  ne  tolse  le  cerimonie 
legali ,  le  cene,  le  aspersioni,  le  abluzio- 
ni, le  vittime,  che  adombravano  la  grazia 
da  conferirsi  dopo  la  venula  di  Cristo,  0 
che  1*  annunziavano.   (Cf 


+  A  BOCCA.  All'  Ci.  Ca<.  leti.  agg.  lly. 

+  ir-   k  BOCCA  A  BOCCA.   .       .    lior. 

J'irt.   if.  corr.  Fior.  Virt.cap.  3.  pag.  25. 

3  A150L1Z10NE.  Togli  l'es.   C«i«.  e 

f,inne  §.  così: 

!',!  §.  Abolizione  .  vale  anche  Perdono 
accordato  per  un  delitto  ,  che  secondo  le 
le""!   non  era  perdonabile.  "  tìuicc.  Stor. 

18.°  82 (C) 

t  3  ABOMINEVOLISSIMO,  e  ABBO 

MINEVOLISSIMO.   Corr.   V.   ABBOMI- 

NEVOLISSIMO.  E  logli  il  Lai.   e  l'es. 

ABORTABE.   Alv.  5.  dove   dice — (*) 

Segner.  corr.  *  Segnef. 

ABORTIVO.  Add.  Correggi,  ed  ag- 
giugni    come   segue. 

t  3  ABORTIVO.  Add.  Che  è  nato  in- 
nanzi al  tempo  dovuto  .  Lat.  abortivus  . 
Mar.  S.  Creg.  Or  posson  venire  all'  eter- 
na requie  gli  infanti  abortivi)  *  E  4.  26 
Non  piaccia  a  Dio  ni;  cader  debbe  in  o- 
pinion  d'  alcuno,  che  il  nostro  beato  Giob 
•e.  desideri  d'  esser  morto  abortivo  ,  cioè 
prima  morto  che  nato  .  Sannnz  .  Arcad. 
pros.  6.  Al  sinistro  lato  del  quale  pendca 
una  bella  tasca  d'  un  picciol  cuoio  di 
aliortivo  vitello.  (C) 

*  §.  !..  Abortivo,  per  similil.  il  disse 
S.  Paolo  di  se  ad  accennare  che  era  ve- 
nuto all'Apostolato  innanzi  tempo,  senza 
esservi  stalo  preparalo  come  gli  altri  A- 
postoli.  ..  Cavale.  Specch.  Croc.  cap.  9. 
pag.  24.  Profondit'a  di  amore  mostrò  (S. 
Paolo  )  umdiandosi  a  portare  gli  obbro- 
brìi  di  Cristo  ec.  E  ancora  quando  si  chia- 
mava abortivo  e  minimo.  (C) 

'?  §.  II.  E  fìguratam.  Salvia  .  Disc. 
1.  zq8.  L'anima  nostra  continuamente  si 
muove  e  pattorisce  pensieri  .  Or  di  que- 
sti alcuni  dobbiamo  rigellare,  come  abor- 
tivi e  illegittimi.  (C) 

ABORTO  ....  Malm.  corr.  *  Malm. 
*  g.  II.  Agg.  dopo  la  definizione.  Pros  . 
Fior.  Borgh.  lett.  4.  4-  56.  Egli  e  un 
volere  scoprire  le  mie  vergogne,  e  vi  sa- 
pr'a  male  poi  d'  averlo  fatto  quando  ve- 
drete un  aborto  ,  o  sconciatura  ,  che  in 
tutti  i  modi  si  dovea  coprire.  E  Dat.  Ci- 
cal.  3.  I.  162.  Per  conchiusione  di  que- 
sto mio  aborto,  mi  viene  curiosil'a  di  sa- 
pere il  senso  di  un  nostro  proverbio.  {C} 

*  A  BOTTINO.  Po.tfo  avverhialm.  V. 
BOTTINO   §.   II.   e  .regg.   (C) 

i.'  A  BRACALONI.  Posto  avverbialm. 
V.  BRACALONI.  (C) 

*  ABRACIATO. 
3    A  BRACCIA. 
§.  I.  Poni  r  es.    G.  /'.  7.  27.  8.  li.i  le 

virgolelle. 

f  A  BRACCIA  APERTE  .  Allega  cosi 
r  es.  Tass.  Ger.  19.  43.  Che  in  fronte  il 
colse  ,  e  r  atterrò  col  peso,  Supin  ,  tre- 
mante ,  a  braccia  aperte  steso. 

f  §.  Vale  ancora  corr.  E  fguratam. 
vale  ancora 

f  ABROGARE.  Annullare  per  autorità 
pubblica  agg.  una  legge.  E  allegane  l'es. 
in  fin.  -A:  Ces.  lett.  Cic.  2.  tog.  Se  in 
questa  legge  nulla  e  scritto,  che  per  altre 
leggi,  o  plebisciti  ec.  non  si  possa  ,  o 
non  si  l'osse  potuto  senza  loro  pregiudizio 
promulgare,  abrogare,  derogare,  obrogarc 
ec.  in  queir  articolo  questa  legge  non  tie- 
ne. (C) 

ABROG.\TO.  Allegane  1'  es.  ■-.:  Ces.  lett. 
Cic.  2.  109.  M.1  lu  vedi  delle  leggi  abro- 
gate non  essersi  mai  osservale  le  sanzio- 
ni. (Ci 

f   A  BRUNO. 
'.^   %.   E  per  similil. 
<■   ABSORTO.    Agg.  in  fin.    Tass.  Cer. 
I.  4.  Tu  magnanimo  Alfonso,  il  qual  ri- 
togli Al  furor  di  fortuiia,  e  guidi  in  por 
fo  Me    peregrino  errante  ,  e  fra    gli    sco- 
gli E  fra   r  onde    agitato  e  quasi    absorlo 
oc.    (C) 


*  A  BUCCIA  .  Posto  avverbialm.  col 
V.   ..Innestare.    ì  ■   BUCCIA,  §.   I.  (C) 

3  A  BUON  CONTO.  Togli  r  es.  ò'n/w. 
Spia. 

■\  §.  Efiguratam.  agg.,  non  alludendo  a 
danari,  vale  Frattanto,  Intanto.  *  ■■  Salv. 
Spia.  3.  3.  E  benché  come  a  cittadino  , 
non  fia  per  venirnegli  pena  afflittiva,  ma 
solamente  di  danari;  egli  avr'a  [.uve  avu- 
to a  buon  conto,  in  camliio  di  quella  eh* 
ei  SI  promette  ,  una  notlolata  d'  un'  altra 
fatta.  (C) 

ABUSIONE.  Agg.  in  fin.  *  Varch. 
Stor.  5.  118.  La  cpial  deliberazione  era 
per  r  infinite  abusioni  ,  r  pessimi  porta- 
menti de'  Ponterci  passati  ,  lodata  gran- 
demente e  desiderala  da  molti  .  E  Lei. 
Dant.  2.  335.  Il  favellare  de'  secondi,  si 
può  e  si  deve  piuttosto  uso  che  abusione 
chiamare.   (Ci 

ABUSIVAMENTE.  Allegane  l'es.  if  Sal- 
via. Annot.  Mur.  2.  249  Può  forse  con- 
trapporsi la  porpora  impropriamente  e  a- 
busivamente  presa  all'  ostro  propriamente 
dello.  (C) 

ABUSO  .  Agg.  in  fin.  *  Varch.  Le%. 
Dani.  2.  334.  L'  uso  del  favellare  dei 
primi  non  si  può  chiamare  veramente  uso, 
ma  abuso  e  corruzione.  ((') 


A  C 


Alleg  . 


A   CALDI   OCCHI 

corr.  Alleg.  l52. 

*  A  CANTONI  .  Agg.   in   fin.    (') 

*  A  CAPITALE.  Al  V.  4-  »''«  ''"■'  " 
pratirebbe  corr.  ci    partirebbe 

A  CAPO  CHINO. 

*  §.  II.  /Il  V.  5.  .iove  ha  di  sella  ".  (Ci 
corr.  di  sella.  (C) 

*  A  CAPOGATTO.   Agg.   in  fin    (*) 
•f  A  CAPRICCIO. 
A  CAVALLO . 
g.   IX.   Mettere  a  cavallo. 
3  ACCADERE.  .  .  .  Bocc.  no. .  4.  5l 

corr.  5l.  4.   ed  ove  dice  :  secondo  le  qualità 
corr.    secondo  la  qualità 

*  g.  III.  Agg.  in  fin.  Car.  leti.  I.  6. 
Monsignore  {  quando  gli  accader'a  )  far'a 
sempre  a  fidanza  con  voi.  Cccch.  Mogi. 
1  3.  Poi  accadendomi  ec.  di  comperare 
cose  per  il  convito  ,  saremo  insieme  tu 
ed  io.  (C)  ,  ,  . 

ACCALORARE  .  Al  v.  4.  ove  ha  :  re. 
Red.  corr.  ec.  ^'   Red. 

ACCALORIRE.  Al  v.  2.  ove  ha  Sega. 
Parroc.  corr.   *  Segner.   Parroc. 

f  ACCAMBIARE.  All'es.  Med.  Arb. 
rr.   agg.  67. 

f  ACCAMPARE. 
f  g     11.  E  neutr.  pass. 
ACCANARE  .   Allegane  1'  es.    *    Lasc 
rini.   2.  43.    E    che    diavol  è  poi,   quand' 
e-li   accana  La  lepre,  e  muoia?  (C) 
"accarezzamento.  Agg.  in  fin.  -r 
Plul.    Adr.     Op.    mor.    1.   3o5     L'amici- 
zia ci  serra,  unisce  e  ritiene  ristringendo- 
ci insieme  con   le    conversazioni   ed  acca- 
rezzamenti. (Cj  ^ 

accarezzare.  Agg.  in  fin.  -e  Car. 
leti.  1.  97-  S.  Eccellenza  non  può  dare 
al  mondo  il  maggior  segno  di  granilezza 
d'animo,  ni;  di  Idicralilà,  né  di  giudizio 
che  d'  accarezzare  un  uomo  simile.  (Ci 
ACCASARE. 

8.  II.  Agg.  in  fin.  *  Segner.  tris  . 
inslr.  l.  IO.  l5.  Il  marito  lasciò  f  a"" 
moglie  )  morendo  trecento  scudi  di  ar- 
gento per  accasare  a  suo  tempo  una  pic- 
cola figliuolina.  (Ci 

*  §.  IV.  Agg.  in  princ.  Segner.  1  arr. 
instr  2.  I.  Colui  determina  di  .iccasarsi: 
e  perché  ?  perchè  la  sorte  lo  fé  nascer, 
il  primo  tra'  suoi  fratelli. 

ACCASCIAMENTO Lai    pr' 

slatto,   corr.  Lai    proslratio. 


i8i6 


A  C  C 


ACCASCIARE  .  Agg.  tu  6a.  ^  Sul^. 
Granch.  3.  I.  Che  prode  JuellaDte  !  $' 
accascia  per  1j  via  ;  Pensa  quello  eh'  ci 
ùra  poi  in  campo.   (Cj 

ACCASCIATO  .  Jdd.  Agg.  io  fin.  « 
Hed.  Leti.  Z-  3l8.  (  Fu.  1769  )  Dubito 
però  che  provenga  dal  "seiilirmi  quest'an- 
no più  accascialo  del  mio  solito.   (Cj 

ACCATARKAMENTO.  Corr. 

3  ACCATARRAMENTO  Lo  accatar- 
rare.  Lai.  rkeiima. 

*  §.  ^  pei  Male  di  chi  e  accatarrato. 
•I   Lth.  cur.  malati.  ,...».  (C) 

t'  ACCATASTAMENTO  .  //  iccata- 
.>tare.   (Cj 

*  §.  /?  per  Mucchio,  Massa.  Bcllin. 
Disc.  2.  ly].  Appiè  d'essi  laggiù  v' è 
queir  accatastamento  superilo  di  peui  d' 
ambra.  (C) 

•f  ACCATASTARE. 

■f  g.  II.  ,  .  .  Scgn.  Stor.  Uh.  3.  curr. 
Segr.  Fior.  4-   148-  —  Errore   di  Crusca. 

ACCATTOLICA  y^/  *■  2.  ove  ha  Tri- 
la   corr     Trista 

1  ACCAVALLARE.  Allegane  l'es.  ^I- ^a/- 
i(/i.  Annoi.  Buon.  Tane.  55?  Cavalietto 
dall'  accavallare  un  covone  sopra  V  al* 
tro.  (Cj 

*  §  J£  in  signific.  neiitr.  pas.i.  vale 
.Voprapporsi.  •■  Varch.  Lez  z5o.  I  lumi 
PC.  rimangono  spextati  ,  sebbene  s  arca- 
vaUino  ".  (C) 

ACCECARE  .  .41  v.  5.  dove  ha  ac- 
cecato .  Saìvin.  corr.  accecalo  .  #  Sai' 
*in. 

f  *g.  V.  .  .  -  Borgh,  Arni.  Frane. g";. 
roiT.    fìorgh.  Arm.   Fam.  97. 

S-  Vin.    Al  V.   II.   deve  ha  (FJcott. 

ACCEFFARE    .  .    Dani.     Inf      53. 

corr.    Dani.   Inf.  23. 

t  ACCEGGIA  Agg.  alla  dcfiniiione: 
dttto  altrimenti  Beccaccia. 

ACCELERARE.  Al  v.  Ì\.  dove  ha  Ve- 
■  penano  (orr.    Vespasiano 

ACCELERATI». 

't   §     Al    V.   6.    ove   ha    '■■'  K  appresso: 

•  orr.  h  appresso: —  Ed  al  v.  IO.  ove  ha 
passando.   (C)  corr.   passando. 

t   ACCENDERE. 

*  §.  VIIL  Al  V.  2.  ove  ba  Uocc.  nov. 
•-orr.    •'  Bocc.   nov. 

ACCENDIBILE.   Agg    .'idd. 

ACCENNARE. 

^'  §-  f'"'  Chiamare  con  cenni.  Segr. 
Fior.  Matidr.  5.  5.  Veggo  in  chiesa 
Ligurio,   <*  maestro  Callimaco     F.  Messer 

•  i.  Pi.   Accennateli     F.   I.  Vrnilr.  (C) 

Sr  g.  Accennare,  vale  anche  Dire  ,  o 
Fan-  una  rosa,  riferendo  il  senso  ad  al- 
tro. Alludere.  La!  alludere.  Stgn.  Stor. 
1  27.  Dii»p  che  non  ^M  manclierebbc  un 
.diro  figlruobi  aci  rnnando  di  Fabiano  suo 
figliuolo  naluraU-.   (C) 

ACCENSIBILE.   Agg.   Add.   ed   in   fin 

•  /','  /eli.  poet.  18  In  somma  torre  sta- 
}>ile  non  poteva  essere  ,  si  percbì-  le  sta* 
bili  ooD   SODO  accensibili,  si  peribb  er.  1  (") 

■^  3  ACCEN1  O.  Fa'  §.  comi-  segue  dell' 
es.  Buon     Firr.    ed  allega  1*  cs    Boa  .  rosi  : 

•  Bocc.  Coni.  Dani  |.  l^l  Arrrnli>  è  Ìl 
proferire,  il  quale  farriamo  alto  <>  pianti, 
acuto   o  grave  o  ritconfleiso.  Salvia.  Pro.%. 

Tose.  1.  188  K  chi  non  sa  cr  che  1 
manoscritti  d' alcun  .uccnlo  non  »nno  sr- 
gnati.  /'.  3.  23.  Illuminare  r  di»iingurre 
I  on  questi  piccoli  trgni  di  punlatura  ,  d' 
apostrofnione  ,   e    di    acrrnli    1<-   scnllure 

•  embra  a  prima  fronte  gretta  e  minuta 
larcenda.  (C) 

*  §.  /T  figuratam.  «  Buon  Fier.  1 
I.  a.  r  \o  toccar  col  dito,  Kssrr  bene 
informato  Restar  capacitato  D'  ogni  fatto 
e  ragion  tal  eh'  un  acrenlo  l'n  iilulti  d' 
un   1  non   mi  t'  occulti.   (Cj 

^    ACCERTO.  ..   .       Magai    Irli.  fam. 


ice 

*%%■  ^  78.  «d  agg.  altresì  inoansi  a  Stor. 
Mess.  questo  e».  Salvia  Annoi.  Mur . 
a.  208.  Questo  buon  gusto  è  un  nome 
venuto  su  nc'noslri  tempi;  pare  un  nO' 
me  vagante,  e  che  non  abbia  certa  deter- 
minata sede,  e  che  si  rimetta  al  non  so 
che,  e  a  una  fortuna,  e  a  un  accerto  d'  in- 
gegno. (C) 

ACCESAMENTE    Agg.  Avverò. 

ACCESO. 

*  S  Per  Illuminalo.  Bern  Ori.  2. 
12.  35.  Accese  eran  te  torri  tulle  quante 
Di  spessi  lumi.  (C) 

#  g.  III.  Al  V.  a.  ove  ha  Bocc.  nov. 
corr.  ••  fìocc.  nov.  ed  agg.  innanzi  a  (C) 
Chiabr.  rim.  2-  9^-  I  suoi  pregi ,  Alba, 
t'oscurano:  Tutte  l'alme  accese  il  giu- 
rano. 

^  g.  Acceso,  e  anche  aggiunto  di  una 
sorte  di  pulimento  .  V.  PULIMENTO  . 
%■  IV.  (C) 

t  §.   IX.  .         /:;  Fiamm.   4.   Agg.  Il 
t  ACCESSORIAMENTE.  Corr.  la  def. 
Avveri}.   In  modo  accessorio.  Secondaria- 
mente .   e  air   es.    Fir.    Dial.   beli.  donn. 

t  ACCESSORIO.  .y«jf.  Agg.  in  fin.  « 
Dav.  Scism.  26.  S'  intende  per  necessa- 
ria conseguenia  P  accessorio  al  priacipa* 
le.   (Cj 

t  ACCETTABILE.  Add.  Agg  in  fin. 
•I-  Fine.  Mari.  leti.  14  L'  errore  fu  breve, 
il  pentinienlo  grande,  il  rimedio  presto,  la 
scusa   accettabile.   (Cj 

t  §■  Agg.  in  fine  *  Ltb.  Fred.  Il  tem- 
po quaresimale  è  dell»  accettabile  per  tic 
ragioni.  (C) 

ACCETTARE. 

^  §•  Accettare,  dicest  anche  del T  Aver 
per  buona.  Adottare,  o  Ammettere  una 
lezione  a  prejcrema  di  un'  altra  .  Salv. 
Avveri.  1.  I.  II.  Poiché  i  due  primi  con 
molti  testi  della  seconda  schiera  ,  quella 
lettura  acceltanu  senza  diversità  ec  non 
veggiamo  perchè  altri  debba  far  dire  gli 
autori  a  suo  modo,  (('j 

^  §.  Accettare,  dicevi  anihe  del  Con- 
venir che  fan  le  Monache  in  Capitolo  di 
ricevere  una  qualche  fanciulla  nel  lor  mo- 
nastero. Varch.  Suoc.  4-  5.  Nondinianco, 
massiniantente  essendo  di  già  stata  accet- 
tata ,  non   bisogna  correre  a  furia.   (C) 

f  3  §  L  Riduci  la  definisionc  così: 
ì'er  Biceverr,  Ammettere.  Lai.  acctpere, 
admittere.  —  E  logli  gli  cs.  Dent.  Inf 
26.  e  Pass-  83.  facendone  §.  come  ap- 
presso. 

f  ^.  II.  Corr.  la  definii ■  così:  Auel- 
(are,  o  IS'on  accettar  persona,  vale  Ave» 
re,  o  JS'on  aver  riguardo,  Kssere,  0  ,\o/i 
e.isere  parziale  per  qualcuno,  ed  agg.  in 
fin.  «  Ott.  Cam.  Inf.  19.  347.  Conferì 
{■lazie,  sempre  .iccellando  quella  persona, 
la  cui  borsa   gli  era  più  copiosa.  (C) 

*  %.    III.   Si   tolga   queslo   g. 

g.  IV.  Agg.  in  fine.  «  Stor.  Eur.  3. 
5i).  Se  di  (juestn  non  ci  t  figliuoli,  ci 
soni>  io  (diceva)  suo  fratello  ,  e  suo  suc> 
ceskore  ,  ihr  giustamente  accetto  la  ere- 
dità  e   lo    slato.   (C) 

%.  V.  Agg.  in  fin.  i>  Dav  Camb.  di. 
Finita  la  fiera  d'  alquioli  giorni .  le  lei- 
lere  tutte  in  un  giorno  s'accettano.  (C) 

*  Jì  Accettare  ,  si  usa  anche  assolw 
tam.  nel  senso  medesimo  .  Dav  Camh 
i^j.  Avrlc  (orin  risicn  di  tre  fallinienli  { 
fld  mio  fino  a  che  la  mia  lettera  in  Lio- 
ne non  fu  coinpiulai  e  di  Tommaso,  poi- 
ché r  ebbe  riscotsa  .  e  di  Piero  ,  a\anti 
i  he    Federigo   accrltauc     (C/ 

^  t,'.  VI  Jn  signifc  neutr.  ast  per 
Teinr  l'invito,  corr  F  pure  asjclutam. 
per  Tener  /'  invilo  —  Ed  agg.  m  fin 
Frane.  Sacch .  nov  5l.  £  tuliotii  a  Scr 
Ctulu,  e  dtste:  E  coti  v'  incito.  E  Ser 
CkAv  acrcttò  mollo   voleolieri.  fCf 


A  C  C 

^  £.  Accettare  una  scusa  ,  vmì«  Am- 
metterla, Riceverla  per  valida  .  Fivnm. 
a.  i4-  Egli  uUimameote  ,  non  accetuii- 
done  alcuna  (delle  scuse)  ce.  di  cooltauo 
mi  scongiura ,  che  a  rivederlo  rada.  (C) 

*  §.  Accettare,  vale  anche  Riconoscer 
per  vero.  Credere.  S.  Agost.  C.  D.  li. 
22.  Questi  che  credono  che  alcuna  mala 
natura  sia  uata  e  generata  da  qualche  certo 
e  proprio  suo  principio,  non  Togliooo  accet- 
tare che  questa  sia  la  cagione  della  crea- 
zione delle  cose.  (C) 

♦  §.  Accettare  una  preghiera  ,  vaie 
Esaudirla  .  -  Dani.  Inf.  26.  Ed  egli  a 
me  :  la  tua  preghiera  t  degna  Di  molta 
lode,  ed  io  però  l'accetto  ».   (C) 

*  §.  Accettare,  si  dice  anche  dell'use 
che  ammette  questa,  o  quella  voce  in  un 
idioma  .  Car.  lett.  2.  2^.  Ma  ba»U  alla 
poesia  che  sia  accettata  dall'  uso  corren- 
te. (C) 

*  §-  Accettare  un  consiglio,  vale  Se- 
guirlo,  Metterlo  ad  effetto.  Fir.  disc,  an 

'  80-  L'  uomo  non  ha  nimico  maggiore  che 
,  se  slesso,  e  quello  massime  che  per  non 
'  credere  ad  altri,  conoscendo  d'errare,  tuoI 
piuttosto  stare  nella  sua  perfidia  con  suo 
I  danno  *  che  mostrando  di  non  sapere  , 
I  con  utile  accettare  il  consiglio  degli  ami- 
•  ci.   (C) 

'        'è  §■    Accettare  ,  vale   anche    tiradire 
Lai.  gratum  esse.  -  Pass.  83.  Ho  graode 
fidanxa  che   Iddio  t'  ha  perdonato  ,  e  ac- 
cetterà  la    tua    buona    penitenza  ».   SaU 
\   Avveri.   I.   2.    1      Alla    seconda    impresa, 
.  diciamo  del  raccor  le  regole    insieme  ,  si 
'  può  metter  ciascuno  :   perciocché  ìl  popo- 
lo r  accetta  per  servigio,  e  non  la  prende 
per  maggioranza  ,  avendo    ad    ogni  modo 
quelle  per  cose  sue.   Bed-  lett.  &)    Accet- 
'  ti   V.   S.   ìl  mio  buon  animo,  e  con  tutto 

il  cuore  r  abbraccio.  (Cj 
j        *   §.  Accettare,  si  dice  anihe  delle  Co- 
se .  Benv.   Celi.   Oref.   \\l\.  QuesU  gro»- 
'  sczza    non    impedisce    il    ricevimento    del 
nieiallo,  anzi  l' accelta  più  Tolenlierì  srn- 
'   za  comparazione  dell*  altra  terra.  (C) 

3   ACCETTAZIONE     Agg.    in  fin.   ^^ 
I   t^uicc    Stor.  5.   23.    Allegava  (  il   Re  di 
'   Francia  )  essere  obbligata  la  protesiooc  e 
della  città   e  di  lui  ;    e   quella   eccezione  , 
!  espressa  nelP  accettazione    della    proiezio- 
ne, di  non  pregiudicare  alle  ragioni   della 
j  Chiesa  ,  doversi   intendere    dì    quelle    ra- 
gioni  e   prominciue,  che   allora  vi  posse- 
deva la  Chiesa.  Bern.  lett    3.   Egliec.se 
ne  va  a  santo  (^mini   tandem  (dopo  molle 
aspettative  di  acretlattoui  senza   risoluii/- 
ne)  per   tentare  la  fortuna  sua.   {C} 

#  §.  In  termine  mercatanlesco  ,  Ac 
cetiasione  di  una  lettera,  vale  Promessa 
di  pagar  a  suo  tempo  la  somma  in  éJta 
compressi.   (Ci 

t*ACCETTORE  .  Cmvmlc.  Esp. 
Simh.  I-  aio.  corr  Cavate.  Esp.  Slmb 
var    le».    I.   210 

Xc  ACCEZIONE  Corr.  la  definizsonr 
com:  Significato,  Senso  in  cui  si  piglia  un 
ioeaholo;  ma  è  voce  poco  usata 

ACCHETARE.  Al  v  5  ovt  dice:  st- 
greli   con  -    secreta 

t  $.  All'  e».   Cas.   l'f.  tom    agg.  94 

ACCHIAPPARE. 

3  t    II    AU'cs.  Fir.  Tri*,  agg    5.  5 

r   dell*  e»     Alleg.    (annr    §     così: 

$  §.  tu.  Acchiappare  alcuno  in  pa- 
rvla  ,  sale  Attaccarsi  a  una  parola  del 
parlar  d'  alcuno,  ftra%'olgendo  il  senso  di 
sua  intensione  ,  o  abusandosi  indirrreta 
mente  del  suo  sincero  t  discrete  di- 
scorso per  tenerlo  obbligato  -  Alleg 
108.  Eli  io  non  ho  appena  aperta  la  bo« 
ca  pei  dire,  che  10  sudo  eccbiappato  in 
parola.  (C) 

't  «  ACCIABATTAMBWTO.  Dop», 
Segner.   Agg.    Pare,  tnttr.    1^     I-   lo  p«i 


k  e  e 


A  e  e 


A  C  C 


j8i: 


me  5tirao  che  \»  maniera  irrìvereote  Ji 
celebrare  in  più  d'  uno  non  <U-lilta  nel 
tribunale  di?mo  andare  csenlc  da  gasligo 
gravissimo,  cioè  da  gasligo  proporzionalo 
a  quel  fallo  che  sì  commeltc  in  uno  ac- 
ciaìtatUraento  sì  chiaro  di  genuflessioni , 
di  croci,  di  cerimonie,  argomento  di  po- 
ca fede. 

ACCIACCARE.  Agg.  ìa  fm.  *  Bellin. 
Disc.  I-  72.  H  parlile  un  grano  in  ses- 
santa parti  sole  ,  egli  non  h  il  dividerlo 
in  tutte  le  sue  ultime  parti  ec-  è  un  qua- 
si grossolanamente  solo  acciaccarlo  ,  cioè 
spezzarlo  in  parli  di  tanta  mole  che  pos- 
son  distinguersi  con  la  mano,  e  con  l'oc- 
chio. (C) 

ACCIACCO. 

§.  Agg.  iofioc.  E/ett,  2.  280.  Ho  co- 
minciato a  provare  tultt  gli  acciacchi  del* 
Ij  Tcccbiaia.  (C) 

ACCIAIATO.  Agg.  in  fin.  *  ncil.  Cons. 
2.  73.  Per  poter  poi  fare  immediatamen- 
te passaggio  air  uso  d'  un  siroppello  ac- 
ciaiato. (C) 

t  ACCIA lUOLO  ....  Borgh.  Fam. 
Arm.  19^.  corr.  ♦  Borgh.  j4rm.  Fam. 
104.  —  E  al  V.  5.  dove  ha:  acciaio  corr. 
acciaiuolo 

*  §.  II.  Poni  io  fine  (.4) 

•f  ACCIARINO.  Sust.  Allegane  1' es. 
^'  Sahin.  Annot.  Buon.  Fter.  ^^3.  Col 
focile,  coir  acciarino,  cioè  colla  pietra 
focaia  ,  battuta  col  focile  accendendo  ì" 
esca  ,  per  poi  accendere  il  lume  ,  e  stu- 
diare avanti  giorno.   (Cj 

'A'  ACCIARPINATO.  Al  V.  2.  dove  ha: 
2-  298.  corr.  3.  298. 

ACCIDENTALE  .  Agg.  Add.  ed  il  §. 
leggilo  cosi: 

t  *  §-  Accidentale  ,  dicesi  anche  di 
Ciò  che  non  è  intrinseco  al  soggetto  . 
Dant.  Conv.  69.  Chi  vuole  bene  giudi- 
'  are  d'  una  donna,  guardi  quell^  quando 
kolo  sua  Dalutal  bellezza  si  &la  eoa  lei  , 
di  tutto  accidentale  adornameato  scompa- 
gnala. fP) 

ACCIDENTE. 

t  3  §.  II.  .  .  .  ì;  nov.  37.  11.  corr. 
Bocc.   nov.   37.    II. 

*  §.  y.  Agg.  in  fine  .  Signcr.  Crisi. 
initr.  1.  12.  7.  In  essa  f  .1/eJja^  compa- 
risre  Gesù  Cristo  sotto  abito  sì  dimesso 
per  gli  accidenli  del  pane,  e  del  vino  di 
cui  si   veste.  (C) 

^  §.  VI.  Poni  lui  le  virgolette  1' es. 
Bocc.  nov.  9.   I. 

*  ACCIGLIATDRA.  Quello  spazio  che 
cj'ra  l'  uno  e  l'  altro  ciglio.  Baldiit.  Leti. 
16.  Li  due  termini  di  questa  proporzione 
saranno  per  una  parte  la  ^unimiia  dell* 
arLÌglialura,  o  vogliamo  dire  quello  spazio, 
che  è  fra  l'uno  e  1*  altro  ciglio  fino  a  quel- 
la paitc  più  lontana  del  capo,  che  i  La- 
lini  cbianijQo  occiput.   (Cj 

ACCIGNEl^E. 

I  § Bemh.   St.   \3q.  coir.  Bemb. 

rtm.  st.  i3q.  ed  agg.  in  fine.  '^  Bed.  leti. 
2.  169.  Soli  si  accinsero  alla  gloriosa  im- 
presa. (C) 

*  ACCINGERE.  Poni  in  fin.  (*) 
ACCIO'  .    Agg-   in   fin.  *    Tac.   Dav. 

Ann.  1.  2t^.  lo  dirò  pure  di  che  peccati 
fur  poste  querele  a  Falanio  ec  acciò  si 
«appia  da  qua'  principii,  con  quanta  arie 
di  Tiberio  un  crudelissimo  fuoco  si  ap- 
piccò Ar.  Fur.  3.  19.  Acciò  dunque  il 
\o1er  del   ciel   si  metta-  (  Cj 

ACCIOCCHÉ  . 

3  g.  I.  Togli  r  es.  Introd.  alla  ì'irt. 
ed  agg.  in  fin.  Dant.  f'it.  ^'uov.  16. 
Nella  quarta  dico  cbe  pecca  quegli  che 
non  ha  pielà  di  me,  acciocché  mi  sarebbe 
alcun  conforto,  t  Cj 

;?  ACCIOTTOLATO,  .fdd.  da  Ac- 
ciottolare. Salvin.  Podagr.  Entrai  in  una 
>tr.ida  acciottolala.  fCj 

Vocabolario    T.  II. 


ACCLAMARE. 

"^  §.  Acclamare  ,  vale  anche  Esser 
nominato,  Eiser  chiamato,  detto  ec.  Sal- 
via. Seno/.  I.  l3.  E  da  tulli  quanti  era 
acclamata  Anzia  la  bella.  (C) 

^  ACCLAMATISSIMO.  Superi.  d'Ac- 
clamalo. Baldtn.  Lez.  Accad.  10.  L'uno 
e  r  allro  parti  di  suo  pennello  acclama- 
lissimi  da  qucH'  eia.  (C) 

ACCOGLIERE. 

g.  IV.  Al  V.  g.  dove  ha  —  *  E  18. 
corr    *  n  £  18. 

•\'  g.   V.  AU'es.   Ar.  Fur.  il.  agg.  53. 

ACCOGLITICCIO.  .  .  .  Tac.  Day. 
corr.    Tav.   Die. 

t  ACCOLITO.  Agg.  alla  definii.:  e 
talora  l'  Ordine  medesimo  . 

*  ACCOLLATO. 

§.  E  vestito  corr.  E  vestire 

ACCOMANDA,  e  ACCOMANDITA. 

g.  I.  Allegane  1'  es.  *  Benv.  Celi.  J'it. 
3.  159.  Ser  Zanobi  Buonaventura  Nolaio 
e  Cancelliere  alla  Mcrralanzia  ne  ha  ro- 
galo il  contralto  al  Libro  delle  Accoman- 
dite ec.  E  174.  Ricordo  oggi  ec.  come 
Messer  Benvenuto  di  Maestro  Giovanni 
Cellini  ha  notificalo  a  Giuliano  di  Loren- 
zo Ardinghelli  Ìl  contralto  ec.  e  le  dua 
cause  mosse  ronlro  a  delti  beni  e  sua 
ministri  e  compagni  per  via  d'  Accoman- 
dita in  detta  Bottega   ec.  (Cj 

t  ACCOMANDIGIA. 

-;;  ACCOMIATARE.  Poni  in  fin.   {•) 

*  ACCOMIATATO  .    Poni  in  fin.  (*) 
ACCOMODARE. 

t  g.  V.  Air  es.   Cas.  leti.  agg.  63. 

*  g.  Accomodarsi  al  tempo,  0  a'  tem- 
pi ,  vale  Adattarsi  alle  circostanze.  Lat. 
servire  temporibus .  Borgh.  Col.  Nilit. 
l\3^.  Più  copertamente  {  morde  le  azioni 
di  Cesate)  dove  gli  fu  forza,  accomodan- 
dosi ai  tempi,  destreggiare.  Varch.  Stor. 
^.  72  11  perchè  questi  tali,  o  s' andavano 
accoiiuidando  al  tempo  ,  o  si  ritraevano 
dal  governo.   (C) 

t   ACCOMODATAMENTE  -    All'  es- 
Beni.   rim.  agg.  2.    1^. 
ACCOMPAGNARE. 

*  §.  Ili S.    G.    Gualb.  corr. 

Vit.  S.    Gio.   Cttalb. 

f  g.  IV.  AU'es.  Cron.  Morell.  agg. 
224. 

t  3  ACCOMPA(.NÀTURA.  Agg.  in- 
nanzi a  Buon.  ^  Car.  Apol.  '^Q.  Che  dot- 
trina iu  aere  è  questa,  tioVdta  nuovamente 
da  voi,  deir  accompagnatura  ,  e  scompa- 
gnatura di  queste  voci  co'  sustantivi?  E 
69.  Ne  icguila  per  questo  che  l'accompa- 
gnatura o  scompagnatura  delle  parole  fac- 
cia lignificar  questo  nome  di  Dio  altro 
che  bene  ?  (Cj 

■f  %,   I.    Per   Compagno,  Servitore, 

'"?  g.    II.    Poni  r  t».    Ira    le    virgolette. 

*  ACCOMFIRE.  Lo  slesso  che  Ac- 
compitre.  Alani.  Gir.  i^-  167.  Monta  in 
questo  a  cavallo,  e  vorrebbe  ale  Ater  per 
accompir  tosto  il  lavoro.  (Cj 

5  ACCONCEZZA. 

ir-  g.  II.  .  .  .  Lib.  d'Amor.  3.  Alla 
corr.  Lib.  d'  Amor.  3.  La  ricevuta  sospet- 
cione  del  romore  alla 

ACCONCIAMENTO  .  Agg.  in  fine.  * 
Pros .  Fior.  Borgh.  Leti.  4  4-  '^7  ^ 
r  acconciamento  ha  da  essere  in  quaniu  a 
me,  di  levare  il  mio  nome  da  quel  luo- 
go- (C) 

t  ACCONCIATORE  .  Dove  legge  Che 
Acconcia  corr.  Che,  o  Chi  acconcia  .  Ed 
agg.  in  fio.  -fi  Salvia.  Bros.  Tose.  3. 
l<iy-  Il  fallo  è  dell'  acconciatore  ,  che  a- 
veodo  mutato  le  due  prime  rime  dell' ot- 
tava ,  ^i  dimentico  di  mutitre  anche  la 
terza.  ì'Cj 

ACCONCIO.  Add. 

t  g.  IX.  Allegane  1"  es.  *  Bed.  Leti. 
2.   283.    Beva    dell'  acqua  cedrala  ,  beva 


dell'acqua  sorbettal^,  e  dì  simili  altre  .«c- 
que   acconcie.  (C) 

*  ACCONTAMENTO  .    /'.   A.  yoti- 

zia  ,  Informazione  .  Bim.  ant.  Natuccio 
A  agnino  Pisano  i.  i^V  Aldendo  (uden- 
do J  dire  r  altero  valore  ,  Che  'n  vostro 
core  regna  a  compimento,  Dittringemi  d' 
averne  accontamcnto  Per  dicimenlo,  o  per 
altro  labore.   (Cj 

ACCONTANZA.  Correggi 

t3  ACCONTANZA.  F.  J.  L'accon- 
tarsi. Lat.  congressus. 

*  g.  Per  Famigliarità  .  Lat.  Jhmtlta- 
rìlas  .  M  Tesorett.  Br.  22.  23l.  E  vidi 
un  bianco  viso  ec.  E  innanzi  lui  andai . 
E  feci  mio  saluto  E  fui  ben  ricevuto. 
Ond'  io  presi  baldanza  >  E  con  dolce  ac- 
cootanza  Lo  domandai  del  nome  ,  E  chi 
egli  era,  e  come  Si  slava  sì  soletto  San- 
za  niun  ricetto  ".  Esp.  Pai.  IVost.  3o. 
Di  questa  acconlanza  ,  e  di  questa  dime- 
stichezza che  ha  la  santa  anima  comincia 
ella  ad  avere  di  Dio  un  santo  orgoglio 
(la  Crusca  allega  questo  esempio  alquan- 
to differentemente  ,  e  coli'  abbreviatura  : 
Tratt.  Umil.).  (Cj 

'■*  S-  E  Jiguratam.  Rim.  ant.  Baccia- 
rone  di  M.  Saccone  da  Pisa.  I.  412.  Se 
doloroso  a  voler  movo  dire  Lo  dispiacirc 
che  meco  ha  accootanza  Non  alcun  del- 
mì  (me  lo  deej   tornare  a  lallanza.   (Cj 

t  -r  ACCOPPIAZIONE.  .  .  .  Eellin. 
Bucch.  agg.  i85.  e  dove  legge  stromeott 
D*  una  leggi  strumenti  Della 

ACCORARE . 

■J-  3  g.  Per   Toccare  il  cuore. 

t  ACCORATOIO.  Aires.  But.  agg. 
Inf.  33.   I. 

t  ACCORCIARE.  Suslituisci  alla  defin. 
Render  più  corto  nella  estensione,  0  nella 
durata.  Ed  agg.  in  fin.  v  Cas.  lett.  ined. 
14.  Ma  S.  S.  provide  ,  che  se  ne  andò  a 
vedere  i  luminari  con  madonna  Isabella 
per  accorciar  la  lunghezza  di  quella  ma- 
la notte.  (C) 

f  g.  J?  nenlr.  ass,    Agg.  Divenir  più 

corto. 

ACCORDAMENTO. 

f  ^  g.  II.  Dove  legge  Bald.  Dee.  corr. 
Ba/d.  Lez.  Accad.    10. 

ACCORDANTE. 

§.  Agg.  in  fin-  ^  Plut.  Adr.  Op.  nior. 
1.  i3q.  La  quale  (mente)  non  inteudia- 
mo  esser  altro ,  che  dirittura  di  ragione, 
perfezione  dell'  anima  ragionevole  ,  e  di- 
sposizione dell'  anima  seco  medesimo  ac- 
cordante.  (C) 

ACCORDANZA . 

V  g.  I.  in  signific.  del  g.  VI.  torr. 
VII. 

ACCORDAPE. 

=v  g.  Accordare  ,  tale  anche  Fis- 
sare,  De  ter  ni  mare.  S^iUtn.  pros.  Tose. 
192.  Col  quale  aveva  accordata  l'ora  della 
partenza.   (C) 

j-  g.  II.  Agg.  alla  dichiaraz.  due  0 più 
persone.  Pacificare.  E  all'  es.  Ar,  Egì. 
iosliluisti  Sag^.  rim.  Bern.  Catr.  175. 
Che  quìstion  è  la  lor  ?  fia  staio  '\  vino:  Ed 
io  gli  accorderò.  Car.  lett.  i.  37.  Io  que- 
sto Ferrante  sì  mise  di  mezzo,  e  facendo 
le  viste  d'  accoidarli  ec.  trasse  d'  ambe- 
due cose  troppo   belle.  (Cj 

*  g.  IV.  Agg.  in  fin.  ì'arch.  Sior.  <^. 
220-  Non  voleva  ne  accordar  egli  a  patte 
nessuno,  né  che  gli  altri  accordassero  sen- 
za non  solo  la  sapula,  ma  il  consenso  ed 
il  contentamento  de' collegati.  £"11.  334- 
Ci  conviene  fra  poco  tempo  a  uno  dì  que- 
sti due  partiti  necessariamente  venire  ,  o 
combattere,  o  accordare  ;  il  combattere  co' 
neiiiiti  è  perii  oloso,  1' accordare  col  Papa 
difficile.  (C) 

'?  g.  V.  Al  V.5.  dove  legge  ci  sarebbe 
leggi  ci  si  sarebbe  —  ed  agg.  in  fin.  Cas. 
leti.   ineJ.   ^O-   E  stia  anco    un    poco    av- 
238 


iHi8 


A  e  e 


verlita  che  1'  orator  Davia  straordinario  , 
alle  volte  non  accorderà  lo  scriver  lette- 
ra. (C) 

*f  %.  IX.  Togli  Tei.  e  fanne  g.  cosi: 
■{•  *  g.  X.  Kon  accordare  V  aggettivo 
col  siisiantivo  ,  vale  fìgitratam .  Confon- 
dersi, Avvilupparsi,  frane.  Sacch.  nov. 
II.  Altierlo  cominciò  (a  dire  il  Pater  no- 
stro jj  e  non  accordando  l'aggettivo  col 
sustantìvo,  giuD.sc  Lalljctlando  a  uno  scu* 
ro  passo  là  dove  dice:  da  nobis  hoJie,  e 
di  quello  oun  ne  polca  uscire.  (1^) 

t  5  ACCORDATO.  AH*  cs.  E  Oraz. 
Lod.  ì'encz.  aj.'g.  i^^.  ;  e  logli  l*  cs.  Hcd. 
Annoi.  T)ilir.  e  fanne  §.  così: 

*  g.  Accordato  ,  vale  anche  Conve- 
nuto,  Stabilito.  Lai-  compositus,  privdi- 
ctus.  Tac.  Dav.  Ann.  11.  l38.  Che  l'elclto 
Consolo  si  trovasse  il  dì  accordalo  a  spo- 
sar colei  che  era  moglie  del  Principe  . 
n  Red.  annot.  Ditir.  77.  Quando  questo 
Dio  fece  V  impresa  dell*  India  ,  il  segno 
accordato  della  battaglia  era,  Evùc  »»•  (C) 

ACCOUTAMENTO  .  Allegane  1'  cs  . 
Bart.  1  it  Caroff.  l.  \.  e.  8-  103.  Non 
farsi  lecito  d'  entrare  in  casa  per  la  Chie- 
sa, ove  la  pioggia  pareva  concedere  quel- 
racfortamento  dì  strada.  (C) 

*  ACCOSTAiNZA  .  /'.  A.  Costanza  . 
Ovid  Pist.  ^6.  Ma  tu  se'  girevole  a  gui- 
\a  di  foglia,  sanza  alcuna  accostanza  (  la 
stampa  ha  acoslanta).  fC) 

t  ACCOZZATO.  AU'cs.  tur.  rim.  agg. 
buri.   I.  274- 

t  ACCKKDERE.  /'.  A.  Credere,  aggy 
ma  non  si  userebbe  che  preceduto  dal  ver- 
bo  Fare. 

^'  ACCHIiDITATISSIMO  .  Superi,  di 
Accreditato  .  Ces.  f'it.  Conz.  7-5.  Chia- 
rnuto  A  se  Luigi  nella  camera  del  P.  A- 
chille  Ga^'liardi  Gesuita,  uomo  in  Milano 
accrcdìtalissimo  ,  lo  pregò  che  volesse  pre- 
sente lui ,  provare  e  cercar  sottilmente  la 
vocazion  del  figliuolo.  (C) 

ACCRESCITIVO. 

*  g.  Accrescitivo ,  e  anche  Terni, 
dei  Grammatici ,  e  ditesi  delle  Voci  che 
es/jrimono  arcrcscimentoj  e  in  questo  sen- 
to si  usa  per  lo  pili  sustnnlivnmente.   (Cj 

t  ACCULATTARE.  Porta  dopo  la  lìct. 
r  es.  Malm.  2  4^.  che  è  al  g.  che  tor- 
rai,  e  poni  V  #  ìunauzi  a  Bisc. 

*  ACCUMOLARE.  Poni  in  fin.   (•) 

t  5  ACCUMULARE.  Al  v.  4.  ove  ha: 
Sannaz.   rorr     t^  Sannaz. 

*  §  Per  Radunare ,  flettere  insie- 
me ,  Assoldare.  Cuicc-  Stor.  lib.  6.  pag. 
l35.  Accumulando  continuamente  nuove 
genti.  (C) 

t  ACCUMULAZIONE.  Agg.  in  fine: 
(tn  questi  esempli  figuratam.  }. 

ACCURATAMENTE.  Al  v.  3.  ove  ha: 
Car.  lett.  con.  *  Cor.  leti.  Ed  al  v. 
6  ove  ha  accuratamente,  corr.  accura- 
lamcnte.  (•) 

t  ACCUSANTE.  L'  esempio  Tac.  Dav. 
l3-  2^2-  ,  troppo  hrcv  e  fallato  nella  ci- 
latiooe  d;i||a  Crusca,  allegalo  cosi:  Tac. 
Dav  atta.  3.  62.  Atfannandosi  gli  accu- 
santi «'  le  prove  a  chi  più  ronficc^rli,  ri- 
spondente ninno,  fecero  di  lei  più  incrc- 
srcre,  che  inrrudclire. 

3  ACCUSAKE.  Agg.  in  fin.  *f  l  arch. 
Stor.  g  224-  Avevi»  mesto  su  ,  e  imbc- 
rheiato  <.iorgio,  che  l'accusasse.  < C) 

f  I  III.  Diciamolo  anche  con.  Accu- 
lare ,  lo  diciamo  anche  Ed  agg.  ionansi 
a  fC)  Ar.  sat.  4-  Cin  altre  cause  più 
dagne  mi  scuso  Con  gli  altri  amici  (  a 
dirti  il  ver);  ma  lero  Liberamente  il  mio 
peccato  accuso 

^  §.  V  Allegane  l*  es.  Mtn.  Matm- 
665.  E  queste  veraicolc  vanno  mostrate 
prima  rhr  si  cominci  il  giuoco  ,  e  messe 
in  tavola,  il  che  si  dice  arcuiar  la  verti- 
«•>Ui    (O 


A  e  e 

f  g     VII.   In  signific.  neutr.  pass.  ec. 

^  g.  Pur  neutr.  pass,  per  Dire  i  prò- 
prii  falli  al  sacerdote  per  averne  l*  as- 
soluzione .  Segner.  Crist  ■  ìnstr.  I.  IO. 
IO-  Ne  basterà  l'accusarsi  d'aver  giuralo 
indebitamente,  ma  converrà  specificare  la 
qualità  di  quel  male,  che  fu  giuralo.  E 
Conf.  instr.  cap.  2.  Si  \iene  a  confessa- 
re la  gioventù,  e  si  accusa  di  avere  amo- 
reggialo in  Chiesa  ec.  e  tace  il  restan- 
te. (C) 

*  g.   Vili.    ,    .    .    Dant.    corr     «   Dani. 
t  ACCUSAZIO.%E Mor.  S.  C.reg. 

agg.  3.  i52.  (IS'npoli  1745)  e  do^e  lepge 
aggrava  leggi  aggrava  nella  cogitazione  del- 
l'offeso  ,  il  peccato  del  nimico.  Ed  agg. 
■'.'  Tvlom.  lett.  4.  56.  Mi  doleva  certamente 
non  aver  da  voi  risposta  della  mia  lettera, 
non  già  per  accusaziunc,  ma  per  timore.  (C) 

acekbamentiì:. 

g.  II Serd.  Stor,  corr.  *  Scrd. 

Stor. 

t  ACERBISSIMAMENTE  -  Dove  ha 
rnrch.  Stor.  1.  agg.  3.  Si  —  e  dove  leg- 
ge di  miserie  leggi  di  tutte  le  miserie 

3  ACERBO.  Al  v.  lO-  ove  ha  :  uli*e 
acerbe,  corr.  ulive  acerbe.  (C) 

ACERRIMAMENTE  ....  Guicc.  Stor. 
l5g  corr.   Guicc.  Stor.    18.   l5g. 

ACERVO.  Agg.  in  fin.  *  Car.  Fn.  4- 
617.  Le  providc  formiche  Delle  lor  ver- 
narecce  scttovaglie  Pensose  e  procaccic- 
voli  si  danno  A  depredar  di  biade  un 
grande  acervo.    '^C) 

ACETO . 

*  g.  111.  Non  CI  metter  su  ni  sat 
ne  aceto,    l .   SALE  ,  §.  XV.   (C) 

t  J  ACETOSO fìtrn.  nm. 

I.  33.   25.  corr.  Beni.  rim.    l.  33. 

^'%- A^;S- innanzi  a  (C)  Cr.  5.  la.  I.  I 
suo*  frulli  (del  melo)  ce.  certi  son  dolci, 
e   certi  acclosi ,  e  certi  afri. 

f  A  CUETICHELLI  ce  .  .  ì'arch. 
Stor.  i5.  agg.  594- 

ACIDITA*  ec.  Allegane  l'es.  *  Red.  lett. 
1.  438.  Il  quale  magistero  può  raddolci- 
re le  acidità  do'  fluidi  del  nostro  cor- 
po, (Cj 

t  5  ACINO  Dell' cs.  (V  4  20.  I. 
fanne  g-  come  segue. 

*  g.  Acino,  talora  si  piglia  anche  per 
Fiocine.  «  Cr.  4.  20.  I.  .  .  .  ••.  Sodrr. 
Colt.  109.  I  vinacciuoli  netti  e  vagliali 
dagli  acini ,  quando  sono  ben  secchi .  si 
danno  a'  colomhi  e  a'  polli.  fC) 

!?  A  CIOCCHE  A  CIOCCHE  .  Posto 
awerbialm.  Lo  stesso  che  A  ciocche^  ma 
così  ripetuto  ha  più  di  forza.  Sofd.  Sat. 
4-  Queste  conclu.<-inn  si  liran  drcto  Poscia 
1  esorbilanie  a  ciocche  a  ciocche:  Oggi  di- 
fese senza  alcun  divieto    ( Cj 

t  A  CORSA.  L'es.  Fav.  Fs  allegalo 
come  lo  legge  la  Crusca  alla  V.  Trari- 
pare,  cioè  cosi  :  Fav.  J's  Giugnendo  (/' 
asino)  a  una  gran  balza,  tnos^esi  a  corsa, 
e  balestra,  ed  èssi  traripalo 

f  A  COSTA .  L'  cs.  Bemb  As  al- 
legalo  così:  Bemb.  As.  a.  75-  Venute 
il  dì  segnenle  le  belle  donne  ,  sì  rome 
ordinato  aveano .  .ipprrsso  *l  mangiare 
co'  loro  giov.ini  nel  giardino;  e  nel  «ugo 
pralicello  a  costa  la  R>nlr  e  loHo  gli  oni- 
(irosi  aUori  sedutesi  ec.  (  In  rtanipa  per 
errore  ha  accoste  ). 

t  5   ACQUA 

^  «  g.  X.  L*  fi.  Al  Frtr  Acr  al- 
legalo cosi  :  .-trt.  I  etr.  AVr.  4-  7-3.  l'i- 
glicrai  prztriti  di  cristallo  di  mnnlu^na  di 
diverse  gr;tndrzze  ,  che  sia  cristalli'  rhta* 
rO(  senza  lerrrstrrità ,  e  di  Wlla  acqua 

f  §  XXXIII.  Correggi  la  dichiaiaz  co- 
si: l'e.itarr ,  l'atteix,  o  Plguaitar  l'  a- 
cnniì  uri  mortaio,  vale  figur^it'^m  .4p>t- 
ticarsi  senta  profitto. 

§.  XXXIV.  Sfiperr  in  che  acqua  n  pr- 


ii C  q 

^  S-  !^on  sapere  in  quant'  acqua  uno 
si  peschi ,  va/e  il  contrario.  /'.  PESCA 
RE,  g.  Vili.  fC) 

f  §.  XXXV.  .s'intende  acqua  ee. 

g.  XXXVII.  Agg.  in  fin.  »  Bern.  lett 
74-  Di  grazia  non  mi  f^le  venire  l'acqua 
alla  bocca  con  ricordarmi  Piazzuola  inu- 
tilmente. (C) 

f  5.  XLIII.  Al  T.  4.  doTc  ha  :  aqua 
stagnans .  corr.  aqua  stans. 

*  g.  XLVIII.  .  .  .  Mor.  S.  Grrg.  Egh 
corr.  -  yjor.  S.  Greg.  Eglino  e  dove  ha: 
corsive,  corr.  corsive  ». 

t  *  g.  LUI.  Allega  l'ei.i^mis.  Asm 
così:  Fir.  As.  21.  Presa  una  spagna  ec. 
disse  :  (>  Spugna  nata  dove  il  mar  >i 
folce,  guarda  che  tu  non  passi  per  acqu^ 
dolce.    /•.  DOLCE. 

^  S-   Acqua    lavorata.    1  .  LAVO 
RATO.  (C) 

*  g.     Acqua    stillata,     /.     STIL- 
I   LATO.  (C) 
\       ACQUAFORTE.  Car    lett    4. 

corr.    Car.  lett.  g.  4 
'       ACQUAIOLO.   Add. 

g.  IV.    Dopo  il  Or.   u^ari;  .    af;g. 
■    Farch.  Stor.  7,   184    Fu  molle  fiate  av- 
vertito, che  chi  avenilo  per  le  gambe  et.. 
bolla    alcuna  ,   ancoraché   mcnomissiroa  c 
^  acquaiuola,  la  grattava  er    ella  coovcrti- 
V.-ISÌ  finalmente  io  carlione    (C) 
ACQUARE.  Corr. 
'        t   ACQUARE,    y.    A.    inondare.    Bui 
\  Purg.   21.    1.    Finge    Ovidio    ec.    che   A 
j  tempo    che    Giove   visitò  lo  mondo  ,  non 
'  trovato  nessuno    buono  se  non    Pirra  ,   >- 
\  Deuralione,  w-Uv  disfare  lo  mondo,  e  **  - 
i  quo  tutto  *1  mondo,  e  indusse  lo  dìlonu. 
e  affogò  ognuno  ,   se    uou    Deucalione  >■ 
Pirra  ,    che    stcltono    sul    monte   Pama^u 
(così  legge  il  Testo  Magliabechtano.  Al- 
tri forse   legarono   diversamente .   V,  IN- 
NACQUARE). 

*  ACQUARONE.  Tempo  di  gran  piog- 
gia. Lasc.  rim.  2-  297.  Non  solamente  1 
zoccoli  portale  Come  sarebbe  a  dir  pei 
gli  acquaroni .  (C) 

*  ACQUEDOTTO.    Allegane    lo 
Pluf.   Adr.     (fp.    mor.   4     103.    Come  si 
narra  che  scrisse  Diooikio  nel  tuo  tratta- 
to degli  acquedotti. 

I  *  ACQl'FRUOLO.  Colui  ehe  porta 
/*  acqua  da  vendere  per  le  strade.  Ben\  . 
Celi  l  it.  2.  37.  E  ìcontrxio  un  acque- 
ruolo  «  che  aveva  carico  il  «uo  uioo  ,  e 
piene  le  sue  coppelU*  d'  acqua  ,  chiama- 
tolo a  me,  lo  pregai  che  ec.  {A) 

J  ACQUIDOSO.  Innanzi  a  Tae.  Dav. 
agR.  #  Pallad.  Febbr.  27  Se  il  pero  è 
infermo  o  .icquidoso  ,  foragli  la  radice  . 
Plut.  Adr.  Op.  mor.  4  HO.  Il  sangue 
de'  cinghiali  e  aspro  e  nero  ,  e  quel  dr' 
cervi  sottile  e  acquidoso.  (C) 

t'  g.  /;  in  jorza  di  rutt.  vale  A.i 
parte  acquidosa.  Pìut.  Adr.  Op.  mor  4 
lo4-  Perche  chi  «bila  lungi  dal  mai<* 
vi  getta  dentro  (al  viaot  gesso  abbracial>> 
di  lacintoT  forse  perchè  ec.  1'  acipiidiMii 
e  spiritoso  del  vino  prontissimo  alla  rau- 
taziouc  ,  è  ammorzato  dalla  |>nn(one  ter- 
restre.  (TJ 

t  ACQUISTATRICE  .  -  Semi  S. 
Ag.   corr.    Scaf.    Clau.itr.   4Sa. 

*  ACQUITRINA  Mmtt    Fr^^ 
rim.  cotr.   Matt    Frent.  rim. 

A  tlREDENKA. 

t  g  1  *fg  *"  fi"  '~.f  ^  *'  senso  . 
chiar-o. 

«  A  CREPA  PANCIA.  Al  v.  5  orr 
ha  *    Red.   lett.   roTT.    Rfd    lett 

s>  ACUIRE  /.  /.  Afuuart.  Bmom 
Frer  3  I.  1  Avvien  non  rado  A'soldati 
che  bau  sempre  lu  man  la  lima  Ad  acuti 
K'  spillo  dell' onore    qui  figurmtam  1     Cf 

ACVTO.  cr. 

*  S    Acmto,    ti    dire  anche    del     Ta- 


A  e  U 

Wm  *  chtcche.,ia,  allo, chi  e  sottiUt 
f„g/.«i«..  G«/.  G«//.2ÌiI.UncoUelIo 
H,  taglio  wulo  e  sellile  Us''^  Wnissimo 
,1  ,..ne  =  •!  l-^Bno;  il  che  non  tara  se  1 
uclio  «ari  ollu»o  <••  grosso,  helm.  Disc. 
1  l5  D"  olluso  e  grosso  Blu  e  poco 
buono,  usliare  eh'  egli  era,  .1  rende 
acuto  e  sonile  iu  breve  tempo  e  aflilalo, 
e  tagliente.  (C)  , 

*  §.  II.  Agg.  alla  dichiarai.,  lo/e    Che 
ha  qualilà  corrosive. 

S.   Vili.  Allegane   l' es.  *  Fir.  Dial. 
MI.  donn.  4l3.  Vogliono  fare  (le  labbra) 
«rso  il  loro  6nc   una  certa  d.minuiioue, 
diminuita    in    angolo    ottuso    ee    ma  non 
come  lo  acuto  ,  o  come  il  mento.   (CJ 
S    IX.  Suono,  o  l'ncc  acuta  ec. 
%  e.   E  in  forza  di  sust.    Car.   Long. 
Sor.  48.  Così  variando  e  discorrendo  per 
tutta  r  «ne  della  musica,  sonò  quando  il 
Brando  che  si  conviene  alle  vacche,  quan- 
do 1'  acuto  che  aggrada  le  capre,  e  quando 
rallegro  che  diletta  le  pecore.  It) 
ADACQUAMliNTO.   .  .  .  Cr.  5.  li.  2 

corr.  Cr.  5.  la.  a. 

ADAGIATO .  Add.  Al  v.  7.  *.  e  leg- 
ge: si  pose  corr.  si  posi 

§.  Togli  r  *  in  meiao;  e  («;  m  fine 

adagÌo.  „,       e 

e    11.  Togli  1'  *  in  meMo;  (  )    ">    li- 
ne, e  dove  legge   Fr.    Trin.  corr.  Zir. 

Triti.  ..      ,ji     1     „ 

AD  ARTE  .   Vove  legge.-  il  soldo  loro 

corr.  al  soldo  loro  ■    e     fz  v  , 

ADATTAMENTO.  Agg  in  Sa.'?  V'^- 
Disc  Ara  .  52.  Kel  far  che  si  richiede- 
rebbe qualch-  altra  spesa  pel  nuovo  tras- 
porlo e  adattamento  al  luogo  dcsuna- 
10.  (C) 

ADATTARE.  ,       ^     / 

*  §  .  ^Idaltare  .  siale  anche  Appli- 
care ,  Appropriare.  Buon.  Ficr.  2.  4. 
20.  S'odon  .1.  nuovi  casi  e  v^ric  storie 
Mentre  eh'  al.,  gli  interpreta  e  gli  ada- 
ta A  questo  e  .nullo,  o  citlad.no,  o  sU..- 

°%' ADATTATO  .  a^A*.  da  Adattare, 
agg  Conienevcle .  E  dell'  es.  *  Segacr. 
fanne  §.   cosi  :  ,       ^i  - 

*  §.  Adallato  .  tale  anche  Che  può 
produrre  questo ,  o  quell'  effetto  Se- 
gner.  .  .  .  (Ci 

ADDENTELLATO.  Sust. 
t  S.  Innanii    a    Imperf.    agg.    1  ardi. 
,V«,r.   5.    123.   I.e  .(uali  (pratiche)  s   era- 
no più  volte  e  rulle  e  lappiccale  ,  rima- 
nendovi sempre  e  dall'  una  parie  e  dajl 
altra  1'  addeutellato.  (  C) 
ADDENTELLATO.  Add. 
I  § Morg.  96.   104.  corr,  2b 

ADDESTRATO.  Al  v.  8.  dove  legge: 
che  addestrar  corr.  che  d'  addestrar 

*  AUOIACCIAMEINTO.  i-'arf^iiccm- 
re.  Pros.  Fior.  Sega.  Leti.  4  3.  3o2. 
Le  suavaganie  seguite  negli  addiaccia- 
menti  sono  atlribuilc  da  me  non  a  qual- 
che cagione  estrinseca  dei  liquori  ,  ma 
intrinseca  degli  ossenatori.  (Cj 

*  ADDIACCIARE.   Correggi 

*  ADDIACCIARE  .  I  ar  divenir  diac- 
ciato; Agghiacciare,  ma  meno  usato.  (C) 

f  *  §.  £  in  signific.  neutr.  e  iieutr. 
pass.  Divenir  freddo  a  guisa  di  diaccio. 
Polii,  rim.  11)5.  Se  poi  vi  veggio  in  at 
to  disdegnosa  far  che  il  cor  si  disfaccia; 
E  credo  allor  di  non  poter  far  cosa.  Don- 
na, che  mai  vi  piaccia:  Cosi  s'addiaccia 
,.  aide  a  tutte  1'  ore.  (P) 

*  ADDIACCIATO.  Add.  Seduto  nell' 
addiaccio.  Lai.  rttubans .  Fir.  rim.  C)3. 
Indi  addiacciati  su  1"  erbetta  verde ,  Del- 
le vittime  offerte  e  de'  bei  doni ,  E  dei 
liquor  libando  al  sacro  Iddio,  Ne  scacce- 
rem  da  n.i  l'  ingorda  fame.  (C) 

a.    ADDIETRO,   ce.    Disponi    gli  es. 


ADD 


ADD 


1810 


corr,  ed  agg.  come  segue:  Dant.  Purg. 
22.  .  .  .  Peti:  Cam.  8.  4  ^he  nacque  .... 
i'occ.  nov.  7.  9.  Tornandosi  addietro  co- 
mandò che  la  camera  fosse  serrala.  *  E 
g.   IO.  /i.   1.   .   •  .   Peir.  pari.  l.  cani.  10 

'  +3  ADDIETTIVO.  Agg.  alla  definii. 
per  qualificarlo  ,  o  modi/icario,  e  degli 
esempi  fanne  §.  come  segue. 

*  §.  Si  usa  anche  in  forza   di   sust. 

a  Bui ».      Salv.    Avieri.    2.   1.   I.   ] 

Queste  ire  condizioni  si  Iruovano  com- 
V.ulamcnle  in  quegli  addietlivi,  che  al 
capo  gcncral.ssimo  della  qualil'a  si  ridu- 
cono. (Cj  , 

fADDlMANDAMENTO ieitl. 

S   A",  corr.   *.i'.    Claustr.  t[20. 

*'ADD1M0RANZA.  F.  a.  Dimora. 
Bim.  ani.  Miao  di  Federico.  I.  453.  An- 
cora per  natura  esser  non  osa  In  altra 
parte  entrando  Ad  uno  loco  quando  Cer- 
lanamente  feci  addimoranja.  (C) 

*  ADDIMORARE  .  Agg.   F.    .-'.  e  in 

fine.  Rim.  ani.  Riiegeronc  da  Palermo  . 

l.   121.  E  giammai  tanta  pena  non  durai 

Se  non  quanto  alla  nave  addimorai.  (C) 

t  *  ADDIO. 

S:   g.   ^Iddio ,   talora    si   usa    parlando 
a'  defunti  ,    quasi   licenziandosi  da    loro  . 
S.mnaz.   A'C.    pr.   5.   O   febee  An.lrogeo,  , 
addio  eteruamonte,  addio.  (C) 

:S  §.   Dire   addio  a  i/'..i  persona  ,  o  o  I 
una  cosa,  vale  Abbandonarla.  Polii.rim.  j 
80.  Me' faresti  a  lorlcne  uno  E  surei  pio- 
prio  buon  io;  A  questi  altri  direi  addio: 
E   jaresli  fuor  dì  baia.   (C) 

ADDISIARE  .  Si  levi  questa  voce  po- 
nendo  in  fin.    della   voce    antecedente  il  j 
segno  5 

ADDITARE  . 

fi.    A,s-    in    fine    *     Pini.    Ad,:    Op. 
mor.  II.  l36.   Considera  che    le  astuiie  e 
accort.oieoli  d-  al  uui  a.lJilauo  le  l.irdei- 
ze    e'st.liditb    di    ccrli  altri.  (C) 
AI. DITTO. 

§.  1.  Al  f.  3.  dove  dice:  a  seguir  corr. 
A  seguir  .., 

ADDOBBARE.  Agg.  in  fine.  -.■  Lar. 
J:n.  9.  qo5.  E  sopia  1'  arme  D  una  pur- 
purea còtta  era  addobbato  Di  fcngno  co. 
for  di  drappo  verde.  (C) 

*  §•  Efigiiratam.  Salvia.  Annoi.  Mur. 
2.  410.  Arislotde  vede  l'  Odissea  pieiia 
di  assurdiladi ,  e  di  stravagante  ,  glie  e 
perdona  [.e.  1..  g...z.a  ciu  che  Omero  le 
condiiioua,  e  te  addobba.  tC) 

if  §.     E   neutr.    pass.    Frane.    Sacch. 

noi:  211.  E  veggendo    assai   giovani  che 

aveano    piene    le    borse   per  trovar  mer- 

1  canria,  s'  addobbò  d' una  vesta  m  forma 

'  che  parea  uno  medico  venuto  d'  oltrcraa- 

I  re.  (Ci 

ADDOBBATO  .  Al  v.  !\.  dove   legge  : 
'  parte  corr.  parale 
1       ADDOLCIRE. 

3   §.   I.  Agg.   in   fine    *   Salvia.    Disc. 

2.  285.    Il  più  tristo  passo,  come  si  dice, 

è    quello    della   soglia  ,    il  tempo  poi  ad- 

dolcisce  le  cose,  e  mitiga  i  dolori.  (C) 

I        §.   II.   Al  v.   3.   dove  ha  :   Laber.  24(3. 

I  corr.    *    "    Lab.  246.  E  al  v.  6.  dove  ha 

,   viene,  corr.   viene  •>.((') 

ADDOPPIATURA.  All'  es.  Pav.  Colt. 
agg.  196.  e  dove  ha:  addoppialura,  leggi 
addoppiature, 

ADDORMENTATO.  Al  v.  6  dove  leg- 

ee   giacere,  corr.  diacere. 

',        f  ADDORMEJSTATORE.    Leggi  1  es. 

!  come  segue:  Amghclt.  68.  Io  non  so  per 

quale  addorracntatore    papavero    la  mfie- 

I  volita  mente  donne. 

!  f  ADDOBMIHE  .  AH'  es.  Ci<i(l.  leti- 
i  ;  3.  agg.  l3.  e  iu  fine  :?  Sannaz.  Arcad. 
.   j  pros.    6.    Molti    sopravvinli     dal  sonno   si 

I  addormirono.  (Cj 
,1        *    §.    Addormirsi    in    Dio  ,    vale  Mo- 


rir santamente.  Salvia.  l)rai.  Accolt. 
XIX.  Col  paradiso  ognora  in  vista,  e  col- 
1'  occhio  dell'  anima  fisso  in  Dio  ec.  di 
bella  e  buona  spcrania  fcjinentalo  e  nu- 
trito ,  in  Dio  s'addormì.  (C) 
t  ADDOSSAMENTO  . 
3   ADDOSSARE. 

;;:   g.  I J'ac.   Dav.   Stor.    2.   2. 

80.  coir.  I.  280.  —  1- d  agg.  innami  a  (Cj 
E  Ann.  3.  73.  Ma  s'  e'  vogliono  far  belh 
se  dello  sgridare  i  viiiì,  e  muover  odii  per 
addossarli  a  me,  crediate  ec. 

g.   II.  Del   secondo  cs.  fanne  §.  come 
segue. 

i  $■  E  per  mela/.  Mail.  Franz,  nm. 
buri.  3.  104.  Bisogna  sopportar  qualche 
disagio  ,  Per  addossarsi  un  così  fall.,  be- 
ne .  ■?  Tac.  Dav.  ì'il.  Agr.  Sgl.  Già 
1  avere  avuto  un  padron  solo,  addossarsene 
ora  due  .  Segner.  Miser.  igS.  L'  uomo 
innocente  si  contentò  per  cariù  di  ad- 
dossarsi i  peccati  dell'  uomo  reo,  fino  ad 
appellarli  suoi  proprii.  (C) 

t  ADDOSSO.  Al  V.  7.  dove  legge:  fa 
che  lutti  corr.  fa  che  tu 

+  g.  111.  Agg.  innanii  a  ^occ.  V  Dm. 
Comp.  3.  85.  Il  perchè  formò  loro  pro- 
cesso addosso. 

5  ADDOTTRINARE.  Dell  es.  Cr. 
fanne  §.  come  segue  .  ,      ,     , 

:'.:  g     Addollrinare,  si  ilice  anche  <legli 
animali,  e  vale  Addestrare,  Assuefare  a 
checchessia.  «   fr.  9    6.  I.     .  ■  .'•  (CI 
ADDURARE. 
I        .f  §■  '"•    ^  '"  ^ig"'/''-   "'"'''■  '"■ 
ADDURRE. 

*  g.   Per    Meaaic  ,    Condune  ,  det- 
(0  di  Strade  .    Cas.    cani.    4.    7-  ^d  an- 
!   che    alcuna    volta    Angusto    calle  a  nob.l 
terra  adduce.   (C) 

if  8.  E  in  signific.  neutr.  pass,  vale 
Condursi,  Trasferirsi.  Lai.  «  con/erre. 
Car.  Fn.  2.  r.20.  Alfio  risolvo,  RaunaU  t 
conipagui,  avvenliirarD.i,  Menar  le  mani, 
e  nella  rocca  addurmi.  fO 

*  ADEMPIBILE. 
3   ADEMPIERE.  . 

*  S.  I.  Agg.  inoanii  a  (tj  Car.  Leti 
2.  66.  Il  sig.  Pacifico  mi  ha  ragionalo  di 
un  vostro  desiderio,  e  per  me  non  man- 
cher'a  che  non  si  adempia. 

*  8.  Per  Attenere,  Mantenere.  Bern. 
Ori  l.  12.  55.  Tanto  quella  convienmi 
differire.  Che  di  Prassildo  adempia  la 
pro^nie^ssa.^  Al  v.  4.  dove  ha:  Sega/r.  18. 
1.   corr.  Segner.  Pred.  18.   I. 

*  ADEQUATO  .  Add.  Allegane  1  es. 
Hìsc.  Annoi.  Malm.  860.  Né  avendone 
mai  data  alcuna  adequata  risposta  ec.  mi 
son  dato  di  nuovo  a  filosofarvi  sop^^f  (J 

+  «  ADERENTE.  All'  es.  Bell.  Disc. 
agg.   I.  22.,  e  dove  legge  K  «/Iro.e  leggi 

7;  120. 

*  ADERIRE. 

*  g.  I.  Agg.  in  fin.  Salvia.  Disc.  .. 
l5.  Con  una  sua  oraiione  piena  di  pru- 
denza mostrò  come  non  era  da  biasimar- 
si chi  teneva  1'  opinione  di  a.ierirsi  a.  Ko- 

""fs'^II.  Corr.  la  dichiara..  Aderire 
ad  una  persona,  o  cosa,  vale  A, er  pro- 
pensione per  una  persona,  0  cosa  Incli- 
narvi .  Agg.  in  fio.  *  Sega.  Vlt.  Capf. 
Vr  Pareva  che  '1  Re,  e  più  Madama  Lui- 
sa la  reggente  sua  madre  ,  insieme  col 
suo  consiglio,  adcrissino  a  fare  un  accor- 

^%'§!\\.  Dove  legge  Inclmaiti  corr. 
Condiscendervi 

+  ADESCARE.  ,, 

+  3   gli.  Agg.  in  fin*  segner.  Mann. 
Seti    -ì  5.  Oh  quanto  gran  pencolo  cor- 
ri di  lascia.ti  da  esse  (cose  lerreae)  iie- 
I  scar  in  modo,  che  non  ti  paia  possd.il  cosa 
'  di  visere  scura  di  esse.  ((  j 


}Ò2 


ADE 


A  D  0 


A  D  O 


•f  §     'V.   E  neutr.  pass. 

«  ADESSA  .  y.  A.  Jfverb.  Adesso. 
Guitt.  lett.  i5.  Ma  pregiar  posso  e  deg- 
gto  E  voglio  adesca  al  tuo  caro  buoD  preg- 
gio.  (Fj 

*  §•  /*"•  Adunque.  Cuitt.  rim.  i.  36 
Dico  aoco  a  ciò,  che  non  vitibil  cosa  Di 
nulla  venne  ,  e  non  fece  se  stessa  ec.  a- 
df^ssa  E  impossibile  già  che  6glio  sia  Se 
non  padre  fu  pria  ;  E  se  pria  nullo  chi 
secondo  addusse  I  (C) 

5  ADESSO. 
#  §.  /,'  con  la  particella  Di  che 
io  precede,  fìcì/m.  Vi.fc.  1.  i5o.  E  sap- 
piate ce.  che  sarclihc  un  zucchero  l'avere 
speso  in  questa  faccenda  queste  tre  ore 
sole   d'  adesso ,    ma    io    vi    posso    dir    di 

più.  ro 

^  %  F  colla  particella  Per  rhe  lo  pre- 
rede.  Matt.  Franz,  rim.  buri.  3.  86.  Né 
mi  occorre  dir  altro  per  adesso.  (C) 

#  S-  Adesso,  e  anche  avverò,  di  tem- 
po futuro,  e  vale  Fra  poco,  fra  momen- 
ti. Geli.  Krr.  3.  2.  Pigliate  queste  cose, 
che  le  manda  egli,  e  ordinata!  da  desina* 
re,ch*ei  sarà  qui  adesso.  (C) 

t  3  §.  II.  Air  e».  Dittam.  3.  a3.  so 
slituisci  u-  Guitt.  rim.  i.  l\%.  Tu  corpo 
ed  alma  in  terra  e*n  mare  spesso  Mi  di- 
f<>ndest)  adesso  Ch^  io  contro  te  viveva  ad 
altro  tutto.  (C) 

^  §■  Adesso,  si  trova  anche  in  senso 
di  Sempre ,  Continuamente.  Bim.  ant. 
CuiJ.G.  l.  193.  Uliìdicntc  «OD  stato  tut- 
tavia Ed  ho  servito  adesso  con  icaou  Al- 
la sovrana  di  conoscimento.  (C) 

A  DESTRA.  Al  v.  6.  dove  legge  Vìxno 
stava  leggi  V  uno  gli  stava. 

A  or.  .  .  .  C.  y.  12.  5.5.  con.  12. 
35.  5. 

*f  5   A   DIO,  0  come  anche  ce. 

*  ADIPE.    Pinguedine,   Gras.to.   (A) 
■J"  'i'   S-     K  Jiguratam  .    per    Vittima  , 

Sacrifizio.  Meni.  sat.  9.  E  questo  e  far- 
si su  nel  ciel  tesauro  Con  quella  man  che 
r  adipe  incruento  Offre  ,  del  vecchio  A- 
damo  almo  restauro,  (y) 

#  ADlItANZA.  y.  A  Ira,  Sdegno. 
Htm.  ant.  Hin.  d'  Aquin.  I.  239.  Lo  cor 
m'  incende  di  grandi»  adiranaa    (C) 

ADIRAIIE. 

S  I.  Al  V.  2  dove  legge  Maledetto 
legqi  Maladetin 

•f  ADIRATAMKNTE.   Avverò. 

*  ADIRE  .  Apg  al  J^iaestruzz.  2.  21. 
Se  .il  Bgliuolo  vuole  essere  reda,  è  tenuto 
d*  adempiere  i  voli  del  padre;  ma  se  pun 
vuole  adire  ,  non  è  tenuto  ;  imperorrtiè 
non  è  erede.   (ÌIM) 

^.A    DISAGIO    Agg.  in  fin.  (*) 
«  ADITO  .    AgR     lonanai  a  (C)   Cor. 
f'n.  9.    1072.  Vislu  l'adito  aperto  iocon- 
t.inente  Vi  si  spinsero  ì  Rutuli- 

*  ADIUKZIONK.  Aggiunzione.  But. 
Par.   5.   Si  prcnsu  ,  cioè  sì   assulutamen* 

le,  sema  adiuntionc  alcuna,  v  eccetluatio- 
ne  o  divistone    (Cj 

*  ADIUTATORE.  lo  stesso  che  Aiu- 
tatore; ma  meno  usato  II  yoeahol.  alla 
y.   ADIUTORE.  (C) 

ADIZZARE. 

t  S    All'  es.  Bntor.   Tuli.  apg.  76 

t  ADOLESCENZA.  Corv.  la  dichiarai. 
htii  nello  quale  ancor  si  cresce,  cioè  da' 
qunttordii  I  a'  venttrinque  anni. 

ADOMBRARE. 

s:»  §,  VI.  AI  V.  6.  dove  dice:  y  lett  21. 
I.  ron.  y  Self.   11.    I 

t  ADONAMEWTO.  ftim    ant. 

/ìuon.  Urli.  agg.  I.  ^93.  ed  allega  l' es 
rosi:  —  Anco  sto  in  gio*  di  vue  (vox)  . 
Del  Vostro  adonamenlo,  Ch'  io  purio  iu 
'  imemltranij  Del  nostro  amor  rhr  fue 
SoUaiin  e  ptacimrnlo  Con  grande  alle- 
gra ma 

t  ADONABE.   Agg.  y   A.  ed  io  fine 


*  Bim.  ani.  Buon.  C/rh.  1.493  Pollai 
donna  m*  è  data  Sopra  1*  altre  'nsegnata, 
E  tutte  quante  obrio,  E  d'  altra  non  cu- 
rai, Poiché  r  elibi  adooata.   (  C) 

*  A  DONDOLONI.  Posto  awerbialm. 
A  maniera  delle  cose  che  si  dondolano  . 
y    DONDOLONI.  fC) 

t  *  ADOPERABILE.  All' es.  Bellin. 
Disc,  agg  I.  4-^-  L'  altra  è  lasciar  che 
la  limatura  >en  voli  via  lontana  dal  luo- 
go del  ferro  quant'  ella  vuole,  sparsa,  dis- 
sipata ,  smarrita  ,  non 

3   ADOPERARE. 

3  g.  L  Degli  es.  del  Cr.  fanne   §.  cosi  : 

^  %  Adoperare  ,  vale  anche  Fare , 
Produrre  qualche  eletto,  che  più  comu' 
newente  dicesi  Operare.  «  Cr.  j.  %.  ^. 
Se  1*  arre  ^  buono  ,  temperato  e  chiaro 
oc.  fa  sani  gli  abitanti  e  conservagli  ec. 
ma  s*  egli  b  reo,  cr.  adopera  il  contrario. 
u  F  S-  86.  I.  L'  origano  b  caldo  e  secco 
nel  terio  grado  ec.  ed  ènne  di  due  ma- 
niere,  cioè  salvaiico  e  dimestico)  il  sal- 
vatico  ec.  adopera  più  fortemente;  il  di- 
mestico ec.  adopera  più  soavemente  h,  (Cj 

!t*  §.  .adoperare  tutti  i  fer ruzzi,  figura  ■ 
tam.  vale  Assottigliar  lo  ingegno  j  Ghi- 
ribizzare a  Jinc  di  fare  con  ogni  sforzo 
checchessia.    V.   FÉ B RUZZO.  §.   (C) 

3  ADOPERATO.  Dell*  es  Bcm.  rim. 
96.  fanne  §.  cosi  : 

^  %■  Pff  Usato  j  contrario  di  ptuovo. 
•<  Bern.  rim.  \.  96  Egli  ha  una  berretta 
adoperata.  Più  clic  non  è  il  breviario  d' 
UD  prete  CIi*  abbia  assai  devozione  e  poca 
entrata.  (C) 

ADORARE. 

#  §.  Per  Bramare  ,  Pesiderare  ar- 
dentemente .  Borgh.  Orig.  Fir.  253.  E- 
ra  una  delle  principali  (cagioni  J  la  ma- 
la contcnlctza  di  questi  paes.ini  i4>ogliati 
da  Siila  dr^  proprii  beni,  i  quali  stav^o 
adorando  che  tumulto  nascesse  .  Salvia. 
Disc.  2.  4^7-  I  Fiorentini  a  cui  piace 
sommamente  il  buon  vino  ,  adorano  dì 
trovare  un  buon  popone,  che  è  un  gran 
pcKo  di   itijda  pel  buon  bere.  (C) 

t  ADORATORE Che  adora. 

corr.    Che,  o   Chi  adora  . 

3  ADORNAMENTO  .  Togli  gli  es. 
Pass,  e  Sen.   Pisi,  e  fanne  §.  cosi: 

#  §  /'■'  /"'"  metaf.  «  Pass.  200  .  .  • 
Scn.  Pist -     (C) 

!t  g-  Fsser  l'  adornamento  d'  un  pae- 
se, rf*  lina  famiglia,  o  simili,  vale  Fsser- 
ne  l'onore,  il  pregio.  But  Dante  fu  a- 
doroamentu  di  tutti  li  suoi  passati  e  di- 
scendenti  per  la  sua  %irtù.    fC) 

t  ADORNATOHE.  Dove  dice  Che  a- 
doma.  corr.  Che,  e  Chi  adorna.  E  a  fìut. 
agg.    Purg.  29    2 

t  ADORNEZZA  Al  v.  IO.  rfoir  leg- 
ge e  lo  nome  rorr.  e'I  numero  —  F.rrort 
di  Cni.tC(t. 

ADOTTAMENTO.  Al  v  5.  dove  ha 
Sullì»   forr.    Suilio 

•f*  ADOTTARE  .  Inuanti  a  SoImu 
agg.  t  arch  Suoc.  5.  5-  Fece  testamento 
nel    quale  ni'  adotto  per  figliuolo. 

'^  §  Adottare,  si  dire  ani  he  delle  voci 
e  dei  modi  dt  dire  the  l'  uso,  o  un  po- 
polo ammette  come  legittimi,  in  una  lin- 
gua. Salvi».  Pise.  3.  l44-  ^'■'"  *'  **  u» 
grande  stiramento,  o  violenta  di  etimolo- 

Sia  ,  a  far  rapire  che  la  >oce  latina  mobile 
■  Dui  adottala,  non  suona  m  piano  \<t|gare 
altro,  che  movihtle,   amovibile,  e  se  »ogl(a- 
ni"i   anthe  dire  asportabile.   iC) 
ADOTTIVO. 
§  .    .  Smnmaz.   Are    agg    pres.   9. 

*  A  DOVE  .  Maniera  atferb.  signi- 
ficante lo  stesso  che  CKr  .  Car  lett  g. 
a  Mt  sono  per  tutto  rarnevalr  nitrato  a 
dove  VOI  non  dovrte  credere  (b«  la  mia 
vita  non  sia  stala  altra  che  amara.  Soder. 
Colt    39    Taglili  sopì  j  i  dove  per    ulti 


mo  verso  i  capi  si    rilroo^i   il    magliuolo 
mantenuto  verde,  scapeziandolo  affatto  a 
dove  si  con>nca  possa  rimetter  la  vite.  (Cj 
'.•  A  DKITTO.  Poni  in  6ne.  (•) 

*  ADVERSO.  Al  V.  3  e  4.  ove  ha 
avvenuti.  (I'}  Bemb.  rorr.  avvenuti.  i7fmfr- 
F!d  al  V.  8.  rfoi'C  dice  terra  corr.  ter- 
ra  (y) 

^  ADVGGERE  .  Aduggiare  .  BemH 
son.  72-  Quando  il  mio  sol  ec.  Levando 
ogn*  ombra  che  il  mio  ben  adogge.  Vago 
e  sereno  agli  occhi  miei  rispleode  f  ijut 
figuratam.'.  Ar.  Fur.  Cina,  cant  3.  77. 
Ove  in  perpetuo  aduggc  L  ombrale  pai- 
lid'  erbe ,  ascoso  fugge.  (C) 

tr-  ADUGGlATRIce.  Correggi 

t*  ADCGGIATRICE.  l'erbai,  f'mm. 
Che  nduggia.  Salvin.  Annot.  Tane.  Buon. 
5.  ].  Il  sorbo  fa  le  frutta  acerbe:  e  il  noce, 
colla  adu^giatrice  sua  ombra,  è  albero  no- 
civo. (A) 

tf  ADULARE Mmrch.  Luer.  t.  5. 

agg.  V.  I.^Sq  ed  in  Gn.  Salvin.  Odiss.  33o. 
Telemaco  adulavano  d*  intorno  1  cani  matti 
d'  alihaiar  ,  ne  a  lui  Abbaiavao  vegnen- 
te. (Pe) 

t3  §.  I.  Togli  l'es.  Toc.  Dav.  Ann. 
3.  58-  e  fanne  g.  come  segue: 

^  g  Adulare,  vale  anche  Secondare  . 
Approvare  contro  il  vero  o  con  atti  .  t- 
con  parole  una  cosa,  m  Toc.  Dav.  Ann. 
3-  58.  Marc'j  Valerio,  e  Marco  Aurelio 
nno\i  consoli,  il  segnato,  e  gran  parte  del 
popolo  lutti  iu  liulima  calcaron  la  strada, 
e  piagnevano  non  ostante  1'  allegrena  di 
liberto  mal  relata,  a  tutti  nota,  della 
morte  di  Germanico,  non  potendola  adu- 
lare .  Car.  lett.  2.  ì'^2.  Questa  sorte  d' 
infermil'a  ha  bisogno  d'  ester  secondala  e 
adulala  ,  almeno  finche  la  luce  sia  supe- 
riore allo  tenebre  dell' intelletto.  (C) 

*  <;.  III.  Agg.  in  6ne.  E  l5.  5.  E  co«i 
il  misero  si  lusinga  sempre  ,  e  si  adula 
cella  propria  malvagit'a.  fCj 

f  ADOLATRICE.  All'è».  Boee.  Uti 
agg.   iVif.   Acc.   320. 

•f   ADULTERARE. 

f  §.  NI.  Togli  questo  $.,  accodais* 
dooe  gli  esempi  all'  esempio  di  Dante 
che  e  nel  §.   II. 

t  ADULTERATORE  ...  Che  adul- 
tera .  corr.  Che  ,  o  Cht  adultera.  E  all' 
esempio  S.  Agost.   C   D.  agg.  4-  a*. 

*  ADULTERG.NE.  Aecrrteit.  di  Adul- 
tero .  Gtard.  Ccns .  222.  £  guardisi  Iu 
predicatore  che  la  sua  predica  non  sia  piò 
leggiadra  che  umile  ,  ec.  imperocché  co- 
tali  prrdir^itori  1*  Apostolo  li  chiama  adul- 
teroni  della  parola  di  Dio  (qui  figura- 
tam).  fC) 

I  3  ADULTO  Agg.  in  fine  Sannaz. 
Arcad.  prò*.  7.  In  più  adulta  etk  ,  fd 
alli  caldi  desii  più  inclinata  j>crveDim- 
mo.  fC) 

t  AD  UNA,  e  A  UNA.  Dopo  l'es.  Dant. 
Purg.  Q  agg.  (qui  vale:  In  un  med«ii- 
ntb  tempo  ). 

3»   AD   UNA    BOCE.   Poni  in  fine.  (*) 

*  ADUNCHE  Dove  ha  Segm.  fielt. 
corr.  (•)  -  Segm.  /teli.  E  do»*  ha  (•) 
corr.   "  .  (B) 

ADUNQUE  .  Foni  in  fine  il  segm»  3 

ADUSTIONE.  Disseccamento ,  Prua 
non  corr.  Piseccamento  per  pnvazion 
E  innanii  a  Bicett.  Fior.  agg.  /.  9.  85  I 
L*  anitre  volentieri  pascono  erba  aoilriaa, 
che  nasce  nella  tuperficir  dell*  acqua  fer- 
mi nel  tempo  dell'  adusliun  del   Sole 

3  ADUSTO.  A^g.  in  fine.  *  F  19 
17.  ^h  con  più  fona  dall'  adusta  arra* 
Sospese   Alcide  il  gran  gigante.  (C) 

t  3  AEREO  Corr  la  dichiarM  Che  e 
d*  aria,  o  Che  appa»  tifne  ad  ana  ,e  Che 
avviene  in  arto,  o  Che  ha  qualità  d'anm 
Ed  agg  innami  a  (C)  Gal.  Gali.  2^0 
Se    sicno  terrei    o    aerei    a     pirdomim.» 


A  F  F 


1821 


AFA 


A  F  F 


"'!*,' AFA    Corr.la  dicbur.t.one.  Quello 

+  ^ÓTV  F  al  y    5.  dove  ha  ".    J<ir 
'-"«AFALDa'a  FALDA.   Po./o. 

'%AFANFKHA,Ag,..n6p.()^^^^ 

A  FATICA.       .       i""^-    »      '""< 
5Kir.    1.    26^ 

AFATO  -  ,,      '  ^    Vnlvin,  Annot 

+  §*"<•«'    ,     .  „o  afato,  >nal- 

Kucn.  Tane.  3.  I\-  *  »"  »    malescio,  .iofe 
sano,  dichiamu  «olgarmeote  malescio, 

f.„„e  §.  ...no  appresso    ed_a^.g.^^_  ^^^^^ 
^;:a;d:;e1?e,r/o:  W.e  -  da  ^^. 

/,»  fé  35  Caris.imi,  del  mondo  m.ra- 
S  si.e'oi.um..el  n.ondo  n-agn. ,  = 
«„is-aftai.aP.uU.e-n,inonvosnedel. 

la  forma  vostra  inforroan  loro.  rW 

(  ,'ar.   (f-  I   ^  fiaccola  accesa 

aftaitata  iia  pegs'o  ""=  "°'' 

a  infiammare  1  cuori,   (t;        ^ 

/,"ctr^aroL^ed"a^r;oSV   A. 

'^Tr'rAg"::^-^?^"^-^?? 

^'  JIV   L   che    appresso  lui  lo  Re 

"•t^AFFAMATVZZO. 

+  AFFAr^^ATO.  Agg.mfin.  *  i*'»"^ 
nJr.  i  5  1-  Tar  che  intanto  respuino 
affannati,  Tulli  ansanti.  (O 

-limando, /«g.  Ed  eslimando, 
:ie  AFFANNOSO  .  j       ,ri 

"*  ^SfÌbsabb  .  A..."-,  p-"-  /''";'■• 

,i  SMOSSO  una  cosa  "  S"""/' /"•■'"''■, 
Ctcch.  Sv,r.  prol.  Ni  comodo  f  mende  J 
or,  U  folletto  d'  entrare  in  corpo  a  eh. 
e-sa.haaffarsalosi  al  dosso  suo  .1  co, pò 
d-una  favola  (  qu,  fgur«"""-  >(> 

AFFABUCCIO      Al   '■■   A-   ''"'"   '^^S' 
guidale  leggi  guidiate 

*  AFFABUZZO.  /'""  <r4u<"'-  ^J 

^":ria;r;.d.::ie?:::ijec,Ure.o%a^n 

•«-rAvi^-ST^"'"'"'"" 

.sWc'a.  corr.  *   <.Via/c.  .V;.crr/.. 

AFFATICAMENTO  .   Agg.   in   fin. 
.V„(..,n.   D.^f.   1.   '80.  Con  grande  aflal. 
,  amento  della  persona  e  dell   avere.  fO 

>■  ì   AFFATICARE. 

1    g    II affatica,    (l  )    corr 

'TjirCi-"""^;  nern.Ic,.. 
e,\:  per  cosa  superttoa  ho  voluto  affa 
„care  S.  Santiti  ATo...  Fior  Dac.  leti. 
43.  2«i.  Nood.caV.^p.uchionou 

l'affatichi  IO  qual  cosa.  liem:  (.eli.  ì'  . 
3  "50.  E  se  io  vi  affatico  a  ,,ues,a  voi 
fa  perdonatemi  .  e  comandale    a    me  che 

4^TTo7^A?;rrr5.o..e 

*%'^^'FATT.RATORr"  •  •  •  - 
In/  corr.   Oli.  Com    In/. 


+  ^  AFFAZZONARE.  Agg.  V-  '*  . 

roro's^oVoufmch-aMadroniLomo. 

n«S"AV.vó'^'^M.8.*-'egse 

errava  /fS?'  '"""''    ,,    „    p,.,„.„o  alT' 
*S    Coma'"'''""''''''''    '  j   '   „„ 

,-..»      direni    0..e//o  c/ie  com»n<f-.   una 

.  ""^       .     „,„i  male     ed    etcì  ccmandalo 
i>  vipLato  Oiini  male  ,  »^"  . 

è  vieiaio     »  p  „j,r.  „^.  „/l. 

^^e'rche'Tprefettod.   risedere  alla 

rhie'a   -e  affermativo,  e  pero  egli  nun  vi 
oWiga  di  maniera  che  vi  leghi  in  ceppi 

perpetui.  (C) 

V  AFFERRARE. 

'i,t*  VI.   /)c.e  legge    l'afferra.  B.v"_^ 

!•  afferra     C)   "    -O"""     '^  '''""  ""'" 
corr.   1   atterra  .  l  ;  ,, , 

'°  ÌTfFETTARE.  Coir  e  larga  ec.  Ras- 
setta la   dichiarai,   del   §•   I     cosi: 

1%  1.  ^/?e««r,  rf<ce«  anche  de  lU- 
sare  toppo  Irl.fiz.o  e  sq.n.ule.za  nel/are 
,Z  colf,  o  .leu-  Usare  una  cosa  con  Irop- 

'Z;Z^::ncL   rm.   «a  airi„co„ 
,To  Platone   e  Tucidide,    come    Cicerone 
?eHsce.  questo   concorso  ^  *«;-^-'0 
;.i,idiòsa  cura  aBeltavano.  (C) 
ccnjs.ud.os^a^  „„rfte    talora   Studiarsi  di 

„o7lrare  una  quaUli  che  non  .«   ha,  co. 
::lwettaru.Uà.de.oyne    estrn.1.. 

I'    AFFETTATO  ,  ^     •.  ((J 

AFFETTATAMENTE. 

o     Al  V     3.    ove  ì,^-«Varch.   corr 
fL/i      Ealv.5.oveha   -  C)  /"T-"/. 

cnrr    *   Imper/.  , 

*  AFFETTATEZZA  .  Lo  stesso  eh- 
Afìelta-Jone,  ma  menon.^ato.  Uden.  I^.s. 
,  3o  Considero  esser  cosa  giovevole  al 
lettore  e  debita  a  questa  parte  1  inserirci 
,  XLmone  dell' affeltatezza.  f!ì)  E  ap- 
'"  *  còncbTudiamo  che  1'  affellatcza 
rmadreaiV.iviz.1,  del  gonfie,  de 

ecco,   del  -P-''""''^^"°'r""' ' 
fredd;,  dello  stiracchiato  .dello  scuro  ,  e 

del  vano,  cio'e  di  quello  che  a  spremerlo 

^^yi^^rr^ro''.'7dd.'fa' penare. 

rnll'   K  stretta.  ^ 

.  ó  I  Per  Artificnto  .  ce.  Correggi 
,„'  p  ed  1  seeuenti  come  appresso  : 
■•TaFFETTATO.  Add.  da  Allettare 
coir  E  larga.  Itrawnto  con  ansietà.  .\nl- 
J„  Pros  Tose.  87.  E  qual  mai  segno 
di  affettala  tirannide  puole  essere  in  eia 
fa  generale  adunanza  ec.  di  proprio  molo 
c„„voca7   (C,^^^    ^^^_^^,^^^  ^   ^.^^^^^,„ 

Lai  arvfciosns  ,  affectatas.  Gr.  avT.- 
\trlJ.  Eir.  d.sc.  an.  19.  E  lutto  quo- 
TloCgna  lare  con  una  certa  modestia, 
eon  una  dimostrazione  d'  amore  e  di  (e- 
detó  e  con  una  certa  umil.'a,  e  scmmes- 
„ft-„Mala  *  E  85.  Se  quando 
s  onc  non   aUettala  .    v   '■  "  vedessi 

,u     .arai  nel    cospetto  del  re  tu   vedi  ss 
flutto  sospettoso  e't.  fissasse  gli  occhi 

'''--•  %:dTir-ur"'pa.t'r.ti"u 

;r'::;to%"  egl^l  mal  Uo    verso  d. 

Ja  so.erch,oart.fc,o  nel  parlare,  o  nello 
"er..ere.  ed  anche  negli  atU.  o  negU  ah,- 
7  Fr  G.ord.  P'-ed.  Le  femmine  .  che 
vanno  per  la  terra,  per  le  p.azze  ec^  af 
fellate  e  imhambacotUle   *  Sai.,  /(.•.eri 


,  2  5  Se  motteggiar  vogl.ono  alcuni  d.  lo. 
nrofes  ione  ec.  dicono  egli  fe  Berobesco  , 
Pf::;"    allal.occaccevole.eglielro,.po 

,H-e,lalo  IO  Pallaf.  Tratt.  ÒUl.^l- 
Onesto  vuoV.lire  essere  aRe.tato.  c.ob  n- 
^e^cl  con  affetto  e  con  dibgenxa  supe- 
riore al  pregio  dell'  opera.  (EP 

*   S    UÌ.EinrorzadiSusI.Uden.IHn. 
,.  28    Fulgenzio    fe  riposto   nel    numero 
degli   affettati  da   Gregorio  Giraldo  .    (C) 
%  §.iy.  Affettato,  injor^adt  SUSI,  ta- 
lora ìqun'ak  ad  A^etta-.ioae.   "  tar.  leU^ 
,     ,5n    Vorrei  la  .crillura  appunto  come 
ilparlare,  cioè  che    avesse    del    corrente 
piirche    dell'  aflvltalo  ,.  .    Ces.    Dtsse.l. 
Il     Morto  lui  (  Ceerone  .1  e  caduta  colla 
n.ertS.  la  eloria  dell'  eloquenza,  si  levare- 
'^'Tdeclal^ori  a  darle  i^  guasto  del  tutto 
passando  air  alfeltalo,  al  raffinamento,  al- 

e    antitesi  ed  alle  arguzie.  CO 

,-  G  V  Affettato,  e  anche  aggiunto  di 
r.  '  .11.,  nuale  .■!  è  soierchio  artificio, 
'^^rmfk  Amiano  MarcelUn. 
,'^'i"olv.   Greco,  e  scrisse  latino. -con 

locuzione  si  dura  ■"T-P"',;. ,  f  ^ ,' 
che  i;  una  morte  il  leggerlo.  Mi'in.  iTo... 
tLc  1  5  La  puril'a,  la  chiarezza,  la 
,?andezza,laviveL.e.al„ralapellegr.. 
S  non  affettata  ee.  sono  accompagna  - 
Ture  ed  ornamento  della  favella,  che  lor- 

""r '^  V".  tnoran.? affettata,  dicono  i 
rZlogi  Quella  ehe  e  direttamente  oolula 
l  osa  importante  e  necessaria  a  saper. si. 
"mestruL  1.  l3.  Qualunque  vescovo 
ordina  cherieo  d' allra  diocesi  sauzalicen- 

i:ùrcor:n::^^:™o^^:n^n- 

irtalaigno-rU,    la    quale  non  iscu- 

"  IfFETTATOBE.    Coir  e  larga. 
^    §     Sostituisci    alla    dicb.araz .    late 

nnche   Che  va    in    cerca  studiosamente  d, 
II., -In      Aec      innanzi    a   Sali-in.  — 

'nT     msi%    Per  questa  cagione  A- 

p'^L''dic'^  a  che  P?o.osen''e  eralroppo  sever^ 
affeltalore  d.  squisita  cura.  E  dopo  a  (Ci 
F  Z       Tose.    1.  4-  S"'"^''"  P"""P 
futoTe  della  Storia  Romana,  ?"  ^'J""' 
le  e  frasi  sue  fu  taccialo  come  affettalore 

'•'fAFFE^^ZIONCELLA^/^^^r.^d, 
Affettazione  .  Dal.  Pre/  Pr.  fior.  Chi 
fa  che  tuttavia  in  questo  cosi  flo"do  com- 
"o  -mento  non  trapassasse  q-'^'^j/S^- 
iazioncella  non  affatto  purgala?  (lì) 

Tj  AFFETTAZIONE  .  Agg.  m  fin" 
della  dichiarazione  «e/  p.r/«re,ne//o«M- 

,ere     nel  trattare,  0  simile. 

"^*  AFFETTO.     Sust.     Agg.     i-    «"' 
4n.V«r    6.   •59.Perlanalurasuac,,e 

erf  in  sul  Core  dell' C'a,  e  msul  caldo  de 

^^''J'T'Àl''l\oieha.«eno^-^'^-;'- 

corr.   affetto.     Anim.  E  Al  i    0-  "  ' 

piccolo.  (•)  ""■■  l"""''^- 

r^llT"""^^'^<OB..oa.E.er. 
.    4.  V  Non   creder  eh-  IO  monss,  al  o 

Spedale  .   Ma  mi  ci  affeziona,   senza    avei 
^-óar:vrel..natover.divo.^ 

^-■>''-"ra'^2es;:s;r:^:::': 

-;i^i:r^'p-    della  mia    men- 
le.  CO 


1822 


A  F  F 


A  F  F 


A   F  F 


AFFIBBIARE  .  Al  v-  7.  dove,  legge 
Sacch.   Op.  corr.  Frane.  Sacch.  Op. 

AFFIBBIATURA.  Dove  legge  Lib.  A- 
mor.  B.  57.  corr.  Lib.  Amor.  B.  67.  E 
dove  dice  argento  corr.  arieoto 

t  AFFIDARE. 

f  5  §.  I Cron.  Morelt.  agg.  aSj. 

'^   §.   II.   /C  per  Aver  fidanza  ec 

•tf-  §.  Per  Dar  fidanza.  Segner.  Mann, 
lett.  dedic.  Questa  mt-ilcsima  umaoilà 
è  slata  quella  che  di  Tantag^io  mi  ha 
qui  affidalo  ad  esporre  a  V.  S.  Illuslrtss. 
questi   sensi.   (C) 

t  *  AFFIUATRICE.  .  .  Sahin.  Pros. 
Sacr.  agg.  30-  Laopde  questa  gran  cod- 
vcrsione  di  Paolo  ella  e  ce.  una  scorta 
affidatrice,  e  un  pegno  di  sicura  speran- 
za. 

AFFIGERE  .  Allegane  I'  cs.  *  Viv. 
Disc.  Ani.  3.  Come  e  già  «tato  con  de- 
creti e  editti  da  affigersi,  opportnoamentc 
eseguito.  (C) 

*  §.  A£figere ,  vale  anche  Congiun- 
gere ,  Unire.  Varch.  lìrcol.  173.  Al- 
cane  d'esse  (particelle)  s' affigono  sola- 
mente a'  nomi,  e  alcune  solamente  avver- 
bi, /i  appresso:  Io  che  modo  s' affigono 
elleno?  (Cj 

*  AFFIGGERE.  Togli  dalla  dichiarai. 
Attaccare,  e  dell' es.  Car.  lìnciJ.  faune 
§.   così  : 

^'  §.  Per  Attaccare,  Appendere.  Car. 
En.   I.  408 (FP) 

*  g.  Per  Dedicare,  Consacrare.  Car. 
Fn.  9.  63l.  E  se  t'appesi  E  se  t'affissi 
mai  teschio  ne  spoglia  Di  fera  hclva  ,  or 
mi  concedi  eh'  io  Questa  gente  scompi- 
gli- (C) 

AFFIGURARE. 

*  g.  I.  A isimigliare  agg.,  Paragona- 
re.  E  leva  1*  es.  ò'alvin.  ec.  e  fanne  §. 
cosi  : 

*  g.  AJfiguiare  ,  vale  anche  Imitare, 
Happresentare  .  Salvin.  Disc.  2.  35.  La 
sordida  lusinga  ec.  fe  una  mastliera  d'  j- 
micizia  che  la  contraffa  si  bene,  e  raffi- 
gura e  r  appropria,  che  chi  non  ne  prende 
ben  guardia  ,  di  leggieri  1'  una  scambia 
dall'altra.  (C) 

*  g.  A/figurare,  dicesi  anche  delle  Fo- 
ci che  rappresentano  a  noi  /*  immagine 
delle  cose  che  significano  .  Salvin.  Pros. 
Tose.  2.  29.  Le  parole  sono  sigillo  ed 
impronta  delle  cose  medesime  cui  esse 
jffiguranu  talora  ed  apprupiano  con  tal 
giustezza  ed  enfasi  e  vivezza  ed  allusione 
di  suono  ec.  che  per  poco  dallo  medesi- 
me rappresentate  cose  si  scambiano  .  (C) 

*  §■  '*■  Agg-  alla  dirhiaraz.  ,  Happre- 
sentare col  discorso.  E  innanzi  a  ftV  *^'"'* 
vin.  Pros.  T0.1C.  2.  60.  Passione  veramen- 
te (quella  dell'amore)  quando  s'impos- 
sessa d*  un  cuort",  Icmpeslos.!  e  crudele  , 
per  cui  aflìgurare  ed  approplarc  non  *ì  ha 
colore  poetico  tanto  vivo,  ne  lume  di  di- 
re tanto  acceso,  che  non  resti  al  di  sotto 
della   vct-menra  di  quella.  ((^) 

t  #  AFFILAMENTO.  Al  v.  3  dove 
legqe  della  ruota  corr.  di  ruota 

AFFINARE. 

5.  I.  Al  y.  6.  dove  legge  libera  corr. 
libero  —  ed  agg.  in  fio.  *f  Sapg.  nat.  r.rp. 
Il4'  Non  ebbe  tempo  di  meltersi  djltur- 
no  a  questa  (esperienza)  per  maggiotmrnle 
iiffinarla    (C) 

AFFINATO  ...  Sagg.  nat.  rsp.  26. 
corr.  Saf:f'.  nat.  esp.    36. 

AFFI>E.    /  .   /.. 

*  %.  Lo  stesso  chi-  A{jHnclir.  Togli  que- 
Mo  g. 

t  AFFIOCARE.  All'  e».  Farch  rim. 
hur!.   agg.    1.  l\0. 

t#  AFFIONE.  KWrx.Brd  leti  agg 
2     166 

•f    AFFISSA7.I0NE. 

r   AFFISSO.    Add.   Agg.  ni  fio.  «  Fi* 


Disc.  Ara.  ig.  E  tali  alzamenti  sopram- 
modo eccedenti  i  segni  affissi,  e  conce- 
duti  loro  per  grazie  speciali  de'  serenis- 
simi predecessori.  (Cj 

*  g.  I.   Per  l'icino  ec. 
AFFITTARE.  Le*a  I'  ultimo  es.  e  por- 

talo  in  fine  di  AFFITTATO. 

*  AFFITTATOKE.  Ferbal.  masc.  Co- 
lui the  affitta  .  l  ine.  Mari.  lett.  18.  E 
volendo  farlo,  a  lui  non  maocberà  modi, 
ben  che  il  6lto  sia  per  un  anno  ancora, 
che  è  in  arbitrio  dell*  affiltalore.  (C) 

AFFITTO.  Sust.    Correggi 

t  5  AFFITTO  .  Sust.  Contratto  in 
virtù  del  quale  si  cede  ad  uno  il  godi- 
mento  di  una  cosa  per  un  determinato 
tempo  ,  mediante  un  prezzo  pattuito  j  e 
dice.ti  propriamente  parlando  di  poderi, 
0  d'  altre  cose  che  producono  utilità,  im- 
piegandovi il  conduttore  fatica  e  indu- 
stria- Cai.  lett.  56.  Quanto  alla  badia  di 
Carrara  ,  altcnderrmo  Messer  Donalo  ec. 
per  tonto  dell'  affitto.  lìorgh.  ì'esc.  Fior. 
^75.  Contenendo  la  maggior  parte  (delle 
scritture)  affitti,  e  allogagioni,  o  ricono- 
hcimcnti  e  ricevute  di  censi,  e  altre  così 
falle    minute  bisogne. 

^  g.  I.  Affitto,  vale  anche  La  Posses- 
sione, o  altra  cosa  tolta  ad  affìtto  j  onde  Tor- 
re affitti,  vale  Torre  possessione,  0  altre 
cose  da  uno,  e  posargliene  ti  prezzo  pat- 
tuito per  goderne  r  entrate.  «  Buon.  Fier. 
\.  ^.6.  Questi  Dappochi,  com'è  egli,  son 
coloro  Che  ec.  Andar  cercando  Maria 
per  Ravenna  :  Ovver  de'  fichi  in  vetta  a 
fare  incette  Ghiribizzose  :  torre  affitti,  ap- 
palli A   occhi  e  rrorc.   ((^) 

*  g.  II.  Affìtto,  dicesi  anche  II  prezzo 
che  si  paga  dall'  affittuario  della  cosa 
di'  e'  tiene  ad  affitto.   ((') 

#  §.  III.  Ad  affitto,  posto avverbialm.  coi 
verbi  Torre,  Pigliare,  Dare,  e  simili, 
vale  Torre,  Pigliare,  Dare,  e  simili,  il 
godimento  di  una  cosa  per  un  determi- 
nato tempo  mediante  un  prezzo  pattuito. 
"  Sen.  Ben.  Farch.  3.  7.  La  miglior 
|>arti;  che  sia  nel  benefizio  ,  si  perde  ,  se 
r  uom  può  richiamarsi  de*  lenefizii  come 
de'  danari  prestati  ,  o  rome  quando  si  to- 
glie, o  si  dà  ad   affitto  ab  una  cosa.  ((') 

*  AFFITTUARIO.  Allegane  es.  Fine. 
Mart .  lett.  18.  I  quali  (  cinquanta 
scudi)  veramente  ricompenserò  nel  be- 
nefìcio del  luogo,  il  quale  rovina  sotto  T 
avarizia  del  piescnte  affilluario  f/ri  stam- 
pa ha  per  errore  :  affitlatorc  ).  Band. 
Cocch.  Ji.  P.  382.  Che  nessuna  persona 
possa  entrare  in  detti  bagni  a  bagnarsi 
e  bcvrrc  r  acqua,  ne  mettere  nel  bagno 
delle  bestie  senza  licenza  dell'  affittuario 
di  essi  bagni.   (C) 

5   AFFLIGGERE. 

t  o  '  akb  'n  fio-  r/'; 

t  AFFLITTIVO. 

*  Z-  Aflltttivo  ,  agciunto  di  Pena, 
è  contrario  di  Pecuniariofedirterni.de' 
Legisti.  Sali-,  Spia.  3.  3.  E  benché  co- 
me a  ciltadino.  non  sìa  per  vrniinr^li  pe- 
na atllilliva,  ma  solamente  di  danari,  egli 
avrà  pure  ec.  Uden.  Ats,  3.  58.  So  da 
queste  pariilf-  >i  argomenta  re.  ,  lu  entro 
mallevadore  «)'  «)giii  pena  afllittìra  e  pe- 
cuniaria  allo   stetìo   Elìanu.    fC' 

5   AFFLITTO. 

i>  S.  VII.  Al  V.  /|.  dovf  legge  alUilIr 
corr.  afllitte  »  .  /■'  al  v.  6.  dove  dice  Per- 
seguire •».   corr.    Perstguire 

AFFOCATO.   Add. 

*  S    I.  Al  V.  .3.  dove  /cf^e,  o  priiotei- 
za  lef:gi ,  e  proolezia — Kd    agg.    innanzi 
a  (C)  Fior.   It.   35o.   E  dicendo  questo  lì 
tenne  drieto  lulla  aflbcata  con  piedi  Irg 
puri ,  clic  parca  eh»-  vuIjsic 

t  3    AFFOGARE 

S  §,  111.  Togli  f(lie»  Bk^cì  io.  a3. 
14     «    *>    Salvin     Knetd 


*  g.  V.  Dopo  Cr.  agg.  1.  6.  Il  rovo, 
avvegnaché  faccia  assai  forte  siepe,  tolta- 
volta  consoma  e  affoga  1'  altre  piante.  E 

=?  jj.  v;i.  Affogar  Ulto,  vale  Diur^ 
tarlo  .  corr*  .affogare  una  persona  ,  una 
provincia,  o  simile,  vale  Disertarla,  Op' 
primerla.  Ed  agg.  innanzi  a  (Cj  Borgh. 
Fior.  Vesc.  520-  Dopo  quelle  gran  piene 
de*  barbari ,  che  affugaron  1*  Italia. 

t  §.  IX.  Air  es.  Cron.  Mortll.  agg. 
256.  F.  dove  legge  danaio  leggi  denaio  Ed 
a^g.  in  fin. — •*  Fav.  Etop.  S.  Il4-  Pe' 
questa  femmina  possiamo  intendere  cia- 
scuna donna  ,  la  quale  per  luogo  tempo 
è  stata  col  suo  manto  ,  [«ortaodo  pregio 
di  grande  onestà,  e  poi  quand*  ella  e  vec- 
chia, ed  (gli  è  morto,  non  teme  kia»iiiio 
dalla  gente  ,  e  sì  piglia  altro  marito  :  e 
per  lo  cavaliere  ciascuno  sciagurato  che 
per  danari  s'affoga.  (C) 

tS-X.  Apg.ìnfin.  *  ì  as.  Op.lett.6. 
371.  Ecco  io  mi  partii  di  casa,  dove  io  affo- 
gavo nella  comodità  e   nella  quiete  .  (Cj 

^  g.  F  affocar  uno  in  checchessia,  vale 
Dargli  in  grande  abbondanza  di  checches- 
sia .  Bern.  lett.  ^S.  Vex  le  prime  che 
Monsignore  scriverà,  dovcrcroo  intendere 
il  tutto,  ci  io  allora  ec.  ri  affogherò  ne- 
gli avvisi.  (C) 

*  g.  li  Avtr  di  checchessia  da  affO' 
garvi  uno  entro,  vale  Aver  di  checches- 
sia in  grande  abbondanza.  -  Bocc.  nov- 
2'S  lA.  lo  ho  tante  borse  e  tante  cioto- 
le, che  io  ve  r  affogherei  entro  «•.  (C) 

t  §.  XV.  Dove  dice  Salv.  Gran.  3. 
8-  E'  si  rompe  —  corr.  Salv.  Granch.  3. 
8.  Quaodo  le  cose  hanno  a  ire  Male,  e*  sì 
rompe 

f  *  g.  XVI.  Agg.  in  fin.  C) 
AFFOGATO. 

-!■*§.  III.  All'è*.  Alleg.  agg.  122.  Mm- 
sterd.   I'j5!\)  e  dove  km  dove  corr.    Dove 

*  AFFOLLATAMENTE.  Agg.  in  fin 
F  28.  6.  La  quale  (  plebe  j  doveva  affol- 
latamente (.incorrer  a  molleggiar  le  la- 
grime d'una  genie  compasiiune^ole  .  ma 
non  mai  compalila.  (Cj 

t  3   AFFOLTAHE. 

*  g.  II.  Alv.  8.  dove  legge  troppo  lepgt 
tanto 

t  3  AFFONDARE. 

g  IV.  Allegane  1'  e*.  *  Giov.  Geli. 
Fit.  Alf.  79.  Attendeva  del  continuo  ad 
jffortìficar  la  città,  arcre^crndo  le  mura, 
affondando   ed   allargando   1  fossi.   (C 

t  AFFORTIFICAMENTO.  Ag^.  in  fin 
*  Giov.  Geli,  f  it.  .^Ij.  ao5.  He  cerca- 
va nomìnauia  onorala  Alfonso  in  questi 
edifizii  cr.  fatti  da  lui  ec.  con  grandi  al- 
furtificamcDti  da  guerra  con  bastioni  mara- 
vigliosi,  e  con  una  niuniziooe  e  apparec- 
chio (pavcntevidissimu  d' artii^liena  .  iCj 
AFFOHTUNATO  .  Togli  V  et.  Coi 
Uff.  Cam. 

AFFRANCARE. 

ì:f  g.  Per  mttaf.  Salvin.  Disc.  a.  339- 
Laonde  con  niulla  ragione  disse  %neca  , 
thr   la   filosofia   affranca   l'  uomo.  (C) 

AFFBITTELLAHE. 

§.  Allegano  V  e».  '4  Cecch.  Prov  94. 
Allora  io  grido  a' miei:  ah  valeotoomiDi, 
Che  .*tjte  a  LuoT  il  campo  enne,  E  te 
^li  affritlcllò,  e  un  non  rimase  Vivo.  tB) 

AFFRITTELLATO  Agg  in  fine.  * 
Lase.  rim.  a.  73.  Sonu  asaai  linone  1' 
uova  maritate.  Ma  trupno  tempo  drente 
vi  »i  mette,  K  troppo  fìstio  fan  1' affrit- 
lellatr.  Pros  Fior.  Dal.  CiCìl.  3.  I  161 
Onde  |.ìgliatele  (le  uova)  da  bere,  sode, 
fc.  matjitate,  airritlelUte  ce.  sem[Mre  lon*' 
ottime,  ft  'ì 

t  AFFRONTARE.  Agg- m  fin.  #  Cai 
Irti.  I.  <>r>-  Falrarono  in  Chie»B  V  una 
d.illa  prima  porta,  e  1'  altri  dall'  uluroa  ; 
ed  appunto  alla  pila  dell'  acqua  licard^tta 
I*  jiffrooiarono  insienir.  (C' 


A  F  F 


A  G  E 


A  G  E 


1823 


Cas    187.  Terminando  tulio  le  parole  .n 
^Cli.  necessario  i  che  insieme  s  aBrou- 

"":    ',v^  A-.  in  fin.  *   J""'-"     =»•    ^i^: 

.ffronla  seco,  e  pascalo    '""    ""'^^'^^^ 
*  S.  JlfrcUarsi  co,,   nno  nel  /u«  -na 

»  I        /M»,.     i  nr    leti,    tonni'  t21- 

ffl  che  uno  ha  Jalio-  i  *«'^*  '* 

Hocaroche    vis,a.oaaW,la.o   mccoa 

veder  che  lo  voci  usale  Ja  me  non  sono 
di  corpo  e  d-  accidente  foresl.ere.  ((  ) 

*  AFFllOiNTO.  „ 
3.    .40.  Nonn;isirendcinver,s,nuechc 
„.U-  affronto   delle   due    vocal.    nel    dire 
/„   .•r-.ngr/o,  /«  e/«.o,.e  ce    s.  vemsse  a 

'"T^^"rt^':'rfinr^'W«.^- 

Jtale'  del  marchesato  <!■  Monferra  o^^C^ 

*  AFFUM.VKE  ec.  .^/  >^  3.  o.e"« 
M    Aldobr.  corr.  W-  -4Wo6r. 

•t  AFFUTABE.  £)«  F..(».   D»"ccm- 

l'esUrconchiudeLafov.a  e  la  v.nuJe 
e"    .ndug-avvendetta    Elaalluoga 
fiella,  E  mettere  in  olirla,  E   attutala 

"x'FinASZA.  Leva  l'ultimo  es. 
A  FORMA.  ,,       , 

*  I  FOI.ZA.  V  OS.  OvUl.  allegalo  co- 

ohe  tolto  (Telemaco),  mentre  che  ogl, 
^^Iparecchiiv,  d- andare  a  Paonq-- 
a  nlslra  fo.»  per  .spiar  novelle  del  duro 

•"f  FRENO O.   y.  8.  7.    ..  I 

.on.  G.   y.  8.  >3.  2-  .  .     ,      ,., 

:J    A   FRESCO.   Poni  in  ha.   U  ] 

A<:.AZZlNO  .  Sorta  di  pruno  che  Ja 
!e  coccole   rot.e  .    Lai.    pyracnlha  .   Gr. 

''"'+°J  "agente  .  Correggi  la  dichiara- 
.ione  cosi:  Che  agisce  .    Ed  agg.  m  fin. 

*  r.V.  2J...C.  ^rn.  28.  Intendo  bens.  d. 
discorrere  deU'  altra  causa  agonie  dalle 
parti  di  sopra,  la  quale  s'è  resa  e  s.ren 

de.'a  sempre  più  sensibile    fC/ 

*  8    I.  Corr.ladichi,.raz.  co;.,:  Agente, 
,,.,   „Ì  «nrfe    m   for-^    ^i    sus,.     e  ^ale 
Quello  che  fa  fazionej  ed  m  questo  senso 
?  termine   delle   scuole,    ed  e  opposU,  a 
Paziente.  -  E   dove  ha   ( apr.    Hott.  9. 
70,    corr.   Capr.   Boll.  9    179. 
AGENZ.VRE.  Correggi 
+  5  AGESZARE.  l.A  ^el•lr.  e  neulr. 
pass.    Piacere,    Aggradire      Ri.n  .  Ani. 
Mona   yina   I^O.  Mollo  m  fS'"""» ;"; 
slra  parvenaa.  *  £  Folcacch.ero  Folcac 
chier,.  1.   16.  Li  drappi  di  vestir  non  mi 
>•  agonia.  /V  M^P»   Pagi'"'-  '■  *39,^'- 
su  ne  riso  d'altra  mi  s' agonia.  TT  .»/-.<■- 
Siro  Migliore  da  Fiorenza.  2.  «56.  E  non 
disdegni  la  vostra  polema  oc.  D.  diffioire 
per  vostra  semema  Quel    che    v    agonia 
siudicar  migliore.  (C) 
'     t  S     'n  signific.  atl.    Adornare  ,    .•/"- 
helhr?.  Frane.   P.arb.   Sóg.   I-"..    1,"  «la    "r 
dottrina  bo  provcdeoia.  Che  Io    ntellelto 
jgL-nia  . 

:;■■  g  F  in  signific.  neulr.  pass,  per 
Abbellirsi  ,  Adornar.^,  .  Kwi.  aiit.  J.'C. 
Ja  Untino  1  262.  Sovclla  CaDlon-.  prc- 
•  j  Quella  che  sema  intoma  Tuttor  s 
I.oDia  di  gentil  costumi  ,  Fuor  ch'ella 
d°amar  nega:  oc  Che  doglia  (s,  dolga) 
.lol   mio  lutto.  (C, 

*  §.  A"  per  Ispecchiarsi.  >•  Oiii".  ("1. 
5  22  Credo  ,  che  piacesse  a  lui  di  pe- 
nero »o'  tra  noi  per  fare  maravigliare,  e 
perchi;  fusto  ispocchio ,  e  miradore  ove 
Ti  provcdesso  ,  o  agcniassc  ciascuna  va- 
lente e  piacente  donna  ,  e  prode  uomo  . 
,chif.udo  viiio,  0  seguendo   virtù     /•.  '"". 


,  ,0.  Lassastine  ec.  A'  figUuoi  tuoi  mi- 
nistrare; Di  cui  ogni  ben  for  m  appare. 
E  vero  specchio,  u  s'  agonia  Ciascun  eh 
ha  piageuia  in  amore.  (Cj         „.     ,      . 

4%.  In  signijic.  neulr.  per  Risplende. 
re  /rrMarc.  ..  lUm.  ani.  Dant.  Ma.an. 
80.  In  cui  luti'  ora  agonia  Pregio  e  va- 
lore più  che  in  donna  mai  ".  ('  J 

a:  fi  ^.emarsi  d'  una  cosa,  0  perso- 
na .  per  P.ncersi  .  Compiacersi  ri'  una 
cosa,  o  persona.  H.m.  <"•';,.  f-'f^ 
Maian.  2.  499'  ''"»  donna  d.  bella  fai- 
ione.  Di  cui  '1  meo  cor  gradir  mollo  s 
agonia,  Mi  fé  d'  una  ghirlanda  donagio 

""'* 'agEVILMESTE  .  Avverb.   y.  A- 
Agevolmente.  Bui.  h-f.    1.    Significa  ec. 
v'impelo  che  scaccia  1'  aire    eoe  la  vio- 
lenza che  scaccia  li  debili,  che  agevilmen- 
te  cedono  come  1'  aire.  (C) 
AGEVOLAMENTO. 
AGEVOLARE.  Correggi 
+  3   AGEVOLARE.   Rendere  agn-ole  , 
Facilitare  una  cosa  ad  uno.  Lai. /-.«/«« 
reddere.   *    Tass.    Ger.    ig.   "8.   the 
loco  ove   mori  1'  uomo    immortale     Tuo 
forse  al  cielo  agevolar  la   strada.  (Pj  Ga- 
lli.   Opcr.   .islr.  464.  Non  possono  essere 
di  gran  momento  appresso  gli  uomini  d 
inglgno  saldo  ,   ben   affetto  ,  e  desiderosi 
di  agevolare,  e  non  difficoltare  le  impre- 
se .    i>?/.cr.   Con/,   instr.  cap.    l.  Se  gì. 
può  (al  penitente)   agevolar  di  modo  la 
ogge,  ch'egli  s'  innamori  di  soggot laise- 
le;  e  può  slar^arsegli  tanto,  eh  egli  già 
quasi  libero  scuota  il  giogo.  Bed    so,,.  21. 
Ma  quel  gran  ghiaccio  agevolo  la  via  D 
amor  a  una  sorpresa.  (C) 

if  e  1  Agevolare,  vale  anche  Render 
facile  all'  intelligenza.  Varch.  Le^.Dant. 
2  307.  Ma  noi  1  quali  corchiamo  di  age- 
volar le  cose  ,  e  che  volerne  che  questi 
nostri  rrolegcmcni  servano  non  solo  ai 
'  libri  dei  fi\oso6.  ma  di  luti,  gli  allr  seni- 
lori  oc.  porremo  tulli  quelli  .  quali  giu- 
dicberomo  che  possano  arrecare  o  ulilila, 
o  agevoleiza.   (Ci 

+  S    li    Per  Render  mansueto,  corte- 
.«TLat.    lenire ,    mulcere  .    Gr.   py.O.O' 

"^"■^yk' ni.  Agevolare  ,  vale  anche  Fare 
„,io  .comoditi  .  vantaggio  ,  0  simili  . 
/i/occ.  «0..  77■'l7•Equeslor/.ccl-.o- 
/„;  prosi  non  per  agevolarti,  ma  por  es- 
sor  più  tosto  lieto  ...  Borgli.  Urig.  tir. 
,09  Fu  lutto  questo  fatto  non  per  ago- 
volare  ed  accomodalo,  né  pur  anche  ii- 
volare  cu   ..  trovarono, 

spettare  gli  abitatori  cne  ci 
ria  per  far  loro  male  in  prova,  l)  Las. 
Ori-  leg.  A-  Donde  eh'  esso  incominci 
rrg./"-/senia  fallo,  se  contro  altri 
s.  vofge,  egli  noi  fai'a  per  risparmiar  voi, 
ne  per  agevolarvi,  ma  per  suo  comodo, 
"per  piuttosto  0  con  minor  periglio  dare 
oflouo  alla  sua  inteniione.  (f'^' 

■::.  §.  IV.  Agevolale.  '""'^ "«/"  , f,'" 
minule  le  impo..te.  i  --'''■'j'';,  ^p' 
ehi.  e  simili,  ad  uno.  l\ov  ani.  slnmp^ 
ani    7.  E  se  in  fare  .1  tempio  furo  (itnoi 
popcliì  gravati,  tu  li  agevo  erai.   iCj 
'^  -  R      V     Agevolare,  vale  anche    fi 
mZuìre  lapcia  dell' animo  .    f  "',7  ; 
Bocc.   Leu     Pia-    Poss.   2,1.  Questo   v 
f.cvolci'a  la  noia  ,  dove  1'  altro  1  aggra- 
vlrobbe  6..W -'"<  P"-'"-  ''-^S"""' '•" 
Ì^Tt^'l' Agevolare    uno    di  checche.^- 

.;.,  tale  Fornirlo.  i="" ■^''"•'<' '  f  "; 
molarlo  ri,  checchessia  .  Bemb.  Stor  2. 
22.  Allora  il  Principe  gli  disse:  amisi 
che  egli  in  Francia  tornare  se  ne  polra 
se  noftro  amico  vor.b  tornarvi;  e  noi  d, 
tutte  le  cose  che  gli  fieno  di  bisogno,  vo- 
lenlleri  l'agevoleremo.  (L) 

AGEVOLE.  Correggi 

j-  AGF^OLF..    ^dd    Che  ha  poca  ■'!/■ 


ficoltà.  Che  si  può  fare,  eseguire ,  o  si- 
mili, facilmente,  sema  gran  difficolta,  o 
sforzo.  1.11.  facilis  .  Gr.  fotoios  ■  Bocc. 
nov.   l5.   II.  Le  cose  mal  fatte,  e  di  pan 
tempo  passate  sono  troppo  più  agevolila 
riprendere  che  ad  emendare.    G.    /.   7 
I-.3.  2.  Il  qual  fiume  in  quel  tempo  era 
mollo  sottile  d'acqua,  agevolo  a  passato 
a  quo' da  pie,  non  che  a  quo' da  cavallo 
*   Fr.    Ciord.    Fred.    l2l\.  Non  è  cosi  di 
lui  (   Cristo  ) ,   com'  è    degli   uomini   del 
mondo:  e  però  gli  sono  (le  paci)  agevoli. 
7Vif.    D<ii'.    Ann.  2.  32.  Appuotossi  che 
facessero  massa  nell'isola   de' Baiavi ,  d 
agevole  sbarco,  comoda  a  mandare  le  bi- 
sogne alla   guerra   per  lo  Fono  .    Bemb. 
Asol    2.  94.    Come  fu  all'  antica  Pene- 
lope  agevole  lo  stessere   la   poco   innanii 
tessuta  tela.    Veti.    Colt.   3g    E  ,  quel  che 
non  imporla  poco,  sono  più  agevoli  a  ca- 
vare .   t'fCcA.   Stiav.   3.    4.  Egli  era  age- 
vole cosa  che  quando  ella   se   ne  andava 
ella  ne  portasse    via   qualche  cosa  .   Cai. 
Sist.  3o6.  Le  altozie  meridiane  della  slolla 
sono  più  agevoli  da  osservarsi,  come  quel- 
le che  sono  terminatissime.  (Cj 

*  fi.  I.  Talora  vale  Facile  ad  inten- 
dersi .  Chiaro  .  Varch.  lez.  535.  Confe- 
rirò oggi  liberissimamente  con  più  brevi 
parole  ,  e  più  agevoli.  (Cj 

:;:   fi.   II.  Agevole,  trattandosi  d,  per- 
sona, vale   Che  SI  rimette  all' alt,  ni   vo- 
lere    Che  cede  .<enza  contrasto.  Compia- 
cente .     Lai.    facilis.     Tac.      Dav.   Ann. 
5     107.   Fu   piacevole  più  che   ucn   loda- 
vano le  donne  antiche  ,  moglie   agevole  , 
madre  superba.  (C) 
I       :;:  fi.  HI.   Vale  anche    Che  facilmente 
'  s' Induce  a  checchessia,  o  a  far  checches- 
sia. Lai.  facilis.   Cose.  S.  Bern.^0.  Sono 
stato  lieto    alle    cose   prospere  ,  e  Iragile 
alle  cose  avverse  oc.  agevole  alle  cose  u- 
mane,  e  malagevole   alle    cose  oneste.  A. 
Agost.   C.  D.  5.  24.  Sono  tardi  a  far  ven- 
della,  ed  agevoli  a  perdonare  .    InJ.  Sec. 
leu.  in  fine.  Sono  tale  qual'  ella  vuole, 
perehi!,    cosi    volendo,   mi  fa    esser    V 
S    ma  il  mondo    non    sar'a    egli  cosi  age- 
vole  a    lasciarsi    persuadete,   come    sono 

'"■*  8.  IV.  Talora  vale  Affabile  ,  Alla 
mano.  Trattabile  .  Lai.  affa.bilis  .  tav- 
l.sop.  Test.  Rice.  60.  Io  v'  aveva  dato 
signore  agevole,  e  non  lo  voleste,  li) 

*  S  V.  -tgevole,  talo,-a  e  aggiunto 
di  matto,  o  simile,  ed  allora  èj  opposto 
,ìi  Furioso  .  ..  Belline,  son.  8a  Agevol 
mallo  se', che  tu  stai  scrollo".  (l^J 

+  1   S    VI.  Agevole,  trattandosi  di  a- 
niLle.sis,ii/!ca  ilansiieto.  Che  si  lascia 
palpare.  Lai.  mansiietiis.  Fir.  As.  209. 
Faceva  una  grande   istania  per  voler  sa- 
pore ,  come   io   ero  agevole .   Alleg.  So. 
Becco  sciavero,  o  indiano,  Becco  agevole, 
grasso,  o  becco  lucco  .  ■:•   Cecch.  itiav 
3.  4.  Voi  potevate  mandar  (-er  la  bestia 
a  Nastagio  .  che   in    ogni   modo  1  ha  te- 
nuta nella  stalla,  «  veramente  tor  quel  a 
1  del  irete,  ec.  che  dicono  quelle  brigate 
che  1-  hanno  adoperala,  che  1  e  si  buon., 
e   cosi  agevole  ,  e  ,   vedele  ,   proprio   d., 

I  donna    (C)  ,. 

:?  §.  VII.  Agevole,  aggiunto  di  le,. 
to.  vale  Soave,  Grato.  Poliz.  OrJ.  1 .  ij- 
non  è  tanto  il  mormorio  piacevole  Delle 
frese'  acque  che  d'  un  sasso  P'»"";""  • 
Sfe  quando  soffia  un  vontol.no  "Se^"'^  *" 
le  cime  dei  pini,  o  quelle  rombano  Quan- 
to  lo  rimo  tue  son   sollaizevole.   fC; 

*  8.  Vili.  Agevole,  vale  <"f\^'L' 
produce  facihnenle  un  effetto  .  l  ■  AGE- 
VOLISSIMO. lO  „ 

*  e.  IX.  Per  Destro,  Idoneo     Fron 
to      Atto.    Rocc.    Lett     Pr.S.   Ap.  ^i5 
erodo  che  tu  abbia  penna  p.u  agevole  ad 
ogni  cosa,  .he  non  ho  .0.  (l) 


i8ft4 


A  ti  £ 


t  §.  X.  Agevole  ,  vale  nache  Àgile  ■ 
JLat.  agilis.  Sen.  Prov.  l\2.Q.  Agevoli  to- 
no i  membri  a'  corrieri. 

AGEVOLEZZA.  Correggi 

t  J  AGEVOLEZZA.  Mancania  di  dij- 
fUohà  ,  Facilità  a  far  ckecchestia  .  Lai. 
facilitas  .  Gr.  ^asTWVT)  .  if  Plut.  Adr. 
Op.  mar.  4-  l35.  Tutto  quello  che  per 
■scherza  o  tratleoiraento  alletta  gli  uomi- 
ni all'apprendere  ed  esercitarsi,  i  bruti, 
ancorché  sia  cootra  la  disposizioae  del  cor- 
po loro,  imparano  eoo  agevolena.  Salv. 
Avvert.  I.  2.  1.  Da  esso  (popolo)  con 
maggior  sicurtà,  e  più  ageToiexza  appren- 
der si  possono  (le  regole  della  lingua)  a 
tutte  r  ore.   (C) 

*  §.  I.  Agevolezza,  vale  anche  Faci' 
Illa  in  lasciarsi  andare  a  far  checches- 
sia .  "  Cas.  leu.  67.  Ed  oltre  a  questo 
puoi  fimilmente  sapere  quanto  danno  li 
ha  fatto  questa  agevolezza»  e  questa  pron* 
tetta  di  lasciar  lo  studio  ».  (C) 

#  g.  II.  Agevolezza,  talora  vale  Chia- 
retza.  l'arch.  Lez.  Dant.  l.  170-Misfor- 
lero  ec.  di  raccontarvi  cose,  se  non  gran- 
di ed  inusitale  ,  almeno  utili  e  dilettose  , 
roQ  quella  Lrevili  ed  agevulexsa,  che  da 
Dio  ollimo  e  grandissimo  dalor  di  tutte 
le  grazie,  mi  sarà  conceduta  maggiore.  E 
2.  86-  Ma  venendo  finalmente  al  fdlto  , 
dico  che  per  proceder  distintamente  ec. 
dichiarerò  per  ordine  di  mano  in  mano 
queste  sette  cose  con  quell'  agevolezza  , 
che  da  Dio  ottimo  e  grandissimo  mi  sarà 
conceduta  maggiore.  (C) 

^  §.  III.  Agevolezza ,  si  piglia  anche 
per  Comodo,  Vantaggio,  che  si  fa  altrui,  e 
dicesi  sopra  tutto  di  quello  che  si  fa  ad  un 
compratore  ,  0  ad  un  debitore  ,  dandogli 
tempo  al  pagamento  ,  o  facendogli  altro 
utile.  Fir.  nov.  7.  267.  Il  buon  uomo 
cr.  disse  che  era  a  posta  loro  ;  ma  che 
voleva  vedere  cogli  occhi  suoi  ,  che  la 
fanciulla  n*  andasse,  che  non  ci  voleva  a 
verun  patio  rimanere  ingannato,  e  pero 
era  contento  dar  loro  cena,  v  prestar  loro 
il  letto  e  far  tutte  le  agevolezze  che  biso- 
gnavano, perchè  la  sera  vegnente  e'  con- 
sumassero il  matrimonio  in  casa  sua.  (C) 

sj=  §.  IV.  Agevolrzut ,  vale  anche  Co' 
sa  che  agevola  checchessìa  ;  Lusinga . 
u  Dani  Purg.  3l  E  quali  agevolezze,  o 
quali  avanzi  Nella  fronte  degli  altri  si  mo- 
strar© ,  Perchè  dovessi  lor  passeggiar  an- 
zi. (C) 

*  §.  V.  Agevolrzza,  talora  vale  Dt- 
sposinone  naturale,  o  acquisita  che  altri 
ha  di  fare  una  cosa  senta  dif/ìcoltà,  o  fa- 
tica .  Plut.  Adr.  i)p.  mor.  i^.  l35.  Ma 
imparando  esquisilamentr,  e  ricordandosi 
ì  cavalli  e*  buoi  d*  inchinarìì  ne'teatri,  di 
damare  ,  di  fermarsi  ec.  ,  mostra  la  loro 
agevoletsa  in  apprendere  tulio  quello  che 
Mom  verna.   (C) 

#  §.  VI.  Agevolezza,  si  dice  anche  t. a 
maniera  agti'ole  colla  quale  una  cosa  è, 
e  semhra  fatta  .  ì'as.  Op.  ì'it,  4-  105. 
Mostrò  in  questo .  e  negli  altri  suoi  pri- 
mi  lavori  Piero  un*  agevoletia  inaraTÌglio- 
sa,  la  t;iiale  non  offende  mal  T  occhio,  ne 
in  parie  alcuna  b  molesla  a  chi  rigu.ir- 
da    (C) 

t  S-  VII.  Agevolnza,  pariandoti  di  ani- 
mali  trraeionetoli  .  vaie  Mansuetudme  . 
Lai.  mantuetudo.  Cr.  9.  pr,  2.  Presono 
prìmieraroenic  !*•  peroro  |>cr  l'utilità  e  age- 
voletta,  le  quali  nussimamente  per  natura 
son  quiete  e  accoorc  molto  alla  vita  drl- 
l'  uomo  . 

AGGErcillMENTO  ■  Agg  in  fio.  * 
Sahin.  Pros.  Tose.  365.  Nella  sacra 
Scnllura  ec  per  ispiegare  uno  aggecrhi- 
mento  r*d  infimo  punto  d*  umiliazione  ce 
ti  leggi'  :  io  son  verme  ,  e  non  uomo , 
hrobhio  drlle  pcrioao,  e  ributtamenlo  del 
popolo.  (C) 


A  G  G 

5  AGGETTIVO,  e  AGGUIETTIVO- 
Agg.  in  fin.  *  Varch.  Lez.  169.  Quello 
che  i  Latini  dicono  Superfluum  ec.  con 
nome  aggbiettivo,  è  detto  medesimameo- 
te  da  noi  agghieltivamenle  soverchio.  (C) 

t  *  AGGETTO  -  Dopo  a  Vas.  agg. 
Op.  f  it.  5.  160.  Ma  di  larghezza  e  lun- 
ghetta tanto  minor  di  quel  di  sotto  quanto 
era  1*  aggetto  e  scorniciamento  dove  pas- 
savano le  delle  figure.  (C)  E 

AGGHIACCIATO.  Poni  in  fin.  il  se- 
gno 9  J  e  leva  il  §•  I ,  leggendosi  nel 
Fir.  rim.  ^3.  non  agghiacciato,  ma  ad- 
diacciato. (  Vedi  questa  voce  }.  DÌ  questa 
correzione,  come  di  qualche  altra,  vo  de- 
bitore alla  lettura  delle  foci  e  maniere 
ec.  del  eh.   Sig.    Gherardiui. 

•f  AGGIACERE. 

't  AGGIRARE. 

^  §■  ■^ggi^^^^  '^  cervello  ad  uno  , 
vale  Confonderlo  ,  Offuscargli  la  mente. 
Capr.  Bott.  rag.  3-  Così  ti  ho  a  chia- 
mare ec.  coro*  io  ho  fallo,  e  com' io  farò 
ancora  ,  per  non  ti  aggirar  lauto  il  cer- 
vello. (C) 

!v  §.  Aggirar  uno  per  alcun  luogo  , 
vale  Farlo  girare,  0  Menarlo  in  giro  per 
quello.  La.tc.  Sìbili.  5.  8.  Se  io  %c  lo  tro- 
vava (in  S.  Otaria  del  Fiore ) ,  l'aggirava 
tanto  per  Firenze  ,  che  alla  più  fraci* 
da,  non  sarebbe  tornato  a  casa  di  giorno 
mai.  (C) 

%.  V.  Agg.  in  fine.  4  E  Suoc.  5.  5. 
Coslei  s*  aggira  :  ve\qucl  che  fi  il  pecca- 
lo. (C) 

AGGIUDICARE. 

*  §.  1.  Agg.  in  princ.  Cron.  Veli.  l35. 
Le  case  di  Firenze  aggiudicarono  a  Boc- 
caccio e  alla   Giovanoa- 

*  §.    Il ffaliov.   stani,   al  Redi 

agj,-.   3.    i8iJ. 

AGG1USTA.MENT0.  Agg.  m  fine-  * 
ì  tv.  Lett.  Uom.  ili.  2.  II.  Mi  ti  dimo- 
strò ec.  a  pieno  soddisfallo  dell'  aggiusta- 
mento che  dopo  laote  controversie  e  re- 
plicate missioni  di  deputali  e  periti  io  ne 
uveva  allor  riportalo  soscritlo.  (C) 

AGt;iUSTARE. 

t  §■  III.  Per  Pagare,  Saldare  il  conto. 
Core,  rtggiiistare  i  conti ,  0  simili  >  vale 
Bi'ndergli  pari  pagandone  le  differenze.  E 
agg.  in  fine  i  due  csempii  Buon.  Fìer. 
e  lied.  lett.  aggiunti  al  tema  ,  e  il  seg. 
Alleg.  177.  (Amst.  1754)  Con  essi  aggiu- 
slerem  quel  conlicino,  Che  d'  argenti  fran- 
cesi a'  giorni  andati  Fassò  fra  me  e  voi. 
(C) 

*  §.   IV Tac.    Dav.    Star.  a. 

379.    forr.    7'ac     Dav.   Stor.   2.    279. 

§.  VII.  Agj;.  in  fin.  #  Cecch.  Ùot.  2. 
5.  Pregale  un  po'  mio  padre  ,  1*  so  pur 
che  voi  gli  liete  amico  ,  e  che  vi  aggiu- 

,  sta  fede.  (C) 

'         #   §.   Aggiustare  ,    in  signific.   neutr. 

'  pass,  per  iissn^  adattato  ,  Con\tnire  , 
Addirsi.    Sahin.    Disc.    |.    6.   E  l'aluo 

'  di  più  gli  dà  il  soprannome  d*  Arido  j 
litolo  che  %"  aggiusta   al  Tabacco.  (C) 

;       t  AGGIUSTATEZZA.  Allega  l'es.  co- 

'  >i:  Se::ner.  .Mann.  i)tt.  3o.  3.  E  se  ri- 
guardi il   modo,    lo    si'ppc    fjre    fc.    con 

)  lanlo  di  aggiustaletta,  e  di  amabilità,  che 

I  i  circostanti  invece  di  spaventarti  e<-.  gli 
corsero  tosto  attorno. 

#  §'  Aficiustattizit,  %'ale  anihe  Fsat- 
I  Ulta  to/i  i/ic  si  due  tutto  ciò  che  con- 
'  viene  sens<i  che  al  dtsCi>rso  manchi  nulla, 
'  o  che  niitia  siavi  dt  superfluo.  Ce*.  Bell, 
\  Pani.  I  a68  Chi  di  noi  avrebbe  delto 
I  in  pro»a  questa  tentcuta  cr.  coQ  tanta 
I  aggiustatetia  ,  e  precisione  ed  eleganta  , 
j  con  quanta   Daule  fa  in  rimai  (C) 

I        t   3   AGGIUSTAIO 

'        4t  §.    Partite  aggiustate,  diconsi  Quelle 

!  che  sona   state    saldate      /*.   PARTITA  . 


AGG 

t  *  AGGOLPACCBIARE  .  AlUg. 
leti.  corr.  Alleg.   124    (  AmsUrd.   1764) 

«  AGGRADIVO  /  .  A.  Add,  Gradilo. 
Guttt.  nm.  i.  56.  Tanto  sovente  dett'ag- 
gio  altra  fiala  Di  dispiacenza  e  di  falso  pia- 
cere ,  Che  bel  m'  è  forte  ed  aggradivo  or 
dire  Di  ciò,  che  di  ver  grado  in  cor  m* 
aggraia.  (C) 

AGGRANCHIARE.  Agg.  in  fin.  #  Serd. 
Galeott.  Mart.  5o.  Abbiamo  le  più  volte 
quei  ce.  che  erano  aggranchiati  dal  fred- 
do ,  essersi  col  bere  del  vin  puro  riscal- 
dati. (C) 

t  3  AGGRANDIRE. 

#  §.  L  Agg.  intizoxi  A  (C)  Segn.  Star. 
II.  3o2.  Papa  Paolo  allora  desideroso  ol- 
Iremodo  d'  aggrandure  i  suoi,  piese  un*  oc- 
casione di  dar  loro  uno  stato  nuovo. 

AGGRAPPARE  ec. 

g.  II.  Agg.  in  fin.  #  Car.  En.  9.  865. 
Giunse  alle  mura  ed  aggrappossi  io  gas- 
sa. Che  stendea  già  le  mani  a*  suoi  com- 
pagni. (C) 

#  AGGRASSARE.  Togli  quesU  voc«. 
3  AGGRATICCIARE Dav. 

Colt.ì.   83.  corr.    Dav.   Colt.   l83. 

t  §.   II Cas.  lett.  77.  corr.  Car. 

lett.  I.  77.  — •  Errore  dì  Crusca- 

AGGRAVANTE. 
•  #  §.  E  tn  forza  di  sust.  Segner.  Mann 
Apr.  26.  3.  Un  tal  peso  per  grande  che 
egli  sia  ,  non  è  finalmente  ali*  aggravalo 
di  pregiudizio  veruno  ,  ma  ali*  aggravan- 
te. (C) 

if  AGGRAVARE. 

#  §.  Vili.  E  per  Accrescere,  Far  com- 
parir più  grave,  maggiore. 

#  ^-  Aggradar  la  mano,  figìtraLxm. 
vale  il  medesimo .  Car.  lett.  t .  1 7 1  - 
Che  Pier  Vinceoiio  dica  in  questo  che  noi 
non  facciamo  il  debito  noslro  verso  di 
voi.  mi  pare  che  aggravi  un  poco  la  ma- 
no. (C) 

AGGRAVIO. 

§.  1.  Agg.  io  fin.  ^  E  Slor.  I.  ^5. 
UGciu  nuovo  e  di  mollo  aggravio  per  1* 
ambizione  e  gran  numero.  (C) 

g.  11.  Allegane  T  es.  *  imperf.  Pros 
D.  14.  r.  5.  z5.  Le  legazioni  piò  ampie. 
e  ogni  provìncia  più  ricca,  e  più  ali*  in- 
gordigia apparecchiata  dei  govenutori , 
quante  estorsioni  .  quanti  aggravi  da  essi 
pativano.  (C) 

AGGREGARE. 

#  §.  Per  Riceyfere ,  Ammettere  uno 
in  un  corpo  ,  in  una  compagnia  affin 
che  goda  degli  stessi  onori  che  godono- 
quelli  che  già  ti  appartengono.  Ces.  l  ti 
Fanneti.  52.  Questo  uficio  (di  Segretarie 
dell'  aicaitemia)  egli  tenne  e  adempie  con 
gran  diligenza  provocando  e  acccodcad>> 
cia>cunu  coir  esempio  suo  ,  e  Ì  più  dotti 
e  chiari  uomini  aggregando  a  *!*•«•  eorpo, 
per  più  rcnderlt.'   %eneraodo.   (C) 

AGGRICCHIATO-  Togh  in  fin.  (Rf 
«  AGGRICCIARE. 

#  AGRIGNO.  Togli  di  qui  questa  vu 
ce,  che  è  fuori  d*  alfabeto- 

#  AGGROPPAMENTO  ....  Soe^. 
Com.  Dant.  2.  laS-  corr.  Bocc.  (^m. 
Dant.    I.   373. 

AGGROPPARE  .  e  AGGROPPIARE  . 
Corr.  t  AGGROPPARE. 

t  S  Al  V.  4.  dote  legge  %  agcroppu 
leggi  s'  af:groppa  e  do%re  ha  .•  ■•  troppi* 
leggi   vi  tchioppia 

AGOROPPIARE,  e..  Togli  qvest»  ri- 
chiamo . 

AG(. ROTI  ARE. 

t  §.  I.  All'  ci.  MatL  Frani,  nm.huri 
Veggendo  ^  agg.  e  con.  hfatt.  Frani. 
rim.   buri.   2.   .^3l.    V  eggonst 

t  §.    II.  All'es.  Fav    hsop.  agg    S-  1 14. 

»  Ai.GROTTESCATO.  .4dd.  Dicesi 
a  Quella  pillar.!  .  scmltura  ,  o  duegne  , 
che  scostandosi  dai  naturale  p^i"  piutt»' 


AGO 


sto  oftra  fatta  a  grotuschecda  cpnc- 
co,  che  ricavata  dal  vero.  Bald,n.   Voc. 

^"'JlJs  E  in  forza  di  sust.  Baldin. 
Dee  S.iìo.f'd.  clnss.  .(./.;  Questa  sua 
Rr.n  facilità  (d'I  Poccelti)  e  bravura  fece 
sì  che  alcuna  volta  nel  ranneggiarc  s.  te- 
nesse al  secco  e  aggrotlcscjlo.  (J) 

A  «  E  figuratam.  per  Ammanuratos 
centrino  di  Naturale.  Sali-in.  Ann.  M,.r. 
3  i65.  Per  cagione  de'  suoi  vocaboli,  co- 
me dice  un  satirico,  aggrollescat. ,  e  per 
nna  certa  svogl.alura  .le'  suoi  poco  a  lu. 

grati ,  è  rosi»  »  "■'"''  •  '  ■'°°        ^ 
(parta  del  Ron.<ardo).  (C) 

•+  AGGROVIGLIATO.  Add. 

3  §.    £  per   similu.  Togli  1   es.    Pi- 

+  AGGOAGLIABE.  Togli  dalla  di- 
chiara.. Paragonare;  e  degli  es.  Socc.  e 
CMalc,  fanne  §.  cosi  : 

+  S    Per  Paragonare.  Bocc.  nof.  20. 

ai.   .       .   E  nov.  50.  20 Cai'atc. 

F'-utt.  ling-  cap-   10.   .    ■ 

AGGUAGLIATO.  ...  A/.  Bm.  rim. 
buri.  2.  210.  coir.  I.  210. 

AGGUATEVOLE.  Agg.  Add. 

+  AGGUATO.  .     . 

#  S.  Per  lo  Luogo  doi-e  altri  si  po- 
ne in  agguato  .  Car.  Un.  9.  656.  N.so 
a  tal  visU  spaventato,  e  fuori  Uscito  del- 
1-  agguato  ec.  Me  ,  me  (  grido  )  me  Ru- 
luli  uccidete.  (C) 

*  e  Agguato,  dicesi  anche  La  genie 
che  sfa  in  agguato.  Slor.  P.st.  188.  Quan- 
do la  gente  che  cavalcava  innauii  lue  pas- 
sala, r  agguato  che  M.  Toro,  e  .M.  F- 
lippino  avean  riposto,  vedendogli  passati, 
ulcirono  fuori.  G.  L.  7  102.  2.  1  dell,  ba- 
roni ebbono  lor  consiglio  co'  migliori  ca- 
valieri dcU'  oste  per  andare  a  combattere 
col  detto  agguato.  Tac.  Dav.  Mor.  2. 
276  Nel  luogo  dello  Castore  ec.  imbosca 
,  più  feroci  fanti  d'  aiulo  lungo  la  via,  pui 
innanti  fa  passare  i  cavalli,  con  ordine 
che  appicchino  scaramuccic,  voltino  le 
spalle,  per  farsi  correr  dietro  sino  al  sal- 
tar fuori  l'agguato.  (C) 

AGIATO.  „    „ 

fi.  III.  Allegane  1'  es.  *  Pros.  fior. 
Borgh.  lett.  ti.  4.  2^8.  Mostrando  una 
pianella  bella  e  nuova,  disse ,  che  nessu- 
no poteva  sapere,  s'  ella  gli  slesse  in  pie- 
de agial.i,  o  pur  s'  ella  gli  facesse  male, 
<•  dove  ,  fuor  di  lui.  (C) 

*  §.  Agiato,  vate  anche  Grande.  L ir. 
^s.  196.  Fu  messo  in  ca[.o  di  tavola,  e 
in  quella  guisa  con  assai  vivande  e  con 
agiati  bicchieri  ,  fecero  ollegrczza  della 
rrcaiionc  del  novissimo  Principe.  (C) 

AGIBILE.  Agg.  in  6ne.  I  ardi.  L,z. 
678.  La  discrezione  pare  che  più  ec.  si 
maneggi  intorno  alle  cose  agibili  e  faltl- 
blH.  aorgh.  Hip.  47-  Sono  gli  altri  due 
abiti  pratichi:  1'  agibile,  nel  quale  si  con- 
tiene la  prudenza  ,  capo  di  tulle  le  vurtu 
morali  ;  ed  il  fallibile  ,  il  quale  contiene 
solto  di  se  tulle  1'  arti.  iC) 

AGIO.  Togli  il  §.  V.  e  del  §.  VI. 
fanne  due  così. 

f  g.  V.  Agio,  vale  anche  Casa,  Luo- 
go da  abitare;  ma  in  questo  senso  e  vo- 
ce antica.  Lai.  domtcìlium,  domus.  JSov. 
ant.  97.  5.   .    .   . 

+  &  §  VI.  Agio,  talora  vale  Camera, 
Stanza;  ed  è  pure  y.  A-  Guilt.  lett.  27. 
71.  Tornando  a  casa  vostra  nell'  agio  vo- 
stro, buono  parvo  sor  magno  sembrerà  voi 

(a   ,0.;.    (I  ) 

*  AGIRE.  Far  qualclie  cosa.  Magai. 
Var.  Operett.  160.  Mandò  tulle  a  pregarle 
in  iuo  nome  di  voler  accudire  col  loro 
zelo  agli  esercizii  di  questa  caritativa  a- 
dunanza,  che  si  ridurrebbono  all'  agir  di 
roncerto  con  1'  u6zio.  (C) 

*  §.  Agire  ,   vate    anche    Diportarsi  , 
Vocabolario  T.  II. 


A  G  I 

Procedere.  Magai.  Leti,  tcient.  i65. 
(  Ven.  1734)  Siasi  quel  che  si  pare  quel- 
lo che  fa  .-igire  un  cane  verso  il  padrone 
in  un  modo,  e  verso  l'estraneo  in  un 
altro.  Bed.  teli.  69.  «està  il  Serenissimo 
Granduca  pienamente  soddisfatto  del  suo 
modo  d'  agire,  e  di  scrivere.  (C) 
AGITAltE. 

e  II.  Innanzi  a  Segner.  agg.  iegn.  itor. 
11  3o3.  Nel  Concilio  di  Trento  s  agi- 
tavano le  dispute  de'  Luterani  .  E  30?. 
Il  Concilio  in  Trento  agitando  le  dispute 
nelle  sessioni ,  chiamava  i  Vescovi  ed  1 
Prelati  aderenti  a  Lutero  ,  ed  essi  non 
comparivano.  E  l3.  333.  Mentre  che  s 
agitava  la  guerra  di  Parma  ec.  Orazio 
Farnese  ec.  delle  in  iscoglio  .  iegner 
Pan:  instr.  cap.  ult.  2.  Che  dovremo 
ora  due  di  que'  parochi ,  i  quali  ec.  per 
abitar  le  cause  de'  loro  parenti,  abbando- 
nano tutta  la  cura  delle  anime  ,  quanta 
ella  è,  sulle  spalle  del  cappellano?  (L) 

*  §.  Agitare,  dicesi  anclie  figuratam. 
dette  varie  passioni,  die  cagionano  in  noi 
un  turbamento  ,  una  inquietudine  peno- 
sa. Segner.  Incrcd.  2.  2l5.  Per  tanto  qua- 
le Spirito  di  vertigine  sar'a  mai  quello  , 
che  agita  le  memi  de'  Protestami,  nel 
repulor  vera  una  fede  ,  la  quale  dal  suo 
promulgalove  medesimo  in  tanti  luoghi 
dimoslrasi  data  in  fallo?  IC) 

*  §.    Per    Perseguitare  .    Tass.  Ger. 
16.  59.    Nova   furia    co'  serpi,  e  con  la 
face  Tanto  l'  agiterò  quanto  t'  amai.  (C) 
f  *  A  GIUSTO  .   Al   V.    3.    oi'e  lia 
mori  corr.  movi  ^ 

AGNELLINO.  Add.  Allegane  1  es.  -.- 
Cani.  Cara.  1d8  Lasciate  rincarare  Que- 
sta carne  agnellina  ,  Meglio  e  la  vitelli- 
na ,  E  più  propia    a    nutrir  nostra  nalu- 

t  *  AGNIMESTO  ...     Com.  Par.  1 J. 
agg.    Oli.    Com.   Par.   l3.   iitf. 
AGNO. 

J  §.  II.  Agg.  in  6ne.  *  Atteg.  167.  Nou 
muore  il  poverello  e  non  ardisce  ,  Come 
si  dice,  un  di  tagliarsi  1'  agno  ,  Onde  il 
veleno  a  beli'  agio  smaltisce.  (C) 

t  AGO.  Agg.  alla  definiz.  IS'el  plurale 
fa  A-hiy  e  all'  antica  Agora. 

%.  V.  Allegane  l'  es.  *  Bellin.  Disc.  1. 
173.  Se  voli'  allontanale  dall'ago,  facen- 
dolo camminare  su  pel  braccio  della  sta- 
dera ,  e  porrete  nel  piatto  della  stadera 
peso  anco  immenso,  il  romano  in  quella 
distanza  dall'  ago  lo  contrappcserà.   (Cj 

AGOGNATO Tac.  Dav.  l53. 

corr.  Tac.  Dav.  Ann.   12.    l53. 
AGONIA  . 

§.  I E  3.  367.  corr.  £  5.  367. 

■^.  §.  Ili Beh.   nt.   Cotomb.  agg. 

240.  ,, 

t  AGOSTO.  Nome  del  sesto  corr.  i\o- 

me  dell*  ottavo 

f  § farch.  Star.  II.  agg.  407.  F- 

dove  dice   Buon.    deal.    prim.    l3.   corr. 
12,  —  Errore  di  Crusca. 

A  GRADO  .  Al  V.  14-  dove  dice  E 
Introd.  corr.   E  Jnlrod.  11. 

t  *  A  GRAN  PEZZA.  All' es.  Borgh. 
Orig.   Fir.   agg.   l32. 

A  GRATO.  Al  V.  6.  dove  dice  E  Par. 
corr.   *   E  Par. 

t  3  AGRESTE  .  Togli  dalla  def.  die 
net  femminino  si  dice  talora  anche  Agre- 
sta,  e  logli  altresì  gli  es.  l'it.  Crisi,  e 
Patlad. 

*  §.  E  in  forza  di  Susi,  si  trova  nel 
maggior  numero  per  Contadini.  Car.  En. 
8.  12.  Accolsero  i  sussidii  ,  arm'ar  gli  a- 
gresli  ,  Spogliar  d'  agricollor  le  ville  e  | 
campi  .  E  9.  17.  Ora  è  nel  campo  De' 
Toschi  ,  e  favvi  indugio ,  ed  arma  agre- 
sti. (C) 

AGRESTEZZA. 

t  S.  L'es.    Patlad.   Febb.   27.  riducilo 


A  G  R 


1825 


cosi  ;  Acciocché  semi  e  schiatte  nobili  non 
mescolino  seco  nulla  asprczij  o  agrestez- 
ra,  voglionsi  piantare  due  insieme  (par- 
ta dei  peri }. 

3  AGRESTO  Add.  Reca  qui  gli  es.  che 
abbiani  dello  doversi  levare  sotto  alla  vo- 
ce Agreste.  Ed  a    l'ntlad.  agg.  Seti.  l6. 

*  AGUICULTURALE.  Add.  Allenen- 
te adagricullura.  J'irg.  Eneid.  Della  vita 
pastorale,  e  della  vita  agriculturale  avca 
scritto.  (Cj 

f  AGRIMONIA.  .  .  .  Tes.  Prov.  corr. 
Tes.    Pov.  ed  agg.  cap.  5l. 

AGRO  .   Susi.   Allegane  1'   es.  *   lied, 
lett.    121.  (Fir.   1826)   Senza  sale  e   non 
raddolcito    con    cosa    veruna  ,  e    ne    anco 
messovi  agro  di  limone.  (C) 
AGRO.   Add. 

*  §.  E  in  forza  di  avvedi.  Buon. 
Pier.  3.  4.  II.  the  '1  travaglio  Pur  trop- 
po ci  sta  al  6anco,  e  col  flagello  Ch'egli 
iniiugna  di  spine    agro  ci  affligge.  (C) 

f  AGRUME  ....  Pass    36.  corr.  Pass. 

36o. 

t  3  AGUATARE. 

f  §.  III.  Togli  questo  §.  dacché  A- 
gualare  nell'  es.  allegato  sta  nel  primiti- 
vo senso  di  Mettere  aguato  ,  Insidiare  , 
come  si  ha  anche  dal  Lai.  che  dice:  Py 
tades  insidiatur   Oresti. 

3  AGUATO.  Leva  gli  es.  Albert,  e  Fir. 
e  fanne  §.  distinto  come  appresso. 

*  §.  Aguato  ,  dicesi  andie  il  Luogo 
dove  altri  si  pone  in  aguato.  Stor.  Pist. 
189.  Uscirono  fuori  dell'  aguato  e  percos- 
sono  loro  addosso.  (C) 

^  §.  Agnato,  si  dice  anche  figuratam. 
d'    Ogni  sorla  d'insidie,  0  inganno   leso 

altrui.   •'   Albert.   2.  3l Fir.  nov. 

7.  270 (C)  ^ 

f  AGUMENTARE  .  Allegane  1  es.  •<- 
T'iv.  Disc.  arn.  27.  La  prima  venne  a- 
gumentata  dall'  arte.  (C) 

t  AGUMENTATIVO  .   Allegane  l'es. 

*  Pros.  Fior.  Borgh.  lett.  4.  4.  242.  Mi 
dà  noia  la  scrittura  vecchia  sciampia,  non 
più  trovala  da  me  ,  ancorch"  io  sappia  , 
che  la  particella  sci  si  compone  con  ver- 
bi cominciami  da  vocali  in  cambio  del- 
la s  così  privativa  ,  come  agumentati- 
va.  (C) 

f  AGUMENTO  .  Agg.  in  6n.  *  ^ii'. 
Disc.  Arn.  27.  Lo  straordinario  agumen- 
lii  di  questi  dannosi  effetti  fa  supporlo  ta- 
le.  (C) 

f  ACUTO  .   All'  es.    Br.    Bell.    agg. 
126. 

3  AGUZZARE. 

4.  g.   Ili i  suoi  ferruzzi  corr.  1 

suoi  ferri  ,  o  ferruzzi 

f  3  AGUZZATO.  AU'es.  Paltad.  agg. 
Marz.    18. 

AGUZZO.  Agg.  in  fin.  *  Car.  En.  11. 
V.  1408.   E  sassi  e  diirdi  Lanciando,  e  con 
aguzzi  inarsicciati  Pali  il  ferro  imitando, 
osano  anch'  elle  ec.   (Cj 
AIA. 

*  §.  Aia,  vale  anche  Alone.  ì'arch. 
Les.  Dani.  1.  302.  Tutte  l'apparen- 
ze del  cielo  ,  come  1'  arco  baleno  ,  i  pa- 
relii  ,  cioè  quando  si  veggono  più  soli, 
r  aie,  ovvero  corone,  che  si  veggono  in- 
torno alla  luna ,  e  qu.ilche  volta  al  sole , 
nascono  dal  secondo  modo,  cioè  dalla  re- 
flessione  o  refrazione.  (C) 

if  AIARE  .  Andare  alone.  Cecch.  As- 
siuot.  4.  2.  Sarà  bene  che  tu  te  ne  ven- 
ga in  qua  a  vedere  se  qni  attorno  alasse 
persona.   (C) 

*  AIDARE.  r.  A.  Altare ,  Aiutare. 
Guitl.  rim.  1.  56.  E  full' è  quei,  che  s' 
abbandona  e  grida:  Ahi  Dio  Signore ,  ai- 
da.  (C) 

*  AIOLFO.  Cantar  d' Aiolfo ,  vate 
Dire  tutto  quello  che  si  e  detto  o  fatto  , 
a  chi  il  domanda.    V.   CANTARE.  (C) 


i8x6 


A   1   O 


ALE 


A  L  I 


t  A  IOSA  ...  E  altrove:  corr.  Bern. 
run.  I.   23. 

t  AIR  AMENTO.  »'.  J.  V  airart . 
Agg-  .   Odio 

J    AIUTARE. 

>!■  S  \.  Air  e».  Aoff.  ifl(.  F.  fi 
agg.  .IzJ. 

*  Alt  TATO.  ,<rf,/.  da  AmUrc.  Bùcc. 
f.  1.  n.  10.  Dopo  la  qual  cena,  fatti  v«- 
oìr  gli  stromenli  y  comandò  la  reioa  che 
uoa  danza  fosse  presa,  e  quella  -menando 
la  Lauretta  ,  Emilia  cantaue  una  canzu- 
ne  ,  dal  lento  di  Dioneo  aiutala.  (Cj 

ì  AIZZARE. 

*  §.  Aizzare  i  cani  all'  rrln  V.  ERTA, 
S    11-  (C) 

5  ALA,  ALE,  e  ALIA. 
1   §.    I.   Prr  similit. 

*  §.  Far  ala,  pi-esso  i  militari  j  va- 
le Dispersi  in  ordinanza  in  due  jila  di 
qua  e  di  là  per  far  onore  e  prestare  aS' 
4istenza  a  chi  passa.  (Ci 

*  §.  Onde:  Ala,  soldati,  che  è  una 
torta,  di  comando  militare,  che  vale:  Di- 
stendetevi in  due  fila  di  qua  e  di  Ih.  Buon. 
Fier.  I.  I.  1.  Uscito  il  podestà  fuor  del 
palazzo  Par  che  ci  si  avvicini  Ala,  snida* 
ti.  (C) 

*  §.  XIII.  Spander  ale  ,  corr.  Span- 
der l'  ale , 

t  ALABARDA Varch.  Stor.  8. 

'SK-   «99- 

*  ALACCIA.  Agg.  in  6n.  (*) 

•:-  ALBATRO.  Sorta  d'albcio,  agg. 
d/'tto  più  comunemente  Corbezzolo. 

t  ALBERESE  .  All'  es.  Pallad.  agg. 
Agost.  8. 

ALBERO. 

S-  '•  Agg.  in  princ.  *  Cr.  5.  4?- 
I-  Il  pioppo  e  l'albero  sono  quasi  ti- 
migliami  arbori  in  grandezza  ,  e  in  for- 
ma delle  foglie  :  ma  il  pioppo  cresce  più 
in  alto  ,  e  'I  suo  legno  non  pulisce ,  ma 
l'albero  stende  più  i  rami  per  li  Idti; 
e  'I  suo  legno  è  più  bianco  ,  e  più  bri- 
io.  (C)  E  ^ 

J  ALBORE.  Da  Alba. 

%■  I.  Al  V.  3.  ove  ba  ..  Dant.  Purg. 
-ori.    *    «.    t)ant.    Pttrg. 

->'  ALBUGINEO rf'  Albugpne. 

eorr,   d*  A/bugine. 

*  ALCHIMIABE 

kLClOSitì.  .  .  .  Alani.  Colt.  6.  206. 
^orr.  6.   i53.  —  Errore  Hi  Crusca. 

t  ALCORANO.  .  .  Dcrn.rim.  corr. 
iJaur,  rmi.  buri.  i.  164.  —  Eirort-  di 
Crusca. 

ALCUNA    VOLTA 

t  *  § importa  talora  Almeno. 

La»,  saltcm  .  corr.  importa  falera  Una 
ì^-olta;    Quando  clic  sia. 

ALCUNO. 

S-    in.  Poni  in  6oe  il  legno  5 

'•'  S-  V.  Al  V.  3.  e  4-  rfot  e  dtcc  ìd 
puliblico,  corr.  m  pubblico».,  hai  »-.  6. 
'love  dice  {.evitico  -.  lorr.  Lrvilico. 

AL  DI   SOPRA 

S-  Agg.  in  611.  i>  Stor.  Eur  3.  S^-  So 
ne  fuggi  er.  con  animo  drltLcrato  di  oon 
tornar  in;ii  più  in  Uatiera,  m«>ntrc  il  oc- 
mico  fusic  al  di  sopra.  Car.  I.ett.  Tomit. 
73.  Spvru  che  dura  ul  tratto  alla  LiUn- 
oa,  rtic  non  »i  slar^  più  io  dulhio ,  che 
non  tiiou  al  di  »npra.   (C) 

ALKNA.  Corrpgai 

t  3  ALENA  ;  A.  !/  aiia  che  at- 
traggono e  mandan  fuori  1  polmoni.  Lai. 
rfipuaUo.   Itt.  S.   Ant.  .  .  . 

*  §.  Alena,  duesi  ambe  Qiieil'odorr 
buono  o  cattivo  che  l*  animale  manda 
fuori  dalla  becca  nel  rttpirare  j  ed  in 
que%to  Sfaso  è  sempre  atcompagnato  da 
un  addtcilifo  che  ne  dithiari  la  /jualilà  . 
-   V.  AiOohr.  ...   t:  altrove.  .  .-.  (C) 

t  5   ALENARE,  agg.    /  .   A.  ^eulr 

*  S*    '•  <"«rr    U    dirbtarai.  cosi  :  Al*' 


nere,  qualche  volta  e  attivo.   E  al   t.   5-  1 
dove  ha —  (pi)  poni  —  (C)  \ 

*  ALERE  .  /'.  /,.  Alimentare.  Lor.  \ 
Mcd.  rim.  I.  (Berg.  JjdSj  Tanto  crudel 
fa  la  prima  feruta.  Si  fero  e  sì  veemente 
il  primo  strale;  Se  non  che  speme  if  cuor 
nodnsce  ed  ale;  Sariami  morte  già  dolce 
parata.   (C) 

#  ALETTO.  Una  delle  furie  inferna- 
li. Iiant.  Inf.  9.  Qaest'  è  Megera  dal  si* 
Distro  canto:  Quella,  che  piange  dal  de- 
stro, è  Aletto   (C) 

«   A  LEVANTE.  F.  LEVANTE     (C) 
i.^  ALFABETICAMENTE.  Awerb.  Se- 
condo l*  ordine  alfabetico.    (Cj 

i?  ALFABETICO.  Agg.  Vit.  Piti.  Prtf. 
Era  mio  concetto  divider  tutta  1'  ope- 
ra in  Ire  volumi:  il  primo  contenesse  ce. 
il  terzo  un  indice  alfabetico  di  tutti  i 
Professori  con  quel  poco  che  si  sapeue 
di  loro.  (C) 

*  ALFINO .  /'.  A.  il  terso  de*  petit 
principali  nel  giuoco  degli  scacchi  j  Al- 

fere .  f'r.  lac.  Cess.  i.  3.  26.  Da  sapere 
è  che  gli  alfini  furooo  formati  a  modo  di 
giudici  assessori.  iC) 

*  ALGEBRISTA.  Colui  che  sa  ,  0 
esercita  l'  algebra  .  Bert.  Ciamp.  37. 
Fuor  di  questa  regola  (del  tre)  egli  è  certo 
(un  certo  modo  di  dire),  e  non  re  lo  fa- 
rebbe entrar  dentro  tutta  l*  arimroetica  di 
quanti  algebristi  si  trovano.  (C) 

ALICETTA.  Togli  questa  voce,  e  ve- 
dine le  ragioni ,  se  vuoi ,  nel  Diz.  milit. 
del  Grassi  alla  V.  ACCETTA.  E  poni  in 
Boe  di  ALICE  il  segno  3 

*  ALIDAMENTE.  Awerb.  Aridamen. 
te.  (Cj 

^  g.  E  fguratam.  Scarsamente.  Prot. 
Fior.  Sassett.  lelt.  4-  3.  207  Voglio  in- 
ferire che  noi  ci  stiamo  cosi  alidamente  > 
e  una  gran  parte  del  mio  guadagno  ri- 
mane in  Goa.  (CJ 

t   ALIENARE 

*  g.  Alienare ,  per  Cedere  semplice' 
mente  il  dominio  di  checchessia  .  Segn. 
Stor,  II.  3o2.  Furono  ec.  le  senlenie  con- 
cordi, cbe  non  mai  ti  dovcssonu  alienare 
quellu    terre.    fCj 

f  g.  11.  Agg.  iDoanii  a  (Cj  Segner. 
Parr.  instr.  7.  1.  Molti  o  del  parentado, 
o  degli  amici  o  degli  aderenti  di  chi  vii-n 
ft-rito    col    dire,  si  alienano  da    chi  due. 

ALIENAZIONE. 

*  g.  A/ienoztone  ,  talora  vale  an- 
che Aborrimento .  Segner.  Crisi,  tnstr. 
I.  3l.  9.  Uenrhè  questo  alle  per:one  ti- 
morate non  debba  dar  soverchia  cagiun 
di  scrupoleggiare  ,  attesa  1'  avversione  e 
alienazione,  che  suol  da  quelle  abilual- 
menle   nutrirsi  all' iniquità.  (C) 

j-  *!'  g.  II.  Per  Pelino,  corr.  Aliena*icn 
di  mente  j  ed  anche  Alienazione  assola- 
tam.  vale  Delirio.  Lai.  alienatio  mentis, 
alien  al  10 . 

Ki  ALIENO 

:Cc  g.  11.  L'  ri.  Gi/icc.  Stor  l^.  ^3.  al- 
trgalo  rosi  :  Parendo  questa  deliberaiionc 
inumana  al  Virerè  .  r  moUi>  «lìrna  dalle 
prumotse 

$.  V.  Agg.  Ili  fine.  ^  Cas.  leti  8s. 
E  rome  lu  slesso  bai  tcduto,  io  aocorii 
gtuoro  alle  volte  ,  e  non  sono  alieno  d^ 
molli  piaceri.   (C) 

3  ALIMENTARE.  AUrf^aiic  1'  rs  <« 
Ouicc.  Slor.  lih.  17.  Fusse  ubMigalo  ad 
alimentare  condccrntemente  Masumtliatio 
tuo   Irntello.  (t) 

^  %.  Alimentare  ,  valt  .inche  Srr- 
\-jre  ff  alimento.  Pluf.  Adr.  Op  /iicr.  4. 
97*  (he  noo  icrchè  nuirisra  le  ['tanle  ma* 
fine  e  la  besno  1  ideici  ,  duo  perciò  ali- 
menta le  piante  ed  alUeri  di  terra  fer- 
ma. (Ci 

^  A  LIMO  .  Sorta  t/*  erba  ,  così  delta 
perrht   manciata  ka  virtù  di  far  perder 


l' appeuto.  OU.  Com.  Inf.i!^.  371.  Lar- 
ga e  di  viti  e  d'  arbori  (V  itola  di  Crelmjj 
nascevi  1'  erba  «Hllamo  ,  e  1'  altroo  ,  la 
qual  morsicala  noo  lascia  aver  langa  fa- 
me. (C) 

ALIQUOTO.   .  /rr     Bag.    l38 

corr.  Pir.  Bag.  139.  —  Errore  «li  Crusca - 

ALISMO.  Togli  questa  voce  ,  e  vediot: 
le  rafioni ,  *e  vuoi,  orli*  Opera  del  Gbt- 
rardiai   /  oci  e  3Ianiere  ec. 

ALITO.   Agg.  in  fin.  «  Sen-   Pist.  E 

f lercio  hanno  l*  alito  pauol^nle,  e  ruttano 
ordameote.  (l'J 

t  g.  IV.  Biavere  ec.  «ort.  Aùt»  ,  si 
dice  anche  alla  Facoltà  di  respirmre  j 
onde  Bia%ere  ec. 

t?  §.  Alito,  SI  piglia  anthe  per  Mal 
odore  ,  Fetore .  Bemb.  Stor.  9.  i3o-  I 
corpi  morti  in  ogni  luogo  per  terra  «ir- 
si, orrida  vista,  ed  alito  da  lulto  quel  lato 
delia  città  molli  giorni  renderono.  (Cj 

§.  VI.  Agg.  in  fio.  *  Segr.  Fior.  Bi- 
Irati.  Frane*  nò.  £  pero  il  Francese  ru- 
beria coir  alito  per  mancarselo.   (C) 

t   *   §■    VII vale,  agg.   /fjfura- 

tam.  e  1'  cs.  frane.  Sacche  nov.  8a.  al- 
legalo cosi  :  Mess.  Bernabò  eouiderando 
come  colui  che  conosceva  gli  uomioi  al- 
l' alito,  il  lasciò  stare  più  d'  un'ora  ec. 

3  A  LIVELLO.  Togli  T  et.  Serd.  Stcr 
e  fanne  §.  così  : 

#  §.  ]F  in  for%a  di  preposix.  m  Serd 
Stor.  3.  .  .  .  ».(C} 

t  ALLA  BRAVA  ....*/.  Bin.  fitm. 
buri.  agc;.  X-  216.  e  dove  dice  cappa  legsi 
cappa 

«  ALLA  BUONA  ALLA  BUONA.  Ce 
sì  replicato  ha  forza  di  superi,  e  vale 
Certissimamente.  Geli-  Sport.  5.  3.  AHj 
buona  alla  buona ,  cbe  chi  sta  con  altri 
può  beo  dire  di  stare  io  purgatorio.    (C, 

#  ALLA   BURCHIA  .    f.  BURCHIO 

(O 

«  ALLA  CATTOLICA.  Posto  mvi-ei  ■ 
biatm.  vale  Cattolicamente.  Dav,  Scism 
88-  Basti  la  sua  volontà  dichiarata  a  far 
per  tatto  il  regno  le  chiese  ufiiiaie  ,  e 
predicare  alla  cattolica.   (Cj 

t  ALLACCIAMENTO.  All' es.  S.  A- 
gost.  C.  D.  agg.  18.  23.  ed  allegalo 
cosi  —  Ma  l'osto  che  nei  tempi  da  p4.>i 
gli  uomiai  morti  non  fostono  latti  Iddìi, 
nondimeno  pero  noo  lasciarono  quelli  che 
erano  stati  (alti  dì  culiivare  e  tcoere  pri 
Dii,  aozi  ec.  accrcMiouo  il  vano  allaccia- 
mento dell'infedele  superititione  ^^fii  (^* 
gttratam.  ). 

t  #  ALLACCIANTE.  Ferbal.  immst 
da  Allacciare,  corr  Che  allaccia  E  ai 
i\  3.   rfoi-e  legge  amato  leggi  avuto 

3  ALLACCIARE  Agg  io  Ao.  «  /'<i. 
Ksop.  S.  58-  Quanto  più  tirasa  fil  leone) 
più  s'  allacciava.   (C) 

f  §.    Il Calai.    84-   «Bg     >oo  11 

vuol  medesimamente  comparire  cflla  cuf- 
fia della  notte   10   capti: 

#  g.  Allacciarsi  la  giornea,  o  ii  vaio, 
fignratam  vale  lit'-ijprendrrr  a  sostene- 
re alcuna  cosa  .  .  //^^ 
leti.  I.  391.  S  i  1  no- 
stri ngidiiitmi  (tr.  >!  il  vaio. 
e  tirarsi  il  cappurnu  su' gii  occhi  per  Oon 
la  perdonare  a  persona  .   /''    GIORNEA 

g     II     (l'i 

9  ALLA  CORTESE.  Togli  Ve».  \»i 
tust.  e  fanne  $.  coti  : 

#  g.  Alla  cortese  ,  vale  mnt,he  parlan- 
dosi di  Prigioatert,  ù  simili.  Alla  Imrga 
M  Snlhi.*!  m    (Ci 

#  ALLA  FEUELONA  .  Posto  mve»  ■ 
lualm.  In  modo  da  fedele  V.  FEDKLO- 
NA.  (Ci 

J  ALLA  GIORNATA  Agf.  m  fi».  >> 
Henv  Celi.  Vii.  3  a5.  E  qualche  altr- 
colali  rote,  cbe  alla  giorssla  fmoo  di  bi- 
sogno. (C) 


A  L  L 

ALLA  GROSSA.  AU' es.  * /)<ii  l'it. 
yifZrtC.    agg.   389. 

ALLA  LEGGIERA.  Correggi 
I  ALLA  LEGGIERA  .  loslo  avver* 
l'ia/ni.  fon  relazione  a  Vitto,  i-ale  In  mo- 
Jo  leggiero j  Scarso.  Cecch.  Iisalt.  Cr.  2, 
2.  Oltre  a  che  S*  io  ordinerò  in  casa  alla 
Ifggiera  ,  Il  PaJre  che  è  avvezzo  a  fjr 
Iiaocbelti  O  tavolaccio,  se  la  tetra  là. 

#  §.  Alla  leggiera  ,  vale  anche  Coti' 
Jorme  agli  usi  e  alla  disciplina  dti  Sot- 
tiati  di   leggiera    armaditra  .   Segr.  Fior. 

Art.  Guerr Farei  cinquecento  fanti 

armati  alla  leggiera  ,  i  quali  chiamerei  Ve- 
lili e  itraordinarii  .  Ar.  cinq.  Cani.  2. 
81.  Con  voloutk  ò'  Orlando  in  su  la  sera 
Baldovin  se  ne  va  con  buona  scortj  Di 
cavalieri  armati  a  la  leggiera.  (  PJ 

#  ALLAMPANARE. 

3?  §.  H.  Al  V.  ^.  dove  dice  viso  a!- 
lanipanetto  corr.  yiso  allampanato  (  la 
ktarapa  ha  allampanetio  per  errore  ). 

*  ALLAMPANETTO  -  Leva  questa 
voce  . 

J  ALLA  'NGIU',  ALL'  ING1U\  e  AL- 
LO 'NGIU'.  Togli  r  es.  Bocc.  nov.  26. 
18.  e  fanne  g.  così: 

tF  g.  C'o/Ttrri',  0  Lfsrìare  andar  Ina- 
cqua alla  'ngiUt  o  all'  ingiù j  fguratani. 
vate  Andare,  o  Lasciar  andare  la  cosa 
come  ella  debbt  andare,  o  come  ella  va  . 
-  Bocc.nov.  26.  18.  .  .  .  ».  /'.INGIÙ*, 
S-   il.   CO 

*  ALLA  PAZZESCA.  Foni  in  fin.  (•) 
ALLARGARE  .  Al  v.  8.  dove  ha  «  Tac. 

Ì>av.  corr.  ''••  «  Tac  Daif.  e  al  v.  12. 
dove  ha  neqttihat  »•  .  (C)  corr.  nequi- 
bat).  (Ci  3 

*  §•  ^f  Dispensare.  Dav.  Scism.  22. 
E  veduto  che  tulli  i  Teologi  ,  e  Cano- 
nisti s'  accordavano,  che  il  matrimooio  di 
Caterina  non  valesse  senza  la  dispensa  del 
Ponte6ce,  ibe  può  le  leggi  ecclesiastiche 
allargare,  allo  annullare  quella  di  Giulio 
tutto  si  die.  (Cj 

♦  g.  Per  meta/.  Fine.  Mart.  lett.  60. 
J  quali  (desidera)  non  mai  sazìi,  sempre 
»i  sfuriano  d'  allargar  negli  animi  lo- 
ro. fC) 

#  g.  Allargarsi  in  mare  ,  0  simile , 
*ale  Dilungarsi  da  terra  .  C'ar.  En.  3. 
1007.  E  senza  indugio  Tagliate  il  lune , 
e  v'  allargate  in  mare.  Allear.  J2i.  Dato 
mano  a' remi  per  suo  viaggio  nell*  alto  s' 
allarga.  Bern.  Ori.  1.  5.  5l.  Rinaldo  buon 
non  se  n'  avvede  ancora  Tanto  è  dietro  al 
nemico  invelenito,  E  sette  miglia  in  mar 
>*  è  già  allargalo.  (C) 

t  *  ALL'  ARIA  ....  Frane.  Sacch. 
toi  .    23o.  curr.  210. 

t  ALLA  SCOPERTA Varch. 

Sfor.  9,  igg.  2J6. 

t   ALLA   SFILATA rarc/i. 

Stor.  9.  agg.  238  -  £  10.  agg.  275. 

t  ALLA  SFUGGIASCA.  .  ..  E  Stor. 
IO.  agg.   3o6. 

t  ALLASSAMEiNTO  .  Agg.  in  6n.  * 
('«.  lìell.  Dant.  1.  616.  Questo  allassa- 
meoio  e  questi  morsi  al  Conte  presagiva- 
no fame,  ù  morte.  (Cj 

t  ALLASSARE  .  AgR.  in  fin.  *  Kim. 
-mt.  Xof.  Bonag.  2.  267.  Provalo  ho  as- 
sai madoQoa  di  ctausirc  Vostra  hillate  e 
lo  piacer  piacente;  Ma  allasso  sul  la  men- 
te Che  io  nuD  la  posso  propriamente  di- 
re. (C) 

t  ALLASTRICARE  .  Agg.  V.  A.  e 
t>.<gli  in  fin.  \^  parentesi. 

5  ALLATO 

*  g.  V.  A.^g.  lonanii  a  (C)  Tac.  Ouv. 
Ann.  II.  139.  E  Selio  aliatole  cinto  d* 
ellera . 

t  ALLA  VOLTA.  L'  es.  Alleg.  aUe- 
galo  cosi:  Alleg.  86.  (Amsterdam.  l'jS^  ) 
S'  egli  è  vero  ce.  che  chi  sia  per  affo- 
gare   nel    tempestoso    pelago    dell*  av^er- 


\  L   L 

sa  fortuna  ,  debba  aspfiur  che  gli  amici 
spontaneamente  andando  alia  volla  »ua  , 
Ijli  porgano  il  sughero  ,  e  la  zucca  <Iel 
conlorlo . 

=fr  g.  Talora  vi  si  premette  la  prepO' 
siz.  Per.  Segr.  Fior.  Le^az.  Frane,  leti. 
17.  Parli  questa  Maestà  da  Melun  a  di 
li  per  alla   volta  dì  questa  terra.  (C) 

*  ALLE.  Air  es.  Bocc.  Lett.  agg.  Pin. 
Boss.  272. 

ALLEFICARE.  Correggi 

t  5  ALLEFICARE.  ]>leutr.  pass.  Di- 
casi dell'Appigliarsi  e  Prosperar  che/an- 
no alcune  piante  in  certi  luoghi,  il  che  di- 
cesi  più  comunemente  Allignare,  o  Fare, 
Alleg.  299.  Perchè  1'  infermila  ,  come 
nimica ,  Non  alloggia  in  paese  ;  indi  è 
che  tanto  L*  assenzio  vi  s'alleSca  e  1'  or- 
tica . 

'r  §.  Allejìcare  ,  in  signijìc,  att.  vate 
Coltivare  .  u  Dav.  Colt.  igi.  I  cap- 
peri s*  attcficano  in  tre  modi  :  il  primo 
e  seminarli  di  Marzo  ec;  il  secondo  e, 
d'  Ottobre,  o  di  Marzo  porre  di  quei  vet- 
toni  che  si  potano  ee.;  il  terzo  è  por  d' 
Aprile  le  nuove  messe.   (Cj 

3  ALLEGATO  .  Air  es.  Dant.  Conv. 
agg.  109.  e  deve  Ita  anzi  quello  nulla  è 
corr.   anzi  a  quello  nulla  è 

g.  I.  Avanti  r  es.  Tac.  Dav.  Stor.  agg. 
^  £"  9.  116.  3.  E  con  r  una  parte,  e 
con  V  altra  ,  come  abbiamo  dello  ,  erano 
allegati  Signori,  e  comunanza  di  grandis> 
òima  potenza.  (C) 

5  ALLEGAZIONE. 

*  §.  IH.  Agg.  innanzi  a  (Cj  Tac. 
Dav.  pcrd.  eloq.  !\12.  Chi  leggerebbe 
(oggi)  que' fasci  d'allegazione  che  sopra 
dell*  eccezione  e  formula  per  M.  Tullio  o 
Auliu  Cecina  Icggiumo? 

t  -^   ALLEGGEHATO Cron. 

Moretl.  agg.  34l-  ed  allega  l' es.  cosi: 
E  co>i  per  buono  spazio  di  tempo  dimo- 
rando, e  già  alleggerato  la  debolezza  dello 
'ntellello,  ripreso  buon  conforto,  ec.  a 
orare  incominciai. 

t  ALLEGGERIRE.  Agg.  in  fine.  * 
Tac.  Dav.  Ann.  2.  36.  Fecesi  getto  di 
cavalli ,  giumenti  ,  safme  ,  e  arme  ,  per 
alleggerire  i  gusci  ,  che  andavano  alla 
landa.  Se^ner.  Pred.  16.  7.  Si  affatica- 
vano in  ammainare  le  vele  ,  in  votar  la 
sentina  ,  in  alleggerire  la  carica.  (C) 

5^  g.  III.  Agg.  innanzi  a  (C)  Car.  Fa. 
3.  1004.  Ood'  orbo  alleggerire  il  duolo  in 
parte. 

5  ALLEGGERITO. 

^  g.  I.  L'es.  Guicc.  Stor.  allegalo  cosi: 
Essendo  il  Duca  dì  Milano  alleggerito  in 
modo  delle  infermità  che  si  teneva  per 
certo  che  almeno  fosse  liberato  dal  peri- 
colo di  presta  morte  ,  deliberò  ec. 

ALLEGGIAMENTO  ....  Lab.  i5i. 
corr.    Lab.  35l. 

t  ALLEGGIARE.  Agg.  innanzi  a  (C) 
Ott.  Com .  Par.  il.  267.  Per  potere 
delle  imbarcale  merci  ec.  quando  più  fur- 
luneggia  (ti  mare)  alleggiar  la  barca. 

t  ALLEGORIA Mor.  S.   GìTg. 

agg.  lett. 

t  ALLEGORICO Mor.   S.    Greg. 

agg.  lett. 

1 5?  ALLEGRANTE.  Che  allegra,  agg., 
o  si  allegra.  Lat.  leettficans.  agg.,  exnl- 
tans  . 

ALLEGRARE. 

"^  %■  Allegrare,  in  signifie.  neutr.  pass. 
dicesi  anche  delle  piante.  Cr.  5.  I^-  1 
E  molto  ama  f  il  moro  )  ,  e  allegrasi  di 
sterco,  e  di  terra  mollo  grassa.   (C) 

ALLEGREZZA. 

*  S-    Poni  in  fin.  (C) 
ALLEGRO. 

^'  §  "I  Agg.  in  fin.  Lasc.  Sibili,  ò. 
5.  Quand'  i*  era  di  tuo  tempo  ,  i  medici 
in  questa  città   andavano  a  ordine  ,  come 


A  L  L  1827 

San  Giorgi ,  sopra  quelle  mulonc  cou  le 
covertine  pagonazic,  0  d^  altro  colore  al- 
legro infiuo  in  terra.  (C) 

Sr  g.  Allegro,  dicesi  dai  lììusici  su- 
stantivamente  d'  Un'aria  che  i  a  sonata 
con  brio  e  celerità.  Car.  Long.  Sof.  48. 
Cosi  variando  e  discorrendo  per  tutta  V 
arte  della  musica  ,  sonò  quando  il  gran- 
de che  si  conviene  olle  vacche  ,  quando 
l'acuto  che  a;;gr;ida  le  capre,  e  quando  T 
allegro  che  diltlta  le  pecore.  (C) 

*  ALLEGROCCIO.  Agg.  in  fin.  Pros. 
Fior.  Sassett.  leti.  4.  3.  2l3.  Piacemi 
quello  che  voi  dite,  che  la  cognata  è  al- 
legroccia.  (C) 

ALLENATO  .  Allegane  es.  *  Salvia. 
Disc.  2.  500.  Brama  1' Accademia  ec.  ve- 
dervi in  questo  luogo,  tutti  fervore,  niente 
della  passala  quiete  impigriti  0  allenati  a 
adornare  le  nostre  veglie  10' luminosi  vo- 
stri  componimenti.  fC) 

t  ALLENTAMENTO 

:.■:     g       P,'r     meta/,     l'iut.     Adr.      Op. 

mor.    1 .    173.    Credetti    esser    bene    farti 

partecipe  ,    ed    inviarti   qualche  ragione   e 

discorso  dì  consolazione  per  allentamento 

'  di  do'ore.  (C) 

t  ALLENTARE.  Agg.  in  fin.  *  Ftr. 
As.  209-  Non  trova  donna  alcuna  ec.  né 
vede  fanciullelto  che  egli  o  non  faccia 
allentar  la  soma  ,  o  non  la  faccia  cade- 
re.  (C) 

t  5  g.    I      P^r  mctaf. 

*  ALL'EP.TA.  Poni  in  fin.   (•) 
ALLETTATIVO.  Sust.   Agg.  in  fin. 

=!*  Bart.  ì  it.  Cara/,  lib.  i.  cap.  6.  pag. 
71.  In  questo  ofii'io  non  ho  altetlativo 
ninno.  ((') 

\i?.  ALLETTERARE.  Aires./?i>7i.  fln£. 
Race.  Ali.  agg.  241  (  Ouilt.  lett.  not. 
430  ). 

ALLEVARE  .  .Ngg.  in  fin.  Zibald. 
Andr.  La  serpe  si  asconde  nello  scoper- 
Lo,  e  nello  scoperto  più  folto  alleva  i  suoi 
figliuoli.   (C) 

f  g.  II.  Corr.  la  dicbiaraz.  cosi:  F  fi- 
giiratam.  per  Istruire  ,  Ammaestrare  , 
Costumare.  — E  avanti  V  es.  Fir.  As.  agg 
♦  Cron.  Moreil.  255.  Se  i' ho  figliuoli,  io 
gli  voglio  potere  allevare  ,  io  voglio  ve- 
dergli uomini,  io  voglio  inviargli,  e  cor- 
reggerli a  mio  senno  .  F  266.  Se  farai 
quello  che  di  sopra  si  consiglia,  e  tu  vo- 
glia farlo  a  quel  fine  ec.  cioè  d'  avere  fi- 
gliuoli tosto,  acciò  tu  stesso  gli  possa  al- 
levare ec.  ti  conviene  usare  ec.  Cecch. 
Dissim.  1.  1.  Lo  allieva  salvatico  ,  soli- 
tario e  malcreato  ec.  sgridandolo  e  to- 
gliendoli animo.  (C) 

^  g.  Allevare,  per  stmilit.  dtcesi  an- 
che delle  Piante,  ed  equivale  a  Coltivare. 
Salvtn.  Disc.  I.  273.  Luogo,  ove  le 
semenze,  ovvero  i  teneri  piantoni  s*  alle- 
vano. (C) 

^  g.  Allevare,  duesi  anche  degli  anima' 
li,  ed  equivale  ad  Avvezzare.  Plut.  Ad' 
Op.  mor.  l.  28.  Licurgo  ec.  presi  due 
cani  nati  del  medesimo  parlo  ,  gli  allevo 
si  diversamente  ,  che  V  uno  fu  ghiotto  e 
goloso ,  e  r  altro  buono  nella  caccia  a 
tracciar  le  fiere.  (C) 

i?   ALLEVATORE. 

*  g.  Efguratam.  Salviu.  Disc.  2.  210. 
Quelli  (  Dante,  il  Petrarca,  e  'l  Boccaccio) 
di  sì  bella  figliuola  (della  lingua  nostra) 
furono  padri,  il  Bembo  allevatore  e  nu* 
Iricio.   (C) 

ALLEVATURA.  Agg  in  fin.  *  Sal- 
via. Pros.  Tose.  558.  In  questa  siamo 
allevati,  a  questa  dobbiamo  pagare  della 
nostra  allevatura  le  mercedi-  Pros.  Fior, 
Salvia,  tett.  4.  2.  3il.  L'educazione  buo- 
na e  la  morale  e  civile  allevatura  ,  dice 
Platone,  che  risparmierebbe  molte  leggi.  (Cj 

t  ALLEVIATO      Add.   .    .       f-iamm 
3.   ag?.   18. 


1828 


A  L  L 


■  ALLE  VOLTE . 


A  L  L 


Semb.   Pros 


t  ALLIBBIRE       Agg.   ;„„„.;  ,  fC) 
inA?  "•  ^    "'^-   "  ""lo  ,1- 

V^i  '   M-gorc.   E    alr«.    ior 

m  quaktc  oscuro  speco  Guardo,  la  vee- 
g.o  1.  fra  fronde  e  fronde  Nuo.a  Diana 
-he  ogni  oscuro  allieti.  (C) 

corsuf|:'^"*«'-    ^"«''l"""    voce 

J  ALLIEVO.  DeU'es.    Tac.  D...  2. 

fió;°\'  f  """  Wrt»»:  Cd  agg.  m 
fine    ^  .»./.,„,  j,.       j.^^^  ^^.,         ,.68  ^_^ 

ueca  a    suo  grande  allievo  ec.  perciocclii 
1  «uo  buono  scolare    ec.    non    volle  più 
'»  suggMionc  del  maestro.  (C) 
„    "n^-  /ip-t^o .    vale    anche    Aderen- 
ti,  '^'"'"f"'     "   ^'":-   Da^     Ann.    2. 

/„  ?*^'  '^"'""'-  *'"'■  -nche  il  Fanciul. 

^/"  .  ^*.  Op.  mor.  ,.  30».  Dispregiali 
■  TMirano  o  piuuoslo  come  Y  allieva  d' 
X\  "8'"^"''"  or  uno  or  altro  6ore  , 
nel  prato  ,  prenda  gioia  di  lai  preda ,  E 
giovamcnlo  di  nessun  riceve.  (Cj 

;-  S-  Alliet,<,,  dicesi  anche  in  un  senso 
più  r,sl,-e,ta  Colui  che  i  s,a,o  istruito 
"i  7  "''U  "  '"''"-"  •'•'  f'-'che  maestro. 

lungo  studio,  e  con  quella  faUca,  che  a 
l-en  possedere  ,ualsisia  arie  o  scienia  si 
ricerca,  e  g.unlo  a  poterne  formar  regole 
"  «comunicar  precetti,  talvolta  o' è  tenace 
'  geloso  cuslode,  e  per  una  tale  invidia, 
VI*'  gli  seppellisce,  e  con  esso  lui  si  per- 
•lono.  E  CIO  adiviene,  perchi;  conoscendo 
quanto  gì,  uomini  sieno  ingrati  e  scono- 
"ir!;?  f  r  l?""""  »' "vantaggino  delle  al- 
trui fatiche  ,  per  non   allevarsi ,  come  si 

7;;','"P'  ''"  "°o.  nonfaallievi.ro 

CM^^'-i^ *;•/«.   CV.    c,rr. 

t  ALLOGACIONE.  So.liluisei  alla  de- 
finii, questa:  Contratto,  in  virtl.  del  quale 
'•cede  ad  uno  il  godimento  d,  una  cosa 
per  un  determinalo  tempo  mediante  un 
prezzo  pattuito  i  e  dices,  ordmariatncnte 
Z  -^  r.  f"-  '  •''  P"*'-'-  Ed  agg.  io 
leS  1  '■^''-  '"'"■  '■'""■■  475.  Co°nte. 
nendo  la  maggior  parte  (delle  Scn.ture) 
••liim,  e  allogagioni,  o  riconoscimenti  e 
ricevute  d.  censi,  e  di  altre  cosiffatte  mi- 
nuu-  bisogne.  Segner.  Fred.  Pai.  Ap.  8. 
10.  S.  Giovanni  Crisostomo  aveva  sortita 
m  allogagionc  una  vigna  piutloslo  debile 
■  he  opulenta.   (C) 

«  §.  Allogagione,  dices,  anche  Jet  Cam-  ' 
"•ntere^ad  un  artefice  un  la.oro  da  farsi. 
1-^-   Op.   /,(.  2.  ijg.  Fatta  !•  allogagio- 

Mii'n       "n""''"''""-   f-onoi„*.iLe 
r."'^r°  ^:.  Donalo,  e  r.suUer..„o  ,„..eme 
partirsi  di   Firooic.  (C) 
ALLOGAIE. 

T  §•  II.  Agg  ,n  fine.  Srgne,.  Mann, 
"•e-  ».  I.  ^on  la  edi6cò  (la  casa)  per 
.iiiogarla  a   veruno,  ma  solo  ec.  (C) 

e  j.  Allogare,  talora  vale  anche  .\pen- 
fre  ,  J„,pieg„re  .  SerJ.  Leti.  Ind.  q,3. 
Il  HUal  presente  (d'un  grano  heuedelto  ) 

rón  V/„V"°""  '  ""'"  :"  l"'''"  '""'o. 
ron  anta  r.verenaa  e  allegre.»,  che  non 
•he  alito  p«r  quella  sola  cagione  diceva- 
no  esser  Lene  aUi.gate  tutte  le  fatiche  di 
va"  "o"  """*'"■*  '""'  '  I""-^"'*  <lell,< 
«  S  Allogare,  ,i  dice  anche  del  Con. 
mettere  ad  un  artefice  un  lavoro  da  far. 
'•'<••■  Op.  1,1.  2.  128.  li  cosia-Cou- 
sol,  con  buone  raifioni  persuasero  che  •  Lo. 
remo  I  opera  .ll..ga„ero,  mosinodo  ,be 


.1  pubUico  ed  il  privato  ne  sarebbe  ser- 
Vito  nieglio  i-  ,42.  E  „.,  assicurati  i 
Consoli  e  gì,  operai  per  1„  scntlo  e  per 
1  opera  che  avevano  veduta  ,  gli  alloga- 
rono  la  cupola  ,  facendolo  capo  ruaestro 
principale  per  parlilo  di  fave.  (Ci 

ALLOGATOLE. 
7  i*  /'"  '^""S^'ore ,  dicesi  altresì  Co- 
lui che  da  una  rasa  a  pigione,  o  un 
podere  ad  affitte  .  r„.  s.  Eufrag.  167 
Comandale  a  lutti  i  conduttori ,  e  agli  al- 
logatori de' poderi  e  delle  possessioni  che 
lurono  del  mio  padre  ec    (Ci 

*  ALLOGAZIO.\E. 

*  §•  E  net  „gn,j;c.  di  Commette- 
''•^  un  artefice  un  lavoio  da  farsi. 
V'ts.  Op.l.t.  2.  1/^2.  Saputasi  l'alloga- 
none  falla  a  Filippo  per  gì,  artefici  e  per 
■  cittadini,  a  chi  pareva  bene  e  a  chi  .na- 
ie, come  sempre  fu  il  parere  del  popolo, 
e  degli  spensierati  e  degli    invidiosi.  (Ci 

S  ALLOGGIARE. 

•^  S-  I-  Al  V.  3.  ove  ha  scimia.  corr 
scimia  ».  fCj 

t*  §-  111.  AU'es-i?er„.  J<,„.  agg  1 
100.  '" 

ALLOGGIO- 

*  §-  Per  Albergo  .  Lat-  hospitium  . 
■•><rd.  Caleott.  ìllarz.  ded.  Accolse,  e  ab- 
braccio la  misera  e  povera  Grecia  caccia- 
la dagli  Ottomani  di  casa  sua,  e  le  diede 

,  -illoggio,  e  la  sollevò  con  la  tua  libera- 
I  Illa.  (C) 

,       t   ALLORA   CHE.    Agg.    Avverb.   di 

tempo  . 

*  g.  r,i/ora  accenna  condizione,  e  va- 
le Dove  .Se  .  Purché.  Morg.  ,8.  ,,. 
,  t-he  paghereste  voi ,  ditemi  U  quanto 
.  Dicca  Rinaldo,  allorché  vi  scampassi' rrj 
I  t  J  ALLOIlO.  Arbo,e  noto,  cott  Al. 
I  ftero  sempre  verde  che  fa  un  piccolo  frut. 
1  <■>  «ero  ed  amaro ,  chiamato  Orbacca  ed 

anche   Coccola . 
I         ALLUCiARE  .    Air  cs.  Bell.  Zl„cch 

;  »€s-  «57- 

I         ALLUDERE       Agg-    in  fine.   E  122. 

A  questo  detto  alluse  Cicerone  nell'Or  1- 

I  lore.^n.   22.   Pros.  Fior.  Ijorgh.  Leu.  \. 

i  l\.  2j^.   lo  andavo   pensando    se   si  fussc 

potuto  gcnlilmcnte  alludere  (che  non  so 

come  me  lo  diie  in  questa  nostra  lingua 

s  10  non  diressi  accennare  )  a  quella  co- 

loiiiba  ,    che    uscita    dall'  arca    di    Noè 

ec-  (C) 

t  ALLl'MGAMENTO. 
*     3.  Per    Prolungazione.    Ces.    Pros. 
n    ■  *"^vc  ad  accennar  continuazione  ed 
allungamentodellaiionc  che  porla  il  ver- 
bo- (C) 

S    ALLUNGARE.  Togli  gli  es.   Hocc. 

'!S'  '   ''"''  "  '^'°"*  S-   "^o""  'egue  : 
,        *    §-   Per  Render  d,  maggior  duiata 
tar  durar  pi!,  lungo  tempo.  Lai.  pioro- 
gnre.   ..    /v/,-.    .„„.    g, .'^^, 

2i)0 (C) 

*  §.  £■  figuratam.  .  Pocc.  Leu.  fin 
lioss.  279.  Chi  non  sa  che  la  lungheria 
i  corleiia  del  tempo  allunga  e  raccorcia 
la  noia?  (C) 

*f  1^  III.  Ajig  io  fine,  fine.  Ma,i. 
lelt.  58.  Cosi  loss'  io  ne'  termini  suoi  , 
come  ec.  subii.,  ec.  farei  quello  che  celi 
va  allungando.  (C)  E  1' es.  /■;  73.  .Ileg,. 
lo  COSI  :  Accousenli  (,l  PanU/icr)  ,  que- 
sta  dimanda,  si  per  desiderio"  di  allunga 
re-  quanto  poteva  1'  entrare  nelle  spese  e 
nelle  molestie,  rome  ec. 

§.  IX.  l'are  allungare  il  lollo  ec- 
*  §-  Allungale,  vale  talora  Distende- 
le  o  Spiegare  ,-  ed  in  ,/i„j(o  „„,„  „„, 
.<■  rfiir  che  delle  memira  .  e  rf,  ,„„/,*, 
parte  del  corpo  dell'  lunio  .  u  ,/,/.-  „,,. 
male.   (Cj 

ALLUNGATO 

_  S "i",»*-     n,l.    ,,p      Jiy     ,„ 

.lagg    nai.    r.p.    jTg.  ^^ 


A  L  L 


*  S-     £    nd    signific.    di    Allungar. 
per    Distendere,    Spiegare.    Bed.     O.s 
an,m.    Si.   Q„a„d„    j    lumacone    marino 
tiene  distese     e   allungale    le    due    corna 
posteriori-  (Cj 

ALLDSINGARE.^/..  5.  dove  legge 
e  molse  corr.  e  mnlse 

*  ALLUSXKAHE. 

*  S-     -''"■     1-odart  ,    Piaggiare  ;    ed  e 

?37Ed'*-  ':,'■"'■;■  *-*■  V^/o»- 

I-J9.  E  domandando  per  la  terra  chi  i 
questa  giovane  ec-  Unto  1'  allu.lrano  per 
la  terra,  in  seguitarla  infioo  aU.  tomaia 
in  sua  magione,  che  costei  tomo  in  casa 
e  comincioisi  a  specchiare.   (CJ 

'   *!-*'* Car.    Eneid.   7.    65l 

corr.   *   Car.   Eneid.  7.   65l 

t  ALME.NO  .  Ajg.  aUa  definì.,  nelle 
cose  di  CUI   si  parla 

J  ALHGIA.NO.  Add.  ec.  Togli  T  es 
Liv^  Dee.  e  fanne  §.  cosi: 

*  S-  l'er  lo  pil,  si  usa  in  fùrxa  di 
-■mst.  e  vale  To/.i  che  abita  nelf  alpi  . 
'  liv.  Dee.  3.  ...»    (Ci 

ALPIGNO.  Agg.  in  fin.  ,  ^.cc.  Com 
Dant.  2.  180.  Burrali  spesse  volle  ai  chia- 
mano ira  noi  questi  trarupi  de'liiorhi  al- 
pigni  e  salvalichi.  (Cj 

*  AL  PRIMO.  Togli  a  II.  e  III  8 
ALQUANTO.  Add  * 
+  5  S-ll- LevaTes-E /lov.   li.   i3.  E 

dopo  I  es.  E  appresso.-  agg.  *  £  ,.  8 
1.  7.  Li  medici  appena  dopo  alquanto  di 
tempo  il  poterono  de'  nervi  guarire.  (Cj 

alL're  .*"'"•''"""''• '«■^^^•'- 

*  S-  Altare,  figuratam.  si  usa  an- 
che per  lo  Sacrifi-.ic  che  si  o/Terisc,  a 
«iO.  Alam.  Gir.  ,0.  84.  Poiché  i  sacr, 
Uhcii  e  1  ,l,v,  altari  lo  memoria  d,  Ior 
lur  celebrai,  ec.  Disse  Giron  ai  due  com- 
pagni cari-  (CJ 

t  ALTERA.V1EJÌTE.  Al  r.   2.  ove  ha 

r    """';   "'°"-   *   -    P'"-     '■'""    E  al 
••    S-  ove  ha  umili.    »'.   ALTIERAMEM- 
It..  corr.  omtli  ».  (C) 
t'-^'T^    Dopo  ,1  g.   n.  agj. 
i-  ò-   ^tlerars, ,  parlandosi  di  malati 
va/e  Aggravarsi.    Car.  leti.   ined.    3-7^ 
E  se  vedete  che  punlo  si  alteri,  mandale 
subito,  che  incoolinenle  Terrò.  (Ci 

t  ALTERAZIONE Cam.  386. 

corr-    Ott.    Com.    Purg.  n    386 

t  ALTERCARE.    Contendere',.,     d, 
parole,   e  dove  dice   Krcol.  97.  corr    08 
+  ALTIERAMENTE.  ^ 

t  S  §■  Togli  gli  es.  Petr.  canz.  8  - 
Mp'.Tt^^''  8'à  allegali  sono  ALTERA- 
ME.NTE;  e  Dell'  es  Bocc.  fi,,  dove  ha 
—  alteramente  corr    alticramenle 

*  ALTIEREZZA.   Poni  in  fio    CV 
S  ALTIERO,  e   ALTERO. 

*  §-  li.  Poni  |-  es.  Petr  san.  I,.  le 
virgoleltc- 

*  §.  IV    Alles-    Tass.   Cerus    a., 
I-  71-  ^' 

t  ALTO-   Sust.  Fermata,  ma  non   ,1 
usa    che    nel    seguente   modo-    Farr  allo 
che  vale  termarri  ,    l'osarsi,  ed  i  prt,. 
prio    singolarmente    Jegl,    e, crei  li  .    £„ 
consistere.  c.r  E   qui  si  rechino  gli 

esempi,  del  $-   IV.   di  ALTO,  AvverlT 
t  ALTO.  Add. 

*  S-  Allo,  riferito  a  prrzxo,  vale  Al  d, 
la  -lei  giusto  valore,  contrari  di   B.S.O 
Sega.  stor.   ,4.  3,6    Benché  iro.au.  la 
«cllovaglia,    non    aveva    mwlo    alcuno   a 
puler  arrivare  a  lanlo    pan.,, he  r„tue 
r"' mio  ancora  d,  i.ii,  ,n  pregio  mollo  allo 
Il  «ino  ,  e  I  obo  ,  1,  carne  .  ed  ogni  altra 
tosa  da  mangiare  e  da  ber»   (Cj 
I         *   g._  Allo  ,    SI    dice    in    geografia    la 
I  l'atte  d    un  paese    più    vicina    nUm    «r- 
frate   ,/•  u„    fi„„,  ,  „  /,  ^,j.    ,„,^„  ,, 
I  ma,»     che  anche  die,,,  Suprrlorr.  Star 
'"'.    5     II  3.    Disideii    tuli,    questa    lar. 


ALT 

Shissima  regione  in  «Ila,  l<assa ,  e  bianca 
Kossia.  Tai'.  /'"'•■  yt""-  »*■  'te-  '"  ■)""' 
icmpo  la  Germania  alla  travaglio ,  per 
ciservi  i  Colli  entrali  a  rubare  .  iVi/n/i. 
Pivs.  Tose.  558.  La  Germanica  (  lin- 
gua) nella  Germania  alla  nata,  in  lutto 
il  Sellenlrionc ,  e  in  lulta  la  bassa  Ger- 
mania dilfusesi.  CO 

*  §.  Per  Spleniliila ,  Signori/c.  Teseiiì. 
5.  96.  Air  un  di  voi  sari  bene  investila, 
Perocché  side  di  sangue  reale,  E  di  no- 
bile affare,  e  d'alta  vita.  (C) 

:(t  §.  Avere  it  catto  atto  in  una  cosa, 
Jiguralani.  vale  Esservi  più  che  assue- 
fallo ■  Car.  leti.  I.  3ll  Voi  mi  avete 
latto  guarire  ec.  non  con  le  6ancale  che 
m'  avete  date  (  che  ci  ho  troppo  allo  il 
callo  )^  ma  con  lo  scongiuro  ec.  (C) 

f  g.  IIL  Di  allo,  vale  corr.  ]'i,  o 
Giorno  allo,  vale  —  Ed  agg.  in  fin.  * 
Segn.  Stor.  8.  229.  E  già  essendo  allo  il 
■nomo  ec.  non  giudicava  bene  salire  il 
monte.  (C) 

*  §.  Poni  r  cs.  retr.  son.  tra  le  vir- 
golette. 

^  §.  Allo,  (fìcesi  anclie  lìeito  stile,  ed 
è  lo  Stesso  che  Snt/lime.  fini.  Stilo  non 
è  altro  che  modo  di  dire,  lo  quale  si  di- 
stingue in  tre  spezie  ,  cioè  alto,  mezzano, 
ed  infialo-  l'arch.  Lcz.  J!ant.  2.  302.  Le 
maniere  y  ovvero  sorti  del  dire  ce.  così 
in  prosa  come  in  versi  ,  sono  tre  :  alta  , 
mezzana,  umile.  (C) 

ALTO.  Avverti. 

3  §.  tir  l'are  alto  e  basso  ec.  togli 
r  es.   Malm.   e  faune  g.   cosi  : 

ii?  §.  Poter  dire  e  fare  alto  e  basso  , 
vale  Aver  facoltà  di  dire  e  fare  quello 
the  più  pince ,  Poter  operare  a  suo  la- 
h-nto.  ••  Malm.  9.  43.  .  .  .  ».  (C) 

§.  IV.  Togli  questo  §.  e  portane  gli 
esempi  sotto  ALTO,  susl.  come  si  è  dello. 

*  ALTOCCIO.  Alquanto  alto.  Lasc. 
firn.  a.  296.  Un  par  di  zoccololli  allocci 
e  haoni  Tengono  i  piedi  asciutlì  e  cai- 
di.  (C) 

s?  ALTORITA'.  .  .  .  Slntt.  12Ò.  coir. 
Cron.  Strin.   126. 

ALTRO. 

§.    VII Bocc.  nov.  52.  2.  coir. 

Bocc.  noi'.  a5.  2. 

-1-  §.  Altro  ,  t.ilcra  vale  Seguente . 
Dani.  Inf.  33.  Quel  di  e  I*  altro  stem- 
mo tutti  muti.  /  il-  S.  Frane.  172.  Nod 
craoo  solleciti  dove  dovessero  albergare 
la  sera,  uè  tbe  dovessero  avere  da  muu- 
piare  l'  altro  di.  (Cj 

^  §.  Senz'  altro,  posto  avvcrbialm.  va- 
le Certamente,  Senza  dubbio j  Assoluta- 
mente. V.  SENZA.  (C) 

j  ALTRO  CHEec  AiKerhiafm.  cott. 
Particella  cccvttitativa  die  talora  st  aito- 
j'tra  infutza  di  preposiz.  Ed  agg.  io  6n. 
5?  Serm.  S.  Agost,  2.1.  Chi  lo  sottomise 
alte  miserie  nostre,  altro  cbc  la  sua  pia- 
tosa  clemeozia?  ("CV 

t  5  ALTUKA  .  Altezza,  corr.  Luogo 
nlio,  ICmincnza.  E  dell'  es.  Frane.  Saech. 
fjune  §■  così  : 

^  §■  K  Jiguratam.  per  Grandtzza  di 
\tato,  o  di  potere.  «•  Frane.  Sacefi.  .  .  ». 
fincell.  Piai.  3o-  Wogli  uomini  spezial- 
ineote  di  più  altura  di  grado  che  noi  non 
sianio,  suole  o  dimeoticanaa  o  alleviamen- 
10  recare.  (C) 

ALVINO.  Al  V.  6.  rfoi'e  legge  clistere 
leggi  clistierc 

*  AL  VIVO.  Al  V.  8.  oie  ha  la  sua 
]>illura.  corr.  la  sua  pittura  •», 

A   LLMACA.   Poni  in  fin.   il  segno  3 

A  LUNATA.   Togli    questa  locuzione. 

ALUNNO.  Agg.  in  6q.  *  Car.  En.  7. 
7.  El)Le  Gaifta  Dal  suo  pietoso  alunno 
esequie  e  lutto,  E  sepuUura  atteramente 
eretta.   (C) 

•.'  §.  Alunno  ,  dicesi   anche  Colui  che 


A  L  U 

viene  educato  tn  qtiolche  seminario,  0  col- 
legio.  Ces.  JJescr.  28.  Dopo  di  queste  ve- 
nivano gli  alunni  del  Collegio  del  Semi- 
nario tulli   vestili   di    nero.   fC) 

:>   § Car.  En.  2.  33.  corr.    Car. 

En.  2.  333.  Ed  agg.  in  6n.  A  6.  88y.  Eravi 
Tiiio  ,  Quei  de  la  terra  smisurato  alun- 
no, CIjc  tien  disteso  di  campagna  quanto 
Un  giogo  in  nove  giorni  ara  di  buoi.  (Cj 

ALZARE. 

3  ALZARE.  Agg.  in  Co.  *  Bern.  Ori 
2.  II.  34'  La  coda  alzava  nel  l'uggire  spes- 
so .  Tass.  Cer.  2.  30-  Al«a  Sofronia  il 
viso,  e  umanamente  Con  occhi  di  pietade 
iD  lui  rimira.  (C) 

*  g.  Alzar  la  botte,  dice.u  del  Solle' 
varia  dalla  parte  di  dietro  per  trarne  il 
vino  quando  e  sul  finire.  Dnv.  Colt.  162. 
Ai  vim  di  pogL;io  non  isfondar  mai  liotle, 
e  non  l'alzare,  ma  come  non  getta  più, 
turala  bene  di  sotto,  e  di  sopra.   (C) 

V  ^■.  Al  giuoco  delle  carte  Alzar  le 
carte  f  0  Alzar  semplicemente,  vale  Sepa- 
rare il  mazzo  in  due  parli  prima  che 
vengano  distribuite  da  chi  le  fa  .  Cant. 
Carn.  6.  Noi  abbiain  carte  a  fare  alla 
bassella,  E  convicu  che  P  uu  alzi,  e  l'al- 
tro  metta.   (Cj 

^  §.  Alzar  la  mano,  parlandosi  di  com- 
battenti ,  vale  JJarsi  per  vinto  .  Giov. 
Geli.  J  II.  Al/.  Il4-  Della  qual  cosa  al- 
zando la  mano,  gli  delle  Alfonso  la  lede, 
e  cavatolo  appresso  del  mezzo  della  stra- 
ge, ne  lo  mandò  a  Ferrara.   (Cj 

Jls  §.  Alzarsi,  si  dice  anche  del  Vento, 
e  vale   Cominciare  a  tirare-  (CJ 

5^  g.  Alzar  la  coda  ,  figuratam.  vale 
Prender  baldanza,  Hallegrarsi.  F.  CO- 
DA,  §.   V.  (C) 

•I^  §.  Alzare  il  vi.to  ,  figuratam.  vale 
Insuperbire,  Fare  del  grande.  /'.  VISO, 
§.    XX.   (C) 

^  §.  JSon  poter  alzar  un  dito.  /'.  DI- 
TO ,  g.  Vili.  (CJ 

^'  §.  Alzar  le  vele ,  figuratam.  vale 
Partire ,  Andarsene .  I.vr.  fljed.  cnnz. 
101.  5.  Sarai  tu  crudele  Di  acconsentir 
lassarmi  in  tanta  asprezza,  Esibendoti  fe- 
dele? Fa' di  chiarirti;  e  poi  ulza  le  vele 
Se  mi  trovi  incolpala.  fC} 

^  g.  Alzare,  in  signi fic.  neulr.  pass, 
inalzarsi  volando.  Ar.  Fur.  2.  49-  ^^' 
me  suol  far  la  peregrina  gruc.  Che  corre 
prima  ;  e  poi  vediamo  alzarse  A  la  terra 
vicina  un   braccio,  o   due.  (CJ 

f  g.  Ili.  In  signi/ic.  neiitr.  pass.  a^g. 
sì  dice  anche  del  Sole,  e  degli  astri  che 
cominciano  a  comparire  sttlC  orizzonte. 

3  g.  VI.  Alzar  la  voce,  ec.  logli  1' cs. 
Salv.    Spin.  e  ianne   g.    così: 

^  g.  Alzar  la  voce,  vale  anche  Spar- 
ger Jama.  "  Sulv.  Spia. .  .  .  n.  (C) 

^  §.  Alzar  la  voce,  vale  anche  Escla- 
mare .  Tac.  Dav.  Ann.  l3.  180.  Udito 
che  tal  onoie  si  faceva  agli  amliasciadori 
delle  nazioni  più  valorose  e  più  amiche 
a' Romani;  alzauo  la  voce,  ninno  morta- 
le ne  in  armi  ne  iu  fede  avanzare  i  Ro- 
mani.  (CJ 

t  §.  Vili.  E  Alzar  le  corna,  agg.  fi- 
gunitam.    vale  Insuperbire. 

g.    X-    A'Znre   i   mazzi, 

g.  XI.   Togli  le  virgolette,  e  (C) 

g.  XIV.  .'fizar  le  mani.  V.  MANO  , 
£.  XII.  e  XIII.  corr.    F.  MANO,  g.  XXI. 

^  g.  Alzar  le  mani  al  cielo.  F-  MA- 
NO, g.    XXII.  e  XXllI.   (Cj 

■\'  %.  XML  Allegane  V  cs.  Pros.  Fior. 
Borgh.  Ictt.  4-  4-  ^^^"  ^'''  f"***^  '°  P**" 
tere  dì  poche  buone  borse  con  le  loro 
endicbe  alzare  i  pregi  a  loro  piacere,  ed 
ingrassarsi  del  sangue  de*  poveri.  {Cj 

t  ALZATA. 

'e  g.  Alzate  dt  terra  ,  diconsi  Quei 
Rialti,  0  mucchi  di  terra  che  veggonsi  nei 
cimiteri  dove  sono  stati  sepolti  i  cadaveri. 


A  L  Z 


1829 


Ces.  Bell.  Dani.  I.  167.  Corre  tosto  col 
pensiero  ad  alcun  sagralo,  o  cimitero;  do- 
ve i  colmi,  o  alzale  della  lerra  fanno  per 
lutto  vario,  e  quasi  ondato  ed  ammonti- 
celiato  il  piano  del  campo-  (C) 
ALZATO.  Add. 

*  §.  II /•>.  Ciord.  294.  corr. 

Fr.    Ciord.   299. 

AMABILE.  Agg.  dopo  il  §.    II. 

*  g.  Amabile ,  si  usa  talora  an- 
che sustanlivamente  .  Bicett.  Fior.  199. 
Il  vino  Falerno,  che  coU' aromatico  ab- 
bia deir  amabile,  e  conservi  lungo  tempo 
tali  qualila.   (Cj 

*  AMAGIONE Gr^S.   Gir. 

64.   agt;.  (  f  ar.  le:.)   .  .   E  66.   agg. 

(t  ar.   kz.) 

*  AMANUENSE.  Agg.  mnanzi  a  (C) 
E  leti.  de.  3.  l85.  Tanto  hanno  di  cose 
segrete  ('/e /i'(/ere^,  che  per  poco  non  mi 
fido  de*  medesimi  amanuensi. 

t  AMANZA.  ...  Seal.  S.Agost.  coir. 
Seal-   Claustr.   l\(\2. 

f  g.  li.  Al  V.  5.  dove  ha  Che  mi  trasse 
corr.  Cbe  noi  trasse  E  al  v-  7.  dove  Im 
—  Him.  da  Palerm.  corr.  Hm.  da  Pa- 
lerni.  E  togli  dalla  ilichiaraz.  semplice  iJr- 
sidirio,  e  dtU'  es.  Frane.  Barb.  97.  8. 
fanne  g.   così  : 

■\  %.  E  per  Semplice  desiderio.  Frane, 
Barb.  97.  8.  Ma  questo  li  convien  per 
fermo  avere  :  Che  quella  è  verlù  vera  , 
Tener  la  mente  intera  ,  Non  per  paura  , 
Ma  per  pura  amanza  D'  essa  verlù  possi- 
dere. 

AMARANTO  .  Al  v.  4.  ove  ha  —  E 
85.  corr.  V  E  85.  E  al  v.  5.  rfoie  leg- 
ge.- in  cui  poi  corr.  in  cui  pur  —  ed  agg. 
in  fine  (C) 

f  3  AMARE.  Togli  gli  es.  Tav.  Bit. 
e   Dani.   Inf.  5.  facendone  g.  così: 

^  §.  Amare,  posto  assolutam.  si  dire 
della  Passion  d'  amore.  «  Tav.  Bit  .  .  . 
Ijnnt.  Inf.  5.  .  .  .  »*.  Buon-  Tane.  5  7- 
Oh  maladcllo  chi   m'insegnò  amare  !f6V 

*  §.  Per  Dilettar.^  .  Buon.  Fter. 
3.  4-  4-  ^  tanto  ama  '1  vin  nuovo  che  'I 
vetusto  ,  E  lo  bee  annacqualo,  e  lo  bee 
mero.  Dav-  Scism.  68.  Amò  le  lettere  . 
favori  gli  scienziati.  (Cj 

3  §.  HI.  Agg.  in  6n.  Tac.  Dav.  Ann 
l5.  217.  li  che  piaceva  a  molti  che  in 
secolo  si  scorretto  non  amano  imperadore 
scarso  e  austero.  (Cj 

%'?  g.  IV.  louanzì  a  Dav.  Colt.  agg.  Pai- 
lad.  Gcn.  16.  Amano  (i  mandorlij  il  cam- 
po duro  ,  e  secco,  e  calculoso  ,  e  lo  cielo 
caldissimo  . 

J,":   AMARIARE.    F.   A.   Amareggiare 
Guitt.  rini.   2.    160.   l'.l   sa\orc  di  voi  the 
coro  ha  bono  ,  E  dolce   e  nuovo,  si  «he 
m'  aniaria  Onni  altra  cosa  ec  (Cj 
AMARITUDINE  . 

g.  I.,.  Cron.  fllvrcll.  l55.  corr.  2j5. 
AMARORE.  A^g.  in  fin.  *  Plut.  Adr. 
Op-  mar.  l\.  lo3.  Percbi;  nel  verno  ii  ma- 
re al  gusto  riesca  meno  amaro  ,  come  si 
narra  che  scrisse  Dionisio  nel  suo  tratia- 
\o  degli  acquidotti?  Perchè  non  e  al  tulio 
P  amarore  privo  ,  e  abbandonato  dalla  dol- 
cezza.  (C) 

i?  AMATO  .  Add.  da  Amo  s  Che  ha 
amo.  J^arih.  Sttr.  lO.  3o6.  Di  coloro  cbc 
eiano  feriti  puutu  gravemente,  ne  scam- 
pavano pochissimi  ce.  perchè  molle  delle 
pdlle  erano  amate,  o  ramale,  che  e'  se  \v 
chiamassero.  (Cj 

3  AMATORIO.  Add.  agg.  Che  appar- 
tiene. Che  ha  relnzione  alt'  amore j  e  to- 
gli 1' es.  Buon.  i'Vr.  e  fanne  g.  come  ap- 
presso, ed  agg.  in  6n.  *  La.^c.  Cen.  2.  nov. 
7.  161-  Onde  <ìeh\)CTo  (il pedagogo)  fare 
una  lettera  amatoria,  e  mandargliela.  CO 
f?  g.  Anialorio  ,  talora  vale  Che  induce 
ad  amare.  uBuon.  Ficr.  2.  ^.  6.  .  .  «.  (C) 
AMBASCIA.  Agg    iu  fin.  *  Bed.  leti 


(83o 


A  M   B 


A  M   I 


A  M  M 


i  32.  Se  ne  vagliano  per  nicdicare  quei 
<avalli  iofermi,  che  baonu  tosse,  dilficollà 
di  respiro,  ovvero  asma,  o  ambascia.  (C) 

AMBASSI  . 

§. .  .  Buon,  t'icr.  3.  I.  l5    corr.  3.  i.  5. 

AMBEDUE Petr,    canz.    3o.   ^. 

corr.   Petr.  canz.  Sy.  4> 

AMBIGUO. 

*  S-  Anthiguo,  SI  dice  anche  ad  Uomo 
del  quale  non  si  sa  bene  la  religione  ,  o 
il  partito  che  segue  .  Dav.  Scism.  6g. 
Regaó  iy  aoDÌ.  9  mesi.  6  giorni.  21 
caltolico .  5  ambiguo:  gli  allri  scismali- 
ro.   (C) 

*  §.  Ambigtio  ,  in  forza  di  snst.  vale 
tinche  Incertezza  .  Segr.  Fior.  Disc.  2 
l5.  In  questa  medesima  maleria  ec.  si 
può  notare,  come  in  ogni  consulta  è  Leoc 
▼  «nire  allo  individuo  di  quello  che  si  ha 
a  delilierare,  e  non  istare  sempre  in  am- 
biguo, ne  in  su  lo  incerto  della  cosa.  (C) 

3  AMBIZIONE. 

*  g.   I    .  .  .  Bemb.  Sior.  li.  agg.  l52. 

*  §.11 Hed.  leu.  agg.  2.  5. 

AMBRA 

§.  1.    .    .   .    Petr.  san.  \ot\.  corr.   \6!\. 
AMENITÀ'. 

*  §.  Amenità ,  .11  dice  anche  ft'^ura- 
inm.  dt  Ciò  che  hanno  di  piacevole  le 
tciente,  le  lettere  t  e  le  arti.  Red.  Vip.  I. 
6.  Deposti  i  più  gravi  affari  del  Governo 
i.i  diporta  tra  le  amenila  delle  filosofiche 
speculazioni.  (C) 

3  A  MENTE.  Togli  1*  es.  Filoc,  e  fau- 
ne §.  così  : 

*  §.  Essere  a  mente  una  cosa  ,  vale 
Ricordarsene.  **  Filoc.  4-  ^T-  ■■■>*■  (C) 

t  AMENZA.  .  .  .  Fr.  lac.  T.  3.  12. 
8.    corr.  3.  11.  8.  —Errore  di  Crusca. 

*  AMETISTA.  Pietra  preziosa  di  co- 
lor i-iolettoj  Amntista.  Cani.  Cam.  2^1. 
Noi  abbiam  plasmo  ametiste  e  turchine  , 
Zaffir,  topazii,  diacioli  e  granali.  (Cj 

*  AMICHEVOLISSIMAMENTE  .  A- 
\anti  a  Segncr.  jgg.  ì'arch.  Lez-  Vant.  2. 
228.  Consolandomi  amichcvolis!.iniamcnte 
nella  svenlurosissirna  morte  di  quel  pove- 
rello di  mio   nipote.  (C) 

5  AMICIZIA  . 

ff  §.  Allunga  V  cs.  e  aggiugnivi  in  Gn. 
.omc  scijue:  •<  G  T.  5.  7.  (\  La  pri- 
ma pietra  che  si  fondò  ,  la  calcina  s'  in- 
trise di  sangue ,  che  sì  segnarono  delle 
braccia  i  sindachi  a  ciò  mandati  per  lo 
•  omun  di  Firenze  a  perpetua  memoria  e 
^egno  di  amicizia.  Jiorgh.  To.kc.  3i7.  Ri- 
>hìesono  d'aiuto  (i  Chiusini)  i  Romani 
contro  a'  Galli,  se  bene  non  aveano,  dir' 
fgli ,  amicizia  ,  o  compagnia  alcuna  con 
esso  loro.   (C) 

5    AMICO.   Sust. 

*  g.  Da  amicOt  posto  a\\>crbi>\lni .  ta- 
le Cvmc  deve  un  amico.  Cecch.  Fsalt. 
t'r.  3.  7.  Io  ti  consiglio  Da  amico,  non 
mangiar  bietole.  D.  la  cau*a  7  C.  1' ara- 
maztuDO  i  conigli  .  /-  Dot.  4-  -*■  E'  m' 
ha  servito  in  ogni  cosa  d.»  Amico  ti  so 
dire.  Fortig.  Rice.  20.  85.  *-hc  sebbcn 
non  lec' io  mai  il  uurcicio,  Nulla  dì  niun 
\o  servirò  da  amico.  (Cj 

*  AMICO.  Add. 

t   «   §.   IV.  .  .  .  Red.  ieli.   «gg.  I.  117. 

*  §.  Amico,  si  dice  altresì  degli  Am- 
mali che  hanno  all'etto  %erso  gli  uomini. 
Circ.  dell.  8.  l83.  M.»  che  vuol  da  me 
questo  cane  che  egli  mi  fa  tante  rarezze? 
le  le  .  Oh  quanlo  e  amico  e  fedele  all' 
uomo  questo  animale  I  (C) 

^  §.  Amtco  ,  si  due  anche  di  alcune 
fose  ,  che  mostrano  avere  non  so  quale 
mffeiione  l'  una  verso  /*  altra  .  Pallad. 
Ftbbr.  33.  Il  moro  è  amico  della  vite  , 
nascono  i  mori  di  seme,  ma  tralignano 
nel  pome,  e  nelP  albero  .  Cr.  .*>.  \!\.  1 
Il  moro  è  arbore  nulo  ,  t  amico  mol(<t 
Jclln  vite.  (€} 


#  A  MILLE   TORTI Pros. 

Fior.   VeUor.  leti.  8.  corr.    1.  4-  2' 

3   A  MISURA. 

*g.  I.  Agg.   in  fine  —  (C) 

t  AMMAESTRAMENTO.  Corr.  la  di- 
chiarai. L'azione  dell'  ammaestrare  ^  ed 
anche   Ciò  che  risulta  da  questa  azione. 

t  AMMAESTRANZA.  Corr.  la  dichia- 
raiione  A'.  A.  Quello  che  risulta  dall' 
azione   dell'  ammaestrare . 

AMMAESTRARE. 

#  §.  VI.     .  .  Fr.  Giord.  l33.  corr.  l53. 

#  AMMAESTRATIVO.  Agg.  in  fine. 
E  Pros.  Tose.  I.  293.  Questa  insuavità 
e  poca  leggiadria  non  gli  sia  male  ,  poi- 
ché contiene  severo  e  vero  e  ammaestrali- 
vo  concetto.  Pros.  Fior.  Salvia.  Lett.  l\. 
2.  257.  Cosi  la  vostra  maschera  ec.  noD 
solamente  fu  vaga  »  fu  bella  ,  fu  nuova  , 
ma  aiiimaestrativa  e  morale.  (C) 

t  AMMAESTRATO  .  All'  cs.  Rettor. 
Tuli.   agg.    II 3. 

t  AMMAESTRATORE.  .  .  .  Che  am- 
maestra, corr.  Che,  0  Chi  ammaestra.  Ed 
Agg.  io  fine,  "ff  Plut.  Adr.  Op.  mar.  i.  32. 
Molli  padri  montano  a  tale  eccesso  d'  a- 
varizia,  anzi  per  dir  più  vero,  a  (ale  odio 
contro  a'  figliuoli ,  che  per  ispcndcr  meno 
eleggono  per  ammaestratori  d'  essi  uomini 
vilissimi,  cercando  comprar  1'  ignoranza  a 
buona  derrata.  (C) 

AMMAINARE  . 

''?  %.  Agg.  in  fin.  Bari.  Ricr.  Sav.  2. 
10-  4^^-  ^^'  volea  mano  a  remi  ,  chi 
correre  a  fortuna  ,  chi  disarhorare  ,  ehi 
ammainare  ,   o   caricar  la  vela.   (C)  \ 

•f  *  AMMANIERATO. 

>«!  §.  E  in  forza  di  sust.  per  Ma- 
niera. Baldin.  Le:.  Accad.  lA.  In  ogni  1 
altro  scupresi  talora  alquanto  di  quel  di-  j 
fello,  che  diccsi  maniera,  o  Ammaniera- 
to; che  è  quanto  dire  debolezza  d' intcl- 
ligenia  ,  e  più  della  mano  nelF  obbedire 
al   vero.  (C)  1 

t  5  AM.MANNARE inlrod.  Virt. 

agg.  317.  ed  allega  V  cs.  così:  Però  priego  { 
voi,    virtù  che  e».,   nella  battaglia,  che   si  ; 
ammanna  d'  ossero  tra  noi  e  li  detti  nemici  j 
che  sono  a  petto  di  noi ,  debbiate  essere  1 
sì  prodi  e  valentri,  e  iVanche  e  ardite  che  le 
dette  resie  ce.  siano  Uitte  morte  e  ispenle. 
E  poi  agg.    *    Tac,    Dav.  Ann.    16.   227. 
Presero  materia  ì  dìiilori  dì  lodare  il  Prin- 
cipe ,  the    gì'  Iddìi  non  pure  gli  faccano 
nella  faccia  della  terra   nascer  le  solite  bia- 
de ec.  ma  con  fecondità   nuova  gli  amman* 
navauu  i  tesori  .  (C)   E   dell*  es.    Pataff. 
fanne  g.  così: 

#  g.  K  in  srs^nijic.  ntutr.  pass.  «  Pa- 
taff-.  g.  ..     ».  (C) 

3  AMMAWNIMENTO.  Dell*  es.  ì  tt. 
lUtt.   fanne  g.  allungandolo,  cosi: 

^  g-  Ammannimento ,  dicesi  anche  La 
cosa  ammannita  per  far  checchessia  . 
^Fit.  Pitt.  6\.  Cosi  fossero  vedute  le  pre- 
paraiioui,  gli  ammaoniinenti,  t  rcporloriì, 
gli  spogli  ce.  che  per  avventura  sarebbe 
più  compatito  chi  mette  in  luce  le  »uc  fa- 
tiche da  celli  !,c\eri  e  indiscreti  censori, 
che  non  facendo  mai  cosa  atcunat  le  fat- 
te dagli  altri  sempre  tengono  a  sindaca- 
to.   (Ci 

AMMANNIRE.   Agg.   in   fin.   «  Rur>, 


l'ier.  L    5.    3.    A 


In 


man    a 


già 


man    si  pensa 
igali   S'  amman- 


parrar    dottori, 
nixuno.   (C) 

AMMANO  AMMANO.  Togli  in  fin.  (*) 

t  #  AMMASCIIERATO >/««. 

Franz,   rim.   buri.    agg.    2.    I0|. 

3    AMMASSARE. 

-1'  ^;.   Ili Cats.  corr.   Ca$. 

AMMAZZARL. 

"^  %.  Ammanare  ,  vale  anche  JVuo- 
cerx  assai.  Lasc.  rtm.  1.  60.  Questa  feh- 
brc  ladra  che  m'ammana.  Non  stimerei 
mi  fradirio  lupino    f  Ci 


AMMAZZOLARE  . 

*  S-  E  figuratimi.  Baldov.  rim.  buri. 
3.  i88-  E  se  ciarle  e  fandonie  insieme 
ammatzola  ,  Lo  fa  sol  per  buscar  qual- 
che pollezzola  ,  Non  valendo  per  altro 
una  corbezzola    (Cj 

*  AMMESSO  .  Add.  da  AmmetUre  j 
Concesso  .   (C) 

'r  g.  Ammesso  che,  maniera  denotante 
la  supposizione  della  cosa  dt  cui  si  parla. 
Fiv.  Disc.  Ara.  18.  Sicché,  ammesso  che 
dentr'i  a  questi  anni  la  pescaia  di  muro 
non  foste  stata  più  rialzata  ,  il  che  si  ne- 
ga ec.  ;  non  ostante  ciò  è  forza  coodu- 
dere  che  ec.  si  era  rialzato  (il  letto)  po- 
co men  di  tre  quinti  di  braccio.  (C) 

t  3  AMMF.TTKRE  .  Agg.  in  fine  * 
Dav.  Tac.  Jna.  5.  IO7.  E  delU  Unti 
onori  che  le  davano  ,  ne  ammesse  pochi 
quasi  per  modestia.   (C) 

*  g.  1.  Dopo  Car.  Eneid.  agg.  6.  489. 
Erraa  cent*  anni  vagolando  intorno  A  qae- 
slì  liti  ,  e  '1  desiato  stagno  Vìailando  so- 
vente ,  iofin  che  al  pauo  Non  sono  am- 
messi.   E 

^  g.  III.  Agg.  io  fine.  f'utC.  Mari. 
Lett.  58.  Non  voglio  pero  ammetter  la 
scusa  ,  temendo  di  quello  che  ho  detto  . 
Fir.  Disc.  an.  III.  Le  quali  tulle  cose 
nondimeno  passano  eoo  carico  dì  loro  co- 
scienza ,  senza  che  scusa  alcuna  le  possa 
meritevolmente  essere  ammessa  dalla  di- 
vina giustizia.  (C) 

^  g.  per  Permettere,  Accordare,  Da* . 
Scism.  2^.  L'  appello  io  grazia  del  Re 
non  s*  ammetteva  ,  ne  la  sentensa  del 
repudio  si  dava  .  Itt-  PUt.  9.  Da  quesi' 
opera  Zeusi  cavo  molti  danari ,  perchè 
oltre  al  prezzo  che  da'  Croloniali  gli  fu 
sborsato,  prima  d'  esporla  in  pubblico  non 
ammetteva  cosi  ognuno  a  vederla,  d^  ico- 
za  qualche  mercede.    (Cj 

ir     §.     Per     Computare ,     imputare 
iifll.   sport.  5.  6     Vedete  di  aver  meato 
cogli    Otto   che    maodassioo    un    bando  . 
che  chi  gli  ha  avuti  non  gli  rivelando  fra 
due  giorni  gli  sia  ammesso  per  furto.  (l'J 

*  AMMILLIORARE,  e  AMMIGLIO- 
RARE  .  Agg.  in  fine.  Rim.  ant.  Guid 
dalle  Colonne,  l.  193.  Per  un  male  ag- 
gio visto  avvenire  Poco  di  bene  andare 
ammigliorando.  (C) 

t  #  AMMINICOLO.  Corr.  Ja  dicbiaiaa. 
cosi:  Ciò  che  non  prova  assolutatn.,  mu 
contribui.tce  a  provare  checchessia  j  ed  e 
per  lo  più  term.  dr'  Legisti  Togli  ciò  che 
i  tr.i  parentesi;  ed  allega  l'rt.  Bemb.  comr 
segue  :  Bemh.  Asol.  3.  16O.  lo  diverse 
maniere  ciascuno  e  eoo  più  ainnunicoli  s* 
t  ingegnalo  di  sostentare  la  sua  senteasa. 

4c  §.  Talora  equivale  a  Prelesto,  Rt' 
piego  ,  come  :  Troverà  mille  amminicóii 
per   non  pagare.  (C) 

3  AMMINISTRARE.  All' «.  Cavmh . 
Espos.  Simh.  I.  460.  agg.  Tutti  son  tr- 
nuli  a  lavorare  se  non  quelli  —  E  in- 
naoai  a  (C)  Car.  En.  7.  »•.  71.  Un  re 
che  veglio  e  placido  gran  tempo  Avea  '1 
suo  rei;oo   amministrato  in  p^ce- 

*^  %•  '-  ^KK-  ioBBnatafÒ  Srgm  òtor. 
9-  246'  Usando  assai  i\  >  uosiglio  di  Ma- 
donna Maria  sua  madie,  cbr  amministra- 
va  coir  autorità  sua  molte  Idrccode 

t  3  AM.MIRATIVO.  Togli  Te».  Ar. 
Supp.  e  fanno  §.   cosi  : 

=C^  §.  Fìar-v  un  Wjo  tmmirmtivm,  vàie 
Mostrare    ammirasione.    m   Ar.   Sfpp    2 

1 .  (O 

g.  II.  Rassetta  questo  §.  corno  srguc 
t  §■  Plinto  ammirativo  ,  dicesi  Que/ 
Signo  di  punteggiatura  che  si  pome  ttopc 
qualche  interiezione  ammirativa  in  qMfSta 
forma  (I)  'S  Salvia,  pros.  Tose.  l.  188.  V- 
di  quatta  sorta  punti  ammirativi  infiDiU 
se  ne  vrggìono  in  Codici  Latini  e  Tosra- 
ni.  (C) 


A   M  M 

-     «      Ta!or«  s.  usa    '•"che    S"?^"''' 

-■    ^'^  ;  Pros     Tose.    1-    »88.  L» 

l'jjm  .    òalvin-     '  incuto    sopra  jl 

■""""'  'fr;  il     cnX.    .c'conìc 

"  ■  rMeUe  ni  anche  Jave,  ec.  V  aver 

si.qoclchel«UÌaaorale_rU 

nio.  (C) 

l  TT^T^o..    ha    rr.   S.f 

„J    t/H-.c.  Hi",,  -ni-  "gg-   '■  ^'^• 
"iQ  fuoco  ».  (C) 

'"VfMMURlCATO.AU'es.  P..«-'.acS■ 
^■lMMfaT.^ARE.AsB•-■.'•"■■^•.*f 
;;.      .8     25    I   fa"»   Tedescb.  ec.  s.  am- 

mulmaroDO  eoa  or*""' ,.  ,  ,•  /  d/u- 

+  AMO    Abe.  alla  Jicbiarai.  i»cl  pi" 

E  al  ■»    9-  ^°'" 

JicaraDza  Ol.ria  conoscenza  ed  amoran  ^ 
""•t^AMORE.  Aires.  Bcmb.  Asol.  agg. 
'^>.  fi,  I.  SosUluisc.  alla  dichiavazione. 
Amor  proprio  ,  d.^^s    l  ^V  ^. 

m  fin.   «"^"-  ""  ,  .  ,,,,,ic   E  1"  igooran. 
mot  proprio  ha  <1<^\'';  >'f ^^^  ,i  6„,n,e. 
.a  che  va  sempre  seco  Fa  c»^     ' 
„e ,  e  -1  ben  «  chiaria  reale.   .^aU'n.  IJ.sc. 
°    386.  1  qoaU  rarprcsenlaodo  bcou  bo 
scherecci  e?,  lontani  erano  da  ogn.  adu^ 
laiione    e    da    ogni   lusinga  ,    pesu   de   e 
'ra'di  «.U,  e  delle  grand.  cUa^.,  ne   e 
Lali  r  uomo  per  V  mnalo  amor  propno 
2"'  propri,  vixii  adnlalore  d.  se  slesso  d- 
?,eno  poi  per  funesto   con.ag.o  adulatore 

't'silU^Avan..l-cs.   if.cc.no...  e  in 

«„    ^V.ir«     Vani.   Con»,  poni  le  virgo- 
fetu    ÈalVes.i(«.'...^W./i6.3..gg. 

''*§    J„-r  rf'«».o«.  o  per  amore.  F 

ASIAUE  .  S   '   C^',  „      p-    CONO 

-   g.    Conoicer  et  amor*.    1'      t-0'>" 

srEHE,<i.  is.  rO  , 

•t  5  S    IV.  /;  Desiderio  ehe  ec. 


AMO 
-  8    Amore,  <licest  anche   V  azione 
deU-tareed.n,.e^'--,'lZ 

^l^'^!l  Barn.  a.U,.^r>- arme  ^ 
gliamoii.  Mormororno  d.  corte 

nali.  ((.^ì  e  ré,,      In.    Il 

--   K    V.  Aas-   in    fine.    Cai .    in.    »• 
.^;^.^-c'hfe   l'e^oone  ancora   .1   vero  de 
'Tfv'r'Xrl^-- Ch'era 
''    ^'r.      ,'   l'.f    I     Temp"  era  dal  pnn- 

,  ■  ed  e  term    ddle  arti.  Hen^- 

e  con  amor  lavorata,  re;  ^,^^^ 

J-I/c-.,.o,  agg.  o   ad  alcuno. 

suasUlua.  fO  ^  (;£// 

•■-or'  in  forza  al  susi.    i>^>" 

;„^;:-ii;::gnissii^um^^':^-:^- 

lilco  amorosissimamente  nn  ci  ai 
^'tZ^Ìt"^.'BUFior.. 

ampio.   Cas:,eu     50 Jo^^,^^^ll,l'::,, 

.nesso  Monsig.   J'  ^^"^"^v.  M.  Cristia- 
A,  dir   più  ampiamente  a   ». 

nissima.  (C) 

f'^^'^l'g;alladlcbiaiax.,crf.,.y. 
J  Lo  i'alsignific.  guanto  nel  neuir. 


À  N  A 


i83i 


pass. 


■  '+  AMPLIFICATORE...  ■«■*""" 
T  ai>iri.  amplifica.    E 

P''A"^  corr.    C/.e     o   C/u        P  ^^ 
'TÌmPLO      /ue"aneres.*G.«. 
3/  „f^o'°.00.  Girandosi  in  cerch,  pò. 

.. „i:  j»i  corno  solare.  (W 

co  più  ampli  aei  citii-" 

i"f ''ii^poWe.   P-    -'■'■'•    "■"/■■" 

Quelle  bolle .  "/'"•'£'''      iJrsa  in  essi 
n.  l.c,u,di  quando  cade    OS,  .e 

un  altro  liquido.    Ci.   li-'O^  ..  oUo  lo- 
nella  padella   da  f-SS"e  hanno  \  "Ilo    ^^ 
"liente,  e  .ncllon».   .1  vino  ,  e  se 
Sc,ua  ,  soner-a,  e  farà    ampolle,    e    salte 

%t  ^/.r'tsf':%f--»  P°- 

L°^ -p^nyi  ;:^;  ^'-— = 

:;;  la  corrompa,  come  i=.l  mele    deU      • 

nacardio,r  ubriaca  non  f^"  H",^"'  '=«^ 
ehe  da  noi  per  rccellen.a  gU  sono  altri 

buili.  (C)  Io  cu!  co- 

ANACARDO.  ^Sr '">•  ■ '°  a"„,ro 
lore  declina  un  poco  -'>''1"'J''1^'t° 
1  lui  si  è  una  'Osa  iim.le   a»  sangue.  V« 


Bbv     P.  S.  Eo  beveraggio  dell'  anacardo 

è  propria  medicina  a  questa  inlennita.  /; 

CD    4    Dalli  a  bere  anacard.  col  Mno. 
ANACORETA.  Innani.  a  Sega,  agg    — 

^-.  Serd  ò-tor.  l6.  6^7.  I  Ponlcfic.  Roman, 
sono  SUI.  tenuti  V.carii  di  Cristo  senta 
dubbio  alcuno  da  tanU  doUor.ec.  da  sani. 
Anacoreti,  Vescovi ,  e  altr.  Confessor,  ado- 

"  ANAGALLIDE.  Al  .■■  3.  ove  ha  Io  'n- 
ferno  corr.  lo  'nferma 

t  *    ANALISI Salvm.    I  >os. 

Tose  ac  528  Ci  veniva  los.noato  (nello 
le-ione)°i  novelli  Unto  decantali  melod. 
della  geometria  ec.  aver  suo  fondamento. 

e  oricine   nell  .-.    I' 

•^  ANALOGl  A.  Agg.  innanzi  a  ft;  /  » 
Prop     l3.   Tre  appresso  gì.  antichi  beni- 
tori    sono  r  analogie  o  le  propora.onalita 
più    priocipalmcnle    considerate,    cioè    1 
Lin.metica,   la   geometrica    (  le    quali    .1 
suddividono  in  conUnue  e  .n    dug.nnle), 
e  k  musica,  ovvero  V  armonica. 
:>  ANARCHIA.  Poni  .n  fin.  (  ) 
*   8.  Peni  in  fin.   (';  „         ,. 

l  ANARl  .    F.  A.    Nari.    Ott.    Com^ 
Inf  11    Era  Socrate  uomo  soiziss.mo,  con 
gli'anari  rincagnai,,  fronte  ™^""' .6'"  ••, 
meri  pilosi,  le  gambe  ravvolte  (cosi  ha  ,1 
Testo  a  penna).  (C) 
>f  ANATOMIZZARE. 
+  *   e.    II.   Poni  in  fin.  I*) 
+  *  ANATRELLA  ...    Tolom.  lett. 
J.  M.2.WM0.11qualefcoroJec.sono 
fa^lo  costretto  comporre,  e  quasi  roca  «a 
irella  mi  son  posto  a  paragone  del  soave 
canto  del  cigno.  .,     , 

*  ASCILE.  Aires.  Car.  En.  lit>.  ,  ■ 
agg.  28l.ed.nfine.-essoreP.coassis. 

era  - 

+  a  a'ncora.  „     .    ,1  „ 

I  ■-  e  I  Agg.  in  fine.  fiorgA.  Orig. 
f,r.  È  necessario  ec.  s-ttarci  a  un  le»o 
Ldo.  del  quale  nell'ultima  contesa,  co. 

„e  -ancora  di  rispello    s.  r.serva.  (C) 
ANCO'RA.  Dopo  il  à-  '•  "oS. 
i   §.    Talora  accenna  ""-P"/"  ""'.' 
,„e  yell- ae.cnire.   Dipoi.  Fior.  It.M^ 
EUa      cdeva   per   spirilo   d.  profez.a   che 
questo   foco    dovea'dare   ancora  legge    .. 

'"'ri^rfrMioFinoaqui. 

*   ANCORA  Pili". 
t*ANCROU.Aires.B«vi.  nm.  agg 

I.  loV 

ANDAMENTO.  ^ 

t  5  §■  '"•  T°8''  '    " 

''Ti  Zdameuto,. ale   anche  Maneg. 

„-;,   K-.t«.  ed  in  questo  --  -  «« 

-r''''"'xr;'i'B:'3..Qu«aau- 

daméntiVe'ques.e   trame   allo»   Corre- 
per  Lazio  ,  e   lo    scaltrito    eroe    Le    sapea 

tutte.   (C) 

J.  ANDASTE.  ,     , 

1  ,   §.    I.   Andante,    vale   Pei    lo  '"" 

^■"s  li  Poni  gli  es  tra  le  virgolette 
-  §■  li  Togli  questo  §.  legS^''-' 
^  ^.  111-     '    b      T  ,     stampe  au 

migliori  Test,  a  l"^-"';  servò  il  Zanotli 
«che  viandanU.  coo.e  o.servo 


ASDARE. 

<:g.   'X-   Togl.  q..«l;^§;  .^,^,. 

B   \\\    Aeg.  >n  fin.  .>•  oeg""^-  , 

.    ^;  .3      17      Se  r  oriuolo  va  male 

inslr.    1.     i3.    1/.  ;,   .-rvcUo  colui 

voi  dite  subito:  Do, e  ha    1  cerve.. 

ae«  .iene  la  cura     rO  ^^^ 

re.  ditto  di  .cti.  f,;;f;,f„';;i.llme. 
,1  becchetto  e  un  sir,^c-^^n„„.,0 
desimo  Pj'""''^,''''^  i„  6„.  Pros.  Fior 
■*■  ""  V  ,  '  '  2 '286  E  voi  ringrazio 
framo'jlvoil^a  delle  frolle  dell' autun. 


il 


i832 


AND 


no,  il  qajle  yj  ,;  |,„u„  ^  ^j  ,^^^^^  _  ^^^ 

»e  non  arcisi  i  piedi  imnedili,  volerei  co- 
itaiiu.  (C) 

+  *  §    XXK 5,„,,.  ^„,  j 

»gg.  o».   e  poni  in  fine  —  (V) 

*  §     -Indnr  la    i>ia    d'  alcun    Inoeo 
t'ale   Passar  per  quella.  Malesp.  Ricord 
e.   192.  Lo  re  vedendo  si  saviamenle  con- 
•iglure  ,  iubilamente  si  parli  ,  e  andò  la 
Tia^lraversa  per  le  montagne.  (CJ 

*  |.  Andare,  talora  l'ale  Percuoure. 
latag-.  5.  La  lingua  va  dove  gli  duole  il 
ocnlo.  (C) 

§.  XXXIV.  Andare,  aggiuntavi  la  par. 
liceità  ci ,  vi  ec. 

*  g.  P'r  Occorrere,  Esser  necessario. 
Ked.  leti.  2.  108.  E  se  vi  va  «pesa ,  V. 
Sig^  spenda  quello  che  bisogna.  (C) 

*  §■  Per  lisser  dovuto.  Spettare.  Se- 
gner.  Crisi,  inslr.  3.  8.  12.  La  gente 
nislira  quand'  aliliia  a  trattar  col  Princi- 
pe,  non  sapendo  liene  i  termini,  e  i  ti- 
toli che  gli  vanno ,  osserva  come  parlino 
e  come  procedano  col  medesimo  Princi- 
pe i  cortigiani.  (Cj 

*  §.  XXXIX.  Agg.  innanzi  a  .^egner. 
lac.  Dav.  Ann.  6.  iS;.  FalUvane  mol- 
t'  ,  e  n'  andava  con  la  rolia  la  dignità  e 
la  fama,  larch.  Suoc.  5.  5.  Immagina- 
tevi che  dove  ne  va  la  roba  e  l'onore  dei 
mio  6gliuolo,  e  di  tulli  noi  altri  ,  eh'  io 
non  sono  per  averci  paiicnza. 

t  *  §.  LIX.  Agg.  in  6n.  E  li.  -jSÌ. 
'le  VOI  mero  che  rimanete ,  e  ciascun 
armi  1  suoi.  Buon.  Tane.  5.  3.  Fatevi  in- 
nanzi,  andate  qu.i ,  bestiuolc,  Ch'  a  casa 
«ama  indugio  io  vi  rimcni.  (C) 

*  §  LXIII.  Agg.  innanzi  a  CO  E nov. 
'",?.'  °  oonne  vanno  in  cappucci  e  man. 
telji . 

''  %.  Andare, per  Vestire.  Frane.  Sacci,, 
noi:  l;8.  Tutto  il  mondo  i?  unito  ad  aver 
poca  fermezza;  peroccliè  gli  uomeni  e  don- 
ne Fiorentine  ec.  e  tutta  cristianità  van- 
no a  un  modo  ,  non  conoscendosi  1'  uno 
dall'  allro.  (Cj 

-••■  g.  andare,  parlandosi  di  Lirfiiori , 
tale  offuscar  la  mente;  e  in  questo  .sen- 
so SI  accompagna  alla  preposi:.  In.o  A 
(«r.  Stracc.  1.  4.  Pi.  s'  i  dimenlicato 
in  su  quel  lucchiero  questo  gaglioffo  Ma- 
rabco  .  Ma.  Tondo  e  frizzante  insieme  , 
in  e  Ilo  6no  in  sulle  punte  de'  piedi  . 
Pi.  Pensa  se  gli  sarà  ilo  in  capo.  (C) 

5§.  LXXI.  Allegane  l'es.  i?Crou.  J  eli. 
JJ5.  Ma  per  favore  di  Monna  Salvesira, 
acciocch'  ella  vi  rimanesse  dentro  e  la 
Giovanna  avesse  dove  andare  ,  e  per  o- 
nore  di  loro  feci  che  1'  abitazione  d'  csic 
sieno  della   Giovanna.  (C) 

t  S-  LXXXI.  Al  V.  9.  ove  Anche  in- 
•  ominciai  corr.  Che  incominciai 

t  S-  LXXXIL  All'  es.  farcii.  Star. 
°    ^gg-    '99 

§.  XC.  Al  V.  l5.  e  16.  dove  dice 
va,  donna  corr.  va,  abbraccialo.  E  iiov.  61. 
8.    Va.  donna 

*  §.  Fa  rformi,  in  attendi,  e  simiti, 
maniere  di  dire  usate  in  luogo  ili  l'a  a 
dormire,  la  ad  attendere,  e  simili,  /loie. 
nov.  l5.  22.  Buon  uomo,  se  tu  hai  trop- 
po bevuto,  va  dormi,  (f) 

ANDARK  A  BUON  VIAGGIO.  .  .  . 
leccli  Esali.  Cr.  I.  1.  5.  corr.  i.  i.  J 
t  3  AM)AI1K  A  BIIODETTO.  Agg. 
alla  dichiarai  -.e prendesi  talvolta  in  ligni- 
fic.  osceno.  E  dell"  es.  Palaff:  fanne  8. 
rosi  :  *  '^ 

*  §.  Andare  n  brodetto  ,  vale  anche 
Perdersi  ,  Andare  in  malora,  o  in  rovi, 
na  „  Pataff.  7.  Però  chi  non  •  rirco  in 
quaranta  anni,  Ha  messo  mano  in  iiasla 
e  va  a  brcidcllo.  (C) 
AMDAKE  A  CASO. 
*  §.  Per  Accadere ,  Succedere  a  ea- 
'o     I  II.  ss.    Pad.   I.    218     E    credeva, 


A  R  D 


A  H  D 


che  ogni  cosa  di  questo  mondo  andava  a 
caso  ,  e  a  fortuna.  (C) 

*  AND.»RE  A  CALA  .  Andare  a  he. 
ne  .  Procedere  felicemente  .  fforg.  17. 
79-  Veggo  la  cosa  stasera  va  a  gala.  Poi 
rhe  a  lume  di  torchio  ceneremo    fCi 

*  ANDARE  AL  DIASCOLO.  Lo  stes- 
so che  Andare  al  diavolo.  V.  DIASCO- 
LO.  (C) 

t  ANDARE  A  LETTO,  Allega  cosi  eli 
CI.  Bern.  rim.  1.  83.  Chi  vuol  di  scudi  a- 
ver  le  casse  piene:  Chi  star  allegro  sempre 
ce.  Andare  a  letto  come  e'  si  fa  sera 
Non  far  da  cosa  a  cosa  differenzia  .  È 
102.  Può  far  la  nostra  donna  eh'  ogni  sera 
lo  abbia  a  ilare  a  mio  marcio  dispetto  In 
fino  all'undici  ore  andarne  a  letto? 

ANDAHE  ALLA   DUONA. 

t  *  §.   Poni  in  fine    — fi') 

*  ANDARE  ALLA  BORCHIA.  Pu- 
Imre  e  Copiare  le  invenzioni  altrui .  y 
BURCHIO.  (C) 

ANDARE  ALL'ARIA. 

*  §.  Si  dice  anche  di  qualche  pratica, 
0  trattato  quando  nel  tirarlo  innanzi  si 
guasta  senza  venire  alla  conclusione.  (C) 

*  ANDARE  ALL'  ASCOLTA  .  K  A- 
SCOLTA.  (C) 

ANDARE  ALLE  GRIDA  ec.  Ag-.  in 
fin._  *  Car.  U„.  2.  83.  ,1  Ji^  Jj  „„,,;  j„. 
vera  pure  una  volta  chiarir  quei  poveret- 
ti ,  che  se  ne  vanno  presi  alle  grida  della 
gran  dottrina  di  quest'  uomo.  Cai.  Sist. 
75.  Servirà  ec.  per  avvenimento  di  non 
se  n'  andar  io  altre  occorrenze  ,  come  si 
dire,  cosi  facilmente  preso  alle  orida.  iCl 

ANDARE   AL  PALIO. 

S-  III.  Al  V.  8.  rfoie  Aa  nnderebbe  al 
palio  ,   ee.    corr.   anderebbe  al  palio,  io 

*  ANDAHE  AL  SOLE.  Essere  ozio.to. 

Presa  la  meta/ora  dagli  scioperati  che 
nell'  inverno  vanno   al    sol,:    lasc.    rim. 

1.  55.  Se  non  che  gli  onor  tuoi  saranno 
«penti,  E  Parnaso  e  le  Muse  andranno  al 
Sole,  Ni;  sarà  più  chi  '1  nome  tuo  ram- 
menti.  (C) 

t  ANDARE  A  MERENDA.  All'es.  Bern. 
'•""■  agg.  I.  IO. 

*  ANDANE  A  PALAZZO.  Andare  a 
corte.  Fir.  Disc.  an.  86.  Il  Biondo,  dal- 
le  mie  parole  persuaso  ,  se  ne  va  a  pa- 
lazzo, ff) 

ANDARE  A  PELO. 

t  S-  All'  es.  Lasc.  rim.   agg.  l.  180. 

ANDARE  A  POVERTÀ' l^'ov. 

ani.   46.   5.  corr.  46.   3. 

t  ANDARE  A  PRETE.  Al  v.  7  •■  .3. 
dove  ha  ordinarsi  sacerdozio  corr.  ordi- 
narsi al  sacerdozio. 

*  ANDARE  A  SENNO Cavale. 

Espos.    Arb.    Cr.   corr.    Cavale.    Espos. 
Simh.  ' 

ANDARE  A  STDDIO  ,  o  IN  ISTU- 
DIO.  .//  i'.  6.  oi'f  ha  Andai  per  istudio 
coir.   Andai  in  istudio 

*  ANDARE   A  TRESCA. 
ANDARE   ATTORNO. 
S-    " Lor.  Hed.  cani.  28.  corr. 

ior.    .M,d.  canz.    a8. 

*  ANDARE  A  UNA,  o  ALLA  MEDE- 
SIMA STREGUA.  Correre  la  stessa  for- 
tuna,   r.   STREGUA.   (C) 

ANDARE  A  VELA. 
ANDARE  A  VOLO. 

*  "•  ì  Al  V.  4.  oie  ha  le  stelle  corr.  le 
stelle  ".  (Cj 

*  §.  III.  Porla  qui  I'  CI  ,  rhe  i  al 
g.    II. 

ANDARE  D'ATTORNO 
S  ANDAlll;  DIETRO. 

*  S     VII.    All' CI.   Mail.    Franz,   rim 
'""'     «gk'.   3.    102. 

ANDARE   GIRONI.    F    ANDAIIEGI- 
nONE.  coir.    /•.  ANDARE  A  r;inONE 
ANDARE   IN   BRODA 
;;    Allegane   I'  „    iji    /,„e.      Tane.    5. 


7    Mi    struggo  e  me    ne  vo    in   broda  d, 
lucciole    (C) 

*  ANDARE  IN  BUONO,  «  MAL  PUN- 
TO. All'  es.  Ar.  Fiir  agg.  io.  68.  Usci 
01  quel  paese 

ANDARE  IN  FALLO 

t    *  C    II.     All'  es.    Coi.    rim.   turi 
agg.  12 

t  ANDARE  IN  FREGA.   k\V „.  Bern. 

rim.  agg.   2.  9. 

+  ANDARE  IN  FUMMO  ,  e  IN  FU. 
MO. 

*   g.     E  Andarsi    in  fumo  ,    vale   Es- 
sere   alibriiciato  ;    ma    i    modo   bassa  . 
Cecch.  Prov.  44.  Tu  farai  la  natta  ai  ver- 
mini .   Tu  sarai  arso  ;  perchè  la  caroo  di 
quelli    che    sono    ai-si    non    s'  invermina , 
cioè  si  corrompe.  Dicesi  ancora:  il  fallo 
tuo  se  n'andri  io  fumo    (Cj 
ANDARE  IN  FURIA. 
t  S    "•  All'  es.  /!ut.  agg.  Purg    18.  2 
ANDARE  IN   GROPPA. 
t  g-    Correggi    la    dichiarazione    cosi: 
Andare  in   groppa  ,  figuratam.   vale  Far 
checchessia  senza  sjiesa  .  Andare  a  ufo 
Ed  agg.     in    fin.   *   E  Prov     3l.   Dicesi 
ancora  scroccare  e  mangiare    a    scrocco  , 
chi  mangia    a   spese    d'  altri,    o  chi  gode' 
cose  d'  altri  senza  pagarle  .    Il  medesimo 
si  dice   andare  a  sovvallo,  godere  a  mac- 
ca, andare  a  isonne,  andare  in  groppa,  e 
fare  un  asso.    (C) 
ANDARE  IN   LA'. 

S  §.  I.  Togli  r  es.  Bern.  e  fanne  <■ 
così  : 

*  g.  Andare  in  là .  riferendosi  a  Cam  ■ 
mino,  vale  Avanzarsi  ,  Andare  innanzi , 
Camminare.  Lai.  progredì.  •  Bern.  Ori 
l.  16.  23 .  (C) 

J  ANDARE  INNANZI. 

tg-  III Cr.  6.69.1.  corr.  r, 

9  69.   1. 

*  §.  VI.  Aire<.  logli  le  vircolelle. 
ANDARE  IN  PACE. 

*  §.  All'  es.  Peir.  cap.  togli  le  vir- 
golette. 

*  ANDARE  IN  QUATTRO  .  Andar 
carpone.    F.   QUATTkO.  (C) 

J  ANDARE   IN   UFFIZIO. 

*  ANDARE  MATTO. 

^  g.  Andare  matto  d'  una  perso- 
na ,  o  d'  una  cosa  ,  vale  Amarla  arden- 
tissimamente.   F.  MATTO.   (C) 

t  ANDARE  MOLTO.  Indugiare  agg 
;  ma  non  si  us.i  che  colla  negativa  in- 
nanzi. Ed  agg.  in  fine.  #  Srgner.  Fred. 
3.  5.  Quantunque  per  quell*  atto  moslraj*c 
il  fratello  barbaro  d"  essersi  compunto,  e 
placalo  ;  non  andò  però  mollo  ,  che  di 
nuovo  agitato  da  interne  furie,  trasse  ad 
effetto  r  orribile  fellonia.  (C) 

t  ANDARE  PER  LA  KANTASI'A.  All' 
es.    Bern.    Rim.   agg.    1.  qo. 

t  ANDARE  PER  LA  POSTA  rr 
Farch.   .Vr.ir.    IO     ajg.    289. 

*  ANDARE  PER  LE  MANI.  F.  MA- 
NO.  g.   XLIV.  (C) 

ANDARE  PER  VITA.  Agg.  in  fin.  * 
Cron.  Peli.  20.  Era  diveiso  e  di  sangue 
focoso ,  e  temo  fosse  and.ilo  per  vila .  a- 
vrebbe  fallo  delle  cose  che  avrebbe  riscal- 
dalo gli  orecchi   aliiui.  (1) 

*  ANDARE  PIÙ' LA'.  Avanzarsi  ne- 
gli anni.  Invecchiane.  Cecch.  Dot.  I.  |.  Ma 
l'uomo  e' ha  giudizio,  e  che  è  uomo,  E 
che  pensa,  che,  quanto  sa  più  là.  Più  s* 
appressa  alla  morte  ec.  Si  sa  frenar.  fC) 

*  ANDARE  PIÙ'  SD.  Figuratali 
parlando  di  contralto,  vale  Accrescer»  il 
prezza  Ceeeh.  Poi.  prò/.  Se  vi  volete 
dunque  iin|iarciar  seco,  Accrltate  la  «Io- 
le .  che  vedrete  ,  Senta  sperar  di  farlo 
andar  più  su.  (C) 

*  ANDARE  RITIRATO.  Precedere 
e<ni  cautela,  An.tir  riterbalo.  Andare  a 
rilento.    Car.    leti      Tornii.   «f\     Ma    >c- 


I 


AND 


d.ndo  che  cs»  la  intendono  »U.amcnle  , 
fi  rislrigne  e  dice  di  voler  andare  r.lua- 
to  ancor  esso.  (C)  n  „„ 

+  ANDARE  SGHEMBO.  V  es.  ^uon. 
J-lr.  3.  5.  3.  allegalo  cos,  :  E  1  altro 
che  nascoso  ne' caUoni  Quell  o.|ol  che 
non  v-  avendo  luogo  B.,slanl.  a  larsl.  m- 
voglia,  andava  sghembo  E  roppiconJ 

ANDARE  SICUUO  "■  ■  ;  ■  ■^J' ""^ ' 
Va..  Ann.  l4-  ii86-  corr.  14.  186. 

ANDARE  SOTTO.  Agg.  in  Bn.  /'"- 
„r/  ;•.  Tusc.  D.  5.  T.  I.  l^■  G.a  ,1 
.ole  ò  ito  sotto,  e  1'  aura  fresca  e  piace- 
vole,  che  da  cpieste  n.ontagnetlc  <  attor- 
DO  spira,  oramai  a  ritornarcene  alla  ma- 
-ione  ne  riconsiglia.  (l'i  „    ,„ 

*  *  ANDARE  SULL-  AVVISO.  F.  AV- 
VISO. (C) 

ANDARE.  Siist. 

*  S  Anditre ,  accenna  talora  la  ma- 
niera di  scrivere,  scolpire,  d.piRncre 
ec.  propria  di  alcuno  scrUlore.  sc,.ltore, 
dipintore  te.  Car.  Lelt.  2.  /(I.  E  se  v 
ho  da  dire  il  vero,  ci  conosco  (-/.e/  so. 
nello)  un  non  so  che  diverso  dal  vostro 
andare.  (C)    .  ..1. 

J  ANDATA.  ÀI  V.  6.  doie  dice  1  an- 
data, corr.  l'andate.  E  agg.  in  6nc.  ^• 
Buon.  Fier.  2.  I.  6.  Altri  non  jiosin  mai 
posti  alla  ronda  ,  Rondini  ora  d  andata  , 
or  di  rimeno.  (C) 
a.  g,    IV Tocc.    Ciamp.  corr. 

Beri.  Ciamp.  76. 

#  ANDATIVO  .  Add.  Che  fa  ,  Atto 
ad  andare.  Ptut.  Adr.  Op-  mor.  4.  9I. 
Aristotile  ben  dice  essere  anim..ti ,  non 
già  animali  che  sono  andaUvr  e  sensiUvi, 
e  ragionevoli.   (C) 

#  ANDATO  .   Add. 

#  §.  Per  Corso,  Sparsosi j  detto  di  no- 
tisia ,  0  simili.  Tac.  Da,:  Ann.  4.  84. 
Ma  io  non  tacerò  la  voce  andata  in  quei 
tempi,  che  ancor  dura.  (C) 

f  ANDITO Farcii.  Stor.  9. 

asg.  261.  ,      ,    , 

•f  ANDOSIA lo  stesso  che  Indo- 

sia .  corr.  lo  slesso  che  Indisia  .  —  Er- 
rore per  trascorso  di  stampa  della  Crusca 
avvertito  dall'egregio  Sig.  Gherajd.m 

«  ANDRIVIENI.  ìed.  ANDIRIVIE- 
NI. {•) 

ANELITO.  „  . 

:j!  g Segner.  Mann.  Magg.   IO. 

4.  corr.  Segner.  Mann.  Magg.  l5.   4- 
ANELLO.  .- 

§.  I.  Agg.  in  fin.  *  Fir.  nov.  7.  2b3. 
Fatto  il  parentado  e  datole  1'  anello,  e'  gli 
hisognò  andare  in  Chianti  a  fare  non  so 
che  sue  faccende  per  parecchie  settima- 
ne ,  con  animo  subito  al  suo  ritorno  di 
menarla.  (C)  ,         e- 

*  §.  Anello,  talora  equivale  a  Sposa- 
lizio. Frane.  Vari,.  Bepg.  dona.  gS.  Ila 
non  vi  lascio  del  di  dell'anello.  Quando 
li  dicon  le  parole,  eh'  hanno  A  far  intero 
il  matrimon  tra  loro;  Che  qui  conviene  a 
lei  esser  temente.  (C) 

*  g.  Anello  ,  dicesi  anche ,  singolar- 
mente dal  .\aturalisti,  a  Quel  rialto  cir- 
cotare a  guisa  d-  anello  che  si  vede  nel 
corpo  di  molti  insetti.  lied.  Ins.  100-  E 
composto  e  segnato  di  dicci  anelli,  o  iu- 
cisure  o  nodi  .  E  128.  L'n  bruco  ver- 
de ee.  avea  quattordici  incisure ,  o  anel- 
li. (C) 

f  ANEMONE,  e  ANEMOLO.  Sostitui- 
sci- alla  definii.  Pianta  di  primavera  che 
ha  lo  stelo  diritto  senza  foglie  e  senza 
rami,  alto  circa  un  piede,  ed  il  f  ore,  che 
pur  dtcesi  Anemone  ,  senza  odore,  ma 
bellissimo  per  la  vivaciti  e  varietà  de' 
suoi  colori.  Agg.  io  fin.  E  42.  Gli  altri 
anemoni,  che  nella  scatola  non  son  con- 
irassegnati  di  numero  ,  son  più  ordinarli 
de'  sopraddetti.  *  Salvia.  Teocr.  96.  Ge- 
meu,  0  mesti  poggi  ec.  L'  amabile  Bion 
yocabolario  T.   //. 


A  N  E 

piagnete ,  o  fiumi  ec.  Vestite  or  ,  rose ,  ' 
porpora  lugubre,  E  tu,  anemolo  ancor  di 
duol  t'  ammanta.  F  112-  Tanto  Venere 
sparge  amaro  pianto  Quanto  Aden  versa 
sangue;  il  tutto  in  terra  Vien  fiori,  d  san- 
gue partorisce  rose,  E  le  lagrime  anenioli 
si  fanno.   (C)  .        „  t        ■>, 

f  ANETO Ar.    Fur.   zi.    li^- 

l35.   corr.   Ar.    Fur.   23.   l35. 

f  ANFANAMENTO  .  All'  es.  Alleg. 
agg.    l49-   (.Jmsterd.    1754) 

ANFANEGGIARE Pass  .  281. 

corr.   Pass.  38l. 

ANFIBIA.    A'.    ANFIBIO,    corr. 
ANFIBIO,    r.  AMFIBIO. 
ANFRATTO . 

if  §.  Anfratti  del  mare,  diconsi  Quel- 
le porzioni  di  mare  che  s'  insinuano  tor- 
tuosamente dentro  terra.  Marchetl.  Lncr. 
Itb.  I.  Il  paese  aprico  Dell' isola  triforme, 
intorno  cinta  Con  ampi  anfratti  dallo  Ionio 
mare.  (C) 

if  ANFRATTUOSO  .  Add.  Pieno  di 
anfratti.  Calti.  Kunz.  Sid.  88.  Vcdesi  il 
confine  ec.  esser  ec.  un  termine  mollo 
confuso,  anfrattuoso,  ed  aspro.  Cald.  Oss. 
anat.  12.  Questo  for.ime  ce.  corrisponde 
dentro  un'altra  caverna  anfrattuosa,  per 
la  quale  passa  il  nervo  dell'  udito  ec.  (C) 
*  ANGELICALE.  Add.  Angelico.  liim. 
ant.  Lotto  di  Ser  Dato  Pisano.  1.  399. 
Perchè  d'  uman  lignaggio,  Non  sembra 
sia,  ma  d'  angelicale.  (Cj 

ANGELICATO  .  Agg.  in  fin.  *  Rim. 
ant.  Lap.  Gian.  2.  II9.  Apprendi  suo  re- 
sponso angelicato.   (C) 

ANGINA  .  Agg.  in  fin.  *  Sega.  Stor. 
lib.  4.  Avendo  avuto  il  male  della  schi- 
maniia,  che  i  latini  chiamano  angina  ,  si 
condusse  ec.  in  termine,  che  si  dubito  as- 
sai  della  vita.   Salvia.  Disc.    I.  434-  On- 

_  _  t:    :_    _..l.l,l:.^/i     i^fill'i      tini:» 


A  N  I 


l833 


de  comparito  egli  in  pubblico  colla  goli 
fasciata  ,  non  disse  veibo  ,  ec.  ma  i  suoi 
emuli  beffando  dissero,  non  essere  quella 
angina,  ma  argentangina  ,  male  provenu- 
togli dal  calore  del  danaro  ec.  (C) 

*  ANGIOLINO.  All'  cs.  Bartol.  Ben. 
rim.  Dgg.  5.  e  dove  legge  hai  più  corr. 
hai  tu  più 

+  ANGOLARE.  Add. 

§ Morg.  25.  134.  corr.  3/org. 

25.  137. 

:,":   ANGTJLETTO (V)  corr.  (  ) 

:'.:  ANICIO  .  Al  v.  5.  ove  ha  è  '1  co- 
riandro  corr.   e  '1  coriaudro 

f  ANIMA Bocc.  Com.  Dant.  cap. 

2.  corr.   Bocc.    Com.   Dant.   I.   101. 

*  §.  Buon  anima,  maniera  di  dire  che 
si  usa  parlando  dì  persona  defunta,  fine. 
Mari.  lelt.  55.  Dovrei  ec.  con  tante  la- 
grime e  con  tanti  lamenti  accompagnare 
quella  buon  anima  del  Riccio,  la  quale 
s'  è  partita  dal  mondo,  con  quanto  meri- 
tava il  molto  amore  che  io  gli  ho  porta- 
lo. (C) 

f   g.  VI.    Perche  P  anima  e  quella  ec. 

#  §.  Onde  Esser  l'  anima  d'  alcuno  , 
vale  Esser  cosa  mollo  cara  ad  alcuno  . 
Borgh.  Fies.  210.  Come  dall'  allra  par- 
te alcuni  di  quelli  che  erano  1'  anima  di 
Cesare,  essere  i  principali  congiurali  nella 
sua  morte.  (C) 

g.  Vili.  Allegane  1' es.  *  Sega.  Stor. 
li.  377.  Di  trenta  mila  anime  che  face- 
va la  terra,  si  ridusse,  fatto  1'  accordo,  il 
numero  di  esse  a  diecimila  e  non  più.  (C) 

g.  XV.  Agg.  in  fine.  *  Pros.  Fior. 
Salvia,  leu.  4.  1-  298.  Cosi  la  virtù  del 
la  scretezza  ,  che  è  1'  anima  dell  amici- 
zia ,  non  consiste  nel  non  dir  nulla  ,  ma 
consiste  nel  tener  segreto  quel  che  va  te- 
nuto segreto.  (Ci 

ANI.MALE.  Susi. 

.j.  g.  li E  altrove:  corr.  Lasc. 

rim.   buri.  3.  XVI. 

*  ANIMALUCCIACCIO.  Dim.  e  Pegg. 


di  Jnimaluccio.  Bonom.  Oss.  PeU.  l/j.  I 
cacialuoli  questa  cosi  gran  quanlit'a  di  a- 
ninialurci.icci  ,  non  ne  sapendo   altro  ,   la 
chiamano  la  polvere  del  formaggio,  e  ve- 
ramente credono  che  sia  polvere.  (C) 
ANIMATO. 
if     %.     E    figuratam.     Salvia.    Pros. 
Tose.  .  .  A  miglior  fine  le  forze  della  pu- 
ra, forbita,  ed  efficace  e  animata  dicitura 
rivolgono.  E  Annoi.  Mur.  2.   iSg.  Una 
di  quelle  cose  ,  che  'e,  pare  a  me,  poco 
meno  che  affogata  e  perduta,  si  è  quello 
stile  espressivo,  forte  e  leggiadro,  vivo  e 
animato,  che  usarono  fra  tulli  di  quel  fe- 
lice tempo  que'  tre  famosi.  (C) 

if  ANIMIRE.  Dar  animo.  Incoraggia- 
re. J'arch.  Lez.  Dant.  I.  3^0.  Le  quali 
(  parole  )  disse  sorridendo  per  animirlo  , 
avendolo  per  avventura  sbigottito  prima 
alquanto.   (C)  _ 

3  ANl.MO.  Avanti  1' es.  Dant.  agg.  ^• 
E  Com.  Dant.  1.  101.  L'  anima  ec.  per  li 
molti  suoi  effetti  ha  diversi  nomi  meri- 
tati Ella  è  allora  chiamata  anima  quan- 
do ella  vivifica  il  corpo  ,  ella  "e  chiamata 
animo  quando  alcuna  cosa  vuole.   ("O 

^  S.  VII.  Agg.  innanzi  a  (Cj  Car. 
lelt.  I.  108.  Questa  speranza  mi  fece 
muòvere  a  volere  intendere  in  questa  par- 
te r  animo  vostro.  , 
fi.  X.  .  .  .  Socc.  Introd.  10.  corr.  qS. 
*  g  XIV.  Agg.  innanzi  a  CO  Frane. 
Sacch.'  nov.  178.  Piero  si  tornò  a  casa 
col  detto  Giovanni  il  più  tosto  che  po- 
tìjo  ,    e    ad   animo    riposato  la  sera   ebbe 

f  g.   XXXVIII.    All'  es.  Agn.    Band. 
agg.  63. 

*  §.  XL.  Esser  d'  animo  ec. 
if  g.  Esser  d'  animo,  vale  anche  Es- 
sere risoluto  .  Ciiicc.  Stor.  18.  16.  Es- 
sendo di  animo  di  non  far  moto  insino 
non  conchiudeva  col  Re  d'  InghUterra  , 
gli  pareva  ragionevole  che  il  PontehCG 
aspettasse  quel  tempo.   (C) 

il:  9.  Esser  d'animo  contro  alcuno, 
vaie  Portargli  odio,  animosità.  Odiarlo. 
G  y  6.  85.  D'  animo  e  di  volere  era 
molto'contro  a  Manfredi,  e  avealo  per 
nimico  e  rubello  di  Curradino.  (C) 

*  g.  XLI.  Dell'  es.  Ciiicc.  Slor.  fan- 
ne g.  cosi: 

*  §.  Essere  in  animo,  vale  Avere  in- 
tenzione .  Guicc.  Stor.  1.  429.  L'  una 
delle  quali  domande  ricusavano  aperta- 
mente i  Fiorentini  ec,  l'alua  differivano, 
percbi;  erano  in  animo  di  non  osservare 

ec.  (L)     ■  ,      „ 

if  fi  Mancar  d'  animo  ,  vale  Scorag- 
giarsi .  Stor.  Eur.  2.  43.  Gli  Ungheri 
veggendosi  a  petto  una  moltitudine  tanto 
grande,  cosi  armata,  e  sì  bene  disposta, 
cominciarono  a  mancare  d'  animo.  (C) 

•i  g.  Pigliare,  o  Prendere  animo,  f . 
PIGLIARE.  (C) 

*  §.   Porre  t'animo.  F.  PORRE.  (C) 

*  §.  LUI.  . .  •  Dim.  Camp.  corr.  Dm. 

Comp.  , 

*  fi.  Tener  buon  animo  addosso  ad  al- 
eno, vale  Amarlo.  Car.  lelt.  I.  3.  Per- 
chè non  ho  mai  inteso  che  celebrare  Lu- 
ca Martini  ec.  per  gentduomo  di  tante 
buone  parti,  e  per  si  perfetto  amico,  che 
più  tempo  fa  vi  tengo  buon  animo  ad- 
dosso. fC)  .,  ^    ,, 

*  ANIMOSITÀ'.  Dopo  d  §.  II.  agg. 

:■:  e  Per  Temerità  ,  Audacia  .  Se- 
gner Pred.  23.  1.  Affinchè  ec.  vediate 
quanto  ragionevolmente  Cristo  9^^-?^  ' 
quei  che  con  tanta  animosità  J^^J^^»" 
zano.   (CJ 


T§    1.  Toglil'es.  3/.   r.VvecaIo.l 

S.  II.  innanzi  a  /ire/..  Ercol.   Cosi:  .  M 

y.  2.  74.  .  ■  ■  "•  C'V  .  ^.  ... 

t  S.  IL  Corr.  la  dichiarai,    cosi:  Ant 

23o 


i834 


A  N  I 


A  N  N 


A  N  K 


mosUàj  dicesi  anche  Quei  pentimento  dt 
contrarietà  o  d'  odio  ,  pei  tjuale  i'  uomo 
si  sente  spinto  a  nuocere  a  colui  dal  qua' 
te  ha  ricevuto  j  o  crede  d*  aver  ricevuto 
qualche  torto.  Ed  agg.  iaoaiizi  a  Varch. 
jErcoì.  r  es.  ^f■  V.  2..  7^.  come  si  è  ac- 
cenDato  DcI  g.  antecedeole. 

J  ANIMOSO .  Degli  es.  Dant.  Pctr. 
son.  Pctr*  canz.  e  Sepi.  Stor.  fanne  g. 
ed  agg.  avanti  a  (Ci  Varch.  Stor.  2.  3a. 
Luigi  si  mostrò  quel  di  non  che  animo- 
so, audace. 

^  §.  Si  dice  anche  delle  Azioni ,  dei 
JJiscorsit  e  simili,  m  Dant.  Inf.  io.  .  .  . 

Petr.  son.  12.  ...  £  canz.  II.   7. 

Scgn.  Stor.  g.  . . .  (C) 

JC-  §.  Animoso^  per  Pieno  d'  espressiO' 
ir.  Enfatico.  l'ir.  Disc.  an.  74.  *'  quale 
frej  il  corvo  con  ardita  voce, e  gesto  molto 
animoso  rispose.  (Cj 

J  g.  II.  Corr.  la  dìchtaraz.  cosi:  AnimO' 
so,  vale  anche  Che  ha  animosità  nel  si- 
gni/tc.  del  §.  II;  Appassionato,  ma  solo 
in  mala  pnrtt .  £  dell'  cs.  Tav.  Dicer. 
fanne  g.  cosi: 

*  g.  Si  dice  anche  delle  Azioni,  e  vale 
Che  procede  da  anitaosità  nel  signi/tc.  del 
§.  II.  ..  Tav  .  Dicer.  ..n.  IO 

ANITBA,  e  ANATRA.  Togli—  e  A- 
KATRA . 

*  ASITRIBILE.  Add.  Atto  a  nitrire. 
Varch.  Le:.  Dant.  1.  3o8.  Proprio  ec. 
si  chiama  quella  ec.  che  conviene  a  una 
spezie  sola  ,  ed  a  lutti  gli  individui  di 
quella  spciie  e  sempre  mai ,  come  all'uo- 
mo essere  risibile,  al  cavallo  essere  rigne- 
Tole,  ovvero  anitribile.  (C) 

ANNAFFIATOIO  .  Dopo   il    Gr.  agg. 

*  Plut.  Adr.  Op.  mar.  4.  io3.  Come 
.Ni  può  vedere  ncUi  annaffiatoi  che  hanno 
molli  fori  nel  fondo.  (C) 

*  ANNAFFIATURA.  L'  annaffiare j 
ed  anche  Quello  che  serve  ad  annaffiare. 
Pros.  Fior.  Jjellin.  lett.  4.  I.  2;i.  Sic- 
ché quel  vostra  vista  nasce  li  non  si  sa 
come  ,  senta  aver  chi  o  innanii  1'  abbia 
seminalo ,  o  chi  dopo  gli  dia  un  pò  di 
annaffiatura  ,  o  un  pò  di  qualche  conci- 
me. (C) 

ANNASPARE. 

i"  §.  I.  ■  .  E  altrove^  core.  E  Fan* 
iast.  Vif. 

ANNATA.  Allegane  l'es.  *  /aste.  Cane. 
35.  E  non  permeila  giammai,  che  s' im- 
ponga per  il  bisogno  occorrente  per  luti' 
un'  annata.  (C) 

t  §.  Correggi  U  dicbiaraxiono  cosi  : 
Quel  diritto  che  si  paga  al  Papa  per 
/1  bolle  d'  un  vescovado  ,  o  altro  benefi- 
zio, importante  l'entrale  d'un  anno.  ET 
e».  Dnv.  Sci.'.m.  allegalo  rosi:  II  Re,  ...o. 
io  e  sommo  Vicario  di  Cristo  in  terra  di- 
chiaralo, con  auloriti  pienissima  di  rifor- 
mare la  Chiesa,  i  Lencficii  dare ,  tutte  1' 
annate,  spoglie,  decime  e  sussidii  tirare. 
Ed  agg.  *  Segr.  Fior.  ilor.  i.  3l.  Or- 
dinò che  ci.iscuno  nelle  varantic  dc'bo- 
nofitii  pagasse  un"  annata  alla  camera.  (Cj 
■f  g.  Annata  ,  vale  anche  Ciò  che  si 
deve  pagare,  o  ricevere  in  ciascun  anno. 
F,  qui  porta  gli  es.  che  ioni,  nel  §•  Car 
lett.  ,nrd.    3.   79 E  /.elt     Tornii. 

laa.       .  ((■) 
ANNEGARE. 

*  §■  Il    Togli  ,|ue,i„  g, 

*  g.    IV.  Ti.gli  quello  g. 
ANNEGllITTJHi;      Togli 

'.Veir.    0»F,r/.   3;     I 

ANNEGRARE. 
.  *tS-  *g(!.   in  fin.  *   !Uen: 
Freme  il  ciel ,  muggp   il  mar 
.■nnegra.  (C) 

ANNESSO.    Agg.    lonani  a  (Cj  Mae- 
'';••"    '■    '3     Se   .1    rherico  b.   ragione 
■'    addoraandare  gli   ordini ,   forse  per  lo 
al  quale  r  ordine   ò   innitM" 


S 


rim.   2.  6. 
.    r  aria  •' 


benefiiio  , 


Cai .  Sisl.  431.  L'acqua  per  esser  corpo 
fluido  ,  e  non  tenacemente  annesso  alla 
terra,  non  è  costretta  ad  obbedir  puntual- 
mente ad  ogni  suo  movimento. 

t§-  All'es.  Viv.Disc.  Ara.  agg.  17.  e 
ove  dice:  lutti  gli  annesi  corr.  tulli  gli 
altri  oonessi 

*  §.  Per  C'aito  1  ed  usasi  anche  in 
forza  di  susu  Red.  leti.  ì.  112.  Le  rac- 
comando il  recapito  dell'  annessi  ,  e  la 
porli  VS.  da  per  sé.    (C) 

AN.NESTARE. 

t  £■   I  ■  •  .    Varch.  Stor.   iL  agg.  56q. 
AXMCHILARE,    e    ANNICHILIRE". 
§    III.  Jnsigni/ic.  neutr.  pass.   Abbas- 
sarsi ec. 

*  g  Per  lìidursl  al  niente.  Sparire. 
Cai.  Par.  2.  E  manifesto  l'angolo  B  C 
E  andarsi  per  tal  conversione  inacutendo, 
e  ristrignendo  in  modo  che  finalmente  la 
sua  cpiantità  si  annichdi  e  del  tutto  sva- 
nisca. (C) 

t  tóMCHILAZIONE.  Corr.Ia  dichia- 
rai. L' azione  dell' annichilare,  o  L'effet- 
to di  questa  aliene.  Ed  agg.  in  fio.  -f 
Gal.  Leti.  La  quale  annichUaKione  non 
può  essere  se  non  quando  essa  retta  con- 
vertibile non  segasse  più  la  curva.  E  Par. 
3.  Neil'  arco  dunque  e  nella  tangente  non 
sono  angoli ,  ma  1'  annichilazione  degli 
angoli.  (CJ 

S   ANNIDARE. 

g.  I.  Innanzi  a  Borgh.  agg.  Serd.  Ca- 
leott.  Marz.  ded.  Occuparono  l'isole  della 
Capraia,  e  della  Gorgona,  e  s'  annidarono 
in  essa  con  gran  pericolo  dell'Italia.  fC) 

ANNI  DOMINI.  Al  V.  6.  ove  ha  Pass. 
corr.  *  Pass. 

*  ANNIENTAMENTO.  L' azione  dell' 
annientare,  0  V  effetto  di  questa  azione. 
Ce.!.  Lett.  Cic  7.  ii3.  Ora  io  (dico  il 
vero  )  dal  suo  annientamento  (  della  De- 
pubblica)  non  sapca  immaginarmi  nulla 
di  bene;  dalle  reliquie  ben  grande.  (C) 

*  ANMENTATIVO.  Add.  Che  an- 
nienta ,  Atto  ad  annientare .  Ces.  Fior. 
Slor.  5.  52.  Ma  in  un  solo  alto  sempli- 
cissimo di  sguardo  amoroso,  e  di  abban- 
donamento  annìentalivo  di  sé  in  quel  be- 
ne infinito  esercitava  ec.  lutti  gli  atti  più 
perfetti  di  carità.  (C) 

ANNIGHITTITO. 

§  •  .  .  .  Pallad.  cap.  5  corr  eap.  6. 
Errore  di  Crusca. 

t  5  ANNO.  Dell' cs. 
§.  come  seuue: 

*  g.  Anno  ,  si  dice  anche  La  durata 
di  dodici  mesi  senza  considerazione  al 
tempo  in  cui  comincia,  né  a  quella  in  cui 

finisce.  •  Bocc.  nov.  16.  16.  ...  •.  Sen. 
Deci.  56.  Benché  la  legge  dica  che  •  te, 
che  se'  in  eli  di  ironia  anni ,  o  più  ,  io 
ti  divida  la  ereiUlà.  (C) 

*  g.  Il-  Agg.  in  fin.  E  nov.  49.  Stamp. 
ani.  Fu  mìa  intcoiionc  d'aver  un  figlino, 
lo  r  anno  ,  e  non  più  .  Varch.  Slor.  S. 
II 3.  La  commission  sua  principale  fu  che 
lo  tentasse  ce.  eh'  egli  servisse  la  città  per 
dodici  anni  chi  dice  di  dugcnto  ,  chi  di 
Irecenlo  mila  ducati  con  utilità  di  dirci 
per  cento  1'  anno.  (C) 

t  S-,  I*-,  Api;.  in  fin.  Ar.  Fur.  46. 
88.  V'  è  chi  negl'  infantiti  e  teneri  anni 
Lo  scettro  di  Strigonia  in  man  gli  [mne 
ec.  (CJ 

*f  §.  Anni  nubili ,  o  maritali,  dieonei 
eli  anni  in  cui  una  donzella 
da    et.ter    maritat.i.     f 
NUBILE.  CO 

^  §.  Anni  delta  discriiione ,  diconsi 
Quelli  in  cui  f  uomo  comincia  a  saper 
far  uso  della  ragione.  V  DISCRE7.il). 
NE.  (C) 

*  g.  Andare  in  la  cogli  anni,  volt  In- 
vecchiare. V.  ANDARE.  (C> 

*  S     Esteri  in  là  eofìi  anni,  vale  A- 


irr    eap. 
Bocc.  nov.  fanne 


11  i.*r.ir.> 
MARITALE,  e 


ver  già  Irasurso  una  tuona  parti  degli 
anni  che  l'  uomo  suol  vivere,  Ester  vec- 
chiotto. Malm.  2.  2.  Essendo  ormai  con 
gli  anni  in  là  un  peno  A  mangiar  comiocio 
del  pan  pentito.  (Cj 

*  g.  Portar  bene  gli  ajini,  vaU  Este- 
re prosperoso  in  età  avanzata.  V.  POE- 
TARE.  (Cj 

T  g.  Parer  mille  anni  che  tegtta  al- 
cuna cosa  ,  vale  Aspettare  con  grande 
ansietà  ed  impazienta  l'  esile  d'  alcuna 
cosa  j  !\'on  veder  f  ora  che  ella  sta 
Bocc.  nov.  26.  17.  Ascolla  k  tu  riccoc- 
sci  la  voce  mia,  io  son  ben  desu:  e  par- 
mi  mille  anni,  che  noi  siamo  al  lume; 
che  io  li  possa  svergognare,  come  tu  u' 
degno,  sono  can  vituperato  che  In  se'.  (Ct 

*  g.  Anni,  nel  numero  del  più,  ti  di- 
ce ad  accennare  il  Pregresso  della  vita, 
come:  Cogli  anni  s'  impara  :  La  ragione 
viene  cogli  anni.  (C) 

$  g.  Anni,  nel  numero  del  più,  talora 
si  piglia  indeterminatamente  per  Tempo 
Sannaz  .  Are.  pros.  6.  Tutte  le  terrene 
cose  ec.  ne  portano  seco  gli  anni ,  e  la 
divoratrice  età.  (Cj 

^  g.  Anni,  nel  numero  del  pik,  talo- 
ra accenna  il  Corso  naturale  della  vita. 
Petr.  son.  217.  La  mia  favola  breve  if 
gt'a  compita  ,  E  fornito  il  mio  tempo  a 
mezzo  gli  anni.  (Cj 

g.  VII.  Dicesi  anche  Anni  della  Cri- 
stiana  Religione 

*  g.  Dicesi  anche  Anni  assolutam.  Ott. 
Com.  Inf.  19.  347.  Il  quale  essendo  car- 
dinale, e  vacando  la  corte  a  Viterbo  per 
la  morte  di  Papa  Giovanni  Spagnuolo,  fu 
fatto  Papa  anni  mille  dugento  setlanla 
sette  ,  di  cinque  di  dicembre.  (Cj 

#  g.  Stagione  dell'  anno,  vale  Tempo 
opportuno  ,  adattato  alla  cosa  di  cui  si 
parla  .  Lai.  tempus  anni.  Serd.  Stor.  3. 
108.  Di  poi  lasciato  il  viaggio  di  Maldi- 
ve ,  per  non  esser  comoda  stagione  dell* 
anno  ,  se  ne  tornò  al  padre  eoo  queste 
buone  nuove.  (C) 

§.  Vili.  Allegane  l'es.  */?e//i/i.  Dite 
I.  36.  E  ptU'e  r  uomo  non  si  consuma  in 
cosi  breve  tempo  come  parrebbe  di  neces- 
sità secondo  le  cose  fin  qui  spiegate,  ansi 
si  campa  anni  ed  anni.  fQ 

*  g.  Anno,  si  dice  spesso  Con  relasioiu 
alla  temperatura  .  Sen.  Ben.  Varch.  6. 
37.  Quando  1*  anno  é  cattivo  ,  e  1*  aere 
pestilenzioso  ,  alK>ra  guadagnano  i  medi- 
ci  JC) 

'e  g.  Si  dice  anche  con  reiasione  ai 
prodotti  della  terra,  dei  bestiami,!  simi- 
li. Cr.  II.  23.  I.  Non  si  dee  piantare  d* 
una  sola  generaiione  di  vili  ,  «cciocchc 
1*  anno  rio  non  rimuova  tutta  la  spenna 
della  vendemmia.  Lor.  Med.  cant.  40.  4- 
Chi  pon  r  anno  de*  pulcini.  Se  oian  uovo 
v' e  di  fallo  Par  che  ognun  se  l' indovini 
Che  il  dtfetlo  vien  dal  gallo.  Guice.Stor. 
l3.  647.  Essendo  stato  quell'anno  steri, 
lissimo,  gli  mancavano  le  vettovaglie.  (Ci 
#  g.  C-hi  ha  a  avere  il  mal  anno  non 
lo  può  schifar  per  correre,  prot-erlt.  che 
vale  Che  chi  'e  disgrniialo,  non  può  fug- 
gir le  disgrasie  per  diligenza  che  ri  far- 
cia .  Cecch.  Mogi.  I.  r  Chi  ha  a  avere 
il  mal  anno  non  lo  può  schifar  per  cor- 
rerr.  (C) 

J  ANNOBILIRE.  Allesane  1'  es.  *  S^. 
fin.  Annoi.  Mur.  2.  3 18.  Alle  volte  da 
questo  maniere  idiotiche  e  volgari  ai  trae 
qualche  buona  immagine ,  e  si  vengono  ad 
annubilire.    (CJ 

*  g.   I.  Poni  r  es.   Ira  le  virgolette. 
S  ANNODARE. 

g    I    Al  V.  I.  ove  ha  -  Bocc.  n»r.  lOO 
4     corr.  #  -  Boce.  nov.  i(X)    U 
ANNOIAMENTO. 

g.  Agg.  io  fio  *  Segmer.  Critl.  milr. 
3.  9.  6.  Veflendtì   in  gran  perte  del   Cri. 


A  N  H 

.laDeinno  ctesciuio  «.  V  annoiamenlo  di 
questo  Pane  divino  dice  ec.  (VJ 

ANNOIARE.  „    .    «„    . 

j  e  II  Togli  r  Ci.  Sen.  Pisi.  SO.  e 
lUc-alo  al  tema  innanii  a  Buon.  rim.  co- 
.i:*-^^.^..'-»*).  ...».  CO 

*  ASNOMBRARE.  Annumerare,  Lon- 
un;.  Bern.  Ori.  2.  29.  7-  Quanta  costui 
che  la  sua  gente  annombra  Sol  aUa  vista 
lenia  ordine  alcuno.  (C) 

ANNOSO  .  AdJ.  Al  V.  4.  doveha  an^- 
noia  corr.  annosa  —  Ed  agg.  in  fine.  ^- 
Rtd.  r,m.  m  .BroM.  Son.  i;7-  Alte  me- 
morie  Avran  sempre  di  lui  le  annose  .sto- 
rie .  iWrm.7J.Vc.  a.  52.  Toiranno  ce  . 
d'  «sere  come  ceppi  annosi.  (L) 

#  ANNOTARE  .    AlU-gane     es.    i«l- 

.in.   Cas.  90.  Meglio  -f"' ^ly  """V  ,",V 
.„m„  rik  annotammo.  Gal.  Mcm.  e  UU- 


come  eia  annotammo.  Gai.  -wm 

,0.  Nel  luale  (libro)  ce.  aveva  ec.  an- 

Ltfli  lultìi  riscontri  dei  conccll.  comu- 

•^'t-N0xlz;0NE.i.%'cs.Ccp.Z.e. 

"%'r^L'^^'one.  Si  <,ice  altresì  ^Uc 
OsseXnùoni .  delle  JSole  fitte  sopra  un 
usto  a  fine  d- illustrarne  di<,ersi  luoghi. 
.  Dep.  Vecam.  proem. . .  .  »•  ('■'.. 
*  §.  Annotasionc  ,  vale  anche  Censi- 
deroiione.  Avvertimento.  Tass.  Lei.  son. 
Cas.  193.  Degno  è  parimente  d  antiola. 
lione  in  questi  Temati ,  come  daU  un 
lato  è  posto  <icr  puro  cc.(Cì    _^ 

ANNOTTARE.  Agg.  in  fine.-'  >  nrcn. 
Star.  2.  38.  Aveva  intanto  il  Duca,  vcg- 
sendo  la  difesa  e  oslinaiione  del  Palaz- 
10 ,  che  per  nulla  aUa  notte  indugiar  s. 
dovesse,  consiglialo;  non  parendo  ec.  non 
ii  dovessero  muovere  tutti  tosto  che  si  an- 
nottasse ,  per  soccorrergli.  (C) 

5  ^  I  Agg.  in  fine.  *  tar.  i.Iattac. 
n  Andava  ouando  annebbia  e  quando  an- 
notta Culattando  i  colombi  e  1  peroicu- 
ni.  (C) 

ANNOTTIBE.  .,..., 

J  ANNOVERARE.  Agg.  in  fin.  -.•  Ar. 
Lea  2  3.  Io  metto  mano;  e  quindici 
Bolognin  su  un  aitar  quivi  gli  annove- 
ro.   (C)  .  .       ,  ,T7l 

AiSNOVERO    Siist.   Agg.  in  fine  (ì  ) 
ANNUGOLATO.  TogU  in  fin.   ff  J 
ANNILLAMENTO  .  Agg.   in   fine    =.= 
P/i,t    Adr.   Op.  mor.  I.  j86.  Diceva  So- 
ciale  che  la  morte  era  simigliarne  a  pro- 
londiisimo  sonno,  ec.  0  vero  ad  annulla- 
mento, e  svanimento  assoluto  dell  anima 
e  del  corpo.  (C) 
S  ANNULLARE. 

if  %.  II.  Alla  definii,  agg.,  di  nessun 
calore,  ed  in  fin.  innanzi  a  (C)  agg.  Vav. 
Scijm.  22.  Allo  annullare  quella  (dispen- 
sa )  di  Giulio  lutto  si  die.  /  ardi.  Stor. 
IO.  3l6.  In  loro  potestà  eia  annullare  1 
6decommissi ,  le  suslituzioni  o  volgari ,  0 

"""s  ^Annullare,  dicesi  anche  delle  leg- 
■  i.e  vaie  Abrogare.  Pemetr.  Sega.  12.  Per 
".indicare  che  sia  utile  aUa  città  annullar 
U  legge  ce.  ho  promesso  loro  ,  per  quanto 
10  potrò,  di  difendergli.  Ross.  Svet.  Vii. 
Aug.  34.  Con  lutto  ciò  romoreggianJo  1 
Cavalieri  Romani  ce.  con  dimandare  con 
■■rande  islaoia  che  tal  legge  fosse  annui- 
Tata  per  quietarli  fece  chiamare  i  figliuoli 
di  Germanico.  Ces.  leti.  Cic.  2.  109.  Ma 
quando  essa  (legge)  sia  annullata,  rimane 
annullato  quel  medesimo  che  non  la  la- 
.ciava  annullare.  (C) 

t-  ANNCNCIATORE.  .  .  da  Annun- 
ciare,  con.    Che,  0   Chi  annuncia. 

t  A  NOLO  .  Agg.  in  fine.  *  Malm. 
i  5  E  con  un  bel  vestito  di  broccato, 
Ch-  a  nolo  egli  ha  piglialo  dall'Ebreo  Tul- 
io splendente  viensene  al  corteo.  (C) 

*  ANSEATICO.  Aggiunto  di  Citta  e 
Patii  uniti  insieme  m  società  d,  commer- 


ARS 

Ciò,  con  certe  leggi  e  costituzioni.  Imperf. 
V.  Tili.  D.  2.  T.  II.  174-  A  tale  intendi- 
mento si  t'ormò  gii  la  lega  delle  Citta  an- 
seatiche, le  quali  per  esser  poste  sulla  ma- 
rina cosi  si  chiamavano.  (Cj 

*  ANSIETÀ'.  Agg.  innaniiaCC;.0«'- 
Jnf.  I .  Con  lena  aflannala  ,  cioè  come  il 
naufrago  ,  che  :  uscito  fuor  del  pelago  j 
cioè  del  mare  con  1'  ansicl'a  del  polmone, 
che  per  la  fatica  sostenuta  balte. 

*  P.  II.  Agg.  innanzi  a  (C)  Red.  Ins. 
Ilq.  Cercano  con  ansietà  il  sole,  e  l'aria 
aperta  e  sfogata. 

if  g.  III.  Agg.  innanii  a  CQ  C<ir. /cK. 
I.  3.  Quanto  può  pensare  che  maggior- 
mente sia  cresciuta  1'  istanza  ,  che  i  me- 
schini mi  fanno  fare  ,  e  1'  ansietà  in  che 
stanno  della  lor  salute. 

ANSniA.  Al  V.  2.  ove  ha  Cecch.  Prov. 
74.  corr.  *   Cecch.  Prov.  74. 

+  j  ANSIO. 

:;:  e.  tv.  Gli  es.  Guicc.  Stor.  I.  00. 
allegati  cosi  '.La  quale  (Isabella)  ansia  non 
solo  della  salute  del  marito,  ec.  ma  mestis- 
sima olire  a  questo  per  il  pericolo  del  pa- 
dre ec.  si  gillò  ec.  a' piedi  del  Re.  75  1. 
436.  Ansio  ancora  plii  della  sorte  di  tanti 
Eeliuoli  piccoli  ec.  che  della  propria. 

ANSIOSAJIENTE  .    AU'  es  .    E  ktt. 

agg.  I-  203. 

ANTECEDENTE. 

i}  3.  Antecedente,  e  anche  terni,  gram. 
e  si  dice  di  Xome,  o  Pronome  quando  pre- 
cede e  regge  un  relativo,  e  si  usa  anche 
in  forza  di  SUSI.  Bui.  Piirg.  22.  1.  Que- 
sto relativo  quale  dà  ad  intendere  tale  , 
per  la  regola  di  grammatica,  cioè  che  Io 
relativo  ec.  dà  ad  intendere  lo  suo  ante- 
cedente. (C)  .     .     .     ,,      j 

+  S  ANTENATO.  Sostituisci  alla  de- 
finii, la  seg.  Uno  di  coloro  dal  quale  al- 
tri discende,  stalo  dinanzi  al  nonno  che 
anche  dicesi  Progenitore.  E  degh  es.  fanne 
g.cosi: 

i}  §.  Per  lo  più  si  usa  nel  plura- 
le ed  accompagnato  ai  pronomi  miei  , 
suoi  ec.  «  J17.   V.  II.  79-  •  ■  •.^■«'-•■^er-, 

Ann.  4.  101.  ...•'■  (C)  Borgh  ...  (V) 
f  g.  Sostituisci  alla  dichiarai,  questa: 
Antenati,  e  Antinati, dicesi  anche  di  Tutti 
coloro  che  sono  nati  avanti  di  noi,  seb- 
bene noi  non  siamo  della  loro  stirpe.  E  ali 
es.    Borgh.    Orig.  Fir.  agg.  203. 

ANTERIORE  .  Agg.  in  fin.  :.=  Beltin. 
Disc.  1.  257.  Se  io  lo  muovo  (l' unuro) 
obliquamente  all'  ionanii  o  all'  indietro, 
chiamale  quei  muscoli    obbliqui    anteriori 


A  N  T 


1835 


e  posteriori  ec.  (C)  j.    r  , 

ANTERIORITÀ'.  Agg.  in  fin.  -.-  Scil- 


vin.  Annoi.  Mur.  2.  87.  Prova  d  niaggioi 
pregio  di  quello  (del  parlare  .•o/gnn-V  dal- 
l'anteriorità,  essendo  il  primo  a -parlarsi 
dagli  uomini ,  e  tutti  lo  parlano.  (C) 

t  ANTICAGLIA Bern.   rim.  4. 

106.  corr.  /:ern.  rim.  I.  106. 

*  §.  Per  lo  più  è  voce  di  disprezzo  della 
quale  altri  si  serve  per  denotare  alcune 
cose  vecchie,  e  non  più  in  usoj  e  dicesi 
singolarmente  delle  voci,  e  dei  modi  del 
dire.  Salvia.  Disc.  2.  425.  Il  gran  Vergilio 
quanto  profittò  di  queste  anticaglie,  dal  lila- 
me  d'Ennio,  come  ei  diceva,  traendo  fuora 
perle.  Cej.TJ'iJC".  66.  Egli  è  però  una  gofi'a 
calunnia  il  dire  che  i  Puristi  insegnano 
a  prendere  dal  3oo  i  riboboli ,  le  antica, 
glie,  le  pedantesche  maniere  :  ninno  il  fece, 
ne  lo  farà,  che  abbia  senno.  E  Anlid.  32. 
Se  io  avessi  voluto  metlere  in  voga  quelle 
anticaglie  di  lingua  (  come  mi  appongo- 
no), io  le  avrei  usate  io  medesimo,  prima 
di  tulli.  (C) 

t  ANTICAMENTE    All'  es.   Cas.  leti. 

"anticamera.  Dopo  il  g.  agg. 

*  §.  Anticamera  ,  diconsi  anche    col- 
lettivamente le   Persone    che    godano  del-  \ 


r  anticamera,  cioè  dei  Ciamberlani  e  delle 
Dame  di  Corte.  Red.  leti.  I.  160.  Feci 
quella  froUolaper  far  ridere  il  Granduca, 
e  per  trattenere  una  sera  in  quella  soli- 
tudine 1"  anticamera.  (Cj 

t  ANTICHITÀ',  ce.  Sostituisci  alla  defi- 
nii. J-un^o  spazio  di  tempo  decorso  .  Ed 
agg.  in  fine.  *  Urh.  27.  E  mcnlrechè 
insieme  facevano  tali  ragionamenti ,  ven- 
nero quivi  assaissimi  servidori  con  molli 
dilicali  e  di  più  ragion  vini,  de' quali  la 
più  parte  erano   per  antichità  nobilissimi 

ee.  (C) 

sS  §.  Antichità,  si  dice  anche  del  Tem- 
po antico,  de'  Secoli  remoti.  Salvia.  Pros. 
Tose.  2.  171.  O  secolo  verameule  niireo 
(11(10  e  pien  dell'opre  antiche,  nel  quale 
la  semplicità  de'  costumi  a  quella  delle 
espressioni  e  delle  maniere  del  favellare 
contribuiva  ;  che  sotto  gli  occhi  pone  le 
cose,  e  quanto  meno  artificiosa,  più  toc- 
ca, imitando  quella  prisca  f..cililà,  schiet- 
tezza, candore,  proprietà,  evidenza,  ener- 
gia ,  che  si  scorge  in  quei  gloriosi  dell 
antichità.  (C) 

g.  II.  Agg.  in  fin.  *  Dav.  Mcn.  loy. 
Fu  adoperat°o  il  rame  dall'  antichità,  e  da 
tutte  le  genti  fu  assunto  a  si  allo  ufficio 
per  legge  accordata.  (C) 

f  g.  III.  .  .  .  Cren.  Marcii,  agg.  2ao. 
*  g.  Antichità,  vate  anche  3Ianiei_a, 
U.sanza  antica  .  Tac.  Dav.  Ann.  4.  86. 
Anco  A -usto  ammodernava  cene  ruvide 
anlichiladi.  E  14.  188.  Ne  anche  osser- 
varsi r  antichità,  la  quale  non  forzava 
ninno  a  combaltere ,  quando  1  pretori  la- 
ccano i  giuochi.  (C) 

ANTICIPATO  .  .  .  Buon.  Fier.  1.  ^.  7. 
corr.  5.  1.  7-  E  agg.  in  fine.  *  Salvm. 
Disc  1.  272.  Prendiamo  augurio,  anzi 
saggio  anlicipalo  di  ciò  che  debbono  gli 
uomini  riuscire  nel  crescere  dell  cta^fl-V 
:;:  g  Anticipata  opinione,  dicesi  (Quel- 
la che  uno  si  firma  senza  esame  d'  una 
persona,  0  d'  una  cosa.  Salvia.  Disc.  I. 
307.  Si  solleva  e  s'innalza  con  lelice  ar- 
diteiza  sopra  il  torbido  e  nuvoloso  paese 
delle  anticipale  opinioni.  (C) 
ANTICO.  Sust. 

g.  III.  Agg.  in  fin.  *  Sen.  Ben.  l'arch. 
3.  28.  Coloro,  i  quali  pongono  negli  an- 
droni, e  per  li  corlUi  con  lunga  filatessa  le 
immagini  degli  antichi  loro  coli  armi  del- 
la  famiglia,  e  titoli  de'  loro  predecessori, 
sono  più  tosto  noli  che  nobili.  (Cj 

f  5  ANTICO.  ^dJ.  Sostituisci  alla  di- 
chiaraz.  Che  i  stato,  e  non  e  piùj  e  ordi- 
nariamente da  un  pezzo  .  Dell'  es  7?occ. 
Jnlrod.  24.  fanne  g.  ed  agg.  m  fine.  V 
Dani.  Inf.  3o.  Quell'  è  1'  anima  antica 
Di  Mirra  scellerata  .  Lasc.  rim.  I.  238. 
Se  puoi  ,  o  se  non  puoi  Cantar  gli  anti- 
chi eroi.   (C) 

#  g.  Si  dice  anche  in  questo  senso  per 
oppos'ìzioneaKuovo.Danl.  Purg.  16.  Ben 
v'  cn  tre  vecchi  ancora,  in  cui  rampogna 
L'  antica  eia  la  nuova.  Petr.  son.  291.  Non 
fu  simil  bellezza  antica  o  nuova.  Ne  sarà 
credo.  Segner  .  Crist.  inslr.  I.  I-  9-  ^ 
quanto  alle  tenebre  dell'  ignoranza,  do- 
vete sapere,  che  Dio  se  volesse,  potrebbe 
insegnarci  parlando  internamente  a  noi  da 
se  solo  ,  come  parlava  già  a  suoi  proleti 
nell'antica  legge.  (C)  .     „,      ,    , 

:•:  ^  Antico,  vale  anche£he  e  da  gran 
tempo.  »  Bocc.  Introd.  24. .  .  •.  Petr-  son. 
q3.  Ciò  che  non  è  lei  Già  per  antica  u- 
sanza  odia  e  dispreiza.  Me.  Vart.  rim. 
buri.  3.  72.  E  cosi  dunque  da  ognun  es- 
sendo Questa  usanzaccia  anUca  Uasiroata 
Di  biasimarla  solo  anch'  io  intendo.  Lasc. 
rim .  2.  6q.  Ma  per  non  dirne  appieno,  e  me 
tacere.  Che,  come  dice  una  jenlenia  an- 
tica.  Se  non  si  può,  non  si  debbe  volete 
Guicc.  Stor.  4.  175-  Inclinai,  a  esaltar  .1 
Conte  llinuccio  antico  e  fedele  condolile- 


l836 


A  N  T 


re  di  quella  repnWJica  .  /},ion.   Fier.  3. 
3.  2.   Vedi  lu    quel  paI;igio   anlico  e  ne- 

*  §.  Fure  amica.  Modo  antico,  o  si. 
mi/r,  dicesi  d'una  J'occ  ,  o  d'  un  Modo 
di  dire  che  non  e  più  in  uso.  Sah  J,: 
yen.  l.  2.  12.  Quesf  è  pieno  d'antiche 
TOC!  e  parlari.  (C) 

*  §.  IV.  Innanii  a  Ces.  agg.  rarck. 
òlor.  2.  27.  Le  sue  proprie  e  privale  in- 
gjur.e  con  amico  e  memorahile  esempio 
allajeruUlica  e  sua  patria  donando. 

^  g.  E  antico  quanto  il  brodetto,  0 
pm  del  hrcdello,  dicesi  in  pro.erl,.  di 
Cosa  antichissima.  V.  BRODETTO.  fC) 

*  £.  Antico,  si  trota  altresì  usalo  per 
distinguere  certe  persone  famose;  ed  i-  op- 
posto a  dovane.    O.    y.  12.    i  i.    4    j? 
l'cn  disse  il  propio  mcsscr  Farinata  I' an 
lieo  degli  UljerU.  (C) 

*  g.  Antico,  si  adopera  talora  in  for- 
za d,  sust.  a  significare  Ciò  che  ci  rima- 
ne d  antico  in  /allo  d-nrii,  o  di  lettere, 
ros.  (ìp.  ìit.  4.  j86.  13  di  l,ell.ssi,.a 
«rchitellura  in  tutte  le  parli  ,  per  avere 
assai  imitato  l'amico,  e  fattala  in  modo 
eh  eli  e  il  più  Lei  tempio  che  sia  in  quel- 
le pan,  .  IJerl.  Ciamp.  3.  SU  lo  f,  cero 
a  un  tratto  creder  1'  uomo  che  avesse  ri. 
frustato  tutto  l'antico,  e  il  moderno.  rC; 

^  ^.  Antico,  in  forza  di  su.-t.  si  dice 
anche  d,  Co'oro.  che  sono  vissiili  in  tem- 
pi a  noi  lontani,  e  singolarmente  d,  Coloro 
che  hanno  lascialo  qualche  scritto.  SaUin 
/^wr.  2.  5o.  La  quale  (gloria)  gl'lddii 
come  disse  un  antico,  a  pretto  di  fatica  ci 
Tendono.  (C) 

*  g.  Per  antico,  posto  atverhialm.  va- 
le In  antico  ,  Anticamente  .  Pass.  3lo. 
lome  molte  fiate  e  per  antico  e  per  no- 
vello  s  e  provato.  P,t,:  Uom.  ill.n  „„a. 
le  per  antico  chiamato  Arar,  e  per  nuovo 
chiamato  Sona,  il  quale  sta  cheto  a  nirdo 
a  un  lago.  (CJ 

*  S  P'r  antico  ,  talora  vale  Fino  da 
lunghissimo  tempo  .  Tac-  Bay.  Ann.  i 
00.  Usandosi  per  antico  eleggerne  uno  di 
Ire  nominati  patrUi,  e  di  padre  e  madre 
confarrati.  (fj 

coi?oV,?B°;ir'=^-^-^^"-^«-'- 

ANTIDOTO. 

/,     T-"!^^    '^J'I    *  '"''"'"^    ^'     ^'*    "■ 
H    J.  12.   268.   La  pazienta  sola  e  la  co. 

•lama  e  un  bene  non  conosciuto    che  da 

lutti  1  mali  ci  libera,  ed  è  il  vero  amido- 

lo  contro  le  cose  eventuali    (Ci 

t  J  ANTIGUARDIA    .  .  .  Jarch.  Slor 

"•  "gg    162. 

,    ANTIPAPA  ....    e.    r.    18-  ii.    cor,-, 
i     IO.    5. 

•t  A.NTIPATIA.  Dopo  il  Gr.  aj-ff  f- 
['".'■  ^■"■-  Op.  mar.  .V  ,^0.  Ila  seco 
Jmipalia  ,  ed  una  qualità  del  lutto  con- 
fina ^  par/»    del   tartufo   e  della  folgo. 

t  *  AXTIPENl'LTrMO.  Al  v  j  do- 
ve dice  air  ultimo  .   corr.  „/  penultimo 

t  A.NTIPERISTA.SI.  Agg.  la  dichiara. 
•""'"'  di  due  qualità  contrarie  .  l'  una 
delle  quali  accresce  Inforza  dell' „l„,,. 
t  dove  legge  Sagg  tinal.  esp  corr.  Saen. 
nat.  esp.  ^^ 

t  AIVIIPODI.  .Sostituisci  alla  dichiarai 
Jhconsl  coloro  die  ahitan,  in  un  luogo 
della  terra  che  .1  considera  relnlivamen- 
"  ad  un  altro  luogo  diametralnienle  op. 
potto .  ' 

A.>TIPORTA  ec. 

*  S  I.  Agj.  in  fin  Segr  Fior  Vii. 
lastr.  E  veduto  il  segno  i' accostò  alla 
r^rla  S.  Piero  ,  e  mise  (uoro  ncll'  anti- 
porto   crj 

*  AIXTITETO      All'  e.      Tns,     ìe: 
■•>on.    Cai.   agg.   igg. 

f  ANTIVEDERE.  ,V.mr.  So.litui.ci  al- 


A  N  T 


la  dichiarai.  Facoltà  di  antivedere,  di  giù. 
dicare  anticipatamente  che  una  cosa  dee 
avvenire.  E  all'  esempio  Cron.  Morell 
agg^  23l. 

*  §•  r<i/f  anche  V  azione  dell'  anti. 
cedere  ,  e  del  prendere  le  cautele  oppor. 
lune  contro  a  ciò  che  si  prevede  dover 
"ceadere-  Pro,.  Fior.  lìorgh.  leti.  L.  4. 
"».  .Scritta  ec.  senta  quel  nervo,  che  è 
U  principale  IO  questa  sorte  di  scritture 
eoe  d,  notare  i  disegni,  i  eoncelli,  i  fini, 
gli  anti.ederi,  il  modo  di  governare  nelle 
laccende  gravi  ed  importanti.  (Ci 
•t  A>iO.NOMA.SU.  ' 

§ .Segner.  Mann.  Giugn.  71.  corr. 

Segner.    Mtinn.    Giugn.   7.    1 

*  ANT0M03USTIC0 .  Poni  in  fi. 
ne^C) 

i  ANZI.  Avverò,  eorr.  Particella  av- 
versativa, ed  anche  talvolta  coneiunti- 
<<i  ,  ed  ° 

*  §•  '■  Agg.  in  fine.  Morg.  18.  lai. 
Che  non  suol  esser  arso,  ma  hcn  colto, 
^on  molto  caldo,  e  non  anco  di  ghiac- 
cio, Ami  in  quel  metto.  (Cj 

t  A  PARTE  A  PAKTE.  Dove  legge 
i  Lab.  Leggendo  1'  altro  la  lettera  leg~i 
A  Lab.  291.  E  quivi  il  lume  V  uno  le- 
nendo, e  1'  allro  la  lettera  leggendo. 

A  PE.NDIO.  Al  V.  5.  ove  Ugge  e  alle 
piagge,   corr.  e  le  piagge. 

+  A  PENNA.  All'es.  Jìed.  Ins.  agg.  38. 

+  *  A  PENNELLO.  All'es.  Cas  rim. 
buri.  agg.   19. 

APERTO. 

§1.  Agg.  innantiafO  Car.  En.  io. 
f.  2S0.  Eran  mandati  Da  Cerete ,  e  dai 
rampi  di  Mignone  Dai  Pirgi  antichi  e  da 
le  aperte  spiagge  De  la  non  salutifera 
Gravisa. 

*  g.  V.  Agg.  in  fin.  Tac.  Dav.  Ann. 
4  ai.  Guadagnossi  poi  con  varie  arti  Ti- 
berio si  che  lui  a  lutti  altri  capi  rendè  ; 
a  se  solo  aperto  e  confidente.  Salvia.  Disc. 
2.  171.  Egli  è  fanciullo  si,  ma  d'ami, 
ca  malitia  ec.  lontanissimo  dal  costume 
J  i",°  '  "■"'P''«  •  'il-erale,  aperto,  nu- 
do del  dehcato  Nume  Presidente  del  vi 
aa.JC) 

*  §.  Per  Spiegato  .  Lai.  explicalus  . 
Bern.lJrl.  ,.  29.  64.  Guida  la  lena  Ot- 
t_on  eh  e  dietro  a  lui  Col  vago  suo  sten- 
dardo al  vento  aperto.  fCj 

*  g.  Aperto,  aggiunto  di  giorno,  vale 
Senzn  nuvoli  ,  Chiaro  .  Agn.  Pand  20. 
Oodonsi  alla  villa  que'  di  ariosi  e  chiari 
e  aperti.  (C) 

*  §•  Aperto  ,  aggiunto  d'  aria  ,  vale 
Libera,  I\on  impedita.  Sagg.  nat.  esp. 
2.  Siccome  anche  per  essere  aperta  (  f 
aria  )  e  libera ,  o  ingombrala  da  nuvo- 
'!._  o  gravala  di  nebbia,  si  fa  più  rara  o 
pm  densa,  lied.  Ins.  li,,.  Cercano  eoo 
aosiHa    U  sole  ,  e  1'  aria  "ape"»  «  >rog.. 

*  S-  -^  hraccia  aperte  ,    posto  ttvi.tr- 
bialm.   va'e   Colle  braccia  distese,  e  fig,,. 
rntnm.    Con  gran   desiderio  .    1'.    BRAC- 
I  ClO.g.    XXIX.  (C) 

t  J   APERTO.   Avveri..  All'è..    Cron. 

niorell.  ,g„.   a.r.g    e  allegalo  cosi:  Il  ter- 

[  IO   danno  che  ricese  il    pupillo  ,    si  è  di 

linianere    al     governo  de'  mannvaldi ,    e 

come  chiaro  e   aperto  vedi  ,  e'  baraitt  la 

volonl'a  d'  uno  a  quella  di  multi 

A    TETTO. 

«  §■  "•  ■         J.Cir.  78  corr   fu.  s. 

t'ir.  75. 
*  APICE. 

■  t  ^  ,".'  ''^"*''  1""'°  S-  '  'era  l' es. 
in  fine  del  g.  |||.,  che  diverrl  II.  cosi  • 
/■.   .t/.T/1/i.  I  ugl    14.  3.  .  . 

A  PIE'  e  A   PIEDE. 

t  *  g-  11.  Corr.  la  dichiarai,  cosi:  liima. 
nere  a  pie  dalcuno,  figur.<tam.  vale  Is- 
ser  superato  da  alcuno.    Frane.  Sacch         \ 


AP  I 


ì  §.  Dell'  e».  Sera.  Rim.  fanne  C 
allungandolo  e  correggendolo  come  segue: 

"■  h-  A  pigione  ,  si  trova  anche  usato 
P'r  A  nolo.  .  Bera.  rim.  1.  ai  Ahi 
quanto  calta  bene  Una  brachetta  «calla, 
la  a  pigione  Che  pare  appunto  un  naso 
di  montone.  (C) 

t  A  PIO.MBO,  e  APPIOMBO.  All'è. 
tSemh.  jIsoÌ.  2.  agg    x\K 

t  APOCALISSE  ec.  So.Ulai«i  alla  di- 
chiara.ione:  Quel  l.l.ro  del  Nuovo  Testa- 
mento  che  contiene  le  rivelazioni  faUe  a 
.>.  Oiovanai  Evangelista  netl'  isola  di 
Primo.  Ed  agii,  in  fin.  *  Jr.  Fur.  Si. 
»t>.  Astolfo  coUe  il  suo ,  che  gUel  con- 
cesse  Lo  .criUor  deU'  o.cura  ApocalU- 
se.  (Cj  '^ 

*  APOCOPE.  Agg.  in  fin.  Mn.  Malm. 
302.  Quel  pò  per  poco  è  la  figura  apoco, 
pe  ,  usilatissima  da  noi  in  questa,  ed  io 
altre  voci.  (C) 

*  A  POICHÉ,  ta  stesso  che  Da  poi- 
ché; ma  i  dello  stile  basso.  Sagr.  rim 
P.rn.  Calr  i6l.  Ess' eUa  leeo  mai  rapi 
paltumata  A  poi  che  voi  piglia.U  il  hu- 
fonchiello?  (C) 

*  APOLOGIZZARE.  Fare  apologia 
Magai,  letl.fam.  1.  126.  Se  il  Petrarca 
ce.  avesse  potuto  estendere  il  suo  valici- 
Dio  ai  componimenti  di  V.  S.  e  servirsi 
di  essi  per  esempio  da  apologiitare  sopra 
I  SUOI,  ciò  gli  sarebbe  .lato  non  .olamenle 
lecito,  ma  glorioso.  (Cj 

*  APO.VE  .  lo  stesso  che  Lampone  . 
Aoder.  Colt.  93.  Bisogna  metlere  per  lo 
cocchiume  quattro  o  sei  menale  d'  uve 
spicciolate  ec.  mettendo  ancora  .al  raspa- 
lo quando  bolle  dell'  aneruole  acciacale 
mature  ec.  ma  meglio  è  degli  apooi  o 
more  negre  de'  roghi.  (C) 

#  APOSIOPESI.  Figura  rettorie», 
che  si  fa  col  troncare  ad  un  I-atto  il  di'. 
scorso  lasciandolo  inaspettatamenf  im. 
p-rfrito  ,  affinchè  l' uditore  pensi  cose 
maggiori.  Uden.  Kis.  i.  18.  Orand'.n- 
tasi  sdegnosa  anche  si  scerne  più  oltre 
Dell   aposiopesi  di  Nettuno.  (C) 

APOSTEMOSO  .  .  .  .  Cr.  5.  8.  Io 
cnrr.    Cr.   5.    18.    IO. 

APOSTOLA.   M.ssaggiera.  .  Trxw 

Morell.  342 Fit.    S.  U.  Madd. 

67    .  .  .  ..  (Ci 

J  APOSTOLO  Togli  gli  ,..  Crea. 
Morell.  e  ;,/.  S.  U.  Madd.  t  recali  ,01. 
lo  APOSTOLA. 

*  g.  Apostolo  ,  dicesi  anche  a  Co. 
lui  che  ha  predicato  ,1  primo  la  fide  m 
qualche  provincia,  o  paese.  (Cj 

*  APOTEOSI.  Agg.  in  fin.  Ces.  fior. 
•*""■•,>  9>  Se  n'  è  falla  (d,  S  ìimctn. 
zo  de  Paoli)  come  una  apoleoU,  che  aoi 
diremmo  ranoniiuiione  .  E  X.  ai6.  Era 
gli  cominciato  il  solenoisiimo  mercato 
che  entrava  a"  Cenldi  il  primo  d'  Agosto' 
in  memoria  della  dcificauone  o  apoteou 
d  Augusto  ,  quando  ec.  A'  3  5o  E  per 
onorar  questi  moiri  spendiamo  il  nostro 
in   inagnificenie,  spellaroli  e  apoteosi   (Ci 

*  APPALESAME.NTO  l'  MppaleJ. 
re  ,  Spiegazione  Infer.  Pref.  fec  Del  - 
medesimo  rio^  ci  siamo  serviti  eiiaodio 
.olio  quegli  e.empli ,  ne'  quali ,  per  aver 
la  voce  signifiraiion  poco  usala,  ha  biso- 
gno di  maggior  appalesamenlo.  (C) 

APPALESARE.   Agg    in  do    tf  Salvia 
Pise.     I       a;;      l.a     ,„l|f    j1    „,„„j„    ,„„^ 

lar  nota  .  con   descrivere    la    vili    sua  ,  e 

appalesare   i    più    segreti  nascondiili    del 

suo  cuore.  (C) 

*  S-    rer  Melt  re  in  palese  s  della  di 

cose  materiali.    Plul.   jtdr.    Op.  mar    3. 

47-'-   I-'  accusano  ,  dicendo    esser    meglio 

iippalcsar   la   g.-Ijie  ,    che    na.comlerla   con 

rischio  di  morte   (C) 


A  P  P 


ÀrPALTARE.  ,       „      , 

«  8  Per  l'iendere  in  appailo.  I,arcn. 
Slor  ».  20.  Coucodendo  egli  r'-  .l.man, 
o  per  aniisli  ,  che  >i  polcse  hv  e.»l.ca  , 
molli  comi-eranaole  a  Imon  ora,  e  per 
,,iccolnre8Ìo,  arrapano  mue  le  cose, 

iofino  le  grasce.  (()  .     „„   .^  re, 

APPALTATOnK.  Agg.  >n  fin-  •-■  Le.?. 
un.  Oc.  2.  l4l.  GU  a,.pallalor>  .1>  pre. 
«Die  gillaroDO  a  torva  .lUcl  porUro^  (  ) 
+  *  APPANNAMI  E.  Aires.  Bdlm. 
Disc.  agg.  I.  66.ef^ehac.cccc.corr. 
esce  contiDuanicnlc  dal  corpo. 

APPANNARE.  , 

*  S.  £  in  signific  .  neutr  ■  p<-"-  ""• 
Un.  Visc.  I.  65.  Per  quanto  tempo  a 
voi  piaceri  di  riapplieare  lo  specchio  ali.. 
carn'e  seguiler'a  ad  ogni  mon,ento  ad  o^ 
fascarsi  ed  appannarsi  d  cristallo,  takhe 
conoscerete  che  quella  tal  cosa  che  dal 
corpo  esce  ed  appanna  lo  specchio  esce 
dal  corpo  continuamente  sempre,  fo; 

E    IV.   Agg.   in   6n.  /Ir.    Icn.  i.  2.  La 
quaglia  è  sotto  la  rete;  io  to' correre  In- 
Sanii  ,    far    eh'  ella  s'  appanni  e  prenda- 
ti. (C) 
APPARATO.  Susi.  . 

+  §  I  L'  es.  Fir.  As.  allungalo  m 
princ.  cosi  :  Chi  avrehbe  mai  tanto  inge. 
«no  ,  chi  tanta  facondia  ,  il 

J  APPARECCHIARE.  . 

+  J  §  11.  i\cii(r.  pass.  corr.  l.tnsi- 
gnific.  neutr.  pass.  Mettersi  in  orJme  , 
Prepararsi.  .  <     n 

4%.  III.  Agg.  in  fin.  3W.  Arh  Cr. 
12.  Promise  che  egli  ■!  dovea  mandare  , 
e  che  noi  ci  apparecchiassimo  di  riceverlo 
con   amore  e  onore.  (C) 

f  *  §.  XI.  V  es.  Pelr.  canz.  ponilo 
tra  le  virgolette. 
3  APPARECCnlO. 
g.  1.  Agg.  innanri  a  (C)  SaUin.  Disc. 
I  a^l.  Svanì  quel  nol.ile  apparecchio,  e 
r  aspelta.ione  di  quelle  virtù,  che  il  mon- 
do da  un  figliuolo  di  così  savio  genitore 
si  prometteva. 

*  APPAREGLIARE.  T.  A.  Apparec- 
chiare. Birr.  ant.  Panaiiccio  da!  Hagno. 
I.  387.  Prega  chi  dorme,  eh'  oramai  si 
svegli  ec.  E  quanto  può  pugnando  s  ap- 
raregli  Gir  avanzando,  conquistando  ono- 
re. E  Ceri  Giannini.  1.  422.  E  con  ogni 
argomento  m' apparegli  Pugnando  che  ad 
amico  t'  aggia  e  tegna.  (CJ 
+  APPARENTE. 

;{.  g.  Ili regez.  43-  '""■''•  S-*- 

3  APPARENZA.  ^     ^.    .  . 

#  §.  Apparenza  ,  tale  anche  J  ensi- 
miglianza  ,  Ciò  che  ha  faccia  di  vero.^ 
rlrch.  Lez.  Dani.  I.  4l7-  "  parere  de 
quali  (di  coloro  che  credono  che  di  nes- 
suna cosa  si  possa  sapere  la  venta  )  an- 
coraché nella  prima  vista  aU.ia  non  so 
che  d'apparenza  ec.  e  nondimeno ,  a  chi 
più  addentro  risguarda  ,  non  solo  falso  , 
empio  e  dannosissimo  di  lutti  gli  altri.  CO 

*  g.  /'er  /Ippariscenza  ,  Bella,  tali. 
116.  Sé,  oltre  a  quello  che  la  natura  ha 
loro  di  bellejja  e  d'  apparenza  presta- 
lo ,  con  mille  unguenti  e  colon  dipin- 
gendo. (C) 

§.  Il Knov.  3.  9.  corr.   E  nor. 

36.  9. 

f  §.  III.  Agg.  Apparenza,  dicesi  an- 
che ad  Ogni  cosa  die  seri-a  ad  apparire, 
che  dia  negli  occhi j    Ornamento. 

i?   g.    IV.    Per   Ostentazione. 

#  §.  Onde  Fare  apparenza  di  alcuna 
cosa,  vale  Farne  ostentazione .  Fav.  F- 
sop.  37.  Per  questa  mosca  possiamo  in- 
tendere ciascuna  persona  spirituale  vana- 
gloriosa,  la  quale  fa  rumore  e  apparenza 
di  sue  piccole  operazioni.  (€■} 

*  g.  D'  apparenza  ,  in  forza  d"  add. 
vale  Che  dà  nell'  occhio  ,  Appariscente. 
Frane.  Barò.   III.  8.  Libri   d'  aver  più 


A  P  P 

li  sforza  correlti ,  Che  hegll ,  0  d'  appa- 
renza. (Ci  I  .  ;„. 
*  §.  In  apparenza  ,  posto  avvernalm. 
In  modo  apparente.  Secondo  qneìlo  che 
apparisce j   ed  e   contrario  dt   In  reali,,. 

U    elTetlo  .  Cai.  Sisl.    \^1-    N"-  '■  I'"" 
„ei;aVe  che  il  vostro  discorso  non  sia. n- 


A  P  P 


1837 


ccenoso  ed  ald.ia  assai  del  probabile,  dic 
pc!"»  probabile  in   apparenza,  ma  non  (;ii 
in  esistenza  e  rcalt'al  rO 

APPARIENZA  .  Togli  1'  es.    Vit.  iS. 

r,id.  I.  179.  .  .  .  „   j. 

+  J  APPARIZIONE.  Sostituisci  alla  di- 
chiaraz.  Manifestazione  di  qualche  ogget- 
to che  essendo  per  se  slesso  invisibile, 
si  'renile  visibile  .  E  dell'  es.  Bocc.  In- 
trod.  fanne  §.  cosi: 

:■-.  e    Si   dice  altresì    della    Manifesta- 
-.:,òne''di  un  oggetto,  o  fenomeno  che  non 
era  per  anche  apparso  .  ..  Ecce.  Inlrod. 
ì  n    ...■>.  (C) 

*  APPARTEGNENZA  .  F.  APPAR- 
TENENZA. (C) 

f  APPARTENENZA.  Agg.  e  anticam. 
APPARTEGNENZA.  E  in  fin.  *  T  arch.^ 
iter.  5.  116.  Chiese  e  riebbe  con  tutte  1 
appartenenze  loro  così  la  casa  di  \ine- 
gia  ec.  come  quella  di  Firenze  .  7l  12. 
A71.  Ma  finalmente  stimolandolo  d  \a- 
sona  ec.  Cesare  lodo,  e  secondo  la  rcla- 
zione  de"  Dottori  aggiudicò  Modana  e 
Reggio  con  tutte  le  loro  appartenenze  al 
Duca  di  Ferrava.  (C)         ,    .     ^, 

+  APPASSIONATO.  Add.  Che  sente 
passione j  corr.  Affetto  da  passione;  — 
E  all'  es.  Circ.  Geli,  non  solamente  quel- 
lo a'-'  ,  che  e'  non  debbono ,  ma  quello, 
-f"!.  I.  All'es.  Alleg.  agg.  261.  (Am- 
slerd.    1754)  , 

:•:  8     Per  Affetto  da  passione  nel  sen- 
so 'del§.  MI.  Sega.  Slor.  1.2.  Per  es- 
sere    stati    sempre    appassionati  ,  e  divisi 
nelle  cose  del  governo  .  (Cj 
APPASTARE. 
APPELLAMENTO  . 
f  J  APPrlLARE. 

*  S  Per  Chiamare  semplicemente.  Lai. 
vacare.  Tass.  Cer.  6.  90.  Senza  fvappor- 
vi  alcun  indugio  appella  Secretamente  un 
suo  fedel  scudiero.  (C) 

e  IV  A""  in  fine.  ^  Dav.  icism. 
24  Nella  seconda  udienza  diede  un  so- 
lenne  scritto,  che  appellava  per  lo  disav- 
vantaggio del  luogo.  (C) 

*  I  V.  Agg.  in  fin.  Dav.  Scism.  24. 
Non  per  altro   giurava  appellarsi.  (Cj 

APPELLATIVO. 

J.  J  §.  I.  Sostituisci  alla  dichiaraz.  yìp- 
pellativo  è  anche  term.  grammaticale,  e 
dicesi  di  Quel  nome  che  conviene  a  una 
specie  intera;  ed  e  opposto  a  Proprio.  E 
dell'  es.  Alleg.  76.  fanne  §.   cosi  : 

*  8  Si  usa  anche  in  forza  di  Susi. 
..  Alleg.  75.  .  .  .  ».  Salv.  Avveri.  2.  I. 
I.  L'appellalivo  (e),  di  più  maniere  al- 
tresì, si  come  collettivo,  e  d'  altre  gene- 
razioni. (Ci 

APPELLO.  Agg.  innanzi  a  (C)  Vav. 
Scism.  24.  L'  appello  in  grazia  del  Re 
non  5'  ammetteva ,  n'e  la  sentenza  del  ri- 
pudio si  dava. 

•+  3   APPENDICE.  Togli  in  fin.  (Il) 
*    ^.  I.  Al  V.  7.  dove  ha  F.  180.  corr. 
.<  /•;  Ì8o.\e  al  V.  9.  dove  ha  cicca.  {*) 
corr.   cieca   ».   (B)  „     ,    r>     j 

+  APHETERE Seal.  S.  Agost. 

corr.  Seal.  Clauslr.  444.   e   dove   dice  E 
appresso:  corr.  E  l\5l.        .      j    ,-      ; 

APPETITIVO.  Agg.  in  fin.  -.-  I  arcli. 
Lez  Dani.  I.  110.  Lasciate  indietro  le 
potenze  vegetative  e  le  appetitive,  e  trat- 
tando solamente  delle  comprensive  e  co- 
gnoscilive.  I C)  ,  j  ,      n 

*  8  I.  Agg.  in  fine.  Tlul-  Adr.  Op. 
mor.  4.  91.  Gli  Stoici  e  gli  Epicurei  (vol- 
lero le  piante)  non  essere  animate,  per- 


ch'c  in  quelli  clic  hanno  anima,  o  ella  è 
movente,  o  appetitiva,  o  ragionevole,  fi; 

APPETITO. 

+  <3  III.  All'  cs.  Bern.  Rim.  agg.  '• 
W  Ed  agg.  in  fino.  *  PI"'-  ^'l''-  <^P' 
mór.  4.  114.  Perla  qual  cagione  .me- 
dici graziosi  dall'  appetito  prendono  indi- 
zio delle  maialile  mortali,  0  da  guarir- 
ne. (C)  „  j,  1 
*  APPETITOSAMENTE  .  Al   v.    i. 

dove  dice  :  non  i  deboli  vini ,  leggi  non 
che  i  deboli  vini. 


APPETTARE. 

§.  Allegane  1'  es.  *  Pros.  Fior.  Sal- 
via. Leti.  4.  2.  284.  Cosi  di  Michela- 
onolo  fu  caricatura  quella  che  gli  appel- 
lano ,  di  aver  fallo  una  barbara  notomia 
d'  un  uomo  vivo  per  fare  un  Crocifis- 
so. (C)  ,.,        „ 

3  APPIASTRICCIARE.  Dell  es.  Buon 

Fier.  fanne  g.  cosi: 

*  S.  E  figiiratam.  per  Travisare,  tia- 
sconderc.  ..  Buon.  Fier.  I.  I.  2.  Fate 
pur  che  le  carte  sien  ben  neUe_  E  da 
macchie  e  da  scorbi  :  Che  non  s  ha  a 
far  con  orbi  questa  volta.  Non  vo  che  s 
appiastricci  punto  il  giusto.  (C) 

APPICCAMENTO  .  Agg.  in  fine.  * 
Plul.Adr.Op.mor.  1.  18.  Gli  Alen«s, 
celebravano  infra  1'  anno  tre  sacrale  se- 
menze :  la  prima  nell'isola  ec.  per  ri- 
membranza del  primo  appiccamento  de 
buoi  al  gioco.   (C) 

i:  8  E  ver  Cosa  che  serve  ad  appiccare. 
Plut  Adr.  Op.  mor.  2.  388.  Se  il  cor- 
po, da  natura  fatto  uno,  si  rompe  e  spez- 
za, malagevolmente  si  trova  appiccamen- 
to,    o  legatura  che  lo  riunisca,  (t) 

t  APPICCANTE  .  Add.  Che  appicca. 
agg.  ,  o  s'  appicca. 
APPICCARE. 

e     I,  Agg.  in  fine,  if   Car.    En.  9.  i- 
1173.   Gli  divise  Le  tempie,  le  mascelle, 
'1   mento  ignudo   Ancor  di  barba    .nfin  la 
■ve  s'  appicca  11  collo  al  petto.  (C) 

S  li  A-g.  innanzi  a  (C)  Dav.  Or  ■ 
Gen.deiib.  l47-  Abbia  di  sopra  una  cam- 
panellotta  soda  ,  attaccata  ,  e  dorica,  che 
[■  appicchi  a  un  foggialo  arpione. 

8  IX  Agg.  in  fin.  Dav.  Colt.  I76.  Io 
eredo  che  in  poggio  tulli  i  f^"''  /'"" 
meglio  addentro  per  fuggire  .1  caldodeL 
la  state  nemica  dell'  appiccarsi,  per... u 
resistere  a'  venti.  E  appresso  :  Tenendo 
il  frutto  cavalo  a  patire  un  poco  due  o 
tre  giorni,  s'  appicca  meglio,  che  a  porla 

subito.   (C)  ,  j 

*  e  Appiccar  brevi,  in  proverb.  vatt 
Baccomandarsi  invano  e  senzn  poter-  ot- 
tener cosa  alcuna.   V.  BREVE     CO 

;•:  S     Per  Applicare.    Car.    Mail.   Son. 
5.  'ordina    da    mia    p.irte  a  la  massaia 
Che  qua  e  l'a    su   '1  capo    gli    trivelli  ,  E 
v'appicchi  parecchie  sanguisuche. /tJ 

+  ■•:  8  XXIV.  Agg.  innanzi  a  ft; 
Plut.  'Adi:  Op.  mor.  2.  61.  Se  ci  veg- 
gono voler  appiccare  ragionamento  sopra 
questa  vita  lieta,  ci  rompano  mcontanen- 
le  il  filo  delle  parole. 

*  S.  Appiccarsi  alle  parole,  vale  At- 
taccarsi J  qualche  parola  del  ragionare 
d-  alcuno  ,  stravolgendo  il  senso  d,  sua 
intenzione  .  Morg.  «■  21.  Gan  3  appic- 
cava a  le  parole  allora ,  E  diceva  ec.  f  CJ 

APPICCIARE.  ,. 

*  §.  11.  Al  V.  5.  dove  ha  nell  udire. 
leggi  nell'udire  ».  CAJ 

'f  §.'\i  V.  4.  aove  ha    -(V)    Salv. 
corr.    Salv.   E  poni  in  fine  (l  ì 
1   APPIGIONARE, 
's  II  .  .^^mfT.  2.  3.  corr-  Ambr. 

Bern-  2.   3- 

fl"A"gg!1^fin.*/•-.^e^.K«o^234. 
Troppo    sarebbe    felice    il   mondo  ,  se  la 


1838 


A  p  p 


maggior  parie  deRli  uomini  volessero  o 
conoscere  il  migliore  ,  o  non  appigliarsi 
■''  rjggiore.  ^r.  i;,r.  21.  -.  Secomballi 
per  lei  rimarrai  morto;  CLc  cosi  avviene 
a  chi  s'appiglia  al  torto.  (C) 

tAPPIGRIRE.  AU'es.  Cose.  S.  lìern 
agg.  88. 

APPIORISO.  Al  V.  8.  dove  ha  Enov. 
coir.  E  n. 

APPLAUDENTE JBocc.    Fu 

Dani.  242.  corr.  £occ.  FU.  Dani,  ais' 
t  APPLAUSO.  All'  es.  Tass.  Lez.  san 
Cai.  agg.  i83.  Ed  agg.  in  fine.  E  Ger. 
12.  lOJ.  Cosi  diss'  egli;  e  r  aure  popolari 
Con  applauso  seguir  le  voci  estreme.  Se- 
Sner.  Crisi,  inslr .  l.  6.  l.  E  con  ciò 
riporto  duplicato  applauso  schernendo  lo 
'chernilore.  (C) 

t  J  APPLICARE.  Al  V.  3.  ove  ha  0 
stia  a  connato  corr.  stia  a  conlatto  ed 
agg.  in  fine  *  Buon.  Fier.  1.  2.  2.  E  in 
applicmdo  ai  mali  i  lor  rimedi  La  dosa 
aggiusta,  e  la  misura  e  '1  pondo.  (Cj 

*  §.  II.  Togli  questo  §. 
S  S-  IIL   Agg.  in  fin.  *   Fardi.  Slor. 

4-  78-  La  quarta  parie  de'  quali  erano 
del  notificatore  ce.  e  tutto  il  restante  s' 
applicava  agli  ornamenti  del  Palano  del- 
la signoria.  (CJ 

*  §.  Per  Destinare.  J'arc/i.  Slor.  l3. 
401.  Le  faccende  che  faceva  la  signoria 
ec.  furono  distribuite  e  applicate  a  piìi 
magistrali  in  questo  modo  oc.  le  cause 
straordinario,  che  avessero  di  bisogno 
della  suprema  autorità ,  che  aveva  la  si- 
gnoria a'  signori  consiglieri.  (Cj 

*  S-  P""  fare  allenta  considerazione. 
Plut.  Adr.  Op.  mor.  2.  6g.  Quel  che 
genera  (  diceva  egli  )  sovrana  leliiia  t 
quando  l'uomo  conosce  d'essersi  sottrai- 
lo a  gran  male,  e  questa  <;  la  natura  del 
licnc  se  rettamente  vi  li  applichi,  e  viti 
fermi,  e  non  passeggi  vanamente  cicalan- 
do  del  sommo  bene.  Salvia.  Disc.  2.  71 
Che  se  punto  vi  si  l'osse  applicato,  avreb- 
be scoperte  mille  belle  cose  nel  suo  par- 
lare euimmalico.  (CJ 

t  *  4PPLICATEZZA  .   A/  „.  e.  ove 
ha  (F)  corr.  (') 

t  3  APPLICAZIO.VE. 

*  §.  Per  Occupazione.  Saf;g.  nat.  ap 
M/j.  Distratto  ec.  da  altre  aimlicitioni  ' 
le  quali  tutto  a  sé  lo  chiamavano  ,  non 
«bbe  tempo  di  mettersi  dattorno  a  questa 
(esperienza)  per  maggiormente  affinarla. 
Fmc.  Man.  leti.  Vi  ama  assai ,  ed  è 
impegnalusimo  di  soddisfare  alla  vostra 
curiositi,  ed  allo  vostre  nobili  applicaiio- 
■11    (C)  ' 

*  S-  applicazione ,  i/aìe  anche  /llten- 
none  continua  ,    non    Interrotta   ad  una 


A  P  P 


A   P  P 


cosa  .  Sahin.    Disc.    2.    427.    Ni   ciò  sì 
puole   acquistare    soma    diligenia  ,    sen.a 
•pplicaiionc,  e  seni'  arte  .  (C) 
t  APPO.  '    ' 

§    II-  Agg.   in  fin.  #  Bocc.  Com.  Dani 
1.   2J1.  E   il  vero,  che  la  scionia  di  que- 
»to  famosissimo  Filosofo  lungo  tempo  sol- 
lo  II   vclamento  d'  una  nuvola    d'  invidia 
•l>  fortuna  stette    ascosa,  in  mara>iclioso 
pren„   continuandosi   appo  i    valenti   uo- 
mini la  scienia  di  Platone  .    E  Irli.    Pia 
Ross.    271.  Assai  nostri  cittadini  son  cii 
<l>  troppo  più  splendida  fama  .tali  appo  le 
naiioni  strane  che  appo  noi.  Serd.  Galeol 
Marz     dedic     La    qual   rosa  gli  apportò 
gr.ìn  benevolenta  appo  tutti  i  buoni  Tee* 
i.eU  animo,  o  cuor.).    7V,,..,.    ,,>r.  L  3, 

a.  V  .  ''''''°  '"'  '*  8r«i^  mi.  (C)'' 
-  ^.  Appo,  parlandosi  di  Scritlori 
-ale  ^e,  loro  l,l,ri.  Bocc.  Com.  Dani  , 
ago.  Poiché  ha  dello  il  vi.io,  nel  qu.,!,' 
condona  tu  ,  la  nomina  Semirami,.  ,/, 
'•'  "  "m  app"  molti  amichi  Isloriogrjfi 
Uie  succedette  a  Kino .  Bemh.  Pro,.  .1. 
ai»     E  oltre  a  questo  che  la   Son  li  p,,. 


I  oe  io  una  maniera ,  che  vi  .'  intendono 
più  parole  a  fornire  il  sentimento,  si  co- 
me^si  vede  appo  '1  Boccaccio.  (C) 
I  ^  ^'  "^PP"'  "  *"  «"^l"  parlando  del. 
la  Dimora,  o  Presenza  continua,  0 /re. 
1"'"''  ''■  """  oppresso  un  atiro  .  Coli 
SS.  Pad.  Improinelte  di  venire  ec.  e  di 
lare  stanza  appo  noi.  (Cj 

*  §■  Appo  ,  talora  vale  Da  .  G.  F. 
12.  42.  I.NoB  riserbando  dignità,  e  qua- 
le cherico  o  laico  impetrasse  in  Corte  di 
Papa,  o  appo  altro  Legalo,  lettera,  o  pri- 
vilegio  di  giudice  delegato  in  sua  causa,  (Cj 
-^  S-   ^PPO  ,   talora   serve    a    denotare 

II  Costume,  o  la  Consuetudine  di  un  pò. 
polo,  o  d'  una  nazione.  FU.  S  Gir  E 
alcuna  cosa  colta    appo  loro   era   riputata 

ussuna.  Ott.  Com.  Parg.  16.  282  Ca- 
Icndi  viene  da  colo  colis ,  che  sia  per 
solenneggiare ,  appo  gli  antichi  li  pria, 
npii  de  mesi  si  guardavano  e  solenotceia- 
vano.  (Cj  °° 

*  §.  Appo ,  lalora  serve  a  denotare 
Il  terreno  d'  un  popolo  ,  d"  una  nazione  . 
Cr.  4.  4.  9.  La  Greca  e  la  vernaccia  ,  che 
avvegnaché  appo  noi  buon  vino  facciano, 
lannone  mollo  poco.  (C) 

*  g.  Appo,  lalora  vale  Dietro.  Car 
Long.  So/.  61.  Ed  appiattandosi  appo 
una  macchia  di  pruni  per  non  esser  ve- 
Juta  ud.  tutto  che  dicevano ,  vide  tutto 
che  facevano,  infino  al  pianto  e  ramma. 
ricino  di  Dafni.    (C) 

*  APPOGGIANTE.  Che  appoggia,  o 
s  appoggia.  Oli.  Com.  Par  22  ic^ 
Vide  (Jacob)  in  sofno  una  scala  stime 
sopra  la  terra  ec.  ed  il  Signore  appog- 
giantesi  aUa  scala  e  dicente  a  lui  :  io  so- 
no il  Dio  d'  Abramo  e  d'  Isaac  fCI 

APPOGGIARE. 
,it  '   S;  '^°6''  '■  cs.  Dani.    In/   aq.   ed 
ali   es.   Cron.  Morell.  agc-  332 
5  J.   111.   Per  mela/. 
I  •••  g.  I V.  . .  .  Coni.  Dani,  presso  i  Dcp 
17    corr.    Oli.   Com.  Purg.  16.  28Ì 

t  5    APPOLLAIARE.    L-  andare  che 
fanno  1  polli   agg.  0  gli  uccelli  —  E  l'es 
portalo  in   fine  del  §.   cosi:  *  .  Cecch'. 

Mogi.  S.  2 (Cj 

t.    APPONTONARE  .    Appuntellare. 
■iah:  Sp,n.  5.  9.  Me  ne  sccsi  giù  a  quesl' 
uscio  per  .stangarlo  e  appontonarlo .   IO 
t  3   APPORRE.  '    ' 

g.  IV.  Agg.  in  fine.  *  Alleg.  io.  Io 
non  intendo  gii  che  v'  apponghiate  a  quei 
lettorati  galani  uomini  ,  ì  qu.i|i  alla  libe- 
ra diranno  U  parer  loro.  (Ci 

*  g-  VI.  Agg.  in  fin.  (C) 
t  §•  XI.  .  .     .  Al.Sole,  agg.  o  al  Sa- 

'•'  E  agg.  in  fin.    /'.  SALE. 

APPORTARE  .   Portai-e,  Recare. 

g.  III.  Agg.  innan.i  a  (C)  Serd.  Galeoll. 
.ìlarz.ded.  La  qual  cosagli  apportò  «ran 
bencvolenia  appo  lutti  i  buoni. 

*  g.  IV.  Togli  questo  g.  e  l'es.  reca. 
lo  sotto  APPORTARE,  ,/„  p,rlo.  Pigliar 
porto  ,   Approdare  ;  cosi  : 

,*'*'  *.?  !■  ""'"■  P'"  "''  'Ig-ific. 
■<tes,o.  .M.  l  t.  92.  Ami  si  parli  di  li, 
e  per  agiare  le  ciurme  in  terra,  s'appor- 
lo  al    castello  deir  Uovo    (IJ 

""•  -(■  4.  IH.  I-iamma  d'antico  onor  ri- 

tZV.VcT"  ^''"'  ^'  '''^'''"''"•'^' ''«'''' 
*.§■  "-Agg.  alla  dichiara..,  /„  ,,„„/, 
consiste  nell- Ellissi  del  relativo,  e  di  Lai. 
che  voce  del  verbo  Fjsene  dinanzi  a  LaU 
che  nome  appellalivo.  Fanh.  L.-:.  Dani 
ì.^8.  Ma  a  mio  giodi.io  >  piuttosto 
(ne  verso  di  Dante:  Colpa  e  vergo.,,. 
d.I  umane  voglie  )  quella  figura  ^cl.e  i 
LJlini  chiamano  apiH),i,ione  oviero  «e. 
K.ugmmcnto,  ci„è:laq„.leo,.l.  colpa 
fifWv  umano  veglie    (C) 

APPOSTOLATO,  ce.  Al  v.  6.  dove  ha  ' 


—  Dial  S.  Greg.  corr.  —  *  „  /),a/.  g 
Creg.  E  al  V.  8.  dove  ha  _  *  Cavale 
corr.  — ,. .  Cavale.  E  poni  in  6ne  il  m- 
gno  J 

3  APPOSTOLO. 

t    S-    li     Per   timilit.    agg.    Mestai- 
gicro  .  * 

APPRENDERE. 

*  §.  Per  Federe.  Conoscere.  Se- 
gner.  Crisi,  inslr.  i.  5.  29.  Dicono  del- 
1  elefante  che  quando  ha  da  travalicare 
un  passo  assai  stretto ,  volta  ad  esso  le 
rem  per  non  vederlo,  e  cammina  cosi  al- 
1  indietro  ,  affine  di  non  apprenderà  il 
grave  rischio  in  cui  si  ritrova.  Non  altri- 
menti procedono  i  peccatori.  Sfuggono  di 
apprendere  quei  pericoli  slessi  ,  i  quali 
hauno  dinanii  agli  occhi ,  per  non  aver- 
gli a  temere  (C) 
APPRENSIONE. 

S-  HI  Agg.  in  fin.  Segner.  Mann.  Flbbr. 
28.  2.  Nel  giudicare  di  tue  (avversili) 
non  ti  guidare  dall'  apprensione  ,  non  U 
guidare  dall'  appcUlo  ,  guidali  dal  discor- 
so. (C) 

Al'PRENSIVA  ....  Dani.  Par.  18 
corr.  Dant.  Purg.  l8. 
t  3  APPRESENTARE. 
*  §.  Per  Ojn-irsi  .  Car.  En.  lo.  f 
212.  O  qual  da  dotta  mano  In  ebano 
commesso  o  terebinto  Candido  avorio  agli 
occhi  s'appresemi.  (C) 

t  3  §.  IV.  Agg.  innanti  a  (C)  Car 
En.  IO.  23l.  Al  tosco  rece  apprncn- 
tosii  .  "^"^ 

APPRESSARE. 

S-  I-  Agg.  in  fin.  *  Tolom.  leti.  (IH 
t.lett.  I.  pag.  2.)  Cosi  voi  credendo  e. 
che  le  mie  cose  «i  diletlasseno  ,  quandi 
poi  a  lor  v'  appressaste,  avvedendovi  me- 
glio della  loro  sciocchezza  ,  cadercstd  su- 
bito da  ogni  vostro  immaginalo  piace- 
■■■•■  (C)  '^ 

APPRESSO,    rrep. 

t  g  VII.  All'es.  Cas.lell.  a-g.  ,2.  E 
mnanzi  a  (C)  agg.  Farch.  Star.  5.  117. 
Chi  a  ciò  fare  gli  conforUsje,  o  qui  n- 
gione  gli  movesse,  non  i  appresso  me 
certo . 

*  g.  .Ippresso  alcuno,  lalora  vale  Nelle 
opere  d'  alcuno.  Sen.  I.'en.  Farch.  6.  3. 
E'  mi  pare  che  Marco  Antonio  appresta 
Habirio  poeta  ce.  sciami  cgregiamenle  : 
Questo   ho  quantunque   io   diedi.    (C) 

*  g.  Appresso,  si  dice  anche  parlan- 
do della  Dimora,  a  Pixsenia  conloiua,  o 

/requenle   di    uno    appo    un   altro  .   Bocc. 
nov.  18.  16.  Se  tu  li  conlenti  di  lascilrc 
appresso  di  me   questa  tua    figlioletu  ce. 
IO  la    prenderò    volentieri  .     /  ine.    .Vari, 
leti.  6S.  La  quale  1'  ha  tenuto  in   corte 
cesarea  molto   tempo   ancora  ,  e  apprcuo 
di  lei  moli"  anni  iu  quei  paesi,  li  dov«  al 
presente  lo  richiama    Prot.  Fior,  lìargh. 
leu.  4.   4.    7C)    Ho   appresso   di  me   doe 
giovani  pittori,  e  vi  potrò  servire.   Sega. 
Slor.  g.  267.   Antonio  Rìnrone  ec.  moli' 
auni   era    stalo   amlusciadore  del   Re  ap- 
presso al  Turco    (C) 

*  g-  Apmresso ,  parlandosi  di  voci  , 
vate  Sella  lingua  del  popolo  di  cui  è  di'- 
scorto.  Geli.  Lellur.  1.  /«.  5.  QuciU 
voce  lena  significa  appresso  di  noi  quel 
medesimo,  che  fa  appresso  i  Latini  rtipi- 
ratio.  (C) 

t  APPRESSO  Avitrh  Agg.  dopo  •! 
5    1^'. 

*  g  Appresso,  laloia  si  usa  ut  ti- 
gnlfic.  di  .Seguente  anche  con  parale  che 
non  signifcano  Umpo  .  Sagg.  nat.  tip. 
OJ.  Fu  pensato  alla  fabbrica  degli  apnrea- 
•o  strumenli.  (C) 

APPRESTARE.  Agg.  in  fine  «  Car 
In  IO.  V.  241.  Slrinier  lega.  Inir  le 
forte ,  ed  apprettar  K  cmli  In  un  mo- 
mento. iCj 


1 


A  P  P 

APPREZZARE. 

t  5  §.   11.   Per  Aver  prvgio. 

*  §.  !II.  Poni  tra  le  virgoIeUc  T  cs. 
Petr.  con:. 

t  APPREZZATO.  Air  es.  Cas.  Lctt. 
jgg.  54- 

APPROFITTARE  .  L'  cs.  E  Magfr. 
5.  3.  ricucilo  così:  Quelli  scolari,  ec.  tli- 
ccTiDO  cbe  non  erano  dotti  niente  ec.  E 
questo  in  es5i  era  il  maggior  segno  tli 
essersi  approfittati. 

APPROPIATO. 

§.  II.  L' es.  TroM.  .l/orc//.  allegalo  co- 
sì: #  M  Cren.  M^cll.  282.  Pij;lia  qual- 
che cosa  secondo  lo  stomaco  clic  Ini,  u 
un  poco  di  pane  ec.  o  una  pillola  ap- 
propiata  a  ciò,  0  un  poco  Ò."  nliìaca-  (C) 

t  3  APPROPRIARE. 

-J-  §.  III.  Al  r.  2.  ore  ha  liuj,ua  corr. 
lusinga  —  Errore  di  Ci-usca. 

*  APPROPRIATIVO.  Ada.  Reso  pro- 
prio. Ces.  I  it.  (>.  1.  2l3.  M.Tria  era  la 
sola  che  dopo  Dio  potesse  nominarlo  co- 
sì; e  non  in  sentimento  metarorico  e  ap- 
propriatÌTo  ,  ma  tutto  proprio  e  verissi- 
mo. (Cj 

*  APPROPRIAZIONE  .  Poni  in  fi- 
ne. (•) 

t  APPROSSIMANZA.  .  .  .  Coa.  Par. 
IO.  corr.    Olt.   Coni.  Par.   IO.   240. 
t   APPROVARE.    Aires.    Cas.    tett. 

agg-  i4- 

f  §,  IV.   .   .   .   Cron.   rei/,  agg.  Ii5, 
APPROVATO.  Ali'.  5.  ove  An  appro- 

bali,  leggi  approvati,  e  all'es.    Cas.  lett. 

72.  corr.  71. 

*  g.   I.  Poni  in  fin.  (V) 
APPUNTAMENTO.  Agg.  in  fin.  farch. 

Stor.  5.  I03.  Non  cessava  di  mandare  am- 
hasciadori  in  Ispagna  ,  e  tenere  continua* 
mente  varie  pratiche  per  accordarsi  e  ve- 
nire ad  alcuno  appuntamento  con  Cesare. 
Gal.  Sist.  I.  Fu  la  conclusione  e  V  ap- 
puntamento di  ieri,  che  noi  dovessimo  in 
(juesto  giorno  discorrere  ec.  (C) 

*  §.  Appuntamento,  vale  anche  RisO' 
luzionc  ,  Deliberazione  .  Car.  lett.  ined, 
3.  So.  S'  è  scritto  a  chi  bisogna  ,  e  se- 
condo I'  appuntamento  che  piglieraono,  Ìo 
non  mancherò  di  procedere  così  a  Roma 
come  a  Malta.  (C) 

APPUNTARE . 

g.  II.  Agg.  io  fine.  E  En.  3.  62.  E 
con  più  forta  Mentre  lo  scerpo,  e  i  piedi 
al  suolo  appunto  ec.  Un  sospiroso  e  la- 
grimabìl  suono  Da  V  imo  poggio  odo  che 
grida  e  dice.  (C) 

t?  g.  Appuntare ,  Terni,  milit.  vale 
Disporre  e  Aggiustare  il  pezzo  d' arti- 
glieria y  in  modo  che  il  tiro  vada  a  col- 
pire nel  punto  preso  di  mira.  Bari.  Hicr 
Sav.  2.  10.  4^5.  Nelle  mischie  di  guerra 
le  saette  non  s'  appuntano  al  segno.  (C) 

§.  Vili.  Agg.  innanzi  a  Malm.:^  farch. 
Stor.  II.  33<).  Il  cancelliere  o  coaiutore 
dovesse  appuntare  chiunque  mancasse.  (Cj 

APPUNTATO. 

t  §-   II-   All' cs.   Lcr.  Med.  Beon.  agg. 

3-  i49- 

APPUNTO,  e  A  PUNTO. 

^  £•  V.  Usato  a  guisa  di  add.  agg.  e 
vale  Accurato,  Esatto,  ed  agg.  in  6ne.  Car. 
lett.  ined.  1.  l\%.  Voi  volete  esser  tanto 
a  punto  nelle  cose  vostre,  cbe  non  è  ma- 
raviglia se  sempre  avete  che  fare  cosi  nel- 
le vostre  come  nelle  altrui .  Pros.  Fior. 
Borgh.  Lett.  4-  4-  ^^^-  Orsù  io  ^eggo 
eh*  io  «on  forse  troppo  appunto.  (C) 

*  g.  Esser  per  l'appunto,  si  dice  di 
Chi  nelle  cose  sue  è  esattissimo  ,  e  per 
lo  più  si  usa  parlando  dell*  esattezza  nel 
vestire  .  Imperf.  V.  Ttb.  D.  3.  T.  12. 
169.  K«  ancb«  sta  bene  Tesser  di  sover- 
chio polito  e  per  V  appunto  negli  abiti  , 
e  ne*  modi  ,  o  ne*  tczù  delle  parole,  cbe 
effeminato  sì  paia.  (Ci 


A  P  P 

I  ^  %.  A  punto,  in  Jorza  di  add.  si  /ro- 
va  anche  per  Propizio,  Favorevole.  Ovid. 
Pist.  43.  E  molte  volte  ne  tosti  gabbato 
per  lo  duro  lamento  cbe  facesti,  allora  nel 
tuo  partire,  partendoti  da  me  come  sfor- 
zato ,  per  lo  tempo  il  quale  era  a  pun* 
to.  (C) 

t  *  g.  VI.  E  in  forza  di  sust.  agg. 
Quantità  precisa. 

*  APPURARE  .  Agg.  in  fine.  Salvtn. 
Annot.  Buon.  Fier.  38l.  Di  quando  in 
quando  ricorrono  al  Vorabol.irio  della  Cru- 
sca per  appurare  il  significato  della  pa- 
rola. fC) 

't  5  APRILE. 

^  §.   Air  Ci.    Ftr.    rim.  ai-g.   3l. 

APRIRE. 

§.    III.    Per  Dilatare,  Allargare. 

^  %.  Per  .accrescer  di  numero-  l'nrch. 
Stor.  2.  9.  Desideravano  cbe  il  governo 
s'  aprisse  alquanto  e  allargasse.  (C) 

t  §.  IX.  .  .  .  Matt.  Franz,  rim.  huil. 
agg.  2.   106. 

*  g.   XIII Bcmb  .     Stor.   Uh. 

5  g.  XV.  All'  es.  E  g.  7.  nov.  5.  poni 
in  princ  *  ed  in  fin.  (T) 

V  g.  X!S.  .  .  .  Matt.  Franz,  rim.  buri. 
agg.  2.    129. 

t  §.  XXIV.  All'  es.  Lor.  Med.  canz. 
agg.  49-  e  dopo  l'es.  agg.  (qui  fguratam.) 
ed  in  fin.  ♦  Geli.  Sport.  4-  2.  Io  voglio 
a  ogni  modo  vedere  ,  se  e'  mi  vuol  pre- 
stare dieci  ducali ,  per  aprire  anch'  io  un 
poco  di  treccone  in  mercato  vecchio.  (C) 

g.  XXXII.  Aprire  il  cuore,  per  Com- 
muovere  ec. 

'^  g-  E  Aprire  il  cuore  ad  uno,  vale 
Manifestargli  i  proprii  sentimenti  ,  e  le 
cose  proprie.   /'.  CUORE,  g.  XXIV. /"O 

t  *  g.  XLIII iW/«rf.  4.  8.  corr. 

Pallad.   Marz.   8. 

?I-  g.  Aprirsi,  diccsi  della  nebbia,  del- 
le tenebre,  o  simili,  allorché  cominciano 
a  scemare  la  loro  densità.  Bern.  Ori.  2. 
20.  20.  Poiché  il  conQitto  fu  durato  un 
poco,  E  che  la  nebbia  comincìossi  a  apri- 
re.   (C) 

t  APRITIVO é:  5.  II.  2.  coir. 

jE6.  II.  I 

*  APRITO.  V.  A.  Add.  da  Aprire. 
Fr.  lac.  T.  3.  16.  12.  Del  Paradiso  il 
forte  passo  è  aprito  ,  Ciascuno  è  invitato 
al  suo  convito,  Che  di  tutte  vivande  è  ben 
fornito,  Se  in  veste  nuzial  ci  vada  orna- 
to. (C) 

->  APRONE.  Togli  questa  voce. 

A  PROPOSITO  .  .  .  .  G.  V.  70.  5o. 
4.  corr.   G.    y.  7.   5o.  4- 

'.'  A  PUBBLICO, 

AQUILONE. 

t  g.  I.  All'  es.  Bocc.  Lett.  agg.  Pin. 
Ross.  271. 

A  RAGIONE. 

t  g.  Ili Allegr.  agg.  92.  (Am. 

sterd.  1754  ). 

g.  IV.  Al  V.  4-  ove  ha  per  cento,  corr. 
per  centinaio. 

f  g.  Vili.  Agg.  in  fin.,  cAc  vale  JSon 
doversi  l'  uomo  Jìdar  troppo  della  pro- 
pria innocenza,  ove  ella  possa  esser  mes- 
sa in  dubbio. 

t  ARAGNO.  Air  es.  Amet.  agg.  49. 

f  ARANCIA.  All'  es.  Bern.  nm.  agg. 
I.  53.  Ch'  ogni  dì  ti  bisogna  frigger  pe- 
sce. Cuocer  minestre,  e  bollire  spinaci, 

t  A  RANDA. 

ARARE.   Dopo  il   g.   IL   agg. 

*  §.  Arare,  diccsi  anche  del  Fendere 
che  fa  /'  àncora  il  foado  del  mare  ,  al- 
lorché per  impeto  di  vento  è  mossa  la 
nave.  Bocc.  Com.  Dant.  2.  328-  Ora  av- 
vicn  talvolta,  che  non  trovando  i'  àncora 
fondo  da  potersi  aggrappare,  ed  il  vento 
movendo  la  nave,  questa  ancora  seguen- 
dola, ara  il  fondo  tanto ,  che  per  ventura 


ARA  1839 

ella  Iruova  o  scoglio,  o  altro,  dov'ella  si 
appiglia.  (C) 

^  g.  Arare,  in  significato  neutr.  pass, 
per  Divenir  grinzoso  ,  pien  di  crespe  . 
Chiabr.  rim.  2.  122.  Sbiecarsi  i  raggi 
imparino  Dal  tuo  sguardo  seren  ,  Perfida 
Filli,  e  s'  arino  Le  nevi  del  bel  sen  .   fC) 

t    ARATO  .     ^dd Fiamm.  2. 

agg.   41. 

t  *  ARAZZAME.  Aìl'es.  Bell.  Bucch 
agg-   112. 

ARBITRATO. 

'^  g.  Arbitrato  ,  si  dice  anche  per 
Carica  d'  arbitro  .  Lat.  nriinus  arbitri  . 
Plut.  Adr.  Op.  nior.  2.  383.  Sovvienmi 
d'  avere  ce.  accettalo  un  aibitrato  per 
comporre  differente  fra  due  fratelli  .  (Cj 

*  ARBITRIO. 

t  g.  III.  All'es.  Cas.  lett.  agg.  71.  e 
dove  Icpgc  Sprezzerà  corr.  Sprezzerai 

*  ARBORARE  .  Aeutr.  Inalberarsi . 
Fior.  it.  326.  Lo  cavallo  ferito  arborù  , 
con  calci  dinanzi,  e  giltato  eh'  ebbe  Mes- 
senzio  per  terra,  li  cadde  rovescio  addosso 
con  grande  fracasso.  (C) 

t  ARBORE.  All'  es.  Pallad.  agg.  Febb. 
20. 

'.'  g.  E  nel  signifc.  del  g.  III.  di  Al- 
bero. Ar.  Fur.  7.  62.  Chiare  (anime) 
illustri,  inclite,  invitte  e  sante  Son  per 
fiorir  da  V  arbor  tuo  fecondo.   (C) 

t  ARBUSCO.  .  .  .  Pallad.  agg.  Ott.  14. 

5  ARCA. 

^  g.  Dicesi  fguratam .  Che  uno  ir 
arca  di  checchessia  ,  per  denotare  Che 
è  valentissimo  in  checchessia.  Lasc.  rim. 
lett.  2.  53.  Per  esser  voi  bugnola,  arca, 
armadio  e  scancen'a  delle  poesie.  (Cj 

*  ARCHIBUGIATA.  Al  v.  7.  ove  ha 
reni.   (J^)  corr.   reni.   (*) 

*  ARCHIBUGIERE  .  Al  v.  6.  ove  ha 
archibugieri,   f/0  corr.   archibugieri.   {*J 

f  ARCHIBUSATA.  Colpo  di  palla  agg., 
0  d'  altra  cosa.  E  all'es.  Farch.  Stor.  2. 

^  ARCHIBUSERI'A.  Quantità  di  sol- 
dati armati  d' archibuso.  Segn.  Stor.  2. 
202.  Spinse  lor  dietro  la  cavalleria;  e  per 
una  palude  vicìoa,  avendo  imboscata  grossa 
arcbibuseria,  cominciò  a  danneggiar  forte 
il  retroguardo.  Farch.  Stor.  4-  194-  La 
tanta  propinquità  non  ci  lascerebbe  mei- 
tcre  in  battaglia,  cbe  dalla  loro  arcbibu- 
seria si  sarebbe    offesi.  (C) 

t  ARCHIPENZOLO.  .  ..Matt.  Franz 
rim.  buri.   agg.  2.    I70. 

*  ARCHITEMPIO.  il  primo  tempio 
Salviat.  Oraz.  9.  Non  nel  romano  Cam- 
pidoglio tra  le  pubbliche  feste  e  spettacoli, 
ma  neir  augustissimo  e  maestrale  arclit- 
tempio  del  capo  degli  ApostoU-  (Cj 

ARCHITETTONICO.  Av.ioli  Vvi. 
Disc.  Cale,  punì  l'v;  ed  in  fin.  del  te- 
ma. (•) 

t  *  ARCIBESTIALE  .  All'  es.  Bcl/- 
Bucch.   agg.  61. 

*  ARCICONTENTISSIMO.  Superi,  di 
Arcicontento.  Ces.  Pros.  206.  Anzi  arci- 
contentissimo  ne  son  io.  (CJ 

*  ARCICUOCO.  Capo  dei  cuochi.  Plut. 
Adr.  Op.  mor.  1.  4;-  Volle  che  Eulro- 
pione  arcicuoco  ec.  andasse  a  trovare  Teo- 
crito, e  gli  rendesse  conto  di  sua  ammi- 
nistrazione. (C) 

*  ARCIDIVINO.  Add.  Più  che  divi- 
no.  Lasc.  rim.  2.  293.  Sentendo  gli  ono- 
rati e  rari  Documenti  del  Varchi  arcidi- 
vino  ec.  fC) 

ARCIERO  .  .  -  .  Sen.  Ben.  ì'arch.  2. 
21.  corr.   Sen.    Rea.    Varch.   2.   3i. 

*  ARCIFALSO  .  Add.  Falsissimo  . 
Rellin.  Disc.  2.  267.  Ella  è  una  falsità 
inconlraslabilisiimamente  più  che  arcifal- 
sa.  (C) 

t    ARCIFANFANO Morg.   25. 

282.  eorr.  25.  294.  —  Errore  di  Crusca. 


i84o 


A  R  e 


t  *  ARCIFnEDDISSrMO.  Allega  1' 
es.  così:  Ma  se  vivo  coslanliisimo  Nel  vo- 
Jerlo  arcifretlJissimo ,  Quei,  che  ia  Piodo 
e  sovraDo  ec.  inni  di  lode  Su  la  celerà 
tua  sempre  mi  canti. 

*  ARCIPEXSATISSIMAMENTE.  Jv 
vtrb.  Più  che  pensatamente.  Pros.  Fior. 
Belltn.  Lett.  4.  1.  255.  Prenda  dico  il 
Casa,  e  veda  in  primo  luogo  che  in  que- 
sto islesso  Sonetto,  nel  quale  ei  si  dichiara 
di  scrivere  arcipensali&siniamente  ,  e  con 
ogni  possilùle  riflessione  ,  due  volte  egli 
«  vale  del   criticato  modo  di  dire.  (C) 

*  ARCIPERFETTO  .  AdJ.  P,à  che 
perfetto.  Lasc.  rim.  2.  76.  La  zuppa  è 
tutta  quanta  arciperfclta.  (C) 

*  ARCIPOCHISSIMO.  Add.  Pia  che 
pockisùmo.  Pros.  Fior.  Rellin.  Lett.  \. 
1.  253.  In  tulli  i  quali  (sonetti)  o  cer- 
tamente con  eccettuarne  arciporhissimi , 
vi  è  simil  diacitura  di  nome  sema  alcuno 
accompa-namenlo  di  arlicoli.   (C) 

t  ARCIPRESSO Pallad.  aec 

Sett.  3.  ^^ 

*  ARCIVERO.  Poni  in  6n.  (•)  ed  agg. 
Biilin.  Disc.  2.  267.  Ella  è  una  verità 
incontrastabilissimamente  più  che  arcìve 
r».  (C)       ■ 

ARCO. 

t  §   III.  All'es.  Borgh.  agg.  Orig.  Fii- 
204. 

t  §.   Vili.   All'es.   Sera.  Wm.  agg.  1 
2.    e  doi'c  legge  uomo  corr.  prete 

ARCO.NCELLO Ter.  Br.  corr. 

Tts.    Br. 

t   ARDERE. 

*   §.  Vili.   Io  fin.   agg.  —  ».  (C) 

•f  ARDIRE ÌUrac.  S.  il-  Moda. 

corr.  Mime.   Mad.   M. 


182. 


Farch.    Scor. 


r.  corr.  ..  G.  V. 
noi  .<?  (A) 


t  ARDITISSIMO 
II.    »gg.  333. 
5  ARDUO.  Susi. 

*  §.    Al  ».  I,    C. 
<■  ai  i'.   5.    noi  ?  corr. 

t  3   ARDUO.  Adii. 

*  §■  II-  Agg.  in  fin.  Tac.  Ditv.  Germ. 
372.  11  Danubio  cala  dal  non  arduo  gto- 
go  del  monlo  Abnoba.  (C) 

t  ARENOSO.  Aires.  Jr.  Fur.8.  agg. 
21.  e  riduci  in  6n.  V  es.  così:  Faccan  lun- 
go la  spi.iggia  erma  ed  aprica  A  Ruggier 
compagnia  grave  e  noiosa. 

f  AUGAINO.  corr.  la  definiz.  Strumen- 
to di  legno,  per  uso  di  muovere,  alzare, 
e  abbassar  pesi,  composto  di  uà  cilindro 
perpendicolarmente  adattato  ,  il  c/ual  si 
fa  muovere  in  giro  per  via  di  leve  in 
esso  inserite,  e  intorno  al  quale  si  rav- 
volge In  fune,  a  cui  è  attaccato  il  peso. 

ARGENTIERA  .   Jl  v.    6.    ove    ha    * 
Ott.  Coni.  corr.   *   ■>  Ott.   Cam 
in  fine  il  segno  J 

t  J   ARGli.NTO. 

*  g.   V.  L-  cs.   ./ 
virgol.  (C) 

ARGINE. 

*  §.   l'are  argine 
FARE.  (C) 

*  ARGINELLO.  To(;li  quesla  voce  il 
cut  es.  non  si  rinviene  al  cerio  nella  Col- 
tivazione dell'  Alamanni. 

ARGOMENTARE. 

5   §.  II.   Ai  signìfic-  neutr. 

^  ij.  III.  L*  ei.  jimrt.  pr.  3.  ponilo 
Ira  le  virgolelte;  e  all'  es.  Pandolf.  Tratl. 
fan.   ogg.  93. 

t  ARGOMENTO . 

t  §.  IV.  All'  es.  Varch.Stor.  l\.  agg. 
527. 

t  §.  XII.  All' OS.  Lase.  llim.  agg.  1. 

t  S    XIII.   All'  es.  Ben.    R 
1.  53. 

t  ARGUTO  .  Agg.  in  6nc.  «  Tass. 
Lez.  San.  Cas.  183.  CoQCCIli  puri,  can- 
didi ,   gravi  ed  arguii  ,  e  lali  ,  quali  egli 


poni 

Fitr.  ponila  tra  le 
vale    Opporsi .   /'. 


•BK- 


A  n  G 

giudica  a  quella  maniera  di  poesia  con- 
venirsi. (Cj 

•»•  §.  II.  j4l  V.  7.  ove  ba  d'  argentee 
trombe  corr.  d"  argute  trombe 

+  ARGUZIA leardi.    Star.    6. 

agg-    161. 
t  J  ARIA. 

t  1  §.  IV.  Agg.  in  ùn.^Borfh.  Bip. 
l  ritraili    mulan    aria  ,   intanto    che 
appena  ce.  si  possono  riconoscere.  (C) 

I»  §.  Andare  all'  aria  in  alcun  luogo, 
vale  Andare  in  alcun  luogo  a  pigliarvi 
aria,  per  ritrarne  sollievo  e  giovamento. 
Ceccb.  Dot.  l^.  2.  I  medici  lo  fecero  An- 
dare  all'  aria  costi  in  Camerata.  (C) 

*  §.  Aria,  talora  vale  Maniera,  Fa- 
re,  Qualità.  Salvia.  Disc.  I.  23o.  Ci 
sono  poi  di  que*  filosofi  ,  che  per  esser 
nati  dopo  la  ^e^uta  del  nostro  Signore, 
ed  aver  avuto  pratica  co' cristiani,  hanno 
preso  di  quello  spirita,  e  di  quell'aria.  (C) 

t  §■  XVI l-arch.  Star.  8.  agg   igi. 

t  §.  XVIII farc/i.  Stor.  10.  agg. 

317. 

t  §.  XXI.  Racconcia  la  dichiarai,  cosi: 
Essere  un  poco  d'aria,  vale  Aver  de/lo  spi- 
rilo ,  della  vivacità  ,  Esser  bizzarro  .  E 
1'  es.  Fir.  Lue.  allegalo  cosi;  Quando  i  gio- 
vani sono  un  poco  d'aria,  e  le  fanciulle 
un  poco  fastidiose,  com'  è  questa  mia  fi- 
gliuola, che  che  è,  mettono  a  romor  la 
casa . 

t  §■  XXII Farcii.  Stor.  i5.  agg. 

621. 

*  §.  Aria ,  dictit  anche  dello  Spazio 
.11.    .^    .  .  •  .  .        '. 


A  R  I 

't  ARIOSO. 

§.  V Lasc.   Celoi.  3.   1.  corr. 

2.   I.  —  Errore  di  Crusca. 

t  *  ARISMETRICA.  Agg.  io   fin.  (•) 
ARISTA. 

*  S.  III.  Per  Resta,  corr. 
t*  ARISTA,  r.  L.  Coli' acetato  sul. 
la  seconda  sillaba.  Quel  sottilissimo  fio, 
simile  alla  setola  ,  appiccalo  alla  prima 
spoglia  del  granello  del  grano  ,  e  di  al- 
cune altre  biade,  dello  comunemente  Ba- 
sta .  Bemb.  Stor.  6.  73.  Hanno  costoro 
grano  ,  eh'  essi  Maice  dicono ,  molto  piò 
de'  nostri  di  spica  e  di  gambo  maggiore, 
e  le  foglie  sono  simili  a  quelle  delle  can- 
ne, e  di  molto  e  rotondo  granello;  il  quale 
fitto  nella  spica  di  buccia  piìi  tenera  delle 
faglie  ,  invece  d'  ariste  si  cuopre  .  (F) 
Car.  Fa.  7.  1228.  Era  fiera  io  battaglia 
e  lieve  al  corso  Tanto  che  quasi  un  vento 
sopra  r  erba  Correndo,  non  avrebbe  anco 
de'  fiori  Tocco ,  ne  de  l'  ariate  il  sommo 
appena.  (C) 

t  ARISTOCRAZl'A Farch.  Stor. 

3.  agg.   5l.  e  dove   ha    che  non  s'  inten- 
da ,  corr.  che  noi  non  l'  intendiamo , 

*  ARITMETICO.  Susi.  Colui  che  se 
l'aritmetica.  FU.  Fili.  FU.  ^5.  Questi 
fu  geometra  grandissimo ,  e  perilisiimo 
aritmetico  .  Farch.  Lez.  Dani.  1.  igS. 
Queste  (cose)  s'aspettano  al  matematico, 
il  quale  sarà  secondo  le  diverse  materie 
0  aritmetico,  o  musico,  o  geometra.  (C^ 
t  ARIT.METICO.  Add.  da  ArilmeUca. 
corr.    67ie  è  secondo   le   regole  dell'  arit- 


dello  scudo  ,  o  del  quadro  ,  nel  quale  si     melica.  Che  i  fondalo  sui  numeri,  e  lui- 


dipingono  le  armi,  o  si  distribuiscono  le 


figure  che    si    vogliono    dipingere  .   Pros 
Fior.  Sali-in.    Lett.  4-   a.  353.    I  &ordali- 
si  ,  fiori  turchini  spicciolali,  ser%ivaQo  a 
far  r  aria,   o  campo  azzurro.  (C) 
t  3  A  RICISO. 

*  §.  .^  riciso  ,  vale  anche  Assoluta- 
mente, Senza  dubitare.  «  Cron.  Mortll. 
36l.  Tutto  il  popolo  di  Firenze  a  riciso 
tennono  e'  fosse  esso,  e  ragionevolmeole  , 
perchè  ce.  ■•  (la  stampa  ha  reciso  ,  e 
tenne  per  errore).  (C) 

*  A  RICORSOIO  .  Posto  avverbialm. 
col  verbo  Bollire,  vale  Bollire  nel  mag- 
gior colmo.   V,  RICORSOIO.  (C) 

ARIDITÀ',  ec. 

t  *  §.  Per  meta/,  agg.,  lo  Stalo  di  un* 
anima  che  non  prova  piacere  negli  eser- 
cizii  di  pietà. 

ARIDO.  Innanzi  a  Segner.  agg.  Alam. 
Colt.  1.  g.  L'aride  stoppie.  K  ig.  L'a- 
rido terrcn  .  Red.  Cons.  i.  a4-  *><"»  poi 
cagione  che  ci  si  scota  ec.  singolarmente 
la  mattina  dopo  il  sonno  colla  lingua  ari- 
da e  secca. 

ARIEGGIARE.  Agg.  in  6oc.  Bellin. 
Pucch.  48.  Parve  all'  lodian  di  quei  va- 
scllanicoli  Vedere  uu  Don  so  che  nella 
figura  E  nella  pasta  ,  e  nepli  allcggia- 
nicnti  D'arieggiar  molto  jjla  manildtiura 
ce.   (C) 

ARIMMETICA.  Allegane  V e%.  *  Beri. 
Giamp.  37.  Ora  fuor  dì  questa  regola 
egli  è  cerio  ,  e  non  ve  lo  farelibe  entrar 
dentro  tutta  1'  Arimmctica  di  quanti  Al- 
gchrikti  si  liovano.   (C) 

5  A    RINCONTRO. 

#  §.  II.  L'es.  ti.  r.  II.  1.  5.  ponilo 
tra  lo  virgolette. 

t  9  AHLNGO,  e  ARRINGO.  Agg.  luo- 
go dove  si  corre  giostrando,  o  si  combat- 
te- E  dell' Ci.    Guid.    G.  fanne  §.  cosi: 

#  S.  Arringo,  st  ilice  anche  dcir.4tio- 
ne  del  correr  giostrando  ,  del  Combatti- 
mento stesso,  m   Guid.    G.    IO.  .  .  •.  (C) 

t  §■  I.  Per  meta/,  corr.  Arringo,  fi- 
gurntam.  si  dice  ambe  dei  Soggetti  let- 
terari/,  storici,  e  simiii. 

#  S-  IWAlv.S.ove  A,i 
ght  corr.  qc'  suoi  aringhi 


ne  SUOI  irn* 


le  quantità. 

t*  ARLOGIO.    r.   A.   Orologio.  Fr. 
Barb.  0.519.    I.   L*arlogio  non  lassare,  ff^ 

ARLOTTO.  All'es.  Car.  Mattacc.  agg. 

SOn.    7. 

ARMADIO. 

^  g.  Dicesi  Jiguratam.  che  uno  è  Ar- 
madio di  checchessia  ,  per  denotare  cht 
e  Valentissimo  in  checchessia.  Lasc.  rim. 
lett.  2.  53.  Per  esser  voi  bugnola,  area  , 
armadio  e  .scanceria  delle  poesie.  (Cj 
AR.MADURA  . 

§.  I.  Agg.    in   fine.  *  Fior.    /L    367. 
Giunto    che    fu    alle    mura  ,  eoo  le  scale 
misse  fuoco  nelle  bellrescfae  e  nell'anna- 
dure  ch'erano  in  su  le  mura.  (Cj 
t  5  ARMARE. 

t  g.   III.  All'es.   Cas.  lett.  i^g.   49. 
t  5  S-  IV.  All'  es.   Socc.  lett.  agg.  Ptn. 
Boss.  a85.  e  dove   legge   dicoUalo    corr. 
dicrollato  —  Errore  di  Crusca. 

^  %.  Armare ,  vale  anche  (aprire . 
Lasc.  San.  I.  48-  Han  fatto  d'  asse  uà 
nohil  vestitino  Ch*  ambodue  gli  arma  dal 
capo  al  tallone.  E  Moslr.  st.  x5.  Dal 
capo  alle  pianto  Armato  h  tutto  di  carta 
sugante.  (C) 

^  $■  E  in  signific.  neutr.  pass.  Lasc, 
jtfostr.  SI.  13.  Delia  qual  s*  arma  dal  capo 
alle  piante.  (Cj 

*  ARMARI.NO.  Dim.  d'Armario,  Pic- 
colo armano.  Vas.  . . .  Sono  negli  sguan- 
cii  e  grosseasa  d^glì  arm^rioi  in  quattro 
quadri  quattro  mczie  palle  in  prospetti- 
va. (C) 

t  ARMATA. 

t  S  All'  es.  Cas.  iett.  agg.  49.  —  Al 
V.  2.  ove  ha  Jilorg.  corr.  *  ^org.  —  ed 
ai  *-.  7.  ove  ha  armata.  C»*.  corr.  arma- 
ta, fy)   Cas. 

ARMATO.  CoiT«ggi  U  §.  III.  coma 
segue  : 

^  §.  IH.  Armato,  è  ancht  aggiunto  di 
Pesce,  ed  è  Quello  che  ha  il  corpo  interm^ 
mente  Coperto  d'una  cortei  eia,  flessibile, 
e  divisa  per  mci3o  di  giunture  .  Bellim. 
Disc.    1.    114.    Qurttì   ammali    tono   quei 

riesci  armali  di  mare,  che  noi  chiamiamo 
ocusle  .  lied,  lett  a.  36.  (  Fir.  1779) 
Se  De  può  veder  la  figura   ec.    nel   lihro 


A  K  M 


A  R  U 


A  n  r> 


i8V 


ch'egli  scrisse ,  0  per  dir  megUo  cop.o 
Jegli  aoimali  marini  crustace.,  ovvero  ar- 
mati <li  cro.U  ,  che  voi  alUi  L.vornes. 
co..  i,ro,,rissi.no  vocabolo  soldo  chiamare 

pesci  armali.  (C)  .  .      -- 

*  8  Jrmnti,  ne!  plurale,  ed  m  forza 
AiSHSt.  equUalea  Sol.hU .  Serd.  Idi. 
JnJ.  773.  Meaco  fu  assediala  da  un  eser- 
cito di  quaranta  mila  armali.  (CJ 

«  S     Jrm.,ti  alla  /.•■■g.c™,    *"«"  ' 
SolJ.ili  eh,'  hanno  armatura  leggiera.  (L-J 
ARME  ,  e  ARMA. 

+  3S  li.  L'es.  Tac.  Vai:  6.Tm.  alle- 
talocosi:  1  Baiavi  ec.  Serbansi  solamen- 
fe  a-  bisogni  della  guerra  .quasi  carpale 
armi.  Ed  agg.  avanti  a  (L)  iegr.  1  .<"■ 
Priuc.  a6.  Volendo  ec.  segu.tare  quegli 
eccellenti  uomini,  che  rtdimcruno  le  Pro- 
vincie loro,  t  necessario  ec.  provvede. si 
di  armi  prop.ie,  po:che  non  si  può  ave- 
re, né  più  veri,  né  mi^l'or.  soldali. 

*  §.  IV.  Agg.  io  fine.  Tass.  Ger.  I. 
I.  Canio  l'armi  pietose  e 'I  capitano,  rt; 

f  §.  V.  Air  es.  Voce.  Leti.  agg.  l'in. 

«  S  l'orlar  f  arme  alla  sefollura,  si 
dice  dì  Chi  muore  f  ultimo  di  .ma/ami- 
glia,   i:  PORTARE,  g.  LXXVII.  (O 

*  g.  reni-re  in  su  /'  armi,  vale  lare 
stare  apparecchialo, ,er  guern-gguire.  Stor 
Eur  1.  17.  Perchè  il  tenere  1  Lombardi 
in  su  l'armi,  e  consumargli  con  quella 
spesa  ,  tornava  mollo  più  ulde.  (l) 

ARMEGGERÀ. 

*  e  Armeggeria,  per  Romorc  ,  Hon- 
zio  .  Lasc.  r.m.  I.  62.  La  notte  pò. 
quando  dormir  vorria  Sento  far  le  lania- 
re  armcpgeria.  (C) 

t  J  ARMEGGIATORE.   J  erbai,  masc. 

Che  agg  ,  o  Chi 

*  ARMENTIERE.  Armentario,  hall. 
Ricr.  Sav.  I.  1.  0.  Vide  i  T.aci  senza 
legge  ce.  le  vdi  maodre  dell'  armentiere 
Euineo.  (C) 

*  ARMIERE.  Arnese  in  cui  si  tengo- 
no le  armi.  Morg.  3.  II.  Vennono  ar- 
nesi perfetti  e  gambiere  Subilo  innanzi  a 
questa  damigella  Di  tutta  bolla  :  lo  sber- 
go  e  r  armiere  E  la  coraaia  provata  era 

anch'  ella.  (C)  ,      ,.  , . 

*  ARMIERO.  Corr.  la  dichiarai,  cosi: 
Co.'ui  che  nelle  giostre  porla  l'  armi  al 
suo   Signore. 

ARMO.M'A.  Agg.  in  fin.  *  Buon.  Fier. 
3.  5.  6  Di  quel  canto  divino  E  fona 
cV  io  secondi  infuriato  La  soave  armo- 
nia. (C)  ,, 

*  §.  Armonia,  parlandosi  di  lingua, 
o  di  stile ,  fate  Concorso  di  suoni ,  e  di 
voci  aggradcvoU  all'  udito.  Segn.  Vemelr. 
35.  Chi  lieva  affatto  lo  incontro  di  esse 
(  vocali  J,  non  fa  altro,  se  non  che  lieva 
tconvenevoimcnte  la  sonorit'a  ,  e  1  armo- 
nia al  parlare.  CO  .„,-r, 

*  ARiSAGLOSSA.  Togli  0  AR>0- 
r.LOSSA.  ed  il  secondo  cs. 

*  ARNOGLOSSA,  e  ARSOGLOSSO. 
Pianta  comunissima  ,  che  fa  nei  luoghi 
erbosi  ,  lo  stelo  della  quale  produce  una 
spica  copiosa  di  piccioli  semi,  detta  altri- 
menti Piantaggine.  Tcs.  Pov.  P-  S-  L  ar- 
noglossa  trita,  ed  impiastrata  al  bellico,  ec 
.accia  i  bachi.  (')  iaUin.  Podagr.  Arno 
glossi,  e  prcaiemoli  mi  prestano,  E  foglia 
di  lattuga.   (C)  ,,  0    ,R 

*  AROMA  ....  Segner.  Mann.  S.  10. 
2.    corr.   Seaner.    Mann.    Olt.    18.   2. 

t  AROMATICO.  Add. 

*  g.     E    in    forza    di     siist.     Ricett 
Eior,     iqc)    U  vino    falerno    si    pigli    ci 
coir  aromatico  abbia  dell' amabile   e  con- 
servi lun-jo  tempo  tali  qualil'a.   (C) 

f  ARPIONE.  Ffi'o  agg.  in  cui  entra 
l'  anello  della  bandella  ,  e 

f  ARRA *"'•    •>"■    ^Soi'-  'O" 

Seal.    Clanstr.   I\\cy. 

Vocabolario  T.  II. 


Fr.    lac. 


«   ARRALLEGRARE 

]od.   corr.    /■■'■.    lac   Tad. 
ARRANCARE.  Correggi 
-  J   ARRANCARE.    i\eii(r.    Propria- 
mente il   Camminare  che  fanno  gì'  zoppi 
egli  sciancati.  Lai.  claudicare  V  .Valm 
10    20.  Pur   graiia   del  martello  e  degli 
sproni,   Tenti  nna  tanto,  lopp.ca,  ed  ar- 
ranca, Cb'ei  vieu  dove  n   a  ir,  non  di- 
co a  once.  Ma  a  catinelle  il  sangue,  ed 
a  ligonce.  (C) 

*  §     I.   Per  lo  più  si  dice,  m  un  senso 
men  ristretto  ,   di   chiunque  cammini  in 
fretta,  corra,  fu^ga,  0  simile.  ..  Lib.  son. 
55.   Arranca,  sbietta  ,  spulcila ,  calcagna,  , 
Misericordia  1      e    volta    largo    a'    cani....  | 
jl/or-.    0.    81    .    Rispose:    come    Astollo 
vuol",  voglio  10  ;  E    conlro    al    suo  voler 
Gan  liberava:   Gano    a    Parigi  subito  ar-  1 
rancava.   Sold.  sai.  1.  Quel  che  arrancan- 
do va  diclro  al  secondo  Ordin    del  biso- 
gnoso e  vii   codasio,  Che  seco  trae  chi  ha 
I  a  schifo  tutto  il  mondo  ;  Sebben  d.  senalor 
fall'   e  ragazzo    Lnpetra    nond.men  quan- 
tunque vuole  ,  Per  non  temere  un  poco 
di  strapazzo.  (C) 

*  §.  II.  l'ale  anche  Far  presto,  òol- 
lecitare  nel  fare  una  cosa  j  e  dicesi  sin- 
golarmente quando  nel  farla  occorre  di 
fate  qualche  poco  di  cammino  .  ••  Tac. 
Dav.  Ann.  16.  227.  Manda  per  esso  (te- 
scio)  ec.  galee  rinforzate  di  ciurma,  per 
più  arrancare  ...  llnon.  Pier.  Intr.  I.  Laso- 
vcrchla  fatica  ogni  ulil  vizia:  .Suola,  suo- 
la, dimena  ,  arranca  arranca  ,  Fa  che  n- 
uanzi  al  morir  la  vita  manca.    (C) 

a.  J  P.  III.  Arrancare,  si  dice  altresì 
delle  galee  quando  si  voga  di  fona,  che 
si  dice  anche  Andare  a  voga  arrancala, 
e  vale  Es.tere  spinto  di  forza  e  con  cclc- 
rit.'i  sulf  acqua  co'  remi  .  Buon.  Pier. 
2.  2.  10.  Lune  e  granchi  colà,  quivi  ap- 
pamoudi  Veggonsi  arrovesciati  ec.  Navihi 
armati  A  .rancar  per  le  biade,  e  pe  can- 
neti ■ 

S:  9.  IV.  Vale  anche  Spinger  con  pre- 
stezza a  forza  di  remi  la  nave  j  Remi- 
gare .  «  Red.  Ditir.  40.  Passavoga  ,  ar- 
ranca ,  arranca ,  Che  la  ciurma  non  si 
stanca  ».  (Cj  , 

*  g.  V  .  Arrancarsi  con  uno  ,  vaie 
Azzuffarsi  con  uno.  Lasc.  Ann.  2.  11. 
Fasto  e  Seuro  affrontar  Bocce  e  Sbara- 
.■lia  ,  Con  Ficramosca  Arfasatto  s'  arran- 
ca. IC)  ...  , 
:t  S.  VI.  Arrancarsi  i  capelli  ,  vale 
Strapparseli,  Svellerseli.  Fior.  Ital.  3l5. 
Come  la  novella  pervenne  agli  orecchi 
della  madre  di  Burlalo  ec.  corse  alla  porta 
urlando,  piangendo,  battendosi,  e  tulli  1 
capelli  arrancandosi.   (C) 

a-  §.  VII.  Si  dice  fgiiratam.  in  senso 
morale  :  Mi  s'  arranca  il  cuore,  lo  spi- 
rilo, o  simile,  e  vale:  Io  provo  una  gran- 
dissima passione,  lo  sento  un  vivissimo 
dolore,  r.im.  ani.  Guid.  G.  1.  187.  Eo 
>■•  amo  tanto  che  mille  fiale  II  giorno  mi 
s-  arranca  I.o  spirito  che  manca.  Pensan- 
do,  donna,  la  vostra  beliate. 

3  ARRANCATO.  Dell'  es.  ì  arch.  Stor. 
fanne  g.  come  segue:  e  rfore /«•jge  Lascian- 
dosi corr.  Lanciandosi 

«.  Arrancato,  vale  anche  Brandito, 
Impugnato.  ..  lardi.  .'Hor .  9.  228^  In 
una  delle  quali  storie  era  figuralo  Andrea 
Doria,  il  quale  colla  sinislia  mano  regge- 
va la  Citt'a  di  Genova,  e  nella  destra  te- 
neva una  spada  ignuda  arrancala.   (C) 

a.  ARRANGOLARE Mail.  Iranz. 

rim.  buri.   agg.   2.   I18. 
J   ARRASPARE. 

*  g.  All'  es.  Frane.  Sacch.  rim.  agg 
p.  e  Kggdo  cosi  :  Con  fusa  non  s'  inaspa 
"e  tal  arraspa.  Che  niente    acquista. 

3  ARRECARE. 

*  §.  IX.   Agg     in    fin     Fior.   11.   2S7 


Levale  le  mense,  prese  lo  gartoue  ed  ar- 
recosselo  in  collo.  iC) 

+  :!!§.  Arrecarsi  in  contanti  ,  vale 
Venire,  o  Entrare  in  danari,  vendendo 
roba,  0  comechcssia  buscandone.  Lai.  abiin- 
dare,  Cic.  Lasc.  Parent.  I.  1.  Vendei  la 
nave,  e  V  altre  robe,  e  arrecaimi  in  con- 
tanti,  (l'j 

t   ARRENDERE. 

g.  V.  Agg.   in    fine.  *  Segner.    Fred. 
34.   5.  Ogni    prcteslo    gli    basta  ,  d'  ogni 
coloretlo  si  serve,  né  può  recarscgli  una 
ragione  in  conlrario   cosi  leggiera  ,  a  cui 
non  s'  arrenda.   {O 
t    3   AllRKSTAUE. 
g.  IV.    Agg.   in   fine.  *   Car.    l.n.  8. 
61.  Questa  i;  la  casa  tua,  questo  è  sccu- 
ramcnte  (non  l'arrestare)  il  fatai  seggio 
Che  l'è  promesso.    Tass.  J.ez.   son.  Las. 
l85.   Disse  DcmeUio,  che  i  lettori  di  Tu- 
cidide erano  simili  a  coloro,  che  per  aspra 
ed  iscoscesa  via  camminano,  che  ad  ora 
ad  ora  inloppano,  e  sono  costretti  ad  ar- 
restarsi. (C)  ,         ^     1-    1. 
:;:     ARRETATO  .     Add.    Togli    1    es. 

Sacch.  rim. 

+  ARRICCIAMENTO E  altrove.- 

corr.  E  14.  ed  allega  l'es.  cosi:  Capric- 
eiare  è  levare  li  capelli  ritti ,  come  addi- 
viene per  paura  cioè  caponceiare,  e  pero 
si  dice  :  io  ebbi  uno  caporiccio,  cioè  uno 
arricciamento  de'  capelli  del  capo  che  si- 
gnifica la  paura. 

+  ARRICCIARE.  _      ^ 

g.  VI.  Agg.  in  fine.  *  larch.  Jlor. 
2  36.  Erano  (  le  pietre  )  V  una  sopra  1' 
altra  a  guisa  di  muricciuoli  ammassate  . 
e  di  fuori  incalcinate  e  arricciale,  non  si 
vedevano.   (C)  ,     r-     n 

ARRICORDO Ri"'.  ""'■   '  •  ^• 

corr.   Rim,  ani.  /''.  R. 
3   ARRIDERE. 
.;;    g     I Pani.    Purg.    corr. 

.■   Dant.    Purg.  . 

*  g.  II.  Poni  1'  cs.  tra  le  virgolette. 
+  :;:  ARRIETARE.  Togli  questa  voce. 
ARRINGARE.  Togli  in  fio.]*) 
ARRINGATOl'.E.   Togli   in  6n.   (  ) 
ARBINGIIERIA.   logli  in  fin.   () 
ARRINGHIERA.  Togli  in  fin.  (') 
ARRINGO.  Togli  in  fin.  (•) 

*  ARRISCARE Jr.  Pur.    iJ. 

5l.    corr.  Ar.   Fin:  38.   5l. 

ARRISICARE.   Dell'  es.   Led .    Ditir. 
fanne  g.  cosi: 

*  g.   .E  in  signific.   neutr.    pass,  vau 
Avere  ardire.  Red.  Ditir 

f  ARRISICATO  .    Agg.  innanii  a  (P^ 
(qui  vale  Ardilo). 

1  g Jarch.  Slor.  10.  agg.  Ì07 

ARRIVARE.  _ 

o    XV ^r.  liir.  corr.   v   .Ar. 


Pur.  ed  agg.  in  fin.  (V )  .  ,.  .       ., 

a-  *  g.  XVIII.  ^Ti' ire  1  fichi  m  vet- 
ta', 3".f,.figuralam.  All' es.  Allegr.  agg. 
80.'  (Amsterd.    1734) 

+  g.  SSI.  Agg.  in  fin.  *  Segner.  Fred. 

38    3    Quivi  (Archiinede)  in  uno  stante 

arrivò,  quando  meno  se  1'  aspellava,  una 

cena  dimostrazione,  benché  meccanica,  che 

lungamente   indarno     avea  specolato.    ft,; 

if   g.   SXII.  Poni  in  fin.   (  ) 

ARRIVO  .  Agg.  in  fine.   Red.   Annoi 

Pitir    q.  Chiamasi  (in   Cerma:iia  )  Il  il- 

hon,b,'o    ìfilhimb  quel  bicchiere ,   nel 

'  quale  si  beve    all'  arrivo    degli    amie.  ,  e 

I   si-nifica  lo  slesso  che  Benvenuto,  (t  ) 

"t  ARROCCHIARE. 

I  g Mail  .  Franz 

agg.   2.   Il3. 

t    ARROGANZA 

corr.   221. 

-.?   ARROSARE  .    Allegane 
„„,.    lac.    da    Leni.    I.    2Cb. 
branza  Di   voi,    aulente  rosa 
1  m' ariosa  D'un  aigua  d  amore 

23l 


rim.  buri  ■ 


ras 


211 


Ics.    Rim. 

La  rimem- 

,    Gli   occhi 

(Cj 


i'842 


1  R  R 


f'arch.  Star. 


9'S 


/,5^  e  togl,  1  OS.  0.„l.  P,sl.  Uggendosi 
"fila  .Ua„,,,„  pag.  202.  .rro,..sli 

*  Ann  DOTO      As,.    i„    fi„..    SaMn. 

tZ  ;r  ,'•  '<•   ""'"='"   ■"■""  "  di- 

cono   quell,    ,.l,e   si  trasgooo  a  sorte  per 

o.p.l,  urfi^„l,  g,i  „,„;_  e  s.  d.cono'^^. 
co  a  Arru„.,,  cioè  aggiunti ,  dall' anUco 
v«rJjo  Arrogere.  ^(7; 

t  ARSICCIATO  .  p„//    , 

AilTE. 

t  §.    VII. 
200. 

t  S-  vili.  .  .  r'nrc/,.  Slor.  8.  i-f.  mR 
«'i-llegnnercs.  c„si=tteelld,c.i;?,;a 
parto    degli    Ad.r.ti    nelr  arie    de'   Mer 

ifjice.  Pros.  l,or.  lìorgh.lai.U.l,  loi 
Quoslo  nostro  Gi„v.-,„„i  "Bocchi  ?,.L?°: 

^''"-"•S'A Tcs.   Poy.    P     5 

corr.    Trs.   Po,.,  p  g  '^^    ^-    ^■ 

...u,sc.y„,^o,y:„„„,3o8.Deosi.^;r 

gè  0  he  la  oorru.ione  o  gì.  umu.rcor- 
roti  |„u  ,o,o„„ori  segui,,,?»  i|  „„„„  j^, 
"ngue  .irlor.oso,  che  del   venoso   ICì         I 

rfinf-'r^' "•'''""••■.  óra":.;!:.;! 

ARTICOLAKE. 

t§II.  Agg.  ,„  fine.  _ /;•,,".  4.  o*,„. 

r«slfoe^T.:'''rr;M-'i-!;-'o 


IR  I 


I.  6)6 


r  assoluzione.  C-^.'/W/.    «„„',. 
Vuol  diro    cbc    per  la  stretta    d 
verno  senti  veramente  il  gielo  della  mnz. 
«e.  conieche  non  lo  uccidesse;  ma^.^r 

irot";^^"'- "- n--"-ìar,: 

*?!-^^^^^e^^:^«- 
i^-:^a;-^:[3;,n?"-,^Ìi 

.rUeola,an,en|e  favellato,  „  razionairnte 
corapres,,  r  altrui  parlare.  (C) 
t  ARTICOLATO. 

/,  S  ^'  ''"'^"°  "■'•"''^t'.  iiconsi  Quel. 

l'^.cs,  possono  srn.er,.  Inrc/..  krcol. 

IIJ    Lingue  articolale  si  chiamano  tulle 

<!U=lle  che  scrivere  si  possono.  (C)  I 

I  ARTICOLAZIO.NE.  '^ 

*  §•   ^rlicolatwnr,  vale  aachcil  I „o.  ' 

BO-lo...onoUarUcol„.ioni.   Rea.    cZ     \ 

lalnf'  Vlf  '."■'^'""ci  nelle  arhco-  I 

huioni    de  le  n.ani  .  c„.  IMI.   /)„„,.   ,.  ■ 
oa?-  Questo  notare  cosi  preciso  della  ar 
■colanone    .Wla   coscia  J,  Lucifeio' '„" 

*  Ao.T'""  ■'  ""'"  •>■  Omero.  /  ■  1 
Hit    "'5"Y^^8g.    in    fine.  i'/L 

;;eno:in^-.M:::„-.»^^;M^an.o 
i:::^r^c^;a;:?:.^v^'-'--"'i: 

J^S-   «Togli  re..  ,/.,,.  f,„,,g 
*§.  Articvìo,  vale  anche  Capo.   p„„. 

';.  •';  '/"""ione .  .  nr.  r.  2.  l\        . 

,''f••'>">•.^>.  Qucsloipulieg:; 

i'òs;":.";;;;''"^''— ''•>'■'-'". 

*  S      '.articolo,  parlandosi  di  ontratU  ' 

litOni.     1*     ttwnili       J: I  ^. 


'»  ,  o  «wwz/o,,.  Guice.  Sur.  16.  i3.  , 
A  la    quale    furono    aggiunti    Ire    articoli  ' 
non  connessi  nella  capilolaiione,  ma  pò-  ' 
«.  m  scrillura  separata,  G„l,l.  U„.   Uom. 
"•■  I-  27.  Avendo  io  ce.  fermo  proponi- 
tnenlo  d.   non  molare  articolo  alcuno  es- 

t  £■  III.  Correggi  la  dichiarai,  cosi  : 
ArUcood,feJ,,  a,cesi  a  Cascuna  ye- 
ntn  che  l),o  ha  r.velata  alla  duca,  a 
C,ascun  capo,  e  dogma  dell,,  fide  cnsL- 
na.    Ed  agg.  ,n    fin.     «    Segner.     Crisi 

dui, 0,0  un  solo  articolo  deUa  fede;  non 
e  pm  ledele  per  quanto  pure  egli  seguiti 
a  dimostrarsi.   (C)  "fiuiu 

■njt.  8  Io  ehi,,  la  vo.tra  dell,  XI.  quasi 
n  quell  articolo  che  .M.  Giuliano  In. 
lava  a  cavalo.  Scrd.  Slor.  2.  61.  Rollo 
Glosso  art,colo  .Iella  morto  si  gloritva  ma 

6n,ficamen,e  dello  prore  falle*  contro  a^ìi 
stessi  ucciditori.  (C)  " 

A^nrì  ^'J'"'°-  '"''"''•  ""'"  Slrumrnlo, 
^<Z  (^'"'■-    •*>"•".  4.   7.  E  perchè 

e  si  7",' ""  T""  "'-«"Si  era  avvinto 
e  sI,alord,lo.eloRis,e8lioranno  con  que' 

Iriirir",^;""'-"^' --«-="'.= 

*  ARTIFICIOSISSIMAME.NTE.    Su- 

"•■■   leti.   4.   2.    25j.    ,   ,i^„,^^,i    j_ 

{"T(%  ■""■""'  °"  ""fi'^""i»ii"amenle 

ico^"!'^™--^-.^-. 

RIA.  ^' J^''""""'"  '"■'ifi'ialc.  r.  MEMO. 

*   ARTIFIZI0SI<;siMO.    Saperi,   d- 

I.  262.  Il  verso  imi  E  ,,„ale  ,/  ,,/  J,. 
•'■'""  appresi,  mi  par  un  di  quei  versi 
ar^fiziosissim,  dei  poeti  più  limati.  (C) 

i,.Vg.*«/r'-'-^ '•-"•^- 

^5^g^^^,'^•^°^°  •  ■•^•-*-  -y'- 

I       *  A  SD.iRAGLIO.  Air  es.  Cecch.  Dis- 
sim.  agg.  4.  2. 

*  A  SCACCHI.  Togli  al  v    11    Pei. 
e  agglutinila  in  fine  del  v    i3        '      ^  >• 

S,tr^^^^«,-  *88-  in  fine.  *  f'arch. 
sco„;  '■  '*^  """  '  gavoccioli  che  s 
scopr,  ano  tra  'I  corpo  e  le  cosce  ee,  , 
sotto  le  bracca,  in  ,|uel  luogo  che  gli  al 

ascone  f"'  p""""""  ''"•'"  '^'inamente  1' 
ascelle,  e  ,  Fiorentini  le  dilolle,  nasceva- 

Vac,"'."'"''  ''""'='■"  infocate. Ve/ 
.       tASC^..^DENTE.  Sasl. 

\       §.   I.  Allegane  V  es.  *  Cir.   Leu.    To- 

-  «No  adempire  queir  ascondent'e  che  voi 
I  ve  far  d    ■■'•  ''"  ""  S"n  donna  vi  de- 
"f"  ''■ventare  una  gran  cosa.  (C) 

r&)  P  T'"""""-  '^'''''-  O/T.  ^slron. 
2r"-  '^°"^'"'  P"  "»'  venghiamo  in  co- 
Sn..,ono  scrupolosissima  della  d.floren.a 
ascensionale  retta  di  lali  .Ielle.  ("7 

(         AcrÌ;.„        "  ^■""""oe  o  sdegno. 

!  ASC  OGLIEI.E.  Agg  in  L.  «  „,.. 
lom.  I„rg.  i.  ,5  (Juelli  che  ha  a  fare 
■  ali  viaggio .  conviene  Cs.ere  a.ciollo  da 
ogni  ngid,.ua  e  lemporahli    fCI 

A'ir.  46,1  Non  ha  da  esser  maggior,  ee 
tome  se  fosse  ,„.ai„  ,  e  ras,  via  i  r.«i 
ascitiiii.  (C)  '  'iifc' 

J    ASCIUGARE. 

r„t  W  -*"'"'5''"'  •  "  Ace  anche  delle 
Cose  che  re,„,o„o  ,1  corpo  meno  r.don. 
dame   d    umori  .    ,    s.mile .    Oli     Ccm. 


ASC 


-'■"■'  -S-;:J=  :  rzi*  ^  EÌ5;;E 


ASCIUITAMFNTE 

.ani"""''"  ('"'■S.Bern.»^. 
"9.  «  rfopo  mj„gj  «g 

ASCIUTTEZZA.      ° 

*  §.  Ejìguralam.   dicesi  le  Stato  di 

«ere  .„  d,  p,et„.  Segner.    Concord  3-4 

vireT^:;;"°'S"'  \r""  "P"lo.e7. 
vire  rMe>  ancora  nelle  a.e,ulle„,  nelle 
aridità,  an..  nel   tempo  mede.im"dW 

iTsCIUTT?,-''!"  ''"'  '"'"««'To 
3  ASCIUTTO.  Agg.  innan.i  a  rr/je- 

d'uva  , a  '7'  "■"«'"'  "  •""■"•0  pien 
lu„r  "'""  •  '  "  """l'i  'le»o  in 

luogo  ascullo  senaa  .cuotcrlo. 

•■•  J.   Asciutta  .    e    anche    aggiunto  d, 

lo     v- .  ^*-  "'  '""  non  vi  par- 

d°;oni        '"'"'""'"■'''■"'""i.roV 

ajrciii,  asnurii.  (C) 

iLf  /^"""''  "■  f"^  li  SUSI,  per 
l.,wgo,  o    Terreno  asciutto.    Car.  leti    i 

che  l  r       '""  ''•""">  «"•  arido,  non 
cnc    noli    asciullo    IC) 

ASCOLTARE.  Gli  es.  eh,  .„„„  noi  C 
portali     innanii    a    Fir     As     rl.;.,J     j 
eli  in  l„  .        1  .  chiadendo- 

gno  i         ''^S°'''"'.  «  poni  in  Ju.  il  „. 

■  .'.'■','•  ^<'■>  mollo  T,,  cb-  a  de.lra 
ove  più  folla  E  quella  selva  .  J"^"; 
strepilo  ascolla.  (C)  ° 

rnZtf'  p"'*"""  '"''■■  ^'"""-fa^-arei-ol. 
mente  Prestare  orecchio.  Dar  fede  a 
7«e//o  c/,e  „/„,  „,„.  j,,  V-iir.  4,  3o 
t  cosi  un  pensior  Rnggior  difende.  L' 
t  quando  a  questo  e  quando  a  quel  .'aD- 

«olla.    E  Cnq.cant.  !^.   61.    G„alli„  eh. 
COS.  avea  nome,   1- ascolta.  Ni   r^^y^l 
■nilarno  11  buon  consiglio  passi    ,Cj 
nhiJ   ^"''"'•^.  talora  vale  Dar  retta 

n^t  e  MI  '*'■•  '"'"■■  '»•  'Ss-  Ma  la  più 
parie  della  gente  rolla  Nt"  tromba  ,  "né 
laml.ur,  ne  sogno  ascolla.  (C) 

ASCRITTIZIO.  Agg.  i„„an.ia5.„yA. 

iTiio  lè  I  '•  ''■  "*'  •"'<>.  «aJil. 

Imo,  ne  curiale  non  si  dee  ordinare  (Ci 
ASCRIVERE.    Innan.i  a   ,/,„"  /g^^ 

^' o/i./'ier.  ,.  j.,.  Ciò  eh- erralo.»^ 
die»  '  r  ""'"  ^'""''  *  ■'■«■•''"  del  me. 
che  ascriviamo  que'  mali  ad  altre  eagio- 
m  ,  non  consideriamo  la  gra„«a  del  ,1. 

Coi  *  ''•^""'CCIOOLO  .  Air  ...    Da,. 

Colt.  agg.  1.16. 

A    SECCO, 
j  1 1^  VI.   Air  e,.£c...,/erf. /,,„„.   ^j 

d.Z  ''rj^'iT-'-^    ^  ■"■Botas.lcl.  Jsfo. 

asfodelo  ,1  narco  ,  Il  „,rdo  etrusco,  , 
la  giunchiglia  ispana  Noi  cam,.i  tuoi,;,, 
mobileranno  olerni.  (CI  ' 

ASINACCIO. 

I  ^l-Jl'  /"'*"'  ''"  *  ■^-'•■">-  "'"• 
I-  iJO.  Questo  autore  nominando  i  6chi 
Asmasln,  che  noi  chiamiamo  Asinacci  ec 

Te!  (T)     "'"    '''■'"'    ''"*°"    ••"«««ole 

t  ASINAGCI.NE.   Agg.    Grande  igne 

IV       '""'  '^'  "  ''<"■"■'•'*  'aperej 

■'  S     .Vi  rfire  anche  degli  Shagll  com- 

"'Z",.<,i'!^l?  *  '""'"  -f "<"■•«<■.  ro 

t  §•  Apg.  in  fin.  *  Aorg*.  /)/«.  Sem- 
I.V  E  pero  non  accade  di  roler  cercar 
legge  nrir  ingiuria  .  ni  discreiiooo  nell' 
•sinili  ,  dipendendo  .«ropr,  1'  ingiuria   • 


I 


À  5  I 

li  prima  oflcja  tlall'  arltitrio  di  un  clìsor- 
dinjto  e  scortese  cervello.  (C) 

f  3  ASINO.  Coir,  la  (lichiarat.  così: 
Animale  quadrupede,  che  ha  gli  orecchi 
assai  lunghi,  e  serve  principalmente  per 
someggiare;   Ciuco,  Miccio. 

*  §.  Asino  t  fguratam.  per  Corpo  il 
disse  Fr.  lac.  T.  2.  l3.  li.  Il  dìgiu- 
nare  piacemi  ,  E  far  grande  astinenza  , 
Per  macerar  mio  asino,  Che  non  mi  dia 
ÌDcrescenza.  (C) 

t  §.  XIV.  Lavare  il  capo  ,  agg.  0  la 
testa 

f   *   ASINO  .  T.  astronomico Rim. 

buri.  agg.  2.  298.  e  dove  legge  comprese 
corr.  compreso 

t  ASOLARE. 

*  §.  Agg.  in  fin.  i\oi'.  aut.  Fior.  SSg. 
Quando  uscì  della  casa  di  Rosana  avea 
veduto  asolare  alcuno  degli  amici  di  An- 
tenore con  lor  armi.  (C) 

A  SOLO  A  SOLO Rim.  ant.  lac. 

corr.  Rim.  ant.  Inc. 

A  SPADA  TRATTA Galat.  45. 

corr.  43. 

t  ASPERARE raixh.  Slor.   8. 

agg.  204. 

*  ASPERETTO. 
5  ASPETTARE. 

*  §.  XVI.  Asg.  in  fine.  Pros.  Fior. 
£orgh.  Leti.  4  4  *^^-  De' registri  e  d' 
altri  simili  libri  aspelleremo  il  porco  alla 
quercia  .    (C) 

*  §.    XVII Dant.   Par.   io. 

«  Chi  corr.   «  Vnnt.    Par.   io.   Chi 

ASPETTATIVA. 

I  §.  Air  es.  Tac.  Dav.  agg.  Jnn. 
1.4. 

ASPETTO. 

^  g.  VII.  Agg.  innanzi  a  (C)  Car. 
Fn.  1.  998.  Stu[ii  Didone  Nel  primo  a- 
spello  d'  un  si  nuovo  caso. 

"i?  §.  All'  aspetto  di ,  in  forza  di  prc- 
posiz-  vale  Aliti  presenza  di  .  Lat.  coram  . 
Plut.  Adr.  Op.  mar.  1.  370.  Dubitiamo 
privatamente  correggerli  e  non  punzec- 
chiarti cun  la  mano  all'  aspetto  flì  tanti 
personaggi.  (C) 

t  A  SPINAPESCE.  Air  es.  Lor.  Ned. 
Beon.  agg.  3.  \^^.  e  dove  ha  dietro  corr. 
drielo 

*  ASPIRARE. 

*  g.  II.  Togli  r  es.  Sannaz.  e  fanne  g. 
così  : 

*  §.  Aspirare  ,  talora  vale  Dare  in- 
spirazione  ^  Metter  nella  mente  un  qual- 
che pensiero,  o  concetto.  Sannaz.  Arcad. 
Egl.  9.  V.  1^8.  Ma  quel  facondo  Apollo, 
il  qnal  v'aspira^  Abbia  sol  la  vittoria.  (CJ 

ASPO. 

V  §.  Credere  di  far  un  aspo,  e  fare 
un  arcolaio  ,  dicesi  in  modo  proverò,  di 
Chi  crede  di  far  cosa  a  se  utile,  e  la  fa 
dannosa  .  Cecch.  Dons.  2.  2.  Tientelo  a 
mcDle;  tu  crederai  fare  Un  aspo  e  tu  fa- 
rai un  arcolaio  :  Di  sopra  ho  a  star 
io.  (C) 

ASPRO.  Add. 

t  3  §•  VI.  Agg.  alla  dlchiaraz.;  contra- 
rio di  Morbido,  o  Liscio.  E  dell' es.  Dant. 
Rim.  23.  fanne  §.  ed  agg.  in  fin.  t.'  Red. 
Oss.an.  45.  La  parte  concava  è  tutta  per 
lo  più,  ma  non  sempre,  incrostata,  e  ripiena 
d'  una  bianchissima,  talvolta  aspra,  e  tal- 
Tolta  liscia  congeUzioDe  quasi  cristalli- 
na. (C) 

*  §.  /:  figuratam.  «  Dant.  Rim. 
23.  .  -  .  «.  (C) 

A  5PR0N  BATTUTI. 

t  § Cron.   Morell.    agg.    309. 

e  dove  ha  Sem.  rim.  \,  1^.  corr.  Bern. 
rim.   1.   Il4- 

t  ASSAGGIATORE  .  Agg.  in  princ. 
Verbal.  masc.  Chi  assaggia  ,  o  ed  in 
fine."  *  Gain.  Meni,  e  leu.  2.  339.  ^^ 
voi   aveste    cognizione    della    lingua    To- 


A   S   S 

seana,  avreste  senza  più  olire  leggere  nel 
mio  libro  inteso  ,  come  il  nome  sag- 
i^mMri*  senza  traslazione  signifira  l' islesso 
che  Collibisia  e  non  quello  di  Prne^w 
statar  vini  ,  il  quale  noi  chiameremmo 
assaggiatore ,  perchè  si  dice  assaggiare 
ti  vino  e  non  saggiare.  (CJ 

t  3  ASSAI, 

t  *  §.  I V Cron.  3foreil.  agg.  265. 

5  ASSALTO. 

*  §.  I.  Al  V.  4-  «'ore  ha  V  arme  ». 
corr.  r  arme.  F  al  v.  10.  ove  ha  repen- 
tini,  corr.   repentini  ■>. 

ASSASSINAMENTO.  Agg.  in  fine.  * 
J'arch.  Slor.  ìO-  3o6.  Fu  preso  e  appic- 
calo, perchè  si  scoperse  che  costui  aveva 
tentalo  altra  volta  di  far  questo  assassi- 
namento al  suo  capitano.  (C) 

ASSAZIARE. 

V  §.  F  neutr.  pass.  Belc.  Laud.  10. 
(  Parma  1826  )  Quando  vedrà  tua  deità 
L'  anima  mìa  allor  s'  assazierà.  (C) 

t  ASSECCATO  ....  Seal.  S.  Agost. 
corr  .  Seal .  Claustr.  432  .  e  dove  dice  j 
egli  tutta  corr.  ec,  egli  ec.   tutta 

ASSEDIO. 

f  t-  g.  III.  Agg.  innanzi  a  (ÌS)  (l'ediz.  ci- 
tata al  libro  9.  cap.  36.  ha  Tenere  cam- 
po, o  assedio  ). 

*  ASSEGGIARE  .  T'.  J.  Assediare. 
Guitt,  rim.  1.  i63.  Cbè  castel  ben  for- 
nito E  non  guari  assalito  Non  e  tener 
pregiato  i  ]VIa  quel  che  è  asseggiato  ,  Ed 
ha  di  ciò  che  vuol  gran  necestale.  (Cj 

*  ASSEGNAMENTO. 

*  3.  I.  Agg.  innanzi  a  (C)  Viv.  Disc. 
Arn.  jo.  E  però  è  necessario  che  pron- 
tamente sia  dichiarato  donde  abbia  da  u- 
scirc  r  assegnamento  perchè  vi  sia  tempo 
a  riscuoterlo. 

g.  III.  Agg.  in  fin.  *  Renv.  Celi.  Vit. 
3.  i36.  E  ne  sarei  gravato  e  rovinato  , 
perchè  non  ho  altro  assegnamento  .  Red. 
leti.  I.  373.  Mori  la  regina,  ed  egli  si 
trova  senza  impiego,  senza  quattriui ,  e 
senza  veruno  assegnamento.  (C) 

g.  IV.  Agg.  innanzi  a  (C)  f'arck.  Stor. 
2.  20.  A'  Professori  delle  leltere,  i  quali 
le  scienze  per  gU  sludii  pubblicamente 
insegnavano,  gli  asseguamenii  de'  loro  sa- 
larii  (aveva)  tolto  e  levato. 

3  ASSEGNARE. 

^  g.  IV.  Agg.  dopo  la  dicbiaraz.  Varck. 
Stor.  9.  22^.  Sì  disponeva  ancora,  che 
la  Signoria  dovesse  assegnare  il  tempo 
del  suo  partire  a  ciascun  anibasciadore  , 
o  commessario  ,  e  non  1'  assegnando  la 
signoria  ,  la  legge  gli  assegnava  ella  uà 
mese. 

V  g.  Assegnare  una  persona  a  uno  , 
vale  Deputarla  al  suo  servigio  ,  o  arbi- 
trio .  Lat.  stntuere .  M.  f.  8.  47-  ^^ 
(dame)  conquistate  erano  di  presente  me- 
nale a  corte,  e  assegnale  alla  reina.  (C) 

^  g.  AssC'jnare,  vale  anche  Fare  as- 
segnamento nel  sinnifc.  del  ^.  II.  Farch. 
Stor.  5.  123.  E  per  cotale  effetto  gli  as- 
segnò io  Bologna  tredicimila  fiorini  d' 
oro.  (Cj 

t  3  §.  XV.  .  .  .  Cron.  Morell.  agg.  263. 

•t  ASSEGNATO. 

t  g.  II.  All'es.  Cron.  Morell.  agg. 
258. 

g.  IV.  Al  V.  5.  ove  ha  è  divenuto  , 
corr.  e' diventò ,- —  Errore  di  Crusca. 

t  *  g.  VI.  Air  es.  Car.  lelt.  agg.  3. 
35.  (  Com.  1735  )  ed  allegalo  cosi:  Trovolo 
molto  vostro  aftezionato,  e  molto  favore- 
vole air  opera  ,  ma  quanto  al  tentare  va 
mollo  assegnato,  e  non  vuole  che  si  dia 
pure  una  minima  ombra  di  questa  cosa 
ali*  amico  di  qua.  (A) 

*  ASSEGNO. 

*  g.  Assegno  ,  vale  anche  Posto ,  o 
simile .    Viv.    Disc.    Arn.  60.   Nel  proce- 

■  der  COD  ordine  a   riparare   a   quella  pri- 


A  S  S 


iff^S 


ma ,  vengono  per  necessità  le  seguenti 
ancora ,  se  non  a  rimuoversi  in  tutto  , 
almeno  a  mitigarsi  ,  o  a  variare  asse- 
gno.  (C) 

ASSliGUIRE  .  Agg.  in  fin.  *  Varch. 
Stor.  2.  22.  Perciocché  il  Signor  Gio- 
vanni valorosamente  il  suo  prudente  con- 
siglio assegucndo,  ec.  gli  andava  di  coo- 
tinuo  culle   scar.imucce  infestando.  (C) 

ÀSSEMBRAGLU. 

•'?  g.  Per  Adunanza  di  cavalieri.  Tav. 
Rit.  Vanno  al  luogo  là  dove  1*  assembra- 
glia  esser  dovea.  F  appresso:  Ed  egli  mi 
menava  a  vedere  questa  assemhraglia.  (C) 

ASSEMBRARE.  Agg.  in  fine.  *  Plut. 
Adr.  Op.  mor.  I.  .'169.  Non  dei  far  la 
mostra,  ne  assembrare  molli  testimonii,  e 
veditori  allo  spettacolo.  (C) 

:^  g.  VI.  Per  Somigliare,  agg.  Guitt. 
rim.  I.  I.  Digiunto  da  verta  mi  pare  Se 
Io  pensare  allo  p.irlare  assembra. 

;'.;  ASSENNATEZZA.  Poni  in  fio.  (') 

ASSENNATO.  Agg.  in  fin.  *  Salvin. 
Senof.  1.  i3.  Occhi  bruschetti,  gai  come 
di  pulzella  ,  terribili  come  d'  assenna- 
ta. (C) 

ASSENSO.  Agg.  in  fio.  *  Gal.  Sist. 
175.  Servirà  ec.  per  avvertimento  di  non 
se  ne  andar  in  altre  occorrenze,  come  sì 
dice  cosi  facilmente  preso  alle  grida ,  e 
porger  1'  assenso  a  lutto  quello,  che  pri- 
ma ci  si  rappresenta  alla  iantasia.  (C) 

f  3  ASSENZIO.  Corr.  la  dicbiaraz.  co- 
si: Pianta  medicinale,  odorìfera,  ed  ama- 
rissima.    E  ali*  es.   Pallad.  a^^.Febb.  43- 

ASSERIRE.  Al.v.  4.  do^e  ha  total- 
mente corr.   solamente 

*  ASSESTO.  As.vetlo,  SestOj  Ordine. 
Car.  Lett.  Tomit.  88.  Tutta  volta  im- 
maginando, che  la  lontananza  non  debba 
esser  per  molto  tempo  ,  e  di  più  le  sia 
necessaria  ,  così  per  ricondur  Monsignor 
suo  fratello ,  come  per  dare  assesto  alle 
altre  cose  sue  ,  me  ne  do  pace.  (Cj 

t  5  ASSETTARE. 

*  §.  Per  Maritare .  Cecch»  Donz.  2. 
2.  L'  obbligo  tuo  E  slare  in  casa  avendo 
la  figliuola  Ma  i'  leverò  questa  tresca  eh' 
io  r  ho  Per  assettata  ec.  N.  Assettala  7 
E  a  chi  voi?   Allo   Spagouolo?  (C) 

;:ì  assettatura.  Dopo  1' es.  Sal- 
vin. Senof.  agg.  E  Annoi.  Fier.  Buon. 
44l-  Siccome  le  frondi  son  la  chioma  ,  e 
la  pompa,  e  la  vaghezza  degli  arbori  ec  . 
così  r  assettature  delle  donne  ,  con  tanti 
fronzoli,  come  si  dice,  sono  le  Irondi  del- 
la   vaga  femminil  pianta.  (CJ 

t  assetto.   Sust. 

*  g.   I.  Agg.  in  fin.   (C) 
ASSEVERANZA.   Agg.  in  fin.    *    Ces. 

leti.  Cic.  5.  247-  ^*'  ^^^  bisogno  era  di 
tanta  asseveranza  per  conto  di  Dioni- 
sio ?    (C) 

ASSEVERAZIONE.  Agg.  in  fin.  * 
Farch.  Stor.  5.  110.  Queste  parole  gra. 
vemente  da  Tommaso  ,  e  con  una  certa 
asseverazione  profferite,  eLbero  tanta  for- 
za nejili  animi  degli  ascoltanti  che  ec.  con- 
chiusero subitamente.  (C) 

ASSICELLA  ....  F  cap.  35.  3.  corr. 
E  cap.  35.  G. 

t  3   ASSICURARE,  ec. 

^'  g.  IV.  Agg.  innanzi  a  (C)  Car.  Lett. 
2.  277.  E  v'  assecuro  che  mi  sarà  sempre 
in  tanta  venerazione,  come  se  fosse  dì  man 
di  S.  Luca. 

V  g.  Assicurarsi  d'  uno  ,  vale  Impo' 
dronirsene  mettendolo  in  prigione ,  o  si- 
mili.  Segr.  Fior.  Pr.  IO-  Va  principe  po- 
tente ed  animoso  supererà  sempre  quelle 
difficoltà  ,  dando  ora  speranza  ec.  ,  ora 
assicurandosi  con  destrezza  di  cpielli  che 
gli  parcssooo  troppo  arditi.  (C) 

t  3  ASSIDUO  .  All'es.  Fir.  dial.beil. 
dona.  agg.  370  ;  ed  allegalo  così  :  Lo  as- 
siduo   muovere    delle  quali  (palpebre)  , 


1844 


A  S  S 


abbassandosi  e  inalzamtosi  con  un' incre*  ^ 
dibilc  celerità  ,  non  sulu  non  iinpedtsce 
la  visiva  virtù,  ma  lu  ronfurta  e  le  dà 
riposo  .  E  innanzi  a  Car.  J'neid.  agf;- 
Albert.  2.  9.  Dei  aiutare  1'  animo,  t  1j 
mente  in  quatlro  mudi,  ciuc  in  frequente 
iutcniiune,  e  cotidìana  vigilanza,  e  pcn* 
tamcnto  ,  e  frequente  ed  assidua  concor* 
dazione.  Cv  .  5.20-  5.  IC  rallegrasi  fi' ;"''*o^ 
d'  assiduo  eavamcnlo  ,  e  d'  esser  aliUonde- 
volnicnte  Iitaminato. 
t  5   ASSISO  . 

*  §.  Per  l'osto.  Collocato.  Tcs.  Br. 
1.  i!>.  Ma  tulle  queste  cose  sornionlj  I* 
iiuima,  la  quale  è  assisa  nella  mastra  for- 
tezza  del  cupo.   (C) 

'^-  §.  Per  Intento,  Occupato.  lìim. 
ant.  hallo  (li  Ser  Dato  Pisano.  I.  3<)8. 
Non  e  donna,  né  uoni  si  fermo  assiso  A 
ovrar ,  che  deviso  Nun  d' aggia  sua  'ntcn- 
zìon  per  riguardare  U'  &CDtc  rb'  ella  ap* 
pare.  (C) 

#  §.  Per  Fornito .  lìhn.  ant.  Lotto 
ili  Str  Dato  /'ìsano .  1.  Sqq.  Di  senno 
tanto  assiso  tia  M  suo  coraggio  Con  ca< 
Dosccnza  c<  I  clic  )  Alcun  uom  non  de 
(ne)   pnicria  far  saggio.  (C) 

l  ASSISTENTE. 

;;:  §.  III.  Agg.  innanzi  a  (C)  Hcd.  Cons. 
I.  84-  Toccando  poi  alla  [irudcnza  di  lui, 
e  alla  destrezza  del  ineiHco  assistente  a 
considerare  se  sicno  applicabili  al  nostro 
caso  (  i  rimcili  }. 

•','  ASSISTERE. 

♦  §.   II.  Agg.  in  6n.   (C) 

*  §.  Per  (tirare.  Medicare.  Red.  Ictt. 
I.  400.  Il  dollissiino  medie»  ,  il  quale  as- 
siste a  S.  Ecccllenta,  intende  oltimamen* 
te  i  suoi  mali ,  e  con   ottimo    metodo  gli 

medica.    (C) 

••'  §■  Talora  significa  jiver  cura  spe- 
ziale de'ninlati.  Buon,  i'ier.  1.  2.  2.  In- 
!>anianti  (i  malati)  nel  medico  ,  non  pu* 
re  In  chi  gli  serve  ,  e  spertv,  assiste  lo- 
ie  (C) 

t  -^  §.  V.  Air  t:&.  Red.  leti,  agg .  2. 
192. 

*-:•  ASSISTITO  .  Agg.  in  fin.  Be/lin. 
l/isc.  2.  l85.  Io  posso  assicurarvi  con  1' 
autorità  di  cinquecento  cicchi  ed  altret- 
tanti pulcinelli  assistili  da  una  turba  in- 
nunierabite  di  beglimbusli  ce.  (C) 

ASSITO. 

V  §.  Assito  ,  si  chiama  anche  Quel 
riparo  che  sogliono  fare  intorno  alla  tin- 
se delle  fabbriche  i  muratori,  o  simili, 
affine  di  non  esser  visti  a  lavorare.  Vii. 
J'itl.  no.  E  dopo  esser  levati  i  palchi, 
e  le  tende,  non  avea  per  ancora  disfatto 
r  assito  posto  attorno  alla  base.  (C) 

t   ASSO.    All'  es.   Arrigh.  agg.   5l. 

t  ^-  ni.  Al  V.  3.  do%c  ha  Più  catti- 
vo agg.,  0  più   tristo. 

^  §.  IV.  Lasciare  in  asso,  vale  la- 
sciare in  abbandono  ,  Lasciar  solo.  Sai- 
vin.  corr.   Salv, 

^  %.  E  Piantare  in  ntso,  va/e  il  me- 
desimo. Ces.  lieti.  Dant.  3.  372.  E  cosi 
D.inic  ci  pianta  in  asso,  chiudinJo  il  can- 
to ThlX  senza  alli'o  commiato,  o  commen- 
to. (C) 

t  ASSOCIARE. 

^f  §.  Associare  uno  a  una  cosa,  vale 
Itamelo  partecipe,  o  Prenderlo  per  com- 
pagno in  una  cosa.  Ces.  ì'it.  Cr.  4.  357- 
Questi  vergini  adiin(|u<-  meritamente  sono 
assoriuti  al  talamo  ilfll*  agnello  di  Dìo,  e 
r  acroinpa^nanu  dovunque  vada.  fC^ 

ASSODATO. 

^'  g.  Per  Assicuralo.  Scfin.  Stor.  9. 
247-  I-«  Doto  della  sposa  furono  scudi 
vcntiriuqucniila  confessati  dal  Duca  ,  ed 
assodali  in  su  i  suoi  bcoi  proprii  patri- 
moniali .   (C) 

3   ASSOLTO. 

:*  S   I Ar.  Pur.  corr.  «.  Ar.  Fur. 


A  S  S 

5  ASSORTO. 

f  ^  §.  L'  c$.  E  Frutt.  ling.  ponilo  tra 
le  virgolette. 

3  ASSOTTIGLIARE. 

#5-    li E  Fiamm.  5    corr,  4- 

96.    —  Errore  di  Crusca. 

t  §.   V.   All'es.   Albert,  agg.  cap.  5o. 

ASSUMERE.  Agg.  innanzi  a  (C)  Ouicc. 
Stor.  lih.  6.  pag.  l35.  Assunse  il  nome 
di   l'io  111. 

3  ASSUNTO.  Susi. 

^.  V.  Al  V.  4  ^^''^  *'*  Segner.  Pref. 
corr.  -.'  Segner.    Pref.   ed   ai;g.   in  fio.  {V) 

-:-  ASSUllDITA'.  Astratto  d'  Assurdo. 
Ces.  Fior.  Stor.  2.  25.  l»crchc  interpre- 
tando le  favole  ,  le  origini  ce.  le  confu- 
tavano, mostrandone  agli  Scolari  le  assur- 
dità ,  e  la  sciorrbezza.  (C) 

ASTA,  e   ASTE. 

'•'  g.  A  tta  ,  e  anche  una  Maniera  pub' 
hlica  di  vendere,  o  comprare  checchessia 
per  la  maggiore  offerta  j  onde  flettere  , 
tendere.  Comprare,  o  simili,  all'asta, 
0  .'tolto  all'asta,  vale  Vendere,  o  Com- 
prare per  la  maggiore  offerta.  Amet.  90. 
Disperso  il  suo  pieno  popolo  in  molte  parti, 
lei  sotto  Tasta  vendèo.  (C) 

t  3  ASTENERE. 

•>'  §.  Astenersi  da  un  luogo,  vale  Ì\'on 
andarvi  .  Gianib.  Tratt.  j8.  La  femmi- 
na, che  fa  figliuolo  maschio  die  quaranta, 
e  se  il  {^  femmina  die  ottanta  dalla  Chiesa 
d*  Iddio  si  debbia  astenere.  (C) 

*  ASTKRGENI  E.   foni  m  fin.   (•) 

*  ASTRATTIVO.  Agg.  Varcfi.  Lez. 
Dani.  i.  385.  La  cognizione  sua  (di 
Dio)  non  è  astrattiva,  cioè  non  si  ca- 
va dalle  cose  come  la  nostra,  ma  e  in- 
tuitiva. (C) 

3  ASTRATTO. 

g.  III.  Agg.  in  fine.*  Vas.  Op.  J'it. 
3.  l35.  Oltre  all'avergli  (la  naturajhui 
astratti  e  fantastichi ,  era  slata  cagione  che 
ec.  (C) 

t  3  A  STRETTA.  All'  es.  Pallad.  agg. 
Otioh.  8. 
ASTRETTO. 

t  •*•  §■  Agg.  in  fin.  Pass.  Ger.  4.  79. 
Ma  fra  noi  die  guerrier  siam  di  vcutur.i 
Senza  alcun  proprio  peso,  e  meno  astretti 
A  le  leg^i  degli  altri  ,  elegger  diecc  Di- 
fensori del  giusto  a  le  ben  lece.  (C) 
ASTRIGNKRE, 

•\-  §.  Astri-Oliere.,  è  anche  Vocabolo  pro- 
prio de' medici  ctu'  il  dicono  di  quelle  co- 
se che  lianno  virtù  di  ristringere  .  lied. 
lett.  I.  117.  .Manterrà  lubrico  il  ventre, 
corrugherà  e  astrignerà  le  vene  emorroi- 
dali.  (C) 

ASTRINGENTE.  Agg  alla  dirbiaras.  ; 
ed  è  Vocabolo  proprio  della  medicina,  ed 
aggiunto  per  lo  più   di  medicamento. 

*  §.  /;  inforza  di  sust.  Red.  lett.  I. 
ufi.  Il  flusso  di  sangue  richiede  gli  astrin- 
genti ,  e  gì'  incrassanti,  e  i  modificanti  1' 
acrimonia    <lel  sangue.   (C) 

•f  3    ASTRO. 

t  g.  III.  Al  V.  3.  dove  ha  t'np.  9. 
corr.     Petr.   cap.  C\. 

3  ASTROLAGÀKE. 

>:=   §.    I.    Air  rs.    Bern.  rim.  agg.  I.  22. 

•f  ASTROLOi'.l'A  .  All'è».  Fiamm. 
3.   agg.    34. 

*  ASTROLOGICAMENTE  .  Avverb. 
In  modo  astrologico,  l*er  via  d'  nstro'o- 
gin.  Varih.  te:.  Dant.  1.  268-  Ejili  ci 
mosliò  inedianto  questo  ciTetto  non  meno 
astrubigicamenle  the  da  pitela  ,  rome  il 
solo  si  trovava  in  quella  parie  del  todiaco 
dove  si  congiungonu  insieme  quattro  cer- 
chi.  (C) 

t  ASTRONOMICO  .  All'  cs.  Manr. 
rtm    buri.   agg.    I.   5|. 

3  ASTUTO. 

^  §•  !*■  *g8  '""■"■»  •  (^^>  Segr.  Fior. 
Pr,  l5.  L*  uno  lascivo  ,  1' alliu  casto;  V 


A  S  T 

uno  intero,  V  altro  astato;  1*  uno  duro,  e 
r  altro  facile. 

A  SUOLO  A  SUOLO.  Poni  io  fio.  5 

*  A  TALORA  CHE. 

t*  g.   II.   Air  es.    Calai,  agg-  32. 

•f  A  TEMPO. 

t  S-  IV.  All'es.  Bemb.  Jsot.  2.  agg. 
xi5. 

u-  A  TIRO  .  Posto  avverbiatm.  Coi 
verbi  Essere  ,  Arrivare  ,  Accostarsi  ec. 
vale  Elssere  ec.  nello  spaiio  ,  o  dentro 
allo  spazio  dove  arriva  il  tiro  .  V.  TI- 
RO. (C) 

t  A  TORNO.  Aires.  Fiamm.  4.  ^gg. 
01  . 

*  A  TRAMONTANA.  T.  TRAMON- 
TANA, s-  V.  (C) 

A   TRAVt:RSO. 

*  g.  V.  Al  V.  5.  ove  legge  attraverso 
corr.  a  traverso 

•^  *   ATRIO.  Agg.  in  fin.  (') 

*  ATTACCADILC.  All'es.  Betlin. 
Disc.  agg.  i.  44.  ed  agg  in  fin.  £  2. 
221.  Stcodendu  un  suolo  più ,  o  meo 
grosso  di  tali  materie  sopra  una  superfi- 
cie di  ognuna  delle   due   cose   attaccahi- 

1'-  (O 

ATTACCAGNOLO.  .  .  -  Betlin.  D. 
j4nat.  P.   I.  219.  corr.  229. 

ATTACCARE.  Agg.  innaatt  a  (C)  So- 
der.  Colt.  27.  Taglisi  il  sermento  pien 
d"  uva  da  scibarc  ,  e  si  attacchi  steso  in 
luogo  asciutto  senza  scut-tcrlo, 

*  §.  III.  Agg.  ionanai  a  (C)  Attegr. 
237.  E  hberu  il  viaggio  dal  tormento  D' 
andar  su  per  yli  spigoli  pel  loto  ,  Ch  a 
pie  s' attacchi  a  foggia  di  formcnto. 

'■'  §■  P^''  Venne  alle  mani  .  Pera. 
Ori.  2.  29.  29.  Con  Ferrai!  Rinaldo  era 
attaccato.  (C) 

f  §.  VI.  .  .  .  Cron.  Moretl.  236.  corr. 
Cron.    Morell.   256. 

*  g.  XX.  Agg.  innanzi  a  (C  Salvia. 
Annot.  Puon.  Tane.  532.  Si  dice  fare 
una  scapponea  a  uno,  «piando  altri  l'at- 
tacca ,  e  lo  rimorchia,  e  gli  fa  remore 
sopra  '1  capo,  riprendendolo  strepitosa 
mente- 

*  §.  Attaccar  la  bocca  ni  fiasco  ,  o 
simili,  vale  Poi  vela  affine  dt  bere.  Red. 
Annot.  Ditir.  179.  Cosa  più  plebea  e  al- 
tarcar  la  bocca  af  fiasco  ,  ovvero  bere  al 
bjccale.   (C) 

*  §.  Attacrart,  si  dice  anche  de'  ma' 
li  che  vanno  ad  offendere  ijuestn,  o  quel- 
la p.irte  del  corpo.  Red.  Cons  .  1  ,  2a5. 
Quest'I  fiualmrnle  e  un  male  che  va  diret- 
tamente  ail   attaccare  il  cuore.  (Ct 

*  §.  Attaccarsi  allesso,  all'arrosto, 
o  simili,  v.ile  Darsi  a  mmgiare  0  a  be- 
re di  quella  cota  che  si  nomina,  m  pre- 
ferrazn   delle    altre  vivande.  Salvia,    f'il. 

Diog.  190.  Una  volta  in  una  cena  sontuo- 
sa ,  osservando  Platone  ,  lascialo  il  resto, 
attaccarsi  all'  ulive;  che,  dÌMo  Diogene 
ce.  (Ct 

i^  §.  Attaccar  uno  colP  affetto  ad  una 
C'-'ta  ,  vale  Renderlo  affeaionato  ad  essa. 
Salvia.  Ihsc.%.()\.  La  ragion  della  na- 
scita  e  r  utaiita  e  1'  rduraiione  attaccan- 
doci rorlcmeutc  roU'  aflctto  alla  oosUa 
patria.   f('i 

ATTACCATO. 

*  §.  Per  Affezionato.  Cei.  Vtt.  Cuna 
lUg.  Questa  sola  rosa  m*  è  riraasa  di  tutto 
il  mondo  alla  qiial  mi  senta  ittarratu  un 
nonnulla.  (Ci 

3   ATTACCO. 

*  g.  l'ii'uratam.  per  Reliquia,  o  si- 
mile. Car.  lett.  2.  146.  E  perche  questa 
infeaione  si  diradichi  in  lutto  da  voi ,  e 
n>tn  le  ki  laMÌ  attacco  niuno  da  poter 
germogliare,  ve  ne  voglio  levare  a'cune 
reliquie  ,  che  mi  pare  che  ve  ne  sianu 
restate.  (Cf 

*  §.    Per  Prrtesto,  Ragione  appaien- 


ATT 


ATT 


ATT 


18 


•Yj 


\._ 


„<r,o..    >■"•«   •''   """',      Cristo  e-  invia  , 
Crisi,  mslr  .  ^  •  y  ■  ,,,,,re>sarvici  :  e 

ci  ..tigne,  e.  >'•"  °^i  ^,  „i"jucchi,  s.  ne 

'■""Te:'/     ''^"-  ■''■''•  .^"" 
,, traci  On/i'-    ""■  ,1^     che  r»»i- 

aia  orama.  non  ba  , 

«rio,  col  "";;°"'*^^,,     v-K-r.  C.«i.  ' 

U  ai  gncrra  .ntonao  ne    Ji  .=^_^^„. 

presentare  ee.  ^'f  ,"=";"  "i„al-a.taceo, 

la  battaglia  ec.  (C)  ^.  ^  ,;„„„. 

.f   e     V    Aca-  innanzi  a  (  ' -^  "  . 

*  §.  V.  AbS  i  d,  proposito 

^TOS(.  I»-  3-   »lir-'  "  ,      a    nueslo 

quali    sieno    pU    -^''^"^  \^o  .    l'"'- 
^^onilo    »    ''°S°".u-to\morealla  patria 

*M     P,t//"    ""«.  l5.  spaventasi  1: 
rruaelllttatto  della  fen.n.ina>n.monaa 

'  TT^KCcmuE....  */".?-/•  ^-^'^ 

'8|- fTTELATO.    Aires.  rW..^'- 

^■f  ATTEMPATO EF.-rm».    . 

"°lf'TE^D^MENTO /'     C.o'v' 

ATTEiVDEKE.  ,     ,;    , 

tJ  §.111.  ABi'"'^";;;  a"  non  pala 
,73.  Attendi  un  poco  e    .   cl.e    ^^  ^Y  ^_ 
tuo  fatto  ,    quel   che  ei  1.1  ,  e    1 
dice.  (C) 

'ìYTÌ^'' '-'•-'■•"'■"'•'•  7  Cose 

che  slnnno  ira  ''>'■'>'''""  ^^e  a  tutto 
/lem,,.  Disc.  I.  9/=""""  .  "ucn-ono  , 
cedono  ,  moUam.  che  »»"  ^./'"^  " 
crassumi  che  si  colliquano.  fU 

ATTENTARE 


bidonasi,  posa  !)■«»•-■"'■'•'"  *'""■''' 

^""iTTiGNnoio.  Aires.  r.<.«- 

P.ul.   agg.  2.   120;^ 

^-   N'*-  ,?;  0^;  Vpe^nlc'chi  ...  ro' 

,""  ^'       ..,fr    Onci  vocabolo  ,'con<r""" 
[^■;"i:;;;trncSr:  ordine  dolce  e  pieno 

I  di  garbo,  e 

ATTIMO.  3,0, 

4.  Q  l  (irC'i-   Jfo'-    1"-   *^oo 

IVatti.ngeue.  1 

'.-   Q     I     A'",   innanii  a  (l)    L"'/         ,  ' 

,,,.e  Ancor  P"^"^!  J  '  ''"./^    .Uuirono. 

sero,  Che  ,1  terra  ""'»"""'' ."(?,ie  tu  no- 
/■  K    i^nS    Febo  predisse  pule  l^li»- i" 

resti . 

t  ATTIVO.  .  ^  p,,,,. 

A"-,     nnanii  a  ft-;   -"»"     ' 
,   \.  e.  tue  persone  gc-ose  ed  attive 
per  sommo  bene  stimano  l^onoie^^ 

ve  dice:  d.,l  .•erto  '«''"Tco^ì"- 
IJdpio.E   degli  «•.  f"°.°=  V/,rl   Oó  c/.e 

i  ,,ropWo,  0  .1  r,/e  »«  " „.(C; 

o  parlicipio.   "   t<lrt.   i  ""■ 
/,V;../..    P,OS...  ■  osto 

;.":  E    IV.   Questo    j-    <""    y      / 

'•T,"att^«^^-^'"- ■'"■'■''■'■ 

agg.z.  22. 


r,T.fAires.    ^...M^a,g.A9• 
I  R    111.  Corr.  ladichiarai.  cosl:n'.-- 
der  11/1'  oHCiVi  '''  tempo. 

+  ATTORTIGLIATO.  All'  ei.   Ov,.l. 
pìst    lii     l^.   E  do.e  legge  certi  corr. 

"+' ATTORTO.  All'  es.  Bern.  rim.  agg 

D'i 


1    ITTRARHE. 

'     III     A"K.    m   fine.   *    O'''-    *'""'■ 

S  '"   . T».lp<r.i.  non  saper 


'3  ATTO.  Susi 
XX.  ^'  i- 

sicuro  .  —  Ed     _. 
Segr.     Fior.    Visc 


S.  11. . 


oc.  ^      ; 


^  t  ATTENUAZIONE.  Core,  la  dichia. 

va.,  cosi:  f  attenuare. 

ATTENZIONE.  ,      ,„. 

*  S.  ^((cn=.o,ie,  per  lo  P'"  ""      ,,,; 
raìe!,nces.Q,,elUn,racl,ean'S^.a 

„    prò    d-  aleno  .    SaU;,.     I  "•'      | 

;Ì^— -^vld-^^f  l- 

b^':,ira^:'r"t=":wmu. 

"•/«Fatterello....  f'""""' 

Ji  Lapo  Gianni.  2.   109-  p,.r 

manenza  ,    r,mora  .  E  ali     es.         ^^ 

p.  JN'.   .Voro.-:o  rfa  /■  .r.  a      . 

+  ATTESO  ....  •""".'■/"{„     „3. 
,6%aires./.V»or.    7. -/..?■•  /;.^ 

„  „.te,t.    corr.    Si  «sa  anche  .n  Jor.a 
•"^ItTESO  che.   Po.<o   mir,/..»/m 
corr.    ,l/<i«ierii  congiuntiva  che 
ATTESTARE. 

e  I    . .  Tac.  no".  »sg-  *""^- 

£■  o  ,v.  Di  questo  §.  ranno  tema  cosi . 
i  ATTEST.\RE.  Dallat.  ,est,s.  fa.- 
'  ;/     étrtrmare  .  Lat.  le^'i" 

leslimontanin  ,   ■^U''^""' 

Cnleott.    Mari.    ■    ■    ■    ■''="'' 

^  ItteZZA    Agg.  in  fin.  *  «""•  ""' 
ATTfcit».  »bo  -,       ji    ragione 

ìleo  Ahbraccav.  2.    7-  ^""^  ° 


/.  ove  ''"  sinm-o  corr. 

dopo    la    dichiarai. 

r  ,ti<c     riforn,.    Non    avendo 

^:?:u,o^::-un:R;pófcaiuatto,rhan. 

DO  fatta  in  scritto.  ((J 

■:<:   g    XXV.  Togli  questo  ^j 

.4o],Leachecches^a^'-f;^J 

i.lonens  .  noce.  nov.   1».   J-  •  •  • 

72.   4.  .  ■  •   '*'''?"•/'":.,■  r/,;  è  in  -sialo 

,«/.re  .-«.  "'"■  %'"'<5i;  '„ri„n  'ci  sono 
Ciio/i.    l,er.  I.  J-   r  .      ,„„:    „„te    Che 

Lat.   congriiens ,  dcccns. 
ó(c.r.  4.  102.  .  .  .  "■    """^• 


r.  4.  102.  ...■■■    ---         .  .. 
ci  uno   aggrottar    diesi 


42.   Con  uno    aggrottar    o,    .  .■■- 

'^."?^^-/'■'•-'-..t:■:,^:f.:dino^o=po. 

^::^r  ^a  \Li^^'niagistr.,ti  della   cit- 

"■^Tr2:«o..c/e.,egri..ando 
cofT.   guizzando. 

"V    m      Ag".    in    fin.    *  ■-'"•'"■•   'X- 
x.t  S.  trovi" un  debito  Di  cento  scu 

'"  -'aTTOBNATO.  Poni  in  6".  (') 


III.    «BB "-     , 

fin"  Per    esser    Anna    Tedesca,  -. 

00.    1  er    OSCI  in.liilterra  ,  non 

:  ...  ..llrirre  più  s'i  animi  de^li  ac- 
Apatista  »'^"X  col  proporre  sul  bel 
«demici   ec     cbe    e       11  ^^     ^^^,^,„,, 

^:p;^ge::::":Uré;tan.o  solido  e  mo. 

"*?%'\""'I^Ua:.././.^Z... 

'    ■    óVF-ier.  corr.  O  Segncr.  ... 

a'-/tRATT.VO.  5«'.  Agg.  m  fi  ;   ;• 

^"".■^fn-of;.i:neno„Va?as"enzapro. 
tr,,tlivo  dell  o'"'"";  oj^,i.,„,o  e  mesco- 
,1::iTafiCfi^'rp.endoi.suogio. 

vamento.  (l  )      „,„„ 

ATTHAVERSAUE  ^^.,, 

•••   Q     IV     \c''-   innanzi  a  (  L^/ 
3  -8.^Mih.M' omesso  non   solamente  d, 

""""""p'^VPRSO^MTvao'vehaPi.... 
..^-^.^r*  P.°  -  ^  al  v.  .5.  dove 
1„  :S  ,ye?m.r.  eorr.  ■Seg,,cr.  ^^ 

iirRrzzo,r;TT'RVzo.Agg.in 

!-<:n;;t^:iia;v-,Cru.  sartiami  e 

:^-;:^t;crers^:o.u-"-^= 

a  fonilo.  (C) 

Ifir"".    \cc.c>'.-^o..nocc. 

""tfTTRlTARE.   Aires.   JrnsA.aSS- 

60. 

ATTUALE.  ,       ,    5.  6. 

...  <;    I     K""  in  fine.   C  y^go.".  - 

V  §.  1.  a^c-  '     ,  •     3i,iiuale,  eh 

«""^r^\riif'cupoTdo"0    tutte    le 
quella    vita   da  cui    p.  ,       ^h'  e 

dct'te   vi..;,,   "",  ='"""^/è  mantenute 
nuella  dalla  quale    vengono  e  m 
e  promosse  e  perle.iooate.   fC; 

ATTU.MIE.  g„„,.   3.. 

*  §.  AgS-;,"^",;".^  curdamente 
Efacendos.lor.ad    teneri^  ,^^ 

''"'". ''"^V'f"™^^  e  -Ile  sue  medita- 
luarsr  Linto  loilimen  ,^ 

jioni    che   la   molestia  del  Irefloo 
impediva.   (Ci  .^    (-„.  f,(. 

.^"fst^Lui   i°'amssaudosi  nel  Croci- 
fi?rcofatTro'  più   attuato,   mostrava 

lutto  inleneiirc.   (t  j 

ATTUAZIONE  ^._^     ^,„^ 

§.  Agg.    "'    ''■'^;,^it„.ole    della   sua 
::^,/'/=^aÌnst.a.oneda-sen. 

"•i^TUOSAMENTE.^i.-^;^^"^ 

*„„„o.<o.    Ces.       •'■,      "ment'e   intende- 
po.endo  tutti   cosi  al'uo^amente      ^^^^.^_ 
re  a  Dio,  alle   laudi  sue,    e 
*ATTUTIT0RE...^    ^ 

7AÌÌcU«A.AU«.Z*-.F..agS.50. 


1846 


AVA 


36 


t  AVACCUKE.  Air„.  PalUd.  .-g. 


Ano 


AVACCIO 

t  §■  I.  All'  Ci.  Br.  Reii.  a"e    o5 

«"tt.   Franz.    n,m.    buri.    =gg.    j.     ,,5 

^Av^fzAt^:'— <''--'    ' 

-r.  !„':./'  '■■^■*-*''   -ora... 

nald    d'  Aquin.    ,.    2,4.    p^j    ,^      ,   ';' 
;h    a«„.   .uo    valore  6i  „„,eUo  \Ll\ 

*  §■  VI.  Ar  Proceder!,  corr.  Per  /^r^ 

^^«,S.  x.n....^„.  4.  „„_   ^ 

Que.    p„ch,    ..ffl.i.i  e  miseri  Troiani  Che 

'-;èd:r['al''';';:;'""^^''"'^'^"" 

a»anii  GÌ  due    voli,-  ,li   T,  •  ">:'  "» 

-Ma    Giun.oHMLlt.'cJ  ""■"""» 

AVAMATICCIO,  ...:r«.  Z)„..5 
errore  di  Crusca. 

AVANZATO. 

•■•  §•    Tempo   avanzalo ,   diceu    fì,„lln 

t^:rz::!:::-'n::h''° 'f'' 

PO^'a"o.a.w:„efe'afe':.;rata': 
lo  (<-he  poco    po„o    dire  che  me  ne  la 

-oolee.,„„iJ,nndounpe.o:e";.a: 

.n°iem"e1r;v;,:VVy""'"'  "^  -"ere 

.3rET'°-V^'"-     '^'"■■«3.  corr 
IIJ.  td   cijii  coti  l'avan.o    che    v' nr-n^ 

;pp-^.  a.i'e.ed;ae-t.;:td:-:- 


AUDITORE. 

t  §■   I.  All'  ei.   Sem.  rim.  acc.  i.  83 

-i;.llesal„co.i:Ques.a  hanno  certi  chia. 
mala  >nd„lon.,a  .  Ch' è.  Me.ser  Alessan- 

■irò    "na  faccenda,  Che  l'audUor  non" 
Ila  djla  scnienzia. 

AVE  MARIA,  e  AVEMMARIA. 

-^  S-  Saper    una    cosa   come  l'  Jvem- 

d  ,i'-  '^""'  '"  •  '""■  'S'-  ta  sm- 

'a     3-a'"'''"'  '•■'"''""''''' ^'■e'» 
a   ..3  Avenimana,  e  hacci  pron,e«o 

.n':;:di'ne".^,o  "•"'''«'' "•"""" 

JAVE.NTATO.  Togli  V  .>.  Pa„ad. 
i'-  da  che  la  .lampa  lebbr.  34.  ha  av. 
venlano   e  ,«.,«  è  la  vera  lezione. 

AVERE. 

'  §    III.  Averf-  usato  ec. 

f   vi'iV   r  ■  ,^  "'"■°"'  "''•  ■^  •■  87- 
^p[,'     .Z      ""■"•"  "S'- "•finiti  ec. 
,    ^-   M.   Ali   es.    Cnv.  /.•«.  ,„„    «5 
t|.  XIV.   All'es.  i?cr„.  wi.-'ag.-^-, 

c?on  «r  ""'•"/''/''■""■' J-  chi  le  piae. 
cion  cecche,  e  fresche.  Ma  5'  a,e„i  i  e 

scr  giudic  IO  , 

tS.XXnr.  All'è..    CVWagg.   ,2. 

„„;;.  §■/'•'-  "'/;?^'>-  L".  cTapre. 

'''"•■  I.  74-  Or  «costei  l'ha  fiiialmenie 
-eoo      Questa   rinncgalaccia   della    Mea 
"}  grana    fa    ancor    ch'io  1'  abl.ia  seco 

•■•   §■    XXV.    Soitiluisci  all'  es.    C     f^ 

si     r     ^'    *;!"   "'^"'''   'I  S-    XX.\I.   ii 

e  nel  rT.     "      ""''•  '97-   P"'""  ""• 
renelCanestruccouaacasaperuope^o 

*  g    XXIX.  Poni  in  fin.  (C) 

145.   Allora  aU,ia.e  uno  slecche.fo  d'a»». 
no    o  d.  scopa,  o  d'  altro  legno  ce.  e  an- 


AVE 


^t^S.XXX.V.All'es.A„..,./J,„.,gg. 


rptt'""'''"^~--^i'rur: 
;;"p;:onr;3ri;:;^;;-Zu 

rochi  avanii.  fCj  '•'"o 

t  AVARACC.o"''ril'T;^"i.7-  "' 

«u?  che'  17""  ■"   ""!,'"   ■"'«""--. 
""  dall' usare  .|'.„,;%7;'"'Pr'"  """■ 

.w.*r3,''V  ^^e-  •»  fi"..  *  r»,c/,. 

c..cani„i;.s:-,':a"ce*' ;;•;'"''•''''''"''■' 

S^    HI     Dopo     1;  *  y„^^ 


/'ore.  „„„.  ,4.  .5.  „u%,eco  gli  donasTe' 
e  avessesi  ,,uella  cassa  ' 

t    AVEne   A   ftOIA.    All'  es.   £ern 
'•""■   apB.    I.  86. 

Na  ro"""  "^  *^°'''''°  •  ^'   «COR. 
re?  ^)7?5%*fi"^*6«.- '"-=■'"  «rr; 

j.^™.-ro/o;  che  un  l.uon  eavallo  non  L. 
bla  .ss.,  d.  g,u,„erlo,  di  tal  guisa  corre. 

t   AVERE  CERVI.LLO.  All'      .y,l' 
--•»Sg.  ••84.Eall'es.    Cas.LeU.,ll: 

*  AVERE  CUE  DIRE.  T.  DIRE   /D 
/.e],.*r,r«™-A"-"     -C^^' 

*  AVERE    IN    ROCCA    CIIECCIIES- 
SIA.    Par/ar  di  checchessia.   Sa/,, a.   .„. 

dine  delle  fanciulle,  n.uno  .II,,  co.,  che 
Anna   aveva  in  liocca.  (Cj 

rltì.^'V'LP*^"^'  ^Sg    '0  fine 
/.  Sfa,:  X.   S.  E'ni.  I,„„g„j   „„,e  .•  j 

rovinas.ono   I  cieli .  intra  un'ora  al  „,„ 

èo.7o"    '^""""'    ""■"    >•■  "•>  "l".".' 

t  AVERE  I.N  GRAZIA.  All'è..    C„. 
I.ell.  njg.    IO. 

AVERE  I.V  PETTO.  Togli  io  fi„.  ,,-; 

rA'nK'n"''-°-   *«'-'»  LOCO 

' K.IO.SK    />o.-e  /,„  A  Dio  p,acci„n„  .on,- 

m.m,enteleciltil.hereeo;..An,op,re. 
nano  sonimamcDI.    1.  liberti  dell,    citti 


J.53'!^"^°"°*"'"^"'t««- 
«  AVERE  PARTE. 

roZ  ^'  "■  ^°"  ''"  "'"'  ""'  "T'o  P»rte 
corr.   non  aveva  parte  "^ 

*  A^.EXE  PERFEZIONE.  ^//e«  „xj 
'  "    °'  """  ">  'ke  da   quella  p^tH 
poteva    comodamente   dare    la    Ju.". 
ma  >.  aspeiuva,  che  prim,  ave...  p|  fé." 
none  la  mina  cominciata  ^ 

*  AVERE  RISPETTO. 

*  §.  Allega  l-es.  così:  A  Dio  piaeci.. 
no  .ommamente  le  liberti  delle  cilii  per- 
che  m  quella  ee.  .i  ha  più  mpe,io  ,  o.. 
servao.a  alla  religione.  1"  «"  •  M 

t  AUGE.  Correggi  I.  dJchimt.  cMi  • 
Jern,  aslronomico.  Quel  punto  nel  qua. 
'e  s,  tro,.a  un  pianeta  quando  i  nella  sua 
massima   distanza   dalla    Urrà.   Ed  ... 

I  Vedremo    a  d.lTercnza    del    .u„    diamcUo 
po.to  nell'  auge,  e  n.l  perigeo. 

t  §.  Correggi  la  dichiara..  CO.Ì:  Auge 
pili  comunemente  si  usa  in  senso  fZ. 
rato  e  .ale  Colmo.  Altezza,  Il  /„^„ 
p.u  alto  d.  checchessia.  Ed  .g'g.  i^ i„ 
SaU;n.  Pros.  Tose.  ,.  g;.",^  „„"^ 
adunque  cosi  qualificato  ed  illusue,  e  neU 
la  maggior  auge  dell'  accademia  oo.u.  ec 
ho  ruerliato  .  renderle  tributo  di  umUis- 
iimo   ossequio.    (C) 

*  AUGUME.NTATORE.  Dopo  il  Gr. 
agg.  Pctr.  lett.  Sinisc.  Z!^.  M.  e..o  luu 
«e  ,  molto  pm  augumentalore  famo.o  e 
.ereno,  che  non  e  .tato  ec.  renderà  »re. 
no  II  nostro  mondo.  (C) 

*  AUCURIARE.   Poni  in  fin.   (•) 

J  AULA.   Al  ,.  a.  ove  b.  Buon.  Fier 
corr.  *  Buon.  Fier 

t  AUMU.NTA.NTE.  All'  es.  Bemb.  A- 

"auVieÌ-^/r^e!  "'^- '•"'"""" 

*  §•  "     Al  ...   3.  o...  legge   -l;       ,. 
gnuoli  cer,-.  le  genti  Spagnuole  ^ 

AU.ME.NTATORE...^.  Segr.  Fior. 
IJ».  corr.  Segr.  F.or.  Stor.  I.b.  i  ,38 
AtMEATAZIO.NE.  Agg.  .,  L.^^ 
SnU.n.  I,,sc.  a.  j.g.  All' .rgomeDlo.  ee. 
nella  genera.ione  e  aumeota.ione,  ee.  ri- 
-sponde  con  franca  e  insieme  osctira  bre- 
VMj   An&lntilc.   (C) 

t  Al'.N-OTTA...  F.amn,.  5.  «,„. 
4    Cd  agg.  48.  _  Errore  di  C.iue. 

t  A  UN  PU.VTI.NO.  .  .  .  y.rch.  Su>r. 
9-  agg.  a58. 

t  A  U.N  TEMPO  .  e  AD  UN  TEM. 
ru.  .  tìern.  H,m.  corr.  Bemb.  cans. 
2.   ■ —  Errore  di  Crusca. 

.,7  t  ^^  TRATTO.  .  .  .  Cron.  itor^l. 

»SR.  3a7. 

<  ^,*,'*,\°'-'0-  *SK  '"fi"-  Buon.  Tane. 
q-  4L  i  pura  più  che  non  ii  uu  avo- 
Ilo.  iCj 

J^i  AVOLO....  Cron.  U,rW/.,a. 

*  S  Agg.  ino.nii  a  fC)  Cas  Om 
leg.  in  fin.  Quella  „t,  dunqu,  „„  , 
quale  ■  vo.lri  ooh.li  e  glorio.,  avoli  le 
arquislarooo,  ora  le  conservi  e  difeod. 
^r.  i.r.  ,j.  ,0,  E  Icgne,  e  pielr.  va»', 
ne  ad  una  .ori  e,  La.tre,  e  colonae,  e  I. 
d.raie  tra>i,  the  furo  io  preMO  agli  lor 

pjttll    r   urli   nwi  " 


(»Jtln  p  B|;li  avi. 


«  A>  DETRARR,  f.  A.  Adulter^rt. 
C.u.tt.  rim.  ,  .14.  E  l^gg,,,  .,,„,„  ,^,^ 
pni  che  imbolare  ec.  E  eliti  tener  Più 
eh    .itnllrare.    (C) 

*  AVOLTRO.  /■.  A.  Adultm.  Cmitt 
'■""  I.  5<).  Veder  forte  diletto  DoDna 
che  ..Itomeli,  a  ctitale  Bellor»  e  gio- 
veniate  E  si.  p,ù  .e  ha  manto  .veltro 
e  brulloj  K  ..nar  che  .t.r  nel  haaro.  rCi 

AVOIl.M,,  .,,v.  5.  54.  ..eorr  ex 
5.  34.  I 


i 


A  U  R 

AORA. 

*  §.  111.  Agg.  inninu  i  (C)  L  l\iì. 
E  riduccndoji  per  dir  cosi  U  loro  gloria 
a  un  venlo,  a  una  leggierissima  aura  po- 
polare ,  cH  non  vede  quanto  in  ciò  gli 
Oratori  pU  sojiravaniino  ? 

*  AVKICOLAHE.   CorrcgRi 

*  AURICOLARE  .  J<l'i.  CI"  '"'  '•elu- 
lione. Che  (•ppartienc  all'  orecchio.  Calil. 
Oss.  Jnal.  x3.  E  dal  forame  passa  (  I' 
aria  )  dentro  la  caverna  auricolare.  (CJ 

*  §.  Dilo  auricolare,  riicesi  il  Dito 
mignolo,  perchè  talora  lercc  di  stuzzico- 
recc/ti.  In/per/.  .  .  .  (l''J 

t  AtSAHE. 

'§.  II.  Al  V.  12.  dove  ha*  Ja/f"  corr. 
Sahin.  e  togli  in  fin.  {') 

A  USO. 

t  §.  [.  .  .  .  Farch.  Slor.  8.  corr.  9.  ed 
agg.   a:8.   —  Errore  di  Crusca. 

"t*  A'USPICE.  Allega  gli  es.  cosi:  Ar. 
Far.  19.  33.  Si  celebrò  con  cerimonie 
sante  II  matrimonio,  eh"  àuspice  ebbe  A- 
more ,  E  pronuba  la  moglie  del  pastore  . 
*  Tac.  Vav.  Ann.  11.  l38.  Ella  udisse 
le  parole  degli  auspici.  (C) 

AUSPICIO. 

t  §.  IV.  Air  es.  Bern.  rim.  agg.  I.  62. 

f  J   AUSTERO *  Pallad.   agg. 

Marz.   28.  e  dote  hn  contrite  agg.   ec. 

•j-  *  AUTARE  .  /'.  //.  Aliare.  Bui. 
Purg.  29.  1.  La  fede  che  1' uomo  ha  nel 
sacrifiiio  dell'  aulare  del  corpo  di  Cri- 
no. (■/-; 

•f  AUTENTICARE.  Agg.  in  fin.  (il 
Testo  pag.  320.  ha  busgie;  di  che  V.  il 
Boll.  Ao(.  /•>.  Cuitt.  279).  *  Pros.  Fior. 
Bellin.  Leti.  4.  I.  25tì.  Certuni  son  tan- 
to scrupolosi  ,  che  non  vogliono  credere 
le  cose  anche  evidenti  .  se  non  sono  au- 
tenticate d.iir  autorità  de' Padri.  (C) 

*  AUTEJiTlClllSSlMO  .  Superi,  d' 
Autentico.  Pros.  lior.  Birgh.  Lelt.  \. 
4.  60.  Io  ne  ho  veduti  due  di  questi  in- 
ttrumenti  auleulichissimi ,  talché  non  mi 
pare  se  ne  possa  dubitare.  (Cj 

t*  AUTEZZA.  ..  Giiilt.lett.  5.  22. 
agg.  Umiliatevi  a  lui  ec.  iu  tal  guisa 
che  1' 

t  AUTORE.  Agg.  innanzi  a  (C)  Ar. 
Fur.  II.  25.  Qual  sagra,  qual  falcon  , 
qual  colubrina  Sento  nomar,  come  al  suo 
autor  più  aggrada. 

*  §.  Per  Facitore.  Borgh.  Col.  402. 
Siila  potentissimo  autore  e  acerbissimo  di- 
fensore della  legge  sua.  fCj 

f  J  §.   VII.  Agg.   in  6a.  *  Borgh.  Col. 
A02.   Può  parere   cosa   strana  ec.  che  ec. 
gli  non  toccasse  un  motto  mai  delle  pr: 


eg 

me  condotte  delle  Colonie,  delle  quali  sen- 
ta dubbio  era  autore  il  popolo.  (i'J 

3  AUTORITÀ  .  Gli  es.  del  Guicc.  al- 
legali così:  Ouicc.  Star.  2.  353.  Confor- 
tandolo che  ec.  mandasse  a  Mantova  una 
persona  notabile  con  ampia  autorità.  F  4- 
QI.  Indirizzò  ec.  la  forma  dell'  accordo  , 
al  quale  per  ultimo  si  risolveva,  con  auto- 
riti  di  stipularlo  in  caso  che  ec. 

:v  §.  X.  Agg-  in  princ.  Tass.  Lez.  Son. 
Cas.  182.  Ma  non  voglio  per  ora  che 
mi  vaglia  1'  autoril'a  del  Petrarca. 

*  §.   XI Guicc.  Slor.    lib.  agg. 

I.  122.  La  qual  città  confederata  col  Re 
di  Napoli,  e  co'  Fiorentini  aveva  seguitalo 
la  loro  autorità.   E 

AUTU.NNO Dant.   Inf.  8.  corr. 

Dant.  Inf.  3. 
t  3  AVVALLARE. 
if  §.  Avvallare ,  in  signijic.  neutr.  e 
neutr.  ptss.  per  Divenir  più  basso,  me- 
no elevalo.  Dillam.  5.  6.  Dintorno  dalle 
mura  e  dalle  fossa  La  città  tutta  e  per 
lo  mezzo  vidi  Cosi  come  s'  avvalla  e  si 
rindossa.  Fir.  Dial.  beli.  dona.  407.  Voi 
dovete  sapere  che  ordinariamente  si  dor- 
me più  io  sulla  tempia  deitia,  ch«  ia  sulla 


A  V  V 

sinistra  ,  laonde  avviene  che  quella  par- 
te, per  esser  più  depressa  e  ammaccata, 
viene  a  avvallare.  (C) 

t  3  AVVANTAGGIO.  Agg.  Ciò  che  i 
utile  a  i/ualcuno.  E  al  v.  2.  ove  ha  com- 
modeum.  corr.  compendium  .  E  1  es.  G. 
y.  II.  135.  3  .  allegalo  cosi:  11  gentil 
Signore,  e  bisognoso  pellegrino  ,  per  suo 
avvantaggio  a  richiesta  de'  delti  suoi  a- 
mici  e  grandi  di  Firenze  ec  .  accetto  la 
'mpiesa.  E  degli  es.  G.  F.  II.  5l  .  7. 
Dant.  Par.  e  Salvia,  fanne  §.  come  segue. 

*  §.  Avvantaggio  ,  vale  anche  Su/ie- 
riorità.  Quello  che  si  ha  di  più  degli  al- 
tri in  rjualstsia  genere  .  Lat.  auctnrtum. 

u   G.    V.   .  .   .   JJiint ».  Salvia. 

Disc.  .  ..  (C) 

AVVELEiNARE.  L'  es.  E  202.  ponilo 
tra  le  virgolette. 

*  AVVElNANTEZZA.  V.  A.  Bellezza, 
Avvenenza.  liim.  ani.  lac.  Leni.  1.  3o6. 
Non  mi  parete  femina  incarnala.  Ma 
f,illa  per  gli  Bori  di  bellezze.  In  cui  tut- 
ta vcilude  è  divisata  ,  E  date  a  voi  tut- 
te avvenanlezze.   (C) 

*  AVVENENTE  .    Susi Rim  . 

ani:    Guid.    G.   a:g.    1.   192. 

AVVE.>IME.\TO. 

f  §.  1.  L'cs.  Seal.  S.  Agost.  correg- 
gilo ed  allegalo  così:  Seal.  Claustr.  43o. 
Se  tu  se'  l'erma  nel  santo  proponimento  , 
tutto  s' adoprcr'a  in  tuo  Lene:  e  del  suo 
avvenimento  in  te,  e  del  suo  partiincDlo 
da  te,  tu  meriterai  grande  guadagno. 

sii  g.  Per  Grazia  ,  Avvenenza  .  Bim. 
ani.  i:nrlolonimeo  flaconi  da  Siena.  1. 
l65.  In  piacer  si  mi  lene  Lo  suo  avve- 
nimento E  lo  bel  portamento  Che  dona 
misuranza  ,  Che  d'  amar  mi  conveue  .  £.' 
Zac.  da  Leni.  277.  Che  lo  suo  avveni- 
mento D'  amar  mi  travaglia  ,  E  coman- 
dami a  dare  A  quella  a  cui  consento  Co- 
re e  corpo  in  sua  baglia.  (C) 

AVVENIRE.  .  .  .  U.  F.  7.  39.  5.  corr. 
G.   V.  7.  39.  3. 

§.  XV.  Agg.  in   6n.  *  Buon.   Fier.   3. 

2.  l5.  Tu  se'  impacciata  ,  non  ti  s'av- 
vien  nulla.  fC) 

*  AVVENIRE.  A'onie.  Grazia,  Por- 
tamento. Bim.  ani.  Dant.  Maian.  2.  44^. 
Ver  me  non  sia  sdegnosa  Vostra  cera  ri- 
dente. Gentil  donna  piacente.  Con  lo  dolce 
avvenire  ;  Ch'  eo  non  fino  servire  Vostro 
nobile  affare.  (C) 

*  AVVENTOliE. 
t  §■   All'  es.   Fir.    rim.    buri.    agg.    I. 

277. 

AVVENTURA. 

§.  I.  Agg.  in  fine.  *  Ar.  Fur.  29. 
54.  Indi  verso  i  due  gio\ani  s'avventa. 
Dei  quali  un  più  che  senno  ebbe  avven- 
tura. (C) 

3   AVVENTUROSO. 

*  g.  I.  All'  es.  Cas.  Off",  com.  agg. 
98. 

if  §.  11.  L'  es.  Ar.  Fur.  22.  47-  Pa- 
nilo tra   le  virgolette. 

t  AVVENUTO.  All'  es.  Bemb.  Asal. 
I.    agg.    1. 

AVVERAMENTO.  Agg.  in  fin.  *  ('e.r. 
TU.  Crisi.  4-  3oo.  La  profezia  di  Cristo 
ebbe  soprappieno  l'avveramento.  (C) 

J  AVVERARE. 

*  g.  1.  Agg.  innanzi  3  (C)  Plut.  Adr. 
Op.  moi:  5.  140.  AgcmacQ  1'  avverava  col- 
la storia. 

S  AVVERSARE. 

*  g.  Agg  innanzi  a  (C)  Segner.  Mann. 
Lugl.  27.  2.  Meglio  è  un  amico  che  av- 
versa ,  che  non  è  un  nimico  che  adula  . 
E  appres.fo  :  Amico  che  ti  avversa  è  il 
dettame  della  coscienza  ,  e  a  questo  dei 
voler  bene.  Che  se  pure  non  vuoi  che  ti  av- 
versi più,  e  tu  soddisfallo. 

AVVERSARIO.   Susi.  .  .  ■   Petr.  son. 

24  4-  '""■  P'""  ""'•  '4  4'  —  ^  ^^^ 


A  V  V 


1847 


lOU.Eson.  37.  — Ed  agg.  innanzi  a  fC; 
Giov.  Geli.  lit.  Al/.  (K).  Era  dunqua 
universalissimamente  fra  tutti  per  una 
sciocca  bravura  loro,  un  dispregio  inara- 
viglioso  degli  avversarii  di  maniera  che 
ec.  non  tenevan  conto  alcuno  da  fortifi- 
care il  campo.  Slor.  Eiir.  3.  54-  Gl'lm- 
bascìadori  ec.  lo  avvisarono  del  nuovo 
esercito  sopravvenuto  al  suo  avversario  , 
e  lo  messero  in  tanto  sospetto  che  ec. 

^-  §.  Avversario,  più  comunemente  dt- 
cesi  Colui  col  quale  si  litiga  in  giudi- 
zìo .  Lat.  adversarius  .  Ar.  Supp.  !^.  8. 
La  differischitto  (  la  causa  j  E  giorni  e 
mesi  tanto  in  lungo  menino.  Che  stanco 
alfin  di  spese,  atlauni  e  strazii  Brami  ac- 
cordarsi teco  il  tuo  avversario  .  Varch. 
Sen.  Bea.  6.  5.  Nelle  corti  si  separano 
le  azioni,  e  se  noi  ci  richiamiamo  d'  al- 
cuna cosa  ,  1'  avversario  non  ci  riconvie- 
ne della  medesima.  (C) 

t  AVVERSO  .  Add.   Dopo   il   g.   III. 

"SS-  ,      ^  „ 

:?  §.  Avverso  ,  dicesi  anche  delle  co- 
se, che  portano  nocumento  ,  danno.  Alam. 
Colt.  5.  119.  L'infiammante  nasturzio  ai 
serpi  avverso.  !Cl 

t  AVVERTIRE.   All'  es.    Urb.  agg.  20. 

V  §.  VI.  Al  V.  8.  dove  ha  godere  a 
star  bene  corr.  godere  e  star  bene 

AVVEZZARE. 

§.   I.  E  neulr.  pass.  Assuefarsi. 

•:•  g.  E  col  di.  Cr.  9.  3.  E  per  questa 
medesima  cagione  sì  deono  quivi  appic- 
car de'  freni,  acciocché  quando  son  pule- 
dri ,  s'  avvezzino  di  vedere  i  visi  degli 
uomini  ,  e  d'  udire  il  romor  de'  fre- 
ni. (C) 

t  3  AVVIAMENTO.  All'  es.  Cron . 
Fell.  agg.   52. 

*  AVVIARE. 

f  g.  IH.  All'  es.   Cron.  Fell.  agg.  22. 
AVVILUPPARE. 

♦  g.  Avviluppare  il  cervello  ad  uno, 
vale  Confonder  uno  ,  Imbrogliarlo.  Fir. 
Trin.   2.  4-  Eh  tu    mi   vai    pur    avvilup- 

ndo  il  cervello  :  deh  lasciami  star  di 
h'  ì'  ho  stizza  pur  troppo.  (C) 

:?  AVVISA,  y.  A.  Avviso,  ia  senso 
di  Parere,  Credenza;  onde  Essere  avvi- 
sa ad  uno  ,  vale  Parergli  .  Guilt.  Bim. 
1.  4.  Ma  se  legge,  né  Dio  non  l'impo- 
nesse ec.  M'  è  pur  avvisa,  che  ciascun  do- 
vesse. Quanto  potesse,  far  che  ec.  (C) 

t  AVVISARE  .  All'  es.  Urb.  agg.  38. 
e  dove  legge  avvisarmi,  corr.  avvisarne. 

f  §.  VII.  All'  es.    Urb.   agg.  39. 

t  AVVISATO. 

t  g.  IV.  All'  es.  Cron.  ilorell.  agg. 
307.  E  dove  ha  dava  balia  corr.  dava  la 
balia 

•'.-  §.  Uomo  avvisato  è  mezzo  salvo  , 
proverb.  che  vale  Che  chi  e  avvertito  di 
qualche  pericolo,  può  da  se  stesso  scan- 
sarlo, (C) 

t  5  AVVISO. 

t  g.  I.  Togli  r  es.  Plut.  Adr.  Op. 
mar.  e  fanne  §.  cosi  : 

*  g.  Per  mio  avviso  ,  o  simili  ,  volt 
Per  quello  che  ne  pare  a  me,  0  simili. 
Plut.   Adr.    Op.  nior.  .  .  .  (C) 

V  g.  II.  Al  v.  2.  dove  ha  Bocc.  nov. 
corr.   «  Bocc.  nov. 

f  *  g.  Vili.  Agg.  in  fine.  Alleg.  94- 
Che  qua  e  là  bisogna  pacienza  Avere  ,  « 
corta  vista,  e  lunghe  mani,  Sottdi  avvui. 
e  grossa  coscienza.   (0} 

•■.-  g.  Andar  suW  avviso ,  vale  Proci- 
der  con  cautela.  Tass.  Amint.  I.  2.  Pe- 
rò figlio.  Va'  suir  avviso,  e  non  t'  appres- 
sar troppo  Ove  sian  drappi  colorati  •  d 
oro.  (C) 

*  g.  SIV.  Agg.  in  princ.  Rim.  ant. 
iless.  Polo  I.  127.  Ch'  uom  trema  di 
paura,  ed  è  d'  avviso  Che  ciò  posa'  esser 
vero  a  chi  lo  'ntende. 


pa 
grazia, 


i848 


A  V  V 


AVVISTATO,  v^/  I-.  g.dove  ha  E  co- 
me gli  era  avvislAio  ,  corr.  £  come  egli 
era  avvuUtol  JCJ  og^-  in  fin-  ^  Salvin. 
Seno/.  5.  117.  IVnso  di  navigare  ìd  Ita- 
lia, e  cumprjie  schiavi  avviìlati,  e  scbia* 
Te,  e  allro  servizio  d*  utensili  per  la  ca- 
ia. (C) 

*  AVVISTO  .  Agg.  io  piine.  Cecth. 
Mogi.  3.  7.  O  dove  e  egli?  AVi.  Saras- 
»i  avvisto  della  cosa  e  ìlatula  a  gambe  . 
Cor,  leti.  invd.  2.  60.  Si  debbono  essere 
ormai  avvisti  d'  avere  sposata  una  briga 
da  nou  voleila  volentieri.   (C) 

:^'   AVVIVAMKNTO.  Poni  io   6n.  (•) 

AVVIVARE. 

•■■  §.  Avvivare,  si  dicc  anche  de"  colo' 
rìf  e  vale  Renderli  più  fU'i.  /iart.  Htcr. 
Sav.  2.  9.  419.  Ma  quella  (/a  nobiliti) 
ìd  fine  DOQ  conferisce  alla  virtù,  più  cbe 
al  vixio  ,  come  la  veroirc  serve  alla  di- 
pintura  sol  per  avvivarne  i  colori.  fC) 

*  AVULSO.  JdJ.  da  Jivl/cre.  Car. 
J£n.  l.  12.  VA  ambi  i  rapi  da' lor  troD- 
cbi  avulsi  Anzi  il   carro  si  pose.  (C) 

^  AVVOCAIlE.  Agg.  io  princ.  Tac. 
Dav.  ytnn.  .*>.  108.  E  dullosi  co'  Padri , 
cbe  per  inganno  d'  un  Setiaturc  la  mae- 
stà dell'  imperio  fussc  bcfiala  pubblica- 
mente .  avvocò  a  se  tutta  la  causa.  (Cj 

•ù'  AVVOCATURA.  Professione  dell' 
avvocato.  Ccx.  l'^ior.  Sfor.  3.  54-  Io  era 
nvvidto  air  avvocatura  ed  al  trattare  le 
cause  degli  uomini ,  ma  ora  non  vu*  più 
nulla  a  far  col  mondo.   (C) 

t  AVVOGADO Amm.   ani.  9. 

J45.  corr.   /tnim.  ytnt.  p.   i^S. 

t  3  AVVOLGIMENTO. 

t  g-  IH.  Air  es.  lìocc.  Iclt.  agg.  Pi/t. 
lìoss.   288. 

->  AVVOLTABILE.  Jl  v.  L  ove  ha 
gruppi  infermi,  corr.  gruppi  ioformi  .  E 
al  V.  p.  oi'C  ha  avvollabili  a  corr.  av- 
voltabili  inlurno  a 

t  5  AVVOLTICCHIARE  .  Sostituisci 
alla  di<biaraz.  /iHorcere.  Lai.  torquere , 
contorqucre.   E   dell'  es,  fanne  §.   cusì  : 

'?  %'  K  figuratant.  u  Car.  Leti.  1. 
19.  .  .  .  H.  (C) 

AUZZAMKiNTO  .  Allegane  cs.  *  Pel- 
li/!. Disc.  I.  18.  La  ruota  di  subito  scema 
la  sua  misuv.-)  ,  ed  ba  bi&ogoo  di  nuovo 
.-luuamento  per  poter  affilare.  (C) 

5  A  ZOi\XO Lai.  peregre.  agg. 

j  Orar,   e  togbio  dopo  ìl  Gr. 

">i^  §-  ii  figuratimi  .  agg.  Mandare  il 
cervello  a  zonzo  ad  uno  ,  vale  Confon' 
de  rio  ,  Cavarlo  de' gangheri.  E  dove  ha: 
Fir,  Trin.  4.  5.  corr.  /'ir.  Trin.  4.  6. 
—  Errore  di  Crusca. 

AZZEHUOI.A.  ce.   Correggi 

t  AZZI-.RLOLA.  Lo  stesso  che  Laz- 
lemola.  #  Sodvr.  .  .  . 

AZZEHUOLO.  ce.  Correggi 

t  AZZEhUOLO.  Lo  stesso  che  Laz- 
zn-iiolo .  l'al/ad.  Cena.  18.  Di  questo 
mese  &*  innestano  i  tuberi,  riuc  ^li  auc- 
ruoli  nel  melo  cotogno  ,  *  /'zi.-.  Colt. 
198.  Anne»t.i  mandorli,  aucrnuli,  atbi-r- 
cocclii  ,  pcsrbi  ,  e  se  altro  vedi  muove- 
re, rO 

Se  AZZIMA.  Pasta  senza  lie%'ito.  Mae- 
striizz.  t.  3.  IC  avvegnaclib  più  ragione- 
vole foyj  .via  di  sarriBrare  in  aztima  cbe 
in  formcnraln,  nnndimcno  peci  bei  ebbe  il 
Greco,  »r  egli  sacnfirjfsc  in  nttima,  per- 
fhe  farobbe  contro  all'  ordinaiut- ulo  della 
sua  Cbiesa.  (Cj 

t  *  AZZULLAIIE.  .  .  Car.  Mattacc. 
agg.  son,  5. 

t  AZZUFFATORE.  .  .  Cron.  ì'elL 
agi:.  60. 

3  AZZUltllO. 

t  #  g.  I.  Air  ri.  Pera  .  lUm  agg. 
1.  io5. 

S*   'I l'as.   f'it,  Piion.    corr.   'è 

ì'as.    f'ti.  Pnon.  ed  agg.  in  fin.  (ft) 


B  À  B 


B  A 


t  *  BABBALEO.  Allega  1'  ej.  così: 
Paldov.  Dram.  3.  2.  Io  poi  non  credo 
già  D'  esser  qujlcbc  tarullo,  o  babbaleo. 
Ma  di  star  forte,  e  reggere  alle  botte  Con 
quei  che   più  ne  sanno.  (A) 

fBABBlONE  All' es.  /.aiC.  iìim.  agg. 
1.  l8.  ed  allegalo  cusì:  Me  per  questo  ha 
la  villa,  Come  molti  babbion,  punto  in- 
grossalo, Cbe  mutan  condicioo,  mutando 
sialo . 

t  BABBUASSAGGIXE  .  Corr.  la  di- 
chiarai .  cosi:  (Qualità  di  chi  è  bebbu- 
asso . 

^  S-   Pabbuassaggine ,  vale  anche  Cosa 

detta,  o  fatta  con    bahbiiassaggine  ,    Cota 

I   da   babbnasso.   lied.  I.ctt.   in   Magai,  lett. 

[firn.    I.    228.    M'avvidi   cbe    era   un   bab- 

buassu  come  prima,  e  come  tale  le  mando 

al  solilo  alcune  mìi-  babbuassaggini.  (C) 

BABBUSCO.  To>;li   in   fin.   (') 

BACARE  .  Agg.  in  fine,  -è^  Red.  Ins. 
III.  Avendo  poi  considerato  che  vi  son 
molti  fruiti  e  legumi  cbe  nascono  coperti 
e  difesi  dj'  loro  incogli  o  baccellelti  clic 
pur  bacano  ed  intonchiano.  Sangall.  Jlsp. 
T>anz.  17.  Se  nel  bacare  P  acqua  non  s' 
imbattesse  ad  osservare  queste  piccole  na- 
vicelline  ,  nou  mi  tacci  di  menzogne- 
ro.  (C) 

3  BACCANALE.  Dopo  1'  *  agg.  Pliit. 
/idr.  Op.  mor.  1.  335.  Le  danze  bacca- 
nali  nominano  devozione,  religione  e  cul- 
lo divino.   (Ci 

t  3   BACCANELLA. 

^  g.  I.  Al  V.  I.  ove  ha  bacchanella 
corr.  baccanella  Ed  al  v.  5.  ove  ha  bac- 
canclla.  corr.  baccanella  ».  (Cj 

*  BACCANTE.  Add.  Agg.  in  fine. 
Ces.  D.  Rag.  3l.  Nel  Corso  quanto  egli 
è  lungo,  nella  folla  de'  barranti  Frantesi 
non    si   trovo  un   solo  de'  Romani.  (C) 

BACCELLACCIO. 

g.  j4l  V.  4-*"'^  '■"  crede  è  siano  corr. 
crede  che  e'  siano 

*  BACCHETTATA  .  Avanti  Segner. 
agg.  /  arch.  Le:.  Pant.  2.  374-  Giudi- 
cai esser  ben  fallo  dì  proceder  modesla- 
mcnlc  colte  parole,  e  non  rinfacciarvi  le 
barcbcllate  dalcvi  così  giuslamcnlc»  e  cosi 
pubblicameolc  in   sul   viso.  (Cj 

*  BACUERELLO.  Pini,  di  Baco. 
Ponom.  Oss.  Peli.  l3.  Vengono  guasti 
ce.  da  certi  altri  minutissimi  bacbcrel- 
li.   CO 

'>  BACHEROZZOLINO.  Diw.  di  Ba- 
cherozzolo. Ponom.  Oss.  Pel/.  3.  Que.*lo 
globcUo  osservato  col  microscopio  rav%i- 
saninio  con  ccrtecia  indubitala  eh'  egli 
era  un  minutissimo  bacherouolino.   (C) 

•f  3  BACIARE.  Air  cs.  /•:  Coni.  Jnf. 
agg.  I.  322.  ed  allegalo  così.-  E  quasi 
occupando  con  la  persona  il  potere  qucsli 
due  esser  veduti  da  alcun  allro  della  sala 
che  da  lui ,  fece  che  essi  si  baciarono 
insieme . 

t  K-  V.  Agg.  in  fine.  Car.  Lftt.  To- 
mit.  69.  K  pregandola  er.  a  ringraziarne 
per  una  sua  umilmente  S.  Sanlilà,  e  ri* 
rordìindole  anco  a  mand.ir  uno ,  se  le 
pare,  n  baciariirle  il  piede.   (C) 

fF  g.  Hactnr  la  veste  ,  formola  di  sa- 
lutare che  si  pone  per  lo  più  in  fine  di 
lettera  diretta  a  gran  personaggio.  Calli, 
lett.  (Jout.  ili.  1.71.  E  t|ui  umiimrnle  in- 
cbaiandunii  K-  bai  10  la  veste.  A'  2.  3l5. 
Slarù  pei  tanto  al  tendendone  I*  cflello  ; 
mentre  con  umilia  alla  S.  A.  bacìo  U  ve- 
ste, e  nella  buMoa  gruia  di  VS.  llluslriss. 
mi  rorcoMiaudo .  f('^ 

BACINO.  Al  V.  9.  o.e  legge  siede 
corr.    finir  —  Purch.   2-    28.   corr.  2-  S8. 

f  f;    MI    All'è».  Cai.  firn.  a^^.  buri.'}. 
I        liACl'O.   Correggi 
I       3   BACl'O.    Sust.     Vi  tre  stlhfx  col- 


BAC 

/*  accento  sulla  seconda.  Some  di  stto,  o 
piaggia  volta  a  tramontana  ,  0  riparata 
dal  sole;  contrario  di  Solatio.  Lai.  locus 
opacus.  Or.  avr/>to;.  Luigi  Pule.  Bec. 
l5.  So  che  noi  ne  farem  buon  lavorio, 
E  rechcralì  dì  verso  il  bacio  .  ^  Baldov. 
Lam.  Cecc.  37,  Presi  a  questi  di  arrieto 
anche  un  leprotto  Laggiù  nel  me*  bacio 
presso  al  pantano.  (Cj 

^  ^.  A  bacio,  posto  avvtrbialm.  vale 
Dalla  parte  di  tramontani,  o  dove  batte 
poco  il  jtn/e  .  u  Cr.  4-  5.  3-  Le  feconde 
(viti)  e  le  sode  (poni)  nel  magro  ec. 
i  ovvero  quelle  che  di  duri  acini ,  a  bacio 
più  sicuramente  fioriscono.    (C) 

'r  %.  E  figuratam.  *  Lor.  Med.  canz- 
40.  5.  Non  è  ver  cbe  amor  sia  orbo. 
Anzi  vt-dr  iniino  a'  cuori.  Non  vorrà  che 
qucsli   fiori  Simprcmai  slieoo  a  bacio.  (C) 

'.'  BACIO.  A'td.  Che  enei  bacio.  Po- 
sto a  bacio,  m  Dav.  Colt.  l85.  Pero 
stanno  bene  per  le  corti ,  ne*  pollai ,  e 
luoghi  murali  e  bacìi.  E  I9l.Ne'  luoghi 
solatìi  (i  bruchi)  fanno  il  fiocco:  ne'  bacìi 
non   se  ne  genera  »  .  (C) 

t  3  BACO.  All'cs.  Lasc.  Rim.  agg. 
I.    2l3. 

^  g.  VII!.  Atl'es.  Lasc.  Rim.  i^g.  I. 
25i-).  ed  allegalo  cosi  :  Ma  bachi  e  scia  fate 
E  olio    e   biade  e  legumi  inceliate.  (C) 

*  BAGOLINO  .  Allegane  es.  Ponom. 
Oss.  rell.  6.  Dentro  le  quali  bolliccUe 
continuando  que'  barolini  la  solita  rosica, 
tura  ,  son  fonuli  gli  uomini  a  grattar- 
si. (C) 

BADAGGIO.  Al  v.  2.  ove  ha  g.  III. 
corr.   g.   IV. 

BADALUCCARE. 

g.  I.  ..  .  Tac.  Dav.  Ann.  \.  2%.  corr. 
1.  23. 

BADARE.   Agg,  dopo  il  g.  II. 

u-  g.  E  in  signfic.  ati.  Vrot.  Fior. 
Pelila,  lett.  4-  1-  258  Egli  è  un  luogo 
tanto  recondito,  che  ognun  lo  sa,  ma 
non  lo  bada.  (C) 

*  g.  Mentre  il  can  bada,  la  lepre  se 
ne  va  ,  dicesi  in  proverb.  ad  accennmrt 
che  Chi  non  sollecita  quando  può  ,  per- 
de l'occasione.    /'.    CA.NE .   g-    LIV.   (  O 

t?  g.  Badar  tanto  al  cacio  ,  che  la 
trappola  scocchi;  detto  proi  erb.  che  sigmi- 
fica  Star  tanto  in  un  percolo  allettato 
da  quali  he  piacere  ,  che  il  perìcolo  so- 
pravventra.    /'.   CAlIO.  g.   MII.   (Cj 

*  BADATO.  Add.  da   fiaJart.  (Cj 

s?  g.   St-ire  a  canna  b.idal.i.   f .  CAN- 
NA ,  g.   XV.   (C) 
BADIA. 

*  g.  Radia,  talora  vaie  anche  Pene- 
fizio  .  Mor.  Pur.  3.  69.  Era  per  questi 
tempi  una  pessima  consuetudine  in  tulio 
il  regno  di  Francia ,  cbe  i  principi  se- 
colari ,  chiamando  s^  slessi  alati  ,  si  pi- 
gliavano, quasi  come  in  uu  leudo,  le  ba- 
die più  grasse  e  migliori.  Ar.  sai.  3.  D* 
uficii,  di  badie,  di  lì^ra  Cbiesa  Fursc  a- 
dagiato   alcun   vite   giocondo-   (CJ 

t  BVGAc.LlL'ME Mail.    Fram^. 

nm.   buri.   agd.   2.    188. 

t  3  BAGNO  .  Agg.  >lla  dirhiarat.  Ael 
numero  del  piii  presso  glt  nntichi  fa  ta- 
lora  P,ìgnora. 

t   BAIA. 

*  g.  I.  L*  es.  —  Red.  Un.  B«ìc  Ur- 
nesche — alle);i«lo  coti  :  /Cei/.  /c/f.  |.  260- 
Si  ^  risniuto  pariroenle  og^i  di  non  istam- 
pare  in  questo  primo  volume  le  liate  bei- 
ncsrbe.  (C) 

§.  li.  I.*es.  Rem.  rim.  I.  74*  •'*<*?»'*' 
cosi  :  Guaida  se  la  fortuna  vuol  la  !»•«* 
La  in'  ha  lasciato  »tare  insino  a  ura  Or 
vuol  eh'  io  m'  ionauiori  in  roÌ4  vec- 
chiaia. (C) 

*  BAU  .  Spezie  di  piccolo  golfo  .  1/ 
cui  ingresso  e  più  stretto  dei  meiso,  do- 
ve  sogliono  ripararsi    le   navi    •ia    certi 


B  A  I 

venti  s  Caia.  Pros.  Fior.  Sasseti.  Utt. 
4-  3.  4'-  Vcnoe  a  pigliar  porlo  nrlU 
baia  di  Goa  a'  20.  di  sfUcmbrc  .  /•,"  ,^2. 
Demmo  fondo  iu  <{ueìla  l>aiu  dì  Cociri 
no.  (C) 

S  BAIABE. 

*  §.  Il ^4r.  sat.  2.  corr.  ^r. 

sat.  3. 

*  BAIATA. 

■f  §.  I Matt.   Franz,  rim.  buri. 

agg.  2.  io8. 

*  S.  11.  AH'  cs.  Benv.  Celi.  Vit.  agg. 
2.   288. 

*  BAILARE  .  V.  A.  putrire ,  Ai /e- 
vare  .  Dillam.  6.  7.  Poi  per  seguir  de' 
parenti  la  voglia,  Si  sposa  a  Cleolas,  fra- 
tei  di  quello  Che  bailo  Cristo  ,  e  Io  ve- 
>lf,  V  lo  spoglia.  fC) 

*  BAILI'À  .  /'.  A-  fiaiia.  Rim,  ani. 
Lotto  di  Sfr  Dato  Pisano.  I.  392.  E 
all'alma  luilia  Ha  loho,  che  del  malfar 
penitenza   Kon  ponno  aver.   (C) 

t  5  BAIO.  Togli  Tcs.  Pallad.  Marz.  25. 

t  BAIONE ì'arcìi.    Star.    l5. 

agg.   591.  .        „        . 

t  BAIUCOLA.   Agg.  in  fin.   Eed.  feti. 

I.  157.    Gradisca  Y.   Sìg.  Eccellentissima 
ifueste  mìe  haiucolc  ec.   (C) 

*  BAIULARE.  Poni  in  fin.   (') 

t  BAIUZZA.  .  .  .  Vit.  Benv.   Celi.  2. 
47.  3.   corr.   Bem\    Celi.    I  it.   2.  4?3. 
f  BALBOTIRE.  AU'es.  Galat.  agg.  61. 
't  5   BALENO.  .  .  .   Ott.    Coni.  P„rg. 

I I.  corr.  21. 
BALESTItATE. 

§.  I Fi/oc.  3.   181.  corr.  4.   l8l. 

BALESTRATA. 

§.  Allegane  es.  ^  Lasc.  rim.  2.  5q. 
La  balestrala  che  sopra  le  mura  Di  Pisa, 
combattendo,  riceveste.  (C) 

t  BALESTRIERE.  .  .  .  Cron.  Mordi. 
agg.  286. 

BALLATRICE Piitt.  Adr.    Op. 

mor.   3l2.   con-.    3.    3l2. 

t  BALLO. 

t   g.   III.  .  .  .  difesi  agg. /^"rnfnm. 

BALLOTTARE.  .  .  .  Cass.  corr.  Cas. 

BALOCCO. 

§.  Agg.  iu  6n.* /?f//j/i.  Disc.  1.  Il3. 
E  vi  è  di  voi  chi  la  chiama  un  grillo  ec. 
dii  un  b.ilocco,  o  un  dondolo,  o  un  tra- 
stullo. (C) 

BALORDAGGINE.  Agg.  3/(T/iCfl/iZ(i , 
Dijl-lto  d'  inoe^no  ,   o   di  giudìzio  j 

3  BALORDERI'A.  Togli  l*  es.  Cas.  leti. 
'•  fanne  §.  come  segue;  ed  agg.  in  fine. 
*  Bemit.  leti.  2.  2.  35.  Lascio  addietro 
la  lordura  ,  e  la  balordena  sua.  (C) 

^  §.  Si  dice  ancìie  delie  /izioni,  e  dei 
Discorsi  cite  manifestano  mancanza  d'in- 
'jf-gnOfO  di  giudizio.  -  Cits.  ictt.  SS.-"-  (C) 

•f  BALSAMO  ,  e  anticam.  BALSIMO. 

t  BALUARDO.  .  .  .  ^fatt.  Franz,  rim. 
l'iirt.  agg.  2.  i33. 

BALZARE.  Corr.  il  §.  VII.  come  segue: 

t  §.  VII.  F  {>afzar  la  palla  ,  o  Bal- 
lar la  pa/la  in  mano,  o  sul  guanto,  i'a- 
V  Venir  l*  occasione  opportuna  di  far 
iecchessia.  *  Lasc.  Parcnt.  5.  2-  Vada 
■  ome  vuole  ,  la  palla  v*  ha  a  balzar  sul 
guanto.   iC) 

t  *  BALZEGGIARE.  All' cs.  Ailegr. 
.i^g.  95. 

t  BALZELLO  .  AU'es.  /?urc//.  agg. 
1.  33.  Ser  Catanzano  vide  gi'a  una  6ata 
«T.   F.  ove   legoe  Fuggissi  corr.  Fuggirsi 

*  BAMBINATA.  Azione,  o  Cosa  da 
l'ambino.  Pros.  Fior.  Bellin.  iett.  ^.  i. 
275.  E  io  jier  non  tenerla  in  poute ,  e 
perchè  eli*  è  una  bambinata  ,  gliele  vo 
dir  subito.   (C) 

3"  BAMBINO  .  Togli  1'  cs.  Sen.  Ben. 
f  ardi,  e  fanne  §.  così: 

^  §.  Avere  a  fare ,  o  Fare  il  bambi- 
no ,  %ale  j4vere  a  partorire,  0  /'arto- 
rire.  «  Sen.  Jien.  l'anb,^.  35.  .  .  .  "-(C^ 
ì'oca'joiano    T.   II. 


B  A  M 

^  §.  Bambino,  talora  si  piglia  in  sen- 
so  di  Semplice  ,  Soro  .  Segner.  J/icr.  2. 
20-  l5.  E  forse  il  mondo  cosi  I)jmbino, 
che  possa  iiigaunarsi  con  qucalc  iole.  (C) 

BAMBO  .Togli  r  es.  Bemb.  Asol.  e 
fanne  §.   cosi: 

^  §.  Bambo  ,  parlandosi  d'  azione  d' 
uomo,  0  simile,  i-ale  Cfie  manifesta  man- 
canza di  senno,  o  prudenza.  Bemb.  .4sol. 
2.  107.  E  cosi  pre.si  (i  nomi  d'amore, 
amante  ec.},  comunque  poi  vada  l'ope- 
ra ,  esso  pure  se  gli  ritiene  aiutato  dalla 
sciocca  e  bamba  oppenione  degli  uomini, 
che  ec.  (C) 

BAMBOLINO.  Agg.  in  fio.  t-  Segner. 
Parr.  instr.  7.  I.  Se  la  madre  non  balbet- 
tasse ancor  ella  col  suo  tenero  bambolino, 
non  gV  inscgoerebbe  mai  a  favellare.  (C) 

*  BANCO.   Agg.    dopo  il  g.    II. 

^  §.  i?  pel  Luogo  dove  è  il  Banco  mC' 
desimo  .  Lasc.  Sibili.  3.  2.  Io  non  mi 
partirò  di  casa,  se  voi  non  venite,  e  an- 
dremcene  insieme  al  Banco.   (C) 

^   g.  V Comp.  Mant.  agg-  l\6. 

§.  VIII.  Agg.  in  fin.  V  Car.  Pn.  6. 
602.  Indi  i  banchi  sgombrando,  e  '1  legno 
lutto,  L'  auime  che  già  dentro  erano  as- 
sise ,  Con  subito  scompiglio  uscir  ne  fe- 
ce.  (C) 

■j-  §.  IX.  .  .  .  elle  si  creano  corr.  che 
vi  si   creano 

t  BANCONE Fardi.  Star.  2.  agg. 

39.  e  dove  ha  in  un  istante  corr.  in  uno 
stante 

3   BANDA. 

»'.*  g.  Banda,  si  dice  anche  alla  Parte 
destra,  0  sinistra  dell*  animale.  Bed.  Oss. 
an.  187.  In  altri  però  di  questi  animaltlti 
ho  contati  i  suddetti  peunelliui  fino  a!  nu- 
mero  di  quaranta  per  banda.   (Cj 

^  §  Lasciare  una  cosa  a  banda,  vale 
Abbandonarla  ,  Lasciarla  in  abbandono  . 
Cecdi.  Mo^l.  3.  1.  Non  era  cosa  conve- 
niente che  egli  gli  cacciasse  di  casa  ,  o 
lasciasse  la  casa  a  banda,  e  venissìue.  (C) 

t  BANDERAIO.  All' es.  Comp.  Man- 
teli.  agg.  40. 

3  BANDIERA. 

*  §.  Portar  la  bandiera,  figuratam 
vale  Essere  il  principale .  Lasc.  rim.  i 
100.  Scrivendo  voi  con  lieta  cera  ec.  Por 
late  de'  poeti  la  bandiera.   (CJ 

•1=  §.  Bandiera  ,  dicesi  anche  di  Chi  e 
avventato.  T'arck  .  Lez.  Pant.  2-  Cfli. 
Non  f  si  dice}  d'  uno  che  sia  avventalo: 
sgangheralo,  sciamannalo,  sbardclialo,  ban- 
diera? (C) 

BANDO. 

3  g.  II.  Dell' es.  Dani.  Inf.  1 5.  fanne 
g.  come  segue;  e  1' cs.  F  nov.  84.8.  al- 
lega cosi  :  E  minacciandolo  di  farlo  im- 
piccare per  la  gola  ,  o  fargli  dar  bando 
delle  forche  di  Siena  ,  montò  a  cavallo 

*  g.    F figuratam.    «    Dant.    Inf.   l5 
8.   Se  fosse  pieno  tutto  il  mio  dimando  , 
Risposi  io  lui,  voi  non  sareste  ancora  Del 
la  umana  natura   posto   in    bando  (  cioè 
non  sareste  ancora  morto).   (C) 

*  BANDONARE.  T-  A.  Abbandona- 
re. Bui.  Inf.  I.  E  questo  dice  perchè 
il  iudicio  della  ragione  in  quelle  ditte  e- 
ladi  sta  addormentalo  ,  e  lussasi  1'  uomo 
guidare  alla  sensualità  andando  diritto  al- 
la concupiscenzia  ,  bandonando  la  vera- 
ce via  della  virtù  ,  che  mena  1'  uomo  a 
Dio.  (C) 

*  BANNO.  V.  A.  Bando.  Bìm.  ant. 
Cene  dalla  Chitarra,  2.  2o6.  Ogni  buo- 
na  vivanda    vi  sia   in   hanno.   (C) 

*  BAO.    V.  BAU.  (C) 

BARATO.  .  .  .  Fr.  lac.  T.  6.  45.  3l. 
corr.   6-   40.  3l. 

3  BAKATTA  ....  Togli  gli  esempli 
à\  M-  /'.  e  fanne  §.  come  segue;  e  doTc 
ha  F  2.  25.  corr.  F  2.  22. 

*■'   g.    Baratta  ,    vale  anche  Astuzia  , 


BAR 


i8:,9 

-  .  /r   9. 


Inganno.    **M.     V.    8.     lo3. 
96.  ..."  -  (C) 

3   BARATTARE  .  Agg.  in  fin.  -^  Cani. 

Cam  .    106.   Baralliam    vetri    a    spillelti  , 

Donne  molto  volentieri.  (Cj 

*  g.    I.    ...    Cron.    Mordi,    agg.    258. 
3  BARATTERIA  .   Togli  gli  es.  But. 

e  Lor.   Med.  e  fanne   g.   cosi: 

S^  g.  Ma  jjìù  comunemente  s*  intende 
per  Quella  frode  per  la  quale  l'  uomo 
inganna  ,  beffa,  e  baratta  la  patria  ,  li 
principe,  o  checchessia.    ••   But.    Inf.    21 

I '■  (C) 

'^  g.  Onde  Tener  baratteria,  vale  Te- 
ner giuoco  affìn  d' ingannare,  «i  Lor.  Med. 
canz.  75.  .  .  .  ».  (C) 

3  BARBA  .  Al  t'.  17.  ffofc  ha  barba 
".   <C)  corr.  barba.  (C) 

*  g.  I.  Al  V.  3.  ove  ha  lo  scrigno  (C) 
corr.  lo  scrigno  »».  (C) 

•"?  g.  Barba  piovuta.  ì'.  PIOVUTO  . 
§.  II.  IC) 

g.  IX.  .  .  .  Malm.  2.  58.  corr.  Malm. 
2.    48. 

;::  BARBARESCO.  Poni  in  fin.  (')  ^ 

BARBARIE.  Agg.  in  fine.  *  Salvia. 
Disc.  2.  23.  Essendosene  (de*  libri)  molli 
per  la  turchesca  barbarie  che  messe  tutta 
la  Grecia  a  ferro  e  fuoco,  irreparabilmente 
perduti .  Salvia  .  Disc  .  i  .  120  ■  Dopo 
un  leggiero  combatlimenlo  s'unirono  col- 
la gloria  a  debellare  i  fieri  mostri  del- 
la barbarie  ,  dell'  ignoranza,  e  dell'  invi- 
dia. (C) 

•\'  g.  Per  Barbari .  Salvia.  Disc.  2, 
227.  Fu  oltraggiata  sul  vivo  dalla  schia» 
va  barbarie  la  Grecia  signora.  (C) 

f  BARBARISMO.  .  .  .  Mor.  S.  Creg. 
agi,'.   Leti. 

-.'  BARBARIZZARE.  Commetter  bar- 
barismi in  parlando,  o  scrivendo  .  Uden. 
JS'i.r.  1.  14  Senza  che  a  continui  peri- 
coli di  solecizzare  e  barbarizzare  sia  sug- 
gello colui  che  parla  in  linguaggio  stra- 
niero .  E  4-  77-  A'il'  Ariosto  ,  al  Tasso  , 
agli  altri  moderni  scrJllori  si  conviene 
piuttosto  biasimo  che  perdono  ,  quando 
senza  necessità  si  sfrenano  a  barbarizza- 
re. (C) 

•f  BARBARO,  ec. 

N*  g.  £  in  forza  di  sust.  per  Uomo 
rozzo,  ignorante.  Salvia.  Disc  2.  26. 
Quegli  poi  che  bandisce  le  lettere,  mo- 
stra senza  dubbio  dell'  inumano,  e  del 
barbaro,  e  non  fa  sembiante  d'  avere  sa- 
crificalo mai  alle   Grazie.   (C) 

f  BARBASSORO.  ..  .  Car.  Mattacc. 
agg.   son.   I. 

BARBATELLA  .  Poni  in  fine  .1  s-.- 
gno  3 

BARBAZZALE. 

f  g.  AU'es.  Varch.  Star.  8.  agg.  2O7. 
E  all'  es.   Lasc.   lìim.   agg.   I.   253. 

3    BARBERESCO. 

'"^  §.  Barberesco,  dicesi  anche  per  L'o- 
mo franco  e  risicoso.  Lasc.  rim.i.  lOtj. 
Oh  io  che  vaglio  per  quattro  Plaloni  , 
E  son  nel  conipor  \ersi  un  barberesco. 
Forzalo  sono  or  starmi  pe' cantoni.  (Cj 

t  3  BARBOGIO  .  Dopo  1'  es.  Bierch. 
agg.  (l'  ediz.  citata,  e  quella  del  I757. 
leggono  raguuata). 

::•  §.  II.  AU'es.  Bed.  Ditir.  agg.  12. 
ed  allegalo  cosi:  Chi  la  squallida  lerv  - 
già  Alle  labbra  sue  congiugne  Pr<->to 
muore,  o  rado  giugne  All'età  vecchia  e 
barbogia . 

t  BABBUCCIA  .  .  .  Pallad.  agg.  Fehhr. 
25.    F  dove  ha  le  terre  corr.  le  aietle 

t  BARBUTA.  .  .  .  jlr.  P'ur.  agg.  12. 
67.;  ed  allega  e  correggi  1' es.  cosi:  Alla 
prima  città  ch'egli  ritrova.  Perchè  d'an- 
dare occulto  avea  gran  cura,  Si  pone  in 
capo  ima  barbuta  nuva ,  Senza  mirai'  s' 
ha  debil   tempra,   o  dura. 

BARCA. 

232 


i85o 


BAH 


§.  IV.  Jl  V.  7.  oie  ha  comuna  corr. 
romune 

*?  6,  Saper  di  hana  mrnarf.  j  modo 
basso  ,  che  vale  /li'ere  accortezza  e  de- 
strezza nel  condurre  i  ne^ozti.  Salvin. 
Disc.  2.  101.  La  furluna,  suggìugne,  dà 
i  situi  )>cni  a  cbì  s:i  di  barca  iitcnare,  co- 
me  da    nui   in    modo    Ita^^o  ai   dire.   (C) 

"^  §.  assicurar  la  harca  in  porto,  fi' 
fruratnm.  vale  Mettere  in  salvo  una  cosa 
della  quale  v'  era  da  temere.  Malm.  io. 
18.  E  duvc  sareblj'  ita  un  po'  a  rilcuLc 
Nel  far  con  Calagrillu  il  Lell'  umore,  Ur, 
ch^  ha  )j  liaira  asììrurala  in  porto  ,  Per 
tette   vullc  almanco  lo   vuol  morto  .  fCj 

t  BABCUETTO Jlleg.   liim. 

agg.   io5. 

BARILETTA. 

t  §■     ■  .  Urh-  agg-  35. 

BAltNAGGlO  .  Corrcegi 

t  J  BAUWAGGIO.  r.  J.  Stato,  o 
Qualità  di  barone.  Tesorett.  2.  12.  Clic 
già  sotto  la  luna  Non  si  trova  perdona  , 
Cbc  (ler  gentil  Icgnaggio  ,  Né  per  altro 
Larnaggio,  Tanto  degno  ne  fosic.  ^  Rim. 
ani.  inglulfr.  1.  \^Q.  Veder  lo  male  più 
cbe  '1  bene  salire  Non  pare  di  barn.iggio 
itL  DuUa  paite.  Clic  si  pcn^i  gradire,  ne 
avanzare  (  cioè  non  pare  in  niuD  modo 
cosa   nubile,  signorile).  (C) 

*  g.  Per  Moltitudine  dt  baroni,  u  Te- 
sorett. Br.    |8.    i;5.  ..  .  M.  (C) 

BAnONAGGIO. 

^  §.  l'ev  Qualità,  0  Slato  di  Barone. 
Rim.  ani.  Lapo  Gianni,  2-  112.  N'cdu- 
le,  amanti,  come  egli  e  umile  E  di  gen- 
tile e  d'  alter  baronaggio  ,  Ed  ba  'I  cor 
saggio   in   dna   ronoscenca.    ((^) 

■j-  §.  Corr.  la  dirbiaraz.  Baronaggio  , 
si  dice  collettivamente  dt  Tutto  il  cor- 
po de'  baioni,  0  d'  una  Parte  di  questo 
corpo , 

J  BARONE  .  Togli  1'  es.  Bocc.  nov. 
60.    4-   *  fanne   g.   rosi: 

V  g.  Jl  titolo  di  Parane  venne  dato 
in  antico  anche  n'  Santi  .  «  Bocc.  nov. 
60.  4.  .  .  .  ".  Dani.  Par.  25.  E  la  mia 
donna  piena  di  letizia  MÌ  disse  :  mira  , 
mira;  cero  il  Barone,  Ter  cui  laggiù  si 
visita  Galizia-  l'it.  S.  j4nt.  Sl'urzalcvi  dì 
mantenerci  sempre  fedeli  drudi  del  Ba- 
rone Messere   lesu  Cristo.   (C) 

*  g-  f^'f,'?'  Parane  non  è  che  un  sem- 
plice titolo  di  nobiltà  riniaso  ad  uno  del- 
la Jamiglia  che  aveva   una   baronìa.  (Cj 

*  §■  Per  Uomo  in  generale  .  Guitt. 
rim.  I.  63.  O  bon  Gesù,  cbe  tal  barone 
Vedcmo   lasso,   preso   e   denudalo.    (C) 

*  §.  Porco  barone  ,  modo  basso  cbe 
dicesi  altrui  per  ingiuria.  Malm.  6.  10^. 
Guarda  quel  che  tu  di*,  porco  barone  , 
£  va  più  lesto  ,  e  col  caìtar  del  piom- 
bo,  (t) 

t  *  BARONESCO.  Correggi  la  dìchia. 
rax.  così:  ^dd.  Che  e  di  cattivo  gnsto, 
Cbe  non  e  fatto  secondo  le  buone  regole, 
o  il  costume;  e  dicesi  delle  cose  fisiche, 
t  talora  anche  delle  morali. 

BAROM^A. 

BARRIERA. 

§.  Allegane  V  et.  #  Ces.  Fit.  Crlst. 
I.  393.  (.on  noi  non  tiene  Dio  il  riser- 
bo ,  né  vuol  questi  come  graili  o  bar- 
riere ,  per  le  rjuali  tenendo  più  o  meno 
da  sb  lontani  gli  uomini  ,  guardi  meglio 
la   riverciiz.i   di.\tila    ^ill.i   sua    maestà.   ((") 

t  BASAMENTO.  Al  v.  5.  o*e  ba  /'«- 
sar.  corr.   ^    I  asar.  e  togli  in   fin.   (*) 

]•  BASCIA'.  Air  rs  Air.  Him  buri. 
agg.  I.  285.  E  air  e*.  Bern,  rim.  agg.  voi. 
2     (/i  princ. 

t  BA.SETTA.  Corr.  la  dirliiara».  Quel- 
la  parte  della  barba  ,  che  uno  si  lascia 
sopra  il  labbro  superiore;  rd  usati  or- 
dinariamente nel  numero  del  più.  E  all' 
«■•rspio  h'ir    nov     agj    8.   29^. 


B  A  S 

*  BASETTINO.  Poni  in  fin.  (•) 

t  BASOSO.  All' Ci.  lue.  Mart.  nm. 
buri.     agR.    2.   23o 

3  BASSA.MENTE.  Togli  Va.  Galat. 
e  fanne  §.  cosi  ; 

*  §.  Passamente,  vale  ancbe  In  modo 
basso,  Con  voci,  o  con  istile  basso.  -  Ga- 
lat. 63.  .  .  ".  Tast.  Lez.  san.  Cas.  178. 
Giudicando  egli  la  forma  del  sonetto  es- 
ser puro  alta  all'  altezza  dello  stile  ,  seb- 
bene i  concetti  cr.mo  nobili,  passamente 
non  di  meno  gli  spiegava.  Sal^in.  Disc. 
2.  421-  l'ur  ii^"  nianca  della  sua  lode, 
il  godere,  come  si  dice,  del  Leocfizio  del 
tempo,  il  non  correre  a  furia,  ma  far  le 
cose  pesatamente,  e  andare  in  esse,  come 
bassamente  diciamo,  col  calzar  del  piom- 
bo. (Cj 

*  B  ASSENZA.  /'.  /4.  Bassezza.  Rim. 
ant.  Meo  jibbracc.  2.  IO-  Ma  divisando 
teme  *1  valimcDto,  Ch'  avete  ,  venir  pia- 
na Mia  disianza  :  sì  mi  veo  in  bas&cn- 
za.  (C) 

t  BASSETTA.  .  .  .  Bern.  rim.  agg.  1. 
5o.  ed  allega  1'  es.  così;  Cbi  dice,  egli  e  più 
bella  lu  bassetta,  Per  esser  presto  e  spac- 
riativo  giu'jco.  Fa  uo  gran  male  a  giocar, 
&*  egli  ba  frclla. 

3   BASSEZZA. 

*  §.   IV.  Aires.  Bocc.  Leti.  agg.    Pia. 

Ross.     2^0. 

*  §.  Bas.tezia ,  si  dice  anche  della 
Trivialità    delle    voci,  delle    locuzioni,  e 

dei  concelli.  Farch.  Lez.  Vani.  2.  91. 
Per  fuggir  la  troppa  bassezza  ,  0  volgari- 
tà. fCj 

BASSO.  Sust. 

f  g.  II,  Corr.  la  dicbiaraz.  cosi  :  Passo, 
è  anche  term.  della  musica,  e  vale  La  voce 
più  bassa  della  musica  j  contrario  di 
Soprano  . 

*  §.  Passo  ,  dicesi  anche  la  Pevona 
che  canta  in  voce  di  basso,  fìellin.  Disc. 
I.  I9().  Sentile:  eccovi  due  soprani  ad 
un  tratto;  ecco  che  si  sente  solo  il  basso; 
ceco   il   tenore  e  'l  basso   insieme.  (Ci 

t  *  BASSO.  Add.  All'  es.  Red.  Di- 
tir,  agg.   33. 

V  §.  III.  Agg.  innanzi  a  (C)  Tac. 
Dav.  Slor.  I.  24l-  L' esercito  della  Ger- 
mania bassa  stette  un  pezzo  senza  Conso- 
lare .  Slor.  Fur.  1.  17.  Castello  antica- 
mente cbiamato  Agauno,  e  posto  ne'  Ve- 
ragri  ,  cioè  liclla  Valesia  bassa  .  Salvia. 
Pros.  Tose.  558.  La  Germanica  (lingua) 
nella  Germania  allu  nata,  in  tulio  il  Scl- 
lenlrione  ,  e  in  tutta  la  bassa  Germania 
diffuscsi. 

•1=  g.  XI.  Allegane  innanzi  a  (C)  esem- 
pli. Salvia.  Disc.  2.  l^^2.  Noi  con  basso, 
ma  spiegante  vocabolo  potremmo  chiama- 
re riosaccamento  della  medesini.1  terra  . 
E  Pros.  To.tc.  I.  3o5.  Il  nostro  popolo 
ce.  ;  attinse  quel  basso  sì  ,  ma  spiegante 
molto,  di  beccarsi  il  cervello. 

t  §.   XII.  ..  .  j4mct.   agg.  3l. 

^'  g.  XVI.  Agg.  innanzi  a  (C)  lac.  Sold. 
sai.  3  Diriam  che  il  basso  satiresco  siile. 
Canzonando  ritrova  te  magagne  .  Salvm. 
ytnnot.  Cas.  sou-  56.  Fatto  in  lode  dello 
stile  di  M.  Della  Casa  ,  dicendolo  alto  e 
ricco,  e   *l  suo  basso  e  mendico. 

t  3  g.  XVII.  Togli  Vci.Borgh.  Orig. 
/■"ir.   e  faune  §.   così: 

'J"  g.  Tempi  bassi  ,  e  più  comune- 
mente Bassi  tempi,  diconsi  I  secoli  tra- 
scorsi dalla  venuta  de'  barbari  al  risor- 
gimentn  delle  letlere .  m  fìorgh .  Orig. 
t'ir.  166.  Ma  r  essere  stato  restaurato 
più  volle  ^4^.  Giovanni]  ,  e  rassettalo  ec. 
e  non  vi  si  essendo  conservale  T  auliche 
brtleiie,  e  vedrndovisi  alcune  gufTczzc  do* 
lenipi  baivi,  ha  data  non  piccola  occasio' 
dì  a  queste  tali  opinioni.  (C) 

il?  §.  .Vi  dice  che  i  Fiumi,  o  simili,  han- 
no l' acqu»  basse,  quando    vuoisi  tspri- 


B  À  S 

mer*  che  i  Fumi,  o  slmili,  son  povtri  d* 
acque.  Plut.  Adr.  Op.  mor.  i.  3o3.  I 
fiumi,  divisi  in  più  canati  e  ruscelli,  baD- 
uo  le  arnue  basse  ,  e  il  corso  lento.  (C) 
BASSO.   Jvicrb. 

*  §■  Agg  innanzi  a  fC)  Cecch.  àfegl. 
I.  3.   Di*   più  basso,  bestia:   vuo*  lu  che 

ognun  senta  T 

''■*  g.  Far  alto  e  basso  ,  vate  Operare 
a  suo  senno  ,  a  suo  arbitrio.  (Cj 

ir  g.  Poter  far  alto  e  basso,  o  Fare 
alto  e  basso  d'  una  cosa  ,  vale  Poterne 
disporre,  0  Disporne  a  suo  talento,  a 
suo  arbitrio,  a  suo  modo.  Pecor.  g.  4- 
n.  2.  Rispose  al  Re  cbe  ne  facesse  alto  e 
basso  ,  come  gli  piacesse  .  Fir.  nov.  IO. 
255.  Le  aveva  lasciati  alcuni  beni  che  la 
ne  potesse  fare  alto  e  basso  come  le  pia- 
ceva   (Cj 

t  BaSTABILE  .  Air  es.  Seder.  Colt. 
3&»-  71-  *^^  allegalo  così:  Ma  per  fare  *l 
vino  baslaliile  ,  e  buono  così  di  poggio  , 
come  di  piano,  ella  (l'uva)  sì  dee  con- 
durre poco  più  che  mediocremcole  ma- 
-tura  . 

BASTARE. 

g.  IX.  Togli  Ics.  *  Cavale.  Esp. 
Simb.    I.    254. 

BASTIA.  .  . .  E  altrove:  corr.  E  aSl. 

3  BASTO. 

t  *   §   1» 

agg.  2.    119. 

S-   IH.   .. 

*  g.  VI.   . 
il^BASTONAMENTG 

«SK    i38. 

BASTONATA.  .  .  .  Bern.  Ori.  39.  26. 
corr.   3^.    16. 

t  g.  I.  .  .  .  Bern.  rim.  agg.  1.  72.  ed 
allega  1'  es.  cosi:  Dipui  ba  preso  adirarsi  co* 
cani,  E  gli  chiama,  e  gli  sgrida  e  gli  mi- 
naccia   E  dà  lor  bastoDAl*  da  cristiani. 

BASTONCI.NO. 

t  § Rfrn.  rim.  agg.   X.   II4. 

BASTONE. 

t  g.  VII.  .  .  .  Bocc.  leti.  agg.  Pin. 
Ross .  2S5.  e  oi-e  l^ggr  vecchiaia  corr. 
vecchiezza  —  Ed  asg.  io  6ae.  !>  ì'arch. 
Siioc.  I.  z.  Avendo  sempre  disegnalo  , 
eh*  egli,  fonie  n)af:gÌorc,  fussc  il  capo  di 
casa,  e  *l  battone  dt-lla  sua  vecchiaia.  (C) 

*  BATISTA Dell.  Bucch.  agg.  77. 

t  BATTAGLIUZZA  .    L' es.     allegalo 

coti  :  IVIuIti  uomini  indefessi  ed  inconvin- 
cibili nelle  grandi  angustie,  sono  suti  poi 
staiirbi  e  vinti  in  una  piccola  ballagliuzca 
campestre. 

t  BATTELLO Ar.   Fur    agg. 

41.    iq. 

BATTERE. 

^  g.  Battere  una  cosa  nellm  Usta  ,  o 
simili,  ad  uno,  vale  Percuotergli  la  lesta, 
o  simili,  con  quella.  Lasc.  Celos.  3.  Il- 
Egli  si  consuma  ch'io  gli  balla  qualcosa 
nttla  tesla.  (C} 

*  g.  Ballerò  ,  per  Tendere  ,  Aver  la 
mira  ,  F.sser  diretto,  Segner.  Fred.  20 
2.  Certo  è  che  qui  comunemenle  feriv» 
la  sua  intentioue  ,  qui  battevano  1  suoi 
discorsi.  <C) 

4-  ^*'  ^'  Salvtn.  corr 


.  .  Matl.  Franz,  rim.  buri 

Ar.  Sat.  3.  corr.  4- 
.    Ar.  Sat.  5.  corr.   I. 

Bell.  Bucch. 


Al 


Salv. 

S-  XXX.   Alv 

Vcdelc 

t  S-   L.   Togli 

t  s.  LUI.  .. 


7.  ove  ha  Vedete  corr 


n   fin     (') 

Tir.  Rim.  agg.   25 
LXI.  .  .  .  Suonare  corr.  Sonare 
V:  g.   LXIII Suonar»  coir.  So- 
nare.  E   dell' es.  fanne  §.  cosii 

^  g.  B.ìtier  la  ritirata  a  un  luogo  , 
vaie  Ritirarsi  a  quello  Corsia.  Torrwcfh 
9.  85.  . .  .  (C) 

tf  %.  B.ìllrr  la  riliralit  ,  r</«  ittJtt 
figurtttnm.  Andarsent  ,  Parlirt .  Ma.'m 
6  40-  1-  l"!"'»  quello  li  h'i  coniijlig, 
Àccia  baUt  UMan  la  ritiiaU.  (CI 


A  T 


BEL 


i85i 


BATTITOIO- 

*  §.  È  anche  una  Sorta  di  strumen- 
lo.  f  arc/i*  Star.  10.  292.  Gli  cdifiri  si 
roTioarano  eoo  uno  strumento  co^'i  fjllo. 
Era  uua  trave  legata  ìn  bilico  culle  l'uni 
nel  mexto  d'  uu*  altra  per  traverso ,  U 
c]tia1e  molte  opere  dalT  una  parie,  e  ddtl* 
mitra  coDCordevolmeole  dimenavano  *  e  a 
guisa  d'  QD  ariete  antico  spignevaiio  con 
tanta  (orza,  e  battevano  cou  ella,  spesseg- 
giando quanto  più  potevano  ,  ed  inani- 
mando colle  voci  r  uà  V  altro,  come  fan- 
ao  ì  Marinai,  il  muro  che  rovinar  si  do* 
TCTa  ;  il  nome  del  quale  slromeolo  chia- 
mavano alcuni  con  nome  più  onesto  di 
quello  ,  che  cumunemeote  lo  chiamava  il 
volgo  ,  baliiluio.  (C) 

t  1   BATTUTO.  Dopo  il  g.   V.  agg. 

*  §•  l^i  tjui  Jiidar  per  la  bntlutn.Jì- 
gurntam.  vale  Seguir  l'esemplo  de' più. 
Il  ì  ocabol  .  alla  V.  CAMMINARE,  §. 
XI.   (C) 

BAVAGLIO Fr.    Giord.  Fred.  R. 

agg.   Come  faDciullo  che  aljbia   il  havaglio 
bianco  al  collo.   Dav.  Scism.   89. 

*  BAUDO.  r.  A.  Provenzale.  Saldo. 
Dtttam.  2.  IO.  Molto  le  genti  mie  per 
lui  fur  Laude,  Cinque  anni  visse,  ed  alla 
fin  fu  morto  Da' suoi  per  tradimeato^e 
per  gran   fraude.  (C) 

BAVIERA Ahini.   J'arch.  corr. 

Jhm.    A\-arch. 

T  BAZZARRARE Matt.  Franz. 

liim.   buri,    ags-    ^-   ^OO. 

t  *  BAZZICHKRI'A.  ...  Bellm.  Bucch. 


B   E 

t  BEATIFICO.  Add.  Che  fa  beato 
jgg.  ;  e  dicest  propriamente  da'  Xeolot^i 
della  l'isione  che  gli  eletti  hanno  in  ae- 
/c  di  Dio. 

3    BEATITUDINE. 

-^   g.    i.  .  .  .  l.d  altrove:  covr.   E  ^S. 

3   BEATO. 

t  §.  V.  .  .  .  ^.  Mar.  Madd.cotr.  f  tt. 
S.   òlar.    Madd. 

t  BECCAMORTO.  •  •  -  Comp.  ^fant, 
ag;;.  42. 

BECCATA. 

g.  I Fr.   Jac.   T.   I.  2.  5.  corr.  I. 

2.   25. 

*  BECCATO.   Poni  ìn  fin.   {') 
3  BECCHERIA. 

t  g.  II.  .  .  .  Vartk.  Stor.  2.  agg.  56. 

BECCO. 

§.  IX.  ...  Cecch.  Sibili,  corr.  Lasc. 
Sibili. 

BEEN.  Al  V.  5.  ove  ha  Dioscoride.  Il 
been  corr.  Dioscoride .  £  appresso  :  Il 
leeo  . 

t  *  BEFA?iEVOLE Bellin.  Cical. 

BEFFA . 

*  g.  Farsi  beffe  della  fava  ^  o  della 
porrata  ,  vale  Spregiar  cote  che  intpor- 
tano,  o  sono  da  aversi  Care,  /'.  FAVA, 
<   PORRATA.  (C) 

BEL  BELLO. 

t  *  §  .  -  .  .  Matt.  Fhnz.  rlm.  buri. 
-gg.  3.    102. 

t  BELLEZZA. 

t?  §.  Fgli  è  una  bellezza^  e  simili^  si  di- 
ce di  Cosa  bella  nel  suo  genere^  e  che 
reca  piacere  a  vederla.  Bern.  rim.  1.  71. 
Tornava  al  pugno  eh*  era  una  bellezza  . 
Salv.  cans.  Fin.  Si  fé  con  prestezza  Un 
pin  ,  eh' è  una  hellezia.  (C) 

V  §.  Bellezza,  serve  anche  a  denotare 
Eccesso  ,  come:  E'  m'  ha  fatto  aspettar 
tm  bellezza  di  due  ore.  (C) 

BELLISSIMO. 

f   §.    ...    P'arch.    Stor.  ^.   agg.   J2. 

3    BELLO.    Add. 

^   %.   X.   Agg.   in  6ue.    Cuitt.  rim.    i. 


56.  Tanto  sovente  delt'  aggio  altra  fiata 
Di  dìspiacenza  e  di  faUu  piacere  ,  Che 
bel  m'  è  forte  ed  aggradivo  or  dire  Di 
CIÒ ,  che  di  ver  grado  in  cor  m*  aggra- 
ta.  (C) 

*  §.  Bello,  per  Focile.  Ar.  Snt.  5.  Che 
il  bel  rubar  suul  far  gli  uomini  Lidri.  (C) 

J?  §.  Bello,  vale  anche  Degno  dt  onore. 
Sannnz.  Egl.  5.  ^è  verr'a  tempo  mai  Che 
il  tuo  bel    uome   estingua.    (C) 

BELLOCCIO.  Corr.  la  dubiara».  così: 
Add.  Alquanto  bello,  /'itittoslo  bello.  E 
agg.  in  &ae.  v  /'ros.  Fior.  Salvi.»,  lett. 
l\.  2.  270.  Venne  quell'  altro  medicone 
belloccio  e  più  ardito:  risolvette  di  cavar- 
lo (il  sr.iigueì  e  sensibilmente  miglioraste 
e  guariste.  (C) 

t  BE.NAVVENTURATO  .  .  .  .  Bocc. 
Zelt.  jV.  Pin.  Boss.  corr.  Bocc.  Lett. 
IS'icc.  Acc.  320.  —  Errore  di  Crusca. 

BEIVCIIÈ. 

t  §.    III.   Aires.   Amet.    agg.  t^\. 

•f  3  BE.NE .  Susi.  —  Dopo  il  §.  V. 

-I^  g.  E  nel  numero  del  più.  Fr.  Giord. 
Fred.  I.  i63.  Se  tu  vungli  far  dire  mes- 
se, o  altri  beni  ,  e  vuuU  d^re  del  tuo  a- 
vere,  puoi  tenere   questo  modo.  (C) 

t  g.  VI.  All'  es.  Cis.  Ivtt.  agg.  27. 
ed  allegalo  cosi:  Finalmente  ho  ottenuto 
in  Ruta  il  mandato  contro  dì  lui,  e  suoi 
beni , 

g.  VII.  Al  V.  8.  ove  legge  facoltà  corr. 
facultà 

g-   Vili.  Poni  in  fine  il  segno  5 

^:  §.  MI.  Agg.  in  fin.  Cecch.  Inc.  5. 
2.  Così  farò,  ben  mio  dolce  di  zucchero. 
Beni.  Fior.  Pist.  Ovid.  i5.  179.  Aita 
solo  da  te,  dulce  suo  bene,  attende.  (C) 

V  g.  Dir  mille  beni  d*  alcuno ,  vale 
Lodarlo  grondemenle.  Farne  il  panegiri- 
co .  Car.  lett.  3.  38.  lo  visitai  il  Cardi- 
nale ,  il  quale  mi  lece  gran  cera  ,  e  nel 
ragionare  mi  disse  mille  beni  di  M.  Lo- 
reuzù.   (Cj 

V  $.  A  bene, posto  avverìiialm.  vale 
Felicemente,  Prosperamente.  J'arch.  SuoC. 
4.  5.  Multo  mi  rallegro  eh' ella  abbia  par- 
torito a  bene,  e  sia  maschio.  /'.  A  BE- 
NE. (Cj 

*  g-  Di  bene  in  meglio,  posto  avver- 
bialm.  esprime  il  passaggio  d'  una  in  al- 
tra prosperità,  o  il  progresso  nel  bene. 
Cren.  Peli.  63.  Poi  il  mandarono  a  Pi- 
sa, ove  stette  più  anni  provando  di  bene 
iu  meglio.    F.  MEGLIO,  g.  Vili.  (C) 

t  3    BENE.  Avverb. 

t  3  §■  Vili Cas.  lett.  agg.  22. 

E  al  V.   3.   ove  hi  quelli   leggi  questi 

t  5   BENEDETTO. 

^  g.  Mani  benedette,  si  dicono  Quel- 
le che  si  adattano  ad  ogni  lavoro,  e  tutto 
riesce  loro  bene.    F.  MAKO  .   (Cj 

BE.\EDIZ10>E. 

*  §.  I.  .  .  .  Pit.  S.  Eufras.  corr.  S. 
Eufrag. 

t  BENEFICATORE  .  All'  es.  <SV^r. 
Fior,  Pr.  agg.  9.  ed  allegalo  cosi  :  Gli 
uomini  quando  hanno  bene  da  chi  cre- 
devano aver  male,  s'  obbligano  più  al  be* 
neBcatore  loro. 

BENEFICENZA  ....  Sega.  corr.  K: 
Segner.  e  poni  in    6n.    (V) 

BENEFICIATO. 

*  §.  Vale  anche  Bìntuneralo  ,  Ricol- 
mo di  benefzii.  Introd.  ì'trt.  33 1.  Farà 
ispegnere  la  fede  Cristiana,  e  rimetterà  1' 
uomo  in  nostra  podestà  ;  ma  vorrà  per 
queste  cose  da  noi  essere  beneficiato  gran- 
demente.  (C) 

5  BENEFICIO.  Al  v.  12.  ove  ha  Fr. 
Giord.  corr.  ^  Fr.  Giord.  ed  al  v.  i^. 
Oie   ha:   ec.  ^  Sen.   corr.    ec.  (Fj   Sen 

*  §.  V.  .  .  .  K  198.  corr.  E  1.  198. 
E  al  p.  6.  Oi<  legge  benefizio,  corr.  be- 
ueGciu  . 


*  §.  Benefizio  curato  ,  o  con  cura  d* 

aninir,  o  con  cura  assolti  tam.  dicesi  Quel' 
lo  al  t/ Il  ale  è  anneiso  il  governo  .ipintual* 
delle  unirne  j  ed  è  contrario  di  benefzio 
semplice  .  Lat.  pnroecia  .  Maestruzz.  1. 
22.  I  diocesani  non  possono  dispensare 
ec.  che  uno  abbia  più  benelìoi  con  cura. 
P.  CURATO,  e  SEMPLICE.  (C) 

3  g.  X.  Allegane  es.  *  Bed.  Oss.  an. 
39.  ^iun  attaccano  però  sempre  ,  ne  ap- 
piccano l'estremila  rapgroppjta,  e  attor- 
cigliata de'  loto  membri  gcmljli  .  anzi  il 
più  delle  volte  la  tengono  ciooduloni  per 
aria  a  benefìzio  di  natura.  (C) 

*  BENEFIZIALE,  ^l  v.  3.  ove  legge 
Contennero  corr.  Contenevano 

*  BENEFIZIOTTO.   l'oni  in  fin.   (•) 
BENEMEUE.NZA.   Al  v.  6.  ove  Aa  La 

graltludine    corr.  Questa  (la  gratitudine) 

*  BENENANZA.  P.  A.  Felicità,  Bea 
c.vsere  .  Jlim.  ant.  Pier  delle  J'i^ne.  1. 
^3.  Così  pianto  e  lamento  Ali  dà  gran  be- 
nenanza  ,  Ch*  co  sento  mìa  gravanza  Per 
sospiri  amentare.  E  Mazzeo  di  Bieco  da 
Messina.  1.  320.  Ben  mi  terria  bene  av- 
venturoso, S' eo  non  avesse  conceputa  do- 
glia Della  Doslr'  amorosa  lienenanza  .  E 
Pannuccio  dui  Bngno.  I.  3.^2.  Se  consi- 
dero bene  Sovrano  in  gioia  fui  e  in  he- 
nenanza  Ch'  avea  da  quella  ,  dì  cui  son 
servente.  (C) 

t  BEMGNISSIMAMEKTE.  ..  .  Cas. 
lett.  a?g.   18. 

t  BENIGNITÀ'.  Aires.  Cas.  Leit. 
agg.    16. 

t  BENIGKO, 

BERE. 

t  §.  V.  Togli  in  fine  (N) 

t  §.   VI.    Togli  in  fine  (C) 

3   §.  XIV.   Bere,  per  Convento  ec. 

t  BERRETTINO  .    Add Matt. 

Franz.  Rnn.  buri.  corr.  Maitr.  rim.  buri. 

1.  l6t.  ■ —  Errore  di  Crusca. 

fBERRETTONE Galat.  agg.17. 

BERTUCCIA. 

f  g.  IV.  Pigliar  la  bertuccia,  a^Sf' 
guratam.  Ed  agg.  ìn  fin.  v  Cani.  Cara. 
Paol.  Olt.  4*-  E  qualcuno  anche  ha  pre. 
so    Orsi   e  bertucce   standosi  a  sedere.  (C) 

^  g.  Fare  la  bertuccia  ad  uno ,  fgu- 
ratani.  vale  Imitarlo.  Lasc.  rim.  i.  109. 
Ma  se  troppo  ci  stale.  Pur  facendo  al  Pe- 
trarca la  bertuccia  ,  Voi  balzerete  affatto 
sulla  gruccia.  (C) 

u'  ^.  Aver  tanto  a  fare  con  alcuno  , 
quanto  i  liofanti  colle  bertuccie  j  modo 
proverb.  che  si  dice  allorché  altri  fa  pa- 
ragone tra  due  cose  sproporzionate.  Borgh. 
Arni.  Fani.  46.  Si  sentono  spesso  ce.  tali 
vantarsi  di  certi  parcntati,  che  hanno  tan- 
to a  fare  insieme,  quanto  la  Ima  co' gran- 
chi ,  o  i  liofanti  colle  bertucce.  (C) 

BE.sSO  .  .-il  V.  4-  ^^'^  ^'J  '1  cor  desse 
corr.   '1  credesse  —  Errore  di  Crusca. 

BESTEMMIARE. 

^   g.    Per   Filiiperare.    Amm.  Ant.  21. 

2.  4-  A  °°'  ^o"  solamente  è  da  cacciar 
via  la  fede  del  fallo,  ma  eziandio  la  pos- 
sibilità della  bugia,  acciocché  non  sia  be- 
stemmiato il  buono  nome  nostro.  (C) 

3  BESTEMMIATO.  Dell'  es.  Djv  . 
Scism.  fanne  §.  allungandolo  come  se- 
gue : 

V  §.  Per  J'iiupcrato.  u  Dav.  Scism. 
58.  Ma  il  grande  Iddio  ,  perchè  il  seme 
di  Abel  ucciso  da  Caino  continuasse,  cioè 
la  professione  della  vita  perfetta,  da  Lu- 
tero bestemmiala,  da  Arrigo  estinta;  spi- 
rò r  anno  l5^o.  Ignazio  Loiola  con  po- 
chi compagni  a  nuovo  ordine  di  religio- 
ne. (C) 

3  BESTIA.  Dell*  es.  G.  V.  fanne  §. 
come  appresso  ;  ed  agg.  in  fine.  Frnne. 
Saccb.  rim.  E  sopra  i  danni  dì  bestie 
porcine.   fCj 

5?  §.  Bestie  minute,  diconsi  Le  pece- 


IS52 


B  E  S 


B 


re.  le  capre ,  e  simili;  a  dig'erenzn  ielle 
KesUe  grasse,  come  buoi,  i-acche  ec.   «   G 
^-    IO.    17^.  2.  .  .   .  ...  r.  GROSSO,  S. 

XXIX,  e   MINUTO,   J.    X.  (C) 

t  §     li Molm.    7.    84.    corr 

Stalni.   6.  8] 

J  BESTIOLINO  .  Togli  T  es.  Bure/,. 
e^fannn  g  com»;  spgup  ,  cH  agg.  in  6ne 
-r  /ìellin.  Disc.  i.  268.  Fanno  ancor  lut- 
Una^  laole  e  si  belle  le  prove  de'  balli  , 
e  de'  carni  loro  quei  si  ec.  armonici  Le- 
iliolini.  (Cj 

'■f  §■    E  dello  lì'  Uomo  di  poco  senno  . 

"  Sxrch.    1.79 ,.   fCi 

t  BEVERAGGIO.  Ali-  es.  Jrrigh 
»5B    62.  * 

t  S     III Varch.   Sur  8.  agg.  l8g. 

e  doi'e  Ila  come  si  dice    corr.    come  vol- 
garmente si  dice 

*  BEVERARE  .  lo  slesso  che  Abbe- 
verare. Cnr.  Long.  Sof.  4.  Bene  bai  fai. 
to,  mio  padre,  a  ricordarmi  le  cajire  :  io 
TOglio  ire  a  beverarle  ,  cbc  le  debbono 
aver  sele.  (K) 

BEVITORE.  Verbal.  m.,sc.  Che  agg. 
o  Chi  E  agg.  in  fine  togliendolo  dal  §. 
■è  "  Maeslrntz.  2.  12.  2.  n.  fCj 
t  3  g  .  .  Reltor.  Tuli.  agg.  107. 
7  *  BEVUTA.  Corr.  la  dichiarai.  L' 
"Ito  del  bere.  E  dell'  es.  Red.  Cons.  fan- 
ne §.  cosi: 

*  §.   Per  la  Cosa  che  si  beve .   Red 
(ons     I.    172 ff^j 


i  BIADA.  Agg,  alla  d.cbiaraz.  Ael  plu- 
rale/a fluide,  ed  nnticnm.  llindora.  Ed 
agg.  in  fio.  *  Coli.  ,V.S-.  Pad.  Non  sen- 
tendo danno  dello  scemamento  delle  Lia- 
dora  che  debbon  venire.  (C) 

*  g.  Porre  ,  o  Mettere  la  falce  nella 
biada  altrai  ,  Jisiiralam.  vale  Tiiibar  /' 
altrui  giurisdizione.  Entrare  in  faccende 
che  appartengono  ad  altri,    y.  FALCE 

g-  VI,  (C) 

t  BIANCniMENTO.  Al  v.  i.  ove  ha 
pesi  corr.   peui 

BIANCHIRE.  Al  .-.  3.  ove  ha  pesi 
corr.  peui 

t  S  BIANCO.  Susi.  Togli  Tes.  Ar. 
Far,  e  fanne  §.  così  : 

*    §•  _  Bianco ,    vale  anche    Ciò  che 

'■    *    color    bianco   .     a  Ar.    Far  l5 

7»- »■  ro 

*  §■  II.  Al  V.  7.  ove  dice  la  macchia 
corr.  fa  niacchia  —  Agg.  in  6ne.  Salvia. 
J'isc.  I  326.  Dice,  ec.  che  il  nero,  cioè 
le  pupille  ,  erano  nerissimo  j  il  lor  bian- 
co, cioè  i  giri  attorno  bianchissimi,  (Cj 

S-   III.  Toni  in   fin.   il  segno   3 

§.   IX.  Al   V.    3.  dove   ha  *  Fr    Zac 

'^^""'..r'':.  ',"■  '  "'  '••  5-  ove  ha  vedei 
re.  (  )  Malm.  corr.  vedere.    Malm. 

BIANCO.  Add. 

t  §■  II-  l'are,  o  Mandar  foglio  corr 
Dare,  0  Mandare  il  fogliai  e  al  v.  L  ove 
l'i  vuole  :  ^^^.  e  figiiralam. 

*  §.  Lasciar  bianca  la  /acciaia,  la  pa- 
gina ,  il  foglio  ec.  vale  I\'on  iscrireivi . 
instr.  Cane.  37.  Si  lascino  bianche  le 
lacciaie  dcf  medesimo  libretto.  (Cj 

*  S-  IX  Agg.  in  fio.  Rellin.  lìucch. 
»:!.  E  rjuanl..  ella  sia  sola  in  conlljp- 
punto  ,  Sali,,  il  ravalicr  suo  che  n'  ha 
paura,  Qu.inlonque  ri  sia  nel  musicar  si 
destro,  Ch-  ci  fa  diventar  bianco  ogni  mae- 
stro. (C)  ° 

t  *  S-  Bianca  ,  si  trova  usalo  dagli 
antichi  per  Chiaro.  Evidente.  Rim  ani. 
<  erch.  Angiiill.  nella  Tav.  /ìarli.  alla  E. 
Or.AZA.  Sicché  mi  parve  aver  bianci  ra- 
giooe  Di  non  amar  le  noD  chi  mi  vuol 
bene.  Frane.  Rari,.  3^3  jo.  E  .,ucll. 
graia  (grazia)  è  biaura,  Che  non  n.,.r„ 
n,  ina  palese  fai.  (E) 


t  BIANCORE  ....  Pa/laJ.   ag».  Ftb. 
or.    2q  . 

t  BIANCOSPINO Pallad.    corr. 

Ott.  Cam.  Par.  6.  l3\.  —  Errore  di 
Crusca.  La  stampa  dell'  Ottimo  legge  a 
bianco  spino  ma  il  codice  ha  :  al  bianco 
spina. 

BIASCIARE. 

t  5  g.  .  .  .  Enrch.  .?lor.  3,  agg.  42. 
V  BIASCIATORE,  Eerbal.  ma, e.  Chi 
biascia.  Race.  Com.  Haal.  I,  372,  Que- 
sti adunque  tutti  ingluviatori  ,  ingurgita- 
tori,  arappatori,  bias.ialori  ec.  son  voli  di 
pensieri  biudevoli.  (Cj 
9    BIBBIA 

J  §  IV.  Allegane  es,  Pros.  Fior.  Bor. 
gb.  leti  4  .  4.  24.5  .  E  in  vero  dissi  io 
che  abbreviasse  ,  perchè  colui  non  vorrà 
mettere  una  bibbia.  (C) 

BIBITA,  .      .  n„on.    Fier.   3,  44,  corr 
Buon.  Ficr.   3.  4.  4.  ^^ 

tBICCHIERONE   All-es.////eff.  agg  ra 
BICIPITE  ,     Allegane     es  ,    *    eVcIi'. 
Lez.  Dani.   i.   237.     E    però   si  chiama- 
va questo  monte  bicipite,  cioè  di  due  ca- 
pi. (C) 

t  BICORNE.  Agg.  in  fine.  *  Earch. 
Lez.  Dani.  i.  237.  E  però  si  chiamava 
questo  monte  bicipite  cioè  di  due  capi,  o 
veramente  bicorne  .  per  la  medesima  ca- 
gione,  parendo  quelle  due  sommità  quasi 
due   coma.    (Ci 

BIETTA.  Al  V.  8.  ave  legge  Cosi  corr. 
Corsi 

㤠^'g"-    Star.    II,    248.  corr. 

Sega.   Star.   li.   288. 

BIFORCATO.  Agg.  in  fin.  *  Lasc.  rim. 
I  2.  62.  Le  barbe  son  di  più  fjnc  mauiere 
I  cc.Sonne  delle  diritte  e  delle  attorte,  Del- 
j  le  piovute  ,  e  delle  biforcate.    (Cj 

*  BIGATO.  Sorla  di  moneti  d'argento 
I  presso  i  Romani,  lìorgh.  Orig.  Fir.  180, 
Il  nome  di  biga,  e  di  quadriga  era  dal  nu- 
mero de'  cavalli  ,  e  non  delle  ruote  ,  co- 
me ancora  nelle  monete  d'  argento  di  quel 
secolo  si  può  vedere,  che  assai  ce  ne  so- 
no ancora  de'  l.igati.  e  de'  quadrigali,  che  '■ 
cosi  dall'  impronta,  ch'elle  aveano,  si  chia-  , 
mavano,  (C)  I 

t  BIGHERATO,  .  .  .  Varch.  Star.  Q  ; 
agg.  266.  y 

BIGONCETTA.  .  .  .  Sacch.  no,:  lo4.  ' 
corr.   Saich.  nov.   164.  1 

BIGORDAKE.  Al  v.  7.  oir  legge  quio. 
tane  corr.  quinlani  e  al  i..  8.  ave  ha  Farsi  ' 
veder  corr.  Far  si  vedca 

t  BILANCIO  ....  Tac.  Dav.  Ann. 
IO-  247.  corr.  Tac.  Dav.  Star.  I  »<j. 
Errore  di  Crusca. 

9  BILICO.  Innanzi  a  Tac.  Tlav.  agg 
Zihald.  Andr.  ^.  Siccome  il  bilico  deUa 
ruota  del  carro  ,  dirimpetto  1'  un  bilico 
al  altro,  che  ciascuna  tramontana  è  nel 
bilico  del  firmamento. 

*  §■  I.  Togli  l'es.  Diltam.  2.  3l. 
•-.-  BINASCERE.  Neutr.  e  neutr.  pass. 
Jhcesi  delle  frulla  che  nascono  due  attac- 
cate insieme  .  Pros.  Fior.  Sasseti,  leti. 
4-  3,  223.  Non  so  come  voi  vi  farciate  a 
ire  ordinando  queite  vostre  lettere  nel 
modo  che  voi  fate  ,  tirando  giù  1'  una 
cosa  dietro  l'altra  che  paiono  nate  e  pò, 
«te  insieme  come  i  fruiti  che  si  binasco- 
no,  fCj 

BI.NDOLERIA  .  Allegane    es.    *    Ces. 

Irli.   Cic.  9.   2;i,   Ma  ben   v'avesti  l'ocl 

chio,   e   vi   vr<lesti   della   bindoleria,  [C) 

t  BIONDA.  Ali  ei.  Agn.  Paad  agg,  62 

t  BIRCIO.    .    .   .   Mail.    ;'r«„.-     n„.' 

buri.   agg.   a.   137. 

t  BIIIHO.  .  .  .  Tratl.  pece.  mari.  corr. 
J-  Ani.  lanfess.  All'  es  Camp.  Mani. 
'b'R-  4>- 

■;•  BISAVA  .  L'  e,.  Dani.  Par.  ponilo 
Ira  le  virgolette 

1   BISAVO 


.  Farch.  Star. 

Anrch.   1.  ai, 
all'  es.    Allegr. 


corr,  * 


B  1  S 

t  J  BISBIGLIARE.  . 
>••  aRg.  374. 

t  BISESTARE  ,    , 
corr.    Riirch.    i.    21.    E 
•SS-  "'■ 

BISLACCO.   .  ,  .    Pros.   Fior 
Pros.    Eior.  e  poni  in  fin,  (*) 

*  BISOGNEVOLE. 

*  §  Il  Alle.  Craa  Veli.  agg.  fio 
e  ove  legge  facendoli  eli  corr.  facendogli 

BISOGNO.  * 

*  §     X.   Far  agg.   bisogno  ,  a 

t  BISTORNARE  ....  Trau.  Umil 
corr.  Esp  Pai.  Sost.  26.  Contro  le  L'è 
malvage  cose    del 

*  BISULCO.  Agg  in  fin.  Farch.  Le, 
00.  E  questi  per  lo  più  sono  quegli  che 
hanno  1  piedi  biforcuti,  chiamati  da  Ini 
bisulchi.   (C) 

t    BITUME Pallail.     agg.  A- 

gosl.   9  " 

t  BLASFEMO,        .  ltUestruiS.2.  5o. 

a.  corr,  a.  3o.   2.  e  ave  legge  si  stimane 
corr.   essi  stimano 

BLATTA.  Togli  in  fin.  (.1) 


B  0 


aes 


t   3  BOCCA.  .  .  .  Bemb.  As 

125. 

§.   IV.  Poni  in  fine  il  segno  3 
*  g.  .\XI.  Asg.  in   fine    Geli.  Speri.  4, 
6.  Io  ho  riscontro   di   molti  amici   miei  . 
e  tutti  mi   dicono  per  una  bocca   che  io 
ho  fatto  bene,   (C/ 
I        *  §.   XXVIII.   Agg,   in  6„.Salv.  Dial. 
I  Amu.  3l,   Chi   è    quegli,  che   avvenutosi 
pure  una   sola   volta   in  quella  bella  e  ma- 
ravigliosalelturadi  Gisippo  e  di  Tito.  Don 
abbia  poi  sempre  e  ad  0^01  ora  in  Lucca 
questi  nomi  celchraUssimi?  Salvia.  Senof 
I.   l3.  Ninno  altra  cosa  che  Anaia  aveva 
in  bocca.  (C) 

*  g.  Esser  la  bocca  della  verità ,  si 
dice  d'  Uomo  sincero  e  veritiero  E  VE. 
RITA'.  (C) 

t  g.  XXXVI.  Corr.  la  dichiarai,  cosi: 
^  Esser  partalo,  o  simili,  per  bocca,  a  in 
,  bocca  ,  dicesi  di  Cosa ,  o  di  Persona  . 
j  della  quale  si  parli  frequentemente  da 
I  tulli,  e  per  lo  più  in  mala  parU.  E  all' 
j  es.   Fiamm.  agg.    1 15. 

t  §•  XLI Segner.    Crisi,  instr.  3 

j  3.    II.  corr.  3.  14.   1 1. 

j        *  g.  Metter  la  bocca  in  una  cosa,  vale 

I  Ragionarne,   Entrare  a  parlarne.   Bari. 

Ricr.  Sav.  2,    IO.  461     E  dov'  egli  è  più 

ammirabile,  e  più  da  lodarsi,  ivi  gli  «cioè- 

I  chi,  e  gli  empi,  oseranno  metter  la  bocca. 

e  dubitar  se  vi  sia?  (Cj 

*  §.   \on  morir    la   liagua  in  lecca 
r.  MORIRE,  g.  XXXII.  e  stgf.  (C) 
I        *    g.    Serrar    la    bocca.     E.    SERRA- 
RE. IO 

t  «  §    LXIV Cas.  corr.    Car. 

*  §  lenir  f  acqua  alla  bocca,  vale 
Appetir  grandemente  alcuna  cosa.  Bern 
leti.  74.  Di  grafia  non  mi  fate  venir  1'  a- 
equa  alla  l,occa  con  ricordarmi  Piaauola 
inutilmente.  iC) 

*  §.  Eolare  per  bocca  .  E.  VOLA 
RE.  IO 

BOCCALE. 

V  §.  E  m  ptvverb.  .W>i/i.  Disc.  2. 
126.  Essere  una  cosa  dipinta  pe' boccali, 
vale  lo  stessa  che  Essere  quella  Inviale 
e  notissima,  e  come  i  Latini  dicono  :i«>- 
la  lippis  alque  lansaribus.  (C) 

t   nOCCMEiJCIANTE. 

g.  /■.  per  metaf.  Tac.  Dav.  Ann.  I.  17, 
Rimaneva  pure  alla  liurcheggiante  liker- 
lade  alcuno  spinto. 

BOCCIA. 

I  §.   II.   All'è,.   Fir    Rim.  agg     iti 

BOCCI  UOLO 

"   S     Radinola  ,  si  dice  Kltrlie  a  Qntl 


B  O  e 


B  O  i\ 


B  O  Z 


l853 


pezzo  fii  Ciìnna  ,  coi  quale  si  copron  gli 
sparagi^  acciocché  dii'vnUno  bianchi,  del' 
to  anche  Cannone.  Bellin.  Vite.  1.  267. 
Dalle  t|ujli  (canne)  riconoscono  I' t-ssci- 
loro  le  cert>otl.ine,  ec.  i  boccìuuii  ilj  met- 
tere io  chiusa  gli  sparagi  per  inibiaucar- 
gì!.  (C) 

^  §.  E  per  Quel  pezzo  di  canna  col 
quale  si  succia  il  vino  dal  cocchiume  . 
Bellin.  Disc.  I.  267.  Dalle  quali  (canne) 
riconoscono  1*  esser  loro  ec.  i  cannelli  da 
tessitori,  i  lucciuoli  da  succiare  il  vin  dal 
cocchiume.   fCj 

BOCCOZ^E. 

*  §.  Per  Pillola  contenente  veleno  . 
Sah'ìn.  Disc.  2.  i^iO-  Una  spctie  di  quelli 
che  chiamavano  prove  e  giudizii  divini  , 
come  ec.  1*  inghiottire  bocconi  con  ante- 
cedenti forti  scongiuri  e  orationi  senza 
che  essi  facessero  male.   (C) 

*  BOCI.VRE. 

f  5  §.  I.  All'es.  Lor.  Med.  canz.  agg.  75. 

t  BOFONCHINO  ....  f'arch.  Stor. 
1.  agg.   118. 

f  BOLLI  BOLLI.  .  .  .  J'arch.  Stor. 
agg.   3.   5o. 

BOLLITURA.  Agg.  io  6ne  .  *  Lih. 
.^lasc.  Leva  il  pelame  impidocchito  eoa 
l'oHitUia  di  lurtumaglio  .  Sangalli  Esp. 
7^an:.  29.  Altri  lodano  il  Lagnarsi  il  ca- 
po ,  e  tutto  quanto  il  corpo  con  la  holli- 
liira  di  ruta.    (C) 

*  BOLLL'ZZA  .  Dim.  di  Bolla;  Ve- 
<cichetla  .  l.onom,  Oss.  Peli.  3.  Tro- 
vammo con  facilita  il  rognoso  ,  ed  inter- 
logatolo,  dove  egli  più  acuto,  e  piìi  gran- 
<1l*  provasse  il  prurìto  ,  ci  additò  moltis- 
sime pirrole  holluize  ec.  (C) 

BOLZOÌNARE. 

^  g.  .  .  .  Matt.   Franz,   rim.  buri.  agg. 
i.   167.   e   puoi  gli  es.  tra  le  virgolette. 
BOLZONE, 
■f  3.   I.   .  .   .    Car.    Mattacc.   agg.  .fon. 

1.  e  o»e  legge  t^ucl  tuo  faDCÌul  corr.  Quel 
Ilio  garzon 

t  BONARIAMENTE Varch. 

Stor.    12.  agj;.  448- 

V  §.  Per  Con  lieto  xiso.  Rim.  ant.  di 
Lapo  Gianni.  2.  III.  Che  la  'nd' io  so- 
lea  aver  tormeat'  e  pianti  Aggio  sì  buon 
ftembianti  d*  ogni  late  ,  (^he  salutato  son 
Itonariamentc  .   (C) 

7  BONARIETÀ'.  Agg.  in  6n.  *  Borgh. 
Disc,  scrii-,  i3.  Nome  derivato  dall'  uo- 
mo, che  significa  cortesia,  gentilezza,  Lo  ■ 
narieta  e  tutta  amorevolezza.  (Cj 

t  BONAKITA'.  Al  v.  2.  ove  ha  u  M. 
7'.  corr.  ^  «  M.  /'.  - —  Al  v.  8.  dove 
ha  Borgh.  corr.  (V)  Borgh.  e  togli  in 
tin.  (l) 

*  BONAZZA.  /'.  j4.  Bonaccia.  Him. 
ant.  Semprcltene  da  Bologna ,  1 .  4^3. 
Più  Leila  par  la  mare ,  e  più  sollazra 
Quand'  è  in  bonazza,  che  quand*  è  turba- 
la,  (C) 

*  BONCIA.  Lo  stesso  che  Gatta.  (C) 

*  §■  ifi  proverò.  Chiamar  la  gatta 
/concia,  i-ale  j\on  dir  le  cose  come  stan- 
no .  J^arch.  Lez.  Dani.  2.  199.  Infino 
agli  idioti  dicono  che  la  gatta  s*  ha  a 
rhiamar  gatta,  e  non  mucia ,  o  Lon- 
.la,   (C) 

t   BONIFICARE Tà-.  Disc.  Am. 

19.  corr.  i3.  Ed  agg.  in  6ne  *  Soder. 
Ort.  e  Giard.  io3.  I  campi  non  più  se- 
minati ,  rotti  di  nuovo,  ed  i  lembi,  che  si 
<  hiamano  i  boschi  o  carapicci  ,  disfatti , 
lon  r  abbruciarli  e  sradirgli  le  rendo- 
no migliori  {  le  fase  )  y  e  tutte  le  terre 
IiODÌficano  ed  ingrassano.   (C) 

t  §•  I.  Corr.  la  dicbiaraz.  così:  i?o/ji/i- 
carc^  in  signijic.  neutr.  pass,  dicesi  delle 
piante^  e  vaie  Allignare ,   Prosperare. 

t  BONISSIMO.  Al  V.  7.  oi-e  ha  era. 
*  Bemb.    Pios.  corr.  era  .    lìeml).    Pros. 

2.  87.  ed  in  6n.  togli.  (*) 


«  BONO.  Sust. 

^   §.   Bono,  coli'  aggiunto  di  Sommo, 
vale    Perfetta  bontà,  e  dicesi  solo  di  Dio. 
Maniera    antiquata  .    Gititi,    rim.    i.    64. 
Di  te,  sommo   boa,  per  sì  fera  (pena) 
Coni'  è  non  ciascun  piangitore?  (C) 
f  BONTE...   Pass.  corr.    Pass.   3l5. 
3   BORBOGLI'O.  Al  *-.   II.  Oi-e  legge 
di  tuoni  corr.    de'  tuoni 
BORDELLO. 

f  §.  VI.  All'  es.  Bern.  Firn,  agg,  1. 
112.  e  ove  legge  Hai  Un  pie  corr.  L'n 
pie   hai 

BORDONE. 

'>   g.   IV.  .  .  .  Bern.    Itim     agg.  I.  97. 
t   BORIA.  .  .  .  Cron.  Mordi,  agg.  268- 
BORRA. 

^  ^.  E  per  Superfluità  di  checchessia. 
Buon.  Fier.  4.  3.  3-  E  non  e'  è  borra  , 
Ne  fiorellin  ,  ne  foglie.   (C) 

t  3  BORRANA.  Togli  1'  es.  Pataff.  e 
fanne  tema  coli'  altro  già  tolto  del  Bocc. 
cosi  : 

*  BORRANA  .  V.  A.  Borro  .  »  Pa- 
taff'. 5.  ...  ».  -  Bocc.  no*.'.  72.  4-  E  oltre 
a  ciò  era  quella  che  meglio  sapeva  sona- 
re il  cembalo,  e  cantare  :  L'  acqua  corre 
alla  Lorrana  ,  e  menare  la  ridda  ,  e  'I 
Lallonchio  quando  bisogno  faceva.    (C) 

3  BORSA.  Togli  r  es.  P^tr.  frott.  e 
portalo  al  g.  1.  dinanzi  a  Jnstr.  Cane. 
cosi  : 

^  §.  I.  Borsa ,  Jìguratam .  per  Danaro. 
«  Pt-tr.  Proti.  ...  ».  lied.  lett.  1.  373. 
Io  stesso  di  mia  propria  borsa  gli  ho  dati 

degli  aiuti  di  costa    più  volle.  Instr 

§.  VII.  Agg.  io  6ne.  ^  Pros.  fior. 
Borgh.  htl,  4'  4'  ^6--  Diede  buono  or- 
dine alle  piazze  de'  mercati  pubblici,  che 
stessero  larghe,  e  doviziose,  ne  fusse  in 
potere  di  poche  e  buone  borse  con  le  lo- 
ro endichc  alzare  ì  pregi  a  loro  piace- 
re.  (C) 

3  g.  IX.  Togli  r  es.  Cron.  Morell.^e 
fanne  §.   così: 

!)!  g.  l'ar  borsa,  parlandosi  di  eleziO' 
ne  ,  i'ale  imborsare  ,  Porre  in  borsa  le 
polizze  Lc'  nomi  di  coloro  che  debbono  es- 
sere  eieiti.  «  C'on.  Morell.  338  .  .  .  »-  (C) 
3  BORSIGLIO.  Togli  1'  es-  Bed.  Di- 
tir,   e  fanne  §.   così  : 

^-  g.  Borsiglio ,  dicesi  anche  d'  Una 
borsettina  ripiena  dì  cose  odorose.  -  Red. 

Ditir.  27 w.  (C) 

;?  BOSCAGGIO  .  f.  A.  Boscaglia. 
Frane.  Barò.  Regg.  donn.  3o5.  Quando 
hanno  messo  le  penne  ,  porlanle  in  uno 
boscaggio,  e  pelanle  tutte  col  l)ccco  più 
volte,  perchè  non  se  ne  vadano.  (C) 
*  BOTRITE. 

3  §-  Al  v.  3.  ove  ha  Red.  Lib.  corr. 
Lib. 

•f  BOTTA.  Rospo. 
^   §.   Pure  in  proverb.    Come  disse  la 
botta  all'erpice.   F.  ERPICE.  (C) 
BOTTACCIO. 

t  *  §.  V.  .  .  .  Guitt.  lett,  agg.  38.  87. 
BOTTEGA . 

V  §.  I.  .  .  .  Pit.  S.  Eu/ris.  corr.  7'it. 
S.   Eufrag. 

%.  VI.  Agg.  in  fin.  *  Menz.  Sat.  3. 
Ecco  de'  libri  il  vituperio,  Ecco  quei  che 
di  ciarle  fan  botteghe.   (C) 

''.'  BOTTEGUZZO.  Piccola  bottega. 
La.--'c.  rim.  1.  223.  Ricorri  tosto  e  pre^a. 
Che  aIGn  ronlenle  sica  loro  Eccellen- 
ze Cti'  un  butteguzzo  non  guasti  Firen- 
ze.  (C) 

BOTTINO. 

'"é  %.   E   per   U    Materie   contenute  nel 
bottino,  0   luogo  comune.   Il    Focabol.  al- 
la F.  POZZO.  §.  III.  (Cj 
BOTTONE. 

t  '^'  g.  VII.  Air  es.  Red.  Lett.  agg. 
2.   26. 

t  S-  IX r^rch.  St.ir.  II.  agg.  37:k 


BOZZA. 

§.  II.  Allegane  es.  *  Fit.  Piti.  64 
Così  fossero  vedute  le  correzioni,  i  riscon- 
tri, i  volgarizzanìcnti  dogli  autori,  le  bos- 
ze,  le  cancellature  ec.  che  per  avventura 
sarebbe  più  compatito  chi  mette  in  luce 
le   sue  fatiche.    (C) 

§.  III.  Al  V.  12  dove  ha  l'as.  ì'it. 
corr.   'A'    J'as     I  it.   e   poni  in  60.   (A) 

f  BOZZAGO  .  .  .  Matt.  rVant.  rim. 
buri.  corr.  Ltb.  .to/i.  80.  —  Etrore  di 
Crucia  . 

B   R 

3  BRACCHEGGIARE. 

*  §.   II.    Poni  Ics.   tra  le  virgoi. 
t  BRACCHIERE.    Correggi 

t  BRACCHIERE,  e  BRACCHIERO  . 
Quegli  che  guida  ì  bracchi.  Matt.  Franz, 
rim.  buri.  2.  33l.  Kd  Ìu  mentre  passeg- 
gio or  temo  or  spero  ,  Or  mi  spavento  , 
or  m^  assicuro  in  modo.  Che  non  m'  ap- 
poslereLLe    un  buon  bracchicro. 

BRACCIO. 

t    g.    II.  .  .  .  Varch.   Stor.  4.   agg.   71. 

s"  §.  IX.  .  .  .  Mann.  8.  2.  5.  corr.  Se 
gner.    Mann.    Ott.  2.  5. 

^  %.  Rimettersi  nelle  braccia  d* alcu- 
no ,  i-ale  Porsi  neW  arbitrio  ,  nella  vo- 
lontà d*  alcuno.    V.  RIMETTERE.  (C) 

•'.-  g.  Braccio  ,  dicesi  anche  Lo  stilo 
della  stadera  sul  quale  si  Ja  scorrere  il 
romano  segnando  le  libbre.  Bellin.  Disc. 
I.  173.  Se  voi  1*  allontanale  dall'ago  ta- 
cendolo camminare  su  pel  braccio  delta 
stadera  ec.  porrete  nel  piallo  della  sta- 
dera peso  anche  immenso  ,  il  romano  in 
quella  dislan£a  dall'  ago  lo  contrapprse- 
r'a.  (C) 

*  g.   XXV.   Per  Autorità,  Balia. 

*  g.  Di  qui  Dare  il  braccio  ,  vale 
Concedere  di  potere  operare  coli'  autori- 
tà ,  e  co'  privilegiì  regii.    1  .   DARE.   (C) 

'I'  §■-  E  Aver  braccio  di  far  checchessìa, 
vale  Aver  potere  di  Jar  checchessia.  Se- 
gner.  Pan:  instr.  23.  2.  Onde  quando  Ìl 
Paslor  minore  non  abbia  braccio  da  op- 
porsi a  tali  violenza  ec.  ricorra  al  Vesco- 
vo. (C) 

5  BRACE  ec.  Agg.  in  fine.  *  Legg. 
l'ob.  23.  Fara'li  recare  nella  camera  del- 
la brace  acce>a.  Lib.  cur.  malati.  Servi- 
r'a  un   carboncino  di  brace  acceso.    (C,i 

•"?  §.    III Bin.    Rim.  buri.    I.   98. 

corr.  M.   Bin.  Rim.   buri.   i.    198. 

sji  BRADIRE  .  r.  A.  Schiamazzare , 
Cantare.  Rim.  ant.  lac.  Pugliesi,  I.  243. 
Quando  veggio  rinverdire  Giardino  e  prato 
e  rivera  ,  Gli  augellelti  odo  bradire  ec. 
Ed  io  vvigliu  pensare  e  dire ,  Cauto  per 
donar  conforto  ,  E  li  mali  d'  amore  co- 
prire. ((') 

f  BRADO  .  All'  cs.  Fav  .  Esop.  agg. 
116.  (Pad.  i8ll)ed  allegalo  così:  Giun- 
sono  ad  un  arato  due  buoi ,  1*  uno  bra- 
do ,  e  r  altro  domato  .  Ed  il  vecchio 
bue  ammaestrava  dello  arare,  ed  arava 
come  doveva:  ma  il  brado  brigava  di 
sciogliersi  dal  giogo  co'  piedi  e  colle 
corna  .  ^  E  llS.  E  per  lo  bue  brado 
(possiamo  intendere)  quelli  che  scher- 
nisce i  buoni  ammaestramenti  (  Jn  que- 
sti esempii  brado  vale  propriamente  Non 
domalo.  La  slampa  del  1778.  in  tutti  r 
tre  i  luoghi  .suddetti  legge  bravo  ,  e  eo.sl 
legge  pure  3  dice  lo  Zanetti,  il  codice 
Gianfilippi).   (C) 

fBRAMANGIERE.  AU'cs.  f/r//.  agg.  27. 

BRANCA. 

g.  I.  Agg.  in  fin.  Segner.  Pred.  16.  4. 
Non  custodi  egli  Sara  illibata  tra  le  bran- 
che di  Faraone,  che  la  rapi?  Buon.  Tane. 
5.  5  E  le  spalle,  e'  ginocehi,  e'  pie  e  le 
branche.    (C) 

3  BRA^C\RE.  Rassetta  il  g.  (omv' 
segue 


iSS4 


BRI 


*  §•  F-  /'furatimi .  prr  Prtiidere ,  Pi- 
gfiare,  o  iJerivare  in  sif;iiifìc.  alt.  u  I)U- 
tam.  I.  i^.  Sol  per  I'  augurio  d'  uDa  porca 
litanca  ,  Che  con  trenta  porcelli  apparve 
rfove  Alba  si  cilifirjva,  e  'I  nome  branca 
Qui  poic  il  juo  diletto  più  che  altrove 
Aicjnio ,  e  capo  ne  fé'  dei  juo  regno.  li 
4-  20.  Una  gente  »on  ,  disse,  i  Galli  e 
I  Franchi,  E  gala  è  tanto  a  dir  qual  latte 
in  greco.  E  pcrcLc  soo  qui  piii  cbe  altrove 
bianchi  Comini  e  donne  ,  per  certo  ti 
svelo  Dal  bianco  laUe  il  oome  par  che 
branrhi.    (C) 

*  §.  E  pur  fguratam.  liim.  tsnt.  Pan- 
nuccio  dal  /Jagno  ,  1.  ìlg.  Sicché  vir- 
tù non  branco.  fCj 

t  BRA^CICARE  ....  Varch.  Slor. 
7-  =Sg-    i83. 

t   J   BRANCO. 

*  §.  Una  pecora  marcia  e  alta  a  in- 
fettarne un  branco  ,  modo  provtrli.  col 
quale  si  mostra  doxrrsi  /npf;ire  la  pra- 
tica de'  maltagi  .  ì'ed.  l'ECOIlA  ,  g. 
VI.    (C) 

BRANDELLO. 

t  *  §■   li Daldov.    Dr.   agg.    I. 

7.  K  al  V.  3,  ove  legge  dJscrezìoDc  corr. 
discrizione 

•f  BRANDISTOCCO.  Togli  in  6n.  (/Ij 

tBllA.%DO.   AU'es.    <<«. /e/(.  agg.  62. 

J   BfiANO. 

t  §•   II.  .  .  .  Conip.   Mani.  agg.  35. 

*  Bit  ASCIA.  Poni  1' es.  Sen.  l'ist,  tra 
le   virgolette 

t  J  BRAVAMENTE. 

*  §.  Per  Egregiamente  ,  Eccellente- 
mente  .  Ped.  lelt.  1.  220.  Il  fratello  del 
nostro  dottor  Gio.  Neri  ,  che  ancor  esso 
ha  una  lettura  d  inslituta  ,  si  porta  Lra- 
vamcnle.  (C) 

BRAVO.    ,S<,i(. 

*  §.  Di  qui  in  proverh,  dicesi.'  Il  ruz- 
zare, o  simili,  co'  bravi  è  un  uccellare  a 
coccole  e  percosse,  e  vale  die  Chi  ruz- 
za, 0  simile,  co'  bravi,  ne  tocca,  ne  rile- 
va .  Buon.  Fier.  I.  3.  l\.  E  uccellare  a 
•  eccole  e  percosse  II  tuii.u^  co' pazzi  uo- 
mini ,  e  eKì'  bravi.  (Cj 

BRAVO.  AJ.l. 

5  §•  II.  Allegane  cs.  *  Red.  leti.  1. 
220.  Al  mio  credere  è  il  più  bravo  in- 
slilutisla  di   tulli.  (C) 

=?  §.  V.  Agg.  innanzi  a  CC^  iforg.  26. 
140.  Ognun  lo  fugge  come  fera  brava. 

*  S-    VII.  Agg.  innanzi  a  (Cj  Car.  leti. 
•ned.  2.  48.  Ma  questo  uomo  da  bene  1' 
ha  molto  ben   chiarito 
brave  e  risolute 
rar  meglio. 

BRECCIA.  Correggi 
+  S  BRECCIA  .  Apertura  fatta  colle 
artiglierie  ,  0  colle  mine  nei  terrapieni,  o 
nelle  muraglie ,  per  cui  si  possa  pene- 
trare alla  parte  opposta.  *  Segner.  Crist. 
uistr.  3.  3l.  i/|.  Non  vuol  perdere  i  tiri 
del  suo  cannone  a  ballerò  una  corlioa  , 
in  cui  gii  scorgo  ampiamente  fatta  la 
breccia.  (C)  Salvia.  Eneid.  l.  Disse,  e 
volta  la  punta  dentro  a  un  lalo  Del  ca- 
vo  monte  spinsela  ,  ed  i  venti  Ove  la 
breccia  i;  fallo,  in  furia  vanno  Quale  c- 
•errilo.  (Fj 

*  §.  I.  /treccia,  diconsi  anche  i  /bol- 
lami «  /,  Macerie  fattesi  nel  far  la  brec- 
cia j  onde  Sulf  alta  breccia,  vale  Su  la 
sommità  della  mncene  aminueeliiatasi  nel 
far  la  breccia.  .  Segiiei:  Vred.  6.  6.  GÌ' 
Israeliti,  ciascun  da  quella  patto  dove  si 
trovava,  saltarono  bijvjniente  su  l'alia 
breccia.   IC) 

t  S-  II-  Jlreccta ,  si  dicono  anche  per 
similil.  i  Erantumi,  o  Pezxami  di  pietra 
di  quataiii]ue  sorte.  Smier.  Mgric.  1^9, 
Il   marmo  ancora  bianco,  ilritulalo  in  più 


n  R  E 

•  esser  meieolato  in  questi  pavimenti,  o 
balluli  o  «malli,  come  tutte  le  sotto  di 
breccia  soda,  minuta    (C) 

t  §■  "'■  Breccia,  diconsi  loprallutlo 
i  Picco'i  sa'si  de'  fumi  ,  o  i  grossi  de' 
fumi,  o  d'  altri  luoghi,  ridotti  in  picco- 
le parti,  che  servono  ordinariamente  per 
assodare  i  luoghi  fangosi  .  Puon.  Eier. 
2.  5.  7.  De'  complimenti  molti  Si  con- 
versero in  nicchi  ;  E  molli  insieme  ac- 
colti. Spilli!  da  vari  venti  in  quelle  sec- 
ce. Arena  diventar,  sassuoli,  e  brecce.  E 
5.  2  2.  Onde  brumoso  D'investigar  quel 
che  laggiù  s'asconde.  D'arena  e  brecce 
e  nicihi  una  gran  pinta  Solleva, 
mostra   infranta    un'  urna   Scintili 

*  .'or/er.  Arb.  Ili,  Alni  nel  porre  cia- 
scheduna pianta  osservano  di  ben  cori- 
caria  er.  ,  e  vicino  al  pii;  del  cespuglio 
delle  barbe  porre  quallro  0  cinque  pietre 
di  Ire  o  quallro  o  sei  braccia  1'  una  ;  o 
brecce  mìiiule;  che  cosi   non   d. 


B   R   E 


gli  s> 
r  loro. 


con  risposte  cosi 
che  Qoo  si  puu  deside- 


paili  minute  come  le  piccola  sue  scaglie 
«In  lavorandolo  sbalzano  ollorno,  i  buono 


cosi  non  dan  fuori  si 
Jireslo.  non  gelano,  e  slan  freiche  l'està 
le  .  Magai.  Leti.  fam.  35t).  È  più  ilifli- 
(ile  r  imitare  una  Bgura  irregolare  quale 
è  quella  della  breccia  di  un  fiume  ,  che 
una  regolare  ,  quale  è  quella  di  una  sfe- 
ra. (CJ 

t  S-  IV.  Ear  breccia ,  fguralam .  vale 
Ear  colpo.  Far  impresmone .  ir  Salvia. 
/lise.  2.  5o8.  I.o  che  debilita  mollo  1' 
autoiili  drl  Pallavicino,  stiniaulc  che  il 
Irallar  controversie  di  religione  in  dialo- 
go, sia  cosa  perniziosa,  ponendosi  in  boc- 
ca agli  avversarli  le  loro  ragioni  con  tale 
fin.  .icia  che  possa  far  breccia  ne'  debo- 
li. C;V;  /■'  Jìuon.  '/anc.  3.  2.  L'eleganza 
delle  maniere,  e  '1  garbo  e  la  grazia  del 
parlare  fa  breccia  per  allro  ,  e  in  tulli  i 
conti,  ne' cuori  delle  donne)  ma  bisogna 
saperlo  acconciamcnlc  fare  ,  e  per  buon 
modo.  (C) 

J  BREVE.   Susi. 

t  g.  II.  Al  v,  12.  ove  La  l'as.  ì'it. 
corr.   *   7'<i.r.    ;•,(. 

t  S-   llr.  All'es.   Cas.  leu.  agg.  45. 

*  §.  /'er  Polizza.  Tass.  Cer.  5.  74. 
Dalla  bocca  pendon  di  colui  Che  spiega 
i  brevi,  e  legge  i  nomi  altrui.   (CJ 

*  g.  Breve  di  credema,  vale  lo  stesso 
che  Credenziale.    V.  CREDENZA.  (Ci 

BREVE.  Add. 

*  §.  Breve,  riferito  a  numero  di  piar, 
ni,  o  simili,  vale  Poco;  contrario  di  H/ol- 
/.',  Albi.  /tenv.  Celi.  Ut.  i.  3i.  In  brevi 
srilimane  feci  mollo  gran  frutto  di  questo 
maledetto  sonare.  E  2.  3.38.  Si  ammalò 
il  marito  della  mia  sorella  ,  e  in  brevi 
giorni  si  morì.  I  aixh.  Stor.  3.  44.  Fra 
brevi  giorni  a  un  procuratore  del  Duca 
consegnale.  (C) 

*  §.  Pieve,  riferito  a  cose  materiali, 
vale  Corto  j  contrario  di  Lungo  .  Sega. 
Stor.  4.  109.  Erano  falli  due  cam- 
pi con  brevi  lizze  e  allorniati  e  distinti 
r  un  dall'altro.  Bcllin.  llisc.  1.  i8q.  Il 
medesimo  strumento  sospendilore  ora  si 
fa  più  luogo,  ora  più  breve  di  te  mede- 
simo. (C) 

t  3  §.  11.  Agg.  in  fin.  Tasi.  Cer.  14. 
IO.  E  lui  che  or  Orean  chiamate,  or  va- 
sto,  Nulla  eguale  a  lai  nomi  ha  in  A  di 
niagno;  Ma  i;  bassa  palude  ,  e  breve  sta- 
gno. (C) 

t  S-  V.  .  .  .  Fiamm.  igg.  4.  169,  E 
al  V.  d.  ove  legge  coprirsi  corr.  coprire 

t  J  BREVITÀ'  te.  Astratto  di  breve 
af g.  )  Corta  durala.  All'es.  Pace.  Leti. 
agg.  /'.<!.  Boss.  38.1.;  0  degli  es.  di  Cnn. 
S/orell.  fanne  g,  cosi: 

»  S  Sotto  brevità,  lo  stesso  che  Bre- 
vemente,  e  si  riferisce  per  lo  pili  al  fa- 
vellala,  e  allo  scrivere.  >  Cron.  Morrll. 
226.  Narrerò  alruun  rose  sotto  brevili  . 
/\   249.    Dilla    Sandra    é  sialo    sci  ilio  qui 

di  sopra  sotto  brcviU»     ■>  E  a53.  lu  mi 


farò  al  tempo  che  sego  .U  morta  di  Fa- 
glilo nostro  padre,  e  racconterò  sotto  bra- 
vila, come  a  me  fie  nolo  certe  cose  gran- 
di avvenute  al  nostro  comune.  (C) 

BREVIARIO.  Al  V.  6.  ove  legge  ie%ii 
i  breviarii,  i  pateoostri  corr.  desti  t  bre- 
viarii  e  i  paternostri 

t  J  BRIACO.  Corr.  la  dichiarai,  eoa: 
C/,c  ha  offiiscato  l'  intelletto  per  aver  he- 
vulo  troppo  vino,  o  altro  liquore  atto  tid 
ubriacare.  E  dell' es.  Buon.  Fier.  ranot 
g.  cosi  : 

*  §.  Briaco  ,  dicesi  anche  di  Chi  t 
dedito  al  vino  ,  di  C/ti  spesso  e  briaco  . 
Lai.  ebriosus.  «  Buon.  Fier.  I.  i.  2. . .  .  ■. 
Alleg.  229.  (Amst.  1754)  Egli  è  disgra- 
zia che  vi  sia  buon  vino;  Che  non  i  quel 
paese  da  briaihi.  Dove  bisogni  andai  a 
capo  chino .   (C) 

t  BRIACONE  .  .  .  .  O  briaconi  agg.  o- 
sciti  ee.  del  seminato. 

BRICIA. 

*  §.  Riduci  questo  §  cosi:  f/on  vo- 
ler saper  bruta  d'  una  cosa,  vale  LVon 
volerne  sentir  parlare,  iVon  volerae  saper 
nulla.  Segner.  /ncr.  2.  20.  l5.  B  in  tutti 
si  è  praticato  all'islesso  modo  il  digiuno, 
il  celibato  ,  la  confessione ,  i  voti  mona- 
stici, di  cui  questi  parimenti  non  voglioa 
saper  bricia.  (CJ 

*  BItICIO.  F.  A.  Briciolo.  Scal.  Oau- 
str.  43t.  Eziandio  ,  Messere  ,  li  catellini 
mangiano  delli  brici  e  delli  minuzzoli  che 
caggiono  della  mensa  degli  loro  seeno- 
ri.  (C) 

t  BIllCrOLA,  e  BRICIOLO. 

*  g.  Diersi  yon  ne  saper  briciolo , 
qiianilù  W  alcuna  cosa  non  se  ne  sa  nien- 
te.  I  arch.  J'rcol.  98.  Quando  i  maejtn 
voglion  significare  rhe  t  fanciulli  oon  se 
le  sono  sapulr,  e  non  ae  sanno  straccio, 
usano  quote  voci  :  boccntOt  boccicata,  ec. 
tritolo,  briciolo,  ec.   (C) 

t  BRIGANTINO.  All'es.  Cron.  Mo- 
re/i. ayg.  333.  —  E  air  es.  FarcM.  Stor. 
6.  agg     160. 

BKIGLIA. 

§.  IX.  .  .  .  Titc.   Dav 
Tnc.   Vai'.  Stor.   2.  ^gy. 

t  §.    X.  Air  cs.    Cas. 
1.    i3.   ed  allegalo  così: 
leua  le  persone  DuvcrcLLc  tener  la  bri* 
glia  in   nuno. 

*  §.  XI.  Ji  >■.  5.  ove  legge  come  del 
corr.  rome  dal 

t  3  BRINA Ott.    Cam. 

Ptirg,  21. 

*  §.  I.  Al  T.  a.  ove  dice  Petr.  son. 
corr.    M    Pftr.   son. 

•f  BRIO.  Togli  in  fine  (*) 
t  OROCCARE.  Air  e»,  fior.  Jtat.  agg. 
326. 

*  BROCIO  .  Jdd.  Dicfsi  d'iremo 
sciocco  j  liat'buino .  f'arcb.  Lee.  Dani. 
2.  ^5.  Che  dìierno  dt  barbogio,  Lrogio.  * 
barhiiicro  7  (Cj 

*  BRON(  HI.  Poni  in  fin.  (*) 

BRCCIOLATO. 

t   «  S    P*'n'  io  fi».  (•) 

BRULICAME 

•f  §.  T-'kI>  in  fin.    (C) 

BRULICHI  ().  e  BRCLLICIll'O.  Alle- 
gane es.  #  ìlellin.  Disc.  |.  lOO.  Si  fa  una 
gran  calca  di  quel  bestiame  cbe  fa  din> 
turno  e  addosso  a  quella  povera  lingua 
un  brullirbio,  che  mai  al  mondo.  (Tj 

t   BRUSCO.    Jdtt.  ...  Cr. 
corr    Cr.   ^.   ^7.   i3. — Errore  < 
E   All'es.    Pa//ad.  agg.   Jifart.  s8. 

*  §.  Si  dice  ancKe  delta  Cera  ,  deiU 
3/.tHirre ,  dei  Discorsi  ec.  f'arch.  Stor- 
ia. j)^a.  Co»!  brutca  cera  aveva,  e  laaC* 
SI  dilfllara  di  torninilare  gli  uomini,  che 
Solo  il  vederlo  nicKrTa  spavento  Sen. 
/l'eii.  tarati.  I.  p.  Ma.  secondo  me,  • 
ancora  piggiurc  colui,  il  quala  con   «slU- 


Stor.  397.  corr. 


Bim.  buri. 
E  però   chi 


bal- 


•K 


A.  !fi.  |3. 
:  ai  Ciusca. 


B  R   U 

Bt  parola,  e  eoo  cfra  brusca  va  SDperlia- 
menle  ec.  lacenilo  la  mostra  delle  lic- 
cbfzic  sue.  (C) 

BRUSCOLO. 

§.  II.  Allegane  l'es,  *  RuceìL  /fH.  63. 
NoD  mauclicraiioo  iti  tliile  il  vero  nrita- 
mente  per  levare  aiicht-  »  più  picculi  liru- 
acoli  del  predio  cosi  giaude  dell'  opeie 
«e.  (CJ 

t  §.   V Farch.    Stor.    10.    agg. 

3»  BRUSCOLOSO.  Apg.  Jdit. 

t  *  S-  Air  es.  Jì/tpr.  agg.  221.,  ed 
allegah  co^ì .- Scamalalelo  ec,  perciocché 
la  maggior  parie  delle  cose  mie  ce.  e 
bruscoloiu  piuHoslo  che  con  la  polvere 
addosso. 

*  BRUTEGGIARE Segner. 

Mann.    Magg.   IQ\-    corr.    19.   4     ^  "^  " 
5.   ove  Ila:  (f  )  corr.  (*) 

BRUTTO.  Aita. 

f  §.   III.  .  .  .  Vani.    Par.  82.  corr.  22. 

5J1  §.  Far  brutto  sentire,  si  dice  delle 
%>oci  che  offendono  I'  orecchie  per  la  loro 
strutturalo  signi/tcasione .  IMt.  Pie/. 
Pros.  Fior,  lo  una  poesia  lanlo  elegante 
e  sì  nobile  faceva  (la  yoce  colornhella ) 
bruito  sentire.   (C) 

5  BRUTTURA. 

*  ^*.  \.  ...  lioec.  g-  1-  9.  8.  corr. 
Bocc.  g.   l.  nov.  8. 

f  *  §.  III.  Al  V.  4-  ^^^  ***  Afa-m. 
«orr-  «  Maini. 

BRUZZAGLIA  ....  Vit.  J^r.  399. 
corr.    l'tt.   jigr.  398. 

B  U 

BUASSAGGIME.  Al  v.  3.  ove  ha  Red. 
leti.   corr.   ^   Red.  Utt.  E  poniin6ue  (") 

•|   BUBBOLA. 

f  g.  IV.  .  .  .  Ruvch.  i3.  g.  corr.  1. 
39.  —  Errore  di  Crusca. 

*  BUCA(  CU.  Poni  in  fine  (•) 
BLCATO.   Susi. 

t  g.  II.  Air  cs.  Bcrn.  Rim.  agg.  I. 
120. 

J  BUCCIA.  Al  V.  8.  ove  ha  Da^\  Colt. 
corr.   *    Da^'.    C-ll. 

g.  III.  .  .  .  OWrf.  Meta/.  Str.  corr. 
Ovtd.   Metam.   Str. 

f  5  BUCCIUOLO  .  All'  es.  /Irrigh. 
agg.  59. 

BUCENTORIO  ce.  Al  t.  7.  ove  ha 
Bemb.  corr.  *  Bemb.  e  al  v.  11.  ove 
ha  !r  Salvia,  corr.  (P')  SaUin. 

BUCICARE.  Al  V.  5.  ove  legge  i/i  ca- 
pò  corr.  1/  Capo 

5  BUDELLO. 

t  *  §.  I.  .  .  .  ^.  Bern.  corr.  Cose 
S.   Hcrn.    \!\\. 

BUE. 

*  §.   VIU.  Poni  in  fine  (•) 

*  g.  Dare  il  bue  per  le  corna  ad  uno, 
modo  proverb.    antico  ,   che  vale   Ricom- 

pen.tare  uno  oltre  al  dovere,  più  di  quello 
che  menta .  Scal.  Claiistr.  /|52.  E  però 
dico  che  Domeneddio  è  quasi  prodigo  , 
cioè  a  dire,  che  Domeneddio  è  di  si  ismi- 
lurata  largheiza,  che  egli  dae  lo  Lue  per 
le  corna  all'  uomo,  cosi  come  si  suol  dire 
volgarmente.  (C) 

^  §.  Dicest  in  proverb.  Ognuno  fugge 
ti  bue  che  cozza,  e  vale  che  Ognuno  sfug- 
ge la  compagnia  de*  maldicenti  .  Galat . 
l^\.  Alla  fine  ognuno  (ugge  il  bue  eh» 
cozta.    (C) 

\  BUFtRA  .  Al  V.  4-  o'e  ha  Bocc. 
Com.   corr.   #   Bocc.    Com. 

t  BUFFETTO.  Sust  .  .  .  Burck.  2.  38. 
corr.  Burch.  2.  4^-  —  Errore  di  Cru- 
sca . 

BUGNOLA. 

5fr  §.  Dire.ti  figuratam.  che  uno  è  Bu- 
gnola di  checchessia,  ad  accennare  che  è 
f 'alentissimo  in  checchessia.   Lusc.   rim. 


B  D  I 

lett.  2.  53.  Per  esser  voi  lingnol:»,  arra, 
armailio.   e  srarucria  di  poesie.   (C) 

BUIO     J'U. 

t  §.  li.  AU'rs.  Pern.    Rim.  agg.  1.  $2. 

BUO.NAVOGLIA. 

t  g-   Aires.  ,4/.Vc.  agg.  2l5. 

t  5  BUOM>ATO.  Add. 

'\'  g.  I.  Air  es.  l'ir.  Rim.  agg.  buri. 
3.   302. 

3  BUONO.  Sust. 

§.  111.  Agg.  in  fine,  t-  Car.  lett.  2. 
266.  Ma  buon  per  me,  die  voi  siete  più 
discreto  che  io  non  souo  slato  presuntuo- 
so. rO 

■J-  §.  IX.  Dare  il  buono  ag^.  0  del  buo- 
no Ed  ag;;.  innanzi  a  (C)  Buon,  l'ii-r.  2. 
2.  6.  Io  .sluditivn  arquel;irla:  ella  più  du- 
ra Mi  replicava  :  ed  10  '1  buon  per  la  pace 
Le  dava  scmjire. 

§.  XIV.  ÀI  V.  6.  ove  legge  appreso 
corr.    appresso 

•I^  §.  Mandarla  buona,  vale  Esser  pro- 
pizio ,  ma  non  si  direbbe  che  nel  senso 
dvW  esen>pin.  Buon.  Fitr.  3.  2.  12.  Dio 
gliela  mandi  buona  a  questo  autore,  Egli 
ha  tolto  a  menare  tica  gran  pasta.  ì  ed. 
MAiNDAItE  ,  g.   Vili.   (C) 

*  §.  Metter  del  buono  ,  l'o/e  Adope- 
rare metzi  efficaci  ,  Studiarsi  di  fxirza  . 
V.  METTEKE.  (C} 

'I*  §■  Tener  buono  in  mano  ,  figura 
tolta  dal  giuoco  di'/le  carte,  vale  h'ssere 
in  buono  stato  dell'  affare  ,  0  della  cosa 
di  cui  si  parla,   f.   MANO,  §.    LIV.  (C) 

*  g.  XWII.  E  Buone  corr.  E  Buo- 
no —  Ed  agg.  iu  fin.  Bert.  Ciamp.  5.  Buo- 
no I  disse  r  amico;  egli  appunto  va  per 
tutto  Buggiano  vantandosi  che  alla  sua 
crìtica   non   v'  è  difesa.  (C) 

3   BUONO.    .-Idd. 

*  §.  Buono,  agg.  di  Miglio,  vale  Lungo 
più   della  misura  consueta.   ]lfar.   J'tagg. 

Terr.  S.  106.  In  sul  vespero  monlammo 
ad  asino  per  andare  al  fiume  lordano,  che 
è  di  longa  a  Icrusalem  trenta  miglia  buo- 
ne.  (C) 

t  5  §.  XXIV.  Togli  r  es.  G.  7'.  9. 
214.  3.  e  fanne  g.  eusi: 

■j-  g.  ììuono,  ngs.  di  Passo,  Andare, 
o  simili,  vale  Sollecito,  Ratto,  Fi-etto- 
loso,  ec.  G.  /'.  9.  2i4-  3.  .  .  .  ;^  /Jem. 
Ori.  i.  4.  17-  Ferraù  colla  douna  di  buon 
passo  Attende  verso  Spagna  a  cavalca- 
re.  (C) 

t?  g.  Esser  buon  tre  volte  ,  dicesi  d' 
Uomo  buono  a  nulla  j  Uom  minchione  . 
Cecch.  Prov.  53.  Io  non  vo  dare  A  quel 
meschin  di  Noferi  altro  inferno,  Ch'  e'  mi 
pare  un  dabbene  uomo  .  Laudo  .  Si  egli 
è  Di  quegli  che  son  buon  tre    volte.   (C) 

'^-  EUUCIIIFLLINO.  Al  v.  2.  ove  ha 
pbase.    Cas.   Pros.  corr.  pìtase.   Pros. 

BURLARE  .  Al  v.  3.  ove  ha  Scgner. 
corr.  Scgn. 

*  BURLEVOLMENTE  .  Avierh.  In 
modo  burlevole.  ì'nrcfi.  Lez.  Dant.  2. 
80.  E  per  dirlavi  burlevolmentc  ec.  la 
natura,  come  dice  il  Bernia  ,  ^cCf  gli  o- 
recchi  e  le  campane.  Fece  i  assenzio  a- 
maro,   e  dolce  il  mele  ec  (C) 

BURRASCA. 

§.  I.  ToaliTes.  *  J'it.  Piti,  e  reca- 
lo in   fine  del  §.  II. 

BURRATO.  .  ..  Bocc.  Com.  Dant.  180. 
corr.  2.   180. 

BUSCARE.  .  .  .  Cecch.  Dot.  1.  3.  corr. 
Cccch.  Donz.   I.  2. 

§.  I.  Apg.  in  fin.  :S  Lasc.  Mostr.  st. 
40.  Con  duglia  infinita  Van  qui  e  qua 
buscandosi  la   vita.  (C) 

g.  111.  Agg.  in  fin.  ^  Lasc.  rim.  2. 
3.  Buscando  alla  pioggia  ed  al  sole  Va- 
dan.  (CJ 

t  *  BUSCI'A. 

5  BUSO.    Add. 

*  S     '■  '^88-  'Doaoai  a  (C)  Bronz.  rt.f. 


BUS 


i855 


3.41-  Ma  r  nomo  ha  a  far  con  certe  l«Rt» 
buse  Cbe  tiriin  senipromai  dietro  ad  un 
segno,  Ne  vai  eh'  altri  si  scuota,  e  trovi 
scuse.   (C) 

t  BUS.'^ETTO.  ..  .  Brons.  Rim.  buri. 
agg.  2.  266.  Al  V.  i3.  occ  legge  ogn'ora 
corr.   0|;nol(a 

t  •-:=  RUSSOLO. 

t  *  §•  Agg.  in  fin.  E  Concord.  3.  4- 
2.  Qiial  savi»  mai  quel  nocchiero,  che  »i 
ronlrnli  del  buuolo  .  se  non  fra  le  bur- 
rasche più  ruinosc  1  (Cj 

t   3  BUSTO. 

g.  I.  Al  T.  3.  ove  ha  *  Salvia,  corr. 
Salvin.  e  togli  in  fin.  (•) 

*:=  BUTIRO.  All'es.  Red.  Cons.  t.  7. 
png.  i3J.  sosliluisci  il  seguente  :  Red. 
lett.  2.  126.  Si  faccia  talvolta  qualche 
serviziale  puro  e  semplice  .  fatto  di  solo 
brodo  e  dì  sola  acqua  d'  omo  con  1'  a*»- 
guinla  del  consueto  sale,  lucchero  e  buti- 
10.   (C) 

BUTTARE. 

"^  §.  Buttire ,  vale  ancfie  Cominciare 
a  nnscercj  Spuntare:  e  si  dice  delle  cor- 
na, o  simili.  Reir.  Fsp.  nat.  8(>-  I  cervi 
buttano  le  corna  inf.illibitmeote  ogni  an- 
no, e  cominri.ìiio  a  gettarle  poco  dopo  Ìl 
prinripio   di  Mjrso.    (  C) 

'■■  g-  Per  Eia/are,  Mandar  fuori  va- 
pori,  o  simili.  Imperf.  V.  Tusc.  D.  4- 
T.  1.  ii3.  Imperò  aver  fatto  la  natura 
tanti  monti  che  buHan  Camme  e  fumi  , 
siccome  fa  Lipari,  Mongibe'Io  e  Vesuvio 
per  dare  qualrhe  esalo  al  fuoco  che  en- 
tro la  terra  si  racchiude.  (C) 

-I-  ^.  Buttar  la  polvere  negli  occhi.  V. 
OCCHIO,  g.  LX.  (C) 

','  §.  Buttare  a  terra  ,  parlandosi  di 
edifitit,  o  simili ,  vale  Atterrare.  Segner. 
Mann.  Giugn.  29.  4-  ^  ^^o"  '"  autorità  , 
eh'  egli  avea  buttò  il  muro  a  terra.  (C) 

Ki  BUTTATO. 

'^  g.  Fatica  buttata,  o  buttata  via, 
vale  Fatica  sostenuta  inutilmente,  senza 
prò  .  Gal.  Sist.  272.  Per  gì'  intendenti 
non  ce  n'  è  bisogno,  e  per  quelli  che  non 
intendono  è  fatica  buttata  via.  Pros.  Fior. 
Salvia-  lett.  4-  2.  293.  Il  far  cose  idea- 
li ,  come  non  ci  fossero  sullo  le  cartelle 
che  le  spiegassero,  le  stimo  fatica  butta- 
ta. (€} 

BUZZICARE.  Al  V.  IO.  dove  ha  Frrtntr. 
Sacch.  corr.  ^  Frane.  Sacch.  e  poni  in 
fin.  (F) 

C  A 

CACACCIANO.  Allegane  Tes.  *  Varch  . 
Lez.  Dant.  2.  f)4-  ^'  ""'^  '^^'^  ^'''  dappo- 
co ,  e  non  vaglia  due  mani  di  noccioli 
(non  si  dice  J  cacacciano,  fanonnolo,  la- 
vaceci? (C) 

f  *  CACALORO.  .  .  .  Fir.  Cap.  corr. 
Fir.    Rim.   ed  agg.  l^S. 

CACARE. 

^  §.  V.  Chi  vive  .operando,  agg.  o  a 
speranza,  —  Ed  agg.  in  fin.  Malm.  12. 
3.  Ma  chi  vive  a  speranza,  muor  cacan- 
do. (C) 

5  CACASANGUE. 

*  g.  I.  .  .  .  Bern.  rim.  agg.  2.  ed  agg. 
innanzi  a  (C)  f'as.  Op.  /  it.  2.  179.  E 
mentre  lo  lavorava,  guardandolo  tutlav/ii 
gli  diceva:  Favella,  favella  ,  che  ti  ven- 
ga  il  cacasangue. 

t  5  CACCIA. 

t  y  g.  IX.  Agg.  in  fin.  *  Tais.  Cer. 
7.  120.  Cosi  fuggiano  i  Franchi,  e  dì  lor 
caccia  Non  rimaneano  i  Siri  ,  anco  o  i 
demoni.  fC) 

*  §.  Aver  la  caccia  da  uno,  vale  Es- 
serne messo  in  fuga.  Esserne  inseguito. 
Ar.  Fur.  i5.  59.  Quivi  adattolla  (la  r* 
te)  in  modo  in  sùll"  arena,  Che  tutti  quei 
ch*  avean  da  lui  la  caccia,  Vi  davan  den- 
tro-  (C) 


i85S 


e  A   e 


Sa/t'in.    Spin.    corr. 


t   §.    XV.   .    .    . 
•yo/f.   Spia. 

t  §.   XVII.  Asg.   .Ila  dirhi.r».  :  ed  . 

•t  *  CACCIANFUORl.   AI  ,.  7.  „„ 


CAD 


f.f^"''^  .f"'^-  3.  77-  E  perchr»cdocV 

«   ne     ..Isuorco.  Av.rLuonmos.r» 
per  cacciar  cojlui.  iCì 

,  §•  XIX Las,. 

l-asc.     Pi„z.  5.   ,. 
t    *   §.   XXII.  .   . 


■  corr, 


Bern. 


'if. 


CACIO. 

/,.,„;  t-^CIUOLA.  Agg.  in  fi'„.  «  /,,'„* 
''■■f''""-  '-'"  4  •  3oo.  L'aver 
m«g.a.o  un  poco  in  casa  U  contadino 
«•  ;  e  con  und  l.uona  caciuola  ristorato. 
n»  ec.  lui,,,  ^aeslo  mi  servi  per  passare 

«°o   ""c         ""'  '  "■'   '''"  ''"""''  f"»- 
CADENZA. 

,.,i.'  ';  -^''^e-^"  "■  *  P'-"-  Adr.  Op. 
'"«»••  1.  304.  ^'ed,  se  è  ,,oss,),.Ie  far  la 
prova  ,n  l,rcve  spazio  ce.  di  rematori  che 
voghino  ali.   medesima  cadenra.  (C) 

T,[  in"        "'"■  ^'"'-  ^  p""'  '"  fi- 

t  J  §.   Vili.    .  ..   G.    V.  cap.   ,54.   1 
'  •    7.    154      • 


corr.   G. 


6.r  ^ 


XVII. 


Petr.   canz. 


=SE- 


*  J    r  ^  ,°°''  "■  fi"-  '=  'i'-Bol'lle 

.Sr,  7  '  ./'«"'•'"''">•  parlandosi  di 

>ocabol,,    ,aU  Andare  .„  ,L.so.   Dan, 

■p.o  della  Poema,  quando  dice  ec.  n.olt, 
-caW.    rinasceranno,    che    gii    cadde- 

t  5  S-  XXII.  Ar  /„c/„>i««. 
■*■  S-  XXIII.  Poni  innanii  a  ^Cj  Se- 
gner.  Jred.  3l.  Dite  che  cedete,  dite 
,f  "«'i^;  verissimo:  ma  percht  !  per- 
■'■e  COSI  ,„ace  a  voi.  Volete  cadere ,  vo 
lete  cedere;  non  si  può  dare  altra  ra- 
ri  ione  . 

t  *  §.  XXXIV.  Ponil-cs.  Ar.F,4r 
"-*  'e  vu-goletic 

.Jl   1    i"''';'"'  '"   ''"«'■''="»   «i'  n/c«/io  , 

.;^z?A  To  "'■""" ''''"""■°- ''•"'«■ 

..iiv^  '^f'T  '"  "'""-ia.  In  poverli,  e 
smi,,  vale  Impoverire,  menir  misero. 
,l,ecT.  'P  O'-'l'c  direste  di  colui, 
■he  caduto  da  una  vita  agiata  in  povertà 
-e.  conservasse  eziandio  la  prima  genti- 
'«'a'    '■■/'55.    Noi   torremniodi    es.cre 

-n.i  poveri  e  diserti  ec.  che  trovarci  ca! 

■mti  iD  questa  miseria.  (Cj 

ronJa  S"*"  '"  '"*'"''  '•"''  '^"■"■'r 
romorfo,    lenire  ,„   acconcio.    Pass,    loi 

m^^l"  •/"""=  '■  confessore  dcLl.a  do- 
mandare, diremo  nel  luogo  ,uo  p,ù  oltre 

CADillit^a""'  -  "«""■  ''^^ 

+  S-1..  ..//ore   ;„./,^,„.  ,gg.,g3 

?ADi;'rA-Ì-"'"'''f^"«"""'-4li 
,      i„     J^        •   *K«     ■"  fi"'-  *   Ci.'-    /-e". 

.10  lo  „,,„  iscriverò  a  VS.  1'  arlifi.m 
■l'I-  r   >»l.r   1    acqua    ,  e.    poichi:  ella   (  .,,. 

|^.M^do  che  .c„,e)  ha  l'acqua  con  la  ca. 
""la  ,  e   col   suo    .orso   naturale  .    A.   „„. 

-'M.,1  l„amh,  ,!•  acqua  congelai,  che  ., 
IT  •]:;"'  "''«la  d'  Tivoli.  (Cj 
,e,Z  r    ."/•"••■  ^'■'•/•""/«..l  .//  pi.u,,  o 
>nre  torupra.e,  ,.„,,   rùpngn„,io„r.  he. 


,ìi    .     t     j"-    "•'•f'^-    Scgncr.    Fred. 
2»       .   Spedirono    al   Re    uno  de' Drinci- 
pah  lot  capitani,  perehii  ec.   esponesse  a 
Locca  le  necessiti  dell' esercito,  la  caduta 
delle  piaixe,  i  pericoli  dell' impre.-a.  (CI 
CAGGE.NTE.   Poni   in  fi„.   /,        " '' 
t  S   CAGIO.NE  .  Ag...  in   6n.   *  Srgr. 
i^io..    r/,..    4.   6.    Tubai    vuotala    cf.a 
d.  Iirigata  che  fu   un  s„l.i.z„  i„  n,„j„  ^^,^ 
aUe^lue  cagioni  io  son  morto  e  diifalto.  (Cj 
'*"  %■   V.  .  .  .  Fiamm.  3.   aee    /«^ 
CAGNA.  ^*'  ^ 

t   §•    '■      .  .  Arrigh.   apR.    60. 
-.  CAGNUOLA.   Poni  1'  «.   ,„  1,   ,,,. 
golette;   ed  agg.   io  fin.  (A) 
J   CiGNUOLO. 
't  I  CALABRONE. 

u.'Val.  '"  ■  •  •  ^'-^  ^''•-  "s"  "- 

CALANDRA. 

*  S-  Co/iJar  coBw  KM  <:a/a,,rfra  ,  A- 
CCS,  d  Uomo  che  canti  l^ne.  Sahin.  An- 
noi. Uuon.  Tane.  2.  5.  /•'  canta  come 
nn  luclicrino  .-  uccelletto  piccolo  e  era- 
"OSO  musichino  .  Noi  dichiamo  :  cantare 
come  una  calandra.  (CJ 

t  CALATA.  .  ..  /ìim.  b,„l.  Alla  ca- 
lata  agg.   e  corr.   2.    l8<).   Alle  calate 

t  5  CALCA.MENTO.  P,esa,nra,  corr. 
J  igiatitr^ , 
CALCARE . 

*  S-  y[" ^fgner.   agg.    Mann,  ed 

agg.  lu  fine.  Impcrf.  I  .  T,l,.  I).  à  T 
«2-  329.  E  siili  degli  uomini  di  mal 
entraguo    calcar    la    mano    sopra   i   mi.e- 

S  CALCATO  . 
^t|.   Ili lor.   Med.  Beon.  ,gg. 

*  CALCETTONE.  Accresci,,  d,  Cai. 
celo.    Lasc.   nm.  2.   agS.   Scarpnn  ,  pia 
nelle  e  stivai    son    niente:  Calcetti  e  cai- 
•cctton   vadan  da  parte.  (Cj 

t  *  CALCINANTE.  .  .  .  Seltia.  Disc, 
cor^r.  dalf/-   '  "'  ^    ^^    """   ''^'   <*'"' 

Ar,.  Ie,r.  Acr.  ,.|6.  Il  croco  di  Marte 
non  e  altro  che  una  sottiglia.ione  e  cal- 
cinatone di  ferro  per  me«o  della  quale 
la  sua  tintura,  che  in  vetro  è  rul.icondis- 
siiiia  si  apra   di   maniera  che  ec.  (Cj 

-e  CALCITRANTE.  Poni  1'  cs.  tra  le 
virgolette 

t  CALD1SSI.MAMENTE.  .  .  .  larci, 
■"lor-   3.   agg.    54.   _  j;  i.   ,.„.    _,. 

CALDISSIMO.  ^      "     ' 

+  §-   111 Cas.  1,11.   agg.  36. 

-  CALEFFO.  Agg.  in  6n!'/asc.  r„„. 

9p-  «Jn  certo  medicu.io  afilitlo  e  scu- 
ro Che  la  l.eBana  par  d'  un  poverino  Per 
Mleffo  dipinto  in  qualche  muro.  (CI 

t  CALENDARIO.  ...  Tcs.  JJr.  42. 
corr.   a.   42.  " 

^-  CALESSO.  .  .  .  E  73.  cnrr.    7.75. 

•>•  CALETTONE.  tella  grande  di 
ch^cches.ua  .  lasc.  rim.  2.  65.  Ma  «ili 
caletton  di  pane  affetta  ,  E  pieni  e  unti 
in  gola  , e  li  caccia.  Cosi  eoo  gran  hoccon 
da  lor  la  strella,  (Ci 

CALIA. 

CALICE    '^"^  '"''"'  ***  /y""""'"- 
J  h-   "•   Al  V.   2.  Oi-f  ha  Prego  corr 
prego— E  Mn.   lìern.  ,,m.   «gg     ,.  5' 
CALLAIA.    Apg.   in  fin.  *  /;„o„.   lier. 
jl-  /(.  2.  Che  recesso  non   ha,  non  ha  cal- 
laia Per  donde  ci  torni  in  suso.   tCl 

't  <:allo.  ' 

■>  S-  A,ert  II  callo  «/,„  ,„  „„„  cosa, 
.figurala»,  vale  Esseri  p,!.  che  ossucfat. 
lo-  (or.  U„.  ,3,,.  v„|  „„  ^,^,^  f^,|^ 
guarire  ec.  non  co  le  fiancate  che  m'  a 
vele  dale  (che  n  ho  troppa  ,!,„  ,)  ,.,||„j 
m-i  con  lo  scongiuro  ù  uuni<  della  vo- 
tira    ^iiaternilà    (C) 


C  A  L 

„l  %}^  ■  ■  ■.^■'"-  '"'■  agg-  P'"-  Ro,.. 
K9-  Ed  agg.  in  fine.  Cor.  Ie,i.  i.  ,55 
>la  ..a  che  vuole,  che  io  ho  di  gi.  f„io 
11  callo  ad  ogoi  fortuna.  Hellin.  D,sc.  1 
111.  Oramai  ho  fatto  il  callo  a  dir  pane 
cose.  Me„..  sa,.  10.  A  chi  nel  mj  Ipm 
ha  fatto  .1  callo.  Questo  sol  resta  :  TX 
vocare  in  duLhio  L'  eternili,  che  al  h«e 
e  piedestallo.  (C) 

tiCALORUCCIO.Agg.  infin.  (.) 
1    ■<■  {,.   Al  V.  2.  ove  ba  .  fltrf    Cmu 
corr.    K.d.    Cons.  -Ealv.   j'^^^T, 
medesime  ..  (C)  corr.  medesime.    (•) 

-  CALTA.  Agg.  in  fin  Red.  rL.  in 
Bronz.  ion.  ,75.  Dagli  steh  m.tenii , 
1  lu  vaghe  spunteranno  e  più  venose  Le 
calte  d    oro,  e  le  purpuree  rose.  (C) 

^,*/*'-?'r'^'-* cJ.lc.Di. 

scpl    Spir.   35.  agg.  (p-ar.  la.J 

CALTERITO. 

t  §•  III.  . .  .  A/ùeri.  Ite.  cae   a3 
CALUGGINE.  '*      ^ 

194.  §'••••   *'°1f-   «8.  94.  corr.  1». 

t  CALUNNIA Parch.   S,or.  ,i. 

ags.  569.  '-* 

J  CALZ.l. 

t  S-   I-    ■  ■  .    Cii.f.  leu.  agg.  62. 

■r  g.  far  calze  e  scufKoni  d' alcuno  , 
vale  .Vcrmorarne.    V.   SCUFFIONI     (Ct 

I  CALZANTE.  '     '' 

•f   g.   II.    .    .   .    Bcrn. 
I  12. 

CALZARE. 

§.  IV.  Avanti  all'  es.  Alleg.  poni  Satv. 
■ipin.   O  questa   si  che  ci  calia 

CALZARETTO.    .   .   .    T..c.   Dav.    ,,. 
139.  corr.    r<ic.   Dav.    Ann.   n.   iSg. 


'65-    •■ 


CAMANGIARE.   Al  v.   7.   ,.r/,.-lap. 
polini   corr.   lappoloni 

CAMARLINGATO. 

*    §.    Camar.'i„ga,o  .    si   dice   anche   a 
Ju„o  quel  ,ra,to  d,  paese    nel    anale  ti 
camarlingo  dee  esercitare  ,1   sto  u/fino 
Instr.   Cane.  33.  Il  Cancelliere  (oA  me'. 
mona  ,  e  notcri  al  suo   libro  ec.  e  sotto 
la  posta  di  ciascun  de'  suoi  camarliDcati 
e  rettone  .1  resto  del  camarlingo,  o  rei-' 
lore,  che  «veri  saldato.  (Ci 
CAMBIO. 

V   S-   Le,tera  di  cambio  .    ì'ed    LFT 
TEIIA  .    (CJ 

t  §•  X.  Corr.  la  dichiarai,  cosi:  Airr 
torre,  Pi^ndere,  e  simili,  a  cambio,  va' 
le  Pres,are.  Torre.  Prendere ,  e  simili, 
•l  danaro  a  inuresse.  Ed  agg.  in  fin.  Srgr. 
fior.  «or.  Per  non  mancar  di  >ao  grado 
prese  a  caml.io  ,  e  girandogli  gii  n,M\ 
marchi  addosso,  fu  tosto  notato  dj  quelli 
che  in  simili  escrciiii  in  merc.to  ti  Ira- 
vagliano.  (Cj 

5  g.  MI.  Togli  gli  Ci.  fir.  Disc.  an. 
e  òr,,.  Slor.  9  2^7.  e  fanne  g.  cosi: 
»  ^.  lu  cambio,  s,  usa  anche  irrquen- 
lemeiue  coir  in/iaiU  che  abbi,  avaatj  ,1  st- 
ano del  secondo  caso.  •  Air.  D,sc  an  . 
.Vc.?,.rr.  C,i„.  i„„r.  I.  ,5.  ,0.  Mirate 
dunque  qual  conto  hanno  a  rendere  a  Dio 
1  Padii  .  le  Madri,  eh,  «  in  camhio  di 
giidir.  contri  gli  amori,  e  contra  le  »c. 
glie  ,  gridano  contra  chi  biasima  quatte 
Usante  si  veigognote.   iCj 

*    S-    /"    i/utl  cambio  .    vaia    In    tr» 


discorso  . 

(C) 


Sega. 


della    co  ra    d, 
Slor.  Q.   247.  . 
S   CAMERA. 

*  S.    IX.   ...    Uth.  agg    58 
y    S      Camera,    vale    anche 
Tnv.  /(,/.  E  chi  sul  io  grati.,  e  si  mi 
seri   il   gran  fiume,  e   f„i    lun,,    caaa 
ra.  (Ci 

t  §•  XII.  Agg.  in  fin.  «1  o.  K  1.41. 
I.  L.  Cini  di  Fireoie  in  quel  lempa  rr. 
camera  d'  Imperio,  e  come  G^hiinlj  t  lai. 
tur.  di  Roma  ,a  ma.  ...,  e  .(a  humiui 
abitata    (( 


Dimora  . 
''  ti  pài- 


CAM 

CAMERATA.  .  .  .  Tac.  Dnv.  ì'it.  Jgr. 
367.  coir.  387.  ed  agg.  in  Bnc.  f?  Kal. 
Lett.  3.  2.  E  quel  geotiluomo  xV  Aiivezo 
Doìtro  amico  ,  rlic  era  scolare  in  l'isa  a 
nostro  lempo.  e  facc^a  camerata  col  Pro- 
po!<to  Girolamo  Durali.  (C) 

CAMICIA. 

f  g.  V.  .  .  .   Lnsc.   rim.   agg.   2.   a4- 

3  CAMICIUOLA.  ...  Ma/m.  22.  23. 
eorr.  Mnim.   1 2.  23. 

•f  J  CAMMELLO.  Al  v.  19.  ove  ho 
Vit.  S.  Gir.  forr.  *  f'i(.  4?.  Gtr.  e  po- 
ni in  fine.  ( I  ) 

f  CAMMEO.  .  .  .  Matt.  Franz,  rim. 
hirl.  ai;g.  2.  128.  F.  ai  troie  :  corr.  E 
164. 

1  CAMMINARE. 

5  §.  V.  .  .  .  f'arch.  Star.  14.  agg.  579. 
f  a/  V.  4-  oi'f  /rg^f  questo  maneggio  co/r. 
questi  maneggi 

#  g.  Camminare  ,  dicesi  anche  tklle 
ragioni,  o  simile ,  ihe  sono,  o  si  possono 
addurre  in  favore  di  ima  persona  ,  0  di 
una  cosa.  Salvia.  Disc.  2.  zi^.  E  la  stes* 
la  ragione  cammina  nelle  rarefazioni  e  ne* 
sottigliamcnti.  (C) 

*t  3   CAMMINO. 

3  §.   IX.    Cammino,  diciamo  re. 

CAMPANELLA.  Dopo  il  g.  Vllf.  agg. 

#  g.  CanipanfUn,  dicesi  anche  a  Quel 
cerchietto  di  ferro  col  quale  si  guidano 
le  bufale  posto  loro  in  mezzo  delle  /ta- 
rici ,  ir  tirato  con  funicelle  a  guisa  di 
redini  .  Lasc.  rim.  2.  192.  Colui  che  la 
cavalca  Vuole  star  Lene  e  Ibi  te  in  sulla  sella, 
Acciocché  nella  calca  La  volga  sempre  col- 
la campanell.i  In  quella  parte  e  in  quel- 
la Diritta  viTso   il  palio.   (CJ 

CAMPANELLO. 

*  g.  Campanelli  ,  per  similit.  diconsi 
le  Particelle  delle  ciocche  di  molti  fiori. 
Salvia.  Teocr.  IJilt.  ii.  O  pur  papavci 
molle  C*  ha  rossi  1  campanelli^  e  le  sue 
ùocce.  (C) 

t  CAMPAMLUZZO.  .  .  .  Fir.  rim. 
f'url.  agg.    I.   286. 

CAMPARE. 

t  *   §.   II Bellin.    Disc.    agg. 

1.  95. 

§.   III.   .  .  .    Cron.   Morell.  agg.   3i2. 

V  g.  Camparsi  da  una  cosa,  vale  t'ug- 
girla. Liberarti  da  quella.  Cecch.  Mogi. 
1.  3.  Con  quanta  arte  bisogna  oggidì  che 
un  padre  si  governi  a  volersi  campare 
dagli  inganni  ,  che  li  figliuoli  gli  tendo- 
no. fC) 

3  §.  VI.  Agg.  in  fin.  *  Bed.  lett.  i. 
321-  Se  il  padre  Goltignes  vuol  campare 
più  lungamente  che  sia  possibile,  sia  par- 
co parrLissimo  oc.  nel  mangiare.  (C) 

•f  3   CAMPEGGIARE. 

"t*    §.    I Cron.   Morell.   ogg.    293. 

K'  §.  /n  proverh.  Le  mosche  campeg- 
f^iano  bene  addo.r.'O  a'  cavalli  magri.  V. 
MOSCA  .  g.    V.   ^C) 

5  S-  IV.  Agg.  in  fine.  *  Pros.  Fior. 
Salvia,  lett.  ^.  2.  255.  La  vostra  ec. 
<'o11j  novità  passò  tutte,  e  campeggiò  Ira 
r  altre  e  spiccò    a  maraviglia.  (Cj 

*t  CAMPlONtì.- 

g.  I!.  Allegane  es.  'A'  Infar.  sec.  «r* 
lett.  Comando  a'  ministri  che  e  la  misu- 
ra ed  il  peso  ne  prendessero  iminanle- 
nente,  e  V  una  e  1'  altra  insieme  con  la 
bulletta  si  registrasse  al  campione.  (C) 

*  g.  Campione,  dicesi  anche  Una  pic- 
cola parte  di  checchessìa,  che  si  leva  dal- 
l' intero  per  mostra,  o  saggio.  Bor^h. 
Pise.  Scriv.  i6.  La  quale  (  voce  cam- 
pione) non  so  se  è  propria  in  questo  so* 
Io  significato,  e  poi  trasferita  ad  altri, 
usando  noi  oggi  campione  per  saggio  d* 
una  tela  d*  oro  ,  o  seta  ec.  la  quale  »ta 
per  tutto  il  resto  che  ha  corrispondere 
di   bontà   a   questo  saggio.  fC) 

1   CAMPO. 

focabolario    T.   //. 


CAM 

f  g.  IX.  Agg.  in  fine.  *  Segn.  Stor. 
I.'|.  3l6.  Egli  temendo  della  virtù  di  Pie- 
ro Stroizi  ,  facilmente  s'  astenne  tanto  , 
che  Piero  ebbe  campo  di  passare  inncnii. 
Pros.  Fior.  6-  200-  Il  suo  capo  si  converti 
in  una  arcimaeslosa  padell.i,  onde  egli  eb- 
be campo  di  friggere  anco  dnpo  morie 
quel   suo   cervellone   bislacco.  (CJ 

=ti  §.  XVI.  .  .  .  Scgner.  Mann.  7.  2- 
6.    corr.    Scgner.    Mann.   Sett.   2.    6. 

*  §.  XXiX.  /il  V.  II.  ove  ha  a  romo- 
re  ,  e  corr.   a  romore  sì  forte  ,  e 

<■  g.  Mantenere  il  campo  .  V.  MAN- 
TENERE. (C) 

*  CANACCIO  .  Pesgiorat.  di  Cane. 
Lasc.  rim.  2.  3o2.  liracrhi ,  segugi,  le- 
vrieri e  mastini,  E  da  feinio,  e  da  notte 
e  da  portare  ,  Cani ,  canacci  >  canuzzì  e 
canini.  (C) 

CANALE. 

■j-  g  II.  Corr.  la  dichiaraz.  così:  Ca- 
nale ,  è  anche  talora  terni,  degli  anato- 
mici, e  vale  Vaso.  Ed  agg.  in  fin.  ■>'  lied. 
Iftl.  2.  49-  Conobbi  evidentcnuMile  falsa 
quella  proposizione  generale  generalissi- 
ma  ,  che  noi  ci  eravamo  messi  in  capo 
che  ne*"  canali  san^^uigni  del  corpo  di  tut- 
ti gli  animali  viventi  fosse  impossibile  che 
vi  stesse  racchiusa  copia  considerabile  e 
soverchia  di  gallozzole  ,  o  bolle  piene  d" 
aria  .  E  altrove  :  Se  non  passerà  subito 
(l'acqua  di  fontana)  e  si  Irallerra  qual- 
che poco  ,  potrà  addolcire  ,  ed  inacquare 
qiie'  fluidi  bianchi  e  rossi  ,  che  con  per- 
petua circolazione  corrono  e  ricorrono  per 
ìi  canali  del  corpo.  (C) 

*  g.    Per    Colonnello  ,   Colonnino.  Sal- 
via.  Disc.    I.   21p.   Origene  per  l'  affetto  I 
di  conservare  la  divina  scrittura  fece  certi 
libri  divisi  in  quadro,  e  poi  sei,  e  final- 
mente in  otto  canali,  o  colonnelli,  (C) 

•\-  §.  Canale,  significa  figura tam.  Via, 
Mezzo  del  quale  altri  si  sene  per  una 
cosa.  Red.  lett.  2.  25.  (l''ir.  1 779)  Fac- 
cia incamminare  il  memoriale  per  il  suo 
solito  e  consueto  cauale  di  quel  ministro 
o  auditore.  E  36.  Incamminato  il  nego- 
zio pel  suo  canale,  qualche  santo  ci  aiu- 
terà.   (C) 

*  CANALUCCIO  .  Pim.  di  Canale. 
Bonont .  Oss.  Pellic.  7.  Rompono  non 
solamente  le  bollicelle  acquaiuole,  ma  an- 
cora la  cute  istessa,  e  qualche  minutissi- 
mo canalurcio  di  sangue  (  qui  nel  senso 
dei  g.   II.).   (C) 

t  CANAPA,  cCANAPF...  Pallad.  z^«. 
Fehhr,  5.  E  poni  innanzi  a  Salvia.  — 
Gal.  Tratt.  fort.  69.  E  se  tra  la  terra  s* 
impasterà  pula  di  grano  ,  o  altre  biade  , 
fieno  trito,  p.ii;lia  battuta,  resti  di  scove, 
scotolatura  di  lino,  o  canape  ,  sarà  bonis- 
simo.  (C) 

t    CANAVACCIO Fir.     rim  . 

agS-  44- 

t   CANCELLIERE.    ...    Varch.    Stor. 

12-  -gg.  448- 

•f  CANCHERO  . 

g.  II.  Agg.  in  fin.  ^  Salvia.  Podagr. 
Canchero  che  vi  venga,  o  maledetti.   (C) 

t  3  CAÌNCHEROSO.  Corr.  la  dichiaraz. 
così  :  j4dd.  Propriamente  Pieno  di  can- 
cheri; ma  per  lo  più  si  usa  in  senso Ji- 
gurato,  e  vale  Fastidioso,  Sofistico.  Fa' 
g.  dell'  es.  Car.  lett.  ed  agg.  *  Lasc. 
Mostr.  st.  l\2.  Forza  m'  è  tener  la  bocca 
chiusa.  Perchè  certa  riìaligne  ,  e  canche- 
rose Persone  poi  mi  l'anno  cornamusa  E 
travolgono  i  versi,  e  le  mie  prose.  (C) 

5Ì*  g.  Cancheroso  ,  vile  anche  figura- 
tam.  Che  apporta  noia,  fastidio,  u  Car. 
lett.  I.  72.  ...   ».  (C) 

t  :::  CANDELAIO  ....  Specch.  Crac. 
l8t>.  ags-    (  far.   Le*.   ) 

CANDELO Da>it.  Par.  3.  corr   3o. 

t  CA>DENTE. 

*  §■   Agg    innanzi    a    (C)    Ces.    Bell. 


C  A  N 


185J 


Dant.  I.  167.  Erano  tanto  accesi,  quanto 
h  il  ferro  arroventato  ec.  pcr«  bè  <Iivenuto 
il  fÌLTro  candente  per  la  forza  del  fuoco,  ho 
rifcvuto  r  ultimo  sforzo  deiratte  ec. 

*  l  ANDIDETTO,  Dim.  ili  Candido. 
Capp.  Para/.  Inn.  Sj.  P'orle  leon  con 
nobii  cortesia  11  caodidelto  pie  lamhe  ed 
abbraccia.  (C) 

CANDIDO. 

V  g.  /*ér  Chiaro  j  contrario  di  l'or- 
bo, l'allad.  Ott.  14.  li  vìn  diventa  can- 
dido, e  di  sapore  di  soave  piacevolezza 
in   questo  mo<lo.   ( C) 

t  CANDIERO.  .  .  .  Bed.  Ditir.  agg. 
37.  —  ÌC  j^nnol.   corr.   E  Annoi.    199. 

CANDIRE. 

■':-  g.  .  .  .  T.  2./.  12.  corr.  T.  2.  /. 
112. 

•f  CANDORE. 

t  g.  !..  .  .  Bemb.  Asol.  3.  agg.  208. 

3  CANE. 

*f  g.  X Bagnata  ,  corr.  Rag- 
giata , 

t  g.  XVIII.  .  .  .  Addirizzar ,  agg.  o 
Baddirizzar  Eil  allegane  es.  v  Bellm  . 
Pise.  I.  i5i.  Questo  è  altro  che  lavare 
il  capo  air  asino,  o  raddirizzar  le  gambe 
a'  cani.   (C) 

t  g.  XLI.  .  .  .  Bern.  rim.  agg.  I.  5ty. 

g.  LII.  .  .  .  Tac.  Dav.  1-  17.  corr. 
Tac.   Dav-   Ann.   1.    17. 

f  g.  LIV.  .  .  .  la  lepre  se  ne  va  agg.. 
o  sbietta  j 

t  CANESTRO. 

f  g  .  .  .  .  Bern.  rim.   agg.   i.   98- 

3  CANGIARE.  Togli  1' es,  E  97.  e 
fanne  g.   cosi  : 

-I"  g.  Il  lupo  cangia  il  pelo,  ma  non 
il  vizio  j  proverb.  che  significa  che  Chi 
è  malvagio  per  natura,  mai  non  si  rima- 
ne di  malvagiamente  operare .  F.  Flos. 
100.  Al  qual  proverh.  a/liise  il  «  Petr. 
son.  97.    ...   ".   (C) 

t  CANINO  Add. 

f  g.  I .  .  .  .  Arb .  Cr.  8.  corr.  Arb. 
Cr.  41. 

f  g.    II  ...  .    Pallad.     agg.   Marz.   25. 

CANNA. 

f  §.  Vili.  .  .  -  Fir.  rim.  buri.  agg. 
1.    28G. 

g.  XIV.  Poni  avanti  a  Malm.  *  Farch. 
Ercol.  75.  Bisticciarla  con  alcuno,  e  star 
seco  in  sul  bisticcio,  e  volere  slare  a  tu 
per  tu  ,  vederla  fil  filo  ,  o  per  quanto  l.i 
canna.   (C) 

t  g.  XVII.  .  .  .  ìarch.  Stor.  12.  i.g-. 
460. 

CANNELLA. 

•f    g.    I  .  .  .  .    Pallad.  agg.   cnp.   3y. 

•f  J  CANNELLINA. 

t  '"fi  g.  IL  .  .  .  Red.  lett.  agg.   2.  48. 

CANNONE.  Allegane  es.  *  Bellin. 
Disc.  I.  267.  iJalle  quali  (canne)  rici- 
noscono  l'  esser  loro  ce.  i  cannoni  da  di- 
panare, i  cannelli  da  tessitori.   (C) 

^  g.  Cannone,  dicesi  anche  dascuiui 
Canna  degli  organi  .  Mor.  S.  Greg.  letf. 
Gli  organi  rotti  non  possono  rendere  il 
canto  ce.  ne  Ìl  vento  può  render  voce  .i e 
per  alcuna  lesura  il  cannone  è  fioco.  (C) 

^  §.  Candbne,  dicesi  anche  Quel  tubo 
di  metallo,  o  d'  altro  che  serve  di  cust'f- 
dia  al  canocchiale.  Bellin.  Pise.  I.  191. 
Perchè  ec.  rientri  in  se  medesima,  conio, 
per  così  dire,  fauno  le  corna  delle  chioc- 
ciole, o  i  cannoni  da  canocchiali.  E  192. 
Ma  che  direste  voi  se  ce.  nou  facessero 
ec.  uè  come  i  cannoni  slungalori  e  scor* 
ciatori  dei  canocchiali  ec.  (C) 

*  g.  VI.  Cannone,  vale  anche  Arti- 
glìcria. 

'ti  g.  Onde  Far  giucare  if  cannonf  , 
vale  Parvi  fuoco  ,  Spararlo,  y.  GIU- 
CAUE.  (C) 

CANNUCCIA. 

-;-  *  g  . .  .  .   Pallad.   agg.  cap.   5. 
233 


iBf» 


C  A  N 


C  A  P 


C  A  P 


•f*  CAKOMCA.  .  .  .  fìorgh.  Hip.  87. 
«^orr.  88.  €  dove  U-p^c  iuvcrso  corr.  di 
verso   ^Errori  di  Cjusca. 

CANONICAMENTE.  Agg.  in  fine.  * 
i'arch.  Stcr .  2.  6.  Rispose  che  voleva 
veder  {jriiiu  ,  i*  egli  era  caouuicamcnle 
slato  fjllo,  (CJ        I 

t  CANONIZZARE. 

g.  Apg.  in  fin.  ^  Seg/ier.  Crisi,  instr. 
1.  21.  8.  I  catlivi  compagni  i;c.  incomin- 
ciano a  cbi;itaar  collo  torto  chi  non  è 
traccialo  come  son  essi,  0  a  cajioDizzarlo 
per  Iiacclii-ltone.  (C) 

CANORO.  Agg.  in  fine.  *  Jr.  Fur. 
44-  3:^.  Fra  il  auoa  d'  argute  trombe  ,  e 
di  canote  Tifare,  e  d^  ogni  musica  arniò- 
nia.  fCj 

•f  5  CANSARE.  Agg.  in  fin.  *  rarji. 
Stor.  2.  26.  Di  già  avevano  molti  re.  can- 
sale  eziandio  le  rolic  e  le  massctiuc  più 
sonili.  fCj 

*t  CANTAIOLO. 

^  §■  Contaiuolo,  è  anche  ogg.  di  Gril- 
lo.  7\  GniLLO.  (C) 

CANTANTE. 

V  §.  l'fìlc  anche  Che  canta  ne!  signifìc. 
del  §.  IX.  J  arch.  Stor.  IO.  3lG.  Ali*  uf- 
ficio loro  s*  aspettava  incorporare  tulli  i 
beni  niubili  e  immobili ,  e  ^emovcnli ,  e 
di  più  le  ragioni  ed  i  credili  di  qualun- 
que sorte  ,  e  per  qualuncbe  ragione  ,  e 
sotto  qualunchc  nome  cantanti.   (Cj 

3  CANTARE.  Agg.  in  fine.  *  l  arch. 
Krcol .  62.  PigolaiL-  de' pulcini,  cantare 
de' galli,  e  trutilaie  de' lordi.    (C) 

§.  VII.  Agg.  in  fine.  Tass.  Ger.  li. 
19.  Quando  a  canLir  la  mattutina  trom- 
ba Comincia  ali*  alme.  lì  20.  3o.  E  canta 
in  più  guerriero  e  chiaro  carme  Ogni  sua 
iromlia-   (C) 

#  g.  IX.  Agg.  in  fin.  /Mi».  3/0/1.119. 
Se  io  ti  do  un  fiorin  di  sette  lire,  come 
la  carta  canta  io  non  fo  poco.  (C) 

CANTATO.  .  .  .  Buon.  Ficr.  3.  5.  12. 
corr.  3.  3.  12. 

g.  . . .  l'arch.  Stor.  i3.  483.  corr.  12. 
483.  —  Errore  di  Crucca. 

t  CANTATORE.  ì'crbal.  masc.  Che, 
agg.  o  Chi 

t  CANTO.  Ptanda,  Parte,  Lato.  agg. 
nel  plur.  fa  Canti,  e  anticam.  anche  Can- 
tora. Ed  agg.  in  fin.  ^  Fir.  As.  206.  Se 
per  mia  mala  sorte  la  soma  pendeva  in 
su  Un  lato,  dov"  egli  doveva  da  quel  can- 
to, cb'  ella  radea  ,  levarne  qualcbe  pezzo 
ce.  egli  vi  melica  delle  pietre.   (C) 

§.  Vili.  Agg.  in  fin.  ■-::  Cccch.  Stiav. 
1.  5.  Nastagio  ec.  non  me  la  vagbcg,^iarc 
ce.  Viast.  Non  aver  sospetto,  che  non  ci 
è  pericolo.  FU.  Parole,  va  largo  ai  canti, 
e  lìcD  gli  occhi  bassi.  (C) 

CANTUCCIO. 

g.  III.  AllcgaDe  e-^.--:- ÌXtd.  Iclt.  Con- 
segnerò alla  dispensa  del  Granduca  una 
.aratola  di  cantucci.  (C) 

CANUTO. 

t  5  g.  IV.  .  .  .  Petv.  5.  corr.  Petr. 
rap.  5. 

t  CANZONA Hernh.  Pros.  2. 

3«8-  7« 


t  CANZONARE.   . 
1.  62. 

*  CANZONINA.  . 

97.  corr.  2.  8.  io5. 

5  CAPACE.   Agg. 
8o4'   E   per    io    ttcsìo 


Bcrn.   rini.   agg. 

.  liemh.  leti.  2.  8. 

fin.    ('(ir.    Fn.  3. 
A*  venti  iiiarcessi* 


bile  e  cupacc  Di  molli  legni  il  porlo  ove 
giagnemmo .  Taxs.  Grr.  5.  25.  Loco  h 
nel  rampo  aitai  rapace  ,  dove  S'  aduna 
sempre  un  bel  drappello  clcltu.  (C) 

*  S-  V.  Agg.  in  prinr.  Cecih.  issino/. 
^.  5.  G.  Il  latto  e  se  la  lo  crederi  .  ^. 
r  gliene  arconrìerò  bene  in  modo  che  la 
ne  \ark  capace.    (C) 

=fr  §.  /-V/i  capacr,  dicesi  Quella  in  cui 
f  nomo  t  iddneo    a  Jar  checchessia,  ed  è 


Urm.de'  legisti.  Fir.  As.  3|3.  Ogni  volta 
eh'  ella  fusse  morta  anzi  la  capace  età  del 
matrimonio,  ella  succedeva  ne*  beni  della 
figliuola.  (C) 

t  3  CAPACISSIMO.  .  .  .  Bemh.  As. 
3.    «gg.  195. 

•f  CAPACITA  .  Ag".  in  fin.  *  Pros. 
Fior,  /torgh  ,  Ictt.  4-  4*  340-  ^c  DO  po- 
trà pigliare  il  più  magnifico,  e  vero  in- 
sieme «ecundo  la  ca])acilii  del  luogo,  dove 
ha  da  scrsvcr>i  9  lutto,  o  parte.  (Cj 

•f  g.  ...  J3occ.  iti.  Vant.  agg.  2^3. 
e  dove  ha  dunque  le^gi  ancora  —  ed  agg. 
in  fio.  Sfgnt-r  f'risf.  inttr.  3.  7.  I?..  Gran 
cose  sono  queste,  non  può  n<:;garsi,  e  su- 
periori alla  comune  c;4pacità  della  geo- 
le.  (CJ 

CAPACITARE. 

*  g.  II.  Allej^anc  e*,  fìellin.  Disc.  I. 
53-  Ma  furse  questa  domanda  non  e  por- 
tata cou  quella  forma  di  paiole,  che  per 
esse  possa  capacitarsi  quello  che  io  inten- 
do di  domandare.   (Cj 

CAPANNELLA. 

*t*   g.   ■  .  .    ì  arch.  Stor.  2.  agg.  3l. 

*  CAPA^tBlETTO.  Dim.  di  Caparbio. 
Tìronz-  cnp.  capiib.  lo  non  voleva  ragio- 
nar di  quelli  Chiamali  caparbietti^  e  capar- 
bioli.  (C) 

CAPARBIO.  A^g.  io  fine.  ^  Bronz. 
cap.  coparh.  L'errante  vulgo  oggi  caparbio 
chiama  L*  umor  duro  ,  implacabile  ,  o>ti- 
nato.  F  appresso  :  Quell*  è  caparbio,  che 
non  è  mutalo  Per  lutto  quel  che  il  vul- 
go teme  o  ama.  (C) 

*  §.  C'^parhio,  dicesi  anche  de*  mali. 
Red.  Cons.  2.  92.  E  questo  avviene  ce. 
per  ragione  del  male  medesimo  usttoalo, 
caparbio.  (Cj 

*  CAPARBIOLO.  Dim.  di  Caparbio. 
Jìronz.  cap.  capirb.  Io  non  voleva  ra- 
gionar di  quelli  Chiamali  caparbictti  e  ca- 
parbiuli.  (C) 

•f  3  CAPARRARE.  Al  v.  6.  ove  ha  E 
appre.tso  :  corr.  %=  F  appresso .-  ed  agg. 
in  fine  fCj 

*  CAPASSOXACCIO  .  Pegciorat.  di 
Ciìpassone .  Bronz.  cap.  capqrb.  Poiché 
una  sorte  di  bc^liacce  vive  Capassonacci, 
e  non  caparbi  delti  ce.  (Cj 

*  CAPELLACCIO.  .  .  .  Bald.  Com. 
agg.  3.   29. 

CAPELLATURA. 

■\'  §.  Capellatura,  è  anche  term.  degli 
Astronomi  ,  e  i-ale  Quella  irradiasio/ie 
che  appare  intorno  al/e  stelle  ,  o  a"  pia- 
neti. Calli.  Opcr.  Aslr.  462.  Quando  la 
capellatura  dei  raggi  awenlisii  è  ci;itlo 
e  cento  volte  maggiore  del  nudo  corpiccl- 
lo  della  stella.   (IJ 

3  CAPELLIERA. 

i  ^f  ^.  II.  Tngli  questo  §. 

CAPELLINO. 

f  CAPELLO. 

si<  5.  /  capelli  ingrossano  dopo  cena  . 
r.  INGROSSARE,  g.  XVI.   (Cj 

f  g.  XI.   Air  cs.  I.asc.  rim.  agg.  2.  a^- 

CAPERE.  Al  V.  18.  Oli-  dice  giorni.  (  /  ; 
Fir.  con;  giorni.  Fir.  —  e  al  f.  19.  ove 
ha  pensiero,  corr.  pensiero.  (F/ 

t  3   CAPEVOLE. 

5^  g.  Per  tirande  >  Abbondante  .  Lai. 
Ciìpax.  liemb.  A.tol.  l,  18.  Multi  suoi  te- 
sorieri si  ntcna  seco,  che  la  dispensano  a 
larga  e  rapevnle  misura.  (Cj 

^  C  A  l'I  DIECI  ■  lo  stesso  che  Capo- 
dieci.  Segr.  Fior.  Art.  guerr.  lib.  2.  Do- 
po le  cinque  prime  file  sieno  venti  ca- 
pidieci  posti  tra  le  picche  e  gli  scudi.  (('') 

t  CAPK.LIA.  .  ,  .  Coni.  /«/.  7  corr. 
Bocc.  {'.'«r.  /nf.  a.  14. 

f  CAPINERA.  .  .  .  Fir.  cans.  corr.  ed 
agg.    Fir.  rim.  i.  aol. 

•f  CAPITALE.    .V«.r/. 

•f*  S  '"  ■  •  ^""•-  ^'''/-  «FB  32. 
ed  allega   l'  rs.    io.f]  :   Maltrittato  da  lui 


it  n'  andò  in  Cicilia  a  FiHppo  mio  fr«- 
tello ,  e  avvinilo  in  merratanzia  ,  e  altre 
cose,  e  fece  parecchie  volle  capitale. 

3  g.  IX.    Tener  poco  a  capitala,  ec. 

'ì'  g.  Aver  poco  a  capitale,  vale  lo 
slesso.  Cavale.  Fruii,  ling.  Veggiamo 
che  essi  sono  comunemente  poco  aruta 
a  capitale,  e  in  ogni  affare  ,  come  ho  del- 
lo, vilipesi  e  beliati.  (Cj 

t   *  §.   X Cron.    Morell.  agg 

aji. 

t  3  CAPITALE.  Add. 

#  g.  Capitale,  per  Degno  d'  esser  pu- 
nito rolla  morte,  l'arch.  Stor.  la.  4^ 
Queste  sue  laole  virtù,  e  fclicil'a,  accom- 
pagnate da  tanti  %izii,  e  capitali  costami, 
gli  avevano  rnucitato,  appresto  molli,  oon 
minore  invidia,  che  odio.  (C) 

*f  3  CAPITAIVE. 

•f'  3  g-  X.  .  .  .  Cron.  stordì,  agg.  a45. 

't  CAPII  OLARE.  .  .  .  JV^A.  Stor. 
6.  agg.  162. 

t  3  g.  Togli  r  e».   Fead.    Crisi,  85. 

CAPITOLATO.  .  .  .  f H.  SS.  Pad. 
agg.   I.    2. 

•f  CAPITOLAZIONE Farch 

Stor.   i\.   ags-  577. 

•f  *  CAl'ITOLESSA.  .  .  .  Alleg.  329. 
29.  corr.  229. 

CAPITOLO. 

g.  IH.  Agg.  in  Cu.  l'arch.  Stor.  11. 
428.  Tornarono  la  sera  a  sei  ore  di  ooUe 
co'  capitoli ,  i  quali  furono  approvali  agli 
undici,  e  a*  dodici  si  stipulo  il  conlralto, 
il  quale  ni*  e  parulo  di  porre  lutto  da  pa- 
rola a  parola.  (Cj 

t  §.   IV.   .  .  .   Bern.  rim.  a^g.  l.o. 

t   ^  CAPITOLtCCIO Alfegr 

»gg-  ':<- 

t  CAPITOMBOLARE.  Sosliluisei  al 
latino  questo  :  cernuare  j  pronum  i'ofvi 
in  capa  t ,    ì  irg. 

t  *    CAPITOBZOLO Specch 

Cr.  agg.  pa^.    186.  f  Brescia   1822) 

CAPITOZZA.  Allegane  es.  «  Baldov. 
Lam.  Cecc.  17.  Da  qualche  capitoaa,  o 
qualche  preta  Io  quanto  a  mene  i'  ere' 
che  tu  sia  nata.   (Mai) 

t  CAPITUDINE. 

-:?  CAPITULAZIONE  .  Lo  stesso  che 
Capitolazione .  Onice.  Stor.  Uh.  17.  E»* 
sendo  invalida  la  capilulasiooe  ,  noa  ro- 
stare  anche  obbligata  la  sua  fede  acces- 
soria, e  confcrinatrice  di  quella.  Farch- 
Slor.  12.  4^7'  CoDcitnsiacosacbè  queste 
cose  fussuuo  falle  tutte  quante  dìriUa- 
meule  coolra  la  forma  della  capilulaain. 
ne.    (CJ 

fCAPITUTO...  PalUd.tgg.  Fcbbr.ii. 

CAPO. 

+  »  S.  XIII.  .  .  .  tìaldoi:  Lam.  Cac 
oge.  3o. 

it  §.  C<ipo .  diersi  anche  A*  Traici 
che  vengono  su  naturalmente  dalia  vita . 
Soiter.  Co/t.  47-  Suole  talor.  naic.re  un 
capo  tra  li  due  bracci  delle  vili,  nel  inca. 
sa    ove  ella  si  divide.  ((^) 

t  S  S-  XXVII Crm.  ìlortll 

"Kg-   ^^\- 

t  §.  XXVIII.  .  .  .   I  arcli.   Sur.   13 

Hi-  k^- 

t  S-  XXXVIII Cnn.  Mortil. 

■BB-  3o8. 

i/^  §.  Capo,  Jiguratatn.  per  IntrJiaUo. 
Segner,  Incred.  l.  8.7.  Ma  grasie  al  eie. 
lo,  che  con  (ale  rispotla  vcoiie  almeno  a 
degradare  ornai  gli  alomi  da  quel  poito  , 
ove  gli  avoa  toUcvali  il  rapo  vaniuiino 
di  Dcmocrilo ,  e  de'  tuoi  nialcauli  ««gua* 
ci.  (C) 

t  «  §.  XLVIII.  .  .  .  .M.ii.r.   Rim.  Ilari. 

"BB-  '•  9^- 

§.  LI.  Allegano  e».  *  /?«.-.  Cali,  l'ii 
a  287.  Ora  voi  doverrekli  e»»erc  un  po- 
co più  ulibidicoti,  e  non  tanlo  iu|>.;bi  a 
di  votiro   capo,  f  ("t 


f 


red. 

ì'ed. 


C  A.  P 

*  8    LXVlll.   Dan  al  capo    ec. 
A  I.    Vare  ptr   h   capa  .    .o/e    Dare 

.,.,:,olo .  Censurar..    T.  DAnK.rfJ 

•«■  e  Pan  per  lo  capo  ili  becco  ,  di 
ladrone  simili,  adalcmo.vnk  Ingiuriar, 
lo  tacciandolo  d,  tali  ignomimosi  at- 
triLii.  Men-,.  sat.^.V  pur  Curcuhon 
«id.  t  si  slaltc  ;  D"a  di  becco  pel  capo  al 
legoaiaolo.  Che  corna  disugual,  al  palco 

ha  fatte.  fO 

*  g     Vnre  del  ici  pf  '"  capo  . 
DABEDI  VOI.  (O 

*  §.    r'Urarr  una  cosa  in  Capo 

ENTR.VRE-  fO  „     i     ^    ,  „„ 

*  e    LXXIV.  Avanti  Kernh.  jlsol-i'O 

.  !•  .-     r    T    ì8    3.  .  .  .  che  e  al 

DI  1  es.  u  G.   I  ■   I-  JO-  •'• 
S    LXXM    e  a  Semb.  Asol.  I.  aj„.  i. 
j  g.LXXlX.  Togli  r  cs.  Cccc/i.  i(«t'. 
e  laDDC  §.  COSI  : 

*  §.  fW  capo ,  <•<■/«  -■''■<'•  P"  "'"''' 
Jdirarsi,  Crucciarsi.  -  CfccA.  òl.ni-.  J. 
1    .....(C) 

S    LXXSIV.   f^rrfiwocopocf. 

*  e.  Fare  il  capo  ,  o  un  capo  grosso 
J-  una  cosa  ,  eale  Mostrarne  dispiacere. 
Sesr  Fior.  Lett.  26.  Veduto  non  ci  era 
RUadugDO,  1)0  detto  agli  altri  che  non  ho 
piùlogne;  e  tulli  ne  hanno  fatto  il  capo 
srosso.  Fir.  Disc.  an.  ^2.  I  qu.li,  uden- 
do e  vedendo  si  latta  cru.'.c.ta,  ne  fecero 
un  capo  grosso,  che  mai  il  maggiove-  ^O  _ 

*S.  LXXXVllI.  Allegane    es.  -^  Jiei- 
tin.   Disc.   I.  l5l.  Questo  b  altro  che  la- 
var  il  capo  all'  asino,  e  raddinaar  le  gam- 
be a' cani.  (C)  „ 
"t*  §.  XC.  . . .  Burch.  agg.  2.  O. 
g.  XCVll.   mtter  capo ,  ec. 
*  g.   Slclter  capo,  si  dice  anche  d  al- 
tre cose  ',  e  vale  Sboccare  ,  0  Hiuscire  . 
Red.  lett.  1.    379.   Mediarne  i  canali  sa- 
livali  superiori,  e  inferiori,!  quali metlon 
capo  nella  liocca .  iC}  ^ 
g.  CNII.  Avanti  a  Fir.    Dìal.  agg.  V 
Cronichett.  27O.  Non  ci  andate  più  ten- 
tando, o  roinpen.lo  il  capo  ,  che  noi  vo- 
clianio  che  si  faccia  quanto   per  noi  v    e 
Imo  comandato.  />.•■   / "■«'P-  l5.  Sia  cheto 
per  r  amor  di  Dio  ,  che  il  tuo  doloroso 
canlo  m'ha  tolto  il  mio  capo.  (C) 

*   g.    7"an(i  capi,   tante  sentenze.    V. 
SESTESZ.*.  (C)  „  ,  r 

J  g.  CXXVI l^ant.    taf   2. 

corr.  28.  ,  _ 

t  CAPOCACCIA.  .  .  .  3Talt.  Franz. 
nm.   buri.   agg.   3.  99.  vtvil 

g.  .  .  .  del  g.  V.  corr.    del  §.  XXVil. 
CAPO  D'  ANNO. 

§.  II.  Allegane  es.  *  Fr.  Ciord.  2. 
agi.  Nullo  di  «  più  capo  d'  anno  uno 
che  un  altro;  |  erocchè  uno  ognindi  pò 
iresti  fare  rapo  d"  anno.  (C) 

CAPO  DI  C.\SA.  Agg.  in  fin.  *  Varcli. 
Suoc.  I.  2.  Avendo  sempre  disegnato,  che 
égli,  come  maggiore,  fosse  il  capo  di  ca 


GAP 


A  B 


l8.'i9 


fC; 


i\ 


egli,    ,.1^....-    -.-o;.---  _■  ■    . 

sa,  e  "1  bastone  della  sua  vecchiaia 
CAPOGir.0. 
t  §.   .   .  .  Alleg.  agg.    Fantasl.   J  's. 

*  CAPO-MSSIMAME.NTE.  ...  Bed. 
Irti.   2.  corr.   tìed.  lett.  2.  2j6. 

*  CAP0:ìISS1M0.  Superi,  di  Capone 
m  senso  del  g.  I.,  ma  qui  dtllo  di  cosa. 
Pros.  Fior.  Bellin.  lett.  !^.  1.  261.  Mi 
e  venuto  fallo  quasi  senza  pensarci  suU' 
alba  di  una'dl  queste  notti  prossim.Tmen- 
le  trascorse,  di  trovare  on'  altra  lezione  di 
quei  due  versi  capoaissimi  a  volersi  lascia- 
re  correggere.  (C) 

\  #    CAPOIITOL.^SO  ....  Allegr. 

jjjc.   IQ9. 
'capoverso.   .      .   Spccch.    Croc.  36. 
corr    i'pCLcli.   Croc.  e.  36.  pag.  168 

*  CVPPELLANATO.  Ufficio  del  Cap- 
pellano. Lemm.  Test.  78.  Essi  Cappella- 
ni morenti,  paiteiilisi,  ovvei-o  rimossi  per 
alcun  modo  dal  Cappellanato  predetto  ce. 
sicuo   df-pullli   e;-.   f<^} 


CAPPELI.INA.  Agg.  in  fine.  V  Vas.  ' 
Op.    IH.    1.    l4-    Certi   tcmpiell.   e  cap- 
pelline falli,  come  s'  <;  detto,  di  spoglie, 
hanno  assai  ragionevole  disegno.  (C) 
CAPPELLO. 

+  g.   IV.   .  .  .    l'era,  rim.   agg.    1.  't- 

Tornava  al  pugno  eh'  era  una  l.ellczz..  : 

§.  XII.  Agg.  in  fin.  *  F  lelt.  2    3l. 

e  Fir.    1779  )  Si  serra  1'  orinale    col  suo 

cappello  cieco.  (C) 

*  g.  Cappello,  dicesi  anche  La  parte 
supcriore  del  fungo  .  Cant.  Cam.  OtI. 
36.  Guardate  be' porcini ,  e  gran  cappcl- 

•)■  CAPPERO Pallad.  agg. 

I  Marz.   12. 

CAPPEr.ucciA. 

*  g  Mandare  alcuna  cò.ta  in  cappe- 
ruccia,  i-ale  Favellarne,  0  Scriverne  co- 
pertamente, in  modo  da  non  la.'Ciarst 
bene  intendere,  larch.  Lez.  Pani.  2. 
l56.  Kon  volendo  io  favellare  in  ma- 
schera, e  mandar  cosa  nessuna,  come  si 
dice  ,  in  capperucfia  ,  a  chi  dimandasse 
ce.  rispondo   ec.  (Ci 

t  CAPi'EnL'CClO Fir.  Rim. 

buri,  agg    3.  3o3. 
f  CAPPIO. 

:S  g.  Cappio,  è  anche  vore  di  escla- 
mazione. Salvia.  i>o.iapr.  Oimè ,  cappio: 
mi  consumo  ,  muoio  ,  Da  invisibJe  mal 
tulio   irafillo.  (C) 

CAPPONE  .  Jl  V.  5.  ove  legge  per 
farli  corr.  per  far  li  „  ,  „ 

f  *  CAPPCCCI  .   .   ^  .  Baldov  .,  Dr. 
agg.    I.    20.    Fros.    Cappucci!  egli  e  un 
po'  troppo,  Kon  la  to'  mai  cosi. 
C.\PPUCCIO. 

*  g.  Tirarsi  il  cappuccio  sugU  occhi, 
fgiiraf.m.  vale  Vi.-yregiar  la  vergogna, 
e  Por  da  banda  il  rispetto,  lied.  leti.  }. 
3g2.  Sono  stali  necessitali  i  nostri  rigidis- 
simi censori  di  allacciarsi  il  vaio,  e  tirarsi 
il  cappuccio  sugli  occhi ,  per  non  la  per- 
donare a  persona.    (C) 

CAPRAIO.  Agg.  in  fin.  *  Fiat.  AAr. 
Op.  mor.  ?..  58.  Se  qualche  capraio  o 
vaccaio  ec.  lusso  venuto  a  portar  la  no- 
vella sema  ferite  o  sangue  ,  domandasse 
i  medesimi  onori  che  già  ebbe  C.oagiro 
ec.  non  vi  parrebbe  che  fassc  più  sfac- 
ci.ilo  d*  ogni  altro?  (CJ 
CAPRICCIO. 

J-  :?  P.  IV.  F  Venire  -.^z--  'cprncio, 
o  — e'd'^iu  fine  agg.  /(Cd.  ' 'P-  »■  78-  \; 
vendo  Iella  nella  storia  degli  ammali  d 
Aristolilc  che  alle  più  delle  bestie  vele- 
nifere e  noccvole  la  saliva  umana,  ven- 
ncmi  capriccio  di   far   prova  se   ciò  lossc 

vero.  (Cj  .^  ,    •, 

:•.:  CAPRICCIOSETTO.  Pim.  di  Ci. 
priccioso  .  Red.  lelt.  Uom.  ili.  2.  328. 
Era  solamente  un  poco  capricciosctla , 
bizzarra  ,  e  cervellina.  (Cj 

•4-  CAPRICCIOSO  .  Allegane  cs.  -.= 
Fas.  Op.  l'it.  3  6')9.  Ninno  ve  n'  eb- 
be (dei  discrpoli  di  Raffaello)  che  più 
lo  imitasse  nella  maniera,  invenzione,  di- 
segno e  colorito,  di  Giulio  Romano,  ne 
chi  fra  loro  fusse  più  fondato,  fiero,  si- 
curo ,  capriccioso ,  vario  ,  abbondante  ed 
universale.  (C) 
CAPRIOLO  . 

f  g.  Corr.  la  dichiaraz.  cosi:  Capriolo 
delle  vili,  dicesi  Quella  parte  del  Tralcio, 
che  si  attorce,  o  avvolticchia  inanellando- 
si, e  che  con  altro  nome  dicesi  Viticcio. 
'*  CARA.  /-'.  .-1.  Figura,  .4  spetto,  liso. 
Bim.  ani.  Dani.  Maian  .  2.  455.  Non 
doglio  co  già,  perch"  co  sovraggioiosa.  Di- 
stretto sia  da  vostra  gentil  cara.  (Ci 

*   CARAFFINA.  .    .   .  Matt.  Fram. 
Bim.   buri.    agg.    2.    103.    e   dove   legge 
empir  corr,  empier 
t  CARAFFI^O 
Bim.  buri.   agg.    2.    l83 


Mali.   Franz 


*  CARATA    V.  CARATO.  (Cj 
CARATATO. 

t  g.  Al  V.   4.    ove   legge    ci   provano 
corr.   si  provano 

t   CARATELLO.  Togli  l'cs.   *    Mail. 

Franz.   Bini.  buri. 

t  CARATO.  Corr.  la  dichiarai,  cosi  : 
Ciascuna  delle  veiiliqualtro  parti  eguali 
in  cui  si  suppone  divisa  la  ijualita  più 
pura  d'una  quantità  qualiiiirlue  d'oro. 
Ed  agg.  in  fin.  *  Rorgh.  Mon.  222.  O 
che  egli  smontasse  un  pocu  d-1  fine  fine 
di  vcnli.|Uallro  carati  ec.  0  non  aggiugncs- 
sc  inlcrumenlc  al  peso   di   quattro  dana- 

*  ?.  Carato,  dicesi  anche  il  Peso  di 
quattro  granella  di  grano  .  Renv.  Celi. 
Ore/.  8.  Ma  prima  che  vcnghiamo  a  di- 
mostrare il  modo,  come  queste  si  faccia- 
no, è  necessario  sapere  quale  sia  il  peso 
del  earalo  ce.  Il  carato  adunque  e  .1  pe- 
so di  .,ualtro  granella  di  grano.  (Cj 

i:  e  Essere  di  ventiquattro  carati  , 
vale  Essere  della  pili  per/ella  bontà  j 
presa  la  meta/,  dall'  oro  che  quando  e 
di  ventiquattro  carati  è  della  maggior 
perfezione  .  Pros.  Fior.  Salivi,  lett.  (). 
2.  291.  Il  sig.  Marchese  cavalicr  Abate 
Incontri  gentiluomo  di  venliquallro  ca- 
rati ec.  venne  a  trovarmi,  e  polendo  co- 
mandarmi, si  contenti)  di  pregarmi  eh  10 
pensassi  di  trovare  un  pensiero  per  una 
volta  d'  uni  sua  galleria.  (C) 

+  CARATTERE  .  Sosliluisci  alla  di- 
chiaraz .  .luesla:  Segno  di  checchessia 
impresso  o  segnalo  sopra  una  super/ce 
qualunque  s  ed  al  quale  si  assegna  una 
data  signifcazioaej  e  dicesi  singolarmen- 
te delle  lettere,  e  delle  altre  figure  ,  che 
si  usano  nella  scrittura  o  nella  stani- 
pa.  Ed  innanzi  a  Insti:  Cane.  agg.  Jir. 
Dial.  beli.  donn.  366.  Dove  tu  vedrai 
questo  cavaliere  V  si  muove  una  quasi 
semicircolare. 

8.  II.  Allegane  es.  *  Ta.is.  tez.  son. 
Cas.  176.  Da  varii  scrittori,  vani  caratleri 
o  idee,  o  forme  che  vogl.am  dirle,  di  siilo 
sono  slate  eonslituite.  E  179-  E  quando  10 
dico  stile;  i..lendo  non  1'  elocuzione  sem- 
plicemenle,  ma  quel  carattere  ,  che  dj 
elocuzione,  e  da'  concetti  risulta.  J  arci: 
Lez.  Dani.  2.  3o2.  Le  maniere,  ovvero 
sorti  del  dire,  che  i  Latini  ora  forme  ed 
ora  figure,  ed  i  Greci  cbiamano  cara  Ieri 
ec.  sono  tre  :  alla,  mezzana,  umile,  fc; 

:•:  e  Carattere  ,  vate  anche  Condizio- 
ne. Buon.  Fier.  3.  5.  6.  Mele  accorre  e 
lane  mugnere.  Pomi  cor,  legumi  ballerc, 
Sino  al  collo  i  grandi  orci  ugnere.  Opre 
son  d'  umil  carattere.  (Cj 

*   g.   Per  Segno  che  contraddistingue 
nari.    Grand.    Crisi,    cap.  6.  pag.   738.^ 
Siavi  questo  il  carature  da  ravvisarlo.  1 
essere  electus  ex  millibus.  (Ci 

I  :•.:  CARAVELLA   .^ Car.    7  oTg 

Long.    Am.    3.   agg.   7^■ 

t  *  CART50NC0L0     ■        ■  l'alli.r   1. 
carbuncolo,  agg.  e   con 
l3.   Il   carboncolo  , 
CARBOJiE. 

t  g.   III.  Agg.  in  fin.  *  Cecch.  Sliav. 
3.  V  Si  f'"<^  5=°''  """    '""^  "f  W"- 

""e    VI di  sambuco,  agg.  *.rarc/(. 

Slir   ',.  18A.   Alcune  bollicine  infocale  tra 

nere'  e  rosse  con   celli  razzelli  l.v.di,  eh.: 

si  chiamavano  carboni.  (C)  E  appresso  . 

ì   CARCAME.  .     n',    — 

:J  8.  I AVr-i.  rim.  agg.  I.  91- 

E  innanzi  a  (C)  agg.  A'--  ■'"''P^^:J,„  l'^] 
libera  Di  dire  11  vero,  o  che  "•«•»'" 
dicio   Carcame,  d"  osso  in  osso  .0  l  abbia 

^r§''»"--^"V'-S8.49-'<>-.''eS-- 
co.^  ?ome  corr.  siccome  e  dov^  ha  .  car- 
cami ,  corr.  il  carcame. 


i86o 


e  A  R 


C  A  R 


C  A  n 


t  CARCASSA  .  AUfganc  a.  *  Scgn. 
Stor.  La  palandra  e  macrljioa  navale,  che 
porla  mortari  o  cdrcuì&e  ,  onde  iafcstarc 
le  cillk  niariltimc.  (C) 

3  CAnCCUK. 

f  *  g.   III.   .  .  .  Bocc,   Lab.  agg.  49. 

t    *    CAnCIOFINO Alìcgr. 

agg.  25 1. 

CARDAMOMO  ....  Cr.  ij.  40.  5. 
coir.  4  3g.  5.  e  dove  legge  gliiacciuolo, 
corr.  ghiaggiuuKj, —  Ivrrort;  di   ('rusca. 

5  CAItDLWLATO.  Togli  Pei,  Car. 
leti-  e  fanne  §.  come  segue  :  ed  ugg.  io 
fine.  ^  I*ros.  Fior.  Jìorgh,  leti.  4-  4- 
iB.*).  Mori  Eremita  nel  1080  avendo  ri- 
nunziato  il   rardinalalo.  (('} 

'''  §■  Cnrtltnaluto  ,  laìora  vale  anche 
il  tempo  (ìurnntc  il  quale  nitri  gode  la 
dignità  di  Cardi/tale.  «  <"nr.  Ictt.  2. 
l30.   ...   ».   (Cj 

CARDO.  Dopo  il   g.  V.  agg. 

Sr  §.  pettinare  col  pettine  e  col  Cardo, 
-y  i  dice  in  modo  basso  del  Mangiare  e 
here  assai.  Vtd.  PETTINARE, §.  VI.  (Cj 

t   CARESTI'A. 

*  g.  Per  Ji-arìzia,  Fir.  As.  3l.  A- 
^cndo  io  coii&idL'i'ale  tutte  queste  cose,  e 
l'ivoUandoiui  per  1'  iininio  la  cjre&lia  di 
costui,  e  volenduniclo  inlrinsicare  più  che 
io  poti'va,  risposi  ce.   (C} 

*  CARESTOSO  ■  Al  e.  5.  ovt  legge 
A   noi  altissimi  forr.   Annoiatissìnti 

1  CAKUZZEVOLMENTE.  .  .  .  Urb. 
agg.  i3.  c  dove  legge  ricevalo,  corr.  ri- 
cevuta . 

•f  CARICA. 

^  §.  Carica,  K>aìe  nltrvsì  Quella  quan- 
tità di  soldati  alla  quale  altri  presiede. 
Tac.  Dav.  Stor.  2.  284-  Pluvio  Sabino 
tirò  tutta  la  sua  carica  a  divozione  del 
vincitore.   (C) 

CAHICARE  .  Agg.  in  fine.  *  Dav. 
Graz.  Cen.  delift.  148.  Queste  mura  ec. 
:>e  net  le  caricbiam  del  nuovo  pondo  di 
<|uesti  ferramenti  e  pictroni,  elle  primie- 
lanienle  furati  polo,  poi  corpo,  in  ultimo 
.'vlionzoleranno.  (Cj 

§.  XXIII.  Agg.  in  fin.  *  Salvin.  Disc. 
1.  353.  Io  non  voglio  qui  entrare  ce.  ne 
nelle  niuledizioiii  eolie  quali  carica  Iddio 
la  miscrcdcnle  terra  del  suo  eletto  ,  ma 
ingrato  p0|iolo.   (C) 

t  g-  XXVI.  .  .  .  K  rint.  agg-  l.  261. 
ed  allega  l' es.  così:  Ma  voi.  Turco  as- 
sassino ,  Cagnaccio  paterino  Ren  me  la 
'•aricastc  ce.  Quando  voi  mi  rubaste  Raf- 
ia elio  . 

CAUICATUUA. 

''r-  P.  l.  .  .  .  Saliin.  Disc.  80.  corr. 
1.  326. 

*  §•  »11-  Agg-  innanzi  n  fC)  F  Pisr. 
1.  84.  lo  credo  ec.  cbc  il  trasmodato  ri- 
io  ,  e  pianto  perpetuo  sieno  caricature 
dell'  antichità  ,  culle  quali  ella  ci  ha  vo- 
luto dipingere  i  coutrarii  umori  di  questi 
due  savii  . 

CARICO.  Add. 

§.  I.  Agg.  in  fine,  ir  .S'egner.  Mann. 
Apr.  18.  a.  Quegli  è  morto  ,  perch'  era 
I  arico  d'  anni.   (C) 

^  g.  Per  Abbondante.  Lat.  ahundans. 
7'arcb.  Stor.  a.  7.  Il  quale  riseodo  po- 
vero e  carico  di  figliuoli,  bisogno  u'ave* 
va.  (CJ 

f  <:AUNAr.lOXE  .  .  .  .  Cron  Veli. 
agg.  ic).  —  F  n/ìpres.io  corr.  F  65.  —  F 
itpprctso  :   cttrr.    F  6f). 

•f  CAUNAIO.  .  .  .  ì'arch.  Stor.  lì. 
agg.  356.  ed  allega  l'ex.  co.iì  :  Il  talni- 
Iro  per  far  la  polvere,  il  quale  »'  andava 
cavando  {■iornalincnle  cr.  di  lutti  gli  a- 
vclli  ,  e  per  ogni  rarn.lÌo,  e  in  inprric  ili 
quello  dello  spedale  di  Santa  Maria  Nuova. 

•f  CAIINALE.  Agg.  in  fin  «  I  asc. 
Sibili.  4.  3.  Mielieloisi  PegoUilli  mi  chia- 
pio.    Pieg.   Che  avfte   voi  a  fai  e  ci>u    M. 


Tommaso  Pegolotti,]iadron  di  questa  casa? 
.Mich.  Fu  DUO  fratel  carnale.  (Cj 

•■j-  §.   ni.   Toyl.  in  fin.  (P) 

•f  5  CARNE. 

g  g.  XI.  Togli  r  cs.  Morg.  e  fanne 
§.  cosi: 

$  §.  Far  carne,  parlandosi  d'  anima- 
li  di  rapina  ,  o  di  Jìere  ,  vale  Pred-ire  . 
u    Morg.  23.    23 (C) 

s^  5.  Talora  vale  Divenir  carnacciit- 
to.   Ingrassarsi.   V.  FAltU.  (C) 

ié  §.  .Yo/i  va  mai  carne  senz'  osso  j 
provcrh.  di  cui     /'.   OSSO.  S-   XIII.  fO 

CAIIMCCIO. 

g.  I.  Allegane  es  .  *  l'as  .  Op.  FU. 
\.  143.  Solo  gli  azzurri  temperavano  con 
colla  di  carnirci.  (C) 

CARNOSITÀ'. 

t   *  g.  Ili ì'asar.  Fu.  agg.  1.  124- 

CARO.   Add.   Agg.  dopo  il  §.  V. 

§.  VI.  (^aro  ,  per  Appartenente  a  ca- 
restia ,  come  Yenipo  caro ,  cioè  Tempo 
nel  quale  è  carestia  .  Cr.  l.  l3.  Q.  Le 
cose  ec.  che  serbar  si  possono,  venda  nel 
caro  tempo.  ^  O.  /'.  io.  122.  5.  Iddio 
puotc  fare  del  caro  vile,  e  del  vile  caro, 
secondo  sua  volontadc  (qui  inforza  di 
sust.  e   vale  Carestia  ).    (C) 

'V-  g.  XIII.  Poni  innanzi  a  (C)  l'hit. 
Adr.  Op.  mor.  1.  3t)0.  S'esamini  i|ual 
de'  nostri  detti  e  fatti  ,  o  qu.d  parola  ed 
azione  de'  nostri  cari  ed  amici  porse  la 
somiglianza  ,  e  '1  verisimile  a  tal  calun- 
nia . 

*  §.  XIV.  Agg.  innanzi  a  (C)  Morg. 
18.  44'  ^*  ^^  s<>ra  fatica,  car  signore,  Rac- 
quistar  questi  con  ispada  ,  o  lancia  ec- 

f  3   CAROGNA. 

*  ^.  Carogna,  fu  detto  anche  per  Corpo 
umano  vivo.  Persona.  IJiItnm.  6.  5.  Po- 
scia al  Paslor  mì  volsi  per  rampogna:  E 
tu  ti  stai  che  sci  Vicar  di  Cristo  Co*  frali 
tuoi  a  ingrassar  la  carogna.  (C) 

Sr  §.  Aon  gira  il  nibbio  giammai  eh* 
e'  non  sia  presso  una  carogna  j  dicesi  in 
provi-rb.  di  Cose,  che  per  ordinario  non 
vanno  tra  loro  disginnle .  Fed.  NIB- 
BIO. (C) 

•f  CAROVANA. 

f  g.  III.  .  .  .  M.  Bin.  rim.  buri.  agg. 
I.    191. 

•f  3    CARPIRE. 

*  g.  III.  .  .  .  Lasc.  rim.  agg.  I.  186. 
Al  V.  3.  dove  leggo  Gelos.  corr.  E  Ce- 
los. 

t  *  CARPO,  agg.  in  fine  /?e//i/i.  Disc. 
I.  162.  Quella  p.irle  clic  noi  chiamiamo 
PoIao  della  iiLino  si  chiama  carpo  :  V  al- 
tra che  seguita  fino  al  cominciar  delle  di- 
ta si  cliijiiia  metacarpo.  (Cj 

CAURADORE. 

5  g.  I.  .  .  .  Fir.  As.   12.  corr.  121. 

t  CARRATELLO Lor.    Med. 

Beon.   agg.  3.  l53. 

CARRETTA. 

*  §.  V.  .  .  .  E  leti.  ined.  2.  140.  corr. 
3.    I04- 

•f  5  CARRIERA. 

*  g.    IV Salvia.   Pref.    Iliad. 

corr.  Salvin.  Pros.   Tose.  3.  a4a. 

*  §.  Dare  carriera,  vale  pur  figura- 
tam.  Lasciare  libero  .  Salvia.  Disc.  3. 
l3l.  Dee  darsi  carriera  a  franco  spirito, 
die  e  quclKi  appunto  che  1' improvx i^ator 

f».  (O 

CARRUCOLA. 

§.  II.  Allegano  e».  #  .Sal%in.  ìurip. 
E  grida  che  di  vista  io  son  monocola  Ch' 
io  sono  un  suggellaci  io ,  una  carruco- 
la.   ((•) 

•f  CARTA. 

>I«  §.  IV.  Agg.  in  fine.  ì'asar  Op. 
Fit.  3.  .S88.  E  iiucsta  fu  delle  miglio* 
ri  carte  che  mai  intagliasse  cotlui  .  F 
*^97*  Arrivato  in  Roma  intagliò  in  rame 
una  bellisiinia    catta   di   RalTaello   da   l'i- 


bine  ,  nella  quale  era  una  Lucrezia  he- 
mana  che  si  uccideva.  (C) 

g.    XX.    L'ar  arte  fo/se  ec. 

sj!  §.  Di-.esi  aii'he  Far  carte /ahisu- 
me.  y.  FARE.  (Cj 

g.  XXXVI  .  AlUy..ne  es  #  Salvia, 
Disc.  l.  2S2.  Può  a  sua  posta  (  il  pen- 
siero J  per  runÌ\L-i^o  mondo  pellegrina* 
re,  e  da'  viaggiatori,  e  da' geografi  nelle 
carte  apprendere   le  distese  de'  regni.  (C) 

5r  g.  Carla  ,  o  Carta  nautica  ,  dicesi 
Quella  dove  sono  figurate  le  coste  ,  le 
spiagge,  gli  scogli,  l'altezza  dell' a:q  uà 
ec.  Gatif.  lett.  Con  questo  unico  iiiex- 
au  si  sono  siu  qui  descritte  tutte  le  map- 
pe, e  carte  nautiche,  e  geografiche.  (C) 

•f  3   CARTAPECORA. 

4  g.  Chiudi  r  es.  Ira  le  virgolette,  e 
dopo  a  Ditir.  agg.  l53.  e  poni  in  fi- 
ne r^J 

CARTEGGIARE. 

g.  I.  Allegane  es.  ::=  Bart.  Stor.  A>. 
lib.  7.  Il  P.  Quadras  che  sapeva  ben  car- 
teggiare ,  indusic  il  capitano  a  l'orsare  il 
piloto  a  prendere  tutta  1*  orza.  (Cj 

*  CARTELLONE.  Accrescìt,  di  Car- 
tello, e  di  Cartella.  Ces.  Descr.  l6.  Qua 
e  lìi  con  bell'ordine  v'erano  sospesi  car- 
telloni dipioli  con  motti  traili  dalla  fìb- 
bia. (CJ 

*  CARUNCULETTA. 
t  CASA. 

t  5  g.  IV.  .  .  .  Cas.  lett.  agg.  23.  e 
dove  legge  e  della  casa  mia  .  corr,  e  di 
casa  mia. 

g.  V.  Agg.  in  fine.  *  Fior.  /I.  a45. 
Lo  re  larba  ce.  vedendo  tanta  gente  . 
quanto  gli  era  capitato  a  casa  ,  ec.  per 
punta  d'arme  contradiasc  loro  lo  discen- 
dere in   terra.  (C) 

f  CASACCA Z7rrn.  rim.  agg.  1.  3^. 

3  CASALINGO. 

•f  §.  II.  Agg.  in  fine.  Sa/vin.  Disc. 
X.  3q8.  Le  donne  casalinghe,  e  che  alla 
maniera  delle  reali  antiche  femmine  non 
isdcgnano  di  adoj>crare  il  fuso,  e  1*  ag" 
ec.  (Cj 

3  CASCANTE. 

§.    Il Cas.    Oraz.    Seg.    cutt. 

Cas.  Oraz.  Leg.  Ed  agg.  in  fio.  ì'arch. 
Lez.  Dant.  2.  3o5.  Volendo  esser  soavi 
e  mediocri ,  senio  ,  invece  di  temperali , 
snervati ,  languidi ,  cascanti  e  sciolti.  (Cj 

CASCATA. 

*  g-  II-  Ago-  '"  fi°-  •y*»'*"«-  ^'-"^  > 
lai.  Vcdeasi  una  gran  cascata  d'acqua, 
che  Ira  1  sassi  infraugeodo&ì ,  in  bianca 
spuma  disriolta  ,  parca  che  della  sua  ca- 
duta ridesse.   (C) 

lASCATOIO. 

*  §.  Per  meta/.  Cadente  ,  Prossimi^ 
a  morire.  Uden.  ,Yi*.  1-  l5.  Prima  di 
vita  ignobile  ,  o  di  vestire  sciatto  ;  poi  . 
benché  vecchio  calcatoio  ,  intabaccatv  d' 
amore.  (C) 

CASELLA. 

f  §.  \\.  .  .  ,  Matt  Frani,  nm.  l'uri 
agg.  3-  09. 

CASINA,  .  .  .  lìenv.  Celi.  Vtt.  1.  33y. 
corr.  I.  35g. 

CASINO. 

•f  g.  II.  Agg.  in  fine.  Segaer.  Fred 
ìCì.  2.  Chi  promctterM  ec.  di  ascoltar  nr' 
casini  quelle  cantatriti  sì  taghe  ,  e  non 
in«aghii\cne7  (C) 

't  3   CASO. 

Jjt  g.  III.  L' es.  Stor.  Eur.  |H>ndo  Uj 
le  viigolcite,  ed  agg.  l'anh.  Stor.  la. 
470.  Stando  Malatota  in  continuo  sospet- 
to e  timore  de'  casi  sut>i  Car.  leti.  2.  S^- 
Tullo  solfrrisco  volentieri  per  non  rom- 
per il  disegno  eh'  io  fu  spriialmentc  de 
casi  tuoi.  (C) 

t  «  g.  XVII.  Agg.  in  6ne.  E  Sti^v- 
l.  a.  Il  caso  t ,  se  egli  r  ha  di  già  cg- 
uoicìuta.  f(^j 


CAS 

f  §.  XXI.  Far  caso  d'una  cosa,»^^. 
o  H'  una  persona,  E  all'  es.  Bemb.  Jsol. 
3.  agg.  208.  E  air  cs.  E  pros.  I.  agg. 
42.  e  Joi'e  dice,  giudicano  corr.  giiitlica  ; 
e  dove  ha  egli  5cri\e,  corr.  etjlì  scrive 
bene , 

*  §.  XXIX.  .  .  Tac.  Dav.  .4nn.  39. 
forr.  4-   39. 

g.  XXX.  Agg.  in  fine.  *  Fav.  Esop. 
120.  Sodo  mezzo  inuitu  e  ìd  caso  di  mor- 
te ;  sicché  se  mei  Iraircle  ( ii  chiodo  dei 
piede  )  avrò  ila  Dio  ,  e  poi  da  voi  la  vi- 
ta. (C) 

f  §.  XXXV.  Corr.  la  dichiarai,  rosi: 
Dicesi  in  pvos'crb.  V  immaginazion  fa ,  o 
non  fa  Caso,  e  vnfe  1/  immaginazion  fa, 

0  non  fa  pnrer   quel  che  non  e. 
CASSAPANCA. 

^  §.  Esser  sano  come  una  cassopan- 
ca,  e  vale  Esser  non  molto  sano.  Pros- 
Fior.  Mail.  Franz,  lett.  4.  I-  47'  ***^° 
□oa  so  che  mi  dire  ,  se  non  che  io  son 
sano  come  una  cassapanca.  (C) 

t  CASSERETTO Cron.  ìell. 

agg.   117. 

CASSERO. 
t    §.   1.  .  .    Cron.    J'ell.  agg.   79. 

t  3  CASTAGNETO.  .  .  Pallad.  agg. 
yovembr.   7 . 

CASTELLO . 

§.  1 4r.   Fur.   20.   93.    corr. 

20.  95. 

§.  III.  Avanli  Dep  .  Decam.  poni  — 
..  Salv,   Granch.   2.  5.   .  .  .  -.  (C) 

1  §.  IV.  Togli  V  es.  Salv.  Granch.  e 
iccalo  al  §     III,  come  sì  è  accennato. 

*  CASTIGAMENTO  .  //  Castigare 
in  tutti  i  suoi  signifitati.  Hurch.  3.  58. 
.Non  dispregiar  1'  altiui  corrciigimcnto , 
Che  chi  è  savio,  caro  dee  tenere  Nel  suo 
i-rior  r  altrui  c.istigamento  .  (V^-  Diss. 
110.  Questo  castigumento  si  vuol  pren- 
dere dagli  scrittori  Toscani.  E  appresso: 
Se  dunijue  la  lingua  Toscana  dee  casti- 
gar r  Italiana  ,  rome  dehljono  poter  gV 
lialiaoi  ricevere  qucito  ca^liga^^enlo,  sen- 

xa  ricever  la  lingua  che  è  la  norma  ca- 
ìligatrice  ?   (C) 

*  CASTIGANTE.  Togli  V  es.  leggen- 
dosi Castigante  uelle  migliori  stampe,  e 
nella  Crusca  a  questa  voce. 

CASTIGARE.  Togli  1*  es.  *  Dant. 
Jnf.  leggendosi  Gastigare  nelle  migliori 
vtampe  e  nella  Crusca  a  questa  voce. 

*  §.  I.  Togli  questo  ■^.  leggendosi 
negli  es.  allegali  Gastigare  così  nelle 
migliori  stampe  ,  come  quanto  al  primo 
•  ^    nella  Crusca  a  questa  voce. 

ir  g.  Castigare ,  fguratam.  dicesi  an* 
>  he  della   Lingua,  dello  stile,  e  simili,  e 

1  ale  Correggere,  Emendare,  Render  più 
puro  .  Ces.  Dissert.  110.  Si  vuole  che 
If  le°gi  di  Toscana  correggano,  o  casli- 
^t■ghiDo  questa  lingua  d'  Italia  .  E  ap- 
presso :  Essi    (  To.fcani  )    non    castigano 

gli  altri  parlari ,  che    colla    regolatezza  e 

1. cilena  del  loro  proprio.  (C) 

't  5  CASTITÀ"  ec.  Tes.  Br.  corr. 
/V;f.    Br,  6.   3l. 

*  §.  Predicate  la  castità  in  chiasso, 
'iicdo  basso  che  vale  Fare  alcuna  cosa 
ni.ì!  adattata,  o  fuor  di  proposito,  f'ed. 
(MUSSO,  §.   IX.  (C) 

CASTO  .  Sust.  Togli  questa  voce.  La 
vrra  lezione  è  Costo  come  avverte  anche 
1(1  Zanotti;  e  pooi  in  fiae  del  g.  antece- 
dente questo   segno  9 

•f  CASTRONE. 

t  §     I       .  .  Bern.  rim.  agg.   3.  XIV. 

*  CASUALITÀ'.  Ciò  che  procede  dal 
raso.  J'arch.  Lez.  Dant.  i.  4l3.  Ciascuna 
sostanza  astratta  si  può  chiamare  essere  in 
luogo  in  due  modi  :  ano  secondo  la  su* 
stanza  ed  il  suLietto  ,  V  altro  secondo  la 
*irtù  e  casualità.  (C) 

*t'  CAT.^COMBA  .  ec         .       .Segner. 


C  A  T 

Mann.  7.  16.  1.  corr-  Segncr.  Mann. 
Sctt.   16.   I. 

3  CATAPECCHU. 

f  *  §.  Il  .  .  .  .  .  Afalt.  Franz,  rim. 
buri.   agg.  3.  95.' 

3   CATENA. 

*  §.  Ili Tnss.  Ger.  agg.  19.  i;. 

f   *    §.    XII Bemb.    Pros.    2. 

agg-  70. 

*  g.  Farsi  catena  al  colio,  vale  figu- 
ratam.  Mettersi  in  servitù.  Farsi  schiO' 
vo.  Fav.  Esop.  168.  Per  empiere  il  suo 
nialadctto  ventre,  e  ornare  il  corpo,  si 
fanno  al  collo  catena,  mangiando  il  pane 
altrui   con  aspri  e  villani   riml)rolli.  (C) 

CATOTTRICA.  Prtr/e  di  matematica, 
che  tratta  de' ragni  refratti.  Lai.  catop* 
trica.   Gr.   /XTo~Tptxyj. 

CATTEDRANTE.  Agg.  in  fin  ♦  Se- 
gner.  P<irr.  inslr  cap.  nlt.  2.  Può  un 
causidico  appoggiare  a  un  altro  la  causa? 
Può  un  cattuilrante  appoggiare  a  un  altro 
la  cattedra?  (C) 

CATTIVEGGIARE. 

t   § Cron.    Veli.   agg.    l33. 

CATTIVO. 

3  g.  I.  Togli  r  es.  E  nov.  86.  9  < 
fanne  §.  così  : 

"^  %.  E  usato  in  forza  d'  esi  InmaMo- 
ne.  «  Bocc.  nov.  86.  9.  ...   ».   (C) 

*  §.   IV.    Cattivo,  per  Furbo  ec. 

^  §.  Onde  esser  più  cattivo  che  i  tre 
assi  ,  dicevi  di  Citi  è  astutissimo.  Malm. 
6.  80.  S'  è  fatto  ognun  di  voi  sì  bravo 
e  dotto,  Ch'  io  oggi  e  più  cattivo  di  tre 
assi.  (C) 

'•'  §■  Colle  cattive,  come  Jndare,  Sfor- 
zarsi e  simili  colle  cattive,  vale  j4ndare 
ec.  lOn  cattivo  e  scortese  modo  j  e  M- 
lora  usasi  assolutam.  senza  alcun  verho  . 
J'arch.  Star.  12.  !^63.  Non  si  potrebiie 
ne  dire,  ne  credere  quanto  T  impcradore 
ec.  ora  colle  buone,  e  quando  colle  cat- 
tive si  sforzasseio  ec.  di  ridurre  i  Pro- 
testanti in  concordia.  /'.  BUONO,  Sust. 
§.  VI.  (CJ 

*  §.  XIII.  Avanli  1'  es.  .ìlalni.  agg. 
l'ardi.  Stor.  IO.  3l5.  Il  sediresimo  gior- 
no di  questo  mese  fu  molto  cattivo  ,  e 
da  dover  esser  sempre  pianto  da'  Fio- 
rentini. 

*  CATTOLICISMO  .  Comunione,  o 
Belifiione  cattolica.  Galli,  lett.  Uom.  ili. 
1.  66.  S.  A.  si  contenterebbe  ce.  di  con- 
correre anch' ella  a  riparare  a  ogni  peri- 
colo  del  caltolicismo.  (C) 

3  CAVALCANTE. 

f  sp  §.  I.  .  .  .  Maiir.  rim.  buri.  agg. 
1.    1X2. 

CAVALCARE. 

t  §.   II.    ...    Cron.    Morell.  agg.  285. 

*f  §.  VII.  .  .  .  Cron.  Morell.  agg. 
266. 

t  CAVALCATURA.  . .  .  Cas.  lett.  agg. 
62.  e  dove  legge  accettare  corr.  eccet- 
tuare 

t  CAVALLO. 

3  §.  XX.  Togli  l'c!,.  Bemb.  Stor.  v 
fanne  g.   così  : 

^  §.  Onde  Far  cavalli ,  vale  assoldar 
gente  a  cavallo.  «  Bem'.t.  3.  35-  ...'».  (C) 

§.  XXY Ovid.  Pist.  2.  7.  corr.  17. 

§.  XXVII.  Cavallo  ,  per  uno  de'  pez- 
zi ec. 

*  §■  Cavallo,  dicefi  anche  Quella  fi- 
gura che  in  alcune  carte  da  giuoco  rap- 
presenta un  cavallo  con  sopravi  un  uo- 
mo. Cecch.  Spir.  4-  7-  E  questi  be'per- 
Icni  che  fanno  Ìl  giorgio  (E  son  V  alloro 
d'  ogni  festa  )  spesso  Mostrao  d'  aver  il 
cavai  di  danai i,  £  gli  hanno  la  fantesca 
poi  di  coppe.  (C) 

§.  XXXIV.  Allogane  es.  *  Bem. 
lett.  17.  Per  mia  fé  anche  voi  conoscete 
i  cavalli  alle  selle  come  me!    (C) 

^  §.    E' cade  un  cavallo  che  ha  tfuaf- 


C  A  V 


1861 


tro  gambe,  provcrh.  che  si  usa  per  iscu- 
sare  qualche  difetto  mediocre,  mostrando 
esser  facile  l'  errare  anco  in  cose  di  mag- 
giore importanza.  Varch.  Suoc.  4  6.  Egli 
erra  Ìl  prete  all'  altare,  e  cade  un  «aval- 
lo che  ha  ({ualtro  gambe.  (Cj 

*  §-  Pure  in  proverb.  L*  occhio  del 
padrone  ingrassa  il  cavallo  j   e    vale  che 

E*  bisogna  riveder  spesso  e  con  diligen- 
za le  cose  sue  chi  brama  di  ben  conser- 
varle. Lai.  oculus  domìni  saginat  cquum. 
Plut.  .4dr .  Op.  mor.  \.  43.  Nulla  più 
the  r  occhio  dtl  padrone  ingrassa  il  ca- 
vallo.  (C) 

♦  g.  Pure  in  proverb.  Non  muta  an- 
datura il  cavai  vecchio  ,  e  vale  che  L' 
Uomo  af>ituato  nel  vizio  per  qualsivoglia 
mutazione  che  e.' faccia  difficilmente  se  ne 
rimane.  Ciriff".  Calv.  i.  646.  Or  ritor- 
niani  dov'  io  lasciai  Falcone,  Che  in  por- 
to sopra  la  nave  si  sta,  E  non  era  gua- 
rito del  fellone,  E  sempre  a' tiadimcnli 
[jon  r  orecchio  j  Che  non  muta  andatura 
il  cavai  vecchio.   ( C) 

3   CAVARE. 

§.  XV.  Agg.  io  6ne.  *  Salv.  Orai. 
55.   E  non   ne  cavo  la  morte  slessa.  (Cj 

Ǥ....  h'ern.  Ori.  3.  54.  corr.  Bern. 
Ori.   3.  5.  4. 

"f  CAVERNOSO  .  Air  cs.  Bemb. 
Asol.   3.   agg.  206. 

t  CAVIALE Bern.   rim.    .igg. 

I.  42. 

t  *  CAVICCIULE Burch.  2.  96. 

corr.   3.  120. 

CAVILLARE.  Innanzi  a  Fitt.  PitC. 
agg.  Jìorgh.  Disc.  Scriv.  6  Cicerone  an- 
Cora  riprende  uno  che  scrivendo  gli  ven  • 
ne  fallo  un  senario  dove  riprendeva  ap- 
punto, benché  e' cavillasse  sopra  col  mni- 
per  le  parole,  uno  che  avea  fati"  certi 
senari  nella  prosa.  (C) 

•?  §.  Talora  si  usa  anche  in  signifi- 
cazione attiva,    r.  CAVILLARE.  (C)' 

CAUSA.  Agg.  in  fio.  *  Malm.  6.  SS. 
Àllor  può  condennarsi  ,  avendo  osalo  Di 
far,  causa  pendente,  un   allentato.  (C) 

'''  g.  Dire  la  causa,  o  la  sua  causa, 
vale  Difendersi ,  Esporre  con  parole  la 
propria  difesa.    V.  DIRE.    (C) 

t  3  §.  VI.  Togli  r  cs.  Ott.  Com.  Inf. 
e  fanne  g.  cosi  : 

V  g^  La  prima  causa  ,  presso^  i  me- 
tafisici ,  vale  Dio  .  «  Oft.  Com.  Inf.  7. 
122.  Da  sapere  è  che  Dio,  eh*  e  la  pri- 
ma causa,  della  quale  tutte  le  cose  han- 
no a  causarsi  per  T  influenze  delle  spere 
e  circoli  del  cielo  ce.  in  queste  cost;  di 
sotto  adopera,  e  fa  ÌDllucnze  alcuna  volta 
per  necessità,  alcuna  volta  per  disposizione 
e  quatitadc.  (C) 

V  g.  X.  ,'//  V.  4-  ove  ha  a  chi  agg.  . 
come  io 

CAUSIDICO.  Agg.  innanzi  a  (C)  Se- 
gner.  Parr.  inslr.  cap.  uh.  2.  Può  un 
causidico  appoggiare  a  un  altro  la  causa? 
Può  uu  cattedrante  appoggiare  a  un  altro 
la  cattedra  ? 

•f  CAUTELA. 

•{-   §.    IV.    .  .  .    Fiamm.    agg.    I.    37- 

t  3  CAUZIONE  .  Corr.  ta  dicìuaraz 
così  :  Termine  legale  che  significa  Scrit" 
tura  qualunque  colla  quale  uno  cautela 
se,  o  altri.  Ed  agg.  in  fin.  '1?  Sen.  Ben. 
J'arch.  7.  10.  Ma  io  veggo  cedole  scritte 
di  mano  propria,  e  altre  cauzioni,  nelle 
quali  non  è  sotto  nulla.  fCj 

•\-  g.  IV.  .  .  .  Segn.  Stor.  agg.  2.  62. 

C   E 

CECE. 

§.  VI  .  Agg  .  in  fin  .  *  Pros  .  Fior 
Salvm.  lett.   4-    2-    255.   Bei  ceci.  e  bel  • 

1'  imbusti   affèl   fC) 

't'   CEDOLONE    Al  v     2.   o\e  ha  /le' 


iS6j 


C  E  D 


C  E  N 


C  E  R 


signific.  rff/ §.  agg.  II-  All'ci.  ì'^arch.Stor. 
2.  agg.  21.  ed  agg.  in  fine.  #  Segnar. 
Crisi,  instr.  3.  iti.  8.  Comieo  coDfes- 
sarti,  o  comica  cumiiarìrc  in  faccia  alla 
Cliicta  a  guisa  dì  un  iofcdelc  sui  cedo - 
Ioni,  iiifamAlo  con  le  scomuniche.  (C) 

*  CEDRATINO  .  Dim.  tti  Cedratoj 
Picio/o  cedrato.  Red.  L-tt.  (Jom.  ili.  I. 
i82.  Il  terzo  ed  ultimo  jiomo  situato 
dentro  ali*  arancia  era  un  ccdralioo  Leo 
fatto  senza  punlo  di  nicscolaaxa  di  aran- 
cia. (C) 

CEFFO. 

*  %■  Ceffo,  vale  anche  Segno  di  criic- 
cto.  Musata,  broncio.  Cas.  lett.  Gualt. 
300.  Gli  Toglio  poter  fare  de*  ceffi,  e  de' 
rabbuffi   alle  volle.  (C) 

f  CELABBO Bemb.  As.  a. 

agg.   127. 

CELATO.NE-  Agg.  in  fine.  *  l'arch. 
Slor.  12.  472-  S*  aveva  cura  inGno  alle 
icccbie  de*  |n'rti  che  non  fusscro  di  for- 
ma straordinaria,  acciò  non  fussuro  presi 
per  cclatoni.  (Cj 

CELIA. 

§.  I.  .  .  .  UelL  D.  Jnat.  P.  I.  833. 
rorr.   I.  233. 

CELLAIO  .  Innanri  a  Segner.  agg. 
Dial.  S.  Creg.  I.  9.  E  falla  t»razione  a- 
perse  lo  rellaio,  e  trovò  che  tulle  le  bol- 
li, ci' allic  va&ella,  nelle  eguali  avea  po- 
iio  in  ciascuna  un  poco  di  vino,  iraboc- 
lavano.  (C) 

CELLERAIO. 

t  *  §    I-  ■  .  -  Bocc.  Leu,  Pr.  S.  Jp. 

••gs  295. 

t  :?  CELLESE  ....  fìial.  S.  Greg. 
»•  9-  agg.  (Vur.  Le:.). 

t  CELLETTA.  .  .  Bcnih.  AsoL  2. 
^■éZ'  lag. 

GELONE Salviti.  Spin.  corr. 

Sah'.    Spia. 

5  CENA  .   Agg.  dopo  il  §.   II. 

V  g.  Cena  ,  dicesì  anche  II  cibo  che 
si  mangia  a  cena  .  Bocc.  g.  5.  n.  IO. 
Molto  tosto  y  avete  vot  traugu^i.ita  que- 
sta cena.  (C) 

^  %.  J  capelli  s*  inf;rossano  dopo  ce- 
na, y.  iN'GiiossARE,  g.  XVI.  yr; 

t  CENACOLO.  .  .  .  MctUt.  Arò.  Cr. 
•'SS-  67. 

CENARE. 

§.  II.  Air  cs.  Cren.  Veli,  agg.  36.  , 
ed  .igg.  in  fine  Ar.JScgr.  2.  2.  .Sono  al- 
cuni animali  ce  che  serbandoli  Ti  danno 
ogni  di  fi  ulto,  e  quando  ali*  ultimo  Non 
oc  dan   più,  tu  le  li  ceni,  o  desini.  {€) 

3  CENATO. 

*  CENERACCIO  .  Togli  quesla  voce 
di  qui,  che  è  fuori  dell*  ordine  dell*  al- 
fabeto, e  nia  posta  al  suo  luogo. 

CENCEHELLO. 

t  CENINO Mali.  Frans.  rim. 

*>url.  agg.  2.  222. 

*  CEW^OIUTO.  .  .  .  ned.  Pie.  lett. 
agg.  3.  I0.'|.  /Il  V.  4.  Oi^c  ha  M.  V.  C. 
corr.  Mci.ser  Vincenzo  Capponi. 

CENSORE. 

5  o*  Togli  r  es.  Buon.  Fier.  e  fanne 
§.  co»ì: 

^  S-  Censore,  si  dire  anche  Colui  che 
riprende  ,  e  censura  quello  che  altri  ha 
fntto  che  non  sia  componimenti.  «  L'iion. 
Fier.  I.  2.  3.  I  padroni  Spiogon  talora 
un  servidore  fedele  Fuor  del  proprio  la- 
voro a  far  su  pfì  z\\ù  Ora  il  ripclitoie, 
ora  il  reo  .  1 


*  t   < 
che  h^t  il  . 
prima  ch^' 
CIÒ  che  d.  ■ 
senta/  ;  •  - 

^  §■  e 

in  alcune 

dere  e  sentenziar- 

ttet  colf,*ghi    Sa: 


ficetl  anche  Colui 
'rmo  di  tsaminare 
-,  o  roppresenttito 
fpnfo  ,   <i   rrpprC' 

'O 

che 

I  iiC' 

■tenti 


forto  non  poco  nella  sufficienza  di  sì  fatto 
censore.  (C)  1 

CENSORIO.  Agg.  in  fin.  P!p.  Impr. 
216.  Sento  ec.  con  una  tal  censoria  fa* 
slidiosaggine  ec.  predicarla  di  tutte  1'  al- 
tre la  più  (iatdina.  (C) 

CENTOMILA. 

t  g.  .  .  .  Bintfi.  Asol.  2.  corr.  Bemb. 
A  sol.    I.    ed   agj;.    35. 

*  CKNTONODI.   Agg.  in  fin.  5 
CENTRIFUGO.  Allegane  es.  Ces   Bell. 

Pani.  2.  325.  Correndo  ec.  il  cavallo  isfor- 
satamrnte  a  tondo  ,  come  sasso  dì  from- 
bola ,  per  ritirare  Io  slancio  della  forza 
cenirìiuga  che  gli  da  il  correre  ec.  ,  ed 
egli  tiene  ti  corpo  piegato  verso  il  cea- 
tro.   (Cj 

"t  =^  CENTRONGALLI.  Poni  ìn  fin.  (*) 

CENTL'.MVIIìALI  .  .  .  Porgh  .  Tose. 
322.  corr.  Borgh.    Tose.   332. 

CEPPO.  Agg.  dopo  il  §.  V. 

f?  g.  Ceppo  f  vale  anche  Quel  pezzo 
di  legno ,  nel  quale  sono  incastrate  le 
trecce  e*  manichi  della  campana  per  te- 
nerla sospesa  j  Mozzo.  Cc.t.  Descr.  3ij. 
In  vere  del  bracciuuio  ,  annestala  a)  cep- 
po di  delta  campana  una  ruota  a  lei  coii- 
^enctole,  si  volle  sentire  sonare  a  di- 
slcio.  (C) 

*  §  .  Mettere  insieme  il  ceppo  e  la 
mannaia  ,  dicesi  in  provcrb.  n  denotare 
che  altri  ha  unite  cose  affatto  disparale. 
Birn.  buri.  M.  B.  2.  2f)g.  E  s*  or  vi  pa- 
re ,  eh'  insieme  abiti  nioso  Come  it  di- 
ce, il  ceppo  e  la  mannaia,  A  me  non  par 
d'  jvcre  errato  ade&so.  (C) 

•f   CERA, 

t  S-   VII  .  .  .   Bera.  rim.    agg.    I.   83. 

g.  X  .  .  .  .  iift  .  Son  .  f>7  .  corr .  Lib. 
Son.  68. 

•f  CERBOTTANA. 

t  g.  II.  agg.  in  fine.  *  Bellin.  T)i\c. 
I.  267.  Dalle  quali  (canne)  riconoscono 
Tesjcr  loro  le  cerbottane,  e  le  matte,  e 
le  gretole  delle  rocche.   (C) 

*  CERCHI.VTURA.  Allegane  cs.  Ces. 
Bell.  Dant.  1.  5y8 .  Ma  intendendo  co- 
si ,  non  ha  più  lungo  la  5Ìtnililudine 
ec  .  dj  che  tanta  forza  di  cerchiatura  0 
legame  mal  s*  aggiusta  all'  iucrostaracnto 
delle  Ijgrime  fra  le  palpebre.  (C) 

CEP.cniO. 

t  §.  XIII  .  . .    f'atxh.  Star.  2.  agg.  3l. 

t  CERCOVITO. 

t  *  CEREALE.  --//  V.  4.  oi'e  ha  ce- 
reale  .S'alviu.  corr.  cercale.  ^.V^  Salvia. 

f  CEREMOMA,  CERIMONIA,  *  CI- 
RIMONIA. Correggi  la  dichiarai,  coiì: 
Forme  esteriori  e  regolari  del  cullo  re- 
ligioso. Ed  agg.  in  fin  .  sS  Cas.  Ca 
lai,  3l  .  Secondo  elio  un  buon  uomo 
mi  ha  più  volle  mostrato  quelle  solen- 
nità clic  i  chcriri  usano  d'intorno  agli 
altari,  e  negli  ufficiì  divini,  e  verso  Dio, 
e  verso  le  cose  sacre,  si  chiamano  pro- 
pri.iiiieiile  cirimouic.  (C) 

§.  II.  Allegane  cs.  ^  Borgh.  T'esc.  Fior. 
357.  E  ivi  f  nella  cappe/la)  collocatoci/ 
ì'escoio)  era  allor  finita  ogni  cirìmoDla, 
e  qualunque  atto  ali*  intera  appreasionc 
del  pll»^c*JO  si  ricercasse.  (C) 

t  CERFOGLIO,  ce  .  .  Pailad.  agg. 
Fehhr.  a-l. 

CERNEr.R.  Al  V  .  Il  .  ove  ba.  Cuitt 
lett.  carr.  ff  GhUI.  leti,  ed  agg.  in  fi- 
ne   (F) 

fCERREtANO  ...  Tr^t  pecc.mori. 
orr.  S,  Ani.    Ccn/ext- 

CERRO. 

g.  Allogane  e».  «  Bem.  Hor.  Pitt  O- 
vid.  f).    lO'ì.   fc  tolto  avria  d.d  dtir-»  rnllo 
Ant<:o  le  tasce  femnùui'' 
.0.  (M.u) 

cri;  I  iihvnr 

dcr 


22.  Sì  certificò  per  mezzi  tndubilatsuìmi 
che  ai  Vinisìani  fu  molestissima  la  riti- 
rala .  CO 

CERTIFICAZIONE  Al  v.  5.  ove  leg- 
ge .•   la   fede.  corr.    le    fedi. 

t  3   CERTISSIMO  .  .  .    Crb.  agg.   48 

CERTO.  Sust.  Apg.  in  fin.  *  Cecch. 
Mogi  .2.1.  Arratti  quello  vccdiio  1^ 
arazzerle  per  parar  la  casa  prima  che  egli 
sappia  il  certo  d'  aver  coochìtuo  il  pa- 
rentado. (CJ 

3  CERTO.  Add.  Corr.  la  dicbians.  cosi: 
AttJ.  Che  ha  certezn,  Che  non  ha  dub- 
bio ,  Indubitato  f  Sicuro  j  ed  In  questo 
senso  non  si  dice  che  di  cosa  .  Ed  agg. 
in  fine  ^  Pass.  10.  Nìuna  cosa  è  più 
cerla  che  la  morte,  nhc  più  incerta  che 
r  oia  d'Ila  morte  .  Petr.  cap.  4-  Dentro 
confusìou  tutbida,  e  mischia  Di  doglie 
certe,  e  di  dulicize  incerte-  Cuid .  C. 
l'jZ.  Cerla  cosa  h  e  indubitabile  in  que- 
sta rittade  ,  che   Ilio  ec.   (CJ 

*  g.  Corr.  la  dichiaraz.  ccil:  Certo  , 
talora  vale  Che  e  sicuro  d"  una  Cosa  , 
che  ne  ha  certezza,  ed  in  questo  senso  non 
si  dice  che  di  persona,  t  Bocc  ...   m  ,  (C) 

*  CERTOSANO,  e  più  comunemente 
CERTOSINO.  Monaco  dell'  ordine  insti- 
tuito  da  S.  Brunone;  i  cui  monaiteri  chìa- 
mnnsi  Ctrtose. Lit.  *  carlhiiftauus.  BeU 
Vii.  Colomh.  58.  Volgarizzo  a  consotazioDe 
di  Giovanni  e  de*  compa-jni,  d  libretto  del- 
la miotica  teologia,  il  quale  fu  composto 
da  un  santo  uomo  dell'  ortlìoe  de*  Cer- 
tu>ani .     Cj 

•f  CERVELLACCIO  .  -  -  Allrg.  \2\ 
corr.    212. 

t  S ^^l'S-  agg.  166. 

CERVELLO.  Agg.  dopo  il  g.    IXIII 

iì!  g.  Mandare  il  cer\*ello  a  zonio  ad 
lino  j  Jiguratam.  vale  Confonderlo^  Ca- 
varlo de'  ganv:heri.  Fir.  Trin.  4-  6-  Oli 
questo  dir  eh*  io  gli  h»  dato  le  chiavi,  e  ve- 
dergliele in  mano,  mi  tnaoda  ìl  cervello 
a  zonzo.   (C) 

t  *  g.  XXVII.  .  Mail,  Franz.  Bim. 
Buri.  agg.  2.  329- 

t  g.  \XX  .....  l'arch  Stor  ,  l5 
agg.  6o3. 

CERVELLONE  ha    gli 

ebbe  corr.  e;;li  ebl>r 

*  CERUME. 

*  g.  Agg.  in  fin.  (.tj 

*  CESELLETTO.  l'uni  in   fine  (*) 
CESPITE.  TogU   V  cv   ^   E  Fiamm 

5.  leggcml  <si  Capi  dalle  huoao  ediaioDÌ, 
e  djlla  Ciusra  a  quosta  voce. 

t  CESPCCLIOSO.  .  .  .   tfrft.   «fg.  6. 

t  «  CESSANTE.  Al  v.  3.  ove  ha 
arciconsolc  corr.   arciconsolo 

't  g.  III.  Poni  innanti  ■  Segner.  * 
Fr.  Ciord.  Pred.  B.  L*  ozio  è  accompa- 
gnalo sempre  dal  lucro  cr^tanl*  ,  •  dal 
danno  emergente  (C)Z.y  ''  i/- 

/ciTii^o  co/ì.*  Ne*  balli   la    k'  '* 

due   pre^iudiiìi   ec.   l'  uno  ■       .      .  *• 

sanie,  per  quel  bene  che  qu.i.i  lj*iu:  V 
altro  t  di  danno  cmcrgeot*,  p«r  quel  ma- 
le che  ne  rica\a. 

3   CESSARE. 

*  g.  III.  ...  Bocc.  leu.  agg  Pin. 
Bos<.  278. 

*  ;;.  IV.  .  .  pani.  In/,  corr.  <«  Dani.  taf. 
tCESSO...£«/f. /fim.aM-Aii''A3.3ig. 
t  CESTELLO  .  .  .    PalUd.  agg.   Feh- 

br.   IO. 

•f  CESTO.  Al.  V.  \\.9vt  legge  wMX\%Tk« 
corr.   malige 

■[■  3.  IV  .  .  .  .  iiatU  Frani,  rim.  bmri. 
''SS  3-  *94*  ^^  *6fi'  '**  ^"*"  ^  Farcì». 
l  ■•     '.    i)/v    S'^c'ìnn-i    .druni   qiiamlo  fcTcl- 


■imda,  e  la 
■  ,  0  cctti  e 


che 


e  E  T 

CETERAHE,  cCF.XnARE.  Dopol'es. 
Aoi-.  ant.  agg.  Vittam.  4.  12.  Clic  quel, 
eh*  io  vello  ['cr  ver  oilo  e  impetro  ^cU.» 
mia  mente,  e  poi  cosi  lu  mito  Con  que- 
sti versi  con  eh*  io  »uuuo ,  e  cclro- 

CETRIL'OLO. 

#  §.  Cclriuoh  ,  dicesi  Jìgitrntam.  rf* 
Uomo  sciocco,  mnncanlc  di  senno,  l  arch. 
Lei.  Dant.  2.  »)4.  H'  uin>  che  I1.1  poco 
sole  in  Kucca,  non  .si  diie  cgh  è  un 
cetriuolo  ?  (CJ 

#  CETHO.  /'.  ^.  Cetra.  Togli  que- 
sto signific.  e  r  es.   Dittani.   4-   J2. 

CHE.  J^vcrh. 

t  §  .  va  .  .  .  .  G.   r.  5.  5.   1.    coir. 

G.  r.  5.  I.  1. 

t  *  g.  XVII.  J/v.  Z.  dove 'ita  .eoa- 
$i;;ìiato  con:  confessalo  e  ai  v.  4-  "(f 
ha   spiritual  corr,  spiritai 

CUERICHETTO  ....  Cron.  Mortll. 
Era  corr.    Cron.   Morell.  3l6.  Era 

f  *  CHEIUPO     .E  Bucch.  .igg-  198. 

CHEKMISr  ce. 

f  g.   II  .  .  .   Lasc.  rìm.  agg.    1.     i!{5. 

CHERMISINO.  Al  V.  2.  o\e  ha  Maini. 
coir.   ^   Malm.   e  poni  in  fine  (*) 

3   CTIETISSIMU. 

J  CHETO.   Add. 

t  §  V  .  .  .  /  rtrc/i.  .y/or.  II.  agg.  374. 
Ed  aog.  in  fin.  ',•  K  12.  476.  Il  giorno 
seguente  andarono  il  Gonfaloniere  e  tut- 
ta la  signoria  di  piano,  e  di  cheto  al  pa* 
lauo.  (C) 

•f  CHEU.NQUE  ......  Bcmb.   Pros. 

hb.  3.  agg.  143. 

t  3  CUI. 

#  g.  II.  Al.  V.  ^.ove  ha:  servitof/"; 
JUt.  corr.  servilo  Vit.  Al  v.  7.  ove  ha 
Ar.  Fitr.  corr.  (J')  Ar.  Ftir.^d  in  fin. 
agg.  (C) 

CHIACCHIERA  ....  Trin.  2.    2.  corr. 
E   Trin.    2.    2. 
5  CHIAMARE. 

V  §.  C/ttattiore  aUuno  dall'  esilio  ,  o 
simili j  vale  Far  tornare  alcuno  ch'era 
stato  esiltato.  Tac.  Dav.  Stor.  1.  2J0. 
Galba  ne  ha  chiamato  dall'  esigilo  uiiu 
avaro  ,  e  fantastico  al  par  di  lui.  (  Cj 

^  §.  Chiamar  mercede^  vale  Scongiu- 
rare. Seal.  Clattstr.  43 1-  E  però  li  prie- 
go  e  chiamo  mercede ,  Signore  mio  dol- 
ci.vsimo  ,  che  tu  non  guardi  alti  miei  pec- 
cati. (CJ 

3   CHIANA. 

#  g.  lì  Jigtiratam.  per  Gran  quanti- 
tti  d'  umore.  Morg.  3.  74-  ^*  ^^'^^  '"  '^'^' 
ra  di  sangue  una  chiana.    (C) 

*t  CHIAPPA. 

#  §.  Far  le  chiappe  lappe  loppe  , 
i-ale  in  modo  hjsso  Tremar  per  paura. 
r.    FARE    LAPPE  LAPTE.  (C) 

V  §.  Sonar  le  chiappe  a  martello,  va- 
le lo  stesso  t  ed  h  pur  modo  basso  .  /'. 
MARTELLO,  g.  VI.  (Cj 

3  CHIAPPAltK  .  Al  V.  5.  ove  ha  ce. 
corr.  ce.  (F) 

^  §.  Chiappare  in  parola  alcuno,  va- 
le Attaccarsi  a  una  parola  del  parlar 
d'  alcuno,  stravolgendo  il  senso  di  sua 
intt'nzione  ,  0  abusandosi  indiscretamen- 
te delV  altrui  sincero  e  discreto  discorso 
per  tenerlo  obbligalo.  Salvia.  Pros.  Tose. 
1.  193.  Bella  cosa  !  chiappare  un  pover 
uomo  in  parola,  e  in  parola  scappata  di 
Locca  dopo  cena.  (C) 

't  CHIAPPOLO. 

3  .  .  .  .    Farch,   Fred.  86.  corr.  68. 

3   CHIAREZZA. 

§.  X.  Allegane  es.  ^=  Stor.  Eur.  i. 
l3*  Ancora  che  per  rhiarezza  di  sangue, 
per  nohiUji  di  custunil  ,  e  per  liilte  le 
chiare  doti  del  corpo  e  dell*  animo,  dal* 
la  maestà  \ostra  in  fuori,  non  conosca  su- 
periore. (Ci 

*  §.  Chiarezza,  trattandosi  d'aria,  va- 
le Serenità:  ed  e  contrario  di  Foschetsa. 


c  ni 

Sangall.  Esp.  Zanz.  l5.  Appena  Tocchio 
arriva  a  scorgerli,  e  (orse  non  vi  suicbhc 
anivato,  se  ce.  la  ibiarciza  dell*  atia  non 
vi  avessero   mollo  cooperalo.  (CJ 
CHIAUIEICAZIOKI:. 
t  §.  .  .  .  Cron.    ì  eli.   Qgg-  81. 
f  CHIARIGIOWE. 
f  §.  .  .  .  Cron.  Morell.   agg.   232. 
CHIARIRE. 

'•=  g.  Chiarire  il  zucchero,  vale  Pur- 
garlo  col  fuoco.   F.   ZUCCHERO.  (CJ 

^  §.  III.  Per  Dimostrare  .  corr.  Per 
Bendcr  chiaro,   illusiti. 

^'  g.  Per  Manifestare  ,  Far  palese  . 
Oh.  Com.  Par.  p.  zig.  Domando  il  det- 
to re  Carlo  dell'  ordine  di  quello  tempo 
venturo  :  la  qual  cosa  il  detto  Carlo  co- 
me ad  amico  chiarì.   (C) 

*  g.  Chiarire  le  partile ,  vale  Per- 
suadere,   l  .   PARTITA.   (Cj 

i\-  §.  Chiarire,  vale  anche  Provare. 
Dav.  Tac.  Lett.  Ma  per  chiarire  col  fat- 
to la  hrevità  ,  ho  messo  la  lingua  fio- 
rentina a  correre  a  prova  con  la  l-iti- 
na.  (CJ 

g.  XI.  .  .  .  Morg.  19.  1.  9.  corr.  Morg. 
19.   141. 

f  CHIARITA   ec. 

t  §.  III.  .  .  .  Betor.    Tuli,   agg    li;- 
CHIARO.  Susi. 

^'  §•  Ai,'g.  innanzi  a  (C)  Buon.  Ficr. 
2.  2.  IO-  (Quelle  son  tele  Dipinte  a  chia- 
riscuri  :  nuova  cosa  E  veder  certi  chiari, 
che  ci  sono.  Che  halzau  dallo  scuro  tanto 
in  fuori,  (Ji' è  una  rnaia\iglia. 
3   CHIARO.  yJdd. 

K'  g.  Chiaro  ,  parlandosi  di  colore , 
vale  Poco  carico _f  contrario  di  Cupo  ,  0 
Scuro.  Borgh.  Arni.  Fam.  38.  Dividen- 
dosi (  i  colori  J  fra  loro  per  via  di  una 
cotal  generate  di&tiutionc  ,  in  chiari  e  scu- 
ri. (C) 

g.  V.  Agg  innanzi  a  (Cj  Cr.  2.  21- 
17.  Dei  mese  di  Seltcmlne  ,  inlorno  all' 
equinoziale  ,  quando  il  tempo  è  fernio  e 
chiaro,  acconciamente  si  semina  il  grano, 
e  gli  altri  semi.  yir.  Fur,  44-  ^8.  E  fu 
lor  si  sereno  il  tempo,  e  chiaro  Clic  non 
vi  bisognò  priego  ne  viito,Einrhè  nel  porto 
di  Marsiglia  eulraro.  Salv.  Canz.  Quan- 
do poi  ripor  lo  voglio  Colgo  un  dì  chiaro 
e  quieto. 

g.  Vili.  Agg.  innanzi  a  (C)  l'arch. 
Ercol.  279.  Il  suo  siile  è  piuttosto  puro 
ec.  quello  di  AI.  Anuìbdle  largo,  cliiaro, 
fiorito  ,  e  liberale.  Oal.  sist.  tio.  Paren- 
domi la  vostra  espressiva   mollo  chiara. 

*  §.  Intelletto  chiaro  ,  dicesi  Quello 
che  ha  chiarezza  d' idee  .  Salvin.  Disc. 
1.  181.  Molle  volte  può  procedere  o  da 
inlellello  non  molto  chiaro  ec.  o  da  una 
sofisticheria,  o  superstizione,  che  faccia 
essere  le  difficoltà  dove  non  sono.   (Cj 

'r   g.  X.   Agg.  innanzi  a  (Cj  Beni.  rim. 
I.    l3.   Vita  scelta  si  fa,  chiara  e  serena. 
CHIARO.  Avveri. 

V  §.  !)el  chiaro,  e  Di  chiaro,  posti  av- 
verbialm.  valgono  Chiaramente.  V.  DEL 
CHIARO,  e  DI  CHIARO.  (CJ 

*\  CHIAVAIUOLO.  Togli  in  fin.  ('/?; 
CHIAVARE.   Da    Chiavo.  Agg.  in   fin. 
"^  Ar.  Sai.  3.   Besleniniian  Cristo  gli  uo- 
mini ribaldi  Pcggiur  di  quei,  che  lo  chia- 
varo  in  croce.  (Cj 

CHIAVARE.  Da  Chiave. 
3  g-    Per  Usare  ec. 
*|  CHIAVATO.   .  -   .  Lai.  davi  confi- 
xus.  corr.  clavis  confxus. 

CHIAVE.  L'  es.  Pandolf  Gov.fam.  al- 
legalo coai:;;:  Agn.  Pand.  70.  Donna  mia, 
se  tu  nel  tuo  forziere  nuziale  insieme  colle 
veste  della  seta  ec.  ponessi  la  chioma  del 
lino:  anche  v'assettassi  il  vasetto  dell'o- 
lio, e  serrassivi  dentro  ì  pulcini,  e  tutto 
chiudessi  a  chiave,  dimmi,  parrcbbeli  aver 
buona  cura  ,  essendo  bene    serrate  ?  (CJ 


C  H 


186  i 


^  §.  Dicesi  in  provcrb.  :  La  chiave  >' 
il  materozzolo  ,  di  due  che  vadano  sem- 
pre insivme.   V.  MATEROZZOLO.  (Ci 

§.  IX.  Duires.  *  Sahin.  Disc.Umiw 
g.  così  : 

^  g.  Chiave,  parlandosi  di  alcuna  ope- 
re, dove  i  nomi  .«o«o  alterati,  0  vi  sono 
scritti  in  modo  enigmatico ,  si  dice  figu- 
ratam.  della  Spiegazione  dei  nomi  atte- 
ralij  e  dei  modi  enigmatici.  Sali'in.  Disc. 
2.  ;i.  .  .  .  Fiv.  Prop.  96.  È  permesso 
talora  deciferar  di  quaggiù  qualche  breve 
passo,  da  chi  sol  se  ne  procura  la  chiave 
e  la  coniraccifcra.  (Cj 

CHIAVELLO  ec Cr.  9.  45.  3. 

corr.  Cr.  9.  55.  3. 

-:ì  CUIAVICLNO.  Pim.  di  Chiave.  Lor. 
Med.  canz.  108.  8.  Non  è  or  chiave  che 
il  mio  forzicrino  IS'on  aprisse  la  toppii  di 
puntino ,  E  grossa  e  grande  e  anco  un 
chia^icino.  (Cj 

CHICCA.  Agg.  in  fine.  ♦  Dat.  Vegl. 
l3i  .  Compiacendosi  delle  festose  acèo- 
glitnzc,  ch'io  gli  faceva,  gentilmente  mi 
vezzeggiava  portandomi  bene  spesso  le 
chicche.  (CJ 

t  *  CHICCHIRIATA Mago! 

lett.   agg.  y^r/i.   2.   l37. 

CHIEDERE. 

*  §•  I Bocc.  g.  2.  V.  8.  eorr. 

Bocc.  g.   2.  n.  8. 

CIIKNATUKA Gart.    Ttion.  Trem. 

96.   coir.    Bart.  Suon.    Trem.  96. 

CHINO.   Sitst. 

t  -I-  g.  .  .  .  Man.  Franz,  rim.  buri. 
^SS-  2.  97. 

*  CHIOMOSO.  Add.  Che  ha  chioma, 
l'arch.  Fez.  Dant.  2.  28.  L'  essere  chio- 
moso, cioè  aver  la  zazzera,  non  gli  rilev.; 
cosa  alcuna.  (CJ 

t  CHIOSTRO. 

'••  g.  Chiostro,  talora  nel  plurale  esce 
anche  in  y4.  Alum.  Gir.  l5.  48.  Già  si 
ritro\an  quei ,  già  tutta  suona  La  gran 
palude,  e  le  montane  chiostra  Dell'  in- 
contro dei  due.   fl'J 

*  g.  Per  JVavata.  Ces.  Dcscr.  i^.  Il 
lempio  della  cattedrale  e  compartito  in 
tre  chiostri  ,  o  navi  al  dilungo  .  F  18 
Essa  e  ,  come  dissi,  divisa  in  tre  chio- 
si! r,  o  navi,  con  cinque  grandi  archi  di 
qua  e  di  là  per  lo  lungo.  (CJ 

t  CHITE.  .  .  .  Morg.  23.  317.  corr, 
Morg.   2.5.  326. 

t  CHIUDERE. 

•?  g.   1.  Poni  gli  es.   Ira  le  virgolette. 

f  g.  Xtir.   ,  .  ,   Beni.  rim.  agg.  I-  74. 

g.  XVI.  Agg.  in  fin.  *  Cron.  Morell. 
243.  Nidi'  ulliiiia  parola  rispondendo  al 
prete:  Dco  gratias  ,  amen,  e' chiuse  gli 
occhi,  e  rendè  nel  proprio  punto  l'anima 
a  Iddio  di  pisloicnza.  (Cj 

^^  g.  Chiuder  gli  occhi  ad  uno  ,  par- 
landosi  di  chi  muore  ,  vale  tìendergtt 
questo  ultimo  ufficio.  Lai.  fondere  lumi- 
na .  Rem.  Fior.  Pist.  Ovid.  1.  9.  Ei 
chiede  (^ìà  vicino  al  suo  di ,  che  tu  suo 
figlio   Gli  chiuda   gli  occhi.    (C) 

-'.'  g.  Chiudere  i  suoi  giorni,  vale  Mo- 
rire. Tass.  Ger.  12.  lo3.  Qui  ricondotta 
la  guerriera  avrei,  O  chiusi  ov'  ella  il 
terren  fé  vermii;lio  Con  memorabil  fine  i 
giorni  miei.  Ces.  r\or.  Stor.  2.  ^l.  Be- 
nedicendo Dio  e  Vincenzo,  chiuse  i  suoi 
giorni.  (Cj 

3  CHIUSINO.  To^Vt  g\i  es.  Serd.  Sior. 
e  Buon.  Tane,  ed  aggiugnili  in  fin.  del 
g.  I.  cosi  :  M  Serd.  Stor.  8-  3l7-  .  -  ■  " 
"  Buon.  Tane.  5,  2.  E  voglio  aprirti,  e 
serravi'  Ìo  '1  chmsino  :  Il  vo'  (  l'  avello  J 
da  imo  a  sommo  spazzar  dentro  Poiché 
tu  va'  a  dormir  tu  ,  'l  mio  Ciapino.  (C) 

CHIUSO.   Add. 

f  ic  g.  Il-  .■  ■  Bocc.  Fiamm.  lib.  i. 
agg.  17.  e  dove  legge  tornata    leggi    venula 

t  CHIUSURA  ....   AtTigh.  agg.   52 


i864 


C   ( 


c  I  E 


c  I  rt 


e  I 

CI  . 

!r  §.   1.   .  .  .    Cccch.  Stim-.  agK-   3.4- 

*  CIALABARDONE.  JtM.  Che  fa  le 
coxe  a  caso  .  Varch.  T.ez.  Daiit.  2.  pS. 
D'uno  sgr;iKÌato ,  o  che  Uccia  le  cose  a 
caiu,  (si  tiicf)  cia1;il)3r<tonc.   (C) 

ili  CIALDI.NO.  Adii.  Pchole.  Varch. 
Lcz.  lìant.  2.  gS.  A  uno  tcnrro  e  de- 
bole (non  si  ihie  )  cialdino,  dolce  intiO' 
^olo  ,  mangia  liis-igne  ?   (C) 

t  CIALDONCINO.  ...  Matt.  Franz, 
rim.  hurl.   agg.  2.   III. 

CIAMBHLLAIO.  Allegane  es.  *  Ces. 
JJesrr.  33.  A  quflslo  lienc  [iole  però  aver 
conlriliulto  V  01  dinanieuto  saviamente  da- 
to j  che  adorno  al  Duomo  non  fossero 
cianilx-ltni,  tiè  venditori  di  vio  greco.  (Cj 

CIAUSHìE.   Correggi 

-}•  1  CIAUSIHE.  r.  J-  che  viene  tini- 
la  lingua  proi'cnzalc,  e  va^e  Scegliere.  # 
Rim.  ant.  M.  (accia  ila  Caste/lo.  2.  ^"j^- 
D'  amor   rijufì   la    Deilate.    (C) 

!j«  g.  I.  /  ah- anche  l'eilere,  Conoscere, 
u  Him.  ant.  Pani.  Maian.  72.  Greve  mi 
scmhra  ,  Donna  ,  allo  ver  dire  ,  Che  lin- 
gua d'  omo,  o  pensiero  di  core,  O  guar- 
do d'  occhi  nossan  ben  ciausiro,  O  si  no- 
mar ,  coni*  e  vostro  laudore.  «  /'"  87-  Sì 
m*  ave  olire  podere  Lo  suo  piacer  gra- 
valo ,  D'  ogni  rio  fortunato  Mi  senrhra 
gioco  el  suo  ,  qual  più  languisse  K  qua) 
che  ciausisse  mio  dolore,  Won  credo  che 
iu   amore  Fermasse  mai   sna   voglia.  (C) 

^  §.  II.  Vale  anche  Lodare,  Cvkhrare. 
Rim.  ant.  Ria.  d'  /Jqiiin.  I.  2l4'  Coȓ 
son  dul'itoso  Quando  vegno  n  ciaosire  , 
Che  ne  jierdo  e  savirc  e  rimemhranza  . 
E  Noffo  Ronnfjnida .  2-  257-  Provai'  ho 
assai,  niadipnria,  di  riau^ire  Vostra  liiltate 
e  lo  piacer  piaceolc  ,  Ma  allasso  sol  la 
mente,  Cfa^  io  non  I.1  posso  propriamente 
dire.  fC) 

^fi  §.  III.  Vale  anche  /iraniane.  Deside- 
rare. Gnilt.  rim.  2.  85.  Ma  cortesia,  va- 
lor ,  senno  e  savirc  Avete  d'  Ufim  di 
compiuto  valore  .  Som  marta  menti':  «[Uan- 
to  può  cìausirc  Di  lutto  hcn  uoin  buon 
ronoscidore,  E,  hella  Donna,  in  voi,  da 
cui  legno  Core,  corpo,  podere,  e  ciò  che 
agRÌo.    (O 

fl   CIBO. 

*  ^•.  I.  Al  v.  I.  ove  ha  Petr.  corr. 
«  Petr.  e  .il  v.  6.  ove  ha  —  ce.  «  Iloe:. 
lorr.  ^  ce.   Roes. 

^  §•  I^'^l  plurale  anticamente  si  disse 
'indie  Cihora  .  Fr.  Ine.  T.  2.  22.  I.T. 
Il  gusto  in  poche  cihora  Contenne  li  sa- 
pori. (C) 

f  CICALA  tv. 

t  *  §.  MI.  All'es.  lielhn.  fìisc.  a^g. 
I.  Il5.  eit  allegalo  così:  E  perocché  au- 
che  i  granfili  nella  mL-dc>Ìma  parte  del  lo- 
ro corpo  portano  le  loro  uova  ,  e  nella 
iiirdesiiiiu  patte  adatto  Ir  portano  ec.  tut- 
te le  sc]uille,  e  le  cicale  di  mare,  io  mi 
sento  molto  inrlioalo  a  crcdcrn  ,  che  nel 
lavoro  della  generazione  lutti  questi  iiui- 
mnli  si  portino  come  lo  locuste. 

t  CICALECCIO.  .  .  .  3/att.  Franz. 
rini.   hurl.   agg.   2.    l8b. 

CICATRICE. 

t  S-  •  ■  •  Varch.    Stor.   2.   agg.    \f\.  .  .  . 

!•:  ir>.  agg.  r>y4. 

Cl(;lll>().  Al  V.  I.  ou-  ho  Piccolino 
corr.   Pocn/ino 

't-  CHILO. 

t  S     1-  •■  •  Ftaninr.   agg.   5.   108. 

i"  *  §.  IV.  .  .  .  Rocc.  .imrt.  a(;p.  8.4  Ed 
agg.  in  (in.  Chtahr.  rim.  jl.  3?.c).  D'ul- 
tra pmlc  coloro  Che  amano  senza  piaga 
inroronarai  Cercano  toga  lullo  il  tìel  l\o> 
mimo.   (C) 

#  g.  Ordinamento  ile*  chìi ,  iitle  />i- 
.'posizione  divina.  I  .  OnDINAMENTO, 
S     IV.   (C) 


%.  XIV.  Agg.  io  6n.  *  Borgh.  Vesc. 
Fior.  496.  Grida  a  cielo  della  poca  cura 
de'  Gentili  inverso  i   lor  poreri.   fC) 

*f*    3.    XiX lasc.    rim.    agg. 

I.    180. 

t  *   CILESTIALE.  .  .  .   Vii.  SS.  Pad. 

2    n^   agg    ('  "'••  /«  > 

t  CIMATOnE.  All'  CI.  Cron.  Veli. 
agg.   4     •  •  ■    Rfrn.   rim.   agg.    I.    76. 

t  CIMENTAHE.  .  .  .  Varch.  Stor.  9. 
agg.   226. 

f  *  CIMFNTO.SO  .  Jl  V.  3.  ove  ha 
conduco  lui  corr.  conduro  voi  —  Ed  agg. 
in  6n.  K  182.  La  via  di  queste  sciente 
ella  non  è  verameote  una  via  cimentosa, 
ritìi-  piena  di  duhhì  e  di  discorsi  poco  si- 
curi. (C) 

t  CIMICE.  .  .  .  Patlad.  agg.  3?. 

i  CINGALLEGRA  ec.  .  .  .  Morg.  |3. 
5().   corr.    14.    59. 

CINGHIARE,    ferb. 

f   *  § Matt.   Franz,   rim.   buri. 

agB    2.    i52. 

CINGUETTATOHE.   Agg.  in   fine.   # 
Pocc.  Com.  Dani.  I.  372.  Questi  adunque  j 
tutti  ingluviatori,  ec.  cinguellatori,  gridato- 
ri   ec.   son    voti   di  pensieri  laudcvoli.   (C)  ' 

CINIOLA. 

J,'.  II.  Al  v.  7.  ove  ha  Bor^.  Mon. 
corr,   •!■    Rorgh.   Mon.   e  poni  in  fin.   (I  )  1 

t    §     III.    .  .  .    Remb.    //.<ol.  I.  apg.  |5.   ' 

CIN^OLI^O.  Agg.  in  fin.  *  Pallad. 
cap.  24.  Violi  periscono  t*  non  lasciano  il 
luogo,  se  a  caluiu  di  (jutllc  finestre  sospen- 
di colali  cenci  ,  o  riiitolini  che  sieno  di 
panno    vergato,  o   svariato.   (Cj 

CIOCCA. 

''*  S-  ''*  ciocca,  po.tto  avverbialm.  vale 
In  copia  ,  in  abbondanza  .  Late.  Sibili. 
I.  3.  Questa  e  altra  zucca  che  da  pesci: 
qui  dentro  «  del  sale  in   ciocca.  (Cj 

t  CIONDOLONE  ec.  All'  es.  Fir.  rim. 
buri.  ayg.  1.  281.  ed  allenalo  così:  lo  ho 
visto  a  miei  dì  millf  vecchioni  Kingallux- 
zarsi  tulli,  pur  vedendo  Un  battaglio  per 
aria  ciondoloni. 

CIOW%0.  Al  V.  ^.  ove  ha  Buon.  Fior, 
corr.  Ruon.   Fìer. 

t  CIOTTOl  O Cron.  fé//,  agg.  32. 

\  3  CIRCA.  Preposizione  che  agg.  jf- 
gni/ìcn  circonjerenza  ,  o  vicinità  che  cir- 
conda ,  —  Degli  es.  Cr.  3L  V.  e  di 
Cuicc.  Stor.  e  Giov.  Celi,  fanne  §.  cosi: 

^  §.  Talora  significa  Quantità  incer- 
ta e  indeterniin-itn  di  tempo,  o  di  ihec- 
rhessia,  e  vale  foco  prima,  o  poro  dopoj 
l'oro  più  ,  o  poco  meno.    Intorni,    m   Cr. 

I.   8.  9 W.    V.   II.  4.   .  .  .   -.   Ciov. 

Celi.    I  it.  Aìf.  46.  (C)  Onice.  Stor,  a. 
376.  .  ..(L) 

^-  g.  Talora  accenna  la  cosa,  alla  quale 
altri  attende.  Oli.  Com.  Purg.  17.  297. 
Il  primo  (rimedio  è)  che  V  uomo  sia  oc- 
cupato  cifra    più    rose,    (  C) 

f  CIHCOLATOIO.  .  ..  Ricelt.  Fior. 
agg.   285. 

•f  CIRCOLO,  e  CIRCULO. 

^  §■  Circolo  ,  dicesi  anche  a  Pirptita 
puhblua.  Rorpb.  Pise.  Scriv.  i3.  E  nrr 
<[ue\lo  furono  con  gran  prtidenia  ed  a  i«n. 
in&sìmo  fine  in»liluile  le  <lispule  puhldi- 
che,  che  particolarmente  sono  stale  rliia- 
malo  circuii.  (C) 

f  CIIu:0?iVICINO  re.  .  .  .  Roer.  feti. 
agj;.  Pin.  Ros.t.  283.  —  l'aixh.  Stcr. 
10.  agg.   330. 

Cir.COSTAN/.A  ec  Agg.  in  fin.  *  Car. 
leti.  7.  203.  Tiillff  quelle  rii  .-ostante  ve 
lo  pnlranno  far  amare,  r  ilimaro  per  lui 
»te»so.  (C} 

3(1  »).  l'er  Caio,  Oppr>rtnnit<J,  Tempo. 
SalviH.  Pise.  I.  298.  Tende  dalle  in6ni- 
le  rirrnitanie  a  romliinationi  di  cose.  F 
368.  Che  se  alcuna  volu  mosti  aronu  di 
di%.it<iirovarla  ,  ciò    Ut   re.  in   retta 


■TI" 
«tante  ni  leinpi.    A   a.   i\2.   Riroirc 


allrì  per  consiglio  nelle  circostante  peri- 
gliose .  /C  359.  La  neceuaria  e  Tortola 
circostanxa  in  cui  si  trovava.  (Cj 

•f  CIRCUITO  .  Agg.  innanii  a  (Cj 
Stor.  Eur.  I.  18  11  circuito  dì  questa 
terra  nrll'  db  noslra  è  qaasi  di  otto  mi- 
glia . 

§.!....  Segnrr .  Stor.  corr.  Segn 
Stor. 

*f  CinUGl'A  ec.  .  .  .  fforg.  16.  GS 
corr.  aiorg.  16.  56. 

CITARE,  ^l  V.  6.  ove  ha  Giano  corr 
Giamo 

CITATO.  Allegane  et.  t^  Pav.  Scism. 
Il  Papa  ec.  al  maestro  del  lacro  Palano 
commise  ,  che  intesa  la  causa  ,  citale  le 
parli  ,  iaformassc.   (C) 

t  S.   .  .  .   Red.  lett.  Occh.  agg.   la. 

CITAZIO.NE. 

g.   il.    Agp.    in    fine     ^   Fir.   nov.    lo- 
261.  (Mil.  181 ')   Il  quale  rome  più  pre- 
sto ehhe    avuto  la  (ìi^zione  ,  se  ne  andò 
i  da  Agahio,  e  gli  narrò  come  passavan   le 
I  cose-  (C: 

f  CITERNA Pallad.  Pongansi 

corr.  Pallad.  I.  4-  Pongasi  (l'actjint  pio- 
vana ) 

*  CITRAMONTANO.     ..    Ott    Com 

•f*  CITTA*  ee. 

*r  %.  \\\.  Innanzi  a  j4r.  Fur.  agg. 
I  Ros.  Vii.  F.  P.  Questa  e  quella  cosa  , 
che  ha  posto  al  iole  la  maggior  parie 
delle  citfa.    (C) 

sjs  g.  In  città  e  in  oftf  ,  maniera  on- 
tica  ,  che  vale  Ìh  pace  ed  m  guerra.  /'. 
OSTE.  g.   XIII.  (C) 

3  CITTADINANZA.  Togli  l'ei.  ^met. 
e  portalo  al  g.  come  segue;  ed  agg.  in  fin. 

#  I  arcb.  /  ez.  I>ant.  2.  67.  Al  quale 
(grado)  un  solo  senza  più  fra  lanli  ufizi 
e  tali  magistrati  di  tutta  questa  indila 
città  ,  e  nohilisvima  cilladinanta  ,  sta  non 
indegnamente  di  sopra.  (C) 

g.     1.    Poni  avanti    a    Bemb.    »   Amet. 

72.    .   .   .    n.  (C) 

CITTADINO.   Sust. 
sSs   §.    Far  cittadino  uno,  vale  Ammet- 
terlo alla  cittadinanza.    V.  FARE.  (C) 

*  CITTELLO.  lìim.  di  Citlo.  Jr. 
Fur.  i5.  73.  Queste  cran  quelle  due 
henigne  fate,  Ch'  avean  nutriti  i  figli  d' 
Uliviero  ,  roirlie  li  Irassun  Iciieri  ciltrl- 
li  Dai  curvi  aitigli  dì  due  grandi  au- 
gtlli.  CO 

CIVAIA. 

f  g.   .  .  .    Varch.  .Ktor.   la.  agg.  468 

CIYAN7.A,  e  C1VA^Z0    Agg.  io  fin 

#  Gal.  fiali.  a^O  Non  di»pr«tsiam  dun- 
que quei  cibanti  pur  troppo  tenui  che  il 
disi  orso  dojto  qualche  coniemplatione  ap- 
porta alla  noilra  intelligenza  ,  e  aecctlia- 
nio   da    Archimede   il   sapere,   che  ce,   (Ci 

*  CIUCIlEKiaLO  .  Ptm.  di  Ciuco. 
Ces.  nov.  2f\ì.  A  quello  »fidg»ira|o  »u.< 
pranzo  quante  lf>tc  di  tiuchcri-ll.  -li  IjT 
te  ha  fallo  venir  quc^t*  aonot  ,  < 

ri\ETTARE. 

<t  g  Civettar,  tjri  utato  nttnam.  -Itil 
.Vr^jr.  Fior.  Comm.  Ina.  i.  4>  S»ppi  cbe 
la  civetta  or  quell'  .iniico  .  01  iiue^lo  .  ->r 
quel  parente.  fC) 

CIVETTERfA 

g.  A|Ep  in  fin.  tf  Re.i  II  II.  firn  r 
2.  3a8  K  dtveniiU  ntodrstÌ>iÌnia,  e  fnon 
«la  fcmpre  cou  gli  occhi  haisi,  e  DUB  Ij 
(luelle  rivrlteric  allr  qoalì  si  era  aiane- 
lalta  da  ragazta  {  qui  per  simtfit.  pària 
d'  una  lartanif^  ).  fi.) 

CIVILE.    Jdd. 

»  §.   !..  .  .  Varch.  Stor.  igx.  6-  l5a 

g     II.  Agv.   innanti  a  ^O   K   (>i**^  "•■ 
.tti .  3.  a6    9.  ComL   può  prrlanto  av^c 
niro .    che    tra    genie    %où    civile  rr.   al»- 
*irco*  '  |tia  er. 
**  "g''  *  S-  '  »'«  elyiht  Pierri  /«  parftcìp.r' 


e  I  V 


e  0  D 


C  0  G 


1865 


zione  ai  diritti  ciiHi.  Cns.  lett.  ^a.  De- 
iidrrerci,  die  il  sig-  Duca  lilierassc  Flain- 
inìnio,  e  DOQ  iIIlootlcs^e  d'aver  sali>tallo 
A  >.  Sif!-  <'on  il  lasciuryli  1j  vila  naturale 
bCDia  la  civile.  Sefin.  l'tic.  I.  \.  e.  5. 
L'  unorc  è  quasi  il  6ne  ilella  vita  cì\i* 
le.  (C) 

g.  IV.  Allegane  e>.  -1=  /  tirch.  Star.  iq. 
SOQ.  Kiani)  i  I  Consoh  rfi  mare  )  olii  e  a 
di  uue&lu  ,  giuJiri  dille  ditfcicnzc  civili , 
che  nasrevano  fra  ì  mcrcalauli .  ^la/rn. 
6.  8q.  ^la  <|tii  (love  &'  attende  al  critni* 
nale'ji'  esclude  ogni  allo  e  ogni  ragiun 
civile.   (C) 

•V  §.  Ciii/e ,  talora  si  contrappone  a 
Militare ,  e  talvolta  anche  ad  hcclesia- 
stico.  Hed.  lett.  ^O.  S.  A.  S.  gli  darà  con 
ogni  sicurrxza  una  carica,  o  civile,  o  mi- 
lilaie,  nella  quale  egli  polia  \Ìverc  ono- 
utameole.  òaliin.  Disc.  2.  II7.  E  tra 
le  risplendentissime  imprese  e  militari  e 
civili  del    gran    Luigi    re    di    Friimia  ec. 

3uesta  ec.  non  certamente  tra  1'  ultime  è 
■  annoverarsi.  (CJ 

*  CIVllEO.  Lo  stesso  che  Cibreo. 
Pros.  fior.  6.  120.  Kitrovó  nel  suo  cer- 
vello vivande  non  più  usate  ce.  le  quali 
furono  civrei  ammorsellati,  pustrincoli,  e 
altri  sì  falli  nianicari-Ui.  fCj 

f  CLAMIDE.  Allegane  es.  *  Ces. 
lior.  Slor.  3.  20.  Scontratosi  un  giorno 
ne'  due  conmiissarii  ec.  e  presa  ad  un  di 
loro  la  clamide  ,  e  fermalo  il  cavallo  con 
atto  signorile  disse  all'  uno  e  alT  altro: 
Giù  tosto;  smontale.   (CJ 

g.  I.  .  .  .  Jielhnc,  Bticch.  corr.  Bcllin. 
Biicch.  i52. 

CLANDESTINO  ....  Dav.  Scism. 
corr.   Dm-,   Scism.  62. 

*  CLARITA'  ce.  .  .  .  Seal.  S.  Agost. 
coir.    Seal.    Claustr.  4Ì9- 

CLASSE. 

g.  11.  Togli  gli  es.  Vii',  Ut.  Galli. 
e  laone  §.  come  segue,  ed  agg.  iu  fin.  E 
Pros.  Tose.  I.  ^26.  Nella  classe  de'gra- 
vi  poeti  tiene  senza  controversia  il  pii- 
mato  (  e  di  cbe  sorte  l  )  Omero.  Maini. 
3.  6Ò.  Cento  suggelli  egli  ha  della  sua 
classe  y  Anch'  eglino  pinimei  ,  distorti  e 
brutti.  (C) 

V  g.  autore.  Poeta,  e  simili,  di  pri- 
ma classe,  va'e  Autore,  Poeta  ec.  di  al- 
tissimo merito  ,  di  grandissima  fama  . 
T/V.    Vit.    Galli,   tìl.  .  .   /i  65 (C) 

^  g.  Per  Sorta,  Specie,  Crist.  inslr. 
3.  7.  IO-  Ci  figureranno  T  amor  di  Cristo 
quelle  sue  soil'crenze,  che  ancor  duram^i,  e 
dureranno  sino  alta  fine  del  mondo:  que- 
Sle  sono    di   due  classi.   (C) 

t  *  CLAVICOLA.  .  .  .  Bellin.  Disc. 

C  O 

•f  COADIUTORE  .  Al  v.  6.  ove  ha 
Cai-ale.   corr.   -^    Cavale. 

*  COAIUTOKE  .  Lo  stesso  che  Coa- 
diutore ,  ma  meno  usato  .  /  ardi.  Stor. 
II.  33g.  Il  cancelliere,  0  coaiulore  do- 
vesse appuntare  chiunque  mancasse.  (C) 

*  COCCIGE.  .  .  .  leilin.  Disc,  anat, 
agg.  I.  161.  e  ove  Ugge:  uropige,  corr. 
uropigio, 

t   COCCIO.  ,  .  .  Pallad.  agg.  Seti.   li. 

COCCOLINA. 

"1"  g.  .  .  -  Mail.  Franz,  rim.  buri.  agg. 
3.  io3. 

t  COCENTISSIMO  .  -  .  Bemb.  As. 
1.   agg.   3a. 

t  COCITURA Pallad.   agg. 

Mar:.    20. 

I  §.   II.   .  .  .   Bcmb.  As.   1.  agg.  33. 

CODA. 

f  g.  XII.  Agg.  Ligiare ,  0  —  Al  v. 
10     ove  ha  lisciar  corr.  ligìare 

t  §.  XIX.  ...  ìarch.  Stor.  j3.  agg. 
Vocabolario   T.  IJ. 


487.  e  doi'C  ha  con  una  corr  con  lun* 
ga  e 

si!  g.  Vsser  coda  di  cheichessin  ,  vale 
fìgurntam.  f'sser  P  ultimo  di  checches- 
sia. Bocc.  noi'.  j^3.  2.  In  Roma,  l.i  quale 
come  è  oggi  coda  ,  cosi  fu  già  capo  del 
mondo,  fu   un  giovane  ce.  (C) 

•\  g.  XMX.  .  .  .  Agn.  Pand.  agg.  20. 
ove  ha  rome  fanno  i  più  ;  coir,  come  i 
più  fanno; 

*  g.  XXXIV.  .  .  .  /ìellin.  Disc.  agg. 
X.  262.  L'  una  estremila  allaccata  all'os- 
so eh'  e'  muovono,  la  chiamano  coda  del 
muscolo.  (Cj 

'^  g.  Aon  trovar  ni  Capo ^  ni' coda.  /'. 
CAPO  ,  g.   CVII.   (CJ 

CODAZZO. 

t  g.    .   .  .    J'arclt.    Stor.  8.    agg.    198. 

t  *  CODICILLABILE  .  .  .  .  Bellm. 
lett.  agg.  in  Prus.  Iior.  ^.  i.  282.  E 
qui  sia  il  vero  non  codicill.iìjtl  fine  della 
mia    Zannata  ,   ec. 

t  3    tODlClLLO don.   Veli. 

agg.  85. 

t  3  COGITAr.E.  Togli  T  es.  l'end. 
Crist.  116.  dovendosi  in  esso  leggere  con- 
citasti e  non  cogitasti;  e  ali*  es.  Varch. 
Stor.  3.  agg.  ^6.  e  ove  hn  Sospeso  e  dub- 
bioso corr.    Uubiloso   e   S"speso 

*  COGITATIVA.  Potenza  dell'anima 
che  cogita.  Varch.  l.ez.  ll:!j.  Sono  dun- 
que diversi  gli  uomini  secondo  le  diver- 
sità di  quella  virtù,  che  si  chiama  negli 
uomini  cogitativa,  e  nelle  bestie  ec.  esti- 
mativa. (CJ 

t  COGLIERE. 

t  3  g.  II.  Togli  gli  es.  .V.  Aldohr. 
e  Vrb.  (  agijiuguendovi  62.  )  e  fanne  g. 
come  segue;  e  dove  ha  V.Z'j.  coir.  Dani, 
In/.   27.   E  air  es.    legez.  agg.   1/3. 

•?  g.  Cogliere  freddo  ,  o  simile,  vale 
Patire  freddo.  Essere  aJJIitto  dal  freddo, 
o  simile.    «    M.  Aldobi:  ...  ».  (CJ 

''^  §.  Cogliere  una  imbeccala  ,  vale  lo 
stesso  che  Infreddare.   /'.   IMBECCATA, 

S-  IV.  (C) 

V  g.  Per  Scegliere,  Vle^gcrc .  Salv. 
cnnz.  Pili.  Quando  poi  ripor  Io  voglio 
Colgo  un   di  chiaro  e  quieto.    (C) 

*  g.  XIX.  Avanti  a  Bern.  agg.  «  Urb. 
62.  .  .  >*.(C)  Al  V.  5.  ove  ha  collo»,  (yj 
corr.   folto.  (IS'J 

t  COGNAZIONE.  Corr.  la  dichiaraz. 
cosi:  /'.  L.  Terni,  di  Giurixprudenza,  e 
sìgnifita  Legame  di  parentela  tra  tutti  i 
discendenti  d'  uno  stesso  ceppo,  lld  jgg.  in 
fin.  'fi  Buon.  Fier.  4.  5.  3.  Fin  qui  co- 
gnita  ho  ben  la  mìa  agnazione,  Eia  mia 
cognazione.  (C) 

t  *  COGMUGAZIOIVE.  ...  Salvia. 
Avveri,  corr.  Salv.  Avveri. 

•f  3   COGNIZIONE. 

5»!  g  Cognizione ,  nel  numero  del  più 
ed  nssolutam.  vale  Sapere,  Jnstruzioni , 
Salvin.  Disc.  I.  186.  Adunque  quanto 
magj;iori  cognizioni  ei^li  avrà  ,  sarà  vie- 
roaggìormenle  uomo  .  E  187.  La  storia 
ec.  empie  l'  uomo  di  nobilissime  cognizio- 
ni ,  e  nel  vìvere  1'  ammaestra  ,  mosUan- 
doglì  quali  cose  sieno  da  abbracciare  e 
quali  da  fuggire.  (Cj 

^  g-  Cognizione,  vale  gnche  L' aiion 
del  conoscere  nel  signific.  del  g.  XIX. 
Onice.  Stor.  18.  87.  Cesare  faceva  in- 
stanza che  la  causa  di  Francesco  Sforza 
sì  vedesse  dì  ragione,  e  che  pendente  la 
cognizione,  fosse  posseduto  da  se  tutto 
lo  stato.   (CJ 

V  g.  I.  Per  Xolizia  ,  Contezza  agg. 
che  si  ha  di  una  cosa  .  Ed  ^gg.  in  fine. 
Salvin.  Disc.  l.  l85.  Neil'  udir  proporre 
dal  dolio  noslro  Signore  Apatista,  se  all' 
Uomo  nobile  sìa  più  confacevole  la  cogni- 
zione delle  leggi ,  o  deli'  istoria,  tosto  mi 
venne  alla  mente  ec.   (C) 

t*§.  III....   //  Bocc.   agg.   lett.   323. 


f  3  COGNOME.  .  .  .  Bocc.  lett.  agg. 
Pin.  Boss.  285.  c  ove  ha  seguitiamo  , 
corr.   S(  ;,uiliiMì  , 

•f  CÒGNOSCERE Seni.   .S. 

Agosi.  cirr.  Seul.   Claustr.  ^30. 

•f  *  COITOSO.  Al  V.  4.  ove  ha  Man- 
ture,  corr.  roani' ore , 

COLATURA.  Agg.  in  fin.*  Bed.  lett. 
2.  29.  (  Vir.  1779)  Dì  della  colatura 
oncic  tre.   (C) 

^  §.  Colature ,  diconsi  da'  medici 
gli  Umori  che  sgorgano  per  distempera- 
mento  dal  corpo  umano  .  Bart.  Bicr. 
Sav.  I.  14  232.  Vi  si  trovan  per  tutto 
e  merli i  e  canaletti,  ce.  pur  cui  trasmet- 
ter le  vene,  le  arterie,  i  nervi,  0  da 
purgare  le  superilue  colature.  (Cj 

COLEI. 

'>  g.  IV.  Agg.  innanzi  a  (CJ  Allegr.  G3. 
Il  vedovo  per  vicopiire  la  sua  prima  scì- 
munilapgine  ad  ogni  poco  d*  occasione 
cbe  gliene  fosse  data  con  un  sospirctlu 
magherò  ec.  rammculerebbe  la  benedetta 
anima   della   sua  colei. 

t   COL!  ZIONE.  .  .  .  Urb,   agg.   27. 

\  *   COLIBETO  ce Fir.  nm. 

agg.   buri.    J.   290. 

COLLA.     Canapo. 

§.   IV Rtd.    Annot.    Ditir.    17. 

corr.   27. 

t  COLLATA.  .  .  .  Arrigh.  agg.  Jx. 
ove  hn  con  pugni,  e  aspre  corr.  con  pu- 
gni aspri  e  dove  ha  balleo  corr.  ballo 

COLLAZIONE. 

g.lll.  Alle^anees.*^rtA(n.  Pros.  Tose. 
2.  189.  Sopra  il  Petrarca,  a  mio  tempo 
s'  incominciarono  le  collazioni  dì  più  le- 
sti a  [lenna:  secco  ed  asciutto,  ma  nercs- 
sario  lavoro  per  farne  un'  edizione  com- 
piuta suir  andare  di  quella  del  Dante  cbe 
dalla  nostra   Accademia  s'intitola.    (C) 

COLLEGAZIONE.  Ag^.  in  fin.  •>  Ini- 
perf.  V.  Tusc.  D.  8.  T.  l.  239.  Vn  et 
che  se  ne  perda  ,  fa  smarrir  la  traccia  e 
la  collegazione  di  tutto  il  discorso.   (C) 

^;.  Allegane  es.  •>  Onice.  Stor.  1.  pag. 
21.  la  essa  espressamente  si  proibiva  the 
alcuno  de'  confederati  Oiccsse  nuova  col- 
legazione  senza  conseulimeolo  deyli  altri. 
Vanh.  Stor.  3.  58.  E  sebbene  io  avvi- 
so, che  ec.  vediamo  però,  ec.  quanto,  e 
iu  (mesta  parte,  e  in  quella  vi  possa  u 
giovare,  o  nuocere  la  presente  collcgaiiu- 
ne.    (CJ 

3  COLLERICO. 

I  g.  II  .  .  .  Varch.  Stor.  io.  .igg- 
307. 

t  COLLIIUO  .    .   .    .   Bed.    lett.    Occh. 

■'SS-  BI- 
COLLO. 
g-   II.    Agg.   in    fine.   A'    Tac.    Dav.  st. 

4.  35q.  Onde  a  poco  a  poco  a  Vespasiano 

cadde  di  collo.  (Cj 

g.   V Lrtsc.  Stren.  corr.   Las:-. 

Streg. 

g.  XV.    Tenere  in  collo  ec. 

#  g.  Tenere  in  collo,  vale  anche  lie- 
carsi  in  braccio.  Vit.  S.  Gio.  BatC  1^5. 
Allora  si  levò  la  madre,  e  andò  per  esso, 
e  rerollo  nulla  camera,  e  tcncvalo  in  col- 
lo. V  appresso  :  Comincio  a  fare  si  grande 
festa  e  sì  grande  allegrezza  ,  che  appen.i 
il  poteva  tenere  iu  collo  la  madre.  (Cj 

^.  XVI.  Agg.  in  fin.  ^  Car.  leti.  To- 
mi t-  66.  Ricordovi  solo  che  per  le  cose 
che  corrono  farete  bene  a  non  tener  que- 
sta spedizione  in  collo.  (C) 

'.'  ^!.  A  fiacca  collo,  posto  avverbialm. 
vale  Precipitosamente.  Bern.  Ori.  1.  II. 
27.  E  già  son  giunti  ove  il  fosso  confina 
Presso  alla  terra,  e  la  (.1  tanto  forte;  O- 
gnuno  a  fiacca  collo  ivi  rovina  ,  Che  '1 
ponte  è  alzalo,  e  son  chiuse  le  porle.  V. 
A  FIACCA  COLLO.  (Cj 

^.   XIX.   Al  co.'lo ,  ec. 

*  §.   V  figuratam.   Ar.  sat.   3.    Qui  1j 

234 


V866 


COL 


COL 


C  O  M 


ragion  potresti  (liniant1;iimi  Ferrite  mi  levi 
in  collo  sì  gran  ))Cso.  (Cj 

#  g.  XX.  Al  V.  2.  ove  Ita  «  Vit.  coir. 
ytt.   E   al  V.  S.   ove  ha  *».  Sig.  «orr.  Sig. 

t  5   COI.LOCAIlK. 

#  g.  III.  ^yf,'.  in  fine.  /;  7'il.  Copp. 
*.  ncìidcrnvj  ultra  modo  Miccolò  di  rul- 
locarla  per  moglie  a  Buooaccorso  Pil- 
li. (C) 

#  §.   IV.  Poni  r  es.  tra  le  vìrgoletlp. 
3    COLLOCATO. 

#  g.  /■(•;•  Costiliiilo ,  innaìzalo  .  Se- 
f;ncr.  Jtfann.  AInrz.  ^.  i.  Ti  vedrai  col- 
localo in  giudo  autorevole  ,  corteggiato  , 
applaudilo,  apprestalo.  (Cj 

COLLOCA. 

g.   .  .  .   /'ir.  As.  I.  56.  corr.  i56. 

COLMARE. 

t  g.   !V.   .  .   .    r.irn.   rim.  apg.    I.   12. 

3   COLMO.  Susi. 

5r  g.  Colmo  t  vale  anche  Perfezione , 
Compimento  .  S'annnz.  l'^f.  5.  Quale  la 
vite  all'olmo,  Ed  agli  armcnli  il  toro  ec. 
Tale  la  gloria  e  'I  colmo  Fosti'i  del  nostro 
coro.  (C) 

*t  '"^  §•  ^'-  Apg.  in  fin.  l'arch.  Slor. 
12.  4^1.  L*  impcradorc  pssi'ndo  allora  la 
gucrr.!  in  colmo,  ce.  diede-  loro  ec.  Luonc 
parole.  (C) 

3   COLMO.  j4dil. 

t  g.  II.  .  .  .     Cron.  Mordi,  agg.  2^6. 

COLONIA.  .  .  .  l'arch.  Slor.  g.  S^l. 
corr.  9.  2^1. 

^  C0L0^J^•A . 

t  §.   I.  .  ..  /ìemb.    /fs.   2.    agg.  q^. 
t  *  COLOltlXO.  .  .  .  /Jellin.  Sticch. 
agg.  78. 

COLORIRE. 

•j-  g.   II.  ..  .  ì'nrch.   Slor.   2.  agg.  9. 

t  COLPA.  .  .  .  /flhert.  agg.  cap.  5a. 

#  g.  Dire  sua,  tua  ,  mia  colpa,  vale 
Confessarsi  ro/pryo/e.  /Irle.  ìli.  Colomb. 
]58.  In  (jun!iiii(|ue  mudo  io  v' avcsbi  of* 
Tesi ,  io  ne  dico  mia  colpa  ,  e  addiman- 
dovane  pcrdonanza.  Polis,  rim.  67.  Datti 
tre  volle  delle  man  nel  pcUo  ,  E  di' tua 
«■olpa  di  questo  peccalo.   (Cj 

t  3   g.    X Pemh.    j4s.    3.  a"g. 

l58. 

3   COLPO. 

^  g.  L  J^  Jit^urntamcntc  agg.  per  Fe- 
rita . 

t  g.  V.  Colpo  maestro,  o  di  maestro^ 
^08'  '^  ^"  maestro  Ed  io  fine  agg.  Veti. 
MAESTRO,  g.   XX 

#  g.  IX.  .  .  .  Dant  28.  corr.  Dani. 
Purg.   28. 

#  g.  Fare  colpo,  vale  Far  effetlo.  Far 
impressione  ,  breccia  ,  0  simili .  Sah-in. 
Disc.  l.  200.  Una  i&torica  narrationc  la 
beo  più  colpo,  che  It;  invonzioui  pocticlio 
non  fanno.  ( i'J 

#  J[:OI.I'OS0.  .  .  .  Salvia.  Disc.  l. 
295.  corr.    I.   29^.  ' 

COLTIVARL. 

sp  g.  Coltivare,  par/amtosi  <U  religio- 
ne ,  vale  fìemler  cullo  o  %'envra:lone  con 
alti  esterni  .  .■Ilfnrt.  cop.  f^.  Lo  giiulo 
vive  della  fede,  e  intendo  la  TìmIc  calto- 
lica  universale,  la  quale  la  numana  Chiosa 
inipgna  ,  o  coltiva  e  venera,  l'elr.  (Jom. 
di.  l\\.  Il  (orpo  suo  fuc  recalo  a  Ruma  , 
r  tra  gli  Dei  ciinsecrato,  e  non  altrimenti 
rhe  lloniulo  fu  rollivato.  (C) 

•f  COLTIVA/IOiNE. 

#  g.  Coltivazione  ,  si  dice  Jigitratam . 
'teli'  /Ipplicnsionc  che  si  pone  a  coltivare 

le  lettere,  le  sciente,  le  arti,  o  a  fare  svi- 
luppare le  facoltti  dell'  intelletto.   Salvia. 

Pros.  Tose.  I.  372.  Un  l'iflio  Cardina- 
le Oltoltuoni  ce.  nella  rdite  ri>Ui\axtiinr 
di  qui'llu  {  ìingnn  )  rinnovrllalore  della 
glori.i  del  primo,  a  cui  rirrnamrnle  dee 
la  nostra  lingua  i  principi!  ec.fCf 

3  <-OLT0,  Snsl.  Àpg.  in  Gn.  *  l.asr. 
rim.    1.   tf^.   E  celli  «  loiciti  0  qu^l  ter- 


rcn  sia  privo  O  di  sassi  n  d'  umor  huo* 
no  o  caltivo  II  cavalirr  mi  mostra  e  mi 
divisa.  (C) 

COLTORE.  Allc^jane  es.  *  Cnitf.  rim. 
1.  6q.  Clii  tanto  lu  per  Dm  trillo.  Già 
fa  nulle  anni,  in  vi-iiule  DÌ  ogni  salute 
coltore  ?   (  qui  f^uratam.  )  (Cj 

t  3  COMA. 

■f  g.  111.  Agg.  in  fine.  Salv.  j4vvert. 
I.  3.  ^.  2^.  Mon  manca  chi  eslimi,  che 
anche  il  punto  coma,  cioè  i*  punto  e  la 
coma  ,  fc' ubasse  ne*  primi  Umpi  .  F  ap- 
presto .•  Il  primo  grado  si  e  del  punto 
fermo  ;  il  accendo  del  niexzo  punto  ;  il 
terzo  del  punto  coma  ;  e  1*  ultimo  della 
coma.    (Cj 

COMANDAMENTO.  Togli  T  es.  Fit. 
SS.    /'ad.   e  fanne  g.  così  : 

+  1-  J).  Comandamento,  vale  anche  Leg- 
pe  ,  Preiclto  ;  e  in  ffucslo  senso  non  si 
dice  che  dei  comandamenti  di  Dio,  o  della 
Chiesa.    IH.    SS.    /'ad.    1.    25 (/) 

5  COMBATTERE.  Togli  V  a.  G. 
J' .   e   fanne   §.   cosi  ; 

si*  f".  Combattere  a  corpo  a  corpo,  va- 
te Combattere  a  solo  a  .*o/p  ,  o  in  duel- 
lo. Duellare.  «  G.  T.  7.  85.  1 ».  (Cj 

COMBATTIMI  KTO. 

!*.*  ^|.  Comhtttlimenlo,  vale  anc/ie  Con' 
traslta  di  parole.  Contesa.  Farch.  Frcol. 
99.  Onde  viene  ce.  la  contesa  ,  il  com- 
hattimeiito,  ovvero  il  contrasto  di  parole. 
/'.   COVBATTLRE,  g.  Jll.  (C) 

t  COMBUTTA. 

t  *   S-  ■  -  .   Jieltin.   Bacch.  agg.  211. 

COME  SE.  Al  V.  7.  ove  ha  E  Filoc. 
corr.  V  /'.'  Filoc.  e  poni  in  fio.  (/J) 

t  3  COMICO. 

■j-  g.  II.  Al  V.  9.  ove  ha  «  Cccc/*.  corr. 

*  »  Cec(h. —  /.'fV  leti.  Occh.  agg.  1^. 
e  poni  in  fine  il  «.egno  3 

*  COI^n.NCIAGLIA.  /'.  A.  Jacomin- 
ciamento  .  /tim.  ant.  /-'ler.  f'ign.  1.  ^3. 
Così  m*  avvcn  f  come  alla  cominciaglu , 
Che  creo  aver  vinlo,  e  ancor  sono  a  liat- 
laglia.  (CJ 

3  COMINCIARE.  Togli  gli  es.  Enov. 
83-   li.  e   Dani,  e  fanne  g.  così: 

^*  g-  Cominciare,  seguilo  dalia  parti' 
cella  A  ,  denota  un'  azione  che  si  conti- 
niiern  ,  che  si  aumenterà  .  «  /'occ.  nov. 
83.    M.  .  .  .  Dani.   inf.   2 (C) 

V  g.  Cominciare,  si  usa  talora  asso- 
lutam.  Amm.  Ant.  3.  5.  I.  Veramente 
a  qualunt{uc  hcnc  noi  inlcndiamo  ,  non 
duvcmo  indugiare  a  cominciare,  perocché 
il  principio  e  grau  parie  della  r.  sa.  (C) 

''?  3.  VI.  Cominciare ,  iTigf^.  in  signilìc. 
neutr.  ed  af-j;.  in  fin.  farch.  Lez-  43l. 
Comincia  gialla  parte  di  sopra .  dove  for- 
nisce lu  tciza,  e  fornisce  dalla  parte  di 
sotto,  dove  tei  mina  la  prima.   (C) 

!!<  COMMALLE\  AIJOUE.  Colui  c/ie  è 
mallevadore  insieme  con  un  altro  .  Lai. 
con.tponsor  .  Ces.  leti.  Cic.  8.  a5.  Tor- 
nai» che  sia  Ualtio  tuo  commallevadore 
ec.   Iralterò   seco   al   pnssiliile.  (Cj 

3  lOMMKNDATI/,10.  Aj;g.  in  fine 
Ces.  Att.  Ap.  3.  5.T.  Alla  Chicja  di  Co- 
rimo  scrissero  lettere  commendatizie.  iC) 

*  COMMENTA7.IO.NE.  Lo  stesso  che 
Comenit> ,  ma  meno  usato.  Sega.  Polii. 
Leti.  ded.  Aveta  messo  in  questa  nostra 
lingua  volgare  1'  Fiira  d'  Aristotele  con 
alquanto   di  commrntatinne.  (C) 

•f  COM.MERCIU  ec. 

g.   I.   Al  v,  3.   ove  ha   Ar.   IS'egr.  corr. 

#  Ar.   Aegr.   ed  apg.  in  fin.  (Lì) 
COMMETTENTE 

•f  g.  Al  V.  5.  ore  liti  le  spende,  corr. 
le  fa,  e  alv.  6  oir  Zia  diiliiliuendo  coit. 
distrihuendule  —  ed  agg  in  fine,  i^  fluoa. 
Fier.  2.  1.  I.  Ondo  •  apprende  Ch*  ella 
(la  fera)  sia  in  qualche  nome,  E  'n  qual- 
che opinion  più  che  ordinaria  ,  Ch'  un 
commettente  tale  ei     '  C; 


COMMETTERE. 

g.   \.   A^-p.   in  fine  il  segno  3 

t  *  g.  XIX.  .  .  .  i7oCf.  Fianim.  i,h. 
5.  agg.  56  e  al  *'.5.  ove  ha  asprissima  suffa 
corr.   asprissime  xufle 

COMMISSIO.NK.  Aj;g.  in  fin.  4^  5>irr. 
Fior.  Op.  160.  E  nelle  prime  rommis- 
sioni  gli  furono  date  sì  portò  io  modo 
che  fu  sempre  giudicato  degno  di  mag- 
gior grado.  (C) 

^  f,.  Avere  in  commissione,  vale  Aver 
commissioae.  Essere  incaricalo.  Car.  hftt. 
I.  62.  Ha  in  commissione  di  domandar* 
molle  cose.  (C) 

5  g.  Togli  r  es.  Segner.  e  fanne  %,  rcii- 

^  •'.  /'cerato  di  commissione ,  dicci 
dai  Teologi  (Juello  c/ie  censt.ite  nel  /ar 
ciò  che  e  froibtloj  ed  è  opposto  a  l^er. 
calo  di  omissione  ,  che  consiste  nel  non 
far  ciò  che  è  comandalo.  «  Segaer.  Mann. 
IVov.    18.   !....«.  (C) 

t  COMMOSSO.  .  .  .  Uoce.  leti.  agg. 
pia.   Lìost.   273. 

3  COMMUOVERE.  Togli  T  cs.  /Vrr. 
son.  e  fanne  §.  come  »egae. 

^  g.  Ccmmuovere  i  sospiri  d'  alcu- 
no ,  vale  Farlo  sospirare,  m  l'elr.  son. 
35 ".  (C) 

•'.'  g.  V.  Agg.  in  fine.  Serd.  Star.  6. 
23G.  Se  gli  doman^li  chi  fu  quello  che 
da  principio  commosse  1*  acque  ,  rispon- 
dono che  fu  dato  loro  fona  dì  muoversi 
per  se  slesse.  (C) 

-|-  *  g.  X.  Agg.  io  fine.  Cas.  Oraz- 
Le-^'.  t- utero  ce.  commosse  alcune  persa- 
ne mateiiali  e  idiote  ec.  ad  eresia.  (C) 

t  COMMUTATIVO.  Agg.  alla  diebi»- 
rai.  —  :  ed  è  quella  che  spelta  ai  com- 
mercio, alle  vendite  ec.  e  ehe  nei  cambi  d' 
una  cosa  con  un'' altra  ohhliga  a  render.- 
l'  equivalente  di  quello  che  si  riceve. 

CO.MPAOM'A. 

^  j;.  I.  Tcgli  questo  §.  dovendosi  leg- 
ger nell'es.  rnnijiagna  e  non  compagnia 

COMPAGNO. 

*  g.  II.  Agg.  in  fin.  Crea.  />//.  4.  E 
perrhi;  parca  cosa  reprensibile,  che  le  let- 
tere, che  veniano  di  fuori  fosiono  sopra- 
scritte a  Bonacrorso  Velluti,  e  compagni 
negosianli  in  Casellina  ec.  fece  il  dello 
Bonaccorso  ec.  (Ci 

g.  V.  Apg.  in  fine.  #  Lasc.  Cen.  |. 
nov.  6.  132.  Lo  prese  a  dimandar  di  lei, 
e  dell.i  sua  condiaione,  il  quale  gli  rispo- 
se esser  tutta  piacevole,  e  Ituona  compa- 
gna, ccrrlto   che   coi   preti.   (C) 

3  COMPAGNONE. 

f  g.   III.  .  .  .  Cron.   Mortll.  agg.  a^l 

\   #    COMPAGNOTTO Mail. 

Franz,   rim.   buri,  agg-    3-    li?- 

COMPARARE. 

*  ^.    MI.   Poni  in  fin.   (I\') 
•f  COMPAHAZIO>E. 

g.  II.  .  .  .   /;  8.  3i3.  3.    corr.    F.  9. 

333.   5. 

COMPARE. 

$  g.  Aè  muto,  ne  mutimo,  uè  sigmci^ 
per  vicino,  né  compare  contadino;  proverb. 
che  sì  dice  f*erciucchè  1/  mulo  lira  e  atei , 
il  mutino  fa  continuo  remore  e  infarina, 
il  signore  li  toghe,  il  contadino  ti  chie- 
de.   I  .  MULINO.  S    IV.  (Ci 

tf  g.  Pure  in  proi  erh.  Chi  ha  il  lupo 
per  compare,  porti  it  can  scilo  *l  man- 
tello ;  e  vale  che  Chi  ha  a  trattar  con 
tristi,  vada  cauto.  (C) 

COMPARIRE.  Agg.  in  fin.  «  (  «r.  Fa 
1.  832.  Qiiand*  ecco  la  regina  accompa- 
gnata Da  rral  corte  ,  con  real  ccalefOii 
Entro  al  tempio  hellissima  comparve.  (C/ 

COMPARSA  . 

g.  I.  Agg.  in  fine  «  Pros.  Ftar.  Sai- 
vin.  iett.  4-  a-  ^\  L«  quali  p«»  1»  ■"■» 
sul  festino  ec.  fioccarono,  fae««do  nohile 
e   Inmiiioia   comparsa     (C} 

t   COMPARTIKE      Al   v     IO-    o»«   ha 


e  O  M 

*  Petr.  son.  forr.  Pftr.  son.  e  al  v.  i3. 
ove  ha (J) Buon.  l'ier.  corr.  •>  Buon,  l'icr. 

<:OMVARTIT0.  Jttd, 

^  g.  Compartito  j  dicevi  anche  p.ir- 
liindo  di  Tempo,  e  vr.ìe  /mpirgcito.  Spe- 
sn.  Ott.  Com.  Ptirg.  8.  109.  lìimcmliranbi 
<ltfl  passato  giorno,  e  poco  utilmente  com- 
partito, e  neglettamente  valicalo.   (C) 

COMPASSIVO.  Acg.  in  fine.  A'  Ccr, 
Kentp.  !\.  5.  3.  La  porla  ài  tìielro  (  la 
croce),  per  aver  compassivo  dolore  de' 
deliuì  de-li  allri.  (C) 

*i*  COAIPASSO. 

t  g.    II....    i'.nl.   Comp.  Prop.  agg.   I- 

COMPATIRE.  Agg.  ÌD  fin.  *  Sahin. 
Seno/.  2.  5<).  Prc>c  Amia  Pcrilao^  e  in- 
lesa la  disgiaxia  che  le  doveva  veaire  ad- 
doiSiì  ,  la  compali.  (C) 

t  *  COMPATTO.  Agg.  iuDanzi  a  Im- 
pcrj.  f  arc/t.  Kez.  ^3o.  Alcuui  altri  sono 
composti  e  conipalli  {  per  dir  cusì  )  di 
più  elementi  cougiunti  e  amma:>satì  iusic- 
me.  (C) 

f  COMPENSABILE  .  L*  es.  Segner. 
allegalo  così  :  Un  pericolo  grande  mai  non 
dee  eleggersi  per  uu  guad.igiio  leggiero  , 
pcrcliJ;  ciò  sart^-ltbf  come  appunto  pescar 
con  un  amo  d'  oro,  il  qual  perduto,  reca 
tanto  discapilo  ,  che  non  è  compensabile 
colla  preda   che  ci  promette. 

•f*  COMPENSARE Jrrigh. 

COMPETENTE.  Agg.  in  fin.  *  OaL 
ò'ist.  !(Ò2.  Quanto  sin  qui  ho  dello  mi 
paté  as»ai  competente  risposta  all'  istanza 
del  sig.   >implicio.  (CJ 

•f  COMPETENZA.  Sostituisci  alla  de- 
finii, questa:  (Concorrenza  alla  cosa  niC' 
desitna,  0    Pretcn  itone  di  eguaglianza. 

•f  COMPETITORE Car.  lett. 

Jam.    corr.    Car.  Uu.    Tomit. 

J  COMPIEKE.  Agg.  in  fine.  *  Tac. 
Dai'.  Ann.  |3.  166.  Kerone  se  n'alterò, 
e  cumpicudu  Brìtlanico  quattordici  anni 
tra  pochi  di,  considerava  or  la  madre  ro- 
vinosa ,  or  il  giovane  spiritoso.  (C) 

•f  COMPITARE. 

§.  Agg.  io  fin.  •?  Varch.  Fram.  Cram. 
lào.  Quello  che  i  latini  chiamano  divide' 
re  syllnbas,  fiorentinamente  si  dice  com- 
piere. (C) 

t  COMPITO. 

5  S-  '•  Togli  V  es.  Salv.  Cranch.  e 
fanne  §.   cosi  : 

*!'  §.  Dare  il  compito  ad  uno ,  vate 
Jiguriitfìm.  Assegnarli  quello  che  dee  fi' 
re,  o  dire.  «  Salv.  Cranch.  5.  3.  ...  ».  (C) 

^  S-  ^on  uscir  del  compito^  vale  Jìgu- 
ratam.  i'are ,  o  Dire  quello  che  altri  ha 
ordinato,  w  Sali'.  Cranch.  5.  3.  Dove  tu 
Doo  esca  Del  compito  che  io  ti  darò  Non 
ci  sarà  uao  scrupolo  al  mondo.  (C) 

#  §.  II.  Al  V.  3.  ove  ha  iitssus  cote. 
iussis 

COMPLIMENTO. 

'''  §.  Siar  in  sa  compìintcnli ,  vale 
Praticarli  con  Cura,  St,ir  su  convene- 
voli. Cor.  lett.  2.  56.  Non  mi  posso  da- 
re ad  intendere  che  con  i  gentiluomini 
suoi  pari  sia  hcnc  di  star  sempre  in  su 
questi  romplinicnti.   (C) 

§.  I.  Allegane  c.^.  *  Car.  lett.  Fara. 
%ol.  3.  lett.  200.  Questi  fittuarii  ec.  si 
dogliono  essere  impedilt  all'estraere  il  com- 
plimento delle  mille  moggia  di  grano.  (T^ 

§.    II.    Onde  avere  il  complimento  ec. 

^  §.  Dare  complimento  ad  uno,  vate 
Concedergli  piena  Jncoltà.  V.  DARE.  (C) 

COMPLIRE. 

*  g.  I.  Agg.  innanzi  a  (C)  Gal.  Sist. 
111.  Saturno  ec.  lo  compliscc  (it  suo  ri- 
volgimento) in  trent'anni. 

•f  §■  »L  Agg.  in  fin.  Gal.  Sist.  III. 
Lo  dimostra  Arislnlilc,  o  pur  Io  dice  so- 
lanteute  pcrrhè  così  compliva  a  certo  suo 
disegno?  (C) 


COM 

*  COMPUTO  .  Togli  dalla  dichia- 
rai. Leggiadro  t  ec.  Fa  dtil'  cs.  Buon. 
Ficr.  g.  come  st'gHC  ;  ed  agg.  Soder. 
Jìzric.  Alcuni  tian  giudicato  che  sia  me- 
glio ec.  di  tirare  il  procanto  della  mura- 
glia in  foggia  di  compiila  fortificazione 
(così  ha  il  MS.  La  stampa  alla  /accia 
186  legge  per  errore.'  completa  ).  fC} 

V  g.  Compiilo  ,  vate  anclie  Votato  di 
costumatezza,  di  officiosità^  e  di  grazia. 
Buon,  f'iei:  A.  ^.  17.  Un  genliluom  com- 
piilo Riceve  un  viatore,  un  peregrino,  E 
sì  gli  è  grato,  e  favorevol  tanto  Di  sue 
amorevolezze ,  ossequi  e  grazie  Che  ne 
vien   js5c<li.ito  e  prigioniero.   fC) 

COMPOMTOUE. 

•1=  g.  I.  Innanzi  a  Salvin.  agg-  Lcnz, 
Specch.  (/man.  Domenico  Lenzi  biada- 
iuolo, grosso  e  idiota  componitore  d'esso 
(libro). 

*  COMPONITURA  .  Lo  stesso  che 
Composizione}  ma  meno  in  uso.  Salvin. 
Pros.  Tose.  539.  Erano  poeli  insieme  e 
componitori  di  musica  ,  e  canlnrì  ,  clie 
dalla  nìusìcalc  componitura,  cioè  dal  me- 
los  ,  furono  i  Lirici  della  Grecia  detti 
anche  Melici.  (C) 

COMPORRE. 

:^  g.  I.  Al  V.  6.  ove  ha  (F)  Ar.  Fur. 
corr.  jdr.   Fur.   Ed  agg.  in   fin.  (l^) 

f  g.  III.  Togli  l*  es.  F  nùv.  74.  11- 
e  portalo  in   fine  del  g.    IV. 

5  COMPORTARE. 

;;:   g.    II.   Polli  V  c$.   tra  le  virgolellc, 

COMPOSTAMENTE. 

f   :^   g.    Ili Agn.    Pand.    Cov. 

Fam.  E' si  vuole  massaio,  se  nou  peral- 
tro ,  corr.  Agn.  Pand.  5.  E'  si  vuole  es- 
sere massaio,  se  non  fusse  per  altro, 

t  CO.MPOSTO.  Jid. 

i\i  g.  VI Jr.   Fur.  101.  corr. 

l^.   101. 

*  g.  IX.  Agg.  in  fine.  Fior.  ftal.zSj. 
Quando  vide  lo  garzone  che  parca  che 
avpsae  faccia  divina,  ed  uditte  le  sue  pa- 
role composte  ce.  tanto  s'  invaghi  di  lui 
ec.   che  ec.  (C) 

f  COMUNANZA. 

V  g.  I.  Agg.  innanzi  a  (C)  Varch. 
Lez.  Dant.  i.  418.  E  noudtmeno  (certo 
parere  )  ,  ^  chi  più  addentro  risguarda 
non  solo  falso,  ma  empio  e  dannosissimo 
di  tulli  gli  altri,  cosi  atte  comunanze  dei 
popoli  ed  ai  principi  stessi,  come  agli  uo- 
mini  privati. 

*f  CO:\IUXE.  Add. 

^  g.  Senso,  o  Sentimento  comune,  dì- 
cesi  Quella  /aiolth,  per  la  quale  i  pia 
degli  uomini  portano  un  giusto  giudizio 
delle  cose.  F.  SENSO,  e  SENTIMEN- 
TO.  (Cj 

*  §.  III.  Agg.  in  fin.  Pros.  Fior.  Sal- 
vin. lett.  4-  1-  3l2.  Facendomi  così  de- 
gnevole, umano,  comune  e  popolare.  (C) 

t  3  COMUNICAZIONE  .  Agg.  in  fin. 
^  Segner.  Crist.  instr.  3.  33.  l3.  La  più 
gioconda  cosa  che  abbianio  naturalmente 
è  la  libertà,  la  comunicazione,  la  compa- 
gnia. fCj 

COMUNITÀ'  ec.  Agg.  in  fin.  A^  Bcnv. 
Celi.  Vit.  3.  117.  La  pagherà  di  certi 
pochi  danari  che  ha  in  su  la  comunità  di 
Volterra.   (C) 

CON.  Avverò.  Al  v.  6.  ove  ha  Bocc. 
corr.  V  Bocc.  e  poni  in   fin.  (J') 

^  g.  Talora  e  avverò,  di  quantità,  e 
vale  Quanto.  Menz.  Poet.  lib.  3.  Avran- 
no Arte  maggior ,  con  più  parranno  in- 
colte. tC) 

CONCA . 

t  §.  V nemb.  A.:  I.  agg.  49. 

•f  CONCATENARE.  Agg.  in  fine.  -'^ 
Bart.  Ricr.  Sav.  I.  l4-  23l.  E  i  tena- 
cissimi legamenti  che  annodano  e  conca- 
tenano le  giunture.   (C) 

t  CONCAVATO.  . . .  Uro.  agg.  46. 


CON 


iiéf 


t  CONCEDIMENTO. 

•f  g,  .  .  .  Rett.  Tuli.  agg.  85. 

•f  CONCHDITORE.  .  .  .  Filoc.  7. 
384-   corr.    7.   l\^\. 

t  CONCENTO.  .  .  .  Cas.  lett.  agg- 
71.    ...  —  E  83.  corr.   E  73. 

CONCERNENTE.  Poni  innanxi  a  Red. 
^  ì'arch.  ó7or.  2.  3o.  Trattandosi  di  co- 
se tanto  importanti  ,  e  la  comune  salute 
concernenti.  (C) 

t  CONCERNERE.  .  .  .  l  arch.  Stor. 
IO.  agg.  279. 

CONCERTARE.  Agg.  in  fine.  *  Sal- 
vin. Pros.  Tose.  192.  Aveva  concertato 
seco  medesima  di  due  alla  madre  di  vo- 
lere scendere  nella  cella.   (C) 

CONCIA. 

t  §.  II.  .  .  .  Malt.  Franz,  rim.  buri. 
agg.  3.  85.  e  dove  ha  mescolar  corr.  mi- 
sti ar 

CONCIARE. 

g.  III.  .  .  .  Cccch.  Sttav.  4.  3.  corr. 
4-    5.  —  Errore  di  Crusca. 

g.  VIU.  Agg.  in  fine.  ='.•  Ptut.  Adr. 
Op.  mor.  5.  2l5.  Qual  fallo  commettia- 
mo noi ,  se  discacciando  e  dissipando  la 
parte  del  vino  iufuriativa  e  torbida  con 
alleggerirlo,  e  non  conciarlo,  ne  levargli 
il  taglio  o  la  punta ,  come  dite  voi ,  ve 
lo  porgiamo  purgalo  e  nello  come  dalla 
ruggine  e  lordura?   (C) 

•t  g.  X.  Aijg.  in  fin.  :;;  Cefi.  Sport. 
2.  5.  Lap.  Venne  stamani  il  mio  lavora- 
tore a  conciarti  l'  orto?  Giù.  Sì  ,  Nea- 
cio  venne .  Io  lo  lasciai  dianzi  in  opc- 
ra.  (C) 

V  g.  Conciare ,  dicesi  anche  del  Le- 
gname, e  vale  Digrossarlo  coli'  accetta. 
Dav.  Colt.  195.  Il  buono  abelo  vuol  es- 
ser fatto  in  luogo  magro  ec.  esser  subito 
che  è  in  terra  sbucciato  e  concio.  (C) 

CONCIERO.  Agg.  innanzi  a  ( C)  Car. 
lett.  2.  171.  Se  vi  volessi  render  conto 
di  lutti  i  concìeri  saria  troppo  lunga  in- 
temerata. 

CONCIO.   Add. 

^  g.  Concio,  parlandosi  di  Legname  , 
vale  Digrossato  coli'  accetta.  Dav.  Colt. 
195.  Taglisi  (l'  aheio)  nel  cuor  del  ver- 
no ,  nel  colmo  del  freddo  ,  a  luna  cre- 
scente ,  un  dì  innanzi  intaccato  ,  subilo 
sbucciato  ,  e  segato.   (C) 

♦f*  g.   t.  ...  Burch.  agg.  3.  107. 

'?  %.  Concio  ,  parlandosi  d'  [/cecili  di 
rapina,  vale  Addomesticato,  Ammaestra- 
to .  Tcs.  Br.  5.  10.  Quando  vuoi  sce- 
gliere astore  grande  ,  guarda  eh'  egli  ab- 
bia la  testa  lunga  a  guisa  d'  anguilla  Cf. 
infino  eh'  egli  è  concio.   (Cj 

CONCITARE. 

t  g.    I.  .  .  .  Farch,   Stor.  2.   agg.    20- 

V  CONCLUSIONE. 

t  g-  HI Betor.    Tuli.    .V.  A. 

agg.    120. 

g.  V.  Allegane  es.  A-  Menz.  sai.  i. 
Per  logge  e  sale  e  per  le  stanze  tutte  . 
Vi  lien  conclusion  qual  baccelliere  Ogni 
vii  loquacissimo  Margutte.  (C) 

•f  CONCOLA.  Agg.  in  fio.  *  E  24. 
Togli  uno  staio  di  passo  ,  cioè  vino  d' 
uve  passe  ;  e  due  pugnuóli  di  cenere  be- 
ne trita  ,  e  mezza  concola  di  vino  vec- 
chio. (C) 

CONCORDANZA. 

'fi   g.    II Bronz.    rim.    agg.    2. 

261. 

3  CONCORDARE.  Togli  1' es.  Folg. 
Mcs.   e  fanne  §.  così  : 

'^  g.  Concordare,  va.'e  anche  Concor- 
rere net  medesimo  .sentimento  ,  Essere  del- 
ta slessa  opinione.  «  Fol^.  }fes.  ...>».  (Cj 

*f  CONCORDEVOLAIENTE 

Crò.   ag^.   9. 

■J-  5  CONCORRENTE.  .  .  .  Cron.  Mo- 
relt.  agg.  242. 

:;:    §.    Concorrente ,    si   usa    anche  :>t 


i868 


CON 


CON 


CON 


rvnl/t  parte,  e  vale  j.Vrmico,  Jvsersat'io, 
J/n'itUoso  .  Tac.  Dai'.  /Inn.  3.  Sp.  Vas- 
^c^c  a  Diu&o  >  ^per^nclulu  aun  tjnto  in- 
•  Tudclilo  |>cr  lu  frutcllu  niortugli,  quaiitu 
adiiulcitu  per  tjnlo  toncorrenlc  levalo- 
«li.   <(■) 

(;O>C0nRERE. 

g.  V.  Ayt;.  in  6n.  *  I  arih.  Star.  3. 
5y.  Si  vergognava  the  ce.  duvessero  ec. 
a  tulle  le  spese  che  si  facevaitu,  coocur- 
lere.   (C) 

3   CONCORSO. 

*S  §.  Concorso ,  vafe  anche  Ksame  a 
Cui  Ulto  SI  sottopone  in  concorrenza  iCal- 
Iri  per  otteniTt:  qualcìie  grado  da  confe- 
rirsi al  più  di-gno.  Segner.  Parr.  insir. 
cnp.  tilt,  2.  Quante  costituzioni,  obl)lig.inti 
a  peccalo  ancora  gravisjimo  j;li  clctlori, 
se  in  esse  (elezioni)  Ij&cinsì  regolare  dal- 
l' ai  I)ili  io  ,  più  che  dal  merito,  comprato 
ancora  ne'concorsi  daMelti  esaminatori.  (C) 

3  concredeke. 
co.nchiai;e. 

g.   TogU  in   fin.   (J) 

co^DAw^ARE. 

t  *  g.  in.  Agg.  in  fine.  G.  /*.  12. 
IQ.  Fu  poi  condannato  nell'avere,  nella 
pci>ona,  siccome  riltollo  e  jiommo^itore 
di  roiiiore.  J)a\\  Scism.  6o.  Rircardo  ec. 
i'u  condannalo  j>cr  lu  nicdesinio  in  tutti 
I   beni,   V  correre   perpetua.    {(') 

CO>DAi\>AT0. 

•t'    ^.  .  .  .   Hor^h.   Coìon.   agg.  7?om. 

t  *   CO.M)ANiNATOnlO Segner. 

Parr.  instr.  a^g.  cap.  ti/t.  5.  E  ciò  pri- 
ma d'  ogni  sentenza  ciind.inn;Étoria. 

COMJECE^TEMEA'IE.   Agg.   in   fin. 

V  Sef;r.  Fior.  hit.  26.  E  rivestilo  con- 
deccnlenicnle  entro  nelle  antique  corti 
degli  anlt(]ui  nomini.  fCj 

3  CO.\r)i;C.NO  .  Al  V.  5.  ove  ha  St- 
gncr.    corr.    'fi   /'t'^/HT. 

*  g.   I.   Poni  in  fin.  (Ì'J 
CO.\DEK>AilE. 

u'  g  I:.'  /ìsnralam.  per  Unire,  lìac- 
cogliere.  J'ul/av.  SU/.  l\^.  La  nostra  lin- 
gua ce.  s'  è  argomentala  di  dar  gravila  e 
ferme/za  col  condensar  due  sillabe  in  una  : 

V  pelò  di  audio  fc  odo,  di  sentio  seu' 
to,  ec.   (CJ 

t  tOiNUESCENDENZA  .  bistratto  di 
Condcscendente.  agg.  Qiiaftlà  per  la  qua- 
le altri  cede,  e  si  conforma  alla  voglia,  o 
al  pareri'   altrui. 

CO.NDISCE.NDENTE  .  Allegane  cs. 
*  Ces.  III.  Cr.  2.  254-  ^""  voglia- 
te farvi  censori,  ne  condannate  i  vostri 
fratelli  ;  ma  siate  condiscendenti  e  gìu< 
.Mi.   (Cj 

COKlìISCENDENZA.  Agg.  in  fin.  IC 
Mann.  Mars.  12.  i.  Par  se  non  altro  , 
the  tu  per  gratitudine  sii  tenuto  ad  usar 
loro  diverse  condiscendenze.  (Cj 

t  3  LO^UITl;RA /  ardi.  rim. 

hnrl.   ag^.   I.  ^l. 

3  C(J^D1Z10^■AHE.  ...  Cr.  II.  l8. 
agg.  2. 

t  co^DIZIO^ATO. 

*  g.  MI.  Agg.  iu  fine,  l'anli.  Star. 
2-  l5.  Tutto  che  infermo  fos»c  e  malis- 
simo contlizionato  ,  lo  vi  ratthiuse,  e  as- 
sediò  dentro.   (  Cj 

t  3  CO>DlZ10NE.  Agg.  dopo  il  g. 
111. 

*  g.  Condizione ,  vale  anche  Sialo  di 
fortuna  distinto.  Ciiicc.  Slor.  5.  M\.  Ri- 
masero piigiitni  Fahrisio  Colonna  ,  Don 
Ugo  di  Caiduna,  e  tulli  gli  aliti  laptlani 
ed  uomini  di  condixiuuc,  tra'  i|uali  Ri- 
iiuccio  da  Marciano.  (Ci 

^  %.   V Cron.  Aforvl/,  agg.   2^2. 

—  e  dove  ha  Cohmh.  a.  3l.  corr.  Co- 
lomìi.  2.1 1. 

t  *  C0^  DOLUTO.  L'  e».  Cecch,  Dot. 
1  I .  allegalo  rt>sì  :  Tu  ti  moitri  stamani. 
Illudo  ,  nuovo   di   i[uci(e   cute  ,  rome   se 


proprio  tu  Don  ti  ricorda -st  di  quante 
volle  iu  n'  bo  ragionalo  ,  e  me  ne  ^uno 
condoluto  tcco. 

CONDONARE. 

'fi  g.  Condonale  ,  si  due  anche  delle 
cose  che  ci  sono  dovute,  e  vale  Ittniet- 
lere  ,  Hilasiiare  ■  Seu.  Ben.  I  arch.  7. 
l5.  A  uno  che  te  lo  rimelte  (  U  benefi- 
zio }  leudiglielc  ,  |  tre  hi-  te  lo  riniette  e 
conduna  .  Instr.  Cane.  16.  La  porzione 
allenente  al  Comune  non  mai  si  condoni 
o  rimella,  senza  lo  slanzi.uneiilu  ,  o  par- 
lilo  appi  ovato   dal   niagi^lrato.  {C) 

3  COADOTTA.  Togli  l'es.  lìern.  Ori. 
e  fanne  g.  cosi  : 

*  §.  Condotta,  si  dice  anche  alla  Quan- 
tità de'  soldati  ,  che  un  capitano  con- 
duce .  u  /lem.  Uri.  \.  4-  21.  .  .  .  ••. 
SegT .  l'ior.  l'ronim.  Jst.  pag.  l5o.  (l-'ir. 
l83l  )  Discorreva  Lene,  conchiudeva  ma- 
le ,  ed  eseguiva  peggio,  non  aveva  il  ter- 
zo di  sua  condolla.  (C) 

3  §.  U.  Togli  l'es.  Dant.  e  fanne  §. 
così  : 

*  g.  Condotta  ,  i  anche  Maniera  dì 
governare,  I{egi;iniento ,  Guida.   «   Dant. 

/•uig.    16 «.   (CJ 

g.  \1.  Allegane  es.  *  Calif.  Leti.  Uom. 
ili.  I.  25.  £  questo  puro  si  listringe  a  sta- 
bilire e  s['etificare  la  niia  condotta  essere 
durante  la   vita  mia.  (C) 

•:■  g.  VII.  /il  »-.  3.  ove  ha  Kv^QQ  agg., 
qiianlu 

'fi  g.  Condotta,  vale  anche  Trasporto. 
Calti.  Lttt.  Uom.  ili.  1.  26.  Gli  scudi  200 
ec,  vei  ranno  opportuni  o  per  la  spesa  della 
slanza  ce.  o  per  la  condotta  mia,  e  delle 
mie  robe  ,  e  per  parte  del  risarcinieulo 
del  daunu  che  .senliru  net  disfar  casa  qua 
e   rifalla   in    Firenze.  (C) 

t  CO.MJOTTII  RE  agg. ,  e  CONDOT- 
1  IKRO.  Air  es.  Crvn.  Morell.  agg.  89. 
e   all'  es.    lìt-rn.   rmi.  agg.    I.   69. 

*  CO.NDRILLA.  Sorta  d'erba,  detta 
altrimenti    Tcrracrepolo  .    ìted.    tiim.     tn 

flronz.  .ion.  1^5.  La  condrdla  indiana  , 
L'  ancnujne,  il  ligustro,  d  Gon-  d'  ali^u  Iti 
tosco   liei   non    lenicraniio   i   verui.    (i'J 

CO.NDUCITORE.  Al  v.  3.  ove  ha  * 
«  Aoi'.  ^ni.  corr.  ^  /\0i'.  j4nt.  li  al  v. 
5.  Oli-  ha  Sardigna  ».  (C)  corr.  Sardi- 
gn.i-    (•) 

3   CO.NDURRE. 

t  g.  11.  .  .  .  Jìern.  rim.  agg.  1.  37. 
r  o%e  l'gge  condurlo  lorr.  contlullo 

*  g.  XIIL  Agg.  innanzi  a  (Cj  Tass. 
.■Immt.  4*  2.  Pastor  ma  quale  strada  Ci 
conduce  alla  valle  ,  ove  il  dirupo  Va  a 
terminar  ? 

*  g.   XVIII Cron.   Veti.  agg.  li. 

'"fi  g.  Condursi,  vale  anche  Governar- 
si, Itrgolarsi.  Ces.  I\'ov.  29I.  Ma  prima 
facea  bisogno  eh'  egli  si  certificasse  di  the 
palila  fosseio  i  suoi  uomini,  e  quaulo  di- 
>posli  a  cjedcre  certe  ci>sej  e  secondo  the 
avesse  scopeito,  secondo  condursi.  (Cj 

g.  XX 111.  Condurit,  vale  talora  I-'er- 
mare  al  soldo. 

^  g.  /.'  nel  signijic.  neutr,  pass,  vale 
/'render  soldo  .  Guicc.  Stor.  3.  Il4  *' 
Marthesc  di  .Mantova  slato  rimosso  duo- 
noreVnlniente,  quando  vìntitore  i  ilornu  dal 
reame  «li  Napoli,  djgii  slipendii  de*  \  eno* 
zianì  (pi  r  so.'-pelto  che  e'  triiltassc  di  con- 
dursi lol  Ite  di  Francia)  ti  aitava  ora  ve- 
rainenle   ih   ricever  soldo   da   lui.   (Cj 

g.  XXIV.  Agg.  in  fine.  *  i.alil,  lelt. 
Coni.  ili.  1.  25.  E  questo  poco  si  risii  inge 
a  slaliilire  e  sprcifiraie  la  mia  condult.1 
essere  diiranle  la  vita  mia  ,  siccome  in 
vita  ero  condotto  qua,  se  cominciavo  il 
servino  al   pro«»imo  Ollubie  venturo.  (Cj 

3   CONDUTTOIlE. 

1  if  g.  II.  Innanii  a  //env.  Celi.  agg. 
Sen.  lìen.  f'nrch.  j.  5-  Tu  non  puoi  toc 
tare  i  frulli  che  naitunu  in  un  podere  che 


sia  tuo,  avendolo  aHìltalo,    se    il  coodut- 
tore  Don  ti  dà  luenza. 

'fi   i  O.^FABL■LA^TK. 

t  CO^FACE\OLE.  .  .  .  Bemb.  Js 
2.  agg.    |3|. 

t  -^  CONFACEVOLEZZA  .  Agg.  in 
princ.  I  arch.  Lez.  iJant.  I.  296.  Tutte 
r  arti  liberali  e  tulle  le  scienze  hanno  ec. 
uua  certa  confjccvolvua  e  quasi  parenta- 
do fra  loro.  (Cj 

t  t  OFARE. 

tr  g.  I er  /i.sser  conforme.  Car.  leti. 
2.  83.  Coa  palle  vuole  cb*  io  parli  più 
mudestamente ,  e  questi  si  cooraDDo  più 
con   la  natura  mia.   (Cj 

t  3  CONFLUIRE. 

'fi  g.  I\.  Agg.  in  fine.  Salvia.  Disc. 
tit.  I.  100-  Se  le  filosofie  de*  Genti- 
li possano  conferire  alla  filosofia  Cristia- 
na. (CJ 

g.  IX.  Agg.  in  fine.  ^  f'arch.  Stor. 
12.  !\']0.  Gli  conferi  la  cancelleria  ,  e  l* 
Arcivescovado  di  Monreale  con  altri  ufi- 
(ii  e  heneficii  <li  grandissime   entrale.  (CJ 

3   CONFERMAMENTO. 

7  g.   I Seal.    S.    Agos!.    corr. 

Stai.    Claustr.  435. 

t  3  CONFERMARF- 

-.=  g-   n Seal.  S.  /igosi.  corr. 

Seal.   Claustr.    435. 

t  CONFESSARE. 

t  §.    VII.    l'er   l'ar  confessione  ec. 

'\fi  ^.  Coiijessare  una  cosa  da  alcuno, 
vale  Ixepittare,  Jiiconoscere  d'  axeria  ,  . 
ch'ella  venga  da  lui,  o  mediante  lui.  t'a- 
talc.  l-'riilt.  ling.  loS-  Questa  iivelaaio- 
ne  e  sapienia  umilmente  confessata  5- 
Paulo  da   Cristo,   (l  J 

*fi  g.  Confessarla  giusta,  vate  Dir  la 
cosa  com'  ella  sta  .  Hed.  ìett.  1.  l53.  E 
per  confessaila  altiesi  giusta,  non  isluz- 
zicò  egli  i  su-'i  f'Truxzi  per  tornarvi?  (Cj 

f  g.  XVIII.  A,l  V.  9.  o*e  Art  conles- 
sato corr.   confessala 

CONFESSATORE.  Agg.  io  fine.  # 
Fav.  l  sop.  i84-  Spiiilualmeote  possiamo 
inleuiterc  per  lt>  Giudeo  ciascuno  che  li- 
beiamenle   si   fida   nel   eoufcuatore.  (Cj 

CONFESSI  0>E. 

f  g.  111.  Corr.  la  definii,  così:  Con- 
Jes>ione  ,  vale  anche  L'  accusa  o  mani» 
frstazione  die  al  sacerdote  fa  ti  penitente 
de' suoi  peccati,  alfine  d'  ottenerne  l' as* 
soluzione . 

•f  3   CONFETTARE. 

t  §.   MI Cron.   Veli.  agg.   ua. 

CONFIDENZA. 

tfi  g.  in  confidenza  ,  %'ale  Segretauien- 
te  ,  Sotto  il  sigillo  del  secreto  .  Tass. 
j4mint.  3.  2.  Ve',  Tirsi,  io  parlo  teco  io 
confidenza.  (CJ 

CONFINA.  Togli  Te*.  Jr,  Fur.  3?. 
Si.  e  fanne  §.  rosi  : 

*  J;.  Confina,  vale  anche  Confine  nel 
signific.  del  §.  II.  Ar.  Fur.  ÒJ.  81.  E 
quel  medesmo  di  fé  andare  un  bando  , 
Che  lulle  gli  sgombrassimo  il  |iacsc  ;  E 
darci   qui  t;h   piacque   le   confine,  (ij 

t  3  COAFINE  ec.  Sust.  Corr.  la  di- 
cbiaraz.  cosi:  Luogo,  Parte  do\e  termi' 
na  un  territorio,  uno  stato  ec.  e  dove  ne 
intomintim   un   altro. 

*  g.  IX.  Agg.  innaoù  a  (Cj  lìuon. 
ì  ter.  5.  5.  he.  £  'o  questa  guisa  stima 
d'onorare  Mercanti,  e  foreslier  d'ogni 
confine . 

t  CONFL<^CAT0.  .  .     L'rb.  agg.  58. 

*  CONFLUENZA.  Terni,  drgii  Idrau- 
lici. Quel  luogo  dove  due  fiumi  si  coagtun- 
gono,  e  ove  le  acque  loro  cominciano  a  *cor- 
rr/y  nel  medesimo  letto  .  Ouìd.  Or.  RttU 
Questa  pre>a  dell'acqua  del  secondo  tnulmu 
e  dopo  la  rnnlliieiiij  li'un  aliro  ramo.   (C) 

3  CONFONDERE. 

*  g.  IX.  .  .  .  Dant.  Purg  ay  corr 
Dant.   Par.  ay. 


CON 
CONFORME.  A>'>crl..  Agg.  ion.in..  a 

'confortativo.  Ai.6.  ...  fin.  .-  .^'.^ 
,„„.  ^„„.,.   Cns.   157.   -Non  V,  ha  ...e.l. 
c.men.0  c„»rorl,.iv„.  o  -.■«"'"'°  -"V';  ,V 
aoelia  di  <iu"la  ■■'"•>"'  Vi'-  ^'"'-  '■° 
,    5o.  Cun\,u.i  |.u..ia   l.cr  ,,....>lru  g.om. 
rpremlove  qualche  g.nlile,  e  gralo  Miop- 
rctlo  cclorlalivo  della  le.^la  ec.  ft; 
•+  CO.NFOliTATORi;. 
+  S    11    .  .  ■  •  i»"-  '"'■  'SS-  P'"- 

bJss    2S''.  '  àoye  ha  a  co..forlato.-  corr. 

che  a  cunlorla.or  e  do.c  ha  .1  corpo  corr. 


il  capo 

J  CO.NFROiSTABE. 

MJdarsi«  Mre    ,n    ..no    stesso    modo 
d,.e   op...  parsone.  nfll'St.'..om«rco  ra- 

*  S.  Coi.frontnre,  dUes.  anche  .hi  Tor- 
nar a   ..a  modo  n.edes.mo  ..n  conio  Jallo 
da  d„e,op.à  persone.    CnU.   S.sl.   27^• 
Ora  i  calcoli  d.  «locslo  aulore  »ono  tal., 
cbe  nesn.no  coufronta  con  un  altro.  (  (  ; 
J   CONFRONTATO. 
.  CO-NCELATO.  Agg.  .■■   B'"-   "  \"' ■ 
/eu.    1.   3..  Caggiono  nel  pio  ,  e  caJen- 
do,  passano  per  alcuni   laitar.  l..aDch.  d 
acqua   congelata.  (Cj 
CO^GE^TL'RA. 

*  P  Troior  le  coniature,  i'nle  1  ro- 
dare ,1  «.odo  di  concedere  agevolmente  al- 
unna co.<n,  ed  i  marnerà  antica.^  l  arci.. 
Jircol.  87.  Dare  in  Lfocco  ,  eoe  nel  se- 
«no  ,  ovvero  hersaglio,  ragionando,  e  op- 
porsi, e  trovare  le  congenlu.e  ,  o  locca- 
re  il  tasto  ,  o  pigliare  .1  nerbo  della  co- 
sa. (O 

COKGll'STURA. 

*  §.  111.  Aliena  congi..nti.ra,  agg.  ei( 
anche  CongUintiira  assoL.lam.  Ed  agg. 
inoanira  ,C)  Bed.  leti.  3.  3.  Signor  s.. 
vi  siete  sco.dato  di  me,  e  pure  .0  non 
mi  sou  mai  scordato  di  voi,  uè  d.  quello 
die  in  voce  ro'  imponeste,  eh  .0  tacessi 
quando  mi  s.  fosse  porta  la  congiuntura. 
CO-NGIURARE. 

t  #   §.    II.  Al  V.  4.  ove  ha   Pelr.  son. 
corr.   «  Pelr.  son. 

CONGREGANZA Ir.  lac.    I.   2. 

Jl     16.  corr.   2    1^     »6. 

S  CONGREGAZIO.NE  .    Togl.  gli  es. 
Jmn,.    Ani.    e    Coli.    SS.    Pad.   e  fanne 

^.  cosi  :  t       ^    t' 

:;:  g.  ron»r.-g<i:ione ,  d.cesi  altresì  .1 
una  Compagnia  d.  persone  religiose,  che 
il,  ono  sotto  una  medesima  regola.'  Amm. 
Ani.  40.  4-  3.  ...Co//.  SS.  Pad..... 
.■'erm.  S.  Agost.  E  se  a  voi  verrà  alcuno 
nella  vostra  congregaiione ,  e  osservanza, 
hencbi;  al  mondo  tosse  in  gran  povertà  , 
non  delhe  esser  però  trattato  d.  peg- 
gio.  (C) 

CONIO.  ^  _ 

*  §.  Per  Cenere,  Sorta,  Fatta.  Lcs. 
Leu.  de.  8.  127.  Io  f  ho  scritto  una 
lederà  di  nuovo  conio  per  farli  conoscere 
che  questa  raccomandazione  non  e  pun- 
to delle  comuni  (U  lai.  ha:  genere  no- 
..).  (Ci 

COSa'GATO. 

'i  §.  '•  Agg.  in  fin.  *  Segner.  Parr. 
inslr.  23.  2.  1  coniugali  nella  Chiesa  di 
Uio  ,  sono  il  maggior  corpo  dello  slato 
laicale  .  i'  tVi^l.  mslr.  1.  3l.  7.  Non 
è  loro  lecito  nello  stato  presente  di  libe- 
ri, ma  solo  l'UÒ  divenir  lecito  nello  slato 
futuro  di  coniugali.  (CJ 
t  CONNETTERE. 

i?  i.  E  in  sign.Jic.  netitr.  pass,  tale 
Unirsi.  Jmperf.  Anal.  208.  Dipo,  di- 
scende il  tronco  ('f  nn  paio  di  nmi),  e 
H  connette  con  1'  ultimi,  paio.  (Cj 


CON 

CONOCCHIA. 

a  ijc  §  All'  CN.  Bocc.  Amel.  agg.  Si). 
ed 'allegalo  cosi:  lo  non  trascorsi  la  pue- 
rde  el-a  oiiosa,  ni  lullalad.ed.  sulamenle 
alla  comcchia.  , 

•+•  CONOIDE.  Al  V.  8.  do,-e  ha  cu- 
bica «g?.  essendo  fermata  colla  base  ..el 
muro  resiste  egualmente  in  qualsivoglia 
delle  sue  seiioni. 

J   CONOSCERE.  Al  V.    12.  ove  ha  t  ri- 
vak.  corr.  *  Cui  i./c.  ed  agg.  in  fin.  (  y) 
•+  S.  M.   Togli  in  fin.  (D) 
4  CONQUASSARE  .   .   .  .    S.    Greg. 
Vial.  2.   18.  corr.  Mor.   S.    G.rg. 

*  CONSAPUTO.    Agg.  m  fine.   Proi. 
Fior.    LeUin.    leti.    4-     ••    "^^^    *2""' 
tro  mi   pa.e,  che  ella  mi  sig.i.ficasse  es- 
sere le  p.incipali    cose  ,  che    erano    stale 
giudicate  nel  consapulo  Sonetto  non  ga- 

bellabUi    ec.   (C)  ,.     ,    , 

+  CONSENTITORE  .    J  erbai,   masc^ 
Che  agg.  ,  0   Chi  —  Ed  agg.  in  fine.  ... 
ie,i::.%e.c/,.    Vman.   D.    pò.    che  .1  ro- 
morc  fu  chetato,  forlemenle  s   inquiri  di 
chi  fosse  slato  levatore ,  e  consenUtore  a 
lauto  maleficio.  tC) 
3   CONSENZIENTE, 
f  *  g.  II.  .  .  .  Bemb.  As.  2.  agg.  I27. 
CONSERVATO. 

*  5  Correggi  ed  esemplifica  come  se- 
gue :  JW-?/"',  P.tl'ira,  Manoscritto  0 
simile ,  ben  consertalo  ,  .liccs.  a  Meda- 
oì,„  a  l'.ll..ra,  a  Manoscr.tlo,  o  simi- 
le che  sia  ancora  in  buon  essere,  0  man- 
tenga lutlacia  la  sua  belli,  e  freschezza. 
Red  leti.  3o.  Questi  manuscntti  sono 
lutti  in  ietterà  formatela  antica  benissi- 
mo coniervati  e  miniati  d  oro  con  gran 
lustro  e  gentdezza.  (C) 
CONSIDERARE. 

*  S  Per  Bcpulare,  Slimaie.  Magai, 
leti.  lìom.  ili.  I.  3lO.  Sa  la  matlemal.ca 
e  r  astronomia,  ma  chi  in  queste  male- 
rie  pesca  di  mollo  a  fondo,  non  lo  con- 
sidera per  un  uomo  di  pnma  riga.  (Il 
3  CONSIDERAZIONE.  Agg.  m  fine. 

*  /;«/.    Oss.  an.    Iti  a  due  cons.derar.oni 
mi  distolsero  da  lale  opinione.  fO 

•f  CONSIGLIATO.  Agg.  m  fine.  - 
Varch.  Star.  Proem.  Vcggendosi  ec.  che 
le  cose  giuste  ,  e  bene  dai  buoni  e  pru- 
denti uomini  consigliate  ec.  riescono  a  non 

lieto  fine.   fO  .         , 

t  CONSIGUATRICE.    .    .   .    Arrigh. 

•+  CONSIGLIERE. 

j.  S  11  .  .  lanh.  Stor.  l3.  4S1. 
corr.    12.  481.  — Errore  di  Crusca 

:J  CONSIGLIETTO.   Agg.  in   fin.   (  ) 

•+  3   CONSIGLIO. 

:•:  g  Per  Del.bera-Jone  ,  Bisoliizione. 
Gi'.icc'.  Stor.  1.  pag.  84.  Propooendogl. 
innanzi  agli  occhi  ec.  1'  infamia,  la  quale 
per  lutto  il  mondo  dalla  leggiera  muta- 
zione di  cosi  onorato  consiglio  gli  per- 
verrebbe. (C) 

§.  XX.  .  .  .  Ar.  F..r.   14.  112.  corr. 

24.  112. 


CON 


186;) 


+  CONSIRO.  Agg.  in  fin.  (questo  es. 
si  legge  cosi  ne'  Poeli  del  primo  ire.  2. 
ir  —  Se  son,  ni:  fui  giammai  senza  cou- 
siri  ed  è  la  vera  lezione  facendo  rima  con 
sospiri).  ti. 

CONSISTENTE.  Al  v.  4-  <"'  ""  '''' 
Icre.  corr.  Ieltere.fr;  ^    ,     n-  ; 

*  §  IH  Agg.  in  princ.  Gal.  Vial. 
mot.  loc.  489.  Per  ora  non  voglio  en- 
trare in  questa  conlesa,  se  il  vacuo  senza 
altro  nlegnu  sia  per  se  solo  bastante  a 
tenere  unite  le  parti  diiuoibili  del  corpi 
consistenti.  _ 

a-  1;  g    IV.  Agg.  in  fine.    Bed.    Coni. 
1  1    '219.   L-  illustrissimo   Signor    Generale 
Marco  Alessandro  dal  Borro,  di  eia  con- 
I  sistente,  di  temperamento  ec.  caldo   e  u- 
mido.  (Cj 


CONSOLAMENTO  Agg.  in  fine.  ■-.= 
tliiill.  Il"'-  I-  68.  Ma  lu  ,  che  podero- 
sa ,  Cortese  e  pietosa  Se'  tanto ,  metti  in 
noi  consolamento.  iC/ 

CONSOLARE  .  Al  v.  l5.  ove  ha  al 
studio  corr.   a  studio 

I  CONSOLATIVO  .   Al  V.    8.  ove  ha 
e  dolce  corr.   e  dolce  Dal  podestà. 
3   CON.SOLATO. 

*  §.  Consolalo,  si  dice  anche  n  Tutto 
quel  tempo,  che  dura  il  governo  del  Con- 
sole. I  il.  S.  Eugen.  373.  Comodo  Impe- 
ratore nel  settimo  Consolato  suo  mando 
Filippo  uomo  nobdissimo  nelV  Egitto  ,  e 
leccio  perfetto,  ovvero  podestà  d'  Alessan- 
dria. Serd.  Ord.  Stor.  Boni.  l3.  Nel  cui 
consolalo  frfi  Sesto  Apuleio)  Augusto  si 
mori.  (Cj 

3  CONSOLAZIONE.  Agg.  in  fine. 
*  Dav.  Scisni.  A'  miseri  manca  rade 
volte  consolazione,  agli  .sventurati  quasi 
sempre  cervello.  (Cj 

:;;  '-*.  III.  .  .  .  S.  Eufros.  corr.  1  il  S. 
E.ifros. 

CONSONARE. 

«  §.  Vale  anche  Convenire,  Star  be- 
ne .  Bed.  lelt.  Con  tulio  ciò  son  scnelli 
amorosi  ,  ed  io  mi  scorgo  ormai  in  no' 
eli  avanzala  ,  alla  quale  non  consuonano 
più  cosi  falle  malcric  di  baie.   (C) 

\  CONSORTO.  .  .   ■  Coni.  corr.   Oli. 
Ccm.    Purg.   23.   !\!\i. 
CONSPICUO. 

*  g.  Ang.  in  fin.  E  D.  3.  T.  12.  l46. 
Pregiandosi  questi  di  maggior  forluna  di 
sostenere  quei  di  minore  ,  quasi  col  le- 
game del  lor  parentado  più  conspicu.  gli 
rendano  ,  e  gì.  qualifichino  ,  e  innalzino 
piò  su  di  quel  cir  e'  sarebbero  da  per  lo- 
to. (C)  .  .     e 

3  CONSTlTUIRE.  Agg.  in  fine.  -.- 
farch.  Stor.  2.  7.  E  ciò  aveva  il  Pa- 
pa consliluito  non  tanto  ec.  quanto  per- 
chè ec.  (CJ 

*  §.   III.    Per  Appresenlarr.  ec. 

*  §.  £  in  signi/ic.  iieulr.  pass.  Pre- 
sentarsi, Bassegnarsi,  Comparire.  Tarch. 
Stor.  2.  16.  Che  se  ec.  voleva  esser  tenu- 
to e  obbligato  a  doversene  nella  Spagna 
lorn.ire,  e  in  prigione,  come  stava  prima 
constiluirsi.  (C)  ^^ 

CONSTRI'INERE  .  Agg.  in  pr.nc.  -r 
Fior.  Hai.  365.  Onde  minate!  onde  e 
venula  questa  repente  discordia  Ira  noi? 
conitringclc  r  ire.  f  O 

*  CONSUALI.  Aggiunto  de'  Gi.ioctit 
che  si  celebravano  in  Boma  a  onore  del 
Dio  Conso,  0  Xelluno.  Borgh.  Bip.  7». 
Perciò  fece  con  grande  apparecchio  dar 
oldine  di  celebr-ire  i  giuochi  Consuali  in 
onore  di  Nettuno  equestre.  (C) 

CONSULTATO.  Agg.  in  fin.  y  arcn. 
ilor  proem.  Per  lo  contrario  le  ingiuste 
(cose)  ,  e  male  dagli  uomini  rei  e  teme- 
rarii  consultate,  ec.  felicissimamenle  suc- 
cedono. (C) 

CONSULTAZIONE, 
-'t  ■;  Mettere  in  consultazione  una 
cosa  ."'vaie  Cons..ltare  intorno  ad  essa 
per  dubbio  che  se  ne  abbia.  Varch.  Stor. 
3  57  Niuno,  che  di  sano  inlellelto  fos- 
se, mise  mai  in  consultazione,  se  era 
bene  ,  o  no  ,  <he  il  sole  o  si  levasse  ,  o 
tramontasse,  (l  ) 

3    CONSUNZIONE. 
*  S     II.  Allega  l'es.  così:  Ma  a  ogni 
consiglio  salutifero  del  Ponlefice  s.  oppo- 
neva  il  pericolo  dell'  arrendersi  d  Castello 
di  Milano  già  vicino  alla  consunzione. 
+  CONTADINO.   .S'"^'. 
if   o    fie  mulo,  ne  miil.no ,   ne   signo- 
re per  vicino,  ne  compare  conlad.no.    l  . 

MULINO,  S    'V    (O 
3   CONTAGIOSE. 
1  il    s     1         .    .    ì'nrch.   Stor.    7.    agg. 

;  i83. 


1870 


e  O  N 


'O-NTAME. 

§■  V.  Allogane  es.  *  Sahin.  Annot. 
ilur.  2.  iSj.  Con  mojlur  ce.  lucerna 
esser  lo  stesso  che  luce ,  djniio  a  vede- 
re pericolosa  cusa  essere  il  correre  a 
Ucciarc  un  socaliolo,  quando  uno  non 
aHiia  lu  coniami,  e  come  si  dice  su 
pei  le  iiuule  delle  d.la  il  liuguacaio  di 
ijuc"  (eiii|.i.  (C)  "" 

t  COMTA.NZA.  All'cs.  K,m.  uni.  Bue 
n  g.  Cri,.  P.  A'.  a;,B.  I.  481 .  e  dell' cs. 
Ou.lLlctt.   il.  ;6.   fanne  §.   cosil 

t  *  §•  Per  Contezza,  in  senso  ili  Fa- 
migliarua  .  Culli,  leu.  il.  76.  S'  amor 
crea  (si  crea)  solo  di  piacere,  e  piacere 
solo  di  buono  ,  Icmo  di  convenire  a  vo- 
stra cntania,  perchè  non  è  for  d'amore 
amatale,  ned  amore  for  simile  di  vertii 
in  fra  gli  amici.  (V) 
3   COMTEGMO. 

J  ij-  \  .  Al  %•.  7.  ove  ha  questi  dui  aee.. 
Il  conte  ce.  °° 

*  CO.VTEMPLATIVO.  Susi.  Agg.  in- 
naoji  a  Stguer .  —  Seul.  Clauslr.  h'.,,. 
^  ">che  si  parte  da  te,  perche  tu  e  io,  e 
gli  altM  cootcmplalivi  non  credessimo  a- 
verc  forse  per  avventura  ciltade  durevole 
e  permagnenle  iu  quosto  inondo,  li  ^53. 
Non  dobbiamo  noi  presumere  ,  ne  ardire 
di  volere  essere  coulemplativi  sema  la 
dotlriua  del  leggere  ,  e  del  mcdilarc  ,  e 
dell  orare.  (C) 

t  CONTEMPLATO-  .  .  .  Docc.  leu. 
agg.    iiamui.   27.   ( r,r.    1723.) 

•f  3  CONTEMPLAZIO.MC.  ...  Seal. 
■S.  Ag.  corr.  Seul.  Clauslr.  417.  .  .  E 
appresso  :  cort.  /l'^jo. 

'f  3  CO.\TEMP0nA.\EO. 
*   §.  -  .  .  /ìeJ.  leu.  occli.  a-g.    io. 
CO.yrEMPnAZIO>E  .     Togit   questa 
voce  ,  legt;cnilosi  nella  slauipa  citala  con- 
templazione. 

f  3  CO.NTENDEItE.  Agg.  in  fin.  rarcli. 
Alar.  3.  57.  Solo  delle  luse  scuie  e  dui,- 
wose  ,  e  che  in  nostra  potesti  sieno  ,  e 
di  nessun  altre  contendere  e  consultare 
sì  dee.  (Cj 

t  g.   l\.  . .  .  fi  altrove. •  corr.  /i  73. 
CONTE.\E>ZA ....  /Jcmb.  leu.  5- 
(llaccolla  del  2'ngliaziiccliìJ  corr.  /jerni. 
i-eu.  2.  2.  23. 
COME.NTARB. 


CON 

CONTENUTO.  Susi.  Al  V.  3  ove  ha 
ieguer.  corr.  *  Srgncr. 

t  3  COSTE.\ZIO.\E.  Contesa  net  .1, 
parole  .    E    dell'  es.   /Jocc.  nov.  fanne  g. 


C  O  .V 


•>=  §.  Content.ire ,  in  siguific.  acuir, 
pass,  vale  anclie  nc<;narsi.  Compiacersi, 
lied.  Cons.  I.  169.  Subilo  die  la  Signo- 
ra SI  sarà  cavati,  il  sangue,  e  si  sarà  ri- 
lasciato il  braccio  ,  si  conlcutcìà  di  be- 
vore  otto  once  di  brodo  lungo  di  polla" 
slra  ben  digrassato.  (C) 

t  CO.NTE.VTICILE.  Agg.  in  fine.  * 
Segner.  l'red.  p.,1.  Ap.  3.  ,4.  j;  p„„„ 
Il  primo  a  fare  da  sé  quello  operaiioni 
più  coulcnlibili  di  arrecar  lascine,  di  ac- 
cecar fosse  ,  d'  aliare  palificate.  IC) 

CONTENTO.  Sust 

t  *  §•  I-  -  .  .  1  ardi.  Uim.  Hurl.  agg. 
1.  27.  e  dove  legge  molti  corr.   tutti 

3  CONTEiNTO.  Add.  Degli  e:.  Jìocc. 
nov.  28.  1).  e  IJaiit.  Inf.  ly.  fanno  S. 
come  segue. 

*  S-  Contento ,  aggiunto  di  viso ,  o 
""'ile  ,  vale  Clic  manifesta  nel  viso  ,  o 
simile  ,  la  sua  soildisfatione .  .  Dani. 
InJ-  ly.  lo  ben  credo  che  al  mio  duca 
piacesse  :  Con  si  cuolcnlo  labbia  sempre 
atteso  Lu  suon  delle  parole  vere  esiires- 
»e.   (C)  ' 

*  g.  Far  contento  uno  di  se.parlan- 
ih.<i  di  donna,  vale  Compiacerlo,  Fargli 
.  t'/'i'i  di  se.  u  Socc.  iiov.  a».  9 ».  (t  j 

*  i'.  Contento  me,  te,  •  simili ,  con- 
lenta  tutto  il  mondo  j  dicetl  di  Chi  non 
dee  contentar  ./„.  ,,,  sle,.,o.  liuon.  Fier. 
■>■  I.  8.  Tu  ni.n  hai  brighi-  inioinina , 
'  le  conleulo  ,  llonlcuto  tutto  '1  iiion- 
U..   (l-j 


*  g.  Per  Conlesa  difaUi,  Contrasto, 
Opposiiiorj:  M  Bocc.  nov.  in.  i3.  „  fC) 
t  CONTESA.  //  contendere.  Conten- 
zione agg..  e  dicesi  così  di  parole,  come 
di/atu.  Ed  ass.  in  fiue.  I  arci,.  Frcol. 
y9.  Onde  viene  ce.  la  contesa  .  il  rom- 
baltiuuiilo,  ovvero  il  contrasto  di  parole, 
e  bene  spesso  di  fatti.  (C) 

t  *   CO.NTESO Cron.    fell. 

t  CO.VTIGUO  ....  Far,/,.  Stor.  q 
agg.   220.  ^ 

3  CO.MTl.NA.  To^li  gli  es.  Fatnjr.  e 
Aegr.   Fior,  e  fanne  g.   cosi: 

*  £.  F  in  forza  di  add.  .  Patair. 
9-   -  .  .  ...  (C)  " 

*  g.  (jiiesto  è  uno  di  que"  malori  che 
SI  inand.ino  per  imprecazione  .  u  Sesr 
Fior.    M„„d,:  4.  8 ..  (Ci 

CO.\TI.\EJ\TE. 

t  3  g.  I.  Agg.  in  fine.  *  Farch.  I.ez. 
iiì.  Va  nomo  temperalo  e  continente 
eleggerà  di  non  fare  vcrl.igraila  adultc- 
110.  (C) 

t  CONTINENZA  ec.  Il  contenere, 
afg.  e  La  cosa  contenuta  .  /ìocc.  leti. 
agg.   Fianim.   2y.  (/.-ir.    172!.) 

t  CONTINGENTICMENTE 

Farcii.   Star.   agg.  dcd.  e  dove   lia  si  ù 
cevano  agg.  ce. 

*  CONTINOVATIVO.  A.ld.  Atto  a 
render  continuate,  o  aderenti  le  cose 
disgregate  e  sciolte.  Fardi.  Lez.  Dani. 
I.  .101.  E  se  atcnno  dubitasse  come  ò 
possibile  che  la  terra  pura  ec.  sia  i.igu. 
nata  e  ristretta  insieme  ,  conciosiachc 
manchi  d'  umiditi  ,  la  quale  e  contino- 
vativ  a  ,  e  senza  di  essa  non  si  possono 
unire  e  contioovare  ed  assodare  insieme 
le  cose  ec.  si  ri.pondc  che  ce.  (C) 

*  CO.\TlNUA«lLITA'.  CO.VTI.M'A- 
BILITADE,  e  CO.NTINt'.iBIl.ITA TE  . 
Qua/ila  di  CIÒ  die  e  conlinuo.  Teol.  Misi. 
Per  conlinuabilili  e  disposizione  de'  nio- 
vimculi  dell'  amore  oc.  si  Iniova  (  Dio  ) 
atto  a  CIÒ  e  disposto.  (C) 
t  3  CONTI.\UARE. 
^*  §.  111.  Agg.  io  fine.  Bill.  Purg. 
2-1 .  l.  Sono  le  migliori  anguille  che  si 
mangino  ec.  sono  lanin  iugrassative,  che 
"1  detto  Papa,  conlinuaudole ,  mori  di 
grassezza.  (CJ 

3   CONTINUO.    Add. 
t  g-   111.  Aggiunto  di  quantità,  la  di- 
versifica dalla  discreta,  agg.  e  vale  f  F- 
slensione  rf'  un  corpo  in  larghezza,  lun- 
ghezza, e  profondila; 

t  g-  V.  .  .  .  lied.  Leu.  Occh.  aec-  6. 
CONTINUVARE.  Apg.  in  fin.  (F) 
"t  CONTO.  Suit.  Agg.  in  fine.  1f  .Segn. 
ilor.  4.  125.  Fecionsi  conti  per  diligen- 
ti computisti  che  »'  era  speso  in  quella 
guerra  un  iniliuoc  e  dugcuto  niieliaia  di 
scudi.   CO 

§.  Ili.  Allegane  es.  *  Pros.  Fior. 
MaU.  Franz,  leti.  l^.  |.  46.  Sua  Signo- 
ria  allora  mi  disse  che  voi  avevi  rirrvuli 
certi  danjri  per  dottorarvi,  e  che  quelli 
si  erano  messi  io  conto  corrente.  (Cf 

3  S  MV.  Uiir  conto  ec.  Togli  gli  e,. 
Bemli.  leu.  0  Ar.    Fur.  0  tanna  g.  con: 

*  S-  "■"■  ""lo  ili  tè  ad  alcuno,  vate 
Informarlo  ilei  fatto  suo.  Hacton largii  lo 
sluto  della  propria  condizione,  m  Ar.  Fur 

ao.  5.  . .  .  ..  (CJ 

*  §.  l:  Dar  conto,  o  liui'n  conto  di  sé. 
vale  llar  prova  ,  saggio  ,  o  simile  ,  del 
preprlo  valore.  «  Bemli.  leu  I.  3.  j,o. 
V.eiie  alla  corto  per  dar  di  té  buon  cón- 
to 111  vrrviiiu  di  f».  Sig.  >i,  ,i,j  Sanl.  si 
dr^ncià  di  riicveruelo,  e  dargli  iii„d.i  di 


poterne  far  prova.  Borgh.  Disc.  Scriv. 
2.  Per  aver  dato  buon  conto  di  loro  in 
questo  genere  o  con  la  penna,  o  con  la 
voce.  (Cj 

§■  XXIX.  Agg.  in  fin.  *  Cnirc.  Slor. 
5.  20..  Vi  restò  morto  di  loio  Ferdinan- 
do da  Farnese  ,  e  molti  uomini  di  con- 
to. (CJ 

S  XXXV.  .  .  .  Bcm'i.  Slor.  6.  *-o. 
corr.  6.  78. 

*  S-  Pareggiare  il  cento  ,  0  i  conti  , 
vale  Hendcrli  pari  ,  pagandone  la  difTe- 
renza.    F.   PAHEGGIAKE.    (C) 

g.   LW  II.   A  conto  ce. 

^  §  A  conto,  vale  anche  A  proposi- 
to .  l'ros.  Fior.  Salvia,  lelt.  4.  J.  364 
A  conto  che  voi  dite  di  verginelle ,  mi 
ricordo  che  ec.  (Cj 

*  §.  Per  conto  d'  uno  ,  maniera  di 
dire  che  si  usa  ad  acceanare  Che  ti 
edito,  o  ricevuto  qualche  cosa  sulla 
somma  dovuta  da  uno  .  late.  nov.  3. 
46.  Non  sai  lu  della  balia  ?  Non  avesti 
tu  per  mio  conto  i  duoi  ducali  ,  sopra  i 
dicci  clr  io  detti  per  ritrovarmi  con  b 
mia   Lucrezia  T  (1  J 

*  §.  Per  conto  d'  uno,  vate  anche  In 
favore  d'  uno,  o  In  virtù  della  commis- 
sione ricevuta  da  uno.  Lasc.  nov.  3.  li 
Il  giorno  vegnente,  trovalo  Baitoloineo. 
fingendo  gli  narro  come  favellalo  avea 
per  suo  c.nto  alla  fanciulla.  (C) 

v=  g.  Per  conto  d'  uno,  vale  anche  Per 
quello  che  .<p  Ila  ad  uno  ,  In  quanto  ad 
uno.  Cecth.  Oissim.  2.  I.  S.  Se  qualche 
cosa  si  scopris.e  r^li  ne  sarebbe  il  diavo- 
\o.  B.  U  'I  diavolo,  o  la  versiera,  per 
conto  mio  stari  ella  sotterra  ;  sicché  seguila 
pure  il  resto.  (C) 

f  3   CONTO.  Add. 

§.  III.  ...*  Ouidolt.  con.  (Fj  L,ui- 
doll. 

CONTORNAP.E. 

g-  I.  Allegane  es.  *  Fas.  lelt.  Tro- 
viamo nella  piitnra  difficilissima  molto  il 
contornare  ed  onibrate  le  figure,  dove  ver- 
giamo molti  ailcfici,  che  le  contornano 
perfettamente  ,  ed  ombrando  le  guasta- 
no   (C) 

CONTOn.NO. 
*  g.   II.   Poni  in  fin.  (A) 
t  t-O.NTIÌA.   Corr.  la  dichtaraz.  con: 
Preposizione  ,    che  denota     Opposizione 
ed  e  contrario  di    In  favore,   A  prò.  T 
gli  gli  .s.  lìecc.   nov.    8.    ».    t    nov.    1,1. 
8.    e  faune  g.  cosi  ; 

^  g.    Talora  acceana  pure   Oppotìzio- 
ne,   ed  è  contrario  di  Secondo,  Canfor. 
me  .   m   Bore.  nov.  8.   a   .  .  .    /:  noi-.  l3 
8.  .  .  .  ..  (CJ 

t   f.    Il      Per  con.    Talora   acctaum  la 
postura  de*  luoghi  ,  e  vale 

*§.   Per   .■Id.lorto.    Cavi!.      •■    > 
l6S.   Conciossìaché  'I  diav.  I 
se  li  venti,  e  facesse  cader  ! 
1  fistinoli  ec.  (t  ) 

"t  CO.NTI.ABDANDO  . 
Ali   codesto  corr.   e.itrsto 
t  3  CONTRAKDIilK  . 
«    g.    Ce>nlr.„l,lire  .    ,:,l^   „„ehe    Proibì- 
"'•    <■'""  1    non  silar. 

'■'"■    '■'"■  ottura  della 

'"»""•'   '  j    .•.[«■ibia;  > 

aiseiiipio  atcnio  aeì  primo  uomo,  lo  qa». 
le  immanlaneote  che  insuperbin  eolla  di>- 
ulrliidirnia  ,    mangioe    lo    pome  ,     .  he   da 
Dio  gli  fu  c.mlraiblelio  re.  (CJ 
'\  3   C0NThM)lM/,|ONK  rr 
*+  g.    \.  .11  V.   Q.  èva  ha  i  ranaoai , 
corr.  1  canoni , 
CONTRAENTE. 

*  g.    F  in  forza  di  Intl.  Segner.  Parr. 

inslr.  j3    2.   Duvele  informarvi  bear  <lcl 

comrnto  prestato   da' couiraeoli ,  per  «r. 

celiarvi   che   «u   di  loro   voler*    1(1 

1  DM'ISAFI-.Hlf.   Agg.  innanii  a  ((') 


CON 

r.-rch.  If.    1    437-  "»"  r""""!  H"*-  j 
sto  esempio  per  «•onlrnffn.e  A™iol.lc_ 
^  e    IV    .     .  Cron.    More//,  apg.  320. 

*  CO«TRANNATUKM.K.    Innauii   a 

3/^^"/.  »ss-  ''"'•  '''"•■  <>;'•.'"»'•■.•■ 

28  È  iiupossUiilc  a  riiliniiaie  1  loiliha- 
jtooi  drgl:  slriooi  ;  e  "l  coiilrannaliirale 
foriDlo  e  ilivcnulo  più  forlc   del    nalura- 

*  CO>TR  ANNOTA.  i\'o/n  contro  altra 
nota.  Ces.  Jìc/I-  fant.  InJ.  prcl.  M.  E 
Dante  in  ispriialtà  amò.  e  al  suo  onore 
presi;,  assai  olile  sei.liio  singolarmente 
nelle  conlrannolc  fatte  al  cemento  del  P. 
Venturi.  CO 

COMRAPPOnRE. 

.(.  § Cren.   Moretl.   agg.  25l.      | 

CONTRARIO.   Susi.  i 

§.  II.  .  .  .  l'ardi.  Star.    12.  1\20.   corr. 

12.  438.' 

j  CONTRARRE  ec. 
#  S  VII.  Contrarre  amistà,  agg.,  o 
amicizia  E.l  agg.  inoanii  a  (C)  Segner. 
Mann.  Mar:.  2%  4.  Nota  bene,  che  con- 
trarre r  amiciiia  col  secolo  ,  e  contrarre 
r  inimiciiia  con  Dio.  i;  tutt'  una  cosa. 

+  *  CONTRASFORZO E  altro- 
ve :  corr.   T'  appresso  : 

t  CONTRASTO.  Agg.  in  fin.  alla  di- 
chiarai.; e  difesi  "SÌ  ili  parole,  come  di 
fatti.  Ed  agg.  in  (in.  larch.  h.rcol.  99. 
Onde  viene  ec.  la  contesa  ,  .1  com  .alli- 
mento  ,  ovvero  il  contrasto  di  parole  ,  e 
lieue  .«pesso  di  fatti.  (C) 

'f    CONTRATTARE il'""- 

l'ranz.   rim.   buri.  agg.   2.   166. 

•f  *  §.  11.  .  .  .  A'.  Gir.  con-.  I  it. 
S.   Gir. 

CONTRATTEMPO.  Sust. 

§.   .  .  .  Salvia.   Pros.    Tose.  agg.   igO. 

Se  io  ec.    i-on    volessi   fare  a    otta  a  otta 

de'  contrattempi ,  con  certe  astuzie  sero- 

tine ,  questo  non  mi  sarebbe  intravvenn- 

10.  (C)   E  ^    .        .     -      ...  r-. 

«i  CONTRIBUIRE.  Agg.  in  fin.  -,-  (es. 

I  esrr.  jj.   A  questo  bene  potè  però  aver 

contribuito  1'  ordinamento  saviamente  da- 


C  O  N 


cor 


)ÌJ;i 


to.  (C) 

•f  CONTRISTARE. 

*  §.   II.   .    .    .    S.   Eli/rag.  corr.    I  it. 
.V.    Eufrag. 

t  CONTRITO Pallad.   agg. 

Marz.    28. 

J  CONTUMACE.  AM. 

#  §.  rondimnce,  si  dice  anche  de 
morhi,  che  non  vogliono  cedere  a'  medi- 
camenti, che  sono  ostinati.  Red.  Cons.  1. 
8?!.  Questa  cagione  dal  prudentissimo  ,  e 
vigilantissimo  medico  assistente,  vien  cre- 
dula che  sia  una  contumace  osliuiione 
nelle  vene   dell' utero  ec.   (C) 

CONTUMELIOSISSIMO.  Al  v.  6.  ove 
ha   Scritte  coir.   Scrisse 

f  CONTURBATO.  .  .  ■  £"■/..  agg.  bJ. 
f  CONTUTTOCIO'.  .  .  .  ì'arch.   Slor. 

«>.    agg.    159 

CONVEGNFNZA. 

t  §.  .  .  .  Seat.  S.  Agost.  corr.  Seal. 
I  iattslr.  433. 

J  CONVENEVOLE.  Add.  Togli  1  cs. 
/;oec.    Introd.   I\\.   e  fanne  g.    cosi: 

*  §.  E  inforza  dt  sust.  vale  Cosa  con- 
benevole,   m  Bocc.   Introd.  l\\.  ...».(C) 

*  §.  Al  convenevole,  posto  avverbial. 
vale  Convenevolmente  .  I  .  AL  CONVE- 
NEVOLE. (C) 

t   CONVENIENZA. 

g.  II.  Allegane  es.  *  Pros.  Fior.  Sai- 
viu.  lelt.  4.  I.  3o6.  Io  non  fo  il  poeta 
di  professione,  ma  per  di%erlimento  ,  e 
per  fare  qualche  convenienia  ,  e  spiegare 
i  miei  pensieri  a  qualche  amico  conBden- 

le.  (C) 

•|  3  CONVENIRE. 

t  §.   Xli.  .  .  .  Cas.  leti.   agg.   5;. 

*  §.   \lll.   -VoM    signijicttlo. 


e,  XVII.  AgB.  in  fine.  Sfgner.  Crisi. 
intir  1.  10.  5.  Ma  come  polca  conve- 
nirlo la  novera  vedovella,  mcntr' ella  non 
aveva  su  ciò  altra  prova  ,  che  la  sola  te- 
stimonian.a  ,  la  quale  ne  polca  farla  mo- 
glie del  perfido,  se  volesse?  (C) 

CONVENTO.  ,  . 

^.  §.  I.  .  .  .  lied.  leu.  Occh.  agg.  5. 
•+  8.  Vili.  Innanii  a  Ciiitl.  agg.  Pcd. 
Ann.  Dilir.  l85.  In  questo  luogo  delle 
novelle  antiche  osservo  quel  l'ere  per 
convento,  che  vale  bere  sema  toccare  il 
vaso  colle  labbra,  come  olliniamcnle  han- 
no spiegatogli  Accademici  della  Crusca, 
nel  nuovo  Vocabolaiio  della  terra  ed.iio- 
ne  ce.  I  nnt.  Bmal.  Montaib.  Si  trasse 
la  bariloiza  da  cintola  e  porsela  allo  cava- 
liere, che  per  -rande  pulitezza  volle  bere 
per  convento.  (C) 

:J  CONVENTO.  Add.  sinc.  di  Coii- 
len'tato;  Promesso.  Cnilt.  rim.  I.  67. 
E  secai  vano  e  casso  Del  gran  dolcior , 
che  al  bono  ha  Dio  convento.  (C) 

CONVERSABILE.  Agg.  in  fin.  *  Pros. 
Fior.  Sasseti,  leti.  4.  3.  46.  Questi  anth 
essi  hanno  loro  Pagodi,  e  loro  Idoli,  ma 
come  sono  gente  poco  conversab.le,  non 
ho  potuto  intendere  particulaie  de  casi 
loro.  (C) 

CONVERS.\RE. 

*  g.  I.  Agg.  in  prine.  Fr.  Giord.  li. 
Si  era  un  fastidiosissimo  impaecialore  di 
tutti  coloro,  che  lo  conversavano. 

CONVERSEVOLE.  Agg.  in  fin.  •-.:  Se- 
gner.  Cri.t.  inslr.  3.  19.  I?-  Non  vicu- 
ralc  di  uscire  a  spasso  con  alcuno  de  vo- 
>lri  compagni  più  conversevoli.  (CJ 

t  J   CONVERTIMENTO ^  "■ 

SS.    Pad.    corr.   iVerf.    Arb.    Cr.  29.  — 
Errore  di  Crusca 

CONVERTIRE  ce.  Al  v.  35.  ove  ha 
Cavale,   corr.  :'.=    Cavale.  „  ,     ,, 

g.  III.  ...  E  4.  444-  ™"-  ^  4-  44- 

•••.=  CONVERTO.  Add.  l.  A.  Coaver- 
so.  Convcrtito.  Seal.  Claiistr.  462-  E  e 
lingue  ,  che  poco  innanzi  cantavano  le 
laudi  di  Dio  ec.  così  subitamente  si  son 
rivolte  e  converte  alli  sani  lavellanienti 
delle   mondane  lordure  ce.  (C)  , 

CONVIZIARE.  .  .  .  Maeslrinz.  2.  3.  5.  j 

corr.  2.  8.  5.  „  „    , 

t  J  COPERCHIARE Pallad. 

agg.   Febhr.   27. 
J   COPERTA. 

+  :^  §.  V.  .  .  .  fjronzin.  Iltm.  agg.  2. 
261     /■•'  dove  ha  coperta  corr.   coverta 

f  COPERTAMENTE fareh. 

Slor.    2.    agg.    5. 

f  3  COPERTO.  Susi. 
§.  IV.  AUeg.nne  es.  *  Imperf.  Tim. 
D.  6.  T.  7.  48.  Cotesto  è  uno  di  que- 
gli indovinelli  peripatetici,  che  si  possono 
stirare  alle  sentenze  di  ognuno,  per  met- 
tersi sempre  al  coperto  dell' esser  convin- 
to d'  errori.  (C) 

+  COPERTO.   Add. 
3  §.   I.  Togli  gli  es.   Frane.   Barb.  e 
Belline,  e  fanne  §.  come  appresso: 
if  §    III.  Agg.  in  principio.  «   liane. 

Barb.  363.    Il "•    rarch.    Ercol. 

72.  Tali  persone  che  non  si  vogliono  la- 
sciare inlendeie,  si  chiamano  coperte,  se- 
grete e  talvolta  cupe,  e  dalla  plebe  sop- 
piattoni, o  golponi,  o  lumaconi. 

§.  V.  Al  V.  3.   Die  'la   coperta  corr. 
coperto  , 
:;:   g.    l'ale  anche   In   modo  poco  intel- 
ligibile ,    Chiuso  ,    Oscuramente  .    «   Bel- 
line.   120 •■    (C) 

*  s.   VI Galli,  agg.    Trall. 

Fort.''ì6. 

COPIA. 

*  g.  II.  Al  V.  10.  oic  ha  basterebbe 
r  attrizione,  corr.  basterebbe  la  sola  con- 
trizione . 

*  §.   V.    E  Aver  copia  di  fare  ec. 


if  §.  Avere  la  copia  ,  vale  il  medesi- 
'  mo.  Fior.  Hai.  334.  Avuto  che  avemmo 
I  la  copia  del  parlare  ,  ec.  dicemmoli  per 
1  ordine  la  nostra  amba.(ciata.  (Ci 

^   g.  VII.  .  .  .  Boce.  ìett.  al  Priore  di 
S.  Aposl.  agg.  3ll. 
COPPA. 

*  g.  Coppa,  vale  altresì  Bacino  Chiabr. 
rim.  2.  314.  Bel  nappo  cristallino  in  cop- 
pa d'  oro  De' tenori  di  Bacco  oggi  arric- 
chito Con  gentile  di  rose  odore  infio- 
ro. (C) 

g.   IV.  .  .  .   .iWm.  4.   t3.  corr.  4.  12. 

COPPELLA . 

f  g.  II.  .  .  .  Car.  lelt.   10.  corr.  ("<ir. 

ìell.   l.  10. 

f  CORAGGIO.  Sostituisci  alla  dichia- 
rai, questa:  Di.^posizione  per  la  quale  l' 
mima  si  reca  ad  imprendere  qualche  co- 
sa di  ardilo,  di  grande,  0  a  soffrire  di- 
sgrazie ,  dclori,  ec. 

t  J  §.  ••  Sostilnisci  alla  dichiarai  que- 
sta: Coraggio,  dieesi  anche  Quella  fa- 
eollà  dell'  anima  che  ci  rende  capaci  d' 
affezione,  d'  amicizia,  di  zelo,  d'  amore  ee. 
—  Togli  r  es.  Nov.  ant.  e  fanne  g.  cosi  : 

*  §.  m  eoraguìo,  o  Pi  buon  coraggio 
petti  avverhialni.,  valgono  Di  Cuore  ,  Cor- 
dialmente.  ■•  Kov.  ani.  99.    Il 

Cuilt.  rim.  I.  3.  Che  bella  morte  nom 
sa-gio  De'  di  coraggio,  più  che  vita,  ama- 

'■='  (C) 

«  CORA.\Z\.    y.  A.  agg.   Ciirn,  Cii- 

ranza  . 

:;:  CORAZZIERE.  Soldato  a  cavallo  , 
armalo  di  corazza.  Cald.  Oss.  anal.  3. 
E  siccome  quel  del  dorso  verissimamen- 
te si  potrebbe  assomigliare  ad  un  petla- 
bolta  ,  col  quale  i  corazzieri  si  sogliono 
armare  il  petto,  cosi  ec.   (CJ 

COBBELLERI'A.  Allegane  es.  *iiT«. 
rim.  2.  267.  Poicbi;  feci  si  gran  corbel- 
leria. Io  non  r  intendo  altrimenti  scusa- 
re. (C) 

CORBELLO. 

g.  Al  V.  3.  ove  ha  cuoiacci  corr.  co- 
iacci 

CORCATO Ar.  Pur.  9    corr. 

IO.  37. 
I       CORDA. 

I        g.  XII.    Toccare  altrui  una  corda  ec. 
if  g.    E  Pitoccare  una  corda ,  pur  fi- 
guratam.   vale   Tornare  su  lo  .Uesso  af- 
fare. V.  RITOCCARE.  (C) 
§.  SXIV.   A  corda  ec. 
:;:   g.    J  nie  anche   Per  l'  appunto.  Lat. 
adamussim.    Esp.    Pai.  Kosl.  36.    Egli  fa 
tutto  e  a  punto,  e  a  regola,  e  a  corda, 
e  a  piombo,  e  a  quadra,  e    a   sesta.   Lasc. 
nov.   voi.  3.  rag.    10.  Aveva  la  casa  sua, 
come  molte  ne  sono  ,  1'  uscio   di    dietro  , 
che  in  una  non  troppo  onesta  strada  riu- 
sciva ,   nella  qu.i1e  ,  dirimpeltole  a  corda . 
abitava  una  dom.andata  la  Ballacela.  (C) 
:'.:  g.  XXV.    Corda,   dicesi  dagli  Ar- 
chitetti ce. 

*  §.  Corda  ,  dicesi  anche  Quella  ,  a 
cui  s'  appicca  un  piombo  ,  o  altro  ,  per 
trovar  le  diritture.  E.^p.  Pat.  yost.  36. 
Appresso  egli  sprova  sovente  sua  opera  a 
corda  ,  e  a  piombino  ,  e  prende  guardia 
che  sua  Ione  non  penda,  ne  inchini  a 
destra  ,  né  a  sinistra.  (C) 

t  CORDIALMENTE Urb. 

"^CO'RDIGLIO.  Agg.  in  fin.  Serd.  Slor. 
•i  100.  Lasciò  al  Re  ,  quasi  per  islatico 
e   per    pegno    della   fede  ,   il   saero  cordi- 

° 'collDOGLIENZA  .  Agg.  in  fine.  * 
Bim.  ani.  di  Lapo  Gianni,  2.  »•=■  *'' 
riparaggio  alla  mia  cordoglienia  ,  E  rac- 
quislo    .1    mio    cor  ,    eh'  era    in    perden- 

la.   (C) 

•f  CORDOVANO. 

A   g     C'or<tov.iiio,  per   Balordo ,   Scioc 


e  0   K 


COR 


con 


to.   Cccch.   Dot.  2.  4*  O''  '^^'^  Ijc'J  cordo- 
v..iin.  Chi  li  credesse  I  (C) 

%.  IH.  Al  r.  8.  ove  ha  avianio  corr. 
nvcmo 

•f  COREGGIA.  .  .  .  Cron.  More/L 
agg.  320. 

K^  COIUANDOLO.  Sostiluiici  alla  di- 
rliiaraz.  questa  :  l'ianta  owbìrllij'era  ,  i 
CUI  semi,  fonando  sotto  Jn's(fii,  hanno  un 
certo  odore  (li  ciniiiC,  e  (filando  sono  sec- 
chi,   sono  grati   ni  gusto- 

-?   COI.IFKU.  Ag;;.   in   fin.  (Jj 

COH.^EA.  Agg.  ili  fin.  i'fi  Sali'in.  Disc. 
1.  327.  OimIl'  se  quella  yaWv  di-U'  u\cj 
tuuicj,  che  colurulj  1  &ullu  Ij  ti':i<>[iaientc 
fonica  ,  alla  iiuslra  %cdula  si  prcscula  , 
avrà  ce.  io  crederò,  rhe  1*  occhio  ne  ver- 
rà sempre  più  vago  e  leggiadro.  (C) 

t  (OllKO. 

*t'  §•  '^I'-  ■^Z  *'  ^- Oi'C  ha  lor  vinac- 
cia cor/-,  la   vinaccia 

§.  XXMV.  in  proicrù..-  ce. 
'«J  §.  Dicesi  pai  e  in  proverh.  /li  et-  le 
sue  corna  ,  e  vale  lo  stesso  che  Aver  la 
sua  Croce;  ma  i  molto  più  hasso,  li,rn. 
leti.  8^.  DioM  mancherò  di  tulli  quelli 
servìgi  che  |>otrò  ec.  hcnrliè  al>liia  aaror 
io  il  mio  impicculu,  e  le  mie  curna,  che 
ini.i   madre  sta  pcssinianicDlc.  {C) 

t  g-  XXXV.  Al  V,  *>.  ove  ha  Dar  sul 
rapo  aggi  e  figuratnm.  Rintuzzare  l' or- 
goglio,  la  potenza,  o  sinitti. 

COI.O.NA  . 

'!=  3.  V.  Agg.  io  priuc.  Fior.  Hai.  3l2. 
Questo  nanuete  era  re  di  corona,  ed  era 
augurio  (àugure)  del  re  Turno.  (Cj 

t  S-  XI.  .  .  .  JScnib.  Js.  agg.  I.  12. 
e  dove  ha  sedere  agg.  ce. 

§.  XV.  Al  V.  16.  ove  ha  molli  corr. 
mollo 

*  g.   XVIII.    Corona  del  dente  ec, 

'■■  §■  Corona  ,  vale  anche  l'ilare  di 
denti.  An-^.  Met.  l.  II7.  Una  grossa  co- 
lonna era  ogni  dente  ,  È  n*  avcj  tio  co- 
rone intorno  al  rostro.  (l'J 

3   g.    XX lied.    Esp.    nat.    Q!\. 

coir.   74. 

f  £.  XXIV.  Agg.  alla  dichiarai.  — ; 
detta  altrimenti  Aia,  ed  Alone.  :;;  l'arch. 
hez.  Dant.  I.  302.  E  tulle  1'  appatenie 
del  ciclo,  come  1'  arco  baleno  ,  i  parclii , 
cioè  quando  si  veggono  più  soli  ,  1'  aie 
ovvero  corone  the  si  veggono  inlorno  al- 
la luna  ,  e  qualche  volta  al  sole  ,  nasco* 
no  dal  secondo  mudo  ,  cioè  dalla  reQcs- 
Nione,  o  rcfrazione.  (C) 

•f  §.  XXX.  Agg.  in  fine.  *  lìucel/. 
JHttl.  Il3.  Iteride  ( l*  agricoltore  eterno) 
de'  r>in)i  a*  migliori,  o  potagli  a  corona 
con   gravi   travagli   (qui  figuratam.).  (C) 

•f  COUUXAHE. 

§•   IH /'(/.  Dant.  corr.  Jfocc. 

Vii.  Dant. 

*t  S*  V.  .  .  .  Boez.  l'arch.  2.  ^.  corr. 
2.  2.  —  E  al  v.  5.  ove  ha  I.nsc.  rim. 
corr.  *  lasc.   rim.   E  poni  in  fin.   (Min) 

t  COIU'ACCIUTOE .1/.    /Un. 

rim.   buri.   aj,'g.    2.    21 1- 

t  3   COKÌ'O. 

.*  §■  ^''  ^KS-  iiioanii  n  {€)  E  Mnf. 
J'ics.  134.  |(,  jon  la  madie  tua  che  (' 
allatiai ,  E  nove  mesi  in  corpo  ti  purlai. 

*  g.  Corpo,  parlandosi  di  Aerademie, 
o  d'altre  compagnie,  dicesi  di  Tutte  te 
persone  che  le  compo-i^ono.  Sa/*  in.  Disc. 
2.  I  lo.  Il  pregialo  ouore  che  io  godo 
dell'  essere  del  c«irpo  loro,  /i'  lao.  Un 
corpo  ed  uui  compagnia  code  più,  e  ki 
Illa  d'una  huona  scnpIirilTi  di  ^.>\ri-no. 
(.he  d'una  sotlih'  ninllipli.  ila  tli  li'^(;i.  / 
437.  (tgui  urrudeinico  adunr[ue,  »lii-  ilal 
«mpo  dell' uicudmiiii  è  giudiralo  uhile  a 
«pendere  i  »uoi  talenti  in  servif-io  della 
medrftiina,  è  tenuto  irreniisiihilmcnle  b 
larlo.   (C 

*  §■    Far  corpo,  parlandosi  di  arma- 


te, vale  Unirl,'.  Ces.  Fior.  Stor.  3.  (#6. 
Mise  a  ordine  le  tue  geoli»  fatto  cor- 
po con  quelle  di  Sigihcrto  re  di  Pollo- 
»ia.  (C) 

*  g.  Corpo,  ditesi  anche  Quella  quan- 
tità di  danaro  che  un  mercante  ha  posto 
in  traffico  j  detto  a/lrimenti  Fondo,  Capi- 
tale. Lcop.  riiv.  jo.  A  noKlro  tempo  quan- 
do un  mercatante  Avea  di  corpo  Ire  mila 
fiorini  Era  famoso  in  Ponente,  e  'o  Le- 
vaulr.  (C) 

3  %  LVI.  To^li  r  es.  Serd.  Stor.  e 
fanne  g-   ponendolo  innanzi  a  questo; 

-r  g.  Corpo,  di.esi  anche  a  Quei  gon- 
fi the  Janna  talora  le  muraglie  uscendo 
dalla  loro  dirittura  .  «•  Serd.  Star.  6. 
2ip »    fC) 

*  g.  LVII.  Agg.  innanzi  a  fC)  lied, 
lett  2.  1^(1.  Cori'O  del  mondo  che  io  non 
so  se  me  lo  saprò  dire. 

!r  g.  Pigliar  corpo,  parlandosi  di  no- 
tizie,  vale  Confermarsi,  Acquistar  credi- 
t".  Car.  lett.  ined.  2.  7^.  Qui  gì*  Impe- 
riali  ogni  di  fanno  nuove  cbrmcre  ,  ma 
non  pigliano  più  corpo.  (C) 

1  COliPOKATUnA  .  Agg.  io  fine.  * 
r^env.  Celi.  Ore/.  <)3.  Uno  sarà  tutta  la 
parie  della  corporatura  dinanzi  comin- 
ciando dall'  appiccatura  della  gola  insino 
alla  infi>rcalura  delle  gambe.   (C) 

§.  Al  (*.  6.  Ove  ha  gli  recava  corr.  gli 
ricerca 

•f  CORREDATO. 

'■'  g-  F  figurntam.  per  Fornito.  Ador 
no.  Salvia.  Pros.  Tose.  562.  Il  nòstro 
gravissimo  Monsij;uor  Della  Casa  ec.  d* 
un  suhiiine  ingegno  ,  e  d*  un  finissimo 
giudizio  corredalo.  (C) 

3   CORREGGEUE. 

g.  I.  Agg.  in  fin.  *  fìemh.  lett.  2.  3. 
57.  Il  Uorraccio  stampato  in  Firenze  del 
1527.  io  non  ho:  che  ne  corressi  uno  di 
quelli  stampati  in  Vincgia  assai  prima  con 
un    testo   aniirbissimo   r   perfello.   (C/ 

*  §■  Corre^getv,  dicesi  altresì  (tei  Pur- 
gare  dagli  errori  le  bozze  della  stampa 
iti  qualche  opera,  che  anche  dicesi  Rive- 
deix' .   (C) 

g.  VI.  Al  V.  4.  ove  ha  «  Petr.  canz. 
corr.  ^  u   Petr.  canz 

t  :;•  C-  VII.  .  .  .  Chiahr.  Fpitaf.  corr. 
ed   agg.    Chiabr.   rim.   2.   3oi. 

3  COURI-.GGIMENTO. 

■|-  g.  .  .  .  Cron.  Veli.  agg.  fi1.  e  ove 
ha   la   giovanezza  corr    sua  giovanezza 

COHREOGITORE. 

•••  §■  Correggitore,  dicesi  anche  Ccfui 
che  purga  dagli  errori  le  bozze  della 
stampn  d'  un'  opera.  Salv.  Avvert.  |.  1. 
l5.  Si  può  credere  rbe  colpa  fosse  del 
correggilor  della  stamperia.  (C) 

•f  COURE.NTE.   Add. 

3  g-  IV.  Ai:g  in  fine.  ^  Giambon. 
3lis.  tiom.  72.  Dee  il  more  suo  tempe- 
rare, che  non  sia  troppo  ctirrente  ad  ira. 
uè  che  non  si  rechi  ad  animo  tntlc  le 
parole  rlie  sono  dette  di  lui.  (C) 

'••  g.  V.  Al  V.  7.  ove  ha  di  .  corr. 
dì.. 

g  X.  Agg.  in  fine.  Sahin.  Orai.  Ac- 
Colt.  IO.  Esser  egli  uo  letterato  amicis- 
simo  dell*  Accademie  ,  e  insieme  uomo 
piano  e  corrente.  iC) 

5^'  g.  Corrente,  aggiunto  di  prrtso  di* 
ersi  Quello  che  tomunemente  suole  pa- 
garsi una  coia.  Gal.  Mem.  e  lett.  2.  2^9. 
V.  .S.  potrì  assicurare  che  gli  ultimi  c< 
itemplari  che  si  trovarono,  furono  pagati 
il  i]uadruplo,  o  il  sriluplu  più  del  prezzo 
correnle  ordinario,  (t'} 

3  CtìHRERE.  Togli  Te»,  tìemb.  As. 
3.   e  fiiniie  g.  cosi: 

<t  g.  Correre ,  va/e  anche  Andari  ,  o 
l'enire  «V*  ingiii ,  Scorrete,  e  dire<i  così 
dei  liutvellt  ,  dei  Ftumi ,  come  d'  altre 
cose  liquide .   m   lìemb.    .4s.    3     siu.    K 


queste  cose  dì  qua  giù,  che  gli  altri  uo- 
mini cotanto  amano  ;  per  lo  asseguimen- 

'  Xii  delle  quali  si  \ede  andare  coti  spess» 
tutto  *1  mondo  lottoiopra,  e  i  fiumi  stessi 

'  correre  ro>si  d*  umano  sangue,  ed  il  m»- 
re  medesimo  alcuna  fiata  ec.  esse  noo  si 

{  cercano  per  cbi  là  su  ama,  più  di  quell* 

I  che  si  cerchi  ec.  (C) 

'       *  g.   X-VI.   Agg.    io    fine.    Car.    lett. 

I   Toinit.    5.    Di  M     Lorenzo  e  di   M.    fie- 

I  nedello,  ancora  ihe  niultt  mesi  non  siano 

'  corse  tra  noi  lellerc  ,  |>er  esser  io  slato 
per  le  mondora  ,  ho  domandalo  ed  inteso 
di   mano  io   mano  dell'  Ckscr  loro.  (C) 

t  g.  XVII.  Innanz.  a  lied.  agg.  *  Ott. 
Com.  Inf.  19.  'i!^8.  Erano  già  corsi  dclli 
otto  anni  e  me&i  nove  ,  che  dovea  stare 
Papa  Bonifasio,  anni  sei  e  mesi  due.  (C) 
t    all'cs.    F  lett.  occh.   agg.    JO. 

sjt  g.  Correre,  parlandosi  dt  Giorno, 
Mese,  Aano ,  o  simili  ,  dicesi  di  Quei 
giorno,  mese,  anno,  0  simili,  al  quale 
si  rijerisce  il  discorso  .  Utt.  Com.  InJ. 
19.  3^8.  Sapeva  the  iu  questo  tempo  , 
che  r  autore  li  parla,  correva  il  mille  lic- 
cculo.  (C) 

*t  g.  XVIII.  Al  r.  20  ove  ha  Boce. 
no\'.  corr.  ^  lìocc.  nov.  e  al  v.  2^.  ove 
ha  "1$  I:  g.  5.  u.  jj.  corr.  F g.  5.  n.  3. 

t  g.  XXIV.  Al  v.  4.  ove  ha  m  Cron. 
Mvrell.  corr.  ^  «  Cron.  Starei/,  e  al  v. 
9.  logli  'V',  e  pooitfl  al  V.  it.  ionaoii  a 
;  arch. 

t  3.    XLIV.       .      l'arJi.  Stor.  9,   agg. 


321. 

t    g- 

t  s- 

questa  : 


XLVll  .  .  .  Lab.   agg.   ai8. 
I.VI.    Sostituisci    alla    dichtaraz. 
Correre  una  lancia  ,  fi£uratam. 
vale    Ffètluare  diecchessia. 

§.  LXll.  Cociore,  0  Aon  correre  mo- 
neti  ee. 

#  g.  Correre,  parlandosi  di  Dote,  va- 
le òborsare ,  Dare.  Cecch.  Doi.  2.  5.  lo 
vn*  stare  in  orecchi  per  udir  s*  io  posso, 
chi  è  questo  nuovo  sposo ,  e  che  dota  ci 
corre.  (Cf 

t  g.  LXIII.  L'  e$.  G.  /'.  8.  58.  2.  a/- 
legafo  così:  La  huona  moneta  del  loroese 
er.  tanto  il  fere  peggiorare  che  quasi  tor- 
nò a  melade,  e  co>i  la  moneta  pìcciola  e 
così  quella  dell' 010,  che  di  23.  e  mezzo 
carati  la  reco  a  meno  di  2O  .  facccodole 
correre   per    più    a»>ai    che    uon    vjletaoo. 

't  COIlRtTTAMI->TE.  Agg.  in  fin 
*?  F  280.  Chi  scene  ctirrcltanicDte  ,  in 
qualuiirbe  lioKua  egli  scriva,  menta  piut- 
tosto di  L'ou  dovere  esser  l>u>imstu  ,  che 
di   dovere   cisere   lodalo.    (C) 

•f   COHRKTrH>I.MO. 

*  g  F  nel  si^mtU.  del  g-  III.  Batdtn. 
Lez  Acctd.  \\.  Kè  io  fra  quanti  gran 
uiaesln  ha  avuti  l'Europa  ec.  seppi  mai 
ravvisare  una  lale  suldtiit  la  ,  se  uoo  nel 
nostro  <livino  Mi<  luUgnolo  Uuunarruuii  . 
seguitato  a  giaii  pa^si  dal  ^lan  Itatfarllx. 
e  dal  nostro  correttissimo  Andrea  del  ^a^  • 
to.    (C) 

*  CORRETTIVO.   AdJ. 

*  i,.  Correttivo  ,  figutatam.  vale  Che 
moibftca.  Che  mitiga  qualche  ripresi  ione 
troppo  forte  f  o  aratila.  Salvia.  IhsC.  |. 
179.  E  uno  di  questi  /  mota  )  Ù  h  che 
è  iiiterprctalivo  di  quell'  altro  ,  e  correi- 
livo.  (C) 

#  CORRETTO.  Add. 

#  §.  Corretto  ,  parlandosi  di  ScrtUm- 
re,  stampe  ,  o  simili  ,  vale  t^ke  non  ha 
errori,  tlemh,  lett.  2.  3.  56.  lo  n'  ho  ve- 
duto qui  uno,  che  era  mollo  più  corret- 
to, teiiza  comparazione  alcuna-  /'.  S'J.  U** 
ben  mieso  che  è  coi  relto  assai  /  parla  dtJlm 
stampa  del   ttoceaccio  del  l5a7).  (Cj 

A  §.  Ihsrg'io  corretto  ,  dursi  QnflU 
in  Cui  si  vefgono  osservate  tutte  le  re- 
golv  dell'arte,  ed  eipi'csse  le  Jkrmf  degli 
oggetti  come  conviene.    IlaldiM.    lei     Àt' 


COR 


COR 


COR 


1873 


«rf.    IO.   La  rrì"»  (  l""'''"  *"",'"""- 
ra;.pr.uciH.».n,a,  ccom.f..nd..nun- 

to  di  lu.lor.ll.e.  i   uni'"  ""'"°  ' 
franco  Ji>cgno    (('} 

CORRETTOKE.  ' 

*  8  (01  nuore,  Afpji  anclie  (0'"' 
CA,  rn:^*  .  rorr,  g.-e  /«^  *«;«  f  ""  ^'""•• 
va  di  q«alcl.e  op.ra  .  Ven.h  Leu.  2.  i- 
S6  L»  sua  slaiiM'a  "«»  "'»  concila  ne 
buona;  no  giovei'a  cl.e  li  sia»"  l'"l>»"' 
correllori  d.  quelU  che  s.  potranno  avere 
a  Vincgia.  iCt 

COKRFZIOSE.  , 

*  8  P.,««re  sono  lo  correzione,  vale 
Restare  approvalo.  ìed.  PASSARE,  §. 
XLVIU.  IC)  .      „   .    „„„ 

*  CORRIl-lBILE.  Innan»!  a  {'«•  'oo 
rarch.  le:.  Pani.:,,  im  S' ella  (/' .r«; 
sari  r"  "alura,  non  sari  quasi  mar  cor- 

rìcibile.  tC) 

CORRISPONDENZA.  , 

*  R     1.   (orr.  1.1  Jichiarai.  rosi:   l  or- 

■  I  .„/r    anche    Pcnilin'enlo  di  ' 

rispondenza,  vale  ance  ìì«m 
cambio  che  si  la  co' propr.,  „-nl,n..-nll  ,\ 
a  colle  proprie  a-.icn,  a,  snUnienU,  ol 
.lU  inlenznni  d'un  allro  j  [o-'raccon.-  | 
fco  —  Ed  .1S1;.  i"  fin.  lac.  iold.  iat.  5.  | 
Oli  se  '1  ni.o  amor  qu.lla  ronisr^",  ""  1 
Trovasse  in  voi,  Sisnor .  .l,e  vo  J.r  10, 
Ora  non   (.ungerei  la  diBefenial   (() 

*  e.   Ccrnspondenza,  dicesi  anche  del 
Commercio    d,    Icllere    che    i    mercatanl. 
tengono  con  altri  mercatanti  fé    loro  «J- 
lari,  e  dUesi  anche  ./.  c/,i  non  e  merca- 
tante .    <-..r.    leu.    2.  r-?-    2"0.    La    se-  , 
cooda  fu   rarcom..ndaU  al   Trameizmo   li-  | 
biaro  qui,  il  quale  me  oc  foce  islauza  per  , 
parte  del  l'a.sero  ld.r.,r  n..slro,  con  cbr  ha  , 
'■oriisi.onden.a,  asM.  urandomi  che  avreb- 
lic  iodirizjo  Mcurissinio.   (C) 

#  §.  Corri 'pondcnza  ,  d.cesi  anche  II  \ 
mezzo  pel  quale  si  mandano  le  lettere,  ole 
mercis  i'rcaccio.  lied  leti.  2.  lC5.  Quella 
l.enedetla  signora  Geroumia  Piomnnloiiu 
ec.  vu.dc  da  me  un  poco  d'  olio  da  l.a- 
chi.  Di  sraiia  ne  niella  V.  .S.  He  o  qual- 
IroquadicllMii  in  una  scalolclla,  e  gliela 
mandi  per   via   della  solila  corrispoudcn- 

aa.   (Ci  ,.  ,,         „  j 

J  CORRISPONDERE.  Togli  1  es.  lied. 

Annoi.  Dilir.  e  fanne  §.  cosi: 

#  §.  Corri.<pondere,  parlandosi  di  I  0- 
i.iboli,  vale  A' ere  la  slessa  significazio- 
ni-     •'  lì  d.    Annoi.    DHir.  .  .  .  ".    ( CJ 

t  CORRIVO.  *gS.  l'ffsto  al  credere, 
0  <.//'  operar  checche ssia  senza  la  debita 
considerazione.  —  E  dell'  es.  Lor.  iled. 
e  7-'ir.  noi',  fanne  §.   cosi  : 

:f  §.  E  in  forza  di  SUSI,  vale  Uomo 
.arrivo,   credulo.  -  Lor.   med.  .   .  .  lir. 

,:0V.    .....    CO 

CORROMPERE. 

X  j  g  I.  Togli  r  es.  Belline,  son.  312. 
e  fanne  §.  cosi: 

*  fi.  ler  Dannergiare,  Hetltrt  in  cai- 
II.  0  stalo  ,  Ridurre  in  cattiva  forma  . 
,.   Mime.   son.   3l2 ».    f'V 

CORROMPITORE nutam.  Qiiin- 

til.    1:  corr.   Peclam.   Qiiinlil.   P. 

+  CORl>OTTlSSlMO  ....  A  arch  . 
.<itor.  4.    agg.  73.  —  E  appresso  .■  corr. 

':  80  .    ,    e- 

-  COI'.RUTTEVOLE Seal.  A. 

A",  corr.  Ao/.  Claiislr.  ^57.  ed  allega 
l'es.  rosi:  La  quale  cosa  gli  può  Lene 
inconlrare,  se  per  la  sua  seioeclieiia  egli 
,i  rivolge  più.  e  s"  egli  ritorna  alle  so.- 
,ure  de'  peccali  ,  e  alle  puiiolenli  lasci- 
v.l.iji  del  mondo,  e  alli  puiiolcnli  diletti 
d,  Ila  carne  miiera  ,  e  corrullevolc. 
l  OIU.LTIIBILE. 

*  ^  Ag;;.  in  6n  lini.  Adr.  Op-  mor. 
1  l8i  Qual  maraviglia  fia  se  V.  d.visi. 
l„ie  SI  divide  ec.  e  il  corrutllbde  si  cor 

).;nipe.  iCt  ^  .. 

4   %.    CorrultiUle ,  fiiiiral.im.    ditesi 

l'oiabolario    T.   II. 


di  Chi  si  lo'""  ""'"'■'■'  ""  donativi,  o 
mezzi  simili,  a  fare  a  prò  d'ai,  uno  ,;.ir/- 
h  che  non  si  conviene,  l.nice.  iu<r.  I,l>. 
IO  Fallisi  vendibili  e  coiiullil.il.  sono 
tra  loro  medesimi  soUeolrale  le  discor- 
die. (Ci 

CORSA.  ,     ,,  ,, 

«  ^  Corsa,  dicesi  anche  il  Movw.en-  . 
«,,  o^ Andata  de  in  CMSC,„.«  vibrazione 
fa  il  tempo  dee^li  Ormali  .  Uncini,  lelt. 
Vom.  ili.  I.  300.  Questa  fmostra)  opera 
si ,  che  le  cor.-e  e  le  ricorse  del  tempo 
sono  sempre  uguali.  fO 

lORSl'A. 

S.   I.  Al  V.   7.  eie  ''«  •vasscUi  .   coir. 

vascelli .  .,  ^« 

3  CORSO.  .  .  .  P'ir.  son.  73.  corr.  7». 
rt  S  II  Agg.  iu  fine.  ''"'.  *■•'  A^7- 
Inlendeiemo  anco  con.e  ali  incontro  do- 
ve eli  ahanienli  ed  al.bassamenll  I  dell 
acino  )  son  iMCColi ,  i  corsi  ed  1  ricorsi 
son  prandi.  ((  )  ,     _  . 

*  R  I  ssere  in  corso,  vale  Essere  in 
voga,  Acer  corso.  Car.  leti.  Tornii  2 
Ella  i  sconciamente  grande  ,  ed  ha  della 
gmmedra  assai,  e  voi  siti  e  ora  m  corso 
più  ibe  mastro  Milione.  (C) 

*  g.   IX.   Mnoversi  a  corso  ec. 
§.   XIX.   Corso,    dicesi    anche  il  Ino- 

^° ìf   e     Corro  ,  dice.ii  anche  deVa   Genie  \ 
che  e  sul  co,.<o.   /'.or.  Fior,  inlvn.  leti. 
i      2      l5i.    eh    che    corso    è   sl..lo    mai 
quello  di  quesl'  anno  del  martedì  del  car- 
j  nevalel  (C) 

COH.sO.   .Jdd. 

\        :-:   g.   II.    Ag.4.  in  fin.  Benv.  Celi    V il. 

I  3     ii-j.   Desidera  esser  rimesso  nel  buon 

I  di,  e  che  il  leimine  del  prolcsio  non  gli 

sia  corso.  ((']  .    ,- 

:":  S  Corto,  parlaadosi  di  Frutti,  Me- 
riti .lei  denaro  ec.  vr.fe  Maturo  ,  l'ecor- 
so.  (.Ilice,  òtor.  Iih.  16.  par:.  21  Atten- 
devano i  capilani  ec  a  pagaie  1  soldi  corsi 
dell-  esercito.  /■;  18.  p"?  2.  rimandava, 
no  d-  essere  prima  sallslalti  degli  siipcudii 
corsi  insino  a  quel  giorno,  (ij 
CURIE,  ,  . 

*  §.  (or(e,  per  Pignila  papa  e,  I  on- 
lificalo.  CU.  Cam.  Inf.  19.  S^".  Il  qua- 
le essendo  Cardinale,  e  vacando  la  colie  a 
Viterbo  per  la  molle  di  Papa  Giovanni 
Spagnuoio  .  fu   fallo  Papa.   [l.  ) 

•f«    CORTEARE Oon.    I  eli  ■  \ 

°°f  3°C0R-IEGC1AF.E Bemb.  As. 

3.  agj.    209. 

C0RTEG(;iO.  Agg.   in   fine.   ::■   Vios.  \ 
Fior.   S.,hin.    leti.  Z|.    2.  292.   Mi  venne 
in  pensiero  per   cosi   dire  di  copiarmi  I.er  | 
Casa   Inconlri,  facendo   due  incontri,  uno  j 
d-   Istoria    sacra    ec.  1' allro  d   una  Stona 
profana    ec.    slimaodo   che    questi   fussero 
per    riempile    col    lo.o  corteggio   tutto  il 
gran  vano  della  galleria,  (t; 
t  CORTEO.  „, 

4-  S.  11.  ..  .  Bern.  rim.  agg.  1.  lO;). 
e  dove  ha   E  avemo  corr.  E  avremo 

J  CORTESE.  Togli  gli  es.  Bocc.nov^ 
2.  1.  E  nov.  2Ì.  9.  lelr.  ""■  9^-  E 
canz.  8.  6.  Vii.  SS-  Pad.  e  Dial.  ò. 
Grer.  e  fanne  §.  cosi:  ,  n    r-    . 

*  S  Concie,  dicesi  anche  delle  Cose, 
e  vale  Che  dimostra  cortesia,  0  Che  prò- 
cede  da  cortesia.  :  lece.  nov.  2.  1-  •  •  . 
E  nov.  23.  9.  ...  /'<•"■•  so«  96.  ...-. 
..  E  canz.  8.  6.  Le  trecce  d  or  ec.  E 
l'accorte  parole  Rade  nel  mondo,  o  so- 
le ,  Che  mi  fer  gii  di  st  cortese  dono  , 
Mi  son  lolle.  (C)  Vit-  SS  Pad.  2. 
36o.   ..  .   Piai-   S.    Gies.    1.  l^    ...(H 

8.  11.  Agg.  in  fine.  *  (ecch.  Incanì. 
2  5.  Se  mai  tu  mi  fusti  cortese  dell  o- 
pera  tua  ,  or  bisogna  che  tu  ti  disponga 
a  essermi  più  che  mai.  (C) 


e.    W.  Di  questo  g.  forma  i  tre  segg 
*   g.    Co//e  biaccia,  o  co/le  mani  cor- 
tesi    vale  Colle  braaia   avvolte  insieme 
e    appoppiate   al  petto.    "    Ci.iJ.     6.    I 
5.  ...  ».  (C) 

t  J  S.  Onde  Star  cortese.  0  eolle  ma- 
ni cortesi  ,  vale  .vior  co//e  braccia  av- 
volte in.<ieme  e  appoggiate  al  petto.  Loce. 

nov.  79.  35.  .  ..   I:  "'""■  l^>■■  ■■ 

*  S  E  fieiiratiim.  vale  Alare  otioso, 
inoperoso.  «'  Jarch.  Snoc.  1.  3.  Di  me 
arei  da  doleimi,  e  non  d'  .nlliui ,  se  mi 
lasciassi  vincere  cosi  tosto  dalla  dispera- 
rione,  o  ciedess.  .he  gli  Dii  slandoni. 
io  corte..e.  e  colle  mani  a  cintola,  me  la 
dove-sei o  condurre  a  casa,  falv-  Granch. 
1  2  Ma  10  mi  penso  .he  tu,  che  ne  sai 
Così  ben  la  minut-  ,  non  li  dei  Essere 
stata  con  le  man  cortesi  A   orare.  (C) 

'.-  ^.  (  o/7e.*e  ,  talora  la'e  Ampio. 
Arnet  2\.  Mostrava  il  cand.do  petto,  del 
quale,  n.ercÌ!  del  seslimenlo  cortese  nella 
sua  scollalura  (coi  scollalo  mìci,',  gran 
parte  se  n'apriva  a"  nguardanl..  (l  J 

if  g.  V.  Rassetta  questo  §.  e  i  «lue 
seeueiili  così:  ,  . 

+  :•:  S  Corte.<e,  talora  vale  Che  può 
trattarci  senza  pericolo  Cacale.  Pim- 
eli 2'')2.  Or  sopra  di  ciò  mollo  potrem- 
mo dire  ,  n-a  perchfe  la  materia  non  e 
bene  c.rlese,  passomeue  ,  e  I...sti  d  aver 
dello  questo  in  somma;  peuhe  le  parole 
,  di,oneIle  e  la.de.  s.mo  d.  pio  6"""^  ' 
di  p.ii  d.sonoie  di  Dio,  quando  si  d.cono 
da  nev-one,  o  a  persone  religiose.  Il') 

+  :•:  e  Cor'e.te,  asginnlo  di  Iri-jicne 
vale  A  ■■iota.  Comoda.  G.  I.  8.  5.  E  pri- 
valanu-nle  nella  rocca  di  Fummone  m 
Campagna  il   fece    tenere   in    coilese  pri- 

/■■  ran    IQ     H   re  fece  ritener   la 
Clone.    I.  fap.    ly-    •'    '  .^ , 

della  doniella  in  cortese  prigione.  (I  J 

if  g.  tortese,  aggiunto  'J!  (^""^f'"  • 
,„leìoa  rigorosa  o.  T  .  8.  63.  6  Ma  co- 
n,e  piacque  a  Dio,  per  conservare  la  santa 
dign.ti  papale,  neuno  ebbe  ardire  di  toc- 
cailo,  ob  ,'.a.que  loro  di  porgi,  m:ino  ad- 
i  dosso  ,  ma  lasciarlo   parato   sotto   cortese 

cunrdia .  (C) 
r   *  S    ;;.  qui   Jlla  cortese  .  posto  av- 
\verb,alm.  Co'  verbi    Teiiei-e  ,   Guardare, 
I  e  simili,  vale   Tenere,  Guardare,  o  »- 
'mili,   in   modo  cortese,  eoe  con  guardia 

cortese  ,  non  rigorosa.  ^''"■"'- ..^"Ij^^^;^ 
Lette  le  predelle  lettere  ec.  il  SeuMo 
sld>i!io  che  Lenlulo  fosse  nmosso  dal- 
l'olficio,  e  di' e,li,  intuiti  gli  altri  pres. 
I  f„s>enol.nut.,  e  guardali  alla  cortese  1.  il 
,  l-il     ha   A''.r<l  cu<t..dia  ).   (L) 

CORTLSEMrNTE. 
I      fi.   .  .  .  Cion.  lell.  68.  corr.  69. 

^  CORTESIA. 
'       +  fi   VI         .  E  n/lroi'f.- corr.  /'.  A9-  ' 
dove    ha    del   suo    amore  ,  corr.  del  suo 

avere  ,  ,/., 

+  CORTEZZA  .    Agg.    innanii    a    (GJ 

Sol:  Infar.  prim.  1:9  "■"'"=  '".  "i"'".' 
(gocciole)  che  men  s'  allungano  s.  consi- 
dera la  cortezza. 

•+   J   COhTO.   Jdd. 

#  fi.  Armi  corte  ,  diconsi  (Juelle  che 
sercoìio  a  ferir  da  presso,  e  che  s,  por- 
tano in  dosso.  Gii.cc.  .'■lor.  2.  210.  Co- 
minciò ciascuno  a  operaie  con  la  mede- 
sima ferocia  le  mazze  ferrale,  gli  stocchi, 
e  l'altre  armi  corte.  tl'J 

*  R.  Corto,  fignratam.  si  dice  anche 
Delle  cose  che  non  arrivino  al  termine 
al  anale  .ti  eorref-fte  che  arrivassero.  Im- 
"'  1  ,,  „  ,  r  3  r3.  Inuoama- 
DCr/.  l'tov.  II.  2.  r .  -'.  y-*  . 
'^  •:  .;n.I.de  uer  cui  nostro  m- 
icvia  non  inveslicaime  pei    cu 

ndere  è  cono, 'gli  allri  di   altra  seta  >. 

irarranoo  al  sicuro  manco    giusto    di   mi- 

"■*V    Spanto  corto.  0  simile,  vale  Spi- 
nto    o  simile  .  Olinto,  poco  penetrativo. 
Salvin.  Pro,.  Tose.  l.  Stig.  Mal   .ggi-i. 
235 


1874 


COR 


(  il  cici  nu'l  perdoni  )  certi  troppo  misu- 
rati ,  e  ttìpuljti  e  curii  eJ  anj^usti ,  e 
magri    >pirili.  (C) 

*  §.    Vili Dani.    R,r.    io. 

corr.   if^. 

^  %.  La  piìi  corta,  o  Per  lapihcor- 
tttf  mniiiera  rllHlìca  che  vale  J.a  via,  o 
jlraitiì  pili  corta,  o  Ptr  la  via,  o  stra- 
da più  corta.  Tac.  Dav.  Ann.  12.  149. 
Gli  ullrì  che  prcspr  la  più  corta  3  niun 
destra,  lisconlrarono  il   ncniiro.   (C) 

"t  ^  §.  XIV.  Corr.  la  dtiliiaraz.  così: 
A  farla  corta,  o  Per  farla  corta,  ma- 
niera fìniiafinre  che  si  usa  Quando  vuoi- 
si ahhrcviare  un  ditcorso,  un  racconto, 
o  simile.   Ktl  agg.  in    fio.    Pe/fin.     Pise. 

1.  119-  ''cr  fji'lj  curia  vi  dico  che  una 
in6nitu  d'insetti  ec.  hanno  di  inulte  boc- 
che.  (CJ 

*  §.  J'enirc  alle  corte,  vale  l'enire 
alla  conclusione.    /'.    VEMIIE.  (C) 

CORTO.  Avverti.   Correggi 

t  COIITO.  Avverti,  la  modo  corto. 
Cortamente.  Lai.  hreviter.  Dani.  Pitrg. 
iZ.  Deh  se  giustizia  1;  pìelà  ti  disgrevi 
Tosto,  bi  (,-fac  possiate  muover  l'ala,  Che 
sccuodu  'I  desio  vostro  vi  levi,  Muslralc 
da  qual  mano  inver  la  scala.  Si  va  più 
\orto.  •:•  Dav.  Colt.  iS;.  Vanga  alToudo, 
(pota  corto,  lenendola  (la  vi-^na  )  ad- 
Jielro  ,  niassimaniente  in  pojigìo .  A'orter. 
Colt.  40.  Diasi  loro  (alle  viti)  del  lita- 
nie stagionalo,  potando  corto,  tappando 
e  spampinandulc  spesso.  (C) 

t  2'  Corto,  vale  anc/ie  Brevemente , 
Con  poche  parole.  Lai.  òrevitcr,  exi/tter. 
Oi-.  JiTTi-Tj.  IJaiil.  Par.  11.  .  .  .  Put. ..  . 

3  COSA. 

t  ^-^  g.  XVI.   Agg.  in  fine.    Gal.  Sist. 

2.  L*  ugni  cosa,  il  tutto,  e  M  perfetto 
formalmente  sono  1' «stesso.  (C) 

t?  §.  XIX.    /;  cosa  del  mon-.lo,  ec. 

*  g.  Cose  lidi' altro  inondo,  di<  est  ad 
accennare  cose  sti'aordinarie  e  incredibi- 
li.   ì\  MO.NDO.  (C) 

^  g.   XXI.  ..  .  Dep.    Decani,   apg.  44* 
'.'   *^.   XXVIU.    Agg.   in   fin.    Geli.  Err. 

3.  2.  Monna  (Ginevra  mìa  ,  io  ho  gran 
lisogno  dì  voi .  M.   G.   Cosa  eh*  io  pos- 

s?  §.  Parere  una  f;ran  cosa,  vale  Pa- 
i-ere cosa  maraviglio  in,  cosa  straorJina' 

ria.  r.  grandi;.  (C) 

•f   COSCIENZA,  ce. 

*f  S-  '•  Al  V.  5.  ove  ha  Cavnlc.  corr. 
'■?  Cavali,  e  al  v.  8.  ove  ha  perseguitalo 
cori:  pcr>e;>uitalo.  (l  ) 

*  §.  Xm.  Apg.  in  fin.  Ott.  Coni.  Inf. 
4  63.  Tullio  ee.  fu  mandalo  a*  confini , 
dove  fu  morto  da  un  suo  clieululu  di 
conscirnza  d"  Antuuiu.  (C) 

COSI'.  . 

t  -  ^J.  XVII.  .  .  .  Bemh.  As.  ìli.  3. 
agp.  173.  —  Gald.  Cap,  7 u^.  ngg.  3.  l8J. 

*  COSMICAMENTE.  Avverù. /n  ino- 
do  co.tnii(0  .  farcii.  Ja'Z.  Dnnt.  I.  276. 
Se  alcuno  u  pianeta  o  sc;;no  o  altra  stella 
%ieuc  fuori  di  |;iorno,  ipiella  tale  u  stella 
o  segno  o  pianeta  si  dire  nascere  cosnii- 
cimcnlt*.  (Ci 

«COSMICO,  Add.  Terni,  attronomi- 
eo.  Mondano.  I^arili.  l.ez.  Dant.  1.  276 
.Se  alluno  o  pianeta  o  segno  u  allia  stel- 
la viene  (unri  di  giorno,  ce.  il  suo  nasci- 
mcDtu  sì  ehijtna  cosmico ,  cioè  mouda- 
uo.  (C) 

•|  CO>MOi;RAFI'A farch. 

l.ez.  200.  corr.   220- 

COSTA. 

;>.    I.  .  ..   Pant.    Inf.   22.    curr-    21. 

t  COSTANTISSIMO  .  .  .  .  /;  I til. 
occli.  asg.  4. 

J   COSTAHE. 

%.  VII,    Costar  poco  er. 

^  §.  Costare  un  orcliio  ,  vale  Costar 
tarissimo.    P.   OCCHIO,  §.   LXXV.   (Cj 


c  o  s 

t  5  COSTITUIRE. 

*  §•  /'•''*  Pichiarare.  Cnicc.  Stor.  3. 
l6u.  A  costilniie  il  dura  di  Milano  in  con- 
luinacia  sareMic  stala  necessaria  la  iuter- 
pcllazioiie.   fC) 

*  ^.  V.  A^g.  iiinanii  a  (C)  Galil.  Par. 
2.  Il  IjIo  segurnie  i:  quello  ,  che  1*  an- 
golo forni.!   e   r<i»lilui»re. 

5  COSTITUZIONE.  Togli  T  cs.  Tratt. 
gov.  fvn.  e  faine  §-  come  ir;;ue  :  al 
agg.  in  fin.  *  l:or-;k.  I  e.*.,  l'iur.  S'jS. 
Fere  e  ptiliMi'O  lo  co>lìluxiuiiì  .  e  la  ri- 
fiirma  da  osservarsi  prineipatmeule  dal 
Capitolo,  e  da*  Canonici.  (C) 

t?  §.  Costituitone ,  dicesi  anche  Ciò  che 
prescrive  una  costituzione  ,  una  recala  , 
o  simili.  M  'Prati,  pov.  l'ani.  .  .  .  u.  (Cj 

1   COSTI).  ou.tt.    Peritai. 

^  ^.  A  costo  di  ,  in  /orza  di  prrp. 
vale  /l  danno  di.  Se^ner .  l'red .  Pai. 
Ap.  6.  II.  E  non  sarelilic  quoto  ec.  un 
prodigio  tli  perversione?  .'^tunar  IjuIo  Ì 
vaula^gi  proprii,  clic  avessero  a  promuo- 
versi fino  a  costo  della  lraa<|uillità  uui- 
versale?   fCj 

COSTOLA. 

§.  VII.  .  .  .  J/.  r.  41.  60.  corr.  M. 
P.  n.  60. 

*  COSrO.MANZA.  r.  A.  Costuman- 
za, lisp.  Pat.  i\ost.  4o-  In  <|(l.il  vìzio  elli 
è  più  inchinalo  o  per  natura,  o  per  co- 
sloinanza,  dì  fjurllo  l'assale  più  tosto  e 
più  sovcnle.  f('/ 

t  COSTRUIRE. 

V  ^■.  I.  Agg.  in  fin.  Mcnz.  Cottr.  ir- 
feg.  e.  iQ.  Chi  nel  c-j^lruirc  qualun'pie 
di  quelli  che  essi  chiamano  moti  locali , 
piantasse  in  capo  a'  nomi  ,  o  proprìi  u 
appellativi  rhc  <tieno,  le  pritpusizioni,  co* 
stui  non  giìi  contro  I.1  ragione  ,  nia  con- 
tro  r  liso   pecche) elihc.  (C) 

•f  COSTRUTTO.   Sust. 

•f  3  S-  IV.  AkS-  in  fine.  *  Menz. 
sat.  II.  D*  intorno  lui  celilo  futili  e  fa- 
rinelli Che  a  un  girar  di  occhio  li  snua- 
dcrnan  tutto  ce.  To'  .su,  che  questo  e  il 
primo  tuo  costrutto.  (C) 

V  §.  V.  Agg.  innanzi  a  (C)  f.asc.  Pa- 
rciit.  prol.  Vi  fu  ìnlenderc  che  se  voi 
non  hadale,  e  non  tsljle  allenti,  che  voi 
ne  caverete  poco  costiutlo  (cioè,  1  iu- 
Iciulcrete  poco  ). 

t  tOSTRUTTURA.  .  .  .  Pai/ad.  D^ 
agg.   Au'oit.  i). 

COSTUMATO. 

g.  I.  Aiig  in  Gii.  *  .S\ifl.  Gin-.  l32. 
Dfrleriniiiò  di  non  prima  muovere  .  cb* 
egli  gli  avesse  addottrinati  e  costumati  a 
faticare.  (C) 

t  S  COTANTO  .  Avverb.  Apg.  che 
serve  a  denotare  epnalità  di  tempo  ,  di 
mento, di  valore,  d'estensione,  di  ijuantit'i, 
di  numero  ec.  ed  in  tjuexio  senso  ha  srmprr 
la  corrispondenza  di  iìnanto;  Togli  gli  cs. 
fiore,  nov.   e   /V/r.  e  fanne  g.  cosi: 

^  g.  Talora  serve  a  denotare  una 
quantità  indefinita,  u  Pocc.  nov.  2.  7.  .  .  . 
E  noi.   6ff.   22.    .  .   .    Petr.  Cap.  ^.  .  ,  .  E 

son    63.  ...  I».  (C) 

*  S-  *'*  ^SS-  '"  fi"**  l'Of^-  3P'  7-  "• 
5.  E  lanlu  quanto  tu  so*  più  irincco  ,  e 
più  hestialc,  cotanto  ne  <lìvicnc  la  gloria 
mia  minore.  (C) 

COTENNA. 

t  *  §.  V.  .  .  .  M.  !tin.  RifH.  Puri. 
agg.    I.   2l<|.  e  doiC  ha  Don  corr.  San 

•^  COTÈSTA Assiuot.   corr. 

Cecch.   Arsiuol. 

t  COTICA.  .  .  .   Urb.  agg    l\6. 

•f  COTOtiNA. 

t  g P.i/lnd.  ai:g.    l'Ailn:   ^l. 

COTTA. 

•f  §.  II.  Agg.  in  fin.  if  l  anh.Stor. 
fi.  127.  r.uieiina.  lc%utasì  la  sua  rotta  d' 
ainir  d'in  tul  lo  accio,  te  la  mrsir  tpac- 
•ialanientc  indulso.  (Cj 


cor 

5   COTTO.  Adi. 

g.  V.  Agg.  in  fine.  *  Segner.  Crist. 
intir.  I.  23.  I.  Non  su  se  mai  vi  sia  avve- 
nuto di  sedere  a  canto  d*  alcuno  di  que- 
sii  uhhriacnni   leu   colti.    (C) 

t  COTUr.NO.  . 

5   COVARE. 

*t*  S*  VII.  .  .  .  f  arcn  ator.  7.  agg. 
Xo3. 

COVERTA. 

Ili f#i 


,  .  t'ir.  rìm. 
l'arci, 


CE' 
Slor.   7. 


ìlortll. 


23 1 .   e    dove  ha   conibaltè  . 

Ullv  . 
1       COVERTO.  Snst. 
j         J5!  5-    •  •  ■   frane.  Sncch.  cani,  canlio 

ec.  cnir.   l'riìnc.  Sacc/t.   rini.  26. 

t  COVOLO fallali,  a-g.  tlarz.  1 1 . 

I       «  COVO.NCI.NO Salvm.  Un. 

corr.   Pro..  Fior.  Snt%<in.  leu.  ^.  \.  2^1. 
\   tie\  ruvesrio  ba  ud  faacettn,  o  covoocioo 

di  gran»  »».ll'*  a  uà  rosaio.  (C) 

t   COVONE /</  i'.   8.  r  9.  o,c 

ha   manrlle    delle    primaie  corr.    inaDtlIj 

:     dcMo    pli(ilÌ4Ìe 

i        J   COZZAKE. 

t  g.  Ili.  .  .  .  Farch.  Slor.  10.  j<;j. 
.3u7. 

!  CR 

CRASSO. 

Nò  pu'i  negare  di  non  avere  ad  arte  dìì- 
ìiniuLlo  I'  intelligenza  delle  parole,  per 
gravare  il  Keplero  d'  una  troppo  crassa 
ig'itiranza.  (t  J 

t  CKEATO.  5"»^;.  Togli  dalla  definii. 
Seno,  Allievo,  e  dove  h*  del  §.  II.  corr 
del  g.  V.;  e  deir  cs.  Brrn  .  Ori,  faune 
g.  cosi: 

t  §.  Per  Servo  .  Brrn.  Ori.  2.  l 
42. 


CREATO.   Add. 

'.•  g.  IV.  Corr.  la  dichiarai,  cosi:  Crea' 
to,  in  forza  ti»  su  ti.  vate  t,'  Unìveno  , 
ti  complesso  di  tutte  le  cote  create .  Ed 
agg.  innanxi  a  fCJ  E  Crisi-  instr.  '^. 
9.  4>  ^'o''  ^  dominator  dì  lutto  il  crea- 
to . 

•f  5  CREATURA. 

t  3  ^'.  V.  Corr.  la  dichiarai,  cvù  : 
Creatura,  Jì^urniam.  ditesi  nache  C^tni 
eh' è  ^tato  xolto  la  disciplina  d'  aleuu'i , 
o  allevato,  r  tirala  innanzi  da  lui,  o  the 
deve  a  lui  la  sna  fortuna,  o  la  cariia  a 
cui  è  inntzato.  —  E  defili  es.  C,  /'.  B. 
ttO-  5.  e   Porph    f.inne   g.  coù  : 

^  ^.  Si  due  che  un  Cardinale  i  err.i' 
tura  del  tal  Papa  ,  per  ncctnnare  che  e 
stato  promosso  al  Cardinalato  da  ifiiel  ta! 
Papa.    «>  G.    r.  8.  80.    5 -.  (C) 

!>  g.  Creatura,  dtceti  altresì  a  Col"i 
che  s'  apposf:ia  ad  uno  pin  potenti  dt  s-  . 
per  esserne  di/e.*o  e  protetto,  m  Bvrgh. 
Orif,'.   l'ir.  258 -.  (C) 

•f  CREDENZA. 

t  5   g    VII.    Per  Setrrtrsza  ce. 

^  §.  Oa'te  por  credenza  ad  atcunft  , 
vale  /)irgl$  alcuna  coia  impenenttoglt  di 
non  ridirla  .  I  anh.  Erco/.  232.  Se  vt.i 
non  favellale  altramenle ,  io  il  vì  terrò 
>ef;rrto ,  ancora  che  non  mi  puaghiate 
eredriita,  perche  non  intendo  coia ,  che 
vi   diciate-   ((*) 

t  S-    ^VIII Bern.   nm.    agg. 

I.    8;>. 

ìi\   XXII E  14.   537.  coir.   L  vi). 

536   —  Errore  di  Crusca. 

CRKDENZIALE. 

g.    Lelfrra  creJemiale  ec. 

*?  g.  /;  Credenziale  tsolulam.  vmtt 
lo  slesso.  Il  I  ocahot.  alU  /'.  CREDE>- 
ZA,  g     XXII.  (C) 

CREDERE. 

t    S      II     .       .   Iì^mk.     Pf  *^ 

146. 


e  n  E 


e  n  o 


e  TJ  e 


i8;S 


*  §.  X.  ...  X  iV.  MaiU.  corr.  Vii.  ' 
S.   M.    Vnrfrf. 

f  #  §.  XIII Stmec.  93.  corr. 

S^nec.  J'ist.  93.  —  S.  Gio.  Gitati*,  corr. 
Ut.  S.   Gio.' Oli  al  b. 

Cr.EDICILE. 

f  *  g.  1.  . .  .  Bocc.  Urb.  agg.  14. 

CREDITO. 

*  g.   II Jr.  Leu.  5.  9.    corr. 

4-  9- 
t  CREDUTO.  .  .  .  Cran.  Morell.  agg. 

360. 

Cr.EPATO. 

t  §.  1.  ...  /ìeilor.  Tuli.  ajg.  107. 

•+•  CliESCE.>Z\.  .  .  .  l'allait.  agg. 
Febbr.   17. 

t  CRE.SrELLO.  .  .  .  J'nrcb.  rini.  agg. 
buri.  1 .  l^\.  f  dove  ha  crespelli,  /f^jji  cre- 
spelli. 

t  J   CRESTA. 

§.  V Tac.    Dai:    Ann.   5.    123. 

corr.  (>.  123. 

f  CnESTOSO Mali.   Franz. 

rim.  buri.  aj;g.  2.  1 18.  e  dove  ha  o  gal- 
letto /fe^.    e   ;^.illetlo 

t  CKKXOSO Pallad.    agg. 

CA/I.    6. 

•fCHIATOKE.  Agg.  in  fin.*  G:,ilt. 
rim.  1.  207.  Poich'eli' è  crìalor  d' iuoa- 
moranza.  fCj 

*  ClìlMl.NAZIONE.  A!  y.  6.  oi-e  ba 
opposi  e  con.   apposte 

t  Cl'.lOCCA  ....  Camp.  Mani.  agg. 
32.  e  Oi-e  hi    e  in  leg^i  ®  '^ 

•f  CRISOLITO.  .  ..  l'assai',  corr.  * 
Passai-.  —  E   in  fin.  agg.  fi) 

t  Cl;!STlA:Xn"A'  ec.  .  .  .  K  altrove  : 
corr.  ]■:  355. 

CRISTIAXO.   Aild. 

'ì*  §.  Cristiano^  per  Universale,  Uni- 
versa! mente  ricevuto  t*  usò  Dnnt.  IH. 
nitox:  3;".  Conciossiacosaché,  secondo  To- 
lomeo, e  secondo  la  cristiana  verilà  nove 
sieno  ^li  cicli,  che  si  muovono.  (Cj 

•f  *  CRISTO. 

■V  g.  Cristo  in  .Sacramento  ,  lo  stes.io 
che  J-'i;i\trislìa  .  Ar.  Far.  1^  8.  Che 
suore  e  frali  e  hianclii  ,  e  neri ,  e  higi 
Violato  hanno  ,  e  sposa  e  figlia  ,  e  ma- 
dre ;  Gillatu  in  terra  Cristo  in  Sacra- 
mento ,  l'cr  torgli  un  tabernacolo  d'  ar- 
i;rnlo.  (Ci 

CRITICANTE  . 

*  §.  /;  in  forza  di  Susi.  Salvia.  Pros. 
Tose.  I.  457-  Si  e  assunto  ce.  di  opjior- 
ve  un  tal  tjual  argine  ec.  all'  univcrsal 
l'iciin  di  svogliali  giudizii,  di  sopratRnì 
teosuratori  ,  ce.  e  d'  inesorabili  crilican- 
li.  (C) 

CRITICO.  J.t,I. 

§.  A/  V.  6.  dove  ha  e  ili  corr,  e  de' 
ili.  —  Errore   cU  Crusca. 

cnocciiio. 

V   £.    IV.  ...  ^  o!troi.-e:  rorr.  E  2^5. 

*  CROCODILO.  Aj;j;.  io  fin.  E  lelt. 
Tomit.  3.  Intanto  ordnuite  che  di  verso 
l'Egitto  gli  si  mandino  una  torma  di  ero- 
rodili  per  guardia  della  vigna.  (Cj 

CROIO. 

3  §.  I.  Togli  l'es.  Tcsorett.  Br.  2i. 
21^.  e  fanne  g.  come  appresso. 

■f  §.  II.  Corr.  la  dirhiaraz.  ed  allega  V 
es.  come  segue:  Croio,  vale  anche  !\Icsto, 
Malinconiiro,  Ditlam.  i.  {^.  Peicb' ella  si 
parilo  dideiile,  e  croia.  Ed  io  limasi  qual 
rinVan  mlui  Che  f,»  tra  se  di  sua  vittoria 
^ioia  .  E  poi  agg.  *  iiintt.  rim.  i.  i3. 
Poi  piacere  Iin  di  nota,  Bella  vita  dì  croia, 
!>'  atidtro  amor  tanta  compiuta  amanza  , 
E  di  tuli' unta  orraoza,  Santa  rcli^ion  di 
uicadan  lo.'t).  fiim.  ant.  .'tir.  da  I, entità. 
I.  2y2.  La  mia  vita  è  croia  Sanza  voi 
vedendo  (senza  veder  voi).  Cantando 
^bi  vo.  (C) 

^  ^.  f'cr  Malvapo,  CfUfieh,  Inuma* 
hl».    t,t,i{t.  r:n:.   X.   i63.   Ch'  a  dannaggìo 


ed  a  noia  Mi  sod  tolto ,  ed  a  croia  Gen- 
te ,  e  fello  paese  .  Rìnt.  ant.  rnnnuccio 
dfl  fìnijno  .  \.  356.  l'oi  che  tra  genie 
croia  ec.  OinioiMr  nii  conveni".  7"ni",  Hit. 
pn'.-iso  i  IJi-p.  23.  Certo  Sire,  disse  lo  scu- 
ditre,  fjucsli  e  un  ciivaliere  duro,  e  croio, 
il   (pi.de   è    in    ;ilcun  grande    peccato.  (C) 

•■-  ^.  Lini^na  croni  ,  vale  {.insana  .ffr- 
pehtina,  morilnre.  Rnn.  ant.  jl/t-.^xcr  Po/o. 
I.  127.  l'oìclic  lo  suo  splendore  è  apparilo 
Le  lingue  croie,  v,tghe  di  nialdìre,  Tro- 
nan   piirlaiido,  ed  Iiannomi  ferito.  (C) 

•'?  ^*.  /Vr  Trascurato  ,  Pìf^ligcnle  . 
«  Tc.iorett.  Br.  21.  21^.  Ed  è  in  tanto 
tormenlo  l  vfii  imn  />iiò  vendi  'or.fi).  Che 
non  ha  pensamento  Di  ncua  lieti  che  si.i. 
Ma  tanto  si  disvia  Che  non  sa  miglio- 
rare, ^èJ'en  cominriarc;  Ma  croio  e  ni- 
ghiltoso  E  'n  ver  Diu   glorioso.   (Cj 

V  §.  Per  Che  fa  vergo^.ia  ,  Onto.ro  . 
f!iin.  ant.  di  Bacciaronc  .  I.  ^l?-  ^'a 
quei  che  orgoglio  e  baldanza  hanno  croia, 
E  vuolno  (vogliono}  muoia  umiltà  vera. 
La  lor  mainerà  (maniera)  centrar'  è  di 
bene.  (C) 

•S  CKOMCAMENTF..  Avverò.  In  mo- 
do cronico  .  l'nrch.  T.ez.  Dani.  I.  277. 
Quando  alcuna  stella  esce  fuori  dell* oriz- 
zonte di  notte  ,  sì  chiama  nascere  croni- 
camente. (C) 

*  CltO.MCO  .  Add.  Terni,  astrai. 
Temporale.  Varch.  Lez.  Dani.  I.  277. 
Quando  alcuna  stella  esce  fuori  dei!'  o- 
riizontc  di  notte  ec.  il  nascimento  suo  si 
dice   cronico,  cioè  temporale.  (C) 

J  Ci;0ì\0LOGrA Viv.  Sag^, 

Op.  Gal.  97.  corr.  f^iv.  Bagg.  Op. 
Gal.  97. 

t   CKOSTA. 

'?  g.  Cro.ifa,  dicesì  anche  Qttell'  invi- 
luppo duro  di  cui  .tono  Jorniti  gli  ani- 
niiili  crostacei  .  Bed.  Idi.  2.  26.  (  Ftr. 
1779)  Se  ne  può  veder  la  Gj;ura  ec.  nel 
lihro  eh'  egli  scrisse  ,  o  per  dir  meglio 
copiò  degli  animali  marini  crustacei,  ov- 
vero annali  di  crosta,  che  voi  altri  Livor- 
nesi con  proprissimo  vocabolo  solete  chia- 
mar pesci  armati.   (C) 

t   CHOSTATA Cron.    Veli. 

a  SS-  90- 

;:sCKUCCIARE.  Al  v.  6.  ove  ha  Sai- 
vin.  corr.  ".  Sah  in.  E  al  v,  9.  ove  ha 
grado  w.  (C)  corr.   grado.  (C) 

f  *  CRUCCIETTO.  .  .  -  l'arch.  rim. 
buri.   agi;.    I.    33. 

•f  CRUDELTÀ'  re. 

*  g.  I.  Agg.  in  fin.  Fir.  A.t.  2l3.  E 
poiché  egli  eldicro  cercalo  un  pezzo  lo 
trovarono  sbranato  in  mille  pezti  ce.  la 
qual  crudcilh  io  in*  indovinai  subilo  che 
era  stata  falla  dai  denti  di  quella  orsa  . 
Sen.  Ben.  !  arch.  1.  IO.  Un'altra  volta 
sì  faranno  e  privatamente  e  pubblicamen- 
te infinite  crudeltà.  (C) 

i?  CRUSCONE.  Dìcesi  d'  Uomo  dipo 
co  giudizio  .  l'arch.  Lcz.  Dani.  2-  q5. 
Che  diremo  di  ec.  cruscone  ,  nebbione  , 
habbione  ,   dondolone?  (C) 

t  ì!^  CULSTACEO  .  L'  es.  Bed.  Icff. 
Allegalo  cosi  :  Bed.  Lelt.  2.  26.  (  Ctr. 
1779  )  Se  ne  può  veder  la  figura  ec.nel 
libro  eh'  egli  scrisse,  o  per  dir  meglio, 
copiò  degli  animali  marini  crustacei,  ov- 
vero armati  di  crosta  ,  che  voi  allri  Li- 
vornesi con  proprissimo  vocabolo  solete 
chiamare  Pesci  armati. 

C  U 

•f  CUBICO-  Ag-.  in  fin.  A-  Viv.  Bex. 
.rol.  prop.  53.  La  conoide  nata  da  una 
parabida  cubica,  essendo  fermata  colla  base 
nel  muro,  resiste  egualmente  in  qualsivo- 
glia delle  su«>  sezioni.   (C) 

t  CUBICOLARIO,  ec.  .  .  .  Al  v  4. 
■  e  5.  ove  Ita  cubiculario  corr.  cubicolario. 


CUCCIOLO.   Sn.U. 

§.  !.  A;:g.  in  fin-  :'•  Cnrcli.  T cz.  Vani. 
2  94-  Non  si  dite  d'  uno  die  sia  sem- 
plice, puro  e  soro,  e^h  è  cniciolo?  (C) 

t  CUCITO.  Add.  .  .  .  nera.  rim.  agg. 
1.    C)2. 

CUCITURA.  Agg.  in  fin-  ;'.:  1'a.i.  Op. 
Vii.  2.  ^39  Col  diset;rii)  di  costui  furo- 
no r.itte  per  san  liiovjiini  tb  Eiorenza  due 
lonicelle  ed  una  piancla  e  piviale  di  broc- 
cato riccio  sopu  rimo,  tessuti  lutti  d'  un 
petto,  senz*  u!i  una  rucilur.1.  fìvlltn.  Disc. 
I.  24.'».  Che  fate  voi  delle  vostre  tele? 
voi  non  ve  ne  va'cle  quasi  mai  di  esse 
intcìe.  n»a  ve  ne  v;delc  j  pezzi  ec.  e  questi 
pez^-i  en.  voi  gli  ultarc^itc  poi  insieme  eoa 
mille  generi  di  cuciture.    (C) 

CUCILO.  .  .  .  Antm.  Ant.  28.  2.  6. 
corr.  28.    2-   5. 

t  CULATTATA.  .  .  .  il/.  Sin.  rim. 
buri.   a-g.    I.   212. 

CULÌSEO. 

f  g.  .  . .  Bern.   rim.   ngg.    I.  98. 

•j  CULO. 

f  2.  I.  .  .  .  Bern.  rim.  agg.  I.  Me- 
si' §.  Avere  un  culo  che  pare  un  vi- 
cinato, dicesi  ipcrliO'icani.  di  Chi  ha  un 
sedere  estremamente  ìì> an<le  .  ^lalm.  3. 
5l.  Ed  ha  un  culo,  che  pare  un  vicina- 
to. (C) 

'^  %.  Dare  il  cuh  a  leva,  vale  Alzar- 
lo  chinandosi ,  ]i/-ilm.  7.  20.  Mentre  si 
china,  d.indo  il  culo  a  leva,  Ei  fece  un 
capitombolo  nelP  acqua.   (C) 

t  §.  X.  .  .  .  Cron.   Morell.  agg.  33o. 

CULTIVAZIO.NE.  ...  Borglt.  Colon. 
368.   corr.   fJorgh.    Colon.  Bom.  368. 

CU  Oli  E. 

•f*  §■  L^T.  •  ■  -  Air  es.  Cron.  Mo- 
rell. agg.  248.  e  air  es.   Bemb.  AsoL  1. 

^ss-  4-  .        ,     .  ^ 

g.  LXVII.  Al  V.  5.  ove  ha  rinforzalo 
corr.  rinforzate 

t  §.  LXXXVII.  Togli  questo  g.  po- 
nendo in  fine  del  g.  anlecedeule  il  se- 
gno 5 

-{■  J   g.   XCIV.   Soff'erirc  il  cuore  ec 

CUPIDLSSIMO  .  Al  V.  4.  ove  ha  {') 
Salvia,   corr.    '^    Salvin. 

t  n  CUPIDIT.V  ec. 

V  g.  Cupidità^  Jtt  d'-llo  anche  in  buon. 
.lenso,  Gnicc.  Slor.  lih.  6.  Ma  più  degno 
d'  esser  celebralo  il  proposilo  loro  ,  se  a 
tanli  pericoli  e  fatiche  li  avesse  indotti, 
non  la  sete  iinniodeiala  dell'  oro  ,  ma  la 
cupidità  di  date  a  se  stessi,  e  a'.;li  altri 
questa  notìzia,  o  di  propagar  la  fede  cri- 
stiana. fC) 

t  CUPO.  Add.  .  .  .  Pallad.  agg.  A- 
gosi.  8. 

g.    V.   To-li  in  fin.   (•) 

v  g.  Cupo  j  dicesi  anche  della  T'oue. 
Buon.  Ficr.  2.  4-  ^2.  Senti  conserto) 
udite  sinlonia  Di  mortai  risonanti.  Più  e 
nien  rupi  a  far  bassi  e  soprani  I   (Cj 

CUIOLA  . 

§.   l.   Togli  in  fio.    {•) 

3  CURA. 

g.  XL   Aversi  rara  ec. 

V  §.  Ta'volla  vale  anche  Prendersi 
guardia  ,  .Stare  oli'  erta  .  Slor.  Eur.  3. 
5|.  E  rivelandogli  qu.)nto  avesse  e  visto 
e  udito  dalla  boera  dello  Arcivescovo,  lo 
confortò  ad  aversi  cura.  (Cj 

•f  CURANTE. 

*  g.  II Bed.  Lea.  agg.  I.  445- 

CURARE. 

3  g.  E  .  .  .  Ic'^g-  Sp.  5.  corr.  Legg- 
Sp.  S.  35o. 

CURATIVO.  Agg.  in  fine.  *  GaL 
Sist.  265.  Più  facili  sono  i  rimedii  pre- 
servativi, che  i  curativi.  (Cj 

CURATO,    /fdd. 

'A'  §.  Per  Medicalo.  Segr.  Fior.  Sior. 
5.  122.  Ancoraché  il  ferro  vi  fosse  oc- 
ccssario  ,    pcccbercblic   molto    più    1    I»- 


i8;6 


C  U  R 


sciarle    (U  infermità)  iorurate,  che  co- 
rale. (C) 

*  tUnATRlCE  .  Togli  1'  es.  T'il.  S. 
M.   iladd. 

*  CUIIIAI.K.  Jild.  Di  ni  ria.  Sr^r. 
/''ior.  Iftt.  26.  In  suU'  lisfiu  mi  spoglio 
(JUpIIj  \rì1e  ruiitjiliiia  ,  piena  Hi  fidii^u  e 
di  luto,  e  mi  nifUu  pauui  civili  e  curia- 
li.  (C) 

*  CUIt]XA  .  Sorta  Hi  vr/ito  tra  po- 
nente e  mnfxtro  .  'l'nv.  Hit.  Al  quiiilu 
(  dì  )  il  \c\o  Jue  \ciiti  cunlruiii,  cioè 
sirocco  ,  e  rurina.  (C) 

sii  CUIUOSITa'  ec.  Apg.  in  fin.  Ces. 
lìtscr.  i'\'sl.  IO.  Quanto  dlld  munirà.  ro.<-se 
)>ella  al  po&siliile,  ma  nua  di  sullvticu  alta 
curioìiià.   (Ci 

*  S-  ^  AgS-  in  fin.  ì'f^s.  Op.  l'it.  2. 
3.  Non  »olu  n<<n  &i  sono  ronlcnljli  iti  lur- 
rare  scn)plirFnicnic  i  ra&i  »rguiii ,  nu  rnn 
ogni  diligenza,  e  ron  nugjjior  runo-siià 
che  lianiio  |ii>iuio  ,  sono  ili  iuvc»ii^an<lu 
i  modi  ,  ■■()  i  niczxi,  e  le  viu  clm  Launo 
u&ali   i    v.ilpnluoiniiii.    (C'J 

t  g  tumoso. 

§.    IV.    Togli  in  fin.   (•) 
CUKSOliE. 

■f  ^.    1.    .   .    .    lìtrn-   rim.  con*.   Mnur, 
rini.  harl.  \.  82- — Errore  di  Ciu&ca 
CURVO. 

*  g.  II.  Allrgaue  es.  J'anh.  Lez, 
104.  l-e  lince  dirette  si  sono  piegale  iu 
«urve  e  toile.  (C) 

t  CUSAI^E. 

■f*  §.  Al  V.  10.  ove  ha  lìint .  ant.  cott. 
#  ftim.  ani.  —  l'-d  agg.  in  fin.  (f/  Cron. 
l'eli.  3i.  Immauliucuie  si  &i  cusò  mor- 
ta.  (Cf 

CUSTODIE. 

^  §.  Difesi  Iti  proreth.  Chi  semina , 
e.  non  ciiilofie  /Issai  tnhola,  e  poro  go- 
de ,  e  vale  Che  a  voler  tran  Ji  itflo  ila 
ciò  che  si  è  seminato  conviene  avente  fo- 
ra.  Soiier.  Colt.  ii.DÌ4|ui  viene  cerlifi- 
catissinio  il  provetl>iu:  Clii  scniina  e  non 
custode.  Assai  tiil)olu  e  poco  gode.  (C) 

D  A 

DA  BANDA  .  j4g^.  in  fine.  —  Testo 
comauda .  >-/r.  lur.  ijo.  ((i.  Quando  da 
terra  una  tempesta  rea  Mosse  da  Landa 
impetuoso  assnUo.   1  C) 

^.-   DA   BASSO-   Apg.  in  fin.  (C) 

5  DA  CHE.  Togli  1' es.  l'av.  Hit.  e 
fanne  g.  rosi  : 

^  §.  fia  ihe  ,  talora  vale  Perchè  .  m 
Tav.  Hit.  Vìa  che  \olcle  con  nni  lialta- 
glia,  dissono  i  ravaliirì?  5ì  voglio,  di>se 
Girone,  se  voi  la  volete  difendere.  (C) 

DA  CIO'.  Aj:p.  in  fin.  *  /■;  nov.  77. 
27.  Ed  lio  il  più  l>el  destro  da  ciò  del 
mondo.  (C) 

#  §.  Indetto  di  Cosa.  Ces.  Vit.  Cons, 
5j.  Foste  per  via  ,  o  negli  allierglii  tro- 
vava luogo  e  tempo  da  rio  (da  oraztoni}. 
V.  Vit,  Crisi.  3.  3o2.  l'erlczione  specifica 
dell*  uccello  si  e  il  vtdjre  ,  avendu  djPa 
Datura  le  ali  da  ciò.  /:  Pros.  22p.  Fin  da 
t|uesla  mattina  ec.  appostai  un  colai  altro 
luogo   da   ciò.   (('} 

DAODOVbKG. 

t  S-   II-    .  ■  •   Cron,  Moreli.  agg-   3i5. 

>7  DA  DISCOSTO.  Ponto  awerlnnlm. 
vale  lo  stesso  the  l^a  lontano.  Lui.  pro- 
cul.  l''ir,  Pise.  nn.  3(».  >ò  vi  stelle  gua- 
ri ,  che  egli  vide  assai  da  discosto  rUor- 
nare  il  Carpigna.   [C) 

DADO. 

•f  %.   IV.   Togli  in  fin.   i^) 

t   S-   VII.  .  .  .  Cron.   Morell.   apg.  291. 

t  §.   XIII Croi.   yni.  agg.  97. 

«  DA  L\rtr.O  jil  V.  5.  ove  ha  ma 
ne  corr.  me  n»; 

DAMA. 

*  S-    '*     Al  ^     5.   o^M   *ia  (•)  corr.  f//; 


D  A  M 

S-  IV.  Pori.-!  (|ui  r  ti.  G.  V.  che  i  al 

§■  seg.  allegaiid<ilo  cosi  :  ^  m  G.  /'.  7. 
l5l.    l.  ...  ».   (C) 

5     .   V.    -r^Kli  I'  es.    C.  V.  7.    i5l.  1. 

DA   MO.NTE   A    VALLK. 

*t    §■    P'fratnnt     Cnrreggi 

DA    .\rO.%Tfc.   L  DA  VALLE. 

DANAIO. 

•f   t.   III.  .  .  .  Cron.    Veli.  igg.   tSp. 

t  DAIVAhOsO.  ...  lardi,  òtor.  IO. 
a-g.   3o6- 

D*N.\rr.CIARE.  Togli  il  §. 

DA\AL\OI  E. 

§.  Ag^.  in  fin.  *  /tiirel/.  Jìiat.  106. 
I  priiiriputi  liiiiiiii  sono  danm-vuli  a  chi 
li  ie).-ge  ,  qudnluoque  gioscvoll  agli  al* 
tri.    '  I  f) 

3   DA.NNO. 

3  g.  III.  'J  o^^Ii  gli  cs.  Malm.  e  Cecch. 
e  renili-  §.  co-i  : 

:;:  g.  Mio  danno f  se  ec.  maniera  di  di- 
re dttiotnate  t  Hlio  sia  H  donno  ,  se  av- 
viene quello  che  io  dico,  m  Malin.  \X. 
49.  .  .  .  »..  Cecih.    i'rov.   72.    ...    iCl 

•I-  g.  l'anno  ernrrgi-nie,  terni,  de'tti'n» 
risti,  e  vale  Qtiet  tlaiiiio  che  succede  dal 
non  estere  rendulo  altrui  al  tempo  con- 
venuto ,  quello  eh*  e t: li  avea  prestalo ^  e 
di'.Csi  anthe  ili  Qnalunqne  danno  i lic 
cniergn  da  cl/eahcssùt .  V.  E.MEUG£>- 
Ti-:,  g.    II.  (C) 

•f  DANZA. 

*  §.  l'ama,  vale  spesso  Qualunque 
molo  regolate,  nias*ìiue  di  h'illnf:lia  . 
I.'crn.  Ori.  |.  2.  5.  Colse  il  nemiro  suo 
a  (està  ignuda.  E  si  credeva  sema  dul»i. 
tanza  Finita  con  quel  colpo  averla  J,in- 
la  .  /•-  58.  O  Cri^tianacci  ,  side  vni  già 
slanihi?  Evvi  incicstiula  sì  (usto  la  daii- 
"7  (t) 

3  DA  PIÙ'.  Togli  r  es.  JJocc.  nov. 
39.   2.   e  fanne  g.  così: 

^  g.  I\sser  d'I  più  d'alcuno,  vale  es- 
sergli superiore  iivf.'a  condizione.  «  Bocc. 
nov.   3i).    2.  .  .  .  w.  (I  J 

3  DÀ  POCO.  Togli  Pcs.  Lasc,  Spir. 
e  fjnne  $■   cosi-: 

'.'  §.  l-sser  più  da  poco  che  alcuno  , 
vale  J  s-terfi/i  in/enort  in  checchessia  . 
-  Lase.    Spir.  5.   7.    ...»».   (C) 

DAPPIÈ  ec G.    r.   7.   34.   JO 

corr.  6.   34     10. 

•f  DAPPOCAGGINE. 

^  §.  Per  astone  d'  uomo  dappoco  . 
fine.  Mari.  lelt.  68.  .*ic  Ali-ssandro  me 
la  conferiva  ce.  non  )*  arci  lassato  iocor- 
rert*   in   que>ld   duppoca^gine.   (C) 

•f  DAPPOCO  .  All'  es.  liocc.  lelt. 
agg.  Pia.  lioss.  272.  e  air  cs.  l'arch. 
òtor.    10.  a;.g.  307. 

t  DA  PRINCIPIO  ec Ucmb.  Pros. 

»gg-  ^-   198- 

^  DA  QUEL  PUNTO  INNANZI.  Al 
V.  4.  Dir  hn  non  an<larono  insieme,  corr. 
Don   niiiLrouo  più  insieme. 

DAHE. 

*  g.  VI.  Jl  V.  IO.  ove  ha  Che 
era  corr.  Neil'  acqua  eh*  era  —  e  togli 
la  p.ireiilesi  al  t,    1 1. 

^  g.  I'ai-e,per  Pare.  Imperf.  V.  Tih, 
P.  I.  T.  II.  45.  Questo  \eramenlo  di- 
Icllo  si  è  pioporxiouato  a  fiIi>tofo  re.  e 
se'ita  finirsi  di  cestire  dar  venti  passeg- 
giate alt' oinlira  pei  viali  di  questo  giai - 
dillo   pieno  di  fontane,  (f^) 

^  g.  Dair  ,  si  dice  anche  delle  cose 
che  fanno  un*  impressione  troppo  Jone 
al  /ifl»o,  «l'/rt  testa,  o  simili.  j4lief.  23a. 
Ond' ella  senta  Ct>me  il  vin  d'a  uri  capo 
e  addormenta.  (C) 

3    DAHE  AU   INTENDEPE. 

g.   Ili M   iìocc.  nov.  corr.   tf 

M  fìoce.  nov. 

DABE   ANIMO. 

t  g.  II.  . . .  li.wh.  Asof.  I    ->-:    5fi 

^  VKXKV.   A    lEKRA. 


DAR 

"^   g.   I.    Dare  a   terra  ec. 

DAl;E  A  TBAVEH.SO-  .....  Lase, 
Cen.  I.  9.  4.  corr.  Lasc.  Cen.  i.  nov. 
4.91. 

9  DABE  AUDIENZA.  ...  Al  v.  9.  ove 
ha  l'ur.  corr.  *  <■  /'.  /  ur.  —  E  dove 
ha  —  stima.  (  I  )  corr.  sUma  i-  ,  (B) 

DAHE   CALCI. 

*  g.   I Porfih.   Coli.  4o3-  corr. 

Jìor^h.    Col.   lai.   4o3. 

DAHE  CARICO. 

g.   I.  .  .  .  Tac.  Dav.  Stor.  3.  323. corr. 

3.  325. 

DAHE  COMPAGNl'A  ec.  ,  ,  .  Boic. 
ì'it.    linnt.  341.   enrr.    24l. 

3   DAHE   COMPITO. 

t  *   g.    I.    Agg.   in  fin    {Ci 

DARE  CONI- UNIONE. 

g.   .  .  .    Coli.  Ah.   Isaac.    l5.  cori-    17. 

3  DAHE  (ROLLO.  ...  £  ai  49 
corr.   Ar.   pur.   21.  49- 

^  I)A1;E  di  NASO  IN  CULO.  oorr. 
<:    DAHE   DKL  NASO   IN   CULO. 

DARE   DENIHO. 

•'■<;   5;".    III.   ■    .   -    Galli.   Cap.   Tcg.  a^g. 

DARE  D'  URTO Piion.    Pier.   i. 

4.  cnir.    1.46- 

DARE   ECCLZIO.NE Segner 

^Innn.   Mnpg.  coir.  Segner.  3lann.  Mari. 
—  Errore  di   t  lusca. 

t  DARE  FACCENDA.  .  .  .  A^n.  PanJ 
agg.  2-- 

t  DAnn  CBAZIA  ce. 

^  g.  par  grazia,  vale  anche  Assolve- 
re dalla  pena  .  ^erd.  Pit.  Jan.  28.  Il 
Papa  diede  grazia  a  lutti  i  handili  e  fuo- 
ruscili, e  li  li'hijmó  dentro  la  c'iM^.tCj 

^.'  DAHE  IL  HUON  PER  LA  PACE 
/'.  BUO.NO  .  Susi.  g.  1X1.  {€) 

"   DARE   IL   FILO. 

DAliE   IL  OAMBKITO- 

3  g.  To-li  r  ti.  Cron.  Mortll.  e  fan- 
ne g.  cosi: 

^  g.  A"  Dare  il  gambetto  a  uno^  vale 
•^fisuiatam.  Stacciarlo,  m  iron.  Mot  eli. 
'278.    ...    n.   (1) 

DARE   IL   TRATTO. 

f    g.    II.  .  .  .  lasc.   r,m.   agg.  1.  I97 

DARE   IN  ARBITRIO  D'  ALTRI 

Srgner.   Slor.  corr.   Sega.  Stur. 

DARE    INNA>ZI. 

•'••  g.  l'cr  Tornare  a  mentCf  Sovveni- 
re .  Ces.  l'ros.  270.  lo  vo*  ooodimeno 
accennarvi  un  nome  che  mi  dà  inoanii , 
ed   h  Po»la.  (() 

#  g.  /i  neutr.  pats,  nello  stesso  si- 
pnif.  (>r.  Pros.  25).  Ora  a  ine  si  dli 
innanii  i\  «et  Ito  portare,  che  porterà  Lene 
de' Itrgli  usi  in  metafora.  (C) 

DARE   IN   som  E. 

#  j;.   Poni  r  es.  Ira  le  virgolette. 

:::  DARE  IM  E.NDKHE Oli,  C«m 

Dani.   2.    17.   corr.   I'».  Com.  Inf.  2.  I7. 
=:=  DAHK   LA  PETIZIONE. 

*  DARE  LE  PENE,  l'agare  il  fio.  o 
la  pena.  Lat.  dare  poena».  l'arch.  I.ez. 
Pani.  2.  36.  Essi  ste»H  (gli  assaliti  dm- 
gli  stimoli  drlla  carne  )  t<^rmeotaDO  »A 
of.tì'  ora  se  medesimi ,  e  danno  le  pe- 
ne dilla  inleiiiperauu  e  incontÌDenia  lo- 
ro. iCi 

tf  DARE    LIMOSINA  .   Al  v.   5.  ore 
ha   eIrmoMiie   cvrr.    Iimusìo* 
DAHE   LUOGO   ec. 

*  S     1^'-  ''"'"  l*'^go  fC. 

g.   \  III.  .  . .  Partt.  l'urg.  53.  coir.  33 

DAHEMEMOMA.  Agg.  m  fir.«  Tas*. 
Ger.  i5.  32.  Canti  ella  Alcide  e  Bacco,  e 
di  te  solo  Basti  a'  posteri  luui  eh'  «lifuan- 
lo  accennr  ;  Cl'e  quel  poco  dari  lun^i 
memoria  Di  |H}ema  degnissima  e  d*  isio 
ria.   (Ct 

DARE  NCctl  OCCni  te.        .  àUi 
FrcnZ.    ìtiiv.   hurt.   «gg.    a.    1^3 

:;-   DAI. E  NEL  DIE. 


»  A  h 

IlARE    OCCHIO.  r    „    r.    h 

.^  g    IV Cccch.  Esali.   Cr.  l\. 

corr.  4-  7* 

J  DABE  OPERA  ,-      e    -<„ 

t  «  g.   V.  .  .  .  «Off-    Pi'-    f^'    •*•  ^''• 

'*+'d°Ì}'e  OBECCHIO...  Bofc-  yi""''- 
,gg.    4;.  <•   o.e    l.gi'   ''"""<■    "'■'■•    *■*" 

J  DARE  PASTURA.  Togli  I  cs.  Jr. 
sai.   2.   e  fanne  g.   cosi  : 

#  S.  Dar  pa<l„ra.  vi/e  n"'^'"'  •""■ 
Mre%d  usasi  così  al  propno,  conu  al 
figuralo.    -  Ar.  sai.   2.   .  ■  ■   "■   <^l 

DARE  QUERELA  .  .  ■  ■  £>«"•  ^"'""■ 
85.  corr.    /)"'■.   .Vritm.  83. 

t  DARE  HESQUITTO,  ec.  .  .  .  '  orrt. 

Star.  9.  ags    22t>. 
S  DABE  SPESA. 

«  §.  IV.  .  .  •  ^f--  ^^    4-  °-  ""• 

'**DARE  BNA  TARDATA.  Figura- 
tam.  Citare  «,.  mollo  pnngenU  verso 
alcuno.    1:  FAR  DAT  A.   (O 

*DARE  UKA  GIRAVOLTA.  J.  GI- 
RAVOLTA, ff; 

DARE   UNA   SCORRIBANDA  ec.   .  ■ 
Ciriff.    Cah:   5.  7^-  ■="'■■■■   3-  75. 

f  DARE  UN  PUGNO  IN  CIELO.  .  . 
Lasc.  rim.   agg.   1.    iSo. 

DARE.   Ali./'-,  r""-  .,  ,, 

•+  3    S    Vili.  /.fi.  '■""    53.  corr.  :):>. 
t  *  g.  XXXVIll.  ...  J/"«-   f'""-- 
Rim.  buri.  agg.   2-    'Stì. 

p    SLIl '•''•''"'^-   •'"<■'■"■  "'"'•  '^ 

corr.  l3;.  e  dove  ha:  oflliiale  «rr.  offi- 

'''''*  fi  Darti  frtlla  ,  raU  Jffrellarsi  . 
Cis  Pros.  269.  La  maleria  ci  vien  lau- 
to mollmlicando  Ira  mano,,  he  la  sera  ri 
coglierà  >lic  uon  saremo  uscUi  a  pena  d, 
questi  verbi:  di  che  farmi  doverci  dar 
frena.   (C)  „., 

f  §.  LV.  .  .  .  Lemb.  As.  2.  agg.  BJ. 

DATA.  ,.    . 

#   §.  Vili.   Vaia  ,  ne-  giuochi  di  cor- 

'«  fi  Giuoco  di  dola,  dicesi  Quello  in 
cui  r  avversario  è  lenulo  a  rl.tpondere 
colle  carie  del  medesimo  .teme,  die  sono 
^M(e  p.ora-e.  r.  R15.P0NDERE    fO 

*  e  /•■  Daia,  diconsi  aw  l,e  le  carte 
giocate  ,  onde  Ri.'pomlere  alla  data,  vale 
Giocar  una  carta  del  seme  delle  già  gio- 
cale. (Ci 

+  *  DATARI  A  ec. 
V   §.  Si  dice    anche    della    Dis"i'a ,  ' 
Carica  di   Datano.   (C)  .     ,.   ^  ,     . 

if  DATAIll.^TO.   Dignità  di  datano. 
Serd    III.   Ina.    li-  Fu  poi  da   Sislo  IV. 
al  daUrialo  ,  ed   al  Vescovado  di  Mallella 
promosso.  (Ci 
DATO.  Jdd. 

=;:«.  VII.  Apg.  in  6n.  Fir.  leti,  donn 
Prat  336.  Dala  in  Prato  .1  di  olio  di 
Gennaio  l54l    (C) 

#  S  X.  Innaoii  a  Dellin.  agg.  Onl. 
Como.  Geom.  \\.  Potremo  Ira  due  lince, 
ov.ero  due  numeri  d.li,  Irovare  con  gran 
facilili  la  linea,  o  il  numero  medio  pro- 
ponionale. 

J   DATTORNO  ec. 

*  §.  I.  Agg.  in  fin.  (V) 

DAVANZO  te. 

R  l'ir.    Trin.   2.   5.  corr.  2,  O. 

%  DA  VERO.    .   .   .    Varch.  Slor.    l5. 

'°t  DA^OLTIMO.  .  .      B'mb.  pros.  3. 
agg.  198. 

D  E 


DEB 


DEC 


1877 


+  3   DEBELLARE. 

*  •;.   I.   Al  V.  5.  ove  ha:  male,  corr 

"  DEBILBZZO.  AUegan.  «.  *   r»'""" 


leu  Uh.  li-  '"'•  2G.  Li  quali  ( strepili  ) 
„„„  V-  han  lascialo  per  ancora  udire  la 
mia  voce  clie  è  del..lu»a,  e  assairoca.  (L> 

3  DEBITO.  Susi.  Togli  1  es.  Vani. 
Pur-J.  e  fanne   §.    come  appresso. 

*  8.  Debito,  per  similil.  diees.  Quel- 
la obbl.ga:.o.,e  il.e  P-ccai.dolia  control- 
lo l-  uomo    verso    Dio.  «  Oant.    lu'S- 

'%'e.'  "piale  il  debito  della  tialura, 

,.„,e  ìlorire.    F.  PAGARE    §    XVI    fO 

3    DtCOLE  .    Ad,l.    Togli  1    «.   /.ed. 

e  fanno  S.   come  segue  :  E.l  agg.  m  Un. 

;f.Sesr.    lior.    M "■.    Ì  9-  '"   """"■",■■; 

rei  che  noi   pigliassimo   un   granrliio.  eli 
e'  fosse  qualche  vecchio  debole  ,  e  mrer- 

Dliccio      (C)  „      .        »•■  , 

I       !>    §.    E  per   melaj.  «  Red.    7  >p.    1- 

^'i?'  S.'  'ì-lebole,  si  dice  altresì  delle  Co- 
se Cr  4.  5.  2.  Nel  grasso  campo  Cpo-i-; 
quelle  (vUiJcUe  sono  deboli  ovvero  in- 

lermiccie  .  (I^ì  , 

*  §.  Debole,  aggiunto  di  Stomaco,  vale 

die  dige.isce  d.JJuilmente.  Salvia     Dnc 

2.   50.  La    lesta    de' Ullerali  e  allalicata  , 

e  lo  stomaco  debole.  Ci,.,        „      , 
e     I.  Agg    in  fine  *  ;  »rcA.  ir-:.  77»<.(. 

2.  c,5.  Non  SI  d.ce  ec.  a  un  leoero  e  de- 
bole, cialdmo,  dolce  intingolo?  (C) 

:■;  S  Debole,  si  dice  nache Ji!:iiratam. 
deirUpere  d'  ingegno,  e  vate  Che  manca 
,li  doltrina,  di  anime,  di  Jorza.ec.  lac. 
l'av.  Peni.  eloq.  4^-3.  Se  gli  oratori  non 
ve-ouo  da  poter  quasi  liberi  e  scioll. 
corTere  il  loro  campo,  debole  e  6acca  ne 
di.ien  r  eloquenza.  Salvia.  Pros.  J o-'C. 
1.  5-.Q.  Non  posso  di  meno  ec.  di  non 
esporre  ec.  alcune    deboli  mie  considera- 

""*'§'  j:ebole,  vale  anche  Che  ha  poca 
virti'i,  poca  efficacia.  Sagg.  nat  e.tp. 
2-U.  Ma  le  taiule  (  d,'  diamanti  J  sono 
cosi  deboli  e  Haccbc  in  attrarre,  che  ta- 
lora pai.mo  affatto  prive   di  virtù.   (Cj 

*  S,  Debole,  SI   usa  anche  infoiza   di 
SIISI   Segiier.  Vann.  Ciugn.  3.    >•   Q""'° 
rispetto  "a  quello  ,  t  d.  peso  sofli.lale  an- 
Cora   a*  deboli.    (C) 
DEBOLLZZA. 

:^  fi  Debolezza,  si  dice  anche  dell  In- 
gegno ,  o  simile.  Inrch.  Lez.  II.  Vero 
non  6a  se  non  bene  che  (  seguitando  .1 
costume  nostro  d'  agevolar  le  materie, d. 
che  lralti,.mo,  se  non  quanto  porta  la  n.i- 
lura  d'e-se  cose,  almeno  come  può  la 
debole^a  del  nostro  ingegno  )  discendia- 
mo   a'   parlicolaii.  (Cj 

rt  fili Cass.  leu.  1.  27";    corr. 

Car.lell.  1.  175.  — "^J  "SS-  "■  On  iì«- 
celi.  leti.  I.  V.  S.  Illustnss.  eccede  d. 
troppo  il  mio  mento  nelle  lodi  eh  ella 
m'invia  delle  mie  debob-Jie.  (l) 

*  e.  Debolezza  ,  dicesi  anche  fi;;iira- 
tom.  parlando  delle  cose  d,  poca  impor. 
I.nzami  loro  genere.  Cor  leti  2.  20. 
Alla  coniettura  che  fa  della  deboleiza 
delle  mie  ragioni,  ec.  si  sa  come  la  cosa 

passo.  (('ì 

*  DECANTAZIONE. 
+  -.■.:  § ned.    Leu.    agg.    2-   31. 

'^  ■'sVtCtUERE  .  r.  -■/.  Ingannare. 
Cinti,  nm.  1.  .9.  Che  Sanson  dccede- 
sli  e  Salamoue  (porla  d  Amore.)  l.  3  y 
Crudeli,  aggiale  mercede  Be' figliuoli  vo- 
stri e  di  VOI  :  Chì=  mal  l'  avercbbe  altrui 
Chi  se  stesso  decede.  £>8;.  Non  sem- 
biante d-  amor,  non  promissione.  Ne  cor- 
dogliosa  altrui  lamentazione  Vi  commova, 
poi  tanto  voi  decede.  (C) 

DECENTE.  .  ,      p 

+  :■:  e    Corr.    la    dicUiara».  cosi:   lei 
rroporlonato  ,    Dicevole  ,    Competente  , 
Consruo.   —   Bocc.    Aniet.     agg.     1(3 
ove  legs'  'u  u"  '*'■''-  *  "" 


+  DECENZA  ec Convenienza,  agg. 

f7,.  s,  deve  osservnre  quanto  o  al  luogo, 
0  ol  tempo  ,  o  alle  p.r.mie.  --  ai:K.  m- 
nan.iaMj  E  ^itc.  I.  7.  A  bandirlo  r./ 
Tabacco)  da  quegli  per  la  rich.es  a  de- 
re.iza.  e  mondezza,  ci  abbisogno  1  ado- 
rata   autorit'd    degli    oracoli    del    Vatica- 


i.-  DECESSORE.  r.  h-  Colui  che  .'• 
ritira  da  un  ujlizio  consegnandolo  al  suo 
siicre.t.wre  .  ìarch.  le:.  Daiit.  2.  b-]. 
Per  le  quali  cose  fu  a  me  ec.  cotale  ul- 
Czìo  commesso,  non  gii  come  a  colui 
■  he  ciò  o  meglio  degli  .litri  sapesse  ,  o 
più  agevolmente  fare  il  potesse,  ma  solo 
come  a  quegli  che  meno  era  per  lu^gir- 
1„  e  ricusailo  degli  alili,  si  per  essere 
stato  ec.  e  si  per  essere  ancora,  rome  al 
vecchio  consolo  de.  essore  non  solo  ami- 
co, ma  parente,  così  al  nuovo  successore 
non  pnie  amiro,  ma  antichissimo  e  cor- 
dialissimo amico.   (Ci 

*  DtCHlNO  .  Dcchinnmenlo  .  Jiart. 
Uom.  punì.  1.  pig.  l33.  ^o.  veggiam 
lutto  di  delle  carra  incaslellatc  di  fieno; 
una  machina  smisuiala  .he  ec.  a  ogni 
noci  .li,  ."-u.i-Ua.iza  di  strada  acconsciilc 
L;  de.liinr,  e°par  che  dia  alla  banda  e 
slranijjzi.  l'IC) 
3  DECIFl  RARE. 

:?  i;     11.  .  .  .  Lib.  son.  jg.  corr.   29. 
DECIMO.   Susi.   ...   Dav.   Mon.  110. 

corr.    118.  «         j     o 

DECI-IONE.  Ag».  in  fine  *  Segner. 
Incred.  2.  25.  8.  Dudici  sono  le  verità 
principali  ce.  r  .,ir.ill.l.ilil'a  delle  sue  de- 
cisioni, de'  suoi  decreti  ec.   (l  )      __ 

DI-CLI\ARE.    Agg.    in    fine    :^   Car. 
Fn.  3.  ^'o3.   Gi'a  dethoava  il  sole,  e  cre- 
sccan  V  ombre  De'  monti  opachi.  (C) 
DLCLlNAZlO>E. 

*  S,  Declinazione,  vale  allre.tl  II  ile- 
clinare  nel  sittn.f.e.  del  §  Vili.  7'-ìnc. 
Mari.  leti.  18.  11  q".de  (  beneficio  )  egli 
affitta  ad  uno  qui  di  Salerno  ,  persona 
che  è  meiraote  ,  e  non  cura  se  uon  di 
cavarne  Irulfi,  e  piuttosto  va  in  ruma  e 
declinazò'nc.  (C) 

DECLIVO.  ,    , 

:?  g  In  forza  di  Susi,  vale  Luogo  de- 
clivo. Segner.  Mann.  Kov.  20.  3.  Ma  se 
tn  r  avvezzi  (l'  acqua)  ad  andare  per  un 
declivo,  a  poco  a  poco  si  formerà  un  pre- 
cipizio,  (t'i  .. 

+  Dicono.  L'cs.  Alam.  Gir.  alle- 
galo così:  Ditemi,  quai  foro  Le  dilfercn- 
ze,  che  v'alfannan  tanto?  Al  parlar  rea- 
lissimo e  decoro  I  due  gucrrier  si  ritirar 
da  canto.  .      -         j^ 

t  DECORSO  .  Su.tt.  Agg.  in  fine.  V 
Segaer.  Seni.  Oraz.  62.  Quo'  medesimi 
Rust.  umani  ,  i  MUali  non  son  procurati 
nel  decorso  del  giorno  da  me  ec.,  mi  la- 
sciano asciutto,  uè  mi  danno  punto  di 
Dio.  (Ci 

■;..  DECORSO.   Add. 
:■:   S     11    Ag^.   in   fin     Car.lell.  1.22. 
E   intanto    si    degni    far    rilassare  i  fiuU. 
sequestrali  al  sig.   Antonio,   acciocché  se 
ne  possa  satisfare  alle   pensioni  decorse 
Segner.   Fred.    22.    14.   Quan.lo  si  tratta 
di  dare  ai  servi  quei    lor    salarli    benché 
decorsi  da   lun?o    tempo  "»" /<""';  (';'', 
DECRESCERE.   Agg.  in  fine    «■    Glz'. 
Dif.   Cipr.  233.   In  uno   stante   decresce 
la 'piccolissima  mole  dell'acqua.  (C) 
DliDlCARE. 
S.  1.  .   .    .  lied.  leti.   1     337.  corr.  1. 

t  •-::  DEDIGNAZIONE.  .  -  -fegr.  f/or. 

pr    291.  corr.   >.'^"-    '■'"■•. '^/"'';-'?• 
^  DI  FALCO.  Allegane  es.  ^=  !'""■■  f.""': 

54.  Nel  medesimo  modo  concorrano .  sul. 

dati  senza  defalco  alcuno.  (L) 

:-.=  DEFF.TrlVO.   Agg.  innanzi  a  Sai- 

via.  Sagg.  rim.  Feo  Belc.  .5l.  Csascu» 


«M 


D  E  F 


«ralore  allo  e  fcrvenlc  Nel  djrvi  lode  e 
sempre  «leletlivo.  fCj 

*  DKFETTO  .  AgR.  in  fine.  CniU. 
rim.  1.  t\Cj.  K  a  cij^cilti  nii'iidu  e  di-fH- 
lo  T"  lij  per  sorrofMi  noi  fa  noi)  djtu 
Lo  nostro  urrato  Signore.  ( t'J 

DtFOR.MAIIE.  All.-g.ine  es.  #  Jr. 
Sat.  I.  iiia  (/a  moglie,  «ti  liuuii  aria,  kia 
gentil,  non  dornia  ,  Cn-Ii  ocelli  apcili, 
elle  più  l'esser  sciorra  D'ogni  allia  ria 
dcrurniità  di  Torma.  (I)  .Vep-.n-  ['ini.  lai. 
Ap  .  2.  3.  In  essa  Cristo  limiru  re.  eoo 
quante  spine  dovea  eiiiilelisi.inameole  «e- 
nir  trafillo  ,  con  iiuaoii  spuli  deforma- 
to. (Ti-) 

DEFOR.\lAZIOi\F. Pali.,,:  Slor. 

Cane.  3.  62S.  rorr.  3.  638. 

S  DIlFOIìMI:  .  Xojjli  r  cs.  Cas.  leu. 
e  fanne  £.  cn>ì  : 


*   S- 


S-  /-  ficuralam .  1  Cas.  Irli. 
70.  .   .   .  „.   (CJ 

DEG^•Alll■;  .  Aps.  in  (ine  *  Pro.i. 
fior.  Salii,,.  Irli.  /|.  1.  3ll.  .Non  mi  rin- 
rhiudo  ne  mi  riìlrm^o.  rome  1  più  f.oioo; 
elle  non  degnano  se  non  un  n-ito  genere 
di  persone.  fl'J        1 

DEGNEVOLE.  Agg.  in  (ine  l'rot. 
Fior.  Salvili.  Irli.  4.  1.  3l2.  F.ieeiKloiiii 
così  degnevole,  umaoo,  comune,  e  itopo- 
larc.  (C) 

DEGNISSIMO.  Al  ..  2.  OTe  Ila  Pr- 
cor.  rorr.  =::  l'ecor.  e  al  ...  !^.  ove  ha  im- 
perio,  corr.   imperio.  (I  ) 

J  DEGr^O.  Togli  1  ej  lìocc.  lalroil. 
e  fanne  g.  come  appresso  :  —  Ed  a"», 
in  6n.  *  Toc.  Oav.  I  ,1.  Jgr  SS;.*!!' 
elilic  per  degno  d"  esser  propalo  in  sua 
camerata.  ì'arch.  .<i.,r.  11,  3(13  Cosa 
l)ar!>ara  in  vero,  e  degna  di  grandissimo 
biasimo.  fCj 

*  §.  Vrgno  rii  fcìr  ,  vale  Cile  meri- 
M  che  si  pie.fli  fr,tr  a  ciò  che  egli  dice. 
«  Socr.   Jnlroil.   28.  .  .  .  ...  (('; 

*  §.  L  Agg.  in  an.  l-ir.  As.  77.  Lo 
incerto  arcidenle  .  e  contrario  al  pruno 
inslitulo  non  può  far  degne  di  colpa  le 
sue  intenzioni.  (C'j 

*  S-  l^egua,  .ti  rf/,c  aihhe  ilcìle  Cote 
die  mcrilaao  if  ctsnr  approvale,  loda- 
le, aicollale  ,  re.  Sr-;aci:  l'irti.  16.  ^. 
Di  grazia,  atlenti  a  quest'ultima  osserva- 
■ione,  ciré  Ij  pili  lio^na    t(') 

*  §•  Degno,  .<ig„i/i,-n  lalorit  nsaoìii- 
lam.  Clic  ha  in  .té  rj;rri;,e  qualità.  Che 
e  degno  ,li  .rlima  .  i'rlr.  to,i.  97.  S'  a 
rqucti  ornai  il  cor  v.islro  aWilto",  E  cer- 
chi uom  degno,  ipiand.i  si  I' onora.  Hav. 
Scism.  2p.  (gnaulio  il  lamuso  Teologo , 
santo  Uomo,  d.-gi,o  Vesroto,  canuto  vec- 
rliio  forni  di  pai  Lire,  quattro  ec.  presen- 
tarono un  altro  Idiro.  tCj 

S  DEIFICARE. 

*  S-  H-ifiifire  ,  in  sipnific.  nrnlr. 
pass,  vale  la  ora  Divenir  ,l,v„io ,  tiralo. 
Satv.  Ora:.5.  :,!i.  Finiva  .polla  ,lol..,,,a, 
e  qnel  giul.do  elle  sente  P  anima,  che  si 
deifica,  e  s"  iinparadi»  alla  fine.  (Cj 

t  *  nri.ETO /yo,r.  rtmel.  agg. 

.'K>    —  I   qn.ili  poi  eli.,  ngjf.  cou  lui 
t   *   nELIDLHAIlE. 

*  S-   " Ciricc.  iJ     122.  corr. 

tiiiiec.  Slor.  h.    122. 

't  DEI.tCATIZZ\.  Agt.  in  fine  * 
Salvia.  Il,.,r.  X.  C>3X  Capitani  val.ro.is- 
simi.come  un  Aunil.ali-,  un  Alissaii.lr.i, 
delle  grandi  f.iticl.e  ,li  ^u,  ,ra  soU.Tcnti" 
simi,  pur  non  poleioi.,,  s...sti.ner.l,  quegli 
nelle  drlitle  .li  Capua  ,  questi  ne' conviti 
e  nelle  delicaliiz..  dell'  Asia.  tC) 

S  Dl£I.U:ArO.  All'  n.  /-.amm.  so- 
ililnisri  /t,.  Inr.  13  j3.  In  questo  inci- 
»i  un  ravalier  Tillmio  eo.  F'ii  rj.u  una 
l.miia  «opra  mano  Al  tuiniliranle  il  dell- 
'ilo petto. 

*  g.    Pe/irala  ,  vale  unrht    Pia 
•/  ,eiivM  ,  f  airtii  HnfiuUrmrale  ri.  ' 


Jìsp.  nal. 


DEL 

I  srelli  eri  esquisiti.  Bocc.  Pil.  Dani.  Ifl. 
Li  delirali  (chi)  lodava,  e  il  più  si  pa- 

1  srevj  di.'  i;rossi.  Iticeli,  fior.  lo5.  1  giu- 

i  lelibi  degli  Aralii  sono  appresso  a'  (lieri 
una  sotta  di  (|Uelle    bevande   suavi  e  de- 

j  lirale .  che  essi  preparavano  per  la  sani- 

;   '"   (C) 

I        *   S    Deliralo  ,   vale  anche   Che  è  rie- 

,  ri,lo  nllr  rirhiir  ,  alla  mollezza  .  Salvia. 
Disc.  3.  l5o.  Direi  loro  ciò  che  ec.  dis- 
se il  iMuihido  e  delicato  filosofo    Arisliu- 

fO.Jl) 

^  %•  Drlicalo  ,  talora  vale  Leggiero. 
*".'■?•  '""•  "/>•  227.  La  virtù  eliltrica 
ec.  ri>ve;;lia>i  per  d.liialo,  o  per  valido 
sliofi<ia!iii.|iio  III  tulli  cjuc'  corpi  duve  d' 
è  niioicra  .    .  C) 

Dl-ll.VEATO.  .  .  .  E  Oss.  an.  3a. 
corr.   31. 

DELt/.IO.^LSSLMO 
corr.    /■    /  ,,/».  nal. 

•r  DELUUI-HI-:.  Agg.  in  fin.  E  Princ. 
2IJ.  l'eio  a  ileludiT  l'arte  f:ià  cunuseiu- 
la,  c.in   r  islessa  arte,  cosi  dobloaioo  far 

noi.  /  re, 

DELUSO.  ...E  caaz.  a-g.  3.  i. 

3  ni;.\lE.-VTAltE.  Togli  r  es.  lenii. 
Crisi.  Indr.  ()V  l.ggrndosl  nel  Testo  An- 
di  eini  cliiai  aulente  />.;/e.i/.i/'Cj-  e  l}i,nrn- 
tare  ha  pure  la  Ciusra  a  questa  Voce  sulla 
lede  d.'l  Testo  di  Pier  Del  Nero. 

*  DE.MOLITO.  AJd.  ,la  Vomolire . 
corr.  ria    llri,iof,re. 

't  DE\(>D(I1E.  Al  T.  7.  ove  La  per 
Denoilali,  )  coir,  per  lleauJalo ). 

•f  IILNTALE.  .  .  .  yllam.  Colt.  l^. 
go.   corr.  /linai.  Colt.  4-  99. 

ì  DENTAI  UKA  .  To.;li  1'  es.  Troll. 
Cast,   e   fanne   f^.   come  appresso. 

*  §.  Ilinlnlura ,  difrs,  un  he  II  lem- 
pò  in  cui  gli  animali  mettono  i  dcw 
ti.£C) 

*  S'  '"  P'ovrrb.  Chi  adJvllrina  pu- 
ledro in  dentatura,  Tener  lu  vuol  t.uilo 
com'egli  a  ira;  e  vnle  Che  f  uomo  suo- 
le   aver  care  rd  usar  finche  può  le  co.ie 


D  E  P 


uffici  romparte  e 
maio  ogi.un  piai 
niedesiii.i  ^li  ami 
Drporre  la 


fatica  :    Vuol  cb'  ar 
;   e  non   dcjiooe  Ei 


126. 


o  la  Lirica. 

iii-r;yi  ,  vale  Cessar 
rii  /aria.  .\er.l.  .Slor.  3.  32.  S'  apparec- 
chiava di  riooovare  la  giieira  |i«r  terra  • 
per  mare  cn  la  medesima  leggeieaa  chi 
r  ave»  a  dcfMuta.  (Cj 

*  DEIM.E.-O. 

•f   DEI'RES.SIONE. 

*t  §■  Agg  in  Gu.  <!  Cmice.  Slor.  9. 
Questi  erano  i  pensieri  e  le  opere 
del  FonteG.-e  intento  cui  tutto  1'  animo 
alla  soliesazione  d.-i  Vi-ncztani  ,  ma  da 
altra  parte  il  Ile  de'  n.iniani  .  e  il  Re  di 
Francia  de-idcrosi  parimente  della  loro 
depressione  ec.  ruuseuiieru  d'assalire  ec. 
i  Veneziani,  f(') 

*t  J   OEI'U  TALE. 

*  S*  11-  ^l  V.  4.  o.  e  hn  deputato  corr. 
dc|Ulalo  ».  (/!)  /  al  V.  7.  eie  ha  ini- 
quilì  »    f/ìj  rorr.  iuiquità.  (I  ) 

Dl-.PUTATO. 

*  §.  IV.  E  per  Colui  che  mette  in 
campo  il  cavaliere  nel  duello  ,  ed  assi- 
si lo.  rlr.  r,,..  38.  7(1.  Quando  di  qua 
e  di  là  vennero  fuora  I  deputali;  e  que- 
sti in  ciascun  capo  De  gli  slccccali  i  pa- 
dig'iou   tirato,  (Ci 

*  DEl'UTAZIO.NE /njtr.    Cane. 

4.    6-    corr.    lartr.    Ciinr.    h. 

•(•  UERIVAliE.  Al   V.    10.   ove  bl  * 
E  al    V.    |3.  ove    ba 
*    l'art.   Ilur. 
.    Cron.    Alorrll.    253. 


P.tr.    corr.    t'etr. 
Unrl.   lìicr    eorr. 
J  §.   III.   .    .    . 
corr.   lS\. 

S  DEKlVATO. 
*    lliit.    Par.    22. 


Cnicc.  «gg. 
io  lei  ioUa- 


Innanci 
I  oleate  ì 
re,  ed  è  voraLulo  ovv,<ru  verbo  derivalo 
t\i  questo  prouoiiio  Ella.  (C^ 

•f  Ul-ROt.AllE.  Agg.  in  fine  if  .<■:■- 
gncr.  I anrg.  .V.  Ciò.  I^all.  num.  6.  Il 
die  di  vero  lro|  pò  deiogateblie  ce.  al 
mciitu  della  Vergioe.  tc.t.  Irti.  Cic.  2. 
lOjj.  Se  in  tpiesta  Icg^e  nulla  è  scritto , 
che   per   allrc   leggi   ec.    non  si  possa 


mioruo  a.lr  quali  ha  spe.,o  lat.che  e  cu-  I   non    si   fone  polulo  senza    loro  piCKiudi- 
".  ::.l/';:"-..!.rpn;,n    ";."';""'"■'"•  :  -  H^mulgare,  abrogare,  detogL.lbro- 


no  alla  V.  l'ULEDllQ  cita  un  e.e-npio 
quasi  consimile  tratto  dall'  Esn .  Pai 
Ao,t(.  )  (Ti 

t  J  1)E.\TE Palìad.  S.  ag". 

ilarz.  2.1.  '^° 

*  ,^.    X.    E  Dir  fin  riente  e  rieale  ec. 

•e  §.  favellar  Jra'  denti  di  rhrcches- 
"a,  vale  fa.illaine  con  v,  ce  li„s.ia  ,  o. 
scura  IH, -a  Ir.  Iteri,  lons.  I.  28^.  Alle  volle 
se  ne  lascia  scappar  di  Iioc.*a  quali  he  non 
ben  lerniinalo  accento,  ed  intcrioUamcn- 
le  Ila' denti  ne  l'avella.  (CJ 

t  S-  XIV.  Mostrare  i  diati ,  «gg.  fi. 
guratam. 

t  «  nEMTICELLO.  Corr.  la  dichù- 
raz.  cosi:  Diminutivo ,  e  l'eziegttialivo 
rii   lìeule.  °* 

•f  DE.VUDATO.  Innanri  a  line.  3lart. 
agg.  ft  Culli,  riin.  1.  63.  O  lion  ijrsù, 
cbii  tal  baione  Vcdcmo  lasso  preso  e  de- 
nudato, ff') 

t  DEIE:sI)EUE.  Aig.  in  fin.  «  Cai. 
Sist.  2Ìio.  'lune  quelle  di, cesili  die  si 
veggono  in  qiie.le  dodici  inilaggini,  de- 
prudono  ec  da  erroii  roinmessi  oell"  in- 
vestigar   tali   on;,.ili   e   tali  .lislauze .  fCj 

3  DEl'Ol.Ri:.  Agg.  io  Cn.  *  P.i./av. 
.S'ul.  I.'»3.  Son  destinali  per  drpuivì  gì' 
imniootli  asaozi  del  nostro  inteiior  uu- 
Uimenlo.  (j') 

*  S.   Drporrr,  part.ind.'ii  rii  .trommes- 
.te,  vai''    Ila, e  in  prg.io.    .\.t.ro,s;.   jircad.   ' 
;iiot    l^.    Ma  Mileiolo    Logi.to  non  sema 
piegio  coiileodi'ic,  .lepose  una  bianca  Ite- 
rora  eoo  due  aitnelli.   (C) 

*      '■         '0  le  armi  ee  »-.  Apj.. 
Cer.    8.    lO.    <:asi 

noli     .<  .p.ric.     I      ^1, 


gare  ec.  in  quell"  articolo  quesla  legge  non 
tiene.  (Ci 

•f*    DERRAT» Crvwi.    .1/orr//. 

agg.  358. 

^  §.  .4  gran  der,-ata,  maniera  avver. 
l'iole,  che  vale  hi  g'O'i  quantità  .  Lor. 
.Mei.   ennz.    17.   4-   I"    porro  midti    aibu- 


scclli  ec.   Molti    eik 


KS' 


da  far  torte  E 
Le  carote  a  gran 
ne    empir  la   ma- 


per  cor  d.'H'  insalale 
derrata  ,  Ch'  una  sol 
no.  (Ci 

t  I  DESCHETTO,  il  V.  4.  ove  Ita 
Cape.  JJott.  corr.  iv*  ■*  (.'*ytr.  JioU.  rd 
al  V.  12  ove  ha  ilescbello .  corr,  de- 
schetto ».   (•) 

]  g.  I.  Al  V.  3.  ove  ha  t'nutr.  Sarr'i 
corr.  s>  1  Eraac,  Sae\  ti.   ci!  agg.  in  (i 
ne  ..  (•) 
M-.SCO. 

t  S-    V Coir.p     .»/  ■ 

t  DESCRIVERK  .    A'.- 
Pilicnere  —  Agg.  in   f". 
I-  ^.  Tolomeo,  per 
l'ssi.no  ,  e    gli    alti  > 

dettritcre  molte    re^.i  .     _i,   jo 

nati.   iCl 

sCt  g.   Deserivertt  riìcesi  anrte  d^»/f  4. 
strv  lomi  della  figura  rlie  1  / 
a Ji}, 'Ilare  nel  ìrro  cene.   ■  1 

Cosi  Saturno  descrivendo  tu 
gior  di  lutti  gli  altri  pianeti  io  cumpliare 
in  treni'  anni,  f  11  >.  Quelle  (itelltj  ebe 
due  mila  anni  fa  erano  nell*  etjninmiatr 
ec.  descrivevano  col  molo  cerehi  ma»>i 
mi.  fCì 
ìty.s, 

^  y.  .  l'rt'e  aiietir 

'''  "■*  .  -■  r  - al*,   l'olem.  ....    i- 


D  E  S 


,8.  Ordinarono  Ira  loro,  rlie  ci.,  aveva 
ai.cm.,U  sciocl.i  .li  vj.n.te  (che  e  una  ■ 
mone,  loro)  ,..,s«>e  .l..c.  1....I.,  o  .U.e 
cavali.,  [.er  1..  -lualo  ,U->c.,r.o„e  l.anno 
fallo  circa  Irculacin.iue  lii.l.a  Ijol',  "■•  "' 
milìa  cavalli     (Ci 

J   DtSI  RTO.  AM. 

if  g  Dferto  in-l  ietto,  porlandosi  rfi 
cuningi  .  .■../.•  Ut"--  •'  '■■.•""»"'  ""'P;'- 
gno.  Dant.  Por.  l5.  O  lorlun.lcl  o  c.a^ 
scuoa  era  certa  Della  ^ua  sc|...llu.j,  e,l 
ancor  ni.lla  Era  per  trancia  nel  lello  de- 

f  DliSIDEIlF.VOLK Seal.  S.  Jlg- 

corr.   Seal.    Cl.nutr.  4.''>5. 

t  J  DESlNAllE.  J^0""■  Togl.  gì'  «s. 
Bocc.  no,:  e  ,1/mJ/'".".  e  f-'m.f  _§•  co- 
i„e  appresso:  -  Ed  at;S.  i"  «"•  =•=  i'-^- 
tV-,.  /»<ro,/.  43.  L'a  neir  1.I1....0  d.  gen- 
naio un  giorno  di  lesta  dopo  dcs.nare  , 
.i  iro.arono   in   casa  ec.   <iuallro   g.ova- 

"'*  §.  Desinare,  •Ucesi  a!lrc.<l  II  cilio 
che  si  mangia  a  desinare .  «  Bocc.  «ov. 
ng.  26 iroeslniz-..  2.  3 -•  (C) 

*  §.  iSon  potere  accozzar  la  eenn  col 
desinare  ,  Jiguralam.  i-ale  laU-oUa  Aon 
si  potere  atansaiv  in  cosa  veruna  .  I  . 
CENA,  §.  VI.  {CI 

DESIRE.  Agg.  in  fine  *  Tass.  f.«. 
IQ  7.  Grande  i;  il  zelo  d' ouor,  grande 
ildes.re  Che  Tancredi  del  sangue  ha  del 
Pacano.  (Ci  .    „  „ 

*  DESNATURATO  .  /'.  DISNATO- 
RATO.  (C) 

DESOLAZIONE. 

*  g.  Per  Afflizione,  Sconsolumcnlo  . 
Travaglio  </'  animo.  Segncr.  Mann.  .Varz. 
ao.  4.  Ora  aviai  god.nicnli ,  ora  patirai 
delle  dcsolaiiooi.  (C) 

DESTARK Vani.    Inf.  3.   corr. 

Vant.   Inf.  !\. 

•f  S  DESTINO. 

f  *  §.  .  .  .  Cron.  Mordi.  Jgg.  253. 

t  DESTRnCGlAr.E.  L'  cs.  /lorgli. 
Col.  ÌJil.  Allegalo  cosi  :  Vii  coperla.ncn- 
ic  fnioiffe  /.-  azioni  di  Cesare)  dove  gì. 
fu  fona  ,  acconio.Iaudosi  a'  lemp.  ,  de- 
streggiare. 

■J-   DESTP.ISSIMO.   .•  ■    J  irih.  Slor. 

•t  3  DESTRO.  Add.  Togli  Tcs.  Alam. 
tìir.  <■  fanne   §.   cosi: 

*  §.  Destro,  vale  anche  Acconcio,  Op- 
portuno per  far  checchessia.  «  Alani.  Gir. 
12.  77.  .  .  .  w.  (C) 

•tJ§.  11.  Togli  gli  es.;U.  r.  e  Frane 
Darli,  e  fanne  £•  come  appresso  .  —  t-ii 
agg.  in  6n.  *  Ar.  l-iir.  33.  79.  L'  uno 
e  V  altro  d'  accordo  il  ferro  Ira- se  ,  E  si 
venne  a  trovare  agile  e  destro.  Vir.  Dial. 
beli.  dona.  .V,9.  Piace  la  pei  sona  che  e 
coniiilessa  <lu"audo  eh'  eli.,  geli,  f.u.r.  . 
nienil.r.  sveli,  e  destri.  /•;  4oo  •""  "''" 
Soporella  i;  i.-.ollo  ben  grassa,  nondimeno 
è  ancora  una  l.ellissin.a  giovane  ,  e  por- 
ta cosi  ben  iiuella  sua  persona  cos.  in- 
tera ,  cosi  svelta  ,  cosi  agile,  rosi  .lesira; 
oh  Dio,  egli  è  pure  un  piacere  a  vederla 
camminare.  (C) 

*  §.  Destro  ,  vale  anche  Che  e  in  i- 
slato  di  far  checchessia  ,   Capace,  Al'ile. 

.    M.    y.   4.    2 Frane.    Ilarh.   84. 

5.   .  .  .  ...   //f//i.i.   Biicch.    85.  E  quanto 

ella  sia  sola  in  contrappunto,  Sallo  .1  ca 
valier  suo,  che  n'  ha  paura.  Quantunque 
ci  sia  nel  musicar  si  destro,  Ch'  e.  fa  di- 
vcnlar  bianco  ogni  maestro.  (C) 

ié  g.  Destro,  parlandosi  d'  armi,  vale 
Che  si  può  facilmente  portare,  o  maneg- 
giare .  Lai.  habilis  Tac.  Da,:  Cerni. 
'374.  Follano  aste  oggi  piccole  con  poco 
e  snello  ferro,  ma  si  traiiggenl.  e  deslre 
ebe  eoa  esse  comlialtono  presso  e  lonla- 
no  secondo  il  bisogno.  (C) 

*  §.  Destro,  parlandosi  di  navi,  'ale 


D  E  T 

Che  vanno  facilmente  .  Tac.  Dav.  Ann. 
'  -  32.  Mollo  (navi)  acconcc  a  portar 
n...cchiue,  cavalli  e  viveri,  destre  a  ve  a  : 
sparvierate  a  remo  (il  lai.  ha:  velis  ha- 
hiles,  cilir  remisi-  (C) 

t  *  DETRATTORIO.    ■••   Cose.   ò. 

'+  *  D''tTRlMHNTOSO.  Agg.  /'*' 

;  „,./,.  Slor.  agg.  3.  61.  Voi  cercale  di 
sapeie  ce.  ni.ellu,  che  nella  presente  co.i- 
.^ultazlonc  si  del.l.a.  o  come  delrimenloso 
fii""ire    o  seguire  come  profittevole. 

""f  3  DETTO.  Add.  Al  V.  3.  ove  ha 
Cavale,   corr.   *   Cavale,  ed   agg.  in  fl- 

ne.  (I  )  .       .     ,^      / 

:;:  DEVESSO.  Susi,  declività.  Varch. 
lez.  Vani.  I.  322.  l'ervcnulo  Danio  al 
convesso  dell'  elemenlo  del  fiioro  ,  c...e 
immediato  sopra  il  de.  esso  dell'  aria  la 
un  apostrofa,  cioè  rivolge  il  suo  parlare 
allo  Spirilo  Santo.  (C) 
DEMAltE.  Correggi 
:S  DEVIARE,  tieiitr.  e  ncntr.  pass. 
Uscir  della  via  ,  Traviare.  Lai.  alierrn- 
l-e,  rcccdnc.  Segner.  Mann.  Apr.  2.|.  1. 
>ella  piosperila  gu..rdali  di  non  br  co- 
me i  fiumi,  ebe  quando  abbondano,  seor. 
rono  tosto  gonfi  dal  loro  lello,  e  coni.u- 
ciano  a  devi.-ire.  iCJ 

t  §•  lifguralaiii.  per  Traviare,  U- 
scir  di  via  in  signifculo  di  Pegola,  Mo- 
do,    .     , 

:S  DEVOLVERE.  Allegane  es.  in  Ime 
.V,-e,ie;-.  l'red.  Pai.  Ap.  3.  6.  Se.ilenno 
che  lutti  i  beni  dell'accusato,  .piaiiluii- 
qnc  a  si  grave  Iorio  si  devolvessero  in 
oro  dell'  accusatore.  '  Cj 

*  DEVORATRICE  .  rerhal.  femm. 
IhedCiora.  Tass.  Cer.  l3.  34.  Allor 
s'  arretra  ,  e  dubbio  al.iuanlo  resta  ,  Fra 
sé  dicendo:  Or  qui  che  vagllon  ranni! 
.Nelle  f..uci  de"  .nostri  ,  e  'n  gi.la  a  que- 
sta   Devoralrice    fiamma  andrò  a    gettar- 

■"''   C^-'  ,  ^  ir 

IlEVOTO.   Agg-    in    fine     l  ron.    .vo- 

rrll.  354.  Fu  Icnula  buona  elezione  pe.-- 
chè  era  .le.oto  uomo.  Tass.  t.er.  1.  2... 
^è  sia  ehi  neghi  al  peregiin  devoto  LI 
adorar  la  gran  tomba  ,  e  scionc  il  vo- 
to. (C) 

%.  III.  Agg.  in  Gnc.  Fir.  Vi-'C.  an. 
:,\.  l>overo  e  ignudo  son  venuto  alla  lua 
.levola  cella  a  vedeili  .  Tass.  Cer.  12. 
23.  D'una  pietosa  istoria  e  di  devote  Fi- 
gure  la  sua  slauia  era  dipinta.  (C) 

%.  IV.  Agg.  in  fine  *  Slor.  Fui:  1. 
14.  Si  e  ingegnalo  ee.  Icncr  la  prov.n. 
eia  in  pace  ,  mantenerla  devota  allo  im. 
pel-io  e  reverente  alla  Santa  Chiesa.  (C/ 

3   g.   V.   Togli  r  es.    G.    /'.  e  fanne  g. 

così  :  ^        7-    I 

*  g.  Devolo  d'  uno,  dicesi  Quegli  cl-e 
da  lui  si  confessa,  Qu-gli  che  !:  -toltola 
sua  direzione  spirituale.  ••  O-  !■  .  o-  "O- 
I (C) 

DEVOZIO.NE. 

*  g.  Devozione,  nel  numero  del  pili  , 
vale  Preci  ,  Orazioni .  I  ine.  Mart.  hit. 
li.  Vivele  lieto,  che  io  per  me  son  vo- 
slio,  e  vi  prometto  pregare  Dio  per  voi 
alle  devoiioui.  ÒV-nfr.  l'en-.l.  insti:  1.1. 
Sebbene  non  deve  l'  uomo  Iralasciarc  al- 
lora però  le  sue  devozioni,  i  su.ii  digiuni, 
ed  altre  opere  buone,  per  le  quali  il  -Si- 
gnore viene  molto  a  sospender  quei  gasH- 
gbi ,  che  ,  lolle  quelle  ,  scaricherebbe  con 
furia.    (C) 


t)  l 


i8;9 


DI.    Particella  ec. 

3   §.   V.  .  .  .   Cas.  Son.  «gg.  21.  —  /■- 
altrove:  corr.  E  son.  9.  —  K  «"--  "SS 

■I    5. 

3    §.    VII.    Togli  l'è,.    Uri.     essendo 
la  vera  lelione,  come  si  Uà  a  pag.  OS-  Uel- 


r  edii.  citala,  questa  :  Siccome  .lucili  che 
per  fermo  credevano  eh'  egli  fusse  di  Vr- 
i.ano  pa.be. 

:?  g.  XVIII.  Togli  1"  es.  Bcmh.  ilor. 
e  fai  ne  §    cosi  : 

*  g.  Ili ,  talora  serve  ad  accennare 
',.  materia  che  altri  adopera  a  fare  una 

cosa  .  neml:  Stoi:  7.  92.  ...  Car.  /;/;. 
2.  •.^7.  Da  Minerva  Divinamente  instrulli 
un  gran  cav.dlo  Di  ben  contcsli  e  ben 
coiifilli  .d.cli  In  se.nbiaiua  il'  un  moulee- 
dlfiearo.  MV  ,, 

*  §.  Di,  talora  sene  ad  accennare  II 
m,  zzo  che  altri  adopera  nel  fare  una  co- 
sa. Car.  En.  1.  l36.  Al  cavernoso  mon- 
te Con  lo  scetlro  d'  uu  uUo  il  fianco  a- 
persc.  (C) 

g.  XXVII E  g.  5.  n.  4.  corr. 

L'occ.   g.   S-  n.  4-  ,       „        f 

if  §.  Di,  talora  vale  Secondo  la.  Borgli. 
Col.  Lai.  4o3.  E'  resta  pur  vero  quanto 
di  surra  s'  e  di  mente  di  Cicerone  eon- 
ehiuso  /■;  Oris.  I  ir.  237-  Ma  di  quello 
Aniusa.  die  tocca  il  Poliziano,  di  mente, 
e  aiiloiil'a  di  Filadelfo  ,  a  lui  ne  rimelU. 
il  lelloie,  non  avemlo  che  dirne  più.  CCJ 
:;■  g.  Di,  si  usa  talora  invece  di  Per 
opera  di.  /loco.  nov.  t^  -  '»-  -N»"  <'""■: 
esser  vero  ,  eh'  ella  non  sapesso  ,  di  cu. 
gravi.la  fosse.  (C) 
Di'.    !\'ome. 

g.  IX.  Innanzi  ^  Lasc.  agg-  Petr.  son. 
2r.5.  Ihe  non  fu  d' allcgrczia  a' suoi  d. 
mai  ,  D.  Uherl'a  ,  di  vita  .ilnia  si  vaga  , 
Che  non  cmgiasse  il  suo  naturai  modo  . 
?.  X.KIV.  Agg.  in  fin.  *  .'ialt  in.  Due. 
z  -S.  Ancora  al  di  d'oggi  in  lor  lingua 
il  chi.imano  romanzo,  (tj 

J  DIA  Togli  1'  es.  Ir.  lac.  1-  e  fan- 
ne g.  cosi  : 

*  8.   Aolleedia,  vale  Sempre.  Ì17n...c- 

r.„,,L...f-v./«r.  ■r.2.32.64......rc; 

g  Dia  ,  fu  usalo  anche  m  genere 
femm  .  llim .  ani.  lar.  Pu^nesi  1  245. 
Or  li  rin.embra,  bella,  la  dia,  l.be  no. 
fermammo  la  dolce  amanza.  Bella  ..ri. 
fia  A  .iioeo.branza  la  dolce  dia  E  1  alle- 
gianza  ,   Quamlo  in  diportanza    slava  con 

vni-  tCj  „  ,,         „        -, 

J   DIACONATO.  Togl.  1  es.  Tes.  br. 

e  fanne  §    cosi:  ,  ,    r, 

*  §.  Diaconato,  dicesi  anche  i.el  1  1 1- 
mo  de'  tre  ordini  fli  che  sono  divisi^  . 
Canlinali.   «    Tes.  Br.   3.    3 /(  ' 

*  DIACOM'A.  Titolo  e  Dignità  duo. 
Cardinal  Diacono,  .'•erd.  IH.  hin.Jil. 
Fe.e  anche  la  diaconia  di  Santa  Mar.a 
della   Pace.  (C) 

if  DIAVOLACCIO Belline.  Biicch. 

eorr.   //e//,,,.    Dnrcli. 

•+3  DIAVOLO. 

•j.  8.  Vili.  Avere  il  diavolo  nell  am- 
polla ec.  ,,        „  , 

*  g.  Avere  il  diavolo  nella  pelle,  vale 
fissele  allremodo  inquieto.  V.  PELLE  , 
g.   XIII.  <C) 

e     XXV.    Pure  in  pioverli.  lC. 

%  8.  L'un  diavolo  p^;a  P  altro,  pro- 
ve, h.  eguale  .IP  altro.-  Qiinl  "/["''''"" 
parete,    tal  ricve  .    ì  ed.    PAGAllt  .   §. 

*  DIBARDICAMENTO-  Il  dib.irbiCa- 
re  .  Ces.  Pane-^.  S.  I  ine.  12.  E  sapea 
come  essendo  per  lungo  uso  tenacemeu- 
le  abba.bieati  (  i  rei  costumi  )  nel  cuoi 
,le.-li  nomini  ,  avrebbono  con  lulla  lorw 
ma^ntenutavi  T  aulica  lor  possessione  .J 
opposto  al  dil.arbiramenlo  ogni  P'"  "'- 
da  resistenza  (  qui  fsuratam- )■   (LJ 

DIBATTITO. 

+  8    ...  Cron.   l'eli,  agg.  e:». 

l  DIBATTUTO.   -••/<S-  •"•'■"?■ 

corr.   Ji'-.??.  '""■   "P-   "?;  .         „    ce 
^   DI   BlUGATA.  -..tr*.  ogg.   55 

•i*  nlBUCCIARE.  ..  .  l-raiic.   òaccn. 

rim'  26    ags   O  aUbimia  maledetta  che  la 


i88o 


D  I  e 


D  I  F 


D  (  L 


5  DICEniA. 

-?  g.  Fai-  in  direria  a*  porri  ,  v/tU  io 
stesso,  ihr  Prfdicare  a'  porri.  I  .  POR- 
BO,  g.    IX.  (C) 

••  g.   11.  ...   riov.  ant.  34.   1£.  corr. 

54.     12. 

:»  DICERNERE.  Agg.  in  fine  Tuìt. 
jtmic.  io5.  SiccoRif  è  (ivlle  allre  ,  cbe 
ec.  si  dictfrnouo  dalle  ebure,  e  dvUe  ve- 
re. (C} 

#  DUERNIMENTO.  Il  dicernere . 
Tuli.  /4i'iic.  10^.  Togli  il  dtrerninieoto 
dal  VITO,  rd  adultera  Ij  vent'a.   (('j 

t  DI   CHE. 

^  g.  II.  TuiiVt  questo  g  dovendo&i 
leggete   /^i*  {rute   /Jicij  che  ec. 

t    DI   CIlE'iO.  .  .  .    Fardi.  Stor.   li. 

age-  -^7^1- 

t  rJICIIIAIìARE. 

«  g.  I.  Al  V.  12.  ovf  ba:  ff  )  E  55. 
corr.  J:  55.   Fd  agg.  io  fine  (t  J 

DICIIlAnillE  . 

■f  g.  I.  .  .  .  Cron.  Ve'l.  a?g.  112.  — 
^l  e.  4-   o^'f  ''"   dirhiaii  corr    dir  htjrì 

*DICRtSCIME>TO  Af;g  in  piinc. 
ì'arth.  Lfz.  ])niit.  2.  65.  Uu|>o  il  col- 
mo ,  iouaiiti  cbe  alla  fine  si  giunga  ,  si 
perviene  a  ud  altro  (  Urminc  j  il  quali: 
dicrcscimenlo  ovvero  scemameuto  s*  ap- 
pella. (C) 

3  DICKETO.  Togli  gli  et.  del  Pass. 
e  fanne  §.   così  : 

^  g.  JJicrrto  ,  dicesi  anche  Un  libro 
cve  sono  registrale  molte  delle  Irggi  ca- 
noniclic.  «  Pass.    I.'ÌS.  ...»•.  (C) 

#  §.  Dicreto,  vale  anche  Dottrina  della 
tcgf*e  ecclesinstua.  «  l'as.t.  353.  .  - .  ».  (C) 

t  DICKOLLARE  ....  Pallad.  a^g. 
Jifarz.    ai. 

'\'  DIDIETRO.  Inforza  di  suxt.  vale 
Parte  di  ilittro  .  f  ordì.  irs.  Jiant.  \. 
28I'  Il  dinanzi  ed  il  didietro  non  sono 
propriamente  se  non  nelle  cose  cbe  lian* 
00  sentimento.  (C) 

f  DIECI.  .  .  .  Bern.  rim.    agg.    I.  q. 

DIETA  ....  M.  r.  25.  corr.  il/.  *K 
8.  25. 

DIETRO.    Prep. 

§.  IV.  Al  V.  8.  ove  ha  Porgli,  corr. 
V  Porgh.  ed  at;g.  in  fin.  (/'J 

t  DIFALCAKK.  j4l  v.  9.  oi'f  ha  Che 
dìfalcato  corr.  Credono,  (Le  dif^ilrnio 

t  §■  ^Efi-  •"  l""-  r  ^"**'  "^  uccide  )  # 
Gff/.  .Vfj/.  26]f.  >un  b.i  puiuio  con  sì 
gran  lara  dif.ili-ar  di-1  concedo  flie  ba 
della  sua  doiiiina  impte>&o  il  Keplero 
nelle  mcnli  di-i  luuraii.  (C) 

*è  DI  FAI  l'i  .  Agf;.  innanzi  a  Ces. 
Sepner.  Pred.  38.  5.  Cusì  veii^inidineo. 
te  dovevasi  lti»l<ÌgUare  tra  qut-l  piquilo 
impaurilo.  E  di  latti  io  trovo  the  ec.  K 
Òlanii.  Gemi.  8-  2.  rrcl^ndc  d  ii)g.innar 
quasi  il  Signore,  con  fare  Io  spiiiluale, 
con  fiire  il  santo,  nienire  veramente  uoa 
«.  E  dt  falli  inganna  la  gcute,  la  quale  ec. 

DI  FATTO. 

•f-  g.   I.    .  .  .    I.asc.  rim.   agg.   1.  87. 

t  DtFET'l  <)....  Cron.   I  vii.  agg.  70. 

DIFETTUOSO. 

^'%'  JJtfi  itiioso ,  diceri  anche  di  per- 
sona die  manca  il'  iiitcrx'vnire  dove  do- 
vreihe  .  Cron.  /  eli.  I(K).  Fcciono  ragu- 
riare  i  Collegi  sanza  meilerc  su  niuna  al- 
tra perioiiìi  ,  e  fjrrndu%ì  veuire  di  que' 
rhe  l'Uoua  pezza  ei.>Do  stati  difeUuuki,  e 
nnn   vi   venunn.   (Cj 

DIFFAMAZIO.NE Tralt.  gov. 

/ani.   45.    r»0.   M.rr.    l'intt.  Oov.  /am.  à5. 

t  DIFFEHIHE.   Agi-.  A>htr. 

t  3  g.  I.  L'  iisinnio  ancora  tn  sipaific. 
agg.  alino  pi-r  Himeltriv  ad  altro  Uinpo, 
Pra/unf:iiie.  Togli  V  es.  Jr.  /  iir.  e  lan- 
ne  g.  ctinic  segue  —  I- d  iiinaniì  a  Cnr. 
leu.  agg.  .V/.'i-,  Pur.  6.  l5l.  Non  indu- 
giate ,  non  d>0''Mlr.  cbt  la  dilazione  è 
seiiipre    uticiva. 


*  %.  Per  Portare  .  «  Jr.  Fitr.  I. 
71.  ...  ..  (C) 

DIFFICILMENTE.  Agg.  io  fine  # 
Tass.  Cer.  2.  52.  Tacque,  ciò  dello:  e 
*l  re,  bemlic  a  pìrtade  L*  irato  cor  dif- 
ficilmenle  picgbi ,  Pur  compiacer  la  %ul- 
le-  (<) 

DIFFlfOLTAHE.  Agg.  in  fin.  Gnlil. 
Oprr.  .Isir.  (^^\.  .N'in  |'U«»onu  essere  di 
giaii  nionirnlu  a |  proso  agli  unmint  d' 
indegno  s;ildu  ,  ben  Mljclhi  ,  e  doidetoii 
d'  ^^(--«oIjip,  c  uod  di  diflicuUaie  le  im- 
prese, (f) 

MFFICULTARE. 

••'  g.  II.  /  niiilr.pnss  9^^.  Pendersi 
difRctle  .  Ed  ii|^g.  iiiiMazt  »  fCj  /'.'  f  it. 
Jfiop.  |<i8.  £1.1  scnuìtt  (il  ti  Ilo  defili  uo- 
mini) a  ii.itri(i>d--ri>i  ,  e  a  diiricidlarsi  cui 
rirmvir  ^i\'t  inniini  le  glii-'itoiiiie.  i 

DIFFIDAUE.  Al  v.  ti.  v\e  ba  CuiCC. 
St'-r.   <<.|T.  ^   t.iiivc.  Stor.  I 

DIFFIDI  N'J  h. 

*  g.  .^^  «-.  2.  oie  Art  coovcnicute  i'orr. 
coi(*riie*iitp 

DIFFIMTAMEWTE.  ■  .  .  A*xoìnla- 
mente  in  modo  prr  ci  so.  corr.  Assolutamene 
te  ,  in   motto  prtuiso, 

*  DtFFIMI  IVaMENTE.  Allegane  es. 
Ces.  Bell.  Ioni.  1.  17.  Ma  Haute  diffi- 
nilivjineiilp   ibirfii»re   la   co>n.   (C) 

3  DIFFIM  I  n  O.  Togli  V  es.  Put.  pr. 
e  fjni.e  g   ro»ii  : 

•'.-  g  l-cr  C'-e  dà  la  diffnìsìone  di  dire- 
chessi-.  m  //ut.pr.  ...  ».  iSocc.  Com.  I>ant. 
I.  3.  11  molto  rlrl  trattare  è  poetico  ec.; 
e  enn  qne>to  diflìn>livo  ,  Jiti>i\u,  e  prò- 
LalivM    ((  I 

DlFFI^I7.I0.^E. 

g-  y//  1'.  8.  cce  ha  difioizioni  corr.  dif* 
fiiiizii'iii 

3  DIFFO^DERE.  Agg.  in  fin.  *  Tas.i. 
Ccr.  I.!.  i.'i.  Mritlie  rgit  (/  ò'vfrji  laggi 
poi  <r  jUii  d.ir.>titU<,  Vu.illlo  d*  ihtotuo  uc- 
ctiiu  m0it.1l  >i  gira,  .Ser<.tisÌ  i  filtri,  e  ini- 
pallitln  le  liomle,  Assetale  languir  l'erbe 
rimila   ve.  (t'J 

•f  DIFICIATO.  Jl  V.  4.  e  5.  dove  ha 
un   L.r.indc   su>-no  tvrr.  con   grande  suono 

f  DIULaTO l  ari  li.  Stor.  9. 

agg.   2.1^. 

t   DI   FOIZA Pcttor.    Tuli. 

agg.   107. 

•f  3   DIGERIRE. 

^'  g.  V.  torr.  la  dirb:3t.iz.  cosi  :  .Yo/i 
poter  d  fii-nre  una  cosa,  Jl-^ural-'m.  \afe 
J\on  poterida  passare  pazifitteiiiente.  Lai. 
co/icoifueie. 

DI  CIA'. 

t  § (^'f'-  »gg   9 

DUilL'NM  E. 

'é  §.  111.  Agg  in  fin.  don.  ì'dl.  QIl. 
Esieiulo  di  qnaiCkiina  la  digiunai  tutta. 
J£  rpprctso  :  Ilo  senipie  fino  a  qui  di* 
,   giunjto  tutta  la  quaroinia.  (Cj 

Dl(:iU>0.    .Vii»/ 

*  g.  II.  .  .  .  Pocc.  Jin.  agR.  48. — 
Tnss.  ter.  20.  71.  corr.  ao.  bl.  -^  Er- 
rore del  Mi-nli. 

I  DIOI.tDIltE.  Agg.  in  fine.  ^  Salvia. 
t  pisr.  3.  1)6.  Ma  per  tornate  onde  digre- 
:  dininiii,  più  gli  uomini  lianno  a  dolersi  di 
]  sc.tlicdrl  piopiiii,  e  driraltrui  paese.  fCj 
i        t  <:   DIGUAZZATA  ....  Jiim.  hud. 


•S«- 


>l3ì 


DI    I.A'.   Prepasitione  ec. 
t  *  g.   I.  Ti>gli  r  e*,   fir.  ttov.  e  fan 
neg    cosi: 

••=   g.    /H   là  ,    in  alcune  frati  seive  m 
formare  il  superlativo  .    l'ir.   nov.    5.   .  .  . 
1  (cioè:   benissimo).    ìlaldo*:   Jjramm.  3.  3. 
I   In  qujulo  al  vrrbn  re.  Fa  i   conti  al  pa- 
:  rrr  niiu  di  W  da  male.   Pellin.   Pise.    I. 
33.    l-.i    folta    dir    esse   vi  faiinr)    h    gran- 
de, di  I!i  d.i  (irande,  gr»ndis>ìma  ,  e  più 
granile   di    qualunque  gtandetsa   1  br   possa 
finjjcrM  dtf  ntcDle  umana    (t) 


3  DILATARE.  .  .  .  Ped.  Ots.  an.  6^ 
eorr.   Ì<ed.  Oss    an.    J6^^. 

3    DILAl  AZIONE. 

^   S    11.  logli  le  virgolette. 

t  9  DILEGUARE  ....  Paliad,  agg. 
cap.  37. 

•f  DILEGUO.  Al  V.  5.  ove  ba  (cioè 
sia   quasi  corr.  (dot:  sin   quasi 

t  DILEIICO.  Corr.  la  dichiarai,  co- 
sì :  L'  nzione  del  diUùcare  ,  o  la  sensa- 
zione che  ne  risulta. 

•f  DILETTABILE..  .  .  Circ.  Celi. 
9.   l53.  rorr,    Circ.   Celi.  6.   l53. 

DILEITAHE. 

i?   g.    IV.   .  .  .  Se^,  Fior     agg.  Disc. 

*  UILETTEVILE.  Jdd.  )' .  J.  Di- 
lettevole .  Put.  Inf.  I.  Tal  fiera  è  ditet- 
tedile  all' apparenzia.  (C) 

t  DILElTO.   Add    .  .  .   Scal.  S.  Jg. 
coir.  .S'ral.   Claustr.  ed  agg-  4^^' 
DILIBERARE. 

*  g.   III.   .  .  .  AI.   Vili.  corr.   Pallav. 

Stor.    t  OnC. 

DII.ICATO. 

f  3  g.  I.  /Vr  agg.  Piaeet-ole  al  pi  sto  , 

^  g.  11.  To^h  gli  es.  Pocc.  nov.  99. 
]6.  e  Cron.  Mordi,  e  fanne  g.  come  ap- 
piekso  :  Ed  agg.  in  fine.  Cas.  {Jff.  com. 
(,7.  Peiocrbe  sono  f  i  ricchi  )  dilirati  e 
fi-inminili.  òegner.  fifann.  Var%.  20-  4 
^un  sarcMie  as»ai  dilicalo  quel  pellegri- 
no ilie  non  volesse  mai  camminare,  se 
non  è  giorno  T  (C) 

^  g.  IJilicato,  vale  aache  Sommamente 
es-itlo  ndl'  osservare  lutto  ciò  che  spetta 
al  suo  dovere,  od  ani  he  alla  semplice 
ccnvenirnza  .  m  PoCC.  nov.  99.  16.  •  .  . 
Cron.    Mordi.    .  .  .   m.   (t'J 

$  g  Diticalo  ,  è  nnihe  aggiunto  di 
l'altezze,  o  simili.  F.  fili.  ì'it.  7.  Que- 
sto poeta  fu  di  statura  mediocre,  di  fac- 
cia alquanto  luiigheiia,  liOL-ameuti  dilica- 
li,   quvtt   di    %ifgina!e   l>ellixia.   (C) 

DILIGENTE.  Ag^.  in  fine-  ^  Sagg. 
noi.  esp.  Il  8.  A  pei  Ioli  da  un  dìligeotr 
Dotomikia  il  tora''e  ,  da  principio  noa  se 
li  trovavano  1  polmoni;  tanto  erano  rag- 
grirfbiali  in  se  stessi  per  vutaniento  d' 
aria.  iC) 

t  *  DILIGERE.  Togli  fri.  E  Scal. 
gì^  citato  dalla  Crusca  in  DlLETl  O  , 
J't.l. 

DILIVERANZA.  .  .  .  C.  V.  11.  76. 
corr.   /•'.   /  .   11.  76. 

3   DILIVEllARE. 

=^  5.  Ili  .41 V.  a.  01*  hi:  d'amar  corr. 
da   mal 

niLOGGIARE.  Agg.  ìn  fin  4  Serd. 
J'it.  Inn.  43.  Ed  ef^li .  per  eongiungrrsi 
con  e»si,  dili>ggto,  ed  andò  per  acquitlar 
Molitorio,  (t  ) 

3   DI   LONTANO. 

*  g.    ..  .    Pemb.    Pro».    \.   agg     10. 
*t  4   DI   LUNGA.   Al  V.  9.   ove  ba  i» 

Ar.    Fur.   fttrr.   (*)   Jr-   Fnr. 
•f  DILUNGARE, 
g.  V.   Al  1.  5.  ove  ba   Frane,  eorr.  * 

Ft/inc. 

t  #  g.  VII.   .  .         ^'-         '"'     J    t- 
A(c.   agg.    3l|. 
DI  LU.NGO. 

t  s  IV.  . . .  a  ì  il  ei-j.  r.Mi.  /. 
r.  II.  69. 

DILUVIARE.  Allegane  et.  «  Lasc 
Cen.  Itilrod  ^9.  Voi  udite  come  non  pur 
pio%e,  ami  diUi^a  il  eirlo.  (C) 

f  DlMAOr.ARE. 

5   g    I.  .  .  ./"'r.   lue.    ?i    3.  eorr.  3.  2. 

•*   DIMANDARE. 

«  g.  V.  .  .  .  /•'.  I.  Il5  eorr.  F.  I. 
ia5. —  tiuicc.  9.   112.  corr.  Cmcc.  Star. 

9.    117. 

3  niMANDATO.  Togli  1"  es.  Jmn.f 
fanne   g.   con: 

*  S      '•"  "•  /pf^*   *'*   «••''•  /"''■  t-*  <"*  ' 

diiM^éidnli.    m    .tmel.   73     ...   -.  lO 


B  I  M 


rnrch. 


f  DI  MANO  IN  MA^O 

„,„,erLhè  e»c-„do  la  sacra  op.ra  d.  c,ue- 
U  sua  MU. . e  per  .noU.  e  van.  luce      aa 

Grecia  d.ss.pat.  e  qua..  •''"«■"''"•"•V  '  ' 
s.slralo    ce.  COD  somma    .lil.nen"   el  csa- 
™ae  luuo  il  corpo  rcsUu,  .tei  sa.,»s^s.«o 
nocma.  (C) 

j  DI  MERO.  ,  ,    , 

S.  U.  .  .  .  t*  Jl""l'-  ■^"''-  ''"•  ^'  '^'' 
i65. 

DIMESSO. 

,    g     1 yarch.   Slor.   12    agg- 

438. 

t  DIMESTICARE. 
*  e  ler  Render  ci.i7c  e  sociabile  j 
i'„/„r',  r.../,-»/.  *srr.  F,or.  /I.^.  2. 
,,  I  FiorcDlin.  ,  se  o  per  via  di  leghe 
o  d-aiulo  avessero  d.meslical.  e  nou  m- 
salvalichili  1  suo.  vicini,  a  .[ucsl  ora  sa- 
rebbero sig.i.'ii  di  T.iscana.  ((  ) 
DIMESTlClltZZA. 

+  *    g.    1.    .  .  .    Cron.  More/I.  agg.  27  I . 
DIMÈSTICO.  „ 

§.  111.    .  .  .    /?'■■   2-    l3.    19    corr.    tr. 
2.  i3.  19. 

*   §.  VII.    E  in  liti  senso  ce. 
»  %     E  lahra  i  contrario  <li  Sellali 
co  ,   ^on   collimo  .    Cron.   Mcrell.    220 
Inlornovi    presso    ali"   abilajion.    vcd.    d. 
incsli.l.i  ben  lavorali.   (() 

t  DIMETTERE.  „    „  „ 

S:  ?.    VII.    Togli  questo  §.  11  Boc 
rac.io  .lice  ,/,me,,(.'i*  ,  come  si  ha  an- 
,  he  dalla  Crusca  a  questa  voce,  e  non  di- 
mettendo. T,f^„„;/ 
t  UIMISIO  ec Con.  Mordi. 

"'^tDÌMlMJlRE.  Corr.  la  d.cliiaraz.  c.i. 
si:&r™..rc,  .•l.-fm..re,  Ridurre  ,,uaUl,e 
cosa  a  meno  ,  togliendone  nnn  P<"  "  '  f 
si  dice  così  delle  cose  fisiche,  come  delle 

"•orali.  iij,,,.,i 

f  §.  I.   E  neulr.  pass.    agg.    iiid>"Si 

a  meno.  ,.       ., 

*  §.  11.  .  .  .  S.   Enfrag.  corr.   f  it.  ^ 

•t'^DlMmOTlVO  ec.  /Il  v.  l\-  <"« 
ha  diminulno  corr.  diminuilivo.  E  doe>e 
ha  dinomali  corr.  cognoin.Dali  —  Errori 

di  Crusca.  t     ,,    8 

f  §....*  Buommatt.  agg.    Jratt.  o. 

'"'•+•   DIMORA.  L'es.   Alam.    Colt.  K\- 
Ie,alo  cosi:  Alam.  Colt.  4.  97.  Colai  della 

costui    prenda    dimora   Per  1'  istessa  ca- 

^T  *  §.  V riemb.  Asol.   I.  agg.  5. 

*  DIMOBANZA. 

§.   Ili G.    F.    6.    352.   2.   corr. 

O.   y.  9-  352.   2. 
UOIÒRARE. 
•t.    J    '•.    1.    Per    semplicemente    Ata- 

"  1\,  IV Bemh.  As.  3.  agg.  202. 

'uniOSTBARE. 

S.  IV.  Al  \:  9.  ove  ha  Dimostranflo 
aee.  avere 

i  Dl.MOSTBA-nVO. 

i  g  I.  Agg.  alla  dichiarai.  ,  e  •■■ile 
Che  loiiliene  te  lodi,  o  1  biasimi  di  niu 
,..-r,o/M,  0  d'una  cosa.   Lai.  dtmcnstia 

"*DlMVROVVl.sO.  Agg.  innantiafO 
Tass.  ier.  l.  4?  Quivi  a  lui  jV  .mprov- 
viso  una  donzella  Tulla,  fuor  chela  froD- 
le  ,  armata  app.irse. 

IH    NASCOSTO. 

+  #   §.  Cort.  cosi:   E  in  forza  d,  pie 

poLione,  vale  Senza  soputn  .   hr.  As. 

361.  El'a  faceva  ogni  di  nulle  me.eudu 

;„  e  mille   strava.,   di  nascosto  .d  ma.  ilo. 

/  ocabolario    7  .    Il- 


D   1  N 

+  3  DINOTARE.  Lo  stesso   che  De- 

ncìare  a-'      Ihmoslrare  .   Pare  indizio  . 

Togli  re°s°  *./.■•  G,v,„c/,.  e  faune  g.  cosi: 

i-.    K     Per    Simholepgiare  ,    Esser   se- 

g„o   d.    una   cosa  .    -   Sah:    Cranch.    2. 

5.  . . .  »■  (C)  ^ 

*  D-  liSSlNO   QUANTO Cron. 

Strine-  corr.   Cron.   Stria. 

D'INTORNO    CC....Eg.i.pr.coxv. 

^  §.'  n.''.'^'.  .  Demi.  Slor.  corr.  *  Bemb 
Slor. 

„.'  l  conservadori  delle  leggi  dovessono 
ec.  scrivere  o  fare  scrivere  in  sur  un  li- 
1  bro  nuovo  ee.  tutte  V  accuse  ,  tainbura- 
gioni  ,  nol,6ca.ioni  ,  dinuni^  o  querele  , 
le  .[Uali  ec.  falle  fossero.  (C) 
+  DINUNZIARE  cr. 

*  §.  Dinmiziare  la  guerra,  vale  lar 
sapere  che  si  prenderanno  le  arm,  e 
si  faranno  de^li  atti  ostili.  I  arch.ilo,. 
5  126.  Cosa  nuova  e  molto  vana  parer- 
gli ,  che  colui  gì'  indicasse  e  dinuu.iasse 
la  guc.ra.   (CJ 

DI  NUOVO. 

3  g.    11.  Al  V 
corr.   in  contado 

3  DIO. 

3  §.  VII.   To 

''"T  ì  Per  ''l'  amor  di  Dio  ,  talora  si 
usa  anche  a  modo  d'  interiezione  e 
.,„/..  Di  grazia,  P.eh  !  Lat.  <7''%°'  f  «■.- 
co.    lai.    Isop.   3l.   r/Wo.«   18111   Al- 


D  I  P 


1881 


agg.  I.  3. 
agg.  I.  i. 
Bcmh. 

corr 


n  6n.  sS  K  6. 

insieme  estol- 
di    [lunta 
iracc.o  giun- 


4.   ove  ha  il   contado 


i  r  es.   Celi.    Sport. 


ero.    tav.    I  si'p.   ."■   I  •  ■■  .       ,.  , 

lora  la  volpe  abbiendo  A  caco  disse  ai 
corbo  con  grandi  schermmenli:  Sta  che- 
loperTamCr  di  Dio,  che  il  tuo  doloroso 

canto  mi  ha    tollo  il  mio   capo  .   -  Celi. 

;pori.  2.  5 (C) 

if  S.  Ledalo  sia  Iw,  0  semplicemente 
Lodalo     Dio,    maniera     esclamativa  con 
che  altri  rende    a   Dio    ossequio  d,  gra- 
ta di  CIÒ  che  allora  favella.  I  .  LODA- 

^V^-^  Cessi  Dio,  Guardi  Iddio,  Toha 
Dio,  o  simili,  maniere  deprecative  di  che 
y.   a'  loro  verbi.  (C)  . 

•+•  8    SX.  .  .  .  Pera.  rim.  agg.  I.  o- 
A   S     Pio  ci  metta  la  sua   santa  ma- 
no,'niaa.era  deprecativa,  che  vale    Prov- 
vee-a  il  .S'ignore  col  suo  aiuto.   Car.  lett. 
2,  23o.  Et  Dio  ci  metla  la  sua  santa  ma- 

""J  J  ^,.er  la  mano  di  Dio  in  una  co- 
sa.'vaie  Esserne  "-'■' P-""' /",Xé 
^.i  e.negtamenle.  Lasc.  Spir.  5.  8.  In  bne 
questi  discendenti  di  Nepo  colle  malie  e 
co"li  spinti  ban  la  man   di  Dio.   (OJ 

"-■■  8  Dio  le  la  mandi  buona,  0  simi- 
li ."mìniera  deprecativa,  la  quale  si  usa 
allorché  s.  teme  qualche  male  ^"•-  '"'''■^ 
yareh.  3.  II.  Kelf  allevare  .  figliuoli  non  , 
può  cosa  nessuna  .1  giudizio  d.  eh.  gli 
allieva  i  bisogna  solo  pregare  Iddio  che 
le  la  niand.  buona.  (C)  _   | 

,       §.   XXXI E  g-  7-  «•    '•   'r'-   ""    1 

Fé-    "    n.   1.   e   poni  in  fine.  (ì  ) 
1       -S-'d'iOPTRA.   Lo  stesso  che   Diottra;  1 
;i,Ce//.>.   Gal.    Vper.  ^.(r.  460.  Accoroo- 
I  disi  poi  il  prisma  cosi  d.v.so,  che  ad  ar- 
'  bitr.o   nostro  risponda  a  qualsivoglia  gra- 
do dell,  90  o  60,  trasporlandolo  a  questo 

,d   a  .luello,  secondo  il  bisogno,  c.oe  ap- 

d,cand„loa.lu,lS'-'!'-'7.''-"^J;°'""'' 
o  dal  pcrpendicdo  sarà  taglialo.  (C) 

DlI'AllTl-NZA. 

3    5;.   T-iglll-es.  .IWm.  e  fanne  g.  COSI- 
^. 's     0/irfe  ' '"■  'n  dipartenza,  0  le  di- 
parleaze  con  alciino,vale  Salutarlo  parten- 
do. Dirsli  addio...  Malia. 6.1»..  ■  ■■■■(CJ 
•t   3    DIPARTIUE.         •    'es.  Pr.  ii. 

corr.  3.  3.  .       ,       e.        ,  t 

t  DI  VIANO.    .  ■  ■    yarch.   Slot.   IL 

'gg     374. 


DIPIGNERE. 

f   §.   V.    ...   ^c"i.  ' 

+  s;.  M.     ■  ■  Jl"""-  '"""• 
t  *  DIPINTISSIMO  . 
Asol.  3.  agg.   206. 

DlPINTIilCE.   .   ■   .   E  aiuole  . 

?DI^OI.  ..   .    rallad.JiS^   'Mr. 
25.  — Cron.    Morell.   agg.   33». 
•+  DlPOIiRE. 
*  S.  l.  .  .  .  .41  V.  2.  ove  ha  disse  agg. 

'^\  S.  Vipoire,  parlandosi  di  Scommes- 
se vale  Dare  in  pc^no.  Sannaz.  Arcad. 
pros.  4.  Primicramcute  io  ti  dipongo  un 
capro  vario  di  pelo.  (C) 

DI  PRESENTE.  .  .  -  ^ov.  ani.  Sg.  g. 

'°t-D?PMSSO.    .   ..    Cron.Moretl. 

asfi.   243. 

•+  DI   PUNTA  .  Agg.   1 
44.   Con  la  voce  la  spada 
1   le,  E  lorna   per  ferire;    ed 
Piagalo,  ove  e  la  spalla  al  bi 

'  '""v^DI  PUNTO    IN  BIANCO 

ì'arch.   Slor.    II.   agg.    353. 

•t  DI  QUA. 

+   *    S.    I..  .  •  lab.   ag';-    2»». 

l  8.  V »""'•  '"/■  '^-A. 

■    1  .1,      Di   aua  d.d    suon  dell    au- 
non  SI  desta  ,  ui  qua  "  „ii,nio 

gelica    tromba  (  cioè    di  qua    dall    ull.mo 

di  ).  (C)   E 

•+  DI  QUI.  ,    _         „     e 

+  -•-   e     IV    .  .  .  liamm.  l.   3.   agg.   a. 

tt\!),HADARE.  ...  /'«/W..8.3. 
corr  Pallad.  Ott.  3.  -  Ed  agg.  m  fin 
"  r..".   Oer.  20.  33.   Con    a  destra  vi- 

,1  la  donna    siringe  ,  Poiché  lia  rollo  . 

:[:o;;idò^i:;;;;:r-^----- 

re  apre  e  dirada.  (Cj  _._ 

DI  RAGIONE.  Agg.  m  fine.  •.-  -4- 
Fiir  2i  60-  Zerbino  a  lui  gridava  !  Non 
,?:ne%  pensa  noni;  aver  senza  que. 
slione  Se  tagliasti  COSI  rarnre  d   Etto    e 

Tu  r  hai   di    fuito,    più   che    di    ra^.o 

ne.  (C) 

+  DIRANCAIit. 

I  5         .  Pw.  ani.  Paim.  corr.  Pim. 
ani  Paia.  -  E.rore  di  Crusca. 

conceito  collo  scritto,    l'etr.  caiiz.   2».   I- 
Ma   pur   quanlo  V  istoria  trovo  scritta  la 

mezzo   ''"'•.  '>"=  ^'  ^'","°    """"■'."•i   Di- 
bstia  P.0P""  »»»''''■"'"  ■""'■ 

•"'■  (C)    ..,  ^_   Frane,  core 


Fior. 

yH.    Cavale,   coir.   Ca- 


g.    IV.    • 
S.   Frane. 

*  §.  XIV. 
vaie.  ...      n        i*\ 

+  8    XLIX.    Togli  in  fine-  l  ) 

*  DIRE  BASSO.  Parlar  con  voie  som- 

co"     248V./o../<ad..disl,ce,T.d.- 
di   si  ,  ■ —  „ 

1       •-»-  IURE  li-  VERO   ec. 

e'  ri  dicano  il  vero.  (O 
DUiEZIONE. 

*  ?     II.  .  .  ■   G'"«-  »gg-   •"°'^- 
,  DIRITTAMENTE^-.^^.^^^^^_.,_ 

„..  ..  Slor.    Pari,   e  pon.  in  fin.  (I  ) 
•t  DIbITTO  e-    ^<M^  ,__,_^. 

••-    P      linea   ili'itf'^j  ^'"^   r 

"■   S-/'"  ,.   .-       ,ticono  I  materna- 


1 

con". 


iesi 


D   I  R 


0  divergenza  ria  un  punto  all'  aUro  ,  ,d 
''«pm  corta  che  posta  tirarsi  fra  essi 

1  arch.  Le-..   104.  Le  lineo  .l.rille  si  sono 
piegate  io  curve  e  lorte.  (C) 

„|  *  ^-   ' ''"'■''■     ''o!-  »gg.   2. 

*!  Dinivo. 

HIlilZZARE  ec. 

=st  te.^'  ^" ■'''"■*''•  ""^-  ''"'■ 

y  §.  Per  mettere  i„  essere,  in  pieJi. 
Ai/.'in.  ienof.  3.  67.  E  io  p„„,.  „,i„i. 
sloesseo.o  .lei  ladroo, ,  ,ll.fi„e  din«ai 
■morno  M,  dici,  una  ladronaia  assai 
famosa.  (Cj 

niRUPAliE. 

*  S-  IV.  l'oni  in  fin.  /•/') 

n,  f'rj         ""  *■''""■  ^  1*°"'  '"  fi- 

DISACCENTATO.   Innan.i    a    SaUin. 

'«5;|.=i-»'°'' ■'•''"•<■-'  "■3.4. 6 lyi. 

■'   i.-  Togl,  questo  §.    e    I'  es.    norlalo  , 
al   Icma  come  s'è  accennalo. 

*  DISADIRATO.  Agi-.  ^,/,,.  die  non 
e  più  irato  j 

DISAGEVOLE.  i 

I  *  §.   All'  cs.   Jìen,/,.    ylsol.   agr.    1 
^8^.   Cd  allegalo  cosi:  Con  tulio  cbe  egli  , 

t  §•    I.  .  .  .  Cren.  MorM.  agg.  agg.  _  ' 
/.  nitrose  corr.  A  3l2.  e  rfo.e  ,/,ce  slan.a  ' 

Imi  ^?",'  ~L^  "«6-  '"  «■"■  *  C".  I 

{        -J    ?■    '■^'-   ''•""^'iunqueilno.  ' 
>Iro   Poela    lanlo    disagio  di  parole,  cl,c 

ce"?  (Q  "'"'"'    "    """"    "''"    '"• 

t  OISAGIOSAMENTE /}en,b 

Jiros.  agg.   1.   35  i-i'/ii/. 

St^r^t''^?t^°    '>6-    '-   ""«     «    ''■"■''' 

•»""■■   12.  441.  Clonicnie  comandò,   clic 


D  I  S 


f'J 


'0-  'SS 


fosse 


messo  10   una    l,uia   e   disaeiosa' 


pri 


g>onc  in  Castel  Sant'Agnolo.   (Ci 
DlSALLOGGIAlìE. 
*  S-  Af:g.  in  J„,   ji.,.^    ,,„     j^^^ 

La  quj  cosa,  prendendola  il  Duca  iu  s,. 
"■»lf;.  »"S";io,  fu  cagione  che  disalloggiò 
■luind.,  e  s  ,uvio  verso  Ostia.  (Cj 

y  V'**"«0;-^^W-L.co,,. 

■i.i>AVvÉDUTr'-'""-'^''^'- 
j  T  a    " ^°"-   ■^  """"'■   Mi.  5 

3.|ADERE.AIv..3.ove..a..yW 

t  DISCARICO.    .  .  .    Urh.   „,g    5, 
t  D1SCI■«UE.^TE.  ^ 

t  S-  torr.  la  dichiarai.  Discendente  i 
"■y»'xa  A  „,.„.  ,i,eesi  Colui  che  discen.  1 
^c  /,„■  ,e«a  linea  da  uno.  o  da  una  fa-  i 
•p^'Slia  i  ed  usasi  per  lo  piA   nel    plura- 

t  DISCENDENZA.  Corr.  I,  dichiara..  I 
■^•HJiilo  continuato  di  generazioni  In  una  I 
"•edesinia  Jamig/ia  :   Ijescendenza 

t   DISCENDER!;. 
J.  *   §■    II.    ...   ^/...   2.   e  X   ce  A„   I 
Jlmi  corr.  alliitimi  | 

t  DISCEIVDIM|:NT0.  *ll'e.v.  Arn.h.    ' 
agg.  6!^.  ed  allegalo  COSÌ:  ft.uno  può  per- 
venire  alla  virludo.  se  non  per  lo  destro 
scnfero  ,   per   V  .lira    via  ò  leggiero   di- 
scendimenlo  al  niolerno 

DISCE.NMVO.  Agg.  ,„  fin.  #  ,  „^ 
»■  T  use  lì.  8  7.  ,.  =j.V  Secondo  la 
'"'"  "of"'!»  »l  grave  dal  proicionte  sa- 
ri  maggiore,  stand.,  (ermi  gì'  impeli  p,o. 
Ricisivo  e  discensivo  di  quell,,.  de.rrne- 
rannosi  parimente  altre  simili  linee  para- 
Wirhe.  (C) 

DISCERNEDE. 

y.   I.   Al   V     IO.   ove  ha  Kjpos.  corr.  F. 
Fjpoi.  ^ 

t  DISCERNEVOLE     .     Bemh.  A,ol. 
1-  agg     -a 


DISCIPLINATO. 

*     §.     III.    l'oui     ,u     fi„ 

DISCOLO. 

t   S-  11 ì'arch.    Sloi 

2<J). 

3   DLSro.NOSLE.NZA.  Agg.   in  fin.  « 
■>al,;n.   iJisr.  2.   l(i.3.    Celi   sona   discono- 
«celila  macthiandosi ,  .enne  a  cadere  da 
quello  innocente  stalo  primiero.  (C) 
t  DlSCONVt.NEVOLEZZA.  '   .   . 
Lemh.   As.  ì    age.  07. 
J   DISCOPRIRE.  • 

*  S    11.  Togl,  r  „.  reir.  Cam.  e  fanne 

^.     'OSI. 

*  §■    ^  '"  ''gnific.  nenlr.  pass.  .  Petr 

con:     18.  j ..  iVinnai.    ^rcad.  pros 

7.  ft e  avendo  ancor,  ardire  ,li  discoprir, 
mele  ,0  cosa  alcuna  ,    per    non    perdere 

*  DlSCOPr.no.  Toni  gli  „.  tr.  !e 
Virgolette  . 

DISCOnARE.  Agg.  infino.*  j„rf. 
Hl^  Ina.  43.  Si  cominciò  a  ritirare  dalla 
tuffa  con    lanlo   di.ordine  ,  che  d.seorò  i 

'"•l'.^l""'"'''"'  '"'""o  -'"emici.  (C) 
,        't  DISCORRERE.  ^    ' 

rJ  h  "   ?'"«''  '■  "•  ''''"■  '""■'•'■  <• 

tanne  §.  «osi  ; 

I        *  §.   .«.Scorrere  „„    „.,o .  „„/,,   ,  , 

I  dur.<i.  .  lìoec.  Introd.  16.  „    ,r? 

I  j,^'^'SC0SCESO     V„.,.  Agg.   in  fii^e.  =1= 

5""      '«•'•     15.   53.    Ma  poi   H.e    gii  le 

nevi  el.l,er  .arcale  E  superilo  il  discosce? 

soel   er.„,l,nl,eIie„doeieIdid„lce 
stale  Trovaro.  (C) 

'f  "'SCO.STO.    Prep.  All'es.  «e™?,. 

M^^ -IBS.   3.   184.  ed  alleg.do  cosi:  Dove, 

I  come  .0  fu, ,  cosi  dall'  u„o  de'  canti  mi 

venne  una  cipannuccia  veduta,  e  poco  da 

le.  discosto.  Ha  gli  alberi  i,„  nonio  tulio 

solo  lenlamenle  passegeiare 

Ij  DISCREPARE.  .^.S..,.„„,.  5. 

't  DISCREZIONE. 

S-  VI  />eii,„_  /y„,.^,,    3        „„  ,^. 

Bemnc.   317.  —E    logli   i„    Cu     (Bl 

■■"■'■"  ■.il"  descrue./lo.c.  Con,.  !,„„,. 
I.  ,1.  La  (orma,  ovvero  il  modo  del  trai- 
tare  e  poetico,  finivo,  diserillivo,  e  di- 
grcssivo  ,  e  transitivo.  (C) 

•+  DISCUSARE sj:   Cuilt    lei, 

I   'ilor.   1.  10  '°'   ""■ 

I        DISDIRE. 

,,'/•,''■   •*,»■»•,■"   "■>    *  Tcss.    Oer    ».  ! 

^1.  Cosi  parla   ali    amante  ,  e  noi  dispo. 

I  "->  S..|h    egli  si  Hisdic,   e   pensier    m'^u.  | 

I       *  DISDITTA. 

*  DISDUTTO.  /-.^.n,y,o,„,^,„„„. 

O  dolce  lerra    Aretina  ec.    Corte  d'oRni 

''t'^^s^;^:'"^"'"  "•••«'"  "^ 

*  §.  Disegno,  .-ale  anche  Arte.  Mae. 
'Ina  nel  .,„per  dispone  Lene  e  ordinare 
I, menzione,  ed  è  terni.  ,le-  ritton.  Fa, 
«/••  /.'.  4  283.  Fece  di  piiiur,  un.  ré: 
surrc.ione  di  Cisto  .  nella  quale  si  fece 
conoscere  per  eccellente  maesiro  .  .ven- 
dola  folla  con  disegno.  I.ell'  alliludine  d, 
figure,  scorti,  e  l.en  rolorilo.  (C) 

t  S-   VII.        .  /„rr/i.   .\,ar.   3.   „..  „ 
t  S-   VIII.    far   disegno    sopra    1%^ 


D   I  S 


«  D1SE..UAL1TA'.  Agg.  in  fi„  Gal 
■Ven,  e  lelt.  i„ed.  ,  ,S  s„gi;i„u,e  ,„,i 
ec.  tanta  esser  la  vaniti  del  firn>.,,„enlo 
ehe  ce.  sia  incompren.il.il,  ed  insufficiente 
•  cagionare  disegualiH  nolal.ile.  /r, 

•tDlSFAZlO.NE.   ...    Vrh.    ''    ,- 
«A-.r  /o,  d,.ra.i„ne  corr.  disfa.ioni        ' 

"  S  Con.  I.  dichiarai,  cosi:  l>i,fa,io. 
"..  figiir^iam    ,.,>    /(„,.,„„      ,  j   ^^^     _^ 


elle  per  danari  .  O  di  nohil  cond,«one 
Gioie  vuole,  e  anelli  cari  E  vestir  d'ogni 
ragione:  Sara  la   lua  d.sfa.iine    ir, 

DISFORMARE  .  .  ^„„.  ;:/.  3„ 
> .  1.1.  L  ira  mollo  laidisce  il  corpo ,  e 
mollo  il  disforma  ™ 

t  *  DISGOLETTARE Dellin. 

sféul     rT?-   ^'-    Tir.  di  .pad,  „„.  ,, 
'aetla  ,  Oh    un  ne  spiallclla  in  terra .  ed 
ne  scianca  ce.  SlaM.,a.  soasa ,  sd.soc- 
chia.  e  di.golella. 

^s    Oty.    Ma  l'amor   <h' io  t.  p.r,„  ,  „, 
costringe   a    d.sgomhrare    questa    pe^..,. 

S-  I.  Agg.  in  fin.  *  T„ss.  Cer  '  li 
Forse  fia.he-lm.o  core  infra  que.ion,. 
hreDel   suo   peso    mortai  parte   di.gom. 

•f  DISIDERO.  ...Seal.  S.  Jgos, 
corr.    ieal.    Oaiislr.  445.  * 

n'Td  °'?^*.!-*-'*''^-  AK  io  fine.  - 
(I  diz.  de-  Uà...  ha  dilaeca,  e  così  ha 
'a   I  rusco  a  ,/nrslo  verbo) 

t  DISLEALTÀ'  ee Cron.  Veli 

1    32^  "^°'       "'■''  '"  ^'''"  *  ■"■'"'"» 

't  DISMONTARE. 

+  §■   II.  .  ..   Vrh.  ..-.  4, 

tDI.SOBBLIGARE  .".%,.„,,„ 
"SB-   I.  4' 

DISO.NESTATO. 

-  *t*  *  S-  ' Boee.   Pisi.  Pr     ■ 

^r    apg.  icfi. 

DISO.^0RARE. 

■■„^*  "■  ''"-  '"'«''•>  ">'•'  Come  in 
un  lem[>o  tempestoso  e  strano,  Che  v,eo 
con  tuoni  e  vento  furioso ,  Grandine  - 
pioggia  .I,|,a||e  e  .fronda  e  .fior.  L'  er. 
l'è  ,  e  gli  arlinri  scraa  e  disonora. 

DISO.NORATO.   .  .  .   Pia,,  corr.    Vii. 
l  lui Eirore  d.  Crusca. 

DISORBITA.NZA  .  Al 
.Seguitare  il  volgo  co,-r. 
tolgo  ) 

t  DISORDINARE. 

^,.7-  ^;  '„'■  '"'  "•  '^"'"-  "'or.  .negalo 
eo.i  :  A  noma  succederono  cose  di  «rao- 
dissimo  momenlo  ec.  ma  per  fraade'cn 
Ignominia  grande  del  Pontefice,  e  con  d,. 

sord„,are  le  speranie   di   Lomhardl.. 
n  SORRATO    Agg.  io  fin.  ,  A  /,,„. 

I-   II.  Poi  fui  dal  mio  principio  a  mei- 

l'o'  'o"  '"  '"■'''  '"'■'''•  '''""""'•  '  ••""■ 

S   DI   SOTTO.    Prep.  .  .  .  Dant.   Pa, 
a    corr.   Dani.    I  iirg.  2. 

a^*  ^-  ' ^o"-    ''<■   Dan,,  ag- 

t  niSPAI.ERE.  ...    r.rrA    J„r.  ,. 

niSPAIlUTEZZA.  Correggi 
t  J  DISPAIllTEZZA     0«./„iA„„ 
che  e  dtsparulo  .   »,ellen,a    Lai.   «„ir, 

«'■ni.,  le,,.  ,.  5  Co  11  vostro  iomo, e 
m  I  .  dello  ch'ella  ,  la  ragna)  i  moli,, 
"ruon,     il  c|„  ,f  j,  _  „„„  ^  ^^ 

roosideraii.ne  la  disparutcna. 

<'    ."ì      rer    7'r/;,rm,/.i  ,  ]lru„ezta  .    . 

,      "'•.  ','""    a    8>     Ne' quali  mulameul. 

l'cnche  dire  si  po.»   che  la  disposiaion, 

"elle  VOCI   ancora  per  altra    cagione   eh. 

per  ,|uellj  degli   accenti  considcr.l.  ,  al. 
■pianto  vaglia  a  generar  la  disp.ruleua 
<■''    esser  SI   vede  nel  cosi  porgere  e  p,„.' 
nuniiare  esse   .oci  ;  nondimeno  i  da  ... 
pere  che    a    romprraiione   di   quello  de. 
gli  accenti  ogni   alli,.  rìspelln  i  poco.    A. 
'■".   a.    3.    57.   Ma    hu    avvertilo   che   lo 
•pano  di  sotto  della  hella  stampa  tslrrl 
Io.  e  molto    o.iuor     rhc   quello  dall'ai- 
111,  che  d'i  di>p>rul»u     iC) 


•'.    9.    Ole    ha 
Seguitalo    Ili 


Slor.    allegalo 


D  1  S 


DlSrARUTO.  Correfgi 
"    S    msl'ABUTO.    JJJ-    Sparato 
Macl^.U.;   Che  ha  poca  ''PP""'';"}--']: 

6«?.  .  5.  Era  -lU.no  r.os.au.u  mo^. 
,„  piccoliao,  e  di>l..i.ulo  d.  I.e.Mma  (a 
l;^;,.  ,/./  .5.5.  e  ,..//W^'  .7g; j^» 
JispeUo  ,  e  dispcUo    Ari    ,'""=  '"     ''"'"'' 

*  8  Disparuto ,  parlandosi  </.  tosa, 
ralc  Brullo  ,  Sporco  D.  brutta  appo- 
rmia-  ••  Bocc.  /10I-.  55.  bi.  ..  ■  ^  " 
loslr.  ...   '■  tC) 

+  DISl'E.NUEnE, 

*  S,  Vspendere,  Mcesi  anche  del  2em- 
no.e^ale  impiegarlo.  Consumarlo,  ian- 
ia..  A.^a.l.  pros.  7-  E  Mccome  .u.u.o 
r,ui  i  p..ori,.ii  delb  tuo    .d«U-.cc,.«  ha, 

itori  .nrrulluo»n.cnle  dispcsi,  conce.  fC; 

I*  g   ni.  ...Bea.  leti,  agg-  »■  J^- 
•t  3  Dl-^IENSARE. 
*   S    i'.r  Distribuire,  Disporre,    tur. 
Kn    II.  753.  Tu   dispensa  i  luu.  Fra  le 
porle  0  le  torri  :  ite  voi  meco  Che  nma- 
oole,  e  ciascun   armi  i  sugi.  (Cj 
f  DISI'ERAZIOSE.  ec. 
vi    .  .     Urrn.  rini.  ![•}.  coir.  J" 
5='  DISPETTAME.N-IE.  ^.v.  /-  morfo 
dispetto.    Ces    F.or.  Sto,.  6.  bl.   Messe 
ciù  le  rol,e    sullili  e  di  bella  visla  ,  i-re- 
Lo  alili  glossi  e  vili,  audando  povera- 
mente e  dispcllauK-nle  per    quella  ulta, 
uella  Muale  prima  s.deano  dimostrarsi  ov- 
icvoli  e  appansceoli.   (Cj 

•f  DISPIAN.U11-..   .      .  Morg.  29.  Ac- 
corr.    IO.    4''-  .      e        J-    T-^,, 

3  BISPIEGAUE.  Agg.  mfi".--/r««. 
Cer.   18.  5l.  l-a  raccoglie  Goffredo,  e  la 
difeodc;  Po.  scorge  ec.  Che  dal  collo  ad 
,m   do  avvilita  pende  ISiothiusa  carta,  e 
sotto   un'  ala  ascosa.  La  disserra  e  dispie- 
ga ;  e  bene  iutcodc  t^u.lla  eh  in  se  con- 
lieo non  lunga  prosa.   (Cj  .,  „    ,, 
•+  DISPOGLLKRE.  A;g.doroil§.  U. 
ir-  §.   i   in  sign.fc.  neulr.  pass.    Pri- 
.■irsi     ia'fin.  J'ros.   Tose    \;^^-<^on. 
tento  solo  della  sua  dignità  s  e  della  sua 
medesima   autorità    nel   tempo  di  questo 
interregno  dispogl.ato,  per  ripigliarla  poi 
,  iù  vigorosa  e  iivestitsenc.   (CJ 
n  DISPOKRE. 

-  :J  §  l.  L'  es.  Tass.  Anniit.  allegalo 
,o.'i-  Parca  ce.  Chieder  consiglio  ali"  oc- 
,|„t.  ,0  qiial  maniera  Dispor  dovesse  in 
su  la  fronte  i  crini. 
3  DISPREZZATO. 
Il  C.  1.  luniMi  a  Baldin.  agg.  Cor. 
rù  1  ia39-  Jlirando  ec.  con  che  dl- 
,,.re«ata  leggiadria  l'c.tava  un  pasloral 
nodoso  miito.  (C)  ..... 

D1SPR0P0BZ10^E.  AKg.  in  Goe.  -r 
Viut.  Adr.  Op.  -or.  4.  82.  O  per  di. 
.,,r..porxl..ne  d'  esso  in  rispetto  della  lon- 
lanania  della   matrice.  (C) 

*  DlSSEMBlìAKE  .  Dissomiglttin  . 
,:,„U.  r.m.  1.  2.  Dunque  come  valere 
Prende  piacer  d.  guisa  alcuno  fiere  Se 
dal  latlor  d'ogni  valor  diisembra,  LU  al 
.onlrar  d'ogni  man.cra  sembrai  fU 
•f   DI.S.SEMTERIA  ...      Ci:  3.  7.  12-  , 

torr.  3.  S.  .». 

3    UISSERRAKE. 

:?  t.  l'ir  DissigiVaiT.  Tass.  Otr  io. 
5l  La  raccoglie  GoUicdo  ec.  Poi  s<-or- 
ee  in  lei  guardando  ec.  Rinchiusa  caria, 
e  sotto  uu'   ala  ascosa.   La  disserra  e  di- 

''".^°':  d'iSSERMTO.  .     .  Bemb.  Asot. 

'';S°D1SSERV1ZI0.  Toni   1'  «.  «"«n- 
iirr.  ira  le  virgolette.  , 

*  D1S.-.LMILA11E.  Adii.  I  "l'h-  La. 
Vani.  l.  .05.  Dissmnlare ,  e  proprio 
■lU.llo  (   crpo  j   d   quale  e  composto  d. 


E  Stor.  2. 


D  I  S 

parti  diverse  ,  le  quali  parti   sono    diffe 
Iculi  di  spetie:  e  tutu  1  corpi  visenli,    e 
<be  hanno  anima,  sono  o.ganic,  osvero 
dissimilari.  (C) 

^  DL-SIMULATORE 

DISSIPAZIONE. 

*«....   Questi  corr.  Queste 

+  I  DISSOLMTRICE BcUin 

Disc.  agg.    1.  6. 

DISSOLUTO.  „      , 

.^.  g.  V G.    y.   12.  181.  3.  corr. 

"•f  biss'oKAKZA  ec...  Bemb.  Asol. 

""Ìdis^'ilmperanza.    ,    ,      „    , 

«  8  L  A.K  inCn.  1  arch.  Lez.  Dani. 
2  loi.  Tutu  questi  accidenti  raccontati 
di  sopra  vengono  dalla  dis.enipei^u^a  e 
mala  complessione  del  cervello.  (O; 

•+•   D1STE»DEKE. 

+  ,  S    VI t'  altrove:  corr.  /;  228. 

Tf  §  VII.  toni  ghes.  3/.  /.eò-tor. 
Eur.  tra  le  virgolette.  ,         •  , 

M  DISTLBMINAKE  .  Torre  termine 
aduna  cosa,  lardi,  l.ez.  Z;»-.M-2->7; 
Egli  ir  Orizzonte)  dist.rmina  e  div.de  1 
una  mel'a  del  ciclo  dall'  altra.   (C) 

DISTESA.  Agg.  in  6n.  *  Salym.  Disc 

I.    282.  Può  a  sua    posta  (  il  pensiero  ) 

.__    _J^    .>.-ll..orin;ire.  e  da 


D  1  S 


l883 


per  r  universo  mondo  pellegrinare 
>iaggiatori,  e  da'  geografi  nelle  carte  ap 
piendere  le  distese  de' regni.   Il) 

*  §.  IV.  ...   G.   1:  corr.  F.  I  ■ 
•+  3  DISTESO.  Adii. 

*  C.  Ben  disteso  ,  dicesi  di  eompon. 
mentì.  0  scrittura  .  0  simili.  «-''-,";' 
eleganza.    Il   1  ocabol.  alla  A'.  ELtGA>- 

TE    (Cj 

DISTILLAMENTO -^"Sff-   '""■ 

csp.  23.  corr.   23 1.  ^,,  ,, 

t  3    DISTIKGDEBE.  Togli  1   es.  ^-  L. 

''''3  1)1ST1^T0.  Adii.  Alv.  6    ove  ha: 
it/arc/ied.  corr,  ».  il/rtrc/i.((. 

:■:  8  I.  Agg.  in  fine.  2ass.  Gcr.  ii. 
Ì2."  Alior,  quasi  di  tomba,  uscir  ne  sente 
lln    indis.iuto    gemito    dolente;   che^po. 


Ahi  1    troppo 


disse 


li 


100 


distinto    in    voci 
ec.  (C) 

J   DISTORNARE. 

if  %    Al  >■.  6.  eie  ha  scritturali  layio 
nieTi  ,  corr.  scritturali  e  ragionieri  , 
DISTOKRE  ec. 
J.    *   g.   II.   .  .  ■  Ar.   Fur.  ag 
e  ole  ha:  del  mei  corr.  dal  mei 
•+  DISTRARRE,  ec. 
I       *  g.  IV.  .  .  ■  ti'iici;.  Stor.  1    i 

1.  III. 

DISTRATTO. 

4.  *  8,   l.  L'es.   filler,   ■'■tor.    1 
allegalo  così  :  La  Cill'a  di  S.ena  ec.  p 
.bb  distratta  io  ...olle  famni,   o  membri 
ai  Cittadini,   chiamali  appresso  a  loro  or 
Jlni  ,  ubbidiva    a    quella    parte  ,  la  quab 
ec.  era  più  poUiite  che  1  altre. 

j  DlSTliAZ10:-E  .  Agg.  m  fine.  L 
Crisi  inslr.  I.  11.  26.  1  nostri  Cristiani 
.1  presente  iiducono  lulla  la  loro  orato- 
ne a  masticare  slroppiatamente  una  co- 
rona    con  mille  d;slraàoni    ed    iruveien 

"•f  DISTRIBLITORE.   .  .  .   '"     ■^'•*' 
/',»;.  3.  2l5.  corr.  2.  2l5. 

..-  DISTURBO.  Sturbo.,  agg.  Impedì 
m«,o.  Togli  gli  es.*C«r.  leu.  e  Buon. 
Fier.  e  fanne  §.   cosi  : 

*  §.  i'.i  Disordine.  Scompiglio.  - 
£110/1.   I  ler.  q.  H.    12.   •  ••  "■  ''> 

«  §.  Ter  laiomodo.  Tentt.  Lar.  leu. 
Tornii.    122.   .  ■  .  fCj 

*  fi.  Per  Inquietudine,  Agitaiione  di 
spirilo,  ilut.  Adr.  Op.  mor.  X.  ib?.  H 
corpo  (  come  dice  Platone  )  e.  apporta 
molti  disturbi  per  cagione  del  nutr.men- 
lo  necessario.  (C) 


DISVARIO.  Agg.  in  fine.  -.•  Borfh. 
Disc.  Scnv.  16.  Ma  non  soppuila  il  do- 
vere nfe  la  ragione  natiiiale,  che  con  tanto 
disvar.o  e  disatguashania  un  re  s.  con- 
duca  in  campo  .on  uno  sciat_urato.  (C) 

+  *  DISUUUIGARE Bemb.  Asol. 

a-.'.  I.  io.  Perchi^ame,  fi'a  nel  dol.imi 
avviato,  gu,, a  il  favellare  bene  in  lungo 
de'miei  mal.  ,  siccome  .1'  miseri  suole  av- 
venire, più  olire  ancora  ne  parlerò  :  e  cosi 
f„rse  ad  un'  ora  a  voi  m'  ubrighero  ra- 
gionando, e  disubrigheio  consigliando.  1^1 
:?  DISUTILISSI.MO  .  Superi,  di  Vi- 
sulite.  Farcii.  Stcr.  10.  27»-  E»  "i»'" 
la  guerra,  e  la  Santa  ,  ma  d.sutilissima 
Lega  de'  confederali.  (C)  ^ 

DISUTILMLKTE  .  Agg.  in  fine  .  •<• 
Farch.  le:.  Dani.  l.  229.  A  fine  che 
uè  io  lulla  la  fatica  nel  dire  ,  ne  eglino 
lutto  il  tempo  perdano  disutilmente  Del- 
l' ascollare.  (C)  .     ,•       1 

DITELLO  te.  Agg.  in  fin.  •-=  I  arci,. 
Stor.  7.  184.  Olirà  i  gavoccioli  che  si 
scoprivano  tra  il  corpo  e  le  cosce  ec.  e 
sotto  le  braccia  in  quel  luogo  cbe  gli  al- 
tri Toscani  chiamano  quasi  latinamente 
le  ascelle,  e  i  Fioienliui  le  d.telle  ,  na- 
scevano ce.   alcune  boU.cine  inlocate.  (CJ 

DITIRAMBICO Sahin.  corr. 

Sah: 

DITO  ec. 

S     Vili.    Xon    aldi,e,   o   Pion    potere 
ai-are,  o  leva,e  in  dito,  corr.  il  dito. 

.(.  DI   TRATTO.   ...li  allrot'e:  corr. 
F  254. 

DI  TRAVERSO.  — 

I        t  §■   -^^    '■•   ^-    "''"^  ''"   "^   '""  "'"''■ 

"""t    3    DITTARE  .    Togli    1'  es.    Teir. 
I  c.iM.  e  fanne  §.  cosi: 

*  §.   Jer  Inspirare,   Metter  nel!   ani- 
mo.  «   TeIr.  canz.  28.   1.    ■  •  •   "•   (f' 

«t  3  DITTAI  O  .  Togh  1    es.    Dani, 
rim.  5.  e  fanne  §.  cosi: 

*  g.  Per  Composizione.  Lai.  scriptum. 
.1   Dani.   r,m.   5.    .  .  ■   »■   (^z 

3  DIVENUtE.  Togli  1  es.  F  nO'--  //■ 
68.  e  recalo  al  §.   L  al  v.  li.  dopo  gn-;. 

cosi:  y;-io.'.  77-  68 fcioecAe  sia 

accaduto  di  lei}.  _ 

+  DIVERSIFICARE  .  Innaoii  a  Fat- 
ta., agg.  -^iTigA.  6..  Eccoti  -l-  f^- 
mina  splendiente  ec.  la  cu.  forma  si  di- 
versifica: ora  .1  cielo  tocca,  ora  più  alto 
\,assa  Ola  pielia  la  terra. 
'    t  ilVEilslTA'  IT.   .  .  .    Tallad.    agg. 

cap.  5. 

t  DIVERSO 

i   S    1     ...    Tron.    J'cll.  agg.  17 

•I':  t'  Talora  vale  al  plurale  Più.  Boce. 
nov.  45.  4-  Per  la  qual  cosa  da  diversi 
fu  cominciata  a  vagheggiare.  (C) 

.^  s,  IV Da.1l.    3.1.    i5i.   corr. 

Dani"  In/.  33.  i5i. 

DI  VERSO.  r,cp.  Dell  es.  .V.  Al- 
dobr.    e    del   secondo  di   7'e..  Br.  fanne 

fi.     COM  :  Ci 

*  fi  Di  verso,  talora  signijica  Silua- 
zione.  Parie.  «  M.  Aldobr.  />.  i\ .  61.  .  .  . 
Trs  Br  -.  37-  Di  verso  tramontana.  . .  ». 
ior'e/i.  Hip-  88.  Nella  faccia,  che  rispon- 
de sopra  U  navicella  di  verso  la  Nunz.- 
la  .  F  appresso  :  La  faccia  ,  che  s.  vede 
sópra    la"naviceUa    di    verso    la    Canoni- 

"■i  §!  I.    Ter  corr.  Talora  significa  mo- 
lo a  luogo  ,  e  vale 

DIVtRTERE.  ,, 

SS....    Cose.  S.   Bern.  agg.   U' 
DIVFRTIMESTO.  , 

fi  1  Agg.  in  6".  *  Pros.  F,or.SaJ. 
J'  elt.t  ..  ^y'.-  Non  è  rero  che  .0 
.rsiaseppellilo  affatto,  e  ci.   m  non  .h. 

vLno    a    rifar    l'uomo,    e    riìrfrancare  lo 


ipirilu.  (C) 


D  I   V 

S  DIVERTIRE.  Al  V.  IO.  ove  ha  * 
•><;y'"-r.  corr.  Svgacr.  E  al  v.  I2.„,<.ha 
':  (r,sl.  corr.  :;=  /■:  lri.,t.  —  Ed  afiR. 
■n  6ne.  I,  3|.  ,.',.  Un  ruscellollo  virino 
alla  sua  jorgenlu,  se  farria  danno  sul  vo- 
stro canij.o  ,  ,,uo  esser  divertilo  da  voi 
eoo  asevolczza  e  mandato  allrove;  „,a  se 
.1  ruscello  ,.,!  lungo  ,„„  „„,„„\i^  ,,.. 
vonu.o  K,a  fiume,  anelale  allora  più  a  di- 
vario  ,  M-  V,  di  il  cuore.  (Ci 

3  D1V,^■AME^T0.  Togli  ]•  „.  i„. 
Zn  "<f  ''■cB""'''"  ne-  migliori  Testi  e 
nelle  migliori  ilan.pc  dn'tn«n„nu. 

3  l'I  V  INO.  ^J,,.  Tosi.  i'es.  ^o... 
Inlnd.   e  fanne  g.  cosi  : 

*  §.  invino,  si  dice  anche  Quello, 
f/'C  e  rel.livo  alla  divini,!,.  „  Jìocc.  /„. 
'•<"'  12  .  .  .  ..  /;„,..  .v„;,„,  3  s^^_ 
tonzio  essere  Airigo  per  giuie  divVno  lor- 
"to  a  lasciare  Callerina  ,  e  poter  pren- 
■'ere  allra   moglie.  (Ci  '^ 

t  §•  I.  Corr.  la  dicliiarai.  cosi:  Divi. 
"O  .  Jifniatom  .  vale  anche  eccellente  , 
Icijctlo  nel  suo  cenere, 

•f  HIVISA.  Ansi.  '.  .  .  Cron.  Teli. 
'SS-   67. 

DIVISIBILE. 

*   g     /■:  in  Jorza  di  susl.    rìnt.   ^,lr. 

''',"'.'".•■',•   '8^-    «-"•!    maraviglia  fia  , 
!■•!  il  divisiliile  SI  divide?  (Cj 

piVISIORE.    Agg.   in   fine,   i,  gag,; 
"al.  esp.   16.   Lascialo  andare  gli  errori 

móLr,  o  """  "■'"^  ■'"—  "'"=■ 

§■  '•  Agg    in  fine.  *  Segr.  Fior.   ]>,■ 

sfn.f"'.'"  ""  r"n<-il"ilo  gagliardo  mai 
s>  rT-netteranno  lai,  divisione.  /•  .sv„,. 
/'*.  2  ,„/„,..  E  l.eniliè  Insse  la  uobil-' 
'a  dislrutla.  nondimeno  alla  fortuna  non 
■nancarono  niod,  di  far  rinascere  per  nuo. 
"■  divisioni  nuovi  Iravagli.  (C) 
niVI.SORE. 
*    S-    Jìtvisore,   vale  anche   (he  mctlc 

'v^'u^o^:tTn''([;r''°'""'" 

vn7.  !■  '"'',  ''";"""  ''"■'"•'^'•/"•■"«i  "dnno, 
>ale  toncedergl,,  Somminislrargli  chec 
Chess,a.  ..  noce.  nov.  24.   li.  .  .  .*      .(," 

VDIVOLGAlORE'..\seg«e;..Ve« 
/..""s.   3        ""■•  ^^""■-  '■'""''■i'>c.,t. 

DIVOTKS.SIMO. 

*  §.    U.<aji  anche  in   lerm.  di  cerimo- 

scili  ""  ,"»"'';■'■''  '"■'■  '"  /""  '"•""  ""'o- 
se, uwnc  delle  lettere.  Cas.  leti.  20.  Serv 
devotissimo.  ((•)  " 

DIVOZIONE. 

"^   S-   ^-   .  .  .  Onice,   acc.   S/or 
DIUTURNITÀ' ec.V5,  e":.';  ,,„„^ 
.^pcnli  COI-,:   Ma  spcnla 

t  DIZIO.^ARIO.  Allegane  es.   «   Sai- 
l'In.    Annoi.    Mni     1     o»«     I- 
-n  tulli  1  Di.t„:;.i.'-^^f  ■   '-  "°  ^'— 

r  ,1'",^'"'^'=  •      •  •   ''"•'''■   '>""""• 
l.iniw.  Jacc.   II.  con.    110. 


DOC 


U   O 

;;^m,A,uo....^„,„.,^g.,,„,. 

,X\    " """"-./e,  agg.  o  ,„■/,/,. 

*DOClBlLE.;./..,rf^.    c/y, 
'">"'""■"'■••   *"'•<•''■  .Ve,.   7.V0  //,/.% 
3.    Scrivo  per  iinparar  conr  uom  doril,,.' 

Ib.  Òijo.  (,1  lliiragiares,  pop.di  dell'  A- 
meri.ainlenore.  docili  e  inansueli  di  na. 
tuia.  6alv,„  l'ros.  Tose.  i.  281.  Vo- 
lendo  qui  il  Poeta  lar  docile  e  allento  1' 
«Koltanle  ec.  comincio  .  poco  0  poco  I. 
ocjcrmone.  (C)  I    ^"  ■• 

""^''-''^A'    "•     ' n,i     a    raltav. 


agg.  Serd.  Star.  1,3.  Que„i  p„i  j„  „,. 
vigando  Ira  jcr  la  cura  del  tano,  e  per 
la  docilità  loro  .ippresero  la  lingua  l'or- 
ti'gliese. 

t  r)OClI.\lENTO.  Tonanti  a  r„,.  ,„, 
lUcett.  /,„,..  ,  Tulio  quello  che  inlor- 
no  a  ,|ue.,lo  .1  dirà,  sarà  solo  per  inslru- 
none  e  docnmcnlo  degli  spellali 

D'Ot.M    I^T0R.^O.  Agg.   in  fine  « 
Jas<.    Gir.   l3.  2.   .Sorge  non    lungi  alle 
Cristiane   Icnde   3  ra   solitarie   valli  una  fo- 
resla  ,  FolHssima  di    piante  anlirbe  ,  or- 
reude.  Che  ijiaigon  d'  ogu'  imorno  on.lira 
funesta     /•,   jS.  Ecco  notte  iini.roci.a  il 
giorno  serra  .NeHoinloe  sue,  ,hc  dVeo' 
lulorno  ha  slcse.  (Cj 
t  S   DOLCE.  AdJ. 
t  S  §■   I.  .  .  .  Cron.    Morell.  agg.  248 
•<■  %.   Dolce  ,  aggiunto  di  Maao  ,   vale 
I  he  non  aggrava j  onde  Dar  la  man  dolce 
aunra.allo,  vale  Allen,argl,  la  hngl.a 
V.  DARE  LA  MANO,  §.  I    e  II.   (C) 

*  §.  Andar  colla  man  dolce,  vale  Pro- 
cedere  modera,amen,e ,  Andar  colle  buo- 
ne.  .Serd.  Prov.   voi.  2.   (C) 

*  g.  Acque  dolci,  dieons,  anche  Quel, 
le  che  sono  f„„e  con  zucchero  ,  e  alt.o 
per  „.«  di  bevanda,  lase.  P„,rnt.  prol. 
Mencie  da  canto  ec.  gli  olii,  1'  acque  foili, 
le  dolci,  le  lavorale.  (C) 
;,*   ^-   "';''■'■  •P'-'iiidosi   di  legname  . 

■hee.u  Quello  che  si  lavora  e  lira  faci. 
,nen,e  a  pn  .mento  .  1  as.  (,p.  A.  j. 
.%8.  11  -lual  legname,  die  fa  per  lo  più 
Inngo  1  fiuin,    o  alile  acque,  è  dolce   al- 

T  UOLCIAIO Seal.   S.   Agost. 

corr.   Seal.    Claus,r    I^Cm 

't  nOLCIO.^E.  Agg.  in  fine.  #  fied. 
leu.^  29  (,;r  l;;9  )  La  vendono  a 
quegli  uomini  dolc.oni  che  hanno  voglia 
ni  comprarlo.   (Cj 

DOLCISSIMO. 

t  §•      •  .    /;■  l,h.   3.   agg.  57. 

DOLENTE.  Togli  ,?L  '/'e,..  „«. 
^/-   I.   e  (anno  §.   così: 

..f'J,  ""''""l-  '■"''  ""'■>"  Che  mani/e. 
sia  dolore.   .,    l'etr.  canz.  27.    ,  . 

,;,""■„.'<•  34  '  "P""'  <■»"  disordinalo 
tal.  .ufiamenlo  occupavano  parie  del  do- 
lente   viso.   (C)  ' 

3  §.  II.  Togli  l-es.  Dani.  /„/  e  fan- 
tic  ^.  cosi:  "^ 

*  §.  Polente,  vale  anche  Che  apporta 
dolore  .   „  /)„„,.   ,„j-  3  __  '^^^^ 

■J^"""'.  4.  I.  Ora  comincia  omai  Questa 
dolenle   istoria.  (C) 

*  §.   III.  Agg.  in  fine.   K  nov.  62.  7 
Oime,  las..,  me.  dolente  me.  in  che  mal 

ora  narquil  (Cj 
3  DOLERE. 
,  '^  S'   I-  l-on; 
^irgolelte. 

KOLOIlAHE. 
~-  t:     II.   ... 
Ilo.   f    dove    ha 
3. conico 

DOLORIFICO.  Agg.  in  fin.  *  A-  ,,„ 
lo  ,  '1  è'"'""""'  <■  '■■"-'gliano  «enlimen. 
lo  dolorifi,  o  nelle  moroidi,  e  ne  l.nno  spie- 
ciare  li  sangue.   (C)  * 

•f   3  DOLOROSO 

*  g.  /^/oro.,0  ,  detto  d,  („,„  ,  ,.„,^ 
<".•  ejatto  con  dolo.r,  (he  .nostra  do. 
/o'-e  ,u  eh,  la  j...  I.I..  /w.  Dolil.iam,,. 
■•■  ancora  convertire  con  la  bocca  per  la. 
nuMilevole  e  doloro.,  confessione    rC 

,..Z    r   ')i,  *^*'  ,*°  *'■•  ■*■""""    '*"•'"'• 
.di;  '■  ■■';    '    '"    •""•8"  T'^lu-que 

Iddio  esaudisce    le    voci   de'  dolorosi  ?he 
ec.   ponga    fine.  ((  j 
t  3  DOMANDA. 
■t'-JS     I.  .  .      /ah.   io.   corr.  .  /„l,   /,„ 

t  DOMANDA<:iONE ^J,"' 

•8g-  "p.  aS.  ■*""" 

3    DOMAM.ARI.   Neil-,,..    Bvcc.  nov. 


D  6  M 


.  a  cui 


r 


es.    Pan,.    In/    tra   le 


Jlemh.  le,/.   2.  8.  agg. 
M.    GeUDico    corr.    M, 


35.   fi.  al  V.  IO.  doiC  ha  a  eur»  corr., 
e  dell' ei.  slesso  (.mne  g.  coli:- 

*  §.   Domanilare  d'alcuno,  vale  lato- 
ra   Cercare   d,    sapere   ciò    che   egli   r., 
rome  sta  ,    o    si.n.ti  .    .    /?<,„.    noy.    35^ 

*  §.  Xly.  Togli  questo  g  dovendosi 
leggere  nell  esempio,  come  osserva  il  Za- 
liolli,  comandando,    secondo  il  leslo  lai 

i^ì^'JlT'''''''''"'  '  •""  ''"""■'•'''•'•do  ' 
DOMANDATO. 

*  g.  Togli  questo  g.  dell'  (Aj  ,  Ice- 
gendosi  neir  Amet  73.  dimandalo;  e  dalla 
Crucca  a  questa  voce. 

DO.MI.>A.'VTE. 

*  S-  Agg  dopo  la  dichiarai.  Dav.  Ora- 
Co.'.  I.  125.  Perchè  Firenie  ec.  è  cu-, 
dominarne  non  soggella  a  polenta  Iure- 
«nera.    (('/ 

DO.MINAHE. 

*  §•  II.  Agg.  ,u  fin.  .Verd.  .Vlor.  Do. 
minava  a' popoli  maritimi  del  lungo.  (Cj 

•e  g.  Domina. e  ,  /iguratam.  vale  Mo- 
strarsi in  maggior  quantità  tra  altre  ,c. 
se.  r.evalere.  Dav.  Colt.  io3.  Allora  V 
umor  delle  piante  corre  alle  barbe  a  no. 
Ir.re  .1  calor  naturale,  che  quivi  si  „li,a, 
luggendo  il  freddo  suo  nemico .  che  do. 
mina.  (Cj 

§.  111.  Allegane  es.  *  Gal.  Tran 
1-o.t.  cap.  6.  Fa  bisogno  che  abbiam.. 
altri  corpi  di  difesa,  I.  quali  essendo  piu 
rilevali  degli  altri  ,  possono  meglio  se.,, 
pure  e  dominar  la  campagna,  t  cap.  2q 
t  a  figura  ec.  ne  mostra  una  terra  la  qu"a. 
le  al,„3  iicino  un  luogo  rilevalo,  non  eia 
tale  che  superi  le  mura  d'allena,  ma  eh. 
tacendovi  li  nemici  qualche  cavaliero  fa- 
cilmente vi  dominerebbero  dentro  iCi 
S  DONARE. 

*  %.  Donar  la  vita  ad  uno,  vale  /:. 
me,, ergi,  la  pena  •Iella  morte.  Bocc.  nov. 
41-  22.  A  Cimone,  e  a'  suoi  compagni 
ec.   fu   donala   li  vita.   (  Cj 

t    DONAZIONE Agn.    Pand. 

"gg-  87. 

t  3   DONDE. 

'••  g-   VI.  .  .  .  Ji  ,im.  seti,  ace    3<i. 

3   DONNA.  '^*'    ^ 

*  §■  "VII Jfoec.  /«Aer.agg.  III. 

'•■   ,>;■•    7're  donne  /anno  un  mercato.  I 
MERCATO,  §.   XVII.  (^O 

t  DONNICINA.  Corr.  la  dichiara.ione 
COSI  :  Donna  d,  umile  condizione.  Ed  agg 
in  fine.  #  Segner.  (  Hst  .nslr.  1.  ,', 
17.  Pensale  poi  se  stark  forte  a  ona  bat- 
teria di  tal  forma  il  debole  cuore  di  una 
donni.-ina.  iCj 

t  DONI  ZZO.  Agg.  in  fin.  *  Segner. 
Cnst.  inslr.  3.  7.  Jl.  E  noi  che  cip,,, 
giamo  di  app.iir  gran  fino  a'  villani  pei 
ogni  tenue  donui...  da  loro  fattoci  nelle 
loro  capanne  ,  restiamo  poi  insensibili  j 
lauto  d..no  quanto  è  Dio  ileuoj  (Cj 
l>OPPIAMENTE. 

t   §•    •  ■  ■    l  areh.    Slor.    ».  «gg.    33     e 
ove  ha:   egli  fere.    I.uifEJ 
DORATO. 

*  .^.  I.  .  .  .  25;!.)  corr.  l57»). 
t  DORMIGLIONE  .  Che  coir  Colu, 
'■*' ~  ■■''•'  »••••  rorr.  /•;  num.  Ed  tee 
■n  fine  *  Ir.  Ine.  T.  I.  4.  7.  Non  gli 
piacciono  1  poltroni.  Sonnolenti  e  dormi- 
glioni.  .,■) 

t   DORMIGLIOSO. 

*  S-  •  •  •  /lorgh.    Orlg.    fir.  •»    2,2. 
•t  3   DORMIRE.  " 

*  S  llormire  .npra  una  rej»  ,  vale 
]  igliare  Irmpo  a  pensare.  Aatv.n.  Pise. 
2.  I.W.  Una  utilità  evidente  del  tonno  è 
il  dormire  sopra  le  rose  ,  che  bou  fi  le 
non  bene  per  maturare  le  ii>nluii..ni.  (() 

g.  XXIV.  .  .  .  /  ,rrA.  Slor.  12.  46i|. 
eorr.    is.  4B8  " 

t   *    DORMITA /.,„.   2.    10. 

i*'ri     f.osc.  era.   2.   noe.    lo 


1)  0  B 

3   DORSO.  ^    , 

t   DOTT AGGIO,   jlfg-  infiv.  Seri  io 

nioslio  .n  pat%cnlc    Ch'  amor   mi   faccia 

lei  di  core  aniaie. 
DOTTISSIMO. 

*  §  /•;  (Ingiunto  di  nliro  ,  0  simile  . 
yior.  Scism.  28.  l'roscnlò  a'  Legali  un 
(Ionissimo  liLro.  (Ci 

•f  3  DOTTO  .  Af  g.  in  fin.  Mar.  S. 
Uree.  hit.  Bincbè  1'  uomo  lusse  dolio 
Ji  cantale  ,  noudinieno  ce.  (CJ 

*  §.  il  usa  talora  in  Jor:,t  di  siisi. 
e  soprattutto  nel  numero  del  più-  Anim. 
Ani.  11.  IO.  4.  Acciocché  ec.  in  una 
medesima  senuniia  allio  vi^  senlisse  il 
dolio,  allro  il  non  dolio,  (t^) 

S=  g.  Per  Ammaestrato  ,  Informalo  . 
/Ir.  tur.  6.  56.  Rujgier  quel  "lino  rin- 
j;ratiò  del  lullo.  Poi  da  lui  51  parli  dolio 
ed  inslrullo.  /■.  7.  38.  I."a\ea  della  sua 
slirpc  inslrulla  e  dulia.  (C) 

*  §.  Dotto,  aggiunto  di  Libro,  scrit- 
tura,  o  simile,  tale  fieno  di  dottrina. 
Corredato  di  linone  ragioni.  Plut.  Ade. 
tip,  nior.  1.  179.  Questi  concelli,  ed  al- 
tri simili,  può  ciascuno  da  per  se  consi- 
derare agcvolnienle,  o  vero  apprenderli 
da'  doni  scrini  degli  antichi.   (CJ 

*  g.  Lingue  dotte  ,  diconsi  Le  lingue 
antiche ,  e  r/uelle  die  sono  conosciute  da 
un  piccol  numero  di  persone.   [C) 

t  DOVE.   Aitcrh. 

f  §.  II.  Sosliluisci  alla  dichiarai.  Vo- 
te ,  e  anche  aiferliio  locale  di  molo  da 
luogo,  e  tale  Va  quel  luogo  ,  IH  dote  , 
Donde.  —  Togli  1'  es.  /  i(.  US.  /'ad.  e 
fanne  §.  cosi  : 

f  *  g.  Dove,  talora  accenna  il  luogo 
della  patria.  ì'il.  S.'i.  Pad.  3.  l35.  ...  (I  J 

*  §.  Dove,  si  trova  usato  col  quarto 
caso.  Cecch.  Dot  2.  4.  Sluralciie  gli  o- 
recfhi ,  vedi  Ippolilo,  e  immaginali  che 
se  lu  vuoi  star  do%e  me  ,  lu  non  hai  a 
lor  donna  in  dono.  (C) 

f  DhETO Bern.  Kim.  agg. 

1.  60. 

•f  DRIADA    .  .  .  Aniel.  corr.  Aniel.  !\. 


D  U 
DI'  . 

•f  g.  III.  .  .  .  Dant.   Par.  10.  corr.  II. 

t  DL'A  .  Al  ».  5.  ove  ha  Bern.  corr. 
:>  Bern     ed  agg.   in  fin.   (IS) 

3  DIBBIO.  Susi.  Togli  r  es.  Amm. 
Ani.   e  fanoe  g.  cosi  : 

^  g.  l'-ssere  in  dubbio ,  vate  Aon  es- 
ser cerio  ,  Dubitare.  ••  Amm.  Ani.  18. 
ì.  6.  ...  -    (C) 

♦  g.  Bivocare  in  dubbio,  vale  Velie- 
re in  dubbio.  Dubitare.  (E  qui  porta  1' 
es.  Maeslruzz.  2.  3o.  2.  che  è  al  g.  IV. 
di  DIBBIO,  Add.  togliendo  quel  g.  ) . 
Menz.  sai.  10.  A  chi  nel  mal  oprar  ha 
fallo  il  callo  ,  Questo  sol  resta  :  il  rivo- 
eare  in  duljbio  L'  cleiuila  .he  al  heiie  è 
piedestallo.  (C) 

3  DUBBIO.  Alili. 

*  g.  atar  dubbio  d'  una  cosa  ,  vale 
Dubitarne,  JS'on  esserne  ri.folulo.  Cecch. 
Mogi.  2.  1.  L'avervi  io  consiglialo  bene 
r  altre  volle  mi  dovrebbe  pur  aver  acqui, 
stalo  appresso  di  voi  qualche  poco  di  cre- 
dito da  larvi  risolvere  a  rapportar%i  a  me 
di  quelle  cose  che  voi  non  intendete  ,  o 
ne  state  dubbio.   (C) 

t^  g  IV.  Togli  questo  g.  come  ab- 
biamo dello. 

t  3  DIBITOSAMENTE.  Togli  1' es. 
Jìant.    1  II.   nuov.   e  fanne  g.   cosi  : 

V  g.  Vubilosamenle ,  vale  anche  Con 
paura.  -  Vani.    ì  il.  nuov.  3.   ...  ».  (Cj 

t  DICA. 

J.  3  DUCE  .  Agg.  in  6ne.  *  Tass. 
Ger.  17.  l5.  Araspe  e  il  duce  lor,  duce 
potente  D'  ingegno  più  che  di  vigor  di 
mano.  (Cj 


D  U   R 

DURARE 

^-    II.  .  .  .  l-'iloc.  2.  240.  corr.  2.  1^0. 

I  i.-  g.  111.  l'oni  r  es.  O.  ì  .  tra  le 
virgolelle.  , 

:,•:  g  Chi  SI  misura  la  dura,  pioverli, 
che  vale  die  Chi  si  regola  ndlo  .,penJe. 
re     non  impo  eiisce.  l  .  MlSUllAllE.  Kj 

3  DUREZZA.  Agg.  innanm  a  {Ij  •*"?=. 
nat  esp.  127.  Ella  (la  naturai  rimuven- 
do  r  acqua  dalla  sua  lluidila  ,  la  Ioga  e 
lei  ma  insieme,  donandole  solidilade  e  du- 
reii.i  . 

3   DURO.   Add. 

t  3  §•  '^'''  P""  Ostinato,  Inesorabi- 
le ag".  (Vii-  non  si  lliuln  dal  suo  pro- 
palilo.'-  logli  gli  cs.  /(ore.  /.or.  100- 
22.  e  l'ani.  J'urg.  e  fanne  g.  come  ap- 
presso: —  Id  agg.  in  Cne.  S,-gr.  Iior._ 
Ir  l5.  L'  uno  lascivo,  1'  altro  casto  ,  1 
uno  intero,  I'  altro  astuto;  l'uno  duro, 
r  altro  facile.   (C) 

i.:  g.  I  uro,aggiiinlo  di  vi.to,  o  simi- 
le, tale  die  non  cangia,  (he  non  si  al- 
tera .  •  Bocc.  nov.  100.  22.  Gualtieri  , 
che  maggior  voglia  di  piagnere  as cache 
d'altro,  stando  pur  col  viso  duro,  dis- 
se.  {Ci 

%-  §.  Ver  Insensibile,  Inumano.  «  Vani. 

Piirg.ii ».(<■; 

:;:  g.  Togliere  a  rodere  un  osso  duro, 
vate  figura'tam.  Pigliare  a  Jarr  una  cosa 
difficile.   I  ■  OSSO,  g.  SVll.  (Ci 

UUTTORE.  .  .  .  Ir.  Cior.  Pnd.  corr. 
/■>.    Ciord.   ired.   Pand. 


E  C  C 


i88j 


J-  E'.  Al  V.  7.  ove  ha  Vani.  corr.  ^ 
Vani,   ed  agg.   in  6ne.  (Bj 

a.   ^.  \ Tav.   lui.   g.   5.    corr. 

Tav.''l:it.   li.   S. 

I    EBBIO.    .  .  .    P.i//<r(/.  agg.  cap.  J. 

f  3  EBBREZZA. 

f  *  §.  I.  .  .  .  (jianib.  Tralt.  lonsd 
corr.    Ciambon.  mis.  iiom. 

f   3   EBIilACO.  Togli  l'es.  /;occ.  noi-. 

e  fanne  g.   cosi: 

:;:  §.  I-briaco,  vale  anche  Che  e  dedi- 
to al  vino  .  Lai.  ebriosus  .  ••  Bocc.  nov. 
2.  9  ...  "  Pass,  l^■  Non  sia  (il  con- 
fessore) ebriaco,  né  taverniere,  non  giu- 
catore,  ne  masnadiere.  (() 

f  ECCELLENTISSIMO /'<'' 

Leu.    Occh    agg.  9. 

t  ECCELLEiNZA  ec.  .  .  .  Las.  rini. 
buri.    I.  22.   corr.   2l8. 

*  g.  L'cccllenzn,  dicesi  anche  di  Per- 
sona eccellente  in  alcun'  arte,  o  .mensa, 
larih.  Le:.  Dant.  2.  228.  Il  cui  lode- 
volissimo,  e  veramente  regale  proponi 
mento  pare  a  me  che  sia  di  voler  ragu- 
naie  tulle  1'  cccelleiiie  di  tutti  i  luoghi 
in   qualsivoglia  arte,  o  scienia.  (IJ 

t  ECCEIVTRICO.  .  .  .  ilorg.  27.  146 
corr.   27.    196. 

*  g  Agg.  infine.  E  Oper.  Asti:  Ifbi. 
Si  manifesta  ancora  il  congiugninieolo  dei 
due  approssiraamenli,  e  discostamcoli  nier- 
c'e  dell' eccenliico,  e  dell"  epiciclo.  (C) 

t  ECCESSIVO.  .  .  .  l  ardi.  Ator.  12. 
agg.  466. 

ECCESSO 

g.  I\.  Agg.  in  fin  *  .Segr.  Fior.  Pr. 
iq.  In  questo  caso  debbe  temer  ancor  da 
pòi,  avendo  per  nimico  il  popolo  ,  se. 
guilo  l'eccesso,  l'arih.  Slor.  11.  3^^. 
Chiunque  vuol  lanil.urarc  ec.  scrive  lu 
sur  una  pollila  :  il  tal  di  tale  ba  coni, 
messo  il   tale  eccesso.   (Ci 

ECCETTO  ce.  Avverbio....  Morg.  l5. 
194.  corr.    18.   195. 

"g.   I     ...    Cas.  teli.   25.   corr.  73. 
•a.  g.  Ili Fiamin.   4-  91.   corr. 

19'. 

ECCLESIASTICO  cf.  Add  Agg.  in 
Cu.    farch.    òtor.  5.    lo5.  Pretendeva  il 


Re  d'  Ingbdlcria  sotto  onorato  molo  non 
pure  di  volere  anch' egli,  ma  di  dovere, 
come  difenditore  della  Id.ertà  ecclesiasti- 
ca ,  e  poi  della  lede  cristiana  ,  soccorrer 
Roma  e  '1  Papa.  'Ci  ^ 

•+  ECONOMIA  Allegane  es  -^  I  ros. 
Fior.  Salvia,  bit.  4  1  296.  Buono  eco- 
nomo sl.m..  quello  che  spende  e  rispar- 
mia ce  insonim.i  sa  spendere  e  sa  iispar- 
miare  che  qui  consiste  la  viilii  dell"  eco- 
nomia. (Ci 

g.  II.  Allegane  es  *  Pios.  lior  òal- 
i;n  Idi.  4.  1  2it6  Io  non  li»  mai  sti- 
malo buouo  economo  quello  che  non  i- 
spende,  perchè  questa  e  un  economia  che 
può  riuscire  a  tutti.  (Cj 
•f   KCO.NOMO. 

g.  II  Allegane  es  ^'  l'ros  Fior  Sal- 
via, leu.  4.  1  29^  lo  non  ho  mai  sti- 
malo buono  economo  quello  che  non  i- 
spende  ec.  Buon  economo  slimo  quello  che 
spende  e  risparmia;  spende  dove  va  spe- 
so, e  risparmia  dove  va  risparmialo,  (d 
tCUMEMCO.  Innanii  a  l'allav.  agg. 
;  aich.  Sler.  12.  464.  Convinta  e  ripro- 
vala ne'  Concdii  universali,  e  come  di- 
cono essi.  Ecumenici. 
EDIFICATO. 

.J.  §.   I Zibald.  Andr.  corr.   Zi- 

bald.   Andr.   lì-;. 

f  EDIFICAZIOJiE  .  Corr.  la  dichia- 
rai, cosi  :  L'  azione  dell'  edi/uarej  ed  an- 
che Ciò  che  risalii  da  qucsC  azione.  — 
Ed  agg.  in  fin.  =?  Baldin.  Voc.  Di.c.  92. 
E  ci  è  stato  fra  gli  antichi  chi  se  n'  e 
servilo  e  dei  nialloni  )  per  cdificaiionc  di 
rei^i  palazai  e  Tempi.  (  <'; 
EDIFIZIO. 
•|  :;:   g.   Poni  T  es.   tia  le  virgoline 

EDUCAZIONE Tac.   Vnv.   I  il. 

^g'-  ^l'i-  corr.   i'jS. 

•f  UFFEMINAMENTO  ec.  Agg.  in 
fin,  =;:  Segner.  Pred.  7.  7.  Vanil'a  negli 
abili  ,  oslcntazion  nelle  gioie  ,  lusso  ne- 
gli apparali;  giuochi,  suoni,  canti,  dan. 
ze,  lascivie,  eflemminanicnti ,  disordine, 
confusione.  fC) 

EFFETTO.  Agg.  dopo  il  g.  XIV. 
:'.=  g.  In  effetto,  vale  anche  In  rciitta:  ci! 
;■  contrario  di  In  apparenza.  Bemb.  Slor. 
8.  119.  Mcsscr  F'ranoesco  Cappello  a  Pa- 
doa  mandarono  in  apparenza  per  amba- 
sciatore a  Massinidiano,  in  efl'elto  a  fine 
di  parlare  a  Messcr  Leonardo  da  Dres- 
sano.  (Cj 

if  ^.  A  efetto  di,  maniera  congiun- 
tiva equivalente  a  Affinchè ,  A  pie  di. 
Cuicc.  Slor.  17  J39.  Che  tra  il  ponte- 
fice ,  il  Re  di  Francia  ,  i  Veneziani  ec 
fosse  perpetua  lega  e  conledcraiione  a 
efl'elto  di  far  lasciar  libero  il  Ducato  di 
Milano  .    fO 

i:-  EFFICIENZA  ec. 
+   *   g.    ...   Efficienza  corr.   elficicnzi.i 
*  EFFLORESCENZA. 
if   %.    i:  fisuralam.  Snivin.    Vii.  Viog 
197.  chiamala  i.li  oratoli  schiavi  del  po- 
polano; le  corone,  efflorescenie,  o  rogne 
della  gloria.   (Ci 

ir  EFFLUVIO.  Agg.  in  fin.  /•-  P'-os. 
Tose  l58-  La  ricircolaiione,  che  richia. 
ma  l'  effluvio  ,  e  ristora  il  perdimento 
delle  cose   nel  mondo  ,  viene   da    Apollo 

ec.  (C) 

3   EFFBEiNATO. 

I  g Folg.  Mes.  corr.  V  ■•  >  olf 

;i/„ #  Bocc.  Ani.  corr  — -  "    Boa . 

Ani. 

EH 

P  V.  Agg.  innanzi  a  (C)  -Segner.  Picd. 
6  7.  Si  eh,  miseri?  Si?  Bene  bene,  a- 
spettate  pure,  aspettate,  che  questa  e  1 
ora  ,  in  cui  proverete  la  vostra-  —  E  al 
j      r,     dove   ha    .^afvin.   ci.rr    *  Salvin. 

:;:  g    VII         .  t'if    '"C.  corr.    Fu: 

LjiC. 


i8Só 


E   H 


E  M  E 


EHI  . 

t  §  ■  .  But.  l„f.  16.  jgg.  I 
•*•  %.  Lhi ,  talora  i  i/itcriczionc  di  ai- 
Icgrcna.  Celi.  Err.  2.  3.  Ehi,  mona 
Pici6cj  mia  djLIicnc,  ci  fu  buon  profe- 
la  chi  vi  jioic  coU-slo  nome  .  tC  a/ipres- 
'0  ■■  Ehi  ,  mona  Pacifica  mia  dal.liine  . 
Veranicu(c  chf  \i,i  aicle  fallo  mollo  me' 
•.11"  io  nuu   arci  sapulo  cliicduc.  (Cj 

•'.'  §.  Va/ora  ti  J,,c  nfidie  per  indi. 
gnatione.  (idi.  Sport.  5.  2.  Ehi ,  moua 
l.aldumiiie  dal.l.cue,  moua  Appolouia,  uoD 
Olona  Laldiiniiue.  (('j 

ELEGGEKE. 
_  *  §■  U.  Agg.  in  fine.   Titss.  Ger.  ig. 
;y.   In    mio   cainpiou   l' cll'gKO   ec.    (Ci 
t   5    tLE.Mli.NTO. 

•<*  ù'  *'■  Agg.  in  princ.  Jiocc.  Ftt. 
7'o/i/.  22^.  A%cuilogià  li  primi  elcnienli 
«clic  Icllerc  wnprcji.   (Cj 

t  3    ELEVATO r„rc/>.  Slor.  li. 

agg.  'i5'i.  —  Ed  agg.  iu  fine .  *  Tass. 
••cr.  l5.  35.  Ecco  allre  isole  insieme  , 
•lire  pendici  Scopriano  alfin  ,  mcn  erte 
ed  elevale.  (C)  I 

*  §.  I vVor.  S.  Cn-g.  «  corr.  «  Mor.  I 

£■   '''■'e—   Ed  agg.  10   fin.    I  ardi.  la. 
002.    rSon    posso    non    maravigliarmi  che 
UDO    spirito   tanto    desto,  e    uno   ingegno 
tanto   elevato    ec.    si  lasciasse  trasportare  1 
ce.  (Cj 

•f  ELEZIOSARIO Varch.  Slor. 

^    "gS-   52 /;  appressa  :  corr.  E  I 

62.  ...   /■:  Uh.  4.  agg.  j5.  I 

*  ELIACA.MEATE.  Avmli.   In  modo 
eliaco,    l'ardi.   Lez.   Iliuil,  1.  277.   Quan- 
do ella    (  qualunque    stella  )  si  rimuove  ' 
dal  sole,  o  il  sole  da  lei  lanlo  che  cominci  [ 
a  piilersi  vedere,  allora  si  chiama  nascere 
eliacameiile,  ed  il  suo  nascimento  si  dice  1 
eliaco,  cioè  solale.   (C)  \ 

V  ELIACO.  AJJ.  'J'errn.  astronomico.  ' 
^1  dice  dd  let-arsi  e  dd  7'ranlontarc  di  j 
un  piiinetfi,  quando  qucito  fenomeno  av-  ■ 
iieite  IH  un  tempo  tiell'  anno  ili  cui  il 
sole  è  abbassalo  sali'  ori:zontc  tanto  ap.  j 
punto  quanto  è  necessario  perdiè  esso  pia- 
l'età  sin  l'isthile  nel  momento  nel  quale  si  1 
let'a  o  tiiimouta;  Sol.ire.  l 'ardi.  Lez.  Vani.  \ 

J.  27;.  (Ju lo  ella  (qualunque  stella  J 

SI  rimuova  dal  sole,  o  il  sole  da  lei  lauto  ' 
che    cominci   a    potersi    vedere  ,   allora  si 
chiama  nascere  eliacamcnlc,  ed  il  suo  na 
srimcnlu  si  dice  eliaco,  cioè  solare.  (C) 

t  ELLI. 

t  §■   ili....  Bocc 

ELMETTO . 

*  §.  Conoscere  uno  fm  dentro  l'  el- 
metto ^  vale  Jt^urntnm.  Cenosccre  l'in- 
terno d'  una  persona,  quantunque  venga 
velato  con  esterno  artt/ìzio.  I.n.tc.  fini,  1, 
102.  lo  li  conosco  inliu  denlro  1'  cimelio, 
l:  so  quel  1  ho  tu  pesi  a  un  danaio.   (Cj 

•f  EI.Ol\GA7,IO.VE.   .  .  .    Com.    /'„r. 
IO.  cotr.    (HI.    Com.    J'ar.    10 
.il  f.    10.  ore  /in 
V  approssimanxa 

t   l-..ME.\UA7.10NE Urli,  agg 

e  ove  ha  ricordarvi  corr.  ricordarli 


*  EMERITO.  . 
4.  28.  corr.  42U. 

*  e.\ou:a. 

t  J  g     I.   Agg. 
Horgb.  l.tt.  4.   If. 
dine   alle   piazze  de 
Stessero  larghe  e  tlovitiose 
d 


Horgli.    Oli.  llilit. 


.Iniel.  agg.  23 


"l'f 


a^o.  — 
rossiniaota   corr. 


Id  agg.  in  fin.  *  Segner.  Crisi,  inslr. 
I.  2j).  14.  l'er  la  emendazione  della  \i- 
la,  che  r  ha  rome  riparato  e  rimorgiaulo, 
liiiiaui'   occulto.    ((') 

■f  e.meih;e.nie.  AdJ. 

t  S-  ".  Agg.  alla  dichiarai.  — ,  e  di- 
ersi  aitclte  ili  qualunque  danno  die  emer- 
ge da  cliecdiessia.  —  Aj;g.  iu  fin.  *  Se- 
guir, (risi,  instr.  X  2,).  1.  Wi.'  halli  la 
guivriilii  imonlra  due  pregiudiiii 
■  oosiderahili  che  »'  incuriauu  iu  una  fi( 
ra  ;  r  uuu  è  di  lucro  ressanir  ,  per  i|Url 
lene  ihe  quivi  laida;  l'altro  ii  di  djuiia 
l'illergeiitc,  per  riuel  male  che  uo  ricava. 
/■.'  Mann.  .yeti.  la.  3.  Tanto  più  che  so 
il  perdi  v'  e  uu  doppio  male  :  il  lucro 
•  rsianle,  e  'i  danno  iiiirlgriile.  (CJ 


in    fine.     Pros.    l'ior. 
262.   Diede  huouo  or- 
inercali   puhhiici,  che 
glie  e   tiovitiose  ,    ut;    fusse  in 
potere    di    poche    e    buone  borse    con  le 
loro  eudiche  alzare  i  pregi  a  loro  piacere, 
ed  ingrassarsi  del  sangue  de'  poveri .   (C) 
t  E.\FUTO.   Susi.  .  .  .  Croi,.  Morelt. 
agg.  2,5o. 
I        J   l-.IVFIATO.  jédd. 
1        '   S-  '•   Agg.    in  fine.   *   Varch.   Lez. 
'  Dani.  2.  .■>o5.  Credendo  esser  alti  e  gravi, 
j   Jenio  gonfi  ed  enfiati.  (Cj 
j       E.NTIiAMBI.  M  ...  9.  ove  ha  Già  lai- 
si  agg.  erano 
I        ESIlr.AIlE. 
[        *  §•  V.   Agg.   in  fin.  (F) 
I       *  ;;.  XIV.  .   .  .    G/iiic.  Slor.  2.  285. 
I  corr.  2.  225. 

I  V  g.  Lntrare,  o  Son  entrare  una  co- 
sa  in  capo  ad  uno  ,  vale  Capire  uno  ,  o 
]Von  C'ipire  una  cosa.  Impcrf.  }'.  Tusc. 
\  D.  6.  r.  I.  161.  t,*ui  è  Ao\e.  noi  intop- 
piamo; che  il  muto  ahhia  da  fare  una  cosa 
più  stabile  ,  lalinenlc  che  ella  possa  dirsi  j 
immobile,  egli  i  impossibile,  ch'ella  e' 
I  cntii  mai  iu  capo.  (Ci  1 

§.   XLI Ouicc.  Slor,   corr.   v  ! 

Cu  ite.   Slor.  I 

I        *   §     JSutrarc  in  seme  di  checdiessta, 
vale   Coniinci'ire  ad  avere  diecdiessìa.  .Vo-  I 
der.    Colt.   33.    E    perciii   non   e  da   usarlo   ' 
se  non  per  forza,  volendo  (come  sarebbe 
a  dire)  entrare  in  seme  di  qualche  sorta 
I  di  vite  Dotaìiile.   { Cj 

t  §■  EVIII Cren.  l'eli,  agg.  39. 

I        V  g.   LX.MX.   j-tl  V.  12.  ove  Ita  e  vo- 
gliono COI  r.  se  vogliono 
't  3    I-.NTIIATA. 

*  §.  1.  Togli  r  e.i.  G.  I'.  e  fanne  g. 
come  appresso:  —  Ed  agg.  in  fin.  lìav. 
Camb.  óg.  E  quando  occorre  spese  pub- 
bliche per  onoiatc  uua  entrala  di  un  piiu- 
ripe,  prcsenlare,  o  allro,  il  consolo  le  fa, 
distribuendole  a' suoi,  a  propoiziou  di  lor 
faccende,  fl^ 

*  g.   Per  La  facoltà  di  entrare,  m  G. 

T.   12.  81.  3 ».   Piai.    Adr.    Op. 

mar.    4.    7.'|.   Quando  l'altra  parte  si  ri. 
tiro  in  dentro  lasciando  vìci-iidevulmeulc 
r   entrata    all'  aria,    si    fi 
ne.    (C) 

ENTRO.  A.verb. 

•e  g.  IV.  Agg.  in  fin.  Tralt.  segr.  ras. 
diinn.  Coti  bellissima  pctliuicra ,  eutruvi 
pettini  d   avorio.  iCj 

E.NTU.SIAS.VIO.  lunanti  a  Beltin.  agg. 
Menz.   sai.    1.   Non   intendono  ancor 
sti  auiin.ili  Che  può  1'  culusiasnio  ad 
obietto   Volljisi,  e  fino  ai  cessi,  e  agli"o- 
liuali. 

•f   EPICICLO.   Agg.  in  fio.  *   Calil. 

1    loro    riscrescimenti 

orgouo  siiiiilnii-nte  iu 

Giove  ed  in   Saturno,  posti  nelle  disersc 

distanze  ec.  merci:  dclrccccutrico,  e  dell' 

epiciclo,    (t') 

KPI.SODICO.  Agg.  in  fin.  (/ì) 

3   El  rrAlFIO  e. Jlaai.    Gir. 

L'i.   74.  corr.    10.   ^l^. 

t  I-.PIIETO.  ..  .  .Vati,  rranl.  nm. 
buri.  agg.  3.  87.  i:d  agg.  in  fin.  i,"  /  io/. 
I  lor.  Ilorgh.  leti.  /(.  l^.  275.  Sempieaia 
l'occhio  che  quel  piimo,  u  per  lioppi,  o 
per  troppo  nuovi  epiteti  (per  usar  questa 
pili  I  voce  ,  che  pur  puliroimo  dire  aggiuuti  ) 
ec.  non  caAjì   uA  saio  molto   viciuo.  ^C^ 

«   EI^>U1.M)ZIALE.   Susi  f 

*  R.  I  Apg.  iu  Hu.  I  iirch.  l.ez.  Dani. 
I .  a(j3.  Sono  due  altri  cerchi  nctU  spe- 
ra maggiori  e  mobili  con  ella,  i  quali  zi 
rhiamanu  Colun.  1'  ulfizio  de'  quali  i:  di- 
stinguere gli  tuisluii,  e  gli  rquii. oziali.  (C) 


m  y 


noti. 
Cristo 


iDspirauo- 


qu 


Oper.  Astr.   /|(>5. 
e  dimiuuzìoui   si  s 


E.  (iV 

t   3    EQUITÀ'  ec. 

*  S Cas.  Oraz.  Cari. 

126. 

EQUIVOCAnE.  Agg.  io  fine.  GalU. 
Leti.  Stacc.  8.  in  questi  ci  fermeremo, 
e  gli  anderemo  resecando  al  vivo  ec.  ccl 
mostrare  ec.  quanto  sia  facile  1'  equivo- 
care, e  1"  iogaun.irsi.  (C/ 

*t  *  EllA.  Innanti  a  Vii.  Pili.  agg. 
Fior.  S.  frane.  i3o.  A  conformazion. 
delle  sacre  sante  Islimate  sue 
ficazionc  del  di,  e  dell'  era  , 
gliele  diede.  (C) 
ERBA. 

§.  VI.  .  .  .  Atleg.  218.  corr.  217. 
*  S-  I  oler  mettere  in  tulle  le  lasala- 
le  della  sua  erba  ,  modo  proverb.  ,  che 
imporla  roler  entrare  in  tutu  le  cose  , 
eziandio  in  quelle  che  non  spettano,  o  non 
si  sanno.  Pros.  fior,  /largii,  leti.  !^.  4. 
109.  io  vi  dissi  di  uu  Dante,  se  quel  Ru- 
scello ne  avesse  fatti  stampare  (  poiché 
egli  ha  voluto  mettere  in  tulle  le  insala- 
te della  sua  eiba  )  con  sue  aunotauooi  , 
o  dichiarazioni.  (Cj 

ERBOLATO.  lunauzi  a  P.ern.  agg.  « 
Coni.  Inf.  29.  Come  si  icaldau  le  leggbie 
al  fuoco,  quando  le  niassare  fauno  erbolati, 
torte,  ovvero  crostate  iu  tegghie.  (Cj 
"f"  'e  §.  .  .  .  lìaldov.  Itram.  agg.  1.  16. 
t  El.BUCClA.  ..  .  UaH.  JralL  corr. 
*  //<i>/.  Tran. 

"t  3  EUEUA  ec.  Togli  gli  e».  Cuid. 
G.  Dani.  feir.  Cuitl.  e  fanne  J.  come 
appresso  :  Ed  agg.  innauii  a  (Cj  llocc. 
Test.  2.  Steno  nùci  eredi  universali  i  fi- 
gliuoli di  Iacopo  di  Boccaccio  mio  fia- 
tello. 

»;■  g.  Jiredt  ,  si  dicono  talora  t  Figli 
d'  una  persona,  perilie  questi  sonv  i  suoi 
eredi  naliirali.  m  Ciitd.  C...  /-.  a/tre le...  m. 
.I/or.  S.  Orrg.  2.  6.  laotu  inaggiormeo- 
le  sì  accende  1'  animo  del  Padre,  quanto 
più   in   erede   si  vede  abbondare,  f  6'> 

*  S-  l'-fìguralam.  m  l'ani,  inf.  3|.  .  .  . 
FeIr.  lap.  2.  .  .  .  ».  (C/  Giii«.  leu.  3 
19.  .  .  .  (I) 

t  =S  EROlCliEni'A. 
cher.   agg.   5q. 
t  *  EUOi"ciT.\' 

"So-  Sg- 

ERPICE. 

§■  Agg.  inn..u.,  ..  \.f^, 
Come  disse  la  bolla  all' 
il  rospo  che  essendo  iu  un  campo  le  pas- 
sò sopra  uu  contadino  coli'  erpice;  onde 
avendo  tocco  una  gagliarda  stretta,  disse  : 
Seoza  ritorno.  Dn  01  a  uno  che  vada  vij, 
a  CUI  tu  voglia  male,  (f) 

•f  ERllU  .  A^g.  10  fine.  *  Cor.  Un. 
3.  3l.).  E  d'  erto  uscito.  Ora  io  m'  a«. 
veggio  disse  ,  Figlio  che  segno  sci  delle 
fortune,  E  del  lato  di  Troia.   >0 

t  EiiuorriSbiMu ....  n  Un.  octh. 

\  »g8-  «a 

3  ERUDITO.  Del  >«ondu  e>.  del  Se 
\  giier.  lanue  §.    come  segue. 
I        #  §.   Secolo  erudita  ,  0  simile ,  eltctsi 

(Juelto  in  IMI  vi  S0II4I  moJU  mMmtmi  eru- 
diti. »  Segner.   Pnd.   3l.  6.   .  .  .  (Ci 

*  g.  Plruditù  ,  pailanjusi  di  lilm  , 
scrtltiiia  ,  o  simile  ,  f.i.V  l'ieno  dt  doi- 
Irma  ,  1  ori\dato  dt  molla  erudizione  . 
lied.  leti.  1.  369.  Ora  riu^raaio  V.  !>ig. 
Illu>tiisi  e  delle  erudite  nuove  lettera- 
rie,  cho  mi  ha  date,  e  de' tanti  e  tanti 
libri  donalinii  .  Sali  in.  .■lnn.it.  M-jr  2. 
lOl.  Il  nostro  l>ati  perciò  ne  fece  un 
erudito  ragionameutu .  /i"  Disc.  a.  jo. 
Ben  su  re.  cho  lo  'mpallidire  sulle  em- 
dite  I-arto  ec,  b  uua  sana  alUiziooe  di 
spirito.  (C) 

4  %.  h  in  fvrsa  di  SUSI,  dsett  l'alni 
che  ha  molta  d<^ttrina.  .^'nivtn.  Dite  2. 
76.  I  quali  /  OiviiJ  non  coutenti  di  pò- 
polaiL'  il   cielo  con  infinite  aciocrlie    Jsvt- 


Belila.    Bue- 

ndtin    ruccher. 


^  i.  1 
'iptce 


Dotla 


E  R  V 


H   S  C 


ESP 


nit^.  qiunte  ne  contano  i  loro  mitologi  , 
poeti  Vii  eruditi,  lì  tesserono  supra  un 
loti'igutì&sifno  lalieriiilo  di  tVivulisainie 
ciance.  (Cj 

*  KRtDIZIONE. 

f  3  g.  I.  Agg.  in  fin.  *  Guia.  Star. 
2.  lìjd.  X;intu  K  qnaU-he  volla  difficile 
osservate  in  se  stesso  ({Uella  moJeraiio* 
ne,  e  quei  precetti,  coi  quuli  egli  ripieno 
di  tanta  eiudizlone  ce.  aveva  animaeslra- 
lo  lutti  gli    uuniini.    (C) 

JiRVO  .  Agg.  in  princ.  #  pa/init.  cap. 
3o.  Ogni  legume  e  cil<u  ottimo  per  ocLe, 
eccetto  l'ervo,  cioè  la  ruhiglia.  (C) 

t  ESACEliBARE  .  .  .  .  /  ardi.  Stor. 
agg.  8.    201. 

^  ESALAiNTE  .  Agg.  in  fine.  /  ìuf. 
Adr.  Op.  mar.  1.  \2l\.  L'  uno  somi- 
gliantissimo a  tisico ,  e  l'altra  ad  esalan- 
te r  anima.  (C) 

ESALAZIONE.  Agg.  in  fin.  *  J  arcft. 
Ltz.  Ditnt.  i^3o.  5i  lev.ino  sempre  così 
dalla  terra  ec.  come  d;<ll'  acqua  alcuni 
aliti  ,  o  VL-ru  fumi  ,  i  quali  si  chiamano 
propriamente  esalaziuni.  Di  queste  esala- 
zioni quelle  clie  si  generano  dalla  terra 
ec.  si  chiamano  col  nome  del  genere  esa- 
lazioni .  Quelle  che  si  generano  dall'  a- 
cqua  ec.  si  chiamano  propiiutneolc  vapori, 
se  lene  si  pigliano  alle  volte  dagli  scrii- 
lori  V  uno   per  V  altro.  (C) 

*t  ESAMKNE Morai.  corr.    * 

Jiloral.   e  innanzi  a   Cuicc.  poni.  (V) 
t  3   ESCA. 

*  §.  li.  Togli  questo  §.  Ncir  es. 
allegato  Esca  vale  Ctbo  in  genere  e  non 
altro. 

ESCANDESCEJSZA.  .  .  .  Sahin.  Disc. 
2.  2.  98.   corr.   2.   298. 

t  *  ESCHEhMlDOr.E Cava/c. 

StoJtiz.   2l5.   agg.  (/  ar.   les.) 

t  ESCLUSIONE 
IX]. 

ESCOGITATO. 

Segn.  Stor. 


.  .  Cron.  Veli.  agg. 
.  Segner.  Stor.  corr. 


5  ESECUZIONE. 

'!'  §.  Esiciizione ,  talora  vale  Osser- 
vanza .  Segner.  Mann.  Cen.  29.  6.  Dì- 
ootava  lo  slato  dei  proficienli ,  ì  quali 
attendono  alia  esecuzione  dei  divini  co- 
mandamenti. ((') 

t  ESEGUIRE  ec.  .  .  .  Tac.  Dav  Àn-. 
coir.    Tac.   Dav.  Stor. 

t  3  ESEMPIO.  Agg.  Ciò  c/ìc  piw  scr- 
*'ir  di  modello,  die  può  essere  imitato. — 
Togli  gli  es.  /4met.  e  Vaf.  Scism.  e  fan- 
no §.   come  appresso  : 

*!*  g.  j^d  esempio  di ,  in  farsa  di  prcp. 
Ki/e    Conjorme ,    A    guisa  di  .     u    Amet. 

48.  ...-.CO 

^"  §.  Esempio  ,  si  dice  anche  d'  Una 
Losn  the  è  eguale  a  quella  di  cui  si  par- 
la ,  o  die  seri'C  per  confermarln  ,  e  per 
farla  hen  conoscere,  o  darne  un'idea  più 
esatta  .  u  Dav.  Scism.  91.  Il  legato  co- 
tali  posseditori  confermo  e  lilerò  da  ogni 
pena  e  censura  de'  canoni  :  ma  loro  ri- 
cordò gli  esempi  di  simili  ,  che  Iddìo  a- 
vea  gasiìoiHi  .  l'ardi.  Stor.  l!^.  528. 
nelle  quali  cose  eglino  avevano  nelP  i- 
ittuzionc  notali  molli  esempi  (cioè  falli). 
Sea.  lìen.  1  arch.  7.  |3.  L' esempio  che 
tu  allegasi!  del  debitore  è  dissimigliaote. 
l>r.  lett.  lod.  donn.  12I.  Più  si  lascia- 
no vincere  dagli  esempi  che  dalle  ranio- 
o..   (C< 

*.S-  '  Aj-g-  in  fio-  t.  2.  8.  117.  Voi 
il  mi  rimanderete  (ti  proemio)  senza  pi- 
gharne  esempio.  Car.  Irtt.  2.  io5.  L'e- 
sempio donde  il  suo  souetto  e  cavalo,  sta 
così  a  punto.   (Cj 

*  §■  Per  esempio,  o  Per  cagione  d" 
esempio,  maniera  avverh.  della  quale  st 
fi*  uso  allorché  st  vuol  confermare  ,  o 
render  più  chiaro,  0  spiegare  ciò  che  st 
dice.    Ces.  Dial.   12.  Per  cagion  d'  esem-  ' 


pio  nella  lingua  latina  furono  sempre  lirl- 
lissime  riputate  le  si  guenti  fuiiiie  di  di- 
re.  iO 

t  3  ESERCITAr.E. 
t  *  §.  I.  .  .  -^  !.»('.  agg.  2:^9-  —  Ed 
agg.   innanzi  a  (Cj    Ir.  I.  J2.  2.  Appresso 
dee  studiare  ed   esercitar  la  funiiglia. 

•f  ESIGENZA  ec.  Agg.  in  fin.  ^  Sal- 
via, Disc.  I.  197.  Le  esigenze  della  guer- 
ra e  le  cattive  congiunlui  e  de'  tempi  qual 
che  straordinario  niagistralo  richiedeva- 
no. (Ct 

t  *  ESIMAKE.  J'.  A.  Ragguagliare 
corr.   V.   A.   Estimare. 

3  ESISTENZA.  Dell' es.  Lab.  faune 
§.  cosi  : 

V  §.  All'esistenza,  posto  awcrbialni. 
vaL'  Effettivamente  j  lonlrano  di  All' 
apparenza.   «  /.ab.   26!\.   ...   ».    (CJ 

'^  g.  J/i  esistenza  ,  posto  avverhta'm. 
vale  Effettivamente}  contrario  di  In  ap- 
parenza .  Gal.  Sist.  4-'7'  Non  si  può 
negare  che  il  vostro  discorso  non  sia  in- 
gegnoso ed  aLLia  assai  del  probabile;  di- 
co però  probabile  in  apparenza  ,  ma  non 
già  in   esistenza  e  realtà.  (Cj 

*  ESOICISMA.   Toj,li  questa  voce. 

ESORTAIiE Tac.    Dav.   Slor, 

^'ìl\.   corr.  2.   274» 
ESPElaE^ZA  ec. 

'?  §.  L  Agg.  in  fin.  Red.  J'ip.  I.  l3. 
E  <li  ciò  gli  occhi  miei  ne  hanno  presa 
più   volte  esperienza  pienissima.  (Cj 

•f   ESPEl.lMENTALE.  .  .  .  Red.  Oss. 
fin.  36.   corr.  63. 
ESPERTO.   AdJ. 

t  Jls  g.  VII Rocc.  Pist.   Fr.  S. 

Ap.  agg.  3oi. 

*t  *  ESPIATORIO.  Al  V.  g.  ove  ha 
purgare  corr.   purgarne 

ESPIRAZIONE  .  Agg.  in  fin.  *  Plut. 
At/r.  Op,  nior.  47-1*  Incominciando  g'à 
il  calor  naturale  a  sospinger  fuori  que- 
sta sustanza  d'  aria  per  isvapora4')a  si  le 
r  espirazione  j  e  quando  1'  atira  parte  si 
ritirò  in  dentro  lasciando  vicendevolmen- 
te r  entrata  all'  aria  ,  si  le  la  inspnazio- 
ne.  (C) 

ESPRESSIONE. 

't*  5  §•  11*  Sostituisci  alta  dichiarai. 
Espressione  ,  appresso  i  Medici  ,  si  pi' 
glia  per  l'  alto  ddlo  spremere  .  Togli  1' 
es.    Volg.   Mes.  e  fanne  §.   così: 

V  g  E.fpressione,  duesi  ondie  del  Su- 
go Cavato  da  checchessia  per  espressione, 
o  premitura.   «  /  olg.    Mes.  ...»».  (Cj 

••?  §.  Espressione ,  si  dice  anche  delle 
loci  ,  e  delle  Jrasi  die  altri  usa  per  e- 
spriniere  quello  che  egli  vuol  significare. 
Rellin.  Disc.  2.  296.  O  come  essi  dico-  1 
no  (gli  scultori  del  porjìdo),  con  nobilis-  ' 
sima  e  significantissima  espressione^  punta 
bolsa.  (Cj  \ 

^  §•  Espressione  ,  dicesi  in  term.  di  \ 
Pittura,  e  Scultura  i,a  viva  rappreseti-  ' 
tazione  ,  e  naturale  degli  affetti  e  delle  • 
passioni  ,  Baldin.  Lez.  Accad.  10.  Evvi  i 
poi  (  nella  pittura  )  1"  espressione  degli 
afielli  in  quelle  cose  che  ammettere  la  I 
possono  ,  e  sopra  tutto  1'  ottimo  colorì-  ' 
to.  (C)  I 

3  ESPRESSIVA.  Togli  1' cs.  e  fanne 
§.  come  appresso  :  Ed  agg.  in  fine.  %- 
Red.  leti.  i.  233.  Osservi  dico  quella 
particella  molto  appiccata  al  superlativo  , 
e  sappia  che  questa  e  una  delle  finezze 
della  lingua  Toscana  ,  usata  dagli  anti- 
chi maestri  a  cagione  di  niaggior  espies-  ' 
si  va.  (Cj 

=r  g.  Espressiva,  vale  anche  Modo  di 
esprimersi.  «  Gal.  Sist.  60.  Son  sicuro 
che  non  1'  iuteudcndo  dalla  vostra  espli- 
cazione ,  non  r  iniL-nderanno  forse  per 
quella  di  altri,  parendomi  la  vostra  e- 
spressiva  molto  chiara.  (Cj 
t   -'^   ESPRIMERE. 


£uon. 
gravi  < 


#  §.    Per  Manifestare  ,  Render  noto  . 
J'ier.    1.   3.    3-    Ma   ti  a    ì  semplici 
;  di  più  stima    Havvi   chi  ,  due  di 
sono  ,  Ci  espresse  la  virtù  del   reobarba- 
ro.  (O 

f  §.  II.  A'  V.  8.  ore  ha  non  esprimi 
fijg.  che  a  me  conceduta  1' abbia.  —  Uant. 
J'ar.  22.  agg.  Se  tu  vedessi  ,  Cora*  io  , 
la  carila  che  tia  noi  arde, —  liern.  Ori. 
l.  l'^.  7.  a^g.  Se  Prasildo  deschvesle»  O 
quel  che  del  cuor  suo  fu' si  cortese, 

•f  E.sgUISITO.  Agg.  tn  fin.  E  3-4. 
9.  Aiutami  eh'  io  moro  Un  veniva,  e  di- 
ceva A   un  medico  esquisito.  (C) 

't*  ESSENZA. 

•>  g.  ]it  essenza,  posto  av%vrbialm. 
vale  In  realtà,  Eff'ettivauienle  j  contra- 
rio di  In  apparenza  .  l'iut.  Adr,  Op. 
mar.  i.  123.  Perchè  in  essenza  non  puu 
il  sozzo  diventar  bello.   (C) 

ESSEISZIALE.  Agg.  iu  fio.  :r  Segner. 
Penil.  mstr.  cap.  12.  Questa  satisfazione, 
o  penitenza  ec.  è  la  torza  parte  che  ap- 
paiticue  al  penitente,  ed  è  parte  integra- 
le ,  non  essenziale  ,  come  si  disse  di  so- 
pra. (C) 

ESSERE. 

'\^  §.  XLIV R^cc.  9.    IO.   n.  3. 

corr,  Roce.  g.   io.  n.  3. 

*••-  §•  jV'o"  esser  più,  vale  Esser  mor- 
to .  /  arch.  Lez.  681.  Koo  favellerò  da 
qui  innanzi  ,  o  poco  ,  se  non  di  coloro 
che  non  sono  più.  (Cj 


*gs- 


agg.    .39. 


ESSEIiE  A  U.NO  ,  O  DA  UNO.  Ag 
in  fine.  Ott.  Coni.  Inf.  27.  468.  Fu~_ 
lui  a  letto,  e  domandoilo  che  elli  avea . 
E  appresso  :  11  giovane  fu  a  lei  :  costei 
per  nullo  modo  volle  consentire.   (C) 

t    *    ESSERE    FUORI    D'   UWA'CO- 
SA.    .  .  .    Locc.   l'iamm.  tib. 
e  ove  ha  in  tutto  corr.   del  lutto 

*  ESSERE  IN  EKRORE  .  Eirwe  . 
Pros.  lior.  Rorgh.  leti.  ^.  ^.  i35.  È 
in  errore  chi  crede  che  e'  tosse  Vescovo 
Fiorentino.   (Cj 

*  ESSERE  IN  FARE  CHECCHES- 
SIA. Essere  nell'alto  di  farlo,  o  vici/io 
a  farlo.  Dani.  Purg.  20.  Come  fa  don- 
na che  in  partorir  sia.  G.  /'.  11.  82.  1. 
Poi  rimandavano  per  lui ,  come  popolo 
che  era  in  vacillare.  Car.  En.  6.  238. 
Erano  entrambi  Ragionando  in  pensar  di 
qual  amico  ec.  ella  parlasse.   (C) 

*  ESSERE  IN  LA'.  Parlandosi  di 
tempo,  o  di  cosa  relativa  a  tempo,  vale 
Esserne  passata  gran  parte.  J  .  LA*,  A^-- 
verb.   g.    XV.   (C) 

*?  %.  Essere  in  In  cogli  anni,  vale  Aver 
già  trascorso  una  buona  parte  dr-gli  anni 
che  r  uomo  suoi  vivere.  Esser  vecchiot- 
to .  Malm.  2.  2.  Essendo  ormai  con  gli 
anni  in  l'a  un  pezzo  A  mangiar  comincio 
del  pan  pentito.  (C) 

•^  ESSEKE  no.  Dicfsi  di  persona  , 
o  di  negozio  disperato,  f  .  ANDATO,  ^. 
V.   (C) 

3  ESSERE.  Susi.  agg.  in  fin.  'A-  Vinc. 
Mart.  leti.  71,  Da  vostra  Eccellenza  ini- 
meritamente  ho  avuto  degnila  e  roba  , 
dalla  maestà  sua  ho  avuto  V  essere,  Ig 
'nlclletto,  ec.  e  iofinile  grazie.  (CJ 

t  3   ESTATICO. 

V  g    Poni  r  es.  tra  le  virgolette. 

•f  5  ESTENSIONE. 

',•   g.   Poni  1'  es.   tra  le  virgolette. 

::=  ESTENSIVE.  /  .  l.  Avverb.  In  mo- 
do estensivo.  ì'arch.  Lez.  Uant.  1.  ^oG- 
Dio  secondo  i  Peripatetici  non  e  di  virtù 
infinita  intensive,  ma  estensive,  cioè  non 
ha  infinita  virtù  io  quantità  ec.  ma  ha 
virtù  infinita  in  quanto  alla  dnrazione.  (C; 

3  ESTERIORE  .  Togli  1'  es.  Lab.  e 
fanne  g.  cosi: 

*  §.  l'ale  anche  Che  avviene  al  dt 
fuori.   «   Lab.   81.    ...   ••.    Frane.    Sacdt. 

Op-  di¥.    Culto    intenore  «  quello  che  si 


1888 


EST 


ETÀ 


F  A  C 


fa  a  Dio  collo  'nletlelto,  e  colla  voìoDiài 
l'rstcìiore  per  mczio  d'ufficii  corporali» 
rcrimonic  ,  sarriBrii  ce.  ((') 

1  ESTERNO.  Togli  gli  cs.  Sah.  Dia/. 
e   Safrfj  .  nat.    isp.  e  fjnne  §.  cosi: 

♦  g.  /  ale  anche  Che  avvien  di  fuora, 
Afacslruzz  .  Cullo  divino  si  dice  viil- 
g:trmenlc  per  venerazione  ,  cbe  si  fa  a 
Dio  co»  alti  ÌDlcrni  ,  o  c&terni  .  <•  Sa/i'. 
Dia/.  y4mic.  52 à'oeg.  nat.  esp.  26. 

ESTIMO. 

*  §-  fi  per  la  Stima  dei  delti  beni  . 
J'ac.    />rtf.   aiin.    l.    i3.    In   questo   nietzo 

Germanico,  che  pigliava  1*  e&timo  delle 
<lallie,  roni'  è  dello,  eblic  la  nuova  del- 
la morie  d'  Augusto.  (Cj 

'r  g.  Estimo,  vale  anche  Stima,  Va- 
'HtdZio/ie.  Jnstr.  Cane.  l\0.  Questa  valu* 
ijzinnc,  u  e»tii)iOf  terve  anch'  essa  per 
1)  suddetto  riparlimenlu  ,  e  dÌstril>uEÌone. 
K  ^1.  lu  tal  rjso  si  raddoppiano  gli  c- 
slinii  delle  tesle,   (C) 

KSTlNiiL'EHK. 

3  g.  I.  Togli  r  es.  Petr.  canz.  e  fanne 
5-   cosi  : 

^  §■  E  in  senso  mora/e.  «  Petr.  canz. 
40.  7.  ...  ».  Sannaz.  cgl.  5.  Wè  verrà 
tempo  inai  Che  *1  tuo  bel  nome  eslio- 
sua.  fC} 

t  *  ESTINGUITRICE Bfi/in. 

Lvtt.  ag^.  in  Pros.  Fior.  4-  I-  280.  Eg'' 
è  evjdcnie  che  ad  essa  molle  ci  non  può 
dire  nostra  vita,  giacche  ella  è  e»lingui- 
Iricc  della  vita  umana,  non  vivente  di  vita 
umana.   (  Cj 

*t  E-STIVAI.E.  .  ..  /?«(.  /1/  84-  '• 
corr.   liut.  taf.  24.   I. 

3  ESTOLLERE.  Agg.  in  Én.  #  Tass. 
Cer.  4.6.  Siede  Plulon  nel  mezzo,  e  con 
la  deslr.1  Soslten  lo  scettro  ruvido  e  pe- 
aanle,  Ne  tanto  scoglio  in  mar,  ne  rupe 
^ilpestra  ,  ISò  pur  Calpe  s'  innalza  ,  o  '1 
magno  Atlante ,  Ch*  anzi  a  lui  non  pa- 
resse un  picciol  colle;  Si  la  gran  fronte 
r  le  gran  corna  est()lle.   (Cj 

#  g.  Fstol/ere  il  pinato,  o  simi/e,  va. 
le  tnna/znrio,  Pianger  ad  alta  voce.  Tass. 
Ger.  2.  37.  Qui  il  vulgo  de'  Pagani  il 
jiianto  eslolle  ;  Pian-c  Ìl  Fedel  ,  ma  in 
voci  assai  più  basse.  (C) 

•f  ESTORHE.  .  .  .  Aniet.  70.  corr.  90. 
3     ESTREMO.     Sust.    Agg.     dopo    il 
g.  VI. 

*  §.  In  estremo  ,  vale  anche  In  fine 
àel/a  vita  .  Av.  Fiir.  5.  60.  Ripetendo 
sovente  la  parola  Che  Ariodaotc  avca  in 
eslrcnio  detto.  (Cj 

•f*  3  ESTRI.'MSECO.  /tdd.  Pi  fuora, 
corr.    Che  avvien  di  Juora  , 

S^   g.   Poni  r  es.    tra  le  virgolette. 

•f  3   ETÀ'   ec. 

g.  11.  Acg.  innanzi  a  (C)  Snnnaz.  /tr- 
vai.  pros.  O  Tulle  le  terrene  cose  ce. 
ne  poitano  seco  gli  anni ,  e  la  divora- 
trice eli. 

^  §.  III.  Innansi  ad  Alam.  agg.  Dant. 
i'onv.  2o5.  Lanrellotloec.  e  Guido  Mon- 
lefellrjno  ec.  nt'Ua  loro  lunga  eli  a  reli- 
ginne   si   renderò.  (C) 

t  #   ^  .  Vili.    Di  etade  ec. 

>i<  g.  Di  età  avanzala,  vate  Che  e  ut 
là  cogli  anni  ,  Che  e  vecchiotto.  Sa/vin, 
i'ros.  Tow.  1.  a6.<.  Noi  di  uno  di  ctU 
at-.iDij|a  suoliamo  dire:  l-a  merla  ha  pas- 
salo il   Pn.  (C) 

'ffi  g.  MV.  Agg.  innanzi  a  ^Ty  J.  Gio. 
Critosi.  l5o.  Vive  «ott'i  rura  ,  e  naura 
di  maestri,  e  di  pedagoghi  infìu  ch  è  a- 
duho,  e  pervenuto  a  eia  Irgiilinia. 

tf  g.  XV.  Corr.  la  dirhi.irat.  cosi:  l'tà 
mattini,  diersi  (Quella  che  seguita  la  gio- 
vimzza . 

tf  g.  Ftà  nubile,  dicesi  <ìue//a,  in  cui 
una  itnntel/a  i*  in  istato  da  maritarsi  . 
<.M«r    St'T.    |(»     287.   Con^;iugncrsi  col- 


la sorella  di  Giovanni  re  di  Portogallo  di 
età  nubile.  (CJ 

^  g.  Ftà  minore,  dicesi  dai  Legisti 
Quella  nella  quale  /'  uomo  non  può  di- 
.tporre  di  se,  ne  de'  suoi  lieni  .  Farch. 
Stor.  2.  7.  Abilitò  a  tutti  gli  u6ti  e  ma- 
gistrati di  Firenze,  non  ostante  l'et'a  mi- 
nore,  Ippolito  6gliuo)o  di  Giuliano.   (C) 

*  §.  XIX.  Agg.  Innanzi  a  (Cj  Plut. 
Adr.  Op.  mor.  \.  33.  Pervenuti  che  so- 
no air  età  virile  ,  allora  ,  ancorrhi:  lardi 
ec.  son  travagliati  dalle  Iito  scelleratei- 
ze.  A  37.  Fino  all'  cià  virile  non  giudi- 
co  che   si  debba   parlare  eztemporc. 

«  ETEROGENEO.  Cioè  di  corr.  A dd. 
Dì  ed  agg.  in  princ.  Farch.  Ltz.  Dant. 
1.  282.  Essendo  il  cielo  corpo  semplice 
ed  omogeneo,  come  potrà  egli  avere  que- 
ste parti  distinte  e  separate  come  negli 
animali  e  corpi  eterogenei?  (Cj 

•f  EVACUARE. 

*  g.  Fvacuarr ,  si  usa  anche  in  si- 
gni/ìc.  neutr.  e  vale  Andar  dei  corpo. 
Mandar  fuori  le  feccia .  Buon.  Fier.  \. 
3.  3.  I  mali  Piati  <la  ripienezza  SÌ  cuiia 
vacuando  :  e  riempiendo  Quei  che  per 
troppo  evacuar  si  fanno.  (C) 

té-  g.  /''vacuare  un  clistere  ,  o  simi- 
le,  vale  Mandarlo  fuori,  (fenderlo.  Hed. 
Cons.  2.  l5.  Stimarei  molto  pru6llevolc 
che  er.  quando  il  sig.  N.  N.  si  e  f;iHo  un 
clislere  ,  e  the  lo  ha  6nito  di  rendere  e 
di  evacuarlo  ,  immediatamente  se  ne  fa- 
cesse un   altro.  (Cj 

3  EVACUATIVO.  Agg.  in  6n.  *  Bcd. 
Cons.  1.  4-  Terminate  queste  due  pur- 
gheltc  evacuative  e  preparative  ,  faccia 
passaggio  air  uso  dell*  acqua  del  tettuc- 
cio. (C) 

•f  EVACUAZIONE. 

t   *    g.    .  .  .    £  Itlt.   agg.    2.   93. 

•f  evan<;elico. 

*  g.  Evangelico,  e  anche  ngcinnto  di 
Cosa  ,  che  si  tien  vera  come  t'  F.vansc- 
lio  ,  liocc.  Com,  Dant.  l.  38.  Chi  cre- 
derà cb'  egli  avesse  caccialo  ce.  il  nostro 
autore,  la  cui  dottrina  si  può  dire  evan- 
gelica? CO 

*  EUCAHISTICO.  ...  *  £  3.  9.  6. 
corr.   {•)    F  3.  9.  6- 

EVENTO. 

^  g.  In  evento  che,  po.ilo  avver/iialm. 
i-ale  Dato  che.  Caso  che.  V.  IN  EVEN- 
TO  CHE.    (C) 

*  g.  In  evento,  maniera  ellittica ,  che 
vale  In  caso  c/te  occorra,  A  un  bisogno. 
Red.  leu.  2.  21.  Potrà  far  il  Savoie  di 
scrivermene  lettera  a  parie  per  poterla  in 
evento   mostrare.   (C) 

•f  EVIDIiNTE.  .  .  .  Cron.  Morell. 
ogR.  afi3. 

•f  EURO Amet.    7.  corr.  A- 

mef.  47. 

EZIANDIO. 

t  *   g.    II Pist.  S.   Gir    38l. 

agg     (l  ar.  Icz.) 

V  A 

FADIIRICA  . 

*  g.  Fabbrica,  dicesi  anche  t'  Online, 
o  Modo  con  riit  è  composto  il  corpo  de- 
gli animali  ;  Struttura.  Hed.  lelt.  I.  139. 
In  questi  pochi  giorni  ho  potuto  vedere 
quanto  la  fabbrica  di  molti  volanti  e  qua- 
drupt'ili  ed  iuM-lti  sia  dtflVrenle  da  quel- 
la «irgli   animali  ragioDc«<di.  (C) 

FAUUniCAHK. 

*  g.  Iti.  Agg.  innanti  a  (C)  Imtr. 
Cane.  3i).  Quctla  (massa)  non  si  deve 
alterare  né  mut»vere  se  non  nel  fabbri- 
care il  nuovo  datiaiuolo  pt-r  1'  anno  lu- 
luro. 

•f  FACCENOA. 

*  g.  A*rr  più  faccende  che  un  mer. 
calo,  vale  .ttcr  (he  fare  asiai.  F.  MER- 
CATO, g    XV.  (CJ 


«  FACCENDIERA  ....  Chiudi  V  vu 
Buon.  Fier.  Ira  le  virgolelle,  c  dopo  Fier» 
"gfi    a- 

•f  3   FACCENDIERE. 

FACCENDIZZA.  .  .  .  Fir.  lue.  corr 
Fir.    Lue.    1.   3. 

t  3  FACCENTE.  .  .  F  altrove  core 
E  appresso  : 

FACCIA. 

*  g.  XIV.  Poni  I*  es.  Ira  le  Mfgo- 
lette  . 

*  S-  Di  prima  faccia,  posto  avver- 
bia/m.  va/e  A  primo  aspetto  ,  A  primf 
visla.  I  org/i.  Òriff.  Fir.  109.  E  se  pu- 
re D<  n  ci  è  chi  '1  dica  ,  non  resta  ,  che 
non  ci  potesse  essere  chi  per  alcune  ra- 
gioni ,  che  di  prima  faccia,  sono  assai  ap- 
parenti,   lo   potesse   dire.   fCj 

*  g.    XXVIII.    la  faccia  ec. 

*  g.  tìnde  t  edfix  in  faccia  ,  dicesi 
/filando  d'  a/cuna  fciira  si  vede  tulio  ti 
viso  ì    contrario    di    Federe  in   iscorcto 

y.  SCORCIO,  §.  IV.  (CJ 

PAGELLA. 

g.  I Dani,    Par.  corr.   Dant. 

Par.  9. 

FACETO.  Agg.  in  6n.  :;:  Dav.  Scism. 
45.  In  quella  miseria  non  faceva  segno 
di  dolore:  e  ,  come  faceto  di  natura,  gli 
altri  rallegrava.  (Cj 

t  *   FACIBENE Bel/m.    Cical. 

agg.    IQ. 

3  FACILE.  Togli  r  e$.  Ar.  Fur.  .- 
fanne  g.  come  segue;  Ed  agg.  in  6n.  1' 
es.  omesso  non  so  come  ~—  Red.  /ett. 
i.5i.  L'ottener  pienamente  tutti  questi 
sropi  ,  non  è  la  più  faci!  cosa  del  mon- 
do, e  la  ragione  si  è  ec. 

*  g.  Fact/e ,  usato  assotutam.  vaie 
Cosa  ficiU .  m  Ar.  Fur.  3a.  39.  .  .  .  "- 
/Vcrf.  le(t.  54.  Non  6a  poi  così  tacile,  cbe 
il   sangue  ne  sortnca.  f('J 

g.  V.  Agg.  innanzi  a  (C)  Cat.  Uff. 
Com.  100.  A  noi  fa  di  bisogno  d'  uom» 
mansueto,  d'ingegno  facile  e  pieghevole. 

*  g.  Facile,  vale  anche  Caadiscenden* 
te.  Lasc.  Parent.  Pro/.  Più  frutto  ne  ca- 
verde,  che  io  non  vi  saprei  prumcllere  . 
imparando  all'  altrui  spese  non  essere  cosi 
facili  e  credule.  (C) 

*  g.  Faci/e,  va/e  anche  Propizio,  Fa- 
vorevole. Sen.  Ben.  Farch.  5.  2-*».  Crise 
sacerdote  appresso  a  Omero  ricurda  agli 
Dii  quello  che  ha  fatto  per  loro  ,  e  gli 
altari  rhe  egli  ha  religiosameole  onorati, 
e  così  se  gli  fa  facili ,  e  iropclra  tU  lon> 
quello  che  dimanda.   fC) 

•f  3  FACILITA*  ec.  Agg.  Qua/ilà  dt 
ciò  che  e  facile  ad  avvenire  ,  a  farsi  ,  *> 
simi/e  j  —  Togli  r  es.  /ted.  /elt.  e  por- 
talo al  g.    II.  come  appresso. 

*  §.  II.  Corr.  la  dichiaraa.  Fticilità  , 
dicevi  anc/ie  drl/a  Maniera  facile  ccm he 
una  cosa  è.  o  sembra  fatta.  Ed  agg.  in- 
nanzi n  iCj   -  Red.  leti.    I.  38;.  ...   -■ 

*  g.  Facilità,  talora  vale  anche  Ec- 
cessiva condiscendenza  net  prestarsi  a 
checihestia .  Segner.  Fred.  3o.  3.  Per 
una  tal  facdilk  (h*  egli  aveva  a  pigliu 
lutto,  ed  a  pigliar  da  tulli,  non  dubito 
di  accellar  ù  regalo  offertogli  aocor  A* 
sassi,  ttj 

*  g.  Facilità  di  costumi,  vale  />ix/h>- 
sizionr  naturale  a  vivere  ,  ad  adattar*! 
age%-olmenle    fo/i    ogni  fatta  di  pcrscar 

l'ir.  /'ijr.  an.  7.  Alla  gran  dottrina  avr- 
va  aggiunta  la  vera  honià  ,  e  alU  Itooti 
e  facdilà  di  costumi  uua  uibantlà  e  m^* 
lnodc^tla   si  grandi*  ,  che  ec.   tC) 

FACILITARE.  Aftg.  in  6ne.  «  Re* 
t\^n.t.  I.  ai5.  Per  Idcililara  la  eorreziu- 
nr  ,  e  punficoaione  ,  •  raddolcioiroto  d,I 
sangue.   (C) 

t  FACITORE fìemb.  Asot.   i. 

afg-   .Ì5.  .  .  .   /•-  2.  rorr.    F   l'rr^s.   2.   JJ. 

*  g.  Fa*  tiare  ,  per    Pi-anube  .    Crosta 


F  A  e 

MortU.  a49.  Tolse  moglie,  come  fu  pia- 
cere d'Ictaio,  la  Caldana,  Cgliuula  €Ìi  Me- 
rano <li  Vanni  Caslcllaiii  :  fiume  faciloic 
Nofrio  di  Ciovaiiui   Aniolfi.   ((') 

f  J  FACUl.TA'  ec.  l  orr.  la  ilicliiaiaz. 
Potenza  fistcn,  o  morale  tìie  renile  cupa- 
ce  un  essere  di  Jnre  t/ttoli/te  costi  ,  o  <ti 
produrre  qualche  cffitlo.  —  Tcijli  gli  es. 
Fir.  As.  e  Cas.  leti,   e  fanne  g.  così: 

t  §.  i'ncuUà  ,  vale  anche  Jrivitegio  , 
Dono,   Jtliluitine.    l'ir.   As.  2lS.  ... 

*  §.  l'acullà  ,  vate  anche  Virilio  di 
fare  una  ro.in.  ..  Cas.  Idi.  3?.  ...«.(€) 

§.   I.   Agg.   in   fine.   *    l'as.    Cp.    Vit. 

4.  288.  tgli  diede  |,rinci|>io  alla  casa  dei 
Ocngbi  in  Urbino  con  onore  ,  nome  ,  e 
faculli.  l'è; 

FALBO.  Allegane  es.  *  Pros.  Fior. 
Sah-in.  lelt  If.a.  271-  Quelli  Ci:<..<.//iJ  del 
limone  gialli  falbi,  i;  un  poco  stiracchiata 
r  inlerprctaiionc ,  ina  si  possono  ridurre 
alla  flemma  ovvero  pituita.  (Cj 

FALCE. 

t  §.  VI.  Porre,  ìlcttere  la  falce  nella 
biada,  0  nella  messe  allruì  a^g.fguralam. 

FALDA. 

.)■  g.  V Jlemb.   Asol.  3.    agg. 

l83.  e  ove  ha  molli  corr.  molte  —  er- 
rore di  Crusca. 

S  FALLA.  Togli  r  es.  Cr.  S.  Cir.  e 
fanne  §.  cosi: 

*  §.  Sanza  falla  ,  posto  avcerhialm. 
I-ale  Indubiliilamcnlc,  Senza  fallo.  <•  Cr. 

5.  Cir.  ...  '..  iCj 
FALLAGGIO. 

*  §.  Per  Mancantn  di  fede.  Rim.  ani. 
Jac.  da  Lentino  1.  286.  ÀI  mio  vivente, 
Amore,  Io  non  ti  falliiagiiio  Pera  lo  lu- 
singatore,  Che  parla  di  tal  fallagRio.  (C) 

f  3  FALLA^Z,A  .  Corr.  la  dithiaraz. 
cosi  :  /'.  A.  Frrore  ,  Peccalo  ,  Colpa  . 
Porla  r  es.  Front.  Sacch.  al  §.  I.  come 
segue;  e  dell'  es.  firn.  ani.  Cuill.  91. 
fanne  ^.  come  appresso. 

*  g.  I.  Per  Fallacia,  Inganno.  !•  Frane. 
Sacch.  rim.  Mich.  Gain.  ò\.  ...  ».  (C) 

*  g.  Per  Mancania  ,  lìifelto  ,  Scar- 
sità di  checchessia  .  "  Zìi/",  ant.   Cuitt. 

91 Frane.    Parh.    Pegg.  dona. 

Jl5.  Nel  suo  senno  e  nella  sua  allena 
sia  di  correggere  e  far  menda  cola  dove 
per  fallauia  di  savere  non  seguitasse  in 
lutto  la  sua  infallibde  e  sapientissima  in- 
tenzione (C) 

FALLATO Olt.    Com.  I.  corr. 

Oli.    Coni.    Inf.    I.    4. 
f  FALLIBILE  ....  Bemb.    Asol.  3. 

t  FALLIRE. 

*  g.  XVL  .  .  .  C.  V.  I.  19.  16  corr. 
1.   19.  6. 

J  FALLO. 

*  g.  11.  Corr.  la  dichiarai,  così:  Far 
fallo  ad  uno  ,  vale  Fargli  torlo  ,  in- 
giuria. 

*  §.  VII.  Terre  agg.  0  Prendere  — 
Ed  a-g.  innanzi  a  (C)  Forlig.  Pucc.  21. 
5  Chiunque  tu  sia,  O  scendi  pronlamen- 
te  da  cavallo  ,  O  torna  addietro  per  la 
«fessa  via  .  E  Ricciardetto  a  lui:  m'  hai 
preso  in  fallo. 

FALLOnE Frane.    Barb.   aSo. 

^.  corr.  2?0.  3. 

f  5   FALÒ".  .  .  .  Cron.  ì'ell.  agg.  129. 

*  FALSIDICO.  Alv.  i.ovc  ha  falsa 
corr.  false 

•f  J  FALSIFICARE G.    V.  l^. 

\%.  II.  corr.  8.  48.  II. 

•f  5  FALSITÀ  ec.  Togli  1"  es.  Dant. 
Inf.   e  fanne  g.  così: 

*  g.  l'er  Falsatore ,  cici  l'  astrailo 
fit  concreto.  •  Dant.  Inf.  II.  Onde  nel 
*  erchio  secondo  s'  annida  ec.  Falsità,  la- 
dronecrio,  e  simonia.  I  Cj 

t  FAMICLIARESCAMESTE 

ìil.    Crisi,  agg.   S.   B 

Vocabolario  T.  II. 


F  A  M 

f  FAMIGLIARISSIMO  ec.  .  .  .  Bemb. 
Pr^'S.   I.  agK-   16. 

rAMIGLlUOLA. 

g.   I.   Poni  in   fine  questo  segno  J 

§  li.  Togli  questo  g  e  polla  1'  es, 
al  lima  innanzi  al  Ale.  alleganrlolo  cosi: 
i^  f  I  it.  l  rist  97.  Considera  adunque 
quella  faniipliuola  benedclla  sepia  tulle 
l'altre,  piccola,  ma  molto  ecrellcule  ,  la 
quale  vive  pov,-ramenle  0  uniilmcnle.  (T; 

f  FAMO.-ilSSlMO Ped.   leti. 

Occh.  agg.  7. 

*  FAMULO.   Agg.  in   fin.  (J  ) 

t  3  FANCIULLESCO.  Add.  Corr.  la 
dichiaraz.  così  :  Vi  fanciullo.  Che  appar- 
tiene alla  fiiiiciul,'iz:a  —  Ti'gli  gli  es. 
Bocc.  Sen.  Pist.  Cron.  Slorell.  e  Cas. 
leti,  e  fanne  g.  così: 

*  g.  Fanciullesco  ,  per  similil.  dicesi 
a  Quello  ihe'e  leggiero,  sciocco,  come  sono 
le  cose  dei  fanciulli  cosi  nel  ragionare  , 
come  nell'  operare.  «  Bocc.  g.  6.  J.  3. .  . . 
E  Fit.  Pani.  244.  .  .  .  Sen.  Pisi.  .  .  . 
Crea.     Morell.     266 Cas.    leti. 

71 (O 

FANCIULLEZZA. 

gì....  f  II.  S.  Ciò.  Pai.  corr.  * 
J  it.  S.  Ciò.  Bai.  —  E  al  V.  8.  ove  ha 
JVov.  ant.  corr.  (V)  IVov.  ant.  ...  — 
Xeni.  rim.   17.  corr.   I.  27. 

FANCIULLO.  .  .  .  Sale.  Avveri,  corr. 
:?   Salv.  Avveri,  e  poni  in  fin.   (J) 

g.  IV.  ...   Cren.  I  eli.  3q.  corr.  I.^g. 

t  *  FA^FALECCO.  .  .  .  Jllegr.  agg. 
210. 

•f  J  FANGO. 

*  g.  Vili.  U.icir  del  fango  ,  agg./- 
guralam.  ...  —  Petr.  cani.  corr.  <■  Pelr. 
canz. 

FANGOTTO.  Togli  questa  voce,  e  po- 
ni in  fine  del  g.  antecedente  questo  se- 
gno J 

*  FANONNOLO.  Adii.  Dicesi  d'Uo- 
mo timido  e  da  niente  j  7'oce  bassa . 
/  arch.  Lez.  Vani.  2.  94-  D'  uno  che 
sia  da]>poco,  e  non  vaglia  due  mani  di 
noccioli,  (non  si  dice)  cacacciano,  fauon- 
nolo,  lavaceci?  (Cj 

t  3   FANTASI  ICO.   Add. 

*  g.  I.  A^g.  in  fin.  /  <irc/i.  Lez.  Dani. 
1.  l5o.  L*  intelIeUo  nostro  non  può  in- 
tendere cosa  alcuna  ,  la  quale  non  sia 
nella  virtù  fantastica  ovvcio  immaginati- 
va. (Cj 

_*f«  3  FANTE.  .  .  .  Cron.  Morell.  agg. 
270. 

*§.!....  Bemb.  Asol.  3.  agg.  209. 

*  g.  Fante,  dicesi  anche  Quella  figu- 
ra ,  che  in  alcune  carie  da  giuoco  rap- 
presenta un  fante.  Buon.  Fier.  2.  4. 
l3.  Doman  rassemlira  Non  pure  il  fante, 
e  non  pur  quel  di  coppe.  Ma  di  matto- 
ni, e  muta  seme  e  stampa.    (C) 

FANTOCCEIU'A.  innanzi  a  Menz.  agg. 
Lasc.  rim.  2.  346.  Perciocché  quelle  co- 
se, che  di  tuo  vi  hai  aggiunte,  sono  tanto 
fuori  d*  ogni  verisimile  ec.  che  non  fu  mai 
né  composto  né  pensato  la  più  solenne  e 
rilevata  fanloccena.   (C) 

FARDELLETTO.  .  .  .  Salv.  Cranch. 
corr.  *  Salv.  Cranch.  ed  agg.  in  fi- 
ne. (D) 

FARE. 

§.  IV.  Togli  1'  es.  Ar.  Far.  e  fanne 
g.  così  : 

sj:  g.  In  questo  signifcato  si  usa  an- 
che accompagnato  ,  oltre  al  quarto  ,  al 
terzo  caso  di  persona.  Pecor .  g.  IO.  n. 
I.  Il  re  d'  Inghilterra  ce.  mi  prese  per 
moglie  ec.  ,  ed  in  poco  spazio  di  tempo 
io  gli  feci  questi  due  fanciulli  .  (Cj  Ar. 
Fur.  20.  6.   .  .  .  (Br) 

*  g.  VI.  Agg.  in  fin.  Allcg.  241.  E, 
se  vi  fa  quel  vm,  che  è  buono,  e.  .  .  L 
acqua  vi  serve  sol  per  Y  acquerello,  Che 
perciò  mette  i  suo*  sapor  da  canto.  (C) 


FAR  1883 

.J.  g.  XI /-   canz.   corr.    Pctr. 

canz. 

f  g.  XL.  Apg.  in  fine.  E  69.  Iceli 
vedere  ec.  come  conveniva  eh'  ella  si  fa- 
cesse  Barlaam,  e  come  mantenesse  la  leg- 
ge de*  Crisliaui.    (Cj 

g.  L\  1 E  Purg.  23.  corr.   F, 

Purg.   26. 

g.  LXX.  Agg.  in  fine.  *  .'!en.  Ben. 
larch.  1.  I.  Quanti  sono  coloro  che  non 
meiitano  di  vedere  la  luce  I  E  pure  an- 
che a  loro  si  fa  il  f;iuino.  (C) 
:?  !:.  LXML  Ang.  in  fin.  (fj 
;',:  g.  Tittova  cqunclea  Dimorare.  Sal- 
via. Annoi.  Opp.  Cacc.  1.5.  Castello  dei 
Parli  dove  ì  loro  lìe  facevano  l' inverna- 
le a  cagione  della  bonl'a  dell'  aria.   (Cj 

t  *  g.  LXXXI Agn.  Band. 

agg.  16. 

■..   g.  LXXXII.   Faic,  pi.rlanilosi  ec. 
g.  CXI.   .  .  .  Pctr.  son.  corr.  =S   Pelr. 
soli. 

i?  g.  Fare ,  si  dice  anche  di  Chi  si 
studia  di  parere,  0  finge  d'  essere  quello 
che  non  è,  ed  in  questo  senso  si  costrui- 
sce simpre  con  un  soslanlivo  ,  o  con  un 
add.  preso  in  forza  di  sust.  Beni.  Ori. 
1.  l6.  2.  Chi  va  per  mar,  chi  per  terra, 
chi  brava.  Chi  fa  "1  riero,  chi  'I  bello  e 
chi  lo  scalilo,  Chi  sei  becca  in  un  modo 
e  chi  in  un  altro,  telline,  son.  240.  Farò 
il  buono,  il  discreto,  il  giusto,  il  netto. 
Per  largii  uscir  poi  qualche  traversia.  (Cj 
::=  g.   CCXMU.  ...  £  Lab.  agg.  34l. 

f  FARli  AFA Lasc.  rim.  agg. 

I.  43. 

FARE    A   LASCIA    PODERE 

Salvia,    corr.   v  Salvia.    Ed    agg.    in  fi- 
ne.  (•) 

FARE  ALLEGREZZA  .  Al  v.  7.  ove 
ha  /■;•.  Zac.  T.  corr.  (ì)Jin)  Fr.  Jac.  T. 
e  logli  (Min)  in  fine. 

t  FARE  ALLE  PUGNA Mail. 

Franz,  rim.   buri.   apg.   2.   99. 

5?  FARE  A  MEZZO  CON  ALCUNO. 

Agg.  in  fin.  (C) 

FARE  A  MICCINO. 

*  g.   E  figuralam.  Pip.   apg.   Impr. 
FARE   A   SALVUM  ME  FAC 

Lasc.  2.   1.  corr.   Lasc.   Pinz.  2.   I. 

*  FARE  BARATTERIA, 
FARE    BISOGNA   ce C.    V.  5. 

;6.  t.  corr.  G.   V.  6.  76.  I. 
FARE  BOTTEGA, 
f  g.  .  .  .  1  ardi.  Slor.  ly.  corr.  ed  agg. 

3.  49.  —  Errore  di  Crusca. 
FARE  BUCATO, 
f  §.  .  .  .  Allcg.  agg.  172. 
FARE  BU0^O. 
g.  III.  .  .  .  Bcnib.  Slor.  corr.  ^'  Bemb. 

Slor.  ed  agg.  in  fin.  (l'j 

FARE   CAPO. 

3  g.  Xlll.  Fare  capo  corr.  Fare  a 
capo 

g.  XV.  ...:''  Amm.  Ant.  corr.  Amm. 
Ani.  .  .  .  Bocc.  torr.  ♦  Bocc. 

J  FARE  CASO. 

*  g.  I.  .  . .  Bemb.  Pros.  J.  agg.  l\ì. 
e  dove  ha  scrive  agg.  bene: 

t  g.   111.  Plani.  Par.   l3.   coir.  14- 

FARE   CENA. 

g.  1 CcccA.   Doni.  3.   9.  corr. 

4.  9. 
FARE    CHIARO Ar.  Fur.  l\2. 

75.  corr.    42.  73- 

t  FARE    COLEZIONE Vrb. 

agg.  27. 

FARE  COMODO Bemb.   Star. 

corr.  *  Bemb.  Slor.  ed  agg.  in  fin.  fF; 

FARE  CONCILIO  ce.  .  .  .  G.  T.  8.  12. 
4.  corr.  8.  62.  4- 

:;;  FARE  CONTRO.  Agg.  innanzi  a  (Cj 
Segn.  Slor.  5.  l43.  Perchè  in  vero  que- 
sto Impcradore  ec.  a'  Fiorentini  tanlo  più 
era  divenuto  nimico,  quanto  gli  giudica- 
va per  ribelli,  che  con  minor  cagione  di 
237 


ÌB90  FAR 

fargli  coutro  al  tempo  dello  slato  passalo^ 
gli  avevano  voluta  inCno  torre  il  Rcgao 
ìli  JVapoli. 

■f  §.  It.  Togli  questo  §.  leggendosi  nel 
Borgliini  Orig.  Fir.  fing.  22^.  Sarebbcr 
e  non   Fa&cljln-r 

FARE  COKTE. 

.tS-  '■  Agg.  in  fin.*  Tac.  lìav.  ^nn. 
16.  23^.  Easctido  dunque  corsa  tuUa  la 
città  a  far  corte  al  Principe,  e  rincontrare 
il  Re,  a  Trapca  fu   vietato.  (C) 

t  PAIlIi  DI  MA.NO.   ...    Cron.    Vdl. 


"SS-  V\- 

J  FAIiE    DIMOllA.   ce.    .. 
21.  corr.   Fi:   Inc.   T.   .3.   17. 


/■:  3.  17. 


*  §.   Poiii  le  virgolette  innanzi  a  (C) 
t  *  FAlìE  DI   QUELLE  ....  liocc. 
IO.  n.   IO.   corr.    /Jocc.  e.   to-  n.  10.  ..  . 
/;  La/,,   agg.    123. 

FAIiE  DIVIETO.  ^/  v.  3.  om  ha 
Agranianti  corr.  Agraniante 

FAKE  ESERCIZIO.  ...  ò'fidi'.  corr. 
Cccch.   Stiav. 

FARE  FAVORE.  Poni  in  6nc   3 
FARE  FESTA  fc.  .  .  .  li  3.  3c).  corr. 
E  3.  59. 

FARE   FUOCO Cron.    Mordi. 

221.   corr.   321. 

*t  FARE   GHEPPIO Sah: 

Cranch.   1.   i3.  corr.  3.   l3. 

FARE  GROPPO.  .  .  .  Dant.  Inf.  23. 
corr.   i3. 

J  FAKE  IL  GIORGIO  .  Togli  1'  es. 
fìern.  rim.  e  portalo  al  §.  tra  le  virgo- 
lette cosi  :  *  u  Beni.   rim.   Il ...  (C) 

*  FARE   IL  SIMILE   A    UJiO 

^gn.    I'nn,l.  agg.  46. 

FARE  INVE.NIE Cccch.    Mogi. 

3.  4-   corr.  5.  4' 
FARE  LEGA.  .  .  .  350.  corr.   E  350. 
FARE   LEGGE. 

^  %■  Farsi  legge  da  se  ,  dicesi  del 
Punire  da  si  stcs.fo,  con  busse,  o  altro, 
chi  l'ha  offeso  .  Sah-in.  Disc.  2.  112. 
-Non  e  un  far  torto  allo  leggi  il  farsi  da 
«è  legge  7  (CJ 

FARE  LI.MA    LIMA.  .    .   .    Morg.    z!j. 
49-  «^on-  2Ì.  99- 
FARE  MALE. 
§•  I.  .  .  .  Fr.  Jac.    T.  2.    18.  21.  corr. 

2.    18.    II. 

FARE  MEGLIO.  .  .  .  Fu.  SS.  Pad. 
corr.  *   nt.  SS.  Pad. 

ì  FARE  MENZIONE.  .  .  .  G.  V.  cap. 
11.    I-  corr.    G.    V.   1.   II.    I. 

*  §■   .     .    C.    V.   I.  82.  corr.  I.  8.  2. 
FARE  MESTIERE. 

§.  111.  .  .  .  Fir.   As.  corr.  Fir.  As.  .'il. 

t  FARE  MOBILE  ce.  ...  G.  /'.  7. 
16,  1.  corr.  *  G.  /'.  7.  16.  1.  Ed  agg. 
in  fin.    (•) 

FARE    OCCHIO. 

"^  %.  Fare  l'  occhio  a  una  cosa,  vale 
Assuefarci   la    vista.     V.    OCCHIO,  S. 

xeni.  (C) 

FARE  ORDI.NE. 

*§■■..   Scrvig.  corr.  E  Scrfig. 

FARE    PARTE. 

*'■  §■   Il Cavale.    Specch.   penit. 

corr.   Cavale.  Specch.  pece. 

*  S-    VII.   Agg.   in   fine.   *    Cnr.  Leti. 

2.  25o.  N.   Signore  ne  mostra  grande  af- 
lanno,  e  fa  la  parlo  sua  pronlanienle.  (C) 

t  «  FARE  PAUSA.   .  .  .  Jìern.   Ori. 

3.  456.  corr.  3.   4.  56. 

FARE  PORTO.  ...  Marc.  Poi.  Fiagg. 
25.  corr.  Mil.  M.    Voi.  3ii. 

t  5  FARE  PROFESSIONE.  Togli  T 
<!i  Cecch.  Dot.  e  portalo  al  §.  III.  alle- 
gandolo cosi: 

*  §.  III.  ...  «  Cecch.  Dal.  agg.  ."i. 
3.  Io  mi  tengo  astuto,  e  quasi  quasi  Fn 
prolcssion  d'aggirar  altri  e  a  questa  Voi 
l»  lari)  piffero  di  montagna  •..   E 

FAHK  PUNTO  ....  Ar.  Fur  j5. 
Il5.  corr,   24    Il5. 


Fr.    Inc.     T.    5. 

14. 

r  mol- 
qneltc  che 


FAR 

FARE  RADICE.   .  .  . 
25.  i3.  corr.  5.  25.   i3. 

FARE    RAGIO.NE Et 

corr.   /;  11 5.   14. 

*   FAKE  KO.MA   E   TOMA.   /V., 
te  e  grandi  cote  ,   e   talora   di 
afibi.ino  dell'  impassibile  .    Fir.    Trin.   3 
2.  A   me  diceva  di  aver  fatto   Roma  e  to- 
ma.   (C) 

FARE   SAGGIO. 

§    I G.   y.  53.   1. 

6.  55.  1. 

t  FARE  SCALPORE.  . 

»sg-  39. 

FARE   SCtlIKRA 

124.  corr.  24* 

t  FARE  SENNO  ec.  ... 
corr.    Cavale,  Efpos.    Simb 

t  -1=  FARE  SETE  .... 
Bu./.  agg.   I.   42. 

t  FARE  SILENZIO 

"SS-  4'- 

t  FARE  VEDERE .  .  . 
agg.   I.    1. 

FARE  VENIRE. 

••;:§.  I.  ..  .  Fit.  S.  Ciò.  Ball.  125 
corr.    225. 

FARE  VISO. 

§.  Il lac.    Dav.   Ann. 

6.   127. 

*FARE  UN  BELLO, 
VEDERE.   Diccii  di  Cosa  che  ahbia  bel- 
la, o  bruita  apparenza,    l  ed.   VEDERE, 
Susi.   g.   11.   (C) 

-f  FARFALLETTA Cas.  leti.  67. 

"SS-  Ti  prego  che  tu  impari  a  star  saldo 
nelle  buone  operazioni  e  deliberazioni  j  e 
quando 

t  FARINACCIOLO.  .  .  ,  Pallad.  agg. 
1.  5.  ° 

*  FARNETICANTE. 
^  %.    lì  in  forza  di  sust.  Varch.  Lez. 

Dant.  2.  104.  Fare  o  dire  cose  somi- 
glianti   a  quelle  che   dicono  i  farnetican- 

'.-  FAS.  Innanzi  a  .Salvia,  agg.  Guicc. 
Avveri.  74.  t  hi  la  piglia  per  idolo  (  la 
grandezzaj  ,  vuol  averla  per  fas  e  nefas , 
ed  è  causa  d'  infiniti  mali.  (Cj 

3  FASCIARE. 

*  g.   II.  .  .  .  Benib.  Asol.   1.  agg.    17. 
3   FASCIATO. 

§■    Il Benib.    Asol.    3.    agg. 


F  A  T 


corr.  G.  V. 
.  .  Cron.  l'eli. 
Dant.  Purg. 
Espos.  Simb, 

l'ardi.  Rim. 
Conip.  Mani. 
,   Eern,  rim. 


6.  27.  coir. 
UN    BRUTTO 


.5;. 
J 


corr.  09. 
lA.    l'ms 


••'SS- 

§- 

E 


FASCIO. 
IV.  ...  Petr.  sen.  .56. 

3  FASTIDIO.   .  .  ,  Jìen 
87- 

IV.  Agg.   ÌD  6dc.    Tass.   ^-/m.    i.    i. 
pur  ci  sprt-iia  Le  lue  t!ulci  lusìnglie, 
e  segue  i  luui  Dispettosi  fastidi.  ("tV 

3  g.   VII.   Togli  r  es.   Pallart.    e  fanne 
§.  come  appresso,  ed  agg.  in  fio.  *  lieti, 
Coiis.    2.    21.    Sodo    cosi    nauseose,  che 
porterclfbono    fastidio  ad  UDO    sluoiaco  di 
uiarniu  ,  o  di  ferro.  (C) 

5^  §.    Fastidio^  dicesi  altresì  della  Re- 
piignttnzn    che  si  ha   per   certe    vivande  . 
«    PalUd,  ...  ...  (C) 

FASTO.  Agg.  in  6nc.  *  'fass.  Ger. 
10.  26.  E  con  fjito  superbo  agi'  ìnsi-pulti 
L'anni  spogliare  e  gli  aititi  iolVlicì  .  /• 
.■tntint.  prò/.  Aspetterò  clic  la  pict^  inol- 
lisca  Quel  duro  gelo,  che  d*  iulurno  al 
core  Le  ha  ristretto  il  rigor  dell*  onesta- 
te ,  E  del  virginal  fasto.  (Cj 

t  3  FATALE.  Agg.  innaoii  a  (CJ  Plut. 
.-Idr.    Op.    mar.    I.    l85.    Con   r.-igioDc   fu 


ilicirvi , 

negozio    OOD    vi    pregiudica»* 


pagai 


noiiiiniita  la  vita  debito  fatale  da 
«fa  noi. 

3   FATICA /ìoi'i     l'arJi.   !y   5. 

corr.  t\.  6. 

FATICARE. 

*  %.  l'aticar  uno,  per  metaf.  vaie  har^ 
flit  l'riga  ,  incomodo  ,  eoi  richiederlo  di 
chicchessia  .    l'ine,    òlatt.  lett.    17.   Per- 


chè io  mi  prometto  molto  da  voi,  or  che 
V  occasiuD  viene ,  mi  è  forza  il  falit 
se    già    il 
se.   (CJ 

FATICATO Fr.  lac.   T.   2.   |3. 

36.  «orr.  2.  12.  36. 
t  FATO . 

*  g.  Fato ,  talora  vale  MorU .  Lat. 
fatum  .  Sannaz.  FgL  5.  Tanlu  dolse  a 
ciascun  l'acerbo  fato.  (CJ 

'è  Z-  ^^^^  Cedere  al  fato  ,  vale  Mo- 
rire. Tass.  Ger.  4.  W.  Ma  il  primo  lu- 
stro appena  era  varcato  Dal  di  eh*  eUa 
spogliossi  il  mortai  vclu.  Quando  il  mio 
genilor  cedendo  al  falò.  Forse  eoo  lei  ti 
ricongiunse  in  cielo.  (Cj 

*  S-  '-  1"»'ido  vale  Morte,  s' inten- 
de di  quella  che  avviene  naturalmente  a 
ciascunoj  ed  è  opposta  a  violenta  e  cau- 
sata da  checchessia  .  Car.  En.  ^.  1069. 
Anzi  tempo  morendo  ,  e  non  dal  fato  , 
Ma  ddl  furore  ancisa  ,  non  le  avca  Pro- 
serpina  divello  anco  il  fatale  Suo  dorato 
capello.  (C) 

t  3  FATTIBILE  .  JdJ.  Corr.  la  di- 
cbiaraz.  Che  può  farsi  ,  Che  non  e  int- 
possibile.  E  alles.  Jiemb.  Asol.  I.  agg. 
43.   E   deir  cs.   liorgh.   fanne   g.   così: 

*  §.  Talora  si  dice  delle  Cose  che  st 
possano  fare  mediante  le  arti  j  ed  è  al- 
larmi opposto  di  Agibile,  che  dtcesi  delle 
cose  che  si  possano  fare  mediante  le  virtj\ 
morali.   »   Jìorgh.  Hip.  lyj. n.  (C) 

•f  3   FATTO.  Sust, 

*  §.  XX.  .'U  V.  6.  ove  ha  i  fatti  loro 
'^ei?*  >  vennero  a  concordia 

§.  XLUI.  .  .  .  Tac.  Dav.  i-  17.  con. 
Tac.  Dav.  Ann.  I.  17.  —  Ed  agg.  in 
fine.  *  Stor.  Fur.  7.  i58.  Berengario, 
io  nome  tutore  ,  o  cooservatore  ,  ma  Ìo 
fatto  re  della   Italia  ec.  cominciò  ec.  (C) 

3  FATTO.  Add. 

*  g.  III....  Cecch.  Dissim.  •OTT.m.(^'J 
Cecch.  Dissim.  E  al  v.  12.  ove  ha  ».  (JKj 
corr.  (F) 

3  FATTORE. 

g.    VI.    .  ..  Lib,  122.  corr.  lab.  122. 
t  3   FATTURA. 

^  g.  Fattura,  dicesi  anche  d'  Uno  che 
deve  la  sua  fortuna,  o  la  sua  costituito- 
ne in  dignità  ad  un  altro.  Farch.  Stor, 
10.  2t)7.  IS'oc(|uc  a  Cirio  sì  1*  e»serc  egli 
fattura  de' Medici ,  e  sì  musimamente  1* 
oilioso  nome  del  parlamento.  (Cj 

FAVA.  ...  G.   F.   12.  q3.  3    corr.  G 
F.   II.  93.  3. 

FAVELLA.  Corr.  ({uesto  Tema  cosi: 
t  3  FAVELLA  .  Facoltà  natura/e  di 
fayell.ìr-e  .  Lat.  sermo,  locutio.  Gr.  ^i^t^, 
Xo'ya;.  /Jocc,  nov.  65.  11.  Mcsser  lo  ge- 
loso »'  aveva  messe  alcune  pìclruzxe  111 
bocca,  acciocché  esse  alquanto  la  favella 
gì' impedissero  .  *  Firg.  Eneid.  Mf.  Nei 
suo  cospetto  perde  la  favella  ,  levati  t  ca- 
pelli per  raccapriccio.  Cas.  Fram.  ÒS2. 
Noi  cottumiamu  di  dire  :  il  mutolo  ha 
riavuto  la  favella.   (Cj 

*  §.  Favella  ,  vale  anche  Maniera  dt 
favellare,  d'esprimersi,  u  Petr.  son. 
290.  E  iu  don  le  chieggo  sua  dolce  fa. 
velia  ...  (C) 

^  §•  Favella,  vale  anche  Foce  arti- 
colala ,  Parola .  «  Htm .  ant.  Guitt . 
lOO.  che  torlo  u  gran  pena  Aggio  tantu 
di  lena,  Gli'  co  possa  trar  di  bocca  la  fa* 
velia   ...   (CJ 

^  §.  Favella,  nel  numero  dei  più,  per 
Discorsi.  «  Tesorrtt.  Itr  7.  66  Questi 
{sensi}  hanno  per  u6iio  Che  lo  bene  e 
lo  villo.  Li  fatti,  e  le  favelle  fìapportano 
alle  celle,  eli'  io  v'  aggio  nominale  E  lu- 
co son  pensate.  (Cj 

^s  §.  Libertà  di  favella  ,  vale  taUra 
Àrditeaa  .  «  Bed.  lett.  \.  ^Ol.  Parri 
forse  eh'  io  parli  con  tropbo  di  liber- 
tà;  ma  io   vero  ella     non  è  libeiij   di  fa* 


F  A  V 


velia  ,  ni»  uno  iclo  innocenlissimo  diret- 
to ,  ec.  ».  (C) 

f  5  §.   I.     Pir    Linguaggio  ,    o    IJio- 

ma    imrticoUre   agg-    '^'"-'  P""-'"  '"""  """ 
uoJ.  E  dell' cs.  Dani.  Jnf.  5.  bnoo  §. 

cosi: 

«  §.  Favella,  talora  presso  i  poeti,  e 
nel  numero  del  più,  vale  ISalione.  ■•  Dani. 
Jnf.  5.  La  prima  di  color,  di  cui  novelle 
Tu  vuoi  saper  ,  lui  disse  quegli  allotla  , 
Fu  Imperatrice  di  molle  favelle  ■..  (C) 

J  FAVELLABE.  Togli  1'  es.  Jlocc.  nof. 
a6.  l5.  e  fanne  §.  cosi  :  ,      „    a 

*  §.  Favellare,  vale  anche  Profferi- 
re ,  Pronunziare  ,  Jrticolart  parole . 
>■  Bocc.  nov.  a6.  i5.  ...  ».  ((') 

*  §.  Favellare  in  bigoncia,  l' arcli. 
Lei.  Dani.  l.  238.  Quello  che  i  Latmi 
dicevano  haOcre  concionem  a  veramente 
Orare,  cioi  parlare  nel  senato  o  in  pub 
blico,  e  gli  antichi  nostri  dicevano  Jarc 
una  .licerla  ,  e  noi  usiamo  in  quella  ve- 
ce: il  tale  favelli  in  bigoncia.  (C) 

f  g.  111.  Corr.  la  dichiarai,  così:  Fa 
vellare  in  sul  quamquam,  vale  Favella- 
re gravemente  e  con  eloquema. 

•.f  §.  VII Farcii.   Ercol.  92. 

corr.  93. 

•f*  §.  XU.  .  .  .  Cron.  Veli.  agg.  II. 
*  §.  Favellare  in  maschera,  vale  Fa- 
vellar di  che  che  sia  copertamente  senza 
lasciarsi  bene  intendere.  Farcii.  Le:. 
Dani.  2.  l56.  Non  volendo  io  faveUarc 
in  maschera  e  mandare  cosa  nessuna,  co- 
me si  dice,  in  capperuccia,  a  chi  diman- 
dasse  ec.  rispondo  ec.  (C) 

t  FAVELLATORE  .  . .  ■   Cron.   l  eli. 
agg.  3o.  ^ 

•f  FAVELLILO Argigh.  corr. 

Arrigh. 

5  FAVILLA. 

t  g.  II.  .  .  .  Cron.  Morell.  agg.  254. 
J  FAVlLLtZZA. 

f  g.  .  .  .  Bemb.  Asci.  2.  agg-   JoO. 
't  3  FAVOLA. 

t  §.  IV.  .  .  .  Bemb.  Asol.  I.  agg.  ;i.  | 
e  Oic  ha  portato  corr.  halleslralo 
t  J    FAVORE. 

*  §.  V.  Agg.  innanzi  a  (C)  Benv.  Celi. 
Fit.  2.  256.  11  Bologna  ec.  dette  ad  in- 
tendere al  Bc,  che  egli  era  lene  che  sua 
Maestà  lo  lasciassi  andare  insmo  a  Ro- 
ma ,  e  gli  facessi  lettere  di  favore  ,  per 
le  quali  ec. 

FAZIONE.  Correggi 
t  FAZIONE  ,  e  talora  FAZONE  ,  e 
FAZZO:(E  .  V.  A.  La  maniera  nella 
quale  una  cosa  è  falla,  0  La  forma  che 
te  e  stala  data  .  Lat.  forma.  Sen.  Pisi. 
90.  La  copertura  della  casa,  volgendosi  , 
muterà  faiione.  E  88.  Io  vorrei,  che  co- 
me lutto 'I  mondo  si  mostra  in  una  fa- 
iione, cosi  luna  filosofia  ci  potesse  appa- 
rerò simiglianlissima  al  mondo  (il  lai.  ha 
facies  in  amendiie  i  luoghi).  G.  V.  12.  89. 
4.  Un'  altra  ne  trasse  di  nuova  fanone,  do- 
ve sta  una  donna  vecchia  a  sedere,  in  figu- 
ra di  Roma  (cioè,  differcnlc  da  quella). 

t  §.  Fazione,  vale  anche    la  forma 
del  corpo,  o  delle  membra  dell'  animale. 
<;.    ;■.  8.  78.  7.  Come  quegli,  che  era  fol- 
te, e  di  fazione  di  corpo  meglio  fornito,  che 
nullo  cristiano.  Tes.  Br.  5.  9.  L'  astore  è 
un   uccello  di  preda  ec.  ed  è  di   fazione,   e 
di   colore   simigliantc   allo  sparviero,  ma  è 
maggiore  del  falco.  *  Dani.  Inf,  18.  Se  le 
fazioo  che  porti  non  son  false,  Venedico 
se*  tu  Caccianimico .  Tesoretl.  87-  E  tanti 
altri  animali  Ch'io  non  so  ben  dir  quali 
the  son  si  divisati  E  si  dissomigliali  Di 
corpo  e  di  fazione.  Di   si  fera  ragione,  E 
di  si  strana  taglia.  Ch'io  non  credo  ec. 
(alcuni   testi  hanno  fazzone).    Cuitt.  rim. 
1.  189.  Donne,  se  caslil'a  v'  e  in  piaci- 
mento. Copra  vostra  onesl'a  bella  fazzone. 
Car.  leti.  2.  171.  Le  vesti,  la  fazione,  le  ' 


F  A.  Z 

maniere,  e  anco  le  movenze  loro,  mi  son 
parse  tanto  garbate  che  ce.  (C)  j 

+  §.  Per  Aspetto,  Cera,  Jria  di  vol- 
to .  Kov.  ani.  7.  3.  II  giovane  ce.  ,  il 
quale  era  di  nobile  fazione  ,  slava  con 
peritosa  faccia  .  /•-  21.  2.  Ditemi,  disse 
lo  'mperadorc  ,  di  che  fazione  ,  e  di  che 
guisa  era  vestilo?  Slessere ,  egli  era  ca- 
nuto, e  vestilo  di  vergato  .  *  Bim.  n«(. 
Bianco  ili  Biicarello  2.  8g.  Si  come  ogn^ 
altra  fera  lo  Leone  Teme  e  ridotta  quand 
è  in  sua  presenza.  Cosi  temo  vostra  altiera 
fazone.  Madonna  mia.  (C) 

*  FAZZONE.  V.  FAZIONE.  (C) 


F  E  L 


1891, 


F  E 


•+  3   FEBBRE. 

*  §.  Levar  la  febbre  da  dosso  a  uno, 
figuratam.  vale  Liberarlo  da  cosa  che  lo 
tiene  in  agitazione,  in  una /erte  passio-^ 
ne  .  Segr.  Fior.  Framm.  Slor.  lì^-  D 
accordo  i  Fiorenlini  lasciarono  guastare 
dal  popolo  di  Montepulciano  dello  ba- 
stione, che  fu  loro  un  levar  la  febbre  da 
dosso.  (C}     , 

f  •.?  FEBEA .Bocc.  Amet.  agg. 

77.  e  dove  ha  mi  si  corr.   ci  si 

FECCIAIA Cr.  2.  /jo.  7.  corr. 

Cr.  4.  l^0.  IX.  ,       ,     ,    o 

•f*  FECCIOSO.  .  .  .  Bemb.  Asol.  i. 

asg.   207.  .  , 

'  *  §.  Feccioso  .  e  anche  aggiunto  che 
\  si  dà  a  cosa  per  denotarne  la  poca  sti- 
I  ma  che  se  ne  fa.  Segner.  Fred.  l'ai.  Ap. 
5  10.  Ricusò  di  concedere  tanto  d'  agio 
ai  suo  debitore  fallilo  ,  (he  unisse  insie- 
me quella  somma  fecciosa  di  soli  cento 
danari ,  per  cui  gravavalo.  (C) 

•f  FECOSDO  .  Agg.  in  fine.  ■?  Cr. 
4.  5.  2.  Nel  grasso  campo  (poni)  quelle 
(vili)  che  son  deboli,  o  vero  infermicce: 
e  le  feconde  e  le  sode  nel  magro.  Cuar. 
Fasi.  Fid.  I.  4.  Scegli  tosto  un  torello 
Di  quanti  n'  abbia  la  feconda  mandra  11 
più  nuirbido  e  bello.  (C) 
•f  FEDE  ec. 

*  §.  Fede  viva  ,  diccsi  quella  che  e 
accompagnata  dalle  opere.  Segner.  Crisi, 
instr.  Vichiar.  Ap.  Questa  se  non  vuol 
essere  fede  morta  ,  ma  lede  viva  ,  eoe 
operante  ,  non  può  mai  stare,  nè^  senza 
la  speranza,  n'e  senza  la  carit'a.  (C) 

5S  §.  Con  fede  oculare,  o  oculata,  po- 
sti avverbialm.  valgono  Diveduta,  Ocu- 
larmente .  ì'ed.  OCULARE  e  OCULA- 
TO. (C)  „  ^.  , 

+  FEDEDEGNO.  Add.  Degno  di  fe- 
de .  Agg.  ,  Che  merita  che  gli  si  presti 
fede  in  ciò  eh'  egli  dice  .  .  .  .  S-  Agost. 
corr.  *  S.  Agost.  e  poni  in  fin.  (V) 

t  FEDELE  .  Susi.  L'  es.  Borgh.  E 
520.  Allegalo  cosi:  Fedele  pare  clic 
importasse  quello,  che  setto  fede  di  giu- 
ramento era  ad  alcun  parlicolar  legatile 
obbligalo  ;  e  questa  chiamavano  fedelt'a  . 
Alcuni  giureconsulti  vogliono  che  fedeli 
siano  specialmente  gli  obbligati  ai  Prin- 
cipi;  ma  io  credo  che  egli  sentano  d  o- 
gni  sorta  di  principalo,  o  signoria  piccio- 
la,o  grande. 

3  FEDELE.  Add. 

*  §.  Fedele,  vale  altresì  Esalto,  Che 
non  si  scosta  dalla  venti  j  e  dicesi  di 
persona,  e  di  cosa  .  Pros.  Fior.  Borgh. 
leti.  4.  4.  95.  Ma.  per  dire  il  vero,  1'  u- 
ne  e  1'  allre  (inscrizioni)  poco  fedeli,  se- 
condo me,  e  scritte  da  persone  poco  pra- 
tiche. Sagg.  lini.  csp.  iS.Non  per  lanlo 
lascer'a  il  noslro  istrumenlo  d"  esser  fedele 
a  ciascun  paese,  dove  egli  venga  posto 
in  uso.  (C) 

FEDO  .  Agg.  in  fine.  *  Car.  En.  3. 
364.  Hanno  di  ventre  un  fedo  proflu- 
vio. (C) 

•f  3  FELICE.  Add. 


*  §.    III.    Agg.    innanzi    a    (Ci   Tac 
lìav.    Fit.   Agric.    3(U.  lldno   f.uiIlM  ec. 
con  felue  batlagli.i,  spavenlo  gli  abitanti, 
e  prese  la  tipa.  Bemb.  Leti.  2.  ;.  I03. 
Li  desidero  commodo  e  felice  viaggio. 

*  g.  Felice,  vale  anche  Fcccllcnle  , 
Singolare  nel  suo  genere.  Bed.  Ins.  88. 
Gran  maestro  in  diviuit'a,  e  uomo  di  pro- 
fonda Ictlcralura  ce.  ,  ma  sopra  '1  tulio 
maravigliosamente  l'elice  uell'  inventiva 
degli  ardui  problemi ,  e  della  più  nobile 
e  più  sublime  geomcliia.   (C) 

I  *  S-  Di  felice  memoria,  foi mola  lau- 
dativa ,  di  cui  altri  .ti  serve,  parlando 
di  morti,  singolai  mente  Principi,  e  Be  . 
Pros.  Fior.  Borgh.  leti.  4.  4.  25;.  Io 
sto  con  pensiero  di  questa  impresa  dello 
scrivere  la  vita  del  Granduca  Cosimo  I. 
di  felice  memoria,    l'-   MEMORIA.  CC; 

FELICITA'  ec.  Agg.  in  fine.  *  Fir. 
As.  l36.  Né  mi  pan'a  mai  esser  donna, 
ne  viver  certamente,  insinaltantoch' ^io 
non  la  fo  tombolar  giù  di  tanta  fclicil'a  . 
Tac.  Dov.  Ann.  II.  l4l-  Colie  al  giar- 
dino :  trovala  per  terra  slramajzata  a  pie 
di  Lipida  sua  madre  ,  che  nella  lelicila 
r  ahbortiva,  e  nella  miseria  n'ebbe  pie- 

"'§.  Agg.  innanzi  a  (C)  Tac.  Dav.  Post. 
426.  Si  dava  (il  titolo  d'  linperadcre)  al 
Generale,  principal  ccmandalore  dell'  e- 
sercito  ,  quando  per  qualche  fatto  egre- 
gio, o  felicitii  i  soldati  gridavano  Jo  Io. 
"^  FELICITARE.  Riduci  cosi  il  g.   I. 

*  g.  I.  Filicitaie,  vale  anche  Dare  il 
mi  rallepo  ad  uno,  Ccmplire  con  alcu- 
no per  qualche  sua  buona  avventura  , 
Ballcgrorsi  con  alcuno  di  qualche  avveni- 
mento felice  .  Salvia.  Disc.  3.  154.  Le 
muse  ec.  accordino  tulli  i  loro  ingegno- 
si strumenti  a  felicitare  il  gran  natale  ce. 
del  regio  principe.  (C)  h  Senof.  lib.  1. 
l3.  l'orge^inu  preghiere  tulli  agg.  e 
f  FEMMINILE. 

S:  §.  Femminile,  talora  vale  anche 
Ff'rmniinaio  ,  Di  costumi  molli  .  Cas. 
VA'.  Ccm.  98.  Ptrccth'c  sono  (  i  ricchi  ) 
dilicali  e   femminili.  (C) 

ir  FEMMININAMENTE.  Avverb.  la 
modo  fcn  minino  .  Jarch.  Lez.  Dani.  2. 
353.  Dicendo  la  lepre  femmininamente  , 
intendiamo  anco  1/  Irpro  ,  se  cosi  >i  di- 
cesse come  si  dire  leprone.  (C) 

t  FEMMININO.  Corr.  la  dichiaraz. 
Di  femmina.  Che  opparlienc  a  femmina. 
Che  e  proprio  della  femmina. 

*  §.  Innanzi  a  Salvia,  agg.  Varch. 
Frcol.  253.  1  Provenzali  davano  1*  arti- 
colo  ftmmicino  a  tulli  quo'  verbali  cui 
Doi  diamo  il  mascolino.  E  254.  Quando 
alle  parole  di  genere  masrulino  s' aggiu- 
gne  01(0,  ovvero  cerio,  e  3  quelle  di  lem- 
minino  otta,  ovvero  uccia,  si  cresce  il 
loto  sienificalo. 


•f  3  FERACE. 

a.  ^  g.  I Bemb.  Asol.  lib-  2. 

agg.  90.  e  dove  ha  di  Cadmo,  corr.  del- 
l' errante  Cadmo, 

*  FERCOLO   ec.  Al  v.  9.  oic  ha  la 
Fcnsa  ,  corr.  la  Tensa  , 

*  g.   II.    .   .   .   Vit.  SS.   Pad.  2.  371. 
8"£;.  (  Far.  Lez.  ) 

"f  *  FEREZZA.  .  .     Pemb.  Asol.  lib. 
2.  agg.  84. 

•+   FERIGKO. 

f  *   e.   .  .  .  Bemb.  Asol.  lib.  2.  agg. 

128.'     "  ^     , 

•f  FERIRE  ce.  .  .  .  E.tpos.  Simb.  corr. 

E  E.ipos.  Simb. 

S:   8.    III.   .  .  .  E  Dani.  corr.   Vani. 
•f   FERITA'  ec.  .  .  ■  Vorih.  Star.  3. 

aeu.  5o.  .,    _ 

•f  FERITOIA Serd.  l3.  5l2. 

corr.  Serd.  Slcr.  l3.  5l2. 

*    FERITUBA.    Poni   in    fine  il   se- 
gno 3 


1892 


F  E  n 


*  FEnMAGClO.    /■.   .1.    F<rmeua 
Costnnzit  .    Htm.    ant.    /.re.     Ptt^Iii-si   1. 
2-1 2.    L'  amor  noa   ha   in    ver    voi  forza, 
thè   lu    non    hai    rcrinjgjjio.    (CJ 
FEI!M.\.\ZA. 

'••  i,'-  '1-  A^g.  innanzi  a  fT;  lìim.  ant. 
Arrigo  Tata  ila  Leritino  1.  180.  Di 
lista  o  pcnaaiueutu  Aggialc  in  cor  fer- 
manza  . 

FElìMATA.  /Il  1/.  3.  Ole  ha  A  queste 
fermalo,  a^s.  (ilei  polso) 
FEllMtZZA. 

+  "•:=  S-  IV.  .  .  .  J3occ.  Fiani.  Hi.  2. 
HS-  47- 

FEK.MISjr.V10 E  lU.  Dant.  agg. 

243.  e  ttovc  ha  duuquc  corr.  ancora 
FKRMO.   AM. 

*  g.  Xtclle  fcimc,  lo  sles<o  clic  Stelle 
fisse.  Bori.  Varch.  1.  rim.  2.  11  sol,  la 
luna,  e  tutte  I'  altre  stelle  O  vaghe,  o 
ferme  d' intorno  al  suo  stelo  Vcdea  senz' 
ilcun  velo.  tCj 

*  §.  Punto  fermo,  si  ilice  quel  Plin- 
io, die  nella  scrittura  si  pone  in  fin  de' 
perioili  compilili.  Sahin.   Pros.    Tose.  I. 
188.  Di  qucita  sorta  |iuuli  ammirativi  in- 
fluiti se  ne  veggiuno  in   codici  latini  ce.  i 
(juali  non  sono  altrimenti  amniiialivi  ec. 
ma  segni  ilei  piccolo  punto,  il  quale,  per- 
che non  semlirasse  il  massimo,  cioè  punto 
fermo,  con  una  traversa  linea  ec.  prcserg 
i  Gramatiri  ad  additare.  (C) 
§.  XXII.  l'i  so  fermo  CC, 
*  §.  /,'  co;i  fermo  viso ,  posto  awer. 
l'ialm.    vale    Coraggiosamente  ,   Con  ani- 
mo ferie  .  Bocc.    g.    10.   „.    IO.    Come  1' 
altre  ingiuiic  della  fortuna  aveva  sostcnu- 
le,  cosi  con  ferino  liso  si  dispose  a  que- 
sta dover  sostenere.   (C) 

't  g.  XXVI.  Agg.  in  fine  .  *  Ptut. 
Jtdr.  Op.  mar.  4.  97.  Non  perciò  ali- 
menta (T  nci/„a  marina)  le  piante  ed  al- 
teri di  terra  ferma.  (C) 

t  J   FEf.OCE.   Apg.   in  Gn.  *   Cuicc. 
ilor.    ».     97.    Er.i  (,l  Papa)  di  natura 
invitto  e  leroce.  (Cj 
t  3   FERRO. 

S    -XIII.   .  .  .   C.   /•.   II.   ;o.  corr    /•■. 
/■  li.  ;o. 
FESSO.  Aild. 

-•  §■  fesso ,  è  anche  aggiunto  di  al- 
cune specie  di  bestie .  e  di  uccelli.  Il  I  o- 
Cabol.  alla    /  .   l'IVlEllE.  (C) 

3  FESTA  .  A;:g.  io  line  .  *  Segner. 
JlJann.  Cingn.  29.  4.  Sii  fedele  ad  esso 
nel  credere  ,  ma  non  meno  anror  sii  fo- 
dele  nclr  operare,  eh' è  ciò,  che  singo 
larmente  da  te  richiede  I.i  festa  do»- 
«i-  (Cj 

*  S-  Il «   Pallad.    F.    n.  >-a 

cap.  6.  "'' 

t  3   FESTEGGIANTE J3emb. 

ylsol.  1.  agg.  3o.  e.l  allegalo  co.<ì:  Quan- 
tunque le  mie  rime  da  esser  dette  a  don- 
ne liete  e  feslegsianti  noa  siano  ,  io  le 
pure  dirò. 

FESTERECCIO. 

*  B  J-'iogi'  festereccio,  dicesi  di  Luo- 
go dove  sin  festa  .  Guld.  C.  O  quante 
donne  sono  stale  condotte  a  disonestade 
per  lo  legnieri  andare  e  turnarc  a  luo- 
ghi pnp.jlesihi  e  feilereccii   (C) 

1  ESTEVOI.ISSIMO Memi,,  .fior. 

2.  23  coir.  AVm/r.  leti.  2.  2  23  Er- 
rore di  Ciuìca. 

•f  '•'  FESTIVI  lA'  ec. 

'■■  §■  *;R-  innanzi  a  (Cj  Ce.,.  Keinp. 
I.  Il),  lulurno  alle  principali  le»llvilk  >i 
vogliono  rinnovare  i  huoiii  rieri  iiii,  e 
ron  più  di  fervore  impetrare  I  interrcs- 
si. ine  de'  Santi, 

T  3  ELUDO  Agfi.  alla  di  fluii.  —, 
«d  aiulic  a  rfnnlelic  annua  prestazione,  o 
censo  p'.petuo.  —  Togli  I'  es.  Korgh. 
Tese.  Fior,  e  fanno  §.  coti: 

*    S      Feudo,    Jicesi   talora   anche  il 


r  Z  V 

Tributo,  a  la  Prestazione  che  si  pagava 

del  feudo.  «  IJorgh.  I  esc.  Fior.  62! «. 

!■:  523.  Veggo  adoperarsi  delle  per.one  Co. 
Ioni ,  Fedeli ,  (Juniioi,  e  delle  cose,  servi- 
zii,  Pensioni,  Feudi,  fitti,  livelli,  ec.  (C) 
*  §.  Feudo,  talora  dieonsi  1  beni  stessi 
che  altri  gode  in  feudo  .  llorgh .  Fesc . 
I lor.  ^85.  Disaminando  ad  uno  quegli 
che  hanno,  o  ahliiano  avuto  mai  feudi  da 
lui,  non  ho  mai  saputo  trovarne  indizio, 
che  ec.  /;  521.  |  quali,  o  per  tener,  co- 
me io  eredo,  feudi,  o  hcni,  o  censo  dal 
Vescovado  ,  erano  compresi  sotto  spezie 
di  fedeltà.  (Cj 


F  I  G 


F  I 


•f  FIACCOLA. 

g.  .  .  .   C.  r.  II.  2.  corr.   C.  /'.   11. 
19.  2. 

"3  FIATA.  Togli  l'es.  Tes.  £r.  e 
fanne  g.  così  : 

*  g.  Alle  fiate,  posto  avverbialm.  va- 
le Talora  ,  ,llle  volte  .  «  Tes.  Br  5 
21 ...  (C) 

3  FIATO.  Togli  !■  es.  Bern.  Ori.  e 
laune  §.  cosi  : 

*  g.  Fiato,  si  dice  anche  la  Facoltà 
d.  fintar,  s  onde  B.nvere  il  fato  ,  vate 
Ricominciare  a  rcspirnre  dopo  una  in- 
'irruzione  accidentale,  pia  amen  lunga. 
»    Hern.    Ori.    I.    19.    7.    .  .  .    „,   ^.^^    « 

S-   vili.   Agg.  in   fluc.  Salv.   Cranch. 
I-   1.    E   10  povero   vecchio    ahhandonalo 
Mi  staro    pur    qui    solo  ,  com'  un   cane 
Dov_  10  non  ho    oè    amici ,    né   parenti ," 
^e  fiato.  {Ci 

t  3  §•  IX.  Agg.  alla  dichiara..  —  j  e<f 
>n  questo  senso  ha  sempre  la  negativa 
innanzi.  ° 

§.  XII.  Per  A'ienle  ec. 
*  §.  Onde  Aon  Esser  da  fiato  ,  vale 
Aon  esser  da  qualche  cosa  ,  i\on  esser 
degno  d  alcuna  stima  .  Cecch.  IJissim. 
2-  i>  Oggi  un  tuo  pari  non  è  da  fiato  , 
Il    "°"    "    f-"-"    <•'  ogni    lana    un    pe- 

•t  FIATOSO Bemb.    Asol.  3 

t  *  FICATO.  Corr.  Aggiunto  di  pane 
Jalto  con  pasta  mescolala  con  polnn  di 
fichi .  '     ' 

t  J  FICO  ec. 

t  ."•  V.  .  .  .  lasc.  Bim.  aei;.   i.  235 

i'  i"/.'"'^'  nfitlnza  con  alcuno  ec. 
=?  g-  Fare  a  fidanza  con  una  prrjo- 
na,  o  con  una  cosa  ,  vale  Aon  darsene 
cura  o  pernierò j  Traseurnn-  quello  che 
SI  dovrtlibe  fare  per  una  persona,  o  una 
rosa  .  Tac.  Pav.  Sto,:  5.  3;o.  Egli .  e 
I  esercito  facevano  a  fidania  cogli  ordini 
dell.i  milizia.  (C) 
i   3   FIKDERE  ec. 

*  S    "'■  Poni  I' es.  Ira  le  virgolette. 
T  HEIIA.   Cran  mercato  ce.  Sostituì 
«1  al  g.   I,    iUeg. 

V  §.  Fiera,  dicesi  anche  alle  Cose  che 
si  comperano  e  si  regalano  in  tempo  di 
Itera  .  Segner.  Crisi,  inslr.  i.  i5  17 
Fate  che  q„e,ii  (amanti)  comincino  a  le- 
(ialarle,  a  portar  loro  un  liei  velo,  a  pro- 
mettere loro  una  hclla  veste,  a  pagar  lo 
ro,  quando  è  tempo,  la  fiera)  e  vedrete 
quel  che  sari.  (C) 

3  KIEhO  ec £•  aJi     corr.    F 

234. 

FIOLIAKE.  Innanii  a  Tast.  Cer.  agg. 
»  /,(/..  cur.  malati.  Si  tolga  per  Lalla 
una  fanciulla  ,  che  non  ahliia  figliato  p,ù 
di  quattro  Volte  ,  e  sia  giovane,  r  non 
pani   2.1   anni     (C) 

3  FI(;LIASTIiO.  Togli  r»5.  Pani  e 
lanne  §.  e.itl: 

*  S-  l'gliaslro,  vale  nnel.e  Figlinolo 
cattivo  pi  sso  m  Pani.  Inf.  il.  ....  (CJ 


.       'f  FIGLICOLMOec  ...  Cron.  Feti. 
»gS-  32. 

+  3   FIGLIUOLO  ec. 

*  g    Vili Fil.    SS.    Pad.   agg 

I.    165.  e  dove  ha  di  vezzi,  ag-.  e  di  pa. 
ritade,  "^ 

•t  FIGURA.  Togli  r  ei.  Pelr.  „^ 
l5o.   e  fanne  g.  cosi: 

*  g.  Qualche  volta  li  dice  in  senso 
particolare  del  Volto  dell'  uomo.  .  Petr 
son.  l5u.  ...  ».  (C) 

f  g.   X.    .  .  .  Bemb.  pros.   \.   ae£    25 
•r-   FICURALMEHTE.   ...Mar    S 
Greg.  a;.g.  leti. 
^   FILAMENTO */«.,.„„. 

t  *  S-  -  .  .  Bellia.  Disc.  agc.  I.  a3- 
*  FILATOIAIO.  ....  /WA.  Sto'r. 
"RS-  7-  l85.  E  Mccolò  il  quale  così  Gon- 
faloniere mandava  a  soUccilare  infino 
»■  fi  atoiai  «e.  V  aborriTa  incredìLilaien- 
le.  (C) 

t  FILETTATO.  All'  es.  Farch.  Star 
II.  agg  349.  ed  allegalo  così.-  Avevano 
le  calze  di  raso  rosso,  filctlate  di  teletta 
bianca . 

t  5  FILO. 

*  g.  VII.  .  .  .  Jarch.  Stor.  IO.  acr 
3l2.  ** 

FILOMENA  .  Agg.  in  fine.  «  Frane 
Aacch.  rim.  5l.  Come  nel  tempo  de' va- 
ghi florelli  II  filomena  gli  uditori  ìniiga 
Suoi  canti  a  ascoltare.  (C) 

KILO.SOFESSA  ....  Buon.  Pier.  5 
-).   lise.  core.  5    5.  Lie. 

't  FILOSO.MIA.  ...  Salv.  Cranch. 
5.   7.  corr.  3.  7. 

*  FI.NALE.  Susi,  llfne  dei  sonetti, 
degli  epigrammi  ,  od  altri  simili  poetici 
componimenti.  Salvin.  Pros.  Tvsc.  23g. 
Cosa  in  que'  tempi  oltremìrahile  ti  è , 
che  la  chiusa,  o  finale  del  medesimo  ec. 
è  dal  Tetrarca  puntualmente  imitata  in 
quel  verso    (C) 

t  3  Fl.XALE  Add. 
*  g-  Finale,  si  dice  sovente  delle  ul- 
time sillabe,  o  delle  ultime  lettere  d'una 
voce.  Silvia.  Annoi.  Tane.  Buon.  1.4. 
I  mnsiei  premono  nel  fare  spander  la  vo- 
ce; e  i  maestri  del  recitare  in  far  sentire 
le  sillal.e  finali.  fCj 
FINAHIE.ME. 

*  g.  Per  In  modo  finale.  Fa, eh.  J.ez. 
Dant.  I.  408.  Tutte' le  forme  astratte 
muoiono  d,>ppiamente,  cioè  eifeltivameu- 
te,  e  fin.rlmenle.  fCj 

FINAME.\TE. 

*  S  Per  Felelmente,  Puramente, 
lìim.  ani.  lìinald.  d'  Aijuin.  t.  2f;.  Oa- 
de  m'  agenia  Se  tuttor  I'  amo  così  fina- 
mente. (C) 

'J  FI.\A.\ZA. 

*  S-  Ag?-  '"  fln.  Cuicc.  Stor.  Iib.  |. 
/">?•  3;.  !\on  solo  era  preposto  all'am- 
ministrazione dell'  entrate  regie,  che  in 
Francia  dicono  sopì  a  le  Goanie  ,  ma 
«.  (Ci 

3   FINE.  Susi. 

^  g.  Fine,  preiso  i  Grammatici,  va- 
le Uscita  ,  Terminazione  .  Bemb.  pros. 
3.  io5.  No'  maschi  il  numero  del  meno 
più  fluì  snoie  avere.  (C) 

t  FI.NESTRA  ec.  ..  .  Pttr.  M«.  Ai. 
I.   corr.   42.   I. 

t  S    '"■    Agg    in  fin.  *  Salv.   Crarnck. 
.1.  8    Dovevano  Essere    ad   aspettare  alla 
finestra  Inginocchiala  dell'orlo.  (CI 
•f  FI.NhZZA. 

t  S  "■  Agg.  in  fin.  *  Proi.  Fior.  .^a'. 
via.  leti  4.  I,  aSti.  Quando  andaste  da 
parte  di  Monsignore  a  |ireientargli  la  to- 
sila hrlli  medaglia  del  Senalor  FiUraia 
ce.  sapete  che  espressioni,  e  che  fioene 
vi  i'ere.  (C) 

t  FINGIMENTO.  All'ei  Dtmb.Asol. 
>•  "ag    90  ì  ed  alligalo  ceti:  Acriwclii 


F  1  N 

con  questi  colori  i  loro  engimcnli  varijn- 
Ju  ,  r  ami-rosa  pintura  riesca  agU  ordii 
Jc'riguaidanli  più  vaga. 

+  FIMMI-NTO.  ..  .  Urh.  agg.  36. 

*  FINITOr.lì  .  Agg.  in  fine.  ìarch. 
ttz.  Dnnt.  I.  257.  Il  primo  de' quali 
(circoli)  si  rliiama  ec.  Oiiiieonle,  cioè 
6uilorr,   ov^c^o  Icmiiuatoic.  (('} 

f  3    FINO.   Adii. 

*  §.    U.    i:  /ipiinitam.  agg.    Puro. 

f  FI.NOCCHI^O..  .  .  Cns.  rim.  Ì^i. 
1.  39.  corr.  /  nrch.  rim.  burL\.  Bp-  — 
La  Crusca  ptr  errore  ilice  l''ir.  rim,  buri. 
1.  39. 

t  FIOCO.  Jdd.  ...  Reti.  Tuli.  M. 
agg.  98. 

*  g.  I  ioco  ,  si  dice  ancora  di  qualche 
ìstronu-nto.  Mor.  .V.  Greg.  leti.  Gli  or- 
cani  roiti  non  possono  rendere  Ìl  canto 
ec  a'e  il  vento  può  rentier  voce,  se  per 
alcuna   Icsura  il  cannone  è  60C0.  (Cj 

*  FIOUIFERO. 

*  §.  Togli  questo  §.  Il  Boccaccio  nel 
luogo  rilato  dire  fiori/ero^  cerne  si  lia  in 
tutte  le  migliori  stampe  ,  e  dalla  Crusca 
a  questa  voce. 

t  FI0R4RE. 

f  3  g.  IV  .  ...  /'/".  Pili.  corr.  Fit. 
Piti. 

FIORITISSIMO. 

*  ^•.  I.  ,  .  .  i  arch.  Slor.  3.  agg.  4^. 
e  dove  ha  il  suo  6urìlissÌnio  ,  corr.  il  fio- 
ritissimo , 

t  *  FISCALE.  /Idd.  .  .  .  Segr.  Fior. 
Pr.   agg.    16. 

j  FisiciA.vo .  Togli  r  cs.  yr  8.  65. 

2. ,  e  fjnDe  g.  così  : 

*  g.  l'isuinno,  in  forza  di  sust.  per 
Medico.  «  G.  r.  8.  65.  2.  .  .  .  *.  (Cj 

FISICO.  Jdd.  Agg.  in  6ne  =^  Salvia. 
Disc.  2.  219.  L'  errore  di  Aristotile  na- 
cque dal  discorrere  delle  cose  fisiche  me- 
tafisicamente.  fC) 

t  FISSAMENTE Bcmh.  Pros. 

1.  a^g.  26.  e  dove  ha:  Ma  a  voi,  corr. 
Ha  voi,  —  Errore  di  Crusca. 

t  FISTOLO- 

t  *  g.  II.  .  .  .  Ualdov.  Dram.  agg. 
X.  14.  e  doi€  ha:   d*  una  corr.  D'una 

FITTO.  Susi.  Correjigi  il  tema  come 
segue: 

*  FITTO.  Susi.  Contratto,  in  virtù 
del  quale  il  padrone  di  uaa  possessione, 
d' lina  rendita  ,  d'  un  diritto  ce.  cede  il 
godimento  delle  dette  cose  ad  uno  per  un 
tempo  determinato  medinnte  un  prezzo  pai- 
tuito.  /fenv.  Celi,  f  it.Z.i^5.  Il  detto  fo- 
dere si  affittò  ec.  per  scudi  70  ce.  il  qual 
fitto  sarà  fornito  per  Lutto  Gennaio  del 
presente  anno  i566.  l'ine.  ]iJart.  lett. 
18.  E  volendo  farlo,  a  lui  non  manclie- 
rà  modi  ,  bcndic  il  fillo  sia  per  un  an- 
no ancora,  che  è  in  arbitrio  dcU'  aSìttua- 
rio.  (Cj 

*  §.  Onde  Pigliare ,  Torre,  Dare,  e 
simili,  a  fitto,  vale  Torre,  Dare,  e  simili, 
una  possessione  ec.  colle  dette  condizio- 
ni.  m  M.  V.  8.  6.  .  .  .  £•  9.  49.  .  -  .  H. 
Benv.  Celi.  J'it.  3.  i^.*).  Volendo  di  nuo- 
vo  convenire,  ce.  che  il  dello  Pier  Ma- 
ria ripigli  a  fillo  il  dello  podere  da  noi, 
si  e  fjtto  il  sopraddetto  contralto  di  nuova 
allogazione  d'  affitto,  (C) 

^  g-  Avere  a  Jìtto  una  cosa  ,  Jigura- 
tam.  vale  Son  esserne  padrone  assoluto 
e  perpetuo  .  «  Arrigh.  44-  ^^  *"  avessi 
disposto  ncir  animo  tuo  i  Leni  temporali 
avere  a  fitlo  .  non  a  perpetuale  posses- 
sione; avere  ad  uso,  non  a  proprio,  V  a- 
nima  tua  sarehtie  sana   .  (C) 

-J-  3  g.  Fitto,  dicesi  anche  La  pos  WS- 
sione  data,  o  presa  ad  affìtto,  "Lzl.  Jìin- 

dus  locatus.   }f.    V.    IO.  26 Sen. 

Ben.  Varch.  7.  5 

f  g.  C  Fitto,  si  dice  sopra  tutto.  Il 
prazo  che  si  paga  da  colui  che  tiene  l' 


F  l  T 

altrui  possessione  ad  ajfttto  .  Lai.  loca» 
tionìs  pretium,  *  lìenv.  Celi.  I  it.  3.  145* 
Il  detto  podere  si  atfittò  ce  per  scudi 
70  d'  010  in  oro  ,  per  ciascun  anno  di 
tino,  l'ine.  Mari.  hit.  18.  Vorici  adun- 
quo  averlo,  e  pagarne  Ìl  fitto,  ma  vorrei 
che  r  airenione,  eh'  io  ho  sempre  portata 
a  M.  Filippo.  1.1  patria,  e  '1  favor  vostro 
mi  valesser  taiilo  ,  ch'io  ne  pagassi  cin- 
<]UanU  scudi  manco  che  il  SateruilaDO  . 
Piillav.   Slor.    Conc.   383.    .  .  .  (C) 

•?  §.  Fillo  perpetuo,  vnle  lo  stesso  che 
Livello,  lìoriih.  Arni,  i'arn.  2^.  In  pane 
se  ne  scoprirà  agevolmente  alcuna  pro- 
pria cagione  come  sarebbe  ec.  i  beni  li- 
vellari ,  o  filli  perpetui.  (Cj 

FITTO.  Add. 

f  3  g.  III.  Corr.  la  dichiarai,  così: 
Fitto  ,  si  dice  anche  delle  cose  che  sono 
molte  di  numero  ,  o  che  sono  poste  in 
poca  distanaa  l'  una  dall'  altra,  ed  equi- 
vale a   Folto,  Spesso j  contrario  di   ì'ado. 

^  §.  litio,  si  dice  anche  di  Quei  com- 
fosti,  le  parti  de*  quali  sono  in  maniera 
congiunte  che  si  tocchino,  o  si  stringano 
insieme  per  ogni  verso;  contrario  di  Ba- 
do .  Art.  J'etr.  Pier.  1.  28.  Si  pesti  e 
slacci  per  staccio  fitlo.  (C) 

t  *  FIUMACCIO.  .  .  .  Matt.  Franz. 
Jxini.    liurl.    a[;g.    2.    l30. 

t  FIUMALK.  Agf;.  in  fin.  *  S.  Agost. 
C.  D.  3.  12.  Cotanti  Dii  ce.  chi  potrebbe 
numerare?  citladini  e  fureitieri,  celesti  e 
terrestri ,  ed    infernali ,  fontani  e  fiuma- 

li-  IO 

'■:-  FIUMICIATTOLO.  Allegane  eà. 
Pros.  Fior.  Salvin.  leti.  4-  1-  298.  Ar- 
rivammo così  fradici  a  uu  Cumiciallolo- 
catlìvo.  (C) 

f  FIUTARE Demb.    Asol.  3. 

agg.   171. 

FLAGELLARE.  Agg.    dopo  il  §.   I. 

*  §.  F  neutr.  pass,  vale  Affliggcr.'ti, 
Angustiarsi  .  i'oliz.  si.  1.  I17.  E  dira 
ec.  che  per  lei  si  macera  e  fliigeUa  .   (C) 

•7  FLOTTA.  .  .  .  Gal.  Stst.  55.  corr. 
Gal.  Sist.   5:'.. 

•f  FLUTTUAZIONE Cuicc.  Star. 

18.    67.   corr.    18.   28. 

*  FLUVIATILE.  InnaniJ  a  Ped.  agg. 
Tolom.  lett.  6.  28.  Ha  di  poi  una  quan- 
tità grande  di  nagadre  ec.  con  altri  na- 
vilii  fluviatili  per  far  ponti  biiOgoando  . 
Uden.  JVis.  5.  45.  Lod.  d.  Ccrda  sopra 
il  canto  delle  flu\ialili  >infe. 

F  O 

t  FOGGIA. 

^  §■  l'oggia  di  dire,  vale  Frase,  Mo- 
do di  dire.  Tac.  Dav.  Perd.  cloq.  l^ll. 
Co'  tempi  si  cangiano  anche  le  foggie  e 
maniere  del  dire.  (C) 

t  §.    L    .  .  .   Cron.    Veli.   agg.   37. 

•f  3  FOGLIA. 

S-  II    ...  Bcmb.  Asol.  2.  agg.  74. 

FOGLIO. 

g.  IL  Agg.  in  fine  .  *  Pros.  Fior. 
Jìorgh.  leti.  4.  4"  ^^^'  ^  sempre  dite  la 
slampa  ,  e  qualità  del  libro ,  cioè  se  ìb 
f'>glio.  in  quarto,  o  in  ottavo.  (C) 

t  g.    IN.  .  .  .  Cron.   Morell.  agg.  287. 

*  FOGLIRE.  F.  A.  Metter  foglie , 
Frondeggiare.  Rim.  ani.  Jnghilfredi  Si- 
ciliano. I.  139.  L'erbe  devriaa  granire, 
e  non  fiorire  ,  Né  arbori  foglire ,  ne  far 
flutto.  (C) 

FOGNARE. 

g.  I.  Ag;;.  in  fine.  *  Menz.  Sai.  12. 
Almen  dì  lui  si  sa  1'  usanza  sconcia  D* 
aver  dipinta  la  Giustizia  in  faccia,  E  poi 
fognar  lo  staio,  e  intaccar  l'oncia,  (i) 

*FOLLIARE.  F.  A.  Folleggiare. 
Rim.  ant.  /Jonagg.  Urbic.  da  Lucca  I. 
492.  Or  me  n'  hai  messo  Ìu  via  Madon- 
na ,  cui  amava  Ch'  io  certo  folliava  Di 
voi  audir  follia.  (C) 


F  O  L 


1893 


3  FOLTO.  Add.  Agg.  in  fine  *  Alam. 
Colt.  6.  l5o.  A  salvar  l'  me  Non  è  il 
pampino  assai ,  si  folta  il  Ciclo  Con  or- 
nbd  romor  grandine  avventa.  (C) 

FONDACCIO. 

f  *  g.  ...  Matt.  Franz.  Rim.  buri. 
agg.   3.    102. 

3  FONDAMENTO. 

f  §.  il.  i'ermetaf.  agg.  tìicesi  di  Tut- 
to Ciò  che  serve  di  base,  di  pri  nei  pai  so- 
stegno, o  appoggio  di  checchessia.  —  Al 
V.  18.  ove  ha.  "  Red.  corr.  Red.  e  al  v. 
20.  ove  ha  —  >».   (  l^')  corr.  (') 

3   FONDAIlE. 

*  g.  Vili.  Togli  questo  g  essendola 
vera  lezione  profondasi ,  e  confondasi. 
La  Crusca  reca  questo  medesimo  esem- 
pio in  prova  che  Profondarsi  vale  Inter- 
narsi ,  Jnsinuarsi  ,  ma  legge  male  leg- 
gendo profondarti. 

3  FONDATO.   Add. 

g.  VI.  Allegane  es.  *  Fas.  Op.  l  il. 
3.  649"  Ninno  ve  n'  ebbe  (  de'  discepoli 
di  RafTaelio  }  che  più  Io  imitasse  nella 
maniera,  imvenzioue,  disegno,  e  colorilo, 
di  Giulio  Romano  ,  rè  chi  fra  loro  fusse 
di  lui  più  fondalo,  fiero,  sicuro,  capric- 
cioso ,  vario ,  abbondante  ed  universa- 
le.  (C) 

FONDITORE. 

■f  g.  II.  ...  Segr.  Fior.  Art.  Guerr. 
agg.  2.  34-  Hanno  tra  loro  scopptetlieri 
i  quali  coli'  impeto   del  fuoco  fauno 

t  3   FONDO.   Sust. 

5l*  g.  Fondo,  vale  anche  Fine,  Dav. 
Scism.  160.  Quanto  minor  Luna  avrai  , 
tanto  minore  ìl  vino  e  più  scolorito  sa- 
rà ;  sicché  nel  fondo  d'  essa  parrà  anna- 
cquato. (Cj 

f  FONTE. 

V  g.  V.  Al  V.  4-  ove  ha:  ».  G.  F.  corr. 
G.  /  .  cai  V.  7.  ove  ha  (C)  corr.  ».  (('} 

FORtHETTA. 

•f  §•   V.   Favellare  agg.  o    Parlare 

3  FORFECCHINA.  TugU  1'  cs.  Com. 
Inf.  5.  e  faune  g.  allegandolo  come  segue: 

*  g.  A  forfecchtna,  posto  avverbialin. 
vale  Biforcuto  a  guisa  diflla    coda    delle 

forfecchie,  e  diersi  della  Barba.  «  Race. 
Coni.  Dant.  I.  33o.  Ed  acciocché  io  non 
mi  stenda  troppo  ,  mi  piace  di  lasciare 
stare  la  solIeciUidmc  la  qujl  pongano  , 
pran  parte  del  tempo  perdendo  appo  il 
baibieie,   iu   farsi    [cllinar   la    barba 


[t 


levar  questo  pe- 
volger    queir  altro 


farla   a   forfeccliina  , 
luzzo    di   quindi  ,    e 
altrove.  (C) 
t  3  FOr.MA. 

*  g.  III.  Allega  l' es.  così:  Cesare, 
perseverando  nella  sua  prima  delibera- 
zione, non  aveva  voluto  approvare,  anzi 
indirizzò  per  lui  al  Duca  di  Sessa  la  for- 
ma dell'  accordo  ec.  coli'  autorità  di  sti- 
pularlo in  caso  che  da  lui  fosse  aceti- 
tato . 

*  g.  Xll.  ...  «  Bocc.  corr.  Bocc. 

*  g.  Forma  di  dire,  lo  stesso  che  Mo 
ih  di  dire.  Frase.  Salvia.  Prus.  l'ose,  i. 
43,  Sapeva  egli  riscerre  ec  quelle  forme 
di  dire  proprie,  evidenti,  nobili,  chiare, 
che  trasformano  le  parole  nell'  essere  me- 
desimo delle  cose.  (C) 

*  g.  Forma  ,  si  dice  anche  del  Modo 
Con  cui  si  cosiniiscono  i  verbi ,  ed  e 
term.  de'  Grammatici .  Bemb.  Pros.  3. 
179.  E  questo  tanto  potrà  forse  bastare 
ad  essersi  dello  del  veibo  in  qu.iuto  con 
attiva  forma  si  ragioni  di  lui  -  F  iSo. 
Nelle  voci  senza  termine  suole  la  lingua 
bene  spesso  pigliar  quelle,  the  altivamcnle 
si  dicono,  e  dar  loro  il  sentimenlo  della 
passiva  forma.  (C) 

t  3    FORMARE. 

*  g.  per  nesrri^e^■e,  Disegnare.  Sagg. 
nat.  ejp.  245.  Con  questo  slesso  mezio 
del  suono  potremo  raggiustar  l«  carte  de' 


>89'^ 


F  O  R 


luoghi  parlicolari,  e  formar  pianlt  di  di- 
Tersi  |>aeii ,  pigliando  prima  gli  aogoli  di 
poiizione   delle  città.   (C) 

^  §.  Formare  ,  dicesì  anche  de/le  vo- 
ci,  e  ilei  modi  di  dire ,  e  vale  Creare, 
ì'arch,  Ercol.  246.  E'  par  pure  che  mol- 
liec.  non  vogliano  che  si  possa  formare 
parole  nuove,  se  non  con  cerle  condizio- 
ni e  limilaiioni  loro.  (C) 

5  FORMATO.   Jdd.   .  .  .  Buon.  rim. 
72.   corr.  Buon.   rim.   71. 
TORMENTO. 

t  g.  .  .  .  Pallad.   F.   B.   agg.    Ou.  21. 
t  FORMICA. 

*  g.  Avere  la  formica  ad  una  cosa, 
vale  Pretendere  ad  essa,  jiverne  il  baco. 
(  ctr.  Ifit.  ined.  2.\l\l\.  Soggiungendo  che 
esso  Bellai  ha  la  formica  al  Papato  scon- 
riamenlc.   (C) 

t  FORMULA.  Al  V.  7.  ove  ha  Cecina 
*op-  leggiamo? 
t  5  FOnMRE. 
5v   §.  Xil.   Fornire  la  vita  ec. 
V   ^*.   Fornire  i  suoi  giorni,    vale  Mo' 
rive.    Pini.  Adr.    0/>.  mor.  1.  173.  Allora 
quando  forni  i  giorni  suoi  non  mi   parve 
ben  fallo  di  pregarti  e  confollarti  a  sof- 
frire umanamrnic  il  grave  accidente.  (C) 
-*t   FOnO.    Col  primo    O  slrelto  .    ..  . 
Pallad.    Fcbhr,   agg.    17, 
•f  FORTE.   Su^t. 

t  *  §.  Ili Daldov.  Com.  agg.  3.  4. 

3  FORTE.   Add. 

^  g.  Forte,  aggiunto  di  Bacione,  vale 
Che  e  di  gran  peso.  Buona  assai.  Dai'. 
Scism.  27.  L'  ultima  ragione,  che  parca 
forte  ,  erano  i  due  impedimenti.  (Cj 

^  §.  Forte,  per  Difeso  da  nascosa  ar- 
Vìatura  .  J'arch.  Lez.  Dani.  2.  106.  A 
uno  che  fussc  tutto  forte  e  portasse  più 
armi  ordiuariamcnle  che  non  faceva  Mon 
Chini  ,  sarebbe  lecito  ,  afTronlando  alcu* 
no  che  non  avesse  ne  ancora  la  spada  , 
dire  ec.  (C) 

*  §.  XXIII.  .  .  .  G.  r.  l52.  I.  corr. 
G.  J'.  9.  i52.  I. 

^  §.  Esser  forte  in  alcuna  scienza  ^ 
vale  Conoscerla  bene.  Averne  molta  pe- 
rizia. Salvin.  Pros.  Tose.  492.  Di  tutti 
esser  lutto,  le  cose  ancora,  nelle  quali 
uno  non  è  forte,  pregiare.  (C) 

•f  FORTUNA. 

§.  HI.  .  .  .  Cron.  Morell.  Zi\Q.  corr. 
346. 

5r  §.  Fortuna,  dicesi  anche  Tutto  ciò 
che  accade,  o  può  accadere  di  bene,  o  di 
male  ad  uno.  Srgr.  Fior,  nat.  160.  Non 
ebbe  (  Gino  Capponi  )  la  fortuna  manco 
varia  the  l'ingegno.  (C) 

5^  §.  Fortuna  ,  dicesi  anche  l'  Accre- 
scimento, e  Stabilimento  in  ricchezza,  in 
onori ,  e  simili .  Scgr.  Fior.  nat.  160. 
Avendo  volto  V  animo  a  maggior  forlu- 
na ,  si  ridusse  a  stare  per  le  corti  de' 
princìpi.   (Cj 

§.  VII.   Per  Condizione  ec. 

*  §.  Per  Avere ,  Bicrhezza .  Petr. 
Canz.  29.  4-  Qual  colpa,  qual  giudizio, 
o  qua!  deslino  Fastidire  il  vicino  Pove- 
ro ;  e  le  fortune  afllìlte  e  sparte  Perse* 
guire.  (C) 

*  §.  Beni  della  fortuna  ,  diconsi  le 
ìiicchezze,  pli  Averi.  Bocr.  g.  8.  n.  7. 
Una  giovano  del  corpo  Iiclla ,  d'  animo 
altiera,  e  di  bgnaggio  assai  gentile,  de' 
beni  della  fot  luna  roiivcnevotmenlc  ab- 
bondanle  ,  e  nontinatu  Elcua.  (Cj 

FORTUNARE. 

t  *  §.  II.  Agg.  in  Gnt.  E  a.  4-  69. 
N.  S.  Dio  furlum  a  \oi  quevin  dono  di 
lei,  e  ve  ne  faccia  lido  iniicme  con  tut- 
ta la  vostra  onoratissiina  rasa.   fC) 

t    *   FORTUNESCAMEKTE 


Bc/lin.  leti. 


agg.   iu  Pros.    Fior.   4>    I. 


aoi.  Ci  \edo    il    vile    quasi    nccc&inrio  a 
ipeciCrirsi  ,  perche   in  realtà  ne'  beni  di  I 


F  O  R 

fortuna,  e  forlunescameole  conscguiii  ,  o 
posseduti,  nulla  vi  e  di  nobile,  di  gran- 
de ec. 

FORTUN'OSAME.\TE. 

*f    §•  li Bemb.  Asol.  2.  agg. 

FORTUNOSO. 

••'  §.  Fortunoso  ,  vale  anche  Che  ap- 
porta  buona  ,  0  mala  fortuna  .  Ovid. 
Pist.  l83.  Se  il  mare  ora  m'  ofiendc  , 
che  farà  di  verno ,  quando  regnano  le 
piovose  e  le  fortunose  stelle?  (CJ 

FORZA. 

f  g.   I.  .  .  .  Bemb.  pros.  2.  agc[.  6g. 

•f  FORZEVOLE.  .  .  .  Bemb.  ^sol. 
1.  agg.  22.  e  al  v.  8.  dove,  ha  \ioleula. 
corr.   e  violenta. 

FORZORE. 

^-  §.  Forzorc  ,  vale  anche  Forza  ,  ed 
e  pur  F.  A.  Guitt.  rim.  I.  2II.  O  Con- 
te da  Romena  Non  poco  gradina  me  voi 
grazirc  :  Ma  lull-iglia  servire  Non  liei  sem- 
brami gioco  £  spezialmente  contro  mio 
forzore  .  E  2.  l83.  Quella  che  *n  con- 
vcnente  altro  è  maggiore  E  sovra  mag- 
gio, e  maggio  è  quella  in  eh' ene ,  Ogni 
altro  pare  già  maggior  forzore.   (C) 

•f  FOSSILE.  Togli  in  fin.  (B) 

F  R 

"^  FRA Bocc.  Fiamm.   l.    1. 

agg.  36. 

V  %.  Talora  vale  Dentro  lo  spazio  di. 
J'arch.  Stor.  7.  i84-  Fu  molte  fiale  av- 
vertito, che  chi  avendo  per  le  gambe  ec. 
bolla  alcuna  la  grattava,  ella  convertitasi 
finalmente  in  carbone,  fra  Ire  di  V  ucci- 
de\a  .  Stor.  Eur.  1.  24-  Co'  quali  non 
intermettendo  Ìl  preso  viaggio,  fra  brevi 
giorni  giunse  a  Pavia.  (C) 

5jt  g.  V.  ...  «  All'  corr-  «  Petr.  canz. 
38.  5.  Air  —  E  togli  in  fiuc  le  virgo- 
lette. 

*  g.  VI.  Dell'  es.  Bocc.  nov.  fanne 
§.   cosi  : 

*  §.  Per  Oltre.  Lat.  prcEter.  »  Bocc. 
nov.   19.  2.  .  .  .  H.  (C) 

'fi  §.  Fra,  va/e  anche  Da.  Benv.  Celi. 
Oref.  43.  La  qual  saldatura  ce.  fra  gli 
orefici  è  chiamata  lega.   (C) 

FRACASSO. 

*  §.  Fracasso  ,  vale  anche  Campar' 
sa.  Pompa.  Salvin.  Disc.  ì.  ig3.  Dove 
prima  gli  oratori  facevano  colP  ampie  pie- 
ghe della  loro  maestosa  toga  fracasso  ; 
poi  gli  avvocali  ce.  si  servirono  di  una 
veste  men  nobile  ,  e  ristretta  ,  che  gli 
serrava  alla  vita.   (C) 

•f  *  FRACASSOSO.  Agg.  in  fine. 
Accad.  Cr.  Mess.  3.  336.  Avevano  an- 
cora cantilene  allegre,  delle  quali  si  ser- 
vivano nei  balli  con  intercalari  e  ripeli- 
«ioni  d'  una   musica  più  fracassosa  .  (Cj 

•f  FRACCURRAUO. 

§•  Il Lib.  con.    92.    corr.  Lib. 

son.  g. 

FRACIDO. 

*  §.  Per  Eccessivamente  moll^.  Buon. 
Fier.  3.  5.  2.  Vengo  Per  biancherie  ed 
abili  a  palazzo  Per  rivestir  color  che  mri- 
si  e  fracidi  Stanno  al  fuoco  di  slate.  fCj 

*t  *  §•    IV yatth.    rim.   ace. 

buri. 

tFRADICIO. 

§.  I.  Allegane  es.  *  Pn>s.  Fior.  Sal- 
vin. lelt.  4.  1-  298.  Arrivammo  rosi  fra- 
dici  a  un   fiuniiciuiloln  calino.   fCj 

't  5  FRAGILITÀ'  re. 

*  g.  Fraf:ilità  ,  vale  anche  Colpa  , 
Fallo  commesso  per  fragilità  .  Segner. 
Cri.it.  instr.  3.  34.  16.  Non  aspettate  di 
esser  carichi  di  mille  colpe  per  concepi- 
re ad  esso  questo  odio   santo,  ma  se  mai 

per  gran  disgrazia  radete  in  qualche  fra- 
gilil'a  alla  prima  rij!ialcvi  tosto  su,  riror- 


FRA 

rendo  subito  alla  vostra  gran  madre  perchè 
vi  assista.    (C) 

3   FRAGNERE. 

Ǥ....  Fr.  lac.  T.  5.  35.  IO.  corr. 
5.  35.   12. 

3   FRALE. 

=1-  g.  I.  .  .  .  Petr.  son.  l36.  corr.  Petr. 
son.   3l6. 

t  FRA>rMETTENTE.  .  .  .  Cron.  J/*»- 
re/l.  agg.   241. 

'    3  FRAiVCAAfENTE Cron. 


^ell. 


37- 


FRANCHIGIA. 

t  3    g.    II.    ...    Cron.    ì'tll.   agg.    14. 

3  FRANCO.   Add. 

*  §.  I.  Al  V.  3.  ove  ha  Dant.  corr. 
«  Dant. 

t  S-  II.  Togli  dalla  dichiara».  Spedito  , 
Pratico;  e  dell'  cs.   Malm.  fanne  §.  così  : 

t  §.   Per  /spedilo.   Pratico.  Lai.  peri- 

tus  ,  expeditus.  Malm.   2-    18 * 

Bart.  Fit.  S.  Ignaz.  lib.  2.  pag.  101. 
Diego  era  già  maestro  in  filosofia,  Alfon- 
so ,  olire  a  ciò  ,  franco  nelle  tre  lingue 
Greca,  Ebrea.  Latina.  fO 

•f  FRANGIBILE.  Al  ••.  6.  ove  ha 
quella  (gomma)  corr.  quello  (sangue  ) 
e  dove  ha  chiamata  corr.  chiamato  — 
Errori  di  Crusca. 

t  FRANTENDERE.  .  .  .  Agn.  Pand. 
^gg-  88. 

FRASCA. 

^  g.  in  proverb.  Esser  più  debole  la 
frasca  che  il  pisello  ,  dicesi  dell'  Esser 
men  atto  a  pagare  il  mallevadore  cìie  il 
debitore.  Cecch.  Esalt.  Cr.  3.  2.  Io  non 
credetti  mai  Ad  Erasto  forchette ,  ne  li 
tolsi  Mrillevador;  so  dir  sarebbe  stalo  Più 
debole  la  frasca  che  il  pisello.  (C) 

3  FRASCHEGGIARE. 

3   §.    II.   Per  Burlare  ec. 

*  §.   III.  Poni  r  es.   Ira  le  virgolclle. 
t  FRASCHETTA.  L*e$.  Tass.  Amint. 

I.  2.  allegalo  così  :  In  breve  spauo  Sba- 
dirà ,  e  in  breve  spazio  anco  si  placa  Fem- 
mina cosa  mobil  per  natura  Più  che  fra- 
schetta  al   vento, 

-]-  3  FRASE.  Corr.  la  dichìaras.  tosi: 
Propriamente  Più  vocaboli  uniti  insie- 
me, e  formanti  un  solo  significato  j  ife- 
do  di  dire  —  E  degli  es.  Bed.  e  Pallav. 
Sul.    l53.  fanne  §.   cosi  : 

5?  §.  Frasf,  talora  dicesi  anche  Un  sol 
vocabolo.  «  Red.  Annoi.  Ditir.  178. .  .». 
Pallav.    SUL    l53.    .  .  .  (C) 

i  *  FRASEGGIATORE.  -  .  .  Bellin. 
Leti.  agg.  in  Pros.  Fior.  4-  1.  a?!-  Il 
fraseggialor  fiancheggiaote  ec.  sia  unico 
per  nia;:gior  brevità,  o  per  dir  meglio  *\ 
vero  per  minore,  e  meo  noiosa  prolissità 
sia  r  onoralo  T^fesscr  Francesco. 

t  FRATELLEVOLMENTK 

Hemb.  Asol.  2.  agg.  i5i.  e  dove  ha  lo]- 
Ione   rorr.    loltane 

t  3  FREDDO.  AdJ.  Togli  l'es.  Amet 
e  fanne  g.  come  segue,  ed  agg.  in  fine  $ 
Tass.  Amint.  4-  2-  E  se  non  posso  a. 
lui,  Viverò  al  freddo  suo  Cadavrro  infe- 
lice .  Alam.  Colt.  2.  35.  Nella  tacente 
notte  alla  fredda  ombra  Del  suo  ferro 
fatai  seoton  la   piaga.  (C) 

*  §.  Freddo  letto,  parlando.ti  di  con- 
iugi ,  vale  Letto  che  è  privo  d'  uno  di 
essi,    n  Amet.  64.   -  .  .  -.  (C) 

^  ^.  A  .tangue  freddo,  vale  Dopo  che 
in  passione  e  calmata,  Quando  C  animo 
è  fn  calma,  padrone  di  sé.  Cas.  lett.  8l. 
Vi  prego  che  voi  ci  pensiate  un  poco,  <• 
rispondiatemi  a  sangue  freddo.  (C) 

^  §.  Arista.  0  Simile  ,  fredda  ,  vale 
Arista,  0  simile,  preparata  tn  modo  cfii 
es.%er  mangiata  fredda.  Late.  Pareat.  ^ 
5.  Di  poi  sendo  spparerrliialn,  tanto  fe- 
ce ,  che  io  tnUi  due  tagliuoli  d'arista 
fredda,  e  bevvi  un  mraio  hirrbicr  di  vio 
bianro.  (Cj 


F  R  E 

3  §.  1.  Togli  gli  es.  Varch.  Stor 
Tttc.  Dav.  e  òtor.  Eur.  e  fiioDe  §.  co- 
me appresso: 

*  §.  Freddo  ,  Ji  prende  anche  in  si- 
Cntfic-  di  Flemmatico^  Che  s'  adira  di/' 
Jicilmente^  Che  dijffìcil niente  si  commuo- 
ve. M  Varck.  Stor,  l5.  5q7.  .  .  .  Stor. 
Eur.  3.  Co.   ...   ».   (C) 

a?  g.  Fare  i/  freddo  ,  vale  Fingersi 
indifferente ,  Non  dimostrar  a/ciina  pre- 
mura, -  Tac.  Vav.  Ann.  3   ^^. . .  .  ».(C) 

FKEDDURA.  Agg.  in  fiue  .  *  Pfut. 
Àdr.  Op.  nior,  2.  aSj-  E  come  non  è 
egli  grau  follia,  e  compassionevole  il  non 
servirsi  delia  veste  per  la  gran  freddura, 
risparmiare  il  pane  quando  ti  consumi  per 
fame  ec?  (Cj 

f  g.  II.  Agg.  in  fine.  *  Bemh.  leti. 
i.  2.  49-  Dunque  sarete  conlento  trava- 
gliare meno  che  si  può  almeno  fino  a 
tanto  che  abbiate  scacciata  da  voi  la  fred- 
dura, e  la  febbre.  (C) 

t  FREQUENTARE. 

^  §.  II.  .  .  .  Buonmmat.  corr.  Buom- 
mat. 

FREQUENTATO. 

f  *  g.  Il Hed.  leti.  agg.  l.  l47- 

3  FREQUENTE. 

*  g.   Al  V.    10.  ove  Un  Città  agg.  ce. 
FRESCO.   Susi. 

!p  §.  Pigliare  il  fresco ,  vale  Stare  in 
luogo  aperto  ed  arioso ,  e  dove  sia  fre- 
SCO  affine  di  ricrearsi.  Pros.  Fior.  Sal- 
vin.  leCt.  4-  2-  254.  La  sera  si  sente  can- 
tar r  usignuolo  ce.  che  è  un  piacere  , 
pigliando  il  fresco  alla  finestra,  a  sentir- 
lo. (C) 

J  FRIGIDO.  Togli  gli  es.  Fr.  Giord. 
e  Alam.    Colt,   e  fanne  §.  così  : 

*  §•  Frigido j  è  anche  aggiunto  dì  al- 
cuni animati,  il  cui  veleno  toglie  il  ca- 
lore al  corpo  animale  che  ne  resta  infet- 
to,  n  Fr.   Giord.    Fred.  S ».  Alani. 

Colt.  5.   i35.  ..  .  (C) 

*  FRINFRI  .  Dices:  ad  Uomo  leggie- 
ri,  e  di  poco  giudizio,  l'nrch.  Lez.  Vant. 
a.  94'  Quante  volte  scntiamu  noi  dire  ad 
alcuno,  sgridandolo  f  frasca,  fraschetta, 
frittella,  frinfri,  tonto?  (C) 

FRITTO.  Add. 

^  §.  Esser  fritto,  o  Aver  fritto,  vale 
Esser  rovinato,  perduto.  /'.  FRIGGE- 
RE, §.  VII.  (C) 

t  FROMBOLA. 

^  g.  Lavare  altrui  il  Capo  col/e  from- 
bole, vale  Fargli  cosa  da  dovergli  recar 
molta  noia  ,  e  dispiacere.  Lasc.  rim.  2. 
352-  S*  io  bo  più  per  risponderti  a  |)i- 
gliar  la  penna  ,  ti  darò  senza  rispetto  I' 
ossocrozio,  e  la  suzzacchera  afiatto,  e  la- 
verotti  il  capo  colle  frombole.  (Cj 

t  FRO:<DA  ec.  Al  v.  35.  ove  ha:  Cr 
5.  43.  I.  corr.  *  Cr.  5.  43.  1.  E  al  v. 
^7-  o^^e  ha  :fr  Ar.  Fur.  corr.  (Cj  Ar. 
Fur. 

t  FRONTE. 

*  §.  //*  vji  la  fronte,  posto  avver- 
hiatm.  vale  Alla  presenza  ,  Sul  viso . 
Lai.  in  oculis  ,  corani.  Segr.  Fior.  nnt. 
160.  Insù  la  fronte  del  re  stracciò  quel- 
li capitoli  ,  rbe  toglievano  la  liberta  alla 
patria  sua.  (C) 

*t  5  FROTTA  ec.  .  .  .  E  2.  27.  5. 
corr.   Bern.  Ori.  2.  27.  5. 

FRUGALITÀ'  ec.  Agg.  in  fin.  *  Cor. 
tctt.  I.  ^.  Tornando  di  costà  impastato, 
etfemmioato  e  snervato  dalle  delizie  e 
dalle  lascivie,  non  potrete  più  ridurvi  al- 
la frugalità  e   alla  continenza  nostra.  (C) 

7  FRUIBE Bemb.  As.  1.  agg. 

43.  ...   £  altrove  :    corr.    F  appresso  : 
Non  può  r  uomo  agg.  ec.  .  .  .  E  2.  agg. 

101. 

5  FRULLARE. 

t  *  g.  II.  .  .  .  Balduv.  Dram.  agg. 
3.   2. 


F  R  V 

I       FRUSCOLO.  ...   Cr.  5.   I.  M.  corr 
5.  II.  1. 


f  FRUTTIFICAZIONE. 

F.   lì.  agg.  cop.  6. 


Pallad. 


G  A  e 


G  A 


.89i> 


F   U 
FUGA. 

§.  VI.  Agg.  in  fin.  J^J  /•:  Pcnil.  instr. 
cap.  5.  Piima  passano  cr.  all'  immagina' 
tiva  ce.  e  da  questa,  come  pei  una  lun- 
ga fuga  di  cameie,  all'  iiilellctlo  .  Cex. 
I  it.  Crist.  4.  4^3.  Quanti  di  quelli  the 
ec.  uon  degnavano  ,  o  concedevano  in 
grazia  di  farsi  vedere,  dopo  una  fuga  di 
camere,  quasi  Numi  dopo  cortine,  van- 
no qui  frammischiati  colla  feccia  del  po- 
polazzo.   (C) 

FUGGIFATICA.  Agg.  Ìii  fin.  ♦  Sal- 
via. A/mot.  Mur.  2.  162.  Perchè  gli  uo- 
mini,  che  tutti  sono  fuggifatica  ,  trascu- 
rano la  lettura  de'  libri  Ialini.  (C) 

3   FUGGIRE. 

V  §.  XVII.  -  .  .  Sen.  Ben.  Varch.  l^. 
IO.  corr.  4-  4^' 

FULMINANTE. 

'?  g.  Polvere  fulminante  .  F.  POL- 
VERE.   (C) 

3  FULMINARE. 

*  g.  E  in  signific.  neutr.  Sannaz.  Ar- 
ctid.  egl.  12.  Deh  I  socio  mio,  se  'I  ciel 
giammai  non  fulmine  Ove  tu  pasca  ,  e 
mai  per  vento  o  grandine  La  capannola 
tua  non  si   disculmine  ec.  (C) 

FUNICINA.  .  .  .  Farch.  Stor.  i.  398. 
corr.    II.   39S. 

FUNZIONE.  Agg.  innanzi  a  (C)  Se- 
gner.  Ulann.  Agost.  3.  I.  E  Canee  qual 
islrumento  attissimo  a  lai   funzione. 

f  ^s  g.  111.  Agg.  innanzi  ad  (A)  Il 
1  ocabol.   alla   V.   UFFICIO,  g.    III. 

*t  FUOCO  ec. 

*1"*  §•  XLIII.  Metter  la  mano  agg-,  o 
le  mani 

3  FURFANTE.  .  .  .  Fir.  Trin.  3.  I. 
corr.  3.  2. 

FURIOSO.  Agg.  in  fin.  *  Giov.  Geli. 
Vit.  Alf.  37.  Per  esser  per  natura  ec. 
ahjuanlo  precipitoso  e  furioso  ec.  mentre 
the  egli  andava  contro  ai  compagni  ec. 
fu  tagliato  a  pezzi.  (C) 

•f  FURONE Gititt.  leu.  35.  corr. 

36.    ...    Fr.  lac.   agg.    T. 

3  FUSCELLO.  Togli  l'es.  Bocc.  nov. 
e  fanne  g.  cosi  : 

'I-    §.    Per  ogni  fuscello  di  paglia  ,  fi- 
gura tam.    vale    Per    ogni    piccola    cosa . 
«  Bocc.  nov.   1.  36.   E  voi,  maladelU  di 
Dio  per  .  .  .  (C) 
t  FUSTO. 

Baldov.    Dramm.  agg 


^-   g.   V. 


Add.    Togli   r  es.   Bed. 


t 
I.  11. 

3  FUTURO 

leti,  e  faune  § 

'?  g.  Futuro  ,  e  anche  aggiunto  del 
giorno,  0  anno  che  segue  appresso.  Plut. 
Adr.  Op.  nior.  f.  186.  Non  trovi  fra 
essi  (  uomini  )  alcun  che  sappia  Se  nel 
futuro  giorno  sarà   vi\o  .    «   Hed.  leu.    1. 

395...    ...fO 

g.  II.  Agg.  innanzi  a  Buon .  Fier. 
Bocc.  J'it.  Dant.  25i.  La  perpetua  viii- 
dìtà  di  queste  froodi  dissono  dimostrare 
la  fama  ec.  di  coloro  che  d'  esse  si  co- 
ronavano ,  o  coronerebbono  nel  futuro, 
sempre  dovere  stare  iu  vita.  (C) 

^"  g.  Per  parola  di  futuro  ,  maniera 
usata  dai  Canonisti  ,  allorché  due  per- 
sone dichiarano  di  unirsi  in  avvenire  in 
qualità  di  marito  e  moglie  j  ed  è  oppo- 
sto a  Per  parola  di  presente .  Segner. 
Parr.  i/tstr.  23.  2.  Dovete  ec.  informar- 
vi del  loro  slato,  per  esser  certo  che  cia- 
scun di  loro  sia  libero  da  qualunque  al- 
tro vincolo  simigliante,  e  non  sia  legato 
per  parola  né  di  presente  ,  ne  di  futu- 
ro. (CJ 


GAD6IA 

t   §.    HI-    .  .  .   Pall.id.  agg.  ^^ov.   19. 

3    GAGLIARDO 

*  §•  Gagliardo,  aggiunto  d^  Esercito, 
vale  Copioso  di  numero,  e  atto  a  resiste- 
re all'  inimico,  o  ad  attaccarlo.  Stor.  Fur. 
4-  95.  Raguuato  un  esercito  assai  gagliar- 
do   venne    a    correre    e    predare    Casti- 

GAIO.  Correggi 

t3  GAIO.  Add.  Che  ha  gai. zzaj  Al- 
legro, Lieto,  Festevole.  Lai.  lactus ,  Hi' 
lariSj  lepidus,  festivus.  Gr.  yat'wv.  Nov. 
nnt.  61.  2.  I  cavalieri,  e'  donzelli  the 
erano  giulivi  ,  e  gai ,  si  faceano  di  Ideile 
canzoni ,  e  1'  suono  e  '1  motto  .  Amm. 
ant.  8.  I.  II.  Conviensi  levare  di  notte, 
che  questo  è  utile  a  sanità  ,  e  a  mante- 
nersi gaio,  e  anche  a  studio  di  sapienzia. 
Dant.  l'ar.  j5.  Perch'  Ìo  paia  Più  gju- 
dio.so  a  te,  non  mi  domandi,  Che  alcun' 
altra  in  questa  turba  gaia.  E  26.  Quan> 
to  ella  a  compiacermi  venia  gaia.  Àmet. 
99.  I  gai  uccelli ,  tacendo  ec. ,  davano 
Kirgo  luogo  a'  pipistrelli  già  per  la  cali- 
ginosa aere   trascorrenti.    Alam,    Colt.   1. 

9.  Tu    dai   fruito    al    tcrren  ,   tu  Ifete,  e 
gai  Fai  le  fere,  e  gli  augei. 

•'^  g.  1.  Gaio,  vale  anche  Che  mani- 
festa. Che  denota  gaiezza.  Gioviale,  Bini. 
ant.  M.  Poi.  I.  l33.  L'  adorno  porta- 
mento ,  E  la  gaia  sembianza  Mi  dà  fer- 
ma speranza  Di  avere  vostra  buona  vo- 
lonlate.  JC  Arrigo  Testa  da  Lentino.  i. 
180.  Non  mi  mostrate  gioco  ,  Né  gaio 
senibramento  D'  alcuno  buon  talento  , 
Ond'io  avesse  allcgranza.  Baldov.  Lani. 
Cecc.  il.  Solo  ho  disio  di  ga^  eggiar 
corcsto    Bel    viso  tuo    si    gaio  e    sì  puli- 

10.  (O 

•','  g.  II.  Caio,  si  dice  altresì  di  Ciò 
che  apporta  ,  che  inspira  gaiezza  ,  alle- 
gria. «  Bim.  ant.  M-  Cin.  69.  E  'n  ve- 
ce di  pensier  leggiadri  e  gai  ,  Ch'  aver 
solca  d'amore.  Porto  disìi  nel  core.  Che 
son  nati  di  morte.  Per  la  partita  che  mi 
duul  si  furie.  Petr.  son.  òiy.  Vedendoti 
la  notte,  e  'l  verno  a  lato  ,  E  *1  di  dopo 
le  spalle,  e  i  mesi  gai.  Montem.  son.  iq. 
Dunque  non  dinegar^  giovine  bella.  Dan- 
zar ne'  tempi  dilettosi ,  e  gai  n.  (C) 

f  g.  III.  Gaio,  vale  anche  l'ago,  Leg- 
giadrOf  Belìo  ,  e  dicesi  di  persona,  e  di 
cosa.  Lai.  venustus ,  elegnns.  fiim.  ant. 
Inc.  116.  E  poco  stando,  vidi  una  com- 
pagna Venir  di  donne,  e  di  gaie  donzel- 
le. A  irg.  l'Meid.  M.  Quali  secoli  ti  por- 
tarono si  gaia  ,  qual  padre  ,  e  quul  ma- 
dre generò  le?  Bim.  ant.  J)ant.  Maian. 
73.  Ahi  gentil  donna  ,  gaia  e  amorosa 
In  cui  fin  pregio  e  calore  lipara,  Merxe- 
de  aggiale  .  E  82.  Gaia  donna  piacente 
e  dilettosa  ,  Vostra  cera  amorosa  Inver 
me  rallegrate  .  ^  E  appresso  :  Vostre 
adomanze  e  '1  gaio  portamento  ,  Mercè 
non  mi  confonda,  Gentil  mia  donna,  per 
cui  vo  penando.  E  Guid.  G.  i.  188. 
Ma  sol  ch^  io  legna  a  mente  Vostra  gaia 
persona,  Oblio  la  morte:  tal  forza  mi  do- 
na .  Bari.  Ben.  rim.  12.  Ma  lasciamo  y 
te,  Tina,  pur  quest'arte  U' uccellar,  che 
di  me  fai  meglio  assai,  E  parliam  eh*  io 
t'  ho  fatto,  e  messo  a  parte  Un  mazzetto 
di  fior  leggiadri  e  gai.   (C) 

•"?  §.  IV.  Gaio  ,  è  anche  aggiunto  di 
colore  ,  e  vale  Vivace  ,  Chiaro  .  Buon. 
Fier.  2.  3.  4*  Chi  si  compiace  di  color 
misliati  Avrà  da  sodisfarsi  ,  Perchè  gli 
schietti  ci  sono  in  disuso  :  Un  solo  ec- 
ctttuato.  Che  dismessosi  il  rosso  ,  L"  az- 
zurro,  il  giallo,  e  gli  altri  color  gai.  Si 
son  ridotti  al  Terde.  (Cj 

*  g.  V.  Verde  gaio,  vale  Verdechia- 
ro^ opposto  a  Verde  carico.  Buon.  Fier. 


,8i)f. 


GAL 


S.  1-  I.  L'  iitlro  dì  allj  squadra  de*  ver- 
migli ,  lefi  alla  gulla  cr.  Duiiun  credo 
■Ila  \cidc  ,  e 'l  j^iurno  appicssu  Alla  cau< 
gianle  in  rosio  ,   e   in  verde  gaio.   J^  alt. 

2.  se.  l5.  E  quella  eh'  ha  qUL-1  huslo 
verde  guio,  Iti  manirhc  di  bi&so  ec.  Co* 
me  vien   Laldaiizosal  (Cj 

3  GALANTE.  Togli  V  es.  Lacc.  rim. 
e  fanne  g.   così  : 

^  g.  Oti/antf,  vale  anche  Probo,  Ci- 
bile.   Lasc.  rim.    I.   5^.   ...  (C) 

u'  J".  Calante,  vate  anche  Piacevole , 
liusloso.  J'ros.  Fior.  SaUin.  leti.  4-  I- 
.^00.  'Bunis^i^lu  uomo,  iulcudcntissimo  d' 
jnti(.Iiilà,  e  d*  una  coDver»azìone  galao- 
le.   (C) 

t  3  GALANTUOMO.  .  .  .  Berli,  rim. 
agg.   io/.    2.   i/i  priiic. 

*  GALEAKE.  /'.  //.  Incannare.  Guilt. 
lett.  l3.  36.  O  Signori  mici,  che  vii  co- 
lu  ,  e  che  parva  %i  costa  sì  carameolc  ! 
Iroppo  v'  ha  galcMli  in  lai  nicrralo .  K 
rim.  2.  iSj.  Cì-iscuno  btjsmt  e  reo  lie 
ni ,  le  bouo  :  Onde  le  pregian  malli  e 
crcdon  tanlu,  Ala  galcali  saccenti  non  so- 
no.  (C) 

5  GALEOTTO. 

^  g.  I.  Al  V.  3.  ove  lia:  ».  Sen.  Ben. 
i''arch.    3.    35.    corr.    Sen.    Ben.    J  ardi. 

3.  34.  E  al  V.  j.  ove  ha  Segr.  corr.  «. 
Segr. 

*  GALLEGGIAMENTO.  Jl ^(t/lepgia. 
re.  San'^iìll.  lisp.  Zanz.  |5.  Kl-IIo  stesso 
tL'mpo  io  ossei  vai  il  galleggiamento  ,  e  il 
moto  di  quelle  na\iccllcUe  sopra  T  ac- 
qua. (Cj 

^  GALLO,  r.  J.  Galloria.  Rim.  ant. 
Odo  delle  Colonne.  1.  2OI.  Poi  fiiccia  clic 
a  me  vene  (veniva)  Lo  viso  di  cristallo, 
E  sarà  fuor  di  pene,  £  avrò  allegrezza  e 
gallo.  (C) 

3  GALLONE.   Togli  1*  es.   Bern.   Ori. 

2.  16.  29.  e  raiinc  g.  cosi  : 

*  g.  yJiCr  molti  anni,  o  tanti  anni  al 
gallone ,  0  in  sul  gallone ,  vale  J:\tsere 
innanzi  coirli  anni,  Essere  attempatotto  . 
Bern.  Ori.  2.  16.  75.  Ma  io  son  fallo  un 
uom  che  più  non  scnlc;  Che  taiili  auni  mi 
trovo  già  al  gallone.  Che  caiii[>ar  n<.in  pò- 
Vci  lunga  stagione.  «  E  2.  16.  2C). . .".  { i'J 

•f  3  GALLOZZA  ce.  Togli  i'cs.  JLfljc. 
f*inz.  e  fanne  §.  cosi: 

'••  £•  Conoscere  le  gallozzole  ila' pater 
nostri  j  maniera  provcrh.  che  vale  ji\cr 
esatto  conoscenza  delle  cose,  Sapere  il  con- 
to sito,   u    Lasc,    l'ini.   ...  M.  (C) 

GAMBA. 

*f  §.  yiddirizzare ,  o  Baddirizzare  le 
gawhc  a' cani,  provcrh.  che  vale  yiff'ati- 
carsi  invano  dt  raccomodare  il  mal  fat- 
to. Tentar  V  impossibile.  /'.  CANE,  g. 
XVIII.  e  RADUIIllZZAKK,  g.  IIL  {C) 

§.  VI.  Agg.  in  fili.  ;::  Tolom.  lett.  Ith. 
4'  Iftt.  2^.  'J'cino  forte  eli'  elle  non  va- 
dano  Come  si  dice  a  gainl-c  levale.  (C) 

^  §.  jiver  tronche  le  gunthe  ,  si  dice 
liguralam.  per  /iver  sovenhia  pniiru ,  o 
fhigoltimento,  Jcd,  TUONCO,  Jdd.  g. 
•IL  (CJ 

t  *  GAUnO.  yiJd liim.  buri. 

iigg.  1.2f>9. 

K'  GAhOSETTO.  Dim.  tU  Garoso. 
Ces.  lett.  Cic.  1.  1^-.  Ora  posciarhc  quel 
tuo  ciltadino  D(mo^lelle  era  venuto  in 
gran  fuma  per  quelle  ^razioni  clic  son 
ihiamalc  I  ilipp:  he,  ncllr  quali,  diluii- 
gnndoki  da  <|tic).lo  ;  ui  use! tu  gcneic  di 
pnilarc  ,  i*  rra  musUalo  ce.  aiiilic  a  me 
venne  in  ronrio    ce.  (C) 

f  GAIlZONlSSlMO  .  ...    Bemb.  As. 

3.  agf;.  \2%, 

f  GATTICE.  Agg*  io  fino,  sl^  ì'as. 
Op,  )it.  a.  368-  (Quell'ultima  tlorin  fu 
falla  in  Udo  ,  sicrnme  ti  è  quati  sempre 
in  quella  citlb  rustuniato  di  fare  ,  u>aD 
do\iM  pnrti  dì)>igitnrr  ,  come  si  fa,   altro- 


G  A  T 

ve  ,  in  tavole  di  legname  d*  alhcro  da 
molli  chiamalo  oppio  ,  e  da  alcuni  galli- 
ce.  (Cj 

t  3   GATTO. 

5  g.  XI.  A5R.  in  fine.  ^  Pros.  Vior. 
Borgh.  leti.  4-  4*  *^*5.  Non  credo  sia  be- 
ne comprar  galla  in  sacco.  (C) 

\  ^  %'  XV.  .  . .  Baldov-  Oramm.  agg . 
3.  2. 

•f  CAVILLARE. 

§.  Agg.  in  fine,  fnrch.  Stor.  2.  18. 
Cominnarono  a  gavilljrc  i  capitoli  dell' 
accordo,  e  lolenHergU  lite.  (C) 

•^  GAL'DlMUNTO.  /'.  A.  Godimento. 
Cuitt.  rim.  1.  ti/.  Alni  perchè  non  la- 
hora  Per  star  mai  sempre  a  si  giau  gaU' 
dimculu?  (C) 

G   £ 

CEBO.  ...    Putaff.  corr.  Pataff".  I. 

t  3  GELARE   ec. 

*'•  g.  (jclare  il  sangue,  d'ceti  figura- 
tam.  del  (  ngionnre  una  tonimozioni-  così 
viva  e  spiacevole  the  ne  resta  Come  sospe- 
so lo  scorrimento  dei  sangue  .  Svgner. 
Pred.  2^.  5.  Ogni  pirolisaìma  ini<|uilà 
ei  comparirà  con  un  \ollo  si  spaventoso, 
che  ei  faià  nelle  vene  (,elare  il  san- 
gue. (C) 

*  GELORE.  ;'.  A.  Celo,  Bim.  ant. 
Ine.  da  l.entino.  1.  2f6.  Taiil'  ha  di 
male  u>aggìo  Che  di  state  hageluie.  fCV 

•f   GELOSrA. 

t  g.   .  .  .  A"  altrove  :  corr.   li  356. 

t  GtNEUALiSSIMO.  .  .  .  Bemb.  As. 
1.  agg.    16. 

•t  3  GENERALITÀ'  ec.  .  .  .  l'arch. 
F.rc.    Giov.   coir,    l  arch.    Err,  GÌov. 

GENERATIVO.  Agg.  in  fine.  Pluf. 
Adr.    Op.    mar.    4      1I<J.    Potrei, he    f<nie 


ciò  avvenire  come  a'  liotcl 


clii,  1  qi 


uali  Uo 


pò  grassi  sono  meno  geuiralivi.  {Ci 

gem:razio.\e. 

si-  g.  Generazione  ,  trovasi  anche  per 
Quel  libro  della  Sacra  Scrittura,  scritto 
da  Mos'e  ,  oie  è  raccontati  la  creazione 
del  mondo  ,  detto  più  comunemente  Ge- 
nesi .  f'nnh.  Lei.  Dani.  I.  2l3.  Siiiiil- 
menle  Aloìsc  quando  disse  nel  pMiinpiu 
della  Generazione  :  Spìrilus  Duniiui  Iure* 
hatur  super  aipias.  (C) 

t  3  GENEROSO. 

•é  g.  IL  Ag:;.  innanzi  a  (C)  Sannnz. 
Arcad.  pròs.  7.  Da  ai.llihissima  e  gene- 
rosa prosapia  dìtceìo.  > 

•f  Gl-WIO. 

si!  g.  IV.  .  .  .  Salvia,  disc.  2jI.  corr. 
3.  1^0. 

•J-  %.  VII.  Agg.  in  fin.  (qui  veramente 
vale  Piacere.  Lai.  voluptatì  esse,  arri- 
dere). 

t  GENITORE Bemb.  As.  ì. 

ag?:-  17- 

•f  3    GENTE. 

V  g.  1.  .  .  ,  lìant.  Purg.  li.  corr.  Dant. 
Purg.  3. 

'.^  §.  Gente  n  cui  si  fa  notte  innante 
sera.    I  .  NOTTE,  g.   XIH.   (C) 

g.   Xll.    Di  hnona   fienle  ,  re. 

si*  §.  Ih  orret-vfi  genti,  vale  lo  stesso. 
J\  ORREVOLE.  (C) 

t   GENTILESCO Cron.    Irli. 

g.  Gentilesco,  vale  anche  Appartenen- 
te a  gentile  nel  sigmfie.  del  §.  XlV.  Sal- 
via. Disc.  3.  52.  Come  uno  pos»a  esser 
giovalo  dalle  Orcilic  ,  riu^  gentilrsclte 
leitere.  ( Pe) 

3   GENTILEZZA. 

*3  g.  Gintilrzuì,  tronieatnente  vale  A* 
zione  indegna  ,  .■Istone  the  mrrita  biasi- 
mo .  (Web,  Stiav,  j.  3.  Tu.i  madre  mi 
m.)iidu  pe' suoi  fiatelli,  perchè  \enis«iuo 
Q  lei .  J.  Perche  farne  1  S.  Per  coniar 
loro  questa  hella  gmlilcam  di  Naila 
giù.   (Cj 


+  CESTILISSIVIAMENTE.  .  ..  Bed 
Annoi.  JJittr.  corr.  Bed .  Annot.  Vi- 
tir.  5. 

•f*  *  CENTlLtZZO Man. 

Franz,    rim .    102.    corr.    Malt.    Front. 
rim,   buri.   \.   102. 

GEOMETRICO. 

^  g.  Compasso  geometrico,  Éstnimen- 
to  composto  di  due  regoli,  che  st  aprono 
e  chiudono  a  modo  dt  compasso  ,  e  che 
servono  a  diverse  operazioni  geometriche 
dipendenti  da  proporzioni  .  Gal.  Ccmp. 
t^eom.  1.  Venendo  alla  dichiarazione  par* 
liculare  delle  operazioni  di  questo  nuovo 
compasso  geomcUico  ,  e  mdiiare,  prima- 
mente faremo  principio  da  quella  facci» 
di  esso  nella  quale  sono  notale  quattro 
co]i[tic  d(  lìnee  (00  le  luto  divisioni.  (C/ 

•f  •'.-  GKO.METIiLZZO.  Al  v.  4.  ove 
ha  sollo;:ati  corr.   sullu^ali 

:;:  GERARCHICO.  Allegane  cs.  Pal- 
lav.  Stor.  Conc.  3  2o5.  Uiftse  che  era 
uno  de'  Ire  oidiai  gerarchici,  non  poten- 
do la  gerarchia  star  composta  dt  due  or- 
dini soli  ce.  E  quindi  nuovamente  arguì 
che  es>eiidu  Cri>lo  l'autore  della  gerar- 
chia, era  autore  dì  quella  giurisdicionc 
che  cosliluiìcc  i  Vescovi  nel  supremo  or- 
dine Cerarchieo.  (/'e) 

't  GERMINATIVO.  .  .  .  Cr.  6.  25.  1 
corr.   (  r.   5.   25.   I. 

GliaiOGLtARE. 

f  3   g.    Il Bocc.  lett.  agg.   Pm. 

Boss.  28  ì. 

•f  GEaTO. 

g.   Il Cas.   2.    1^4-  corr.    Cas. 

Orai.   hd.    I  en.   l^S. 

t  GETTARE,  re". 

g.    XV Borgh.    Col.    lat.    47©. 

corr.  qO"* 

I  g.  XVI.  Gettate  le  patvle  ec.  al  vento 
apg.f  o  invano.  Ed  agg.  in  fine:  Gli  bao 
fallo  il   soldo  ,  e  sono  siali  ibiotli. 

'•V  ^.  Gettare,  vate  ambe  Cominciare 
a  nasc^'re  ,  Spuntare  ,  e  dicesi  delle  cer- 
na .  dei  denti  ,  e  .umili  .  Bed.  esp.  nat. 
86.  I  cervi  l.ultano  le  corna  inlallililmen- 
le  oi;ni  anno,  e  cominciano  a  gcilaile  poco 
d(ipi>   il   piiiii'ipio   di   Marzo.  (C) 

tr-  g.  XXIV.  Al  V.  5.  ove  /r a  Alla  fine 
corr,  Se  er.  alla  fine 

*  g.  Gettare  ti  lardo  a*  cani.  I'  LAR- 
DO.g.    II.  (C) 

f  .V.   XXXII Cron.  l'eli,  agg.  80. 

:C:  g.  Gittarsi  una  cosa  in  beffe,  vale 
]\'on  darle  peso  ,  Farsene  Iteffe  ,  A*-er/a 
per  una  beffe  .  Giamh.  Ji/is.  Cam,  72. 
Dee  il  cuore  suo  temperale,  che  non  sia 
troppo  c(>rrenle  ad  ira,  ne  che  non  sì  re- 
chi ad  animo  tulio  le  parole  ,  che  sono 
delle  di  lui.  ma  decsi  infignerc  che  non 
1*  atil  ia  udilo  >  o  di  giiurlesi  in  bef- 
fe. (C) 

•f  GHIACCIA  ....  Cose,  S.  Bern. 
ngg.   121. 

-|-  GHIOTTISSIMO  ....  Bed.  Fsp 
nat.   corr.    Bed.   P*p.  nai.   al- 

f  OIIIOTTORMA  '■'■'      *'  - 

re/l.  agg.    «72. 

u    1 


f  j;:  g  V  Agg  in  fin  n  I.  la?.  Ho 
veiluli  »  quaderni,  o  memorie  dcirrlinm- 
logie  iialiane  del  già  Kminenlìssìmo  sig 
Caid    Sfolta   l'allavirmo.  f  ('y 

*   GIACCIO  .     Term.   de'   Cacci»lon 
Qr,el  luogo  dùve  ha  riposato  il  rrn*  ,  " 
1/  capi  io.    l'arch.  Lrt.   Dant.   2.   238.   Là 
*\n\e    si    ahi-i    riposato  o  cagno  o  cervo  . 
f  dinasti  }   giattin.  (l') 

GIACE>TK. 

§.11 I.ib.    Dee.    3.   coir      /  ,. 

/Ve.  3. 

GIACERE. 


G  I  À 


XII. 


Bemh.   Prot.  agg. 


t  *  § 
2.  63. 

GIAFOSSECOSACHE  ec. 

f  *  S Senei:.    ()6.    corr.   Scn. 

Pisi.   q6. 

■f  'CIALLAMINA.  Corr.  la  tlf6n«. 
così:  Spezie  di  pietra  ,  della  anche  pie- 
tra cnlaminaria  ,  che  si  mette  nel  rame 
fuso  per  ticner/o  di  giallo  ,  oggi  comii  - 
nemente  7,tnco. 

f  GIBLO  ec. 

*  §.  III.  Disponi  così  gli  es.  Fr.  Giord. 
Fred.    .  .  .    Tratt.    gOf.    fam 1\ed. 

leu.  1.  2i8-  ...  K  lett.  1.  ai^. 

GLM-;PKAIO. 

•f   g Matt,   Franz,  rim.  buri. 

agg.  3.   96. 

t  GI.MÌSTRA Bemb.   AsoL   3. 

agfi.    186. 

GI.NNETTO.  Agg.  ìn  fin.  *  Paflav. 
Stor.  Conc.  1.  ^62.  Km  Ìo  mi  vrrgopno 
ec.  che  &ì  celebri  tjuasi  eroica  rtiagiuiù- 
mild  d'un  tal  PriDcipc  T  aver  dello  che 
ec.  si  perdessero  piulloslo  i  pieziosi  gin- 
Detti,   che   i   valorosi  soldati.    (  l'c) 

t  5  GIROCCIIH).  Agi;,  alla  dichiara». 
Tiei  plurale  fa  GINOCCHI  ,  e  CI.>OC- 
CHIA  .  E  deir  es.  Licer.  Div.  fanne  g. 
così  : 

*  §■  .4  einocchia  ,  posto  at-verOialm. 
vale  Cinocchioni.  m  I  iter.  JJiv.  ...  ».  (C) 

GIOCHETTO.   Tigli  in   Dn.   (') 

t  GIOCIIEVOL1IE"StK  .  ...  £emb. 
Asci.    I.    aj;g.    16. 

t   CI0cb.\DI>SIMO Bemb. 

Asol.    2.    agg.    1j3. 

•t  3  GIOCONDO.  Tcgli  1*  es.  Dant. 
Par.    18.    e  fanne  g.  cusì  : 

5^:  g.  Per  Che  dimostra  giocondità.  « 
Dùnt.    Par.   18.   ...  ».  (C) 

•f  *  g.  ].  Al  V  2.  ove  La  Petr.  son. 
corr.  «  ]'ctr.  son.  e  al  t.  6.  ove  ha  {B) 
corr.  »».  (B) 

^  g.  £  in  forza  di  snst.  per  Giocon- 
dità .  Sali'in.  Disc.  I.  65.  Dove  non  vi 
è  solamente  il  furie  e  V  au>lcro  del  di- 
sputare, ma  ancora  1'  ameno  e  il  giocon* 
do  del   conver<>are.  (le) 

GIOGO. 

i  §.  IV.  .  .  .  G.  r.  203.  1.  corr.  G. 
7'.   10.  2o3.  I. 

*  GIOiiOLARE.  Al  v.  4.  ote  Jiain- 
gularì  corr.   giugolari 

*  GIOIVO.  /'.  A.  Add.  Ciulito  , 
Lieto  j  Contento .  Pim.  ant.  Paniiuccio 
dal  Ba:;no  i.  S^y.  E  toccÉr  non  già  pe- 
ce Solea  di  cose  me  mollo  gradìve  ,  Ed 
or  le  più  gioive ,  th'  co  toccar  possa  , 
Sun  ferri  e  catene  .  Cttitt.  Him.  1.  73. 
£  gaudio  ,  per  cui  gaudo  ,  e  sod  gioi- 
vo.   ((•) 

*  GIORNATELLA.  Pim.  di  Giorna- 
ta. Pini.  ant.  Folgore  da  S.  Cemininno. 
2.  179.  E  r  una  lerra  e  T  allra  sia  viri- 
na  Clic  un  m'glio  sìa  la  nostra  giorna- 
Iella  qui  in  siguifc.  del  g.  I.  di  Gior- 
nata).  (C) 

*  GlOliNO. 

^  S'  il  giorno  f  diccsi  Quella  parte 
del  giorno  dalle  due  circa  dopo  mezzo - 
g-.orno  ali*  Ave  ^'aria.  Pros.  Fior.  Sal- 
sin.  Ictt.  4-  2.  253.  Ci  fu  un  mio  di- 
icorsu  dopo  la  messa  cantala,  e  'I  giorno 
si  cantò  il   vespro    solenne.   (C) 

^  g.  tìiorno  ,  nel  maggior  numero  , 
vale  Anni,  Età.  M.  ì  .  l\.  i35.  S' acco- 
st.irono  air  altro  fratello,  che  era  di  meno 
giorni,   cioè  d'eia  di  dieci  anni.   ( Pe) 

t?  §.  Giorno  magro,  dicesi  Quello,  in 
fisi  t  vietato  di  niungiar  carni.  F.  MA- 
GRO-  (C) 

*  §.  0}:ni  giorno  the  Pio  manda  in 
tfrrit  f  posto  avverbialm .  vale  Sempre  , 
'Putti    i    storni .     Fed.    3IAADARE  ,     g. 

i.wviii.  ro 

3  GiqVANK   ec Bemb.    Asol. 

Fouabolario    T.   II. 


G  I   O 

agg.  1.  3.  e  dove  ha  imito,  corr.  invi- 
lo.—  Errore  di  Ciusra. 

f  g.  II.  .  .  5?  Amet.  agg.  ?7.  La  cui 
hcnivolenxa  a  me  mostrala  nei  giovani 
anni,  mai  non  ntisi  in  oMio.   /.' 

*  g.  Vili.  App.  innanii  a  (C)  Bed. 
1  ip.  2-  4^-  ^*  nutrirono  nella  >tcssa  ma- 
niera ce.  due  g.illi  giovani ,  e  due  Icpvol- 
tini . 

5^  §.  IX.  Agp.  innanzi  a  (C)  J'av, 
Colt.  197.  Il  (i>il  uitlo  di  più  vuclc 
non  cosi  esser  giovane,  ma  di  due  anni 
almeno  . 

t  3  GIOVARE.  .  .  .  Bemb.  Asol.  2. 
agg.   146. 

f  3  g-  IV.  .  .  .  Bemb.  pros.  agg.  2. 
5i.  ...  F  2.  a'jg.  80. 

*  GIOVENAGLIA.  y.  A.  Quanfilà, 
Moltilti<'.;nc  di  gwvnni,  Cic\enlù.  1  icr. 
11.  340.  Bcndiè  egli  sia  venuto  meno, 
non  è  venuto  meno  ta  gagliarda  gìove- 
naplia  ilie  aliLiamo  con  noi,  /;  appres- 
so :  AMii^nto  eziandio  con  noi  tulli  gli 
più  fi4>iiii  duci,  e  la  più  scella  gioiena- 
glia  d'  lialiu.  (i) 

f  G10VEAt>Li:ZZA.  .  .  .  Bftìib.  A- 
sol,  2.   api;.    117. 

f  GIOVEVOLISSIMO Bemb. 

Asol.    2.    aj:p.    Ì20. 

t  GIOVLAOIMENTE Femh, 

Asol.    \.   agg.  20. 

GirACO*. 

•>'  g.  Giralo,  dicesi  fi fìtratam.  d'Uo- 
mo SCIOCCO  ,  da  poco,  f  orth.  Ltz.  Pont, 
2.  Cìl\.  (lucuti  ucnii  u^a  it  volgo  nostro 
(he  sÌ^ni6rano  ,  si  ]  nò  dire,  il  medesi- 
mo, ni.)  tiatli  da  diverse  irasLizionì?  Co- 
me dair  erlic  o  fi  ulti   di  esse pe- 

tronci.tno,  melltne,  pinpgiolone  ,  L-actcl- 
lo,  giracò,  ed    altri    tali.   (C) 

•f   GII'.AJNDOLA. 

V  g.  Girandola,  Jìguratam.  dicesi  d* 
Uomo  volubile  e  slrnvatanle.  J'arck.  Lez. 
Pant.  z.  q4.  D*  uno  a  cui  voli  e  giii  il 
cervello  (non  si  dice),  volandola,  gii;.ndo- 
la ,  giiandofìno,  girella,  girellalo?  fi) 

*  GIlANDOLhNO  .  lAicsi  d'  Uomo 
vc'uf'i/e  e  strnt  ogflnie.  J'nrcli.  Lcz.  Pant. 
2.  94-  D*  uuo  a  cui  voli  o  giri  il  cer- 
vello (non  si  dice),  volandola,  girandola, 
girandolino,  girella,  girellaiu?  (C) 

GIIiAKE. 

*  g.  V.  Peni  r  es.  Dani.  Inf.  tra  le 
virgoUllc . 

t  *  g.  XXII Laldov.    Pramm. 

agg.    1.   11. 

•f    GIRELLA.      • 

^-  g.  Girella,  f.guratam.  diresi  d'Uo- 
mo volubile,  e  slraiagante.  J  arch.  J.cz, 
Pant.  2.  q4-  I^'uno  a  cui  voli  o  giri  il 
cervello  (non  si  dice),  volandola,  giran- 
dola, girandolino,  girella,  giiellaiuT  (C) 

GIKELLAIO. 

g.  Agg.  innanzi  a  Malm.  *  Farih.  lcz. 
Pant.  2.  p4-  ^'  ^'^^  ^  ^"'  ^'"^'  ^  c'^^  ^^ 
cervello  (non  si  dice),  volandola,  giran- 
dula,  girandolino,  giiel.'a,  gircllaio  ?  (C) 

3  GIRO.  Togli  r  es.  Alam.  l'clt. 
2.  40. 

V  g.  Giro  terrestre,  vale  talora  La 
terra  ,  //  globo  mondano  .  Pallav.  Stcr. 
Cene.  I.  l53.  Se  rivolgeremo  gli  occhi 
per  lutto  il  giro  terieslre.  non  Tedrcnio 
più  felice  repuLtlica  ec.  che  il  Cristiane- 
simo. (Ve) 

t  *  GITTATr.lCE.  .  .  .  Bocc.  Com. 
Pant.    apg.    I.   372. 
GILDKO>E. 
t  ^!  g.   .  .  ,    ì  arch.  Pini.    turi.   agg. 

1.    23. 

GIUCARE  ce. 

*  §.  V.  AI  V.  7.  ove  ha  (F)  Buon. 
corr.  Buon,  e  poni  (/  )  in  fine 

*  §.  GiHOcnr  di  mano.  F.  MAXO.  (C) 

*  g.  XXI.  Poni  in  fine.  (C) 

^    g.    Far   giurare   ti   cannone,    i  a.V 


G  I  U 


1897 


Spararlo  ,  Pttrgli  fuoco  .  Ped.  Iclt.  2. 
170.  Avcn(?o  fallo  giucare  molle  ^lUe 
invano  il  cannone  alla  volta  dell'  inimi- 
co ,  ec.  si  risolverono  di  andate  ad  assalir- 
lo. (C) 

't   GIUDICAIO-   Susi. 

g.  HI.  Allegane  e>.  *  .*Vr./.  Jit.Jnn. 
24.  fece  ditte  iiu>-va  sieuità  di  dugento 
niila  ducali  di  ytaie  ul  f:iudicalo  di  quat- 
tro  -dudili  ri  di  Ruota.   (C) 

3    GIUDICE. 

't  ^  %■  *^  ■  •  •  ■  P'f*^-  Asol.o.  agg. 
164. 

'\'   g.   V Pass.   Ccr.  63.   corr. 

To.r.r.    C.r.    II.    63. 

t  GII  DICIOSO  ec Btmb.  Asol. 

2.   apg.   117. 

*  GlIiDIZlACClO. 

-|-  ^   g Baldov.   Pram.  agg. 

1.  i3. 

Sr  G1L•GG10L0^E.  Pieesi  ad  Uomo 
semplice  e  sciccco  .    ì  arch.    lez.    pant. 

2.  94.  Quanti  nomi  UAa  il  volpo  nostro 
che  significano,  si  j  no  dite,  il  medcM- 
mo,  ma  tratti  da  diver>e  traslazioni?  Co- 
me dalF  elle  o  fiutli  di  esse  ce.  petroo- 
ciano  ,  mellone  ,  giuggiolone  ,  baccello  , 
girato,  ed   altri   tali.   { Cj 

•f  3   GIUGKERE    ec, 

^'  g.  Giunger  le  mani,  vale  Unirle 
in  atto  supplici evole.  /  tt.  S.  piis.  Ò5y. 
Allora  S.  Élifahclla  lagrimando  ,  giunse 
le  mani,  porgendole  verso  lei,  cil  ella  It 
ricevette  traile  sue.  (Cj 

t   g.   VI.    ...   Urb.  agg.    i5 E 

altrovcì  con.   E  oppresso: 

*t*  V  g-  XX Fiamm.  agg.  2. 

40.  e  dove  ha  è  d^  averne  cùrr.  è  sepno 
d' aver 

*  GICLE^TE  .  /'.  A.  Add.  Giuli- 
vo. Bim.  ant.  Ciiid.  G.  I.  192.  Cosi 
mi  tene  amor  Io  cor  giulenle  ,  Che  voi 
sete  la  mia  Dinnu  valente.  (C) 

f  GILLLATESCO.  .  ..  E  appresso: 
corr.    •?    h  appi  esso  : 
t  3    GIUOCO, 
t  g.  HI.   .  .  .  E  nov.  78.  acg.   10. 

*  g.  Stare  a  t  edere  il  giuoco,  si  di- 
ce dvlC  lutei  venire  in  qualche  maneggio 
senza  avervi  utile  o  /accenda  j  ma  solo 
per  servigio  altrui  .  J  ardi.  Stor.  I2. 
480.  E  io  somma  non  facevano  altro  che 
slare,  come  si  dice,  a  vedere  Ìl  giuoco, 
o  tenere  il  lume.  (C) 

g.  XX.  .  .  .  E  2D5.  corr.  E  233. 

'f*   GIUSTA  et Cron.    Morell. 

acg.  2(»4- 
' 'f  -r  GirSTlFUARZA.  Apg.  in  fin. 
Lasc.  Parent.  prof.  Cen  si  può  giudica- 
re (he  egli  sìa  persona  universale,  cun- 
ver^alìva  ec.  come  la  sua  commedia  ve 
ne  faia   Ijmua  pinitifirauza.  (C) 

*  GLACIALE.  Add.  Che  è  estrema- 
mente freddo  j  ed  è  aggiunto  di  3/are  , 
0  di  Zona  ,  chiamando.';!  Mar  glaciale 
Quella  parte  di  mare  (he  è  vicino  ai 
poli,  e  Zona  glaciale.  Quella  zona  che 
Circonda  il  polo  artico  ,  o  l'  antartico  . 
Varih.  Lez.  Pant.  1.  266.  Tulio  quel- 
Io  spazio  the  in  terra  risponde  al  paral- 
lelo Artico  si  chiama  zcna  glaciale.  (C) 

5  GLOI  lA. 

^-  g.  Gloria  della  patria,  della  fami- 
glia, o  Simili,  dicesi  d'  Uomo  che  sia  l* 
ornamento  ,  P  onore  della  patria,  della 


(o  mi  glie 


o   simili  .   Pant.  Pur 


7    O 


gloria  de' Latini ,  Disse,  per  cui  nioalrò 
ciò  che  polca  La  l.ngua  uoiXx^.fC) 

•j  CKAULARE.  Al  V.  2.  Oic/((iLal. 
ccrr.   *   Lai.   ed  agg.  in  fin,  (A) 

CAOCtO. 

g.  I.  Allegane  es.  *  Boldcv.  Pramm. 
3.  11.  Dal  veder  che  più  sempre  in  que- 
sta rosa  Vi  mostrate  uno  gnocco,  e  un 
Lighcllooe.  (C) 

a38 


1898 


G   0  E 


G  O 


f  3  GOBBO.  Agg.  Quei  rilevato  che 
hiìnno  in  sui/n  scfitena,  0  sui  petto  gii 
uomini  per  lìifvtto  di  conformazione  ;  E 
«leir  PS.   /'(■'/.    Jnv.  fuoDC  *j.  così  : 

'fi  JC.  i'ol/iio,  si  ilice  anche  a  Quei  riniti 
che  fìicuni  nnimnit  hanno  natura/mente 
sui  dorso.  M  /ieif.    /ne.    l  5c).  .  .  .  w.  (C) 

u'  g.  Gobito,  fliccsi  altresì  a'  /Haiti,  0 
Prominenze  di  chcrdiessia.  Seilin.  Disc. 
2.  182.  K  rome  si  ^uuslerelilie  quella  co< 
Umna  ce.  se  ce.  sonu  alruiia  n-f;oIa  uè 
ricavas&imii  un  sassaccio  tutto  rialti ,  e 
tulio  fiuM.i.   (C) 

•\-  GOBELLO  .  V.  A.  Specie  di  itic- 
chìcrc .  Vtt.  l'iut.  Quando  egli  vide  il 
lume  ,  e  r  uomo  clic  stava  appresso  Ji 
lui  ,  che  portava  il  goliello  cui  veleno  , 
.ip[»cna  si  potè  porri!  a  sedere  per  la  ma- 
lattia ,  e  prc^e  ì\  goltcllo  ,  e  <luiiiando  1' 
uomo  5c  e^li  sapi^va  alcuna  novL'lla  di  sua 
gente.  (<') 

i.OCiWk. 

^-  §.  /:.'  fì^itratam.  per  Poca  quanti- 
l'I  di  c/ii\(h<sstii  .  Saivin.  lUsc.  1.  ^26. 
Il  n(<minare  una  persona  lulla  incapace  di 
lode  e  in  cui  altri  non  ha  trovalo  goccia 
di  (iene,  atomo  di  lodalulità,  è  lo  slesso 
che  dire  il  pi-ssiino  de'  pensimi.   (C) 

GOCCIOLARK.  Al  v.  16.  ove  ha 
Pecor.  corr.  si:  l'ecor.  e  al  v.  18.  ove 
ha    I  anh.  corr.  (V)   Vardi. 

t    r.ODE.NTE liemh.   Jsol.   2. 

■tìK-   SS. 

•f  '.•  GODIBILE.  Agg.  in  fine.  Bai- 
din,  l'oc.  iJis.  107.  Il  suo  fluito  (dei 
noce  maiecio)   non   è  punto   godibile.   (C) 

l  =:=§...  .  Magai,  lett.  9.  corr.  Ma- 
gai,  i.lt.  scient.  9.    100. 

GOLA. 

§.  IV ììeiiin.  Disc.  2.  con-.  164. 

t  COMLLOLO  .  .  .  Jìcmh.  Asol.  i. 
agg.  61. 

3  GOM'UIU:. 

^'.  V.  Allegane  es.  >Ì'  Salvia.  J'it.  Diog. 
197.  E  gonOandogli  il  muso  Leu  liene, 
rtdie  medi-kime  sue  parole  lo  riconven- 
ne, cioè,  tie  mila  dramme  tu  hai  sul  baa- 
cu.  (C) 

GOJNFIO.   Àdd. 

''i'  §.  Gonfio,  dicesi  anche  di  Clii  usn 
t/i/c  gonfio  ,  ampolloso ,  farch.  Lez. 
Dant.  2.  ^oS.  Oedeiido  esser  ulli  e  gra- 
ti,  scmo  gon6  ed  enfiali.   (C) 

t  GONNELLKTTA fiim.  ant.  D. 

-W.    Faz.    Uh.   3l2.   corr.    KÌ2. 

3  GOVEIWNAHE. 

*  §.  XIII.  Apg.  in  fin.  lied.  lett.  l. 
373  11  Menzini  è  un  gran  lilleialo;  ma 
non   sa  giiviTiiarsi.  (C) 

%    (.OVEltNATOfll-:. 

*  Ì;.  il  Agg.  in  fine.  Serd.  Sior.  1. 
II.  Nella  quale  cosa  i  governatori  delle 
navi  spesso  b*  ingannano  con  gran  loro 
pericolo.  (Ci 

t  3  GOVERNO.  Agg.  Azionerò  Ca- 
rica, o  Maniera  di  governare  , 

*  §.  Governo  ,  sì  dice  altresì  della 
Costituzione  d'uno  stato,  farcii.  Slor. 
13.  ;^8l'  I  a  virtù  in  un  govi>rno  ben 
uitlinato  si  d'-bbe  andare  a  trovare  do- 
vunque (11,1  >ia  .  Saiviu.  Disc.  3-  5l2. 
Nu'OcIc  le  di  (^ipri  ec.  commoudu  sopra 
tulli  f;li  altri   governi  il  monarchico.  (Cj 

Jv  J-J.  Talorn  in  un  senso  loHelttvo,  si 
dice  di  Coloro  che  go\ernano  uno  stato. 
I  arrh.  Stor.  2.  9.  Uesidcia^aiio  clic  il 
Governo  si  aprisse  ahiuanto  e  allargasse. 
/*'  appresso:  Non  volevano  uno  stato  ri- 
stretto di  pochi  putenti  ,  i:onie  quei  pri- 
mi ,  mu  un  governo  alquanto  più  Urgn 
Ji  !Nobdi    ft'i 

t  Jj.   XIIL  .  .  .  /temh.  Asol.  1.  agg.  I. 

t  *  i;OVKnNO.  Add.  .     .  Lasc.  agg. 


G   R  A 


G  R 


GRACCniATOHE.  Agg.  in  fin.  (C) 
GHACILE.  Agg.  in  fine,  ffi  E  i.  71. 
Questo  insegnanienlo  ha  patito  eccezione 
in  un  virluuso  e  nobilissimo  gentduomo 
di  abito  di  corpo  gracile  piuLloslo  che 
no.   (C) 

'••  %■  E  in  forza  di  sust.  vale  Perso- 
na gracile.  Piut.  Adr.  Op.  mor.  l^.  loo. 
Diede  per  precetto  ce.  ai  gracili  ec.  che 
Don  si  nutriscano  di  vivanda  dolce  e  fatta 
di   farro   pcito.   (Cj 

f  GUADO.   /  clontà   ec. 

3  S-  Vili.  Togli  l'es.  3f.  ì.  e  fanne 
§.  cosi: 

^*  g.  E  in  forza  di  preposizione,  e  s' 
accompagna  sempre  al  secondo  caso.  «  Af. 
K    II.    17 (CJ 

f  GRADUATO.  Agg.  in  fin.  *  Segr. 
fior.  iinf.  Ilio,  t'iiiiiiiii  ,  oltre  ali*  esser 
nobili,  graduati  e  piudenli,  in  chi  il  quu- 
vo  stalo   assai   confidava.   (C/ 

3  GRANAIO.  Ag^.  in  fine.  *  Sega. 
Slor.  9.  2^7  Secco  tulli  i  granai  del 
Dominio.   (Cj 

f;RANATO.   Add. 

t  §■  Agg.  in  fine.  *  Dav.  Colt.  193. 
E  in  tale  stato  tagliali  i  1ci;nami,  in  tali 
si  manlengono  poi;  rìoè  sudi,  granali, 
asciutti  ,  e  quasi  eterni.  (Cj 

GHA^UE.   ,yust. 

P.    V.    In  grande  ec. 

'•'  §■  /«  grande,  dicesi  anche  in  term. 
di  Pittura  e  di  Prospettiva  ,  delle  cose 
fatte  in  forma  grande  sopra  un  modello 
piccolo.  Sagg.  nat.  fsp.  7.  Il  terzo  e  an- 
cor egli  una  copia  <lcl  primo  ,  ma  fatta 
in  grande.   ((^) 

t  GRANDEMENTE Bemh.  Asol. 

I.  ags-  3i. 

t   GRANELLO Pallad.   agg. 

Marz.   28. 

^  2-  Granello  ,  €licesi  anche  il  Seme 
del  pino  .  i'allad.  Nov.  7.  VuoUt  dun- 
que arar  la  terra  ec.  e  siccome  si  semina 
il  grano,  seminarci  le  granella  del  pi- 
no.    C) 

GRAN.NE Fr.   Jac.     T.   5.  5i. 

63.   corr.  5.   34.  (i8. 

GRASSO.   Add, 

*  §.  Vili.  .-//  i'.  5.  ove  ha  Fiume  Vo 
corr.   Fiume  del    Pò. 

t?  §■  A  fare  i  conti  grassi,  vale  A 
conteggiare  in  modo  largo  .  Alleg,  Ser. 
Poi  8.  La  Crusca  e  di  Firente  ec.  a  fare 
i  conti  grassi  più  che  la  millesima  par* 
te.  (C) 

3  GRATTATO  .  Togli  1*  es.  Ceah. 
Corred.  e  fanne  2-  *^"*'  • 

3(t  g.  Siar  fermo  ,  o  cheto  come  un 
porcellin  grattato  ,  dicesi  di  Chi  sì  la- 
scia far  tliccchestln  senzt  muoversi,  o 
opporsi  ;  tolta  la  similitudine  dai  par- 
cellini  ,  che  grattati  non  sì  muovono  . 
m  Ce.  eh.  Correi.  5.  7.  .  -  .  «••  /'.  POR- 
CCLI.LXO.   (CJ 

GRATTUGIA. 

§.  MI.  .  . .  Morg.  35.  757.  corr.  Aiorg, 
a5.  26(5.  —  F.rrorc  di  Crusca. 

*  GRATIUGIATORE.  ,  .  .  Nic.  Ale. 
corr.   Salvin.    Mie.   Ah- 

GRAVAN/.A. 

*  §.  Per  Trtvaglio,  Affanno.  Him. 
ani.  Pier  delle  t  igne.  1.  ^'^.  Così  pian- 
to e  lamento  lili  da  gran  linienanta,  Ch' 
eo  sento  mia  gravania  Ter  sospiri  amen- 
lare.  (CJ 

3  GRAVE.  Add.  Togli  gli  n.  Petr. 
canz.  e  fanne  ^.  rome  segue.  Ed  agg.  in 
fin.  *  /ìeni.  Ori.  a.  I.|.  ti.  Ma  quella 
fiera  e  troppo  salda  e  gravo.  Troppo  gra- 
ve  quel    corpo   e   ponderoso,    (('j 

*  §.  Grrti'f,  figuratttm.  dicesi  di  Cosa 
rincfrscevole,  incomoda,  m  Petr.  can:,  6. 
I.   .  .  .    K  9.   5.   .  .  .   m.  (CJ 


G   R   A 

GRAVETTO. 

t  g-   ...    Hemb.  Asol.  2.  agg     I08. 
3  «ìRAVIDO. 

*  g.  Ili.  ...  JIocc.  Vit.  Dant.  271. 
corr.  71. 

^  GRAVORE.  /'.  A.  Gravezza,  Pe- 
so  .  lUm.  ant.  Pier  delle  Vigne  1.  i^3. 
E  quando  aggio  alleggiato  Dello  gravor 
ch*  eo  porlo  ,  Eo  credo  essere  ìa  porto 
Di  riposo  arri\ato.  (Cj 

t  3   GRAVOSAMENTE Mor. 

S.    Oreg.   X.  corr.   1.  4 

t   GRAVOSO.    .  .  .    Urb.  agg.   53. 
•'••   j.    Gravoso   rf'  anni ,  o   simili  vale 
'    Vecchio  .  lied.    lett.    Occh.    8.  Mi  Iraoro 
i  cosìc  gravoso  d*  anni ,  che    ooa  arei  Ta- 
I   lenza  di  lc;:gerc  o  scrivere  scoia  vetri  ap- 
'  pcllati  occhiali.   (Cj 
1        GRAZI KE.  Correggi 
(        t3  GRAZIRE.   /.   A.   lìender  grazie. 
Ringraziare.    Lai.   gratiat  a^ere.  Gr.  eu- 
,  /K5ioTerv.  Giiitt.  leu.  IO.  28.  Ob  quanto 
'  donne   mie  ,    quanto  in  laota    grasia  gra- 
xire  dovete  lui.  ^  E  29.   7^.   Dio  per  sua 
grazia  magna  ,  bel    A»\x£    amico  ,   donimi 
grazia  e  tempo  in  tante  grazie  nspondciti 
I   grazioso,  ovvero  esso,  che  può,  per  me 
giaxiica.   (C) 

'■'.•  ^.  Gradire  ,  vale  anche  Concedere 
\  in  grazia ,  Dare  in  grazia  alcuna  cosa 
,  M  Guilt.  lett.  i3.  y.\.  Gioia  gioiosa,  e  gau- 
1  dioso  gaudio  bammi  grazilo  ■.  (Cj 
j  •S'  g-  i'f  Gradire  ,  Avere  in  pregio  . 
I  Ciiill.  rim.  I.  8  >.  Guardate  Donque  a 
!  DOQ  laidirc;  E  gradite  gratire  Le  grazie 
e  i  piacer  suoi.  (Cj 

*  g.  Grazire,  in  signtfic.  neutr.  pass, 
vale  Earsi  grato,  /tendersi  accetto,  /•'ar- 
si aver  in  pregio.  «  Giiill.  lett.  II.  3l. 
Conte  dn  Romena  Non  poco  gradina  me 
voi  graiire  ».  (M/  E  nm.  1.  83.  E  voi 
ce.  Meritando  e  graziendo  ov*  ^  non  mer- 
lo ,  Sarete  solo  in  Dio  dunque  indiscre- 
lo?  (C) 

*  C.KAZITO.  AJd.  da  Craiirt,  Gra- 
dilo .  Ouitt.  rim.  1.  169.  Ma  credo  la 
mia  vila  Sarà  ancbe  gratila  Per  voi,  AI- 
dubrantlin  Conte  vjleute.  (C) 

3  GilKMUIATA  .  Togli  Tei.  CrOK. 
Ulorell.  e  fjnne  §.  così  : 

V  g.  J  ^rrmhiate  f  posto  avverbialm. 
vale  Jn  gran  quantità,  m  Cron.  Uartìl. 
309.   .....  (C) 

UniìMBO. 

f  §.  II Btmh.   Asol.  3    agg. 

160. 

t  *  CREFPOLA .Ver.  Art.  T'ttr. 

agg.  7.  lai. 

S   GRIDARE. 

*  §.   MI.   .  ..   »orgA.  agg.   Or,g. 

f  GIUDATORK.  lei-tal.  mase.  Clie  . 
agj».  0   t'Iti.  .   .  .   Cron.   l'eli,  agg.  3o 

+  I  GIUDO. 

•(■  §     I.   .  .  .    Brmb.    Pros    I.   agg.  8 

•■(■•   GRO.NHAKE.   Togli  io  6a.  (Hi 

t  GIIO.S.SVME.NTE  ....    A"  <t/(ro.'« 
corr.    /.  8ti. 

■)■  GIIOSSEUTA. 

^  S-  ^SS-  '**  ^**-  Carch.  Le»,  fìmnt. 
a.  aOO  <^ue»lj  è  una  delle  maggiori  o 
grostrrie  o  ignoraaic  che  udire  ai  poa- 
•a.  <C) 

f  GIIOSSISSIMO  .  .  ..   Btmi.   Ani. 
1.  agg.   10.   .11  V.   |8-  ove  ha  cannone 
corr,   |ia»»aTolante  .    /•-  al   v.   It).    ci-e  h<% 
Giudicavano  forr.  C'insideratano 

■4  (;KUrTEHEULA.  Ihm  di  l,r.,lla. 
F'Onom.  Ost.  Velile.  8.  Ette  ragliooo  in- 
ralliliilnienle  ad  amniJKtare  l  pelliccili  io* 
(jnali  anche  nelle  piti  ri|>oilc  loro  grut- 
Icicllc   ;  */iii   per  siiHilìt.  ).  (C) 

C  U 

GUADAGNARE. 

J  S     I.    Al  V.   19    •■•»  Al  che    1     jui- 


G  V  k 


G  U  [ 


I  H 


1^*99 


dagnarc  corr.  che  '1  desidorio  di  guada- 
goare 

5  GUADAGNATO. 

Sr  §.  1.  Ji  t*.  10.  ove  ha  culle  a^g.  , 
gli  allrt 

f  §.   IV.    ...    Ct-on.    1  eli.   agg.   2^. 

GUADAGMJCCU).  Agg.  in  6a.  ^"^  //r. 
i»gr.  3.  2.  Verso  lor  mi  paiono  Tulli 
quest'  alili  gtiadagnucci,  favole.  (C) 

f  GUAGLIANZA />>«/».   7i(/c. 

agg.  21.  ...  E  altrove:  corr.  E  3o< 

GUAIO. 

f  §.  I.  ...  Frane.  Sacch.  rim.  corr. 
Frane.  Sacch.   rim,   53. 

GUARDANAPPA  ec.  ...  3/tfttr.  nm. 
buri.  agg.   1.  99- 

GUARDARE. 

§.  IV.  Agg.  in  fin.  'I*  ly^?^.  nn/.  ff/J. 
220.  Po&la  la  calamita  ìa  disLatizia  tale, 
che  Don  lo  niuo%a,  se  gli  vada  at^costan- 
do  ìd  maniera,  che  lo  guardi  sempre  di- 
riUamcnte  col  polo.   (Cj 

*  g.  \n.  A^g.  alla  dìchiaraz.,  i/t  mo- 
do indiciinte  ira,  collera,  o  stinilt. 

*  ^.   XX.  .  .  .  Cecch.   Stiav.  3.  agg.  5. 

*  §.  XXVI.  Agg.  in  fin.  ])a\'.  Acctts. 
SU.  \':\(\.  1£  l'clade,  e  la  famiglia,  e  le 
necessarie  cure  motto  mi  ammuoiscon  dì 
guardarci  (alla  sanitatle  ).   (C) 

f   §     XXXI Scn.   Bern.   l'ardi. 

corr.  Sen.  Ben.    Varch. 

*  GUARGUATTAGIO.  yidd.  Dicesi 
ad  Uomo  pojp'o  e  ntol  crealo,  farcii.  Lfz. 
Dant.  2.  9^.  D'  uno  che  sia  goQo  e  mal* 
creato,  non  si  dice,  noddo,  ignavo,  guar- 
gualtai^io?  (CJ 

•f  GUAR.\ACCA,  ec.  .  .  .  Bemb.  A- 
sol.  3.  agg.   200. 

t  GUAKNITO.  ...  rarch.  Stor.  i. 
IO-  corr.   2.   10.  —  Errore  di  Crusca. 

3  GUATO.  Togli  l'es.  Bocc.  nov.  !^3. 
6.  e  fanne  §.  come  segue;  e  dove  ha 
G.  /'.  12.53.  21.  corr.  C.  V.  12.  53.  2. 

^  %.  E  figitratam.  prr  La  gente  che  si 
sta  in  gitalo,  m  noce.  nov.  43.  6 •».  (C) 

^  §.  E  per  lo  Luogo  dell'  aguato.  G. 
V.  7.  102.  2.  Presono  il  Conte  della 
Marcia  con  altri  haroni  ec.  e  misonsì 
coDtra  '1  guaio.  (C) 

3  GUAZZO. 

§.  HI.  .  .  ,  Salv.  Spia.  st.  2.  3.  corr. 
Salf.  Spia.  2    3. 

*  §.  VI Bemb.  AsoL   2.   agg. 

114. 

t  3  GUERCIO.  Togli  l'es.  Ott.  Com. 
liif.  e  fanne  §.   così; 

'.'  g.  /:;  in  forza  di  sust.  n  Ott.  Com. 
In/.   7.    112.    ...   ».  (CJ 

GUERCISSIMO.  Correggi 

t*  GUEKCISSIMO.  Superi,  di  Guer- 
cio. Salvin.  Aiinot.  Bocc.  Com.  Dant. 
364-  Cicerone  (disse)  et  crai  perversis- 
simis  ocults ,  guerciasimo  .  (Cj 

t  GUERREGGIANTE Bemb. 

Asol.    2.   ag:;.    i52. 

*  r.UERRERO.  r.  GUERRIERO.  (Cj 
•f  GUERRIARE Albert,  agg. 

eap.  47. 

't'  GUERRIERE  ec. 

t  C-  ''^''  meta/,  agg.  Kemico.  Ed  agg. 
in  fin.  Btm.  ant.  Meo  Abbracciav.  2.  4- 
Mostra  ormai  laa  possanza  Facendo  tuo 
^uerrcr  conoscidore  (cioè,  il  tuo  nemico  ri- 
credente). (C)  C^r.  Eneid.  1.  (^t\....(FPj 

*  S-  li.  Togli  fjucsto  §.  e  porla  l'es. 
al  §.  antecedente,  come  ahhiamo  accen- 
nalo . 

t  GUIDERDONATO.  .  .  .  Bemb.  A- 
sol.   2.   agg.     i5j. 

t  3  GUISA. 

t   -»•   ^.   VI.   .  ,  .    S(th-in.  corr.   Salv. 

GUITTO 

t  §•  "*o5-  '"  ^°*  —  (l' edis.  citata  a 
l^g.  327.  legge  :  Egli  era  d*  animo  lan- 
lo  gretto  e  tanto  meschino  ,  che  usava 
due  (e  gli   pareva    una   hclla   sentenza) 


che  chiunque  non   ist.iva  a  hottega  ,   era 
ladro  ). 
GUSCIO. 

g.    Il T'ic.     Pav.    Ann.    2.    56- 

corr.  2.  36. 

f  5   GUSTARE. 

t  :;•  §.  VI.  .  .  .  Matt.  Franz.  Htm. 
buri.  agg.   2.    181. 

*  g.  VII.  Innanzi  a  Leop.  agg.  Car. 
leti,  1.  3lO.  E  benché  io  conoscessi  dal 
canto  di  lei,  che  la  grandezza  dell' uma- 
nità, e  della  gentilezza  sua  avesse  potuto 
dispensare  ogni  mia  indegnità  ,  ed  ahill- 
larnii  a  lulti  i  suoi  favori,  non  però  gli 
gustava  interamente  ec. 

*  GUSTEVOLMENTE.  Agg.  in  fine. 
Segner.  Self,  t'rinc.  illus.  1.  1.  Vero  è 
che  operano  tanto  gustevolmente,  tanto 
prufondumeule,  e  tanto  pacificamente,  che 
passa  per  linguaggio  già  ricevuto  tra'mi- 
stici,  che  non  operano.   (C) 

3  GUSTO.  Agg.  in  fin.  *  Red.  lett. 
2.  27.  { Fir.  1779)  I  Preti  sono  di  gu- 
sto delicato  e  ghioilo,   (C) 

•\'  §.  Gusto  t  vale  anche  Desiderio  di 
cibo.  Appetito.  Buon.  Tane.  3.  £.  Amor 
m'  ha  messo  'n  un  gran  pensatoio  Tal 
eh'  io  n'  ho  perso  *1  gusto  ,  e  1  lagora- 
re.  (Cj 

^  §.  Aver  un  gusto  matto  nel  far 
checchessia ,  vale  Aver  un  piacer  gran- 
dissimo  nel  far  checchessia.  Pros.  Fior. 
Salvin.  lett.  4-  I.  284-  CÌ  ho  avuto  un 
gusto  malto  a  veder  queslo  lazzo.  (Cj 

I   D 

-:-  IDIOTICO  .  Add.  Appartenente  a 
idiota.  Proprio  degli  idioti.  Snhin.  An- 
not.  Mar.  2.  3l8.  Alle  volle  da  queste 
maniere  idiolidie  e  volgiiri  si  trae  qual- 
che buona  immagine  ,  e  si  vengono  ad 
annobilire.  (CJ 

3  IDONEO  .  Togli  gli  es.  G.  /'.  e 
'?  Instr.    Cane,    e   fanne  §.    così  : 

^  g.  Agì^iunto  di  Mallevadore  ,  vale 
Solvente  ,   Che  ha  mezzi   per   sodisfare. 

u  G.  r.  8.  100.  I.  . . .  «.  (C) 

'^  §.  Idoneo ,  vale  anche  Che  ha  le 
qualità  richieste  dalla  legge.  Instr.  Cane. 
84.  .  .  .  fCj 

t  -:•  IDROPICARE  ....  Alleg.  agg. 
lo3.  e  ove  ha  dove  corr.  Dove 

t  3  IENA  ec. 

IERI . 

V   g,  i\'o/z  esser  più  d'  oggi,  0  di  ieri, 
dicesi  di  Persona  che  non  sia  più  giovi- 
ne.   Varch.  Suoc.   4-   5.  Sono  anzi  strac- 
co che    nò  ,  a  star   tanto    rilto  ;  che  non  ; 
son  più  d'  oggi,  o  di  ieri.  (C)  \ 

t  IGNOMIMOSO Bocc.  ieU. 

agg.  Pia.  Boss.  285.  e  dove  ha  cerca  corr.  | 
s' ingegna  j 

3  IGNORANTE.  Apg.  iu  fin.  *  Fir.  \ 
Disc.  lett.  3l5.  O  quelli  che  leggeranno  , 
saranno  inlelligenlì,  o  eglino  saranno  igno-  , 
ranti.   (Cj  1 

*  §    I-  Agg.  innanzi  a  (CJ  E  II-  l\0. 
Li  traditori  ec.  uccisono  le  guardie,  che  | 
erano  con  loro  alle  poste  ,  ignoranti  del  j 
tradimento. 

f  *  §.  II.  Agg.   in    fine.  Amhr,  Cof.  | 
5.  3.  Ne  so  se  quel  tristo  di  Panurghio 
M'  ha  menato  alla  mazza  ,  o  pure  erane 
Ignorante.    (Cj 

*  §■  AgS-  innanzi  a  (C)  Bern.  Ori. 
1.  25.  I.  Son  fatti  per  dar  pasto  agi'  i- 
gnoranti  .  Gal.  Sist.  272.  Noi  altri  Ita- 
liani ci  f.icciamo  spacciar  tutti  per  igno- 
ranti . 

't  IGNORANZA  ec. 

^  g.  Ignoranza,  si  dice  anche  delle  Pa- 
role, e  delle  Azioni  che  man  festano  man- 
canza di  sapere  .  fanh.  Lez.  Vani.  2. 
200.  Questa  è  una  delle  maggioii  o  gros- 
serie u  ignorarne  che  udire  si  possa.  (C) 


f  t?  IH.   .  .  .    Baldov.   Dr.    ag^    2.   <). 
IL.  Articolo. 

*  g.  V.  Agg.  io  fin.  Bfd.  lett.  2.  io3. 
Con  esso  potetti  riconfrontare  il  da  me 
osservalo.  (Cj 

*-\-  IL.    l^ronome  ec. 

•-;-  §.  IV.  Agg.  in  fin.  Bern.  Bim.  Ve- 
nite via,  il  mio  Messer  Francesco.  (C) 

ILLUDERE.  .  .  .  Segner.  7.  Princip. 
corr.   Segner.   Sett.   Princip. 

IMAGINATIVA.  .  .  .  But.  Purg.  17. 
corr.    17.   1. 

*  IMBEVIMENTO.  Agg.  in  fin.  Bel- 
Un.  Disc.  2.  66.  Questa  libbra  ti'  acqua 
mescolata  e  ripiena  d'  iiifiuili  sali  .  cioè 
d'infiniti  corpi,  che  prima  dell' imbevi- 
mento  loro  in  essa  nou  contenevansì,  per 
1*  aggiunta  di  tanta  mole  loro  non  rigon- 
fia  e  non   cresce.   (CJ 

IMBIOiSDJRE.  Aiig.  in  fin.  *  Frane. 
Barb.  Begg.  donn.  320.  La  madre  fé  lare 
un*  acqua  per  imbiondire,  ed  un'  altra  per 
occultare  ì  canuti.  (Cj 

IMBOSCARE. 

+  •?  g.  I.  .  .  .  Matt.  Franz,  nm.  buri. 
agg.   2.   186. 

IMBRATTARE. 

^  g.  In  provcrb.  Chi  toCCa  la  pece  s' 
imbratta  ,  o  si  sozza  ,  e  vale  Che  ntt 
conversare  con  alcuno  J"*  apprendono  e  si 
pigliano  le  sue  maniere  .    f  .    PECE  ,  §. 

ni.  (CJ 

IMBRATTATORE.  Agg^  in  fine.  * 
Borgh.  Disc.  Scrtv.  conlr.  3.  DÌ  che  ne 
nasce  ,  che  in  tanta  confuàionc  e  viluppi 
non  di  scrittori  ,  che  non  vo'  dar  loro 
queslo  nome  ,  ma  d"  imbrattatori  di  car- 
te ,  la  cosa  si  confonde  più  di  mano  in 
mano.  (C) 

f  IMBKIACARE. 

g.  II.  .  .  .  Bed.    Vip. 

3    IMBRIACO  .    Togli 
246.   e  fanne  g.   cosi  : 

*  g.     Vj,     detto    altrui 

«  Fir.  As.  246 ».    /  ardi.   Suoc.  4* 

6.  Se  lu  r  avessi  lasciata  a  lei,  non  l' 
avveniva  questo  ,  castronaccio  ,  bue  ,  ca- 
passone,  imbriaco  che  tu  se'.  (CJ 

IMBRIGARE. 

f  §.  I Gal.  Sist.  HO.  agg.   La 

qual  fattura  segue  puntualmente  nel  mo- 
do medesimo  ,  se 

f  IMBUCARE.  .  .  -  Gain.  Cap.  Tog. 
agg.  3.  l85.  e  dove  ha  quella  corr.  qual- 
che 

*  IMBURCHIATO.  Add.  da  Imbitr- 
chiare .  Pros.  Fior.  Borgh.  lett.  4-  4* 
283.  Non  mi  parve  fallo  a  ìmilazione  d' 
Omero  ec.  ma  copialo ,  o  come  dicono 
questi  fanciulli  alle  scuole  ,  imburchiato 
da  quello  d'  Omero.   (('J 

*  IMITATRICE Salvin.   agg. 

Disc. 

:;:  IMMAGINANZA  .  V.  A.  Immagi- 
nazione. Frane.  Barh.  Begg.  donn.  68. 
E  poi  secondo  buona  immaginanza.  Por- 
tasse dare  alla  buona  osservanza.  (Cj 

IMMEDIATE. 

*  g.  Vale  anche  Senza  mezzo.  Varch. 
Lez.  Dant.  1.  87.  Da  lui  solo  (DioJ  proce- 
dono senza  dubbio  alcuno  ,  o  immediale 
o  mediantemente,  luUe  le  bontà  e  tutte  le 
perfezioni.  (CJ 

i;?  IMMOLAZIONE..  ..Segner.  3fis- 
agg.   i^ersett.  20.  8. 

f   IMMOLLARE Pallad.  agg- 

Sett.  3. 

*  g.  E'  non  Si  può  pigliar  pesce  sen- 
za immollarsi,  prov.  che  vale  che  Chi 
vuole  acquistare ,  bisogna  che  s"  affati- 
chi.  V.  PESCE.  §.  Vili.  (CJ 

3   IMMORTALE. 

*  g.  Immortale,  vale  anche  Mortale 
nel  signiHc.  del  g.  lU.  Varch.  Stor.  i5. 
6o3.  E  reggendo  che  lo  starsi  egli  di 
mezxo  tra  lo  imperadore  e  U  Re  Ciulia- 


corr.  I.  20- 
r  es.  Fir.  As. 


per    ingiuria  . 


igoo 


I  M  M 


nissimo  ,  per  I*  odio  immoiiale  che  già 
tant'  jiini  cruilclissiiiianiL-iilc  aiilcva  tra 
questi  (lue  principi  e^.  ;  era  a  lui  OUH 
solo  unoievole  ,  ma  utile.  (C) 

t  IMMOllTALMENlE.  Al  v.  l^.  Ofe 
ha  dire,  die  corr.  dire,  dico  che  —  Er- 
rore (Il  Cru*'-3. 

t  *  IMOSCAPO.  .  .  .  Toc.  nis.  rorr. 
/Ja/Jui.    Voc.    Dis.  alla    V.   tOLO.N'NA. 

*  IMPACIKSZIA.  ...  Discipl.  Spir. 
rnrr.    Cai-dff.    Pix^ijil.   Spir. 

I  IMI'A(;LIAT0 P,il/ad   agg. 

I\'oìrmf'r.   7. 

:;:  IMPALPABILE.  /IdJ.  Clic  non  imo 
pi/p.irti.  /t,;l  Iftl.  a.  3l.  (  I  ir.  I779) 
Itidulli  in  polvere  impalpaliilc,  sì  tncllo- 
no  in  un  orinale.   {('} 

•:•  IMI'ALPABILISSI.MO  .  Superi,  d' 
Impitlp.ibilr.  Itid.  1,11.  2.  io.  ( l'ir.  i;7y) 
.Si  injcinaiii»  lungamente  nel  parfido  in 
modo  (Ile  vendano    iinpalpuliiliasimi    (C) 

f   IMPA.NCARIC Con'f.    iUiit. 

IMPARABISAI-.E. 

*  g.  E  neiilr.  pa.ts.  Siili:  Orns.  5. 
55.  Fruiva  r|uella  dolcezza  e  quel  giulii- 
I0  ,  die  sente  1'  anima  che  si  deifica,  e 
s'  imp.iradisa  alla  fine.   (CJ 

t  J    IMPAllAllE.   .  .  .  (a.!.  Ii'll.  a;g. 

35.  —  M-il  1'.  II.  Oi-e  Ita  s'  impediscono 
corr.  s*  impediscano 

t   V   g.   I Cose.  S.    Ilirn.    agg. 

f  §.   (V *    .l/.i((.    Franz,   riin. 

Imrl.  agg.   2.   II7. 

t  *   1.MPAS  lATORE r.eUiit. 

Disc.  II.   rorr.  Jìeilin.  Disc.  2.  4?- 

■j-   :'.'   IMI'ASTATUIIA /lellin. 

Disc.    II.   rorr.    fìcllin.    JJisc.  2.  25. 

IMI'EDIMKNTO. 

5r  g,  III.  Innanzi  a  Sc^'icr.  agg.  Dav. 
.'ìrì.tm.  27.  .Se  il  Papa  per  la  supplica  a* 
el.bc  conle/za  ,  e  vi.llc  e  polftlc  cn  la 
di>pcu4».  disinipediili ,  non  sono  più  im* 
pediincnii . 

l>lia;r,.\AI'.F..   Agj.in  fin.  *//;•.  /.iv;. 

1.  2.  llivolgili  Al  lianco  ile'  saMiioni  ,  e 
«juivi  impegnali  A'cnlirin(|ue    fiorini.   (Cj 

I  §.  I.  Ajig.  io  fin.  *  Slor.  Kur.-jl^. 
E  di  tanto  seri  are  gli  impegnava  la  fede 
sua.  iCj 

§.   II.  Agg.  in  fin.  *   Cor.  Utt.  ima. 

2.  256.  Essendo  le  cose  nel  termine  che 
sono  ,  e  Sua  Eccellenxa  oliLligata  e  im- 
pegnala della  parola,  e  provvi.,ionala  co- 
ni' i ,  non  veggo  come  se  ne  possa  difen- 
dcfe.  jC) 

3  i.mi'E.nethabii-e. 

't  S-   '•   Togli   in  fin.  (.-1) 

3    IMPENNAIIE. 

S-    I.   .  .  -    l'ctr.  son.   corr.  w  Pitr.  son, 

t*  S-  V.   .  .  .    /(e</.  Idi.  ISA-  '•  3o8. 

*  IMPE.\SABILE  .  .■/.//.  (■//.■  (10(1  si 
può  prnsnrc.  /'tirili,  l.pz.  Daiit.  I.5oi. 
Dopo  questa  impeii^nliile  non  che  indici- 
bile sostanza  rliiumata  Dio  ,  poneva  Pla- 
tone ec.    (C) 

1-   IMPElìUI-E.    .  .  .    L'ili 
t    IMPEItlALMEME  .    . 
ag«.   2i 

a   l.MPlASmO. 

t   R.   111.   ...    A'  allroi'C!  corr.  /.  .300 

IMI'ICI.IMIE. 

*  S'     'V.     Ags, 
Op.  ruor,    I.    1J7. 
inj   uuluia    Aitli>ci.> 
niaui  pgi.  ((') 

«   IMPLICATO 

*  ;'.    imptnato  , 


aes- 


3;. 

Vrb. 


in  fine  .  Phit.  A<lr. 
X."  uomo  di  fifvu!ii>t- 
d*  ìnipigti.ir    gli   gran 


ntzgiitnto  iti  nnluia  , 
0  stmile  .  \-nlf  Irrttoluto  ,  /\-rplc<so  . 
Onice.  St'^r.  16.  81.  tirila  qu^l  nuliiia 
ini|ilicjta  ,  o  moil>>  ronfaio  ili  prucrtiiTc, 
lakcijiidoki  ipctko  liuiiorUrc  (Ut  niini>trì, 
parcx.i  più  [«'l'klu  iiicqjIo  i1<i  loro,  elio 
cun^■}ttiJlu.   (I'} 

UII'OI.TIIO.MIIE. 


I  M  P 

§.  . .  .  t  *  /?--'/■  /.<•/^  ags    2.  266. 
•f  1  IMPOVKIUHE. 

^    %.    I.   .  .    /Serti,   rini.   agg.    ].   5a. 

:::    IMPUEZIABILE Cavale. 

Spi'cch.    Cro'-.    |f).   a^;j.    ( I  ar.    Lez.) 
•f   ^^   IMIMUMA   CHE  ....   /Irrigh. 

agiS-  ^6> 

*  IMPKODOTTO.  ÀJ'l.  i\*o/i  pro- 
dotto. Segéi.  Jùic.  1.  iji.  E  pcrrlic  nel 
produrre,  cumc  ne  jncuia  io  ne^^un'al- 
trj  cjusa  »i  dà  il  prurrì.so  in  infìiiilu  , 
perù  a  Pi  su  priiiiu  pruducL-iilc  e  impru- 
duUu  >i  cuiivicu  riduirc  ojjui  pruduiio* 
ne.  (CP) 

t  IMPROPRIETÀ'  ce.  A^g.  in  fin.  * 
Sali  in.  Pros.  Tose.  3f)G.  Per  i»mkid<Ta- 
to  t\ciio  di  novità  illlrudu^^c^o  irj>ldti 
arditi  ,  senza  estere  da  atruiia  cnotola* 
ziune  nioililìcali  :  tmiiropritrlà  «li  vuci»  ar- 
gutezze riccicate,  fredde  talura ,  e  ridi- 
cole.  (O        • 

t  IMl'ROVEDENZA  ec.  .  .  .  E  2J)'|. 
corr.  *  /ì"  2q'\-  e  iiMiauzi  a  Dut.  Po- 
ni (C) 

t  IMPUOVVEUUTO.  ....  Urb. 
agg.  3l. 

IMPROVVISO,   /tiferò. 

g.  Agg.  in  fin.  #  Lnsc.  rìni.  2.  253. 
Come  voi  nel  comporre  ba  Ituona  vena; 
Dice  improvvido ,  e  giuucula  di  schie- 
na. (Cf 

IMPUDICO. 

V  j.  /mpiiilicop  V  anchf  aggiunto  thl  di- 
to che  slatta  i'  indice  e  i'  ttHttfiirCf  ditto 
allrimenti  Mt'dio  .  Lat.  inipndirtit  ,  in- 
faniii.  Intperf  anat.  I19.  Il  teizo  (dttt) 
più  Iiin^o  di  liilli  t  meilio  si  rliiama  ,  e 
dai   medili  si  dice  impudico.  (C) 

t   IMPULITO.    .  .  .    l'iirch.    Stor.    II. 

f  IMI'UIUTA  re.  AgH-  in  fin.  ;'.:  Hi- 
cett.  Fior.  22.  Dt'I.l.on>i  lawrc,  e  licllare 
ce.  se  ec.  nim  l'osse  n atur-dmcotc  lauto 
pura  ,  rlic  mancasse  d^  ogni  Ìcu[>urità  da 
separarsele.  (t'J 

1  N 

f   INABILtTA'  ce.  Arr.   Incapncità s 

*  g.  /itafn/itn,  è  anche  term.  legale , 
e  vaie  Mancanza  delie  ffiin/ità  volute  dui' 
la  le gs' per  fare  una  cosa,  f'arch.  Stor. 
12.  ^60.  Fecero  una  provvisione  rr.  nel- 
la quale  co.  lo  rrearouo  della  Balia,  e  al>i- 
litavano  Sua  Eccellcnia,  eli*  Ella  potrskc, 
non  ostante  ([u.dunqne  inaltilità,  esercita- 
re tulli  }■'>  "Ificii.  (Ct 

I.NACERBlia:.  .  .  .  P'ilav.  Stor.  Conc. 

r.  4^3.  corr-    P'Has'.   Stor.    Cono.  z.  l^t^'S. 

■f   3    I.NACUriRE Calti,    far. 

*  IWANTIRR,  eINNANTlllE.  /'.  .7. 
Avanzare,  ÌCsnìtitre.  Rim.  ant.  Ser  fa- 
ce Notaio,  z.  4l2-  Per  vostro  pregio  ne- 
scoro  e  inanlirc  Senza  riprisa  d'  alcun 
falso  errore.  (Cj 

'•^  §•  F  '"  tignile,  nentr.  pass.  fe/l* 
za  la  p.ivticella  Si  espressa»  Oivenire  or- 
goglioso ,    lUontare    in    superbia  .     t.iiitt. 

I  nm.  1.  17^.   E   por  la  grande  aliena  u%e 

I    li   mise,    Innaiiln    sì,   tlie     1   piagar  quasi 

,   a  morte.  (C) 

I  t  INAPPA.N.NABILF..  .  .  Bellin.  OcqI. 
a^g.    20. 

Jje  l>AP.ninE.  Rendere  ardito.  Hoh. 
ant.    t.uid.    Ouinir.    J.    SlJ      >'el    lempo 

I  avverto  uoin  «le*  prender  conforlo,  I-,  cun 
hanrlieiia  inardii-  lo  *uo  core.  (('/ 

I        «   l.NAVANZAUK,    «     I.N.NWANZA- 

I  UE  .  /.  A.  A%uin:,ite  ,  F.rr  m.ii;>'"«nf  , 
Inah.ire.  Him.  ant.  Ciiid.  dalle  t'olonue 
I.  193.  UlJiidiruie  ton  %lato  lulìavia.  Ed 
ho  servito  adesso  ci'ii  li-ania  Alla  sovrana 
di  conoM-iuieiilo.  Quella  i  he  lo  mio  cove 
diklrin^ia  ,  Ed  ora  n  goda  d*  amor  me 
ìnaiQu»    /'■'  liiu4iÌJ.  •/'  À'jnm.  1.  2\!\    V. 


I  N  A 

tanto  la  iaavania  lo  ogni  guisa  suo  pre. 
gio  ed  onore  Siccome  dee  a  tuli' ore 
Laudar  Leo  per  migliore  Secondo  diiit- 
tura  Di  lei  vorria  litiagfEer  m>gttorani4  . 
A*  /Juontìg.  Urlile.  1.  ^8^.  E  non  è  al- 
cun parag(^io  Clic  air  ubidir  si  possi  as- 
sìniiglìare  Perù  che  fa  1*  uom  fin  piegio 
ari|ui»lare  ,  E  inoav.insare  ,  e  n*  aiceude 
onoranza,  E  ricca  nominanta.  (Cj 

*  §.  /ù  neutr,  pass.  Avanzarsi,  far- 
si maggiore.  Crescere.  Ouitt.  liim.  z. 
3l.  ]^Ij  sempre  s*  inavanza  il  fero  orgo* 
glio .  Hitn.  ant.  Odo  delle  Colonne.  I. 
ìijC)  Ed  io,  com*  aura  io  bilaosa.  Vi  son 
le^Ie,  Sovrana,  Fiore  d'  ogni  Cristiana  Per 
CUI  Ii>  mìo  core  s*  inavanu.  (Cj 

*  INAURAI. E. 
*[;....   7ì«cc//.  agg.  Ap. 

t  *  li\C ACARE Meaz.  Sat.  agg. 

11.  Al  i'.  3.  ox-e  Ita  sponda  corr    sponde? 

INCAMICIARE #  Bellin.  Disc 

l3.   corr.   •}-*    P:-llia.   Pise.   3.    l5o. 

•y*   liN<:A.NCIIErARE  ec. 

f  fi.  Air  es.  r.roiiz.  limi.  buri.  agg. 
2.  2.')8  ed  allegalo  eosì  :  Guarisce  certo 
strane  malattie  Che  non  avrebl>un  rime- 
dio nessuno  :  Per  modo  sono  iocaDcbcri- 
te  e  rie. 

3    INCAPAItE. 

^  S'  ^-  ^SS-  innanzi  a  (C)  f'arch. 
f'rrol.  102-  A  uno  clie  sia  incapato  una 
qualche  cosa ,  e  quanto  più  si  cerca  di 
.'ig.innarlo,  tanto  più  v'ingrossa  su,  e  ri- 
sponde  di  voler  fare  e  dire  ,  s'  tua  :  egli 
è  entralo  nel  gigante. 

l.NCAPi'ELLAKE. 

S.  —  t  *  />•  ^""-  «SS-  4«-  ^ 

dove  ha  Quei  corr.  Quel  £  dove  ha  o- 
gnora  corr.  i>giii  ore 

*  l.NCAKNATORE  .  T'trhal.  masc 
Che  ,  0  Chi  incarna  ,  o  prende  carne  . 
fimi.  ant.  Irate  Aai;elo  da  Camerino  . 
2-  S;*)-  ni  tua  vergittilà  Un  dolci  ranii, 
Vcrcliè  se*  madre  di  cui  tu  se' figlia  ;  £ 
questa  maraviglia  Kc  la  potenza  dtillo  io- 
carn.ilorc.   (C/ 

*  I.NCASTO.  Add.  JnipMdicoj  contra- 
rio di  Casto .  Tes.  Jir.  6.  39.  V  uomo 
incaito  non  si  puole  giammai  correggere, 
che  la  virtù  non  ha  j'otenza  uella  malizia 
troppo  usata.  (C) 

IMIAVALCVTL'RA  Agg.  in  fine  #  5r- 
gner.  Crisi,  ins^r.  3.  ì6.  8.  L' incaval- 
catura de*  conti  fa  dimenticar  di  mollo, 
fino  a*  compulisti  accurati:  pensate  se  a* 
non  curanti.  fC) 

*  I.NCEWnlAUE  .  Appiccar  il  fuoco 
ad  una  ccta.  (t'j 

»  INCENDIAI  ORE.  l'erbai,  masc.  da 
Incendiare    (C) 

i.-  I.NCI..?(UI\TRICK  .  I  erbai.  Jemni. 
d'  In  endiatoir  ,  Ji/iMi.  Vodagr.  19.  O 
del  corso  impcditrice  ,  De*  talloni  «urlo- 
I  Mirice  .  lU-lii'  piante  de'  piedi  iorcodia- 
trirc    (C) 

fl.NCERTfZZA.  ..     ned    leu.  OJ* 

•B8    ^1- 

3    INCETTA. 

f   1."=    g     II.    ...  Daldov.    l/ratnm.   ajg 

I.liCFTTAIlE.  Agg.  in  fine.  *  Putui. 
I''ier.  à.  5  2.'i  Vanne  olire  aitli  Appen- 
nini: lìcui  e  Uanulii  passa:  £  Jossi  in* 
retta  ,  e   vai  e  til>rllinì.  (Cj 

'f  l.\  CHIOCCA.  .  .  .  l-'mr,!,  fi,m. 
Inni.   agi;.  1 .    3i. 

INCIAMPO  Al.-'i  'oxt  ht  inciampi, 
«?X.  ileiil' inloppi 

l.\  CIUCA  .  .11  1.  !{■  IH»  A»  ioritr»  . 
torr.  in  rirra  E.l  agg.  in  fine.  <»  S»ff. 
nit.  fsp.  26  11  Cllinilio  »r  argento  ec. 
vaia  il*  altcìia  in  circa  A'  un  liracrio  ,  e 
un  quarto.  I  ni.  Coli.  iì.  I  quali  p«tti 
rosi  «liceali  <li  lungheul  lr«  quarti  <ii 
liraccio  r  uno  ,  o  10  cilc»  ,  egli  clliama 
talee     (O 


1  N  C 


I  N  B 


I  N  F 


1901 


ft  INCIVILITA".  V.  A.  Maacansa  rfi 
c>..,/M  j  /«.■.'./(.i.  C«r.  '">■  2-  4;i-  I-? 
sofi>lcr,»,  e  U  incivilirà  >li  .liusl  «omo  e 
vtuiilJ  a  sliimaro  allj  genie,   (l) 

+  a  li\ClVlLT.\'  «.  AlK-ganc  OS.  .^ 
/;oi»A.  Disc.  Sìth-.  conlr.  12.  E  .osi  la  gli 
ffiV-Ui  suoi  la  suiicil'ia  ,  la  scorlesia  ,  la 
iacivillà,  le  quali  liisosoa  soffocare,  e 
nOD  lasciar  |iarlarc.  (C) 

t  *  I.NCODAIIUITO.  .  .  .  T<ic.  Dai/. 
aec-  filiti.  6.  12^. 

I.NCOGITABILE.  .  .  .  Sciti.  Ctaustr. 
pag.   12.  corr.  .V<j/.   Cliu'Slr.  429. 

J   INCOGLIERE  re. 

§.  11.  ...  Tac.  Dm:  Ann.  l5o.  corr. 
T,K.    Dai:   Ann.    J2.    l5o. 

iNCOr.Niro. 

*  ^;.  II.  Al  V.  4'  oveha'mco^rìMo  tigg-  1 

liei  iiiù  licllo  „.        n        ' 

t  INCOLLORIliE.  Aires.   7...-.  Dai:  ■ 
a-g    ,/,>,!.   2.  5l.  rrf  n/Ayo/o  i-osh  Incoi-  ] 
lonvasi  .le'  mosaggi  cl.c  nianil  .va  ora  per 
ora  risone  a  S|.iare,  coiiii:  e^li  stesse, 
•f  INCOLTO.   Coli'  O   slietlo.  \ 

%.   Ags     in   fine.   *    ('.ir.    A"-  ^.  933.  | 
Avea  la  l.ail>a   Lunga,  le  chiome  incoile, 
indosso  un   nianlo  liicu.ilo  ila  spini.  U)  j 

a.  *  l^CO>lBUjTO.  ...  ISiii-  i'>"' 
agg.   1.    216. 

*   ISlOME.NZA.    /.   A.   Incomincia.  | 
mento.  Bini.  ani.  Cione  /lagtione.  ì.5ol. 
Cile  cosa    clic   non   bare  in    se    ragione  , 
Sua    fine    non   è  Imou,  ne   la   'neomen- 
ia. (C)  ,     ,    1  • 

■^  I.NCOJIINCIAGLIA.  Corr.  la  dicliia- 
vaz.  cosi  :  /'.  .-/.  Incoininiianiento.  Eil  a;.;g. 
in  fine.  *  fimi.  «ni.  l'itr.  delle  1  ig/ic 
I.  48.  A  si  .Illa  incominciaglia  Amore  m' 
ha  onoralo  ili  venire  l'cicbc  più  acnuislo 
che  non  lio  merlalo.  (C) 

J  INCO.NTHO.  -Viiil.  Togli  l'cs.  Buon 
Fitr.   e  laune  g.  cosi: 

*  §.  Incontro,  diccsi  anche  dell'  Azio- 
ne dell'  incontrare  alcuno  per  onorarlo  . 
«  Jliion.  lier.  3.  5.  4  Si  mendiclie  e 
si  sraunle  .Si  senlon  le  gaizcUe  anilaic  in 
\olta  ,  Slutiiose  in  raccontar  lauti  lian- 
chcUi,  Solenni  inconlii,  e  i[uantc  cMiet- 
y'i  a  sei  Garrone.  (C) 

if  %.  II.  Per  Scontro  agg.,  Combatti- 
mento. 

J    I^•COnON^BE       Fardi.    Slor.     I. 
26.  corr.  2.  26.  —  Errore  ili  Crusca, 
t  INCORPORARE. 

f  3  §.  VI don.  Ulorcll.  agg  236. 

IN'CORPOr.ATO. 

gli Horgli.  l'ìcr.  rorr.Sorgli.Fies. 

V  IKCOnPOKATUlCE.  I  ertiat.  feni. 
Che  incorpora  ,  ossia  riceve  cliecchessia 
deatro  la  propria  snst-insa.  l'ardi.  Lez. 
Dant.  1.  481.  Diafana,  cioè  ricevitrice 
ed  incorporatricc  del  sole.  (C) 

•j-  INCUBO.  Al  V.  9  ove  ha  Cm'alc. 
corr.  *  Cabale  ed  agg.  in  fin.  (I  ) 

t  INCURABILE.  Asig.  in  fin.  *  l.uicc. 
Slor.  2.  112.  Piaghe  incuraliili  e  cou  do- 
lori intensissimi  nelle  giunlure.  (C) 

*  I.NCURARE  .  7'.  A.  yeutr.  pass. 
Dar  pensiero,  Rim.nnt.  Gallo  Pisano.  I. 
451.  Lo  vostro  amor  m'  incura  Di  vano 
amor  m'  ha  mondo  .  E  son  più  fermo  e 
saggio  Poiché  niiii  in  voi  cura.  (C) 

\  f  INDEFIMTUUINE.  .  ..  Saluin. 
Piotili,  agg.  23l.  e  rfoi'e  ha  in  se  stesso 
agi^.  l'ermo  , 

t  *  INDESCRIVIBILMENTE  .... 
Bellin.  Disc.  11.  corr.  Ilellin.  Disc  2. 
340.  t  ove  ha  una  tensione  corr.  un*  al. 
leDzione 

t  *  INDESTINARE  ....  Bcnib.  A- 
sol.  agj;.  142. 

t  INDISIARE Bemb    Asol.    I. 

agg.  70. 

*  INDIVINANZ.V.  F  .4.  Indovina- 
meato.  Riin.  ant.  lar  Pngliesi.  «  2''3. 
Le  loro  parole   son  viva  lanza.  Che  li  cori 


vanno  |rangcndo,  E  dicendo  per  mala  in- 
diviiianta.  (l'I 

INOIVI.^IBILE. 

:S  §.  Apg.  in  fine .  Cai.  Piai.  mot. 
409.  Uno  indivisil.iìe  ,  aggiunto  a  un  al. 
t,"u  indivisibile,  non  pro.luce  cosa  divisi 

lille.  (O  „  u 

f   INDOLE.    .  .  .    Agn.   Pnnil.   agg.  2». 

e  do.  e  ha  Vedesi  corr.   Vedonsi 

f  INDUBITABILE Hed.  lett. 

Occh.   apg    q. 

:;:  INUUf;lANZA.  f.  A.  Indugio  flim. 
ani.  Inc.  rf.i  Lentino  1.  25\.  Chi  soffre, 
s"omliia  e  vince  ogni  indugiania  IC) 
"t  INDUBITATI).  .  .  .  Urli.  agg.  24. 
INDULGENTE  .  Agg.  in  fine-  *  *- 
gner.  Pred.  3o.  2.  Il  mondo  cosi  indul- 
gerne asseconda  ogni  vostra  liLinia.   ((.)   1 

t  INDUSTRIOSAMICNTE.  Uib.  agg. 
25.  e  do,e  ha:   |.iiii.ipio  .'gg-  e  fine  j 

I       *   INEFFICACIS.SIMO     Superi,  if  In-  , 
'  elKcace.    l  .neh.    l.ez.    Dant-  I.  -61    Qiie- 
I  sta  (la  terra)  è  ineffic.icissima  ed   mei- 
!  tissima   a  operare.  (C) 

J    I.NESERCITABILE Pallav.  | 

a'.;g.    Star.    Cane. 
"  IN   ESTREMO    Ag?    in  fio.  (F)  | 

*  INESTRICABILMENTE.  Agg.  io 
fine,  lardi.  Star.  11.  3rt7.  Erano  dal 
fjn"o  e  dalla  mota  del  l'osso  iueslricaliil- 
menle  inviluppali.  (C) 

+  INETTO Corgh.   Orig.    l- ir. 

agg.  .58. 
J  INFAME. 

*  §.  II.  Agg.  innanzi  a  CO  E  Ammt. 
4.  1.  Caro  pretzo  a  chi  '1  diede,  a  chi 
il  riceve   Prezzo   inutile  e  inlame. 

:t:  INFAN  rA.  Fcinni.  d'  /tifante.  Tac. 
Dm:  Ann.  iG  22S.  E^Ii  la  lodo  in  ria- 
gbicra  dell'  essere  stala  bella,  madre  del- 
la divina  inl'anla,  e  da  altre  fortune  in- 
vece  di  virtù.  (Cj 

J  INFELICE.  Togli  l'cs.  *  Car.  E- 
iieid.  e  fanne  §.  così: 

*  §,  Infelice  ,  si  usa  talora  anche  in 
f:,rza  d' interiezione  di  dolore.  Car.  Encid 
6.  776    ...IO 

*  g.  Infelice  ,  dicesi  anche  di  Perso- 
na, o  di  Cosa  che  non  riesce  bene  nel  suo 
genere.  Pros.  Fior.  Salvia,  lett.  \.  2. 
274.  Uno  finisce  troppo  le  parli  a  una  a 
una,   e  poi  nel  tutto  e  nell' insieme  è  ìn- 

I  felice.  iCì 

I        'f  I.NFELICIT.V  ec.   ...    Gire.    Celi. 
I.  33.   corr.   1.  3l- 

f  «  INFELTRATO.  ...  Matt.  Franz. 
P.im.  buri.   asg.  2.  l58. 
J   INFERNALE. 

*  s;.  I.  Poni  l'cs.   Hern.   Ori.   Ira   le  ; 
virgolette. 

*  INFl'.UO.  ..  ■  Car.  agg.    En.  | 
•(•  INFESTATORE.  ...  Cose.  S.  Bern.  ' 

"Infido.   Agg.  in   fin.  *    /ìnon.   Fier. 
5.  2.  2,  San    dagli  obblij;lii   amichi  scior-  j 
re  il  nodo  ,  Rimettendo  in  buon  di  quei  1 
che  forzati  Cederò  il  loro  a  decoltori  in- 
fidi. (C)  _  , 

:;:  ì!iFl}iG\nUO  Susi.  Animale  qua- 
drupede,   r.  TATUSA.  (C) 

•f    INFIORARE. 

i^i  g,  IV.  Al  V.  4-  ove  ha  ».  Bui  corr. 
lìut.  e  al   V    6.  ove  ha   iB)  corr    ...  (/!) 

I  *  INFISIMIRE.  .  .     Bellin.   Bucck. 

agg.  87. 

%  INFLAGIONE,  e  I.NFLAZIONE  . 
F.  /i.  Conf  amento  ,  Enfiagione.  Cr.  5. 
3.  3.  Generano  (le  nocciuole )  inllagiooe 
nel  corpo  ,  massimamente  se  con  la  cor- 
teccia ovvero  roccia  dentro  si  man-jia- 
no.  (C) 

i?  %.  E  fisiiralam.    Fu     SS     Pad    1 
187-  Acciocché  vedendosi  cosi  privato  del- 
la compagnia  de'  santi,  la  ìnllazione  della 
sua  mente  cessasse.  (C) 

t   INFOI'.CATURA    Agg.   quella  par. 


te  del  corpo  umano  dove  Jinisee  il  busto 
e  cftuini^iiio  le  cosce  i    Forcata, 

f  :S  |NFRESC\RE.  ..  .  .U.  Bia.  rim. 
buri.  a-g.   I.  203 

INFRIGIDARE.  Al  v.  3.  ove  ha  Ir. 
Gioid.  corr.  «  Fr.  Giord.  e  dove  ha  :'f 
J'atlad.  coir    (I  )    t'allad 

INFRUTTUOSAMENTE.  Agg.  in  fin. 

Sannal.    Arcad     pros    7.   lofino    i|ui 


dell 


tua   adolescenza  hai  tra 


semplici  e    boscherecci    campi  di   pastori 
infiulluosameiilc  dispcsi.  (C) 
1NFU.'<I0NE. 

*  g.  I.  Al  V.  3.  Ole  h.i  nella  corr.  ne 

la  Errore   di    Crusca  fio  dalla  prima 

impressione. 

•f   INGAGGIVRE. 
t  §     II    Togli  in  fiu.  (1) 
f   INGANNA.NTE.  .  .  .    Urb    agg.   II. 
INGANNESE.   Al  v.    12.    ove    ha    S. 
Beta    corr.   -f  S.    Bern. 
I.NGEGNARE. 

*  §     Ingegnai,   vale  anche  Inganna, 
re  ,  ma  in  questo  senso  è  /'.  A.   Gititi. 

\ritn.   I.    17.    Peggio    che    guerra    Amor, 

j  uomo   le   lauda     Tal     perchì:    lorle   bailo 

f ingegnato   tanto,  Ch'   elio    le    crede  Dio 

po'sscple  e  sanlo  ,  E    tal  però  ,  eh'  altrui 

ne  'ngcgua  e  frauda    E  |34    AhlDeo,  ch« 

I  faUo    nomo    Per    iugegnare  1'  uomo  Che 

I  r  ell'etlo  di   lui  crede  amoroso  I    E  2.  70. 

Or  non  vo"  dir  ,  eh'  eo  sia  saggia  nenie  ! 

Ma,  quale  son,  non  mipuoilngegnare.  (C) 

INGEGNO. 

:;=  §  III  Agg.  in  fin,  ToJ.  UfCom.  100 
A  noi  fa  di  bisogno  il'  uomo  mansueto  , 
d'  ingegno  facile  e  pieghevole  .  Salv. 
Graiich.  2.  2.  Egli  lo  leme  ancor  si,  td 
è  d'ingegno,  coni' io  dissi,  tanto  Rispet- 
toso e 'rimesso  che  trovandosi  Collo  in 
si  gran  fallo  ec.  vi  si  geltei'a  Subitamen- 
le  a'  piedi.    ^Cì 

f  INGENERATO    .  ■  .  Urb.  agg.  2». 
INGENITO  . 

*  §.  Fate  anche  Non  generato.  I  ar--». 
le:,  nani.  I.  324.  Conrlosiachè  il  Pa- 
dre Ha  ingenilo,  ed  il  figliuolo  generali- 
d.d  Padre,  e  lo  Spirito  Sanlo  non  inge- 
nilo ne  generato.  (Cj 

a.   INGESSARE Paltad.    agj 

Oli.   21. 

INGES.SATO.  .  .  .  Serd.   Star.  7.  232. 
corr.  6.  232. 
f  INGIURU. 

S.  11.  Agg.  in  fine.  *  Bcd.  Ins.  99. 
Egli  è  però  vero,  che  alle  volte  in  qual- 
che gallozzola  ec.  io  vi  ho  trovo  alcun 
ragnaloluccio  ,  il  quale  ec.  si  è  per  av- 
vc'ilura  intanato  nel  suo  foro  per  ripa- 
rarsi dalle  ingiurie  della  stagione.  (C) 
•f  INGOFFO.  ..  .  Palaff:  corr.   /'<i- 

I    ^  ISOOMBERARE  ec T.ib.  3f.  corr, 

1  Eh:    .V.  Ed  agg.   in  fin.  *  Segaer.  Fred. 
I  2).  5.  Ha   tutta  1'  Asii  orribilmente  10- 
gombrala  d'  armi.  (C) 

INGOKDO.   Aijj,    in  fin.  *   Tass.  A- 
ntint.   4.    1.   Allora  Più  ingordo  ineonlro 
•  ci  mi  veniva.  (Cj 

I  *  §.  Per  Eccessivo.  Vav.  Graz.  I.en, 
ddib.  l5o.  Ecco  le  spese  ingorde  the  fu- 
1  ron  passate  si  subito.  IC) 
I  f  INGRAZIAHE.  Al  v.  4.  ove  ha  Agn. 
\  Pnnd.  corr.  :>  .'.?'!.  /'<""'•  d  »S8  '" 
fine,  fi') 

t  5    INGRAZIATO, 
i   g.   111.  .    .  .   Fr.   Ine.    T    635.    H. 
corr.  6.  35.  14.  ,,       ,  , 

*  INGRESSO.  Add.  Al  '.  3.  ove  ha 
nella   morte  ,  corr.  m'  è  la   morie  , 

f   INGROGNARE Lasc.    hini. 

"^5.  i'  /^IMMAGINATO Bellin. 

Pi'sc.    II.    corr.    Bellin.   Disc.   2.    266. 

+  IN   INFINITO.   Agg.  alla  dichiarai. 
Senza   misura  ,    Senza    limite  .  e  si  dice 


Jt)02 


I  ^ 


soprattiillo  iti  a/ttine  cose  alle  quali  si 
può  sempre  aggins,nere  conte  il  tempo  , 
lo  spazio,  r estensione,  e  ti  numero. 

3  INIQUITÀ'  ec.  Tugli  V  cs.  Bocc. 
f'it.    Dani,  e  fjiine  §.  così: 

^  §■  Iniquità,  talora  vale  Azione  ini- 
qua. «  Tiotc.    I  II.    Dani.   220.   ...»».  (C) 

f  INIZIALE.   AdJ. 

té-  %.  Apfj,  innanzi  a  (C)  E  Annoi.  Mitr. 
2.  3G8.  Dalle  It-ttcre  singole  ,  iniziali , 
[iicGi^c  di  soucllu  si  scorge  essere  dì  quel 
Vadre  Pastorini,  che  ec.  J'^  Annoi.  Buon. 
ì'ier.  1.  I.  2.  Le  alilireviature  lurono 
(Ielle  parole  correlili  ,  e  di  formula  ,  le 
quali  si  fanno  a  mente  :  siccome  le  let- 
Irrc  iniziali  di  qualche  voce  ^  che  si  di- 
ceauo   siglae  ec. 

•t*  *  INLAGARE.  .  .  .  Bemlt.  Asol. 
2.  agg.   loc). 

INNACQUARE  ec. 

t  *§.  HI But.  agg.  Purg.  21.  I. 

••:■  INNAMARE.  Da  amo.  Pigliar  col- 
l'amo,  Giitit.  rim.  I.  86.  Valor  e  quel, 
rlie  core  ail  amor  chiama  ,  Prcnile  ,  lac- 
I  la,  ed  innama  (qui  ftguralam.  ).  (C) 

-j-  *  INNAJVTi  ce Bttrch.  son. 

"SS-  3.  25. 

*  INNA.NZARE.  y.  A.  Accrescere, 
Far  maggiore.  Avanzare.  Ilim.  ani.  Pan- 
miccio  (lai  Bagno.  1.  3:^2.  Che  <|uanlo  ha 
più,  voler  d'aver   |iiù  iDuanza.  iCj 

'.'  §.  E  in  signijlc.  neutr.  Bun.  ant, 
Pannuccio  dal  Da-^no.  I.  3:^2.  Che  cia- 
scun giorno  innanza  £  monta  io  più  vo- 
ler d'  uoni  natura.   (C) 

t  3  INNANZI  .  Susi.  Allegane  es.  * 
Sahin.  l'ros.  Tose.  1.  335.  Ora  quan- 
tunque il  mostrare  a  i^gtii  insegnare  con- 
veuf^a,  luUaMa  ili  qu-'Uo  inscenare  è  più 
[■ropiio,  the  ricerca  1'  attuale  operazione 
ilei  maestro  che  al  discente  serva  d'  in* 
lun^i.    (C) 

*  INNAVANZARE  .  7'.  INAVANZA- 
RE. (C) 

t  3   INNESTO  .    Sust Pallad. 

"g«-   E':f'i>    36. 

ìNNORARE. 

•f  §.  .  .  .  Br.  Ette.  agg.  24. 

1NN0RAT0. 

•f   §.   . .  .    Br.  Ette.   agg.  4. 

:;;  INOIMATO  .  Add.  da  J  nodi  are  . 
Rim.  ant.  Monte  Amhea  da  Firenze.  2. 
39.  Chi  sciocco  y  chi  iuodiato  sempre  vi- 
TC.   (C) 

*  INORGANICO  .  Add.  Dicesi  de' 
corpi  che  non  sono  organizzati  ,  e  che 
non  possono  aumentarsi  che  per  soprap- 
posizione  ,  come  i  mincnth.  (C) 

*  g.  Potenza  organica,  si  dice  Quel- 
la che  nelle  sue  azioni  non  ha  bisogno 
degli  organi.  Farcii.  Lez.  iS^-  Alcune 
(  potenze  J  si  chiamano  e  sono  inorgani- 
che, e  queste  sonu  tulle  quelle,  lu  quali 
nelle  loro  opriaiioni  non  hanno  Itisogoo 
d'alcuno   stiunit-nlo   corporale.    (Cj 

f  IN  QUANTO  CHE.  .  .  .  Urh.  agg. 
34.  e  ove  legge  il  vostro  parere  corr.  il 
piacer  vostro 

INRIOAIO.  .  .  .  l'it.  SS.  Pad.  l.  53. 
coir.    1.  83. 

INSALATA. 

*  §.  Voler  mettere  in  tutte  le  insn- 
late  della  sua  erba  ,  modo  proverb.  che 
importa  l'ole  re  entrare  in  tutte  le  cose, 
eziandio  in  quelle  che  non  ci  spettano  ,  o 
non  sappiamo.  Pros.  Fior.  Borgh.  leti. 
4*  4-  ^^9'  '^  ^'  ^'^*'  *''  ^^  Dante  ,  se 
quel  Ruscello  Dc  avesse  falli  stampare 
(  poiché  egli  hd  vululo  meltero  in  tutte 
le  iusalale  (iella  sua  erha)  con  sue  aono- 
laiiuni  o  dirliuraiioni.   (C) 

3   INSALVATICHITO- 

#§....  Ouicc.  4-  97-  corr.  Guuc. 
Stor.  4.  y;. 

«  INSECABILE.  Agg.  io  princ.  Farxh. 
Lei.  Dani.  I.  99.  DctuocrUo  e  Leucippo 


I  N  S 

ec.  volevano  che  tutte  le  cose  ec.  si  ge- 
nerasseoo  a  caso  di  certi  corpiciui  ec.  i 
quali  essi  chiamavano  grecamente  atomi, 
cioè  insecahili,  perchè  non  si  potevano 
per  la  piccoleua  loro  segare  e  dividere 
in  parti.  (C) 

INSEGNA . 

§■  I.  Alv.^.  ove  ha  Approssimaodosi 
corr.   Approssimali 

INSIEME. 

t  g.  i.  .  .  G.  y.  8.  38.  corr.  *  6.  /'. 
8.  38. 

t  INSIGNE.  Agg.  alla  dichiarai,  —j 
e  si  dice  delle  persone  e  delle  cose. 

#  §-  Insigne,  si  dice  anche  di  ali  une 
Basiliche,  Collegiate,  0  Chiese  Calte. 
drali  .  /Jert.  Oiamp.  20.  Dopo  alrun 
tempo  ne  uscì  di  loro  Dartolomnieo  Ber- 
lini y  il  quale  fallo  Canonico  in  Firenze 
dell*  insigne  Collegiata  di  S.  Loreojo  ec. 
e  poi  eletto  e  consacrato  Vescovo  di  Va- 
lua  ,  intervenne  al  Concilio  Fiorculioo 
sotlo    Eugenio  IV.  (C) 

i\i  INSINUATO.  Add.  da  Insinuare. 
Salvia.  Disc.  ^.  l53.  Per  mezzo  di  quel* 
le  due,  cotanto  dagli  ottimi  legiilaton  in- 
sinuate, e  da  ben  governati  popoli  prati- 
cale  facultadi.   (C) 

•f   INSTITUTO.   Susi. 

'\'  §.  Instttuto,  vale  anche  Begola  pre- 
scritta a  un  ordine  religioso  nell'  atto 
della  sua  fondazione.  Borgh.  le. te.  Fior. 
4i<).  si  cominciò  ag;;iugnere  ad  alcuno 
di  quL-iti  Collegi,  migliori  osservatori  de' 
loro  primi  insUluti,  la  vece  nostra  e  in- 
lesa  da   ludi,   regolare.   (C) 

f  -^  ^.  II.  Corr.  la  dichiara*,  così;  iJi 
dtcc  anche  dell*  ordine  stesso. 

INSULTO. 

V  3.  1.  Al  V.  4-  ove  ha  confermato  corr. 
ricoulcrmato 

INTAGLIARE.  .  ,  .  G.  V.  5.  l\^.  3. 
corr.  6.  /(2.  3. 

INTANTOCHÈ. 

t  §.   I ilrb.  agg.   lo.  e  ove  ha 

a    lui   il   diede   corr.    a   lei  lo   diede 

*  INTARLATURA.  Lo  Intarlare.  Bo- 
noni.  Oss.  Pellic.  12.  E  non  solamente 
ha  conservata  la  sciarappa,  ma  ancora  ce. 
tulle  le  altre  co>e  che  Delle  spczierie  si 
a(I<>p<.-rano  e  che  sono  suggcltc  all'  inlar- 
laUira.   (C) 

3  IN Tl-.NDENTE.  Ag^.  in  6n.  *  Dep. 
Decani,  proem.  5.  I  libri  latini,  che  ab- 
biamo uggì  ec.  furono  scritti  gran  [>aite 
dj  persone  o  non  punto  iuleodcnli  di 
quella  lingua,  o  tanto  poco  che  non  nr« 
div.iiiu   iiieitervi  parole  di  loro.  (C) 

INTENDERE. 

g.  XIV..  .  .  Tass.  rim.  corr.  #  Tass. 
rim. 

^  g.  Intender  lite  ad  uno,  vale  Muo- 
\er  lite  ad  uno.  Farcii.  Sior.  2  18.  l-o- 
minciaiono  a  gaMltare  i  capitoli  dell'ac- 
cordo,   e   inlcndeigli   lite.   (Cj 

INTENDIMENIO. 

3  g    II.   .  .  .   /ioez.    J'arch.    ^^.  corr. 

^.    2. 

t  §.    V.   .  .  .    l}.uit.   P.ir.  corr.    Dant. 

Purg. 

INTENERIRE. 

*  g.  I.  ...  Tac.  Dav.  1.  86-  corr. 
Tac.    Oav.  Stor.    X.    266. 

A'  INTENSIVE.  /'.  l.  A.verh.  In- 
tensivamente, l  aixh.  i.ez.  Dunl.  |.  4o6. 
Dio  secondo  i  pvripntclici  non  e  di  vii  tu 
in6iiita  intensive,  ma  estensive,  ciue  non 
ha  infinita  virtù  in  quantità  ,  ce.  ma  ha 
vii  lu  intìniia  tu  (pianto  jIL  duraiiune.  (C) 

INTKN-O Ta^s.    Gcr.    la.   39. 

coir.    12.   8>) 

t   INTE.NZIONE. 

•f  g.  IV.  .  .  .  Biit.  4-  I-  c^'rr.  Bui. 
Inf.  4.   I. 

#  INTEHARE.  Foce  poco  usala,  fìen- 
derc  iiitcrQ.  ì'arxh.  2,eA.   Dant.   1.  449* 


1  N  T 

L'  anima  e  '1  corpo  inlerano  1*  uomo  , 
per  dir  così ,  cioè  lo  fanno  uno  perfetta- 
mente.  ((') 

3  INTERCUIUDERE. 

■J-  1*.=  g.  .  .  .  Bemb.  Asol.  1.  agg.  68. 
e  dove  ha  inlercbiuse  corr.   interchiude 

i:-     INTERESSATAMENTE 

Sega.  Leti,  dedic.  corr.  Segner.  Paneg. 
leti,  dedic. 

t  INTERLOCUTORE.  .  .  .  Red.  leit. 
occh.  agg.    14. 

INTERMETTERE. 

*  £.  IV.  Allegane  cs.  Red.  Cons.  i. 
220.  Faro  solamente  meniione  di  qoella 
cagione  ,  che  nel  nostro  caso  io  credo 
che  si  risvegli  a  fare  iotcrmellere  il  pol- 
so. (C) 

•f*  1   INTERO.  Add. 
3  g.  Vili.  Togli  Ics.  E  Antet.  e  fanne 
g.  cosi  : 

*  g.  E figuratam.  m  Bocc.  Amct.  21.  A 
quelli  (capelli)  con  intero  animo  Ametu 
peu^andu  ,  conosce  i  lunghi  ,  biundi  ,  e 
copiosi  capelli  essere  della  donna  tpezialc 
btlleita   '»    (cioè  Con   tutto  P  animo).  (Ci 

t  INTlillHETHAZlONE  ,  e  INTER- 
PRETAZIONE. 

*  5.  È  aiitlie  sorta  di  Jigura  retti,ri- 
ca  consistente  nel  ridire  le  stesse  cose 
con  diverse  parole .    Varch.    Lez.    Dant. 

I.  290.  E  questo  uno  ornamento  che  si 
chuma  interpretazione  ,  quando  si  ridi- 
cono le  medesime  cose  con  parole  di^cr- 
se.  (C) 

INTERI  ENERE. 

*  g.  Lntertenere  alcuno ,  vale  Fer- 
marlo al  proprio  servigio;  ed  e  proprio 
de*  principi  .  Salv.  Ornz.  5.  C2.  L'  ap- 
provò, lo  lodò,  lo  celebro,  con  onetUsu* 
me  ronditioni  lo  'nterlenne.  (C) 

*  INTESO.  Susi. 

^  §.   II.    Agg.    in    6ne  .    ì'arch.   Stor. 

II.  4t5.  La  pratica  aveva  finalmente  con- 
chiuso  che  s'  accellassono  con  questo  in- 
teso pero  che  non  si  dovessono  mettere 
in  Terre  murate.    (C) 

INTITOLARE.  .  .  .  G.  F.  7.  85.  3. 
corr.   G.    F.  7.  86.   3. 

t  INTITOLATO Red.  Leti. 

Occh.  agg.  12. 

:?  INTOl'PICARE  .  ...  CD.  corr. 
S.  Agost.   C.    D. 

3   INTORNO.  Preposiz Seal. 

Claiistr.  pag.  ^-  corr.  Seal.  Claustr. 
4^2. 

t  INTRAMISSIONE  ...  Bemb.  A- 
sol.   1.  agg.  68. 

*  INTRAPRESO. 

f  *   g Serd.    ì'it.    Innoc.   agg 

53.  ed  agg.  in  fine.  ì'arch.  Stor.  il. 
4l5.  Avendo  saputo  da  diverse  spie  ,  e 
per  più  lettere  intraprese  molti  giorni  in- 
nanzi, qual  fusse  il  disegno  de*  fiorenti- 
ni ce.  deliberò  di  voler  andar  egli  in  per- 
sona. (C) 

t  INTRIGO   ec.  ...   UrÒ.  agg.  68. 

*f  INTUITIVO.  Agg.  in  fine.  ^Se- 
gner, Incred.  2.  1.  l5.  .Se  non  quanto 
vi  vien  da  cognizione  intuitiva  ,  come  si 
accenna  da  principio  ,  e  qui  da  ulralti- 
va.  (C) 

INTUITO. 

t  *  g /I«-rf.  leti.  «gg.   t.  BlS. 

«  INVALICABILE  .  Add.  C.e  non 
può  viiliCiirsi.  Ces.  Orjiz.  Ud.  1.  3.  In- 
vai) sptMide  da  sponde  D'  in%alicahil  «>' 
cean  «livue   Accortamente  ti   nume.  (C) 

INVASIONE.  Agg.  in  princ.  *  /-V/o. . 
I.  56-  Il  ntiierabilc  Re,  il  cui  regno  A- 
cheronte  circunda  ,  veggeudo  che  tale 
cscrcitiu  era  alle  sue  luvasioui  inique 
contrario  ec.  (C) 

I  *  INVKNTAMENTO.  .  .  .  Btllin, 
Disc.   11.    corr.    2.  36l. 

t  INVENTARE.  .  .  .  Red.  leti.  Occh. 
agg    4*   ■  •  •   ^  appresso. •  corr.  E  7. 


4 


I  N  V 

INVENTURATO.  .  .  .  ScaL  Oanstr. 
DJ?,   ài.  corr.    Sca/.    Claustr.   /J6o. 

|>\E«M(.NAItE  ec.  Agg.  in  fine.  * 
Stingali.  Ksp.  Zanz.  l8.  Vi  è  una  Ifiza 
razza  Ji  ramare  diHcrenle  tlj  quelle  liut-, 
la  (luale  molle  ^ulte  mi  è  nata  ncW  ac- 
que ,  die  ho  falle  a  bella  prova  inverrai- 
nare.   (C) 

f  IWVESTIGABILE.  Jl  i-.  8.  ove  ha 
ce.  corr.   ec.   (t  )   Al  v.   12.  ove  ha  sa- 
pienza, corr.  6a|)icnza.  (i!)    E  al  v.  l5. 
ove  ha   \iel   corr.   vie!    (Cj 
l\VESTlGAME>TO. 
*§....  Long.  So/,  corr.  Car.  Long. 
So/. 

I-WESTIRE. 

t  *  §.  Vili.  .  .  .  Matt.  Franz,  rim. 
buri.  agg.  3.  ìOO-  •  '  •  E  altrove:  corr. 
A"   102. 

LNVETTiyO.  Agg.  in  fine.  *  U'ìeii. 
^is.  I.  10.  E  ìncoi'&o  in  nome  di  Zoilo 
più  che  ili  tritiro  proccilenJo  ne'  suoi 
scritti  con  termini  insc-tlìvi,  inuiliaui  e 
abietti.  (C) 

*  INVIDIUCCIA.  .  .  .  liicciard.  corr. 
Fortig.   menarti. 

INVIGORIRE  . 

f  §.  .  .  .  /ticci.ud.  con-.  Fortìg.  /ì/c- 
ciant. 

INVILUPPARE.  Agg.  dopo  il  §.  I. 

^  g.  Farlattdosi  ili  cibo,  o  bevanda, 
vale  Ecceller  mi  mangiare,  o  nel  bere. 
Pros.  Itor.  Safvin  .  lett.  ^.  2.  aS^- 
Cerco  pero  dì  far  bel  bello  ,  ed  a  vino 
non  m*  ÌQvilup|io.  (C) 

INVITO.   Sust. 

§.  II.  Al  V.  3.  ove  ha  g.  III.  corr. 
§■   V. 

*  I.WOCAMENTO.  lo  invocare.  (C) 
^  g.  E  nel  signific.  di-l  g.  rf*  Invoca- 
zione, farch.  I.cz.  Dani.  \.  199.  Serven- 
do a*  poeti  la  proposixicnc  ovvero  [iropo- 
nimeoto,  e  X"  invuc.ixione  ovvero  iuvoca- 
menlo  in  lu<i;;o  del  pioemio.  (C) 

3  INVOCAZIONE.  Togli  1'  cs.  Ott. 
Com.   e  fanne  g.  co&ì  : 

#  §■  Invocazione  ,  dicesi  in  poesìa 
Quella  preghiera  che  il  poeta  indirizza 
ad  una  divtnitt't  per  domandarle  li  suo 
soccorso.  «  Ott.  Com  Par.  1.  7.  ...  ». 
Varch.  Lfz.  Vani.  1.  lq(>  Servendo  a"* 
poeti  la  proposizione  ovvero  propunmien- 
to  ,  e  1'  invocazione  ovvero  invocameuto 
in  luogo  del  proemio.   (Cj 

•f  I.NZIGAHE.  .  .  .  Kett.  Tuli.  a-g. 
128. 
t  IO. 

#  g.  V  .  Agg.  in  fin.  /  arch.  Lez.  Dant. 
2.  256-  Non  se  ne  Iruova  nessun  altro 
da  io  in  fuori .  (C) 

•f  *  IPOSTASI  .  Agg.  in  piincipio  . 
J'arch.  Lez.  Dant.  1.  ^-'19.  H  secondo 
modo  si  chiama  unirsi  in  persona  ovve- 
ro personalmente  f  e  quelle  cose  si  chia- 
mano unirsi  secondo  la  persona  ,  1'  ipo- 
stasi cioè  la  su:>lanza  delle  quali  è  una 
medesima.    iC) 

t  lUREMUNEIiATO Urb. 

.•SS    61. 

IRRIVERENZA  ec.  ...  Cavale,  corr. 
*  Ctivalc.  ed  ag^.   in  6a.  (f) 

^'  IRSUZI4.  /'.  L.  Qualità  e  sialo  di 
CIÒ  che  è  irsuto  .  Salvia.  Cas.  ^5.  Ma 
nella  parte  inferiore  del  corpo  clie  cosa 
in  tutto  è  a  caprina  razza  siniigli.inle  ? 
ove  la  coda,  ove  le  irsuzie  de*  peli,  ove 
finaliucnle   i  pie  di  capro?   (Cj 

iSOPO  ....  Cr.  9.  59.  1.  corr.  Cr. 
6.  58.  I. 

■t-   ISPIRAZIONE. 

#  §.  .  .  .    Fred.   corr.  Scgner.   Prcd. 

*  ISTESSO  ....  Remb.  Asol.  l.  3. 
agg.  200.  .  .  .  Cas.  Calat.  princip.  corr. 
Cas.     Calat.   5 E  altrove  :  con. 

r:  55. 


1  S  T 

ISTOniA. 

*  g.  II-  Agg.  in  fili.  Tass.  Ccr.  12. 
23.  D'  una  pietosa  istoria  ,  e  di  devote 
Figure,  la  sua  stanza  era  dipìnta.  ((') 

•f  ISTORIATO.  .  .  -  Segr.  Eior.cap. 
Foitezz.  coir.  Segr.  Fior.  Cap.  Eortun. 
—  Errore  di  Crusca. 

ISTRIONE Serd.  Star.  6.  22 

corr.   Seni.   Stor.  6-   222. 

*  ITO.    Add.  da   Ire  s  Andato.  (C) 
i?  §.   Essere  una   cosa    ita,   vale   Es- 
sere già  perduta  j   Essere  negozio   dispe- 
rato.   J'.   ANDATO,  §.  V.  (CJ 

lUGERO.  .  .  .  Salvia.  En.  1.  6.  corr. 
Salvin,   En.   lib.   6. 

L  A 

■J-  LA\  Agg.  che  dagli  antichi  sì  disse 
anche  LAE.  Avveri'.  E  agg.  in  fin.  ^:  Te- 
sorelt.  /ir.  li.  80.  Lo  terzo  corre  in  z.ie, 
E   "1  quarto  va  di  lae.  (C) 

LABBRUCCIO.  .  .  .  Fir.  nov.  4.  27. 
corr.  !\.    127. 

*  LABOKARE  .  V.  L.  ed  A.  Lavo- 
rare. Giiilt.  rim.  1.  67.  Ahi!  perchè  uoii 
latjora  Per  star  mai  sempre  a  sì  gran  gau- 
dimctito?  (Cj 

t  LABORIOSO.  .  .  .  Agn.  Pand.  Ne 
agg.   e  corr.   25.  Ne 

•f  *  LACCETTO.  Agg.  in  fin.  Pros. 
Fior.  Salvin.  lett.  4-  i-  284  Ero  agile, 
e  snello  ec.  sì  per  la  cioccolata  in  corpo 
che  lavorava,  e  pel  laccetto  del  ferraiuo 
lo  bene   accomodalo  ec.   (C) 

t  ♦  LACCIARE.  Agg.  in  fio.  Guitt. 
rim.  1.  86.  Valor  è  quel  che  core  ad  amar 
chiama,  Prende,  laccia  ed  innama.  ^C^ 

■\-  L,\CClEKO.  /'.  A-  Add.  Inganna- 
tore.   Unti.   ani.   Lionardo  del   Gualacca  . 

2.  4'^^-  ^  Sanson  malamente  TradiUo 
una  lacciera.   (C) 

LA"  DOVE  ec. 

'A-  g.  III Bocc.   Filoc,    6.  141. 

coir.  5.   141.  ■  ■  ■  E  Lab.  agg.  32- 

LAGO. 

f  :;:  g.  Il 3fatt.   Franz,   rim. 

buri.  agg.  2.  33o.  e  dove  ha  un  gran 
Platone  corr.   un   Salandone 

t  LAGRLMETTA.  .  .  .  Bemb.  Asol. 
I.  agg.  5y.  e  oie  ha;  fallo  corr.  falli 

LAGIUMOSO  ec. 

^    g.   I.   .  .  .    Cas.  rìni.  agg.   Canz.  2. 

3.  e  ove  ha  lagriniosi  corr.  lacrimosi 
LAICO. 

'^  g.  E  in  forza  d'  add.  Pass,  I27.  Si 
può  confessare  o^nÌ  persona  laica  e  se- 
colare, uomo  o  femmina  che  sia,  di  qua- 
lunque stalo  e  condizione  a'  frali  Predi- 
catori. (CJ 

t  3  LAIDEZZA. 

:;:  LAIDITO.  Add.  da  Laidirej  Brut- 
talo .  (.Ulti.  nnt.  I.  64.  E  preso  il  sol- 
vitor  d'  ogni  legato  j  Laidita  e  lividala 
ogni  bellezza.  (CJ 

LAIDO. 

*  g E  Fior.  S.  Frane,    corr. 

Fior.   S.   Frane. 

V  LAMELLA.  Squama,  Scaglia.  Ma- 
gai. Operelt.  374.  Lo  spondio  ec.  ha  il 
suo  corpo  tulio  formato  di  varie  scaglie, 
o  lamelle  visd.ilissime  .  (B)  Cald.  Oss. 
anni.  i3.  Ptispondono  in  due  grandi  ca- 
verne ripiene  tulle  di  sottilissime  lamelle 
accai  lecci jle.   (Cj 

t  LAMENTATO Bemb.  Asol. 

1.  at:'g.  61. 

LAMI:NTEV0LE.   Correggi 

f  3  LAMENTEVOLE.  Add.  Degno 
di  esser  compianto.  Che  nicrila  d'esser 
lamentato.    Ltb.    l'rcd.    .  .  . 

*^  g-  Lamentevole ,  detto  di  persona. 
Vale  Cile  si  lamenta  spesso,  per  ogni  pic- 
cola cosa,  u  Anmi.  ant.  25.  l3.  .  .  .  ".  (Cj 

*  g.  Lamentevole,  parlandosi  di  Cont- 
posizìooe  ,  valli   Pieno    di  parole   atte   a 


L  A  M 


190;; 


destare  la  compassione.  Plut.  Adr.  Op. 
mor.   \.  334.    .  .  .  (Cj 

V  g.  Lamentevole,  detto  di  cosa,  va- 
le Che  i /atta  con  lamenti,  l'Iie  mostra 
lamento  in  chi  la /a.  14  Coli.  SS.  Pad. .  .  n. 
Fir.  As.  123.  Cangiasi  il  suono  dei  soavi 
flauti    in  urla  querule,  e  lamentevoli-  (Cj 

:::  LAT^IPEGGIA.NTE. 

•1-  g.  Lampt-ggiante  /ii  detto  de* /lori 
che  sono  vivaci  pt-r  colore  e  per  rigo- 
glio .  Lai.  nitcns,  l'irg.  Fir.  yls.  91. 
Nacque  un  pensiero,  che  dove  fralle  ri- 
poste ombre  scintillava  lo  splendore  de' 
lampeggianti  fiori  ,  ivi  proprio  fusse  il 
ricettacolo  di  Venere  e  delle   Grazie.  (CJ 

LANCE.  Al  V.  9.  ove  ha  di  speranze 
corr.  le  speranze 

LANCIA.  .  .  .  Saìv.  Avveri,  corr.  ^ 
Salv.   yivvert.  ed  agg.   in  fin.  (F) 

LANCIUOLA. 

g.   I Fr.  Giord.   S.   corr.    Fr. 

Giord.   Pred.   S. 

f  LANGUIRE  ....  G.  /'.  19.  lo5. 
3.  corr.    G.    l  .   9.    I05.  3. 

*-::  LARGAMENTE. 

*   g.   III Fr.    Saech.  9.   114. 

corr.  Frane.  Saccli.  uov.  ii4- 

'?  g.  Detto  delle  viti  vale  In  modo 
lungo  .  Palltid.  Uopo  la  buona  vendem- 
mia slrellamenle  ,  dopo  la  piccola  larga- 
mente pota.  (CJ 

LARGO.   Add. 

g.  III.  Agg.  in  fine  '.'  Buon  Fier.  3. 
2.  18.  Che  mai  non  apparecchia  0  del 
sovvallo  D'  un  marzapane,  o  d'  un  fiasco 
di  Greco  Non  è  mai  largo.  (Cj 

f  g.  IV L'ianc.    Sacch.  corr . 

'','  l'riinc.  Sacch.  Ed  agg.  in  fine  vSe^-ner. 
Mann.  Die.  2.  A  Non  avendo  IdJio  per 
costume  di  lasciarsi  da  veruno  mai  vin- 
cere in  cortesia,  anzi  mostrandosi  come 
assai  ritenuto  coi  ritenuti,  cosi  ancora  ii- 
Lera'e  coi  liberali,  largo  coi  larghi.   (Cj 

f  ::;  LASCHETTA.  .  .  .  Matt.  Franz, 
rim.  buri.  agg.  2.  17O.  e  dove  ha  bardi 
Corr.  barbi 

3  LASCIARE. 

3  g.  XVllI E   Par.    5.    corr. 

Dant.   par.  5. 

K:  g.   XIX Dant.  In/.  5.  corr. 

Vant.   In/  3. 

■|-  ;;:   g.  XXXV Maur.   rim.  buri. 

agg.  I-  137.  e  ove  ha  indietro  corr.  ad- 
dietro. 

•\-  §.  LXXV.  Lasciare  intìito  un  luo- 
go agg.  ,  o  lasciarlo  assolulam.  ed  agg. 
dojio  la  dichiaraz.  Ar.  Fur,  IO.  JO.  Al 
venir  qu.^i  era,  lasciando  Spagna,  Venu- 
to  India  a  trovar  per  dritta  riga. 

*f   LASCIVIA. 

;;;  §.  Lasciiia ,  dicesi  anche  di  Ciò 
che  muove  a  lascivia.  Fr.  Giord.  Pred. 
Avea  composto  un  suono  scandaloso  ,  e 
pieno  di  profanità  e  di  lascivia.  (Cj 

LASTRICARE.  .  .  .  f  *  PnlUd.  F.  R. 
agg.  cap.  39. 

f  LASTRICATURA.  .  .  .  Pallad.  F. 
/?.   agg.    cap.   39. 

f  LATO.  Coir,  la  dichiaraz.  cosi:  òust. 
Parte  distra,  o  sini.^lra  ilei  corpo  dell' 
uomo,  o  dell'  animale,  dalle  ascelle /no 
all'  anche.  3c/  plurale  trovasi  anche  I  n- 
tora  ,  ma  e  antico.  Ed  agg.  in  fine,  i^* 
I  lied.  Oss.  an.  iS/-  Dal  capo  sino  alla 
coda  neir  uno  e  neJl'  altro  de'  lati  del 
venire  era  tulio  circondalo  come  da  tanti 
penncllini  di  setole.   ( C) 

V  g.  Lato,  in  più  ampio  signi/caio  , 
pigliasi  anche  per  Tutta  la  parte  de- 
stra, o  sinistra  del  corpo  dell'  uomo,  u 
dell'animale.  lied.  Ins.  100.  Avevano 
(i  cavallucci J  il  colore  lutto  verde  con 
due  linee  bianche  parallele  distese  da' 
lati  per  tutta  la  lunghezza  del  corpo  lo- 
ro .  Pera.  Ori.  1.  14.  75.  E  poi  Tan- 
chcra  si  cingeva  a  lato  .    Fir.    As.  206, 


>&o, 


L   A  T 


Se  per  mia  mala  sorte  la  soma  pendeva 
ia  m  un  IjIu  uc  p^Iì  vi  nit-iteva  delle 
pietre  e  cresceva  Ij  soma.  (Cj 

t  5  3-  I.  Innanzi  a  //occ.  agg  t?  Fior. 
Ital,  268.  E  dall'uno  lato  di  i[UfSlu  al- 
iare i-ra  un  aniirhissinio  otltaro.  (C)  E 
«/  I'.    9,    oi'C-    hn  lato    rt^?".  —  (deftn  nave, 

*'?  %.  Lnlo  f  iliccsi  anche  ttellc  linyrrsc 
ficee  che  prt'Si-nta  un  ofjaelto  .  f^arch. 
Sto/'.  II.  366.  Sene  ballerunu  monete 
iV  urj^L'iito  ,  le  quali  da  un  de'  lati  ave- 
vano il  giglio,  e  dall'altro  la  croce  con 
la  corona  di  spine.  (C) 

•f  g.  Trarsi,  o  simili,  ilnnari  da  lato  , 
vale  Trarseli  ,  o  simili,  di  Visca  .  l  il. 
SS.  Pad.  2.  '^06.  Si  trasse  da  lato  cin- 
rjucctnlo   suldi.   (Cj 

g   LATTE. 

V  §.  Ester  latte  e  sangue,  diccti  Ja- 
migliai  menta'  di  Chiedi  bri  colore.  ì^ov. 
ntit.  l'ior.  35-1.  Il  grandissiiiHi  fiiuri»  che 
m*  liai  messo  ul-IT  aurina  ron  f(ile*lo  Uio 
visuccio  latte  e  5an;;ue,  in  uuir  altra  the 
ili  una  di  queste  due  numeie  si  puoie 
(itii)gucrc-   (Cj 

LAVAnE. 

g.   V Sahr    Cranch,   5-    t\.   corr. 

5.   3. 

LAVATOIO  .  .  .  .  E  Stor.  10.  3o3. 
corr.    IO.   3o2. 

3  LAVOU.\TO.  To^Vi  V  es.  Sa^e.  nat. 
esp.  e  l'anne  g.  come  appresso.  Kd  ag«. 
in  6u.  V  /ied.  Oss.  an.  Ijj.  Beile  quali 
(glandnle)  è  Involata  a  muiaico  non  so- 
laniciile  la  volta  della  caverna  ,  ma  an* 
cord  tulle  le  paiclì ,  ed  i  fiaiuhi  ed  i 
pavimenti.  (C) 

t?  §.  Lavorato  per  opera  d'  uno  ,e  lo 
stesso  che  Lavorato  da  uno.  «  Sa^g.  nat. 
i'sp.   ?. «.  (C) 

-{■  ^-  LAVOltKT  rO.  \j;y.  in  fin.  l'ardi. 
Zìi.  Dant.  I.  235.  Diniiiiulivo  del  qu;ile 
(lavoro)  è  lav'ori-tlo,  e  nelle  prose  s'usa 
ancora  lavorìo.    (  Cj 

f  3  LAVO'r.O.  A<?g.  alla  dichiaras. — 
così  d' ingegno ,  come  di  meccanica.  To- 
kIì  r  Vi.  G.  V.  9-  ll4<  1-  e  faoQc  §■ 
e<ul: 

'^-  g.  Lavoro ,  vale  anche  Artificio , 
Magistero,  u  O.   V.  J).  1 14-   I.  •  -  •  ••.  (Ci 

•'?•  LA'VORO.  i'oW  accento  sulla  pri- 
ma  sillaba.  /'.  j4.  L'iuro.  Jiim.  ant.  la- 
ghilfr.  |.  i3t|.  Lo  meo  lavor  non  smon- 
ta ,  Ma  najce  e  tulleni'  onta  L  spine  e 
Cur  a  certo  ordine  prana.  E  Ì\'ot.  lac.  I. 
a5o.  Eo  il  fo  per  lungo  uso,  Vivo  in  foco 
anioriiso,  E  non  saccio  che  dira  Che  il 
mio  lavoro  spira  e  pui  mm   f;rann.  (C) 

•|  s;:  LA'/IO.M:,  Inntnii  n  Salvia. 
agg.  CaK  Sist.  \?nt.  l.a  ^cira  movendo- 
si circa  il  pioprio  ceritro  ,  essendo  p<»ta 
nel  iiicuo,  Liiugna  clie  >\  muova  dt  due 
Uxioui.  (('i 

LAZZO.  Sn^t.  Agg.  in  fine.  *  Pros. 
Fior.  Salvia.  IcU.  l\.  1.  28/).  Il  quale  pf-r 
lo  stupore  ammutolì ,  e  non  seppe  dir 
parola  ,  che  ri  ho  nviiln  un  guslo  matto 
a  %cdcrc   questo  latto.   (C) 

L  E 

•-f  LEALTÀ'  fc.  ...  noce.  2.  3.  corr. 
Bocc.   nov.  2.  3. 

LLCCAni:, 

f  «  §.  IV.  .  .  .  Cose.  S.  Sem.  agg. 
133. 

LECCATO, 

si'  g.  Leccato,  vale  anche  Che  usi  so- 
vercUia  rìiercnlrzsa  nel  parlare,  o  nert- 
vere.  Salvtn.  OiMC.  a.  ^iS.  Alcuni  lec- 
cati pailatori  ,  e  clic  })arlano  ,  mino  sì 
dico  ha^sjiiii'iilp  ,  in  punta  di  foiilKlt.!, 
con  mula  alTi'Miuionr,  usano  di  dire  ce. 
una  libbra  e  mi  zza.  (V) 

Li:<XIlb:TTl>0 Pataff.  coir. 

Pata'V.    2. 


L  E  G 

LP:gACCI\  ec.  ...  Quiit.  Filoc.  C. 
S.  corr.  Q.iist.  fìlot  C.  S.  E  l'cs.  Ilnon. 
Eier.  3.  5.  2-  allr^alo  coù  :  Av\ctzi  in 
qiie'  frastagli  in  qufgl  intrighi  l>i  tlriu- 
gbr,  di  let:acri,  e  gran  pistagnc. 

•f  5  LEGALE. 

"^  %.  III.  Ag^.  in  fin.  lì,  1^9.  Ella  si 
dee  intendere  sempre  n<in  in  alim  lin- 
guaggio »   che    in   »pirllo   de'  Icgjli.    ((') 

^  S-  Lfgale ,  vale  anche  Spellante  a 
giureconsulto,  Cecch.  Spir.  2.  i.Qu'-slu 
è  punto  legale,  e  uno  atticolo  che  ci  vuule 
dtUo   studi'»   sopra.    1 C) 

3   LLGVru.   //././. 

f  ^  §.    II Malt.    Frani,  rim. 

buri.  agg.   2.   It)8. 

•t*  3  LE'.ul-;.  Togli  r  es.  Cn%-alc. 
Ernlt.  Itn-^.   e   faiiiic   g.   conii-  appresso: 

!?  §■  Legge  naturate,  d'Comi  i  Senti- 
menti  ed  i  priticipti  di  giutf-zia,  e  di  hc' 
nevo'rnzt ,  itie  I  io  ha  scopiti  nel  tnor 
dell'  uomo,  e  senza  i  ffua'i  la  s-cieta  an- 
drebbe  in  fascio,  t'ios.  Fior.  Salvia.  Irtt. 
4.  2.  3io.  I  comandamenti  della  h'g:;e 
naturale,  e  d'uomini  itotati  di  ragione, 
secondo  GiustiuiaDo  linperadorv ,  sono 
tre.  (C, 

fr  g.  Di  buona  legiic ,  posto  n^verb. 
vale  lo  stetso  cbe  Pi  buona  ragione.  Se- 
pner.  Pred.  /'ni.  Ap.  7.  i  5.  A  (|Ueir 
archilelto  ,  il  quale  fornin  Ìl  p.d.>z2'i  ,  a 
quel  In  si  appari  iene  di  Inuma  Icj;ge  ìl 
rejjgprl'i  o  il  risarcirli),  dove  fjccia  pelo. 
/  ,   01   BUDNA   LEGGE.  (C) 

*  ^.  S'-nz-i  le-:ge ,  o  Fuor  di  legge , 
si  II  fa  in  Jorza  tti  ndd.  e  vnle  Che  non 
è  so^ijrtto  ,  o  non  vuole  es<ere  sogifetto 
a/la  lei'qe  .  Lai.  exl-x.  l'etr.  canz.  29. 
3.  Eli  è  qii»*.%lo  del  seme  Per  piii  dul»»r, 
d<-l  pnpol  senza  leg:;e.  /Jvrn.  Òri.  i.  3. 
l5.  Oom  senza  le^ge  ,  e  ^enia  coscienza. 
Al'.  Fnr.  '^y.  21.).  E  ie  domanda  rhi  sì 
iniipin  fuc  ,  E  sì  di  leg^e ,  e  di  costu- 
me fuora   Che  ce.  (C) 

')^  §.  Mettere;  0  l'onde  legge  in  mtno 
ad  alluno,  i  ale  ComandargU.  /■'.  MAXO, 

g.  CI. XXV.  CO 

^  %.  Legge f  vale  a.iche  yornta.  Ordi- 
ne .  Sei:ner.  Cri^t.  instr.  1.  2'|.  I.  Per 
dar  qujiclie  legge  ad  un'  orditura,  che  h 
tanto  v-tsla  ,  ridurremo  1'  impediaicutu 
tulio  a  tre  capi.  fC) 

*  ^.  Legge  ,  per  similtt.  dicesi  anche 
di  Certe  norme,  o  obbligazioni  d<  /  viver 
civile  ,  ed  in  quello  .senso  nsìti  per  lo 
più  nel  plurale.  Segner.  Crist.  inip-,  3. 
IO  i:>.  UtiMiniìaitdo  alle  leg^i  della  ve* 
rerondia  cristiana  ,  non  lrm>ino  di  riac- 
rcndrri'  cu'  loro  scaudoli  quello  fiam- 
me.  <C) 

*  g.  Leggi,  parlandosi  di  li'igua,  di- 
consi  le  Jtegole  necessarie  ad  osservarsi 
per  prillare  ^  o  scrivere  co»  rettamente  . 
Hemh.  /'ras.  3.  I7;).  Egli  ninna  regola 
osservo,  (he  liene  lii  trast-cndere  gli  mei- 
tesse:  Ile  ha  di  lui  hnuno  e  puro  e  fedel 
poeta  la  mia  lingua,  da  traine  le  It'ggi  , 
the    noi   ciTihiamti.   (C) 

i^  ^.  Far  IvL-ge  ,  /l'curat.fm.  vnle  Te- 
ner htogo  di  l-gg-,  Aver  l'autorità  »  /a 
f'vrsa  d'  una  Ìeii'-e  .  •  Cavale.  Frati. 
Itng.  .  .  .  n.  fC) 

•|-    LECIO.NE. 

•f  g.  .  .  .  Fit.  SS.  I.  72.  corr.  J'it. 
SS.    rat    i.  72. 

t  LELL.VUE  ....  Farcii.  Vrccl.  56. 
dir.  S:». 

*  LLNX.NZA.  r.  J.  '  *>''v,  T.en.i  . 
/Iim  tt'it.  Mntzeo  de  tti^ro  da  Messina. 
I.  338  La  qiule  (speranza)  ha  lai  na- 
tura interaiiirnle,  t'Ii'  ulti  iita-^gior  litrori 
>I.ii;-^t<irni>'n|e    towcnr    e    d'i    Irn.'Uia    (t'} 

f  I.I:nO.    ..  .   IWtlor.   7'n'7.  agg.  I27. 
't  1   LE<ÌNK  ec. 

t'  S-  ''T-'tf  •/*  itone.  V.  PIEDE  .  g- 
tVltl.  (C) 


L  E  5 

3  LE.SSO.  Suit.  Togli  r  M  Malm. 
e  fanu''  g    rosi  : 

^  g.  Aver  òisopno  d'  un  buon  lesso  , 
di'eii  Jìgiiratam .  d'  Conio  accorto^  diffi- 
cile ad  essere  ingannato,  che  sa  Jar  be* 
ne  i fatti  suoi,  m  Malm.   5.  56.  ...  ».  (C^ 

LESTISSIMO Bed.    Oss.  an.  S^. 

corr.   74. 

LESUIlA.  Apg.  io  fine.  :>  Mor.  S. 
Creg  lett.  Pie  ancora  il  vento  può  ren- 
der voce,  se  per  alcuna  Icsura  il  lanuoD* 

e    fi'-'CO.    (  Ci 

f  3   LETALE  ec G.   F.  a.  i5. 

I.  corr.    a.    V.  2.   i3     I. 

't  3  LETIZIA.NTE  .  Agg.  in  prioc. 
Salv.  Graz.  5.  55.  >Ìuno  fu  mai  ,  che 
ce.  o  troppo  afflino  ,  o  troppo  allegro  il 
vedesse;  >l>aliuto  certo,  o  letiùaDie,  co- 
me molli  .  non  mai.  (Cj 

t  LETTELA  cf. 

g.  X.  Ag-.  in  fine.  *  Lasc.  ern.  2- 
n.  7.  x6i.  Onde  deliLerò  fare  una  lettera 
amatoria,  e  mandargliela  .  F  appttsso:  Gli 
e  liaslato  r  animo  di  scrivere  una  lettera 
d*  anioie,  e  mandarla  alla  mia  corrila,   (l'j 

'.i   g.    .\IV.   /;■  25o.   corr.   E  200. 

s^  g.  XM.  Ag.;.  in  fine.  Cnr,  tett.  I. 
2-  Io  non  p-irlu  per  le  lettere  eh*  egli  ha, 
che  ognuno  sa  di  che  sorte  le  sono.  (C) 

f   LET  rORE. 

J  5.  IIL  Togli  Tes.  ìftustruiz.  i-  io. 
e   fai. ne  g.   cosi  : 

"if  :,■.  Lettore ,  vale  anche  if  .^ecoaJj 
dei  quattro  ordini  minori,  che  piti  comu- 
nemente duCfi  Lettorato,  per  cui  it  ibe- 
rno la  la  /inolia  di  leggere  in  Chiesa 
le  profezir,  e  le  lezioni.   -   Maestruzz.  I. 

jo.  . . .  -.  (C) 

LF.TT  UCCIO. 

#  g.  Essere ,  Stare,  o  simili,  tra  *l 
letto,  e  il  ieitnceio ,  vale  i  ssere  amma- 
lazzato,   r.  LETTO,  g.  VII.   (C) 

f  3  LETTURA.  Togli  I' es.  /><i«e. 
Snccb.  nm.  e  fanne  g.  co4: 

#  g-.  Lettura  ,  dicesi  ambe  I'  lustra- 
zione the  risulta  dalla  lettura,  m  Frane. 
Sacch,  rim.  ...  ».   (C) 

#  g.  Lettura  ,  dicesi  anche  ti  Libro 
che  si  leg^e .  Salvia,  fit.  !hog.  196. 
Leggendo  UDO  una  lunga  Icttuia,  e  alla 
fine  del  liliro  scoprendosi  la  parte  non 
iscritta  :  buona  nova,  o  siguori ,  disse, 
io  veggio  terra.  (C) 

t!-  ^.  l  ettaro,  dieesi  anche  la/ora  Quei» 
lo  che  Jh  scritto,  o  vuoisi  levgtre  in  tate, 
o  Itile  altro  modo  in  un  codice,  aulert,  «> 
simile.  Salvia.  AnnOt.  Cas.  iSy.  E  coa 
questa  lettura  la  coslrutiont  vico  piana 
e  liscia.  (C) 

3  LEVANTE.  Togli  T  ci.  £o<c.  nov. 
e   fanne  g.  così  t 

a!:  g.  Levante,  dicesi  anche  a  Tulle  qnel 
piese  che  resLi  d.itln   parte   donde  si  le- 

irt    il   Svle.    m    f^oCC.   nov.   (^7.    2 •• 

Scf^r.  Fior.  nov.  Gli  contenne  mamlare 
an  de*  fratelli  ìn  Levante  con  panni ,  ed 
un   altro   in    Pouenle   cm   drappi.    ((') 

i?  §.  A  levante,  ptsto  avverlnalnt.  r.i- 
le  Dalla  porte,  o  f  irto  la  parlf  di  Le- 
vante. Stor,  Fur,  7.  3a.  1  confioi  della 
quale  a  ponente  erano  1'  Ausilia,  •  tra- 
m«Milana  il  Danulno,  a  Levante  la  Mi>ìa 
supeiiore  ec.  Snf:g.  nat.  etp.  l6j).  l)i 
pili  o  a  tranionlana,  u  a  niesio  giornoi  o 
a  Iciante,  o  a  ponente,  rhe  lo  stesso  as- 
sitriimriito  di  vasi  nella  slessa  notte  sia 
slato  posto,  «la  per  lutto  si  sono  osserva- 
te  le  mede»ime  slravaganic.  (Cj 

LI  VARE. 

#  f,.  levare  fa  hom ,  «ttcerl  */  Stl- 
levarla  ttalla  p.irte  di  dietro  per  trmrne 
il  viaoj  il  che  11  j'-i  .jiuiido  essa  è  su. 
finire,  Iranc.  S.mh.  nr>v.  3l.  K  inoan- 
t'flii  si  pjTtisioiio ,  perocflii  molti  nio- 
sciuni  erano  di  1  paese  tratti,  il  vino  te  a- 
ne  al  l'ass^s  e  Icvossì  la  little  (C) 


LEV 

*  §.  Let'ttrv,  talora  vaie  Afwìirf,  Tor 
via  f  /''(ir  cht'  non  W  sia  piit  una  Cosa  ■ 
J'arcfi,  Stor.  12.  l\So.  Levarono  l.i  di- 
stiosiun  deli'  arli  niayyiori ,  e  minori  ,  e 
Ja  preccdcnia  d*  esse  nel  sedere  De'  ma- 
gislratt.  (C) 

g,  XLII.  .^/i'.5  ove  /m  ei  pareva  ne- 
ressario  corr.  e'  [>urcv;i  necessario  ec-  if 
af  V.  8    ove  ha  Venezia  corr.  Elvezia 

*  §.  Levar  la  pianta,  tlicexi  di  Chi  Ja 
piante,  di  Chi  descrive  piante  d' tdijicii, 
tf  altro,    r.   PIANTA,  §.  Ili    (CJ 

*  §  Levar  di  pianta  ,  fìgurntnm.  di- 
cesi  Qn.tnd'  altri  si  vale  de'  concetti,  o  de* 
componimenti  altrui,  che  anche  dicesi  Di 
peso    (C) 

V  §.  XLVI.  Al  f.  12.  ove  ha  molle 
istanze  corr.   molla  ioslanza 

V  §■  Levare  in  ammirazione  alcuno  , 
vale  l)ars;li  cagione  di  ammirazione,  ^for, 
S.  Crrg.  Tiene  in  palese  quello  onde  es- 
so pnssj  nutrire  i  pjr\uli;  e  nel  segreto 
riscvvj  qnello  donde  esso  levi  in  amiut* 
razione  le  altissime  menti.  (C) 

g.  LXXXVI.  Agg.  in  6De.  *  Cuicc 
Slor.  fi.  i52.  Dall.1  fjUale  ,  dato  che  vi 
elflieru  invano  un   assalto,  si  le\arono.  fC; 

^  g  CIX.  Rassetta  questo  g.  così:  Le- 
varsi in  grandezza,  vale  Divenir  grande. 
Crescere.  E  leggendosi  nell*  es.  allegalo 
levò  ,  e  non  si  levò  come  puoi  vedere  a 
pag.  27C)  dell'edizione  di  Fir.  172,3,  so- 
stituisci ad  esso  il  seguente  che  è  a  pag. 
280.  La  malvagia  pianta  nel  terreno  gras- 
so suliitaniente  in  maravigliosa  grandezza 
si  leva  ,  dove  umile  nella  più  magra  di- 
mora. (CJ 

*  g.  CXI.  ...  Frane  .^acch.  9  78. 
corr     frane.   Sttcch.  nov.   78. 

LEVATA. 

*  3  L  .  .  Jìart,  Sin.  corr.  Bart. 
Sinih 

LKOTO lied.    Oss.    an.    29. 

corr.   3(). 

t  L!^7.I0NE. 

^•■'  §■  Lezione,  dicesi  anche  parlando  di 
og/iLJSorta  di  arli,  di  esercizii,  e  di  scien- 
ze, che  s*  insegnano  a  tino,  0  più  scolari. 
x^egnrr.  Parr.  instr.  5.  2.  Salariato  per 
dare  alla  scolaresca  lezioni  puliblicbe  di 
morale,  o  di  metafisica.  Salvia.  I)isc.  i. 
356.  Vogliono  die  alle  lezioni  di  Vlalo- 
ne  egli  (  Demostene  }  deliba  la  sua  effi- 
cacia ,  e  la  sua  forie  veemenza  .  Jìiton. 
J-'nr.  12  2-  Deli  ^lale  ancora  un  pò*, 
di'  io  Toleulieri  Piglio  lezion  da  voi.  (Cj 

•|  *  g  V.  Agg  in  fin.  l'it.  S.  Gio. 
Ciialh.  321  Provvedendo  le  lezioni  e  i 
risponsorii  della  st-gurnle  Dcmenira  j4l- 
leg.  1.^7-  Chi  disse  le  mi  pninn  le  Tanie, 
Chi  le  risposte  dopo  le  lezioni  De'morti, 
e  chi   altro   pur  da  ronipagmV.  (CJ 

^  ^.  Lezione,  vate  anche  L!agionameu- 
io,  o  Scrittura  dove  si  esamini  qualche 
cosa  ,  che  per  lo  più  dtcesi  Piscorso  . 
Salvia.  Pi.\c.  |.  358.  Non  si  vergognò 
in  una  sua  l<-zionc  di  prcifferiie  IVaucamen- 
le,  die  in  Platone  lurse  vi  wvcva  più  e- 
loqnenxa  che  Biosofia    (€/ 

*  S-  VI o   tal  modo  ,  0   testo 

COTI-    o   tal  modo  in   un   testo 

'»'  2'  L^idottù  alla  sua  vera  lezione,  di- 
•'esi  della  ristampa  d'  un  lihro  eonfron- 
t.-ìto  con  uno,  o  più  manoscritti,  e  dato 
/iteri  nel  modo  ehe  si  crede  aver/o  jecrit- 
1^  /'  autore.  Hed.  Irtt.  Occh.  5.  Autoie 
di  qnd  lihrelto  degli  j4mmaestr,tmcnti 
degli  Antichi,  il  qu.ile  agli  anni  passali, 
ridotto  alla  sua  vera  lezione  ,  fu  faito 
lilanipare  in  Firenze  dal  dollissimo  e  no- 
l'itissitDo  Sig    Francesco  nidtdfi    (CJ 

1.   i 
LI'.    Arverh. 

t  *  g.  III.  ///  V.  5.  ove  ha  prende- 
remo corr.   pig^ierPmo 

yocaùolario  T.   il. 


L  1  D 

t  LIBRO. 

^  ^.  11.  A;:g.  innanzi  a  (C)  Segn.  Stor. 
5.  127.  l>el  <|Uale  ho  nel  libro  anteriore 
detto  ì  pailicolari. 

^-  g.  Lthro  a  mano  ,  0  a  penna  ,  vale 
^fanos(rltto  .  V.  MANO,  g.  VII.  e  A 
PENNA.  (C) 

t  5  LICI-NZIOSO.  Add.  Corr.  la  di- 
cliiaraz.  cosi:  l'Ite  usa  troppa  lihertà  di 
costumi,  (.he  è  contrario  alle  reg-ìlt' della 
morale.  Dissoluto,  Sj're/iato.  — Ed  agg. 
innanzi  a  ( Cj  Salvia.  Disc.  3.  l5o.  Di* 
rei  loro  ciò,  che  de'  preziosi  olii  ed  odo- 
rali unguenti  contro  a'  licenziosi  giovani 
disse  il  morbido  e  delicato  filosoiu  Ari- 
stippo . 

3  LIETO. 

t  §.  111.  Agg.  alla  dichiaraz. — ,  Che 
produce  assai  .  Ed  agg.  innanzi  a  (CJ 
Santtnz.  J'-g/.  5.  (^uale  la  vite  all'  olino, 
ec.  E  l'ondeggianti  biade  aMieli  campi. 
Tale  la  gloria  e  '1  colmo  Fostù  del  no- 
stro  coro. 

LIEVE,  e  LEVE  ec.  Avverò. 

■j-  g.  II.  Agg.  in  fine.  '?  Guitt.  ritti, 
I.  ^9.  Ma  io  solo  pacando,  Mi  posso 
corpo   ed    alma  uccider   leve.    (Cj 

t  LINEA. 

f  V  g.  V.  Innanzi  a  Magai,  agg.  Pros. 
i^ior.  Sasseti,  lett.  l^.  3.  9I.  Il  nostro  pi- 
loto ee.  impaurito  a  questa  volta  innanzi 
che  si  mettesse  a  traversare  la  linea,  si 
messe  tanto  sotto  la  costa  di  Guinea  ,  che 
calmandosi  Ì  venti,  vi  ci  raggirammo  la 
povertà  di  quarantasei  giorni.  (CJ 

"^  g.  Linea  ,  dicesi  anche  a  Quei  ca- 
ratteri disposti  sì  nella  stampa,  come 
nella  Scrittura  in  linea  retta  sopra  una 
pagina.  Salvia.  Jnnot.  Mtir.  2.  l65.  Lo 
che  hanno  saputo  i  buoni  nostii  uttima- 
mentc  eseguire,  come  a  ognuno,  che  pu- 
re una  linea  ne  legga,  è  palese.  (Cj 

't-  g.  Di  qui  Due,  0  Quattro  linee  , 
vale  Uni  breve  lettera.  />ern.  Ictt.  Sg. 
Vi  cbieigo  perdono  nmilnicnte  se  vi  ho 
offeso  io  non  vi  scrivere  ,  benché  vedo 
che  me  lo  date  larghissimo  ec.  con  dire 
di  contentarvi  di  quattro  mie  lince.  (C) 

t  LI.NEAMENTO. 

*t  §■  ^gp-  '"  ^^^-  Salvia.  Disc.  3. 
l5o.  Il  quale  in  esso'i  tratti  e  i  linea- 
inenli  del  regio  animo  paterno  al  vi%'o 
espressi  riconoscendo,  ec.  il  riguarda  tut- 
t*  ora  e  lo  venera.   (C) 

I  LINGUAGGIO.  La  favella  agg.  pro- 
pria • —  Ed  agg.  in  fine  "^  Cas.  l'ram. 
382.  Linguaggio  e  tavella  sono  due  cose 
diverse  T  una  dalP  altra  ec.  perocché  fa- 
vella è  proprietà  di  ciascuno  uomo  ,  o 
dell*  uomo  ;  e  linguaggio  è  proprietà  d* 
una  nazione  ,  o  delle  nazioni  .  E  383. 
Favella  è  adunque  quando  alcuno  espo- 
ne il  suo  concello  con  vvicc  articolata  , 
e  linguaggio  e  quando  alcuno  espone  il 
suo  concetto  con  voce  articolata  così,  cioè 
con  una  forma  e  un  modo  certo  e  fermo.  (Cj 

t  *  LINGUINO Baldov.  Dr. 

agg.   I.    I. 

t  LIOFANTE  ec.  .  .  .  Lab.  192.  corr. 
Lab.    182. 

5  LIQUEFARE. 

f  *   g.  II Matt.    Franz,   rim. 

buri.   agg.    2.    l83. 

L1SCIARD1ERACCIA.  Togli  in  fin.  (♦) 

3  LITE.  Togli  V  Ci.  Tass.  Cer.  e  fan- 
ne g.  così  : 

^  g.  Lite,  vale  anche  Combattimento 
tra  due  a  corpo  a  corpo  fatto  per  disfi- 
da ,  che  più  propriamente  dicesi  Duel- 
lo    «   Tass.    Ger.  6.   55.   ...  ».   (CJ 

t  LITTERALE  ....  Mor.  S.  Creg. 
agg.   lett. 

LO.  Articolo. 

\  ^-  %.  HI.  Nov.  nnt.  agg.  li.  ATes- 
sere  Amari  lo  domandò  :  conje  hai  tu  di 
rendila  l'anno?  (CJ   E 


LOG 


1905 


'f  LOCUSTA. 

•f*  g.  Al  V.  6.  ove  ha  attams,  corr. 
astacus  , 

LOCUZIONE  . 

g.  J.  Innanzi  a  ì'arch.  agg.  Car.  Apol. 
\0Ì\.  Le  figure,  e  le  locuzioni  ai  poeti  son 
quel  che  i  colori  e  le  mischie  ai  dipinto- 
ri.  (C) 

t  LOICALE S.   Agosl.  S.  D. 

corr.  S.  tifosi.   C.  V. 

LONTANANZA. 

'•?  §.  In  lontananza f  posto  avverbinlm. 
fnU  Jìa  lontano.  Ces.  ISeìl.  Dani,  I.  I94. 
Es.si  ci  diiDno  i  lor  tlipinli  sfutnuU  ,  e  li 
vedi   rome  in   lonlanaiizd.  (C) 

*  LOQUEA.  ;'.  A.  1.0  sle.t.<o  die  Lo- 
qtiela  .  ì-'ranc.  lìarb.  i^fgt^.  dona.  Il5. 
Alla  allegrezza,  che  mostrale,  ed  alla  lo- 
de che  tate  del  ben  comune  del  detto 
nostro  Signore  e  di  Lei,  e  del  Kegno  , 
commenda  la  vostra  ordinata  loquca ,  e 
ce.  CO 

't  3  LOQrELA. 

*  g.  L  Togli  r  es.  ..  Bocc.  J'it.  Dant. 
leggendoli  in  esso  la  quale  in  luogo  di 
loqtK  la  come  puoi  vedere  alla  pag.  236. 
dell'  edii.   di  Fu'.   1723. 

J  LOliDURA  .  Agj.  in  fine.  *  Cas. 
L'IT.  Coni.  Jl3.  Ne  si  faccia,  come  al- 
cuni di  perversa  natura  l'anno,  rhe  i  no- 
hdi  scopino  la  casa  ,  e  le  lordure  luori 
delle   camere  portino.   (C) 

LUBRICITÀ'  ec. 

§.    .  .  .  lictt.  lett.  corr.  Reil.   leti. 

t  LUBraco.  AM. 

t  *  g.  III.  .  .  •  Car.  En.  Uh.  2.  agg. 
773. 

■j-  •-,':  LUCCICtll'O  .  Air  es.  BaUov. 
Dr.  agg.  2.  22.  cJ  afU-ga/o  foù:  l^c  lue 
belle  ciglia  Gettan  tal  luccichio  ,  Che  la 
stella   Diana   Non  ha  tanto  sprendore. 

t  LUCCIOLA. 

g.    11.    Far  lec/ere  ec 

!?  ^.  E  ì  eder  le  lucciole,  vale  Sentir 
p-an  "dolore.    V.  VEDERE.  (C) 

t  *  LUCENZA.  .  .  .  Dellin.  Disc.  II. 
corr.  2.   Il3. 

LUCERE. 

ìli  g.  Tutto  ciò  che  luce  non  è  oro, 
proferii,  che  vale  Che  Tutto  ciò  che  ha 
apparenza  di  Intono  non  è  sempre  buono, 
ì  .    ORO,  g.  IX.  (Ci 

LTJCRATnO  .  Inuanzi  a  Olt.  Com. 
agg.  E  Com.  Dant.  2.  3o4-  Questo  fa 
dirittamente  contro  a  molti,  i  tfuali  scioc- 
camente dicono  che  la  poesia  non  è  Ia- 
cultà  lucrativa.  (C) 

LUMACA.  .  .  .  ilorg.  18.  l\0.  eorr. 
18.    141. 

LUNGARE  .  Agg.  in  fine.  =;:  Guitt. 
rim.  \.  2.  Che  già  riccor  non  dona  al- 
trui posare,  JVla  M  fa  lungarc.   (C) 

5  LUNGO.  Aild. 

g.  XI.  Agg.  in  6ne.  *  Red.  Ccns.  I. 
85.  La  cena  della  sera  non  dee  essere 
altro  che  una  porcell.:na  di  otto  once  di 
hrodo  di  carne  ,  non  molto  sustanzioso  , 
ma  lunj;o   e   non  insalalo.  (Cj 

t  LUOiiO  ec 

f  g.  IV.  Agg  innanzi  a  (C)  Sen.  Pisi. 
12.  Questo  mio  luogo  e  cresciuto  Ira  le 
mie    mani. 

*  g.  Vili.  Innanzi  a  Ces.  agg.  Flr. 
Disc.  an.  94.  Allora  ordinò  il  Podestà  , 
rhe  che  ne  lo  movesse ,  di  trovarsi  la 
mattina  venente  in  sul  luogo  con  amlie- 
due  le  parti. 

:;:  g.  XXII.  Aiere  agg.,  o  Sapere  Ed 
agg.  in  fin.  Buon.  Fier.  4.  2.  7.  A  ehi  le 
scrive  in  ricompensa  Render  che  '1  Papa 
al  primo  Concistoro  È  per  far  Cardinali: 
Saperlo  certo,  ave;  lo  di  liuon  luogo.   (C) 

g.    XXX.    Agg.    innanzi    a    (Cj    Pros. 
Fior.    Borgh.    leti.    4.    4.    148     Tulli    i 
luoghi  rhe  V.   S.  adduce  eccello  quel  di 
Plinio  ec.  io  gli  aveva  considerati. 
^9 


i9o6 


L  U  O 


J  g.  XXXI.  Allegane  es,  *  Saìi'in. 
l'tsc.  3.  i^/'  ^'"'  p'S*""'  *'*  *"*'*s  »  ^'^ 
luoghi  di  mualc  ,  o  kUrc  cullate  stìilji- 
li.  (CJ 

t  5  LUPO. 

f   5.    IV.    //  lupo  cangia   agg-,  o  m«(rt 

g.    XXV Frane.   jSarh.  269.  9. 

con.  269.   12. 

t  5  LUSINGARE.  .  .  .  Tuli.  Àmie. 
\\i).   corr.    109. 

•f  LUSTRE  .  .  .  Sah-in.  Spia.  corr. 
Salv.   Spiri. 

M  A 

3  MACCHIA. 

5.  VL  Aj;g.  in  fin.  ^I*  Buon.  Fier.  ^, 
l\.  iS.  Qua  per  rerli  liaj^rlii  ove  le  mac- 
chie Alle  e  lVonil<)ie  ignulc  ddu  l'arrcs- 
so  A(t  un  va^o  giardiD  d'  un  gculiluu- 
mu.  (C) 

MACXHLNA.  Agg.  in  fin.'-?  Car.  Fn. 
2-  81 .  O  in  qiicilu  le_L;no  Sono  i  Greci 
l'tncliiusi,  o  ({uest.i  è  marcliina  Contro  a 
le  nostre  mura.  (C) 

Sr  3-  .^f'^ccltiifì  mondiale,  lo  stC'^so  che 
Mondo  .  ò\  /igosl.  C  D.  Fanno  sentire 
alli  sensi  le  l'uime  loro  ,  per  le  quali  la 
macchina  mondiale  è  adorna.  S<giicr.  In- 
crcit.  I.  6-  6-  Qucblo  sarehhe  annullare 
un  Dio  per  introdurre,  fui  per  dir,  tanti 
Dei ,  quanti  sono  quei  corpuzzi  di  cui  si 
forma  la  niacthina   mondiale.   (C) 

t  3   MACELLO. 

t  3   g.   n Cron.    ì'ell.  agg.  105. 

t   5    MA(  KUO.  Aitd 

*  §■  '-  'J'^'S'i  '^*  virgolette  al  v.  t\.  e 
ponile  al  sesto  innanzi  a  (C) 

t  MACINANTE.  .  .  .  Pallad.  agg.  Ot- 
tobr.   I^, 

t  *  MACINAZIONE.  .  .  .  ReJ.  Lclt. 
agy.  3    3l.  (  Fir.  1779) 

5  MADIA. 

#  §.  Fsxcre  j  o  Parer  fatto  in  una 
stessa  miìilìa,  diersi  di  Citi  e,  0  pare 
soggetto  alla  lìicdcsìmn  sorte,  /tllvg.  108. 
Noi  jiaiam  fatti  aluuncu  in  una  ìtca&a  ma* 
dia.  (C) 

•f  MADONNA. 

^  §.  F  perche  Madonna  e  titolo  che 
I  figliuoli  in  se-;no  di  rispetto  solevan 
dure  all'I  Madrc^  così  talura  Madonna 
si  trova  usato  per  Madre.  Vit,  .V.  Gio. 
fìatt,  202.  VA  incontanente  ii  pensava 
(  S.  Gio  lUittista  )  d'  arrecarne  (di  que' 
frutti  }  a  Messere,  e  a  Madonna.  (() 

3  MADIIIALETTO.  Togli  1*  cs.  leg- 
gendosi nella  stampa  citala  a  pag.  5i<. 
Mandriu/rtto,   e  non    Madrialetto. 

MAESTUO.   ././/. 

t  3  g.  II.  A^g.  io  fino.  !'.«  Sannaz. 
Arcad .  pros.  8  Alia  fine  vpggondo  la 
preda  essere  haste^  ole  ,  allenlavanio  a  pn- 
co  a  poco  i  capi  delle  maestre  funi.  (C) 

«  §.  III.  Uopo  l'cs. .. /Ani  Ori  agg. 
lied.  Utt.  2.  21.  (Fir.  1779J  Parto  del 
iuo  nohde  e  maestro  ingegno.  (C) 

t   3    MAGGIOHE.    Add. 

§.  XIV.  Agg.  in  fin,  «  /'*/•.  ^.«.324. 
I  miei  maggio)  i  avevano  seni[ire  avuto  per 
lor  pcculiaru  avvocato  quel  harltalo  vec- 
chiune.  Da^'.  ,S>'ism.  76.  Ui«i>gnuchcCurIo 
Quinto  ce.  oitcnc&se  cU'  ella  fusie  lascia- 
la vivere  nella  religione  de'suui  niaggiu* 
li.  CO 

^  g.  Maggiori  ,  mi  numero  del  pii)  , 
diconsi  talora  anche  i  tenitori  .  Scf;ner. 
Crisi,  insir.  i.  ^^.  i j.  Vuol  essere  lu- 
singata ron  mille  in\i|Ì,  violentata  con 
mille  istante  ^  u%si<urula  runica  iufiiiiii 
timori  ,  che  te  solleva  in  more  la  \o- 
rrciindij ,  congiunta  a  quel  rispetto  rh' 
ella  ha   verso  i  suoi  maggiori.  (C) 

^  §.  XVI.  Hasselta  questo  g.  rosi: 
Mttf^giore,  pre.iac  i  Grammatici ,  ì*  ag' 
giunto    del  numero   eh«    serte   a    notare 


talvolta  quel 
Domineremo   il 


M  À  G 

ne'  nomi  e  ne'  verhi  pluralità  di  perso- 
ne, o  di  cose;  a  distinzione  del  Minore, 
che  serve  a  denotare  una  persona,  o  una 
cova  sola,  Salv.  Awert.  2.  I.  II.  Del 
numero  ilell'  uno  ,  a  cui  ura  il  Singu* 
late,  ec.  or  diremo  il  minore,  sia  esem- 
plo Jelice,  e  donna  :  dell'  altro  felici  e 
donne:  fieli*  allro  dico,  il  qual  talora  il 
numero  del  più  d'  uno, 
de'  più  ,  e  altuna  fiala 
ma;;giore     (C)  Jìnrt.   .  .  . 

t?  %■  l'as\are  per  la  maggiore  ,  si  dì- 
ce  delle  Cose  ,  che  sono  drlle  più  eccel- 
lenti nel  loro  genere  ,  y.  PASSARE  ,  g. 
Lll,  (C) 

MAGISTRATO.  Agg.  in  fin.  *  .B«Ort. 
Ficr.  2  3.  4-  Aslengansenc  quelli  Che 
son    di   niugislralu.   (C) 

MAGLIA. 

^  g.  Uscire ,  o  Uscirsene  pel  rotto 
della  nia'^lin  ,  vale  lo  stesso  che  Uscir- 
sene pel  rotto  della  cuffia.  Mn^nl.  part. 
I.  hit.  17.  Mj  voi  ve  n'  Uveite  pel  rotto 
della  ma;^lia  ,  dicendomi  che  la  materia 
ha  mutato  in  meglio  nel  tempo  ,  e  che 
ncir  eternila  fu  una  pastaccia  Zotica  e 
grossolana.  (C) 

t  magnai; E.  .  .  .  Fr.  Sac.  T.  corr. 
Fr.  lac.   T. 

3  MAGNIFICO. 

•f  j;?  §.  II.  Agg.  in  fin.  Frane.  Sacch. 
nrn-.  l49-  't*  sono  nel  Vescovado  di  Pa- 
rigi, al  quale  ai  rithiede  troppo  più  ma- 
gnifica vita  y  che  all'  Aliate  di  Tolosa  . 
Jiocc.  nov.  l\'6.  5.  Cominciò  a  fare  la 
più  Iiella  vita  e  la  più  magnifica  che  mai 
si  facesse.  (C) 

MAGRO,  e  MAGHERÒ. 

*?  g.  Giorni  ui'tgri  ,  si  dicono  Quelli 
ne'  (juali  e  vietato  di  mangiar  carni  . 
l'ros.  Fior  Salvin.  litt.  4-  2.  254-  Qui 
non  manca  l>cn  nessuno,  fino  il  pesce  in 
abbondanza  i  giorni  magri.   (Cj 

g.  II.  Ag-.  in  fine.  *  v^/Zep.  223.  Un 
altro  male  assettalo,  scriatello,  aUamatuzto, 
di  magherà  prescnia,  e  poca  ciarla.  (Cj 

'■*  g*  /-*'  mosche  si  potano,  danno,  o 
simili,  addosso  a'  cavalli  magri.  F.  MO- 
SCA, §.  V.  r  CAVALLO,  §.  XXXIX.  fC; 

t  3    MAIOIIANA. 

'^  g-   'l^'g''  1"'*'*^°  §'  ^^^  ^^^  esempio. 

*  MALAGIiX  ILEZZA.  /".  J.  Ma- 
lagevolezza .  L'ut.  Inf  i  Aspera  fatica 
si  trova  nella  vita  vixiosa ,  se  bene  sì 
considera  quanta  malagevilezxa  soslieoe 
l'  avaro,   quanta   lo   guloso  CC  (C) 

MALAITI  A. 

'*■'  g.  Pi  sua  malattia  ,  posto  avver- 
hialm  come  Morire,  o  simile,  di  sua  ma- 
lattili  ,  vale  .Mortiv  di  morte  naturnle  . 
hai.  fato  obire,    Tac.    V .  UO^XWY..  ( C) 

t  3    MALE.   Susi. 

t  *  g.  IV.  .  .  .  AVmfr.  Jsol.  Itb.  2. 
agg.    128. 

V  g.  Di  suo  ma'e,  vale  Di  morte  na- 
turale; ed  e  opposto  a  Morte  violenta  , 
causata  tia  checchessia.  /*.  .MORIRE.  fC) 

f  '••  S.  XIX.  i;oir.  la  dichiarai,  cosi; 
K  Parer  male  d*  una  co  ta  ad  uno,  vale 
/{increster'e  una  tosa  ad  uno. 

MALESCIti.  Agg.  in   fine,  'fi  /laida. 

Voc.     Dis.    107.     iNelle    nostre    parli  di 

Toscana    distinguono   due    sorli  di   noci  ; 

'  uno  che  chiumaiio   griitilc  ,  ed    un  altro 

malescio,  e   lutti   due   ne*  lavori   rimono 

bel   pulimenti!   e   lustro;   ì-    perii  fra  di  lo- 

'  ro  questa  dilTcrenta,  «he 'I    nulrsciu  non 

.  lo  ri<-cve   rosi    inoralo  ,  comr  il  gentile  , 

ed   il   sui»    frutto    non    ì>   punlo    gothbile  » 

I   merci»    l'essere   il   iiudtdlo   delle   sue   nn- 

Iri  rosi  fin  Irniente  Gito,  e  serralo  nella 
sua  cassa  con  li.inieiii  ȓ  tniii,  e  slrelti, 
che  quindi  ntxi  può  cavarsi,  senta  rum- 
.  per  la  noro  in  miiuitisaìini  prtù.  (C{ 
I  MAI.INA.  ,  .  /:  6.  la.  37.  curr.  E 
6.  1 1 .  39. 


MAL 

3  MALINCO.MCO.  Agg.infioc.  *  Fir. 
As.  3ii.  E  suUcvandogli  (il  dolore)  gU 
umori  maliacoaici ,  egli  cadde  iD  una 
grandissima  malattia.  (C) 

MAL  NOTO.  Agg.  in  fine.  *  E  16. 
Cosi  fin  ora  il  misero  ha  servito  O  oon 
visto,  o  mal  nolo,  o  non  gradito.  (C) 

MALO. 

t  #   §.    II.    ...  Agn.  Pand.   agg.   20. 

t  *  .MALVCSTA',  MALVLSTADE  , 
e  MALVESTATE  .  /'.  A.  Malvagità  . 
Gititt.  tett.  25.  68.  Riccbcxsa  crescere  a 
misero  malvagio  uomo  è  misera  malve - 
sia.  (F) 

*  MANCA.  Sitst.  La  mano  che  è  dal- 
la banda  del  cuore,  la  quale  per  adope- 
rarsi lomiinemente  meno  dell' altra  è  an- 
che meno  agile  e  vigorosa.  Salvin.  Disc. 
2.  101.  Per  questo  nella  ritta  ha  (la  for- 
tuna )  il  iimuu  di  nave  ,  Della  manca  il 
corno  della  dovizia.    (C) 

'.•  MANCAGIONE.  F.  A.  Mancanza, 
Difetto  .  Hiin.  ant.  Lotto  di  Ser  Dato 
Pisano.  I.  398.  E  sì  adorna  e  gente 
Non   vi  si  porrea  appur  mancagione.  (C) 

MANCAMENTO. 

f  3  §.  III.  Agg.  in  fin.  it^  Farch.  Er- 
col.  75.  Tacciare  alcuno  è  difettarlo  ,  • 
non  lo  accctlare  per  uomo  dabbene,  ma 
dargli  nome  d*  alcuna  pecca  ,  o  manca- 
mento. ((^) 

.MANCANZA. 

*  g.  Mancama ,  si  dice  anche  par- 
lando delle  Persone  di  cui  altri  è  resta- 
to privo  per  morte.  Salvin.  Pros.  Tose. 
373.  Per  memoria  del  buono  accademì - 
co ,  e  per  consolare  il  desiderio  della 
mancanza  di  quello.  F  393.  Ha  finito  di 
colmare  il  nostro  dolore  la  mancaoiailel 
Icltcralissimo   Beoedello  Averaai.  (C) 

f  3   ^L4NCARE. 

t  §■  *•  *K6  innanzi  a  (CJ  Dav.  Oraz. 
Cos.  I.  l34-  Magistrato  di  che  la  cillì 
nostra  mancava.  Car,  Ea.  3.  lo53-  E  se 
d'esequie  io  manco,  Se  manco  di  sepol- 
cro, li  danno  lì  liete. 

5r  g.  Marnare  rfj  un  luogo,  vale  Fs- 
seme  partito  ,  Esserne  assente  .  Salvin. 
Fit.  DtO);.  196.  Ad  lino  che  ragionala 
delle  meteore;  quanti  giorui  tono,  gli 
disse,  the   V.  S.   manca  dal  cielo?  (C) 

f  g.  XII.  Agg.  in  fine.  '^  Amet.  80. 
Cosi  di  se  alcuni  male  operando  Incru- 
deliscon  contro  a  se  dolenti  Le  loro  ao- 
goscie  mancare  «pelando.  (C) 

*  g.  Mancare  ad  uno,  \ale  Ribellar- 
glisi.  Lai.  de/icere  a'>  a'iquo.  Sali.  Giug. 
|52.  Pose  masnada  a  dil'eodere  in  quel- 
le ciUà,  che  ciano  mancate  al  re.  (C) 

*  §.  XWI.  Agg.  in  fine.  Farch.  Stor. 
II.  352.  >c  mauro  chi  desse  la  colpa 
della  sua  morie  parie  all'  imperiala  .  e 
parte   alla   tra>curagg  ne   ile' Medici.  ^('J 

-?  g.  Dicest  anche  Mancar  di  poco  . 
Sannaz.  Arcad  pros.  12.  Di  poco  man - 
Cava  eh*  io   wan   morissi.   (C) 

«  AIANCATURA.  F,  A.  Mancanza, 
Dfetto.  Hiin.  ani.  S'rr  Monaldo  da  SoJ- 
fena.  2.  a37.  E  nulla  mancatura  Fece  1  Dio) 
a  vostre  bellette.   (C) 

t  3  MANDATO.  Sust.  Togli  1*  e». 
Cas.   lelt     e   portalo  al   ^.    lll.   Così. 

^  §.  lll.  Agg.  innanii  a  (Cj  -  Cat. 
teli.  27.   ...  -. 

t'  ^.  Mandato,  dicesi  anche  Mao  Scrit- 
to Col  quale  si  ordina  ad  uno  di  pagare 
una  data  somma  alla  penona  ivi  nomi- 
nata .  Inslr.  Cane.  77.  Si  accertino  eoo 
ogni  opportuna  diligenza ,  che  la  «pesa 
SI  taccia  legiiiimamenir ,  nò  faccia  mai 
la  polista,  u  mandalo  al  Camarlingo,  che 
dovrà  Miinminisliaie  il  danaro,  senta  aver 
prima  visitalo  il  luogo.  (Cj 

g.  IV.  Agg.  in  fine.  Pros.  Fior,  fìorg', 
lett.  4.  '1  lo;.  Rimando  la  medaglia  a  V. 
S.  che  d  balordo  del  mio  mandato  l'aveva 


MAN 


JI  A  5 


M  A  K 


>9t>7 


iljta  a  raesser  Baccio  Baldiai,  ed  io  pen- 
sava V  avesse  riavuta  V.   S.  (Cj 

*MANDIBULA.  /  .  L.  MasceUa.  Cald. 
iìss  anal.  l3.  Due  Ijigbe  fessure  aduuque 
s'osservano  nel  pdlalo,  come  a\ viene  uel- 
1*  uomo  ec  poste  in  %irinaiiza  ik'lt' .itti- 
colaiiunc  delle  due  matidihule,  e  e  a>cbe- 
duaa  di  queste  due  re>sui'e  tcrniiu^  io  un 
forame.  (C) 

MANbOGIAKE. 

^'  §.  ìilanc^giar  uno  ,  vale  Guidarlo 
a  suo  senno,  Oovcrntrfo,  Star.  Jùtr.  7. 
l5iJ.  Non  potendo  ui;ineggiur  Bereu-a- 
rio  ,  oc  opporsi  alle  voglie  sue,  deliiierò 
parlirM  del  tutto  e  tuinarsi  alla  sua  Pro< 
venia.  (C) 

#  g.  VII.  Agg.  in  fine.  lied.  Ictt,  2. 
12.  (  Fir.  1779)  Ma  che  dirà  V.  S.  Il 
lustriss.  (juando  vedià  ch'io  niaurgj^io  1j 
lingua  Aralia  rome  un  Musulmano?  (C) 

:?  MAMìNTE.  L' es.  Onilt.  leti.  i(5. 
^6.  a/lcga/o  così  :  AUi  eh'  è  fallace  e  iu- 
gannevol  nome  Manente  ad  uomo  l'or  lo* 
co  e  fot'  dimora  l  (cioè  uomo  che  non  ha 
luogo  Jirmo.  E  qui  scherza  xnll'  et/nivo- 
co  di  manente  participio,  e  Manente  no- 
me proprio.)  —  Togli  r  es.  òtor.  L\trl. 
e  fjouL>  §.  co^ì  : 

#  g.  Afaneate,  vale  anche  Dovìiiioso  , 
Abbondante  iti  avcrìj  ma  è  V.  A.  Slor. 
Lari.  56.  Quelli  che  dispregiano  le  co- 
se temporali  per  l'  amore  ili  Gesù  Cristo 
ce.  qnclli  souo  coloro  che  sono  più  ric- 
chi e  più  manenti  che  non  se'  tu.  Cititi, 
rini.  1.  3.  ÌAa  chi  liccht-rza  dispregij,  è 
niaocule  .  IC  l58.  Certo  eh*  è  bene  ra- 
gione lo  ne  sia  noioso  e  spiacente  Mcni- 
brar  che  agiato  e  niaucute  Li  è  ciascun 
vile  e  fellone  ;  E  misagiato  e  povero  lo 
tono.  (C) 

#  MANENTI  A.  r.  A.  Dovizia,  Ab- 
bondanza d'  nvert'.  Gnìtt.  rim.  2.  1.  O 
s*  io  mai  nel  cor  mio  deggio  savere  ,  A- 
mor  ,  te  possedere  ,  L  gaudere  d'  aver 
tua  manentia,  Uh!    si  amore  sial  (C) 

MAAÈliE. 

V  g.  /Vr  /ìestare,  Bìmanere.  Fr-mc, 
Ttarb.  ^S.  9.  Che  non  è  picciol  vizo  non 
volere  OMigato    manere.  (C) 

MANESCO. 

S-  in.  Agg.  in  Gne.  *  Lasc.  Cen.  2. 
nov.  l\.  Se  tu  avessi  Icitè  i  danari  ma- 
neschi, potresti  fuggirtene,  come  farà  il 
negromante.   (C) 

•t  MAMCAhC Dant.  laf.  35. 

coir.  33. 

•t  MAMERA. 

^  g.  Maniera  di  dire  ,  lo  stesso  che 
Locuzione  t  Frase  .  Snlvin.  Pros.  Tose. 
2.  lt)5.  Siccome  dui  pattume  d'  Ennio 
sapeva  il  giuJicioso  Vugilio  ripescar  per- 
le ,  così  ir.i  quelle  roz/c  pronuruic  ec.  e 
in  quelle  maniere  di  dire  onidellc  talora 
anti  che  no  ce.   (C) 

t  MANIEROSO.  .  .  .   Urb.  agg.  56- 

3    MANIFESTO.    Add Dani. 

rtirg.   33.  con-.  23. 

MANNAIA. 

*  §■  Mettere  insieme  il  ceppo  e  la  man- 
naia, diccsi  in  proxerb.  a  denotare  che  al- 
tri ha  unite  cose  affatto  disparate.  V. 
CEPPO.  (C) 

t  *  MANNARA.  Agg.  in  fine.  Fior. 
Ita/.  293.  Al  qual  grido  tutti  li  villani 
della  c>>ulrada  trasseno,  chi  con  stanghe 
ibi  coQ  vanghe,  chi  con  mannare,  e  chi 
cou  un'   arma  e  chi  con  un*  altra.  (Cj 

•f  3IAN0  ec. 

3  g.  XI.  To-li  gli  es.  Fiamm.  e  Pai- 
lid.   e  fjnne  g.  cosi: 

*  g-  Afono,  diceii  anche  di  Ciò  che 
fa  che  una  cosa  sìa  tile  ,  o  tale  ^  ed  e 
lo  stesso  che  Qualità .  Lat.  penuf,  spc- 
cies.  Gr.  yi'j9?,  ì'ioo;.«  l'ta'um.  ^.  2.  ., 
/'.»//.../.  I  ehbr.  9.  .  .  •.  /;  18.  Uiicltansi 
jf/i    oliveti )  in  pia- gè  di  mez<a  mano, 


non  troppo  a  Lasso ,  ne  in  luogo  ari-  . 
do.  iC)  ' 

g,  XXVII.  .  ..  Farch.  Slor.  1.  389. 
corr.  11.  389. 

t  ;:;  5.  CNVI.  Agg.  in  fine.  Gutcc. 
Slor.  iG.  107.  E  gli  scrisse  poco  dappoi 
un'altra  lettera  di  mano  propria.  (C) 

*  g.  C\L1X.  .  .  .  Geil.  Sport.  2.  6. 
corr.  2.  5. 

t  §.   CLXXVIII Slor.    Pist. 

agg.  61. 

jS  g.  Mettersi ,  o  Porsi  la  mano  al 
petto ,  fì^uralant.  va'e  Giudicare  d'una 
cosa  come  se  si  dovesse  giudicare  di  se 
slcss'y.    V.  PEITO,  §.   XVUI.  (C) 

^  g.  JiìuSi  ire  Jra  mano  buono,  o  cat' 
tivo,  o  simile,  ad  alcuno,  vale  iVver  tro- 
vato ,  0  Sembrare  buono  ,  o  cattivo  ,  o 
simile,  a-l  alcuno.  Ambr.  Co/.  2.  2.  Oh 
quesl'  l'arto  Mi  riesce  fra  mano  una  pil- 
lacchera, Ed   un  gran  cacasiecchi.  (C) 

3  g.  CCXLIV.  Togli  gli  es.  lìocc. 
nov.  19.  3.  £"  nov,  ^5.  12.  e  fanne  §• 
così  : 

*  §.  Venire  alle  mani ,  talora  vale 
Venire  in  potere.  «  lìocc.  nov,  19.  3. .  . 
E  nov.  45.    12.   ...   ».  fCj 

V  g.  Uscir  di  man  d'  alcuno,  parlan- 
dosi d'  Opere  d'  ingegno ,  dicesi  dclV  es' 
ser  quella  tal  opera  fatta  da  lui.  Petr. 
canz,  17.  5.  Tutte  le  cose,  di  che  'l  mondo 
è  adorno.  Uscir  buone  di  man  del  mastro 
etoino.  (('} 

t  M\NOSCRlTTO.  Add.  ....  Red. 
leu.  Occh.  agg.  5.  ...  il  appresso. .  .  . 
corr.   A'  i5. 

i'.'  MANSUETO  .  Agg.  innanzi  a  (CJ 
Ar.  J'ur.  26.  129.  Nel  mansueto  ulilno 
che  sul  ilnsso  Avca  la  G^Ua  del  Uè  .Stor- 
dilano  ,  Fece  entrare  un  dogli  Auge!  di 
Minusso  Sol  cou  parole  iL  1- rate  di  Vi- 
viano . 

3  MANTENERE  .  Togli  1'  es.  Pass. 
212.    e  fanne  g.  così  : 

*  §.  Af'inltnere  ,  si  dice  anche  pr.r- 
lando  delle  abitudini,  delle  buone,  o  cat- 
tive qualità,  che  non  si  sono  perdute. 
«   />.'...  212.   ...  ».  (C) 

t  MANUCAHE.  .  .  .  Peti.  Tuli.  G. 
S.  agg.  85. 

t  MARCA. 

g.  li  Agg.  in  fine  .  ^  Salvia.  Di:c. 
2.  375.  Vaglia  a  dire  la  verità  ,  che  iu 
questa  dote  di  spirilo  ,  di  brio,  e  di  ga- 
lante \irezza  ,  e  d"  un  certo  vago  e  gra- 
zioso e  nobile  molleggiamento,  tulle  lu- 
minose marche  di  bello  ingegno,  niaravi- 
glioso  a]ipare   Platone.  (Cj 

MARCIO.    -Jdd. 

'•'  g.  Innamorato  marcio,  o  simile,  di- 
cesi di  Chi  è  sommamente  innamorato  . 
Buon.  Fii'r.  3.  ^  9  Qii.indo  donna  non 
pure  innamorala,  Ma  spolpa  e  marcia  si 
cav:iva  il  cuore  ,  E  ve  M  porgeva.  (Cj 

§.    Ili lied.  lete.    l.    174-  *^*>"'* 

2.    174. 

MAUCORELLA Cr.  7.  74.  i. 

corr.    Cr.  6    73.    I- 

•f  3  MARE. 

V  g.  Mare ,  trovasi  anche  in  genere 
femminino  .     Rim.    ant.    Semprcbene    da 

Poloi:na.  l.  453.  Più  bella  par  la  mare 
e  |>Ìù  sollazza  (juautP  è  io  bonazza  ,  che 
quand'  è  turbata.    (Cj 

t  3  MARITALE.  Toglil'es.  Guid.  G. 
e  fanupg.  come  appresso:  ed  agg.  in  fine. 
♦  l'Ini.  A'ir.  Op.  mar.  I.  3.  Se  al  costu- 
me della  patria  usato  ilalla  sacerdotessa 
di  Cerere  per  legarvi  insieme  con  nudo 
maritale  segue  appresso  un  discorso  ce. 
crederò  io  che  sia  per  arrecarvi  profitto. 
Tass.  Cer.  12.  27.  Se  immacolato  è  que- 
sto cor  ,  se  iutalte  Son  queste  membra  , 
e  *1  maritai  mio  letto  ,  ec.  Salva  il  parlo 
iuniiceule.  (C) 

V  §.  Anni  maritali  j  diconsì gii  .4nni 


in  Cui  una  donzella  h  in  istato  di  cster 
maritata.   «    Guid.   G.   ...»♦.  (C) 

MARITARE. 

t  g.  111.  In  sentim.  figurai,  agg.  U- 
nire,  i'ongiungere  due  cose  insieme.  Ed 
agg.  in  fine.  ■"?  Tasi.  Ger.  20.  9j.  Cou>* 
olmo,  a  cui  la  pampinosa  pianta  Cupida 
s'  avviticchia  ,  e  si  niarite  .  Ftltc,  rim. 
pag.  369.  Ma  com'  aspro  iucìvil  tronco 
selvaggio,  Se  avvien  che  ramo  a  lui  gen- 
til s'  unisca  Ringentilisce,  e  si  marita  poi 
A'  frulli  e  fior  non  suoi  ec.  Red.  Utlir. 
33.  Bramerei  veder  irafiuo  Da  una  ser- 
pe in  mezzo  al  petto  Quell'avaro  villan- 
zone ,  Che  per  render  la  sua  vile  Di 
più  grappoli  fecondj  ,  La  ne'  monti  del 
buon  chianti,  Veraiueute  villanzone.  Ma* 
ritolla  ad   un  broncone.  (Cj 

MARRANO. 

f  ♦  g.  1.  .  .  .  Baldov.  Dramm.  agg. 
2.  20.   e  ove  ha  con  corr.  Con 

*  MARTORIATlìlCE.  l'erbai,  femm. 
di  Mnrtoriatore.  Salvia.  Lucian.  l'odagr. 
19.  O  del  corso  impeditrice  De'  talloni 
niartorialrìce  .   (C) 

MASCHERA. 

*  ^.  Favellare  in  maschera,  vale  Fa- 
vellar di  checchessia  copertamente ,  sen- 
za lasciarsi  bene  intendere.  J  arch.  Lez. 
Dant.  2.  i56.  Nou  volendo  io  favellare 
iu  maschera,  e  mandare  cosa  nessuna,  co- 
me si  dice,  iu  capperuccia,  a  chi  mi  di- 
mandasse ec.   rispondo   ec.  (C) 

MASCHILE  ....  Salvin.  Spia.  corr. 
Salv.   Spin. 

3   MASSA. 

g.  11.  Agg.  in  fin.  Salvia.  Annot.  Mur. 
2.  !58.  Questa  medesima  autorità  di  ac- 
crescere ec.  la  massa  delle  parole,  e  for- 
mare per  se  slesso  molti  parlari,  non  si 
vuol  negare  a  niuuo  in  una  lingua  vi- 
va.  (C) 

si;  MASSA.  7".  A.  A^ecrb.  Molto,  As- 
sai. Dittam.  6-  i3.  Simdmenle  Eliseo 
ancor  trapassa  Giordao  col  suo  mantello, 
che  allor  era  (Al  modo  Veronese)  grosso 
massa.  (C) 

•f  3   MASSERIZIA. 

t  :;:    g.     Il Agn.    Pand.   agg.    IL 

e  ove  ha    Lo  adopero  corr.  Adoperolo 

*  MASTOIDÈO.   Correggi 

*  M\STOIDE.  Uno  de'  muscoli  del 
capo,  il  quale  .tcrve  ad  abbassarlo.  Rei- 
lin.  Disc.  1.  257.  Ma  se  voi  volete  sa- 
per di  uolomia  non  basler'a  che  vo'  sap- 
piale tulle  le  cose  de'  muscoli  dette  fin 
qui,  ma  bisognerà  che  vo'  sappiate  anco 
tulli  i  nomi  loro  ec.  Sentile  questi,  cro- 
tafile  ,  digasloico  ,  pteiigoide  ,  mastoide  , 
massetere    ec.   (C) 

•j-  5  MATERIA. 

Ir  g.  III.  Agg.  innanzi  a  (C)  Salvia. 
Annot.  Mur.  2.  161.  Dispute  proprie 
della  nostra  Italia  ,  nou  mai  a  memoria 
d'uomini  in  materia  di  lingua  in  altro 
paese  falle. 

*  g.  IV.  Agg.  innanzi  a  (C)  Fiamm. 
4.  64.  Vi  sono  bagni  sanissimi  ad  ogni 
cosa  ed  infiniti  ,  e  '1  cielo  quivi  milis- 
simo  in  questi  tempi  ci  d'a  di  visitargli 
materia. 

g.  IX.  Agg.  in  fine.  *  E  1.  364-  Da 
qualche  poco  di  tempo  in  qua  sto  me- 
glio; ed  in  materia  di  travagli  renali,  so- 
lamente m*  è  rimaso  ,  che  sento  sempre 
che  il  rene  destro  non  è  nello  slato  sno 
naturale  .  (C) 

•f  ALATERIACCIA.  .  .  .  Rronz.  nm. 
buri.   agg.   2.    273. 

t  MATERIALE.    Add. 

*  g.  Materiale,  ed  e  anche  termine  della 
antica  filo.<:of.a  scolastica,  e  vale  Che  '*^  op- 
posto a  Formale.  But.  Pr.  Le  cagioni 
che  sono  da  investigare  nei  piincipii  de- 
gli autori,  sou  quattro,  cioè  cagione  ma- 
teriale, formale,  efficiente, e  fin.dc.  /  arch. 


ifioS 


M  A  T 


ì.cz .  Pani.  2.  397.  Tulle  1'  operuioni 
liantio  quatlro  f-jg>oQÌ,  malerititc,  rurmi* 
le  y  cffìcifiile  ,  fìiulc  :  ciuè  dì  che  &Ì  fac- 
cia ,  che  cosa  &i  fjccta ,  chi  lo  faccia  , 
perchè  si  i'jrtia    (i'j 

l  M  VTTAMENTE.  .  .  .  Paìlad.  agg. 
co/>.  6    e  oie  ha  aveva  corr.  avevi 

•f  J  MATTO.  ToH^i  l'es.  5occ.  «oi-. 
X^.    I^-   e  fjooc  g.  .cu>i: 

*  g.  ;)/a»o  ,  si  dice  nache  di  Tutto 
ciò  che  e  contrario  alfa  ragione ,  alla 
prudenza  ,  alla  moderazione .  w  Bocc. 
nov.    IQ.    il^.   ...   ».  (CJ 

*t  §■  '•  Aa?-  '"  fi"«-  *  ^'■Of-  ^""'• 
Sal\-in.  Iclt.  4-  1.  28:^.  Il  «lualc  per  lo 
&lU[iQre  ariimutuli  ,  e  iiun  seppe  dir  pa- 
rola ;  che  ci  ho  avulo  uo  guitu  mallo  a 
veder  questo  lazzo.  (C) 

5  MATTUTINO.  Add. 

*  §.   ir Calli.   Lctt.    Uom.   ili. 

25.    curr.    1.    2fj. 

3  M.VTCKANTE. 

^   g ì'olg.    Mcss.   corr.    P'olg. 

Vis. 

U  E 

t  3   MEAHE. 

-  '■•'  Z-  A^g.  Ili  fioc  ^  ».  ^r; 

t  *  ::\IECCANICA  .  Poni  r  cs.  Ca/. 
Cfl//.   Ila  le  virgolette  . 

t   MFXCANICO.   //</</. 

t  3  g.  I-  Agg.  ili  Gli.  *  Car.  /elt.2. 
2l5.  La  niull.!  (.-  un  iìtruincnlo  ocirarli 
inecc3DÌclic  di  nioUu  poleru  ,  e  di  mara- 
vigliuso  fffello.  (C) 

t  g.    IV.   .  .  .   Ciis.  Uff-.  Com.  agg.  92. 

MEDICOM:.  Agg.  io  fioe.  *  Prox. 
Plot .  Salvin.  Idi.  ^.  2.  270.  Venne 
•[Ueir  altro  niedicoiic  belloccio,  e  più  ar* 
dito  risolvetlc  di  cavarlo,  e  seiuiliilnicu' 
te  migliorasle.  (C) 

•f  MEDIOCKE.  Corr.  la  dichiarai. 
così:  Clic  e  Ira  il  glande  e  '/  piccolo. 
Ira  'l  buono  e  *L  cattivo ,  Che  non  è  cc- 
cctlentc,  ni  m-tncant::.  Edag;^.  in  fioe.  •!• 
Sega.  Star.  5.  l3^.  Il  qu.ilc  era  tanto 
più  crudele  ,  quanto  perveniva,  e  si  po- 
sava addosso  in  gran  parie  a  molte  po- 
vere vedove  ,  ed  a'  pupilli ,  ed  a^  ciUadi* 
ni  mediucri.  (C) 

MEDITEnitANEO.  Agg.  in  6ne.  (Jì) 

•:-  MEGGIO.  ;•'.  j4.  Usata  in  rima  in 
luogo  di  Meglio  .  Dani.  rim.  18.  Lu^e 
i;tla  nobii  (  la  donna  )  nell'  oru.'ilo  seg- 
gio ,  E  signoreggia  on  un  atto  degno  , 
Qual  ad  essa  rouvcMe  ;  Poi  su  la  nicn* 
le  drillo  li  per  moggio  Amor  si  gloria 
Del  bealo  regno  ,  Cbcd  ella  onora  e  le- 
ne .  (C) 

MEGLIO,    nome. 

i?  g.  .Indarnc  col  meglio  ,  l'ale  Riu- 
.fcir  vittorioso,  e  tlncsi  de'  comhatlcntì. 
Serd.  leti.  Ind.  773.  Con  tulio  ciò  i  Bon- 
ci   n'  andavano  sempre  col  meglio.  (C) 

V  §.  J'aler  di  meglio  ,  vale  Miglio- 
rare le  proprie  condizioni  .  /^.  VALE- 
RE. (C) 

«  MEGLIOUANZA.  /'.  J.  Miglio, 
ranzn  .  Ilim.  ant.  l'rrtit  da  Lucca.  2. 
222.  Noli  dulli  r  uom  |)CDar  per  mcglio- 
lanta.  (C) 

t  MELACITOLA  ....  Pallad.  agg. 
Apr.    II. 

•f  3   MELE. 

*  g.  Parole  di  mele  ,  diconsi  le  Po' 
role  dolci,  lusingfiierc  ,  che  promettono 
bene  .  Albert,  cap.  29  Parole  di  mele 
upessc   Volle   son   iMciie   di   fele.    (C) 

if  MI'.LICO  .  Aggiunto  di  /'oeta  ,  ed 
anche  di  Poesìa,  ed  è  lo  ste.fsij  che  Uri' 
co  j  ma  meno  in  uso.  Salfin.  Annoi. 
Com.  Pocc.  339.  1  poeti  de*  Proventali 
furono  delti  Trovatori,  dal  trovare  le  pa- 
iole, e  la  nimica;  lirn'i ,  l'  iitcssi  ctian* 
dio  nu'lici,  coni'  erano  i  Lirici  Greci.  (C) 


M  E  M 

3  MEMBRUTO  .  Togli  1'  es.  lasc. 
Spir.  e  fanne  g.  cosi  : 

^  g.  Membruto ,  e  anche  aggiunto  d* 
alcuna  parie  del  corpo  ,  e  vaie  Grosso. 
u  Lasc.  Spir.   2.  5.  .  .  .  -.  (C) 

•r'  3  MEMOaiA. 

t  5  g,   IV Maur.  rim.  buri. 

agg.   1.    154. 

^  %.  A  memoria  d'  uomini t  maniera  di 
dire  che  vale  JJa  che  il  mondo  è  mondo. 
Siilviii.  Annoi.  Mar.  2.  161.  Dispute  pro- 
prie della  nostra  lialia  ,  non  mai  a  me- 
moria d'  uouiiui  in  materia  dì  lingua  ia 
allio   paese   falle.  ( C) 

3  MENDA  .  Togli  V  cs.  Ar.  Pur.  e 
fanne  ^.   co^i  : 

'A  g.  Per  Colpa,  Peccato.  Lai.  culpa. 
m  Ar.   Pur.  3;.  63.  .  .  .  *».  (C) 

3  MENDICANTE. 

•p  g.  11.  Agg.  innanzi  a  (C)  Salvin, 
Disc.  3.  73.  Sacca  chuniano  anche  in 
og^i  quella  che  portano  sopra  le  spalle 
i  Irati  mendicanti. 

MKNDO- 

g.  Ag;;.  innanzi  a  Salv.  ••*  Cuilt.  rim. 
X.  69.  E  a  ciascun  mcndo  e  defedo  T' 
hai  per  soccorso  noi  (a  noi)  dato  Lo  no* 
Siro  orralo  Signore.  (C) 

3  MENO.  Avvevh. 

#  g.  pkumcro  ilei  meno ,  dicesi  dai 
Grammatici  il  Numero  singolare  . 
liemh ,  Pros.  2.  60-  Si  consideri  ce. 
quella  voce  ec.  come  e  per  che  \\a  ella 
essere  possa  più  vaga  o  nel  numero  del 
più,  o  in  quello  del  meno.  (C) 

#  g.  Meno  che  poco  ,  vate  Nulla  ,  o 
Quasi  nulla,    V.  POCO-  (C) 

u-  g.  XVII.  .  .  -  Baldov.  Lam.  Cecc 
agg.   39. 

t  •'.'  .MENOMEZZA.  .  .  .  Sellin.  Disc. 
II.  corr    2.  121. 

3   MENSA. 

*  §•  **•  Agg.  in  6ne.  E  Vit.  Dani. 
22^.  Sci'\ile  le  prime  mense  di  ciò  che 
la  tua  picciola  età  poteva  operare  ,  pue- 
nlmcnte  si  diede  cogli  altri  a  trastulla- 
re .  Alam.  Colt.  3.  67.  Per  far  più  a- 
domo  le  seconde   mense.  (C) 

MENTALE. 

■{■  ^  5.  I.  Corr.  la  dichiarai,  cosi: 
Orazione  mentale,  dicesi  Quella,  che  sì 
fa  senza  profferire  alcuna  parola. 

t  *  MESTINO.  .  ..  liim.  buri.  agg. 
2.   207. 

t  3   MENTinE. 

s?  g.  .Mentire  ,  in  signìftc .  alt.  vale 
Dare  una  mentita.  Smentire.  t'nrcJi. 
I.ez.  /ìant.  2.  l5o.  Poniamo  che  Moser 
Ercole  avesse  detto,  vcrbigratia  ,  tu  hai 
offeso  ti  tale  ed  hai  fallo  malamente  ,  e 
che  il  Capitano  V  avesse  mentilo  ,  come 
s*  usa  di  lare,  reità  co»a  è  che  in  tal 
caso  essendo  Mcsser  Ercole  legittimamen- 
te mentilo  «rimaneva  attore  ((') 

t  MEhCÈ  ec. 

•f  g.  X. .  .  Seal.  Clnuslr.  pag.  14.  corr. 
Seni.    Clnustr.  431. 

MKRCENNUME l'H.  S.   Fff\ 

corr.  /'*/.  S.   Eufrag. 

MERENDONE.  .  .  .  Puon.  Pier.  4.  7. 
corr.  4>  1-  7- 

t  «  MEltETRICOLA Bocc. 

Coni.    Inf.   agg.    I.   t\2. 

t  MERIGGIO.  Add.  .  .  .  Pallad.t^^. 
Cena.    i3. 

•f*  MERITO  ec.  Corr.  la  dichiarai, 
cosi  :  Quello  che  rendè  uno  degno  di 
stima  . 

f  ^  g.  I.  Corr.  la  dichiarai,  roti: 
Merito ,  duesi  anche  Quello  che  ixtide 
degno  di  premio,  0  di  punizione. 

%.  \l.  ..  .  Tac.  Dav.  Star.  4.  35^. 
corr.  4    •^|4* 

MESSE. 

*  g.  Porre  ,  o  Meltrr  tn  faUe  nella 
messe  altrui,  fgurntiim.  vale    Turbar  l* 


M  E   S 

altrui  giurisdizione  ,  Pntrait  in  facrtn* 
de,  che  appartengano  ad  altri.  P.  FAL- 
CE, §.   VI.   (Cj 

3  MESTO.  Add.  Togli  gli  e».  Pr. 
Giord.  e  Cani.    Cam.   e  fanne  g.  così: 

te  g.  Mesto ,  vale  anche  Che  dimo- 
stra. Che  d:nota  mestizia.  «  Pt .  Giord. 
Pred.  ...  ».  Cani.   Cam.  43o. .  -  .  f  O 

f  MESTRUO.   Add Cai.  iett, 

ined.  corr-   Gal.  lctt.   òled. 

META"  ec. 

*  g.  II.  Agg.  innaosi  a  (Cf  E  Dial. 
beli.  donn.  355.  Desiderando  ognuno  di 
noi  ce.  di  rappircarsi  e  rappiastrarsi  colla 
sua  metà. 

t  METAMORFOSI  ec.   ...   Cor.    16. 

1.  corr.   Car.  Uu.    1.    16. 
t  METODO. 

*  g.  Metodo  ,  vale  anche  Sistema  , 
Maniera  dt  d.re  ,  o  fare  una  cosa  se- 
guendo  terti  principi!,  o  con  un  certo  or- 
dine. Salvin.  Disc.  1.  355.  Non  seropU- 
cc  pratica,  ma  aite  e  sciroxa  e  la  retlo- 
rica  ce.  onde  quel  grande  ingegno  d'  A- 
rislulile,  ben  cumpiese  ciò  eh'  ella  fujse, 
allontanandosi  dal  metodo  degli  antichi 
piecettori  ,   i  quali   ec.    (C) 

METROPOLI. 

^  $.  P  figunlam.  per  Sede  di  che 
che  sia.  Salvin.  Disc.  l.  l32.  Per  que- 
sto nel  capo  ,  metropoli  degli  spiriti  ec. 
vengono  ad  esser  dalla  provida  architet- 
trice  natura  nella  più  alla  parte  collocali 
i  loro  sensorii.  (Cj 

*  METTENTE. 

*  g.  Mettente,  per  Largo,  Lilferale  j 
contrario  di  Scai-soj  ma  in  questo  senso 
è  f.  A.  GuìtI.  rim.  I.  17.  Lo  vii  prò', 
parladot'  lo  ncsccute  E  lo  scarso  metlca- 
le,  £  leal  lo  Ireccaute  ,  e  '1  folle  saggio, 
Dìron   che  fai,  e  valere  *\  selvaggio.   (C) 

t  3  METTERE. 

t   *   g.   IX Bocc.  Iett.  Pia.  P.oss. 

agg.  283.  e  dove  ha  torrà.  corr.  turro. 

*  g.  XV,  ...  .y.  Lug.  corr.  Più  S. 
P"g. 

METTERE  CONTO. .  . .  Bor^.  corr. 
*  Borgh *  Pit.  Piti.  corK  /  i(.  Piti. 

*  METTERE  IN  AMORE  UNA  CO- 
SA agg.  AD  UNO-  Par  sì  eh'  ella  si 
ami  corr.    Par  sì  the  egli  i'  ami. 

*  METTERE    IN   GUARDIA 

Guicc.   Slor.   4-   3o5.   corr.   4*   *o5. 

*  METTERSI    IN    PAKOLE.    Al  v. 

2.  otv  lia  ini  nii*c  <  orr.  si  mise 
MEZZANITÀ'  ec. 

t  3  g.  I Pisi.  Cic.  Quint.  agg- 
io, cove  ha  apiM>rre  corr.  appo  te  —  Ed 
a;{g.  in  Gac.  *  Cap.  Impr.  prol.  Le  singo- 
lari grax<e  che  Iddio  ha  l'atte  sotto  la  mra- 
xauiià  delle  santuarie  dipiote  ,  e  non  di- 
pinte ininiagiui  .  /  .Ui/i.  Slor.  12.  4'|*- 
Si  fuggirono  a  \  iur^ia  per  niccunìtà  del 
Signore    St<  fjno.   (i  ) 

f  3   MEZZANO-  Sutt. 

f  *  ^.  11-  Poui  r  e».  Tesorrtt.  Br. 
tra  le  virgnlcltc. 

I  3  MEZZO  .  Add.  Pronumsitlo  coi 
Z  aspro  e  coli*  fi  stretto  ....  PéHad. 
agg.    Prbbr.   31. 

J>  g.  Metto,  *alennihe  Pcctssi\'amenUs 
molle.  Puon.  Pier.  3.  5  2.  E  «cngo  Per 
biancherie  ed  abiti  a  palatto.  Per  rivestir 
color  che  rociii  0  fiaJici  Stanno  al  fuo- 
co di  siale.   (C) 

MEZZO.  i'roHunsiAto  coi  Z  dtice,  « 
colia   E  aperta. 

f  3  g.  I.  Agg- innanii  a  ^IV  ^''*  '**"'• 
a.  71.  Come  di  fa<-c  Ch' ardeue  in  met- 
■o   alla   tnonlaiia   eav*. 

g.  III.  Inuanti  a  Mols.  agg.  l  Mxh. 
Les.  4')4-  '''  ""'*-''  ''*"'  '"**  »•«/<•'  nel 
mìo  VISO  ;  che  cosi  nolemo  dir*  «Dcora 
che  non  ÌDiendiamo  cuftì  •  punto  del 
nieaso  come  )i  :  Valor  m' asitle  tn  mei- 
io  a'  tutti  pianti. 


Jl  E  Z 

J    §.    XI.    Togli   r  cs.    Circ.    Cdl.  e 

''TillZo.  .M  «-.c^e  Ciò  Cyer- 
ve  per  g,«g-.ere  «  /y""'''"'  fi"';  "   '" V 

Ceti,  u  101 *•»";■'"•  •"'""' ^'"■ 

3o  3.  Fu  "''  "  q""""'  ^"  •'""'  "  i"'"-' 
to  ai  .ncMi,  si  qnanlo  al  mo.lo  ce.  Se  ij- 
Kual-ai  i  nu'i«i,  si  vaUc  a  <;io  nui.  ci  al- 
tro  ,„u  che  a-  uu   Oagello  ai  scnn.l.c  fu 

che  non   ^olessono  aft,  ..alare  .1  suo  sialo 

"V*T  txlT""'':  i^«.  Pisi.  Pr. 

rnrUto  di  m^zzo.  tra  i  due  estremi.  }■ 
VIA.  ?.  XXV III.  (C) 
l5^tìo3.  Vrss^nao  cheloslars.egl.a. 
meno  uà  lo  I.nperaaore  ,  e  1  Re  C». 
s.ian.ssnno  ec.  era  a  lui  non  scio  onoie- 
volt-,  ma  ulile.  (C) 

#  R.  Per  mezzo  dì,  vale  ìhd.nntc  , 
Con.  Sagg.  nat.  esp.  l6.  In  uguale  sp.i- 
.r  di  un' pò  s.  a,'sl.lla  J^'l---- 
per  meiio  del  ciisuUo  aggbucc.alo.  (L) 

U  I 


MIDOLLA.  p  , 

*  e.  Mi.ioUa ,  </icf.!i  <inc'"-  "''<'  f^<"; 

p„  dcgn  aranci,  cedri,  e  s.n„i.P«ll',d 
Marz.  19.  D.ee.i  cbe  la  nìulolla  Uro    de 
cedri)  agresla  si  mula  m  aolce,  se    1  se- 
roe che  si  ace  porre  si  maceri  prima  .n 
molla  a-  acqua  per  Ire  di.  (L) 

+  3   MII..N.ATTA. 

i-  g.  I Jr.   Kfgr.  3.   4.  corr. 

Ar.   ^egr.   1.   3. 

•f  MILITARE.    JdJ. 

*  §.  I.  Ipuanzi  a  Segr.  Fior.  agg.  ial- 
lusl.  Ciuf.  iSo.  Per  la  .|Ual  cosa  voi, 
eh'  avele  eia  mililare  sforialevi  meco  in- 
sieme,  e  pcuaelo  a  difenacre  e  onorare 
la  renuliiaica. 

+  MILLE,  ^l  >■■  5.  oi'c  1'"  non  s.  di- 
nomina  corr.  non  dinomina 

8  IV.  Agg.  in  fin.  *  Cccch.  Dot.  2. 
i.  E  per  non  perder  La  maggioranza 
stanno  più  sul  mille,  E  sulle  s;'»^;"" 
usanze  che   Quelle  delle  gran  doli.  (CJ 

Ml.NCllIO.NE. 

*  ?    Minchione,  dicesi  anche  di  tosa. 

Buon  J-ier.  4.  4-  >0-  ^I'  f"""  °,  ''^' 
«rezza  di  man  permulativa  ,  O  l'alf»»' 
degli  occhi  miei  miuchioni  ,  Quel  eh  el- 
la riusci,  \oi  senlirelc.   (CJ 

*  MISESTROSE  .  Dicesi  d  Uomo 
scimunito  ,  e  di  grosso  ingegno.  1  arch. 
Lez.  Dani.  2.  gS-  Che  diremo  di  lanli 
allri  (  nomi  )  che  hauuo  la  fine  in  one  , 
come   pa.laccione,   minesUonc  ,    moccio- 

MIM ATURA Car.  lett.  236.  corr. 

Car.   lett.  2.   23H. 

+  MINORE  . 

■-i:  §.  Minore  ,  presso  i  Grammatici  e 
éggiiinlo  del  numero  die  sene  a  notare 
ne'  nomi,  e  ne'  i cifri  una  persona,  o  una 
cosa  sola,  a  distinzione  del  maggiore jhe 
seri-e  a  notarne  più.  Sah-.  Avveri.  2.  1- 
11.  Del  uumcio  dell'  uno,  a  cui  ora  il 
singulaie,  secondo  il  domestico  uso  delle 
Ialine  scuole  ,  or  diremo  il  minore  ,  sia 
esemplo  Felice  e  Donna,  dell'altro  Zi- 
liei  e  Donne.  (C) 

*  MlM'TEZZi. 

j    g t'ordì.    Erccl.   139.   corr. 

189. 

MINUTISSIMAMESTE. 

*  8.  l'ole  anche  Particolarissimamen- 
le  .  t'ardi.  Lez.  Dont.  I.  10.  L'  inlcn. 
dimenio  nostro  nella  presente  lezione  e  ee. 
favellare  niinutissimanieule  dell' anima  u- 
mana.  (C) 

MINUIISSI.MO.  ...  Sagg  nat.  esp. 
14.  corr.  34. 


M  1  n 

3  MIRACOLO. 

^  «  i'cafic.»r  miracoli,  vale  Dire  d 
aver  veduto,  udito,  0  fatto  cose  non  ve- 
„,  ne  verisiiuili.  Jluvn.  Fier.  4.  2.  ;.  E 
.ereditando  .[Uesla  Delle  passale  fiere  dir 
carole,  E  scaricar  miracoli,  (t; 

j;:  s  11  Innanzi  a  Pallav.  agg.  I  arch 
l'rco/  273.  Credetele,  che  quello  in  quel- 
la et-a  si  giov.missima  è  un  mostro  e  uu 
miracolo  ai  natura. 

4.  MIRATO P""-   ''"•  "SS 

/.■,,„»/,..   27.  (  Fir.    1723) 

•.f*  MIRRA.  .  •  •  J'allad.  corr.  E  ap 
pres.to  :  ,, 

MISAGIO.   ...  E  g.  253.  corr.  1.  g 

^■'t  MISCHIATO.  .S-...»'.  Aug.  iu  fine.  S 
pL:    Fior.    Borgh.    leti.  4.    4-  33o.  1 
aegli  uni  e  degli    alni  si  faiel.he  uu   mi. 
schiato    con%enienlissimo    a    questo    lat- 
to.  (C)  ,,  e: 

+  MISERICORDIOSO.  Al  v.  &.  ove 
7m  misericordiosi  agg.  per  salute  dell  a- 

ninia  sua.  . 

:•:  S     Misericordioso,  si  usa  talora  su-  1 

slantivam.   Cut.   Puigl.   iS-   1;  Mi'^'''""- 
dia  'e  villi,  opposta  alla  'nudia,  imperoc- 
,he   "1    miseiicordioso    ha    compassione    a  | 
eh.  ha  male  ,    e   lo   'nv.dioso  e  lieto    del  , 

male  altrui    (Ci  ,.     ,    ^, 

MISEKICORDISSIMO.  ...5f.'.  p"-  , 

str.  pas.   l3.  coir.   .Seni.  Claustr.  43o.        | 

+  MISPllENDERE  .   Corr.    la    d.ch.a- 
raz.  cosi:   V.  A.  Errare,  Cadere  m  fai-  \ 
lo  ,   Peccare.  E   reca  in  fine   del  tema  1    | 
es.  del  §.  togliendo  esso  §. 

t  3  MISTEIUO  ,  e  MISTERO. 
i?  S  Far  mistero  d'  una  cosa ,  vale 
Tenerla  secreta,  i-alvin.  Disc.  2.  217. 
Aristotile  vuole  che  egli  servisse  a  sepa- 
rare i  numeri  V  uno  dall'  altro,  de  quali 
numeri  iPillagorici  facevano  tanto  misle- 

1  '"'*  MISTIERE  ec.  ..  .  Cecch.  Angiiil. 
corr.  liim.  ani.  Cecc.   Angiiil.  nella  Tav. 

\   Darb. 

3  MISURA.  . 

rt  §     Tornare  a   misura,  dicesi   delie 
cose,  die  misurandole  di  nuovo,  riescono 
della  stessa  misura.  Cas.   rim.   buri.  22. 
O   fortunata  voi  ,   che  la    natura    Fé  con  | 
le  sesie  e  le  hilance  in  mano;  Cosi  tor-  , 
nate    a    peso    e    a    misura    (  qui  figura- 

tam,  ).  (CJ  ,       ,.  ..  I 

+  MISURASZA.    Corr.  la   dichiaraz.  . 
cosi  ■     r.    A.    Moderazione    in    qiialsisia 
eosas  Misura.  E  dell' es.  Rim.  ani.   P.  | 
J\'.   Monaco    da    Siena   aggr  1.    IM-  <■  \ 
es.  Fr.   lac.    T.  6.    16.   25.   allegalo  cosi: 
Quando  si  smisuralo   mi   li  davi,  Tollevi 
da  me  luna  misuranza.   Dappoi  che  pic- 
ciolello  mi  haslavi  ,  Tenerli    grande   non 
aggio  possanza. 
+  3  MISURARE. 

:J:  8.  Misurare  a  occhio ,  fguratam. 
vale  Dir  dieechessia  senza  averne  Jomla- 
niento  di  notizia.  Cas.  leti.  Gualt.ic,^. 
Non  ne  fate  capital  nessuno  di  quel  elle 
M  Bonavventura  ha  aetto  a  M.  Ercole  , 
perchè  trae  in  arcala  ,  e  misura  a  oc- 
chio. (C) 

M  O 


M  0  C 


1909 


,  25.  corr 


•f  3  MO.   .  .  .   Ciiicf.  5(i 
Cidit.  leti.  25. 

t  MOCCICONE..  .  Segr.  Fior.  Mandr. 

3.  1.  corr.  3.  II. 

*t  3  MOCClCONERrA.  Togli  1  es.  e 

fanne  §■  cosi:  ,  • 
*  e  Moeciconeria  ,  si  dice  per  lo  più 
delle  Azioni,  e  dei  Discorsi  che  mantre- 
slano  mancanza  d'  ingegno  ,  0  di  giudi- 
zio.  «    Cecch.   Inc.   3.  2 "■   r>"-''- 

Un.  25.  Quando  fo  poi  qualche  moecico- 
neria ,  Ì!  perchè  non   ne  so  piò.  (C) 
•      :?  MOCCIUNE.   Diccsi  d'  Uomo  di  po- 


co giudizio.  Fardi.  Le-.  Dant  2.  gS. 
Che  diiemo  di  tanti  allri  (  nomi  )  che 
hanno  la  fine  in  one,  come  paslaccionc, 
minestrone,  moccione?  CO  .  _  __ 
MODELLO  .  Agg.  in  fine.  *  Segiier. 
Incred.  I.  7-  >•  Valendosi  pero  di  mo- 
delli ,  di  manovali ,  e  di  ordigni  1  più 
confarevoli.  (C) 
t  3  MODO. 

5  g.  XI.   Togli    gli    es.    Bocc.    noi',   e 
Arrigh.   e  fanne  §.   cosi  : 

:;:  g.   Modo,  vale  anclic  Fine,   Termi- 
ne... Bocc.  nov.  42.  3.  ...  »•  fO 

*   §.   Senza  modo  ,    posto    avverlnalm. 

vale  In/lnitamenlc,  Grandemente.  -  Bocc. 

nov.  28.   3.  ...  ».  ((')        „      ,  „ 

f  MOINE.   .  .  .    ^gn.   Pnnd.  agg.   2B. 

A  tulle  le  agg.  loro 

S:  MOLLE.  Susi.  Umidita  i  Contrario 
di  Secco.  Boez.  lareh.  3.  '""•  9'  Tu 
con  proporzion  certa  e  m^ura  Dehila 
gli  elimenti  insieme  leghi.  Perche  il  fred- 
do col  caldo,  e  '1  secco  dura  Col  molle, 
onde  ec.   (C) 

MOLLE.  Add.  ^     >       ,.        „ 

t    g.   IX.    Agg.    in    fin.    *    Ar.    lur.g. 

8g     Sempre    allo    stimo    a'  animo    molle 

Gir  con  vantaggio  in  qual  s,  voglia  im- 

I  ^'Th   a    XVI.   Innanzi  a  Segncr.   agg. 

fL    Adr.    Op.    mor.    4-    '"T-    Tutu  . 
!  pesci  molli  patiscono  per  natura  graude- 

nicnte  il  fredao.  (C) 

*  MOLTISSIMO  .   Avvedi.    Allegane 

es.    .'!nlvi,i.    Pros.    Tose.    Sg?.    Quanlun- 
'  que  lo  sluaio  e  la  fatica  indefessa  posaw 

attorno,   faccian    moltissimo,  anzi  tulio, 

pure   ec.  ,  ■   ,   fr\ 

MOLTO.    Sn<l.    Agg.    Innanzi  a  f(.; 
rn,«.    Cer.  2.   67.   Ben   gioco  e  di  lor- 
tuna  auaace  e  stollo  Por  contra    1  poco 
e   incerto  il  certo   e  il  mollo. 
MOLTO.  Avvedi. 

::=  S.  non  andar  molto,  0  ISonpoteie 
andar  molto  che  avvenga  una  cosa,   va- 
le Esser  vicino  od  avvenire  una  cosa,  l  . 
ANDAl-.E  MOLTO.   (CJ 
MONDARE. 

;;:   8.   A'o«  mondar  iie.<po  e,  SI  d,ce  dil- 
r  Esfer  nd  medesimo  grado     o    Farcii 
medcCimo  già  dello  d>  un  altro.   V.  Nb- 
SrOLA,  g.  III.  (C) 
MONDO.  Susi. 

-•-  S  X  A"g.  innanzi  a  (C)  ianna.,. 
Arcad.  'pros.  IL  Ma  tu  ec.  prendi  la 
slora  sLpogna,  figlmol  mio     e  fa   che 

I   colei  ,    che    SI    allegrò   d'  averi,    dato    al 
mondL,  si  rallegri  oggi  di  udi,l.canla.e 

*  §.  XXllI.  Alv.  4.  ove  /".  i'^^  niondo 
corr.  di  questo  mondo 
I  MOUALITA'  ec.  . 

ag2.    Feti. 
j       i-^tOKALMENTE.  . 

^  bitare.    Fr.    lac.    T.   5  .  18      ...    N^l  .^ 
n,eute    vuol    inorare    Ch.    dal    niellilo   !■ 

trasse.  fC)  .»  ,. 

t  if   MORBIDOTTO.    .  .•  ■     ■    '"""■ 
Franz,   rim.  biid.  agg.  2.   l55. 

^T Morire,  parlandosi  di  slelle.o  pia- 
neti, vale  Tramontare.   J-ardi.  r.ez.  Dani. 
I    275    Perchè   possiamo    intendere   che 
dilTefenza    sia  dagli  astrologi  ai  poel.  e.r- 
1   cailnascimenlo  e  la  morte   de.  segni  e. 
!  altre  sielle  ,  devemo  sapere  ec    f  t; 

*  MORMECA.  Li  stesso  die  Maggio. 

Farcii.  Lez.  Dan,.  2.  g'ia"""' 2'°^^' 
'  evolte  sentiamo  noi  direj  "-"«eca ,  c.beca. 

bacheca  ,  mormeca,  guegua ,  l.aggea,  gior- 
■  nea  T  (Ct 

t  *'s°"lL  Agg.  in  fin.    E  2.  7.  Se  'u  m' 
indegni  oggi  la  mia  mor  osa    vo  T.rifar  . 


.  Mor.  S.  Grog 
.  :];or.  S.  Greg 


'  hischcri  e  la  rosa.  (OJ 


1910 


MOT. 


MOr.SICATUnA.  Agg.  in  6n  *  Bo- 
nom.  f)ss.  Peli.  6.  lo  per  ora  mi  senio 
inclinalo  a  voler  credere  rhc  la  rogna  ec. 
non  sia  altro  clie  una  morsiratura,  o  ro 
sicalura  j}rurigirui!>a  e  cuiilinua  fatta  nel- 
la cute  de'  noslri  corpi  da  quetti  sopra- 
mentovali  Ijacolini.   (C) 

MORSO.   Susi. 

\   '•'  %■    IX Chiahr.    Rint.   agg. 

2.   3l5. 

•f  MORTE  .  Agg.  in  fine.  *  Àlam. 
Oir.  o.  i85.  E  la  grazia  miglior  ,  clic 
làocia  il  Cielo  E  di  conceder  qui  soave 
morie.  fCJ 

*  [;.  XXVI!.  Agg.  innanzi  aro  Sa/- 
fin.  Jìisc.  2.  377.  L'  02io  ali*  incontro  è 
la  maialila,  la  pestilenza,  e  la  corruttela 
de*  medesimi  ìtali,  e  de' governi  motte  e 
rovina  . 

V  g.  Morte,  parlaniìosi  di  stelle  ,  o 
pianeti,  vale  'J'mnionto  .  ì'arch.  Lez. 
J)ant.  1.  275.  l'crclic  possiamo  intende* 
ic  che  differenza  sia  d<igli  a^trulugi  ai 
poeti  circa  il  nascimento  e  la  morie  dei 
segni  ed  alice  stelle  ,  de  verno  sapere 
ec.   (C) 

MOHTICINO.  ÀdJ. 

S-  Allegane  es.  *  Red.  hit.  2.  26,  (Ftr. 
177^)  Ma  se  ella  è,  potrcMie  per  a%'ven- 
tura  essere  scorza  di  legname  morticino, 
cioè  seccatosi  da  per  se  medesimo  .  fin- 
noni.  Oss.  Pcllic,  q.  Ella  se  ne  va  a  de- 
poiilarlc  (  l' tioi'a  )  ec.  nelle  fessure  del 
legname  morticino.  (C) 

t  3  MOTIVO. 

!?  g.  Motivi,  dicono  t  Legisti,  Le  con- 
siderazioni ,  o  ragioni  clic  allt'^a  il  giu- 
dice nel  sentenziare.  Il  ì'ocabol.  alla  V. 
VETTOKALE,  §.  II.  {C) 

MOTO. 

^  §.  Moto,  significa  anche  Una  certa 
agitazione.  Un  certo  rihollimento  nelle  te- 
ste cli^  dà  indizio  di  una  disposizione  alla 
ribellione.  Scpr.  Fior.  Framm.  tst.  l38. 
E  per  far  qualche  riparo  a'  moti  che  si  te- 
mevano in  Romagna  ,  si  mandò  Lorenzo 
de'  MiJici  in   Mugello.  f(^l 

3  MOTOSO  .  Togli  Tcs.  e  fanne  §. 
così: 

#  §.  Motoso,  vale  anche  Pieno,  o  Co' 
pioso  di  mota  .   «    Tac .    Dav .    jinn  .  2. 

35 Plut.   Adr.    Op.    Mor.   4. 

20Q.  La  terra  ec.  per  li  profondi  e  mo- 
toù  laghi,  e  folle  e  slerilì  selve  iasalva- 
lichiva.   (Cj 

MOTTEGGIATO.  .  .  .  Cas.  Vf.  Com. 
l52.   corr.    102. 

V  MOVECA  .  Lo  slesso  che  Baggeo  . 
ì'arch.  Lez.  Dant,  2-  Cf\.  Quante  ancora 
(iolte  sentiamo  noi  dire)  moverà,  cilteca, 
liacheca,  niormeca,  gucgua,  Ijaggeu,  gior- 
nea 7  (C) 

•f   MOZZARE. 

t  *  S.  VII.  .  .  .  M.ttt.  Franz,  rim. 
hurl.  agg.  a.  1^4- 

M  V 

MUCIA  ec. 

'•'  S-  ^"  pt'ovrrb.  Chiamar  la  gatta 
muda  ,  vale  {\'on  dire  le  cose  come  sian- 
no,  rarth.  Lez.  Dant.  2.  igj).  L'  autor 
flcl  discorso  non  devea  DÌ;  tacerlo,  ne  ad- 
(loUirlo  COI)  un  verlio  menu  odioso  ,  e 
meno  fa\tÌdiiiko:  perchè  insino  agU  idioti 
dicono  che  la  gatta  s'  li.i  a  rhianiar  gat- 
ta, e  non  mucia,  o  lioncia.  (C) 

u-  MUG.NAIA  .  Al  v.  6.  ove  ha  4c  •• 
Rtton.   f'h-r.  corr.   «  lìnon.  Fier. 

t  MULINO. 

j-  2-  l'I-  Tirare,  o  Recart  agg.  ac- 
tfita  ,  o 

J*.' MULTIFORME.  K^.  ìu  fin.  Salv. 
Rim,  Dunque  faUu  indovino,  Almo  rct- 
tor  dell'  uikIc,  Fic  '1  multiforme  tuo  pa- 
»lur  inalino?  (Cj 


M  U  L 

*  MULTIPARO.  Jdd.  Che  partorì- 
scr  molti  Jigliiioli.  Varih.  Lez.  68.  Al- 
cuni (animali)  sono  multipari ,  cioè  die 
ne  parloriscooo  assai  (figliuoli),  e  questi 
per  lo  più  sono  quelli  che  hanno  il  pie 
fesso  in  molle  parti,  chiamali  da  lui  (da 
Aristotile)  moltifuli.    (C) 

^^JMU.NDICIA.  /'.  L.  Mondezza.  .Snl- 
litst.  (ììiig.  182.  Le  delicate  inundicie  si 
convengono  a  femmine  ,  1'  alTaticarc  alli 
uomini.   (Ci 

MU.NITISSIMO.  ...  ì'arch.  Sfor.  |. 
II.  corr.    2.   II. 

MUMIO.  Agg.  innanzi  a  (C)  Stor, 
L'nr.  i.  i8.  Città  ìn  que'  tempi  mollo 
munita,   e  di  non   poca  imporlanza. 

MUWUSCOLO.  A{:g.  in  nnc.  *  San- 
naz.  Fgl.  12-  Una  lamella  pose  [ici  niu* 
nuscolo   In   su  qut:l    pin.   (C) 

3  MUliARE. 

•,'  g.  111.  Al  V.  3.  oi'e /ta  venir  voglia 
ec.  agg.   di   murarvi  accanto  ec. 

t  3  MUSCOLOSO  ec.  Agg.  alla  di- 
(  liijrjz.  —  ,  o  dove  sono  molli  miit  o/i. 
E  ilegU  es.  Fai  ad.  (al  <]Ua1c  agg.  Marz. 
27)  e   CV.  faoue  S-  *^o*'  • 

•.'  g.  Muscoloso  ,  vale  anche  Che  ha 
I    muscoli     \-istbilissimi    ed    afsat  forti  . 

"  PalUd.  Marz.  27.  ...  Cr.  9.  58.  I ». 

Scgr.  Fior.  Art.  Cu'-rr .  i.  26.  Vuole 
aver  gli  occhi  vivi  e  lieti,  il  collo  ner- 
voso, il  petto  largo,  le  braccia  muscolose 
ec.  Io  quali  parti  sogliono  rendere  V  uo- 
mo  .-.-ile    e   lolle.   (C) 

t   3    -MUSICA. 

•\'  g.  Musica,  si  dice  anche  delle  Pro- 
duzioni di  questi  Scienza.  Salvia.  Pros. 
Tose.  53().  Erano  poeti  insieme,  e  roin* 
ponitori  di  musica.  I',  Annoi.  Coni.  Dant. 
33(j.  I  poeti,  da*  Provenzali  furono  delti 
Trovatoli,  dal  trovare  le  parole  e  la  mu- 
sica.  (C) 

*  g.  I.  Innanzi  a  Tìuon.  Fter.  agg. 
Car.  /.«.  6.  9'h.  l'arte  in  musiche,  in 
feste  ,  in  balli  ,  in  suoni  Se  ne  vau  di- 
portando . 

'.'  g.  Mii.tica,  figuratanr.  vale  Un  ac- 
cordo perfetto,  ed  una  totale  corrispon- 
denza di  più  parti  che  formano  un  tut- 
to ,  0  che  concor-rono  ad  un  medesimo 
fine.  SiiU'in.  Pros.  Tose.  I.  35"].  Forma 
la  mondana  musica  gran  narratrice  della 
gloria  di   Dio.  (C) 

MUSICALE.  Agg.  in  fine,  -l'  Salvin. 
Pros.  Tose.  539.  Halla  musicale  com- 
ponitura,  cioè  dal  melos  furono  i  Lirici 
della    Greci.i   detti   an.  ora   Melici.   (C) 

f  3  MUSICO.  Add.  Ajig.  iu  fine.  * 
Ar.  Ftir.  f^\.  '^\.  Fra  il  suon  d'argute 
trombe  ,  e  di  canore  Tifare  ,  e  d*  ogni 
musica  armonia.  (C) 

MUTA.  Ag;.  innanzi  a  (Cj  Pr-os.  Fior. 
Salita  .  leti.  4-  2>  ^-^'i-  Quanto  cOpiuiu 
(il  corso  j  di  mule,  di  maschere  Liiur- 
re,  varie,  curioso,  ben  intese,  e  curio* 
samciile  formate  I 

t  3  MU  l'Aitr. 

#  g.   Xlll.    Mutar   vi.to  ,  re. 

'••  ò*  '""'"•■'*  ti^petto  ,  o  Mut.ir  d'  a- 
spetto,  *a'e  lo  slesso.  Lab.  193.  Ma  egli 
senza  aspetto  mutare,  seguitò.  Dant.  Inf. 
10  Koii  mulo  appello  ,  ftjj  mosse  collo  , 
ne   piego   sua   costa.    {C) 

•^  %.  Mutarsi  di  vofto^  vate  Oiigiar 
colore  .  Srfi'ier.  Pred.  l.  1.  Non  i  tra 
voi  chi  si  riscuota  ad  avvito  si  forniitla- 
bilc?  iiesiuno  cambiati  di  colorol  nessuno 
il  muta  di  \olto?  (Cf 

if   %.   XXVM.   .  .  .    Togli  questo   g. 


N  A 


•|*  NANFA. 
80.    IO. 

f   NAI»0.   .  .  .    Paflad.  agg 
t   NAITA  .    Agg.    in    fiuc 


flore    nov.  80   corr. 


/.«.•/   a. 
*  iiJitn. 


N  A  P 

ftucch.  112-  Oro  i  festoni,  ed  oro  il  ra- 
l>escame,  Oro  le  nappe,  ed  i  cordoni  lo- 
ro. fC, 

t«NAPPINA.  All'ei.  Saivin.  Tane. 
Riion.  agg.  4-  1-  ed  allegalo  così:  Alcu> 
ni  riportano  dalla  fiera  dell'  Jmprnoela 
certe  sportelline  ,  proprie  di  quel  luogo 
fatte  di  paglia  quadre  e  toode  eoo  nap- 
pine  rosse. 

>AnE  ec.  ...  Vit.  SS.  Pad.  i.  28. 
corr.    1.   26. 

f  3  NASCEBE.  Innanti  a  Dant.  agg. 
E  2.  t\0'ì-  Oimc,  misera,  perchè  fui  na- 
ia T  Ola  perchè  non  perii  incontanente 
che  nata  fui?  G.  F-  11.  79.  3.  Il  qua- 
le fu  nato  d*  un  piccolo  e  vii  noiaiuolo 
di  Barletta.  Foce.  Tes.  io.  70.  Maledetta 
sia  r  ora  eh*  io  fui  naia.  (C) 

NASCITA  .  Agg.  in  fine  .  *  Sahin. 
Pros.  Sacr.  2^~.  Ben  era  dovere  ec.  di 
chi  era  conceputo  di  sterile  ,  alla  pari 
di  chi  era  conceputo  di  vergine  ec.  si 
solennizzasse   la  nascita.   (Cj 

•t-  ^.  Per  Orìgine,  Principio,  Rorgh. 
Arm.  Fam.  96.  Di  questo  naiarale  af* 
fello  d'--ir  onore,  e  come  lo  rfaiama  Pli- 
nio ,  iimani»ima  ambizione  ,  ebbero  na- 
scila   quejte   distinzioni.   (C) 

I  *  NASCONUELLO Bellin. 

R'icch.  agg.   37. 

NASCOSTO. 

#  §.  Di  nascosto,  posto  avvtrhìalm.  o 
in  forzi  di  prep.   /*.  DI  NASCOSTO-  (C) 

3  NATO.   Add. 

'.'  g.   Vili.  Aiifin  nata  ec. 

#  §.  Uomo  nato,  pure  colla  negativa 
innanzi t  vale  lo  stesso.  Tetorett.  L'r.  7. 
56  E  non  a^'gio  talento  Di  sì  gran  fon- 
damcnio  Trattar  con  anmo  nato.   (Cj 

I  NATURALE.  Sust. 

g,  IX.  Innanzi  a  Salvin.  agg.  Renv. 
Celi.  Oref.  92.  Grandissima  è  la  diffìcul- 
tà  che  si  ritrova  nel  fare  una  statua  d' 
argento  che  sia  d*  alteua  quanto  il  na- 
turale. fC) 

f  3    NATURARE. 

#  §.   II.  l'oui  Tei.  Ira  le  virgolette, 
•f  NAVICARE   ec. 

t  §.  I.   .  .  -    Urb.  agg.  37. 

^  §.  tv.  Corr.  la  dichiarai,  così:  ^'n- 
per  navigare  ad  ogni  vento  ,  dicest  pro- 
terbiafm.  di  Chi  .ta  ad.ittarsi  a*  tempi , 
ubbidire  agli  accidenti. 

t  §■  V.  Tiavigar  per  perduto  agg.,  0 
per.iO  , 

't*  3  NAVIGAZIONE  ec. 

if.  g.  Ag-.  dopo  la  dichiarai.  Ott.  dm. 
Pnrg.  11.  18;.  Le  principali  arti  niecra- 
uiche  ec.  tono  sette,  ciò  sono  medicina  , 
agricoltura,  lanificio,  armadura,  raagiste* 
rio,  cacciagione,  e  navicaaione  . 

3  NAVIGIO  .  A^g.  in  fine.  *  Segr. 
Fior.  Stor.  7.  269  I  Vcn^iiaoi  gli  ave- 
vano promesso  ua>igiì  per  passarlo  iii 
Sthiavonia.    (Ci 

•f  NAVONE.  ...  E  IX  17.  l.  con 
F  12  7.  I. 

■f  3  NAUSEA.  Allegane  ci.  tf  Pluf. 
Adr.  Op.  mar.  4-  >o4  L'  odoralo  più 
degli  altri  lentinirulì,  e  '1  timore  più  del- 
le altre  prilurbazu.ui  nsve^jlia  la  aansea. 
Red.  Cons.  I.  190.  Se  bevuta  la  della 
acqua  dee  subito  subito  provocarsi  il  vo- 
mito ,  o  pur  dar  tempo  che  essa  me- 
desima   acqua  ne  dia  ccuuo  con    la   nau- 

."■  /<■; 

NE. 

§.  IV.  .  .  .   Peir.  eia.  44-   77-  «""■ 

Vi    7- 

%.  Vili.   Al   T.   la.  o«e  Iu  /irli.  ÌUn. 

roir.  #    //f//.    HUn.   «  poni  in  fine  (I  ) 

NKBDIONK. 

#  §.  Nfhliiaitr ,  illntl  ancht  i"  f/om» 
lii  paia  fiiKÌìZio .  ì'arth.  LfS-  Oaml  2- 
p5.  <;ln.  durino  Ji  re.  cruiconp,  oelibìo. 
aoi  liabbìuoe,  doadalunc?  (CJ 


N  E  F 

f  NEFA  .  Agg.  in  fine:  (  alcuni  lesti 
leggono  :  Tu  mi  dai  afa  ) 

*  REFAS.    /'.   FAS.  (C) 
NEGOZIARE. 

•f  §.  1.  Agg.  innanzi  a  {Cj  dir.  lett. 
I.  l5o.  Ucl  %ostio  Piincipe  dicunu  ce. 
che  destramente  gli  l'u  dellu  che  non 
uarlis&c  dalla  curte;  di  poi  s'  mlende  eh' 
e  stalo  udito  più  volte ,  e  chu  negozia 
fraDcameiile. 

NEGOZIATO  .   Slist Segner. 

Criat.   insti:  5.  25.    l3.  corr.  3.   25.    l3. 

*  NEGOZIAZIONE,  yll  i'.  5.  oie  ha 
sigoìBcargticla  lorr.    significargliene 

*  NEL  CIRCA,  /'rep.  Lo  slesso  che 
Circa  y  ma  meno  usato.  Slor .  Jìur,  y. 
i5q.  Di  maniera  che  tutto  il  niodio  è 
nel  cicca  d'  una  mina  delle  no-stre.  (i'J 

t  NESCIE.M  EMENTE l'ist. 

l'ic.   a    (luint.   agg.  !^. 
J   NETTO, 
f  ^'   §.!...  .    .1/.  Lin.  rim.  buri.  agg. 

1.  igi. 

§.  VII Tac.   Vai'.    Slor.   282. 

corr.    Tac.   Vav.   Slor,   2.   282. 

§.  XVII .ìlalm.    2.    55.   corr. 

Maini.   2.  35. 

t  J  NEVE. 

t  *  §.  VII Chiabr.  3.  145. 

corr.   Chiabr.  rim.  3.  l45. 

t  NEUNO  re. 

*  §.  III.   Agg.  in  fin.   Tac.  Dav.  Star. 

2.  Niuui  estimando  doversi  moderare  più 
di  quei  che  già  ci  vedemmo  eguali.  (C) 

•)•  J  NIDIO  ec.  .  .  ■  Cr.  5.  39.  2.  corr. 
G.  I  .  5.  29.  2.  .  .  .  /t'9.  86.  6.  coir.  Cr. 
9.  86.  6. 

NIEGO. 

*§....  Bocc.   Fiamm.  lib.  I.  agg.  70. 

t  NIGHITTOSO Uelt.    Tuli. 

n%-  78- 

•f  3  NniO  .  Togli  r  es.  GuM.  Icll. 
e  lanne  g.  cosi  : 

*•  Q.  Talora  si  usa  con  appoggio  di 
altro  nome  in  forza  di  add.  «  Ijuttt.  lett. 
37.  ...  ^.{CJ 

t  KIPOTE.  .  .  .  lìocc.  Intr.  cùrr.  livcc. 
Intr.  l5. 

NIPOTINO.  .  .  .  l-ir.  Js.  284.  corr. 
234. 

N  O 

t  NOBILISSIMO PalUuI.   agg. 

Jgost.  8. 

NOBILTÀ'  ce. 

g.  L  Agg.  ÌD  fin.  ^i  Segr.  J'ior.  Op- 
160.  Il  padre  lo  maiitlo  a  Pisa  a  faccea 
de  di  mercutjre,  nelle  quali  tu({a  la  du- 
bilia  di  Firenie  si  cscrcila-  (C) 

NOCCIOLO. 

t  §.   V Lasc.   Spir.  t\.   7.   coir. 

5.  7. 

t  NOCE. 

§.    V.  .  .  .  Uforff.  29.   75.  corr.  Morg, 

a6.  75. 

NOCIVO.  Agg.  ÌD  fine.  *£HOrt.  Fier. 
^.  4-  24.  Par  che  d'  ogni  siepe  Cerchi 
r  egualità  ,  s'  alcun  vi  scorge  Slerpo  di 
quei,  che  quanto  utili  meno  O  piii  adug- 
gianti  ,  o  infertili  ,  o  nocivi  ,  Tanto  più 
studian  trar   alla  la   cima.    (  Cj 

^  NODDO.  j4tM,  Dtcesi  d'Uomo  gof- 
fo, e  malcreato,  p'arch.  lez.  2.  ^^.  D' 
uno  che  sta  gofio  e  malcreato ,  non  si 
dice,   Duddo  ,  igaaTO,  guargualtagio?  (C) 

5  NODO. 

*  §.  VI.  Agg.  incanii  a  (Cj  P/ut.  Àdr. 
Op.  mor.  1.  3.  Se  al  rosiumc  della  pa- 
tria usato  dalla  Sacerdotessa  di  Cerere 
per  legarvi  insieme  con  nudo  mariiale 
segue  appresso  un  discorso  ec.  crederò 
io  che  &ia  per  arrecarvi  proBlto. 

t  «ODOROSO  .  Agg.  in  fine.  *  Car. 
hn.  II.  1078.  In  man  portava  ad  uso  Di 
contadini  un  oodoroso  palu  Di  grave  ron- 
ca  armato.   {€) 


N   O   D 

t   NODRIMENTO. 

'A-  g.  E  per  la  Cosa  clic  nodrisce.  M. 
Aldobr.  Per  la  dispensa  della  magione 
sono  arnniinislrati  i  nodriiiienli  a  quelli 
dell' o.slello.   (C) 

NGDKITRICE.  Tt'gli  io  fine  (*) 

t  5   ^OME. 

^  5    g.    I\.    In   nome  a^-^.yO  yl  nome 

i'r  §.  /«  nome,  poslo  tw^erhialm.  vale 
In  apparenza,  apparentemente  j  contra- 
rio dt  in  realtà.  Star.  Ettr.  7.  i58.  Be- 
rengario in  nome  tutore  o  conservatore, 
ma  in  fallo  re  delta  Italia  ec.  cominciò 
ec.  J'nnh.  Slor.  10.  3o6.  Non  vollero 
acconsentire  mai  di  voler  tare  a  buona 
guerra  coi  giovani  Fiorentini  ,  in  nome 
perchè  dicevano  loro  essere  genliluomìni 
e  non  soldali ,  ma  in  falli  per  potergli, 
COMIC  danarosi,  taglieggiare.  (Cj 

:;:  g.  XVI.  Agg.  innanzi  a  fC)  S.gr. 
Fior.  Cliz.  2.  2.  Questo  rd>aldo  ha  sti- 
malo più  le  lettere  sue  che  le  mie,  che 
gli  scrissi  che  facesse  mille  cose,  che  mi 
rovinano,  se  le  non  si  tanno.  ÀI  nome  di 
Dio.  lo  ne  lo  pagherò. 

^  g.  y//  nome  di  Dio  ,  maniera  che 
altri  use  allorthe  vuol  predare  qnlcuno 
con  più  di  forza.  Segr.  Fior.  Cliz.  2.  2. 
Al  nome  di  Dio,  ditemi  quel  che  voi  vo- 
lele  che  Ìo  faccia.  (C) 

*f  g.  XIX.  Innanzi  a  Tìuommntt.  agg. 
F  appresso:  Adunque  in  suNlanlivo,  e  m 
addiellivo  in  questo  luogo  b.ìsti  di\idcie 
il  nume  .  Il  suslantivo  iu  appellativo  ,  e 
in   proprio.  (C) 

ISOMEA Cron.   MoicU.  256.  corr. 

255. 

NONA. 

*  g.  In  proverò.  Sonar  compieta  avanti 
nonoj  vale  Fare,  0  Accadere  alcuna  cosa 
prima  del  tempo,  0  che  uno  se  l'  aspet- 
ti,   r.   COMPIETA,  g.   IH.  (C) 

NON  SO.  Al  V.  23.  ove  ha  l'oltz.  corr. 
^  Poliz.   ed  agg.  iu  fine  (B) 

t  3  NOTA  K  E. 

^'  g.  H.  Innanzi  a  Instr.  Cane.  agg. 
J'it.  SS.  Pad,  2.  266.  Tullavij  per  es- 
serne' più  certo  ,  notò  io  di  e  V  ora. 

'•'  §•  f*^''  Porre  ,  /issegnare.  Borgh. 
Pip.  ÒO.  Plinio  dice  ,  che  al  tempo  di 
Fidia  la  pittura,  e  la  statuaria  ebbero  co- 
niiniiamenlo,  notando  ciò  nella  novante- 
sima Olimpiadi*.    f(^J 

NOTOIUAMENTE Pass.    120. 

curr.    128. 

3  ^OTP.IC\RE. 

*  g.  I\'olricare ,  fi^itralam,  per  alle- 
vare ,  Educare  .  Tav.  Hit.  E  leccio  uo- 
Uicare  bene  e  lealmente.  (Cj 

ir  >OVELLlSTA.  Allegane  es.  Ma- 
gai, lett.  L'om.  ili.  I.  336.  Questo  è 
quanto  di  no\ilà  che  può  roulribuire  al- 
la grandezza  <lel  genio  di  V.  A.  un  no- 
vellista solitario  ,  che  uon  esce  mai  di 
casa.  (C) 

t  3  NOVELLO.  Togli  T  es.  Fir.  As. 
e  fanne  g.    così  : 

'l*  g.  Novello,  aggiunto  di  Sposo,  vale 
Che  ha  contratto  di  Jresco  il  matrimo- 
nio .  Bocc.  g.  5-  n.  I.  Oggi  al  terzo  di 
le  novelle  spose  entreranno  ec.  nelle  ca- 
se de'  lor  mariti .  Plut.  /4dr,  Op.  mor. 
I.  5.  Così  si  creda  che  1'  amore  de'  no- 
velli sposi  acceso  dello  splendor  del  cor- 
po e  bellezza,  non  sia  per  essere  stabile,  ne 
di  lunga  durata.  «  Fir.  Js.  60.  .  .  -.  (Cj 

•'*  §•  Uom  novello,  dicesi  di  Chiesta- 
lo sposo  di  fresco.  Fir.  nov.  8.  2<-)6.  Io 
voglio  che  noi  abbiamo  un  poco  di  pia> 
cere  dell'  uora  novello  ,  il  quale  mena 
Verdespina  stasera  in  sulle  due  ore.  CO 

INOVITA'  ec. 

^  g.  iVoi  ita,  prendesi  anche  in  mala 
parte,  parlandosi  delle  mutazioni  dt  sta- 
to, e  vale  Sedizione;  Ribellione ,  Muta- 
zione di  governo  .  Sali.     Ciitell.  32.    Sol- 


N  0   V 


if)il 


lecilava  il  popolo,  il  quale  per  sua  pover- 
fa  ec.  erano  desiderosi  di  novità.  Priin. 
Cat.  2.  Q.  Servilio  Aala  di  sua  mano  uc- 
cise Melio  bastardo  ,  perchè  studiava  di 
trovar  novitadi  .  Vinc.  Mart.  lett.  32. 
Perch*  ei  diranno  che  le  novità  di  Ger- 
mania hanno  aiuto  il  principio  da  queste 
sette.   lC> 

NOZZOLINE  ...  Cecth.  Esaft.  Cr. 
7.   1.   corr.   2.    1. 

j       NUDO. 

•^  ^.  A  cavallo  nudo,  vale  À  cavallo 
senza  sella.   V.  A  BARDOSSO.  CO 

i  'f  g.  Ando  ,  per  Inerme  ,  Disarmato 
l'  usò  il  Pass.  Ger.  ig.  32.  Vedresti, 
di  valor  mirabii  opra.  Come  or  dìspr<-'zza 
ora  minaccia,  or  noce;  Come  con  rischio 

I  disegujl  fugati  Sono  egualnienle  pur  nudi 

i   ed   armati.   (C) 

!        ♦  g.   II.    Agg.  innanzi  a  fCJ  Fr.  Barò. 

j  3oO-  21.  Che  se  tu  non  se' nudo  Di  sa- 

I  vio  e  buon  consiglio.  Rado   t'  avvien   pe- 

j  figlio.  Aov.  ani.  21.  2.  Non  può  essere 
ec.  che  fosse  così   nudo  di  senno. 

j       t  3   NUDHIRE.  Agg.  dopo  il  g.  I. 

''•'   ^-    E  neiitr.  pass.    Sannaz.  Egl.  10. 

I  E  delle  pampane  Si  van  nudrendo  ,  che 
per  r  erl»a  adunano.    (C) 

i       NUGOLO. 

-I*    g.    In  proverb.   Seren   di  verno,  nif 
golo  di  state,   e  vecchia  prospcritatc.    f. 
PnOSPElUTA'.  (C) 
JNUGOLOSO. 

§.  .  .  .  Tac.  Dav.  Ann.  l^.  iB^- corr. 
4.    104. 

:;;  .\t'LLADlMANCO.  Awerb.  Sulla- 
dimeno,  l  ardi.  Lcz.  Dant.  1.  35o.  I 
quali  (cicli)  sebbene  sono  corpi  e  con- 
se^;nenlemcnle  divisibili  e  mobili,  sono 
nulladimanco  ingenerabili  ed  iocoirolli- 
bili.   (Ci 

3   NUMERO. 

*  g.  Il  libro  de'  A'itmeri ,  dicesi  il 
Quatto  libro  del  Pentateuco  ,  co.f1  chia- 
mato, perche  ne' primi  tre  capitoli  si  nu- 
merano gli  Ebrei  e  i  Leviti,  farcii.  Lez. 
D>n(.  1.  207.  Il  Genesi,  1'  Esodo,  il  Le- 
vitico,  il  libro  de' Numeri,  e  il  Deutero- 
nomio, cioè  la  seconda  legge;  e  dal  nu- 
mero di  cinque  si  chiamano  Pentateu- 
co. (C) 

f  :::  NUMERONE.  .  .  .  Bellin.  Bucch- 
asg.   i5o. 

NUOVA.  Agg.  in  fine.  *  Buon.  Fier. 
4-  4-  '2-  ^Li^^c  pessime  io  porto  della 
fiera.   (C) 

f  3  NUOVO  ec. 

■j-  g.  1.  Agg.  innanzi  a  (C)  Bocc.  nov. 
52.  6.  Si  faceva  davanti  all'  uscio  suo  re- 
care ce.  un  picciolo  orcioleito  bolognese 
nuovo,  e  del  suo  buon  vìu  bianco.  L'orgh. 
hip.  21:^.  Tulle  queste  cose  si  mettano 
in   un   pentolino  nuovo  velrialo. 

•?  g.  Auovo,  vale  anche  Che  e  in  buono 
stato.  Che  t  stato  usato  poco.  Fir.  Lue. 
3.  2.  Ho  leccato  su  questa  vesta,  che  è 
nuova  per  mia  fé  ,  e  non  credo  eh'  ella 
sia  portata  due   volle,  e  uo  buon  raso  è 

egli  ■   (Cj 

A-  6.  Kiiovo,  aggiunto  di  Sposo,  vaie 
Che  ha  contratto  di  fre.tco  il  matrimO' 
aio  .  Fiamm.  7.  37.  Ricevette  dal  servo 
mandato  dal  nuovo  sposo  con  ardila  ma- 
no lo  stemperato  veleno.  Sega.  Star.  l3. 
34^-  Don  Pietro  suocero  del  Duca  Cosi- 
mo d'  età  d'  anni  75  e  nuovo  sposo,  ec 
ottenne  ec.  (Cj 

*  §.  Nuovo  testamento,  diccsi  il  Li- 
bro degli  E'vangelii  cogli  Atti  degli  A' 
postoli  ,  le  lettere  di  S.  l'aolo  ,  le  altre 
lettere  canoniche  ,  e  l'  Apocalisse  j  ed  è 
opposto  a  Testamento  vecchio.  Ott.  Coni. 
Inf.  20-  357.  L'uno  modo  si  è  per  re- 
velazione  fattagli  da  Dio  per  Spirilo  San- 
to, siccome  sapeano  gli  Profeti  nel  Testa- 
mento vecchio,  e  gli  Apostoli  nel   nuovo. 


iQta 


n  V  o 


o  e  e 


O  N  0 


ìhint.  par.  5.  AvcU-  il  vcrrliin  e  'I  nuo- 
vo Tcstam(;nli.,  K  M  paitor  della  Chiesa 
che  \\  guidj.   (C) 

'?  2-  y'fnifìo  nuovo,  vaie  Pnma\-era . 
T'arch.  l'riol.  I .  Al  tempo  duuvo  deo- 
no,  soflRjti  (lii  dolrissime  aure,  porgerne 
gralisNinic   omlirc.    /  .    TEMPO.   (C) 

j;*  g.  XXI.  Agf;.  innanzi  a  (Ci  Menz. 
Snt.  tì-  Ma  v'  è  più  d'  una  piilla  sriau- 
lalj  Che  diurna  il  parlo,  u  quello  iuKjua 
ani  iilc  Nuuva  Mcdt-a,  e  a  crudo  esempio 
nata . 

*  g.  XXXIII.  Agg.  in  fine.  Sahin. 
Pros.  Tose.  I.  35o.  Ma  che  cgU  fusic 
di  razza  di  pii-au.s(a,  auiinalello,  che  iia- 
src  ,  f  si  nuliir.(  nel  (unro  ,  qucslo  alle 
che  mi  gmj^np   nuovo.   (C) 

*  NUniiCAHE. 

*  g.  II.  Allrg.mc  OS.  Reti.  Ins.  i5.  I 
(piali  f  tt'inii  J  (osto  che  nalÌ  sono,  [io- 
vano  in  (•s^o  nido  un  sufiiricnlc  alimcn* 
Io,  altilissimo  per  nutiirarsi.  I'it[\.  Dirci 
rhe  le  vespe  e  i  ralahroni  ronzj&sero  in- 
torDo  a' cadaveri  de'  serpenti  ce.  per  Io 
solo  fine  di  nutrìrarsi. 

*  §.  VI.  A-jg.  in  fine.  TaiS.  Ger.  l. 
5().  K  prima  rhe  fiis>e  Quaii  tolto  il  Lam- 
liiii  d.dla  innrnmollj  ÌMatilda  il  volle  e  nu* 
IriruIIo  .>   isliiisse  ^el^  arti  regiu.  (C) 

*  IMUTHIHE. 

•'.'  J(.  Si  nifopera  spf.tvo  assolntam.  Cr. 
3.  l6.  6  I-e  nespole  ce.  provorano  l'o- 
rin.i ,  e  tengono  più  a  uso  dì  medicina^ 
elio  a  cilio,  perdio  poco  nuU'isrono,  e  ge- 
nerano nulriineutu  giobso  .  JC  6.  q3.  i. 
La  paslinaea  ec.  fe  dì  due  manirrre  ;  sal- 
vaticp  e  duniestiea  ,  e  ciasruaa  nelle  ra- 
dici di  duro  nulriinento  e  meno  nutrisce 
che  la  rapa.  Capr.  /loti.  7.  iM^.  Itiira  i 
sapori  solo  il  dolce  nutiisce  ,  e  gli  altri 
non  par  che  sieno  stati  fatti  dalla  natu- 
ra se  non  per  reprimere^  e  temperare  ÌI 
troppo  dolce,  acciuccli*  egli  non  ristucchi 
altrui.  (CJ 

'•■  §■  '•  ^gg-  'nn»n*>  ;»  fCj  Tass.  Cer. 
I  2.  32.  V.  preso  in  picriol  I)or(;o  ulfin  sog- 
giorno   Cclalamcnte  ivi  nutrir  li  fei. 

IVUTrUZIO.NE  .  Agg.  innanzi  a  (C) 
Hvii.  Oss.  an.  3y.  'i  ulti  i  canali,  e  lutti 
gli  strutnenli  apparleneiili  alla  nutrizio- 
ne ,  e  alla  sanguifitazione  e  alla  genera- 
zione appariscano  ce.  figurali  nello  stesso 
moflo. 

O. 

t  o. 

t  j:<  §.  XVI.  .  .  .  liamm.  /.  5.  agg.  Il3. 

t  *  g   XVII l-iamm.  !.  4.  agg.  36. 

e   ove  ha   ritorni?  o'*^.   ce. 

t  OBBU.MIìUAUE' Dani.    Vit. 

A"'"',    acg.    0 

s;:  OimiAN/A.  /'.  //.  Dimenticanza. 
liitii.  ant.  Matzeo  tfi  Jiicco  tla  Messina. 
I.  J2(.  Ma  (piegli  b  Iranialvagiit  e  sca- 
nosccnlc,  Che  gran  rispeliu  niLtle  in  o- 
liriania .  /v  Meo  /^''hraiaav.  a.  1.  So- 
vente Bimio  pcu^alo  tli  lacere,  Mcllendo 
in  ohri.m/.i  1)' c>lo  mondo  pai  lai  e  iuten- 
dimrnlo.  fCj 

*  OUftlAUr.  /".  yf.  Ohiiarf.  Cuilt. 
rim.  1 .  4<).  Ned  ohriar,  che  d'  ogni  mon- 
te il  sommo  K  seniiirc  cslj-cmo  e  rat- 
to. (C> 

*  OBKOr.Aui:.  /'.  A.  Fare  una  ffff^r 
per  anuiitfarnr  lina  nnfcrrJenle.  I.al.  oUro^ 
Hat^.  Ce.t.  ìi'tl.  Cic.  2.  109.  Se  in  que- 
sta leggo  nnlla  ù  m  ritto  che  per  nllre 
leggi  re.  non  ti  posta  «  •>  n»n  si  fos^e 
potuto  senta  loro  prc^iudiiio  promulga- 
rr  ,  iilirog.irr  ,  drmgare  ,  iduogare  ec.  in 
quell'articolo  quesla  leggi*  non  tiene.  {Cj 

t   OCA. 

i*.  IV.  Acg.  in  fine.  #  Varck.  Tea. 
Pani,  a  t).1.  A  un  vano  (non  si  dice  J 
rerv.l  d' oc.i .  ■>  di  gallai  (('/ 

t  OCCAMCNi:. 


t  '''•   §.    Per    ImpeJimenlo  ,   Ostacolo  .   i 
Pecor.  fi.    IO.   n.    l.    La   priora  lu  dÌ!,_SL>   al 
Re,   et   egli   fio.ilment''   eonrhmsc,   chele- 
vando  ogni  occj>ioue,  la   «oleva  ad  ogni 
mudo.  ( I  ) 

OCCHIALE. 

t  g.   ...  lUd.  leti.   Occh.   agg.  7. 

OCCHIO. 

*  §.  XXVII.  Apg.  in  fine.  Sahin.  Disc. 
2.    ^ì5.   Il  cavaliere  Salviali,   per  far  ve. 

[   derc  a  occhio  la  pregtahililà   del  nostro   pii' 
I   ro   I''ir>icnlino   idioma  ,  sull'  innanzi   d'  un 
1  passo  del  Boccaccio  accomodò  più  linguag-  I 
I   gi  d'  liJia.   (C)  \ 

\        f    ::-•    OCCL'L'IEZZA.    .  .  .    Jrl.    ì  ctr.  ' 
Ker    ag;;.    i.    16.  1 

OCCL'PAIlE.  I 

t   9    g.    Xni.    Agg.    in   fine,   t?    fUsc. 
Cale.   6.   Questa  vostra  città,  lenendo  le 
medtsime   vie   che   tennero  i  Romani,  non   ' 
ha    mancato   gijinmai   inaino   a   qui   d'   oc-  j 
cupare  la  gioventù  in   eserciiii  nobilissimi  ' 
tempo  per  tempo.   (C) 

3    ODOIilC  .    Agg     in    fine.    *    Hicett. 
Fior.    /ji.    I    migliori  (  f^arof-ìni   }   sono  [ 
quc}{li  che  sono  gravi,  densi  ec.   di  odor  I 
valitlo  ,   ed    acuto.   (C) 

•/   g.   V.    Agg.  innanzi  a  (C)  Tac.  Pav. 
Cerni.  379.    In  cssequie   niuna   premura  ,  | 
solamente    con   certe    spezie    di    legnc   ar-  1 
dono  i  corpi  de*   segnalati;  oc  vesti,  ne  I 
odori   ;;illano   in   snila   catasta. 

*  g.  VII.   Agg.  in   fine.    Fir.   As.  93.   I 
Una  parte    ne    ricoperse  ,  e    un*  altra   ne 
ammorliò   con   quello   odore.  (C) 

OI'KELLA.  Agg.  io  fine.  Sahin.  An- 
noi. Mtir.  2.  (^26.  OflVIla  oppre>»ii  fnofj 
e  una  sorla  ili  piccolo  pa^tìecctlo;  ma  qui 
par  preso  per  un  pezzo  ,  o  hoccone  di 
checchessia.   ((') 

t  5  OI'FElNDERE. 

■{•  •.'  g.  11.  .  .  .  Amet.  agg.  3o.  e  dove 
ha  a  me  ,  forr.   A   me , 

OFFK.NUEVOLE.  Agg.  in  fine.  *  Ca- 
vofc.  Mal.  cuor.  2:!6.  Assomiglia  questi 
Ire  sentimenti  a  tre  gcnerasioai  d'  armi 
off.odevnli.    (f) 

t  OFFE^UIBII-E.  1/ cs.  Cron.  Me 
veli.  .^2(>.  allegalo  cosi;  lìiliheró  dare  a' 
Viniziani  cinque  delle  sue  terre,  le  qiiai 
ce.  sono  in  luogo  mollo  ulTeodihile  con- 
tro a  lui. 

OG>UNO  ec. 

t  *  §■   I Tesorett.   P.r.  agg. 

II    93. 

*  OLEAGINOSO.  Allegane  es.  Po- 
nom.  (fss.  Pelile,  li.  I  vermi  elio  uà- 
scono  nelle  nocciuolc  secche  sgusciale 
ce.  nei  semi  di  pi>pune,  di  corumero,  di 
zucca,  d*  altri  simili  semi  oleaginosi  sono 
Vermi  il'  un'  altra  razza.  (Cj 

::=  OLFAT  ionio.  Ad.l.  Terni,  anni, 
(he  appartiene  all'  odorato,  l'ahl.  Os.t. 
tifiat.  1^.  In  esse  lamelle  entrano  e  si 
diramano   i  due  nervi  olfattori.   fC/ 

t  >:*  OLOCAUSTO Fir.  nni. 

t)l  OHE. 

•}■  :;:  P.   II.   ...    Fir.  r,m.  ogg.   ir^ 

't  OI.TIiACOTANZA  ec.  Al  »•.  4. 
oi'i>  ha  Cu'dancc  eorr.   Cliidansa 

s;-  OLTilANVTUI'ALE.  Add.  Scprnn- 
naturale.  I  ar.h.  i.et.  Dant.  l.  lyS.  E 
ijueslo  s*  appartengono  al  mrl.ifltiro,  cio^ 
al  filosofo  ohratialiiiale.ovvrru  divino. ^^'^ 

f  OMBIdNA.  .  .  .  ò\ihun.  Spin.  rorr. 
.Si/i*.    .'^piii. 

om:u. 

^  %.  Fsser  rf"  undici  vice  ,  dicesi  de' 
figliuoli  non  leitittimi  .  il  /  orahol.  ali» 
/  .  A   PLSO.  (O 


O  N 

t  tf  ONNIFECOiNDO 
Df.*<:-   12  coir.  3.  S5. 


PePiH. 


#  ONORARIO.  Agg  in  fin.  Vis^.  teit. 
Uom.  ili.  2  II.  Bea  lo  riconohlii  e  lo 
provai  allora  quando  nel  discutersi  della 
quantità  di^'U'  a»srgnamcolu  da  laKÌarmisi 
in  luogo  di  qui-l  che  negli  ultimi  anni 
io  aveva  ritratto  al  nello  il  mete  del  solo 
uffizio  della  Parte  fra  provvisioni  ,  emo- 
lumenti ,  ed  onorari  delle  mie  gite.  (C) 

*  0>ORE. 

•f  g.  Punto  d' onorf,  dtcesi  di  Ciò  in 
che  si  fa  principalmente  consistere  l'ono- 
re,  r.  PUNTO,  g.  XLI.  (Cj 

t  3  g  MI.  A^g.infine.  »  Tae.  Da*-. 
Perd.  eloff.  4*^7.  I  versi  e  le  cantoni  ec. 
non  danno  a'Ioio  autori, onor,  ne  utile. f('^  ■ 

*  g.  V.  Apj;.  innanzi  a  ((")  Petr.  son. 
3oo.  Quella  che  fu  del  secol  nostro  ono- 
re. Ora  h  del  ciel  ,  che  lutto  orna  e  ri- 
schiara. Ciriff.  Calv.  a.  ^1.  Questi  è  di 
nostra  linea  il  proprio  onore. 

Sr  Jj'.  Farsi  onore  d'  una  cosa  ,  vale 
Donare,  Jtepalare  una  cosa.  Iluon.  Fier. 
3.  3.  17.  Qujnlo  prima  Bicc%o  quel  cb' 
io  V*  ho  (nella  barchetta)  ,  tanto  più  to- 
sto Svn  per  farmene  onor  ,  se  lihri  od 
altro  Mi  vi  parrà  con^eoicole  dono  Da 
farne   al    Podestà  devota   olleitJ.   ((') 

ONOliEVOLEZZA Hed.   J.ett. 

corr.  *  lied.  Leti,  .  .  .  #  Bari.  con.  (C) 
Jinri. 

t  OPACO. 

t  §  *r8'  ''*  ^*'*-  "^  ^'"*-  ^"'  ^-  8<"|- 
Già  derlmava  il  sole,  e  cresceao  1'  orohrc 
De'  molili  opachi.  (C) 

t  5   OrKRA. 

#  g.  XIII.  Agg.  innanti  a  (Ci  Cuicc. 
Star.  11.  20'l.  Le  quali  rose  hcneh^  il 
Pontefice  uiliìse  l>enij;nameale,  e  «"he,  ac- 
ciocchì! con  maggior  fede  fossero  ricevute 
le  parole  sue,  usaste  a  trattar  col  re  V 
opera  e  il  mezzo  di  Gmlijno  suo  fratel- 
lo; nondimeno  multe  coso  lo  facevano  so- 
spetto al   re. 

^*  g.  l'eccato  d'  opera,  dicesi  da^Teo- 
lofi  (Jucl  peccato  che  consiste  nel  far  ciò 
che  è  proibito,  che  anche  tticeti  leccato 
di  commissione .  Sepner.  Critt.  instr.  I. 
3l.  12.  Non  ha  duliliio  che  i  peccati  J* 
opera  ce.   sono   più  da  temersi.  (C) 

*  g.  Opera  ,  si  dice  olire*}  deW  A' 
sione  ,  e  dell'  l'ietto  di  un  rimedio,  d* 
lina  medicina.  Lih.  citr.  malati.  Medici- 
ne, che  facciano  l'opera  loro  piacoi-ln- 
»imatiienle.  (P) 

t  3   OPERARE   ec 

#  g.  Operare  ,  dtcesi  anche  ilei  Fare 
operazioni  nriimetithe.  fì-ilil.  Oper.  Astr. 
ij6o.  Operisi  per  regola,  e  trovrrasii  un* 
ora  con  1'  avanzo  della  frazione  .  /'.'  «vp- 
presso  :  Operisi  conforme  alla  regola  .  e 
troveremo  darcene  ao  secondi.   (Cj 

t  3    t»Pi:RAZIO.NE. 

*  g.  I\.  .  .  .  Ked  Coni.  Mgg.  I.  7 
Se  queste  due  pilloline  er.  ai  lortifio^s- 
sero  con  Ire  o  quattro  gocciole  di  haUfe- 
mo  te  ;  farelitiono  maggiormeole  la  loro 
operas'one.    /■," 

#  g  XI.  Allegane  e»,  dopo  la  dichia- 
rai, tialil.  Oper.  Jrt*-.  \fiQ.  E  Itallan- 
lo  notisi ,  quanto  graude  sia  1'  ulìl*  che 
ila  questa  prima  operafione  sì  ritrae  .  K 
^tìl .  Alliinicnti  SI  potrelthe  rommellete 
errori  grandìtiimi  rome  in  vane  opera- 
■ioni,  dir  n  ai-c-iderann»,  manilesl«men- 
te  si  comprendeiili. 

OPKIllNA-  A}:g  infine  «  l.asc.  Him. 
leti.  3.  5  t.  Or  finalmente,  Giovaonì  ca- 
risMoio  ,  qucslo  mio  CApitulu  \\  degnai* 
accettare  ciin  quella  anioresoletaa ,  ehe 
te  altre  da  me  indniualevi  operine  areet* 
tato  auto.  >('■) 

*  OPINATIVO Segm.  Ktte.    «34. 

corr.   .Vc^n.    l'tir.  6.   3t^. 

t  3  OPLMOWK  er. 

#  §.  VI.  l'o.ii  l"ei.  Fit.  SS  Pad.  Ira 
le   virgidt'ttc. 


O  P  P 

t  5  OPPIO. 

*  g.  l.  Air  M.  Cr.  5.  4*^-  J-  iostilui- 
3ci  ì  seguenti.  Dav.  Colt.  1S9.  Ma  più  il 
sjlicunc  (ne  patisce  )  clic  l'  jII.lto  <iello 
allrimouii  appio,  tas.ìr.  tf/<.  ì  it.  2.  31)8. 
Quest'ultima  .'•torij  la  ÌaWa  la  tela,  sir- 
comc  si  è  quasi  sempre  in  (^ui-Ua  citti 
coilumato  di  fare  »  usaiuluvisi  puco  dipt- 
encrc  ,  come  sì  la  uUruve  iu  tavole  di 
legnaiDe  d' utLero  d.i  molti  cliianulo  op- 
pio, e  da  alrtiiii  f;ultice.  (C) 

t   OPPKLSStUA Pallad.  agg. 

l'ebbr.  27. 

O  R 

3   OBA.  Susi. 

t  *  §.  l Fir.   rim.  .igg.  76. 

•S  §.  lìsstre  più  dixgrazinto,  o  simili  , 
che  le  tredici  ore,  vale  Esst-re  rlìi-^razia- 
tissimoj  modo  ImA'so.  JUe'^.  108.  Sou  più 
sgraziato  che  le  tredici  ore    (C) 

t  5  OUAZIOr^E.  .  .  .  Cose.  S.  Sem, 
ags.    118. 

5  ORDINARE. 

*  §.   XXVU .Voi'-   ont.  71.   I. 

corr.  75.  1. 

f   (iKDI.VAXr.ICE Ott.    Com. 

Par.  6.  a^g.   Il 2. 

Omuimì;. 

*  ?•  I-  Agg-  innan^»  »  (O  <'^''''''-  t^'<"*- 
I.  5l.  Sono  di  maniera  mIì  e  sforali»  che 
non  ardiscono  pure  <li  guai'daie  con  di- 
iitli  occhi  gli  uomini  degli  oidioi  a  loto 
tupciiori. 

§.  MX.  .41  V.  5.  ove  ha  f^occ.  corr. 
*  Ùocc.  E  al  V.  8.  dove  ha  *  òegr, 
corr.  (T'J  Se^r. 

'f  3  ORDITO  .  Susi.  Al  V.  10.  ove 
ha  a  traverso  questi  corr.  allraverso  di 
questi 

3    ORDO. 

V  g Tratt.  Intenti,  corr.  Esp. 

Pat.  nost.  82. 

J  OKECCHIO  ec. 

§     \X\U Segr.   Fior.   Cliz.  2. 

I.    rorr.   3.    X. 

t  01  EOLIA  agg.  e  OHECLIO  .  Ed 
agg.  io  fine.  ^1=  lUin.  ont.  Ceri  Giannini 
1.  i^22.   Magna  fereudo  me  luba  ìn  ore- 

ORGAMCO.  Corrcg-i 

t  3  OI;GA>'ICO.  J'tl.  Dicesi  dì  cor- 
po chf  ha  orgitni.  ^'  fault.  Lez.  Pani. 
I.  105.  Organico  appo  i  Greci  si  cliiama 
quello  (corpo)  che  ila  i  suoi  organi  ov- 
vero slrumenti,  per  mczzu  de' quali  eser- 
cila  le  sue  operazioni,  /i  oppresso:  Tutti 
t  corpi  viventi,  e  che  li.mtio  anima,  sotio 
organini  ovvero  dis^iniilaii  .  (Cj  ò'egner. 
Incrcd.  1.  13.  7.  Quyudo  noi  voj^liamo 
fermarci  ncll'  aiiifiiio  di  quaUisia  corpo 
organico  ,  non  sarà  facile  il  determinare 
cui  si  deli)>a  la  palma ,  se  alle  minori  o- 
pere,  0  alle  ma-giori.  (i\) 

^  §.  Potenza  organica,  dicesi  Quella 
che  nelle  sue  azioni  Ita  bisogno  degli  or- 
gani .   t    fìant.    (onv.   Il3 ». 

"  Varch.  f.cz.  l53.  Queste  potenze  dell' 
anima  sono  di  due  ragioni:  alcune  sono, 
e  si  chiamano  orgauiihe,  o  vero  stru- 
mentali ;  e  queste  sono  tutte  quelle  che 
nelle  azioni  e  operazioni  loro  hanno  hi- 
sogno  e  si  servono  d*  alcuno  organo  ,  o 
vero  strumento  corporale.  (C) 

^  §.   Parte  or^aiticn,  dìci'.ù  Qnella  che 
serve  d'  organo,  di  strumento  per  qual- 
che azione.  M  Cr.   a.    7.  9.  . .  .  ».  (C) 
5  ORGOGLIOSO. 

*  §.  II.  Poni  Tes.  Tes.  Br.  tra  le 
virgoleUc. 

*  OKGOGLIRE.  V.  A.  Divenir  or- 
goglioso ,  /'render  orgoglio.  Jtim.  ani. 
iliiid.  Guinic.  1.  86.  Dunque  si  de' ag- 
gradire,  .Se  eo  voglio  heo  fare,  E  ghir- 
landa portare  Dello  vostro  crgn^lire.  f  C^ 

/-  Qcabolario   T.  il. 


O  R   I 
t  *ORICRI.MTO Dellin.  Bucch, 

UIUt.INALE.   Susi. 

V  à'.  tfriitnnle  iticesi  àltn'.d  la  per- 
sona della  quale  nllrt  fi  il  r-tnitlo.  >>- 
t'/irr.  Mann.  Vie.  29.  1.  Chi  ha  innanzi 
r  originale,  non  ha  più  Kistij;iiu  d' inter- 
rogare il  maestro,  per  udir  come  ha  d.i 
rc^olarst   ne'  traili  del  suo  peiiuello.    (Cj 

OKINAMKiNTO. 

V  ^.  Or nantinto  t  *'ale  anche  Gloria, 
Pregio  .  Toc.  Dav.  Ann.  3.  58.  Chi  la 
diceva  ornariu'nto  della  patria  ,  rt-liquia 
sola  del  sangue  d'  Agosto,  specchio  uni- 
co d'  alili,  hil.ule.  (C) 

t  3  OUKOIiE. 

^  §.  I.  loii.Hizi  a  Cnr.  Iin.  agg.  T'it.  S. 
do.  Gua/h.  317.  Va  allro  si  gravemen- 
te a  pie  degli  occhi  percossomi,  che  ta- 
gliato il  ua:>o  col  tal'hro  e*  denti,  appena 
con  alquanta  [lora  i\t  pi-lle  esso  al  mea- 
to piilesic-  ritenere,  per  tale  che  a  tutti 
quelli  che  tracundavano,  grande  errore 
taceva. 

3  OUZ\  .  Togli  r  es.  Dant.  Pnrg.  e 

fanne  §.  come  appresso Hut.  ivii 

coir.   liiit.    l'urg.   32.  .  .  . 

V  §.  Da  orza,  posto  nwerbialm.  va- 
le  Dalla  parte  di  orza  ,  cioè  a  sinistra. 
u  Dant.    Pnrg »».  (C) 

Ol'ZARE.  Jl  V.  2.  ove  ha  Avvertine 
corr.  Av\erlirne 

t  OsSERVA.XZA  ec. 

♦  S-  Osservanza  ,  dicesi  anche  l*  Ff- 
fello  ,  0  Jiisnl lamento  di  questa  attenta 
considerazione.  Car.  Apol.  itìi^.  Presu- 
mete di  farne  il  ma«slro  ec.  come  se  ec. 
r  Uìianza  e  "1  modo  tulio  con  che  se  ne 
deve  ragionare  e  scrivi-re  fosse  compila- 
meute  nelle  sole  osservanze,  che  voi  solo 
n"  avete  ralle.   (Cj 

OSSERVARE. 

§  IX.  Agg  in  fin.  *  Serd.  Stor.  2. 
76.  Oi.scr\.ino  diliginhmer.ic  il  digiuno 
solenne  dell*  avvento  del  Signore,  e  delia 
quaresima.   (C) 

t  3  OSSERVAZIONE. 

t  g.  II.  A---,  in  6ne.  *  Sega.  FMc. 
lib.  2.  e  7.  Coment.  Iiilende,  che  l' ec 
cesso  della  ma»uificenza  sia  uno  u^are  le 
spese  magnifiche  senza  osservazione  dì 
decoro  e  ìn  cose  vili;  rome  sarchhc  in 
pasteggiare  maguificamcnle  uomini  ple- 
bei.  (C) 

i"?  g.  IV.  Innanzi  a  Red.  apg.  Sa^g. 
nat  esp.  217,  IMou  creda  però  alcuno, 
che  con  queste  due  0  tre  osservazioni  so- 
pra tal  niat'-'ria  ,  noi  ci  pavoneggiamo  d' 
avere  arrecalo  qualche  gran  lume  nella 
6IosoGa  magnetica. 

1"  ^'  §■  ^  !•  Al  V.  II.  ove  ha:  più.  corr, 
più.  (C)  E  al  V.  l3.  ove  ha  che  non 
avesse  corr.   che  avesse 

t  3  OSSO. 

;::  §.  vili.  Agg.  Innanzi  a  (C)  Lor. 
Med.  canz.  l\0.  Tu  non  servi  donna  in- 
grata Provalo  ho  d'  amor  la  forza  ,  Io 
non  naci{ui  d'una  scorza,  Son  di  carne, 
e  d'ossa  amh'  io. 

•f  OSSOCllOZIO. 

V  %■  Ftgftratam.  dicesi  di  Cosa  che 
rechi  alimi  noia,  e  dispiacere .  Lasc. 
rim.  2-  352.  S'  io  ho  più  per  rispon- 
derli a  pigliar  la  penna ,  li  darò  sen- 
sa  ri:>pctlo  r  ossocrozio,  e  la  suzzacchera 
aSalto,  e  laverotti  il  capo  colle  frombo- 
le. (Cj 

t  3  OSTRO.      . 

*  £.  H-   Agg.    innanzi  a  (C)    Varch. 
Lez.    Dant.    \,    25^.    Austro  ,    chiamato 
volganiicntc  Ostro  ,  ovvero  mezzodì. 
OTTAVO.   Sust. 

^  §•  Agg.  in  6n.  Pros.  Fior.  Borgh. 
[  tett.  ^.  l\.  i63.  E  sempre  dite  la  stampa 
1  e  qualità  del  lihvo  ,  cioè  se  io  foglio,  in 
I  qu.(rto  ,  o  in  ottavo.  (C) 


OTT 


^Cy^ 


OTTUSO.  Add. 

§.  Il,  Agg.  innanzi  a  (C)  Gal.  Cali. 
2^1.  Un  coltello  di  Uiilio  acuto  e  sonile 
taglia  heuisìimo  il  pane  e  'l  legno  ;  il 
che  non  iara  se  *1  taglio  saia  oliuso  e 
grosso  . 

•f  OVAIA. 

■f  §.  I.  .  .  .  Ktmp.  ^fantell.  agg.  4^' 
OVERARE  .  Agg.  in  fine.  •?■  GtitU, 
rim.  I.  218.  Signore,  e  padre  mio,  buon 
mes>cr  frale  .  Se  ben  cunsid.-rale  Con 
quanti)  e  qtial  valor  mondo  o-eraslc,  ec. 
Multo  penso  |<en&iatc  avete  a  tare  Acciò 
eh*  a  ciò  bastasse.  (C) 

P  A 

f  3  PACE. 

^'  §,  II.  .  .  .  n,  E  nov.  corr.  m  Enov. 
Ed  a^g.  in  fine  -.  (C) 

■j-  ^-  ^.  VI.  ...  P?cc.  Fiainm.  Uh.  6. 
agg.  2.  e  ot'C  Ita  fiorifero  corr.  Qoiifero 
e  Ove  ha  lieve  corr.  leulo 

t  PACIFICO  ec.  Add. 

^  %.  pAitifico ,  e  anche  aggiunto  di 
uno  de'  sacrifica  della  It-gge  antica.  Se- 
gner.  Crist.  iaslr.  1.  3i.  3.  La  legg« 
antica  ec.  fra  tanti  suoi  sacrifici  o  prute- 
stalorii,  o  pacifici,  o  cspìalorii,  non  ave- 
va ne  Uu  b.Égno  per  purificare  il  cuore 
dalle  macchie  de"  pensieri,  ne  ec.  (C) 

PADRE. 

*  g.   VI.  Agg.   innanzi  a  (C)  Fir.  As. 

1.  Cosimo  il  quale  fu  meritamente  Padre 
dell»  patria   appellato. 

il*  g.  Padre,  vale  anche  Autore.  Sai- 
vin.  Prr.s.  Tose.  1.  75.  A  quei  libri,  do- 
ve il  padre  di  essi  ha  iralasciale  le  vir- 
gole, e  i  punti,  il  virgolarli,  e  il  punteg- 
giarli è  coi  lesia.  (C) 

g.  Vili Tac.  Dav.  i.  3.  corr. 

2'ac.  J'>av.  Ann.  1.  3. 

f  3  PADt.O^EGGlARE Urb. 

agg.  36. 

PAESE. 

*  §.  Paesi,  talora  vale  Spazio.  Soder, 
Colt.  23.  La  vile  ce.  è  vaga  di  abbrac- 
ciar ni'dto  paese,  e  massimamente  in  al- 
to ;  e  quanto  più  va  alta,  tanto  più  fratto 
getta  ,  ma  di  snstanza  più  debole  e  mi- 
noie.  (C) 

3  g.  VIH.  Togli  r  cs.  Sahin.  Disc. 
e  fanne  g.  così  : 

'^  g.  Ogni  paese  e  patria  all'  uom  dì 
garbo  ,  modo  proverh.  che  signijìca  Ch» 
l'  nomo  di  garbo  trova  da  star  bene  per 
tulio.  «  Salvia.   Disc.  1.  HO-  -  ..  «.  (Cj 

3  PAESETTO. 

t  :::   g.   H Caldùv.   Dr.   agg. 

2.  25. 

3  PAGLIA. 

f  g.  XH.  Agg.  in  fine.  ^.'  Morg.  2i. 
1 '12.  Chiarislanle  credette  un  uom  di  pa- 
glia Trovar  ,  che  si  lasciasse  il  manici 
torre.  (C) 

PAGO.  Add.  lonanzi  a  Cas.  rim.  agg. 
%-  Gnitt.  rim.  I-og.  E  di  necessità  doo- 
que  convene.  Che,  for  mal ,  tulio  bene 
Nel  loco  sia,  lo  qual  possa  bastare  A  cor 
d'  uom  pago  fare.  (C) 

•f  3  PALAMITA.  A^g.  in  fin.  E  Stor. 
Anguill.  INon  tulle  però  le  spezie  delle 
palamite  banco  T  intestino  cicco  di  così 
fatta  fabbrica.  (Cj 

PALMA.  Il  concavo  della  mano. 

t  *  g.  V Bemb.   Pros.   agg. 

2.  5i. 

^  PAL:WIPEDE.  Add.  Tcrm.  di  sto- 
rta naturale.  Aggiunto  di  quegli  uccelli 
notatori  che  hanno  le  dita  de' piedi  uniti 
da  una  membrana  .  Pcd.  Stor.  Anguill. 
Vi  sono  di  quelli  cbe  non  ne  hanno  ve- 
runo (  degli  intestini  ciechi  ),  reme  la 
bubbola  ,  il  picchio  ,  il  rondone  martua 
non  palmipede  ,  ed  il  pipistrello.  (C) 
!       t  '  PAX^O. 

*       •"?  g.  Portarne  straccialo,  o  squarsiat» 
2^0 


«HI 


5H 


PAN 


1/  pftlo  e  i  panni  ,  figuratam.  vale  Es' 
seriie  rintffjtto  sroitato ,  averne  vìcrvitto 
danno.    T.   I  OHTAItE.  (C) 

3   PANTANACCIU J/a«.   Franz. 

rim.  buri,  agg-  3.  202.  e  ove  Ao  di  buc- 
cia  corr.    di   huca 

PA^TA^o.  Susi. 

^  5.  /'anfano^  Jìpuratttm.  vale  anche 
Intrigo.  Ilal-tov.  Jfranint.  2.  12.  Tanto 
|>ìn:>i   Ch'  rgli   entrò  nel  pautano.  (C) 

*  PAPPAI. EF.WE  Poce  poco  usata, 
l-ucsi  il* uomo  trtìCro  e  debole  .  I  arch. 
AiT.  Dani.  2.  ^r»,  A  un  tenero  e  debole 
(non  si  dice)  cìalduio,  dulre  ìntiiigolOf 
niangialasagae,  pappalcfave,  guaslatuigtiac- 
ci?   (C) 

t  PAPPOLATA Comp.  hfant. 

rnrr.  Lor.  Med.  Bcon.  3.  itì^.  —  Errore 
di   Crusca. 

t  PAltABOLA. 

^  §.  111.  .  .  .  Tav.  Fp.  S.  C/r.  corr. 
Taf.    Cr.   S    Gir. 

PAHADISO-   S'<st. 

^  §.  Paradiso  ,  fivuratam.  dicesi  an- 
che dì  Qualunqiii:  luot;o,  o  so^^iorao  de- 
lizioso fatto  bello  dalla  naturalo  dall'arte. 
Tac.  Dai'.  Stor.  3.  321.  Oflerisconti  da- 
nari ,  roric  t  paradisi  :  ma  come  Vcspa- 
■  iauo  fosse  in  sella,  non  tenclibé  sicuro 
sé,   né  rIì  aniiri,  (Cj 

PAliAO(,iO. 

^  g.  il.  /il  V.  3  doi-e  ha  VìTaVe  corr. 
Par:igc.  —  Ed  npg.  in  fine.  Him.  ani. 
Inglul/r.  I.  lÒQ.  Quc' che  desiano  ono- 
re mantenere  1'^  fermi  slare  ìo  alto  pa- 
ragfiio   Son    |'iii  sfallcntl.  (C) 

f  *  PARAGOGi:.  Innanzi  a  Sahin. 
■gg.  Varch.  Lez.  Vani.  i.  2^1.  J^Ht- in- 
»cre  di  tu  (disse  iìante  )  per  quella  fi- 
gura chiamuta  da*  Greci  proparafesse  e 
da  alcuni  pnrago^e  ,  la  quale  è  quando 
nel  fine  della  parola  s'  aggiugnc  alcuna 
lettera  ,  ovvero  sillaba  come  in  questo 
luogo.  (C) 

t  l'ARARE. 

t  *  §.  VI lìocc.  Un.  Pia.  lioss. 

sgg.   280. 

PARATA. 

<*  ^■.  l'arala,  vale  anche  l'  azione  del 
pararsi  f  del  difendersi  da  checchessia  . 
JJaldin.  Fegì.  l5-  Ma  prima  di  venire  alla 
parala   dot    tfilpo,   rontcntalcvì   ce.    (C) 

t  PARATO.   Aild. 

-^  *  g.  VI.  ...  Jìocc.  Leti.  Pr.  S. 
j4p.   aft^.    295. 

•f  fl   PAliECCHI. 

*  §.  Agg.  in  60.  Varch.  Lez.  Vani. 
|.  I^i).  Le  quali  (ragioni  e  autorilàj  se 
noi  volessimo  allegare  e  dichiarare  tut- 
te «  non  bastcrcLbuDO  parecchi  leiìoui 
•e.   (O 

•f  PAREGLIO.  e  PARELIO.  Siist. 
Aj;g.  in  fin.  I  mrch.  Lez.  I/ant.  i.  302. 
£  tulle  r  apparcnzL*  di-1  riilo  ,  rome  1' 
arco  baleno  ,  i  parelii ,  riub  quando  si 
veggono  più  soli  re.  nascono  dal  secon- 
do modo  ,  cioè  della  reflessiooc  o  rvfra- 
lione.  (C) 

*  PAIlEGLIO.  /4dd.  ...  Pim.  ant. 
/'".  P.  Fannuccio  corr.  /firn.  ant.  P.  P. 
Pannuccio 

t  PARENTELA.  Togli  1*  ci.  Cor.  F.n. 
•   fjnnr   §.    cn.vi: 

*  £.  Parentela,  è  anche  term.  collet- 
tive, che  ahlirarcia  Tutti  i  parenti  d'at. 
€una.   Far.   Fu.    12.   82.  ...  (t) 

3  PARERE.  A'.-wc.  AgR.  in  fin.  Ped, 
Int.  2.  Niuno  ò  ug^i  nelle  Blotufii-br  sruo< 
lo  si  giovane,  che  non  porti  un  cosi  fatto 
parere.  ((') 

t  ^  PARI.SSIMO  ....    Bellm.   DUe. 

II.    rorr.    2.    l'i**' 

t  PARLADltltE.  Ag:{.  in  fin.  4  Gnilt. 
rim.  1.  17.  Lo  \il  prò',  parlador  b»  na- 
scente ,  E  lo  scarto  nielteolt  ec.  Dicua 
che  fai    (C} 


PAR 

t  *  PARWASSFSrAME^TE 

Pellin.   Puah.    agg.   87. 

3    PAROLA. 

g.  NM.  .  .  .  Stor.  Pisi.  I.  87.  corr. 
Stor.    P,it.    187. 

I  g.  LXXMX.  Pigliar  agg.  —,  o 
Prendere 

t  PARRICIDIO.  Agg.  alla  dichiarai. 
•^ ,  ed  nache  del  Sovrano  .  Ed  a?g.  in 
fio.  !r  .SVg/i.  Stor.  ^,  188.  Lo  srjlco  er. 
dopo  la  morte  del  Dura  Alessandro  ,  fu 
nella  città  del  Borico  amniaudlo  cuo  sasti 
popolarnienle  per  aver  commesso  tal  par- 
ricidio. (C) 

t  3    PAKTICIPARE. 

*  §■  *V.  Agg.  iuuanii  a  (C)  Pros. 
Fior.  Porgh.  lett.  4.  4-  l3^.  E  vi  ho 
voluto  dir  quello,  poiché  vi  aveva  anche 
parlicipalo   il   dubbio. 

*  PARTIGIAMSSIMO.    Superi,    di 
Parlipiano     Pros.    Fior.    Porgh.   lett.    f^. 
^.   236-   Senza  dubbio  fu  questo  suo  pa 
rente  ,  e  pailii;ianisiimo.  (CJ 

t  3   PARTIME.STO. 

t  5  S-  IN.  L'es.  Seal.  Clunstr.  !^'^3. 
allegalo  così  :  Se  tu  se*  ferma  nel  santo 
proponinicnlo  ,  lutto  s'  adoprcrr^  in  tuo 
bene:  e  del  suo  avvenimento  in  le,  e  d<'l 
suo  partimeolo  da  te  tu  meriterai  grande 
guadagno . 

3  PARTITA. 

*  §.    IV.  .   .  .   Peti.    Tuli.  agt'.    II 5. 
§.  XI.   Partita,  si  dice  anche  a  quel/a 

Nola  ec. 

*  g.  Onde  Partita  del  dare,  dicesi  nei 
Libri  de*  conti  Quella  parte  del  foglio  in 
cui  è  scritto  il  debito,  e  Partita  dell'a- 
vere ,  Quella  in  cui  e  scritto  il  Credito. 
Segnar.  Dìv.  M-ir.  Tornerà  allora  in  ac- 
cunrio  d' esaminar  con  m.iggiorc  alien- 
licjne   le   partite    del    dare   e    dell'  avere,   i 

!  suoi  b(  nelìzii  e  la  vostra  corrispondcn- 
la.  (FJ 

t  PARTITORE. 

§.  I.  Allegane  es.  *  CalU.  Oprr.  Jstr. 
460.  E  diviso  il  prodotto  per  lo  medesi- 
mo partitore  ci  dà  l\!\  minuti  quarti  quasi 
per  appunto.   (C) 

3  PARTO. 

^  §.  Per  Feto  .  J'arch.  ttz.  Dant. 
I.  2!^.  Tre  sono  le  opi  cnioni  più  famo- 
se, di  che  si  generi  e  formi  il  parto,  ov- 
vero l'cmiirione,  chiamando  parlo  e  em- 
brione la  rreatura  ovvero  bambino ,  da 
che  si  genera  nella  matrice  iufino  a  che 
nasce.   f(^J 

g.  IX.  Agg.  innanii  a  (C)  Car.  lett. 
l.  62.  Ma  il  parto  è  stalo  poi  maschio. 

«PARVENTE.  Correggi 

*  PARVENTE.  /'.  ^.  Sust.  Appa- 
renza. Puh.  ant.  Dant.  Maian.  2.  4^6. 
Lo  pensamento  eh*  aggio  Della  più  av- 
venente Mi  fa  lo  cor  sovente  In  gran 
diìio  languire,  e  tormentare:  Sì  grande 
ho  lo  doltaggio  Non  le  sia  dispiarente 
Sed  io  mostro  in  parvente.  Ch'amor  mi 
faccia  lei  di  core  amare.   (C) 

«  g.  Per  Parere,  Dant.  rim.  1.  ...  (lì) 
Tesoretl.  Pr.  ...  Pim.  ant.  Pier.  Fi/:». 
I.  /j5.  Stalo  si  ricco  ed  allo  non  fu  dato 
Di  t>ì  poco  servire  al  mio  parvente.  (C) 

•f  3   PARVENZA.  To^li  T  cs.    F  ap- 
presso: e  fanne  g.  così: 
'*   S-    '*"*  Apparizione,   m    Dant.    Par. 

14. ...  -.  ro 

«  S-  '*•''*  ^T^tto  ,  1  ista.  Pint.  ant. 
Ser  Saffo  botato.  |.  |55.  Poh  bè  gli  fc 
piacimento  D*  amor  ,  Maibmna  mia,  Che 
mia  parvrnia  sia  Di  voi  stranerà  (cioè  a 
voi  iunnta).  (C) 

t  <e   PASCIGREPPI Atlrgr. 

t  PASQL'ARE  ....   Fit.   (risi.  igg. 

t  3   PASSATO. 

tf  S     /.'  anno  pattato  ,  il  9fesc  pas- 


P  A   5 

sato,  la  Settimana  passata,  vale  L'  un- 
no, il  Mese,  la  Settimana  ,  che  ha  pre* 
ceduto  imn.ediatamente  /*  anno,  il  mete, 
la  settimana  in  cui  ti  e.  Segner.  Mann. 
Div.  Mar.  lett.  dedic.  Ella  1*  anno  pas- 
sato mi  comandò  rhe  ec.  (C) 

$  g,  Patstìto  ,  sust.  e  term.  grantm. 
e  si  die-'  dell*  Inflessione  di  un  verbo  , 
in  virtù  della  quale  si  denota  un  Tem- 
po passalo.  Buonimatt.  Tratt.  12.  Bp. 
Questo  verbo  (solere)  manca  de*  passati 
e  trapassali  e  futuri.  (C) 

*  ^.  Si  dice  anche  addiettivam.  Ttm» 
pò  passato .  Buommait.  Tratt.  l3.  6. 
Ecco  la  medesima  (voce  vegnente  )  ia 
tempo  passato.  fC) 

I  PASSERETTA.  Agg.  in  fin.  *  I.or. 
Med.  p'ìcs.  17.  La  passerella  tchiamai- 
taf  si   sente.   ,0 

PASTA. 

.(^   g,  V F'if'  nov.   rof».    Fir. 

nov.  8- 

*  PASTACCIONE.  Dlresi  d*  Uomo 
scimunito  e  dt  grosso  ingegno  .  Varch. 
Lez.  Dant.  2-  gS.  Che  diremo  di  ee. 
tanti  altri  (nomi)  che  hanno  la  fine  in 
Olir,  rome  pastaccione,  minestrone,  moc- 
ci.'tic?  (Cj 

•|  *  PASTEGGIABILE.  Agg.  in  fin. 
/:  Annoi.  Mur.  2.  3ll.  Questi  (vini  ) 
sono  più  amabdi  perchè  più  pasteggiabi- 
li. (Ci  ^         ^ 

f  PASTICCIO Fir.   As     71. 

corr.  4^- 

f  PASTURA.  Agg.  in  fine.  *  San- 
gali.  Esp.  Z'inz.  II.  Le  cantare  ancora 
possano  qualche  poco  crescer  di  mole,  o 
icvmarc  secondo  1*  abboodaosa,  o  Ìl  man- 
camculo   dcUa   pastura.   (C) 

*  PATIBILE.  Agg.  in  fine.  Varch. 
Lez.  Dani.  l.  212.  L'intelletto  possibi- 
le ec.  si  chiama  intcllello  or  possibile  or 
materiale,  e  laUolta  ancora  patibilt  ov- 
vero passibile.  (C) 

PATME. 

P.  XI.  Agg.  in  fine.  *  E  123.  Poro 
fa  ha  palilo  di  febbri,  e  di  flaisioni  pr>- 
dagrichc.  (C) 

f  g.  XV,  Agg.  in  fin.  *  Pros.  Fior. 
Matt.  Franz.  4-  I  5o.  Insomma  io  mi 
sono  disposto  a  non  richieder  pcrioDa,  e 
patirmi  ogni  voglia.   (C) 

PATRI  ARO  \LE.  ^N'.  8.  *ltfie  Aa  Ot- 
tomano corr.   OllomannoT 

•f   PATRIMOMO. 

g.  I Vr/.f.  Stor.  3.   a3.  corr.  Serd. 

Sfor.   l.   2^. 

PATRIZZARE.  Agg  in  fin.  #  FarJi 
Framm.  Gram.  \zS.  Il  primo  de*  quali 
(  verbi }  lignifica  pntriti.ire  ,  cioè  somi- 
gliare suo  pa.lre .  Ces.  Peli.  Dant.  3. 
146.  Questa  fu  veramcnie  cosa  roolro 
natura;  c^^endi»  solili,  o  almeno  doven- 
do i  figl.uidi  lilrarre  dal  ceppo,  cioè  p a- 
trinare.    (Ci 

f  <t  PATDRNA.  Agg.  in  fin.  AfW. 
lett.  f^m.  I.  aa.g.  Per  IrgRcre  i  quali  ■- 
vrcì  lasciato  d'  and.tre  a  un»  festa  reale 
a  S.  Germano  ,  non  fhe  d'  andare  ■  di- 
gerir le  palurne  Iuoro  le  mura.   (C) 

t  *  PMJCIFERO.  .  -  .  Varch.  Le». 
agg.  1.  5p.  Alcuni  (animali)  sono  pau- 
rifrri ,  cioè  che  ne  generano  più  d  uno 
(de'  fsfiuoìi)   ma   n.ui   però  molti. 

t   *    PACRICCIA P.ifdov     Dr. 

agg.    2.    26. 

3   PAZZERELLO  ec 

*  g.    ...    Fir.    nov,    7      Jo'>     vuii.    7 

265. 

I  PAZZO. 

*  g.  Pazzo  thardellato,  vale  Eceetti- 
tornente  stravagante.  .Vorjf.  312-  101.  Ri- 
spose Gan  :  lu  hai  'I  ca|»o  niett  dì  gnlh  . 
E  fusti  sempre  pàtio  sbarddQalo.  (Cj 


I>  E  e 


P  E 


f  PECCATO Cose.  S.  Jìern. 

PECORINO. 

§.  11.  Agg.  ia  fine,  si*  Lasc,  rirp.  2. 
3^7.  Ma  perchè  lii  Ji*,  che  la  ìuvenzìo- 
nc  di  comporre  St-siine,  Canzoni  ec.  fii 
prima  trov^ila  da  itUii,  e  ih[ioÌ  da  Dante 
e  dui  Pcliarca  scguiutj;  li  rispondo,  che 
tu  se*  un  jtcrurino.   (Cj 

PEOESTUF.. 

§.  Agg.  in  fio.  *  /?  Annoi,  Mitr.  2 
86.  La  frase  è  per  lutto  pedestre,  e  poco 
latina.  (C) 

t  PELAME Lasc.  hm.  agg. 

1.  143 

t  PELATILA Lasc.  rim.  agg. 

3.  63. 

t  3  PELO. 

g.  XXI.  Allegane  es.  ^  Sahùn.  Prog, 
Risp.  i85.  Con  questa  ocraaioue  si  pò- 
Ireblie  rivedergli  un  poco  il  polo  intor- 
no   alla    suddetta    sua    opera.  fCV 

f  §.  XXVI Lasc.  rim.   agg.   1. 

180. 

'3  PENA.  Agj;.  innanzi  a  (C)  Vtirch. 
Lcz.  Pane.  2.  36.  l'-ssi  slessi  (gii  nssa- 
iili  fì.igli  stimoli  di-Ua  carne)  tunnenta- 
no  ad  ogni  ora  se  ntcdesimi,  e  danno  le 
pene  della  inlemperauza  e  inconlJut;nKa 
loro  . 

t  PENDE.NZA. 

#  §.  Pendenza  ,  è  ancfie  astratto  di 
Pcndtute  net  signijìv.  dei  §.  IX.  Bttom- 
nifìt.    Tratt.    12.    10.    Avendo    rij;uardo   a 


P  E  N 

I  Genesi,  1*  Esodo,  il  Levilico,  il  Lilirn  de* 
Nunicri  e  il    DeuleiMmuniu  ,    cioè  la  se- 
I  conila  legge;  u  d.d   tiuniero  di  ciiujue   si 
chi.tm.iiio    l'eiih'U'ueo.  (Ì^) 
3    PKiNTOLA  ec 

g.  VI.  A-g  in  ànn.  *  Lave  Mostr. 
21.  Per  inM'giid  pnrta  a  grande  onore 
Sopra  relnir-it.i,  e  nello  scuJn  jiinto  Fe- 
1)0,  che  porla  a  pentole  (jlnurinlo.  Fir. 
now  8.  2<)7.  I'^  penile  coloro  uou  rispuci- 
de\'ano  ,  K.dljilijrchio  cuniinciù  ad  aUar 
la  voce  e  diie:  .se  voi  non  ci  d.ite  ima 
liiioua  mancia,  io  piglierò  I 
Iole»  e   pi.rlcruIU  \ia.  (C) 

5  pi:i;ufc:ia-:. 

f  g.  M\.  Perdere  ag^.  di  vedii'a,  0 
—  Innanzi  a  l'tr.  ì  uc.  a^g  !lt  Sig.  ì-'iigi;. 
Sin  .  66.  In  questo  li-ni[in  istemino  p(;r- 
duli  iu  mare,  uveudo  perduta  la  lena  dì 
veduta.  iCj 

t  §.  XXXI Pent.    rim.    io3. 

corr.  Petit,  rim.  1.  lo3.  e  ove  ha  Ifìlo 
corr.   Ificlo 

*  g.  Perdersi,  vaie  anemie  Venir  me- 
no ,  ('essT  d*  eitstire  .  Viirch.  /-'noi, 
1^6.  Pi'r  ri>poi»dL*rvi  capopiè  ,  gran  dan- 
no veramente  tu   per  !'  Italia,  cbe  il  i\o' 


PER 


irji:> 


la  S[ioba  a  pen- 


ella 


•ndenz 


naie 


za  ,    nella    quale  si  scor>>e 


alcun^  operazione  già  passala,  lo  dicliiam 
pendente.  (Cj 

PENDOLO.  Sitst.  .  .  .  Sagg,  nat.  esp. 
l3.  corr.  18. 

*  PEXETtìEVOLISSIJfO  .  Allega  l' 
es.  Pemh.  Jso/.  iitt.  dedic.  Non  ho  per 
ancora  .id  altro  potuto  rivolger  1'  animo 
che  alla  sua  insaaahilc  e  peoeUevolissi- 
ma  ferita.  fC) 

*  PEMXbOLA  .  r.  L.  ed  J.  Peni- 
sola. Car.  ielt.  I.  100-  Io  darei  per  quel 
palazzotto  con  quella  poca  penioMila  ba- 
gnata da  quel  la^o  ec.  quante  Tempc 
e  quanti  Parnassi  furou  mai.  (Cj 

t  PENITENTE  ....  Cose.  S.  Bern. 
agg.    114. 

•f  3  PENITENZA  ce.  ...  *  Pass. 
corr.    «I   Pasx. 

t  ^  §■  ^''-  Innanzi  a  Segner.  agg. 
Peic.  ì'it-  Colomb.  19.  Eccetto  Giovanni 
da  Tosignano  ec»  uomo  di  grandissima 
jtcnitcnza,  e  di  massima  umilia  e  carità. 

PENNA. 

3  §.   I     ...   i?  27.  corr.  E  Pnrg.  27. 

•f*  s:-  §.  IV ^Imet.  agg.  62.  e 

dove  ha  pungente  corr.   pugnente 

*  §.  XXni.  Agg.  in  fine.  noce.  lett. 
Pr.  S.  .'fp,  3i5.  Credo  che  tu  abbia 
penna  più  agevole  ad  ogni  cosa  che  con 
ho  io.  (C) 

*  g.  XXIV.  Agg.  in  fin.  Ji/eg.  262. 
Ma  a  quel  che  a  lui  e  me  pcrriò  inter- 
venne Volenduvclo  scriver  perTappunlo 
Si  sti-accherebbon  cento  mila  peone.  jVe/ir. 
x;i/.4  Quindi  è  che  il  volgo  chiama  forza 
e  oscura  Ogni  più  saggia  e  gloriosa  pen- 
na. Le  frasi,  i  versi,  i  ritmi  e  la  testura. 
Saivin  .  Pros  .  Tose.  55().  Per  questa  i 
valorosi  trecento  Spaitani  ec.  incontraro- 
no allegramente  una  bella  e  chiara  morte, 
di  cui  celebrare  le  Greche  famosissime 
penne  mai   non  si  videro  sazie.  (CJ 

't  3  PENS.tMENTO.  Togli  Pes.  Te- 
stid.  e  fanne  g.  così  : 

V  g.  Pensamento  ,  vale  anche  Fa- 
cotta  di  pensare  ,  Mente  .  «  Teseid.  5. 
19.  .  . .  »    (C) 

«  PENTETEUCO.Zof/Mjoc/iePtrn- 
tatfxtco  .   }  arch.  Lez.    Vani.    l.    207.  Il 


minio,  e  r  impcriu  de'  Kouiam  si  perdes- 
se.  (C) 

PEH  DIMENTO. 

V   g.    l'erdiminto  ,  vale    anche    Perdi- 
zione,  Bovina.    Cuilt.  rim.    I.    55.    Che 
se  bene    ciò    fai  ,  Ogni  tuo  fatto  fai  ,  Se 
non  ,  ciascun  tuo  bea    va    in    peidimea- 
i  to.  iC} 

3  PERDUTO. 
I       t  g.  M.  Poni  r  es.    E   il.   i3j.  Ira 
.  le  viigolelte. 

'fi  g.   Camminar  per  perduto j  figura- 
tam.   vaie  JVon    saper    lineilo  che  uno  si 
\faccia.    /'.   CA.MMI.NAUK,  g.  \Ì\.(CJ 

*  PERENTOIilAMENTE.  Avverb.  In 
1  modo  perentorio,  fiv.  Beli.  Dant.Z.  ^'\%. 
I  Approvare  non  vai  qui  giudicar  buono  ec. 
1  ma  provar  con  rag'uni ,  e  mantenere  al- 
I  runa  proposizioni-,  lasciando  al  mae^ttro  il 
1  diftìiiiila  perentoriamente.   (C) 

Pi;i.E\TOi.lO.  Agg.  iu  li.i.  •'?  S''gncr. 
Ulann.  (ìnign.  li.  i.  K  però  questi  pre- 
sentatosi innanzi  al  suo  caro  padre,  si 
degnò  di  entrare  mallevadore  per  le  ec. 
finche  venuta  la  pienezza  dei  tempi,  eh' 
era,  se  così  \ng!tani  dire,  il  termine  pe- 
rentorio da  Dio  picscnttosi  al  paganicu- 
lo  ,  per  te  medesimo  uscisse  ancor  paga- 
tore. (C) 

*  PERFRANGEr.E.  Ketitr.  pass.  Il 
Torcersi  che  fa  la  luce  dal  suo  drit- 
to cammino  y   incontrando  diver.s'ù  mezzo. 

Varch.  Lez.  Dauf.  i.  3oi.  Dal  centro 
di  ciascuna  cosa  che  si  vede  si  parte  una 
linea  diretta,  onde  si  chiama  peipendico- 
lare,  la  quale  è  di  maggior  forza  che  1* 
altre  ,  e  però  non  si  ntletlc  e  peilVange 
come  l*  allrcj  ma  tulle  V  altre,  che  sono 
infmitc,  come  avcmo  detto,  quando  sono 
ncll*  ultima  superficie  del  mezzo  denso  , 
come  è  r  aoqua,  perche  truovano  un  mez- 
zo più  radj,  cioè  l'  aria,  si  diffondono  e 
dilùtano  ,  occupando  maggiore  spazio  che 
prima,  e  cosi  vengono  a  diìcoslarsi  dalla 
linea  perpendicolare;  e  questo  si  chiama 
perfrangersi ,  e  di  qui  si  chiama  il  razzo 
perfratto  dalla  perpendicolare.  (C) 

*  PEnFilATTO  .  Add.  da  Perfran- 
gere.  l'arch.  Lez,  Dani.  I.  299  I  raggi 
visuali  sono  di  Ire  maniere:  retti,  ovve- 
ro diretti,  reQessi  ovvero  ripiegali,  che  i 
Greci  rhianian  refralti ,  cioè  rolli  :  onde 
tra  reQcsso  e  refratto  non  fc  veramente 
differenza  alcuna  reale,  sebbene  i  filosofi 
latini  ve  la  fanno  grandissima;  e  perfral- 
li,  che  così  chiamano  i  Greci  quello  che 
i  Latini  dicono  refrarti.  (C) 

*  PERFRA7I0NE.  Il  perfrangersi . 
'  i'anh.    Lez    Dani.    \.  3o2    Tulle  le  ap- 


parenze del  cielo  come  1'  ureo  baleno  lt. 
nascono  dal  secondo  molo,  cioè  dalla  le- 
flessione  u  refraziune ,  bcniliè  Alessan- 
dro ed  alcuni  altri  dicono  dulia  perlVa- 
zione.  (€} 

PtRi. AMENA. 

g.  11.  Allegane  es.  ''.-  Cai.  Oper.  astr. 
464  ■  Oppoiiunissima  saiebbe  la  peiyame- 
na   della   nostra  ciijiola.  ( CJ 

*f  -r  PEltlGÈO.  Sust.  Allegane  es. 
i'.alii.  Oprr.  Jstr,  ^(i'^.  Vedremo  la  dif- 
feieiiza  tiri  .suo  diametro  posto  nell'  Au- 
ge ,  e   nel    Pei  igeo. 

t  PEKIODO. 

t  '''  ^.  II.  Allegane  cs.  Fiv.  J'it.  Ga- 
Hi.  74-  Scorgeva  bene  che  al  consegui- 
mento di  ciò  si  richiedi'va  un*  esalta  co- 
gnizione de'  periodi ,  e  moti  di  quelle  slel* 
le.  Gal.  ittt.  Med.  57.  La  luna  ec.  con 
(>eriodo  mestruo  la  gira  (la  J'acciit)  a  si- 
nistra, e  a  «lenirà  oel  trapassare  dalluno 
air  altro   Iruplco. 

:?  PliRU'ATETICAMENTE.  Jvverh, 
Secondo  ia  dottrina  pr-ripalelica.  f  arch. 
Lez,  Dant.  1.  i^o4  Peri(ialelicamente  Is 
intelligenze  non  solo  assistono,  ma  infor- 
mano (  i  cieli  ).   (C) 

*f  •'?  PEiUPATETICO  .  Snst.  Agg. 
in  fin.  l'ardi.  Lez.  lìant.  I.  i^'i.  E  quinci 
disse  D.inlc,  come  veio  Peiìi)atetico,  the 
lo  spenna  prendeva  nel  cuoi  e  virtù  infor- 
mativa e  generativa  a  tutte  le  membra: 
ho  detto  come  vero  Peiijialetico,  perchè 
secondo  Galeno  ,  culai  virtù  nou  sì  ge- 
nera nel  cuore  principalmente ,  ma  nei 
leslicoli.  (C) 

f  PRIÌITOSO Cron.  Morell , 

agg.  276 

PERLONE. 

f  i^  §.   ...    Beliin.  Bucch.  agg,  209. 

*  PEKMISSIBIL!-:.  Allegane  es.  ^orgA  . 
Disc,  scriv.  contr.  20.  Rendere  il  coa- 
Iraccambio  della  modesiina  iiioneta ,  seh- 
ben  non  è  lamtabiie,  sia  almanco  pcrmii' 
sibile  o  loUerabile.  (Cj 

•f  PERNO  ec. 

u'  g.  Perno  ,  dicesi  andie  di  Chi  lia- 
ne il  primo  posto  in  classe  non  lod.ibile. 
Jlf.  Pazz.  Bim.  Ìmrl.  3.  383.  Vedete  , 
s'egli  è  il  perno  de*  pincoui.  Che  di  dot- 
tore è  diventato  sere.  (C) 

t  3  PEKSEGUITORK.  Agg.  in  fin.  * 
Giuli,  rim.  1.  i5.  Onde  vedermi  par* 
ec.  E  dar  di  male  ben  dono  è  maggiore, 
Che  di  ben  dar  migliore  ;  Ed  al  perse- 
guitore  Maggio  cosa  e  che  a  familiac  ben 
fare.   (Cj 

3  PERSICO.    Snst. 

t'  §.  Poui  r  es.  frane.  Barò,  tra  le 
virgolette. 

•fS  PESARE. 

K'  g.  Pesare,  dicesi  anclte  parlando 
degli  anni  che  uno  ha  ad  accennare  c/ie 
per  essi  e*  non  può  checchessia  .  Ceccìi. 
Stiav.  3.  2.  Sessaataquattro  anni  voi  non 
sapete  come  pesauo,  ehi  Gio.  Voi  avete 
ragione:  non  bisognava  venirci  sì  pre- 
sto.  (C) 

PESCARE. 

g.  Vili.  JS'on  sapere  ec. 

'fi  §.  E  Sapere  in  che  acqua  ,  o  in 
quani'  acqua  uno  si  pesca  ,  vaie  Sape- 
re quel  che  uovi  fa  .  V.  ACQUA  ,  §. 
XXXIV.  (C) 

t  PESCE . 

g.  III.  .  .  .  Cecch.  Stiav.  9.  5.  corr. 
5.  5. 

*  ^.  Avere  il  pesce  senta  ii.u:a,  fgii- 
ratam.  vale  Avere  il  buono  di  cìteccìtes' 
sia  senza  il  cattivo.  Salv.  Grandi.  2.  5. 
Qui  s'  ha  II  pesce  senza  le  lische.  (Cj 

*  PETRAFAT TO-  Jdd,  Lo  stetso  che 
Impietrato.  Lor.  Mcd.  Pocs.  17.  O  Borea, 
algente,  che  gelato  slagni,  L' acqua  cor- 
rente fa  s*  induri  e  ghiaccia ,  Che  petr*- 
fatla  la  Ninfa  accompagni    (C) 


igiG 


P  E  T 


«  PETHIFICATIVO.  J^hf.  Jtfo  a  pc- 
irijicaie.  Pros.  l'ior.  lìorgh.  leti.  4-  4' 
ia5.  Per  iiiQuì»u  ili  Uiiturai  cuiiforreva 
una  viilù  ,  cIiL'  rinomano  petiificaliva , 
che  ec.  Io  fcmiavj  (un  anìntnle  pìccolo) 
e    Jo    ronvtitiva    in    |.iflia.  (C) 

1 3  i»j:ti;o>cia^o. 

^  3.  Pi'tronciniio  ,  riferito  ad  nomo  , 
vnle  Scìorro,  Di  {•roxso  inpegno.  J'anh. 
I.iz,  Dant.  2.  f)|.  Quiintl  nomi  u>a  ìÌ  volj'o 
110^1  l'u  clic  si^iiiHianu,  <>Ì  {itiu  <Iirr>,  il  niu- 
di'.%Ìi)io,  rtìii  lt.i)ti  (Ij  (liVLTìc  tiMsIdzioriil 
Come  tlair  crt>e  o  frulli  di  esse  ec.  pe- 
tfonriano,  nii-llune,  giuugiolone,  ItacceUo, 
j^irarù,  c(t   uhii  tjli.  [Cj 

VÌL7//.k\Ui.  Afig.  in  fine.  *  Soder. 
/fgric.  j^S-  I''i*nni)si  (  i  pavimcnli  )  di 
[>i  zzami  di  nialtnni  1>en  r^Ui ,  e  di  jicz* 
zami  di   va;.!  diligt-Dtcmcule  pcsli.   (C) 

VX 
3   PIACEVOLE 
t  g.   11.  .  .  .    Uri.  agg.  27. 
•f  riAM  ZZA. 
t  s^!  S-   IV Jidlin.    Disc.   agg. 

I.  i()6. 

pfANCITOr.C  Agg.  in  fin.  *  CtiHt- 
rim.  1.  6.'|.  \iì  le,  suMimo  Ijon  ,  per  &ì 
fera  (  l'Cna  )  Cuni' è  uun  cìa&cuu  jiiangi- 
loft?    (Cj 

PIA?;0.   Avverh. 

g.  JII.  Jt  V.  5.  ove  ha  ^.  MI.  con: 
%.   XV. 

t  5  PIAN  PIANO J'ir.  S.  Frane. 

«urr.   l'ior.   S.   l'ranc. 

PI  AMA. 

♦  §.  II.  Agg.  innanzi  a  (C)  J'as.  Op. 
1  li.  2.  125.  'J'rnvó  da  se  un  iiiodu,  che 
»I!a  (la  prospi-tliva)  imlcise  V{n!r  yiuata 
cpcirdta,  clic  Hi  il  lc\iii1a  (on  la  |>iaii' 
Ij  e  |iii.nìlu,  e  |icr  \id  dL-lla  inlciit'ga- 
ztunc  . 

f  2-  IV.  l'nr  ogg.  o  simile  —  apg. 
io  fio.  ''.=  /jirt.  iUanip.  83.  ymrsla  lor- 
iiiula  aver  loerenza  uun  la  cilii  ,  ma  di 
]tcr  «e  la  coni|Kmc  di  jiiunta  la  Ci  usra  , 
e  la  compoue  colà  duv'  ella  spiega  la  vuro 
Coen-iiU' j  tlircndo  :  C'oerculc  ,  Che  ha 
coerenza  .  lù  8.'».  L*  Iia  dello  ,  1'  ha  foi- 
nialo,  l'ha  fallo  di  inalila  nnn  gli  auto- 
ri, clic  approva  laCiuaca,  ma  la  CiUìca 
medesima.  (Cj 

^  §■  J'ig/iare  di  pianta,  lìicesi  Qun/t' 
dtì  altri  SI  vale  ile'  coticcili  ^  0  de*  coni - 
poninic/tti  altrui.  Magai,  leti.  1.  221.  I 
quali  (versi)  \'oglÌo  imitale,  ma  iiou  pi> 
gliar  di  pianta.   (C) 

PIAMAliE. 

#  §.  J'iattlaie  tilcuno  sul  bel  del  pre- 
fnzio,  maniera  proverh.  che  vale  Lastiar* 

lo  sul  meplio  di  checchessia,    /'.  PUEFA- 
ZIO,  §.   M.  (C) 

*  g.  Mll.  Agg.  innanzi  a  fO  3/'i/"'. 
Q-  12.  Ogni  alito  poi  nel  resto  dee  dar 
ìuro  ,  Cuiue  ai  lor  lilni  piaulun  le  par- 
lile . 

PIAZZA. 

t  §.   Vili Morg.  17.  57.  corr. 

>7  y;- 

PKX.UIAMUNTO  .   ...   llellin.  Pise. 

I I.  coir.   2.  297. 

ricciiio. 

S-   1-  •  .  .  Maliv.  95.  C.  corr.  9.   56. 

PIEDE  ec. 

tfi  g.  ì'etfersi  appiede  nel  saper  far 
checchessia  ,  vale  Conos<>  rti  incapace  a 
far  checihesAtit .  />nt.  hpnt  ^5.  Ma  ce- 
dendosi appii-fltf  nel  kaper  leggere,  iiiulù 
pensiero,  e  si  sprctu.  {(!) 

I  PIE.NEZZA.  .  .  .  lied.  Cons.  2.  iGi. 
•orr.  2.   101. 

*  l'IEV  ANO.  Aj;g.  in  Gii.  Pros.  Fior. 
Salviti.  Irtt.  l\.  2.  Jl2.  Il  sig.  l'ievaDu 
la  vivfiìtec  caramciile.  (C) 

3  l'IEVE.  Togli  r  e».  Serm.  S.  Jgost. 
t  faune  5^    cuti; 


P  I  E 

*  §.    Pieve ,   dicesi  anche  a   Tutto  il 

paese f  sopra  il  quale  il  pievano  ha  ifiu- 
risdizionr.  «  Srrm.   .V.   A^o.it.  .  .  ,».  <  (') 

f  3  PiGLIAUlLE.  ...  Jiellin.  Ifisc. 
11.  corr.   2.    17^. 

t  PIGLIAMEMO. 

*  g.    I.   To^Ii   le   virgolelle. 

3  PIGLIAI. E.  Togli  Te»,  /lem.  Ori. 
2    3.  28.  e  portalo   al   §,    11.    innauxìa'C'y 

V  g.  III.  Agg.  iduaiizi  a  (<  )  ffcch. 
Dis.iim.  5.  5.  l'igliatc  1111  scg};i<>l<>ne  ,  e 
pOìtovL'la  su  ,  e  fattoli  ^opra  un  patii* 
glioiie  di  panni  ,  sici  Uè  1'  aria  duo  1'  of* 
feuda,  ronduiila  di  qua  ce. 

t  §•  ^ll'-  Aj;g.  innanzi  a  (C)  lied. 
Cfus.  1.  92.  Io  «lue-slo  ea»u  in  vcc<*  drl 
Vino  si  putreldjc  pigliare  uu  Lrudo  di 
capjiouc  . 

•r  g.  Pigliare,  parlan'ìosi  di  erhe,  fo- 
ri, e  simili,  viìlt  Cogliere  .  .S'odi'r.  Colt. 
tiS  Si  pii;lia  un' erl'a  da' contadini  rhia- 
mala  (iur.iculu  ce.  questa  non  lia  l>arlie  , 
ma  sta  allanala  con  la  sua  lugiadi-zza  su 
le  ginestre  ec.  /'-  appresso:  Quella  si  pi- 
glia tnìcj  la  manina  di  liuon*  ora,  iiiau- 
Irugiandola  poco,  e  l>rancicandu1a  il  me- 
nu che  si  possa  ,  e  che  v'  alLia  dato  «u 
la  rugiada,  e  ec.  (C) 

V  §.  t'igliarf,  talora  dicesi  parlando 
di  niii/iittic  che  si  acquistano  comecches- 
sia ,  Maini.  2.  5\.  Per  non  pigliare  al 
^entu  uu  uial  di  petto  O  altro,  perchè  il 
prete  non  ne  goda.  (Cj 

•'••  §.  Per  /Idoperire,  Mettere  in  uso. 
Bcmb.  l'ros.  2.  179  Volgendosi  per  ehi 
vuiile  la  della  \  ore  amalo,  tenuto  ec.  ue\- 
la  voce  ora  di  femmina,  e  ora  di  inasiliio, 
e  ijuaudo  nel  iionuTo  del  meno  piglian- 
doLi,  e  qiiaiitlu  in  '|uello  del  [liù;  secon- 
do (he  ulliui  u  la  con^eucllza,  o  la  ac- 
eessità   trae,  e  porla  della  scrittura.  (C) 

^  g.  Pigliare,  dicest  ani  he  dell'  Ac- 
cettar cìfcdiessia  in  sodisfaztone  di  un 
cndito.  don.  Morell.  2^8.  Eu  dì  nicis- 
^ilU  alla  Sandra  ec.  per  ri>petlo  di  noa 
poter  fare  meglio  della  dota  aua,  pigliare 
una  casetta  Iri^Li  di  sotto  le  volli,  e  due 
pudt-retti  ec    (C) 

•f  %.  l'i^litifc  ,  si  dice  anche  del  Ri- 
ccverc ,  Aciett.ir  quello  che  non  e  dovii' 
tu.  Sen.  iJen.  I  arili.  7.  6.  Egli  può  pi- 
gliar doni,  ed  essere  oMdigato  a  compe- 
rale e  torre  a  fitto.   (C) 

u'  g.  NX.  Agg.  ìunanii  a  (Cj  ì'arji. 
Sfor.  .3.  56.  Che  il  gonfaloniere  dovesse 
pigliare  il  m.ìgì&lialo  non  11  di  delle  ca- 


Icnde   di 


lugi 


ec.  ma  ce. 


sj!  g.  pigliare  ,  tiilvra  vale  anche  E- 
str.irte  ,  (  a^ar  fuori  .  fìemU.  J'ros.  3. 
1-9.  Piglia iido>i  di  ciascun  veiliu  una 
Siila  \oce;  la  qfialc  e  quella  ih' io  di>»i, 
che  al  passalo  si  dìi  ec.  e  eoa  osa  il 
\erlio  È&>eie  giugnendosi  ,  per  tutte  le 
sue  voci  di>curieuiIo  si  forma  il  passivo 
di  questa  lingua.  (C) 

*•*  §■  Figliare,  vale  ani  he  Desumere. 
Segnir.  Mann.  Pie,  3l.  3.  *Nod  poU-n- 
do>i  r  ordine  «elio  |>cr»onc  divine  pi- 
gliare dalla  \irlù,  che  ìn  tulle  e  tre  » 
la  medesima,  si  piglia  dalle  relazioni  che 
hanno  tra  se,  secondo  1'  ortgiuc,  lo  quali 
sono  li'veise.  ((') 

V  g.  Pigliare  ,  talora  vale  Altrihitire. 
Jjnt.  Pnrg.  11.  3.  E  prouniii>ue  piglia- 
re a  so  quel  tli'ò  d'alliui,  come  ipiaiitlo 
r  utiiitu  si  |irn,c  lo  migliore  attuta  1  Ito 
si  liuvi,  ed  haracci  degli  alili  più  soni- 
cieuti  (Il  lui.  (C) 

•e  §■  PigUarr,  parlandoti  di  vocaboli, 
vale  .•lllribuir  loro  un  dato  significato  . 
/  ii/'l/j.  l.ez,  8  Alcuni  altri  ec.  d-s«ero 
che  qiirlta  paitirelLi  r/  non  si  pi^hava  in 
questo  hi 'go  come  copulativa,  ma  come 
spoktli^a.  i^ivs.  tior.  Salvia,  liti.  ^  2. 
^11,  Pan/ict  non  xuol  diic  uomini  quie- 
ti ,  come   comuncmcnle  questa  paioia  ai 


P  I  G 

piglia  I  ma  vuol  dire  uomiot  facitori  di 
pace.  ((') 

^  g.  XXXIV.  Agg.  innanzi  a  (C) 
t  arch.  FrcoL  53.  Io  ^i  dirò  sempre  li- 
Iirraineole  queilo  (he  s<  nlu  Mnza  luttD- 
zit.ne  di  >oler  ripren<leic,  o  tia!>i.iiarc  al- 
cuitu)  pigliale  poi  voi  quella  opjieaione 
che  più  vi  piare,  o  giudicale  migliore. 

f  $  -.  XXXM.  Agg.  innanzi  a  (C) 
J'ros.  Fior.  /lorgh.  leit.  4-  4*  l4'*^^' 
rennal'-gli  questo  (errore),  peithè  veggo 
che  auche  Dell'  ultima  stampa  bon  1'  ha 
rilecco;  e  ditemi  come  lo  piglia,  che  mi 
paic  esser  certo  che  con  huouissimo  aoi- 
nio  e  con  giudizio  di  persona  IcUerala  % 
discreta  . 

*  ;;.  XXXVII.  Agg.  innanzi  a  (C)  Pros. 
l'ior.  Jlorgh  .  leti.  l\.  4-  259-  Pigliate 
queslo  mio  ragionameoto  ìn  generale  ,  e 
per  lo  tanto  dt-sideno  che  ho,  che  il  Si- 
gnor nostro  sia  beo  Acrvito,  e  per  ODurc 
aurora  di.JIa   città  . 

té  g.  Pf^liare,  si  dice  anche  parlando 
del,!-  Persone  the  uno  obbliga ,  €  eolie 
f]unli  ci  si  obbliga  a  checchessia  con 
rvrle  Condizioni.  Anibr.  Furi.  3.  10.  Va, 
>ori  hia  ,  dove  Ìo  C  ho  detta  ,  e  sopra 
lutto  piglia    un  cuoco   pulito  .  (C) 

^'  ià-  P'gfiar  gli  animi  ,  vale  Catti- 
viirse-li,  /fenderseli  benevoli,  /ìocc,  ncv. 
()7  23.  Cuii  adunque  operando ,  si  pi- 
gliano  pli   animi   de'  suggelli.   (C) 

'••  3-  pigliare  il /resto,  vale  Stare  in 
luogo  aperto  ed  arioso,  e  dove  sia  fresco 
affine  di  ricrearsi  ■  Pros.  Fior.  Salvin. 
leti.  4-  2.  254-  ^'  *^^*  *^  sente  caolar 
r  usignuolo  ec.  che  è  un  piacere ,  pi- 
gliando il  fresco  alla  fineilra  ,  a  »ealir- 
lo.  (C) 

;>  g.  /a  proverb.  si  dice  :  Il  mondo 
è  di  ibi  se  lo  piglia,  e  v.ile  che  Gli  ar- 
diti  oitcttsono  CIÒ  che  vogliono,  V.  MON- 
DO ,  g.   XXIX.  fO 

^'  g  Pigliar  la  denominatiane ,  vate 
l'sser  dfiiuminalo  .  Segner.  Crisi,  instr. 
3.  26.  8.  Il  luogo  della  giustizia  da  que- 
sto latto  piglio  >taliilnicQte  la  dcoumiua- 
zionc  di  terra  esecranda.  (C) 

*  g.  Pigliar  la  tromba,  dicesi  di  Chi 
ridice  subito  tutto  ciò  che  sa,  o  sospetta. 
Salvin.  P)isc.  2.  187.  Chiama  qui  f /e 
femmine  )  meraA igliosameote  trombette, 
cioè  slrepìloi.  e  stridule  ncalalrici  e  sse- 
sciatrici ,  die  quamlo  sauuo  uoa  minima 
eoa,  o  che  la  so»pcIlino  .  »ubilo  la  Ltt- 
rioano,  e  come  si  dice,  pigliano  la  trofu- 

■"•  '■'■'  „      .  „ 

t   *   g.  CLVIl Cote.  S.   n<ra. 

agg-    l3'l. 

t  g.  CLXNXII.  .  ■     litil.  Uu.  at*. 

"86    10- 

l'ILA. 

;;.  I.  Agg.  in  6ut.  *  / '»/.  f/i.  T  il. 
2.  lia-  I'-k''  \'avc\a  mr>*o  roani*  •  fjt lo 
\ull.ir  scn*  «rmjil'ira  quelli  ca|'pel!a  eh' 
è  urlio  nilrjrc  tn  cbtcìa  a  lujo  lilla, 
ilut  '  i:  1.1  l'ib  '<M'  arqua  Milla  |  UI  ili 
kua    nijil'i.    t  ('/ 

t  1'  l'IU.STRACCIO HMrt. 

Uucih.  »gg.  a',». 
<       f   *   l'IOMBAME.    ...    Bllltn.Witt. 
!  la.  ..■ri.   .1.  31. 

•f  :".:  l'IIl.M'STA  .  Innanii  a  .Vithiu. 
ogg.  /  «rcli.  Lrz.  Doni.  I.  I^S.  AlrUDi 
(n.ntiinìi)  i  quali  perciò  li  chianianu  g.e* 
raiii.-iitr  |>ìrju»li.  >i  .iiruno  geacraiii  t 
viviMr  iiL'l  fuoco  clcmciilaie.  (i  ) 

l'I.Sl.lVA. 

■(■  g.  Ut.  .11  ••.  5.  CI'»  *•  li  la'»»» 
corr.   li  la.  .ivano 

t  n.sricLiAnE r,si.  iv.  a 

{Jiiuil.iif,^.  3.  cote  ha  gujdifnjr»  «rr. 

gUJ.Ugn.. 
•f  IMI'"  «■. 

t  *  g    IV...  Fiamm.  I.  ».  »(g  al  ■ 
l'IU.Mt.  Ajjg.  in  Cn   *  PtJ.  l-ii    IjS. 


I»  I  u 

Tulli  gli  allri  ucfcìli  ce.  Laono  gr.in  qiian* 
lilù  <li  [Htllinì,  clic  d'ugni  sLjgiuiic  Jiiiio- 
rano  Ira  le  loro  piume.  (C) 

3  PLACIDO  ,  AII<g.ine  os.  ^  Tass. 
Ccr.  18.  5.  Placido  aHjlHliiicnte  ,  e  jio- 
2)ulaio  L'altre  genti  ininoii  tlibe  racctil- 
le.  So/if.  sai.  3.  (Jujl  lusingiiadu  col  dt- 
battt-r  l'ali  Placido  vento,  che  par  clic 
ricrec.  Corrompe  il  sanyuo  a'mìaeri  mor- 
tali ce.  T.il  il  piiiccr,  ec  (CJ 

*  §•  '^SS-  ""lami  a  (Cj  Sni^in.  Disc. 
I.  216.  Che  se  alcuno  clìluvio,  o  iolluen- 
za  dapti  uni  a;:U  attii  si  UMinanda  ,  ella 
è  plandd  e  t>eiie(ìra. 

•|  *  PLA>(;i:UK  .    Al  V.  4.   ove  ha 

Cnquirino  corr.    Capurnio 
PI.AS^rAZIOM".  Togli  io  Cd.  (V) 
•f  PLEMLUNIO Vani.  l'urg. 

23.   corr.  Vant.  Par.  23. 

V  O 

f  3  PODEROSO. 

*  §.  fi  coi  s£t.onào  caso ,  I^ov.  ant. 
6l-  2.  Vciua  che  (chi)  si  seolia  sì  pode- 
roso d*a%ere  e  di  coraj^gio,  e  levatasi  il 
detto  .s]>iir\ier<^  in  puguo  ;  coti\cnia  ckc 
quel  rulale  l'oinisìe  la  corte  io  quciraD- 
no.  fC) 

POETANTE    .  .  .  t  *  Jlie^.  a^g.  73. 

•f  POLITICA. 

f  :::  g.  III.  Ag-.  in  (ìu.  Buon.  Ficr. 
5.  3.  I.  Scolali  In  di  tunitiltuoso  fiir  pri- 
pioni  IS'on  e  I>uuoa  politica.  Uni.  leti.  2. 
5.  ( Fir.  1779)  Ora  si  the  saTi;M>e  [loli- 
lica  viver  loulaDo  dalla  mostra  couuscen- 
1.1.  (C) 

'A-  POLITURA  .   r.  PULITURA.  fC) 

POLIZZA.  .  .  .  J  arch.  Stor.  II.  3bO. 
corr.  Il    366. 

POI-Vr.HE. 

*  §.   Y Pu'd.   Esp-    nat.   corr. 

M    lU'it.  e.<p.  nnf. 

•f    3   PO^IO  ce.  ...  leu.  23.   Colt. 
corr.    ì  ed.  Colt.  23, 
P0^T^CE1.L0. 

*  g.   II.    P..ni  in  fin.  (^) 
:::   PO.NTIFICaTG. 

*  §■  II-  Aì;k.  innanzi  a  (C)  Cccch. 
Vi.fsim.  I.  I.  (finivi  stilli  lulto  qurl  se- 
colo d'  oro  del  l'ontifìcalo  di  Leone  ^las* 
limo,   felice  memoria. 

*  POPOLE.SCO.  Ae?.  ÌDnanii  a  fC) 
Sali-in.  I''icr.  Jìuoti.  3.  2.  l3.  Fnretvci 
esalare  .  Di  qui  e  venula  la  popole&ca 
voce  .tcialnre,   Djrsi  liei  tempo. 

t  POPOLO. 

^  ^'-  Popolo ,  talora  si  dice  di  una 
mo/t  (tutine  d'  uomini  che  non  sono  n.tti 
nello  sfesso  paese,  ma  clic  /tanno  la  stes- 
sa origine  ,  e  /rt  tnedi'smta  religione  ec. 
Mrnz.  rìm.  2.  320.  Così  al  travaglio  non 
da  prima  avvezzo  5guiul)iò  il  popol  di  Giù- 
da.  (C) 

g.  XIII.  Allpgane  cs.  u'  Scgner.  Parr. 
»/iWr.  ^.  2.  Chi  può  ridir  le  promesse,! 
patti,  i  tratt;iti  con^euziuujli,  die  passano 
ira  i  popoli  e  i  preteudtnti.  (Cj 

t  PORCA.  La  Icmmina  ec.  ...  P.il- 
l-td.   ag-.    l'fhhr.  37. 

t  3   POP. CO. 

§.  li.  Allcsauc  cs.*  Proj.  Fior.  T^orph. 
Iftt.  ^.  '\  l65.  De' registri  ed  altri  simili 
libii  aspeUcrcmo  il  ('orco  .ilh  fiut-rcia,  e 
quando  n'arò  o  la  vo<;lia  maggiore,  o  la 
comodità,  ne  farò  cercare  io  Ruma.  (Cj 

pok<;kre. 

*  §.   XIV E  altrove:    corr. 

E  11. 

PO  li  RE  ec. 

t  *  §.  XXV Pocc.    Tctt.    Pin. 

Poss.  agg.  270  e  ove  hi  ci  avete  corr. 
avete 

g.   LXXI\ Pctr.  corr.  *    Petr. 

e  poni  in  Sn.  ti') 

Jfr  §-    Porre  in   uso,  vale   Usare,  Ado- 


POR 

perare.  Tass.  Ccr.  2.  93.  Disse  Argante 
al  lìu'-lion  vedrai  ben  tosto  Comu  da  te 
it  tuo  dono   in   uso   è  posto.    (Cj 

t  PORRO. 

g.  Il,  Ayg.  in  6n.  ^  Segr.  Fior.  Mandr. 
l^.  t>.  E,  se  non  the  la  madre  le  disse  il 
padre  del  porro,  la  non  culrava  in  quel 
Ietto.  (C) 

3  POUTA  ec. 

^  §.  l'orta  da  iia,  dìcesi  Qticl/a  che 
mette  sulla  l'ìa.  Frane.  SaCth.  nov.  j  IO. 
Due  porci  ce.  Iicllissimi  quasi  ogni  di  eu- 
liavano  <l.illj  porta  da  vìa,  e  poi  sul>it.i- 
niente  entravano   nella  delta  camera-  (Cj 

^  §.  Porla,  fìgnralam.  yale  anihv  Fa- 
coltà d'  entrare  j  Ingresso:  onda  Proibi- 
re porta,  vale  Impidire  l*  ingresso.  Ini' 
prdire  che  altri  entri  per  In  por  tu.  Peni. 
Ori.  3.  2-  p.  >er50  levante  avea  !a  porta 
e  *I  ponte,  Rè  v' è  chi  proiliiica  poi  la, 
0  mura.  (C) 

*  PORTARE. 

*  S-  XX Penti.  Asol.  3.  acc. 

i58.  ^^ 

%.  XXIIL  Agg.  in  fin.  Morg.  21.93. 
Astolfo  se  ne  va  pur  poi  soletto  Pei  que- 
sta selva  ove  la  via  Io  porta.  Senne:-. 
Munti.  Ag.  17.  1.  Di  poi  U  (be  non  sì 
vi\a  a  piacere,  ma  secondo  il  pic^rrillo 
che  Dio  n"lia  dato,  ad  ire  dneilanieoti; 
per  quella  strada  cbe  porla  al  cielo.  (C) 

*  ^'.  Portare  s>  andato  ,  %a!e  Scnndo- 
h-zznrsi .  Semi.  S.  ^-/go.tt.  23.  Priej;ovi, 
dolci  mici  fratelli,  e  figliuoli  cr.  cbe  del- 
la mia  parlila  non  poniate  scandolo,  ne 
turbazione.    (C^ 

V  g.  Portare  turbnzione ,  vale  Tur- 
barsi. Semi.  S.  Agost.  23  Priegovi,  dolci 
miei  fratelli,  e  figliuoli  ec.  che  della  mia 
partita  non  portiate  scandolo  ,  ne  turba- 
xione.   (C) 

POSAKE . 

*:-  §.  Per  Sedere.  Pani.  Par.  32.  E 
lungo  r  altro  posa  Quel  duca  sotto  cui 
visse  di  manna  La  genie  ingrata  mobile 
e  ritrosa.  ((') 

'•'  g.  In  signijic.  neutr.  pass,  dicesi 
del  Sole  quando  tramonta  .  p'arch.  l.ez. 
Jìant.  I.  258.  Il  giornea  arlifiziale  ec.  è 
da  rbe  si  leva  il  sole  a  che  si  posa.  (C) 

3  POSATO. 

*  g.  IV.  Agg.  in  fine.  Stor.  Eur.  i. 
9.  Fiancheggiando  st:mpre  gli  eserciti  1' 
uno  dell'altro,  ora  a  destra  ed  ora  a  sì- 
nislra  colla  cavalleria  ,  e  colle  genti  po- 
sale e  frcsrhe,  riserbate  per  questi  effetti 
nelle  retio-naidie.  (Cj 

•t  PDSCRAI.  .  .  .  Ciriff:  Cah.  I28. 
corr.    Ciriff.    Cnlv.  4-   128 

POSITIVO.  Agg.  in  fine.  ^  Scgner. 
Crist.  i'istr.  dìchiitr.  Op.  l  pnsiti\i  (10- 
niniuiammti  )  sono  quei  lauti  slabilìti  «li 
poi  d.igli  uomini  saggi,  e  questi  pari- 
mente s'  inchiudono  nel  Decalogo  .  ma 
in  fiirma   dilTeienle  d.ii   naturali.   (C) 

3  g.  V.  Reca  qui  V  es.  ì'arrh,  Ercoi. 
166.  che  sta  al  i^.  VI. 

^  g.  VL  Topli  1'  es.  J'arch.  prcol. 
166.  ed  ai;g.  innanzi  a  (C)  S,ih\  J^.<. 
veri.  2.  I.  ^.  U>.d>i  «llrt-  a  questo  la  so- 
pradilitta  voce  più  in  sentimento  di  sem- 
plice  positivo, 

P0>0  .  Agg.  in  fine  .  *  Onitt.  rìm. 
I.  43.  .^-upt-rliia,  cupidrzza  ,  invidia  ed 
ira  Tanto  ne  vo'ge  e  gira  Cbe  nostre 
menti  poso  alcun   non  hanno.  (CJ 

l'0-;p<)>ri  IVO E  appresso  : 

corr.  ^  /'.'  afpresso  : 

3  POSSA.^ZÀ. 

^  g-  *'■  Agg.  innanzi  a  (C)  E  J'ip. 
77.  i)uesti  S.1IÌ  delle  ceneri  nel  pur- 
gare hanno  tulli  tra  di  loro  ugual  pos- 
sanza, come  s'è  veduto  centinaia  di  vol- 
te, tanto  quel  di  rabarbaro,  di  sena,  dì 
(nrbilti,  d'Agjrico,  di  sciarappa,  di  meo- 
ciacan ,  e  degli  altri  simili. 


POS 


»9»: 


3  POSSIBILE. 

I  *  §.  I.  .  .  .  Bove.  Fiainm.  lih.  4. 
agg.    t\S. 

t  3  POSSIBILITÀ    ec. 

♦  g.  II.  Ai'g.  innanzi  a  (<^)  Unite. 
Stor.  II.  222.  Mandarono  a  dimandar 
pcidono,  il  qtiale  fu  conceduto,  ma  oh- 
bligandosi  a  i)agaic  quantità  di  danari  :  ì 
Milanesi  dugento  mila  ducali;  gU  altri 
secondo   le  Imo   pnssil.iiiià, 

t  POSTKRITA^'  ec. 

So  g.  I.  Allegane  cs.  innanzi  a  fC)  Sai- 
lin.  Jii.vr.  2.  21.  Non  vi  è  stala  nazione 
ec.  che  tlelle  It-llcre  non  si  sia  servila  o 
per  registr.tr  le  memorie  del  suo  paese 
ec.  o  per  tramandare  in  somma  alla  po- 
strrilù  le  laudi  della  divinìfa,  o  degli  uo- 
mini   famosi. 

t  POSTO    CHE. 

t  g.   II Lah.   24V   corr.    f.ah. 

20 '|. 

PO.STURA. 

■f-  g.  i.  Corr.  la  dìdiiaiaz.  cosi:  /vv 
Convcnzione,  Patto  fatto  fra  due  perso- 
ne o  più  a  danno  altrui  j  ed  in  queata 
antica  signiftcazìone  si  accompagna  sem- 
pn'  col  \cr'-o   Fare, 

t  3   POTENZA  ec. 

'^  g.  III.  Agg.  alla  dìchiaraz.  iUcszo. 

g.  "vi.  Agg.  in  fin.  ìH?  Segncr.  Incred. 
l.  2Q.  1-  Queir  ammirabile  proporzione, 
cht;  si  scorge  tra  due  corde  tirale  all'u- 
iii-'O'no  in  dolla  cetra,  si  può  contempla- 
re di  modo  ancora  più  alto  ,  Fra  le  dtiti 
potenze  supreme  dell*  anima  V  ìnlellello 
e   la   volontà.  (C) 

Ki  POTENZI  ALITA*.'  Termine  Filo- 
snjico.  .Istrattodi  Potenziale.  Varch.  Les. 
Vant.  i.  4ll-  Là  libertà  non  segnila  la 
^oìonlH  ,  ma  r  intellello  ce.  e  quota  li- 
l-ertà  dico  imperfezione  ,  perchè  siyiifira 
potenzialità.   fC) 

3    POVERTÀ'  ec. 

^  §.  V.  Innanzi  a  Ma^al.  leti.  agg. 
Pros.  Fior.  Sasseti,  lett.  4-  3-  9»-  H 
nostro  piloto  ce.  impaurito  a  questa  vol- 
ta innanzi  che  si  mettesse  a  traversare  la 
linea  >  si  messe  tanto  sotto  la  costa  di 
fluinea ,  che  calmandosi  i  venti,  vi  ci 
raggirammo  la  povertà  di  46  giorni.  (C) 

p  n 

*  PRAGMATICO.  Jdd.  JttenenU  0. 
VmgniatìCn .  tUticc.  Star.  17.  128.  Ce- 
sare avc.i  pLibMicalo  in  Ispagoa  certi  •- 
ditli  pragmatici  contro  all'  autorità  della 
sp^lia  Apostulica.  (C) 

*  PRATICA. 

t  '\-  §.  X.  Agg.  in  fin.  Cecch.  Incanì. 
2.  4-  Quivi  della  moglie  cbe  egli  aveva, 
ebbe  quella  fi^liiiula,  eh'  io  sento  che  e' 
s<tnn  in  pratica  di  dar  per  moglie  a  Gi- 
sniTindo   tuo  padrone.  ( C) 

t  3  §.  XIV.  Agg.  innanzi  a  ^C;  IflJf. 
Cen.  i.  nov.  2.  GS.  Lo  guardava  come 
una  fanciulla  in  casa,  faceudo  intendere 
al  padre  quanto  fosse  da  (cucilo  in  ri- 
guardo ,  e  non  gli  lasciar  pigliar  pra- 
tiche . 

^'  §.  A^er  pratica  d'  un  autore,  • 
Avere  un  autore  in  pratica,  tale  Averlo 
letto  più  volte,  e  ricordarsi  quello  che  e* 
dice,  Co/toscer  lu-ne  come  egli  tratta  le 
cose.  Cecch.  Poi.  prol.  Chi  ha  in  prati' a 
Terenzio  e  Plauto  ne  sia  tcstimemo  ,  E 
dira  se  da' Greci  le  lor  (comedi»)  Irasso- 
no.  (C) 

PKATICHISSIMO  ....  Borgh.  Fir. 
Pìisf.  304.  forr.  3o5. 

f  PHATO V  Cron.    Celi.  corr. 

Cron.    l'eli Sannaz.  corr.   v  ,SVtn- 

naz . 

*  PIECETTIBILE.  AdJ.  Che  si  pitÒ 
dar  per  precetto  .  Segncr.  Mann.  Liigl. 
5.  3.  Alla  misericordia  appartengono  que' 


ujiS 


p  i;  E 


roncigli  non  preccUìltilit  iu  virtù  de'qualì 
Dio  va  dietro  un  peccalorw.  (l^) 

*  PnECO>iZZAZlO.NE.  // azione  di  ' 
preconizzare.  Cai.  Ufi.  Quaiidu  ciò  loro 
noD  accada  ,  uc  caveranno  un  altro  be-  : 
ncfiiio  ,  cIjc  sar^  il  chiarirsi  tnegliu  clic 
le  agcvulezce  che  si  prumvttcvano  da 
qucllu  prcconiuazioni  della  veriià  dell* 
affetto  erano  assai  meno  di  quello  che 
credevano.    (Cj  i 

PIlLCOIUtERE.  Ags.  in  fin.  Car.  En.  ' 
6.  52.  £ra  con  gli  altri  Eara  Tutto  a  : 
mirar  sospeso,  quando  Acale  Toruo,  eh*  j 
cja  precorso,  e  seco  addusse  Dcìfuhe  di  . 
Glauco.   (C) 

5  PREDICATE.  1 

^  §.  Predicare  la  castità  in  chiasso. 
/'.  CHIASSO,  §.   IX.   (C)  1 

t  PUEDIZIOiNE.  Agg.  io  6ne  *?'!»•.  \ 
ì'tt.  Calti.  •){^.  Quantunque  in  meno  di 
quindici  me^i  rial  primi)  disr<<piiiiiciilo  de' 
pianeti  Medicei,  arriva>f;L'  ad  investigare  i 
ior Jnuvimcnli  con  noialiilc  ag^iu^l-ilezza 
nella  future  predizioni,  volle  pero  con  ahre 
più  csquiiile  usservaziooi ,  e  più  distanti 
di  tempo  rurrej^-eili  ed  eraeodarli.  f  T^ 

5   riiEDOMl.MU. 

*  §■    >*■  agg-  >"  fi"-    ^"'-    ^'''"-   ^ì°' 
Allora  sa   che   e*  galleggia  ,   quando   e*  sa   j 
che  egli  è  acreo  a  predominio.  (C) 

t  5  PKEGAKE   ec. 

f  *  §.  XI Docc.   Pist.  Pr.  S. 

Jp.   agg.    2^7.    e  dove   ha   suo   corr,    tuo 

f  PREGÀTOaE.  .  .  .  Cosr.  S.  Beni.  ; 
«gg.  J20.  e  o^•e  ha  ma  guarda  il  corr.  ; 
ma  ragguardj  al  1 

PREGNEZZA, 

*  §.  Pregnczza  sopra  pre^nezz-a,  per 
Superfetazione  ildisxe  U  I  tirrh.  J.ez.  ^6. 
Onde  si  fa  spesse  tolte  quello  fhei  La- 
tini chiamano  siipcrjoetntio  e  superJ'ueLt- 
re  ,  e  noi  potremmo  forse  dire  ,  non  a- 
tcndo  altro,  ringravid..meiito  e  rlng^a^i■ 
dare,  o  pregnczza  sopra  prcgoezza.     C) 

f  PRELUDIO.  Agg.  in  fine.  Stilvin. 
Disc.  2.  429*  PtT  udir  poi  d.d  signor 
Apatista  ec.  al  proposto  dulihio  la  sua 
5'jluziocc,  a  tui  il  mio  ragiuujincuto  sa- 
rà preludio.    (  C) 

3  PRENDERE. 

f  *  §.   NLVI. .  .  .  M.  Din.  rim.  buri. 

Pr,E>OMINAT0  .  .  ..  Cr.  4.   19.  a. 
torr.   ^V.  4-   10.   2. 
PRENOTA'!  O.  Agg.  in  fine  il  segno  3 
t  PREPAUAZIOlNE. 

*  2-  Preparazione,  dicesi  anche  delle 
Cose  preparale  per  far  checchetsift.  i  it. 
Piti.  64.  Ci'sl  fossrio  vedute  le  prepara- 
lioni  ,  gli  anmiannimcnti ,  i  roperlori  ec. 
che  per  avvcotur.)  sarcMic  più  tonipaiilo 
chi  nu-llc  in  luce  le  sue  fatidic  da  cilli 
severi  e  indism-ti  cen^cri  ,  che  non  fa- 
cendo mai  rosa  alruiia,  le  falle  daj^li  al- 
tri sempre  tengono  a  sindacalo.  (C) 

+  PRESA. 

§.  MX Dm:  Orni.  \[fi-  corr. 

77/11'.    Oras.    Gen.   detih.  1^8. 

t  PRI-.SAME Pallad.  aftg.  ^faf;p.  9. 

PRESTAMKATE.  ...  lied,  iisp.nat, 
«■(•rr.    Iteil.    l'.rp.  nat.   20. 

PRESrAN/A. 

*  §.  Prestanza  y  parlando  per  terza 
persona  ,  duesi  talora  a  tfuei  Signori  , 
o  Btiiftittrati  ni  tjua/i  per  letlvra  si  da 
il  titolo  d*  illustnsfinio  ed  ereelleatissi 
ino  .  ì  areh.  Mcr.  8.  202.  Eccomi  qui 
dinanzi  idtc  Prcktanic  e  Signorie' mostro, 
non  (aniu  por  dilrnilcr  me  e  la  laua  mia, 
quuuto  iM>r  non  lasciare  indilc^a  1'  inno- 
tenia  e  la  vcrilìi.  ((') 

ì;m'Resu.\tuosissimamen'Te.^»'. 

ir»/'.  Siipri/.  di  J  irfnntuosamente.  Sai. 
vìn.  l'r-ìff.  Hisp.  186.  Egli  prciuiiluojis- 
sìmami'ule  scappo  fuori  eoa  un'opera 
intitolata  ce.  (Cj 


w 


P  U  E 

PRETE .  X 

g.  XV.  .  .  .  Cronichett.  d'  Amar.  2:^, 
corr.  3i. 

t  3  PRETTO  .  L*  Ci.  Red.  Annot. 
Ditir.  61.  allegalo  co»i  :  1  nostri  conta- 
dini rhianianu  ptiretlo  il  vino  che  non  è 
innaci|uato  :  da  puretto  nacque  la  voce 
fiorenliua  pretto  ,  che  ha  lo  stesio  &igoi6- 
cato . 

t  *  PREVALENTE Bellin. 

Dtsc.    II.  corr.  2.    ^^I. 

f   •■•r    phK\EMI VANENTE 

lieUin.    t'irai,   agg.    17. 

f  preve.nzidne  . 

^  g.  Prevenzione f  vale  anche  AiiUct- 
pazio/ie  di  giudizio  Javorei'ole  o  contr.i- 
rio,  tìindizio  favorevole  o  contrario  pri- 
ma deli*  e  faine.  Sa/vin.  Annoi.  Mitr.  2. 
86.  Quel  che  indusse  il  Valesio  ce.  in* 
durra,  credo  io,  chiunque  senza  prcvcn- 
7Ìt>iiC  Icgg'-ia  questi  IranntHMiti  di  liei- 
grado  a  credere  eh'  ci  sieno  illegilti- 
mi.    iC) 

t  3  PREZIOSO,  Agg.  m^nt^Serd. 
Slor.  14.  578.  Gli  apparve  ec  un  raa- 
gni6co  apparalo  de*  nostri  sacriCzii .  pre- 
ziosi veiiiiiienti  de' pontr6ci  ec.  pulitis>i- 
mi   purifiraloi   e   faizolelti.   (Cj 

il?  g.  HI.  Agg.  innanzi  a  (t)  S'ilvìn. 
Pros.  Tose.  448-  Inoltre  si  rammcntori 
delle  preziose  lezioni  ec.  da  questo  luogo 
dal!   insigne  Bellini  recitate. 

3    PRIMO. 

g.    VII.  .  .  .  Sa^g.  nat.  esp.    154-  corr. 

t  3  PRIORATO. 

*  g.  i.  Innanzi  a  Segner.  agg.  Serd. 
J'it.  Ina.  ig.  Facendo  i  Romani  iilan- 
za  ,  che  le  aliane  e  priorati  ed  altri  he- 
ueGcii  ed  ulfiri  vacanti  nella  cilt'a  non 
potessono  conferirsi  ad  altri  die  a  cittadini 
romani,  iC) 

•f  PIMSMA Gal.   Dial.  nuov. 

Scienz.    167.  corr.  .I67. 

*  PI'.IVATO  .  Add. 

3  §.  II.  Agg.  in  line.  *  Borgh.  f'esc. 
Fior.  /|7^.  Potrà  questo  essere  assai  buo- 
no argonifiilo  come  a^cvolmeute  si  smar- 
rixano  le  memorie  di  persone  private  e 
minute.  (C) 

*  §.  Per  Cittadino^  contr.irio  di  Stra- 
noj  ma  in  questo  .unso  è  f.  A.  Cnitt. 
rim.  I.  5o.  O  dolce  Xcria  Aretina  ce. 
Refclloro  e  palagio  A' privali  ed  a*  stian 
d'  Ogni  savore.   (C) 

PI.IVILEGIARE  ec. 

f  §.  11.  ...  /i  altrove  :  corr.  Jl  1  iy. 

PHIVO. 

*  §.  &•  nel  signiftc.  del  §.  IV.  di  fri 
vnto  .  /httiint.  3.  12.  Invidiosi  ,  infedeli 
e  cattivi  1  più  vi  sono  ,  e  pero  chi  v'  h 
donno  (àuardar  cniiMen  da  que' rh'  e1  ha 
più  pr.vi  (cosi  legge  ti  Cvdwe  Martelli).  [  (V 

f   MIO.   Sust. 

t  *   §.   VII Cose.  S.  Mera. 

ogg     23. 

t  PllOBITA  .  Agg.  iu  fine.  Segnrr. 
porr,  instr.  11.  I.  E  »be  vuol  dire  V 
otscre  forma  fvegis,  se  nun  che  T  esse- 
re cume  si  as»eriva  pur  anzi  di  nonna  al 
greggf  con  la   probità  della  vita?  ((^) 

%.  l'ltOC\CClA  ('«'/»*(  che  porta  le 
lettere  da  una  citln  ,  0  terra  ttU'  altra  ; 
Procaccio.  IhU.  Leti.  Uom.  ili.  ì.  2^7 
Sabato  coosrgnai  il  bbrrllo  al  procaccia  , 
il  qiidlfl  a  quest'  ora  dutvr^  essere  arriva- 
lo. fC) 

PiiOCt:UnATORE. 

*  JJ.  l'roccnrntore  d'  un  monastero^  0 
jtimile  ,  dieesi  i  olili  tr.i  i  monaci  che  è 
eletto  ad  aver  tura  defili  ajf'nri  del  wo- 
nastero  .  lUal.  S.  t'-ref^.  I.  2.  La  noUe 
spgurnla  dopo  matlulmo,  perciocché  egli 
era  stinUto  e  prurcuralor  del  m^nislrrio 
vuitne   air  abutf     ((') 

l'ROlilXt.MEM  0.  Af  j.ÌD  fide.  <t  Se- 


p  n  0 

gaer.  y-'z:*.  Ztt.  7.  4.  Perchè  ad  ogm 
producim^nlo  di  frutto  ec.  concorre  seou 
inlermiisiune  la  vite  col  suo  vigore-  fC) 

PROFONDAMEME.  ...  Ott.  Cor» 
Inf.   5.  86.  corr.  5.  76. 

t  3  PROFONDO.  Add. 

*  §•  /n  profondo  ,  po%to  a*verbia/m. 
si  dice  delle  radici  che  vanno  dinttament» 
e  per  lo  lungo  nella  parte  più  addentro 
della  terra.  Ricett.  fior.  47-  H  meu  ha 
le  radici  sottili  e  sparse  ,  alcune  in  tra- 
verso ed  alcune  in  profondo.  (C) 

t  3  PROGRESSO. 

V  §.  I.  .  .  .  "  leardi.  Slor.  I^.  ron. 
ed  agg.   l5    617.  —  Errore  di  Crusca. 

PROLUNGATO.  Agg.  in  fine.  *  GaL 
Siti.  263.  Intendendosi  poi  il  suo  semi- 
diametro prolungalo  sino  alla  distaou  del 
Sole.  (CJ 

t  PKOMETTERE. 

t  §    V AlOerr  agg.  cap.  64.  e 

ove  ha:   ove  corr.   lì,  ovunque 

f  PHO.MULGARE. 

t?  2-  Promulgare,  vale  anche  Pu'thtl- 
care  semplicemente.  Red.  leti.  3.  9.  Del 
resto  fino  a  suo  tempo  non  promulghi 
cosa  alcuna  di  quello  che  io  qui  le  bo 
scrino.  (C) 

PRONUAZIARE. 

*  g.  I^  in  signife.  nrtitr.  pass.  Tforgh, 
Disc.  Scriv.  contr.  4-  Ne*  ludi  olimpici  i 
vincitori  ee.  dod  fi  ardivano  di  prouuu- 
ziarsi  vincitori  da  so  ste^si,  ma  lo  lascia- 
vaii  fate  al   pitlildico  tromhcKa-  (C) 

PROPALARE.  Agg.  in  fioe  .  Salvine 
Disc.  3.  l86.  Noi  quando  vogliam  dire 
divulgare  e  propalar^  nn-i  cosa,  diciamo  : 
andare  in  piazza,  e  pigliare  la  trom- 
ba. (C) 

*  PROPARALESSE  .  Figura  gram- 
maticale detta  più  comunemente  Para- 
goge  .  Vnrth.  Let.  Dant.  I.  2^1.  Tue 
invece  di  tu  (diSse  Dante)  ce.  per  quel- 
la figura  cbiam.ila  da*  Greci  proparalesse 
e  da  alcuni  paragoge,  la  quale  fe  quando 
n<  I  fine  della  parola  s*  apgiugBC  aìcQua 
IcUera  ,  ovvero  sillaba  ec.  (Cj 

•f  PROPOMMENTO. 

*  §.  Pioponimento,  vale  anche  Quel" 
lo  che  si  prepone  da  imitare,  karch. 
f.es.  pani.  |.  199.  Servendo  a' poeti  la 
propn\izii>ue  ovvero  proponimenlo  ,  e  1 
iiivcaiìoDP,  ovvero  invocamenlo,  in  ni"- 
g«  del   pri'cmio.    (C) 

3   PROPOKZIONAT!<;SIMO. 

*  P,.  Poni  1'  es.  Ira  'e  virg. delle  . 

:;:  PUOI'OSIZIONt:.  Iiinanai  a  Bellin. 
agg.  ;-irf/i.  /,«.  Dani.  I.  199  Questa 
proposizione  ,  che  tutte  le  ci>*c  abbiaoo 
1'  esseri:  ec.  %*  appartiene  al  filosofo  na- 
turale. 

*  PROSANTE  .  Foce  poco  usata  . 
Pros.itore.  I.afc.  rim,  3.  «78.  Scrive  il 
Falgan.t  in  versi,  in  prosa  e  in  rima,  E 
(rj  tutti  i  prosanti  e  rimatori  SI  poò  dir 
che  in   Kin-nie  oggi  sia  cima,  (t) 

3  PdOSSIMO.  Add. 

t  *  3.  11.  Arie,  in  fine.  Gunc.  Sto'. 
16.  12.  Pagandogli  però  i  Fioreatiai  di 
presente  {  al  Papa/  centomila  ducali  per 
ric»niprnso  di  quello  che  avrebbero  avu- 
to a  contriliuire  n<lla  guerra  prossima, 
per  viilù  della  lega  falla  con  Adriano 
ec.  fC) 

't    PROVAGIONE  re. 

1  S-  Togli  r  et.  Rim.  ani.  t  fanne  S 
cosi  : 

*  §.  Proi'éfione  .  vale  mnehe  C^ra 
m    Pim.    ant.     P.    y.    Rain.    ^   Aif.    I- 

223.  .  . .  -.  rO 

*  PPOVATAMENTE.  Agg.  Ìo  princ. 
Cnitt.  rim.  I  55.  AhiI  come  fnirlqnci 
prtivalamcnle ,  Che  dt>|la  maggioTutcDlc 
Perder  altrui  che  sii.   (Ci 

I  «  PROVOCANTE  .  A«  in  fine  . 
Porgh.   Di$:.  Scrii',  centr.  lO    A   qatili 


PRO 

,,11  i  IccUiisinio   con    ,.e.son.  ngoale  al 

di  colili-  (() 

»  PROVOCARE.  ^ 

5  5  La  sua  Bumnu  C  J^/  ..n.g-o  ),  col 
'ioo'c  con  l'acqua  ntischiala  cura  1  au- 
,Kal0..a,emisl.o.a.lcolordelafacca. 
èsoUigl.ail  vedere,  e, Movocal  apromo. 
.gg':  W..  i-c.-.  7;-.<.  ..  38o.P.:o,vc. 
iVre  paru  per  se  e  patte  por  acc.deu  e 
,ich,ama  qianJo  aUnuo  provvede  a  cln 
che  Ma  .  n.a  prima  per  cas-on  sua  ,  eroe 
del  provvedenle,  e  poi  per  cag.on  del 
provveduto.  (C) 

t  5   PKOVVISIONE  «•<•.         ^        .        . 

•S  «  Pmvismie .  ii'c  anche  acqui- 
no, C.n,pra  </.  checchessia.  Segn.  Slor. 
4  12 j.  iN-ccolo  Capponi  ec.  ne  aveva 
spesi  irecenlo  cin.iuaman..la  sema  gì.  or- 
d'nari.  ec.  ed  enlravavi  la  per.l.la  d.  fio- 
,ÌQÌ  cinquantamila  nelle  provvisioni  de 
gpani  ,  falle  due  anni.  (Cj 

P  V 


PUR 

j  ptT.G AZIONE. 

4-  g.  V.  Acg.  in  fine.  *  Farch.  Te:. 
Pnnl.  ì.  8o.  Avendo  la  femmina  a  dare  la 
mateiia  nella  generaiioue,  ella  i;  piii  uniida 
che  il  mas.li.u;  e  pero  inCno  che  non  l.a 
il  tempo  suo  e  le  purgaiioui  debite,  ab- 
bonila  di   maleria.   ((  ) 

PUIIGO '  «"/'•  Star.   10.    i;(> 

corr.   IO.  27'<-  ,         „  r- 

PUSIG.no.  Agg.  in  fine.  Pros.  Fior. 
Dal.  deal.  3.  1.  l6j.  Ne"  quali  (  lem- 
pi;  non  si  mangiavano  a  coliiioiie,  a  a- 
sciolvcrc,  a  desinare,  a  nurenda,  a  cena, 
3  pusigno,  se  min  fave.  (Cj 

t  PfSll-LAPsIiMO  ce- 

f    *    §.    1.  .  .  .  L'occ.    Fianinl.  lili.   I. 

agc.    29.  j,    „ 

PUSTULETTA.  Allegane  es.  -.■  JSo. 
nom.  Oss.  Pellic.  •}.  Il  per.bè  ne  av- 
vengono pu>lulelle,  scorlicalure  erosione, 
ed  altri  simili  fastidi.  (C) 


R  A  C 


'yi9 


+  PUBBLICAMENTO  ee.  Agg.  in  fin. 
*  Sah.  /../.  pr.  9-  11  pnbl.licameuto  del 
quale  sdei,no ,  seguitando  la  lor  natura  , 
eUiono  gli  Accademici  in  animo  d.  per- 
donarvi. (C)  - 

*    PUBBLICO,   e   PUBLICO.    Susi. 

Poni  in  fine.  (Tj 

t  PUG^O.  „^ 

a.  g    IV.  .  .  •  Lasc.  rim.  agg-  1-  100. 

+  g.  VII vale  3%^.  fguralam.  ... 

Cecch.  Esali.  O.  !^.  12.  corr.  4.  11.— 
Errore  di  Crusca.  .     -       „  ; 

a-  3  PULITLKA  ec.  Aeg.  in  hn.  llel- 
l,„.  Disc.  2.  :i07.  I  marmi  misti  duri  ec. 
per  dare  a  qucsli  1'  uU.ma  politura  ec  s. 
adopera  la  raspa ,  e  poi  la  pomice.  (CJ 

PUNTA. 

#  §.  Cercare  i /chi  in  punla ,  pro- 
,erb.  che  sigaifca  Mellersi  a  cose  diffi- 
cili ,  o  lemerarie ,  o  periciìose .  Ccccli. 
Corr.  3.  l\.  Voi  Volel'irc  a  cercar  de  b- 
chi  in  punta.  (C) 

*  §.  y^iere  alcuna  cosa  su  per  le  punte 
delle  itila  ,  parlandosi  di  scienza  ,  o  si- 
mili, tale  figiiralam.  Saperla  assai  tie- 
ne ,  /Iverla  pronta  ad  ogni  occorrenza  . 
ial,-,n.  Annoi.  iVnr.  2.  167.  Con  mostrar 
ec.  lucerna  esser  lo  slesso  che  /i.ce,  dan- 
no a  vedere  pericolosa  cosa  essere  il  cor- 
rere a  tacciare  nn  vocabolo,  quando  uno 
non  abbia  in  coniami  ,  e  come  si  dice  , 
su  per  le  punte  delle  dita  il  linguaggio 
di  que'  tempi.   (C)  ...    „     . 

+  J  PUNTO  .  Agg.  in  fine  .  -<•  Jlerl. 
Giamp.  161.  Ma  se'  dicono  che  il  vo. 
Siro  cervello  abbia  la  natura  del  punto 
maltemalico ,  cioè  eh'  e'  sia  indivisibi- 
le. (C) 

PDMTO.  Avveri. 

g.  I Lab.   agg.  328.  e  dove  ha 

hai  agg.  ec. 

PUNTUALITÀ"  ef.  ...  K  254.  corr. 
■5   E  254. 

J  PUKE. 

*  §.    IX.    ...   Agn.    Pand.    agg.    2. 
•f  PUr.ELLO.  .  .  .  D.  Gio.  Celi.  19. 

corr.  D-   Ciò.  Celi.   teli.  19. 

J   PUr.ETTO. 

g.  I.  ...  £  annoi.  6l.  corr.  *  £  «in- 
no!. 61.  e  poni  in  fine.  (Cj 

J  PURGATO. 

*  §.  Purgato,  dicesi  anche  dello  sti- 
le, della  lingua  ,  e  simili ,  e  vale  Siile, 
lingua  ec.  pura,  eiella.  Cas.  Framm.  38l. 
Conciossiacosaché  rade  volte  av>eDgache 
la  candida  e  purgala  lingua  d'  alcuna  na- 
lione  non  si  mescoli  in  breve  spazio,  per 
alcune  accidente,  con  le  straniere  meno 
pure.  CO 


f  QUADRATO.  AdJ. 
3  g.  IV.  Tosli  1'  es.  Fir.  Rag.   it^l. 
f  3  QUALITÀ'  ce.  ...  E  129.  agg. 
O  poro  fiume,  the  bagni  'l  suo  bel  viso, 
e  gli   ocelli  chiari  , 

+  ;i:  g.  VII.  Al  V.  8.  ove  ha  soccor- 
so agZ'  ce. 

QUARTO.    Susi. 

■:■  §.  XI.  Agg.  in  fine.  Pros.  Fior. 
Porgli,  leu.  4.  4.  l6.ì.  E  sempre  dite  la 
stampa  e  qualil'a  del  libro,  cioè  se  in  lo- 
glio, in   quailo.  o  in  oliavo.  (C) 

•f  QUASIMENTE.   Agg.   in   Cn.   Serd. 
FU.  Jan.   20.    È    tanto    presso  a'  confini 
della  Chiesa,  che  è  quasimcote    contiguo 
agli  Stali  dei  Coloonesi.  (Cj 
f   QUERCIA  ec. 

*  §.  A.<pellnrc  il  porco  alla  quercia, 
proverb.  che  vale  Alteuder  l'  opportiini- 
là  e  il  tempo  da  operare .  Pros.  Fior. 
Borgh.  hit.  4.  4.  l65.  De"  registii  ed 
allri  simili  libri  aspetleremo  il  porco  alla 
quercia,  e  quando  u'  aro  o  la  vo,.;lia  mag- 
giore, o  la  comodità  ,  ne  farò  cercare  in 
Roma.  (Cj 
QUI  . 
g,  li Pocc.   40-  7-  corr.   Pocc. 

noi'.  40-  7- 

f    QUINTANA  .    Agg.      e      aiilicam. 

QUINTANE  . 


R 


t  n. 


...  Al  V.  22.  ore  ha  (V ) 
Bern.  corr.   Jìern. 

RABBUFFATO. 

I  *  §.  I  Agg.  in  fin.  Ar.  Far.  29. 
60.  Quasi  ascosi  avea  gli  ori  hi  nella  te- 
sta. La  faccia  marra,  e  come  no  osso 
asciutta  ,  La  chioma  rabbulTala  ,  orrida  e 
mesta    (Ci 

RAC(  OGLIERE  ec. 

*  §.  XXX.  Al  V.  8.  ove  ha  (ìf)  Ar. 
Far.  corr.   Ar.   Far.   e  poni  in  fin.  (M) 

*  RACCOMODAMENTO.  Allegane 
es.  ìlagal.  lell.  fam.  1.  72.  (Fir.  17(19) 
Fin  qui  te  la  passo  ,  ma  min  gi'a  dell'  a- 
verla  mostrala  al  Casini  ,  c(uanluoque  tu 
dichi  d'averla  raccumodala  ,  se  per  sorte 
questo  tuo  raccomodamento  non  è  stalo 
in  tutta  la  lettera.  (C) 

t  3   RACCORCIARE. 

*  g.  I.  Agg.  innanii  a  (C)  Salvia. 
Disc.  1.  41.  Non  trovò  migliore  simili- 
tudine, colla  quale  spiegasse  il  muoversi 
de"  tendini,  e  "1  pronto  slungarsi  ,  e  rac- 
corciarsi ile"  muscoli. 

*  §.  111.  Agg.  innanzi  a  CO  -W-  f- 
I.  32.  .--foraaniio  la  natura  gi"a  senile 
nella  belleiia  della  damigella  ,  raccorciò 
il  tempio  della  sua   vita. 


f  RACCORTARE  .   Agg.    Pender  pik 
breve  la  estensione,  0  la  durata. 

#  §.  Iliiccorlar  la  strada,  0  simile, 
vale  Prendere  qualche  via  traversa  che 
renila  più  corta  la  strada  .  Morg.  21. 
36.  E  vanno  er.  Per  boschi  e  selve  allo 
ricisa,  a  stracca  Donde  e"  crcdcan  raccov- 
tare  il  cammino.  (C} 
I.ADDO.MANDARE 

g Marsiruz:.  2.  5i.   corr.   a. 

41.   ...   Jioez.    I  arih.  3.  pros.    2.  corr. 
lìoez.    Farcii.  3.   pro.f.    3. 
f  3   RADDOPPIAMENTO. 
#§....    Iteli.    Tuli.    C.   S.   agg.  84. 
RADDOIMEXTAUE.    .  .  .  t  •■=   3/nll. 
Franz,    ma.   buri.    ag-.    3.    106. 
S   RADICE.   Parie  er. 
f  *  §.  1.  Agg.  in  fine  .   Ciifcc  Slor. 
18.    II.  Non  poteva  l"  esercito  arrivare  a 
Frusolone  ,    se   non    s'  insignoriva  di  uo 
passo  a  modo    di    un    pi.nlc    situato    ali» 
radili  del  primo  colle  di  Frusolone.  (CJ 

*  RADIOSITÀ".  Aslrallo  di  Radioso. 
Tavch.  lez.  Dani.  1.  .ICO.  La  Prospet- 
tiva avendo  per  si.ggctlo  il  razzo  visuale, 
ovvero  la  linea  radiova,  che  è  il  medesi- 
mo, è  subalterna  parie  alle  Matematiche 
rispetto  alla  linea  ,  e  parte  alla  Filosofia 
naturale  rispetto  alla  radiosit"a.  (C) 

f  r,AFFlD\RE Reti.  Tn/Zagg.  Il4- 

3   RAFFIGURARE. 

*  §■  BaJJiiurare  ,  parlandosi  di  voci, 
o  modi  di  dire,  vale  Avere  lo  slessissi- 
mo  valore.  Salvia.  Pros.  Tose.  2.  179. 
Quelle  voci  toscane  che  raffigurano  ej 
appropriano  le  grcrhe  e  le  latine.    (CJ 

RAFFtUÌTTARE. Vani.    Purg. 

l'i.  corr.  24' 

i.'  RAGKNZARE.  V.  A.  Neulr.  pa!'. 
PatTazzonarsi.  Bim.  Ani.  lac  da  Leni. 
I.  3ll.  Pur  uno  poco  sia  d'  amor  feru- 
to.  Si  si  ragenza,  e  fa  suo   Intcndimen- 

f  RAGGUAGLIARE.  .  .  .    Pallad.  aj{. 

ìlarz.   25. 

f  *  RAGIONATISSIMO.  .  .  .   Alleg. 

agg    228. 
RAGION'E. 

a.  (?    ![,,..«   Bocc.   corr.  Booc. 
.}•   §     Vili.    .  .  •    Uri'.   a;:g.    27. 

*  fi.  XXII.  Innanzi  a  .Wi'in.  agg. 
T.a<c.    Spir.    I.   3.    O    ella  si   mariler'a  a 

-lui,  o  ella  si  star'a  co>i  tanto  che  muoia 
suo  padre,  o  (.iuvan  Gualberto,  che  a 
ragion  di  mondo  ci  sono  slati  assai  più 
che  la  parte  loro. 

*  RACIONEVILE.  Ad.l.  V.  A.  Ba- 
gìone.olc.  Bill.  Inf.  I.  Chi  la  considera 
fla  vila  mondana  J  coli' intelletto  ragio- 
nevilc  ,  vedr'a  in  lei  essere  molle  e  infi- 
nite amaritudini  .  F.  appres.io  :  L  uno 
(  n/rella  J  ragionevilc  alle  virtù  ,  1  altro 
seiivuale  alle  concupisccnzic.  (CJ 

t  RAGNATELO. 

§.  I Lasc.    Celos.  3.   16.  corr. 

'3  RALLEGRARE.  Togli  1' es.  PanU 
Par.    14.   e   fanne  §.  cosi  :  ,        .    » 

;•-.  S  Rallegrare,  dicesi  anche  <legn 
Alti,  della  Crr„,  e  simili.  .  Dani.  Par. 
14  ».    R,m.    ani.     nani.    iMaian.    2. 

438.  Gaia  donna  niarente  e  ddellosa  . 
Vostra  cera  amorosa  In  ver  me  rallcgra- 

*  S  Rallegrare  alcun  luogo  di  ,fi.« 
presenza  ,  vale  Visilarlo  ,  Intervenne  a 
ai  clic  in  e«o  si  fa.  larch.Lez.  Dani. 
2.  68.  .'^ebbene  dalla  infermila  vostra  im- 
pedito non  potrete  cosi  ogni  volta  ques  o 
celebralissimo  luo^o  della  r"""" '"f ': 
onorare  e  r.nllegrare.  assai  nond  menu  v. 
sar'a,  se  colla  prudenza  il  sosterrete  e 
roanlcrrete.   iCj 

RALLEGRATIVO.  Agg.  in  fine.  Loll. 
Ah.  Isaac,  cap.  25.  Am  or,vhè  t.  sia  sol- 
tratta   alquanto  la  virtù  rallegraliva    (Cj 


igso 


n  A  M 


T.  E  X 


R  E  .N 


t  «AMO.    .  .  .   P.i'/arl.   agg.  cap.   6. 

n.XNCO.  lonanii  a  fìeJ.  it^f^.^Uini. 
fini.  Cene  dalla  Cli'/arra  d'  .'Jrezzo  .  2. 
196.  Anror  vi  dò  cosi  fatto  soggiorno  Con 
1103  veglia  nera,  vizza,  e  raoca.   il'J 

BAN.NliSrAr.E. 

f  *  g.  II 3Iall.    Franz,  rim. 

hiirl,  agg.   2.  121. 

*  RAI'E.NTIi  .  F.  jJ.  Clic  rapisce. 
Clic  trae  seco.  Ciiitt.  rim.  1.  l3o.  Rj- 
peulc  disianza  In  me  e  addimuiata  per 
maot*  ore,  Caro  Amore,  di  te  rìpieao  gi* 
re.  (C) 

*  RAPPADOBE  .  F.  À.  P.nttore  . 
Ciiitt.  rim.  I.  57.  E  ni*  aggratlj  ÌQ  niis- 
iigio  Rapp^idor  &avcr  tultt  e  fraudulcu 
ti.  (C) 

RASSEGNA J'arch.   Slor.   12. 

227.  con.  9.  227. 

t  RASSODARE Piìi/a<l,  agg. 

Self.   2. 

^RATTEXDEP.E.  /'.  J.  Jspeltnre 
liim.  ani.  Morozzo  da  Fin'nzc,  2.  80. 
Che  fin  eh'  uom  n«>n  s' a|>pruv<i,  >ùi)  sa 
chi  grailo  rciiJu.  Sovente  lo  r^Uende  Oa 
ul  uom,  rh'  al  bUogao  poi  nega.  (Cj 

RATTO. 

g.  I.  Agg.  in  fine  .  *  Ciiitt.  rim.  1. 
^t).  Netl  oliriar  che  il'  ogni  monlc  Ìl  som- 
mo E  sempre  estrt-mo  e  ratio.   rCj 

t  *  RAVVISABILISSIMO  ...  />/- 
ìifi.   Disc.  ri.  corr.  Jiellin,   lìisc.  2    l6^. 

*  RAVVOLTATURA.  Lo  slftxo  che 
Pini'i'olgimcnto.  SaUin.  Annoi.  Mnr.  2. 
»)4-  ^^''  acciJrnle  c,  ch'egli  raccorci  e 
inJuii  ,  come  nella  fune  ,  per  la  ruvvnl* 
talura  e  incatcnalura  delle  parti  delle 
quali    una  non    può    allung^rnì  ,  che  non 

liii  a  se  V  sllra.   (C) 
t  RAZIONALE. 

té  g.  IC  in  forza  di  siist  per  JRtigio- 
MC  .  l'arch.  Lez.  Dani.  i.  490.  Essen- 
xiatmente  sì  dicono  essere  quvUf  cose  le 
quali  sono  dell'  essenza  e  so^iaind  ovve- 
ro natura  della  cosa ,  e  senza  le  qua!i 
eìsa  cosa  non  5:irL'Miu  ,  come  csempigra- 
lia  il  razionale  ncll*  uomo  ;  pemucrhc 
non  sulaiiic:itc  non  può  essere  uomo  al- 
cuno senza  la  ragione,  ma  nù  ancora  im- 
magiuarsi.  (C) 

•[■3  ItAZZA.  Colla  Z.  di  suono  n.*pro. 
Agg.  S. /.  colici.  Tiitlt  (furili  che  discen- 
dono dalla  stessa  fimi^lia ^  —  'I*"™'*  6^^ 
es.  Coni.  Par.  e  ììvnt.  Ori-  e  fanne  §. 
come  appresso:  eil  agg.  in  fine,  v  Sai- 
fin.  Disc.  1.  186.  Alliira  si  potrà  egli 
dire  (  l'  uomo  )  (li  buona  razza  y  quauJo 
larà  vcramrnlc  uomo.    (C) 

i?  §.  ii'isza  t  si  dice  la/ora  tt  una 
classe  it*  uomini,  che  e.^enìtano  fa  stes 
.ta  professione,  o  the  hnnno  te  slesse  a- 
hiUtdini ,  o  inclinazioni  j  ed  in  questo 
senso  si  usa  sempre  in  mala  parte . 
«    flern.    Ori.   3.  5.  3,  .  .  .  m.  (C) 

>!<  J^  fìittza  ,  si  dice  anche  delle  Spe- 
cie particolari  d-^li  nniwnli ,  e  sopra 
tutto  dimesUci.  w  i'om.  l'nr.  I7.  ...  ». 
Ciìld.  Oss.  anni.  \'\,  Ciiine  siiule  avve- 
nire in  molle  razie  di  quad<upcdi  .  J'I 
75.  Come  avviene  in  ahuue  ratic  di  pc* 
sci.    (C) 

*  %.  /tazza  di  vipere,  maniera  usata 
talor.i  nella  Scrittura  per  accennare  i 
l'aritei  ,  e  che  al  presente  si  applica  a 
pente  cnitHui  .  Crs.  IH.  Crisi.  3.  ^21. 
Pale  pure,  o  r.izia  di  lerpenti  e  di  \i- 
prrr  ,  fale  di  lu;.^iie  »c  p.lile  d  giuili- 
CIO  del  fuoco  clcrno  che  vi  si>vraìta.    Cj 

R    E 

t  5  TE  ee, 

S    IV T'arch.  St^r.  fi    agg    lai. 

<^ui<M>iiA  Rp  d' tirine  del  Cr>>tianì»\tmu,rhe 
roti  rhiainauu  e  it.-Uo>i:rìtunu  coUli  araldi. 


t  1   REALE  ce. 

*  §.  IV.  Ags.  innanzi  a  (C)  Sef^ncr. 
leu.  dedic.  5.  l  fiumi  rciti  non  sono  pa> 
ghi  d'  entrarcene  soli  in  mare,  ma  vi  ron- 
durono  run  toramu  onore  fino  gì'  infimi 
fiumirrlli,  che  hanno  per  trihuUri  ue'lo* 
ro  pae-i. 

t  5   RECARE. 

5  §.  LXVm.  TogUres.  G.  F.  e  fanne 
S-  così: 

^  g.  Pecare  in  una,  parlandosi  di  co- 
se sparse,  vale  lìiunìrlc  insieme.  Farne 
uni  sola  di  varie  che  erano  «  C.  /'.  I. 
2^.  2.  In  prima  era  (la  città  di  Panini 
ce.  con  horgliif  e  villate  e  forictte  spar* 
te  ,  ma  Ì  detti  le  recaro  io  una  a  modo 
di  ciit'a.  (Cj 

•>  %.  LWIU.  Agg.  innanzi  a  (C)  Stor. 
Pili.  Moiitalb.  S*  era  recalo  in  una  via 
stretta  ,  che  avea  da  ogni  parte  grande 
sie)>n^1ia  ,  e   ringhiava. 

5  RECATA.  Togli  1' cs.  G.  T.  e  fan- 
ne  §.  cosi: 

'.'  %.  Pecata  ,  si  diceva  antrcaniette 
Quella  quantità  di  persone  scelte  ,  i  cui 
nomi  si  pn-tenliivauo  a  chi  re^f^e^a  per 
eleggerne    alcune  a,  sorte    da    mettere  in 

uffirio  .    «    C    /'.    10.    112     2 ». 

Cron.  l'eli.  108.  C!;^:  si  facc**e  u:ia  re- 
cala di  Cuc.lì  pu'  capitan  Gu'dfi,  i  quali 
si  asessono  a  scrutin.irc  per  priori,  col- 
legii,  e   cipilani   di   parie.   {C) 

f  RKCLUE  .  l^fandar  fuori  per  laeca 
agg    e  per  lo  più  coit  isjòrso 

t  *   UECIDlTRIflE Pellin. 

Disc.   11.  corr.  2.  352. 

•f  RlXlllIVA  .  Avg.  in  fine.  Ped. 
idi.  I.  .12.  Or  non  è  «-gli  %ern  che  il 
vi.i^-qto  di  un  s"!  miglio  iti  cair<<<za  Iure 
una  nuova  recidiva?  (^)iirste  renine  *nn 
la  lingua,  nella  nualc  paila  il  male.  ^C/ 
RECI.UIA.  Alligane  es.  *  .VaA  m. 
Pros.  TofC.  I.  5(1.  L'  unico  modo  è, 
e  in  lutti  i  governi  pralif-aio  ,  siccome 
DPgli  escriili  far  recluto  ,  così  qui  sosti- 
tuzioni.  fC) 

:?  nCFi;TTO.  Su.fL  Agg.  in  fine.  7-' 
rim.  1.  69.  Tu  de'  fedel  guaiigioiie  E 
rcslorazioiie  e  nTrito.  (f) 

t  5  REFI  ESSI VO.  Agg.  aMa  dithia- 
raz.  — .  o  si  riflttte.  Ocll'  es.  Ult.  Com. 
!  fanne  f).  come  se;ue;  ci!  ai:g-  in  fine,  t? 
\  ì  tirth.  Lez  Pani.  I.  3oO.  Da  cia.cun 
I  punto  di-ll.i  ro'^a  vi^ihde  a  ciasriiu  punto 
1  dello  speri-hio  >i  multiplicano  ìufinili  raz- 
zi  rcfiesNivi.  (Cj 

*  3.  /;  fiffitratam.  ,.  Ott.  Com,  Pur^. 
25.   473.  :..     »    (ij 

*  l.EFliATTO.  -/</./.  tta  Pefraiifrtre. 
Varih.  Lez.  Dani.  I.  29^.  1  raggi  *i- 
su.ilì  seno  ili  tre  maniere  :  retti,  ovvero 
diiitti;  redensi,  ovvero  ripiegali,  die  i 
Greci  chiamano  lefralti,  riob  miti  ;  ondo 
Ira  ri'flesso  e  refrjllo  non  h  vcramcnle 
dilTerenza  alcuna  reale,  schhcne  i  filosofi 
Latini  ve  la  linno  grandissima-  /''  SjD- 
Linea  ien.'%*.a  o*vero  rcrialla  che  e  il 
mi'de>iiitn.   (  l  ') 

f  HEKRAZIOVF.  .  .  .  Ped.telt.  Orch. 

•SK*  ^-  **  "'*'  '"*   *'»'''"  f^KK'  ^^• 

HEGNAMrNTO.  AgR.  in  fin  *  Pim. 
ani.  Mor.:zi>d.i  /'-nn;.-.  a.  80.  In  cui 
lai  re^nameuto  (nxerc)  Volar  lo  fai  seni' 
ale.  (C) 

3  Rt'GOLATO. 

5?  3.  III.  Jt  V.  5.  PiY /jrt  filoU.i  roiT. 
Filolca 

3    REINA. 

g.  I />.  Ciord.  corr.  *  /V.  Cìord. 

t  nENDEUE. 

3  §.  \V.  . .  .  Vtt.  SS.  Pad.  a.  ala. 
corr.  2.   112 

f  S    XWU E  altrove  t  corr. 

/.   18 

1       t  *  S    ''^^J-  •  •  •  •5^""-  '''■•'«■  rim. 
buri   a^g    a,  63. 


Cronicfu-tl.  d'  Amar.  ^g. 
Crh.  agg.  48- 


g.  LXI. 
corr.  ^6. 

*  §.  LXXXIII 
5  REO. 
t  3   S-  l'I-   -  ■  •   Cose.  S.    Bern.  a;^ 

112. 

:!:  g.  VI.  Allegane  ci.  innanzi  a  (C) 
l'arch.  Lez.  Dant.  2.  37!^.  Quanto  al 
preteuder  voi  d*  esser  reo,  e  non  attore, 
io  noo  credo  ec.  E  Stor.  i^.  525.11  cbt 
faceva  disordine  io  più  modi,  e  massima- 
mente quando  nella  causa  si  comprendeva 
tra  r  attore  e  'I  reo,  un  terzo  possessore 
di  beni  comprati  per  l' .addietro  da  udo 
di  loro. 

3  REPLICAZIONE.  Agg.  in  fine.  * 
.Vf;7/irr.  Pisp.  Qitiel.  a.  3.  Essi  fortt?- 
meule  dividano  qualunque  replicazione 
di   atti   the   fjr   si   voglia.   (C) 

*  REPORBLICISrA.  AJd.  Amanf 
del/a  licpn'.haca.  Cet.  leti.  CiC.  I.  l47- 
Ora,  pnscìachù  quel  tuo  cittadino  Demo- 
steuir  era  venuto  io  gran  fama  per  quel- 
le orazinni  ec.  oellc  quali  ec.  %"  era  mo- 
strato più  splendido  e  repuhblicisla  ,  an- 
che venne  io  concio  che  altresì  delle  mie 
oraxiimi  ci  fossero  alcune  da  nominar  con- 
solari.  fO 

RESIDENTE.  Agg.  innanzi  a  (C)  Serd. 
Vii.  ìnn.  6'|.  V*  andjronn  accora  i  pre- 
lati e  tulli  g\t  amhasriadoii  dei  re  e  prin- 
cipi criiiìuoi  residenti  iu  Roma. 

RESIUUO.  Sust. 

tu  S.  Pesi'lito  ,  si  dire  in  aritmetica 
dà  che  nmaie  da  una  S'^ltrasione*  Sapf^. 
nat.  e<p .  ?.T»\.  l'cNatulo  si  tro?ò  gradi 
la'ilS,  the  sottratti  da  3l309  ec.  danno 
di  residuo  irradi    iH6jI.   (C) 

t  3  RESISTENZA 

■ù-  g.  11.  Al  V.  5.  ove  ha  —  fare.  G.  V. 
corr.  fare  •#.  »  C.  V,  e  W  i*.  8.  ove  ha 
Barbi  corr.  B.irdi 

RlSOLDTI\0. 

*  §     II.   .  .  .   Ped.  hit.  tgg.   a.  77. 
REVOLUTO.  Toyli  in   fine.  (B) 

*  RES1'0>0.  V,  J.  Pixpostn.Cuill. 
rim.  2.  6t).  Or  li  parli  oramai  d*  esia  no- 
vella, Voi  conosciuto  hai  ben  dal  mio  re- 
spiro Che  troppo  ro'  h  iX  cor  noiosa  e 
fella.  fC 

*  RETTOn  VTO.  Innanzi  a  PnrL  agg. 
l'ai-.h.  Lei.  Dant.  I  68.  Pigliale  dun- 
que allef;ramenlc  e  con  Uelo  cuore  que- 
sta rovi  fatta  m»;g!nranza  e  orrevole  de- 
gnili così  del  conS'dato  dell'  Accademia  , 
come  del  rettorato  dello  studio  Fiorenti- 
no.  f('l 

nETTOM'A.  .  .  .  Ftloc.  6.  35:j.  corr. 
5.  3:1  j. 

f  RETTORICà.  Agg.  L'arU  di  l>tm 
dire . 

t  REVEHENZA  te. 

•f  #  g.  1.  Agg.  IO  fine  Ped.  leti.  1. 
208.  .Nel  leggere  la  genldissiina  di  Vo- 
sira  Reverenza  ,  wi  k'  i^  co(>erlo  d  vulii» 
iV  un  lubilaau  rossore.  (CJ 

n  I 

<•  RIALIOGARE.  Atv.  3.  ore  ha  \o. 
gal..,  '  .'.r 

::  i    .  10. 

:*:  VorM    rfi  Jifnra    rttti*- 

rica  ,  .  hr  .<i  fi  nd'^perando  più  veti*  le 
sle*<e  piirole  s  Pfpetizicnt .  t'arch.  Lra. 
thmt.  I.  36o.  Dante  usò  duoi  eolori  ed 
ornamenti  retlorrci  in  un  me.lc»itn.>  tem- 
po, riiiè  la  ripetizione  owrro  rtandamen- 
(•\di.endo  tie  \olte  questi  .  o  1' articolo 
non  X  '  a'-igtngnendo  mai.   (Ct 

Ul  WEliK i*  IO.   19    t.  w-'- 

te  IO   <)i.   I. 

I   *'§    It.   .  .  ,  Bemf'.   ^f^t    /'*.    1. 

I  ns  1(1  wvERTinr  ;  i 

Disc,  II.  c«rr.  a.  a'i7 


R  I  B 

5  RlBALDERl'A.  Togli  gli  es.  Bern, 

Ori.  e  fanne  g.  così  : 

!p  g.  l'ale  anche  Disposizione  y  o  In- 
clinazione al  mal  Jaiv,  al  commetter  cO' 
se  da  ribaldi.  «  Jìcrn.  Ori.  i.  18.  I. 
Tutte  son  ilate  (le  donne)  d' cccL-lIrazìa 
Cdlrcnia  Io  quelle  cose,  alle  quiil  si  &od  ilale. 
Come *>  £  1.  21.  6.  ...  ».  (Cj 

niCAPITO  ec.  Corrcg-i  il  tema  così: 

t  5  RICAPITO,  e  RECAPITO.  7/1- 
àirizzo,  avviamento  di  una  cosa  al  suo 
luogo  ,  Il  consegnare ,  o  Far  pervenire 
una  cosa  in  mano  di  chi  dee  averla,  ffern. 
Ori.  1.  29.  47-  •  •  •  *  Cas.  leti.  Cualt. 
a5<).  .  . .  (Cj 

^  §.  Bicapito  t  vale  anche  Spaccio  j 
onde  Àitr  ricapito^  dicesi  delle  Cose  che 
SI  spacciano  f  che  si  vendono  facilmente. 
-  Stor.    hur.  5.   104.  .-■»•.  (C) 

sj!  §.  Ricapito,  vale  anche  Piirtito,  Con- 
siglio.  Deliberazione,  u  Salv.  Grandi.  1. 
4.  Lasciami  ire  A  liuscarne  uua  (  delle 
scale)  di  qualche  altro  luogo.  Questo  è 
miglior  ricapito.  (C) 

*  §- 1-  Agg.  in  6ac.  Ar.  Cas.  1.  3.  Chi 
crederla  che  qui  ,  dove  è  sì  splendida 
Corte,  ove  sono  sì  galanti  giovani,  Kon 
ù  dovesse  a  due  fanciulle  teacre  Più 
che  latte,  trovar  mille  recapiti?  (C) 

RICCIO. 

§.  IV.  .  .  .  Borgh.  corr.  ;;-  Borgh.  e 
poni  in  fine.  (}') 

^  §.  Torre  a  pettinare  un  rìccio^  ma' 
niera  proverb.  che  vale  Imprendere  a  far 
cosa  impossibile.  Buon.  Fier.  3.  I.  5. 
Won  fu  che  un  torre  a  pettinare  un  ric- 
cio ,  Un  lisciare  una  spugna,  Che  la  su> 
perba  inritrosita  donna  Kon  si  piegò,  non 
pur  si  mosse  un'  ugna.  (C) 

t  RICETTACOLO  ec.  .  .  .  Olt.  Com. 
ìnf.  3.  i2.\o.  corr,  i3.  a^O* 

RICEVERE. 

*  g.  Btcevere ,  parlandosi  di  lezioni, 
vale  Far  luogo,  Accogliere  a  preferenza 
d'un*  altra.  Salv.  Avvert.  1.  1.  8.  Noi 
scìegtiemmo  per  Imona  la  lettura  prece- 
dente ,  e  col  73  e  col  27  nel  nostro  le- 
sto la  ricevemmo.  E  cap.  g.  Adunque 
sì  fatte  varietà ,  e  altre  simili  abbiam  ri- 
cevute nel  nostro    testo.  (C) 

RICHIEDERE  ec. 

t  g.  XX.  .  .  .  Pallad.  agg.  cap.  6. 

RICISO. 

4=  g.  IV.  A  reciso  corr.  A  riciso 

RICOGLIERE  ec. 

t  *  g.   XI.   .  .  .  Agn.   Band.  agg.  16. 

RICOGSIZIONE. 

*p  §.  III.  Agg.  in  fine.  Stor.  Fur,  6. 
l34-  A  lui  solo  voleva  che  i  Normanni 
fussero  suggelli,  risalvando  solamente  al- 
la corona  di  Francia  quella  superiorità , 
e  quella  ricognizione ,  che  altra  volta  fu 
approvata.  (C) 

t  3  RICOMINCIARE.  Agg.  alla  di- 
chiarai. —  a  fare  quello  che  sì  è  già 
fallo  . 

*  g.  II.  Togli  questo  g. 

•f'  RICOMMETTERE Salv. 

Dial.  Ani,  agg.  l^. 

t  *  RICOMPAGISARE.  .  -  .  Bellin. 
Disc.  agg.  2.  ai. 

*  RICOMPROVARE.  .  .  .  Vit.  Kost. 
corr.  E  J'it.  Kost. 

t  RICONCILIARE. 

=?  g.   IL   .  ..   Albert,  agg.  179. 

3  RICONDOTTA  . 

té  g.  Ricondotta,  dicesi  anche  il  Fer- 
mar di  nuovo  con  pubblico  salario  qual- 
che professore  di  arte  ,  o  scienza  .  Gal. 
Mem.  e  lett.  ined.  i.  p^.  Il  mio  stipen* 
dio  puDiltco  è  fiorini  520  ,  li  quali  tra 
oca  molli  mesi ,  facendo  la  mia  ricon- 
dotta ,  soo  come  sicuro  che  si  converti- 
ranno in  tanti  scudi.  (C) 

*  RICONVENZIONE. 

f?  g.  Riconvenzione ,  vale  anche  Bim- 
Vocabolario  T.  II.    , 


R  I  C 

provero  .  Piagai,  lett.  Uom.  ili.  j.  323. 
Quest' istessa  mia  vanità,  dubito  che  sia 
per  ingegnarsi  d'  impegnarmi  nell*  incor- 
rigibite  perseveranza  del  silenzio  ,  per  li- 
more  di  non  perdere  la  gloria  che  mi 
risulla  dalle  gentilissime  riconvenzioni  di 
V.  A.  (O 

RICRIO.  .  .  .  Bellin.  Disc.  II.  corr. 
2.  341. 

*  HIDISTACCARE.  Distaccar  di  nuo- 
vo. Red.  Annoi.  Dilir.  IQl.  Con  un  cuc- 
chiaio in  man  di  terso  argento  Tosto  il 
distacca  e  il  ridislacca.  (C) 

t  FIDOTTO  ec Red.  lett.   Occh. 

agg.  5. 

3  HIDUCERE  ec. 

*  §.  VI.  Agg.  innanzi  a  (C)  Serd.  J'it. 
Inn.  11.  Egli  pacificò  le  parli,  e  tutta  la 
città  ridusse  a  concordia. 

t  *  RIFACITRICE  ec E  al- 
trove :  corr.  E  1.  ll\5.  e  ove  ha:  esse. 
Condizione  corr.  esse.  E  1.  87.  Condi- 
zione 

3  RIFARE. 

*  §.  Vili.  Agg.  innanzi  a  ( C)  Pros. 
Fior.  Salvin.  lett.  4-  1-  ^pS.  Non  è  pe- 
rò eh'  io  non  abbia  goduto  de'divertimeuti, 
i  quali  servono  a  rifar  l'uomo,  e  rinfran- 
care lo  spirito. 

*t  RIFIGLIARE. 

t  §.  I Cose.  S.  Bern.  agg.  l3l. 

3  RIGA. 

^  g.  Bigi!  t  si  dice  anche  fgiiralom. 
del  Posto  che  una  persona  ,  o  una  cosa 
tiene  nell'opinione  degli  uomini.  Salvin. 
Annot.  Mur.  2-  256.  E  la  naturale  mae- 
stà del  dire  ,  e  quello  schietto  sublime , 
che  forma  in  tutti  gli  idiomi  ,  gli  autori 
di  prima  riga  ,  viene  a  toccarne.  Magai. 
lett,  Uom.  il/.  1.  3io.  Sa  le  mattemali- 
cbe  e  l'astronomia,  ma  chi  in  queste  ma- 
terie pesca  di  mollo  a  fondo,  cxtn  lo  con- 
sidera per  un  uomo  di  prima  riga.  (Cj 

RIGARE. 

*  g.  HI.  Agg.  innanzi  a  (C)  Borgh. 
Disc,  scriv.  contr,  i3.  Quello  pò:  che 
non  ha  la  causa  tanto  evidente  avrà  sem- 
pre più  duro  partilo  alle  mani,  e  gli  bi- 
sognerà rigar   più  diritto. 

t   RIGENERARE. 

n*  g.  Agg.  innanzi  a  (C)  Varch.  Lez. 
Dant.  I.  3o4-  Il  lume  delle  lucerne,  che 
continuamente  si  corrompe  dall'  aria  cir- 
costante ,  e  continovaBiente  di  nuovo  sì 
rigenera. 

*  RIGITTAMENTO.  Al  v.  5.  ove  ha 
rigeltamenlo  corr.  rigiltamento 

t  RIGNARE. 

■j-  g.  .  .  .  Lor.  Med.  IO.  5.  corr.  Lor. 
Med.  canz,    lO.   5. 

*  RIGNEVOLE.  Add.  Atto  a  rìgna- 
re.  larck.  Lez.  Dant.  I.  3o8.  Propio 
ec.  sì  chiama  quello  ec.  che  conviene  a 
una  spezie  sola  ,  ed  a  tutti  gli  individui 
di  quella  spezie  ,  e  sempre  mai  ,  come 
all'  uomo  essere  risÌI)ile.  al  cavallo  essere 
rignevole,  ovvero  anitribile.   (C) 

3   RIGUARDARE. 

^  %RigJtardare,  vale  anche  Guardare 
semplicemente s  onde  Riguardar  da  traver- 
so, fguralam.  vale  Guardar  con  mal  oc- 
chio, in  modo  indicante  ira,  collera,  o  si- 
mili. Alam.  Gir.  17.  40-  ^^^  il  possente 
gnerrier  tosto  s'  arresta  E  *1  riguarda 
cruccioso  da  traverso.  (Cj 

RIGUARDEVOLE Car.    En. 

lib.  f.  V.  2J\^.  corr.  Car.  En.  lib.  8.  v, 
245. 

RIGUARDO. 

f  *  g.  XII Matt.  Franz,  rim. 

buri.  agg.  3.  94. 

RILASSATEZZA. 

f  § Salvin.  Disc.  2.  1-  ^z.  corr. 

2.   142. 

t  3  RILEVARE.  Innanzi  ad  Alam. 
agg.  G.  V.  8-  80.  8.  Lo  re  lo  rilevo  su, 


R  I  L 


1921 


e  bacìollo  ìn  bocca  .  .  .  Alam.  Gir.  10. 
8y.  corr.    10.  80. 

•f*  RILEVATO.  .  .  .  Cose.  S.  Bern. 
agg.  76.  E  duve  ha  Belc.  ì  il.  corr.  * 
Belc.    f  it.   Ed  agg.  in  fine.  (C) 

t  RIMA. 

•f  §.  ni.  Agg.  in  fine.  *  Serd.  Vis. 
Inn.  1^6.  I  conservatori,  con  partecipazione 
del  papa,  gli  risposero  per  le  rime.  (C) 

RDIASTO  ec.  Afg.  in  fine.  Varch, 
Lez.  Dani.  i.  238.  Dove  noteremo  che 
disse  rimaso  ,  e  non  rimasto  ,  come  sì 
dice  molle  volte  dal  volgo ,  e  secondo 
me  non  bene.   (C) 

t  RIMBAMBITO  ....  Morg.  il.  log. 
corr.  Morg.  11.  112. —  Errore  di  Cru- 
sca . 

3  RIMENO.  Sust. 

f  sì:  g.    Il Man.   Franz,   nm. 

buri.   agg.   2.    112. 

RIMESSIONE. 

V  §.  li.  Al  V.  7.  ove  ha  remissione. 
corr.   rimessione. 

RIMETTERE. 

*  §.  Rimettere,  per  Rendere,  Resti- 
tuire. Scn.  Ben.  Varch.  7.  i5.  A  uno  , 
che  ti  richiede  il  benifizio  ,  rendigliele  , 
perchè  le  lo  richiede  ;  a  uno  che  te  lo 
rimette,  rendigliele,  perchè  le  lo  rimette 
e  condona.  (Cj 

3  g.  VII.  Togli  r  es.Sen.  Ben.  Varch, 
e  fanne  g.   così  : 

*  g.  Rime  Ih  re  i  si  dice  anche  delle 
Cose  che  ci  son  dovute,  e  vale  Rilascia- 
re .  M  Sen.  Ben.  ì'arch.  7.  l5.  .  .  .  »- 
Instr.  Cane.  16.  La  porzione  atlenenle 
al  Comune  ,  non  mai  si  condoni ,  o  ri- 
metta ,  senza  lo  stanziamento  ,  0  partito 
approvato  dal  magistrato.   (Cj 

t  RIMORDENTE Cose.  S.  Bern, 

agg-  99- 

•f  RIMUGINARE. 

t  *   §.    .  .  .   Bnldov.   Com.   agg.  3.  26. 

3  RINCOMINCIARE.  lo^MVes.  Bemh. 
Asol.   2.  85.   e  fjnne   g.  cosi: 

si-  g.  Rincominciare ,  in  modo  assoluto, 
vale  Ripigliare  il  discorso  .  «  Bemb.  A- 
sol.  2.  85 (C) 

3  RISCKESCEBE. 

*  g.  .  .  .  Fir.  nov.  62.  43*  corr.  6, 
243. 

3  RINFRESCARE. 

"^  g.  Rinfrescar  le  piaghe,  fguratam. 
vale  Ptinnovare  i  dolori.  V.  PIAGA  ,  g. 
U\.(C) 

*  RINFRESCATURA  .  //  Rinfresca- 
re  ,  Quello  che  rinfresca;  ed  anche  II 
tempo  nel  quale  e  rinfrescato .  Soder. 
Colt.  73.  Se  air  Agosto  ec.  sopraggiun- 
ghino  caldi  e  secchi  grandi  si  debbono 
lasciar  passar  quest'  afe  ,  e  dopo  la  pri- 
ma riufrescatura  di  pioggia  si  vendem- 
mi. (Cj 

3  RINGRAVIDAMENTO.  Togli  l' es. 
J'arch.   Lez.  e  fanne  g.   cosi: 

ir  g.  E  per  Concepimento  d'  un  feto 
nell*  utero  in  tempo  che  già  ve  n'  e  un 
altro,  u  ì  arch.  Lez.  Dant.  46.  Onde  si 
fa  spesse  volle  quello  clie  Ì  Latini  chia- 
mano superfoetatio,  e  superfoetare,  e  noi 
potrenmio  forse  dire  ,  non  avendo  altro, 
ringraxidameuto  ,  e  riogravidare ,  o  pre- 
gnezza  sopra  pre^nezza.   (C/ 

3  RINGRAVIDARE.  Toglil'es.  Varch. 
Lez.  e  fanne  g    così  : 

*  £.  Per  Concepir  nel  tempo  che  esi- 
ste nell'  utero  un  altro  feto  .  •■  Varch. 
Lez.  Dant.  ^6.  Onde  si  fa  spesse  volte 
quello  che  i  Latini  chiamano  superfoe- 
tatio e  superfoetare ,  e  noi  potremmo 
forse  dire,  non  avendo  altro,  ringravida- 
mento  ,  e  ringravidare  ,  o  pregnezia  sq- 
pra  pre_nfzia.  (CJ 

RINNOVARE  ec. 

nS   g.  IV.   Agg.    in   fine.    Car.  En.   3. 
56l.    E    qual    presagio  Ne  dà,  eh*  Enea 
241 


ì&^i 


R  I   N 


ìuo  padre»  Euor  suo  zio  Si  rinnovino 
(D  lui?  (Cj 

t  *  RKNTANAMENTO  ....  £eiiin. 
Disc.   II.   corr.   2.  368. 

RI.NTANARE. 

§.  .  .  .  t  *  He/Iin.  Disc.  12.  corr. 
3.  90. 

RI.NTENERIRE. 

t  §.  MI Capr.  Boti,  coir.  * 

Capr.   Jìott. 

t  *  nLNTRECCIARE.  .  ,  .  Fir.  rim. 
agg-  65.  e  ove  ha  ritedcrU,  corr.  riu- 
nirsi y 

RINVENIRE. 

t  J  §.  IV £97.  corr.  Red.  Ksp. 

nat.  97. 

t  §  VII.  Agg.  io  fine  .  ìied.  lett.  in 
AJagal.  leu.  pag.  26S(Fir.  1769)  Come 
(iianiìne  mi  sia  scappala  quciU  cosa  ,  io 
non  me  ne  rinvcugu.   (Cj 

RINVESTIRE. 

§.  I Buon.   Pier.  5.  inslr.  3. 

coir.   IJuon.    Pier.  5.  intr.  3. 

•f  3   RINVILIRE. 

"h  'i'  §.  ...  Alate.  Franz,  rim.  buri. 
agg-  2.   137. 

3   RINUNZIARE  ec. 

^  §.  liinunziare  nel  Battesimo  al  mon- 
do ^  al  demonio,  e  simili,  dicesi  de/la  pro- 
messa che  Ja  il  Cristiano  a  Vio  nel  bat- 
tezzarsi di  non  seguire  le  pompe ,  gli 
stimoli  della  carne  ec.  Segner.  Crist. 
inslr.  1.  i5.  7.  Qucslo  fanno  t  padri 
cristiani  ce.  dopo  aver  promesso  nel  Bal- 
tesimo  di  rinunziare  al  mondo,  e  al  de- 
monio. fCj 

*  RIPARAGGIO.  r.  J.  Riparo.  Rim. 
ant.  Lapo  danni.  2.  112.  Vedete,  A- 
nianli  ,  rome  eyli  h  umile  ,  ec.  Che  me 
veggcmio  venuto  si  a  vile  Si  mosse  il  si- 
guoril  come  m.  ssaggio,  Fé  riparaggio  al- 
la mia  corduglienia  ce.   (C) 

RIPASSARE. 

*  £•  I Red.  Pros.  Tose.  coir. 

Sali-in.    Pros.    Tose. 

t  RIPECCARE Cose.  S,  Bern. 

agS-   76. 

*  RIPENTANZA.  V.  A.  Ripentimento. 
Rim.  ant.  Semprebene  da  Rologna,  1. 
£|52.  Assai  vai  meglio  lo  non  cominciare 
Clic  poi  )u  fare  non  vai  ripenlanza  .  (C) 

t  5  RIPETERE £20.    corr. 

Dant.   Pnrg.   2O. 

t  RIPIANTATO Pallad.  agg. 

Gen.   14. 

RIPOSARE. 

*  g.  I.  .  .  .  Uh.  Dee.  corr.  ZiV.  Dee. 
t  3   RIPOSO. 

^  §■  Riposo,  si  pigliti  anche  pel  LuO' 
go  doif  altri  estinto  fu  seppellito.  Red. 
rim.  in  Ilronz.  son.  17^.  Venite,  o  mar- 
mi, e  dall' L*<.liema  Aurora,  E  do\e  il  sole 
indura  Al  Hul.icune  algente  i  vctiì  ondosi  I 
Regia  tornila  tnn.iUatc  a  i  suoi  riposi.  (C) 
t  3   RIPOSTO  IV. 

t  *  §.  I.  .  -  .  Pallad  apg.  Gena.  I^. 
t  RIPUENSOKE.  Agg.  iu  fine.  «  Borgh. 
Disc.  Scriv.  conlr.  8.  Ma  io  non  so  già 
su  UDO  che  farà  prufcssionc  di  riprvnsore 
e  di  censore  nieriler)i  d'aver  ue'suoi  scrini 
questa  rompassiooc.  (C) 
t  3  RIPROVA  ec. 

ifr  §.  IV.   .  .  .  Fir.    As.   nov.  7.  263. 
corr.  /'(/■.  no%}.  7.  262. 
RlSDALUIilE. 

#  §.  K  in  signific.  neutr.  Rallegrar- 
si,  Prendere  allegrezza  e  piacere.  Rim. 
ant.  Bonag.  Urbic.  1.  477-  Quando  veg- 
gio la  rivcra  E  le  pralura  Gurire.  E  partir 
lo  %cruo,  ch'era,  E  la  stale  rivenire,  E 
gli  augelli  in  ìschiera  Cauluro  e  lisbatdi- 
r«  ,  Non  mi  pmio  sofTerirc  (contenere) 
Di  Doo  farne  dimostranza.  (C) 
RISCALDARE. 

t  *  §■  X Borgh.    Orig.  tir. 

Agg-  ll3. 


R  I  S 

RISCEGLIERE  ee.  Al  v.  8.  ove  ha  : 
lasciatemi ,  dirò  cosi,  corr.  lasciatemi  dir 
cosi , 

t  5  RISCHIARARE. 

■f  3  §■  II.  .  .  .  Agg.  io  fine.  #  Soder. 
Colt.  71.  Per  la  troppa  malurezza  resta 
il  vino  torbidiccio  ,  e  naturalmente  doq 
rischiara  affatto.   (C) 

*  §.  VIII.>^/i-.  7.  ovehaìnihm,(C) 
corr.  in  se.  (C) 

RISECARE. 

*  %.  Bisecar  le  spese,  vale  Diminuir- 
le, Scemarle.  Guicc.  Avvert.  120-  Nelle 
cose  dell*  economia  il  verbo  principale  è 
risecarc  le   spese  superflue.  (C) 

RISEDEBE  .  Agg.  in  6ne  .  *  Guicc. 
Stor.  I.  67.  Comandò  all'  Oratore  Mila- 
nese che  si  partisse  da  Napoli  ,  richiamò 
quello  clic  per  lui  risedeva  a  Milano.  E 
8.  pg.  A  quel  tempo  (  Clemente  Sesto) 
rÌ5cde\a  con  la  corte  nello  città  di  Avi- 
gnone. (C) 

t  KISEHBO  ec Agn.    Band. 

3  RISOLVERE. 

*  g.  IH.  ...  £  altrove:  corr.  E  2. 
323. 

t  *  RISOLVITRICE BelUn. 

Disc.  II.  corr.   2.  323- 

3  RISPETTO. 

f  *  g-  V.  .  .  .  .  Segner.  Mann.  agg. 
Lugl.  3i.  1.  £  di  mestieri  vìncere  spes- 
so di  molli  rispetti  umani.  (Cj  E 

■f-  *  g.  XI.  .,  .  Ftr.  rim.  buri.  agg. 

2.  i53. 

t  RISTABILIRE Red.    Lett. 

Occh.  agg.  4- 

•f  RISTAMPARE. 

t   g.   Togli   in    fine.   (B) 

t  3  RISTRETTO.   Snst. 

*  g.  III.  Agg.  in  fine  .  l'arch,  Stor. 
12.  478-  I  quali  quasi  ogni  sera  erano 
chiamati  a  ristretto  in  camera  del  Pa- 
pa.   (C) 

RITAGLIO. 

t  §-  .  .  .   CTrb.  agg.  22. 

RITENERE. 

^  g.  Ritenere  in  ufficio,  vale  Tenere 
in  dovere.  Serd.  Pit.  Inn.  62.  Con  quc- 
slo terrore  ritenne  i  Perugini  iu  ufficio, 
e  fece  che  slerono  quieti.  (C) 

RITENUTO. 

t  §.  I.   .  .  .   Varch.  Stor.  agg.  2.  6. 

RITIRARE  ec. 

t  *   g.  XVI.  .  .  .  Red.  Rie.  lett.  agg. 

3.  104. 

RITIRATO Dav.  Scism.  10- 

corr.   20. 

f  3  RITO.  Togli  r  es.  Fiamm.  e  fan- 
ne g.   cosi  : 

*  g.  Per  similit.  dicesi  di  Qualun- 
quc  usanza ,  o  costume,  m  Fiamm.  t^. 
l3i.   .  .  .   -.  (C) 

RITOCCO.  Add.  Al  V.  7.  oi-e  ha  al- 
tri.  ììtton.  Ficr.  corr.  altri.  (B)  Buon. 
Fier.  e  togli  in  fine.  (Rj 

t    *   RITORNADILE Beìlìn. 

Disc.   11.   corr.   2.   Ò^l. 

RITORNATO. 

t  *  g.   ...  Bocc.  Lab.  agg.  3oa. 

3  RITORNO. 

*  g.  Vetture  ,  cavalli  ,  o  simili ,  di 
ritorno,  dicesi  a  Quelli  che  ritornano  al 
luogo  donde  son  parliti.  Red.  lett.  a.  75. 
Se  non  vi  sono  calessi  di  ritorno  ,  non 
imporla  ;  ne  tolga  uno  a  dirittura.   (C) 

JHTRAIMENTO.  Agg,  in  fine  «  Scgn. 
Anim.  3.  173.  Queste  due  cose  apparisco* 
no  nel  molo  del  cuore,  il  (}ualc  si  fa  per 
via  di  spi^nimroto  e  di  ritraimeolo,  (C) 

RITTO.  Add. 

t  *   §.  i Bocc   Ptst.  Pr.  S.  Ap. 

agg.  307. 

if  RIVALIDAZIONE.  Innanzi  a  Pai. 
lav.  agg.  <\ir.  lett.  ined.  27.  Ntin  pos- 
IO  Tue   che   io    non  mi  dolga  della   mia 


R  1  V 

disgrazia ,  che  non  li  aia  mai   venuto  a 
capo    di    quella    rivalidauone  ,  e   so  ben 
che  la  colpa  e  d'  altri  e  non  vostra.  (C) 
t  3  RIVELAZIONE. 

*  § Dant.   Par.  corr.  -  Dant. 

Par. 

RIVERSARE. 

g.   III.   Riversare  la  broda  ec. 

*f  §.  Riversare  la  colpa  sopra  uno  , 
vale  lo  stesso  .  Serd.  Vit.  inn.  32.  Ri- 
versando sopra  i  Colonncsi  e  Savclli,  co- 
minciatori  del  male  ,  tutta  la  colpa  de' 
tumulti  seguiti.  (C) 

t  3  RI\ESC10.  Susi. 

*  RIVOLTELLA Cose.  S.  Bern. 

3gg-  S^'  <  ^^^  Aa*   1*  ordine  agg.,  e  lo 
studio 

RIUSCIRE  ec. 

t  *   g.   VII Cas.    riM.    buri. 

agg.   IO. 

t  *  g-  Vili.  ...  3/.  Bin.  rim.  buri. 
agg-   I.  i83. 

RIUSCITA. 

*  g.  Senza  riuscita,  dicesi  delle  Stra- 
de che  non  hanno  shocco  .  Buon.  Fier. 
2.  5.  7.  E  soprasseggo  alquanto  Là  dove 
un  vicol  senza  riuscita  Mi  permettea  col 
non  passarvi  gente  Tacita  la  dimora  al 
mio  laroro.  (C) 

R  O 

t  3  ROBUSTO.  Agg.  innanzi  a  (C) 
Red.  ì  ip.  1.  II.  Un  uomo  dottissimo  ec. 
scommesso  avrebbe  tutto  il  suo,  che  ogni 
minima  gocciola  di  fic.1  di  vipera  bevuta, 
ammazzato  avrebbe  un  uom  de*  più  ro- 
busti. 

#  g.  III.  Agg.  innanzi  a  (C)  Red. 
lett.  2.  79.  Io  so  bene  di  certa  scienza 
che  il  suo  nobilissimo  stile  poetico  non 
h  invecchiato  uè  poco,  uè  ponto;  anzi 
parmi  robusto,  e  florido. 

ROGARE.  .  .  .  Frane.  Sacch.  corr.  * 
Prone.    Sacch. 

3   ROGNA. 

t  *   g.    IV Cas,    rim.    buri. 

agg.  20. 

ROGNOSO. 

*  g.  In  forza  di  sust.  Bonom.  Ots. 
Pellic.  3.  Trovammo  con  facilita  il  ro- 
gnoso ,  ed  interrogatolo  dorè  egli  più 
acuto  e  più  grande  provasse  il  pronto  , 
ci   additò  moltissime  piccole  bollune.  fCy 

RO.MPEhE. 

f  *  g.  XVH.  .  .  .  Matt.  Frant.  rim. 
buri.   agg.   3.   86. 

t  g.   XXXVII Varch,  Stor.  agg. 

3.  46. 

RONZTO.  Agg.  io  fioe.  4t  Samga/L 
Esp.  Zans.  20.  Scrivono  che  lo  attaccare 
ec.  sia  rimedio  ìorallibile  contro  il  ron- 
zio ,  e  cuoLro  le  punture  dello  aaoaa* 
re.  (C) 

ROSA.   Coti'  O  larga  ec. 

^  g.  Aver  le  rose  senza  le  spine,  Ji- 
guratam.  vale  A^er  il  buono  dt  checche^ 
sia  senza  il  cattivo»  Salv.  Cranch.  1.  5. 
Qui  s'  ha  11  pesce  senza  le  lische  j  e  le 
rose  Senza  le  spine-   (C) 

*  ROSICARE.   Rodere,  (C) 

#  R0SU:ATURA.  L'Azione  del  Ro- 
sicare  .  Ronom.  (tss.  Velile.  6.  lo  per 
ora  mi  sento  inclinalo  ■  voler  credere 
che  la  rogna  «e.  non  sia  altro  che  ona 
morsicatura ,  o  rosicatura  pruriginosa  e 
continua  fatta  nella  cute  de*  nostri  corpi 
d^  questi  «oprammentovati  bacolioj .  (C) 

•f*  «  ROSIGNOLUZZO Ftr. 

son.   agg.   4o. 

ROTTO.  Add. 

t  S-  '^^'-  *gfi-  in  fine  .  *  G-  T.  8. 
68.  3.  Multi  mali  ti  commisero  io  citt^ 
ed  in  rouLulo  di  mtcidi,  d'  arsiooi  e  ru- 
berie, li  come  in  citt^  rotta  e  sciolta,  e 
scuaa  ordine  di  signoria.  (C) 


n  0  V 

ROVELLO  ec.  Agg.  in  ^nC^  Mafm. 
6-  28.  Cbe  1.1  regina  poi  sarebbe  Jonna 
Da  farci  per  la  stizxa,  e  per  rovello  But- 
lar   a  pìè  la  forma  del  cappello.  (C) 

*  ROVESCINA Lasc.  \.  52. 

corr.  Lasc.  nm.  2.  5o. 

5  ROVESCIO,  Siist. 

g.  V l'ac.  Dav.  2.  36.  corr. 

Tac.  Vav.  j4nn.  2.  36. 

*  g.  X.  .  ..  Lasc.  I.  Sa.  corr.  Lasc. 
rim.  2.  5o. 

t  5  RUBESTO  .  Jl  V.  Q.  ove  ha  ri- 
spondenlc  corr.  rispoodcte  —  Ed  agg-  in 
6nc.  *  fir.  Disc.  art.  70.  Io  sodo  ani- 
male nianso  e  servile,  egli  rubesto  e  su- 
perbo . 

t  RUBIGLIA.  Aires.  Paiìad.  agg. 
cap.  3o.  ed  allegalo  cosi;  Ogni  legume 
h  cibo  ottimo  per  oche ,  eccello  1'  ervo , 
cioè  la  rubìglia. 

RUBINO. 

f  s;:   §.   I.  .  .  .  Fir.  rim.  agg.   Ilo. 

9!i  RUFFOLATTO.  Piccolo  porco  sai- 
valico,  o  cinghiale.  Varch.  Lez.  Dant. 
2.  228.  Le  quali  6ere  quando  elle  non 
sieno  ancora  giunte  alla  lor  naturale  gran- 
dezza si  chiamano  con  nome  accomodalo 
lepratlo,  capriolano,  ruftolatto.  (C) 

t  3   RUSTICO.    Jdd. 

^  g.  Hiistico  ,  e  anche  contrario  di 
Benigno  ,  jìUa  mano  .  Lat.  rudìs  .  Cas. 
Calat.  21  Non  si  vuole  essere  ne  ru- 
stico ,  uè  strano  ,  ma  piacevole  e  dome- 
ilìco.  (Cj 

S   A 

f  *  SABBIARE Red.  Lelt.  agg. 

a.  3l.  (Fir.  1779) 
t  SACCENTE. 

*  §.  Talora  si  usa  inforza  di  sust. 
Borgh.  Disc.  Scriv.  contr.  8.  Dico  che 
certi  minimi  erroruizi  e  certe  inavver- 
tenze si  debbano  discretamente  dissimu- 
lare, e  non  subilo  levarne  il  rumore  e 
fare  il  saccente.  (C) 

5  SACCO. 

t  §.  XIV Varch.   Stor.  agg.  7. 

l84'  e  ove  ha  rubava  corr.  furava 
SAGGIO.  Sust. 

g.    II E  227.  corr.  E  277. 

J  SALDO.  Add. 

*  g.  XIV.  Agg.  in  fio.  Gal.  Sist.  81. 
lo  V*  ho  per  uomo  sensatissimo,  e    fo  la 

domanda  sul  saldo.  (C) 
SALVATICO.  Àdd. 

*  §.  II.  Al  V.  8.  ove  ha  oppio  corr. 
appio 

3  SALUTE. 

*  §.  V.  Allegane  es.  innanzi  a  (C) 
Magai,  leu.  Uom.  ili.  I.  3o4.  I  giorni 
passali  si  fece  in  sua  casa  un  sulenne  sim- 
posio, e  si  bevve  solennemente  nelle  for- 
me più  rispettose  e  più  proprie  alla  sa- 
lute di  V.  A. 

SANGUE. 

5v  §.  V/  sangue  tira,  dicesi  del  Ri- 
svegliarsi alcuna  inclinazione ,  o  altro 
sentimento  da  naturai  simpatia  ,  somi- 
glianza, o  congiunzione  di  sangue.  V. 
TIRARE,  §.   XV.   (C) 

tf  §.  XXXI.  Alv.  5.  ove  ha  come  si 
acema  corr.  come  chi  si  scema 

^  %.  Fare  inccrconire  i  sangui  ad  al- 
cuno, Jjguratam.  vale  Esacerbarlo,  Com- 
moi-erlo  ad  ira,  che  anche  dicesi  Fargli 
inacerbire  ti  sangue.  Varch.  Lez.  Dant. 
a.  iS^.  E  se  io  volessi  distendermi  in  su 
questa  cosa,  credcrrei  far  racrapricriare 
e  incercoDtre  i  sangui  anco  a  loro.  (C) 

f  3  SANO. 

#  g.  Sana  Teologia,  dicesi  Quella  che 
è  conforme  alle  massime  e  alle  decisioni 
della  Chiesa.  Magai,  part.  1.  leti.  l3. 
Quasi  alchimisti  dell*  orazione  han  ripie- 
no i  loro  scritti  di    lutti    quei    gerghi  o 


SAN 

siano  nomi  enigmatici  di  pura  fede , 
guardo  Gsso  ec.  e  tanti  altri  termini  bar* 
bari,  che  non  si  trovano  nel  Voc.ibolario 
dei  Padri  e  della  più  sana  Teologia.  (C) 
3  SANTIFICARE.  Togli  1'  es.  Lasc. 
Sibili,   e  fanne   §.  così  : 

#  §.  Jìgli  è  meglio  ubbidire,  che  san- 
tificare, dicesi  in  proverb.  ad  accennare 
Che  ninna  cosa  piace  tanto  a  Dio,  quan- 
to l'  obbedienza.  «  Lasc.  Sibili.  1  . 
3......  (C) 

*  g.  Santificar  le  feste,  vale  Cele- 
brarle secondo  la  legge,  secondo  l' inten- 
zione della  Chiesa.  Segner.  Crist.  instr. 
I.  II.  2.  Su  ciò  si  appoggia  il  terzo 
comandamenlu  di  santificar  le  feste.  E  5. 
Santificar  le  feste  vuol  dire  trattarle  da 
santi,  ciò  che  s'  adempie  in  due  modi  : 
r  uno  è  con  ispendere  la  giornata  nel  cul- 
to divino  ec.  1'  altro  è  con  rìmoverne  1' 
impedimento  dell'  opere  servili.  (C) 

SANTIFICAZIONE. 

sii  §,  Santificazione  delle  Feste,  vale 
Astinenza  nelle  Domeniche  e  nei  di  fe- 
stivi dalle  Opere  servili,  ed  Eseguimen- 
to di  {guanto  ci  comanda  la  santa  Chie- 
sa in  delti  giorni.  S'egner.  Crist.  instr. 
I.  II.  12.  Tutti  i  peccati,  qualunque 
siano,  si  oppongono  più  di  qualunque  al- 
tra operazione  puramente  servile  alla  san- 
tificazione dei  di  festivi.    (C) 

SAPIENZA. 

V   §.   Allegane  es.  Vnrch.  Ltz.    Dant. 

I.  207.  I  sapienziali,  cioè  scritti  da  saggi 
e  santi  uomini,  sono  cinque  :  il  libro  del- 
la Sapienza,  l'Ecclesiaste,  l'Ecclesiastico 
e    Cantica    Canticoritm.    (C) 

•f  ♦  SAPIENZIALE.  Agg.  in  princ. 
Varch.  Lez.  Dant.  1.  207.  Divideremo 
il  Testamento  vecchio  in  quattro  parli  ec. 
in  libri  ec.  Legali  ,  Istoriali,  Sapienziali  , 
Profetali.  E  appresso:  I  Sapienziali,  cioè 
scritti  da  sag-^i  e  santi  uomini,  sono  cin- 
que: il  libro  della  Sapienza,  1'  Ecclesiaste, 
r  Ecclesiastico  e  Cantica  Canticorum.(C) 

SAPONAIO Buon.  Fier.l^.  l{. 

corr.  l\.  4-   I  *■ 

#  SATURNALIZIO.  Agg.  in  fine  C*) 
5  SAVIO. 

f  g.  VI.  .  .  .  Vit.  S.  Anast.  corr. 
Vii.   S.    yast. 

*  SBALDIMENTO.  V.  A.  Allegrìa. 
^im.  ani.  lac.  da  Lentino.  I.  298.  E  cer- 
to r  amor  fa  gran  villania  Che  non  di- 
strugge te,  che  vai  gabbando  ;  A  me  che 
servo,   non   dà  sbaldimcnto.  (C) 

si-  SBALDIRE.  /'.  A.  Indurre  alle- 
grezza e  piacere  in  altrui.  Rim,  ant.  Fedrr. 

II.  Imp.  1.  66.  Della  mia  disianza  Ch' 
ho  penata  ad  avere,  Mi  fa  sbabtire.  E 
Lanzalotto  Siciliano.  I.  l64-  Como  lo  sol 
lo  giorno  fa  schiarire  Per  la  vertù  della 
gran  clarilate;  Così  mi  fan  li  vostri  oc- 
chi sbaldìre  Quando  amorosamente  mi 
guardale.  (C) 

*  §.  E  in  signìf.  ncutr.  vale  Prende- 
re allfgrezza  e  piacere.  Rim.  ant.  Guid. 
G.  I.  186.  Immagine  di  neve  si  può  di- 
re, Uom  ihe  non  ha  seniore  D'amoroso 
calore  ;  Ancor  sia  vivo,  con  si  sa  illaidi- 
re.  (C) 

f  SBANDARE Varch.    Stor. 

agg.  6.  i63. 

SBARCARE. 

t  § Varch.  Stor.   agg.    9. 

227 E  altrove  :  corr.  E  appres- 
so i   e  dove  ha   diputalo.  corr.  dispulato  . 

SBARDELLATO. 

*  §.  II.  Per  Scapestrato,  corr.  Per 
Avventato.  Ed  agg.  innanzi  a  (Cj  Varch. 
Lez.  Dant.  2.  94.  Non  d'  uno  che  sia 
avventato,  (si  dice  ì  sgangherato,  scia- 
mannalo,  shardellato,   bandiera  ì 

t  ::=   SBATTUTA Magai. 

Lett.  ^^%.  fam.  2.  l37.  e  ove  ha:  dato 
corr.  data 


S  B  A 


1923 


sii  SBAUDIRE.  V.  A.  Sbaldire,  Ral- 
legrarsi ,  Prender  piacere.  Rim.  ant  ■ 
Gallo  Pisano.  I.  444"  ^''  ^^  sbandir  poi 
suo  accomandamento.  ( D) 

f  SBENDARE. 

*  g.  IC  in  signific.  neulr.  pass.  Levare 
si  la  benda.  Guitt.  rim.  I.  53.  Or  ti 
sbenda  ornai,  e  mira  u'  siedi.  (C) 

f  3  SBIESCIO.  .  .  .  Gali.  Sist.  COXT. 
Gal.   Sist. 

*  SBOZZATURA.  Agg.  in  fin.  Cald. 
Oss.  anat.  a.  Non  pretendo,  che  questo 
lavoro  possa  esser  perfetto,  ma  solamen- 
te ho  intenzione  d'  apprestare,  per  mag- 
gior facilit'a,  se  non  lutti,  almeno  alcuni 
materiali,  ed  una  sbozzatura  di  lavoro  a 
qualche  valentuomo,  che  dopo  di  me  vo- 
lesse imprenderlo.  (C) 

SBRANCARE. 

sji  §.   E  detto  degli  Uomini.  Serd.  Vit. 
Ina.    5o.  Pure  alquanti   di  loro,  sbranca- 
lisi  dalla  torma  per   fuggire    la    crudeltà  - 
de'  villani,  presono  ec.   (C) 

SCAGLIARE. 

g.   V Tac    Dav.     Ann.     235. 

corr.    Tac.   Dav.    Ann.    16.  235. 

f  SCAMBIAMENTO J'arch. 

Stor.   apg.  lett.  ded. 

SCAIVIBIO. 

g.  lì.  Agg.  in  fine  *  Lasc.  Mostr. 
18.  Porla  scambio  di  spada  un  punteruo- 
lo. Ti  26.  Scambio  di  stocchi  ,  spada  e 
mazzafrusli  Dì  gru  porta  una  penna  tem- 
perata.  (C) 

i'?  SCAPPELLOTTARE.  Dare  degli 
scappellotti  ad  uno.  (C) 

K'  §.  Scappellottare  in  terra  il  ber- 
retto, 0  simile,  ad  uno,  vale  Mandarglie- 
lo in  ferra  con  uno,  o  più  scappellotti. 
Bellin.  rim.  buri.  3.297.  E  '1  naso  fA^; 
in  uno  scorcio  d"  Arlecchino  Chinato  per 
raccor,  se  Pulcinella  Gli  scappellotta  in 
terra  il  berrettino.  (C) 

^^  SCARAFAGGESSA.  La  femmina 
dello  Scarafaggio.  Bonom.  Oss.  Pellic. 
g.  Quando  adunque  dallo  scarafaggio  ma- 
schio sono  state  gallate  1*  uova  alla  sca- 
rafapgessa  femmina,  ella  se  ne  va  a  depo- 
sitarle come  in  un  nido.  (C) 

SCARCERARE Serd.   Vii.   Inn. 

Vili.   afg.   29. 
•f  SCARICARE. 

*  g.  IX.  Al  V.  7.  ove  ha  sgorgono. 
corr.  sgorgano. 

*  SCARNESCIALARE.  Lo  stesso  che 
Scarnascialare.  l'ardi.  Framm.  Gramm. 
1-2.6.  Il  primo  de'  quali  (verbi)  significa 
patrizzare,  cioè  somigliare  suo  padre,  e 
l'altro  andar  scarne  scialando.   (C) 

SCARSO.   Add. 

3  g.  II.  Apg.  in  fine*  Fir.  nov.  IO. 
257.  (Mil.  l8i5.  )  Ma  la  buona  donna 
Ira  che  e'  la  sapeva  male  torre  a'  figliuoli 
per  dare  a' frali,  e  che  Vera,  come  è  co- 
stume universale  di  voi  altre  donne,  un 
po'  scarsa  ec.  stava  pur  soda  al  macchio- 
ne. (C) 

^  g.  Scarso,  è  anche  aggiunto  di  J  e- 
stimento,  o  altro,  che  penda  piuttosto  nei' 
lo  stretto  che  nel  vantaggiato.  Calat.  DO. 
Tu  farai  adunque  delle  cirimonie,  comò 
i!  sarto  fa  de'  panni,  che  piuttosto  gli  ta- 
glia vanlapgiati,  che  scarsi.   (Cj 

f  SCARTATO. 

i?  g.  E  Dar  nello  scartato,  vale  Far 
cosa  vana,  inutile,  trista.  Lasc.  rim.  a. 
126.  E  però  fino  a  qui,  lutti  hanno  da- 
to, Come  diremmo  noi,  nello  scartato.  (C) 

SCEDA. 

g.  I.  Agg.  in  fine  ^  Buon.  Fier.  2. 
2.  6.  La  mia  moglie  e^.  che  digruma, 
e  'ngoia  me  Sempre  con  nuove  smorfie  e 
nuove  scede,  Inscipida  ognor  più  lasciò 
scappari.i.   (C) 

\  .-SCELTO. 

t  3  §.  I Pallad.  agg.  cap.  4. 


»9a4 


S  C  E 


*  §.  Far  vita  scelta,  vate  Nutrirsi  dì 
cose  scelte,  squisite.  lìern.  rim.  I.  i3. 
Vita  scelta  si  fa,  rhiara  e  aercna.  (Cj 

t  SCEMAMENTO.  Agg.  ìd  fine  * 
l'nrch.  l.vz.  Dnnt.  2.  65.  E  come  dopo 
il  [>rinci|>iu  ec.  si  giugne  a  un  lermiac 
il  fjualc  aiifjunienlo,  ovvero  accrescimen- 
to si  noma ,  così  dopo  Ìl  colmo  ec.  ii 
perviene  a  un  altro,  il  quale  dicrescimca- 
lo  ovvero  scemamento  s'  appella.  (C) 

SCENDERE. 

^  g.  Per  Scadere,  Venire  per  via  d* 
eredità.  Lat.  devolvi.  Serd.  Vit.  ina.  86. 
Gli  donò  il  cappello  ducale  ed  una  spa- 
da d'  argento  dorata,  quale  costumano  ì 
Papi  mandare  a  donare  a  ^ran  principi, 
'■OD  ordine  che  la  scendesse  per  retajj(jio 
nei   suui   surrcssori.   {C) 

t  bClIIAVAIlE.  Air  es.  VU.  Crìst. 
agg.  187.  ed  allega/o  così:  E  schiavato 
In  chiovo  de*  piedi,  losef  discende  a  pò* 
'    co  a   poco  giù  per  la  «cala. 

SCHIUSO. 

t  ^  ■  •  '  ■    Cron.  Morfll.2^^.  corr.  24*^. 

t  SCIOCCHEZZA. 

*  £.  li.  Agg.  innanzi  a  (C)  lìorgh. 
Disc.  Scriv.  contr.  7.  Io  credo  che  la 
sarebbe  sciocchezza  pur  a  pensarlo. 

3  SCOCCAhE. 

5j=  g.  Jn  proverò.  Badar  tanto  al  ca- 
rio che  la  trappola  scocchi,  vale  Star  tan- 
fo in  un  pencolo  allei  tato  da  qualche 
piarere  che  il  pericolo  sopravvenga.  V. 
CACIO,  g.  VII!.  (C) 
•f  SCOGLIA. 

't  £■  "  Agg.  in  fine  *  Guitt.  rim. 
1.  4^.  Legno  quasi  digiunto  E  nostro 
core  in  mar  d'  ogni  tempesta,  Ov'  uomo 
fugge  porlo  e  ioconlra  scoglia,  E  di  cor- 
rer ver  morte  ora  non  resta.  (C) 

Sr   SCOLAniWO Sannaz.  Lasc. 

corr.    Late. 

SCOMODO.  Siist Tratt.  segr. 

COS.  dona.  corr.  ^  Tratt.  segr.  cos.  dona. 
E  al  V.  6.  ove  ha  *  lìellm.  corr.  (B) 
fieli  in. 

3;:  SCOMPAGINARE Deltin.  a. 

5«0.  corr.  Hclltn.  Disc.  2.  320. 
SCONCIO.  j4dd. 

§    Xlf.  Agg.   in  fine  !»•  Frane.  Sncch, 

nov.    i56.   tit.  Messere  UoIci1>ene    fa  ec. 

tornare  una  mano  a  una     fanciulla  ,  clic 

era  sconcia  e  svolta,  nel  luogo  suo.  (C) 

1  SCOPRIMENTO,  ce, 

*  g.  I Segner.    Leti.    Princ. 

corr.  Segner.  Sett.   Princ,  1 

t  SCOPRIRE,  ec.  | 

^  g.  Scoprire,  dicesi  anche,  dell*  Es-  ; 
svre  n  cai'aliere.  Dep.  Decani,  qy.  E  la  | 
veduta,  senxa  scrupolo  alcuno,  di  un  luo- 
go eminente,  e  clic  scuupra  a&sai  paese, 
fi  dice.  Haiti.  Tratt.  fort.  cap.  6.  Fa 
bisogno  che  alitiamo  altri  corpi  di  difesa. 
Il  quali  cs%cndu  più  rilevati  degli  altri 
positano  meglio  scoprire  «  dominar  la 
campagna.  (C) 

i.'  SCORRETTISSIMAMENTE.  Agg. 
iu  fin,  /  arch.  Lcz.  Da/it.  2.  33C).  Non 
Milo  i  plcliei,  ma  i  nubili  favellano  scor- 
rettissimamente. ((^) 

t5  SCORTESI  A.  Alleg.inees.*/?of^/i. 
Disc.  Scriv.  contr.  J2.  E  cosi  fa  gli  ef- 
fetti suoi  la  superbia,  la  scortesia,  la  in- 
civili!!, le  quali  bisogna  soflfocare,  e  Don 
iHiriar  p.uLue.  ((') 
t  SCOHTICATORE. 
<J  §.  I! JJuon.  Fier.    l^^.    a. 

rorr.    A.    a.    2. 

.*;CRICCHlOLARn. 

*  g.  Scricchiolare  ,  dicesi  anche  del 
Huinore  che  fanno  sotto  i  denti  alcune 
rose  mangcrecce  quando  hanno  in  .le  terra, 
e  altra  cosa  simile,  /(ed.  Cons.  a.  g.  7.  Oh, 
tome  scriurhiula  Tra  ì  dcDti  e  sgrvlo- 
Ift.  (C) 

•f  5  SCRIVERE.   Agg.  in  Boa.  »  Fr. 


S  C  R 

Giord.  S.  14.  Ancora  st  scrive  con  pen- 
na di  ferro  in  pietra  di  sclicc.  (C) 

!        f  §.   II.   Innanxi  a  Salvia,  agg.  Vorch. 

.  Ercol.  6^.  Aringarc  si  pronuncia  oggi,  e 
conseguentemente  si  scrive  per  una  R  so- 
la, e  non  rome  anticamente    con  due. 

I  *  g.  XIX.  Innanii  a /fcrf.  agg.  Cr.  5. 
IO.  5.  Scrive  Varrone,  che  quelli  alberi 
che  nel  tempo  della    primavera    s*    inne- 

j  siano,  si  possono  ancora  innestare  inlor- 

'  DO  al   solstizio. 

#  g.  Scrivere,  talora  vale    ^/fermare 
l  per  via  di  Scrittura.   Bed.    Oss.  an,  5l. 

i  11  dottissimo  Marco  Aurelio  Severino  nel- 
la Zoolomia  scrive  d'  averne  trovati 
due.  (C) 

I       SCURIADA.  ec Vii.  SS.  Pad. 

i  198.  coiT.   /  if.  SS.   Pad.  1.   i(i8. 

t       *  SDUTTO.  Àdd.  da  Sdurre.    Rim. 

I  ant.   Ciiìd.  Guinic.  i.  81.  Però  mi  sento 

i  isdutto.  (C) 

I  •f  *  SECCnERl'A.  Agg.  in  fine.  fit. 
Piti.   172.   Air  incontro  la  disputa  fra  gli 

,  arlefiri  gr;indi    intonio    a     sottigliezze     di 

I  linee  pare  una  seccheria  indegna  dt  lo- 
ro. fC) 

I       SEDARE. 

j       ^  §.  E  figuratam.    Sannaz.    j4rcad. 

j  pros.  t).  Poi  rtie  con  l*  abbondevole  di- 

I   versiti  <ìe'  cibi  avemmo  r'-data  la    fame  , 

!  chi  si  diede  a  cantare,  chi  a  narrare  fa- 
vole. (C) 

t  3  SEDERE. 

^  g.  Sfder  bere,  vale  Star  bene.  Con- 
venire, Addirsi.  Frane.  lìarh.  \0\.  16. 
E  tultor  molli  avemo  Frutti  che  non  ve- 
dendo, O  ver  d'oDori,  O  di  vìrtuti  fiorì 
Così  dirai,  <.he  quel  parlar  ben  seg- 
già.  (C) 

*'?  g.  E  Seder  mah,  vale  il  contrario. 
Pistola  di  lìiirnardo  Silvestro  Tav.  Barò. 
Male  siede  nel  giovaue  essere  conuscitu- 
vc  de*   vini.  (C) 
•f  S  SECCIA. 

#  g.  ///  i'.  6.  Dir  ha:  molto).  (C) 
corr.   molto  )  «.   (C) 

#  SEGMENTO.  Allegane  es.  Ai/i^aW. 
Esp.  Zanz.  8.  Paiono  composti  (certi 
piccoli  vermicciuoli)  per  lo  più  di  dieci 
segmenti,  o  sferette,  le  quali  scemano  e 
si  fanno  tanto  più  piccole  propùrziooal- 
mente,  quanto  più  s*  accostano  alla  co- 
•la.  (C) 

3  SEGNALATO. 

#  §•  '!'•  Agg.  innaufia/'O^/oc.  Geli. 
Vit.  /ilf.  Iij).  Tra  prigioni  si  diceva  che 
erano  ancor  Ira  signori,  e  uomioi  segna- 
lati  più  di  venti. 

SEGNO. 

g.  Vili.  Al  V.  l3.  ove  ha:  erranti. 
Borgh.  c<irr.  erranti.  (V)  Borgh.  e  togli 
in  fino.  (Df 

SEGRETO.  Susi. 

3  g.  V.  Togli  Tcs.  Maestruiz.  e  fan- 
ne g.  cosi  : 

#  g.  Commettere,  Porre,  0  simile,  una 
cosa  ad  uno  in  segreto,  vale  Dirgliela  a 
patto  che  non  la  dehba  ridire  a  checches* 
sia.    n    Maestnizz.  2.  33.   3 ».  (C) 

•f  SELCE,  ec. 

§ Fr.   C.iord.    S.    ijj.    corr 

Fr.   Giord.   Fred.   S.   I^. 

#  SE.MCLAGLtA.  1  .  A.  Sembragììa. 
Fr.  lac.  T.  4  3.  7.  LoTosii  la  eresia  E 
fere  gran   srmbla^lia.  (Cj 

t  3   SEME. 

#  §.  l'orr-e  a  srm^  un  terreno,  0  ti- 
mile,  vale  Dìsporlo,  Acconciarlo  per  se- 
minarvi.  J\  PORRE,  g.  LUI.  (Cf 

*\  *  SEN.NATO.  AgK-  in  fine  Serd. 
J'ti.  Ina.  8.|.  l"iil  soiiprllo  di  vero  non 
cnddi'  ncir  animo  di  uomini  senuati  e 
priidi-nti,  ma  solamente  di  perioue  basse 
c<l   appassionate.  (C) 

^  g.  E  in  forza  di  xust.  Cuìtt.  rim. 
1.   a.  Oudc  il    sennalu    upparoccliiato  o* 


S  £  N 

goora  Di  core  tutto  e  di  poder  de*  tiare 
Ad  avanzar  lo  suo  stalo  d  onore.  (C) 
3  SENO. 

*  g.  Seno,  e  anche  Urm.  della  Tri- 
gonometria, ed  e  lo  stesso  che  Sino,  il 
Vocahol.   alla    V.    SINO.   (C) 

•f  3  SENSIBILE. 

$  §.  Sensibile,  vale  anche  Che  dà  nei' 
l'  occhio.  Che  facilmente  si  fa  notare. 
Salvia.  Pros.  Tose.  i85.  Se  si  riguarda 
alla  gran  mole  del  Vocabolario,  non  fanno 
sensibile  (gli  sbagli)  la  loro  raccolta.  (C) 

t  SENSO. 

::;  g.  IV.  Agg.  innanri  a  (C)  Ces. 
Bell.  Dant.  l.  \^\.  Egli  non  ^  altroché 
un  po'  di  buon  senso,  che  mi  sembra  avere 
acquistalo  Ic^genilo  que'dabben  vecchi. 

t  iS  SENTORE. 

^  g.  Per  Fama.  Rim.  ant,  Dant,  da 
Mainn.  2.  49^-  Tanto  v'  assegna  saggio 
Is  sentore  Che  move,  e  ven  da  voi  so- 
vr&sacccnte.  (C) 

SEUVIMENTO. 

*  g.  Per  Servita,  Stato  di  colui  che 
serve.  Rim.  ant.  Rinatd.  rf"  Aquin.  1- 
217.  In  balia  e  in  servimenlo  Sono  stato 
e  vo'  stare.  (C) 

•f  SFERA Gali.  Sist.  corr. 

Gal.  Sist. 

•f  *  SFIORENTINARE.  Innanii  a 
Sah'tn.  agg.  Cas.  lett.  ined.  ig.  Se  que- 
sto aere  mi  giovassi  tanto  che  le  mi  fa- 
cessero sì  poco  male  (  le  podagre)  vi  pro- 
metto che  mi  sfiorenlineria,  e  fareimi  tLi 
Murano.  (C) 

SFOGGIATO.  Agg.  in  fine  #  E  nov. 
IO.  257.  (Vii.  i8i5)  Dal  quale  i  frati 
cavaroi]  poscia  di  buone  pietante,  e  di 
sfoggiate  tonache.  (C) 

SGA BELLETTO Benv.  CtU. 

Oref.  52.  corr.  53. 

SGOCCIOLARE. 

*  g.  E  in  signific.  neutr.  J'arch.  Le». 
Dant.  2.  lo5.  Poi  significa  questo  nome 
lira  quei  solchi  ec.  ì  quali  si  fanno  nei 
cam[ii  perchè  V  acqua  non  vi  si  fermi  e 
sLigni,  ma  po:tsa  sgocciolare  e  così  non 
nocria  a*  seminati.   (C) 

SGRAZIATO. 

'!'  §  Sgrazialo,  va/e  anche  Cattivo  , 
Tristo.  Borfih.  Disc.  Scriv.  contr.  17. 
Ora  pcrrhc  non  sarà  egli  lecito  questo 
medesimo  nelle  Icllere,  non  solo  pigliar 
1'  arnie  per  quelli  che  per  qualunque  ca- 
gione non  possono  far  da  loro,  ma  quan- 
do anche  potessino  ,  la  dignità  loro  ec 
non  permettono  che  gli  rntrin  in  campo 
con  qualche  sgrasialu  a  dare  spasso  al 
popolo,  se  un  loro  discepolo,  crealo,  ami- 
co, 0  afleiionato  pigtier^  V  impresa  pi-r 
lui?  (coAÌ  nel  3/.f.J.  (C) 

SGRETOLARE. 

^  g.  Sgretolare,  dicesi  anche  del  Re- 
more che  fanno  sotto  i  denti  aUiine  c9Sc 
mangcrecce,  quando  hanno  in  st  terra  , 
o  altra  cosa  Simile.  Red.  ConS.  2.  g.  7. 
Oli  come  scricchiala  Tra  i  doti  e  sgrv* 
loia.  (C) 

•f  3  SGUAINATO. 

*  g.   Il     Togli  le  virgolette. 

^  SGUSCIATA Lasc.  rim..  67 

corr.    /.«i.ff.  rim.  a    67. 

s?  SCOSTARE.  Infastidire,  Cagionar 
ditpiacere  ,  noia  ,  fastidio  ;  contrario  di 
Gustare.  GiamhuIL  Sonagl.  don».  Del 
vin  di  casa  uon  ti  sgustar  mai.  (B) 

3  SICURO. 

*  g.  Alla  sicura,  posto  mx-verhialm. 
vale  Sicuramente.  Pros.  Fior.  Borgk. 
lett.  4.  4  173-  Mi  pare  che  sìa  troppo 
timido,  e  faccia  troppo  conio  degli  errori 
del  cojfisla,  che  si  possono  alla  ùcan  e- 
mcodare.  fCj 

t  3   SIGNIFICARE. 
t  #  §.   II.   Ajtg.   in   fine    Farth.    /x%. 
5i4-  Donna  ec.  significa  ncUa  nuslia  liu- 


S  I  fi 

gua  quello  che  nella  Ialina,  onde  è  lie- 
riyato  per  la  6gura  sincope.  (Cj 

+  SIGNORE. 

.).  §.  Il Lelt.  Tuli,  a  Quinlil. 

I7J.  corr.  £r.  Ora:.  Tuli,  a  Quìnl.  Lig. 

sÌgNOBEGGIANTE Lab.  120. 

corr.  Lab.  120. 

*  SILLOGISTICAMENTE 

Sepicr.  corr.  Srgit. 

*  SIMILARE  .  Agg.  innanii  a  (C) 
Vanh.  Lti.  Dani.  i.  105.  Il  corpo  ae- 
rio  spiritoso ,  che  ponevano  i  Platonici  , 
non  è  organico,  ma  similare,  cioè  della 
medesima  spexic.  (C) 

J  SIMILE  .  Susi.  Togli  r  es.  Fir. 
Disc,  e  Cecch.  Esali.  Cr.  e  fanne  g.  così: 

*  §.  Simili  con  simili  e  gir  co'  suoi, 
o  impacciali  co'  luoi ,  maniera  proverò. 
che  SI  dice  ad  accennare  Che  ciascuno 
dee  Irallare  con  persone  della  propria 
condizione.  •  Fir.  Pise.  an.  70 --(C) 

*  g.  Ogni  simile  ama  il  suo  simile^ 
maniera  proverb.  signijicanle  Che  ciascu- 
no ama  e  tratta  volentieri  quelle  perso- 
ne che  lo  somigliano  nei  costumi.  «  Cecch. 
Esali.    Cr.  3.   I '.(€) 

SISDICATO.,.  . .  .  Segner.  corr.  *  Se- 
gner,  E  al  v.  6.  dove  ha  E  Fred.  corr. 
(FJ  E  Fred. 

SIROCCIIIAMA £  Palaf.  5. 

corr.   Fataff'.  5. 

SMARRIItE. 

*  g.  IV Cellin.    3.    5.     corr. 

Bellin.  Disc.  3.  5. 

SMERIGLIO Benv.   Celi.   Ore/. 

i;8.  corr.   l?8. 

t  J   SOCIETÀ'  ec. 

V  §.  II.  Ag^.  innanzi  a  (C)  Segner. 
Seti.  Princ.  ilìus.  1.  2.  Conviene  più 
tosto  far  sapere  a  Filotea,  che  le  promes- 
se, le  quali  passano  fra  i  compagni  di  so- 
cietà, e  fra  altri  simili  a  queste  ce.  sono 
promesse  di  cose  naturali. 

t  SOFISTICO  ec.  Add. 

*  g.  SoJisticOf  dicesi  anche  di  cosa^  e 
vale  Difficile.  Cecch.  Assiuol.  3.  5.  A- 
spetta:  i*  dirò  come  si  diceva  nel  23.  la 
notte  a  Firenze  chiesaglià.  G.  Che?  gli 
è  troppo  soffislico:  oh  non  lo  terrebbe  a 
mente  un  abbaco:  non  fa  per  me,  no, 
ma  fate  cosi  volendo  che  io  venga  j  fate 
tre  volte  chiù.  (C) 

*  SOLCnERELLO.  Dim.  di  Solco. 
Bonom.  Oss.  Fellic.  4-  Molte  volle  ne 
abbiamo  veduti  camminare  esternamente 
sopra  di  essa  super6cic,  e  particolarmen- 
te nelle  articolazioni  e  piegature  grinzose, 
e  ne'  minuti  solcherelli  della  pelle.  (C) 

*  SOLIPEDE.  Add.  Dicesi  degli  A- 
Rimali  mammiferi  che  hanno  un'  unghia 
sola  ad  ogni  piede.  Fardi.  Lez.  Dani. 
I.  59.  Dej;H  animali  bruti  alcuni  sono 
Dnipari  ,  cìlic  che  generano  sempre  un 
solo;  e  questi  per  lo  più  sono  quelli  che 
hanno  i  pie  piani,  chiamali  da  lui  (da 
Aristotile)  solipedi.  (C) 

t  SOLVITllRE.  Agg.  in  6n.  *  Giiitt. 
rìm.  1.  63.  E  preso  il  solvìlor  d'  ogni 
peccato.   (C) 

SONNOLENTE . 

g.  . .  .  Fir.  As.   197.  corr.  297. 

SOPPOSTO. 

§.  .  .  .  Sior.  Eiir.  86.  corr.  87. 

J  SOPRACCARICO. 

:!:§....  Salvia.  Cranch.  corr.  Salv. 
Granch. 

SOPRACCIÒ' Salvin.  Granch. 

corr.  Salv.    Granch. 

t  SOPRANO.  Susi. 

tr  %.  Soprano ,  dicesi  anche  la  Per- 
sona che  canta  in  voce  di  Soprano.  Bel- 
tin.  Disc.  I.  199.  Suona  lutto  il  coro 
degli  strumenti  insieme  e  dei  musici  : 
sentite;  eccovi  due  soprani  ad  un  tratto  , 
ecco  che  si  seme   solo  il  basso  ec.  (C) 


SOR 

*  SORGBANDE.  Add.  F.  A.  Più 
che  grande  .  Cuilt.  rim.  1.  74.  Magne 
di  tua  vertù,  magne  d'  amore  Da  Dìo  a 
te  soo  prove  este  ,  e  son  nenie  In  ver 
che  e'  è  sorgrande  e  soimaggiore  E  so- 
la tua  ,  eh'  è  maggio ,  e  maggiormente 
ec.  CO 

«  SORMAGGIOBE.  Add.  V.  A.  Più 
che  maggiore.  Guitt.  rim.  I.  74.  Magne 
di  tua  vertù,  magne  d'  amore  Da  Dio  a 
le  son  prove  csle  ,  e  son  nenie  In  ver 
che  e'  è  sorgrande  e  sormaggiore  E  so- 
la tua  ,  eh'  e  maggio  ,  e  maggiormente 
ec.  IC) 

*  SORPIACERE.  Piacere  assai.  Guitt. 
rim.  i.  58.  E  sor()iace  chi  bene  Ogn'in- 
giuria  soslene.  (CJ 

*  SOTTOCELESTE.  Add.  Subluna- 
re .  Dicesi  propriamente  della  terza  ge- 
rarchia dei  Beati  f  eh' è  delle  anime  u- 
mane.  larch.  Le:.  Dani.  I.  369.  L'ani- 
me di  lutti  i  Beali  distinti  primieramente 
in  tre  gerarchie  :  supercelesle  ovvero  di- 
vina, celeste  ovvero  angelica,  sottoceleste 
ovvero  umana.  (CJ 

t  SOTTRAZIONE  ec.  .  ..  ùlaestruss. 
corr.  3iae.<tru:s.  2.  l3. 

SOVENTE,  ...  E  Conv.  covr.  Dani. 
Conv. 

SOVBABBONDOSO.  Agg.  in  fine.  * 
Guitt.  rim.  I.  70.  Lui  mundi  e  sai  ter- 
rae  son  certo.  Secondo  in  aperto  fa  pro- 
va  Il  sovrabbondoso  lor  merlo.  (Cj 

*  SOVRASSALIUE.  Soprassalire,  As- 
saltare. Firn.  ant.  Inghilfr.  Sicil.  I.  l4l- 
Cà  di  è  neir  aria  scura  Lo  vii  augel'so- 
vrassaglie  il  falcone,  Pres'  ha  '1  leon  na- 
tura dì  topino.  (Cj 

SPACCIO  .  .41  V.  l\.  ore  ha  e  a  più 
spaccio  corr.  e  ha  più  spaccio 

SPADONE. 

f  §.  IH.  E'  vi  si  può  giucar  agg.,  0 
tirar  —  Ed  agg.  in  fio.  *  Salvin.  Fier. 
Buon.  3.  3.  9.  Quando  in  una  casa  ,  o 
stanza  non  v'  è  niente,  si  dite:  vi  si  può 
tirar  dì  spadone.  (CJ 

'f  *  SPARERE.  Aeg.  io  fin.  (AJ 

*  SPARGOGLiARE  .  Sparpagliare  . 
Fior.  Jt.  35o-  E  reinontala  a  cavallo 
tutto  lo  campo  spargnt^Iiò  in  qua  ed  in 
l'a.  (C) 

t  3  SPEDIZIONE.  .  .  .  Buon.  Fier. 
5.   3.   corr.   Buon.    Fier.  I^.  5.  3. 

t  SPENNACCHIO.  .  .  .  l'arch.  Star. 
agg.  9.   239. 

't'  *  SPERGITORE.  Innanzi  a  Sal- 
vin. agg.  Cuttt.  rim.  I.  52.  Tu  lupo 
ispergitore  Si  rome  esso  pastore.  (CJ 

*  SPOGLIASTE Borgh.  Fir. 

Disc.  corr.    Borgh.   Fir.  Dis/, 

SPnETARE.  Agg.  ìj  Gn.  *  Dati  Le- 
pili.  75.  Ma  vedendosi  a  piede  nel  saper 
leggeie.   mutò  pensiero,  e  si  spretò.   {Cj 

SPRL'ZZAGLIA. 

f  *  §.  .  .  .  Salvin.  Annoi.  Opp.  Pese. 
agg.  p.  38i. 

J  SPUTARE. 

t  §    VII.  .  ..  E  Slor.  agg.   II.  375. 

SQUADRATO.  .  .  .  Borgh.  Bip.  l5o. 
corr.    140. 

*  SQUAM.METTA.  Dim.  di  Sijuam. 
ma.  Catd.  Oss.  anat.  IO.  La  pelle  è  se- 
minala di  piccole  squammelte,  e  partico- 
larmente nelle  zampe.   (CJ 

J  SQUARTARE  .  Agg.  in  fine  1'  es. 
Bern.  Ori.  che  è  al  g-  '.  di  SQUARTA- 
TO allegandolo  cosi:  *  «  £  I.  8.  4^- 
Non  sendo  ancor  beo  morti  ,  gli  squar- 
tai ,  Del  petto  all'  uno  e  1'  altro  trassi  il 
cuore.  (CJ 

3  StjUARTATO. 

*  §.  I.  Togli  r  es.  Bern.  Ori.  e  por- 
talo alla  F.  SQUARTARE  come  e  ac- 
cennato di   sopra. 

*  SQUITIINANTE  .  Che  squittina  . 
Borgh.  Disc.  Scriv.  contr.  II.  Non  al- 


S  Q  U 


I9a5 


lega  mai  altro  che  il  comune  impedi- 
mento del  più  o  men  favore  degli  squit- 
tinanli  (qui   in  fona  di  sust.J.   (C) 

:;:  SRADIRE  .  Diradare,  liender  più 
rado.  Soder.  Ort.  e  Giard.  Io3.  I  cam- 
pi non  più  seminati ,  rotti  di  nuovo ,  ed 
i  lembi  che  sì  chiamano  i  boschi  0  cam- 
piccl ,  disfatti,  con  V  abbruciarli  e  sra- 
dirgli  le  rendono  migliori  (  le  fave  J  , 
e  tutte  le  terre  bonificano  ed  ingrassa- 
no.   (C) 

+  J  STABILIRE. 

•f  §■  I.  Agg.  infine.  *  Vii.  Bari.  n. 
Quando  il  Re  fue  rivenuto  al  suo  pala- 
gio, si  mandò  quello  Irombadure  ,  il  quale 
era  stabilito  a  quel  mistìero,  (Ci 

J  STAGIONE. 

5?  g.  V.  Porla  innanzi  a  (CJ  V  es. 
Guicc.  Slor.  che  è  al  g.  Vili,  allegan- 
dolo  cosi:  £"11.   l83.  .  .  . 

*  §.  Vili.  Togli  r  es.  Guicc.  Slor. 
e  porLilo  al  g.  V.  come  e  accennato  di 
sopra  . 

't'  S  STALLO .  Al  V.  12.  ove  ha  V 
uno  agg.  (  senso  J  Togli  1'  es.  Borgia 
Vesc.  Fior,  e  fanne  g.  come  appresso: 

ijs  §.  Stallo,  dicevasi  anlicam  .  Quella 
sedia  sulla  quale  sedeva  il  /'escovo  in 
Chiesa.  (Cj 

V  g.  Onde  Collocare  un  Vescovo  nel- 
lo stallo  ,  valeva  Dargli  il  possesso  dei 
Fescovado  .  o  Borgh  .  Vesc .  Fior . 
348 ...  (CJ 

STAjrpARE. 

§.  Vili.  .  .  .   Cas.  lelt.  53.  corr.  58. 

STANGONE.  .  .  .  E  Star.  180.  corp. 
E  st.   180. 

STANOTTE.  .  .  .  Bocc.  nov.  74.  IO 
corr.  64.   IO. 

STARE  AD  ALCUNO   ec Sen. 

Ben.  T'arch.   5.   36.   corr.  3.   36. 

STARE  A'  PATTI  DI  CHECCHES- 
Sl'A  ....  Lasc.  Parent.  corr.  *  Lasc. 
Parent.   e  peni  in  fine.  (VJ 

STARE   A  PIGIONE. 

g.   .  .  .    Varch.   Ercol.   35.  corr.   3o. 

3  STARE  A  VEDERE  .  Togli  U  pri- 
mo es.  di  Frane.  Sacch.  e  Ctcch.  Dot. 
e  fanne  g.  così: 

*  §.  Stare  a  vedere,  vate  talora  Stare 
in  aspettativa  di  checchessia.  Osservare. 
«  Frane.  Saccli.  nov.  ^ig.  ......  (CJ 

*  g.  Stare  a  vedere  ,  vale  anche  In- 
dugiare, Soprastare,  per  vedere,  o  cono- 
scere quello  che  altri  in  questo  mez- 
zo fa  ,  o  delihera  .  ■■  Cecch  .  Dot .  2. 
5 -.  (CJ 

STARE    IN  DISPARTE Petr. 

son,  1.  35.  corr.  i35. 

STARE  IN  SULLE  SUE.  . .  .    Farch- 
Ercol.  92.  corr.  91. 
STATUTO. 

g.  .  . .  Lasc.  Sibili.  2.  3.  corr.  1  3. 
STECCATO.  Susi. 

t  g.   Il Farch.   Stor.   II.  agg. 

j  349.  e  ove  ha  a  campo  aperto  corr.  a 
I  corpo  a  corpo. 

I  STELLA  .  Agg.  in  fine  .  Galil.  leti. 
!  Uom.  ili.  12.  Il  quale  (  occhiale  J  oltre 
I  alla  luna,  mi  ha  fatto  ritrovare  una  mol- 
titudine dì  stelle  fisse,  non  mai  più  ve- 
1  dote.  Bocz.  Varch.  1.  rim.  2  II  sol,  la 
'  luna  e  latte  1'  altre  stelle  O  vaghe,  0  fcr- 
I  me  ,  d'  intorno  al  suo  stelo  Vedea  seni' 
'  alcun  velo.   (C) 

j        *  g.    J'edcr  le  stelle,   dicesi   allorché 

'  per  colpo    ricevuto,  o  altro,  si  sente  un 

gran  dolore.   Halm.   li.  53.  Ond' eì  in 

quel  punto  andando  all'  Occidente  Vede 

le  stelle,  e  1'  una  e  1'  allra  sfera  ec.  (CJ 

*  g.  £  Far  veder  te  stelle,  vale  Far 
sentire  un  gran  dolore  .  Bern.  rim.  I. 
92.  Entra  uno  stecco  al  vdlanel  nel  pie. 
de.  Che  le  stelle  di  di  gli  fa  vedere.  (Cj 

i^  g.  Stella,  fìgìtratam.  per  Guida  ,^ 
Scorta.  Atam.  Gir.  8.  84-  Morir  vogV  io' 


igafi 


S  T  E 


poiché  perdalo  Ilo  quella  Che  fu  del  vi- 
ver  mio  linioDc  e  stella.  (C) 

STESSEIIE Hcmb.  Asol.  294. 

corr.  2.  ():j.  ^' 

STIMAZIONE.  ...  Pass.  corr.  fZ); 
Pass,   e  In^li   in  6n.  (H) 

t  STIMITI.: .  AlIegaDc  1'  e»,  omesso 
por  crrure  .  Fsp.  Sai,,,.  Quando  si  mo- 
Sierra  tlrislo  colle  slimite  e  segni  della 
passione. 

STORIA. 

§■  I.  .  .  /?  y.  ^.  no,..  8.  corr.  *  E 
g.  q.  noi:.  S. 

STORPIO  ce. 

*  § Be/lin.   Un.    Uom.   iti.   i. 

295.   corr.    I.  245. 

STHACANTARE.  .  .  .  Tìocc.  ne.  70. 
20.   corr.    /ìocc.  «oc.   77    20 

*  STRACO.NTENTAIIE.  A,',  c/,e  «„. 
tenlarc.  Pros  .  F.or .  lìor^h.  U„.  l^,  \, 
177.  Se  SI  seguirà  a  queslo  modo ,  sa- 
rà   da    slraconlenlarsene    (    nui     nculr. 

pass.).  (C)  ' 

STRADARE Buon.   Fier.  3.    I. 

II.   corr.   3.    I.  Q. 
STRUGGIME.-VTO. 


S   U   S 

*  S-  "•  Poni  l'es.  ira  le  vireolettc. 
Si;VER0....Cr.5.  69.  I.  corr.  Cr. 

T  A 


,§•    " Frane.   Sacci,.    Op.    Div. 

234.   corr.    134. 

STRUMENTALE.  Togli  1'  es.  *  Red. 
leu.   e  fanne  §.  così: 

•■•  §•  Offesa  ,  o  simile  slrumenlalc  , 
dicono  i  Medici  a  offesa ,  o  s,m,le  di 
qualche  slrnmenlo,  o  organo  del  corno 
dell'  animale.   Red.  leti.    1.  365 (Ci 

J  STUZZICARE. 

§•   V" Suon.   Fier.  3.  3.    2. 

corr.  Ruon.   Fier.  3.  2.  2. 

SUADEVOLE M.    y.  ì.    IO. 

corr.   2.   20. 

SVALIGIARE. 

+  §.  Corr.  la  dichiarai,  cosi:  Svaligia- 
re, dicesi  anche  dello  Spogliare  i-iolenle- 
mente  delle  cose  proprie  le  persone  .  0  i 
luoghi. 

SUCCEDANEO. 

t  § *  Ricell.  Fior.  corr.  Ri- 
cca.   Fior,  e  logli  (•) 

*  SVErìTUROSISSIMO.  Superi,  di 
Sventuro.,0  .  ì'arch.  Le:.  Dani.  2.  228. 
Consolandomi  amichcvulissimamcnle  nel- 
la  sventurosissima  morte  di  quel  pove- 
rello di  mio  nipote.  (C) 

■f  SUFFOIÌMATIVO  .  Add.  Qua<i 
formativo,  larch .  Le:.  Dani.  I.  25. 
Diceva  (Galeno)  il  seme  della  donna  non 
aver  fona  e  virtù  formativa,  essendo  que- 
sto proprio  del  maschio,  ma  virtù  e  fona 
suHormativa,  o  quasi  formativa,  cioi;  fur- 
maliva  non  per  sé,  ma  in  virtù  e  per 
heneCzio  del  seme  del  maschio.  (Ci 

SUFFUMIGIO Cr.    ì.   33.  /,. 

corr.   Cr.  5.  35.  4.  ' 

SVIVAG.\ATO. 

§•    1.    Ark     ,n    princ.   *   larch.   Lei. 
Dani.  2.  95.   Non    avcmo    noi    sconcio  , 
sciallo,  sgarbato,  svivagnato,  sgantUera- 
lo,  svenevole?  (CI 
SUOLO. 

*  S-  '•  Agg.  innan.i  a  (C)  Salvia. 
V,sc.  I.  212.  Come  un  liquore  travasa- 
to perde  il  suo  sapore,  una  pianta  tra- 
pinnlala  in  stranio  suolo  non  fa  prode  j 
COSI  1  sentimenti  svelli,  per  cosi  diro  dal 
huon   terreno  oc.   intristiscono. 

SUPEHPUIIGAZIO.^E Red.   l'in 

J.  l5.   5.  c.rr.    I.    i5.  ' 

SUPPLICA.  ...  Tac.  Da,:  Ann.  ,. 
IJJ.  corr,  li.    i35. 

supplì  MENTO.  Al  i..  5.  0,;  ha  sup- 
plimcnto  corr.     upplimenlo 

*  SUSPE.^.SOR10.  Add.  T.  anal.  Ag- 
giunto  di  alcuni  muscoli  così  detli  dal  lo. 
«  ufficio.  Cald.  Oss.  anat.  l5.  Situalo 
•  canto  al  muscolo  sujpcosorio  doU'  oc- 
«bio  medesimo.  (CJ 
J  SUSSISTENZA. 


*  TACITORE.  Ferl.al.  masc.  Che, 
oC/i,  tace.  Guill.  rim.  i.  71.  Che  ver- 
tu  di  tanto  savere  Sommo  cherc  laudato- 
re ;  Ond' eo  sarò  tacilorc.  (C) 

TAGLIA. 

§■  " Rern.  rim.  i.  33.  corr. 

1.  i3. 

*  TALENTOSO.  r.  A.  Add.  J'o. 
gì  iosa  ,  Desideroso.  Guill.  rim.  l.  127. 
Amore  meo  ,  se  Deo  m'  allungi  a  noia 
(  m-  allontani  da  noia  J  ,  E  gioia  in  voi 
nii  dia.  Alla  stagion  eh'  eo  foi  (/ìii)  Ta- 
Icntoio  di  voi  lo  tempo  mio.  (CJ 

TANA.   Agg.  in  fine.    *    ForrA.   Lez. 
Dani.  2.  228.  Dirassi  ancora  il  luogo  dove 
sia  stata  la  lepre  covo,  come  alla  stanza 
della  volpe  tana.   (C) 
TANGERE. 

,  § Lor.  Med. corr.  Lor. 

Med.  canz. 
t  5  TASCA . 

•.•  g.  l'are  a  perdere  colle  ta.ìchc  rotte,  I 
dicesi  in  proverh.  di  Chi  perde  sempre  al  ' 
giuoco.    I  .    PERDERE.  §.   VI     (Ci 

TEMPESTARE Volg.   Mor.  S. 

Creg.   corr.   Mor.   S.    Greg. 

-  TENERE  BUONO  liV  SUNO.  V. 
MA.NO,  §.   LIV.    (C) 

TENERE   IL   LUOGO Rocc 

nov.  27.  34.  corr.  27.  3. 

t  TENERE  IL  SACCO  ....  Farch. 
Slor.  agg.  7.  184.  e  o«  ha  rubava  corr. 
furava . 

S.   .....   Frane.   Barb.    l35.  6.  corr. 

l35.  16. 

t  TENERE  IN  COLLO ìit 

Crist.  D.  agg.  80. 

*  TENERE  PER  COSTANTE.  Tener 
per  fermo  ,  Aver  per  certo.  Serd.  Hi. 
Inn.  46.  Mandò  sul.itamenle  un  trom- 
hetla  in  Roma  a'  conservatori  a  far  de- 
nunziare, che  ce.  lencssono  per  costante 
non  dovere  fra  loro  seguire  pace  giam- 
mai. (C) 

TENERO.  AdJ. 

*§.  II.  Agg.  innanii  a  (C)  Pros.  Fior. 
Dal.  deal.  3.  I.  161.  Pigliatelo  (le  uo- 
va )  da  liere  ,  sode  ,  haiiolte  ,  affogale  , 
tenere,  tanlosle  ec.  sempre  sono  ottime. 

g.  X.  Allegane  es.  «  Varch.  Lez. 
Dani.  2.  g5.  Non  si  dice  ec.  a  un  tene- 
ro e  deliolc  ,  cialdino  ,  dolce  intineolo 
ec.T  (C)  " 

t  TENERUZZO.  .  .  .  /'■«.  Crist.  .cr. 
C.  R.  V 

TENTA. 

+  § rarch.    Star.    14.  corr.  ed 

agg.    /'<irc/i.  Star.  i5.  594 Errore  di 

Crusca  . 

t  TENUTA.  Agg.  in  fine.  «  /}env. 
(eli.  1,1.  3.  272.  lo  metto  in  tenuta, 
da  parte  del  Re,  quest'  uomo  qui  di  quel 
giuoco  di  palla.   (C) 

t  J   TERRENO.   .9ust. 

fe.  IV.  .  . .  cioè  iVo/i  si  può  corr.  cioè 

Non  ci   si    può 

t  S  TERRESTRE  ec 
*  §.  Terrestre,  vale  anche  Che  sta  , 
o  suole  stare  in  lena.  Cr.  io.  1.  Pen- 
sarono in  che  modo  gli  animali  aerei  , 
terrestri  ec.  pigliar  polessono  .  Ilicett . 
Fior.  X  Gli  ammali  altri  si  chiamano 
terrestri ,  come  il  cervio,  il  lupo  ec.  pcr- 
chii  ahitann  la  terra;  ed  altri  aerei,  come 
i  rnlomhi,  le  passero  ,  e  le  rondini,  per- 
chè volando  Hanno  buona  parlo  del  lem 
pò  in   aria.    (C) 

TERSO. 

t  *  S    I    Innanii  a  .Veni.  agg.    l'arch. 
Ercol.  287.  Dico  che  gli  darebbe  il  cuo. 


TER 

re  di  provare  ee.  1'  idioma  fiorenlino  io 
se  essere  pessimo  di  lutti  gli  allri  To- 
scani ,  e  il  Lucchese  insieme  col  Pisano 
"sere  più  gasl.gato  e  terso  di  luiii  eli 
altri.  (C)  * 

TIRARE,  ec. 

§.   XXXI.    Allegane  es.  Red.    leti.    a. 

]\'  ^''■;  '579  )  Oggi  si  lira  P  ulUmo 
foglio.  (C) 

§•  LXX.   Tirare  di  dadi  corr.  Tirart 
I  dadi 

§.  CXLV.    Al    V.    25.    ove   ha    Dani. 
corr.  «  Dani,  e  logli  io  fine  le  virgolette  . 

*  §.  ce.  .  .  .  /'.  TEMPO,  S.  XXII 
corr.    y.   TEMPO,  J.  XXI. 

t  TOCCATOBE. 

§ Cani.  Cam.  63.  Ut.  coir. 

Cani.    Cani.   67.   tit. 
TONDO.  Add. 

*  §.  Tondo,  è  anche  aggiunto  di  Pi. 
no,  e  vale  Che  è  di  sapore  ira  l'  abboc- 
calo e  l'  asclullo.  Lasc.  rim.  2.  74.  Pan 
bianco  e  fresco  vi  consien  trovare  ec.  Ac- 
ciocché meglio  il  vin  possa  iniuppare.  Il 
qual  sia  tondo  ,  o  leggiadro  matura  ec. 
Ne  dentrovi  acqua  mai  ,  ma  puro  puro  . 
Rronz.  rim.  hurl.  2.  255.  Certi  che  si 
diletlan  poi  di  vini  Tondi,  scambian  gra- 
nale, e  altre  mele  E  lascia  stare  in  que. 
sto  i  cittadini.  Car.  Slracc.  I.  4.  Tondo 
e  frizianle  insieme,  m'  e  ilo  fino  in  su  le 
piante  de' piedi.  (C) 

*  TONTO.  Add.  Dicesi  d'  Uomo  di 


poco  giudizio.    Farch.  Lez.   Dani. 


Quante  volle  sentiamo  noi  dire  ad  alcu. 
no,  sgridandolo,  frasca,  fraschetta,  frittel- 
la ,  frinfri  ,  tonto!  (C) 

t  TOSARE Ruon.   Fier.  3.  4.  12. 

corr.    L'uon.   L^ier.  2.  4.   12. 

t  TRALASCIARE Farch. 

Sto,:   14.  corr.  eit  agg.  farch.  Star.  12. 
467. 

TRAMBUSTARE ^.  #    Soder. 

Colt.   agg.   72. 

*  TRAMISSIO.NE.  //  Irametlert . 
Remi,.  Asol.  leti,  dedic.  Per  la  Iramii- 
sione  di  queslo  tempo,  volgare  e  com- 
munc  medicina  più  tosto  che  per  allro 
rimedio,  il  dolore  e  le  lacrime  hanno  in 
parie  dato  luogo  alla  ragione.  (C) 
3   TRAMUTARE. 

"^  %.  Tramutare,  parlandosi  dt  Unni- 
di,  e  sopra  tutto  del  vino,  vale  Trava- 
sar,: Soder.  Colt  72.  È  ben  vero  che 
quando  il  vino  si  tramuta  vergine  ,  ec. 
non  riceve  danno  dall'  essere  tramliiuta- 
10.  (Ci 

t  i  TRAPASSARE.  Togli  r  ei.  i?ofc. 
nov.  e  fanne  §.  come  appresso  :  Ed  afg. 
in  fin.  — ,  Esser  coniiene  un  termine 
da  onde  Lo  sua  conlrario  più  pasiar  non 
lassi. 

*  §.   Trapassar*,  vale    anche    Passar 
I    da  un   luogo  ad  un  allro.   m   Rocc.    nov. 

'8.   12 Cai.  Leti.  Med.  57.    La 

luna  ec.  con  periodo  mestruo  la  gira  (la 
faccia)  a  sinistra  e  a  destra  nel  trapas- 
sar dall'  altro  tropico.  (C) 

n«  §.  P,T  Consumare .  Fiamm.  4.  II7. 
Essendo,  siccome  la  stagion  richiedeva, 
il  tempo  caldissimo,  iiinlle  altre  donne  ed 
io.  acciocché  più  agevolnicnte  quello  tra- 
passassimo ce.  sopra  velocissima  barca  ee. 
1  remoti  scogli  e  lo  caverne  ce.  nrcafa- 
mn.  (C) 

S  TRAPORTARB.  Agg.  in  fine  Sal- 
vin.  Pise.  2.  21.  Di  remo  insieme  e  di 
vela  serve  ^Z' <i/n;  «gli  uccelli,  i  quali  ora 
prendendo  1'  aria,  e  dal  vento  lasciando- 
si Irapnrljre,  veleggiano  ,  ora  le  penne 
battendo,  vogan   per  quella.  (C) 

*  §•  Troportare  ,1'  una  lingna  In 
un'altra,  vale  Ridurre  le  scrillurt  I  i 
componimeli  .f  una  lingua  in  un' atira; 
Traslainre  ,    Tradurre.  Salvia.    Disc.   2. 

.ja5.  Gli  stessi  roui  comincianienti  di  oo> 


TRA 

slra  favella  Dr,i;li  aDtichissimi  limatori,  e 
ne'  primi  Vulf^aritxatori,  clie  i  libri  La- 
lini  non  dall'  uri{;ÌDale  loro  ìilieiua  iiel 
quale  furouo  composti  ,  ma  dati'  anlit-j 
traduzione  Frauses*  io  Toscano  Iraitor- 
tavjno,  dilettano  a  maraviglia  chi  vi  s* 
ausa.  (C) 

TRASPOKIMEKTO.  Agg.  in  fin.  * 
ì'arch.  l.ei.  Vaitt.  2.  349-  So  bene  che 
colai  figura  o  trasponitneuto  di  lettere  s* 
usa  non  solo  nella  lingua  greca  spessis- 
sime  volte,  ma  talora  etiandio  nella  la- 
tina. (C) 

#  TRAStMANAZIONE.  //  trasuma- 
nare. Varch.  Lei,  Dani.  i.  325.  Opera- 
tore di  detta  trasformaxioae  o  volcmo  di- 
re trasumanaxione.  fCj 

t    TRAVERSO.  Jdd. 

*  §■  I-  Agg.  innanzi  3  (C)  Bed,  Stor. 
jfnguill.  Il  piviere,  che  è  un  piccolo  uc- 
celletto minore  d'  uu  colombo  terraiuolo, 
ha  gli  intestini  ciechi  lunghi  tre  dita  Ira- 
verse. 

#  TRECCANTE.  V.  A.  Che  trecca, 
in  senso  Jigiirat.  Guiit.  rim.  i.  ly.  Lo 
vii  prò,  parlador  lo  nescentc,  E  lo  scarso 
mettente,  E  Ical  lo  treccanle  ,  e  *1  folle 
saggio,  Dicou,  che  fai,  e  volere  'I  selvag- 
gio, ro 

TRESPOLO. 

f  §.  1 £■  l4-  corr.   ed  agg.  E 

l5.  6l2.  e  oi'e  ha  e  giudicandolo  corr. 
O  giudicandolo  —  Errori  di  Crusca. 

s?  TRESTIZIA.  Toj-Ii  l'  es.  l'it.  S. 
Margh.  'J'^.  si  perchè  esso  appartiene  alla 
l'it.  S.  M.  MatU.  si  perchè  alla  pag. 
citata  si  legge  tristizia,  e  non    trestizia. 

*  TRICULE.  /  .  L.  .4<M.  Che  è  del- 
la stessa  tribù.  Ces.  Utt.  Cic.  i.  129. 
Un  certo  Erennio  tribun  della  plebe,  tuo 

trikule,  feccia  d'  uomo  ec.  ha  messo  ma- 
no a  soUicitare  spesso  il  popolo.  (C) 
TRIBUTARIO. 

#  §.  Allegane  es.  Segner.  lett.  dedic. 
5.  I  fiumi  reali  non  sono  paghi  di  entrar- 
sene soli  in  mare,  ma  vi  conducono  con 
sommo  onore  fino  gì'  ìnfimi  fiumìcelli  che 
hanno  per  tributari  ne' loro  paesi.  (CJ 

t  *  TRIDENTIERE  ec Chia- 

br.    Fort.  corr.    Cfiiabr*   l'or. 

TRIPPA Morg.  21.  3o.  corr.  21. 

39. 

#  TRISTI  A.  ;^  A.  Tristizia.  Guìtt. 
rim.  1  .  5a  Si  che  ver  lor  tristta  è  la 
tua  gioia.  (Cj 

3   TRISTO.   Jdd Hocc.  nov. 

II.    17.    con.    11.  7. 

sSs  §.  Tristo  me  ,  esclamazione  di  do- 
lore. Pecor.  g.  1.  n.  2.  Disse  il  maestro: 
ben  lo  sai  tu  chi  tu  bai  in  casa.  Disse 
la  donna:  trista  me,  che  di'lu?  se*  tu 
fuori   della    memoria  ì  (C) 

TURATO. 

t  § ^'''-    Crist.    agg.  S.  B. 

TURBOLENTISSIMO  ec . 

Xor,  Med.    Com.    iSj.   corr.    139. 

•t  TUTTO.  Add. 

#  §.   II E  nov.  2.  267.  con. 

E  2.   257. 

V  A 

•f  VACAZ10^E. 


V  A  e 

*  §.  HI Cant.    Cam.    219. 

9.   corr.    Cani.    Cnrn.   219. 

VAGELLO.  Allegane  es.  *  ì'a'ch. 
Lez.  Dani.  2.  104-  Noi  usiamo  molle 
volte  questo  verbo  vagellare  nel  mede- 
simo senso  che  farneticare  ec.  ,  onde  si 
chiama   il    vagello  dei  tintori.  (C) 

t   VALLO.NE Bocc.    19    20. 

corr.   JSocc.    nov.  19.   20. 

t  VANTAGGIOSO.  .  .  .  Varch.  Star. 
agg.  2.  25. 

t  3    VARCARE. 

*  g.  IV.  Agg.  in  fin.  J^arch.  Star. 
5.    107.   Già  sono    molti  anni  varcati.  fC^ 

VASO. 

f  *  §.  III.  Agg.  in  fin.  E  lett.  2. 
49.  Ma  più  d'  ogni  altra  cosa  mi  parve 
degno  di  considerazione,  e  mi  giunse  to- 
talmente nuovo  il  vedere  che  vasi  san- 
guigni di  questa  tartaruga  erano  tutti 
pieni  d'  un  sangue  attualmente  freddo.  (Cj 

t  UCCELLAME larch.  Stor. 

agg.    11.    35o. 

t    3    VECCHIO. 

*  §.  II.  Allegane  es.  innanzi  a  (Cj 
Sali-in.  Pfos.  Tose.  i85.  Ove  è  da  av- 
vertir di  passaggio  V  uso  degli  a&ìssi  os- 
servalo nei  buoni  autori  dal  Cardinal 
Nerli   il    vecchio. 

3    VELA. 

f  §.  IV Socc.  nov.  17.  9-  corr. 

17.    19. 

*  VENIRE  IN  MISERIA.  Impove- 
rirsi. Ar.  Fur.  43.  76.  Pensò  poi  che 
in  miseria  era  venuto  D'  andare  ove  non 
fosse    conosciuto.    (C) 

VEMRE   PER   U_\0 Bocc. 

nov.  16.  3o.  corr.   16.  39. 

•f   *    VENTITRÉ. 

^  §.  Essere,  e  simile,  alle  ventitré  ore, 
vale  Esser  vecchio.  Esser  in  là  co^lì  anni . 
J'arch.  Stor.  12.  479-  Impose  a  Filip- 
po (Clemente)  ec.  che  dicesse  liberamen- 
te a  quei  cittadini  che  più  gli  parevano 
a  proposito,  eh'  egli  oramai  era  condot- 
to col  tempo  alle  ventitré  ore  ,  e  che 
intendeva  di  lasciare  dopo  di  se  lo  stato 
della  casa  de*  Medici  di  tal  maniera  in 
Firenze,  che  dovesse  restar  sicuro.  (CJ 

t  3  VERACE.  Add Bocc.  nov, 

ant.  proem.   corr.    j.Voi'.   ani.  proem. 

*VERBERATO  ....  Iacopo  Colonna. 
Son.  corr.    Ciac.    Col.   son. 

*  VERBICAUSA.  J\  L.  Lo  stesso 
che  Ferliigrazia.  ì'arch.  Lez.  Dant.  2. 
98.  Quando  noi  conosciamo,  verbicausa  , 
tra  '1  dolce  e  '1  bianco,  questa  è  opera- 
zione del  senso  comune.  (C) 

3  VERGOGNA. 

3  §-   III Frane.  Sacch.  rim. 

corr.   Frane.  Sacch.  nov. 

3  VERO.  Susi. 

t  §.   Vili Varch.    Star.    l5. 

agg.  609. 

t  3  VILLA. 

^  g.  Andare  in  villa  colla  brigata  , 
vale  Impazzare;  modo  basso.  T'ardi.  Lez. 
Dant.  2.  95.  A  chi  è  uscito  de'  gangheri, 
o  ha  dato  U  cervello  a  rimpedulaie,  aven- 
do datola  volta  al  canto,  si  dice  lutto  il 
giorno  :  egli  è  ito  in  villa  colla  brigata.  (Cj 

*  VISTEZZA.   Qualità,  0  Stalo  di  chi 


V  l   S 


1927 


è  visto.  Sangall,  Esp.  Zanz  9.  Quando 
ritornano  al  nuoto,  vi  tornano  con  gran- 
dissima vistezza.  (CJ 

t  VIVERE. 

§    XV.    l'iver  del  suo  ec. 

*  §.  f  iver  d'  entrata,  vale  lo  stesso. 
J'arch.  Suoc.  \.  2.  Chi  vive  d*  entrate, 
non  avanza  mai  troppo  in  questa  ter- 
ra. (CJ 

V  N 

t  3   UNGHIA  ce 

•i  §.  XI.  Togli  in  fine  (A) 

*  UMGENEO.  Add.  Della  medesima 
natura.  Varch.  Lez.  Dant.  1.  485.  Es- 
sendo la  luna  unigenea  alla  terra,  cioè 
della  medesima  natura.  (C) 

UMVERSALE.  >4rft/. Varch. 

Stor.  corr.   ♦    Varch.   Stor 

V   Pi  OS.   Fior.  corr.   Pros.  Fior. 

UNIVERSO.  Add. 

V  §.  In  universo,  posto  avverbialm. 
vale  In  universale  ,  CniiCrsalmente  . 
Varch.  Lez.  Dant.  l.  191.  Basii  ora  sa- 
pere cosi  in  genere  ed  in  universo  ,  che 
delle  cose  quelle  sono  più  nobili  e  più 
peifelte,  che  meno  si  discoslano  e  si  al- 
lontanano dal  primo  e  più  allo  cielo.  (C) 

V  O 

*  VOCIATORE.  Verbal.  masc.  Che 
o  Chi  vocia.  Guìtt.  rim.  2.  160.  O  Guelfo 
Conte  e  Pucciandun  ,  la  voce  De'  gran- 
di vociator  di  vostro  priso  (  pregio  )  Mi 
fer  (ferisce)  sovente  (fjuì  banditore).  (Cj 

t  3  VOLERE. 

-r  g.  l  oler  tutto  il  suo  bene  ad  uno, 
vale   Amarlo  ardentissimamente,  quanto 


può. 


Malm.   2.    72.   Ed    io 


che 


gi'a    r  avea  sul  calendario,   Gli  voglio,  in 
quanto  a  me  ,  tutto  il  mio  bene.  (C) 

*  VOLTURNO.  Al  V.  6.  ove  ha  ac- 
colta corr.   accolte 

VOLUBILE.  Sust Cr.  6.   l32. 

1.   corr.    Cr,   6.    i3l.    I. 

t  UOVO. 

^  g.  Esser  come  l'  uovo  fresco  d'oggi 
e  d'  ieri,  dicesi  proverbialm.  delle  Fami- 
glie  venute  su  di  recente  .  Pros.  Fior. 
Borgh.  lett.  4-  4-  ^^^-  Questo  nostro 
Giovanni  Becchi  Rassegna-porte  è  d'una 
famiglia  come  1*  uovo  fresco  d'  oggi  e  d' 
ieri ,  e  d'  arleficiacci  per  la  minore.  [  Cj 

#  URA'CO.  ...  0  legamento  che  agg. 
si  parte 


■}-  Z.  Allegane  es.  ir  Varch.  Fram. 
Gram.  126.  Kè  si  maravigli  alcuno,  che 
io  abbia  raddoppiato  it  ZZ  nel  xtxho  pa- 
trizzare ,  il  che  in  latino  non  può  farsi, 
perchè  i  Toscani  hanno  due  z,  i  quali 
sono  lettere  sempiici ,  e  non  doppie  ,  e 
non  solo  si  possono  ,  ma  si  debbono  in 
molli  luoghi  raddoppiare.  (C) 

t  ZECCHIERE  ec Benv.  Celi. 

J'it.    12.  i5.   corr.   1.  2l5. 

f  ZOPPICARE Lor.  Med.  Bec. 

2.  corr.  Luig.  Pule.  Bec  2.  —  Errore 
di  Crusca. 


I  INDICI 


f^ocatfirtrio    T.   //. 


»4* 


*» 


N 


AVVERTIMENTO 

DEGLI    EDITORI 


La  Tavola  delle  abbreviature  degli  autori  dai  quali  sono  tratti  gli 
esempii  citati  nel  p^ocabolario  è  copia  fedelissima  di  quella  pubblicata  dagli 
Accademici  della  Crusca  nella  loro  quarta  impressione ,  salvo  alcune  poche 
aggiunte  di  abbreviature ,  e  di  note,  che  il  Compilatore  ha  stimato  indi- 
spensabili alla  piena  e  pronta  intelligenza  degli  esempli  addotti  in  questa ,  che 
ei  chiama  nuova  impressione.  Queste  aggiunte  saranno  contraddistinte  dal 
lavoro    degli  Accademici  nel  seguente  modo. 

Ogni  abbreviatura  nuova  delle  Opere  già  citate  (  che  le  altre  avranno 
una  Tavola  a  parte)  sia  adoperata  dal  Compilatore,  o  da  chi  l'ha  precedu- 
to,   o  aiutato,  avrà  innanzi  una  stelletta  così  :  *  ^lam.  Selv. 

Ogni  aggiunta  accodata,  o  posta  ili  mezzo  alle  notizie  ,  che  gli  Accade- 
mici danno  delle  stampe,  che  adoperarono,  e  del  come  le  citarono,  sarà  chiusa 
tra  due  lineette  di  separazione  in  questa  foggia:  -^  ....   ►— 

Ogni  nota  del  Compilatore  alle  notizie  suddette  sarà  indicata  e  richiamata 
da  una  lettera  dell'  Alfabeto  in  questa  forma  :  (a) 

Ogni  contrannota  alle  note  numerate  di  seguito  degli  Accademici,  verrà 
indicata  e  richiamata  da  una ,  o  più  stellette,  chiuse  tra  due  parentesi  in 
questa  guisa:  (*) 

E  siccome  talora  gli  Accademici  usarono  nel  corpo  di  quest'  Opera  al- 
cune abbreviature ,  che  poi  non  le  tirarono  fuori  nella  loro  Tavola ,  o  ne 
tirarono  fuori  di  quelle,  che  nel  corpo  dell'Opera  non  si  rinvengono,  così 
le  pnme  avranno  innanzi  due  virgolette  a  rovescio  in  questo  modo:»'  Alam, 
stanz.  Becca/. j  e  le  seconde  ne  avranno  due  in  fine  così:  Alam.  Poes.  » 


AVVERTIMENTO 

DEGLI  ACCADEMICI  DELLA  CRUSCA 


Nel  mentovare  in  questi  Indici  molti  di  nostra  Accademiaj  gli  abbiamo 
il  più  delle  volte  appellati  con  quel  nome  del  quale  in  essa  sono 
corredati.  Ora  percìtè  altri  possa  agevolmente  rintracciare  quali 
persone  sotto  essi  nomi  si  nascondaru),  rie  daremo  qui  appresso  il 
catalogo. 


Abbozzato 

Adornato 

Adorno 

Affamato 

Agghiacciato 

Aggirato 

Allettato 

Alzato 

Ansioso 

Ardito 

Arido 

Aspro 

Avvampato 

Avventuroso 

Avviticchiato 

Candido 

Colmo 

Conservato 

Contento 

Difeso 

Digiuno 

Dotalo 

Duro 

Fiorito 

Fragile 

Gabellato 

Gramolato 

Grattugiato 

Guernito 

Imbianchito 

Impagliato 

Impastato 

Imperfetto 

Incruscato 

Infarinato 

Inferigno 

Infiammato 

Informe 

Ingordo 

Insaccato 

Intriso 

Invasato 

Lacere 

Lieto 


Senat.  Cammillo  Binuccini. 

Altezza  Reale  del  Serea.  Giovan    Gastone  Granduca  di  Toscana. 

Agostino  Coltellini. 

Francesco  Sernigi. 

Piero  Segni. 

Arcidiac.  Vincenzio  de' Bardi 

Zanobi  Bracci. 

Seren.  e  Revcren.  Principe  Cardinale  Carlo  de' Medici. 

March.  Giovambatista  Strozzi. 

Tommaso  Segni. 

Monsign.  Filippo  de'Bardi  Vescovo  di  Cortona. 

Tommaso  Bonaventuri. 

Francesco  Sanleolini. 

Senat.  Filippo  Buonarroti. 

Monsig.  Gherardo  Gherardi  Vescovo  di  Pistoia,  e  di  Prato. 

Seren.  e  Rever.  Principe  Cardinale  Leopoldo  de'  Medici. 

Senat.  Vincenzio  Alamanni. 

Senat.  Carlo  Pitti. 

Canon.   Niccolò  Strozzi. 

Niccolò  Arrighctti. 

Canon.  Cav.  Giovanni  Guidacci. 

Erainentiss.  Cardinale  Francesco  de'  Nerli  il  vecchio. 

Senat.  March.   Bernardino  Capponi. 

Monsig.  Giulio  Masi  Vescovo  di  Monopoli. 

Co:  Antonio  d' Esle  Mosti. 

Giuliano  Davanzali. 

Senat.  Bernardo  Canigiani 

Senat.  Bastiano  Antinori. 

Senat.  Alessandro  Segni. 

Arcidiac.  Luigi  Strozzi. 

Monsig.  Antonio  Magalotti. 

Michelagnolo  Buonarroti  il  giovane. 

Priore  Orazio  Rucellai. 

Co:  Giovanni  de'Bardi. 

Cav.  Lionardo  Salviati. 

Bastiano  de' Rossi. 

Co:  Giovambatista  Casotti. 

Eminentiss.  Cardinale  Alamanno  Salviati. 

Senat.  Braccio  degli  Alberti. 

Senat.  Lorenzo  Franceschi. 

Giovan  Simone  Toruabuoni. 

Gino  Ginori. 

Eminentiss.  Cardinale  Volunnio  Bandinelli 

Priore  March.  Carlo  Rinuccini. 


1934 

Lustrato 

Offerto 

Pasciuto 

Piegato 

Posato 

Propagginato 

ProiH'cduto 

Purgalo 

Rasciutto 

Ricoperto 

Ricoverato 

Rijìorito 

Rimcnato 

Rincalzato 

Rinvigorito 

Riparato 

Ripieno 

Riposato 

Riscaldato 

Rispigolato 

Scarso 

Sincero 

Smarrito 

Smunto 

Sollecito 

Sollevato 

Sollo 

Sostenuto 

Spolverai  o 

Stritolato 

Svanito 

Suggellato 

Timido 

Travasa  lo 

Trito 

Fagliato 


Filippo  Baldinucci. 


Monsig.   Ascanio  Piccolomini  Arclvescov 


o  di  Si 


iena. 


Monsig.  Piero  Dini  Arcivescovo  di  Fermo. 

Carlo   Macigni. 

Seiiator  Vincenzio  Giraldi. 

Prior  Luigi  Rucellai. 

Sereniss.  e  Revercndiss.  Principe  Cardinale  Giovan  Carlo  de'  Medici. 

Luca  Torrigiani. 

Co  :  Ferdinando  del  Maestro. 

Francesco  Allegri. 

Mario  Guidiicci. 

Francesco  Ridolfi. 

Giuliano  Giraldi. 

Mons.  Francesco  Rinuccini  Vescovo  di  Pistoia,  e  di  Prato. 

Vincenzio  Viviani. 

Giovandjatista  Errigo  de  Valincourt. 

Benedetto  Buonimattei. 

Sereniss.  Principe  Mattias  de' Medici. 

Gay.  Francesco  Marinozzi. 

Giovanni  Berti. 

Monsig.  Lionardo  Dati  Vescovo  di  Montepulciano. 

Pier  Andrea  Forzoni  Accolti. 

Carlo  Dati. 

Simone  Berti. 

Senat.  March.  Vincenzio  Capponi. 

Co:  Lorenzo  Magalotti. 

Giovambatista  Deti. 

Senat  Luigi  del  Riccio. 

Canon.  Girolamo  Lanfredini. 

Pier  Francesco  Cambi. 

Senat    Vieri  de' Cerchi. 

Senat.  Cav.  Alessandro  de' Cerchi. 

Desiderio  Montemagni. 

Senat.  Lorenzo  Strozzi. 

(^  :  Piero  de'  Bardi. 

Cav.  Batista  Guarini. 


AUTORI 


0 


LIBRI  D'  AUTORI  DEL  BUON  SECOLO 


CITATI  DAGLI  ACCADEMICI  DELLA  CRUSCA 


LIBRI  DI  CERTO  AUTORE 


Agnolo  Pandolfini 

Frate       Agostino  da  Scarperla     .     .     . 
Ser  Arrigo  Simintendi       .     .     .     . 

Fra  Bartoloujmeo  da  S.  Concordio. 


Bindo  Bonichi 

Bonaccorso  da  Montemagno 


Bono  Giamboni 


Borghino  di  Taddeo 
Ser  Brunetto  Latini .     . 

Santa      Caterina  da  Siena  . 


Dante  Alighieri . 


Dino  Compagni 


Fra  Domenico  Cavalca 


Donato  Acciaiuoli 
Donato  Velluti  . 
Fazio  liberti  .     . 
Feo  Belcari     .     . 
Filippo  Villani    . 


Francesco  da  Barberino 
Francesco  da  Buti  .     . 
Francesco  Petrarca  . 


Franco  Sacchetti 


Giachetto  Malespini 


Trattato  del  governo  della  Famiglia. 

Volgarizzamento  de' Sermoni  di  S.  Agostino. 

Volgarizzamento  delle  Metamorfosi  d'Ovidio. 

Volgarizzamento  degli  Ammaestramenti  de- 
gli Antichi . 

Rime. 

Rime. 

Volgarizzamento  del   Giardino   di   Consola- 
zione. 

Volgarizzamento  del  Tesoro  di  Ser  Brunetto 
Latini. 

Memorie. 

Pataffio, 
j  Tesoretto. 

Lettere. 

(Commedia. 
Convivio. 
Rime. 

Vita  nuova. 
Cronica. 
i  Diceria. 

^Disciplina  Spirituale 
i    Frutti  della  Lingua. 
y  Medicina  del  Cuore. 
1  Pungilingua. 
'  Specchio  di  Croce. 
Trattato  della  Pazienza. 
Trattato  della  Penitenza. 
Trattato  delle  trenta  Stoltizie. 
Trattato  delle  Virtù,  e  dei  Vizii. 
Lettera  a  Franco  Sacchetti. 
Cronica. 
Ditfamondo. 
Poesie,  e  Prose. 
Continuazione    della  Storia   di    Matteo   suo 

Padre. 
Documenti  d'  Amore. 
Comento,  o  Lettura  sopra  Dante. 
Rime. 
Novelle. 
Opere  diverse. 
Rime. 

Continuazione    della  Cronica   di   Ricordano 
suo  Zio. 


i()56 


FrMc 


Fra 


Don 


Fra 

Frate 
Fra 


Ser 


Giacomo  Colonna Sonetto  a  Francesco  Petrarca. 

Gidro,  o  Giuda Volgarizzamento  dell'   Esposizione   de'  Van- 
geli di  Frate  Simone  da  Cascia. 

Giordano  da  Ilipalta Prediche. 

'  Ameto. 

Amorosa  Visione. 

Comcnto  sopra  l'Inferno  di  Dante. 
iDecamerone. 
I  Fiammetta. 

Filocolo. 
Giovanni  Boccacci \  Filostrato. 

Laberinta 
[Lettere. 

Ninfale  Fiesolano. 

Tcseide. 
j  Testamento. 

Vita  di  Dante. 
Giovanni  dalle  Celle   .....        Lettere. 

Giovanni  Dondi Sonetto  a  Francesco  Petrarca. 

Giovanni  Fiorentino Novelle  dette  del  Pecorone. 

Giovanni  Morelli Cronica. 

Giovanni  Villani Cronica. 

Giusto  de'  Conti La  Bella  Mano. 

Guido  Monaldi Diario. 

Guittone  d'  Arezzo Lettere. 

Iacopo  di  Dante  Alighieri    .     .     .         Dottrinale. 

Iacopo  Passavanti Specchio  di  Penitenza. 

lacopone  da  Todi Laudi  Spirituali. 

Luca  da  Panzano Cronica. 

Matteo  Villani Cronica. 

Niccola,  e  Ventura  Monaci      .     .        Lettere. 
Piero  di  Dante  Alighieri      .     .     .         Rime. 

Ricordano  Malespini Storia. 

Simone  Sigoli Viaggio  al  Monte  Sinai. 

Zanobì  da  Strata Volgarizzamento  de'  Morali  di  San  Gregorio. 

„       ,          T>       .         .  1  Volfrarizzamento  di  Maestro  Aldobrandino. 

Zucchero  Bencivenni |  Volgarizzamento  di  Rasis. 


LIBRI  B'  INCERTO,   O  D' INCOGISITO  AUTORE 


.\llcgorie    sopra  le    .Metamorfosi    J'  Otidio. 

Aintiiacstrnmi-nli    de'  Santi    Padri. 

Annota/.iooi    sopra    i  Vangeli. 

Capitoli    della    Compagnia    de'  Disciplinali. 

Capitoli    della    Compagnia    dell'  Impruneta. 

l^iiilVo   Calvanco  in    prosa. 

Corncntatore    antico    di   Dante. 

Croniclietta    trascritta    da    Amaretto    Mannelli. 

Difendltorc    della    Pace. 

Esordj    de'  Nuniidj. 

Esordj   de'  honinni. 

Esposizione    ilille    Metamorfosi    d'  Ottdlo. 

Esposizione    del    l'atcr    noster. 

Fior    di    Virtù. 

Fioretti    di    Croniche. 

Fioretti    di    Croniche    degl'  Imperadori. 

Fioretti    di  S.    Francesco, 

Fiorit.'i    d'  Italia. 

Imita/ione    ilella    Vita   di  Cristo. 

Introduzione    alle   Viriti. 

Leggenda  dell'  Asceosìono   di   Cristo. 


Leggentla    di    Gioì». 

Leggenda    dell'  Invenzione    della    Croce. 

Leggenda    di    San    Giovambntista. 

Leggenda    della    Beala    Umiliana  de'  CcKhi 

Leggenda    dello    Spirilo    Santo. 

Leggende     di    Sante. 

Libro    degli     Adornamenti    delle    donne. 

Libro  d'  .\more. 

Libro    d'  Astrologia. 

Libro    della    Cura    delle    Febbri. 

Libro    di    Dicerie. 

Libro    <le'  ilndicì    Artìcoli    della    Fede. 

Libro  delle  .Malattie  delle  Donne. 

Libro    delle   ^Mascalcie    de'cavalli. 

Libro  di    Motti. 

Libro    de'  Keali    di    Francis. 

Libro    di     Kepubblica. 

Libro    de'  Sagrnmenti. 

Libro    ili    Sentenze. 

Libro    di    Similitudini. 

Libro    di    Strumenti. 


Libro   lenza    titolo. 

Libro    di     Viaggi. 

Libri   di    Prediche. 

Meditazione    dell'  .\rbore    della    Croce. 

Meditazione   della    Vita    di   Gesù    Cristo. 

Miracoli    della    Madonna, 

Novelle    antiche. 

Ordinamenti    della    ^{essa. 

Ordine    de    Paciali. 

Prammatica    delle   Riformagioni. 

Provvisioni    del    Comune    di  Firenze. 

Quaderno    di    Conti    de' Bardi    Signori    di    Vernio. 

Quaderno    di    Conti    di    Giuliano    Davanzatl. 

Quaderno    d'Entrata,  e   Uscita    d'Or    Sun    Michele. 

Quaderno    d'Uscita   della  Camera    della    Repubblica 
Fiorentina. 

Quistioni    Filosofiche. 

Rime   antiche    attribuite    al    Re    Ruberto. 

Rosaio    della    Vita. 

Statuti    della    Mercanzia. 

Storia    d'Alolfo. 

Storie    Pistoiesi. 

Storie    de'  santi    Padri. 

Teologia    jMistica. 

Trattato    di    ben    vivere. 

Trattalo    di    Castità. 

Trattato    di    Consiglio. 

Trattato  di   Consolazione. 

Trattato    d'   Ei[uità. 

Trattato  delle    Lettere. 

Trattalo    del  Governo  della    Famiglia. 

Trattalo    d'Intendimento. 

Trattato    di     Medicina. 

Trattato    de'  Peccali    mortali. 

Trattalo   di  Pietà. 

Trattalo    di    Sapienza. 

Trattato    delle  segrete    cose    delle  donne. 

Trattalo    de'Vizj,   e    delle    Virtù. 

Vendetta    di    Cristo. 

A'ita    di    Cristo. 

Vita    della    Madonna. 

Vita   di    Sani'  .\lossio. 

Vita    di    Sani'  Antonio. 

Vila  di    Sant'Eufrosina. 

Vita    di    San    Giovanibalista. 

Vita    di   San    Girolamo. 

Vita    di    San    Giuliano. 

Vita    di    Santa    Maria    Maddalena. 

Vila    di    Santa   Margherita. 

Volgarizzamento  dell'  Alberlano. 

Volgarizzamento  degli  Ammaestramenti  a  sanità  con- 
servare   di    ^laestro    Piero 

Volgarizzamento    della    Bibbia. 

Volgarizzamento  della  Città  di  Dio  di  Sant'Agostino. 

Volgarizzamento  della  Collazione    dell'  Abate  Isac. 

V^olgarizzaniento    delle    Collazioni    de'  Santi   Padri. 

Volgarizzamento      della     Consolazione     lìlosofìca     di 
Boezio. 

Volgarizzamento    della    prima,    e    terza  Deca    di   Ti- 
to Livio. 

Volgarizzamento  delle  Declamazioni  di    Quintiliano. 

Volgarizzamento    delle    Declamazioni    di    Seneca. 

Volgaiizzamento     de' Dialoghi    di    S.    Gregorio. 

Volgarizzamento    di    Dioscoride. 

Volgarizzamento    ilell' Eneide    di    Virgilio. 

Volgarizzamento  dell'  Esposizioni    dei  Salmi. 

Volgarizzamento    delle    Favole    d'Esopo. 

Volgarizzamento    della    Genesi. 
Volgarizzamento    de' Gradi    di    S.    Girolamo. 

A'olgarizzamenlo  della  Guerra  Trojana  di  Guido  Giu- 
dice. 

Vocabolario   T.  li. 


lfl37 

Volgarizzamento  d'  una  Lettera  del    Comune    di    Fi- 
renze. 
Volgarizzamento    d'  una     Lettera  del  Comune  di  Vx; 

lermo. 
Volgarizzamento    d'una    Lettera  di  Federigo  II.  Im- 

peradore. 
Volgarizzamento    d' una  Lettera  di  Papa  Gregorio  IX  • 
Volgarizzamento    d'una    Lettera  a' Romani  della  sta- 
tura   di    Cristo. 
Volgarizzamento    d'una    Lettera  di  Tullio  a   Quinto 
Volgarizzamento    d'alcune    Lettere,  e  di    varj    Opu- 
scoli  di    San    Bernardo. 
Volgarizzamento    ti' alcune    Lettere  del    Boccaccio. 
Volgarizzamento  del  Libro  della  Cura  delle  ^lalattie. 
Volgaiizzamento    tiel    Libro  primo  dei  Maccabei. 
Volgarizzamento    di  Lucano. 
Volgarizzamento    di    Mesue. 
Volgarizzamento  del  Milione    di    Marco    Polo. 
Volgarizzamento    de' Molli    de' Filosofi. 
Volgarizzamento    d'un'    Omelia    d'Origene. 
Volgarizzamento    d'  un'  Omelia   di  San  Giovan  Gri- 

soslomo. 
Volgarizzamenlo    dell'  Omelie    di    S.    Gregorio. 
Volgarizzamento   d'  alcuni     Opuscoli    di    S.     Giovan 

Crisostomo. 
Volgarizzamento  d'Ovidio    de  Arie  amandi. 
Volgarizzamenlo   d'  Ovidio   de  lìemedio  Amoris. 
Volgarizzamento  di    Palladio. 
Volgarizzamento    di    Paolo    Orosio. 
Volgarizzamento  delle  Pistole  di  Francesco  Petrarca. 
Volgarizzamenlo    delle    Pistole    d'Ovidio. 
Volgarizzamento    delle    Pistole   di     Sani'  Antonio. 
Volgarizzamenlo    delle    Pistole    di    San    Girolamo. 
Volgarizzamenlo    delle    Pistole    di    Seneca. 
Volgarizzamenlo  del  Processo  d'  Innocenzio  IV.  con- 
tro   F'ederigo    II. 
Volgarizzamento    della    Rettorica    di    Tullio. 
Volgarizzamenlo    di    Sallustio    della    Guerra    Catili- 
naria ,    e    Giugurtina. 
Volgarizzamento    della    Scala  del    Paradiso. 
Volgarizzamenlo,    e    Spiegazione   della   Salveregina. 
Volfravizzaraento    de' Sermoni    di   S.    Bernardo. 
Volgarizzamenlo    del     Soliloquio    di    Sani' Agoslino. 
Volgarizzamenlo    della    Somma  Pisana  detta  il  Mae- 

struzzo. 
Volgarizzamento  della  Sposizione  delle    Pistole  d'O- 
vidio. 
Volgarizzamenlo    della    Storia    d'  Apollonio  di  Tiro, 

e    di    Tarsia. 
Volgarizzamenlo  della  Storia   di   Barlaam,  e    di  Gio- 

Volgarizzamento  della  Storia  Nerbonese. 

Volgarizzamenlo  della  Storia  di  Rinaldo  da  Montalbano. 

Volgarizzamento  della   Storia  di   Sani'  Eugenia. 

Volgarizzamento  della   Storia  di   Sant'Eustachio. 

Volgarizzamenlo  ilella   Storia  di   Tobbia. 

Volgarizzamenlo   della  Tavola   Rilonda. 

Volgarizzamenlo   del    Tesoro    de'  Poveri     di   Maestro 
Pietro   Spano. 

Volgarizzamenlo  del  Trattato    d'  Agricoltura    di  Pie- 
tro  Crescenzl. 

Volgaiizzamento  del  Trattato  dell'Avversità  della  for- 
tuna  d'Arrigo   da   Settimello. 

Volgarizzamenlo   del   Trattalo   di     Cirurgia  di     Mae- 
stro Guglielmo  ila   Piacenza. 

Volgarizzamento  del   Trattato  della  Coscienza  di  san 
Bernardo. 

A''olgarizzamento    del    Trattalo    della    Creazione     del 
Mondo. 

Volgarizzamenlo  del   Traltalo   della  Sobilla  dell'  A- 
ninia  di   San   Bernardo. 

243 


1938 

Volpai Ì2?.nmento  del  Trattalo  delle  Medicine  sem- 
plici di   Serapione. 

Volti;iriz7.amento  del  Trattato  degli  Scaccili  di  Fra 
lacopone  da  Cessole. 

Volgarlzzanienlo  del  Trattalo  delle  Virtù  Cardinali. 

.Vol"arizzainento  delle  Tusculane  Quistioni  di  Ci- 
cerone. 


Volgarizzamento  di  Valerio  Massimo. 
Volgarizzamento  di   Vegezio. 
Volgarizzamento  delle  Vite  di  Plutarco. 
Volgarizzamento  delle  Vile  de'Sanli  Padri. 
Volgarizzamento  delle   vite  degli  Uomini  illustri  d«l 
Petrarca, 


LIBRI  DI  DIVERSI  AUTORI 


Libro  di   Opere  diverse. 

Rime  antiche  stampate   da'  Giunti. 

Rime  nnliclic    stampate    dietro    alla    Bella    mano   di 

Giusto  de'Conli. 
l'ime   antiche  del   Testo  a  penna  di  Carlo  Strozzi. 


Rime  antiche  de'Tesli  a   penna    di    Francesco 
Rime  antiche  del   Testo  a  penna  di   Pier  del 
Zibaldone   ti' Alessan<lro  Segni, 
Zibaldone  d'Andrea   Andreini. 
Zibaldone  di   Francesco  Kcdì. 


Redi. 
Nero. 


■■lai--; 


AUTORI      MODERNI 

CITATI  IN  DIFETTO,  O  CONFERMAZIONE  DEGLI  ANTICHI 
PER  DIMOSTRAZIONE  DELL'USO,  O  PER  QUALCHE  ALTRA  OCCORRE,N7A  . 


LIBRI  DI  CERTO  AUTORE 


Agnolo  Allori 


Agnolo  Firenzuola. 


Agnolo  Segni 

Alessandro  Allegri 

Alfonso  de'  Pazzi 

Angelo  Poliziano 

Annibal  Caro 

Antonio  Alamanni 

Antonio  Neri.     ..:,... 

Antonfranccsco    Grazziui  detto   il 
Lasca 

Antonmaria  Salvini 


Rime  Burlesche. 

Asino  d'oro. 

Discorso  degli  Animali. 

Lettera  in  lode  delle  Donne  Pr  atesi. 

Ragionamenti. 

Novelle. 

Discacciamento  delle  nuove  Lettere. 

Dialogo  delle  beUczic  delle  Donne. 

Rime. 

I  Lucidi  I    _  ,. 

T  „  rr'  •  Commedie. 

La  irinuzia     I 

Lezioni. 

Rime. 

Lettere. 

Rime  burlesche. 

Stanze. 

Favola  d'  Orfeo. 

Lettere. 

Mattaccini. 

Rime  alla  Burchiellesca. 

Stanz.T  sopra  l'etimologia  del  Beccafico. 

Arte  Vetraria. 

la  Gelosia 

la  Spiritata 

la  Strega 

la  Sibilla 

la  Pinzochera 

i  Parentadi 

Discorsi  Accademici 

Prose  Toscane 


Commedie 


Baldassarre  Castiglione 
Bartolomraeo  del  Bene 

Batista  Guarino  •     .     . 
Benedetto  Menzini.     . 


Benedetto     Varchi , 


Benvenuto  Cellini  .  . 
Bernardo  Bellincioni  . 
Bernardo  Davanzati  . 
Bernardo  GiaiubuUari. 


Bernardo  Segni 


M.  Bino.  .  .  . 
Burchiello  .  .  . 
Carlo  Dati.  .  . 
Claudio  Tolomei. 
Cristofano  Allori 
Curzio  Marignolli 


Francesco  d'  Ambra 


Francesco  Berni . 


Francesco  Coppetta.     . 
Francesco  Guicciardini 


Francesco  Redi   .     . 

Francesco  Ruspoli  . 
Francesco  Serdonati 

Gabbriello  Chiabrera 

Galileo  Galilei    .     . 


1939 

Cortigiano. 

Rime. 

Il  Pastor  fido,  Tragicomedia. 

Rime. 

Rime. 

Satire.  ■  -m:. 

Storia  Fiorentina. 

Lezioni. 

Ercolano. 

Rime. 

La  Suocera,  Commedia. 

Grammatica. 

Proporzioni. 

Giuoco    di  Pittagora. 

Esposizione  di  Proverbj. 

Volgarizzamento  di  Seneca  de'Benefizj. 

Volgarizz.  della  Consolazione  Hlosofica  di  Boezio. 

Trattati  d'Orificeria,  e  Scultura. 

Vita  sua  scritta  da  se  medesimo. 

Rime. 

Volgarizzamento  di  Cornelio  Tacito. 

Opuscoli. 

Continuazione  del  Ciriffo  Calraneo  di  Luca  Pulci. 

Storie. 

Vita  di  Niccolò  Capponi. 

Trattato  dell'Anima. 

Volgarizzamento  della  Politica     j 

Volgarizzamento  della  Rettorica   L'Aristotile 

Volgarizzamento  della  Poetica       1 

Volgarizzamento  dell'  Etica  j 

Rime  Burlesche. 

Sonetti. 

Vite  de' Pittori  antichi. 

Lettere. 

Rime. 

Rime  burlesche. 

i  Bernardi      \ 

la  Cofanaria  ]   Commedie. 

il  Furto  ) 

Orlando  innamorato. 

Rime  burlesche. 

Catrina  1  •  ,»• 

,,     1-  1  Atti  scenici 

Mogliazzo     1 

Rime  burlesche . 

Storia  d'Italia. 

Esperienze  degl'  Insetti. 

Osservazioni  degli  Animali. 

Esperienze  naturali. 

Osservazioni  delle   Vipere. 

Lettere. 

Consulti. 

Ditirambo. 

Annotazioni  al  Ditirambo. 

Rime. 

Rime  burlesche. 

Volgarizzamento  della  Storia  dell'Indie  del  P.  Maf- 

fei,  e  d'alcune  Lettere  scritte  dall'Indie. 

Rime. 

Compasso  Geometrico. 

Difesa  contro  Baldassar  Capra. 

Galleggianti. 


ipijO 


Galileo  Galilei 


Giovambatista  Gelli 


Giovamtnaria  Cacchi    .     ,    .     . 


Giovanni  de'  Bardi 


Mons.  Giovanni  della  Casa . 


Giovanni  Rucellai 

Giovanvettorio  Soderini  .     .   •'.• 

Iacopo  Sannazzaro 

Iacopo  Soldani 


Cav.  Lionardo  Salviati 


Meccanica. 

Bilancetta. 

Macchie  Solari. 

Saggiatore. 

Dialoghi  del  Moto. 

Lettere. 

Operazioni  Astronomiche . 

Dialoghi  de' Sistemi  del  Mondo. 

Capitolo  in  biasimo  della  Toga. 

Letture. 

Capricci  del  Bottaio. 

Circe. 

La  Sporta,  Commedia. 

la  Dote 

la  Moglie  I 

il  Corredo  j 

la  Stiava  f 

il  Donzello  '    ^  ,. 

1, ,        ,    •    .  *-  Commedie 

gì  incantesimi 

lo  Spirito  I 

i  Dis.sìmili  \ 

il  Servigiale  ' 

r  Esaltazione  della  Croce    ■' 

Discorso  del  giuoco  del  Calcio. 

Rime. 

Orazioni. 

Galateo. 

Trattato  degli  UlEcj  comuni. 

Lettere. 

Instruzìone  al  Cardinal  Carafià. 

Rime  burlesche. 

Le  Api. 

Coltivazione  delle  Viti. 

Arcadia. 

Satire. 

Avvertimenti  della  Lingua. 

Orazioni. 

Lezioni. 

Dialogo  dell'amicizia. 

il  Granchio  i  „  ■. 

le-  Commedie 

■  Spina 


Lodovico  Ariosto    .... 

'1(1 

Lodovico  Martelli  .... 
Lorenzino  de'  Medici  .  .  . 
Lorenzo  Giacomini.     .     .     . 

Lorenzo  Lippi 

Conte  Lorenzo  Magalotti 

Lorenzo  de'  Medici.     .     .     . 


Coniento  della  Poetica  d'  Aristotile. 

Rime. 

(Canzone  del  Pino . 

Infarinato  Primo. 

Infarinato  Secondo. 

Considerazioni  di  Carlo  Fioretti. 

Orlando  Furioso. 

Salire. 

IWmc. 

la  Cassarla  j 

la  Lena  (. 

il  IScgromante 

i  Suppositi  ] 

Rime. 

r  Aridosio,  Commedia. 

Orazioni. 

Maliuantile. 

Saggi  di  Naturali  Esperienze. 

Rime. 

Coincnto  sopra  le  sue  Rime. 


'  Commedie 


Lorenzo  de'  Medici 


Luca  Martini. 
Luca  Pulci. 


Luigi  Alamanni 


Luigi  Pulci 


Mario  Guidacci 

Matteo  Franco 

Mattio  Franzesi 

Michelagn.  Buonarroti  il  vecchio. 

Michelagn.  Buonarroti  il  giovane. 


Orazio  Rucellai  . 
Ottavio  Rinuccini 


Padre  Paolo  Segneri 


Pietro  Bembo. 


Raffaello  Borghini 
Romolo  Bertini  . 


Segretario   Fiorentino . 


Sperone  Speroni. 
Tommaso  Segni 


Piero  Segni 

Piero  Vettori "     . 

Pierfrancesco  GiambuUari  ...       j 


Commedie. 


Torquato  Tasso .     . 
Vincenzio  Borghini 


'94' 

Laudi,  e  altre  Rime  Spirituali. 
Canzoni  a  ballo. 
Beoni. 
Nencia. 

Rime  burlesche. 

Libro  primo  del  Ciriffo  Calvaneo. 
Avarchide. 
Girone  il  Cortese. 
Coltivazione. 

Opere  Toscane,  o  sia  Rime. 
Morgante. 
Beca. 
Frottola. 

Libro  di  Sonetti. 
Discorso  sopra  le  Comete. 
Sonetti  uniti  a  quelli  di  Luigi  Pulci. 
Rime  burlesche. 
Rime, 
la  Fiera 
la  Tancia 
Cicalate. 
Dialoghi. 

La  Dafne,  Commedia. 
Prediche. 

Cristiano  instruito. 
Manna  dell'Anima. 

Volgarizzamento  di  Demetrio  Falereo. 
Coltivazione  degli  Ulivi. 
11  Gello  Dialogo. 
Storia  d'Europa. 
Asolani. 
Lettere. 
Prose. 
Rime  . 
Storie. 
Riposo. 

Rime  burlesche. 
Storie. 
Principe. 

Vita  di  Castruccio. 
Modo  tenuto  dal  Duca  Valentino. 
Ritratti  della  Francia,  e  dell'Alemagna. 
Discorsi  sopra  Tito  Livio. 
Arte  della  Guerra. 
Asino  d'Oro. 
Capitoli. 
Decennali. 
Novella. 
la  Mandragola  | 
la  Clizia  ' 

Orazioni. 
Dialoghi. 

Volgarizzamento  di  Seneca  della  Tranquillità    del- 
l' animo. 
Gerusalemme  liberata. 
Aminta,  Favola  boschereccia. 
Lettere. 
Rime. 

Dell'Origine  di  Firenze. 
Della  Città  di  Fiesole. 
Della  Toscana,  e  sue  Città. 


Commedie. 


'91» 

De' Municipi,  e  Colonie  Romane. 

Delle  Colonie  Latine. 

Delle  Colonie  Militari. 

De'Fdsti  Romani. 

Dell'  Arme  delle  Famiglie  Fiorentine. 

v;«oo„,-„  T>«^„v,:„;  f   Della  Moneta  Fiorentina. 

Vincenzio  Borghini Ver-  e      ■    ir    .     i    /^    i     »» 

°  \  ae  rirenze  tu  neuilicata  da  Carlo  Magno. 

Se  P'irenze  ricomprò  la  libertà 

Della  Chiesa,  e  de' Vescovi  Fiorentini. 

Del  modo  di  fare  gli  alberi  delle  Famiglie. 

Annotazioni,  e  Discorsi  de'  Deputati  sopra  '1    Deca- 
merone. 

Vincenzio  Capponi Parafrasi  poetiche  de' Salmi. 

Vincenzio  da  Filicaia Rime. 

Vincenzio  Martelli |  J^™^' 

'   Lettere. 

Discorso  d'Arno. 
Trattalo  delle  Proporzioni. 

Vincenzio  Viviani |  Diporto  Geometrico. 

Ragguaglio  dell'Opere  del  Galileo. 
Resistenze  de' Solidi. 


i»«r»4 


LIBRI  D' INCERTO  O  D' INCOGNITO  AUTORE 

Compagnia  del  Mantellaccio. 

Ricettario  Fiorentino. 

Stacciata  prima  della  Crusca  contro  il  Dialogo  dell'  Epica  Poesia  di  Cammillo  Pellegrino. 

Stanze  della  Rabbia  di  Macone. 


LIBRI  DI  DIVERSI  AUTORI 


Canti  Carnascialeschi. 
Prose  Fiorentine. 


TAVOLA 


DELLE 


ABBREVIATURE  DEGLI  AUTORI 

DA'  QUAU  SONO  TRATTI  GLI  ESEMPII  CITATI  NEL  VOCABOLARIO 


KBI.LA  QUALE  SI  DA  ANCHE  CONTO  DELLE  STAMPE  A  TALE  EFFETTO  ADoPEUaTE 


E  DE    POSSESSOni  DE     TESTI  A  PENNA  ALLEGATI. 


■"«^s^^^K-^SS:^- 


^g.   Pan. 
Agli.    Pand. 
j4i;n.  Pand.    15. 


«  Alam.  Aior. 

jilam.  Ai'arch, 

Alam.  Avarch.%  kO. 

Alani.  Gir. 

Alam.  Gir.  3.  3tì. 

Alam.  Colt. 

Alam,  Colt.    I,   16. 

Alam.  Poes,  » 

Alam.   Rim>  « 

*  Alam.  Bim.  K  183. 
Alam.   Eleg.  n 

*  Alam.  Eleg.  1,1,  2. 

*  Alam.  Son.  \. 

*  Alam.  Selv.  3. 


a  Alam.  son,  I. 

"  Alam.  rim.  son.  Io. 

•t  Alam.  stanz.  Beccaf. 


Agnolo  Pandolfìni j  o  sia  Trattato  del  governo  della  Famiglia  scrilto  da  Agno- 
lo Pandolfitti.  Tanto  nelle  anlecedenli  impressioni,  quanto  in  questa  è  slato 
citato  il  Testo  a  penna  ,  die  fu  già  del  Senator  Filippo  Pandolfìni  noslio 
Accademico,  e  che  ora  nella  Libreria  del  Senator  Cammillo  Pandolfìni  si  con- 
serva. Alcuna  volta  nella  presente  impressione  ci  slamo  servili  dell*  esemplare 
stampato  in  Firenze  pe'  Fortini^  e  Franchi  l'anno  ITS'i  in  4,  ma  i  numeri 
aggiunti  agli  esempli  conlspondono  per  lo  più  a  quelli  delle  pagine  del  Testo 
a  penna,  perchè  non  avemmo  lo  stampato,  se  noQ  dopo  essere  molto  inol- 
trata la  stampa  del  presente  Vocabolario.  —  In  questa  nuova  impressione  si 
sono  supplite  le  citazioni  alla  maggior  parte  degli  esempli,  ne' quali  erano  stale 
tralasciate  dagli  Accademici,  e  ridotti  parecchi  di  quelli  che  erano  numerati  se- 
condo le  pagine  del  Testo  a  penna,  a'  numeri  delle  pagine  dello  stampato.  — 

Opere  di  Luigi  Alamanni j  cioè  : 

Ai'archide  Poema  ;  si  cita  l'edizione  àe^  Giunti  dì  Firenze  del  1570.  ìn 
4.    ed   i   numeri   aggiunti   agli   esempli  indicano  il  libro,  e  Follava, 

Girone  il  Cortese  Poema  ;  si   cita  1'  edizione  di   Parigi    del   1548.  in   4.  ,    ed 
i  due  numeri   posti   agli    esempli  segnano   il   libro,  e  V  ottava. 

Coltivazione  in  versi  sciolti,  divìsa  in  sei  libri;  si  allega  l'edizione  di 
Parigi  fatta  da  Roberto  Stefano  nel  1546.  in  4.,  ed  il  primo  numero  ac- 
cenna  il   libro,   11   secondo     la   pagina   (I)  , 

Opere  Foscane^  (a)  o  sia  Poesie _,  o  Rime  raccolte  ìn  due  Volumi,  e  stampa- 
le in  Venezia  per  gli  Eredi  di  Lucantonio  Giunta  nel  I5'l*2.  in  8.,  la 
quale  edizione  alcune  volte  è  citala  col  numero  del  Volume,  e  delle 
pagine,  e  sono  le  seguenti;  Elegie j  delle  quali  nell'  antecedente  impres- 
sione dissero  aver  citalo  un  Testo  a  penna  di  mano  di  Benedetto  F'aV' 
chiy  che  poi  fu  del  Senatore  Alessandro  Segni  nostro  Accademico,  e  Se- 
gretario, dello  il  Guernito  (2).  Egloghe,  Sonetti ,  Canzoni  _y  Favola  di 
Narcisso  ^  Diluvio  Romano,  Favola  d"  Atlante,  Satire,  Salmi  Penitene 
ziali.  Selve,  Favola  di  Fetonte,  Antigone  Tragedia,  Inni,  Stanze.  — 
In  questa  nuova  impressione  si  è  fatto  uso  delF  edizione  summentovata; 
ma  polche  le  Elegie  coolenule  nel  primo  volume  sono  divise  in  4  libri,  così 
i  due  numeri  apposti  talora  agli  esempli  traiti  da  esse  accennano  il  primo 
V  elegia,  ed  il  secondo  il  libro.  — 
Rime  di  Antonio  Alamanni  .  V.  Ant.  Alam. 

Stanza  di  Antonio  Alamanni  sopjxi  V  etimologia  del  Beccafico.  V.  Ant.  Alam. 


(l)  ^elU  passala  impressione  ;illa  voce  Sez'io  si  trovava 
nUla  queàl*  Opera  diversament"  così:  A!am.  Colt.  3o5.  ma 
aveuilu  Doi  osservalo,  che  non  aveva  tante  pagine  questa  cdi- 
cioDe  ,  e  fatta  miglior  diligeota  abbiamo  ritrovato,  che  questo 
esempio  era  tratto  dal  yoX^aniximeuiaàx  Tacito  del  Davanzali 
Del  Libro  3.  delle   Storie  alla  pag.   3o5. 

(a)  Tutto  che  queste  Opere  fossero  poste  nella  Tavola 
fino  dalla    prima  imprcssiooe ,   nondimeDO  egli  è  certo  o  che 


non  furono  spogliate  mai  dagli  Accademici,  o  che  essi  non  in- 
serirono i  loro  spogli  nel  Vocabolario;  da  che  non  vi  si  trova 
pur  un  esempio  coli*  abbreviature  suddette. 

(2)  Di  questo  lesto  a  penna  ,  siccome  ancora  della  mag- 
gior pjite  degli  altri  allegati  presso  al  Guernito  ,  non  ab- 
biamo potuto  ritrovare  ciò  che  sia  avvenuto  ,  ne  in  mano  di 
chi  sieno  passati ,  ne  dove  presentemente  steaao. 


mi 

Mber.  f^oli^arizzamento   destre  Trattati    tìi*  Alberlano- Giudice    da  Brescìaj    il  primo 

Alberlan.  della   dilezione  di   Dio    e  dei    prossimo  ,    e  "della  Forma   dell*  onesta  vita  ;     il 

Albert,  cap.  2.  secondo  della    Consolazione  \  e    de'  Consi^K  ;     il    terzo    delle   sei   Maniere  del 

Albert.   2.  2'*,  parlare.   Tanto    nelle    antecedenti  ,  quanto     mila    presente  impressione  si  cita 

Albert.   HM.  l'edizione  di  questi    Trattati,  emendata  da   Bastiano  de*  fiossi   nostro    Acca- 

Albert.    car.    192.  demico,  e  Segretario  ,  detto  V  Inferigno  j    falla    in   Firenze   l'anno    IGIO.  io 

4.  Per  distinguere  ciascheduno  di  questi  tre  Trattati  sì  dee  avvertire  ,  che 
qualora  abbiamo  citato  solamente  il  capitolo^  si  dee  intendere  del  primo 
TraUato  ;  quando  s'  incontrano  due  numeri  ,  s'  intertde ,  che  sìa  citato  il 
secondo  Trattato,  poiché  il  primo  numero  accenna  quello  del  Trattato,  ed 
il  secondo  i  capitoli  ,  ne'  quali  è  diviso,  il  terzo  Trattato  ,  perciocché  è 
'■'/  '  T)'^  t '^''^,' '  assai  breve  e  aon  distinto  in  capitoli,  e  citalo  a  pagine,  oode  i  numeri 
corrispondono  a  quelli  delle  pagine  della  suddetta  edizione  di  Firenze.  Ma 
perciocclic  questa  edizione  in  alcuni  luoghi  è  scorretta,  o  almeno  molto  so- 
spetta di  qualche  alterazione  ,  o  mancanza  ,  qualora  abbiamo  inconlrato 
alcuno  di  questi  luoghi  dubbi,  ci  siamo  serviti  d'un  ottimo  ed  antichissimo 
Testo,  che  di  presente  si  conserva  tra  i  libri  dell'Accademia  (3),  e  perle 
più  colta  parentesi  dopo  gli  esempli,  ne' quali  in  colai  guisa  si  è  adopera- 
to ,  ne  abbiamo    avvertito  il  Lettore. 

Alf.    Paz.  »  liime  burlesche  di    Alfonso  de*  Pazzi,    Nelle   antecedenti    impressioni     fu  citalo 

*  Alf.  Pazz.  son.  2.  un  Testo  a    penna  ,    che    fu  già  di   Simone  Berti  nostro   Accademico  detto  lo 

*  Alf.  Pazz.  rini.  Smunto    (Ji),  Nella  presente  ci   siamo  servili  di  un  altro  Testo,  che  ora  si  con- 

*  Alf  dePazz.rim.lt.'S'}^^-  serva  appresso  il  Priore  Francesco  Coi'onij  mi  in  questo  mezzo  nel  1723. 
Alf  Paz.  Jiim.  buri.  essendo  stato  pubblicato  sotto  la  data  di  Firenze  il  terzo  Volume  delle  ^x- 
AÌf.Paz,[iim. buri. son. "^ .  me  burlesche  del  Berni^  e  d'  altri  Autori,  fra  le  quali  sono  anche  i  So- 
Alf.  Paz.    lìim.  buri.  3.  netti   d'  Alfonso  de*   Pazzi ^     si   è  quasi   sempre   citata    questa  edizione  ,  ed    i 

3G0.  numeri   talora  corrispondono    a  quelli  de'   Sonetti  ,     talora     indicano     il  detto 

Tomo  terzo,  e  le  pagine  di   esso. 


Alleg.   Mei. 
Allci^.  Meiam. 
Allvi^or.    Metamorf. 
Alleg.  Metam.  S. 
Allegor.  Metam.    G.» 
*f  Alleg.  Metam.  pi-oem. 

Ali.  » 
Allegr; 

Allear.  lìim.  18. 
Allei^,    190. 
*  Alleg.  lett. 


*  Alle§. 
»  Alleg, 


Ser  Poi  I 


Fantast.  f'is.  15. 


Allegorie  sopra  le  Metamorfosi  di  Owidio,  Testo  a  penna ,  che  fu  già  dello 
Stradino  (.*)),  e  poscia  dello  Smunto,  e  dipoi  tra  i  libri  dell'  Accademia. 
Oltre  al  suddetto  Testo  se  ne  cita  anche  un  altro  ,  che  fu  già  di  Glii- 
liano  Giraldi  nostro  Accademico  dotto  il  Bimenato  j  e  che  nella  Libreria 
de'  Giraldi  sì    conserva. 


Lettere  j  e  Bime  di  Alessandro  Allegri  stampale  in  diversi  luoghi,  e  tem- 
pi ,    cioè  : 

La  Parte  prima  raccolta  da  Orazio  Morandij  e  stampala  in  Verona 
nel    IGOJ. 

La  Parte  seconda  raccolta  dal  Commendatore  Fra  Jacopo  Gucci,  e  stam- 
pata   pure    in    Verona    nel    1607.   in    '(. 

La  Parte  terza  raccolta  dal  Commendatore  Agnolo  Mìnerbettij  e  impres- 
sa  in    Firenze    nel     1608.  in    4. 

La  Parte  quatta  raccolta  da  Francesco  Caliarij  e  data  alla  luce  in  Ve- 
rona   nel    1613.   in    4. 

Lettere  di  Ser  Poi  pedante  nella  corte  de*  Donati  a  Messer  Pietro  Bem- 
boj  a  Messer  Gio^'anni  Boccacci^  e  a  Messer  Francesco  Petrarca^  dedica* 
te    a  Messer  Gioi^anni  della   Casa  ,  r.  stampate  in   Bologna  nel  1613.  in  4. 

Fantastica  risionc  di  Pani  da  Pozzolatico  moderno  poderaio  in  Pian  dì 
(giullari,    impressa    in    Lucca    nel     1613.    in     4. 

1    Compilatori    della    passata    impressione    unirono    in    un  sol  volume  tutte 


(3)  Qucilo  è  un  l)cllÌMÌ(no  Codice  in  cartapecora  Mrtlto 
r  annu  laji-  ^*  Staestro  fantino  da  S.  Fnano  ^  e  fur»**  è 
UDO  tli  quei  Ire,  de*  qujiì  1'  Infericno  nella  Ptcfaiìimc  di-Ila 
ktanipa  du'  Giunti  dice  ciscisi  st-ivilo.  In  fine  vi  ti  Irg}**'  la 
tegucnlc  meniuria  :  Compiuto  Alhtrtano  Cnifticr  da  Brescia 
della  contrada  di  S.  Agata  ,  qttando  fgli  fra  ntlla  pregiane 
di  Mfs.tcr  lo  'mpera'hr  Federigo,  nella  tf nate  /ne  messo  quan- 
do eg/i  era  Capitano  di  Cavardo  per  difendeir  ijuel  luogo  ad 
utilitade  del  comune  di  /ìrescia  negli  anni  dt  Cristo  1238. 
del  mese  d'  Agosto.  D'  un  oUro  Tcito  d"  Albrrlanu  fa  nicn- 
«ione  ne'  suoi  irritli,  che  ti  contervano  ncll'  Aecailcmia,  /*i*r- 
francetco  t'amiti  nuilro  ArratU-mico  dclto  lo  Stritolalo  ,  il 
ili    dice,   <  lie   vi   ti   leggeva,  rlie   r)iio»li>   lilno  era   ttato   Irai- 


qu« 


V  . 


ì2(k). 


Ulatu   da    Andrea  da    t'.rosiela   in   Paiijji 

{\)  Neil'  originale  dell'  Indire  dclL  juitata  imprettione  ti 
legge  in  qiicslu  lui»go  una  nustilla  di  mano  del  (iuernito,  in 
cui  M  dire  che  Ìl  'J  etto  dello  .Smunto  allora  era  in  mano  di 
Bernardo  Benvenuti  Priore  di  S.  Feìirila;  ma  e^li  non  fero 
poi  acgitin^i-re  qiie»ta  patti«ularit^  nella  ttampa  ,  qualuoqut 
se  ne  fotte  la  cagione. 


(5)  Il  Cavalier  Lionardo  SaU'iati  nottrn  Accademico  det- 
to r  infarinato  vide  qui'Uo  Trilo ,  e  non  tolo  ne  fece  meo* 
tiune  nel  Vid.  I.  <le'  »uui  Avvertimenli  lih-  a  rap.  13.  ma 
anche  Irjtrruie  la  nottua  t\r\\'  autore  di  queste  Allegorìe, 
poiché  atteriti'e,  che  in  Ironie  di  ette  ti  leggeva  m  quel  Co* 
dice  U  seguente  memoria:  Queste  st>no  P  Allegorie ,  e  le  Spo- 
siitoni  del  iihro  d'  Ovidio  Afe  (amorfo  xeos  ,  fatte  e  compost* 
per  Giovanni  di  Buonsignoty  da  l'illà  di  t^a strilo  ^  fumoso 
Poeta  nel  l.lo.'ì.  scritte  (fui  nel  l^fìo-  innesta  ttota  inlìtola- 
iione  lia  anrhc  un  ('odice  ilrl  Volganitamenio  delle  Meta* 
mottoti  d*  Ovidio,  rli«  h  nella  Ldirerta  di  S.  Lorenao  al  Ban- 
co XI. IV.  segualo  col  numero  ai).  Queste  Allegorie  sogliono 
ne'  Te»li  a  penna  andare  unite  col  /  olgariizaniento  àtllt 
Metamorfosi  ,  drl  quale  ti  parlerà  a  sua  luogo  \  ma  ion*  gli 
antichi  Coin|>djlori  le  notarono  leparalamente  perche  il  giadi* 
carono  lavoro  di  divena  prima.  Y.  dt  vero  alletta  l*  infnrimm- 
to ,  che  nel  mentovali)  Tetto  dello  Stradino  alle  Allfg^rit 
succedeva  il  ì'olgaritiamento  defle  Mettimorjosi  ,  ma  di  et* 
ratiere,  e  di  siile  diverso  da  ({Delle. 


J944 

le  auilJettc  edizioni  ilello  Rime  e  Prose  dell*  Allegri  ,  numerandone 
ciascuna  pajjina  a  mano  per  loio  maggior  comodo  5  ed  a  qutsti  nu- 
meri corrispondono  le  illazioni  dtgll  cstniidi  da  loio  allegali,  Nella  pre- 
acnte  impressione  essendosi  ri  Irò  vaio  tra  i  libri  dell'  Accademia  quel 
medesimo  esemplare,  che  da  loio  fu  adoperalOj  abbiamo  seguitalo  la 
stessa  guisa  j  anzi  di  più  abbiamo  supplito  le  citazioni  ad  un  gran 
numero  d'  esempii  _.  ne*  quali  erano  stale  da  loro  tralasciale,  —  In  questa 
impressione  per  lo  più  si  cita  1*  edizione  d'  Amslcidamo  (^Napoli,  o  Lugano) 
175''f.  in  8.  e  di  qnesla  pure  si  è  fallo  uso  quando  agli  esempli  allegati  dagli 
Accademici  si  sono  aggiunte  le  cllazìoni  clic  mancavano;  ma  e  nell'uno  e 
DelTaltro  caso  se  n'  è  avvertito  il  più  delle  volte  il  lettore  con  una  parentesi 
posta  dopo  il  numero  delle  pagine. — 


Jm.  0  Àmaì'et.  Cron.       Cronichelta  d*  JmaretLo.  V.  Cronìchet.  d*  Amar. 


Àmb.  Beni. 

Ainbr.   Bcrn.    3,  5, 
*  Ainbr,  Bern.  prol, 
«  Arno.    Cqf. 

Amhr.   Cq/an,  4,  6. 

Ambi:  Cqf.  prol. 

Ambr.  Fttr. 

Ambr.    Furt.  2.  3. 


Amct. 


Commùdie  di  Francesco  d'  Ambra_,  cioè: 

/    Bernardi  Commedia   in  versi    stampata   ìn    F'irenze    presso    i    Giunti    nel 

<5G4.    in    8. 

La  Cqfanaria  Commedia  in  versi,  SÌ  cita  1'  edizione  de*  Giunti  di  Fi- 
renze   del    1593.    in  8. 

Il  Furto  Commedia  in  prosa.  Nella  passala  impressione  dissero  d'  aver 
citata  r  edizione  di  Venezia  del  ^5(>7.  in  8.  Ma  noi  in  questa  ci 
siamo  per  Io  più  serviti  della  stampa  de'  Giunti  di  Firenze  del  1564, 
in    8-    die    si    è    creduta      più    corretta, 

I  numeri  aggiunti  alle  allegazioni  digli  esempli  contrassegnano  gli  atti,  e 
le  scene  di  ciascheduna  Commedia  3  —  e  l'abbreviatura  prol,  il  Prologo.  — 

Ameto,  V.  Bocc  Aiuet» 


Am.  an* 
Amm.   ant. 
Amm,   ant.  P.  N. 
Amm.  ant.  '25,  2.  7 
Amm.   ant.   G. 
Amm.  ant.   G.  203. 
Amm.  ant.  fin. 
•  Amm.  Ant.proem. 
Amm.  Ant.  prol. 


Ammaestramenti  degli  Antichi.  Raccolti,  e  volgarizzati  da  Fra  Bartolommeo  da 
San  Concordio  Pisano  dell'ordine  de*  Predicatori.  Gli  csempil  tratti  da  questo  li- 
bro per  lo  più  hanno  tre  numeri;  Il  primo  indica  la  distinzione,  il  secondo  la 
rubrica,  il  terzo  l'ammaeslrameulo.  Nelle  prime  impressioni  fu  citalo  un  Testo 
a  penna  di  Pier  del  Nero  (Ci),  perciocché  lo  stampato  da  Giorgio  Marescotti  in 
Firenze  era  assai  scorretto;  il  qual  Tcslo  al  presente  si  conserva  nella  Libreria 
del  Senatore,  e  Cavaliere  Filippo  Guadagni  segnalo  col  numero  139.  in  carta- 
pecora. I  Compilatori  dell' antecedente  edizione  si  servirono  della  ristampa  (7) 
fattane  in  Firenze  nel  IGGI.  in  12.  riveduta,  e  corretta  dall'Abate  Francesco  Ri* 
dolji  nostro  Accademico  detto  il  BìfìoritOj  il  quale  si  valse  non  solo  del  soprad- 
detto Codice  di  Pier  del  Nero _y  ma  ancora  di  altri  buoni  Testi, che  anche  di  pre- 
sente neir  Accademia  si  conservano  (S).  In  questa  impressione  parimente  abbia- 
mo citato  l'edizione  suddetta  del  Bifiorito ,<:i\  alcuna  volta  ancora  quella  fatta 
modernamente  in  Firenze  da  Domenico  Maìia  Manni  nel  1734.  in  4.,  concios» 
siachè  sleno  in  essa  corretti  anche  quelli  erroii,  che  nella  slampa  del  Bifiorito 
disavvedutamente  erano  scorsi.  L'abbreviatura  Amm.  Ant.  G.  indica  la  giunta 
degli  A  m  maestra  me  oli  degli  Auticbi  {py.  ciò  sono  alcuni  Ammaestramenti^  0  Sea« 


(6)  AncLe  il  nostro  infarinato  ville  cjueslo  Testo,  di  esso 
ai  j-revuUe  nella  sua  opera  JegU  /Swcrtimenli  della  Lingua  , 
comineùJuudone  la  liont'a  cou  quesle  parole:  Di  questi  (Am- 
mìieslrameatì  )  ha  una  copia  il  già  detto  Pier  del  AerOj  non 
molto  antica,  ma  tratta  da  buono  esemplo,  e  scritta  con  dili. 
genzia,  e  quasi  si  può  dir  senza  errori. 

(7)  Bell'Indice  dtlle  j^hrevialurc  dogli  Autori  posto  nella 
terta  impressione  di  quest'Opera  i  Compilatori  di  essa  non  so- 
lo dissero,  che  cilavano  la  della  ediiione  del  Bifiorito,  ma  an* 
Cora  aggiuusero,  che  alla  lettura  di  questa  avevano  ridotti  t 
luoghi  citati  per  V  avanti  nel  Voraliulario.  Ma  noi  abLiamo 
credulo  di  do\ere  qui  tralasciare  qupata  particolarità  sul  dub- 
bio che  non  possa  esbLMe  del  tulio  vera,  poiché  abbiamo  incoa- 
Ijato  alcuni  eaenipii  trilli  da  quel  Libro,  i  quali  non  si  trova- 
no assolutamente  uell' cditione  del  Bifiorito,  e  sono  senza  fal- 
lo del  T.  di  Pier  del  yero,  conforme  si  è  quello  citalo  alla 
Toi  e   Ombrare,  a*  quali  esempii  (•)  per  maggior  lume  de*  Lettori 


(*)  Qui  Teramente  era  da  dire  ;  al  quale  esempio  per 
dire  secondo  verità;  da  che  in  lutto  il  Vocal)ol.irio  non  si 
trova  la  cifra  P.  y.  che  alla  prpfaiu  \occ  Omhrare  .  Se  non 
che  questo  esempio,  allciiato  fino  dalla  piima  impressione,  non 
è  senza  fallo  del  Testo  di  Pter  del  ?tero,  che  rjui  legge  con- 
forme alle  slampe  citate  ,  come  si  può  vedere  nella  Palatina, 
doTe  ora  si  conserva;  ma  è  induLildiamenie  dell' edizione  di 
Fircoze,  appresso  Giorgio  Marescotti  j  l585.  io  la.j  ediaione 
yacabolario  T.  II, 


abbiamo  aggiunto  le  parole  P.    N.    solita   cifra    de'  Testi    di 
Pier  del  J\cro. 

(8)  Uno  di  essi  fu  dell'  Inferigno,  ed  è  scritto  nel  l43l 
con    molla  accuratezza. 

(9)  Neir  Indile  della  terza  impressione  dissero  in  questo 
luogo,  che  la  deira  Giunta  fu  traila  da  un  Testo  a  penna  del 
Guernito,  ma  d  liijiorilo,  che  a  lui  lu  conlemporaueo,  dict 
chiaramente  d'averla  tratta  dal  suddetto  Testo  ò\  Pier  del  ^'a- 
To,  il  che  è  mollo  più  verisimile,  giacche  quel  medesimo  Te- 
sto fu  spoglialo  da'  Compilatori  per  servizio  del  Vocabolario. 
Del  restante  questa  Giunta  sì  crede  opera  del  medesimo  Fra 
Partolommeo,  (")  come  coli'  autorità  dell'  Jn/arinafo  nella  Pre- 
fazione alla  sua  edizioue  prova  evidentemente  il  Bijiorito. 


citata  al  certo  dai  primi  Compdatoti  ìn  molli  di  quc' luoghi, 
se  non  in  tulli,  che  quelli  della  terza  ridussero  alla  leltura 
deir  edizioue  del  1661.  come  abbiamo  ritratto  mediante  uà 
ddigcnie  riscontro  di  non  jiochi  esempli. 

("j  Ancorché  la  lingua  di  questa  giunta  sia  tale  da  reputarla 
degna  di  Fra  Bartolommeo,  pure  non  par  credibile  che  eyli  debba 
essere  slato  il  racccgliloie  e  '1  \0lgJii2zat01e  di  lutlc  le  seo- 
leoze  che  in  essa  si  le(;gono  ;  essendoché  alcune  sieno  affatto 
oppuslc  alle  niassinie  evangeliche,  e  troppo  indegne  d'uncri- 
sliauo  qualunque,  uon  che  d'  un  religioso  esemplare  come  Fri 
Sarlulommeo. 

>44 


1946 


Mm.  S.  Pad.  » 
Amm.  S.  Padr.  n 
Àmm.  SS.  Pad. 

il  Atti.   I^is. 

•  Ang.  Poliz. 

Amomz.  da  Firen .  R. 

Annoi. 

Annoi.  Deput.  73. 

Ann.  y^an. 
Annoi,  f^ang. 

Ani.  Alam. 
Ani.  Alani,  rim. 
Ani,  Alam.  rim.  san.  IO. 
Ani.  .llam.  stanz. 
Ani.  Alam.    stanz.    bec- 
ca/. 3.   i'G. 


lenze  impresse  in  fine  della  suddella  edizione  del  HifioritOj  alla  numerazione 
delle  quali  con  Ì!i|>oiidono  i  numeri  a^^iunli  alle  citazioni  degli  rstnipi.  • —  Ma 
è  da  avverlire  cbe  nella  edizione  di  I  Jlifiorilo  (  non  coi'i  in  quella  del  Manni  )  il 
numero  23  di  queste  sentenze  è  duplicato;  e  ciù,  perchè  gli  studiosi,  voleado  ve- 
dere in  fonte  qualche  esempio,  e  non  possedendo  questa  edizione;  non  credessero 
fallo  dell'accadt-niico  compilatore, o  dello  stampatore  del  Vocabolario,  ({uello  cht 
è  sbaglio  dell'editore^  o  dello  stampatore  della  Giunla.  DlI  resto  anche  in  questa 
nuova  iiii])iessìone  si  è  fatto  uso  pel  lo  più  della  stampa  del  infiorilo  citandola 
co'  soliti  tre  numeri,  ed  anche  talora  a  pagine. — 

Ammaestramenti  de'  Santi  Padri.  Testo  a  penna,  che  fu  già  di  Pier  del  Nero  (IO), 
e  crediamo,  che  sia  quello  che  oggi  nella  Libreiia  tìt:^  Guadagni  si  coQ&crva,  se- 
gnato col  nuni.GO.  e  iulilolato  Insliluti  de'  Santi  Padri. 


Amorosa  Visione  di  Gio.  Boccaccio.  V.  Bocc.  Am.  ris. 
Angelo  Poliziano.  V.  Poliz. 
A.»  Rime  antiche  di  Amorazzo  da  Firenze.  V.  Rim.  ani.  P.  N.  e  Rim.  ani.  F.  R. 
Annotazioni  de'  Deputati  sopra  'l  Decamerone.  V.  Dep.  Decam.  (1 1) 


Arcad.  Sann.  » 
Àrcad.  Sannaz. 

Arid.  » 


Ar.  Fur. 
Arios.  Fur.  (e) 
Arios.  Fur.    1 5.  98. 

«  Ar.  cinq.  cani.  4.  72. 
Arios.   Cinq.    Cani.  » 
Arios.  5.   Can.  » 
Arios.  5.  Can.  4.  39.  > 
Ar.  Sat. 
Arios.  Sat. 
Arios.  Sai.  1 . 
Arioi.  Rim. 


Aridosio.  V.  Loren.  .^fcd■  Arid. 

Opere  di  Lodovico  Ariosto^  cioè: 

Orlando  Furioso  Poema  eroico.  In  questa  impressione  ci  siamo  serviti  di  va- 
rie (Ielle  miglimi,  t  più  coiretle  eili/ioni;  e  più  frequentemente  di  quella 
del  Falgrisio  fatta  in  Venezia  nel  1G03  in  'l.  ed  i  numeri  indicano  il  canto, 
e  la  stanza. 
Cinque  Canti,  i  quali  seguono  la  materia  dell'Orlando  Furioso,  e  vanno  die- 
tro ad  esso  in  istampa  nelle  migliori  edizioni,  e  qui  parimente  i  numeri  in- 
dicano il  canto,  e  la  stanza. 

Satire  sette  stampate  ;  si  sono  adoperale  alcune  delle    migliori    cdiziont,  ed  i 
numeri  aggiunti  corrispondono  a  quelli  delle  Satire. 

Rime^  cioè  Sonelli,  Madrigali,  Canzoni,  e  Capìtoli (d).  In  quesla  impressione  ci 


(io)  Di  questo  Testo  favella  parimeote  1*  Infarinato  nel 
luogo  snpraddcttu  de*  suoi  Ai'vertimenti. 

(Il)  Io  quF.vto  luogo  pareva  ctie  li  dovesse  aggiungere 
Mnnot  .Snlin.  eioc  Annotaiioni  sopra  ì  Salnii^  atiloevialura  , 
che  s'  iiiconlra  alcuna  volta  in  qualrlie  csem(>io  della  pascala 
impressione  (•),  rome  alla  vorc  ^Yo/ri//i  0,  l.ijnimtnzionr,  ed  ai- 
Ire;  ma  e&!>cudosrne  fallo  risronlro  su  gli  oiiginali  anhrlii  dello 
prime  rdiBioni  del  Vorjliolario,  si  b  ronusnulo,  che  era  un  al>- 
l>a;;lio  ilrgli  sl.niipalori,  o  elle  doveva  dire  A'inot.  t'ong.  onde 
cosi  per  lo  poi  ntll.1   presente  riilanipa  aMoarno  rorrelto. 

(la)  ^<•lla  auteredenle  inlpres^ionc  del  Vof aliolario  pare- 
va ebe  si  rirdcvse  autor  di  quest'Opera  (.itiito  CiUiticr,  pui- 
rhh  alla  voro  .Sfr^reM/iirn  si  leggeva  rilatarosi:  Annoi,  t'nng. 
Cuid.  Clini  maasendn  poi  latta  più  diligente  rirfrea.all'ianio  tro- 
vato ,  file  rune  per  isl>.iglio  degli  stampatori  era  stalo  trala- 
•eialo  l'esempio  delle  ,ìnri"l.i:ioni  ite*  1  iingcìi,  e  ninfusa  in 
•otal  guisa  la  eitaiiooe  coli' esempio  seguente  di  Cnuio  (.tu. 
éicr.  

(*)  Un  esempio  li  trova  tuttavia  con  qurst.i  allirrsiatura 
alla    V.    .^'tnsuatilà. 


(a)  Dei  |60  esempli  allegati  dagli  Accademie!  coli'  aU>r«- 
vialura  Annoi,  l'ang.  o  Annotna.  I  une-  un  3x,  se  iion  piikt 
eoorroiitaiio  quasi  prlfeltamente  rol  I  c/f;arilBonifntc  Ji  /  «*- 
ge/i  stampato  MI  Veneiia  nella  Tipogra6a  Picotti  V  anno  lS23. 
iu  8-  pei  cura  di  Emanuele  Cicogna,  donde  si  sede  chiaro  che 
il  Testo  allegato  dagli  Arrademì«i,  oltre  alle  .tnnotaiioni,  eoo- 
teneva  altresì    i   ì'un^eti  votgariiaali. 

(b)  Non  sempre  :  e  ciò  pei  difetto  di  chi  li  numerò  a  maa». 
Alla  V.  Ctnithtniìlit  per  allo  d' esempio  si  assegna  al  son,  C)  un 
passo  (  che  appartiene  al  son.  II.  ^coaa  che  vi  si  fa  uso  dell* 
abhresiatura  rrm.  l>nrf.  quando  fune  voleasi  dire  r.m.  t'urch. 

(r)  L'alilireviatura  Arios.  non  l'atiliiamo  usai  dovala  ap- 
posta ad  alcun  esempio  tratto  dal  Furioso,  oè  ad  alcun  altro 
tratto  dalle  seguenti  Opere  di  Messer  Lodovico. 

(d)  De*  sei  esenipii,  che  gli  Accadimin  trassero  da  cpiesle 
/jinte,  ui'ssuoo  appail.elle  a'Sonrtlii  otì  a^  .M.iitripnii.  Del  lesto 
olire  alle  r<i/i:oni  ,  ed  a'  Copiloli  suddetti  citaiuno  anche  le 
.^.l.inzf  che  r  autore  asea  |>osle  nel  canto  trenutieeiimu  del 
Furioso,  e  che  poi  riGulò,  come  li  può  sedere  alla  voce  I  oo" 
tanlf.  §  IV.,  il  cui  esempio  non  liroe  allegato  leggesi  Btli'oU 
lava  ottaiitrsinia  iceooda  delle  Suase  luddctto. 


Annotazioni  sopra  gli  Fvangclii  (1"2).  Testo  a  penna  che  fu  delT //i/èrigno,,   e  che 
al  presente  si  conserva   tra  i  libri  dell' Accadeuiia.  ^a) 

1 
Rime  alla  burchiellesca  d' Antonio  Alamanni  stampate  in  Firenze  pe'  Giunti  V  an- 
no 1 5S'2,  e  1 5G8  dietro  alle  Rime  del  BuixhielLo.  I  numeri  corrispondono  a  quelli 
de' Sonetti,  (b) 

Stanza  del  medesimo  sopra  l'etimologia  del  Beccafico,  nel  tempo  delle  anl^ 
cedenti  inipiessioni  sciitla  a  penna,  ma  nel  tempo  della  presente  stampala 
alla  jiag.  176.  del  volume  Terzo  delle  Opere  Burlesche  del  Bernij  e  d'al- 
tri Autori,  ed  io  questa  guisa  citata. 

Arcadia  del  Sannazzaro.  V.  Sannaz.  .ircad. 


Àr.  Rim. 
Jrios.  Rim.  27. 
K  Ar.  Rim.  cap.  4. 

•  An  Staiiz.  6, 

•  Ar.  son.  17. 
Arios.   Cas. 

Arias.   Cassar.  ProU 

Arias.  Cass.  2.  3, 

Arias,  Leu. 

Ar,  Leti.  5.  4. 
•r  Ar.  Leu.  ProL 

Arias.  I^eg. 

Arias.  Nei^.  3.  2. 
«  Ar.  IVe^'.  Prol. 

Arias,  Suffp. 

Arias.  Supp.  4.  5. 
m  Ar.  supp.  pral. 

•  Arist.  Elie. 

Arrigh, 

Anigh.  ^0. 
m  Arrigh.  D. 
H  Arrigh.  pral. 
H  Arrigh.  pral.  43. 


J947 

Biamo  serviti  ilella  etlìzlonc  tìl  Venezia  del  1552.  in  8.  ed  1  numeri  aggiunti 
corrispondono  a  quelli  delle  pagine  della  suddetta  edizione  (13).  —  In  que- 
sta nuova  impressione  si  cita  per  lo  più  l'esemplare  stampato  in  Venezia  da 
Stefano  O riandini  con  le  altre  Opere  deirautore.  Tanno  I730.in  2  volumi 
in  foi^no. 

Commedie  qualtio,  cioè  la  Cassaria^  la  Lena^  il  Negromante  e ìì  i  Suppositi^ 
alcune  delle  quali  fui ono composte  prima  in  Prosa, e  poi  ridotte  in  verso.  In 
ambedue  le  forine  sono  citate,  ma  più  frequentemente  quelle  dì  verso, ed  in 
questa  impressione  ci  siamo  servili  per  Io  più  delPesemplare  stampato  nel 
172'*  in  8.  sotto  la  data  di  Firenze  (14),  I  numeri  indicano  glì  Alti,  e  U 
Scene,  e  rabbrcvialura  Prol.  il  Prologo. 


Etica  d*  Aristotile.  V.  Brun.  Etic, 

ArrighettOj  o  sia  Volgarizzamento  d*un  Trattato  delV Avversità  dellafortuna  di 
Arrigo  da  Settimello [ìì)  da  esso  in  versi  Latini  composto, e  poscia  da  incerto  vol- 
garizzato  (1  5).  Nelle  passale  inìpressioni  fu  citato  un  Testo  a  penna, che  fudi  GÌO' 
uambatista  Veti  nostro  Accademico  dello  il  Sallo^  e  clie  poi  nell'  Accademia  per 
qualche  tempo  si  conservò  (Uì).  In  questa  impressione  abbiamo  cilalo  1'  edizio- 
ne (17)  fatta  da  Domenico  Maria  Manni  in  Firenze  nel  1730.  in  4.  ed  i  nu- 
meri ne  accennano  le  pagine. 

Arr.  Bahl.  Rim.  ant.  «  Rime  antiche  di  Arrigo  Baldonasca.  V.  Rim.  ant.  F,  R, 
Arrig.  Baldonas.  » 

Art.   f^etr.   Ner.  Arte  fetrarin  di  Antonio  Neri  stampata  in  Firenze  pc*  Giunti  nel  1612. in  4.  (T8) 

Art.    f^elr.    Ner.   'l3.  Quando  si  trova  citalo  un  solo  numno.  si  dee  intendere  di  quello  delle  pagine  , 

Art.   Vetr.  Ner,  5.  90.         quando  se  ne   incontrano  due,  allora  coirispondono  a  ciascbedun  libro,  e  capito- 
«  Art.  Telr.  Ner.proem.  lo-  e  citasi  anche  il  Proemio  al  Lettore,   (b) 

Art.  retr.  Ner.  Pr,  Lete. 


Att,  Apost.  » 


Volgarizzamento  di  alcuno  cose  degli  Atti  degli  Apostoli.  V.  Liir.  Op.  div. 


(|3)  Nella  p:)ssatj  impressione  alla  voce  Porre  un  luogo 
di  queste  Rimf  era  cìlato  cosi:  Arhs.  cap.  \.  ma  m.inrando 
poi  questa  allirevialura  Dell'  Indire,  non  era  agevole  a'  I.cilori 
il  venire  in  rngnixione  che  per  essa  si  accenoav.i  il  quarto 
Capitolo  di  delle  Hinie,  tanto  più  che  in  quella  edizione  non 
sono  numerati  i  capitoli  ;  laonde  nella  presenle  ristampa  ah- 
Uiamo  renitule  unifi>rnii  tutte  le  citazioni  (*)  cosi:    .-Jrios.  Rim. 

(14)  '-*  edizioni  in  prosa  di  queste  Commedie  sono  tulle 
icorrcliissime,  onde  si  è  giudicato  meglio  il  non  fare  di  alcu- 
na di  esse  speziai  menzioiip.  Si  avverta  che  nella  predetta  e- 
dizione  d<l  I72'|.,  oltre  le  delle  quattro  Commedie,  haxvcoe 
un'altra  ioiitol.ita  U  Srolasti^rt  j  ma  i  Com|'ilatori  del  Voca- 
bolario non  crederono  di  dovrrla  citare  come  legittimo  com- 
ponimento di  Lo/ioi'ico  Ariosto,  ben  sapendo  che  e,^!i  la  lasciò 
abbozzata  in  occasione  delle  nozze  del  Duca  Ercole  di  Fer- 
rara, ma  non  avendo  potuto  darle  compiniciilo  fu  poi  dopo  la 
sua  morte  terminata,  e  data  alle  stampe  lìà  Messor  Gnbriele 
Ariosto  suo  fratello,  come  afferma  Gioi-amhattsta  Pigna  nella 
Vita  di  Messere  Locto\ico,  e<l  altri   ScriUorJ. 

(a)  A  questa  Operetta  abbiamo  restituito  in  questa  nuo* 
Ta  impressione  1*  esempio  del  g.  della  voce  Beveraggio,  che 
fino  dalla  prima  impressione  gli  Accademici  recarono  ii-I 
Vocabolario  sotto  1' abbreviatura  O^id.  fist.  cioè  Pistole  ti'O 
vidioj  e  CI  siamo  nella  medesima  posti  inuliìmente  all' inchie- 
sta degli  csempii  recati  sulla  sua  autorila  alle  voci  Bontadioso, 
•    Ornato^  sust. 

(15)  Alcuni  hanno  creduto,  che  Arrigo  medesimo  di  la- 
tino recasse  in  volgare  questo  suo  Trattato.  Di  colai  senti- 
mento fra  gli  altri  è  stato  il  Cine/li  nella  sua  Storia  M'^.  dp- 
gli  Scrittori  Fit.rcntini.  V  è  chi  ha  credulo,  che  il  Cin.-lli  si 
fondi  suir  asserzione  del  Cav.  Salvìati,  qu.isithè  egli  affermi, 
che   .4rrighftto  traducesse   il  suo  latino  Trallato,  le    /'islole  t/' 


(•)  Non  tulle;  da  che  alla  voce  Garrulo  si  legge    lullj- 
Tia:  Ar.  Finr.  cnp.  4- 


O^'idio,  e  la  Fiorita  d'  Itaìi'ì.  Ma  a  nuì  non  pare,  che  i\  Sai' 
vinti  dica  questo  assolutamente,  iiccome  apparirà  a  chiunque 
prenderà  ad    esaminare  atleotamenle    le   sue    parole. 

(i6)  Questo  Testo,  che  fu  veduto  anche  dall'  Infarinato, 
preaeatemeule  più  si  non  trova  tra  i  maiioscrilli  dell'  Accade- 
mia. Nella  Lettera  Dedicatoria,  posta  in  frolle  alla  stampa  di 
Firenze  del  17  !o,  si  dice,  che  1'  Abaie  Ciovambalista  Casotti 
nostro  Accademico  dello  V  Injiammalo  ha  una  copia  tratta  da 
quel  Teslo. 

(17)  Questa  edizione  è  tratta  dalla  copia  suddetta  deir//i- 
fìammato  (**).  e  da  alcuni  altri  Testi  a  penna,  che  sono  nella 
Libreria  del  IMarch.    Riccardi. 

(18)  Gli  Spoj^Ii  di  questo  Libro  furono  fallì  da  Francesco 
Redi  nostro  Accademico,  e  noi  gli  abbiamo  tratti  ed  inseriti 
nella  presenle  impressione  dalle  sue  postille  originali  fatte  ÌQ 
margine  del  suo  esemplare  dtl  Vocabolario,  non  essendo  sla- 
to per  I'  avanti  cilalo  questo   Liljro. 

(b)    Nel   Vocabolario  di   INapoli   quello  che  gli    Accademici 


('•)  Veramente  l'editore  Domenico  Maria  Manni  dice  di 
e55CLki  servilo  spezialmcnlc  d'  un  Testo  a  penna  di  Casa  Ric- 
cardi, il  quale  confronta  a  pelo  con  quello  che  citato  vcnna 
nel  Vocabolario,  e  d'  aver  ridotto  le  tenui-ssime  differenze  da 
esso  a  quello  della  Cru>ca,  alla  primiera  lezione  colla  copia 
del  Testo  Deli;  e  non  d'averla  Imita  dalla  copi<i  suddetta. 
luralti  non  porlii  sono  tuttavia  i  luoghi,  in  cui  la  lezione  del 
>'ocabulai'io  dlfiert^ce  da  quella  del  Manni  ,  il  quale  non  dì 
rado  pose  la  primiera  lezione  del  Testo  Ueti  ;*  pie  di  pagina; 
e  quat-.lie    volta   la   trasento   aifatto   con    danno  del  Luon  senso. 


Esempli  del  primo  caso  si  hanno  alle  l'acre  5l  ,  66  ,  e  7^ 
nelle  voci  ■'^'piuni",  Discrescfre,  Dismenttchi  :  e  del  secondo 
alla  f^iccia  65,  dove  in  luogo  di  Iegf;ire  malamente:  Tu  vedi 
molte  cose  essere  intorniale  dalP  tnfelue  coper/uro ,  avrebbe 
dovuto  leggere  egrej;laniente,  o  almeno  pone  a  pie  di  pagina: 
Tu  i-edi  molte  cose  essere  iittorniale  dalle  infinte  coperture  , 
come  ha,  col  Testo  Deli,  il  Vocabolario  a  qucst^  ultima  voce- 


1948 


B 


Bari.  Ben. 
Bartol.  Ben.  Bim. 

*  Bari.  Ben.  ritn.  'Vi. 

*  Bart.  Ben.  Stanz.  cont, 

*  Bari. Ben.  Tin.st.-I^. 


Jtime  dì  Barlolommeo  del  Bene  (1^)-  (a)  —  Gli  Accademici  della  terza  impressio- 
ne citarono  queste  Rime  sopra  Testi  a  penna;  e  quelli  della  quarta  sugli  esempii 
addotti  da  quelli  della  terza.  In  questa  nuova  impressione  ii  è  allegata  la  stampa 
fattane  in  Livorno  l'anno  179!).  in  8.  ed  i  numeri  aggiunti  alle  citazioni  ne  ad- 
ditano le  pagine  cos'i  nc'nuovi  esempli,  come  ne*  già  citali  dagli  Accademici.  Le 
•S^nze  <lìrette  alla  Tina  qualche  volta  sono  state  citale  anche  col  loro  proprio 
titolo  cos'i:  Bart. Ben.  l^in.  ed  i  iiuiucii  ag^^iunti  agli  esempli  additano  la  stanza, 
o  la  pagina  della  edizione  suddetta. 

Bell.  Man.  »  Rime  di  Giusto  de'  Conti  da  Valmonlone  Senalor  Romano  Intitolate    Bella   Mano. 

Bell.   Man.  '27.  >3  Pare,  che  m^lle  anlectNlenli    imjircsiioni  si   sìcno  servili   della    stampa    falla  fare 

tiBelL  Man.  Giust.  Cont.  da  Iacopo  CorUnelU  in  Parigi  Tanno  1593,  —  in  I'2.  —  \oi  nella  presente  iin- 

son.  '2.  pressione,  ptT  essere  la  detta  stampa  di  Parigi  rarissima,  abbiamo  adoperala  anche 

Bell.  Man.   lìim.  ani.  >?  la    ristampa  fattane  in  Firenze  da  Guiduccij  e  Franchi  nel    171  5  in   8,  ed  i  nu- 

Bell.   Man.  Ani.  Puc.  »  meri  ne  accennano  le  pagine.  Sono  citali  anehe    i  Podi  antichi  stampati  dietro  la 

BclL  Man.  Sen.  Ben.  »  Bella   Mano.  V.  Rim.  ani.  B.  M.  —  In  questa   nuova  impressione  si  è  citata   la 

*  Bell.  Man.  canz.^.st.'i,       suddetta  edizione  di-1  17  I  n.  per  lo  più  a  paglncj  ma  talora  si  è  anche  indicato  con 

*  Bell.  Man.  son.  G7,  propria  abbreviatura,  se  V  esempio  è  tratto  da  una  cauzone,  da  un  sonetto,  o  da 

*  Bell.  Man.  sest.  3.  una  sestina,  e  col  numero  aggiunto  s'addita  da  quale  precisamente.  Si  sono  anche 

citati   1   Poeti  antichi    soprammentovali  ,    e    aggiunto  alP  esempio   il   nome  del 
Poeta  da  cui   e  trailo.  — 


Belline* 
lìelUnc.  2r>5. 
Belline.  Son. 
Belline.  Rim. 
Belline.  Cam. 
Belline.  Cap, 
Belline.  Sest. 


180. 


Benib.  Asol.   t. 
Bcnib.  Asol.  2.  93. 


Sonetti^  Canzoni^  Capitoli j  Sestine  j  ed  aìire  Rimedi  Bernardo  Bellincioni.  I  Com- 
pilatori della  passata  edizione  non  dissero,  se  adoperarono  qualche  esemplare 
scritto  a  penna,  o  [)ure  lo  stampato  in  Milano  1'  anno  !^f93.  in  ^1.  Io  questa  im- 
pressione ci  slamo  serviti  della  stampa  di  Milano;  ma  perciocché  è  molto  scorret- 
ta, siamo  ricorsi  ad  un  esemplare  di  essa  posseduto  già  dal  Senator  Filippo  Pan- 
delfìni,  che  ora  pure  nella  Libreria  del  Senator  Camniillo  Pandoljìni  si  conferva, 
e  cbe  in  moltissitni  luoghi  di  mano  del  medesimo  Senator  Filippo  è  stato  corret- 
to, ed  alla  vera  lezione  ridotto.  I  numeri  aggiunti  nella  presente  impressione 
corrispondono  alla  numerazione  dc^Sonetli  fatta  per  nostro  comodo  nel  suddetto 
esemplare  stampato.  Le  Canzoni,  le  Sestine,  ed  i  Capitoli,  per  essere  in  piccola 
quantità,  non  sì  sono  numerati,  essendosi  anche  giudicato  facile  il  ritrovarne  gli 
esempii  senza  questa  diligenza. 

Opere  del  Cardinal  Pietro  Bembo,  c'ioh  : 

Asolani.  Nella  passata  impressione  fu  apposta  agli  esempii  solamente  la  cita- 
zione del  libro  senza  indicare  quale  edizione  precisamente  fosse  siala  ado- 
perata. IVflIa  presente  impressione  ci  siamo  per  lo  più  sei  vili  della  stampa 
fatta  in  Venezia  nel  I")30,  in  4.  \tcv  Giovanttantonio^  e  J'ratelli  da  Sab- 
bio (b)  ;  ed  1   due  numeri  aggiunti   accennano  il   libro,  e   le  pagine  da  noi 


chiamano  Proemio  al  lettore  si  cita  coli*  a1il)revia(ura  ora  di 
ptrf.  ora  dì  prò/.,  come  può  vedersi  alle  voii  Assomì^^'inre  , 
e  Artr/ttto  in  fnrij  di  sust.  Ansi  a  proposito  iV  j4rtefatto  \ 
Qoi  (Idliliiamo  jifegarc  i  nostri  loiiori  a  voler  Icvjrf  d.i  questo 
VoraTiolariu  l'esempio  del  .YeWadil.>lto  alla  voce  suddetta,  poirbì: 
nel  com|iiUre  ijucsto  Indice  ci  siamo  accorti  che  il  ^eri  iiou 
dice  :  TVort  e  ttnf'hio  alcuno  che  il  vetro  è  uno  de' veri  /rutti 
dell'arte  del  fuoco  ec.  quantunque  siti  un  composto  e  un  ar- 
tefatlo,  come  si  allega  dai  licncmcrili  Compilatori  di;qocl  Vo- 
cabolario, e  comi;  noi  in  buona  lede  accogliemmo  ìn  questo 
noilro;  ma:  Son  è  duhhio  alcuno,  c/ie  ti  vetro  è  uno  det  t-en 
frutti  dell'  arte  del  fuoco,  poiché  molto  si  assontifìta  ad  ogni 
torte  di  minerale  e  metto  minera'e,  tjuantunffue  sia  un  com- 
posto,  e  dall'  arte  fatto.  Dio  volesse  rhe  questa  Toksc  la  sola 
voba,  rhe  stjmo  restali  ingannali  nel  Bdarci  (e  come  non  fidar* 
01?)   alte   altrui   rit^tioni  I 

(I(j)  Que>te  rime  non  furono  citale  nelle  prime  impresiin- 
ni  del  Voraliolariii.  l  Compilatori  le  aUcgarono  nella  prcrcdca- 
te  a  questa,  scnxj  doe  so  erano  stampate,  o  scritte  a  penna  , 
né  donde  avessero  tratta  la  copia,  di  cui  si  servirono.  Aliavo- 
«0  Di  straforo  si  Irttvuva  i|uevta  citazione:  Tin.  Jtavt.  Ben, 
oxoki  la  Tina  di  Jìtirtoiommeo  del  Bene,  rhe  crediamo  essere 
alcun  componimento  rusliciile.  Alcune  slamo  alla  conladmrsrA 
arano  citale  alla  voce  (. ni/ir/ir  cosi:  ìtort.  ìten.  Stai.  ('ont.  Alla 
Tore   Catriosso  era  qucsla  citazione  :  Him.  ani.  liart.    lien.   (*) 


ma  noi  abbiamo  corretto  alla  maniera  usata  Bari.  Ben.  Rim  , 
non  parendoci  che  debha  esseie  annoverato  tra  i  Poeti  antichi 
Barlolommeo  del  Bene,  che  visse  ìn  Francia  ne'  tempi  d*  Ar- 
rigo IV.  e  fu  amicissimo  di  Pietro  BonsarJ,  celebre  PocU, 
traile  Poesie  del  quale  dell*  r<lizÌone  dì  Parigi  del  ìGoQ  ii 
trova  a  carte  82^.  un'  Ode  To>cjn.a  di  esso  Barlolommeo;  che 
comincia:  Quiind^  avido  uomo  industre  ce.  Va'  altra  <"aozoo« 
del  medesimo  diretta  a  Paolantonio  Gtacomini  è  stampala  nella 
Vita  d'  Antonio   Giacomini  scritta  da   Iacopo   Sardi  {**)■ 

(a)  Alla  voce  ^fiislaccfii  la  Crusca  altribuìva  a  questo 
nimc  un  csem|iio,  clic  in  questa  nuova  imprrisione  sì  e  re- 
slituilo  alle  ninu>  del  Bem-,  a  cui  spella,  e  faltoue  lem*  se- 
condo la  regola  tenuta  dalla  Crusca  stessa  alla  V.  }toslacchio, 
(ti)  0!lre  a  questa  stampa  e^li  h  reilu  che  sì  arrrìrono 
anche  di  qualche  abra  anlecedentc  a  questa  j  da  che  le  voci 
/•'ortuuevote,  e  llineslre*ole,  citale  la  prima  volta  nella  quar- 
ta impressione,  non  sì  hanno  che  nelle  edizioni  anicriorì  alla 
suddeHa,  e  precisamente  la  prima  a  |*ag.  3;  e  l'altra  a 
pjg.  8a  della  edizione  de' Giunti  dell' anno  l5l5    in  8. 


(*)  E  così  pare  v  1*^8B'**  '^'^  ^'-  Corteo,  che  noi  abl>un>o 


ridotto  a  Bari.  Ben.  Bim.  5.  citando  a  pagine  1'  edìtìoDe  datine 
dal  Poggiali  in  Livorno  l'anno  l^t)*).  in  8.  con  questo  lilnlo  ; 
/lime  di  Itartolomnieo  del  Bene  ora  per  la  prime  volta  pmhhli' 
cale. 

(**)  Ma  né  da  questa  ne  da  quella  trassero  gli  Aec*de- 
mici  alcuno  esempio,  ed  errano  coloro  che  teogooo  (|OesU  8* 
disiouì  per  citate. 


tiemb.  Leit. 

Bemh.  Lctt.   I.  f..    173. 
»i   Bemb,  lett.  % 
m  Bemò.  leu.  2.  32. 
#1  Bemh.  Lett.  3.  2.   15. 


Bemb.  Pr. 
Bcmb.  Pr.   I.    39. 
Bemb.  Pros.  3.   184. 
m  Bemb.  Pros.  lib.  3. 

Bemb.  Bim.  l'i. 

Bemb.  Stanz. 

Bemb.  Stanz.   Kl7. 
«  Bemb.  son.   I3'i. 
«•   Bemb.  canz.  28.  7. 


Bemb.  St. 

Bemb.  Stor.  4.  47. 


»949 

a  tale  cflcUo  numcratt*.  —  Noi  ìn  questa  nuov.i  unprcssìono  abljiamo  usalo 
sempre  la  siuiililla  edizioni'  del  ITkìO,  cilarnlola  tome  j;li  Aecndt mìci,  a 
libri  e  a  pagine  da  noi  pine  a  tale  eflVtlo  niinieiali-;  ma  i  Compilatoli  Vero- 
nesi si  servirono  anclie  di  due  altre  edizioni,  1*  una  di  Venezia,  Scotto,  I  553, 
in  8.;  e  l'altra  di  Verona,  Berno,  I  753,  pure  in  8.  allegandone  per  lo  più 
i  libri,  eie  pagine:  e  quei  di  Napoli  adoperarono  anche  una  edizione  di  Ve- 
nezia del  1575,  citandola  parimente  a  libri,  e  a  pagine.  — 

Lettere  \'oli^arì.  Nella  passata  impressione  crediamo  clic  sì  servissero  dell'  e- 
semplaie  di  quella  medesima  stampa  die  abbiamo  adoperato  nella  presente, 
cioè  di  quello  impresso  in  Venezia  nel  1575.  in  8,  il  quale  ù  divìso  in  due 
volumi,  ciascheduno  de' quali  contiene  dodici  libri,  onde  i  Ire  numeri,  die 
per  lo  più  si  trovano  aggiunti  agli  esempli  di  queste  Lettere,  accennano  il 
piìmo  il  volume,  il  secondo  il  libro,  ed  Ìl  terzo  le  pagine  di  ciasdicdun  vo- 
lume (a). 

Pìxise  intorno  alla  voìgar  Lìngua.  Di  quali  edizioni  sì  servissero  1  Compila- 
tori nelle  antecedenti  impressioni,  ninna  ricordanza  lasciniono.  In  questa 
abbiamo  citato  la  stampa  fatta  nel  1549.  in  4.  dal  Torrentino  ad  istanza  di 
I^Iesser  Carlo  Giialtcìiizzi  inlimo  amico  del  Bembo,  avendola  giudicala  una 
delle   più  coirelle.  I  numeri  additano  il  libro,  e  la  pagina  (b). 

Bimej  cioh  Sonetti j  Canzoni^  JMadrigalij,  Capitoli^  e  òVa«re  (20).  Nella  pre- 
sente impressione  ci  siamo  servili  della  stampa  del  Giolito  del  Ì5G4,  in  12. 
giudicandola  una  delle  più  corrette  per  essere  siala  procurala  dal  Commen- 
datore Annibal  Cai-Oj,  e  da  esso  dedicala  al  Cardinal  Farnese(c).  1  numeri 
aggiunti  a  ciascheduno  esempio  additano  le  pagine  della  suddetta  edizione. 
. —  In  questa  nuova  impressione  si  è  fallo  uso  delle  migliori  edizioni,  e  sln- 
golnimcnle  dì  quella  stampata  in  Bergamo, appresso  Pietro  Lancillotti  1753. 
in  8.  apponendo  per  lo  più  agli  csempii  il  numero  del  sonetto,  o  i  numeri 
della    canzone,  e  della  stanza,  che  citiamo.  — 

folgarizzamento  della  Storia  latina  di  f'enezia  fallo  dall'  Autore  medesimo. 
Quantunque  nella  precedente  impressione  non  sì  veda  fatta  menzione  della 
stampa  quivi  citata,  nondimeno  per  certi  risconlrl  (21)  crediamo,  die  fosse 
quella  di  Vinezia  del  1552.  in  4.  fatta  fare  dal  sopraddetto  Messcr  Carlo 
Glialteruzzi^  e  di  questa  medesima  edizione  ora  ci  siamo  serviti, accennando, 
per  mezzo  de'numeii  aggiunti  agli  esempii,  11  libro,  e  la  pagina.  —  In 
questa  nuova  impressione  qualcuno  si  è  servito  anche  dell'edizione  di  Ve- 
nezia 1790.  in  2.  volumi  in  4,  ed  i  numeri  aggiunti  alle  allegazioni  accen- 
nano parimente  il  volume,  e  la  pagina.  — 


Bene.  Bai.  » 


Volgarizzamento  di  Rasis.  V.  f'ol^.  Ras. 


{«)  Talora  in  luogo  de' Ire  nunieiì  ag;,iuoli  agli  eicni- 
pli  %c  ne  trova  un  solo,  cil  allora  per  lo  jiiìi  si  accenna  il 
volume  ,  come  si  può  vedere  dalie  vori  fiocca ^  g.  XXIV.  , 
Vate  fiiora,  e  Conio, ^.  LX  VII.  ;e  talora  due, ed  allora  si  accenna 
quando  il  vduiiie,  e  la  pajzina,  come  si  trae  dalle  voci  Fare  for- 
tuna, FrateUeyolmcnte,  I\Janinconichefto  :  f\\\iT\ào  il  libro,  e  la 
pagina,  come  si  trae  dalle  voci  Pare  calunniti,  i'ciixamento ,  ec. 
Del  rcslo  j^li  Accademici  allegaiono  6n'>  dalla  terza  impres- 
sione non  solo  le  lelti-re  contenute  nei  due  Volumi  suddetli, 
ma  aoclte  quelle  contenute  nel  vulume  3.  e  forse  anche  nel  ^. 
stampato  a  Venezia,  senza  nome  di  stampalnre,  l'anno  l552.  in  8. 
ct)me  ne  ta  fede  l'esempio  riportalo  alla  vore  /*(7rse;-o/ie,  salvo 
«he  il  terzo  numero  in  lungo  di  additar  la  pagina,  che  sarelilic  U 
52.  addita  la  lettera  che  è  appunto  la  i5-  Anche  yli  esempli 
illegati  alle  voci  j4\'\'iso,  e  Mancino  si  rinvengono  in  questo 
terzo  volume  il  primo  a  face.  38,  e  1'  altro  a  tace.  52. 

(h)  Ciò  avviene  quando  sono  due;  ma  se  è  un  solo,  co- 
me si  vede  alle  voci  J'nstidw,  Figura,  Forza  ,  Grido  ,  ec. 
esso  addita  il  lihro,  salvo  nelle  voci  Basso,  add.  §.  Xll.  e 
Buono,  sust.  g.  XIX.  che  addita  la  pagina  dell'adizione  ailo- 
pcrala  dagli  Accademici  della  terza  impressione,  che,  secondo 
il  Ganiha,  sarebbe  quella  scorrctlissima  dì  Venezia,  per  Nic- 
colo Morelli,  l586.  in  8.  la  quale  abbiamo  cercata  indarno  e 
per  vcriBcare  se  il  dello  del  Gamba  era  vero,  e  per  vedere 
se  con  essa  riscontravano  que'  passi  allegati  nella  terza,  che 
•ODO  diversi  nella   lettura   dalla  stampa  del    iS^p- 

(20)  I  Compilatori  nell'  Indice  della  passala  impressione 
notarono  solamente  le  Stanze  del  /ieml'o  j  ma  dagli  esempii 
«itali  in  varie  voci  si  vede,  che  citarono  anche  le  altre  8ime:  (") 
laonde  di  queste  ancora  nel  presente  Indice  abbiamo  latto 
menzione.  

(*)  Non  solo  furono  citate  ne]\apassnla  impressionerò  s\^ 
della  terza  ,  ma  anche  nella  prima,  come  si  può  vedere  alla 
V.    ì'olontariamente. 


(r)  Quanto  alla  correzione,  non  la  pensava  così  il  Serassì. 
Questa  edizione,  egli  dice,  {piantniiqitc  sia  con  nitidissimi  e 
argentei  caratteri  impressa  ,  i-i  si  veggono  tuttavia  per  entro 
notabili  scorrezioni.  Che  poi  essa  non  fosse  procurata  dal 
Commendator  jinnihal  Caro ,  e  da  esso  dedicata  al  Cardi- 
nal Farnese,  basta  leggere,  nella  parte  seconda,  la  dedicazioiis 
del  Porcacchi,  per  andai  or  rou\iiiti.  La  stampa  non  procurai» 
(  che  la  procuro  Carlo  Gualteruzzi,  a  cui  istanza  tu  fatta  per 
l'alerio,  e  L'i'gi  Dorico),  ma  assistila  dal  Cnro,Q  da  lui  de- 
dicata al  Cardinal  Farnese,  si  è  quella  di  Roma,  l5^8.  in 
/(.  Del  resto  oltre  alla  stampa  suddetta,  ne  fu  citala  indubita- 
t.inii'nte  dagli  Accademici  qualclie  altia  ;  da  che  V  esempio 
J'.cmh.  son.  t^.  ì'aga  cer\-etta  uscii-  col  giorno  fuori  addotto 
alla  voce  Cervello,  non  si  ha  nell*  edizione  del  l56:^.  la  qua- 
le legge  :  Giovcne  ceno  ti  ^cir  col  giorno  fuori  j  e  così  lese» 
pure  la  prefata  di  Roma  i5^8.  Nelle  quattro  prime  edizioni  , 
che  abbiamo  potuto  consultare  ,  che  sono  del  l53o  ,  l535, 
1539,  e  1540,  questo  verso  si  legge  cosi:  Uscir  col  giorno  la 
cervella  fuori.  Esse  per  altro  si  accordano  con  la  Crusca  nella 
lettura  dell'esempio  allegato  alla  voce  Pare  grido j  cioè  F 
qualunque  fu  mai  dura  e  superha  ec.j  dove  le  stampe  suddette 
del  1548,  e  l56^  hanno  conrordenienle  E  qunl  si  mostrò  mai 
dura  e  jH^cr/'u  tx.  Ma  tornando  al  verso  allegato  alla  V.  Cervello, 
esso  lej,'gesi,  conforme  è  ad<Iotto  nel  Vocabolario,  in  una  edi- 
zinne  di  Venezia  l564'  in  12-  appresso  Francesco  Rampazetlo, 
venutaci  a  mano  mentre  era  per  andare  in   torchio  questa  nota. 

(21)  I  riscontri,  che  di  ciò  si  hanno,  sonoj  I.  che  i  nu- 
meri, i  quali  si  osservano  negli  esempli  allegali,  corrispon- 
dono a  questa  edizione;  2.  the  si  conserva  ancora  Ira  i  libri  dì 
nostra  Accademia  un  esemplare,  in  fionle  del  (piale  è  scritto 
l'eli'  Innoniin.ilo  Segni,  il  quale  fu  uno  de' principali  Compi- 
latori della  terza  impressìi-ne  ;  3.  the  si  trovano  lineate  in 
questo  esemplare  quasi  tutte  le  voci,  delle  quali  sono  allegati 
gli  esempli  tratti  da  questa  Storia  ,  il  che  non  può  esjtre 
si.ito  latto  ss  nou  in  congiuntura  di  farne  lo  spoglio. 


19^0 

Benv.  Celi. 
Benu.  Celi, 
Benf.  Celi, 
Beat*.  Celi, 
*Benu:  Celi. 


Ore/. 
Ore/:  48. 

nt,  237. 
ri7.  2.  M'^ 


Bern.    Ori. 

Bern.  Ori.    \,  l.  54. 


Bern.  Bìm. 

Bern.   fìim.    I.    117. 

*  Bern.  nm.f  o/.'2.  in  princ. 

*  Bern.  rim.  ^.  Xir. 


Bern,  Cat. 

Bern.    Catr.   5. 

M  Bern,  ì^ogl. 


Opere  di  Bent'cnuto  Cellìnì  (22),  clo^: 

Due  Trattati  della  Oreficeria,  e  della  Scultura,  %\  c\tA  U  Sta'npa  di  Firen- 
ze del  1731.  in  4.,  ed  i  numeri  indicano  le  pigine. 

f^ita  sua  scritta  da  se  medesimo:  Tcslo  a  penna  che  fu  già  di  Lorenzo  Maria 
Cavalcanti,  poi  tra  i  nianoscrilti  di  Francesco  Redi  ^2^ì.  — In  questa  nuo- 
va impressione  si  è  citalo  per  lo  più  Tcdizionc  falla  in  Firenze  dj  Gugliel- 
mo Pialli  l'anno  182!).  in  3.  volumi  in  8.  per  cura  drl  Doli.  Fra  ncetco  Tassi,  ed  i 
numeri  a;;giunti  additano  Ìl  volume,  e  \.\  pagina  di  questa  edizione  cos'i  per 
gli  esempli  nuovi,  come  pei  già  allegati  dalla  Ciusca.  E  qui  è  da  avvertire 
che  il  voi.  3  non  contiene  che  hicordi^  Prose,  e  Poesiedi  Benvenuto^ le  qua- 
li vengono  alhgate  colla  stessa  abbreviatura  della  Vita.  — 

Opere  di  Francesco  Bemi,  cioi-: 

Orlando  Innamorato.  l'cma  rifatto.  Nelle  antecedenti  impressioni  furono  ci* 
tale  le  stainp--  fatte  in  V»n«'/ia  per  gli  Eredi  di  Lucanlonio  Giunta  nel 
1541.  e  nel  15V).  in  4.  Nella  presente  ci  siamo  serviti  anche  di  quella  del 
1725.  in  4.  che  ha  la  data  di  Firenze,  e  che  dì  quelle  di  Venezia  è  più  cor- 
retta (n).  I  tre  numeri  ag;;tunli  alle  allegazioni  di  questo  Poema  indicanoìl 
libro  (2'0>  il  canto,  e  la  stanza  (b). 

Bime  Burlesche [c'^.Sehhcìie  dall'Indice  non  apparisce,  sì  vede  nondimeno,  che 
gli  anliclii  Compilatori  sì  servirono  della  raccolta  di  esse  data  alla  luce  per 
opera  del  Lasca  da'  Giunti  dì  Firenze  in  du<:  parti,  la  prima  nel  1548.  e  la 
seconda  nd  l'i;')/»,  in  8.  Nella  presente  impressione  abbiamo  fatto  uso  an- 
che della  Raccolta  dell'Opere  burlesche  del  Berni^  e  d'altri  Autori  stampa- 
ta modernamente  nel  1723.  in  tre  volumi  in  8.  de'  quali  ì  piimi  due  por- 
tano la  iliita  parte  di  Londra,  e  parte  di  Firenze,  il  terzo  quella  dì  Firenze. 
1  due  numeri  che  in  questa  impressione  si  sono  aggiunti  alle  allegazioni  di 
queste  JUme  accennano  Ìl  volume,  e  le  pagine  di  ciascheduno  di  essi,  talora 
dell'edizione  antica  ì\k.^ Giunti ,  ma  per  lo  più  della  moderna,  —  E  siccome 
nel  secondo,  e  nel  terzo  volume  innanzi  alla  numerazione  arabica,  vi  sono  al- 
cune rime,  cos'i  in  questa  nuova  impressione  quelle  del  secondo  sì  sono  alle- 
gale con  questa  abbrev.  Bern.  rim,  voi.  2.  in  f*rinc.j  e  quelle  del  terzo  con 
questa;  Bern.   rim,  3.  XI V.   o   simile.  — 

Cairinaj  Alto  scenico  rusticale,  stampato  in  Firenze  per  Valente  Panizzi  nel 
I5G7,  in  S.  Nella  presi-nle  impressione  siamo  ricorsi  alPeseniplare  slampato 
modernamente  (-5)  unito  al  quale  è  il 

AlogliazzOj  Frammesso  pure  in  versi,  che  parimente  alcuna  volta   si   e   citalo, 


('22)  Avendo  Franertro  PeJ!  stimato  bene  di  citare  la 
Vita  dei  Cef/tni  per  ragione  degli  cicmpii,  clic  se  ne  pote- 
vano trarre  appartenenti  alle  Voci  di  Scultura,  Pillura,  ed 
Arto  dell'Orefice;  con  maggior  r;igionc  abliiamo  credulo  di 
dov(?r  citare  in  qucita  impressione  anche  i  due  Trattali  del, 
l'  Orefceria,  e  Sru/lura,  poirliè  questo  è  lavoro  del  medesi- 
mo autore,  molto  più  della  prima  compiuto  e  pcrfclln,  e  ornai 
noto  agli  eruditi,  per  essere  stali  di  f,Ìi  impressi  questi  Trat- 
tati in  Firenze  per  Valente  Panizti,  e  Marco  Peri  nel  i568. 
in  4-  ^'p'  P'^rò  ahliiamo  amalo  meglio  di  citare  la  moderna 
ristampa  del   IjSi.  rhe  è  più  emendala,  e  corretta. 

(23)  Questo  libro  ora  per  la  prima  volta  è  citalo  nella 
presente  impressione.  Fu  spogliato  da  Francesco  Hedi,  il  quale 
così  scrive  di  questo  Codice  in  una  po*tilla  di  sua  mano  in- 
serita nel  injrjjine  del  suo  esemplare  del  Vocaliotario  :  l'ita 
di  Benvenuto  Cellini  Orefice,  e  Scultore  Fiorentino,  Testo  a 
penna  in  /^fjlio  di  Lorenzo  Maria  Cavalcanti.  Questo  y4utore 
compose  quexta  sua  vita  da  se  medesimo,  e  da  se  di  .tua 
propria  mano  la  cominciò  a  scrii-ere,  ma  non  li  contini  ò  di 
propria  mano.  La  (ito,  perette  ci  sono  molte  voci  appartenenti 
alla  Scultura,  Pittura,  e  Arte  dr IP  Orefice,  le  quali  sono  ne- 
cessarie al  Vociiholario.  Questo  Testo  a  penna  la  cortesia 
del  Sig.  l.oreDin  Maria  Cavalcanti  ha  poi  donato  a  me  Fran- 
cesco llcdì.  Questa  J'ita  h  stata  data  auclic  modeinamrnte 
•Ile  stampe  sullo  la  finta  data  di  Colonia,  ma  noi  non  ci  sia- 
nio  serviti  di  questa  ediiionc  per  estero  astai  scorrella,  e  di- 
fettosa. 

(a)  Che  che  si  di-a  dagli  Aceademìeì,  e  dai  liiMìn^raS 
in  lode  di  questa  ediZTunr.  pure  egli  è  certo  che  essa  b  mmo 
correità  delle  due  prercdmli.  A  xoterne  andar  persuasi  basta 
leggere  le    l'arianu   lezioni,  che   iljl'e   niedesinic   ha    ricavate   e 

foste   in    fine   <li    ciascun    volume   del'a    it-impa   di     l'irenie.   al- 
Insegna  di   Danto,   1827  28.  in  3.  voi.  in  1 2.  t'erudito  editore 
iiiuseppe   Molati. 

(2Ì!j)  Tre  teli  sono  ì  Libri    di  questo  Poema  (*) ,  benché 


per  errore  un  numero  astai  più  grande  ne  atlditi  \m  esempio 
citato  nella  passata  impressione  alla  voce  VOTO  Bern.  Ori. 
33.  7.  67.  ma  noi  aiiliiamo  retlituilo  quell'esempio  all'Or- 
lando Furioso  dell'  Ariuslo,  in  cui  meramente  ti  Uova  al  tao. 
33-  stan.  (17. 

(b)  Il  Monti  nella  Proposta  (voi.  3.  p.  I.  pag  l3  )  die* 
che  i  Canti  (i8,  e  69.  di  quest'Opera  non  sono  del  Bemi.  ma 
del  CafflioJJo  the  pretese  dar  rompimento  all'  Innamorato,  • 
dà   biasimo   alla   Ousca  per  aTcrne   reputata  clntsicn  !a  favella. 

(r)  Gli  Accademici  nel)*  al'cgaxione  di  que>le  Bime  pre* 
sero  più  d'un  abbaglio.  IVe  notemno  qualcuno.  Innanzi  trai- 
lo a«<egnarono  ad  p»>e  i  due  rsrmpii  addotti  alla  V.  Colletta^ 
quan«lo  sono  delle  Bime  di  I.odoi-iro  l^olr^  ,  e  precitamenfa 
il  primo  a  pag  2-'>1,  r  l'abro  a  pag.  2'>0  de|  primo  volume 
dell*  editume  suddetta  del  172.I.  Di  qui  si  trae  che  anche  il 
Dolce  per  ìshaglio  (  cosa  non  notata  da  altri  the  noi  lappiamo  )  k 
autore  di  Crusca.  Così  al  modo  avterliiale  .-f  un  tempo  attrìbaì- 
rono  alle  ìiime  del  fierui  un  passo  tratto  da  una  Canzone  del 
Bembo,  a  cui  si  b  in  questa  nuttvj  impressione  re^iiiuilo  ;  eem* 
si  è  revlituiin  alte  Pime  dol  Mautn  Taliro,  ihe  <la  essi  alla  roea 
Cursore  veniva  parimrntr  assegnato  a  quelle  del  Pernij  t  prr 
lo  roD'rario  sì  h  rrstitu>lo  al  lierni  quello,  che  ^lU  V.  ^tostme* 
chi  si  aicrìvp«a  a  Bartoloffimeo  del  Bene,  e  l'altro  tha  alU 
V,    f'rrf^a   si  «lava   al    J.niCi. 

(25)  F  Doto  ,  che  quello  esemplare  t  stampato  in  !Va- 
poli  ,  e  va  unito  alla  Calandra  Cooimedia  drl  Cardinal 
Bernardo  Invizio  da  BìMìrna,  p  al'a  ,^'uocera  Commedia  di 
Benedetto  ì'archi.  lo  molli  luoghi  h  a^^iai  diverso  dalla  «lam- 
pa del  Pitnisi* ,  essendo  li  allo  non  d.i  r»ta,  ma  da  un  Testo 
a  penna  icriiin  nel  tempo  medesimo  del  /terni.  SoB*i  peri 
le   sa;ie   l,<-tioni  di  quella   cditìune. 


(')  Coti  questo  Poema  h  divìio ,    conforme    ali*  originale 


del  Buiaido.  ìn  tulle  le  editìoni  anteriori  a  quella  dì  Londra 
(Livorno)  17R1.  in  j^.  Vili,  in  I?.  dote  per  U  prima  volta  i 
canti  vrnnrro  numer.i'i  di  si-guiio  dal  primo  fino  al  »essante- 
tinio  nono;  il  che  %i  è  p->i  pi^itra'o  in  lutir  le  ri>'ampe  po- 
steriori. Drl  revto  il  pruno  liliro  k  composto  di  2Q  canti  i  il 
secondo   di   3l  ;  e'I   tcrxo   di  q. 


Bern.   Mot^liaz. 
Bem.  Mogtiaz.  15. 


'  Bem.  Belline,  son. 

Bert.  Jììm. 
Beri.  Riin.  3.  2G5. 
Bert.   Caiiz. 
Bere.  Son.  34. 


ic,5l 

f(l  1  nunieii  ;n;j;lunli  ileuolnno  le  pni;Ìn(  dall'uno,  e  dell'allioconi|)Onimen- 
lo  uella  sudiiftla  edizione.  —  Uilla  Cfttrtna  ìn  qufsla  nuova  ini|>ressione  si 
è  citalo  a  paginL-  V  escniplart  che  sia  nel  Saggio  di  Jiime  di  diversi  buoni 
autori ecY il Gwzc,  Kouclii,  e  Couiji.  18'i5.  in  8. — 

Bernardo  BelUncioni  Sonetti.  V.  Belline. 

lììme  burlesche  di  lìomolo  Bertini[2(y).  In  questa  impressione  abbiamo  citato  quel- 
le stampale  l'anno  1;'23.  nel  terzo  volume  delle  Opere  huileselie  del  Bernì,  e  d' 
altri  autori;  ed  i  due  numeri  aggiunti  accennano  il  detto  terzo  volume,  e  le  pa- 
gine di  esso,  dove  cadono  dette  Mime.  Talora  è  citata  ancUe  la  canzone,  o  il  nu- 
mero del  sonetto. 


Bib.  Bed.  » 
Bibl.  Bed.  « 
n  Bibb.  Bed. 


l^olgarizzamento    della  Bibbia.  Testo  a  penna,  che  fu  di  Francesco  Bedi  (-7). 


Bind.  Bon.  B.  A.  «         Bime  antiche  di  Binda  Bonichi  da  Slena  stampate  la  Koma    nella   stamperia    del 

*  Bind.  Bon,  canz.  4.  2.       Grignani  Vaaao  1G^2.  in  foglio  (^28).  (a). 

*  Bind.  Bon.  son. 

«  Bin.Bitn.burl.l.2lO.(h)  Bime  burlesche  di  Messer  Bino.  X.  M.  Sin.  Bini.  buri. 


Bocc.  Proem.  5, 
Bocc.  Intr. 
Bocc.  Introd. 
Bocc.  Introd-  23. 
Bocc.  g.   ì.  p.  2. 
Bocc.  nou.  1,  19, 
Bocc.  noi*,  ^l^.  tit. 
Bocc.  g.  3./  k. 
Bocc.  Canz.  8.   I. 
Bocc.  Coficl.  ^i. 
Bocc.   Conclus.  n.    IO. 

*  Bocc  g.  4*  1.  I. 

*  Bocc.  g.  3.  not^.  3. 


Bocc.  AmeU 

Bocc  Jmet.  Proem. 


Opere  di  Messer  Gioimnni  Boccaccio^  cioè: 

Decamcì'oiie.  Si  cita  l'esemplare  corretto  dal  Cav.  Lionardo  Salviati  n  ciò  e- 
spressatnentc  deputtito  ilal  Granduca  Franct-sco,  e  stampato  in  Firenze  dai 
Giunti  V atìno  1587. Tutte  le  Novelle  sono  citale  pel  numero  loro  da  una  fi- 
no a  cento.  Il  secondo  numero,  che  si  trova  nejrli  esempii  tratti  da  quest'O- 
pera, indica  i  numeil  per  maggior  con)odo  posti  n  mano  di  dieci  In  dieci 
versi  nell'esemplare,  di  cui  si  servirono  "lì  antichi  Con)plIaloii  (29)  così  la 
ciaseluduna  Novella,  come  In  ogni  altra  parte  piìncipale  di  quesl'  Opera^ 
cioè  nel  Proemio,  nell'  Intioduzìone,  nel  piiiicÌpio,c  nel  Une  dì  clasclu-duoa 
Giornata,  e  nella  Conclnsloue.  1  due  numeii  posti  agli  esempli  tratti  dalla 
Canzoni  sign<lìcano  la  Giornata,  nella  quale  è  posta  la  Canzone,  e  la  stanza 
della  Canzone.  L'abbreviatura  tit.j  che  si  trova  talora  in  vece  del  secondo 
numero,  sigultica  che  quell'esempio  è  tiallo  non  dal  corpo  della  Novella, 
ma  dal  titolo  di  essa.  Ma  perciocché  1'  Injarinato  giudicò  di  dover  tralascia- 
re, o  alterare  varii  luoghi  di  quest'Opera,  negli  esenqili  da  noi  allegati  ab- 
biamo supplito  colali  mancanze  e  varia/Ioni  pei-  lo  più  colla  moderna  edi- 
zione, che  ha  la  data  d'Amsterdam  dell'anno  1718-  In  due  volumi  in  8.,  e 
tavolta  ancora  col  celebratissìmo  Testo  a  penna  sciitto  di  mano  di  Fi-ance^ 
SCO  d'  Amaretto  Mannelli^  che  di  presente  si  conserva  nella  Libreria  di  San 
Loienzo  al  Banco  XLL  segnato  col  num.  1.  e  molte  volte  ne  abbiamo  avver- 
tito 1  Lettori  con  una  parentesi  dopo  l'esemplo,  lo  che  abbiamo  anche  pra- 
ticato in  qualche  luogo  più  sospetto,  o  oscuro,  dove  la  leziotie  del  Testo  del 
Mannelli  è  stata  da  noi  credula  più  sicura  dell'  esenq)Iare  corretto  dall'  In~ 
Jarinato.  —  In  questa  nuova  impressione  ,  oltre  alle  stampe  suddette, 
si  è  fallo  uso  di  qualche  allra  delle  migllotl,  citandole  per  lo  più  a 
giornate^  e  a  noi'ellej  e  singolarmente  della  Parmigiana  del  1812. 
in  otto  volumi,  in  16.  assisllta  ed  Illustrata  con  uote  dall'  egregio 
Filologo  Ab.  Michele  Colombo. 
Ameto.  Così  in  qu<'sLi,come  nelle  antecedi-nli  Impressioni,  è  stata  citala  l'edi- 
zione di  Firenze  falla  dagli  Eredi  di  Filippo   Giunti  l'anno    1521.  ed  i  nu- 


(26^  Queste  Rime  eraoo  state  citate  anilin  uella  prrcc 
deule  imprfb&iDiie  del  Vocaliolario ,  come  si  può  vtJere  alla 
Viice  POSAUE  (*)  .  Avevale  piessu  di  se  mauoscrille  iraacesco 
Hall,  il  quale  [uu  voli.-  le  cila  nulle  uute  al  suo  Ditiranilio. 
riuailimeau  luruuu  liaUistiate    nell*  Iodica    iluUe    uMtievialure. 

(Z'J)  Questa  alibicvialura  jiarimenlc  fu  Iralasciala  Dell' 
ladice  dell  anleccdt-Qie  iinpte&)>uiie,  quantunque  iudicbi  uà 
Xtrsto  in  issa  ciuto,  come  si  può  \ edere  alla  voce  CI- 
SPOSO l"). 


(•)  La  canioDc  citala  alla  P'.  l'osare  non  dee  esser  quella 
puLblii ala  nelle  ■'•ime  burle-che,  da  che  iu  essa  nun  si  riu%en* 
gunu  i    versi  jllc^'alì  a   questa   voce. 

l'*)  Quc:>ta  è  la  sula  \uce  cit.>tj  dagli  Accademici  di  que- 
sto Teétu  eoo  questa  abbreviatura:  £iOb.   Iit:ti. 


(28)  Sono  quattro  Canzoni  morali  poste  dietro  alla 
liime  del  Petrarca,  cacate  dal  Testo  originale,  the  si  con- 
sci va  nella  Libreria  Vaticana,  al  Tcsoretlo  di  Ser  /irunetto 
Intuii,  e  al  Trattato  lU'llc  i  ìì  iti  morali  di  [lol/erto  Ji» 
di  JVopùlij  e  di  (UTiisalemiiie,  e  sapeudosi  che  erano  nel 
Testo  a  penna  de'  /'oc ti  a/ititlii,  che  fu  di  Pter  del  j^tvo, 
è  verisimile,  che  da  esso  le  traesse  V  Olntldini  in  quella 
guisa,  che  dal  medesimo  trasse  le  liime  altrdiuitc  al  R9 
iiuherto. 

(a)  Anche  queste  lìinie  vennero  tirale  fuori  nella  Tavola. 
tenza  essere  s[>ogliale.  In  questa  nuova  impressione  oltre  alla 
Canzoni  si  citano  ainhe  i  SoueUi,  ihe  stanno  nei  Poeti  antichi 
raccolti  dall'  A:lacci,   JSapoli,    1661.   in    8- 

(b)  Di  questa  abbreviatura  si  \aUeio  gli  Accademici  alla 
voce    Jnipiufia tu l'a. 

(29)  Questo  esemplare  è  ancor  di  presente  ira  i  libri 
dall'  Accademia. 


1952 

Bocc.  Amet.  98. 


Bocc.  Amor.  f^is. 
Bocc.   J^h.  Clip.  ^0. 
Bocc.  Am.  f  iV.  can.  30. 


Bocc,   Coni.   Dani. 
Bocc.  sop.  Dan. 
Bocc.     Coni.    Dant. 
237. 


Bocc.  Fiamm. 
Bocc.  Fiamm.  proem. 
Bocc*  Fiamm.   I.  25, 
•t  Bocc,  Fiamm.  4* 


nieii  ne  indicano  le  cariche  V  abbreviatura  Proem.  Ìl  Proemio.  In  alcun  Imo- 
'^o  della  stampa  oscurOj  o  sospcUo  d'crrorf,  abbiamo  consultati  gli  scritti  « 
pennute  porlicolarmente  quelli,    cbc  sono  ntrlla  Libreria  di  S.  Lorenzo    nel 
Banco  XLI,  segnati  co'  numeri  35.  e  36. 
Amoiùsa   Visione.  OpL-ra  in  terza  rima;  e  divisa  in  cinquanta  canti,  o  capitoli. 

I  Compilatori  dtrlle  passate  impressioni  non  ci  lasciarono  memoria  alcuna 
del  Testo  a  penna,  o  (l»:ll*  edizione,  di  cui  si  seivironn.  Nrlla  presente  ab- 
biamo adopeialo  V  est-inpiare  stampalo  dal  Giolito  in  Venezia  nel  1558.  in 
S.jSendocì  parulo  sunìcii-nternenti:  corrotto^  bencbè  alcuna  volta  ci  sia  con- 
venuto licoruiead  un  Testo  a  jienna,  ette  abbiamo  veduto  nella  Libreria 
del  Marchese  Biccardi  iv^ualo  O  IIIJ.  XXXIX.  per  racconciare  alcuno  e- 
sempio,  che  nell'esemplare  stampato  appariva  manifestamente  scorretto  (a). 

II  numero  agj^ìunto  alle  allega/ioni  tratte  da  questo  Libro  corrisponde  a 
quello  de*  canti,  o  capitoli,  ne'quali  e  diviso. 

Comento  (30)  sopra  i  primi  sedici  Capìloli  —  e  parte  del  diciassettesimo — 
i\c\V Injerno  del  Dante.  Nelle  prime  iniprei>stonì  fu  citato  un  Testo  a  penna 
di  Pier  Setoli  nostro  Accademico  detto  V  A  ghiacciato  j  cbc  poscia  fu  posse- 
duto  dal  Guernito  (I)).  Ntlla  presente,  non  essendo  stato  possibile  il  ritrova- 
re il  Testo  d<-l  Sci^ni,  CI  si. lino  prevalsi  d'un  altro  Testo  a  penna,  che  era 
•^\'d  nella  Lil»ieiia  d'  Antonio  Ma^liabecìii.  Questo  Testo  ha  poi  servito  di 
norma  all'  edizioaej  che  ne  è  slata  falla  colla  data  di  Firenze  Tanno  172'*. 
iu  due  Tomi  in  8.  onde  questa  parimente  abbiamo  alcuna  volta  citala,  ed  i 
numeri  agi^iunti  agli  esempii  indicano  il  canto,  e  la  pagina  dell'esemplare 
stampatole).  —  In  questa  nuova  impressione  si  è  citata  la  suddetta  edizione 
del  I  72''f.  e  (gualche  rara  volta  anche  quella  del  18^  I .  in  tre  volumi  in  8.  fatta 
per  cura  d'/4,'«ario  >ì/o«£/e/v  ed  i  "umcri  aggiunti  agli  esempli  indicano  il 
Tomo,  e    la  pagina. 

Fiammetta.  Si  cita  la  stampa  di  Filippo  Giunti  del  159'j.  in  8.;  ed  t  due  nu- 
meri aggiunti  agli  esempii  corrispondono  il  primo  a  quello  del  libro,  il  se- 
condo a  quelli  posti  in  margine  di  dieci  ìn  dieci  versi  nella  suddetta  edi- 
zione. Alcuna  volta  abbiamo  citato,  e  per  lo  pÌìi  a  pagine,  la  più  antica  edi- 
zione di  Bernardo  Giunta  del  I533.in8.(d)jcd  in  qualche  esempio  dì  senso 


(a)  I  sette  esempli  ili  (jucst*  Opera  illegali  nella  terra 
impressione  (  da  che  nella  prima  e  nella  ieconda  non  ne 
fu  addotto  alruuo,  comcchè  ^lo^Ia  nella  Tavula  de'liliri  spo- 
gliali), confrontano  lalmcnle  colla  stampa  del  (iiolilo,  da 
credere  che  quagli  Accademici  si  serviAsero  appunto  di  esaa, 
come  se  ne  valsero  »|UeHi  dcll.i  <(uarta.  Se  non  che  l'edizione  del 
Giolito  e  del  15^9,  e  non  del  1558,  come  essi  dirono.  Ben  è  vero, 
«tic  alcuni  esemplali  si  trovano  con  la  data  del  1 558;  ma  questa 
non  è  che  la  [.rima  edizione,  caml>i<itevi  le  prime  olio  carie. 
Prova  ne  sia  il  trovarsi  in  tulli  gli  esemplali  a  carte  36.  se- 
gnutu  per  errore  carie  28..  e  la  d^ita  in  fine  del  MDXLIX. 
Del  resto  se  de'6t).  esempli  allr^ali  nella  4-  impressione  ic- 
celiai  quello  adduUo  alla  V.  Adastare,  e  l' allro  alla  /^. 
J'enerfo,  cbe  differiscono  in  cosa  da  nulla  dalla  stampa  sud- 
delta,  gli  altri  tulli  si  riscontrano  con  essa  per  modo,  da  du- 
bitare se  sia  vcio  che  a  quegli  Accademici  cunxeoissc  ricor- 
rere ad  un  Testo  a  penna  per  racconciare  alcuno  esempio, 
che  neW  vsemplare  stampato  appariva  manifestamente  star- 
retto.  E  dì  qui  si  ^egga  allresì  quanto  sìa  secondo  verità 
ijuello  clic  dire  il  Mcuticr  ne!rav\iso  ai  leltori  premesso 
all'  edizione  i\AV  Amorosa  J'isione  latta  da  lui  in  Fìreoxe 
Del  l833.  10  8.  •"  I  compilatori  del  Vocabolaiio  della  Ciu- 
«  sra  sul  principio  del  passalo  secolo  riconobbero  l'infcdclli 
«  delU-  ediiiuni  dell*  Amciosa  Visione,  e  vollero  prefeilit-  a 
m   queste  i  manosciitli,  e  sì  servirono    per    testo    di  un   Cudi- 

■  ce     lìiccardiano    O    liti.    3()  ,    che     ora   si     trova     sotlo    il 

■  N.  1066.  ».  Il  qual  Mouiier  dice  anche  più  tolto,  di  aver 
potuto  col  «occorso  dì  varii  Codici  correggere  il  Usto  del* 
l' Amorosa  il  stane,  e  pubhiuarlo  adesso  secondo  la  mente 
dell'autore.  Ora  se  l'Amorosa  Visione  non  e  urlla  stam|<a 
del  Giolito  secondo  la  mmto  dell'  autore,  e  multo  inruo , 
pare  u  noi,  in  quella  del  Mouticr^  dove  non  di  rado  man- 
ca d  senso.  Basti  un  esempio  de'  molli  cbc  jiotrcnimo  addur- 
re. La  Ciusca  ulU  /'.  intorno  intorno  allegò  ino  dalla 
3.  impressione  questo  passo:  O  tu,  Jiiendo,  che  nel  chtnro 
giorno  Codi  del  lume  della  luce  mia,  t'/ie  a  te  vago  si 
rag^:ia  intorno  intorno,  j\on  tsc/ieinir  con  gahho  mia  ha- 
Ita.  Or  ecco  come  sta  ncll"  cdiiioue  del  Moutter  :  t)  In, 
dicendo,  che  nel  chiaro  giorno  Pel  dolce  lume  della  luce 
mia  ,  Che  a  te  vago  si  rcggtàt  d' intorno,  IS'on  ischernir  con 
gabbo  mia  balia. 

(3o)  Il  ììoccaccio  propiJamcote  non  fece  il  Conicnlo 
•Ila  Cuniniedia  dì  Onntf,  111.1  preso  a  spiegarlo  per  vìa  di 
Lciioui   pubMicamcule   alla    gic^cutù     l'iurcnUna  ,     «     fucsie 


Lezioni  sono  quelle  che  sì  cbiamaDo  col  some  ili  Comen- 
to. Chiaro  il  mostrano  alcune  paiole  del  princìpio  di  questo 
Lenoni,  nelle  quali  il  Boccaccio  volge  il  suo  |>arlaie  alla 
i;ioveiilù  Fioieiiliua  ijuìw  ptcsenle  dicendo  :  Massimamente 
ad  uomini  d^  alto  intendimento,  e  Jt  mirabile  perspicacità  , 
come  universalmente  solete  esser  voi  Signori  t'iortntini.  Il 
Mona'di  nel  suo  Diario  slam|<a1o  dietro  le  Storte  Pistoiesi 
in  Fireuie  nel  1733-  a  carie  332.  fa  ricordanza  del  tempo 
in  cui  il  Boccaccio  cominciò  a  spiegar  Dante  :  Domenica 
a  dì  23.  d'Ottobre  (l373.)  cominciò  m  Firenze  a  legger» 
il  Dante  Messer  Oiovanni  Jioccaccio.  Nelle  note  al  Galateo 
citandosi  un  luogo  di  questo  Comento  viene  attribuito  a 
un  cello  Maestro  Crosta.  Questo  abbaglio  può  fone  nasce- 
re da  questo,  cbe  si  ha  notitia  d'una  Sposixìone  di  Pania 
fatta  da  Maestro  Grazia  dell' Oriliue  Francescano,  discepolo 
ih\  Petrarca  scritta  a  penna-  Fu  veduta  dallo  òtritolato,  il 
quale  di  essa  fa  meuziooc  ne*  suoi  spegli  di  varii  Testi  a 
|>cnna,  che  si  conservano  traile  scrìlluic  dell*  Accademia  ,  ed 
un  Testo  a  penna  ne  possiede  al  presente  il  Caoooìco  Cab- 
briello  Riccardi  nu>tro  Accademico. 

(b)  Dal  Don  aver  potuto  rinvanire  nel  Comento  del  Boc, 
caccio  nessuno  dri  IO.  esempli  adJultì  nella  prima  impressiuDC  rul- 
r  abbreviatura  Bocc.  sopra  Dante,  e  lUll' averne  trovato  uao 
(  V.  Corfggiuolo)  in  un  l'omento  anonimo,  che  sì  coDsrrva 
mila  Itircarduna,  segnalo  col  numero  1028.  ;  noi  coDgbiellu- 
rumo,  anzi  Icnìain  per  fermo,  cbe  ìl  C<-^*"ento  citato  nelle  Ira 
prime  impressioni,  c^mir  opeia  del  Boccaccio,  noo  foste  altri* 
menti  opera  su«  ;  ma  del  suddetto  anooinio. 

(e)  Dai  riscontri  fatti  quo  quella  ma^rgior  diligcoia  cba 
abbiamo  sapulo  e  potuto,  appare  allro;  e'u'c  ihe  soli  5.  csempu 
dei  28.  clic  i  Compìlaluri  trassero  di  queilu  Cemento  ,  ven- 
nero allegati  nella  forma  suddetta.  I  restanti  ;  quattro  Don 
hanno  alcuna  citazione;  cinque  liaono  un  Dumero  solo,  rfaa 
corrisponde  a  quello  del  cjnlo;  e  gli  altri  quallorrfici  oa 
hanno  parimente  un  solo,  che  roTrÌs|K)nde  a  quello  delta  pa- 
gina. (,>uesla  dì»formit^  nelle  cìlaiìoni  è  frequentissima  Degli 
Accademici,  ed  h  scusabile,  poiclii  non  può,  diu-i  quasi,  dou 
occorrere,  t|uani)o  gli  spogli  d'una  stessa  opera  vengano  fatti 
da  più  d'uno,  e  ìn  diversi  tempi;  ma  Don  h  forte  egualueot» 
Scusabile  che  non   sia   ìn  loro  sapula. 

(d)  De'  molti  esempli  cìt.ili  cnn  un  sol  Damerò  neuuou 
corrisponde  alla  pjginaitira  drirrdizione  ilei  |5.^3.  ,  ma  lutti 
al  libro,  salvo  qualcuno  ette  ha  il  numero  5,  e  sì  trova  al  quar* 
lu  libro  come  Attistitno,  A  un  atto,  ed  altri.  Ma  iiccome  varu  di 


Bocc.  Filoc. 
Bocc.  Filoc.  I.  78. 


Bocc.  Filoslr. 

Bocc.  Fitostr.  2.  W.i 


Bocc.  Laber. 
Bocc.  Lal>.   1-2. 


Bocc.  Lett. 
Bocc.  Leu.  320. 
Bocc.  Leu.  Pili.  Ros. 
Bocc.  Leu.  Pili.  Hoss. 

287. 
Bocc.  Leu.  Pi:  S.  Apos. 
Bocc.  Leu.  l'i:  S.  Ap. 

3IG. 


1953 

oscuro,  o  ilubMo  abbiamo  coniullalo  i  Tesll  a  penna  della  Libreria  .11  S. 
Lorenzo,  che  si  trovano  al  Banco  XLII.  segnati  co'numeri  7  8.  e  '->■  (31) 
—  In  questa  nuova  impressione  si  è  talora  citala  anche  1' edizione  di  1 1- 
rcnze  (  Napoli )  1723-1724  in  8.  e  quella  di  Parma  1800  a  pagine  ;  ma 
quando  si  sono  adoperate  queste  stampe  se  ne  è  per  lo  più  avvertito  il  lettore 
con  una  parentesi  dopo  le  allegazioni.    —  .,  ,    ,  cnl.     ■      a 

Filocolo.  Si  cita  la  stampa  di  Firenze  di  Filippo  Giunti  fatta  nel  151)1.  in  ». 
allegandone  il  libro,  ed  il  numero  marginale  posto  di  dieci  in  dieci 
versi  (32).  In  alcuni  luoghi  oscuri,  o  scorretti  siamo  ricorsi  all'autorità 
de'Tesli  a  penna,  consultandone  talora  uno,  che  fu  di  Giuliano  cle'fiic- 
ci^  ora  in  mano  del  Canonico  Corso  de'  liicci  ambedue  nostri  Accade- 
mici, talora  quello  che  è  nel  Kanco  XLII.  della  Libreria  di  S.  Lorenzo 
segnato  col   nuni.    36.  u     e         ' 

Filostrato.  Poema  in  ottava  rima  (a).  Si  cita  un  Testo  a  penna,  che  fu  già 
itWInfeviiino,  e  che  dipoi  fu  riposto  tra  i  MS.  di  nostra  Accade- 
mia (33).  Talvolta  abbiamo  citato  alcuni  Testi  a  penna  della  Libreria 
di  San  Loien/o  esistenti  nel  Banco  XLI.  al  num.  27.  28.  e  29.  e  nel 
Banco  XLII.  al   num.  28.  (b)  . 

Laberinlo  et  Amore,  o  sia  il  Coibaccio.  SI  cita  l'edizione  fattane  ,n  bi- 
renze  da  Filippo  Giunti  l'anno  1594.  in  8.,  allegando  in  ciascheduno 
esempio  i  numeri  posti  di  dieci  in  dieci  versi  in  quella  impressione. 
Alcuna  volta,  quando  la  lezione  stampata  ci  è  parata  oscura,  o  sospet- 
ta di  scorrezione,  abbiamo  citato  il  Testo  a  penna  di  mano  di  France- 
sco d'Amaietio  Mannelli  unito  alla  famosa  copia  del  Decamerone,  di 
cui  poco  fa  abbiamo  ragionato  ;  e  quando  abbiamo  seguitato  la  lezione 
di  questo  Testo,  ne  abbiamo  per  lo  più  avvertito  il  Lettore  con  una 
parentesi  dopo  l'  esempio.  . 

Lettere  j  cioè  una  a  riesser  Pino  de' Rossi  ;  una  a  M.  sser  Francesco  Piwre 
di  Sant'Apostolo  (e);  una  a  Messer  Ciiio  da  Pistoia  (34);  mia  a  Nic 
cola  Acciaioli;  una  a  Madonna  Andrea  Acciaioli  Conlessa  d'Altavilla; 
ed  una  a  Fmncesco  de' Bardi.  Nell'Indice  della  passata  impressione  dis- 
sero d'essersi  serviti  di  un  Testo  a  penna  del  Guernito,  lo  che  accen- 
na la  cifra  S.  qualora  s'incontra  nelle  citazioni  degli  iscmpil  (d)  .  La 
Lettera  a  Jlesser  Pino  de'  fiossi  dicono  essere  spogliala  sull'esemplare 
stampalo,  ma   trov.indosene  molte  antiche  edizioni,   non   abbiamo    potuto 


questi  csemi'li  n-  n  si  rafiVoDlano  peiTcltaniente  colla  stampa 
suddetta;  cosi  ci>nghietturìanio  che  essi  sieno  tratti  iiou  da 
else,  ma  d.ii  Testi  a  penoa  della  Laurcuziana. 

''3l)  Nella  l  iammella  del  Boccaccio  non  si  fuò  trovare 
l'esempio  citato  nella  passata  impressione  alla  \ore  RI>FI- 
LARE,  poiché  è  Ae'  lucidi  del  Firenzuola,  e  lo  sbaglio  è 
derivato,  pertliè  le  parole  di  quell'esempio  dall'Autore  sono 
poste  in   liocca   di   una  donna  chiamala   Fiammella. 

(33)  I  nnmcri  marginali  posti  di  dicci  in  dieci  versi 
nella  stampa  del  Filocolo  di  Filippo  Giunti  lalv.ilta  sono  er- 
rati, e  spezialmente  nel  lihro  settimo,  dove  è  saltato  un  cen. 
lÌDaìo.  Quando  V  erioie  è  continualo .  ahliiamo  citato  questi 
numeri  tosi  errati,  percl.è  i  Lettori  più  agevolmente  gli  pos- 
sano ritrovare  ,  essendo  ìmiossilnle  il  correggerne  lutti  gli 
esemplari. 

(a)  A  questo  Poema  abbiamo  restituito  1'  esempio  allevia- 
lo dagli  Accademici  alla  voce  Accolla,  e  da  essi  altriliuito 
alla  Xeseidc.  l'.hi  hiamasse  veiicrlo  in  fonte  ,  non  dee  che 
leggere  l'oli  .iva  65.  della  parte  terza.  L'  Alberti,  .ed  i  Com- 
pilatori Bologueii  citarono  questo  Poema  alle  vo"  /l'sopire, 
ilclca.  Decollo,  l'inama,  l'cnilere,  e  Scniarej  e  dal  riscon- 
tro fatto  abbiamo  potuto  accertarci  ,  che  usarono  della  stam- 
pa fatta  a  Parigi  l'anno  17S9.  in  8.;  il  cui  Testo,  datoci 
dal  Baroni,  polreh'e  definirsi,  dice  egregiamente  il  Gamba, 
una  baronata,  poic/'C  il  Poema  è  s\'isato,  mutilalo,  e  quasi 
aff'iitlo  ricomposto  daW arrogante  editore j  onde  non  e  mara- 
viglia se  le  sudiiette  voci  si  cercano  indarno  nell'  ed  zione 
piuttosto  accurata  latta  in  Firenze  per  cura  d'  Igiiaz;o  Mou- 
iter  l'anno   18IÌI.   in  8. 

(33)  Questo  Codice  non  si  è  ora  trovato  tra  i  MS.  del- 
l' Accademia,  i'uò  torse  essere  che  sia  quel  medesimo  Testo, 
che  ^ide  il  nostro  Infarinato,  e  che  a  suo  tempo  ora  in  mano 
di    Giovfia\'incenzio   Pinetti. 

(I,)  Ilei  3a.  esempii  di  questo  Poema  allegati  nella  quar- 
ta impressione,  due  soli  sono  quelli  che  non  erano  addotti 
nelle  passale  edizioni,  cioè  quello  della  voce  Difendere,  e  del- 
la voce  Fihhiare.  Quest'ultimo  venne  indubitalamenle  tratto 
dalla  voce  Fermaglio  ;  e  prova  ne  sieno  gli  errori  medesimi 
co'  quali  venne  recato  in  niello.  Ecco  come  si  legge  finn 
dalla  prima  impressione  alla  voce  Fermaglio,  e  come  si  leg- 
ge alla  voce  Fihliiare  nella  quarta;  Cìi' esso  gli  vide  un 
fermaglio  nel  petto.  Posto  ivi  forse  per  Jibbiarsi  il  petto. 
Vocabolario   T-   11- 


Ed  ecco  altresì  come  si  legge  nella  stampa  di  Firenze,  l8.<l. 
in  8.  Avi  enne  Ch'esso  vide  nel  petlo  un  fermaglio  II' oro, 
lì  posto  forse  per  fihliiaglio.  Ma  meglio  per  avvcnluia  leggesi 
in  uno  dei  suddetti  Codici  di  S.  I.oieuzo,  e  precisamente  in 
quello  segnato  col  numero  28.  al  Banco  XLII.  T'enne  Ch'es- 
so  gli  vide  nel  petto  ec.  Quanto  all'  altro,  che  dice  cosi  :  Se 
non  mi  fosse  per  forza  difeso.  Di  portarlo  Jarci  d  mio  potei  e. 
noi  non  sapremmo  ben  dire  da  quale  de"  suddetti  Codici  lo 
traessero;  ma  possiamo  render  ceili  i  noslti  lettori,  che  esso 
non  si  riscontra,  che  col  Codice  27.  e  29.  del  Banco  XLt  . 
e  che  la  stampa  suddetta  va  errata  ,  dove  ,  scostandosi  dai 
Codici,  e  dalla  Crusca,  legge  porlar'n  in  luogo  di  portarlo. 
Del  rimanente,  chi  polr'a  credere,  che  gli  Accademici  della 
quarta  impressione  per  un  solo  esempio  facessero  uso,  com'  es- 
si dicono,  di  quattro  Testi  a  penna?  Noi,  no  certo.  Anzi  di- 
remo francamente,  che  sé  il  Giirrnito,  come  ci  fa  sapere  il 
suo  collega  l'.osso  Martini,  fu  usato  di  allribuire  i  Codici  a 
molti  per  urbanità,  gli  Accademici  della  quarta  impressione 
ebbero  in  coslume  di  menzionare  per  sola  pompa  molli  Testi 
a   penna,  che  forse   non  videro,  non  che  consultassero. 

(.)  Al  Prof.  Sebastiano  Ciampi,  e  a  qualche  altro  è  av- 
viso che  questa  lettera  sia  falsamente  attribuita  al  Boccaccio; 
intorno  a  che  è  da  vedersi  il  libretto  dello  stesso  Ciampi  in- 
titolato: Monumento  di  un  Manoscritto  autografo,  e  Lettere 
inedite  di  Ciò.  Boccaccio  illustrate  da  Sebastiano  Ciampi. 
Milano,    P.   .-Indrea  Molina,   l83o.  in  8. 

(3^)  Questa  Lettera,  e  le  due  seguenti  tengono  gli  eru- 
dii!, che  dal  Boccaccio  fossero  scritte  iu  latino,  e  da  altri  poi 
volgarizzate  ;  la  qual  cosa  non  cade  in  dubbio  in  quella  scrit- 
ta alla  Contessa  d'  .Altavilla,  poich'c  questa  non  è  altro,  che 
la  Epistola  latina,  con  cui  il  Boccaccio  dedicò  il  suo  libro 
De  cinris  miilicrihus  a  della  Madonna  Andrea.  Nondimeno 
sendo  slate  volgarizzate  in  antico;  e  trovandosi  in  molti  Te- 
sti 0  penna  rd  esemplari  stampati,  i  vecchi  Compilatori  non 
i.limaruno  fuor  di  proposito  il  trarre  da  esse  alcuno  esempio. 
Chi  bramasse  qualche  notizia  delle  occasioni  nelle  quali  furo- 
no  scritte  queste  Lettere,  e  de'  Volgarizzatori  di  alcune  di 
esse,  veda  le  Annotazioni  poste  in  fine  della  suddetta  edizio- 
ne del    1723.  . 

(d)  Questa  abbreviatura  non  si  trova  in  alcuno  degli 
esempii  della  quarta  impressione. 


1954 

*  Bocc,  leu,  F.  B. 

*  Bocc.  Leti.,  0  PisU  alla 

Co.  d' Altavilla, 
*Bocc.  Leu.  Andr.  Acc. 

*  Bocc,  Leu.  M.   Cin. 

318. 
Bocc.  Leu.  S*  5> 
Bocc.  Leu.  Ji.  » 

*  Bocc.  LetL  Fiamm.  27. 


M  Bocc.  Ninf. 
Bocc.  Niiìf.  Fies. 
Bocc,  Ninf  FiesoL  1 12. 


Bocc.   Teseid. 
Bocc.    Teseid.   I.  24. 
*  Bocc,  Tes.  0.  6. 


Bocc.  Testam. 
Bocc,  Test,  pag,  2, 


Bocc.  yit,  Dan,  » 
Bocc,   Fii.  Dant.  30. 


sapere  di  quale  precisamente  si  servissero  i  Compratori.  La    Lettera    al 
Prior  di  Sani' Apostolo  dicono  di  averla  tratta  da   un   Testo  a  penna  di 
Francesco  Jledi,  Nella   presente  impressione  ci   siamo    servili     dell'esem- 
plare   stampato  Jn   Firenze  &^'  Tartini^  e  Franchi  nel    1723.    in     4.  che 
ha  per  titolo:  Prtise  di  Dante  Ali^ìiierij  e  di  Messer  Giovanni  BoccaC' 
cioj  nel  quale   tutte  le  sopraddette   Lettere  sì   conten;;onOj  ed  alla   IczìoDC 
di  questa  edizione  si  e  ridotta  la  maggior  parie  degli   esenipiì  ,    aggiao* 
gendo   per  Io   più  a  ciascheduno  di   loro  un   numero,  che  dinota  le  pagi* 
ne  di  quella  impressione.   L'abbreviatura  Bocc.  Leti.  R.  (a)    significa    le 
Lettere  scritte  da    Messer  Giovanni   Boccaccio  da   Avignone  alla   Republi* 
ca  Fiorentina,  il   Testo  originale  delle  quali   avvertirono  ì   passali     Com- 
pilatori, che  era   neirArchlvio  delle   Kilormagioni   (35). 
Ninfale   Fiesolano   Poema   in   ottava  rima;  si   cita  un  Testo    a     penna     che 
fu  di  Francesco  Redi.   Nella   presente  impressione,  non   avendo  ritrovato 
quel   Testo,  ne  abbiamo  citato   un   altro  di  Bosso  Antonio     Martini    no- 
stro Accademico,  ed  agli  esempli  abbiamo  per  lo  più  aggiunto  il   numero 
della  stanza. 
Teseide   Poema   in    ottava  rima    stampato    (3fì),  Nella  presente    impressione 
ci    siamo    più    frequentemente    servili    di    un    Testo    a     penna,    che     ora 
sì    conserva    tra    i    MS.   di    nostra    Accademia    (37),     e     talvolta     di     un 
altro    Testo    della    Libreria     di     S.    Lorenzo    al     Hanco     XLIV.    segnalo 
col    num.    25.    I    due    numeri    molte    volle    aggiunti    alle    citazioni    cor- 
rispondono   a    quelli    de*  dodici    libri    di   questo    Poema^    e    delle    ottave 
di   ciaschedun   libro. 
Testamento  cavato    dall' Originale  scritto    di   propria    mano    del    Boccaccio 
in    caria   bambagina,    e    stampalo    dietro   al    Proemio    delle    Annotazioni 
àe* Deputati   alla     correzione    del    Decamerone    Panno     1573,    \     numeri 
aggiunti    agli    esempii    accennano    le    tre    facce    del    Testo     indicate     da' 
Giunti  nella   slampa   suddetta. 
Vita   dì  Dante   Alii^hieri.    I    passati    Compilatori    si    servirono    delPedizio- 
oe    fatta    dal    Sermartelli    in    Firenze    Panno     1576.    in    8.,    ed    alle    pa- 
gine   di    questa    edizione    corrispondono    i    numeri    aggiunti    alle     allega- 
zioni   degli    e&empii.    Nella    presente   impressione    ci     siamo    per    lo    più 
serviti    della    predetta    stampa    delle    Pt\}se   di   Dante,    e    del    Boccaccio 
falla    in    Firenze    pe'  Tartini  ,    e    Franchi    nel     1723,    in     4.     dove    si 
trova  quL&ta   Vita    alla    pag.    219.    e    molli    esempli     sono    stali    da    noi 
ridotti    alla    lettura    di    questa    edizione,    di    cui    parimente    si     sono    ci- 
tate le  pagine. 


(a)  Anche  questa  alibrcvlatura  non  si  Uova  nella  4-  *^' 
prcssioDC  ,  e  quello  che  e  più,  ò  cosa  corU  che  nessuno  ile- 
gli  esempli  traiti  iljllc  leltcre  del  Boccaccio  appartiene  a  quelle 
eh'  egli  scrisse  alla  Ui-puliUlica  Fiorentina.  I  cumpilalon  ilrlla 
4-  imprcssiunc  le  citarono  sulla  fede  di  quei  delta  terza  :  i 
quali  le  registrarono,  come  tante  altre  opere,  scuza  spogliarle. 
loollrc  vuoisi  avvertire  die  sotto  1*  ablircvialura  Bocc.  Un.  fu 
citata  dagli  Arcadcniici  della  4-  impressione  aoclic  la  lettera 
colla  quale  il  Boccaccio  indirizzò  la  Tescidc  alla  Fiammetta- 
Ciò  si  ritrae  dalle  voci  Contemplato,  Continenza,  e  Mirato 
tutte  e  tre  levate  da  questa  lettera,  la  quale  si  ba  a  stampa, 
e  innanzi  ad  alcune  edizioni  della  Tcscide,  e  nelle  Lettere 
del  Borcaccìo  impresse  in  Firenze  (  I\apo/i  )  I"  anno  1723. 
in  8.  ma  se  di  stampe,  o  di  Testi  a  penna  si  servissero  gli 
Accademici,  non  potremmo  aflfcrmarlo.  in  questa  nuova  im* 
pressione  noi  alilnamo  citato  a  pagine  l' edizione  suddetta 
del   I72V 

(35)  Avendo  fatto  dilìgente  ricerca  di  queste  Lettere 
neir  Arcliiviu  delle  Iliformagioni,  non  1*  aliliianio  trovale  al 
presente  ;  forie  trascurarono  di  riporvelo  cidoro,  clic  per  ler- 
vìxio  di  quest'  Opera  quindi  le  trassero,  e  forse  sono  del  tut- 
to perdute. 

(/t6)  Gli  anlielii  Compilatori  non  ci  diedero  notizia  ab 
cuna  dell' e.\cnip1.ire  stampato  di  cui  si  servirono;  forse  fu 
alcuna  delle  due  aiitirlie  edizioni,  delle  quali  uiiieam'-titr  hi  lia 
notizia  (*),  cioè  <piella  falla  in  Fcirarj  nel  1^75.  ci-l  C'Hitfijto  di 
Andrea  de   iSasso ,   o  sìa    GtOi'annnntlrc-i    icnarcsc,  o    quella 


di    Venezia  per  Girolamo  Penlio  da  Lecco    nel    l5a8.    in    A. 
corretta  da  Messer   Tizzone   Cariano  di  Pcfi  {•'). 

(Ì7)  Questo  Testo  è  in  foglio,  e  fu  sciitio  l'  anno   l^oa. 
per  niauo  di  Andrea  di   Messer  /Snido  de'  IJardi. 


(')  Lo  edizioni  anlicbe,  dì  rui  oggi  si  ba  notìtii  ,  non 
sono  due  unicamente,  ma  tre;  conoscendosene  una  terza  in 
caratteii  gotici  h  due  coloune  del  Scedo  XV,  senza  anno, 
lenza  luogo,  e  nome  di  Stainpaloie.  In  f|uekla  la  leiione  e 
continti.imente  diirercnle,  e  peggiore  assai  di  quella  dt-l  l5a8ì 
e  nel  libro  ottano  ntanca  del^  oliava  quaraulotlcsinia. 


(••)  Il  Gamba  nrlja  Serie  dei    Testi  di  iinffua,  dopo  aver 
accennato  quanto  qui  dicono  gli  Arrademici,  soggiu^ae:     Che 
essi  abbiano  adoperato   la    /'errarese  apparisce  dagli     esempi, 
diesi    possono    riscontrare    a/le    voci     DiSCO!<TElS  TO , 
SC.'trALC.inF,  SiiTT ESSO,  ed  altre.  Or»    essendo    noi 
nel   passato  autunno    in     Verona,    facemmo    questo    riscontro 
nella  ricca  bdilioteca  dell' e^^regio  e    nuLil    uomo    Sig.     Anto- 
nio Caniposlrìni  ,  e   trovammo    che    quanto     alla     prima    voec 
l'edizione  del  1475.  in  luogo  di  DISCO.NTENTO,  ba   ISCON- 
TENTO;  e  clie  così  legge  parimente     1' editiooe     del     l5i8. 
Se  non  che  questa  voce,    come    l' esempio    allegalo    all'  atlra 
SCAV.XLCAltE  .    non    fu    addotta  nel   VocahoUrio ,    eh*     dai 
Compilatori  della  quarta   impressione,   i    quali     fecero     oso     di 
Tetti  a  penna.  Quanto   poi   ali*  esempio   recato   alla    lore    SOT- 
TESStJ,  ollrr   rlie   questo   fu   citato  la   prima   Vulla   orila   tena 
imprcisione,  le   stampe   meniionale  dagli     Aecademiri    lei;gonn 
concordemente  :  Ò'o/Ztfjfo /'om/im  (/e /e  Vro/tr/^  amale  i  dova  nel 
Vocabolario  si  lrgi;e:  SotUsso  l'ombra  delle  foglie  amale.   Del 
resto  gli  aniìcbi  Compilatori  non  citarono  che  ti  »egtirnte  esem- 
pio alla   voce    Anulare  (  Cani.    8.     Si.    87.  ).     Onde     attutata 
s'era  s-eramenU   /.a  poUei-e,  ed  il  fumo,  il  quale  confrontan- 
do perfettamente  coli'  edizione  drl  i528.  mal  può  accertarsi  qua- 
le delle  due  edizioni  fosse  adoperala.  Ben  possiamo  accertare  che 
la  stampa  del   l.^aS  non  sempre  fu  adoperala  dai    Compilato- 
ri    della    lena    impressione    (se  nure    si    valsero    sempre    di 
ztampe);  eisend.icbè  le  voci   Qualnnifue,   Quetalo,   Huffiaiìm, 
e  Zexse,  da  essi  allegate,  zi  cercano  indarno  in   questa  stam- 
pa, la  quale  lia   Chetalo,   Qnaliinifue,   KiiJJiana,  e  Setto;  nk 
d'altra   parie   possiamo    atTctmare     come     nei     luof,hì     predetti 
lcj;ga  la   rarissima   slampa   del    1^75;  da  che   mancando  di  r»«a 
tutte  le  l'ddiotecbe  di  Fircoie,  non  ci  ^    dato  |>er  ora  di  fame 
gli  opportuni  ragguagli. 


1955 

Soes.  t^olgarizzamento  della    Consolazione  Filosofica   di  Boezio  j    Testo   a   penna  di 

Boez.  85.  Giofambalista    Strozzi,    posscilulo  poscia  dal   Duca    Luigi  Strozzi    nostro  Ac- 

Boez.   G.  »  cadcmico     (38).    Nella     piesciilc     impressione    abbiamo    alcuna     Tolla     citato 

Boez.  G.  S.    115.  l'edizione    falla    da    Domenico    Maria    Manni   in    Firenze    nel   1735.    in    k. 

apponendo   talora  ai^li  esenipii   il   namero  delle   pagine  dì  essa. 
Boet.   yarch.  yol^arizzamento     della    Consolazione   Filosofica    di   Boezio    fatto    da    Benedet- 

to Farchi.  V.  Farch.  Boez. 

Operej  o  sia  Discorsi  di  Monsignor  Vincenzio  Borghini,  raccolti ,  e  dati  in 
luce  da' Deputali  per  suo  Testamento  l'anno  I58'l.  in  due  \olumi  in  4. 
nella   stamperia   de'  Giunti,  e  sono  i   seguenti,  cioè; 

Dell'  Origine  della   Città  di  Firenze. 

Della   Città  di  Fiesole. 

Della   Toscana,  e  sue   Città. 

De'  Municipii,  e  delle   Colonie  Romane. 

Delle    Colonie  Latine. 

Delle   Colonie  Militari. 

Dei  Fasti  Jlomani,  e  del  modo  di  citare  gli  anni. 

Dell'Arme  delle  Jamiglie  Fiorentine. 


Borgh 

Borgh. 

Borgh 

Borgh. 

Borg. 

Borgh. 

Borgh. 
u  Borgh. 

Borgh. 

Borgh. 
K  Borgh. 
25. 

Borgh. 
*  Borgh. 

Borgh. 

Borgh. 

Borgh. 

Borgh. 


Orig.  Fir.   176. 

Fies.  -214. 
,  Tose.  317. 

Colon.  Bom.'i6S. 
Col.  Lat.  393. 

Col.  Milit.  421. 

Fast.  457. 

Fast.  Boni.  463. 

Arm. 

Ann.  Fam.  19. 
Arm.  Fam.  Fior. 

Mon.   158. 
Mon.  Fior.  217. 
Fir.  disf.  252. 
Fir.  ried." 
Fir.  Lib.  323- 
yesc.  Fior.  380. 


Della  Moneta  Fiorentina. 

Se  Firenze  yh  spianata  da  Attila,  e  riedificata  da  Carlo  Magno. 

Se  Firenze  ricuperò  la  libertà  da  Bidol/ò    Imperatore. 
Trattato  della  Chiesa,  e  de'  yescovi  Fiorentini. 


éi  Borgh.  Fani.  Fior.  2.     Discorso  del  modo  di  fare  gli  Alberi    delle    Famiglie    Fiorentine    stampai 
Borgh.  Alb.  Fam.  parte  pure  da'  Giuriti  in    Firenze   nel  J(i02.   in   4.  (39).   I    numeri   apposti 

Fior.  5.)j  esempli  additano  le  pagine  delle  mentovate  edizioni  ie' Giunti. 

Borgh.  disc.  Alb. 

Famigl.  Fiorent.  5. 


agli 


Borgh.  Rip. 
Borgh.  Rip.  329. 
Borgh.  Ripos. 


tiBronz.  rim.  (a) 
Bronz.  Rim.  buri. 
Bronz.   Bini.   buri. 
2.  339. 


1%  Bronz.  Stanz.  alla 
Contad. 


Il  Riposo  di  Raffaello  Borghini  (40).  Si  cita  lo  stampato  in  Firenze  per  Gior- 
gio Marescotti,  nel  I5S4.  in  S.  ma  più  frequentemente  la  moderna  edi- 
zione del  Neslenus,  e  Monche  in  4.  fatta  pure  in  Firenze  l'anno  1730.  I  nu- 
meri aggiunti  alle  allegazioni  degli  esempli  corrispondono  sempre  a  quelli 
della  edizione  del  1584.,  i  quali  sono  stati  apposti  anche  nel  margine  della 
moderna  edizione  del   173U. 


Rime  Burlesche  di  Agnolo,  e  di  Cristojano  Allori  Pittori  ,  detti  i  Eronzini, 
impresse  nel  Tomo  II.  della  Kaccolta  delle  Opere  burlesche  del  Berni , 
e  d'altri  Autori.  Si  cita  l'edizione  de'  Giunti  fatta  fare  dal  Lasca  nel  1548. 
e  nel  1553.  ed  anche  la  moderna  del  1723,  nel  terzo  volume  della  qua- 
le si  trovano  altre  Rime  àe'  Bronzini,  oltre  a  quelle  che  sono  nell'edi- 
zione de*  Giunti.  I  due  numeri  aggiunti  per  lo  più  alle  allegagioni  di 
queste  Rime  quasi  sempre  corrispondono  a  quelli  del  volume,  e  delle  pa- 
gine della   moderna   edizione  del   1723. 

Bronzino    Stanze    alla    Contadina  \h). 


(38)  Questo  Testo  fu  veduto  anche  djl  nostro  Infari- 
nato^ il  quale  di  esso  si  servì  negli  Avvertiineoli,  ed  ivi  notò, 
che  era  stalo  copialo  Del  \'\'&0.  e  scrisse,  che  era  buona 
Prosa  quella  di  questo  Volgarizzaraenlo.  Molli  credono  ,  rhe 
il  volgarizzatore  di  questo  libro  sia  uu  tal  .Maestro  Alberto 
della  l^iagenttna  culi'  auloril'a  di  alcuni  Testi  a  penn.i,  elle 
lui  ne  fanno  autore,  fra  i  quali  si  può  annoverare  uno 
assai  antico  in  cartapecora,  che  fu  già  di  Pier  del  Nero , 
ed  ora  nella  Libreria  de'  Guadagni  si  conserva  segnalo  col 
Dum.  l3^.  Si  avverta,  che  questo  volgarizzamento  non  si  dee 
confmdere  con  quello  fatto  da  Fra  Gioi-aniii  da  FiilijinOt 
dì  cui  parla  pure  l'  lafartnaio,  e  mostra,  che  è  più  mulerno, 
e  di  lega  inferiore  al  primo.  Del  riniancnle  non  abbiamo  ri- 
trovalo al  presente  ne  questo,  ne  gli  altri  Testi  a  penna,  che 
furono  di    GiOi-amhatista   Strozzi. 

(Spi  Questo  Discorso  non  era  citalo  nelle  antecedenti 
impressioni  del  Vocabolario,  forse  non  per  altro,  se  non  per- 
chè non  è  compreso  ne'  due  volumi  contenenti  la  raccolta 
delle  sue  Opere  impresse  da'  Giunti,  essendo  slato  ritrovalo, 
e  stampato  alcuni  anni  dopo.  IVoi  abbiamo  creduto  di  dover- 
cene servire  in  questa  impressione,  perchè    l'abbiamo    giudi. 


calo  di  egual  bont'a  degli  altri  componimenti  di  questo  cele- 
bre Scrittole  ;  e  perchè  forse  non  altronde  si  potevano  trarre 
esempli  per  alcune  nostre  particolari  voci,  come  si  può  ve- 
dere  al   §.   Iti.   della  voce  ALBERO. 

(4o)  Sembrer'a  a  prima  fronte  che  anche  questo  libro 
ora  per  la  prima  volta  sia  slato  citalo,  poiché  manca  Dell'  In. 
dice  de^Ii  Autori,  che  è  nella  antecedente  compilazione  del 
Vocabolario.  Ma  non  è  cosi,  perchè  alla  voce  FORCUTA- 
MEMTE  era  allegato  un  esempio  Iratlo  dal  /iiposo  del  Bor- 
ghini, che  si  legge  a  car.  ^6.  dell'  edizione  aulica  ,  il  quale 
esempio  per  altro  cou  istrano  scambiamento  era  sialo  atlribui- 
to  al  Bembo  nel  secondo  libro  degli   Asolani. 

(a)  Questa  abbreviatura  si  osserva  alle  Voci  Caloscio, 
e  /^a(/e//a,  j;.  VI.  citate  ambedue  fino  dalla  terza  impressione, 
e  non  potute  da  noi  rinvenire  nelle  slampe  delle  litme  burle. 
scile ,  che  qui  si  citano. 

(b)  Noi  non  conosciamo  questa  stanza,  ma  certo  fu  citala 
fino  dalla  lena  impressione  alla  V.  Incannata  con  l'abbre- 
viatura suddetta,  la  quale  fu  poi  scambiala  nella  quarU  in 
qucsla  ;   Bronz.   stanz.    alla    contrad. 


Bruti.    Tesorett. 
Bruna.  Favolai. 
hBì\  TesorelU  15.  M9. 


ly56 

Opere  dì  Ser  Brunetto  Latini^  ciot  : 
Brun.  Lat.   Tes.  »  Tesoro  volgarizzato  du   Bono  Giamboni  (41).  Si  ella   rcscmi)larc  stampalo 

Brun,    Tes.   \.  24.  in  Vinegia  per  Marchio  Sessa    l'anno   1533.  In     8.     Ma    per    essere     in 

molli  luoghi  assai  scorielto  (V2),  abbiamo  raolU  volle  consultati  alcuni 
Testi  a  penna,  die  sono  nella  Libreria  dì  San  Lorenzo  nel  Banco  XLH. 
segnati  co' numeri  19.  20.  21.  22.  e  23.  I  numeri  aggiunù  alle  cilaziooi 
segnano  i   libri,  ed  i  capitoli   di  quest'Opera. 

Poesia  a  foggia  di  Frottola  dilla  Tesorelto,  o  FavoleUo^  o  Fa^foletto  (43). 
Testo  a  penna,  che  lu  di  Giovanv'incenzio  Pinelli  l^^'*).  In  questa  im- 
pressione abbiamo  alcuna  volta  adoperala  dedizione  falla  in  homa  nella 
stamperìa  del  Gri^nani  l'anno  IGVi.  in  foglio,  e  talora  si  è  allegato  un 
Testo  a  penna  della  Libreria  di  S.  Lorenzo,  che  è  segnalo  col  nume- 
ro 45.  nel  Banco  XL.  —  in  questa  nuova  impressione  si  è  citato  per 
lo  più  a  capitoli,  e  a  pagine  l'esemplare  stampalo  in  Firenze  )'  anno  1824. 
in  8.  per  cura  di  Gio.  Batista  Zannoni  ,  e  molli  esempli  già  addotti 
dagli   Accnilemici,  si   sono  ridotti  alla   lellurn  di   questa   edizione.  ^— 

Trattato  della  Penitenza  ('t^). 

Pataffio^  o  sia  Libro  contenente  10.  Capitoli  in  Iciza  rima.  Nelle  piime 
edizioni  citarono  un  Te^lo  a  penna,  che  fu  tìAV InJerigfìO  (40)  .  Nella 
antecedente  a  questa  citarono  anche  un  altro  Testo,  che  fu  giù  dello 
Smunto.  Nella  presente  ci  siamo  servili  anche  d'  una  copia  Iratta  da  un 
Testo  veduto  dal  liifiorito  (47)  .  I  numcii  aj>postì  agli  esempli  corrispon- 
dono   alla    numerazione   de' capitoli. 

Volgarizzamento  Mia  Bettorica  di  Marco   Tullio.  V.  Bett.   Tuli. 

—  L'etica  ridotta  in  compendio  da  Ser  Brunetto  Latini.  Dagli  esempli  traili  da 
qucsl'  opera,  clie  gli  Accademici  si  scordarono  di  tirar  fuori  in  qursla  Ta- 
vola, si  vede  che  i  Compilatori  si  servirono  dell'  esemplare  stampalo  a  Lio- 
ne^ per  Giovanni  de  Tomesj  l'anno  1568.  In  4.  da  che  gli  esempli  con- 
frontano perfctlumenlc  con  qntsta  slampa,  come  sì  può  vedere  alle  Voci 
Auaccianza  (pag.  50.)  Gua^lianza  (pag.  21.  e  30.)  Innorare  (pag.  24.)  e 
Innorato  (pag.  4.)  ^a)  ÌNnì  pure  in  questa  nuova  impressione  abbiamo  fallo  uso 
della  prcfjla  slampa  dì  Lione  15G8;  e  talora  abbiamo  anche  citalo  a  pagine,  e 
con  la  slessa  abbreviatura  le  altre  operctte,chc  seguitano  nWEtìca  d*AiistotHe. — 

Buonag.  Urbic.  B.  J.»    Bime  Antiche  di  Bonagiunta    Urbiciani  (^8).    V.  Jìifìi.  ani. 
^  Buonag.  da  Lue.  canz. 
*  Buonag,  da  Lue.  son. 


Brunet.   Penit.  n 
Brun.  Pat. 
Brunet.  Pat.    I. 
Brunet.   Pataf.  cap.  6. 


Br.  Reti. 

Brun.  Bettor. 
uBr.  Et. 
ti  Br.  Ette. 
li  Brun.  Etic. 
*Brun.  Arist.  Etic.  91, 
*  Brun.  Etic.  Arist,  e.  40. 


Suonar.  Rim, 
Buonar.  Bim.   20. 
Buon.  Bim. 


Bime  di  Michelagnolo  Buonarroti  il  vecchio.  Dagli  esempli  tratti  da  esse,  che 
s'incontrano  neirantecedenle  impressione,  si  vede,  che  ì  Compilatori  si  seivlro- 
no  deiresemjilarc  stampato  ihì' Giunti  <}'ì  Firenze  l'anno  ir>23.  in  'i.  In  questa 
impressione  abbiamo  ptìi  frc-quenlemente  citata  la  nuova  rislampa  falla  àn 
Domenico  Maria  Manni  in  Firenze  l'anno  IT2f>.  in  8.  ed  i  uumeri  delle 
citazioni  'corrispondono    quasi    sempre    alle    carte    di    questa    edizione. 


(4l)  È  nolo  agli  eruditi,  die  quest'Opera  ^  volgaritiaU 
Hai  linguap):in  l-'rante&e,  r-d  è  aKLaglio  AtW  Jujartnato  il  eie* 
dcrl»   iriisLilulj  d.il  Protratale. 

(4  a)  I.ft  copia  stampata  r  scorrettissima  in  ciascuna 
stia  parte,  e  non  sr  ne  può  /'uomo  quasi  punto  fidare: 
ro»ì   di    e»»a    scrive   V  Injnrinalo   iieyli    Av\  ci  limeutì    (|'ay.   C(0  ) 

(^3)  Vi  e  chi  lia  dello,  clie  il  Tesoretlo.  v  ti  lo*  delle 
di  Ser  jflrunrtto  Latini  snuo  due  diterfri  lialKtli;  ma  è  io- 
dubitato,  che  il  l'oiolel/o  e  una  f oulinua&ione  ilei  Tesorrtto, 
la  quale  rumprende  rull'  isleiin  metro  i  tre  iillinii  ritpiloli, 
ed  hn  questa  lulìtulazinDC  :  (Jiti  cominna  il  I  a\  olrllo  che 
mandò  hta.ttro  /irunetto  a  /inslico  di  /-'i/ippo  {*).  Qursla  l*i>rsia 
è  in  Tersi  limali  di  sette  sillalie,  e  ktbtene  alla  wre  Onitimque 
nella  pa%>3la  ini[frcs«ione  te  ne  rila  un  e»enipM>,  du\e  i  «ersi 
Bono  eiidc('as>llal>i,  li  dee  avvertire,  clic  è  uno  shaf-liu,  e  cbe 
uoello  è  un  rirnt|)to  della  Teseide  del  Boccaccio  l.ili.  3.  al. 
^a.   a   cui  r  aliliiaiiio   restituito   nella    presente   ini|ircssti>oe. 

(44)  Questo  nir(!r»imo  Testo  fu  velluto  dall'  In/armata, 
ora  non  sappiamo  dove  sia,  non  avendo  acccooalu  i  pauali 
Compilatori    in    mano    di   chi    passaisc. 

(i|5)  Ahliiamo  lascialo  correre  questa  ablirevialura  ,  rbe 
era    nella   paisala  iroprritione.    Vuoisi     per    altro     avvertire  * 


<lie  questa  non  v  un'Opera  separala  di  Ser  rrttnetlo ,  ma 
solo  una  parie  del  suo  lesotrito  cusi  ÌDlilolata  al  rftp.  cbe 
coniiociu:    Al  Jmo    Amico  caro    rc.  ('•). 

(46)  Il  letto  dell' /n/rri^/iO  h  mcatovatu  dallo  Strito- 
lato ne'  suoi  srtilli  csisleuli  m-H' A(.rademia,  roa  ora  d^  questo, 
uè  quello  dello  Smunto  si  sa  dove  sienn,  onde  Doo  pi>siia- 
mo   darne   ixiliiia   alcuna. 

(4/)  Il  fiifu^rito  essendo  a  Roma  Caoonìco  dt  S.  Ma- 
ria io  Via  Lata,  e  mollo  Wn  veduto  da  AlesuDdro  VII.  il 
quale  amava  assai  In  kludio  della  Lingua  Tts»raoa  ,  fece  a 
sua  tithiesia  un  C<<n)i-nlo  al  Pataifiu  ,  e  gliele  piesento. 
Dopo  la  morte  di  quel  l'afa  pas>o  nella  LiUreiia  del  prmcipt 
C-liifli,    donde    01  a   1*  aMnanio    avuto. 

(a)  La  slanipa  fatta  in  Kimisc  da  Dnmeniro  Maria  Man- 
uil'aiiou  173.^1.  vana  nelle  voi-i  t.uaglianta,  e  timorato,  \r^- 
gendo   a   paf;.    33,   e   3i.    Igua/iliaitsa,   e    (tnomiOt  a   pag-  &■ 

(48)  Meli*  la<lice  deltr  passate  iitiprcksinni  in  questo  luo* 
go  SI  le):gr  amo  1' a)>l>rrs lalura  di  Buomiftunta  J.itermmel/t 
da  Lucca,  ina  non  aldùamo  trovato  questo  Dome  m  «ernoa 
delle  Itarexdle  di  l'oeti  aniiitii  in  quest*  Opera  ritale  ,  onde 
aliliiamo  credulo,  che  sia  scambiato  o  da  iion^igiumta  Urtn' 
ciani  da  Lucca,  o  da  OonntiU  drgU  inltrmimtl/i  pur  Lae- 
chtte. 


{*)  tnloroo  a  questo  è  da  vedersi  la  prefaaione  dello 
T,annoni  nella  editmnr  suddetta,  nella  quale  mostra  ad  evi* 
denta  che  il  l'avotel/o  e  poesia  al  tutto  diversa  dal  Teso- 
retto. 


(•")  E  noi  avvertiremo,  che  nella  quarta  impressiona  dod  si 
trova    con  questa  abbicvialura  alcuoa   vuca. 


Biionar.  Pier. 
Buonnr.  Pier.   1.  2.  3. 
Buon.  Fier.  Intr. 
Buon.  Fier.  Inlrod.    2, 

3. 
Buon.  Fier.  g.  1.  Lic. 


Buon.   Tane. 
Buon.   Tane.  Prol. 
Buon.   Tane.    I.   3. 
Buon.  Tane.  Al.    I.  In- 
terni. 

Buon.   Cical.  ,•> 
Buon.   deal.  13.  >> 
«Buon.  Cical.  prim.  13. 


>9''7 

Opere  di  Michelagnolo  Buonarroti  il    giovane    noslio    accademico    dello    Vlin- 
pastello,   c'ìiit- : 

La  Ftera  (^*J)  Commedia  iti  versi,  divisa  in  cinque  j^ioniale,  ciabclicdu- 
na  delle  quali  conliciie  cinque  atli  ;  onde  i  de  numeri  aggiunti  alle 
citazioni  degli  esempli  indicano  la  giornalOj  l'atto,  e  la  scena  di  cia- 
scbedun  alto.  Citansì  ancora  le  introduzioni  poste  in  principio  di 
ogni  giornata,  il  numero  tiella  quale  si  accenna  unitamente  con 
(juello  tiella  scena  nella  quale  talora  è  sudtlivisa  T  Intiodnzionc.  Si 
citano  naiinienle  lo  Licenze  poste  in  fine  di  ciasciu-duna  giornata  ad* 
dilandune  sempre  il  numero.  In  questa  impressione  abLiarno  adope- 
rala   l'edizione    de'  Tarlinij    e   Franchi   di    Firenze    fatta    nel    1726.    in 

La  Tancia  Coninicdia  ruslicale  in  oUava  rima  (50).  Qualche  volta  i 
citala  la  stampa  i\c' Giunti  di  Firenze  del  iril'l.  Ìii  8.,  ma  più  fre- 
queiitcmenle  la  moderna  ristampa  de'  7\trtinij  e  Franchi  del  1726. 
dietro  alla  Fiera.  1  numeri  corrispondono  agli  atti,  ed  alle  scene,  e 
le  abbreviature  Prol.  e  Interm.  di  nolano  il  prologo,  e  ^l' Intermezzi 
poàli    in    fine    di    ciascliedun    alto. 

Cicalate  (51),  impresse  nel  Tomo  1.  della  Parte  Terza  della  raccolta 
di  Prose  Fiorentine  contenente  cose  giocose  ,  stampato  in  Firenze 
pe'  Tartini,,  e  Franchi  nel    1723.  —  in   8.   —  Si    citano  a  pagine. 


fìurch. 

Burch.   1.   102. 
Burch.  san.  Bat.  Ali.  » 
Burch.   son,  M.  Ansel. 
Burch.  son,  M.  Nic.!> 
Burch.  son.  M.  Ros. 


Sonetti  del  Burchiello  Poeta  Fiorentino.  Si  cita  Fedizione  àe'' Giunti  di  Firen- 
ze del  1552.  in  8.  la  quale  è  divisa  in  due  parli,  onde  nella  citazione 
degli  esempli  il  primo  numero  accenna  la  parte,  il  secondo  il  Sonetto  (52). 
Si  citano  ancora  alcuni  Sonetti  posti  in  fine  di  quelli  del  Burchiello 
mandati  al  medesimo  in  risposta  da  alcuni  Poeti  del  suo  tempo  ,  che 
sono   ì   seguenti  : 

A/esser  Batista   Alberti. 
Messer  Anselmo. 
Alesser  Niccolò. 
Messer  Rosella  d' Arezzo. 
E  questi   per  lo  più   vennero  citati   a  pagina.   —  In    questa    nuova    impres- 
sione   si    è    fatto    uso    dell'edizione    di    Londra     1757.    in    8.     citandola 
ora    a    pagine;    ed    ora    a    parti,    e    a    sonetti.    — 


Bui. 
*<Bui*  pr. 


ComentOj  ovvero   Lettura  di    Francesco    da    Bufi    Pisano  (53)    sopra  '1  Poema  dì 
Dante  (a).  Nelle  prime  due    impressioni  i  Compilatori   ci   assicurarono  d'essersi 


(49^  QuesU  Coniiiipflia  fu  citata  anrlte  nella  precedeulc 
impressione,  come  si  può  vedere  alle  wc'i  Z.iftziuiiri'  ,  Zoi pi- 
ione,  ed  altre,  seMiene  fu  lialusriata  sì  nelT  ladicc  degli  Au- 
tori ritati,  sì  ID  quello  delle  alilnevialure ,  e  senilità  cbc  sì 
sc^^i,■.^e^o  dell"  uncinale  di  maua  deW  ini  pus  tutù  j  che  ancor 
^i  conserva  da' suoi  discendenti,  e  da  cui  fu  poi  traila  T  cJi- 
«ione  r.iUa   nel   I726. 

rSo)  Anello  (juesla  Commedia  fu  citala  nella  passata  im* 
|iressionc  del  Vocal>olario,  heucbè  tralasciassero  di  porla  nc- 
gP  Indici,  come  sì  può  os^eivaie  alle  \oci  /ialienno  ,  t'rw 
gnolare,  Ft  ugnolatore,  ed  altre,  Traile  cjuali  si  dee  Dotare, 
<he  r  eseuipio  citato  alla  voce  lUccioiino  uod  è  tifila  Tuncia, 
ma  si  lcf.pe  alla  pog.  i83.  àv  Cunti  CmnnsutìU-schi  j  e  per 
Io  contrario  è  della  Tancia  quello  che  alla  \oce  Higiro  è 
allrihliito   al   Segretario    Fiorentino  mila   planiti atiolu. 

(5i)  Queate  Cicalale  per  1*  avanti  nou  erauo  state  ne 
impresse,  ne  citjte;  noì  alduamo  stimalo  di  dovtrcLne  Si*i  \  ii  e 
in  questa  inipressìnDe,  come  parlo  d*  uno  Scrittore  elegantis- 
simo, del  quale  si  citano  allie  opere;  e  niaj;yiorincole  perchè 
sono  in  esse  alcune  voci,  delle  quali  forse  malagevohiiente 
avremmo  potuto  trovare  esempii  ÌD  altre  scritture.  ìMg  sono 
Ire;  la  prima  sopra  il  Ferragosto,  la  seconda  sopra  una  Ma- 
scherata, la  terza  contiene  la    spiegazione   d'  un    Sogno  {* }. 

(32)  Trovasi  ancora  tra  i  liliri  dell'Accademia  T  esempla- 
re del  JiiirchitUo  dell' accenaata  edizione  spogliato  da' passali 
Compiliitori,  i  quali  numerarono  a  mano  i  Sonellì  d*  amen- 
due  te  Parti,  e  con  questa  numeraiione  sono  slate  regolate  le 
citaiionì  degli  esempli  tratti  da  questi  sonetti  (*•).  Questa  edizio- 
ne del  lìttrchiello  contiene  anche  i  Sonetti  à^  Antonio  Ala- 
manni,  de*  quali   sopra   ahbìamo   favellato. 


(*)  Ma  da  queste  tre  non  presero  che  un  esempio  dalla 
prima  ,  che  allegarono  alla    /'•   Asosto,  fallaudo  la  citazione. 

(**)  Convieo  dire  per  altro  che  queste  cilaiioni  fossero 
eseguite  da  persona  o  molto  negligente,  o  atfatto  incapace  per 
questa  sorte  di  lavori,  se  potè,  senza  avvertire  l*  abbaglio  dei 
passati  Compilatori,  porre  il  medesimo  numero  tanto  alla  voce 


(53)  Crediamo,  che  a  quest*  Opera  convenga  più  il  no- 
me di  Lfttura,  che  di  Conienlo,  puichè  sappiamo,  che  l'Au- 
tore prese  a  spiegar  la  Commedia  dì  Dante  in  Pisa  ;  il  che 
egli  mctlesimo  attcsta  nel  Pioemio  sciiseudo  così:  i\o*i  so  , 
s'io  farò  prfgio  d'opera  scrivendo  la  J. ottura  soprani  Poe- 
ma del  poeta  vulgate  Dante  Alhghieri  Fiorentino  ,  secon- 
do'l  modo  e  l'ordine  che  per  me  si  lesse  pnhfilicamente  nel- 
la Citi.)  di  Pisa.  1  Deputali  sopra  'l  Decamerone  nel  Proe- 
mio delie  loro  Annotazioni  fecero  menzione  di  questo  Co- 
meolo,  quale  giudicaiouo  inlVriore  a  quello  dell'  antico  Co- 
nicutatore,  e  disseiu  di  non  sa[:ere  precisamente  in  qual 
tempo  (obse  stato  latto;  ina  dal  Testo  che  ora  è  nell'Acca- 
demia, si  ricava,  lej;i;c'ndosi  in  fine  questa  memoria  :  Qui 
finisce  lo  Fanto  AAA///.  de/la  terza  Cantica  della  Comme- 
dia di  Dante  Allfgl'icri,  oci-ero  A/dìgìiieri,  e  la  sua  hetturn 
eiltta  e  compiultt  per  me  Francesco  di  Bartolo  da  Siiyti 
(itladinù  di  Pisa  lo  dì  dilla  festa  di  Santo  Hartùloninieo  a 
ili  II.  di  Giugno  del  MCCCLXX XV.  e  poi  ricorsa  per  me 
qui  ne'  llZ.  di  Dicembre  MCCCLXXS\Il.  Indizione  F . 
Vuoisi  però  awpitiie,  che  invece  di  S.  l'.artoìommeo  si  dee 
per  avventura  leggere  in  questo  luogo  S.  Jìarnaba,  la  fesln 
del  quale  cade  veranicnle  alli  II.  di  Giugno,  do\e  quella  di 
S.  Bjiluluminco  sì  celebra  comun«.-mente  a' 2^  d  Agosto,  onde 
forse  scambio  il  cupiatore  di  ijuesto  Testo  prendendo  il  no- 
me d'un    Apostolo  per   un   altro. 

(a)  Gli  esempii,  che  alle  voci  Gaghofferia ,  e  Scitri/ità  si 
attiibuìscono  dalla  Crusca  a  quest'Opera,  nou  appartengono 
altrimenti  ad  essa  ,  sì  al  Conje.isionale  di  S.  Antonino ,  come 
può  certiGcarsì  ciascun  cbc  voglia,  leggendo  nel  capitolo  della 
Lussuria,  il  paragrafo  dell'  Inconsiderazione. 


Quartato,  quauto  alla  voce  Quadrato  esenipliG«-a(e  nella  Icria 
impressione  tutte  e  due  con  un  medesimo  verso;  da  che 
l'esemplare  che  aveva  sotto  f;li  occhi  non  doveva  poter  leg- 
gere al  cerio  e  nell"  uno  e  nell'altro  mudo.  Aoi  abbiamo  ri- 
tenuto la  lezione  Quadrato,  come  quella  cbc  si  ha  oziaudìo 
neir  edizione  del   1757. 


J958 

But.  Inf.  f\.  !. 

et  Bui.  Inf.  proem. 

But.  Pur^.  7.  2. 

Bill.  Farad.  20.  I. 


servili  d*  un  Testo  a  penna  di  Piero  Segni  nostro  Accademico  detto  T^g- 
i^hiacciato.  Nella  terza  dissero^  clic  quc&to  Testo  era  allora  presso  al  Se- 
natore Alessandro  Segnij  nostro  Accademico  e  Segretario ,  detto  il  Guer^ 
nitOj  ed  in  oltre,  che  si  erano  serviti  d'  un  altro  Testo  della  steMa  aa- 
ttcliilà  donato  già  alla  noslia  Accadeniia  da  Giovambatista  Deli  nostro 
Accademico  dcUo  il  SoUo.  Nella  presente  impressione  ci  siamo  Berviti  d'un 
Testo  assai  antico  in  cartapecora,  che  si  conserva  tra  i  libri  dell'Accade- 
mia, ma  non  crediamo,  che  sia  quello  stesso,  che  le  fu  donato  dal  Sol' 
lo  ('>'*),  e  nò  pur  sappiamo  se  sia  quello  i\e\V  /li^i;hiacciato.  In  qualche  luo- 
go dubbio^  o  oscuro  abbiamo  consultato  un  altro  lesto  di  eguale  antichità, 
che  si  conserva  nella  Libreria  de' ^tonaci  della  Badìa  di  Firenze.  Alla  mag- 
gior parie  degli  esempii  di  Francesco  da  Buti  abbiamo  aggiunto  le  citazioni 
in  l'orma  tale,  che  essendo  ciaschedun  canto  o  dell'Inferno,  o  del  Purgatorio, 
o  del  Paradiso  diviso  in  due  lezioni^  co'duc  numeri  ag;;iunli  si  accenna  in 
qual  canto,  ed  in  qual  lezione  di  esso  sia  l'esempio  allegato,  e  coli' abbre- 
viatura pr.  o  proem.  s'addita   il  proemio. 


Can.   Carn. 
Can.   Carn.   Kl8. 
Cani,   Carnasc. 
Cani.  Carn,   Otton,  3vS. 
Cant.  Carnas.  Oli.  43. 


Capr.  Boa. 

Cap.  C.  DiscipL 
Cap,  C.  DiscipL    IO. 
«  Cap.   Camp.   disc.  pi'. 


Cap.  Imp. 

Cap.   Impr.   7. 
ti  Cap.   Impr.  proem. 
«  Cap.  Impr.  prol. 


Libro  di  canzoni,  comunemente  dette  Canti  Carnascialeschi  perchè  si 
cantavano  in  questa  città  nelle  Mascherate  del  Carnasciale,  stampato  in 
Firenze  l'anno  1559.  in  8.  per  Lorenzo  Ton-entino  (55).  I  numeri  ap- 
posti agli  esempi  corrispondono  alle  pagine  di  questo  esemplare;  e  l*  ab- 
brcvialuia  Otton.  o  Ott.  dinota  i  Ganti  Carnasciab-schì  di  Messer  Gio- 
i^amhatista  dell*  Ottonaio  Araldo  della  Signoria  di  Firenze  stampati  sepa- 
latamente    (5G),   e    con   diversa    numerazione    di    pagioe   iu    detta    Kaccolta. 

Capricci  del   Bottaio.  V.    Geli.    Capr.   Boti. 

Capitoli  della  Compagnia  de' Disciplinati  (57).  Testo  a  penna  della  Compa- 
gnia suddetta,  o^'gi  più  comunemente  detta  dì  Gesù  Pellegrino.  1  nume- 
ri delle  citazioni  corrispondono  a  quelli  de'  Capitoli,  —  e  coli' abbreviatura 
pr,    si    accenna    il   prologo    — 

Capitoli  della  Compagnia  della  Madonna  dell'  Improneta  (58).  Testo  a  pen- 
na, elle  si  conserva  nella  Compagnia  della  Pieve  dell' Improneta,  e  pari- 
mente sì  cila  a  capitoli,  —  e  colle  abbreviature  proem.  o  prol,  si  addita  il 
proemio,  o  sia  prologo  (a).  — 


(5^)  Il  Teslo  del  Sol/o  fu  vedalo  anche  tlall'  In/arenalo, 
il  quale  di  esso  fece  menzione  ne'suoi  Avvertiuienli,  dicendo 
che  conteneva  sulnmcole  la  spiegazione  dell*  Inforno  ,  e  clic 
pra  slato  risnitlo  nel  l4*4-  *'*'  iilanza  d' L'AtT/o  Arnghi  j 
dalle  i|uali  parole  cuniprendiamo,  che  il  Testo  dell' Accade- 
mia  e  diverso  da  quello  del  Sollo,  poiché,  olirecliè  cuolicnc 
tutta  r  opera  intiera,  nel  margtac  di  contro  alla  soprascritta 
memoria  si  lc(;ge  la  seguente  postilla  alquanto  liouca  per  es- 
sere stale  tagluic  alcuiK-  parulc  di  essa  insieme  rou  parte 
del  margine  da  r lii  prese  a  legare  quel  Codice  :  S<  ritto 
fu  .  .  .  questo  libro  p  ■  ■  .me  Ioanni  J)n.  .  .  .  dt  Atcco- 
lao   A'   .    .    anno   MCCCC  .   .    . 

(55)  Quota  Raccolta  fu  messa  insieme,  e  fatta  stampare 
dal  Lnsca  con  questo  tilulo  :  Tutti  i  Trionfi,  Carri,  Mns(hr- 
rati',  0  Canti  Carnascialeschi  nnitali  per  P'irenzc  tlal  tempo 
tlel  Magnifico  Lorenzo  \ecchio  de'  Jiletttci,  quando  egli  cì-f-ero 
prima  comiitcianiento,  per  infino  a  quest'anno  presente  l55<). 
Mella  Lettera  dedicatoria  al  l*rinci|>c  Don  i'iancesio  ile'  Me- 
dia il  Lasca  dichiara  l'origine,  e  l'uso  di  (|Uesti  Canti,  e 
nella  Tavola   nomina  gli   Autori  che  ^V\  roniposero. 

(56)  La  cagione  per  cui  i  Canti  di  Ciovambatista  del- 
1*  Ottonaio  birnnu  b-vati  dall.i  tìacrolla  data  in  Iure  dal  /.<i- 
sCa,  e  stampati  separalarnenU-  ilal  nieilesimo  Lasca  è  narrala 
in  una  sua  laniera  n  Luca  Martini  impressa  a  cart.  76.  del 
Volume  I.  della  Parte  IV.  delle  rrose  Fiorentine s  ed  io 
questo  proposilo  è  anche  da  vedersi  ciò,  elio  scrive  1'  Autore 
delle  JSotizie  Storiche  degli  Uomini  illusi' i  dell*  Accademia 
L'iorentina  a  car.  i^C  Si  avverta  ancora  che  talvolta  lo  riia. 
tiooi  de*  ("anti  dell'  Ottonaio  sì  trovano  iu  questa  ^uisa  : 
Cant.  Carn.  Pool.  Otton.,  o  ciò  signiGca  che  allura  si  cila 
la  Itaeeolta  ])oslcriorc  de*  Canti  di  ^Oiovambatista  tkU'  Otto* 
naia,  fatta  lare  d:i  Messer  /'aolo  dell'  Ottonaio,  Caiionico  di 
San  Lorcnio,  o  suo  Iralello^   nel   l5fìo. 


(5;)  Questo  Testo  a  penna  era  stato  citato  anche  Del- 
l'anteredeute  ifnpre»sione,  come  si  può  cedere  alle  \oci  BRE- 
VEMENTE. ClllAMAHE.  (IMAMATA,  ee.  qualunque  fossa 
slato  tralasriìilLi  negl'  Indici.  Chi  non  ÌDlrse  questa  abbrevia- 
tura la  giudicò  errore  di  stampa  ,  e  credette  .  che  dovrssc 
esser  correità  così  :  Cavai.  I>iscipl.  Spir.  cioè  Disciplima 
Spirituale  del  Cavalca.  Questo  sbaglio  è  stato  avvcitito  an- 
ehe  nelle  note  alle  Storie  Pistoiesi  alla  pag.  33.  della  mo- 
derna edizione  di  Firenze  del  1^33.  Questi  CapiUdi  furono 
dislesi  l'anno  i35^.  ed  il  suddetto  Teslo  a  penna  si  trova 
ancora  in  (juella  Conip-ignia,  id  è  di  bellissimo  carattere,  awai 
corrcllo,  e  ben  couseivalo  (*). 

(58)  Panmcolc  questo  Testo  non  fu  notato  negl'  lo* 
dici  della  passata  impies>ione,  sehlicno  in  essa  fu  più  volif 
citato  ,  come  si  può  vedere  alle  voci  TA(  IBILR  ,  TESO- 
niEltE,  TltABUCCARt:,  ed  altre.  Eti  duleso  l'anno  l3^0  , 
come    in    principio    del    niedoimo    si   legge. 

(a)  Le  aMirevialure  prwm.  e  prvd.,  onimruc  dagli  Ae- 
cadcmiei,  crediamo  che  valgano  la  medesima  rosa,  cioè />roe- 
mio,  u»sia  prologo.  Egli  è  per  altro  t\ji  notare,  che  molle  voei 
hanno  1*  altircviatura  pi-ol.  e  due  sole  proem.  ed  a  queal* 
\enne  aggiunta  nelle  cttrretiiHii  da  quegli  atetti  Accademici 
della  qu.ii|j  impressione,  rhc  nel  eotpo  dell'opera  fecero  uso 
sempre  dclP^altra  abbreviatura  prol. 


(*)  Noi  abbiamo  fallo  rierrea  di  questo  Teslo  appreuo  il 
ProTvedilore  tlella  ilompaftnia  suddetta;  ma  iudarno.  Esso  ei 
ha  accertali  che  al  presento  non  vi  si  runserva  più,  ed  h  di 
credere,  che  andasse  »iiiarrilo,  o  fosse  fHiiUto  «la  nello  leio* 
glimenlo  in  Toscana  della  massima  parie  delle  Cooipagnit  ordi- 
nato dal  Granduca  Leopoldo  Pruno. 


Cari.  Fior. 
Cari.  Fior^i'3. 
<•  Cari.  Fiorttt. 


Car.  leu. 

Car.  Leti,  l .  36. 

Car.  Leu.  g.  318. 


Car.  Matt. 

Car.  Mattctc. 

Car.  Maitac.  son.  7. 


£as.  flim. 

Cos.  Bim.  Son.  W. 

Cas.  Htm.  canz.  2.  3. 

Cas.  Oraz. 

Cas.  Oraz.  Cari.  f^.  137 

Cas.  Oraz.  Lod,  Ke/i. 

151. 
Cas.  Oraz.  Leg. 

Cas.  Galat. 
Cas.  Galat.  23. 
Cas.  Uf.  com. 
Cas.  Uf.com.  119. 
Cas.  Lett.  64. 
Cas.  Instruz.  Card. 

Cara/.  9. 
Cas.  Rim.  BuH.  \.  I'(. 


«I9S9 

Considerazioni  di  Carlo  Fioretti  i\a  Veinio  (59),  Inlonio  a  un  Discorso  ili 
Giulio  Ottonelli  da  Faiiatio  sopra  alcune  itlsimle  ditlro  alla  Geiusaleinme 
di  Torijuato  Tasso.  Si  cila  l'antica  statnpa  di  Firenze  del  Padovani  falla 
nel  1586.  in  8.  INella  presente  impressione  abbiamo  citalo  anche  la  moderna 
edizione  inserita  nella  haccolta  delle  Opere  di  Torquato  Tasso  fatta  pure 
in  Firenze  ii,\' Tortini,  e  Franchi  l'anno  i72ì.  in  sei  volumi  in  foglio,  in 
cui  queste  Considerazioni  si  trovano  alla  pag.  175.  del  Tomo  sesto.  I  nume- 
ri aggiunti  agli  esempi!  indicano  le  pagine  talora  dell'antica,  e  talora  della 
moderna  edizione  (a). 

Alcune   Opere  del  Commendatore  Annibal   Caro,  cioè: 

Lettere  Famigliari.  Si  cita  la  stampa  de' Giunti  di  Venezia  del  I58I. 
in  4.  divisa  in  due  parti,  onde  i  due  numeri  aggiunti  agli  esempii 
corrispondono  a  quelli  della  Parte,  e  della  pagina.  In  questa  impres- 
sione abbiamo  citato  anche  l'edizione  di  Padova  del  1725.  in  8.  e 
la  lettera  g.  accenna  la  Giunta  delle  Lettere  inserite  dopo  il  primo 
volume  di  essa,  le  quali  mancano  nella  precetlente  di  Venezia,  ed  il 
numero  segna  le  pagine  <lella  predetta  Giunta  (b). 
Mattaccini.  Cioè  dieci  Sonetti  buileschi  così  appellati,  ed  inseriti  nel- 
r  Apologia  della  sua  Canzone  fatta  sotto  nome  degli  Accademici  di 
Banchi  conira  Messer  Lodovico  Castelvetro.  I  numeri  delle  citazioni 
corrispondono  a  quelli  de'Sonetti.  Gli  antichi  Compilatori  non  ci  dis- 
sero di  quale  edizione  si  sei'virono.  In  questa  impressione  abbiamo 
citato    la    stampa    di    Parma    del     1558.    in    4. 

Opere  Toscane  di  Monsignor  Giovanni  della  Casa^  cioè: 
Rime  contenenti  Sonetti  69,  e  Canzoni  4. 


Orazioni  3.  La  prima  a  Carlo  V.  Irapciatore  intorno  alla  restituzione 
della  Città  di  Piacenza;  la  seconda  (ma  è  piuttosto  un  frammento) 
delle  lodi  della  Repubblica  di  Venezia  ;  la  terza  per  muovere  i  Ve- 
neziani a  collegarsi  col  Papa  ,  col  Re  di  F^rancia  ,  e  cogli  Svizzeri 
centra  l'Imperatore  Carlo  V.,  la  quale  più  comunemente  è  detta  l'Ora- 
zione della  Lega    (e). 

Il  Galateo,  o  sia  il  Trattato  de'  Costumi . 

Trattato  degli  Uffici  Comuni    tra     gli    amici    superiori  ed  inferiori. 

Lettere. 

Jnstruzione  (60)  Al  Cardinal  Caraff'a  sopra  il  negozio  della  pace  tra  Ar- 
rigo 11.  Re  di  Francia,  e  Filippo  II.  Re  dt  Spagna, 

Rime  Burlesche  (d). 

Nell'antecedente  impressione  citarono  tutte  quelle  Opere  di  Monsignor 
della  Casa,  che  erano  già  in  istampa  ,  senza  dire  di  quale  edizione 
si  servissero  ,  fuori  che  della  Orazione  delle  Lodi  di  Venezia  ,  pei- 
citar  la  quale  si  servirono  di  quella  fatta  stampare  nel  Volume  I. 
della  Parte  I.  delle  Prose  Fiorentine  da  Carlo  Dati  nostro  Accademico  e 
Se^'retario ,  dello  lo  Smarrito.  L'orazione  della  Lega  dissero  d'averla 
tratta  da  un  Testo  a  penna  del  Prior  Luigi  Rucellai  nostro  Accade- 
mico, detto  il  Propagginato j  e  le  Lettere  dagli  originali,  e  dalle  mi- 
nute scritte  di  propria  mano  dell'Autorej  che  erano  appresso  i  Ricci 
di    Jlontepulcian  0.    Nella    presente    impressione   abbiamo    citata   l' edizio- 


(59)  È  noia  ,  che  quesl'  Opera  è  allribuita  all'  /  i/i  - 
rinubi. 

(a)  Dai  aumeri  delle  citaiioai  aggiuote  agli  esempli  allega- 
ti dagli  Acraiiemici  abbiami)  ritrailo,  die  eisi  non  si  valsero  al- 
trimenti della  moderna  cdi«ione,  la  quale  però  si  cita  in  que- 
sta nuora  impressione- 

(b)  Dalla  voce  Filone  si  ritrae  che  queste  lettere  sono 
itale  citata  dagli  Accademici  anctie  a  volume,  e  a  numero  di 
lettera;  e  da'le  voci  Ah'ii^li'ìto,  A.'cortissimame/ttt,  ec.  che  la 
gìu'itn  fu  citata  parinicote  a  numero  di  lettera,  e  non  dt  pa- 
gina; e  così  si  è  lavora  praticato  in  questa  nuova  impressio- 
na, e  quando  si  è  fatto  uso  di  qualche  cdizioue  diversa  dal- 
le suddette,  sì  0  quasi  sempre  avvertilo  fra  parentesi. 

(e)  Nella  quarta  impressione  non  si  trova  alcun  esempio 
coli'  abbreviatura  Ctii.  Oraz.  ifff.  .  e  puossi  atfermare  ,  che 
questa  Oraziane  non  fu  dagli  Accademici  spogliala  ,  Bea  è 
da  awverlire .  che  alla  voce  Nerhuto  vi  ha  questo  esempio: 
Cas,  Ortu.  5o.  Sona  per  l<j  più  ufiizio  di  g.t£;linrjn  e  forte 
e  nerhul,i  nitura:  il  quale  appartiene  alla  se,:onda  Oraeione 
per  la  Lega,  di  cui  parlano  gli  Accademici  qui  appresso    nel- 


la nota  61.  se  non  che  nella  slampa  delle  Prose  Fiorentine, 
alla  pagina  indicala,  si  legge  robusta,  in  luogo  di  nerhuta.  Dà 
CIÒ  si  pare  c'ie  l'  esempio  fosse  tratto  da  un  esemplare  scritto 
a  penna,  e  poi  appostovi  ,  senza  por  mente  più  che  tanto  ,  il 
numero   della  pagina  delta  stampa. 

(60)  Questa  Jnstruzione  si  cila  ora  di  nuovo  nella  pre- 
sente impressione  essendo  stata  per  la  prima  volla  stam- 
pala nelr  edizione  dell'  Opere  del  Casa ,  che  ora  abbiamo 
citala. 

(d)  In  queste  Rime  burlesche  non  ci  fe  venuto  fatto  dì 
trovare  gli  esempli  allegali  senza  citazione  alle  voci  Basito  , 
Caso,  Chiasso,  Fare  caso,  Imnt^iginazionej  ed  abbiamo  osservato 
che  in  quello  recato  in  mezzo  alla  voce  Cantina  la  stampa  suddet- 
ta (voi.  I.  pag.  17.),  in  luogo  di  Cantina,  legge  Cucina,  e  Cuci- 
na ha  pure  1'  edizione  del  1542.  e  del  1548.  dei  Giunti.  Da 
ciò  sembra  che  possa  concludersi  che  alcune  Rime  del  Casa 
fossero  allegate  sopra  Testi  a  penna.  E  qui  non  si  vuole  lascia- 
re addietro  ,  che  alcuni  degli  esempli  suddetti  furono  allegai 
anche  nella  terza  imprcssìoile  colla  semplice  abb^évìatora  di 
Cas.   rim. 


i960 


1     Firenze      per      Giù- 
4.      ccccltuanclo     perù 


*  Casligl.   Coru'g. 


Cavale.  Dìseipl.  spir. 
Cavale.  Discipl.  spirit. 

Cavale.  Fruii,  ling. 
Cavale.  Frutt.  ling. 
cap.   IO. 

*  Cavale.  Fruii,  liiig.  cap, 

3ì.  pa^.  31  "i. 

*  Cavale.  Fruii,  ling.  3  51. 

*  Cavale.  Fruii,  ling.  f^ar. 

lez.  3S. 


Cavale. 

*  Cavale. 

24. 

*  Cavale. 

•20. 

*  Cavale. 

*  Cavale. 

lez. 
u  Cavale. 
(1  Cavale. 
«  Cavale. 

Cavale. 
i<  Cavale. 

Cavale 
«Cavale. 

*  Cavale. 

poS- 

*  Cavale. 
Cavale. 

*  Cavale. 

*  Cavale. 

eap. 


Mad.  euor. 
Med.  cuor.  2. 

Med.  cuor.  cap. 

Med.  cuor.  179. 
Med.  cuor.  I^ar. 

Med.  Spir. 

Med.  Spirit. 

Penil. 

Tran.  Penit. 
Tran.  Penilenz. 
.  Pungil. 

Pung.  eap.  27. 
Pungil.  cap.  ICì. 

\m. 

Pangil.  2 'li.  tit. 
Speecli.  eroe. 
Spceeh.  Cr.  216. 
Speeeh.   Crac. 
3i). 


ne    dell' 0|iere    di    Monsignor  della    Casa    fall 

seppe    Manni  l'anno    1707.    in     tre     volumi      ,,.,,„ 

l'Orazione  della  L~j;a,  e  le  Kimc  hurlesclie;  qurll.i  è  siala  traila  dal 
Volume  JI.  della  l'arie  I.  d.lle  Prose  Fiorentine  (51),  e  talvolta  da 
un  esemplare  sciillo  a  penna  eli;  si  conserva  n'-ll.i  Libreria  del  Se- 
nator  Cammillo  Pandolpni  j  queste  dalla  Raccolta  dell'  Opere  Bur- 
lesche del  Derni,  e  d'altri  Autori,  pubblicata  in  tre  tomi  l'anno  1723. 
I  numeri  aj^^iunli  alle  alle^a/.loni  de' Sonetti,  e  delle  Canzoni  corri- 
spondono alla  numi^razione  d:'niedesimi  Sonetti,  e  delle  Canzoni,  e 
strofe    di    esse.    Tulle    le    altre    Opere    sono    citale    a    pagin». 

Il  Cortigiano  di  Baldassarre  Casliglioni.  V.    Corlig.  Castigl. 

Opere   di  Fra  Domenico  Cavalca  dell'Ordine  de'Predicalori,  cioè: 

Disciplina  Spirituale^  o  de^li   Spirituali    (fi2).  —^  Ifi   questa   nuova    impres- 
sione si  cita  a  [la^^inc  1'  esemplare  stampato  in  Roma   1*  anno    1757.  in  8.  da 
Niccolò^  e  .Marco  Pagliarini.  — 
Trattato  de' Frulli  della  Lingua.  —   In    qu'^sta    nuova    impressione  si  cita 
talora    a    capitoli  ,    talora  a    capitoli  e    a  pigine  ,    e    talora    anclic    a    sole 
pagine,    l'edMioae    falla    in    Rami    per  cura  di    Monsignor  Bonari  l'aono 
I75'K  in  8.,  e  (li   questa    c.lizione    m:desiini   ci   siamo   servili,  quando  agli 
esempli    già    allenili    di^li    Accademici    abbiamo    aggiunto   i   numeri.  Non 
sipremmi   se    Jìisso    Martini,    c\ii    cita    sempre    quest'opera,    e  '1    Pungi- 
lingua  a  cipiloli,  si   servisse    negli    spogli  di    codici,    o    di    stampe.    L'  ab- 
breviatura  pii    yar.  lez.    accenna    le   f^arie  lezioni^  che  stanno  a  pie  di 
pigina  dell'  edizione  suddetta.  — 
Medicina  del  Cuore  (a).  —  In  questa  nuora  impressione  si  cita  a  pagine,  e 
quilcb;   volta  anclie  a   capitoli,  l'edizione  falla   in   Roma  per  cura  di  Mon- 
signor Bonari   l'anno    I75'>.  in  8.    nella    stamperia    di   Niccolò,  e  Marco 
Pagliarini:  e  di   questa  ci   siamo  serviti  altres'i   ogni    volta  che  agli   esem- 
pli  già  aiilotti  digli  Acciilemici  abbiamo  aggiunto  il    numero  delle  pagine , 
o  dei  ci|)itoli.  L'  abbreviatura   f^ar.  lez.  accenna  le  f^arie  lezioni,  die  sono 
a  pie  di  faccia, — 

Medicina  degli  spirituali  (b) . 

Trattato  della  Penitenza  (e). 


Pungilingua{i).  —In  questa  nuova  impressione  citasi  l'edizione  falla  in 
Roma  l'anno  I7.'il.  in  8.  nella  stamperia  di  .intorno  de'  Jiossì;  ed  i 
numeri  aggiunti  agli  esempli  coii  nuovamente  allegati,  come  ai  già  al- 
legati digli  Accaclemici  ,  additano  le  pigine  della  medesima,  e  qualche 
volta   i  capitoli   e    le   pigine;  ed   anelie   talora   i  capitoli    soltanto. — 

Specchio  della  Croci.  —  In  questa  nuova  impressione  si  cita  l'edizione 
di  R')m  1  il<;ll'anno  1738.  in  8.;  ed  il  numero  aggiunto  agli  esempli  ac- 
cenna le  pagine  di  questa  edizione,  e  quilclie  rara  volta  ancbc  i  capìto- 
li. Se  i  numeri  san  due,  allora  additano  il  capitolo,  e  la    pagina:    e     le 


(61)  Nel  ilell'j  Viilumo  dello  P,oìi  Fionntim  si  lon- 
gone due  Orasiuai  della  Le^a  altrìlmite  al  Casa;  mi  vi 
k  laluno,  che  rrcde,  che  la  sccon  Ij  non  sia  altro  che  un 
aUliosKO  della  |>riinj,  rifjtl,i  iti  pirle  dil  Cisx,  e  racconciata 
tecuado   che  a    lut    jtjrvi-    in-^lto. 

(6a)  Alla  vocL-  DlKl-lCULTOiO  li  lojjc  quella  ali- 
hreviatuia  Cax'aìc.  Me.t.  Spir.  che  forse  il  uao  scaniMa- 
meato  della     DiscipUna    Spirituale  (•). 

(a)  A  quost'  opera  ahhiami  reltituiti  gli  esempli  allegati 
alle  voci  As.iiituamente  ,  e  tC':i  hc.itorc  j  il  |n-iinj  atlrihuìto 
dagli  Accademici  allo  Spacchio  iti  Croce,  e  1'  altro  ai  Frutti 
della  Lingua.  Dallo  voci  fì.i't--hter,-.  o  Dipeso,  dove  all'  ali- 
hrcvialura  Cai'alc.  Med.  cuor,  sono  aggiunti  i  numeri  a.  n\., 
si  ritrae,  che  ijucit' Opera  vcun  :  citala  dagli  At-cademìci  anche 
a  Iihro,  e  a  rapitoli. 

(b)  Così  sembra  doversi  interpretare  questa    abbreviatura 


(")  L' ahlirevialura  Ci'i.'f.  ^^e.l.  Spir.  si  legge  lollo  al- 
tra tredici  voci  (oltre  ad  una  gi'i  corrotta  da  noi  ioli»  Peri- 
re ),  €  tutto,  come  alihiamo  potuto  accertarci  col  riscontro  degli 
esempli  sulla  stampa,  furoni  tratte,  al  pari  di  DIFFICULTOSO, 
dalla  Oiiiipliitii  .S'pirilitale.  Onde  h  inaaifestu  senta  /orse  lo 
scambiam«ato  sospettato  dagli  Accademici)  od  h  da  correggere 
il  Vocabolario  in  lutti  i  prelati  luoghi. 


recala  dagli  Accademici  ben  l5  volte  nel  Vocabolario.  Se  oca 
che  il  Cavalca  non  com^iosc  mai,  che  noi  sappiamo,  libro  al- 
cuno cou  quello  titolo;  e  d'  a'tra  parte  tutti  gli  esempli  al- 
legati con  r  abb.'eviatui*a  suddetta  o  si  rinrengono  nell*  esem* 
piare  della  /}it:ip!nt.t  spiritatile  starnutato  in  lluma  1'  aoao 
1737.,  o  si  vede  aperto  che  sono  tratti  da  un  codice  conte* 
nenie  1'  Opera  stesila. 

(e)  Anche  qaesto  Trattalo  noa  fu  mai  cotaposto  dal  Cm  - 
l'o/cti  che  sia  a  DO%tra  notiaia  .  I  cinijne  eicmpii ,  e  non  due, 
come  altri  dine,  che  gli  Accademici  altrihuiroao  ,  6ao  ilalla 
prima  impreisioae,  a  questo  Trittuto,  come  si  ritrae  dalle  vo- 
ci Contirte'ìlt,  Intilkiatieiire,  PetUUnt»,  e  Rif^iuolo,  sp«lta- 
no  tulli  a'Ia  M.-dieini  del  cuo't ,  orrero  Trattato  HelU  Pa- 
zienzi. 

(d)  Il  Cavalca  non  b  priipriamente  l*  autore  primario  di 
quokla  Opera,  la  quale  fu  composta  in  latìoo  da  un  Fr*  Gm- 
gtielnto  di  Fran.^ia  dell'  ordine  de'  Predicatori  col  titola 
Suitmj  de  virtiitihnt  et  vttiis,  la  qiiile,  come  avverte  Apo- 
stolo Zeno,  fu  stampata  piil  volto;  nò  a  dir  vero  il  Cavalca 
se  1*  ai>[)ri>prìj,  ansi  nel  prologo  nomina  ìngeouamente  chi  la 
ctmpose,  e  dice  di  voler  principslmrnte  recare  a  comHne  voi. 
gare  la  della  Op.-ra,  afuiitgnett'tov't  alcune  altre  pocke  cete, 
ragioni,  ovi'ero  etempii,  che  parline  di  simile  malerim.  Oa> 
tV  h  maraviglia  che  Monsignor  lìounrl  non  facesse  avvefiito 
il  lettore,  che  questa  non  era  0|iera  origÌDale  del  Cavalca  t 
ma  nella  più  parte   volgariisamtalo. 


Specch.  Croc. 


•  Cai'alc 

prol. 

•  Catalc.  Specch.   Croc. 

33.  (f^ar.  lez.) 

Cavale.   Tralt.  pazìen. 
Cavale.   Tralt.  viz.  e 

vìrt. 
Cavale.  Stolliz.» 

*  Cavale,  ^loliiz.  283. 

*  Cavale.  StoUiz.  l^ar.  lez. 


i 


'  Cavale.  Epìst.  S.  Gir. 
ad  Eusloch. 


1961 

aljbrevlalure  prol.  e  l^ar.  lez.  il  prologo,  e  le  farie  lezioni,  le  quali 
stantio  a  più  ili  pa'^ina.  Oltre  a  questa  edizione  falla  per  cura  ili  !\Ion- 
signor  Giovanni  Bonari  qualche  volta  abbiamo  citato  anche  la  slam- 
p.->  falla  in  Brescia  per  cura  ili  Giuseppe  Taverna  l'anno  1822.  pure 
in    8.     (a)  — 

Trattato  della  Pazienza  (b). 

Trattato  de'  viziij  e  delle  virtù  ((>3). 

Trattalo  delle  Trenta  Stoltìzie  dell'  uomo  ('ì^).  —  In  questa  nuo- 
va impiessioiic  si  cita  la  stampa  fatta  faic  in  Roma  ilal  Bottari  l'an- 
no 1757  in  8.  dietro  la  Disciplina  degli  Spirituali^  della  quale  si  è  fatto 
menzione  sopra.  1  numeri  aggiunti  alle  allegazioni  corrispondono  a  quelli 
dello  pagine  dell'  edizione  suddetta,  e  1' abbreviatura  ^ar.  lez.  indica  le 
Varie  lezioni,  che  sono  a  piò  di  pagina.  — 

Quantunque  la  maggior  palle  di  questi  Trattati  sicno  impressi,  nondimeno 
i  Compllalori  per  lo  più  citarono  i  Testi  a  penna  (65),  per  essere  gli 
stampali  assai  scorrelli.  Il  Trattato  delle  Trenta  Stoltizie  dell'Uomo, 
aggiunto  nell'anteceilente  impressione,  dicono  il'averlo  tratto  da  uo  Te- 
sto a  penna  del  Guernito.  Alcuna  volta  questi  Trattati  del  Padre  Ca- 
valca sono  citali  a  capitoli,  ma  per  lo  più  essendo  tratti  da'Testi  a  pen- 
na, gli  antichi   Compilatoli   non    vi   aggiunsero   numero  alcuno. 

Volgarizzamento  della  Epistola  di  S.  Girolamo  ad  Eustochio.  V.  Pisi. 
S.    Gir. 


Commedie  di  Giovammaria  Cecehi,  cioè: 


Cecch. 

Dot.   I.  2. 

La  Dote. 

Cecch. 

Dot.  prol. 

Cecch. 
Cecch. 

Mosl.  2.  r. 

Corred.   3.  5. 

La  Moglie. 
Il   Corredo. 

Cecch. 
Cecch. 

Corred.  prol. 
Stiav.  '■{.  3. 

La  Stiava. 

Cecch. 

Stiav.  prol. 

Cecch. 

Ponz.  5.  G. 

Il  Donzello. 

Cecch. 

Donz.  prol. 

Cecch. 

Incanì.  3.  4. 

Gì'  Incantesimi 

Cecch. 
Cecch 

Incanì,  prol. 
Spiril.  4.  2. 

Lo  Spirito. 

Cecch. 
Cecch. 

Spir.  prol. 
Dissim.    1.  3. 

I  Dissimili. 

Cecch. 
Cecch. 

Dissim.  prol. 
Seivig.  3.  2. 

Il  Servigiale. 

Cecch. 

Servig.  prol. 

Cecch. 

Servig.  intr,  \. 

(a)  Da  un  accurato  ragguaglio,  che  al.biarao  fatto  delle 
s(3m[>c  suJilelte  eoe  gli  esempli  addoUi  nel  Vocabolario  dagli 
Accademici,  aldùamo  potuto  ritrarre  due  cose.  La  prima,  che 
molli  esempli  coDfrontaoo  pcrfeltamente  ora  con  quella  del 
Dottori,  ora  con  quella  del  Tnverna.  L*  allra^  che  il  Testo 
adoperalo  dagli  Arrademici  differiva  da  tulle  e  due;  da  poi 
pli    non    si    riscontrano  ne  roU'  una,   ne 


che  I  PIÙ  des'i    csen- 


l" 

coir  altra}  anzi  qu-ilcuno  non  dee  appartenere  al  certo  a  que- 
sl*  Opera.  Delle  stampe  aoliche,  di  cui  potrebbero  anche  es- 
sersi serviti  t  vecchi  Accademici  ,  alcune  ci  danno  la  lezione 
spgutta  dal  Bottari,  altre  corrispondono  pienamente  a  quella 
del  Taverna,  e  tra  queste  una  di  Firenze  per  Francesco  dì 
Dino  di  Iacopo  fiorentino  adi  XVII.  di  Marzo  1^90  in  \.  Del 
resto  r  edizione  del  Bottari  fu  adoperata  anche  nelle  C.itinte 
dagli  Accademici  della  quarta  impressione,  come  sì  rileva  ddlle 
voci  l<;nomin'oso,  illu.io.  Inanimato,  e  Spinato,  il  cui  numero 
corrisponde  al'e  pagine  di  que>ta  edizione. 

(b)  Questo  Trattato,  citjto  sotto  questo  special  titolo  8 
volle  dalla  Crusca,  2.  dall'Alberti,  e  3.  da  Venezia,  è  una 
cosa  medesima  colla  Medicina  del  cuore.  //  motivo  ,  dice  il 
Bottari,  che  nel  citare  gli  esempi  trjtti  da  questo  libro  ha. 
flotto  gli  Acrademici  a  nominarlo  ora  Medicina  let  cuo- 
re ,  ora  Trattato  della  Pazienza  ,  e  stalo  che  la  prima  par- 
te di  questo  Ithro  porta  in  fronte  ti  primo  titolo,  e  li  se- 
conda il  sec'^ndo  ,  e  perche  in  a'cttni  manoscritti  si  sono 
avvenuti  nell'una  parte  senza  l'altra,  e  così  anche  è  sta- 
ta stampata  divisa;  come  si  può  vedere  nell'edizione  di 
Venezia  l563.  doi'c  manca  fa  Medicma  del  cuore.  Vero  è, 
soggìugQc,  che  potevano  ciò  spiegare  per  maggior  chiarez- 
za, e  per  quelli,  che  non  hanno  tanta  pratica  de^li  anti- 
Focabolario  T.  II. 


chi  testi  di  nostra  lingua;  ma  nell'opere  vaste  ed  immen- 
se. Come  e  il  nostro  f'ocafwlario  ,  non  si  pud  avvertire 
tutto  a  tutti.  La  qual  verità,  se  fosse  avvertita,  come  do- 
vrebbe, da  certi  pobbi  intelletti,  non  si  farebbero  a  dire  le 
sciocchezze,    che    dicono,    o   stampano- 

(6^)  I  Deputali  nel  Proemio  delle  loro  Annotazioni  al 
Decimerone  furono  di  sentimento  che  il  P.  l^avalca  non  com- 
ponesse tutti  quegli  Trattati  spirituali,  ma  che  alcuni  ne  tra- 
ducesse dailj  Lingua  Provenzale.  E  di  vero  questo  Trattato 
sì  trova  in  Lingua  Provenzale  nel  Codice  4799-  ^^^^^  Libre- 
ria  Vaticana. 

(6^)  Nella  Storia  MS.  degli  Scrillori  Fiorentini,  e  To- 
scani d-^l  Cimili  Sì  legge  che  un  Testo  a  penna  di  questo 
Tiallalo  era  nello  Spedale  di  Bonifazio  con  questo  titolo: 
Trattato  delle  molte  stoltizie  che  si  commettono  nella  batta- 
glia spirituale. 

{i)^)  Neil*  Indice  della  passata  impressione  non  dissero  di 
quali  Testi  a  penna  si  servirono;  ma  la  cifra  P.  N.  ,  che 
abbiamo  osservala  nella  citazione  d'  un  esempio  della  Medici- 
na del  cuore,  addotto  alla  voce  DEBILITARE,  ci  può  servir 
di  conghiettura  the  adoperassero  Ì  Testi  a  penna  della  mag- 
gior parie  di  quegli  Trattati  ,  che  erano  tra  Ì  MS.  di  Pier 
dei  ì\iero,  e  che  ora  si  conservano  nella  Libreria  de*  Gh(I(/i7- 
g'/ii  segnati  co'  numeri  64.  65.  66.  67.  68.  69.  70.  71.  e  72. 
Il  nostro  Infarinato  fa  uienzinne  anche  d'un  Testo  conte- 
nente lo  Specchio  di  Croce  da  lui  veduto  tra  quelli  di  Pier 
del  yero.  Tra  i  MS.  di  Francesco  Redi  ,  posseduti  al  pre- 
sente dal  Bali  Gregorio  Bcdi  nostro  Accademico,  è  il  Trat- 
tato de'  Frutti  della  lingua,  in  cui  egli  aveva  notalo  che  di 
esso  si  erano  serviti  i  Compilatori  del  Vocabolario. 

346 


1962 

Cecch.  Esalt.  eroe.  ó.  'l. 
.  Cecch.  Esalt.   Cr.  piol. 


ttCecclt.  Prov. 
'    Cecch.  Prouer.  » 
Cecch.  Proferii.  > 


Cecch.  Aiif^iul.    Son. 


a  Van. 


Cliialir 
Chiabr 
Chiabr, 

*  (Chiabr. 
«  Chiabr. 
:t  Chiabr 

*  Chiabr. 

*  Chiahr. 

*  Chiabr. 

*  Chiabr. 

*  Chiahr. 

*  Chiabr 

*  Chiabr. 

*  Chiabr 

*  Chiabr 

*  Chiabr. 

*  Chiahr 

*  Ch.abr. 

*  Chiabi 

*  Chiabr 


.  lìim. 
,   Poes. 

Op.   I.    l'iO. 
.  rim.  3.  Ilo. 
.  part.  2.  caiìz.  I. 
.  canz.  sacr.    IO. 
,  canz.  mor.  3. 

poemel.  2.  60. 

poem.  9.  part.'i. 

pocm.  prof. 

parL'l.  £1^1.19. 
.   Ser/n.   7. 
■.  Serm.  2.  308. 
.  rend.  20. 

Femlem.%  320. 

Epitaf. 
.  /'cir.    I. 
.  Ge/o/i.  2.   I. 


V  Esaltazione  della   Croce. 

DlIIo  prime  selle  si  cita  la  stampa  di  Bernardo  Giunti  di  Venezia  falla 
nel  l.">85.  in  8.  mila  quale  liiltc  sono  in  verso.  TalvoUa  abbiamo  citala 
anche  l' edizione  in  prosa  fatta  dal  Giolito  nel  1550.  pure  in  Venezia 
in  8.,  — anzi  in  12. —  e  spezialmente  nella  Dote^  nella  Moglie^  e  nel 
Dissimili.  Dtl  Seruigiale  si  cita  redizionc  de'Gtuntt'  di  Fiienzt  del  1561, 
in  8.  e  della  Esaltazione  della  Croce  la  slampa  del  SeriìiartelU  del  1592. 
pure  in  8.  I  nunieii  aggiunti  af;li  cscmpii  corrispondono  ajjli  alli,  ed  alle 
scene  di  ciascheduna  Commedia;  —  v  V  abbreviatura  ^ro/.  accenna  il  pro- 
logo. — 

Baccolta,  ed  Esplicazione  di  Prouerbii  del  medesimo  <66)  .  —  In  questa 
nuova  impr<'Ssione  si  h  citato  a  ]>a;;inc  1'  cst-niplare  stampalo  in  Firenze 
pre&so  Gugliidmo  Piatti^  V  anno  1820.  in  8.,  diclio  al  quale  sono  molti 
Pezzi  traili  dallL-  Comnu'ttie  ìnedile  del  mcdi-simo;  e  questi  pure  sì  sono  al- 
legali a  pajjine,  e  per  lo  più  con  la  stessa  abbreviatura.  — 

Sonetti  contro  Dante ^  di  Cecco    Angiulieri  (67).  V.  liim,  ani.  Strozz, 

Hime^  o  Poesie  Diverse  di  Gabbriello  CkiabrerOj  stampate  in  diversi  tempi  e  luo- 
ghi. Si-  ne  citano  alcune  delle  più  coiretlc  edizioni. (a)  —  In  questa  nuova 
impressione  si  allega  la  stampa  di  Venezia  falla  l'anno  1530-31.  in  quattro 
volumi  in  8.  ed  i  due  numeri  aggiurilì  agli  esempli  accennano  il  primo, 
il  volume,  0  la  parte;  e  il  secondo  la  i>agina.  Talora  poi  queste  liime , 
o  Poesie  sono  stale  citate  col  loro  pruprio  lilolo,  cioè  dì  Canzoni  sa- 
crcj  0  morali^,  di  Sonetti^  di  Egloghe,  di  Sermoni,  di  Poemetti  sacri^  o 
Prqfanij  di  f^endemmie^  di  EpitaJJi^  di  Feste  ec.  ed  allora  il  primo 
numero  apposto  agli  esempli  corrisjtonde  a  quello  del  volume,  o  della 
parie;  il  secondo  a  quello  della  Canzone,  del  Sonetto  ec.  ma  per  lo 
più  non  si  è  aggiunto  che  questo  secondo.  La  Gelopea  si  e  anche  citala 
a  atti ,  e  a  scene.  — 


*  Cic.   Tusc. 


Le  Tusctdane  di  Cicerone.  V.   Tusc.   Cic. 


i(  Cic.  Pist.  Quint.  Pistola  di  M.  T.  Cicerone  a  Quinto.  V.  Pist.  Cica  Quint.  (b) 


Cin. 

Cin.   fiim,   ant. 
Cin.   Son. 

*  Cin.  Pist.  son.  14- 

*  Cin.  Pist.  canz.  D. 


Sonetti,  e  altre  Pime  antiche  dì  Messer  Cino  da  Pistoia.  Si  cita  a  pagine 
l'edizione  raccolta  e  fatta  slampare  da  Niccolò  Pilli  Tanno  IJ59.  in  8.,  e 
si  citano  ancora  quelle  comprese  in  altre  Raccolte.  V.  Jiim.  ant.  Pim.  ant. 
C.   M.    e   Him.    ant.    P.    iV. 


Cioti.  Bai.  Bim,  ant.  »      fìime  Antiche  di  Scr  Cionc  Ballione.  V.  Bim.  ant. 

Circ,  Geli.  La  Circe  del  Celli.  V.  Geli.   Circ.  (68). 

Ciriff.  Calu.  S.  Cirijfo  Caluanco,e'l  /'oi'tf;*o  yii'i'«/»fo^  Romanzo  in   prosa.   Testo  a   penna  (r>;»ì. 

itCiriff^*   Cali'.  che  fu  già  dì   Giovanni  Mazzuoli  detto  lo   Stradino. 

Cirtf.   Cali-.  Strad. 


lQ6)  Qur-sla  alil)icvijlura  manra  ncU'  ln<lirc  tltllj  pajjj- 
la  uii[iii;>4ÌoiiL' ;  SI  liuva  allo  vori  /UGO.  e  ZUPPA  per  i*pie' 
gjzione  <r  nlruiii  Provcrliii  depeiiiU'nlì  da  queste  voci.  K  una 
KaccolU,  o  Es|.i>iixii)ne  di  Proveiliìi  dì  Cioxantmaria  Vecchi, 
scritta  a  prima,  ilic  già  fu  prciio  ^(ichele  ICrmini  noilro 
Accidcmico,  e  (la  liii  moilrsimo  fu  spnglialj,  cumc  li  vrdc 
dulie  ftcritlurc  di-tl'  Arriideniia  nel  Fascio  segnalo  col  nnin. 
XII.  rScHa  Lihrciij  de*  Pandoìfìni,  orlln  quale  dipnì  paivaro. 
no   i   lilni   dell'  F.rmtni,  non  aldiiamn   rilrovato   qtirslo   MS. 

(67)  QucsU  aliliri'vialura  nun  e  nella  |>a*sjl.i  iinprci*uiiie; 
ncrclib  e  comiirosa  sotto  quella  de*  Puffi  /fnltrfit  ,  rome  si 
pui>  vcdcic  alla  vncc  TROVARE,  dove  noi  l' aUiianiu  in 
questa  );uisn  riinot.sa. 

(a)  SobltiMif  gli  Accidcmirì  della  quarta  ìniprci-inne  nun 
diraito  di  quali  edìiioiii  si  valciicro  per  le  allegaiuiiii  di  que- 
ste Himc,  0  PoesiCf  clic   citaroao  quattro   volle,   ed  una   volta 


le  ritantnn  quelli  della  lerta,  pure  egli  e  certo,  ebf  adope- 
rarono talora,  se  non  sempre ,  quella  falla  in  Vcoesia  da 
A»f!io/o  Certmia  l'anno  ijSoJIl.  in  quattro  tolnmi  in  8. 
Ciò  sì  ritrae  rmi  >irnrena  dalle  voci  yiufso,  ed  jl/ffgisit, 
le  quali  »i  liiivriigitiio  ani1>rttiic  nella  editione  sonrauaomi- 
n<ila  al  iidunte,  o  parie,  e  alla  pagina  indicata  dai  numeri 
apposti   mIIc  eitaiìxni. 

(tt)  (^>ursla  aldirevìatura  manca  nell*  lodk*  dì  tulle  le 
passate  iiiipiettioni;  seldicne  si  trovi  fino  dalla  prima  alle  vti- 
CI    SinttilaUtmrnte,  e   Su.iurtnrf. 

(68)  Questa  aldirevialura  con  questo  medesimo  richiamo 
era  anrlic  ncll*  Indice  della  passala  cdiaione,  ma  alla  Lrtln'a 
fi,  invano  se  ne  cercava  la  spiegaiioue,  essendoci  stala  tra* 
lasciata. 

Ctìi))  Non  al>l)iamo  ritrovalo  in  clii  passasse  questo  Te- 
sto.  L' Imfmrmalo  ne   vide  uno,  che  fu  del  Sf^t/o,  sfi  fine  del 


Cinff-   CaW- 
Ciriff.  Cal^',  2.  5^i. 
CiriUf'   Calcari,   \.  27 


1963 

Poema  in  oliava  lima  intitolalo  Cìriffo  Caluaneo^  e  'l  Posero  Aft^eduto  ^  di- 
viso in  tre  libri  (n)  ,  il  primo  de'  quali  è  di  Luca  Pulcij  gli  altri  due  di 
Bernardo  Gìambullari.  Nella  passata  impressione  sì  servirono  d*  un  Testo  a 
penna^  clie  Tu  di  Francesco  Redi,  Nella  presente,  avendo  osservato  che  gli 
esempii  citati  confrontavano  ancUe  coll'antica  edizione  di  Venezia  del  1535. 
in  4.  ci  siamo  di  essa  ancora  serviti;  onde  i  due  oumeri  aggiunti  agli  esem- 
pii indicano  il  libro,  e  le  pagine  dì  quella  edizione,  da  noi  a  tale  effetto 
numerate  nel  nostro  esemplare.  Alcuna  volto,  ma  raramente  ,  abbiamo  citato 
anche  la  ristampa  del  primo  libro  del  Ciriffo  Calvaneo  di  Luca  Pulci  fat- 
ta insieme  colle  sue  Pistole  da*  Giunti  di  Firenze  l'anno  1572.  in  4.  —  In 
questa  nuova  impressione  si  è  citata  anche  la  ristampa  del  primo  libro 
del  Ciriffo  Cah-aneo  di  Luca  Pulci  fatta  in  Firenze  per  cura  di  S,  L. 
G,  E.  .-iudìn  l'auiio  1834.  in  8.  et^i  numeri  aggiunti  agli  esempli  ac- 
cennano il  piìmo  la  parte,  il  seconcff  la  stanza  di  ciascuna  dello  cinque 
partii  nelle  quali  in  questa  edizione  è  diviso.  — 


Chir,  jW.  Guisliel.  Piac-  Volgarizzamento  d' un    Trattato  di  Chirurgiaj  o    Cinigia  dì  Maestro  Guigliel' 
Cirus.  M.  Guislielm.  ""*  ^^  Piacenza.  Testo  a   penna   (70),  che  fu   già  di     Baccio     Valori^    poscia 

ifCir,  M,  Gui'^L  ^^^   Senator  Luigi  Guicciardini  nostro   Accademico,  al  presente   nella  Libreria 

de'  Panciaticht   alla   scansìa   VI.  segnato  col   oum.  24. 


Citt.   D.   S.  Jgos.  » 

.     Coli.  Ab.  Is. 

Coli.  Ab.  Jsac.  cap.  23, 
Coli.  Ab.  Isac.  car,  48 
ti  Coli.  Ab.  Isac.  prol. 
*  Coli.  Ab.  Isaac.  Noiiz. 


Coli.   S.  Pad. 
Coli.  SS.  Pad. 
Collaz.   S.  Pad. 
Collaz.  S.  Padr.AlL 


Volgarizzamento  della   Città  di  Dio  di  S.  Agostino.  V.  S.  Agost.    C,   D. 

Volgarizzamento  della  Collazione  dell'Abate  Isac  (71).  Testo  a  penna,  che  fu 
di  Mario  Guiduccij  nostro  Accademico,  detto  11  Ricoverato  ,  poscia  del  Ca- 
valler  Cosimo  f  enturi_,  parimente  nostro  Accademico  (72).  Nella  presente  ira- 
pressione  abbiamo  citata  l'edizione  di  questo  libro  fatta  modernamente  in 
Firenze  da' 7ar(m/j  e  Franchi  l'anno  1720.  in  4.,  ed  i  numeri  delle  citazio- 
ni corrispondono  per  lo  più  a  quelli  de'  capitoli ,  ma  talvolta  anche  a 
quelli  delle  pagine.  —  In  questa  nuova  impressione  sì  sono  citale  anche 
a  pagina  le  Notizie  intorno  alla  Vita  dell*  Abate  Isaac  tratte  da'  Mano- 
scritti_,    che    servirono    per    la    prefala    edizione.  — 

Volgarizzamento  della  Collazione  de' Santi  Padri.  Si  cita  un  Testo  a  penna  , 
che   fu   già   di    Francesco   Allegri  nostro  Accademico  detto    il    Bicoperto. 


Com. 

Com.   Dant. 

Com.  Dant.  Inf.  6. 

Com.  Dant,  Purg.   17. 

Com    Dant.  Parad.  25. 


ComentOj  o  sia  Comentatore  di  Dante  da  molti  dello  V  Antico ^  il  Buono, 
e  anche  l'Ottimo  (73).  Si  cita  il  Testo  u  penna  esistente  nella  Libreria  di 
San  Lorenzo  al  Banco  XL.  segnato  col  numero  19.  —  In  questa  nuova  im- 
pressione si  cita  l'esemplare  tratto  dal  mentovato  Testo  a  penna  di  S. 
Lorenzo,  e  stampato  in  Pisa,  per  cura  dì  Alessandro  T'orri,  Panno  1827-21'. 
in    Ire    volumi    in    8.    (b)  ;    ed    ì    numeri    delle    citazioni     così     degli    esempli 


quale  si  Icggev.i  una  meniorìa^  da  cui  si  ricavava,  che  que- 
st'Opera era  stata  composta  nel  l3o3.  e  che  l'Autore  era 
un  tal  Maestro  diro/amo.  Dall'  esame  però  di  quel  Testo 
egli  conghirttura,  che  du**  copiatori  fosse  st^ta  alterata  quest' 
Opera,  e  da  antica  a  più  moderna  lingua  ridotta.  Nei  Banco 
XLIV.  della  LiLrena  di  S.  Loreuto  si  vede  un  Codice  di 
questo  Romanzo  segnalo  col  num.  3o.,  ma  non  possiamo  di 
certo  afifcrmare,  se  sia  quello  stesso,  che  già  fu  dello  Stra- 
(lino. 

(a)  Non  in  tre,  ma  in  quattro  libri  è  diviso  questo  poe- 
ma nella  starDpa  fatta  in  Veutrzìa  per  Pietro  de'  Sico/ini  da 
Sabbio  Tanno  l535  in  ^. ,  ed  il  quarto  trovasi  citalo  alle  %ori 
Antìnome,  Calzare,  Dondolone j  Occultamente,  e  a  moltissi- 
me altre. 

(70)  Vide  questo  Testo  anche  il  nostro  Infarinato,  che 
d:  esso  fa  meotione  ne*  suoi  A^'vertimenti,  dicendo:  è  ccp,a 
moderna  ....  ansai  dtt  buono  v'  l'  per  tuUo,  ma  mischia- 
to collo  scolastico  e  col  grammaticalir,  e  anche  talvolta  peg- 
gio j  ma  può  vemre  in  parte  dalla  qualiiù  del  soggetto.  Que- 
sto Testo  alcuna  Tulta  era  citato  diversamente  cosi  :  M.  Cui- 
glielm.  Piacen.  come  nella  voce  VIGOr.lKE  ,  ma  per  non 
confondere  i  Lettori  abbiamo  renduto  tutte  le  citationi  uni- 
formi alla  soprascritta  abbreviatura.  Lo  Stnio/alo  vide  un 
Testo  di  questo  Trattato,  e  negli  spogli  che  ne  fece,  e  (he 
sono  ora  traile  scritture  dell'  Accademia  ,  notò  che  l'  Autoie 
di  quesl'  Opera  si  chiamò    .ìfaestro    Cnigliclmo  da  Saliceto. 

{71)  In  alcuni  MS.  quest'Opera  e  intiloiata;  Libro  del 
Beato  Isac:   io  altri;    Del  dispregio  del  mondo. 

(72)  Di  questo  Testo  ora  non  si  sa  ciò  che  sia  addive* 
nuto.  Quali  Testi  abbiano  servito  di  norma  alta  stampa  di 
quesl  Opera  si  [<uò  vedere  nella  prefa>i(.>ne  di    essa.    È    però 


indubitato,  che  il  Testo  del  Bicoverato  era  in  parte  diverso 
da  quegli,  perchè  molti  passi  citali  nel  Vocabolario  dagli  an- 
tichi  Compilatori  non  si  trovano  neir  esemplare  stampato. 

(73)  I  Deputati,  nel  Proemio  delle  loro  Annotazioni  so- 
pra 'l  Decanurone,  lo  chiamano  quando  il  buono,  e  quando 
l' antico  Comentatore,  e  da  due  luoghi  di  esso,  da' quali  ap- 
parisce che  a\e%a  cominciato  a  scrivere  questo  Cemento  l'an- 
no l333.,  congliìetturano  che  fosse  coetaneo  e  forse  familiare 
di  Dante.  Il  Testo  da  loro  veduto  non  era  peravventura  quel 
medesimo  che  ora  è  nella  Libreria  di  S.  Lorenzo,  poiché  di- 
cono cho  aveva  l' Infenio,  e 'l  Purgatorio  scritto  d'una  ma- 
no, e '1  Paradiso  d'un'  altra;  dove  questo  è  trascritto  tut- 
to da  una  medesima  mano ,  quantunque  talora  in  qualche 
luogo  scorrettamente.  L'  infarinato  crede,  che  V  Autore  di 
questo  Comeolo  fosse  Messer  Iacopo  della  Lana  Cittadino 
Bolognese,  e  non  cuncorre  pienamente  nel  parere  de'  Depu- 
tati rispetto  alla  stima  da  essi  lattane.  Ma  forse  il  Cemen- 
to di  Iacopo  della  Lana  è  diverso  da  quello  del  Codice 
della  Laurcnziana,  il  the  si  potrebbe  ihiarire  se  sì  potes- 
sero consultare  i  Testi  del  tinelli,  e  del  Contarini  veduti 
dall'  Infarinalo. 

(b)  Alla  fine  d'ogni  Cantica  vi  è  l'Indice  delle  Voci  ci- 
tate nel  Vocabolario;  ma  noi  abbiamo  osservato  che  esso  e 
mollo  impeifetto,  sì  per  essere  qua  e  la  mancante  di  non  poihe 
voci,  che  si  rinvengono  nel  Vocabolario,  e  nel  Contento  ;  si 
per  averne  talora  qualcuna,  che  nel  Vocabolario  non  si  rin- 
viene. ìNoi  a  multe  delle  prime,  e  di  quelle  rlie  1'  Editore  non 
trovò,  abbiamo  in  <iuesta  nuova  impressione  aggiunto  la  citazione. 
Oltre  a  ciò  abbiamo  restituiti  parecchi  esempli,  ^eibi  grazia,  al 
Paradiso,  che  la  Crusca  assegnava  all'Inferno,  o  al  Pur- 
gatorio ;    o    viceversa .     Inoltre     ne    abbiamo    restituiti   due 


lyfi'i 


Com.  Owid.n 
Com.  Ovid.  Pist. 

Comp.  MantelL 


Cotw. 
Coni'iv. 


nuovanienle  aggiunti,  come  dei  già  allegati  dagli  Accademici,  quando  so- 
no tlue^  il  primo  corrisponde  al  Canto,  ed  il  secondo  alle  pa-ine:  e 
quando  è  un  solo  (  il  che  è  di  rado  )  corrisponde  ora  al  canto,  ora  alle 
pagine  soltanto  dell' t-diziono  suddrtla,  la  quale  pt.T  essere  liuscìla  non  cor* 
retta  del  tutto  (ii),  noi  neMuoghi  oscuri,  o  sospetti  d'errore  siamo  sempre 
ricorsi  al  Testo  a  penna,  e  spesso  ne  abbiamo  avveitito  il  lettore  con 
una    parentesi    posta    in    iìne    dell'esempio. — 

y^olgarìzzamento  di  alcuna  Spiegazionej  o  Contento  sopra  le  Piòlole  d'  Ovidio. 
Testo  a  penna  (7^)< 

Poesia  burlesca  io  terza  rima  intitolala.,  la  Compagnia  del  Mantellaccio  (75». 
Mon  sapi^fuo,  se  di  qualche  Testo  a  penna,  o  dell' esemplare  stampato  si 
servisseif^T  passati  Cornpilaloii.  Nella  presente  edizione  abbiamo  alcuna  vol- 
ta citalo  la  slampa  procurata  dal  Lasca  dietro  a'Sonelti  del  Burchiello  ,  in- 
sieme co'Sonttli  iV Antonio  Alamanni,  e  del  liisoluto ,  e  t'alia  in  Fiicnze 
òù.'' Giunti  nel  1508.,  e  tal  volta  un'altra  fatta  pure  in  Firenze  ad  istanza  di 
Iacopo  Cititi  l'anno  t'i^'i.  —  In  questa  nuova  impressione  si  è  citala  la 
stampa  dietro  a* Sonetti  del  Burchiello ^  dei  Bellincionij  e  di  altri  poeti 
fiorentini  falla  in  Londra  ( Lucca^  e  Pisa)  l'anno  1757.  in  8.  ed  i  nu- 
meri aggiunti  agli  esempli  cosi  nuovi,  tome  ai  già  allegati  dagli  Acta- 
deraìcì,    corrispondono    alle    pagine    di    questa    edizione.  — 

Convivio    di  Dante.  V.    Dant.    Com  if. 


Copp.  Jitm.  buri.  Bìme  Burlesche    di   Francesco    Coppetta    inipiesse  nel     volume    secondo    delle 

Copp.  Rim.  huii.  2.  'if>.  Opcie  BuiK-sche  del  Berni,  ed  ullii  Autoii  da'Giun?*  di  Firenze  uel  1555. 
in  8.  Tia  queste  è  la  Canzone  nella  perdita  della  sua  gatta  (76),  la  quale 
si  cita  alcuna  volta  distintamente.  In  questa  edizione  abbiamo  citato  la  uien- 
lorala  slampa  delle  suddette  lUnie,  fatta  colla  data  di  Firenze,  o  di  Lon- 
dia  nel  1 7*23.  in  8.,  ed  i  numeii  delle  allegazioni  sono  corrispondenti  a 
quelli    del    volume,    e    delle   pagine. 


Copp.   Canz.  Gatt. 
Copp.  Canz.  Gatt.  2.  31. 


Cortig.   Castii^l. 
Corti" 


Cose,  S,  Bem. 
Cose.  S.  Berti,  J)» 


Creaz.  Mond. 
Creaz.  Mond.  P.  N. 


Il  Cortigiano  del  Conte  Baldassar  Castiglione  diviso  in  quattro  libii.  I  nu- 
meri delle  citazioni  indicano  quelli  del  lÌbio,  e  delle  pagine.  Gli  aolichi 
Coriq)ilatori  non  palesaiono  redìzioiie  da  loro  adoperala  (b).  Nella  presente 
impressione  abbiamo  seguitato  quella  d*  Aldo  j  e  talvolta  quella  del  Giolito 
del    1551).  iu  S. 

l'olgarizzamcnto  d'  un  Trattato  della  Coscienza  di  San  Bernardo,  Testo  a 
penna,  che  fu  di  Monsignor  Piero  Vini  Arcivescovo  di  Feimo  nostro  Ac- 
cademico detto  il  Pasciuto  (77).  —  In  questa  llUo^a  impressione  si  cita  a  pa- 
gine redizione  fatta  in  Verona  per  cura  dell'* ab. /'uo/o  Canotti  l'anno  1828. 
in  8,  presso  Giuseppe  Bossi  (e).  — 

f^olgarizzamento  d'  un  Trattato  della  Citazione  del  Mondo.  Testo  a  jicnua, 
che  fu  già  di  Pierdel   NerOj   poi    nella    Librciia   de*  Guadagni  (78). 


.il  Contento  del  Boccaccio^  cbc  gli  Accademici  della  quarta 
iniprcs&ìonc,  alle  vuci  Capiglia,  e  Forfecchina,  atlributrvDo  a 
questo    Coincnlo   inliluUtu   l'Ottimo. 

(a)  Ciò  hi  dee  re|>ularc  più  ■*  difello  di  rbì  fornì  della 
e  npia  il  I*eDcmcrìto  editore,  che  dell' editore  mi'desiiiin,  [lerehc 
al  certo  egli  iiuo  ci  avrebbe  as^icur^ti  ;i1U  Tdcc.  633.  del* 
r  lufcrno,  [ler  citare  un  luogo  de*  multi  clic  potremmo  ,  cbc 
il  Codice,  Del  canto  secondo  del  Paradiso,  ba  Jrntricuta,  ijtian- 
do  liJ  chiaramente  fraticida  »  &c  dou  l'avcsìe  tratto  iu  lu - 
gaiino   chi   Ue   lece   la   copia.  h 

(74)  Questa  abbreviatura  manca  ncIP  lodirc  della  pas- 
cala impressione  del  Yocabolarìu,  in  luì  ella  alcuna  \olu 
ii  legge,  come  alle  voci  CA^TAnt^  sujI.  c  DIGESTO; 
Ina  noi  Don  3.'i|>piamo  da  qual  Te^lo  a  penna  tieno  tratti 
ijucsti  esempii,  onde  non  possiamo  darne  uKuua  spiegaxione, 
•  >   notiiia. 

(75)  Questa  Poesia  da  alcuni  è  attribuita  n  Lorenzo 
df' Medici.  Del  restante  abbiamo  mulivu  di  sospettare,  che 
l'esemplare  veduto  dagli  antichi  Compilatori  fosse  u  diver- 
so, o  più  copioso  delle  suddette  ediiioui,  prrciocclil!  io  esse 
non  si  trovano  alcuni  passi  citati  nelle  prime  impressioni  del 
Vocabolario  (*). 

{76J  Nell'Indice  delle   ablircviaturt   dell' autecidenle  im- 


(')  Tali  sono  quelli  recali  da^li  Accademici  alte  veri 
Pnpfiolnia,  e  Sgtìnga sciare  j  i  quali  appartengono  a*  £ro/iJ  di 
Lorenzo  de'  dlcdtci,  a  cui  noi  li  abbiamo  restituiti. 


pressione  fu  posta  solamente  quella  della  Canume  sopra  U 
perdita  della  patta  :  ma  ^  inilubilato,  che  furuuo  citate  an- 
che tutte  le  altie  J<nnr,  cume  si  può  vedere  alle  vuci  I*AH- 
TIGIA>A,  ^CUiZZU,  SLOMPOHKE,  SlMLOhCIO  »  ed  a|. 
tre. 

(t>)  C  come  potevano  palesarla,  se  poterò  questo  libro 
ueir  Indice  senia  averlo  spugliulo!  Tre  soli  esempii  io  roo- 
ferma  di  due  voci,  si  hanno  di  quest'Opera  nel  Vocabolario 
della  Crusca;  e  tulli  e  Ire  allegali  la  prima  volta  Della  quar- 
ta iitiprcssioue,  e  precisarneute  alle  voci  imbecillità^  e  Pieci' 
f'iiamente  j  e  ciascuno  lia  un  sol  numero  corriipondcntc  al 
diro,  donde  si  %ede  clic  Iu  citato  scm|>hcenieatc  a  libri,  e 
Don  a  libri,  e  a  pagine.  Ma  |>rr  Ire  esempli  citar  du«  eduiu* 
ni  t  Nili  dubitiamo  non  forse  vi  su  altbaglio  anche  qui- 

(77)  Abbiamo  rimcato  fia  i  Testi  a  penna  ,  iLe  fiuooo 
del  J'iisciuto,  paitc  «le*  quali  si  conserta  auiora  iu  Cua  Bt- 
Ili,  il  VolgariBunu-nto  di  questo  TratUtu  ;  ma  iudaiuo.  Va 
timil  Testo  possiede  di  presente  il  llali    Gregorio   Hedi. 

(e)  Il  Testo,  che  citarono  gli  Accademici,  era  JiTerso  al 
certo  da  quello  the  sct>ì  al  /anotli  ['er  I4  sua  stampa;  per- 
ciocrliè  iu  essa  o  Don  si  rm%engouo  aUuni  esempli  allrKali 
dagli  Aeiadrmici,  u  \i  si  iio\engooo  assai  difiVrcuti  nella  Tci- 
lura. 

(;8)  Questo  Testo  fu  veduto  ooeo  dall' /n/ùriflUlo  il 
quale  scritsc,  cbe  conteneTa  le  cose  seguenti:  PistoU  44  S, 
Antonio,  Ammaestramenti  de*  SS  l'aJri,  Tenzone  d'um'mmi- 
ma.  e  d'  nn  corpo,  l'irazion  del  biondo  ,  TrusttLÈieme  dt 
J  anpetiif  e  Miracoli  de. fa  .Madonna.  Al  piesriile  uon  l' ab- 
biamo tro>ato  Ira  i  MS.  della  Libretta  de   Cuad>jgni. 


Ci: 

Cresc. 
Cresc.  tiu 

Cresc.  leu    dedicai. 
Cresc.  Pr. 
Cresc.  Pivelli. 
Cresc.   1.   1.  2. 
Cresc.  HO.  6.  Proeiii. 
Cresc.  6.  5.  tit. 

*  Ci:  lib.  li.  t.  '11. 

*  Ci  esc.  lib.  f..  ;..  316. 

*  Cresc.  Uh.  'i.  cap.   17. 
*  Cresc.  HO.  4.  cap.  40. 

pag.  257. 


Cronickett,  d' Amar, 
Cronichett.  d' Amaret. 
80. 
*Cronkh,  Anu  253. 


1965 

yolgatìzzamento  del  Trattato  dvll' Agtncoltura  di  Pietro  de*  Crescenzi  Cit- 
ta<lino  <li  IlolOj^na  diviso  in  doilici  libii.  Si  cita  V  esempline  sluiii])ato  da 
Cosimo  Giunti  in  Kiiciize  nel  10U5.  in  ^,  coirctlo  il.iU'  Inferigno  j  aile- 
gaiulunc  il  libro,  il  capitolo,  ed  i  numeii  di  cìasclicdun  capitolo,  i  quali, 
Ìq  detta  edizione,  sono  posti  di  dieci  in  dicci  vii  sì  ('*')•  (Quantunque  V  Iiiw 
Jèri^itOj  usasse  molla  lalica  e  dili^'cnza  nel  lare  impiinure  quest'Opera,  non 
per  tanto  molti  luoj^lu  osculi,  e  scoirelli  trailo  tratto  ci  s'incontrano,  nt  I 
quale  caso  abbiamo  consultali  due  dc'inlglioii  Ttsli  a  penna,  clic  ci  sia  riu- 
scito trovare,  cioè  uno,  cbc  l"u  già  di  Giuliano  de' liicci j  e  ancoia  presso  i 
suoi  discendcnll  si  conserva  (^0);  l'allio,  cln-  prcscntcìnenle  e  in  mano  dii 
Dottore  Antommaria  Biscioni.  Qualora  abbiamo  preferito  allo  stampato  la 
lezione  de'  Testi  a  penna,  ne  abbiamo  per  lo  più  avvertilo  il  Lettore  con 
una  parentesi  dopo  rcsenipio.  —  In  questa  nuova  impressione  sì  è  citalo  an- 
che, singolainiente  dai  Compilatori  A'^erone*!,  Tcdizione  fatta  in  Bologna  Pan- 
no 178^i.  in  due  volumi  in  4.  oia  a  libri^  e  a  pagine;  ora  a  libri,  e  a  capitoli:  ed 
ora    a   libri,   a   capitoli;    e   a   pagine  ìiìsìchìc.  — 

Cronicht'tta  trascritta  da  Amaretto  Mannelli,  lesto  a  penna  (Sì)  che  fu  già 
di  Baccio  P'alori,  poi  del  Senalor  Luigi  Guicciardini j  al  presente  nella 
Libreria  di  Aiccolò  Panciatichi  ;iila  scansia  IV.  segnalo  col  num.  14.  Que- 
sto Testo  essendo  slato  dato  alla  luce  nel  tempo  delia  presente  impres- 
sione di  quest'Opera  insieme  con  altre  auliche  scritture  tulio  in  un  vo- 
lume in  4.  per  Domenico  Maria  Manni  l'anno  1733,  in  Firenze  (82), 
alcuna  volta  abbiamo  citalo  anche  questa  edizione,  apponendo  per  lo  più 
agli  esempii  il  numero  delle  pagine  dì  essa  (a).  —  Li  questa  nuova  impressio- 
ne ci  siamo  serviti  dell'edizione  suddetta,  ed  abbiamo  altresì  citalo  colla 
stessa  abbreviatura,  suU' innanzi  degli  Accademici,  le  altre  Opere  stampate 
dietro    questa    Cronichetta.  — 


r/o«.  Comp» 
Cron.  Din.   Comp. 

Cron,  Mor, 
Cron.  Mor.  310. 
Cron.  Mor.   Prov.    3G2. 
Cron.  Morell. 


Cronica    di   Dino    Compai^ni.  V.    Din.    Conif. 


Cronica  di  Giovanni  Morelli.  Testo  a  penna  (83),  che  fu  già  dello  Smun- 
to j  poscia  del  Guernito.  Essendosi  perduta  ogni  notizia  di  questo  Ti - 
sto  (b),  nella  j>rrsenle  impressione  abbiamo  citato  IVsemplare  stampato  in 
Firenze  dietro  la  Storia  Fiorentina  di  Jiicoi dano  Malespini  da'  Tartinij  e 
franchi  nel  1718.  in  4.  ed  i  numeri  aggiunti  agli  eseuipii  (84)  coni- 
spondono  a    quelli    delle    pagine    della    suddetta  edizione. 


Cron.   f'elL  Cronaca    di  Donato    ydluti.   Testo  a  penna    che    fu    già    di   Piero     Velluttf    e 

Cron*  f^vll,  48.  di    poi    in    mano    di    Francesco    Jìedi   (85).    Nella     pi  esente    impressione    ab- 

biamo   anche    citata    a    pagine    la    (86)    siaiupa    di    questa     Cronica    fatta     in 
questo    tempo    in    Firenze    da    Dvmenito    Mai  in    Manni   nel    I73I.    in    4. 


(79)  NflU  stampa  de'  Giunti  sono  laluia  scaniLiali  i  cu- 
ir.cii  posti  di  10.  in  10.  versi,  e  quelli  de' ca[iìioh  nieJesi- 
nii;  iiiu  per  maggior  comodo  de'  Lettori,  >  quuh  uon  possano 
di  It-ggicii  conoscere,  ed  emendare  cui^h  scambiamenti,  ah- 
biaiuu  stimato  di  dovergli  citare  così  errali  come  sono  nella 
:ilampa,  lo  cbc  a  belU  posta  si  è  tatto  iu  aUrì  libri  ancora  , 
come  aItio\e  abbiamo  avvertilo 

(80)  Questo  lesto  è  uno  de^  sei,  che  consultò  V  Inferi' 
gno  per  correggere  la  slampa  da  lui  i-rocurata,  di  tbe  oltre 
al  nome  di  Giuliano  de'  Ricci,  the  di  sua  ni.ino  scritto  in 
fronte  ci  si  legge,  ne  fa  lede  ancoia  uo  Iranimcnto  d'' un  Li- 
ghetto  del  Ciiintt  stampatore  scjiUo  al  medesimo  Jnjerìgno 
trovalo  da  noi  iu  questo  lesto. 

(81)  Questo  Testo  fu  ceduto  anche  da'  Deputati ,  che 
largamente  parlano  di  esso  nel  Une  del  l'roemiu  delle  loro 
AoDuiazioui,  e  del  tempo  in  cui  da  j4ntari-tto  Mannelli  fu 
cupialo  ;  l'Autore  di  questa    Cronica    è  incognito. 

(82)  L'ediiione  del  Manni  ha  questo  titolo  :  Cronichelte 
antiche  di  vari  Scrittori  del  buon  seco/o  dvlia  Lingua  To- 
scana j  e  coulieue  1.  Cronichetta  copiala  da  Amaretto  A/a/i- 
nellt.  2.  Annalt  dt  Simone  della  Tosa.  3.  Cronichetta  d' in- 
certo.  4-  Tumulto  de*  Ciompi  di  Gino  Capponi  j  che  è  per 
avventura  la  Cronichetta  mentovala  da'  Deputati  a  car.  63. 
delle  loro  Annolaiioni.  5.  Commentari  di  Omo  Capponi,  scrit- 
ti forse  da  I\'eri  suo  6glìuolo. 

(a)  Sebbene  qui  gli  Accademici  omettono  di  rendere  av- 
vertiti i  lettori,  che  citarono  sotto  questa  medesima  abbreviatura 
.iiiche  tulle  le  aitie  Operette,  che  si  rontc-ngoMo  nella  edizio- 
ne dt-1  Mannif  puie  ella  è  cosa  tudubitala  (  che  che  ne    dica 


il  Gamba),  che  le  citarono  tutte,  come  si  ritrae  da  moltissi- 
me voci.  E  per  addurne  qualcuna,  da  Attanagliare  ,  che  ap- 
jiartiene  agli  /-ìnnali  di  Simcnt'  della  Tosa,  da  Antipapa,  che 
si  riscontra  nella  Cronichvlla  d*  incerto  j  da  Pianellaio  ,  che 
si  trova  nel  Tumulto  dc^  Ciompi  j  da  liimediare,  che  è  de* 
Comentarit   di    (Uno    Capponi. 

(83)  Reir  originale  dell'  Indice  dell'  antecedente  impressio- 
ne del  Vocabolario  il  Guernito  scrisse  in  questo  luogo  di  sua 
mano,  che  il  Testo  dello  Smunto  era  originale,  il  che  pare 
che  si  confermi  nella  copia  che  di  quel  Testo  fece  1'  Impa- 
stato ,  della  qual  cupia  si  favella  nella  Prefazione  della  stam- 
pa  di  Firenze. 

(b)  Nella  Magliaberbiaua  al  palchetto  IV.  si  conserva  UQ 
Codice  segnato  col  numeio  52.  nella  cui  illustrazione  il  Bi- 
bliotecario che  fu  J'incvnzio  Fol/ini  allerma  esser  questo  1'  o- 
riginale  del  Morelli  .  I\ui  in  altuni  luoghi  oscuri,  o  duLbii 
avendo  avuto  ricorso  a  questa  Testo  potemmo  renderci  certi, 
che  molti  esempli  allegati  ilagli  Accademici  diversi,  o  mancanti 
nello  stampato,  coufiontano   perfetliimcnle  con    esso. 

(84)  ^'  avveita,  che  gli  esempii  a'qualj  non  è  angiunla 
la  citazione,  sono  per  lo  più  di  luoghi  o  diversi,  o  mancanti 
nello  stampato,  poiché  il  Testo  dulia  Libreria  Strozzi,  da  cui 
è  tratta  la  slampa,  molte  volle  non  confronta  cogli  esempii 
che   gli  autichi   Compilatori  citarono  dal   Testo  dello    Smunto. 

(85)  Questo  Testo  al  presente  non  sì  trova  tra  i  MS.  la* 
sciali  da  Framesco  Redi,  uè  si  sa  in   mano  di  chi  sia   passalo. 

(86)  Qualora  non  si  snno  poste  le  citazioni  aj;li  esempii 
tratti  da  questa  Cronica,  è  roDti'asscf;no  che  quei  luoghi  per 
lo  più  u  mancano,  o  sono  diversi  uell'  esemplare  stampalo. 


ìcj66 

Crtisc.  Slac. 
Cfiisc.  Stacc.    I.  8. 


„Cur.  Occh.  P.  S. 


«  Ciirz.  Afnr. 
Citrz.   iMangnoll. 
Cuì-z.  Mariiiii.  Rim. buri 


Stacciata  prima  della  Crusca  (87),  cioè  Difesa  fatta  dagli  Accademici  del- 
la Ciusca  dell'Orlando  Furioso  dell'Ariosto  contro  il  Dialogo  dell'Epica 
Poesia  di  Cammillo  Pellegrino,  stampala  in  Firenze  nel  1584.  in  8.  e 
modernamente  ristampata  nel  Tomo  V.  dell'  opere  di  T'orouato  T'osso 
impresse  in  Firenze  ytc' J'artinij  e  Franchi  nel  1724.  in  fogl.  I  oumeri  con- 
trassegnano   le    pagine. 

Volgarizzamento  del  Trattato  della  cura  degli  occhi  di  Pietro  Spano.  V.  P. 
Sp.   Cur.   Occh.  (a) 

Poesie,    0  Rime   Burlesche   di    Curzio   Marignolli   scritte    a    penna    (88). 


D 


J>ant.  Inf.    I. 
Da  ut.   Purg     18. 
Dant.  Parad.  26. 
^iDani.  Par.  22. 


Dant.   Conv. 
Dant.    Com:  2^i. 
Pani.   Cont'i\'. 
^  Dant.  Conv.  tran.  4jC.5, 


Dant,   Vit.  nuou, 
Dant.   yU.  nuov.  23, 


Dant.   Cam* 
Dant.  Bini, 
Dant.  lUm.  S. 
Dant.  Rim,  nis.  Stfoz 
ti  Dant.  rim.  ani.  3. 


Opere    di   Dante    Alighieri,    cioè: 

Poema,  ovvero  la  Dii'inn  Commedia  divisa  in  tre  parli  delle  Infimo,  Pur' 
gatoriOj  e  Paradiso.  Si  cila  l' esemplare  corrello  dagli  Accademici 
della  Crusca,  e  slampato  in  Firenze  presso  Domenico  Manzani  nel 
1495.  in  8.  e  se  ne  allega  Ìl  canto,  o  sia  capìtolo  di  ciascuna  cao- 
tica, o  parie.  Nella  presente  impressione  abbiamo  avuto  ricorso  anche 
alla  moderna  ristampa  fattane  in  Padova  in  tre  tomi  in  8.  presso 
Giuseppe  Cornino  l'anno  1727.,  concÌossÌachè  non  solo  è  fatta  sulla 
suddetta  edizione  del  Manzani^  ma  ancora  mollo  più  di  quella  è 
emendata  e  corretta;  e  talora  anche  in  qualche  luogo  più  dubbio 
o  dillicile  abbiamo  consultato  i  migliori  e  più  antichi  Testi  a  penna, 
e  spezialmente  quelli  dflla  Libreria  di  S.  Lorenzo. 
Convivio  (W).  Da' numeri  delle  citazioni  aggiunte  agli  esempii  allegali  dagli 
antichi  Compilatori  abbiamo  compreso  che  si  servirono  dell'edizione 
fatta  in  Venezia  per  il  Sessa  l'anno  I531.  —  in  8. —  Nella  presente  im- 
pressione abbiamo  citalo  a  pagine  la  moderna  ristampa  fatta  da' 
Tartini,  e  Franchi  in  Firenze  l'anno  <723.  in  k.  nel  volume  che 
ha  per  titolo  Prose  di  Dante^  e  del  Boccaccio.  —  Noi  in  questa  nuova 
impressione  ci  siamo  serviti  di  quest'ultima  stampa,  citandola  a  pagine. 
Dalle  allegazioni  degli  esempii  tratti  dalle  ^«noMzi'o/ii*  del  Prof.  Parenti^  e 
dagli  Spogli  del  sig.  Cavazzoni  Pederrini  abbiamo  compreso  che  essi  citano 
quest'opera  a  traltatij  e  a  capitoli;  ma  ignoriamo  dì  quale  edizione  abbiano 
fatto  uso.— 
yila  nuoua,  L'  esemplare  citato  dagli  antichi  Compilatori,  per  quanto  &i  con- 
ghiettura  da;^li  esempii,  è  qu«llo  stampato  dal  Sermartelli  in  Firenze  nel 
1570.  in  8.  Ma  nella  presente  impressione  per  lo  più  ci  siamo  servili  dell'  e> 
semplarc  impresso  in  Firenze  pc*  T'artini^  e  /''ranchi  nel  1723,  in  4.  conte- 
nente le  Prose  di  Dante,  e  del  Boccaccio,  e  ne  abbiamo  citate  le  pagine, 
sebbene  alcuna  volta  vi  sì  sono  lasciate  anche  le  citazioni  dell*  edizione  del 
Sermartelli,  concìossiachù  talora  la  lezione  della  moderna  ristampa  è  diver- 
sa da  quella. 
Canzoni,  e  altre  Rime.  Si  citano  le  stampate  nella  Raccolta  de*  Poeti  antichi 
impressa  da' Gm/i/i' <1Ì  Firenze  l'anno  1527,  allegandone  le  pagine.  Talvolla 
si  sono  citale  anchequellc  inserite  nella  f'ita  nuova,  e  nel  Convivio  delFac- 
cennnta  edizione,  e  ({ualchc  altra  Poesia  del  medesimo,  che  manca  nella  sud- 
detta Raccolta  de' (ìmHfi,  come  un  Sonetto,  che  si  le^ge  nella  Barcolla 
Ac  Poeti  antichi  posti  dietro  la  Bella  mano  (89).  ed  altre  Rime  niano- 
scritu-    (*)()).  V.  Bim.  ani.  B.  .1/.  e  Bim.  ant.  Strozz. 


Dan.  da  Maian.  B.  A.     Bime  antiche  di  Dante  da  Maiano.  V.  A'm.  ant. 


(87J  Qupsdì  Lihro  era  alato  tralascialo  ncU' Indire  drl* 
r  alilirrvidtuic  ilei  Vfiraliulano  della  passala  eilìiiooc,  sebbene 
era  cilalo  alla  vurc  PUK   DEATU,  e  allruvc  (*). 

(u)  <.>uesu  alilir<'%iatura,  non  lirata  fuori  dagli  Acc^do- 
micì  dulia  i|uaita  irii|ir>-»K<iio,  si  legge  alle  voci  Congiiintì\'a, 
Compii,  e  Crislii/luto.  ^ella  li'ita  inij)rc>siuDe  a  i|uvile  vvrt 
era   qucìla   alibrrvmlura  :    /'.    A",    o    Pictr.    ."^pan.    i'ur.    Orift. 

(88)  I  pa^^ati  Compilai»!  I  nna  dissero  io  mano  di  rhi 
foucro  le   ttimc  oianusctillu  di   tursio  Mangnotit  da    loro    a- 


(*)   Questo  e  altrove  non  ci   ha  luogo,   aon  «tseodo    slato 
MUlo  die  alla  voce  FUJV   UKATO. 


doprralo  ;  e  noi  000  ri  siamo  corali  di  ricercsilr  per  isuo- 
gttarle  nuovamente  nella  preseole  impressione. 

(Il)  tu  <|ursla  nuota  impressione  ti  ^  rekiiluito  a  que^t' 
Opera  P  rseinpìo  allegalo  alla  voce  AddtiAtort  alUibuito  dagli 
A,ccad<-mici  al    Untt. 

(Hi|)  (^hu->ti>  Sonrllo  è  a  carie  1^5-  dclT  edinone  della 
Btl/n  nnino  tti  liiuslo  de' Con U^  Ulta  Aa  dntducctf  e  framht 
di    Firetiir    uri    1^15. 

(iK>)  'l*\c  e  l'esempio  citalo  al  §.  III.  della  «oce  TRO- 
VAltE,  il  i|uale  è  trailo  dal  MS,  Str^tù  lurntoTalo  da  /V- 
dcrifto  Ut><iidiin  nella  Tavola  da  lui  t'alia  a'  l>o*iimriilt  d*  A* 
more  dt  Aìrsser  l'rtui\esco  da  tìarftntio,  e  peicio  m  (juetla 
impicssioDe  e  citalo   Dani,   liim.    M.   Stroi$. 


ip67 


»l)at.  yii. 
*Dat.   f'it.  Più. 

Da\>.   Com.   Tac. 

Dai'.    Tac. 

Dai.   Tac.  ami.  1.  7. 

Dav.  Tac.  Star.  4.  361. 

Dai:   Tac.  Geriti.    380. 

Dat'.    Tac.    l^'it.  y/ijr. 

Davanz.  Tac.  Vii.  jigric. 
393. 

Dau.    Tac.   Pei-d.   eloq, 
415. 

Dav.  Tac.  Post. 'iM.  13. 
"/)«.'.  Tac.  Posi.  5.  7. 
..Dai:  Post.   I.    13.   427. 
..Dai:  lett.  465. 

Dai:   Tac.  Lett.  401. 

Dai:    Tac.  Lett.  Bac. 
rat.  46-2. 

Dat:  Scism.  22. 
iJat'.   Camb.  98. 
Da.:  Mon.   116. 
«i^di-.  ier.  Mon.   120. 
/><ji'.  Oro:.  Coi.  /.  130. 
Dai:  Acc.   145. 

..Da.:   Oraz.    Ì4S. 
.<i>ai'.   Orar.,  deìib.    147. 

i)rtt'.  Oraz.  Gen.  Delio. 

Dai:    Oraz.     Gen.    De- 
liùer.   148. 

Dav.   Colt. 

Da.'anz.    Colu    190. 
..  Da,anz.Colt.Tosc.\(,l. 


t'ite  de'  Pittori  di  Carlo  Dati.  V.  f'it.  Pitt. 


Opere  di  Bernardo  Davanzali^  cioc  : 

Votj^arizzamento  dell' Opere  di  Cornelio  /"acilo.  Si  cita  l'edizione  fjlla  ila 
Pier  Nesli  in  Firenze  1' anno  U)^7.  in  foglio  colle  seguenti  distinzioni. 
Gli  Annali  ix  citano  accennando  il  nuijieio  di  ciascliedun  libro,  e  della  pa- 
gina. Delle  Storie  parimente  si  allega  il  numero  del  libro,  e  delle  pagine. 
Della  Germania  si  accennano  solamiiile  le  pagine.  Z.a  fila  di  Giulio  A- 
gricola  itariniente  si  cita  a  jiagine.  Il  Dialogo  delle  Cagioni  della  perduta 
Eloquenza  pur  si  cita  a  pagine.  —  E  in  questa  nuova  impressione  talora  si 
cita  a  capitoli. —  Le  Postille  falle  dal  Davanzali  is\  piimi  sei  libri  della 
sua  Traduzione  degli  Annali  si  citano  allegandone  il  numero  della  pa- 
gina, e  talora  anche  il  verso  di  ciascheduna  pagina  (a).  Le  tre  Lettere  (91) 
scritte  dal  Davanzali  in  proposito  di  questa  sua  Tiaduzione,  due  delle  qua- 
li sono  indirizzale  al  Senatore  Messer  Baccio  Calori  ^  e  la  terza  agli 
Accademici  Alterati,  sono  similmente  citate  con  apporre  il  numero  delle 
pagine    della    suddetta    edizione,    in    fine    della  quale  sono  poste. 


Opuscoli    del    medesimo  stampati  tutti  in  un  volume,  e  sono  i  seguenti,   cioè: 
Scisma    d' Inghilterra, 
Notizia    de'  Cambi. 
Lezione  delle   Monete. 

Orazione  in   Morte   del  Granduca  Cosimo  I, 

Accusa  data  dal  Silente  al  Travaglialo  nel  suo  sindacato  della  Reggenza 
degli  Allerali. 

Orazione  in  genere  deliberativo,  sopra  i  Provvetlitori  dell'  Accademia  de- 
gli   Alterali    (.92). 


I.  Declam.  Quint.  C. 
Declamaz.   Quinlil,   C. 
Declamaz.   Quintil.  P. 

*  Declam,  Sen. 


Coltivazione  Toscana.  Di  tulli  questi  Opuscoli  s't  cita  1'  edizione  Fiorentina 
de'  Massi,  e  Laudi  falla  nel  1638.  e  se  ne  allegano  le  pagine.  Ma  ri- 
spetto allo  Scisma  d'  Inghilterra  alcuna  volta  nella  presente  impres- 
sione abbiamo  consultato  il  MS.  oiiginale  di  mano  di  Bernardo  Da^ 
ganzali,  che  ha  presso  di  sé  Domenico  Maria  Manni,  e  della  Lezione 
delle  Monete  abbiamo  talvolta  citata  la  ristampa  falla  ne!  Volume  IV. 
della  Parte  li.  delle  Prose  Fiorentine  impresso  pe'  l'artini,  e  Franchi 
in  Firenze  nel  1729.  in  8.  (b)  per  essere  siala  confrontata  con  un  buon 
Testo    a    penna,    e   perciò    più    corretta  dell'antica    edizione    del    1638. 

f^olgarizzamento  delle  Declamazioni  di  Quintiliano.  Si  citano  due  diversi 
Testi  a  penna;  uno  che  fu  già  di  Matteo  Caccmi  (93);  1' alti o  di  Gio- 
vanvincenzo    Pinelli  (94). 

Declamazioni  di  Seneca.  V.  Sen.  Declam. 


Demetr.  Fai, 
Ilemetr.  Segn, 
Demetr.   Segn.  24. 

..Dem.  P.  S. 

..Peni.  Fai.  P.  S. 


Volgarizzamento  di  Demetrio  Falereo  della  locuzione  fatto  dall'  Agghiacciato,  e 
stampalo  in  Firenze  presso  Cosimo  Giunti  nel  IG03.  in  4.  della  quale  edi- 
zione  si    citano   le    pagine. 


(j)  ^ioi  non  inlenilianio  che  voglia  Jtrc  anche  il  verso 
di  ciasdu-ditna  pagina,  ne  Irovìjoio  ritazione  alcuna  clie  ci 
faccia  lume  a  interpretare  queste  paiole.  Ben  vergiamo  da  al- 
cuni esempli  che  quando  alle  allegaziuiiì  vi  sono  aggiunti  due 
numeri,  il  primo  di  questi  corrisponde  a  quello  del  liLio  degli 
annali,  e  1'  altio  a  quello  della  postilla  ;  e  che  se  ve  u'  è  un 
tene,  questo  corrisponde  a  quello  de^la  pagina,  come  si  ritiae 
dalle   voci   Af'l'ifntfi   e  tntbariìzzo. 

(91)  L' atlireviatura  di  queste  Lettere  manca  nell'Indice 
della  passata  impressione ,  quantunque  pure  in  es&a  fossero 
state  citate,  come  si  può  vedere  alle  voti  DIFETTARE,  VO- 
CABOLARIO, ed  altre. 

(92)  Alla  voce  A  PEttPENDICOLO  nella  passata  impres- 
sione si  leggeva  un  esempio  tratto  da  questa  Orazione  colla 
seguente  citazione:  Vn.:  Con.  Piov.  il\'j.  cioè  Dnvanzati 
Hell' Orazione  contro  t  /'ro.i'e.titori  j  ma  essendo  insolita  que- 
sta allegazione,  ed  atta  per  avventura  a  conlundere  i  lettori, 
r  abitiamo  ora  corretta,  e  ridotta  uniforme  a  tutte  P  altre. 

(Il)  Dai  numeri  aggiunti  agli  esempli  tratti  da  questa  £e- 


Zìone  appare  che  gli  Accademici  non  Facessero  altrimenti  uso 
dì  questa  ristampa;  la  quale  a  dir  vero  non  può  negarsi  che 
non  conlcrrga  qualche  buona  lezione;  ma  ne  contiene  tante 
inferiori  alla  stampa  del  l638,  che  noi  non  ardiremmo  di  dir- 
la pìi".  carrella  di  questa. 

(93)  Crediamo  che  questo  Testo  sia  quel  medesimo ,  che 
poscia  fu  di  Aicco/ò  Arrighelti  nostro  Accademico  detto  ii 
BifesOj  e  che  ora  è  tra'MS.  dell'Accademia.  Lo  Sti-ilehto 
ne'  suoi  scritti,  seihati  anch'essi  nell'Accademia,  scrisse  che 
il  Testo  di  fl/aUro  Cacci/ii  conteneva  le  Declamazioni  di  Se, 
nccoj  non  di  Quintiliano ,  ma  0  egli  prese  abbaglio,  o  il  Co- 
dice da  lui  veduto  era  diverso. 

(94)  Vide  questo  Testo  anche  V  Infarinalo ^  che  di  esso 
cosi  scrisse  ne' suoi  A.vcrlirncnli  :  Le  lìeclnmazioni  di  Quin. 
lihnno,  che  cogi  sono  del  Pine/lo^  se  non  vi  fossero  alcune 
voci,  che  il  ì  olgarizzolcte,  perciocché  intender  non  le  dovei- 
le,  lasciò  quasi  Ialine,  presso  alla  Tavola  H,  tonda  di  hontà 
di  favella  nieriterebhono  il  primo  luogo,  ina  di  antichilà  di 
carattere  eziandio  con  la   Tavola  hanno  (jualche  vantaggio. 


jQr.^ 


J)rp.   Pecfitn.  Annotazioni j  e  /7ùco/-««  «op'-n  alcuni  luoglii  del  Decamerone  i\\    Messcr  Giovanni 

Vepui.   Hecam.    'lO.  Boccaccio  Titti  dai  Deputati  i'*"»)  d.i  loro  Altezze  Sereniss.  sopra  la  correzione  di 

Dcpnt.   Dccamer,  esso  Boccaccio  stampalo  l'anno  I.'ìT^.  ed  impresse  ìa  Firenze  da*  GiuntiW  segucn- 

ti  Vep  Ifecfifn.pr.o  proem,       te  anno  1574,  in  4.  Si  citano  a  pagine,  —  e  I'  abbreviatura  pr.  o  proem.  accen- 
na   il  proemio,  — 


Piai.    Iniperf.  w 


Dìal.  S.  Grcg.  M, 
Dial.S.  Gr-Ci^orA. ^iO. 

u  Dial.  S.  Greg.  prhl. 

*  Dial.  S.  Gre:',  rit.  348, 


Diar*  Mon. 


Dialoghi  di  materie  Filosofiche  naturali  e  morali  del  Priore  Orazio  lìucellai, 
nnslro  Accadctnico  detto  l'  Imperfetto  (a).  Xell*  antecedente  edizione  fu  citato  il 
Manoscritto  originale,  che  era  presso  il  Propagginato,  —  In  questa  nuova 
impressione  si  è  citato  a  pagine  coU'abbrevìalura  Hucell.  Dial,  o  Bucell. 
Dial.  /ìlos.  il  Saggio  dei  Dialoghi  suddetti  impresso  in  Firenze  ,  nella 
stamperia  del  I\Iaghcri,  l'anno  IS2^  in  4.,  e  coli'  abbreviatura  Imperf. 
y,  Tusc.  "=■  Imperf.  V.  Alò.  ^  Imperf.  V,  Tib.  =:  Imperf.  Prov,  "=.  Im- 
perf, Tim.  "zz  Imperf.  Anat,  l'Originale  di  tutta  l'opera,  il  quale  si  con- 
serva legato  in  12.  Tornì  in  foglio,  e  segnato  col  nura.  32.  nella  ricca 
e  scelta  Biblioteca  dell'  egregio  Cav.  Prlor  Pietro  Leopoldo  Ricasoli  Zan- 
chlnl  Marsuppini  ,  Quesl*  Opera  ,  come  si  può  vedere  alla  faccia  25. 
delle  Annotazioni  clic  11  Redi  pose  al  suo  Ditirambo  ,  è  divisa  in  tre 
villeggiature;  Tusculana  ,  Albana  ,  e  Tiburtina  .  E  siccome  la  numerazio- 
ne dei  Dialoghi  non  è  distinta  nelle  tre  villeggiature ,  ricominciandosi  da 
capo  per  varii  Trattali  che  vi  sono  entro  ,  cosi  le  allegazioni  si  sono 
fatte  non  solo  per  le  tre  villeggiature,  ma  anche  pel  numero  dei  Dia- 
loghi degli  altri  Trattali.  Citasi  adunque  il  numero  di  ciascuna  villrg- 
giatura;  il  numero  del  Dialogo  d^l  Trattato  intitolato  il  Timeo  ,  il  nu- 
mero del  Dialogo  dfl  Trattalo  intitolato  della  Provvidenza^  e  il  Trattato 
dt^U'  Anatomia j  ed  oltre  a  ciò  si  allega  anche  per  tutto  il  numero  del 
Tomo,    e    della    faccia    di    questo    Originale.  — 

Volgarizzamento  de'  Dialoghi  di  S.  GregoHo  (b)  divisi  in  quattro  libri.  Testo  a 
penna,  che  già  fu  di  Marcello  Adriani  (96).  In  questa  impressione  abbiamo 
alcuna  volta  citalo  anche  l'antica  stampa  di  Firenze  per  Giovan  Stefano  di 
Carlo  da  Pavia  fatta  nel  1515.  In  4.  (e)  che  t;  tratta  da  un  antico  Tcslo  a 
penna,  ed  assai  corretta,  ed  i  numeri  corrispondono  a  quelli  de'libri,  e  de* 
capitoli;  —  e  l'abbreviatura  prol.  accenna  il  prologo,  in  questa  nuova  im- 
pressione si  *ila,  purf  a  libri,  e  a  capitoli,  l'edizione  talta  in  Roma  l'anno  1704 
in  8.  presso  Marco  Paglinrini,  Talora  si  è  anche  citata  a  pagine  la  Vita  di 
S.  Gregorio  stampata  dietro  il  Dialogo  suddetto,  e  il  Volgarizzamento  della 
Pistola  di  S.  Girolamo  a  Ewitochio,  ma  allora  per  lo  più  alla  consueta  ab- 
breviatura Dial.  S.   Greg,  si  è  aggiunto   Vit.  o  neW epist.  ad  Eustoch.  — 

DiariOj  ovvero  Giornale^  o   Cronichetta  di  Guido  Monaldi  (97).  In  questa  im- 


fpS)  Ai  riferire  del  Cufrnito  ,  che  nell'originale  della 
passata  impresìionc  in  questo  luogo  il  notò,  seoza  dire  ilontlc 
ne  avesse  iratU  la  noticia  ,  questi  Ucpulali  furono  Monsig. 
Vincenzio  Borg/tintf  il  Seaalor  /ìasUano  Antinori  »  e  Pier- 
Jrnnrcsco  Camiti  j  altri  vi  aggiungf^no  Gioi-omhndst-i  Attriani , 
(li  che  si  veda  la  Prr'fatiouc  dirlla  moderna  edixione  dell*  Kr- 
codino  del  Vanhi  a  rar.  XVI.  Altri  però  sono  di  srnlimmlo, 
die  iru*  iJeputali  eletti  dal  Orundiira  Cosimo  I.  per  la  corre- 
zione del  UcramcroDc  V  anno  i565.  non  dcMia  ccrtaaicntc 
annoverarsi  ricr/rancesco  Cambi,  ed  a  ^o^i  credere  si  niuo- 
tono  ila  varie  runf;tiiel(ure,  e  spt-xìalnirntc  d^I  riOt-ltere  che 
il  Camiti  .iMora  avrell'e  avuti  soli  IC).  anni,  ria  per  avventu- 
ra troppo  gìovrnilc  per  così  seria  iinhiesla,  e  ne  annoverano 
fìnqnefrioè;  due,  de' <|UaU  ninno  du1)il.i,  rhe  sono  Don  l'in- 
cemio  lìorghini,  e 'l  Sonator  fta<Uano  Antt/tori  ;  due  alili, 
clic  si  credono  con  molta  prohabilil^,  ma  non  lono  del  lut- 
to siculi,  e  sono  Ciovamfi7tisla  .'ttlrianl,  e  Pifro  /  ettori; 
ed  il  quinto  credono  c-scrc  stalo  o  iiaccio  fttcasoli,  o  lìticcto 
Valori.  Ma  questo  non  è  luogo  arconcio  a  mettere  ìn  chiaro 
qu.">l.i  (]ui>ti')ne,  onde  hasteri  il  dire,  questo  solo  esser  certo, 
che  quelle  Anuotazioni  furono  distese  lUl  Porghini,  gli  >l>oz- 
«i  originali  del  quale  eran'>  Ira'  MS.  del   Ciiiccianhnt,  ed 


'«■ 


gì  si  lon^crvan»!  nella  Lilireria  del  Marchese  Car/o  ftinucri- 
ni  Doslro  Arcademiro  detto  il   Lieto. 

(j)  ScUicne  qiinti  l»iah»ghi  f.mero,  come  spogliali,  po*lÌ 
io  questa  Tavola  6no  dalla  terza  impre»ione,  pure  nel  rorpo 
del    Vocabolario  non  i\  trova  ulnin  etem|iio  tratto  da  essi. 

(1>)  In  ntickla  OUUV.I  edizione  uMiiamo  reitiluilo  a  questi 
fìin.'oglii  g'i  esrin|i1i,  rlie  djlla  Cruii-a  alle  voci  A/)ihl'iato , 
Apporti" 'ufo ,  e  Contpmssare  si  nUrdiuivano  a'  Morali  del 
medesimo  S.   Gregorio. 

(cfì)  Ani  he  questo  Testo  fu  veduto  dall* //i/anViff/o,  rbe 
dì  esso  scrisie  ros)  :  /  Dialoghi  di  S.  Crfgcrio  de/I'  A*in,ini 
t!ff  l^8o.  //  copiatore  l'  ha  guasto,  e  fieramente  riempiutolo 
dt  harl'nrit/iti.  Won   lappiamo  ove  ora  si  ritro^i  quel  Co»lire  ; 


uno  del  4oo-  è  tra  i  MS.  de*  Guadagni  segnalo  col  nnm.  Sii  , 
uno  e  Ira  t  31S.  di  Francesco  Bedi,  oggi  del  Ball  Crrgorio 
/tedi  j  ed  un  allru,  forse  migUore  di  tatti,  è  tra  i  Testi  a 
penna  d<^'ir  Arcademia  ;  ma  dod  sapremmo  dire,  se  bIcudo  di 
quegli   lia   quello   tìvW  ,-tdriani  {*)  . 

(e)  >i>p  loln  in  questa  impressione  citarono  questa  slam- 
pa,  ma  recarono  allreii  alla  lettura  di  essa  alcuni  eirmpti  già 
allegali  diversameule  sul  Tetto  Adriani  nelle  anlerc<Ienli  im- 
pressioni,  e  intrusero  rosi  una  ditroidania  in  «Iruni  esempli 
da  far  credei  e  che  fosseio  jdoperati  più  Testi,  quando  dod 
furono.  Un  esempio  di  ciò  si  ha  alla  vore  Torti  di  itinr.  Jote 
agfjiiinsrro  il  numero  del  lihro,  e  del  rapitolo,  e  mutarono  in 
{finltura  la  litione  del  Testo  Adriani  rftttUtdine,  cht  %i  leg* 
ge^a,  e  Icg^e  tuttavia  a  questa  voce. 

(y;)  (Juoto  ììiano  In  veduto  Ai*  Deputa  li ,  e  ritato  an> 
che  da  /  incenzio  /iorgliini  in  più  luoghi  delle  sue  Opere; 
m.i  né  esso,  ne  gli  antichi  Compilatori  ci  lasi-iaronn  memoria 
del  Testo  a  penna  da  loro  veduto,  nh  del  nrme  dell' anfore. 
Noi  ne  jMiiamo  credulo  autore  Guido  lifcn.ifiit,  fondali  sulle 
cuughietluie  rìpoitaie  nella  Prcfaiìonr  dell'edizione  qni  men- 
lovuia.  Si  osservi  ancora,  che  nell*  Indice  della  pawata  imprri- 


(*)  Alla  Voce  lìettitudine  è  allegato  un  e^rmpio  roor<>r- 
me  ad  altro  allcfialo  alla  Voce  Toriitudine  ccreito  rhe  dove 
questo  esempio  ha  dirittura  quello  ha  rettitudine.  L'  esempio 
1*  trailo  djl  1il<  a.  rap.  3-  ci>me  sì  nota  alla  vore  Tortituftine, 
ed  \  eontbrme  alla  stampa  del  i5l5.  .  e  del  1*6)  SaieM»* 
da  vedrre  «pul  rodire  si  uniformi  col  codice  dell*  .tdrtfiai  , 
essendo  italo  mutata  la  Tore  nella  \.  impressione  tnlla  f<Nlc 
drlla  slampa.  Alla  voce  Conquatmto  si  allega  on  esempio  c«>U* 
aldire\Ì4lura  Vor.  S-  (■''eg.  ihe  semi  ra  appartenere  al  T^imf 
Uh.  a.  c/rp.  i8.  ma  non  roufronla  eiattamrole  nk  eolla  stampa 
del   l5l5.  n^  con  quella  del  l'^^\- 


'9^9 

Diar.    Mortai.  337.  pressione  abbiamo  citalo  a   pagine   l'esemplare  slampalo  cliilio   le     Storie    Pi. 

slolesi    nella    moderna     edizione     fallane     do'  Tarlinij   e    Franchi    di     l'irenze 
l'anno    1733.  in  4. 


Die.  Din.  Comp. 
Dicer.  Din.  Comp. 

iDic.  Dìv. 
Dicer.  Div. 

Di/end.  Pac. 


Din.   Comp. 

Din.  Comp.   I.   1*'. 


Din.    Comp.  Die. 
Din.    Comp.  Dicer. 


Disc.   Cale. 
Disc.  Cale.  31. 
Discor.   Cale.  40. 


Diceria  di  Dino    Compagni.  V.  Din.   Comp. 


Dicerie  Diverse.  V.  Lib.  Dicer. 


Libro  inlilolato  Dijendilore  della   Pace.  Tcslo 
dino  (98). 


a   penna,  die  fu   già    dello    Stra- 


Storioj  ovvero  Cronica  Fiorentina  di  Dino  Compagni  (99)  ,  dal  1280.  fino 
al  1312.  Teslo  a  penna  della  Libreria  del  già  Senalor  Carlo  Strozzi,  ora  di 
Carlo  Tommaso  Strozzi  suo  Nipote.  In  questa  impressione  abbiamo  citalo 
ancbe  la  stampa  di  Firenze  falla  da  Domenico  Maria  Manni  nel  1728.  in  4., 
ed  i  numeri  aggiunti  agli  esempii  indicano  11  libro,  e  le  pagine,  —  Noi  in  que- 
sta nuova  innìressione  qualche  volta  abbiattto  ancbe  citala  a  pagine  la  ristampa 
fattane  in  Fisa  l'anno  1818.  in  8.,  e  l'hanno  citala  altresì  ì  Compilatori  del 
Gran  Dizionario  di  Bologna;  ma  non  possiamo  dar  notizia  di  quali  edizioni  si 
siano  servili   gli   altri,  che  hanno  dato  delle  aggiunte  al   Vocabolario,  — 

Diceria,  ovvero  Orazione  (100)  falla  da  Dino  Compagni  allorché  fu  Ambascia- 
dorè  per  la  Repubblica  Fiorentina  in  Francia  a  Papa  Giovanni  XXIL  per  ralle- 
grarsi della  sua  creazione.  Testo  a  penna,  che  fu  già  di  Andrea  e  del  Sena- 
lor Giovambatista  Compagni  nostro  Accademico  ,  ed  ora  del  Senatore  e  Ca- 
valicr  Braccio   Compagni,  anch'egli   nostro  Accademico. 

Discorso  del  Giuoco  del  Calcio  di  Giovanni  de' Bardi  de' Conti  di  Vernio , 
nell'Accademia  degli  Alterati  detto  il  Puro.  Si  citano  per  lo  più  a  pagine 
l'edizioni  di   Firenze  del   1673.  e  del   1688.  in  'l. 


Disc.  Com.  M.  G. 
Discor.  Com.  M.  G. 
242. 


Dittam. 
Dillam.   I.  4. 


Discorso  sopra  le  Comete  del  Jìicoferato j  stampato  fia  l'Opere  del  Galileo 
dell'edizioiìc  di  Fiiinze  yc'  l'arlinij  e  Franchi  nel  1718.  nel  Tomo  li. 
avanti  al  Saggiatore  (101).  In  questa  impressione  abbiamo  citato  la  moder- 
na stampa  fattane  da' Tartini,  e  Franchi  nel  1718.  in  Firenze  in  Ire  Vo- 
lumi in   4.,  allegandone  le  pagine, 

Dittamondo  Poema  in  terza  rima  di  Fazio  degli  Uberti.  Citasi  il  Testo  a  pen- 
na (102),  perchè  lo  stampalo  è  scorretto.  Nella  jiresente  impressione  ci  siamo 
servili  d'un  Testo  dell'Abate  Niccolò  Bargiacchi ,  e  talora  anche  di  due 
altri,  che  si  conservano  nella  Libreria  di  San  Lorenzo  al  Banco  XLI  ,  se- 
gnali  co' numeri     19.  e   23.  I    numeri  aggiunti   agli   esempli  indicano  il     libro. 


sioDe  per  errore  si  Itgge  Diario  del  Moneto  io  vere  di  Diario 
tttl  Monaliti,  ed  alcuna  volta  è  citato  anche  cosij  Star.  Ma- 
nal.   (') 

(C(8)  Eluhe  in  mano  questo  Teslo  aothe  1'  infarinalo  ,  il 
t]uale  il  giudicò  trascritto  in  tem[>o  pari  a  quello  io  cui  egli 
cuDghietturò  I  he  fosse  traìlalalo  dal  Francesco.  Non  sapremmo 
dire,  se  il  Testo  dello  Stradino  sia  quel  medesimo,  che  è  nel 
Banco  XLIV.  della  Lihieria  di  S.  Lorenzo  segnato  co) 
Dum.  26. 

(99)  ^^^^'  Indice  della  passata  impressione  aggiunsero  io 
questo  luogo,  che  Dino  Compagni  fu  amico  ,  e  coetaneo  di 
Dante. 

(100)  Questa  Orasione  fu  fatta  stampare  da  Jntonfran- 
Cesco  Doni  in  Firenze  nel  l5;^7.  insieme  colle  Prose  di 
Dante,  del  Boccaccio,  del  f'etrarca,  e  d'altri  uomini  in*!' 
gni  i  ma  i  Compilatori  cilarooo  il  Testo  a  penna  per  es> 
sere    assai    scorretto    1'  originale  stampato  ['•). 


(•)  Ed  anche  An.  Boc. 

(••)  Questa  Oraiione  fu  pultlilicala  nuovamente,  secondo  il 
Testo  di  cui  si  servirono  gli  Accademici,  dal  D-  /.tii^i  Bigoli 
in  fine  della  sua  prefazione  al  /  ol^arizzamento  dvll'  /"Imposizione 
ilei  Patt-rnoslro  fatto  da  Zucchero  Bencivenni,  Fir.  1828.  in  A, 
Il  Gamlta  nella  Serie  dei  Testi  ec.  (Ven.  l83t).)  sotto  il  num. 
363.  parlando  di  questa  Orazione,  dire  :«  Se  ne  fece  una  mo- 
"  derna  ristampa  in  Pisa,  Capurro,  i8i8.  in  8-  la  quale  è  citata 
"  nell'edizione  del  Gran  Dizionario  di  Bologna  »  :  ma  dice 
nun  bene;  da  cbe  il  Capurro  ristampò  nell'anno  l8l8.  la 
Cronaca  di  Dino  Compagni,  e  non  l'  Orazione j  e  quella,  e 
Vocabolario   T.   //. 


(101)  Questo  Discorso  da  Mario  Gitiducci  fu  latto  Del- 
l' Accademia  Fiorentina  nel  tempo  del  suo  Consolato  e  fu  stampa- 
lo aiulie  a  parie  in  Firenze  per  Pietro  Ceccoiicelli  nel  l6iq. 
in  ^.  {*•')  e  dedicalo  all'Arciduca  Leopoldo  d'Austria.  TaUolta  è 
citato  così  :  ì^lar.  Ciiid.  Disc.  Com.  come  si  può  vedeie  alla 
voce    Lucidità  (****)■ 

(lOz)  Oli  antichi  Compilatori  ooQ  ci  lasciarono  nulizia 
alcuna  del  Testo  a  penna  da  loro  adoperato.  Nella  voce 
assassinare  si  trova  citato  così:  Dittam.  G.  the  forse  è 
qualche  cifra  del  Codice  citato,  ma  che  non  ci  dà  mollo 
lume   per   rin^eai^lo. 


non  questa  è  citata  nel  Gran  Dizionario  di  Bologna.  Del  ie- 
tto in  questa  nuova  impressione  si  è  restituito  a  questa  Dice- 
ria l'esempio,  che  si  legge  alla  voce  T'omajo/e  attiibuìlo  fino 
dalla  3.   impressione  all'  hsp.    Pai.  IKost. 

(•••)  lì  Gamba  nella  Serie  dei  Testi  di  lingua  sotto  il 
num.  57J.  (Ven.  i83l).)  registra  questa  edizione  come  una 
delle  adoperate  dagli  Accademici  della  Crusca,  ma  s'inganna. 
L'  edizione  da  essi  adoperata,  cllre  a  quella  dei  Tarimi,  e 
Franchi,  si  è  quella  falla  m  Bulugna  l'anno  l655.  in  ^.  per 
gli  Hredi  del  Vozza,  la  quale  suole  andar  unita  alle  Opere 
del  Galilei.  La  prova  di  quello  che  noi  aflermiamo  si  ritrae  dal 
numero  aggiunto  fino  dalla  terza  impressione  all'  esempio  re- 
catu    alla    voce    Lucidità. 

(••••)  Talvolta  è  anche  allegalo  cosi:  Gali/.  ni.tc.  Coni,  e 
Gal.  Lìisc.  Com.  M.  G.  come  si  può  vedere  alle  voci  Ag- 
grmdimento,    Bitardazione. 

247 


1970 


ed  il  capitolo  di  ciascheduii  libro  (a).  —  In  questa  nuova  impressione  si  cita 
per  lo  più  l'edizione  falla  in  Milano  da  Gio.  Silvestri  l'anno  1826.  in  16. 
pure  a  libri,  ed  a  capitoli,  e  qualche  rara  volta  anche  un  Testo  a  peana  di 
Casa   Marlclli,  — 


'DoiiU.  Son.  al  Petr.        Donili  sonetto  al  Petrarca.  V.  Gio.  Dond.  Soit.  Petr. 


D.  Gio.  daUe  Celi. 
Don  Gio.  Ceti. 
D.  Gto.  Celi.  Leti. 
D.  Gio.  Celi.  Leu.  I.  3. 
D.  Gio.   Celi.  Leti, 
pajj.  3"). 


Dollr.  lac.  Dan. 
Doti. lac.  Dani  Cap.ì>. 
Doti.  lac.  Dan.  il. 
ti  Dottrin.  lac.  Dani. 


Lettere  di  Don  Giovanni  da  Calignano  (b)  Monaco  Vallombrosaoo  scritte  dalle 
Celle  di  Vallonibrosa,  Nelle  prime  impressioni  fu  citato  un  Testo  a  penna 
che  fu  gii  di  Andrea  Andreini  (10^).  Nelle  giunte  falle  all'antecedente  i  Com- 
pilatori si  prevalsero  d'un  altro  Testo,  clic  dispero  essere  del  Guernilo.  HtHa 
presente  abbiglino  citalo  l'esemplare  di  queste  Lettere  stampalo  unitamente 
colla  Collazione  dell' Abate  hac  in  Firenze  yc  Tarlini,  e  Franchi  nel  1720. 
in  'i.  (e)  1  numeri  additano  le  Lettere,  ed  alcuna  volta  anche  le  pagine. — E  quan- 
do i  numeri  sono  due,  come  alla  voce  Annegamento,  il  pi  imo  corrisponde 
alla  lettera^  e  l'altro  alla  faccia  della  suddetta  edizioue. 

Dottrinale,  Poesia  così  denominata  di  Iacopo  figlio  di  Dante  Alighieri  (lO-'l). 
E  divìsa  in  c.ipitoli.  a'quali  corrispondono  i  nunieti  delle  citazioni.  Non 
sappiamo  dì  qual  Testo  si  valessero  i  passati  Compilatori;  ma  nella  pre- 
sente impressione  abbiamo  adoperato  un  Codice,  che  fu  già  di  Bernardo, 
e  poi  del  Conte  Cavalìer  Bostico  Davanzali,  e  che  al  presente  è  in 
mano  del  Canonico  Gabbriello  Hiccardi.  —  Questa  poesia  tratta  da  un 
codice  Riccardiano,  che  forse  è  il  suddetto,  è  stata  pubblicata  la  prima 
volta  nel  volume  III.  della  Kaccolta  di  hime  antiche  Toscane,  fatta  in  Pa- 
lermo   ranno    IS17.    iu    quattro    volumi    iu    4.    piccolo.— 


E 


Esord.  Nuni, 
Esorti.  Numid. 


Favole  d'  Esopo  Uatte  dal  Testo  Hiccardiano.  V.  Fau.  Esop. 


*  Esop.  Fau.  Test.  Rice*    Esordi  de* Numidi  di  cose  gludicialì.  Testo  a  pt*nna  (IOj). 

Esord.  liom.  Esordi  de* Romani  di   cose  giudiciali.  Testo  a  penna  (105). 

Esord.  Homan. 

nEsp.  Melam.  Esposizione  delle  Metamoijosi  d' Ovidio  (lOfi).  Testo  a  penna     che    fu     già    di 

Espos.  Metam.ii  Pier  del  Nero^  ora   della   Libreria  dei   Guadagni  segnato  col  uuau    1^1>.  [d) 

Espos.  Metam.  P.  N.  h 


(a)  O'irc  ui  Tcili  meuluiati  si  valsero  altrc\ì  ili  un  Co- 
dile di  Francesco  Redi,  come  si  può  vedere  dalla  voce  /tf' 
rizzare,  du^c  fra  pareutcsi  Dotano  dopo  T  eicmpiu  :  Così  nel 
T.   a  penna  iti   /•'.    H. 

(I))  Alla  voce  VENTILANTE  si  legge  ìd  lulle  le  pasta- 
te  inipresaiouì  uu  eseni|iio  con  qiic»ta  citjiiunc:  D-  Ciò  Celi. 
tna  noi  avL-otlu  osservalo,  clic  cs»o  non  poteva  spellare  a  <|ue- 
ste  lellere,  1' alihiamu  allnliuilo  alla  Lettera  snìin  statura  tU 
G.  Cristo,  in  cui  si  trova.  Qucslo  abbaglio  degli  Accaileini* 
ci  deve  e»»ere  nato  dall'  essere  questa  L.cUera  nel  TcUo  An- 
dreini  diciru  a  niicllc  del    Palle  C'e'le. 

(10.1]  Il  Testo  òvW  Jfiilreini  fu  vedalo  anche  duU*  At- 
/arinato,  che  m-  iagi«>n.i  ne' suoi  A^'vertttnrntt.  Si  conservo 
presso  i  discendenti  dell'  Andreint,  e  dipoi  nioilu  ,  alcuni 
anni  sono,  l'Aliale  lUerandren,  ultimo  di  quella  faniigli.!  , 
passò  nella  Llbieriu  del  Concento  de^  Padri  dilla  >UDtiala. 
Non  il  |ierò  vero  ciò,  rbe  ivi  soggiugne  1'  Infarinato  ,  cioè 
che  il  Codice  Mediceo  fosse  più  copioso  di  questo  tìcW  Àn- 
dreini,  ne  clic  queste  Lettere  fossero  scrille  Ira '1  llj.!. 
p  *l  l3(/2.  pert-iurrhè  pi-r  nudtì  sicuri  riscontri  si  ha  ,  chi- 
Don  Ciol'nnni  dr//e  Celie  moii  T  unno  j 3yO.  Intorno  alle 
quali  cose  si  può  vedere  la  Prcfaiìouc  posta  iu  froulu  della 
suddetta  cdixioiie  ili  Firenxi'. 

(e)  ^on  tutte  le  lettere  allegale  dai  piinii  cooipilaloii  sul 
Testo  Andn-ini  »ono  incerile  uella  pief  la  slampa  del  I720; 
«he  rhL  dica  r  editore  d' cut*»  jfi  servito  ancor  egli  nella  pre- 
sente edizione  del  Testo  Jndrciai,  rome  il  niif-liore,  e  '/  pfn 
copioso.  Infatti  in  essa  ai  cerca  indarno  la  lelleia,  da  cui  gli 
Accademici  Irauero  la  voce  Cartuccia ,  la  quale  trovasi  nel 
Testo  Andieiui,  come  può  vedersi  nflla  Mai^lubri  hiana  ,  do> 
^c  al  preifiiie  conservavi  questo  Tesl*i  al  paMielto  \1U.  co* 
dire  33-  Tra  queste  lellerc  ve  ne  sono  alcune  del  V.  Maest'o 
Ltìifi  Marsili  j  e  queste  furono  rgualuienle  allagale  sutlu 
r  abbrcnatura  del  VnUc  Celle.  E  qui  non  vuoisi  passare   sol- 


to  silenzio,  che  il  Ganiha  prese  errore,  quando  nella  Serie  drt 
Testi  di  lingua  ec.  (  Ven.  l83i).)  sotto  il  numero  S^Z.  regi- 
strò, come  citala  da^li  Accademici,  I*  cdiaìonr  di  queste  lette* 
re  fatta  dal  Jìtscioni  in  Firenze  l'anno  1^36-  in  4-  ucl  libro 
iatiloUto:   Lettere  di  Santi,  e  Beati    ttorenlini. 

(lo4)  Qurst' Opera  si  trova  citala  nel  Testo  iolUolalo 
Zifin/done  deli'  Andreini  a  car.  81.  di  cui  più  sotlu  si  farà 
menzione- 

(lo5;  Ambedue  queste  abbreviature  mancavau  nella  Ta- 
vola delle  anici  cdcnli  impressioni  ,  quantunque  questi  TeUi 
fossero  stali  citati  6no  nelle  più  auliche,  roiiir  »i  può  «edere  alle 
voci  Trattamento  ,  l'eg^iluatore  ,  I  ei:x:r\-oimenle  ,  /  i*-tssimo 
ce.  (')  L'  infarinato  negli  ji%fei iinirnii  fa  mcnaiooe  di 
questi  /v.for</i(^  adendone  veduto  un  lesto  di  Manrello  Jidria- 
ni  scrino  nel  l.)5o-  contrneule  altre  scritture  anrura.  Alcuu< 
degli  csempii  Iratli  da  questi  LsorMt  urli' originaK-  dt-lla  piinia 
edit'Onc  del  Vocabolario  hanno  la  cifra  C  S.  colla*  quale  si 
sogliono  notare  i  Testi  di  Gio^'ambatisia  Strozzi,  dt-nde  puu 
essere,  che  gU  traessero  i  piimi  i-'ompt1aloii;  ma  nun  ce  ne 
siamo  ptttnli  atsiruraie  per  Don  sapere  do\c  al  presente  si 
rilroviito  i  MS.  dello  yirossi. 

(106)  Forse  questo  Miro  è  il  medesimo  che  le  .^llrforte 
sopra  le  Metnmorjosi  d'  Ofido,  delle  quali  sopra  si  e  parla- 
lo,  benché   i   lesti   citali   sìeuo   per   avwntura   diversi. 

(d)  (Queste  Kfposiztoni  nou  suuo  citate,  che  uoa  sula  vollJ 
alla  Voce   Tendi  ix. 


{*)  Aii-i'ttbè  que»lii  er.  mostri  a' lettoli,  1  br  alue  »oci 
sono  allegale  nel  ViMal^dano  appai Icneuti  a  aucslc  due  Opc* 
re,  |mie  e  iudubilatu  che  non  ve  ne  sono  altre.  Le  prime 
Ire  sprllauo  a^U  Esordii  <k'  y umidii  e  1' uUinia  a  quelli  da 
Homant. 


Exp.  Pai.  Nos. 

Espos,  P.  N. 

Esp,  Pat.  N'osi. 

Esp.  Pat.  NosU  S. 


*Esp.  Salv. 

*  Elie.  Arùtt. 

*  Etic.   fìrun. 

Espos.  Pfoverb.  »• 

Esp.   Sa  Ini. 
Espos.  Salm. 
t(  E^posiz.  (le*  Salm. 
Esp.  Salm.  G.  D. 


Esposizione  del  Pater  IVoster.  Ti-sto  n  prima  delln  I.ibiPtia  tlil  ^ià  Scnator 
(^.arlo  Strozzi^  ora  di  Carlo  Tommaso  Strozzi  segnato  col  numero  56.  in 
foi^l.  (107).  —  (n  questa  nuova  iinjivessionc  si  ella  la  stampa  di  Firenze  fatta 
da  Luigi  Piazzini  nel  Itì'2S.  in  k.  per  cura  e  studio  del  Dottor  Luigi  Hi- 
golij  od  ì  numeri  a^j;ìunli  agli  esempli  così  nuovi  ,  come  ai  già  allegati 
da<»^li    Accademici,   intlicano   le   ]>agine   di    questa   edizione.  — 

Esposizione  della  Sali'cregina .  V,  Saluereg. 

Etica  d'Aristotile  ridotta   in   compendio  da  Ser  Brunetto  Latini.  V.  Br.  Et. 


Esposizione  di  Proucrbi.  V.   f-^arch    Espos.  Prover, 

(Volgarizzamento  delle  Esposizioni  di  Salmi.  Testo  a  penna,  che  fu   già   del   Sol- 

lo   (IOS)(a). 


Esp,  l^ang.  Esposizioni  di  Vangeli  di   Fra   Simone   da    Cascia    tiadolte  da    Frate    Gìdio,  o 

Espos.   f^ang.  Giuda   (lOl)).  Testo  a   penna,   che    fu    già     di     Gio\*ansimone    Tomabuoni, 

Espos.    f^ang.   G.    T.  >f  nostro     Accademico     detto     V  Intriso  j     al  presente     tra     i     manoiciilti     del- 

Espos,   f^ang.  F,  P,  »  l'Accademia  .    Alcuna    volta    e    citato    un     altro  lesto,    che    fu    del    Sennlor 

Filippo    Pandolfini,  ora   tra   i    Manoscritti   della   Librerìa   de* Pandolfìni, 


Fa^olel.  Brun. 


Favolello  di   Ser   Brunetto    Latini .    V.   Brun.    Tesorett. 


Fau.  Esop. 

Fai'.  Esop.   C.  j) 

Fai'.  Esop.  P.  iV. 

ttFaf.  Esop.  D. 


y^olgar  izza  mento  delle  Favole  d*  Esopo  [h).  Testo  a  penna  che  fu  già.  del  Sena- 
tore e  Marchese  Bernardino  Capponi  nostro  Accademico  detto  il  Duro ^  di- 
poi del  Semlore  e  Marchese  Vincenzio  Capponi,  pur  nostro  Accademico 
detto  il  Sollecito^  ora  nella  Libreria  del  Marchese  Cosimo  Hiccardi^  pari- 
mente nostro  Accademico,  segnalo  0.  IIII.  XLIl.  (e)  Citasi  ancora  un  altro 
Volgarìzzamenlo  tratto  da  un  Testo  a  penna,  che  fu  già  di  Pier  del  Nero  (H0)> 


(107)  Nella  passata  impressione  questo  Testo  era  citato 
roéìx  Traft.  Pat.  jVo.c,  come  si  può  vedere  alle  voci  Entra- 
tn,  Fado,  Lepore,  e  .iltrove.  Nella  presente  aliliiamo  per  lo 
più  fenduto  per  lutto  uoiformi  queste  citazioni.  Ilavvenc  an- 
che un  liuon  Testo  tra  i  MS.  dell'  Accademia-  Forse  questa 
è  la  slessa  Opera,  che  prima  era  stata  citala  col  titolo  di 
TraUato  tV  CJnn/tà  (*). 

(108)  A  Roma  in  Casa  àe^  Palagi  era  un  Codice  del- 
l' F.sposizioni  de' Salmi y  in  cui  si  leggeva,  che  di  esse  era 
autore  Don  Binieri  Jg'  liin.i/di'schi  da  Pratn,  Abate  di  Coltì- 
tmono  Badìa  de' Monaci  Vullombrosani  posta  su' confini  del 
Cbi.inti.  Tra  i  lil»r'.  MS.  de'  Guadagni  è  un  Codice  segnalo 
col  num.  5l.,  assai  amico  e  posseduto  j^ià  da  Giannozzo  Pan- 
dolfini^ io  cui  sono  qucàle  F.xposizioni  di  Salmi  volgarizzale 
per  quanto  in  esso  si  dice,  da  quelle  <h   Sani'  Anosliuo. 

(a)  A  pri>posilo  dì  quCile  h^<:pùsiziont  dt  Salmi  non  vogliamo 
lasciar  di  notare  una  cosa;  ed  è  questa,  che  leggendosi  fino 
dalla  prima  impressione  un  medesimo  esempio  in  conferma 
di  due  voci,  cioè  di  Imguo.to,  e  lin^iiulo  non  talli  chi  taccias- 
se d' in-liligenza  gli  Accademici  per  non  aver  posto  mente  a 
questa  replica.  Ma.  ilu-iamo  noi,  non  polrebli' essere  che  essi 
avessero  adoperato  diversi  codici  senza  avvertircene!  La  diversità 
d'una  parola,  che  si  osserva  nell'esempio  mentovato,  ne  por- 
ge forte  indizio. 

(109)  Quest'Opera  alcuna  volta  nella  passata  impressione 
si  trova  a11eg.ila  rosi:  Fra  Sim.  Case,  ma  o  alihìamj  unitor- 
mato  air  altre  ({ue»la  ahhrevialura  dicendo  Fspos.  Vang.  , 
quando  ci  slamo  assicurati,    rhc    gli    escnipìi  erano    tratti    da 

(•)  Il  Trattato  d'  Untila  e  una  pari"?  dell'  Fsposizione, 
o  Trattato  del  Paternostro,  e  non  la  stessa  Opera,  come  si 
cava  dai  l3.  esempli  alle(;atì  sotto  Ìl  titolo  Tralt.  Umilt.  che 
si  rinvengono  ,  sniza  che  il  su)  editore  se  ne  sia  accorlo  ,  in 
quella  parte  drll*  Fsposizione  del  Paternostro  ,  che  traila  dei 
Gradi  d'  ii'uiltade  ,  comechè  la  stampa  difterìsca  in  qualche- 
duno  dalla  lettura  del  Voraholarìo  ;  Ìl  che  nasce  dalla  diversità, 
dei  codici,  che  furono  adoperati  nello  spoglio. 


questo  Libro,  o  si  sono    levati  affatto,  e  postine  allri   io    loro 
vece,   quando  non   ne  siamo  stati    sii  uri,  come    ahliiamo    fatto 
di  quello  citato   alla   voce    lehhra. 
*  (II)  A  questo   Volgarizzamento  si  è  rcstiluilo  in  questa  nuova 

edizione  alcuni  esempli,  i  he  gli  Acc;idcniici  altrìliuironn  ad  altre 
opere  j  come  si  può  ve  dei  e  alle  voci  Soprn\\'fnìtneiiio,  Trari- 
pare.  Stramazzato,  e  Tramortito,  le  prime  due  allrihuìtc  al- 
l' Introduzione  delle  I  irtùj  e  le  altre  due  alle  Pistole  d'  O- 
i'idio. 

(r)  Il  Dotlor  Luisi  Bipoli  che  nel  1818.  pulihlicò  in 
Firenze  questo  Testo  in  8-,  aM-ndu  osservato,  «he  dei  molti 
esempii  allegati  nel  Vocaholario,  nessuno  si  rinveniva  in  esso, 
opino  che  gli  Accademici  l'avessero  registrato  nella  Tavola 
senza  spogliarlo,  come  fecero  di  lauti  altri  lihri.  ÌN'oì  pure  siamo 
di  questa  medesima  credenza,  ma  non  crediamo  con  lui,  e  con 
j;!i  Accademici,  che  questo  Testo  sia  quel  medesimo  «he  fu 
già  del  ('apponi  dello  il  Duro.  E  nel  vero,  che  il  Testo  del 
Duro  fosse  adoperato  nella  prima  impressione  se  ne  ha  una 
prova  assai  certa  nella  voce  Su  peritamente  ,  dove  alla  solita 
alihreviatura  Fav.  h'.sop.  vi  è  aggiunta  anche  la  cifra  D.  la 
quale  ilee  valere  del  Duro-  e  d'  altra  parte  questa  voce  ,  al 
pari  di  tulle  1'  altre  allegate  nel  Vncalmlano,  non  si  rinviene 
nel  Codice  Ricrardiano.  Il  che  non  sareMie  al  certo  se  esso 
fosse  quel  medesimo  che  fu  d*?!  l'uro.  Del  resto  in  servigio 
di  questa  nuova  impressione  si  è  spogliata  ancli«  la  suddetta 
edizione,  e  citata  per  Li  [liù  coli  '  al'hrt-vialura  ì''nv,  Fsop.  o 
F.sop.  Fa.-.  Test.  Rict-.,  ed  i  numeri  aggiunti  alle  citazioni 
accennano  la  favola  ,  ipi.ilrhe  v.dta  la  favola  e  la  paj;ina  ,  e 
talora   anche  la   sola   pagina   della   prcfata   slampa. 

(llOj  Questo  Testo  è  mentovalo  i\.\W  Infarinalo  negli 
Av\-ertimenli,  il  quale  osservò  in  quel  Volume  medesimo  ol- 
ire le  Favo/e  d'  F.sopo  anrhe  il  i.thro  de'  Stiramenti ,  la 
Fioriti  rf'  ttalia,  e  la  /  tta  di  Gto'-f'O,  e  f;iudiro  .he  ciasche- 
duno di  essi  fosse  di  hello,  e  huon  linguaggio.  Un  allro  Testo 
delle  Fm-vle  rf" /:>o/>o-  volgarizzale  e  tra' MS.  dell' Accademia, 
di  cui  pure  senihra  1  he  si  valessero  i  Compilatori,  avendolo 
in  questo  luogo  notato  acU*  Indice  della  passala  impres- 
sione. 


J97a 

ora  tra  i  MS,  delli  Libreria  de' Guadagni  segnato  col  num.  155.  —  In 
questa  nuova  impressione  si  cita  l'escniplare  impresso  in  Firenze  nella  §tam- 
peria  di  Giuseppe  franai  l'anno  1778.  in  12.  tratto  da  un  Codice  del  Bali 
farsetti j  e  Taltro  impresso  in  Padova  nel  Seminario  l'anno  181 1.  in  8. 
tratto  da  un  Codice  dcllj  fimiglia  Mocenigo  (a)  ;  n!  i  numeri  aggiunti  alle 
alle^jazioni  accennano,,  qualchv:  rara  volta,  le  favol-,  ma  per  lo  più  le  pagine 
ora  dell'uni,  ora  dell'altra  delle  mentovate  edizioni,  la  prima  procurata  da 
Domenico  Maria  Manni,  e  T  altra  tialTab.  Pietro  Berti.  Il  Testo  dell' cdi* 
zione  di  Padova  fu  ristampato  in  Brescia  dal  Bettoni  Tanno  1818.  in  16.  e 
di  questo  eziaiidi'o  si  è  fatto  uso,  ma  di  radoj  ed  avvertendone  sempre  i  let- 
tori  con   una   parentesi.  -^ 

Faz.    Ubert.  li.  A,>ì         Rime  Antiche  di  Fazio    liberti.  V.  fìim.  ani.  e  liim.  Ant.  Bell.  Man. 


Federig.  Ambr,  lì.  A.  >»    Bime  antiche  di  Federigo  dall*  Ambra.   V.  Bim.  ant.  F,  B. 
Federig.  Imp.  Leti.  Lettere  di  Federigo  Imperadore.  V.  Lett.  Federig.  Imp, 

*  Fier.  Buon.  Fiera  del  Buonarroti.  V.  Buon.  Fier. 


Feo  Belc. 

Filic.   Canz.» 
Filic.  Bim. 


F.  r. 

ctF.  K  pr.   r. 

FU.  mi.  II.  61. 

Fiiip  ri  II.  II.  loi. 


Fitoc. 
Fiioslr. 

Fior,  di   f^irl. 

Fior.  yir.   G.  S, 

Fior.  yir.  A.   M. 
i  Fior 

Fior.  Vir.  cap, 

^Finr.  rirt.    B.    19. 


Poesie,  e  Prose  di  Feo  Belcari.  (IH), 


Canzoni j  e  altre  Bime  del  SL-nator  f^incenzio  da  Filicaia  nostro  Accademico, 
scritte  a  penna  e  stampate  (b).  In  questa  iniprrssione  abbiamo  talvolta  citato 
la    stampa    fatta  da  Piero   Mulini  in  Firenze  nel  1707.  in  11.  per  lo  più  a  jiagìne. 

Aggiunta  fatta  da  Filippo  Villani  alla  Storia  di  Matteo  Villani  suo  Padre  , 
dal  capitolo  61 .  lim)  alla  line  del  libro  iiiid etimo.  SÌ  cita  la  stampa  de' 
Giunti  di  Firenze  tk-I  1577.  in  h.  ed  il  primo  numero  indica  sempre  il 
libro  undecimo,  Ìl  secondo  quello  dc'capitoli.  Talora  sì  e  citato  il  Testo 
a    penna    di    Giuliano    de' Biccij    del  quale   V.   Matt.    l'Hill. 

Filocolo.  V.  Bocc.  Filoc. 

Filostrato.  V.  Bocc.  Filostr. 

Libro  intitolalo  Fior  di  l^irtà.  Nelle  passate  impressioni  fu  citato  un  Testo 
a  penna,  die  fu  di  Gioi'ambatista  Strozzi  (11*2),  ed  un  altro  che  fu  già 
iV Agnolo  Monosini,  e  fu  d>'lto  chi*  ambedue  qutsti  Testi  si  conservavano 
tra  i  MS.  deir.Vccademia  (113).  Nella  presente  impressione  abbiamo  talo- 
ra citato  a  capitoli  un  Testo  a  penna  che  fu  già  di  Piero  del  Nero,  e 
die  ora    si    conserva    nella    Libreria    de'  Guadagni   segnato    col     num.     79.      e 


(a)  Quosli  due  Testi  debbono  over  avuto  origine  da  uoo 
slfsso  VoIt;;iri*z.iincnto,  e  le  diveriUs,  clic  corruno  dall'uno 
all'altro,  noii  sono  rlic  cflclto  df' copali,  ì  quali  aulevano  mu- 
tare  V   iiltcrjfc   qu.i    e    lìi   ciò   rhc   copiavano. 

(ili)  I  Compilatori  solaint-ntc  neirimltrc  «Iella  passai» 
impressione  nolariino  «picslo  Poesie,  senza  dire  pi-r  allro  ,  se 
ne  cilanmo  la  stampa,  o  qualctie  Trito  a  prnaa.  i'ranci'sco 
Hfdt  nelle  unti-  al  Miu  JJitiramho  ac  cita  abunc  MS.  posU- 
iasii-ine  Kin  ipiclle  tli  fianco  /!i'nciifiitii  «la  Fut-nie  presso  il 
Conte    }.Of-nzo    MagnloUt   nostro   Ar<ad«-inico   tifilo   il    So/h'Ha- 


to.    Vt'ri&imilnit'cite   queste    l'ofsic 


molli'    Laudi 


ituab 


npressc  in  l'irenic,  ed  in  Dolugria  insieme  con  quelle  di  al- 
tri Autori,  rd  alcuno  Itapprc^entaiioui  sacre  ÌD  versi  ,  ruine 
quella  delf  .-//i/i/i/irmrm/jc  </i  Afniia  manoscritta  iioHa  LÌI»rcna 
di  Car/v  't'ommaxo  Strozzi,  e  stampala  anche  in  Firciiie  i» 
4.  Quella  di  S>ìit  Gio.  amlKittstit  stampata  pure  in  Firciite 
in  4-  ""1  l()o5.  Quelle  di  S.  lìeniardtno  ,  di  S.  l'amizio,  e 
d'altri  Santi,  Uitle  stampate  in  vari  luoghi  e  tempi,  ialorno 
alle  quali  vudansi  l'Osservazioni  di  l'ra'in'sco  Oonacci  nostro 
Afcademno  s<ipra  le  Himt  s.trrr  ili  Lort-nio  de'  Medici.  Il 
mentovato  l-'rancfsco  Bedi  .ictpiislu  poi  un  Testo  di  /'oetic 
di  l'fo  lielinri,  il  qnal  Te*lu  si  Irova  an«iie  og^;idi  Ira'  MS. 
della  sua  Ldireria  posseduti  ora  dal  Wall  iitcf-orio  Redi  tu<> 
nipote  ,  e  queslo  vrrisiinitmeulc  i"u  d  i'  Compilatori  cita- 
lo (*)     Neirultima  ediiionc   l'uiono   ntati   alcuni   esrtiipii  di  /■«-.» 


(•)    Inlattialla  V.   Giulio  si  trovano  tre  eicmpli  eoa  que- 
sta  aldiicvialura:    Rini.   ant.    /'.    lì.    Feo   Urie,  donde     si     vede 
die    r  Accademico    l.ingt    Htgoli    andò     niato,   alUuclie     fidalo 
nello  .Vpofir^ro   r/e//e   io<  1   di   ttitli  gh  autori  fatto  dn    ì  inanzio 
wFoUi'ii  suo  rof/i-f^fì   aiTvimù     nella     pirfacionr    al     /  o/gari:zn- 


Beìcari  in  prosa,  come  quelli,  ehe  si  leggono  alle  voci  Ah- 
Unir  rt  Sacco,  Canaprtlo,  Saluf'errimo,  Scorsoio,  ce.  teocbé 
acir  Indice  non  si  dicesse  da  quale  opera  fossero  traili.  Forse 
sono  presi  dal  Libro  iiilitulalo  tarato  .Spirtlnafe,  che  dal  Bei- 
cari  in  nostro  idioma  fu  trailollo  ,  o  dalla  ì'ita  del  Beato 
Cioxnnni  Coiomhino,  e  di  alcuni  altri'  Keligiosi  drirOrdior 
degl' lugesuati,  cbe  da  esso  furono  compdale,  e  poscia  date 
alla  luce  in   Firenie,   ed  in   Komj  (*•). 

(Il)  Gli  Acciileniici  «Iella  lert.i  impressione  lirarono  fuori 
nella  Tavola  del  loro  Vocaliolariu  quota  abbreviatura:  FillC 
(iittz.  sotto  la  <{Ualc  disscio  di  citare:  Le  t'nnsoni  f  stampa- 
te e  ni.initjicritlle  dt  ì  inccnzio  da  t-'i/icaia  nostro  Acrademtccj 
ma  il  tatto  sta  cliu  nessuna  voce  si  ritru\a  nel  lor  Vocabola- 
rio Iratta  da  queste  cantoni  ;  e  l'unica  rbe  sì  Icgpe  nella  quar- 
ta iiiiprcsioiic  alla  / '.  l-ihistrr  vi  fu  allegata  dagli  Arcade- 
miri   (tic   la   compilarono. 

(Ifìt)  Questo  medesimo  Testo  fu  veduto  anche  dall'  In. 
farinato,  e  allegato  nella  sua  Dpera  dej;li   Jt-vertimemli. 

(Il3)  Quoti  litio  Te>ii  a  penna  pre\eiiicitiente  non  si  trova- 
no tra  i  MS.  di  nostra  Aecadrniia.  t1a«veue  bensì  un  altro  , 
che  fu  dello  Smunto,  «  che  crediamo  essere  diserto  da 
questi. 


mento  de^lt  Opnscolt  dt  S.  do.  Crisostomo,  Fir.  l83|. 
in  8.  die  le  l'oesiv  di  Feo  hanno  avuto  in  medesima  sorte 
di  tante  nltrr  opere  repislrmlr  dal  l'ocaholarìo  ,  le  tfiiali  poi 
non   sono  state  spofhnte. 

(**)  Fuiono  Irati!  indubiiilamenle  da  qunla  Vtia,  e  pre 
eisametite  «lalla  slampa  falla  in  Honiu  i\*  l.ittcomo  llragoniteiti 
l'anno  l65i)  in  la.  L*  onginale  di  questa  Vita  si  rontefVa 
al    presente   nella    Vallirrlliana   ili    Itoma. 


*  Fior.  yul.  cap.  IG.  rai: 
lez. 


Fiorelt.   Cron. 
Fior.   Cron.  S.  : 


Fior.   Cron.  Imper. 
Fior.   Cron.   Imper. 
G.  S. 

Fior,  S.  Frane. 
Fioret.  S.  Frane. 

eap.   18. 
Fior.  S.  Frane.    12'l. 


Fior.  Ital.  G.  D. 
Fior.  Ital.  P.  N. 
Ital.  G    B. 


Fior 


■97^ 

lalora  anche  un  altro  Testo  possiilutu  ila  Moiisig.  Giovanni  Buttati  nostro 
Accademico,  pà  alcuna  volta  se  ne  sono  alU-gati  i  capìtoli.  —  In  questa 
nuova  impressione  si  cita  la  stampa  fatti  in  Kouia  l'anno  !7H).  in  8. 
eil  i  numeri  aggiunti  alle  allegazioni  ne  additano  quando  i  capitoli,  t 
quando  le  pagine;  e  l'abbreviatura  yar,  lez.  le  f^arie  lezioni j  che  sono 
a    pie    di    faccia  (a).    — 

Libro  intitolalo  Fioretti  di  Cronache.  Testo  a  penna,  che  fu  già  del  Mar- 
chese Gio%'ainbalista  Strozzi  nostro  Accademico  detto  V Ansioso^  poscia  del 
Duca  Luigi  Strozzi  pur  nostro   Accademico. 

Libro  intitolalo  Fioretto  di  Croniche  degl' Imperadori,  che  arrivano  fino  ad 
.\rrigo  di  Luzimborgo.  Testo  a  penna,  che  fu  parimente  dell'  Ansioso  j  e 
poscia    del    Duca    Lui^  Strozzi  (11^). 

Libro  Intitolalo  Fioretti  di  San  Francesco.  Testo  a  penna,  die  fu  "ià  di 
Francesco  Redi.  Nella  presente  impressione  abbiamo  citato  a  capitoli  e 
taUoita  anche  a  pagine  l'esemplare  modernamente  stamjiato  da' T'artini  e 
Franchi  nel  1718.  in  4.  —  In  questa  nuova  impressione,  oltre  all'edi- 
zione suildetta,  e  a  quella  accuratissima  fatta  in  Verona  per  cura  del 
P.  Antonio  Cesari  l'anno  1822.  in  4.  si  è  citala  anche  la  ristampa  fatta 
in  Bologna  l'anno  ISIS,  in  tre  volumi  in  8.  presso  i  Fratelli  Masi  e  Coma. 
per  cura  di  Luigi  .Mìizzij  ed  i  due  numeri  aggiunti  agli  esempli  additano  il 
volume  ,    e    la    pagina  di  questa  edizione.  — 

Raccolta  di  memorie  anliclie  intitolala:  Fiorita  di  Italia.  Se  ne  cilano  tre 
Testi  a  penna  (115),  uno  che  fu  già  del  Solloj  un  altro  che  fu  di 
Pier  del  ycro,  oggi  dt:' Guadagni j  e  '1  terzo  che  fu  di  Giovanni  de' Bar- 
di nostro  Accademico  dello  V Incruscato.  —  In  questa  nuova  impressione 
noi  abbiamo  citato  a  pagine  la  stampa  falla  in  Bologna  presso  Kojnano  Turchi 
l'anno  182^.  in  8.  col  titolo:  Fiore  d'Italia  con  note.  I  Compilatori 
Bolognesi  cilano  a  carte  1'  altra  di  Bologna  del  1490.  in  4.-  ed  il 
Prof.  Parenti  alla  V.  Bocca  §.  I.  allega  a  libri,  e  a  capitoli  un  Codice 
Estense.  — 


Fir.   As. 

Firenz.  Asin.  50. 

Firenz.   As.    1  IO. 
ttFir.  Asin.  3.   77, 

Fir.  Disc.  anim.  20. 

Firenz.  Disc.  an.  95. 
ti  Fir.  Disc.  An.  leti,  de- 
die. 

Fir.  Lett.  Lod.  Don. 

118. 
ti  Fir.  Pist.  lod.  donn. 

121. 
Firenz.  Ragion.   134. 
/"ir.  Ra^.   158. 


Opere  di  Messcr  Agnolo  da  Firenzuola,   cioè: 

Traduzione  dell'  Asino  d'Oro  d'Apuleio.  Si  citano  a  pagine  l'edizioni 
àe' Giunti  di  l'irenze  del  1698.  e  del  1603.  in  8.  ed  alcuna  volta 
è  aggiunto   anche   il    numero  del  Libro    (I  16). 

Discorsi  degli  Animali^  o  sia  la  prima  Veste  de'  Discorsi  degli  Animali. 
Si  cita  a  pagine  l'edizione  del  Torreiitino  del  1552.  in  8.;  e  l'abbre- 
viatura lett.  0  lett.  dedie.  accenna  la  lettera  dedicatoria  j  che  pu- 
re fu  ci  lata  dagli  .Vccademici  ,  come  si  vede  dallo  voci  Millesimo  e 
Sterilmente.  — 
Lettera  a  Messer  Claudio  Tolomei  in  lode  delle  Donne^  la  quale  serve 
come  di  proemio  a' Ragionamenti  (b).  Si  cita  a  pagine  la  suddetta  edi- 
zione del   Torrentino. 

Bagionamentij  che  pur  si  citano  a  pagine  nella  suddetta  edizione  del  Tor- 
rentino  (e). 


(a)  Il  Gainl)4  uella  .Verj'.*  itfi  Testi  'li  lingua  ce.  parlan- 
do sotto  il  uumero  ^!^^.  di  questo  Fiore  Ji  Virtù,  ilice  j  «  Os- 
•,  servò  il  eli.  Marsaad,  che  uu  Codice  della  Bibl.  Kegia  ili 
"  Parigi  oiTre  vaiie  lezioui  che  polrclibero  adottarsi  io  uaa 
«  nuova  edizione;  e  tale  e  ccrlanietttc  la  sejjueute  :  Lo  tjtiar- 
w  to  umore  si  chi.tma  innamoi-amettto^  Oi'x'cro  dtletltinzUf  quan* 
••  do  nelle  stampe  anche  migliori  leggesi:  Lo  qiimlo  amore 
-  st  chiama  innamoramento,  o  vero  iiitendanza  >».  Dio  buo- 
no l  JiUltanza  lezione  da  adottarsi  a  pieierenza  di  ititcndan- 
z.i  T  Poveri  Testi  a  cui  mano   capitano  talora  1 

(ll^)  Parimente  questo  Testo  e  meulovalu  dal  Sahiati 
negli  Avvertimenti.  Per  altro  si  dubita,  che  il  Fioretto  di 
Cronache,  e  *1  Fioretto  di  Cronache  degt'  Jmpcradori  sieno 
una  stessa  cosa,  ma  io  tanto  il  ponghiamo  qui  separatamente, 
in  quanto  l'abbiamo  trovato  in  cotal  guisa  notato  in  tutti 
gl'Indici  delle  passate  impressioni,  ne  sì  è  potuto  chiarire 
questo  dubbio,  perciocché  non  abbiamo  ritrovalo  dove  sieno 
di  presente  questi  Testi.  Forse  questo  Libro  è  uu  volgarizza- 
mento d'  una  somigliante  Opera  latta  in  Latino  da  Fra  Leo. 
ne  d'  Or\-ielo,  che  appunto  arriva  tino  ad  Arrigo  di  Luzim- 
borgo,  un  (^.odicL-  della  quale  si  conserva  uella  Libreria  del 
March     Riccardi. 


(115)  .\mbi-duc  1  Testi  del  .Voffo,  e  di  Pier  del  .Vero 
furono  veduti  dall'  Infarinato,  e  del  secondo  si  è  ragionato  sopra 
traltando  delle  l'avole  d'  Esopi'.  ti'e  dee  recare  maraviglia  a'  Let- 
tori che  si  citino  diversi  Testi  di  quesl'  Opera,  perciocché  si  vuo- 
le avvertire,  che  sono  fra  loro  diversi,  conciossijchè  da  diver- 
se persone  fu  compilala.  Una  di  queste  Fiorila  ha  per  autore 
Fra  Ouido  dei  Carmine  Pisano,  come  si  può  vedere  in  uno 
de' tre  Testi,  che  ne  sono  uella  Libreria  de' Gi(nrfiij/ii  segnati 
co' numeri  l5l.  l52.  e  l55.  L'altra  Messer  Arnianiio  Giudi- 
ce da  Bologna. 

(116)  In  quest'Opera  non  sì  trova  l'esempio,  che  nella 
passata  edizione  si  allega  alla  voce  Baccello ,  poiché  è  del 
Volgarizzamento  della  Germania  di  Tacito  fatto  dal  Da- 
vanzali. 

(b)  A  questa  Lettera  abbiamo  restituito  1'  esempio,  che  dagli 
Accademici,  sotto  la  voce  Allegare,  si  attribuiva  al  Dialogo 
delle  Bellezze  delle  donne  ;  e  ad  essa  spettano  pure  gli  altri 
due  ihe  si  attribuiscono  alla  Lettera  alle  donne  Pratesi  sotto 
le  voci  Candidtzza,  g.  II.,  e  Consumato,  §.  IL,  salvo  che 
dove  nella  prima  si  legge  206.   è  da  leggersi   125. 

(e)  la  i\\xeiKi  Hagionamenti  non  si  rinviene  l'esempio  elu- 
dagli Accademici  si  allegava  alle   voci  Bere,  §.  XVII. ;  poiché 


«974 

i<  Fir.  nm>. 
Firenz.  Nov.  -1.  203. 
Fir.  Nov.  S.  30'l. 
Firenz.  Disc.  Leu.  309. 
Fir.  Disc.  Leu.  ;ìI8. 
Fir.  Leu.  Bonn.    Prat. 
Fir.  Letter.  Dnnn.  Prat. 
Firenz.  Dial.  hell.  don. 

35r,. 

Fir.  Dial.  beli.  don. 

397. 
Firenz.  liim.  31. 
F'ir.  Bim.   118. 
Fir.  lìiin.   I.  275. 
uFii:  Rim.  buri.  3.  303. 


Fir.  Lue. 

Fir.  Lue.  2.  1. 
xt'ir.  Lue.  lic. 

Fir.    Trin. 

Fir.    Trinuz.  'l.  G. 
iFir.    Trin.  prol. 


aFr. 
«  Fr. 

Fr. 
it  Fr. 

Fr. 

F. 

Fr. 

Fr. 

Fr. 

Fr. 

Fr. 


Giord.  F.  P. 
Giord.  Fred.  Pand. 
Giord.  G.  D. 
Giord.  D. 
Giord.   C.  n. 
Giord.   Canim.  lìin. 
Giord.  F.  li. 
Giord.  li. 
Giord.  S. 

Giord.  S.  Pred.  24. 
Giord.  .V.   Pred.  42. 


Fr.  Giord.  Seg. 


Novelle  otfo,  e  si  ella   il   numero   (Iella  Novella,  e  quello  delle  pagine  della 
mciilovala   sl.impa   di-1    Torrentino. 

Discacciamento  delle  nuove  Lettere  Inulilincnte    ajglunle  alla  lin^'ua  Tosca- 
na. .Si  citano  le  pajjiiie  della  suddetta  edizione  del    Torrentino. 
Lettera  alle  Donne  Pratesi,   che  precede  il 

Dialngn  delle  bellezze  delle    Donne,    e    pur    di    questo    si     citano      le     pagine 
della    predetta    stampa    del     Torrentino. 


Rime  sl.impalc  in  Firenze  da  Bernardo  Giunti  nA  IV'iS. — anzi  nel  1549. — 
l'n  8.  che  parimente  si  citano  a  pajine  ('1').  Qualche  volta  si  sono 
citate  anche  quelle  impresse  nel  primo  volume  (a)  della  Rareolta  delle 
Opere    burlesche    del  fìerni,    ed    altri    .Autori. 

Oltre  alle  sopi-addetle  eilizioni  dell'Opere  del  Firenzuola  nella  presente 
impressione  abbiamo  ancora  adoperata  alcuna  volta  la  Rriccolla  di  esse 
Opere  stampata  colla  data  di  Firenze  del  1723.  in  Ire  volumi  in  8. 
allej^ando  però  quasi  sempre  i  numeri  delle  pagine  delle  antiche  edi- 
zioni, i  quali  per  mafjgior  comodo  sono  stati  nel  margine  dc'due  primi 
volumi  di   essi   haccolta   notati. 

Lj/c/rfi  ComiiTcdia  in  prosa,  stampata  in  Firenze  per  Bernardo  Giunti  nel  1549. 
in  8,  di  cui  si  citano  gli  atti,  e  le  scene,  —  e  colTabbreviatura  lic.  si 
accenna  la  IJcenza.  — 

Trinuzia  Commedia  pure  in  prosa,  stampata  in  Firenze  da  Bernardo  Giunti 
nel  1551.  che  parimente  si  rita  per  alti,  e  per  isccne.  —  e  coli' abbre- 
viatura  prol.  si   accenna    il   Prologo.  — 

Prediche  di  Fra  Giordano  da  Hipalta  dell'  Ordine  de'  Predicatori  falle 
(HI  1300.  al  1 30fì.  Se  ne  citano  vari  Testi  a  peiìna,  perciocché  quasi  latti 
sono  fra  di  loro  diversi,  e  diversamente  ordinali,  essendo  slate  queste  Predi- 
che da  vaiie  persone  raccolte  dalla  viva  voce  del  Predicatore.  I  Testi  citati 
sono  i   seguenti: 

Il   Testo,  che  fu  del  Senator  Filippo  Pandoljìni,  oggi  tra  i  MS.    della    Li- 

bicria   del    F*alazzo  de'  Pandolfìni    posto   nella   via  di   San   Gallo  (118). 
Il   Testo,    che  fu   del   Sollo,  e  che  al  presente  tra  i  libri  di    nostra   .accade- 
mia si   conserva  . 
Il   Testo,  cIk!  fu  di    Cammillo   Rinuccini    nostro   Accademico  detto  V AbboZ' 

zato,  e  poscia  del   Marchese  F'olco  Rinuccini  (l\9). 
Il   Testo,  clic   fu   di    Francesco   Redi,  al   presente    presso    al     Bali     Gregorio 

Redi. 
Il  Testo  corretto,  e  in  parte  scritto  da  Messer  Lotto  Salviati,  e  poscia  pos- 
seduto dall' /n/ànn(i(o  (120),  il  quale  il  doiw'i  a  Iacopo  d' Alamanno  Sai- 
l'iati,  (la  cui  pass(')  nel  Jlirchese  Lorenzo  Salfiati,  e  presentemente  ò 
in  mano  del  Duca  Giovanvincenzio  Sali'iati  nostro  Accademico,  e  nipote 
del  gi.ì  Eminentissimo  Cardinale  Alamanno  Salviati  nostro  .accademico 
e  Segretario  dello  I'  Informe  j 
Il  Testo,  che   fu   del    Guernilo  (121),  (li) 


(•  (Iella  Kcvrììn  Oflufa  dello  stesso  FireniuoU ,  a  cui  1'  aljliijmo 
(Ijlo.  Non  vi  si  rinvenfiono  quelli  allroi  alle^jili  alle  voci  ht\-itlo, 
Insiicc/ieralf,  §.  II.,  Ptiftr,  §.  XI.,  l'inniginno,  .S.oprirt,  §.  IX. 
Tossico,  0  f'enifC  a  noia:  da  che  tulli  ;ip|>aileiigono  ai  Di- 
scorsi df'^li  Anini,ìh  j  eccetto  Pianigiano  che  spetta  alle 
Rimrj  ma  noi  non  aliliiaoio  potuto  fare  a*  toro  luoghi  le  deltilc 
eorreiioni  per  esserrene  arcorli  troppo  lardi 

(117)  I  Compilatori  nelle  pascale  imprcisioni  citarono  se- 
paratamente ,  e  con  alihrcvialurc  distinte  a1<-une  di  queste 
f<imi'  rome  la  Cnnsonr  in  morte  tti-lfa  civftla  ,  rtie  io  più 
vori  si  ril  .va  rorì  :  l'ir.  Ciìn:.  t'iv.  parimente  h'tr.  l'np. 
Coniali,  rink  i  Capitoli  alla  Conlaimrsra  ,  rome  alla  vofe 
/nchioi'ninra.  l'arimenle  alla  vorc  Incoastitrratntr  nella  prece- 
dente impresvione  si  legpcva  qnesla  alilirevi-ilara  l-'ir.  Sacr. 
Pnslor.,  la  quale  indira(a  una  Prosa  rlie  serve  di  proemio 
al  Sarrìflzio  l'attorafr  in  versi  sciolti,  die  è  alla  pag  8().  di 
drtla  editione.  Noi  per  non  ronfondere  il  I.rllore  alil'iamo 
per    lullo   rime. so   la   ronMiela    rilajion';.     f'ir.     /tini.   (') 

(a)  Olire  a  queste  impresse  nel  primo  vrdume,  citarono 
altresì  quelle  impresse  nel  leno,  rome  si  ritrae  dalle  vori  An- 
nasparr,   Bfrnia,  e  più  altre. 


(•)  Non  sempre  ;  come  si  può  vedere  alla  voce   Capinero 
■iflotta  da  noi   nelle  giunte  e  rorretioni. 


(118)  In  questo  si  vede  ancora  una  caria  ronteoenle 
lo  spoglio  di  pili  esempli,  e  voci  tratti  da  quel  Testo  ,  di 
mano    del   suddetto    Senator    Filippo    Canilotfini. 

(It())  .Non  alilóamo  ritrovato  questo  Testo  Ira  i  MS 
della    l.ilireria    del     litio. 

(120)  Di  qnrvlo  (^odiee,  «leiraerutaleiia,  e  del  lrmp«> 
in  rui  tu  senno,  e  degli  altri  suoi  pregi  lun^ameale  fasci- 
la  il    Sllddello    Infarinalo    no*  suoi    A^'^frlimenll. 

(121)  Essendosi  perduta  la  notiaia  de*  Testi  a  penna 
posseduti  dal  t'.iiernito  .  rome  di  sopra  li  ^  d<Hto  ,  non  sap- 
piamo   in    mano    di   rlli    sia    andato    qliestis    Codice. 

(It)  Questa  attlireviatura  fu  posla  nella  presente  Tavola, 
Gno  dalla  l'erta  impressione,  ma  nel  eor|t()  del  Voealiolario 
non  fu  u«ala  mai  ne  in  essa  ,  n^  nella  sutsrgurnle  dell'  an- 
no |-2()-38.  Questo  mcdr'imo  Testo,  1  tir  oggi  ai  cooierva 
nella  I  ilireria  di  un  pjrttalissimo  l'autore  ile'  l<uoni  sludii 
l'cRiegio  Sig,  l'avalier  l'rior  Leopoldo  Kirasoli  ,  a  eoi  noi 
siamo  tenutissimi  per  avercene  fatto  liltera  ropia,  fu  allegato 
6no  dalle  prime  impressioni,  come  apparlenenlr  alt*  Mfflht4K. 
riato,  e  poscia  del  l'.itf^nlto  ,  sello  l' aldirevialura  Ai  hth. 
Pre.l  .'ire  ,  e  di  Prrft.  S-  r-  e  /''er*  .^f-  spiegando  qnesl*  ttl- 
tima  ali1>revijtura  l*r,tliche  Vts.  tiri  .'irfnt  J  la  quale  fa  poi 
nel'a  qiiart.1  impressione  ridolla  alla  più  (isilala  di  /.ih  Prrd 
/*.  .V.  rome  può  vedersi  alla  voce  l'niilrnipt.itinne  Del  rima- 
nente questo  ("udire  non  contiene  le  Prriliche  rtt  Fnt  <iior%hno, 
ma    /W'Iii/ìe,  o  piatlosto  «Vprf^as'Oni  fti   T/iisfe/*'  éef/e  J^str  di 


Fr,  Giord.   K. 
Ft\  Giord.  K.  23. 


Fr.  GuitL 

Fr.  Guiu.  Riin.  ant. 


Il    lesto,  che   prcsrnlLinenU-   si   coiisciva   Ira   i    MS.   di   Casa   yenlujt  \^\'2'1). 
Alcuna    volta     abbiamo     citato     il     iitMni'io     delle   Pi'edicUcj  qualora   le  nlibìatiio 
trovale     numerate     in     alcuno   de'  sopiadctlì    Godici  j    lo    che    piìncipalnunlc 
abbiamo   pialicalo  ne' Testi  Saluiati^   e    Fcntuvi. 


Jliinc    Antiche    di    Fra     GuiUone.  \.    lìim,    ant. 
ant.  P,  N. 


Ji ini .    ant.    F.    B.     e    lì ii 


Fr.   Guitt.  Leti.  Lettere  di  Fra  Guittone.  V.  Guitt.  Lett. 

Fr.  lac.  da  Cess,  Volgarizzamento    del     Trattato    del    giuoco    degli    Scacchi  di  fra  Iacopo   da 

Fr.   lac.    Ces.  Cessole,   Testo  a   jìi-nna,  che  fu   già   di   Francesco  Venturi  {\^ì)^ — In   questa 

*  Fr.   lac.    Cess.    131),  nuova  iniprcASÌone   si   cita    resenijilarc   stampato   in    ^lilano   l'anno    I8-S,   in   8. 

*Fr.  lac.  Cess.  3.  5.  qS.  per  cura  di  Pietio  Marocco j  ed  i  numeri  aggiunti  a^li  tsimpli,  se  è  un 
solo,  se^na  la  pagina;  se  sono  tre,  segnano  il  libiOj  il  capllolo,  e  la  j)aglna 
di  questa  slampa.  Ignoriamo  dove  siano  passali  i  due  Codici  di  quest'O- 
pera ch'erano  presso  il  liiftur^ato,  cioè  Rosso  Martini^  d'uno  de'quali,  se 
non  di  tutti  e  due,  eì  dee  essersi  servito  ne'suoi  spogli,  che  noi  ahbianio  in- 
nestali   nella   presente   cdiiioue,  — 

Fr.  lac.   T.  Poesie^    o    sia     Laudi    Spirituali    di  fra  lacopone  da     Todi    dell' Ordine    de' 

Fr.  lacop.  T.    I.    IO.   8.        Minoii     Conventuali.     SÌ     cita     la     slampa     di    Venezia   del    1017.   in   A.    ed     i 
^       '  '""  tre     numeri     aggiunti     agli     esempii    segnano     il   libro,   il    cantico  ,     o     sia     la 

lande,  e  la  strofa  di  ciascheduna  laude.  Ma  per  essere  detta  stampa  assai 
scorretta,  siamo  ricorsi  tìequentemenle  a'  Testi  a  penna  dì  Francesco 
Redi  (l-i'l). 


Fr.  lacop.   T. 

Fr.  lacop.   Tod. 

Fr,    lac.    Tod.    '1.    29. 

Fr.  lacop.   7o(/.  5.  23. 


Frane.  Albiz.  Riin.  ant.»  Rime  Antiche  dì  Franceschino  degli  Albizi,  V.  Ritn.  ant. 

Frane.  Barber.  Poesìe     di     Messer    Francesco     da     Barberino    intitolate    Documenti   d'Amore. 

Frane.   Barb.    18.    12.  Si     cita    I*  esemplare     stampato     in     Roma     colle     Annotazioni   del    Conte    /'V- 

Franc.  Barber,  18-1.  16.      derieo      Ubaldini     per     Vitule     Mascardi    l'anno     1040.  iu  ^I.  ed    i    numeri 
segnano   le  pagine,  e  ciaschedun   versa  dì  esse. 


Fratte.   Sacch. 
Frane.  Sacch.  not',  4. 


Fran.  Sacch.  Op.  diu. 
Frane.  Sacch.   Op.  div. 
Fran.  Sacch.   Op.  div. 
130. 


Opere    di  Franco   Sacchetti^  cioè; 

Novelle  trecento.  Nelle  precedenti  impressioni  fu  citato  un  Testo  a  penna, 
che  fu  già  di  Pieìo  Venturi.  In  questa  si  cita  l'esemplale  stampato 
colla  data  di  Firenze  l'anno  1724.  in  8.  allegando  il  numeio  di  ciasche- 
fluna   novella. 

Opere  diverse.  Testo  a  penna  originale,  che  fu  già  del  Rimenato ^  ed  ora 
si  conserva  nella  Libreria  de'  Giraldi,  Nella  presente  impressione  abbia- 
mo per  lo  più  aggiunti  i  uumeri  delle  pagine  di    questo   Codice,  ne!   qua- 


uuii  io  chi:  e  solo  sulla  fine  del  volume  hii  Ire  Prcduhe,  una 
delle  qu.ili  «  senza  dul'Liu  di  hra  Cmrdnno  j  ed  è  ,  coiiiccliè 
qu^i  e  là  differisca  ndlj  leliiiru,  la  \X\ \1  V.  de)  suo  Quiiresi- 
mule  stamp.ilo  d.il  MjuuI  T  auao  173^.  iu  ^  Dj  quo^iU  Piedica 
mauoscntU  fu  Iratlu  l'csetnpiu  alle^;ilo  6uu  dalla  [iriiiia  ini* 
prea&ioue  sotlo  la  \oce  Putcìa  coli' al)ljre%idtura  /.il/.  Prcd, 
Le  altre  due  suuu,  come  la  tnenl>-vala,  senta  nume  d'  Auture; 
ma  a  coi,  e  alla  lingua,  e  alla  dispu^jiziuue  de^Ii  argomeuti,  ci 
patullo  dello  sIl-sso  fra  Giordano,  o,  per  dire  più  vero,  di  chi 
le  ràceoylieva  dj|l.i  viva  Mice  di  que:>to  Ituoii  frale.  Che  poi 
questo  Testo  sia  quel  medt-Minu  aìlegalu  dagli  Accademici  sot- 
to I.ih.  Pixd.  o  Ltb.  l'red.  /*.  S-,  oltre  alla  piova  nlVrita, 
4Ì  ricava  ancora  dai  passi  addotti  alle  voci  Quaresimale,  Sco- 
noscema,  Sopra.^Cfizione,  Spigtmio ,  ec.  il  primo  de' quali 
trovasi  ìd  questo  Codice  a  caite  71.  Patirò  a  carte  7.  Ìl  ter- 
so a  carte  33-  e  M  quarto  fiualineiitc  a  cai  le  2<  seuza  che  sul 
nsguardo,  o  sia  sulla  prima  cai  la,  leggeri;  UclC  Agghiac- 
ciato. 

(1.22)  Questo  è  stalo  da  Dui  per  la  prima  volta  citato 
uclla  prcsciilc  impressiuue  per  averlo  trovato  molto  aulico,  e 
corretto,  e  |)ercltè  alitiamo  in  esso  osservali  esempli  di  alcune 
vori,  che  in  altri  lihrì  ooD  si  auho  incoQlrati  ,  come  si  può 
federe  alla  voce  I^escìenza,  e  altrove. 

(l23)  /'rn  Jaioi>o  da  Cessole  delK  Oidioc  de' Picdicatoii. 
cumpu&e  il  Trattato  d*^i  giuoco  dcoii  scact/tt  iu  latino,  e  dal 
latino  fu  poi  trasportato  nel  franzeie  da  Cioranni  Haviguay 
Frate  Ospilalaiio  di  S.  laco|io  d' Allopasiio  nel  j3!ìo. ,  e  da 
Fra  Cio\aiitu  l'erron  nel  1.^7.,  nella  qual  lingua  ne  e  uà 
Testo  a  )>cnna  nella  Libreria  Vaticana  segnalo  cui  num.  ^3oi. 
Fu  poi  traN[iortato  io  lingua  nostra,  e  dalo  anticamente  alla 
stampa.    Di  questa  aulica    edixìuue    fa    meutìoue    /'  Ubiifdtni 


nella  Tavola  posta  in  fine  de'  Documenti  d* Autore  di  Frati' 
Cesco  da  fiarherino.  Il  titolo  di  «[ui-sto  lihro  è  il  seguente  : 
incoinincia  un  Traitelo  p-ntile  ed  utile  della  virtù  del  giuo- 
co def;li  scacchi,  ciò  è  intitolato  d^* costumi  de°li  uomini,  e 
degli  ujìzt  de*  nobili,  composto  pel  lìe^erendo  Maestro  Iacopo 
da  (^lesole,  dell'  Ordine  de'  Frati  Predicatori.  Iu  fine  cosi 
vi  si  legge:  Finito  e  *l  lihro  uUlc  e  bello  del  giuoio  degli 
scacchi  intitolato  de'  costumi  degli  uomini^  e  degli  ufizi  de' 
nobili,  e  d'altri  umani  stati,  composto  per  Maestro  Iacopo 
da  CiesoU  delP  Ordine  de""  Frati  Predicatori  ad  onore  e  sol- 
lazzo de'  nobili,  massimamente  di  coloro,  clic  sanno  il  giuoco 
degli  scaccili.  Impresso  in  Firenze  per  Maestro  Antonio  Mi- 
scommi  Anno  MCCCCLXXXXl / 1.  a  dì  1.  di  Marzo,  ia  4. 
pag.  i3:a.  con  figure  in  Ifgno.  Nella  passata  inipressioue  non 
dicono  in  chi  passasse  il  Testo  del  Venturi,  ma  noi  crediamo 
che  sia  quel  medesimo  Testo,  che  fu  spogliato  dallo  Stritola. 
(',  comesi  può  vedere  da'auoi  srrilli,  che  sì  conservano  trai- 
le Scritture  dell'  AL-cadcmia  nel  Fascio  segualo  col  nunieru 
^  III.  Il  Redi  nelle  note  al  Ditirambo  fa  mcnzìuue  di  un 
Testo  a  penna  di  Fra  Iacopo  da  Ces.to/c  da  lui  veduto  nel- 
b  LiLreiia   del  Dottor    Giuseppe  del    Teglia. 

(12^)  Di  questi  TeNli  a  penna  c<tsi  favella  il  Urdi  in 
una  po>lilla  scritta  di  sua  mano  nel  margine  del  suo  Vocabo- 
lario della  passala  inipre>sÌone  :  Sono  due  Iresti  a  penna  art- 
tic/iissimi  e  molto  corretti,  ed  uno  si  è  di  carattere  grande  , 
e  scritto  in  Carla  pecora  ed  assai  ben  conservato,  e  più  co- 
pioso di  poesie  di  quello  che  sìa  Io  stnmpnto.  bielle  postille 
marginali  MS.  mi  sono  seri  ito  di  questi  Testi  a  penna  , 
perchè  sono  copiosissimi  di  l  od  antiche,  bisognose  di  spie- 
gatiira,  e  necessiirie  ne'  J'ocnbolari.  JIo  confrontato  questi 
due    Testi  a  penna  con  lo  stampato,  e  molte  volte  ancora  ho 


'9/6 

"  Frane. 
«Frane. 


Sacch.  rim.  3G. 
Saeeh.  leu.  225. 


le  si  cont<?ngono  diverse  Rime  (12'))  cioè  Sonetti,  Ballate,  Canzoni, 
Madrigali,  Cacce,  Frottole,  e  Capitoli  (a) j  varie  Lettere  (\2C),  Sermoni  'i9. 
sopri  gli  Evnngeli,  e  tiivirse  altre  cose  spezzate.  Sonvi  anche  alcune 
Lettere,  e  Finte  il' altri  Poeti  antichi  del  suo  tempo,  alcune  delle  quali 
parimente  si  sono  citate,  aggiunjjendo  talvolta  l' abbreviatura  del  nome 
di  essi,  die  sono   !   seguenti  (127) 

*  mignolo  da  San  Gimignano. 

*  Alberto  degli  Albizì. 
Maestro  *  Andrea  da  Pisa. 

*  Andrea  di  Piero  Malavolti. 
Mcsser    *  Antonio  Alberti. 

Maestro       Antonio  Arismetra,  e  Astrologo. 

*  Antonio  Cocco  da  f^inegia. 

*  Antonio  da  Faenza. 


Scr 

Maestro 

Messer 


Fr.    Sim.   Case. 


Antonio  Medico. 
Antonio  Piovano. 

*  Antonio  Pucci. 

*  Astorre  .Manfredi. 

Maestro  *  Bartolommeo  da  Castel  della  Pieve. 

*  Benno  de'  Benedetti. 

*  Benuccio  da  Onieto. 
Maestro  *  Bernardo  Medico. 

*  Ciscranna  de' Piccogliuomini  da  Siena. 
Messer         Dolcihcne. 

^lessiT        Donalo  Acciaioli. 

*  Filippo  di  Ser  AUizo. 
Francesco  da  Colligrano. 

*  Francesco  degli  Organi. 

*  Francesco  di  Messer  Simone  Peruzzi. 

*  Giovanni  d' Amerigo  di  Ser  Zello. 

*  Giovanni  di  Ser  Gherardo  da  Prato. 
Ser           *  Giovanni  Mendini  da  Pianettolo. 

Lodovico  degli  Alidogi. 

*  Maffeo  Libraio,  o  de' Libri. 
Matteo  da  San  .Miniato. 
Michel  Guinigi. 

Niccolò  delle  Botte. 
Ottolino  da   Brescia. 
Pino  degli  Ordelajfi. 
Messer         f^enanzo  da  Camerino. 
Ugo  delle  Paci. 
Fra  Simone  da  Cascia.  V.  Espos.  fang. 


Galat. 


Galateo   di  Monsignor   della    Casa.    \.   Cas.    Galat. 

Opere  di  Galileo  Galilei  nostro  Accademico.  Nella  passata  impresjione  fu  ci- 
tata la  stampa  di  Bologna  falla  per  gli  Eredi  del  Vozza  nel  1656.  in 
due  volumi  in  4.    In    questa    abbiamo    citato    a    pagine    la    moderna    edizione 


citato  il  Testo  stampato.  Oltre  i  suilili-tti  fine  Testi  a  penna 
ho  poi  trovato  ancora  ti  terzo  Testo  a  penna  tren  eonseivato, 
copiosissimo,  e  ili  ottimo  carattere. 

(laS)  Alrune  Ittnie  dì  i'raaco  Sacchetti  tono  anche  Del 
Cod.   a6.  del   Ujncu  \LI.   della  Liltreria  di  S.    Lorenxu. 

(a)  Varie  Rime  del  .^tacchetti,  e  certo  alcune  sono  delle  sud- 
dette, vennero  [>ulililirutr  nellj  Serie  dei  Testi  iti  ltnf;ua  ili  l  l'of. 
filali.  Delia  Raccolta  eli  Kimc  antiche  Toscane  fatta  in  Palermo 
l'anno  1817  J  e  nel  Tonio  1.  e  2.  del  domale  ArcaJicoj  e  di 
queste  edixioni  si  drlilntno  esser  serviti  ne'  loro  spogli  i  Coni* 
pilalori  Bologoesi,  il  Monti,  ed  il  Parenti. 

(t2b)  Una  di  queste  Lettere,  rioè  quella  a  Incorno  iti  Con- 
te da  /'ertif;in  sopra  le  dipinture  de'  De4li  e  sl4m|iala  dietro 
le  Novelle  (*),   onde  alcuna  volta  sono  tiute  le  pagine  dello  e 


(*)  Un'  altra  l  itamjsala  nella  .Verte  ilei  Testi   dt   tiaffiia 
del    Poggiali;   eil  ^  quella  indiriitat.i  a  Donato  Acciainoli,  dalla 


semplare  stampato,  rome  alla  voce  t'mndelussm.  Ma  nella  Pre* 
fanone  allr  Nosclle  si  possono  «edere  noliaie  più  disliote  del 
Testo  delle   <lpere  diverte  del  .Vacrhelti 

(127)  Tulli  I  l'oeli  aniirhi,  a  rui  si  i  agg  unto  quMto 
segno  *  SODO  nienlo^ali  da  Monsignor  Leone  .^//acei  nella  tua 
Raccolta  dt  Poeti  .antichi  stampata  in  Napoli  per  Sebastìmne 
da  lecci  Del  1661.  in  8-  e  itt-lla  macgior  parie  di  essi  si  leg* 
goDu  le  Rime  in  drtla  Raccolta,  ma  sommamente  scorrette  . 
parie  per  rol|>a  dello  .Stampatore,  parte  perrbfc  1'  AUmcci  U 
trasse  da  una  lopia  non  molto  arrurala  e  moderna  dell'  an* 
lieo  ed  originai  Testo  del  Rimenato,  la  qaal  ropia  e  ancora 
in  Bonia  in  rasa  del  Marrliese  Smcchettt. 


quale  gli  Aeeaderoiri  trassero  i  passi  allegali  alle  voci  Armi' 
geco.  Dubitativo,  «  Tenilorio  .  Trovati  anrhe  stampata  a  par- 
te colla  risposta  dell*  Acciaiuott,  come  noteremo  altrove. 


iiGal. 

Gal.   Camp. 
uGal.   Compass.  5. 

Gal.  Comp.  Geom.  3, 
ttGal.  Comp.  Prop.  37. 
*Gal.  Comp.  Op.  3. 

Il  Gal.  Annoi.  I.  "9. 
«  Gal.  Annoi.  Comp.  30. 

Gal.  Dif.  Capr.  158. 
Gal.  Gali. 
Gal.  Gallegg.  'iil. 
a  Gaia.  Gali.  W. 
uGaL  Mecc. 
Gal.  Meccan.  601. 
Gal.  Bilanc.  òi'l.  » 
nGal.  Macc. 
Gal.  Macch.  Sol.  94. 
Gal.  Sass-  -2:2. 
Gal.  Dial.  Nuov.  Scien. 

480. 
Gal.  Dial.  Mot.  Loc. 
Gal.  Dial.  Mot.  VJ'l. 
uGal.  Dial.  I.  mot.  509. 

Gal.  Leu. 
ttGal.  leti.  70. 
HGalil.  lett.  3.  460. 
Gal.  Lett.  P.  L.  426.  >s 
Gal.  Lett.  Anton.  49. 
Gal.  Lett.  Mail.  » 
Gal.  Lett.  G.  Med. 
Gal.  Lett.  Med. 
«  Gal.  lett.  Gittl.  Med.  50. 
Gal.  IVunz.  Sider.  40. 
Gal.   Operaz.  Astron. 
460. 
iiGal.  Dial. 
iiGal.   Dial.  Sist. 

Gal.  Sist.  24. 
*Gal.  Sist.  13.  poslil. 

Gal.  Cap.  Tog.  3.    177. 


GeU.  Lett.» 

Geli.  Lelt.  Peti:  46. 


1977 

di  Firenze  de' 7'artiVii.,  e  Franchi  falla  nel  1718.  in  Ire  volumi  in  4.  In 
ciascuno  esempio  abbiamo  per  Io  più  accennala  l'opera  particolare,  da  cui 
è    tratto;    e    le    Opere    sono  le  seguenti: 

Operazioni  del  Compasso    Geometrico   e   Militare. 


Annotazioni  dì  Mattia  Bemaggieri  (a)  sopra  il  Trattato  dell'instrumenta 
delle  proporzioni  del  Sig.  Galileo  Galilei  stampate  fra  le  Opere  del  Gali- 
lei   nelle    soprammentovate    edizioni. 

Difesa  contro   le  calunnie,  ed   imposture  di   Baldassar  Capra. 
Discorso  intorno  alle  Cose  Galleggiantij  cioè  che  stanno  in  sull'acqua,    o 
in  quella  si  muovono. 

Discorso  intorno  alla  Scienza  Meccanica. 

Bilancielta  (b). 

Istoria^,  e  dimostrazioni  intorno  alle  macchie  solari^  e  loro  accidenti. 


Discorsi^  e  dimostrazioni  Matematiche  intomo  a  due  nuove  Scienze  atte- 
nenti alla  Meccanica^  ed  a' Movimenti  Localij  che  anche  si  dicono  Dia- 
loghi del  Moto. 

Lettere^  alcune  delle  quali  sono  più  spezialmente  accennate  col  nome  del- 
la persona  a  cui  sono  indirizzate ,  come  quella  al  Principe  Leopoldo 
sopra  il  candor  Lunare  (e),  quella  ad  Alfonso  Antonini,  quella  a  Ma- 
dama Cristina  di  Lorena  (128)  (d)  quelle  a  Giuliano  de'  Medici  ,  che 
sono  come  una  continuazione  del  Nunzio  Sidereo,  onde  anche  con  tal 
nome  alcuna   volta   vengono  appellate  (e). 


Operazioni  Astronomiche.  Opera  non  Unita,  la  quale  è  aggiunta  nel  terzo 
volume   della   suddetta  edizione  del    1718. 

Dialoghi  sopra  i  sistemi  del  Mondo.  Questi  sono  stampali  separatamente 
dall'altre  Opere;  onde  si  cita  a  pagine  l'edizione  fattane  in  Firenze  da 
Giovambalistn  Landini  nel  1632.  in  4.; —  e  coli' abbreviatura  postil.  si 
citano  dal  Mazzi  le  postille,  che  sono  su  pe'  margini  di  questa  edi- 
zione. — 

Capitolo  in  biasimo  della   T'oga  impresso    nel     terzo    volume    delle    Opere 
burlesche  del   Bernij  ed   allri   Autori  colla    data     di     Firenze     nel     1723. 
in  8.    e    ci    si    è    aggiunto    il    numero    del    volume,   e    delle    pagine. 
Opere  di  Giovambatista  Getlij  cioè: 

Lettura,  cioè  Lezioni  dodici  dette  nell'Accademia  Fiorentina  sopra  diversi 
luoghi  del  Petrarca^  e  di  Dante.  Si  cita  la  stampa  di  Firenze  pel  ]^or- 
rentino  del  I55I.  in  8.  (f)  ed  i   numeri   corrispondono  a  quelli   di  ciascbe- 


(.i)  Queste  Annotazioni,  come  opera  del  Galilei  ,  venne- 
ro «tlegate  a  volume,  e  a  pagina  dai  Compilatori  della  quarta 
impressione  sull'  edizione  dei  Tnrttni,  e  J-'rttnclii  alla  voce  /- 
jo«e/e,- e  prima  di  loro  le  avevano  allegate  sull' edizione  degli 
Eredi  dfl  Dtìzza  quei  della  terza  alla  voce  Vissiniiglinntissi- 
mo.  Se  non  che  quei  della  quarta  tolsero  questa  voce  dal  Vo- 
caliolario,  e  portarono  lo  stesso  esempio  ia  conferma  di  ììissomi. 
gliantissinioj  tuttoché  le  edizioni  citate  abbiano  Dissinii'^liaa. 
ttssinio.  a  modo  che  lessero  quei  della  terza. 

(1>)  Di  questa  Operetta  posta  nelP  Indice,  come  spogliata, 
6no  dalla  terza  ìinj>ressijne ,  non  si  ha  nel  Vocabolario,  sotto 
la  sua  abbievialura,  ne  pure  un  esempio. 

(e)  Questa  Lettera  fu  citata  iudubitatameote  due  volle;  la 
piima  dai  Compilatori  della  terza  impressione  alla  voce  i'ia- 
^liarJisstmamentej  e  la  seconda  ad  quei  della  quarta  alla  vo- 
ce llion^azicne;  ma  in  tulle  e  due  le  voci  senza  alcun  ac* 
cenno  della   porsoua  a  cui  è  indirizzata. 

(128)  Questa  Lellera  non  è  compresa  nella  della  Rac- 
colta dell'  Opere  del  ('•aìt/co  siampale  in  Firenze,  ne  sappia- 
mo se  ì  passali  Compilatori,  che  la  citarono,  si  servs.'.eio  di 
ijualche  esemplare  scritto  a  penna,  0  pure  di  quello  impresso 
}'QCatoìaì  IO   T.   li. 


in  Àui;usta  a  spese  degli  Eheviri  V  anno  l636.  in  4-    uni'a- 
nienle  colta  traduzione  latina. 

(d)  Anche  questa  Lettera  è  una  delle  molle  Opere  regi- 
strate nella  Tavola  dette  abbreviature  fino  dalla  leri4  impres- 
sione, e  non  ispogliata;  donde  si  raccoglie  che  non  fu  citata 
uè  sopra  alcun  esemplare  scritto  a  pcnua,  ne  sopra  quello  im- 
presso in  Àugu&ta,  o  meglio,  come  uotò  il  Bravellì,  in  Stras- 
burgo, a  spese  r/ey/j    Ulzeviri,  V  anno   l636.  in  4- 

(e)  Gli  Accademici,  sotto  r  abbrcv  ijtura  6'n/.  o  Galli,  lett. 
citarono  anche,  lutlo  che  non  ne  facciano  menzione,  vaiic  altre 
lettere  del  Galilei,  che  si  leggono  nel  terzo  volume  delle  O- 
pere  di  lui,  stampale  dai  Tartini.  e  Franchi,  ora  senza  allega- 
zioni agli  esempli,  come  si  vede  alle  voci  Contatto,  e  Conver- 
tibile traile  dal  Parere  del  Galilei  intorno  all'  Angolo  del  Con- 
tatto spiegato  da  esso  in  una  lettera  di  risposta  a  Gto.  Cam- 
nìilìo  Gloriosi  j  ora  con  un  sol  numero,  che  corrisponde  alla 
pagina  del  volume  suddetto,  come  si  può  riconoscere  alla  vo- 
ce  Rcgolaj  ed  ora  con  due,  che  corrispondono  al  volume  ,  e 
alla  pagina,  come  si  ritrae  dalla  voce   Colendissimo. 

(f)  Che  che  affermino  qui  gli  Accademici,  egli  è  indubi- 
lalu  che    questa  stampa   non  fu  da  essi   altrimenti  adoperala  . 


iy78 


uGell.  LetUir, 

Geli.  Leu.    I.  4.    115. 
uGell.  Leu.  2.    Graz. 
,iGelL  Leu.  3.  Lcz.  4.94. 


GelL  Capr,  BoU. 
GeU,  Capr.  Bou.  2.  29. 
<  Geli.   Capr.  Bott.  rag. 
3.  42. 


Geli.  Cìrc.   I.   17. 
uGell.   Circ.  Dial.  3.  87. 
*GelL   Circ.  Argom. 
*GelL   Circ.  leU.  dedic. 

Geli.  Spor.  2.   5. 
ttGell.  Sport,  prol. 

Geli,  GiambulL  » 


duna  Le/ione,  e  delle  pagine,  ma  talrolla  sodo  citali  solamente  quelli 
delle   pagine. 

LeUura  prima  conlenenle  dodici  Lezioni  sopra  V Iiifei no  di  Dante  im- 
pressa   in    Firenze    pel    Sermartelli   Tanno    I5r>'*.    in    8. 

Lettura  seconda  conlcncntc  dieci  Lezioni  sopra  V liifemo  di  Panie  stani- 
palii    in   Kiionze  pel    Sorrentino  l'anno    1555.  in    8, 

Lettura  terza  contenenle  nove  Lezioni  sopra  V Inferno  di  Dante  im- 
pressa  in    Firenze    pel    /"orrentino    l'anno    155r>.    in    8, 

LetUira  quarta  contenente  dieci  Lezioni  sopra  V Inferno  di  Dante  data 
nlln    luce    ìn    F'irenzc    dal     Torreniino    l'anno     1558,    in    8. 

Lettura  quinta  conlenente  dieci  Lezioni  sopra  V Inferno  di  Dante  stam- 
pata in    Firenze  pel    Torreniino    Panno    1558.    in    8, 

Lettura  sesta  conlenenle  undici  Lezioni  sopra  I'  Infèrno  di  Dante  im- 
pressa   in    Firenze    dal    Sorrentino    nel    1501,    in    8. 

Lettura  settima  contenente  dieci  Lezioni  sopra  V  Inferno  di  Dante  stam- 
pata in  Firenze  nel  15G1  .  in  8.  Agli  esempii  tratti  da  tulle  queste 
Letture  (a)  abbiamo  per  lo  più  aggiunto  tre  numeri  ;  il  primo  indica  la 
Lettura,  il  secondo  la  Lezione,  il  terzo  la  pagina.  —  L'abbreviatura 
Oraz.  indica  V  Orazione _,  che  va  innanzi  alle  dieci  Lezioni  ,  con- 
tenute    nella    seconda  LeUura.  — 

Capricci  del  Bottaio  divisi  in  dicci  Ragionamenti,  o  Dialoghi  tra  Giu- 
sto Bottaio  ,  e  1'  anima  sua.  I  Compilatoli  della  passata  impressione 
non  lasciarono  memoria  dell'edizione,  di  cui  si  servirono,  ah  ad  al- 
cuno esempio  apposero  la  citazione,  onde  si  potesse  per  con'^hiettura 
ritrovarla.  Noi  quasi  sempre  abbiamo  aggiunta  la  cilazionc  e  del  ra- 
gionamento e  della  pagina,  servendoci  delle  due  edizioni  del  Sorren- 
tino giudicate  le  migliori  di  tutte,  cioè  una  fatta  nel  1548 .  l'  altra 
nel    155 1 .    ambedue    in    8. 

La  Circe  divisa  in  dieci  Dialoglii.  Si  cita  1*  edizione  fatta  ìo  Firenze 
dal  Sorrentino  l'anno  1549.  ìn  8.  e  i  due  numeri  aggiunti  agli  esem- 
pii segnano  il  Dialogo,  e  la  pagina.  —  In  questa  nuova  impressione  si 
è    citato    anche    V Argomento _,    e    la    Lettera    dedicatoria.  — 

La  Sporta  (b)  Commedia  in  prosa  .  Si  citano  1'  edizioni  de'  Giunti  di 
Firenze  del  1550.  e  del  1002.  in  8.  (e)  allegandone  gli  atti  ,  e  le 
scene;  —  ed   anche    il    Prologo   colla    abbreviatura    prol. 

Il  Cello  del  Giambullari.  V.  GiambulL  Geli. 


fGen. 
Genes. 
Genes.  P. 


N. 


Volgarizzamento  della  Genesi.  Testo  a  penna,  che  fu  gih  di  Piero  del  Ne- 
ro  (129),  oggi  nella  mentovala  Libreria  Ae^  Guadagni  segnato  col  nume- 
ro   39. 


Giach.  Malesp. 
Giachet.  Malesp. 

211. 


cap. 


Continuazione    della     Storia     Fiorentina    di    lìicordano     Malespini  ,     fatta 
Giachetto    di  Francesco    Malespini    suo    Nipote.   V.    Bicord.    Malesp, 


da 


Giac.   Oraz.  » 
*Giacom.  Oraz»  73. 


Orazioni  di  Lorenzo  Giacomini  Sebalducci  Malespini^  stampale  in  Firenze 
parte  nelle  case  de' Sermartelli  l'anno  1597.  in  4*  (d)  parte  nel  Volume  1. 
IL  e  VL  della  Parte  L  dulie  Prose  Fiorentine.  I  numeri  alcuna  volta  ag- 
giunti   agli    esempii    indicano    le    pagine    di    dette    edizioni. 


Giac   Col.  Son.  Petr.      Sonetto    di   Giacomo    Colonna    a   Messcr  Francesco    Petrarca    impresso    dietro 


laf^lli  in  tutto  il  Vocabolario  dod  sì  ha,  tratto  da  questa  Lft- 
tura^  che  r  cscm(Mo  allegato  atlj  voce  ìùitilàj  ma  il  numero 
^6.  aggiualuvi  ci  manifesta  con  tutta  siruteua  l' udizione  di 
cui  si  valacro ,  elio  è  <|U(.'lla  di  Firfuic  {Torreniino  )  iS^g. 
in  B.  (fucila  Lettura  ò  divisa  in  tre  parli,  ed  è  riprodotta 
nelle  Lezioni  suddette  del  l55l.  oudc  per  avventura  sarà 
ii.it'j    ijucslu    ii1)l>agho. 

(a)  Schhenc  da  quello  che  qui  dicono  gli  Arrademici 
Bcmliri  cho  tutlc  queste  Letture  venissero  da  essi  alteg.iic  , 
pure  egli  e  i.crlu  clic  nuli  trassero  che  pochi  csrnipii  dalle 
prime  quattro:  sircliò  le  altre  si  possono  avere  per  non  rita- 
te. Ben  e  vero  che  alla  voce  Sonno  sì  ha,  6do  dalla  prima 
impressione,  il  seguente  esempiu  attrihuilo  al  ijel/o  sopra 
Dilati'.  M  11  sonno  e  requie  delle  opcraxioDÌ  esterou  per  l<-ga- 
Dicnto  del  senso  comune,  dato  dalla  natura  per  ristorar  gli 
animali  ••  ;  il  >,ualc  esempio  potrclihe  per  avventura  apjiarte* 
nere  a  qualcuna  delle  suddette  Letture^  ma  nuì  non  Talihia- 
mo  potuto  rinvenire  nò  in  queste,  né  in  qu«?llc  impresso  d^l 
Torrentino  Panno    l55l. 

(1>)  Alla  voce  INSOSPETTIRE  si  altrilmivaao  a  questa 
Commedia  duo  esempii,  ma  fu  osservato,  cho  il    lecoodo  ap- 


parteneva alla    Circt  s  onde  in  questa    nuova    impressione    ad 
o>sa  si  «  lesliluìlo. 

(r)  rari-i  predio  dell*  Opera  d  lrasrrir«r  qui  quello  the  di 
questa  commedia  e  stampa  dice  il  Gamha  nei  Testi  Hi  /ingum 
sulto  il  numero  ^nH.  f  lì  posta  ragtonevoi mente  in  duttbio 
m  lii  esistenza  di  queitn  edizione,  ricordata  dtiftì  ^cfndemé- 
m  ci  j  ma  con  ia  medesima  data  |603.  st  e  /atta  in  Sapoli 
m  una  ristampa  nell'anno  I^Bl.  in  la.  /  iiolsi  che  ifitestm 
m  t'ommedia  /a  .'sporta,  appai  teufa  veramente  at  ytachiavti' 
m  II,  e  che  ti  Ce/il  aggiuntevi  certt  poche  cù*€ ,  la  desse 
m  Juora  per  sua  *». 

(lai))  Si  veda  rio,  che  dico  dì  questo  Tctlo  il  nostro 
Infartn.ito,   il   quale   ne   ragiona   De*  suoi    Avvertimenti. 

(d)  t^urstc  Orazioni,  registrate  nella  Tavola  lino  dalla 
tcrva  imprrssiunc,  non  furonu  spogliatfì  tik  da  quei  Compila- 
tori, nò  da  quelli  della  quarta  ,  ì  quali  non  upogliarono  air 
Ìture  II*  alile  contenute  nelle  Prore  Fiorentine  ,  quantunque 
e  regiitrasieru  rome  spogliate.  Gh  esempii  allegati  in  questa 
nuova  impressione  sono  tulli  tratti  dal  Aii(^(-i>  .Vpi>jc/'0  del  Sig. 
Luigi  Mimi,  che  cito  a  pagine  l'cditionc  sndJetla  del  Ser* 
martelli. 


Giambull.  Geli, 
Giamo.  GelL  18. 
*Giamb,  Orig,  ling.  Fior. 


Giambull.  Stor,  Europ, 
4.  89. 


Giard.   Consol. 
*Giard.  Cons.   197. 


Gi'o.  Dond.  Son,  Petr.  » 
ti  Gioi*.Dond,son.  al  Petr, 


»979 

le  Rime  del   Petrarca  a  car.   580.  dell' edizione    del    Rouillio    di   Lione   1574. 
iu    12. 

Dialogo  intitolato  il  Gello  di  Messer  Pierfrancesco  Giambullari  (130)  cìt:l- 
1* origine  della  Linjijiia  Fiorentina,  Si  citano  le  due  edizioni  di  Firenze, 
cioè  quella  del  Doni  fatta  nel  I54G ,  io  4,  e  quella  del  Xorrentino 
del  1549.  in  8.  ed  alcuna  volta  si  sono  aggiunti  i  numeri  delle  pagi- 
ne   (a) . 

Storia  d'Europa  di  Messer  Pierfrancesco  Giambullari  dall'anno  800, 
fino  al  91^,  stampata  in  Venezia  appresso  Francesco  Senese  l'an- 
no 15(ìf>.  in  4.  I  numeri  aggiunti  alle  citazioni  additano  il  libro , 
e  la  pagina  .  —  In  questa  nuova  impressione  noi  abbiamo  adoperala 
ancbc  la  ristampa  di  quest'  Opera  fatta  in  Pisa,  presso  Niccolò  Capurro^ 
l'anno  182.2.  in  due  volumi  in  8.  allegando  però  sempre  i  numeri  delle  pa- 
gine dell'edizione  del  156().  i  quali  per  maggior  comodo  sono  stati 
notati    nel    margine    di    questa    edizione. — 

Volgarizzamento  del  Libro  intitolato  Giardino  di  Consolazione  fatto  da 
Bono  Giamboni  3  lesto  a  |ienna  ,  che  fu  già  del  Bicot^erato  _,  dipoi  del 
Cavalier  Cosimo  Venturi  (Ì3I). —  In  questa  nuova  impressione  dalla  let- 
tera F  in  gìu  si  è  aggiunta  la  paginatura  agli  esempil  allegati  dalla  Crusca^ 
e  si  è  seguilo  in  e  iòj  e  nelle  nuove  giunte  la  slampa  che  di  quest'  Opera 
fece  in  Firenze,  presso  Guglielmo  Piatti,  il  Doti.  Francesco  Tassi^  l'anno  1836. 
in  8,  Il  perchè  e  il  come  sia  ciò  stato  fallo  ,  vedilo  meglio  nella  ag- 
giunta a\V  Introd.    f^irt, — 

Sonetto  di  Giovanni  Dondi  a  Messer  Francesco  Petrarca  stampato  dietro 
alle  sue  Rime  a  carte  579.  dell'edizione  del  lìoyillio  fatta  in  Lione  nel  1574. 
in   12, 


Gio.  mi. 

G.  r.  I.  I.  I. 
G.  K.  12.  8.  tit. 
G.  K  2.  7.  g. 
G.  r.  f^it.  Maom. 
«G.  K  I.   (.. 


Storia  di  Giot^anni  yHlani  staq^pata  in  Firenze  per  Filippo^  e  Iacopo  Giunti 
l'anuo  1587.  in  4.  Si  cita  a  libri,  capitoli,  e  numeri,  i  quali  numeri 
nell'esemplare  spogliato  dai  primi  Compilatori  furono  per  maggior  como- 
do posti  di  dieci  in  dieci  versi  ad  ogni  capitolo;  e  talora  si  citano 
anche  i  medesimi  titoli  de' capitoli,  lo  che  indica  l'abbreviatura  tit.  Nelle 
precedenti  impressioni  oltre  allo  stampato  i  Compilatori  citarono  anche  ì 
Testi  a  penna  di  Bernardo  Davanzati_,  di  Curzio  Picchena^  nostro  Acca- 
demico, e  di  Messere  Sperone  Speroni  (132),  essendo  parutì  loro  più  si- 
curi, che  lo  stamjiato.  Nella  presente  impressione  abbiamo  avuto  continua- 
mente fra  mano  il  suddetto  ottimo  Testo  di  Bernardo  Dax'anzati  (133), 
il  qual  Testo,  mancata  non  ha  guari  la  discendenza  di  questo  nostro  il- 
lustre Cittadino,  è  pervenuto  in  mano  del  Canonico  Gabbriello  Riccardi, 
e  frequentemente  l'abbiamo  consultato  qualora  in  luoghi  oscuri,  o  sospetti 
dell'esemplare  stampato  ci  slamo  avvenuti,  avvertendo  per  lo  più  in  fine 
degli  esempii,  per  mezzo  di  una  parentesi,  i  Lettori  ,  allorché  la  lezione 
di  questo  a  quella  dello  stampato  abbiamo  anteposto.  Olire  a  questo  Co- 
dice il  quale  contiene  solamente  dieci  libri,  non  essendosi  potuto  avere 
notizia  de' Testi  del  Picchena^  e  dello  Speroni ^  abbiamo  talvolta  citati 
due  altri  antichi  Testi,  che  nella  Librerìa  del  Marchese  Riccardi  (134)  si 
conservano  segnati  Q.  HI,  XXXII.  e  Q.  IlII.  L,  ed  un  altro  che  fu  del- 
l'Abate Antonmaria  Salvini  nostro  Accademico  ,  ed  ora  parimente  è  in 
mano  del  Cnnouico  Gabbriello  Riccardi.  Dietro  all'esemplare  stampato  di 
Gioianni  f^illani  sono  alcune  giunte  tratte  da  due  Testi  a  penna,  uno 
che   fu    già    di    Simone    Ubriachi^    e    poscia    di    Iacopo    Contarini ^    \*  altro 


(l3o)  Questa  altbreviatura  manca  nelT  Indice  della  passa- 
ta edisioQe  del  ^'oca1)ola^io,  quantunque  in  essa  fosse  citato 
questo  Libro,  come  si  può  vedere  dagli  esempli  addotti  nelle 
voci    /iaccina.   Poco,  ec 

(a)  Due  soli  esempii,  tratti  da  quest'  Opera,  si  hanno  nel 
VocalioUrìo  della  Crusca.  Il  primo  alla  voce  Buccina,  che  vi 
fu  addotto  dat  Compilatori  dulia  quarta  impressione,  e  non.  co- 
me essi  dicono  nella  nota  l3o-,  da  quei  della  terza.  L'altro 
alla  voce  /*oco  ,  avveri),  il  cui  numero  ,  aggiunto  da  quei 
della  quarta,  corrisponde  alta  pagina  dclP  edizione  del  l546. 
iD  ^.  Dall'  Àltierli,  e  da  noi  quest'  0|>era  si  cita  a  pagine 
suH*  edizione  del  iS^Q-  <^o\V  ahbrevialura  Giamb.  Orìg.  ling, 
fior,   cioè    Origine  della   lingua     Fiorentina. 

^l3i)  Ài  presente  non  si  sa  dove  sia  questo  Testo  y  se 
forse  oon  è  quello  che  fu  dello  Stritolato,  e  che  ora  si  con- 
serva tra  1  MS.  deir  Accademia,  o  quello  che  abbiamo  osser- 
vato tra  i  MS.  della  Libreria  del  Marchese  Riccardi  segnato 
P.  ///.    Vili. 

(l32)  rtc-lLMndice  dell' aDlecedenli  impressioni    ì    Compi- 


latori di  esse  tralasciarono  dì  far  menzione  di  questo  Testo  , 
quantunque  più  volte  il  citassero,  come  si  può  vedere  dagli 
esempli  addotti  alle  voci  FIDATA,  MALEFICO  ,  SCOMBI- 
NATO, ec.  Avremmo  creduto,  che  questo  fosse  quel  medesì- 
mo  Testo  Speroni,  di  cui  fa  menzione  l' Infarinato  ne'  suoi 
j4\>  l'erti  menti,  se  non  avessimo  osservalo,  che  quello  contene- 
va i  primi  sei  Libri,  e  parte  del  settimo  solamente,  laddove 
questo  da'  Compilatori  citato  conteoe"  aache  il  Libro  duode- 
cimo, come  da' mentovali   eiempii  si  può  riconoscere. 

(l33)  Questo  Codice  è  così  celebre,  che  è  superfluo  il 
darne  maggior  contezza  .  Si  veda  ciò  che  di  esso  dice  Fran- 
cesco Rondinelli  nel  suo  Ritratto,  o  Compendio  della  Vita 
di  Bernardo  D:>vanzati  posto  in  fronte  agli  Opuscoli  del 
medesimo  stampati  in  Firenze  per  Amadorc  Massi  ,  e  J'in- 
cenzio  Landi  nel  i638.  e  ristampati  modernamente  in  Pado* 
va  presso   Giuseppe   Cornino  nel   IT^?- 

{l3:^)  Questi  Testi  sono  in  cartapecora  ,  scrini  con  otti- 
mo cjrat:ere,  e  coli*  arme  della  Faiui,k;Iia  de' Villani  iiiÌDÌat& 
in  fronte,  ma  uno  è  piìi  corretto  dell'altro. 


1980 


di  Benedetto  Tornaquinci^  Queste  giunte  pur  sono  alcuna  Tolta  citate, 
di  che  dà  contrassegno  rabbrevìatura  g*.  signìGcante  ^unta,  die  si  osser- 
Ferà  posta  dopo  il  numero  del  libro,  e  del  capìtolo  (IS'^).  Fra  queste 
giunte  si  è  la  f^ita  di  Maometto ,  la  quale  abbiamo  continuato  a  cita- 
re separatamente,  come  fecero  i  primi  Compilatori,  per  maggior  f.icitità  di 
chiunque  volesse  riscontrarne  gli  esempli,  quantunque  per  altro  sappiamo, 
che  ne'migliori,  e  più  antichi  Testi  a  penna,  e  precisamente  in  quello,  che 
fu  del  Dai^anzatij  questa  non  è  altro,  che  il  capìtolo  oliavo  del  Libro 
secondo  ,  che  dai  copiatori  fu  separatamente  trascrillo.  —  Da  alcuni  de* 
nostri  predecessori,  o  cortesi  aiutatori  talora  si  è  citala  l'edizione  di  Firen- 
ze del  1823.  in  8.  fatta  per  cura  di  /.  Moutier j  ma  siccome  a  dir  ve- 
ro questa  è  piuttosto  mal  condolta  ,  così  noi  siamo  andati  a  rilento  (  e 
talora  forse  troppo  corrivi  )  ad  accettarne  le  aggiunte  per  questa  nuova 
impressione  .  K  acciocché  altri  vada  convinto  di  quantu  affermiamo  ,  ne 
abbia  una  prova  n*rl  passo  seguente  tolto  dal  libro  0.  capitolo  " 'l.  La 
sua  Signorìa  wenne  menOj  e  suo  legnaggio j  do\e  la  stampa  citata  del  1587. 
ha,  e  assai  bene:  La  sua  Signorìa  tenne  meno  al  suo  lignaggio.  Le  stampe 
anteriori  a  questa  Iciigono,  non  punto  meglio  di  quella  del  Moutier:  Per  la 
sua  signoria  l'enne  a  meno  suo  lignaggio.  Lezione  ed  esempio  allegalo  dai 
Compilatori  Napoletani  alla  voce  Meno,,  spiegando:  lenire  a  meno,,  wale  Man* 
carcj  Perdersi. 


«cGiuoc.  PitL 

ttGiust.  ConU  Bell. 
Man.   IO. 


Giuoco  di  Pittagora.  V.   f^arch.  Giuoc.  Pitt.  (a) 

La  Bella   Mano  di  Giusto  de' Conti.  V.  Bell,  Man.  (b) 


Gonn.  Interra.  Lue. 
Bim.ant,  » 

Gr.  S.  Gir, 

Gr.  S.  Gir.    II. 

Grad.  S,  Girol. 

Grad.  S.  GiroL  D. 

Grad.  S.  Girol.  M.»y 

Grad.  S.  Girol.  cap.  IO. 
fi  Grad.  S-  Gir.   13.  tit. 
ti  Grad    S.  Gir.  pr. 

Guar.  Bim. 

Guar.  Past.  fid. 

Guar.  Past.  fid.  I.  2. 
«  Guar.  Past.  fid.  prol. 
tGuar.  Past.  Jìd.  cor.  2. 

Guicc.  stor. 
Guicc.  stor.  8.    lOI. 
H  Guicc,  Stor.  9. 


Bime  antiche  di  Messer  Gonnella  degV  Interminelli  da  Lucca.  V.  Bim,  ani. 
Bim.  Ant.  P.   N.    Bim.    ant.    B.    M.    e  Bim.   ant.    F.    B, 

Volgarizzamento  dell'  Opera  intitolata  Gradi  di  S.  Girolamo.  Nelle  prime  im- 
pressioni furono  citali  due  Tosti  a  penna,  uno  che  fu  già  del  Sollo  (130), 
P altro  che  fu  di  Francesco  Marinozzi  nostro  Accademico  dello  il  BiscaU 
dato  (e).  Nella  presente  abbiamo  onclie  citato  per  lo  più  a  capilolì  I*  c- 
scmplarc  stampato  in  Firenze  nel  1729.  in  4.  presso  Domenico  Mafia  Man* 
ni.  —  SI  sono  anche  citati  i  titoli  dei  Capitoli  ,  ed  il  proemio^  il  che 
viene    indicato    dalle    abbreviature    tit.    e  pr.   — 


Bime  di  Batista    Guarini   nostro    Accademico    detto   il    fagliato. 

Pastor  ludo  Tragìconiniedia  pastorale  del  medesimo.  Tanlo  di  questa  che 
delle  Bime  se  ne  diano  alcune  delle  migliori  edizioni,  e  del  Pastor 
Fido  si  allegano  per  lo  più  j;Il  alti,  e  le  scene;  —  ed  anche  coll'abbre- 
vialura  prol.  e  cor»  11   piologo,  ed  i  cori, — 

Storia  d'  Italia  di  Messer  Francesco  Guicciardini  (137),  In  questa  edizione 
abbiamo  alcuna  volta  citalo  T edizione  di  Firenze  fatta  da  Lorenzo  Tor- 
rentino  nel  1 '>6I.  in  foglio,  e  talvolta  alcune  altre  delle  più  moderne  e 
corrette  edizioni.  I  numeri  aggiunti  agli  esempli  additano  il  libro  ,  e  la 
pagina  (d).  —  In  questa  nuova  impressione  il  Leopardi  cita  a  volumi  e  a 
pagine  la  stampa  di  Friburgo  (Firenze  )  dell'  anno  177^-76.  in  quattro 
volumi  in  '1.;  e  noi,  oltre  alle  edizioni  adoperate  dagli  Accademici^  citiamo 
a  libri  e  a  pagine  quella  di  Niccolò  Capurro  fatta  in  Pisa  per  cura  del 
Professor  Gio.  Bosini    Tanno    I811)-2U.    iu    dicci    volumi    in    8;    e    di    questa 


gè    ali  a    vote    Berlingaccio ^ 
UD    E    pff    ìtliaglio    forse 

servirono    gli    Arcadcmici 


(l35]  Esempio  dì  somi^tiaote  cilaxionc  può  essrr  (ptelK> 
«italo  alla  vore  MANOVALDO. 

(a)  Questa  ahhrevialura  ù  leg 
doT8  in  luogo  di  ì'arch,  fu  puslo 
Hrtlo  tUnipjttire. 

(b)  Di  qucìta  alihrevialura  si 
•Ile   Toci   In,   0    infroniiart. 

(l36)  Il  Tolto  del  .S0//0  fu  veduto,  e  ritato  anclie  dal 
Conte  I-ederif;o  Uhaidini  nella  TavoU  a  t'^rancrsco  da  lìar* 
t'arino,  ma  ak  questo,  uè  quello  del  /{i.tcn/iiitto  al  preseote  sì 
^a  dove  sicno,  e  V  rscmplarc  sijmpato  è  tratto  da  altri  Codi. 
fi,  i  quali  SODO  anrlic  mollo  divmi  di  quetli,  rome  dal  ri- 
irontro  degli  esempli  citati  si  può  rompreudcre. 

(e)  Questo  Testo  ooi  slamo  di  credere  rlie  »la  quel  medcsi- 
mu  rbL'  al  presente  si  ronserva  in  Honia  nella  liKreria  del 
Principe  /instino  Chigi,  e  dal  quale  noi  traemmo  la  Meditazione 
dell'  Aihero  delta  Croce  stampata  in  Fircnie  V  anno  l836  ia 
8.   presso  pavid  Passigli,  e  Sodi-  Vedine  le  ragioni,  se  vuoi  | 


nella  lettera  dedicatoria  a  5.  E.  il  Sig.  Marchese  Pier  t'rómre- 
sco  Rinuccini. 

(137)  I  Compilatori  passati  tacquero  1*  rdiatoDe  del  Guie- 
riardini,  di  cui  si  servirono.  Gli  spogli,  da'  quali  sono  Iratli 
(;li  e>empii  a^gtnnii  in  ■lues.la  iniprrtsione,  furono  fatti  dal /fé* 
di,   il   qu.de   non    nolo  1'  rditionc,  di   rui    li    vatie. 

(d)  La  maggior  parie  degli  esempli,  rlie  hanno  l'aggiun- 
la  di  due  numeri,  allegali  Ij  prima  volta  nella  quarta  impres* 
sionc  ,  si  riscontrano  peifettjnieiite  ,  co»Ì  nella  lettura,  ro- 
me nella  numeraiione,  rolla  «lampa  fatta  dal  Giolito  in  Ve- 
netia  l'anno  i.'ìG".  in  ^.  (Molti  iimiplarì  hanno  la  data  del 
l568.odet  l^&^.  ma  l'edisione  è  sempre  la  slessa))  e  que- 
sta dee  essere  qurtla  al  rerlo,  <li  rui  si  valse  il  /Ìrdi.  In  essa 
gli  ultimi  quattro  liliri  hanno  fronlcs|tisio  e  nunierjiione  se- 
parala. Del  resto  non  porhi  esempli  o  non  hanno  alcuoa  nu* 
meratione,  o  hanno  un  numero  solo,  e  questo  addita  sempre, 
nei  molti  che  ahliiamo  riscontrati,  il  liliro  i  onde  torna  tmp.>s< 
siljìle  il  fermare  eoo  sicureua  da  quale  edinonc  veoDcro  tratti. 


edizione  si    è    servilo    allrcsi    il    Cot.    Angelo   Pezzana,   citandola    a    volumi 
L'  a   lincine.  — 
GuiJ.Cafalc.Jiiiii.ant.    lìime   amiche  di  Guido    Cai  alcanti.   V.    Bim.  ant.    e  Jìim.  anU  B.    M. 

Quid.  Col.  /lini,  ant.»  Rime   antiche  di   Guido  dalle    Colonne.  V.   Rim.   ant.   e   Rim.  ant.   P.   N. 


Guid.  Giud. 

Guid.  G. 

Guid.  Giud.  83. 
*Guid.  G.  ì.  2. 
*  Guid.    G.  pr. 


Guid.  Giud.  R.  ant.» 


(Volgarizzamento  della  Storia  della  Guerra  Troiana  di  Guido  Giudice  dalle 
Colonne  di  Messina  (138).  Testo  a  penna  che  fu  del  Sollo  j  dipoi  tra  i 
libri  MS.  di  nostra  Accademia  (139),  il  quale  molte  volte  è  citalo  a  pagi- 
ne. Si  h  citalo  anche  un  altro  Testo  a  penna  di  Francesco  Redi  (l'iO),  ora 
presso  il  Ball  Gregorio  Redi.  —  In  questa  nuova  impressione  noi  citiamo  l'edizio- 
ne di  Venezia  dell'anno  Ki8l.  in  loglio;  ed  i  numeri  aggiunti  agli  esenìpli  co- 
sì nuovi,  come  ai  giù  allegali  dalla  Crusca^  segnano  il  libro,  ed  il  capilolo- 
e  l'abbreviatura  pr.   il  proemio,  — 

Rime  antiche  di  Guido  Giudice  dalle   Colonne.  V.   Rim,  ani.  e  Rim,  ant 
P.  N. 


*  Guid.  Guinìz. 


Rime  di  Guido  Guinizzelli.  V.  Rim.  ant,  (a) 


Guid.  Ori,  Rim.  ant.»   Rime  antiche  di  Guido  Orlandi.  V.  Rim.   ant.   Rim.  ant.  P,  N.   Rim.  ant.    B. 
M.  e  Rim.  ant.  F,  R. 


Guitt.  Lett. 

Guitt.  Lett.   15. 
X  Guitt.  leu.  F.  R. 
«Guitt.  lett.  R. 
*  Guitt.  leti.  '25.  66. 


Lettere  di  Fra  Guittone  d'  .brezzo.  Se  ne  citano  due  Testi  a  penna,  che  furo- 
no già  di  Francesco  Redi^  uno  de'quali  conteneva  Lettere  64.  (b)  l'altro  35.  Il 
primo  di  essi  è  peiduto  ;  l'altro  si  conserva  presso  il  Bali  Gregorio  Redi. 
Questo  Testo  è  attualmente  sotto  il  torchio,  ed  alcuna  volta  anche  di  questa 
stampa  ci  siamo  serviti.  I  numeri  delle  citazioni  corrispondono  a  quelli  delle 
Lettere,  —  lu  questa  nuova  impressione  si  cita  sempre  la  stampa  qui  accen- 
nata, uscita  in  Koma  colla  data  del  1745.  in  4.  ed  i  due  numeri  aggiunti 
alle  citazioni  accennano  la  lettera,  e  la  pagina  di  questa  edizione,  nella  qua- 
le sono  le  lettere  31,  3'2,  33,  34.  e  35,  che  nou  sono  di  Fra  Guittone,  ma 
citate  anch'esse  colla  stessa  abbreviatura.  — 


Guitt,  Rim.  Ant. 
'Guitt.  Rim.   l.   179. 


Rime  antiche  del  medesimo.  V.  Rim.  ant.  Rim.  ant.  P.  N.  e  Rim.  ant.  F. 
R.  —  In  questa  nuova  impressione  abbiamo  citato  anche  le  Rime  di  Fra  Guittone 
stanijiate  in  Fii-enze  l'anno  I8'28.  in  due  volumi  in  8.  e  coi  due  numeri  a''- 
giunti  alle  citazioni  accenniamo  il  volume,  e  la  pagina  di   questa  edizione.  — 


I 


^Iacopo  Colonna  San.       Sonetto  al  Petrarca  di  Iacopo  Colonna.  V,  Giac.   Col.  Son.  Petr, 
Petr. 

lac.Most.Pìs.Bìm.anttj  ^^"^^  antiche   di  Iacopo   Mostacci  da    Pisa.    V.  Bim.    ant.  P.  N.    e   lìim.  ant. 
F.  Jì. 


•»  fac.  Sold.  Sai. 

Imit.  yit.   Cris.iì 
imitaz.  f^it.  Cì'is.ìi 
Imitaz.   f^it.   Crist.  3G. 


Satire  di  Iacopo  Soldani.  V.  Sold.  SaL  (e) 

Libro  intitolato  Imitazione   della    f^ita   di    Cristo.  Si  cita  ,    ed    alcuna  volta 
pagine^  un   Testo  a  penna  (I''*I)j  che  era   già    tra'  MS.  dell'Accademia. 


(i38)  !□  UD  Codice  di  questo  Volgarizzamento,  die  fu  di 
Bfrnariio  l>avantali ,  oggi  Ira'  MS.  del  Canonico  Gabbnello 
Htccariti  nostro  Accademico,  ed  in  un  allio  s  pò;;  li  alo  dallo 
Stritolalo,  rome  apparisce  da'  suoi  scritti,  che  si  conservano 
IraUe  scrillure  di/ll'  Accademia,  si  lepge,  che  la  Storia  dei/a 
tJuei-ra  Troiana  di  Guido  Giudice  lu  vol-aiizzata  da  Matteo 
dt    Ser   Cioiannì    l  eìlvhuvni  da    Pistoia    nel    l33i. 

(l^i))  Q)uesto  Testo  al  presente  più  non  si  trova  tia  i 
US.  dell'  Accademia. 

(l^O)  Di  questo  Testo  così  scrìve  il  Redi  nelle  postille 
da  lui  medesimo  inserite  nel  suo  Vocabolario  :  JSelle  postille 
marginali  MS.  ho  citato  il  mio  Testo  a  penna  di  Guido  Giu- 
dice ^  che  e  un  Testo  antichissimo,  e  correttissimo ,  scritto  in 
Cartapecora   in  foglio,  ottimamente  conservato. 

(a)  Oltre  alle  Kime  del  Guinizzelli^  o  Guinicelli  stampale  d<ii 
Giunti  V  anno  152^  {in  questa  nuova  impressione  si  cita  da'  Com- 
pilatori Bolognesi  la  Canzone  :  Lo  fin  pregio  avanzato,  che  sta  nei 
Poeti  del  primo  Secolo,  voi.  I.  pag.  69.  e  seguenti,  atlril>uita 
dalla  Crusca  a  Guido  Giudice,  come  si  comprende  dalle  voci 
Aìtire,   Lucore,  Rallumare . 


(1))  O  le  Lettere  contenute  in  questo  Codice  non  eiano 
di  Fra  Guittone,  o  Fra  Guittone  scriveva  in  due  modi  T  udu 
assai  difieieule  dall'altro;  il  che  non  crediamo.  Intatti  chi 
dirà  the  nei  seguenti  escmpiij  tolto  il  primo  dalla  voce  Com- 
p  isxionarr,  il  secondo  dalla  voce  Pace,  e  il  teizo  dalla  voce 
Preliminare,  la  lingua  e  lo  stile  senta  punto  della  lingua  e 
dello  stile  delle  Lettere  di  Fra  Guittone,  che  altbianio  a  stampa  7 
Certo  nessuno  rz  In  questo  acerbo  avvenimento  son  certo,  che 
voi  compassionerete  me  e  lui.  ^  E  se  sono  Gentili,  al  più  al  più 
rispondono:  va*  in  paCe.  Z^JVon  entrano  mai  nel  preliniinare,  per 
non  entrare  nella  opera .  E  quello  che  diciamo  di  questi  tre  sì 
potrebbe  dire  di  molti  altri,  che  per  brevit'a  tralasciamo. 

(e)  Questa  abhrevialura  s'incontra  alle  voci  Jlalo  ,  Al' 
chimista,   appiccinito j  e  a  moltissime  altre. 

(l^l)  Abliiamo  detto,  che  alcuna  volta  si  cita  a  pagine  , 
perchè  pare,  che  cosi  si  debba  ialeodere  la  citazione  di  alcu- 
ni esempii,  come  di  quello  riportato  alla  voce  ME.?JZIONE. 
^iuno,  per  quanto  sia  a  nostra  notizia,  fa  menzione  di  questo 
Libro,  onde  alitiamo  non  senza  qualche  ragione  dubitato,  che 
forse  possa  essere  klato  scambiato  dall'  altro  intitolalo  :  Med^ 


Iy82 

*  Imverfy.Tusc.  D.  IO.     Dialoghi  di  materie  filosofiche  del  Prior   Orazio    Rucellai  detto    V Imperfetto. 

7'.  8.  137.  y.  Dial.  Imperf. 

*lmpcrj.  y.  Alh.D.  I. 
/•.  '.).  20. 

*  Imperf.  y.  Tib.  D.  2. 

T.   II.  i'iS. 

*  Imperf.  Prov.  D.  3.  T. 

:-,.  i(i2. 

*lmpcif.  Tim.  D.  'i.  T. 
Ck  253. 

*  Imperf.  Anat.  178. 


Incer.  liim.  ant.  » 


liiine  antiche   W  Autori  incerti.   V.  liim.   ant.    e    Rim.    ant.    B.    M. 


Injarinato  primo,  e   Infarinato  secondo.  V.  Salvial. 


Injitrin.   I. 
Injàrin.  2. 

Inghilfr.  Rim.  ant.  »      Rime  antiche  d'  Inghilfredi.  V.  Rim,  ant.  P.  N. 


Introd.  alle  yirt. 

IntroJ.   yirt. 

Intr.    yir. 
ttlntrod.  yirt.  D. 
*  Introd.  yirt.  l't. 


Libro  intitolalo  Introduzione  alle  yirtù  (a).  Testo  a  penna  che  fu  del  Sollo^  di- 
poi tra'!\IS.  dell'Accademia  (142),  — —  in  ijuesta  nuova  impressione  si  cita  l* 
esemplare  stampato  in  Firenze  presso  Molini,  Landi,  e  Comp.V  anno  1810. 
in  8.  per  cura  di  Gio.  Rosinij  eil  anche  l'altro  stampalo  pure  in  Firenze, 
presso  Guglielmo  Piatti,  l'anno  1836.  in  8.  per  cura  «lei  D.  Francesco  Tassi 
unitamente  ad  altri  Trattati  di  Bono  Giamboni.  E  sì  l'una,  e  si  l'altra  «lam- 
pa si  citano  a  pagine.  Se  non  che  dell'  ultima  non  si  è  potuto  far  uso  che  dalla 
lettera  F  in  giù,  perchè  le  lettere  antecedenti  erano  già  impresse  quando  questa 
USCI  in  lucej  alla  quale  si  è  quasi  sempre  data  la  precedenza  ncll' accettarne 
la  lezione;  e  sempre  poi  si  è  fatto  uso  di  essa  nell'aggiugnere  le  citazioni  a- 
gli  esempli  già  allegati  dagli  Accademici,  i  quali  sono  stati  recali  alla  lettu- 
ra della  medesima  sol  quando  non  correva  retto  il  senso,  o  era  guasta  1'  Or- 
tografia; che  quanto  alla  varietà  di  alcune  desinenze  ,  che  non  cadeva  sulla 
voce  che  provava  il  tecna,  o  il  paragrafo,  non  st  è  posta  una  (oltilitsima  di- 
ligenza. — 


Laber. 
Lab. 


Laberinto  d'amore   del  Boccaccio.  V.  Bocc.  Laber. 


Lap.  Gian.  Rim.  ant.  »    Rime   antiche  di  Ser   Lapo  Gianni.    V.   Rim.  ant.  Rim.  ant.  P.  N.  e  Rim.  ant. 
F.  R. 


lozioni  (iella  Vita  di  Cristo.  Per  altro  ìd  ud  Testo  a  pcnm» 
di  qur:.!'  Opera,  che  ora  ciisle  ira'  MS.  ilell'  Aifailcinij,  allo 
pagine  intlicjlc  iioii  si  trova  1'  esempio  sudilctlo  allegalo  alla 
voce  Mfnziom',  ilal  <lie  si  può  arguire,  che  il  Testo  dagli  Ac- 
cademici  citato  fosse  diverso  da  questo  (*). 


(•)  Kra  diverso  ÌDduLitalamentc,  ed  era  quel  mnlesitno 
che  i  Compilatori  drlla  lena  impressione  citarono  sotto  il  titolo 
di  Meil.  Vit.  Cnst.  di  }lf<i.  I  it.  Cr.  S.  /t.j  ed  anrhe  di  fu.  Cnst. 
on<le  (;li  Arradcmici  della  quarta  presero  al>l)jgIio  quando  nella 
noia  202  atiermarouu  :  il  Tfito  ihllo  Smunto  <■  */*  prtsente 
tra'  MS.  tiell'  Accademia.  Un  Testo  vi  doveva  essere,  ma  o  non 
era  dello  .Smunto,  n  rcrto  non  era  ([urlio  tlonde  furono  trat- 
ti gli  undici  esempii  allegati  nel  Vor,i1i»lario  sotto  il  (itolo  di 
Mfdtt.  f  it.  Cnst.  I>el  rimanente  il  Testo  dello  Smunto,  da 
cui  fu  tratta  la  voce  Mt-nzionc  (che  è  la  sola  che  si  alleghi 
sotto  il  titolo  d'  Imitnz.  f'it.  Crist.)  si  coDserva  presentemcn* 
le  in  Homa  nello  Valtirt'llijna  segnato  A.  ^.^.  E  the  sìa  que* 
sto  il  Testo  allegato  nel  Vuraltolario  ila  quei  «Iella  terxa  impressio- 
no, se  ne  ha  un  riscontro  ccrtis»imo  nel  numero  36  della  cilatioue 
aiqiosta  ali'  esempio  addotto  ;  il  quale  .si  trova  appunto  a  car- 
te 36  di  questo  Testo.  Che  esso  poi  appai  tenesiie  allo  affina 
to,  ne  fa  lede  rinscritione  apposta  da  mano  mo<Ierna  innan* 
si  al  pr<dogo  in  i|UCste  formali  parole  :  (tuf-tto  /ihra  è  di  Sf 
mone  lìcrti  Accatlrntico  ttt'Ha  Cru.tcn  coijnommato  lo  Smunto. 
E  colla  numrrationo  di  t[Ucsto  Codice  si  rafTrmtano  allieti  la 
citHÌoni  liclle   voci   ignudo,   e   ImprontciAtt  allegale  sullo  il  li- 


(a)  A  quest'Oper»  nella  presente  e<)ìtione  abbiamo  rests* 
luito  gli  espiiipii  allegati  alle  voci  finemente,  Crai,'e.iia,  Insu- 
perhiare,  Morbidamente,  e  ftangvla  attrihuite  dagli  Accademici 
insieme  a  quello  allegalo  alla  voce  .4ccontare,  che  pure  ap- 
partieou  a  qucst' Opera,  ai  Solthquii  di  S.  Agostino,  eoo  cin- 
que altri  allegati  alle  voci  Falò  §■  111,  Fare  fata  §.  Ut, 
Mammona,  ignavia,  e  Jmprot'eJenz.ij  i  primi  (re  attribuiti 
al  Trattato  de'  Peccati  mortali,  e  gli  altri  due  %\V  E^ potinone 
de'  Salmi. 

(1^2)  A  questo  Tetto  ahliiamo  ora  reitiluìto  I*  esempio, 
che  nella  passata  impressione  era  stato  atlribuilo  all'  IntrodutiO' 
ne  del  Decamerone  nella  voce  FARCITA*.  Del  rettaote  nel 
Testo  di  quest'Opera,  che  ora  si  cooierva  tra  i  MS.  dell*  Ac- 
cademia,  si  legge  che  era  stato  posseduto  dallo  Stritolata,  * 
non  «lai  So/lo,  onde  o  questo  è  un  Cudice  diverso  da  quello, 
o  io  ciò  h  qualche  abliaglio. 


tolo  di  }fed.  f'tt.  Crtst.  ed  anche  quella  apposta  alla  voce 
Addotto  allegata  sotto  il  titolo  di  /  it.  Cnst.  È  poi  cosa  indo- 
bitala,  che  tanto  U  imitasione  della  I  ita  di  C'i.tto,  quanlo  la 
Meditatone  della  I  ita  di  disto,  «  la  Vita  di  Cristo  allegala 
nel  Vocaholario,  oon  sono  che  una  sola  Opera  citata  sopra  di- 
versi Testi  ;  cioè  nella  terxa  impressione  sopra  quello  dello 
Smunt't  con  tre  titulì,  come  si  h  veduto  ;  e  nella  jihma  col 
solo  titolo  «Il  f'it  Cnst.  sopra  il  Testo  di  Pier  dei  t\er<o  »  « 
sopra  un  altro  indicato  a  beo  5o  estmplt  con  la  cifra  D.  che 
forse  impuilcrk  Dtni,  »  DcU. 


La  se.  Rim, 

Lnsc.  Jiim.  3.  308. 

*  Lasc.  rim.  1 .  1 85. 

•  Lasc.  rim,  '1.  71. 
Lasc.  rum.  Madr.  20. 
Lasc.  Rim.   .Madrig.  'i5. 
Lasc.  Rim.  MadrÌ4jales. 

.'il. 
Lasc.  Capii. 
Lasc.  Son. 
Lasc.  Guer.  Mostr.  st.  8. 


Lasc.  Gelos.   I.  2. 

Lasc.  Spirit.  2.    I. 
li  Lasc.   Spii.  prol. 

Lasc.  Streg.  1.   3. 
"Lasc.   Slreg.  prol. 

Lasc.  Sibili.  5.  4. 

Lasc.  Pinz.  5.  7. 

Lasc.  Parerti.  4.  6. 
uLasc.  Par.  prol. 


Lasc.  Noi'. 
Lasc.  Nov.  4. 
uLasc.  nof.  ult.   injine. 

*  Lasc.  nov.  Introd. 

*  Lasc.  cen.   I.  nov.  7. 

*  Lasc.  cen.  2.  nov.  6. 

150. 
^ Lasc,  cen,  3.  nov. 

pag.  262. 
■  Lasc.  cen.  voi. 

n. 

*  Lasc.  Cdn.    l.  nov.  G, 

tit. 
*Lasc.  Introd.  cen.    I. 
44. 


IO. 


P''S 


1983 

Opere  di   Anlonfrancesco    Grazini   detto  il  Lasca    nostro  .iccadenùco,  cioè: 

Rimej  delle  quali  nelle  passate  itnpressioni  fu  citato  un  Testo  a  penna,  che 
tu  già  dello  Smunto,  poi  di  Bernardo  Benvenuti  Priore  di  Santa  Feli- 
cita. Nella  presente  impressione  ci  siamo  serviti  di  tre  Manoscritti  di 
queste  Rime  IVa  di  loro  confrontati  e  corretti;  il  primo,  clie  fu  dell'  Abate 
jintonmaria  Salvini  j  il  secondo,  che  si  conserva  nella  Libreria  de! 
Marchese  Ferdinando  Bartolommei  nostro  Accademico;  il  terzo  esistente 
nella  Libreria  del  Palazzo  àe' Pandolfini  nella  via  di  San  Gallo.  Alcuna 
volta  abbiamo  citalo  anche  le  Rime  del  Lasca,  che  si  leggono  stampale  nel 
terzo  volume  tiell' Opere  burlesche  del  Berni,  e  di  diversi  altri  Autori  colla 
data  di  Firenze  del  1723.  ed  in  questo  caso  alle  citazioni  dogli  esempii  sono 
aggiunti  due  numeri,  il  primo  indicante  il  predetto  terzo  volume,  il  secondo 
le  pagine  del  medesimo.  Alcuna  volta  queste  Rime  si  sono  citate  più  spezial- 
mente, cioè  accennando  i  Sonetti,  i  Capitoli,  e  precisamente  le  ^ladrigalesse, 
delle  quali  abbi.imo  quasi  sempre  aggiunta  la  numerazione  .  Nella  Guerra 
de' Mostri  abbiamo  per  lo  più  aggiunta  la  citazione  delle  stanze,  e  talvolta 
olire  a'suddetti  Testi  a  penna  abbiamo  citato  ancora  le  antiche  edi- 
zioni di  essa  fatte  in  Firenze,  cioè  quella  di  Domenico  Manzoni  del  1584. 
in  4.,  e  quella  del  1612.  in  12.,  nelle  quali  vanno  unite  la  Gigantea  , 
e  la  Nanea.  —  In  questa  nuova  impressione  si  è  citato  delle  Rime  l'edi- 
zione fatta  in  Firenze  da  Francesco  Moiicke  V  anno  1741-42.  in  due 
volumi  in  8.  ed  i  numeri  aggiunti  agli  esempii  ne  additano  il  volume, 
e  la  pagina. — 
Commedie  sei   in   prosa,  cioè: 

La  Gelosia. 

La  Spiritata. 

La  Strega, 

La  Sibilla. 

La  Pinzochera. 

I  Parentadi. 

Co'  numeri  aggiunti  alle  citazioni  se  ne  allegano  gli  atti,  e  le  scene , 
—  e  coir  abbreviatura  pixil.  il  prologo  — ;  e  regolarmente  di  tutte 
queste  Commedie  si  cita  l'edizione  fatta  in  Venezia  per  Bernardo  Giunti, 
e  Fratelli  nel  1582.  in  8.  Delle  due  prime,  cioè  delH  Gelosia  e  della 
Spiritata,  si  cilano  talvolta  anche  le  più  antiche  edizioni  di  Firenze. 
le  quali  soi»o  più  corrette,  essendo  stale  troncale  alcune  cose  nella  detta 
stampa  di  Venezia;  cioè  della  Gelosia  la  stampa  di  Firenze  nelle  Case 
de'  Giunti  nel  I55I.  in  8.  e  della  Spiritata  la  stampa  pure  di  Firenze 
appresso  i   Giunti  del   1561.  in  8. 

Novelle  (143)  undici,  cioè  dicci  della  seconda  ,  e  una  dell'  ultima  Ce- 
na, essendo  perduto  il  rimanente  di  quest' Ctpera.  Si  citano  tre  Te- 
sti a  penna,  uno  ,  che  fu  già  di  Giovanni  Berti  nostro  Accademico 
detto  il  Rispigolato  ,  dipoi  del  Canonico  Lorenzo  Panciatichi  pari- 
mente nostro  Accademico  ,  e  presentemente  nella  Libreria  di  Niccolò 
Panciatichi  nella  Scansia  VII.  segnato  col  num.  4.,  il  secondo,  che 
fu  del  già  Canonico  Lorenzo  Gherardinij  il  terzo  esistente  presso  il 
Marchese  Andrea  Alamanni  nostro  Accademico  ,  nel  quale  si  contie- 
ne solamente  l'ultima  novella  dell'ultima  Cena.  Agli  esempii  citali 
abbiamo  per  lo  più  aggiunto  il  numero  della  Novella.  —  In  questa 
nuova  impressione  si  cita  dai  Compilatori  Bolognesi,  e  da  noi  1'  e 
semplare  stampato  in  tre  volumi  in  Milano  l'anno  1815.  in  16.  da 
Gio,  Silvestii,  intitolato  :  Le  Cene  di  Anton  Francesco  Crazzini  det- 
to il  Lasca  .  Il  primo  ,  e  '1  secondo  volume  ,  si  citano  per  cene  e 
novelle;  e  più  spesso  per  cene,  novelle,  e  pagine.  Il  terzo  col  nu- 
mero del  volume  e  della  pagina,  e  qualche  volta  anche  del  volume, 
della  novella,  e  della  pagina  .  Le  due  abbreviature  tit,  e  Inlrod.  accen- 
nano, la  prima  il  titolo  della  novella;  la  seconda  1'  Introduzione  a 
ciascuna    cena.  — 


Legenda  dell'Ascensione  di    Cristo.    Testo    a    penna,    che    fu    dello    Smunto, 
ora  nella  Libreria   de'  Panciatichi  alla   Scansia  V.  segnato  col   num.  7.  (144). 


(1^3)  Queste  .Vofc//e,  o  sieoo  Cfne  del  Lasca  ora  per 
la  prima  volta  nella  preseale  impressioDe  sodo  state  da  noi 
citate,  per  essere  dod  meno  delle  altre  Opere  di  questo  Scrit- 
tore dettate  con  somma  grazia  e  leggiadria,  come  &i  può  os- 
servare negli  esempli  allegati  alle  voci  CAKNE  ,  CUIOCCA- 
KE,  ec. 

(1^4)   Questa  Leggenda  è  stata  poi  data  alle  stampe    per 


Domenico  Maria  Manni  in  Firenie  nel   IjSS.  nel  Tomo  IV. 
dell'  Opera  intitolata  Vite  di  Santi  {•). 


(*)  Questa  slampa  è  diversa  nella  lettura  ,  come  si  ritrae 
dal  confronto  da  noi  fatto  cogli  esempii  allegati    Del    VocaLo- 


1984 

uLegg.  Asc.  S.  B. 
"Lesg.  yh.  Cr.  342. 


Leggenti.  Giob.n 
Leggend.  S.  Giob. 


—  In  questa  nuova  impressione  si  cita  a  paj;irìe  l'esemplare  stampato  dal 
Marini  in  Firenze  nel  1735.  nel  Tomo  IV.  delle  Ki'te  di  Santi  j  il 
quale  fu  citato,  avvegnaobè  non  ne  faccino  menzione,  anche  dagli  Accade- 
mici,   come    ai    può    vedere    alla    voce  Nebula.  — 

Leggenda^  o    sia    fi(a   di   Giob.    Testo    a   penna    (145). 


Leggend.  Invenz.  Crac.    Leggenda   dell'  Invenzione    della    Croce  .    Testo    a    penna  ,    che    fu    gii    dallo 
Leggend.  Invcnz.  Crac.        Smunto. 
S.  B. 
tfLegg.  Inv.   Cr.  S.   B. 


Leggende  di  Sante.  Si  citano  tre  Testi  a  penna;  uno,  che  fu  già  di  Baccio 
yalori  (l^fìj,  poscia  del  Scnaior  Luigi  Guicciardini j  e  di  presente  nella 
Libreria  di  Niccolò  Panciatichi  (147);  il  secondo,  die  fu  già  di  Gio- 
vambalista  Strozzi  (l'l8);  il  terzo,  cbc  fu  AeW Agghiacciato  (149)  ;  e  che 
ora    è    tra    i    .MS.    dell'Accademia. 

Leggende  di  Santi  Padri .  Tosto  a  penna  di  Simone  Berti  cognominato  Io 
Smunto,  (.t) 

Leggend.  S.  Gio.  Bat.    Legenda   di  San    Giovanni  Batista,  o  i\a  della  Natii'ità  di  San  Giovambalislaj 
Le"g.  Nat.  S.  G.  B.  Testo  a  penna,  cbc  fu  già  dullo  Smunto  (150);  —  di  poi  di  Francesco  Medi,  che 


Leggend.  Sant. 
Legg.  S.  B.  K 
Lef^gend.  Sant.  B.  V. 
Leggend.  Sant.  G.   S. 
Le^i^end.  Sant.  P.  S. 

ttlegg.  SS.  Pad.  S.  B. 


Leggend.  S.  Gio.  B. 
S.  B. 

Leggend.  S,   Umil. 
*Legg.  S.  Umil.  84. 


Sdisse  sopr.i  il  suo  iioinc,  e  del  BjIi  Gregorio  Bedtj  clic  lo  lasciò  alla   Lau  • 
rcaziana;  dove  al  presente  si  couscrva  segnalo  col  numero  146.  — 

Leggenda j  o  sia  fidila  dì  Santa  Umiliana  de'  Cerchi j  Teslo  a  penna  (151), 
che  fu  già  del  Senatore,  e  Cavaliere  Alessandro  de'  Cerchi  nostro  Accade- 
mico  detto  il  Suggellato  j  e  di  Consiglio  de' Cerchi  suo  fratello,  oggi  in 
mano  del  Senalore,  e  Cavaliere  Cerchio  de' Cerchi  parimente  nostro  Accade- 
mico (b).  ■ —  In  questa  nuova  impressione  sì  cita  col  numero  delle  pagine  la 
slampa  fatta  ìn  Firenze  nella  Stamperia  Magheri  V  anno  18-7.  in  8.  per 
cura  del  Can.  Morenij  e  si  sono  aiiclic  agj^ìunti  i  numeri  delle  pagine  del- 
l'edizione suddetta  a  tutti    gli  esempli  già  allegati    dagli  Accademici.  — 

Leggend,  Spìrit.  S.  Leggenda  dello  Spirito  Santo  j  Testo  a  penna,  clic  fu   già    dello  Smunto,  Nella 

Leggend,  Spir.   S.  S.   B.       presente  impressione  abbiamo   talvolta  citalo  co'numerì  delle  pagine    Tcsem- 
t<Legg.  Sp.  S.  350.  piare  impresso  in   Firenze  per    Domenico    Maria    Manni   nel     1735.     in    4-, 

nel  Tomo    IV.  dell'Opera   intitolata   f^ite  d'alcuni  Santi. 

tiLeggendar.  Sant.  K.        Leggendario  di  Sante  fergini.  Testo  a  penna,  (e) 


(l4^)  QacsU  aUbrcvìatura  mancava  DellMnrlice  della  pas- 
lata  ìin[iressionc  hcni  liè  questo  Tc^to  a  penna  si  Irovi  citatu 
alla  voce  SOSTENERE,  e  altrove  (*).  Crediamo  per  avventura, 
clie  sia  lo  sieste  C"dirc  di  Pier  del  Nero,  <Ii  cui  fa  m<*n*in. 
ne  V  Infarinato  negli  Avvertimenti,  e  nel  quale,  olire  la  ì  i- 
ta  di  S.  Otoh,  craDo  Ìl  Libro  de' Sagramenti ,  le  lavole 
d' ICsopo,  e  la   Fioriii'i  d'  Italta, 

(l^f>)  Crediamo,  die  queslo  sia  quel  medesimo  Testo, 
che  h  mentovato  dall'  Infttrinato  negli  Avvertimenti  sotto  il 
lilolo  di   I.e^^rnde  dt  Sante. 

(l47J  (^>uciio  Tosto  è  uno  di  quelli,  che  sono  segnati 
io' numeri  8.  9.  e  IO.  nello  Scaffale  V.  Ira  i  Codici  di  quella 
Libreria. 

(148)  Que&lo  MS.,  siccome  ancora  tutti  gli  iillri  che  fu* 
rono  di  (fioi-(ìni''{iti.tta  Strazi,  non  sappiamo  io  mano  di 
chi  passassero,  ne  dove  al  presente  sicno. 


lario,  dal  Testo  clic  era  dello  Smunto,  donde  si  riconosce  che 
gli  Acradi-micì  presero  aliliaylio ,  quando  affirrniarono  che  il 
Tello  dello  Smunto  era  quel  medesimo  che  al  loro  tempo  si 
ronirrvava  nella  lil-rena  de'  Panctattchi  .  No;  \\  Testo  dolio 
Smunto  non  era  passalo  in  questa  Idtreria  ;  sì  in  quella  dì 
J''rancr.<co  Jiedi  ;  v  oltre  alla  suddetta  I.egeemtn ,  conteneva 
illresì  lo  l.rggende  di  S.  (Ho.  fìntitta  .  AcW  /nvemione  de/fa 
Croce,  e  dfUo  Spinto  Santo,  ed  h  qurl  medoiima  da  essi  ri- 
cordalo qui  appresso  nella  noia  i5o  e  che  ora  si  conserva  Ira 
ì  Codici  Iti'duni  nella  Libreria  di  S.  Lorenio  ,  segnato  col 
numero  1^6. 

(*)  Questo  e  ntlrove  non  ri  ha  luogo,  non  essendo  que* 
Ito  Testo  cìt.itu  dagli    accademici  cht  alla  voci  Sjstenert. 


(149)  In  colai  guisa  abbiamo  credulo  che  ti  debbi  in- 
tendere questa  abbreviatura,  che  mancava  nell'  Indice  dell'  an- 
tecedente impressione,  e  che  abbiamo  osservala  alla  voce  SBAN- 
DITO,  e   alCnvr. 

(a)  Cosi  intcrprcliamo  questa  abbre^ìalura  non  tirata 
fuori  dagli  Accademici  quantunque  sì  legga  6no  dalla  lena 
impressione  alla  voce   Olì'msa. 

(i5o)  Parimente  questa  abbrct ialura  mancava  nell'Indi- 
ce della  passali  impressione,  quantunque  si  leggesse  alle  vo- 
ci DOMINAZIONE.  INSUFFICIENTE,  ed  altre  Avrisiamo, 
che  questa  Lef^^enda  fosse  contenula  nel  medesimo  Testo  del- 
lo Smunto,  che  conteneva  le  leggende  dell'  Atctntiont  dt 
Cristo,  dell*  Intensione  dcìÌA   Croce,  e  dello  Spirilo  Santo. 

(i5l)  Talora  si  cita  anche  coti:  t'it.  S.  Umil.  rome  li 
può  vedere  alta  loce  SCANDOLOl  Negh  spogli  del  Testo  di 
questa  Lefirendit  filli  dal  .*fuf!t!el/ato  ,  che  si  conservano  nel 
Fascio  VI,  delle  Scritture  drll*  Accademia  ,  si  lcgf;e  ,  che  i 
Testimoni  esaminati  nel  Processo  di  quella  Beala  fabbricalo 
r  anno  i6a5.  la  giudicarono  scritta  di  sopra  a  35o.  anni. 
(b)  Questo  Testo  al  presente  non  sì  ritrova  presso  la  famiglia 
Cerchi  j  e  la  stampa  fattane  in   Fircnte  è  tratta  da   un  Tetto 

riosscduto  dal  Sig.  Piìore  Leopoldo  Htcasoli  Cavaliere  di  quel* 
a  Iwntì^  grotduua,  ed  affeaione  a*  buoni  sludii,  che  tulli  tao* 
no. 

(e)  Cosi  interpreliamo  qaesla  abhrcvialara  ouervala  alla 
voce  ffftìscinamento  allegata  soltanto  dagli  Accademici  della 
quarta  im|iressìonr  :  se  non  che  questa  *oie  potrebbe  appar- 
tenere alle  Lff^ende  di  .\'anti  soprammentovatr .  tanto  più  che 
nelle  Ire  prime  impressioni  ì  Tesli  del  l 'afori,  e  dello  StroB- 
Il  erano  inltlotalì  Leggendario;  come  può  vedersi  alle  v«ci 
Pirottamente,  Leno,   Maneìla. 


1985 


Lemm.  Orl.Rim.ant.»      Rime  antiche  di  Lemmo  di  Giovanni  Orlandi.  V.  Rim.  ant,  F.  R. 


LetL   Com,  Fir.  »  Lettera,  o  sia  Volgarizzamento  d^  una  Lettera  scritta  dal   Comune    di    Firen- 

Lett.   Com.  Fir,  G.  S,         ze  (1^2).  Testo  a  penna  che  fu  di   Gìovambatista  Strozzi. 

Leti.   Com,  Pater»  Lettera,  o  sia  Volgarizzamento  d'una  Lettera  dal  Comune  di  Palermo  scritta 

Lett.  Com.  Paler.CS*  a  a  quello  di  Messina  contro  al  Re  Carlo  d*Jngiò.  Testo  a  penna  parimente 
di  Giovambatista  Strozzi. 

Lett.   Feder.   2.    Imper.  Lettera,  o  sia   Volgarizzamento  d'una  Lettera  scritta  da  Federigo  II.  Impera- 
Lett.   Feder.   2.   Imper.       dorè,  o  in  nome  di  esso  (153).  Testo  a  penna,  che  fu  dell*  Ansioso,  poscia 
G.  S.  del  Duca  Luigi  Strozzi  (a). 

Lett.  Don,  Acc»  Fr.  S.3Ì  Lettera  di  Donato  Acciaioli  a  Franco  Sacchetti  (154)  (b)  ,  la  quale  si  trova 
nel  Codice  dell*  Opere  diverse  dì  Franco  Sacchetti ,  che  fu  già  del  T?!- 
menafój  ova,  4*^Ua  ìjìl>rena  de' Giraldi  (e).  V.  Frane.  Sacch,  Op.  div. 

Lett,  P.  Gregor.  a  Fed.  Lettera,    o   sia     Volgarizzamento    d'  una    Lettera    scritta    in    nome    di    Papa 

Imp.  Gregorio  IX.  a   Federigo    II>    Imperatore.   Testo  a   penna    pur   del    soprad- 

Lett.  P.  Greg.  a  Feder.  detto   Giovambatista  St/'ozzi. 
Imp,  G.  S.  >j 

Lett.  Rom.  stai.  G.  Cr.     Lettera,  o  sia   Volgarizzamento  d'una  Lettera  scritta  a' Romani  sopra  Ut  Sta- 
Lett,Rom,stat,G.CHs.i3       tura    di    Gesù    Cristo.    Testo    a    penna   (lj-^)    (ti). 
Lett.  Rom.  stat,  di  Gè- 
sucr. 

Lett.  Salut.  >?  Un    volume    di     Lettere     originali     di     mano     di     Coluccio     Salutati    Segretario 

della   Repubblica  Fiorentina   scrìtte    l'anno    1379.  Testo   a    penna    del    Guer- 
nito  (156). 


(iSi)  Crediamo,  che  questa  Leftvr.i  sia  quella  eoo  cui  il 
Curounc  di  Fireazc  risponde  a  quello  di  Pavia^  che  gli  ave- 
ra  scrino  per  codo  dell'Abate  di  Vallombj-osa,  come  si  rica- 
va dalt*  Infarinato,  il  quale  vide  questo  Codice  ,  in  cui  erano 
anche  le  Lettere  del  Comune  di  l'aUrmOj  e  di  Federigo  II. 
qui  sotto  citale,  e  mentovate  dal  medesimo.  TTa  Testo  a  pen- 
na di  questa  Lettera  si  vede  nella  Libreria  del  Marchese  /Ric- 
cardi segnalo  S.   III.   XXXXVII.   (*)' 

(iSJt)  Abbiamo  cosi  di-llo,  perchè  V  Infarinato  asserisce, 
che  nel  Testo  di  C.iovnmhalistn  Strozzi  si  leggeva,  che  que- 
sta Lettera  era  stata  dcllala  di  Maestro  Ptero  delle  ì  igne 
Segretario  di  l'edengo  //.  Del  restante,  quantunque  i  passati 
Compilatori  la  slimassero  volgarizzata,  nondimeno  si  può  an- 
che credere,  che  da  Ini  fojse  scritta  in  Lingua  nostra  ,  per- 
ciocché cosi  pare,  che  si  dt-libano  iutemlere  le  parole  di  Gio- 
vanni ì Ulani  nel  cap.  26.  del  lib.  6.  dove  favella  di  questa 
Lettera,  la  quale  fu  falla  scrivere  da  federico  11.  a' Principi 
d'Italia  per  dolersi,  ed  appellare  dalla  sentenza  d'  ìnnocen- 
zio  tf'.y  il  quale  nel  Concilio  generale  di  Lione  T  aveva  sco- 
muuicato,  deposto,  e  privalo  dell'Imperio. 

(a)  QuL'sta  lettera,  citata  varie  volte  anche  sotto  il  titolo 
di  Lib.  Die.  o  Dtcer.  venne  scorrettamente  pul)blìc3ta  sopra 
un  Testo  Riccardiano  da  Gio.  Lami  V  anno  1739  in  quella 
parte  delle  Veliciae  crnditortini  che  ha  per  titolo:  Jfistorìae 
Sicii/ae  Laiirenlii  Bonincontrii.  E  poi  da  notare  che  1'  esem- 
pio allegato  dagli  Accademici  alla  voce  Piantone ,  come  tolto 
da  questa  Lettera,  non  appartiene  altrimenti  ad  es^a ,  si  alla 
Elezione  fatta  dai  Princìpi  della  Mogna  di  Currado  figliuolo 
delio  'mperadore  t'cderigo  ad  essere  imperadore  appresso  di 
lui.  La  quale  Operetta  venne  citata  eziandio  sotto  il  titolo  di 
Lihr.  Die.  o  Dicer.  come  si  può  vedere  alle  voci  Distriig- 
cimento.    Gramigna,  ed    altrove 

(l5'|)  Questa  abbreviatura  mancava  nell'Indice  dell' an- 
tecedente edizione ,  quantunque  questa  citazione  si  leggesse 
alla  voce  SCOBBICCHERARE    (•*) 


(•)  Sa  questo  Codice  venne  poi  pubblicata  dal  Lami  in 
nota  l'anno  lySS.  nell'Opera  intitolala:  Sanctae  Ecclesiae 
Florentinae  Monumenta  pag.  i479-  ^  seg.  ed  è  questa  certa- 
mente clic  Tu  allegata  dagli  Accademici  sul  Testo  dello  .S'fross/, 
come  può  vedersi  alla  V.   Sentenzievolmente. 

(••)  Ma  Si'or'ùcckcrare  era  un  mostro  di  voce  ,  e  non 
una  Toce  legittima,  e  quindi  l'u  giustamente  mandato  ai  con- 
fini dagli  Accademici  della  quarta  impressione,  i  quali,  leggen- 
FocaOolano    T-    ti. 


(b)  Nessun  esempio  si  trova  con  questa  abbreviatura  nel- 
la quarta  impressione.  Questa  lettera  venne  pubblicata  dal 
Poggiali  nella  sua  Serie  dei  Testi  di  lingua  stampati  ec.  Li- 
vorno iSl3.in  due  volumi  in  8.  unilameuie  ad  una  del  Sac- 
theiii,  delta  quale  essa  e  risposta;  e  dell'una  e  dell'altra  u- 
nite  trovausi  esemplari  impressi  a  parte. 

(r)  Questo  Testo,  die  dai  Giraldi  redo  la  casa  Giugni, 
fu  acquistato  dal  Marchese  Giuseppe  Pucci,  e  venduto  non 
ha  mollo  da' suoi  eredi  al  sig.  Guglielmo  Libri  unilamente 
agli  altri  Testi  posseduti  da  quell'egregio  S /gnore.  Di  esso  se 
ne  conserva  una  copia  esalta  nella  Magliab echiana  classe  VII- 
cod.  852. 

(l55)  Manca  questa  abbreviatura  negl'Indici  delle  passate 
impressioni,  qu3nlun:juc  si  trovi  sino  nell'originale  della  pri- 
ma, come  si  può  osservare  alle  voci  SERENISSIMO,  VE- 
NUSTO ec.  Di  questo  TesIOj  da  noi  non  veduto,  ne  da  al- 
tri mentovato,  non  possiamo  dire  cosa  alcuna.  È  noto  ,  che 
questa,  o  simili  altre  Opere  'sono  dagli  eruditi  riputate  apo- 
crife. 

(d)   A  questa   Lettera  abbiamo  re,-^liluilo  1'  esempio,  che  gli 
Accademici,  alla  voce    Fentilante  at\.'buirono  fino  dalla   prima 
impressione,  alle  Lettere  di  D.  Gioi>anni   Dalle    Celle.    Ciò  dee 
essere  avvenuto,  perchè  nel   Testo  Andrcini  da  essi  adoperato, 
die'ro  le  lellere  del   Dalle   Celle  trovasi   Questa  lettera    sulla 
Statura  di   Cristo  j   e  noi   non    dubitiamo    punto     che    questo 
non  sia  il    Testo,  del   quale  essi  si  servirono   nelle    allegazioni 
alle  voci  Ser'enissimo,  e   J'emisto.   Abbiamo  già  detto,  parlando 
delle    Lettere  del    Dalle  Celle,  come  questo  Codice  al  presente 
si  conserva   uella  Magliabecbiana  al  pa!cli.    Vili,    segnato    col 
numero  22.   >'è  qui  vogliamo  lasciar  di  dire  che  alla  voce  Bi- 
forcato si  legi;c  questo  esempio  z^i  Lib.   Dtcer,  La  barba    co- 
piosa e  nel   mezzo  biforcata  m  e  cbe  in  questa   Lettera  si  ha: 
La  barba  copiosa,  e  del  colore  de*  capegli  non  lunga  ,  e  nel 
mezzo  biforcuta^  donde  si  vede,  che  il   Libro  di  Dicerie  con- 
teneva  Ira  r  alire  cose,  anche  questa  Lettera,  la  quale,  con 
lezione  non  molto  buona,  e  diversa  da  quella  del  Codice  An^ 
dreini,  fu  data  alle  stampe  in  Roma    Y  anno    l8i6.  in  8.  da 
Guglielmo    Manzi  nel  libro  intitolato;    Testi  di  lingua  inediti 
tratti  d'i'  Codici  della   Biblioteca    F^atirana. 

(l56)  Questo   Codice  non  sappiamo  al  presente  do\e  sia- 


do  secondo  il  Codice,  si  valsero  dell' esempio  medesimo  alla 
voce  Scombiccherato;  ma  mutarono  la  mentovata  abbreviatura 
in   questa:   Frane   Sacch.    Op.  div.    Lett.    /tcciaiuol.   56. 

Ma 


ly«6 

Leu,  S.  Bern. 

Leti,  Tuli,  a  Quin. 

Lez.  Sega,  » 


Lio.  Adora.  Donn. 
lÀbr,  Ador,  Don, 
lÀbr,  Adora.  Donn. 


Volgarizzamento  delle  Lettere  di  S.  Bernardo.  V.  Pist.  S.  Bern. 

Volgarizzamento  d' una  Lettera  di  Tullio  a  Quinto,  V,  Pìst,   Cic  aQuin.  (a) 

Lezioni  quattro  di  Annoto  Segni  (157)  fatte  nelP  Accademia  Fiorcnlina  sopra 
la  Poetici,  si  cita  pc-r  lo  più  a  pagine  la  stampa  fattane  in  Firenze  da 
Giorgio  Marescotti  l'anno    Ì58l,   in  8. 

Libro  degli  adornamenti  delle  Donne.  Testo  a  peana  ,  clic  fu  di  Francesco 
Redi,  ora  del   ball  Gregorio  Redi  (158). 


Lib.  Amor. 
Lib.  Am,  G,  Torn, 
Lib,  Am.  24. 
Lib,  Amor,  58. 
a  Lib.  d'Amor,  3. 


Libro,  0  sia    Trattato  d'Amore.    Testo    a    penna,  che   fu    già    àtW InUnso ,    e 

dipoi   tra' MS.   dell'Accademia    (159).    In    questa  impressione    abbiamo    anche 

citato    a    pagine    un    altro    Testo    a   penna,    che  fu    già    dello    Smarrito^  ora 
in  mano   dell'Abate  Niccolò    Bargiacchi. 


Lib,  Astr. 

Libr.  AstroL 

Lib.  AstroL  G,  S. 

uLibr,  d' Astrolog. 

a  Lib.  Coni. 

Lib.  cur.  feb, 
a  Libr.  cur.  febbr, 
Lib.  cur.J'ebbr.  F.  B.yj 

Lio.  cur.  malati, 
tt Libr.  cur.  malati. 
«Lib,  cur.  malalt.  F.  R.  » 

Lib.  Die. 

Lib.  Dicer.  G.  S, 
ti  Libr.  Dicer.  div, 
et  Lib.  Dicer.  Lett.  Feder, 
Jmper 


Libro j  o    sia    Trattato  d' Astrologia.    Testo   a   penna,    che    fu    già    dì    Giovam- 
batista  Strozzi. 


Libro  di  Conti.  Testo  a  penna  (b). 

Libroj  o  sia  Trattato  della  Cura  delle  Febbri.  Testo  a  penna,  che  fu  di 
Francesco  Redi,   ora  del  Bali  Gregorio  Redi. 

Volgarizzamento  del  Libro,  o  sia  Trattato  della  cura  di  tutu  le  Malat- 
tie (160).  Testo  a  penna,  che  fu  già  del  mentovato  Francesco  Redi,  ora 
in  mano  del  Bali   Gregorio  Redi. 

Volume  d*  Orazioni,  o  sia  Libico  contenente  Dicerie  Diverse  (161).  Testo  a 
penna,  che  fu   già  di   Giouambatista  Strozzi. 


(a)  a  questa  Lettera  aLIiìanio  toUu  nelle  Giunte  e  Cor- 
rciiooi  l'esempio  allegato  al  §.  II.  della  voce  SIGNOHE,  al- 
tiiliuilole  per  ciTorc  dagli  Accademici  della  quarta  imprcisio- 
nc,  e  r  alibiamo  assegn.tlo  all'  Orazione  per  (Jui/ilo  l.igario 
tradulla  da  Scr  /ìritnctto  Latini  ,  stampala  in  Kirciuc,  die- 
tro air  antico  Volgarizzamento  di  Boezio,  V  anno  17  t4-  in  8. 
a  cui  appartiene  ,  e  da  cui  lo  trassero  gli  Accademici  ,  come 
ne  fa  Tede  il  numero  aggiunti^  all'allegazione- 

(iSj)  Nelle  due  prmic  impressioni  del  Vocaliolario  non 
furono  citale  (piestc  Lezioni;  il  Giiernilo  le  aggiunse  nelPln- 
(lice  dell*  unici  cdcnlc,  come  dall'originale  di  està  abbiamo  ri> 
conosciuto  (*). 

(l58)  Questo  Testo  fu  tralasciato  di  notare  ncU*  Indice 
della  passata  impressione,  quantunque  in  varie  voci  si  Icgges- 
»cro  più  esempli  da  csio  lialli,  come  si  può  osservare  «elle 
voci  BELLO,  UOLLICOLA,  DKCOTTO,  DKFOUME,  DE- 
PORMITA',  ed  altre.  Alcuna  volta  è  citalo  cosi:  Tratt  Or- 
nam.    Donn.   come   alla   ìocc   DEIMLATOUIO. 

(l5())  W  Tcslo  k\c\V  Intriso  fu  spoglialo  dallo  SlritoUto, 
coinè  si  vede  da' suoi  scritti,  che  si  couservano  nell' Accade* 
mia.  Egli  asserisce  che  in  esso  si  leggeva,  die  eia  sialo  coni* 
piKito  {la  /initrca  a'  prieglii  ili  Gita/lia  i  ,  sema  darne  altra 
più  distinta  notizia.  Due  Codici  ne  sono  anclic  Ira  i  MS.  de' 
/>irnrMjf/ii  eolia -stessa  inliiotaziono  e  memoria.  Quello  dcIP/i- 
Iriso  al  presento  più  non  si  trova  tra*  MS.  dell'  Accademia- 
Uucllo,  che  fu  già  dello  Smarrito,  ora  dell'  Abaie  llargiac- 
fili,  di  cui  nella  presento  iiìi|ireskÌone  ci  siamo  servili,  h  scril- 
l(t  nel   l^OtJ.  per  mano  di  Sfufu/t    d^  Alessandro    Arrigucct. 


(*)  Clio  il  Ctternito  lo  aggiungeste  ncU*  Indice  dell'  an- 
leccdcntn  impressione  lark  %'eriitimu,  nò  noi  il  cunlrasteremo  ; 
ma  egli  e  vero  altresì  cbo  non  dovettero  essere  spogliato  nò 
da  lui,  nò  da  altri,  da  poi  che  in  tulio  il  Vocabi>lario  Don  si 
trova  iiD  sulo  esempio  coli*  abbreviatura  Lez.  Srgn, 


Traile  Prose  Fiorentine  stampale  in  Fireuic  dal  Doni  nel  iS^S. 
—  anzi  nel  l547-  —  si  legge  alta  pag.  4l*  tm  capitolo,  trai- 
lo da  questo  Trattato  d'Amore  (*').  con  questa  itllilulaiio* 
oc;    Cìualtifri   H'  Amore  nel   Liltro  drl   t'at-aìirr   /ìrettone. 

(b)  Cosi  interpretiamo  questa  abbreviatura,  che  manca  in 
tutte  le  improsioni  «Iella  Crusca,  quantunque  si  legga  6no 
dalla  prima  alla  voce   l'ALCO. 

(160)  Il  Redi  crede  che  questo  Trattato  sia  stato  Tolga* 
rizzato  t\^  Sere  Zucchero  lìencivettnì.  Vedansì  le  AnnolaBiuni 
al  suo  Ditirambo. 

(161)  Crediamo,  che  questo  Testo  sia  il  medesimo  di 
quello  che  è  citalo  sotto  nome  di  lìicerie  di\-er.<e  in  «arie  vo- 
ci, come  DlBOKAlllTA'.  LEGGERE,  Mi.  VOLITOKE,  ed 
altre;  0  sotto  nome  di  Tavola  di  dicerie,  come  in  DISTUUG- 
GIMKNTO  (*•*);  e  così  anclie  chiama  1' /«/ìin/iii/o,  che  vide 
questo  medesimo  Testo,  o  ne  fece  grandistima  stima,  come  si 
può  vedere  nel  suo  Libro  degli  .4%verttmenii. 


(**)  Questo  Capiltdo  por  altro  dee  essere  stato  tratto  da 
un  codice  di  dettatura,  o  certo  di  lesione  diversa  dai  due  che 
servirono  allo  spoglio  pel  Vocabolario:  da  che  dello  sci  voci 
che  gli  Accademici  trassero  i\i  questo  rapitolo,  due  sole  se  ne 
rinvengono  ntUo  stampato,  cioè  l'atene/U,  e  Studio j  ma  anche 
quetif  nel  restante  delle  parole  non  confrontano  cogli  osempii 
addotti. 

(***)  Che  questo  Testo  sia  quel  medesimo,  che  venne  al- 
legalo anche  sulto  nomo  di  J)icerie  Ifit'erse  ,  t  di  Tavolai  di 
l>icerie  o  cosa  tudubitaia  ,  e  noi,  parci*  l*  abbiamo  provato  ad 
evidenza  nella  lettera  mandala  innanzi  al  Sfrittone  di  S.  /Ver* 
nardo  sullt  Miseria  Uniann,  stampalo  in  Virente  sW  instgit'i 
di  Danif  r  anno  i83a.  in  8.  ma  non  ci  è  riuscito  per  anche 
di  rintracciare  inlcramente  l'Opere,  che  esso  conteneva,  klcu- 
oe  delle  quali  vennero  eziandio  allegate  sotto  il  lor  |»rophu 
nome. 


lÀb.  Dod,  Aru 


lÀb.  Maccai, 
Ub,  Macc.  M. 
Lio.  Maccab,  M.  A, 
Lib.  Macc.  M,  A. 

Lio,  maL  don. 

Lib.  Masc, 
Lib,  Moscaio. 
Lib.  Moscai.  F.  Jì.» 
it  Libr.  Masc.  o  Museale. 

Lib.  Mott. 

Lib.  Mott.  P.  N. 

Lib.  Op.  dii>. 

Lib.  Op.  div.  P.  N. 


1987 

Libro,   o   sia    Trattato   de  Dodici  Articoli  della   Santa   Fede.   Testo   a   pen- 
na (162). 

Volgarizzamento  del  primo  libro  de*  Maccabei.  Testo  a  penna;  che    fu    già    di 
Marcello  Adriani  (163). 


Libroj  o  sia   Trattato  delle  Malattie  delle  Donne.  Testo  a  penna  (F64). 

Libro j  o  sia  Trattato  delle  Mascalcie  de' Cavalli.  Testo  a  penna,  che  fu 
già  di  Francesco  Eedi,  ora  del  BaU  Gregorio  Redi.  Alcuna  volta  abbiamo 
citato    anche    un    altro    Testo    a    penna,    che    è   tra' MS.    dell'Accademia. 


Libro  di  Motti.  Testo  a  penna  cosi  intitolato,  che  fu  già  di  Piero  del  Nero, 
poscia  tra  i  MS.  della   Libreria    òq^  Guadagni  (165). 

Opere  diverse  raccolte  tutte  in  un  volume.  Testo  a  penna,  che  fu  eia  di 
Piero  del  Nero,  dipoi  tra  i  JMS.  della  Librerìa  de*  Guadagni.  Alcuna  volta 
sono  citate  anche  più  spezialmente  le  particolari  Opere  del  medesimo  vo- 
lume, cioè  : 


Lib.  Op.div.Ati.  Apos.  »  Volgarizzamento  d' alcune  cose  degli  Atti  degli  Apostoli  (166). 

Lib.  Op.  div.  Narr.  Mi-  Narrazione  di  Miracoli  delV anno   I33I   (167). 

rac.  1331. 
Libr.  Op.  diy.  Narraz. 

Mirac. 
«Libr.  Op.  div.  Tratt. 

Mirac. 


Lio.  Op.  dìv,  Stor.  S. 
Onof. 

Lib.  Op.  div.  Tratt. 
Ai'em. 

Lib.  Op.  dù'.  Tratt.  Fr. 
G.  Marion. 


Volgarizzamento  della  Storia  di  Sant' Onofrio  » 

Trattato  sopra  V Avemaria  (168), 

Trattato  di  Fra  Giovanni  Marignolli  (169). 


(162)  Questa  aMirevialura  manca  nell' Indire  delta  passa- 
ta impressione,  in  cui  si  trova  alla  voce  SEMBIAEILE.  Cre- 
diamo che  indiclii  UD  Testo  a  penna  cosi  intitolato,  che  fu 
già  di  Francesco  Bediy  ora  del  Bali  Gregorio  Ut-di  ,  il  qual 
Testo  contiene  varii  altii  Trattali  morali  parimente  citati  in 
quest'Opera,  de' quali  si  parlerà  più  sullo.  Alcuni  però  cre- 
dono, che  sia  il  Trattato  della  Santa  Fede,  o  sia  1'  Fsposi- 
sione  sopra  ti  Simbolo  dcyli  Apostoli  dì  Fra  Domenico  Ca- 
valca sunipato  in  Bologna  nel  1489.  e  nel  l55o.  ed  ia  Venezia 
nel    1540.  (•) 


(*)  Quanto  bene  s'apponevano  gli  Accademici  con  creden- 
do che  questa  abbreviatura  indicasse  un  Testo  del  Hedì^  altret- 
tanto s'  apponevano  male  coloro,  che  credevano  che  fosse  1*  Fspo- 
sizione  del  Siniholo  degli  Apostoli  del  Cavalca  j  del  qual  nu- 
mero fu  pure  Mons.  Jìottari,  secondo  che  e*  si  lascia  intendere 
nella  prefazione  all'opera  suddetta^  stampala  per  sua  cura  in 
Roma  iranno  1763.  Del  rimanente,  ora  questo  Testo  si  con- 
serva nella  Laureoziana,  ed  è  seguilo  dai  Trattati  morali  ac- 
cennati da-ii  Accademici;  e  questo  Libro  de"  dodici  Artico/i 
(che  io  fine  non  è  che  un  Capitolo  dell'  Opera  di  Frate  Lo- 
renzo di  naxione  Francese,  religioso  dell'  ordine  Domenicano, 
volgarixzata  da  ZuccJiero  Benciv^enni)  è  citato  varie  altre  vol- 
te sotto  altre  ilenominazìoni,  e  precisamente  alla  voce  Miscre- 
denza sotto  il  litulo  Tralt.  pece.  mort.  e  alle  voci  Confer- 
mazioae,  Corpusdomini,  Ordinato,  e  Ordine  (due  volte)  sotto 
quello  de'  Trati,  Sagr.^o  Sagrant.  K\  qual  proposito  non  vo- 
gliamo lasciar  di  dire  che  abbiamo  per  massima  non  buona  quella 
bandita  da  un  rispettabile  Accademico  della  Crusca  ,  laddo- 
ve in  una  sua  dotta  prefazione,  parlando  di  queste  ultime 
TOci,  aderma  che  non  richiedono  a  loro  sostegno  l' autorità 
nel  Focaholario  accennata  del  Libro  de' Sagramenti  t  perche 
tutte  di  fatto  estrarre  si  possono  con  esempi  eguali  ,  e  tal- 
volta ancora  migliori  dall'  Introduzione  alle  Firtù.  E  nel  vero 
andando  noi  innanzi  con  questa  massima,  a  quante  Opere 
già  allegate    iu    questi  volumi  non  potremmo  noi    dar    bando 


(163)  Anche  1*  Infarinato  vide  questo  Testo,  e  ne  fece 
menzione  ne'  suoi  Avvertimenti,  ma  noi  non  abbiamo  potuto 
ritrovare  dove  al  presente  si  conservi.  Un  altro  Testo  di  que- 
sto Folgarizzamento  era  tra' MS.  di  Piero  del  Nero  ^  oggi 
nella  Librerìa  de'  Guadagni  segnato  col  num.  i56.  ed  in  esso 
si  legge,   che  ne  è  autore  Maestro   Moise  da   Palermo. 

(164)  Questa  abbreviatura  si  osserva  alla  voce  ALENA- 
MEISTO,  e  altrove  (**)  ,  e  crediamo  che  sia  qualche  Testo 
a  penna  di  Francesco  Redi,  o  almeno  di  quelli  da  lui  spo- 
gliati, poiché  gli  esempii  di  esso  sono  tratti  dalle  postille  mar- 
ginali scritte  di  sua  mano  nel  suo  esemplare  del  Vocabolario 
della  passata  edizione. 

(165)  Questo  Testo  ora  più  non  si  trova  tra  i  MS.  de* 
Guadagni.  Dagli  esempii  di  esso  citati  dagli  anlicbi  Compita- 
tori,  si  comprende  che  conteneva  motti  graziosissimi ,  e  ch« 
era  scritto  con  gran  purità,  e  leggiadria. 

(166}  Traile  scritture  dello  Stritolato,  che  si  conservano 
nell'Accademia,  h  Io  spoglio  del  Folgarizzamento  degli  Atti 
degli  Apostoli  j  in  cui  si  dice,  che  erano  stati  volgarizzati  da 
Fra   Domenico  da  Pisa. 

(167)  Questa  abbreviatura  manca  in  questo  luogo  nell'In- 
dice della  passata  impressione;  1'  abbiamo  osservata  io  vane 
VOCI,  come  in  PEZZOLINO,  RISALDARE,  ed  è  anche  accen- 
nata più  sotto  a   IVarraz.  Mirac. 

(168)  Parimente  questa  abbreviatura  in  questo  luogo 
mancava  nelP  Indice  ,  sebbene  si  allegava  alla  voce  SOWE- 
INITRICE,  e  altrove.  In  qualche  luogo,  come  alla  voce  l>"EB- 
BRIAMEMTO,  questo  Trattato  e  citato  cosi:Op.  Div.  Tratt. 
Avem. 

{l6g)   Giovanni  òfarignolU  fu  dell'Ordine  de*  Minori,  e 


da  questa  Tavola?  Certo  a  moltissime.  E  ciò  con  ninna  utilità 
del  Vocabolario,  e  con  danno  certo  dell'  Indice  degli  Autori  , 
e  delle  opere    allegate. 

(*•)    Questo    e  altrove  non    ci    ha    luogo  ,    non    essendo 
questo  Libro  citalo  che  alla  voce  ALENAMENTO. 


1988 

Uh.  Op.  div.  A, 
Liù.  Op.  dii»,  Andr. 

lÀb.  Pred, 
Lib.  Pred.  F.  P.  »j 
a  Lib.  Fred.  Pand. 


Libro  di  Opere  dii^erse  dell*  Andreini,  V.  yend.  Crisi.  Op.  dit'.  A. 


Libro  di  Prediche  (170).  Testo  a  penna,  che  fu  del  Seoalor  Filippo  Pandoìfini,  di- 
poi nella  Libreria  i\c*  Pandol/ini, 


Lib,  Pred.  Fr.  R.  Libro  di  Prediche.  Testo  a  penna  (HI),  che  fu  di  Francesco  Bedi,  poscia  del  BaU 
«  Lib.  Pred»  Jì.  Gregorio  Redi. 

Lib,  Pred.  Libro  di  Prediche  j  Tesio  a  penna   (172),  che  fu  óeìV  Agghiacciato^  e  poscia  del 
Lib.  Pred,  P.  S.  Guerniio  (a). 

Libr.  ReaL  Frane  Libro  de' Reali  di  Francia.  Testo  a  penna  cosi  intitolato  (173). 


Lib.  Reo. 
Libr.  dì  Rep. 
Lib.  Repub.  G.  S. 


Libro,  o  sia  Trattato  di  Repubblica,  Testo  a  penna,  che  fu  di  Giovambaùsta  Stroz- 
zi{\Zk). 


Lib.  Sag, 
M  Lib,  Sagram, 
Lib.  Sagr.  P.  N, 


Libro,  o  sia  Trattato  de*  Sagramenti.  Testo  a  penna,  che  fu  di  Pier  del  Nero  (175), 
poi  de~  Guadaci, 


Lib.  Segr,  cos.  don.  Libro  delle  segrete  cose  delle  Donne.  V.  TratL  seg.  cos.  don. 


Lib.  Sent. 
Lib.  Sent.  Arr. 

Lib,  senz.  tit. 

Lib.  senz.  tit.  P.  N,  « 

Lib.  Similit. 
Lib.  Similit.  F.  R.  » 
**Libr.  Similit.  17, 


Libro  di  Sentenze.  Testo  a  penna,  che  fu  del  Difeso,,  ora  tra  i    MS,    dell*  Ac- 
cademia. 

Libro  senza  alcun  titolo.  Testo  a  penna,  che  fu  già  di  Pier  del  NerOj  poi  Ira' MS. 
delta  Libreria  de*  Guadagni  (176). 

Libro  di  Similitudini.  Testo  a  penna;  clic  fu  di  Francesco  Redi, 


Lib.  Son. 
Lib.  Son.  21. 
tLibr.  Son.  138. 


Lib.  Strum.  « 
Lib.  di  Strum.  » 
uLib.  Slrument. 


Libro  di  Sonetti j  ciol-  Raccolta  di  \^6,  Sonetti  di  Mtsser  Matteo  Franco,  e  di 
Luigi  Pulci  stampati  atiticainonte  senza  nota  alcuna  d*Ìmprrssìone;  mri  per  esse- 
re  scorretta  questa  stampa  si  cita  un  Testo  a  penna,  che  fu  già  dello  Smunto,  e 
talora  anche  ci  siamo  serviti  d'  un*  altra  Copia  a  penna  del  Dottore  Antonmaria 
Riscioni  (177). 

Libro  di  Strumenti.  Testo  a  penna. 


Vescovo  di  Bitignanoj  alcuni  lo  Tinno  autore  di  tulle  le  O- 
pcrc  conlenulc  m  qu<--sto  Testo  d'i  Pier  itd  JS'ero  ,  il  quale 
ora  ]>ìù   non  si    trovu  ira  i  MS.  <1c'  Ciiattaani. 

(170)  Tru  i  MS.  ilfUa  Liluciij  de'  Patuto//ini  non  sono  altro 
Predichu  che  <]uclle  di  /'/-a  iiioritano  sopra  inenlovale  ,  onde 
sospettiamo  che  il  Tetto  qui  nontinalo  &tu  quel  nicdcsinio  che 
coDiicno  le    l'riultcftc  di    Ì''ra   tìioiJntio. 

(171)  Qui  5(  fa  nicniionc  di  quota  Testo,  henclic  non 
sìa  in  quello  luogo  tneiilovalo  ncH'Iadicc  della  pab&ata  im- 
pressione, perchè  T  alihiamu  trovato  uel  Vocal>olario  del  Ite- 
di  di  sua  mano  qui  ouLato  in  postilla,  per  averlo  citato  ne* 
suoi  spogli  inseriti  da  noi  nella  presente  itiipre>sione. 

(172)  Anche  qurslo  Testo  prr  a^woluru  è  quid  medesi- 
mo, in  cui  altitìauio  dello,  cho  sono  le  l'rcttichc  i/i  Fra  Oior* 
ti.tno  sopra  rammentate. 

(a)  Questo  'J'olo,  che  oggi  fi  coasorva  Della  librerìa  del 
sic.  Cav.  prìur  I.vopol.h  llicasoU,  ìi  iiidubitalanimle  quel  me* 
dfìsimo,  che  fu  iiien>i»nato  djgli  Arcadrniici  alle  a1>lirr\  ialuro 
f'V.  iiìont.  Seg,  e  Preti.  S.  come  abbiamo^  diuioslralo  alla 
iwg.  1974.  nella  nota  (h).  In  fior  di  csio  si  lepg'*:  Questo 
tihro  .ferisse  Don  flenrdi-tto  di  Co/omho  di  P\reii:e  p'vpria 
wanif.  e  fiaiflo  addì  Xl'lltl.  d'  Agosto  1^68.  a  onore  e 
laude  di  Ùesìt  Cristo  te.  Noi  T  abbiamo  U-(l<J  tulio  con  quel- 
la maggior  dìli^cnca  die  abbiain  potuto;  ma  nuo  cì  è  nu- 
scito  01  trovarci  l'esempio  seguente:  /  lìomani  arrtM/io  or- 
dinato  che  alcuno  non  fosse  chiamatoro  sansa  l'  autorità  del 


Senato;  allegato  dagli  Accademici,  £do  dalla  prima  impres- 
kione,  alla  voce  Chtnntatore  ;  onde  isoiam  per  Terino  che  sia 
nato  qualche  abbaglio. 

(i;3)  I  passali  Compilatori  non  dissero  di  chi  fosse  il 
Testo  a  penna  di  quest*  Opera,  che  anche  |«lvoha  rtUrooo 
cosi:  fìeal.  i'ranc.  come  si  può  vedere  alla  voce  GIL'DBKI"- 
TO,  e  altrove.  Forse  fti  il  1  eslo  di  l*irr  del  JSero  ritalo  AtX' 
V  Infnrinnto  ne*  suoi  /fi'tertimenti,  che  ora  h  tra  i  MS.  de' 
Giiadtìf^nt  srgualo  col  uum.  iLS.  henrhè  mancanie  lu  piinci- 
jiÌD,  ed  in  fine- 

(■74)  Crediamo,  cbe  sia  quel  medesimo  Testo  cha  fu  rìlalo 
AaW  iitfartnitto,  e  the  cftli  «icuna  volta  chiama  anche  7V«f- 
tato  di  po/itirn  ;  onde  anche  in  queil'  Opera  laK>ra  h  rilalo 
eon  (|ueila  abbreviatura  'J'ratt.  l*olit.  e  Ulura  anrbe  7'ratt. 
fiep.  come  si  può  ustervare  alla  voca  l*aUl'0RZ4U>E\  OL- 
MENTK.  e  altrove. 

(175)  Questo  è  il  medesimo  Testo,  di  cui  fa  meauone 
V  infarinato.    V.   sopra    l-e^fg.   .V.    OioU. 

(176)  Forse  è  un  Trattalo  morale  senta  tilido,  che  ^  in  un 
Codice  «li  quella  Libreria  segnalo  col  ouni.  56.  dietro  a*  lìtm' 
loghi  di    .V.    tireeorio. 

(177)  Questi  .Vonrf/i  ulruna  vtdla  erano  ritati  cosi:  Lmitr. 
Pitie.  Him.  come  in  CAKUOiNATA,  e  altruvei  ma  nella  pre- 
sente uiiprr>Mone  abbiamo  rendulo  unil'onni  tutta  le  ciUaioni 
tielU  maniera  sopraildella,  ed  anche  abbiamo  quasi  sempre  ag- 
giunto il  numero  del  Sonetto  da  cui  è  tratto  ì*  esempio. 


Lxh.  f^iag. 

Lio.  Viag.  P,  N. 

Lw. 

Liv.  Dee.  I . 
iX/V.  Dee.  pr. 
ìLw.  D.  Pr. 

Liv.  M, 

Lw.  M.  A. 

Li\'.  Dee.  \.  B.  R. 

Liu.  Dee.  \.  S.  R. 


Lod.  Mari.  Rim.  25. 
Lodov.  Mart.  Rim,  51. 
Lod.  Mart.  £glog. 

Lod.  Mart.  stanz,  95. 
Lod.  Mart.  Trag.  136. 
Lod.  Mart.  ^irg,  jj 
Lod.  Mart.  4.  f'ìrg. 
Lod,  Mart,  Rim.  buri. 
2.  57. 


'989 

Libro  di  Via^i.  Trsto  a  penna,  che  fu  già  di  Pier  del  Nero  (I'8)  oggi  ha'  MS. 
tlella  Libreria  de' C itadagni  stanalo  col  num.  158.  (a) 

yolga  rizza  mento  della  prima,  e  della  terza  Deca  di  Tito  Livio.  Si  citano  va- 
rii  Ttsii  a  penna  j  cioè  uno,  che  fu  dì  Marcello  di  Gioi'ambatista  Adria- 
ni (\"  9),  un  altro  che  fu  dc]V  InJerignOj  dipoi  Ira' MS.  dell'Accademia  (180), 
ed  un  altro,  che  fu  già  di  Prete  Simone  della  Rocca  (181).  Negli  esenipii 
talvolta  è  segnato   il   numero  della   Deca. 


Opere  poetiche  di  Lodovico  Martelli  stampale  in  Firenze  presso  Bernardo  di 
Giunta   nel    1548.   in   8.  cioè: 

Rimej  che  contengono  Sonetti,  Madrigali,  Canzoni,  e  Ballate,  e  si  citano  a 
]iai;ine. 

Egloghe^  delle  quali  si  cita  il  numero;  —  e  talvolta  anche  il  numero,  e  la 
pagina.  — 

Stanze,  che  si  citano  a  pagine. 

Tragedia^  che  parimente  si   cita  a  pagine. 

Traduzione  in  versi  sciolti  del  quarto  Libro  dell  Eneide  di  f^irgilioj  che  pur 
si    cita  a   pagine. 

Rime  Burlesche  inserite  nel  secondo  volume  dell'Opere  burlesche  del  Ber- 
ni^  ed  altri  Autori,  stampato  da' Giunti  di  Firenze  nel  1555.  e  ristam- 
pato pur  colla  data  di  Firenze,  ed  in  alcuni  esemplari  di  Londra, 
nel    1723.,  e  dì  questa   edizione  sono  citate  pìu  comunemente  le  pagine. 


Lq/f.  Bonag.  Rim.  ant.»  Rime  antiche  di  Loffo  Bonaguida.  V.  Rim.  ant. 


Lor.  Mcd.  Rim. 
Lor.  Med.  Rim.  kO. 
Lor.  Med.  stanz. 
Lor.  Med.  Com.  135. 

Lor.  Med.  Laud. 
.  Lor.  Med, 
Lor.  Med.  Cam.  ball. 
Lor.  Med.  Canz,  27.  4. 


Lor.  Med.  Beon. 
iLor,  Med.  Beon,  1. 
t  Loi-,  Med.  Beon.  cap,  7. 

Lor.  Med.  Beon.  3.  146. 


Opere  del  Magnifico  Lorenzo  de' Medici^  cioè: 

Poesie,  nelle  quali  si  contengono  Sonetti  ,  Canzoni  ,  Madrigali  ,  Capitoli  , 
Stanze,  ed  altro,  stampale  nelle  Case  de'  Figliuoli  d*  Aldo  in  Venezia 
nel    1554.  in  8.  della  quale  edizione  regolarmente  si  citano  le  pagine, 

Comento  sopra  alcuni  do'suoi  Sonetti  unito  dietro  alle  sue  poesie  nella 
suddetta  edizione  d'Aldo^  e  pur  questo  si   cita  a  pagine  (182). 

Laudij  (183)  e  altre  Rime  spirituali  (184), 

Canzoni  a  Ballo  (h),  delle  quali  si  citano  due  edizioni;  la  prima  fatta  in 
Firenze  da  Bartolommeo  Sermartelti  nel  1562.  in  4^.  la  seconda  por 
di  Firenze  del  1568.  in  4.  I  due  numeri  aggiunti  agli  esempli  tratti  da 
queste  Canzoni  corrispondono  a  quelli  di  ciascheduna  Canzone  e  stanza 
di   essa. 

Simposio^  altrimenti  detto  i  Beonio  fatto  anticamente  stampare  dal  Lasca 
dietro  a' Sonetti  del  Burchiello^  d'  Antonio  Alamanni ^  e  del  Risoluto 
insieme  colla  Compagnia  del  Manlellaccio  pure  al  Magnifico  Lorenzo 
da  alcuni    attribuita,  in    Firenze  presso  i   Giunti  nel    1568.   ìa   8.  e  mo- 


(178]  Questo  Libro  contiene  la  dcscriiione  d^  un  viaggio 
H'  oluc  mare  fallo  nel  i384-  »ia  Leonnrilo  di  Niccolò  Firsco- 
Italdt,  Andrea  di  Messer  Francesco  ìììniiccini ,  Giorgio  di 
Pitrcio  di  Dino  di  Messer  Cuccio  ,  Antonio  di  Paolo  Mei , 
•■  Santi  del  Ricco. 

(a)  Questo  Testo,  rbe  ora  sì  conserva  nella  Palatiaa,  non 
e  fjuel  medesimo  che  venne  allegato  »l.ii  primi  Com|>iljtori 
sotto  nome  di  Lihro  di  l'iaggi,  m  la  medesima  uarrazione 
alcun  poco  modiGcnla  del  l'iaggio  al  Ufonte  Sinai  di  Simone 
.Vl;!*o/(  pubblicalo  in  Firenze  alIV/Mi-^na  di  Panie  1*  anao  1829. 
in  8.  secondo  che  e'  iuslruisce  il  suo  editore  sìg.  Francesfo 
f'o?gi-  Il  Testo  del  Libro  dei  /  inggj  adoperato  d^gli  Acca- 
demici, oggi  si  crede  perduto  ;  ne  certo  riuscì  dì  trovarlo  al 
pretato  sìg.  Poggi,  che  a  questo  effetto  fiujjò  in  tutte  le  puh- 
bill  he   Lihrerie  fiorentine. 

('79^  'l  '  o/^.'rtM-s/imcrtro  rf/  Livio  è  giudicato  d'  antichità 
pari  al  ì' illant  dal  nostro  infarinato,  il  quale  vide  questo 
medesimo  Testo  dell'  Adriani,  e  lungamente  ne  fanello  ne* 
suoi  Avvertimenti ,  ma  ora  non  sappiamo  più  dove  sia  ,  non 
re  ne  avendo  lasciata  notìzia  veruna  i  Compilatori  dell'  ante- 
cedente impressione. 

(180)  Parimente  questo  Testo  non  è  pìù  tra' MS,  del- 
l'Accademia, ne  sappiamo  ove  sia. 

(181J  II  Tcalo  di  l'rtle  Snnone  della  Bocca  senza  fallo 
e  quel  medesimo  di  cui  jurla  1'  Infarinato,  e  si  dee  avverli- 
tire,  che  il  vulgaritzamento  coolenulo  in  questo  Testo  è  fat- 
to dal  Provenzale  non  già  dal  Ialino.  Del  rest>nte  auche  di 
questo  Codice  al  presente  non  si  ha  veruna  notiiia. 

(182)  Questa  abbre>iatura  non  sì  legge  nell'Indice  delle 


passate  impressioni,  quantunque  si  trovi  alla  voce  ATTIVE  , 
e  altrove. 

(l83}  Le  Laudi,  e  Rime  spirituali  di  Lorenzo  de' Me' 
dici  noa  sono  indicate  nelP  Indice  dell'antecedente  impressio- 
ne, (•)  sebbene  pur  si  trovano  citale,  come  si  può  vedere  nella 
voce   PAGATORE,  ed   altrove. 

(i8-^)  Per  le  lìinie  spirituali  del  medesimo^  s'intendono 
/a  Rappresentazione  de'  Santi  Giovanni,  e  Paolo,  ^.  Orazioni, 
ovvero  Capitoli  io  terza  rima,  e  9.  Laudi  Spiriiunli  anticamente 
impresse  ,  e  dipoi  anche  modeinamenlc  in  L'^irenze  nel  itiSo. 
in  4-  (**)  lutle  in  un  volume  raccolte,  e  con  alcune  erudite 
annotazioni   illustrale  da    Francesco    Cionncci. 

(b)  Queste  Canzoni  a  Ballo  furono  allegate  anche  culla  sem- 
plice abbrevìjiuia  Lor.  Med.  fino  dalla  Icrza  impressione,  com« 
può  vedersi  alle  voci  Accapncciaie,  e  Arcione. 


(*)  Quanto  alle  Laudi  sta  bene:  ma  non  così  quanto  al- 
le Rime  Spirituali  ;  da  che  nessuno  esempio  si  ha  nel  Voca- 
bolario tratto  da  queste.  Delle  Laudi  poi  non  si  tiova  altra  ci- 
tazione che  quella  posta  alla  voce  Pagatore  ,  ne  sapremmo 
ben  dire  da  quale  slampa,  ne  da  quale  Laude  venisse  tratto 
1'  esempio.  Ben  possiamo  atlerm^ire  che  non  venne  tolto  da 
nessuoa  delle  no\e  incluse  nell"  edirioue  del  Cionacci  j  dove 
1'  abbiamo   cercato   invano. 

(*•)  Questa  impressione  è  da  mettersi  nel  novero  delle  al- 
tre che  vennero  regislrate  in  questa  Tavola,  come  servile  agli 
spogli,  quando  1'  Opera  citata  non  fu  ne  pure  spogliata. 


'flflO 


Lor.  Med.  Nenc.  su   19. 
Lor.  Med.  Nenc.  'Ci . 


I  Lor.  Med.  Bec.  2. 


ilernanieiile  inserito  nel  lerzo  volume  delle  Opere  burlesche  del  Bemi, 
ed  altri  Autori,  colla  data  di  Firenze  del  1723.,  della  qual  ristampa  in 
questa  iuipressione  si  sono  più  comunemente  citale  le  pagine. 
Stanze  alla  Contadinesca  in  lode  della  Nencia  da  Dicomano ,  stampate 
in  Firenze  l'anno  IftfiS.  dietro  le  Canzoni  a  ballo,  e  di  poi  anche 
nel  1622.  insieme  colla  Seca  di  Lui^i  Pulci  j  il  numero  aggiaoto 
agli    esempii    corrisponde  a  quello  delle  stanze. 


La  Beca,  o  sia    Stanze  alla    Contadinesca   in   lode  della   Beca  da   Dicoma- 
no (h). 
Lor.  Med.  Arid.  1.2.         Aridosio    Commedia    in    prosa  (185)  di  Lorenzino  de' Medici   stampata    in    Fi- 
t Lor.  Med.  Arid.  prol.  renze  yie' Giunti  ne\    159.').    in    8.    I    numeri    additano    gli    alti,    e    le    scene  j 

—  e   l'abbrcvialura   prol.    il    prologo  — 

Lue.  Mart.  Bim.  buri.  Mime  burlesche  di  Luca  Martini  inserite  nel  volume  secondo  della  raccolta 
delle  Opere  burlesche  del  Berni  j  ed  altri  Autori,  stampato  in  Firenze 
dì'Giuntij  e  ristampato  modernamente  colla  data  di  Londra,  o  di  Firen- 
ze nel  1723.  della  qual  ristampa  nella  prcscolc  impressione  abbiamo  più 
frequentemente    citate    le    pagine. 

Lue.  Panz.  Cronica    di    Luca    di    Tatto   da  Panzana.    Testo    a    penna    (186). 

Lue,  da  Panz. 


Lue.  Mart.  Rim.  buri. 
•1.  225. 


Lucan. 
Lucan.  G.  S. 
Lucan.  f^.  38. 


yolgarizzamcnto  di  Lucano.  Testo  a  penna,  che  fu  di  Giovambatista  Stroz- 
zi (187).  In  questa  impressione  abbiamo  citato  .incbe  un  altro  Testo,  che 
fu  già  del  Conte  Ipolito  della  Gherardesca  nostro  Accademico  ,  ed  ora 
si  conserva  tra  i  MS.  àe' f^enturi  (18^),  e  talora  ci  abbiamo  aggiunto 
i  numeri  delle  pagine.  —  Noi  pure  in  questa  nuova  impressione  alleghiamo 
a  pagine  questo  Testo  avuto  da  servircene  a  nostro  agio  dalla  cortesia  di  S.  E. 
che  fu  sig.  Marcii.  Garzoni^  mediante  i  buoni  uffici  dell'  illustre  amico  no»tro 
Giambatista  Niccolini.  — 


Lue.  j) 
Lueid.  1 


I  Lucidi  Commedia  del  Firenzuola.  V.  Fir.  Lue. 


Luig.  Pule.  Morgant. 
Luig.  Pule.  Morg.  2.  37 


Luig.  Pule.  Bee. 
Luig.  Pule.  Bec.  10. 

lMÌg.  Pule.  Frott. 
Luig.  Pule.  San.  » 


Opere  di  Luigi  Pttlei,   cioè: 

Il  Morgante  Maggiore  Poema  .  Quantunque  i  Compilatori  nelle  passate 
impressioni  non  notassero  V  edizione  di  cui  si  servirono  ,  nondimeno 
dal  riscontro  degli  esoni]ili  abbiamo  compreso,  che  citarono  quella  fat- 
ta da  Barlolommeo  Sermartelli,  in  Firenze  nel  1606.  in  4.  e  que- 
sta abbiamo  por  lo  più  adojierata  ancor  noi;  ma  perciocché  in  molti 
luogbi  è  alterata,  e  talora  vi  mancano  delle  ottave  ,  abbiamo  citato 
auclic  quella  fatta  in  Venezia  per  Corniti  di  Trino  di  Monferrato 
nel  I5'i6.  in  'i.  ,  e  principalmente  la  più  moderna,  e  corretta  edi- 
zione in  'l.  grande,  che  porta  in  fronte  la  data  di  Firenze  del  1732. 
Le  citazioni,  che  quasi  sempre  si  sono  aggiunte  agli  esempii  di  que- 
sto Poema  nella  presente  impressione,  accennano  ciaschedun  canto,  e 
la   stanza    di    esso. 

La  Beeaj  o  sia  Stanze  alla  Contadinesca  in  lode  della  Beca  da  Di- 
comano stampate  insieme  colla  Neneia  di  Lorenzo  de'  Medici  in  Fi- 
renze nel  1622.  e  nel  1568.  in  4.  dietro  alle  Canzoni  a  balio  del 
medesimo.    Il    numero    apposto    egli    esempii    accenna    le    stanze    (a). 

Frottola  stampata  in  Firenze  per  Zanobi  Bisticci  da  S.  .\pollinari  l'an- 
no   1600.    in    4. 

Sonetti  uniti  insieme  con  quelli  di  Stesser  Matteo  Franco.  V.  Lib. 
San. 


(I>)  Questa  alilireviatura,  che  i'i  legge  Della  terza,  e  m*Ua 
quarta  im{ii'cssi(Mitr  alla  voce  Zoppicare ,  ooi  1'  aliliiamu  cur 
retta  nella  srguoutf:  l.iitf^.   Pule.   lite.   2. 

(l85j  Questa  Comntt^dia  fu  citata  anclie  nell'  anlprtulcnte 
impressiono,  fiuanLuo(|UO  mia  fonie  indicata  avW  liiJico,  corno 
si  può  .iiscrvam  allu  voci  DIAVOLO.  FtiKIlD,  FIIA.SCO.NE, 
MAHTKLLO,  MISEIIISSIMO,  KACCAPllK.CI AIIK,  t-.l  allro. 

(186)  Gli  antirlii  Compilatori  voristmilincnlc  non  «Userò 
in  mano  questo  Testo,  mti  si  servinolo  il«'  luoghi  di  questa 
Cronicn  iiiuulovali ,  e  citali  ncllfl  A'tnotazioni  sflpra  1/  Deca- 
merone  dv'  Deputili  del  1S73.,  onde  non  6j  maraviglia  so  ora 
non  possiamo  darne  più  diilinta  conlctxa. 

(187)  L'  Infarinalo  vide  i(iiesto  Testo  di  LiiCttno,  e  aoló 
che  era  stato  copiato  ila   l-'rancesco  >U   Ptero    Macini    1'  anno 


1453.  e  che  Del  medesimo  volume  si  coQleoeva  il  Fiorttio  ài 
Cronncfir  liesli    tmpt'iitoi  1,  di   cui  sopra  si  è  ragionato. 

(188)  Questo  Testo  h  assai  più  antico  di  quello  di  Gio. 
i'timhaUsta  Slroszi,  come  mostra  il  caratlcro,  od  olire  al  fot- 
farttsftmento  iti  Lucano  coDlicno  quello  dell'  tlntide  Ji  ì'ir- 
gilio,  e  uà  Trattato  Jfllt  mascalcte  de  ca\'^lli  io  Lingua  si. 
ciliaoa  ili  tiiord.ino  /tuffo  Cavatleriiio  dell'  Iniperadore  Fedo- 
rigo  11.  Del  restante  il  $'ott;ariztamento  di  Lucano  è  fatto 
dal  Provcniale,  o  Francesco,  non  f;ià  dal  Latino.  Nella  Li' 
Isreria  di  San  Lorcnao  ne  sono  due  altri  buoni,  e  aotìchi  To- 
sti, cio^  uno  nel  Banco  .XLIV.  nuro.  38.  e  1*  allro  nel  Banco 
L\l.  nuni.   a3. 

(a)  All'  autore  dì  questo  Stante  alibiarao  restituito  un  e. 
senipio  clic  dalla  Crusca  ,  alla  voc«  Z*ppicmre,  si  attrihuiia  a 
Lorenzo  de'  Medici. 


^99^ 


M 


\fad.  Nin.  liiin   ani.  »     Rime  antiche  di  Madonna  Nina.  V.  lUm.  anU  e  Him,  ant.  P.  JV. 


M.  Aldobr. 
M.  Aldobr.  P.  N. 
M.  Aldobr,  P.  N.  Vi. 
M.  Aldobr.  B.  K 
M.  Aldobr,  F.  R. 


ìM.  Anselm.  son,  al 
Burch.  pag.  G8. 


f^olgartzzamento  d' un  Trattato  di  Medicina  di  Maestro  Aldoùiandino  da  Sie- 
na fallo  (la  Sere  Zucchero  Bencii'enni  (189)  .  Se  ae  citano  tre  Testi  n 
penna;  uno,  che  fu  già  ili  Piero  di  Simone  del  Nero  ^  (**^^)  *^^  che  al 
presente  si  conserva  tra  i  MS.  lÌì^' Guadagni  segnato  col  nuai.  1^0.  e 
del  quale  nella  presente  impressione  frequentemente  abbiamo  allegato  le 
pagine  ;  un  altro,  che  fu  tli  Baccio  Valori  (190)  ,  e  che  ora  si  trova 
nella  Libreria  de' Pancia  tic  hi  alla  Scansia  VI.  segnato  col  num.  22.  e 
iu  fine  di  esso  si  trova  un  Trattato^  o  sia  Discorso  delle  virtù  del  Ra- 
merino j  il  terzo  ilnalmenle,  che  fu  già  di  Francesco  Redi  (191),  ora  in 
mano  del  Bali  Gregorio  Redi.  —  Noi  in  questa  nuova  impressione  abbia- 
mo talora  citalo  a  pagine  un  Testo  a  penna  assai  antico  ^  che  si  con- 
serva   neirOspedale    di    S.    Gimignano    segnato   col    numero    102.  — 

Messer  Anselmo  Sonetto  al  Burchiello.  V.   Burch.  (1>) 


M,  Guiglielm.  Piacen.       Maestro  Guiglielmo  da  Piacenza.  V.   Chir,  M,  GuiglieL 


M.  Pier,  da  Reg. 
M.  Pietr.  Reg. 
M.  Pier,  da  Re^.  B,  V. 


Volgarizzamento  d'un  Trattato^  o  sia  di  alcuni  Ammaestramenti  a  sanità 
consertare  (192),  di  Maestro  Piero  da  Reggio.  Testo  a  penna,  che  fu  gtà 
di  Baccio  Valori^  poscia  de' Guicciardini. 


M.  Pier,  delle  Vigne 
R.  ant*  ìì 


Rime  Antiche  di  Maestro  Piero  delle  Vigne.  V.  Rim,  ant.    Rim.  ant.  P.  N.  e 
Rim.  ant.  F.  R. 


Maestruz. 
Maestruz.  I.  36. 
Maestruz.  2.  32.  6. 


Malm, 
Malmant. 
Malm.  I.  H. 


Mandrag»  » 


Volgarizzamento  della  Somma  Pisanelìa  delta  il  Maestruzzo^  da  alcuni  attri- 
buito a  Don  Giovanni  delle  Celle  (193).  Testo  a  penna  j  che  fu  già  Ac\' 
V Inferigno  (19^),  al  presente  nell'Accademia.  Talora  se  ne  allega  un  altro 
Testo  parimente  dell'Accademia  (195).  1  due  numeri  aggiunti  agli  esempii 
indicano  il  libro  ed  il  capitolo;  e  qualora  s'Incontrano  tre  numeri,  il  terzo 
accenna  il  paragrafo  Ìo  cui  è  suddiviso  il  capitolo. 

Malmantile  racquistato.  Poema  di  Perlone  Zipoli^  cioè  di  Lorenzo  Lippi  (196)  . 
impresso  in  Firenze  nella  stamperia  di  S.  A.  R.  alla  Condotta  nel  J(i8à. 
in  4.  Nella  presente  impressione  abbiamo  citato  anclie  la  moderna  edi- 
zione di  Michele  Nestenus,  e  Francesco  Moiicke  fatta  pure  in  Firenze  in 
due  volumi  nel  I73I.  in  4.  I  due  numeri  aggiunti  agli  esempii  corrispon- 
dono   a    quelli    del    Cantare,    e    della    stanza    di    esso    (a). 

La  Mandragora  Commedia,  V.  Se  gre  t.  Fior.  Mandr, 


(189)  I  Deputati  nel  proemio  delle  loro  Annotazioni ,  e 
r  infarinato  negli  Avi-ertimcnti  affermano,  che  Sere  Zucche- 
ro Bencivenni  liadusse  questo  Trattato  di  Maestro  Aldobran- 
dino, r  anno  i3io. 

(igO)  Amliedue  questi  Testi  furono  veduti  dall'  Infarina- 
to, il  quale  di  essi  diede  ampia  notìzia  nel  citato  Liliro  degli 
Ai'i'ertimenti,  ed  anche  d'  un  altro  Testo,  che  fu  del  Pinella^ 
ed  è  d'  accordo  co'  Deputali  in  credere  ,  che  la  Traduzione. 
di    questo    Trattato   sìa  t".tHa  dal  Francesco,    o  dal   Pruventale. 

(191)  Ui  questo  suo  Testo  fj  menzione  più  volte  il  lie- 
dt  nelle  noie  al  suo  Ditirambo.  Noi  1'  abbiamo  cit.»to  in  que- 
sta impressione  traendone  dagU  spogli  da  esso  falli  gU  esempii. 
Tra  i  MS.  da  esso  lanciati  sono  al  presente  cinque  Testi  ili 
Maestro  Aldobrandino,  il  più  antico  de'  quali  verisimilmente 
è  quello  che  da   lui  fu  citato. 

(b)  Questa  abbreviatura  fu  usata  dagli  Accademici  alla 
voce  PESTA   coli'  E   stiella. 

(192)  Co»i  intitola  questo  Trattato  V  Infarinato,  nclT  In- 
dice de'  Testi  a  penna  da  lui  citati  nella  sua  Opera  degli  A\'' 
ireriimenti,  quantunque  poi  non  ci  dia  notizia  del  Testo  l'a- 
lori,  che  lo  contiene,  ma  bensì  affermi  d"  averlo  veduto  nel 
medesimo  volume  del  Pinello,  in  cui  era  Maestro  Aldobran- 
dìnoj  onde  crediamo  che  gli  antichi  Compilatori  vedessero 
e  citassero  questo  Testo,  poiché  altro  non  pare  che  indichi 
r  abbreviatura  M.  Pier.  Beg.  P.  che  abbiamo  osservata  alla 
voce  GUADAGNO;  tanto  più  che  il    Testo    J'alori    non    è 


stato  da  noi  ritrovato  nella  Libreria  ^e'  Pancia tichi ,    in    cui 
passarono   gli  altri,  che  vi  sono  tuttavìa. 

(193)  A  quest'Opera  abbiamo  restituito  UD  esempio  del- 
la voce  TASSAZIONE,  che  nell*  antecedente  impressiuce  era 
stato  attribuito   a   Matteo    l  il/ani. 

(194)  Questo  Testo  è  di  ottimo  carattere,  e  molto  cor- 
retto j  nella  prima  pagina  ha  il  nome  dell*  Inferigno  ,  e  in 
fine  vi  si  legge,  che  tu  scritto  nel  l388.  ma  contiene  solo  i 
primi  due  libri  della   Somma. 

(195)  ^'el^  Accademia  ora  non  è  questo  Codice,  ne  sap- 
piamo ove  sia,  se  per  avventura  non  iosse  un  Testo,  che  fu 
già  del  Conte  Ipolito  della  Gbernrdesca,  ed  oia  è  tra' MS. 
di  Casa  J'cntiiri  ,  il  quale  è  più  copioso  del  Testo  dell'  In- 
ferigno, poiché  contiene  quattro  libri  della    Somma  ,    ma     è 

meno  antico  ;  o  pure  un   altro  bellissimo,  che  ora  si  conserva 
nella  Libreria  del  Marchese  Riccardi  segnato  P.   U.   XXVI. 

(196)  Il  Malmantile  era  citato  anche  nelP  antecedente 
impressione,  come  si  può  vedere  alla  \oce  GETI'ARE,  e  al- 
trove, quantunque  forse  per  dimenticanza  fosse  slato  lasciato 
neir  Indice  delle  abbreviature. 

(a)  Quantunque  gli  Accademici  qui  non  ricordino  1'  edi- 
zione di  Finaro  (  Firenze  )  l6;6.  in  12.  che  è  la  ]]rima  di 
questo  Poema,  nondimeno  pare  indubitato  che  anche  di  questa 
si  sieno  talora  servili:  da  che  l*  esempio  da  essi  addotto,  col- 
r  autorità  di  quest'Opera,  alla  voce  I''rus  tra  torio,  non  si  legge 
che  in  questa  stampa ,  avendo  le  altre  tutte  Perentorio. 


Mantel.  Mantellaccio,  V,  Camp.  ManteL  (a) 

Mar.  Guid.  Disc  Com,    Discorso  delle  Comete  di  Mario  Guidacci.  V.  Disc.   Com.  Mar.  Guid. 


Mart.  Bim. 
Mari.  leti. 

Matt.  yHL 
M.  V.  1.77 


Rime  e  Lettere  di  f^incenzio  Martelli,  V.   f^inc.  Marc  Lett.  e  Bim. 


Storia  di  Matteo  f^illani,  che  serve  di  continuazione  a  quella  di  Giovane 
ni  suo  fratello.  Si  citano  le  stampe  àc* Giunti  di  Firenze  del  1562.  del 
1567.  (b)  e  del  1581.  in  4.,  nelle  quali  due  ultime  cdizìoai  è  com- 
presa anche  1'  aggiunta  di  Filippo  suo  figliuolo  .  I  numeri  posti  agU 
esempli  indicano  il  libro,  ed  il  capitolo.  Molte  volte  in  questa  inipres* 
sione^  allorché  abìiinnio  credula  sospetta,  o  cirala  la  lezione  della  stampa^ 
siarao  ricorsi  all'autorità  dc'Te&li  a  penna,  pri-val'-ndoci  a  tale  effetto  dt 
tre  Testi.  Il  primo,  che  fu  già  di  Francesco  di  Piero  Covoni^  al  pre- 
sente in  mano  dfl  Pilor  Francesco  Covoni  (I**)7).  Il  secon<Io,  che  fu  già 
di  Giuliano  de' Bice i»  al  presente  del  Canonico  Corso  de' Bicci  (198).  Il 
terzo,  che  è  nella  Libreria  del  Marchese  Biccardi  (199).  Qualora  abbia- 
mo preferito  allo  stampato  la  K-zìone  dei  Testi  a  penna  ,  con  una  pa- 
rentesi dietro  alTesenipio  medesimo  ne  abbiamo  per  lo  più  avvertito  i 
Lettori.  —  In  que&la  nuova  impressione  si  h  citata  anche  da'  mici  prede- 
cessori, o  aiutatori  la  moilerna  edizione  fatta  in  Firenze  l'anno  1825-26. 
in  sei  volumi  in  8.,  ed  i  numeri  aggiunti  agli  esempli  corrispoudogo  a  quelli 
dei  libri  e  dei  capìtoli  delT edizione  suddetta ,  ed  anche  talora  a  quelli 
del  volume  e  delle  pagine.  — 

M.  Franz.  Bim.  buri.      Bime  Burlesche  di  Mattia   Franzesi  inserite    parie    nel    volume    secondo    del- 
M.  Franz.  Bim.  buri.  l'Opere    Burlesche    del    Berni^    ed    altri    Autori     stampato    da*  Giunti    di  FÌ- 

0,   110,  rcnze   nel    1555.  in  8.   e  più   modernamente    ristampato    nel     1723.    in    8.  (e), 

MatU  Franz.  Bim.  buri.  «  parie  nel  volume  terzo  delle  medesime ,  che  porta  la  data  di  Firenze 
del  1723.  in  8.  I  due  numeri  per  Io  più  aggiuuti  alle  citazioni  indica- 
no il  volume,  e  le  pagine. 

Maur,  Bim.  Bime  burlesche  del  Mauro  impresse    nel    primo    volume    delle    suddette   Opere 

òlaur.  Bim.  buri.  burlesche  stampate   nel    1548.  e   nel     1723.    e    di    quest'ultima    edizione  prin- 

Maur.  Bim.  buri.  1.  47,       cipalmeule  si  accenna  il  numero  del  volume^  e  delle  pagine  (200). 


(j)  Alla  voce  liiso  §.  V.  1*  esempio  altriliuilo  alla  Com- 
pagnia del  MantcH.  è  dei  Beoni  di  Lor.  Med.  ooHe  noi  cre- 
diamo rhc  i  lieoni  iieno  slaU  cilati  ;iache  suU'  edizione  del 
l568-  cuutcncnti  i  soncUi  del  Uurcliiellu  ce. 

(Il)  La  prima  di  quelite  due  edizioni  non  t  di  Firenze  , 
a\  di  Vcncriai  e  la  seconda  non  è  del  l567.,  sì  del  1S77. 
Inoltre  noi  aMiiamo  forte  sosprtlo  che  la  prima  non  fosse  a)lri- 
mcDli  adoperala  dagli  Accademici;  da  clic  quanti  esempii  ci  è 
occorso  di  riiconlrjre  iu  Ionie  (  che  cerio  non  sono  siali  pli- 
chi )  non  ne  abbiamo  tro\alo  un  solo,  che  uella  citasione  dei 
Capitoli  corrispondesse  a  quelli  di  questa  stampa. 

('97)  Que>lo  Tosto  è  in  cartapecora,  scrino  con  molla 
diligenza,  assai  antico  e  corrcUo,  nu  non  arrivj  piìi  lìi  che 
al  rapo  36  del  liliro  oliavo,  mancandovi  il  riniancnlc.  Pare 
che  iu  antico  sia  stalo  posseduto  da  alcuno  della  Famiglia 
de*  Villani  vcdcndovisi  nella  prima  pagi»  la  loro  Arme  nii- 
aiata  con  oro,  e  co'  proprii  colori  (*). 

(198)  Il  Tc»la  di  C.iuUano  ile'  Ricci  h  mollo  sinKolare, 
primieramente  pcrrlii;  fu  scritto  nel  iSjS.  cioè  soli  l5.  anni 
dopo  la  myxlc  dell'  Aulnre,  da  /intingo  ilt  Corso  de'  fìi''ci,c 
sempre  in  questa  Casa  (ino  al  presente  h  stato  conservjio; 
dipoi  perchè  1;  interf»,  contenendo  tutta  la  Storia  dì  Matteo, 
ed  anrhc  rit^giunla  di  Itlippo  suo  figliuolo.  Inoltre  e  quel 
medesimo  di  cui  ti  scrvirouo  i  tUunti  per  darla  alta  Iure 
compila  nel  I^Sj.  (**),  come  li  può  vedere  dalla  Prcfationc  di 
quella  edizione  ;  nella  quale  però  si  vuole  avvenire,  rh<«  fu- 
rono tralasciali  :ilcuni  squarci,  forse  per  politiche  ragioni  de' 
tempi  chi'  allora  rorri-vano,  ed  anche  alcuna  volta  non  fu 
usala  lolla  la  ne«rs^.tria  dd^cnia,  osservaudovisi  di  tanto  in 
tanto  notabili  ed  imp-irlaoti  variazioni,  lo  rhc  noi  posiamo 
con  fr-nrhexza  atTr-rinare  per  averne  fatto  un  accurato  riscon- 
tro, principalmente  per  servizio  della  prcsenlc  impressione  del 
Vocabolario. 


(ic>())  Questo  Tcito  e  scrìuo  in  cartapecora,  e  coDliene 
gli  uìlinn  due  Libri  di  Giovmnni  ì'i!l<tiit  i  primi  selle  dt 
3fiitteo  e  parte  i\'^\V  oliavo,  la  pie  della  prima  pagtoa  »«vi 
r  Arme  de'  ?ierli. 

(r)  A  queste  Rime  sodo  stati  attribuiti  dagli  Accademici, 
cominciando  dalla  terza  Ìmpre»sÌL>ne,  300.  e  più  esempli  ap- 
partenenti alle  Hime  di  Girolamo  lìttsc^Ut,  le  quah  s<-guilaoo 
□  elio  edizioni  suddette  a  quelle  del  frjnzrii  j  olire  ad  alcuni 
altri  appartenenti  alle  Arnie  dello  Strnxcino ,  del  Mauro,  di 
Messer  fìinot  e  di  .4ndret  Lori.  Del  resto  anche  in  questa 
Duova  impreiiioQc  sono  siale  citate  le  Hime  del  Htitct/ìi  co- 
me cosa  del  franzeti  si  perche  mancando  doì  della  nota  della 
vuri  iiddutle  nel  Vocabolario  Sullo  l'abbreviatura  di  Mattia 
Franzesi  e'  era  impo>$iI)ilc  d'  emendare  esatlameule  la  Cru- 
sca (lauto  più  che  la  m«j;^ior  parte  do);U  esempii  da  eua  al- 
legati mancano  di  citatiune);  si  perchè  noD  ci  accorccoimo 
che  assai  tardi  che  t  nostri  predecessori  avevano  seguito  lo  atiU 
degli  Acciidcniirì,  rcrando  in  mezzi ,  quasi  sempre  leoia  cita- 
zione, come  Itimc  del  Franzeti  quelle,  che  non  erano  che  del 
Ruscelli^  e  talora  anche  con  poca  ddigeiua. 

(aOO)  Fu  Iralaiciata  questa  abbreviatura  oell' Indice  del- 
la passata  impressione,  in  cui  pure  multe  tulle  erano  rilata 
queste  Rime,  come  si  può  vedere  alle  voci  AMBRACANE  (*), 
CAVALCANTE,  DIMINUTtVO.  I.NFANGATO.  LODATO. 
QUINTERNO,  sebbene  l'esempio  in  quett'uluma  citalo  era 
atlribuilo  al  Berat  (**),  quando  per  altro  si  trova  nel  Otp/* 
fo/o  del/e  bugie  del  Maturo. 


(•)  Al  presente  questo  Testo  non  si  coos'irva  più  io  cast 
Covoni,  ne  s.  ppiamn  dove  aia  passato 

(••)  Questa  edizione  oon  fc,  come  abbiamo  detto,  del  l5fi7. 
ma  del  1577. 


(•)  Questo  esempio  è  trailo  non  dalle  Rime  del  Mauro, 
mi  da  quelle  di  Lodovico  Dolce,  le  quali  gii  furono  allegate 
altre  vtdte,  rome  ablnamo  avvertito  quando  si  è  parlalo  della 
Rime  burlesche  del  fìerni. 

(•")  Noi  pure  abbiamo  trovato  che  l'esempio  allegalo 
alla  voce  BERRETTINO,  Add.  ed  altribuilo  a  M^tt.  Tmuz. 
rim.  buri,  appartitne  a  questa  Rime,  e  glielo  aUiìam  reii»- 
taito. 


«993 


Alaz.  Nec.  Mess.  Bim. 
ant. 

Medit.  Arb.  Croc. 
Med.  Arb,  cr. 
*  Med.  Arb.cr.  57. 


Rime  antiche  di  Mazzeo  di  Neco  da  Messina.  V.  Jìim.  ant.  P.  N. 


Meditazione  sopra  l'albero  della  Croce.  Testo  a  penna  che  già  fu  del  Hiscal- 
dato,  dipoi  tra'MS.  dell'Accademia  (201).  —  In  questa  nuova  impressione 
si  cita  l'esemplare  stampato  da  noi  in  Firenze  presso  David  Passigli  e 
Sodi  l'anno  1836.  in  8.,  ed  i  numeri  aggiunti  agli  esempli  così  nuovi, 
come  ai  già  citati  dagli  Accademici,  corrispondono  ai  numeri  marginali 
della    prefata    edizione    (a)  j    e    talora    anche    a    quelli    delle    pagine. — 

Medit.  f'it.  Crist.  Meditazione   sopra    la    f^ita   di    Gesù   Cristo    (202)  .    Testo    a    penna ,    che    fu 

già    dello    SmuntOj   dipoi    tra'.MS.    dell'Accademia. 

Memor^Borgh.  Tad.  »    Memorie  di  Borghino  di   Taddeo  (203).  Testo    a    penna,    che    fu    già    di    Don 
Vincenzio   Borghini. 


<c  Mem.  Tad.  Borgh 


Menz.  Bim. 
xMenz.Bim.  I.  81. 

*  Menz.  Bini.  2.  320. 
uMenz.  san. 

*  Menz.  Lament.  Gerem. 

*  Menzin.  Ter.  Parad. 

2.  24. 

*  Menz.  Art.  Poet,  l.  I . 

*  Menz,  Poet.  %  168. 
Menz.  Sat,   I. 

*  Menzin.  Salir,  6. 


Rime  di  varii  generi  di  Benedetto  Menzini  nostro  Accademico.  Si  cita  Te* 
dizione  fattane  in  Firenze  da^  Tartinij  e  Franchi  l'anno  1730.  in  quat- 
tro volumi  in  4.,  ed  i  numeri  apposti  agli  esenipii  corrispondono  a  quel- 
li   del    volume,    e    delle    pagine    (b). 


Satire  (204)  del  medesimo.  Si  cita  un  Testo  a  penna,  che  fu  di  Fran- 
cesco Bedij  e  anche  la  moderna  impressione  in  4.  fatta  senza  nota 
di  luogo,  ed  anno,  ed  agli  esempii  abbiamo  aggiunto  quasi  sempre 
il    numero    della    Satira. 


.V.  Bin.  Bini,  buri.  Rime    burlesche    di  Messer   Bino    (205),    inserite     nel     volume     I.    e     II.    del- 

M.  Bin.  Bim.  buri.  I.  T Opere  burlesche   del   Bernij    ed    altii    Autori    dell*  edizione    di    Firenze    de' 

1S3.  Giunti  del    1348.  e  del    1555.    In    questa    impressione    si    cita    anche    la  mo- 

derna ristampa,  che    ha    la    data    di    Firenze,    o    di    Londra    del    1723.  in   8. 
ed    i    numeri    aggiunti    indicano    il    volume,    e    le    pagine    (e). 

Mes.  Cin.  Rime  antiche  di  Messer   Cina.   V.    Rim»  ant,  Rim*   ant,   B*   M.   e   Bim,   ant. 

M.  Cin.  Bim,  ant.  P,    iV.    (d) 


(aoi)  Questo  Testo  ora  non  sì  trova  tra  i  Codici  dell' 
Accademìd,  uè  si  sa  do%e  sia.  Videlo  lo  Stritohto  ,  e  farse 
dai  suoi  S[iogli  sono  tratti  gli  esempli  allegali  ;  ma  uè  [>ur 
egli  ce  ne  additò  il  posseditore. 

(a)  Questi  numeri  marginali  corrispoadoDo  a  quelli  della 
&lani[)a  fatta  in  Verona  per  cura  del  Sig.  Paolo  Zanotti  di 
b.  ni.  Tanno  1828.  in  i6.  presso  Doinentco  Cesconi ,  sulla 
quale  noi  a\c\anio  già  riportate  tutte  le  varianti,  secondo  il 
Codice  Cbigiano,  per  poi  ridurre,  come  facemmo,  alla  sua  ve- 
ra legione  questo  prezioso  Testo  di  lingua^  al  quale  alibiamo 
altresì  restituito  1' esem(no  clic  la  Ctusca  alla  voce  Converti- 
menlo  altrilmiva  alle    J'tlc  dt"  SS.   Padri. 

(202)  Forse  que;ìt*  Opera  è  quella  medesima,  clie  è  ci- 
tata sotto  nome  di  ì'iia  di  Cristo,  o  à.^  Imitazione  della 
J^ila  di  Cristo  (*),  come  crede  anche  V  Infarinato^  ma  citan- 
dosene un  Te.slo  iliverso.  può  anch'  essere  che  fosse  diversa- 
menle  dettalo  il  testo  dello  Smunto,  che  anche  di  presente 
è  Ira  i  MS.  dell'Accademia,  ed  è  scritto  con  bellissimo,  ed 
antichissimo  carattere. 

(zo'ì)  Benché  ora  perla  prima  volta  sì  citi  questo  Testo, 
noi  però  non  1*  abbiamo  vedulo;  ma  alcuni  esempli  di  esso, 
che  in  questa  impressi'ine  si  citano,  come  quello  della  voce 
AFFETTATORE,  sono  tratti  da  alcuni  spogli  dì  Don  T  in. 
cenzio  Borghtni  suo  disceodente  trovati  tra*  suoi  scritti  ,  la 
maggior  parte  de' quali  di  presente  si  conserva  nella  Libre- 
ria del  Lieto.  Questo  Borghino  di  Todi/co  e  quello  slesso 
che  nella  mutazione  degli  u6zii,  falla  dalla  Repubblica  Fio- 
rentina dopo  la  cacciata  del  Duca  d'Atene  l'anno  l343.  da 
Cioi'anni  7'illani,  al  cap.  17.  del  Lib.  12.  ,  è  annoverato 
tra'  Priori  che  ri-iederono  pel  Quartiere  Santa  Croce. 

(b)  Da  un  diligente  ed  accurati!  risronlro,  che  abbiamo 
fatto  di  tutti  i  passi  (  sono  5l-  )  allegali  dagli  Accademici 
Dei  loro  Vocaliolario,  possiamo  render  certi   i  nostri  lettori,  (he 


(*)  È  sicuramente  la  medesima;  e  noi   ne  abbiamo  recalo 
le  prove  nella  contronota  alla  nota  J^l  di  questa  Tavola. 
Vocabolario  T.  il. 


essi  Accademici  non  trassero  esempli,  die  dalle  Rime  conte- 
nute nel  primo  volume  di  questa  edizione.  Per  questa  nuova 
impressione  poi  se  ne  sono  traili  eziandio  da  quelle  conlenu> 
te  nel  secondo,  citandole  quando  col  titolo  generale  di  Rime  j 
quando  col  lor  proprio,  cioè  di  Terrestre  Paradiso,  allegalo 
a  lilirì,  e  a  stanza,  di  Arte  Poetica  allegala  a  libri,  dì  Zd- 
mentazioni  di  Geremia  ec.  Delle  Lamentazioni  j  i  Compi- 
latori Bolognesi  hanno  citato  a  pagine  qualche  rara  volta, 
avvertendulo  fra  pareulesi,  uu' edizit>ne  dì  Firenze  del  I728. 
Ed  i  Compilatori  Napoletani,  sotto  nome  di  Rime,  citano  alla 
voce  Iiidn'inare  un  esempio  tratto  da  un*  Anacreontica  inne- 
stata neW  Accademia  Tusculana  voi-  3.  pag.  l84-  dell' edi- 
zione  de'  Tartini,  e   franchi. 

(204)  il  Redi  lasciò  nell'  esemplare  del  suo  Vocabolario 
la  maggior  parte  degli  spogli  delle  voci,  e  degli  esempli  trat- 
ti dalle  Satire  del  Menzini,  the  noi  abbiamo  inserito  nella 
presente  impressione;  ed  a  questi  abbiamo  concordemente  giu- 
dicato di  dovere  aggiungere  anche  quelli  dell'  altre  liime  di 
questo  nostro  celebre   Accademico. 

(205)  ^eir  Indice  della  passata  edizione  manca  1'  abbre- 
viatura di  queste  Himej  le  quali  alla  voce  ASINO  erano  ci- 
tate così;  Min.  Bus.  him.  ma  1'  abbiamo  giudicata  una  scor- 
rezione, e  abbiamo  credulo,  che  V  abbreviatura  M.  B.  che  si 
legge  nella  Tavola  delle  Opere  burlesche  suddette,  significhi 
Jlfesser  Bino.  Vi  è  chi  ha  credulo  che  questa  abbreviatura, 
che  si  legge  alla  voce  ASINO,  significhi  Bime  iurlesche  di 
Sliniato  Busini  nome  dì  Poeta  incognito,  e  che  forse  non  fu 
mai. 

(e)  A  queste  Bime  abbiamo  tolto  il  secondo  esempio  ad 
esse  altribuilo  dagli  Accademici  sotto  il  modo  avverbiale^  iosa, 
e  restituitolo  alle  Bime  del  Berni,  a  cui  appartiene.  E  poi  delle 
Bime  di  .17.  Bino  V  esempio,  che  gli  Accademici  sotto  la  vo- 
ce Borzacchino  assegnano  a   Mattio   Franzesi,  e  va  corretto. 

(d)  Qui  i  signori  Accademici  dovevano  porre  anche  il 
richiamo  Cin.  da  che  sotto  questa  abbreviatura,  quantunque 
non  ne  facessero  mai  uso,  posero  le  notizie  opportune  per  chi 
voglia  sapere  di  quali  edizioni  si  servirono. 

25o 


M.  Lue,  da  Pam, 

M.  Rinal,  d*  Jqu.  » 
M*fìin.A(}uìn.  Jiim. 

ani.  >ì 
Mes. 

Metam. 
Metamojjl  Strad, 


Cronichetta   di  Messer  Luca   da   Panzana,  V.   Lue.   Panz. 
Jiime  antiche  di  Messer  Rinaldo  d* Aquino,  V.  Rim,  ani.  P,  TV. 

Mesue.  V.   ^ol,  Mes. 

Volgarizzamento  delle  Metamorfosi  dello  Stradino,  V.  Ovid,  Metam, 


Mich.  Bonar.  Rim.  »  Rime  di  Michelagnolo  Buonarroti.  V.  Buon.  Rim, 
Mich.  Buon.  Fier,  »  Fiera  di  Michelagnolo  Buonarroti.  V.  Buon.  Fier. 
Michel.  Buon.  Tanc.t>     Tancia  di  Michelagnolo  Buonarroti.  V.  Buon.   Tane 


MiL  Marc.  Poi, 

Mil.  Marc.  Poi.  P.  N. 

*Mil.Marc.  Pol.Acc.  57. 

*Marc,  Poi.  ^iagg,  45. 


Volgarizzamento  della  Storia  di  Marco  Polo  detta  Milione  (20fi) .  Testo  a 
penna,  che  fu  già  di  Piero  del  Nero^  dipoi  tra'MS.  ót' Guadagni  (-07). 
Talora  se  ne  cita  anclie  iin  altro  Testo,  che  è  nuli' Accademia. —  Jii  que- 
sta nuova  impressione  Rosso  Martini  cita  Ìl  Tcslo  ch'era  dell' Accademia  j 
e  noi,  co' nostri  jiredccessori,  o  iiìulatoii,  citiamo  rcseroplarc  iinpresao  in 
Firenze  presso  Giuseppe  Pagani  V  anno  1827-28  in  quattro  volumi  in  h.  e 
talora  l'altro  impresso  ìa  Venezia  nella  stamperia  dell*  Alyisopoli  l'anno  1829. 
in  due  volumi  in  IH,;  ed  Ì  numeri  aggiunti  agU  esempli  cosi  nuovi,  come 
ai  già  citali  dagli  Accademici,  corrispondono  a  quelli  delle  pagine  dell'  una, 
0  dell'  altra  delle  prefalc    edizioni,  e  qualche  volta  anche  a'  capitoli.— 

Rime  antiche  di  Mino  del  Pauesaio  d'Arezzo.  V.  Rim,  ant.  F,  R. 


Miracoli  della  Madonna j  se  ne  citano  due  lesti  a  penna;  uno  che  fu  già 
di  Marcello  Adriani  (208),  l'altro  che  fu  già  dì  Piero  di  Simone  del  Nero^ 
e    che    ora    si    conserva    nella    Libreria    de' Guadagni   (209). 


Min.  Pai',  tj 
Min .  del  Paues .  Rim, 
ant.  iì 

Mirac.  Mad. 
Mirac  Mad.  M, 
Mirac,  Mad.  M.  A. 
Mirac.  Mad.  P.  N, 
Mirac,  M.  P.  N. 

Monac,  Lett,  Lettere    e    Mandati  ad  Ambasciadon  j    e    Ministri  scritti    da    Niccola   Monaci 

e  da  Ventura  suo  fi;^Iiuolo  amhl  Segrctarii  della  Repubblica  Fiorentina, 
compresi  in  molli  volumi  ,  i  Testi  originali  de'quali  si  conservano  ncl- 
r  Archivio  dell' Ulli/io  delle  BiformagÌonÌ  (210). 

Mon,  Sien.  Rim.  ant.  a    Rime  antiche  di  Monaldo^  o  Monaco  da  Siena.  V.  Rifii.  ant,  P.   N. 

Montem.  Rim.  «  Rime  di  Buonaccorso  da  Montemagno  stampate    più    volte    ed    in    più    luoghi, 

Montem.  Son.  3.  ma    non    sappiamo    di    quale    edi/ioiie     si     valessero    i     passali    Compilatori  . 

Montemagn.  Rim. son. k.       Nella    presente    impressione    abbiamo    più    comunrnu'nlc    (a)    rilala     la     mo- 


i< Montem,  madr,  2. 


Mor.  S.  Greg. 
Mor.  S,  Greg,  Lett, 


derna  edizione  fatta  tn  Firenze  da  Giuseppe  Manni  nel  I7I8.  in  12. 
allegando  per  lo  più  —  auzi  sempre  —  il  numero  de'Sooctlì;  —  e  de' ma- 
drigali (b).  — 

Volgarizzamento  de* Morale  di  San  Gregorio  Magno  fatto  da  Zanobi  da  Stra- 
to,  Non    sappiamo    qual    sia    il    Testo    stampato    (21  I)    che    citarono    i    Coni- 


(306*)  Questo  Libro  fu  dettato  Tanno  1298-  a  giudiiio 
dell'  Infarinato,  il  quale  no  vide  un  Codice  mancanlr-  in  prio- 
cinio  ed  in  fine,  clu-  fu  dt-Uo  Stratlino.  Si  avverta  ,  dio  non 
si  dco  ronfonderc  con  quello  &tanipatu  nel  sccundo  volume 
delle  Arti*/pniio/ii  del  jianmsio  ,  il  quale  sì  crede  ,  che  sia 
tradotto  postcnurnicnte  dal  Latino,  ed  anche  io  molli  luoghi 
acrorcinto. 

(a07)  Quello  Tcslo  al  prcicnlc  non  è  tra'  ìi1S,ìiv*Giiaiiagni, 
m.T  hentl  neir  Acrademia,  e  prima  che  1*  arqui>las»r  Pirro  (/<•/ 
AVro  era  stalo  di  t'irro  tifi  /Uccio.  Costui  vi  nolo  ,  rhc  era 
frUto  &CTÌII0  da  Michtle  Ormanni  suo  liisavolo  da  Ulo  di 
madre,  i\  quale  era  morto  ucl  iSCK).  da  ch«  »i  vede  che  b  di 
grande   niilicliìth. 

(208)  L*  Infarinato  vide  questo  Tcslo,  e  ne  favellò  ne- 
sli  A\\.'i'rtimcnti  ,  ma  noi  giudicò  tradnllo  dal  Provcniale  , 
come  il  crederono  i  lìrputati^  liemlilf  può  essere,  che  il  Te- 
sto da  csii  veduto  fosse  di  diversa  dettatura. 

(aoQ)  Avvcne    duo    Testi    tra    ì    Cudiri    oc*  Guadagni  j 


uno  segnato  col  num.  ^1.  1'  altro  col  num.  93.  ma  nos  «apremmo 
decidere,  quale  sia  Ìl  citato  da' Compilatori,  euendo  ambedue 
di  pari  anlirhilk. 

(210)  Le  l.tttert  do' due  Monaci  sono  in  Ire  volumi 
dell' Arnìtidio  segualo   R.,  e  sono  scritte  dal   l.l^B.   al  l355. 

(a)  Dal  riscontro  delle  cilaiiuni  appotle  a'  21.  esempli 
addulii  nel  Yi)ral>t>lario  sull*  autorità  dt  ipieste  /lime  noi  ab- 
itiamo iitratto;  ihe,  Don  più  comunrmrute,  ma  sempre  citarono 
la  iiiuderua  ediiioiie,  e  che  secondo  i(UOSta  posero  lo  cilaiìonì 
ai  18.  esempli  gib  allegali  nella  Ima  impressione  run  una 
»ola  ciiniione  tallala,  come  può  vedersi  alla  voce  Accettare. 

(Il)    I    madiigali   sono   citati   alla   voce    Ti'^naOf   §.    I. 

(ali)  Forse  niaruno  l'antica  cdiaiono  di  Fireote  fatta 
da  IKiccolò  della  Magna  nel  i^Btì.  in  due  Volumi  in  foglio, 
la  quale  Don  passa  oltre  il  Liliro  \1X.  perchè,  come  ìn  eua 
si  legge,  7.ntiof>i  provenuto  dalla  morte  non  i>olè  compire 
queir  Opera. 


Mor.  S.  Greg.  F.  14. 


*Morell.  Cron.  280. 

Morg. 
Morsant. 


Mott.  Fìlos.  » 
Moti.  Filos.  B.  V. 
Mott.  Filos.  P. 
'Mott.  Filos.  p.  155. 


«99* 

pilalori  delle  antecedenti  edizioni.  Nella  presente  impressione  abbiamo  più 
frequentenientc  cit.Tla  la  moderna  staiitpa  fatta  in  Roma  nel  1714.  in  tre 
volumi  in  4.  per  gli  Eredi  del  Corbelletti.  Si  cita  ancora  per  lo  più  a 
pagine  la  Lettera  del  medesimo  Fontellce  San  Gregorio  a  Leandro  Ve- 
scovo di  Siviglia,  siccome  anche  il  Prologo  dell'Opera.  Il  volgarizzamento 
di  Zanobi  da  Strata  essendo  compreso  in  19.  libri,  abbiamo  per  lo  più 
aggiunto  agli  esempii  da  esso  tratti  il  numero  del  libro  ,  ed  il  numero 
marginale  posto  in  ciascheduii  libro  nelT  accennata  edizione  dì  Roma  (a). 
—  In  questa  nuova  impressione  oltre  alla  stampa  suddetta  ,  si  è  anche 
qualche  volta  citata  a  toniij  e  a  pagine  l'edizione  fatta  in  Napoli  l'anno  1745-46. 
in  quattro   volumi   in   4.  -^— 

Cronaca  di  Giovanni  Morelli.  V.  Cron.  MortU. 

Morgante  di  Luigi  Pulci.  V.  Luig.  Pule.  Morg. 


Morozz.  da  Fir.  »  Morozzo  da  Firenze  ("ili).  V.  Amoroz.  da  Fir. 


Volgarizzamento  del  Libro  intitolato  Motti  de' Filosofij  si  citano  due  Testi  a 
penna,  uno,  che  fu  già  di  Baccio  Valori,  poi  del  Senator  Luigi  Guicciardi- 
ni, l'altro,  che  fu  di  Giovanvincenzio  Pinelli  (213).  Un'operetta  con  que- 
sto medesimo  titolo  è  stata  data  modernamente  alla  stampa  da  Domenico 
Maria  Manni  in  Firenze  nel  1735.  dietro  all'  antico  Volgarizzamento  di 
Boezio,  tratta  da  un  Testo  a  penna  dell'Abate  Niccolo  Bargiacchi.  —  La 
quale  citasi  a  pagine  in  questa  nuova  impressione  dai  Compilatori  Bolo- 
gnesi (b).  — 


N 


Narraz.  Mirac,  » 
Nicc.  Costati. 

ttNìnf.  Fies. 
Ninf.  FiesoL 

Noi.  lac.  Rim.  AnU  » 


Narrazione  di  Miracoli.  V.  Lib.  Op.  diuer. 

Trattato  di  Medicina  di  Niccolò   Costante.  Testo  a  penna  (214). 

Ninfale  Fiesolano.  V.  Bocc.  Ninf.  Fiesol. 


Bime  antiche  di  Notaro  lacomo  da  tentino.  V.  Rim.  ant.  Rim.    ant.    P.    N, 
Rim.  ant.  B.  M.  e  Rim.  ant.  F.  R. 


Nov.  ant. 
Noi',  ant.  Proem. 
Noi»,  ant.  Proem.  2, 
Noi',  ant.  4.  1. 
Noi;  ant.  50.  tit. 
No^.ant.  10-2. 
Noi',  ant,  g,  I. 


Il  Novellino ,  o  sia  Cento  Nov'elle  Antiche.  Si  cita  la  stampa  fattane  in 
Firenze  àa!' Giunti  nel  1572,  in  4,  allegando  ciascheduna  Novella,  ed  anche 
il  numero  supposto  per  maggior  comodo  dì  dieci  in  dieci  versi  in  ciasche- 
duna di  esse,  siccome  ancora  nel  Proemio,  Si  citano  anche  i  Titoli  di  cia- 
scheduna Novella,  ed  anche  la  giunta  alle  Cento  Novelle  ,  cioè  le  quattro 
Novelle  aggiunte  in  fine  della  predetta  edizione  de' Giunti.  Talvolta  sono  sta- 
te citate  le  cento   novelle  della   slampa   antica,  cioè  di    quella     fatta     fare     in 


(a)  Da  quello  cbe  qui  dicono  gli  Accademici,  altri  po- 
trebbe andar  persuaso  che  di  quest'  Opera  non  fosse  citalo 
cbe  il  Volgariziamento  di  Xanobi  da  Strata  ,  il  quale  non 
giunse  a  tr^dune  cbe  i  primi  l8.  libri,  e  parie  del  ip.,  cioè 
6ao  al  capitolo  i8  ;  ma  ncn  è  così;  da  cbe  è  citato  ancbe  il 
rimanente  6no  al  libro  3.S,  come  può  vedersi  dalle  voci  fin' 
flave,  Conjìare,  Inicompctentementc ,  Sciocchfggiare  ec.  Il 
Volgarizaatore  di  questi  ultimi  è  anonimo,  ma  non  manca  chi 
tenga   essere  stato  il  B.    Giovanni  da    Titsignano. 

(2X2)  Crediamo  cbe  questa  abbreviatura  sia  scambiala  da 
Amorazzo  da  f'irenze  uno  degli  anticbi  Rimatori  del  Testo 
di  Pier  del  jS'ero  j  ma  nondimeno  la  pooghiamo  qui,  percbè 
così  si  legiiC  alla  voce  ATTESA  {•),  e  così  V  abbiamo  trova- 
ta negli  antichi  originali. 


(•)  L'esempio  al'egato  alla  voce  Attesa  è  indubitatamenle 
di  Aniorotzo  da  Firenze  ,  come  si  ritrae  anche  dalla  p3g.  8. 
»o!.  2.  de'  Poeti  del  primo  Secolo  Fir.  l8i6.  in  8.  ma  1*  ab- 
breviatura con  cbe  gli  Accademici  V  allegarono  non  e:  Morozz. 
da  Fir..  sì  Him.  ant.    P.   A*.    Morozz.  da    Fir. 


(2i3)  Non  abbiamo  trovato  in  mano  di  chi  poscia  passas- 
se il  Testo  del  l'alori.  Di  quello  del  Pine/li  fa  menzione 
l' Infarinato,  il  qnate  altrìbuisce  quest'  Opera  a  Maestro  fie- 
ro da  Reggio  autore  degli  Ammaestramenti  a  sanità  conser- 
vare, di  cui  sopra  si  è  ragionato:  ma  egli  forse  s'ingannò, 
percbè  il  Testo  del  Pinelli  conteneva  e  quelli  Ammaestra- 
menti, e  questi  Motti.  Abbiamo  veduto  un  Testo  de*  Motti 
de'-  Filoso  fi  tra  i  MS.  della  Libreria  de'  Guadagni  segnato  col 
num.  i^o.  ne  sapremmo  dire  se  sia  aoo  de' due  soprad- 
detti. 

(b)  O  quest'operetta  è  tutt*  altra  cosa,  come  ool  credia- 
mo, dalla  già  citata  dagli  Accademici  £no  dalla  prima  impres- 
sione sui  Testi  a  penna;  o  è  di  lettura  differcotissima  j  da 
che  in  essa  non  si  rinviene  alcuna  traccia  cbe  gli  esempii 
addotti  nel  Vocabolario  possano  appartenere  ad  essa. 

(21.!^)  Questa  abbreviatura  non  è  nell'antecedente  im- 
pressione, si  trova  alla  voce  SORDAGGINE,  e  l'esempio  di 
essa  accennato  nell'originale  è  aggiunto  di  mano  di  France- 
sco fìedij  tra'  MS.  del  quale  per  altro  ora  non  si  trova  que- 
sto Testo.  Se  poi  I\'iccolò  Costante  sia  l'Autore,  o '1  Voi- 
garizzatore  di  questo   Trattato^  a  noi  è  del  tutto  incerto, 


'99^ 

Nov.  ani,  stamp.  ant. 
'A.  2. 
uNov.  ant.  62.  stamp. 
ant. 


Bologna  da  Carlo  Gualteruzzi^  —  l'anno  1525.  in  4.  —  gIcddc  delle  quali 
sono  diverse  da  quelle  coiilcnulc  nell'edizione  de'Giunti,  e  perchè  questa 
antica  stampa  in  alcun  luogo  è  scorretta,  talora  ci  siamo  prevalsi  di  un 
lesto  a  penna  di  essa,  clic  fu  già  di  Piero  del  Nero  ,  ed  ora  si  conserva 
nella  Libreria  de"  Guadagni  segnato  col  numeio  103.  (21.5).  —  In  questa 
nuova  impressione  talora  ci  siamo  anche  servili  della  ristampa  fatta,  secondo 
1'  edizione  suddetta  del  I52').  in  Milano,  per  cura  di  Paolo  Antonio  Tosi, 
V  anno  1825.  in  8,  con  note  del  benemerito  Ab.  Michele  Colombo.  — 


0 


Omel.  Orig. 
•  Omel.  Orig.  287. 


Omel.  S.  Greg. 

*  Omel.  S.  Greg.  2.  4  j. 

•  Omel.  S.  Gr.  4. 
*Omel.S.  Gres.  20.  7. 


Omel.  S.  Grisos. 
Omel.  S.  G.'Grisos. 
Omel.  S,  G.  Grisos. 

F.  Jì.  ,, 
Omel.  S.  Gio.  Grisost, 
•  Omel.  S.  Gio.  Grisost. 

208. 


Op.  dif.  frane.  Sacch. 

Op.  dii'.  Tratl.  yU'em, 

*  Opus.  S.  Gio.  Grisost. 
22. 


folgariizamenlo  d'un'  Omelia  d'Origene.  Nelle  passale  impressioni  citarono 
un  Testo  a  penna  per  essere  scorretto  lo  stampalo  (216).  S'ella  presente  ab- 
biamo citato  a  pagine  l'esemplare  di  essa  Omelia  impresso  dietro  ^Ijo  Spec- 
chio di  Penitenza  del  Passavanti  dell'edizione  fatta  in  Firenze  da'  Tortini j 
e  Franchi  nel    1725.  in  4. 

Volgarizzamento  dell'Omelie  di  San  Gregorio,  stampalo  (217).  —  In  questa 
nuova  in)[>res^ione  sì  ella  l'esemplare  stampato  in  Brescia  Tanno  1821.  per 
Gaetano  yenturinij  in  due  volumi  in  S.  piccolo,  ed  i  numeri  aggiunti  agli 
esempli  additano  generalmente  il  volume  e  la  pagina  di  questa  edizione:  ma 
qualche  volta  anche  l'Omelia  soltanto,  o  l'Omelia  e  'I  paragiafo  in  cui  cia- 
scuna  Omelia  è  come  divisa.   — 

Volgarizzamento  dell'  Omelia  di  San  Giovanni  Grisostomo,  la  quale  ha  per 
titolo;  ('ha  niuno  non  può  essere  offeso  se  non  da  se  medesimo  (218).  Te- 
sto a  penna,  che  fu  di  Francesco  /ledi,  ora  presso  il  Bali  Gregorio  Bedi. 
—  Questa  Omelia  e  stata  poi  sul  Testo  Bedi,  data  alle  staiiijie  in  Firenze 
presso  Giuseppe  di  Giovat:chino  Pagani,  per  cura  del  Dottor  Luigi  Bigoli, 
l'anno  I82I.  in  8.  nel  libr~o  intitolato  Volgarizzamento  di  alcuni  Opuscoli 
di  S.  Gio.  Grisostomo j  e  noi,  in  quista  nuova  impressione,  ci  siamo  valuti 
di  questa  stampa;  ed  i  numeri  aggiunti  agli  esempli,  così  nuovi,  come  ai 
già   allegati   dagli   Accademici,  ne  additano  le  jiaginc.  — 

Opere  direrse  di  Franco  Sacchetti.  V.  Frane.  Sacch.  Op.  div. 

Opere  diverse.    Trattato  dell' Ai'emaria.  V.  Lib.  Op.  div. 

Opuscoli  di  S.  Giovanni  Grisostomo.  V.  S.  Gio.  Grisost. 


Ordinam.  Mess.  Libro  intitolilo   Ordinamenti  della    Messa.  Te»io   .i    p. mia,  che  fu  già  del  liitcal- 

Ordinam.  della  Mes,  »  dato  (2I'J).  —  In  questa  nuova  iiiipiessione  si  cita  I'  esemplare  fatto  stampare 
da  noi  in  Firenze  ,  s^ira  un  Ti-slo  di-l  Principe  Chigi  (  che  noi  crediamo 
quel  medesimo  clic  fu  del  liiscaldato)  fanno  IHIfi.  presso  David  Passigli 
e  Sodi  in  8.  dietro  alla  Meditazione  sopra  i  Arbore  della  Croce  j  ed  i  nume- 
ri aggiunti  agli  esempli,  così  nuovi  come  ai  già  allegali  dagli  Accademici, 
corrispondono   a  quelli  delle  pagine  di  questa   edizione.  — 


Ordinam.  Mess.  F.  M.» 
*  Ordin.  Mess.  82. 


Ordin.  Pacial. 
Ord.  de'  Pacial. 

*Ott.  Com.Inf. 

*  Olt.  Com.  Purg. 

*  Ott.  Com.  Par. 

*  Olt.  Com.  Dant.  Inf. 


Ordine  de'  Paciali.  Scrittura  a  penna  di   Commissioni   d'un    Magistrato  tUl     Co- 
mune di   Firenze  detto   Paciali   (220). 

L' Ottimo  Commento  della  Divina   Commedia,  \ .   Com.  Dant.  — 


(ai5)  Questo  Tcito  tic'  Ciiadiìgni  i  antico  ,  ma  assai  la- 
cero, e  n);iiicjiilr,  pfrciucctic  contiene  iblla  Novella  7.  Goo 
alla  63-,  mancandoti  il  principio,  e  la  600)  c.l  è  Jiclro  al 
I  oìgarizsami-nto  <t,-lla  prima   Deca  di   Tito   Livio. 

(»l6)  Non  diecliro  per  allro  i  passali  Comiùlalori  noti- 
lia  alcuna  del  Testo  ila  loro  ailoperalo.  Forse  fu  quello  di 
Pirro  ilei  Kera  vcilulo  anche  ilall'  Infarinalo,  il  quale  d  giu- 
dicò scrino  assai  coireltaincnle  nel  l^nO.,  ed  era  unito  colla 
t'ita  dt  l'rislo,  al  nroscolc  <!  nella  Libreria  ic  Giiailagni 
segnato  col  num.  5b. 

(217)  Crediamo,  che  li  servissero  di  alcuna  delle  due 
anliilie  eilitioni  di  quelle  Omelif.  cioii  o  Ji  quella  di  Firen- 
le  lalla  nel  iSoi.  in  foglio,  o  di  quella  di  Vcnciia  del  l543. 
in  8.  scaia  nome  dello  stampatore. 


(218)  Asvi  un  Testo  di  questa  OMeha  anche  Ira  s  MS. 
della   Lilirerìa  At*  lUiailagni  sej;nalo  col  num.   ^3. 

(211))  Nella  passala  ini|>ressioDe  o  non  videio  questo  Te- 
sto, o  SI  scordarono  di  notare  in  mano  di  chi  passasse,  laoa* 
de  al  presento  non  possiamo  dire  ove  sia,  oè  darne  più  di- 
stinta notizia. 

(220)  1  Compilatori  dell'  antecedenti  im|>ressìoDÌ  non  ci 
lasciarono  veruna  nolixia  di  questa  scrittura,  quindi  s«lo  per 
conpliieltiira  possiamo  dire,  che  lo  scritto  a  penna  da  loro 
seduto  fosse  quel  medesimo,  che  vide  V  Infarinato  presso  V  Ih- 
fertgn^,  ed  il  citò  De' suoi  .4vvcrtiiltfnti  con  questo  I itolo  1 
Strumento  /nihhtico  il' ùntine  de*  Paciati  del  Ch'illune  di  f'i- 
rtnu,  tanto  più  che  anche  Dell'antecedente  impresaionc  si 
trova  cosi  citalo,  come  si  può  vedere  alle  voci  PIGNORA. 
ME.NT(),  STAGGIMr.NTO,  SEQl'ESTRAZIOSE,  ed  altre. 


OfiJ.  Metani. 
•<  Ovid.  Metamorf.  proem. 
I. 
Ovid.  Metamor.  Si- 
min  t. 
Ovid.  Metamor.  P.  N. 
Oi'id.  .Metamor.  G.  V. 
Ovid  Metam.  Strad. 


^997 

l'olgarizzamento  delle  Metamorfosi  d'Ovidio  ("221)  fallo  da  Ser  Arrigo  Simin- 
tendi  da  Prato,  Se  nr  citano  he  Tesli  a  penna;  il  primo  che  fu  già  di  Pier 
del  Nero  ^222),  ogyi  nella  Libreria  Ah'  Guadagni  segnato  col  numero  159. 
il  secondo  che  fu  già  del  SolUi  poi  ilei  GuernitOj  ora  nella  Libreria  del 
Marchese  Riccardi  segnato  K.  III.  XVIII.;  il  terzo  che  fu  già  di  Giovanni 
Mazzuoli  dello  lo   Stradino  (^222). 


Ovid. 

Jr.  Am 

Ovid. 

Art. 

Aman. 

Ovid 

Pist 

Ovid. 

Pist. 

B. 

R.  , 

Ovid. 

Pist. 

G. 

D. 

Ovid. 

Pist. 

S. 

B.. 

Ovid. 

Pist. 

L'i 

Ovid. 

Pist. 

var.  lez 

88. 


Oi^id,  Rìni.  Am. 
Owid.  Hem.  Alti.  Strad. 
Ovid.  Rem.  Am.  Slr, 


f^oli^arizzamento  de' Libri  d'Ovidio  de  Arte  amandi.  Tcslo  a  penna,  che  fu 
già  ili  Piero  de'  Bardi  de' Cot\l\  di  Veinìo  nostro  Accademico^  dipoi  del  Con- 
te Pier  Filippo j  e  fratelli  diz' Bardi  (223), 

yoìgariz  zìi  mento  delle  Pistole  (POvidio  (224).  Nelle  prime  inipressioni  furono 
citali  due  Tesli  a  penna,  uno,  che  fu  giù  àa^W  I riferì i^no  ^  l'altro  del  Sci- 
lo (22')).  Nella  precedente  a  questa  si  cita  anche  un  altro  Testo,  che  fu  già  del- 
lo Smunto,  Nella  presente  non  aventlo  noi  ritrovato  i  suddetti  Codici,  ci  siamo 
servili  d'nn  altro  Testo  a  penna  di  Monsignor  Giovanni  Bottari,  e  talvolta 
l'abbiamo  citato  a  pagine.  —  In  questa  nuova  impressione  si  cita  l'esempla- 
re stampato  in  Firenze  presso  Angiolo  Garinei  l'anno  I8I9.  in  8.  per  cura 
del  Dottor  Luigi  Rigolij  ed  i  numeri  aggiunti  agli  esempii,  così  nuovi,  come 
ai  già  allegati  dagli  Accadeniici  (a),  rispondono  a  quelli  delle  pagine  di  que- 
sta edizione.  Qualche  rara  volta  si  sono  citate  anche  le  varie  lezioni  poste  a 
pie  di   faccia.  — 


i^oli^arizza mento  del  Libro  d'Ovidio  de  Remedio  Amovis.  Testo 
fu  già  di'llo  Stradino  (226). 


penna  . 


che 


Pallad.  B.  D. 
Pallad.  D. 


Volgarizzamento  di  Palladio*  Tanto  In  questa  quanto   nelle  passale  impressio- 
ni   si    cita    il   Testo    a   penna^    che   fu    già    di    Bernardo   Davanzati    (227) , 


(221)  Le  Metamorfosi  d*  Ovidio  da' nostri  Antichi  furo- 
no chiamate  V  0>-idio  Maggiore,  ed  alcuui  Codici  del  Volga- 
rizzamento  di  vssc  haoao  questa  iuLÌlolazione. 

(222)  I  Tosti  di  Pier  del  JVero^  e  dello  Stradino  sono 
mentovati  ìÌùW  J/tfarinato  ne^jll  Avt'i'rtinifntif  ma  forse  il  se- 
condo è  lavoro  di  di%'ersa  penna,  perciocché  il  Salviati  gli 
assegna  grado  di  tempo  inleriore.  l!  Testo  di  Pier  del  Nero 
e  scritto  da  Pomenico  da  Narni  l'anno  liJ63.  Quelli  del 
Soiioj  e  dello  Stradino  non  sappiamo  ove  sieno  di  presente. 
Un  esempio  pero  altviliuilo  al  Teslo  dello  Stradino  nella  vo- 
ce RIDENTE  deli'  antecedente  impressione  abbiamo  osserva- 
to, che  è  dell' antico  Comentator  di  Dante  nel  cap.  3o.  del- 
l' Inferno. 

(223)  Un  Codice  di  questo  f-^olgarizzamento  e  anche 
nella  Libreria  di  S.  Lorenzo  al  Banco  XLI.  num.  36.  e  gli 
esempii  io  quesl'  Opera  citali  confronl.nio,  e  sì  ritrovano  an- 
che in  esso.  Due  altri  se  ne  vedono  nella  Libreria  del  Mar- 
chese   Ricordi   seynjti   G.   III.  XXIU.    H.    IH.    XVll 

(22:^)  Sebbene  è  incerto  il  Volgavizzalore  di  queste  Pi- 
atole, nondimeno  si  legge  circoscritto,  benché  assai  oscura- 
mente, il  suo  nome  nel  Idrologo  dell'  Epistola  di  Fedra  così: 
/^  però  bella  donna,  giocane  e  gentile,  riva  e  benigna  ,  il 
cui  nome  è  fiorito  di  quel  bei  fiore ^  che  l'alio  Re  de'  Fran- 
ceschi porta  nelle  sue  ce/efliali  insegne j  io,  il  quale  son  chia- 
mato in  Lingua  Ebrea  BOCCA  DI  LAMPANA,  e  nella  Lin- 
gua Greca  GUARDIA  D'AMORE,  e  ehc  questo  Libro  recai 
di  Grammatica  nel  volgar  Fiorentino  ,  e  Sane.te  a  vostra 
stanza  ec.  Da  un  Teslo  a  penna,  che  fu  di  Giovanvincenzio 
Pinellij  si  ricava,  che  la  donna  a  cui  è  intitolato  questo  Li- 
bro, era  Madonna  Li.ta  Pemzzi,  che  corrisponde  alla  sopra- 
delta indicazione.  Più  oscuro  è  il  nome  dell'autore  del  ì  olg-i- 
rizzamento ,  e  solo  si  può  congetturare,  che  avesse  nome  Filippo, 
osservando  che  questo  nume  nella  Lìoi^ua  EBRAICA  significa 
BOCCA  DI  LAMPANA,  come  si  ricava  da  S.  Girolamo  nel- 
l'Operetta De  nominilfus  Jfebraicis,  da  Aratore  Diacono  nel 
libro  primo  degli  Atti  degli  Aposto/i,  e  da  Sedulio  ne'  Col- 
iettanei  sopra  1'  Epistola  di  S.  Paolo  a*  Romani  in  fine  del- 
l'ultimo  capitolo.  Forse  il  Volgarizzatore  poco  esperto  nella 
cognizione  della  Lingua  Greca  ha  malamente  interpretato  GUAR- 
DIA D'AMORE  la  voce  FILIPPO,  che  propriamente  si  vo- 
lerà   interpretare  AMATORE  DI  CAVALLI. 


(225)  L'  Infarinato  fa  molta  slima  di  questo  J'olt^ariz- 
zamcnto,  del  quale  egli  vide  tre  Codici,  cioè  questo  del  Sol- 
Io,  che  era  slato  copialo  da  un  tal  T'annino,  un  altro  dello 
Stradino  copiato  nel  l^l6.  da  uu  tal  Piero  Spinfllini  .  ed  il 
terzo,  che  a  suo  tempo  era  in  mano  di  Luigi  Mozenigo  no- 
bil  Veneziano.  Alla  voce  MAND.VRE  abbiamo  trovata  questa 
alibrevialura  Ovid.  Pist,  nrgom.  3.  che  forse  significa  Pisto- 
le d'  Ovidio  nell'  argomento  della  terza  Pistola.  Uno  de"  so- 
praddetti Tesli  forse  è  quL-Uo  ,  che  al  presente  e  tra' MS.  la- 
sciati dal  Redi.  Tre  altri  ne  sono  nella  Libreria  de'  Guadagni 
segnati  co'numeii  i6o,  i6i,  e  162  i  primi  due  in  ottava  rima, 
il  terzo  in  prosa,  ed  undìri  se  ne  conservano  tra  i  MS.  della 
Libreria  del  Marchese  Riccardi. 

(a)  Neil*  a*!giugnere  i  numeri  agli  esempii  già  allegati 
dagli  Accademici  ci  siamo  giovati  principalmente  della  Tavo- 
la datano  in  fine  di  quelita  slampa  dal  benemerito  editore  ; 
ma  essendo  questa  multo  imperfetta,  cioè  mancante  d'un  l\0- 
esempii  e  più,  è  avvenuto  che  alcuni'sono  restati  senza  nu- 
mero, ed  alcuni  altri  col  numeio  delle  paghie  del  Teslo  di 
Mons.  fiottarla  il  quale  doveva  differire  talora  nella  lezione 
da  quello  del  Solfo,  che  è  il  seguilo  nella  stampa  dal  Rigo- 
li.  Del  rimanente  i  sei  cseinpii  dati  dal  Vocabolario,  secondo 
l'editore,  coli' indicazione  di  Ovid.  Pist.  alle  voci  li'everag- 
gio,  Compiagnerc,  Digesta,  Splendente,  Stramazzato,  Tra- 
mortito, e  da  esso  non  potuti  trovare  in  nessuno  de'  Codici, 
che  consultò,  gli  aI)bÌamo  trovati  noi,  dopo  lungo  cercare:  il 
primo  ncW  Arrighetto  da  Settimello  pag.  ''^G.  Il  secondo  nel- 
le stesse  l'istole  d'Ovidio  alla  face.  lof).  Il  terzo  è  assegnalo 
dalla  Crusca  al  Com.  Ovid.  Pist.  e  non  a  Ovid.  Pist.  Il 
quarto  sta  parimeiile  nelle  Pistole  d*  Ovidio  a  pag.  98;  ma 
con  diversità  di  lezione)  da  che  dove  la  Crusca  legge  capelli 
splendenti,  la  slampa  ha  capelli  .sparsi,  conforme  al  lat.  the 
dice  demis.ios  capUlos  .  E  gli  ultimi  due  (  il  che  fu  anche 
avvertilo  dai  Compilatori  Bolognesi  )  trovansi  nelle  Favole  d' 
Esopo. 

(226)  Di  questo  Testo  nulla  possiamo  dire,  non  ci  es- 
sendo riuscito  di  ritrovarlo,  ne  polendo  di  certo  affermare, 
se  sia  quello,  che  ora  si  conserva  nella  Libreria  del  Marche- 
se  Riccardi   segnalo   G.    III.    XXIII. 

(227)  Questo  Teslo  è  in  foglio,  ed  assai  antico j  Ber' 
nardo  Davanzati  vi  scrisse  di  propria  maDO  il  suo  come  nel- 


'998 

l'aliaci,  cap.  7. 

PallaJ.  Marz.  5. 

PaltaJ.  Aiiril.  2. 
:  Fallali.  Oli.  -iO.  tit. 

Pallai!.  IVo^cm.  23. 

Paltad.  S. 
Il  Pallad.  Segn. 

Pattaci.  F.  R. 


Panuc.  dal  Bagn. 
Htm.  ani. 


poscia  di  Giutiarto  Davanzali  nostro  Accademico  detto  il  Gabellato,  e  che 
ora  ti'a*  .MS.  (idi' Accademia  si  conserva.  Si  cita  a  capitoli,  e  dove  l'Ope- 
ra è  divisa  iii.'mesi,  si  cita  il  cipitolo  di  ciascbedun  mese.  Nelle  antece- 
denti impressioni  oltre  al  suiliiello  Testo  ne  fu  citalo  anche  uno,  che 
fu  già  di  Bernardo  Segitij  dipoi  del  Cavalicr  Giuseppe  Sej^ni  nostro  Ac- 
cademico, ed  un  altro,  che  fu  gii  di  Francesco  Redi^  ora  del  Bali  Gre- 
gorio Redi  (i)  .  —  In  questa  nuova  impressione  si  cita  cosi  da  noi,  come 
da'nostri  predecessori  la  stampa  fattane  in  Verona  per  cura  di  D,  Paolo  Za- 
notti  per  Dionisio  Hamanzini  l'anno    1810.  in   'l. — 


Riine  antiche  di  Panuccio  dal  Sagno.  V.   Rim.  ani.  F.  R. 


Paol.  Oros. 

Pool.  Oros.  P.  Df. .. 

Pass. 
Passai. 
Passav.  Prol. 
Passav.  car.  I. 
Passai'.  30. 
uPass.  proem.  in  fin. 


Volgarizzamento    della    Storia    di    Paolo  Orosio.  Testo  a  penna,    che 
di  Pier  del  IVero  (228),  dipoi   tra' .MS.  della  Libreria  de'  Guadagni. 


fa 


Pataff-. 

Pecor.  nov. 

I^ecor,  g-  I .  nov.  2. 

Pecor.  g.  25.  nov.  2. 
22'l. 

Pecor.  g.  14.  canz,  3. 
«Pecor.  205. 
«  Pecor.  g.  II.  ball. 
Il  Pecor.  Introd. 

Penti,  Brun.  » 


Specchio  di  vera  Penitenza  di  Frate  Iacopo  Passavanti  dell'  Ordine  de'  Predicatori. 
Nelle  prime  impressioni  i  Compilatori  citarono  l'esemplare  stampato  in  Fi- 
renze l'anno  1585,  in  12.  per  Bartolommeo  Sermarlelli^  e  talvolta  i  Testi 
a  penna  dove  lo  stampalo  parve  loro  scorretto,  o  mal  sicuro.  I  Compilatori 
dell'antecedente  citarono  l'esemplare  corretto  dall'.-Vccademia,  e  stampato  in 
Firenze  pure  in  12.  l'anno  1(581.  pel  f^angelisli^  allegandone  le  pagine.  Nel- 
la presente  impressione  ci  siamo  serviti  per  lo  più  della  ristampa  fattane 
liu' T'artinij  e  Franchi  in  Firenze  nel  1725.  in  4.  la  quale  pure  è  stata  cor- 
retta dall'Accademia.  Nel  margine  di  questa  edizione  essendo  stati  apposti 
i  numeri  delle  pagine  di  quella  del  Vangelisti  (b)  per  maggior  facilità  di 
ritrovare  gli  esempii  citati,  di  questa  sti'ssa  numerazione  ci  siamo  serviti 
tanto  negli  esempli  ora  aggiunti,  quanta  in  quelli,  che  ne  erano  mancan- 
ti  (e). 

Pataffio  di  Ser  Brunetto  Lati/ti.  V,  Brunet.  VaUiff, 

Noi*elle  ciiKjiMula  divise  in  venticinque  giornate  ili  Ser  Giovanni  Fiorentino 
intitolate  il  Pecorone  ('2"2!)).  Si  cita  rcilì/.ione  di  Milano  pnsso  Giovannan- 
ionio  degli  Anionii  dei  I.'>58.  in  8,  allegando  per  lo  più  in  ciasclitduoo  e- 
sernpio  il  numt-ro  della  Giornata,  e  dtdla  Novella  j  siccome  ancora  quello 
delle  Cannoni  poste  in  fine  di  ciascuna  Glornala,  e  talora  ad  alcuna  delle 
Novelle  assai  lunghe  abbiamo  aggiunto  il  numero  della  pagina.  Abbiamo  al- 
cuna volta  citato,  come  più  sicuro  dello  stainpato,  un  Testo  a  penna  ,  cbc 
fu  di  Francesco  Redi  (230),  ora  del   Bali   Gregorio  Redi. 

Penitenza  di  Ser  Brunetto  Latini.  V.  Brunet.   Penit* 


Petrarc. 

Petrar.  Son.  T, 
Petr.  Son.  HO. 
Petr.  Canz.  1.2. 
Petr.  Capit.  I. 
Pelr.  Cap.  VI. 
Petr.  Frott. 

*  Petr.  rim.  g. 

*  Pelr.  Son.  giunl. 

*  Petr,  canz,  Giunt, 


Opere  di  Messer  Francesco  Petrarca^  cioè: 

Canzoniere,  e  Trionfi,  ovvero  Capitoli,  Si  cita  l'esemplare  corretto  da 
^  MJonso  Cambi  Importuni,  e  stampalo  in  Lione  presso  Guglielmo  Ro. 
yillio  Tanno  I.S7^.  in  16.  /  Sonetti  sì  citano  col  loro  proprio  numero 
annoverandogli  dal  primo  lino  atrultìmo;  si  avverta  però,  che  nella  sud- 
detta edizione  dì  Lione  essendo  errata  la  numerazione  de' Sonetti  dal 
num.  r>5.  che  doveva  esser  segnato  ^^i.  lino  alla  line,  nelle  citazioni  del- 
la presente  impressione  abbiamo  corretto  sempre  questa  numerazione  , 
allineile  Ì  Lettori  potessero  agevolmente  ritrovare  gli  esempli  citati  in 
qualsivoglia  altra  edizione,  ove  ì  sonetti  fossero  giustamente  numerati. 
Agli   esempli   tratti  d.ille  Canzoni   sono  aggiunti   due  ouincrì,  il   prìuio    e 


la  prima  pagina.  L' Infarinato  parla  di  esso  lunganiCDte  uè* 
suoi  avvertimenti. 

(.i)  Questo  Testo  e  di  Iciiunn  assai  tlivcr&a  dai  suddetti  ; 
come  si  ritrae  da|;li  esempii,  che  Iiuddo  le  rifre  V.  \\.  i  qua- 
li o  non  si  (lovjnn  nella  stampa  di  Verona,  che  è  roiulolta 
sopra  un  Testo,  the  fu  dt  Antoninaria  Salvtni,  e  coniiontìila 
<•■>' Colliri  Pavanzaii,  e  Segni  j  o  vi  sì  trovano  con  noubili 
ilificrencc. 

(3a8)  i^ai'C,  che  i  Compilaloi'i  rilasserò  anrhe  qualche 
jltro  Tosto  oltre  a  qiirllo  di  Pirr  itfi  Aero,  conio  si  può 
''onghÌettur.irc  datta  irruente  shhroviatura,  cìw  alihunio  os- 
servata alta  voce  HOOK,  /'aot.  Orot  C.  .V.  nella  quale  sa- 
spiclii.inxi,  rlic  le  I.rllerc  C-  .V.  additino  ipialihe  Trulo  a 
penna  di  Cnrlo  .^troiMi.  Tra  i  MS.  de*  (juaittìgtti  non  aliliia- 
mo  trovato  il   Testo  di   Pier  del  Mero. 

(h)  Questa  edìiioac  copia  verso  per  verso  quella  del 
Serraartelli. 

(r)  Di  qui  h  nato  che  molte  voci  furono  riporlute  nel 
Vocabolario,  che  si  cercano  indarno  nelle  cilÌiÌoni  del    l585» 


e  l68l-  sebbene  la  pjj^ìnalura  corrisponda  ad  esse.  Tale,  per 
alto  d' esempio,  si  è  il  (usto  recalo  al  g.  Ili-  della  voto  Puf- 
ga,  da  noi  ndtillo  alla  pagiualura  dell  fdiaioQt*  del  l'jìS.  du- 
ve  soIUdIo  si  rinviene. 

(229)  Non  si  sa  il  Casale  di  quaslo  Seri  II  ore  }  ù  «■  beo* 
si,  che  offli  compose  questo  volume  ocl  I^^S.  conforme  con- 
fessa egli  mrdcsinto  io  un  Stinctld  posto  io  fronte  dciro^icra, 
che  si  logge  e  no' Testi  a  pcona.  o  negli  esemplari  stampa- 
li. Noli'  Indice  degli  Aulori  della  passata  improssiooc  si  dice 
lu  questo  luogo,  che  questo  J\ovei/e  erano  cento,  ma  in  v«- 
ril^  elle  non  sono  più  «h  cinquanta. 

(2.^))  Questo  TeUo  h  multo  antico,  ed  il  tìtiti  ne  foca 
moli.)  slima,  come  si  può  veilero  in  una  sua  Lettera  a  Cario 
Dati  </c' 16.  Giugno  i60o.  Alla  Nocella  a  delta  sotlima 
Giornata  di  questo  Libro  abbiamo  restituito  un  esempio  n* 
portato  alla  vnro  QUALCUNO,  che  noli' antecedente  impres- 
sione era  con  foggia  insolita  allogato  cosi;  O-  Fior,  Aos*. 
1^.  cioè  Giovanni  Fiorentino  novel/a   1^. 


""Petr,  Trionf.Fam. 

neWass. 


Petr. 

Petr. 
a  Petr, 
«  Petr. 

Petr, 

Petr. 

Petr. 

Petì\ 

Petr. 

Petr. 

Petr. 
«  Petr, 

Pier. 


Lett,  yj 
Lett.  P.  N. 
Lett. 

Lett.  Sin. 
Lett.  Sinisc 
Lett.  Sinisc. 
Pisi,  « 

Pist.  P.  N.  « 
Uom.  ilL 
Uom.  illus. 
Uom.Hlus.P,]S 
Uom.  ili,  7. 
da  Jiegg.  )j 


^999 

quello  (.Iella  Canzone,  il  secondo  quello  della  stanza,  e  sotto  nome  di 
Canzoni  abbiamo  inteso  di  comprendere  tutte  le  altre  Rime,  come  Ma- 
drigali, Sestine  ec.  fuori  che  i  Sonclli,  e  i  Capitoli.  I  Capitoli  de' yrion- 
fì  si  citano  e  contrassegnano  nello  stesso  modo,  e  quello  segnato  col 
numero  13.  (231)  è  il  Capitolo  separato  posto  in  fine  dei  Trionfi.  Della 
Frottola  abbiamo  citato  l'escmplnre  stampalo  nella  moderna  edizione  di 
Padova  del  1722,  in  8.  presso  Giuseppe  Cornino^  della  quale  ancora  ci 
siamo  alcuna  volta  serviti  qualora  era  manifestamente  scorretta  quella  di 
Lione.  In  alcuni  pochi  luoghi  siamo  anche  ricorsi  a'Tesli  a  penna  (232), 
come  migliori,  e  più  sicuri  degli  stampati. —  In  questa  nuova  impressio- 
ne si  è  fatto  uso  generalmente  delle  edizioni  suddette:  ed  oltre  a  ciò  si 
è  citalo  da*  nostri  predecessori,  o  cortesi  aiutatori  la  Giunta  posta  in  fi- 
ne della   prefata  slampa   Padovana   del    1722. — 

Lettera-  Copia  a  penna,  che  fu  già  di  Pier  del  Nero  (233),  dipoi  Ira'AIS. 
della    menloViita    Libreria   del    Guadagni  segnata   col    num,    142. 

Lettera  al  gran  Siniscalco  Acciaioli  volgarizzata  parimente  ,  e  scritta  a 
penna.  —  In  questa  nuova  impressione  abbiamo  allegalo,  per  lo  più  a 
pattine,  l'esemplare  Impresso  dal  Dotti  l'anno  lò47.  in  4.  tra  Je  Prose 
P.  N.  antiche  di  Dante,  Petrarca,  Boccaccio,  e  di   molti    altri.  — 

Pistole  volgarizzate.  Testo  a  penna,  che  fu  già  di  Pier'  del  Nero  j  dipoi 
'  tra' MS.   della   Libreria   de' Guadagni  (234).   (a) 

f^ite  degli  Uomini  Illustri  volgarizzale.  Testo  a  penna,  che  fu  già  di  Pier 
del  NerOj  dipoi   tra  ì  MS.  della   Libreria  de' Guadagni  (235).  (b) 


Piero  da  Beggio.  V.  M,  P.  Pier,  da  Beg.  e  Mott,  Filoso/,  B,  F, 
lìime  di  Piero  Figliuolo  di  Dante  Alighieri  (236).  (e) 


Pier.  figl.  Dani.  »? 
Pier.Jtgl.  Dani.  Rim.  » 

P.  S.  yVi.  Poi'.  Volgailzznnicnlo   d^un  Libro  di   Medicina   intitolato    Tesoro  de' Poteri  di  MaC' 

P.  Sp.  Tes.  Pov,  cap^  4.      stro  Pietro   Spano  (237).  Si  cita  per  lo  più  a  capitoli. 


{a3i)  Così  si  dee  intendere  1' abbreviatura  dell'esempio 
ritato  alla  voce  ADOZIOìVE,  e  altrove,  ed  in  questa  forma 
abbiamo  ridotto  altre  abbreviature,  che  non  erano  state  sjiie- 
gate,  e  che  indicano  il  suddetto  Capitolo  posto  in  fine  d-?' 
Trionfi,  come  quella  :  Petr.  cap.  dop.  Tnonf.  567.  che  nel- 
r  antecedente  impressione  si  leggeva  alla  ^oce  LARGO- 

(232)  Cosi  è  stato  praticato  in  alcuni  esempli,  come  in 
quello  allegalo  alla  voce  SERVAGGIO,  e  io  altre  voci.  I 
passali  Compilatori  non  ci  lasciarono  notizia  di  quali  Testi 
a  penna  si  servissero,  onde  noi  possiamo  qui  dire  ,  e  solo 
cooghirlturiamo,  che  sieno  alcuni  di  quelli,  che  si  trovano 
tra  i  MS.  dell*  Accademia  raccolti  per  correggere  il  Canzo* 
niere  del  Petrarca,  e  farne  un'impressione  simile  a  quella 
di    Dante. 

(233)  Forse  questa  Lettera  è  la  medesima  della  seguen- 
te ('J,  come  si  può  argomentare  dal  vedere  che  T  Infarina' 
to  fa  menzione  del  Codice  di  Pier  del  ISero,  in  cui  vide  la 
Liciterà  a!  gran  Siniscalco  j  ma  essendosi  trovate  distinte 
queste  abbreviature  neir  Indice  dell*  antecedente  impressione, 
in   colai  guisa  le  ponghiamo  anche  in  questa. 

(234)  Nella  Libreria  de'  Guadagni  non  abbiamo  ora  tro- 
vato questo  Volgarizzamento  delle  Pistole  del  Petrarca' j  ne 
atdiiamo  bensì  osservale  alcune  nel  Codice  7.  del  Banco  XLL 
della  Libreria  di   S.  Lorenzo. 

(a)  Miuno  esempio  si  ha  nel  Vocabolario  con  questa  ab- 
breviatura, e  portiamo  ferma  opinione,  che  queste  Pistole  ve- 
nissero qui  registrate  senza   essere  state  spogliate. 

(235)  Ne  pur  questo  Testo  e  al  presente  tra  Ì  MS.  del- 


(•)  È  la  medesima  sicuramente.  Essa  fu  allegala  selle 
volle  j  due  nella  prima  impressione  alle  voci  Rapportatore  e 
Siisurrone  g.  I.  e  avvisiamo  sopra  il  Testo  di  Pier  del  Ae- 
ro j  e  cinque  nella  terza  alle  voci  Battaglitizza  ,  Campe- 
stre §.  Ili-,  Jnconitncihi/e  §.,  Inde/esso,  Ttittavolta  §.  II., 
e  avvisiamo  sulla  stampa  fallane  in  Firenze  dal  Doni  ran- 
no 16:^7.  tra  le  Prose  antiche  j  e  et  diamo  raaravijjlia,  che 
nell'anno  l834  fosse  pubblicata,  come  inedita,  in  Verona, 
presso  il  Rantanzini,  e  riprodotta  nel  i835.  nel  Giornale  Ar- 
cadico, ed  uUimamente  assai  ammodernala  in  Napoli  dalla 
TipograGa  Trani  in  una  Paccolta  di  Testi  inediti  del  buon 
Secolo  della  favella  Toscana:  e  molto  più  che  tale  l'ablìia 
stimala  il  Gamba  nella  Serie  dei   Testi  di  lingua  num.   769. 


la  Libreria  de'  Guadagni j  sonne  bensì  due  nella  Libreria  di 
S.  Loietizo,  cioè  uno  nel  Banco  LXI.  segnato  col  num.  2. 
l'altro    nel  Banco  LXIl.    segnato   col   num.   9. 

(b)  Sullo  questa  abbreviatura,  come  già  fu  avvertito  dal 
Gamba,  i  signori  Accademici  citarono  altresì,  non  sappiamo  se 
sopra  Testi  a  penna,  o  sopra  a  stampe,  le  J'ile  degl'  Jmperado' 
ri,  e  Pontefci  liomani  altrd)uite  allo  stesso  Petrarca  j  ed  il 
Lombardi,  nel  Vocabolario  Veronese,  citò  conlinuamenle  queste 
ultime  lite  sotto  l'abbreviatura  delle  prime,  e  noi  in  questa 
nuova  edizione  V  abbiamo  imitato  non  solo  accogliendo  le  sue 
giunte,  ma  per  mezzo  di  esse  facendone  di  nuove.  I  numeri 
aggiunti  agli  esempli  tratti  dal  prefato  Vocabolario  di  Verona 
crediamo  che  accennino  sempre  le  pagine  dell*  edizione  senza 
luogo  e  nome  di  stampatore  (Ginevra )  i625.  in  L.  Gli  ag- 
giunti a'  nostri  talora  le  pagine  dell*  edizione  usata  dal  Lom- 
bardi, talora  delP  esemplare  stampalo  io  Venezia  presso  Gre- 
gorio  de*  Gregari  l'anno   i526.  in  8. 

(236)  Sebbene  i  passali  Compilatori  dissero  in  questo 
luogo,  che  le  Rime  di  Piero  di  Dante  /Jligfiicri  erano  stam- 
pale, nondimeno  non  sapremmo  risolverci  a  crederlo,  non  es- 
sendoci mai  incontrati  in  questa  supposta  edizione,  ne  avendo 
notizia  d' alcuno  Scrittore,  che  ne  favelli,  onde  dubitiamo,  che 
forse  intendessero  di  quelle,  che  si  leggono  Manoscritte  nel- 
la Libreria  dì  S.  Lorenzo  nel  Codice  38.  del  Banco  XL,  do- 
ve è  una  P'ita  di  Dante  scritta  in  terza  rima  avanti  all'espo- 
sizione delta  sua  Commedia  fatta  in  Latino  dal  medesimo  Pie- 
ro, e  nel  Codice  ^6.  del  medesimo  Banco,  dove  è  una  sua 
Canzone. 

(e)  Anche  queste  Rime  debbono  essere  state  registrate  negli 
Iodici  senza  essere  state  spogliate,  o  almeno  senza  esserne 
stali  inseriti  gli  esempii  nel  corpo  dell'  Opera,  da  che  in  tul- 
io il  Vocabolario  noi  non  abbiamo  osservato  un  solo  esempio 
con  le  abbreviature  indicateci  qui  dai  Compilatori 

(237)  Questa  abbreviatura  non  si  trova  negl'Indici  delle 
prime  impressioni,  ma  fu  aggiunta  djl  Gtiernito  nell* origi- 
nale dell' antecedente,  senza  dire,  se  fu  adoperato  l'esem- 
plare stampalo,  o  qualche  Testo  a  penna.  Dal  vedere  ,  che 
alcuni  esempiì  di  questo  Libro  riscontrano  nell'esempla- 
re stampato  in  Venezia  nel  l543.  per  Agostino  di  Pendoni 
in  8.  SI  potrebbe  conghietlurare,  che  di  questo  si  fossero  ser- 
viti, quantunque  per  verità  sia  assai  scorrcllo.  I  Compìlalori 
notarono  anche  in  questo  luogo,  che  Pietro  Spano  fu  poi 
Sommo  Pontefice.  Tra  i  Testi  veduti  dallo  Stritolato,  ì  cui 
spogli  nell'Accademia  si  conservano,  ne  era  uno  con    questo 


P.  Sp.  Citr,  Occh.  »  Volgari  77,0  me  Ilio  del   Trattato  della  cura  degli  Occhi  del  medesimo  (238), 

ti  Pitjlr,  Span.  Cur.  occh. 

P.  r.  Colt.  Uliv,  Trattato  della  Coltivazione  degli  ulivi  di  Piero  yettori.  V.   f^ett.   Colt. 
Pier,  f^ett.  Colt. 


Pist,  Cic.  a  Quin» 
Pisi.  Cic.aQuin. G.S,» 
.Pist.  Cic.  Quint. 


Più.  Oiid. 

Pist.  S.  Jnton.  » 
.Pist.  S.  Ant. 
Pist.  S.  Ant.  P.  N. 


Volgarizzamento  d'una  Pistola  di  Cicerone  a  Quinto  (23*.)).  Se  ne  citano  due 
Testi  ,1  pinna,  uno  die  fu  di  Giovambatista  Strozzij  l'altro  del  Pasciuto. 
—  In  questa  nuova  impressione  at)l>i.imo  citato  l'esemplare  stampato  io  Fi- 
renze presso  Giovanni  Marenigh  l'anno  I8l.'j.  in  8.  (b)  dietro  l'Arte  della 
Guerra  di  Vegezioj  ed  i  numeri  aggiunti  nglì  esempli  così  nuovi,  come  ai 
già   allegali  dagli  Accademici,  additano  le  facce  di  questa  edizione.  — 

Volgarizzamento  delle  Pistole  d'Ovidio.  V.   Ovid.  Pist. 

Volgarizzamento  delle  Pistole  di  Sani* Antonio.  Testo  a  penna,  che  fa  già  di 
Piero  del  lYero  (240),  dipoi  tra'MS,  della   Libreria  de' Guadagni. 


Pist.  S.  fìern. 
Pist.  S,  Beni.  P.  D. 


Volgarizzamento  di  alcune  Pistole  di  S.  Bernardo  (-41),  e  d'alcuni  Opuscoli 
del  medesimo.  Testo  a  penna,  che  fu  già  del  Pasciuto^  al  presente  tra  i  MS. 
de*  D  ini. 


Pist.  S.  iiirol. 
Pist.  S.  Giroì.  G.  S. 
Pist.  S.  Girol.  F.  R. 


Volgarizzamento  delle  Pistole  di  S.  Girolamo  <la  alcuni  attribuito  a  Fra  Do- 
menico Cavalca  ('24*2)  (a).  Testo  a  penna,  che  fu  già  di  Giovambatista  Stroz- 
zi. {'2.-1^).  Dà  alcuni   escinpii  aggiunti   nell'anlecedeate  impressione  (244)  coti- 


titolo;  Medicine  ili  Papa  Piero  Spagnuoh.  Traile  Osserva* 
tioni  falle  sonra '1  Vocaliolariu  dallo  Smunto,  rhc  pare  hi 
serìììtìit  traile  Scriilure  ilcU' Accatlcmia,  ve  ne  ba  una  sopra 
la  voce  MINUGIA  in  sigoiGcato  d'  Interiora,  in  cui  egli  alle- 
ganti» un  esempio  di  questa  voce  (ratio  da  questo  Trattalo  dice: 
Questo  Maestro  Piero  Spnno  fu  di  Lisbona  e  fu  Medico,  e, 
quel  che  importa  più,  fu  creato  sommo  Pontefice  l*  anno  I276. 
e  fu  Papa  Giovanni  XXt.  bencfi'e  dagli  Sinttori  (forse  per 
la  Favola  della  Papessa  )  sia  detto  Papu  Giovanni  XXlI. 
Di  queste  (operette  n' e  una  nell'  Accademia  ,  che  la  fece 
comprare  il  Dotato  (  il  qual  nome  ebl»e  nella  nostra  Accade- 
mia il  Cardinal  Francesco  de'  JVerli  il  vecchio).  Non  si  vuol 
pei%  tacere,  clic  da  molti  autorevoli  Scrittori  viene  impti-ìna- 
to  il  l'apalo  di  Pietro  Spano,  ì\  quale  solo  dicono  esNere 
stalo  cicalo  Vescovo  di  Saliina,  e  Cardinale  da  Ponifazio  liti. 
Obeccliè  sia  di  ciò,  che  poco  rileva  al  iatlo  iiuslro,  è  credì- 
bile, cbc  dal  predcUo  Testo  mentovato  dallo  Smunto,  o  pur 
da  quello  veduto  dallo  Stritolato  sicno  stati  tratti  glì  esempii 
di  queslo  Ld>ro  allegati  da'  Compilatori. 

(238)  Questo  Trattato  si  pone  qui  dìsltiit»  per  secoli' 
dure  il  metodo  dell'Indice  deiraulccedeiitc  impressione;  del 
restante  crediamo,  che  altro  non  sia,  che  un  Capitolo  del 
medesimo  Tesoro  de' Poveri  scritto  separaLnncnto  dagli  anti- 
chi eiipialori  nella  stessa  guisa  clic  fu  fatto  anche  della  /  ita 
di  Maometto  di  Giovanni  P'tfhnit  del  Trattato  de'  Sogni 
del  Passavantit  e  del  Trattato  delle  sette  arti  liberali  di  Se- 
neca. 

(?.!)<))  Il  Vulgarìnamcnlo  di  questa  Pistola  fu  talora  ri- 
lato  nelle  passale  edizioni  anche  così  :  Lett.  Tuli,  a  Quint. 
o  TuH.  I.eti.  Qnint.  e  citandosene  due  diversi  Testi  1  pen- 
na può  an«'he  darsi  il  caso,  che  diverso  sia  il  volgariualorc 
di  essi.  Anche  l' Infarinato  fa  mentione  del  f'olganzjamento 
della  Pistola  di  Cicerone  a  Quinto  suo  Fratello,  ma  il  Co- 
dice da  lui  veduto  era  di  Marcello  Adriani,  onde  può  es- 
serCf  (he  fus^e  di  dettatura  diverga  da*  mentovali.  IJn  alito 
Folfiaritianienlo  di  quella  Pistola  e  nel  Codice  segnato  col 
num.  l/|2.  della  Libreria  ile'  Guadagni.  Wella  passata  ediiiii- 
ne  del  Vo.  al.olario  alla  voce  NESCIK.NTEMEMTE  si  legge- 
va  questa  nbìireviatura  :  Pedani.  Quint.  Fr.  ma  confrontan- 
dola su(;li  tTÌKiiiali  delle  prime  impressioni  abbiamo  veduto, 
che  era  un  abbaglio  degli  stampatori,  laonde  abbiamo  corret- 
to:   Pttt.    Cic.  a    Quia. 

(b)  Dagli  esempli  alUgati  dagli  Accademici,  sebbene  qualc- 
uno non  confronta  perrelUnienlo  con  questa  stampa,  la  qua- 
le talora  manca  eiiandio  della  voce  addotta  ;  ciò  nondimeno 
si  vede  i  Inani,  che  i  due  Testi  a  prona  serviti  per  lo  spoglio 
originavano  da  uno  stosso  Volgariixamcnto  11  Cav.  l'rior 
Leopoldo  IticaS'ìli  ha  nella  su.»  abl»oadevn!c  Libreria  un  Co- 
dice del  Senijo  XV,  che  dli  per  \u\T^^,  quantunque  trasrnlto 
con  poca  diligenia,  la  lc«i"iic  dei  iln-  li"-!!  td.iper*li  dagli 
;inlirhi  Compilatori. 


(2^0)  Le  Pistole  di  S.  Antonio  insieme  cogli  Ammae- 
stramenti de'  Santi  Padri  ,  colla  Tenzone  d'  un*  anima  ed* 
un  corpOy  colla  Creazione  del  Mondo,  Traslazione  di  Vangeli 
e  Miracoli  della  Madonna  erano  in  un  medesimo  volume  di 
Pier  dei  Sero,  come  allesta  1'  Infarinato,  che  ciò  notò  oegU 
Avvertimenti,  ora  però  non  si  irovano  Ira  i  MS.  de*  Guada- 
gai. 

(241)  /•'  Infarinato  fa  meniione  del  fclgariz^amento 
d'una  fistola  dt  S.  IJernardo  scritta  a  Messer  Romano  del 
Castel  dt  Sani'  A  min  agio,  la  quale  atlesla  di  aver  veduta  in 
un  Codice  di  Piero  del  JS'ero.  Molle  Pistole  di  S.  liemardo 
volgariuaie  sono  in  due  Testi  a  penna  de*  Guadagni  segnali 
ct>'numcri  58-   e   li)2. 

(2'|2)  La  notizia,  che  fra  Domenico  Ca^'alca  volgaritsas- 
se  le  Pistole  ili  .Sun  Girolamo^  si  trova  aggiunta  di  mauo 
del  Gnernito  nell'originale  dell'antecedente  impressione,  e 
lo  conferma  anche  il  Redi  nelle  Annotazioni  al  Ditirambo, 
e<l  ant'bc  si  leg-;e  in  fronte  di  qoatlro  Codici  ,  che  ne  sodo 
nella  j^ibreria  àe*  Guadagni  vguati  co' aameri  44*  4?*  4^- 
e  91. 

(a)  Che  questo  Volgaiiuamento  sìa  del  Ca^'alca  non  «• 
n'ha  dubbio  alcuno)  com'è  cerio,  che  dalla  sola  Epistola  a 
Fustochio  furono  tratti  g'i  esempli  recati  nel  VocaboUrìo;  on- 
de seguendo  il  consiglio  del  /lctiari,h  A»  correggere  la  spie- 
gaaione  delle  abbreviature  in  questa  guisa:  Folgar  issa  mento 
delta  Pistola  di  S.  Girolamo  a  Fusiochio.  Alla  voce  Dana* 
ruzzo  si  osserva,  fino  dalla  prima  impressione,  aggiunto  all'ab- 
brevialura  Pist.  S.  Girol.  uu  l).  che  deve  accennate,  secondo 
il  costume  de^li  Accademici,  ti  possessoic  del  Testo  quivi  al- 
legato. Forse  esso  apparteneva  a  Gio.  Jìatista  Deti,  o  a 
rVI'ins.  l'icro  lìmi,  appo  i  qii.di  li  citano  parecchi  altri  Te- 
sti a  penna.  Olire  a  ciò  non  e  da  tacere,  che  l'esempio  at- 
Iribuìlo,  6no  dalla  priina  impressione,  a  questa  Pistola  sotto  ta 
vore  Argomento^  non  spella  altnmcnli  ad  essa,  rome  avver- 
ti aurbe  1*  Ab.  /.u/gi  Maria  Re:zi^  ma  ad  un  Volgannamenlo 
Anonimo  delta  prima  Oraticne  tli  M.  Tullio  contro  Catilina, 
il  qual  Volgaritsani'-nio  fu  publdir^t»  in  Milano  dai  Torchi 
di  Ranieri  Fnnfani  l'anno  l8!Ì2.  in  8  per  cura  del  suddet- 
to Rezii  nel  Libro  intitolato:  l.e  tre  Orazioni  di  M-  Tullio 
Cicerone  dette  dinanzi  a  Cesare  per  M.  Marcello,  Q.  Ligm- 
rio,  e  il  Re    Veiotaro  volgarittate  da    lirunett»    ìntimi  ec. 

<1^^)  Queslo  Testo  fu  veduto  anche  dall'  Infarinate  ,  il 
quale  dice  che  era  unilo  insieme  colla  l'ita  di  San  Girolm' 
mo,  e  scritto  dalla  medesima  mano.  Queste  Lettere  volgaria- 
aale  sono  quelle  srnllc  da  San  Girolamo  a  i.ii^tochtù  crtm* 
attcsta  il  medesimo  Infarinato,  ed  i  passali  Compilatori  anco- 
ra, i  quali  in  alcun  luogo  le  cilaro&o  cosli  S.  Gir.  a  hM- 
stock,  come  si  può  vedere  alta  voce  ORNATURA  ,  sebUcoe 
ora   abbiamo   pendute   uniformi   tulle   le  citasioni. 

(2^4)  ^"*'  l'*r*'  *^1"  si  debba  «piegare  1*  ahbre^ialura  F.  R. 
che  abbiamo  uuervala  in  alcuni  esempii»  come  1000  quelli  cs- 


i Pisi.  S,  Gir.  D.  gbietturiarao  ,     che    t    Coiupilatori    passali    ne    citassero    anche    un    Testo    a 

penna  di  Francesco  Redi,  che  di  presente    si    conserva    presso    il    Bali   Gre- 


Pisi.  Sen.  B.  V.  » 


Volgarizzamento  delle  Pistole  di  Seneca  del   Testo    di    Baccio    Valori.    V.    Se- 
nec.  Pist. 


Poet.  ant.  >> 

Poliz.  Stanz. 
Poliz.  stati.  I.  87. 


Poliz.  h'av.  OrJ. 


Pov.  Avved. 

Pover.  Avved.  Strad. 


Poeti  antichi.   V.  Bim.  ant. 

Stanze  di  Messer  Angelo  Poliziano  da  lui  incominciate  per  la  Giostra  del 
Magnifico  Giuliano  di  Piero  de' Medici.  Se  ne  citano  alcune  delle  miglio- 
ri impressioni  ,  e  spezialmente  la  più  moderna  fatta  in  Padova  presso 
Giuseppe  Contino  nel  1728.  in  4.  (a)  I  due  numeri  aggiunti  agli  esempii 
indicano  il  libro,  e  la  stanza.  —  Talvolta  in  luogo  di  due  numeri  ve  ne  è 
aggiunto  un  solo,  e  questo  indica  la  stanza;  ma  le  stanze  allora  dei  due  li- 
bri  sono   numerate  di   seguito  come  se  fossero  un  solo,  (b) 

La  Favola  d'Orfeo.   Rappresentazione  in  versi  del   medesimo  (245).  Se    ne 
citano  alcune   delle  più  corrette  edizioni. 

Il    Povei'O  Avveduto.  Testo  a   penna   dello   Stradino.  V.    Ciriff.   Calv.  Strad. 


Pramm.  B.  »  Prammatica^  o  sia  Legge  della  Bepubblica  Fiorentina  circa  i   vestiri  donneschi, 

Prammat.  Bijorm.  »  conviti,  nozze,  e  simili  (246).  Testo  a  penna  originale,  che  si  conserva  nell'Ar- 

i  Prammat.  Riform.  del  chivio  delle  Riformagioni  di  questa  nostra  Città. 
n56. 


Pred.  S. 

Pred.  Pand. 

Proc.  d' Innoc.  IV. 
ti  Proc.  Innoc.  IV. 
«  Process.  Innoc.  IV. 

Prof.  Barl.(d) 

Pros.  Fior.  » 
«  Pros.  Fior.  1 .  215. 


Prediche  MS.  del  Segni.  V.  Lil>.  Pred.  S. 

Prediche  MS.  del  Pandolfini.  V.  Lib.  Pred.  F.  P. 

Volgarizzamento    del    Processo,    e    Sentenza  di  Papa    Innocenzo    IV.    centro 
Federigo  II.  Imperatore.   Testo  a   penna,  che  fu   già   di    Giovambatista   Sii ot- 

zi  (247).  (e) 


Opera  intitolata  Prose  fiorentine^  e  divisa  ìn  più  volumi  conlenenll  Oiazioiu. 
Lezioni,  Lettere,  e  altre  Prose  di  Scrittori  Fiorentini.  I  passati  Compilaloii 
citarono  Ìl  primo  volume,  Ìl  quale  solo  era  allora  alla  luce,  essendo  sialo 
fatto  stampare  dallo  Smarrito  in  Firenze  nel  1661.  in  8.  Da  noi  si  cilano 
ora  anche  gli  altri  volumi  impressi  da' T'artinij  e  Franchi  pure  in  firmze 
in  diversi  tempi,  allegandone  per  lo  più  le  pagine    (e).  «^  In    questa     nuosa 


tali  alle  voci  SATOLLITA',  SPOGLIATUBA,  ed  allro^e.  E 
Teramentc  Ìl  Hedt  non  solo  la  menzione  di  queslo  Testo  nel- 
le annotazioni  al  suo  Ditirambo,  ma  anthe  lo  spogliò  a  qua- 
si' effello,  e  sì  conservano  i  suoi  spogli  scrini  di  sua  mano 
Del  Fascio   V.   delle   scritture   dell*  Accademia. 

(a)  Questa  stampa  è  in  8.  grande,  e  non  in  l^.  ìl  che 
fu   avvertito   eziandio    dal    Ganilia. 

(Il)  Ciò  si  ritrae  dalle  citazioni  apposte  alle  voci  adatta' 
re.    Calettato,    Celebrato,   ed   altre. 

(24-^)  La  Favola  d^  Orfeo  del  Poliziano  manca  nelT  in- 
dice della  passata  impressione,  (]uantuni|ue  in  alcune  voci  pur 
si  leggano  esempli  tratti  da  essa,  come  si  è  quello  allegalo 
alla   voce   Epa. 

(246)  la  questo  luogo  nelP  Indice  della  passala  impres- 
sione si  leggono  queste  parole:  Quella  mentovala  da  G .  1  . 
Q.  ^5.  2.  Ma  abbiamo  credulo  di  dover  tralasciare  questa 
parlicolarità,  perchè  in  quel  Capitolo  del  /  illnni  non  si  fa 
menzione  d'  alcuna  Legge  della  Repubblica  Fiorenlina  cuntra 
il  lusso  donnesco.  Dì  due  Leggi  falle  dal  Comune  di  Firenze  su 
questo  proposito  fa  meciinne  il  /  illnni,  la  prima,  die  fu  latta 
nel  Mese  d'Aprile  del  1324-  della  quale  parla  nel  cap.  245.  del 
Libro  9.  la  seconda,  cbe  fu  falla  pur  d*  Aprile  del  l33o.  il 
coDlenuto  della  quale  narra  net  cap.  l54.  del  Libro  IO.  ma 
sospettiamo,  che  niuna  di  queste  sia  quella  qui  citata^  poiché 
alla  voce  Contigia  trovandosi  questa  abbreviatura:  l'rn^m. 
Riform.  dell'  anno  i356.  è  manifesto  che  questa  è  una  Pram- 
matica posteriore  a  quelle;  e  questa  appunto  è  quella,  cbe  si 
trova  nell'Archivio  delle  Riformagioni  a  carte  17.  del  Libro 
intitolato  Reformationes  et  Ordinamento  anni  l355.  riposto 
nell*  Armadio  segnato  B. 

(247)  Di  questa  Scrittura  fa  meotione  anche  V  Infarinato^ 
ed  era  per  avventura  nel   medesimo  Testo   a  penna,  che  conte* 
Vocabolario   T-  II. 


niva  le  leilere  dt   Fediii^o   II.   Inipet  adcre,  e    di  Topo  Gre- 
goriP   IX.   V.   Leu.  Feder.  Imp. 

(e)  (Questo  Processo,  e  Sentenza  citalo  sotto  questo  titolo 
alle  \oci  J^gradire  g.  I.  Jvvegnoch'e  %.  IV.  Disinore  nella 
quaita  impressione,  e  Fio  nella  prima,  e  seguenti;  e  sotto  il 
titoli,  di  Libr.  Vie.  o  Eicvr.  pur  nella  prima,  e  seguenti  alle 
voci  Cercomento,  Credenza,  Mazzerare,  Orgoglinmento,  e  al- 
trove, (u  dato  in  luce  scorrettamente  sopra  un  Testo  Riccar- 
diano  da  Oio.  Lami  V  anno  I737.  in  quella  parte  delle  Ve- 
liciae  erudtforum ,  che  ha  per  titolo  Chroiiicon  imperatorttm 
Leotiis  Urhexflani^  pag.  225.,  e  segg.  E  prima  del  Lami 
eia  sialo  pubblicato  in  Lione  per  610.  de  Tornes  l'anno  lòdo, 
in  4-  insieme  all'  Etica  d' Aristotele  ridotta  in  compendio 
da  .Ver  brunetto  Latini,  et  altre  tradutioni;  e  da  questa  stam- 
pa tiassero  per  avventura  i  Compilatori  della  quarta  impres- 
sione gli  esempli  allegali  alle  suddette  voci  Aggrandire,  Av- 
tcgnac/ù',  e  Visinore.  Del  resto,  a  niun  bibliografo,  o  erudi- 
to, ci  e  noi  sappiamo,  è  noto  che  queslo  Processo,  e  Senten- 
za   e    a   stsn  pa  . 

(d)  Questa  abbreviatura  sMnconlra  alla  voce  Bove  j  ma 
a  noi  non  è  riuscito  di  scoprir  1'  opera,  che  con  essa  vuoisi 
indi*  are   dai  Compilatori  della  quarta   impressione. 

(e)  Due  cose  ne  piace  qui  di  avvertire.  La  prima;  ch« 
1  pascali  Ccmpilalori  ,  rìoè  quelli  della  teiia  impressione 
posero  nella  Tavola  il  primo  volume  senza  a^erlo  spoglialo,  o 
certamente  senza  averne  collocato  gli  spogli  nel  Vocabolario; 
da  che  l'unico  passo  che  vi  si  legge  coli' abbreviatura  Pros. 
Fior,  vi  fu  addotto  da  quelli  della  quarta  alla  \oce  Fulgidez- 
za. L'altra;  che  quelli  della  quarta  non  citarono,  che  il  primo 
volume  ,  the  che  dicano,  come  si  comprende  dai  numeri  1. 
ai5.  aggiunti  alla  citazione  del  passo  recalo  io  meuo  alla  pre- 
fata   voce. 

25l 


«ooa 


iniprt-ssione  noi  pure,  ed  alcuni  de'nDslrl  predecessori,  abbiamo  cilalo  il  pri- 
mo volume  dell'edizione  del  !66I,  q  paglnt^.  Gli  aliti  volumi  poi  di  qoesl' 
Opera,  divisa  in  quattro  parti,  stampata  in  Firenze,  unitamonle  alla  ristampa 
del  primo  volume,  dai  T'artini,  e  Franchi  Tanno  1716-^6.  in  17.  volumi  in  8. 
gli  abbiamo  allegati  con  tre  numeri.  Il  primo  accenna  la  parte;  il  secondo  il 
volume  di  ciascuna  parte;  il  terzo  la  pagina  di  ciascun  volume.  E  poi  da 
avvertire,  quanto  alle  giunte  tratte  dal  Vocabolario  del  Pi'tten'j  cbe  dai  due 
numeri  aggiunti  agli  esempli  noi  abbiamo  potuto  conghictturare,  cbe  l'Autore 
dì  esse  fece  uso  dei  solì  primi  sei  Tomi  di  questa  Raccolta,  servendosi  sempre 
(poicbc  tutti  ebbero  dello  ristampe)  della  prima  edizione^  il  cui  sesto  volume 
contenente  Cicalate^  divenne  Volume  primo  della  Parte  prima,  quando  i  Racco- 
glitori  ristampandolo,  sostituirono  ad  esso  nn  sesto  volume  contenente  Orazio- 
nij  e  cbe  i  numeri  aggiunti  alle  allegazioni  accennano  il  volume  e  la  pagina 
di  ciascuno  dei  sei  volumi  suddetti  della  prima  edizione;  i  quali  al  modo  medesi- 
mo sono  stati  citati  ancbe  da  noi^  e  dai  nostri  predecessori  ogni  volta  che  ci 
siamo  serviti  di  qualcbe  esempio  già  allegato  nel  Vorabolario  Pitteriano  .  I 
nomi  degli  Autori  di  queste  Prose  alcuna  volta  sono  stati  aggiunti  nelle  ci- 
tazioni degli  esempli,  e  sono  i  seguenti  .  giusta  l'ordine  con  cui  stanno  in 
ciascuna  Parte  di  questa  Raccolta;  avvertendo  cbe  noi  non  li  tireremo  fuori  clic 
una  sola  volta,  quantunque  alcun  di  loro  venga  in  campo  più  volle  in  questo^  o 
quel  volume. 
Parte   I.  Orazioni.   Volumi  6. 

M*  Giovanni   della   Casa. 

Bernardo  Davanzali. 

Giovanni  Kondinelti, 

Lorenzo  Giacomini   TcbaMnrci    Malespìni. 

Francesco  Sanleolini. 

Piero  Segni. 

Giuliano  Giraldi. 

Iacopo  Soldani. 

Alberto  LoIIÌo. 

Lionardo  Salviali. 

Niccolò  Arrighelti. 

Carlo  Dati. 

Francesco  Bonciani. 

Pier  Francesco  Cambi. 

Micbelagnolo  Buonarroti. 

Alessandro  Rinuccinì. 

Alessandro  Minerbelti. 

Francesco  Nori. 

Luigi    Alamanni. 
Sen,   Alessandro   Segni. 

Benedetto   Varcbi. 

Benedetto    Buommattei. 
Can.  Alessandro  Strozzi. 
Can.   Gio.   Batista   Borglierìni. 
Sen.    Vincenzio   da   Filicaia. 
March.  Lodovico  Adìmari. 

Piero   Recuperali. 

Barlolommco  Cavalcanti. 

Pietro  Accolti. 

Vieri   Cerchi. 
March,  Torquato  Malaspina. 
Parte  IL  Lezioni.  Volumi  5. 

Pier  Francesco  Giambullari. 

Lelio  Bonsi. 

Piero  Rucellai. 
Mon$.   Francesco  Bonciani. 
M.   Francesco   de'Vieri. 

Lorenzo  Giacomini   Tcbalducci    Malespìni 

Filippo  Sasselli. 

Bencdelto   Boom  ma  Ilei. 

Gio.    Balista    Gelli. 
M»  Frosino  Lnpini. 

Micbelagnolo   Bon arroti. 

Lorenzo  Franceschi. 

Carlo  Dati. 
Co.  Lorenzo  Magalotti. 

Benedetto  Avcrani. 
Mest.  Giovanni  Talentoni. 

Marcello  Adriani. 


MOS 


Bernardo  Davanzali. 
Giulio  de*  Libri, 
Messtr  Francesco  Borchi. 

Anton   Francesco  Andreini. 
M.  Binfilello  Varchi. 
Farle    III.   Cicolate.    Volumi  2. 

Mlclielagnolo  Buooarroli. 
Dottor   Valerio  Cbimentelli. 
Niccolò   Arriglielti. 
Prior  Orazio  Rucellai. 

Carlo  Dati. 
Con.   Lorenzo   Pancialichi. 
Dottor    Gio.   Andrea  Moniglia. 
Prior  Luigi   Rucellai. 

Bastiano  de' Rossi. 

Lorenzo  Franceschi. 
Mons.  Piero  Dini. 

Agostino   Coltellini. 

Benedetto  Buommattei. 

Domenico  Poltri. 
Ab,   Antonio   I^Iaria  Salvini. 

Lorenzo  Bellini. 
Ab,   Antonio  del  Rosso. 
Parte   IV.  Lettere.  Volumi  4. 

Piero  Vettori. 

Cosimo  Rucellai. 

Mattio  Fraozesi. 

Gio.  Batista  Geli!. 

Piero  Aogelio. 

Lasca. 

Donato  Giannotti. 

Benedetto  Varchi. 

Silvestro  Àldobrandioi. 

Gio.  Batista  Cini. 

Bartolommeo  Cavalcanti. 

Fabbrizio  Strozzi. 

Francesco  dell'Ottonaio. 

Giovanni  Norchiali. 

Ugolino  Martelli. 

Lorenzo  Lenzi. 

Carlo  Lenzoni. 

Lorenzo  Scala. 

Ruberto  Strozzi. 

Francesco  da  Diacceto. 

Chirico  Strozzi. 

Antonio  Magliabechi. 

Lorenzo  Bellini. 

Antommaria  Salvini. 

Annibal  Caro. 

Girolamo  Mei, 

Vincenzio  Martelli, 

Lucantonio  Ridolfi. 

Luca  Martini. 

Iacopo  Nardi. 

Luigi  Alamanni. 

Carlo  Strozzi. 

Batista  Alamanni. 

Francesco  del  Garbo. 

Antonio  Bracioli. 

Francesco  Priscianese. 

Antonio  Magliabechi.  (a) 

Filippo  Sassetti. 

Francesco  Bonciani. 

Giulio  Angeli, 

Bernardo  Davanzali. 

Gio.  Batista  Doni. 


(a)  Neil'  Indice  della  più  parie  degli  esemplari  di  questo         palore ,  di  Francetco    Prisctaneie,  dirette  a     Btiudetlo    Fmr- 
Volume,  le   Lettere  55.  56.   e  S?.  di  Antonio  Magtiabecht  al  chi. 


Cao.    Lorcnso   Panciatichi,  appaioao,  per  abbaglio  dello  ttam- 


aoc4 

Sen,    Alessandro  Segni. 
/?.  Vincenzio  Jìorghini. 
Baccio  Valori. 
Lelio   Torelli. 
Braccio  Ricasoli. 
Leonardo  Salvìati.  — 

Proui^is.  Com.  Fir.  k.       Provvisione  del  Comune  di  Firenze,  Testo  a  penna  (248). 

Pucciand.  da  Pis,  Rim,    Rime  antiche  di  Pucciandone  Martello  da  Pisa.  V.  Rim.  ani.  F.  R. 

ant.  n 
Pucciand.  Mart»  da  Pis. 

fì.  A.  » 


Pule.  Morg. 
Pule,  Ree. 
Pule.  Frott. 


Morgante^  Beca^  e  Frottola  di  Luigi  Pulci,  V,  Luig.  Pule.  Morg.   Luig.   Pule. 
Bec.  Luig.  Pule.  Frott, 


Pur,  Disc.  Cale. 


Discorso  del  Giuoco  del  Calcio  del  Puro.  V.  Disc.  Cale. 


Quad.  Use.  Cam.  m 


(luad.  Con.  S.  ('250) 
G.  B,  » 


Libro  di  Conti  intitolato  (219)  Quaderno  dell* uscita  della  Camera  (a),  o  sia 
del  Comune  di  Firenze  dal  mese  di  Marzo  del  1313,  a  quello  di  Mag- 
gio del  1314.  Testo  a  penna,  che  fu  già  tra^MS.  de*  f^alorij  poi  del  Scnator 
Luigi  Guicciardini^  ora  nella  Libreria  di  Niccolò  Panciatichi  nella  Scan- 
sia  VII.  segnato  col   num.   2. 

Quaderno^  o  sia  Libro  di  Conti  de' Bardi  Signori  di  Vernio.  Testo  a  pen- 
na, che  fu  già  dell' //icruica^o,  poscia  del  Conte  PierfiUppo^  ora  del  Con- 
te   f^incenzio,    e    fiatclli    de* Bardi. 


il  Quad,  Cont. 
Quad,  Con.  Dav.  « 


Quaderno   di  Conti.  Testo  a  penna  (bj.  — 

Quaderno  ^    o    sia  Libro  di   conti    scritto    a    penna  ,    che    fu    già    del    Gabella- 
to,   (e) 

Quad.  d' Or,  S.  Mich.      Quaderno    o    sia  Libro  d'entrata    e    uscita    della    compagnia    et  Or  San    Mi- 
Quad.  Or.  S.  Mich.  chele    scritto    a    penna,    che    fu    giù    di    Dionigi    Carducci  (251). 


(2^8)  Questa  abbreviatura  manca  neir  Indice  della  pas- 
sala impressione  di  qu(>ìt*  Opera;  si  è  osservata  alla  voce  Ghia' 
mala,  ed  altrove  (*),  ma  non  abbiamo  potuto  ritrovare  ,  ne 
vedere  queste  Pro\wisioni,  ne  io  conseguenza  darne  notiiia 
alcuna. 

(2^9)  I  passali  Compilatori  intitolarono  questo  Testo 
Quaderno  dell'  liscila  della  Camera  della  fiepiihhlìca  Fio- 
rentina dfl  |32y.  ma  tra  i  Codici,  che  furono  di  Casa  J'alo' 
ri,  non  abliumo  trovato  se  non  quello,  che  qui  ubbiam  de- 
scritto,  onde   sospettiamo,  che   ìn   ciò    prendessero   abbaglio. 

(a)  Nessuno  esempio  si  ha  in  Vocabolario  con  questa 
abbreviatura;  onde  non  solo  e  da  creilrre  che  i  Compilatori 
della  terxa  impressione  prendessero  abbaglio  ,  come  dicono 
quei  della  quarta,  ma  altresì,  che  registrassero  quello  libro 
negli  Inditi  scoia  spogliarlo,  o  inserirne  gli  esempii  nel  Vo- 
rj)>uljrii>. 

(aSo)  Non  tappiamo,  che  cosa  significhi  la  lettera  S, 
che  in  lutti  gl'Intliri  delle  passate  impressioni  Iroviamu  ig- 
giunla  a  questa  abbreviatura  (**) ,  se  forse     non    è  la    lettera. 


che  si  costuma  Ji  scrivere  sulle  coperte  de*  Libri  di  ronti , 
che  serve  di   denomìnaiione  al  Libro. 

(h)  Portiamo  credenza,  che  questo  Testo  ita  il  medeiinio 
che  il  seguente,  che  fu   ^iìi   del   Cahellato. 

(e)  Anche  con  questa  abbrovialura,  registrala  fino  dalla 
prima  ini[)rfSsione,  Don  sì  rinviene  nel  Vocabolario  alcuno 
esempio:  onde  è  da  credere  che  eziandio  questo  libro  «enisse 
posto  nc^h  Indici,  senza  essere  stalo  spogliato  ;  s«  gii  non 
appartenessero  ad  esso  i  68  (***)  esempii,  che  si  hanno  nel  Voca- 
boliirio  colla  semplice  alibrevìjlura  Quad.  Cont.  da  noi  »o- 
prainmt-ntovala  ;  anzi  c'induriamo  a  crrdere,  che  *i  appaftea- 
gann  ìndubilatamcole,  da  che  nella  prima  impressione  ai  lirano 
ì'uori  le  due  abbreviature:  Quad.  Cont.  e  Quad.  Cont.  Dav. 
■d   indicare  lo   slesso      Testo    Davanuiti. 

(aSl)  1  Compilatori  non  dissero  in  mano  di  ehi  passasse 
dipoi  que>ln  f.ihro  ;  ma  forse  ^  quel  medrkimo.  rbe  era  |m>i- 
seduto  «lair  /nj'eripno,  in  mano  del  quale  i)  vide  T  im/mrtma- 
io,  rlie  il  giudicò  scritto  intorno  al   iB^S. 


(*)  Questo  e  d/frorr  non  ciba  luogo,  non  cs<^endo  qneala 
provvistone  ritata   che   alla   voce   CHIAMATA. 

(**)  In  lutto  il  Vocabolario  noi  non  abbiam  trovalo  ne 
pure  un  esempio  avente  1'  abbreviatura  suddetta  :  Quad. 
Con.  S.  G.  lì.  registrata,  rome  qui  dicono  gli  Accademici  , 
in  tulli  gli  lodtri  dello  passate  impressioni.  Bene  abbiam  tro- 
vato   un  68.   esempii  citali  rosi  :  Quad.    Coni,   ma  questi  do- 


vrebbero appartenere  a)   Quaderno,  o   lAbrc  di   Conti,  che    fo 
del    (iaheUato,  come  diremo   appresso. 

(***)  Hiriamo  68.  sebbene  gli  esempii  nella  quarta  impret- 
sìnne  coli'  abbrev,  Quad.  Cont-  siano  6().  e  ciò  per  avere  os- 
servato, che  quello  reralo  alla  voce  Dodecimo  ha  nella  lena 
impressione  V  abbreviatura  Quad.  C^nt.  (ir.  S.  Mich.  al  quale 
stimiamo  che  appartenga. 


2005 


Quistjilos.  Quistioni  Filosofiche.  Teslo  a   penna,  che    fu    giii    ikl    Sonaloi     darlo  di  Tom- 

(iuist.  filos.  C.  S.  maso    Slmzzi  (25'2). 

i  Quist.filoìof.  e  S, 


R 


AitA.  Mac. 


Stanze    della    Rabbia   di  Macone.    V.    Slanz.    Jìab.    Mac. 


'Rajf.  Borgìi.  Rip.  138.     Raffaello  Borghini  il  Riposo.  V.  Borgh.  Rip. 


Real.  Fran. 


Reg 

Reg 

'Rek 


f^ic.  Matr.f 
f^it.  Matr.  S.  » 
Mali:  -l'i. 


Red.  Ins.  'lO. 


Red.  Oss.  an.  35. 

Red.  Osserv.  anim.  \kè. 


Red.  Esper.  nal.  25. 
Red.  Esp.  nat.  53. 


fled.  rip.  I.  34. 


Red.  f^iper.  2.  15. 


Reali  di  Francia.  V.  Lih.  Real.  Frane. 

Regola  della  rita  Matrimoniale  di  F.  Cherubino  da  Siena  .  Tcslo  a  pen- 
na elle  fu  dell'Abate  Jntonmaria  SaU'ini  (h).  —  In  questa  nuova  impres- 
sione abbiamo  citalo  a  pagine  un  esemplare  stampalo  nel  scroio  XV.  sen?n 
luogo  e  nome  di  stampatore;  ed  i  numeri  aggiunti  agli  esempli  indicano  le 
pagine  da   noi   numerate  per  maggior  comodo   nel   prefalo  esemplare.  — 

Opere  di  Francesco  Redi j  delle  quali  si  citano  per  lo  più  a  pagine  di. 
verse    edizioni    di    Firenze    (e),    e    sono    le    seguenti,    cioè; 

Esperienze  intorno  alla  generazione  degV Insetti  scritte  in  una  Lettera 
a  Carlo  Dati.  —  Si  citano  ,  così  dagli  Accademici  come  da  noi  ,  le 
edizioni  di  Firenze  1668.  e  1688.  in  1.;  la  prima  alla  Stella,  l'al- 
tra presso  Pier  Malini{à);  ed  i  numeri  oggiunti  agli  esempli  additano 
le    pagine    or    dell'una,  or  dell'altra    delle    suddette    edizioni.  — 

Osservazioni  intorno  agli  animali  viventi ,  che  si  trovano  negli  ani~ 
mali  viventi.  —  Si  cita  a  pagine,  cosi  dagli  Accademici  come  da  noi, 
l'esemplale  stampalo  in  Firenze  per  Piero  Matini  l'anno  1684.  in  4. 
Gli  Accademici  poi  citarono  ancbe  a  pagine  l'esemplare  impresso  tra 
le  Opere  dell'Autore  stampale  in  Venezia  da  Gabbriello  Hertz  l'an- 
no   1712.    in   tre    volumi    in    4.  (e)   — 

Esperienze  intorno  a  diverse  cose  naturali,  e  particolarmente  a  quelle, 
che  ci  sono  portale  dall'Indie,  scritte  in  una  lettera  al  Padre  Ata- 
nasio Kirker. —  Si  citano  a  pagine  cos"i  dagli  Accademici,  come  da 
noi  le  edizioni  di  Firenze  del  1671.  in  4.  e  del  1686.  pure  in  4. 
Gli  Accademici  qualche  volta  citarono  anche  a  pagine  1'  esemplare 
impresso  tra  le  Opere  dell'Autore  stampate  in  Venezia  da  Gabbriel- 
lo   Hertz    l'anno    1712.    in    tre    volumi    in    4.  (f)  — 

Ossen  azioni  intorno  alte  Fipere  scritte  in  una  Lettera  al  Conle  Lo- 
renzo Magalotti  ,  —  Si  allegano  cosi  dagli  Accademici  come  da  noi 
due  edizioni  fatte  in  Firenze,  la  prima  nell'anno  1664.  in  4.  all'In- 
segna della  Stella  ;  e  1'  altra  nell'  anno  1686.  pure  in  4.  per  Pier 
Matini  (>^)  j  ed  i  numeri  aggiunti  agli  esempli  additano  le  pagine  or 
dell'una,    ora    dell'altra    delle    prcfale    edizioni.   — 

Lettera  sopra  alcune  opposizioni  fatte  alle  sue  Osservazioni  intorno  alle 
Vipere  scritta  a  Alessandro  Moro,  e  all'Abate  Bourdelot.  —  Si  cita 
a  pagine  dagli  Accademici  l'edizione  falla  in  Firenze  dalla  Stampe- 
ria   della    Stella    1'  anno    1670.    in    4;    e    talora    anche    1'  esemplare    ini- 


(2J2)  Parinienle  questo  Testo  non  è  sialo  da  noi  veduto, 
e  selibene  è  assai  verisimile .  che  sia  nella  Libreria  di  Cario 
Tomniti.io  Strozzi ,  tuttavia  non  abbiamo  potuto  rilrovarvelo. 

(a)  Questa  ablirevialura  si  osserva  alla   voce    Acquerello. 

(b)  Questo  Teslo  presentemente  si  conserva  nella  Riccar- 
diaua  ;  ma  nessuno  esempio  si  osserva  in  tutto  il  Voraliolario 
degli  Accademici  tratto  da  quest'Opera;  ta  quale  deve  avere 
avuto  la  sorte  di  tante  altre,  clie  vennero  rejjistrate  negli  In- 
tlici,  senza  essere  slate  spogliate. 

(e)  Colla  scorta  delle  rilazioni  apposte  talora  agli  esempli, 
noi  verremo  additando  le  edizioni  precise,  di  cui  gli  Accade- 
mici si  valsero  nelle  allegazioni.  Del  lesto,  oltre  alte  edizioni 
di  Firenze,  essi  adoperarono  ani-ora  qualche  volta  quella  del- 
le  Opere  dell' Autore  latta  in  Venezia  da  Gahhriello  Hertz 
y  anno  1712.  io  tre  volumi  in  l^.  11  Oanttin  nella  .Sene  dei  Te- 
sti di  lingua,  registra  sotto  il  numero  822.  Opuscoli  vnrii 
flel  Redi  j  ed  afferma  che  eziandio  d'alcuno  di  questi  Opu- 
scoli SI  hanno  citazioni  nel  J'ocaliolario.  Per  quanto  consta  a 
noi  dalla  Tavola,  che  ci  siamo  tovmata,  di  tutte  le  voci  alle- 
gate nel  Vocabolario  della  Crusca,  ed  in  questo  nostro,  egli 
ha  preso  abbaglio,  ed   afFermato  quello  che  non   e. 


(d)  Che  gli  Accademici  si  servissero  dell'una,  e  dell'al- 
tra di  queste  due  edizioni,  si  ricava,  quanto  alla  prima,  dalle 
citazioni  apposte  alle  voci  Accartocciare,  Accuratissimo,  Ca- 
stralo, ed  altre  ;  e  quanto  alla  seconda,  da  Carnicino ,  Ca- 
valluccio,  Celebre,  ed  altre. 

(e)  Ciò  sì  ritrae  dalla  citazione  apposta  alla  voce  Chi- 
nachina.      , 

(  f  )  Che  gli  Accademici  si  sieno  valsi  or  dell'una,  or 
dell'altra  delle  due  edizioni  Fiorentine,  si  può  vedere  dalle  al- 
legazioni poste  agli  esempli  nelle  voci  Accarnare,  L'rio,  ed  al- 
tre, che  corrispondono  alle  pagine  della  prima  edizione;  e 
nelle  voci  Abbandono,  Acquavite^  ed  altre,  che  corrispondo- 
no alle  pagine  della  seconda  .  Che  poi  si  servissero  anche 
dell'  edizione  deW  Hertz,  si  deduce  dall'allegazione  della 
voce    Cainiana. 

(g)  Che  gli  Accademici  si  servissero  or  dell'una,  or  del- 
l'altra  di  queste  due  edizioni,  sì  ritrae,  quanto  alla  prima, 
dalle  allegazioni  apposle  agli  esempii  nelle  voci  Aderenza^ 
Af;u<iliata,  ed  3hro\e;  e  quanto  alla  seconda,  dalla  voce  Agi- 
tato. 


201 16 


lied.   Leu.  Occh. 


Heil.  Ditir,  15, 


Jìed.  Annou  Ditir.  69. 
Bed,  Ann.  Ditir.  194. 

Red.  Sonct, 
Red.  Un.  \.  1H\. 


Red,  Cons.  I.  179. 


t(Red.  Cons.  2.  g.  4!^. 


«  /ieJ.  Rim.        , 
Re  Rub. 
Re  Ruber.  Rim,  ant. 


presso  Ira  le  Opere  dell*  Autore  «lampalc  in  Venezia  da  Gabbnello 
Hertz    l'anno    1712.    in   tre   volumi   in    4.  (a)  — 

Lettera  intorno  aW im-enzione  de^li  occhiali  scrìtla  a  Paolo  Falconie- 
ri.—  Due  edizioni  dì  Firenze  sì  hanno  di  questa  Lettera  in  4»  ''"* 
prima  dell'anno  1678.  per  Francesco  Ono/rij  l'altra  dell'anno  1690. 
per  Piero  Matini  .  Noi  non  sappiamo  precisamente  se  di  una  sola  , 
o  di  tutte  e  due  si  prevalsero  gli  Accademici,  essendo  che  il  nume- 
ro dei  pochi  passi,  che  hanno  la  citazione  ,  corrisponde  cosi  coli'  u- 
na,  come  coU'allra.  Ben  possiamo  accertare,  che  alla  voce  Ajjiebola' 
re  (b)  si  valsero  dell'esemplare  stampato  in  Venezia  tra  le  Opere 
dell'Autore  l'anno  1712.  da  Gabbriello  Hertz.  Noi  ci  siamo  serriti  di 
quella   del     1690.— 

Bacco  in  Toscana^  Ditirambo.  —  Anche  di  quest*  Opera  si  hanno  due 
edizioni  di  Kirenze  per  Piero  Macini  V  una  del  168.1.  in  4.  e  l'al- 
tra del  Ì6'H.  pure  in  4.  Ora  avendo  esse  lo  stesso  numero  di  pa- 
{jine,  non  è  possibile  il  delìntre  dai  numeri  apposti  agli  esempii,  «e 
d'una  sola,  o  dì  tutte  e  due  si  valsero  gli  Accademici.  Noi  le  abbia- 
mo  citale   ambedue,  —- 

Annotazioni  fatte  dal  medesimo  Francesco  Redi  al  suo  Ditirambo  (e)  . 
—  Sì  citano  a  pagine,  cosi  dajjli  Accademici  come  da  noi,  le  suddette 
edizioni    del    1685.    e    del    1691.    in    'i.   presso    Pier    Matini.  (d)  — 

Sonetti,  ed  altre   Poesie  (e). 

Lettere  Famìi^liari  (253)  stampate  in  Firenze  da  Giuseppe  Manni  nel  1724. 
e  nel  li  27.  ìn  due  volumi  in  4.  il  primo  de'quali  è  anche  rislam* 
palo  dal  medesimo  nel  1731.  ed  i  due  numeri  apposti  agli  esempii 
corrispondono    a    quelli    del    volume,    e    delle    pagine. 

Consulti  medici  (253)  parimente  impressi  in  Firenze  da  Giuseppe  Man- 
ni  in  due  volumi  in  ''(.  nel  1726.  e  nel  1729,  (f)  e  di  questi  si- 
milmente   abbiamo    nelle    citazioni    additato    il    volume,    e    la    pagina. 

Giunta  di  varie  poesie  di  Francesco  Redi^  stampata  dietro  al  Volume 
secondo  dei  Consulti  Aledici  del  medesimo  impressi  in  Firenze  presso 
Giuseppe  Manni   l'anno    1726-29.    in    due    volumi    in  4.  — 

Rime  di  Francesco  Redi,  (g)  — 

Rime  antiche  atlribuite  a  Ruberto  Re  di  Napoli^  e  di  Gerusalemme  (254), 
tratte    dal    Testo    a    penna    di    Piero    del   Nero^  che  fu  poi  di    Minore 


(a)  Che  gli  Accadomiri  della  nujrt.i  inifiressione  si  siano 
giovali  anche  di  questa  editione,  si  vede  dalle  citazioni  appo* 
Ite  alle  voci  Ghiro,  e  Stuello j  la  prima  delle  quali  nclh  hr- 
ta  itnpre'-^ionc  aveva  la  ritazionc  deircdizione  del   1670- 

(li)  I'2  da  avvertire  che  questa  voce  non  e  del  liedi,  sì 
di  Sandro  di  Pipozzo  antico  auloiP  dal  Redi  quivi  filato. 
Dicasi  il  moilesinm  dell'  esempio  allegato  alla  voce  /4sxrm' 
prato:  ed  anche  di  quello  allegalo  da  noi  alla  voce  Cm- 
vaso. 

(e)  Sotto  questa  abbrevia  tura  si  citano  anche  alcune 
romposizioni  di  altri  dal  Redi  allegate,  come  si  vede  alla  vo- 
ce SorheUiera  apparlcneuto  ad  una  poesia  del  Magalotti^  che 
il   liiuii  riporta. 

(ti)  Che  gli  Accademici  sì  sicno  prevalsi  or  dell*  ima, 
or  dell*  ultra  di  queste  due  edizioni,  si  conosce,  quanto  alla 
prim.i,  dalle  allegazioni  apposte  nelle  voci  Carabattole  ,  Giù- 
rfcoitJtiilto,  ed  altre;  e  quanto  alta  seconda  dalle  voci  Astra- 
zione,   l'edina,   ed   altre. 

(•■)  ('.li  Accademici  sotto  questa  abbreviatura  oon  allega- 
rono rbc  Sonclli.  Di  quale  edizione  si  valessero  non  saprem- 
mo darne  certa  notizia,  ne  valgono  a  darcene  certo  lume  le 
poche  citazioni  apposte  agli  esempli  ;  dacché  corris|K>ndendo 
<|tieste  al  numero  dei  Sonetti,  ed  essendo  il  numero  <M  que> 
sti  cooforine  co^ì  Dcllu  slampa  fattane  in  Firenze  presso  An' 
tonto  /ligonci  V  anno  I"02.  in  foglio,  come  in  quella  fatta 
pure  in  Firenze  da  Giuseppe  Manni  Tanno  17o3.  in  13. 
torna  impossibile  il  potere  accertare,  se  si  valsero  piuttosto 
dell'una,  che  dell'altra,  o  te  di  ambedue.  Noi  creiliamo  del- 
la prima. 

(253)  Nel  tempo  della  presente  impressione  di  questo 
Ldiro  essendo  state  pubblicalo  per  mezzo  delle  stampe  anche 
quest'Opere  di  un  nostro  sì  celebre  Accademico,  e  Lettore 
di  Lingua  Toscana  nello  .Studio  Fiorentino,  abbiamo  slimalo 
bene  d'arricchire  i  nuovi  spoijli  delle  nostre  aggiunte  colla 
citazione   «Ielle   medesime. 

(f)  Il  primo  volume  di  questi  Consulti,  per  isbadalaggi- 
Dc  dello  Stampatore,  ha  otto  pagine  duplicate;  e  zooo  dal- 
rSg.  alla  jjfi;  e  noi  l"  avvertiamo  ,  perclib  una  volla  volendo 
riscontrare  in  fonte  un  esempio,  die  aveva  la  cilaiione  ^3. 
penammo  non  poco  a  rintracciarlo.   Apparteneva  alla  seconda. 

(g)  Sotlo  questa  abbirviatura    gli    Accademici    allegarouo 


ora  la  Giunta  dì  varie  poesie  di  Francesco  Redi  stampata  da 
Giuseppe  y/annt  l'anno  1723.  dietro  il  secondo  volume  dei 
Contulti  Medici  dell'  autore,  come  può  vedersi  dalle  voci 
Campnnnccio,  Caramogio,  ed  altrore  )  ora  i  SoneUi  impreui 
nella  stamperia  di  5.  A.  R.  presso  Antonio  Htgonci  V  ao- 
no  1702.  in  foglio,  come  può  vedersi  dalle  voci  Civetta, 
Conniì turali',  Trrno^  ed  altre  ;  ora  i  Sonetti  di  FrmJtcescc 
Ht'di  impiessi  nel-  terzo  volume  delle  Opere  dell'  Autore  stam- 
pate àAV  Hertz  nel  1712.  come  si  comprende  dalle  voci  Dt- 
scoccare,  e  Visdirr,  la  prima  delle  quali  si  rinviene  nel  So- 
netto   no.    e    l'altra   nel   Son.    lO^- 

{2$^)  Questa  abbreviatura  manca  nella  Tavola  della  pas- 
sala impressione,  per  altro  sì  trova  in  varie  voci  ,  come  in 
j4g/iirone,  Saranifitto,  ed  altre  (•).  Sel)beuc  queste  Rime 
i\a\V  Uf>tìldtni  nel  Catalogo  de'ltl>rì  da  lui  citati  nella  Tavola 
poita  in  fine  de'  Documenti  d' amore  di  Francesco  da  Barbe- 
rino furono  attribuite  a  liuherto  He  dt  IVapoli,  e  di  Geru- 
salemme, nondimeno  vi  è  luogo  di  sospettare  ,  che  elleno 
sieno  piuttosto  di  Grazinolo  ISambagiuolt  Bolognese,  il  qua- 
le ne  e  fatto  autore  in  un  Testo  a  penna  dell*  Abate  Niccoli 
Itargiacchi  unito  a  un  Codice  àeW  /llberUino.  L'equìvoco 
può  esser  nato,  perche  questo  Trattato  tielle  virtù  morali  io 
rima  h  dedicalo  a  Messer  Beltramo  del  fìmlto  Conte  dt 
Monte  Sca!:lio.to^  Capitano  e  Cognato  del  Re  Bmherto  ,  al 
quale  da  Messer  Beltramo  fu  poscia  per  avveotur*  donalo  ; 
conriussiach^,  come  narrano  gli  Storici  del  suo  tempo,  que- 
sto Principe  aveva  somma  propensione  alle  buone  lettere  ,  r 
in  ispezie  alla  Poesia,  onde  inserito  dipoi  in  quel  libro  il  san 
nome  per  dinotare,  rlie  ne  fosse  slato  posseditore,  da  taluno, 
che  non  troppo  sottilmente  avrì  invesligita  la  bisogna,  ne  fu 
creduto  Autore.  Del  rimanente  1'  (Jhaldini  si  servì  del  Testo 
dì  Pier  del  AVro  ,  avendolo  avuto  da  Mif^liort  Guadagni  , 
conforme  egli  medesimo  attesta,  e  forse  era  il  medesimo  Te 
sto  de'  Poeti  Anticht,  del  quale  parleremo  più  sotto  ,  r  cbe 
presentemente  ^  perduto. 


(*)  Questo  ed  altre  non  ci  ha  luogo,  non  trovandosi  <pi>- 
slr  Rime  allegate  dagli  Accadtnùrì,  che  alle  dne  voci  lud- 
delte. 


He  Ruber.  'iS. 


Jietov.  Tuli, 
lieti.  Tuli. 
Retu  Tuli.  G.  5. 
Ben,  Tuli.  M.  A, 
Jielt,  Tuli.  Strad. 
Jiett.  Tuli  OD. 


2007 

Guadagni,  e  poscia  impresse  in  Roma  lulla  stjiupviia  iltl  Grìt^nanì  ne\  16^*2. 
in  foglio  insit-nic  colle  Jìwie  del  Petrarca  i'atU'  dall'  originale  tifila  Li- 
breria Vaticana  .  col  Tesorctto  di  Ser  Brunetto  Latini  j  e  colle  Canzoni 
d  i  Bindo  Bonichi. 
* 
Volgarizzamento  della  Bettorica  di  Marco  Tullio  .  Nelle  antecedenti  im- 
pressioni ne  sono  siali  citali  Ire  Testi  a  penna,  il  primo,  che  fu  già  di 
Gìouambatista  Strozzi j  il  secondo  ,  che  fu  di  Marcello  Adriani  (-55)  ,  il 
terzo,  che  fu  di  Giovanni  Mazzuoli  detto  lo  Stradino  (255)  .  Nella  pre- 
s.'^nte  impressione  abbiamo  talvolta  citato  anche  l'esemplare  stampato  mo- 
dernamente in  Firenze  per  Domenico  Maria  Alanni  l'anno  1734.  in  4.  al- 
legandone   le    pagine. 


Bic.  da  Varlun.  Bim.       Bime  antiche   di  Bieco    da    farlungo.    V.    Bim.    ant.    e    Bìm.    ant.    P.    JV. 

ani.  >y 
Bice.  Vari.  Bim,  ant.  « 


Biccuc.  da  Fir.  Bim, 
ant.  ?j 

Bicett.  Fior, 
Bic.  Fior.  -24. 
Bic.  Fior.  cap.  3. 
Bic.  Fior.  Provi'is. 


Bime   antiche   di  Biccuccio   da   Firenze.   V.  Bim.   ant.   P.   i\. 

Bicettario  Fiorentino,  Se  ne  diano ,  additandone  le  pagine,  diverse  edizio- 
ni (256),  cioè  la  più  antica  del  1567.  e  dipoi  ancora  le  posteriori  del  1573, 
del  1623.  del  1670.  e  del  1696,  tutte  in  foglio.  Si  citano  ancora  le 
Provvisioni,  e' Capitoli  posti  talora  ia  principio^  e  talora  in  fine  di  cia- 
scheduna delle  suddette  edizioni. 


Bicord.  Malesp. 
Bicord.  cap.  3. 
Bicord.  Malesp.  cap. 
67. 


Bim.  ant. 

Bim.  ant.  Dant.  3^. 

Bim.  ant.  M.  Cin.  49. 

Bim.ant.Guid.  Car.  68. 

Bim.ant.Dan.Maia.il. 

Bim.  ant.  Fr.  Guitt.  95. 


Istoria  Fiorentina  di  Ricordano  Malespini  insieme  coll'aj^giunta,  o  sia  con- 
tinuazione di  essa  fatta  da  Giachetto  di  Francesco  Malespini  suo  nipo- 
te. Nelle  antecedenti  impressioni  il  più  delle  volle  accennandosi  il  nu- 
mero de'capitoli,  si  citano  l'edizioni  de'  Giunti  di  Firenze  del  1568.  e 
del  1598.  in  4.  Nella  presente  abbiamo  per  lo  pìù  citato  la  moderna 
edizione  àé' Tartini^  e  Franchi  di  Firenze  del  1718.  in  4.  —  In  questa 
nuova  impressione  ,  oltre  alle  prefate  edizioni  sì  e  citato  anche  a  capi- 
toli 1'  esemplare  impresso  in  Firenze  presso  Gaspero  Bicci  V  anno  18 16. 
in  4,   (a)  — 

Bime  Antiche  j  o  sia  Raccolta  di  Sonetti^  Canzoni^  ed  altre  Bime  di  di- 
versi Poeti  antichi  Toscani  divisa  in  undici  libri,  e  stampata  in  Firen- 
ze per  gli  Eredi  di  Filippo  di  Giunta  V  anno  1527.  in  8.  Si  accenna- 
no regolarmente  le  pagine  di  questa  impressione  ,  o  per  lo  più  si  sono 
anche  aggiunti  i  nomi  de'  Rimatori  di  questa  Raccolta  ,  i  quali  sono  i 
seguenti: 


(255)  Qneslì  due  Testi  furono  veduli  acrhe  daU'  In/ari- 
nato,  che  ne  parla  negli  Avvertimenti.  Ji  J  olgnrizzannnto 
detin  Bettorica  di  TuUto  da  alcuni  è  atlrihuilo  a  Jifaestro 
Guidotto,  o  Galeotto  da  Bologna^  da  allri  a  Bono  Giambo- 
ni  {'),  sopra  di  che  si  veda  il  medesimo  Infarinato  ,  e  la 
Prefazione  della  suddetta  edizione  del  Manni.  Alcuna  volta 
questxt  Volgarizzamento  è  citalo  così:  Bruti.  liett.  come  alla 
voce  Asia,  o  perchè  si  trova  aggiunto  all'edizione  dell' 7:. O- 
la  di  Ser  Brunetto  Latini  fatta  fare  da  Iacopo  Corbinelli  in 
Lione  nel  x568.  in  [\.  {**)  o  perche  da  alcuni  è  credulo  par- 
ie del   Tesoro  di  Ser  Brunetto,  cioè  a  dire  il    Iihro    ottavo  , 


{")  Egli  è  oggimaì  fuor  di  diilibio  che,  come  qucsl^  Ope- 
ra non  è  altrimenti  un  f  o/garizzamento  della  Bettorica  di 
Tullio,  ma  un  componimento  originale  formalo  sulle  regole 
da  Tullio  prescritte  ne'  suoi  libri  de  Jntentione,  e  negli  altri 
ad  ICrennium,  coii  che  eisa  spetti  piuttosto  a  Bono  Giam- 
t'Oni,  che  a  Frate  Guidotto  j  da  che  in  un  Codice  della  Rie- 
■  ardiana,  che  è  quel  òeW  Adriani,  veduto  òaXV  Infarinato  , 
regnato  col  numero  2338,  scritto  circa  il  iSgO-  da  un  Ser 
Filippo  di  Ser  Gerì  da  Bahatta  evvi  questa  raemoiia:  Qui 
e  finita  la  Bettorica  di  Tullio,  la  quale  Messer  Bono  Giambo- 
ni.  Giudice  di  legge  e  buono  uomo,  recò  in  volgare^  perche 
ne  avesser  diletto,  in  quanto  si  potesse,  gli  nomini  laici,  che 
heuino  valente  intendimento.  La  quale  Rettorica  volgarizzala. 
Fra  Guido  da  lìologna  si  vantò,  siccome  si  trova  scritto,  che 
/'  avea  volgarizzata  egli  :  e*  traspuose  la  parte  di  dietro  dinan- 
zi per  diversi  modi. 

(**)  infatti  r  esempio  addotto  alla  voce  Asio  riscontra 
perfeltamente  nella  lettura  con  questa  edizione  ,  nella  quale 
IroTssì  a  pag.  iSj. 


nel  quale  si  contengono  gli  Ammaestramenti  della  Beilo- 
rie  a. 

(256)  Neil'  antecedente  impressione  ì  nostri  Accademici 
si  protestarono  di  citare  solamente  1'  esemplare  stampato 
l'anno  1567.  ma  è  certo,  che  citarono  anche  le  posteriori 
edizioni,  poiché  un  esempio  citato  alla  voce  Fané  si  legge 
diversamente  nella  edizione  del  1567-  e  riscontra  in  queUa 
del  1623.  Cosi  parimente  gU  esempli  allegati  alle  vuci  Sas- 
sa/ras,  e  Sciarappa  corrispondono  solaraen(e  all'edizione  del 
1670.  e  non  si  trovano  nelle  antecedenti,  e  quello  addotto 
alla  voce  Mecioacan  riscontra  solamente  nell'edizione  del  1696. 
mancando  quel  passo  nel  Bicettario  delle  precedenti  edizioni, 
la  qual  variazione  non  dee  recar  maraviglia  ,  perciocché  que- 
sto Libro  è  stato  supplito,  ed  emendalo  ogni  volta  che  è  stalo 
ristampalo. 

(a)  Dobbiamo  questa  ristampa  alle  cure  di  J'incenzio 
FoUini.  Se  il  Testo  preferito  dall'  editore  ,  dice  il  Gam- 
ba f  valse  bene  spesso  a  togliere  contraddizioni  ,  ed  a 
correggere  errori  corsi  nelle  stampe  anteriori,  non  è  per  que- 
sto che  Don  lasci  tuttavia  di  che  emendare.  Ed  il  P.  lìavto- 
lommeo  Sorio  dell' Oratorio  di  Verona,  valentissimo  in  questi 
studii,  avendo  fatto  accurati  ragguagli  sui  Testi  a  penna  ,  e 
sulle  antiche  slampe,  notò  non  pochi  svarioni  di  cui  va  mac- 
chiata quésta  ristampa,  e  concluse,  in  una  lettera  al  menzionato 
Gamba,  che  il  Follini  de'  quattro  Codici  che  ebbe  ad  esem- 
plari, segui  quello  che  non  era  il  migliore,  ne  sarebbe  stato 
buono  da  altro,  che  da  consultarlo-  A  noi  pure,  che  a  qual- 
che passo  allegato  nel  Vocabolario  avemmo  talora  mestieri  di 
far  paragone  delle  antiche  stampe  colla  moderna  ,  parve  che 
l'editore  avesse  adottato  la  peggior  lezione.  Inoltre  è  da  a^- 
^erlire,  chi  volesse  vedere  in  fonte  gli  esempii  allegati 
nel  Vocabolario,  che  il  numero  de'capitoli  di  questa  edizione 
è  affatto  difforme  da  quello  che  abbiamo  nelle  passate. 


300tf 

Ne^ primi  quattro  Libri 

Dante  Alighieri. 
Nel  Libro  quinto 
Messer  Gino  da   Pistoia. 

Nel  Libro  sesto 

Guido   Cavalcanti. 
Nel  Libro  settimo 

Dante  da   Maìano. 
Nel  Libro  ottano 

Fra   Ouittone  d'Arezzo. 
Nel  Libro   nono 

Franceschino   degli   Albizi. 
Fazio  degli   Liberti* 
Ser  Lapo  Gianni. 

Loflb  di   Huonaguida. 
Ser  Onesto   Bolognese. 

Messer  Guido   Guìnizzelli  da  Bologna. 

Bonagiiinta    Urbiciani   da   Lucca. 
Notaro   lacomo   da   Lenlino. 
Messer  Guido   delle  Colonne   Giudice  Messinese. 

Maestro         Piero  delle  Vigne. 
Re  Enzo. 

Federigo  Secondo  Imperadore. 
Nel  Libro  decimo 

Incerti   Autori  (257). 
Nel  Libro  undecima 
Dante  Alighieri. 
Messer  Ci  no. 

Guido  Cavalcanti. 
Dante  da   Maiano. 
Ser  Onesto  Bolognese. 

Monna   Nina. 
Chiaro  Davanzali. 
Guido   Orlandi. 
Salvino   Doni. 
Ricco  da  Varlungo. 
Ser  Cione  Ballione. 

Jiim    ant,  Bell.  Man.  Rime  antiche  di  diversi   antichi   Poeti   raccolte  da  Iacopo    Corhinelli^   e   da 

Rim.  ant.  B.  M.  '"'    ^•^^^^   stampare    dietro    la    Bella    Mano    di   Giusto    de*  Conti   in   Pa- 

Rim.  ant.  Cor.  "S^   Panno    1595.    Nella    presente  impressione    ci    siamo    più    frequente- 

mente serviti  della  edizione  fatta  da*  Guidacci,  e  Franchi  di  Firenze 
1'  anno  I7I5.  in  I'2.  e  se  ne  sono  per  lo  più  allegale  le  pagine. 
I  nomi  de'Rimatori  alcuna  volta  sono  stati  aggiunti  nelle  citazioni 
degli  esempii,  e  sono  i  seguenti  secondo  Pordinc,  con  cui  stanno  in 
questa   Raccolta,  (a) 

Sennuccio  del   Bene. 

Guido  Cavalcanti,  ti 

Bernardo  da  Bologna,  y» 

Guido   Orlandi.  >* 

Fazio    Uhcrti. 

Gino  da   Pistoia. 
Ser  Onesto  Bolognese,  m 

Dante  Alighieri.  »> 

Francesco   Petrarca.  » 

Franco  Sacchetti.  »» 

Giacomo  da   Lcntino.  • 

Lapo   Salterelli.  » 

Lancilotlo  da   Piacenza.  » 

Antonio  da  Ferrara.  » 
Maestro         Pietro  delle  Vigne.  » 

Guido  Guinizzclli.   m 

Bonagiunla  du  Lucra.  » 

Bonagiunta   Monaco.  » 

Picraccio  di   Mafl'co  Tebaldi.   ** 


(i57)    Ahlàiimo  oiservito,  che  le     Rime  inliche    ilimpalc  (t)  Noi  aW.umo  iRftiunle  le   lolile    »irgoleM«    id    Io«    ■ 

ÌD  queitii  HarcoUa  »oUo    nome    d'Incerti    Autori    «ono     ptrto  nomi  dì  que' Poeti,  dall*  cui  Rime  gli   Accademici    oon    Ir»»- 

di  qurllr,  cho  ne'  Tcili  a  penna  di  Pier  del  riero,  di  Francesco  «ero  alcun   esempio. 
Redi,  o  di   Carlo  Stroui  lono  aicritle  a' loro  prujprii  Autori. 


Antonio   Pucci, 
lacerti  Autori. 


3009 


fìtm   anU  P.  y. 


Raccolta  di  Rìme^  0  Poesie  di  diversi  antichi  Rimatori»  Testo  a  penna, 
che  fu  giù  di  Pier  del  Nero^  dipoi  tra' MS.  àe*  Guadagni  (258).  I  loro 
nomi  sono  per  lo  più  accennati  nelle  citazioni  degli  esempii  (b),  e  sono  i 
seguenti: 

Amorozzo,  o   ^lorozzo  da  Firenze. 
it  Arrigo  Baldoiiasco. 

Bindo  Bonichl   Senese.  » 
n  Bonagiunta   Uibiciani. 

Bondico  Notaio  da  Lucca,  n 

Gino  da    Pistoia.  ?> 

Cione   Notalo,  >■> 

Federigo  II.  Imperadore. 

Fredi  da  Lucca. 
M  Galletto  da    Pisa. 

Gherardo  da  Castello.  » 

Gonnella   In  ter  mi  nel  li. 

Guido  dalle   Colonne   Giudice  di   Messina. 

Guido   Guìnizzelli  da  Bologna. 

Guido   Orlandi.   »> 

GuiUone  d'Arezzo. 

Iacopo  Mostacci   da  Pisa. 

Ingbilfredi. 

Lapo  Gianni,  a 
tt  Leonardo  del  Gualacca. 

Mazzeo   di  Neco   da   Messina. 

Monaldoj  o  Monaco  da  Siena. 

Monna  Nina   Siciliana.  » 
a  Noffo   Buonagiunta. 

Notaro   lacomo  da  Lentino. 

Onesto  Bolognese.  « 

Pace  Notaio. 

Piero   delle  Vigne. 

Prello. 

He  Enzo. 

Bieco  da  VarluDgo.  » 

Kiccuccio  da  Firenze. 

Rinaldo   d'Aquino. 

Rinieri   da    Palei  mo. 

Roberto   Re  di   Napoli  e  di   Gerusalemme,  ># 

Rosso  da  Messina. 

Ruggieri   d'Amici. 

Saladino. 

U^o  di   Massa   da   Siena. 


Ser 

Maestro 
Ser 


Messer 


Messer 


Hun.  ant.  Fr,  R. 


Raccolta  di  Rime  ,  o  Poesie  di  diversi  antichi  Autori  comprese  in  due 
Testi  a  penna  di  Francesco  Redi  (259),  ora  in  mano  del  Bali  Gregorio 
Redi.  Alcuna  volta  nelle  citazioni  degli  esempii  si  sono  accennati  i  no- 
mi di  questi   Rimatori,  che  sono  i   seguenti: 

Adriano  de' Rossi. 

Alberto  degli  Albizi. 

Albertuccio  della  Viola. 

Alesso  Donati. 

Amorozzo  da   Firenze. 

Andrea  Carelli  da   Prato. 

Andrea  de' Bardi. 

Angelo  da   San   Gimignano. 

Antonio  da  Ferrara. 

Antonio   Pucci. 

Antonio  da  Siena. 

Antonio  da  Volterra. 


(a58)  Questo  Codice  preseulemeote  noQ  si  trova  Ira  i 
MS.  de'  Gitadagni,  e  rredesi  perduto.  Dagli  antichi  originali 
detta  prima  imjircssiune  aliLìamo  ricavato  i  nomi  della  rua"- 
gior  parte  de'  Poeti  in  esso  cooteDuti. 

(b)  Anctie  qui  aMiiamo  appiunto  le  virgolette  in  6ne  a' 
nomi  di  que*  Poeti,  ctie  non  aìbiamo  trovali  acceaoati  in  al* 
cuo  esempio;  ed  alibiamo  di  più  aggiunto,  con  le  virgolette 
focal'o'ar.o    T.    //. 


innaDzi,  i  nomi  di  que*Poeti,  che  furoQO  trascurati  ddgli  Acca- 
demici, quantunque  li   accennassero  nelle  citationi. 

(259)  Uno  di  questi  Testi  a  penna  del  Redi  è  in  foglio, 
r  altro  in  cartapecora  Ìq  4-  D'-'H^  maggior  parte  di  questi  Poeti 
ej;Ii  fa  menzione  nelle  Annotazioni  al  Ditirambo  j  e  sebbene 
questi  sono  i  nomi  di  lutti,  pur  oondimeno  non  tutù  sona 
ttati  in  quesl*  Opera  citali. 

a52 


stesser  Antonio   Piovano. 

Arrigo  di   Castruccio. 

Arrigo   Baldonasco. 

Bacciarooe  di   Messer  Bacone  da   Piti. 
Matfiro        Bandino  d'  Arezzo. 

Bartolommeo  da   Castel  della   Piave. 

Bartolommeo  da  Lucca. 
Str  Bello,  o   Prello. 

Beuuccio  Barbiere. 

Bette   Mettifuoco. 

Bianco  di   Bucarello. 

Binda  Bonichi   da  Siena. 

Bonagiunla   Urbiciani   da  Lucca. 

Bondico  Notaio  da   Lucca. 

Braccio  Bracci   d'Arezzo. 
Messer  Brnzzi   Visconti. 

Chiaro   Davanzati. 
Messer  Cino   Giudice  da   Pistoia. 

Ciao   Rinuccini. 

Ciscranna  de' Piccogliuomeni  da   Siena. 
Ser  Coluccio  Salutati. 

Conte  di  Santa  Fiore. 

Dante  Alighieri. 

Dante  da  Volterra. 

Dello  da  Signa. 

Dino  di  Tura  Bastaio. 
Messer  Dolcibcne. 

Domenico  Salvestri. 

Dotto   Reali   da  Lucca. 

Dozzo  Nori, 

Fahbruccio  de'  Lanibertacci. 

Fazio  degli   liberti. 

Federigo  dall'Ambra,  o   d'Areno. 
«  Feo  Belcari.  (a) 

Filippo  de' Bardi, 
Mester  Filippo  da  Messina. 

Fredi   da  Lucca. 

Frediano  da    Pisa. 

Francesco   di  Sinnone  Peruzzi. 

Franco  Sacchetti. 

Galletto  da   Pisa. 

Gano  di   Messer  Lapo  da   Colle. 

Geri  Giannini  da   Pisa. 

Giacomo   Pugliesi. 

Giacomo  da   Lentino. 
Messer  Giovanni  d'Arezzo. 

Messer  Giovanni   da   Prato. 

Giovanni   Latnbi-rtucci  dx'Frescobaldi. 

Giovanni   Maratolo. 

Girolamo  Terramagnino  da   Pisai 

Giudice   Ubertino. 

Gonnella  dcgrintermioelli  da  Lucca. 

Grazinolo  da   Firenze. 

Guido  dalle  Colonne  Giudice  di  Mestioa. 

Guido  della  Rocca. 

Guido   Guinizzelli  da   Bologna. 

Guido   Orlandi. 
Fra  Guittone  d'Arezzo. 

Iacopo   Alighieri. 

Iacopo  Mostacci  da   Pisa. 

Inghìlfredi. 

Lapo   Gianni. 

Lapo  Salterelli. 
Maestro         Lazzaro  da   Padova. 

Lcninio   di   Giovanni   Orlandi. 

Lionardo  del  Gualacca. 

Lippa  d'Areno. 


(■)  Questo  Poeti,  leLbene  noD  regUlrato  qui  dagh    Aera* 
dcmici,  pure  m  trova  lUcijalo  Ire  volle  alla  voce  Giulio    col- 


r  alilireviatuia:    lìim.   «/il.    F.    B.    Fto   BtJc. 


Lotto  tii   Ser  Dato. 
Mafleo  de'Libri. 

Manelto  da   Filicaìa. 
Messer  Marabultino  d'Arezzo. 

Marchionne  di   Matteo  Arrighi. 

Masarello  da  Todi. 

Matteo  Coregglalo. 

Matteo   Frescobaldi, 

Mazzeo  di  Neco  da  Messina. 

Meo  Abbracciavacca  da   Pisa. 
Maestro        ^ligliore  da  Firenze. 

Mino  del   Pavesalo  d* Arezzo. 

Monaco^  o  Monaldo  da  Siena. 

Monte   Andrea  da  Firenze. 

Natuccio  Anqulno  da  Pisa. 

Niccolò   Soldanieri. 

Nocco  di    Cenni. 
Ser  Onesto   da  Bologna. 

Ottavanle   Barducci, 
Ser  Pace  Notaio. 

Paganino  da   Serzana. 

Pannuccio  dal  Bagno  da   Pisa* 

Passera  della  Gherminella  da  Lucca. 

Pescione   Cerchi. 
Maestro         Piero  delle   Vigne. 

Piero   da  MonterappoH. 
Conte  Piero  Noferi  da   Montedogllo. 

Plerozzo  dì   Biagio  di   Strozza  Strozzi. 

Pippo  di  Franco  Sacchetti. 
Messer  Polo   da   Castello. 

Pucciandone  Martello  da   Pisa. 

Pucciarello. 

Rainaldo  d'Aquino, 

Ranieri    da   Palermo. 

Ranieri   de'  Samaretani, 

Re  Enzo. 

Re  Federigo. 

Riccuccio  da   Firenze. 

Rosso   da   Alessina. 

Ruggieri   d'Amici. 

Ruggierone  da  Palermo. 

Saladino. 

Sandro  di   Pippozzo. 

Sinibuono  Giudice  da   Pistoia. 

Stelano   Protonolarlo  da  Messina. 

Stefano   di    Gino   Mereiaio. 
Frate  Stoppa  de'Bostichi. 

Talano  da  Firenze. 

Tommaso  de'Bardì. 

Tommaso  Bnzzuola  da  Faenza. 

Tommaso  di  Sasso  da   Messina. 
Messer  Ubaldo  di  Marco. 

Ugo  da   Massa   di  Siena. 


/iim.  nnt.  Stroz.  »j 
Htm.  ant.  C.  S,  » 
*  /itnt.  nnt.  C.  S. 


Raccolta  di  Poeti  antichi,  o  sia  di  Bitne  antiche  di  diversi.  Testo  a  pen- 
na, che  fu  già  del  Senator  Carlo  di  Tommaso  Strozzi  (260).  Alcuna 
volta  se  ne  sono  accennali   i    nomi,  che  sono   i   seguenti:   (a) 


(260)  Crcdiiino,  che  questo  Testo  sìa  '  quel  medesimo, 
che  vide  il  Conte  t'ederigo  (Jbaldini,  il  quale  di  esso  ,  e  de' 
Poeti  antichi  in  quello  contenuti  fa  menzione  nella  Tavola 
posta  in  fine  de'  Documenti  d""  Amore  di  Francesco  da  Bar- 
berillo  .  Doverebhe  essere  nella  Libreria  Strozziana  ,  nin  non 
abbiamo  avuto  la  sorte  di  potervelo  ritrovare  -  Questo  Testo 
neljj  passala  impressione  ilei  Vocabolario  fu  posto  ncU'  Indi- 
te degli  Autori,  ma  fu  poi  tralascialo,  forse  per  dimenticanza, 
cella  Tavola  delle  Alibreviature.  Dobbiamo  anche  avvertire, 
che  nella  jaecedeote  impressione  di  quest'  Opera  si  leggono 
alcune  altre  abbreviature  tV  esempli  tratti  da  Rime  di  antichi 
Poeti,  come  Rim,  ant.  F.  £-,  che  si  leggeva  alla  voce  Ceci' 
liOj  Ihiit.  nnt.  C  P.  P.  che  era  alla  voce  Crnde/etza  j  ma 
per  vero   dire  non   avendole  intese,  ne  ritrovatine  gli  Autori, 


i  suddetti,  ed  altri  simili  esempii  si  sono    nella    presente  im- 
pressione con  gli  altri  Autori  più  noti  barattati. 

(a)  Che  che  dicano  qui  gli  Accademici,  egli  è  cerio  che 
nessun  esemijio  si  legge  nel  loro  Vocabolario  con  le  abbrevia- 
ture qui  indicate.  Da  ciò  si  vede  aperto  due  cose;  Tuna  perche 
questo  Testo  non  venisse  posto  nella  Tavola  delle  abbreviature 
dai  Compilatori  della  terza  impressione;  l'altra,  donde  èorigi- 
nato  l'abbaglio  di  quei  della  quarta,  nel  darci  per  allegato  un  Te- 
sto che  forse  non  fu  ne  pure  spogliato-  Del  rimanente  in  que- 
sta nuova  impressione  Ire  esempii  si  leggono  come  tratti  da 
queste  Binie,  e  lutti  e  tre  tennero  tolti  dal  Lombardi  dalla 
Tavola  posta  in  fine  de*  Documenti  d'  Amore  di  Francesco 
eia  Barberino^  compilata  da  t'ederigo  Ubaldini  ,  che  si  valse 
di  questo,  o  d'  altro   Testo  di    Carlo   Strozzi. 


Bonag'iunta  Urbìciani  da  Lacca^  Canzoni. 
Caccia  da  Castello,  Canzoni. 
Cecco   Angìulieri  da   Siena,  Sonetti   Burleschi 
Cino  da   Pistoia.   Canzoni,   Ballate,  e  Sonetti. 
Dante   Alif;IiierÌ,  Sonetti. 
Dello  da  Signa,  Sonetti. 
Dino  FrescoboMij  Sonetti,  e  Canzoni. 
Enzo   he  dì  Sardigna,  Sonetti,  e  Canzoni- 
Fazio  degli   liberti.  Canzoni. 
Forese  de'Donati,  Sonetti   contro   Dante. 
Francesco   Isniera,  Canzoni. 
Gianni    Alfani,   Canzoni. 
Guido  Cavalcanti,  Canzoni,  e  Sonetti. 
Guitto  Guinizzelli,  Canzoni,   e  Sonetti. 
Guido    Orlandi,   Canzoni,   e   Sonetti. 
Lapo   Farinata   degli    Ubertì,  Canzoni. 
Lapo   Gianni,  Canzoni. 
Lupo   degli    liberti,   Canzoni. 
Monaldo   da    Sofena,   Sonetti. 

Niccolò  da   Siena,  detto  il   Muscia  de'Salinibenì,  Sonetti. 
Noflo  d'Oltrarno,  Canzoni. 
Onesto  da   Bologna,  Sonetti,  e  Canzoni. 
Rinaldo  d'Aquino,  Canzoni. 
Saladino,  Canzoni. 
Terino   d'Oltrarno,   Sonetti. 
Tommaso  da  Faenza,  Canzoni. 
Uberto  da  Lucca,  Canzoni. 

Rim.ant.Fran,Sacch.>yliime  antiche  traile   Opere  diverse  di  Franco  Sacchetti.   V.  Frane  Sacch.   Op. 

diu. 


Rim.  buri. 


Rime  burlesche  di  diversi  Autori.  V.  Bern,  Rim. 


Rinat.  d* Aquin.  Rim.  Rime  antiche  di  Messer  Rinaldo  d'Aquino.  V.    Rim.    ant.    P.    iV.     Rim.    ani' 
^nt.  »  Strozz. 

Rinier.da  Paler,  Rim.  Rime  antiche  di  Rinieri  da  Palermo.  V.  Rim,  ant.  P.  N. 
ant.  » 


Rinuc.  Dafn.  >» 
uRinucc,  Daf.  prol. 
*  Rinucc.  Dqf'n.  21. 


a  Rom.  Beri,  rim* 

«  Rem.  Bert,  rim.  burL 

•249. 
*  Rom.  Bert.  San.  39. 


Dajhe  Commedia  in  versi  d'  Ottat^io  Rinuccini  (261),  Si  cita  T esemplare 
stampato  in  Firenze  per  Giorgio  Marescotti  nel  IfiOO.  in  k.  —  In  questa 
nuova  impressione  abbiamo  citato  a  pagine  l'esemplare  impresso  iti  F'irenzc 
nella   Stamperia   di  Borgo  Ognissanti  l'anno    1810.   in  4. — 

Rime  burlesche  di  Romolo  Bertini  (sì).  Si  cita  dagli  Accademici  a  pagine  1'  e- 
semplare  stampato  nel  terzo  volume  delle  Opere  burlesche  del  Remi,  ed  al- 
tri Autori  iiiipiesso  in  Firenze  l'anno  1723.  in  8.  Noi  in  questa  nuova  im- 
pressione abbiamo  citato  lo  stesso  esemplare  talora  a  pagine,  e  talora  col  nu- 
mero  de'Sonetti.   — 


Ros.  f^it. 
Ras,  della  Fit. 
Ros.  della  ^it,  F.  P. 
Ros.  f^it.  FU.  Pand. 

cap,  1. 
Ros.  nt.  F.P.  18. 


Libro  intitolato  Rosaio  della  t^ita.  Testo  a  penna  (262),  che  fu  del  Senator  /V- 
lippo  Pandolfini,  ora  nella  Libreria  del  Senator  Cammillo  Pandolfini.  I  nu- 
meri aggiunti  alcuna  volta  agli  esenipii  corrispondono  alle  pagine  di  quel 
Testo. 


Ros.  da  Mes.  Rim* 
anL  ty 


Rime  antiche  di  Rosso  da  Messina.  V.   Rim.  ant.  P.  iV.  e  Rim.  ant.  F.  R. 


Ruc.  Ap. 


te  Api  Poemetto  in   versi   sciolti  di   Gioi'onni  Ructllai    (263).    Nella     presente 


(a6l)  M^nrava  qiictU  Commedia  nr^li  Imlici  ilrlU  pai- 
■4U  iiiiitrfsiiunr,  quantunque  in  eaì  |inr  fosse  sljta  allrgata, 
«urne   Al   può   vctlrrc   alla   vtirr    l>iCII  I N  At'.K,  e  altrove    (*}. 

(a)  Tuttoché  i  Com|>ilali>ri  «Irlla  i|uarta  imprcMÌonr 
UftUftctassero  di  registrare  io  quctti    Indici  qucitc  liinte,  nuN 


(*)  Questo  e  altrove  non  ri  I1.1  luogo,  non  r^srndo  qiir- 
ila  Commedia  ,  n  meglio  lta|iprrkjntaiionc  alIcgaU  ,  r\\r  alla 
vo.e   l>CinN.\Ul,. 


ladìmrno  te  citarono  colle  luddpllc  at^lirrviarurv  ali»  »nci  €•• 
fltonart  ,  e  Pacf .  Talora  le  rilarono  anrlic  cow:  Bert. 
Cans.   roinr   »i   può   \  edere   alla    »ote   /'erare. 

(262)  yuola  Operetta  e  dietro  al  Trtill»to  ttft  gct-erm» 
drftn  famif:/ia  tì'  Afinolo  Vandoffìni  nel  mede»imo  Ciwlic*.  d» 
mi  è  tratto  1'  eurmplire  ttampato  nel  173^-  e  nella  Prefatio- 
ne  di  r\\y\  i\  poisono  vetlere  le  partirolanik  di  questo  TmIo 
ri   priìiid 

(26^)  Neir  Indire  della  precedente  impre>Moor  i  el»»j- 
malo  9Ui  nardo  ta  Tecc  dì   ì.iovmmh*,   ma   non   »i   reca  10   duW- 


at)i3 

Jiucel.  j4p.  ^ll^l.  impit-ssionc    abbiamo    citalo    a    pngitie    I*  es('rn|)larc    slampalo    in    Firenze    pc* 

Giunti  nel  I  'iDO.  in  8.  unilaiinntc  colla  ('qIiì\  azione  di  Luigi  Alamari' 
nij    ed    illustrato    colle    Annotazioni    tli    Hoberto     Titi. 

Hug^er.  d*  Amie»  Rim,    Rime  antiche  di  Messer  Ruggieri  d'Amici.  V.  Rim.  ani.  R.    N.    e    fìim.    ant. 
ant.  »  f,    fi, 

Rusp.  Son.  12,  Sonetti  j   o    sia    Rime    burlesche   di   Francesco    Ruspali  ('iCt) .    Nella    presente 

impressione  ablwamn  citato  i  Sondti  .stampati  ini  terzo  volume  delle  Ope- 
re  burlesche  del  Berni,  ed  altri  Autori,  che  ha  la  data  di  Firenze  del  1723. 
in    8,    ed    i    numeri    indicano    il    Sonetto,    e    talora   il  volume,    e    la    pagina. 


*  Sacch.  noi*, 

*  Sacch,  rim» 


Noi'clle  e  Rime  di  Franco  Sacchetti.  V.  Frane.  Sacch,  — 


Sagg.  Natur.  esper. 
Sagg,  Nat,  esp.  3(ì. 


Salad.  Rim,  ant.  » 
Salm,  Solìec.  »» 


Saluereg 
Saluereii 


M.  C. 


Sali',  Ai'vertim.  1.3.  4. 

16. 
Sali-.  Ari'ert.  2.  2,  22.  ^. 
a  Sal^*,  Ai'\*ert.  pr. 


Saggi  di  naturali  esperienze  fatte  in  Firenze  neir  Accademia  del  Cimento 
descritti  dal  Saltellato  .  Si  citano  a  pagine  le  due  edizioni  di  Firenze 
del    l(Jr>7.   e   del    Uì92.    in    foglio    (a). 

Rime  antiche  di  Saladino.    V.    Rim,    ant.   P.    N.    e    Rim.    ant.    F.    R. 

Parafrasi  Poetiche  sopra  i  Salmi  di  David  del  Sollecito  stampale  in  Fi- 
renze   per    Fincenzio    Fangelisti   Tanno    IG84.    in    ^l,    (b) 

f^olgarizzamentOj  e  Sposizione  della  Salveregina,  Testo  a  penna  (265),  die 
fu  già  di  Matteo  Caccini,  di  poi  tra'  MS.  dell' Accademia  (e).  —  Jn  que- 
sta nuova  impressione  si  cita  l'esemplare  stampato  in  Livorno  Tanno  I7!^l). 
in  4^  ed  i  numeri  aggiunti  agli  esempii,  cosi  nuovi  come  ai  "ià  allega- 
ti    digli    Accademici,  ne  adililano    le    pagine.    — 

Opere    del    Cai'alier   Lionardo    Sahiati   dello    T  Injarinato^    cioè  : 

Avvertimenti  della  Lingua  sopra  'l  Decamerone^  Volume  primo  Ìu  Xe- 
nezia  presso  fJonienicOj  e  Giovambatisfa  Guerra  nel  158^t.  in  4.  Vo- 
lume secondo  in  Firenze  nella  stamperia  de'  Giunti  nel  1586.  in  4. 
Nella  presente  impressione  abbiamo  più  comunemente  citata  la  mo- 
derna edizione  di  Napoli  i)resso  Bernardo  Michele  Raillard  nel  1 7  T2, 
in  due  volumi  In  4.  ed  i  quattro  numeri  aggiunti  agli  esempii  se- 
gnano il  volume,  il  libro,  il  capitolo ,  e  In  Particella ,  o  sia  T  arti- 
colo   (d)  ;  —  e  coli'  abbreviatura  pr.  s*  accenna  li  proemio.  — 


\i\o  cbe  Giovanni  si  cliìamasse  T Autore  di  quel  PnptnpMn, 
die  fu  d.i  tut  composto  in  Roma  l'anno  i52^.  (juando  era 
ilastellano  dì   Castel  Sant'Angelo. 

(26^)  Sebliene  questa  alilireviatura  manra  nell'Indice 
della  passata  impressione,  nuUadimcno  quusli  Sonetti  erano 
anche  io  es>a  citati,  rome  si  può  vedere  daj^li  esempii  addut- 
li  alle  voci  ARRIVATO,  GALLtONE,  ce.  Crediamo  ,  che  i 
passali  Compilatori  cilaìsero  una  Copia  a  penna,  che  era  in 
■nani)  di  Fmncrsro  fìedi ,  non  solo  perchè  cf^li  ne  fa  mcn- 
«ione  nelle  postille  marginali  del  suo  esemplare  del  Vocabo- 
lario, eil  in  altre  sue  Opere,  ma  anche  perchè  un  esempio 
tratto  da  questi  Sonetti,  die  è  riportalo  alla  voce  CHINEA, 
si  legge  citalo  cosi  nella  passata  impressione:  finn.  /'iirL  /•'. 
H.  tra  anche  dì  presente  la  della  copia  è  in  mano  del  Bali 
/ferfr 

(a)  Della  prima  ediEÌone  alcuni  esemplari  potlano  la  da- 
ta del  |566.  L' altia  non  è  del  1692.  come  qui  dicono  gli 
AcradcnMci,  ma  del  itìgi.  E  poi  da  notare,  che  queste  due 
edizioni  avendo  U>  stesso  numero  di  pagine,  torna  non  pos- 
silnle  il  definire  dove  sia  stala  adoperala  1'  una,  e  dove  T  al- 
tra.   >">i    ri   siamo   valsi  continuamente   di  quella  del  QI. 

(1))  La  slampa  di  queste  Parafrasi  Pocln  he  iwn  e  òe\  168^. 
in  !\.  rome  qui  la  dicono  i  Compilatori  j  ma  del  1682.  in  8. 
e  semhra  che  essi  la  scambiassero  con  quella  de'  Trattati  Ac- 
cadrmici  e  Parafrasi  Poeticfic  de'  Contict  dello  slesso  Cnp' 
poni,  l'impressione  de' quali  è  appunto  de!  l68:'j.  in  ^.  Ma, 
u  abbiano  scambialo  nella  citazione  dell'anno  e  della  forma, 
o  nel  titolo  dell'Opera,  che  dicono  d'aver  allegata;  egli  è 
»icuri>s<mo  che  non  fecero  uso   ne  dell"  una,  ne  dell'  altra  del- 


le prefale   Opere,  e   cbe  altri  farelibe  vana   inchiesta  cercando 
esempii    nel    Vocabolario   tolti    dalle  medesime. 

(265)  Forse  questo  Testo  contiene  quella  slessa  Onerel-' 
ta,  che  nell'Indice  degli  Autori  della  prima  iropressione  dì 
quest'Opera  è  delta  Salutazione  della  Madonna  (*).  Ai  itie- 
sente   pti'i  non   si  trova   tra' MS.   dell'Accademia. 

(e)  Questa  Spoxizionr,  su  questo  medesimo  Testo  fu 
pubblicata  in  Livorno  da  Gaetano  Poggiali  l' anno  J7Q1). 
in  4-   unilamenle  alla  Storia  di  Tobia. 

(d)  Ciò  è  vero  rispelto  aj^Ii  esempii  tratti  dal  leiro  libro 
del  volume  primo,  ciascun  rapitolo  del  quale  è  suddiviso  in 
varie  particelle,  ma  ntto  già  rispelto  agli  altri  cosi  de!  primo, 
cuHie  del  secondo  volume.  Essi  sono  al'egati  per  lo  più  con 
tre  numeri,  e  questi  segnano  Ìl  voWime,  il  libro  ,  e  '1  capito- 
Io,  come  si  può  vedere  alle  voci  A''f'lntii'0,  Aduprare  j  y4tto, 
Auoso ,  ed  altre.  Oltre  a  ciò  è  d.i  notale,  cbe  nella  lena 
impressione  il  primo  volume,  stampato  dal  Guerra  ^  fu  ullp. 
gaio  a  pagine,  come  si  riconosce  dalle  voci  Apostrofo,  e  Or- 
tografìa ^  ed  anche  a  volume,  e  a  pagine,  come  si  vede  d;4lla 
voce  Abbiccì,  sebbene  in  questa,  per  abbaglio  dello  Slam- 
patore,  in  luogo  di  voi.  I.  e.  167.  si  legga  voi.  I.  e.  67.  Il 
secondo  poi  stampato  da'  Giunti ,  si  allego  con    tre    numeri , 


(•)  Comerhè  i  |>rimi  Compilatori  ponessero  nell"  Indice 
r  alilirevjijtura  Saluta:.  Mad.  spicgjndola  Sahitntionc  di-lìa 
Sìadonna  ^  pure  epli  è  certo  cbe  non  allegarono  alcun  esem- 
pio con    tale  alibrevialtira. 


Sali'.  Oraz. 
'•Sah.  Oraz.  f^etl. 

Salv.  Lez.  « 
•S,iU:  Lez.  5. 


Salv.  Grandi,  j.  2, 
icSaU:  Grandi,  prol. 
il  Salv.  Grandi. prol.  don. 
o  donn. 


.Sah:  Spin.  '\.  3. 


Salv.  Dial.  .'Imic.  S'i. 

Salv.  Coni.  Poel.  Arist. 
.SVi/i'.  Rim. 
.Sai.  Canz.  fin. 
Sali'.  Infar.  I. 
Siili'.  Itijhr.  pr.  ^81. 


Stih'.  InJ'ar.  tecon. 

.Sah.  Infar.  ì.  M. 
ti  Salf.  InJ]  'X.  a'  Leti. 
•  Sali:  In/.  2.  Lati,  in 
fine 


Orazioni,  parie  raccolte  in  un  Tolume  e  s(ampate  dai  Giunti  nel  15/5. 
in  4.  (a),  parie  stampale  separatamente  in  diversi  tempi  (b)  (266). 
Lezioni  cinque  dette  nell'Accademia  Fiorentina  impresse  in  Firenze  pe' 
Giunti  nel  1575.  in  4,  (e)  —  In  questa  nuova  impressione  abbiamo 
citato  questa  stessa  edizione;  ed  il  oumero  aggiunto  agli  esempli  ad- 
dita   il     numero    <lella     lezione.  — 

li  Granchio  Commedia  in  versi,  della  quale  si  citano  le  due  edizioni 
di  Firenze,  cioè  quella  falla  per  gli  Eredi  di  Lorenzo  Torrentino , 
e  di  Carlo  Pettinari  nel  1566.  in  8.  e  l'altra  fatta  da  Cosimo  Giun- 
ti net  1606.  in  S.  ed  i  numeri  degli  esempii  corrispondono  a  quel* 
li  degli  alti,  e  delle  scene;  —  e  coli'  abbreviatura  prol.  s'addita  il 
Prologo,  che  è  avanti  alla  Commedia;  e  coli' altra  prol.  don.  o  donn. 
il  prologo,  che  è  in    fine    recitato    alle    donne. — 

La  Spina  Commedia  in  prosa.  Si  cita  la  suddetta  edizione  di  Cosimo 
Giunti,  ed  i  numeri  aggiunti  agli  csempii  indicano  gli  alli ,  e  le 
scene. 

Dialogo  deli  Amicizia  unito  alle  suddette  due  Commedie  nella  mento- 
vata   edizione    di     Cosimo    Giunti,    e    se    ne    citano    le    pagine. 

Traduzione  e  Comento  della  Poetica  d' Aiutatile.  Copia  a  penna  (267).  (d) 

liime    parte    stampate    (26S)    e    parte    scritte    a    penna. 

Canzone    in    lode    del   Pino.   Copia    a    penna    (e). 

Infarinato  primo,  o  sia  Risposta  all'Apologia  di  Torquato  Tasso  in- 
torno aW  Orlando  Furioso  e  alla  Gerusalemme  liberata,  stamp-ita  in 
Firenze  per  Carlo  Meccoli,  e  Silvestro  Maglioni  nel  ir)85.  in  8. 
Nella  presente  impressione  abbiamo  anche  citato  a  pagine  la  moder- 
na ristampa  fallane  nel  Tomo  V.  dell'  Opere  di  Torquato  Tasso 
data    in    luce    in    Firenze    fé'  Tarlin'i,    e    Franchi   nel    1721.    in    foglio. 

Infarinato  secondo,  ovvero  Risposta  dello  Infarinato  Accademico  della 
Crusca  al  Libro  intitolato  Replica  di  Cammillo  Pellegrino  ec.  stam- 
pata in  Firenze  per  Antonio  Padovani  nel  1588.  in  8.  Nella  pre- 
sente impressione  abbiamo  per  lo  più  citalo  a  pagine  la  moderoa  ri- 
stampa inserita  nel  Tomo  W.  delle  Opere  di  Torquato  Tasso  date 
in    luce    in    Firenze    fc' Tortini,   e     Franchi   nel    1724.    in    foglio. 


Sahin. 

disc. 

!.:?(;. 

.Salfin 

disc. 

2.  158 

Sali'in. 

disc. 

3.  19. 

Sahin.  pros.  Tose,  ^4. 
Sali'in.  pros.  T'oso.  '1. 


Jlciine    Opere   dell* Abate   Jntonmaria   Salvint    (269),    cioè: 

Discorsi  accademici  sopra  alcuni  iluhl»i  proposti  ncU*  AccaJemia  degli 
Apatisti  divisi  in  tre  volumi.  Si  cita  l'edizione  di  Firenze  per  Giu- 
seppe Manuij  quella  de!  primo  volume  falla  nel  U»%.  \()  e  nuova- 
m.-iitc  nel  1725.  quella  d«rl  secondo  nel  1712.  e  quella  del  terzo 
nel  1733,  tutte  in  'i.  I  numeri  additano  il  volume,  e  le  pagine. 
Prose  Toscane  recitate  nella  nostra  Accademia,  e  stampale  in  Firenze  in  duo 
volumi,  il  primo  da^ Guiducci^  e  Franchi  nel    1715.   il  secondo    da    Giu- 


come  ncllj  quarta  ,  iiiclicinti  talora  il  volume,  il  lihro  ,  cil  il 
capitolo;  come  si  ritrae  dalla  voce  /ivverhioj  e  talora  il  volu- 
me, il  lìl)r«i,  e  la  pagina,  come  si  vede  alla  voce   /fppc. 

(a)  Crediamo  chi:  i  nostri  lettori  non  saranou  alimi  d.il 
consentire  airupiniooc  Dustr.i,  se  afTermiamo  cbe  questo  vo- 
lume txon  fu  spogliato,  quando  sappijno  che  io  lutto  il  corpo 
del  Vuraliolario  non  si  trova  alcun  esempio  tratto  dalle  Orazio' 
ni  in  uNso  contenute;  e  che  i  cinque  allegati  cuH'aLIircviatura 
Salv.  Oraz.  allo  vori  Conta,  Continovansn,  Costruzione,  fìi- 
petcaiv,  HìpeiUor^  Appartengono  tutti  all'  Orasionc  fatta  dal 
Sah'iali  in  lode  di  Pur  Vettori,  non  compresa  ìn  esso  vo- 
lume, ed  allegata  eiiandio  nella  voce  Scolpitamente  cosi:  Salv. 
Orai.    Vett. 

(Il)  Di  questa  Parte  stampala  separatamente  non  fu  al- 
legata, come  abbiamo  notato  sopra,  cbe  l'OratiuDe  in  lodo  del 
rettori  impressa  in  Firvnte  dà*  Giunti  Tanno  i585.  in  ^.  e 
ristampata  nel  terto  volume  della  parte  prima  delle  Prose 
Fioren  line. 

{266)  Vcdansi  le  yotisìe  Storiche  ftef;ti  Uomini  illustri 
fieli' /tccitdemia  Fiorentina,  à^itt  si  notano  distintamente  tut- 
te redmoni  di  queste  Orasicni,  e  di  tutto  l'altre  Opere  del- 
l' Infarinato. 

(e)  Di  queste  J.ezioni,  registrate  la  prima  volta  dai  Com- 
pilatori della  quarta  Ìmpre<(«ione,  non  si  rinviene  nel  VucaUo- 
lanu   alcun    esempio.    Facilmente   non    furono   spogliate. 

(267)  Dicono  che  questa  Copia  a  pcnnj  si  conservava  in 
due  volumi  in  foglio  nella  Ltlireria  del  Marchese  Pierantonio 
Cuailafjiii .  ma  che  da  esso  fu  prestala  a  f'a/erio  Chimente/- 
It,  dopo  la  m^rte  del  quat*  non  si  sa  in  man-i  di  chi  ella 
andaste.  Il  Padre  ÌS'eftri  dire  che  al  lemjio  del  Padre  Gam- 
muriiii   era    presso   al    (Javniivre   Z^'fftrini. 


Cd)  Ne  pure  di  quest'Opera  si  hanno  esempii  nel  Voc»- 
liolario.  Essa  fu  registrata  negli  Indici  fino  dalla  prima  im- 
pressione. 

(368)  L'Autore  delle  suddette  Notizie  Storiche  afferma, 
che  le  Htme  dell'  Infarincrio  erano  manoscritte.  Delle  stam- 
pate non  ne  abbiamo  vedute,  e  le  scritte  a  penna  crediamo 
che  sicno  tra  i  MS.  della  libreria  del  celebre  Antonio  Mm- 
gltahechi  (•). 

(e)  Questa  Camene,  che  si  conserva  autografa  nel  Codice  3o6. 
classe  VII.  della  Matliabcchiana.  oltre  all'abbreviatura  tirai» 
fuori  dagli  Accademici,  venne  da  essi  allegata  anche  coù'  Salv. 
Canz.  e  Salv.  canz.  ballo,  come  si  può  vedere  alle  voci  Ba- 
ra, e  Cacciare.  Noi  1'  abbiamo  allegala  più  volte  sopra  una 
copia  tratta  «lalT  originale  suddetto. 

(26^))  Agli  Autori  moderni  citali  in  quest'opera  abbiamo 
credulo 'di  dovere  aj;giungerc  nella  presente  impressione  al- 
cune Prose  di  questo  nostro  celebre  Accademico,  non  tanto 
j>er  la  dotltiua,  clcgan«j  e  purità  loro,  quanto  ancora  percb» 
parve,  che  in  certa  maniera  ne  consigliasse  a  farlo  iranct- 
SCO  Redi,  il  qual**  lasciò  gli  spt'gli  di  esse  selliti  d'  »o»  •"•* 
no  nel  margine  del  suo  esemplare  della  passata  ediaiooe .  • 
se  per  entro  quell'opera  più  lardi,  e  meno  copiosameolc  d» 
quel  che  pareva  che  convenisse,  sono  stala  allegale;  ciò  « 
addivenuto,  [  e  re  he  1' Autore  per  somma  modestia  non  voli* 
mai,  finché  visf,  permettere  che  Ìl  cilassimm 

(f)  Questa  ediiione^  del  i6i)5.,e  non  del  1696.  come  è  qui 
indicata  dagli  Accademici,  forse  per  errore  dell'  impre«<or«> 


(*)  E  vi  dovevano  essere  da  vero,  da  che  ancor  ogfp  tt 
veggono  nel  Codice  autografo  3o6.  claue  VII.  di  qncjla  Lb 
breria  ;  del  quaU  noi  ci  ùamo  val«i  nelle  noatre  Giaato. 


u  Salust. 
Salust, 
Salust. 
Salust. 
Salust. 

•  Sallust. 

*  Sallust, 


Cat.  R. 
Giug.  R. 
Catell.  G.  S. 
Giu^.  G.  S. 

Catel.  38. 

Giuiiur.  187. 


Sannaz.  Are. 
Sannaz.  Arcad. 
Sannaz.  Arcad. pros.1. 
Sannaz.  Arcad.  ed.  5. 
«  Sannaz.  Rim. 

*  Sannaz,  rim.  son.  79. 

*  Sannaz.  rim.  canz.  7. 

*  Sannaz.  son.  78. 


S.  Agost.  C.  D. 
S.  As.  C,  D. 


*  S,  Ani.  Con/. 

*  S.  Ant.  Conjess, 

*  S.  Anton.  Conjess. 


seppe  Manni  nel  1735.  in  4.,  e  quando  vi  è  apposto  un  numero  solo, 
si  additano  in  esso  le  pagine  del  primo  volunu*.  quando  poi  son  dur, 
il   primo   indica   Ìl   volume,  e   V  altro   le  pagine. 

f Volgarizzamento  dei  Catilinario^  o  sia  della  Stona  della  Congiura  di  Catili- 
na^  e  della  Guerra  Giugurlina  di  Saiustio.  .Si  cilano  due  Testi  a  penna  (270); 
uno»  clie  fu  ^ià  di  Alessandro  Rinuccini  nostro  Accadi  miro,  ora  nella  Li- 
breria del  Lieto  (a);  l'altro,  che  fu  già  di  Gio^ami>atista  Strozzi.  —  In  que- 
sta nuova  impressione  si  è  adoperala  l'edizione  fallane  in  Firenze  dal  D, 
Giovanni  Cionì  V  anno  1790.  in  8.  e  talora  anche  quella  fatta  in  INapoli 
dal  i\I;ircli.  Basilio  Puoti  l'anno  1827.  pure  in  8.  ed  i  numeii  apposti  a^li 
esempli  così  nuovi,  come  aì  già  citali  dagli  Accademici,  additano  le  pagine 
or  dell'  una_,  or  dell*  altra  delle  suddette  edizioni.  — 

Arcadia  di  Messer  Iacopo  Sannazzaro.  Si  citano  alcune  delle  migliori  e  più 
corrette  edizioni,  cioè  quella  de'  Giunti  di  Firenze  (b),  e  la  moderna  del  Co- 
rnino di  Padova,  aggiungendo  per  lo  più  nelle  citazioni  degli  esempli  il  nu- 
mero di  ciascheduna  prosa,  ed  eeloga. 

Rime  del  medesimo  (e).  Non  possiamo  dare  alcuna  notìzia  dell'  edizione  di 
queste  Rime  usala  dal  Compilatori  della  quarta  imjiressione,  avendo  essi 
dimenticalo  non  solo  di  lasciarne  memoria,  ma  per  lino  di  registrarle  qui. 
Noi  nel  porre  le  citazioni  agli  esempli  allegali  dagli  Accademici,  e  dal- 
l' Alberti  ci  siamo  prevalsi  dell'  esemplare  impresso  in  Padova  dal  Co' 
mino  l'anno  1723.  in  4.  dietro  l'Arcadia  dell'Autore;  ed  i  numeri  ag- 
giunti accennano  quelli   delle  pagine,  o  del  sonetto^  o  della  canzone. — 

Volgarizzamento  della  Città  di  Dio  di  S.  Agostino.  Testo  a  penna  (271).  — 
In  questa  nuova  impressione  si  allegano  varie  edizioni;  cioè  quella  del  seco- 
lo XV.  senza  alcuna  data  in  foglio  piccolo:  quella  di  Venezia  appresso  Ras- 
saglìa^  eà  I/eutzkouser  in  due  \olumi  in  4.  col  Testo  a  fronte;  e  finalmente 
quella  falla  in  Bolocjna  dai  Fialelli  Masi  l'anno  1820.  in  12.  volumi  in  16. 
ed  t  numeri  aggiunti  agli  esempli  segnano  il  libro,  ed  il  capitolo  d'una 
delle  prefale  edizioni. 

Confessionale  di  S.  Antonino  Arcivescovo  di  Firenze  (d).  Testo  a  penna  .  In 
questa  nuova  impressione  ci  siamo  serviti  di  un  esemplare  stampato  nel  se- 
colo XV.  senza  anno  e  senza  luogo,  (ma  crediamo  In  Firenze  1'  anno  158^  ) 
col  titolo  Somma  dello  Arcivescovo  Antonino, — 


(270)  Ambedue  questi  Testi  furono  veduli  djìl'  Infarinato, 
«    dcscriUt    ne"  suoi   Aii'ertimenli. 

(a)  Ài  presente  questo  Testo  non  è  più  nella  Littrcria  dei 
disccadeoli  del  Lieto,  ne  si  sa  dove  sia.  Esso,  oltre  al  l'alga- 
rizzamento  di  Sat/itstio,  conteneva  ancora  il  f'oìgnrtzzamrnto 
delia  prima  Orazione  di  Cicerone  contro  Catilina  recata  a 
volgare  da  Ser  Brunetto  Latini,  e  citata  su  questo  Testo 
medesimo  alle  voci  Chiudenda,  Guasto,  Heezza,  Saputa,  sot- 
to nome  di  Snhtst.  Cat.  Jì.  Noi  aliMamo  avverlito  per  metzo 
di  una  parentesi  che  le  voci  suddette  apparlen;;ono  alla  pre- 
fata  Orazione,  ed  i  numeri  aggiunti  accennano  le  facce  dell'e- 
templare    stampalo    in   Firenze  l'anno   i836    in  8. 

(It)  I  (ìiunli  di  Firente  fecero  due  edizioni,  V  una  nel- 
1*  anno  i5i4.  in  8-,  e  l'altra  nel  l5i9.  pure  in  8-  Non 
sapremmo  se  gli  Accademici  si  valsero  dell'una,  o  dell'  allra,  o 
»e   d'  ambedue.    Il  Gamba  le  registra  entrambe  come  citate. 

(e)  Furono  citate  dagli  Accademici  della  quarta  impres- 
sione  al   modo    avverbiale   A    sc/iemo. 

(271)  Questo  Libro  era  stato  tralascialo  nel!*  Indice  delle 
abbreviature  della  passata  impressione,  benché  fosse  slato  po- 
slo  ueU'  Indice  degli  autori  citati.  Credesi  per  alcuni  riscon- 
tri, che  gli  spogli  di  questo  Volgarizzamento  fossero  fatti  da 
Renedctto  fioretti  ,  e  che  possano  essere  slati  tratti  da  un 
Testo  assai  buono,  che  fu  gi'a  dì  Piero  del  Nero,  e  che  ora 
si  conserva  nella  Libreria  de^  Guadagni  segnalo  col  numero 
49-  e  che  tu  trascritto  nel  1^28.  Abbiamo  pero  os'^ervala  alla 
voce  SCONSIDERANZA  una  citazione  di  questo  Vcljiarizza- 
nienlo  in  questa  forma;  S,  Agost.  C.  I).  A'or.  ma  non  ab- 
biamo saputo  riuveoire  il  signiBcato  di  questa  abbreviatura, 
ne  quale  speziai  Codice  per  mezzo  di  essa  venga  indicato, 
Iacopo  Corbinelli  nella  Prefaiinne  alla  lìeì/a  Mano  di  Gin. 
sto  de^  Conti  slampala  in  Parigi  mostra  essere  stato  di  parere, 
che  questo  Voìgarizzamento  sia  slato  fatto  da  Frale  Iacopo 
Passavanii.  Alcuna  volta  abbiamo  incontrato  questa  citazione 
S.   Agost.    colla   quale  parimenti    a    prima    fiontc  credemmo  , 


che  s'  indicasse  il  Volgarizzamento  della  Città  di  Dio  (*)  , 
ma  fallasi  più  allenta  osservazione,  abbiamo  conosciuto  essere 
un  trascorso  della  stampa,  e  talora  doversi  leggere  Seal.  S. 
Agost.  cioè  Sca/a  di  S.  Agostino,  come  st  può  vedere  nella 
voce  PULCELLA  ;  talora  Semi,  S.  A^ost.  cioè  Sermoni  di 
S.  Agostino  ,  come  nell*  esempio  addotto  alla  voce  OCCU- 
PARE. 

(d)  Tutte  le  vooi  di  Crusca,  che  si  veggono  In  questa 
nuova  impressione  con  una  delle  abbreviature  suddette  ,  erano 
nelle  passate  edizioni  altrdtuite  al  Trattato  dei  peccati  mor- 
tali, col  quale  venne  confusa  dagli  Accademici  ,  non  si  sa 
come,  r  Opera  di  S.  Antonino,  che  comincia:  Omnis  mor- 
talinm  cura  stampala  con  varie  denominazioni,  cioè  di  Somma 
dello  Arcivescovo  Antonino  ,  dì  Confessionale  volgare,  e  Hi 
Specchio  di  Coscienza,  come  dimostrò  ev  identLMuente  il  Prof. 
I''rancesco  del  Furia  in  una  sua  dotta  lezione,  detta  nell'Ac- 
cademia  delia  Crusca  il  i3.  Febbraio  1821.  Del  catalogo  dcllf* 
voci  appartenenti  a  quest'  Opera,  ed  attribuite  al  7'rattato 
suddetto  de""  peccati  mor/n/i,  noi  andiamo  debitori  alla  cortesia 
del  DoUor  Luigi  Bigoli  di  b.  m.  Un  Testo  di  quesl'  Opera 
posseduto  dall'  egregio  sìg.  Cav.  Leopoldo  liicasoli  in  fine 
del  quale  si  legge:  Scritto  per  me  Brunetto  d' Aldobrandino, 
e  finito  questo  dì  XXIllL  d'Aprile  MCCCCLV.  a  riverenzia 
et  onore  di  Dio,  e  per  sua  grazia  .  Amen  j  dà  per  poco  la 
lezionedel  Codice  adoperato  dagli  Accademici  neiloro  spogli.  Pec- 
cato che  manchi  d'  un  quadernu  in  principio  I  Del  resto  nel  Voca- 
bolario si  leggono  altri  passi  tolti  da  questo  Confessionale,  ed  at- 
tribuiti ad  altre  Opere.  Tali  sono,  per  atto  d'  esempio,  quelli  al- 
legali, sotto  nome  del  /Juti,  alle  voci  Gagliofferia,  e  Scurrilità;  e 
V  altro  allegato  sotto  nome  di  Tratt.  S.  Agost.,  alla  voce 
Stentato. 


(•)  Talora  s'  indicava  certamente,  come  si  può  vedere  al- 
la voce  Transitoriamente ,  la  quale  male  a  proposilo,  e  contro 
verità  fu  attribuita  alla   Seal.    S.    Agosl. 


ioi6 

;.  ,S'.  /ìe/ii.  leti. 

S,  Bernar.  Nob.  An, 
S.  Berti.  Noh.  Aii.  D.  „ 
S.  Berit.  Nobil.  Ariim. 


,  S.  Berit.  Pisi. 

.  S.GiruL  Pisi. 

S.  Gt  isos. 

6'.  Gio.  Gris. 

S.  Grisos.  Opusc.  F.A.n 


Santa  Caler.  » 
S.  Caler.  Leti.  » 

«  S.  Caler:  leu.  78. 

*  S.  Cat.  lell.-l.  15. 


4SC0/.  S.  Aj;. 
Seal.  S.  Agost. 
Seal.  Parati.  » 

'  Seal.  Claustr. 


yolgarizzamenio  et'  alcune  Lettere  di  S.  Bernardo  (a). 

f^olgarizzamento  d'  un  Trattato  della  Nobiltà  dell'  anima  di  San  Bei-nardo. 
Toslo  a  penna,  clic  fu  |;i,'i  d>  I  Pasciuto,  ora  tra  i  Libri  MS.  di  Casa  Di/ii  (b). 

(Volgarizzamento  d'  alcune  Pistole  di  S.  Bernardo  (e).  — 

/Volgarizzamento  delle  Pistole  di  S.  Girolamo  ad  Eustachio  (<1).  V.  Pist.  S.  Gir 

Volgarizzamento  di  alcuni  Opuscoli,  ovvero  Trattati  di  San  Giovanni  Grùo- 
slomo  (e).  Testo  a  penna  {-'-),  che  fu  già  del  Ricoperto.  —  In  questa  nuo- 
va impressione  si  è  citato  1*  esemplare  stampato  in  Firenze  presso  Giuseppe 
di  Gioi'acchino  Pagani  l'anno  1821.  in  8.  ed  i  numeri  aggiunti  agli  esem- 
pli cosi  nuovi,  come  ai  già  allegati  dagli  Accademici,  segnano  le  pagine  della 
prefata  edizione.  — 

Lettere  di  Santa  Caterina  da  Siena  (273).  —  In  questa  nuova  impressione, 
noi  ci  siamo  servili  dell'  esemplale  impresso  in  Venezia  da  Aldo  V  anno  1500. 
in  foglio;  ed  i  numeri  anniunli  agli  esempli  segnano  il  numero  delle  lettere 
seconda  questa  edizione.  Ùi  essa  si  valsero  pure  alcuni  de'  nostri  predecessori; 
altri  fecero  uso  <leir  esemplare  impresso  tra  le  Opere  della  Santa  stampate  il 
volume  1.  in  Lucca  l'anno  1721.  il  volume  II.  in  Siena  l'anno  I7I5.  io  4. 
ed   i   numeri  aggiunti   segnano  il   volume,  e  la  lettera.  — 

yolgaiizzamenlo  della  Scala  del  Paradiso  (27'i)  da  alcuni  attribuita  a  Santo 
Agostino,   mn   la   traduz-ione   molle   \olte  è  larga  parafrasi.  Testo  a  penna. 

Scala  de'  Claustrali  (().  Si  cita  a  pagine  in  questa  nuova  impressione  1'  esem- 


(a)  Ben  venliscUc  esempli  si  leggono  nel  Vocaiiolario  , 
e  quasi  tulli  <lelU  lena  impressione,  con  quesla  abliresiatura; 
ma  avendo  quei  Compilalori,  e  quelli  tlella  quarta  Iralascia- 
lo  di  registrarla  nella  Tavola,  e  di  dirci  di  quali  lettere  in- 
tendessero, e  di  che  Testo  si  servissero,  noi  auD  possiamo 
ilarue   alcuna   outizia. 

(I.)  ti  volgarizzamento  di  queslo  Trattato  fa  putiMicato  io 
Verona  l'anno  18  l^'"  8-  P'^''  '''"'"  '"  P""^"  Za'io((i,  al  quale 
la  lin"ua  nostra  va  dcl>ilrice  di  molle  altre  cure.  Ma  non  è 
da  tacersi,  die  delle  quattro  voci  allegale  dagli  Accademici; 
come  apparlencnli  a  questo  Trattato  ,  due  sole  se  ne  hanno 
nello  slainpalo.   Le   allre  non  debbono  appartenere  ad   esso. 

(e)  Con  quesla  abbreviatura  ,  che  si  legge  in  tulle  le 
passale  impressioni  nella  voce  liuslicano,  dee  accennarsi  da- 
gli Accademici  della  prima  impressione,  lo  stesso  lolgarizla- 
menlo,  e  7V<(o,  eli  essi  citarono  colf  altra  ablircvialura:  A,<(. 
.V  lìrrii.  da  clie  le  voci  indicale  da  queste  due  abbreviature 
noi  le  abbiamo  riiiveluilc  in  un  Testo  Uiccardiano  conlenente 
«Icunc   Icllerc   di    .V.    /leraanlo. 

U\)  Questa  abliieviaUiia  s'  incontra  nella  voce  .accattare, 
ed  altrove,  e  1'  esempio  appartiene  cerlamenle  alla  Pillola 
,li  S.  Oir'olamo  a  KiKlachio  ,  avvegnaclii;  il  passo  allegato 
differisca  alquanto  dalla  slampa  datacene  dal  lìoltaii  dietro 
il    Dialogo   <li   ''»"-   Oret^orio,   come  può  vedersi  alla   taccia  ^iS. 

{cifoli  Opuscoli,  o  Trattati  addotti  nel  \'ocabolario 
lono:  1  due  libri  della  Cowpimzione  del  cuore,  il  primo  a 
Demetrio  l'escoi'o;  il  secondo  a  Sleleuco,  e  la  lettera  a  De- 
mo/ilo.  Gli  Accademici  allribuirono  ad  essi  anche  gli  esem- 
pii recali  in  mezzo  alle  voci  Ojì'endere,  rerwaaeiilr ,  Pesti- 
mo.  Piacimento.  Posola,  roterello,  Relrilmire,  e  Rimesta- 
re' ma  avendo  osservalo,  come  nolo  eiiandio  il  Jiifo/i,  che 
questi  SI  riscontravano  tutti  nell'  Omelia,  noi  glieli  abbiamo 
restiluili.  Agli  Opuscoli  poi  appartengono  gli  esrm|di  aildotli 
allo  voci  Impudicizia,  Materia,  e  Mentecatto,  allegali  con  la 
cifra    /  o/f,'-   '^'-    l''rtsosl.    come   Doteremo   altrove. 

(272)  Nella  passata  impressiono  non  dissero  io  niaDo  di 
chi  poi  passasse  questo  Testo.  Crediamo  forse,  che  perve- 
nisse in  iiL'iio  di  Francesco  Kedi,  Ira  i  MS.  del  quale,  pos- 
seduti ora  dal  Dali  t'.reeorio  l.edi  ,  si  trova  il  I  olfariz:a- 
mento   di  alcuni   di    questi    OpuscoU    (')  .    Alcuna    volta  il  ci- 


tato anche  cosi:  Tratt.  S.  Gri.tos.  come  si  può  vedere  alla  voce 
MATERIA,  e   altrove  ("). 

(273)  Queste  Lettere  non  furono  citate  nelle  prime  im- 
pressioni di  quest'Opera,  ma  furono  aggiunte  Dell'  Indice  della 
precedente,  senza  dire,  se  da  qualche  esemplare  stampato,  o 
da  alcun  Teslo  a  penna  fossero  tratti  gli  esempli.  Se  1  Com- 
pilatori si  servirono  della  slampa,  è  verisimile  che  adoperas- 
sero  la  più    antica  d'  .-lido  del    l5oO.  —  in  foglio Se  del 

Teslo  a  penna,  forse  questo  fu  quello  di  Pier  del  y'ero,  in  oggi 
nella  Lilueria  de'  tiiiadaftni  segnato  col  numero  78.  in  cui  soou 
222.  Lcllere  ('••)  .  Avvene  anche  un  altro  segnato  col  num.  79. 
in  cui  pure  sono  alcune  Lettere,  ed  alctuii  Opuscoli  di  que- 
sta  Santa. 

(2"4)  Questo  f'olgarizzamento  parimenti  fu  tralasciato 
neir  Indice  delle  abbreviature,  quantunque  fosse  posto  ia  quel- 
lo degli  Autori  nella  passata  impressione,  e  citalo  in  molle 
voci,  come  in  ASSECC.ATO,  CLAIttTA',  MALARDITO.  Fo 
però  notalo  anche  negl'  Indici  delle  prime  impressioni,  dove 
di  più  si  dice,  che  il  Testo  da'  Compilatori  citalo  era  del  Pa- 
sciuto,\ji  qual  particolarità  fu  tralasciata  nella  precedente  im- 
pressione. E  nolo,  che  gli  eruditi  credono  che  quesl'  Opera 
non  sia  di  S.  AgoslÌDo .  In  un  Codice  della  Libreria  tiua- 
digui  segnato  col  numero  62.  in  cui  è  il  ì'olgarisMAmtnto 
di  questa  Scala,  quesl'  Opera  è  attribuila  a  ._V.  Oiovanni  Cli- 
maco.  l'arimcDli  in  due  Testi  a  penna  della  Libreria  del 
>Iarchese  lliccardi  segnati  1'.  ti.  IX.  e  X.  si  legge,  che  que- 
sta Scala  h  Iraslalala  dal  Teslo  di  San  Giovanni  .Monaco  Si- 
naita,   dello   Scolnsticc,    o    Climaco. 

i  f  )  Qiiest'  Opera,  quanlunque  sembri  nuova  in  questo  In- 
ilice,  pure  essa  vi  doveva  aver  luogo  fino  dalla  teria  im- 
pressione, ronciossiachì)  1'  Opera  antecedente  citata  sotto  no- 
me di  A'cal.  S.  Afost.  o  di  7''iif(.  S.  .Ig'St.  non  sia  che 
questa  .'tenia  de'  Claustrali.  Nel  porro  la  paginatura  della 
stampa  agli   esempli    gi'a    allegati  dalla   Cruaca,  ci  siamo   go- 


(•)  I.'  editore  del  l'olfnrizz.imento  drfli  Opuscoli  di 
S.  Gio.  Crisostomo,  che  fu  I.uifi  Rifoli,  ci  fa  sapere  nella 
sua  piefazioiie.  che  il  Ti  sin  Redi  contenente  1  delti  Opuscoli. 
mandatogli  dal  <  av.  Savalio  Redi,  non  è  sicuramente  quello 
allegato   dagli    .Accademici- 


(••)  Alla  voce  MATERIA,  ed  altrove,  i  citalo  l'olr. 
S.  Grisost.,  e  non  Tratt.  S.  tirisos.  Gli  abbagli  presi  da 
chi  compilo  quesla  Tavola  sono  veramente  assai,  e  Don  pic- 
coli.  L'  averne  noi  indicati  parecchi  ci  sia  di  un  nualche 
merito   a   trovarci  scusa    de'  nostri   appo   i  lettori  gentili 

(••*)  Ni  della  slampa,  né  del  Teslo  •  penna  si  dovei- 
lero  esser  servili  i  Compilatori  i  da  che  io  tutto  il  Voeafco- 
lario  non  ti  rinviene  un  solo  esempio  trailo  da  queste  Ltt. 
terei  le  quali  i  inaDireslo,  che  vennero  registrate  nell*  Indt- 
cc,  come   taolc    altre  Opere,  senta    essere    state   spogliaN. 


Segner.  Pred.  I.  ■'>. 
«  Segner,  Qiiar.  Prol. 
■<  Segner.  pref,  al  Quar, 


Segiier.  Critt.  liislr.  I. 
8.4. 
(  Segner.  Crisi,  insti.pr. 
e  Segner.  Crist,  instr,  al 
leu. 


Segner.  Mann.  Febb. 
IS.  2. 

Segn.  Paneg. 
*f  Segn.  Paneg.  297. 
«  Segn.  Paneg.  S,  Gìo. 

BaC.  5. 
<(  Segn.  Paroc.instr.20.2, 

*  Segner. Parroc.instr.l .\ . 
«  Segn.  Conj\  ìstr. 

*  Segner.  Conf.  instr, 

cap.  8. 


«  Segn.  Penit.  instr. 
«  Segn.  Penit.  instr.  cap. 
tilt. 

*  Segner.  Penit.  instr, 

in  irò  fi. 

*  Segner.  Penit.  insCr. 

in  terrò g. 

*  Segner.  Penit,  instr.- 

forni. 


2017 

plareslainpnloporcura  t\c\T)oi[or  Francesco  T'assitiìfiro  ]&  Miseria  dell'uomo  ec. 
di  Bono  Giamboni,  impressa  in  Firenzi'  yxgì^o  Guglielmo  Piatti  Vanno  \'^'^C^.\n  8. 

Alcune   Opere  del  Padre  Paolo   Sei^neri  della   Compagnia  dì  Gcsùj  e  no&tro  Ac- 
cademico, cioè: 

Prediche,  o  sìa  Quaresimale^  si  cita  V  edizione  di  Firenze  del  IG8CÌ.  in 
'i.  ed  II  primo  numero  accenna  la  Predica,  il  secondo  Ìl  numero  margi- 
nale (a);  e  talora  nhijiamo  citata  anclie  1*  edizione  Veneziana  di  Paolo 
Baglioni  del  17  12.  in  'l  —  Le  abbreviature  Prol.  e  PrcJ\  al  Quar.  accen- 
nano il  Prologo^  o  sia  la  Prefazione  dell' Auloie  a  chi  le'^j;e.  — 
//  Cristiano  instruito  nella  sua  leggej  .sì  cita  per  lo  più  l'  edizione  di  Firen- 
ze del  IG8(>.  in  tre  volumi  in  't,  e  de*  tre  numeri  apposti  ajli  esempii 
il  primo  addita  ÌI  volume,  0  sia  la  parie,  il  secondo  il  ragionamento,  il 
terzo  il  numero  marginale,  —  Talvolta  furono  apposti  due  soli  nume- 
ri (b)  ;  ed  allora  il  primo  segna  la  parte,  ed  il  secondo  la  pagina  della 
suddetta  edizione.  —  Colle  abbreviature  pr.  e  al  lett.  si  accenna  la  Dichia- 
razione deW  Opera  a  cliiunque  leggej  die  pure  si  è  citata.  — 
Manna  dell'  anima  j  sì  cita  l'edizione  del  Baglioni  del  1712.  in  4.  ed  il 
primo  numero  indica  il  giorno  dì  ciaschedun  mese,  Ìl  secondo  il  nume^ 
ro  marginale  (275). 
Panegiricij  si   cita  la   mentovata   edizione  di   Venezia  (e). 


Paì'oco  instruito  (d).  Si  cita  l'  esemplare  impresso  nella  stamperia  di  S.  A. 
l'anno  1692.  in  12.  ed  i  due  numeri  aggiunti  agli  esempli  ,  il  primo 
segna   il   capo,   il  secondo  il   numero  in  che  ciascun  capo   è  suddivìso. — 

//  Confessore  instruito  (e).  Gli  Accademici  della  terza  impressione  debbono 
aver  citalo  l'  esemplare  stampato  in  Bologna  senza  nome  di  Stampatore 
¥  anno  1(»72,  in  S.  Non  sajipiamo  di  quale  edizione  si  sieno  serviti  i 
nostri  predecessoli;  forse  di  quella  del  Baglioni  de\  1712.  in  4,  Noi  ci  siam 
valsi  dell'  esemplare  impresso  in  Parma  nel  secondo  volume  delle  Opere  del- 
l' autore  stampate  da  Alberto  Pazzoni,  e  Paolo  Monti  V  anno  1700-1701. 
in  due  volumi  in  foglio,  ed    i    numeri    ne   accennano    il  Capitolo.  — 

//  Penitente  instruito  (f).  Crediamo  che  gli  Accademici  si  valessero  della 
mentovala  edizione  di  Paolo  Baglioni.  Noi  in  questa  nuova  impressione 
ci  siamo  serviti  per  lo  più  di  quella  del  Pazzoni,  e  Monti  sopra  ricor- 
data, citandola  a  capitoli;  ed  abbiamo  citato  altresì  1'  introduzione,, 
V  interrogatorio^  e  ìsl  formo  la  per  facilitare  V  atto  di  contrizione.  — 


Seg.  Stor.  4.  116. 
«  Sesn.  Stor,  176. 


Opere  di  Bernardo   Segnij  cioè: 

Storia  Fiorentina  dal   1527   al    1555. 


veroali  nel  modo  m«i]esìniu  da  noi  annuocbto  «olio  L'  In- 
trod.    Ciri. 

(a)  Qtii  voglionsi  avvertire  due  cose.  La  prima,  che  1'  c- 
Hizionc  non  è  del  l686>  si  del  l68p-;  l'altra,  che  non  sem- 
pre il  secondo  numero  accenna  il  numero  marginale,  da  clic 
(]uel'(i,  per  atto  d'  osempifi,  aggiunto  alla  voce  <SflcriJtcio  ac- 
cenna  I3    pagina    della    Puddella    edizione    del    l()8(). 

(It)  Di  ciò  sf  ne  ha  tina  prova  evidente  nclP  esempio  ad- 
dotto  alla   voce   DER0G.4BILE. 

(27!))  Neir  Indice  della  passala  impressione  oltre  alle  O- 
pcre  del  Padre  Srgm-ri  qui  notate  sono  posli  anche  i  Pane- 
girici, il  Pfnitente  Inttniito^  il  Confessore  /nstrtiito,  la  Fera 
Saprenz^,  il  Devoto  di  Maria^  e  la  Dichiarazione  del  Pater 
noxtcr  ;  ma  non  parendo  a  noi  d'  aver  mai  incontralo  nel 
decorso  di  qne&l*  Opera  esempli  traiti  altronde,  che  dalle  tre 
suddr-lle,  ed  anche  essendo  nolo,  che  oltre  a  queste  vi  sono 
allre  Opere  di-l  Padre  Segneri,  con)e  si  può  vedere  dalla 
Raccnìta  fattane  in  Venezia  e  in  Parma,  perciò  aliI)iamo  giu- 
dirato  di  dovere  inserire  nel  presente  Indice  quelle  solamente, 
fhe  sappiamo  di  certo  essere  stale  da' Compilatori  avanti  a 
noi  citate  (*).  St  avverta  però,   che   alcuna   volta  bonchè   ratìssi- 


(•)  Benissimo:  ma  perchè,  dirà  qui  taluno,  non  inseriro- 
no il  Paroco  i/fitrttito  da  essi  allegalo  alla  voce  Din^ravida- 
mentof  Perchè  il  ('ompilatore  del  presente  Indice  doveva  es- 
sere asciai  male  informato  dei  lavori  de*  suoi  colleghi,  come  si 
può  conghi«Uurar<*  n«ti  «olo  dagli  alibagli  che  si.imo  venuti  6n 
Focabolttno   T.  ÌI. 


mamente   si    trovano   citali  i  Panegirici ,  come  nella  voce  BAM- 
BlIVERIÀ. 

(e)  I  Compilatori  della  teraa  impressione  citarono  a  pa- 
gine r  edizione  di  Firenze  per  Pier  Matìrti  168^).  in  12.,  come 
può  vedersi  alle  voci  Bambinello,  Bambineria,  Elogio,  ed 
Entrante^  i  cui  numeri  riscontrano  con  le  pagine  di  questa 
edizione  -  Quelli  della  quarta  accennano  il  titolo  del  Pane- 
giricoy  ed  il  numero  marginale,  come  può  vedersi  alla  voce 
Pariglia,  ec. 

(d)  Sehhene  1  Compilatori  della  quarta  impressione  non 
registrassero  quesl'  Opera,  pure  egli  è  ('erto  che  la  citarono, 
come    si    può    vedere    al'a    voce    Disgrnvidamenlo. 

(e)  Che  quest'  Opera  fosse  allegata  nella  terza  impres- 
sione, si  ritrae  dalle  voci  Scialacqualo,  Scomunicato,  Scriba, 
ed   altre. 

(f)  Gli  Accademici  della  quatta  impressione  allegarono 
quesl'  (ipera    alle   voci   Invalidamente,   e    Spessissimo  . 


qui  notando,  ma  sopra  tulto  dalle  tante  cose  che  contrariano 
ìl  suo  detto.  Del  resto,  il  Penitente,  e  il  Confessore  instruito 
furono,  nuri  v'ha  duhblo,  allegati  nella  terxa  impressione:  non 
cosi  la  fera  capienza,  e  la  Dichiarazione  del  Pattr  noster  . 
Queste  opere,  a  noi  ignote,  o  non  furono  composte  mai  dal  P. 
Segneri,  o  rimangono  tuttavia  inedite  e  sronosciule,  comeine- 
dite  e  sconosciute  sono  mollissmic  sue  lellere,  che  si  conser- 
vano autografe  nei  codici  segnali  col  num.  1.  e  2.  del  pale h.- 
V.  della  puhhiica  libreria  Magliabechì. 

253 


20i8 


Sega.  yU.  Nic.  Capp. 
'10.  „ 
•  Segn.  yil.  Capp.  42. 


Segn.  Polii.  I.  'iS. 
«  Segn.  Repubb,  6.  I. 

*  Segn.  Tran.  Gov, 

•  Segn.  Tran.  Gov.  leu. 

dedic. 
Segn.  Beli.  2.  205. 
«  Segn.  Bau.  241. 

Segn.  Poet.  321. 
«  5ejfn.  Poet.  cap,  I. 

«  Segn.  Elie. 
Segn.  Elie.  2.  64.  » 
Segn.  Et.  8.  250.  „ 

«  .Segn.  A'tic.  (5.  3. 
Sesn.  Anim.  I.  32. 


&gr.  Fior.  Stor.  I .  'J. 

Segr.  Fior.  Dedic.  Stor. 

»  Segr.  Fior.  Slor.proem. 


Segr.  Fior.  Pr.  cap.  S. 
il  Segr.  Fior.  Princ.  leti. 
Segr.  Fior.  yil.  Caslr. 
Segr,   Fior.   Due. 
f^alent.  » 

.Segr.  Fior.  Bitr.  » 
.Segr.  Fior.  Belaz.  » 
«  Segr.  Juor.  Bitr.  Magn. 
«Segr.  Fior.  Biiratt. 

Àlcm. 
"Segr.  Fior.  Bitratt. 
Frane.  93. 
.Segr.  Fior.  Disc.  I.  14. 
«  5eg7-.  Fior,  Disc.  pr. 


Fila  di  Niccolò  Capponi  suo  zio.  Tanto  questa,  quanto  la  Storia  nella 
passata  inipressione  si  citarono  scritte  a  penna  presso  al  Cavalier  Giù. 
seppe  Segni.  Nella  presente  inipressione  abbiamo  adoperato  la  moderna 
edizione,  che  ha  la  data  d'Augusta  del  1723.  in  foglio,  e  della  Sto- 
ria  abbiamo  accennato  i  numeri  di  ciaschedun  libro ,  e  delle  pagine  ; 
della  Vita  di  Niccoli)  Capponi  (a)  le  sole  pagine.  —  La  Storia  talora  ha 
un  numero  solo,  e  questo  corrisponde  alle  pagine  della  stampa  suddetta, 
lo  questa  nuova  impressione  noi  ci  siamo  serviti  della  jircfata  edizìonr 
allegandola   nel  niodo  accennato  dagli  Accademici. — 

Traduzione  della  Politica^  o  sia  del  Trattato  de'  Governi  d'  Arisi otilt  ; 
si  cita  r  edizione  di  Firenze  del  Torrentino  fatta  nel  1549.  in  4.  ad- 
ditandone i  libri,  e  le  pagine  (b). 


Traduzione  della  Bettorica  di  AristotUej  si  cita  la  slampa  di  Firenze  falla 
pur  dal  Torrentino  nel  154'J  in  4.  e  parimente  se  ne  allegano  i  libri, 
e  le  pagine  (e). 

Traduzione  della  Poetica  d'  Aristotile,  che  va  unita  colla  hettorica  nella 
suddetta  impressione  del  Torrentino,  e  similmente  se  ne  additano  le  pa- 
gine (d). 

Traduzione  dell' Etica  d' Aristotile  j  si  cita  l'edizione  del  Torrentino 
fatta  in  Firenze  nel  1550.  in  4.  e  alcuna  volta  anche  quella  di  Venezia 
del    I55I.  in  8.  accennandone  i   lìbii,  e  le  pagine  (e). 

Trattato  sopra   i   libri  dell'  Anima    di  Aristotile   fallo   dare  alla  luce  da 
Giovambalisfa    Segni    suo    figliuolo    per    Giorgio  Martscotti  in  Firenze 
1'  anno    1583.  io   4.  e  parimenti  di  questo  Trattato  si   cita  il  libro,  e  la 
]>agina. 
Opere  del  Segretario  Fiorentino,  delle  quali  per  Io  più  si  cita     l'edizione    di- 
visa  in   cinque    parti,    e    falla    nel    1550.    in    4,    e    sono    le    seguenti,   cioè: 

Istorie  Fiorentine  divise  in  otto  libri.  Di  queste  molte  volle  abbiamo  ci- 
tata la  pili  antica  edizione  fatta  da  Bernardo  di  Giunta  in  Firenze 
l'anno  1532.  in  4.  e  i  due  numeri  aggiunti  alle  citazioni  degli  esempii 
indicano  il  libro,  e  la  pagina;  e  si  cita  anche  la  Lettera  Dedicatoria 
dell'Autore  a   Papa   Clemente  VII.;  —  ed   il  proemio.  — 

Il  Principe,  si  cita  a  capitoli;  —  e  si  cita  anche  la  Lettera  al  Magnifico 
Lorenzo  di  Piero  de'  Medici.  — 

Fila  di  Caslruccio   Castracani j  se   ne  citano  le  pagine. 

Modo  che  tenne  il  Duca  Falenlino  per  ammazzare  f^itellozzo  Filelli , 
Oliverollo  da  Fermo,  Paolo  Orsino,  e 'I  Duca  di  Gratina,-  pur  se  ne 
cilano   le   pagine   (f). 

Bitralti,  o  sieno  Belazioni  delle  cose  di  Francia  e  di  Alemagna,  che  pa- 
rimente si   citano  a   pagine. 


Discorsi  sopra  la  prima  Deca  di  Tito  Livio  divisi  in    iloe     libri     (g);    il 
primo  numero  indica  il  libro,  il  secondo  il  capitolo;  —  e  l'abbrevialu- 


(a)  Anctic  questa  l'ila  t  una  Jclle  molte  Opere  regi- 
strale in  questa  Tavola,  senta  essere  stale  s|iogliale,  o  alme, 
no  senja  esserne  stali  inseriti  gli   spogli   nel   Voeabolariu. 

{!>)  Dai  numeri  apposti  agli  esempli  tratti  da  quest'O- 
pera   (tono   selle  senza   più)  si   ritrac   apertamente,    ehe    essa 


allegata 


I  Iil)r 


(.-  u   rapitoli;  »  non  a  liliri,   e  j  p'<gÌDc, 


rome  |icr  aì»I>ajjliu  airermjnu  qui  gli  Accailrmicì .  Inoltre  è 
iJa  sjinTf,  rhc  qiie&t' 0{icr4  liilura  vc-nor  citala  anrlip  co»Ì  ; 
•SVg/i.  Jiffìiifih.  6  1.  come  si  |iuò  vedere  alla  voce  Cemtii' 
nazione.  Ni>i,  e  quairuno  dei  nostri  prederrsiuri,  1'  aliliìamo 
allegata  anche  rojì:  .Vrp/i.  Gov.  o  iVpn.  Tratt  (iof.  valen- 
doci ora  dell'  cditinne  dil  Torrentino,  ed  ora  di  quella  di 
Venctia  per  flartotonieo  dclto  /'  /mperndorr,  e  t'roncffco  »uo 
penero,  l55i.  in  8.  o  si  nla  anclic  la  lettera  Dedicatoria  del* 
r  autore  al  Duca  Cosimo.  Al  capitolo  a.  del  primo  lìhro  di 
qued*  Opera  ald>iamo  restituito  un  esempio  riportato  alla  voce 
/ntopportahitissiniOf  rlie  fili  Acrademìii  atlnlmiTano  all'  /> 
tira    d'  Art.ttottif   Iradolla    dal    Scf^nt    medesimo. 

(e)     Talora    è   ^ero;    ma    generalmente   non   io   ne  addita- 
no  ebc   It   pagine  ,   come    può    vederìt   nelle  voci    Jrruchi/r, 


Dr/iheralnOf  J-'nlimtma,  e  io  mollissinie  altre.  Vuoisi  anclit 
avvertire  che  t*  esempio  addotto  alla  voce  J^pifdio  ,  «d  at- 
Iriliuilo  dagli  Accademici  alla  Itettoric«  .  va  teslitnilo  alla 
Poettcrt,  a   cut   appartiene. 

(d)  Talvulla  se  ne  additano  i  ea|titoli  semplicrmenlr , 
rome   può    vedersi   ^Ila    voce    j4tlo. 

(e)  Tulli  gli  esempli  addotti  daL,li  Accademici  nel  Vo- 
caliolario  o  non  liaono  alcuna  cilaitone ,  n  lianno  due  numeri, 
il  primo  indicante  il  liliio  ,  ed  il  secondo  il  capìtolo  ;  onde 
non  a  libri  ,  e  a  pagme  ,  ma  a  libri  ,  e<l  a  capitoli  vena* 
citalo  (jueslu  Miro,  tome  può  cedersi  nelle  voci  jlmmover*- 
mento,  Jìiscorsno.  cil  altrove.  Noi,  rd  i  dosItÌ  predecessori, 
r  aÌ>l>iaini>  allegalo  quando  iiell*  un  modo,  e  quando  nelTal- 
In*;  e  li  »ianio  serviti  or  dell'una,  or  dell'altra  delle  sud* 
dette    ediiioni. 

(f)  Di  questa  Descritione  Don  »i  lia  alcuno  eiraipio  nel 
Vocaliolaiio.  Anch'essa  deve  esseie  una  delle  tante  Opere 
rrgislriilc.  e  non  ìspo^lialc. 

(^)  I  litri  sono  l'f,  e  non  due:  e  da  tulli  e  tit  Uaucro 
riempii  gli  Accademici 


Segr.  Fior.  Ar.  guer.  1 . 

51. 
Segr.  Fior.  Art.  guerr. 

3.  89. 
Segr.  Fior.  Js.  cap.  3 . 

Segr.  Fior,  cap.  I . 


Segr.  Fior.  Decen.  I . 
«  Segr.  Fior.Decenn.tit. 


Segr.  Fior.  Mandr.1.2. 
i<  Segr.  Fior.  Mandrag. 
prol. 

Segr.  Fior.  Cliz.  1.  3. 
"Segr.  Fior.  Cliz.  prol. 


Sen.  Ben.  farcii. 


Sen.  Declam. 


Sen.  Pisi.  B.  V. 
Sen.  Pisi.  IO. 
Seti.  Art.  liber.  » 

*  Sen.  Pist.  Art.  lib. 
"Sen.  Art.  lib.  26. 

Sen.  Provvid. 

•  Sen.  Provvid.  'Ì30. 


.Sen.  Trancjuil.  » 


2019 

i;i  pr.  il  proemio  con  che  l'Autoie   indirizza    questi    Discorsi    a    Zanobi 
Buondelmonlij  e  .1   Cosimo  Rucellai. 
Arte  della   Guerra  divisa   in   sette   libri;   i   numeri   accennano   il  libro,  e  le 
pagine   (a). 


Asino   d'oro  compreso  in   sette  capitoli   (b)   in   terza  rima,  e  si  cita  il   nu- 
mero di   essi   capitoli. 
Capitoli  quattro  in  terza  rima,  cioè  dell'Occasione,  della  Fortuna,  dell'In- 
gratitudine, e  dell'Ambizione;  ancor  questi  si  citano  giusta   la  loro   nu- 
merazione (e). 

Decennali  due  iu  terza  rima  sopra  le  cose  accadute  in  venti  anni  in  Ita- 
lia ;  il  numero  delle  citazioni  corrisponde  a  quello  de'Decennali;  —  e 
l'abbreviatura   tit.  accenna  il   titolo.  — 

Novella^  che  si   cita  senza  verun'  altra   distinzione. 

La  Mandragola  Commedia  in  prosa  citata  per  atti,  e  per  iscene,  ed  ab- 
biamo per  lo  più  adoperata  l'edizione  di  Firenze  del  1553.  in  8. —  Si 
cita   anche  il  prologo  coli' abbreviatura  prol.  — 

La  Clizia  Commedia  in  prosa,  di  cui  pure  s'allegano  gli  alti  e  le  scene, 
e  di  questa  parimente  abbiamo  per  lo  più  citata  l'edizione  di  Firenze 
del  1537.  in  8.  (276)  —  Si  cita  anche  il  prologo  coli' abbreviatura 
prol.  — 

Traduzione  de' Libri  de'  Benefizii  di  Seneca  fatta  dal  Forchi.  V.  Farcii.  Be- 
ne/i 

Folgarizzamento  delle  Declamazioni  di  Seneca.  Testo  a  penna,  che  fu  di  Bac- 
cio Valori  (277)  ,  ora  nella  Libreria  del  Marchese  Riccardi  segnato 
S.  mi.  II.  —  In  questa  nuova  impressione  si  cita  l'esemplare  impresso  in 
Firenze  dai  Torchi  di  Luigi  Pezzati  l'anno  1832.  in  8.  ed  i  numeri  aggiun- 
ti agli  esempli  cosi  nuovi,  come  ai  già  allegati  dagli  Accademici  ,  ne  addi- 
tano le  pagine.  — 

Folgarizzamento  delle  Pistole  di  Seneca.  Testo  a  penna,  che  fu  di  Baccio  Va- 
lori,^^o\  dt' Guicciardini^  e  presentemente  nella  Libreria  ile' Panciatichi  nel- 
la Scansia  IV.  segnato  col  numero  21.  Nella  presente  impressione  abbiamo 
citalo  anche  la  moderna  edizione  fatta  da'  Tortini ,  e  Franchi  in  Firenze 
nel  17 17.  in  4.  la  quale  è  tratta  dal  Codice  58.  del  Banco  LXXVI.  della 
Libreria  di  San  Lorenzo,  il  qual  Codice  è  molto  diversamente  dettato  da 
quello  del  Valori  (278),  ed  i  numeri  corrispondono  a  quelli  delle  Pistole, 
una  delle  quali  è  allegata  con  ispezial  intitolazione ,  cioè  quella  che  trat- 
ta delle  sette  .Arti  Liberali,  la  quale  nel  Testo  Latino  è  posta  al  numero  88. 
perchè  separatamente  è  stampata  nella  stessa  guisa  che  sta  in  quel  Codi- 
ce (d).  Citasi  anche  il  Trattato  della  Provvidenza  posto  dietro  alle  Pistole 
nella  suddetta  stampa. 

Volgarizzamento  del  Trattalo  di  Seneca  della  Tranquillità  dell'  animo  fatto 
da   Tommaso  Segni  nostro  Accademico  detto    V Ardito    (e).    Copia    a    penna 


(a)  Molti  esempli  non  hanno  alcuna  citazione  ,  e  molti 
hanno  un  numero  solo;  e  questo  addita  le  pagine,  come  si 
può  vedere  alle  voci  Bombardiera  ,  Ossidìone  ,  Picca,  ed 
altre. 

(b)  Questi  Capitoli  sono  otto,  e  non  sette,  e  V  oHoi'o 
fu  allegato  anctt'  esso  dagli  Accademici ,  come  si  può  vedere 
nella  frase  Stare  in  eriore  . 

(e)  Alla  voce  Istorialo  questi  Capituli  erano  allegati  cesi: 
Segr.  Fior.  cap.ForleSj  ma  avendo  nui  osservato  cbe  V  esempio 
addotto  apparteneva  al  Capitolo  della  Fortuna  ,  abbiamo  e- 
mendata  la  citazione  cosi:  Segr.  Fior.  Cap.  Forlitn.  Del  re- 
sto, in  questa  nuova  impressione  qualcbe  volta  si  è  aggiunto 
air  abbrevi.Tlura,  io  luogo  del  numero  del  Capitolo,  1'  abbrevia- 
tura indicante  il  titolo  del  capitolo,  che  ivi  si  cita,  come  Fori. 
Jngrat.   ec.    cioè   della   Fortuna,  dell'  Ingratitudine,  ec. 

(276)  Alcune  di  queste  Opere  furono  tralasciate  nell*  In- 
dice della  passata  impressione,  quantunque  fossero  citate,  co- 
me il  Principe,  i  Rilralli,  i  Capitoli  ec.  delle  quali  pur  si 
trovano  gli  esempli,  come  si  può  vedere  alle  voci  ESPILA- 
ZIONE, ROMPERE  ce.  e  V  Asino  d'oro  talvolta  era  confu- 
so co*  Capilofi,  come  alla  voce  EVITARE,  e  altrove. 

(277)  Questo  Testo  negli  Originali  degl'Indici  delle  pri- 
me impressioni  era  attribuito  a  Moosig.  Piero  Strozzi  Segre- 


tario di  Papa  Paolo  V.  e  Canonico  della  Basilica  Vaticana; 
e  solo  neir  antecedente  impressione  fu  attribuito  a  Baccio 
J'alori. 

(278)  L*  Infarinato  vide  ambedue  questi  Testi  ,  si  quel- 
lo di  Baccio  Valori,  sì  il  Mediceo,  e  ne'  suoi  A^'verlimenti 
si  può  vedere  il  suo  giudizio  intorno  ad  essi.  Di  questo  Voi- 
garizzamenlo,  e  del  tempo,  in  cui  fu  trasportato  dal  Proven- 
zale, parlano  anche  i  Deputali  nel  Proemio  delle  loro  Anno. 
tazioni.  Si  deono  attribuire  a  sbaglio  dello  stampatore  le  pa- 
role, che  si  leggono  nell'Indice  della  passata  impressione  in 
questo  luogo,  cioè:  Folgarizzamenlo  delle  Pistole  di  Seneca 
nella  Guerra  Ciugurtina,  Testo  a  penna  di  Alessandro  Fi- 
nuccini  j  essendo  manifesto,  che  è  uno  scambiamento  dal  Vol- 
garizzamento di  SalustiOj  come  mostrano  gl'Indici  delle  pri- 
me stampe. 

(d)  Nessuno  esempio  s'  incontra  di  questa  Pistola  addot- 
to dagli  Accademici  coli*  indicata  intitolazione.  Essa  è  stata 
allegata  da  qualcuno  de' nostri  predecessori;  ed  i  numeri  ag. 
giu:itt  agli  esempli  corrispondono  a  quelli  delle  pagine  del- 
l'edizione   suddelta  dei    Tartini,  e   Franchi. 

(e)  Anche  di  questo  J'otgarizzamcnto,  posto  negli  Indici 
fino  dalla  terza  impressione,  non  si  ha  alcun  esempio  nel  Vo- 
cabolario. 


presso  il   Senatore  Alessandi'Oj  e  Cavallt-re  Fra   Bartolommeo  Seguii  *iioi    fi- 
gliuoli (279). 

.Senn.  Hen.  Jiim.ant.       m^^  antiche  di  Sennuccio  del  Bene.  V.  Jiim.  ani.  B.  M. 
Senn.  Ben.  B.  M. 


Serap.  B.  V. 
Serap.  2^'. 


Serd.  star. 
Serdon.  star.  I.  17. 
Serdon.  Leit.Jnd. 6S5. 
<  Serd.  leti.  8VJ. 


Serm.  S.  Ag. 

Serm.  S.  Agost.  G.  S.  » 

Serm.  S.  Agos.  C.  R. 
ti  Sem.  S.  Agost.  Camm. 

Rin. 
ti  Serm.  S.  Agost.  D. 

Serm.  S.  Agos.  25. 

Serm.  S.  Bern. 
Serm.  S.  Bern.  P.  D. 

Ser.  Onest.  Bim.  ant.>' 


Volgarizzamento  del  Trattata  delle  Medicine  semplici  di  Serapione.  Trslo  a 
penna  (280)  elle  fa  gi.'i  di  Baccio  l^alori ,  jioi  tic'  Guicciardini  ,  ni  pre- 
sente Ira'MS.  dell.1  Libreria  lii:' Panciatichi  nella  Scansia  VI.  segnalo  col 
numero  23.  In  questa  impressione  molte  volle  abbiamo  citato  il  numero  delle 
pagine  di  questa  Testo. 

Traduzione  sfatta  da  Messer  Francesco  Serdonati  delle  Storie  dell'  Indie 
Orientali  del  Padre  Giovan  Pietro  Maffeij  ed  alcune  Lettere  scritte  ilal- 
rindie.  Si  cita  1'  edizione  falla  in  l'iicnze  da  Filippo  Giunti  nel  1589. 
in  ^.  e  i  due  numeri  aggiunti  agli  esempii  accennano  il  libro,  e  le  pagine; 
e  qualora  s'incontra  un  solo  numcrOj  quello  accenna  semplicemente  la  pa- 
gina,—  In  questa  nuova  impressione  noi  abbiamo  citalo  l'edizione  sud- 
delta.  Qualcuno  de' nostri  predecessori,  o  aiutatori  si  è  servilo,  acceniiao- 
dolo  per  lo  piìi  Ira  parentesi,  della  edizione  falla  in  Venezia  per  Damian 
Zenaro  l'anno    1589.    in    4.    e    di    quella    di    Reggio    1826 

Volgarizzamento  de'  Sermoni  attribuiti  a  Sani' Agostino ^  J'atlo  da  Frate  Ago- 
stino da  Scarperla.  Nelle  precedenti  impressioni  furono  citali  due  Testi 
a  penna;  il  primo,  clic  fu  giii  di  Giovambalista  Strozzi s  il  secondo,  che 
fu  già  daW Abbozzato  (a).  Nella  presente  impressione  abbiamo  citalo  an- 
clie  I'  esemplare  stampalo  in  Firenze  da  Domenico  Maria  Manni  V  an- 
no 1731.  in  4'  <^  co'  numeri  aggiunti  agli  esempii  abbiamo  additalo  al- 
cuna  volta    la    pagina,    alcuna    volta    il    SermoDC. 


Volgarizzamento  de'  Sermoni  di    San    Bernardo  i 
del    Pasciuto    (281). 


Testo    a    penna,    che    fu    gii 


Rime    antiche    di  Ser    Onesto    da    Bologna.    V.    Rim.    ant.    Rim.     ant.    P.    /V. 
Rim.    ant.    B.    M.    e    Rim.    ant.    F.    R. 


Ser.  Pac.  Rim.  ant.  »       Jlime    antiche    di    Ser    Pace     Notaio  . 
F.    R. 


Rin 


ant.     P.     iV.     e     Rim.     ant. 


Ser  Preti.  Rim.  ant.  »      Rime   antiche    di    Ser    Prello.     V.    Rim.    nnt.    P.    N. 

,'!oder.  Colt.  Trattato  della  Coltivazione  delle  l'ili  di  Gioi'anvettorio  .Sodcrinij  si  cita  l'esem- 

Soder.  Collii*.  piare  stainpato  in  Firenze  jier  Filippo  (ìmnd' l'anno  lltOO.  in  ^.  ed  anche  la  nio- 

,Sod.  Colt. '20.  derna  edizione    di    Domenico    Maria    Manni   del    173').    eJ     i    numeri    addi- 

tano   le    pagine. 

Sold.  Sat.  Satire  del   Senator   Iacopo    Soldani   manoscritte    presso    a   Manfredi    Macigni 

Sold.  Sat.  l.  suo   nipote,  e   nostro  Accademico.  Alcuna   volta  e  stota  citala  onchc  un'altra 

*  Sold.  Sat,  F,  fi.  3.  Copia  a  penna  di  Francesco  Redi,  or«  in  mano  del  Bali  Giegono    Redi.  Il 

numero  coriisponde  a  quello  delle  Salire.  .^  In  questa   nuova  impressione  ci 

siamo  servili   dell*  esemplare  impresso  in  Firenze  da  Gaetano  Albizzint  V  anno 

1751:   in   8.  ed   il   numero  aggiunto  agli  esempii  addita  quello  della  Satira. — 

Soliloq.  Volgarizzamento  del  Soliloquio   attribuito  da  alcuni  a  Sane'  Agostino  j    Tello 

Solil.  S.  Ag.  a   penna   (282),  che   fu   giii   del   Sollo.  —  in   questa   nuova  impressione  fi   cita 


(27<j)  Questo  l'olf.'ariziamenlo  nuD  irovtjmo  che  sìa  men- 
tovato A*  alcuno  Scritture;  or»  aoa  ^i  sa  tluvc  sìa,  o  (Uie 
»r  sia  perduto. 

laau)  Anclie  1'  Infnrinalo  vide  questo  medesimo  Testo,  e 
ne  t'avella   ne'  suoi   Avt'frtimfnti. 

(a)  olile  a  questi  Testi  pare  die  6do  dalla  prima  ìm 
pressione  gli  Arcadciniti  ne  allegassero  un  qualche  altro  da 
OSSI  qui  non  rìrurdato;  pusiiat-bÌ!  un  iiunioru  Don  pirrolo  di 
rsfinpii  alla  consueta  ahLrrvulura  Sfrni.  .V.  .^posl.  lia  ag* 
giuotu  la  cifra  l>;  la  quale,  sc-rondo  l' usato,  dee  indicare  il 
possessore   flel   l'esto   ivi   addotto. 

(281)  Di  presente  tra' MS.  de'  Dini  non  abbiamo  trova- 
lo questo  Testo,  ne  sappiamo  «love  sia,  non  polendo  di  rerto 
atlVriiiare.  se  sta  qiR'Ilo  che  aliliiamo  osservalo  nella  Lilireria 
it<.-l  March.  Hicciirilì  segnato  V,  11,  Xll.  0  divìso  in  «Ine  vt>. 
lumi     L'  Infarinalo  vide  un   Testo    del    l'o/gnrìmtmenlo    Wc* 


Srrotoni  tti  S.  ÌJrrnartlù  in  mano  a  Piet  lift  .Vero,  e  fbe  ora 
è  nella  Libreria  de'  Ciiattnfni.  segnato  col  numero  ^5.  come 
SI  ricava  da' suoi  A.-^rrltmfnlt  (*). 

(382)  Questo  pariiiirpte  è  uno  dì  quei  Codici,  che  non 
aldiìarno  ritrovalo  ,  e  ne  puie  abbiam  |H)tuto  usar  diligeaia 
per  rirerrarlo,  non  avendoci  i  Compilatori  della  passala  im- 
piessìone  lasciala  memoria  alcuna  io  maoo  di  chi  fosse  pas- 
salo    Tic    Testi    del    Volgariuameoto   dì    questo  Soliloquio  si 


(*)   Il  Salficli  dice  d'  aver 


veduto  un  Testo  Don  del  V&l' 
i     BF.RKAnnO  in  mano  di 


fori::amcn(o  de' SERMONI  HI  S  BEBMARDO  io  mano  di 
firr  .1,1  .\c,-o,  ma  d"  l'PI  SEIIMDM-;  DI  S.  BE1l?IA»DO. 
come  può  riscoDlrarst  lejigcndo   nvl  Cap     MI    Mi.  II.  de  snoi 

j , >. 


.4\:-trttnirnt 


Sol  ò\  Agos.  G.  V. 

*  SolU.  S.  Jgost.  V29. 
'  Soia.  S,  A^,  cap.  I  ;'». 

Sper.  Oraz. 
Sper.  Diai. 
Sper,  Pr, 
;«  Sper.  prol. 

*  Sper.  Dial.  Arri. 

*  Sper.  lìùil.  Jiett. 


l'esemplare  impiosso  in  Verona  presso  Francesco  Bernardi  Tanno  1S!^0.  in 
IG.  per  cura  iii  Paolo  Zanottij  fd  i  numeri  aggiunti  agli  esempiì  accennano 
(^Uttlli   delle  pagine,  o  dei  capitoli  della  prefala  edizione.  — 

Orazioni  e  Dialoghi  (283)  di  Messere  Sperone  Speroni  j  sì  cila  per  lo  pili  la 
stampa  falla  in  Venezia  nelle  Case  de'  Figliuoli  d'Aldo  V  anno  1550.  in  8,  e 
si  allega  anche  Ìl  Proemio(a.), —  In  questa  nuova  impressione,  quanto  alle  Ora- 
zioni,, si  cita  I*esempìarc  impresso  iu  Venezia  da  Hoberto  Meietti  l'anno  1596. 
in  ^i.  additando  co' numeri  aggiunti  agli  esempli  la  pagina^  ed  anche  talora  il 
numero  dell'Orazione,  e  la  pagina.  Quanto  a^Vialot^hij  si  è  adoperato,  oltre  alla 
prefata  slampa  d'Aldo  del  1550,  l'altra  del  metlesimo  del  I5'Ì3;  quello  del 
Meietti  dv\  1590.  in  ''(.  et!  anche  l'esemplare  impresso  in  Padova,  tra  le  Opeie 
dell'Autore,  l'anno  IT'lO.  pure  in  'l.  e  vi  si  è  aggiunto  per  lo  più  il  titolo  del 
Dìaloì'o.  — 


Spot.  Geli, 

Spos,  P.  /V.  » 

Stan.  lìab.  Mac. 
Stan.  Hab.  Mac,  1. 

Stat.  Mercanz. 
Stat.  Mere. 

Star.  Aiolf.  C.  » 
Stor.  AiolJ'.  Acc,  yj 

H  Stor,  Aiolf. 

«  Stor.  Aiolf.  22^. 

Stor.  Appol.  Tir. 
Stor.  AppoU  Tir.  G.  S.  i 

Stor.  Bari.  A.  30. 


Sporta  del  Gelli.  V.  Geli.  Sport. 

Sposizione  del  Pater  noster.   V.  Espos.  Pat,   Nost. 

Stanze  del  Poeta  Sciarra  appellale  comunemente   Stanze  della  Babùia  di  Ma- 
cone  (-84).  stampale;  si   cila  il  numero  delle  stanze. 

Statuti  del   Tribunale  della  Mercanziaj  Testo  a  penna  originale   nell'  Archivio 
dell'  Uffìzio  delle   Riformagioni. 

La  Storia  d^  Aiolfo,  ovvero  Le  prodezze  d'  Aiolfo  (285).  Testo  a  penna,  che  fu 
già   dello  Stritolato^  di   poi   tra  i   MS.  dell'  Accademia. 


f^olgarizzamento  della  Storia  d^  Appollonio  di  Tiro^  e  di  Tarsiaj  Testo  a  pen- 
na (280),  che  fu  già  di  Giovambatista  Strozzi,  poscia  in  mano  del  Guernito, 
ora   nella  Libreria  del   Marchese  Riccardi  segnato  O.  IlL  IX. 

Volgarizzamento  della  Storia  di  Barlaam^  e  Giosafat.  Testo  a  penna  (287)  che 


IroTano  nella  Libreria  del  March.  Biccardi  segnati  V.  I.  X. 
e  P.  111.  1.  e  III.  ma  non  sapremmo  con  certerta  affermare, 
se    tra    «juesli    vi     sìa    quello   del  Sollo  ('). 

(283)  Questi  Dialoghi  SODO  dieci.  II  primo  d'  Amore;  il 
secondo  della  Dignità  delle  donne;  il  terzo  del  Tempo  del  par- 
to delle  donne  ;  il  quarto  della  Cura  famigliare  ;  il  quinto 
dell'  U^ura  ;  il  sesto  della  Discordia;  i)  sellimo  delle  Lin- 
gue; r  ottavo  della  Ketlorica;  il  nono  delle  Lodi  del  Cattato 
Villa  della  Signora  Beatrice  Pia  degli  Obizi;  il  decimo  in- 
titolato   Panico,  e   Bicìit. 

(a)  Qui  gli  Accademici  hanno  preso  più  d'un  abbaglio. 
Innansi  trailo,  oè  le  Orazioni,  ne  i  Dialoghi  hanno  alcun 
proemio,  o  prologo:  e  tulli  gli  esempii  che  si  leggono  coll'ali- 
breviatura  Sper.  Pr.  (*•)  o  Sper.  Prol.  appartengono  a'  Dialoghi. 
lo  secondo  luogo,  essendo  la  stampa  d'  Aldo  ninncanle  delle 
Orazioni,  convien  credere  che  per  queste  si  sieno  sevvìti  d'al- 
tra stampa,  cioè  di  quella  falla  in  Venezia  da  fìoherlo  Meietti 
Tanno  iS^G.  in  !^.  Siccome  poi  gli  esempii  suddttli  coli' ab- 
lireviatura  Sper.  Pr.  o  Sper.  h'roL  si  rinvengono  nella  Parie 
prima  del  Dialogo  intitolato  Della  Storia:  Dialogo  clie  man- 
ca, con  molti  altri,  all'edizione  A' Aldo  s  e  leggesi  in  quella 
del  prelato  Meietti  ,  pure  dell"  anno  iSgG.  in  4  »  *^***'  ^ 
giUQcoforza  il  concludcie,  che  gli  Accademici  si  valsero  an- 
che di  questa  edizione  Meiettiana  .  Di  ciò  se  ne  ha  anche 
una  piova  nelle  /.  Ciambeìlaf  e  Colonnello,  che  quantunque 
attribuite  ai  Dialoghi,  pure  non  vi  si  ritrovano.  Ben  si  ritrovano 
nella    Parte  seconda,  e  terza  AeW Apologia  de'  Dialoghi j  la  quale 


(')  Quesl'  Opera  posta  negli  Indici  6no  dalla  prima  im- 
pressione, non  fu  mai  spogliata,  e  tutte  le  voci,  che  si  veg- 
gono nel  Vocabolario  colle  accennale  abbreviature  ,  apparten- 
gono air  Introduzione  della  T  irtù,  a  cui  noi  le  abbiamo  re- 
sliluile.  salvo  la  voce  Accontare,  che  porla  lultavia  V  antica 
abbreviatura.  Essa  leggesi  alla  pag.  262.  della  stampa  falla- 
ne in    Firenze  V  anno    i836. 

(••)  Il  Gamba  nella  sua  Serie  de*  Testi  di  lingua  sotto  il 
nnmero  q32.  narra  d'  aver  cercato  questi  esempii  nel  prologo 
della  Canace  celebre  Tragedia  dell'  Autore,  e  non  avendoli 
trovati,  dice  restargli  dubbio  che  debba  iotendersi  Speroni 
Prose.   Ora   il  dubbio  parci  tolto. 


sta  io  6ne  della  soprammcntovata  edizione  del  Meietti.  Inoltre 
è  da  avvertire  che  alcuni  esempii  attribuiti  alle  Orazioni  \i  si 
ricercherebbero  ind.irno,  spellando  eisì  a'  Dialoghi.  Tali  sono, 
a  cagion  d'  esempio,  quelli  allegati  alle  voci  Aff'ttmicato,  Bel- 
letto,   Embrione,  Lividezza,  er. 

(2H4)  Queste  Stanze  non  hanno  veramente  questo  tito- 
lo, ma  SUDO  cosi  denominale  dal  loro  principio,  che  è  il  se- 
guente; 

»   Io    canterò  la    rabbia   di   Macone, 
»   Amor,   doglie,   e    sospiri  incancherati  ec. 
1    primi    Compilatori  citando  un  luogo   di  qneste   Stanze  alla 
vote   Gallinelle  ci  notarono,    che    venivano   comunemente    at- 
tribuite a    Piero    Strozzi  Maresciallo    di  Francia. 

(285)  Non  sapremmo  dire,  perchè  i  passati  Compilatori 
in  questo  luogo  il  dicano  Poema  in  prosa.  Pare  che  debba 
dirsi  piutloslo  un  Romanzo,  come  la  Tavola  Rilonda,  i  Reali 
di  Francia,  la  Storia  di  Rinaldo  da  Nontalbano,  e  simili. 
Al  presente  non  sì  trova  tra  i  MS.  dell'  Accademia  il  Te- 
sto dello  Stritolato.  Avvenc  un  altro  al  banco  LXVII.  della 
Libreria  di  San  Lorenzo  segnalo  col  numero  3^.  il  quale  è 
diviso  in  capitoli,  ed  ha  questa  intitolazione:  Qui  comincia 
la  Storia  del  Duca  d""  Orlino^  e  d'  Aiolfo  .■iuo  Jìgliuclo.  Al- 
cuni Scrittori,  che  videro  questo  Romanzo,  il  chiamano  la 
Storia   d'  Aiolfo   del   Barbicane. 

(286)  Anche  1'  Infarinato  ebbe  alle  mani  questo  Teito, 
ed  oltre  air  averne  dato  il  suo  giudizio  nepli  j^ivertmenti 
disse,  che  era  nel  medesimo  volume  rolla  Tabula  Rifonda, 
colla  ì'endetta  di  Cristo,  colla  t'ita  di  S.  Marta  Madda- 
lena,  e    col    Martirio    di    S.  Eustachio   (*'*). 

(287)  Questo  Testo  è  assai  antico,  e  fu  gi'a  di  Pier  del 
Nero.  E  scritto  nel  i323.  ed  è  unito  con  un  Compendio  d'una 
parte  dell'  Antico  Comenlator  di  Dante  .  Del  resto  questa 
Sloria   e   volgarizzata  o   dal    provenzale,   o    dall'antico   Fran- 


("•)  Questo  Testo,  come  una  gran  parte  di  quelli  i  lie 
furono  di  Gioi-nuibatista,  e  Carlo  Strozzi,  hi  coniCT\d  a\  j^irrietì- 
te  nella  Maglijberbiana  al  Palch.  1 1 .  sej;na(o  col  num.  G8:  ed 
è  il  solo  che  tu  >poj;lialo  djgU  Accademici,  i  quali  presero  abba- 
glio, allorché  il  dissero  nella  Libreria  del  Marchese  Riccardi. 


Sloi  -Bari.  28  anche  di   presente  «i  conserva   Ira   i  Rianoiciitti  dell' Accadeniia  .    Se   ne  alle- 

gano le  pagine,  siccome  ancora  quelle  dell'  esemplare  tratto  in  gran  parte  da 
esso,  e  modernamente  stampato  in  Iloma  presso  Giouammaria  Salvìoni  nel 
l73-i.  in  4.  del  quale  ancora  alcuna  volta  ci  siamo  serviti  nella  jircscnle  im- 
pressione. —  In  questa  nuova  impressione,  oltre  alt'  edizione  suddetta,  talora 
si  cita  anche  la  ristampa  fattane  in  homa  presso  Carlo  Mordacchini  l'anpo 
I8IC.  in  8.  ed  i   numeri  ne  segnano  le  pagine.  — 

Sior.  Europ.  Storia  d'  Europa.  V.  GiambuU.  Slor.  Europ. 

Star.  Monal.  Storia,  o  vero  Diario  del  Monaldi   V.  Diar.  Monal. 

■t  Star.  Nerb.  (a) 

Star.  Nerbali.  l^olgarizzamento  della  Storia  Nerbonese,  in  cui  si  tratta  do'  l'aladini  più  mo- 

Stor.  Nerbon.  Strad.  derni.  Testo  a   penna,  che   fu  già  dello  Stradino  (288). 

Stor.  Pisi.  Storie    Pistoiesi ,    ovvero    delle    cose    avienute    in    Toscana  dal  MDCCC-  al 

Star.  Pist.  20.  MDCCCXLyill.  In   tutte  le  precedenti   impressioni   si  cita  a  pagine  1'  esem- 

plare stampalo  da'  Giunti  di  Firenze  l'anno  1578.  in  1.  Nella  presente  ci 
siamo  serviti  anche  della  moderna  lislanipa  fattane  pe'  Tortini,  e  Tronchi 
Del  1733.  pure  in  4.  ma  i  numeri  indicanti  le  pagine  corrispondono  sempre 
a  quelle  della  sopraddetta  edizione  de'  Giunti  j  i  quali  numeri  per  maggior 
comodo  di  riscontrare  gli  esempii  sono  stati  apposti  nel  margine  di  questa 
moderna  ristampa. 

Stor.  Rin.  Montalb.  Volgarizzamento  della  Storia  di  Rinaldo  da  Montalbano.  Testo  a  penna  (289) 

Stor.Jiiii. Montai.  C.»  che  fu   già  dello  Stritolato,  dipoi   tra'  MS.  dell' .\ccadcniia. 

<i  Sior.  liinald.  Montalb. 

Stor.  S,  Eug.  Volgarizzamento  della  Storia  di  S.  Eugenia  (2W).  Testo  a  penna,  che  fu  di 

Slor.S.Eugen.B.f.»  Baccio   Valori  {291),  poi  de'  GmcCiarSiVìó  ora  nella  Libreria  lii:'  l'anciaticlii. 

*  Stor.  S.  Etigen.  383.  Si  cita   ancora   I'  edizione  di  essa  fatta  niodcrnanunte  nel  1735.  in  4.  da  Do- 

menico Maria  Manni  nel  IV.  Tomo  delle  Vite  de'  Santi  (b). 

Stor.  S.  Eustach.  Volgarizzamento   della  Storia  ,  o  Leggenda  di  S.  Eustachio  .    Testo  a   ])enna  , 

Stor.  S.  Eustach.  B.  ""he  fu   giù  di  Baccio  Valori  ('192),  poi  de' Guicciar<iini.,  al  presente  nella  Li- 

V.  n  bieria  de'  Panciatichi,  —  In  questa  nuova  impressione  si  cita  a  pagine  1'  esem- 

u  Stor.  S.  Eustach.  21 6.  piare  impresso  nel    1734.  in   'l.  da  Domenico    .Maria    Manni    nel  HI.  Tomo 

delle   Vite  de'  Santi  (e).  — 

Slor.  S.  Margher.  Volgarizzamento  della  Storia  di  Sonta  Margherita.  V.   Vit.  S.  Margher. 

Stor.  S.  Onqfr.  Volgarizzamento    delta    Storia    di   Sant"  Onofrio.    \ .   Lib.  Op.  div. 

11  Stor.  S.  Onqfr.  143.  Storia  di  S.  Onofrio.  Si  cita  a  pagine  l'esemplare  stampato  iu  Firenze  da  Z)o- 


cejc   Linguaggio  ,  come   creile  aoclic  1*  Infarinalo  ,   il   quale  (*9I)  Questa   Storia,   o  Lfgpenàa  peraTTcoturi  è  traila 

ne    vide    un   Testo  eli   Don  Silvano  Hazzi.  dal    nicHcsinio   Tcslo  ili   Saccio    ì'alori  intitolato  r  Leprt^àf 

(a)    Questa   aljUrcvialura  ii  trova   alla  voce  Fodero,  ctl  alla  tti  Sante,   «li   cui    sopra    abitiamo  favellato  .    Domenico    Jtìarta 

voce    'J lavala    allegala    ila    Kaiioli  sulP  innanti    della    Crusca  ,  Manni,    nella   PrelaiioDc  al   Tomo    IV.  delle    l'ile  àt'  Santi, 

ne   sapremmo    dire    clic    Opera   potesse  essere,    se    gi'a   non  do.  crede    ibc  qualche   esempio    sia    attriliuilo    ad    essa   Leggenda 

vcise    leggersi    Slor.   IS'erh.    Kclla   terra   impressione    lo    stesso  erroneamente,   cimic   quello   citato   alla    voce    LAVEGGIO,   il 

oempio    era    allegalo    con    quesl.i    alilircvialura:    Slor.    Piai.  quale  si   trova  nella    l'ila,   o    Leggenda   di    S.   .Inaslasia. 

(208)  Il  Tcslo  di  queslo  l'olf^arizzaniento,  veduto  dal-  (b)  Nessun  esempio  si  lia  nel  Vocabolario  degli  Acca- 
r  Infarinalo,  e  incniovato  negli  /ivvertiinrnti  era  del  Sotto,  demici  di  quc^la  Storia,  onde  i  mauifcilo  che  essa  non  fu 
nt!  si  può  dire,  se  fosse  il  medesimo  ili  <|uello  dello  Stradi-  citala  ni;  mi  MSS.  nfc  sullo  stampalo,  sul  quale  però  citasi 
no,  poiché  i  Compilatori  non  ci  dissero  in  mano  di  chi  questo  a  pagina  in  quella  nuova  edisione.  Quello  che  si  allega  alla 
passasse  .  Tra  i  MS.  della  Libreria  de'  Pandolfiai  abbiamo  voce  LAVICGGIO  appartiene  realmente  alla  Vita  di  .V.  Av- 
veduto un  Teslo  di  questo  nomaiito  segnalo  col  numero  118.  .flasia,  come  avvclli  il  Manni,  e  può  vedersi  alla  pìg.  3o5. 
e  scritto  r  anno  1.^(87.  da  l'ivinno  di  Aiccota  l'it-iani,  in  fi-  di  questa  l'ila  stampala  nel  Tomo  IV.  delle  suddette  l'ile 
Ile    del    quale    si    le{;ge  ,   che    questo     Libro   fu    com|<oslo   da  de'  Santi. 

(Jlierlo  di   S.   Mailino,   e    trastalato    dì  Francese   in  italiano  (^3)  i-*  Infarinalo  vide  la    l'ita,   a  Martirio  di  S.  Eu. 

Ai  Andi-ea   di    Jaiopo  da    llart'erino.  slachio   io   un   Testo    di    Giovamliatlfla   Strozzi  ,   di    cui   ili- 

(209)  Un  Teslo  di  queslo  antico  noniaoto  veduto  dal-  biamo  fatto  mcnsioiie  più  sotto,  parlando  della  Tavola  fii- 
V  Infarinalo  era  dello  Stradino,  e  non  sappiamo  dire,  se  si  i  tonda.  Questa  let;pe/id.i  nel  173^.  e  slata  data  alta  luce  da 
il  medesimo  di  quello  dello  Slr  ilolato  ,  che  ora  più  non  e  lìonientco  Maria  .Manni  nel  Tomo  111.  delle  l'ile  de'  .Santi 
tra  i  MS.  dell'  Aecailemìa.  Il  medesimo  crede  ne^li  jlvvrr.  Iralta  da  un  aulico  Teslo  a  penna  dell'  Abaie  llarfiacchi. 
linienli,  clic  questo  Libro  sia  slato  tradotto  nell.i  stesso  triii-  (e)  Quest'  esemplare  fu  cilalo  altresì  dagli  Accademici  , 
pò    che    l'ranao    Sacchetti   scriveva   le   sue  Novelle.  come    si  può    vedere    dalla   voce   Domineddio.    Esso  per    altio 

(290)   1  Compilatoli   della   precedente   impressione  ab  tiiM  è    divciso   di  lettura    dal   Testo   a    penna    citato    da^li   antichi 

volta    iiililolarono     questa     Storia   così:    Pass.    S.    lini;,    'ioli  Accademici,   secondo  che   si   ritrac  dagli   esempli,  che  essi    al- 

Passione    di    ,V.    liiigenia,  ma   ora   noi   secondo   la   predente  legarono. 

abbreviatura    abbumo  uniformato  tutte    le    cìtaiioni.  ' 


i02,'. 


Star.  S.  Padr. 


Stor.  Tobi. 
Star.  Tobb.  M.  C. 
'  Stor.  Tob.  12. 


Strum.  Pacial. 
Stritm.  de' Pacial, 


menico  Maria  Afonni  I' anno   ITSf).  in   ì.  nel  Tomo   IV.  dille   /'iVe  de'  Sun- 
ti  (a).   _ 

Storie  di  Santi  Padri.  Testo  a  penna,  cbe  fu  '^ih  ili  Baccio  Valori Ì^\)l>) ^  poi 
de*  Guicciardini,  ora  nella  Libreria  di  IViccolò  Panciatichi  nella  Scansia  V.  se- 
gnato col  num.  7. 

Volgarizzamento  della  Storia  di  Tobbia.  Testo  n  penna,  che  fu  giù  di  Matteo 
Caccini,  e  che  ora  si  conserva  Ira  i  Libri  MS.  dell*  Accademia ("29'*).  —  In  que- 
sta nuova  impressione  si  cita  1*  edizione  fattane  in  Livorno  l'anno  171^9,  in  W. 
da  Gaetano  Poggiali j  ed  i  numeri  appostiagliesempii  cos'ideile  nuove  citazioni 
come  di  quelle  della  Crusca,  ne  accennano  le  pagine, — 

Strumento  de*  Paciali,  V.  Ordin.  Pacial. 


Tac.  Dai'ans. 


Volgarizzamento  di  Cornelio    Tacito  fatto  da    Bernardo    Dawanzati  V.  Da\' 
l^ac. 


Tane. 


Tass.  Ger. 

Tass.  Gerus.  I.  34. 

Tass.  Amin.  2.  i. 

Tass.  Amin.  Cor. 
ti  Tass.  Am.  prol. 

Tass.  Lett.  7. 
*  Tass.  Lett.fam.  29. 

Tass.  Him.  257. 


Tai'.  Dicer. 

Taw.  Rit. 
TavoU  Rit. 
Ta^ol.  Riton.  G.  S. 


TeoL  Misi. 
Teol.  Mist.  G. 


T. 


Tancia  .    Commedia  di  Michelagnolo  Buonarroti.  V.  Buon,  Tane. 

Alcune   Opere  di  Torquato   Tasso j,  cioè; 

Gerusalemme  liberata.  Poema,  di  cui  si  allegano  i  numeri  de'  canti,  e 
delle  ottave. 

Aminta^  Favola  boschereccia  in  versi,  la  quale  si  cita  per  atti  e  per  isce- 
ae  ,  e  si  citano  anche  i  Cori  di  ciaschedun  atto  ;  —  ed  anche  il  pro- 
logo. — 

Lettere  3  che  si  citano   a  pagine. 

Rime  3  le  quali  pariaa«nte  si  citano  a  pagine.  Io  questa  impressione  ci 
siamo  pei"  lo  più  serviti  della  moderna  edizione  dell*  Opere  di  Torquato 
Tasso  fatta  in  Firenze  pe'  Tartini  ^  e  Franchi  T  anno  1724.  in  sei  vo- 
lumi ìd  foglio  ,  nella  quale  edizione  la  Gerusalemme  si  trova  nel  volu- 
me L,  r  Aminta^  e   le  Rime  nel  IL   e  le  Lettere   nel   V. 

Tavola  di  Dicerie.  V.  Lib.  Dicer. 

Volgarizzamento  del  Libro  de*  Cavalieri  Erranti ^  detto  comunemente  la  Ta- 
vola Ritonda.  Se  ne  citano  due  Testi  a  penna  j  uno,  che  fu  già  di  Giovami 
batista  Strozzi  (295)  j  T  altro  ,  che  è  nella  Libreria  di  San  Lorenzo  (296)  al 
Banco   XLIV.  segnato  col   num.   27. 

Libro  intitolato    Teologia  Mistica.  Testo  a  penna,  che  fu  già  dell'  Intriso  (297). 


(a)  La  stampa  di  questa  Storia,  avvegnaché  noD  ricordala 
degli  Accademici f  fu  da  essi  certameole  adoperata,  come  &i 
ritrae  dalla  voce  Cellolina.  Del  restante  la  lezione  di  essa  è 
diversa  dalla  Storia  di  S.  Onofrio,  citata  6no  dalle  prime  im- 
pressioni sul  Testo  che  fu  già  di  Pier  del  yero,  alle  voci  Corpi' 
cello,  e  Mortorio:  nclhi  prima  colP  abbreviatura:  Lib.  Op.  div. 
.Stor.  S.   Onofr.  neW  altra:  Stor.  S.   Ono/r. 

(293)  Dal  medesimo  y/i/àrì/infó  si  ricava,  che  queste  Sto- 
rie di  SanU  Padri  erano  nel  medesimo  Testo  a  penna  di 
/faccio  Valori,  in  cui  erano  le  Leggende  delle  Sante  qui  so- 
|ira  mentovate,  e  conteneva  ancora  una  descrieione  dell'  Id- 
l'crno,  del  Purgatorio  e  del  Paradiso,  il  qual  Codice  a  giudizio 
del  medesimo,  che  ne  favella  negli  Avvertimenti,  è  di  antica 
dettatura,  e  di  buona  orlograGa.  Queste  Storie  non  si  deooo 
roofondere  rolle  Vite  de"  Santi  Padri,  delle  quali  favellere- 
mo più  sotto. 

(291^)  Questo  Codice  contiene  alcune  altre  cose  oltre  la 
Storia  di  Tobbia,  e  fu  spogliato  dallo  Stritolalo  insieme  con 
un  altro  Testo,  che  fu   di  Marcello  Adriani. 

(2g5)  Questo  Testo,  che  ora  non  sap|itamo  dove  sia,  fu 
veduto  anche  dall'  Infarinato  (*)  il  quale  attesta  ,  che  era  il 
più  compito  tra  quelli  dello  Stradino,  di  Pier  del  JVero,  e  di 
Marcello  Atti  inni  ,  rhe  parimenti  aveva  veduti;  ed  aggiunge, 
<  he  la  Tavola  liitonda  dello  Strozzi  era  legala  in  uno  stesso 
volume  colla    Vendetta  di   Cristo,   ì  ita  e  Miracoli  di  S.  Ma- 


ria Maddalena,  l'ita  di  S.  Alessio,  e  Martirio  di  S.  Eusta- 
chio. Il  Testo  di  Pier  del  Nero  è  ancora  trai  MS.  de'  Gua- 
dagni segnalo  col  numero  i53.  ed  è  assai  antico,  mu  man- 
cante in  prÌDcipio.  Può  essere,  che  alcuno  de'  due  Testi  della 
Tavola  Hitonda,  che  si  conservano  nella  Libreria  del  Mar- 
chese Riccardi  segnati  R.  I.  11.  e  R.  II.  XXV.  sia  fra  qutlli 
mentovati  dall'  Infarinato. 

(296)  Benché  ncU*  Indice  della  passala  impressione  non 
sia  slato  mentovato  questo  Testo,  nondimeno  Francesco  Redi 
attesta  d'  aver  traili  da  esso  gli  spogli  di  molle  voci ,  i  quali 
spogli  si  conservano  ancora  Ira  le  Scritture  di  nostra  Accademia. 

(207)  I  passati  Compilatori  non  dissero  in  mano  di  chi 
passasse  questo  Testo,  onde  non  possiamo  qui  darne  notizia 
alcuna  (•"), 


{")  Il  Testo  veduto  dall'  Infarinato  è  quel  medesimo,  di 
cui  abbiamo  favellato  nella  cootrannota  alla  noUi  2S6.  di  que- 
sta Tavola.  Esso  si  conserva  i>rcsenlemente  ,  come  abbiamo 
detto,  nella  Maglìabechian.i  al  Palch.  II.  segnato   col  num.    68. 

('")  Due  Codici  di  qucil' Opera  si  conservano  al  (trcsenle 
nella  Magliabcchiana;  l'uno  al  Palch.  IV.  segnato  col  numero 
lo3.,  e  r  alilo  al  Palch-  Vili,  segnato  col  numero  ^3.;  e  noi 
colla   scorta  loro  abbiamo  potuto  purgare  il  Vocabolario  di  due 


203^ 

Teseid, 

Te  so  re  it. 
Tes,  Brun, 

Tes,  Po^.  P.  S. 

Tolom.  Leu. 
Tolom.  Leu.  '^^. 


TeseiJe  del  Boccaccio.  W  Bocc.   Teseid. 

TesoreUo  di  Scr  /Jrunetto  Latini.  V.  Brun.  TexorcU.  Tesoro  di  .^er  Brunet- 
to Latini.  V.  Brun,    Tes. 

Tesoro  de'  Poveri  di  Pietro   Spano,   V.   P.   S.    Tes.   Pov. 

Lettere  di  Messer  Claudio  7o/o/nei  (29S)  ,  NpUq  presente  impressione  abbiamo 
alcuna  voUa  citalo  V  esemplare  stampato  in  Venezia  presso  Domenica,  e  Corne- 
lio de'  IViccotini  Tanno  (5^9.  in  8.  arlciitandone  !«•  pagine  (a).  —  In  questa 
nuova  impressione  si  è  citato  per  lo  più,  come  la  più  corretta,  la  prima  edizione 
l'alta  in  Venezia  da  Gabriel  Giolito  de*  Terrari  V  anno  1517.  in  8.  ed  Ì  nu- 
meri agi^ìunti  agli  esempli  il  primo  addita  il  libro  ;  il  secondo  la  lettera  di 
ciascun  lìbrO' da  noi  a  tale  eOklto  numerate,  ed  anche  qualche  volta  la  pa- 
■•ina.  — 


Tratt.  Adorn.  don. 

TraU.  Avem. 

Tratt   Beni^if. 

Tratt.  Cast. 

Tratt,  Cons. 
'Tratt.  Cons.  H.  « 


Trattato  desili  Adornamenti  delle  donne,   V.   Lib,   Ornam.  don. 

Trattato  dell*  Auemaria.  \.   Lio.   Op.  div. 

Trattato  di  Ben   f^iuere  ,  o  della   .Uuniera  di  viver  bene.   Testo  a  penna  (299). 

Trattalo  sopra  la   Castità,  Testo  a  penna  (300). 

Trattato  del  Consiglio,  Testo  a  penna  di   Francesco  Bedi  _,  ora  del   Bali   Grt- 
coìio  Bedi. 


*t  Tratt.  Cons.  Trattato  di  Consolazione,  Testo  a  penna  pur  di   Francesco   Bedi  ^  ora   in  ma- 

Tratt.  Consol.  no  del  Bali   Gregorio   Bedi,    Talora  è  citato    un     altro    Testo    a    penna  ,    che 

Tratt.  Consol.  B.  »  fu   dello   Stritolato^  ed  ora  è  Ira'  MS.  dell'  Accademia  (b). 

Tratt.  Equii.  Trattato  dell'  Equità.   Testo   a    pt-nna   de'  sopraddetti   Bedi. 
Tratt.  Kquit.  B.  w 

Tratt.  Fr.  Gio.  Marign.  Trattato  di  Fra  Giovanni  Marignolli.   V.  Lib.  Op.  div. 

Tratt.  Giamb.  Trattato  delle  lettere  del  Giambullari  (Z0\)  (e). 


(298)  Tacquero  parimenti  i  Comt>ilalori  passati  I*  edÌKÌo> 
ne  lielle    (.elU-re  del   Tolomei  dj  loro  adopcrat.!. 

(j)  Bt-nrliè  \'\  aOciini  djgli  Arcademici  ili  adJitarnc  le  pa- 
gine, Dondimcno  egli  e  cerio  clic  lutti  gli  esempii  allegati  da 
f^ssi,  o  da  essi  nunterali  con  un  sol  numero  ,  come  può  ve- 
dorsi  allo  voci  /nimarire ,  /n;^nnnnzzo,  /nviihalricfy  e*-,  tulli 
additano  il  libro,  e  non  la  pagina,  silvo  quello  riporlatu  allj 
voce    Prosatore,   e   1"  altro   alla   voce    Oscitrczzn ,    che     non   in- 


fo rs  e 


al.ba; 


Ilo  dello  Slan)paloi'e  ,  nò  la  pagina. 


die 

Miro  ,  Gli  cicinpii  poi  rhc  lunno  due  numeri ,  recali  alli 
voci  Poetiziare,  e  Bi/nstamrntn,  col  primo  additano  il  libro, 
e  col   secondo   la   piigina   dell' edizione   suddetta. 

(*99J  Sebbene  manra  qtipila  ablirevialura  nelle  passale 
impressioni,  pur  molle  volle  ).i  trova  citato  questo  Te^to,  co- 
me alle  VOCI  un-KlTAniLISSlMO.  FORNACE.  GIUNAIlE, 
INFANZIA,  IMC.KG.'VO  vr.  Crediamo  che  sia  cavato  da  un 
'l'osto  a  penn;i  delta  Libreria  di  Frnncejtco  liedi  ora  jtresso  il 
U.dÌ  Bedi  (•)  ;  e  sapendo  ancora  rbe  in  Homa  nella  Libreria 
Vaticana  è  un  Codice  in  lini;ua  l'roveniale  segnato  col  nu- 
mero /(79ij.  intitolalo  Horumcnti  per  ben  vivere,  congbiellu- 
riamo  che  questo  Trnttntn  sia  qualche  volgariujmcnto  dì  al- 
luni   Operetta   contentila   in   quel   Codice. 


groisi  abbaKJi;  d  primo  alla  voce  Ahtlità  ,  e  l'altro  alla  vore 
Fontale.  Del  rcjlo  .  quest'Opera  icritla  in  latino  da  U^o  da 
Buintn  (\-Hofino,  rome  si  ha  d;il  Vahricìn,  fu  volgariixala  (co- 
sa  nnii  avvenita  da  altri  che  nni  sappiamo)  da  Mrsser  Dome- 
nico iliì  \fontecftielìo  omformi*  a  qirmlo  ne  fa  sapere  f'co  liei. 
cari  nel    cap.    Xll.  della    Vita   del    //.    (ii^Hnnni    {^oloinhini. 

{•)  V.  cosa  indubitata,  avendone  noi  riscontrali  gli  esem- 
pli con  esso  Testi»,  il  quale  ora  si  conferva  nella  Laurenaiana. 
Del  rimanente  quesin  Trattato  non  fu  vulgaritiatu  ilal  Pro- 
ventale,  ma  dal  Francesco;  ed  ò  una  parte  {fiK  una  parte  sono 
pure  i  Trallati  legiienli  :  di  Catlitti,  M  Consiglio,   d'  KquUtì, 


(3oo)  Parimenti  questa  abbreviatura  mancava  nella  pas- 
sala impressione  ,  davc  pur  si  ola  queslu  Trattalo  alla  voce 
DENTATURA,  e  altrove;  di  esso  però  non  possiamo  dare 
uolizia  alcuna,  non  avendolo  ;;tanimai  seduto. 

(b)  Tulli  gli  esempli  attribuiti  a  questo  Trattato,  appat- 
tcnguQO  al  Trattato  della  Miseria  dell'uomo  ò\  Bono  Ciani- 
^o/ii,  citato  altresì  solto  1*  abbreviatura  TraU.  Ciamh.  e  spie- 
gato erraiamcalc  pel  Trattato  delle  lettere  dei  Giambullari, 
come  si  An\  appresso. 

(3oi)  Il  Cuernito  aggiunse  questo  Trattato  nell*  Indice 
della  passata  impressione  senta  darcene  veruna  più  distinta 
notizia,  onde  non  «lappiamo  se  il  Giainfmllari  qui  notale  lia 
l'Autore,  o  pure  il  posseditnie  di  questo  Testo.  Alcuni  ere- 
dono  che  questo  Trattalo  sia  quello  che  compose  il  tìiam- 
hiillari,  intitolato:  Pclla  /.incita  the  xi  parla  e  si  xeriv  tm 
FirenZf,  clic  fu  stampato  da  Lorenzo  Torrentimo  in  8.  senta 
nota  dell'anno,  insieme  col  f)iatot;o  di  litovanit'utisla  Grllt 
tr'pra  la  difficoltà  del ('  ordinare  la  dftla  I. intana  ,  ma  per 
motte  ragioni  noi  crediamo,  e  principalmenle  perche  da  alcu- 
ni esempii  «la  csiio  tratti,  come  son  quelli  citali  alle  vnct 
DISSECCAflE.  LIMOSO.  TRIBUt.AZIONE  re.  si  può  con- 
ghiellurare.  che  questo    'Trattato  contenga  coir  spirituali. 

(r)  L'  abbreviatura  Tratt.  tliamh.  era  da  spiegare:  Trat- 
tato del  tiiamlfoni,  e  non  come  fecero  qui  gli  Areaderaiei.  Si 
h  dunque  con  tale  cilaiione  »1lei'alo  il  Trattato  della  Mttr. 
ria  dell'  nomo  di  /tono  Giamftoni,  publdicalo  dal  lì.  ^*^.l»lfe- 
sco  Ta.<<i  in  Firenic  X"  anno  l836  in  8.  preuo  tiuelieim'* 
Piatti     Alle  pjginc  di  questa  editiont  eorrispi.nde  la  oumera- 


d'  Intendimento,  de*  Pecatì  mortah  ,  di  Pitta  ,  di  Sapttnxa, 
delle  yutìt  Cardinali,  e  d*  Umilia)  dell'  Opera  di  Frale  Lo- 
reato  recata  a  volgare  da  Tiicchtro  lìenrivenai  .  della  quale 
noi  abbiamo  favellalo  nella  «onlranaoli  al'a  nota  l6a.  di  i|U^- 
sla  Tavola. 


3025 


Tratta  Co»',  famigl.  Trattato  del  Governo  della  Famiglia,    Testo  a    penna  ,    che   fu    del    Pasciuto  , 

Tratt.  Gov.Fam.P.D^ii       e  che  ora  parimente   tra'  MS.  de*  Dinì  si  conserva  (302).   Alcuna   volta  abbia- 
T'rrt/f.  Gof./a/w.  ^.  28.         mo  citato   un    altro   Testo  di    pari   antichità,   che  si    conserva   tra    i    MS.    de' 
Venturi  ,  del  quale  talora  abbiamo  additato  le  pagine. 


«  Tratt,  Int. 
Tratt.  Intend. 
Tratt,  Intend.  R, 


Trattato  dell*  Intendimento.    Testo   a  penna  di   Francesco  Redi  _»  ora   del    Ba- 
li Redi. 


Tratt.  Ornam.  don.        Trattato  degli  ornamenti  delle  Donne.  V.  Lib.  Adornam,  don. 
Tratt.  Pat.  Nost.  Trattato  sopra  'l  Pater  Noster.  V.  Espos.  Pai.  Nost. 


Tratt.  Pece.  mort. 


Tratt.  Piet. 

Tratt.  Piet.  R.» 

.*  Tratt.  Poi. 

Tratt.  Polita 


Trattato  sopra  i  Peccati  mortali.  Testo  a  penna  ,  che  fu  già  di  (Vincenzio  Bar- 
ducci  nostro  Accademico  ;  dipoi  in  mano  di  Pierandrea  Forzoni  Accolti  pur 
nostro  Accademico  detto  il  Sincero  (303). 

Trattato  della  Pietà.  Testo  a  penna  de'  mentovati  Francesco,  e  Bali  Gregorio 
Redi. 

Trattato  di  Politica.  V.  Lib.  Repub. 


Tratt.  Repub. 
Tratt,  S.  Asos. 


Tratt.  Sagram. 


Tratt.  Sap. 
Tratt.  Sap.  R.  » 


Trattato  di  Repubblica.  V.  Lib.  Repub. 

f^olgarizzamento  d*  un    Trattato  di  Sant'  Ai^ostino.  Testo  a   penna  (30'i). 

Trattato  de*  Sagramenti.  V.  Lib.  Sagram.  (e). 

7\^ttato  di  Sapienza.  Testo  a  penna  à\  Francesco  Redi,  poi    del   Bal'i   Grego- 
rio Redi. 


Tratt.  Segr.  cos.  domi.  Trattato  delle  segrete  cose  delle  Donne    (305).  Testo  a  penna  de' sopraddetli. 
Tratt.  f^irt.   Card.  f^olgarizza mento  d*  un    Trattato  delle  uirtù   Cardinali  (^06),  Testo  a  penna. 


«ione  aggiunta  agli  esempli  dalla  F  iu  giù;  e  1'  al)l)re  via  tura  è 
stata  ridotta  a  questo  modo:  Giambon.  Mis.  uoni.j  e  si  è  te- 
nulo  nella  lezione  il  costume  accennato  già  nella  nota  posta 
in  quest'  Indice  ali*  Operetta:  tntrod.  Virt.  A  questo  Trattato 
della  Miseria  dell*  uomo  spettano  altresì  non  pochi  esempii 
attribuiti  dalla  Crusca  al  Trattato  della  Consolazione ,  e  del 
Consiglio;  e  uoÌ  già  gliene  alibiamo  reslilutti  parecchi. 

(302)  Questo  Testo  è  in  foglio,  e  sembra  scritto  sul  prin- 
cipio del  1(^00-  E  diviso  in  quattro  parti  per  soddisfare  a  quat- 
tro domande,  che  ivi  si  suppongono  fatte  da  una  madre  di 
lamiglia  a  un  suo  direttore,  o  Tadrc  spirituale;  la  prima,  co- 
me si  debba  usare  l'anima;  la  seconda,  che  si  debba  fare  del 
corpo;  la  tena  come  si  debbano  usare  i  beni  temporali;  la 
quarta,  come  si  debbano  educare  i  6glÌuoli .  E  scritto  purga- 
tamente, e  ripieno  di  ottimi  insegnamenti  e  di  dottrina  ;  le 
quali  cose  abbiamo  voluto  notare,  perchè  altri  noi  confonda 
col  Trattato  del  governo  della  Famiglia  d'  Agnolo  Pandol- 
fini.  Il  Testo  Venturi  è  mancante  in  fine.  Un  altro  Testo  ne 
rammenta  il  Redi  nelle  Annotazioni  al  Ditirambo  presso  di 
ih. 

(3o3]  Benché  così  si  legga  neir  Indice  stampato  della  passata 
impressione,  nondimeno  neir  originale  di  esso  il  Giiernito  avev» 
scritto,  che  era  in  sua  mano.  Può  essere  che  questo  Trattato 
sia  tradotto  dal  proveniale,  essendone  stalo  osservato  un  Co- 
dice scritto  in   questa   Lingua  nella   Libreria  Vaticana. 

(3o4)  Manca  questa  abbreviatura  neU'  Indice  della  passata 
impressione,  quantunque  pur  alcuna  volta  si  trovi,  come  alla 
voce  Stentato.  Crediamo  che  sia  forse  alcuna  di  quelle  Opere, 
che  sopra  si  sono  accennate  col  titolo  di  Seal.  S.  /4gos.  o 
Solil.   S.   ^gos.   (•) 


(")  E  certamente  quella  accenaata  col  titolo  di  Seal.  S. 
Agost.  come  può  vedersi  alla  voce  Spazzamento ,  la  cui  ab- 
breviatura noi  abbiamo  ridotta  alla  consueta  di  Seal.  Clatistr. 
Del  resto,  due  passi  si  leggono  tuttavia  in  questo  Vocabolario 
sotto  il  tìtolo  di  Tratt.  S.  A^ost.  e  nessuno  appartiene  a  que- 
sto immaginato  Trattato.  Ciò  sono  alle  voci  Stentato,  e  Tran- 
sitoriamente .  Il  primo,  dopo  lungo  e  penoso  cercare,  P  ab- 
Vocabolario   T.   //. 


(e)  Di  qui  si  vede  che  gli  Accademici  della  quarta  im- 
pressione credevano  che  questo  Trattato  losse  una  cosa  me- 
desima colP  altro  citato  sopra  un  Testo  a  penna  di  Pier  del 
jVero  coli'  abbreviatura:  Lih.  Sagram.,  ma  non  è;  concìossia- 
chè  noi  abbiamo  trovato  che  de'  cinque  eserapii  allegati,  come 
tolti  da  questo  Trattato,  alle  voci  Confermazione,  Corpusdo- 
mini.  Ordinato,  e  0/"</iVie,  tre  appartengono  al  Tr aitata,  che  e^ii 
allegarono  sopra  un  Testo  di  Francesco  Hedi,  che  ora  si  con- 
serva nella  Laurenziana,  coli'  abbreviatura  Lib.  dod.  artic.  e 
gli  altri  due  a  un  Capitolo  intitolato  le  Credenze  de'  sette  Sa- 
cramentiy  che  si  contengono  nel  decimo  articolo,  che  vìen  su- 
bito appresso  al  detto  Libro  de' dodici  articoli;  anzi  sembra 
che  ne  formi  parte. 

(io5)  Nel  Testo  di  Maestro  Aldobrandino  di  Pier  del 
Kero,  ora  tra' MS.  de'  Guadagni  segnato  col  num.  i^i.  si 
legge  in  fine  un  Trattato  de*  segreti  delle  donne,  che  forse  è 
il    medesimo   di   quello  qui  citato. 

(3o6)  Quesla  abbreviatura  manca  neU'  indice  della  pas- 
sata impressione,  sebbene  si  trova  alle  voci  Onire,  Piombino, 
e  altrove.  Crediamo  che  sìa  un  Testo  ,  che  ora  è  tra  i  MS. 
del  Bali  Redi,  in  cui  si  dice  ,  che  questo  Trattato  era  stato 
scritto  in  latino  da  S.    Tommaso  d'Agnino  {'*). 


biamo  riovenuto,  non  è  molto,  nel  Confessionale  di  S-  Anto- 
nino; l'altro,  abbiamo  potuto  conghielturare  dal  contesto  che 
appartenga  alla  Città  di  Dio.  Infatti  nella  seconda  e  terza 
impressione  portava  la  semplice  citazione  di  S»  Agost.,  e  solo 
nella  quarta,  non  si  sa  su  qual  fondamento,  vi  venne  ante- 
posto   Tratt.  quando  era  da  accodarvi   C.   D. 

('•)  Chi  vi  scrìsse  così,  vi  scrìsse  quel  che  non  era;  po- 
sciachè  questo  Trattato  non  è  che  uno  dei  tanti  Irattatelli  che 
fanno  parte  dell'  Opera  di  Frate  iorenzo  volgarizzata  da  Zuc 
chero  Bencivenni,  da  noi  altra  volta  meoiìonala.  Ben  è  vero 
che  delle  venti  voci,  che  dagli  Accademici  si  allegano  rome 
tratte  da  esso,  non  più  che  sette  gli  appartengono;  spettando 
le  altre  l3.  ad  altri  Trattati;  cioè  setlc  a  quello  d'  Umiltà; 
quattro  a  quello  di  Fortezza;  una  a  quello  d'  Equità;  e  l'al- 
tra ad  altro    Trattalo,  che  ora   non  sapremmo  indicare. 

a54 


aoa6 

Tran,   Viz.  Trattato  delle  i-inù  e  de'  l'izii.  Tetto  a  peana  de'  mriitoToti  FrancttcOj  e  Ba- 

Tratt.  yirt.  e  Tir.  B,  „      lì  Redi. 


Tran.    Umil. 

Trinuz. 

Tuli.  Leti.   Quin. 
Tuli.  PUl.    quin. 

Tusc.  Cic, 
•  Tusc.  Cic. 


Trattato  d'  Umilia  (30:).  V.  Etpos.  Pat.  Nos. 

La    Trinuzia  ComiDedu  del  Firenzuola.  V.  Fir.   Trin. 

yolgarizzamento  d'  una  Lettera  di  Tullio  a   Quinto.  V.  Pisi.   Cic.  Quin. 


Volgarizzamento  delle  Quistioni  Tuscolane  di  Cicerone  (308).  Teslo  a  penna. 
—  In  questa  nuova  imprr»tioee  noi  abbiamo  citato  la  stampa  di  questa  Vol- 
garizzamento fatta  in  Vrnrzia  per  opeia.  di  /a»t(o  </<i  Zongùno  I' anno  1 544. 
in   8.  (d)  appresso   t'incenzio  l'aut;ris.  -— 


f^al.  Mass. 

Val.  Mass.  G.  S. 

Val.  Mass.  P.  S. 


f''arch.  Utor. 
farcii.  Star.  Leti.  Ued. 
farcii.  Star.  Proem. 
rarch.  Star.   I.  30. 


I^arch.  Lez. 

yarcìt.  Lez.   7U. 

I^arch.  Lez.  Piit. 

ynrch.  Lez.  Scult, 

yarch.  Lez.   Poes. 

farcii.  Lez.  sop.  Dani, 

«  rarch.  Lez.  am.  331. 

Pareti.  Ercol. 
Pareti.  Ei-col.  GO' 


yarch.  liim. 
yarch.  Him.  Paslor. 
yarch.  Son.   Post.    147. 
yarch.  Rim.  l'uri.  1.23. 


yolgarizzamento  di  Valerio  Alassimo.  Se  ne  citano  due  Testi  a  penna  ;  nno  . 
che  fu  di  Giovamliatista  Strozzi  ^309);  1'  altro  ,  clie  fu  già  dell'  Agghiacciato  , 
dipoi  presso  il  Guernito  j  ora  nella  Libreria  del  Marchese  Jìiccardi  segnalo 
Q.  11.  XXVL 

Opere  varie  di  Messer  Benedetto  yarchi  ,  cioè: 

Storia  Fiorentina  divisa  in  Libri  15.  Nella  passata  impressione  fu  ritata 
una  Copia  a  penna  ,  che  era  già  presso  del  Senator  Leonardo  Tempi 
nosli'O  Accademico  (3  IO),,  dipoi  in  mano  de'  suoi  discendenti.  Nella  pre- 
sente abbiamo  citato  la  moderna  edizione  del  IT2I.  in  foglio  colla  da- 
ta dì  Colonia  ,  allegando  il  numero  del  libro^  e  delle  pagine,  e  si  cita 
ancora  la  Lettera  Dedicatoria  al  Duca   Cosimo,  e  M  Proemio. 

Lezioni  dette  neW  Accademia  Fiorentina  raccolte  in  un  volume  ,  e  stam- 
pate in  Firenze  per  Filippo  Giunti  Tanno  1590.  io  4.  Queste  Lezioni  , 
che  sono  trenta  ,  sono  citate  con  apporre  il  numero  delle  pagine  della 
suddetta  edi;£Ìone  ;  e  talvolta  anche  si  accenna  il  Titolo  y  o  sia  V  -^rgo. 
mento  di  esse  ,  come  spezialmente  ò  stato  fatto  in  quelle  sopra  la  Pit- 
tura .  la   Scultura  ,  la   Poesia  ,  sopra  Dante  .  e  simili. 

Ercolano  j  o  sia  il  Dialogo  sopra  le  lingue.  Si  cita  1'  edizione  de'  Giunti 
di  Firenze  del  1570.  in  'l.  allegandone  il  numero  delle  pagine;  talora 
però  nella  presciilc  impressione  ci  siamo  serviti  della  moderna  ristampa 
fattane  puie  in  Firenze  da'  Tortini ,  e  J'ranchi  nel  1730.  in  4.  Il  nu- 
mero aggiunto  alle  citazioni  sempre  corrisponde  alle  pagine  dell'  edizio- 
ne Ai:' Giunti ,  che  è  stato  inserito  anche  nel  margine  della  moderna 
impressione  suddetta. 

liime  ,  cioè  Volumi  due  di  Sonetti  stampati  in  Firenze  per  £.orenso  Tor^ 
ivntino  il  primo  nel  1555.  il  secondo  nel  1557.  ambedue  in  8.  Tra 
queste  sono  anche  i  Sonetti  Pastorali  .  i  quali  talvolta  con  questa  più 
speziale  denominazione  sono  citati  (a).   Un   volume    di   Sonetti   Spirituali 


(30;)  I  patsuti  CoropiUlori  crederono,  che  il  Tmttalo 
eoji  inlilulalo  folle  il  inede>irao,  clic  1'  EsposUiont  ari  Palei 
nostfr  (•) ,  Bondinieno  alcuna  volta  anctic  io  questa  |!uisa  it 
citaiooo,  come  si  può  veliere  alla  voce  Bisloritart,  t  altrove. 

(3o8)  Questa  ultbreviatura  fu  tralasciata  Dell' Indire  della 
passata  impressione,  quantunque  ti  leggesse  alle  voci  Concor- 
do, Corpu:so,  ed  altre.  Questa  Testo  forse  è  uno  di  quelli 
veduti  e  spiij;liati  dallo  .•'trilolalo,  dagli  scritti  del  quale,  ri- 
p<»sti  Ira  le  Scritture  dell'  Accademia,  si  legge  clic  il  possedè, 
va  Oio\-amhatiitn  (Jhatdini,  e  che  era  stato  copiato  per  mano 
di    tlonnccorso  di  Filippo  Jdimari  nel   1^70. 

(d)  Coinerhc  questa  stampa  sia  tjlora  di  lettura  qua  e  la 
alcun  Doeo  dilferentc  dai  due  codici,  che  si  conoscono  di  que- 
sto Vnlgiriuameolo,  1'  uno    pouedulo    dalla    liarberiDiana  di 


(•)  Che  il  Trattato  d'  Umiltà  non  sia  la  slessa  cosa 
dell'  Esposiaione  del  Pater  noster;  ma  un  pirrol  Trattato  itei 
molti  componenti  quest'Opera  (che  è  parte  d*  un' Opera  niag* 
giore);  noi  1'  alibiamn  gik  avvertilo  nella  conlraunota  alla  nota 
107.   di  questa  Tavola;  onde  rimettiamo  ad  essa  i  D'islri    Id* 


Roma;  e  l'altro,  per  gratioso  dono  del  Sig.  Marchese  Luigi 
Tempi,  dalla  Medicea  Laurenuana  ;  pure  egli  è  indultilato  (e 
Leu  lo  fr' conoscere  Giuseppa  ^lontani  Dell*  Antologìa  di  Fi- 
reiitr,  .4pide  l8.^l.  pag.  102.).  che  risa  viene  da  un  medesimt» 
fonte.  Inoltre  e  da  noUre  che  presero  ahbaglio  que'  bii>(,ra& 
di  Fausto,  che  lo  fecero  Iradoltorc  Ji  un'Opera,  dalla  qualr 
nuD  fu  che  editore. 

(3oi])  Il  Valerio  Massimo  dello  Stroiti  fu  copialo  da 
ytro  di  Filippo  del  Aero  V  anno  l447'  '  ^*  '****  ^  molta 
stima  V  tafirmato  negli  Av\ertin,emli  .  Non  aarptaolo  dose 
sia  al  pTrseotc,  se  per  avseotiira  non  tosse  quello  che  e  Ira 
1  MS.   della  Libreria  de*  Gua.lafni  segnato  c>>l  numero   1G6 

(3lO)  Nelle  prime  cdiaioui  del  Vocabolario  non  tu  ciUla 
la  .Vlorm  del  t'archi,  onde  solo  nrll' indice  dell*  anlectdente 
si  trosa  aggiunta  la  notttia  di  questo  MS.  di  mano  del  Ouer. 
aito.  It  n.>me  |>ero  del  Senator  tempi  da  lui  fu  lascialo  m 
Uanro  nell'originale;  e  srl)liene  nrtla  stampa  fu  poi  posto  X.io. 
nardo,  noadimrno  dubitiamo  che  si  sia  errore,  perche  net 
Catalogo  degli  accadaiiiiri  non  si  trova  Lionardo  Tempi;  ma 
di  questo  Casato  si  trova  solamente  OroMiO,  che  fu  Bunmcaa<> 
ncll    Accademia  uon  molto  dofni  la  seconda  ftiforma. 

(a)  Di  questi  due  vtiluiiu  non  fu  spocUato  che  si  pnolo. 
come  abbiamo  potuto  assicurarci  con  uà  diligente  riKOalro  di 
tutti  gli  ea«mpti  tnlli   dalle  fiime  del  f'aixni. 


P^arck.  Suoc.    [.  2. 
yarch.  Suoc,  Lett.  Ded. 


yarch.   Granirti. 

f'arch,  Proporz.  ?> 
u  f^arch.  Tran.  Proporz. 
f'arch.  Lett.  Pittag.  » 
f^arch.   Giuoc.  Pittag. 

farcii.  Espos.  Proi'.  » 

Rarefi.  Seri.  Bene/. 
I.    13. 
♦  yarch,  Sen.    Ben.   leu. 
dedic. 


2027 

stampato  iu  Fireuze  presso  i  Giunti  nel  1573.  in  4.  (b)  Le  Bime  bur- 
lesche impresse  nel  primo  volutile  delle  Opere  Burlescbe  del  Berni  j  ed 
aUri  Autori  stampalo  prima  in  Firenze  pe'  Giunti  nel  15^8.  in  8.  e 
poi  colla  data  di  Firenze  ,  o  di  Londra  nel  1723.  pure  in  8.  Tutte  que- 
ste hime  si  citano  per  lo  più  a  pagine,  e  solamente  nelle  Rime  burle- 
sche ,  oltre  al  numero  delle  paji;ine  ,  è  agi^lunto  anche  quello  che  accen- 
na il  primo  volume  della  suddetta  Raccolta  (31  I). 
La  Suocera  Commedia  in  prosa  stampata  in  Firenze  presso  Bartolommeo 
Sermartelli  nel  LSfiO.  in  8.  della  quale  si  citano  gli  alti  e  le  scene  ,  ed 
è  anche  allegata  la  Lettera  Dedicatoria  al  Duca  Cosimo.  —  In  questa 
nuova  impressione  noi  abbiamo  adoperato  la  ristampa  fatlane  in  Napoli 
verso  il  1720,  in  12,  colla  tìnta  data  di  Firenze.  — 
La   Grammatica  ,  o  sia   Trattato  sopra  la  Grammatica    l^oscana.  Teslo  a 

penna  (312). 
Trattato  delle  Proporzioni^  e  Propoi'zionalità  ^  il  quale  serve  per  ispie- 
gazìonc  del  Giuoco  di  Pitta'j^ora  (3  1 3).  1  eslo  a  penna  che  fu  di  Fran- 
cesco Redi  ^  ora  in  mano  del  Bali  Bedi.  Nella  presente.  Impressione  ab- 
biamo adoperato  una  Copia  a  penna  ,  che  fu  già  Ira  i  manoscritti  de' 
Calori _,  poi  de'  Guicciardini,  e  presentemente  nella  Libreria  del  i/e£o. 
Esposizione  di  Pioverbii  ^oli^arì.   Teslo  a  penna  ,  che  fu  di  Benedetto  IVd- 

ti  (314). 
Traduzione  de'  libri  de'  Benefizii  di  Seneca,  Cosi  in  questa,  come  nelle 
antecedenti  impressioni  si  ella  a  libri  ,  e  capitoli  1'  esemplare  stampato 
in  F'irenze  da  Lorenzo  Torrentino  nel  1554.  in  4.  o  quello  de'  Giunti 
di  Firenze  nel  157^.  in  8.  —  In  questa  nuova  impressione  abbiamo 
anche  citato  la   Lettera  dedicatoria  dell'  Autore  a  Leonora  di  Toledo.  — 


^aivh,  Boez. 
f'arch.  Boez. 
farcii.  Boez^ 


l'e^. 

yegez. 


\.  p.  4. 
3.  r.  2. 
5.  4. 


yei^ez. 
ye-ez. 


G.  D, 

37. 


Traduzione  della  Consolazione  Filosofica  di  Boezio.  Tanto  nella  precedente 
impressione,  quanto  in  questa  abbiamo  citalo  la  stampa  dì  Firenze  del  I55I. 
in  4,  ed  i  numeri  aggiunti  agli  esempii  indicano  il  libro,  e  le  prose,  o  ri- 
me di  ciaschedun  libro  ,  per  accennar  le  quali  molte  volle  a  maggior  chia- 
rezza  è  stato  posto  una  pj  o   un   7'  avanti  al  secondo  numero  (3(5). 

Volgarizzamento  di  Vegezio.  Teslo  a  penna  ,  che  fu  già  del  Gabellalo  ,  ora 
nella  Libreria  del  Marchese  Riccardi  segnato  N.  IHl.  XXXL  —  In  questa 
nuova  impressione  si  è  citato  la  stampa  fallane  in  Firenze  l'anno  1815.  in 
8.  ed  i  numeri  aggiunti  agli  esempli  così  nuovi  ,  come  ai  già  citati  dagli 
Accademici  ,  corrispondono  alle  pagine  di  questa  edizione.  Gli  Accademici 
talora  allegarono  quesl'  Opera  a  libri,  e  a  capitoli,  come  si  può  vedere  dal- 
la  voce  Panzeruola.  — 


l'end.   Crist. 


Storia  della   Vendetta  di  Cristo  fatta   da   Tito  e    Vespasiano,    Testo    a    penna 


(II)  Anche  da  i|uesto  volume  ood  fu  iratlo  alcun  esem- 
pio. 

(3ll)  Traile  Hime  del  Varchi  si  possono  anche  aooo- 
verarc  0.  Canti  Cnrnnscialeschi,  che  sono  nella  Raccultj  fjl- 
laoe  dal  Lasca,  e  stampata  io  Firenze  nel  l^Sg.  pe!  Tor- 
rentino; ma  qui  si  tralasciano  perchè  sono  citali  sotto  nomi 
di  Canti  Carnascialtschi ,  de*  (juali  a  suo  luogo  abbiamo  ra- 
giouato. 

(3i2)  Questa  G/'ii/7i/»i7/ioa  quantunque  non  sia  stata  incn- 
lovald  nell'Indice  delLi  passata  impressione,  nondimeno  5Ì 
trova  nlouna  volta  cilala,  rome  si  può  vedere  alla  voce  Pro- 
nome.  Non  sappiamo  di  qual  Testn  a  penna  si  servissero,  uè 
se  più  ci  sia;  sappiamo  bensì,  che  un  frammento  di  questa 
Grammatica  (*)  si  legge  nel  didice  916.  in  loglio  della  Li- 
breria di  Carlo  Tomm.i<;o  Strozzi,  ma  non  vi  se  ne  trovano 
se  non   alcuni  pochi  capitoli. 


(•)  Questo  fratnmcoto,  che  torse  è  d'opera  diversa  dalla 
drammatica  Toscana,  si  conserva  al  presente  nella  Maglia- 
hechiana,  ma  non  si  rinviene  in  esso  la  voce  Pronome  ,  che 
è  la  sola  allegata  dagli  Accademici  coli'  abbreviatura  ì'arch. 
(iramm.  Un  frammento  consimile,  salvo  che  è  un  otto  o  no- 
ve volle  maggiore  del  Magliabechiano,  e  che  può  chiamarsi 
piuttosto  Grammatica  della  lingua  latina  ,  che  della  Toscana  ; 
lu  innestato  nel  volume  I  p^g-  102.  e  segg-  degli  Opuscoli 
mediti  di  celebri  autori  Toscani  ,  l'  opere  dei  quali  sono  ci- 
tate dal  l'ocaholario  deifa  Crusca  (Firenze  1807.  nella  Stam- 
peria di  Borgo  Ognissanti  )  ;  ed  è  quello  che  si  cita,  per  lo 
più  a  pagine,  nella  presente  ediiione  colF  abbreviatura  ì'arch. 
Fram     dram. 


tjlj)  Questi.»  Trattato  ha  in  fronte  una  Lettera  diretta 
.1  Luca  M'irtiiii,  il  quale  aveva  ricercato  il  Varchi  della  spie- 
gazione del  Giuoco  di  Pitla^ora,  per  lu  che  il  Inarchi  pre- 
mette questo  Triittnto  j  onde  da  esso  è  dipendente,  anzi  si 
pnò  dire,  che  ne  sia  la  continuazione  il  Giuoco  di  Ptttagora 
steso  in  Dialogo,  di  cui  sono  inleiiocutori  Carlo  Strozzi,  Co- 
simo liucellai,  e  Iacopo  Vettori,  e  SÌ  fiuge  che  Carlo  Strozzi 
V  indirizzi  a  riesser  Pk'iccolò  Alamanni.  Due  altre  copie  ili 
questo  Dialugo  sono  ul-IU  Libreria  Strozziana  in  due  Codici 
in   /).    lino  sc-gnato   col    num.    lOI.    l'altro  col    num .  469- 

(3i4)  Non  sapremmo  dire  se  veramente  il  Varchi  fece 
qiiest' Opera  (**),  ne  se  più  ci  sia  questo  Codice.  Sarebbe  pro- 
babile, che  fiisse  scambiato  dal  Libro  di  Passerotti ,  0  motti 
della  plichi-,  che  il  Varchi  allesta  d'  avere  scritti,  e  spiegati 
quando  era  a  Venezia,  se  egli  medesimo  non  conlessasse  nel- 
'l'  Krcolano   d'  averlo  per   non  so  quale  scrupolo  brucialo. 

{3l5)  Nella  passala  impressione  dui  Vocabolario  s' lUcon- 
Iravano  alcuni  esempii  di  questa  Opera  enali  ,  come  ijuelli 
allegati  alle  voci  Raccogliere,  e  Reflusso  ,  il  |>rinio  de'  quali 
era  citato  cosi:  Boez.  Varch.  (\.  36.  il  secondo:  Boez.  Vare/:. 
7.  p.  1.  ma  perciocché  non  sono  più  di  cinque  i  libri  di  ^oc- 
zio,  né  arrivano  a  quel  numero  in  verun  libro  le  Rime,  u 
prose  ,  ora  gli  al>biamo  resliluili  alla  Traduzione  di  .S'enecn 
de'  hrneficii  del  medesimo  Vnrch{,  nella  qual  0|>era  veramente 
si  trovano. 


{•'j  Noi  pure  ignoriamo  se  il  Varchi  fece  quesl'  Opera: 
ben  possiamo  accertare  i  nostri  lellorì  che  nel  Vocabolario  dod 
si  riscontra  alcun  esempio  preso  da  essa;  ne  da  altra  ron  \j.  _ 
quale  essa  possa  essere  stata  scambiala. 


3028 


l'iena.   Crisi.  G.  S.  cbe  fu  di   Giovambatista  Strozzi  (316).  In  questa    impressione    ci    siamo  scr- 

yend'    Crisi.  A.  viti   anche  d*  un   Testo  a   penna  ,  cbe  fu  già  dell'  Abate  Pierandrea  Andrei- 

f^end.  Crisi.  Op.  dif.  A.       ni  (317),  ora   tra'  MS.  della  Libreria  del   ConTeoto  della  Nunziata  ,  del   qoal 

Testo   si    sono   allegate    le    pagine;    e    talora    si    sono   citate    l'opere    direrte  , 

cbe  sono  in   esso  dietro  alla  Sterra  della  Vendetta    di  Cristo  (a). 

yeti.   Colt.  Trattato  delle  lodi  e  della  coltivazione  degli  ulivi  di  Piero  tenori.  Non  sap- 

Velt.    Colt.   uliv.   8,  piamo  quali   edizioni    citassero  nella    antecedente    impressione  ;    in    questa    ci 

«  l'ett.   Colt.  leti.  ded.   3.       siamo  per  Io  più    serviti    di    quella    de'    Giunti  di    Firenze    del    I5'4.    in    1. 

allegandone   le  pagine,  e  talora   ancbe  di  quella   fatta   modernamente    pur    in 

Firenze  da   Giuseppe  Manni  nel    1720.  in   4.  (b). 


V§o  da  Mass.  Rim. 
ani.  » 


Rime  Antiche  di  Ugo  da  Massa  di  Siena.  V.    Rim.    ani.    P.    N.   e   Rim.   ani. 
F.  R. 


yiag.  Mon.  Sin. 
yiag.  Mon.  Sin  S. 
yiag.  Sin. 
*  yiagg.  Mont.  Sin.  19. 


yinc. 

Mari. 

yinc. 

Mari.  Rim.   17 

yinc. 

Man.  Leti.  9. 

y.rg. 

Eiieid. 

yi,°g. 

Eneid.  M. 

A  irg. 

Eneid.  M.  A. 

i^iv'^.  Kneid.  Acc. 

■  y^iri^.  Eneid.  A.  5, 

yir^.   Eneid.  P.   i\ 

Kit.  BarL 

nt.   Berli'.    Celi. 
nt.   Ces. 


Narrazione  ti'  un  /^irtiji^ro  a/ A/o/itó  A'n*n' (318).  Testo  a  penna  .  che  fu  già  del 
Senator  Carlo  Strozzi  nostro  Accademico  ,  e  dell*  Arcidiacono  Luigi  pur  no- 
&lro  AccadeniÌLO  detto  V  Imbianchito,  oggi  tra  I  MS.  della  Libreria  di  Carlo 
Tommaso  Strozzi  in  loglio  segnalo  col  num.  374,  —  In  questa  nuova  im- 
pressione si  cita  1'  esemplare  stampato  in  Firenze  l'  anno  1829.  in  8.  ed  l 
nOmeri  apposti  agli  esempli  cos'i  nuovi^  come  ai  già  citati  dagli  Accademici  j 
ne  additano  le  pagine.  — 

Bime  j  e  Lettere  di  f^incenzio  Martelli.  Si  cita  l'  esemplare  stampalo  in  Firen- 
ze da'  Giunti  V  anno  I5G3.  in  4.  ed  i  numeri  aggiunti  agli  esempli  corri- 
spondono a  quelli   delle  pagine  della  suddetta  edizione. 

Volgarizzamento  dell'  Eneide  di  firt^lio.  Testo  a  penna,  che  fu  di  Marcello 
Adriani  Ciì  9)  dipoi  traili  MS,  dell'Accademia  (320).  Se  ne  cita  ancbe  un 
altro  Testo  ,  clie  fu  gii»  di  Piei'O  del  Nero  ,  ed  ora  è  Ira  i  MS.  della  Libre- 
ria de'  Guadagni  segnalo  col  num.  14^.  —  in  questa  nuova  impressione  noi 
abbiamo  citato  un  Testo  a  penna  della  Libreria  di  S.  IC.  il  sig.  Bali  Ntcco- 
là   Martelli  j  clic   è  forse  quel   medesimo  che  fu   di   Marcello  Adriani.  — 

l^ita  di  Barlaam.  V.   Stor.  Bari. 

l'ita  di  Benvenuto  Cellini.  V.  Bemen,   Celi,   l  it. 

yita  di  Cesare,    Testo   a  penna  (321). 


{3l6)  l)t-l  i)ujle  sopra  sì  è  fjvcllatu  (rj(l.tniio  dt-IU     Tit- 
i'ofa  nlonda. 

(3l7)  Questo  Testo  fu  copialo  da  un  popolano  Ji  S.  Sic- 
fano  al  FunU,  che  oggi  si  dice  Vecchio,  tra  '1  l^']Z.e*\  l3t)0. 
Le  Opere  (1iver»c  io  esso  contenute  dopo  la  J'endelia  dt  Cri- 
sto SODO  li'  ìcgueoli:  |.  Miracolo  d*  tin'  Immurine  di  Cristo. 
2.  Miracolo  dt  S.  i\'icco/ò  di  Ilari.  3.  /.l'^fff/n/ii  di  S.  iiiit- 
Itano.  l^.  Miracolo  dell'  uomo  po>'ero,  che  dit-entà  ricco.  5.  /Ui- 
raco/o  d'  un  liarone  dt  Caraone.  6.  Miracolo  d'  una  m^re* 
trtcf.  7,  J.egc;cnila  dt  Sanld  Teodom.  8-  Le^pmda  di  .S.  Ila- 
rio, p.  Miracolo  d'  una  Monaca.  \0.  ì.ci^gcnda  dell*  ,4bate 
Vitale.  II.  Miracolo  del  segno  della  Crac.  12.  Discorso  so- 
ffra la  Dtscretione .  l3.  Frammenta  della  Stori.t  di  S.  iiio- 
vanni  IClemosinario.  li-  Storia  d'un  /tornito.  l5.  l.eijgenda 
di  S.  (tiovanni  I  angelifli.  16.  ì'olgnrisinmento  dell'  ^po- 
i.ali.sse.  17.  Leggenda  di  S.  Pietro  Apostolo.  18.  t'olgariz- 
iamento  degli  Atti  diali  j4postoli.  19.  Stona  della  Cintola  di 
prato.  20.  Alcuni  Miracoli  tratti  dalle  l'ite  de'  Santi  Padri. 
21  Leggenda  di  S.  !\'iccolò  dt  /lari.  21.  Leggenda  di  S.  Ia- 
copo Interciso.  23.  /'i/rt  di  S.  Paofo  primo  l'eremita.  2^.  Al- 
tri Miracoli,  e  /.eggende  di  Santi  Padri,  25.  l'ita  dt  S  Anto- 
nio Abate.  26.  t'olgariiiamento  di  parte  del  Oenesi.  2^.  /.ug- 
gendo di  S.  l'incensio.  28.  l'olg.irizzamento  del  Libro  dt  Toh- 
Ina.  29.  Miracolo  di  S.  Basilio,  ed  altri  Miracoli.  3o.  Ora- 
zione di  Itrandano  Monaco.  3|.  ì'isionied  fCstatidiS.  Paolo. 
32.  Alcuni  ì'angeli  Volgarizzati.  33.  Discorso  Je'  C-oni anda- 
menti ed  Articoli  della  Fede.  3^  l*erdono  di  /'(f/o/e.  35.  (.)• 
ranone  di   S.  Appoltonia. 

(a)  Questo  Testo  al  |>rescQle  si  conserva  nrlla  Ma;;Uahc- 
>  liiaaa  al  palclietto  IV.  segnato  col  nunt.  .'iG.  e  noi  pure  T  ab- 
biamo citato,  come  può  vedersi  alla  voce  lUducere  g.  XI  ;  e 
altrove,  tih  qui  \uaUt  lacero  che  di  i]ueita  f'tndetta,  oltre  a' 
do«   Testi  su'idclli,  deve  csserue  stalo  allegalo  qualcbt    altro. 


da  che  io  essi   non   si  r.u»icne  T  riempio  della  voce   Febbrici- 
tare allegalo  dagli  Accademici  della  quarla  impressione. 

(h)  Gli  Accademici  citarono  anche  la  Lettera  Dedicatoria 
come   si   trae   dalle   voci   Accareztart,    .'l^'tiv  a   vile,  «e. 

(318)  Qurslu  ì'iasgio  e  descritto  da  Simone  Sigoli.ed^ 
lui  fallo  insieme  con  l.ionardo  Frescobaldt,  t  Andrea  Rinuc- 
Cini  Tanno  l38.^.  Lo  Stritolato  da  notiaia  d'un  altro  Testo 
conlcncnte  un  l  laggto  al  Monte  Sinat  fallo  da  OtOfanni  ì  1- 
telli  od  l3S^.  il  qual  Testo  ora  stato  copiato  T  anoo  1^72. 
rome  SI  può  vedere  da'  suoi  spogli,  che  tuttavia  sono  traile 
scritture  delT  Accademia. 

(319)  Questo  Testo  fu  veduto  anche  AiW  Infarmmto  ,  il 
quale  negli  /ixvertimentt  potò,  che  era  stalo  trascriUo  circa  «I 
l'f5o.t   e   non   pare  che   perciò   Dc   facesse    molla   stima. 

(320)  11  Tosto,  che  ora  e  n«\T  Accademia,  non  è  per  av- 
ventura il  medesimo  di  quello  di  Marcello  jlJrtani,  poich*  in 
esso  si  legge,  che  era  slato  poiscdulo  dallo  St/ttoUlo  i  Qoo- 
dimeoo  anche  questo  abbiamo  citalo  nella  preseole  impressio- 
ne, poueoduci  per  maggior  chiarella  la  cifra  Ac.  che  signìS- 
ca   Accademia. 

(321)  Questa  cilatiooe  si  può  «edere  alla  voce  Trmmor- 
tigiontt  e  allrove  (•);  ma  noi  crediamo,  cbe  questa  Film  su 
tratta  dal  Folgariizamento  delle  ì'it*  di  Plutarco,  aveodii 
osservato  che  negli  riempii  di  rssu  allegati  si  trova  acceaDato 
alcuna  volta  anche  il  nome  della  persona,  dalla  t  ita  di  cui 
sono  traili  gli  esempi),  come  alla  voce  Canova,  dove  11^  legge 
/'il.  Plut.  Cat.  cioè  Tue  (/*  Plutarco  nella  ì'tU  di  CatMt. 
e  alla  »nce  Frrnrt  Fit.  Plut.  /hm,  cioh  l'ite  di  PluUrct 
in  queliti  di   Demetrio. 

e,  Questo  e  altnyve  non  ci  ha  luogo,  nuo  iksend^  q«e- 
su   \  Ita   allegata   che  allj   loce   luddalta. 


KiV.    Crisi, 
rit,   Crist,  P,  N. 
.'  f'it.  Crisi.  D. 

rit,  Mad. 

KiV.  Mad,  M.  A. 

yit>  Maom. 

ViU  Plut. 

yil,  Ptut.  P.  S. 

yiL  PluL  Strad. 
«  f7(.  PluL  Ant. 
..  ni.  Plul.  Cai. 
if  fui.  Pitti.  Dim. 

rit.  Piti, 

ni.  Piti.  :. 

«  ni.  Più.  pvef. 

«  nt  Pit.  pr. 

(t  nt.  Piti,  proem. 

•  yìL  Pitu  Un.  dedic. 

rit,  S,  Aless. 

nt.  S.  Aless.  G.  S.  •» 

*  ni.  S.  Aless.  263. 


^'ìt.  S,  Anton. 
J'iL  S.  Anu  F,  a. 

Vit.  S.  Eujros. 

nt.  S.  Eufros.  B.  r.  « 
«  ni.  S.  Eufr. 
^  Vit.  S.  Eufros.  kO'i. 

nt.  S.  Gio.  Bat. 

nt.S.  Gio.  Bat.P.N. 
nt.  S.  Gio.  Bai.  A.  L. 


V'ita  di  Gesù   Cristo.   Testo  a   penna  ,  clic    fu   gii 
poi   tra  i  MS.  della  Libreria  tic'  Guadagni. 


2029 

di  Piero    del  Nero  (^'l'I),    di 


Vita   della   Madonna.   Testo  a   penna  ,  che  fu  di   Alarcello   Adriani  (323). 

nta  di  Maometto.   V.  Gio.   nil. 

l'olsarizzaniento  delle  nte  degli  uomini  illustri  di  Plutarco.  Testo  a  pentia  , 
che  fu  già  dell'  Agghiacciato  ,  di  poi  in  mano  del  Guernito  j  al  presente  Ir  i 
i  MS.  della  Libreria  de'  Fé  n  turi  ^  e  talora  se  ne  accennano  le  pagine.  Alcu^ 
Ita  volta  fu  citato  anche  un  altro  Testo  a  penna  ,  che  fu  dello  Stradino  {32^11)  . 
e  che  ora  si   conserva  nella  Libreria  del   Marchese  Riccardi   segnalo  Q.  IH,  111. 


nte  de*  Pittori  Antichi  (325)  scritte  ed  illustrale  dallo  Smarrito.  SI  cita  l*  e- 
dizione  di  Firenze  del  U167.  in  4.  allegandone  le  pagine.  —  Gli  Accademi- 
ci allegarono  anche  la  prefazione  ,  o  proemio  j  come  si  può  vedere  alle  vo- 
ci Av*uertimento  j.  Tratto^  ed  altrove  •  e  noi  in  questa  nuova  impressione  ab- 
biamo allegato   anche  la  lettera  dedicatoria.  — 


Fila  di  S,  Alessio.  Testo  a  penna  ,  che  fu  già  di  Gioiambatista  Strozzi  (32ri). 
—  In  questa  nuova  impressione  si  cita  a  pagine  1'  edizione  fattane  dal  Manni 
Tanno  1735.  nel  Tomo  IV  delle  nte  de' Santi.  Il  Testo  dello  Strozzi  chi; 
ora  sì^conserva  nella  Magliabechiana,  è  di  dettatura  diversa,  e  fu  citato  alla 
voce  Bandella.  — 

nta  di  Sani*  Antonio.   Testo  a   penna,  che  fu   già   ili  Francesco   Redi  (327). 

Vita  di  Santa  Eufi'osina.  Testo  a  penna  ,  che  fu  già  di  Baccio  Calori  (328), 
poi  de^  Guicciardini^  e  presentemente  nella  Libreria  de'  Panciatichi.  —  In  questa 
nuova  impressione  si  allega  a  pagine  l'  esemplare  stampato  in  Firenze  da  Do- 
menico Maria  Manni  V  anno   1735.   nel  Tomo  IV.  delle  l'ite  de'  Santi.   — 

Vita  di  San  Giovanni  Batista.  Se  ne  citano  due  Testi  a  penna  ,  1'  uno  ,  che  fu 
già  di  Pier  del  Nero  ,  ora  tra  i  MS.  della  Libreria  de*  Guadagni  (329)  ,  l' 
altro,  che  fu   già  d'Alessandro  Lotti  nostro  Accademico  (a)  .    Nella    presente 


(322)  Ville  questo  Testo  ancLe  1*  Infarinato,  il  quale  cre- 
dè, rhc  fosse  Io  stesso  che  le  Meditazioni  dfl/a  l^ila  di  Gesù 
Cristo,  ma  di  esse  i  Cunn)ÌIalori  ciijrono  un  Testo  dtffereate, 
rlie  era  sialo  dello  Smunto  ,  oode  non  possiamo  ammelleie 
per  certa  questa  cooghiettura  ('_),  Lo  slesso  Infarinato  giudico, 
«he  il  Teslo  di  Pier  del  Net^  fosse  scritlo  da  un  Pisano  . 
\>ueslo  Manoscritto  ora  non  è  più  tra  i  MS.  de*  Guadagni  j 
.tQzì  pare  the  i  Compilatori  ne  vedessero  alcun  altro  ,  poiché 
alle  voci  Ttnerissiniamcntey  lillà,  ed  altre  troviamo  questa 
«ilra    Vit.    Crist.   n. 

(323)  Nelle  antiche  impressioni  mancava  questa  abbre- 
Maturat  ^  ^olo  Dell*  anlecedeole  fu  aggiunta,  ed  anche  suspel- 
•tiamo,  che  questo  Testo  sia  il  medesimo  di  quello,  che  si  ci- 
ta   sotto   nome  <ii    Miracoli  della   Madonna. 

(32^)  Di  questo  Testo  non  è  fatta  menzione  nelle  passale 
impressioni,  quantunque  per  altro  fosse  stato  citato,  come  si  può 
vedere  alla  voce  Invcr^Of^nato,  e  altrove.  Attesta  I'  Infarinalo 
d' averlo  veduto,  e  d*  avervi  letto  che  era  stato  copiato  nel 
1368.  da  un  più  amico  Testo,  che  era  stato  di  Messer  /.io- 
riardo  d'  Arezzoj  ed  anche  di  avervi  trovato  notato,  che  quel 
/  olgarizzamento  non  era  stato  fallo  ne  sul  Testo  Greco,  né 
Milla  versione  Latina,  ma  bensì  sulla  traslazione  Aragonese  fat- 
litne    da  un   Frate  Predicatore  vescovo  di  Ludervopoli. 

(325)  Neil'  Indice  della  passata  impressione  in  questo  luo- 
po  si  leggeva:  Il  primo  volume  delle  Vite  de'  Pittori,  e  Scul- 
tori antichi,  forse  perchè  lo  Smarrito  avea  intenzione  di  ùar- 
iie  fuori  aliri  \ulunii,  ne*  quali  si  contenessero  auche  le  Vite 
d-gli   Scultori.   Ma  ora  abbiamo  posto  il  vero   titolo  di  questo 


(*)   La  conghiellura  è  certissima,  come  abbiamo  ditiioslralo 
orila   cuntrannota  alla  nota   1:41.  dì  questa  Tavola. 


hbro  ,  perchè  egli  non   allumeuti   prost-gui   ìÌ  suo  disegno,  né 
allro  ci  resta,    che  questo  solo  Volume. 

(326)  Anche  in  questo  Teslo  fa  menzione  V  Injarinato  , 
e  noi  ne  abbiamo  favellato  sopra,  dove  si  è  trattalo  della  Tn- 
vola  Ritonda.  Un  altro  Teslo  a  penna  di  questa  ptta  si  con- 
serva nella  Libreria  del  Marchese  Riccardi  segnato  Q.l.  XXVI. 
ma  dipoi  questa  l'ita  è  slata  stampata  da  Domenico  Mann 
Manni  in  Firenze  nel  lySS.  nel  Tomo  IV.  delle  J'tte  de' 
Santi. 

(327)  Il  Redi  fa  menzione  di  questo  suo  Testo  nelle  An- 
notazioni al  fìtliramhoj  ma  più  non  si  trova  al  presente  tra 
i  MS.   della  sua  Libreria. 

(328)  Questa  Vita  per  avventura  è  compresa  in  quel  me- 
desimo Testo,  che  sopra  si  è  mentovato  Ìo  occasione  di  pal- 
late delle  Leggende  di  Sanie.  Questa  altresì  è  stala  stampala 
m  Firenze  nel  I^SS.  da  Domenico  Maria  Manni  nel  IV.  To- 
mo delie    Vite  de' Santi. 

',329)  h*  Infarinato  Mde  questo  Testo,  e  ne  diede  ottimo 
giudizio  ne*  suoi  Avvertimenti.  Del  Testo  d'  Alessandro  Lotti 
non  sappiamo  che  sia  addivenuto,  non  ce  ne  avendo  lasciata 
notizia  veruna  i  passati  Compilatori,  se  forse  non  fosse  alcuno 
di  quelli,  che  sappiamo  essere  nella  Libreria  del  Marchese  Hic- 
cardi,  o  in  quella  di  Carlo  Tommaso  Strozzi,  0  del  Cooventa 
della  Nunziata,  o  del  fu  Senator  Filippo  Buonarroti,  l  Testi 
della  f  ita  di  San  Giovanni  Batista  tra  i  MS.  de*  Guadagni 
sono  quallro  segnati  co'  numeri  86.  87.  88.  e  8j).  ma  non  sa- 
premmo dire  qual  di  questi  precisamente  sia  quello  citato  d^t' 
Compdatori,  e  mentovalo  dall'  Infirmalo.  L'  esem|)lare  stam- 
pato moderuameute  è  tratto  da  un  MS.  del  So/lo,  ogi^i  presso 
all'  Abate  Niccolò   Bargiacclii. 

(a)  Oltre  ai  due  Testi  suddetti  deve  esserne  sialo  allegala 
qualche  allroj  da  che  abbiamo  osservalo  che  io  qualche  voce, 
come  in  Cahamento,  si  trova  questa  abbreviatura:  f'it.  S.  (^>to. 
Jiatt,  S.  B.  la  quale  è  chiaro  che  indica  uq  Testo  di  Simone 
Btrti,  di  cui  I  Compilatori  si  dimenticaionu  di  darne  notieij. 


•ay'io 


Ht.  S.  Gio.  Hall.  S.  B. 


l'it.  S.  GiroL 
yit.  S,  GiroL  R. 
^it.  S.   Gir. 


f'it.  S,  GiuL 

yit.  S.  Mar,  Alati. 
rit.  S,  M.  Madd. 


l  il.  S.  Marghet: 
rit.  S.  Margh.F.  M.  » 
l^it.  S.  Margit.  A.  » 
«  K/V.  S.  Margit.  137. 
rù,  S.  Pad. 
rit.  S.  radr,  G.  T.  .. 
/7/.  S.  Padr.  I.  35. 
l'it,  SS.  Padr.'l.  148. 

*  rit.SS.Pad.p.^.c.62, 

•  rit.  SS.  Pad.p.  't.  e. 

68.  3'')2. 


Pit.  S.  Umil. 


n%'.  TrqtL  Propor. 

rii'.  Prop,  58. 

riu.  8ag.  Op.  Gal.  97 

riu.  Dip.  Gcom.  163. 


impressione   abbiamo  alcun.i   volta  cilalo    1'  esemplare    moilcrnamcnte    iJ.ito    in 
luce  da    Domenico  Maria   Manni  Panno    1734.  in  4.  additandone  le  pagint:. 

rìta  di  San  Girolamo  (330).  Testo  a  penna  ,  cbc  fu  già  dell'  Impastato  ,  di- 
poi del  Senalor  Fdippo  Buonarroti  nostro  Accademico  detto  1'  Avventuro- 
so ,  oggi  in  mano  (1Ì  Leonardo  suo  figliuolo.  In  questa  impressione  abbiamo 
talvolta  citato  l'  esemplare  stampato  da  Domenico  Maria  Manni  in  Firenze 
nel  1735  in  4.  allegandone  le  pagine.  —  In  questa  nuova  impressione  si  '■ 
citato  anclie  V  esemplare  stampato  a  Kovcredo  l'  anno  I8'24.  in  4.  allegandone  k- 
pagine.  — 

riia  di  S»  Giuliano.  Testo  a  penna  (331). 

rita  di  Santa  Maria  Maddalena.  Testo  a  penna  (332).  In  questa  imprcssioiir 
abbiamo  alcuna  volta  citato  anche  la  moderna  edizione  fattane  da  Domeni- 
co Maria  Manni  nel   1734.  in  4.  additandone  le  pagine. 

rita  di  Santa  Margherita.  Testo  a  |)cnna  ,  che  fu  già  del  Biscaldato  ,  dipoi 
tra*  MS.  dell'  Accademia  (333).  Nella  presente  impressione  abbiamo  quulchi: 
volta  citalo  a  pagine  la  moderna  edizione  fattane  da  Domenico  Maria  Man- 
ni in   Firenze   nel    173^1.    in    'l. 

Volgarizzamento  delle  Vite  de*  Santi  Padri  (a).  Testo  a  penna  ,  che  fu  già  del- 
l' Intriso  j  al  presente  tra  ì  MS.  di  nostra  Accademia.  Nella  presente  impres- 
sione abbiamo  molte  volte  citata  la  moderna  edizione  fattane  in  due  %'oluroi 
in  4.  da  Domenico  Maria  Manni  in  Firenze  negli  anni  1731.  e  1732.  e  i 
due  numeri  aggiunti  alle  citazioni  cortispdndono  a  quelli  drl  volume  ,  e  del- 
le pagine  di  delta  edizione  (334).  -. —  In  questa  iiuovj  impressione  si  è  cita- 
to anriir  la  ristampa  fattane  in  Verona  per  opera  del  Cesari  da  Dionigt  Ba- 
manzini  V anno  I79i).  in  due  vnlunii  in  4.  nella  quale  edizione  si  copia  pagina 
per  pagina  quella  del  Manni.  I  numeri  aggiunti  agli  esempli  talora  accennano 
il  volume,  e  la  pagina;  talora  la  parte  ed  il  capitolo  ;  ed  anche  la  parte  ,  Ìl  capi- 
tolo ,  e  la  pagina.  — 

l'ila  di  Santa  Umiliana  de*  Cerchi  (335),  \'.  Legg*  S.  Umil. 

Alcune  O^ere  di  rincenzio  /^/ViaH*  nostro  Accademico  detto  il   Bin^'igorito  j  c'ioc  : 
Scienza    Universale  delle  Proporzioni* 

liagguaglio  sopra  l'  Opere  del  Galileo, 

Diporto  Geometrico.    Tulle  qtiesle  Opere  (336)  sono  impresse  in   un   voluint- 


(33o)  Uà  Tc&to  a  penna  <li  questa  l'ila  citatu  AAV  Infii- 
ritinto  cr.i  di  Oiovftmhafi.tla  Strozzi  ,  ma  tli  fs^o  al  presmlr 
non  5Ì  lij  noliziii.  L*edizinnc  'l.i  n<ii  citala  è  li^illa  da  un  Te- 
llo, «he  fu  di  Lorenzo  lìiftol/ì,  ora  in  mano  del  suddcllo  A- 
bale  Uargiaccfii.  Tra  ì  MS.  dell'  Acradcmia  è  un  allru  huon 
Tello  di  questa  Vìtu,  che  era  sialo  dì  .tntltea  Covalcantt 
nostro  Accadimiico,  ed  un  aliro  si  Irova  tra  Ì  MS.  di  Fran- 
Cesco   lìedi,  ora   del  Bali   Gifpono  Redi. 

(33i)  Questa  .tldireviaiura  inaura  Dell'Indice  della  pas< 
sala  impressione,  quantunque  in  c*sa  pur  ìi  trovi,  come  alla 
vere  /)rndo,  e  altrovp  (');  non  sappiamo  qujl  Oodice  citassero 
i  Compilatori,  se  forse  min  fu  rjuvllo  dell*  Andreini  intitolalo 
Vendetta  di  Cristo,  nel  quale  si  cooteaeva  anche  questa  Vita, 
rome  lopra  si  h  dello  (••). 

(332)  Parimente  questa  aMirrviatura  mancava  Dell*  Indire 
dell'  anlerodenle  impressione,  selilKinf!  qiiesU  Vita  era  anch'es- 
sa allegala,  come  si  può  votlerc  alla  vore  Par/atono,  e  allro- 
\r.  Forse  eilarono  il  Testo  dt  tUovambalista  Strozzi  veduto 
dair  Infarinalo,  del  qualo  sopra  uliliiamo  futto  meniione  par- 
lando della  Tavofa  Hilonila.  L*  edizione  del  Manni  b  trait.i 
d.i    un    Testo   i   peiin.i   dell'  Aliale    Itargiacchi. 

(.133)  Oediamo  che  il  Testo  a  penna,  clic  di  presente  è 
ncir  Atrademia,  e  Ha  rui  b  tratta  la  slampa  del  Manni,  non 
sia  quel   metlcsimo,    che    era    già  »lol    lliscaldnto  {*").  [loicliè 


(')  Questo  r  altrove  non  ri  ha  luogo,  non  essondo  que- 
lla   l'Ha  cit.ita   che   alla   voce    Drudo. 

(**)  Questo  (Codice,  come  aldiiamo  detto  altrove,  Ofigi  si 
conserva  nell.i  Ma^liahechian.i.  ma  mancando  d'  una  carta  eoo* 
tenente  appunto  quella  parie  della  f'Ha  di  S.  tiiiiliano,  dove 
dovreMte  essere  il  passo  allegalo  Ala  voce  Drudo  ,  noi  udii 
abitiamo   potuto   mettere   in   chiaro  il  dnldtio   dr-gli    Arrudeniici. 

(***)  Se  noi  non  andiamo  errali,  il  Trito  del  lliscaldato 
•  quello  che  ora  si  coniervj  in  Roma  nella  Bìhlioleca  <lcl 
Principe   Chigi,  segaat"  L.   IV.   i32.  dal  quale    noi    traemmo 


multi  esempii  ,  fra  i  quali  quello  citato  alla  voce  Amarissi- 
mamente, non  ti  trovano  Del  Testo  a  penna  ,  che  ora  è  Del- 
l' Accademia  ,  ed  anrlie  si  è  ut%erva(o,  che  in  alcuna  voce  , 
come  in  Corrompimenlo,  si  trova  questa  al>biovialura  :  Star. 
S.  Marph.  I).  la  quale  è  chiaro  .  ctie  indica  qualche  altro 
Testo  di  cui  i  Compilatori  si  dimcniicaroDo  di  dar  ooliaìa,  oè 
sapremmo  di  cerio  aQVrmare,  se  sia  quello  >  clic  abbiamo  os> 
servato  nella  Libreria  del  Marchese  lìiccardi  segnato  U.  111. 
Vili. 

(a)  In  questa  nuova  cditione  non  si  legge  più  alla  voce 
Convertimenlo  attribuito  a  c|u<->ie  f'ite  ,  il  passo  ivi  allegalo 
dagli  Accademici,  avendolo  noi  restituito  alla  Meàtlaaione  so- 
pra l' Arhore  della   Croce,  dove  veramente  si  trova. 

(33^)  Questa  ediaioue  è  tratta  da  più  e  diversi  Tosti  a 
penna.  Ira  i  quali  prinripalmeule  si  aoDOvera  il  sopraddello 
»Icir  Intriso. 

(335)  In  colai  guisa,  come  si  può  vedere  alla  voce  .&««• 
dalo,  e  altrove,  si  cita  alcuua  «otta  questa  I^gfftd^i  ttellm  Btm- 
tn  Umiìtana  ,  che  nel  MS.  tniprupnameole  «  detta  Santa  .  e 
di   cwn    Les:scndti   sopra   si   à   ragionalo. 

(33G)  Sebbene  non  si  tiovjno  e>presse  l*  abbreviature  lii 
tutti  gli  Opuscoli  contenuti  in  questa  Raccolta  ,  Doodimeao  si 
cil.iito  sollo  nome  delle  Prepornomi .  e  del  thptrto  Otometrico. 
ed  .ilruno  di  essi  v  anche  particolarmente  talvolta  indicato  . 
come  il  ftagfiiiafilio  delle  Opere  del  Galileo,  che  è  espresta* 
monte  citato  alle  voci  C'onolo^ia,  intermimmio,  mI  altre  (*•*•). 


la  òfeditaiion*  sopra  /'  arftore  della  Crwct.  Infalli  gli  csampti 
allegati  nel  Vocabolario,  che  diireriscoan  dalla  Iraione  del  Testo 
pubblicato  dal  Manni  ,  conlronlaiio ,  può  dirsi ,  perleltameale 
rnl  t'.odice  sudilello,  srroadu  i  raggiij^li  favoritin  dal  Uiblin- 
lerario  della  me«1rsima  Sig.  v/.  /'Vn,  per  meato  ilell*  amico  no- 
stro  sig.    Pietro    l'entiiri. 

(****)  Questo  ««/«/fr«  Don  ci  ha  luogo,  oon   es^eisda   all^ 
gato  che  alle  «uddetU  due   voci 


203i 


i-'^tt^.  Dìpor.  Geoin.  257 
K|V.  disc.  Jrn,  5. 


riV.  ItcsisL  ÒW.  205. 
«  KiV.  res.  sol,  prop,  39. 
"  Tu'.  Tratt.Resisul^S). 


^'olg'  Diosc. 

folg.  Vtosc.  F,  a.  » 

yolg.  Ales. 
rolg.  Mes.  fi.  V 

f^olg.  Jìas. 
<«  f^olg.  5.  "Grisost. 
Urù. 


in  h.  &tain|Kilo  in  Firenze  alla  ConUolla  nel  I6Vk,  la  quale  eilijLÌoue  ti  ci- 
ta allegandone  le  pagine. 

Discorso  al  Serenissimo  Granduca  Cosimo  III.  intorno  al  difendersi  da' 
rìenipinienli  ,  e  dalle  corrosioni  de'  lìumì  applicalo  ad  Arno  in  vicinanza 
della  cillù  di  Kiienze  ;  ì^tanipalo  in  Fiienze  pei  Piero  Maiini  nel  1688.  in 
k,  die  si  allega  a  pagine. 

Trattalo  delle  Besistenze  de*  Solidi  principiato  da  l'incenzio  Vivianij  e  poi 
conipiuto  e  riordinalo  dal  Padre  Abate  Don  Guido  Grandi  nostro  Accadc- 
mico  (337),  Si  trova  stampalo  nel  terzo  \olume  dell'Opere  del  Galileo 
della  moderna  impressione  di  Firenze  fatta  nel  1718.  pe'  Tartini  e  Fran^ 
chi  ^  e  di  questo  Trattato  parimente  si  indicano  le  pagine  (a). 

f^olgarizza mento  di  Dioscoiide.  Testo  a  penna  ,.  che  fu  di  Francesco  Jiedi ..  orj 
dei  Bali  Gregorio  fiedi. 

Volgarizzamento  di  Mcsue.  Testo  a  penna,  che  fu  di  Francesco  Redi, 


Volgarizzamento  di  liasis  fallo  ila  Ser  Zucchero  Bencivenni.  Testo  a  penna 
(33S)  della  Libreria  di  San  Lorenzo  al  Banco  LKXllL  segnato  col  num.  43. 

Volgarizzamento  di  ini  Trattato  di  S.  Giovanni  Crisostomo  {a).  Testo  a  penna  che 
fu  già  di  Francesco  Allegri,,  detto  il  Ricoperto.  — 

Urbano,  Opera  da  alcuni  erroneamente  attiibuìla  a  Messer  Giot^anni  Boccacci 
(339),  Si  cita  1'  edizione  de'  Giunti  del  1598.  in  8,  —  in  questa  nuova  impres- 
sione si  è  apposto  il  numero  delle  pagine  alla  maggior  parte  degli  effempli  alle- 
gati dagli  Accademici   sempre  senza  In  citazione.  — 


Ziòald.  Libio  di  varie  cose,  al  quale  diciamo  Zibaldone.    1  esto  a  penna  (3^0),  che    fu   già 

Zibald-  Andr.  d'  Andrea  Andreini  ^  poi  in  mano  dell'  Abate  Pierandrea  Andreinij   ed  al  pre- 


(337)  Quesl'  Opcrn  del  f^iviani ,  uod  essendo  slatu  per 
r  avanti  ilala  alle  slampe,  si  cita  urimierameiite  in  questa  \m- 
pres&iooe,  come  si  può  vedere  all-i  vore   Cubo. 

(a)  Ciò  accade  alla  voce  Cubo  j  alle  altre,  cioè  Cono  ,  e 
Conoide  si  indira  la  proposizione. 

(338)  Meli*  Indice  dell'  antecedente  impressione  si  dice 
in  questo  luogo,  che  il  Testo  dì  Rasis  era  appresso  France- 
sco Redi,  ma  abbiamo  credulo  cl»e  ciò  sia  un  abbaglio;  prima 
percbè  sopra  all'abbreviatura  Bene.  Ras.  cioè  Bencixenni  Ra- 
■tis  i  medesimi  Compilatori  avevano  notato  ,  che  questo  Testo 
era  nella  l'ihreria  di  S.  Lorenzo  ,  dipoi  perche  il  medesimo 
Redi  parlando  di  esso,  non  solo  non  dice  che  fosse  presso  di 
se,  ma  anzi  afferma,  che  era  in  delta  Libreria.  Che  poi  que- 
llo Volgarizzamento  sia  opera  di  ZiiC(hero  Benctvenni  si  ri- 
•  ava  da  alcuni  versi  sciitli  in  fine  di  quel  Codice  ,  la  prima 
Lettera  di  ciascuno  de'  quali  compone  il  suo  nome  .  (Questi 
versi  SODO  riportati  dal  Redi  a  cart.  17.  delle  Annotazioni  al 
DiUranibo. 

(a)  Questa  cifra  /'o/-,-.  S.  Grisost.  si  legge  nel  Vocabo- 
lario della  Crusca,  quantunque  sia  stala  sempre  tralasciata  oe- 
yli  Indici,  fino  dalla  prima  impressione  alle  voci  ym/)«(//< i:i(i. 
Materia,  e  Mentecatto;  ed  è  indubitato  che  gli  Accademici  le 
trassero  da  quel  medesimo  Testo  a  penna  di  Francesco  Al- 
le^ri,  che  essi  allegarono  moltissime  volle  sotto  V  abbrevia- 
Vura  S.  Grisost.  Noi  abbiamo  aggiunto  alle  voci  suddette  le 
atl<?gazÌoni  servendoci  dell*  esemplare  impresso  in  Firenze 
presso  Giuseppe  di  Giovacchino  Pagani  l'anno  1821.  in  8. 
lu'ir  Opera  inlitolala:  T'olgarizzamenlo  di  alcuni  Opuscoli  di 
S.    Giovati    Crisostomo. 

(339)  Tra  gli  scrini  di  Don  Vincenzio  Borgìtini  ^  che 
frano  già  in  mano  di  Baccio  l'alori,  poi  de'  Guicciardtniy  ed 
ora  per  la  maggior  parte  sono  passati  nella  Libreria  ilei  Mar- 
chese Carlo  Rimiccini,  e  una  'eltcra,  nella  quale  il  Borghini 
chiaramente  dimostra,  che  1'  Urìiano  non  è  opera  del  Boccac- 
cio. Se  ne  trascriverà  qui  una  parte,  perchè  vedano  i  Lettori, 
iUc  non  sema  fondamento  nella  presente  impressione  ci  siamo 
allontanati  dal  sentimenlo  de*  primi  Compilatori:  All'  Urbano 
diedi  già,  e  motti  anni,  un'occhiata,  e  mi  parve  per  quel 
che  un  posso   ften   ricordare  .    molto    lontano  dalla  lingua  ,  e 


dalla  invenzione  del   Boccaccio.   E  quantunque  si  potesse  cre- 
dere da  alcuni  scrìtto  nella  sua  gioventù,  e  «e'  tempi  del  Ff  ■ 
localo,  ve'ggcndofisi   alcuni  modi  del  parlar  di    quel    libro  ,   e 
spezialmente  molti   aggiunti   gonfiati,  o  vani,   o  vogliamo  dire 
oziosi,    tuttavia    il  nervo,   e   la  proprietà  della  lingua  non  v'  v, 

e.  si  conosce  agevolmente  d'  un   altro  secolo 

A  questo  s*  aggiugne,  che  10  non  /'  ho  mai  veduto  tenere  in 
conto  alcuno  ,  ma  ne  pure  ricordare  da'  nostri  ,  ne  da  quei 
del  27.  0  da  altri  dietro  a  loro  di  molta  pratica,  e  buon  giu- 
dizio, ed  e  una  novella,  o  poco  da  lei  variata,  che  va  attor- 
no in  un  libretto  di  cose  di  Roma,  che  già  se  ne  soleva  ve- 
dere, non  mi  ricordo  appunto  con  qual  titolo,  e  poco  rileva 
il  cercarne.  Emmi  venuto  voglia  di  rivederlo  un  poco  ,  e  fi- 
nalmente sebben  poche /acce  ne  ho  letto,  mi  confermo  affatto 
nella  primiera   opinione,  che  sia  d'  ogni  alti-*  uomo  opera  che 

di   Ini //  Libro,   che  io  dicea  di  sopra,  l'  ho  pur 

ritrovato,  e  si  chiama  Imperiale,  ne  accade  dubitare,  che  sin 
composizione  d'  altri,  che  del  Boccaccio,  perche  vi  e  il  nome 
dell'  Autore,  che  fu  un  Cambio  di  Stefano  da  Città  di  Ca- 
stello Canonico  di  San  Fiordo,  che  lo  scrisse  intorno  all'an- 
no li^oo.  ed  è  stata  rinnovata  da  chicchessia  a' tempi  nostri, 
e  quello  che  in  questo  si  dice  Urbano  ,  qui  si  chiama  Sel- 
vaggio, e  Lucida  è  mutata  in  Lucrezia,  e  vi  sono  alcune  al- 
tre varietà  della  nascita  sua,  e  de'  paesi,  come  fanno  i  ladri, 
che  alle  mezzine  e  secchie  rubate  scambiano  i  manichi,  per- 
chè non  si  riconoscano.  (Questo  Libro  comincia  dalle  cose  di 
Cesare  e  poi  d'  Augusto ,  e  viene  giù  un  pezzo  con  molle  fa- 
vole^ fratte  quali  mescola  la  novella  di  questo  Selvaggio 

Ora  credo  a  novantotlo  per  cento,  che  qualcuno  abbia  volti  to 
provarsi,  se  sapeva  contraffare  il  boccaccio,  ma  con  poco  giudi- 
zio, €  manco  ventura  ec.  Un  Testo  del  Libro  suddetto  cliiamalo 
Imperiale  è  tra'  MS.  de'  Guadagni  dietro  un  J'alerto  Massi- 
mo segnato  col  numero  166.  e  tra  gli  scritti  dello  Stritolato 
conservali  ncH'  Acradeniia  è  mentovato  un  altro  Testo  di 
quest'Opera,  l'autore  del  quale  è  cbiamato  Cane  da  Castello, 
il  qual  Testo  era  slato  copiato  1'  anno  l463.  da  Pagalo  Pic- 
cardi   Cittadino  Fiorentino. 

(3:^0)   Questo   medesimo  Testo  fu  vedalo  dall'  Infarinato, 
il   quale   ne  fece  molta   stima,  quantunque  il  copiatore  di  cii» 


2033 

/Abnld.  Andi\  :^8. 

Zibald.  Segn. 
Zibald.  n,  >y 


sente  nella  Libreria  de!  Convento  della  Nunziata.    Alcuna  voìla  è  citalo  a  pagi 
ne  (a). 

Libro  simile  al  suddetto.  Testo  a  penna  del  Guernìto  (341). 

Altro  Libro  simile  a'  sopraddetti.  Testo   a  penna  (3W),  che  fa  di  Francesco  Bedij 
ora  in  mano  del  Bali  Gregorio  Redi. 


foìse  da  lui  giudicato  aiSJi  più  modcroo  del  Compilatore.  Le 
rote  in  esso  cuoteDute  sono  le  seguenti:  i.  Trattato  conte- 
nente varii  ammaestramenti  mornii.  2.  Ammaestramenti  per 
ronsert'are  la  sanità  del  corpo  dt  Maestro  Taddeo  da  Firen- 
ze, Dottore  di  Medicina  in  Bologna  .  3.  Bicette  per  dti-erse 
malattie.  l\.  Taccuino  degli  Ebrei,  e  Discorso  de'  Pianeti,  e 
sotto  che  costellazione  si  nasca,  5.  Taccuino  della  Luna. 
6.  Delia  natura  delle  femmine  per  li  dodici  segai  del  Cielo, 
e  delle  loro  injluenie,  e  doti.  7.  Trattato  de' dodici  segni  dfl 
Zodiaco,  e  di  molte  altre  cose  di  Astronomia,  Fisica,  e  Co- 
imografia.  8-  Trattato  della  Messa,  e  della  maniera  di  assi- 
stervi .  9.  yolgaritzamento  del  l'angelo  di  S.  Giovanni . 
lo.  Altre  liicctte  diverse.  11.  Trattato  dei  cmque  sensi  del' 
l'uomo.  12.  Trattato  di  Fisonomia .  |3.  Fioretti  trotti  da 
Virgilio,  da  Ovidio,  da  Seneca,  da  Boezio,  e  d'i  altri  Autori, 
{a)  Ora  questo  Testo  si  conserva  nella  Laureoziana,  ove 
passò  con  molti  altri  codici  che  apiiartcoevano  a  questo,  e  a 
quel  convento.  Alla  voce  Hosura  ti  allegava  dagli  Accademici 
un   esempio  tratto  dalla  pag.    12I.   di  questo  Tetto.  Noi  aven- 


dolo Toluto  vedere  in  fonte,  trovammo 
raviglia  che  Rosore^  e  non  Rasura,  è  ivi 
da  questo  luogo,  tirammo  fuori  la  voce 
tulli  i  Vocaholarii. 

(3^1)  Di  questo  Testo,  siccome  de 
gli  altri,  che  disse  essere  appresso  di  se 
siamo  dar  notizia  alcuna,  non  essendo  stato 

(342)  Questo  Tetto  non  è  allegalo 
pressioni.  Citollo  il  Redi  ne'  suoi  spogli 
presente  ristampa  di  quest*  Opera  ,  e  dì 
neir  indice  ('). 


eoo  molta   nostra  ma- 
scritto.  Sicché  rimosso 
Rotore    mancante  a 

ila  maggior  parte  de- 
ll Guernìto,  non  pos- 
posstbile  il  ritrovarli. 
nelle  antecedenti  irn* 
da  noi  inseriti  nella 
(ua  mano  V  aggiunse 


(•)  Che  il  Redi  Citasse  questo  Testo  ne'  suoi  spogli;  che 
ei  di  sua  mano  lo  aggiugnesse  ncU'  indice,  sarà  benissimo,  f- 
noi  il  crediamo;  ma  che  gli  spogli  del  Redi  fossero  inseriti 
nella  quarta  impressione  ,  questo  fe  quello  di  cb«  dubitiamo 
forte;  e  ciò  per  non  aver  trovato  ne  pure  uo  esempio  eoW  ah 
breviatura  7Abald.  R. 


•••(Mf^^^^C«««=«— 


TAVOLA 


DELLE 

ABBREVIATURE  DELLE  OPERE 

CHE  SI  CITANO  IN  QUESTO  VOCABOLABIO 

D'  AUTORI  GIÀ  ALLEGATI  DAGU  ACCADEMICI  DELLA  CRUSCA 

XEtLA  QDALE  SI  Di'  ANCHE  HAGGDAGLIO  DELLE  EDIZIONI  USATE  A  QUESTO  EFFETTO 

E  DEI  POSSESSORI  DE'  TESTI  CITATI 


Alcune  Opere  di  Luigi  Alamanni^  cioè: 
'    Alam.  Colt,  letu  dedic.  Lettera    dedicatoria,   che   sta    in   fronte  alla  sua    Colùvazionej  stampata  a 

Parigi,   da    Roberto    Stefano,   V  anno    1546.    in    4.  (rj 

Alam.  Gir.  lett,  dedic.  Lettera   dedicatoria,   che    sta    in    fronte    al    suo  Girone   stampato  a  Parigi 

r  anno    1548.  in    4.  (*) 

Alam.  lett.  al  yarch.  Lettera   a   Benedetto    Varchi  [\),    contenuta    nel  II.    Tomo    della  Parte  IV. 

Alamann.  Lett,  Varch.  delle    Prose    Fiorentine,  fcj 

Alam.  nov.  Novella.    Si    cita    1'  edizione    fattane  io    Milano,  da   Gio,  Silvestri,    V  anno 

I8I5.  in   16.   nel    volume    intitolato   Novelle  di  alcuni  Autori  Fiorenti' 
ni.  (sr) 

'    Amar.  Cron.  Cronaca    di  Amaretto   Mannelli.    V.    Cronichett.  d'  Amar,  nella   Tavola    degli 

Accademici. 

Amm.  Ant.  385.  Lettera  che  mandò  l'  Università  di  Parigi  al  Maestro  Generale  de'  Frati  Pre- 

Amm.  Ani. 'i'26.  lett.Jìn.       dicatori   nella    morte  di  S.    Tommaso    d'  Aquino,    la    quale   sta    in   fine    degli 

Ammaestramenti  degli  Antichi  de\Veà\z\one  di  Firenze,  3/annij  dell'anno  1;34. 

in  4,  e    citasi    a    pagine.    Talora    si    è    anche  fatto  uso  dell*  edizione    di    Bit- 

scia,    Vescovi,    1817.   in   ^.  (d) 


(l)  Questa  Letteraia  da  noi  spogliata,  or  fa  molti  e  molli  aveva  qui  e  qua  arbìtrartameate  alterato  il  Testo,  aggiugoen- 
aani,  in  uà  libro  iDtitolato  L'  arte  di  scriver  lettere,  stampato  do,  levando  ,  o ,  comechessia  ,  mutando  ;  e  quindi  delie  varie 
in  Veneaia,  presso  /Domenico  Lavisa,  l'anno  1755-57.  in  cin-  voci  da  noi  addotte  in  quest'Opera  sull'autorità  di  questa 
que  parti  in  12.  Ora  nel  compilare  la  presente  Tavola  ci  ab-  lettera,  non  doversi  avere  per  legittime  che  le  seguenti:  Dire 
battemmo  nell'esemplare  impresso  nelle  Prose  Fiorentine,  e  parole,-  Onde,§.  XI.  flendere,  §.  LSXXtlI.  e  Tenere, §.L.Xyi; 
messo  a  confronto  coU'  altro  da  noi  adoperato,  trovammo,  con  per  essere  tutte  1*  altre  spurie,  e  mala  t'arina  dell'  autore  dei- 
molta  nostra  maraviglia,  cbe  l'autore  del  libro  soprammentovato  1'  opera  soprallegata. 

Focabolario  T.  ti.  255 


2o34 

Amm.  Ant.  Tran.  Mem. 
Artif. 


Ant.  Ferr.  canz.  mori. 
Peir. 


Trattato  della  Memoria  artificiale  di  Fra  Bartolommeo  da  S.  Concor- 
die j  ^1  impalo  dietro  yli  Ammaestramenti  degli  antichi  ,  dell' edizio- 
iie    sLidilelta.  (dJ 

Canzone  morale  di  Maestro  Antonio  da  Ferrara,  quando  si  diceva  che  M. 
Fr.  Petrarca  era  morto,  slaiiipata  in  Firenze  l'anno  1715.  in  12.  dietro 
la  Bella  Mano  di  Giusto  de'  Conti,  nelle  edizioni  del  Petrarca  del  Comi- 
nOj  ed  anche  più  corretta  nel  Sat^gio  di  fìime  di  diversi  buoni  autori,  che 
fiorirono  dal  XìV.Jino  al  .W III. seco/o.  Firenze,  lionchi  e  l.'omp.  1825. in  8.  (p) 

Alcune    Opere    di   Lodovico    Ariosto,  cioè: 
Ar.  Egl.  JSg/oga  intitolala    Tirsi  e  Melibeo,    stampala  nel  Poligrafo  di   Hilano  1' anno 

Ar.  Egl.  Tirs.  e  Melili.  1812,    citala    varie    volte    dal    Parenti],  e  dal    Pezzana. 


'   Ar.  Elcg.  16.  (2) 
*    Ar.  lett. 


*  Ar.  Scoi. 

*  Ariosi.  Scoi, 

*  Ar.  Scoi.  prol. 


Lettere  (3').  Stanno  nella  Vita  dell'  autord  scritta  dal  Baruffaldi,  stam- 
pata in  Ferrara  1'  anno  1807,  in  'l.  citale  nel  Dizionario  di  Bologna 
alle    voci    Correre,    |.    XXXI.    ed    Esibitore,    §.,  e  trascurate  negli  Indici. 

La   Scolastica ,   Commedia    in    versi  .    Si    cita    il    Prologo    dal    Compilatore 

sull'  esemplare    che    sta    nel    volume    secondo    dell'  Opere    dell'  Ariosto  , 

Venezia    1730.  in   foglio.   Anche  1' ^/ie/Ii  cita  questa  (Commedia  alle  voci 

,  Bizzochera,  e  Gennaio,  ma  senza  allegarne  gli  esempli,  né    tirarla  fuori 

netili    Indici. 


B 


*  Barb.  Docum. 

*  Barb,  Be^g.  donn. 

*  Bardi 

*  Bari.  Stor. 

*  Belo.  Jgg.Pr,Sp,  0  Spir. 

*  Belc.  Land.  IO.  (Parma 

1835) 

*  Belc.  Leti. 

*  Belc.  Lett.  8. 

*  Belc.  Prat.  Spir. 

*  Belc.  Prat,  Spir.  prol. 


Documenti  d'  umore   di  Francesco   da   Barberino  .    V.    Frane.  Barb,  Docum. 
nella    Tavola     degli     Accademici. 

Del  Beggimenlo  e  dei  (Costumi  delle  donne.  V.  Frane.   Barb,  Begg.  Donn. 


Bardi  (^i)  .  f^J 

Storia    di    Barlaam.    V.    Stor.  Bari,    nella     l'avola    dei;li    Accademici. 


*  Belc.  Bapp.  Annunz. 

st.  ^'ì. 


Alcune  Opere    di    Feo   Belcari^    cioè: 

Aggiunta  al  Prato  Spirituale  .  Si  cita  una  copia  presso  il  CompilaloTe 
tratta  dall'  Originale,  che   si   coaserva    in    Koma    nella    Valliccllìaoa.  fi/ 

Laudtìj  ora  per  la  prìmu  volta  slaatpatc  per  cura  del  Cav.  Francesco 
Mortaì-a.  l'arma,  dalla  Stamp.  Carmignani^  1836.  io  8.  Si  cilaoo  a  pa- 
gine,   fcj 

Lettere.  Si  cita  Teseinplare  stampato  in  Firenze  per  cura  del  Can.  Morc- 
ni  Panno  IS25  in  8.  ed  Ì  numeri  aggiunti  agli  esempli  additano  le 
pattine   dell'edizione   suddetta,    (cj 

Volgarizza  mento  del  Prato  Spirituale,  Quest'Opera  scrìtta  originalmente  in 
Greco  da  un  Gioi'anni  Mosco^  tu  recata  in  latino  Tanno  I-iV^.  da  Frale 
Ambrogio  Camaldolese^  e  tu  questa  traduzione  fatta  volgare  l'aono  ap- 
presso dal  Beicari.  Si  cita  Tesemplarc  stampato  in  Venezia,  dietro  le  Vi- 
te    de'  SS.    Pailri.    ranno    1175.    in    foglio,   fnf  (cj 

La  Bnppresentazionc  ijuando  la  N.  Donna  Maria  Vergine  fu  Annunzia- 
ta  dall' Aui^elo  Gabbriello,  Si  cila  a  stanze  P esemplare  impresso  in  Ki> 
renzc,  Aloutier^  tra  le  Poesie  del  Beicari  Panno  IS^3.  in  8.  per  cura 
del   sig.   Avv.  Gustalo   Galletti,  (s) 


(2)  t^LU'ftU  jl)ltrc\iatura ,  clii*  tcmlira  \wlci  MgnìGriirt' : 
fC/ff;ia  iti  Loitovico  Ariosto,  si  trova  u&atu  iLI  Monli  ì.1!j  vuci- 
Luce,  §.  Xltl.  :  ma  il  (uMo  sta  clic  riempio  ivi  iillrgjtn 
upimrliroc  nun  ad  un* /-.'/cj^m,  ma  al  Capitolo  XVI.  delle  Bime 
itffl'  Ariosto. 

(3)  AdcIio  V  Alherti  allegò,  sema  adilurne  P  esempio  , 
Ir  ietterà  t\v\\'  Ariosto  alla  vucu  Huotameitto  j  nu  nui  non 
tribbiamo  jccollo  quoslu  vorc  ,  sehliene  acrulla  tlai  nostri  pre* 
dccessnri,  rome  quella  che  ha  il  sud  roodanivutu  sopra  un  rr- 
iure  ortoj-rafico  ,  itovenilosi  scrivere    Hotamento. 

(\)  L."  Alherti  cita  co»i  il  I/nnlt  alla  \ucc  Tmverjoite. 
Noi  Don  sappiamo  iju.ile  dei  IìavìU  egli  uliliu  inlesu  di  citare. 
Dui  non  averne  tatlu  motto  negi' Indirì  parrrhlie  rlie  1*  esem- 
pio  «lovesie   appiiTlcncrc   a    ijtovannt   de'  /InrHi,  il   tui    Discor- 


so iunra  il  Giuurit  licI  i'.ili  io  t-'iDrrnttnu  ■-  ^la  4Uef:at<>  t>af;ii 
Aeradeniìti  roll' al>1<rrvijliira  iUsc.  Caie,  o  /*mr.  Disc  Cali. 
ma  in  esso  noi  non  altlnam»  potuto  nuvroire  l'ciempio  sud- 
«Icllo,  rhr  e  di  verto  f  non  di  prosa  ;  nì^  Patirò  che  lo  stesso 
Atlirrli  reca  sodo  la  vorv  Impreittchtrt,  rome  apparteacole  a 
questo  Disror>u.  Nim  «i  dtihiamo  trovato  altresì  il  secondo 
esempio  tccato  «laglì  Accademici  alla  *oce  ìtattere  JJ.  XLV.  r 
P  altro  portalo  sotto  la  voce  (Quadriglia.  Inoltre  abhiamo  i>s- 
scrvatu  (e  6a  bear  Pawertirlo  qui,  non  aveudolo  l'alto  altro- 
ve )  rh<-  lolle  le  rilaaioni  appu^Ie  dagli  Acradeaiin  «f;li  rsem- 
pii  If alti  da  questa  Uisror^u  iisronirano  rolla  stampa  del  1673. 
onde  siamo  di  credete  chr  non  los^e  altrinsenti  da  essi  ado- 
perata l'altra  del    tCìJSi  come  atlcrtnano  nella  loro  Tavola- 


ao35 


'  Bete.  rim. 
Belc.  rim.  e.  4. 
Belc.  107.  (Fir.  l'iSS.) 

Belc.  yU.  Colomb.  302. 


Belc.  yit.  Eg.  o  Egid.  I . 
Belc.  f^tt.  Eg.  o  Egid. 

cap.  50. 
Belcar.  yit.  Eg.  cap,  13. 


Ritne.  SoUo  questo  titolo  dì  Kline  vengono  citate  da  l'^erona,  e  da  Bologna 
Jc  Laudi  di  Feo  stampate  in  Firenze  da  Francesco  Bonaccorsi  in  una 
Raccolta  l'anno  14H5.  in  -ì.  ed  i  nunieii  apposti  alle  allegazioni  segna* 
no  le  pagine,    (rj  (b) 

yita  del  B.  Gio.  Colombini  con  Parte  della  (^ita  d'alcuni  primi  suoi 
Compagni  {'i) .  Si  cita  a  pagine  dai  Compilatori  Veronesi,  e  dalla  Minerva 
la  stampa  ili  Siena,  Calisto  e  Francesco  Bindi,  l'/ll.  in  4.  e  da  noi  e 
da  alcuni  de' nastri  piedecessori  l'edizione  di  Roma,  Giacomo  Dragona 
dellij  I().^)9.  in  12.,  e  più  spesso  l'edizione  fatta  in  Verona,  per  cura 
d'i  Antonio  Ceiari,  dall'Erede  Alevlo,  l'anno  1817.  in  8.  V.  Feo  Belc. 
nella   Tavola   degli  Accademici,    (.^j  fr)  (b)  (Min)  (s)  fcj 

yila  di  Frate  Egidio.  Si  cita  a  capitoli  una  copia  presso  il  Compilatore 
tratta  da  un  codice  Chigiano  segnato  L.  IV.  128.  ((>)  ,  e  confrontata 
con  altra  copia  tratta  dal  Conte  Giambatisla  Giuliari  dall'Originale, 
che  si  conserva  in   Roma  nella  Vallìcelliana  ^7)  segnato  F.   31.  (cj 


Bemb.  Asol.  lett. 
ined. 


'  Bemb.  Leu. 

255. 
■  Bemb.  Lett. 

p.  2.  pag. 
'  Bemb.  Oraz. 


ined. 
257. 


Alcune  Opeiv  del  Card.  Pietro  Bembo ^  cioè: 
dedic.  Lettera  che  sta  in  fronte  agli  Asolani   del   medesimo    stampati   in     Firenze, 

appo  i  Giunti,  l'aono   15 15.   in  8.  (c) 
1.2.  Lettere  inedite.   Trovansi   nel   Tomo  I.    Parte  II.     dc^ Monumenti    di    t'aria 

letteratura  tratti  dai  MSS.  di  ilons.  Lodovico  Beccadelli,  Bologna  1797. 
T.   ì.  I   numeri  aggiunti  accennano  il  volume,  la  parte,  e  la  pagina,  (pej 

Orazione.  Sta  a  pag.  176.  e  segg.  delle  Orazioni  volgarmente  scritte, 
raccolte  dal  Sansovino,  ed  impresse  in  Venezia  presso  Allobello  Salicato 
l'anno  1584.  io  4.  Citata  ddXV Alberti  alla  V.  Contravvalere,  e  trascu- 
rata negli  Indici. 


Benv.Cetl. Disc.  Archit.  Discorso  dell'Architettura  di  Benvenuto   Cellini.  Citasi  dai  Compilatori  Napo- 
letani alla  V.  Incognito» 

Racconti  Piacevoli  del  medesimo,  pubblicati  in  Venezia,  Tipografia   d'Ai- 

visopoli,  l'anno  1828.  in   8.   Si    citano  a  pagine.  fAr^  ^c^ 
Ricordi  del  medesimo.   Noi   citiamo  l'esemplare  impresso  in  Firenze  presso 
Guglielmo  Piatti   l'anno    1829.   io   8.  in   seguito    alla   f^ita  dell'Autore. 
Co' numeri  aggiunti  agli  csempii   accenniamo  il  volume,  e  la    pagina.     I 
Compilatori  Napoletani,  che  citarono  questi  Ricordi  alla    V.     Fruttato  , 
non  sappiamo   di  che  edizione  si  sieno   valsi,   fyj  (e) 
Sonetto  di  Bernardo  Bellincioni,  pubblicato  dal  Poggiali  nella  sua  Serie  de'  Te- 
sti di  lingua,  e  citalo  alla  voce   Cagione  dui  Parenti. 


Benv.  Celi.  Race.  40. 

■  Benv.  Celi.  Rie.  36. 
Benv.    Celi.   Ricor.   3 
225. 


Beni.  Belline,  son. 


•  B.  Pulci  Egl. 

'  Bern.  Pule.  EgU 

•  Bern.  lett.  24. 


Bocc.  rim.  42. 


Bonom.  Oss.  Pellic.  9. 


'  Borgh.Disc.  scriv.contr. 
13. 


Borali,  leti. 


L'Egloghe  dì   Virgilio  tradotte  da  Bernardo  Pulci,  impresse  in  Firenze  per  M. 
Antonio  Miscomini  l'anno   1494.  in   4.  (jj 

l^entisei  Lettere  Jamiliari  ed  inedite  di  Francesco  Berni  Fiorentino  .    Venezia, 
dalla  Tipografia  d'Alvisopoli,   1833.  in  8.  Si  citano  a  pagine,  ^c/ 


Borgh.  Pros.  Fior.  p.  4. 
v.k.pag.  133. 


Rime  di  M.  Giovanni  Boccaccio.  Si  cita  l'esemplare  impresso  in  Livorno, 
per  Tommaso  Masi  e  C-,  l'anno  I80"2.  in  8.  I  numeri  aggiunti  agli  e- 
sempli  additano   le  pagine,  (bj  fcj 

Osservazioni  su  i"  Pellicelli  del  corpo  umano  di  Gio.  Bonomo,  impresse  in 
Firenze   per   Pietro   Matini   l'anno    1687.    in    4.   Si    citano    a    pagine,  (e) 

Alcune  Opere  di  Mons.  Vincenzio  Borghini,  cioè: 

Dello  scrivere  contro  ad  alcuno.  Discorso,  impresso  in  Firenze,  nella  Ti- 
pografia di  Luigi  Pezzati,  l'anno  1841.  in  8.  Si  cita  a  pagine,  e  dove 
la  stampa  non  ci  è  parsa  corretta,  abbiamo  consultato  l'originale  pos- 
seduto   da    S.    E.    il    Sig.  Cav.    >Iarch.    Pier   Francesco   Rinuccini.  (c^ 

Brano  di  lettera  riportato  nella  Tavola  delle  abbreviature  nella  nota 
339.  dagli  Accademici  della  Crusca;  e  citata  da  f'erona  alla  voce  Cre- 
dere,  |.    XXVI. 

Lettere.  Stanno  nel  quarto  volume  della  parte  quarta  delle  Prose  Fio- 
rentine.   V.    Prof.    Fior,   nella  Tavola  degli  Accademici,  (cj 


(5)  L"  Albera  allegò  questa  Vita  alla  V.  PolUzzola,  e  la 
trascuro  nci;li  lodici. 

(6)  Questo  codice  contiene  varie  altre  operette  spirituali, 
tra  le  quali  alcune  di  Fra  lacopone  da  Todi,  che  noi  reputia- 
mo Tolgariiaate  dal  Belcari,  cooforme  dicemmo  altra  volta  in 
tua  nostra    lettera    indiriiaata    ad    un    nostro    carissimo  amico 


Mons.  Tommaso    Azzocchi,  resa    pubblica  nell'  Antologia    di 
Firenae  6no  d:il   l832. 

(7)  Il  Cantila  nella  Serii  dei  Testi  di  lingua  (  Vcnctia 
1839.  )  sotto  il  nuni.  104.  pigli»  errore  dove  afferma  che  que- 
sta Vita  di  Fr<i(e  Egidio  fa  parte  delle  l'ile  de'  Santi  Pa- 
dri. 


3o3€ 


Bronz.  Cap.  Capare. 


Bronz.  cap,  delCesier 
chiaro. 

Bronz.  leu. 


Bronz.  rim.  ined. 

Bron  z.  o  Bronzin.  son. 

93" 
Brun-  Cat.  o  Catil.  6. 
Bruti.  Lat.  Cat.  18. 
Brunett.  Catil.  17. 
Br.  Oraz.  Tuli.  Quint. 

Leg.  177. 

Br.  o  Brun.  Or.  Tuli. 
6. 


Alcune  Opere  di  Agnolo  Allori  detto  il  Bronzino^  cioè: 

Il  Caparbio^  Capitolo  contenuto  net  Testo  a  penna  della  .Magliabecbiana 
segnato  col  numero  II.'),  classe  VII.  fcj 

Capitolo  dell'esser  chiaro,  impresso  io  Venezia  nella  Tipografia  d'AUiso- 
poli  l'anno  1819.  in  8.  cilato  dalla  Minerva  alla  V.  Contrario,  e  tra- 
scurato  negli  Indici. 

Lettera.  Sia  nel  Marchi,  Due  lezioni  ec.  a  pag.  127.  e  segg.  Fiorenza,  Lo- 
renzo Torrentino  Stampator  Ducale  I5'l9.  in  4.  Citata  liM' Alberti  alle 
Voci   Scamatino,  Scarpeliare,  e  Vituperare ,  e  trascurata  negli  Indici. 

Rime  inedile.  Testo  a  penna  della  Magliabechiana  segnalo  col  num.  115. 
Classe  VII.  (c) 

Sonetti,  impressi  in  Firenze,  Magheri,  1823.  in  'l.  Il  numero  aggiunto  agli 
cscn)pli   accenna  quello  della   pagina,  fiij  (c) 

La  prima  Orazione  di  M.  Tullio  Cicerone  contro  Catilina,  volgarizzata 
da  Ser  Brunetto  Latini,  Firenze,  presso  David  Passigli  e  Sodi,  ISS't. 
in   8.  Citasi  a   pagine,  (e) 

Orazione  di  M.  T.  Cicerone  per  Quinto  Ligario  volgarizzata  da  Ser  Bru- 
netto Latini,  impressa  in  Firenze,  da  Domenico  .Maria  Manni,  1'  anno 
173.5.  in  1.  dietro  il  folgarizzamento  della  Consolazione  di  Boezio    (8). 

Orazioni  di  Tullio  tradotte  da  Ser  Brunetto  Latini,  stampate  in  Lione 
dietro  l'Etica  d'Aristotile  l'anno  1568.  in  4.  Co'numeri  s'additano  le 
pagine,  fcj 


Buonag.  Vrbic.  Rim.  Rime  di  Buonagiunta    Vrbiciani  da  Lucca.  Stanno  nel  primo  Tolume  dei  Hocti 

<"•'•  del   primo  secolo  impresso  in   Firenze     l'anno    1810.   in  due  volumi  in  8.   K 

Buonag.  da  Lue.  canz.  anche  la  Tavola  degli  Accademici,  (bj  (mj  (e)  (erj 
Buonag.  da  Lue.  son. 

Burch.  Son.  Feo  Belc.  Sonetto  alla    Burchiellesca   di   Feo    Belcari,    stampato    nella    parte   quarta    dei 

''■^-  Sonetti   liei   Burchiello,  dtì  Bellincioni,  e  d'a\ln    Poeti    Fiorentini    alla    bur- 
chiellesca. Londra    (Lucca,  e  Pisa),    1757.  in  8.  (e) 


*  Capp.  Para/".  Inn.  5' .  Para/rasi  poetiche  degl'Inni  del  Breviario  del  Marchese  f^iruenzio  Cappo- 
ni, impresse  in  Firenze,  da  Antonio  Brazzini,  l'anno  1818.  in  8.  Si  ci- 
tano   a    pagine,  fc) 


'    Cari.  Dat.  Obbl.  limi 


Car.  Ap.  o  Apol. 
Car.  Ap.  0  Apol.  kk. 

Car.  Apologet.  S.  Greg. 


*  Car.  Cam.  83. 

'    Car.  Com.  (Nasca)  III. 
Car.  Com.  proem. 

•  Car.  Fich.  13. 


Car.  En.  o  Eneid.  3. 
Car.  En.  o  Eneid.  2. 
211. 


Dell'  Obbligo  di  ben  parlare  la  propria  lingua    di    Carlo  Dati.  V.    Dat.   Obbl. 
ling. 

Alcune    Opei-e    del    Commendatore   Annibal    Caro,  cioè: 

Apologia  contro  Lodovico  Castclvetro.  Si  citano  a  pagine  le  stampe  di 
Parma  ,  per  Selh  Viotto,  1558.  in  \.  e  di  Milano  .,  Tip.  de'  Classici 
Italiani,   1820.    in    9.  fjj  (bJ  (sj  fer)  (rpj  fnj  fcj 

Volgarizzamento  dell'  Apologetico  di  S.  Gregorio  Pfazianzeno.  Citasi  con 
questa  abbreviatura  dal  Prof.  Parenti  olla  voce  .7srone  )a  prima  delle 
Due   Orazioni  di  Gregorio  IVazianzeno,  Venezia,  Aldo,  1569.  in  't. 

Cemento  di  Ser  Agresto  ila  Ficaruolo  sopra  la  prima  Ficata  del  Padre 
A'cco.  Si  cita  r  esempl.ire  impresso  1'  anno  I 'i8'l.  in  fine  dei  Kagiona- 
iiicnli  dell'  Aretino  j  ed  anche  1'  altro,  senza  luogo  e  nome  <li  «lamjia- 
lore,  impresso  1'  anno  1791.  in  12.  .M  Comento  surccde  It  Diceria  de' 
Nasi,  la  quale  taloia  è  slata  pure  allegata  accennandola  fra  pnrenteti. 
I  numeri  aggiunti  egli  esempli  additano  la  pagina  delle  suddette  e- 
ili/inni    (9).  rv;  frp)  (b) 

L'  Eneide  di  Virgilio  tradotta  (!•').  Si  citano  le  edizioni  di  Venezia,  Giunti, 
1581.  in  'l.  e  I' altra  di  Milano,  òonroijno,  e  Comp.  1816.  in  8.  Co'nu- 
meri   aggiunti    agli    esempli    s'  .itldila    il    libro,    e  pììi    sjiesso  il   libro,    ed 


(8^  .Srl)l>ci)L'  |iokSi  cretlcrsi  rlir  i^ur&la  l)rA£to/u*  iij  %\»\* 
Ms^aK*  la  [innia  vulla  ÌD  i|Ut'ito  VocaboUriu,  pure  non  è  cosi  : 
da  rlif  r  rtrnipio  attriliuilu  dngli  Accadfnitci  .lUa  Lritcra  Hi 
Tullio  a  Quinto  iiittu  la  voce  Signore  §.  7/  si  (ruva  io  csia, 
e  <-i)lla  sUiii[)a  &iiddi-Ua  riscontra  Ij  ritaiionc  a|i|iusl.tvi  dagli 
A(.c.ideiiii<  I. 


(y)  L'  .4llftrlt  rila  ijuetlo  Comcolo,  rom*  si  piso  »rdcr«- 
alle  Voci  Carnato,  Incrostnrt,  A'ginghernmtnlo  «"C.  eoli*  al»- 
tirrvialura  .-/rr/. com.  cioè  Arrtino  Comento.  Egli  forse  si  Talsi 
delta  nii-nluv.itacdiiioncr.iUa  coi  nagiooamcDlidtfir.yrrn'iioH'aD- 
nu  l.'>8.'{  in  8.  Noi  alil'ianio  rcstiluito  al   T^ro  l<?  suddrlle  toci. 

(lo)   Il   Ccsnrt  allrgi»  «jucsl' Opera  alla   voce   Liitf 


Cai:  Eneid.  l-pag-  'l'i. 

Car.  leu.  Farn. 

Car.  Un.  Farn.  I.  26. 


Car.  lelt.  ined.  2.  24. 
Car.  leu.  ined.  t.  2.  e.  207 

Car.  letu  Negoz.  8. 


Car.  leti.  Tom.  18. 
Car.  leti.  Tomit.pag.^0. 


Car.  Long.  rag.  2. 
Car.  Long.  Proem. 
Car.  Long.  Sof.  55. 
Car.  Long.  Sof.  supplem. 

155. 
Car.  Am.past.  I. 
Car.  f^otg.  Long.  Am.  4. 

Car.  Mattac.  sec.  I. 
Car.  Son.  in  risposta  ad 
un  Castelvetrico. 


Car.  Ora-.  Naz.  115. 
Car.  Oraz.  1.  S.  Greg. 

Nazianz. 
Car.  y^olgarizz.  Oraz. 

II.  S.  Greg.  Nazianz. 
Car.  Ben. 
Car.  Reti.  2.  22. 
Car.  Reti.  153. 
Car.  Ret.  Arist.  l.  5. 
Car.  Rett.  Ar.  lib.  2.  e. 

15. /lag.  148. 


2o37 

il  verso  in  cui  trovasi  la  voce  .tllegala  j  e  qualche  rara  volta  aiiclie 
il  libro,  e  la  pagina,  h')  fj)  hi)  (ii)  (vr)  (re)  (s)  to)  (e) 

Delle  Lettere  scritte  a  nome  del  Cardinale  Alessandro  Farnese^  impresse 
ili  Padova  appresso  Giuseppe  Cornino  1'  anno  1765.  in  tre  volumi  in  8. 
I  namtri  aggiunti  agli  esempi!  additano  il  volume,  e  la  pagina;  e  talora 
il    volume  ,    e    il    numero   della  lettera,  fsj  (Min)  (d)  (c) 

Lettere  inedite,  impresse  in  Milano  dalla  Tipogralia  Pogliani  V tinno  1827-31. 
in  tre  volumi  in  8.  I  numeri  aggiunti  agli  esempil  adtiitano  il  volume, 
e    la    pagina,  (pe)  (fp)  (s)  (d)  (c) 

Trenta  Lettere  di  negoziti  scritte  dal  medesimo  a  nome  del  Cardinale 
Alessandro  Farnese,  stampate  in  Padova,  presso  Giuseppe  Cornino, 
l'anno  1749.  in  8.  Il  numero  aggiunto  agli  esempli  addila  la  lette- 
ra, (p)  (iiin) 

Lettere  CXXf^lI.  raccolte  da  Giulio  Bernardino  Tomitano  OpiterginOj 
impresse  in  Venezia  da  Antonio  Zatta  1*  anno  1791.  in  8.  Co' numeri 
si    additano    le    pagine.  /"y'J  (e) 

Gli  Amori  Pastorali  di  Dafni  e  Cloe  di  Longo  Sofista,  tradotti  in  Ita- 
liano, divisi  in  quattro  Ragionamenti  o  libri,  con  supplemento  in  line. 
Citiamo  a  pagine  1'  esemplare  impresso  in  Firenze  presso  Molini,  Landi, 
e  C.  l'anno  1811.  in  8.  Alcuni  dei  nostri  predecessori,  o  aiutatori  li 
citano  anche  a  libri,  o  a  ragionamenti,  (b)  (,vJ  (srj  f.fj  (Min)  (fp)  (tc)  (d)  (cj 


Aggiunta  di  alcuni  sonetti  contro  Lodovico  Casteluetro,  impressi  dietro 
la  ristampa  dell'  Apologia  dell'  Autore,  fatta  in  Milano  dalla  Società 
Tipografica  de'  Classici  Italiani  1'  anno  1820.  in  8.  I  numeri  delle  ci- 
tazioni corrispondono  a  quelli  dei  sonetti,  intitolati  da  chi  li  cita  :  Mat- 
taccini secondi.  Tra  questi  sonetti  v'  è  anche  quello  citato  in  risposta 
ad  un   Casteh'etrico.  (b) 

Due  Orazioni  di  Gregorio  Nazianzeno  fatte  in  lingua  toscana  dal  Comm. 
Annibal  Caro.  Si  cita  per  lo  più  a  pagine  1'  esemplare  stampato  in  Ve- 
nezia appresso  Aldo  Manuzio  1'  anno  1569.  in  4.  e  talora  anche  la  ri- 
stampa fattane  in  Milano,  da  Placido  Maria  yisai,  V  anno  1820.  in 
8.  (mJ  (p)  (Bj  (itin)  fs)  (e) 

La  Rettorica  di  Aristotile,  tradotta  dal  medesimo.  Noi  citiamo  a  pagine 
l'edizione  di  Venezia,  alla  Salamandra,  dell'anno  1570.  in  4.  I  nostri 
predecessori,  o  aiutatori  citano  per  lo  piìi  a  libri,  e  a  capitoli  la  suddet- 
ta edizione,  ed  anche  qualche  altra  deìle  mt^liori.  fAj  {rj  (bJ  fsrj  (cpj  fMj 
(tc)  (c) 


Car.  rim.  53. 

Car.  rim.  egl. 

Car.  Egl. 

Car.  Son. 

Car.  Sonett.  buri.  3. 

Car.  Serm.  S.  Cipr.  1 56. 

Car.  f^olg.  Serm.  S.  Cipr. 


Car.  Nas. 
Car.  Nas.  23. 
Car.  .Stan:.  Nas. 


Car.  S trace.  1.2. 
Car.  Stracc.prol. 

Car.  yolg.  Omet.  S.  Gre". 


Rime.  Si  citano  a  pagine  le  migliori  edizioni,  e  singolarmente  quelle  di  Ve- 
nezia, Aldo  Manuzio,  1572.  in  4.:  e  Bernardo  Giunti  e  Fratelli,  1584. 
pure  in    4.  (bj  (srJ  (fp)  (c) 


Il  primo  Sermone  di  S.  Cecilia  Cipriano  sopra  l'elemosina,  volgarizzato. 
Si  cita  a  pagine  1'  esemplare  stampato  in  Venezia  appresso  Aldo  Ma. 
nuzio  l'anno  1569.  in  4.  dietro  le  due  Orazioni  di  Gregorio  Nazian- 
zenoj  e  talora  anclic  la  ristampa  fattane  in  Milano,  da  Placido  Maria 
frisai,  l'anno    1820.  in   S.  (>iinj  (cJ 

La  Dicerìa  de^  Nasi,  Noi  citiamo  a  pagine  l'esemplare  impresso  tra  le 
Dicerie  de'  Re  della  flirta,  Garvelley-hall  (  f^enezia  _,  Tipografia  Alvi- 
sopoli j  I82I.  in  8.  \\  Sig.  Polidori  cita  l'esemplare  impresso  dietro 
al  Comento  di  Ser  Agresto  ec.  l'anno  1584.  in  Une  dei  Ragionanienli 
dell' .\retino  ed  1  Compilatori  Napoletani  la  ristampa  fatta  l'anno  I79I. 
in    12.  senza  luogo  e   nome  di  Stampatore,  (s)  (b)  ^fp)  (c) 

Gli  Straccioni,  Commedia.  Citasi  1'  esemplare  in  12.  Impresso  senza  da- 
ta, e  luogo  (\apoll  verso  il  1730.)  a  atti,  e  scene;  e  coli' abbreviatura 
prol.  il  prologo,  fs)  (sr)  (e) 

yolgarizzamento  della  Omelia,  o  sia  prima  Orazione  di  S.  Gregorio  Na- 
zianzeno. Citasi  con  questa  abbreviatura  dal  P.  Corzetto  alla  V.  Sca- 
duto %.  I. 


Cas.  Framm.  382. 


Alcune  Opere  di  Mons.  Giovanni  della  Casa,  cioè  : 

Frammento  d'  un  Trattato  delle  tre  lingue  Greca,  Latina,  e  Toscana.  Sia 
nel  terzo  Tomo  delle  Opere  dell'  Autore  impresse  in  Venezia,  Pasinello, 
1728-29,  in  cinque  volutili  in  4.  1  numeri  a;;glunti  agli  esempli  ne  addi- 
tano le  pagine,  (e) 


zo38 

Cas.  leu.  io. delle  traile 
dal  MS.  Soranzo. 

Cas.  leu.  I"i.  f/m.  182'i.) 
Cas.  leti,  ined,  VJ. 

Cas.  leti.  Guati,  o  Guai- 
ter.  201. 
Cas.  leu.  Guall.  3.  202. 


Cas.  Imjt.  o  Impr. 


Lettere  traile  dal  MS.  di  Iacopo  Soranzo^  impresse  in  fine  del  secondo 
volume  delle  Opere  dell'  Autore  stampate  in  Venezia  da  Àngiolo  Pa^ 
sinello  l'anno    1752.   in   tre   volumi   in   4.  (r) 

Lettere  a  Carlo  Gualteruzzi,  stampale  per  cura  di  Luigi  Maria  Hezzi  in 
Imola  ,  nella  1  ipo^rafìj  del  Seminario,  l'anno  182^1.  in  ^1.  1  numeri  a|;- 
j^iuntt  a:;li  esempli  additano    per    lo    più    le   pagine,    (b^  (c)  (fpj 

Lettere  a  Messer  Carlo  Gualteruzzi.  Stanno  nel  terzo  volume  delle  Opere 
del  Della  Casa,  stampate  in  Venezia,  appresso  Angiolo  PasineUo,  l'anno 
I728-2U.  in  5.  volumi  in  'i.  I  numeri  aggiunti  agli  esenipii  additano  le 
pagine,   o  il   volume,  e  le  pagine,    (rj  (b)  (lj  (sJ  (c) 

Hime  di  Gio.  Bartolommeo  Casaregi,  impresse,  coi  Componimeati  Poetici  To- 
scani del  Canonico  Saldino  Saltini,  io  Firenze,  nella  Stamperia  di  Gaetano 
Albizzini,   l'anno    1750.   in  8.    (bJ 

Memorie  istoriche  dell'  Immagine  di  M.  V.  dell'  Impruneta  di  Giambatitta 
Casotti.  Firenze,  ATann/j  1714.  in   4.   {.^J 


Castig,  Ag.  Egloga,  o  Stanze  pastorali  del  Conte  Baldassare  CastigUoni.  Stanno  nel  secondo 

Casligl.  Poes.  Pasl.  30.  volume  delle  lettere  dell'  Autore  impresse  in   Padova  1'  anno    1771.  io  due  vo- 

lumi  in  4.  (oj  (erj 


Cavale.  Ali.  Ap,  n  Aposl. 

I(>5. 
Cavale.  .4ii.  Aposl. 


Cavale.  Episl.  S.  Gir.  ad 
Eustocti. 

Cavale.  Esj>.  o  Espos. 
Simb.  79. 


Cavale,  rim.  44!». 


Cavale.  Specch.  pece. 
Cavale.  Specch.  pece,  <>. 
Cavale,  Specch.  pece.  e. 
o  cap.  8. 


Cecch.  As.  o  Assiuol.  5. 

7. 
Cecch.  As.  pr. 

Cecch,  Lez.  Capii.  Sals. 
Lasc.  pag.  U. 


Cecch.  Masc.  prol. 
Cecch.  Masc.  4.  8. 
Cecch.  Sammar.  1.4. 

Cecch,  Prov.  (ì2. 


Cecch.  S.  Agnes.  3.  2. 


Alcune  Opere  di  Fra  Domenico  Cavalca,  cioè: 

yolgarizzamenlo  deisti  Atti  Apostolici.  Si  cita  V  esemplare  impresso  in  Firenze 
nella  stamperia  di  Francesco  Monche  V  anno  1769.  in  8.  I  numeri  aggiun- 
ti agli  esempli  ne  additano  le  pagine.  Noi  talora  abbiamo  anche  citata 
la  moderna  ristampa  fatta  in  Firenze  dalla  TipograQa  Pezzati  1'  anno 
1837.  in   8.  fry  farj  fsj  (cp)  (cj 

l^olgarizzamento  dell'  Epistola  di  S.  Girolamo  ad  Eustachio.  Si  cita  1'  c- 
semplare  impresso  in  Roma  presso  Marco  Pagliarini  l'anno  1764.  in  8. 
dietro  il  Dialogo  di  S.  Gregorio,   frj  (a)  (e) 

Esposizione  del  Simbolo  degli  Apostoli.  Si  cita  1'  esemplare  impresso  in 
Roma  nella  .Stamperia  di  Marco  Pagliarini  V  anno  17(>3.  in  8.  1  nu- 
meri aggiunti   agli   esempii  additano   il  libro,  e  la  pagina  (l\),  {rj  (jj  fB) 

Hime.  Stanno  dietro  il  Volgarizzamento  del  Dialogo  di  San  Gregorio,  im- 
presso in  Roma,  presso  Marco  Pagliarini,  1'  anno  1764.  in  8.  1  numeri 
aggiunti  agli   esempii   ne  additano   le  pagine,    trj 

Lo  Specchio  de' peccati.  Si  cita  a  capitoli  qualche  rara  volta  l'esemplare 
impresso  in  Venezia  du  Bartolommeo  de'  Zani  1'  anno  1503.  in  4.  ma 
più  spesso  a  pagine  la  ristampa  fattane  in  Firenze,  all'  Insegna  di  Dante, 
r  anno    1828.  in   8.  (r)  (cv)  (r) 

Alcune  Opere  di  Gio.  .Maria   Cecchi,  cioè: 

L'  Assiuolo,  Commcilia  in  prosa.  Si  cita  per  lo  più  l'edizione  fatta  io  A  ene/i.-i 
àiì\  Giolito  l'anno  1550.  in  12.  1  numeri  aggiunti  agli  esenipii  corrispon- 
dono agli  atti  ,  e  alle  scene;  e  1'  abbreviatura  pr.  accenna  il  prolo- 
go, (rj  (s)  (e) 

Lezione  di  Maestro  Nicodemo  della  Pietra  al  Migliaio,  sopra  il  Capitolo 
delta  Salsiccia  del  Lasca.  Firenze,  Domenico,  e  Francesco  .Manzani, 
1589.  in  8.  Il  passo  allegato  da  noi  alla  V.  Maccatella  e  tratto  da  una 
nota  del  luaccììi  ai  Proverbii  del  Cecchi  (12). 

Le  Maschere,  e  il  Samaritano  ,  Commedie  in  versi.  Citasi  l'esemplare  im- 
presso in  Firenze  dal  Pagani  l'anno  1818.  in  8.  Co'  numeri  si  additano 
gli  atti,  e  le  scene,  e  coli'  abbreviatura  prol.  il  prologo.  La  primo  ti  cita 
da  (bJ  (a)  (e)  e  la  seconda  dal   ic)  soltanto. 

Dichiarazione  de' Proverbii,  Si  cita  l'esemplare  impresto  in  Firenze  dall.i 
Stamperia  /'ia«i  1' anno  1820.  in  8.  1  numeri  aggiunti  agli  etempii  addi- 
tano le  pagine.  Noi  citiamo  pure  a  pagine  sotto  lo  slesso  titolo  ancbe  i  Pezzi 
traiti  ilatle  Commedie  inedile  del  medesimo  Cecchi,  di  cui  questa  tecon- 
da  edizione   è  aumentala,  /'aj  (oj  (ci 

Santa  .l^nese.  Storia  sacra  ridotta  in  alto  recitabile.  Testo  a  penna  cita- 
to dal  Pelacchi  nei  brani  delle  Commedie  inedite  del  Cecchi  riportali  die- 
tro la  Dichiarazione  de'  Proverbii  suddetti.  1  numeri  accennano  l'alto,  e 
la   scena,  fcj 


(il)  L'Allicrlì  citò  quest'opera  alla  voce  Acquisito,  e  la 
traicuru  Drgl'  Indici. 

(13)  Vuuisi  notare  clic  il  FiacJti  suililctto  in  uoa  arsio- 


ne, clic  Ila  nel  terso  volume  tiegli  Alti  dell'  Accademia  dcllj 
Crusca,  Fir.  iSag.  in  4-.  fa  «ulore  di  queii' Opcrciia  il /.«ira. 


Cecch.  Toh.  1.2. 


Cellin.  Ore/. 

Cellin.  Race.  1(1. 
Cellin.  rit. 


2oìg 

La  Rappresentazione  ili  Tobia.  Teslo  a  penna  citalo  dal  Fiacchi  nelle  no- 
ie alla  Dichiarazione  de'  Proveriii  suddetli   del   Cecchi,  (cj 

Due   Trattati  dell'  Oreficeria  e  della  Scultura  di  Benvenuto   Cellini.  V.  Beni-. 
Celi.   Ore/',  nella   Tavola  dej;li   Accademici. 

Racconti  di  Benvenuto   Cellini.  V.  Benv.  Celi.  Race. 

l'aita  del  medesimo.  V.   Beni^.  Celi.  Vit,  nella  Tavola  de^li  Accademici. 


Alcune  Opere  di  Gabbriello   ChiabrerOj  cioè: 
Chiabr.  Jmedeid.  t.  4.  Amedeidaj  Poema  eroico,  impresso  in  Genova,  pei- Benedetto  Guasco^  1' an- 

no   I65'i.   in    12.   citato  da  Bologna  a  canti,  e  a    stanze;  e    trascurato   ne- 
gli Indici. 


Chiabr.  Fir. 
Chiabr.  Fir.  5. 
Chiabr.  Fir.  S.  63. 


'    Chiabr. Fir. lib.  l.pag.  6. 

Chiabr.  Foresi.  '2. 

•  Chiabr.  Rug.  8. 

'   Chiabr.  Guerr.  Got. 

*  Chiabr.  Guerr.  Got.  l'i. 

'i6. 
"   Chiabr.  I^it.  'i. 


'   Cic.  Tiisc.  Wl. 

Co  US.  Med. 
'    Coni.  Bell.  Man. 

*   Coppet.  rim.  IO. 


Firenze^  Poema  (  in  ottava  rima  )  stampato  in  Firenze  ,  presso  Zanobi 
Pignoni,  V  anno  I6I5.  in  4.  citalo  iaWAlbcrti,  e  da  Bologna,  e  trascurato 
negli  Indici.  Quando  .agli  esempii  si  è  aggiunto  un  numero  s'  indica  il 
canto;  quando  se  ne  sono  aggiunti  due,  col  primo  s'indica  il  canto,  col 
secondo  l'ottava. 

Firenze,  Poema  (  in  versi  sciolti)  impresso  in  Firenze,  da  Simone  Ciotti, 
V  anno    1628.  in  12.  Citalo  dall'  Alberti,  e     trascurato   negli   Indici. 

Il  Foresto,  ed  il  Ruggiero,  Poemi  eroici  postumi.  Si  cita  la  stampa  di  Ge- 
nova, per  Benedetto  Guasco,  dell'  anno  1653.  in  12.  1  numeri  aggiunli 
agli  esempli  additano   il  Canto.    (>ij  (b)  (sr) 

Le  Guerre  de'  Goti,  Canti  quindici  citati  dall'  Alberti,  e  da  Bologna,  non 
sappiamo  su  quale  edizione,  e  trascurati  negli  Indici.  1  numeri  .Tggiunti 
agli  esempii  accennano  il   canto,  e  la  stanza. 

f^ita  di  Gabbriello  Chiabrera  da  lui  stesso  descritta.  Gitasi  a  pagine  l' 
esemplare  stampalo  in  Genova,  per  Benedetto  Guasco,  V  anno  1654. 
in    12.  dietro  1'  Amedeida,  Poema  eroico  del  medesime,    (e) 

Le  Tusculane  di  M.  Tullio  Cicerone  recate  in  Italiano.  Si  cita  1'  esemplare 
venuto  in  luce  per  cura  di  Fausto  da  Longiano  in  Venezia  appresso  Fmcenzo 
(^augris  r  anno  154-1.  in  8.  I  numeri  aggiunti  agli  esempii  additano  li-  pagine. 
Vedi  anche   Tusc.   Cic.   nella  Tavola  degli   Accademici,  fcy 


Consulti  Medici  (13).  fAj 

La  Bella  Mano  di  Giusto  de'  Conti.  V.  Bell.  Man.  nella  Tavola  degli  Ac- 
cademici. 

Rime  del  Coppella.  Si  cita  a  pagine  1'  edizione  di  queste  Rime,  consistenti 
in  una  Ballata,  in  27.  Stanze,  e  in  un  Sonetto,  fatta  da  Paolo  Zanotti  in  Ve- 
rona r  anno  1830.  in  8.  Il  sig.  Parenti  alla  voce  Riducere  cita  del  Cop- 
petta la  Canzone:  O  dell'orbar  di  Gioi'ej  ma  non  sappiamo  di  clic  edi- 
zione   si    sia    servito,  fc^ 


D 


Dani.  leti.  (Biogr.)  115. 
Dant.  leu.  Princ.  ital. 
Dani.  leti,  ai  Principi 

Itti  Ha  ni 
Dant.  leti.  214. 
Dant.  lett.  Pros.  214. 
Dant.  Pisi.  Imp.  Arrig. 

212. 
Dant.  Salm.  i. 
Dant.  Salm.  peiiit.  4. 
Dant.  yolg.  Salm.  5. 
Dant.  f'oi^.  Cred. 


Dal.  deal. 


Volgarizzamento  di  una  Lettera  di  Dante  Allighieri  a  tutti  ed  a  ciascun 
Re  d'Italia  ec.  Sta  nella  Biografìa  di  Dante  impressa  in  Padova  ,  dalla 
Minerva,  l'anno  1822.  In  8.  I  numeri  aggiunti  accennano  le  pagine,  fs)  (p)  fuj 

Pistola,  o  Lettera  di  Dante  Allighieri  allo  '  mperadore  Arrigo  di  Luziinburgo  (14). 
Sta  nel  volume  intitolato  Pi-ose  di  Dame  Aligìiierì,  e  di  Messei-  Giovanni 
Boccaccio^  impresse  in  Firenze  à^' Tortini  e  Franchi  l'anno  1723.  in  4. 
I  numeri  aggiunti  agli  esempli  additano  le  pagine.  (^J  (r)  fsj 

I  sette  Salmi  penitenziali  trasportati  alla  l'olgar  poesia.    Si   cita  l'esemplare 

impresso  in  Bologna  dai  Fratelli  Masi  l'anno    1821.   in    16.  Il   numero  ag- 
giunto agli  esempii  accenna  quello  del  salmo,  (b^  (p)  (tcj  (cj 

II  Credo  lolgare.  Sta  nel  Saggio  di  Rime  di  diversi  buoni  Autori,  impresso  in 
Firenze  nella  Stamperia  Ronchi  e   Comp.    1825.   in  8.  (tc) 

Alcune  Opere  di  Carlo  Dati,  cioè: 

Cicalate  contenute  nella  Parie  terza  delle  Prose  Fiorentine.   1    numeri  aggiun- 


(l3>  Questi  ConsaUi  sono  così  allegati  dall'  Alberti  alla  vo- 
ce Collezione  g.  1.  e  sebbene  varii  sieno  gli  scrittori  di  Cod- 
sulti  citati  dall'  Alberti  ;  Dondimeoo  teoiamo  per  fermo  cbe 
l'esempio  suddetto  appartenga  a  quelli  del  Redi. 


(l4)  L'  Alberti  c\\ò  questa    Lettera  alla  V.     l'urialmetite,    e 
la  trascurò  Degli   Indici,  e  Ij  Irascurarono  Jiure  l'eroniij  e  Bo- 

hgna,  secondo   il    solilo. 


to4o 

♦  Dal.  Cical.  3.  I.  162. 

*  Dat.  in  leti.  ined.  d'al- 

cuni Accad.  /.  00. 

Dal.  lepid,  spir.  hizz.  48. 


'  Dal.  Idi. 

'   Dal.  leu.  io:. 

*  Dal.  leu.  al  Mena^ 

*  Dal.  leu.  uom.  ili. 


Dat.  Obbl.  ling.  3. 
Dal.  Obbl.  pari.  ling.  I  ', 


Dat.  Pref.  Pi:  o  Pros. 

Fior.' 
Dai.  yegl.  131. 


■   Val.  Fit. 

•   Dal.  rit.  Più. 


ti  agli  esempli  additano  la  Parte,  il  rolume,  e  le  pagiae  delle  Prose  sud- 
dette, (e) 

Lettere,  impresse  tra  le  Lcllere  inedile  d'  alcuni  Accademici  dell»  Crusca 
chi'  Janna  X'eslo  di  lingua,  stampate  in  Pesaro,  presso  Annesio  Mobili, 
l'anno    1835.  in  8.  citale  a  facce  all.i  V'.    "Tratlatino,    (sj 

Lepidezze  di  spirili  bizzarri,  e  curiosi  avvenimenti  descritti  dal  medesimo, 
impresse  in  Firenze  per  cura  del  Canonico  Domenico  Moreni  l'aono  18*29. 
in  8.  Si  citano  a  pagine,  fvin)  (pe)  (e) 

Lettere,  impresse  in  Firenze  nella  Stamperia  Magheri  l'anno  1825.  in  8.  Si 
citano  a  jiagine.  (b)  (c) 

Lettere  al  Menagio.  Stanno  tra  le  Mescolanze  di  Egidio  Menagio  im- 
presse in  Venezia  presso   Gio.   Battista  Pasquali  l'anno    173'>.  in  8.  fcj 

Lettera  al  Principe  Leopoldo.  Sia  nel  primo  volume  delle  Lettere  inedi- 
te d' uomini  illustri  impresse  in  Firenze  l'anno  1773-75,  in  due  volumi 
in  8.  Co' numeri   s'accenna  il  volume,  e  la  pagina,  fcj 

Discorso  Dell'  obbligo  di  ben  parlare  la  propria  lingua  .  Si  cita  a  pagine 
l'esemplare  impresso  in  Firenze  da  Giuseppe  Mannì  l'anno  17*25.  in  1*2. 
tra  le  Regole,  e  Osservazioni  di  varii  autori  intorno  alla  lingua  To- 
scana, (e) 

Prefazione  alla  parte  prima  delle  Prose  Fiorentine  impresse  in  Firenze 
l'anno    I6f)I.  in   8.   fsj  (e) 

teglie.  Si  cita  a  pagine  l'esemplare  impresso  nel  volume  IH.  dell'  Opera 
intitolata:  Opuscoli  inediti  di  celebri  autori  Toscani  U  Opere  dei 
quali  sono  citate  dal  {Vocabolario  della  Crusca  .  Firenze  ,  1816.  in  tre 
volumi  in   S,  fcJ 

Le   File  d^ Pittori.  V.    Kit.  Pitt.  nella  Tavola    degli    .\ccademiri. 


Dav.  leu. 
Dav.  leti.  11. 


Dee.  Tit.  Liv. 
Declam.  Sen. 


Lettere  di  Bernardo  Davanzali,  Stanno  nel  terzo  volume  della  Parte  quarta 
delle  Prose  Fiorentine.  Il  numero  aggiunto  agli  csempii  addita  quello  delle 
Lettere  da  noi   numerate  per  maggior  comodo,  (cj 

Le  Deche  di  Tito  Livio.  V.  Liv.  M, 

Volgarizzamento  delle  Declamazioni  di  Seneca.  V.  Sen.  Declam.  nella  TatoU 
deijli   Accademici. 


E 


Espot.  Simb. 


Esposizione  del  Simbolo  degli  Apostoli  di  Domenico  Cavalca.  V.  Cavale.  Espoi. 
Simb. 


Fav.  Esop.  Bice.  It.  W.  Favole  d'Esopo.  Testo  Riccardiano.   V.  Fav.  Esop.    nella   Tavola   degli     \cc«df- 
Fav.  Esop.  liicc.Jav.  55.       mici  nota  (e). 
Fav.  Esop.  T.  Rice.    l'i. 


Faz.  Uberi.  Dittam. 


Dittarmindo  di    Fazio  degli    Uberti.   V.     Dittam.     nella   Tavola     degli     Accade- 
mici. 


'  Faz.  Ub.  0  Uberi.  Cam.  Canzoni  di  Fazio  degli  [/berti,  citate  dal  Monti,  e  dalla  Minerva,  e  trascurale 
negli  Indici.  1/  esempio  allegato  dalla  Minerva  ni  modo  A  occhio  a  occhio, 
si  Ila  nella  Canzone  pubblicata  dietro  la  Bella  Mano  di  Giusto  de'  Conti  , 
Firenze,  Guiducci  e  Franchi,  17 15.  in  12.  Quanto  poi  a  quelli  allegati  dat 
Monti  alle  voci  Aprire  §.  XLVII.  e  Incalmare,  non  possiamo  darne  alcu- 
na notizia.  Dalla  voce  Incalmare,  pare  eli*  ci  si  valesse  d'  un  Testo  a  pen- 
na   di    Giulio    Pcrticari, 

Le  selle  allegrezze  della  Vergine  di  Fazio  degli  Uberti,  citate  dai  Com- 
pilatori Itolngnesi,  non  sappiamo  se  sopra  qualcbe  Testo  a  penna  ,  o 
stampa,  e  trascurate  al  solito  negli  Indici  .  Il  numero  premesso  alle 
allegazioni  crediamo    che   accenni    la    terzina. 

'  Fed.  dell'  Ambr.  Poel.       liime  di  Federigo  dall'  .imbra.  Stanno  nel    secondo    volume     dei    Poeti    aniiclii 
nn(.  fo/. '2, //>cc.3'.'l .        stampati  in  Firenze  l'anno    1816.  in  due  volumi  in  6.  (ej 


I. 


Faz.   Ubert.Selt.  Allei^r. 


io4i 

*  Feo  Belo.  rim.  Rime    di  Feo  Belcari.   V.  Belc.  Rim. 

*  Feo  Bete.    f^iU    Colomb.  f^ita  del  B.  Già.   Colombini  con  parie  della     Vita   «f  alcuni    primi    suoi 

13.  Compagni.    V.   Belo.    ^it.    Colomb. 

*  F.  V.  viU  54.  Vite   degli   Uomini  illustri  Fiorentini  di  Filippo    Villani.    Si    cita  a  pagine  la 

*  F.  V.  fit.  uom.  ili.  ^0.        stampa    di    Venezia,   presso  Giambalista    Pasquali^   dell'    anno    1747.    in    4. 

*  F.  ViU.  Viu  Acc.  ed    anche    la    ristampa    di   Firenze  dell'  anno  182G.  in  8.  aggiugncodovi  talora 

l'abbreviatura  indicante  la  Vita,  da  cui  è  tratto  Vesem^'io.  (^j  (rj  (bJ  (a)  (b) 
(fp)  (c) 

*  Fir.  nov.  9.  pag.  270.       Novella  nona,  e  decima  di  Agnolo  Firenzuola.  Stanno  in  un  volume  intitola- 

*  Fir.  nov.  10, '255.  to:   Novelle  di  alcuni  autori  Fiorentini   colla  data    di    Londra    1795.    in     8. 

*  Fir.  nov.^  ristampale   in    Milano    da    Gio.  Silvestri    l'anno    I8I5.    in    16.    1    numeri    ag- 

giunti additano  fiuello  della  novella,  e  della  pagina  dell'una,  o  dell'al- 
tra delle  suddette  edizioni,  ma  più  spesso  della  seconda;  la  quale  si  è 
adoperata  altresì  nel  citare  talora  la  novella  IV,  per  avere  un  lungo  brano 
sopra   l'edizione  allegata  dagli  Accademici.  f£j  (cj 

*  Fr.  Giord,  Gen.  54.  Prediche  sulla  Genesi  recitate  in  Firenze  nel    1304.    dal   Beato   Fr.    Giordano 

da  Rivalta  dell'Ordine  dei  Predicatori,  ora  per  la  prima  volta  jiubblicate. 
Firenze,  per  il  Maglieri    1830.   in   4.  Si   cita  a   pagine,  fpej  (e) 

*  Fr.  Giord.  Pred,  293.  Prediche  del  Beato  Fra  Giordano  da  Rivolto  ec.  Si   cita  a  pagine    1'  esem- 

plare impresso  in  Firenze  ,  nella  Stamperia  Vivianij  V  anno  1739.  in 
4.  Oy  (e/ 

*  Fr.  Giord.  Pred.  I.  II.  Prediche   del   Beato  Fra    Giordano    da    Rivolto    dell'  Ordine  de'  Predica- 

*  Fr.  Giord.  Pred.  2.  63.  torij    recitate    io    Firenze    dal    1303.  al  1306.  Si    cita    a  tomi,  e  a  pagine  I' 

*  Fr.  Giord.  Pred.    M.    2.  esemplare  impresso  per    cura    del  Canonico  Domenico    iVoreni   in    Firenze 

137.  nella  stamperia   Magheri  l' nano  I83f.  in    due    volumi    in    4.  ^.v^    (pe)  (e) 

*  Fr.Iac.T".  MS.Pucciano.  Poesie   di  Fra   lacopone    da    Todi.    Testo    a     penna    della    Libreria    del    Mar- 

chese   Giuseppe   Pucci,    citato    dal    Fiacchi  alla    V.  Bramosia, 

*  Fr.  Jac.  T.  o  Tod.poes.  Poesie    inedite    del    medesimo.    Si    cita    a    pagine    l'  esemplare    stampato    ia 

ined.  33.  Lucca  1'  anno  18 19.    in    8.  fcj 

*  Fr.  o  Frane.  Barb.Resg.  Del  Reggimento    e  Costume    delle   donne   di   Francesco    da  Barberino.    Si  cita 

donn.    6.  1'  esemplare    impresso    in    Roma  nella    Stamperia    de'  Romanis  V    anno    I8I5. 

'  Frane.  Barb.   Regg.   25.       in   8.    1    numeri   aggiunti    agli    esempli    additano    le    pagine,    fsj    (p)  (s)  (e) 

*  Frane.  Coppetta  (  canz.  Canzone   di    Francesco  Coppetta   che    comincia:  O  dell'  arbor  di    Giove    ec.  V, 

O  dell'  Arbor  di  Gio-       Coppett.   rim.    buri,    nella    Tavola    degli  accademici,    fpj 
ve  j. 

*  Frane.  Rusp.   rim.  buri.  Rime   burlesche   di  Francesco  Ruspali.   V.    Rusp.    Son.   nella    Tavola    degli    Ac- 

cademici. 

*  Frane.    Sacch.    Baltagl.  La  Battaglia   delle    Vecchie,    e  delle    Giovani  di  Franco    Sacchetti,    Canti  dae. 

Vecch.2.V2.  Bologna,  jl/asj    e  Comp.    I8I9.   in    8.(15) 

*  Frane.  Sacch.    Madrig.  Madrigale  inedito    di  Franco    Sacchetti,    citato    dal  Monti  alla  V.  Rivetta^ 

ined.  e    impresso  (credo)    dal    Poggiali    nell'opera    intitolata:  Serie  de'  Testi  di 

lingua  ec. 

*  Frane.  Sacch.  Sagg.  rim.  Rime   di   Franco    Sacchetti     impresse     nel    Saggio     di    Rime    stampato    in 
115.  Firenze  l'anno    1825.    in   8.  Si  citano  a  pagine,  f'/y 

*  Fr.  Sacch. canz,  ined.  Canzone   inedita    di  Franco    Sacchetti  sopra  le   molte  guise  di   vestimen- 

ti che  si  J'anno  a  Firenze  j  citala  dal  Monti  alla  V.  Anno  suU'  e- 
semplare  impresso  dal  Poggiali  nel  Tomo  I.  dell'  Opera  intitolata:  ie- 
ne   de'  Testi    di   lingua    ec.   (16) 


*   Galeott.  Mail.  Galeotto    Marzio   da  Narni   della    varia    dottrina    tradotto  da    Francesco  Ser» 

donati.   V.    Serd,  Gal.  Marz. 


(l5)  Questo  Poema  giocoso  fu  poi  ristampato  colla  giunta  di  (i6)  Questa  Canzone  fu  riprodotta  eoo  miglior  leiiooe  nel 

■Uri  due  Canti  tratti  da  UD  Codice  MagliabecUiano  Del  Saggio  Saggio  di  Rime  impreco  m  Fireoie  V  anoo   ]825.  ut  8. 
di  Rime^  impresso  io  Fireoxe,  1' aanu  l825    io  8. 

Focalolario  T,  //.  »56 


204> 

Alcune    Opere   di   Galileo    Galilei j  ciot: 

•  Gal.  Consid,    Tass.    14.  Considerazione    o     Censure    sopra    la   Gerusalemme   di    Tortfuato     'l'asso, 

55.  sUmpalu     io    Koma  1'  anno    i'93.    io    'l.    I    numeri  aggiunti  alle   allega- 

*  Gain.  Cens.Ger.  14.  30.  zioni    indicano    per    lo   più    il    cantc^   e    la    stanza,  {xj   (m)   (srj  (d) 


„  Gal.    Disc.  Com.  257. 
«  Gal.  Disc.  Com.  M.   G. 
■H\2. 

*  Gal.  Framm.  par. 

*  Gain.    Framm.    in    Op. 

tol.   o.  pag.  3!). 

*  Gain.  Consid.   Due!.    3. 

119. 


•  Galli.  Un.  Mons.D.  31. 


•  Gain.  leu.  Stacc.  7. 

•  Crai  leu.  uom.  ili.  52. 

*  Gal.  inFahr.leU.il' Uom. 

ili.    Tom.    I.  Ltt.  4. 

•  Gain,  in  leu.    uom.  ili. 

*  G<i/i7.  in  leu.  uom.  Ul.  1. 

IG. 

•  Gain.  Par.  2. 

*  Gal.  leu.  225. 

*  Gain,  lett./àm.  224. 
«   Gal.  leu.   4G(i. 

«  Gal.  leu.  mot.  lun.  III. 


*  Gal.    leu.     in     Poggiai. 

Test.    ling.  1 .  I  J I . 
.<  Gal.  leti. Mar.  Guid.(>\. 


*  Gal.  Mem.    leu.  187. 

*  Gal.  Mem.  e  leti.   p.    I. 

pag.    IG. 

*  Gal.  Mem.  e    leti.    ined. 

pan.  1.  I(>. 

*  Gal.  o  Gain.  Postil. 

*  Gain.  Postil.i'ol. 'i.  pag. 

97. 

*  Gaia.  Op.  f^ol.    3.   pag. 

98. 

*  Gain.  Postil.  in  Op.  voi. 

3.   pag.  105. 

*  Gal.  Trau./orl.  pag.'i5. 

*  Gal.  Trati.  difort.   46. 

47. 

*  Gal.  Gal.  Forl.facc.^^. 

»   Geli.  Color. 


Discorso  sopra  le  Comete  di  Mario  Guiducci  (li),  impresso  fra  le  Opere 
del  Galilei  stampate  dagli  Eredi  del  Dozza  V  anno  lC5Gj  e  ristampale 
in    l'iicnze    dai     Tartini    e   Franchi    l'anno    Ì7I8.    in    Ire  volumi  in  8. 

Frammenti  di  un  Parere  sopra  una  macchina  col  pendolo  per  alzar 
acqua.  Stanno  nel  Volume  III.  delle  Opere  del  Galilei,  Firenze  1718. 
in    4.    Citali    dall'    Alberti,    e    trascurati    negli    ludici. 

Con  siderazioni  sopra  il  Giuoco  de'  Dadi.  Stanno  nel  volume  III.  delle 
Opeii:  tlcl  Galilei,  Kircuzc  1713.  in  4.  ed  ì  numeri  aggiuotì  agli  e- 
sempli  corrispondono  al  volume,  e  alla  pajjina  dell'  edizione  suddetta; 
citato    dall'  Alberti  e    trascurate    negli    Indici, 

Lettera  a  Monsignor  Dini  sopra  V  uso  del  Canocchiale,  e  de'  pianeti 
Medicei.  Sta  nel  Volume  III.  delle  Opere  del  Galilei,  Fircuze  1718. 
in    4.    e    cil.isi    a    pagine.  ^y^_y 

Lettera  sopra  il  fiume  Bisenzio  a  lìaffaello  Staccoli.  Sta  nel  Volume 
HI    delle    Opere  del    Galilei,    Firenze    1718.    in    4.    e    citasi  a  pagine,  (cj 

Lettere,  inserite  nel  volume  prima  delle  Lettere  inedite  d'  Uomini  illu- 
stri raccolte  da  Monsignor  Fabroni ,  e  stampate  in  Firenze  1'  anno 
1773-75  in  due  volumi  ia  8.  (18).  I  numeri  aggiunti  agli  esempli  corrispon- 
dono  a  quelli  delle  paglnej  e  talora  anche  al  volume,  e  alla  lettera; 
e    al    volume,  e    alla    pagina.  (V/  fej  (pe)  (e) 


Parere  intorno  all'  angolo  del  contatto  (IO).  Sta  nel  volume  III.  delle  O- 
perc    del  Galilei,  Firenze    I7I8.    in    8.    Si    cita    a    pagine,    (sj    (c) 

Lettere  familiari,  impresse  in  Venezia  dalla  Tipografia  d'Alvisopoli  1'  anno 
I82G.    Cilansi    a    pagine    dai    Compilatori    Bjlognesi. 

Lettera  al  P.  Cristo/òro  Grienberger  in  materie  delle  montuosità  della 
luna  (20).  Questa  lettera  lu  citala  a  pagine  dagli  Accademici  della  terza 
impressione  suU'  edizione  degli  Eredi  del  Dozza,  come  si  vede  alla 
voce  Conicamente  j  ed  anche  da  quei  della  quarta  sull'  edizione 
de'  Tartini  e  Franchi,  coli'  abbreviatura  Gal.  leu.  come  si  vede  alla 
V.  Flessuoso. 

Lettere,  puliMicale  dal  Poggiali  nella  sua  Serie  de'  Testi  di  lingua  ec. 
Co'  numeri    s'  accenna    il    volume,  e  la    pagina.    fBj 

Lettera  (20)  di  Mario  Guiducci  al  P.  Tarquinio  Galluzzij  impressa  Ira  le 
Opere  del  Galilei,  e  citala  a  pagine  fino  dalla  lei  za  impressione,  sul- 
1'  edizione  del  Dozza,  come  si  può  vedere  alle  voci  Eccentricamente, 
e    Stiracchiatamcnlc. 

Memorie  e  lettere  inedite  finora,  o  disperse  ordinate  ed  illustrate  con 
annotazioni  dal  cavaliere  Giambatista  l'cnturi .  Modena,  rinccnzi  t 
Comp.  lSlS-21,  io  due  Parti  in  4.  i  numeri  aggiunti  agli  esempli  cor- 
rispondono alla  parte,  e  alla  pagina  dell'  edizione  suddetta,  (b)  (pe)  (e) 


Postille   al    libro    intitolato  :   Esercitazioni  filosofiche    di    Antonio    Hocco. 

anno    nel    Volume  III.  delle    Opere    del    Galilei,    Firenze    1718.  in    4. 

i    numeri     aggiunti    agli    esempli    corrispondono    al    volume  ,    e    alla 

pagina  della    suddetta    edizione.    Citate    dall'  Alberti,    e    dai  Compilatori 

Bolognesi,    e    trascurate    acgli    lodici. 


Slai] 
ed 


Trattato  di  fortificazione.  Sta  nella  l'arte  jiTima  delie  .Memorie  e  Ulto- 
re sudilettej  ed  i  numeri  aggiunti  agli  esempli  corrispondono  a  quel- 
li delle    i>agine,    o    dei    capitoli,  (pcj  (sj  (siin)  (cj 

Alcune   Opere  di  Giovamhatista    Gelti,    cioò: 

Trattalo    de'    colori  degli  occhi  di  Simone    Porzio    trailotlu  in    volgare    per 


(17)  Quc«to  Discorso,  come  opnra  del  Galilei,  veune  cilaU» 
a  pagine  liajjli  Accjdemici  della  «juarla  itnpressiune  lull'edi. 
«ione  dei  Tnrtini  e  i'rancUi  allo  voci  .-Iggrainltmcnlo,  e  /ti- 
lardazione;  e  ad  Clio  apparlirnv  altresì  t'pjcmpio  attril'tlilu 
dagli  Accademici  >u<Klt'Ui  ^1  Compiimi  ilei  (.alnct  alla  V.  Ce 
metono.  Del  retto  noi  1"  abbiamo  tiralo  fuoii  qui  per  eiiirci 
dinioiiticati  d'  inucltallo  u<lla  Tavola  degli  Accadtaiici  coororula 
alsoslro  littcìna. 


(|8)  \.'  Alherti  citò  qnrsla  lettere  alle  voci  Fisso,  Ortom- 
tntmentr,  ed  allroTC,     e  le  tra«cuTO  negli  lodici. 

(19)  Quello  f'arftv  fu  citalo  aacbe  dagli  Accadcroici  delta 
quarta  itnpreitionc  alle  Voci  ('on  fa  Ilo,  e  t'ornvertititte,  mt  aol- 
lo  altro  nome,  cioè  jotlo  quello  di     Letterr. 

(aOJ  Anche  quella  Lcltera  V  abbiamo  tirata  fuori  qui  par 
eiicrct  diinenlicali  di  rrgiltrarla  ucUa  Tavola  dagli  Acudamiei 
iccondo  il  uoitro  ilitt. 


*   Geli.  Disp.  Fano.  4 


•  Geli.  Err.  o  Errar.  5.  4. 

*  Geli.  Err.  prol. 


♦   GeU.  rit.  Alf. 


Glovambatista  Gelli  (21).  Si  cita  a  pagine  1'  edizione  fallo  in  Firenze 
appresso    il    J'orrentinn    Tanno    I5M    in    8.    (".,<)    (e) 

Disputa  di  Simone  Porzio  sopra  quella  fanciulla  della  Magna^  la  qua- 
le l'issa  due  anni,  o  più  senza  mangiare  e  senza  bere  _,  tradotta  in 
lingua  fiorentina.  Si  cita  a  pagine  la  stampa  di  Firenze  f  T'orrenti- 
no  J    scnz'  anno    in    8.    fsj    (fpJ    (c) 

L'  Errore  ('22)  Commedia  in  prosa.  Non  sappiamo  di  che  edizione  si  sle- 
DO  servili  i  nostri  predecessori.  Noi  citiamo  1'  esemplare  impresso  nel 
terzo  volume  delle  Opere  del  Gelli  stampale  in  Milano,  dalla  Società 
de'  Classici  Italiani,  1'  anno  I801-I805.  in  Ire  volumi  in  8.  ed  i  nu- 
meii  aggiunti  agli  esempli  additano  gli  atti,  e  le  scene  ;  e  1' abbrevia- 
tura  prol.    il    prologo,    (b)  (siin)  (nr)   (e) 

La  vita  d'  Alfonso  scritta  dal  Giofio^  e  tradotta  dal  Gelli.  V.  Giof. 
Geli.    rit.    Alf. 


Giamli.  o  Giambon. Mis.  Trattato    della    Miseria    dell'  uomo  di  Bono    Giamboni.  V.  Tratt,  Giamb,  nella 
um.  8iy.  Tavola    degli    Accademici. 


Giambull.  Appar. 
Giambull.  Lett.  Appar. 


Giambull.     Disc.       Inf. 

Dant. 
Giamb.  lez.  24. 
Giamb. lez.  Purg, 
Giamb.  lez.  Ord.  univ. 
Giamb.  Ling.    Fir.  pas. 

315. 
Giamb,  Ling.  Fir.  lib.1. 
Giamb.  o  Giambull.  Orig. 

line.  Fior,  23. 


Alcune  Opere  di  M.  Pier  Francesco  Giambullari^  cioè: 

Lettera  a  M.  Giovanni  Bandinij  impressa  nel  1539  in  8.  da  Benedetto 
Giunta  con  questo  titolo:  Apparato  e  Feste  nelle  nozze  dello  illu- 
strissimo Signor  Duca  di  Firenze  e  della  Duchessa  sua  Consorte,  con 
le  sue  stanze,  Madriali,  Comcdia_,  e  intermedii  in  quelle  recitati  (23).  (jt) 

Del  sitOj  forma  e  misura  dello  Inferno  di  Dante,  stampato  in  Firen- 
ze   l'anno    15^4.  in  8.    e    citalo  alla  V.  iScroscio    dal  sig.   Brambilla. 

Lezioni  lette  nell'  Accademia  Fiorentinaj  stampale  in  Firenze  1'  anno  I55I. 
in  8.  Si  citano  a  pagine  dal  signor  Cai^azzoni  Pederzini,  e  talora  an* 
che  col    titolo    di    ciascuna  lezione. 

Della  lingua  che  si  parla  e  scrive  in  Firenze.  Si  cita  la  stampa  di  Fi- 
renze   senz'  anno  (Xorrentino  I55I  )  in  3.  ora  a  pagine,  ed  ora  a  libri,  (cj 

Dialogo  intitolato  il  Cello  di  M.  Pier  Francesco  Giamhullari  dell'  Ori- 
gine della  lingua  fiorentina  .  K.  Giambull.  Geli,  nella  Tavola  degli 
Accademici. 


*  Gigant. 

*  Giord.  Pred. 


La    Gigantea   attribuita   al    Lasca.    V.  Lasc.    Gigant. 
Prediche   di  Fra   Giordano.   V.    Fra    Giord.  Pred. 


*  Giov,  Geli.  fit.  Alf,  66.  i"    l^ita    d'  Alfonso   da   Este    Duca    di  Ferrara  scritta    dal  Giofio  ,  tradotta 

*  Giof.  GeU.  Alf,  97.  '"    lingua    Toscana   da    Giovambatista  Gelli,  Si    cita    a     pagine    1'    edizione 

fatta   in    Firenze   l'anno    1553.  in  8.  ^cy 

*  Giust.  Cont.  Jìim.  ined ,  ^^^^   inedite    di  Giusto  de'  Conti j    impresse    in     Firenze    nella    stamperia    dell' 

QQ.  Ancora    T  anno    IS19.  in   S.   I    numeri    aggiunti    agli    esempli  segnano    le  pa- 

gine,  fcj 


*  Guar.  Idrop.  2.  5. 

*  Guarin.Part.l,lett,\^\ 

*  Guarin.  Segr. 

*  Guìcc.  Avveri.  16. 

*  Guicc.  Disc.  80. 

*  Guicc.  Legaz.  105. 

*  Guicc.  lelt.  ^12. 


Alcune  Opere  di  Battista   Guarinij  cioè: 

La  Idropica,  Commedia  in  prosa,  stampala  senza  data  e  luogo,  ma  fatta  in 
Napoli  tra  il  1720,  e  il  1730.  in  12.  Citata  dall'  Alberti,  e  trascurata  ne- 
gli Indici.    I  numeri  aggiunti    alle    citazioni    segnano  gli  atti,  e  le    scene. 

Lettere,  stampale  in  Venezia  pel  Ciotti  l'anno  1594.  in  4.  Sono  citale 
nel    Dizionario    di    Bologna  alle    voci   Aforisticamente,   e   Schiccheratore. 

Il  Segretario.  Dialogo  stampato  in  Venezia,  appresso  Ruberto  Megetti,  l'an- 
no 1594.  in  4.  E  citato  dall'  Alberti  alla  V.  Comminatoria,  e  trascurato 
negli  lodici. 

Avvertimenti  Civili  di  Francesco  Guicciardini.  Citiamo  l'edizione  fatta  in  Pisa 
presso  Niccolò  Capurro  l'anno  1818.  in  8.  dietro  all'Opera  del  Savona- 
rola del  Reggimento  degli  Stati.  I  numeri  aggiunti  agli  esempli  accennano 
le  pagine,    e    talora    il    numero    deìV Avvertimento,    (e) 

Discorso   circa  la    riforma    di    Fi'-enze,  stampato  dietro  1'  Opera    suddetta. 

Si    cita    a    pagine,    (e) 
Legazione    di  M.  Francesco    Guicciardini.  Si  cita  a  pagine  1'  edizione  fatta 
in   Pisa    dal    Capurro    1'  anno    1825.   in    8,   (b) 


(21)  L'  Alberti  citò  qaesl'  Opera  alla  V.   Fessura^  Fisiono- 
mia^ ed    altrove,  e  la   trascurò  negli  lodici. 

(22)  Il  Gamba  (Testi  di  lingua  ec.  num.  1416)  dice:  L'AtberU 
noa  pose   questa   Commedia    Dell'  lodice,  ma   la    cita    alla  Voce 


Sincerità;  ma  dice  male,  da   che    nessuna    voce     Irovasi    nell* 
Alberti  appartenente  a  questa  Commedia. 

(23)  Questa  Lettera  fu  citata  più  volte  dall'  Alberti  colle  ae- 
cennate  abbreviature,  e  trascurata  negl'  lodici.  Bea  è  vero  che 
la  Dotò    sotto    Descr.   App. 


»o44 

*  Guid.  Cavale,  lon.  Sonetti   di    Guido    Cavalcantij    stampati   tra    le    Rime   del   medesimo,  date    faori 

in   l'ircnzc    l'anno    1813.    in   8.  presso    Niccolò    Carli.    Sono  citate  àa\  Bram- 
billa   alla    V.  Essere    in    prova^    ed  omesse    nella  Tavola. 

Rime  di  Guido  Guinizzelli.  Stanno  nel  primo  volume  dei  Poeti  del  primo 
secolo  stampate    in    Fircu/e    Tanno    1816.  io    due    volumi    in    8.    (èsj  (B) 

Lettere  di  Monsignor  Giovanni  Guidiccioni  (  o  piuttosto  da  M.  Annibal  Caro 
scritte  a  nome  di  lui  )  inserite  net  volume  111.  delle  Lettere  d*  Annibal 
Caro    stampate  in    Padova    1'  anno    1735.  in  8.  presso    Giuseppe    Camino,  (cj 

Lezioni  due  di  Mario  Guiducci  sopra  le  Rime  di  Michetagnolo  Buonarro- 
ti^ stampate  in  Firenze,  dietro  le  Rimedi  qucst'  ultimo  l'anno  I"'26  in  8. 
Si  è  citato  anche  a  pagine  la  ristampa  fattane  in  Milano  da  Giovanni  Sil- 
vestri  l'anno    1821,    in     16.    dietro    le    liime  e    Prose    del  fiuortarrot*".  (bJ 

*  Guitt.  rim.  ant.  I.  177.    Rime   di   Fra    Guittone.    V.    Guiu.   Rim.   nella  Tavola  degli    Accademici. 


•  Guid.  Guiniz.  I.  71. 


*   Guidic.  lett. 


•  Guiducc.  Lez.  142. 


*  lac.  da  Lentino  Rimedi  Iacopo    da    LentinOj  inserite    nel    primo    volume  dei    Poeti  del  primo 

secolo.  Firenze  1810.  in  S.  Si  citano  dal  J/o/i(i  alla  Voce  Ricredere.  Aocbc 
la  Minerva  cita  questo  Poeta  alla  V.  Accommettcre^  ma  noi  non  abbiamo 
potuto    rinvenire  1'  esempio    da  essa    arrecalo. 

*  lac.  da   Tod.  Poesie^  o    sia  Laudi  Spirituali  di  Fra  lacopone  di  Todi.    V.  Fr.    lac.   T.  nel- 

la   Tavola    degli    Accademici. 

*  Imperf.  Rim.  Rime  d'  Orazio    Rucellai  detto  l'  Imperfetto.  V.  Rucell.  Rim. 


*  Lasc.  Arzig.  o   Arzigog. 

'l.  7. 

*  Lasc,  Arzigog.  prol. 
'  Lasc.  Cap.  Sale.  9. 


*  Lasc.  Dial.  f  precedente 

alla  Strega) 

*  Lasc.  Egl.  260. 

*  Lasc.  Egl.  pag.  66. 
'   Lasc.  rim.  3.  184. 


Lasc.  Gigant. 


Lasc.    Intermed.    Teatr. 
Com.  Fior.  t.  5.  p.  II. 


*  Lasca,  lett.  a  chi  legge 
nel  tom.  HI,  Teatro 
Comico. 


Alcune  Opere  di  Anton  Francesco  Grazzini  detto  il   Lasca^  cioè: 

L*  Arzigogolo^  Commedia.  Si  cita  1'  esemplare  stampalo  in  Firenze  (Ve- 
nezia) l'anno  1750.  in  8.  e  col  numeri  aggiunti  agli  esempli  si  ad- 
ditano gli  alti,  e  le  sccnej  e  coli'  abbreviatura  prol.  il  prologo,  fr)  (.sj  (e) 

Lezione  di  Maestro  Nicodemo  ce.  sopra  il  Capitolo  (24)  della  Salciccia  d' 
Anton  Francesco  Grazzini  detto  il  Lasca.  Si  cita  a  pagine  la  stampo 
di    Firenze  158'.».  in  8.  fcj 

Prologo  in  Dialogo  in  cui  sono  interlocutori  Prologo  e  Argomento^  pre- 
cedente la  Strega,  Commedia  impressa  in  Venezia  da'  Giunti  V  anno 
1582.    in   ^.(d) 

Egloghe  ed  altre  Rime,  ora  per  la  prima  volta  accuratamente  pubbli- 
cate in  Livorno  1' anno  1799.  in  8.  I  numeri  aggiunti  agli  esempli  ac- 
cennano le  pagine,  e  talora  il  volume,  e  le  pagine,  esseodosi  queste 
hime  talora  considerate  come  un  seguito  ai  due  volumi  stampati  in 
Firenze    l'anno    \''i\-h'l.(D)fc) 

La  Gigantca  (25)  attribuita  ad  Anton  Francesco  Grazzini  detto  il  Lasca- 
Si  cita  a  stanze,  non  sappiamo  su  quale  edizione,  dal  Brambilla,  che  cita  al- 
tresì   la    lettera    dedicatoria,  (iirj 

Descrizione  degl'  intcrmedii  rappresentati  colla  Commedia  nelle  nozze 
del  Signor  Principe  di  Firenze  e  di  Siena.  Si  cita  a  pagine  T  esem- 
plare impresso  nel  Tomo  V.  del  Teatro  Comico  Fiorentino  ,  Fìrenie 
(feneziaj    1750.    in   sei    tomi    in  S. /'\J 

Lettera  a  chi  legge,  premessa  dall'  Autore  alle  sue  Commedie.  Si  cila 
r  esemplare  impresso  nel  terzo  tomo  del  Teatro  Comico  Fiorentino  , 
Firenze  (feneziaj,    1750.  io  sei  volumi  in  8.  (r) 


{a:})    Quoktu    Capitolo  tuddp  attrìljailu  cui  iiutno    iti  Cmtuuo  Lasca,  ina  del   l'crnhotcv.  sotto  al  i^ual  nome  credoDu  aUuoi 

A  yirrnzuofo.  e  f>tampjto  come  luo  Ira  !<•  jur  Himc   ucU' edi.  che  il   n4>coDilc»»i'  Jìetir.tflto   .irrighi,  »il  alln   Ciro/aiKO    A- 

iiiiDe  del   l5^y.  Nelle    llainpc   jiojleriori    a    i|uckta    %i  si    nota  me/ong/it  dello  il   Oolrbo  da    l'isa,  il  quale  molto  compolt  in 

elle   ù  del   Lasca.  iitilo  piaceTolt  per  divcrlil€  il   Duca  Cosimo   1. 

(aS)   La   Oiga/ttta,  dice  il   Gamba  t  bene;  Dou  «  opera  del 


Late.  leu.  Mas.  7. 
Lasc.  lett  Masacc. 

Lasc.  Nan.  I.  54. 
Lasc.  Hfan.  Dedic. 


Lasc.  Or.  O. 

Lasc.  rim.  lett.  2.  53. 
Lasc.  rim.  lett.  2.  345. 


ao4S 

Lettera  a  Masaccio  di  Calorigua.  Si  cita  per  lo  più  a  pagine  1'  esem- 
plare stampato  nel  terzo  volume  delle  Cene  impresse  in  Milano,  da 
Gio.  Sihestrì,    l'anno     1815.    in  tre    volumi  in    \Qi.  (e) 

La  Nanea.  Citata  dal  Brambilla^  e  dai  Compilatori  Bolognesi,  che  la  tra- 
scurarono negli  Indici.  1  numeri  aggiunti  agli  esempii  additano  il  li- 
bro, e  la  stanza;  e  V  abbreviatura  Dedic. ^  la  Dedicatoria  .  Non  sappia- 
mo di  che  edizione  si  sieno  servili,  ma  creilianio  di  qui-lla  d'  Yvcrdoa 
1772.  in  12.  gr.  che  va  unita  alla  Gii;anteaj  e  Ma  Guerra  de' mostri ^ 
e  forma  il  volume  lì.  della  Raccolta  de'  Poemi  Eroico-Comici.  Noi  abbia- 
mo   adoperata    l'edizione    di    Firenze    del     1612.  (b)   (sr)  (cj 

Orazioni  alla  Croce.  Citasi  àeW  Alberti  un  MS.  della  Libreria  Magliabe- 
chiana  (26). 

Lettera  a  Gio.  Mazzuoli  altrimenti  Stradino^  o  il  Consagrata.  Sta  nel  vo- 
lume 2.  pag.  52.  e  53.  delle  Rime  stampate  in  Firenze,  1'  anno  1741- 
42,  in  8.  e  si  cita  a  pagine  unitamente  ad  altra  lettera  del  Lasca  al 
Gobbo    di   Pisa;    che    sta  a     pag.    344.  e    segg.   del    volume    suddetto,  ^c) 


*  Legg.   S.  Eust.  '211.  Leggenda  di  S.  Eustachio  {'2').  Si  cita    a  pagine    l'esemplare  stampato  nel  1734. 

*  Le^gend.      S.     Eustach.       da    Domenico    Maria    Manni    nel    III.    Tomo    delle    Vite    di    Santi,  ('rj 

278. 

*  XiV.  M.  lib.  2.  cap.  39.      Le   Deche    di    Tito    Lii'io.    Citasi  talora    a   libri,   e   a   capitoli;  e    talora     a  De- 
'  Lw.  Dee.  I.  lib.  2.  chcj  e  n  libri;    ed  anche    a    Deche,    a  libri,  e    a  Capitoli    I'  esemplare  inipres- 

*  Liv.  Dee.   I.  lib.  2.  cap.       so  in    Palermo    1'  anno    1819.  (s) 

16. 

*  Lor.    o    Lorenz.    Med.     Poesie    del    Magnifico    Lorenzo   de'  Medici^  tratte    da  Testi     a    penna    della  Li- 

poes.   l.  breiia    Medicoo-Laurenziana,    stampate    in    Pisa    co'  caratteri    di    F.  Didotj    1' 

anno    ISIG.    in  8.  I    numeri    aggiunti  agli  esempii  additano  le  pagine,  f.vinj  (e) 

'   Lue.  Salvin.  Podagr.        H    Podagroso  di  Luciano    tradotto    da  A.  M.  Saltini.  V.   Sali-in.  Lilc.  Podagr. 


M 


.Maehiav.  Decen.  2. 

Machiav.  nov. 
.Mach.    Op.  164. 


Magai.  Cap.  in  lett.  voi. 


■poé 


54. 


.Mag.  o  Magai,  lett.  128 
Magai,  lett.  1 


91. 


.Magai  part.  I.  lett.  6. 
.Magai,  lett.  P.  \.  l.    16. 

p.  269. 
Magai,  lett.  Teod. 

Magai,  lett. 
Magai,  lett.  154. 
Magai,  lett. fam.    1.    35. 


Decennali   di  Niccolò    Machiavelli.  V.  Segr.  Fior.    Decenn.  nella  TaTola    degli 
Accademici. 

Novella.  V.  Segr.  Fior.  nov.   nella  Tavola    degli  Accademici, 
Opere  di   Niccolò   Machiavelli.    Citasi   a  pagine    l'edizione    di    Firenze  del 
I83I.  presso    Passi^lij  Borghi^  e  Comp.    in    8.  (cp) 

.ilcunc  Opere    del    Conte   Lorenzo    Magalotti^    cioè: 

Capitolo  in  morte  del  Prior  Orazio  Bucellai  detto  nell'  Accademia  della 
Crusca  V  Imperfetto^  stampato  nel  volume  secondo  delle  Lettere  dell'au- 
tore, impresse  in  Firenze  dal  Cambiagi  Y ^nno  1769.  in  due  volumi  in 
8.  ed  an(;he  in  fine  delle  Canzonette  Anacreontiche  di  Lindoro  Ela- 
teo.  Pastore  Arcade,  Fir.  1723.  in  8.  />y 
Lettere  Jarniliarij  divise  in  due  parti,  impresse  in  Venezia,  appresso 
Sebastiano  Coleti,  l'anno  1719.  in  4.  I  numeri  aggiunti  agli  esem- 
pii   segnano    per  lo    più    la    parte,    e    la  lettera,    fjj  (i)  (s)  (itin)  (Mai)  (e) 


Lettera  al  Signor  .Marchese  Carlo  Teoduli.  Sta  innanzi  alle  Lettere  familiari 
dell'autore  impresse   in   Venezia  1'  anno    17 19.  in   4,  (MaiJ 

Lettere  familiari  del  Conte  Lorenzo  Magalotti,  e  di  altri  insigni  uomini  a  lui 
scritte.  Si  cita  1'  esemplare  impresso  in  Firenze  dal  Cambiagi  V  anno  1769, 
in  due  volumi  in  8.  ed  i  numeri  aggiunti  agli  esempii  accennano  il  volume, 
e  la  pagina,  o  la  lettera  (28).  Allorché  s'  incontrano  esempii  con  un  sol 
numero,  si  è  fatto  uso  dai  Compilatori  Bolognesi  delT  edizione  di  Fi- 
renze presso  Giuseppe   Manni  1736.  in  4.  (jj  (s)  (sj  (siinj  (cJ 


t26j  Qacsle  Orazioni  furono  date  ia  luce  ìnBoma  (Firenze} 
del  Can.  ihreni,  nella  stamperia  Magf.eri  1*  anno  1822. 
in  8 

(27)  Questa  Leggenda  si  è  citala  anche  sotto  il  titolo,  che  la 
cito  1.1  Crusca,  cioè  di  Star.  S.  Eustach.  intorno  a  che  vedi 
nel  primo  Indice. 

(28)  Sotto  Tabbreviatura  Magai,    leu.   fam.    i  Compilatori 


Napoletani  hanno  allegalo  le  lettere  del  Viviani.  de!  Falce- 
nieri,  e  del  Redi  dirette  al  MagaloUi,  come  si  può  vedere  dal- 
le voci  Cappellone,  LogariUiio,  Palamite;  e  1'  Alberti  quelle 
del  l'iviaai,  del  Pancialiclii,  di  Pietro  Benedetti,  e  di  Leone 
Strozzi^  come  si  può  vedere  alle  voci  Condoglienza,  Oranelté^ 
ria   e   Murrino. 


20^6 

*  Magai,  leu.  se.  o  scient. 

*  Magai,  leu.  scienl.  pag. 

161. 

*  Magai,   leu.   tcient.   II. 

p.  17'i. 

*  Magai,  leu.  Uom.  ili.  I. 

329. 

*  Magai.  Oper.9S: 

*  Magai.   OpereU.  393. 

*  Magai,  rim. 

*  Magai.   Sidr. 

*  Magai.  Sidr.  20. 

*  Magai.  Sidr.  I.  25. 

*  Malisp.  Ricord. 


Lettere  scientifiche  ed  erudite.  Si  cila  l'edizione  di  Firenze  I/2I.  in  4.  e 
talora  qacUa  di  Venezia  1734,  pure  in  4.  Quando  agli  csempii  è  «tato 
ajgiunlo  un  numero,  questo  talora  segna  la  lettera  ,  talora  la  pagina,  e 
quando  se  ne  incontrano  due^  il  primo  segna  la  lettera,  e  '1  secondo  la 
pagina.  f^J  (b)  (s)  (e) 

Lettere  innestate  tra  le  Lettere  inedite  d'  Uomini  illustri^  stampale  in  Fi- 
renze r  anno  1/73-75.  in  due  volumi  in  8.  I  numeri  aggiunti  alle  ci- 
tazioni segnano  il   volume^  e  la  pagina,  (e) 

farie  Operette  (29)  con  giunta  di  otto  lettere  su  le  terre  odorose  d"  Euro- 
pa e  d'  Americaj  dette  volgarmente  Buccheri.  Si  cita  1'  esemplare  stam- 
palo  in   Milano  da  Gio.  Sih'estri  l'anno  1825.  in    16.  (Bj  (s)  (e) 

Rime,  citale  dall'  Alberti  alla   V.    Cralera,  e  trascurale   ncgl'  Indici. 

//  SidrOj  Poema  in  due  canti  di  Gio.  Filips  tradotto.  Si  citano  a  pagine, 
e  talora  a  canto  ,  e  a  pagine,  le  stampe  di  Firenze     1749.     e    1752.    in 

8.  r^)  (B)  (K) 

Istoria  Fiorentina  di  Ricordano  Malespini.  V.  Ricord.  Malesp.  nella  Ta- 
vola degli  Accademici. 


«  M.  Anselm.  Son.  Burch.  Sonetto  di  .M.  Anselmo  al  Burchiello.  V.  Burch.  nella  Tavola  degli  accademi- 
pas.  6K.  ci  i  quali  si  servirono  di  questa  abbreviatura  dimenticala  negli    Indici,    alla 

V.  Pesta. 


*  Menz.  Costr.  irreg.  pref. 

210. 

*  Menz.  Costr.  irreg.  cap. 

IS.tit. 

*  Menz.     Costr.   irreg.    3. 

218. 

*  Menz.  Costr.  irreg.  cap. 

5.  pag.   226. 

*  Menz.  Costr.  irreg.  233. 

*  Menz.  Ditir. 

'  Menz.  Op.  3.  II. 


'  Menz.  rim.  1. 

•  Menzin.  rim.  1.286. 

*  Menz.   Son. 

*  Menz.  Lament.  Gerem.J 

180. 

*  Metiz.  Ter.  Parad.   2., 

50. 

•  Menz.  Art.  Poet.  lib.  I  .| 

•  Menz.  Poet.  2.  168. 


Alcune  Opere  di  Benedetto  Menzini,  cioè: 

Trattato  della  Costruzione  irregolare  della  Lingua  Toscana,  Si  cila  a  pa- 
gine>  e  talora  a  capitoli,  ed  anche  a  capitoli,  e  a  pagine,  1'  esemplare  stam- 
palo nel  III  Tonio  delle  Opere  dell'  autore  impresse  in  Firenze  dai  Tar- 
tini  e  Franchi  l'anno  1731-32  in  quattro  volumi  in   4.  ^FPj  (e) 


Ditirambo,  impresso  nel  terzo  volume  delle  Opere  suddette.  Citasi  da  Na- 
poli olii  V.   Chiominevoso, 

Opere,  Citasi  talora  con  questa  abbreviatura  il  Trattato  della  Costruzione 
irregolare^  ed  anche  le  Lettere;  ed  i  numeri  aggiunti  agli  esempli  cor- 
rispondono al  volume^  e  alle  pagine  della  edizione  suddetta  dei  Tortini 
e  Franchi,   1731-32.  io  quattro  volumi  io   8.  {cj 


Rime  di  vario  genere.  V.  Menz.  rim.  nella   Tavola  degli  Accidcmici . 


•  Meo  Abbracciav.   Can-.  Canzone  di  Meo  Abbracciavacca  inserita  con  altre  sue  Rime  nel   tomo  II. 

Si.  2.  Poeti  del   Primo  secolo,  Fir.  1816.  in  8.  (b) 

*  Afeo  Abbracciav.    lett.  Lettera  di  Meo  Abbracciavacca  a  Bindo  (30).  E  stampala  a  pag.  "8.  Ira   le 

Lettere  di  Fr.  Guiuone,  Koma,  Antonio  de'  Rossi,   1745.    in  4.  (c/ 


N 


*'  Notaio  lac.  Leni. 


Sonetto  di  Iacopo  da  LentinOj  pabblicato  dal  Professor  Ciampi  nel  Gioraile 
Kncìclopcdico  di  Firenze,  Tomo  II.  num.  *2I.  e  citalo  dal  Frofeisor  Parenti 
olla  V.  Giacitito  (31). 


(ag)  Quelle  Operette  sono  le  lieUìioni  i-ane  sul  Silo  et' 
vate  (la  una  loslesc;  Il  ytendtcare  abottto  nella  cittÀ  di  yfon- 
tall'iino  sUmpatc  io  Fircnic  1I4I  Hfalini  V  anno  i6<)8.  in  8.  e 
la  Relazione  dellì  China  tljm|)3ta  pure  in  Firentc  dal  Marini 
V  anno   1697.  in  8. 

(3o)  Qaciti  Lttlera  h  gi^  citala  dagli  Accademici  sotto  Vait* 


l>revialura  :  Guttt.  lett-  come  può  Tedersi    dalli    tmc     Bat^ , 
adA.   §.    IV. 

(3t)  Quriio  Sonetto  veDoe  riftUmpalo  a  pag.  3oa  Ira  le  Ri- 
me dell'  Autore  incerile  nel  primo  Tolum*  dei  Poeti  é$i  fri» 
mo  secolo  ec.  FìrcDae,   1816.   io  8- 


io47 

Nat.  ant.   (in    Poggiali  Novella  antica  pubblicata  dal  Poggiali  nel  prÌDio  volume  della  sua  ^eri'e  (/e''7'e- 
lest.  ling.  voi.  1.  pag.       sti  di  lingua  ce.  Livorno,   I8KI.  io  due  volumi  in  8.  (bJ  (p) 
■239.) 
Nov,  ant.  (pubblio,  dal 

Poggiati)^ 
Nov.  aut.  Fior.  Ili.  Novelle  di  alcuni  autori  Fiorentini.  Si  cita  a   pagine  da   Bologna     1'    edi- 

zione di  Londra  (Livorno)  1795.  in.  8.  e  da  noi  quella  di  Milano,  per 
Gio.  Silvestri^  dell'anno  1815.  in  IO.  notando  per  lo  più,  tra  parentesi, 
il  nome  dell'  autore  della  novella  che  si   allega,  (sj  (e) 


0 


Or.  Hucell.  Ip.  Descrizione  dell'  Ipermestra    di  Orazio    Rucellaii  Festa  teatrale  di  Gio.    An- 

drea Maniglia.  Sia  nel  Volume  I.  delle  Poesie  drammalicUe  del  Moniglia, 
impresse  in  Firenze,  per  Vincenzo  Vangelislij  V  anno  I689.  in  tre  volumi 
in  4.,  citata  dall'  Alberti  alla  V.  Accavalcarej  e  trascurata  negli  Indici. 


Pandolf.  Gov.    o    Tratt.  Trattato  del  governo  della  famiglia  d'  Agnolo  Pandolfini.  V.  Agn.  Pand.  nel- 


Fain 

Pass.  '1.   186. 
Pass.  1.   169. 


Pass.  Pari.  Annib.  301. 
Pass.    Pari,   o    Parlam. 

Scip.  302. 
Passav.  Parlam.  Scip.  e 

Ann.    401. 


la   Tavola  degli   Accademici. 

Specchio  di  Penitenza  di  Frate  Iacopo  Passavanti  ec.  Quando  agli  esempli  ab- 
biamo aggiunto  due  numeri,  allora  ci  siamo  serviti  della  listampa  fatta  in  Bo- 
logna presso  i  Fratelli  Masi,  l'anno  1S20.  in  tre  volumi  in  8,  ed  il  primo 
di  que'  numeri  accenna  il  volume,  il  secondo  la  pagina.  Quanto  al  resto  V. 
la  Tavola  degli   Accademici,  (e) 

Parlamento  fatto  tra  Scipione  e  Annibale  volgarizzato  da  Iacopo  Passa- 
vanti. Sia  dietro  lo  Specchio  della  vera  Penitenza  del  volgarizzatore  , 
impresso  in  Firenze,  per  li  Tartini  e  Franchi,  l'anno  1725.  in  1.  Co* 
numeri  si   additano  le  pagine,  (r)  (cj 


'  Petr.  Vii.  Pont.  20.  ^ite  de'  Pontefici  e  degli  Imperadori  Romani.  Si  cita  a  pagine  1'  esemplare  ini- 

*  Petr.  f^it.  Pont,  e   Impe-      presso  in  Venezia,  per  Francesco  Bindoni,  e  Maffeo  Pasini,  l'anno  I53't.  in 

rat.  pag.  20.  8.  V.  Petr.  yit.  Uom.    ili.   nella  Tavola  degli  Accademici,  (rj  (e) 

*  Pier.   Dant.  canz.  Canzone  (ZI)  di  Pietro Jìgliuolo  di  Dante  Alighieri.  Sta  in   un  Testo  a  penna  che 

fu  dello  Smunto,  cioè  di  Simon  Berti,  e.  poscia  di  Francesco  Redi,  ed  ora  si 
conserva   nella  Laurenziana,  intitolato;  Rime  varie  antiche    Cod.  [51.    (cJ 

*  Piovano  da    Caquirino.  Sonetti  del  Piovano  da  Caquirino,  citati  nella  Tavola  che   1'    Ubaldini  pose  in 

fine   a'  Documenti  d'  Amore  di  Francesco  da  Barberino    stampati    in    Roma 
l'anno   1610.  in  4.  (rJ 

*  Piti.    S.    Gir.    o     Girol,  Volgarizzamento    della   Pistola  di  S.    Girolamo  ad  Eustochio.  V.  Cavale.  Epis. 

378.  S.Gir.  ad  Eustoch,  ed  anche  Pist.  S.   Gir.  nella  Tavola  degli  Accademici,  (r) 

(")   (e) 

Alcune  Opere  di  Messer  Angelo  Poliziano^  cioè: 

*  Poliz.  Cap*  \  .mort.Lor.  Due   Capitoli  in  morte  di  Lorenzo  de*  Medici  {^3),  Stanno  tra  le  Rime  del- 

Med.  V  Autore  impresse   in  Firenze,  presso  Niccolò    Carlij    V    anno      I8I4   in 

due  volumi  in  8.  (bJ 


(32)  A  proposito  di   quella   Canzone  ,    vuoUi   avvertire    che 

avendo  gli  AcrjJemici  delle  tre  prime  iin|)ressioDÌ  icgibtratc 
DclU  Tavola  delle  alilireviaturc  degli  autori  citati  te  Hime  di 
Piero  figliuolo  di  Dante  come  ilampale,  quelli  della  quarta, 
Della  Dota  236,  dissero  di  non  essersi  mai  scoDlrali  in  questa 
supposta  rdiiiuDe,  ne  aver  Dotizia  d'  alcuno  sciittoic  clie  ne 
favellasse.  Gli  iu  quindi  avviso  che  i  loro  predecessori  inten- 
dessero forse  di  quelle  che  si  legf;ono  oianoscrillc  nella  Libre- 
ria di  5.  Lorenzo  Del  codice  38.  del  Uanco  XL  dove  è  una 
V ita  dt  Datile  scritta  in  terza  rima  avanti  all'  esposizioDe  del- 
la sua  Commedia  fatta  in  Ialino  dal  medesimo  Piero,  e  nel 
cudìcc  ^6-  del  medesimo  Banco,  dove  è  una  sua  Canzone.  Ma 
aveodo  noi,   nella  Tavola  degli  Accademici,  nella    Mota    appo* 


sta  alla  spiegazione  dell*  abbreviatura  Pier.  fgl.  Dant.  Jiim. 
notalo,  come  le  Binie  di  Piero  figliuo!o  di  Dante  furono  po- 
ste ne^r  Indici  senza  essere  slate  spogliale,  ora  ci  pare  cosa 
ben  falla  l'avvertir  qui  ì  nostri  lettori,  che  la  canzone  da  noi 
citala  è  cosa  alfallo  difl'erente  da  quella  contenula  nel  suddet- 
to codice  l^fy.  del  Banco  XL.  Infatti  questa  comincia:  Non  si 
può  dir  che  tu  non  possi  tutto;  la  dove  la  nostra,  oella  qua- 
le il  Foela  parta  in  Ggura  di  Roma  al  Papa,  e  allo  imperado* 
re,  comincia:    /*  sono  il  capo  mezzo  dallo  'mbiislo. 

(33)  Alcuni  credono  che  questi  Capitoli  non  sieno  opera  del 
Poliziano  j  ed  un  MSS.  Trivulziano  gli  attribuisce  a  Giulia- 
no 6glio  di   Lorenzo  di'  Medici. 


2o48 

*  Polh.  Ult.  203. 

*  PoUz.  rim.  leu.  pai;.  206. 

*  Poliz.    rim.  113. 

*  PoUz,  rim.  ctinz.  1. 

*  Poliz.  rim.  ball.  I-'t8. 

*  Poliz.  Jiispett. 

*  Poliz.  Canz.   I.  3. 


Lettera  al  Signor  Federigo.  Sia  a  pag.  201.  e  segj.  delle  Rime  dell'  Aoto- 
re  impresse  in   Milano,   per  Gio,  Silvestri^  l'anno    1825.  in  16.  (e) 

Rime»  Se  ne  citano  varie  edizioni  ^  e  per  lo  più  a  pagine  quella  di  Mila- 
no, presso  G/o.  Silvestri ^  d^W  ani-iO  1825.  in  IG.  Le  abbreviature  Canz. 
Ball.  Jiispett.  cioè  Canzone^  Ballata,  Bispetlo,  acceDoano  il  titolo  della 
Poesia  donde  I'  esempio  è  tratto,  foj  (n)  (p)  (uin) 


'  Porz.  Geli.  Color. 

*  Pulc.Driad. 

*  Pule.  nov.  3G. 

*  Pule.  Sagg.  rim.  135. 


Trattato  dei  colori  degli  occhi  di  Simone  Porzio  tradotto  dal  Gelli.  V,  Geli- 
Color. 

Driadeo  di  Luca  Pulci.  Poema  in  ottava  rima,  stampalo  in  Firenze  nel  l'i'J'i. 
Questo  Autore  (dice  V  Alberti  id  cui  è  citato)  è  allegato  dal  Vocabolario 
sotto  il    nome   di    CiriJJ'o   Cananeo,  che  è  il   titolo  di  un  altro  suo  poema. /^.^y 

Novella   di  Luigi  Pulci,    stampata  tra  le  Novelle  di  alcuni  Autori  Fiorentini, 
Milano,  per  Gio.  Silvestri,  1815.  in    16.  I    numeri  additano   le  pagine,  fu) 
Frottola  di    Luigi  Pulci  impressa   nel  Saggio    di   /lime     di    diversi    buoni 
Autori  che  fiorirono  dal  Xll^.  fino  al  JCf^Ill.  secolo;  stampalo  in  Firen- 
ze, nella  slampen'a  lionchi,  e   Comp.   l'anno  1825.  in   8.  Coi   numeri  ag- 
giunti  agli  esempii  s'  additano   le  pagine,  fcj 


R 


*  fìaj:  Borgh.  pag.  13. 
'  Raf.  Borgh.  rim.  89. 


*  Red.  Ditir.  Ariann. 


*  Red.  Etim. 


*  Red.  in  Magai   leti.    1. 

214. 

*  Red.  in  Magai.  leU.Jam. 

1..78. 

*  Red.  leti.    2.  318.  (Fir. 

1779). 

*  Red.  leti.  3.  9. 

*  Red.  leit.  pag.  72. 

*  Red.  leti.  pref.  57. 


*  Red.  lelt.  ined.  (Gior.  Ar- 

cad.  Novembr.  1819) 

*  Red.  leti.  Uom.  ilU 


•  Red. 

•  Red.  Op.  p.  5. 

•  Red.  Op.  2.  34. 

•  Red.  Op.  Tom.  '(. 

•  Red.   Op.  Napoli  T.  ^ 

37. 

•  Red.  Op.   voi.    2,    pag 

245. 


Rime  inedite  di  Raffaello  Borghini,  ed  altre  di  .Ingioio  Allori,  dello  il  Bron- 
zino (34).  Firenze,  nella  Stamperia  Magheri,  1822.  in  8.  1  numeri  aggiunti  agli 
esempii  accennano  le  pagine,  (pj 

Alcune  Opere  di  Francesco  Redi,  cioè  : 

Arianna  inferma.  Ditirambo,  impresso  dietro  il  secondo  volume  dei  Con- 
sulti /nec/ic'i  dell' autore,  stampati  in  Firenze  da  Giuteppe  Manni  nel 
172().   e    nel  1729.    in  due    volumi    in    4.  fj4j 

Etimologie  Italiane,  tratte  dalle  Ori;TÌiii  della  lingua  Italiana  compilate 
da  Egidio  Menagio,  citate  dall'  Alberti  alle  V.  Capifuoco,  ed  altrove, 
e  trascurale  negli  Indici.  Questo  Opuscolo  venne  pubblicalo  per  la 
prima  volta  nel  secondo  volume  delle  Opere  del  T^et/t  stampate  in  Venezia 
1'  anno  1742-45,    in    sette    volumi    in  '^.(a)  (bj 

Lettere,  stampate  tra  le  Lettere  familiari  del  Conte  Lorenzo  Magalotti , 
impresse  in  Firenze,  da  Gaetano  Cambiagi,  V  anoo  1769,  io  due  volu- 
mi in  8.  I  numeri  aggiunti  agli  esempli  indicanoli  volume,  e  la  pa> 
gina.  fAj    (b)  (^ì  (c)^ 

Lettere  impresse  in  Firenze,  Cambiagi,  l'anno  1779-95.  in  tre  volami 
in  4.  Ci  siamo  servili  di  questa  edizione,  come  se  ne  acrvi  l*  AWertt. 
per  lo  spoglio  delle  Lettere  contenute  nel  secondo,  e  nel  terzo  volume,  e 
non    comprese    ncU'  edizion  del  Manni  allegata    dagli  Accademici.  (^J  (e) 

Lettere,  impresse  per  cura  del  Canonico  Domenico  Moreni  in  Firenze 
nella  Stamperia  Magheri  nel  1825.  in  8.  Il  numero  aggiunto  agli  »- 
sempii  corrisponde  a  quello  delle  pagine,  e  coli'  abbreviatura  pref.  >i 
allegano  da  Bologna  alcuni  brani  di  valenti  scrittori  riportati  nella  pre- 
faziont;.  ^bJ  (c) 

Lettera  inedita,  pubblicata  la  prima  vo'la  nel  Giornale  Arcadico  nel  me- 
se di  Novembre,  dell'  anno  1819.,  e  citala  dai  Compilatori  Bolognesi 
alla     V.     Teriacale,   e    trascurata    negli  Indici. 

Lettere,  impresse  tra  le  Lettere  inedite  d'  Uomini  illustri  stampite  in  Fi- 
renze l'anno  1773-75.  in  due  volumi  in  8.  Co'  numeri  ."iggiuoli  agli 
esempli    atltlitìamo    il    volume,   e    la    pagina,    l'cj 

Opere.  Citasi  1'  edizione  talora  di  Milano,  l'ipogralia  de'  Classici  Italiani 
1809-11.  in  nove  volumi  in  8;  e  talora  un' edizion  di  Napoli  del  1778. 
in  selle  volumi  in  8.  Co'  numeri   s'  accenna   il    volume,  e    la    pagina.  f^J 

(ti  r.ij 


(34)  Quatte  JUme  sono  allegate  alle  voci    Impiu- 
mare,  e    Indegno;  la  prima  dell»    quali    appar- 


liane  aìU  Rime  del  Bcrfhmii  e  1*  altra  a  qutUe 
dell'  Allon. 


JO^y 


*  Bed.  Or.  Tose. 

*  RcJ.  Pr.  Tose.  Mss. 

*  lied.  Poes.  var.  1.  300. 

*  Bed.   Poes.  var. 

*  Bed.  Quartine. 

*  Bed.  rie.  leti. 


Bed.  Bim.  in Bronz.  Son. 
pag.  173. 


'  Bed.  Star.  An^uill. 


Le  Origini  Toscam.  Teslo  a  penna  cilal.i  daW Alberti,  e  trascurato  negli 
Indici    (35). 

f^arie  Poesie  (i<ì),  impresse  dietro  il  terzo  volume  delle  Opere  dell'  Au- 
tore stampate  in  Venezia,  appresso  Gabbriello  Hertz,  l'anno  11  VI.  in 
tre    volumi    in    4.    (cj 

Quartine.    Stanno  nelle    Varie    Poesie    suddette  dell'  Autore.  ^^J  (b) 

Bicordi,  inseriti  a  pag.  W\.  del  volume  terzo  delle  Lettere  del  mede- 
simo impresse  in  Kirenzc  dal  Cambia-^  l'anno  1779-95.  in  tre  volu- 
mi in  4.  citati  dall'  Alberti  alle  voci  Censorato,  e  Bitirare,  e  trascu- 
rati     iie;:li    Indici. 

Bime,  impresse  nel  Libro  intitolato;  Sonetti  di  An'j,iolo  Allori,  detto  il 
Bronzino,  ed  altie  Bime  inedite  di  pili  insigni  Poeti,  stampato  in  Fi- 
renze, nella  Stamperia  Maglieri,  V  anno  1823.  in  4.  I  numeri  aggiunti 
agli  esempli  corrispondono  a  quelli  delle  pagine  della  suddetta  edizio- 
ne,   (b)  (c) 

Storia  delle  Anguille.  Si  cita  il  Frammento  di  questa  Storia,  essendo  andato 
perduto  il  resto,  conservatoci  da  Giuseppe  Zambeccari  nell'  Opera  sua 
intitolala:  Esperietize  intorno  a  diverse  viscere  tagliate  a  diversi  anima- 
li  viventi,    stampate    in    P'irenze    l'anno    1680.    in    4.    fcj 

(Vocabolario  di  alcune  voci  Aretine,  fatto  per  ischerzo  dal  medesimo.  Te- 
sto   a    penna  (37).    fyij 

Begola  della  Vita  spirituale   di  Fra  Cherubino   da    Siena.    Citasi    l'esemplare 
impresso   in  Venezia,   Bindoni  e  Pasini,  V  anao  1543.   in   S.fcJ 

'  Bicett.  Fior.   leti,    degli  tetterà  dedicatoria  dei  Fisici  e  degli  Speziali  {?iS),  indhizzìl^i  al  Granduca  Perdi- 
Spez.  nando    in    data   del    15    di    Novembre  1597.  premessa  all'    edlzion    del    Bicetta- 

rio    Fiorentino    del    1623.  (rj 

*  Bin.    d'  Aquin.  Bim.  Al-  ja^g  Ji  Rinaldo  d'  Aquino,  impresse    tra    i  Poeti  antichi   raccolti  dall'  Allacci, 

lac.  e  stampate    in    Napoli    1'  anno    I66I.  in   8.    (m) 

*  Binucc.  Narc.  22.  //   Narciso,  Favola  in  Musica  d'  Ottavio  Binuccini.  Si    cita  a  pagine  1'  esempla- 

re impresso    in    Roma,   da    (Vincenzo     Poggioli,    l'anno    IS29.    io  S.  fcJ 


Bed.  yoc.  Ar. 


Beg.  Spir. 


Rucell. 
Bucell. 
Bucell. 

97. 
Bucell. 


Dial.  100. 
Dial.  pag. 
Dial.fil.o 

lett.  61. 


*  Bucell. 

•  Bucell. 


Pros.  67 
Bim. 


Alcune  Opere  di  Orazio  Bucellai,   cioè  : 

Saggio  dei  Dialoghi  filosofici,  impresso  in  Firenze   nella  Stamperia  Magheri 
I.  l'anno    IS23.    in    4.  Coi'  numeri    aggiunti    agli    esempli  se  ne    additano  le 

filos.  pagine.    V.    Dial.  Impetf.    nella    Tavola    degli    Accademici,  (ninj  (re)  (c) 

Saggio  di  Lettere.  Si  cita  l'  esemplare  impresso  ìd  Firenze,  nella  Stamperia 
Magheri,  1'  anno  1826.  in  8.  I  numeri  aggiunti  agli  esempli  ne  addita- 
no le  pagine,  (e) 

Prose,  e  Bime  inedite,  stampate  in  Firenze  unitamente  a  quelle  di  Tomma- 
so Buonavenluri,  e  d'  altri,  l'anno  1822.  in  S.  Co'  numeri  aggiunti  agli 
esempli  s'  additano  le  pagine,  (b)  (Min) 


Sai- 


Saggio  di  Rime  di  dii*ersi  buoni  Autori  che  fiorirono  dal  XlF.fino  al  Xf^lil. 
Secoloj  impresso  in  Firenze,  nella  Stamperia  Ronchi,  e  C.^V  anno  1825.  in 
8.  I  numeri  aggiunti  agli  esempli  additano  le  pagine.  Nelle  citazioni  degli  e- 
sempli  si  sono  sempre  accennali  i  nomi  degli  Autori  delle  Rime  che  abbia- 
mo citate^  cbe  sono  l  seguenti: 

Dante  Aligliieri. 
Franco    Sacchetti. 


(35)  Al  prr'seal*;  questo  Teslo  aulogrjfo  sì  conserva  nella  Li- 
breria dt'ir  egregio  Signor  Cav.  Priore  Leopoldo  Bicasoli  se- 
gnato col  num.  IV.  Il  suo  titolo  è  questo  :  Memorie  ,  oì-c.to 
Spoglio  dì  France.fco  Redi  per  le  Origini  della  lingua  To- 
scana, Scartajaccio  secondo.  Oltre  al  primo,  che  non  si  sa  o- 
ve  sia,  il  Bedi  ne  aveva  un  terzo,  al  quale  in  più  d*  un  luo- 
go del  secondo  invia  il  lellorc.e  questo  altresì  è  per<luto.  L^Alherti 
dee  averlo  spogliato  nella  Libreria  dei  PP.  Carmelitani  Scalzi 
di  S.  Paolino  di  Firenze  donde  esso  proviene  al  pari  d'  altro 
Codice  Magltabechiano  conlenente  un'  Opera  simile  del  Redi 
suir  Origine  delle  voci  Aretine.  Parecchie  dell*  Etimologie  cbe 
ii  leggono  in  questo  Teslo  Ricasoli  sono  siale  innestate  dal 
Vocabolario  T,  il. 


Menagio   nelle   sue   Origini  della    lingua    To<!Cana,     spedilegli 
dal   Redi  medesimo,  o  da  altri  Accademici  della  Crusca. 

(36)  Queste  Poesie  si  citano  anche  dai  Compilatori  Napole- 
tani alle  voci  FrugoleltOt  e  Invidio  saccio,  ma  non  sappiamo  dì 
che  edizione  si  sìeno  servili. 

(3;)  Questo  Vocabolario,  che  a' tempi  SeW  Alberti  si  con- 
servala manoscritto  nella  Librerìa  de'  VP.  Carmelitani  Scalzi 
di  Firenze,  al  presente  si  conserva  nella  Magliabechiana  «  se- 
gnato col   numero  929. 

(38)  I  Veronesi  allegarono  questa  Lctlera  alla  voce  DislilU' 
torioj  ma  la    stampa    ha    Des'.iUatorio. 

267 


2uS0 


Salf.  cap.  del  piatire. 


Salvili.    Annoi.     B.    M, 
151. 

'  Salvin.      Annot.     Bocc, 

Com.  Dani. 
Salvin.  Com.  Bocc.  Dani. 

339. 
Salvin.     Annoi.     Buom. 

Tran.  3.  cap.  18. 
Salvin.  Annot.  Cas.  53. 
Salvin.  Annot.  Cas.  son. 

56. 
Salvin.  Annot.  Cas,  52, 
Salvin. Cas.  Annot.  156. 
Salvin. Ann.  J^iet:  Buon. 

523. 
Salvin.     Annot.     Fier  . 

Buon.  'i.  2.  7. 
Salvili.  Fior.  Buon.  L'i. 

10. 
Salvin.   Annoi.    Buon. 

Tane.  j3(). 
Salvin.  G.  'l.  Inlrod. 
Salvin.  Ann.  o   Annoi. 

Maini.  756. 
Salvin.     Annot.    Malm. 

10.21. 
Salvin,  Ann.    o  Annot. 

Mui:  2.  32. 
Salvin.   Ann.   »   Annot. 

Per/.  Poes.  1 .  9. 
Salvin  ,   Annot  .   Per/'. 

Poes.  Murai.  Uh.    3. 

cap.  (). 
Salvin,  Annoi.  Jiini.  ani. 

He  Federigo. 
Salvin.  Annot.  Salv.  lìos. 

sai.  3. 
Salvin.  Arai. 
Salvin.  Arai.  pr. 
Salvin.  Arai.  33. 
Salvin.  Arat.Jen. 
Salvin.  Batrocom.    vers. 

105. 
Salvin.  Omcr.    Batrom. 

511). 


*  Salv,  Calliinac. 

*  Salvin.    Calliin.   Ih». 

*  Salv.  o  Salvin.  Cas. 

'  Satv.o  Salvin.  Cas.  108. 


Luigi  Pulci. 
Angiolo  Poliziano. 
Feo  Belcari. 
M.  Francesco  Berni. 
Alessandro   Allegri. 

Satira,  ovvero   Capitolo  in  lode  del  Piatire  di  Lionardo  Salviaii  a  Filippo  Spa- 
dini.   Sia   nel  Poggiali,  Serie  dei   Testi  di    lingua    ec,    voi.    I.  pa^  350  ,    e 

segg.  rpj 

Alcune  Opere  di  Anton  Maria  Salvini,  rioc  : 

Annotazioni  sopra  le  liime  di  Giusto  de'  Conti,  intitolate  la  Bella  Alano, 
impressa  in  Firenze  da'  Guidacci  e  Franchi  1'  anno  1715.  in  12.  Si  ci- 
tano a   pagine.  (bJ  (c) 

Annotazioni  (39)  sopra  il  Comenlo  del  Boccacci  sopra  Dante,  impiesso  in 
Firenze  (Napoli)  V  anno  1724.  in  due  volumi  in  8.  I  numeri  aggiunti  agli 
esempli  accennano   le  pagine.  (^J  (pj  (e) 

.■innotazioni  alla  Grammatica  del  Buommattei.  Citasi  dal  Prof.  Parenti 
alla   V.   fiinquartaie. 

Annotaziuni  ad  alcune  Rime  di  Mons.  della  Casa.  Stanno  nel  primo  vo- 
lume (lille  Opere  del  Della  Casa  stampate  dal  Manni  l'anno  1707.  m 
tre  volumi  in  8.  Co'  numeri  si  additano  le  pagine;  e  talora  anche  il  name- 
ro   del   Sonello  annotato,    (x)  (o)  (e) 

Annotazioni  sopra  la  Fiera  e  la  Tancia,  Commedie  di  Michelangiolo 
Buonarroti.  Si  cita  l'esemplare  impresso  in  Firenze  dietro  le  Commedie 
suddette  dai  Tartini  e  Franchi  V  anno  1726.  in  foglio.  I  numeri  aggiun- 
ti talora  accennano  quelli  delle  pagine;  talora  quanto  alla  Fiera  quelli 
della  giornata^  dell' atto,  e  della  scena,  e  quanto  alla  Tancia  quello 
dell'  atto,  e  della   scena.  f'J  (j<)  (r)  (sj  (b)  (cj 


Annotazioni  (40)  al  Malmantile  di  Lorenzo  Lippi.  Si  cita  a  pagine,  o  a  canti, 
e  a  stanze  l'edizione  di  Firenze, presso  Francesco  Moucke,  1 750.  io  '^.(.4J  (sj  (e) 

Annotazioni  alla  perfetta  Poesia  Italiana  di  Lodovico  Antonio  .Muratori. 
Noi  citiamo  a  volumi,  e  a  pagine  l'edizione  fatta  in  Venezia,  appresso 
Sebastiano  (boleti,  l'anno  1724.  in  '(■  Il  Cesari  allega  un'  edizione  del 
1770.  Gli   altri    non     sappiamo  di  che  edizione  si  sieno  valsi,  ^r^  ^/*y  ^.v^ /'cy 


Annotazioni  alle  Rime  antiche  del  Re  Federigo,  citate  dai  Compilatori  Napo- 
letani alla   V.  Disdotto. 

Annotazioni  alle  .Satire  di  Salvator  Rosa,  citate  dai  Compiljlori  Napole- 
tani  alla    V.  Esistere. 

f^olgarizzamento  dei  Fenomeni,  e  dei  Pronostici  di  Arato.  Si  cita  la  sta  mpa 
di  Firenze,  presso  Francesco  Moucke,  dell' anno  1765.  in  8.  I  numeri 
aggiunti  agli  esempli  additano  le  pagine.  (w<)  (bJ  (.iJ 

Volgarizzamento  della  Balrncomiomachia  if  Omero,  impresso  in  Firenze 
tra  le  Opere  d'  Omero  da'  Tartini  e  Franchi  V  anno  1723.  in  8.  I  nu- 
meri aggiunti  agli   esempli  additano  le  pagine,  e  talora  il   \ erto,  fjij  (,ij 

yolgarizzamenlo  della  Buccolica  di  yirgilio{fi\).  Teslo  a  penna  ritaloa  Eglo- 

f^olgarizzamento  di  Callimaco  in  versi,  impresso  in  Fireoze,  presso  Fran- 
co .'Hoiicke,  V  anno    17(53.  in   8.  (^J  (b) 

l''olgarizzaiiu-nlo  della  Satirica  Poesia  de'  Greci  e  della  .Satira  de' Roma- 
ni. Libri  due  d'  Isacco  Catiiul'Ono.  Si  cita  per  lo  più  a  pagine  In  slam- 
pa  di    Fircn/e,  presso  Giuseppe  Manni,  dell'anno   1728.  in  4.  (^J  (b)  (cJ 


r.3Q)  U  Alliei  ti  .illrgù  quote  Aonolaiiuni  hUc  voci  lùtei, 
ch'fn'ilico,   Ciifrcissimo,  eil  ultrovc;  |.  In  lr.iscuru  Drgti   Indici. 

('|0)  /.*  Atbcfti  ritu  <[Ut*.slc  AiilloLtiiulii  nllc  %'u('i  l.mtlru'a- 
ttii-nlo,    Hho//iainrnto,  eit  .lUrovr,  e  le  tr4^^u^u  lir^li   liuliii. 

('(l)  Nuu  luppi-iuiD  prcrisjracDle  di  t)Ual  Tetto  J  pcniiu  li 
lorvu&c  il  rinrjii  pe*  suoi  spoffli;  mft  da  quanto  ci  vicu  dello 
atitiianiu  forte  rajjiouc  di  credere  che  31  sìa  valso    d'  una  co- 


pia |ioktrdula  dal  M«rclie>o  Giffje/i/ic  Pucci  di  onorala  memo- 
ria. Un*  altra  copia,  con  coiTctiooi  di  mano  del  VolgariltAtute, 
rontrnrnlr.  oltic  alta  t'.ucfolua  ,  le  tictirpirlir ,  e  i  primi  olii- 
Idin  drlr  L'acido,  ai  coacerva  al  prcii-ntc  nella  IiUreria  dell'Ac- 
culemia  della  C.ruiea;  ed  un'  altra  orila  libreria  Marurclliana; 
doro  è  allreii  una  copia  delle  Georgicbr,  e  dei  primi  quattro 
libri  dell*  Eneide  tuddctia. 


\ 


*  Salviti.  Cica 


'  Salviti.  Colui. 

*  Salvin.  Diog. 

*  Salfin.  rit.  Diog.  198. 

*  Salu.  Eneid.  1. 

*  Sai  fin.  Eneid. 

*  Salvin.  En.o  Eneid.  l.  Ci. 
"  Salvin.  Epit. 

*  Salvin.  Epilet.  cap.  53. 

*  Salvin.  tMan.  Epit. 

*  Salvin.  Es.  Fram. 

"  Salvin.  Es.  Gen. 
'  Salvin.  Es.  Lav.  G. 

*  Salvin.  Eurip. 

'  Salvin.  Eurip.  Cicl.  6. 

*  Salvin.  Cicl.  Eur,  o 

Eurip. 
'  Salvin.  Focil. 

*  Salvin.  Georg.   I. 

*  Salvin.  Georg,  lib.  '1. 

*  Salv.  o  Salvin.  lliad. 

*  Salv.  Pi-ef.  lliad. 

*  Salvin.  lliad.  lib.  \:>. 

in  princ. 

*  Salvin.  lliad.  3.  522. 

*  Salvin.  Inn.  Om.  o 

Omer.  560. 

*  Salvin.  Inn.  Omer. 

ApoU. 
'  Salvin.  Inn. 

*  Salvin.  Inn.  Proci. 

*  Salvin.  Lelt. 

'  Salvin.  Lue.  Podagr. 


Salvin.  Mut. 


*  Salvin.  Nic. 

*  Salvin.  Nic.  Ter. 

*  Salvin.  .Y(C.  .41. 

»  Salvin.  Odiss.  152, 
'  Salvia.  Odiss.  23.  158. 

*  Salvin.  Opp.  Cacc.  3. 

*  Salvin.Opp.Cacc.ì.lS. 

*  Salvin.  Annoi.  Opp. 

Cacc. 

*  Salvin.  Opp.  Pese.  I. 

*  Salvin.  Opp.  Pese.  1. 

IS3. 

*  Salvin.  Annoi.  Opp. 

Pese. 

*  Salvin.  Oraz.Jùn. 


ao5i 

Cicalate.  Stanno  nelle  Prose  Fiorentine,  Parie  terza,  Volume  secondo.  Furo- 
no citate  ilall'  Allterti uUc  V.  Festa^  Insciente^  ed  altrove,  e  trascurate  na- 
gli    Indici. 

(Volgarizzamento  del  Ratto  di  Elena  di  Coluto^  impresso  in  Firenze  l'anno 
1765.  in  8.  (m) 

Volgarizzamento  della  f^ita  di  Diogene  scritta  da  Laerzio.  Sta  nella  parte 
terza  dei  Discorsi  Accademici  di:\  Traduttore  stampiti  in  Firenze  dal  Man- 
ni  l'anno    1733.  in  4,   ed   i   numeri  aiigiunti  accennano   le  pagine,  (jj  (e) 

Volgarizzamento  dei  primi  otto  libri  dell'  Eneide  di  Virgilio  (42).  Testo  a 
penna   citato  a  libri.  (fJ 

Volgarizzamento  del  Manuale  d'  Epiteto.  Sta  nel  terzo  volume  dei  Discorsi 
del  Traduttore  stampati  in  Firenze  l'  anno  1733.  in  4.  Co'  numeri  se  ne 
additano  le  pagine,  e  talora   i   capitoli.  f^J  (s) 

Volgarizzamento  dei  Frammenti  d'  Esiodo.  Si  cita  l'edizione  suddetta  di 
Padova,    Maiifri^  17^7.  in  8.  (a) 

Volgarizzamento  della  Generazione  degli  Dei  di  Esiodo.  Si  cita  l'edizio- 
ne    di   Padova,  Man/rè,   1747.  in  8.  (..tj 

Volgarizzamento  dei  Lavori^  e  delle  Giornate  di  Esiodo.  Si  cita  1'  edizione 
suddetta    di    Padova,  Manfrè,   1747.  in  8.  i^a) 

Volgarizzamento  del  Ciclope  d*  Euripide.  Sta  dietro  1'  Opera  suddetta  dei 
Casaubono.   1   numeri  aggiunti   accennano   le  pagine,  (a)  (s)  (c) 


Volgarizzamento  del  Poema  ammonitorio  di  Focilide,  impresso  in  Firen- 
ze  nella  Slampciia    Mouckiaita    Tanno    1766.   in   8.  ("a^ 

Volgarizzamento  delle  Georgiche  di  Virgilio  (^'iì).  Testo  a  penna  citato  a 
libri.  fFj  (e) 

Volgarizzamento  dell'  Iliade  d'  Ornerò^  impresso  in  Firenze  dai  Martini  e 
Franchi  V  anno  [723.  in  due  volumi  in  8.  I  numeri  aggiunti  agli  esem- 
pli accennano  quando  le  pagine,  quando  i  libri,  e  quando  i  libri^  ed  i 
versi,  e  coli'  abbreviatura  pref.  si  addita  la  prefazione,  (a)  (b)  (p)  (pe)  (3) 
(Min)  (e) 

Volgarizzamento  degV  Inni  d'  Omero.  Stanno  nell'  edizione  sudiletta  dell' 
Iliade  fatta  dii  Tartiiii  e  Franchi  nel  1723.  Col  numeri  si  additano  le 
pagine.  Talora  si  è  indicato  anclie  il  Titolo  dell'  Inno,  o  come  comincia. 
Uj  (Bj  (siinj  (s)  (pe) 

Volgarizzamento  degV  Inni  di  Proclo.  Si  cita  1'  edizione  di  Padova,  Manjrè, 
1747.  in  8.    './; 

Lettere^  citate  dall'  Alberti  alla  voce  CovoncinOj  e  trascurate  negli  Indici. 

Volgarizzamento  del  Podagroso  di  Luciano.  Sta  nel  primo  volume  degli  O- 
puscoli  inediti  di  celebri  autori  Toscani,  le  opere  dei  quali  sono  citate 
dal  Vocabolario  della  Crusca,  impressi  in  Firenze  nella  Stamperia  di 
Borgo  Ognissanti  l'anno  1807.  in  tre  volumi  in  8.  Coi  numeri  aggiun- 
ti agli   esempii   ne  adilitiamo  le  pagine,  (e) 

Volgarizzamento  del  Poemetto  di  Museo  delle  cose  d'  Ero,  e  Leandro.  Si 
cita  1'  esemplare  impresso  in  Firenze  nella  Stamperia  Imperiale  1'  anno 
1765.  in  S.  grande,  (aj 

Volgarizzamento  delle  Teriache,  e  degli  Alessifarmachi  di  Nicandro.  Si  ci- 
ta l'esemplare  impresso  in  Firenze  nella  Stamperia  Mouckiana  V  anno 
I76Ì.  in  8.  (a)  fsj 

Volgarizzamento  dell'  Odissea  d'  Omero,  impresso  in  Firenze  l'anno  1723. 
in  8,  Co'  numeri  si  additano  le  pagine;  e  talora  i  libri,  ed  i  versi.  (aJ 
f.lj  fsj  fpej  futinj  (e) 

Volgarizzamento  di  Oppiano^  della  Pesca  e  della  Caccia  illustrato  con  va- 
rie annotazioni,  impresso  in  Firenze  appresso  Tarlini  e  Franchi  I'  an- 
no 1728.  in  8.  I  numeri  aggiunti  agli  esempli  additano  per  lo  più  il  li- 
bro e  la  pagina;  e  sì   allegano  a   pagine  ancbe  le   note,  (j)  (s)  (e) 


Delle  lodi  di  Pier  Andrea  Forzoni  Accolti,   Orazione  funerale  (44).  Sta  in 


(A2)  Di  questo  Testo  è  da  dire  quel  medesimo  che  abbiamo 
detto  nella  Dota  antecedente. 

(A3)  Dì  questo  Testo  abbiamo  parlato  nella  nota  \l.  L'e- 
sempio citato  da  noi  «Ila  voce  Marchiare  l*  abbiamo  tolto  da 
■kro  esempio  allegato  dal   biacchi  alla  voce  Affilare. 


(^)  L'  .illicrli  citò  questa  Oraiionc  alla  voce  .ispirarne 
coir  abbreviatura  SaUin.  Ora:.  Fan.  e  la  trascurò  negli  In- 
dici.  La  cito  ancbe  sotto  la  voce  Ttisegnazione  coli'  abbrevia- 
tura Salvin.    Disc. 


loSa 


•  Salvin  .Oraz.  lod.  AccoU. 

•  Sali'in.  Oraz.AccoltAI. 

•  Salvili.  Oraz.  Maaliab, 


*  Salv.   Orf. 

*  Salv.  0  Salvili. Imi.  Orf. 

*  Salvili.  Pars.  sat.  '1. 

*  Salvia.  Sai.  Pers.  pag.  7. 

*  Salvia.  Plot.  En.   o    E- 

nead.  o  Enn. 

*  Salvili.  Piotili.  237. 

*  Salvia.  Prog.  Risp.    185. 


*  Salvia. 

*  Salvili. 

16. 

*  Sqivia 

raz, 

*  Salvia 

raz. 

*  Salvia 

*  Salvia 


Pros.  sacr.  218. 
.  Pros. sacr.  semi. 

.    Pros.   sacr.    O- 

,  S.  Agost. 

.     Pros.  sacr.    O- 

S.  Beiied. 
.  Pros.  sacr.  dedic. 
.  rim. 


Salvia.  Se.  Ere. 


*  Salvia. 

*  Salvili. 

*  Salvia. 

*  Salvia  . 

*  Salvia. 

fes. 

*  Salvia, 

*  Salvia. 

*  Salvia. 

*  Salvia. 
'  Salv.  0 

*  Salvia 

*  Salvia. 


SeiioJ".  3. 
Seaof.  I.  12. 
Seaof.  pag.  29. 

Seaof.    lib.    2. 
90. 
Pref.  Seiiof.   E- 

Son.  88. 

Teocr.  Idill.    7. 
Teocr.  9G. 

Salvia.  Trij:  'il. 

Kir.  //nl(i<.  IS'l. 
^l'f.  Antistea. 


Salvia,   i'il.  Crat. 


*    Salvia,  l'it.  Moa. 


Sanaaz.  leti. 
Sanaaz.  leu.  'Ì58. 


•  S.  Sera.  Cose. 

•  S.  Cat.  Oial. 


principio  del  ler?o  volume  dei  Discorsi  dell'  Autore  stampali  in  Firenze 
d.il   Mattai  l'anno    1733.  in  4.  Co'  numeri  s'additano  le  pagine,  fjj  fa)  (e) 

Delle  lodi  di  Aatonio  .Magliahechi,  Orazione  Juaerale,  impressa  iu  Fi- 
ii'nze,  pe'  Guidacci  e  Fraachi,  l'anno  l'I"),  in  foglio,  citala  dall' v4/- 
berlij   e    trascurala     negli     indici. 

f^olgarizzainento  degl'  Inni  d'  Orfeo.  Si  cita  1'  edizione  di  Padova,  Ulaajrt  , 
I7'l7.    in    8.   f.^J 

Volgarizzamento  delle  Satire  di  PersiOj  impresso  in  Firenze  dal  Manni, 
l'anno  I72G.  in  4.  i  numeri  aggiunti  agli  esempli  additano  talora 
(lucilo    della    satira,    e    talora    quello    della  pagina,  (jj  (r) 

Volgarizzamento  dell'  Eaaeade,  o  Novena  sesta  di  Plotino.  Sta  nel  terzo 
volume  dei  Discorsi  del  Volgarizzatore  stampati  in  Firenze  dal  Manni 
V  anno  1733.  in  4.  Coi  numeri  aggiunti  agli  esempli  si  additano  le  pa- 
gine, j-.*;  r.v;  ^c; 

Progetto  di  risposta  da  farsi  all'  Anticrusca  di  Messer  Paolo  Beni.  Sta 
dietro  il  Saggio  di  Lettere  d'  Orazio  Jiucellaij  stampalo  in  Firenze,  nella 
stamperia  Magheri,  1*  anno  1S2G.  in  8.  1  numeri  aggiunti  agli  esempli  ad- 
ditano   le    pagine,  fcj 

Prose  sacre  (45)  .  Se  ne  citano  varie  edizioni  ;  cioè  quella  di  Firenze, 
|ie'  Tortini  e  Franchi,  dcW  anno  17  Ki.  in  1.  l'altra  pur  di  Firenze, 
jiresso  Vincenzo  Petrigiianij  del  1819.  in  8.  ed  anche  la  ristampa 
lattane  in  Milano  per  Gio.  Silvestri  1'  anno  1820.  in  16.  ]  numeri 
additano  per  lo  più  le  pagine,  e  talora  anche  il  numero  de'  Sermoni, 
o  dell'  Orazioni  j  le  quali  qualche  rata  volta  si  sono  accennate  col- 
la   opportuna    abbreviatura;  e  si  cita  anche  la  dedicatoria,  (a)  (b)  (s)  (cj 

Rime,  citate  dall'  Alberti  alla  voce  Attempale  e  trascurate  negli  in- 
dici. 

Volgarizzamento  dello  Scudo  d'Ercole  d'Esiodo.  Si  cita  la  slampa 
suddetta    di    Padova,    Manfrè,    l'ik'.    in    8.  f.jj 

Volgarizzamento  degli  Amori  di  Abrocome  e  d'  Anzia  di  Senofonte  Efesio, 
Libri  cinnue.  Se  ne  citano  varie  edizioni,  ed  in  diversi  modi.  Noi  al- 
leghiamo a  libri,  e  a  pagine  la  stampa  fatta  in  Firenze  àa\  Passigli , 
Borghi,  e  C.  1'  anno  1829.  in  32.  Altri  citano  a  libri,  e  a  pagine,  o 
a    libri    soltanto,   o    solo  a    pagine  l' edizione  di  Londra  del  1757.    (a)  (Bj 

(K)  (CP)  (Dj  (C) 

Sonetti^  impressi  in  Firenze  nella  Slampcria  Ma^herì  Tanno  1823.  in 
'l.    I  numeri  aggiunti  alle  allegazioni  additano  quello  del  Sonetlo.  (bj  (c) 

Volgarizzamento  di  Teocrito,  Si  cita  la  slampa  di  Venezia,  presso  Bastian 
Colelij  drll'  anno  1717.  in  1*2.  Il  numero  aggiunto  talora  addila  quel- 
lo dell*  Idillio,  e  talora    quello  della  pagina.    (Ay   ^b)  fc) 

Volgarizzamento  delle  Sentenze  elegiache  di  Teognide,  impresso  in  Fi- 
renze   nella    stamperia  iVoucAiVi/m    l'unno     1760.    in    S,  f.4j  (b) 

VolgaHzzamento  della  presa  di  l^roia  di  Tri/todorOj  impresso  io  Firen- 
ze   nella    Stamperia    Imperiale    l'anno     1705,   in    ^,  (A) 

Volgarizzamento  della  Vita  (t  Antistene  Socratico  scritta  da  Diogene 
Laerzio.  Sia  nei  Discorsi  Accademici  del  Traduttore  Parte  terza, 
stampala  in  Firenze  dal  Manni  V  anno  173!^,  in  ^1.  Citasi  daìT  .W^erfi. 
Noi    talora    abbiamo    ajigiunto    agli    esempli    Ìl  numero    d«llc    pagine. 

Volgarizzamento  della  Vita  di  ('r\ite  Tebano  scritta  da  Diogene  Laerzio. 
Sia  nel  terzo  volume  dei  Discorsi  del  Volgarizzatore,  impressi  io  Fi- 
renze   dal    .1/rt/ifi/ r  anno    1733.    in    ^i.  f^J 

Volgarizzamento  della  Vita  di  Monimo  Siracusano  scritta  da  Diogene 
Laerzio.  Sta  nel  volume  terzo  elei  Discorsi  del  Volgarizzatore,  impressi 
in    Fitenze  dal  .U^/ini  r  anno    1733.  in  'i*  (^} 

Lettere  di  Iacopo  Saanazzaro  ^V>).  Stanno  dietro  le  Opere  %'ol^an  del 
medesimo,  impresse  in  Padova,  da  Giuseppe  Cornino^  Tanno  1723.  in 
^1.  1  numeri  aggiunti  agli  esempli  additano  quelli  delle  pagine,  o  della 
lettera,  fjtj  (s)  (e) 

Volgarizzamento    rf'  un  Trattato    della    Coscienza  dt  S.    Bernardo,  V,  Cose.  S. 
Bern.  ui-lla  Tavola    degli    Accademici.  \') 

Il  Dialogo  di  S  Caterina  j  eh  A  0    dall'    Allerti   alla    V.    Alììiggitii'amente,   e  tra- 


(^5)    L'  Alhtrti  allogo  qurslc  Pro.tf  sacrf  aUc  voci  CfaPt'fftro, 
J.tiuiIe%olistiimtmenle ,  vd  altrove,  e   le  traicuro  negli   la>lici. 


(^6)   V  AUfertg  allegò  <Ttiettp  Lrltere    alla    V.     CeorfArr , 

altrove,  e  le  trascuro   negli   lodici 


io5H 


sciir.ito  negli  Inilici.  Anche  1  Cfim|iilnlori  Napoletani  lo  citano  alla  V.  Pot^ 
rinato:  ma  ignoriamo  su  quale  slaiiii>a,  f'oisc  siili'  eilizion  di  Siena  1707. 
in  1.    che    forma    il    quarto    Volume   ilelle    Opere    della    Santa. 

Scelt.  son.  canz.   3.    '^8.  Sonetto    di   Anton    Maria    Sahini  (47)  inserito    nel    terzo  volume    della    Scelta 
ISalvin.)  di  Sonetti  u  Canzoni  de'più  eccellenti  Himatori  d'  ogni  secolo,  impressa  in   Ve- 

nezia presso  Lorenzo  Basseggio  l'anno  I7;VJ.  in  quattro  volumi  in  I  ('..  Si 
cita    dai    Compilatori    Bolognesi     alla    V.    Bisolcare. 

Alcune    Opere   del   Padre  Paolo  Segnerij  cioè: 

Concordanza  tra  la  fatica  e  la  quiete  neW  Orazione.  Si  cita  la  edizio- 
ne falla  in  Venezia  iii\\  Baglioni  l'anno  1712.  in  4.  ed  anche  quella 
di  Parma  del  Puzzoni  e  Monti;  e  co'  numeri  aggiunti  alle  allegazio- 
ni si  coiilrassegnano  la  parte,  e  il  capitolo;  e  più  spesso  la  parte,  il 
capitolo,  e  il  numero  marginale  di  esso  capitolo.  (^J  (e) 
Il  Dii'Oto  di  Maria  ferirne.  Si  cilano  le  suddette  edizioni  di  Venezia, 
e  di  Parma.  I  Ire  numeri  aggiunti  alle  citazioni  il  primo  segna  la  par- 
te; il  secondo  il  capitolo,  il  terzo  il  numero  marginale  del  capitolo;  e 
si   cita    anche    1'  Introduzione,  e    la   Lettera    dedicatoria. 


*  Segner.   Concord. 

*  Segner.  Concord.  2.  3. 

*  Segner,   Concord.   1.    'l. 

I. 

*  Segn.     o     Segner.    Div. 

Mar. 

*  Segn.    0     Segner.    Div. 

Mar.  introd. 

*  Segn.    0    Segner,     Div. 

Mar.  I.  4.  5. 
Segner.  Div.    Mar.  leti, 
dedic, 

*  Segner,  Divoz.    f^enerd, 

*  Segner.  Dubb,  191, 

*  Segner,  Fase,  Diibb,  14. 

*  Segner,  Dubb,  infine. 


Segner,  Incr.  o   Incred. 
1.  l.  12. 


*  Segner.   Lctt.    dedic. 

*  Segner.  Magnif. 

*  Segn.  o  Segner,  .Mis, 

*  Segner,  Mis.  versett,    8. 

*  Segner.  Miser,  190. 

*  Segner,  Miser.  18.    I. 

*  Segner,  Espos.    Mis.    l, 

8. 

*  Segner,  Pent,  5. 


*  Segn.   o    Segner.  Pred, 

Pai.  A/),  5,  3. 

*  Segner.  Pai.    Aj>.    Pred. 

fi.  3. 
'    Segner.  lìisp.  quiet.   '10, 

*  Segner.  Rispost,    Quiet. 

'J,  4. 
Segner.  Leti.  Risp.  (ì.  Pi. 

*  Segner.  Lett.Ilisp.Quie- 

tist.    IO. 

*  Segner.  Sent.Oraz.  23. 


*  .Segner.  Sett.  Princip.  I. 

*  Segner.  Sett.    Princ.    il- 

lus.  ri.  num.  4. 


Divozione  de'  cinque  fenerdl  in  ossequio  di  S.  Maria  Maddalena  de' 
Pazzi    Carmelitana.   Si  cita   1'  edizione    sudilella    di    Parma,  fcj 

Fascetto  di  varii  dubbii  intorno  all'Orazione.  Si  cita  l'esemplare  im- 
presso dal  Ciardetli  tra  le  Opere  dell'  .\uloie;  ed  i  numeri  aggiunti 
agli  esempli  additano  talora  le  pagine,  e  talora  il  numero  del  dub- 
bio, (tc)  (cJ 

L'  Incredulo  senza  scusa. ?i\  ella  l'edizione  falla  in  Venezia  i.U\  Baglio  ni 
l'anno  1712.  in  4.  ed  anche  quella  di  Parma  del  Pazzoni  e  Monti. 
I  Ile  numeri  aggiunli  agli  esempli  additano  il  primo  la  parte,  il  se- 
condo il    capitolo,  ed    il    terzo    il    numero    marginale.    (*J   (.i)  (b)  fs)  (stai) 

(t-J  (<=)  ....... 

Lettere   dedicatorie.    Slanno    in    line  delle    suddette    edizioni  di     \  enezia,  e 

Parma.  ^Aj  (e) 
Il  Magnificat.    Citalo    iM'  Alberti   alle    Voci    Magnificamento,  e   Predesti- 

natii'Oj  e    trascuralo    negli    Jndicì. 
Esposizione    del  Miserere  (48).  Si  cita  V  esemplare  impresso  in  Firenze  nel- 

la    Stamperia    di    S.    A.    S.  l'  anno    1692,    in    12.  I  numeri  aggiunti    agli 

esempli    additano  talora    la    pagina;    ma    più   spesso    il    versetto,   e  il    nu- 

nieio    marginale    del    medesimo.  (.^)  (r)  (b)  (c) 


La    Pasqua  di  Pentecoste.    Sta    tra    1'  Aggiunta   di  alcune  meditazioni    per 
le  Feste    mobili,    poste    dietro    alla    Manna    dell'  anima.    Si    cita    da  Ve- 
rona alla    V.  Benej    ed  il  numero  aggiunlo    corrisponde  al    numero    mar- 
ginale. 
Prediche    dette    nel   Palazzo  Apostolico.    Si    citano    le    suddette  edizioni   di 
Venezia,  e    di    Parma,  e  co'    due     numeri     aggiunti  agli  esempli  si  addita 
eoi  primo    la   predica,  e  col  secondo    il   numero    marginale.  f.dj  (b)  (sj   fCP) 
(TC)   (e) 
Lettera    di  risposta   sopra  le    eccezioni   che    da  un   difensore    de'  moderni 
Quietisti.    Si    cilano    le    suddette    edizioni    di    Venezia,  e  di  Parma;  e  coi 
due    numeri    aggiunti    agli    esempli    si    aildlta  il  capitolo,    ed     il     nuuieio 
marginale    di    esso    capitolo.    fO/y  frcj  (e) 


Sentimenti  nell'  Orazione.  Si  cita  1'  esemplare  formante  il  Tomo  XIII 
delle  Opere  dell'  Autore  impresse  in  Fiienze  per  Leonardo  Ciardetli 
l'anno  1831.  in  8.  I  nunicii  aggiunti  agli  esempli  accennano  le  pa- 
gine.   frcJ  (fp)  (cj 

I  sette  principii  su  cui  si  fonda  la  nuova  Orazione  di  quiete  rico- 
nosciuti per  poco  saldi  nella  pratica  focile  che  ne  dà  un  Direttore 
moderno  alla  sua  Filotea.  Si  cita  1'  eiiizlone  suddetta  di  Panna,  e  di 
Venezia,    e   co'  due    numeri    aggiunli    alle    citazioni  s'  indica   1'  illusione. 


(47)  Duetto  Sonetto  e  il  XXV.  dei   SiiDetli  del  Sn/i'ini  im-  ('|8;   l.*.4tbetH  cìlò  questa  Esposizione 

|ircssi  in  Firenze  dj'    Tarttnj  e  Frauc/tt   1'  anno   1728.  iu  i.  Imperatorio^  ed   altrove,  e  la  trascuro  n< 


e  la  trascuro  ocgl'  lodii 


alle  voci    Iminolatoie, 


2o54 

Segnei:     Seti,    l'rincip. 
138. 


ed  il  numero  marginale  della  medesima.  f^J  (b)  (cj.  Il  P.  Tommaso 
Corzetto  cita  talora  a  pagine  la  ristampa  fatta  dal  Ciardetti  tra  le 
Opere    dell'  Autore. 


*  Scgn.  Demetr.  48.  Volgarizzamento   di  Demetrio    Falereo    della  Locuzione  fatto  da  Bernardo  Se- 
Sei^n.  Demetr.  Fai.  pag.  gni.  V.    Demetr.    Fai.   nella    Tavola    degli     Accademici. 

*  Segn.  Gov.  Arist.  Traduzione  della  PolilicOj  o  sia  del    Trattato    de'  Governi  d'  Aristotile  dt 
Segn.    Tratt.  Got^,   leti,  Bernardo  Segni,  V.  Segn.  Polit.    nella   Tavola    degli    Accademici. 

ded.  o  dedic. 

*  Segn.   Arist.    Gov.  pag. 

384. 


*   Seifi:  Fior.  Andr.  1.  I. 


*  Segr.  Fior.  Cant.  carn. 

*  Segr.  Fior.  Cap.  lod.  la- 

cint. 

*  Segr.  Fior.  Com. 

*  Segr.  Fior.  Com,  vers.  I . 

I. 

*  Segr.  Fior.  senz.   tit.  2. 

l. 

*  Segr.  Fior.  Comm.  Inn. 

I.'l. 

*  Segr.  Fior.  Descr.  Pest. 

*  Segr.  Fior.  Dial.  lins. 


'    Segr. Fior.  Disc.Riform. 


*  Segr.  Fior.  Framm. 

*  Segr.  Fior  Framm.  Star. 

*  Segr.  Fior.  Framm.  Jst. 

I  38. 

*  Segr.  Fior.  Leg.  2.  Sien. 

*  Segr.  Fior.  Leg.  2.  Sien . 

I. 

*  Segr.  Fior.  Legaz.  Due. 

Val.   ir.7. 

*  Segr.    Fior.     Leg.    Due. 

f^al.    ielt.2. 


Alcune    Opere   del    Segretario    Fiorentinoj  cioè: 

Volgarizzamento  dell'  Andria  di  Terenzio.  Si  cita  da  noi  a  atti,  e  a  sce- 
ne V  esemplare  impresso  tra  le  Clpcrc  dell*  Autore  stampate  io  Firenze 
presso    Passigli  j    Borghi,    e  C.    l'anno    1831.    in    8.  (aj  (xinj  (ar)  fc) 

Canti  carnascialeschi.  Stanno  nell'edizione  suddetta  del  1831.  a  pagine 
5'l2.    e    seguenti,   (tc) 

Capitolo  Pastorale  in  lode  di  Iacinto  {^i^.)).  Si  cita  1'  esemplare  impresso  a  pa- 
gine '>38,  e  531).  tra  le  Opere  dell*  Autore  dell'  edizione  suddetta  del 
1831. 

Commedie  due   innominate,    o    sia  senza  titolo  (50),  la  prima  in  prosa,  e  l'al- 
tra   in    versi.    Stantio    nelt' edizion    suddetta    del     1831.  la    prima  a  pagi- 
ne   460).    e   segg.  l'altra  a  pag.  WJ.    e    scgg.    Si  citano  a  atti,  e  a  scene. 
fAj  fej  (n)  (Min)  (TC)  (e) 


Descrizione  della  Peste  di  Firenze  dell'  anno  1527.  Si  cita  l'esempla- 
re   impresso    tra    le  Opere    suddette    dell'Autore  nel    I83I.  (e) 

Discorso,  ovvero  Dialogo  in  cui  si  esamina  se  la  lingua  in  cidi  scrisse- 
ro Dante,  il  Boccaccio,  e  il  Petrarca,  si  debba  chiamare  Italiana, 
Toscana,  o  Fiorentina.  Si  cita  V  esemplare  impresso  in  Padova,  da 
Giuseppe  Cornino,  {' anno  ITVl.  in  8.  dietro  1'  Ercolano  del  Varchi. 
("J  (e) 

Discorso  sopra  il  ri/ormare  lo  stato  di  Firenze,  fatto  ad  istanza  di 
Papa  Leone  X.  Si  cita,  per  lo  più  a  pagine,  1'  esemplare  impresso  ncl- 
r  edizion    suddetta    del     \?,'i\.  (Min)  (e) 

Frammenti  istorici.  Noi  citiamo  a  pagine  I'  esemplare  impresso  tra  le 
Opere  suddette  del  IS3I.  Qualcun  de'  nostri  predecessori  Iranno  alle- 
gato l'edizione    di    Firenze    del     Mèi.  (s)  (tc)  (e) 

Legazione  seconda   a    Siena.    Si    cita    l'esemplare    impresso    tra     le   Opere 

dell'Autore    nell'edizione    suddetta    del    1831.     Il  numero  aggiunto  agli 
esempli    addita    riucllo    della    Lettera,  (s)  (tc) 

Legazione   al    Duca    Valentino.     Si     cita     dal     sig.  Pezzana    a    pagine  1' 

esemplare    impresso    in    Firenze    Tanno    1782.    tra  le  Capere  dell' Autore, 

e    da    noi    a    lettere    quello    impresso    nell'   edizion  suddetta    del     IS31. 
(pe)  (e) 


già  leti.  4 1 . 


*  Segr.  Fior.  Lcgaz.  Fori. 

*  .Segr.  Fior.  Legaz.Sforz. 

•>^ 

*  Segr.  Fior.  Legaz.  Frane. 

15. 

*  Segr.  Fior.  Legaz,  Frane. 

lett.   ]'.). 

*  Segr.  Fior.  Legaz.i.Cort. 

l'arane. 

*  Segr.  Fior.  lett.  2. 

■   Segr.  Fior,  lett.fam.  17. 


Legazione  alla  Contessa  Caterina  Sforza  Signora  di  Forlì.  Sia  nelle 
Opere  suddette  del  183 1.  a  pagine  548.  e  scgg.  Il  numero  aggiunto 
agli    esempli  accenna     quello    di  Ila    lettera,  (cp) 

Legazione  prima  alla  Corti-  di  Francia,  '^'t  cita  l'esemplare  impresso  tra 
le  Opere  dell'  Autore  nella  suddetta  edizione  del  1831.  ed  il  numero  ag- 
giunto   agli  esempli    accenna    quello    della    Lettera,  fs)  (tc)  (c) 


Lettere  familiari.  C'ìùamo    l'esemplare    impresso    tra    le  Opere    dell'    Autore 
nella    suddetta    edizione    del     1831.    ed    il    numero   aggiunto  «gli  esempli 

accenna    qirelln    ilella     lettera.  fC) 


('(9)  V Alhfrti  allegò  «incito  Cjpiiolo  alle  V(»ri  Iwmftlfrf  e 
yrtperliliit  col  titolo  di  .Sei;i-.  /'lor,  Ks:l.  noi  .Sfgrrlnriù  Fio- 
renlirio    f'glog/iej   e  lo  trascurò  ne^l*  Indici. 


(50)  Lj  nrim-t  di  qrirtle  ('onimedip  fu  citala  anche  dall'.^/. 
hcrti,  rome  >i  può  rcdcrr  alla  V.  .Vp/>e4CC«/r«,  •  lraiMir*t«  ne- 
cli   ludici. 


So55 


5e«,T.  Fior,  leu,  al  Gia- 
comino 


Lettera  al  Giacoinini,  cilala  ilnlla  Minerva  alia  voce    Fiuto^  \ 
ticurata    iie^zli    Indici. 


Il;   e    Ira- 


Segr.  Fior.    leu.    Guic- 
ciard. 


Lettera    a  Francesco   Guicciardini,    V.    la    ")3    ilelle      Lettere      familiari    iiii- 

j>ii'sse    nell'edizione    suddetta  «lei     1 83 1 .    (CPJ 
Lettere  inedite^  citate  dalla   Minetva    alle  voci    Ostansotv^  e  Sterrare^  ^.    e 

Irascuiale    neiili    Indici    al    solito. 


Segr.  Fior.    nat.    uom. 
Fior. 
'  Segr.    Fior.    nat.  uom. 
Fior.    IfiO. 
Segr.  Fior. 
Segr.  Fior.  3.  2. 
Segr.  Fior.   Op.   [60. 
Segr.  Fior.  Op.  t,  2.  p, 

I9G. 
Segr:  Fior.  Op.  ined. 

Segr  .     Fior.      Provi  is  . 
Font. 

'  Segr .     Fior  .     Rappor. 
Magn. 
Segr.  Fior.  Relaz.  T.  h. 
f.  342. 

Segr.  Fior.  Seren. 

Se:;r.   Fior,  Son. 


Nature    d'  Uomini  Fiorentini.  Citiamo  a  pagine  1'  esemplare  impresso  tra  le 
Opere    dell'Autore  <leir  cdizion  suddetta    del    1831.    (cj 


Opere.  Se  ne  citano  varie  edizioni,  indicandole  per  lo  più  tra  parentesi. 
Koi  allorché  al)bian)0  citato  le  Opere  in  genere,  ci  siamo  serviti  dell'edizio- 
ne fatta  in  Firenze  presso  Passigli^  Borghi^  e  C,  V  anno  1831.  in  8.  f.^j  (s) 
(1)  (CJ 

Opere  inedite^  impresse  iii  Londra  I' anno  I7G0.  in  4.  citate  a  pagine  da 
Napoli  alla  V,  Fazione, 

Provvisione  per  le  fanterie.  Si  cita  1'  esemplare  impresso  tra  le  Opere  del- 
l' Autore  nell'  edizione  suddetta  del    I83I.  fcpj 

Rapporto  delle  cose  della  Magna.  Sta  a  pagine  336.  e  segg,  dell'  edizioii 
stidilelta  del    1S3I.  (.vinj 

Relazione  di  una  visita  fatta  da  Niccolò  Machiavelli  per  fortificare  Firen- 
ze. Sta  a  pagine  459.  e  segg.  del  quarto  volume  delle  Opere  dell'  Auto- 
re   colla   data   d'  Italia,  I8I3.  in    8.  fsj 

Serenata.  Si  cita  1'  esemplare  che  sta  a  pagine  540.  e  segg.  dell'  edizion 
suddetta  del    I83I.  (re) 

Sonetto.  Sta  nel  volume  I.  pagine  205.  dei  Testi  di  lingua  del  Poggiali 
citato  dai  Compilatori  Bolognesi  alla  V.  Discordare,  e  trascuralo  negli 
Indici    al    solito. 


'   Sen.  Art,  lib.  Volgarizzamento  d'    una  Pistola  di  Seneca,  V.  Sen.    Pist.    B.    V.   nella    Tavola 

*  Sen.  Art.   lib,  pag,  227.       degli  .\ccadeniici. 
'   »Ven.  Pist.   .ir.   lib. 

'   Sennucc,  Son,  al   Petr,  Sonetto  di  Sennuccio  a  M.  Francesco  Petrarca^     impresso  dietro  le  Pime    del 
Petrarca    a    facce  579  dell' edizione  del  Rovillio  di  Lione    1574.  in    12.  (d) 

Alcune   Opere  di  M.   Francesco  Perdonati,  cioè: 

*  Serd,  Fatt.  arm.  3.  111.  De'   Fatti  d*  arme  de'  Romani  libri  III.  Venezia  appresso    Giordan  Ziletti 

e    Comp.    1572.     in    4.    I   due   numeri  aggiunti  agli   esempli   accennano  il 
ULrOj  e    la  pagina,  (e) 


Serd,  Galeott.  Marz.  45. 
Serd.  Gal.  Marz.  ded. 

Serd.  Ord.  Stor.    Rom. 
13. 


•  Serd,  Prov,  I.  9. 

•  Serd,  Prov,  f^ol.  2.  79. 
'  Serd.   Proverb.   1 .    1 . 

*  Serd.  Sen.  ir.  35. 

*  Serdon.   Trall,  Sen.   de 

Ira.  lib.  \.c.  11. 


•  Serd.  yU.  Inn.  o  Innoc. 

28. 

*  Serd,  l^olg.   Stor.    Gen, 

pagT.\. 

'   .S.  Gre^.  Dtal. 


(Volgarizzamento  della  varia  dottrina  di  Galeotto  Marzio  da  Narni.  Si  ci- 
ta a  pagine  la  stampa  di  Firenze,  per  Filippo  Giunti,  dell'anno  I6I5,  in 
8.    e  si   cita  anche  la  lettera   dedicatoria,  (e) 

Volgarizzamento  dell'  Ordine  di  leggere  gli  Scìittori  della  Storia  Roma- 
na composto  in  latino  da  M.  Pietro  Angeli  da  Barga.  Si  cita  a  pagine 
1'  esemplare  impresso  in  Milano  1'  anno  1829.  dalla  Tipografia  di  Vin- 
cenzo Ferrano  dietro  la  Vita  e'  Jatti  d'  Innocenzo  Vili,  scritta  dal  Ser- 
donati.  (e) 

Proverbii.  Testo  a  penna  della  Magliabcchiana,  Da  questo  ^Manoscritto  (dice 
V  Alberti  J  con  diligenza  spogliato^  si  è  ricavalo  ciò  che  egli  contie- 
ne di  più  gradito  e  giovevole  in  ragion  di  lingua.  Noi  lo  alleghiamo  a 
volume,    e  a  pagine,  fjj  (e) 

Volgarizzamento  dei  tre  Libri  di  Lucio  Anneo  Seneca  dell'  ira.  Noi  ci- 
tiamo a  pagine  1'  esemplare  impresso  in  Padova,  per  Lorenzo  Pasqua- 
ti  V  anno  1569.  in  4.  I  Compilatori  Napoletani  citarono  quesl'  Opera 
alla  V.  Cascare  a  libri,  e  a  capitoli,  ma  e'  è  ignoto  l'edizione  di  cui 
si   servirono^  se  già   non   si  valsero  della  prefata,  (sj  (e) 

Vita  e  fatti  d'Innocenzo  Vili.  Si  cita  a  pagine  l'esemplare  impresso  in 
Milano    nella   Tipografìa  <li  Vincenzo  Ferrario  V  anno  1829.  in  8.  fcp)  (e) 

Volgarizzamento  delle  Istorie  di  Genova  di  Uberto  Foglietta  libri  XII. 
Si  cita  a  pagine  l'edizione  di  Genova  presso  gli  Eredi  di  Girolamo 
Bartoli  dell'  anno   1597.  in   foglio,  (s) 

Volgarizzamento  de'  Dialoghi  di  S.  Gregorio.  V.  Dial,  S,  Greg.    nella  Ta^rola 
degli  Accademici, 


20  56 


S.  Greg.  Oinei.  Omelie  di  S.  Gregorio.  V.   Omel.  S.  Greg.  oelU  Tatola  degli  Accademici. 

•  Sig.  yiagg.  Sin.  'Piaggio  al  Monte  Sinai  di  Simone  Sigoli.  V.   f^iagg.  JUont.  Sin.  nella  Tavola 

degli   Accademici. 

*  Simone  della  Tosa,  An-  Annali  di  Simone  della   Tosa.  Siinno  nelle   Cronicliette    antiche    im|>re9se     in 

nalij  a.   l'iC".  Firenze  da    Domenico     Maria     Manni     V  anno     1733.  io     4.    V.   Cronichetl. 

Ani.   nella  Tavola  degli   Accademici,  (b) 


Soder.   Agì-ic.  l'i 9. 

Soder.   Arb.  HI. 
Soder.  Ori. e  Gia/rf.  103. 


Alcune  Opere  di  Giouanveltorio   Soderinij  cioè  : 

Trattato  d'  agricoltura.  Si  cita  a  pagine  la  slampa  falla  in  Firenze  1'  an- 
no 1811.  in  4.  Alcuna  volla,  non  essendo  la  stampa  suddetta  troppo 
sicura^  siamo  ricorsi  per  qualcUu  voce  al  Testo  originale  (JI)  che  si  con- 
serva nella   Magliabechiana.  fcj 

Trattato  degli  Arbori.  Citiamo  a  pagine  l'esemplare  impresso  io  Firenze, 
nella   Stamperia  del  Giglio^  l'anno    I81S.   in   4.  fcj 

Trattato  della  cultura  degli  Orli,  e  de' Giardini.  Citiamo  a  pagine  l'e- 
semplare impresso  in  Firenze  nella  Stamperia  del  Giglio,  V  anno  1814. 
in  'l.  fcj 


*  Sper.  .4pol.  Apologia  dei  Dialoghi  di  Sperone '^peroni.    Noi    citiamo    a    pagine    l'esemplare 

*  Sper.  Apol.  Part.  2.  impresso    dietro  i    Dialoglii   dell'  Autore  stampati  in  Venezia  appresso  Roberto 

*  Sper.   Apol.    Dial.  539.  Meielti  V  anno    1596.  in   'l.  Altri  col  numero  aggiunto    accennano    la    parte  da 

cui  hanno  tolto  l'  esempio.  (FPj  (e) 

'  Sper.  Lelt.  18.  Lettere  all'  Illustrissimo  Signore  .Marchese  Luigi  Centurione.  Si  cita  dai    Com- 

jiilatori  Bolognesi  1'  edizione  di  Venezia  di  Gio.  Battista  Ciotti  dell'  anno 
1605.  in   8.  1   numeri  aggiunti   agli  esempli  additano   la  pagina. 

*  Stor.  Cini.  36.  Storia  della   Cintola  di  Prato.  Si  ella  a  pagine  1'  esemplare  Impresso  nell'  Ope- 

ra inlltolala:  Notizie  istoriche  intorno  alla  Sacratissima  Cintola  di  Maria 
f^ergine  che  si  conserta  nella  Città  di  Prato,  descritte  dal  dottor  Giuseppe 
Bianchini,  Firenze,  per  Giuseppe  Manni,  17"2'2.  in  4.  (52).  frj 


Alcune  Opere  di  Torquato   TassOj  cioè  : 
Tass.  am.  fugg.  Amore  fuggilii-o.  Sta  dietro    V  Aminta     nel     volume     secondo     delle     Opere 

dell'  Autore  stampate  in   Pisa,  presso  Niccolò  Capurro,  V  anno   1821.  la 
8.  (Brj  (e) 

Dialoghi  {j'i),  Xol  ci  siamo  seivitl  dell'esemplare  impresso  lia  le  Capete 
scelte  deir  Autore  in  Milano  nella  Tipogralia  de'  Classici  Italiani  1'  an- 
no 1823-25. in  5.  volumi  in  8.  1  numeri  aggiunti  alle  citazioni  acccnoano  il 
volume,  e  la  pagina.  Ignoriamo  di  che  stampe  si  sìeno  serviti  i  nostri 
predecessori,  o  aiutatoli.  Ordinariamente  alle  citaziooi  si  è  aggiunto  il 
titolo     dal  Dialogo.  (^)  (a)  (d)  (cf)  (cj 


Tass.  Dial. 

Tass.  Dial.  Fast.  ì. 

Tass.    Dial.     Clemenz. 

417. 
Tass.  Dial.  Forn. 
Tass.    Dial.    Gonz.     I. 

16''l. 
Tass.   J)iul.   .Mcss. 
Tass.  Dial.  Nobil. 
Tass.  Pad.  Fam. 
Tass.  Dial.  Nif.  1.  269 


*  Tass.  Disc.  poet. 

*  Tass.  Foresi. 


Discorsi  Poetici  citali  dall'  Alberti,    dal    Brambilla  ,   e  dal   l'olidorij     ma 

non   sappiamo  su  quale  edizione. 
Dialogo  intitolato  II  Forestiero  Napoletano,  ovvero    della  Gelosia,    citalo 

dall'  Alberti  alla   V.  Perturbatrice,    non  sappiaiiio    su     quale    edizione    e 


(5l)  Tra  le  altre  vcji  oellc  uoslroGiuDtc  e  Corretiont  la  V. 
Compiilo^  *Iovc  la  stampa  legyc  icorrellainenlc  Compirlo,  Chi 
no'vcDturi  Vucaltolari,  eome  altri  pro|ioDe,  tirasse  fuori  suU' 
autoril'a  d«l  SuiIcfìdì  ijuctta  vucc,  non  fjreldtc  altro  rlic  au- 
tenlicaie  con  un  fallo  dello  stanipatorr,  o  una  lirutta  s>iila 
del  copiatore  un  vocabolo  non  usato  inai  uri  SoO;  e  da  la- 
aciarsi  per  avvt-utura  a  chi  prima  l' iiilroduskaj  cioi.*  a  l.orrnio 
Magalotti i  (.he  fu  pruno  alticsi,  ionie    osserva    il     OurJani, 


alla  dej'ormastone  delle  stile  Italtiintf  r  noi  aegiuj^nercmo  Jr/* 
talini[fiiij  del  che  ai  dolevano  fort0  de' suoi  di  gli  Accademi- 
ci della  Crusca  suoi  colleghi. 

(51)  t^urst'  Oficrelta  era  g\\  stala  allegala  dagli  Aeeadetni- 
ri  sul  Testo  a  penna  roU'aliuresiatura  yrnd.  C^i/f.  cane  si 
può  vedere  dalie  Voci   Ceisticctiì.  e   Oaftbìnsu. 

(53)  L'  Alberti  citò  questi  Otiifoghi  alle  toc»    immmfi^atn» 
ce,  Induratissimo,  ed  altrove,  e  li  trascurò  negli  Indici. 


Tass.    Ger.     o     Gerus. 

Con,/.   18.  'li. 
fass.  letu  164.  (Cornino 

1751) 


Tass.  leu.  ined. 


Tass.  Ictt.  poet 


*  Tass,  lez,  son.Cas.  187. 
Tass,  lez.  son.  Cas.  voi. 

I.  pag.  186. 

*  Tass.  mond.  cr.  g.  "2. 

*  Tass.   not.  son.  Peti'. 

"   Tass.  Pros,  ili.  33. 

'   Tass.  rim.  ined. 
'   Tass.  Rin.  9. 

*  Tass.  Rin.  12.  47. 


*  Tass.  risp. 

*  Tass.  Ro^,  Corinn. 


*  Tit,  Liv.l.  I.c.  31. 


Tolom.  Oraz 


Varch.  Amarill. 


*  f^arch.  Err.  Giov.  18. 


yarch.     Frani.     Grani. 

face.  II. 
yarch.     Frani.     Gram. 

140. 


rurch.  Insci',  o  inscriz. 


yaixh.  leti,  pros,  Bemb 
Vaixh.  leu.  dedic.  pros 
Bemb. 


2o57 

trascurato  «egli    Indici.  Esso      sta    anche    nel    nono    volume    delle    Opere 
dell'  Auloi  •  (  nel  terzo    de'    Dialoghi)    stampate    in    Pisa,    presso    Niccolò 
CapurrOj  1'  anno   182I-3'2.  in    33.  volumi  in   8. 
Gerusalemme  conquistata.  Citasi  a  canti,  e  a   ottave,  (fj 

Alcune  Lettere  inedite  di  Torquato  TassOj  tratte  ora  la  prima  volta  da' 
MSS.  originali.  Stanno  nel  terzo  volume  delle  Lettere  di  M.  Bernardo 
TaiiOj  impresse  in  Padova  da  Giuseppe  Cornino  V  anno  1751.  in  tre 
volumi   in   8.  I    numeri  agi;iunti  agli   esempli  accennano  le  pagine,  fcj 

Lettera  inedita^  pubblicala  nella  Biblioteca  Italiana  volume  S6.  citala  dal 
Compilatori  Bolognesi  alle  V.  Drammatico,,  ed  FpicOj  e  trascurata  ne- 
gli   Indici    al    solito. 

Lettere  Poetiche.  Citiamo  a  pagina  \'  esemplare  impresso  tra  le  Opere 
scelle  dell'  Autore,  stampate  in  Milano  dalla  Tipografia  de'  Classici  Ita- 
liani l'anno  1823-25.  in  cinque  volumi  in  8.  Le  Lettere  Poetiche 
sono  citate  anche  qualche  volta  dai  nostri  predecessori,  ma  ignoriamo 
1'  edizione    da    essi    adoperata,  fsj  (sr)  (e) 

Lezione  sopra  il  Sonetto  lix.  di  M.  Giovanni  Della  Casa.  Si  cita  a  pa- 
gine 1'  esemplare  impresso  nel  primo  volume  delle  Opere  del  Della 
Ca^a^  stampate  in  Firenze,  appresso  Giuseppe  Manni,  l'anno  1707.  in 
tre    volumi    in    8.  (b)  (fp)  (c) 

Le  sette  Giornate  del  Mondo  creato.  Cilansi  a  giornate  alla  V.  Boote 
dal  sig.  Del  Rio. 

Note  di  Torquato  Tasso  ad  un  Sonetto  del  Petrarca.  Testo  a  penna  del 
Conte  Mariano   Alberti,  (e) 

Alcune  illustri  Prose^  stampate  in  Venezia  dalla  Tipografia  d'  Alvisopoli 
r  anno     1825.    in     16.   Si   citano    a    pagine,  dai    Compilatori    Bolognesi. 

Rime  inedite.    Testo    a    penna    del    Conte    Mariano  Alberti,  fc) 

Il  Rinaldo,  Poema,  citato  dai  Compilatori  Bolognesi  alla  V.  Ruscellino, 
e  dai  Compilatori  Napoletani  alla  V.  Inimai^o,  ma  non  sappiamo  su 
quale  edizione.  Co'  numeri  aggiunti  agli  esempli  si  addita  il  canto,  o 
il    canto,    e    la    stanza. 

Risposta,    citata    dall'  Alberti   alla    V.    Altana,   e    trascurala   negli  Indici. 

Il  Rogo  di  Corinna,  Poema  pastorale.  Sta  coli'  Aminta  nel  volume  se- 
condo delle  Opere  dell'  Autore  stampate  in  Pisa^  presso  Niccolò  Ca- 
purro,V  anno    1821-33,    in    33.    volumi   in    ^.  (d) 

Le    Deche    di    Tito    Livio.    V.    Liv, 

Orazioni  di  Messer  Claudio  Tolomei.  Si  citano  dall'  Alberti  alle  voci  Con- 
taminatore, e  Riaddormentare,  ma  ignoriamo  su  quale  edizione.  La  pri- 
ma delle  prefate  voci,  di  cui  non  allega  esempio ,  si  rinviene  nelle  due 
Orazioni,  cioè  Accusa  contro  Leon  Segretario  de' segreti  svelati,  e  Di' 
J'esa,  Panna,  Seth  biotto  ,  I5-l7.  in  4.  e  l'  altra  in  quella  della  Pace  , 
Roma,   Biado,    1534.   in    4.(54). 

Alcune    Opere   di   M.    Benedetto    y archi,    cioè: 

Egloga  intitolata  Amarilli ,  impressa  a  pag.  278.  e  seguenti  nella  stampa 
dei  Sonetti  dell'Autore  fatta  in  Venezia  per  Plinio  Pietrasanta  j  ci- 
tata   dal    Monti   alla    V.    Ibisco. 

Errori  di  Paolo  Giovio  nelle  Storie.  Si  cita  l' esemplare  impresso  dalla 
Badia  di  Fiesole  l'  anno  I82I,  in  8,  I  numeri  aggiunti  agli  esempli 
segnano    le    pagine,  (cj 

Frammento  di  Grammatica.  Citiamo  a  pagine  1'  esemplare  stampato  nel 
primo  volume  pag.  102.  e  seguenti  degli  Opuscoli  inediti  di  celebri  au- 
tori Toscani,  l'  opere  dei  quali  sono  citate  dal  Vocabolario  della  Cru- 
sca, Firenze,  nella  Stamperia  di  Borgo  Ognissanti  1807.  io  tre  volumi 
in  8.  Talora  è  stato  anche  citato  1'  esemplare  impresso  nel  volume 
quarto  della  Collezione  d'  Opuscoli  scientijici  e  lelterarii,  ec.  Firenze 
1807.  nella  Stamperia  suddetta,  fc)  (pe) 
Tre  iscrizioni  Italiane.  Testo  a  penna  della  Magliabechiana  ,  al  Palch. 
VU,  segnato  col  numero  730.  Sulla  copia  tratta  da  questo  Codice  noi 
le    demmo    alle    stampe    nel  Poligrafo   di    Verona    l'anno    I83I.    fcj 

Lettera  colla  quale  indirizza  al  Duca  Cosimo  le  Prose  del  Bembo,  impres- 
se in   Firenze  l'anno    I5'l9,  in    '\.  (r)  (s) 


(5^)  Queste  Ire  Ora:io/ii  uoilamenle  all'altra  recitata  dlnao-        sercnJo  sotto  il  oumero  1695.  che  quella  della  Pace  non    vi 
li  al   Re  di  Francia  Enrico  II.  a    Coropiegne.    Parigi  ,   Carlo        è  compresa.  Facilmente  1'  AlbtrU  si  sarà  servito    di  questa  ri- 
Stelano,  i553.   in  \.  furono  ristampale  a  Fermo  l'  anno   l;83.         stampa, 
presso   Giuseppe  Paccasassij  e  prende  abbaglia  il   Gamba,  as- 

Vocabolario   T.   ti.  a58 


ao58 


f^arch.Lez. Dani.  \.30S. 


*  yarch.  Lez.  son.  "/.Petr. 

*  f^arch.   Opusc.   ined.    1. 

9/. 


*  yarch.   Quest.    Alch.    o 

Alchim.  10. 

*  farcii.  Seti.  Ben.  dedic. 

*  farcii.    Sen.    Ben.    leu. 

dedic. 

*  rarch.  ru.  Diac.    187. 
'  farch.  yu.    Cali.  185. 


*    fit.  Petr.  uom.  ili. 


Lezioni  su  Dante  e  Prose  l'arie  di  Benedetto  Marchi,  la  maggior  parie  i- 
nedile  ce.  impresse  in  Firenze  I' anno  18'il.in  due  volumi  in  8.  I  nu- 
meri  aggiunti  agli   esempli   addilano  il   volume,  e  la  pagina,  fcj 

Lezione  sopra  il  Sonetto  del  Petrarea;  La  gola  ec.  stampata  nella  parte  II. 
del   volume  quinto  delle  Prose  Fiorentine.  (Mai.) 

Lettera  tratta  da  uo  MS.  esistente  nella  libreria  del  tignor  Maicbeie 
Giuseppe  Pucci  impressi  tra  gli  Opuscoli  inediti  di  celebri  Au- 
tori Toscani,  l'  opere  dei  quali  sono  citale  dal  yocaholario  della  Cru- 
sca. Firenze,  1807.  nella  Stamperia  di  lìorgo  OgnissaDli  ìa  tre  volumi 
in  8,  Coi   numeri  s'  accenna   il   volume,  e  la  pagina,  fcj 

Questione  sull'  Alchimia,  impressa  in  Firenze  nella  Stamperia  Magheri  V 
anno  18"27.  in    8.    Citasi  a    pagine,  ('cy 

Lettera  a  Leonora  di  Toledo,  con  la  quale  le  dedica  i  Benefici  di  Sene- 
ca da  esso  tradotti.  V.  anche  l^arch.  Sen.  Benef.  nella  Tavola  degli  .Ac- 
cademici, (e) 

Vita  di  M.  Francesco  Catlani  da  Diacceto,  impressa  in  Venezia,  appres- 
so Gabriel  Giolito  de'  Ferrari,  V  anno  15GI.  in  8.  dietro  i  tre  libri  d* 
Amore  di  M.  Francesco  Cattani  da  Diacceto.  Co'  numeri  si  additano 
le  pagine,  (e) 

yite    degli  Uomini  illustri  del  Petrarca.  V.   Petr,  uom.  ili.  nella  Tavola   degli 
Accademici. 


*  yit.  Plut.  Filop.  yita  di  Filopemene  tratta  dal  Volgarizzamento  delle  Vite   di  Plutarco.    Si   cita 

1'  esemplare  impresso  in    Venezia,  co'    Tipi  del  Gondoliere,  I*  anno   I8'i0.   in 
8.  grande,  (e) 

'  yit.  S.  Aless.  -m.  yita  di  S.  Alessio.  V.    Vii.  S.  Aless.  nella   Tavola  degli  .Accademici,  frj 

*  yit.  S.  OnoJ'.    l'io.  Vita  di  S.   Ono/Ho  (S.ì)  impressa    nel    quarto   volume   delle  Vite  de' Santi  stam- 

pate in  Firenze  d.i  Domenico  Maria  Manni  ]'  anno    1735.  in   '(.;  e  ristampate 
in  Verona  per  Dionigi  Ramanzini  1'  anno    1  /ili),  pure  in   1.  (rj  (e) 

*  yit.SS.  Pad.t.T).  e.  K7.  file  di  alcuni  Santi  scritte  nel  buon  secolo  della  lingua  Toscana  che  forma- 

*  yit,   SS.    Pad.    tom.    4.       no  il  terzo,      e  'l  quarto  volume  delle  Vite  de'  SS.    Padri ,    stampate     dal 

350.  Manni    V  anno   1831-35.     in    quattro    volumi    in    '».  e  ristampate    dal    Cesari 

*  yit.    SS.  Pad.  3.    G2.  l'anno   1799.  pure    in    quattro    volumi    in    ^.  (') 

Alcune   Opere  di  Vincenzio    l'ifiani,  cioè: 

//  quinto  libro  degli  elementi  di  Euclide,  ovvero  Scienza  delle  proporzioni 
ec.  Citalo  dall'  Alberti  alla  V.  Inventiva,  ec.  e  trascurato  negli  Indici. 
\.  yiv.    Tratt.  propor.   nella    Tavola  degli  Accademici. 

Lettere.  Si  trovano  stampate  nel  primo  volume  delle  Lettere  Jamiliari  del 
Conte  Lorenzo  Magalotti,  e  di  altri  insigni  uomini  a  lui  scritte,  im- 
presse in  Firenze  l'anno  1709.  in  due  volumi  in  S.  per  Gaetano  Cam- 
biagi.  Co'  numeri  aggiunti  agli  esempli  s'  accenna  il  volume,  e  la  pa- 
gina. fAj  (B)   (C) 

lettere  stampate  tra  le  Lettere  inedite  tT  Uomini  illustri,  imprnae  in  Fi- 
renze, nella  Stamperia  di  Franceyco  Moiicke,  l'anno  1773-75.  in  due 
volumi  in  8.  Coi  numeri  aggiunti  agli  esempli  si  ncccnna  il  volume, 
e    la    pagina.  (y<J  (e) 

Osseri'azioni  intorno  alla  Bilancetta  di  Galileo  Galilei.  Stanno  nel  terzo 
volume  delle  L*pere  del  Galilei  nell'  inijiressione  fatta  in  Firenze  l'an- 
no 1718,  pei  Tarlini  e  Franchi,  citate  AaW  Alberti  aì\a  voce  Pertur- 
bato,  e     trascurate    negli  Indici. 

lìaccoiilo  istorico  della  l'ila  del  signore  Galileo  Galilei.  Trovasi  inipres- 
.ia  nel  j>rimo  volumi?  delle  Capere  del  Galilei,  stampale  in  Firenze,  1' 
anno  1718.  in  Ire  volumi  in  1.  pe'  Tartini  e  Franchi.  Coi  numeri 
aggiunti    agli    esempii    i'  indicano   le    pagine.    fcJ 


*   yivian.  Eleni.  Euclid. 


yiv.  leti. 

yiv.  in   Magai,  leti.     I, 
21. 


*  Viv.  leti. 

*  Viv. leti.  uom.  ili.  i.  il. 


'   yiv.  Osserv.  Bilanc.  Ga. 
IH.    31  fi. 


•  yiv.  Vii.    Gal.    o  Gain. 

78. 


•  yolgarizt.  Eneid.    A.  7.  yolgarizzamento    dell'  Eneide    di  Virgilio.  \.  Virg.  Eneid.    nella    Tavola    degli 

.Accademici,  (c) 

'  Volg.  Liv.  Volgarizzamento    delle    Deche   di  Tito    Livio.    \.    Liv. 

*  Volg.  Omel.  S.    Greg.        Volgarizzamento   dell'  Omelie  di    S.  Greg.  V.    Omel.    S.    Grrg.  nella  Tavold  dc- 

eli    Accademici. 


(55)  Quc%la   ViU  111    riiau   iiDclie    <U)jti   Accadi  nitri    tulio  il         lutti,   ed  aljbitnio   atvrrtito   licita   T<i«ulj  drgU   Acracteii  ici 
titolo  «li   Stor.    .y.     Onojr.     come   può   »etlcr»i   alla   Voce    Ce/lo- 


TAVOLA 


DELLE  ABBREVL\TURE 


DEGLI  AUTORI  E  DELLE  OPERE 


CHE   SI   CITANO    UN   QUESTO  VOCABOLARIO 


NON   ALLEGATI   DAGLI   ACCADEMICI  DELLA  CRUSCA 


^ELLA    yCALE    SI    Da'    anche    SAGGCAGLIO    delle    EDIZlOm    USATE    A    QCE3T0    EFFSTTO 


E  DEI  POSSESSORI  DE'  TESTI  CITATI 


Accad.  Crusc. 
Accad.  Gr.  Uh.  2. 
Accad.  Cr.  Mess.  I,  13. 
Accad.  Cr.  Conq.  Mess. 
1.23. 


Accad.  Crusc.  Tav. 
Abbrev, 


Adimar.  Pind. 
Adim.  Pind.  Olimp. 
Adim.  Pind.  Oss.  o 

Ossero. 
Adim.  Pind.  Pit. 
Adim.  Pind.  pr.  o  pref. 
Adim.  Pind.  I^it. 

Adim.  Sat. 
Adim.  Sat.  4. 

Adr.  Demel.  124. 
Adr.  Demetr.  Fai.  30. 
Adrìan.  Demetr.  Fai. 
lOI. 


Istoria  della  Conquista  del  Messico  scritta  in  Castigliano  da  Antonio  de  Solis, 
e  tradotta  in  Toscano  da  un  Accademico  della  Crusca  (I),  impressa  in  Fi- 
renze ,  per  Gio.  Filippo  Cecchin  V  anno  1699.  in  4.  Se  agli  esempli  si  trova 
aggiunto  un  numero  ,  accenna  il  libro  j  se  due,  il  primo  accenna  il  libro, 
ed   il  secondo  la  pagina,  (j)  (b)  (s)  (c) 

Tavola  delle  abbreviature  degli  Autori  da'  quali  sono  tratti  gli  esempii  citati 
nel  Vocabolario  compilata  dagli  Accademici  della  Crusca  ,  e  posta  nel  Tomo 
VI.  della  quarta  impressione  del  loro  Vocabolario,  (p)  (n) 

Ode  di  Pindaro  tradotte  in  parafrasi,,  et  in  rima  toscana  da  Alessandro  Adi- 
mari  con  Osservazioni  ec.  Pisa,  Tanagli^,  1631-32.  in  4.  Colle  abbreviature 
Olimp.  Oss.  Pit.  Pref.  e  f^it.  accennasi  1'  Olimpia^  le  Osservazioni,  la  Pitia^ 
la  Prefazione^  e  la   f^ita,  (a)  (b) 


Satire  di  Lodovico  Adimari,  impresse  in  Londra  (Livorno)  V  anno  1788.  in  12. 
Il  numero  aggiunto  agli  esempli  addita  la  Satira,  (jj  (b) 

Trattato  della  Locuzione  di  Demetrio  Falereo  tradotto  dal  Greco  in  To- 
scano da  Marcello  Adriani  il  giovane.  Si  cita  1'  edizione  di  Firenze,  presso 
Gaetano  Albizzini,  dell'anno  1738.  in  8.  ed  anche  a  pagine  la  ristampa  fattane 
in  Bologna,  presso  Annesio  Nobili,    l'anno    1821.    in    %.  (j)  (e) 


(1)  È  giìi  nulo  agli  eruditi,  che  il  Tradoltore  ili    questa        slama  uodecitna  della  Caniooe,  che  in    morte   del    medesime 
Sturia  fu  il  Marchese   Filippo    Corsini;  come    si    ritrae    dalla         scrisse  il  Filicaia . 


2o6o 

À(h:  Plut.  Op.  mor.  Opuscoli   morali  di    Plutarco    volgarizzati   da    Marcello    Adriani  .     V.      Plut. 

Adr.   Op.  mor. 

Al.  Adim.  Leu.  Lettera   di    Alessandro    Adimari,    citala    dall'  Alberti  alla  V.   Treno,   e   trascu- 

rata   negli    Indici. 

Angiol.  presso  l'Allacci  Sonetti   di    Cecco    di  Messer   Angiolieri  degli   AngioUeri,    stampati   nflla    Rac- 
colta    dell'  Allacci,    Napoli,   |)rr  Sebastiano  d"    Alecci  1(501.    in    8.  fu) 

-   Ang.  Met.  IO.  311. 

*    Aniiuill.  Metam.  2.  137 

Anguill.  Metam.  Uh.  6. 

Anuuill.  rim.  buri. 


Anton  degli  Alberti 
Rim.  ant.  1  I. 


Ani.  Pucc.  Centil. 
*  Ars,  Bucol. 


Le   Metamorfosi  d"  Ovidio    ridotte  in    ottava    rima   da  Gio.  Andrea  dell'  An- 
guillara.    Si    citano    le    migliori    slampe,  ed  i   numeri  aggiunti    alle    citazioni 
additano    per    lo    più    il    libro,    e    la    stanza.  f.v^  (b)  far)  (o)  (cj 
liime    burlesche    del    medesimo  (2).  (srj 

Sonetto  di  Messer  Antonio  degli  Alberti  a  Franco  Sacchetti.  Sta  alla  faccia 
II.  dei  Poeti  Antichi  raccolti  daW  Allacci ,  Napoli,  per  Sebastiano  d' A- 
lecci,    1661.    in    8.  (rj 

Centiloquio   di  Antonio    Pucci.    V.  Pucc.  Centil.  (b) 

Le  Bucoliche  di  Francesco  de'  Arsochi  Senese,  impresse  in  Firenze  nel  1494. 
in  4.  dietro  le  Bucoliche  di  f^irgilio,  tradotte  in  terza  rima  da  Bernardo 
Pulci,  (a) 


B 


Bald.  Dee. 

Bald.  Dee.  3.  207. 

Bald.  Not.  0  Notiz.  par. 

ì.  Kl3. 
Bald.  Notiz.  Dis.  Dee. 

III.  202. 
Baldin.  f^it.  Notiz.  Disc. 

ant,  nov. 
liald.  Leu.  l'i. 
Baldin.  leti.  Spin.  14. 
Haldin.  leti. 
Baldin .  Lez,  pag.  2  ( . 
Baldin.  Lez,  Accad,  1 1 . 

Baldin.  Opusc. 


Baldin.  f  e^. 


III. 


Bald.  l'it,  Bernin. 
Baldin.  l'it.  lìern. 
Baldin.  l'it.  Bern.  uae. 

Bald.  /-'oc.  Dis. 


Opere   di  Filippo    Balilinucci,    cioè: 

Notizie  de'  Pro/èssori  del  Disegno  da  Cimabue  in  i/ua.  Opera  distinta 
iu  Secoli  e  in  Decennali  citala  dall'  .\lbcrli,  da  Bologna,  e  dal  Brani- 
hilla,  non  sappiamo  su  quale  edizione,  coli'  abbreviatura:  Bald.  Dee.  o 
Baldin.  Decenn.  Da  noi  si  cita  coli'  abbrev.  Bald.  not.  la  l'arte  se- 
conda del  secolo  IV.  stampata  in  Firenze  nella  stamperia  di  Pietro 
Matini  V  anno  1688.  in  4.  e  coi  numeri  aggiunti  agli  esempli  accen- 
niamo  la    l'arte,    o    il    Decennale,    e    la    pagina. 

Lettera  intorno  al  modo  di  dar  proporzione  alle  Jìgure  ,  ce.  Litorno, 
Masi   e    Comp.    1802.    in    8.    Si    cita    a    pagine,  fcj 

Lezione  (3)  detta  nell' Accademia  della  Crusca  in  due  recite  stampala  in 
Firenze  1'  anno  1692:  in  4.  nella  stamperia  di  Pier  Matini,  Si  cita  a 
pagine.  f^'J   (ej  (e) _ 

Raccolta  di  alcuni  Opuscoli  sopra  varie  materie  di  pittuia  ,  sculluia  . 
e  architettura  ec.  stampala  in  Firenze,  presso  Andrea  Bonducci,  V  an- 
no 1765.  in  4.  citala  dall'  Alberti  alla  voce  Bassezza  ,  e  trascurala 
ncgl'  Indici. 

La  teglia  ('1),  Dialogo,  impresso  in  Firenze  1'  anno  1690.  nella  Stamperia 
di    Pier    Matini  in    4.  (jj    (e) 

La  l'ita  del  Cav.  Gio,  Lorenzo  Bernini  (5)  stampala  in  Firenze,  presso  Gio. 
l'angclisli,  l'anno  I(i82.  in  4.  I  uunieii  aggiunti  agli  escnipii  accen- 
najio     le    pagine,  ^.«(y     (Bj  (ciy 

Vocabolario    Toscano  dell'  arte  del  disegno  (6).  Si  cita  I'  edizione    di  Fi- 


(2)  Queste  Ilime  sudo  citale  io  quello  Voralulaiio  qua!- 
Iru  %oUe,  e  proi-isamcnte  alle  voci  tniliriaconr  ,  l'iitharc 
g.  Xi:ll  ,  Prenilrrr[\.  Lll.,  e  Bifieno,  lolle  lutlr  «Ijllo  S)o. 
gì  io  del  Brtìmtiit/it.  Ma  non  avenitorl  egli  dcltu  da  uliale 
atampa  alil>ia  liaUo  gli  t&cliipii.  Dui  noD  |jo»hi.iiiit>  dame  allu- 
na nulitia  :  tanto  |iin  t  ite  né  pure  il  Oamba,  nella  >ua  .Vene  4/e' 
7V.v(i  ec.  Don  regislia  alrtina  editiouc  delle  fiimr  /nr/i.wAr  del- 
r  Aiiguiltnrtt.  r.en  al>)<ianio  oitcìvalo  rlie  qnallio  ra|iiluli  hur- 
le&elii  dell' .^/i>;iij//ii,-{|  furuDu  >iii|irrNNÌ  nella  ]>arle  tersa  d'u- 
na Harrolla  di  ttinie  piacevoli  alanieala  in  Venraia.  appretio 
Francesco  llalia,  l'anno  1627.  in  8.  e  lio\alo\i  I  kuddrlli 
e»enipii;  salvo  il  seiondo,  lotto  «lai  iiuallo  ea|>ilolo  ,  e  allegato 
alla  voec  Pigliniv ,  nel  quale  dove  il  »tg.  Brawt-illa  legge  /'i- 
f;Unr  gara,  che  è  il  motlu  da  lui  piopotto,  la  1  retata  Itarrulla 
Ila  Pigliar  gatta  ;  e  figliar  gatta  ni  legge  nel  »eeoodo  volu- 
me  delle  Rime  del    /Servii    del    |555,  e  del   1733.   dove  questo 


capilolo  veoiie  luueilato.  Molle  «lire  volle  ci  sitnio  accolli  eoa 
dispiacere  della  non  troppi  csallnia  degli  esrnipìi allegali  dall'  e- 
gretto  sig.  Vraml'iìla. 

(3)  L' /*'/»' '1 'ilo  questi  Lesione  alle  Voci  BruUurt,  I un- 
Ir^t^iarr,   ed   altrove,   e   la    tlasruio   negli    Indici. 

(4)  V  .ilhrrli  rito  questa  I  rflia  alla  VOM  Cmic» ,  «  la 
trascuro  negli  Indici. 

(5)  V  Alleili  cito  questa  Vita  alle  >  ori  Clericale,  O'rfi- 
nrl/e,  /(i/m /.ire,  id  altrove,  e  li  tiascuró  negli  Indici. 

(ti)  ^l  r  ilii  allcinH.  elle  quest'Opera  è  .itala  Bella  ter. 
za  iiiipresjicnc,  r  ihe  nella  i/uarla  venne  omessa  per  islraglio 
nrnltr  ne  allegt:r,~ne  le  i-eci.  l^e  rei  non  possiamo  asseriie 
die  nella  leixa  noD  fu  allegala,  ten  possiamo  render  certi 
1  nostri  lettori  elle  Della  ijiiaru  Don  si  legge  alcuno  «sempio 
tratto  da  quesf  Opera. 


:o6i 

Baldin.  Voc.  Dis.  139.  lenze,    per    Santi   /^ranc/iij  (UH' anno  1681.  in  4.    I    numeri  a""'iunli   a"li 

esempli  citali   dal   Conipllaloru    additano    le    pagine,  (j)  (a)  (s)  (e) 
Baldinuccij  f'ila  del  Vita    di   Lorenzo    Li/ipi.    insciila    mi    Decennale  quinto    della    parte  prima 

Lippi  del  secolo  quinto  delle  Notizie  de'  Professori  del    Disegno,  fpj 

Alcune  Opere  di  Francesco  Baldovini,  cioè: 
Bald.  Cam.  Componimento  drammatico^  intitolato:    Chi  ha  la  sorte    nemica    usi   l'  in- 

Baldoi'.  Camp.   Dramm.  s^S""^'  stampalo  in    l'Inn/.c,  Moucke,  1763.  in   8.   I   numeri  a<»"iunti  a^^li 

'•  3.  esempli  indicano  gli  Atti,  e  le  Scene,  fjf)  (nJ  (c) 

•  Baldov.  Dr.  I.  l'i. 

Baldof.  Lam.  9.  Lamento    di   Cecco    da    rarlungOj    stampato    in  Firenze,   MoUcke,    V  anno 

Baldof.  Lam.  Cecc.lh.  1755.  in  4.    Si    cita   a    ilame.  (mJ  fpJ  (xj  (ari  fminl  Ce) 

•  Baldoi.  Cecc.  Vari.  27. 
Batdov.  Cecc.  Vari. 

Lam.  st.  35. 
Baldov.rim. buri. 'i.XSS.  Rime  burlesche  (7)j  impresse  nel  volume  IH.  delle  Rime  burlesche  di  Fran- 

cesco  Bernij  e  d'  altri  autori ^   stampate    parte    con    la    data  di    Londra 
parte    con    quella  di    Firenze,    ma    impresse    in    Napoli   l'anno    17  23.  in 
tre    volumi    in    8.    Si    citano    a    pagine,  (jj  (cj 
Baldov.  Stanz.  al  Redi  Stanze  al  Redi  (1),  inserite   nel   volume  terzo    delle  suddette  Rime  burlesche 

3.  189.  di   Francesco  Berni,  e  d'altri  autori.  1   numeri  aggiunti  agli  esempii  ad- 

ditano  il   volume,  e   la   pagina,  (p) 

Band.  Ani.  Bandi   antichi   citati    assai    volte    dall'  Alberti^  non  sappiamo  su  quale  edizio- 

B and.  ani.  1579.  ne,    e    trascurati   negli   Indici. 

Band.  Cocch.  B.  /'.  382.  Bando  del  Granduca  Ferdinando  I.  allegato  in  nota  dal  Cocchi  a  face.  382. 
del  suo  Trattate  de'  Bagni  di  Pisa^  stampato  in  Firenze  l' auno  1750. 
in  4.  (cj 

"    Band.  1569.  Bando    del    1569,   citalo    daW  Alberti   alla    V.     Precettato,    e   trascurato    negli 

Indici. 

Opere  del  P.  Daniello  Bartoli,  cioè  : 

*  Bart.  As.  I.  Dell'  Istoria  della  Compagnia  di  Gesù,  l'Asia  col  Giappone,  e  la  Cina. 
'    Bart.  o  Bartol.  As.  Roma,  de'  Lazzeri,  l()jj-1663.  io  cinque  volumi  in  foglio,  Parte  prima.  Se 

lìb.  I.  ne    citano    varie    edizioni,  ed    in    diversi    modi,    cioè:    a    libri    quella    di 

'    Bari.  .Is.  -.  28.  Roma  1653.  in  foglio:  quella  di  Piacenza,  del  Maino,  1819.  in  otto  volumi 

■  Bart.  As.  cap.  3.  S.  35.  '"  8.  per  lo  più  a  parte,  a  libri,  e  a  pagine;  e  quella  di  Torino  del 
'  Bart.  As.  lib.  4.  p.  391.  Marietti,  a  parli,  a  libri,  e  a  pagine,  o  a  paragra6.  f^J  (b)  (sr)  (mn)  (p) 
'    Bari.  As.  par.  l.  lib.  ?,.  ('P)  (s)  (d)  (e) 

p.  90. 

■  Bart.  Slor.  As.  lib.  I. 

"    Bartol.  .Is.lib.Ti.  cap.2. 

'    Bart.  Introd.  Cin.  Storia  della  Cina.  Citasi,  come  sopra,  sull'  edizione  del  Marietti,  (sj  (d)  (c) 

Bart.  Cin.  prej.  10. 
Bart,  Cin.  lib.  I.  cap. 

14. 
Hart.  Geogr,  Introd.  La    Geografìa    trasportata    al   morale.   Si    cita  a  capitoli    1'  esemplare,  che 

BarL  Geogr.  o  Geograf.  sia  nel  Tomo  primo   delle   Opere  dell'  Autore  impresse  in   Venezia,  presso 

4.  Niccolò    Pezzana,  l'anno    17  16.  in   ^.  (s)  (Br)  (d) 

Bart.  Geogr.  mor.  e.  2. 
Bart.  Ghiacc.  intr.  Del    Ghiaccio    e    della    Coagulazione,    Trattati  del    medesimo.    Si    cita    il 

*  Bart.  Ghiacc.  25.  primo    a    capitoli  dal   Brambilla,  e  dal   Compilatori   Napoletani,  crediamo 

sull'edizione    suddetta   del   Pezzana^  e  coli' abbreviatura    intr.    s'accenna 
V  Inti-oduzione. 
Bart.  Gìapp.  lib.  2.  L'  Istoria  del  Giappone.  Citasi    a    libri,  e  talora   anche  a  libri,  e  a  capitoli 

*  Bart.  Giapp.  \.  S.  sull'edizione    del    Marietti,  (sr)  (s)  (p)  (e  P) 
Bart.  Giapp.  lib.c.^.S^. 

'    Bart.  Grand.  Cr.cap.20.  Delle    Grandezze   di   Cristo.    Citasi    a    capitoli    1'  esemplare  ,    cbe    sta    nel 

Bart.  Grand.  Crist.  e.  b.  secondo    volume  delle  Opere  dell' Autore   imi>resse  in  Venezia,  presso  Nic- 
colò  Pezzana,  l'anno   1716.  in   tre  volumi   in   h.  (yj  (dj  (e) 

Bari.  Mi^s.  Mog.  29,  Missione   al    Gran    Mogor  del  P.  Acquaifiva.  Si  cita  a  pagine,  e  talora  ^xu 

Bart.  Miss.  Mog.  cap.  \\.  che    a    capitoli    l'edizione    fatta    in    Piacenza,    presso    del   Maino,   1'  an- 

'    Bari.  Mog.  I.  no   1819.  in  8.  (pj  (sr)  (s)  (e) 

'    Bart.  Op.  f.  I.  Opere,  impresse  In  Venezia,  presso   Niccolò  Pezzana,    1'  anno    1716.  in  tre 

*  Bart.  Op.  mor.  r.  1 .  1 90.  volumi    in   4.  I    numeri    aggiunti     agli    esempli    accennano    il    volume,    e 

*  Bart.  Op.  mor.  i:  l.  pag.  la    pagina,  ^iv; /'oy  ('cy 


449. 


(7)  L'  Alatiti  citò  queste   Rime  alla  V.  FolleitoUt,  e  le  trascuro  negl'  Indici. 


5.062 


Bari-  Ort.  cap.  16.  §.6. 
Bait.  Ortogr.  1.  I. 
Bari.  Ortoip'.cap.S.n.ì. 
Bari-  Poi-,  coni.  5. 
Bari.  Pov.  coni.  cap.  4. 
Bari.  (Juielist. 


Bari.  Ricr. 
Bari,  liicr. 
Bari,  liicr. 
Bari.  Ricr. 

206. 
Bari.  Ricr. 

Vl.pag. 
Bari.  Simb. 
Bart.  Simb 
Bari.  Simb. 
Bari.  Simb 

707. 
Bart.  Slor. 
Bari.  Star. 
Bari.  Slor. 
Bari.  Slor. 

/.  120. 
Bari.  Suoli, 
Bari.  Siion 
Bart.  Suoli. 
Bari.  Suon. 
Bari.  Suon. 
Bart.  Tcns 


2.7. 

2.2.317. 
/.  l.c.  4. 
Sav.  1.  13. 

Sav.  l.\.c. 
T8i». 

inlrod. 
.2.  15. 

l.  1.6.479. 
.  lib.  3.  pag. 

Ins.l.Xc.1. 
Ingh.  3.  6. 
It.  I.  7.30. 
/(.  /.  2.  e.  1. 

42. 

3.  1. 

4.  8.  296. 
Trem.  328. 

Tr.'i.cap.f^. 
56. 


*  Bari.  Tori. 

*  Bart.  Tori.  dir.  US. 

*  Bart.  Tori.  Dir.  1 .  20G. 

*  Ball.  Tori. Uriti. introd. 

*  Bari.  Tori.  Drilt.  pref. 
■  Bari.  Inlrod.  Ull.fin. 

*  Bart.  Uli.  fin.  Inlrod. 

*  Bari,  ullim.  beat.  fin. 

uom.  proem. 

*  Bart.  Uom.  leu,  Inlrod. 

*  Bari.  Uom.  leu.  9>.). 

*  Bart.  Uom.  leti.  pari.  2. 

*  Bart.  Uom.  punì.  In- 

lrod. 
'   Bart.  Uom.  punì.  rap. 
16. 

*  Bari.  f^it.  Bellarm.  l.  2. 

cap.  8. 

*  Bart.  yit.  BarajD'.  l.  2. 


*  Bart.  f^it.  S.  I^n.  37. 

*  Bart.  yit.  S.  Ign.  o 

If^naz.  4.3. 

*  Bari.  I^it.  S.  Ignaz.  in 

princ. 

*  Bari.  yit.  S.  Ignaz.  lib. 

•>.  26. 

*  Bart.  I^il.  S.  Stanis. 

Ko.tt.  2.  4. 

*  Bari.  I^il.  Stan.  o  Sta- 

nisi. Sost.  lib.  2.  cap. 
9. 

*  Bari.  f^il.  Zucch.  1 8. 


Trattato  dell'  Ortografia  italiana.  SI  cita  a  capitoli,  e  a  paragrafi  la  alampa 
<li   Roma,  de'  Lazieri,  del   1670.  in  12.  (sj  (dJ  (cj 

La   Povertà   contenta.  Si  cita  a  capitoli  1' esemplare  stampato  )' anno  1716. 

dal  Pezzana  in  Venezia  Ir.i  le  Opere  suddette.  (sJ  (sr) 
Scrittura    contro    li    Quietisti.    Sta    nel    yol.    IH.    pag.    804.   e    «egg.    delle 

Opere  dell'  .Autore  impresse   in  Venezia    l'anno    1716.  in    i.  (srj 

La  Jiicreazione   del   Savio.  Si   cita  a  libri,  e  a  capitoli,  e  talora    a    libri,  a 
c.ipitoli,  e  n  pagine  la  stampa  di   Roma,  de'  Lazzeri,  1659.  in  S.  (bj  (trj 

fXJ  (D)  (C) 


he'  Simboli  trasportati  al  morale.  Citasi  1'  esemplare  impresso  dal  Pn- 
zana  V  anno  1716.  tra  le  Opere  dell'Autore.  1  numeri  aggiunti  ac- 
cennano i  libri,  ptl  i  capitoli;  e  talora  i  libri,  e  le  pagine;  ed  anche 
i     libri,    i    capitoli,  e    le    pagine,  ^Brj  fa}  (e) 

Storta  d*  Inghilterra.  Si  cita  a  libri  ,  e  a  capitoli  1*  edizione  del  Ma- 
rietti, (cpj 

Storia  d'  Italia.  Si  cita  talora  ,i  libri,  talora  a  libri  ed  a  capitoli;  ed  anche  a 
libri,  a  capitoli,  ed  a  pagine  1'  edizione  del  Marietti,  far)  (s)  (cpJ  (tc) 

Trattali  del  Suono,  de'  Tremori  armonici,  e  dell'  udito.  Si  cita  1'  edizione 
di  honia,  presso  Tinassi,  dell'  anno  1679.  in  4.  I  numeri  aggiunti  «yli 
esempli  addit.inn  talora  le  pagine,  talora  il  trattato,  ed  il  capitolo;  ed  anche 
il   trattalo,  il   capitolo,  e   la  pagina,  (arj  (e) 

La  Tensione  e  la  Pressione  ec.  Discorso  .  Citasi  a  capitoli  la  slampa 
di     Roma,    presso     Tinassi,    dell'  anno    1677.    in    12.  fsij  (oj 

Il  Torlo,  ed  il  Diritto  del  Non  si  può.  Citasi  a  pagine  ,  e  talora  a 
capitoli,  la  stampa  di  Roma,  barese,  dell'  anno  1688.  in  12.  e  si  cita 
anche    1'  Introduzione^    o   Prefazione.  (aJ  {.vJ  (s)  (cJ 

Dell'  ultimo  e  beato  fine  dell'  uomo.  Libri  due.  Cilansi  col  titolo  d'  Introd., 
o    Proem.    le    parole    dell'  Autore  al  Lettore,  (srj  (e) 


L'  uomo  di  lettere,  diviso  in  due  parti.  Si  cita  per  lo  più  1'  esemplare 
impresso  dal  Pezzana  V  anno  1716.  nel  terzo  Ionio  delle  Opere  dell'  Au- 
lore.  I  numeri  accennano  la  parte,  o  la  pagina,  e  1'  abbreviatura  Introd. 
I'  Introduzione,  (b)  (s)  (j)  (d)  (rcj  (cj 

/.'  Uomo  al  punto  .  Si  cita  per  Io  più  a  capitoli  1'  csrmplare  impresso 
dai  Pezzana  nel  volume  secondo  delle  Opere  suddette,  e  coli'  abbre- 
viatura Introd.  s'  accenna  1'  Introduzione,  (tc)  (b) 

La      l^ita     del    Card,    lioberlo     Bellarmini .    Citasi   a    libri,    e    a    capito- 

La  Uita  del  P.  l'incenzo  Carajii.  Non  sappiamo  di  che  edizione  si  sieno 
servili  i  nostri  predecessori,  o  aiutatori.  Noi  citiamo  a  libri,  e  a  ca- 
pitoli, e  talora  anche  coli'  aggiunta  delle  pagine,  la  stampa  di  Genova, 
per    Benedetto  Guasco,    1652.  in   12.  {.sJ  (v)  fc) 

Della  t'ita,  e  dell'  Istituto  di  S.  Ignazio,  Libri  cinque.  Si  cita^per  lo 
più  la  slampa  di  Venezia,  presso  Niccolò  Pezzana,  dell'anno  1/35.  in 
4.  ed  i  numeri  aggiunti  agli  esempli  accennano  i  libri,  e  le  pagine; 
e  talora  i  libri,  ed  i  numeri  marginali,  (pj  (bkJ  (c)  (d) 


Della    l'ita    e   de'  .Miracoli  del    B.    Stanislao    Kostka.    Si    cita    a    libri,    e 
a    capitoli,  fyj  (cFj 


Della    l'ita    dal    P.    Niccolò  Zucchi.  Si  cita  a  pagine   la  stampa  di   Roma, 
franse,    1682.    in    4.  {cJ 


20  63 


Bari,  (.tntol.  It.  I05:j 


*  Bell,  o  BeUin.Bucch. 

'  BeìLoBellin.  Bucch.^e. 

*  Bellin.  Buccher. 

'  Bellin,  Buccher,  pref. 
'  Bellin.  deal.  17. 

*  Bellin.  Cical.  Buceh, 

'  Bellin.  10.  Cic.in  Bucch. 
'  Bell.  0  Bellin.  Disc. 
"  Bell,  o  Bellin.  Due.  2. 

■l-2'.l 
'  Bell.o  Bellin. Disc.Anat, 

•2.  sci. 

*  Bellin.  Giorn.  2.  'il).  (9) 

*  Bellin.  leu. 

'  Bellin.  leu.  al  f^alUsn. 

'  Bellin.  leu. 
'  Bellin.  leu. in Pros, Fior. 
'i.  I.  261. 

*  Bellin.  leu.  1.  I.  271. 

■  Bellin.  leu. in  Menz.  Op. 
rol.  3. /-ag.  314. 

'  Bellin.  leu.  Uom.  ìli.  I. 
24,i. 

*  Bellin.  Rim.ùurl.ì.  295. 


Bellin.  san.  (Dirce.  pos- 
sente Dirce  ec.) 


Antologia  italiana  iinjufssa  in  VcroiKi  nfl  ISil.  Tiiiogiafia  Tommasi 
in  8.  in  cui  sono  riportali  alcuni  brnni  tratti  dalle  Opere  del  Bar- 
tolij   citati    a    pagine    dai    Compilatori    Bolognesi    alla    V.    Hupicella. 

Opere  di  Lorenzo  Bellini,  cioè: 

La  Bucchereidej  Poema  \%),  stampato  in  Firenze,  pei  Tartini  e  Franchi , 
l'anno  1829.  in  8.  I  numeri  aggiunti  agli  esempli  additano  le  pagi- 
ne. r>;  (Bj  (e) 


Cicalata  per  servir  di  proemio  alla  Bucchereide  .    I    numeri  aggiunti 
esempli   additano   le  pagine   dell'  edizione   suddetta,  (j)  (a) 


sii 


I  Discorsi  d' Anatomia  j  impressi  in  Firenze,  nella  stamperia  dì  Francesco 
MottckCj  l'anno  1741-44.  in  tre  volumi  in  8.  I  numeri  aggiunti  agli 
esempii  accennano  il  volume  ,  e  la  pagina  ,  salvo  quelli  allegati  dalla 
Minetva,    che    indicano    il    discorso,  fjj  (b)  (f)  (.iiinj  (e) 


Brano  di  lettera  ad  Antonio  l^allisnieri,  innestato  nel  I.  Tomo  delle 
Opere  di  esso  l^allisnieri  impresse*  in  Veoezi-a,  Coletij  V  anno  1733.  in 
tre    volumi    in     foglio,  citata  dall'Alberti,  e  trascurata   negli   Indici. 

Lettere  impresse  nel  primo  volume  della  Parte  IV.  delle  Prose  Fiorenti- 
ne. \J Alberti  le  allegò  senza  liportarne  gli  esempii,  e  farne  menzione 
negli  Indici.  Noi  co' numeri  aggiunti  accenniamo  la  parte,  il  volume,  e 
la   pagina  delle  Prose  suddette,    (aj  (cj 

Lettere  scritte  al  Menzinij  e  stampate  nel  terzo  volume  dell'Opere  di 
quesl' ultimo,  impresse  in  Firenze,  dai  Tartini  e  Franchij  l'anno  I73I. 
in   -i.   Citate   da   Bologna,  e   trascurate   negli   Indici. 

Lettere,  impresse  tra  le  Lettere  d'  Uomini  illustri,  stampate  in  Firenze  l'an- 
no 1773-75.  in  due  volumi  in  8.  I  numeri  aggiunti  agli  esempli  addi- 
tano  il   volume,   e  la  pagina,  (cj 

Capitolo  del  Matrimonio  innestato  nel  III.  Tomo  delle  Rime  burlesche  di 
Francesco  Berni  e  d'  altri  autori,  stampate  parte  colla  data  di  Londra, 
e  parte  con  quella  di  Firenze,  ma  impresse  in  Napoli,  l'anno  1723.  in 
tre  volumi  in  8,  Citato  da  Bologna,  e  dall'Alberti,  e  trascurato  negli 
Indici.  1   numeri  additano   il   volume,  e  le  pagine. 

Sonetto  che  comincia:  Dirce,  possente  Dirce  ec.  citato  da  Bologna  e  stam- 
pato dietro  il  Tomo  II.  dell'Opere  del  Menzini,   Firenze    1831-32.  in   4. 


Bert.  Giamp.  193. 


Bisc.  .innot.  Baldin, 

Bisc.  Ann.  Malm.  551. 
Bisc.  0  Biscion.Annot. 

Malm.  "i.")!. 
Bisc.  Annot.  Malm.  7. 

23. 
Bisc.  Malm.  110. 

Biscion.  Cos.  Impr. 


La  Giampaolaggine  d'Anton  Francesco  Bertini,  oss\a  Bisposta  d' Anton  Giusep' 
pe  Branchi  a  Giovan  Paolo  Lucardesi  (\0),  impressa  in  Firenze  l'anno  1756. 
in   8.   Coi   numeri   si  accennano  le  pagine.  (j)j  (cj 

Annotazioni  del  Canonico  Antonmaria  Biscioni  alle  Opere  di   Filippo    Baldi- 
nucci,  citate  alla  V.   Correntaiuolo  dall' .Alberti,  e   trascurate   negli   Indici. 
Annotazioni  al  Malmanlile.  Si  cita  a  pagine;  e   talora  a  canti,  e  a  stanze 
l'edizione  di   Firenze,    nella    stamperia     di     Francesco  Moucke,  dell'an- 
no   1750.  in  4.  (j)  (e) 


Relazione  della  Processione  dell'anno  1581.  del  Canonico  Michel  Angiolo  Bi- 
scioni. Sta  nelle  Memorie  istoriche  della  miracolosa  immagine  di  M.  K.  del- 
l'Impruneta,  raccolte  da  Giù.  Battista  Coso»/,  ed  impresse  in  Firenze  l'anno 
I71'é.  in  4.  Questa  Relazione  è  citata  dall'Alberti  alle  Voci  Deposizione,  e 
defezionare,    e    trascurala    negli  Indici. 

Opere  di  Mons.    Gio\'anni    Bottarì,  cioè: 
Buiar.Annui.Fr.Guitt.  Note    alle   Lettere   di   Fra    Guittone  j  itn[>resse    in    Roma,    nella    Stamperia 

Boti.  .Vo(.  Guitt.  >i' Antonio    de' Bossi,  l'anno    1745.  in    4.    Il  numero  aggiunto  agli  esem- 

pii   accenna    quello    della    nota.  f.ij  fsj 


(8i  L'  .4iherii  alU  V.  Indescrivibile,  ed  altrove  cita  anclie 
la  prrjazione,   lullocbè  non  sia  opera  del  Jìellini. 

(9)  Que&t*  dlitircviatura  si  Iruva  usala  djlla  Slinfn'a  alle 
Voci  Paletta,  S/iancaUvo,  Spavenlosità  (Itis),  l'erghettina,  e 
I  ergotina,  uè  pappiamo  che  0[<era  del  Sellini  si  voglia  con 
essa  indicare. 

(10)  i.'  Alberti  citò  quest'Opera  scilo  oome  di  Pier  Fran- 
cesco   Tacci,  d  cui  fu  aUribuiu  da  molli,  ma  scoia  foDdameo- 


10.  Noi  r  abbiamo  citata  Unto  negli  esempli  nostri  quanto  io 
quelli  già  allegali  dall' Alberti  sotto  nome  del  suo  vero  autore 
the  fu  Anton  trancesco  JJerliiii.  Chi  fosse  vago  di  conosce- 
re le  singole  ragioni  che  ci  hanno  mosso  a  cosi  operare,  non 
dee  che  leggere  la  Lezione  di  Luigi  Fiacchi  impressa  nel  To- 
mo 111.  pagina  217.  e  seguenli  degli  Atli  dell'I,  e  R.  Acca- 
demia della  Crusca'  stampali  in  Firenie  1'    anno   1829.  m  4- 


206.'| 


Bolt.  Dial.  pag.  90. 
'  Bolt.  0  Bollar.  Piai.  38. 
Boll.  Dial.  5.  203. 
Bollar.  Vini.  2.  pag.  38. 
Bollar,  teli.  Ded.  Fior. 

yirt. 
Boll.  teli.  pili.  3.  72. 
Boll.  teli.  più.  Tom.   I. 
pag.  'J. 


■  Bolt.  lez.  .4cc. 
Bollar.  Lez.  Accad. 

'  Boii.Lez.Decam.l.  (IO. 
Bollar.  Lez.  Decam.  2. 

Itì. 
Bollar.  Noi.  ^asar. 


*  Brace.  Schern. 

*  Braccio t.  Sch. 


Bracciol.  Son.  69.  in 
tode  detta  Lena. 


Bucai.  Ars. 


Dialoghi    sopra    le    Ire    arti  del  disegno.    Citasi,  per  lo    più    a    Dialoghi, 

e  a  pagine,  la  stampa  di  Pieggio,  Fiaccadori,  1826.  io  12.  ('«y  ''/>y  fij  (cp) 

Lettera  colla  quale  dedica  al  sig.  Don  Andrea  Corsini  il  Fior  di  flirta 
impresso  io  Homa,  nella  Stamperia  di  Antonio  de* Rossi ^  l'anno  17^0. 
in    8.  ^Bj 

Lettere  sulla  pittura,  scullurOj  ed  architettura  scritte  da  più  celebri 
profeisori  clic  in  dette  arti  fiorirono  dal  secolo  AK.  al  Xl^ll.  Ci- 
tasi a  volume  e  a  pagine  dal  Prof.  Barenti  V  edizione  di  Mons. 
Bonari  fatta  in  Koma  l'anno  1754-73.  io  sette  volumi  io  4.  e  dai 
Compilatori  Bolognesi  (1 1)  pure  a  volume,  e  a  pagine  la  ristampa 
fatta  da  Gio.  Silvestri  in  Milano  I'  anno  1822-25.  in  otto  Tolomi 
io    IO. 

Lezioni  tre  sopra  il  Tenemolo  recitale  nell' .accademia  delta  Crusca. 
Roma  ,    Gio.    Maria   Satfioni^    1733.  in  8.  ^.<y 

Lezioni  sopra  il  Decamerone,  impresse  in  Firenze,  /licci  1818.  in  due 
volumi  in  8.  Coi  numeri  aggiunti  agli  esempli  si  addila  il  volume  , 
e    la    pagina  .  f.\J  (e) 

Note  ed  illustrazioni  alle  f^ite  de' Pittori  ec.  di  Giorgio  frasari,  impresse 
in  Roma,  Pagtiarinij  l'anno  I75'J-60.  in   Ire   volumi  in  k.  (aj 

Lo  Scherno  degli  Dei,  Poema  piacevole  di  Francesco  Bracciolini.  Citasi  dal- 
l'.\lberti,  ma  non  sappiamo  su  quale  edizione,  e  dai  Compilatori  Bolognesi 
sulla  ristampa  di  .Milano,  TipograGa  de'  Classici,  180.  in  8.  Co'numeri  si 
additano   i   canti,   e    le  stanze. 

Sonetto  in  tode  della  Lena.  Sta  tra  le  Poesie  giocose  di  vario  genere  del 
medesimo  impresso  in  Yverdon  l'anno  I7(i2.  in  8.  Citato  dai  Compila- 
tori Bolognesi  alla  V.  Abburaltaia,  e  trascurato   negli   lodici. 

Le  Bucoliche  di  Francesco  de  Arsocchi.  V.  Ars.  Bucai. 


Buomin,  Cical.  Pros, 

Fior.  3.  2.  100. 
Buanim.  tett.  7. 


Buommal. 
Buommat.  IS'i. 
Buommal.  Ling.  Xralt. 

8.  cap.  4. 
Buommatt.  Ling.  Tose. 

I.  I.  15. 


Alcune   Opere  di  Benedetta   Buonimaltei,  cioè: 

Cicalate.  Stanno  mi  volume  secondo  della  Parte  tci-za  delle  Prose  Fioren- 
tine. 

Lettera  inedita  a  Pier  Francesco  Rinuccini  sopra  la  rovina  di  Montefaino 
in  Casentino,  impressa  in  Firenze  dal  Magheri  l'anno  1827.  in  8.  Citasi  a 
pagine,  (cj 

Delta  lingua  Toscana,  libri  due  .  Citasi  per  lo  più  la  slampa  di  Firenz>- 
e  Verona  per  Pier  .Intonio  Berna  del  1720.  in  'l.  Quando  nelle  cita- 
zioni s'incontra  un  numero  solo  questo  addita  la  pagina:  quando  se  nr 
incontrano  due^  s'addita  il  Trattato,  e  il  Capìtolo;  e  quando  se  ne  iit- 
contrano  tre,  questi  corrispondono  al  libro,  al  trattato,  ed  al  capito- 
lo. (aJ  fsrj  (FPJ  (e) 


Buon.  Medagl.  proem.      Osservazioni  sopra  alcuni  .Medaglioni  antichi  di  Filippo  Buonarroti,  impresse 


8. 
Buon.  Medagl.  ani.  p. 

138. 
Buon,  l-^as,  ani.  IIS. 
Buonar.  I^as.  ani,  l^etr. 

26. 

Buonav.  Pros.  i'X . 


Roma    da    Domenica    Anlonio    Ercoli    l'anno     I6<.)8. 
pagine,  fsj 


'l.    Si    cilaoo    a 


Osservazioni  del  medesimo  sopra  alcuni J'rammenli  di  vasi  antichi  di  veUro, 
impresse  in  Firenze  per  Guiducci  e  Franchi  l'anno  1716.  in  4.  Si 
citano    a    pagine.  {.\y 

Prose  e  Rime  inedite  di  Tommaso  Buonavenluri.  Firenze  1822.  per  il  .Ma- 
gheri in  8.  Citansi  a  pagine  alla  voce  Tapinamente  da'  Compilatori  Bo- 
lognesi. 


Bus,  66.  L'Avventuroso     Siciliana,    Romanzo    storico    scritto    nel    1311.(12)  di    Biisone 

da    Gubbio.    Firenze    1832.    in    8.    Citasi    a    pagine,  (cj 
Bus.  Cani.  Dani.  Canto  di    .Messer    Bitsone    ila    Gubbio    sopra    V  esposizione    e    dwisionr 


(li)  Emi  avvrilouo  ili  non  avere  spO(;lìalo  lutli  f^lì  auto- 
ri di  queste  leU«re,  ma  (juclli  suluoto  Ir  cui  operr  M>nu  ri- 
lute oel  Vocabolurio,  o  se  uoa  lauo,  mrrilrrcltliera  il'eurrc 
avute  ia  coDsidcraziune,  masiimc  pri  trrmiiii  a[i[iartrarnti  allr 
arti.  InoUro  ci  fanou  saperr  rlic  quando  dirlru  al  nume  del 
lìotlari  non  segue  altro  oonie  d'  autorr,  deve  inteoderii  che 
r esempio  e  tratto  da    uoa    ijualche  sua  lettera. 


(13)  Qurilti  HoiiijDto  non  fu  certanirule  tcrittu  nrll.tll. 
intorno  a  ctir  r  da  vriirrii  una  noifra  Intera  preme»»a  al 
Vol)(ariuamrnto  della  prima  Catilinaria  di  Cirrrune,  impreaMi 
in   t'iri-nir  I'  aiioo   lH.v|.  io  8;  duve  ur   arrechiamo  tali  prove 


da  DUO  ur   poter  ttuliitarc. 


2065 


della    Commedia  di   Dante    Alighieri .    Sta    nella     Biografia    di    Dante 
Alighieri  linpre&ia  in  Padova  dalla  Minerva  l'anno  1822.  in  8.  (b)  (c) 


*  Cald.  Ots.  Anat.  l'i.         Osseivazinni  anatomiche  di  Giovanni    Caldesi  intorno    alle  Tartarughe  ma- 

rittime d'acqua  dolce  e  terrestri  scritte  in  una  lettera  al  Sig.  France- 
sco Bedij  impresse  iti  Firenze,  per  Piero  Matinij  l*aniio  1687,  in  4*  ^^ 
citano    a    pagine,  (cj 

*  Cap.  della  Comp.  di  S.    Capitoli  della    Compagnia    di  S .    Luca    dell'anno     13'l9,    citati    dall'Alberti 

Luca  del  I3-VJ.  alla  V.  Rinomale   non   sappiamo    se    sopra    qualche    Testo,    o    stampa,    e    tra- 

scurati   ne^li    Indici. 


Cap.  Discipl.  pag.  'ì'ì.  Capitoli  della  Compagnia  dei  Disciplinati  (lì),  slitm^ial'i  in  Siena,  Porri,  l'anno 
1818.  in  S.  allegati  dai  Compilatori  Bolognesi  alle  voci  Partecipazione  e 
RiformamentOj  e    trascurati    negl'Indici. 


Cari.  Sfin. 
Cari.  Sfin.  23. 


Cef.  Dicer.  21. 
Ceff".  Dicer.  p.  5. 


Cenn.  Piti.  cap.  l'i 3. 
Cenn.  Tratt.  Pitt.  IS. 
Cenn.  Cenn.  pag.  104. 
cap.  1 1 8. 

Ces.  Antid.  23. 

Ces.  Att.  Ap.  2.  22. 


*  Ces.  Bell.  0  Bellez.Dant. 

3.  «43. 
'    Ces .  Bell.  Dant.  dedic. 

•  Ces.  Bell.  Dant.  Inf. 

318. 

•  Ces.  Beli.  Dant.  Inf. 

prol.  XI. 

-   Ces.  Oc.  Oraz.  Mil. 
Antiot./ticc.  >8. 

*  Ces.  Ded.  ^ìt.  Colomb.  7. 


Ces.  Descr.  Fesl.  22. 


La  Si'inatura  in  l''aldinievole j  Idillio  giocoso  di  Paolo  Francesco  Carli. 
Citasi  a  pagine  l'esemplare  impresso  nella  Raccolta  di  Poesie  di  eccel- 
lenti Autori  Toscani  per  far  ridere  le  brigate,  Gelopolij  I7G0.  e  1764. 
in    12.     ed    anche    un'edizione    di    Livorno,    Masi,    1821.    pure  a  pagine,  f/ij 

Le  Dicerie  di  Filippo  Ceffi  .  Si  cita  1'  esemplare  impresso  in  Torino  ,  Chirio 
e  Mina,  182^.  in  8.  I  numeri  aggiunti  agli  esempii  ne  additano  le  pagi- 
ne. (S)  (FP)  (C) 

Trattato  della  Pittura  di  Cennino  Cennini  (14).  Roma,  Salvioni,  1821.  in  8. 
Citasi  a   capitoli,  o  a   pagine,  (b)  (y) 


Alcune    Opere  del  P.  Antonio    Cesari  115),  cioè: 

Antidoto  pe'  giovani  studiosi  contro  le  novità  in  opera  di  lingua  italiana. 
Citasi   a  pagine   la  stampa  di  Forlì,  presso  Matteo   Casali,    1829.  in  8.  fcj 

I  Fatti  degli  Apostoli,  Ragionamenti  che  seguono  alla  fila  di  G.  Cristo, 
Citasi  a  volume,  e  a  pagine  la  stampa  di  Verona,  per  V  Erede  Merlo, 
1821.    in   due   volumi    in   8.   (e) 

Bellezze  della  Commedia  di  Dante  Alighieri  ,  Dialoghi  impressi  in  Ve- 
rona, ilalla  Tipografia  di  Paolo  Libanti,  l'anno  1824-26.  in  tre  volu- 
mi in  8.  Citinsi  a  cantici,  e  a  pigine,  o  a  volume,  e  a  pagine,  e  col- 
r  abbreviatura  Dedic.  si  cita  la  dedicazione,  e  coli'  altra  prol,  il  pro- 
logo, (e) 


Volgarizzamento  dell'  Orazione  di  M.  T.  Cicerone  in  difesa  di  Tito  Aiinio 
Milane,  con  anuota/Jo>ii.  Citasi  a  facce  la  stampa  di  Verona  per  Paolo 
Libanti,    I82S.  in   8.  fcj 

Lettera  a  Gaetano  Melzi,  colla  quale  gli  dedica  la  Vita  del  B,  Già,  Co- 
lombini impressa  per  sua  cura  in  Verona  dall'  Erede  Merlo,  1'  anno 
1SI7.  in  8.  Citasi  a   pagine.  fcJ 

Festa  dell'  anno  cinquantesimo  dalla  coronazione  della   Madonna  del  Po- 


(13)  Questi  Capituli  souo  cosa  al  tutto  diversa  da  quelli 
citati  dagli  Accademici  della  Crusca. 

(14)  1  compilatori  Bolognesi  posero  questo  Scrittore  tra  quolli 
che  protestaroQO  di  aver  citati  per  le  sole  voci  di  scienze  ed 
artìj  e  noi  rinnoviamo  volentieri  la  loro  protesta,  afBnchè  j^li 
sludiosi  non  pratici  non  debbano  credere  che  noi  abbiamo 
accollo  uno  scrittore  si  tatto  come  autorevole  in  ogni  sorte 
di   voci,   e   modi.  _  ■_ 

(15)  Agli  autori  degli  ultimi  tempi  addotti  in  quest'  Ope- 
ra dai  nostri  predecessori,  abbiamo  slimato  di  dovere  aggiu- 
gacre,   in   questa   nuova  eduione,    parecchie     Opere    di  questo 

Vocabolario   T.  II. 


famoso  Filippino  si  per  la  dottrina,  eleganza,  e  purezta  c>m 
CUI  sono  dettate,  si  per  aver  egli  con  quesle  mantenuta  glo- 
riosamente, come  scrisse  il  celebre  Giordani;  la  lin'^ua  d"  Ita- 
lia, dove  non  potrà  dirsi  speuto  il  buon  gusto  ne  1'  amore 
alla  buona  tavella,  6nchè  si  verranno  moltiplicando  con  le  stam- 
pe le  Opere  di  questo  immortale  suo  6glio.  Del  resto,  se  per 
entro  a  questi  volumi  i  castigati  suoi  scritt  i  non  sono  do- 
viziosamente recati  in  mezzo  ;  ciò  è  addivenuto  non  perchè 
sieno  tali  di  non  arricchirsene  gran  fatto  la  lingua,  come  altri 
potrebbe  credere,  ma  per  aver  noi  fatalmente  perduto  presso 
che  tutto  lo  spoglio,  che  ne  avevamo  con  ogni  diligenza    fatto. 

259 


au66 


■*   Ces.  Vescr.  /•'.  .1/.  o  Fest. 
Mad.  27. 

*  Ces.Dtf.Sul.  Com.  l'J. 

*  Ces.Diss.  Il  15. 


"*   Cej.  D.  liag.  o  Ragion. 

31. 
'   Ces.  Fior.  St.  a  Star.  1. 

207. 


*  Cei.  Gerem.  'iO. 

*  Cei.  Graz. 

*  Ces.Kemp.  2.9.  I. 

*  Cei.  /e«.  ^/g. 

*  Ce*,  leu.  Cic.  0  Cicer. 

2.  133. 

*  Ces.  leu.  Cic.  IX.  I  79. 

*  Ces.  lez.  /ti'f.  leu. 

*  Ces.  noi'.  79. 

*  Ces.  Oraz.  1 .  22.  62. 

*  Ces.  Oraz.  Fili.  29. 


Ces.  fref.  Fior.  S.  Frane. 

Ces.  l'ros.  253. 

C*:s.  riiii.  i^raf,  2^0, 

Ces.  Ter.  2.  (i3. 

Ces.  Ter.  pref. 

Ces.  Terenz.PreJ.Andr, 

Ces.  Fil,  Cr.  n  Crisi.  5. 

5U(i. 
Ces.  l^it.  Crisi.  Ind.C,'i. 
Ces.  Ki(.  ò.  Luig.  126. 
Ces.  yit.  Gonz.  I'l9. 
Ces.  l'it.  l-'an.  93. 

Cicerch.  Pass.  st.  22 


polo  yeromse,  falla  il  Settembre  del  1820.  Cilasi  a  pagine    l' tdizionc 
di  Verona  per  V  eiecle  Merlo  JeJ    J820.  in  ^>  fcj 

Difesa  dello  stil  comico  fiorentino.  Sia  iiin<in/i  alle  Commedie  di  Teren-' 
zio  recate  in  volpar  Jioretttino  ^    ed    impresse    in    Verona    per    1'  Erede 
Merlo,   l'anno    IÙI6.  in   due   p.iili   in   S,  Citasi   a  pagine.  fV^ 

Dissertazione  soprc  lo  stalo  presente  delia  lingua  Italiana.  Citasi  a  pa- 
gine la  sLinijia  di  Verona,  pri  Dionii^i  liamanzinl,  dell'  anno  1810.  in 
^.  ed  alleile  quella  di  .Milano  per  Gio.  Silvestri,  dell'  anno  1819.  io  Ili. 
intitolala   Prose  scelte,  (ij 

Due  licigionamenti  sopra  le  cose  da  lui  vedute  in  Boma.  Si  cita  a  pagine 
la   sit.irii|ja  ili   Verona   pel    iiamaiizini  dell'  anno    1830.   in   8.  (cj 

Fiore  di  Storia  Ecclesiastica,  /:agionamenti.  Si  citano  a  volumi,  e  a  pa- 
gine le  stampe  di  \'cioiia .  pel  talentino  Crescini,  1828.  in  Ire  volu- 
mi   in  8.  e  di  .Milano,  per  Gio.  Silvestri,  1'  anno    1832.  ni  sci   volumi    in 

'"•   f''''         .      .  . 

Geremia.  Lezioni  storico-morali  impresse  in   Milano,  presso  yi,  fortunato 

Kitellaj   l'iiimo    IHlfi.   in  8.   Cilansì   .*i   ]>a^int'.  ^cj 

Le  Grazie.  Dialogo  clic  compie  la  Dis&ertiizione  sopra  la  Lingua  Italiana, 
inij>rcbso  in  Verona,  per  Ùionii^i  Jiamanzini,  V  anno  1813.  in  ^.  Citasi 
a  facce.  (dJ  (c) 

Dell*  imitazione  di  Cristo  dì  7'ommaso  da  Kempisj  libri  quattro.  Citasi 
la  staiiijia  di  Verona,  \w\  V  Krede  Metlo,  drll'aiino  IH!:"»,  m  l'i.  Co*  nu- 
nu-TÌ  ayj^iunti  agli  esfnipii  si  addila  il  Idiio,  il  capitolo,  e   il    paiugrafo.  fcj 

Lettera  al  Si t^.  V.  Niccolò  Ali^arotti  sopra  il  modo  JaciUj  utile,  e  dilette- 
vole per  imparare  la  lini^ua  italiana.  Sta  nella  si-cond.i  fdizione  dell' 
AntidotOj  latta  in   A'eioiia,  coi    li  pi   di   Paolo  Libanti,  V  anno    18'29.  in 

12.  r^; .  . 

Lettere  dì  Marco  Tullio  Cicerone j  disposte  secondo  1'  ordine  dì  tempo  , 
impresse  in  Milano,  presso  J.  i\  Stella  e  titoli,  I'  anno  I8ir»-3I-  in  dieci 
votnnii  in  8.  ^16).  1  numeri  aggiunti  agli  esempli  additano  il  volume,  e 
la   pagina,  fcj 

Ai'i'iso  ai  lettore^  premesso  alle  Lezioni  6lorìco*morali  impresse  in  Milano. 
da    yi.   /'".   Stella^   l'anno    Ì815-17.   in   sei    volumi    in   8.    (Cj 

Novelle.  Citasi  a  pagine  la  stampa  dì  Verona  ,  appresso  Paolo  Libanti^ 
dL-ll'  anno    182"».  in   S,  fcj 

Le  Odi  di  Q,  Orazio  Placco,  mcxse  in  rime  Toscane.  Citasi  la  stampa  di 
Verona  latta  dalla  Tipografia  Jiamanzini  l'anno  1817.  in  8.  I  numeri 
aggiunti  agli  esempii  accennano  il  libro,  e  V  C'de,  e  talora  ti  si  è 
anclie   aggiunta   la    pagina   dell*  edizìonr   sud<lelta.  fi:j 

yol^arizzamento  d*  un'  Orazione  di  P'rancesco  f^dlunli  in  lode  di  Marco 
yMi^Wi.  Si  cita  a  pagine  la  slampa  di  Veiona.  pt-r  V Krede  Merlo,  dell' 
anno    I8lfl.   in   8.  (cj 

Panegirico,  o  Orazione  in  lode  di  S.  fincenzio  i'envri,  impressa  in  \  «-- 
rona,  dalla  Tipografia  dì  Paolo  Liba n ti,  V iiuno  I8'i'l.  in  8.  Citasi  a  pagine. 

Prejazione  ai  Pioretd  di  S.  Francesco,  impirssi  in  Verona  dalla  Tipogra- 
fa  di   Paolo  Libanti  V  anno    I8"2"i.   in    '^l.   Citasi   a    pagine,  (cj 

Prose  scelte  (17)  impresse  in  Milano  da  Gio.  Minestri  V  anno  1819.  in  If». 
Cilansì   a    facce,  (cj 

iiinie  ^rai'ì.  (diluiti  a  pagine  la  slampa  di  Verona,  presso  Paolo  Libanti. 
dell'  .inno    ISJH.  in    8,   (cj 

Le  Commedie  di  Terenzio,  recate  in  volpar  fiorentino,  impresse  in  Ve- 
rona pir  V  Erede  Merlo  Tanno  I81(».  m  due  Tai  ti  in  8.  Co*  numeri  ag- 
giunti agli  e^t-nlpli  s'  addila  la  pai  te,  e  la  pagina,  e  citati  anche  la  /'/«• 
Jazione  ali'  Opera,  e  la  Prefazione  all'  Andria,  (c^ 

La   C^ita  di  Gesti    Cristo  e  la  sua   fieli^tone^   Ìiau,ionamenti.  Citasi  a   volu- 
me^  e   a   pagine   la   slampa   ili    Verona,   per     1*  i^rcde     Merlo,     in     cinque 
volumi    in   8.   ed   amlic   1*  indice,   pure  a  pagine,  fc/ 
Vita  brei'f   di  *V.  Litici  Gonzaga,   Cita»!    a     pa-iine     la   slanipa    di   \  crona, 
appnsso   Paolo   Libanti,  dell'anno    IS23.   in   8.   fc^ 

ritti  dei  ('ai'.  Clementina  l'annetti  di  iioiervto.  Citasi  a  pagine  lo  stampa 
di   Verona,  per   V  Erede  Merlo,  l'anno    ISI8.   in   8.  f'ry 

Storia  della  Passione  v  morte  di  Goà    Cristo,   icn'tta    in  ottava  lima  Ja  A'iV- 


(ib)  Il  (V,(n/-i  sopragginntu  dulia  uturir  noo  polo  coni- 
piorc  il  Volgaitttainrnlu  di  queste  I.cHitp  iii;iravi^lio»r.  La 
Triiiiuxmnc  «uu  non  ultii'|i.inj  li>  7a'|.  *•  ierniMi4  |>ifriirtniro> 
te  a  pan-  227.  ili'l  *i>l.  I\  ruD  qup*lr  paroln  liunna  uttlolf! 
ma  (taiunir/o  morto.  Nui  non  <  ìliuniu  i\n  «]ueiie,  le  ^Ure  tu- 
rono  voigtfriualf  lU  Ptttro   Manacv. 


(17)  ^)ur»l«  Ptitst  coDlcngoDo  U  Hésjtnmziéttt  toptm  /# 
jlmlo  presente  itrtla  hnfua  iia/iJiia,  r  le  lif«U€,  UmUmo 
ilir  cuntpie  \*    l'ifsti  lazicne  &uJdcUj 


2067 


*  Cic.  Tran.  19. 

•  Cic.  Tran./.  24. 

'    Cinon.  voi.  I.  21. 


colò   Cicerchia,  Si   cll.-i  a  stanze   l'edizione  fatta     i 
Can.  Domenico   Moreni  1'  anno    IS22.   In  S.  (cj 

Trattati  di  M.   Tullio  Cicerone.  V.   Tran.  Cic.  f.y 


per    cuia     <le 


lei 


Cocch.  Anat. 
Cocch.  Anat.  33. 


Cocch.  Asci. 


Cocch.  B.  o  Bagli. 
Cocch.  Ba^n.  3. 
Cocch.   Ba^n.  'iS. 
Cocch.  Disc.  13. 
Cocch.  Ihsc.l.  Btì. 
Cocch.  Disc.  t.  \.p.2Ì0. 
Cocch.  Disc.  Tose.  l.  36. 
Cocch.  Disc.  Acq. 
Cocch.  Disc.  Acq.  1. 101. 


Delle  Osseivazioni  della  lingua  italiana  raccolte  dal  Cinonio  (  Marc'  Antonio 
^1, imbelli  )  Accademico  Ttl'tri^ita,  slanipale  in  Ferrara,  per  Al/onso  ,  e  GiO' 
vambatista  AJaresti,  y  anitn  l(i"i!l.   in    12.  (dJ 

Opere  di  Antonio  Cocchi^    cioj'  : 

Discorso  d' anatomia j  ini|ir'csso  in  Kiren/e  i!;il  Zantioni  V  anno  17^5.  in 
4.  e  ri^itanijiato  nel  |tiinio  volume  tlci  Discorsi  dell' .\uloie  iinpreiisi  in 
Firenze,  appresso  Andrea  Bonducci  j  l'anno    1761-62.    in    tlne     volumi 

i"  'i-M 

Discorso  primo  sopra  Asclepiadcj  impresso  in  Firenze,  .4lhizzini  I7'>8.  in 
4.  (.1) 

Trattato  dei  Bagni  di  Pisa  {\^)j  impresso  In  Firenze  nella  Stamperia  Imperia- 
le V  anno  I7S0,  ìn  'l,  I  nnnierì  agi;iunli  agli  esempli  atltlitauo  talora  il 
caplloloj  e    più    spesso   la   |iaj;Ìna.  fjjj  (d)  (sJ 

Discorsi  To.'icani  j  impressi  ìn  F'irenze,  appresso  Andrea  Bonducci^  l'an- 
no 1761*62.  in  due  vcinmi  Ìn  4.  I  numeri  aggiunti  agli  esempli  additano  11 
volume,   e   la    pagina,  (j)  fs) 

Discorso  sopra  V  uso  esterno  presso  t^li  antichi  deW  acqua  fredda  nel 
corpo  umano.  Sia  nei  Sa^i^i  di  Dissertazioni  Accademiche  lette  nelV 
Accademia  Etrusca  di  Cortonaj  homa,.  Palliarmi  17^'.!.  voi.  7.  ìn  4. 
ed   è   ristampalo   nel   primo   volume  dei  X)i5Cor5/ puddelli  dell' Autore,  (a^ 

Lettera  ad  una  sposa  tradotta  dall'  int^le.<ie  da  una  Janciulla  Mugellana(\9). 
Sta  dietro  ÌI  Bagionamento  del  matrimonio  impresso  in  Parigi  1' 
anno  176*2.  in  ^.  Cilata  dall'  Alberti  alle  voci  Computalrice,  e  Sbasso^ 
e    trascurata    negli    Indici. 

Discorso^  o  liagionamento  del  matrimonio.  Citasi  V  esemplare  impresso  in 
Parigi,   nella    Siamperia    ilaliatia_.   l'anno    1702.   in   -'i.  (jìJ  (b) 

Prefazione  ai  Discorsi  di  Lorenzo  Bellini j  premessa  al  primo  volume 
della  stampa  dei  medesimi  latta  in  Firenze  Panno  1741-44,  in  tre 
volumi  in  S.  e  ristampata  nel  secondo  volume  dei  Discorsi  del  Cocchi 
soprammentovatl.   (a) 

Regolamenti  Manoscritti  per  V  Ospedale  di  S.  Maria  Nuoua_,  citati  dalP 
Alberti  alla   V.    Tappezziere. 

Discorso  del  f'''itfo  Pitlagorico  per  uso  della  medicina^  impresso  in  Firen- 
ze nella  Stamperia  di  Lraiicesco  Moucke  l'anno  17^3.  in  4.  e  ristam- 
pato nel  secondo  volume  dei  Discoisi  suddetti  dell'Autore.  Talora  si 
è  citato  a  pagine  la  ristampa  fatta  in  Venezia  dall'  Occhi  l'anno  1744. 
in    12.  (aJ  (Min) 

Lezioni  Fisico-anatomiche  di  Raimondo  Cocchi  (20)  ,  Livorno  ,  Masi  e  Comp. 
1775.  in  4.  (aj  (b) 

Notizie  intorno  alla  l'ita  dell'  Abate  Isaac  tratte  da''  manoscritti .  Stanno 
innanzi  alla  Collazione  dell'  abate  Isaac  impressa  in  Firenze  da  Tartinij 
€  Franchi  V  anno  1720,  in  4,  I  numeri  aggiunti  agli  esempli  segnano 
le    pagine.    V.    anclic    Coti.  Ab.   Isaac-  nella   Tavola  degli  Accademici,  (r) 

Istoria   della    Conquista    del  Messico.    V.   Accad.    Cr.    Mess.  (e) 

Cprs.oCorsin.Torracch-  Il    Torracchione    desolato    di   Meo    Crisonij  cioè  di   Bartolommeo    Corsini  im- 
y-  ^5.  presso    colla    data    di    Londra,    Panno    17G8.    in    due    volumi    In     12.    I    nu- 

meri   aggiunti    agli    esempli    accennano    il    canto,  e  P  ottava.  (aJ  (b)  (bt)  (s) 

*    Cor  tic,  Gramm.  Tose-       Grammatica^    o    sia    Regole    ed    Osservazioni   della     Lingua    Toscana    di   Sai- 


Cocch.  lett»  Sp. 


*  Cocch,  Matr.  o  Matrim, 
"    Cocch.  Disc.  Matr. 

*  Cocch.  Pref.  Bell,  o  Bel- 

Un. 

*  Cocch.  Prej:  Bellin.  I. 

17. 

*  Cocchi  S.  M,  N. 

*  Cocch.  yit.  Pitt.  2.  8. 
'    Cocch.  f^it.  Piltag. 


'   Cocch.  Lez. 

*  Cocch,  Lez.  Anat. 

"    ColL  Ab,  Isaac  prejl 
pag.  36. 

*  Coli.  Ab.  Isaac.  Notiz. 

e.  32. 


Conq.  Mess. 


(l8)  L^AliftTiif  oltre  a  questo  Trattalo,  citò  altresì,  ro- 
me può  vedersi  alle  vnci  In'lalime.itto  e  Htncrudelìrc,  le  He- 
/azioni  del  fì-ir^nnli,  o  del  P.  Gentiti,  che  il  Corchi  reco  ìn 
nota,  p  le  Iras'uio  negli  Intiiri;  come  ani  lie  una  HefaziOHC 
<iel    Taitdei  alla  voce   I^aregorico^  $ema  nominarlo  punto. 


(19)  Questa  fanciulla  fu  Beatrice   figli.!  dell*  autore.   L'Al- 
berti  prese    aldiaglio   allriliupodo  questa    Lettera   al    Cocchi, 

(20)  L'  Alherti  |>er  isluglio  attribuì  queste  Lesioni  ad  j^n- 
ionio  Cocchi  padre  di  Raimondo. 


ao6S 


*  Cron.  Piar. 

*  Cron.  Strin, 

'  Cron.  Strin.  97. 


vadore    Corticetli,    iiiiiircssc    in    Bolo'^na,   dalla    yol/ie    l'anno     1751.    in    .'!. 
Si   citano    a    libii^    e    a    capitoli.    f^J 

Cronaca  dì  Paolino  Pieri.   V.  Pier.  Cron. 

Cronichelia  di  Neri  dej^li  Sliinali,  impiessa  in  Firenze  nella  stampella  Imperiale 
l'anno  I  7ò3.  in  H.  dietro  la  Storia  della  guerra  di  Semi/onte  di  Pace  da  Cer- 
taldo.  Citasi  a  pajjine.  (f) 


*  Cr.Pref.o Prefaz.  %.  III.  Prefazione  degli  Accademici  della  Crusca  alla  quarta  impressione  del  loro  f^aca- 

*  Crusc.  Pref.  f^ocab.  bolario  ^21).  (.a)  (pj  (h) 

*  CV.  Tav.  Abbrev.  Tavola  delle  abbreviature  degli  Autori  da' quali  sono  tratti  gli  esempli  citati   nel 

yocabolario  degli  Accademici  della  Crusca.  V.  Accad.  Crusc. 


D 


*  Dat.  Disf.  Cacc.  20, 

*  Vel  Pap.  0  Del  Papa 

Cons. 

*  Del  Papa  Cons.  1.  177. 

*  Del  Papa  na  t.cald.Jredd. 

*  Del  Papa  nat.  um.  secc. 

113. 

*  Del  Papa  um.  sccc. 

*  Del  Papa  Tratt,  um.  sec. 

*  Del  Jiosso  Svet. 

*  Demetr.  Adr. 
'  Descr.  Appar. 

*  Diar.  In/ir. 


Disfida    di  caccia    tra    i   PiavevoU   e    Piattelli^    descritta   da    Giulio    Dati .    Si 
cita    a    pagine   la    stampa    di    Firenze,   Maglicrij    ISil.    in    8.  (b)  (h) 


d  Dottor  Giuseppe  del  Papa.  Non  sappiamo  di  che  edizione 
\rti  ne' suoi  spogli:  noi  citiamo  quella  di  Roma,  Salvionij  1733. 


Consulti  Medici  del 

si  valesse    V Alberti  ne' suoi  spogli;  noi  citiamo  quella  < 

in  due  volumi  in   1.  ed  in   numeri  aggiunti  agli  esempii  additano  il    voliane, 

e  le  pagine  della  stampa  suddetta. 

Lettera  sulla  natura  del  caldo  e  del  freddo.    Si  cita  la  stampa  di  Firenze, 

per  Piero  Matinij    UiDO.   in  'l.  f^J 
Lettera  a  Francesco  /ledi  sulla    natura    dell'  umido,    e  del  secco.  Si  cita 
la  stampa  di   Firenze^   Vangelisti,   IG81.   in    'l.  fy<j  (tiinj 


*  Don.   Mus. 

*  Don.  Mus,  se.  o  scen. 


Le  fite  de'  Dodici  Cesari  di  Svetonio  tradotte  da  /•'.  Paolo  Del  Rosso.  V. 
^l'e*.  Ross.  vit. 

Trattato  della  Locuzione  di  Demetrio  Falereo,  tradotto  da  .Marcello  Adriani 
il  Giovane.  V.  Adr.  Demetr. 

Descrizione  W  Apparati  in  occasione  di  nozze,  Junerali  de'Gianduchi  di  To- 
scana ec.  del  Giambullari,  di  Bastiano  de' Rossi  detto  V  Inferigno  e  d"  al- 
tri  (22).  f^J 

Diario  dell'  Accademia  della  Crusca  scritto  da  Bastiano  de' Rossi  cognomina- 
to lo'NJérigno.  Testo  a  penna  clic  si  conserva  nella  iMagliabeclilana  al  Pal- 
chetto  IV.  segnato  col   num.  23.  (23)  fii.vj 

Annotazioni  sopra  il  Compendio  dei  generi  e  dei  modi  della  Musica,  di  Cium- 
batista   Donij  impresso   in   homa.  Andrea  Fei,    IG'iO.  in    ').  (ji) 


Epist.  Ovid.  Rem.  Fior.    Epistole  d'Ovidio  tradotte  da   Remigio  Fiorentino.  V.  Rem.  Fior. 


(ai)  V  Alherli  citi)  nutila  l'rcfaiiunf  «11»  V.    Cirfil.i,  r  Irrmtilidi   /ùislwiw  de'  Rossi  per  la  Comnirdii  rappreienul» 

lj  Iraicurò  nt^li   toltici.  "'I''  "">">'  ''"   l'r'dinando  de' ittitici,  e   Oisllna  di   Lorriim  j 

(21)  Queste   Ilrscritioni    sono    cilulc  alle   »oci    Arttlalo,  Kircnie,  Pudmam.   l58<).  in  l\- 
Oichwralorio,    /Vomilo,  e  Scllomamc«.  la  prini.i    .Ielle    quali  (a3)  yue.lo /Jloriolu  comincialo  a  icriveridall    InferiBDO 

tiova.i»p.B'  68.  della  Desantione  iltlf  .1n«'^«'o.  e  dtgV  In-  il  .li  l^.  d.  Sellcrol.r.    1588;  e  Icrminalo  d  a.  d  ottobre  lOia. 


io(J9 


rag.  Com.  Commedie  di  Giovambatista  Fagiuoli.  Firenze,   Francesco  Moucke  ,     ITS'i-SG. 

in   selle  volumi  in    VI.  (a) 
rag,  Bim.  Hime  piacevoli  del  medesimo.  Firenze,.  Nestenus  e  Moucke,   1729-34.    Pni- 

Fag.  liim.  =i.  ti  VI.  in  'i.  piccolo,  (a) 

Opeì-e  di  Niccolò  Fortiguerri,  cioè: 

Fort,  o  Fortig.cap.  3.  /  Capitoli.    Stanno    in    fine    del    terzo  tomo    del    Ricciardetto    impresso    in 

Forlig.    rim,  cap.3.  Londra    (Livorno)    Masi,    1780.    in  12.    ed    anche    in   fine  del  IV.  Tonio 

del     Poema     snddetlo    impresso     In  Pi»a    l'anno    \^\'i.  (a)  (bJ  (s) 

*  Fort,  o  Forlig.    Jìicc.    o  11    Ricciardetto.  S\    citano    le    migliori  edizioni.    I     numeri    aggiunti  a"ll  e- 

Ricciard.  senipii    accennano    il    canto,    e    la    stanza,    (a)  (m)  (a)  (s)  (b)  (c) 

*  Forlig,  Rice,  o  Ricciard. 

3.  73. 

*  Fortig.    Rim.  Le  Rime,    Citale    più    volte    dall'  Alberti,  e  dai  Compilatori    NapoleUni   non 
Fortig.  rim.  2^18.  sappiamo    su    quale    edizione. 

*  Frese,  e  Frescob,  ^iagg.  Viaggio    in  Egitto,   e    in    Terra    Santa   di   Leonardo  di  Niccolò  Frescobaldi. 

78.  Si    cita    a    pagine    1'  edizione    di    Roma    del    1818.   in    8.  fsj    fu)    (l) 

'  Frese.  f^iagg.Eg.    HO, 


InJ'er.  yìpp.  o  Appar.  Due  Descrizioni  d'  Apparati  e  intermedi  scritte  da  Bastiano  de'  Rosti  cogno- 
minato io  'njerignoj  la  prima  stampala  in  Firenze,  presso  Marescotti,  V  anno 
1585.  in  k,  e  r  altra,  |iresso  Padovani,  V  anno  1589.  pure  in  4.  citale  dall' 
Alberti,  e  trascurale  negl'  Indici,  se  già  non  intese  di  nominarle  sotto  l' 
abbreviatura  Descr.  Appar. 
Injer.  lett.  m  Crescenz,  Lettera,  o  Avviso    a'  lettori,  premesso  da  Bastiano   de'  Rossi    cognominato 

lo    'nj'erigno,    alla    stampa    del    Crescenzio    fatta    in    Firenze    da    Cosimo 
Giunti  l'anno  1605.  in    4.  fsj 

Instr.   Cane,  _3.  Instruzione   ai  Cancellieri  dei  Comuni  e   Università   del  Dominio    Fiorentino, 

stampala    in    Firenze    da    Gioì'.   Battista  Landini  V  anno    IG35.    in    foglio.    I 
numeri    aggiunti    alle    citazioni  additano    le    pagine,    fcj 


*  Lap,  Castigl.  IO.  Lapo    da    Castiglionchio,  Epistola,  o  sia  Ragionamento  a  Messer  Bernardo  suo 

figlio  .  Si    cita  a    pagine    la    stampa    di    Bologna     dell'anno    1753.    in    'i,  (bJ 

-   Legg.   S.  Agnes.  Leggenda    di    S.  Agnese.    Si    cita    col   numero    della  pagina  1'  esemplare  impres- 

so dietro  le  Parafrasi  Poetiche  degli  Inni  del  Breviario  del  M.  Vincenzio 
Capponi,  stampate  in  Firenze  nella  Stamperia  d'  Antonio  Brazzini,  V  anno 
1818.   in  8.  (cj 

*  /«gg.  ò'.  Eufrag,    IG2.      Leggenda,  o   Vita  di  S.  Eufragia.   Si   cita  a  pagine   1'  esemplare     stampato     nel 

1734.  da  Domenico  Maria  Manni  nel  III  Tomo  delle   Vite  de'  Santi,  (rj 

Legg,  S.  Gio.  Bai.  18.      Leggenda  della  Natività  di  S,    Giovanni  Battista  volgarizzata   neW   aureo   se- 

*  Leggen,    S.     Gio.     Bau       colo  decimoquarto,  stampata  in   Firenze   nel    1833.  in   8.  per  cura  dell'   Abate 

Volg.  34.  SteJ'ano  Rossi.  Si  cita  a  pagine,  (sj  (tc)  (cJ 

■   Legg.  Nat.  S.  Gio.    Bai. 
23. 

^'SS-    ^°^-  '''•  Leggenda  di  Tobia   e  di  Tobioloj  stampata  in  Milano   1'  anno    1825.  in   8.  per 

cura  di    Michele  Vannucci.  Si   cita  a  pagine.  (cJ 

Lemm.  Test,  o   Testam,  Testamento  di   Lemmo  di  Balduceio,  pubblicato  per  intero    ed     illustrato    dal 
■'S-  Dottor  Luigi   Rigoli,     Si      cita    a    [pagine    la     stampa    di    Firenze,     presso    il 

Magheri,   dell'anno    1822.    in    8.    (d)    (cj 


20^0 

Lenz.  Specch.    Uinan. 


*  Lcop.  rim. 

*  Leop.   rim,  57. 

*  Lib.  Cat.  I.  2.   I. 


*  Lib.  Entrai.    Uscii. 

*  Lib.  Sen.  yirl.  CO. 

*  Liu,  Dee.  'i.  proein. 

*  L.  Pane.  Sch. 

*  L.  Slrozz.  leu. 


'   Luci'.  March. 


Diario  intitolalo  Specchio  umano  cominciato  da  Domenico  Lenzi  nel  Giugno 
del  1320,  e  terminatolo  piuttosto  lasciato  in  tronco  nel  I3't'>.  Teilo  a 
penna    già    del    Marchese    Luigi    Tempii  ora   nella    Mediceo-Laurenziaoa  ('24). 

Rimej  o  Capitolij  e  Canzoni  piacevoli  di  Girolamo  Leopardi.  Si  citano,  per  lo 
più  a  pagine,  le  stampe  fatte  in  Firenze  nella  Stamperia  de'  SermartelU 
nel    ir.l3.  e  nel    Ì6I6.    in    5.    fjtj  (b)  (s)  (c)' 

Tre  l^olgarizzamenti  del  Libro  di  Calo,  stampati  in  Milano,  presso  lo  Stella^ 
e  Jìufij  l'anno  1829.  in  8.  De' tre  numeri  a;;giunli  alle  citazioni  il  primo 
indica  il  volgai  izzamcnlo,  il  secondo  il  libro,  il  terzo  il  numero  della  sen- 
tenza,   (arj  (s)  (Mai.)  (e) 

Libro  d'  entrata  e  d'  uscita.  Si  cita  sulla  fede  tlel  .Mannij  che  adduce  un  bra- 
no  di  questo   Libro   nell'  Illustrazione    al  Decam.    p.  I.    e.    12.   fcj 

Libro  di  .Seneca  di  quattro  f'irtudi.  Si  cita  a  pigine  un  Testo  a  penna  del- 
l' Ospedale  (ti   S.   Geiiiignano  segnato  col   numero    102.  (e) 

Proemio    alla  t/uarta  Deca  di  T'ito  Lii-io.    Testo  a  penna  della  Kiccardiana.  fCy 

Scherzi  poetici  di  Lorenzo  Pancialichi,  stampati   in   Firenze     l'anno     1729.      in 

8.  f^j 

Lettere  di  Leone  Strozzi.  Stanno  nel  Volume  II.  delle  Lettere  familiari  del 
Conte  Lorenzo  .Magatoti:,  impresse  in  Firenze  da  Gaetano  Cambiagt  1'  an- 
no I7{ìi*.  in  due  volumi  in  8.  citate  dall'  Alberti  alla  V".  Baggianeria,  e 
trascurate  negl'  Indici, 

Lucrezio  Caro  tradotto  da  Alessandro    Marchetti.  V.   March.  Lucr. 


M 


*  Marc'  Antonio  Piovano 
a  Frane.  Sacch, 


*  Marcii,  o  Marchell.  Lu- 

cr. lib.  5. 

*  Mar.  Lucr.  .").  639. 

*  March.  Lucr.    l.    'l.     v 

1077. 

*  Marchelt.  2. 


o  Sani.  199. 

*  Mail.  Palm.   l^ii.   Civ. 

*  Mei.  Anauill. 


Sonetti  di  M.  Antonio  Piovano  a  Franco  Sacchetti^  stampati  tra  \  Poeti  an- 
tichi raccolti  liM'  Allacci^  Napoli,  I6GI.  in  S.  Si  citano  dal  Monti  alla 
voce  Invadere. 

Lucrezio  Caro  della  Natura  delle  Cose  lib.  VI.  tradotti  da  Alessandro  Marchet- 
ti. Sì  citano  le  migliori  stampe,  e  piincipatmente  quella  di  Londra  1717.  in  8. 
quella  senza  ilala  di  lilo;;o  del  I7(ì8  in  8.  quella  di  Firenze  presso  Gtusep' 
pe  Molinij  e  Comp.  1820.  in  12.  I  numeri  aggiunti  agli  esempi  accenna- 
no il  libioj  e  (]uando  se  ne  iiicaiitraiio  due,  il  primo  accenna  il  libro,  il 
secondo  il   numero  de'  versi   del  medesimo.  f^J  (bJ  srj  (m)  (c) 

Piaggio  in  Terra  santa  fallo  e  descritto  di  Ser  Mariano  da  Siena  nel  seco- 
lo XV.  Si  cita  a  p.-'gine  da  noi  (25),  e  dal  Dei-Rio  V  esemplare  stampalo  in 
Firenze,  nella    Stamperia    Maglieria   l'anno     1822.    in    8. 

Libro    della   fila    Civile  di  .Matteo    Palmieri.   V.    Palm.    I^it.    Civ. 

Le  Metamorfosi  d'  Ovidio  tradotte  da  Gin.  dell'  Anguillara.  V,  AnguiU.  .Ve- 
la m. 


•  iWin.   Cic.    Pass.     Cri<t. 
21. 

"   Min.   Malm.   j'.t8. 


Storia    della  Passione  e  morte  di  G.   Cristo,  di  Niccolò  Cicerchia.  V.   Cicerch. 
Pass. 

Annotazioni  di  Paolo   Minucci  al  .Malmantitc  di  Lorenzo    Lippì.    Si  citano     .i 


(»'()  Di  i|UCjl' Opera  ti  aunu  allegati  alruoi  eirinpii  trilli  ibi-         "^.  'l'I  />ri(«o    lìiicorto  ilei  lipnor   A<«ocjli>  /.witi    torntcìa 


Antologia  ili  Firenxe  (ottiilire  l8.to.  !>■•);-  /|^.  e  >e^^.  )  ivi  in. 
□  eslali  Ad  Giiisfppe  Monlitnt,  clic  rullj  1U4  ijuarta  lettera  iti* 
torno  ai  Codici  del  MarftiCie  Luigi  Tfmpi  d^  notiiia  di  (luc- 
alo Testo. 

(25)  t  puclii  esempli  di  queit*  Opera  da  Doi  inncilati  Del  Vu. 
caliolario  li  aLbiamo  trattii  eoo  ijualcbc  altro,  dall' annotaiiuyc 


ri  intorni'  al  so\'rrcltio  nidore  ttt'  hrammnlifi,  Lucca,  Tipo- 
(iiafu  /iVrdiii  18I6.  in  8  il  che  proimunio  «olenlicri  e  r«r 
la  Tcritj.  e  i-errlifc  e'  t  raro  di  poter  qui  rendere  a  questo 
egregio  Biologo  ud   teitfmenio  dell'  atta  »tima  io    che    lo     Ir- 


2ojr  ' 

Min.  Maìm.  8.  48.  p.ijjine,  e   talora    anche    a  canti,   e   a    ollave,  le  edizioni  di  Firenze   1688.  in 'l. 

Min.    Ann.     o  Annoi.       e  1750.  pure    in    't.  fjtj  faj  (p)  (cj 
Maini.  S.-.O. 

*  M'inucc.  Maini.  I.    35. 

*  Molz.   Canz.   7.  Canzone    eli  Francesco    Malia   MolzOj    citata    dal    Manli  .     non     sappiamo    su 

quale   edizione,  alla    Voce  Kiltrare^   %,   xv, 

*  Molz  NinJ.  st,  \'.  La   -Vi>i/à    Tiberina:,  slampata   più    volle  ed   in     più    luonlii.    Ignoriamo    di 

*  Molz.  Ninf.  Tib.  o     Ti-  quale    edizione    si  sieno   servili    e  'I    Monti,  e  '\  Brambilla^   e  '1    Polidorij, 

ber.  26.  che    la    cilaiono    per    lo    più    a    stanze. 

'  Mozz.  S.  Cr.  o  Cresc.       ^    Stona   di  S.  Cresci  e   de  SS.  Compat^ni   Martiri  ec.    ili    Marco    Antonio 
Mozzij  stampata   in   Firenze  l'anno   1710.    in    foglio,  (jj- 

'   M.   T.    Tratt.  Vecch.p.  Trattato    della    vecchiezza   di   M.    Tullio   Cicerone.   Sta   tra  i  Trattati  di    dee- 
16.  roncj  stampati    in    honia,    presso    Pio    Cipicchioj   l'anno    181'.).  In  8.  Citasi  a 

pagine,  l'uj 


N 


*  Nard.  rit.  Ciac.  95. 

*  Nard.  f'it.  Giacom. 


Nat.  S.  Giov.  Bat.   21. 
Niccol.  Pros.   Tose. 


Nic.  Morteli,  rim.  buri. 
3.  7-2. 


Nic.  Soldan.  canz.  mor. 
pubbl.  dal  Lami. 


Nov.   Grass.  Legn. 
Nov.  Gr.  Legn.  face. 
31. 


yita  d'  Antonio  Giacomini  Tebalducci  Malespini  scritta  da  Iacopo  Nardi.  Si 
cita  a  palline  dal  Leopardi  la  ristampa  ialta  in  Lucca  dal  Bertini^V  anno 
Iyi8.    io    8.    ed   anche    dal    Parentij  ma    non    sappiamo    su    quale    edizione. 

Della   Natività   di  San  Giovan   Batista.  V.  Legg.  S.   Gio.  Bat, 

Prose  Toscane  di  Alfonso  Niccolai.  Si  cita  dall'  Alberti  alla  Voce  Contatore 
la  stam[ia    di  Firenze,     l'ivianij    1772-73.    in    tre  volumi  in    4. 

Rime  burlesche  di  Niccolò  Martelli  {iCt),  impresse  nel  Terzo  libro  delle  Ope- 
re burlesche,  di  Francesco  Berni,  e  d'  altri  autori,  Firenze  (Napoli)  1723. 
in  8.  1  numeri  ai^giuiiti  agli  esempii  accennano  il  volume,  e  la  pa^'ìna.  (bJ 
(e) 

Canzone  Morale  di  A'iccolò  SolJanieri  puiblicata  dal  Lami  a  pag.  298  del 
Catalogo  dei  Codici  manoscritti  della  Hiccardianaj  impresso  io  Livorno  l'an- 
no    I7;">(i.    in    foglio,    e  cilala    dal    Monti  alla   Voce    Gentile. 

Novella  del  Grasso  Legnatolo.  Si  ella  dal  Monti  V  esemplare  impresso  tra  le 
No^'elle  d*  Autori  Jtiorentinij  Milano.  Gio.  Sduestri^  1815.  in  16.  e  più  spes- 
so a  pagine  dal  Pezzana^  la  stampa  fallane  in  Firenze,  Ma^herij  V  anno  1820.^ 
in    ^i. 


0 


Opusc.  S.  Bern.  Opuscoli   di    S.     Bernardo  .    Tosto    a    penna    citalo    sulla    fede     di    Paolo    Za- 

nottij  che  allegò  questi  Opuscoli  nella  l'rcfazione  al  Volgarizzamento  dei 
.•Noliloquii  di  S.  Agostino,  impressi  in  Veiona  da  Francesco  Bernardi  Panno 
1830.  in   8.  (cJ 

Ovid.  Ang.  Mei.  Metamoijòsi   d'  Ovidio   tradotte  dall'  Anguillaia.  V.  Ang.  Mei. 

Ovid.  Epist.  Rem.   Fior.  Epistole  d'  Ovidio   tradotte  da  Remigio  Fiorentino.    V.  Rem.    F'ior.     Epist. 

Ovid. 
Ovid.  M.  (Codice  Pucci)  Ovidio  Maggiore^  o  sia    Volgarizzamento  delie  Metamorfosi  d'Ovidio  (27). 


lib.  3. 


Testo  a  penna  dr*    Marchese   Giuseppe  Pucci  allegalo  dall'  Abate  Fiacchi 


(26)  Qucile  Rime  lur4nio  cilale  aoche  AiAV.4lber(i  coli'  ah- 
brevìjtura  Lira.   Rim.  come  può  vedersi  alla  Voce   UsanzaC' 

citi, 

(27)  Ud  liclli>sìnio  Testo  a  penna  di  questo  Volgaririanieolo 
>i  conserva  al  presente  nella  Libreria  del  signor  Cavaliere  Prio- 
re Lropoldo  iiicaioii  t  scritto  nel  l^Stì-  come  si  ritrae  da  que- 
sta memoria,  che  si  legge  in  fine  finisce  il  lihro  Ovidio  me- 
noris  cui  dicil  libro  j\ietamorJoseos  deo  grndas.  iscrtllo  per 
Ole   M.    Gian   Francesco  <tt  Colie  a    dì     AI  ÌJJ.    dì    dicembre 


l386  in  Colie  essendo  I'ctes(à  di  lolle  di  l  a/defsa.  Ben  è 
vero  (he  it  nome  dtl  copista  sembra  aggiunto  sulla  lassatura 
di  un  altro  nome.  Del  reslo  questo  pitxroso  Codice  ronliene 
il  Volgiiiizzanietilo  slesso  rilalo  dagli  accademici  col  titolo 
di  Oviiiio  Hu-iamcijosi,  e  dal  Snhtati  col  titolo  d'  Ovidio 
Mo^^^iore^  come  jnio  viscontraisi  dai.Ii  escnipii,  ch'egli  allega 
a  pagina  6l.  e  223.  drl  |'iimo  volume  de  suoi  A\iertimenti, 
cbe  si  trovano  perii itanienle  eguali  in  questo  Codice  a  carte 
lij/i.   e   .43. 


2072 


nelle  note    al    Trattalo  dell'  Amicizia    di    Tullio  ^  iinprcsso    in    Firenze 
1'  anno   1809.  donde  si   sono  tratti  gli  esempii.  (e) 


*  Pallav.  ben.  l.   ì.  p.     I. 

e.  4. 

*  Pallav.  Per/'.  Crisi,    pr. 

o  proein. 

*  Pallav.  Pcrf.   Crist.  pag. 

'  Pallai.  Per/.  Crisi.  I.  I. 
'  Pallai'.  SUI.  Pref. 

*  Pallav.  SUI.   I5'j. 

*  Pallav.  SUI.  :"i.  35. 

*  Pallav.  SUI.  cap.  32. 

»  Pallav.    Tran.  SUI.    -29. 

'   Pallav.   Stor.     Conc.    I. 
9:S. 

*  Pallav.  Star.  Conc.  402. 

*  Pallav.  Stor.    Conc.    6. 

IO.   I. 


Palm.  I^it.   Civ.  '([. 


Parnas.  II.  2.    199, 
Parnas.  It.  Tom.S.  109. 


'  Petr.  Sien.  Son.  Pelr. 

*  Pier.   Cron. 

*  Pier.    Cron.  7. 

»   Pier.  lac.    Marlell.  (28) 

*  Pistola  dì  Bernardo  Sii' 
veltro   Tav.     Bari/. 


Opere  del  Cardinale  Sforza  Pallavicino,  cioè: 

Del  Bene,  Libri  quattro  citati  dal  Comiiilatori  di  Napoli  alla  Voce  Canu- 
tiglia,   ina  ignoriamo  su  quale  edizione. 

Arte  della  Perfezione  Cristiana.  Si  cita  1'  edizione  di  Roma,  per  Angelo- 
Bernabò,  dell'anno  1665.  in  8.  e  più  spesso  la  ristampa  fattane  in  Milano, 
Sdvestri,  1820.  in  16.  Co'  numeri  si  additano  il  libro,  ed  il  capitolo  , 
e  qualche  volta  anche  la  pagina,  e  coli'  abbreviatura  pr,  o  proem  ,  il 
proemio,  (a)  (o)  (c) 

Trattato  dello  SUle  e  del  Dialogo.  Si  cita  dall'  Alberti  V  esemplare  stam- 
palo in  Roini  presso  .Mascardi  V  anno  16^2.  in  12.  e  da  noi  e  da  no- 
stri aiutatori  la  ristampa  di  Modena,  Società  Tipografica  1819.  in  8.  ad- 
ditando co'  numeri  talora  il  capitolo,  talora  le  pagine,  ed  anche  il  capi* 
lolOj  e  le  pagine,  e  coli'  abbreviatura  prej]  citasi  la  prefazione,  (a) 
(fp)  (c) 

Istoria  del  Concilio  di  Trento.  Il  Cavaliere  Pezzana  allega  a  parte,  e  a 
pagine  la  stampa  di  Roma,  per  Biagio  Diversin,  e  Felice  CesarelU,  1664. 
in  tre  parli  in  k.  Gli  Accademici  della  terza  impressione  citarono  a 
pagine  quella  separata  dalla  Farle  contenziosa  ec.  Roma,  Giuseppe  Cor- 
vo, I66G.  in  foglio,  e  noi  abbiamo  per  il  più  tolto  gli  esempi  dal  lor 
Vocabolario.  Talora  abbiamo  anche  citato  la  ristampa  dell'  edizione  di 
Roma,  I66't.  fatta  in  Faenza  l'anno  1792-97  in  sei  volumi  in  4.  il 
che  viene  indicato  dai  tre  numeri  aggiunti  alle  allegazioni,  il  primo  in- 
dicante il  libro,  il  secondo  il  capitolo,  il  terzo  il  numero  marginale 
fpej  (e) 

Libro  della  fila  civile  composto  da  Matteo  Palmieri.  Si  cita  talora  a  libri  , 
e  talora  a  pagine;  ma  per  lo  più  a  libri,  e  a  pagine,  I*  edizione  di  l"i* 
renze  per  gli  Eredi  di  Filippo  Giunta  dell'anno  1529.  io  8.  e  talora 
anche  la  ristampa  fattane  in  .Mllino  dal  Silvestri,  V  anno  1825.  in  16. 
(■aJ  (b)  (cp) 

Parnaso  Italiano.  Venezia  1819-20  presso  Andreola  in  IO.  Di  questa  Colle- 
zione di  Poeti  cilansi  a  pagine  i  volumi  11  e  Vili  alle  Voci  Fonia' 
netta,  Minutino,  Begioire  dai  Compilatori  Bolognesi. 

Sonetto  di  Ser  Diolisalvi  Peti-i  di  Siena  a  M.  Francesco  Petrarca.  Sta  a  pagine 
38'l.  delle  Rime  del  Petrarca  impresse  in  Padova,  presso  Giuseppe  Cornino  . 
r  anno    1722.  in  8.  foj 

Cronica  delle  cose  d' Italia  dall'  anno  (OSO.  all'  anno  1305.  di  Paolino  Pieri  , 
impressa  in  Roma  a  spese  del  Monaldini  V  anno  1755.  in  'l.  grande.  1 
numeri    aggiunti    agli    esempii    additano  le    pagine.    (CP)  (e) 


*   Plut.  Ad.   Op.    mor.    '\. 
91. 


*  Pref.   yocabol. 

*  Piicc.  Cenili. 


Pistola  di  Bernardo  Silvestro,  citata  nella  Tavola  che  l'  Ubaldini  pose  in  li- 
ne a'  Documenti  d'  Amore  di  Francesco  da  Barberino,  stampati  in  Roma  1' 
anno    1640.    in    4.  (e) 

Opuscoli  morali  di  Plutarco  volgarizzati  da  Marcello  .idriani  il  Giovane.  Si 
cita  l'edizione  di  Firenzc,Stamperia  PialU,  1819-20.  io  cinque  volumi  in  8.^29). 
1  numeri    aggiunti    agli   esempii    additano    il   volume,    e    la    pagina,  (cj 

Prefazione  degli  Accademici  della  Crusca  alla  quarta  impressione  del  loro 
(Vocabolario.  V.   Crusc.  Pref. 

Il  CenUloquio  e    le    Poesie    di   Antonio    Pucci  ,    stampale     in    Firenze,    pretto 


(28)  Qucftl'  abltrcvialurj  uiata  djtW  Alftrti  alU  voce  c'Aif- 
ilttric/ì},  <.'  IraicurjtA  Degli  inilici,  crcdiamj  ck«  accenui  ijual- 
rhc  Opera  ili   Pier  Iacopo  M.ìrullt. 

(at))  AUliijnid  prerrnld  quella  ilanipa  a  quella  4I1  Milano. 
Fr.ilflli  .'ì'ontogtio,   l8a5-ai^. ,     la  quale  leKbene  aia  piii  accu- 


rata in  fallo  Jt  corrctiooc,  Ì!  perù  impcrfrita  di  collnion^',  «la 
poi  che  il  luu  r<lit<ir«  omiie  alcuni  opuicoli  ,  Trrbigruia. 
Ragionamento  d"  .Amort,  e  Sloriftlt  à'  Àmorii  1  quali  \t  non 
(;iuvaDo  alla  morale,  giovano  però  alla  lingua ,  come  li  può 
vedere  alle  voci  La/utrone,    Pronlarr,    Punto,  ec. 


J073 

*  Pace.  Centil.    77.     ter-      Camliagij    V  anno    1772.   in    quattro    volumi    in  8.    II  Cenliloquio  si  cita  per 

zin.  l'I.  lo    più    a    canti,    e    Ir    rime,  ed    I    Capitoli   a    volume,    e    a  pagina.  (0<J  (b)  (m) 

*  Pucc.  rim.  (x)  (e) 
'  Pucc.  cap. 

*  Pule.  Bernard,  cap. ined.  Capìtolo  inedito  di  Bernardo  /'u/ci,  citalo  dai  Compllalorl  Tìolognesi   alla  Voce 

Bicon/ìdarej  e  trascurato   negli    Indici. 

R 

*  Bej-ol.  Pinz.  Terza  Beinola  del  lerz'  Ordine  delle  Pinzochere  di  S.  Francesco  (30),  tradotta 

dal, latino    in    lingua    assai    antica.    Codice    Ms.    di    Casa  Albizi.    (a)  (e) 

Rem.   Fior.  Epistole   d'  Ovidio   tradotte   da    Bemigio    Fiorentino.    Si   cita  1'    esemplare    im- 

*  y?em.  fior.  6.(ÌS.  presso    in    Pisa    da    Niccolò  Capurro  1' anno  1818.  in   8.   Co'  numeri    aggiun- 

*  Bem.   Fior.  Ep.  o  Epist.       li    a.,\\    esempii  s'  addila  1'  Epistola,  e    la    pagina.   fìuai.J  (tc)  (c) 

Di',  o  Oiid.  'i.  'li. 

«  Rett.Tull.pag.'i\.(Bo-jiellorica    di    Tullio.  V.   Guid.   Bett. 
lagna  18'2'(.) 

Bice.  Calligr.  Calligi-afia  Plautina  e   Terenziana  d'  Angelo    Maria    Ricci.    Citasi    la    stampa 

*  Rice.  A.  M.  Calligr.  j;    Firenze,    per    i     Tartini  e  Franchi^  dell'anno    1735.   in    8.  (a) 

ìiicc.  liim.   -UJ.  Bime  pìace%'oli^  citate    dall*  Alberti  alla   Voce    Buacciolo^  e   Irascuiale  negli 

Indici.  Stanno  in  un'  Appendice  di  piacevoli  poesie  stampata  in  Firenze 
da  Gaetano  Albizzìni  l'anno  1741.  in  8.  dietro  la  guerra  de*  Ranoc- 
chi e  de'  Topi  trailotta  in  rime  anacreonliclie  da  Angiolo  Maria  Bic' 
ci  con   altri  ameni    Volgarizzamenti. 

*  Rtcett.   Fior.  ant.  Bicettario  Fiorentino  del  secolo  decimoquinto^  mollo    anteriore    a    quelli    citati 

dalla   Crusca,  esistente   nella   Libreria    di   Badia   in   Firenze,  (a) 

*  Bip.    Impr.  \L\'^,  Impresa   del  Bipieno^   cioè  di   Benedetto    Buonmattei,  impressa   dietro  le  Lette- 

re  di  Francesco   Bedi  in   Firenze   nella  Stamperia  Mngkerz    l'anno    1825.    in 
8.    Co*    numeri    aggiunti    agli   esempii    si    additano     le    pagine,  fcj 

*  Bip.  Strav.  'lj\h  Stravizzo  Jh Ito  dagli  Accademici  della   Crusca  a    di  21.  Luglio    1641.  e  rac- 

*  Ripien.  Strav.o  Straviz.        contato   dal  Bipieno^   impresso  dietro  le  Lettere  di  Francesco  Bedi  \x\  Firen- 

245,  ze     nella    Stamperia    Magheri  V  anno    182:"i,  in    8.   1    numeri   aggiunti    agli  e- 

sempii     additano    le    pagine,  (cj 

'  Boss.  Svet.  Vit.  Le   Vite  de'  dodici  Cesari  di  G.  Suetonio  tradotte  da  Paolo  del  Bosso  (31),  Si 

*  Boss.   Svet.   Vit.  Aug.2..       cita    a   carte   T  esemplare  stampalo  in    Koma  da   Antonio  Biado  Fanno    l.T'^4. 

*  Boss.     Suet.  Vit.   Ces,  in    8.    e    più    spesso^   accennando    Ta    Vita    ed  il    Capitolo,    la    ristampa  fatta 

*  Boss.    òf€t.  Vit.    Claud.       in    Venezia    dal    Piacentini   nel    17^8.   in   4.  f.^J  (m)  (fp)  (c) 

*  Piucell.  Bosm.  ?>.  La  Bosmunda_,  e  P  Oreste j    Tragedie  di  Giovanni  Buceìlai.  Si  citano  sopra     le 
'    Biicell.  Bosmund.  alt.  3.       migliori  edizioni    a    atti,  ed   anche  a  atti,  e  a   scene,  fjjj  (mJ  (p)  (sr) 

*  BucelL  Or.  o  Orest.  alt. 

o 

*  Rucell.     Orest.     att.     n. 

se.  I, 


*  '*^^S3'  "*"*  ^^P'  ^'  '^^§§^  ^^  Naturali  espericnzej  [ìi^hh\\cn\\  da  Gio.  Targioni  Tozzetti  ne\\:\  seconda 

*  Sagg.  nat.  esp.  i)iar.(32)       parte  del  volume  secondo  delle  Notizie   degli  aggrandimenti  delle  scienze Jìsi- 

chcj  ec.  Firenze  1780. Parti  quattro  in  tre  tomi  in  4.  h'  Alberti  con  queste  abbre- 
viature allegò  i  brani  del  Diario  dell'  Accademia  del  Cimento^  innestate  dal 
Targioni  nei  Saggi  suddetti. 


(3o)  Noi   alihtnmo  cìialo  questa  Regola  alla  Vorc   Umile,  g.        paiiicenfp ,  e  non  Appariscenlf,  rome  dice  il    Gani!,a.   e  lo   Ira- 
N.   5uU;i    fp'Ie  AeW  Alf>erli.  srurò  orgli    Indici. 

(3i)  V  Alberti  cilò  questo  Volgariztamenlo  alla   Vore   Com-  (Sa)  Quesl' al-breviaiura  fu  usata  òaXV  Alberti ,  e  Irascurata 

negli  Indici,  alle  voci  Equitemporaneo,  CA/nccif/o/o,  ed  altrove. 
Vocabolnrio    T.  ìl.  260 


«>74 

Saba.  Piiif.  29.  fiS.  folgarizzamento    dei    Proferii  ili  Salomone.  Tc»lo  a    penna   anlicliUsiino   della 

Salm.  l'rov.i'olg.  0.  11.  Librcii.i  lìarbciini  ili  Roma.  Co'  iiiimeii  aggiunll  agli  isiiiipii  si  addila  il 
capitolo,  e   la    faccia.  C»^ 

Sandali.  Esp.  Zanz.  20.  Esperienze  intorno  alte  generazioni  delle  zanzare  di  Pietro  Paolo  da  Saiigal- 
lOj  impresse  ili  Firenze  dal  l^angelisti  I'  anno  IG7i'.  in  4.  I  numeri  aggiunti 
agli   t>scn)[)ii  addit.ino   le  jjjgine.  (e) 

*  SavioHoinanonellaTav.il  Savio  Romano^  poesia  cos"i   intitolata   (33).  ('r; 

Barb. 
'  Savio  lìom.  tìim.  Tav. 

Barb. 

S,  Barn.  Scrm.  mis.  16.     I^olganzzamenlo    di    un    Sermone     attribuito    a     S.     Bernardo    intitolalo    della 


S.  Bern.  Mis.  1 5. 

Segn.  Dcscr.  (^'i) 

S.  Cresc. 

Seni.  Mor.  31.3. 
Sent.  Mor.  Sent.  1)8.  I. 


Miseria  umana.  Citasi  1'  esemplale  iiiipiesso  in  l'iienze  dalla  Tipogiatia  al- 
l'Insegna  di  Dante  l'anno  J83'2.  in  K.  Co'  nunieii  aggiunti  alle  citazioni 
si  additano  le  pagine,  fcj 


Storia  di  S.   Cresci  ec.  di  Marco  Antonio   Mozzi  {^5).  V.  Mozz.  S.  Crete- 
Sentenze  morali  e  detti  di  Filaseli  Greci  di  Seneca   di  Siro    e  d'  altri,   volga- 
rizzale nel  secolo  decimoquarto.   Milano,     Stella  e  figli  I8'7.   in   8.  citale  dal- 
la  Minerva,  e  trascurate   iiegl'  Indici  al  solito. 


Son.  Canz.poet.anl.'>'.    Sonetti    e    Canzoni   di    Poeti  antichi.  Teslo  a  penna  della  Libreria  del   Prinri- 
Son.C'anz.poet.ant.Mss,       ]>c    Chigi,   Coi    luimcri    aggiunti     agli    eseinpiì    si  adilìtnno    le  carte,  fnj 
Chig.  8(i. 


Stai.  Ant. 


Statuto    antico    o    Statuti    antichi,   lil.ili  ii;i\y  Albci  li    alla     voce  Marchiatore. 
e    traseuiati    negl'  Indici. 


Slat.  Band.  (30) 

Stat.  Pisi.  yolg.  3. 
Slat.  Pisi.  Inv.  27. 


.Sfai.  Sj>ez. 

Stai.  Sunt.  Pisi.  12. 


Statuii  del   l:")S!). 
.V/e/.  Stoi:  Detiz.  7'osc. 


Statuti  dell'  Opera  di  S.  Jacopo  di  Pistoia  volgarizzali  l'  anno  1313,  da 
Mazzco  di  Ser  Giovanni  Bellebiioni ,  con  due  Inventari  del  I3'l0.  e  del 
l'iOI,  documenti  utilissimi  per  la  cognizione  delta  lingua,  dei  costumi, 
delta  stalistica,  e  d'  alcune  arti  d'  Italia  nei  secoli  XIIJ,  e  All',  pubblica- 
ti da  Sebastiano  Ciampi  In  Pisa,  presso  lìanieri  Prosperi,  l'anno  I8I4.  in  'l. 
Si  citano  a  pagine  unitaiiirnte  all'  inventario  del  13^"  'li''  '"minri.T  alla  pa- 
gina 2'l.  e  del    l'tOI.  che  comincia   a  pag.  26.  (e) 

Statuti  degli  Speziali  di  Pisa  del     ll'.iri.  f^J 

Statuii  Suntuarii  ricordati  da  Gio.  intani  circa  il  vestiario  delle  donne,  1  re- 
gali e  hanelielli  delle  nozze,  e  circa  le  pompe  funebri,  ordinali  dal  Comune 
di  Pistoia  negli  anni  1332.  e  I333j  dati  in  luce  con  annotazioni  da  Seba- 
stiano Ciampi  in  l'isa,  presso  /lanieri  Prosperi,  V  anno  1815.  in  'l.  Si  cita- 
no a  pagine,    fcj 

Statuii  dell'  anno  IfiSi).  Citali  dall'  //Wer/i  .illa  Voce  Corpo,  ^.  .\L1.\.,  e  tia- 
scuiati    negli    Indici. 

Istoria  fiorentina  di  Maichioniie  di  Coppo   Stefani.     Sta     nelle    Vrlizie    degli 

eruditi   Toscani,    pidiblicate   dal    P.  Jlilelònso  di  S.  Luigi    V    anno    \''A\.     >■ 

seguenti  in  8.  citai  1 'lall' .-(/Aecli  alla  Voce   Boldronaìo,    e    liascurala  negli  In- 
dici. 


Slor.Cancell.\.\W.  (37) 


(33;  l/(Jt'aìdtnì,cìie  cilo  più  \  ulte  quello  S>t.-ia  /»jm.iij,  nel- 
le Noie  ai  Documenti  d'  .Amort  iti  t'rancefCO  rf.|  fìliftfrino, 
lUmpati  io  Henna  l' anno  l6)o.  ia  4.,  nuo  ri  laicìo  scrillo 
die  sorta  di  l'oetia  »i  foiie.  In  un  collier  legaato  col  num. 
XIX.  del  sig.  Cav.  l'i^ior  Ltopolilo  Iticiiioli  si  legge  un  ici- 
veulese  roiiipoilo  1)1  79  ilrorelte  ili  qu-iUro  veni  ciaifuiia  , 
rome  lon  quelle  clic  si  leggono  Ira  varie  Opere  ilei  Cni^nlca 
Dalla  (ine  ili  eiie  si  cava  rlie  il  tilolo  ili  i|Uesla  poesia  i: 
Il  .Savio   /tonlono. 

(.m  L'  Albrrli  fece  uso  ili  nuesU  alilircvialura,  Iraieuraodo- 


la  ucpii  lo.l.ci,  «Me  voci   Coniane,  e     /ìi.-eriurr.    Forse    solle 
accennare  a  ipialclie  Deicrisione  di    .1  tcsiaiitrv   Segni. 

(15)  L'.i/S.v(i  SI  servi  della  prescnle  aliliresialur»  alle  voci 
l'arlrllina,  lìiisolirrramtnio,  ed  altrove  J  e  la  Iriseuro  B«|li 
Indici,  dove  rceo  siilamenic   l'altra    Motz.    .^.   Cresc. 

(36)  (Questa  alilirevialura  si  trova  usata  dall'  /Alberti  alla  voce 
J.iitmtiofo,  e  trascurata  negli  Indiri. 

(371  Questa  atiluevialura  si  trova  uiala  dalla  Mineri-o  alle 
voci  Onorahilmtntc.  e  PotlronnmemU  ,  ma  non  avendola  casa 
spiegata ,  noi  non  sappiamo  che  o|>era  sì  accenni    con    csaa 


20;.') 

'  Slot:  Conc.  Storia  del  Concilio  di  Trento  ilei  Card.  Sforza  Pallavicino.   V.    Patlav.    Star. 

Conc. 

'  Star.  Mess.  Storia  delta  Conquista  del  Messico.  V.  Accad.   Cr.  Hfess. 

Stor.  Mas.  Storia  di  Mosè.   Sia   in   un   Testo  a   penna,  cbe  fu  di    Giovambatista   Strozzi^  e 

che   al   |)rcsenle  sì   conserva   nella   Ma^lialiecliiana  al     Palcli.     II,    segnalo     col 
noni,  68,   ^cj 

otor.  ,S.  Pfast.  Stona  di  Santa  Nostasia.  Si   ella    rescniplare    impresso    da     Domenico     Maria 

Manni  l'anno   1734.  nel  lA'.  l'ouio  delle  Vite  de' Santi,  (r) 

Stor.  S.Silv.  Storia     (/i  5,  iV/ies/ro^  cilala  nella  Tavola,  cbe  1' i/iaW;/ij  pose  in  fine    Ae' Docu- 

menti   d'Amore  di  Francesco  da   Barberino^  slanipali   in   Koma,  l'anno    1640, 
in  4.  (r) 

Stor.  Toh.  16.  Storia  di  Tobia  e  della   Cintola  di  Prato.  Si  cita    a    pagine    l'esemplare    ini- 

zio;-. 7'o4.  Cint.tb.  pr.sso   in   Firenze  l'anno    !8?.2,   in    12.  (cj 

Svet.  lìoss.  f'it.  Le  f-'ite  di  Sictonio  tradotte  da  Paolo  Dal  Rosso.  V  .  fiosso  (Del)  Svet. 


Ta^l.  Filos.  Lettera  Jtloso/ìca  di  Carlo   Taglini  al  March.  Gabbriello  Riccardi^  stampala  in 

Tai^L  o  Taglin.  leti.  Firenze  dal  .Manni  l'anno    1729.  in  4.  (aJ 

'    Ta^l.lett.  se.  Lettere  scientifiche  del  medesimo  sopra  varii  dilettevoli   argomenti   di  Fisica, 

impresse    in    Fiienze,  aìV Insegne  d' Apollo^   l'anno    1746,   in   4.  (.jj 

'    J'ari/f.  Tose.  Tariffa  Toscana,  citata  liM'  Alberti  alla    F.  Bastino,  e   trascurata   negl'Indici, 

*  Tesi.  ined.  103,  Testi  di  lingua  inediti  tratti  dai   Codici      della  BiWiolcca   Vaticana  stampali   in 

Roma  nella  stamperia  De-Bomanis  V  anno  I8I6,  in  8,  Si  citano  a  pagine 
dai   Compilatori  Bolognesi  alle  V*.     J^alserone,  e  Provisivo. 

Test.  Lemm.  Testamento  di  Lemma  Balduccio,  V,  Lemm.   Test. 

Tocc.  Par.  Parere  intorno  al  valore  della  f.  Occorrenza  di  Pier-Francesco    Tacci,    im- 

jnesso   in  Firenze^  appresso  Piero   AJatini,  l'anno    1707.   in    4,  fyij 

Torracch.  Il  Torracchione  di  Barlolommeo  Corsini  ^38).  W  Corsin.   Torracch. 

Torricell,  Lezioni  Accademiche  di  Evangelista   Torricelli.  Si  cita  <ÌM' Alberti  l'esemplare 

Torric.  Lez.  impresso  in  Firenze,  per  Iacopo  Guiducci,  e  Santi  Franchi,   Tanno   I7I5,  in  4, 

Torric.  Lez.  153,  e  dai  Compilatori  Bolognesi   a   pagine  la   ristampa  fattane  in   Alilaoo,,  per    Gio. 

Torricel.  lez.  prejl  39,  Silvestri,  l'anno    1823,  in    16, 

*  Tratt.  Car.  Trattato  di  Jìiccaido  da  San  yittore  ùc' (Quadro  Gradi  della   Carità  (39),    Si 
Tran.  Car,  16.  cita  a   pagine  l'esemplare  impiesso   in   Firenze   nella  stamperia  Alaghen  l'an- 
no   1S_9.   in  8,  (cJ 

Tratt.  C/c',y.  41,  Trattali  di  M.  Tullio  Cicerone,  c'ici  della   l'ecchiezza,  dell'Amicizia,  ed  il  So- 

Tralt.  M,  T.  Cic.f.  89,       gno  di  Scipione  volgaiizzati  nel  buon  secolo  della  lingua.  Koma,   1819,  pres- 
Tralt.  M.  T.  Cic.  p.  55.       so  Pio    Cipicchia  in  8,  Citansi  a  pagine,  fs) 

Tratt.  Fr.  Pov.  378,  Trattatello  fatto  a  Perugia  da  ino  de' J  rati  poveri,  die  osservano  la  vera  regola 

di  S.  Francesco  per  levare  certe  calunnie  che  erano  loro  apposte.  Testo  a 
penna  della  libreria  Baiberinì  di  rioma,  scritto  a  due  colonne  avanti  il  1339, 
I  numeri  aggiunti  agli  esempii  additano  quelli  delle  colonne.  (rJ 

Tran.  Sacr.  Corp.  Crisi,  Trattato  del  S.  Sacramento  del   Coipo  di  Cristo,  citato  dal   Cav.  Pezzana  alla 
col.  6,  V.   Coslrignere  §,  IX,  sopra   una  stampa   di   Venezia  per  Antonio  di    Zacchi 

detto  Bergamasco,  l'anno   1498.  in   fog. 
Tratt.  yirt.  mor.  Trattato  di  virtù  morali.  Testo  a  penna  del  sec.  XIV,  che   si    conserva    nello 

Tratt.  yirt.  mor.  2,  Spedale  di  S,  Gimignano  segnato  col     num.     102.     I     numeri     aggiunti     agli 

esempli   additano  le  carte  del  codice,  fcj 

(38)    h*  At/frlì    fece    uso    di  questa  abbreviatura  alla  voce  {39)-tt  benemerito  editore  opioa  cbe  ti  Volgarizzatore  di  questo 

Cheton  c/ielone  ,  e  b   trascurò  negli  lodici.  Trattato,  attribuito  talsameute  a  ò'. /fer/tar-t/o^  sia  stalo /'Vofe/cnW. 


2o;6 


Tralt.  viri.  mor.  n.  2W.  Tratlalo  ddU  volj^  tri  sentenze  so/jra  le  virtù  morali  di  Grazinolo  Bambagiuo- 
f'att.  viri.  mor.  170.  _^  U^  i,n|.r,r,s>  ici  AloJ.!ria,  il.i^li  EieJi  Soliani,  l'anno  ISil.  in  8.  1  numeri 
Tratt.virl.moral.v.Gl' .       ii^giunli  aJ.litajio  a^-li   C5cnii)li  quelli  de'versi.    Cp^  (cpj 


Tuli. 

fi' 
Tnll. 
Tuli. 

yi. 
Tuli. 
Tuli. 

dì. 
Tuli. 
Tuli. 
Tuli. 
Tuli. 
Tuli. 


Ain.  0  A:nic.  ^olii. 


Dial.  S.  r.re^.  l'i. 
Fr.  Sim.  Case.  OrJ, 
t.  Crisi,  ili. 
Liv.  Dee.  -27. 
Medil.  I^il.    Crisi. 

Mil.  .M.  Poi.  fi  7. 
OviJ.   I/j--.  G7. 
Palla J.  /V%i'.  'ir. 
ScaLS.  Agosl.  104. 
f^aler.  Mass.  27. 


f^olgarizzainenlo  del  Trattato  dell'  Amicizia  di  M.  Tullio  Cicerone.  Si  cila  a  pagi- 
ne l'esc.njiUre  impresso  in  t'ircnzej  per  cura  di  Lui^i  Clasio,  nella  stamperia  ili 
Borgo  O^-nissaoli  l'anno  180!).  in  S.  Inoltre  sotto  l'abbreviatura  di  Tuli.  ec.  si 
sono  citale  molte  Opere  allegate  dall'editore  sopra  a  Testi  a  penna  nelle  note  eli.' 
egli  f  :ce  a  questo  Trattalo.  Tali  sono  i  Dialoghi  di  .S".  Gre'^orio,  Fra  Simone  da 
Cascia  dell' Ordine  della  l^ila  Cristiana,  le  Deche  di  Tito  Livio,  la  Meditazione  del- 
la f^ila  di  Cristo,  il  Milione  di  Mxrco  Polo,  Ovidio  Martore,  il  Palladio, 
la  Scala  di  S.  Agostino,  e  l^ahrio  l/ji;;  ni.  Co' nu.u.'ri  ajgiunti  agli  eicmpii 
s'accenni   la   pagina  del    Trattalo  suddetto,  (cj 


rallisn. 
Faltisn.^.-iìì. 


yallisn.  leti. 


Opere  Jìsico-mediche  di  Antonio  f^allisnieri ,  impresse  in  Venezia  dal  Coleli 
r  anno  1733.  in  tre  volumi  in  foglio.]  numeri  aggiunti  agli  esenipii  acceDoano 
il  volume,  e  la  pagina,  (j)  (Min) 

Lettera  di  Antonio   f^allisnieri,  citala    dall'. ii6erl<    alla     V.     Ramosità  ,    e 
tijscurata   negli   Indici. 


l'ani.  Rinal.  Montali.       franto  di  Rinaldo  da  Montalhano.  Testo  a  penna  di  Francesco  Redi    da    esso 
citato  nelle   Annotazioni  al   suo  Ditirambo,  (e) 


ras. 

f^as.  rit. 
f^as.  y^it.  Ruon. 
ras.  Op.2.  171. 
ras.  Op.  rit.  3.  l->3. 
rasar,  rit.  Dedic. 
rasar,  rit.  Pai.  Tom.  1. 
e.  3. 


Opere  di  M.  Giorgio   rosari,  cioè: 

fVte  rfeiP/fton.  Citiamo  l'esemplare  stampato  Ira  le  Opere  dell'Autore  in 
Firenze,  presso  S.  Audin  e  Comp.,  l'anno  1822-23.  in  sei  volumi  in  8.  1 
numeri  aggiunti  agli  esempli  accennano  il  volume  e  la  pagina.  Alcuni  de* 
nostri  predecessori  si  sono  serviti  dell'eduloncdi  Koma,  Pa^'/iari/ii,  1759-60, 
e  per  lo  più  hanno  accennato  con  conveniente  abbreviatura  la  vita  che  cita- 
no. {^J  (b)  (s)  (cpJ  (ar)  (e) 


rasar.  Tratl.  Archil. 

cap.  I . 
ras.  Tratt, scult,  cap,  9. 
ras.  Op.  Tran.  I.  133. 

ras.  Op.  leu.  (',.  375. 


ras.  Op.  Rag.  G.  1 2. 


Introduzione  alle  tre  arti  del  disegno,  cioè  Architettura,  Scultura,  e  Pittura. 
Citasi  a  capitoli  dall' .^Merti'^  e  dai  Compilatori  Napoletani.  Noi  citiamo 
a  volume,  e  a  pagina  l'esemplare  impresso  nel  primo  volume  tra  le  Opere 
dell'Autore  dell'edizione  suddetta  di  Firenze  1822-23.  f^J  (s)  (e) 

Lettere.  Si  cila  l'esemplare  impressa  nel  sesto  Volume  tra  le  Opere  suddette 
dell' Autore  j  ed  i  nu  neri  aggiunti  accennano  il  volume,  e  la  pagina,   (c) 

Ragionamenti.  Si  cita  l'esemplare  impresso  nel  volume  sesto  tra  le  Opere  sud- 
dette; ed  i  nuineri  aggiunti  agli  esempli  corrispondono  al  volume,  e  alla 
j.agloa.  (cj 


Uden.  Nis.  o  Xisiel.  Proginnasmi  Poetici  di  Udeno  Nisieli,  impressi  in  Firenze  nella  stamperia  di 
Uden.  Nis.  0  Nisiel.  i.         Pier  Matini  l'anno    ll>.)5-y7.  in  cinque  volumi   in   'i.  Co' numeri   si    addila     il 

Ifi.  volume,  c'I   Proginnus  na ;  e  talora  aiic!ie  il   voluuio,  il    l'rogìnnasma  ,    e      la 

Uden.Nisiel.'i.  5S.  pag.      pagina,  (yij  (t)  (s)  (rpj  (cj 

I4G. 


l'ine.  Gain. 


rincenzio  Galilei.  Citalo  dall' /4U>er(i'  alla  V.  Ghierato,  e  trascurato  negli  In- 
dici. Sar.'i  forse  il  Dialogo  della  Musica  antica  e  della  Moderna  •lampalo 
in  Firon/.e  dal  Marescotti  l'anno  l'iSI.  in  foglio;  o  il  Fronimo ,  altro  bio- 
logo slam|<alo   in   Venezia,  dall'iVei/e  .SVoHo,   l'anno    l'iS'i.  |)ure   in   foglio. 


2077 

l'it.S.Cresc.  o  Crescent,  yila  di  San   Crescenzio.  Si  cita  a  pagine  l'esemplare    iminesso   nel  IV'.    volume 
330.  ilclle    yite    de  Santi  slanipale  dal  Manni  l'anno    1735.  in   'l.  e  i'istani|iale  iu 

Verona   per  Dionigi  fìamanzini  l'anno    17*)'J.  pure   in   4.  (f) 


yii.  S.  Domil.  286. 
KiV.  >>'.  Domitil.  •22") 


yil.  S.  Vorot. 
rit.  S.  DoroL  132. 
rit.  S.  Dorotea  1 30. 


Ki<.  S.  Etis.  36t. 
yit.  S.  Elisab. 


f^it.  S.  Eufr.  162. 
Ki«.  S.  Eu/'rag.  17 


ni.  S.  Eufr.  402. 
rit.  S.  Eufros.  40 '1. 


f^ita  di  Santa  Domililla.  S't  trova  nel  quarto  Tonio  delle  f^ite  de' Santi  slam- 
pale  in  Firenze  da  Domenico  Maria  Manni  l'anno  1735.  in  4.  e  ristampa- 
te in  Verona  per  Dionii^i  Hamanzini  l'anno  179'J.  pure  in  4.  1  numeri  ag- 
giunti agli  esempii  accennano  le  pagine  delle  suddette  edizioni,  (jj  (yj  (b) 
(Min)  (e) 

Vita  di  Santa  Dorotea.  Trovasi  nel  quarto  Volume  delle  Vite  de'Santì  stam- 
pate da  Domenico  Maria  Manni  l'anno  1735.  in  4.  e  ristampate  in  Verona 
per  Dionigi  Jiamamini  V  anno  1799.  pure  in  4.  I  numeri  aggiunti  agli  esempii 
segnano  le  pagine,   (rj  (e) 

Vita  di  Santa  Elisabetta,  Sta  nel  Tomo  IV.  delle  Vite  de'Santì  impresse  in 
Firenze  da  Domenico  Maria  Manni  l'anno  1735.  in  4.  e  ristampate  in  Ve- 
rona per  Dioni^  fìamanzini  l'anno  1799.  pure  in  4.  1  numeri  aggiunti  agli 
esempli  accennano  le  pagine,  (r)  (ar)  (e) 

Vita  di  Santa  Eufragia.  Si  cita  a  pagine  1'  esemplare  impresso  in  Firenze 
da  Domenico  Maria  Manni  nel  IV.  Tomo  delle  Vite  de'  Santi  1'  anno  1735. 
in  4.  e  ristampato  in  Verona  per  Dionigi  fìamo-nzini  l'anno  1799.  pure 
in    4.    frj    (Min)    (e). 

Vita  di  Santa  Eitfrosina,  impressa  nel  quarto  volume  delle  Vite  de'Santì  stampate 
io  Firenze  da  Domenico  Maria  Manni  V  anno  1735.  in  4.  e  ristampate 
in  Verona  per  Dionigi  fìamanzini  1'  anno  1799.  pure  in  4.  I  numeri  ag- 
giunti alle  citazioni  accennano  le  pagine.    (*)    (rj    (sr)    («inj    (e) 


Vit.   S.   Eugen.    o   Eug.  Vita    di   S.  Eugenia,    impressa    nel    quarto    volume    delle    Vite    de'  Santi,  stam- 

381.  paté    in    Firenze  da /)o//ienico  .Maria  Manni   l'anno    1735.   in  4.  e   ristampate 

in  Verona  per  Z)iOHigr' /ìama«jini  l'anno  1799.  pure  in  4.  Si  cita  a  pagine. /'r^  (e) 

*  Vit.  S.  Eug.    o    Eugen.  Vita    di    S.    Eugenio.    Citasi    a    pagine    l'esemplare     stampato     in    Firenze    dal 

325.  Manni    nel    quarto    volume    delle     Vite    de'  Santi   l'  anno     1735.    in     4.    ed 

ancbe    la    ristampa    fattane    in   Verona    per  Dionigi  fìamanzini   l'anno    1799. 
pure    in    4.    frJ 

*  Vit.  S.  Eust.  270.  Vita  di   S.   Eustachio.    Si   cita   a    pagine    1'  esemplare    impresso    da    Domenico 

Maria    Manni   nel    Tomo    terzo    delle    Vite  de'  Santi  1'  anno    1734  iu   4.    (r) 

Vita  di  S.  Francesco.  Si  cita  a  pagine  1*  esemplare  impresso  da  Domenico 
Maria  Manni  V  anno  1735.  in  4.  nel  Tomo  IV,  delle  Vite  de'  Santi^ 
ed  anche  la  ristampa  fattane  dal  Cesari  io  Verona  1'  anno  1799.  per 
Dionigi  fìamanzini.    (r)    (b)   f.vinj    (sj    (e) 

289.  P^^ita    di    S.     Giovan     Gualberto.     Gitasi    a    pagine     1'  esemplare     impresso     nel 
292.       HI.    Tomo    delle    Vite  de'  Santi   stampate     dal    Manni   1'  anno     1734.    in    4, 

e    ristampate    in    Verona    per    Dionigi   fìamanzini   V  anno    1799.    pure    in    4. 

(*)    rrj    (s)   (c) 

Vit.S.Gio.Patriarc.2'29.  Vita  di  S.  Giovanni  Patriarca.  Sta  nel  quarto  Libro  delle  Vite  de' Santi 
Padri,  stampalo  in  S.  Urso  per  Leonardo  di  Basilea  V  anno  1474.  in 
foglio,  (iiinj 


*  Vit.  S.  Frane. 

•  Va.  S.  Frane.  196, 


•    Vit. 

S. 

Gio 

Gualb. 

•   Vit. 

S. 

Gio. 

Gualb. 

e 

9, 

tit. 

•   Vit.  S.  Gre:;.  351. 


•   Vii.  S.  IVasias.  306. 


Vii.  S.  fìepar.  336. 


•   Vii.  S.Zanob.  319. 


Vita  di  San  Gregorio  Papa.  Sta  dietro  il  Volgarizzamento  del  Dialogo  di 
S,  Gregorio  impresso  in  Roma,  presso  Marco  Pagliarinij  V  anno  1764.  in 
8.   I    numeri    aggiunti  alle  citazioni  additano    le  pagine,  (r) 

Vita  di  Santa  Nasta^ia.  Si  cita  a  pagine  1'  esemplare  impresso  in  Firenze 
dal  Manni  nel  IV.  Tomo  delle  Vite  de'  Santi  1'  anno  1735.  in  4.,  e 
ristampato    in    Verona    per   Dionigi   fìamanzini  1'  anno   1799.  pure  in  4.   ffj 

Vita  di  Santa  Reparata.  Si  cita  a  pagine  l'  esemplare  dato  in  luce  iu  Fi- 
renze dal  Manni  nel  Tomo  IV.  delle  Vite  de'  Santi  V  anno  1735.  in  4. 
e  ristampato  io  Verona  per  Dionigi  fìamanzini  V  anno  1799,  pure 
in    4.    (r) 

Vita  di  San  Zanobi.  Citasi  a  pa-'ine  1'  esemplare  impresso  in  Firenze  da 
Domenico    Aviaria     .Uanni    nel    quarto    volume    delle     Vite   de'  Santi    l'  anuo 


20;8 


1735.    in    4.    ^    ristampato    in    Verona     per  Dionigi    /ìanianzini  V  unno  171(0. 
pure   in    'l.  frj    (e) 


'   /■'it.  Tot.  C.  S.  f^ita   di    Tobia,    impressa    in    Livorno    1'  anno    179'.).  V.    Star.    Toh. 

('il.  Toh.  f.  23.  La    Vita    di    Tobia    e   di    Tobiiiizo,    Si    cita    a   facce  1'  esemplare  impresso    per 

cura    del    V.    /Antonio    Cesari    dietro    il    quarto    volume    delle    f^iu  de'  Santi 
stampale    in    Verona    per    Dionigi    liamanzini    l'anno    I7'J'J.    in  1.  fuin/ 

*  yoc.  Dis.  f'oBabolario    del    Disegno    di  Filippo     Baldinucci.    V.    Baldin.    I^oc.    Dis. 

'   f^olgariz.  dell'  Episl,  di  Volgarizzamento  delle  Pistole   XIX,    XX^   XXI.    di   Seneca.  Venezia,    Tipogra- 
Sen.  20.  lìa     d' .\lvisopoli,     1826.    in     8.    citale    alle    V.     Discordo,    e    Tanto    dalla 

Minerva,    e    trascurale    al    solito    noli    Indici. 

*  f^olg.  Lib.  Jtullt.  ì.  12.     (Volgarizzamento    del    Libro    di   Jiiuh ,    impresso    in    Lucca,    presso    i    Tipografi 

Benedini   e    Rocchi,    l'anno    1829.    in    8.    Coi  numeri    si    addila   il   Capitolo 
e   il    vcrsello.    (cj 

yolg.yang.ì.'it.^  (Volgarizzamento    di     Vangeli,   impresso     in     Venezia     nella     Tipografa     Picoui 

f^olg,  fVang.  P.  _.  .)■).  I'  anno     1823.    in    8.    I    numeri    aggiunti    agli     esempii     additano    la    parie    e 

la    pagina,    (bj    (cj 


*  Zen.  o  Zenon.  Pist.  6^.   Pietosa  fonte   di    Zenone    da    Pistoia,    impressa     in' Firenze    uella     stamperia 

*  Zenon.  Pist.  cap.  ^.  della    Santissima    Annunziala    l'anno    1743.    in    8.    I     numeri    aggiuoti    agli 

escmpii    indicano    le    pagine,    e    qualche    rara    volta    il    Capitolo.  ^Mj  (e) 


TAVOLA 


DI  ALCUNE  ALTRE  ABBREVIATURE 


CHE  SI  TROVA  lNO  IN  QUESTA  OPERA 


jiccr.  0  Jccresc 
Add. 

AccrescUivo. 
AdiUellivo. 

Prepot. 
Prof.            j 

Frepobizionc. 
Proverbio. 

Aliai. 

Anatomia,  0  Analoniico. 

Prover.        \ 

Ani. 
Alt. 

Antico. 
Attivo. 

Proverb. 
Proverbialm. 

Proverbiale,  o  Proverbialmenl 

Am: 
Avveri. 

Avverbio. 

Ree. 
Sens. 

Recipe. 
Senso. 

Avverbialm. 

Avvcibialinente. 

Sentim. 

Sentim&nto. 

Cap.        1 
Capii.      1 
D'un,  o  Diminut 

CapOj  0  Capitolo, 
Diminutivo. 

Signi/. 
Signific. 
Simil.               i 

Signiilcato. 

Disprezz. 

Disprezzativo. 

Similil. 

Similitudine. 

J-'igiir. 

Kijjuia,  0  Figuiato. 

Simililud.       ) 

Figurai.            1 
Figuralain.       \ 
Frequentai. 
Gr. 

Figuratamente. 

Frequentativo. 
Greco,  o  Grecamente. 

Sinc,  0  Sincop. 
Sup.  0  Superi. 
Sust.            j 
Suslant.      i 

.Sincope,  o  Sincopato. 
Siipeilativo. 

Sustantivo. 

Lai. 

Latino,  0  Latinamente. 

T.  o  Terni. 

Tei^ninc. 

Lii. 
Ubr. 

Libro. 

T. 

Testo,  o  Testo  a  penna. 
Vedi. 

Ms. 

iManoscritto. 

f^ezzegg. 
I^.A. 

Vezzeggiativo. 

Mela/: 

Metafora. 

Voce  Antica. 

Meta/àrie. 

Metaforico,  o  Metaforicamente. 

K.  Bass. 

Voce  Bassa. 

iVeulr. 

Neutro. 

/'.  Frane. 

Voce  Francese. 

iVeulr.  a.is. 

Neutro  assoliuto. 

I^.G. 

Voce  Greca. 

yeulr.  pass. 

Neutro  passivo.                                          ' 

y.L. 

Voce  Latina. 

Fag. 

Pagina. 

V.  Poel. 

Voce  Poetica. 

Pass. 

Passivo.                                                        ' 

yerb.femm. 

Verbale  femminino  • 

l'egg.  0  Peggiorai 

.Peggiorativo. 

Inerbai,  niasc. 

Verbale  mascolino. 

•— =»«»»t^^&»)€<«* 


AFFERTIMEjSTO 


DEL  COMPILATORE 


Siccorae  nelle  note  e  contrannote,  che  abbiamo  apposte  alla  Tavola  degli 
autori  citati  nel  Vocabolario  della  Crusca ,  abbiamo  dato  contezza  di  varie 
Opere  a  stampa ,  e  di  parecclii  Testi  a  penna ,  che  gli  Accademici  citarono 
senza  spogliarli;  o  viceversa  di  varie  stampe ,  e  di  parecchi  Testi  a  penna , 
de'  quali  eglino  si  servirono  senza  menzionarli  in  detta  Tavola  ;  così  ora  sti- 
miamo cosa  opportuna  di  raccogliere  queste  Opere,  e  questi  Testi  in  due  In- 
dici distinti,  acciocché  i  nostri  benigni  Lettori  possano,  quasi  in  un  muover 
d'  occhio,  vedere  quanto  siamo  venuti  sparsamente  avvertendo^  e  gli  studiosi 
ed  amatori  de'  Testi  di  lingua ,  avere  quindi  innanzi  una  guida  più  sicura  e 
certa  nelle  loro  ricerche.  Chi  poi  desiderasse  di  conoscere  le  ragioni,  che  ci 
indussero  a  credere  queste  stampe,  e  questi  Testi  a  penna  adoperati,  o  non 
adoperati  dagli  Accademici,  non  dovrà  che  scorrere  le  note  e  contrannote 
suddette,  apposte  a'  luoghi  accennati  dall'  abbreviatura,  sotto  la  quale  venne 
ciascun'  Opera  allegata. 


rocaMctri»    T.   Il  >•' 


INDICE 


DELLE 

STAMPE  E  DEI  TESTI  A  PENNA 

DAI  QUALI  FURONO  CAVATI  ESEMPII 

DAGLI     ACCADEMICI     DELLA     CRUSCA 

PER  LA   QUAF.TA  IMPRESSIONE  DEL  LOKO  VOCABOLARIO 

SEBBENE    ^■0^■    MENTOVATI    NELLA    TAVOLA    DEGLI     ADTOBI    CITATI 


ABBRACCIAVACCA  MEO  di  Pistoia.  Lettere.  Stanno  tra  le  Lettere  di  Fra  Guittone  cV 
Arezzo,  Roma,  Antonio  de'  Rossi,  1745.  in  1.  citate  sotto  l'abbreviatura  Guitt.  lett. 

ACCIAIOLI  DONATO.  Lettera  a  Franco  Sacchetti.  Testo  a  penna  tra  le  Opere  di 
Franco  Sacchetti  del  Rimenato,  citata  coli'  abbreviatura  Lett.  Bonn.  Acc.  Fr.  S. 

AGOSTINO  (S.).  Sermoni.  Testo  a  penna  del  Dini,  o  del  Deti ,  citato  coli'  abbreviatura 
Semi.  S.  Affost.  D. 

o 

ALLORI  AGNOLO,  detto  il  bronzino.  Rime  burlesche.  Oltre  a  quelle  contenute  nel  Tomo 
II.  e  III  della  Raccolta  delle  Opere  bar/esche  del  Remi,  e  d'  altri  Autori,  citate 
coir  abbreviatura  Rronz.  rim.,  gli  Accademici  citarono  anche  un  Testo  a  penna, 
che  crediamo  essere  stato  il  Magliabechiano,  segnato  col  numero  115.  Class.  VIL 
da  che  in  esso  abbiamo  rinvenuto,  dopo  stampata  la  Tavola,  la  V.  Caloscio,  e  Pa- 
della, la  prima  nel  Capitolo  intitolato  //  Raviggiuolo  pag.  94.  e  l'altra  nel  Capi- 
tolo intitolato   La    Padella  pag.  78. 

AMMAESTRAMENTI  DEGLI  ANTICHI,  raccolti  e  volgarizzati  da  Fr.  Rartolommeo 
da  S.  Concordia.  Firenze,  appresso  Giorgio  Marescotti,  l'anno  1585.  in  12.  cita- 
ti coir  abbreviatura  Amni.  Ant.  P .  N. 

ANTONINO  ;S.).  Confessionale.  Testo  a  penna,  citato  coU'abbreviatura  Tratt.Pecc.  mort. 

BEMBO  PIETRO.  Asolani.  Una  delle  edizioni  anteriori  a  quella  fatta  in  Venezia  nel 
1530.  in  4.  per  Gio.  Antonio  e  Fratelli  da  Sabbio,  citata  coli'  abbreviatura  ^emZ». 
A  sol. 

—  Lettere  volgari,  im|)rcsse  in  Venezia,  senza  nome  di   Stampatore,    1'  anno    1552.   in 

8.  formanti  il  III.  e  IV.  volume  delle  Lettere  dell'  Autore,  citate    coli'  abbrevia- 
tura Remb.  lett. 

—  Rime.  Due  edizioni  debbono  avere  adoperato  gli  Accademici  senza  ricordarle,  citate 

coir  abbreviatura  Remb.  rim. 

BERNAGGIERI  MATTIA.  Annotazioni  sopra  il  trattato  dell'  istrumento  delle  pro- 
porzioni di  Galileo  Galilei,  impresse  tra  le  Opere  del  Galilei.  Bologna  ,  Eredi 
del  Bozza,  1656.  in  due  volumi  in  A.  e  Firenze,  Tartini  e  Franchi,  1718.  in  tre 
volumi  pure  in  4.  citate  coli'  abbreviatura   Gal.  Annot. 

BERNARDO  (S.).  Volgarizzamento  d'  alcune  Lettere,  citato  coli'  abbreviatura  S.  Rem. 
lett. 

-~  l'olgarizzamento  d'  alcune  Pistole.  Testo  a  penna,  citato  coli'  abbreviatura  S.  Rem. 
Pist.   ed  è  forse  quel  medesimo  citato  coli'  abbreviatura  Pist.  S.  Rcrn. 

BOCCACCIO  GIOVANNI.  Lettera  alla  Fiammetta  ,  citata  coli'  abbreviatura  Rocc.  lett. 
non  sappiamo  se  sopra  Testi  a  penna,   o  a  stampe. 

CAPPONI  GINO.  Tumulto  de  Ciompi.  Sta  nelle  Cronichette  Antiche,  Firenze,  Manni, 
1733.  in  4.  citato  sotto  l'  abbreviatura   Cronichett.    d'Amar. 


2o8f 

CAPPONI  GINO.  Commentar j  delV  acquisto  di  Pisa.  Stanno  nelle  Crornchette  antiche, 
Firenze,  Marini,   ^733.  in  4.  citali  sotto  i'  abbreviatura  Cronichett.  d  Amar. 

CASA  M.  GIOVANNI  (DELLA).  Rime  burlesche.  Testo  a  penna  allegato  coli'  abbre- 
viatura  Cas.  Rifu.  buri. 

CAVALCA  DOMENICO.  Specchio  della  Croce.  Roma,  nella  Stamperia  d'>^«/onto  de' 
Rossi,   •1738.  in  8.  citato  coli' abbreviatura  Cavale.  Specch.  Crac. 

CHIABRERA  GABBRIELLO.  Rime,  o  Poesie  dli'erse.  Venezia,  presso  Angelo  Geremia, 
■1730-31.  in   quattro  volumi  in  8.  citate  coli'  abbreviatura  Chiabr.  rim. 

COMENrO  ANONIMO  SOPRA  DANTE.  Testo  a  penna,  che  si  conserva  nella  Riccardiana  segna- 
to col  num.   1028.  citato  coli'  abbreviatura  Bocc.  Cam.  Dani. 

CRONICHETTA  D'  INCERTO.  Sta  nelle  Cronichetle  antiche,  Firenze,  Manni,  1733.  in 
4.  citata  sotto  1'  abbreviatura  Cronichett.  d'Amar. 

DOLCE  LODOVICO.  Rime  burlesche,  inserite  nel  volume  secondo  delle  Opere  burlescbe 
ili  Francesco  Berni,  e  d' altri  autori,  stampate  da'  Giunti  di  Firenze  nel  1518.  e 
nel  1 J55.  in  8.  e  ristampate  con  la  data  di  Londra  nel  -1723.  pure  in  8.  allegate 
sotto  il  titolo  di  Matt.  Franz. 

rlRENZL'OLA  AGNOLO.  Rime,  impresse  nel  terzo  volume  della  Raccolta  delle  Opere 
burlesche  del  Berni,  e  d'  altri  autori,  stampate  parte  colla  data  di  Londra,  e  parte 
con  quella  di  Firenze,  ma  impresse  in  Napoli,  1'  anno  1723.  in  tre  volumi  in  8. 
citate  coir  abbreviatura  Fir.  rim.   buri. 

—  Rime  burlesche,  impresse  nel  Volume  terzo  delle  Rime  burlesche  di  Francesco  Berni, 

e  d' altri  autori,  stampate  parte  colla  data  di  Firenze,  e  parte  con  quella  di  Lon- 
dra, ma  impresse  in  Napoli,  l'  anno  -1723.  in  tre  volumi  in  8.  citate  coli'  abbrc 
viatura  Fir.  rim.  buri. 

GALILEI  GALILEO.  Lettera  al  P.  Cristoforo  Griemberger  in  materia  delle  montuosi- 
tà della  Luna,  citata  coli'  abbreviatura   Gal.  lett.  e   Gal.  Mot.  lun. 

GIROLAMO  (S.).  Volgarizzamento  dell'  Epistola  ad  Eustachio,  fitUo  lìi  Fra  Domenico 
Cavalca.  Testo  a  penna  del  Deti  ,  o  del  Dini ,  citato  coli'  abbreviatura  Pisi.  S. 
Gir.  D. 

GUICCIARDINI  FRANCESCO.  Storia  d  Italia.  Venezia,  Giolito,  1567,  o  1568,  o  1569. 
in  4.  citata  coli'  abbreviatura  Guicc.  Star. 

GL'IDUCCI  MARIO.  Discorso  sopra  le  Comete.  Bologna,  per  gli  Eredi  del  Dozza,  1655. 
in  4.  citato  coir   abbrevialnia  Disc.  Coni.  M.   G. 

—  Lettera  al  P.   Tare/uinio   GuUuzzi,  citata  coli'  abbreviatura   Gal.  Ictt-   Mar.   Guid. 
LATINI  SER  BRUNETTO.  L'  Etica  d'Aristotile  ridotta  in  compendio,  Lione,  per  Gio. 

de'  Tornes,  1568.  in  4.  citata  coli'  abbreviatura  Br.  Et. 
— • —  Volgarizzamento  della  prima  Orazione  di  Cicerone  contro    Catilina.    Testo     a 

penna  di  Alessandro  Rinucciiii,  citato  culi'  abbreviatura  Salust.  Cat.  R. 
LEGGENDA  dell'  ascensione  di  cristo.  Sta  nel  Tomo  IV.  delle  Vite  di  Santi,   Firenze  , 

Manni,  1735.  in  4.  citata  coli'  abbreviatura  Leggend.  Asc.  Cr. 
LEGGENDE  di  santi   padri.  Testo  a  penna    di  Simon    Berti,    citalo    coli'     abbreviatura 

Legg.  SS.  Pad.  S.  B. 
LIBRO  DI  CONTI.  Testo  a  penna,  citalo  sotto  l'  abbreviatura   Lib.   Coni. 
I.IIM'I    LORENZO.  //  Malmantile  raci/uistalo,  Poema  di  Pcrlone  Zipoli,  Finaro  ('Fi- 
renze^',  Gio.   Tommaso  Ruisi,   1676.  in   12.  citato  coli'  abbreviatura  Maini. 
LORI  ANDRE.V.  Rime,  impresse  nel  Volume  IL  della  Barcolla  delle  Opere  burlescbe  del 

Berni,  Firen/.e,   Giunti,  1555.  in   8.  citale  coli' abbreviatura    .1/.  Franz,  rim    buri. 
MAGALOTTI  LORENZO.  Canzonetta  anacreontica  intitolata  //  Candicro,  innestata  dal 

Redi  nelle  Annotazioni  al  suo  Ditirambo,  Firenze,  1691.  in  4.  e    ristampata  tra 

le  Canzonette  Anacreontiche  dell'   Autore,  Firenze^   Tartini  e  Franchi,  1723.  in 

8.  citala  «.oir  abbreviatura  Red.  Annot.  Ditir. 
MARSILI  LUIGI.  Lettere    Stanno  tra  le  Lettere  del  Dalle  Celle,  stampate    in    Firenze, 

dai    Tartini   e  Franchi,   l'anno   1720.  in  4.  citale  coli' abbreviatura  D.   Gio.  Celi. 

lett. 


mS5 

PETRARCA  FRANCESCO.  Fite  degli  Jnifteradori  e  Pontefici  Romani.  Testo  a  i.enna 
citato  coir  abbreviatura  Petr    noni.  ili. 

QUADERNO  DI  CONTI.  Testo  a  penna,  citato  sotto  V  abbreviatura   Qiiad   Cent. 

REALI  RIESSER  DOTTO  da  lucca.  Lettera  scritta  a  Meo  .Ibbraccim-acca,  stampata 
tra  le  Lettere  di  Fra  Guittone  d'  Arezzo,  Roma,  Antonio  de'  Rossi,  ■1745.  in  '1. 
citata  coli'  abbreviatura    Guitt.  leti. 

REDI  FRANCESCO  .  Osservazioni  intorno  agli  Animali  ridenti  che  si  trovano  negli 
animali  viventi.  Stanno  nel  primo  volume  delle  Opere  dell'  Autore  stampate  in 
Venezia  da  Gabbriello  Hertz  l'anno  1712.  in  tre  volumi  in  4.  citate  coli'  abbre- 
viatura Red.   Oss.  an. 

—  Esperienze  intorno  a  diverse  cose  naturali.  Stanno  nel  secondo    volume  delle  Opere 

suddette,  citate  coU'  abbreviatura  Red.  Es/j.  nat. 
• —  Lettera    sopra    alcune    opposizioni    fatte    alle  sue  Osservazioni  intorno  alle    Vipere. 
Sta  nel  secondo  volume  delle  Opere  suddette,  citata  coli'  abbreviatura   Red.     Fi- 
per. 

—  Lettera  intorno     all'  invenzione  degli  Occhiali.  Sta    nel  secondo    volume    delle    O- 

pere  suddette,  citata  coli'  abbreviatura    Red.  Ictt.  Occh. 

• —  Giunta  a'  Sonetti.  Sta  nel  terzo  volume  delle  Opere  suddette,  citata  coli'  ai)bre- 
viatura    Red.  Rini. 

■ —  Giunta  di  varie  Poesie,  stampata  dietro  al  secondo  volume  dei  Consulti  Medici, 
dell'  Autore,  Firenze,  Giuseppe  Manni,  ■1726-29.  in  due  volumi  in  4.  citata  coli' 
abbreviatura    Red.  Cons.  2.  g.  43.  e  Red.  Riin. 

RUSCELLI  GIROLAMO.  Rime,  impresse  nella  Raccolta  delle  Opere  burlesche  del  Remi, 
Firenze,  Giunti,  1518.  e  1  555.  in  due  volumi  in  8.  ristampate  parte  colla  data  di  Lon- 
dra, ])arte  con  quella  di  Firenze,  niaimpresse  in  Napoli,  l'anno  I  723.  in  tre  volumi  in 
8.  e  citate  coli' abbreviatura  M.  Franz.  Rini.  buri. 

SANDRO  DI  PIPOZZO.   Trattato  di   Governo  delle  Famiglie.  Testo  n  itenmMegailo  coli' 

abbreviatura    Red.  Lett.   Occh. 
SANNAZZARO  IACOPO.  Rime,  citate  coli'  abbreviatura  Sannaz.  rim. 

SEGNERI  PAOLO.  Paroco  istruito.  Firenze,  nella  Stamperia  di  S.  A.  1692.  in  12.  cita- 
to coir  abbreviatura  Segn.  Par.  instr. 

—  //  Confessore  istruito.     Bologna,  ■1672.  in  8.  citato     coli"  abbreviatura    Segn,  Con/. 

instr. 

—  Il  Penitente  instruilo.  Venezia,  Raglioni,    ■1712.  in  4.  citato  coli' abbreviatura    Segn. 

Penil.  instr. 

—  Panegirici .  Firenze,    Pier  Matini,  ■1684.  in  12.  citati  coli'  abbreviatura  Scg/i.  Pa- 

neg 

SPERONI  SPERONE.  Dialoghi.  Venezia,  Meietti.  1596.  in  4.  citati  coli'  abbreviatura 
Spcr.  Dial. 

■ —  Orazioni.  Venezia,  Meietti,   1596.  in  4.  citate  coli'  abbreviatura   Sper.   Oraz 

STORIA  DI  S.  EUSTACHIO,  impressa  in  Firenze  l'anno  1734.  da  Domenico  Maria 
Manni,  nel  III.  Tomo  delle  ^/?e  de'  Santi, citulacoU' a.hhve\ÌAl\ii:i  Star. S  Eustach. 

STORIA  DI  S.  ONOFRIO,  impressa  in  Firenze  l'anno  1735.  da  Domenico  Maria  Man- 
ni nel  IV.  Tomo  delle  Fite  de'  Santi,  citata  coli'  abbreviatura   Star.   S.    Onofr. 

STRASCINO  D.v.  siESA.  Rime,  impresse  nel  volume  H.  della  Raccolta  delle  Opere  burle- 
sche del  Rcrni,  Firenze,  Giunta,  1555.  in  8.  citate  coli"  abbreviatura  M.  Franz, 
rim.  buri. 

TOSA  SLMONE  (DELLA).  Annali.  Stanno  nelle  Cronichctte  antiche,  Firenze,  Manni, 
1733.  in  4.  citati  coli'  abbreviatura    Cronichett.  d'  Amar. 

UBERTI  (DEGLI)  FAZIO.  Dittamondo.  Codice  di  Francesco  Redi,  citato  coli'  abbre- 
viatura   Dittam. 

VITA  DI  S.  GIOVAN  BATISTA.  Testo  a  penna  di  Simone  Berti,  citato  coli'  abbravia- 
tura    l'it.  S.   Gio.  Rat.  S.  B. 


INDICE 


D  K  L  h  V. 

STAMPE  E  DEI  TESTI  A  PENNA 

DA   CCl   MìN   FUIU)M)   THATTI  ESEMl'M 

DAGLI  ACCADEMICI  DELLA  CRUSCA 

l'EK  LA  QUAtlTA  IMI'llESSIO.NE  DEL  LORO  VOCABOLARIO 

SEBnERE  MENTOVATI   SELLA    TAVOLA   DECLI  ADTOKI    CITATI 


AGOSTINO  (S).  Solilut/nio  volij.iiizzato.  Testo  a  jienna,  citato  sotto  1'  abbreviatura  Solil. 
S.  Ag. 

ALAMANNI  LUIGI.  Ofìcrc  Toscane,  o  sia  Poesie,  o Rime  raccolte  in  due  volumi,  e  stam- 
pate in  Venezia  jier  gli   Eredi  di  Liirantonio   Giunta  nel  1512.  in  8. 

ALLIGIIIERI  PIERO.  Rime.  Citate  coli'  jdibreviatura  Pier,  fi  gì.  Dant.  Rim. 

BARDI  GIOVANNI  (DE').  Discorso  sopra  it  Giuoco  del  Calcio  Fiorentino.  Firenze,  al- 
la Condotta  leSS.  in  4.  citato  coli'  abbreviatura  Disc.  Cale.  Noi  jioniamo  qui  que- 
sta edizione  tra  le  non  adoperate  dagli  Accademici,  ])ercliè  ci  siamo  accorti  che  le 
citazioni  apposte  agli  esempii  tratti  da  questo  Discorso  confrontano  tutte  coli' edi- 
zione del  -1073,  e  nessuna  con  questa  del  1688. 

BOCCACCIO  GIOVANNI.  Ftlostraio.  Quattro  Testi  a  i.enna  della  Laurenziana  citati 
coir  abbreviatura  Bocc.  Fi/nstr 

— •  Lettere.  Testo  a  penna  del   Guernilo,  citato  coli'  abbreviatura  Bocc.  Leti.  S. 

—  Lettere  alla  Repubblica  Fiorentina.  Testo  delle  Ril'ormagioni,  citato  coli"  abbrevia- 
tura Bocc.  Leti.  R. 

I50NIC11I  BINDO  i),\  SIENA.  Rime  antiche  stampate  in  Roma  nella  Stamperia  del  Grignani 
l'anno  11)12.  in  foglio  dietro  le  Rime  del  Petrarca.  Citate  sotto  l'abbreviatura 
Bind.  Ben.  R.  A. 

CAPPONI  VINCENZIO,  sotto  nome  del  sollecito.  Parafrasi  Poetica  sopra  i  Salmi  di 
Das'id.  Firenze,  Vangelisti,  1682,  in  8.  Citata  coli'  abbreviatura  Salm.  Sollec. 

CASA  <''IOV.\NNI  (D1'XL.\)  .  Orazione  detta  comunemente  della  Lega  innestata  nel 
Voi.  II.  della  Parte  prima  delie  Prose  Fiorentine ,  citata  coli' abbreviatura  Cas. 
Oraz.  leg. 

CATERIN.\  (S).  Lettere.  Venezia,  Aldo,  1.">00.  in  foglio,  o  Testo  a  penna,  citate  coli'  ab- 
breviatura 5.  Cat    Irtt. 

CAVAL(":A  DOMENICO.  Trattalo  delle  trenta  stoltizie  dell'  Uomo.  Testo  a  penna  del 
Guernito,  citato  coli'  abbreviatura  Cavale.  Stoltiz. 

CIIERI^BINO  nA  siE!i\.  Regola  della  t'ita  matrimoniale.  Testo  a  priin:i.  «italo  sotto  l'ab- 
breviatura Reg.  Fit.  Malr. 

ESOPO.  Favole.  Testo  Riceardiano  segnato  O.  IV.  XLII. Citato  scilo  l'abbreviatura  Fav. 
Esop.  C. 

FIORIOTTI  CARLO.  Considerazioni  intorno  a  un  Discorso  di  Giulio  Tonclli  da  Fa~ 
nano,  inserite  nella  Raccolta  delle  Opere  di  Torquato  Tasso,  fatta  in  Faenze  dai 
Tarlini  e  Franchi  l'anno  1721.  in  sei  volumi  in  loglio,  citate  coli'  abbreviatura 
Cari.  Fior 

GALILEI  GALILEO.  Bilancctta.  Bologna,  Eredi  del  Dozza,  1656,  e  Firenze,  Tartini  e 
Franchi,  1718.  in  -1.  citata  coli'  abbreviatura  Gal.  Bilanc 


GALILEI  GALILEO.  Lettera  a  Madama  Cristina  di  Lorena.  Aiig.  Trcboe  1636.  in  4. 
citata  coir  abbreviatura    Gal.  Lett.  Mail. 

GELEI  GIOVAMBATISTA.  Lettura,  o  sia  Tutte  le  lezioni  fatte  neW  Accademia  Fio- 
rentina. Firenze  (TorrentinoJ  1551.  in  8.  citate  coli'  abbreviatura  Geli.  lett. 

—  Lettura  quinta  contenente  dieci  Lezioni  sopra  l'  Inferno  di  Dante  letta  nel    Consola- 

to di  Francesco  Cattani  da  Diacceto.  Firenze  {TorrentinoJ  1551.  in  8.  citata  col- 
r  abbreviatura  Geli.  Iettar. 

—  Lettura  sesta  contenente  dieci  Lezioni  ec.  letta  nel  Consolato  di  Lionardo   Tanci.  Fi- 

renze (Torreatino)  1561.  in  8.  citata  coli'  abbreviatura  Geli,  lettiir. 

—  Lettura  settima  contenente  dieci  (anzi  XI)  lezioni  ec.  letta  nel  Consolato  di   Tommaso 

Ferrini.  Firenze  f  TorrentinoJ  1561.  in  8.  citata  coli'  abbreviatura  Geli,  lettur. 
GIAGOMINI  TEBALDUCCI  MALESPINl  LORENZO.    Orazioni.  Firenze,  SermartelH , 
1597.  in  4.  citate  coir   abbreviatura  Giac.   Oraz. 

—  Altre  Orazioni  impresse  nel  volume   I.  II.  e  VI.  della  parte  I.  delle  Prose    Fiorenti- 

ne, citate  coli'  abbreviatura  Giac.  Oraz. 
GIAMBULLARI   PIER  FRANCESCO  .    Trattato  delle  lettere,    citato  coli"  abbreviatura 

Tratt.  Giamb.  la  quale  era  da  spiegare    Trattato  del  Giamboni. 
GIORDANO  DA  RIVALTO    (BEATO).  Prediche.  Testo  a  penna  che  fu  del  Guernito,  ci- 
tato sotto  l'abbreviatura  Fr.  Giord.  Seg. 
LIBRO  DI  CONTI,  intitolato  Quaderno  dell'uscita  della  Camera.  Testo  a   penna  citato 

sotto  l'abbreviatura  Quad.    Use.  Cam. 
LIBRO  DI  CONTI  de'  bardi  signori  di  vebnio.  Testo  a  penna  citato  sotto  1'  abbreviatura 

Quad.  Cont.  S.  G.  B. 
LIBRO  DI  VIAGGI.  Testo  a  penna  che  fu   di  Pier    del  Nero,  citato  coli'    abbreviatura 

Lib.  f'iagg.  , 

MACHIAVELLI  NICCOLO  .  Modo  che  tenne  il  Duca  Valentino  per  ammazzare  Fitel- 

lozzo  Vitelli,   Oliverotto  da  Fermo,  Paolo   Orsino,  e  V  Duca  di  Grai>ina,  tirato 

fuori  sotto  r  abbreviatura  Segr.  Fior.  Due.  Valent. 
MEDICI  LORENZO  (DE')  detto  il  magnifico.  Rime  Sacre  unitamente  a  quelle  di  Madon- 
na Lucrezia  sua  madre  ec.  Firenze,  Stamperia  alla  Torre  de'  Donati,  1680.  in    I 

citate  coir  abbreviatura  Lor.  Med.  laud. 
PETRARCA  FRANCESCO.  Pistole  t'olgarizzate.Teslo  a  penna  che  fu  già  di  Pier  delNero, 

di  poi  tra'  MSS.  della  Libreria  de'  Guadagni,  citate  coli'  abbreviatura  Pelr.  Pist. 
PROSE  FIORENTINE  raccolte  dallo  Smarrito.  Firenze,   Tartini  e  Franchi,  1716-1745. 

in  17.  volumi    in  8.  citate  coli' abbreviatura  Pros.  Fior. 
RIME  ANTICHE.  Testo  a  penna  di  Carlo  Strozzi,  citate  coli' abbreviatura  .fl///j.rt«^.  6'. 5. 
RUCELLAI  ORAZIO  detto  l'  imperfetto.  Dialoghi  di  materie  filosofiche    naturali    e 

morali.  MSS.  citato  sotto  l'abbreviatura  Dial.  Imperf. 
SALVIATI  LIONARDO.  //  primo  libro  delle    Orazioni  nuovamente    raccolte.    Firenze, 

Giunti,  1575.  in  4.  citate  coli' abbreviatura  Salu.  Oraz. 

—  Cinque  Lezioni  lette  neW  Accademia  Fiorentina.  Firenze,  Giunti,  1575.   in    1.  citate 

coli' abbreviatura  Sah.  lez. 

—  Traduzione    e  Contento  della  Poetica  d' Aristotile.  Testo  a  penna  ,  citato   coli'  ab- 

breviatura Sali'.  Coni.  Poet.  Arist.  Questo  Testo  a  penna  che  a'  tempi  della  quarta 
impressione  credevasi  perduto  si  conserva  al  presente  nella  Magliabechiana  segnato 
col  num.  1 1 .  Palch.  II. 

SALUTATI  COLUCCIO.  Lettere  scritte  l'anno  1379.  Testo  a  penna  del  Guernito,  ci- 
tato coir  abbreviatura  Lett.  Salut. 

SEGNI  BERNARDO.  Vita  di  Niccolò  Capponi,  Augusta,  Mertz.  1723.  in  foglio,  citata 
coli'  abbreviatura  Segn.  Vit.  Nic.  Cap. 

SEGNI  TOMMASO.  Volgarizzamento  del  Trattato  di  Seneca  della  Tranquillità  del- 
l' animo.  Testo  a  penna,  citato  coli'  abbreviatura  Sen.   Tranquil. 

SENECA  L.  ANNEO.  Volgarizzamento  del  Libro  sopra  le  sette.  Arti  liberali,  impresso 


2o88 

innanzi  al  Volgarizzamento  delle  Pistole  del  medesimo  in  Firenze  pei  Tari  ini  e 
Francìii  l'anno  1717.  in  4.  citalo  sotlo  l'  abbre»  iatura  Seti.  Art.  liber. 

STORIA  DI  S.  EUGENIA.  Testo  a  penna;  ed  anche  l' impressione  fattane  in  Firenze  l'an- 
no 1735.  da  Domenico  Maria  Manni  nel  Tomo  IV.  delle  Vite  de.'  Santi,  citata 
coir  abbreviatura  Stor.  S.  Eiig. 

VARCHI  BENEDETTO.  De'  Sonetti,  Parte  seconda.  Firenie,  Torrentino  ,  1557.  in  8. 
citati  coir  abbreviatura  Farch.  Rim. 

■ —  Sonetti  Spirituali ,  con  alcune  Risposte  e  Proposte  di  diversi  eccellentissimi  in- 
gegni. Firenze,    Giunti,  1;")7>.  in    1.  citati  coli'  abbreviatura   Farcii.  Rim. 

— ■  Esposizione  dei  Proverbi  volgari.  Testo  a  penna,  citato  coli'  abbreviatura  Farch. 
Espos.  Prov. 

ZIBALDONE.  Testo  a  penna  di  Francesco  Redi,  citato  coli' abbreviatura  Zibald.  R. 


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FINE 

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